L'altro lato dell'amore di Somoody (/viewuser.php?uid=40906)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'inizio ***
Capitolo 2: *** Il panda ***
Capitolo 3: *** presentazione ***
Capitolo 4: *** Alice e Dimitri ***
Capitolo 5: *** discussioni ***
Capitolo 6: *** Cambiamenti ***
Capitolo 7: *** Il segreto di Marta ***
Capitolo 8: *** Libera! ***
Capitolo 9: *** Litigi... d'amore? ***
Capitolo 10: *** Cinema! ***
Capitolo 11: *** La festa di Monica ***
Capitolo 12: *** Deficiente! ***
Capitolo 13: *** L'ultimo passo ***
Capitolo 14: *** Il lato oscuro ***
Capitolo 15: *** In pizzeria. ***
Capitolo 16: *** Primo giorno di scuola ***
Capitolo 17: *** I love you! ***
Capitolo 18: *** Con te... ***
Capitolo 19: *** Diana è speciale ***
Capitolo 20: *** Un anno d'amore ***
Capitolo 21: *** Quella stella ***
Capitolo 22: *** San Valentino! ***
Capitolo 23: *** Sempre per te... ***
Capitolo 24: *** Passione ***
Capitolo 25: *** Ti odio e ti amo... ***
Capitolo 26: *** Desideri ***
Capitolo 27: *** Voltare pagina! ***
Capitolo 28: *** L'altro lato dell'amore ***
Capitolo 1 *** l'inizio ***
L’altro lato
dell’amore
“L’amore… E’ una cosa indescrivibile, un’emozione
troppo forte, forse anche l’unica incontrollabile. Non si può fermare, quando
si prova, si prova e non c’è niente da fare. A volte può essere la cosa più
bella che ti possa capitare, ma altre volte può rovinarti la vita… E’ come
un’arma letale, un coltello. Dipende se la tua è la parte del manico o della
lama. Perchè basta un momento… Uno solo. E la tua esistenza si può tramutare in
qualcosa di nuovo, che magari non volevi… O che vuoi, ma di cui non conosci le
conseguenze… Ma come si dice? Meglio amare e soffrire, che non aver mai amato
affatto. E allora buttati!! Non aver paura delle conclusioni e non aver paura
di affezionarti troppo ad una persona, perchè se dopo ti ritrovi a soffrire
come non hai mai sofferto, capisci che quell’esperienza ti è servita ad andare
avanti e quei tempi in cui hai amato sono stati i più belli della tua vita. Che
vorresti ripetere e ripetere e ripetere… Ma quando tutto finisce non ti devi
buttar giù. Un po’ piangi, sfogati per quello che hai perso, ma dopo preparati
a girar pagina perchè l’amore, per fortuna, non si prova una volta sola in
tutto il tuo arco vitale. Sarà ancora dietro la porta e ti riprenderà ancora di
sorpresa come ha fatto l’ultima volta. Non aver paura di provare nuove
esperienze. Spesso aiutano a dimenticare e magari chissà… A farti innamorare di
nuovo!! Almeno si spera…”
Questa è Alessia. Una ragazza di quindici anni, una
qualunque, una tra tante, una a caso, anzi, addirittura ‘una sfigata’, come la
giudicano gli altri… Eppure qualcosa nella sua esistenza cambierà. E sarà
proprio grazie ad uno dei più belli di Sanremo a cambiare la sua vita e tutti e
due proveranno un’emozione mai provata prima, tutti e due alla sorpresa,
s’innamoreranno l’uno dell’altra. Scopriremo tutto quello che hanno passato e
tutto quello che è avvenuto assieme, tutto qui, tutto in queste pagine, tutto
aldilà di questa copertina, tutto nel “L’altro lato dell’amore”.
Prologo
“Eccomi qui. Sola nella mia stanza. Sul mio divano
morbido mentre la musica accesa entra nelle mie orecchie sorde per via dei miei
pensieri. Non sento niente al di fuori delle lacrime che pian piano scendono
sulle mie guance. Mi sento sola, fuori dal mondo, con una migliore amica
fantastica, ma oltre a lei? Vuoto… Mi rendo conto di non essere nessuno. Di non
conoscere qualcuno d’importante. Sono fuori da tutto. Quello che mi manca è
l’affetto e quello che vorrei da morire è un ragazzo che mi sappia coccolare,
tenere tra le sue braccia, che mi faccia sentire in paradiso… Mi sento troppo
grande per la mia età. Io, anche se ho solo quindici anni, adoro le storie tra
i grandi e adoro il romanticismo. Ma non ho neanche ancora avuto il mio primo
bacio, figurati… E chissà quando verrà il mio momento! Forse troppo tardi, che
non avrò più voglia di queste menate di coccole e balle varie e mi accontenterò
del primo ragazzo che passa. Questa è la mia paura maggiore… Non voglio finire
così!! Amici? Alice e poi? Niente… Non mi viene in mente nessun altro. Ma che
ci posso fare? Mica posso andare da una ragazza e dirle:
<< Ciao! Vuoi essere mia amica? >>.
Non funziona così!! E’ tutto diverso!! Non sono più
una bambina!! Quanto vorrei esserlo ancora… Senza tutti questi problemi. Facevi
pure questa stupida domanda e avevi tutte le amiche che volevi, potevi fare
qualsiasi sbaglio e nessuno ti giudicava e non rimanevi segnata per sempre per
il tuo errore. Ma poi? Crescendo tutto si perde, si cambia… E il più delle
volte ti resta quello che più odi. Nel mio caso, la mia stupida timidezza che
non mi permette di andare avanti. E chi ha la meglio? Quelli con il culo enorme
che riescono a tenere tutto come prima. Ma dopotutto questa è l’adolescenza.
Tutti ne soffrono, pure quelli che stanno meglio di te e che non si vede e non
l’ammetteranno mai che stanno male per il loro enorme orgoglio, pure per i
fighetti e le ragazze popolari! Anzi, la loro vita è più sballosa, ma hanno più
problemi. Non si possono permettere di sgarrare nemmeno per una volta, Tutti
contano su di loro e tutti li ammirano e si aspettano sempre che loro vincano,
chissà le ragazze quanto si devono curare per essere più belle! Però loro non
hanno i miei problemi e forse, anche se sono di meno, sono più difficili da
superare… Perché è la cosa peggiore essere soli… Alice, il più delle volte, mi
fa dimenticare tutto, ma… Purtroppo non basta. Le giornate sono sempre più
monotone, non ne posso più. Cosa si fa il pomeriggio? In inverno è uscire in
centro cercando ragazzi che non ti cagano nemmeno, in estate è andare al mare,
che oltre a fare il bagno fai la stessa cosa che fai andando in giro in
inverno, ma anche con addosso un costume ottieni niente. Forse la sera ottieni
qualcosa, ma probabilmente è solo perchè fa buio e non si vede niente. Ti
tirano uno sguardo e dalle macchine senti qualche fischio, niente di che… Per
adesso, posso solo affermare che la mia vita fa schifo. La odio, la detesto. E
quello che mi serve è un grande cambiamento…”
“Che
bella vita che faccio!! Sono un figo e sono voluto dalle ragazze, che c’è di
meglio di questo? Assolutamente niente!! Certa gente proprio non la capisco. A
volte mi chiedo come si faccia a vivere diversamente da come vivo io!! Mi sento
uno al centro dell’attenzione!! Al di fuori di me non v’è nessun altro e tutti
la pensano come me, altrimenti sono sballati. Non c’è altro motivo! Insomma… Io
sto bene così!! Non mi va di avere una storia seria, mi piacciono le avventure
perché sei libero di fare quello che vuoi, senza rendere conto a nessuno!! E’
una cosa stupenda!! Mi piace la mia vita! E penso che non la scambierei con
nessuna al mondo. Aspetta… Forse con una si… Sono geloso di mio fratello, Eric.
Lui è più piccolo di me di un anno, eppure è più figo. Quando le ragazze ci
vedono assieme preferiscono seguire lui che me e di questo un po’ sono geloso,
ma non mi posso certo lamentare io!! Oltre a questo vivo da Dio!! E non voglio
modificare la mia vita. Sto bene così, sul serio!! No c’è mai un attimo di
monotonia!! Quindi… Sto bene da single!!”
CAPITOLO 1.
E’ un giorno d’estate, precisamente Luglio, e il
caldo entra dalle persiane ancora chiuse dalla notte prima. Mi sveglio e mi
alzo dal letto. Le dieci.
<< Che strano, di solito mi alzo sempre più
tardi!! >>
Non importa. Mi metto in piedi ancora un po’
rincoglionita dal sonno, prendo gli occhiali perchè sono cieca come una talpa,
vado in bagno e mi lavo la faccia, poi vado in cucina, apro lo sportello e
cerco cosa potrei mangiare. Ci sono varie cose. Biscotti con gocce di
cioccolato, biscotti al cioccolato, biscotti normali, brioche e fette
biscottate. Prendo i biscotti con le gocce di cioccolato. Poi apro il frigo.
Sento il freddo passarmi tra le gambe nude poiché indosso solo una semplice
canotta per non morire di caldo. Dal frigo tiro fuori la menta e il latte. Poi
prendo un bicchiere e ci verso un goccio di menta e lo riempio fino all’orlo di
latte e bevo fino alla fine. Dopo la mia colazione vado in camera e mi accendo
il computer per la mia solita giocata a carte ascoltando la mia musica.
“ E’ troppo bello non fare niente!! Solo il pensiero
che a settembre dovrò tornare in seconda liceo mi fa tremare le gambe. Quindici
anni… Chi l’avrebbe mai detto!! Ma tanto fra poco, avrò i miei sedici anni!! E
un altro anno buttato via… ”
Inizio a giocare a ‘Spider’ sotto la base di ‘Dirt
off your sholder/Lying from you’, la mia canzone preferita dei Linkin Park con
Jay-Z, quando, come un orologio svizzero, arriva la solita chiamata di Alice,
la mia migliore amica, che di solito mi sveglia.
<< Ale, è per te >>
Mia madre mi passa il telefono.
<< Fammi indovinare… Alice? >>
<< C’era da domandare? >>
Prendo il cordless e vado in camera mia.
<< Ciao Ale!! Ti ho svegliata? >>
<< Sta mattina no. >>
<< Peccato!! >>
<< Ma come mai oggi al telefono fisso? Di
solito al cellulare! >>
<< T’ho chiamato al fisso? Non me ne sono
accorta, li so tutte e due talmente a memoria che non mi rendo conto quali dei
due digito! >>
“ Fatti delle domande per questo… ”
<< Chissà come mai!! Allora, che c’è? >>
<< Come che c’è, io ti telefono per organizzare
la giornata e tu mi dici che c’è? >>
<< Si, perché non riesco a capire che cosa mi
telefoni a fare quando fa sole se sai già che andiamo al mare!! >>
<< Sta’ zitta!! >>
Mi dice in modo scherzoso.
<< Ci vediamo alla solita ora >>
<< Aspetta! >>
<< Che c’è? >>
<< Domani sera posso venire a dormire da te?
Così usciamo! Se solo mio padre mi permettesse di andar fuori la sera… >>
<< Ma di’ la verità!! Non vedi l’ora di venire
a dormire da me!! >>
<< Ma questo non conta!!! >>
<< Ok, a dopo >>
Ritorno alla mia giocata a carte con sta volta come
sottofondo i Good Charlotte con ‘I just wanna live’.
E’
un giorno d’estate e l’afa di questa bellissima stagione passa attraverso i
piccoli buchi delle persiane. Mi sveglio e mi alzo a fatica dal letto. Le
undici e mezzo. Mi giro nella direzione del letto di mio fratello e lui è lì
ancora a dormire. Ancora un po’ rincoglionito, vado in bagno a lavarmi la
faccia, poi vado in cucina per far colazione. Mi preparo la caffettiera con il
caffè in polvere e la metto sul fuoco. Aspetto un po’ che salga e per quel poco
che aspetto sento il calore del fuoco del gas.
“ Ma
come diavolo fa mia madre a stare davanti ai fornelli a cucinare d’estate? E il
bello che io dormo in boxer!! ”
E
intanto guardo in basso verso i miei boxer bianchi sotto i miei scolpiti
addominali.
“ Non
per vantarmi… ”.
Dopo che il caffè sale lo verso con una presina in
una tazza e poso la caffettiera sul lavandino. Poi metto qualche tonnellata di
zucchero nella tazza e con un cucchiaino mischio. Nello scaffale prendo una
brioche e me la mangio con quest’ultimo. Terminata la colazione vado in camera.
Mi accendo la play2 vicino alla tv che ho in camera
e mi siedo sul letto mettendo in muta per non svegliare Eric. Accendo ‘GTA San
Andreas’ e il gioco riprende dall’ultima partita salvata, ovvero la mia. Sento
Eric lamentarsi, girandosi verso la mia parte con occhi ancora semichiusi.
<< Cos’è sta luce? >>
<< Su, Eric… Alzati, sono quasi
mezzogiorno!! >>
<< Dai, non rompere… >>
Si gira dall’altra parte e si rimette a dormire.
Dopo neanche dieci minuti si alza e ancora assonnato si mette seduto a vedere
che gioco.
<< Che fai!! Dovevi andare da quella parte! Hai
sbagliato strada!! >>
Lo guardo male.
“ Lo odio quando fa così… ”
<< Eric… Fa giocare a me! Non volevi
dormire? >>
<< Non ne ho più voglia… >>
<< Beh allora non devi andare a fare colazione,
qualcosa? >>
<< Non ne ho voglia!! Non mi vuoi con
te? >>
<< No. >>
<< Perché? >>
<< Mi distrai!! >>
<< Allora non parlo più!! >>
<< Meglio… >>
<< Allora come è andata con Carlotta l’altra
sera? >>
“ Impossibile, non sta zitto un attimo!! ”
<< Bene… >>
<< Bene quanto? Cosa è successo? >>
<< Ma cosa te ne frega? >>
<< Dai!!! >>
“ Impiccione… ”
<< L’abbiamo fatto. >>
<< Cosa?? >>
Mio fratello mi guarda stralunato.
<< Si. >>
<< E dove? >>
<< A casa sua, i suoi non c’erano. >>
<< E com’è? >>
“ Ma pensa te cosa gli devo dire… ”
<< Non è mica la mia prima volta!! Te l’ho già
raccontato!! >>
<< Lo so, ma intendevo Carlotta! Com’è? >>
<< Minchia… E’ fighissimo! E poi diceva che era
la sua prima volta, ma ho dei dubbi… >>
<< Sai Carlotta com’è… >>
Penso a Carlotta e alla sua nomina di ‘ragazza
semplice’ pensando a quanto sia azzeccato questo nomignolo.
<< E mi piace così… >>
<< E’ perfetta! >>
<< E tu quando lo fai scusa? Io alla tua età
non ero mica più vergine!! >>
<< A momenti, a momenti… Ho comprato pure i
preservativi!! >>
<< Wow… E con chi lo vuoi fare? >>
<< Con Carlotta, che domande!! >>
<< Già. >>
Lui annuisce e mi sorride. Poi intervengo io
cambiando argomento.
<< Ma allora oggi che si fa? >>
<< Si va al mare, come sempre!! Ma vieni con
noi? >>
<< Si… Mi sto già incominciando ad annoiare del
mio gruppo. Non mi piace più!! Invece nel tuo si sta bene! >>
<< Dì più che altro che è per Carlotta… >>
<< Beh… Ci mette il suo impegno! >>
“ Quanto siamo diversi io e mio fratello… Siamo
praticamente gli opposti perché lui è biondo e ha gli occhi marroni e io sono
castano e ho gli occhi blu. Poi lui è basso, mentre io sono abbastanza alto. E
infine, lui ha un po’ di pancetta e io sono magro. Si, ma lì è perché mio
fratello non si tiene, mangia un sacco di schifezze!! ”
Sono le 14,30, fra dieci minuti dovrebbe arrivare
Alice, intanto mi preparo.
Salgo le scale della mia camera, perchè essa è
costituita di due piani, di sopra reparto letti e sotto reparto studio, non
siamo ricchi, sono solo semplicissimi soppalchi.
“ Magari lo fossimo… ”
Vado nella stanza degli armadi e cerco.
“ Mmmmmh, cosa metto? Ci sono!! ”
Mi metto la mia amata gonnellina rosa regolabile a
pieghe, comprata al mercato, con sopra una maglia nera senza maniche con dei
ghirigori rosa. Sembra fatta apposta per quella gonna, dopotutto e i pandam con
il mio costume, bianco con i contorni rosa. Prendo lo zaino del mare della ‘No
fear’ nero, poi ritiro l’asciugamano steso dal giorno prima, lo piego e lo sistemo
nella borsa, poi prendo il lettore cd con i due porta-cd pieni di musica e li
infilo anche loro dentro. Alla fine tocca al mio libro che sto leggendo ‘Annie
che amava il vento’ di Joseph Pittman. Suona il campanello. Prendo lo zaino e
me lo metto in spalle. Apro la porta e il portone e scendo le scale con al
guinzaglio il mio cane, Zorro. Ed eccola lì. La rompiballe della mattina,
Alice.
“ Potremmo fare le veline!! Lei è bionda e riccia con
gli occhi marroni e grandi, un naso a punta, le labbra un po’ carnose e la
pelle chiara. Io invece sono castana, liscia con gli occhi marroni più scuri e
piccoli, il naso normalissimo, le labbra normali e la carnagione scura. ”
<< Stupido e rompiballe cane. >>
La guardo male.
<< Mi spieghi perchè devi sempre criticarlo??
Povero Zorro… >>
<< Non è colpa mia se il tuo cane assomiglia a
un coccodrillo con le gambe storte!! In più è anche un rompiballe!! >>
“ Da che pulpito… ”
<< Sei solo invidiosa!! >>
<< Di quel coso?? >>
Io le annuisco e lei fa una faccia schifata.
<< Potrei essere gelosa di tante cose… Ma il
tuo cane non fa parte di quella lista!! >>
Lascio perdere ed usciamo dalla porta trasportando
anche lui. Lo portiamo come al solito sulla ferrovia abbandonata che c’è sulla
strada per andare al mare, precisamente sulla passeggiata, se si può chiamare
così, dei Tre Ponti.
Dopo una lunga passeggiata lo riportiamo a casa e ci
incamminiamo verso la spiaggia. Ci vogliono dieci minuti per arrivarci, ma ne
vale la pena dato che quella è la spiaggia di tutti i ragazzi di Sanremo.
Sono le 14,30. Io ed Eric ci prepariamo per andare
al mare. Mi cambio i boxer con un altro paio neri e sopra ci metto il mio
costume hawaiano blu scaraventato sulla sedia della mia scrivania, poi apro
l’armadio e scelgo una maglietta larga e grigia con delle sfumature blu. Me la
infilo, metto nel mio zaino della ‘Eastpack’ blu l’asciugamano steso dal giorno
prima, le chiavi e il cellulare. Poi me lo posiziono sulle spalle, prendo le
chiavi del motorino e mi infilo alla veloce le mie scarpe da ginnastica dell’‘Adidas’
bianche e blu e scendiamo tutte le varie scale sotto il nostro terzo piano.
Apro il portone e mi giro verso destra per entrare in un cancelletto a fianco
dove mettiamo il motorino. E questi due sono posteggiati lì. L’F10 nero di mio
fratello, scassato da un piccolo incidente e non si decide a portarlo ad
aggiustare, e il mio Leonardo 125 grigio. Ci salgo mettendomi il mio casco
anch’esso grigio e aspetto Eric che salga sul suo, poi partiamo. Arriviamo fino
al campo sportivo, poi prendiamo la strada sotto che porta in quella
sottospecie di passeggiata dove vi è la nostra bellissima spiaggia.
Mentre andiamo due ragazzi ci passano accanto con i
loro motorini. Uno quasi mi sfiora e io mi prendo spavento, ma Alice no perché
ero io quella dalla parte della strada.
“ Che maleducato!! Cosa ha il motorino se non sa
neanche guidare… ”.
“ Minchia, che gente che gira!! Questa pazzoide mi
faceva quasi cadere a momenti e io non voglio ritrovarmi il motorino come
quello di Eric… ”.
Giunti ai Tre Ponti scendiamo dal nostro motorino e
percorriamo le scalette fino a ritrovarci sulla sabbia calda. Guardo Eric che
già si allontana verso il suo gruppo, io lo seguo.
<< Ciao raga!! >>
<< Ciao Eric, ciao Robbie! >>
Eric saluta tutti e veniamo acclamati dalla poca
gente che c’è, ovvero Dario che sta abbracciando Chiara. Carlotta spunta da una
sdraio e si fa vedere e sentire provocando con gli occhi e il tono di voce.
<< Ma guarda chi ci sono… I miei ragazzi
preferiti… >>
Mi avvicino a lei e la saluto dandogli due baci
sulle sue belle guance morbide e paffute e mentre mi allontano ci guardiamo
negli occhi e gli sorrido.
<>
Le dice Dario.
<< Ma senti chi parla! Comunque Robbie… Allora
che hai deciso? Stai con noi? >>
<< Non lo so ancora, te lo saprò dire domani
perché sta sera mi hanno invitato a uscire con
loro. >>
<< Capisco… >>
Non riesco quasi ancora a resistere al suo sguardo e
al suoi tono di voce… Metto il mio zaino
per terra e ne tiro fuori l’asciugamano che stendo sulla sabbia, poi mi tolgo
la maglietta e la infilo dentro. Guardo Eric che è ancora lì a salutare
Carlotta.
<< Io vado. >>
Arrivate alla spiaggia ci infiliamo nel posto più
isolato possibile dove non si veda l’angolo del bar, dove ci sono sempre i
ragazzi che giocano a calcio, tra cui Edoardo che Alice vuole vedere, ma non
vuole farsi vedere… Come al solito stendiamo l’asciugamano sulla sabbia e ci
spogliamo fino a rimanere in costume. Mettiamo tutti i vestiti dentro lo zaino
e le infradito le lascio accanto.
Mentre raggiungo il mare vedo due ragazze, una
bionda e una castana, mettersi in costume appena arrivate.
“ Mi chiedo quale sia il motivo per cui con tutta la
spiaggia libera si debbano mettere in un angolo così nascosto… ”
Poi mi rendo conto di riconoscere quella ragazza
castana.
“ Devo averla vista da qualche parte… ”
E alla fine mi ritorna in mente che è quella ragazza
idiota che si è buttata in mezzo alla strada.
“ Sfigate… ”
Ci incamminiamo verso il mare. Per un po’ si sta
bene, ma la sabbia brucia talmente che alla fine ci tocca correre per andare in
acqua. Entrando quest’ultima è gelata. Alice si butta subito ed emergendo mi
schizza tutta l’acqua addosso, quindi, per non morire di freddo tra i suoi
schizzi e quelli delle diecimila palle che cadono in acqua, mi tocca buttare e
andiamo a fare una nuotata per scaldarci.
<< Uffi, mi sento tanto sola, voglio avere un
ragazzo!! Chiedo troppo avere Edo??? >>
Alice spunta fuori dal nulla con questo discorso e
la maledico con tutta la mia forza per aver tirato fuori un tasto così dolente.
<< A chi lo dici… Pensa che io non so neanche
chi mi possa piacere in questo momento!! >>
<< Dobbiamo andare alla ricerca di qualcuno per
te. >>
<< Ma lascia stare!! >>
<< No, sul serio, devi avere qualcuno!! >>
<< Va bene, mi lascio nelle tue mani… >>
“ Ma che mi è venuto in mente? Nelle mani di Alice?? ”
Tornati a riva usciamo tutte sgocciolanti e ci
avviamo alla doccia, fredda pure quella, e poi all’asciugamano. Lo prendo e lo
sbatto dalla sabbia poi lo risistemo e mi ci corico sopra di pancia per
asciugarmi. Come al solito, il sole è sempre tanto caldo e i suoi raggi
riescono sempre ad asciugarmi in un batter d’occhio da soffrire di nuovo dal
caldo cinque minuti dopo.
Mi sento una mano sulla spalla e girandomi vedo
Carlotta.
<< Cosa fai? Sei incantato a vedere cosa? Non
vieni a farti un bagno insieme a me? >>
E dopo questo mi fa sempre lo stesso solito sguardo
provocante.
“ E chi sa più resisterle? ”
<< Certo! >>
Poi la prendo sulla mia spalla dalla pancia e mi
dirigo verso il mare.
<< No, basta, lasciami!! >>
Non la ascolto e la butta in acqua, ma ne esce
subito.
<< E’ freddissima!! >>
Mi metto a ridere e la seguo dentro e dopo che
riemergo lei mi si avvicina e mi abbraccia. Non le do neanche il tempo di farla
avvicinare che la vado a prendere con le mani ai fianchi e la porto vicino a me
e la bacio come al solito facendomi muovere la lingua in movimenti che solo lei
è capace a fare.
“ E’ davvero sexy questa ragazza… ”.
Quando mi stacco lei sorride e apre gli occhi
lentamente, ma fissando i miei.
<< Mi chiedevo quanto tempo ci avresti messo
per baciarmi, ma ne è valsa la pena aspettarti… >>
Poi mi si avvicina all’orecchio e io sento una forte
eccitazione che avrei voglia di toglierle anche il suo costume e renderla nuda
totalmente davanti ai miei occhi e farmela esattamente in quel punto, in quel
preciso momento.
“ E’ sensazionale come questa ragazza riesca a farmi
impazzire così tanto. ”
<< E’ stato bello l’altra sera… Vorrei ce ne
fossero altre così… >>
Afferro subito a che cosa si riferisce e poi la
bacio di nuovo su quelle belle labbra seducenti anche loro e piano piano scendo
a baciarla sul suo bellissimo collo.
“ Solo lei riesce a farmi sentire così… Ci sono tante
ragazze molto belle e che mi piacciono parecchio, ma solo lei riesce a farmi
impazzire così tanto, solo lei, solo Carlotta. ”
<< Ho voglia di rinfrescarmi, andiamo a
prendere una granita? >>
<< Si, ok. >>
Ci avviamo verso il bar, ma io mi fermo. Vedo un
ragazzo sdraiato di pancia sul suo asciugamano con le cuffie nelle orecchie
dalla pelle molto abbronzata e biondo platino, con un costume hawaiano
blu-azzurro. Ha una bella schiena e il suo viso messo di profilo con gli occhi
chiusi non mi permette di smettere di guardarlo. Continuiamo verso il bar e
dopo che saliamo gli ultimi scalini ci ritroviamo dentro notando numerosi tavoli
con a questi innumerevoli ragazzi e mi sento leggermente in imbarazzo per il
fatto che tra tutti quelli io ne conosco neanche uno.
<< Una granita all’anguria. >>
Prendo l’ordinazione e Alice si gira verso di me.
<< Ma tu cambiare qualche volta?? Sempre sta
granita!! >>
<< Che ci posso fare!! E’ la cosa più buona del
mondo!! >>
<< Io un ghiacciolo a.c.e.! >>
<< Parla
quella che prende sempre lo steso ghiacciolo. >>
<< Io vivrei di a.c.e…. >>
Faccio una smorfia e ci dirigiamo verso gli scalini
dalla quale siamo saite per sederci ai lati. Usiamo come scusa che tutti i
tavoli sono occupati, ma Alice è molto più felice quando ci sediamo qui perchè
proprio davanti abbiamo l’angolo del calcio e, quindi, Edoardo. E’ un ragazzino
basso e cicciotto, probabilmente per la sua altezza, dei capelli riccissimi e
lunghi e gli occhi verdi. Alice è quasi innamorata di quel nanerottolo, ma a me
non dice proprio niente. Quando torniamo e ci risediamo, il ragazzo che prima
avevo notato sdraiato sul suo asciugamano a dormire, si alza. Non è tanto alto,
ma non è neanche basso. Poi si gira verso di me e la mia vista diventa tutto ad
un tratto piena di ammirazione.
“ E’ il ragazzo più bello che io abbia mai visto!! ”
Ha un viso spettacolare abbellito da due occhi
marroni profondi e due belle labbra, un naso piccolo e la pelle dorata. I suoi
capelli sono biondissimi e a spazzola, forse un po’ troppo lunghi dietro, ma
che ricadendogli sulle spalle lo rende sempre più perfetto. La cosa che più mi
fa impazzire è la sua catenella che scende lungo il suo petto con attaccato un
anello. Il difficile sarebbe trovargli un difetto.
<< Ali, Alice!!! >>
<< Che c’è? >>
<< Guarda quel ragazzo! Ho trovato chi mi
piace!! >>
<< Ma chi? >>
“ Chi?? L’unica persona che possa essere paragopnata
ad un angelo in questa spiaggia! ”
<< Quello lì. >>
Lo indico e lei lo guarda, poi fa una smorfia e mi
guarda strano.
<< Quello lì? Edo è mille volte decisamente
meglio!! >>
Mi viene in mente la figura cicciotta e bassa di
Edoardo e non riesco a far mancare una smorfia.
<< Ma chi?? Quel nanetto, grassoccio, brutto,
con i capelli che gli fanno da casco? >>
<< Ma che dici, è fighissimo!! >>
<< Non quanto lui!!! >>
Poi si incammina verso delle sdraio dove c’è una
tipa che l’abbraccia e la bacia. Mi sento infuocare dalla rabbia.
<< Mi dispiace, sarà molto difficile che tu
possa averlo!! >>
Guardo in quella direzione con espressione stracolma
di odio per quella ragazza, poi controbatto.
<< Non mi arrendo, potrà pur sempre
lasciarla!! >>
<< Per te? Ne dubito! Guarda che figa è
quella! >>
“ Questa ragazza deve ancora imparare a fare
l’amica… ”
<< Ma perché devi sempre rovinarmi i
sogni? >>
<< Adesso che lo guardo meglio anch’io, hai
ragione. E’davvero figo! >>
<< Eh no!! Fammene avere uno solo mio!! >>
<< E’ impossibile, ora che lo guardo veramente
bene… E’ fighissimo!! >>
La guardo malissimo, poi, però, mi convinco che non
potrebbe essere diversamente.
<< Non posso darti torto, è perfetto in tutto,
è una meraviglia della
natura. >>
<< Come si chiamerà?? >>
<< Di sicuro avrà un bellissimo nome… >>
Lo continuo a guardare e a sospirare.
<< Ho deciso!! >>
Urla Alice.
<< Si chiamerà ‘Il Figaccione’!! >>
Poi, però, la mia mente si annebbia dai miei soliti
pensieri che mi divorano, facendomi sentire paranoica e triste.
“ A volte mi sembra di essere di troppo… Cammino
senza meta, con la speranza che qualcosa accada, ma sono solo speranze buttate
al vento e io sto sempre più male… Ogni giorno sempre di più. Fino al giorno
che mi stuferò, m’incazzerò, mi sfogherò, ma la giornata dopo tutto si
riavvolgerà e ricomincerà la stessa noiosità senza mai accadere niente. Così io
sto, così io mi sento… Persa. ”
|
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Capitolo 2 *** Il panda ***
CAPITOLO 2
E’ mattina e la mia gatta mi viene a sbattere la
testa contro facendo le fusa svegliandomi. L’accarezzo per tranquillizzarla, ma
niente da fare. Allora mi alzo e scendo giù.
<< Ciao >>
<< Ciao Ma’. Hai dato da mangiare a Mary che mi
continua a rompere le balle? >>
<< Uh, no!! Dagliene te. >>
<< Micia… Ti ha dimenticata!! >>
Così vado in cucina, apro lo sportellino sotto il
lavandino, piglio il sacchettino dei croccantini del gatto e gliene metto una
manata nella ciotoletta. Poi faccio la stessa colazione di ieri. Prendo i
biscotti alle gocce di cioccolato e un bicchiere di latte e menta. Mi metto a
mangiare sul divano in camera mia e penso a ieri.
“ La pelle scura e calda di quel bellissimo ragazzo, i
suoi capelli biondi dai quali, quando si è alzato, scendeva un po’ di
sabbiolina, anche lei incantata dalla bellezza di quel ragazzo, le sue labbra
che baciano così bene una ragazza che non sono io… ”
A questa affermazione mi fermo.
“ Non è giusto!! La mia prima cotta che mi è stata
bruciata nello stesso giorno… Ma no! Non ho perso la speranza cavoli, non si
può lasciar perdere. E’ troppo bello per essere eliminato dalla mia mente. ”
E’ un’altra mattina e, sta volta, è Eric a svegliarmi
con la luce della tv. Mi rendo conto di quanto sono rompicoglioni quando gioco
alla play2 e c’è lui che dorme.
<< Che cazzo fai… >>
<< Gioco alla Play! Non si vede? >>
Mi giro dall’altra parte, prendo il cuscino e me lo
metto sopra la testa per non sentire rumore. E intanto, però, sbarro gli occhi.
“ E’ impossibile. Quando qualcuno mi sveglia non
riesco più ad addormentarmi. ”
Così butto il cuscino per terra e vado in bagno a
sistemarmi e mi guardo allo specchio. I capelli sono tutti scombinati e
stropicciati e gli occhi non si riescono a sbarrare. Poi vado in cucina e
faccio la mia amata colazione che riesce sempre a svegliarmi. Ed ora sono ok.
Raggiungo Eric in camera, ma, al contrario di lui, a me non piace stare lì a
guardare qualcuno giocare. Così mi siedo alla mia scrivania ed accendo il
computer. Aprendo quest’ultimo, sullo schermo appare lo sfondo di un bel
tramonto rosso. Non so perchè, è quella che mi piace di più e siccome non ho
internet non posso trovarne altre.
<< Quando cambierai quell’orribile sfondo
Robbie? Mi sembri un romanticone… >>
<< Ma che cazzo vuoi? E’ la figura che mi piace
di più e poi io ti sembro romantico? Beh, ti sbagli!! >>
<< Certo… >>
Faccio partire ‘Max Payne 2’ e comincio a giocare.
Il pomeriggio al mare non gli stacco occhio da
dosso. Lo guardo in ogni sua azione, in ogni suo movimento. Ogni volta che
entra in acqua, caso strano, io e Alice lo raggiungiamo. Ogni volta che si
corica sul lettino, noi ci fermiamo sull’asciugamano e stiamo incantate tutte e
due a guardare quel biondino stupendo, ogni volta che va a giocare all’angolo
del calcio noi andiamo al bar a prendere da mangiare e ci sediamo sugli scalini
dell’angolo a guardarlo.
“ Che bello!! Non riesco a resistergli. Quanto darei
per baciare quelle sue belle labbra almeno una volta... ”
Oggi pomeriggio la giornata è splendida e il mare
non è da meno. Luca incomincia a parlarmi.
<< Eh, Robbie!! Quando ti impegnerai con
qualcuna? C’hai diciassette anni, non per dire!! >>
<< E allora? C’è un limite di età? Più single
sto e meglio è!! >>
<< Questo lo dici tu!! >>
Guardo Luca con aria storta, poi decido di fare il
bastardo.
“ Come sempre d'altronde… ”
<< Perchè? Quante ragazze ti sei fatto da…
Quanto tempo è che stai con Marta? >>
<< Quasi tre mesi. >>
<< Quante ragazze ti sei fatto, oltre Marta, da
tre mesi fa ad oggi? >>
<< Nessuna. >>
Rido sotto i baffi per lui.
“ Poverino… ”
<< Vedi? >>
<< Ma questo non vuol dire niente!! Perchè io
voglio baciarmi solo Marta, è lei la mia ragazza!! >>
<< Si, ma devi ammettere che è una monotonia
pazzesca!! Metti che se hai la tentazione di beciarti una figa non puoi perchè
devi render conto a Marta!! >>
<< E io è questo che voglio!! Perchè io voglio
veramente bene a Marta e non le farei mai una cosa del genere, neanche con una
gran bella figa!! Perchè è questo il bello!! Ma tu non puoi capirlo… Vedrai che
quando verrà il tuo momento allora capirai. Minchia, mi sembra di essere più
grande di te!! >>
“ Bla, bla, bla… Solite cazzate. ”
<< Sarà come dici tu! Io intanto mi vado a fare
Monica e dopo sarà il turno di Carlotta… Poi se vuoi ti dico anche come becia
Chiara!! >>
<< Mi fai anche rivoltare lo stomaco!! >>
<< E come becia Marta? Dici che dovrei
provarla? >>
<< Tu provala e giuro che non proverai mai più
il dolore così forte che ti provocherò io… >>
Rido nel vederlo con un’espressione arrabbiata.
<< Minchia!! E’ questo il tuo concetto di voler
bene ad una ragazza? >>
<< Tu provaci soltanto, o addirittura pensaci
soltanto… >>
<< Se ci penso, ora che lo so, è sicuro che non
te lo dico!! >>
Mi metto a ridere, ma lui non vuole sapere di
mollare il suo stato.
<< Non fare il furbo. >>
<< Io vado a fare un bagno!! >>
Rido ancora più di prima e scappo da quel fissato.
‘Il Figaccione’ si alza e si infila una maglietta,
poi piglia la sua roba e se ne va, girandosi verso di me e parlando con un
altro ragazzo al quale non do attenzione.
Dopo che Eric mi fa capire che se ne vuole andare mi
preparo con vestiti e asciugamano e nel mentre che salutiamo tutti mi guardo in
giro e vedo la sfigata che ieri si stava buttando in mezzo alla strada ammirare
appassionatamente Eric.
<< Ehy Eric! Hai una ammiratrice… >>
Lui si gira.
<< Chi? >>
<< Quella castana in quell’angolo con il
costume bianco e i bordini rosa. >>
Lui la guarda e dopo si gira verso di me con
espressione ovvia.
<< Che ci posso fare? Sono figo!! >>
<< Ma smettila!! >>
<< Oh, cavoli Ali, se ne sta andando!! Dobbiamo
seguirlo!! >>
<< Assolutamente no!! L’abbiamo spiato tutto il
giorno, ora fammi vedere un po’ Edo, cavoli! >>
<< Ok... >>
Anche se mi scoccia un po’ decido di fare quello che
vuole lei.
Do un bacio veloce sulla bocca a Carlotta e ci
allontaniamo dalla spiaggia verso i nostri motorini. Salgo le scalette e
raggiunto il mio Leonardo, mi infilo il casco a mezza testa e parto verso casa.
<< Comunque mi continuo a chiedere come ti fa a
piacere quello sgorbietto, dai, guardalo!! E’ bassissimo, ha i rotoloni di
pancia, non si decide a tagliare sti capelli... Dai, me lo spieghi? >>
Lei mi guarda offesa.
<< Sentimi bene. Lui è bellissimo per me!!
Forse sarà un po’ piccoletto... >>
<< Un po’? >>
<< Si, giusto un pochino, non
magrissimo.. >>
<< Ma molto non magro... >>
Passa dall’espressione offesa a quella arrabbiata.
<< Ma la vuoi smettere?? I suoi capelli vanno
bene così!! >>
Io scoppio in una risata e lei mi fa la faccia
brutta.
<< Anche se ha questi difettini... >>
<< Difettoni! >>
<< Uffa! E’ pur sempre fighissimo! Chi è che
non ha difetti? >>
Il uo nome mi viene spontaneo.
<< ‘Il Figaccione!!’ >>
<< Eh già! >>
Ci alziamo e ci vestiamo. Ci incamminiamo verso casa
mia e entriamo. Il mio cane ci viene incontro a fare le feste.
<< Stupido cane. >>
La guardo male per la sua solita battuta che tutte
le volte mi fa alterare.
“ Almeno sono sicura che questa che ho vicino è
veramente Alice... ”
Arrivati metto il motorino nella via dentro quel
cancelletto grigio ed entriamo in casa.
<< Ciao Ma’, ciao Pa’… >>
<< Ciao! >>
<< Allora, dobbiamo muoverci se vogliamo stare
tanto fuori. Io vado a farmi la doccia, mentre tu sistemi gli zaini e tutto,
poi quando esco dal bagno entri tu e io preparo da mangiare, ok? >>
<< Va bene. >>
Salgo su nella stanza degli armadi e cerco qualcosa
da potermi mettere. Prendo i miei jeans semplici e sopra ci abbino una maglia
bianca senza maniche con sopra una scritta brillantinata che dice ‘New York’.
Poi prendo un paio di mutande e un reggiseno bianchi e scendo. Entro in bagno e
chiudo la porta. Questo è il mio nascondiglio preferito. A volte sto delle ore qui
dentro quando non sono di fretta, perchè adoro starci dentro a pensare, magari
con attaccata la musica e immersa nell’acqua calda, profumata dai sali da bagno
e coperta interamente da schiuma da non permettere di vedere il mio corpo.
Naturalmente questo d’inverno o nei giorni di pioggia, perchè nel caldo è
difficile stare immersi nell’acqua bollente. In estate mi limito solamente a
stare seduta nella vasca vuota a volte facendomi scendere addosso acqua fredda.
“ Di bagno ne vorrei uno tutto mio in camera mia,
sarei al settimo cielo! ”
Mi sfilo la maglia che avevo messo nuova ieri
lasciando scivolare anche la gonna e mi tolgo il costume. Poi entro dentro la
vasca e buttandomi l’acqua fredda sulla faccia penso a lui.
“ E basta!! Ma è possibile che non mi fai più pensare
a nient’altro? Mi sei entrato dentro e ora sarà difficile che tu ne esca, sei
troppo bello.. .”
<< ALE!!! >>
<< Ohi! >>
Sento la voce di Alice.
<< E’ da mezz’ora che sei lì dentro, vuoi
uscirne? >>
<< Arrivo! >>
Mi asciugo con l’asciugamano morbido e pulito e mi
vesto con i vestiti scelti prima, poi prendo un aciugamanino piccolo e mi
arrotolo i capelli dentro a mo’ di burca. Poi esco. Alice entra e io vado in
cucina e inizio a far scaldare il forno, poi tiro fuori le pizze surgelate dal
freezer. Le riempio di mozzarella e wurstel e le sistemo dentro preparando nel
mentre la tavola. Quando le pizze sono pronte vado a chiamare Alice. Nel mentre
mi tolgo l’asciugamano dalla testa, mi pettino i capelli, me li lego con un
elastico nero e ci avviamo alla cucina per mangiare.
<< Allora, sta sera dove andiamo? >>
<< E dove vuoi andare?! Per il centro, no? A
vedere di accalappiare qualche ragazzo carino… >>
Faccio uno sguardo provocatorio, ridendoci su.
<< Ma che dici che non sapresti neanche dargli
l’ora se te la chiedessero, t’impalleresti!!! >>
<< Lo so, sono fatta così, ma neanche tu
scherzi!! >>
<< Eh già, non me lo ricordare!! >>
Parliamo di stupidaggini varie fino a finire quello
che abbiamo davanti.
<< Dai, sparecchiamo va’. >>
Togliamo i piatti da tavola e li infilo in
lavastoviglie, pulisco il tavolo e andiamo di là a prepararci per sta sera. Mi
siedo sulla sedia della mia scrivania che ha uno specchio attaccato davanti,
poi prendo il mio cassettino dei trucchi e incomincio a truccarmi mentre Alice
prende la sua e va a farlo in bagno. Da esso tiro fuori la matita nera e la
passo ai bordi interni dell’occhio, sopra e sotto, poi prendo l’ombretto bianco
e lo passo sulle palpebre e lo spargo bene con il dito. Inseguito afferro il
mascara e lo passo sulle ciglia, mi metto un po’ di fard e infine mi passo il
lucidalabbra a effetto bagnato sulle labbra e le sfrego una contro l’altra.
Prendo il mio profumo sempre nel cassettino della ‘Dior’ e lo spruzzo sul
collo. Poi vado in bagno per pettinarmi.
“ Oh mio dio!! ”
<< Ali, stai malissimo così! Sembra che ti
hanno preso a pugni!! >>
Alice è lì davanti al lavandino e allo specchio che
mi sta guardando da offesa con due occhi neri.
<< Ma che dici!! Mi sono fatta come Avril
Lavigne l’effetto panda, ma non ne sai proprio niente!! >>
<< Si, ma 1: Avril non ha gli occhi così
grandi, 2: lei il contorno lo fa più scuro, 3: lo hai fatto troppo grande e in
ultimo tu ci stai malissimo! >>
Dopo questo risulta ancora più offesa di prima.
<< Non è vero, io mi ci vedo bene quindi sta
sera uscirò così. >>
<< Spero non mi guardino male per averti preso
a botte! >>
<< Dai, smettila! >>
Prendo la spazzola, poi mi metto a testa in giù e
incomincio a pettinarli in quella posizione per dargli più volume. Quando tiro
su la testa mi faccio la riga da un lato e mi realizzo una mezza coda dietro
lasciandomi cadere il ciuffo sinistro davanti che non ci sta perché ho i
capelli scalati. Poi prendo le mie ‘aesics’ bianche e nere dalla scarpiera e me
le indosso.
<< Io sono pronta >>
<< Anch’io, andiamo. >>
Usciamo dal bagno, prendo la mia borsetta piccola
nera, ci metto dentro il cellulare, le chiavi di casa, il portafoglio e andiamo
via da casa. Ci rechiamo alla fermata degli autobus e prendiamo il primo bus
che passa, tanto tutti portano in Piazza Colombo, quella che si può definire la
piazza centrale di Sanremo.
Vado in camera per prendere i vestiti per questa
sera. Apro l’armadio e scelgo. Mi piace il mio armadio perchè non trovi neanche
un indumento non firmato.
“ Io adoro le firme e per fortuna me le posso
permettere!! ”
Prendo i miei jeans tutti strappati della ‘Calvin
Klein’ e una maglietta a maniche corte abbastanza larga nera della ‘D&G’.
Poi prendo dal cassetto dell’intimo dei boxer bianchi, anch’essi della ‘Calvin
Klein’ e vado in bagno portandomi lo stereo dietro.
“ E’ da ieri che non sento un po’ di musica!! ”.
Dentro ha il cd che mi ha fatto Dario di musica house.
L’attacco e parte.
“ Tuz, tuz, tuz… ”.
Mi svesto ed entro nella doccia. Faccio partire un
po’ di acqua fredda che mi viene tutta addosso, così io porgo la faccia verso
essa.
“ Mi sento tutto sveglio sta sera, anche se so che la
mia energia si spegnerà molto facilmente dato che quel gruppo è diventato
troppo noioso per i miei gusti… ”
Dopo qualche minuto esco dalla doccia e prendo il
telo da bagno asciugandomi con quel coso tutto spelacchiato e me lo metto
attorno alla vita e, legandomelo, mi avvicino allo specchio e mi guardo. Apro
l’armadietto accanto e prendo la schiuma da barba e me la spalmo sul mento e i
baffi, poi prendo la lametta sopra il mobile del lavandino in una ciotola e
incomincio a radermi. Finito quest’ultima azione mi sciacquo e poso la lametta
al suo posto. Poi mi tolgo l’asciugamano dalla vita e mi vesto con i vestiti
scelti prima. I capelli sono ancora un po’ bagnati così vado a mangiare e dopo
me li sistemerò. Esco dal bagno ed Eric è lì che se la ride e mi guarda.
<< Che cazzo c’hai? >>
<< Ti sei vestito tutto per bene e poi non ti
sistemi neanche i capelli? >>
<< Devono asciugarsi!! >>
Ci avviamo tutti e due alla cucina e i nostri sono
lì a guardarci e la mamma, come al solito, deve sempre rompere.
<< Ma è possibile che dovete uscire tutte e due
ogni sera? >>
<< Si, è’ possibile. >>
<< Eric, non fare lo spiritoso… Dove andate sta
sera? >>
<< Io in discoteca, Robbie non lo so! >>
“ Purtroppo io no… ”
<< Io in giro con amici. >>
<< Vedete di non fare troppo tardi per una
volta!! >>
<< Mamma, vado in disco!! Come faccio a non
fare tardi?? >>
“ Beato te… ”
<< E tu Robbie? Che ora hai intenzione di
fare? >>
<< Veramente non lo so… >>
Mi siedo al tavolo e guardo nel mio piatto freddo un
po’ di insalata di riso da cui si riesce a vedere: il riso, le olive, i
wurstel, mozzarella, pomodori, capperi, cetriolini… E poi non riesco a vedere
oltre. Ho solo fame. Senza rendermene conto finisco il piatto che ho davanti in
un batter d’occhio. Così mi alzo dal tavolo e mi incammino per andare in
camera.
<< Robbie, dove vai? Almeno il tuo piatto
potresti levarlo… Devo fare sempre tutto io in casa? >>
<< Ma’, sono in ritardo! E poi sei tu che hai
scelto di fare la casalinga!! >>
Così detto mi allontano dalla cucina e vado di nuovo
in bagno. Riaccendo lo stereo e dopo, nell’armadietto a fianco, mi prendo il
gel e mi sistemo i capelli tutti scombinati, un po’ all’insù.
“ Perfetto! " .
Mi lavo le mani e metto a posto il gel prendendo
dopo il mio profumo preferito, ‘Acqua di Giò’, e me lo spruzzo sul collo.
Spengo la musica, vado dalla scarpiera e mi metto le squalo nere della ‘Nike’ e
portandomi dietro lo stereo vado in camera e lo poso. Guardo l’orologio. Le
nove. Prendo le chiavi di casa. Mentre mi incammino per uscire mi sento
chiamare.
<< Robbie… >>
<< Che vuoi Eric, devo andare! >>
Mi sorride maliziosamente e mi fa vedere nelle mani
un preservativo. Ma sta sera non mi va di scherzare, dato che dovrei passare
una serata noiosissima.
<< Bene… Divertiti!! >>
Esco dalla porta e lui mi segue dietro.
<< Antipatico! >>
Continuo a scendere facendo finta di non sentirlo e
dopo che esco di casa mi incammino verso Piazza Mameli.
“ L’unica cosa che mi mancherà sarà il punto di
ritrovo perchè sto spiazzo è davanti all’Ariston ed è proprio in centro e vedi
tutte le persone che passano, mentre invece quello di Eric e dei suoi amici è
Piazza Bresca, che è nascosta e non si vede niente. ”
Mi ritrovo già tutti lì che mi guardano quasi male.
<< Ma guarda chi è tornato
dall’oltretomba… >>
<< Ciao ragazzi. >>
Eppure non è un brutto gruppo, è solo che
ultimamente è diventato un po’ noioso e mi diverto di più in quello di mio
fratello! E’ formato da Gianluca, Matteo, Manuel, Giacomo, Andrea e Roberto.
<< Andiamo a fare un giro? >>
<< Si… >>
Ci incamminiamo per via Mateotti e Giacomo mi
rivolge la parola, con i suoi lunghi capelli biondi che gli ricadono lungo il
viso.
<< Mi sembri scocciato Robbie. >>
<< Ti sbagli. >>
“ Giusto un po’… ”
<< Ma Giacomo, non lo vedi che oramai ci ha
lasciato? Non riesco a capire cosa l’avete invitato a fare… Penso che abbia
deciso di lasciarci davvero! Perchè dobbiamo rovinarci la serata per
lui? >>
“ Odio questo ragazzo… Perché devo sempre litigare
con te Matte? ”
<< Ha ragione Matteo. Perchè mi avete
invitato? >>
<< Ma lascialo stare Matteo, lo sai che è
sempre così! >>
Vedo Eric arrivare con tutto il resto del gruppo
dall’altra parte del marciapiede e saluto Carlotta con la mano, ma senza
neanche un sorriso.
<< Guarda Robbie, là c’è il tuo nuovo gruppo.
Non lo raggiungi? >>
Lo guardo male e gli rispondo a tono.
<< Matteo, sta sera sono con voi, non rovinare
la serata per sta stronzata, che sarà l’ultima che passerai con me!! >>
<< E allora? >>
<< Dai ragazzi, smettetela!! >>
Gianluca si intromette e fa finire tutto. Lui, con
la sua solita neutralità, riesce a farci smettere.
Siamo in centro. Passeggiamo senza meta un po’ per
via Roma, un po’ per via Mateotti e un po’ da porto Sole. Mentre passiamo per
un secondo giro in via Mateotti incontriamo un gruppo di ragazzi un po’ più
grandi di noi che quando ci vedono scoppiano a ridere indicando a chi non sta
ridendo noi.
Nel mentre che camminiamo Roberto si mette a ridere
da solo e poi si gira verso di noi.
<< Guardate quella ragazza laggiù! >>
Indica con il dito una ragazza bionda, vicino ad
un’altra castana, truccata malissimo. Tutti si mettono a ridere per quella
ragazza.
“ Che palle… Si devono mettere a ridacchiare per una
stronzata del genere? Io non ci trovo niente da ridere!! Ecco perché comicnia a
diventare noioso… Sono più maturi gli altri che sono più piccoli!! ”
Roberto comincia a fare l’idiota.
<< Stanno ridendo di noi? >>
<< Ma no Ali, magari è una tua
impressione!! >>
<< Ehi panda!!! Non sapevo che pure a Sanremo
esistessero!!! >>
La sua affermazione mi fa rimangiare la parola.
<< Ma no!! Non vedi che qualcuno l’ha presa a
pugni? Poveretta!! Dev’essere stata quella ragazza al fianco! >>
“ Di sicuro non ridono di me!! ”
<< Dicevi? >>
<< Che non ridono di noi, ma ridono di
te!! >>
<< Sto così male con l’effetto panda? >>
La guardo bene ed annuisco dispiaciuta.
<< Non dirmi che io non t’avevo
avvisato! >>
<< Mai più!! >>
Mi metto a ridere nel mentre che Alice cammina a
testa bassa per nascondersi dalla vergogna, poi mi giro di nuovo verso il
gruppetto di prima, vedo che tutti ridono, ragazzi molto carini, altri anche
belli, ma ne noto uno in particolare, uno veramente bello che non ride come gli
altri e mi continua a guardare.
Guardo per un attimo la ragazza accanto e, non so perché,
non riesco a levarle lo sguardo di dosso. Non che sia bella, ma dietro quel
trucco io la riconosco. E’ la solita sfigata della spiaggia. Ha i capelli
castani e lisci che le ricadono sulle spalle e sono legati dietro in una mezza
coda. I suoi occhi entrano nei miei e mi rendo conto di quanto sia immenso
quello sguardo. Non sento più le risate attorno e la direzione della mia vista
continua a seguire la sua camminata.
Ha i capelli castani, pettinati con il gel all’insù,
ma si vede che ha i capelli più lunghi sulla testa e quasi rasati sui lati, ma
la lunghezza è giusta, sono corti. Ma la cosa più bella è il contrasto con gli
occhi di un blu scuro, profondo. Porta una maglietta nera a maniche corte sopra
dei jeans tutti strappati.
“ Che strano, chissà perché non ride come tutti gli
altri e soprattutto perché mi fissa! Di sicuro sarà una mia impressione! Come
al solito. Però! Mica male il ragazzo! Ora capisco perché m’immagino che mi
fissi, perché mi piace! Però sembra vero, mi segue anche con lo sguardo! Ecco,
si è rigirato! Lo sapevo, una mia impressione! ”
Quando non ce l’ho più nella mia visuale, giro la
testa in avanti. Non so che diavolo possa essere successo in questi pochi
secondi.
“ Non riesco a capire tante cose in questo momento.
Ad esempio cos’abbia di speciale quella ragazza da continuarla a fissare e non
riuscire a togliere lo sguardo e non riesco a capire perchè adesso ci sto
continuando a pensare!! ”
Però una domanda non riesco a toglierla dalla mia
mente.
“ Perchè? ”
Torniamo a casa, vado in camera, prendo le
salviettine struccanti dal mio beauty e incomincio a struccarmi. Mentre mi
passo quella salviettina rinfrescante e umida penso al mio solito pezzo di figo
della spiaggia.
“ Che bello!! ”
Ma poi il mio pensiero si sposta altrove. Al ragazzo
di sta sera, al perché, oramai ne sono sicura, mi guardasse. Poi mi alzo e apro
il divano letto già fatto e mi incammino di sopra a prendere i due cuscini per
me e Alice. Dopo mi tolgo i vestiti e mi infilo una canotta. Scendo di sotto e
mi sistemo dentro le coperte. Dopo pochissimo arriva Alice che incomincia a
parlare sottovoce.
<< Che figura di merda che è stata sta sera,
né? >>
<< Già, ma per fortuna solo per te!! >>
La guardo prendendo un sospiro di sollievo.
<< Ah, grazie!! Ma comunque anche tu l’hai
fatta la figura di merda! >>
La guardo male.
<< Ma in cosa, scusa? >>
<< Beh, essendo amica del panda! Ora sarai
segnata come me, segnata come l’amica del panda! >>
<< Ma che dici!! Comunque l’hai visto l’unico
ragazzo che non rideva? >>
Lei ricambia il mio sguardo perplessa.
<< Ma che cosa stai dicendo, guarda che
ridevano tutti! >>
<< No, uno no! >>
<< Beh, allora non l’ho visto. >>
<< Era molto carino, dovevi vederlo! >>
<< Ma se da quanto ho visto io erano tutti
cessi!! >>
<< Eri senza lenti e io non potevo vedere in
giro visto che ero impegnata a guadare
quel ragazzo. Ma di striscio ne ho notati altri ed erano anche piuttosto
carini!! >>
<< Sarà… Comunque ridevano tutti! >>
“ Ti odio quando non mi credi… ”
<< Ma non lui e mi guardava pure! Mi fissava,
mi seguiva con lo sguardo, te lo giuro, non era una mia impressione! >>
<< Era tanto carino? >>
<< Si, moltissimo. >>
Lei scuote il capo.
<< Allora era una tua impressione! >>
<< Non mi credi? >>
La guardo malissimo e lei cerca di riparare.
<< Non è che non ti credo, è che avrai visto
male!! Io ti credo che tu abbia immaginato che ti fissasse! >>
<< Buona notte. >>
Mi giro nel letto e mi sento triste del fatto che
Alice non mi creda.
“ Eppure lo so, lo sento che mi fissava. Tante volte
mi è capitato di sbagliare, ma questa non è una di quelle volte. Io ne sono
sicura. Quel ragazzo mi fissava. ”
Entro in casa e mi dirigo alla cieca in camera mia
con la luce spenta. La vista comincia ad abituarsi a quell’ombra e tutti i vari
mobili della mia stanza mi appaiono davanti. Accendo la luce e la mia vista
quasi si acceca da chiudere gli occhi per qualche secondo. E mi appare davanti
la ragazza sfigata che sta sera non riuscivo a smettere di guardare. E i suoi
occhi nel mentre che ammiravano i miei con la domanda del ‘Perchè?’. La mia
vista riprende a vedere, ma, al contrario, il pensiero non riesce a cessare.
“ Che cosa mi avrà obbligato a guardarla? La cosa è
veramente assurda e incomprensibile… Comunque quel gruppo ha chiuso con me. ”
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Capitolo 3 *** presentazione ***
CAPITOLO 3
E’ mattina. Mi sveglio sbadigliando e stirandomi, ma
Alice non è sul letto. Mi alzo e vado in cucina. Lei è lì. A mangiarsi la Mia merendina e a bersi il Mio
latte.
<< Vedo che ti sei servita da sola! >>
<< Eh già, se aspettavo te!! Sono le undici e io
mi sono svegliata alle nove e mezza, mi sembra più che giusto! >>
<< Ah si, fai pure come se fossi a casa tua,
non c’è problema! >>
Cerco di essere più sarcastica possibile.
<< Perché lo dici con quel tono? >>
<< Fai un po’ te! >>
<< Comunque non vedo l’ora di andare al mare e
vedere quel pezzo di figo!! >>
<< A chi lo dici!! >>
“ Così finalmente mi toglierei dalla mente il ragazzo
di ieri sera. ”
E’ un’altra mattina. Mi sveglio a fatica e girandomi
noto che Eric non è nel letto. Vado in cucina e lo scopro mangiare una brioche
con un cappuccino fatto in casa.
<< Ma che fai? Colazione?? E da quando? >>
<< Da sta mattina! >>
Lo guardo stranissimo.
“ Quello non è mio fratello!! ”
<< Come è andata ieri? >>
<< Non è andata… Ieri sera eravamo tutti
ubriachi ed era tardissimo. Siamo andati ognuno a casa propria. Ho un mal di
testa… E a te come è andata? >>
Lo guardo sorridendo.
<< C’è spazio allora nel vostro gruppo? >>
<< C’è sempre spazio per te Bro… >>
E mi fa segno con la mano di batter cinque. Io,
dall’espressione sorridente, passo a quela sconcertata.
<< Cos’è sta roba e perchè Bro? >>
<< Stavo facendo un rapper! Bro è
l’abbreviazione di Brother, fratello in inglese, in caso non lo
sapessi… >>
<< Meglio che ritorni il solito mio fratello
truzzo di sempre, ok? >>
<< Meglio, né? >>
Faccio segno con la testa di si e lui si convince.
Poi mi ritorna in mente la scena di ieri sera, che da quel momento non si
allontana dalla mia testa, e decido di liberarmene confidando la cosa a mio fratello.
<< Sai… Ieri è successa una cosa
strana… >>
<< Cosa? >>
<< Abbiam visto due ragazze sfigate in
giro. >>
<< E beh? >>
Lo guardo e mi convinco del tutto.
“ Che c’è di male nel dirglielo? ”
<< Una la continuavo a guardare e non le
toglievo sguardo di dosso… E’ una cosa strana!! Eppure mica mi piaceva! Non
riuscivo a toglierle lo sguardo e basta! >>
<< Wow… Che storia avvincente… Non so che ti
sia successo Bro, però quando la vediamo me la fai notare, ok? E quando la
vedrò ti saprò dire il perchè!! >>
<< Ma dove l’hai presa sta mania di chiamarmi
Bro? >>
<< Ieri ma’ si è presa dalle cassette ‘Save the
last dance’. Mi sono incantato a vederne un pezzo in cui dicevano così e mi piace!!
Da oggi ti chiamerò Bro! >>
Alzo un sopracciglio guardandolo malissimo.
<< Ma che gli avete fatto?? Io vado di
là… >>
<< E non fai colazione? >>
<< Mi è passata la voglia!! >>
Sono le tre. Ci avviamo verso la spiaggia. Oggi c’è
un arietta nell’atmosfera e grazie a quella si sta abbastanza bene, ma la cosa
migliore di questo venticello è il mare mosso. Siamo arrivate. Sono pronta per
entrare nella spiaggia più bella del mondo. All’improvviso un motorino F-10
tutto blu e mezzo scassato ci supera. Il ragazzo ha un casco bianco con una
striscia arancione. Da dietro non lo vedo. Si sfila il casco e mi rendo conto
di riconoscere quei capelli biondi stupendi.
“ Ma certo!! E’ quel grande pezzo di figo della
spiaggia! ”
Si gira verso di noi, ci sorride e scende le
scalette. Dopo massimo tre secondi, io e Alice saltiamo in aria ridendo.
<< Hai visto, hai visto!! Mi ha sorriso, mi ha sorriso!!!! >>
<< No, no, non è vero Ali, ha sorriso a
me!! >>
Io la guardo male, lei fa lo stesso con me.
<< No, a me! >>
<< No, a me!! >>
Continuiamo così per tutta la discesa della
scalinata, mentre penso che su quella, un attimo prima, è passato pure il mio
pensiero fisso, il mio desiderio. Arriviamo all’unico posto libero e, caso
strano, è proprio davanti allo sdraio del ‘Figaccione’.
<< Basta Ali, ha sorriso a tutte e due! >>
<< Si, forse hai ragione… >>
Poi la vedo girarsi e sghignazzare dietro di me, io
la guardo male e ci mettiamo a ridere nel mentre che io sfolgoro il mio più bel
sorriso del mondo!
Eric ci raggiunge in ritardo.
<< Ciao Bro ! >>
E mi fa di nuovo un segno con la mano.
<< Senti… Il Bro te lo posso anche accettare,
basta che la smetti con questi giochi di mano!! >>
<< Ok… >>
Gli indico la ragazza che non si vuole allontanare
dai miei pensieri che anche ora mi fa parlare di lei come primo argomento del
giorno.
<< Comunque sono quelle ragazze laggiù che ho
visto ieri sera e quella castana è quella che mi incanto a guardare. Non so
perchè!! >>
Lui si gira e vediamo queste ragazze che ridono tra
loro.
<< Beh… Non è mica brutta!! >>
<< Ho visto di meglio!! >>
<< Anch’io, ma che c’entra? Magari a te attira
inconsciamente… >>
<< Ma smettila!! Lo sai che ti continuavano a
guardare? >>
<< Allora hai già perso in partenza… Preferisce
me!! >>
<< Ma prenditela pure!! >>
Sorride e si sistema tutta la roba dalla sdraio,
mentre io lo aspetto per andare a fare il bagno. Ci avviamo verso il mare e
saluta tutti, poi arriva un’onda altissima e io e Eric facciamo a gara per chi
si butta prima. Entrati dentro la corrente è fortissima e mi butta addosso ad
un ragazzo di corporatura abbastanza massiccia. Mi alzo e mi giro verso di lui.
<< Scusa… >>
Poi sento Eric correre dietro e urlare.
<< Marco!! >>
<< Ciao Eric!! >>
<< Come stai?? >>
<< Conosci questo ragazzo? >>
Interrompo io perplesso.
<< Certo!! Era un mio compagno di medie!! Da
quanto tempo!! >>
Rimango folgorato da come Eric riesca ad essere così
predisposto per tutti… A lui importa solo di entrare nei giri giusti, poi non
gli importa di classificare le persone per come sono. Li tratta tutti allo
stesso modo e oltretutto magari sembra che faccia la faccia davanti, ma in
realtà non è così perchè a casa mi parla sempre bene della persona che ha
incontrato o non ne parla affatto, ma non ne parla mai negativamente. Credo che
lui non abbia nemici per questo suo modo di fare e io lo ammiro molto.
<< Già!! Come stai? >>
<< Bene, grazie e tu? >>
<< Non mi lamento… Ma adesso che scuola
fai? >>
<< Il nautico. >>
<< Che palle, tutte le mattine alzarsi presto
per andare ad Imperia!! >>
<< Lo dici proprio a me!! E tu invece? >>
<< Io ragioneria. Non si fa un cazzo!! >>
<< Beato te!! A me tocca sgobbare!! >>
<< Attenzione all’onda! !>>
Mi giro verso ‘Il Figaccione’, ma purtroppo non è al
suo posto.
<< Ali!!!!!!!!!! Non c’è più, non c’è più,
veloce andiamo in mare!! >>
Ci spogliamo restando in costume, sistemiamo la roba
e partiamo all’avventura. Le onde non sono altissime, ma in quanto a corrente
non c’è paragone. Si vede la gente che passa da una parte all’altra rotolando
in un nano secondo. Incomincio a buttarmi io, Alice mi segue a ruota e testando
con il mio stesso corpo, la corrente è davvero forte.
“ Yahooooo!! ”
Ma eccolo. Tra un onda e l’altra lo vedo buttarsi e
scherzare con due amici, non li vedo molto bene, ma lui lo riconoscerei in
tutti i modi e da tutte le distanze. Ci facciamo trasportare dalle onde sempre
guardandolo, fino a quando lo perdo. Un’onda mi viene incontro e mi fa andare a
sbattere contro una persona. Mi giro per scusarmi, ma rimango pietrificata nel
vedere che si tratta di quel ragazzo della sera scorsa che mi aveva lasciata
perplessa.
Questa persona è la ragazza castana che continuo ad
ammirare senza una ragione. Lei mi guarda ed è rimasta paralizzata anche lei
dalla sorpresa.
“ Sa chi sono… ”
Mi metto a ridere sapendo che lei ha il mio stesso
problema, ma mi accorgo di essere patetico a guardarla.
“ Sfigata… ”
Forse si aspetta una scusa o qualcosa del genere, ma
io non spiccico parola. Si mette a ridere e se ne va.
“ Dio mio, che figura di merda!!! ”
Vado dagli altri due che stanno ammirando la scena.
<< E’ quella la sfigata!! Mi è finita addosso,
vi rendete conto? >>
Ci mettiamo a ridere e Eric mi risponde.
<< Sei sicuro che ti dia fastidio? >>
<< Non dire stronzate!! >>
<< Scusa Marco, ma è l’unica cosa che mi è
venuta in mente!! >>
Eric si incammina verso la ragazza e io e Marco ci
guardiamo.
<< Ma cosa intendeva dire? >>
<< Non ne ho la minima idea!! >>
Lo seguiamo e lui va a parlare con la tipa castana.
<< Ciao, ma tu sei l’ex del mio amico? >>
Eric si mette a fare questa stupida domanda ridicola
a questa ragazza indicando Marco e io rido pensando a quello che sto scemo sta
facendo. Si vede che questa oltre ad essere una sfigata è anche timida che non
è in grado di spiccicare una semplice parola. Diventa tutta rossa e risponde
con un no tutto tremolante.
“ Ma ti devi vergognare per una cosa così
semplicissima? ”
<< Dai, non è possibile, sei uguale… Come ti
chiami? >>
Poi penso senza ragionare.
“ Ora che la guardo da più vicino è molto carina… ”
Poi mi smentisco subito dopo. O meglio… Cerco di
smentirmi.
<< Alessia. >>
<< Io Eric. >>
Poi allunga la mano e lei gliela stringe per
presentarsi.
<< Ma quanti anni hai? >>
<< Quindici. >>
“ Come Carlotta… ”
<< Ma compiuti quest’anno? >>
<< Si. >>
Poi si gira verso Marco.
<< Vedi? La tua ex l’anno scorso ne aveva
quattordici!! >>
Si volta verso di me sorridendo e rivolge di nuovo
lo sguardo verso Alessia.
<< Va beh, ciao Ale! >>
Ci allontaniamo da loro e io stranito vado da Eric.
<< Ma che cazzo hai fatto laggiù? >>
<< Volevo farti sapere di più sulla ragazza che
ti piace!! >>
<< Ma non mi piace quella sfigata!! >>
<< E poi perchè con me dovevi
scherzare!! >>
Marco interrompe la scena e io lo folgoro.
<< Tu sta zitto Marco, sei il problema meno
importante qui dentro!! >>
Lo azzittisco. Lui si offende e io mi rivolgo di
nuovo a Eric.
<< Ehy, non ti scaldare Bro… >>
<< E non mi chiamare Bro!! >>
<< Avevi detto che lo accettavi e io lo faccio
lo stesso!! >>
<< A me non piace quella sfigata e io non ti
dico più niente se finisce così! >>
Mi sento i nervi saltare a mille. Il mio corpo
comanda senza farmi pensare al perché, so solo che in questo momento ho voglia
di prendere a pugni Eric.
<< Ma perchè scusa? Quando uno mi confida
qualcosa, io do il mio parere e cerco di aiutare questa persona!! Perchè con te
dovrebbe essere diverso? >>
<< Perchè hai frainteso con me!! >>
<< Io non sbaglio mai. >>
<< C’è sempre una prima volta!! >>
<< Mai. >>
Mi giro verso Alice che è lì che mi sorride e mi fa
segno con l’ok.
<< Che culo di merda!!!! Ti ha parlato!!
Proprio a te!!! >>
<< Già, già, non respiro!! Mi ha parlato, mi ha
parlato!!! >>
Lei mi sorride, ma con un velo di tristezza negli
occhi. Io non ci do caso.
“ ‘Il Figaccione’ mi ha parlato!! ”
Usciamo dall’acqua. Io sono ancora con la testa
altrove. Ci facciamo la solita doccia e andiamo all’asciugamano nel mentre che
io penso alla scena che ho appena vissuto. Il mio cuore batte ancora a mille e
la mia mente è convinta che io stia ancora sognando. Questa è la mia prima
cotta sentita veramente. Non se ne andrà molto presto.
“ Con tutti i ragazzi che ci sono in questa spiaggia,
proprio lui mi ha parlato? E con tutte le ragazze che ci sono in questa
spiaggia, proprio a me ha parlato? Sicuramente era perché o mi aveva a portata
di mano o perché ero la più brutta. Ma adesso non mi importa, sono ancora in
estasi… Mi ha parlato, ha parlato con me!!!! ”
Sono le sei e mezza, io e Eric ci avviamo all’angolo
dove tutti giocano a calcio e ci mettiamo a guardare la partita. Ci sono
Francesco, Dario ed Edoardo a giocare, mentre invece a guardare ci sono
Carlotta, Veronica, Chiara e Carolina. Io mi siedo vicino a quest’ultima e mi
metto a tifare per Edoardo per rassicurarlo dato che, siccome è talmente basso,
è difficile che riesca ad arrivare al cestino dove devono fare canestro con i
piedi! Ma un suo tiro mi fa ricredere facendo canestro.
<< Grande Edo!! >>
E gli applaudo.
<< Grazie, grazie!! >>
<< Non vantarti troppo… Robbie, è il secondo
che fa in tutta oggi! >>
Francesco interrompe il suo entusiasmo con questa
battuta.
<< Fra… Ma ti fai gli affaracci tuoi? Stavo io
parlando con Robbie!! >>
E’ ora di andare. Ci vestiamo, mettiamo
l’asciugamano nello zaino e ci avviamo passando dalla scaletta del bar dove di
solito c’è Edoardo.
<< Ehy Bro! Sta arrivando Ale, quella che ti
piace!! >>
Mi lamento davanti a lui.
<< Che palle!! >>
<< Chi è che piace a Robbie? >>
Edoardo si guarda attorno.
<< Non mi piace nessuno! E’ lui che spara
cazzate!! >>
Alessia con la sua amica passano davanti e io rido
pensando alla figura di merda sua oggi quando mi è finita addosso.
<< Ciao Ale! >>
Eric la saluta e lei risponde in un modo molto basso
e timido. Quando gira l’angolo io non penso più a lei. Penso a quel momento che
sto scherzando con tutti. Mi diverto a scherzare adesso con Edoardo, Francesco,
Dario ed Eric, ma le altre volte con tutti, e poi guardare le ragazze che
parlano tra loro di ragazzi o di vestiti ed è bello vederle sorridere… Questo
mi mancava.
“ Che bello!! ”
Mi sento qualcosa di strano, che qualcosa cambierà…
Mi sento questo… “ Che sia l’inizio di qualcosa? ”
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Capitolo 4 *** Alice e Dimitri ***
CAPITOLO
4
E’ la solita mattina, il solito sole, la solita
gatta, la solita colazione, la solita chiamata di Alice, il solito dubbio su
come vestirsi e il solito pensiero… La solita uscita con il cane, la solita
camminata fino alla spiaggia, la solita spiaggia, un nuovo posto per sedersi e
il solito ragazzo da guardare, anche se ogni giorno lo guardo diversamente,
sempre meglio. Lo vedo avviarsi all’acqua con l’amico dagli occhi blu, si gira
verso di me, mi nota e si mette a sorridere e mi dice:
<< Ciao Ale!! >>
Altra mattina. Precisamente domenica. Svegliata
dalla chiamata di Alice.
<< Ohhh >>
Rispondo con un tono ancora addormentato.
<< Oh scusa, ti ho svegliata?? >>
Mi risponde con un tono da presa in giro.
<< Evita di prendere per il culo, per
favore! >>
<< Sta sera vengo a dormire da te, preparami il
letto! > >
<< Con comodo, eh? >>
<< Certo, oramai sono di famiglia, preparati
che usciamo!! Ci vediamo alla solita ora, per la solita spiaggia, per i soliti
ragazzi!! Però c’è un problema… >>
<< Quale? >>
<< Ho le mie cose… >>
<< Va beh, ci piglieremo due sdraio, ti porto
uno spruzzino di acqua fredda et voilà! >>
<< Certo, per te è facile dirlo… Io voglio fare
il bagno!! >>
<< Mettiti l’assorbente interno!! >>
<< Mia madre non vuole che lo metta, dice che
sono troppo piccola! >
<< Ma figurati! Vieni a casa mia e te lo metti,
te ne do uno io! >>
<< No, mi fa paura… >>
<< Fa’ come vuoi, ma allora non
lamentarti!!! >>
<< Va beh, ci vediamo oggi, ciao! >>
Non riesco a reagire, neanche a salutare e non mi
tocca niente di quello che ha detto da quanto sono stanca, tanto è che mi giro
dall’altra parte e mi rimetto a dormire.
Una domenica qualunque. La sera prima siamo andati in
discoteca a ballare e abbiamo fatto le ore piccole. Sono le mezzogiorno e
trenta. Svegliato dallo scuotimento nervoso di mio fratello.
<< Robbie… E’ tardi, alzati!! >>
<< Ma voglio dormire ancora un po’… Che ore
sono? >>
<< Mezzogiorno e mezza. >>
<< Manco fosse troppo tardi… >>
<< Dai Robbie… Mamma ha già preparato da
mangiare! >>
Mi giro verso di lui con gli occhi socchiusi.
<< E che ha preparato? >>
<< Insalata e bistecche impanate. >>
<< Io non mangio… >>
Mi rigiro dall’altra parte cercando di non
ascoltarlo.
<< Ti lamenti sempre che non fa mai le
cotolette e quando le fa non le vuoi mangiare? >>
<< Hai idea di cosa voglia dire mangiare appena
svegliati? >>
<< Guarda che anch’io ho fatto le ore piccole
ieri sera… >>
<< E come è andata con Carlotta? >>
<< Sbaglio o sono venuto a casa con te? >>
<< E chi se lo ricorda? Ero ubriaco. >>
<< Appunto… >>
Dice quest’ultima battuta con una punta di rabbia.
<< E a che ora ti sei svegliato? >>
<< Alle undici. Non so come mai sta mattina non
avevo voglia di stare nel letto! >>
<< Beato te, io invece non riesco a togliermene
quindi io non mangio. >>
<< Come vuoi, ma io non te ne lascio neanche un
po’ di bistecca! >>
<< Come vuoi… >>
Mi giro dall’altra parte e mi rimetto a dormire,
stranamente ho così sonno che riesco a riaddormentarmi.
Sono le due. Suona il campanello. Vado ad aprire la
porta.
<< Ali! Che ci fai qui a quest’ora? >>
<< Non sapevo che fare… Stavi
mangiando? >>
<< No, mi stavo guardando i Simpson alla tv,
vieni, entra. >>
<< Ci mancherebbe! >>
La guardo male e lei mi nostra i denti imitando un
sorriso. Entra in casa tranquillamente, oramai comportandosi come se questa
fosse casa sua. Non per niente decide lei quando viene o quando no. Chiudo la
porta. Vado in camera e ritrovo lei al piano di sopra, la raggiungo e si sta
già sistemando. Ha messo lo zaino sul mio letto e toglie la sua roba da dentro
per sistemarla per tutta la casa. Piglia il pigiama e i vestiti per la sera e
li mette sulla ringhiera del soppalco e infine tira fuori le ciabatte e le
mette accanto al letto. Poi si gira verso di me e mi guarda strano. Alla fine
mi dice:
<< Beh, che c’è? Perché mi guardi
strano? >>
<< No, niente… >>
“ Dopotutto ha ragione… Perché la guardo strano?
Dovrei essere abituata!! ”
Chiudo la tv e prendo uno spruzzo vuoto e lo riempio
di acqua fredda, lo metto dentro lo zaino che mi metto in spalla, faccio segno
ad Alice di andare, prendo la palla, saluto i miei e usciamo portando prima
fuori il cane.
Sono le tre. Io ed Eric siamo ancora a casa perchè
io mi sono svegliato solo mezz’ora fa. Ho fatto colazione ed ora mi sto
preparando per uscire.
<< Oh, Robbie!! Ma è possibile?? Quanto ci
metti?? >>
<< Quanto ci devo mettere!! Non rompere se vuoi
andare già fai pure!! >>
<< Ok… >>
Vedo che prende le chiavi della moto, lo zaino e
apre la porta.
<< Fai sul serio? >>
<< Certo!! Me l’hai detto tu!! >>
<< Dai scemo!! Aspettami! >>
Finisco di mettermi la maglietta nera della
‘Londsale’ addosso, prendo lo zaino, le chiavi e scendo.
Siamo alla spiaggia. C’è il mare mosso.
<< Uffi, sono troppo sfigata!!! Quando c’è il
mare mosso, non posso fare il bagno!! >>
Alice mi parla con un tono triste.
<< Che sfiga, veramente!! >>
<< Ah, grazie! >>
<< Dico la verità! >>
<< Nessuno te l’ha chiesta!! >>
Lei fa la faccia offesa. Io cerco di rallegrarla.
<< Cosa ti fa ricordare il mare mosso? >>
Difatti le ritorna il sorriso.
<< Eric!! >>
<< Esatto! E secondo me questo è un segnale…
Oggi accadrà qualcosa di bello!! >>
<< E io non posso fare il bagno… >>
Falso allarme…
<< Dai vieni, andiamo a prendere le
sdraio. >>
Oggi Eric non c’è ancora, ma la spiaggia è già
pienissima, perché di domenica nessuno lavora e sono tutti al mare. Andiamo al
bar, paghiamo la sdraio e andiamo dal bagnino più giovane. Un ragazzo biondo e
dagli occhi azzurri, molto carino, con un costume tutto blu e una riga gialla e
nera. Quello più vecchio mi fa quasi paura. Un tipo vecchio e grasso con il
cappello e la canotta rossa, dei pantaloni grigi e dal capellino fuoriescono
dei capelli grigi, lunghi e ricci. Degli scuri occhiali da sole gli nascondono
gli occhi.
<< Ciao, vorremmo due sdraio. >>
E gli facciamo vedere gli scontrini.
<< Non c’è molto spazio… Posso mettervi dentro
il campo di pallavolo, tanto di domenica non giocano. >>
<< Si, va benissimo. >>
Così lo seguiamo. Prende le sdraio e le sistema sulla sabbia.
<< Ecco qui >>
<< Grazie mille. >>
Sistemiamo la roba e do lo spruzzo ad Alice.
<< Allora io vado! >>
<< Divertiti, miraccomando! >>
<< Certamente! >>
Si gira dall’altra parte e mi saluta, ma a suo modo.
<< Stronza… >>
Arrivati in spiaggia, scendiamo le scalette e
salutiamo tutti, compresa Carlotta e in un modo particolare… Mi avvicino per
dargli due baci sulla guancia, ma lei si sposta.
<< Che c’è? >>
<< Niente… Oggi non sono in vena… >>
Mi metto a ridere.
<< Vai a giorni? >>
<< Hai qualche problema? >>
Questa domanda mi toglie quell’espressione.
<< No, no. Nessuno. >>
Poso lo zaino sulla spiaggia pensando a cosa possa
avere di strano oggi quella ragazza. Poi la guardo e noto i suoi occhi azzurri
spenti, quasi strani. Non l’ho mai vista triste. Quasi non la riconosco. L’ho
sempre ammirata nella sua bellezza per un sorriso raggiante ed ora vederla così
mi fa venire proprio una certa tristezza… Io ed Eric siamo pronti per entrare
in acqua. Ci avviamo e per entrare vediamo Ale ed Eric deve sempre salutarla
come al solito.
<< Ciao Ale! >>
Nonostante questo però non riesco a trattenermi
dalle risate.
“ Come fa a credere Eric che mi piaccia una ragazza
del genere? ”
Eric nota la mia risata e mi tira una gomitata per
farmi smettere, ma io non riesco proprio a trattenermi. Poi noto che è da sola.
“ Dov’è la sua amica? Perchè non è con lei? E’ ancora
più sfigata… Pure il bagno da sola viene a farsi? ”
Poi la vedo uscire dall’acqua e la seguo con gli
occhi. Eric mi viene vicino.
<< Hai visto che ti piace? >>
Lui mi scrolla dall’incantesimo e mi volto verso di
lui con un espressione schifata.
<< Cosa?! >>
<< La stai continuando ad ammirare in ogni suo
movimento… >>
<< Non sparare stronzate! Piuttosto… Sai cosa è
successo a Carlotta che è tutta triste? >>
Lui cambia espressione, dalla presa in giro a quella
menefreghista.
<< Che ne so… Sarà stata per la prima volta
rifiutata da un ragazzo!! >>
<< Ma smettila… Dico sul serio!! >>
Samuele si avvicina a noi.
<< Ciao Samu, non ti avevamo visto. >>
<< I suoi genitori si stanno lasciando… >>
<< Perchè? >>
<< Che ne so… Staranno avendo un periodo di crisi! >>
<< Capisco… Mi dispiace… >>
Non pesno veramente a quello che dico, non provo
nessun dispiacere, nessuna emozione. La cosa mi sta indifferente.
<< Anche a noi. Ma dico… L’avete mai vista
triste? >>
<< No, mai… Strano, veramente! >>
Usciamo dall’acqua e arrivati all’asciugamano io mi
ci corico sopra.
Esco dall’acqua perché mi sono resa conto che senza
Alice, da sola in mare, è una noia mortale. Vado a farmi una doccia per
togliermi il sale di dosso, poi mi avvio agli asciugamani. Ma mentre mi
avvicino, sempre di più, sempre di più, vedo un ragazzo che sta parlando con
Alice, sempre di più, sempre di più e mi accorgo che quel ragazzo è Dimitri, un
nostro compagno delle medie. Mi rendo conto che non sto più andando avanti, mi
sono bloccata a guardarlo, forse per il modo in cui sta parlando ad Alice… Lui
è sempre stato un ragazzo che si comportava da stronzo, non gliene è mai
fregato di noi, lui aveva la sua compagnia di fighetti e noi eravamo solo
amichette con cui passare il tempo a scuola per non stare attenti ai professori,
ma non l’ho mai visto parlare così appassionatamente con una di noi! Per questo
la cosa mi sconvolge. Avvicinandomi mi accorgo del suo esagerato nero dei
capelli che si confonde con gli occhi. Non è un brutto ragazzo, ma non ha niente
di speciale. Poi mi avvicino, Dimitri mi
saluta e se ne va. Alice incomincia a parlarmi, guardandomi sbalordita.
<< Ma… Ale… Quello era il Dimitri che
conoscevamo tutti noi? >>
<< Perché? >>
<< Ma siamo sicuri???? Perché con me non si
comportava come ci trattava a scuola! >>
“ Come sospettavo… ”
<< Starà maturando!!! >>
<< Dimitri??? Ho i miei dubbi… Sta tramando
qualcosa… Me lo sento!! >>
<< Pensi sempre male, magari è semplicemente
cambiato!! >>
<< Mmm… Ma a me piace l’idea che stia tramando
qualcosa! >>
Mi metto a ridere e le do corda.
<< Lo so che ti piace! >>
<< Dimitri? >>
<< No, l’idea… >>
<< Ah, ecco! >>
Ripensandoci però…
<< …Mah, perché no, anche Dimitri! >>
Lei sbarra gli occhi.
<< No, Dimitri no!! Ma sei fuori? >>
<< Bah, ci parlavi abbastanza
appassionatamente… >>
<< No, no, ti sbagli, ti sbagli, il mio cuore
batte solo per Edo e vedrai… Prima o poi riuscirò a beciarlo!!! >>
Il suoi occhi si richiudono in un taglio sognatore.
<< Andiamo al bar? Ho voglia di rinfrescarmi
con una granita. >>
<< Ok. >>
Mentre andiamo vedo Eric che si sta beciando con una
troietta.
“ Troietta si, ma quanto vorrei essere per almeno
quel magico momento quella troietta… "
Vediamo Dimitri arrivare da una ragazza, la quale è
amica di Alessia.
“ Allora c’era!! ”
Però non mi spiego il motivo del perchè arrivi da
quelle sfigate. Si corica sul suo asciugamano. Io mi avvicino a lui.
<< Dimi!! >>
<< Che c’è? > >
<< Ma da dove arrivi? >>
Guardo male nella direzione di Alessia, lui si volta
verso di loro e dopo di nuovo verso di me.
<< Da quella ragazza bionda laggiù!!
Alice… >>
<< E perchè? >>
<< Perchè mi piace! >>
Faccio una faccia schifata.
<< Ti piace? Quella sfigata laggiù?? >>
<< Non è una sfigata… A me piace un casino e
poi è molto simpatica!! >>
Non riesco a controllare le mie domande.
<< E quindi conosci anche la sua amica? >>
<< Alessia? >>
<< Si, lei… >>
<< Certo che la conosco! Eravamo compagni di
classe alle medie!! >>
<< Davvero? >>
<< Si, perchè? Vuoi che te la faccio
conoscere? >>
Quest’affermazione mi sveglia.
<< Cosa?? No, no… >>
<< In realtà Dimitri… Robbie la vuole conoscere
un casino!! >
Si intromette Eric ridendo.
<< Eric, smettila!! >>
<< E allora che c’è? >>
<< Così, per curiosità… >>
Riprende a parlare Dimitri.
<< Anche lei è carina, ma non mi piace, però è
molto simpatica anche lei. Con lei, Ali e Samuele scherzavamo sempre tra noi
nelle lezioni! >>
Mi arrabbio continuando a pensare all’affermazione
di prima di Eric.
<< Non ti ho chiesto com’è! >>
<< Va bene, non ti scaldare! Se non ti
interessa cosa ti arrabbi tanto? >>
<< Mi da fastidio… Tutto qui! >>
<< Beh… Vedi di darti una calmata! >>
<< Ha ragione Dimitri, se non ti interessasse
non ti scalderesti tanto! Robbie, Robbie, Robbie… A me non me la racconti! >>
Eric continua ad avere un’espressione sorridente e
odiosa.
<< Eric, se non la smetti, giuro che ti prendo
a cazzotti!! >>
<< Tipica reazione di uno che vuole nascondere
la verità… >>
Alla fine decido di non stare al suo gioco.
<< Io vado al bar. >>
Sbuffo e mi avvio al bar e Dario mi raggiunge.
<< Vengo anch’io!! >>
<< Ok! >>
Ci sediamo ad un tavolino e girandomi noto che sono
venute anche Alessia e la sua amica. Poi notiamo Dimitri che sale dall’altra
parte, notarle e andarle incontro. Siccome non sappiamo cosa fare, ci godiamo
tutta la scena!
<< Ciao Ali, ciao Ale… >>
<< Ciao Dimi! >>
<< Ciao Dimitri. >>
Poi loro vanno a sedersi ad un tavolino parlando fra
loro e Dimitri viene da noi.
Io intanto sussurro nell’orecchio di Alice:
<< E’ pazzo di te!! >>
<< Ma smettila…. Dici? >>
Lei sorride.
<< Dico, dico… Hai visto come ti guarda? Come
ti parla? Come ti sorride? Ma, insomma, l’hai visto? >>
La sua spontaneità riprende il sopravvento.
<< E tu l’hai visto che fisico gli è venuto? E
come si è alzato? E come è diventato più carino? Ma, dico, l’hai visto o
no? >>
“ Adesso esageri… ”
Faccio una faccia schifata.
<< Per me è sempre lo stesso
sgorbietto... >>
<< Sai Ale… Ti confesso… Forse incomincia a
piacermi! >>
La guardo con un’aria che dice:
“ Io ho sempre ragione! ”
<< Quello che ti dicevo poco tempo fa! >>
<< Che devo fare esattamente?? >>
Faccio il gesto di pensarci, poi mi rivoglo a lei.
<< Io direi di aspettare di essere sicuri che
tu piaccia a lui, ma questo non ti impedisce di usare qualche tattica per
scoprirlo!! >>
<< Ma mi vergogno troppo!! Come faccio? >>
<< Eravate compagni di scuola!! Usa qualche
scusa!! Non vi siete mica appena conosciuti!! Siete amici da tre anni!!!! Su,
abbi qualche inventiva!! >>
<< Ok, ci provo. >>
<< Ciao ragazzi!! >>
<< Ciao Dimi, hai un piano? >>
Dario gli sorride facendo domande del genere e mi
sbalordisce sempre come gli piaccia discutere questi argomenti e volere sempre
sapere tutti di tutti riguardo a questo argomento.
<< Che piano? >>
<< Per conquistare Alice! >>
<< No… Poi ci parlerò e basta! >>
Dario continua ad insistere.
<< Beh, meglio adesso no?? Dai!! Voglio sapere
come va! >>
Dimitri si decide.
“ Che potere ha dario? ”
<< Hai ragione. >>
Dimitri si alza e va verso il tavolino che
oltretutto non è tanto lontano da noi e io e Dario allunghiamo le orecchie.
<< Di nuovo ciao Ali, ciao Ale! >>
Mi giro verso Dario.
<< ‘Di nuovo ciao Ali, ciao Ale!’??? Ti sembra
un bel saluto?? >>
<< Sshh… >>
Dario mi fa segno di stare zitto con il dito.
“ Noioso… ”
Mi rigiro verso il tavolino.
<< Volete che me ne vada? >>
“ Vedo che Ale è molto perspicace… E anche molto
intelligente… Ma che faccio ora? Pure i bei pensieri su di lei? ”
Scrollo la testa e mi rimetto ad ascoltare.
<< No, Ale che dici?? Resta qui!! >>
Alice si rivolge ad Ale mostrando con gli occhi di
aver bisogno della sua presenza.
<< Va beh Ale, non mi dai fastidio!! Anche se
volevo parlare di cose importanti da solo con Alice… >>
Ma Alice si ricrede.
<< Ale, che ci fai qui??? Vai via!!! >>
Alessia si allontana e noto il suo bel fisichetto
lasciare quel tavolino. E mi accorgo che senza di lei non mi interessa più
guardare in quella direzione. “ Ma che mi prenderà? ”
<< Dario, io vado… >>
<< Silenzio!! >>
Noto che lui è ancora ad ascoltare la conversazione
di Alice e Dimitri, ma oramai io ho perso il filo del discorso.
<< Davvero? >>
Alice rivolge questa domanda a Dimitri, ma che senso
ha stare ad ascoltare se non so neanche a che cosa si rivolga quel ‘Davvero?’?
Mi allontano di lì e intanto penso.
“ Beata Ali, voglio anch’io un ragazzo, uffi!!! ”
Mi siedo sull’asciugamano e mi guardo attorno. Per
prima cosa do un occhiata alla finestra del bar, anche se non vedo niente cerco
di immaginarmi come potrebbe andare la conversazione. Poi mi giro verso l’asciugamano
di Eric. Lui è li. Sdraiato a prendersi il sole e a parlare con gli amici. Non vedo
il ragazzo dagli occhi blu. Ma vengo interrotta dai miei pensieri da un tipo
maleducato che camminando davanti a me mi butta addosso della sabbia con i
piedi facendolo apposta.
<< Grazie, eh? >>
Gli dico sarcasticamente pur non vedendolo in
faccia. Questo si gira e rimango pietrificata di quello che ho appena detto. Il
ragazzo dagli occhi blu, l’amico di Eric che cercavo prima tra gli asciugamani,
mi si piazza davanti. Mi sorride soddisfatto.
<< Non
c’è di che! >>
Rimango incantata in quella posizione pensando e
ripensando che anche quel ragazzo è un tipo davvero bello.
“ Con i suoi occhi blu mi ha fatto cadere nel suo
incantesimo e resterò incantata così fino a quando qualcuno o qualcosa non me
ne libererà”. Sembra una favola, e se vogliamo essere precisi, quel qualcuno o
qualcosa nelle favole è sempre il principe azzurro… "
“ Ma che cosa ho fatto? Il mio corpo si è mosso da
solo e ho fatto quest’azione senza pensare… Ma che mi è preso?? Oltretutto le
ho anche sorriso!!! Che non si faccia false illusioni… Sto avendo una lotta con
me stesso. ”
Alice tutta sorridente ritorna dalla sua
conversazione.
<< Ali!!!! Come è andata? >>
Sono ansiosa di sapere l’esito.
<< Benissimo!! >>
<< Si vede dal tuo sorriso, dai,
racconta!! >>
<< Mi ha parlato per un casino di tempo che io
gli sono incominciata a piacere verso la fine della scuola e che mi trova
bellissima, quanto gli piaccio e bla, bla, bla. Poi mi ha chiesto se lui a me
piaceva… >>
<< E tu che gli hai risposto? >>
<< Beh io… Gli ho risposto che anche lui non
era male!! >>
La guardo male.
<< Non era male?? E’ tutto quello che hai
saputo dire?? Ma ti sembra una risposta convincente? Era il tuo
momento!! >>
<< Non ho saputo dire altro, sai,
dall’imbarazzo non trovavo altro da dire!! >>
<< Che imbranata!! >>
<< Parli tanto, ma poi con i ragazzi tu sei
ancora peggio di me!!! >>
Cerco di difendermi.
<< Ma cosa c’entra?? Adesso non stiamo parlando
di me, ma di te!! >>
Mi guarda soddisfatta.
<< Beh, comunque mi ha invitato ad uscire con
lui. >>
Rimango sbalordita.
<< Wow!! E tu gli hai detto di si,
vero? >>
<< Certo! Però esco sta sera, dobbiamo
rinunciare alla nostra uscita perché non posso venire da te a dormire più di
una volta a settimana e così esco con lui!! >>
<< Mi sembra più che giusto, ma io non posso
lasciarti andare e aspettarti a casa che tu ritorni, mia madre non mi
lascerebbe mai!!! Ha la tua responsabilità! >>
<< Infatti per questo tu verrai con noi, ma
mentre io e Dimitri ci allontaneremo, tu resterai con il suo gruppo! >>
Mi ritraggo all’idea.
<< Ma stai scherzando? Io non conosco
nessuno!! >>
<< Ma si, c’è anche Francesco!!! E anche Eric
se non ho capito male, quindi conciati bene!! >>
Mi ritorna in mente Francesco, il mio ex compagno
delle medie il quale non ho più visto dall’ultimo giorno, poi il mio pensiero
si sposta verso Eric e la risposta mi sembra chiara. Le sorrido.
<< Conta su di me!! >>
Esco dall’acqua e vado a farmi una doccia.
Quest’ultima mi scende tutta sul viso e io sento fresco. Mi avvio agli
asciugamani, ma i piedi appena sciacquati mi si riempiono di nuovo di sabbia.
L’unica cosa che odio di questa bellissima spiaggia. Dimitri è agli asciugamani
e io voglio assolutamente sapere come è andata.
<< Ehy, Dimi!! Come è andata con Alice? >>
<< Bene!! Sta sera esce con noi. >>
Resto perplesso.
<< Davvero? Ma non potete stare da soli,
scusa? >>
<< Prima voglio farle conoscere il mio gruppo,
poi ci allontaneremo per il nostro bell’appuntamento… >>
<< Sono contento per te. >>
“ Non è vero… ”
<< Grazie!! >>
Poi ritorno a parlare con le mie convinzioni.
<< Anche se continuo a non capire come vogliate
tutti stare con una ragazza… Non si sta meglio da single a beciarti tutte
quelle che vuoi? >>
<< Robbie… Ci sono tanti lati positivi
nell’avere una ragazza che con una ragazza con cui ti beci e basta non puoi
fare, vuoi mettere? >>
Lo guardo male.
<< Ad esempio? >>
Incomicnia a guardare un punto di vuoto, un punto
che non sono i miei occhi.
<< Il bello di avere una ragazza e condividere
con lei tutti i tuoi momenti più importanti, poter ridere con lei, poter
contare sulla sua spalla quando ne hai bisogno, starle accanto quando piange
per qualcosa che gli è successo di brutto e offrirle anche tu la tua spalla,
per baciarla quando vuoi, sapendo che è solo tua e solo tu bacerai quelle
labbra che ti piacciono tanto, litigare per le piccole cose, anche le più
stupide e ti accorgi che quelle stupidaggini così banali rafforzano la storia e
soprattutto potrai sempre contare su di lei e lei di te. Ora credi che sia
meglio avere tante ragazze che ti becerai e basta, ma tutti i tuoi momenti
importanti li passerai seduto alla scrivania, da solo, sapendo che quella
lingua magari è stata usata cinque minuti fa da un altro ragazzo e tu non puoi
permetterti neanche di essere geloso perchè è solo una che ti fai ogni tanto?
Ma tu lo sai che loro hanno un cuore, vero? Lo sai che il più delle volte che
ti beci con una, non ti parlo adesso delle troie come Carlotta, poi loro stanno
male? E questo perchè l’hai usate e basta e tu l’hai fatto solo per un tuo
divertimento, un tuo gusto, senza dare importanza a loro che è quello che a
loro piace di più. Essere importanti per qualcuno… Ora capisci cosa ti voglio
dire? >>
Torna a guardarmi in viso. Io lo osservo un attimo con
aria stralunata.
<< Tu ti guardi troppi film… >>
<< Ti dico questo perchè una relazione seria
con una ragazza l’ho già avuta e l’ho tradita per beciarmi una volta Monica. Ma
io ci tenevo a lei e lei mi ha confidato questo piangendo. Hai idea di quanto
ci sono stato male per questo? >>
Giro gli occhi.
<< Cazzi tuoi… >>
<< Vedrai che un giorno arriverà il tuo turno…
E spero tanto che qualcuna ti faccia le corna per provare quello che tu fai
provare alle ragazze! Ma qualcuna a cui terrai davvero… >>
“ Ma vaffanculo tu e il tuo malaugurio!! ”
<< Ciao Dimitri… Non ho bisogno delle tue
ramanzine, sto benissimo così!! >>
<< Come vuoi! Poi non dire che non ti avevo
avvisato, eh? >>
<< Certo… >>
Per il mio orgoglio non dirò mai a Dimitri che mi ha
fatto riflettere, che è l’unico che mi ci abbia fatto pensare veramente. E
anche se non voglio ammetterlo penso che abbia ragione. Incomincio a darmi dello
stronzo per alcune che mi facevo solo per mio gusto senza darle importanza.
M’incomincio a preoccupare solo adesso di questo e un pensiero mi sorge
spontaneo.
“ E’ davvero fortunata Alice ad avere un ragazzo che
ci provi come Dimitri, che possa comprenderla e trattarla per quella che è… E
sono felice che Dimitri possa capirlo e io no… ”
Poi faccio un pensiero incontrollabile, che mi viene
da dentro, ma non sono io a deciderlo e non posso impedirlo.
“ Quando lo capirò anch’io? Quando sarà il mio
turno? ”
E’ sera. Siamo ancora a casa, ma adesso ci dobbiamo
preparare e Alice è tutto il tempo che è agitata e mi continua a dire:
<< Aiuto, aiuto che faccio? Torno indietro?
Aiuto, aiuto non ce la faccio, aiuto, aiuto! >>
E io che continuo a ridere. Intanto penso che sta
sera non avrò occhi che per Eric, ma mi devo preparare bene. Così vado al piano
superiore, apro la porta dell’armadio e penso a come potrei vestirmi. Gonna no
perché stare in mezzo a gente che mi piace mi vergogno, pantaloni no perché non
sono abbastanza sexy…
“ Oddio, come mi vesto? Mi prende il panico!! ”
Poi alla fine
mi affaccio dalla porta e vedo che Alice si sta vestendo con una gonnellina
verde a pieghe e con una maglietta senza maniche gialla.
“ Beh, allora mi vesto anch’io con la gonna! ”
Così prendo la mia gonnellina che arriva alle
ginocchia bianca con delle onde sul fondo e…
“ La maglia? ”
Così prendo una canotta a righe di rosa diversi che
si lega sul collo senza spalline. Poi vado giù e mi ritrucco nello stesso modo
dell’altra volta, ma a differenza di quella sera mi metto l’ombretto rosa e non
bianco. Anche Alice si trucca, ma sta volta non si è fatta l’effettone pandone
e io mi sento molto meglio. Tutte e due ci lasciamo i capelli sciolti, ma lei
con una riga in mezzo e io con la riga di traverso. Usciamo con delle infradito
ai piedi e la solita agitazione che non si può permettere di mancare, neanche
una volta.
Siamo a sera. Io ed Eric ci ritroviamo davanti
all’Ariston ad aspettare che Alice sia qui. Dimitri ora sta parlando al
telefono con lei, ma per me non fa differenza… Passare la serata con lei o no
non mi cambia la vita anche perchè poi Dimitri e quella si staccheranno dal
gruppo.
“ Almeno spero… ”
La vediamo arrivare, ma non è da sola.
“ Cosa ci fa qui Alessia? Che cazzo è venuta a fare,
la candela? ”
Poi la guardo meglio da cima a fondo. Vestita con
una gonnellina bianca e una canottina rosa all’americana, con un trucco
semplice che la rendono carinissima, non esagerato. Si fermano davanti al
gruppo e Alessia fa un piccolo sorrisino timido e Dimitri le saluta.
<< Ciao ragazze! >>
<< Ciao Dimitri. >>
<< Alice, Alessia, vi presento il mio
gruppo! >>
Ci mostra tutti e quando Alessia mi nota, cambia
espressione, come sorpresa. Francesco incomincia a parlare.
<< Beh, tanto vale presentarci!! A me conoscete
già. >>
L’occhio cade su Alessia, ma mi rigiro subio.
“ Ma che cosa mi succede?? ”
Guardo male Eric per fargli capire che non la voglio
qua, mentre lui mi fa segno di smetterla piuttosto scazzato.
<< Hai ragione Fra, io sono Veronica. >>
<< A me conosce già Ale, comunque sono
Eric! >>
<< Monica! >>
<< Luca. >>
<>
“ Odiosi questi presentazioni lampo!! ”
<< Carolina. >>
<< Chiara. >>
<< Carlotta. >>
<< Marta. >>
<< A me conoscete già! Sono Samuele. >>
<< Edoardo!! >>
Noto Alice che è diventata tutta rossa di botto. Poi
mi accorgo che tutti hanno parlato. Tutti tranne il ragazzo dagli occhi blu.
<< Ehy, non ti sei presentato!! >>
Questo mi esce così, senza neanche badare a quello
che mi usciva dalla bocca e subito dopo mi vergogno per quello che ho fatto e
il mio ciore comincia a battere forte. Lui mi guarda male, poi si decide a parlare.
<< Devo per forza farlo?? Sono Robbie, il
fratello di Eric… >>
“ Fratello?? Ecco perché è così figo!! C’era in
effetti una certa somiglianza!! ”
Sta sera è anche più bello del solito, porta dei
jeans normali, ma stretti e sopra una maglietta bianca con dei disegni grigi
come se fosse stata macchiata. Un ciuffetto di capelli alzato con il gel verso
avanti e un orecchino al lobo sinistro blu che risalta i suoi occhi.
“ Però, mi piace! Il nome intendo…. Robbie! "
“ Non ditemi che dovrò quindi passare una serata con
lei … ”
-----------------------------------------------------------------------
Vorrei iniziare cn il
ringraziare le persone k mi leggono, so k l'ho visto in altre storie,
ma mi piace l'idea di ringraziare!!!XD
Un grazie particolare a quelle k mi hanno aggiunto tra i preferiti!!!
Ne sn contenta!! questo va a AVRILMIKI, AVRIL 1113 e VIVIAN_BLACK!!
Poi passaimo ai ringraziamenti delle recensioni, k hanno voglia di leggermi!!!
AVRILMIKI: Cm sempre esagerata!!! ti voglio bene!! kiss
HELORI: Grazie!! Spero k tu mi abbia continuata a leggere come avevi dett!! Ci tengo!! un bacio!
VIVIAN_BLACK: Sn contenta k ti sia piaciiuta!! e soprattutto k mi abbia
aggiunta tra i tui preferiti!! cmq già, lo sono ank'io
così timida, infatti, nel personaggio di Alessia mi sono
ispiarata solamente a me!! a presto cn il nuovo capitolo!! baci
AKAMI: grazie per il complimento!! e mi dispiace per la fatica dello
scambio del personaggio, ma è nel trasformali in html k mi si
rovina tutto xè nel testo in originale i due personaggi sono ben
distinti!! spero k questo nn ti freni!!XDXD ed ecco il nuovo capitolo!!
grazie ancora!! kiss
RORYVENTIMIGLIA_86920: sono contenta k ti piaccia!! e grazie anche a te
per il complimento!! spero di aver aggiornato il più presto
possibile!!XD un bacione !!
Grazie anche a tutte quelle che mi leggono e non hanno comuqnue voglia di scrivere una recensione!! XD
Spèero mi continuerete a leggere!! Un bacione a tutte!!
Somoody
|
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Capitolo 5 *** discussioni ***
CAPITOLO 5
<< Come sei antipatico Robbie, sono nuove
arrivate!! >>
Gli dice Luca.
<< Appunto!! >>
Ci rimango un po’ male, non pensavo fosse così
scorbutico
“ E pensare che ci devo passare tutta la sera
assieme… ”
<< Non vi preoccupate, non so che gli prende,
non si è mai comportato così! >>
E’ sempre Luca a parlare.
<< Non fa niente, non ti preoccupare… >>
<< Va beh, raga, io ed Ali ci allontaniamo da
qui, trattenetemi Ale, non fatemela annoiare!! >>
<< Contaci Dimi!! >>
“ Ah, ecco la troiona della mia ex scuola Monica, quella
che stava anche con Dimitri. Ma che dico… Stava con tutti!! ”
Si gira verso di me e mi fa un sorrisino. Io glielo
ricambio.
“ Mi sento falsa, ma sono sicura che lei è più falsa
di me! ”
Eccomi qui, sola, con un gruppo di persone che mi
fissa senza parlare. Mi vorrei sotterrare, l’unico a cui non interesso è
Robbie.
<< Allora, ci facciamo sto giro o no? >>
<< Si, andiamo. >>
Robbie innervosito chiede di andare ed Edoardo gli
risponde.
<< Allora Ale, parlaci di te… Quanti anni
hai? >>
Dario è un ragazzo più o meno alto quanto me, con la
faccia quadrata e gli occhi marroni. I capelli sono castani, ma tinti di biondo
sulle punte tirate su dal gel.
<< Dario giusto? >>
<>
<< Ne ho quindici. >>
Lui annuisce con un’espressione scontata.
<< Anche qui la maggior parte delle persone ne hanno
quindici, tranne Veronica ed Eric che ne hanno sedici, Robbie che ne ha
diciassette e Monica che ne ha quattordici. >>
“ Che grande che è Robbie! Eppure sembra così poco
maturo… ”
Intanto vedo Francesco e Veronica che si baciano e
Luca e Marta che stanno a braccetto.
<< Sono due coppiette? >>
E li indico.
<< Chi? Ah, loro… Si, loro si. >>
Tutti stanno pensando agli affari loro tranne Dario
e Monica che mi stanno a parlare e questa che interviene è Monica:
<< Con quanti ragazzi sei già stata
Ale? >>
“ Ecco la domanda che temevo… ”
<< Veramente… Diciamo che non ho ancora trovato
il mio principe azzurro!! >>
<< Aspetti il principe azzurro?? Allora sei
messa male!!! >>
Scherza su questa battuta in un tono così da presa
per il culo che ci sto quasi male e davanti a lei faccio solo una smorfietta,
che dovrebbe essere una specie di sorrisino.
<< Non è che aspetto quello giusto
perfettamente per me… E’ solo che non ho ancora trovato un ragazzo che mi
piaccia veramente che mi ricambi!! >>
Forse era meglio se stavo zitta, lei fa una faccia
storta e poi mi dice:
<< Strano, sei così una bella ragazza!! >>
Sta volta dal suo tono di voce non riesco a capire
in che modo lo dica.
<< Beh, ora non esageriamo!! >>
<< Non è esagerare… Ho semplicemente detto che sei una bella
ragazza, mica una figa!! >>
Si mette a ridere.
<< Sono ben altre le fighe!!! >>
Si mette a ridere passando la mano tra i suoi lisci
capelli biondi, con un espressione soddisfatta come se facesse notare di
riferire a se stessa.
<< Ah, ecco!! >>
<< Ma non te la prendere!! E’ vero Dariuccio
che è una bella ragazza?? >>
<< Senza ombra di dubbio!! >>
Sto tono lo riconosco invece. Di uno che risponde
così perché DEVE rispondere così.
<< Ehy Monica, è da un po’ che sei qui… Ora
posso parlare con la nostra nuova amica? >>
Lei è Marta. Una ragazza molto carina, con i boccoli
biondi e gli occhi azzurri, le guance rosse e piene, che arrotondano il suo
viso facendolo diventare un po’ più rotondo del dovuto che le fa un piccolo
doppio mento, ma non si nota neanche, è una bella ragazza comunque.
<< Ma certo che puoi farlo, devi mica chiedere
il permesso! >>
<< Si, ma preferirei parlarci da sola, senza
nessuno intorno, specialmente da una come te! >>
Monica fa una faccia arrabbiata, ma non dice niente
e va da Chiara. Poi guardo Marta che mi sorride.
<< Non andiamo molto d’accordo noi due, anzi,
se devo essere sincera non la sopporto!! >>
<< Ah! >>
<< Pensa di comandare tutti qui dentro, di
essere la reginetta!! E’ l’unica che mi sta sui coglioni!! Le altre mi sono
tutte simpatiche, anche se mi squadrano male quando mi faccio perdere
l’occasione di beciare uno figo, ma che ti devo dire, sono fidanzata! Non mi va
di rendere Luca cornuto solo per averne visto uno figo per strada,
scusa!! >>
Sorrido pensando che finalmente ne ho trovata una
normale.
<< Sono un po’ come te!! Anche se purtroppo io
non ho un ragazzo… >>
<< Allora siamo in tre, perché tutte le altre,
tranne Veronica, non riescono avere dei ragazzi fissi, si comportano un
po’… >>
Si avvicina a me e comincia a bisbigliare con una
mano davanti alla bocca.
<< … Da troie! >>
“ Beh, allora non sono l’unica a pensarla così!!! ”.
Si allontana da me e ricomincia a parlare:
<< Cosa parlavamo anche? Ah, già!! Non hai il
ragazzo??? Cavoli, ma allora ti devo aiutare!!! Ma sei tu che non lo vuoi o è
perché non riesci a trovare nessuno e tu lo vuoi disperatamente? >>
La guardo un po’ triste.
<< Magari non avessi il ragazzo per scelta
personale!! >>
Il suo sorriso comincia a diventare rassicurante.
<< Allora ti aiuto io!!! Mi piace formare
coppie!! E sono anche brava!!! So scegliere sempre l’altra metà!! Hai presente
Francesco e Veronica? Beh, è grazie a me se stanno insieme e sono fidanzati da
sei mesi. Allora sono brava?? Ma non credere che io vada lì e dico “Vuoi
metterti insieme a Caio?” Noooo, dovete fare tutti da soli, io aiuto soltanto,
ma l’altro non lo sa mai!!! Hi, hi, hi!! >>
Sorrido al fatto di quanto parla, se non rispondessi
penso che non avrebbe problemi a continuare a conversare.
<< Beh, se la coppia di Veronica e Fra sta
funzionando veramente, allora direi di fidarmi di te!! Sarei veramente in
debito di tanto con te se mi aiutassi!!! >>
<< E’ un piacere, ma dimmi… Hai mai beciato??
Forse la mia domanda è un po’ scortese, ma puoi fidarti di me, non sono come
Monica! >>
Mentre dice questo si gira verso di lei e d’istinto
viene da girarmi anche a me e la vedo. Ridere e scherzare con Chiara guardando
verso questa direzione, ma appena si accorgono che le stiamo fissando,
ridiventano serie.
<< Non pigliartela se lei ti va a prendere in
giro da tutte le parti, è fatta così, io ci sono abituata!! >>
<< Ok, mi fido di te!! Comunque non ho mai
beciato… >>
Sospira e mi guarda storto.
<< Devo fare qualcosa per te!! >>
Le sorrido timidamente.
<< Senti… Domani ti va di venire con
me? >>
<< Dove? >>
<< Devo andare a Bordighera dai miei nonni a
salutarli e so che per la sua passeggiata, di giorno e ancora meglio di sera,
girano parecchi bei ragazzi… Allora? >>
“ Che gentile… ”
<< Mi farebbe piacere venire con te!! >>
<< Allora ok, facciamo che ci vediamo alle due
e mezza dall’autostazione degli autobus, ok? >>
<< Va bene!! >>
<< Ehy Marta, mi lasci tutto solo? >>
Questo è Luca. Non è uno stecchino e neanche tanto
alto, ma come dice Marta, ha una faccia da cucciolotto e tenero. Anche lui,
come Dario, ha i capelli colorati di biondo solo in cima e ce li ha marroni
come gli occhi, ma a differenza di Dario lui non se li alza con il gel.
<< No... Ti dispiace se vado?? >>
Si rivolge a me.
<< No, vai pure >>
Intanto do un’ultima occhiata a Monica che parla con
Chiara. Quest’ultima ha i capelli biondi e lisci, ma corti fino alle spalle e
credo se li ossigeni. E’ magrissima e ha gli occhi marroni. Invece Monica è
bassa con i capelli lunghissimi e biondi, gli occhi castani e un corpo troppo
magro, ma con un seno enorme. Non guardano più da questa parte, però ridono lo
stesso.
“ Chissà di cosa rideranno… Non di me perché
altrimenti mi starebbero a guardare… Probabilmente piglieranno in giro un’altra
ragazza che è appena passata che non porterà un pantalone attillato o una
minigonna, oppure di un ragazzo dei tanti che becia davvero bene o di un altro
male, ma chi lo sa!! ”
<< Ale, non è da te stare tutta in
silenzio… >>
Questo è Francesco accompagnato da Veronica. Lui ha
gli occhi e i capelli neri tirati spesso su con il gel con punte, che gli
stanno malissimo perché ha i capelli troppo lunghi per farlo. Senza dubbio
quando se li lascia semplici senza impiastricciarli con il gel ci sta
decisamente meglio. E’ molto alto ed ha una faccia strana che può piacere come
no, ma la sua aria da strafigo lo rende bello agli occhi di tutti. Veronica,
invece, ha i capelli castani lunghissimi e gli occhi idem. Non è molto alta, ha
un bellissimo fisico, ma il viso non è altrettanto.
<< Non so che dire!! >>
<< Strano, perché a scuola tu eri sempre la
prima a parlare, a tirare fuori l’argomento… Che cosa succede? >>
Francesco mi guarda serio. Lui è un po’ strano,
perché non capisci mai quando è triste, serio, ride, sorride o è felice. Non
comprendi niente perché la sua espressione è sempre la stessa. Anche Veronica è
seria. Lei però non so perché… Mi sembra una coincidenza troppo brutta per aver
trovato una ragazza che ha il suo stesso modo di fare!
<< Non conosco nessuno e non mi ambiento bene
per adesso, poi con i giorni, conoscendovi, ritornerò come mi conosci! >>
Veronica fa una faccia sbalordita, quasi come se
qualcuno le avesse sparato al gatto.
<< Vedrai che li conoscerai tutti molto presto,
sono tutti tipi simpatici!! >>
<< Ma perché scusa… Ha intenzione di
restare??? >>
Veronica si rivolge in un tono sconcertato a
Francesco e lui la guardà con la sua espressione incapibile.
<< Se la storia di Dimitri e Ali durerà, penso
proprio di si… Ma poi perché, ti da qualche problema? >>
<< No Fra, ma non capisco… Che cosa c’entra
lei? >>
Sbarra gli occhi cercando di comprendere.
<< E’ perché Alice non può uscire se non va a
dormire a casa di Ale, ed esce anche di nascosto! >>
<< Capisco… Scusami Ale, non intendere male…
Non è che non ti voglio!! >>
Lei mi sorride falsamente.
<< Ah, ok! >>
Altro sorrisino per un’altra falsità…
“ Brutta stronza. Ho sempre desiderato fare parte di
un gruppo di amici, ma non in un gruppo del genere… ”
<< Ehy Fra, non vieni? >>
Questo è Edoardo con accanto Carolina. Lei mi guarda
storto ed Edoardo, mentre parla con Francesco, mi tira un’occhiata come se
intendesse:
“ Vieni via da questa?? ”
Abbasso lo sguardo e non ci do più caso. Edoardo
sembra un bambino. Ha i capelli ricci e troppi, gli occhi verdi, è bassissimo e
non è magrissimo. Di carino ha solamente il suo visino e il suo comportamento.
Ecco perché piace e probabilmente ad Alice stuzzica proprio per questo.
Carolina, invece, ha i capelli lisci e marroni come i suoi occhi rotondi, non
tanto alta e neanche tanto magra, ma anche lei è la solita ragazza che gira in
questi gruppi.
“ Ma cosa c’entro io qui dentro? ”
A proposito di questi tipi di ragazze…
“ Dov’è Carlotta? Eccola laggiù insieme a Samuele… ”
Lei è una ragazzetta bionda e liscia dagli occhi
azzurri, alta e sembra anche più grande della sua età, invece ha solo quindici
anni. Invece Samuele è bassissimo e si sente troppo dalla sua pronuncia che è
siciliano, ha i capelli neri, come gli occhi, e corti.
Mi allontano da tutti e vado da Francesco.
<< Ma cosa ci fa qui quella sfigata,
scusa? >>
Gira gli occhi preparandosi a dire una cosa che gli
da la nausea ripetere per la millesima volta.
<< Dimitri l’aveva detto che veniva anche lei…
E’ perchè Alice non può uscire se non quando va a dormire da Ale, quindi è
dovuta per forza venire anche
lei!! >>
<< Che palle!! Chi la vuole!! >>
Io mi metto a ridere, ma lui non fa altrettanto, mi
guarda con la sua aria seria di sempre.
<< Perchè ti dà così tanto fastidio? >>
<< Perchè non è degna… >>
<< E da quando tu decidi chi è degno o
no? >>
Non cambia espressione, neanche tono di voce. Solo
le parole comicniano ad essere maligne.
<< Che intendi dire? >>
<< Sbaglio o tu sei entrato nel gruppo giusto
ieri? E pretendi già di capire e di scegliere chi è degno o no? Vedi di darti
una calmata… >>
Metto le mani avanti e sorrido guardando, però,
male.
<< Va bene… Scusa! Rovinati pure!! >>
Francesco si allontana girando gli occhi al cielo e
va a prendere la sua ragazza Veronica tra tutte le altre.
“ Ma cosa prende a tutti? ”.
Edoardo viene verso di me. Devo però abbassare lo
sguardo in basso per la sua altezza.
“ Non sembra neanche che abbia quattordici o quindici
anni!! ”
<< Ciao Robbie… >>
<< Ciao Edo. >>
<< Neanche a te va che quelle entrino nel
gruppo, né? >>
Ridivento felice trovando qualcuno, finalmente,
d’accordo con me.
<< Almeno uno!! >>
<< Però siamo stati fortunati che non siano
brutte!! >>
Lo guardo malissimo.
<< Perchè, chi trovi carina scusa? >>
<< Ma tutte e due… Però trovo che sia più
carina Alice. E tu che dici? >>
Ci penso un attimo e un nome mi rimbomba nella
testa.
“ Ale, Ale, Ale… ”
<< Nessuna delle due!! Non le trovo neanche
carine… >>
Ho come la sensazione di aver mentito…
“ Ma io non ho mentito!! Insomma, Alice proprio non
mi piace e Ale… Ale non mi piace!! Ma per favore! ”
<< Sarà… Tu oramai sei fissato con Carlotta! >>
Mi si sbarrano gli occhi.
“ Carlotta!! Me l’ero dimenticata!! Questo non è da
me… Insomma, è Carlotta! ”
<< A proposito, come stanno i suoi? E
lei? >>
Cerco di fare l’interessato.
<< Ah, si è tutto sistemato! I suoi hanno fatto
pace… Sembra che la madre abbia fatto le corna al marito, ma si vede che è
riuscita a convincere il padre che non è vero. Ecco da chi ha preso la figlia a
fare la troia!! >>
Giro gli occhi verso Carlotta. Sta sorridendo come
il suo solito. Non è più triste e questo mi solleva. Poi, senza rendermene
conto, volto lo sguardo verso Ale. Anche lei sorride con Marta, la ragazza di
Luca. E anche lei ha un bellissimo sorriso.
<< Robbie… Ora ti fermi sempre a
fissarla? >>
Noto mio fratello ridere guardandomi.
<< Minchia, non ti sopporto… Devi sempre
beccarmi nelle rarissime volte che guardo Ale, ma solo ed esclusivamente per
criticarla? >>
Eric ride.
<< Certo… Dicono tutti così… A me non me la
fai!! Ti conosco da troppo tempo!! Perchè non vai da lei? Guarda che non
diventi uno sfigato se ti togli la soddisfazione di andare con Alessia,
eh? >>
Poi un pensiero mi si fa squallido… Il pensiero di
dovere andare con Alessia solo per beciarmela come altre e basta.
“ Mi sento uno stronzo… ”
E le parole di Dimitri mi rimbombano nella testa.
“ Ma lo sai che loro hanno un cuore? Lo sai che la
maggior parte delle volte, a parte Carlotta o simili, poi loro stanno male?
Perchè l’hai usate e basta, per un tuo divertimento, un tuo gusto… ”
“ Dimitri mi ha fatto il lavaggio del cervello!! ”
Mi giro verso Eric per parlare e cambiare discorso,
non voglio pensare a ste stronzate, ma Edoardo non mi permette di farlo.
<< Perchè, a Robbie piace Ale?? Allora non è
vero che non trovi nessuna delle due carine!! >>
Eric annuisce sorridendo maliziosamente, io
intervengo abbastanza alterato.
<< Voi non riuscite a far altro che sparar
cazzate?? Ale non mi piace!! Dovete capirlo!! >>
Eric si avvicina all’orecchio di Edoardo e gli
sussurra qualcosa che non riesco a sentire, poi ridono tutti e due. Io cerco
ancora di cambiare argomento e mi rivolgo ad Eric.
<< Allora, che fai dopo? >>
<< Non cambiare discorso… >>
<< Ah, Eric, sei il solito idiota! >>
Mi allontano anche da loro sentendo l’arrabbiatura
salire a mille.
“ Sta sera riesco ad andare d’accordo proprio con
nessuno!! ”
Sto da solo
per un po’, poi mi guardo attorno. Carlotta sta parlando con Eric, Dario con
Chiara, gli altri non ci faccio caso, mentre Alessia… Alessia è da sola.
Proprio come me. Ci ritroviamo tutte e due a camminare da soli in un gruppo e
ad un certo punto mi dispiace lasciarla lì a non fare niente, così mi avvicino
a lei.
<< Mi tocca proprio tenerti compagnia? >>
Una voce bassa e roca, ma bella nel suo genere,
interrompe la quiete.
<< Ciao Robbie… >>
Lo guardo e rispondo un po’ scocciata.
<< Wow, ti ricordi il mio nome! >>
<< Non devi per forza tenermi
compagnia… >>
Mi viene voglia di andarmene, ma qualcosa mi trattiene.
<< E invece si! Dimitri ha chiesto di non farti
annoiare e mi sembra che da cinque minuti tu stia qui da sola ad annoiarti e
non voglio fare un torto a Dimi!! >>
Lei non mi guarda neanche, mi parla con un tono
stanco.
<< Non ti preoccupare… Non glielo dico a
Dimitri che non mi hai tenuto compagnia… >>
Io cerco di sorridere.
<< Non mi fido… Potresti fregarmi!! >>
<< Ah, si… Certo… Ma precisamente, sul serio,
perché mi parli così? >>
Finalmente
mi rivolge lo sguardo, ma è terribile come sia triste.
<< Così come? >>
<< Distaccato, superiore, come se dovessi farlo
per forza, anzi sinceramente… Perché tutti mi trattate da inferiore? >>
“ Una frase così aggressiva… Ma come riesco??
Devessere l’ora della vendetta!! ”
Si mette a ridere, mi guarda e ride ancora di più
<< Perché tu, tu sei inferiore, cara la mia
sfigatella!! > >
Sbarro gli occhi, mi sento attaccata.
<< Sfigatella?? Solo perché non sono una figa
come voi? >>
Poi si mette a ridere e comincia a parlare in modo
scherzoso.
<< Hai il permesso per parlarmi così? >>
<< Ho molto di più!! >>
<< Ohhhhhhh, la mia sfigatella preferita ha
pure sempre la risposta pronta!! >>
<< Hai visto? >>
“ Lo odio!! ”
<< Wow! >>
E ride ancora.
<< Tu che ridi tanto e che mi chiami
sfigatella, non pensi di essere uno sfigato anche tu? >>
Mi guarda male, poi non riesce a trattenere un’altra
risata.
<< Scusa?? Ma ti rendi conto di quello che stai
dicendo?? O meglio… Sei sicura di parlare con la persona giusta? > >
<< Tanto sicuro di te stesso, eh? Mi spieghi un
ragazzo di diciassette anni cosa diavolo ci fa in un gruppo di quindicenni? >>
Lui non mola il sorriso, non si sente sfiorare.
<< C’è mio fratello e poi mi piace stare con
loro! >>
<< Di’ più che altro che non hai amici della
tua età, talmente sei antipatico!! >>
Mi sento acida, mi sento male, ma dopo tutto quello
che stasera mi è toccato sopportare mi sento anche giustificata. Lui,
finalmente, mi guarda male e mi parla con disprezzo.
<< Tu non sai proprio niente di me!! Ma mi
spieghi il brutto tono che hai nella voce? >>
Mi viene quasi il magone, ma non piangerò mai
davanti a loro, soprattutto a lui. Non voglio dargli questa soddisfazione di
vedere la ‘sfigatella’ che piange. Anche se non riesco a cancellare il
cambiamento della mia voce, da brutta a tremolante.
<< Che tono di voce avresti tu se sapessi che
nessuno di questo gruppo ti apprezza e che vorrebbe che l’indomani ritornassi
nei bassi fondi? Ma probabilmente tu lo sai, essendo stato cacciato dai tuoi
amici diciassettenni!! >>
<< Non sono stato cacciato e comunque c’è Marta
che mi sembra che vada d’accordo con te! >>
Io giro gli occhi.
<< Si, ma non è nessuno in confronto alla massa
di tutti gli altri con te a capo! >>
Si mette a ridere di nuovo come prima.
<< Ma che fai, mica ti metterai a piangere,
Sfig? >>
<< Non sto piangendo!! Vedi lacrime? E questo è
il mio tono di voce quando sono incazzata!! >>
Mento cercando di essere più convincente possibile.
<< A casa mia quando uno è incazzato non ha una
voce tremolante e a tratti, ma decisa e urlante! >>
Io lo sfido con gli occhi, lui fa altrettanto.
<< Non mi conosci!! >>
<< Non mi prendi in giro Sfig! >>
Rimango perplessa.
<< Perché Sfig? >>
<< Sfigatella è troppo lungo!! >>
Faccio un ghigno.
<< Molto intelligente Ant! >>
<< Perché Ant? Fammi indovinare la tua
originalità… Antipatico? >>
<< No! ‘Antipatico di merda, vaffanculo,
tornatene a casa e non rompermi i coglioni’ è troppo lungo!! Ant è molto
meglio!! >>
Lui si mette a ridere.
<< Non ti posso dare torto!! >>
Vedo Dimitri e Alice venirci in contro con
quest’ultima che ha un sorriso a trentadue denti e mi guarda facendomi segno
con gli occhi che si è divertita un casino e che mi dovrà parlare.
<< Beh ciao Ant, ma ora vado dalla mia
amica! >>
<< Finalmente ti mollo!! >>
Gli faccio una smorfia e ritorno seria, lui sbuffa,
gira gli occhi e si dirige da Dario. Sicuramente andrà a fare un discorso del
tipo:
“ << Che palle che è Sfig! >>
<< E chi è Sfig? >>
<< Sfig è la sfigatella, Alessia, la nuova
arrivata, purtroppo! >> ”
“ Si, sono sicura che il loro discorso sarà così… Ma
quanto mi sta sul culo!! ”
Mi giro e vado da Dario, il primo più vicino.
“ Che antipatica che è Ale… Avevo ragione allora a
non volerla. Non è neanche simpatica!! Che cazzo ci fa qui? ”
<< Ehy, Robbie… Che ci facevi con quella? Ci
sei stato un’ora come minimo!! >>
<< Parlavo… >>
Lui mi guarda con un sorrisino.
<< E che cosa vi siete detti? >>
Faccio il più schifato possibile.
“ Ma perché faccio smorfie che non mi vengono
naturali? Non ho bisogno di mostrare niente. Quella è una sfigata. ”
<< Presi per il culo tutto il tempo!! E’ una
rompi coglioni!! >>
Si mette a ridere.
<< Sei tu che ci sei andato a parlare, mica ti
ci ho costretto io!! >>
<< Ciao Ale!! E’ stata la serata più bella che
abbia mai passato!! >>
Lei mi sorride, io non riesco ad avere la stessa
espressione.
<< Bene, io la più brutta! >>
E nel mentre mi giro verso Ant che si sta guardando
il suo bello Swatch argentato dallo schermo nero con lancette anch’esse
argentate. Dopo di che la domanda mi viene spontanea.
“ Ma che ore sono? ”
Guardo anche io il mio Swatch argentato che ho al
polso, ma a differenza di lui io ho la faccia dell’orologio bianco e le
lancette nere.
“ Le undici e venticinque? Ma abbiamo l’autobus
adesso!! ”
<< Ciao a tutti, noi andiamo! >>
<< Ciao! >>
<< Ciao… >>
Mi accorgo che Sfig e la sua amica se ne stanno
andando e stanno salutando tutti.
< < Ciao Sfig! >>
<< Ciao Ant! >>
Si allontanano quasi correndo e io vado da Eric.
Ci avviamo verso l’autostazione e quando arriviamo
l’autobus sta partendo così corriamo e lo fermiamo mentre sta uscendo in strada
e saliamo.
<< Allora Ali racconta… Ho visto che gli hai
dato un bacio! Che sta succedendo? >>
Gli si accende il viso ancora di più di quello che
era già acceso e mi mostra un sorriso da angioletto o diavoletto, non so ancora
interpretarlo.
<< Stiamo insieme!! >>
Io sbarro gli occhi sinceramente sorpresa. Per tutta
la sera e per quanto io sono stata da sola con i miei pensieri non mi è mai
capitato di pensare ad Alice e questo è veramente strano.
<< Wow!! E come è successo? >>
<< Abbiamo parlato e bla, bla, bla e poi ci
siamo fermati al ‘Livin Garden’ a prendere un gelato e, dal tavolo, lui si è
avvicinato e mi ha beciato, il mio primo bacio!!!! Sono strafelice!! Ma lo sai
che è alto quanto me? Dopo ci siamo fermati sugli scogli a fianco e ci siamo baciati
in imperterrito! >>
“ Faccia da diavoletto… ”
<< Wow, che bello!! Voglio anch’io un ragazzo,
non vedo l’ora che arrivi il mio momento… >>
Lei mi fa l’occhiolino.
<< Dai che è vicino anche per te!! Che stava
succedendo con Robbie?? Ci parlavi quando sono arrivata!! >>
<< Stavamo litigando! >>
Lei ride.
<< Nooo, non è vero!! >>
Io divento intrattabile.
<< Invece si… Preferisco non parlarne,
piuttosto com’è beciare?? >>
La Alice che conosco io non avrebbe mai cambiato discorso
finchè io non le avessi detto cosa fosse successo usando come scusa:
“ Sono la tua migliore amica!! Devo sapere tutto!!
Non ci sono segreti tra noi!! ”
Rendendosi talmente antipatica, ma poco
influenzabile a convincersi che non è il discorso adatto, soprattutto che è
ancora fresco, ma avendo fatto una domanda che, per il suo maledetto egoismo,
le interessa più di quello che è successo a me, cambia discorso.
<< E’ bellissimo!! >>
Io trovo tutte le scuse per parlare cercando di non
farla ricadere nel discorso di prima.
<< Dicevano che la prima volta ti fa schifo
sentire la lingua dell’altro in bocca!! >>
<< Beh un po’ di fastidio ti da, ma solo nei
primi secondi che non capisci niente, perché mi ha beciato di sorpresa, ma dopo
diventa una figata… Te lo auguro presto!!! >>
<< Beata te!! > >
<< Domani andiamo al mare e stiamo con
loro. >>
Dice questo in un tono che non accetta
controbattiti.
<< Io doma non ci sono! >>
Punta i suoi occhi nei miei.
<< Dove vai? >>
<< A Bordighera con Marta! Mi deve fare
conoscere dei ragazzi! >>
Il suo viso si ilumina.
<< Allora hai fatto amicizia con
qualcuno!! >>
<< Si, con Marta! >>
<< Beh, ma io vado al mare lo stesso con
Dimitri! >>
<< Si, certo, devi!! >>
<< La nostra fermata! >>
<< Allora? Come è andata con Ale? >>
Eric si avvicina a me con aria incuriosita e
maliziosa.
<< Vuoi dire con Sfig? >>
<< E chi è Sfig? >>
<< La sfigatella!! >>
Rispondo dandolo per scontato, lui mi guarda male.
<< E come è andata con Sfig? >>
<< Malissimo!! E’ antipatica e stronza! >>
Si mette a ridere.
<< Esagerato!! Solo perchè ti piace! >>
Tutte le volte che parlo di questo argomento sale l’arrabbiatura.
<< Senti, ti ho già detto di no!! Ci sono
andato pure a parlare e proprio non mi piace! Devi smetterla! >>
<< Come vuoi… >>
Carlotta si avvicina a noi e Eric gli sorride e le
parla.
<< Allora Carlo… Sta sera? >>
Lei non lo guarda, rivolge lo sguardo solamente
dentro i miei occhi.
<< Veramente volevo passarla con Robbie dato
che oggi l’ho trattato un po’ male… >>
<< Certo… >>
Eric mi tira un’occhiataccia e un po’ deluso si
allontana. Io lo seguo con gli occhi e dopo guardo Carlotta.
<< Ciao. >>
<< Ciao Carlo, come stai? Meglio? >>
<< Si, grazie. E tu? >>
<< Bene. >>
<< Sai… E’ da tanto che io e te non passiamo
una bella serata assieme, noi due soli… >>
Si avvicina a me e mi provoca. Io sorrido.
<< Beh, sta sera sarebbe una bella
serata… >>
<< A casa mia non c’è nessuno. Mia madre e mio
padre sono fuori per riconciliare il rapporto, quindi… Potremmo andare lì! Che
ne dici? >>
Le sorrido divertito.
<< Che va benissimo ! >>
Mi mette un braccio dietro la schiena e io dietro la
sua e ci allontaniamo.
<< Ciao ragazzi! >>
<< Ehy… Ciao Robbie, ciao Alessia… Buona
serata! >>
Andiamo a piedi verso casa sua, non lontana dal
centro.
Mi sblocco dalla sedia suono e quando si ferma si
apre la porta, scendiamo, andiamo al portone, lo apro, entriamo e chiudendo la
porta lascio fuori al freddo questa serata terribile e orrenda facendo passare
dalla serratura la felicità di Alice insieme a Dimitri.
“ Ma per fortuna, domani sarà un altro giorno e la
porta si riaprirà… ”
Il mio inconscio parla da solo e in questo momento
lo detesto. Entriamo in casa e la voglia di buttarmi su un letto è grande.
Faccio tutto il necessario in quattro secondi. Cerco di sbrigarmi per trovare
il mio cuscino e le mie coperte in modo tale di abbandonarmi a loro e perdermi
nel sonno tanto desiderato. E alloro svolgo il tutto. Arrivo a lui, il mio
amato… Accarezzo il copriletto e poi lo tiro in giù. Cerco di infilarmi dentro
e intanto sprofondo con la mia testa dentro la morbidezza del mio cuscino.
Questo elogio al mio letto è necessario, se lo merita.
<< Non mi chiedi nient’altro riguardo a
Dimitri?? >>
La lascio parlare, pensando che fra poco mi
addormenterò e anche se parlerà io non la sentirò. E questo pensiero mi fa
sorridere e chiudendo gli occhi perdo pure conoscenza.
Arrivati ad un condominio dal portone in acciaio,
apre la sua borsetta nera per prendere le chiavi di casa, ma nel mentre mi cade
l’occhio sul suo bel seno che si intravede dalla sua bianca canotta scollata
sopra dei jeans strettissimi che fanno immaginare molto bene le sue belle gambe
accompagnati da una cintura nera con il simbolo ‘D&G’ grosso per chiuderla.
Apre il portone ed entriamo. Percorsi tre scalini arriviamo alla sua porta al
primo piano. Apre anche questa e ci dirigiamo all’interno. Sbatte le chiavi e
la borsetta sul divano e poi si gira verso di me mentre si avvicina sempre più.
<< Allora? Che mi racconti di nuovo? >>
<< Niente. Mi sei mancata… >>
La guardo desideroso.
<< Anche tu… Molto! >>
Si avvicina a me e mi da uno dei suoi mitici baci
appassionati che mi fanno sempre dimenticare tutto quello che mi è attorno. Non
ci stacchiamo più e le nostre lingue continuano ad essere nella bocca
dell’altro nel mentre che lei mi dirige verso la sua camera da letto. Senza
guardare tasta con le mani la porta fino a trovare la maniglia e la apre. Mi butta
sul letto e si toglie la maglietta davanti ai miei occhi, poi scende con me e
continua a baciarmi nel mentre che prova a togliermi la maglia. A torso nudo
continuo a baciarla e con le dita della mano cerco di sbottonargli i pantaloni
e lei i miei. Una volta trovati in intimo tutte e due, si siede sopra di me e
si toglie il reggiseno davanti, poi scende su di me e comincia a baciarmi il
collo e il petto, venendo giù sempre di più. Ma ad un certo punto mi blocco,
qualcosa mi ferma. Mi sento lo stesso di quando mi sentivo mentre Dimitri
parlava oggi. Squallido…
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Capitolo 6 *** Cambiamenti ***
CAPITOLO
6
Carlotta mi guarda negli occhi. Da essi credo di capire un certo tono
interrogativo.
<< Ehy,
Robbie, che succede? >>
<< Niente… >>
La
bacio, ma non riesco a lasciarmi andare totalmente perciò penso che la cosa sia
inutile farla a forza, così mi stacco.
<< Ah,
niente, non ce la faccio. >>
La
spingo via e mi alzo, mettendomi i pantaloni.
<< Che
ti succede? >>
Lei
resta seduta sul letto e mi guarda non capendo.
<< Non
lo so che mi sta succedendo… Non riesco, mi dispiace… Non riesco a lasciarmi
andare. >>
<< E’
perchè non ti piaccio più? >>
<< No,
non è quello! Non sei tu, stai tranquilla. Sono io! >>
Lei
scrolla la testa.
<< Non
riesco a capire… >>
Mi
infilo a maglietta.
<< Mi
dispiace… >>
La
bacio sulla fronte e dirigendomi per il suo piccolo, ma largo corridoio mi
chiudo dietro le mie spalle la sua porta di casa.
“Ma
che cosa mi succede? Che cosa mi sta succedendo? Dov’è il Robbie che conoscono
tutti? Chi è sto cazzone che ora è dentro di me? Cosa cazzo mi ha fatto
Dimitri??”
Mi
allontano da quel portone d’acciaio e mi allungo per Via Mateotti. Nel mentre
incontro il mio vecchio gruppo e Matteo è il primo a vedermi.
<< Che
ci fai tutto solo? Non sei con il tuo gruppo? >>
Io
sono ancora traumatizzato da quello che dieci minuti fa mi è successo che non
ci faccio neanche caso al tono ironico che Matteo usa con me. Anzi, non riesco
a capire niente di quello che succede.
<< Ehy,
Robbie… Ti senti bene? >>
<< Si,
si… Devo… Andare… >>
Non
riesco a parlare. Sospiro.
<< Dove
cazzo devo andare? >>
<< Hai
qualcosa che non va… Robbie? Dimmi qualcosa! >>
<< Scusate,
devo andare… >>
Mi
allontano e i ragazzi mi guardano straniti. Non mi interessa adesso di cosa
potrebbero pensare. Sono ancora a cercare di capire cosa mi passa per la testa
a me in questo momento! Decido di scendere in Via Roma per tornare a casa. Apro
il portone e salgo le scale. Arrivo alla mia porta d’ingresso. Prendo le chiavi
attaccate alla tasca dei miei jeans ed apro entrando. Mi dirigo verso la mia
camera e mi butto sul letto. Poi penso, penso e penso… Non ho mai pensato così
tanto, tant’è che mi addormento.
E’
mattina presto. Le otto. Mi risveglio nella stessa posizione in cui mi sono
addormentato ieri. Eric è a dormire nel suo letto. Mi alzo e mi dirigo verso la
porta quando sulla mia scrivania vedo un bigliettino con la scrittura di mio
fratello.
Ho saputo di ieri, lo sanno tutti…
Cos’è successo? Vedi di
non scappare
che ti devo parlare… Eric
“Ma
perchè nessuno mi vuole lasciare stare?”
Prendo
le chiavi che mi lego ai jeans con il moschettone. Poi prendo il cellulare e me
lo metto in tasca. Esco dalla porta, scendo le scale e attraverso il portone
che si chiude da solo. L’aria di mattino mi passa attraverso le mie braccia
nude e i capelli mi svolazzano. Cerco a fatica di sbarrare gli occhi, ma mi è
quasi impossibile dato che è da giugno che non mi sveglio presto.
Non
mi manca neanche un po’ la scuola.
“Ragioneria…
Tanto facile il primo anno, quanto difficile il terzo… Sono stato bocciato e il
prossimo anno dovrò ripetere il terzo, ma chi ne ha voglia? Io la odio la
scuola, odio lo studio e odio i libri. “
Cammino
lentamente lungo il marciapiede e arrivo allo Zampillo, una fontana con la scritta
‘Sanremo’. Veramente non ho idea di dove stia andando. Avevo voglia di
camminare e basta, sentire dopo tanto tempo l’aria di prima mattina. Decido di
scendere lungo le scalette che portano nella passeggiata per andare al porto.
Arrivo al molo e salgo sull’ imbarcazione a vela di mio padre. A me non piace
la barca, non mi è mai piaciuta, ma ho sempre dovuto fare finta del contrario
per fare piacere a mio padre in modo tale che mi insegnasse a guidarla. Però è l’unico mezzo con cui posso essere sicuro di
ritrovarmi da solo. Una barchetta neanche tanto grande, tutta bianca, compresa
la vela, ad eccezione della scritta in blu sul lato destro vicino alla prua.
‘Diana’, il nome di mia madre.
E’ una nuova mattina. Un nuovo giorno. Mi alzo dal letto e guardo
l’ora. Le nove. Alice dorme ancora, io stranamente mi sono già alzata. Do
un’occhiata al calendario. Siamo al 30 luglio.
“E’ già finito… Come passa in fretta l’estate.”
Mi metto seduta alla scrivania e accendo il computer. Poi prendo
le cuffie e le attacco al suo buco nel portatile. Faccio partire ‘Windows Media
Player’ con l’album dei Subsonica di ‘Microchip Emozionale’ e parte in
riproduzione casuale con ‘Lasciati’, giocando, come al solito, a Solitario.
Slego
il nodo fissato all’attracco che c’è sul molo. Poi incomincio a partire. Fisso
la vela verso il vento. Oggi c’è abbastanza aria e quindi la barchetta riesco a
trovar spazio attraverso il mare. Vedo sempre più allontanarmi dal porto.
Lascio che sia il vento a condurmi dove vuole lui. Entro dentro la casetta
sopra la barca e vedo un letto a castello, un tavolino rotondo con due sedie,
un piccolo frigo, un piccolo divanetto marrone e una porticina con dentro un
water e un lavandino.
“E’
anche carino per stare da soli.”
Esco
e mi siedo sulla ringhiera. Il vento mi si scontra contro e i capelli mi
svolazzano all’indietro. Sono le dieci. Il cellulare squilla. Sullo schermo del
mio cellulare della 3 mi
appare la foto di mio fratello mentre mi manda a fanculo con gli occhiali da
sole accompagnato dal nome ‘Bro’. Sorrido al fatto che mio fratello abbia preso
il mio cellulare e abbia scritto al posto del suo nome questo.
“Quando
si mette in testa una cosa è incredibile!”
Rispondo.
<< Che
c’è… >>
<< Che
saluto! >>
<< Cosa
pretendi? Mi sono alzato alle otto!! >>
Lo
sento ridere dall’altra parte.
<< E
chi te l’ha detto? >>
<< Non
avevo voglia di restare a letto. >>
Mento.
<< Capisco…
Menomale che ti avevo detto di non scappare!! >>
Eric
fa riferimento al biglietto di prima che ho letto senza dare significato a
quelle lettere.
<< Non
avevo voglia di parlarne. >>
<< E
di cosa hai voglia sta mattina? >>
<< Di
restarmene da solo… >>
<< Dove
sei? Mamma si sta disperando da un’ora!! >>
<< Che
palle!! Ma non posso starmene almeno una mattina senza essere
disturbato? >>
La
risposta è sempre ovvia in questi casi…
<< Dimmi
dove sei così la facciamo finita! >>
<< In
mezzo al mare. >>
<< Dai,
sul serio! >>
<< Sono
serio!! Sono in mezzo al mare! >>
<< E
come sei, a nuoto? >>
Fa
una domanda ironica, ma io lo spiazzo.
<< No,
con ‘Diana’! >>
<< Diana?!?
Ah… ‘Diana’… Chiamarla barca a vela? >>
<< E’
più bello chiamarla Diana!! Avrei voluto vedere la tua faccia in questo
momento… >>
<< E
allora perchè non vieni a casa? >>
Sbuffo.
<< Te
l’ho già spiegato! >>
<< Lo
sai che papà s’incazza se sa che gli ha preso la barca? >>
<< Si,
lo so… >>
La
cosa non mi tocca minimamente.
<< E
non te ne importa niente? >>
<< E
dove lo trovo un posto per stare totalmente da solo come qui sopra? >>
<< Ce
n’è tanti… >>
<< Tanto
tu non farai lo stronzo, giusto? >>
<< Ti
sembro un fratello stronzo? >>
Non
ci penso neanche e sorrido.
<< Devo
rispondere? >>
<< Meglio
di no… >>
<< Ok! >>
<< Allora
parleremo al telefono!! >>
Giro
gli occhi stufato.
<< Che
palle che sei! >>
<< Che devo farci? Voglio sapere
tutto!! >>
<< No, non ci sono andato a letto… >>
Rispondo prima che possa domandare sapendo già dove
vuole arrivare.
<< Questo l’ho capito!! Ma voglio sapere il
perchè!! >>
<< Oh, ma che cazzo vuoi? Adesso non ne posso
avere voglia una sera che subito vi dovete preoccupare? Ma poi saranno un po’
cazzi miei? >>
<< Robbie?? >>
<< Ok, non l’ho fatto perchè… >>
Sospiro.
<< Non riesco a levarmi dalla testa un
pensiero… >>
<< Quale? Che pensiero è meglio di Carlotta
nuda a letto? >>
Cerca di fare l’ironico, ma a me la cosa non diverte
affatto.
<< Dimitri mi ha fatto pensare… >>
<< Dimitri? >>
<< Dimitri. >>
<< E che cosa ha detto per farti
pensare? >>
“Già… Cosa ha detto Dimitri di così importante da
farmi pensare.
<< Boh… Che le ragazze soffrono e robe del
genere… >>
<< Ma Carlotta soffre se non ci vai a
letto!!! >>
Si mette a ridere. Io non so cosa voglia dire questa
parola questa mattina.
<< Lo so… E’ solo che mi sono bloccato, senza
ragione. Non so perchè!! Mi sono sentito… Come dire… Squallido… >>
<< Tu hai qualche rotella fuori posto… Tu non
sei mio fratello! >>
“E’ quello che dico anch’io…”
<< Lo sapevo che non dovevo dirti niente… Ciao
fratellino, ho bisogno sul serio di restare da solo. >>
<< Dai, Bro, non prendertela, mi
dispiace… >>
<< Eric, ho detto solo… >>
<< Ciao… >>
Chiudo la chiamata tornando a rivolgere lo sguardo
verso il mare non pensando alla conversazione di poco fa.
Senza rendermene conto arrivano le 10,30
e Alice si sveglia. Tolgo le cuffie.
<< Già sveglia? >>
E con la sua voce da ancora
rincoglionita mi chiede la cosa che in questo momento le interessa di più.
<< Colazione? >>
Allungo le mie labbra in un sorriso
ricordando a me stessa quanto la conosco.
<< Andiamo!! >>
Entro di nuovo nella casetta e scovo in un angolo
una sdraio tutta marrone. Poi mi viene una certa voglia. Prendo la sdraio e la
metto fuori, mi ci corico sopra e prendo il sole all’arietta fresca per
riposarmi e pensare.
“Ma poi pensare a cosa? Cos’è che devo pensare se
non che sono un idiota?? … Ma perchè mi succede questo?”
Sono così giù di morale. Non riesco a stare felice.
“Perchè, perchè, perchè!?!?”
E’ mezzogiorno e trenta. La barca è attraccata al
molo e io, scendendo, mi dirigo verso casa. Nel cammino mi giro indietro verso
‘Diana’. Mi viene da sorridere. Non so perchè. Mi sono divertito sopra di lei e
il paesaggio, anche se tutto uguale, è magnifico, ed è strano perchè non mi ha
mai attirato il mare se non per andare a fare un bagno. Mi dirigo verso casa e
dopo che mi ritrovo davanti al suo portone lo guardo un attimo. Poi mi decido.
Lo apro, salgo le scale e apro la porta. Mia madre mi corre incontro.
<< Si può sapere cosa hai fatto questa mattina?
Avvisare non se ne parla? Ero preoccupata, di questo non te ne frega
niente? >>
<< Ma’, tu ti preoccupi troppo… >>
Faccio l’indifferente anche se so che questo la
altera ancora di più.
<< E cosa dovrei fare? Entrando in camera non
ti vedo e dico, “Oh, va beh… Non so dove se ne sia andato, ma chi se ne frega…
Ritornerà!” E poi andarmene in cucina a fare quello che stavo facendo? Ti
sembra giusto che possa fare questo? >>
<< Mamma, mi dispiace! Dovevo andare a fare un
giro da solo! >>
Intanto sento dentro quanto quel “Mi dispiace!” non
sia vero.
<< E si può sapere dove te ne sei
andato? >>
<< Ho fatto un giro! Non è che sia poi così
grande Sanremo! >>
<< Sarà meglio per te! Mi puzza di bruciato
questa storia. >>
<< Non ti fidi di me? >>
<< Non so che pensare… >>
<< Grazie mamma! >>
La guardo male anche se dentro di me so che fa bene
a non fidarsi.
<< E che dovrei pensare? Non sei mai uscito a
quest’ora e non è che tu sia stato il figlio più sincero di tutti… >>
<< Ad esempio? >>
So benissimo a cosa si riferisce, ma faccio il finto
tonto.
<< Non fare lo stupido, Robbie… La tua prima
sbronza? La tua prima volta in disco? Il tuo primo furto? Oltretutto non sei
mai capace a nascondere le tracce di quello che fai di nascosto… >>
<< Mamma!! >>
<< E’ vero! >>
<< Va beh, basta! Ti dico che non ho fatto
niente! Credimi per una buona volta! >>
<< Potrei pentirmi di averti creduto? >>
“No… Dai, non è poi così grave questa menzogna per
mia madre!!”
<< No, mamma… Te lo giuro. >>
<< Ok, vai. >>
Mi pento un po’ di aver mentito così spudoratamente
alla mamma, oltretutto giurando. Mi dirigo in camera e quando entro scovo mio
fratello sul letto seduto a guardarmi, con le braccia e le gambe incrociate,
con lo sguardo da minacciatore.
<< Che t’è preso? >>
<< Dovresti saperlo… Mi ha chiuso praticamente
il telefono in faccia!! >>
<< Sei tu che mi hai salutato!! >>
<< Si, ma perchè tu insistevi!! >>
<< Comunque chiudere il telefono in faccia è
un’altra cosa… >>
<< Adesso non fare il pignolo! >>
Stiamo un attimo in silenzio a guardarci tutti e
due, ma mio fratello non molla la posizione e lo sguardo.
<< Arrangiati… >>
Tolgo dalla tasca il portafoglio e il cellulare e li
metto sulla scrivania.
<< Arrangiati? Arrangiati?? Ma che razza di
fratello mi tocca avere? >>
<< Sei tu che sei nato dopo. >>
<< E allora? >>
<< Allora conta! >>
<>
La mamma urla dall’altra parte della stanza, in
cucina. Un piccolo urlo per richiamarci tutti ad una tavola bandita molto
probabilmente di pastasciutta.
Guardo mio fratello e poi mi giro dall’altra parte
verso la porta e mi allontano.
<< Dove vai? Ti sto parlando!! >>
<< Mamma ha chiamato!! >>
Mi dirigo verso la cucina e, come avevo immaginato,
un piatto di spaghetti al ragù mi stanno aspettando nel piatto. Massaggio la
mia pancia con la mano aperta.
<< Pancia mia fatti capanna!! >>
Mi siedo al tavolo e comincio a prendere con la mano
destra la forchetta, poi mi lecco le labbra con la lingua per quel meraviglioso
ragù che solo mia madre riesce a fare in quel modo. Lo guardo un’altra volta.
Con i piccoli pezzetti di carne sul sottilissimo spaghetto…
“Ma diamine!!”
Mi butto sul piatto e finisco in meno di pochi
minuti.
Sono le due. Io sono ancora sul divano,
sdraiata a leggermi un libro, mentre Alice sta giocando alla play station 2.
Guardo l’orologio.
“E’ tardissimo!!”.
Arrivo al punto del libro, metto il
segnalibro e vado di sopra a prepararmi.
Prendo la mia minigonna di jeans, una
canotta bianca con disegnati due occhi che scrutano tutto e con la scritta
‘Angel inside’ e prendo il mio solito costume. Indosso tutto e preparo il mio zaino.
Asciugamano, lettore cd, libro, portafoglio, chiavi e cellulare.
<< Ciao Alice, ci vediamo
domani. >>
Due bacini sulla guancia e via, verso la
porta d’ingresso, scendo le scale fuori e apro il portone.
“La porta si è riaperta per una nuova
avventura…”
Eccomi ci sono. In ritardo di cinque
minuti, però. Eccola là, Marta.
<< Ciao Marta! >>
Le corro in contro.
<< Ciao Ale, ti stavo aspettando!
Saliamo! >>
<< Scusa il ritardo… >>
Tutte e due saliamo sugli scalini
dell’autobus e ci mettiamo nei sedili a due in fondo. Poi un curiosità mi
prende.
<< Ce l’hai il biglietto? >>
<< Ma figurati!! Per chi mi hai
preso?? Perché tu si? >>
<< Io non ce l’ho mai! >>
<< Poi Ale, spiegami perché dovrei
farlo!! Se mi beccano basta dirgli l’indirizzo di Monica!! >>
Mi metto a ridere.
<< Si, hai ragione, ma infatti neanche
io lo faccio mai! E Monica mi sembra un’ottima vittima!! >>
Ci mettiamo a ridere insieme e penso a quanto sia
simpatica Marta.
<< Allora? Sei pronta a conoscere
dei bei ragazzi? Io li conosco, anche molto, ma molto carini. Te li faccio
conoscere! >>
Le faccio l’occhiolino sorridendo.
<< Non vedo l’ora! >>
Sono sul mio letto con la testa sul cuscino. Guardo
il soffitto bianco e niente mi sale in testa. Niente… Niente riguardo ad altro
che non sia il mio problema. Eric è già andato al mare. Sono le quattro e si è
messo a lamentarsi come al solito.
“Perchè non vieni, che succede, non ti riconosco…”
E le solite cose.
“Ma non ne ho voglia!”
Però un po’ mi viene la colpa per non essere andato.
“Ma colpa per cosa? Perchè penso a lei… Stranamente
non Carlotta, ma a lei… Ma lei cosa c’entra? Proprio lei… Alessia… Che cosa
c’entri? Sei una bambina viziata, antipatica, sfigata e noiosa. Che vuoi Ale?
Sparisci dalla mia testa! Non ti sopporto!! Perchè dovrei pensarti? Come fai a
piacermi? Ma cosa penso ancora? Ma neanche minimamente mi potrebbe piacere Ale…
Menomale che sono restato a casa… Un giorno in meno per vederla!! Chi la
vuole?”
Poi il mio sguardo si fa sempre più triste e la domanda
si fa sempre meno ironica.
“Non mi piacerà mica quella sfigata?”
Arriviamo alla fermata e scendiamo. In
autobus abbiamo parlato del più e del meno senza ragionarci troppo su. E come
se mi venisse spontaneo parlare con Marta, senza vergogne, senza timidezze,
senza limiti. Ci incominciamo ad incamminare per la passeggiata del mare e ci
sistemiamo al ‘Caranca’, una spiaggia dove ci sta quasi tutta Bordighera, un
po’ come la nostra dei ‘Tre Ponti’. Iniziamo a togliere i vestiti. Lei ha un
costume verde con i cordoncini gialli e un fiore, anch’esso giallo, sul
reggiseno dalla parte sinistra. Ci andiamo a fare una nuotata poi usciamo, ci
asciughiamo e, infilandoci le infradito, andiamo a fare una camminata in
passeggiata. Ci sono un sacco di ragazzi che si girano verso Marta e la
salutano. Lei ricambia, ma va avanti.
“Non devono essere loro, anche perché di
figo quella gente non ha proprio niente!!”
Poi lo vedo. Un gruppo di ragazzi
veramente figo. Marta si avvicina e li saluta.
“Incredibile!! Conosce pure loro!!”
Poi si gira verso di me.
<< Ecco Ale, sono loro che ti
volevo presentare. >>
“Eh già, aveva ragione, sono veramente
belli, tranne uno che ha i capelli biondi, ma la testa enorme e gli occhi nero
pece, con un fisico orribile!”
<< Ciao! >>
<< Ciao. >>
<< Ragazzi lei è Alessia, Ale loro
sono i ragazzi!! >>
Marta presenta tutti con un tono
simpatico e amichevole e io rispondo con un mio solito sorrisino imbarazzato ed
un ciao vacillante.
<< Ciao… >>
<< Marco, Alberto, Mirko, Silvano e
Alessandro. >>
Mentre dice i nomi, me li indica tutti
con il dito. Il bruttone è Marco, ma Mirko, invece, è il più bello di tutti. E’
alto e magro, con un fisico bellissimo accompagnato solamente dal suo semplice
costume rosso, i capelli biondo scuro, un po’ ricci, ma solo sulla testa,
mentre ai lati sono quasi rasati, gli occhi verdi-azzurri e delle bellissime
labbra. Ed ha anche una bellissima voce.
<< Ciao Ale, mi fa sempre piacere
conoscere gente nuova, soprattutto belle ragazze!! >>
Arrossisco, sono di un imbarazzo
pazzesco e non spiccico parola. Lui mi sorride e Marta mi guarda male. Non
riesco a capire perché. Poi ci incamminiamo di nuovo alla spiaggia tutti
insieme e quando mi giro verso Mirko lo becco guardarmi e mi sorride.
“Oh dio, che bello che è!!”
Per tutto il tempo riesce a non farmi
pensare neanche una volta ad Eric, e per questo sto bene perché ogni volta che
penso a lui mi viene sempre una tristezza dentro. Siamo alla spiaggia. Tutti ci
guardiamo e, con uno sguardo d’intesa, corriamo fino al mare con i piedi che
fanno male quando becchi la pietra pungente. Alberto è il primo a buttarsi e
alla fine seguiamo tutti. Marta rimane fuori.
<< L’acqua è fredda!!! >>
<< Dai Marta!! Buttati!! >>
Dico questo e poi comincio a schizzarla
d’acqua. Tutti mi seguono nella mia azione e ridiamo insieme. Mirko sta sempre
a guardarmi. Poi andiamo a fare una nuotata. Gli altri si stufano prima, mente
io, Mirko e Silvano proseguiamo. Continuo a sguazzare nell’acqua tra le onde
con essa fresca che mi schizza sul viso ridendo con loro. Arrivati alla boa, mi
aggrappo a questa e Silvano se ne va via, probabilmente cacciato da un
espressione di Mirko. Così rimaniamo solo io e lui. Si aggrappa alla boa con me
e ci fissiamo negli occhi, i suoi però sono molto più belli dei miei. Ci
continuiamo a rivolgere lo sguardo e incomincia a parlare.
<< Lo sai che sei veramente
bella? >>
Sono troppo in imbarazzo, mi piace
sentirmi dire certi tipi di complimenti, ma non so come prenderli, così, come
una scema, rispondo a voce tremolante, non guardandolo in viso.
<< Grazie! >>
Sorride ancora di più e mi mette la mano
sul fianco. Io guardo questa e alzo la testa verso di lui. Si avvicina a me e
lo continuo a guardare negli occhi, belli, ma poco profondi e poco sinceri, ma
la sua bellezza cancella tutto. I nostri corpi si toccano e io sono ancora più
preoccupata, non vedevo l’ora, ma nel momento mi sento troppo in imbarazzo. I
miei occhi non si scollano dai suoi fino a quando, senza rendermene conto, le
sue labbra toccano le mie e quando sento un po’ di lingua mi stacco. Lui fa una
smorfia.
<< Che c’è? Non ti piaccio? >>
“Oh, cosa mi chiedi, ma perché!! Perché
deve essere sempre tutto così complicato!! Tu mi piaci un casino!!!”
<< No, tu mi piaci, ma... >>
<< E’ la tua prima volta? >>
Mi interrompe subito con una domanda
diretta.
“Che faccio? La sfigata che non ha mai
beciato senza esperienza o la saputella a cui è venuto un raptus di idiozia che
adesso lo vuole beciare fino a che non le si consuma la lingua?”
<< Si… >>
Mi sorride
<< Non ti preoccupare, c’è una
prima volta per tutto! O non lo vuoi fare? >>
<< No, lo voglio… >>
Dico questo poco decisa.
<< E allora vieni! >>
Rido contraccambiando il suo sorriso.
<< Perché ridi? >>
<< Non lo so, probabilmente per
l’imbarazzo! >>
<< Dai, vieni! >>
Gli guardo le labbra e dopo gli occhi,
le labbra e gli occhi e poi mi viene da girarmi verso il mare sempre ridendo.
<< Allora? Perché guardi verso il
mare? >>
<< Non lo so, mi viene da guardare
in quella direzione! >>
“Vorrei che questo momento finisse
presto…”
<< Preferisci guardare il mare che
me? >>
<< No, è che… >>
<< Senti se non lo vuoi fare non fa
niente, io non ti obbligo!! >>
<< No, io lo voglio fare! >>
<< Se non ti muovi vengo io a
prendermelo questo bacio! >>
Lo guardo un attimo in silenzio con la
sua espressione sempre fiera di se stesso, quando queste paroline mi escono
senza pensare.
<< Si, vieni tu. >>
<< Sicura? >>
<< Si, vieni a prenderlo… >>
Neanche mi fa finire la frase che già si
appiccica al mio corpo e mira alle mie labbra infilando la sua lingua nella mia
bocca, incrociandola con la mia. Si stacca e mi bacia sul collo, poi mi ribecia
e continua così per un paio di minuti. Si scolla da me e interrompe il
silenzio.
<< Non sei male per la tua prima
volta! >>
Sorrido per il compliemtno e ricado
nell’imbarazzo. Dopo, però, incomincio ad essere preoccupata.
“Ma perchè non posso mai divertirmi come
voglio?”
<< Ma cosa succederà dopo? >>
<< Cosa intendi? >>
<< Ma si, insomma, come andrà
avanti questa storia? Cioè… E’ stato un bacio e via? >>
Lo vedo fare una faccia preoccupata, poi
apre bocca.
<< No… Sta sera ci sei? Marta di
solito si ferma fino a sera! >>
<< Si, ci dovrei essere… >>
<< Allora sta sera usciamo soli noi
due, ci conosciamo e vediamo come va… Cosa dici? >>
<< Va bene… >>
Gli sorrido, lui non risponde al mio e
nuotiamo verso riva. Arrivati alla spiaggia, Marta è lì a ridere con gli amici giocando a
palla. Mirko si gira verso di me.
<< Andiamo a giocare anche noi! >>
Così si infila nel cerchio e io lo seguo. Non
sbaglio neanche una palla, ma dopo ci stufiamo e ci buttiamo ancora in acqua.
Tutti si schizzano e Mirko viene ad
affogarmi per scherzo e mi fa bere, poi io affogo lui e si vendica, ma, dato
sono anch’io vendicativa, continuiamo così per non so quante volte, quando
arriva Marco che cerca di affogarmi anche lui. Ma siccome Marco mi fa proprio
ribrezzo, io scappo fuori dal mare e vado a farmi una doccia. Mi sdraio
sull’asciugamano a pancia in giù e prendo il sole. Intanto sono felice, perché
finalmente non sono più una sfigata. Mi sento viva e non più triste come prima,
come una che non aveva mai beciato.
All’improvviso, mi sento scendere dell’acqua sulla
schiena. E’ Marta. Si mette a ridacchiare e tiro un piccolo urlo dal gelo.
Ridiamo insieme. Poi ci raggiungono Mirko e il gruppo.
<< Beh allora andiamo, ci vediamo sta
sera? >>
<< Ok, a sta sera! Dalle giostre! >>
Marta gli risponde positivamente. Prima guarda che
tutto il gruppo sia uscito dalla spiaggia e che non possa più sentire. Poi si
gira verso di me con un’aria accusativa.
<< Hai beciato?!?! >>
<< Si!!! >>
Mi abbraccia forte e ride.
<< Sei grande!! Lo sapevo!! Con Mirko
vero? >>
<< Si, che bello che è!! >>
Il suo sguardo si spegne e il suo sorriso non è da
meno.
<< Si, bello è bello, ma spero che tu non
voglia farci niente di serio con lui, cioè che sia stato un bacio e
basta… >>
<< Perché? >>
<< Perché lui non è un tipo da relazione, lui
si becia la prima che passa ed è anche fidanzato con una tipa che non sa niente
di lui, pensa che sia il ragazzo più leale del mondo, quando hai appena visto
che non è così, quindi ti consiglio vivamente di non farci niente! >>
Sto un attimo a pensaree alle sue parole, poi, però,
mi viene tristezza perché dopo un sacco di tempo che non trovo qualcuno che mi
ricambi non riesco a lasciar perdere tutto, così prendo la mia decisione
guardandola fissa negli occhi.
<< Non prenderla male, non è che non ti credo,
ma io voglio provarci, capisci? Mi piace sul serio e se per questo rischierei
anche di scottarmi, ma ci voglio almeno provare! >>
<< Ma perché non con Silvano!! Hai visto com’è
carino?? >>
<< Si, carino lo è, ma io oggi non ho beciato
lui… Ho beciato Mirko!!! E’ per quello che hai fatto lo sguardo brutto quando
abbiamo salutato il gruppo? >>
<< Si, era per quello, comunque provaci se
vuoi, ma poi non venirmi a dire che non avevo ragione!! Lo conosco troppo bene,
non è uno che cambia dall’oggi al domani! >>
Io sbuffo e guardo la sabbia.
<< Devi capire che non esistono solo le
relazioni, ma anche le avventure!!! >>
<< Parli tu che puoi avere tutti i ragazzi di
questa terra!! >>
<< Magari!!! Non mi sono ancora beciata con il
mio amato Brad Pitt!!!! >>
La guardo male.
<< Su, hai detto tutti i ragazzi della terra,
lui fa parte di questo pianeta!! >>
Si mette a ridere.
<< Hai capito cosa intendo! >>
<< E’ perché sei tanto timida e non hai il
coraggio di niente, se no tu sei una bellissima ragazza!!!! Se ti comportassi
un po’ come noi, ce li avresti anche tu a portata di mano!!! Non ti dico come
le troietta del nostro gruppo, altrimenti sarà molto difficile avere una
relazione fissa. >>
<< Lo so, ma non ci riuscirò mai ad essere così
e sinceramente scusa, ma non mi ci vedo proprio!! Io sta sera ci provo, poi se
va male me ne presenti un altro o posso anche provarci con Silvano, ok? >>
Fa una faccia pensierosa e sospira.
<< Va bene dai, sembri così disperata!! Andiamo
via! >>
<< Grazie!! >>
Ci alziamo dall’asciugamano, sistemiamo tutto nello
zaino e ci incamminiamo alla casa di suo nonno.
Guardo l’ora. Sono le sei e mezza e il film che
stavo guardando per cercare di non pensare è finito da poco. Non mi sono mosso
neanche per un secondo da quel letto, neanche per fare merenda e questo è
preoccupante. Il film, però, non è servito al suo scopo.
“Sono tanto preoccupato. Voglio smetterla di essere
così dubbioso, ciò non fa parte del mio carattere!! Questo mi fa capire quanto
io stia cambiando…” Mi giro dall’altra parte e metto la testa sotto il cuscino.
“Eccoci arrivate!”
Abita in fondo alla passeggiata in una villetta
affacciata sul mare, bianca a due piani con le persiane rosa ed un giardino che
si prolunga sopra la scogliera.
<< Hai visto che bella la casa di mio
nonno? >>
<< E’ bellissima!! >>
La guardo a bocca aperta capendo che quel “E’
bellissima!” è un’offesa per quella casa.
<< Mio nonno c’ha i soldi!! >>
<< Forte!!! Ne avrete anche voi tanti allora!!! >>
<< Beh tanti…. Tanti è una parola abbastanza
grossa!!!! >>
<< Sempre di più di me di sicuro!! >>
<< Entriamo? >>
<< Dai! >>
Entriamo nel giardino e Marta suona al campanello.
Viene a rispondere una signora anziana con degli occhiali rossi sul naso e dei
capelli bianchi raccolti sulla nuca da una pinza, con un vestito che le scende
giù dritto tutto verde. Ci apre la porte e abbraccia Marta.
<< Ciao! >>
Ci saluta con una voce roca e gracchiante.
<< Ciao Anna!! Come stai? >>
<< Oh, bene, bene, e tu? >>
<< Non mi lamento!! >>
<< Brava!! E lei? E’ la ragazza che hai chiesto
di invitare? >>
<< Si, Anna lei è Alessia, Ale lei è Anna, la
moglie di mio nonno. >>
<< Ciao. >>
La saluto sorridendo facendo cenno con la mano.
<< Molto lieta! Entrate ragazze! >>
<< Nonno! >>
Si intravede un signore anziano seduto alla poltrona
mentre legge il giornale accompagnato anche lui da degli occhiali, quasi sul
naso, marroni. Indossa una fresca camicia bianca e dei semplici jeans grigi che
fanno pandam con i ciuffetti che escono della testa da dietro le orecchie. Vi
sono due poltrone, un tavolo in mezzo con una maglia non ancora terminata fatta
a mano e dietro le poltrone vi è un camino, ovviamente non acceso, con delle
foto sopra, quella del loro matrimonio, quella della madre di Marta e del
fratello, e una di Marta. Quest’ultima gli va incontro e lo abbraccia.
<< Marta!! Da quanto tempo! Come stai? >>
<< Bene, bene, e tu? >>
<< Anch’io! >>
<< Bene!! Nonno lei è Alessia, Ale lui è mio
nonno Franco. >>
<< Ciao… >>
<< Ciao!! >>
Così passiamo tutta la sera a parlare delle novità
di Marta e di me, nel mentre che mangiamo una bella insalata di riso. E piano
piano, arriva sera e piano piano, continua a salire l’agitazione.
E’ sera. Apro gli occhi e mi accorgo di avere
dormito per una buona ora. Eric
arriva e sbatte lo zaino con forza per terra e poi si mette a ridere buttandosi
sul suo letto. Mi alzo di scatto e lo guardo.
<< Che diavolo ti prende? >>
Si alza e si siede a gambe incrociate dal letto, poi
tira fuori dalla tasca una confezione di preservativi e mi guarda con un’aria
da spensierato.
<< Sta sera è la volta buona, me lo
sento!! >>
Quasi mi pento di avere fatto quella domanda. Andrà
a letto con Carlotta, la ragazza con cui sono andato a letto io. La stessa… Tra
due ragazzi. E per di più fratelli. Eppure la stessa… Nessuna scenata di
gelosia, nessun litigio, nessuna guerra per la nostra stessa donna, nessun
pugno volante, nessun silenzio da parte sua, nessun rispetto… Questo mi manca
un po’. Il rispetto. Non c’è rispetto tra noi due, nessun rispetto per la
ragazza dell’altro.
“Ma Carlotta non è la mia ragazza. Lei è solo una
con cui divertirsi! Perchè dovrei essere geloso? Ma non ce la vedo neanche
Carlotta come una ragazza fissa e poi non sento nessuna nota di gelosia… Non
sono geloso di mio fratello o arrabbiato. E’ questo che mi manca… Perchè non
sono arrabbiato che mio fratello vada a letto con la stessa ragazza con cui
sono andato a letto io? Perchè?... Perchè mi faccio questo domande?? Sono un
idiota… Aiutatemi…”
Gli occhi mi si fanno lucidi, ma mi accorgo che sono
ancora in camera con mio fratello e non ho intenzione di farmi vedere in questo
stato.
“Io non sto piangendo… Non è possibile!!”
Scrollo gli occhi, mando la testa all’indietro e poi
mi metto a ridere.
<< Che succede? >>
<< Mi è entrato qualcosa nell’occhio… >>
Eric sorride sollevato.
<< A h… Mi sembrava strano!! Per un attimo mi è
sembrato che tu stessi quasi piangendo!! >>
<< Cosa? Ma sei scemo!! >>
Mi metto a ridere e nel mentre mi vergogno dentro di
me.
<< Va beh, allora? Che mi dici? >>
<< Sono felice per te, ma stavolta non fare
finta!! >>
<< Te lo prometto! >>
Mi giro dall’altra parte e richiudo gli occhi.
“Forse sto cambiando… E forse, ma dico forse, ho
capito cos’è che mi manca. Forse quello che mi serve sono proprio queste cose.
Avere una ragazza con cui passare tutte le mie varie emozioni. Magari è proprio
questo e potrei provare questa nuova esperienza!”
Nella testa mi passa la sua immagine, il suo bel
viso. Alessia.
Chiudo gli occhi fortemente e scrollo la testa. Poi
li riapro.
“Non lei…”
<< Ciao nonno, ciao Anna, ci vediamo la
prossima volta! >>
<< Ciao, è stato un piacere conoscervi! >>
Rispondo io.
<< Ciao ragazze! >>
Così usciamo da quella bellissima e accogliente casa
e Marta si gira verso di me.
<< Allora? Ti piacciono i miei nonni? >>
<< Si, magari avessi dei nonni così!!! Sono
fortissimi!! >>
Si mette a ridere e guarda avanti sorridendo. In un
batti baleno siamo davanti alle giostre, dove ci siamo dati appuntamento. Loro
sono già li. Mirko si alza e viene in questa direzione e Marta si gira verso di
me, con degli occhi tristissimi.
<< Buona fortuna! >>
Tutti se ne vanno a farsi un giro lasciandoci soli a
me e Mirko. Più si avvicina, più il mio cuore batte e mi sento sola nonostante
la marea di gente che passa per la passeggiata.
<< Ciao Ale… >>
<< Ciao… >>
<< Allora? >>
<< Cosa allora? >>
Si mette a ridere, mi prende per mano e mi porta
sullo scivolo. Lui si mette bello comodo seduto, mentre a me tocca stare sugli
scalini tutti scomodi. Poi si avvicina e mi bacia. Dura parecchio così. Mi sale
una forte agitazione, ma brutta. E’ come se il mio corpo non volesse farlo o non
volesse farlo con lui, ma proprio forte. Alla fine si stacca e mi bacia sul
collo. Poi mi guarda negli occhi.
<< Ciao .>>
<< Ciao… >>
E rido.
<< Perché ridi? >>
<< N on lo so! >>
<< Sembra che mi prendi in giro! >>
<< No! >>
<< Ridi perché sei felice? >>
<< Può darsi… >>
Si mette a ridere anche lui.
<< Che cazzo vuol dire può darsi? >>
<< Si… >>
Sorride e mi bacia ancora. Poi ricomincia a parlare
con la voce più bassa e più vicina al mio orecchio.
<< Voglio ancora vederti! >>
<< Anch’io! >>
<< Ma tu abiti a Sanremo! >>
<< E tu a Bordighera! >>
Poi guarda altrove e scrolla la testa, si volta
verso di me e mi sorride.
<< Ma non ti preoccupare vengo io da
te! >>
<< A volte posso anche venire io! !>>
<< No, no insisto, vengo io! >>
<< Perché tutto ad un tratto hai cambiato
idea? >>
<< Perché io ho il motorino, tu no! >>
<< E che c’entra? >>
<< E mi piace più Sanremo! > >
<< Ma perché insisti tanto? >>
Lui mi guarda male e urla quasi.
<< Vengo io e basta! >>
Sembra un po’ scocciato e non riesco a capire quale
sia il vero motivo per cui voglia venire a tutti i costi lui a Sanremo. Ma
decido di lasciar perdere.
<< Ok! >>
<< Ma, hai la stessa età di Marta? >>
<< Si, tu quanti ne hai? >>
<< Ne ho 16! >>
<< Wow! >>
Ci baciamo ancora e le sua mani fredde mi toccano la
schiena sotto la canotta. Sento dei brividi di freddo e sposta la mano sulla
mia pelle, su e giù, e alla fine le sue mani salgono sulla stoffa della gonna,
nel fine di toccarmi il culo. All’inizio mi sento un po’ in imbarazzo, ma alla
fine mi lascio andare.
<< Ehy, raga! Mirko si sta divertendo!! >>
Si avvicina allo scivolo un gruppo di ragazzi che
non conosco e Mirko scende dall’altra parte andandogli incontro, lasciandomi
sopra da sola. Io mi sistemo bene da quella posizione scomoda.
<< Ehy, raga! >>
Li saluta stringendo la mano ad ognuno e dando una
pacca sulla spalla.
<< Vedo che ti diverti! >>
<< Hai visto? >>
Non mi stanno molto simpatici questi ragazzi. Hanno
un po’ l’aria di quelli che se ne fregano di tutto e di tutti e di quelli che
si divertono con tutto. Non ce né neanche uno carino, tranne due o tre in un
gruppo da una decina. Quello che
parla sempre sembra un po’ il capo del gruppo, forse perché ha l’atteggiamento
più da figo di tutti, ma è anche il più brutto! Sto a sentire cosa si dicono.
<< Ma Federica dove l’hai lasciata? >>
“Chi è Federica?”
Sbarro gli occhi
“Sarà mica… La ragazza di Mirko di cui mi ha parlato
Marta?”
Mirko sta parlando a bassa voce e io non sento.
“Lo farà mica apposta? No, è una coincidenza!!”
<< Beh, allora ciao! >>
Sale le scale dello scivolo sorridendomi e mi bacia,
ma io non reagisco.
<< S cusa se ci hanno interrotto quei
deficienti! > >
Ma io non rispondo.
<< Che cazzo c’hai? >>
<< Chi è Federica? >>
Si mette a ridere.
<< E’ la mia ex!! >>
<< Non mi sembra che i tuoi amici la pensassero
allo stesso modo! > >
<< Perché ci siamo lasciati da poco e non
gliel’avevo ancora detto! Ma poi non devo mica dirgli tutto quello che mi
succede! >>
Capisco di aver fatto una cazzata.
<< Scusa! Non sei arrabbiato con me, vero? >>
<< No, andiamo a cercare gli altri! >>
Scende dagli scalini e io lo seguo.
<< Allora che facciamo domani? >>
<< Domani non posso, mi dispiace! >>
<< Che fai? >>
<< Ho promesso ai miei amici di andare alle
Calandre. >>
<< Dov’è ? >>
<< E’ a fine Ventimiglia, è una spiaggia dove
si tocca per un bel po’, più o meno fino a quando noi abbiamo la boa. >>
“La boa…”
<< Ciao belli, vi stavamo venendo incontro!
Oramai penso che la vostra seratina sia giunta al termine!! >>
Dice Alberto. Marta gli risponde.
<< Ma no Alby, possiamo stare ancora un
po’! >>
<< Ma magari tutti insieme! >>
Così facciamo un altro giro tra tutta la gente.
Marta mi viene incontro.
<< Allora, che succede? >>
<< Sapessi… >>
<< E’ andata bene? >>
<< Si… >>
Mi giro verso di lui e vedo che ride con gli amici.
Mi viene un brutto presentimento. Mi sale il dubbio che potrebbe pigliarmi in
giro con gli amici e quindi stesse ridendo di me. Non si accorge nessuno che
sto guardando in quella direzione, eccetto Marta.
<< Allora che facciamo domani? >>
Chiede Alessandro e Mirko gli risponde.
<< Non lo so… >>
“Ma come Mirko? Mi avevi detto che andavate alle
Calandre, perché menti?”
Poi si volta verso di me e vede che li sto
guardando, mi sorride e si gira nuovamente.
<< Ma scusate, non avevamo detto di andare alle
Calandre? >>
Chiede Mirko.
<< Cosa avevamo detto?? >>
<< Ma come, non vi ricordate? >>
<< Ah, si, è vero… >>
“Lo sapevo… Io mi faccio troppi problemi!!”
Guardo Marta che fa una brutta faccia.
“Non voglio crederci!!!!Lui… Lui è il mio ragazzo!!
Mirko, grazie di essere entrato nella mia vita… Non mi sono mai sentita così.
Però perchè non riesco a lasciarmi andare completamente? Perchè devo sempre
pensare in negativo? Non posso per una volta lasciar perdere tutte le mie
solite paturnie? Non posso per una volta spegnere semplicemente il cervello? E’
chiedere troppo? Evidentemente si… Mi odio per questo.”
Ringrazio tutti quelli k hanno
continuato a leggere, scusandomi per il fatto se magari questi capitoli sono un
po’ noiosi, ma devono ancora svolgersi e poi, se devo essere sincera, questa
storia l’ho scritta in due anni e quindi i primi capitoli sono molto meno maturi
di quelli che verranno dopo, anche il modo in cui sono scritti!! Ma dopotutto
questo non è bello?? Cioè, sono maturata, il libro matura assieme alla crescita
di Alessia. Perciò portate pazienza se magari è un po’ noioso!! ;-)) E vi prego, COMMENTATE!!! Anche critiche,
non mi interessa, ma io ho bisogno dei vostri commenti!!
Grazie
Un Bacio
Somoody
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Capitolo 7 *** Il segreto di Marta ***
l'altro lato dell'amore
CAPITOLO 7
Mi
risveglio nel mio letto morbido e penso al sogno che ho fatto. Io stavo già da
tempo con Mirko e abbiamo fatto una brutta litigata perché lui se la spassava
con più di una ragazza mentre stava con me e se ne fregava delle mie minacce di
lasciarlo.
“Era
solo un sogno…”.
Mi
si alza la stessa brutta e forte agitazione dell’altra sera solo per aver
pensato a lui.
“Vuol
mica dire che io non voglio stare con lui? No, è impossibile!!! E’
semplicemente la mia inesperienza che non mi permette di reagire al modo
giusto!”
Ma
questo non mi rende più tranquilla purtroppo.
Mi
infilo le ciabatte, mi stiracchio alzando le braccia e mi alzo in piedi
sbadigliando. Vado in bagno e mi lavo la faccia. Poi sento il cellulare
squillare.
<< Pronto? >>
<< Ciao
Ale!! >>
<< Ciao
Ali!! Mi è sembrato un’eternità non sentirti per tutto il pomeriggio e la
sera!! Mi sei mancata!! >>
Lei
annuisce.
<< In
effetti è la prima volta che passiamo tutto il giorno staccate l’una dall’altra
o senza sentirci!! >>
<< Ma
che dici!!! Siamo state tutta la mattina insieme!!! >>
<< Davvero?
Beh, è stato un pomeriggio lungo!! >>
Mi
metto a ridere.
<< Già! >>
<< Ti
sento mogia… Non è successo niente di bello ieri? >>
<< No,
al contrario… >>
Mi
ritornano in mente tutti i momenti belli passati con Mirko, ma al tempo stesso
le mie agitazioni.
<< E
allora? Non ne sei contenta? >>
<< Marta
mi ha fatto conoscere un gruppo di ragazzi. >>
<< Carini? >>
Sorrido
maliziosamente, pensando soprattutto a lui.
<< Molto,
soprattutto un ragazzo, Mirko… >>
<< E
allora? >>
<< Siamo
andati a fare un bagno tutti insieme e quando eravamo al largo tutti sono
andati via lasciandoci a me e Mirko da soli… >>
<< Wow!!!
Che è successo? >>
<< Ci
sto arrivando!! Comunque ci siamo beciati… >>
<< Evvai!!!!!!
Ce l’hai fatta!! >>
Cerco
di seguire il suo entusiasmo trovandomi insoddisfatta del risultato.
“Perchè
non riesco ad essere contenta?”
<< Già!! >>
<< E
poi? >>
<< Siamo
usciti di nuovo la sera assieme ed è di nuovo successo… >>
<< Com’è?
Bello? >>
<< Mirko
è stupendo!! >>
<< Più
di Eric? >>
Eric
viaggia davanti ai miei occhi. Mi ero quasi dimenticata di lui. Scrollo la
testa penando a quanto possa essere assurda un’affermazione contraria.
<< Va
beh Ali, nessuno lo può superare, lui è il migliore!! >>
<< Comunque
intendevo il bacio, non Mirko. >>
<< Ma
non lo sai, scusa? >>
<< Si,
lo so, ma volevo sapere come è stato per te! Ci trovi qualcosa di strano?? >>
<< No,
no. E’ stato bellissimo!! >>
<< E’
vero che ti viene voglia di prendertelo e spogliarlo e non so che altro??
Almeno, a me viene una voglia… >>
Alice,
dall’altra parte della cornetta, incomincia a fare una voce sognante. Mi
rattristo un po’ perché purtroppo a me non sale tutta questa passione.
<< No… >>
<< Cosa
vuol dire no? >>
<< Vuol
dire che a me non viene voglia di spogliarlo come dici te… >>
<< Non
ti sale una certa passione e sei felice e ti senti in paradiso quando stai con
lui? >>
Provo
a pensarci, ma non ricordo un’emozione del genere.
<< No,
anzi… Mi sale una certa angoscia… >>
<< Ma
sei sicura che ti piaccia? >>
<< Si!!
E’ bellissimo!! >>
<< Non
ti ho chiesto se lo trovi bello. Ti ho chiesto se ti piace. >>
Quest’affermazione
mi fa riflettere. Non ci avevo pensato.
<< Io
penso di si… >>
<< Pensi? >>
<< Si… >>
Mi
viene un po’ da tremare.
<< Non
mi sembra un si convinto. >>
<< Ma mi ha colpito subito, appena l’ho visto! >>
<< Magari sei rimasta delusa dal suo carattere…
Com’è? >>
<< Non lo conosco ancora bene. >>
Invece di essere felice sono triste.
“Strano… E’ da tanto che aspettavo questo momento e adesso che ho
ottenuto questo desiderio sono triste. Ma perché sono così complicata??”
<< E come siete rimasti? >>
<< A quanto pare stiamo insieme. >>
<< Devo esultare o devo rattristarmi per questo? >>
<< Marta dice che se la spassa con tutte e che c’ha pure una
ragazza, che non è affidabile, ma lui dice che oramai è una sua ex e che non mi
devo preoccupare… >>
<< Secondo me è gelosa. >>
Alice interviene subito con questa battuta abituata com’è a
diffidare delle altre ragazze.
<< No, Marta non è gelosa. >>
<< Sarà, comunque sei una palla… Non ti sai mai
accontentare!! >>
<< Non dirlo a me! >>
<< Cazzo, ti è capitata sta fortuna sfacciata di incontrare
un figone e tu la butti via così? >>
<< Non è che se è figo può fare tutte le cazzate che vuole e
mi basta questo, eh? >>
<< Certo!! >>
Lei ride, io non sono d’accordo.
<< Boh, vedremo come va! Oggi però non ci vediamo. >>
<< E va beh! Sarà per domani! >>
Mi rassicura, ma non riesce nel suo intento.
<< Ma io non ho il suo numero di cellulare! >>
<< Brava pirla! >>
<< Lo chiedo oggi a Marta! >>
<< Che idiota! >>
“In effetti… O forse no. C’è una spiegazione al fatto che non mi è
passata per la mente l’idea di chiedergli il numero?”
<< Ci vediamo oggi alla solita ora. >>
<< Ok, dai, ciao! >>
<< Ciao! >>
<< E sii felice!! >>
Chiudo la chiamata.
“Felice, si, è una bella parola e da oggi sarò felice!!”
Mi
risveglio tra le mie lenzuola.
“Una
bella dormita è quello che ci voleva…”
Ieri
ho dormito quell’ora che non mi ha fatto aver sonno per un bel po’. Per evitare
di pensare ho fatto tutto il possibile, tra la tv e la play, fino a quando il
mio fisico ha chiesto aiuto e io l’ho accontentato e sono andato a
dormire.
Sono
le mezzogiorno e un quarto. Eric mi sta guardando da lontano per vedere se mi
sveglio.
<< Ah,
ti ho visto!! Hai aperto l’occhio!! >>
Mi
giro dall’altra parte maledicendolo.
<< Eric,
ma perchè rompi sempre? >>
<< Così… >>
<< Bella
motivazione… >>
Caccio
la testa sotto il cuscino, ma neanche questo riesce a non farmi sentire quella
sua voce stridulante.
<< Cosa
hai fatto ieri pomeriggio? >>
<< Dormito… >>
<< Ma
dormi sempre? >>
<< Ieri
notte sono stato sveglio. >>
<< Tu
sei tutto sballato!! >>
Sento
la sua voce sconcertata.
<< Ma
si può sapere che vuoi? >>
<< Ma
non vuoi sapere come è andata ieri? >>
E’
l’ultima cosa che in realtà vorrei sapere.
<< Come
è andata? >>
<< L’ho
fatto! >>
<< Bravo… >>
<< Ma
non sai dirmi altro? >>
<< Com’è
stato? >>
Sbadiglio
sempre ad occhi chiusi e mi risistemo bene sul cuscino.
<< Se
me lo chiedi così non c’è gusto! >>
<< Eric
non rompere il cazzo!! Sono assonnato!! >>
<< Uffa…
Beh, comunque: è stupendo!! Poi avevi ragione… Carlotta è bravissima ed ha un
corpo… Perfetto! E’ davvero bellissima. >>
<< Quindi
l’hai fatto con Carlotta? >>
<< Certo!
E con chi se no? >>
Mi
guarda strano. Vorrei rispondergli:
“<< Tutti
tranne Carlotta! >>
Ma
cosa cambierebbe? E poi cosa me ne frega??”
<< Sono
felice per te… >>
< < Sai
che ultimamente sei strano? >>
Mi
alzo dal letto e mi dirigo al bagno senza neanche degnarlo di uno sguardo.
<< Perchè
non ti comporti più come prima? Il Robbie che conosco io si sarebbe interessato
e avrebbe scherzato con me! >>
Lo
guardo negli occhi e poi mi giro verso il lavandino e mi lavo la faccia.
<< Robbie,
rispondimi!! >>
Mi
asciugo la faccia e vado in cucina. Non gli rispondo semplicemente per il fatto
che non so cosa rispondere.
“Perchè
non mi comporto più come prima? E’ una bella domanda…”
<< Robbie!! >>
Mi
giro verso di lui e con la voce alta e da incazzato gli rispondo, finalmente.
<< Perchè
sono cambiato! Ok? Non lo so neanch’io se ti fa stare meglio, non lo so perchè
sono diverso!! Non so niente!! E non riesco a capirlo neanche io, come pretendi
di scoprirlo tu? Mi passerà, ma ora lasciami in pace!! >>
Lui
rimane un attimo di sasso, poi riprende.
<< Come
vuoi… Io mi preoccupo per te! >>
< >
Accendo
il gas mettendoci sopra la caffettiera e mi preparo un bel caffè dividendolo
con mio fratello. Stiamo tutti e due seduti al tavolo, ma in silenzio. Ognuno
fa colazione per conto suo, pur nella stessa cucina e nello stesso tavolo.
Guardandoci ogni tanto negli occhi, ma senza dirci niente. Finisco di bere
dalla tazzina, la metto in lavastoviglie e mi dirigo in camera.
“Povero
Eric… Mi dispiace se non posso risponderti, mi dispiace se ti tratto così, mi
dispiace se non riesco a confidarmi con te, mi dispiace, sul serio, ma
purtroppo non lo so neanche io… E devo scoprirlo.”
Suonano alla porta. Io, come al solito, sono sul divano a non fare
niente, a rilassarmi e ad ascoltare la musica. Ma la solita rompi, come un orologio
svizzero, deve sempre arrivare e chiamare nei momenti meno opportuni.
<< Ciao Ali… >>
<< Ciao Ale!! >>
Mi abbraccia. Rimango scioccata.
<< Sei felice immagino. >>
<< Si, tantissimo!! >>
<< Che succede? >>
La faccio entrare e chiudo la porta. Lei comincia a saltellare in
camera mia.
<< Non lo so… E’ un periodo che sono stramegafelicissima!!!!
Dimitri ti adoro!!!!! >>
La guardo invidiosa.
<< Wow… Non sapevo fosse capace di rendere così felice una
persona quello sgorbietto!! >>
<< Ma smettila!!! Chissà com’è il tuo!! >>
Mi guarda con aria da superiore.
<< Il mio è stupendo! >>
<< Immagino… >>
<< Guardati! T’ha già fatto dimenticare Edo!! >>
All’improvviso il suo sguardo si rattrista, smette di saltellare e
si siede sul divano.
<< Perché te l’ha fatto dimenticare, vero? >>
Si poggia il viso nelle mani e poi lo ritira fuori tristemente
guardandomi.
<< No… Come faccio a dimenticarlo? Ha segnato tutti i miei 13
e 14 anni!! Non posso cancellarlo dalla mia mente da un giorno all’altro per
colpa di uno sgorbietto!! >>
<< Sgorbietto? >>
<< Edo è Edo, cavoli! >>
<< Quindi se Edo te lo venisse a chiedere mentre tu stai con
Dimitri… Lo lasceresti? >>
Fa finta di pensare.
<< A dire il vero… Subito! Senza neanche pensarci due volte!!
Se Edo venisse a chiedermelo…. Non me ne può fregar di meno di Dimitri! >>
<< Ma poverino! >>
<< Dai, ma che domande! E tu? L’hai già dimenticato
Eric? >>
All’improvviso si spegne anche il mio di sguardo e mi siedo a
fianco di Alice.
<< Non dimenticherò mai la meraviglia della natura!! Alice,
Eric per me… E’ la perfezione in persona! >>
<< E se te lo chiedesse? Mirko? >>
<< E chi se ne frega di Mirko! >>
<< Allora vedi? >>
<< Ma che domande stupide che faccio a volte!! >>
<< Sempre! >>
<< No, non sempre! >>
Mi mette una mano sulla spalla e mi guarda con una faccia
scherzosa e muovendo la testa su e giù.
<< Sempre, sempre… Fidati! >>
Faccio l’offesa e mi giro dall’altra parte. Poi però decido di
cambiare discorso. Questo rende tristi tutti e due.
<< Come è andata la giornata di ieri? >>
<< Non c’era Robbie al mare, non so perchè, mentre noi cosa
vuoi che sia successo? Assolutamente niente! Io e Dimitri siamo stati assieme
tutto il tempo e quella ignorante di un Carolina è stata tutto il tempo con
quel meraviglioso esemplare di ragazzo… >>
<< Ovvero? >>
<< Edo! >>
Sorrido dicendomi che era inutile chiederlo.
<< Logico… E per oggi come siete d’accordo? >>
<< Spiaggia, solita ora e sera non lo so perché a me non
interessa! >>
<< E quale sarebbe la solita ora? >>
<< Veramente… >>
Guarda l’orologio e poi mi rivolge lo sguardo con aria
preoccupata.
<< 10 minuti fa… >>
<< Dirmelo prima no? >>
<< Non ci ho pensato… >>
Stiamo due secondi immobili, ci guardiamo negli occhi preoccupate
e ci alziamo tutte e due di corsa, lei verso gli zaini e io verso l’armadio.
<< Muoviti! >>
Mi urla Alice.
<< Muoviti… E’ colpa tua se siamo in ritardo! >>
<< Mia? Sei tu che mi hai fatto quella stupida
domanda! >>
Rimango spiazzata.
<< Stupida? Volevo informarmi su cosa ha fatto ieri la mia
migliore amica! Ti sembra una domanda stupida?? >>
<< In questo caso si! >>
<< Muoviti, dai! >>
Mentre parlo entro nell’armadio e scelgo la gonnellina rosa con
una maglia senza maniche bianca dove dietro le spalle rientrano in dentro con
una scritta che dice ‘Motivi’. Prendo il mio costume, lo indosso e mi vesto.
Preparo lo zaino, prendo Zorro e usciamo.
<< Mica c’è da portar fuori quel tuo stupido cane? >>
<< Certo Ali, cosa speravi! >>
<< Muoviti! >>
Usciamo, portiamo fuori il cane, lo riportiamo e andiamo alla
spiaggia. Eccocela davanti. I ‘Tre Ponti’. Per un giorno non l’ho vista e mi è
mancata.
Siamo
al mare. Tutti sono andati a fare un bagno, ma io non ne ho voglia. Preferisco
stare qui a prendere il sole. Dimitri resta fuori con me.
<< Ehy,
Dimi… Perchè non vai a fare il bagno? >>
<< Devo
aspettare Alice .>>
Penso
un po’.
“Alice…
Alice… Alice!!! L’amica di Sfig!!!”
<< Ci
sarà mica anche Sfig? >>
<< E
chi è Sfig? >>
“Non
è un nome tanto diverso dalla personalità di quella ragazza, perchè tutti fanno
sempre la stessa domanda?”
Rispondo
con aria scontata.
<< Come
chi è Sfig? L’unica sfigata che ci possa essere in questo gruppo!! >>
<< Alessia? >>
<< E
chi se no? >>
<< Ma
Ale non è una sfigata!! >>
Lo
guardo cercando di farlo ragionare.
<< Ah,
no? E allora perchè hai pensato subito a lei? >>
<< Perchè
è l’unica che possa arrivare con Alice!! Dovresti conoscerla meglio… >>
<< Non
ci tengo, grazie. >>
<< Ciao
Dimitri!! >>
Si
sente la voce di Alice in lontananza che sta correndo verso di lui.
<< Oh,
finalmente! E’ da mezz’ora che ti aspetto!! >>
<< Scusami,
ma Ale non si sbrigava! >>
<< Cosa?? >>
Sento
la sua voce.
“Allora
oggi c’è…”
Mi
sento quasi felice, ma non è di certo per lei. Spontaneamente mi viene da
girarmi in quella direzione. Ed eccola lì. Con i suoi lunghi capelli castani
che risplendono con la luce del sole. Due gambe perfette fuoriescono da una
graziosa gonnellina rosa a pieghe con sopra una maglia senza maniche tutta
bianca, con alle spalle le spalline dello zaino, uno nero. I suoi occhi si
girano verso i miei e mi guarda diversamente di come stava guardando Alice.
Prima rideva ed era con occhi spalancati e tranquilli, ma quando si è girata verso
di me ha smesso di sorridere lentamente e i suoi occhi mi guardavano più
intensamente.
<< Ma
guarda un po’ chi si rivede… Sfig!! Si stava così bene senza di te qui! >>
<< Ant!
Che dispiacere vederti! >>
<< Vale
la stessa cosa per me! Ora non rompere, devo riposare! >>
<< Nessuno
ti ha chiamato! >>
Mi
viene da sorridere.
<< Va
beh, mentre voi litigate, io e Ali andiamo a fare il bagno! >>
Dimitri
ci interrompe. Alessia si gira verso di loro e così guardo anch’io staccandomi
per forza da quegli occhi che mi prendono tanto, senza motivo. Alice è già in
costume mostrando così un corpo troppo magro e alto in un costume bianco a
fiori rosa. I boccoli biondi le cadono sulle spalle con le ultime ciocche
terminanti sul suo seno.
<< Non
preoccupatevi, vi raggiungo anch’io! >>
Alessia
si intromette. Li vedo allontanarsi a braccetto e noto lei incantata a
guardarli andare via. Poi, cerco ancora di parlarle.
<< Uffi,
ma sei ancora qui? >>
<< Se
tu mi lasciassi sistemare invece di farmi litigare con te, a quest’ora sarei
già là a farmi il bagno! >>
Mi
guarda male, io non riesco a rivolgerle lo stesso sguardo.
<< Oh,
allora ti lascio stare così ti levi presto dai piedi! >>
<< Grazie! >>
<< Mio
dovere, per salvarmi!! >>
<< Ovvio! >>
“Che
antipatica che è…”
Ma
nonostante questo mi viene da sorridere solo a guardarla, ma sorridere in
positivo ed è la cosa che mi da più fastidio di tutte. Poi la vedo spogliarsi.
Togliersi la sua maglietta e la sua gonnellina e rimanere in costume
lasciandosi nuda davanti a me. Per un attimo mi viene voglia di toglierle quel
costume…
<< Cosa
c’hai da guardare? >>
<< Cosa
aspettavi ad andartene! Sei ancora qui? >>
La
vedo fare una brutta faccia e girarsi dall’altra parte allontanandosi da
me.
La
continuo a seguire con lo sguardo e noto di essere attratto da quei cordini del
costume che scendono lungo la sua schiena abbronzata terminanti quasi sulle
mutande, dove si intravedono due bei buchi a fondo schiena e un culo stupendo.
Mi giro dall’altra parte e mi lamento ad alta voce.
<< Povera
Sfig… Non ha nessuna parte del corpo sulla quale puntare!! >>
Mi
guardo in giro e dopo mi corico sull’asciugamano a pancia in su mettendomi le
cuffie del lettore cd nelle orecchie con dentro un cd di M2O e chiudo gli
occhi.
Mi
sento in colpa perchè so di aver detto una grande mega cazzata.
Arrivo alla riva. Tutte che mi guardano male, tutte tranne Marta.
<< Ale!! Come stai? >>
<< Bene e tu? >>
<< Benissimo! L’hai più sentito Mirko? >>
Ritorna quel tono di tristezza.
<< Non ancora! A proposito… Mi devi dare il suo numero di
cellulare! >>
<< Va bene! Ma aspetta che sia lui a farsi sentire! >>
<< Ok, però dammelo! >>
<< Certo! >>
Mi inserisco nel cerchio e incomincio a giocare a pallavolo
anch’io. Quasi nessuno me la passa, così ne approfitto per buttarmi in acqua e
andarmi a fare una nuotata. Quando ritorno gli altri sono a sbaciucchiarsi tra
di loro oppure a fare il bagno e scherzare insieme. Io esco dall’acqua, vado a
farmi una doccia e raggiungo gli asciugamani.
“Oh, no! C’è anche Robbie… Non ci avevo pensato.”
Sembra che stia dormendo. E’ a pancia in su con le cuffie della
musica nelle orecchie e con i raggi del sole che gli picchiano sulla faccia.
Così mi corico cercando di non fare rumore, di non svegliarlo. E penso di
riuscirci. Mi metto in una posizione da dormire per rilassarmi anch’io, ma mi
viene voglia di guardarlo. Non so il perché. Così mi giro verso di lui e mi
alzo un attimo per ammirarlo posizionandomi sopra di lui, sorrido e dopo
ritorno al mio asciugamano restando sempre girata verso di lui tenendo la testa
sulla mia mano e penso.
“Dormendo sarebbe anche carino, se solo non fosse così stronzo…”
Lo guardo ancora per un po’ e dopo prendo nello zaino il mio
lettore cd e me lo metto nelle orecchie con il cd ‘Unstable’ degli Adema. Alla
fine mi metto a pancia in su anch’io per prendere il sole. Neanche pochi
secondi e sento già il calore sulla faccia. E vorrei pensare a ieri, ma il
pensiero di Robbie mi contrasta tutto.
“Mi ha rovinato la giornata!”
All’improvviso arriva ombra e attraverso gli occhi chiusi, non
riesco a vedere il giallo della luce del sole. Così li apro e non riesco a
capire… Mi ritrovo faccia a faccia con Robbie che si mette a ridere.
<< Non riesco a capire come tu ti diverta a guardarmi mentre
dormo Sfig… Così stavo cercando di capire anch’io cosa si provava, ma mi viene
voglia di ritrarmi subito da quella tua brutta faccia, quindi, la domanda mi
sorge spontanea… Mica ti piaccio, mi devo preoccupare? >>
“Che figura di merda!! Era sveglio sto stronzo!!”
Lo spingo via e mi metto seduta.
<< Assolutamente no!! Ma ti sei visto? >>
<< Certo, mi vedo tutti i giorni allo specchio e non mi
stupirei se ti piacessi, sono talmente figo! >>
Mi metto a ridere.
<< Tu? Figo? Forse hai sbagliato e invece di guardare lo
specchio guardavi una foto di tuo fratello!! >>
“Oddio!! Cosa ho detto?”
Si gira di scatto verso di me e sorride con quella faccia da presa
per il culo.
<< Ti piace mio fratello? Eric? Glielo devo subito andare a
dire!! >>
<< No, aspetta un attimo! >>
<< Non ci penso nemmeno!! EEEEEERIIIIIIIIIIIIIIC!! >>
Lui incomincia a correre verso il mare e io vado al bar a
prendermi una granita, per non vedere tutta la scena da presa per il culo. Ma è
più forte di me. Dalla finestra guardo in quella direzione e lui e Eric sono lì
a ridere.
<< Eric,
lo sai che piaci a Sfig? >>
<< Sfig?
Ah, Ale… E allora? >>
<< Volevo
dirtelo perchè lei si incazza se te lo dico! >>
Mi
giro verso di lei, ma non c’è più agli asciugamani. La cerco in giro e la trovo
a spiare dalla finestra del bar, così mi metto a ridere e la indico a Eric
contagiandolo.
<< Cazzo,
Robbie… Mi dispiace… >>
Lo
guardo serio.
<< E
di cosa? >>
Lui
sorride.
<< Lo
so che volevi piacere tu ad Ale, mi dispiace… >>
Ecco
che l’ira cerca di salire.
<< Tu
sei tutto fuori!! Non mi interessa minimamente!! >>
<< Ah,
si? E allora come mai è l’unica ragazza di cui mi hai parlato da quando sei,
come dici tu, cambiato? >>
Lo
guardo ad occhi spalancati.
<< E’
solo un caso… Mi sembra che te ne sto parlando male, no? >>
<< Il
fatto è che me ne parli sempre! >>
<< Che
cazzo dici!! Non è vero… >>
<< Però
non puoi negare che ci pensi sempre!! Dì la verità! >>
<< Tu
sei tutto andato! >>
Rido
meno di prima, perchè ha ragione. Purtroppo ci penso quasi sempre. E’ sempre
nei miei pensieri.
“Ma
perchè?”
Mi
sento tirare da un braccio e vengo girato da Sfig che quasi mi assale e mi urla
addosso.
<< Io
ti detesto Robbie, Eric, si, mi piaci, e allora? C’è qualcosa di male? E tu
Robbie, sei un grande stronzo, io non so neanche che diavolo ti ho fatto e tu
mi tratti così da schifo. Io ti odio! >>
La
guardo stralunato. E’ sempre stata abbastanza timida nelle risposte. Non l’ho
mai vista così incazzata e sa anche essere determinata. Si
siede sull’asciugamano tenendosi con le braccia le gambe e si gira verso il
mare, incredula anche lei, penso, di avere fatto una grande stronzata. Io e
Eric ci guardiamo male. Lui va verso di lei e ci si inginocchia vicino.
<< Dai
Ale… Non esagerare, mio fratello non è così odioso se lo conoscessi
meglio… >>
Lui
mette la mano sulla sua spalla e a me viene voglia di fare lo stronzo della
situazione anche perchè mi vengono i nervi quando una persona si altera così
facilmente.
<< Ma
dai Eric!!! Cosa stai facendo!! Come fai a parlare così bene a Sfig!! Su, non
ti riconosco più!! Lei… E’… Sfig!!! >>
<< Robbie,
ma smettila di fare il coglione! >>
Vengo
azzittito da mio fratello senza neanche degnarmi di uno sguardo ed Alessia
parla come se io non avessi mai detto niente.
<< Ma,
Eric, me lo spieghi come faccio a conoscerlo meglio se lui è così
scemo? >>
<< Ma
senti chi parla!! Vuoi metterti in competizione Sfig? >>
Si
alza e mi si piazza davanti.
“Mi
fa quasi ridere…”
<< Hai
qualche problema? >>
<< Pensavo
l’avessi notato! Sei tu il mio problema! Perchè non te ne vai? Nessuno qui ti
vuole! >>
La
guardo deciso.
“Almeno
i miei problemi sarebbero risolti.”
<< Non
te la darò vinta! >>
<< Robbie,
io la voglio qui! >>
Mi
giro verso Eric che mi sveglia dalla concentrazione che ci metto nel litigare
con Sfig e lei guarda prima lui e poi me con aria soddisfatta.
<< Non
dirai sul serio, spero! >>
<< Eccome!
Robbie, non so che ti stia succedendo ultimamente, ma non vai bene
così! >>
La
guardo e mi rivolgo verso mio fratello meno deciso della grinta che ci metto
nel litigare con Alessia.
<< Non
lo so come mai, mi fa innervosire e basta! >>
<< Robbie…
Lei ti piace!! >>
Spalanco
gli occhi.
<< Cosa???
Ancora? Oh, ma che schifo!! Come ti fanno a venire in mente certe
cose!!! >>
<< Mah…
Non lo so, sai? Sei stranissimo!! >>
La
decisione ritorna nei miei occhi.
<< Sbagli!! >>
Decido
di abbandonare quella stupida lite con quella stupida ragazza e mi corico in
silenzio sul mio asciugamano. Dopo un po’ lei fa lo stesso.
<< Va
beh! Ora che siete più tranquilli vi lascio, mi stanno aspettando. >>
Eric
se ne va e il silenzio ritorna in quel pezzo di sabbia. Solo le parole
dell’altra gente si sente. Ma è come se fosse silenzio, fino a quando penso di
nuovo a lei.
“Ce
l’ho vicino e ci devo pure pensare? ...”
Non penso a niente. Ora risento la tranquillità, risento il suono
del mare, il calore del sole, la morbidezza della sabbia.
<< Ce l’hai il ragazzo? >>
“Robbie che mi fa una domanda del genere? E con un tono
normalissimo??”
<< Si! >>
Rispondo decisa e soddisfatta della mia risposta. Lui si mette
seduto.
<< Ah, ah, ah!! E chi è questo sfigato? >>
“Lo sapevo… Era impossibile che fosse una domanda normalissima!!”
Mi sistemo seduta anch’io.
<< Non è assolutamente uno sfigato, al contrario di
te! >>
Gira gli occhi.
<< Uffa!! Io non sono uno sfigato, lo sei tu! E come si
chiama? Di dov’è? >>
<< Ma cosa te ne frega? Cos’è? Sei geloso? >>
Mi metto a ridere pensando al riferimento di prima di Eric.
<< Non ti ci mettere anche tu, per favore!! Mi preoccupo
veramente ora!! Per chi mi hai preso!! Volevo solo testare se eri pronta alle
mie domande da capire se ce l’avevi veramente!! Ma, a quanto pare, rimani
ancora una sfigata! >>
<< Si chiama Mirko ed è di Bordighera! >>
<< Io ne conosco un po’ di ragazzi di Bordighera… E’ mica
Mirko Certini? >>
Mi accorgo di non sapere neanche il suo cognome.
<< Veramente… >>
<< Si, è lui. >>
Sento la voce di Marta dietro di me.
“Grazie per avermi salvato!!”
<< Ecco! >>
Mi giro verso di lei e le faccio un sorrisino che dice “Grazie” e
si sistema sul suo asciugamano.
<< Lui? Si, sei ancora una sfigata! >>
<< E perché? >>
Sorride guardandomi come una persona guarda un’altra per dire che
è senza speranze.
<< Tu credi veramente di fare una storia con lui? >>
<< Si! Perchè continuate a dirmi così?! >>
Diventa serio.
<< Perché lui non vuole fare storie, lui è uno così! Uno che
usa e getta, ma cosa credi? Ma è possibile che non sai riconoscere le persone?
Si vede lontano un miglio! Guarda, rimarrai comunque una sfigata, sempre e
comunque! Quand’è che diventerai una di noi, non lo so… Tu sei fuori dal
gruppo, non ne sei degna, sei una sfigata! >>
Mi viene il magone, come al solito. Non sono mai capace ad
incassare le critiche senza poi dover farmi venire il nodo alla gola.
“Quanto mi odio!! E odio pure Robbie.”
La voce incomincia a tremare.
<< Io non ti capisco… A volte mi chiedo se tu abbia dei
sentimenti. A me pare proprio di no… Hai proprio ragione. Sono una sfigata,
perché tutte le volte che mi succede qualcosa di bello, se mi succede, mi
devono capitare altre 10.000 cose brutte, che mi fanno stare sempre male, e
quindi non riesco mai ad essere felice, poi se ti ci metti anche tu, io sono
proprio a posto! Quando sto con te non riesci a far altro che farmi stare
sempre male, non ti sopporto! Quindi ora
vedi? Hai vinto! Sono una sfigata e non sono degna di stare nel vostro gruppo,
anzi, se vuoi saperlo, neanche volevo entrarci per paura di incontrare delle persone
come te che si vantano di tutto e si credono i più fighi, ma ho dovuto farlo e
devo continuare a farlo, per Alice che è la mia migliore amica, 1) perché non
voleva stare da sola in questo gruppo di merda, 2) per uscire la sera, ora ci
sei? Spero che tu ti sia divertito abbastanza! >>
Silenzio.
Mi viene tristezza.
“Perchè ho reagito così?”
Lei si corica sull’asciugamano e Marta incomincia a parlare.
<< Lui non voleva ferirti, è solo… >>
La interrompo cercando di rimediare.
<< Ha ragione Marta, Sfig… Forse ho esagerato un po’, ma solo
un pochino, forse… Ma io lo conosco quello lì e lo conosce benissimo anche
Marta. Ma veramente bene… Vero Marta? Diglielo! >>
Alessia si rimette seduta e guarda Marta con una faccia incredula.
<< Che cosa vuole dire? >>
Lei le risponde guardando altrove.
<< Che io e Mirko siamo stati insieme, se così si può
dire… >>
Subito Alessia rimane pietrificata, poi reagisce.
<< Cosa??? E non mi hai detto niente? >>
<< No… >>
<< E perché? >>
<< Perché sinceramente volevo dimenticare, non mi sembrava
così un particolare da dire, dato che mi avrebbe fatto riaffondare nei ricordi…
Ma ora… Eccoci qui, non sono riuscita ad evitarlo… >>
Lo sguardo di Alessia è triste, ma anche arrabbiato.
<< Me ne avresti dovuto parlare prima… >>
<< Hai ragione, scusami… Comunque ora ti racconto. >>
<< Ti ascolto. >>
<< Poi però non dirmi che ti dicevo così per farti stare
male, eh Sfig? >>
<< No Ant… Tu lo fai sempre, sia con l’argomento di Mirko che
senza. Vai Marta. >>
Rimango male alla battuta, decido di risponderle, ma mi rendo
conto che questa situazione l’ho creata io e rimango zitto.
<< Ok… Allora… La prima volta che l’ho visto è stata due
estati fa… Stavo andando da mio nonno, come al solito, poi ho visto questo
gruppetto di ragazzi che scherzava guardandomi e rideva. Poi Mirko ha detto
qualcosa ai suoi amici ed è venuto verso la mia direzione, al tempo non
guardavo i particolari, vedevo solo un ragazzo fighissimo che si avvicinava
verso di me… E sai cosa mi ha detto? “Wow, che bella ragazza… Te l’ha mai detto
qualcuno che sei davvero bella? Mi piacerebbe vederti qualche volta…” Io
sorridevo come un idiota. “Allora? Facciamo sta sera?” Ha detto così a grandi
linee e io cosa potevo rispondergli? “Certo!” Non l’avessi mai detto... Da
quella sera, il mio primo becio… Siamo stati insieme per un mese e mezzo, ma io
mi ero già così innamorata di lui, non riuscivo a farne a meno! Sai com’è
finita? Lui è venuto da me e mi ha detto: “Senti, mi dispiace, ma non mi attiri
più… E poi non sai quante me ne sono fatte quando stavo con te, quindi è meglio
che la finiamo qua, ok?” Da scema non ho avuto il coraggio di tirargli una
sberla in faccia, ma ho girato i tacchi e me ne sono andata, con le lacrime che
mi scendevano giù per le guance. La sua frase me la ricorderò sempre, come la
sua espressione mentre la diceva… Divertita!! Sono stati mesi da incubo quelli
dopo e, grazie a lui, ora non riesco mai a lasciarmi andare totalmente con un
ragazzo, neanche con Luca che ci sto da mesi! Ora capisci perché sono così
rigida sul fatto che non voglio che tu lo frequenti? Non voglio che tu passi
quello che ho passato io! Credimi, non è una bella persona! >>
<< E perché ora ne sei di nuovo amica? >>
<< Amica è una parola grossa… Io sono amica del suo gruppo,
non è colpa mia se lui è lì dentro, faccio solo l’indifferente! Li ho
conosciuti man mano che andavo da mio nonno anche perché Mirko è raro che ci
sia, è per questo che ti ho portato, per farti conoscere gli altri, non Mirko,
non pensavo che lui ci fosse! Ma anche tu… Proprio lui dovevi andarti a
pescare? >>
Alessia abbassa lo sguardo e ricomincia a parlare.
<< Ma, in due anni, non può essere cambiato? >>
“Ma si può?? Non ha ancora cambiato idea dopo quello che le ha
raccontato Marta?”
<< Tu ti fa troppe illusioni Sfig! >>
<< Sta zitto Ant! >>
Marta riprende a parlare.
<< Certo! Può essere cambiato… Ma io sapevo che stava con una
tipa, Federica, e uno dei suoi sintomi è che aveva sempre tanti impegni…
>>
<< Ti dico quello che ti ho detto ieri sera. Fammi provare.
Lo so, sono una stupida, non è che non ti credo… E’ solo che mi piace troppo e…
Voglio provarci insomma! >>
Marta le sorride.
<< Ti capisco… Volevi il suo numero? >>
Io guardo tutto ciò allibito.
<< Certo che voi ragazze siete proprio strane… Avete una
risposta davanti al naso che è anche ovvia, e voi ci girate attorno facendo
finta di non vederla a rischio di farvi del male? Via… Ragazze… Sfig non mi
sembra una ragazza… >>
<< E che ti sembro? >>
<< Un mostro! >>
Io scoppio a ridere, ma nessuna delle due fa lo stesso. Si
aggiunge Marta
<< Piantala Robbie! E comunque devi ancora conoscerle meglio
le ragazze… >>
<< Ma io dopotutto lo capisco Mirko… E’ molto più divertente
beciarsene tante e divertirsi, ma quello che non capisco è… Perché fare storie
e ferire così i loro sentimenti?? Quella è proprio bastardaggine!! >>
Nessuna bada a me.
<< Allora, prendi nota Ale. >>
Prende il cellulare dalla tasca dello zaino e digita tutti i
numeri che le vengono dettati. Io continuo a guardarla. Muove le sue dita su
quella piccola tastierina del cellulare, un sony ericson, e i capelli le
scendono sul viso privandomi di ammirare i suoi occhi. Poi con la mano libera,
si mette dietro l’orecchio quei capelli che le scendono davanti e io posso
vederla, nella sua naturalezza, l’ammiro senza il desiderio di litigarci, senza
vederla arrabbiata. Non l’ho mai vista normale o triste o scherzare con gli
amici. E scopro anche che mi piace guardarla… E mi dispiace che una come lei
sia capitata tra le mani di un deficiente come quello. Si vede che è una
ragazza fragile e sono triste nel fatto che lei possa soffrire. Sono tutti
movimenti e pensieri che capitano nel giro di pochi secondi, ma nel guardarla
mi sembra un rallenty.
Finito di digitare il numero mi guarda e continua a fissarmi.
Robbie mi sta guardando e io ricambio il suo sguardo,
incantandomici.
<< Ehy, Sfig, mi preoccupi… Smettila di guardarmi! >>
Mi scrollo dall’incantesimo, lo guardo ancora e poi mi preparo.
<< Dove vai? >>
<< Via, almeno sei più felice, ci vediamo domani. >>
<< Speriamo di no! >>
Robbie non l’ascolto.
<< Ale, ma che fai? Perché? >>
A Marta decido di rispondere, invece.
<< Veramente, voglio andare a casa… Ci vediamo
domani. >>
<< Ma ti senti bene? >>
<< Benissimo, voglio solo andare a casa. >>
“Odio mentire…”
<< Certo Sfig, a me non la racconti, vuoi che ti porti a casa
in braccio? Mi sembra che non ti riesca a reggere nemmeno! >>
<< No, grazie Ant, ci riesco benissimo, non ho bisogno del
tuo ‘prezioso’ aiuto.. .>>
“Oggi sei la persona che più detesto al mondo.”
<< Come vuoi… >>
Mi metto lo zaino in spalle e mi giro verso Robbie. Mi fa il segno
del ‘Vaffanculo’ col dito medio. Contraccambio. Poi vado alla ricerca di Alice.
La vedo allontanarsi da me, sempre più lontana e la seguo con lo
sguardo, poi Marta mi interrompe.
<< Ehy, Robbie… Perchè la guardi? >>
Scrollo la testa e guardo Marta ridendo.
<< Io? Non la sto guardando!! >>
<< Come no, Robbie… Si vede lontano un miglio! >>
<< Voi tutti vedete veramente male… >>
“L’unico sei tu Robbie a vedere male…”
<< E allora che stavi guardando? >>
<< Ero incantato. Guardavo il vuoto! >>
<< E il vuoto si muove, caso strano, nelle direzioni dove si
muove Ale? >>
Marta mi guarda con un sorriso stampato in viso e io contrattacco
restando serio.
<< Si, è una coincidenza, un caso strano, anzi, ora che me lo
hai fatto notare, mi corico e mi disincanto, contenta? >>
<< Sei tu che dovresti essere contento, non io. .>>
<< T ranquilla, contentissimo. >>
In mare ci sono altri, ma non lei. Vado a salutarli e loro neanche
mi ascoltano.
“Non ne vale neanche la pena…”
Poi la vedo dagli scalini del bar, nell’angolo dove giocano a
calcio.
Dimitri, Edoardo, Francesco, Samuele e Luca sono lì, mentre Alice
è seduta sugli scalini insieme a Veronica e Carolina, ma lei non parla con
loro. Sta fissando qualcuno. Probabilmente Dimitri, ma mi accorgo,
avvicinandomi, che non sta guardando Dimitri, ma Edoardo. Mi viene da ridere.
Passo di lì.
<< Ehy raga, io vado! Ci vediamo domani! >>
Alice mi guarda
<< Che succede? >>
<< Niente, ho bisogno di andare a casa, tu rimani
pure! >>
<< Certo! >>
<< E goditi lo spettacolo… >>
Poi le faccio l’occhiolino, guardo Edoardo, le sorrido e vado,
alla ricerca di casa mia dove potermi sfogare.
Mi giro ancora verso Alessia. Sta salendo gli scalini, gli ultimi.
Poi si ferma, si gira verso il mare, mi cerca e mi trova. Si blocca, si
sofferma nel guardarmi e io nel fare altrettanto, ma poi mi giro veloce per non
farmi vedere da Marta, ma è troppo tardi. Mi sta guardando con un sorrisino e
rivolge lo sguardo anche lei con il sopracciglio alzato, poi scoppia a ridere.
<< Credimi… Coincidenza. >>
<< Certo, certo… Come no!! >>
Ride ancora con quella sua bella risata solare e io mi corico
sull’asciugamano a pancia in giù a pensare.
“Ale… I suoi occhi… Il suo cordino del costume che scivola sulla
sua schiena… Il suo corpo… Lei… Ale… Tutta Ale… Non a tratti… Interamente lei…
La sua voce… Le sue parole… La sua espressione mentre è incazzata, quella mentre
ride, e la mia preferita, quella al naturale… Dimentico quella mentre sta per
piangere, la più tenera… Ale… Interamente te… Oddio! Mi sono innamorato… Ma
perchè di lei? Cos’hai di diverso dalle altre? Cos’è di te che mi ha fatto
innamorare? Ma sono innamorato? A volte hai bisogno di qualcuno che ti possa
entrare dentro e vedere cosa provi e questa è una di quelle volte. Quando non
sai neanche tu cosa provi. Sono innamorato? Bella domanda… E mi fa una rabbia
non poterlo sapere. Come fai a capirlo? Ale… E tu mi pensi? Tu pensi a me? Tu
sei innamorata di me? Non diciamo stronzate… Tu pensi a Mirko. Tu stai con lui…
E non ti merita. Una ragazza così… Diversa dalle altre, speciale… Lui non ti
merita.”
Poi mi viene un dubbio.
“E io? Io me la merito? Neanch’io… Sono troppo stronzo per lei… Ha
bisogno di uno che la sappia apprezzare sul serio per com’è, che sia disposto a
tutto pur di averla… Io non sono così, anche se mi fa uno strano effetto, come
non ho mai sentito. Forse non posso saperlo se sono innamorato perchè non ho
mai provato un sentimento tale, ma sto male quando non c’è. Voglio litigare con
te, voglio parlarti, voglio guardarti, voglio sorriderti, ti voglio qui… Ti
voglio, semplicemente… Ti voglio.”
Salgo gli ultimi scalini, poi mi giro ancora indietro per guardare
cosa sto lasciando. Sposto lo sguardo verso il mare e nel mentre l’occhio mi
cade nella direzione di Robbie, contro la mia volontà. E lui sta guardando
verso me, ma appena mi vede rivolgergli lo sguardo si gira dall’altra parte. Mi
sale la stessa paurosa agitazione di sempre. Ma non come quella che ho quando sto
con Mirko, ma diversa, migliore.
“Ahhhh, levatelo dalla testa Ale!! Quello è un idiota!!”.
Mi giro e mi incammino verso casa. Intanto penso.
“Sarà vero? Non sarà vero? Dovrò seguire i loro consigli o
infischiarmene?”
Poi la mia mano si muove da sola. Prende il cellulare e scorre giù
nella rubrica, giù… A…B…C…D… Tutte le lettere, fino alla M. Mamma, Marco,
Margherita, Maria Chiara… Mirko. La mia mano si ferma. Faccio per cliccare ok,
per chiamarlo, ma qualcosa mi ferma.
“Ale, hai sentito cosa ha detto Marta? Devo aspettare che si
faccia sentire lui, è meglio.”
Arrivo al portone, apro e salgo le scale. Poi schiudo la mia porta
di casa. Vado in camera mia e poso lo zaino. Metto nel mio stereo il cd degli
Evanescence, ‘Fallen’, mi corico sul divano, poggio la testa sul cuscino e mi
addormento con un pensiero fisso.
“Mi manca. E anche tanto…”
Ed eccomi qui con un nuovo capitolo!!
“Sarà vero? Non sarà vero? Dovrò seguire i loro consigli o
infischiarmene?”
Bella domanda Ale!! Ma lo scoprirete nel prossimo capitolo!!
E Robbie riuscirà a capire che cosa gli sta capitando??
Grazieeee Avril1113!!! Spero ti piaccia anche questo!! J
E grazie a tutti queli che leggono la mia storia anche se non
recensiscono!! Anche se magari per questa volta un eccezione potrebbero
farmela!!! XD
Alla prossima!
Baci
Somoody
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Capitolo 8 *** Libera! ***
CAPITOLO 8
-
-
Un’altra mattina. Il 9 agosto. E’ passata circa una settimana da
quel giorno in spiaggia e di Mirko ancora nessuna traccia.
Mi alzo dal letto, sempre meno speranzosa in una sua chiamata.
Vado in cucina e prendo nella mensola una tazza, poi dal frigo
prendo il latte e ne verso un po’ in essa. Poso il latte in frigo, la tazza sul
tavolo e prendo da un altro scomparto lo zucchero e ne metto tre cucchiai nella
tazza. Lo rimetto a posto. Metto essa nel microonde per riscaldare il latte. 2
minuti. Tiro fuori.
“Bollente!!”
Lo appoggio di fretta sul tavolo, poi da uno sportello tiro fuori
i miei cereali preferiti, quelli della Fitness. Quelli con i petali integrali e
ricoperti di cioccolato.
“Buonissimi!!”.
Dopo aver fatto colazione vado in camera. Mi sale una certa
tristezza addosso tanto che la mano mi fa lo stesso ciocco dell’altra volta,
fino alla M… Ma sta volta non riesce a fermarsi.
“Oddio… Suona!!”
<< Pronto? >>
Sento la sua voce. Non riesco a emettere un suono e chiudo la
chiamata. Comincio a camminare avanti e indietro preoccupata e agitata, ma neanche
1 minuto che il mio cellulare squilla. Su di esso appare il suo nome, quello
che da una settimana mi fa stare male.
Rispondo.
<< Pronto? >>
<< Chi sei? >>
“Come chi sono??”
Il mio cuore si fa pesante.
<< Ciao Mirko… >>
<< Chi sei?? >>
<< E’ bello che tu ti
ricorda di me! >>
<< Io non la minima
idea di chi tu possa essere!! >>
Salgono le lacrime agli occhi.
<< Bello!! Mi fa
piacere!! Neanche una minima idea? >>
<< Senti, mi stai
facendo sprecare… >>
<< Sono Ale! Sempre
che tu ti ricorda chi sono! >>
<< Ale… Come hai
avuto il mio numero? >>
“Questo è deficiente?”
<< Beh, è facile.
Basta chiedere agli amici! E tu come mai non hai il mio? >>
<< Non sapevo a chi
chiederlo! Ti avrei voluto chiamare, ma proprio non sapevo come! >>
“Impara a inventare scuse migliori…”
<< Se ti interessava
tanto potevi comunque chiederlo a qualcuno! Marta lo sapeva!! >>
<< Ma con Marta non
ci parlo quasi per niente!! >>
<< Senti, non mi piace
essere presa per il culo! Non ti interessava più di tanto! Il bello che mi
avevano pure avvisato… Che idiota… >>
<< No, aspetta! >>
“Ho aspettato abbastanza…”
<< Ciao Mirko. >>
Chiudo la chiamata e poso il cellulare sulla scrivania.
“Ma che cosa ho fatto??”
Il mio cuore sta battendo a mille. Sembra che lotti per uscire dal
mio petto.
Il cellulare risquilla, ma lo lascio fare.
-
-
-
-
Un'altra
noiosissima mattina. Noiosa perchè è lunghissima e non vedo l’ora che venga il
pomeriggio.
Sono
seduto alla mia scrivania ed Eric alla sua. Penso, penso e penso. Ogni giorno
di questa settimana l’ho vissuto come un dubbio enorme. Dubbioso su ogni punto.
A partire da Alessia.
Dopo
un po’ mi accorgo che Eric è incantato nel guardarmi.
<< Che c’è?
>>
Lui
sospira e mi guarda intensamente negli occhi.
<< Tu sei innamorato… >>
Vengo
preso in castagna.
“Ma
come cacchio…??”
Cerco
di difendermi.
<< Io non sono innamorato. >>
<< Sei sempre sovrappensiero… Sintomo di uno
innamorato! >>
<< Mi spieghi che cazzo hai fatto per credere di
sapere sempre cosa le persone provano? >>
Lui
guarda altrove come per pensare.
<< Non lo so… Come se avessi un sesto senso!! Un
momento… Vuol dire che ho ragione!! Sei innamorato!! >>
<< Cosa??? No!!
>>
<< E di chi, di Ale? Si, di Ale… Lo so, lo so.
E’ una bella ragazza, però… Non avevi detto che era antipatica? Ma che importa,
sei innamorato, giusto? Non puoi comandare al cuore!! >>
Mi
chiudo le orecchie con le mani.
<< Smettila!! Non sono innamorato, per di più di
Ale!! E io al mio cuore so comandare stupendamente!! >>
<< Sei mio fratello!! Certe cose si sentono!! Lo
so che sei innamorato e guarda che non è una brutta cosa, sai? >>
Cerco
di fare la persona che sono, ma non so come mai, da un periodo a sta parte
questa personalità sento che non si addice a me.
<< E’ da persone che non sanno essere forti e si
lasciano abbattere dai sentimenti… >>
Mi
interrompe con un tone di superiorità.
<< Succede a tutti, sai? Eppure non è che siamo
tutti mollaccioni!! >>
<< Non a me.
>>
<< Mi sembri un bambino… Eppure tu non sei un
bambino, ti comporti così solamente perchè non vuoi ammetterlo. >>
Cerco
di accontentarlo.
<< Hai ragione, mi potrò innamorare, ma un
giorno, non adesso! E soprattutto non di Ale!!
>>
In
lui nasce un sorriso malizioso.
<< Non la chiamavi Sfig? >>
<< E’ uguale! Soprattutto non di Sfig!! >>
<< E perchè non proprio lei? Appunto perchè è
diversa dalle altre! E’ l’unica che non cada ai tuoi piedi e che non è facile
da conquistare! E se ti attirasse questo?
>>
<< Ti consiglio da grande di fare lo psicologo… >>
<< Allora ho indovinato? >>
Mi
alzo dalla sedia e mi allontano.
“Si,
Eric, hai ragione, ma non voglio ammetterlo… Mi dispiace, ma non penso che
riuscirò a confessartelo. Non riesco a crederci da solo! Figurati dirtelo!!”
Mi
giro verso di lui e nel mentre che esco dalla stanza gli dico la frase di
chiusura di questa discussione.
<< A volte gli psicologi possono anche
sbagliare… No, non hai indovinato. >>
Chiudo
la porta dietro di me e poggio le mie spalle contro. Dovrebbe farlo sul serio
lo psicologo.
“Si,
Eric, hai indovinato, è così difficile dirtelo?”
-
-
-
-
Sono le due e trenta del pomeriggio. Il campanello suona. Vado ad
aprire la porta.
<< Ciao Ali… >>
Apro al suo sorriso che mi prende alla sprovvista.
<< Ciao Ale!! Come
stai? >>
Entra e sistema lo zaino sul divano di camera mia. Poi si siede
anche lei. Io chiudo la porta ed entro chiudendo anche quella di questa stanza.
<< Allora? >>
<< Cosa allora? >>
<< Come stai? Mi
sembri un po’ palliduccia… >>
Rivolgo il mio sguardo verso il pavimento.
<< Sta mattina ho
sentito Mirko… >>
<< Davvero??? Ha
avuto la faccia tosta di farsi ancora sentire?
>>
Mi tocco la testa dietro per girovagare il discorso che fra un po’
la farà molto arrabbiare.
<< Veramente l’ho
chiamato io… >>
<< Cosa??? >>
Lei spalanca gli occhi e mi guarda sgridandomi solo con quelli.
Bastano.
<< Non ci resistevo
più!! >>
<< Sei un idiota!!
Dovevi aspettare che si facesse sentire lui! E come è andata? >>
“Malissimo…”
<< Praticamente non
sapeva neanche chi fossi! >>
<< Ma dimmi te!
Quello non ti merita proprio!! >>
<< Prima ho chiamato
io, ma quando ho sentito che lui rispondeva ho tirato giù. Così dopo mi ha
chiamata lui e io ho risposto e continuava a chiedermi chi ero e io continuavo
a dirgli “Ma come non ti ricordi di me.” eccetera… Fino a che non gliel’ho
detto e lui mi risposto che voleva chiamarmi, ma che non aveva il mio numero…
Insomma, tutte cazzate! >>
Lei fa una faccia sconcertata.
<< Ma scusa, il numero
non poteva chiederlo a Marta? >>
<< Ma, guarda, lascia
perdere… E invece te, come va con Dimitri?
>>
<< Mah… Non lo so…
Sempre uguale, non mi piace più come prima.
>>
Alice sbuffa.
<< E’ colpa di Edo.
Ci stai sempre vicino, è logico che poi lo paragoni allo sgorbietto!! >>
<< Non so che fare… >>
Mi metto a ridere.
<< Ma cosa vuoi
fare?? Ma goditi Dimitri e dimenticati sto Edo!! >>
<< Facile dirlo!! >>
Le rispondo come se la cosa fosse scontata e semplice.
<< Basta che non ci
stai sempre vicino!! Io, per esempio, non sono sempre appiccicata a Eric!!
Eppure lui mi piace un casino e riesco così a non pensarci spesso!! >>
Lei cambia espressione, come risvegliata da qualcosa.
<< A proposito… Come
mai tu stai sempre con Robbie? >>
Vengo presa alla sprovvista e le guardo non capendo.
<< Io non sto sempre
con Robbie!! >>
<< Eccome!! Andate
sempre alla ricerca l’uno dell’altro! >>
“Davvero?...”
<< Ma che dici, non è
vero! >>
<< Forse non te ne
accorgi, ma è così!! >>
Mi metto a sorridere e cerco di mascherarmi.
<< Ma Ant è un
idiota!! >>
<< Certo, certo… Dai,
guarda che è figo! >>
“Eh già…”
<< Ma chi se ne
frega!! E’ uno stronzo!! Non fa altro che farmi sempre innervosire! >>
<< Chi odia ama… >>
Alice fa un sospiro quasi sognando.
<< E’ un detto che
non vale niente!! Sono due cose diversissime!! Come fai ad odiare se ami?? E
poi certamente non è il caso tra me e Ant!!
>>
<< Ti piace!! >>
Mi punta il dito contro e si mette a ridere.
<< Assolutamente no! >>
<< Non vuoi ammetterlo,
ma dentro di te ti piace un casino!! >>
<< Sbagli!! Neanche
nel più profondo!! PER-NIEN-TE!! >>
<< Certo… E secondo
me tu piace anche a lui!! >>
Sorrido e la guardo strano.
<< Perché? >>
<< Vedi che ti
interessa?? >>
“Perchè, mi interessa?”
<< Assolutamente no!!
Voglio capire come ti possano venire in mente cose così assurde!! >>
Incomincia a parlare gesticolando.
<< Dal fatto che
quando mi giro è sempre voltato verso di te. E dal modo in cui ti guarda!! >>
<< Di sicuro
imprecherà contro di me!! E’ odio profondo!!
>>
<< Va beh, dai,
andiamo? >>
<< Ok. >>
Vado nella mia solita stanza degli armadi. Prendo i miei
pinocchietto neri di jeans scuro e la mia canotta a righe bianche e rosa.
-
Siamo alla spiaggia. Robbie per una volta è in mare e non
all’asciugamano.
“Finalmente!”.
Scendiamo le scalette e mi sistemo di fianco a tutte le altre
salviette, naturalmente il più lontano possibile da quella di Robbie. Poi mi
spoglio e vado a buttarmi in acqua senza badare ad Alice che è rimasta dagli asciugamani.
-
-
Sono
in mare che sguazzo nell’acqua. Scherzo con gli amici di cose stupide, ma nel
mentre penso a quando arriverà. Quando eccola giungere col suo bel costume
bianco dai bordini rosa che si butta in acqua quasi correndo. Niente la ferma,
neanche il freddo dell’acqua.
Mi
avvicino a lei.
<< Ciao Sfig!!
>>
<< Ciao Ant!!
>>
Cerco
di essere il più naturale possibile.
<< Ti sei ripresa da ieri spero!! Continuavi ad
essere triste per quella testa di cazzo!! Come,
d'altronde, hai fatto tutti i giorni dalla scorsa settimana fino a ieri! >>
<< Come mai tutto questo interessamento? >>
Cerco
la prima scusa che mi viene in mente.
<< Se no poi non ho nessuno con cui litigare!! >>
<< Capisco… Ti piace litigare con me? >>
“Mi
piace tanto di te…”
<< Piuttosto di esserti amico, certo!! >>
Lei
gira gli occhi al cielo, ma subito dopo le scappa un sorriso.
<< Vado a farmi una nuotata!! >>
<< E chi te lo vieta? Almeno ti levi anche da
qui!! >>
<< Quello era il mio obbiettivo!! Non voglio
sprecare altro tempo qui con te!! >>
Continuo
a sorridere.
<< E allora mi spieghi perchè sei ancora qui? >>
<< Perchè sei tu che mi continui a parlare!! >>
<< Si… Ma sei ancora qui!! >>
<< Ma… >>
<< Sei ancora qui… >>
Fa
l’incazzata e la vedo allontanarsi da me verso il largo nuotando a rana
sott’acqua. L’ammiro in ogni suo movimento come sempre, ma Samuele interrompe
il momento.
<< Ehy, Robbie, invece di incantarti a guardare
Alessia, giochi con noi a palla? >>
<< Non mi sono incantato!! >>
Mi
guarda di traverso non badando neanche alla mia risposta di negazione.
<< Allora?
>>
<< Si, vengo…
>>
Mi
giro un’ultima volta verso di lei e la vedo fuoriuscire dall’acqua con tutti i
capelli che le scendono sul collo e ributtarsi dentro lasciando le gambe in
verticale e per ultime. Poi vado verso il cerchio che si è formato e la palla
incomincia a palleggiare sulle braccia degli altri. Manco pochi passaggi ed Alessia
è già qui, a riva. Sta uscendo, ma è girata verso di me. Così vedo che storce
la sua espressione in una scherzosamente arrabbiata e mi mostra il suo dito
medio. Così io le rispondo di conseguenza e poi mi metto a ridere
contagiandola.
“Credo
che sia la prima volta che rida insieme a me. Un passo avanti, no?”
-
-
Vado a farmi la doccia e dopo mi avvicino agli asciugamani per
sdraiarmi accorgendomi, però, che il mio è proprio vicino a quello di Eric e
lui è lì coricato. Così mi sistemo anch’io.
<< Ciao Ale! >>
<< Ciao Eric! >>
Silenzio. Cerco la posizione più comoda possibile per coricarmi
nel mentre che penso che quella compagnia è la migliopre che mi potesse
capitare. Prima di un’altra parola passano cinque minuti.
<< Ma, Ale… Ti piace
mio fratello? >>
Mi giro verso di lui preoccupata.
“No, mi piaci tu!”
<< Cosa? Ma perché
pensate tutti così!! >>
<< Perché sembra
così!! >>
“Non pensare così Eric… Altrimenti sarà più difficile
raggiungerti!!”
<< Non è
assolutamente così!! E’ un deficiente tuo fratello!! >>
<< Questo non esclude
l’altro! >>
Detto questo mi fa l’occhiolino, ma io non ne voglio sapere.
<< Te lo assicuro!! >>
Metto una mano sul petto e l’altra la alzo con l’intento di
giurare.
<< Sarà così… >>
“Che bello che è…”
Mi fa sempre perdere la testa solo guardarlo, perciò parlarci, per
me, è come un sogno realizzato.
<< Io vado al bar,
vieni anche tu? >>
<< Certo! >>
“E come potrei dirti di no, Eric?”.
Ci incamminiamo al bar e ci sediamo ad un tavolino.
<< Prendi qualcosa? >>
<< Una granita e tu? >>
<< Mmmm… Io un tost! >>
<< Ok! >>
Gli sorrido mostrando tutto il mio apprezzamento verso di lui.
<< Vado a prendere
io, dimmi a che gusto la vuoi. >>
<< Anguria! La mia
preferita! >>
Sorride.
<< Ok. >>
“Oltre ad essere un bel ragazzo è anche un tipo gentilissimo. Lo
adoro!!”
<< Tieni che ti do i
soldi! >>
<< Ma fammi il
piacere!! >>
<< No, dai… Prendi! >>
<< Per un euro e
cinquanta!! Che vuoi che sia?? >>
<< Insisto!! >>
<< Ok… >>
Gli do le monete sulla sua bellissima mano e intanto lo guardo
andare al bancone.
-
-
Mi
stufo quasi subito di giocare a palla ed esco dall’acqua. Dopo essermi
sciacquato con quella doccia estremamente fredda, mi dirigo agli asciugamani,
ma su questi non c’è alcuna traccia di lei e adesso che ci penso neanche Eric
era in mare e all’angolo non c’è. L’unico posto che mi rimane da controllare è
il bar.
Mi
avvio verso esso ed entro. Eccola lì, seduta a quella sedia dandomi la schiena,
ammirando il filo del costume caderci sopra…
Sta
guardando Eric indirizzarsi verso il bancone.
“Bastardo
fratello!!”
Mi
dirigo verso di lei e le parlo da dietro.
<>
Noto
fare un saltino di spavento, io sorrido e mi siedo sulla sedia proprio davanti
a lei.
<< Ant! >>
<< Sfig! >>
<< Che cosa orribilissima vederti! >>
“Per
me tutt’altro…”
<< Non dirlo a me! Non pensavo che mio fratello
fosse così masochista da portarti con lui al bar!! >>
<< Almeno non è come te!! >>
Non
voglio che lei pensi che mio fratello sia migliore di me.
<< Ma non farti illusioni!! Lui è gentile con
tutti!! >>
<< Già… A differenza di te!! >>
<< Io sono gentilissimo!! Solo non con te! >>
<< Immagino…
>>
Lei
rivolge lo sguardo altrove.
<< E’ vero!! Non ti fidi di me? >>
Le
scuote la testa, indifferente.
<< Veramente no.
>>
<< Grazie!!
>>
<< Di niente!!
>>
La
voce di Eric interrompe la nostra discussione.
<< Oh, ma non vi posso lasciare soli due secondi
che prendete subito a litigare? >>
Eric
si siede a lato, nel mezzo fra lei e me e le passa la granita sorridendole. “Ti
odio!! Fratello del cavolo!!”
<< Eric, ma come fai a portarla al bar con te?! >>
<< Io non la trovo antipatica come mi hai detto
tu!! >>
Alessia
mi guarda ridendo.
<< Ant! Hai detto che sono antipatica? Ma come
ti permetti?? Sei tu l’Ant, non io!! >>
Con
il suo viso stranamente raggiante nei miei confronti si rivolge a me.
“Che
si voglia far vedere da mio fratello?”
Così,
sorridendo, le rispondo.
<< E non solo che sei antipatica, ma molto di
peggio!! >>
<< Si Ale!! Ha detto che sei una figa da paura!! >>
Io
faccio finta di guardarlo schifata, ma anche stupito dal fatto che io a Eric
non gli ho mai detto nulla del genere.
<< Bleah!! Ma Eric!! Una battuta più stronzata
di questa non potevi proprio dirla!! >>
Eric
continua per la sua strada.
<< E che vorrebbe stare con te, ma non sa come
dirtelo… Lo intimidisci!! >>
Scrollo
la testa.
“Ha
ragione…”
<< Ok Eric, potevi… Hai superato te stesso con
le stronzate!! >>
<< Wow Ant, pensi questo di me? >>
Mi
giro verso di Alessia e non posso fare a meno di sorridere.
<< Manco morto!! Ma mai e poi mai dirò una cosa
del genere!! >>
<< ERIIIC!!
>>
Veniamo
interrotti dall’urlo del cameriere al bar che chiama mio fratello per il tost
pronto.
<< Mi chiamano!! E’ pronto il tost! Non litigate
voi due!! >>
Si
alza e girandosi parla a bassa voce con una frase che capiamo benissimo.
<< Mi sembra di parlare con dei bambini!! >>
Mi
giro verso Alessia e lei mi guarda negli occhi, io i suoi.
<< Ci ha dato dei bambini? >>
Le
chiedo io.
<< A quanto pare… >>
<< Forse si riferiva a te!! >>
<< A me sembrava al plurale. >
<< Ti sembrava male. Ma cosa sto facendo? Sto
parlando con te? Ma sono scemo? >>
<< L’hai capita!! >>
Alzo
il sopracciglio e la guardo.
<< Non era il caso di rispondere, io non sono
scemo!! >>
La
vedo ridere veramente da quando parla con me e mi fa innervosire perchè mi ha
dato dello scemo, ma mi piace guardarla così.
<< Ma cosa ridi!! >>
<< Sei scemo!!
>>
Eric,
arrivato, ci interrompe.
<< Oh, io vado giù!! Vado dagli altri!> >
<< Eric, ti raggiungo anch’io! >>
Eric
se ne va dal bar e io lo guardo allontanarsi. Poi mi giro verso di lei e rido,
ma mi blocco quando vedo una figura dietro le sue spalle.
<>
Alessia
parla senza rendersi conto del mio cambiamento.
Dietro
di lei, sulla strada, c’è Mirko che è appena arrivato col motorino.
“Da
quanto tempo che non lo vedo. Due anni. E me lo ricordo ancora.”
<< Ale, ma stai ancora con Mirko? >>
E’
la prima volta che faccio un discorso serio ad Ale. Ma questa è un
emergenza.
<< Guarda che mi stai parlando! >>
<< No, seriamente! >>
Lei
smette di sorridere.
<< No!! >>
Con
la testa le indico di girarsi dietro.
Si
sta togliendo il casco dal suo motorino facendone uscire dei capelli biondi un
po’ ricci.
<< L’ho visto arrivare! >>
Lei
si volta indietro.
<< Oh mio Dio…
>>
Si
rivolta verso di me.
<< Grazie per avermi avvisata. >>
Io
cerco di calmarmi. Il solo vederlo mi fa salire la rabbia.
<< Ti ricordi che cazzo ti ha raccontato Marta,
vero? >>
<< Si… >>
<< Ti ricordo che non lo senti da una settimana. >>
<< E tu come fai a saperlo? >>
Le
rispondo da scontato.
<< Nel gruppo si sa tutto! >>
<< Quindi lo sanno anche quelle troiette… >>
<< Non ho detto tutti, ho detto tutto!! Che
cazzo gliene frega a loro!! >>
Lei
si gira indietro e scorgo Mirko guardarsi intorno e notarla con i suoi occhi
azzurri ghiacciati e le fa segno di andare.
Alessia
si rigira.
<< Non ci pensare nemmeno di andare! >>
<< Ma cosa, lo lascio lì? Almeno chiarisco!! >>
La
guardo seriamente, duramente, forse troppo.
<< Certo che non capisci un cazzo!! Che cosa
vuoi chiarire!! >>
<< Ehy Ale…
>>
Quel
deficiente, senza che me ne sia accorto, è giunto al tavolo e la sta guardando
mettendole una mano sulla spalla, la sua spalla, che a lui non appartiene.
Lo
guardo fulminandolo e m’innervosisco.
<< Che cazzo ci fai qui? >>
Lui
mi guarda male.
<< E tu chi sei?
>>
Rispondo
soddisfatto e a testa alta.
<< Un amico di Ale… >>
<< E io sono il suo ragazzo, nessuno stava
parlando con te. >>
A
questo punto Alessia interrompe e incomincia anche lei ad avere una faccia
incazzata che io conosco bene.
“Era
ora Ale!! Fagli vedere chi sei a quello stronzo!!”
<< Il mio ragazzo? Adesso sono la tua ragazza?
Sei un po’ strano sai? >>
A
questo punto il mio commento è necessario.
<< Strano? Ale sei stata anche troppo gentile!! >>
Lui
mi indica guardando Alessia.
<< Ma chi cazzo è questo? >>
<< Sentite, basta! Mirko vieni con me, Robbie,
lascia stare per un secondo! >>
<< Come vuoi…
>>
Si
alza dalla sedia e si dirigono verso la strada. Io sto lì a guardarli. Voglio
capire come va la situazione. Lei si rivolge a lui con un brutto tono, ma lui
continua ad avere quel sorrisino da deficiente da presa per il culo. Vorrei
andare lì e dirgli:
“Ma
che cazzo hai da ridere?”
Ma
non posso andarci, Alessia vuole risolversela da sola.
Mi
dirigo verso di loro e mi metto sotto il muretto ad origliare.
-
-
<< Che cosa sei
venuto a fare qui? >>
<< Volevo chiederti
scusa di persona. >>
<< E di cosa? >>
Lui non leva il suo sorriso dall’espressione.
<< Di non essermi
fatto sentire per una settimana e di non averti riconosciuto al telefono! >>
<< E perché ti dovrei
perdonare? >>
<< Perché mi piaci un
casino e sono stato uno stupido, scusa. >>
Io lo fulmino con lo sguardo.
<< E secondo te basta
questo? >>
<< Cosa devo fare? >>
<< Ma, non lo so… Te
lo devo dire io? >>
<< Si! >>
Lo sguardo a sto punto si riempie di disprezzo.
<< Sai cosa mi dicono
di te? >>
<< Cosa ti dicono? >>
<< Marta mi ha raccontato tutto e in più mi dicono che tu
stai con una ragazza! >>
Lui si mette sulle difensive.
<< Innanzi tutto non
è assolutamente vero che sto con un’altra ragazza, l’unica ragazza con cui sto
sei te! E comunque sono cambiato da due anni fa!! Ero uno scemo di quattordici
anni!!>>
Incrocio le braccia non staccando il mio sguardo dal suo,
sfidandolo.
<< Non mi sembra che
io sia la tua ragazza! >>
<< Certo che lo sei!! >>
<< Beh, lo hai dimostrato ben poco, e poi non mi sembra che
siamo mai usciti insieme io e te. >>
<< Hai ragione
scusami… Sono stato un idiota. Ti va di partire da zero? Domani ci vediamo. >>
Non riesco a dirgli un no secco e non so che fare, così abbasso la
testa verso il terreno. Poi mi sento la sua mano che mi tocca il mento e me la tira
su.
<< Mi dispiace, veramente…
Mi piaci un casino! Come posso fartelo capire? Ti prego!! >>
“E adesso io come faccio a resistergli? Ma devo… Cioè… Lui se ne è
sempre fregato, di tutto e io non posso credergli! Non posso essere così
stupida.”
Poi il mio pensiero si sposta altrove.
“Robbie mi ha difeso?”
Sorrido.
<< Quel sorrisino è
un si? >>
La sua immagine mi fa rispondere fieramente.
<< No Mirko, è un no… >>
La sua espressione sempre sicura di sé incomincia a svanire
lentamente.
<< Stai scherzando? >>
<< No, è meglio che
tu te ne vada e che non ti faccia più sentire!
>>
<< Ma per un errore
così stupido? >>
Rido ancora.
<< Lascia stare.
Fidati. >>
Ora è lui quello ad avere l’espressione incazzata.
<< E sta cosa ti fa
divertire? >>
Sorrido pensando di vendicarmi anche di Marta.
<< Abbastanza. >>
<< C’entra per caso
quel deficiente che rompeva i coglioni? >>
<< E anche se fosse? >>
-
-
A questa affermazione mi blocco da dietro il muretto dal quale sto
origliando.
“E anche se fosse?”
La sua frase mi risuona in testa come un tic di un orologio.
Non
“No, per niente.”
O
“Ma che cosa stai sparando!!”
Ma
“E anche se fosse?”
Mi ritorna il sorriso.
-
-
Va verso il suo motorino e si infila il casco, poi sale e mette in
moto e si riavvicina a me.
<< Tanto sei tu che
ci rimetti. Se ci ripensi, sai dove trovarmi.
>>
<< Contaci! >>
Lo vedo allontanarsi. Poi mi metto a ridere.
“Io? Sono stata io? Ma come diavolo ho fatto? Ho mollato Mirko??
Ecco in arrivo la nuova Ale!!”
E stranamente mi sento più sollevata.
“Molto strano…”
-
-
La vedo girarsi verso il bar. A questo punto mi metto a correre e
faccio il giro di sotto dalla spiaggia del bar per non farmi vedere da Alessia.
Passo in mezzo all’angolo del calcio. Tutti mi guardano straniti, ma non ci
faccio molto caso e penso a correre più che posso.
-
-
Scendo giù dalle scalette e mi riinfilo nel bar. Robbie non c’è
più.
“Cosa ci faccio a fare nel bar senza Robbie?... Ehhh? Cosa ho
pensato? Ma mai!!! Piuttosto con Eric…”
Esco dal bar dalla parte dell’angolo da calcio e vedo Alice che
sta giocando con Dimitri, Carolina ed Edoardo.
“Accidenti, ma Ali fa
proprio schifo a giocare!!”
Così, divertita dalla scena, mi siedo sugli scalini a guardarla.
Lei mi vede e mi saluta con la faccia divertita ed estasiata. Ecco il turno di
Edoardo.
“Tira e… Canestro!”
Ora c’è quello di Alice.
“Tira e… Ops!”
La palla va addosso ad Edoardo.
<< Minchia Alice, hai
un piede che è peggio d’una banana!! >>
Alice diventa tutta rossa. Dimitri se ne accorge e nota la sua
espressione.
<< Ma non è vero! E’
stato un colpo di sfortuna!! >>
<< Ma se è da un ora
che stai tirando palle da tutt’altra parte?
>>
Alice non sa più cosa rispondere, sempre più rossa, e Dimitri se
ne va verso il mare.
“Ahia Ali…”
Carolina, invece, se ne sta in silenzio mentre guarda Alice con
aria di sfida.
<< E’ meglio che vada
da Dimitri… >>
Edoardo, con un’espressione quasi come se si sentisse il
colpevole, ma confuso dalla situazione, risponde con un semplice:
<< Ok. >>
Mi sento preoccupata per Alice.
“Ma è possibile che deve incasinarsi per quel nanerottolo??”
-
-
Ed
ora mi ritrovo qui. Sopra gli scalini a guardarla seduta su uno di essi la
partitina tra Edoardo, Carolina e Alice. Quest’ultima si allontana e io decido
di dedicarmi totalmente ad Alessia.
Mi
avvicino con un sorrisetto sulla faccia pensando che Mirko è uno stupido perchè
non è di certo lei quella che ci rimette. E’ lui quello che ha sbagliato a
farsi scappare una ragazza del genere.
-
-
<< Ciao Sfig!
>>
Mi nota e si apre
anche lei in uno splendido sorriso.
“Che provi lo
stesso nei miei confornti che io nei suoi?”
<< Oh, ciao Ant! Ma una volta non mi chiamavi Ale? >>
<< E’ stato un raptus
di idiozia!! >>
Mi sorride ancora e si siede a fianco a me, molto vicino.
<< Ah… Ma è normale!
Tu sei sempre un idiota!! >>
Mi guarda male sorridendo.
<< Scusa, perché ti
sei seduto vicino a me? >>
<< Vuoi che me ne
vada? >>
<< Si.>>
Mi sfida, alzando un soppracciglio e squadrandomi.
Spalanco la bocca dalla sorpresa, ma rispondo subito cercando di
rimediare.
<< Allora rimango!
Non faccio mai quello che vuoi che io faccia.
>>
-
-
Lo guardo male, ma poi la mia espressione si trasforma in un bel e
raggiante sorriso, non so come mai, ma non riesco più a fare l’incazzata con
lui. E’ come se qualcosa fosse cambiato.
<< Come è andata poi
con quello là? >>
<< Finita. >>
Lo dico con un tono di fierezza in quella frase e sono quasi
felice di dirlo così convinta.
<< Cosa?? Ma era così
un bravo ragazzo!! Guarda, certe volte sei proprio un idiota!! >>
Rido tirandogli una pacca sulla coscia.
<< Ma piantala,
scemo! Piuttosto… Grazie per avermi difeso. Ma potevi evitartelo!! >>
<< Cosa credi? Era
solo perché mi stava antipatico lui! >>
Mi metto a ridere capendo quanto sia difficile per lui scendere da
quel piedistallo.
<< Ma, hai detto “E’
la mia amica”!! >>
Muove la testa in un:
“E’ rassegnata…”
<< L’ho detto solo
per far innervosire lui!! Vedi? Io te lo dico sempre!!! Ti fai troppe
illusioni!! >>
Gli do una spallata.
<< Ehy! E questo a
cosa lo devo? >>
Alzo le spalle.
<< Ne avevo voglia… >>
<< Meglio che non lo
faccio io, se no ti ritrovi per terra!! >>
<< Eh, adesso!! >>
<< Giuro!! >>
<< Basta, mi sono
stufata!! Me ne vado!! >>
<< Ti sei stufata di
parlare con me? >>
Rispondo più menefreghista in assoluto.
<< Anche… >>
Si mette a scherzare.
<< Nessuno si era mai
stufato di parlare con me!! >>
<< Ohh, mi dispiace…
C’è sempre una prima volta!! >>
<< Che bastarda!! >>
Rido.
<< Come sempre!! >>
<< Già… Ma come mai
sei felice? >>
Rimango un attimo perplessa.
<< Perché non dovrei
esserlo? >>
<< Mah, non lo so,
sai… Quando io mi lascio con una ragazza dopo sono triste! >>
Scoppio a ridere, noncurante del discorso serio che per una volta
riesco a sentire da lui.
<< Ma tu non hai mai
avuto una ragazza!! Non hai mai fatto storie serie!! >>
<< E allora? Era un
esempio! >>
Scrollo le spalle. Non so perchè, ma la cosa non mi tocca più.
<< Non lo so… Mi
sento più sollevata e basta! Senza spiegazione.
>>
<< Naturalmente per
quello che ti ho detto io!! Ehhh, sono un dio in certe cose!! >>
Sorrido.
“Ci hai azzeccato…”
<< Non ci contare!! >>
Rimane un attimo in silenzio, poi comicnia a guardarmi di
traverso.
<< Un’ora fa non te
ne dovevi andare? >>
<< Quanto non ti
sopporto quando fai così!! Va bene, ciao!!
>>
Mi allontano e mi viene da sorridere.
“Forse non è così idiota…”
-
-
La
vedo allontanarsi da me sculettandomi davanti il suo bel culo. Poi mi metto a
ridere.
“Lo
so, sono bastardo. Ma ora lei è libera. Libera da quell’idiota!! Finalmente
libera… Ed ora è mia!!”
Tadadadààààà!!!
Ecco l’ottavo capitolo!!! Spero vi piaccia pure questoo!!
Robbie
riuscirà a conquistare Ale ora che è libera? E Ale, soprattutto, ricambia i
suoi sentimenti? Appuntamento al 9!! XD
Passando
ai ringraziamenti:
avril1113:
Grazie!! E già, anke se ha capito era ancora un po’ insicuro, in questo
capitolo invece non sta già più dubitando!! ;-) bacioni, spero commenterai
anche il prossimo capitolo!!
Cherasade:
Grazieeee!! XD Mi hanno fatto molto
piacere i tuoi complimenti!! Comunque spero di non averti fatto aspettaree
tanto!! Ecco il capitolo 8!!! Spero commenterai anche questo!!XD Baci
Un
ringraziamento particolare anke a Cherasade, Gingi_devishina, RoryVentimiglia_86920,
Veronica 91 che mi hanno aggiunta tra i loro preferiti!!!
Un altro grazie a chi legge, ma non
commenta!!
Però, miraccomando, commentateeeeeee!!
Un bacione
Somoody
|
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Capitolo 9 *** Litigi... d'amore? ***
CAPITOLO 9
-
-
-
-
-
La
guardo ancora sorridendo allontanarsi da me, quando Edoardo mi si siede vicino.
<< Ciao Robbie!!
>>
<< Ciao Edo.
>>
Lui
comicnia a parlare maliziosamente.
<< Sai… Dovevi vedere i tuoi occhi mentre
parlavi con Ale! >>
Spalanco
gli occhi e lo guardo male.
<< Perchè? Com’erano i miei occhi? >>
<< Luccicavano!!
>>
E’
come se mi stessi vergognando.
“Non
voglio che questi deficienti sappiano qualcosa sui miei sentimenti, non voglio
risultare un debole!!”
<< Probabilmente avevo qualche lacrima per aver
solo parlato con lei!! >>
<< Di felicità?
>>
Mi
guarda sorridendo e io gli rispondo non facendo altrettanto.
<< Di odio profondo!!! >>
<< Ma se ti ci sei seduto tu vicino a lei!! >>
<< Non c’era altro posto!! >>
<< Ma se…
>>
Lo
azzittisco lamentandomi.
<< Edo!!! Basta!!! Non mi luccicavano gli occhi
punto e basta, e ora lasciami andare! >>
Mi
alzo dagli scalini e mi allontano, ma Luca mi viene incontro.
<< Ehy Robbie! Prendiamo il pedalò? Ce ne
andiamo un po’ al largo lontano da tutti!!
>>
L’idea
mi piace, soprattutto perché in quel “tutti” c’è compreso anche Edoardo.
<< Si, ok! Dai, offro io!! >>
<< Cosa?? E da quando? >>
Sbuffo.
<< Approfittane mentre sei in tempo!! Oggi mi
sento felice. >>
<< Ok!! >>
Vado
agli asciugamani e sento Dimitri e Alice litigare.
“Non
voglio finire così… A litigare davanti a tutti!!”
Prendo
dal mio zaino il portafoglio e i sei euro per il pedalò e intanto vedo Alessia
sdraiata a pancia in giù con la testa dall’altra parte sul suo asciugamano che
si prende il sole. Io mi soffermo sul suo cordino del costume che scende lungo
la sua schiena, come sempre preso, ma poi mi allontano, costringendomi.
-
-
Io
sono qui a prendere il sole sugli asciugamani. Alice e Dimitri sono su altri
due. Stanno litigando.
<< Senti, per favore, ti ho vista che stavi
guardando Edo in quel modo!!! >>
<< Ma quale modo? >>
“Oggi
è giornata di litigi!!”
<< Senti, hai capito benissimo! >>
<< No, non riesco a capire!! >>
<< Beh, ma allora sei scema!! >>
<< Io non sono scema, ma se tu non mi spieghi…!! >>
<< Ma cosa devo spiegare?! >>
<< Dimmi in che modo stavo guardando Edoardo!! >>
<< Si vede che ti piace, non pigliarmi per il
culo, eri tutta rossa e imbarazzata. >>
<< Ti sbagli!
>>
Dimitri
non emette parola e si gira dall’altra parte.
<< No, adesso dove ti giri, dobbiamo chiarire! >>
<< Cosa dobbiamo chiarire? Ti piace Edo e basta! >>
<< Ma non è vero!! E poi non mi sembra che ci
abbia fatto qualcosa con lui!! >>
<< Si, ma non mi va!! >>
<< Che ci posso fare!! Io sto con te, non con
lui!! >>
Lui
la guarda un attimo. Poi i suoi occhi si raddolciscono.
<< Forse sono stato un po’ troppo esagerato. >>
<< Eh, già!!
>>
<< Va beh, scusa… Però non guardarlo più in quel
modo!! >>
Alice
sospira.
<< Ok! >>
Dice
questo facendo il segno del ‘Te lo giuro’.
“E’
inutile che giuri Ali…”
Non
mi va di sentire altri litigi per la giornata, così mi dirigo verso la spiaggia
per farmi un altro bagno.
-
-
Vado
dal bagnino, un uomo vecchio e grasso con il cappellino e la canotta rossa, dei
pantaloncini bianchi e dei capelli ricci, lunghi e grigi che fuoriescono dal
cappello. Il mio amico bagnino non c’è oggi.
<< Scusi, potrei avere il pedalò per un’ora? >>
<< Si! Sono sei euro! >>
Gli
cedo le mie monete sulla sua mano rugosa e si avvia al pedalò. Io mi dirigo
sulla riva nell’acqua fredda e vado incontro a Eric.
<< Ehy, Eric… Vuoi salire sul pedalò? >>
<< Si, porto anche Carlotta, però!! >>
<< Ok. >>
Poi
incomincio a chiamare. C’è spazio solo più per una persona.
-
-
<< Allora, chi altro vuole salire? >>
Noto
Robbie guardare nella mia direzione facendo un mezzo sorriso alludendo a
qualcosa che non capisco.
<< Sfig! Non di certo tu! >>
<< Non ti preoccupare, non voglio salire se ci
sei tu sopra! >>
<< Ma guarda che c’è anche Eric! >>
Facendomi
segno con gli occhi di salire. Io cambio totalmente opinione, anche se prima
non era sincera.
<< Beh, magari ci faccio un pensierino… >>
<< Allora sali!
>>
Lo
guardo di traverso e sorrido.
<< Ma avevi detto che non mi volevi su!! >>
<< Ma almeno se fai qualcosa con mio fratello ti
scrollo un po’ di dosso!! >>
Non
la trovo tanto divertente e così faccio un semplice sorrisino.
<< Però tu stai il più lontano possibile da me! >>
<< Non ti preoccupare, quello era già scontato!!
Allora, saliamo? >>
Si
incamminano verso il pedalò e ci salgono Eric, Carlotta, Luca, Marta, io ed
infine Robbie e ci allontaniamo verso il largo con lui e Luca che pedalano.
L’aria
ci picchia addosso teneramente e l’odore del mare è sempre più intenso. Stare
qui sopra è una meraviglia, soprattutto per la cullata delle onde che l’acqua
ci dona.
“Adoro
il mare…”
Lo
guardo mentre andiamo, per ammirarlo in ogni sua mossa, ma ad un certo punto mi
viene voglia di guardare Robbie, senza motivo. Lui si gira e mi vede. Subito
dopo mi fa il segno con la mano di “Che cosa vuoi?” e si mette a ridere.
“Ha
pure un bel sorriso… Ma che cosa faccio?? Un elogio a Robbie?? Stiamo toccando
il fondo…”
Arriviamo
abbastanza al largo da smettere di pedalare. Carlotta si butta per prima
seguita da Eric e da Luca.
<< Non combinate niente voi due qui sopra da
soli! >>
Marta
ci fa l’occhiolino e alla fine si butta anche lei. Robbie comincia a parlare.
<< E che cosa dovremmo combinare io e te qua
sopra? >>
<< Sicuramente si riferiva ad una rissa!! >>
<< Probabile.
>>
Ridiamo
insieme e mi giro verso il mare vedendo Carlotta che si sta beciando Eric.
<< Mi dispiace, ma non puoi competere con lei,
guarda che figa!! E poi non sai come becia…
>>
Sospira
e io lo guardo schifata.
<< E perchè ti dovrebbe dispiacere? >>
<< Beh, perché se tu ti mettessi con mio
fratello, metti caso, almeno ti leverei dai piedi e la smetteresti di andarmi
dietro e di continuarmi a guardare!!>>
Vengo
presa alla sorpresa e mi metto a urlare.
<< Cosa?? Io non ti vado dietro!! >>
<< Però mi continui a guardare! >>
<< Non è assolutamente vero! >>
<< Ma se ti vedo!! >>
<< Allora anche tu mi continui a guardare!! Ti
becco sempre quando mi giro! >>
Lui
toglie il sorriso dal suo viso.
<< Beh, sei cieca! >>
La
nostra discussione prende una presa diversa, vera.
<< Come te!
>>
<< Io non sono cieco!! >>
<< Oh, si invece! >>
<< Comunque non è vero, io non ti guardo!!
Probabilmente è perché sei nella direzione di qualcosa che mi interessa sul
serio!>>
<< Immagino…
>>
Giro
gli occhi e continuo a guardare il mare.
<< Se non la smetti ti butto in acqua!! >>
<< Non ne avresti il coraggio!! >>
Lui
mi guardo ridendo e mi accorgo sempre di più di quanto sia bello.
“Forse
si vede un po’ che lui ed Eric sono fratelli, ma solo un pochino...”
<< E questo chi te lo dice? >>
<< Lo so.
>>
<< Ci scommetti?
>>
<< Ma smettila!!
>>
Si
alza dalla sua posizione e mi viene incontro. Io cerco un punto dove
trattenermi al pedalò, ma non c’è. Così, con la forza mi tira su e io mi metto
a urlare e a ridere con lui.
<< Smettila!! No, non farlo!! >>
Cerca
di spingermi fuori, ma io mi tengo a lui mettendogli le braccia intorno al
collo e lo porto giù con me. Cadiamo in acqua e quando riemergiamo ci mettiamo
a ridere, ma mi accorgo di essere ancora abbracciata a lui. Così divento subito
seria e ritraggo subito le braccia. Lo guardo un attimo negli occhi sempre
seria e lui guarda me, anche lui con la mia stessa espressione.
-
-
Ci
guardiamo profondamente nei nostri occhi. Come non abbiamo mai fatto, con un
attrazione fortissima. E con la mia mente che mi parla.
“Baciala,
baciala…”
“No,
non posso, e se lei non vuole? Perderei tutto…”
Poi
le guardo le labbra.
“Baciala,
baciala…”
-
-
Dentro
di me un pensiero mi prende la mente.
“No,
no, no, non mi può piacere Robbie!”
<< Ma che fai Ant, ti lasci abbracciare? Ma sei
scemo? Staccami! >>
Lui
spalanca gli occhi, come se si fosse risvegliato.
<< Avevo paura che non sapessi nuotare!! >>
<< Io so nuotare benissimo! >>
Resta
un attimo in silenzio, ancora preso dai miei occhi.
<< E allora perché mi hai abbracciato!? >>
<< Perché volevo portarti giù con me e non
sapevo da dove prenderti! >>
<< Wow… E perché volevi portarmi giù con te? >>
Incomincia
a riavere la sua solita faccia e a parlami con una voce provocante e a me viene
voglia di cedere, riabbracciarlo e baciarlo, ma mi trattengo.
<< Semplicemente perché non volevo che tu
rimanessi su! >>
<< Mi volevi con te!! >>
Continua
a sorridere guardandomi per la prima volta seriamente negli occhi.
<< Non ho detto questo!! Ho detto che tu eri
l’unico sopra il pedalò e dovevi cadere anche tu! >>
<< Mi volevi con te! >>
<< Credi quello che vuoi… >>
Mi
giro dall’altra parte
<< Guarda che non è una brutta cosa! >>
Sbarro
gli occhi e lo guardo strana.
<< Non è brutta, fa proprio schifo!! Andare
sott’acqua con Sfig? Bleah!! >>
Così
gli metto le mani sulla testa e lo affondo, poi lui si rialza e affonda me. Mi
fa bere, così, quando arrivo su, continuo a tossire e lui a ridere come un
matto. Inseguito scorgiamo il pedalò andarsene.
<< Ehy! Ci stanno lasciando qui!! >>
<< Cazzo! Ma l’ho pagato io il pedalò!! >>
Io
scoppio a ridere.
<< Vedi Ant? Sei così antipatico che ti lasciano
qui da solo! >>
<< La cosa più terribile è che mi hanno lasciato
con te!! >>
<< Che tragedia!! >>
<< Enorme!!
>>
Ci
mettiamo a nuotare nel tentativo di raggiungerlo, ma non ci riusciamo e io
resto indietro rispetto a lui.
<< E’ colpa tua Sfig! >>
Dice
questo seriamente e incazzato. Io lo guardo male.
<< Perché sarebbe colpa mia? >>
<< Perché sei indietro!! Se fossi stata più
veloce… Ora ci tocca farla a nuoto!! >>
Io
cerco di smorare la situazione scherzando.
<< Dì la verità, sei stato tu a dire di andare e
lasciarci soli noi due qui in mezzo al mare!!
>>
Il
suo tono si voce si fa ancora più serio.
<< Cosa? Stai scherzando?? Non vorrò mai stare
da solo con te!! Ma proprio mai!! E’ una cosa ripugnante!! >>
<< Ma come? Prima mi trattavi così bene e ora mi
tratti di nuovo malissimo? >>
<< Era una tua impressione che ti trattassi
bene!! >>
Mi
lancia una fulminata con lo sguardo e si rigira in avanti, evitando inseguito
di lanciarmene un’altra.
<< Ok, Colpa mia… Andiamo a riva. >>
“Ok,
ne sono sicura, non mi piace. Troppo stronzo.”
Nuotiamo
verso riva e nessuno dei due parla con l’altro. Poi, quando arriviamo a riva,
allora ricomincio a parlare.
<< Ti detesto.
>>
<< Non sai quanto io… >>
Poi ci avviciniamo agli altri.
<< Ehy, ma siete
scemi? Avete idea di quanto ci avete fatto fare a nuoto? >>
Marta risponde.
<< Beh, almeno
l’avete fatto assieme!! >>
Tutti ridono, ma Robbie non la trova divertente.
<< Mi volete spiegare
perché l’avete fatto? >>
Luca, sta volta, ha la meglio.
<< Sembravate così
due bei piccioncini… Volevamo lasciarvi soli!
>>
<< Ma la volete
smettere tutti? A me non piace lei, non mi è mai piaciuta, non mi piace adesso
e non mi piacerà mai! Come ve lo devo far capire? >>
Dovrebbe essere un argomento normale questo, ci dovrei essere
abituata, ma quando sento dire queste parole mi sento male. Come se fossi
delusa.
-
-
“Quante
bugie, quante menzogne… Ma perchè devo vivere così? Perchè devo lasciarmi
vincere dal mio odioso orgoglio? Non posso semplicemente dire:
<< Avete fatto bene!! Lei mi piace un casino, vi
adoro!! Rifatelo!! >>?
No!
Io devo essere orgoglioso e non essere reputato dagli altri un mollaccione. Che
poi è una mia fissazione, perchè innamorarsi non è affatto un sintomo tale! Il
problema è che non sono ancora in grado di ammetterlo a me stesso, non riesco
ad accettarlo. E’ difficile dopo tanti anni di puro divertimento, avendo sempre
criticato quelli con le relazioni fisse, a diventare uno come loro. E così si
accavallano stupide bugie su bugie per un mio stupido capriccio. E per una
meravigliosa ragazza… Che non so perchè, quella di cui mi sono innamorato! La
prima. E poi perchè proprio lei? Ce né mille altre meglio di lei!!! Perchè
proprio lei? In ogni caso ora è troppo presto. Non mi interessa se io sono
innamorato o no. Non sono ancora pronto, punto e basta.”
Mi
allontano da tutti, pure da lei. Ma Alessia mi segue.
<< Robbie… Sei incazzato? >>
<< Assolutamente no. E non mi chiamare Robbie. >>
<< E come ti dovrei chiamare? >>
<< Come hai sempre fatto. >>
“Mi
fa male parlarti così…”
<< Ant… Come preferisci… >>
E’
triste. I suoi occhi mi parlano. E le sue labbra…
“Baciala,
baciala…”
“Devi
strami lontano!!! Come faccio a non cadere in tentazione se mi stai vicina?”
<< Anzi, non mi chiamare più e basta! Mi sono
stufato che la gente pensi che noi due stiamo insieme perchè ci piacciamo, non
è assolutamente vero tu sei una mia amica e basta! E a me non piace essere
preso per il culo, quindi, se non ti dispiace…>>
Sospiro
costringendomi a dire anche quest’ultimo pezzo di discorso.
<< Stammi lontano. >>
<< Si, mi dispiace! >>
La
guardo deciso negli occhi non riuscendo a comprendere il motivo per cui si
ostini tanto.
“Non
sono uno stronzo a comportarmi così? Perchè ci tieni tanto?”
<< Non mi interessa, ho deciso e basta! >>
<< Ma non capisco cosa ti è preso, siamo amici e
basta!! E non te ne dovrebbe fregare di cosa pensano gli altri e reagire come
tutte le sante altre volte!! Ma che ti succede?>>
<< Ale, ho detto che ho deciso! >>
“Ale…
Ascoltami!!”
<< Fai come vuoi. Sei proprio un bambino! >>
“Lo
so, mi comporto da stronzo, ma è così che voglio essere riputato da te. Almeno
per adesso… Devo capire ancora io cosa voglio. Sono confuso. Con il tempo mi si
rivelerà la strada. Non mi odiare, ti prego… Anzi, fallo!! Così non mi penserai
più…”
-
-
“Ma perché ti comporti così da idiota? Non può finire così…”
“Non può finire così…”
Eh no Ale, hai ragione, nn può finire così!! Ma
come finirà allora?? Seguitemi e lo scoprirete!!! XD
Mi piace fare sta cosa della prossima puntata!!
Ahah
Passando ai ringraziamenti:
Avril1113:
Si, Robbie ha capito anche se è ancora un po’ restio alla cosa!! XD Ma presto gli si apriranno presto gli occhi,
tranquilla!!! Kiss alla prossima!
Cherasade:
Grazieee!! Leggre il tuo commento mi ha fatto saltare di gioia!! XD
Spero che così sia abbastanza presto!! Bacio
Billa93:
Grazieee!!! Grazie, grazie e grazie!! Ecco qua il nuovo capitolo, spero
ti piaccia anche questo anche se… Ho dovuto farlo così lui in questo capitolo!!
;-) Ciau baci
Poi volevo ringraziarechi mi ha aggiunto di
nuovo nei preferiti: Billa93, Ithil_Elendil e Mikiko dicendo.. Siete i
migliori!!
Ora vi saluto, spero che continuerete a leggere
e che vi continui a piacere!!
Un bacio
Somoody
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Capitolo 10 *** Cinema! ***
CAPITOLO 10
-
-
Tutto
il gruppo si riunisce agli asciugamani.
<< Dove andiamo sta sera? >>
“Sono
confuso, cos’è che voglio? Cosa mi manca per incominciare una storia con Ale?
Perchè sono così testardo? Non è possibile. Si vede comunque che sono cambiato.
Non sono più quello di una volta. Quello a cui bastava una semplice occhiata
per capire tutto, quello che non era mai in dubbio, quello che sapeva sempre
cosa fare, quello mai confuso, quello non innamorato. Innamorato… Ma poi lo
sono davvero? Questo è quello che mi da più fastidio di tutto. Non sapere cosa
provo verso di lei. Di certo non la ignoro, di certo non è una semplice amica…
Di certo mi piace. Ma da dire che mi piace all’essere innamorato c’è una bella
differenza!! Che qualcuno mi aiuti!! Non chiedo tanto!!! Solamente sapere cos’è
per me Ale!! Ale… Cosa sei per me?”
-
-
Sono
un po’ giù. Robbie mi ha deluso. Pensavo che la situazione tra noi due stesse
migliorando, ma evidentemente non era così e mi dispiace un casino. O forse era
così, ma quell’idiota non è capace a fregarsene degli altri. Deve sempre
pensare per prima cosa, cosa pensano gli altri di lui, ancora prima di quello
che vuole.
Poi
lo guardo. Non sta molto attento alla conversazione, sembra non gliene freghi
niente. Guarda il vuoto, in direzione del mare e non muove un dito.
Si
gira e mi nota guardarlo. Lo continuo a fissare fregandomene del fatto che lui
stia fissando me, così si rigira e decide di prestare attenzione al discorso
pur di non guardarmi.
<< E’ uscito al cinema ‘Amityville Horror’,
quello è da vedere!! >>
Interviene
Dario e Robbie gli risponde a tema.
<< E’ già uscito? >>
<< Si!! >>
<< Allora si che è da vedere!! >>
<< Che ne dite di andare sta sera? >>
<< Si, troppo bello, andiamo sta sera!! >>
<< Ok! A che ora? >>
Domanda
Edoardo.
<< Il film inizia alle 8,30, quindi ci vediamo
alle 8! >>
<< Ok! >>
“Perfetto!
Voglio vederlo anch’io quindi mi va benissimo!”
Poi
guardo Alice e lei mi sorride facendomi capire che sta sera dormirà da me.
<< Si, ma io doma voglio organizzare una festa!! >>
Monica
salta fuori con questa frase e tutti sbarrano gli occhi solo al suono della
parola “Festa”.
<< Già, a casa mia, solo per noi, i miei non ci
sono e io ho la casa libera! Potremmo fare qualcosa di divertente!! >>
<< Bella idea Monica!! E a che ora sarebbe? >>
Le
risponde Chiara.
<< Alle 10. Che ognuno porti qualcosa da
mangiare!! Ci sarà da divertirsi e io… >>
Lascia
un po’ di suspance.
<< Preparerò dei giochetti! >>
<< Certo Monica, certo che verremo!! >>
Le
dice Dario estasiato da quella parola. “Giochetti…”.
<< Perfetto!
>>
Poi
io riguardo Alice. Dai suoi occhi più felici di prima riesco a leggere solo una
frase immaginando la sua voce.
“Scordati
di sta sera, preparami il letto per domani!!”
-
E’
sera. Ho appena finito di mangiare un panino al prosciutto. Sono le sette.
Pulisco il tavolo dalle briciole e vado in camera a prendere i vestiti. Salgo
le scale, apro la porta degli armadi e scelgo. Jeans stretti, con una cintura
nera con le borchie e una maglia senza maniche bianca con disegnato un fiore
grigio sulla sinistra. Poi prendo un paio di mutande, di calze e lo stereo con
dentro il cd dei Subsonica ‘Terrestre’ e vado in bagno per una doccia. Attacco
quest’ultimo alla presa e lo faccio partire con ‘Corpo a Corpo’. Mi butto sotto
l’acqua fredda e canto.
<< Stanco di vedere le parole che muoiono,
stanco di vedere che le cose non cambiano…
>>
“No,
non ce la faccio, penso al solito e non riesco a cantare.
“Robbie…
Robbie e ancora Robbie…”
E
dopo non riesco più a pensare a niente perché l’acqua fredda mi sta
atrofizzando tutto. Solo una cosa mi è rimasta in mente e ce l’ho stampata con
il timbro e non va via, mi appaiono di continuo. I suoi occhi, il blu dei suoi
occhi che mi ci fa perdere.
“Voglio
i tuoi occhi!!”
Poi
un’altra vocina che rappresenta me parla da sola, senza comandarla, sempre
riferendosi a lui.
“Voglio
te!!”…
“Ma
che cosa ho detto??? Non è possibile… Non faccio altro che pensare a lui!! Ma
perché non penso un po’ a Eric, me lo spieghi??”
Cerco
di pensare a Eric forzatamente, ma invano. E’ come se i suoi occhi oramai
facessero parte dei miei.
Esco
dalla vasca, mi asciugo e mi vesto. Poi prendo il phon nel mobile sopra il
water, lo attacco ad un’altra spina e lo accendo. Me lo passo sui capelli e li
lascio svolazzare mentre ascolto la musica con tutta la mia forza pur di non
farmi lasciare neanche uno spazio per pensare ad altro.
‘Incantevole’.
“Ma
proprio questa?”
Stacco
il phon dalla presa e lo rimetto a posto. Poi capovolgo la testa e pettino i
capelli a capo in giù. Quando mi rialzo faccio la mia solita riga da una parte.
Vado in camera e mi siedo alla scrivania.
Guardo
l’orologio. Le sette e trenta.
Davanti
a me ho lo specchio. M’incanto a guardarmi trovando un sacco di difetti.
Sbuffando prendo il cassettino dei miei soliti trucchi e mi passo la mia solita
matita, il mio solito ombretto bianco, il mio solito mascara e il mio solito
fard. Poi sorrido.
“Decisamente
meglio!”
Mi
alzo dalla sedia e mi preparo la borsetta nera mettendoci dentro il portafoglio,
le chiavi, lo specchietto e il cellulare. Saluto tutti ed esco di casa
avvicinandomi alla fermata degli autobus.
-
-
-
-
Sera.
Le sette.
Manca
un’ora e mezza all’inizio del film e un’ora all’appuntamento. Mangiare? Non ho
fame. Non ne ho più così tanta voglia di andare a vedere Amityville horror. La
vedo… E non mi va. Figurati se non c’è.
<< Bro!!!
>>
La
sua voce squillante riesce a svegliarmi dai miei soliti pensieri.
<< Ehy, Bro? Ci sei? >>
<< Si, ci sono…
>>
<< Mangi con me qualcosa? >>
<< Non ne ho voglia di mangiare. >>
Il
mio tono non riesce ad essere migliore di questo a terra.
<< Come non hai voglia di mangiare? >>
<< Non ho fame!!
>>
Mi
altero e lui quasi si spaventa.
<< Scusa per la domanda… >>
<< Stasera non vengo a vedere Amityville horror. >>
“Deciso.”
<< E perchè?
>>
Sbuffo
solo al suono della domanda.
<< Non ne ho voglia… >>
<< Non ci credo, perchè? >>
“Ma
sto deficiente non capisce mai niente…”
<< Eric, ma è possibile che devi sempre rompere
così tanto? Ti ho detto che non ne ho voglia, punto e basta, non devi sempre
ribattere!!! E poi ti vanti tanto del tuo grande sesto senso, ma come tatto non
ci siamo ancora!! Non riesci a capirlo che non ne voglio parlare?? >>
Eric
mi guarda male e ribatte urlando anche lui.
<< Scusa Bro se cerco di aiutarti!! Sono tuo
fratello!! Pensavo che non avessi problemi a confidarti con me su quello che
non va! Ma evidentemente mi sbagliavo. Ti confidi solo per quello che ti fa
comodo, mi sembra giusto! Io vado a mangiare, se mi vuoi sono di là. Ma non
aspettarti tutto rosa e fiori se non riesci neanche a dirmi il tuo problema. >>
Si
gira e si allontana dirigendosi verso la cucina tutto solo.
Eric
ha ragione.
“Perchè
non riesco a dire il mio problema almeno a te? In fondo sei mio fratello… Che
c’è che non va nel dirti che mi succede? Si, è arrivato il momento. Un passo
verso la vittoria, un passo verso il mio cambiamento totale, un passo… Un passo
verso tanto altri che mi si prospetteranno davanti. Solo per Ale, lo faccio
solo per te. Passi che non ho mai compiuto, passi che pensavo ancora lontani.
Eppure sono qui. Pronto a fare questi passi che credevo semplici, ma invece
sono complicati e sembrano infiniti. Pronto. Oramai mi si è capitata
l’occasione davanti per incominciare a camminare e non posso tirarmi indietro.
Dopo sarà più difficile ricominciare. Un passo, solo uno, e incomincerò la
lunga camminata verso il mio successo, verso il mio premio, verso Ale… Aspettami. Eric, anche verso di te. Un passo
soltanto e incomincerò la passeggiata verso la cucina, verso te. E quando ti
capiterò davanti sarò pronto. Pronto a compiere il grande passo, la
verità…”
Muovo
il piede insicuro verso avanti e mi ritengo fortunato ad esserci riuscito. Poi
un altro e un altro ancora. Fino a che le mie gambe non si fermano più e
continuano, in imperterrito, a camminare verso la cucina, verso Eric. Quando
eccolo. Con la testa nel frigo che cerca qualcosa. Ne esce con una bottiglia di
birra in mano e la posiziona sul tavolo addobbato di piatto, bicchiere, scottex,
forchetta, coltello e vari formaggi. Vedo una padella friggere sul fuoco con
una padellata. Poi mi giro verso lui. Posiziona la sua bella birra fredda, con
una piccola goccia scivolante sul vetro, sul tavolo. Alla fine si ferma e mi
guarda. E allora incomincio la mia camminata.
<< Ehy, lo sai che non puoi bere la birra, vero? >>
Non
mi guarda negli occhi.
<< Mamma e papà non ci sono. Faccio che voglio. >>
Neanche
un sorriso o un semplice accenno come ha sempre fatto lui, un piccolo sorrisino
che lo accompagnava in ogni frase e mostrava sempre quel suo viso felice, senza
preoccupazioni.
“Quello
che è da un po’ di tempo che manca a me...”
Si
gira dall’altra parte e va verso la padella girando con un cucchiaio di legno
il cibo all’interno.
<< Che vuoi? Perchè mi guardi così? Mi devi dire
qualcosa? >>
<< Si… >>
Mi
guarda di traverso, poi posa il cucchiaio sul lavandino e chiude il fuoco.
<< Aspetta.
>>
Prende
dalla tavola il piatto e mette tutta la sua padellata sopra questo, che mette a
sua volta sul tavolo e la padella nel lavandino. Poi si siede indicandomi di
fare lo stesso. Io seguo il suo indizio e mi siedo guardandolo. Lui fissa me e
alla fine mostra quei suoi soliti denti bianchi pronti alla risata che
nonostante tutto mi fanno sempre sentir bene.
<< Lo sapevo che non avresti resistito!!
Coraggio, dimmi tutto!! >>
Mi
fissa negli occhi e si mette la prima forchettata di cibo in bocca non
staccandosi dai miei occhi. Io non riesco a tenere lo sguardo e lo butto sul
tavolo. Poi li chiudo.
<<
Non ci crederai mai. >>
<< Sono qui apposta!! >>
<< Sono cambiato… >>
Si
mette a ridere.
<< Diciamo che se ne erano accorti tutti!! Ma
quello che voglio capire è perchè!! Che cosa ti sta succedendo? >>
<< Tu lo sai…
>>
Lo
guardo preoccupato, ansioso dalla sua possibile reazione. E da un mio semplice
sguardo, lui riesce a capire di cosa sto parlando.
<< Noooo, allora è vero!!! Vedi? Io non sbaglio
mai!! Lo dovresti sapere! >>
<< Lo so, ma non volevo ammetterlo!! Per il mio
orgoglio non sarei mai riuscito a dire che mi ero innamorato di Sfig, mai!! Ma
perchè poi proprio lei!! >>
Si
mette in bocca un altra forchettata e incomincia a parlare a bocca piena.
<< Robbie… Nessuno può decidere di chi
innamorarsi. E mi fa piacere che tu l’abbia fatto di una ragazza così e sono
felicissimo che finalmente tu sia riuscito ad esporlo, soprattutto prima a me!! >>
Mi
metto a ridere e poi lo guardo.
<< Mi vergogno troppo!! >>
<< Ma che c’è da vergognarsi? Dai!! Cavoli, il
tuo primo amore… Dovrebbe essere una cosa bella!!! >>
<< Parli come se fossi una ragazza!! >>
Lui
gira gli occhi, ma senza togliere quel sorriso che ormai non ci sarà nulla che
potrà riuscirci.
<< Uffi, come sei noioso!! Cosa ti trattiene
ancora qui? Perchè non sei ancora andato da Ale? >>
<< Cosa mi trattiene? Beh, diciamo che
ammetterlo a me stesso e dirlo a mio fratello sia stato il primo passo… Ora ci
vuole tempo per mettere in atto la cosa!!
>>
Spalanca
gli occhi e mi guarda fisso.
<< Ma che cazzate vai a dire? Basta correre da lei
e rivelargli tutto il tuo amore!! >>
Lo
guardo di traverso.
<< Non siamo mica in un film!! Non è così
facile!! Cosa consigli? Una corsa sotto casa sua e una serenata davanti alla
sua finestra? Poi lei si affaccia e le rivelo il mio amore, lei mi sorride
contagiandomi e prendendomi ancora di più, così io mi arrampico sul muro, fino
ad arrivare alla sua finestra dove la prendo, la coccolo e la bacio mentre mi
tengo all’esterno. Lei mi abbraccia accarezzandomi la schiena ed entro
all’interno della casa dove lei mi prende la mano e mi porta in camera sua e… E
vissero tutti felici e contenti!! >>
<< Perchè no!! Saresti originale!! >>
Si
mette a ridere, io un po’ meno.
<< Eric, ma chi vuoi prendere per il culo? >>
<< Dai… Non sarebbe la cosa più bella che
potrebbe ricevere una ragazza? Sai inventare delle belle idee quando vuoi!! >>
<< Ok, Eric, hai superato te stesso!! Non riesco
neanche a parlarle più mi sa e addirittura dovrei cantare per lei? >>
<< Oddio… Non sarai mica timido?? Guardo che a
questo punto mi preoccupi sul serio!! >>
Rispondo
senza lasciare spazio convinto della mia risposta.
<< Non sono timido… E’ che ho paura di non
riuscire a parlarle, tutto qui!! >>
Mi
punta il dito contro e mi guarda deciso.
<< Alza immediatamente quel tuo culo dalla sedia
e vatti a fare figo!! Sta sera è la tua sera Robbie, non rovinartela per
cazzate!! Vai in camera, vestiti, profumati, pettinati e poi mettiti davanti a
quel cazzo di specchio e prova un bel discorso. Non permettere al tuo orgoglio
di rovinarti la tua sera, capito? Non farlo Robbie, non deludermi. Ale ti
aspetta… >>
Gli
sorrido e mi alzo dalla sedia, girandomi all’indietro, lasciandomi alle spalle
la mia coscienza, il mio grillo parlante, mio fratello… Il migliore.
“Eric,
non ti cambierei con nessuno al mondo, sei un fratello magnifico e mi ritengo
troppo fortunato. Ti voglio bene.”
-
Sono
davanti all’Ariston, solo con Marta e Luca. Eric ha preferito andare a prendere
Carlotta. Vestito semplicemente con dei jeans stretti, chiari e strappati, con
una cintura nera della ‘Playboy’ e una maglietta bianca a maniche lunghe
leggera della ‘Versace’ e le Squalo nere, ciuffo davanti dei capelli tirato su
con il gel e profumo di ‘hugo boss’, tanto per cambiare un po’. Quando una
graziosa figura si avvicina a noi.
-
-
Sono
arrivata a destinazione. Strano, nonostante il mio ritardo di dieci minuti sono
solo in tre. Gli unici ad esserci già sono Luca, Marta e Robbie.
“Robbie…”
-
-
E’
vestita con dei bei jeans scuri e stretti circondati in vita da una brillante
cintura con le borchie. Come maglietta ha una di quelle senza maniche bianca
con disegnato un fiore grigio alla mia destra, come se fosse spruzzato. I capelli
sono lisci e puliti, con la riga da una parte. Bellissima, come sempre. Poi la
sua piccola borsettina alla spalla la rende ancora più femminile.
“Quanto
ti voglio…”
Ma
più si avvicina e più io mi blocco. E più mi sento male…
Mi
giro dall’altra parte ed entro nell’Ariston.
“Non
posso continuare così… Prima o poi ce la farò, non è così complicato!! Robbie,
non hai sentito Eric? C’è da preoccuparsi sul serio se ora sei pure un timido!!
Ma non sono timido, è semplicemente che mi blocco davanti a lei! Ora che l’ho
ammesso a me e addirittura ad un altro è diverso guardarla. Ma devo uscire.
“1…”
E
sospiro.
“2…”
Faccio
un altro sospiro.
“3…”
-
-
M’incammino
e Marta si gira verso di me e mi saluta.
<< Dimmi un po’… Ma che vi è successo? >>
Mi
chiede Luca.
<< Guarda, lascia perdere… >>
Luca
insiste come un bambino.
<< No, dai!! E’ l’unico pettegolezzo che non
so!! >>
Interrompe
Marta.
<< A proposito di pettegolezzi… Ho sentito di
Mirko. Mi dispiace… Sarei un po’ stronza a dirtelo, ma… Te lo dico lo stesso!!
Te l’avevo detto!! >>
Io
le sorrido.
<< Lo so e ti ringrazio perché è grazie a te se
sono riuscita a lasciarlo!! A te e a… >>
<< Robbie?
>>
Io
annuisco tristemente pensando a oggi.
<< Esatto.
>>
Luca
riprende.
<< Dai!!! Dimmi che è successo!!! >>
<< Luca ha ragione! Informaci!! >>
Marta
gli da corda e io decido di rispondergli.
<< Ma niente… Quel deficiente non mi parla più e
mi evita da quando ci avete lasciato da soli in mare. Non gli va giù che voi
pensiate che lui mi vada dietro e quindi, per non essere preso per il culo,
preferisce evitarmi. >>
<< Ma è un idiota!! A parte il fatto che ti va
veramente dietro Robbie, almeno, a quanto mi sembra, non si è mai comportato
così… >>
Dice
Marta e Luca la asseconda.
<< E poi sarebbe stato un complimento, eh?
Sarebbe bello se Robbie finalmente trovasse qualcuno con cui stare che non sia
la solita ragazza che se lo becia e basta!! Basta… E’ una parola basta perché
non si ferma solo al bacio!! >>
Si
mette a ridere e io rimango perplessa.
<< Cosa?!?!
>>
<< Come cosa? Non lo sapevi? >>
Luca
me lo dice in un tono come se fosse impossibile non capirlo.
<< No… >>
<< Beh, la cosa non dovrebbe stupirti!! >>
Dico
la solita frase che mi fa stare sempre meglio.
<< E’ proprio uno stupido Robbie. >>
<< Parlavate di me? >>
Mi
giro e lo vedo. Il mio cuore comincia a battere forte.
<< Si, ma in malo modo!! >>
<< Senti Sfig… Nessuno ti ha parlato!! >>
<< Stavo parlando anch’io di questo argomento
quindi ho il diritto di risponderti!! >>
Lui
mi rispondo malamente.
<< Si, ma io no ti ho chiesto niente, ho parlato
al plurale per Marta e Luca, tu non c’entri!!>>
Luca
si intromette.
<< Robbie, ma la smetti di fare lo stronzo? >>
<< Io non faccio lo stronzo, non la sopporto… >>
<< Sapessi io!
!>>
Mi
introduco.
<< Si, ma Robbie, prima non la trattavi così! >>
Non
mi guarda negli occhi.
<< Sono finiti quei tempi… Basta con sta storia. >>
Intanto
ci stanno raggiungendo un’altra buona parte del gruppo. Arrivano Monica,
Carolina, Dimitri, Carlotta, Eric e Samuele.
<>
Samuele
guarda male Monica.
<>
Poi
Monica tira fuori uno specchietto e ci si riflette sistemandosi i capelli.
<< Chi manca? >>
Chiede Carlotta.
<< Mancano ancora
Edo, Chiara, Dario, Fra e Vero. >>
Le risponde Marta.
<< Chiara non viene,
sapete che a lei non piacciono questi tipi di film! >>
Aggiunge Monica. Poi arrivano Francesco e Veronica.
<< Ciao. >>
<< Ciao. >>
<< Sentite raga,
manca un minuto all’inizio!! Entriamo, se poi arrivano ci cercano!! >>
Spunta fuori Luca e Francesco lo asseconda.
<< Sono d’accordo!! >>
Entriamo nel cinema e paghiamo i biglietti. Ci addentriamo nella
sala attraverso la tenda rossa e la luce è ancora accesa, per fortuna. Di gente
ce né poca ed è meglio così. Decidiamo di sederci nelle file in mezzo verso la
fine e nel mentre qualcuno chiede:
<< Qualcuno che vada
a prendere i pop-corn? >>
E altri rispondono.
<< Non ne ho voglia,
mi sono già sistemata! >>
<< Io ci vado sempre
a prenderli!! >>
<< Ma pensarci prima? >>
Per una volta voglio fare qualcosa che tutti gli altri mi possano
notare. Una persona in particolare…
<< Ci vado io! >>
Tutti si fermano e mi guardano con l’aria da “E da dove è spuntata
questa?”.
-
-
Tutti
fanno silenzio, tutti con le facce stupite, e io non sono da meno.
“La
mia Ale… Sei grande!! Con il tuo viso tutto sorridente hai azzittito tutti con
una semplice battuta sorprendendoci. La dipingo come una supereroina!! Ma lei è
così… Con i tuoi bei capelli lisci che
ti ricadono sulla tua maglietta e ti accarezzano il viso… Quello che vorrei
fare io.”
<< Perchè quelle facce? Quanti ne devo prendere? >>
Passa
tra i seggiolini a ritirare i soldi e le ordinazioni, passandomi davanti, ma
non cagandomi neanche di striscio, con neanche uno sguardo negli occhi o un
semplice sorriso che mi possa contagiare. Un sorriso che ricevono tutti tranne
io. Lei, sempre la ragazza sorridente, ogni volta. Tranne con me. L’unico con
cui non ride.
“Forse
non sono veramente adatto a lei.”
Intanto
tutti i posti si stanno riempiendo e io sono circondato da Monica e Carolina
senza sapere degli altri. Si spegne la luce e si accende lo schermo nel mentre
che Alessia ritorna con tutti i bicchieri di pop-corn e li distribuisce. Non la
guardo. Non voglio guardarla e neanche vedere il posto in cui si possa sedere.
Non mi interessa.
“Continuo
a mentire… Sta cosa non mi piace.”
Monica
si gira verso di me.
<< Vieni al mio posto, per favore? Voglio stare
vicino a Carolina. >>
Io
mi alzo e la faccio sedere nella mia seggiola posizionandomi in quella che
prima era sua, ma al mio fianco trovo una sorpresa.
<< Oh no, Monica ti odio!!! Rifammi andare al
mio posto!!! >>
<< Non ci penso nemmeno!! >>
Mi
volto verso quella parte e scorgo Alessia star fissata a guardare lo schermo e
nient’altro nonostante ci sia la pubblicità.
“Menomale
che non volevo starle vicino… Ale, ma allora mi vuoi proprio torturare??”
<< Ciao! >>
Edoardo
arriva all’improvviso insieme a Dario.
<< Oh, ma Edo, sei sempre in ritardo! >>
Monica
si lamenta e Dario fa lo stesso.
<< Io l’ho solo aspettato, era lui in ritardo!! >>
<< Come al solito!! >>
<< No raga, mi hanno fermato un’ora per chiedere
la carta d’identità! L’avevo lasciata a casa e nessuno ci credeva che avessi
già quattordici anni, anzi, persino quindici!! Menomale che c’era Dario e così
hanno creduto che io avessi dimenticato la carta a casa e che fossi un suo
compagno di classe!!>>
Tutti
ridiamo non tanto sorpresi.
<< Edo, sei sempre il solito!! >>
Monica
fa una battuta guardando Edoardo e lui la guarda malissimo.
<< Ma Monica, che vuoi? >>
<< Ehy, fate silenzio!! >>
Un
signore tutto strano si gira indicandoci di fare silenzio. E così è.
Il
film inizia e il rumore e i suoni dello schermo hanno preso il sopravvento su
tutti. Fa vedere un ragazzo sulla ventina e passa d’anni che si sveglia e
prende un fucile salendo le scale della cantinetta. Mi sistemo bene sulla mia poltroncina,
mettendo le mani sui poggia braccia. Ma nel mentre che mi godo il film, finalmente
senza preoccupazioni, qualcos’altro non mi permette di osservarlo con
attenzione. Una mano si posa sulla mia. Mi giro e guardo essa. Poi alzo la
testa. Alessia mi sta osservando con imbarazzo.
“Come
temevo…”
Ci
fissiamo negli occhi, il tragitto del nostro sguardo è
infuocato, talmente
siamo concentrati. Lei ritrae subito lo sguardo dai miei occhi e stacca
veloce la sua delicata e fredda mano dalla mia. Si alza di fretta e si
allontana verso
il bagno e vi entra.
“Sono
felice dopotutto. E’ una situazione strana questa tra noi due. Lei non mi odia.
Non sarebbe stata così tanto tempo a guardarmi e poi non sarebbe scappata in
bagno! Quanto ci vuole? Robbie, va da lei… Va da lei… Entra in quel bagno,
prendila e baciala… Quanto ci vuole?”
-
-
Apro la porta e la chiudo alle mie spalle. Poi le poggio a
quest’ultima e mi lascio cadere a terra guardando attorno. Il bagno è bianco e
le piastrelle sono divise da strisce sporche di nero, le porte per il water
sono di legno bianco e i lavandini sono anch’essi di questo colore. Incrocio la
braccia sulle ginocchia e ci poggio la testa tra esse. Poi una lacrima scende.
Poi un’altra e un’altra ancora. E dopo scoppio a piangere.
“Ma nonostante questo, sono questi i momenti che preferisco. Quelli
in cui nonostante io e lui diciamo “Ti odio”, ci sono questi momenti in cui non
riusciamo ad accettarlo, ad ammetterlo veramente e non riusciamo a controllarci
e quindi non siamo coerenti! Sono i momenti migliori perché questo mi fa capire
che mi vuole veramente bene. Ma dire che gli voglio bene non sarebbe
abbastanza… Ma ne sono sicura che lui non prova lo stesso per me… Io credo di essermi presa una grande cotta.
“Ma cosa dico?? Sto delirando…”
Mi alzo da terra, mi sistemo allo specchio e vado.
-
-
Eccola
tornare. I suoi piccoli occhi direzionati verso terra riescono a illuminarsi
persino al buio.
“Hai
pianto per me? Non ti sono indifferente allora!! Hai pianto per me!!”
Si
siede al suo posto e si gira verso lo schermo.
<< Beh, devo dire che te lo sei visto molto bene
questo film… >>
<< Sta zitto Robbie! >>
Lei
mi fulmina con i suoi occhi che esprimono tristezza e si rigira verso
lo
schermo. Stiamo in silenzio fino alla fine del film quando la luce si
accende. Ci vuole un po’ per decidere se alzarsi o no, ma Edoardo
prende l’iniziativa.
<< Allora andiamo? >>
Ci
alziamo e usciamo da quella stanza.
“Come
faccio a dire se il film mi è piaciuto? L’ho seguito a tratti!! Molte cose non
so neanche spiegarmele perchè non le ho viste!! Ale, ti rendi conto che sei
l’unica a farmi questo effetto? Spero di si…”
Usciamo
dal cinema e Carlotta incomincia a domandare.
“La
mia Carlotta. Quella che una volta era mia… Cioè, non proprio mia, però il
concetto è quello! Ora Carlotta è una così, con cui non parlo neanche ed è
nelle mani di mio fratello. Non sono neanche un po’ geloso.”
<< Ora dove andiamo? >>
Carlotta
subentra e le risponde Eric.
<< Ma naturalmente ancora in giro per la vasca!!
Mica vorrai già andare a casa adesso? >>
<< Ma figurati!! Era per chiedere!! >>
Alessia
comincia a parlare e io mi giro verso di lei interessato.
<< Io me ne vado adesso. C’è sciopero degli
autobus e siccome non voglio arrivare tanto tardi e mi ci vuole mezz’ora per
arrivarci, preferisco incamminarmi già! >>
Eric
le risponde.
<< Ma no dai, Ale, resta con noi!! Al massimo
qualcuno ti accompagna in motorino!! >>
<< Ma andate tutti in parte opposte e non voglio
farvi scomodare per me!! E poi voglio arrivare presto almeno per sta sera, per
rimanere tanto domani, no? Quindi è meglio che vada. >>
<< In ogni caso, tu non ti incammini da sola
alle dieci e mezzo di sera per Sanremo. Qualcuno ti deve accompagnare. >>
“Appari
come se fossi interessato a lei solo per farmi un favore?? Sei ridicolo!! E
così, vero??”
Eccola
la gelosia. Mi mancava. Non l’avevo mai provata.
“Ale,
ma tutte le mie prime belle emozioni le devo provare con te?”
Il
discorso va avanti, ma io non lo sento. Fino a quando…
<< … Robbie, perchè non ci vai tu? >>
Si
rivolge a me.
<< Ma cosa?
>>
<< Ale deve andare a casa e non mi sembra il
caso che ci vada a piedi da sola a quest’ora, se quindi la puoi
accompagnare…>>
Faccio
il poco interessato.
<< E l’autobus?
>>
<< E’ in sciopero. >>
La
guardo un attimo, lei mi rivolge degli occhi terribilmente pieni di disprezzo.
Mi volto di nuovo verso Eric, deciso.
<< S’arrangia… Non la voglio accompagnare!! >>
<< Dai Robbie, non fare lo stronzo!! >>
<< Ho detto di no!! Perchè dovrei accompagnarla
io, scusa? >>
<< Perché sta sera mi hai detto che non ne avevi
tanta voglia di uscire e poi sei l’unico che abbia più feeling con
lei!!>>
<< Che cosa ti ho detto?? Io non la sopporto e
non riesco a starle vicino, quindi perché dovrei farle un favore del
genere?>>
Eric
mi guarda malissimo e Alessia interrompe il litigio.
<< Va beh, fa niente Eric, me ne vado da sola.
Non voglio farmi accompagnare da uno che non ne ha voglia. Piuttosto….>>
<< Certo che sei stronzo Robbie! >>
Eric
mi squadra con gli occhi in malo modo, come per dirmi:
“Ma
che cazzo ti succede?”
“Non
lo so Eric…”
<< Va bene, dai… Andiamo! >>
Sbuffo
e non la guardo neanche negli occhi.
<< E’ così che si ragiona Bro!! >>
Eric
deve sempre farsi sentire.
<< Grazie Ant.
>>
Alessia
mi ringrazia e mi guarda negli occhi. Io non voglio guardarli. Li giro in alto
e mi dirigo verso Piazza Colombo. Lei saluta tutti e io me ne vado senza badare
indietro.
<< Sei proprio una rompipalle. >>
<< Guarda che se vuoi puoi anche non
accompagnarmi!! Non ti ho chiesto io di venire, anzi… Non volevo che tu
venissi! >>
<< Beh, ora ti arrangi e mi sopporti lo stesso. >>
<< Ok, allora zitto e andiamo! >>
Sorrido
di nascosto e proseguiamo tutto il tempo in silenzio.
Arriviamo
a casa mia dal mio cancelletto, entro e raggiungo il mio Leonardo. Ne tiro
fuori il mio casco nero e lo passo a lei, poi prendo il secondo e me lo infilo
in testa. Mi siedo e aspetto che lei si sistemi dietro di me. Metto in moto il
motorino ed esco di lì, dirigendomi verso casa sua. Lei si aggrappa a me,
stringendosi. E io sorrido, come al solito.
“Lei,
con la sua delicatezza e il suo imbarazzo che si lega a me… Una scena da
vedere, guardare il suo viso in questo momento, vedere i suoi occhi, scoprire
cose che non vorrei scoprire, come per caso che non voleva farlo, ma l’ha
dovuto fare perchè ha paura, ma in realtà prova ribrezzo, o scoprire cose,
invece, che sono meravigliose, come ad esempio che lei voleva a tutti costi
abbracciarmi, perchè prova per me quello che io provo per lei, che non riesce a
dimostrarmelo, oppure che non lo sapeva, ma dopo questa stretta ha capito che
l’unica cosa che vuole sono io… Sogno troppo. Probabilmente è la prima.”
Arriviamo
alla sua strada indicata da lei, mi fermo e la faccio scendere. Lei si slega il
casco e se lo sfila facendone uscire dei morbidissimi capelli castani che
sbatte di la e di qua e le ricadono successivamente addosso. Poi mi metto a
ridere e inizia così un discorso tra noi.
<< Che c’è?
>>
<< Perchè ti tenevi a me? >>
Io
la guardo sorridendo, come se il nostro tono di prima fosse sparito.
<< No c’è altro posto dove tenersi. >>
<< Avevi paura…
>>
I
suoi occhi, però, restano comunque pieni di odio.
<< Assolutamente no! >>
<< Va beh dai! Purtroppo ci vediamo domani. >>
<< Già… >>
A
questo punto anche sul suo viso appare un sorriso.
<< Ho detto: “Ci vediamo domani”, quindi era una
specie di saluto… >>
<< L’ho capita!
>>
<< E al saluto di solito se deve andare! >>
<< Lo so!
>>
<< Ma tu sei ancora qua!! >>
Lei
sbuffa e gira gli occhi.
<< Ti odio quando fai così! >>
<< Mi odi sempre. >>
<< E’ vero.
>>
La
guardo. Sorridendo. Ammirandola.
<< Sei ancora qua. >>
<< Ma… >>
<< Sei ancora qua… >>
Lei
contraccambia il mio sguardo sorridendomi e io faccio lo stesso, perdendomici.
“Baciala…
Baciala…”
Scrollo
la testa e guardo avanti per non cadere nell’incantesimo.
<< Sei ancora qua… >>
<< Ok, Ciao!
>>
Si
gira e scende la discesa verso il suo portone di casa nel mentre che io
l’ammiro da dietro. Lei non si volta e io mi dirigo a mia volta con lo sguardo
verso avanti. Sento il portone chiudersi e allora a quel punto giro la chiave e
faccio partire il mio motorino dirigendomi verso casa.
“Ancora
non l’ho capita quale sia tra le tre possibilità. Magari non è nessuna delle
tre e addirittura mi è indifferente. E allora perchè quegli sguardi? Quante
domande, prima non ero così paranoico!!”
-
-
Mi
siedo sul divano e ripenso alla serata e, tra tutto, a Robbie.
“Io
non posso credere di pensare sempre a lui… Non so come mai, sto bene insieme a
lui nonostante i nostri litigi, perchè? Sto impazzendo!! Io me lo devo levare
dalla testa! E’ uno stronzo, maleducato, deficiente… Non lo sopporto!! Non ne
voglio uno così… Addio Robbie. Ben tornato Ant!!”
Hola!!!! Eccomi cn un nuovo capitolo. Ma Ale la
penserà sempre allo stesso modo o sarà quella finalke sarà stata solo una frase
convenzionale??
Ringraziamenti
a:
Cherasade,
avril1113, billa93 e Kry333: Grazieee
milleeee!! Vi adoro!!! Spero vi piaccia anke questo e di nn avervi fatto
aspettare tanto!!! Un bacione e commentate anke a questo k mi fa tanto
piaceree!!! Bacioni vi adoro!!!
E
naturalemente anke a Bychan, Kri333 e Vegani k mi hanno aggiunto tra le loro
storie preferite!!!!
Commentate
sempre in di piùùùù!! E’ importante!!!
Baci
Somoody
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Capitolo 11 *** La festa di Monica ***
CAPITOLO
11
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Un’altra
mattina e quindi un altro giorno.
“Potrebbe
succedere di tutto!!”
Siamo
al dieci agosto, di sabato e non ci posso credere che solo ieri ho lasciato
Mirko definitivamente e stranamente non ci ho pensato neanche una volta! Sta
sera ci sarà la festa, ma di sicuro mi annoierò da matti!! Quindi probabilmente
non ci andrò. Devo assolutamente convincere Alice, ma so già che sarà una cosa
difficilissima.
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-
Nuova
mattina. Ed ecco Eric venire da me e svegliarmi con un urlo in faccia.
<< Robbieeee!
>>
Mi
sveglio di scatto e lo guardo ad occhi ancora semichiusi.
<< Che vuoi?
>>
Mi
giro dall’altra parte sbuffando e lui mi toglie il cuscino da sotto la mia
testa e io ricado su quel materasso duro innervosendomi.
<< Ma che cazzo fai!! Che ore sono? >>
<< Le dieci.
>>
<< Le dieci?? Ma sei tutto fuori?? E’ l’alba!! >>
<< Alzati da quel letto!! >>
La
sua voce è autoritaria, da non accettare controbattenti.
Non
lo ascolto e mi risistemo sul mio letto tutto rannicchiato con la testa sotto le
braccia per non sentirlo. Lui prende con le mani il materasso e mi fa cadere
dall’altra parte. Sta volta mi alzo incazzato e lo guardo negli occhi. Lui
guarda me e un infuocato tragitto si sposta tra noi. Lui non sta scherzando. E’
arrabbiato sul serio. Sul suo viso riesco solo a leggere incazzatura e
delusione. E forse so anche a cosa si
riferisce.
<< Tu sei tutto scemo, ma ti sembra? >>
Mi
punta un dito contro.
<< Tu sei quello scemo. Ti stai rimbambendo con
il tempo? Eh? Ma quanto ci vuole a conquistare una ragazza, me lo spieghi??
Ieri era la tua serata e tu ti sei comportato come un deficiente, ma pensi di
conquistarla così? >>
<< Tu non puoi capire… >>
Butto
lo sguardo a terra, essendo timido per la prima volta.
<< Cosa non posso capire? Come tu non riesca a
conquistare una semplice ragazza? >>
<< Lei non è una semplice ragazza, è diversa!! >>
Faccio
questa affermazione pensando al suo essere speciale, elogiandola, volendo però
rimangiare subito quello che ho appena sparato.
<< Ma è una ragazza!! Cos’è, sei in crisi perchè
è troppo difficile conquistare una ragazza che non ti cada ai piedi? Guarda che
la vita non è sempre così semplice!! >>
<< Tu non sai un cazzo!! Non posso conquistarla
in una sera sola!! >>
<< Si, ma tu stai facendo di tutto pur di non
conquistarla!! >>
<< Ma stai zitto, io ho i miei modi! >>
“Quali
Robbie?”
Mi
rendo conto di trovare scuse inutile per non far vedere che sono sul serio un
incapace.
<< Robbie, non nasconderti dietro a scuse che
non puoi confermare! Sei un babbeo, un mollaccione e chi più ne ha e più ne
metta. Mi hai deluso. Ti sei trasformato, ma invece di migliorare sei
peggiorato e di brutto. Sei un po’ debole per diventare così schifoso per una
cosa del genere, non trovi? Si, è vero, l’innamorarsi ti cambia, ti fa perdere
il lume della ragione… Ma non si diventa così deficienti come lo stai
diventando tu!! Sei ci tieni a lei devi lottare per averla, non puoi aspettare
che si svegli lei a dirti qualcosa, anche perchè lei non verrà mai da quanto la
conosco. Svegliati! >>
Così
detto, Eric mi guarda ancora per un attimo, forse aspettando una risposta da me
che, però, non arriva. Io resto spiazzato.
Si
allontana da me fissandomi male ed esce dalla stanza.
Guardo
il pavimento e mi perdo tra le piastrelle.
“Hai
ragione, su tutto. Ma quante volte ti ho già dato ragione e tu mi hai fatto la
ramanzina?? Non cambierà mai!! A meno che…”
-
-
-
-
Le
due e mezza. Alice non è ancora arrivata, ma è meglio che mi incominci già a
preparare.
Così
detto, vado al piano di sopra ed entro nella camera degli armadi. Vado dal mio
guardaroba e scelgo. La mia gonnellina bianca e la mia canotta di ieri a righe
bianche e rosa.
Poi
il campanello suona. Scendo di corsa e le vado ad aprire.
<< Ciao Ale!
>>
<< Ciao! >>
Scende
dalle scale ed entra in camera. Poi poggia il suo zaino sul divano e mi guarda.
<< Questa la metterò al suo posto sta sera, ora
non ne ho voglia! >>
<< Ok… >>
<< Oggi non andiamo al mare! >>
“Più
facile del previsto…”
<< E perché?
>>
Mette
le mani sui fianchi e mi guarda ad occhi spalancati.
<< Sta sera dobbiamo essere ok, che domande!
Quindi ho pensato di andare a fare shopping e comprarci un po’ di cose da
fighetta… >>
La
guardo strana.
<< Ma non abbiam mai fatto una cosa del genere!!
>>
<< Non si può cambiare? C’è sempre una prima
volta, no? >>
<< Si, ma…
>>
Mette
una mano davanti per interrompermi.
<< Vuoi ancora discuterne? >>
<< Ma perché mi interrompete sempre tutti? >>
<< Perché parli troppo!! >>
Incrocio
le braccia e cerco di dirle il mio problema.
<< Io non ne ho voglia di venire sta sera! >>
<< Cosa?!
>>
<< Mi annoierei a morte! >>
<< Ma cosa dici!! Non hai sentito Monica? Farà
giochetti ‘Piccanti’!! E’ la tua occasione con Robbie… >>
Cerca
di imitare la vocetta di Monica sottolineando la parola “Piccanti”..
<< Io non ho intenzione di avere nessuna occasione
con Ant, anzi! E’ uno dei motivi per cui non voglio andare alla festa. >>
“Voglio
solo evitarlo il più possibile…”
<<
Se non ti interessasse non te ne fregherebbe niente che lui venga alla festa! >>
Sto
in silenzio e non le rispondo.
<< E poi se non è per Robbie, potrebbe essere la
tua occasione con Eric!! >>
Scoppio
a ridere.
<< Ma per favore!! >>
<< E perché no? Dopotutto si comporta bene con
te! >>
<< E allora? E’ semplicemente gentile!! >>
<< Con me non si comporta così, anzi… Sinceramente
non ci ho ancora rivolto parola!! >>
<< Ecco perché, non ci hai ancora parlato! >>
<< Devi smetterla di piangerti addosso e
incominciare a vivere, bella mia!! >>
<< E’ facile a dirlo!! >>
Mi
azzittisce ancora.
<< Oohh, che noiosa!! Muoviti!! Che Eric ti
aspetta sta sera!! >>
<< Ma smettila!! Non ho alcuna chance con Eric!! >>
<<
E perché no!! Sei una bella ragazza, perchè non vuoi credere a questo? >>
Volto
gli occhi al cielo pensando a quante menzogne si dicono per tirar su di morale
una persona.
<< Grazie del tuo conforto, ma non serve a
tirarmi su!! >>
<< Non ti sto dicendo questo per farti tirare su
di morale, lo penso veramente!! >>
<< Anche se lo pensi tu, non mi cambia la vita!! >>
<< Si, sei veramente noiosa… Quindi adesso ti muovi,
prendi i soldi, vedo che ti sei già vestita, saluti i tuoi e così possiamo
andare a fare questo benedetto shopping! Altrimenti, senza di te, io come ci
vado alla festa? >>
Sorrido
e la guardo.
<< Ok… >>
Sbarra
gli occhi.
<< Sul serio?
>>
Acconsento
senza far trasparire troppo entusiasmo.
<< Si, ok…
>>
<< E’ stato troppo facile!! >>
<< Se vuoi contesto ancora un po’! >>
<< No, ripensandoci mi basta così!! >>
Mi
metto a ridere e apro il cassetto della mia scrivania di legno. Poi prendo il portafoglio
dove tengo tutti i miei risparmi e prendo tutti i soldi. Prendo la borsetta
bianca e ci infilo dentro tutto. Mi siedo alla scrivania e incomincio a
truccarmi come al solito.
Mi
alzo e Alice si siede al mio posto e incomincia a frugare nel mio cassetto dei
trucchi prendendo la mia matita nera.
<< Che stai facendo? >>
<< Mi sto truccando, non si vede? >>
Resto
un attimo in silenzio, senza reagire, non realizzando. Dopo capisco.
<< Si, si vede, ma… Con i miei trucchi? >>
<< Su, non fare la tirchia!! >>
<< E tu, invece, non fare la scroccona!! >>
<< Non sapevo se avresti accettato di andare in
giro e quindi non ero sicura di truccarmi… Ma vedi che devi sempre contestare? >>
<< Fai pure con comodo! >>
Alza
le spalle.
<< Lo so!
>>
Intanto
io vado da mia madre che sta stirando davanti alla televisione.
<< Ma’, oggi non vado al mare, vado a fare
shopping con Ali! >>
<< E dove andate? >>
<< In centro.
>>
<< Quanti soldi hai? >>
<< Quarantacinque euro. >>
<< Miraccomando Ale… Voglio che porti a casa il
resto, chiaro? >>
Sbuffo
annoiata.
<< Si, ma’… Un’altra cosa! >>
<< Cosa…?
>>
Mia
madre risponde con un tono di supplica pensando già che quella dopo sia una
richiesta che non le piacerà molto.
<< Sta sera vado ad una festa! >>
<< Di chi?
>>
<< Di una nostra amica. >>
<< E dove abita?
>>
“Ma
quante domande…”
<< In Corso Garibaldi. >>
<< Beh, sai già a che ora dovete pigliare il
pullman. >>
<< Sta sera dorme da noi Ali. >>
<< Ok. >>
Cerco
di contestare sull’orario.
<< Però è troppo presto mezzanotte!! Capisci,
ma’… E’ una festa!! Non posso andare via come Cenerentola!! >>
<< Invece si!! Cenerentola si è sposata con un
principe, perciò un motivo in più!!>>
Sorvolo
su quest’ultimo stupido commento.
<< Ma mi accompagnano!! >>
<< Chi ti accompagna? >>
<< Un amico in motorino! >>
Si
mette a ridere di gusto.
<< Per carità!! Manco se avessi la febbre a
quarantaquattro! >>
<< Dai!! >>
<< No! >>
Io
sbuffo e la guardo con occhi che cercano di supplicarla in tutti i modi.
<< Mezzanotte in punto! Non farmi aspettare che
vorrei dormire! >>
<< Puoi anche non aspettarmi, eh? Non mi succ… >>
Mi
interrompe ancora.
<< Ale... Ti ho detto a mezzanotte, che vuoi
ancora? >>
<< Non vi sopporto più!! Sempre ad interrompermi!! >>
Mi
allontano ed entro in camera mia. Alice si alza dalla mia scrivania.
<< Andiamo?
>>
<< Subito!!
>>
Prendo
la mia borsetta già preparata e faccio segno con gli occhi ad Alice di andare.
Lei prende la sua borsetta che tira fuori dallo zaino e usciamo di casa
pensando sempre prima al mio cane preferito non badando alle lamentele di Alice.
<< Andiamo a piedi? >>
<< Ma si…Un po’ di camminata non ci farà male!! >>
Ci
avviamo e nel mentre io sono giù di morale, non riesco ad essere felice per
niente. Alice mi nota, così incomincia a tartassarmi di domande
<< No, no, no… Tu non me la racconti giusta!!
Quindi adesso che abbiamo un bel po’ di camminata mi racconterai cosa c’è che
non va!! >>
Mi
giro facendole capire che non so a che cosa stia alludendo, anche se lo so
benissimo.
<< Non ho assolutamente niente!! >>
<< Guardami. >>
Io
non la ascolto e continuo ad andare avanti facendo finta di niente.
<< Ho detto guardami!! >>
Mi
giro nella sua direzione e lei mi guarda negli occhi, poi scuote la testa.
<< No… Lo sai che a me non puoi mentire!! Dimmi
che hai! >>
<< Sono un po’ incazzata… >>
<< Questo lo vedo! Ma dimmi perché! >>
<< Perché… Odio Robbie!! >>
Si
gira dal’altra parte lamentandosi.
<< Oooohhh…. Sempre con la solita storia!!
Facevo meglio a non romperti. Stai diventando una palla con la stessa cosa, eh?
Continui a dire che lo
odi, ma probabilmente è solo un modo per convincere te
stessa che non ti piaccia. E’ solo questo e tu lo sai, ma non lo vuoi ammettere
o se non lo sai, ti piace inconsciamente. Mi dispiace, ma è così. >>
<< No, non è vero! >>
Nego
nonostante quest’affermazione mi risuoni in testa come se sentissi di aver
mentito.
<< E secondo te perché ne parli sempre? Perché
ci pensi sempre? Perché continui a romperti i coglioni dicendo trentamila volte
“Odio Robbie”? Lo dice trentamila volte perché devi convincere te stessa e
basta!! >>
Io
sto un po’ in silenzio, poi attacco allo stesso modo di prima. In questo
momento non riesco ad essere più originale di così.
<< Non è vero…
>>
<< Va bene, te ne accorgerai! Speriamo solo il
prima possibile perché non so ancora quanto potrò resistere!! >>
Faccio
l’offesa.
<< Bell’amica!!
>>
<< Sono amica quanto vuoi, ma dopo un po’ non se
ne può più!>>
La
guardo impettita, incrociando le braccia sul petto.
<< Ma ho un problema! Dovresti palarne con me
fino a quando non si sia risolto!! >>
Mi
risponde senza prendere fiato, come se sapesse già dall’inizio della frase come
rispondere.
<< Tu non hai un problema, sei solo testarda, è
solo un tuo capriccio che puoi risolvere solo te stessa! Io non posso aiutarti,
in nessun modo, a parte nel dirti le cose che ho già detto e spingerti ad
andare avanti. >>
<< S i, anche se non puoi risolverlo, mi
aiuteresti molto ascoltandomi fino alla nausea!! >>
Mi guarda storto.
<< Ale… Sono già arrivata alla nausea!! >>
La
prendo un po’ come un’offesa e sto in silenzio per tutto il viaggio, ma
purtroppo non riesco ad azzittire i miei pensieri che mi torturano come una
forbice fa ad un pezzo di carta.
Arriviamo
davanti a Mango, entriamo e cominciamo a cercare tra i vari vestiti. Ce ne sono
vari in vari reparti. Le pareti sono bianche, ma i diversi vestiti colorano
l’ambiente. E la ricerca si fa interessante.
-
-
-
-
Sono
le tre.
Io
ed Eric siamo già al mare con tutti gli altri che ci fanno compagnia. Sta sera
ci sarà la festa e tutti qui sono estasiati e non vedono l’ora che cominci. Io
mi guardo attorno inconsciamente alla ricerca di qualcosa o qualcuno, ma
ragionandoci un po’ su si può capire quello che io voglio trovare.
<< Robbie? Stai pensando a quello che penso io? >>
Eric
mi si siede vicino e mi guarda ridendo.
<< Non lo so! Tu cosa pensi? >>
<< Quello che pensi tu!! >>
Alzo
un sopracciglio.
<< Vuoi che cominci a prenderti a schiaffi?? >>
<< Perchè?
>>
<< Posso essere mooolto geloso, sai? >>
Si
mette a ridere.
<< Ah ah!! Beccato!! Stavi pensando ad Ale! >>
<< Per te non era un problema capirlo!! >>
<< Ale?? >>
Dario
si aggiunge alla conversazione. Noi ci giriamo verso di lui e si siede accanto
a noi.
<< Ehm… No!! Stai capendo male Dario!! >>
<< Tu solo non provarci con Ale, poi puoi anche
capire male!! >>
Eric
interviene sghignazzando e io lo guardo malissimo.
<< Avevo qualche dubbio comunque che ti potesse
piacere… >>
Mi
guarda maliziosamente.
<< Ma non è vero!! >>
Nego,
nego e ancora nego. Troppo presto per l’ultimo passo.
<< Dov’è oggi??
>>
Mi
chiede incuriosito. Guardo l’orologio. Sono le tre e mezza. Di solito non è
così in ritardo.
<< Non lo so…
>>
La
mia voce si fa pensierosa e Dario ed Eric si guardano ridendo.
“Dove
sei Ale?? Dove potresti essere? Perchè non sei qui? Non vuoi vedermi? Non ce la
faccio più, la mia testa prima o poi scoppierà!!”
Un
motivo in più perchè non veda l’ora che arrivi sta sera! Non può mancare alla
festa.
<< Robbie!!
>>
Eric
mi chiama.
<< Ohi! >>
<< Mentre tu eri lì con la faccia triste che
guardavi la sabbia pensando a chi sa cosa, e sinceramente quella cosa la so,
sono andato da Dimitri per toglierti un dubbio. Sono andate a fare shopping per
sta sera!! >>
<< Ah, ok, ma non dovevi!! Non stavo pensando a
quello! >>
Alza
i due sopraccigli e mi guarda da superiore.
<< Non fingere con me!! >>
Osservo
Dario che mi sta guardando sorridendo.
<< Tanto è troppo tardi se avevi intenzione di
nascondermi qualcosa!!! >>
<< Vi odio tutti… >>
“Pensiero
confermato. Ma quando arriva sta sera??”
<< Un momento… Ma io dovevo essere arrabbiato
con te!! >>
Mi
punta il dito contro e chiude gli occhi a fessura.
<< Perchè?? Che cacchio vuoi? >>
<< Come che cacchio voglio?? Non ti ricordi ieri
sera e sta mattina?? >>
Alzo
gli occhi al cielo, annoiato.
<< Ancora con questa storia… >>
Mi
giro dall’altra parte.
<< Cioè... Tu dimmi Dario se uno a cui piaccia
così tanto una ragazza la debba trattare come tratta lui Ale!! >>
<< In effetti è un po’ un controsenso… >>
Cerco
di azzittirli.
<< Ma che cosa andate a dire!! Io ho le mie
tattiche!! >>
Mi
viene da ridere da solo, ma mi trattengo.
<< Un po’ assurde… >>
Dario,
con questa battuta, sghignazza alle mie spalle.
<< Tu sta’ zitto Dario! >>
<< Robbie, smettila di fare così con me. Ti
rendi solo ridicolo. SEI ridicolo! >>
<< Ma vai a fanculo, va’! >>
Prendo
la mia maglietta, me la infilo e mi metto lo zaino in spalla. Guardo per un ultima
volta Eric, ma lui mi sta rivolgendo lo sguardo a sua volta aspettando in
qualche mia parola. Io non gliela concedo e me ne vado sempre in silenzio.
“Ma
questo non dovrebbe essere un mio problema?? Perchè mio fratello dev’essere
così impiccione??”
-
-
-
-
Usciamo
da Mango, raggiungiamo Piazza Colombo con le borse dello shopping alle mani e
ritorniamo a piedi verso casa. Ad un certo punto della nostra passeggiata Alice
si ferma.
<< Che c’è, Ali?
>>
<< Ma Monica non aveva detto di portare qualcosa
da mangiare o da bere? >>
<< Ah, già!
>>
Sbuffa.
<<
Il problema che l’abbiamo già passato il ‘DxD’.
>>
<< Tranquilla!!
Più avanti c’è il ‘Conad’!! >>
<< Ok! >>
Arriviamo
davanti a questo ed entriamo. L’aria condizionata ad alto volume mi passa attraverso
la gonna e io, quasi, sento fresco.
<< Ahhh, come si sta bene!! >>
<< Già. >>
Ci
avviamo nel reparto ‘Schifezze’ e c’è di tutto. Dalle patatine più semplici a
quelle più complesse e gustose, dai pop-corn al cioccolato, dall’acqua naturale
allo spumante.
<< Cosa prendiamo? >>
<< Fai tu!
>>
<< Dai, aiutami!
>>
<< Perché non prendiamo da bere? >>
<< Facciamo così… Prendiamo un pacchetto di
pop-corn e una coca-cola, ok? >>
<< Ok, come vuoi! >>
Prendo
il tutto, andiamo alla cassa, paghiamo ed usciamo con il sacchetto della spesa
che naturalmente devo tenere io.
-
-
-
-
Sono
su ‘Diana’. Non ho più sentito mio fratello e neanche voglio sentirlo.
Oggi
non c’è un filo di vento e sinceramente non ho voglia di impegnarmi a guardare
una barca a vela. Sono ancora attraccato al molo, sdraiato sul pavimento fuori
dalla casetta. Si sta bene, dopotutto, anche fermo al porto. Però, in questo
momento, sono troppo arrabbiato per Eric e dell’assenza di Alessia, tanto che
non riesco a godermi questa parte di giornata.
-
-
-
-
Ritorniamo
a casa ed entriamo dentro posando tutti i vari sacchettini.
<< Ale!!!!
>>
“Figurati
se mia madre non doveva essere a casa.”
<< Che c’è?
>>
La
raggiungo.
“Sta
a vedere… Ora mia madre mi chiederà per prima cosa quanto ho speso e farà tutti
i suoi vari commentini. Poi si lamenterà che potevo arrangiarmi con i vestiti
che avevo già, allora, dopo tutto questo, mi chiederà che cosa ho preso e di
fargli vedere.”
<< Cosa hai comprato allora? >>
Vado
a prendere la roba e la porto da lei.
<< Questa camicetta nera a ‘V’. >>
La
guarda, poi fa una smorfia.
<< Mmm, carina… Quanto hai speso? >>
<< Ma’, ho il resto. >>
<<
Non bastavano i vestiti che avevi già? >>
<<
Ma’, i soldi sono miei!! >>
<< E allora? Ma che c’entra? Devo insegnarti a
risparmiare o no? >>
La
guardo esasperata.
<< Si, ma tu esageri!! Come se andassi a fare
shopping tutti i giorni! >>
<< No, ma con tutti gli altri soldi che spendi
per stronzate… >>
Poi
ci raggiunge Alice e tira fuori la su roba dai sacchetti.
<< Io invece ho preso questa roba! >>
Le
fa vedere un paio di jeans stretti chiari con degli stras neri sulle gambe e
una canotta anch’essa nera fatta a righe che risaltano e no.
<< Belli! Che forte questi pantaloni!! Perché
Ale non te li compri anche tu così? Tutti semplici li pigli!! >>
<< Mi piacciono nella loro semplicità! Va beh,
dai Ma’, ora ci dobbiamo preparare!! >>
<< Ma sono solo le cinque e un quarto!! >>
Le
urlo addosso facendole capire che noi, o meglio, io non voglio stare più lì.
<< Ma’, dai!!
>>
Andiamo
in camera e una alla volta facciamo la doccia e ci vestiamo con i indumenti
comprati nel pomeriggio, io aggiungendo uno dei miei soliti bellissimi jeans
che mia madre chiama “Semplici”.
Ci
avviamo alla mia piccola cucina per scegliere cosa mangiare, ma non ci viene in
mente niente e io ed Alice ci guardiamo.
<< Ma tu ne hai voglia di mangiare? >>
Mi
chiede.
<< No. >>
<< Cioè, poi andiamo a questa festa e ci
riempiamo di schifezze quindi è come se facessimo cena! >>
<< Si, però non possiamo andare così… Pensa se
non c’è niente come pizza o altro? Fare cena con patatine non mi sembra il
caso!! Almeno un panino io lo voglio mangiare!!
>>
<< Io no.
>>
<<
Fa niente!! Mangio da sola. >>
Lei
va di là in camera mia e io mi preparo il mio panino al pomodoro e mozzarella e
mangio.
Poi
la raggiungo e la vedo già truccata. Seguo il suo esempio. Mi sistemo alla
scrivania e incomincio a truccarmi, ma al posto del solito ombretto bianco lo
metto nero.
“Ma
che ore si sono fatte?”
Le
otto. Ancora due ore. Intanto mi giro verso Alice che si è già accesa la tv che
a quest’ora c’è ‘Summerland’ che ad Alice piace da impazzire. Così ci godiamo
il telefilm che scorre e senza neanche rendercene conto, passa anche il tempo,
il telefilm finisce e si fanno le nove.
<< Ali, andiamo a piedi, così risparmiamo tempo
perso inutilmente! >>
<< Si, ok, possiamo già andare allora! >>
<< Si! >>
Preparo
la borsetta bianca con chiavi, portafoglio e cellulare. Poi prendo il sacchetto
della spesa con pop-corn e coca-cola e andiamo.
<< Ciao Ma’! A domani mattina!! >>
<< E si… A sta sera!! >>
Usciamo
di casa e camminiamo lungo la solita Corso Cavallotti.
-
-
-
-
Le
nove e trenta.
Io
ed Eric siamo davanti alla casa di Monica e ancora non ci siamo parlati da oggi
pomeriggio. Non mi degna neanche di sguardi. Io ho finito di prepararmi, con i
miei soliti jeans da portare sotto il culo, ma questi della ‘Rich’, con la
scritta omonima sul retro in rosa e una maglietta a maniche corte con i capelli
tirati su dal gel.
Gli
ho solo detto un “Andiamo” e lui mi è stato dietro. Niente di più.
“Ma
saranno un po’ cazzi miei?? No, lui deve fare il muso solo perchè non riesco ad
aprire il mio cuore ad Ale... Non mi sembra logico!!”
Ci
apre la padrona di casa con un sorriso in viso e subito dopo, con la sua voce
da viziata, fa la domanda.
<< E da bere?
>>
<< Monica, non rompere! >>
Lei
sbuffa e ci fa entrare incontrando all’interno Carlotta che viene subito al
braccetto di Eric.
Io
mi guardo attorno. Niente. Nessuna traccia di Alessia.
“Ti
prego, fa che venga!!”
Dopo
essermi guardato ancora un po’ in giro, mi stufo e mi vado a sedere sul divano
vicino ad Eric e Carlotta.
-
-
-
-
Arriviamo
in Corso Garibaldi, davanti alla casa di Monica e suoniamo il campanello
argentato a fianco la porta.
Sono
le dieci meno un quarto. “Siamo in anticipo!!”
Monica
ci apre la porta con un sorriso in viso e, appena ci vede, quest’ultimo
svanisce.
<< Ah, siete voi… Entrate pure. >>
Ci
introduciamo dentro e il suo salotto fresco dal muro giallognolo e dalle sedie
e mobili di legno noce è già pieno di persone tutte ammucchiate a ritmo di
musica, con sottofondo ‘Hollaback girl’ di Gwen Stefany.
<< Ma non era alle dieci l’appuntamento? >>
Ci
risponde svogliata.
<< Le dieci sono l’ora massima, di solito si viene
prima perché le feste sono talmente belle che non vedi l’ora che inizino! >>
Poi
sospira.
<< L’unico a non esserci e che molto
probabilmente non vedremo prima delle dieci e un quarto è Edoardo. >>
Alice
fa un sorrisino e io rivolgo controvoglia, ancora una volta, la parola a
Monica.
<< Ti abbiamo portato da mangiare e da bere! >>
Le
mostro il sacchetto con un sorrisino d’imbarazzo. Lei fa una brutta faccia,
quasi schifata.
<< Grazie…
>>
Si
avvia al tavolo e dopo capisco la motivazione di quell’espressione.
Sul
tavolo non vi è alcuna traccia di coca o pop-corn o di roba del genere. Ci sono
solo tanti alcolici. Di tutti i tipi, ma ci sono solo alcolici. Al massimo
nascoste ci sono due vassoi in croce di pizzette, salatini e meringhe.
Prevedo
una festa da alcolizzati.
“Vorrei
sotterrarmi…”
Io
ed Alice ci guardiamo preoccupate.
<< Ali!!!
>>
Questo
è Dimitri che la chiama e spunta fuori tra vari personaggi. Così lei lo
raggiunge e io rimango sola con un:
<< Non ti dispiace, vero Ale? >>
Capisco
dal suo tono di voce che è una domanda retorica che non accetta risposte
negative.
<< Si, vai pure.
>>
Lei
sorride e si gira allontanandosi lasciandomi da sola. Mi giro e mi guardo
attorno. Ci sono proprio tutti a parte Edoardo. Dario e Chiara sono alla finestra,
Francesco e Veronica sono seduti su una poltrona gialla sola, Alice e Dimitri,
sono in un'altra, Marta e Luca sono in piedi in un angolo, Samuele, Monica e
Carolina seduti al tavolo e Eric, Carlotta e Robbie sul divano.
Resto
lì, immobile, a braccia conserte che fisso il vuoto, sola come la solita
sfigata zitella che sono.
Poi
sento una voce da dietro di me.
<< Guarda chi si rivede… >>
La
riconoscerei tra mille questa voce.
“Robbie…”
Mi
giro dietro nella sua direzione. Oggi è vestito benissimo. Porta dei jeans
chiari stretti che si portano sotto il culo, che io naturalmente adoro, e una
maglietta a maniche corte nera, mentre i suoi capelli sono tirati su con il
gel.
<< Ant!! Non mi sei mancato per niente sai? >>
Il
mio sorriso verso di lui potrebbe smentire tutto.
<< Mi fa piacere, ma neanche tu, per niente!! >>
<< Ma cosa dici! Altrimenti non saresti qui a
parlarmi!! Ti mancavo così tanto che hai deciso di venirmi a parlare subito! >>
Lui
mi guarda male.
<< Ma che cazzo stai dicendo? Stai andando su di
giri, per caso? >>
<< Assolutamente no! Ma mi fa strano che tu mi
venga a parlare così, senza motivo. Dato, poi, che ieri mi evitatavi sempre!! >>
<< Hai ragione.
>>
Si
volta dall’altra parte e se ne va al tavolo a prendere una bottiglia di birra
facendo vedere il suo bel culo con la scritta ‘Rich’ rosa su di esso.
“Ecco,
complimenti Ale! Ora rimani sola e la prossima volta impari a lasciarti
scappare l’unica persona che qui dentro ti possa aspettare.”
Mi
giro verso il divano e nessuno ci è più seduto sopra. Eric, Robbie e Carlotta
sono in giro per la casa, ma non al divano, così decido di sedermi e godermi lo
spettacolo delle conversazioni tra altre persone.
“Non
ho di meglio da fare!”
-
-
“Tattiche,
tattiche…”
Penso
forzatamente questo per rassicurarmi, poi vado da Dario.
<< Ciao Dario…
>>
<< Oh, ciao innamorato!! >>
Mi
scandalizzo al suono di quella parola.
<< Cosa??
>>
<< Hai sentito bene, hai sentito bene! >>
In
casa arriva Edoardo, come al solito in ritardo, e tutti lo acclamano,
finalmente di li a poco inizierà la festa vera e propria e spero
in qualche giochetto ‘piccante’, come l’ha chiamato Monica.
-
-
Edoardo
ride e si guarda attorno, in tutte le direzioni e si sofferma su tutti i
singoli elementi. Poi fissa me con i suoi jeans larghi e una camicetta azzurra
a quadri fuori dai pantaloni con i capelli stirati sulla faccia.
Si
avvicina sedendosi vicino a me.
<< Ciao. >>
<< Ciao. >>
<< Allora? >>
Mi
guarda sorridendo, non capendo che cosa ci faccia qui vicino a me.
<<
Così…
>>
<< Come così?
>>
<< Non lo so!
>>
“Uffi!
Non so cosa rispondere!”
<< Cosa ci fai qui tutta sola? >>
Penso
un po’ sulla domanda. Le opzioni sono due:
“Guarda,
sono da sola perché sono una sfigata e nessuno vuole stare con me.”
Oppure:
“Guarda,
sono da sola perché sono l’unica sfigata che sono senza un accompagnatore.”
Qualunque
opzione scelga, rimarrei comunque una sfigata.
Mi
giro verso Alice che sta fissando nella mia direzione e mi guarda con occhi di
sfida. Io le sorrido e poi mi rivolgo ad Edoardo.
<< Non trovo nessuno con cui stare. >>
Lui
mi fa l’occhiolino e mi sorride indietreggiando con la schiena sullo schienale
del divano.
<< Beh, allora ti tengo un po’ compagnia io!
Tanto ho litigato con Carolina e non voglio starle vicino! >>
<< Grazie.
>>
-
-
<< Smettila Dario. Almeno non ad alta voce!! >>
Lui
ritorna serio.
<< Ehy, aspetta un attimo… Io lo facevo per
scherzare!! Cazzo, sei innamorato!! >>
Io
mi preoccupo.
<< Lo facevi per scherzare? >>
<< Si!! Lo dicevo perchè stavi tornando da Ale e
ogni volta che parli con lei ritorni sempre con un sorriso… >>
Sorrido
ancora pensandoci.
<< Vedi? Come adesso! >>
“Cazzo!”
<< Smettila!! Sono tutto fuorché innamorato!! >>
<< Oggi avevo capito solo che ti piacesse, ma se
sei innamorato è tutta un’altra cosa!! Devo andare a fare i complimenti ad
Alessia! >>
Solo
al suono del suo nome mi giro per la stanza a cercarla. E la trovo.
È sul
divano con Edoardo a scherzarci assieme. Quando anche lei cerca per la casa e
mi trova. Abbozza in un sorriso e ritorna a parlare sempre sorridente, come se
volesse farmi ingelosire.
“E
ci riesce!... Ma non dovrei essere io in teoria quello che dovrebbe far così?”
<< Quanto ti piace… Ma allora ne sei veramente
innamorato!!!! Wow!!! >>
Ritorno con lo sguardo verso
Dario ancora, però, con la sua immagine nella mente.
<< Ma che cazzo dici!! E da cosa la trarresti
quest’ultima conclusione? >>
<< Dovevo riprendervi entrambi mentre vi stavate
guardando in questo momento! >>
L’agitazione sale.
“Le piaccio anch’io?”
<< Perchè, come mi guardava? >>
<< Ne sei innamorato!!! Non puoi più negarlo!! >>
Sorrido. Non riesco più ad
essere aggressivo e lui si mette a ridere contagiandomi.
<< Sai, ti vuole fare ingelosire… >>
La riguardo e rivolgo la
parola a lui sempre tenendo lo sguardo fisso su di lei.
<< E questo da cosa lo deduci? >>
<< S’è messa a sorridere appena l’hai guardata!!
E’ stracotta!! >>
<< Devi sempre esagerare!! >>
<< Fidati.
>>
Non riesco a fare a meno di
sorridere.
<< Mi odia.
>>
<< Tutt’altro che odio! >>
-
-
<< Come mai hai litigato con Carolina? >>
Chiedo
ad Edoardo.
<< Perché lei vuole stare con me, ma io non
voglio. Cioè, ora che sono giovane voglio godermi l’adolescenza e spassarmela
con quelle che voglio! Non voglio impegnarmi con nessuna!! >>
<< Capisco.
>>
<< E tu? Con Robbie come va? >>
Lo
guardo sbalordita.
<< E’ incredibile… Ma le storie girano tutte,
eh? >>
Lui
mostra i suoi denti in un sorriso.
<< Esatto! Dai racconta!! >>
<< Ma niente di interessante. Continuiamo a
scannarci, ora peggio di prima! >>
<< Tu sai che gli piaci, vero? >>
Sto
un attimo in silenzio, pensando a lui.
“E’
impossibile.”
<< Ma ne siete proprio convinti tutti allora!?!? >>
<< E’ così evidente!! >>
<< Giuro che non c’è niente!! >>
Lui
guarda Robbie
<< Mmm… Faccio fatica a crederlo!! Beh, visto
che nessuno dei due non ha nessuno con chi stare, vediamo con chi gli
piacerebbe passare la serata! >>
Alzo
le spalle.
<< Ok. >>
<< Vediamo… Samuele? >>
<< Sei matto? No, no… Monica? >>
<< Beh, non mi dispiacerebbe, ma lei ora si fa
le storielle con un ragazzo fuori dalla cumpa!
>>
<< Non pensavo fosse un problema per te! >>
Scuote
la testa.
<< Mah… Eric?
>>
Faccio
uno sguardo malizioso.
<< Beh, ci potrei fare un pensierino… >>
Sbarra
gli occhi.
<< Dai, ti piace Eric? >>
<< Diciamo che non è male!! Alice? >>
<< Povero Robbie… Chi è Alice? >>
Lo
guardo male al suono del nome “Robbie”, ma poi lo fulmino per la stupida
domanda.
<< Ma come chi è? Quella che sta seduta sulle
gambe di Dimitri!! >>
<< Ah, lei!! Perché no, è carina!!! Ma sta con
Dimitri! Non posso fare quindi un pensiero più avanti di questo. >>
Sorrido
felice per Alice.
<< Capisco.
>>
<< E con me?
>>
Si
indica muovendo le palpebre in segno di piacimento.
<< Per carità!!
>>
Mi
metto a ridere.
<< Ma… Ma… Mi trovi brutto? Ma guarda questa!!
Io sono figo, capito? >>
Continuo
a ridere più di prima.
“Se
lo credi tu…”
<< Ah, si, non lo metto in dubbio! Diciamo che
non sei esattamente il mio tipo!! >>
Incomincia
a parlare in modo sarcastico.
<< E come dovrebbe essere il tuo tipo? >>
Guardo
avanti nel vuoto per incominciare a fargli una lista.
<< Beh, tanto per cominciare non più basso di me
e più piccolo e, soprattutto, mi deve
piacere! >>
Edoardo
fa la faccia da offeso e con la voce da bambino mi risponde.
<< Io non sono basso!! >>
Lo
piglio per il culo.
<< No, hai ragione… E tu con me? >>
<< La sto già passando con te la serata se non
te ne sei accorta… Devo essere proprio disperato per toccare il fondo! >>
Mi
metto le mani sui fianchi guardandolo da arrabbiata.
<< Grazie per avermi dato del ‘fondo’!! >>
Ride.
<< Vendetta… E Robbie? >>
<< Che Robbie?
>>
“Robbie??
Robbie?? Chi ha nominato il nome di Robbie invano?”
<< Non abbiam cambiato gioco! Sei ancora con
noi? Vorresti passarci la serata con lui?
>>
Rispondo
senza neanche pensarci.
<< Neanche morta!! >>
Poi
mi giro verso di lui e lo guardo. Monica interrompe la musica con ‘Numb-Encore’
di Jay-z con i Linkin Park e si mette a parlare con tutti.
<< Allora, iniziamo la festa? >>
<< Stavamo aspettando questo!!! >>
<< Scegliete. Cosa facciamo ora? >>
<< Indovina Monica cosa vogliamo fare? >>
Le
risponde Dario in tono malizioso.
<< Ma è sempre la solita cosa che facciamo per
prima!! E poi non facciamo mai niente dopo!
>>
<< Non è colpa mia se è la più bella!! >>
<< Ok, dai.
>>
Monica
va in cucina e io non capisco. Così mi giro verso Edoardo e lo vedo sorridere
entusiasta all’idea.
<< Ma a che cosa si stanno riferendo? >>
Edoardo
mi guarda come se fossi un aliena.
<< Al gioco della bottiglia, no? >>
Infatti
vedo tornare Monica dalla cucina con una bottiglia in mano e ci guida verso la
sua camera enorme dalle mura bianche ornate di mille poster di personaggi
famosi, tra cui soprattutto Britney Spears, e da oggetti e letto tutti in rosa.
Mette
la bottiglia in centro, dato che lo spazio in mezzo è completamente vuoto, e
tutti si sistemano attorno, così mi piazzo anch’io, seduta tra Edoardo e
Carlotta.
Noto
Alice ancora che mi guarda male e io le sorrido, così lei socchiude ancora di
più quegli occhi arrabbiati.
Poi
mi giro verso Robbie. Lui ride con suo fratello facendo quelle stupide battute
che penso io come:
“Io
voglio uscire con lei! Però, per carità… Speriamo non mi capiti mai Sfig!! Oh, mio dio!!
Sarebbe una disgrazia!!”
“Già
me lo immagino…”
-
-
Alessia si mette tra Edoardo e
Carlotta e io mi siedo a caso dove mi raggiunge Eric.
<< Ciao, ho visto che ci hai parlato, anche se
per poco… >>
Io gli faccio il segno dell’ok,
felice del fatto che ora mio fratello mi parli, ma soprattutto per un’altra
cosa.
<< Tranquillo, questo è il mio gioco giusto!! >>
Lui si mette a ridere e io
faccio lo stesso. Poi mi da una pacca sulla spalla e mi guarda di traverso.
<< Cerca di non bruciarti anche questa! >>
<< Tranquillo!!
>>
Qualcuno dà inizio al gioco.
<< Monica, inizia tu! E’ casa tua!! >>
Lei annuisce ridendo, la
bottiglia gira e si ferma su Dario.
Si avvicina a gattoni e lo
becia. Dario sorride e la mangia con gli occhi, poi gira la bottiglia e si
ferma su Alice.
Alice gira… Esce Samuele. Fa
una faccia schifata e poi va.
Samuele gira… Esce Monica.
Lei gira… Esce Dimitri.
Lui gira… Esce Carolina.
Lei gira… Esce Edoardo.
Un po’ arrabbiato gira la
bottiglia… Esce Carlotta.
Lei gira… Ed esco io.
“Che palle!! Non è esattamente
la persona che volevo!”
Si avvicina a me e mi fa
ricordare con un semplice tocco di lingua tutti i momenti passati con lei. Che
sono stati bellissimi, ma passati.
Mi volto verso Alessia. Lei
non guarda, ma è diretta verso terra.
Carlotta si allontana da me
guardandomi negli occhi. Allora giro.
“Ti prego, ti prego, ti
prego…”
“Sai quando si esprimono i
desideri, ma lo si fanno così, tanto per fare, perchè tanto sai già che non si
avvereranno mai? E di fatti è sempre così… Ma questa non è una di quelle
volte.”
La bottiglia le si ferma
puntata contro. E io la guardo. Lei mi guarda. E allora io incomincio.
<< No, no, raga… Non si può mettere una regola
che una si può evitare di beciarla? Dai, solo una!!! >>
Tutti ridono, già capendo.
<< No, Robbie, le regole sono regole! Tanto lo
sappiamo tutti che non ti schifa per niente!!
>>
Eric mi dice questo
sorridendo.
<< Odio le regole!! >>
“Ma
questa non è una di quelle volte.”
Passo per il centro e mi
avvicino a lei. Lentamente.
E’ un momento unico questo,
non posso sprecarlo così.
“Baciala, baciala…”
“Certo che lo faccio ora!!”
Mi avvicino sempre di più fino
a quando mi attacco troppo. E le sue labbra sono già le mie. E la sua lingua…
“Oh, Ale, finalmente!! Ci
voleva tanto? Ti sto baciando e tu stai baciando me!! Non mi è sembrata una
cosa così difficile!!”
-
-
Sono
ancora indecisa se essere arrabbiata o felice. Ho tante emozioni che si
accavallano. Forse mi accorgo di come dovrei essere… Mi sento felice,
spensierata, leggera… Ma soprattutto felice.
Non
riesco a staccarmi e mi godo questi secondi.
-
-
Mi stacco e la guardo negli
occhi. Mi perdo nei suoi come lei nei miei. E non riesco più a trovare la via
giusta. Sono perso, girovago senza meta, alla ricerca di qualcosa di bello, che
ho già trovato, ma voglio cercare ancora, e ancora, e ancora…
-
-
Io
ammiro i suoi occhi e mi sembra di perdermi in quell’immensità blu profonda.
Sono incantata e non riesco a staccarmi.
<< Robbie, se ti levi di mezzo forse andiamo
avanti con il gioco! Abbiamo capito che ti piace, ma continui dopo, fuori dal
gioco, ok? Così possiamo andare avanti! >>
Dice
Dimitri. Lui ritorna al posto.
<< Non mi piace!!! Lei mi tratteneva!! >>
<< Cosa??
>>
Rimango
sbalordita dalla sua affermazione.
<< Sfig, zitta e gira!! >>
Giro
la bottiglia e mi capita Samuele, ma anche se non mi piace per niente, non ci
penso e me lo bacio. Niente mi distrae dal mio pensiero.
“Ho
beciato Robbie??”
Così
il gioco va avanti per un po’ e, anche se me ne tocca beciare tanti e vedere
gli altri beciarsi, il tempo va e non mi accorgo di niente. Sono troppo
distratta.
Osservo
un attimo la bottiglia girata da Alice e questa si ferma su Edoardo. Non lo dà
a vedere, ma dentro di lei la felicità abbonderà a dismisura. Si bacia il suo
adorato Edoardo e immagino che quando torneremo a casa mi farà una testa grande
per dirmi che l’ha beciato. Mi devo preparare!
Edoardo
gira la bottiglia e si ferma su di me. Lui mi becia, lo guardo schifata e lui
fa lo stesso, poi ci mettiamo a ridere e giro la bottiglia. Si ferma su Robbie.
Ora tocca a me avvicinarmi a lui.
Lo
guardo e lui contraccambia, poi mi avvicino e lo becio.
“Adoro
le sue labbra e la sua lingua e tutto di lui… Ora ho capito cosa mi volevano
dire tutti. Mi piace e forse sono veramente innamorata e ci è voluto un bacio
per capirlo. Mia madre aveva ragione. Se sta sera faccio la parte di
Cenerentola e ho già anche trovato il mio principe azzurro. Robbie… Ti sto
baciando…”
-
-
Non ho mai baciato nessuna
così… Di solito lo facevo sempre tanto per fare e divertirmi. Ora è diverso! La
sto baciando con più passione e più voglia del solito.
“E’ questo un altro indizio del mio innamoramento? Wow…
Che emozione bellissima… W l’amore!!”
-
-
Il
tempo passa.
Manca
pochissimo all’ora che mi toccherà partire di qui. Gli altri sono già tutti
mezzi ubriachi. Robbie no. Tutti fanno i deficienti attorno al tavolo in
salotto. Io sono seduta sul divano, lui è seduto sulla poltrona proprio di
fronte a me. Qualcuno ogni tanto ci passa davanti, ma niente ci impedisce di
distogliere lo sguardo. Lui fissa me, io fisso lui. Il suo sguardo mi
immobilizza. La testa gira. Chiudo gli occhi. Mi sembra di rivivere gli stessi
momenti di prima. Il suo bacio e il suo viso unito al mio solo da una lingua.
Le mia dita vanno istintivamente a toccarsi le labbra, cercando di accarezzare
quel minimo di lui che è rimasto. Riapro gli occhi e lo riguardo. Sta
sorridendo osservandomi, io no. Il mio sguardo è troppo preso per trasformarsi
in qualcosa di divertente. Ora anche le sue labbra cambiano posizione,
ritornando ad essere quelle serie di prima. I miei occhi non riescono a
rialzarsi. Le sue labbra, per me, sono come una calamita.
“Vieni
da me…”
Samuele
si avvicina a lui e gli da uno spintone. Lui ricambia lo sguardo e lo manda a
fanculo. Samuele si mette a ridere e ad urlare nel mentre che si versa nel
bicchiere Vodka alla pesca.
<< Ragazzi, abbiamo una nuova coppia!! Un
brindisi a Robbie ed Alessia!! >>
Si
tracanna quel bicchiere e cade su una poltrona dietro di lui. Tutti bevono e ci
guardano ridendo.
<< Bravi!!
>>
Io
lo guardo, lui non fa lo stesso. Il suo sguardo è rivolto a terra.
“Guardami…”
Lui
ubbidisce, ma per due secondi. I nostri sguardi si incontrano per poco,
amandosi e volendosi, ma subito i suoi corrono via. Io scuoto la testa in segno
di disapprovazione e mi alzo pronta per andarmene.
Eccomi
qui!! Scusate se ad alcuni ho illuso che avessi aggiunto un capitolo prima, ma
mi ero sbagliata ad aggiungere un capitolo che era per un’altra storia!! XD
Scusatemi!!!
Ma
badiamo alla storia… Finalmente Robbie ed Ale si sono baciati!! Anche se è
stato solo un gioco l’hanno fatto!! Che bello… Mi emoziono da sola!! Ma ora
cosa succederà??
Volevo
ringraziare tutti i miei amati lettori e soprattutto:
ElianaTitti:
Grazie!!!!! Non me li merito tutti
questi complimenti… XDXD Semplicemente stupendo è il tuo commento, non la mia
storia!!!!! Ti adoro!!
kry333:
eccoti accontentata!!! Sembra che il tuo desiderio sia stato esaudito!!XD
Comunque hai ragione, anche io adoro Robbie!!!
avril1113:
Grazieeee!!! Spero ti piacia tanto anche questo!! Baci
avrilmiki:
Sensazione eh…?? Ma daiiii!! Lo sai a memoria!!!! Grazie mille ti voglio
bene!!! Bacioni
Poi
volevo ringraziare anche tutti quelli che mi hannoi ancora aggiunto nelle loro
storie preferite, ma ormai siete in tanti e non riesco più a ricordarmi chi mi
aggiunge dopo!!! Scusatemi!!!
Vi
prego, commentateeeeeeeee!!!
Baci
a tutti
Somoody
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Capitolo 12 *** Deficiente! ***
CAPITOLO
12
-
-
-
-
-
<< Sfig, ti amo…
>>
<< Ant, anch’io, da impazzire! Voglio stare con
te, voglio stare con te, voglio stare con te…
>>
Uno
scuotimento mi sveglia all’improvviso accompagnato da un urlo.
<< Ho beciato Edo! >>
Apro
gli occhi a fatica ancora assonnati svegliandomi dal mio meraviglioso sogno e
intravedo Alice che mi scuote, sopra di me.
<< Ali, non rompere… Voglio dormire!! >>
Mi
giro dall’altra parte.
<< Non puoi!! Devo parlarti ancora di ieri
sera!! >>
<< L’hai già fatto tutta sta notte e ieri!! >>
<< E allora? Non ho finito!! >>
Mi
giro verso di lei per due secondi senza guardarla, ad occhi praticamente
chiusi.
<< E quando ne parliamo del mio bacio con
Robbie? >>
Lei
ci riflette un attimo.
<< Non l’avevo considerato… Comunque è più
importante Edo che Robbie! Soprattutto da quando mi hai detto che sono carina
per lui!! Di te e Robbie si sapeva già!!
>>
Sbuffo
capendo che ormai la cosa di riaddormentarmi è impossibile.
Mi
alzo dal letto e scendo le scale per andare in bagno a lavarmi la faccia. Alice
mi segue e continua a rompere.
<< Allora? Cosa ne pensi del bacio tra me ed
Edoardo? >>
Alzo
le spalle, ancora assonnata le rispondo.
<< Che non è niente di che… E’ normale che tu
sia uscita con Edoardo in un gioco della bottiglia e conoscendo meglio il
gruppo credo che non sarà l’ultima volta!
>>
Incrocia
le braccia al petto.
<< Ti ringrazio per aver trasformato il momento
più bello della mia vita in una cosa normalissima! E allora cosa me ne frega
del becio tra te e Robbie?>>
Il
sorriso torna sulla mia faccia e il suo viso ricompare nei miei occhi.
<< Ma hai visto quanto ci siamo stati?? >>
Lei
usa il mio stesso tono di prima, vendicandosi.
<< E allora?
>>
<< E’ stato stupendo quel momento!! >>
Mi
urla quasi addosso.
<< Allora vedi che è stato stupendo il momento
tra me e Edo? Comunque te l’avevo detto che prima o poi me lo sarei beciato!!!
Me lo sentivo!! E quando mi sento qualcosa… Succede sempre!! >>
<< Brava…
>>
Ritorna
di nuovo a riflettere, cosa non molto normale per lei!
<< Un momento… Ma tu dicevi che lo odiavi
Robbie! Come mai tutta contenta per questo bacio? Dovresti essere triste e
arrabbiata!!>>
Sorrido
soddisfatta, felice di aver capito finalmente i miei sentimenti.
<< Avevi ragione… Anzi, avevate ragione! Mi sono
innamorata di lui. >>
Ritorna
il sorriso sul suo viso.
<< Ohh!! Finalmente!! Ma ci è voluto un bacio
per capirlo? Beh, meglio che niente!>>
<< Sapessi come bacia… >>
Mette
una mano davanti a lei intenta ad interrompermi.
<< Non voglio saperlo!! >>
<< Che c’è? Non ti piace? Ma non avevi detto che
non era male Robbie? >>
<< Si, ma che c’entra? Non voglio sapere altri
baci di ragazzi ora che non voglio perdere quello che ho in mente… Edo, ti ho
beciato!!! Figo, figo, figo!!!!!>>
Faccio
una faccia schifata e penso a quel nanerottolo.
<< Suvvia, figo… Mi fai venire ribrezzo solo a
pensarci!! >>
<< Ti faceva ribrezzo anche Robbie prima!! >>
La
sua immagine ormai è come un chiodo fisso.
“Ribrezzo
lui??”
<< Non mi faceva ribrezzo, lo odiavo e basta!! >>
<< Dimmi poco!!
>>
Vado
in cucina e prendo una brioche con uno yogurt alla fragola da bere.
<< Tu vuoi qualcosa Ali? >>
<< No, grazie.
>>
<< Che facciamo ora? >>
Porta
le dita al meno pensando.
<< Non so, ti va di giocare alla play due? >>
Mi
si accende la lampadina.
<< Ok. Iniziamo una partita a ‘The Sims’? >>
<< Ok! E so già che famiglia creare… >>
<< Quella che penso io? >>
<< Se tu stai pensando di fare me con Edo e te
con Robbie… Allora si!! >>
Qui
la cosa non quadra… Qualcuno non è al posto giusto.
<< Io ti pensavo invece con Dimitri!! >>
<< Dimitri… Dimitri… Dimitri! E chi se lo
ricordava? Sto con quello sgorbietto?? Ora che so che posso farmi Edo potrei
lasciarmi subito con Dimitri!!! >>
Si
mette a ridere e io penso a quanto Alice sappia essere stronza.
<<
Ma poverino!! Non ha contato proprio
niente per te, eh? >>
<< No, ha contato, ha contato, credimi! Se non
fosse per lui ora non saremmo nella compagnia e io non avrei mai beciato Edo,
mentre tu non avresti mai conosciuto Robbie!!
>>
La
cosa mi terrorizza, perciò, per una volta, devo dare ragione a lei.
<< Già, e grande Dimitri!! Allora non puoi
lasciarlo!! >>
<< E perché?
>>
<< Potremmo essere cacciate dalla compagnia!! >>
“Posso
essere bastarda anch’io quando voglio…”
<< Ma ora tu ti fai le storielle con Robbie!! >>
<< E da quando?? Non ancora!! >>
Lei
scuote la testa in segno di disapprovazione.
<< Povero Dimitri… Mi sento in colpa a stare
insieme a lui così! >>
<< E fai bene!!
>>
Subito
le ritorna il sorriso.
<< Questo non mi impedisce di fare la famiglia,
però, con Edo come marito!! >>
Così
Alice si siede sul divano. Io accendo la play station due mettendo il cd di
‘The Sims’ e le passo un joystick, poi pendo il mio e mi siedo vicino a lei.
Incominciamo a giocare facendo la nostra bella famigliola.
-
-
-
-
Mi
sveglio nel mio letto. Eric dorme ancora.
Mi
alzo con il sorriso in viso pensando ancora a ieri sera.
“Quanto
mi piace… Che bacio poi!”
Vado
a fare colazione in cucina con il caffè e una brioche della ‘Mulino Bianco’.
Eric
arriva.
<< Ciao Bro.
>>
<< Ciao Eric!
>>
<< Uffi, che noia che sei!! Devi contraccambiare
anche tu!! Devi chiamarmi con Bro!! >>
Lo
guardo sbuffando.
<< Ma non basti solo tu? >>
<< Uffa… Cambiamo argomento. Com’è stato ieri? >>
Anche
se so a cosa si riferisce, faccio finta di niente.
<< Che? >>
<< Sai cosa intendo… >>
Scuoto
la testa.
<< Veramente no.
>>
<< Robbie, hai baciato Ale!! Come ti senti? >>
“Da
Dio.”
<< Ah… Bene.
>>
Eric
mi guarda strano.
<< Tutto qui?
>>
Cerco
di essere più menefreghista possibile anche se dentro di me vorrei fremere
dalla gioia.
<< Tutto qui.
>>
<< Robbie…
>>
<< Non vado mica a parlare delle mie emozioni
con te!! >>
<< Ma l’hai sempre fatto!! >>
Alzo
il sopracciglio guardandolo storto.
<< E poi il noioso sarei io, eh? >>
Lui
sembra ignorare questa domanda retorica e insiste.
<< Allora?
>>
Non
voglio saltellare dalla gioia come se fossi un bambino!
<< E’ stato bellissimo, contento? >>
<< Dicendomelo in quel tono…> >
Mi
lamento e cerco di accontentarlo non esaudendo però i miei sentimenti.
<< Mmm… E’ stato bellissimissimo!! Ora più
contento? >>
<< Non ancora…
>>
Alla
fine mi arrendo e decido di essere sincero.
<< E’ stato il momento più bello della mia vita!
Ora ti senti meglio? >>
Lui
non sembra convinto.
<< Già di più…
>>
<< Eric, avevi ragione, mi ha fatto proprio
bene, è stato bellissimo ed è un momento da rifare perchè come mi sento con
lei, non mi sento con nessun’altra. >>
Lui
accende l’espressione del volto con un sorriso raggiante e mi risponde.
<< Oh, ora sono contento! >>
Gli
sorrido pensando a quanto lui sia lontano dall’emozione che provo io nonostante
si chiamino allo stesso modo.
<< Credo che io lo sia di più!! >>
<< Adesso cos’hai intenzione di fare? >>
“Non
ci avevo ancora riflettuto…”
<< Non lo so, che domande!! >>
<< Ma sono semplicissime!! >>
<< Ci devo pensare… >>
<< Beh, avvisami quando ci hai pensato, ok? >>
<< Sai che purtroppo non ti so nascondere niente! >>
<< Già!! E’ questo il bello!! Allora a dopo. >>
“Non
è proprio una bella cosa…”
Lui
si allontana e io finisco di bere il mio caffè ormai freddo sorridendo tra me
pensando alla serata di ieri.
-
-
-
-
Sono
le tre del pomeriggio.
Siamo
davanti alla nostra bella spiaggia sabbiosa beige e tutti i nostri compari sono
su una sdraio.
Scendiamo
le scalette e cerco Robbie disperata e lui è lì, sdraiato su una di quelle che
non possono avere il diritto di toccare un corpo cosi perfetto. Sono un po’
gelosa del sole. Bacia la sua calda pelle abbronzata al posto mio. E odio le
sue palpebre chiuse che non gli permettono di sprigionare tutta la bellezza dei
suoi incantevoli occhi. Fino a quando li apre. E l’emozione sale a mille,
all’improvviso, sempre di più.
<< Sfig!!
>>
<< Ant!! Che piacere vederti!! >>
Lui
inarca le sopracciglia.
<< Piacere?? E da quando? >>
“No,
no, non dirmi che sono l’unica a immaginarsi tutto!”
<< Ho detto piacere? Forse ho sbagliato, volevo
dire dispiacere. >>
Robbie
mi sorride e non ride come al solito.
“Che
abbia capito anche lui che io sono solo sua? Ma allora che cosa aspetti a
venirmi a baciare? Ti sto aspettando…”
Lo
guardo negli occhi e poi lui interrompe questo magico momento.
<< Allora Sfig, non ti sistemi? >>
<< Certo, ma non ne ho voglia di comprarmi una
sdraio tutta per me… >>
E
nel mentre guardo Alice che si è sistemata sulla sdraio di Dimitri. Lui si
mette a ridere.
<< Non è un problema mio! O te la compri o stai
sulla sabbia!! Scegli tu! Oppure prova a chiedere a qualcuno se ti ospita sulla
sua, ma ho i miei dubbi che qualcuno ti ci faccia stare! >>
Cerco
di dargli un aiutino.
<< Beh, potresti farmi spazio tu!! >>
Si
mette a ridere.
<< Io? Ma per favore!! Io adoro avere la sdraio
tutta per me e soprattutto non la cedo a gente come te Sfig!! >>
<< Grazie.
>>
Resto
delusa. Mi era costruita tutto un castello attorno a me, ma era solo un
castello di carta.
“Che
non sia cambiato niente dal bacio di ieri sera? Solo io ho provato una forte
emozione in quel bacio? Solo io sono attratta da te? Non farmi questo perché
ora sto male…”
Mi
sistemo lo zaino e l’asciugamano sulla sabbia e mi spoglio mettendomi in
costume. Poi gli mostro uno sguardo brutale e lui mi continua a fissare. Non la
smette, ma non come al solito ridendo. Serio e non mi toglie occhio di dosso.
<< Ant… >>
Lui
cambia modo di guadarmi molto lentamente.
<< Che c’è?
>>
<< Mi stai fissando… >>
Il
mio tono non riesce ad essere diverso da questo. Mi sento triste e anche tanto.
<< Che cazzo dici? >>
<< Quello che vedo! >>
<< Sei tu che stavi fissando me! Io
contraccambiavo lo sguardo!! Mi sembra maleducato se no!! >>
<< Ma tu sei maleducato! >>
“E
tanto stronzo…”
<< Solo con te Sfig, te l’ho già detto!! Lo sono
solo con te! >>
Non
riesco più a sopportarlo e cerco di filarmela.
<< Senti… Io vado a farmi un giro in passeggiata. >>
<< Perché?
>>
Il
suo sguardo e il suo tono di voce si fanno d’improvviso interessati, ma
probabilmente mi sto sbagliando, sono stanca di illudermi per cose che non sono
vere.
<< Ne ho voglia.
>>
<< Ma non c’è nessuno che gira in quella
sottospecie di passeggiata! >>
<< Appunto.
>>
Lui
mi guada male, poi storce la bocca.
<< Sei proprio una sfigata Sfig!! >>
<< Non è una ripetizione sfigata e Sfig? >>
Cerco
di fare la sarcastica nonostante mostri alla perfezione i miei sentimenti verso
di lui in questo momento.
<< Era per evidenziarlo!! >>
<< Beh, allora ciao! >>
<< Ma allora non stavi scherzando? >>
Non
gli rispondo neanche e mi dirigo verso le scalinate. Le salgo e mi ritrovo
sulla strada. Cammino per un po’, ma poi vedo un’alta ringhiera bianca e mi
viene voglia di sedermi per pensare un po’. Mi arrampico e mi sistemo dando le
spalle al mare lasciando che la sua brezza mi accarezzi come nessuno ha mai
fatto.
-
-
Mi
guardo attorno. Nessuno sembra che mi stia guardando. E’ la mia occasione e me
l’ha semplificata più di quanto credessi.
“Sei
mitica proprio in tutto?”
Mi
alzo dalla sdraio e mi dirigo anch’io verso di lei, lentamente.
Salgo
le scalette e cammino a piedi nudi sull’asfalto che scotta, ma non ci faccio
caso. Il mio pensiero è rivolto solo verso una persona in particolare, quando
la vedo seduta sulla ringhiera che guarda il vuoto dando le spalle a quel
bellissimo e infinito mare. E lei mi vede. Io mi avvicino sempre di più, sempre
guardandola negli occhi, sempre più intensamente.
Arrivo
e, senza parlare, le metto le braccia una da una parte e l’altra dall’altra
appoggiandole sulla ringhiera, circondandola.
Lei
mi guarda male.
<< Che cosa stai facendo? >>
Il
suo tono è aggressivo.
“Come
darle torto?”
Ma
a me viene naturale sorridere.
<< Sono venuto a cercarti perché mi preoccupavo
del tuo strano comportamento!! >>
Continua
la sua lotta anche se a me diverte.
<< Sono riuscita a farti scomodare dalla tua
comodissima sdraio?!?! Allora ti devo preoccupare tantissimo!! >>
<< Eh già, non sai quanto!! >>
<< Perché non provi a spiegarmelo? >>
<< Troppo complicato!! >>
Continuo
a ridere e lei gira lo sguardo a terra, non guardandomi.
<< Lo so, sei il solito ignorante! >>
<< Si… >>
Lei
mi guarda all’istante, incredula.
<< Come mai?
>>
Non
capisco.
<< In che senso, scusa? >>
<< Di solito ribatti con una battuta contro di
me! >>
Le
sorrido dolcemente felice di essere lì davanti a lei e anche per il fatto che
la mia camminata sta per essere compiuta.
<< Oggi non mi va di trattarti male. >>
<< L’hai già fatto!! >>
<< Devi sempre trovare il dettaglio? Era una
scusa che mi sono inventato al momento!!
>>
Mi
guarda storto.
<< Non sai inventarti scuse migliori? >>
<< Per esempio…
>>
Lei
mi guarda insistente.
<< Per esempio?
>>
Mi blocco
solo un attimo. Il mio sguardo si sofferma sulle sue belle labbra.
“Baciala,
baciala…”
“Si,
lo voglio!!”
Mi
risposto ai suoi bellissimi occhi.
<< Ho voglia di baciarti… >>
Lei
si mette a ridere.
<< Ah, bella scusa! Peccato non funzioni!! >>
<< Ma non sto scherzando!! >>
Torna
subito seria e il suo sguardo si fa infuocato.
<< Ant, non prendermi per il culo!! >>
<< Non ti sto prendendo per il culo!! Ho voglia
di baciarti sul serio!! >>
“Perché
non lo capisci?”
<< Smettila di fare il defic… >>
Non
riesco neanche a farle finire la frase dalla voglia che ho di baciarla.
Un
tocco solo di labbra e subito dopo un tocco di lingua e ancora questa
dentroun’altra bocca, ma sta volta è la bocca che voglio. Di
nuovo il nostro bel bacio,
il bacio più bello che io abbia mai dato, perchè voluto
veramente e simbolo di
amore. Un bacio che per me significa tantissimo, anche troppo.
“Perchè
non può farmi stare così un tuo semplice bacio, che dopotutto non è così
semplice se mi fa stare così. E’ meraviglioso. Proprio come la sensazione che
sto sentendo al momento. E’ bellissima, proprio come te…”
-
-
Sta
volta non è uno stupido gioco della bottiglia a obbligarcelo. Ci stiamo
baciando perché siamo noi a volerlo, anzi… Lui ha preso l’iniziativa, lui mi ha
baciato, lui lo vuole.
0L’agitazione
comincia a salire e mi sento di nuovo insicura, ho un insieme di sentimenti che
si contrastano e io sono confusa, molto confusa, ma so che quel momento vorrei
non finisse mai, perché qualunque sia l’emozione che sto sentendo, so che è
l’emozione più bella che mi sono mai sentita. E’ sensazionale come Robbie
riesca a farmi questo effetto.
Si
stacca lentamente e io lo guardo sbalordita negli occhi.
<< Robbie… Mi preoccupi… >>
<< Devi… >>
Mi
bacia ancora e io mi lascio andare.
“Mi
piace, mi piace troppo…”
Ancora
ad occhi chiusi e a tra un bacio e l’altro comincio a parlare.
<< Beh… Forse come scusa posso anche accettarla. >>
Lui
ride, poi si stacca subito.
<< Sfig… Mi stavi dando del deficiente!! >>
<< No, non è vero!! >>
<< Invece si!
>>
<< Ma perché il più delle volte lo sei!! >>
Mi
sorride e mi mette una mano sulla guancia.
<< E adesso lo sono? >>
<< No, adesso no… >>
-
-
Ed
eccolo.
“Sai
quando ci sono quelle frasi giuste che non puoi farti scappare?? Questa è una
di quelle… Dopo questa frase e soprattutto detta in questo modo… Com’è
possibile non ribaciare ancora? E ancora e ancora e ancora… Anche perchè come è
possibile non aver voglia di baciare e baciare e baciare la bellissima ragazza
che hai davanti di cui sei innamorato?”
Lei
mi sposta le sue braccia attorno al collo e mi passa la sua mano tra i miei
capelli. Mi stacco e la riempio di baci sul collo. E poi ancora bacio e bacio e
bacio… E alla fine ci si stacca. E’ inevitabile, purtroppo.
<< Non baci male Sfig! >>
<< Hai visto?!
>>
<< Ho sentito più che altro!! >>
Lei
sorride imbarazzata, poi mi rivolge il suo sguardo dolce.
<< Comunque neanche tu Ant… Ti pensavo peggio!! >>
<< Si scoprono sempre cose nuove!! >>
<< E non hai scoperto altro? >>
<< Si, può darsi… >>
Lei
fa un’espressione sorpresa.
<< Ad esempio?
>>
Mi
faccio coraggio.
<< Che voglio stare con te? Vorrei provare a
vedere come si sta con Sfig!! Sai com’è… Sono curioso!! >>
<< Anch’io ho una certa curiosità Ant… >>
Mi
metto a ridere e la guardo deciso.
<< E non vedo l’ora di togliertela! >>
Lei
posa gli occhi sul cemento, ancora più imbarazzata del solito.
<< Non ho parole… >>
<< Non servono! Voglio solo le tue labbra. >>
Lei
sorride.
<< Prendile… Sono tue. >>
“Eccola
un’altra di quelle frasi e bacio, bacio e bacio!! Si, strano, ma vero. Mi sono
messo con una ragazza, oramai la mia ragazza!! E’ stranissimo… Si può dire,
anzi, è così, che questa è la mia prima ragazza. E non ne sono preoccupato,
anzi. Sento un’emozione bellissima, come se non vedessi l’ora. Ma non riesco a
capire se quella che sento è per essermi messo insieme a una ragazza o per la
ragazza stessa. O addirittura le due cose insieme!! Ale… E’ la prima volta che
mi sento così… Felice.”
-
-
“Mi
sono messa assieme a Robbie?? Ho fatto questo?? E’ successo questo?? Io sto
sognando!! Ora succederà la stessa cosa che è successa sta mattina. Mi sentirò
scrollare e ci sarà Alice sopra di me che vuole raccontarmi ancora il bacio tra
lei ed Edoardo. Oppure mi sveglierò e mi ritroverò nel mio letto che avrò
inventato tutti questi personaggi ritornando alla monotonia di sempre. Eppure è
così reale… Tu sei reale, il tuo bacio è reale. Non ci sono più dubbi. Sono
nella realtà. E questa cosa è la più bella che ci possa essere. Robbie, voglio
stare con te… Nella realtà.”
Che
cariniiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Finalmente assieme!!! Robbie ed Ale assieme
forever!!!!!
Sembra
la fine di un bellissimo libro, eh?? E invece no!!! Se va bene siamo solo a
metà della storia!!! Se va bene… Spero di non annoioarvi!!!!!
Ringraziamenti
dovuti a:
Pazzerella
92: Oh grazie, grazie e ancora grazie!!! Vedere questi commenti mi riempie
sempre di gioia!! Spero che sia bellissimo anche questo capitolo!! Un bacione
alla prossima!
ElianaTitti:
Grazie per il bravissima!!! XDXD Ci hai azzeccato!!! Era proprio l’inizio di
qualcosa!!! Spero sia stata brava anche in questo!! Eccoti il dodicesimo
capitolo!!!
Kry333:
Lo so, lo so.. Sarebbe stato più bello e romantico, ma sono sicura che
riuscirai a perdonarmi e ti ho accontentata perché finalemnte al dodicesimo
capitolo si sono baciati per loro volontà!!! Sono convinta che quel bacio della
bottiglia sia sevito loro per sbloccarli!!! Spero ti piaccia anche questo!!!
Graziee baci
Avril1113:
Grazieeeee!!!! Spero sia bellissmo anche questo!! XD A presto!! Baci!!
Ringrazio
anche chi mi aggiunge ai preferiti che orami sono sempre di piùùùùù!!!! Che
bello!!!!
Un
bacione
Grazie
a tutti!!!
Commentateeeee!!
Somoody
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Capitolo 13 *** L'ultimo passo ***
CAPITOLO
13
-
-
-
-
Lei
scende dalla ringhiera e si sfiora con il mio corpo. Poi mi guarda negli occhi
e sorridendo dice:
<< Torniamo in spiaggia? >>
Un
tuffo al cuore. Il passo più odioso. Gli altri.
<< Non stiamo bene qui? >>
<< Ma tutti si chiederanno che fine abbiamo
fatto!! >>
<< E allora? Chi se ne frega degli altri!! >>
<< Dai, Robbie!! Andiamo!! >>
Lei
mi prende la mano e mi dirige verso la spiaggia.
“Oddio,
sono cambiato così, tutto insieme e in poco tempo. Non riesco a farmi già
vedere dagli altri… Cioè, le cose devono seguire il loro tempo!! Ho appena
accettato finalmente di farmi una ragazza fissa, ora lasciatemi un po’ di
tregua!!”
Arriviamo
alla scalinata e le lascio la mano. Vado avanti io e mi dirigo alla sdraio,
sedendomici.
<< Ragazzi… Ma dove eravate finiti? >>
Eric
ci squadra a tutte e due sorridendo maliziosamente. Io cerco di smontarglielo.
<< Da nessuna parte!! Sono andato a
recuperarla!! Non tornava più!! >>
<< Ma se è da un’ora che manchi anche tu!! >>
<< Non la trovavo!! >>
Lei
mi guarda strano. Subito dopo si siede sulla mia sdraio e io la spingo via.
<< Che diavolo fai Sfig!! >>
<< Salgo sulla tua sdraio con te!! >>
<< Ma non ci pensare nemmeno!! >>
Lei
mi guarda triste.
<< Ale… Tu invece che mi dici? >>
Alessia
si gira lentamente verso Eric e con lo sguardo assente risponde alla domanda
con un’altra.
<< Riguardo a cosa? >>
<< Cosa avete fatto in passeggiata? >>
A
questo punto intervengo io.
<< Ma te l’ho già detto io! Non abbiamo fatto
niente!! L’ho solo cercata e basta!! >>
<< Ma io lo stavo chiedendo a lei!! >>
Io
mi giro verso Alessia e la guardo seriamente facendole capire di reggere il
gioco.
“Ti
prego Ale…”
Lei
non mi ricambia lo stesso sguardo. Il suo è incazzato.
<< Non abbiam fatto niente… Assolutamente
niente… >>
Lei
si gira nella mia direzione alzando le sopracciglia di farmi capire un “Soddisfatto?”.
Se
ne va subito, senza guardarsi indietro. E io l’ammiro…
Eric
mi guarda storto.
<<
Che cazzo vuoi? >>
<< Cosa hai fatto ora? >>
<< Niente!
>>
<<
Questo me l’ha detto pure lei… >>
Scocciato,
cerco di tagliare la discussione.
<< Oh Eric, farti un po’ i cazzi tuoi? >>
-
-
Mi
allontano verso il mare. Mi tuffo in acqua e Alice mi viene incontro.
<< Ale!! Dov’eri finita? >>
<< In passeggiata… >>
<< A far che?
>>
<< A beciarmi Robbie… >>
Intanto
però guardo l’acqua e sono triste.
<< E perché lo dici così? Cos’è successo? >>
<< Non è successo niente, è questo il punto!
Robbie si vergogna di me… Tutto qui! >>
Lei
fa una faccia sconcertata e io le credo bene!
<< Che bastardo! Occhio, sta arrivando… >>
Alice
si allontana lasciandoci soli.
<< Alice, torna qui!! >>
Sembra
non ascoltarmi e riconosco dietro di me la sua voce.
<< Ciao Sfig!!
>>
Mi
sento un braccio sulla spalla e una mano che penzola da essa. Mi giro e lo vedo
al mio fianco.
<< Ciao Ant…
>>
Non
sono molto entusiasta nel vederlo, anzi! Sono proprio arrabbiata per averlo
anche solo sentito.
<< Come mai questo tono? >>
<< Secondo te?
>>
Si
guarda attorno e quando vede che nessuno rivolge lo sguardo allora si avvicina
al mio orecchio e mi sussurra qualcosa.
<< Sta sera ti vengo a trovare… >>
<< Scordatelo.
>>
Toglie
il braccio e si allontana, poi si volta nella mia direzione mentre cammina
all’indietro e mi sorride, poi si rigira.
“Ma
crede di poter fare quello che vuole? Ha proprio sbagliato ragazza.”
Esco
dall’acqua e mi vado a fare una doccia, poi mi dirigo verso gli asciugamani.
Eric è lì a prendere il sole ad occhi chiusi e io mi sistemo sulla sdraio di
Robbie, dato che lui non c’è.
<< Ehy, Ale, come stai? >>
Eric
apre gli occhi.
<< Bene… Tu?
>>
Mi
guarda male.
<< Non mentirmi… Tu non stai bene. Te l’ha detto
mio fratello che ho un sesto senso io? Mi ha consigliato di fare lo psicologo
da grande!! Dai, Ale… Dimmi il tuo problema!!
>>
Non
lo guardo. Chiudo gli occhi e questi mi si riempiono di lacrime. Così lui,
credendo di farmi stare meglio, interrompe la situazione.
<< Sai… Robbie mi ha confidato che si è
innamorato… >>
<< Sono contenta per lui. >>
<< Si è innamorato di te… >>
Apro
gli occhi e mi metto seduta. Una lacrima mi scende per la guancia.
<< Non mi sembra. >>
Eric
mi guarda triste e si siede accanto a me avvolgendomi con un braccio.
<< Che è successo? >>
Mi
viene da piangere e cerco di trattenermi, ma non ce la faccio.
-
-
Una
nuotata al largo fa sempre bene, soprattutto quando hai bisogno di levarti
dalla testa un pensiero che ti tortura. Come questo.
“Tanto,
Ale, sta sera ti vengo a trovare e passeremo la serata assieme, che ti piaccia
o no, perchè anche nel caso negativo ti farò cambiare idea. Perchè lo so che tu
dentro di te lo vuoi, ma non lo vuoi ammettere e soprattutto perchè io faccio
il bastardo, e so anche che tu non sei una ragazza normale, che anche se ti
piaccio non sopporti lo stesso essere trattata di merda, ma sta sera sarà
diverso. Ecco, Eric, avevi sbagliato… Questa è la mia sera. E di certo, sta
volta, non me la lascerò sfuggire!!”
Esco
dall’acqua e mi dirigo alle sdraio, ma una scena mi vieta di seguire la mia via
tranquillamente come stavo facendo. E io interrompo.
<< Che sta succedendo qui? >>
Eric
tira subito via il braccio da lei e Alessia si passa le mani sulle guance come
se volesse asciugarsi delle lacrime. E probabilmente sarà così.
<< Niente, me ne stavo giusto andando… >>
Si
alza e si prepara lo zaino.
<< Perché?
>>
<< Non è giornata. >>
Eric
le parla.
<< Beh, sta sera vieni con noi da qualche parte,
ti facciamo sapere? >>
<< No, grazie. Stasera preferisco starmene
tranquilla. Me l’avvisate Alice che me ne vado? Grazie… >>
Si
mette lo zaino in spalla e tremolando ci saluta volgendoci le spalle.
<< Ciao… >>
Si
allontana da me, da noi, dalla spiaggia, da tutto. Ma a quello che più dispiace
sono io. Quindi basta semplicemente dire che si allontana da me…
Lei
si volta indietro e mi guarda, non divinamente, e dopo si rigira.
Non
mi preoccupo.
“E
sta sera… Sta sera sarai mia!!”
<< Robbie…
>>
<< Stessa risposta di prima. Impicciati degli
affari tuoi!! >>
Mi
allontano verso il bar e sento Eric urlare dietro di me.
<< Sei uno stronzo!! >>
Proseguo.
Non ne ho voglia di parlare con lui. Quando ne avrò, allora gli parlerò.
-
-
-
-
Vado
al mio stereo vicino alla mia scrivana di legno e guardo la mia svariata
compilation di cd. Piglio quello che ho scelto e lo inserisco nello stereo e
parte la prima canzone.
‘Going
Under’ degli Evanescence.
Mi
siedo sul divano e prendo il mio libro che è da tanto che non leggo. Ma i miei
pensieri non mi permettono di leggere capendo il significato. Tornando indietro
e rileggendo le stesse righe mi accorgo che in realtà, quelle righe non le ho
mai lette. Ma neanche per la seconda volta riesco a darle un senso.
“Vorrei
un ragazzo che mi faccia sentire importante, qualcuno che mi voglia veramente
bene, qualcuno che riesca a coccolarmi tra le sue braccia e che non lo faccia
per avere il gusto di sentire come bacio, ma perché vuole veramente tenermi tra
le braccia e farmi sentire qualcuno che non sono e farmi stare in paradiso
anche nei momenti più difficili. Io questo vorrei, ma purtroppo non succederà
mai, perché solo alcune ragazze la pensano così a quest’età. I ragazzi pensano
tutti a divertirsi, è difficile che uno riesca ad essere innamorato veramente
di una ragazza. E’ per quello che io dovrò aspettare ancora molto prima che
accada. Molto, molto tempo. E Robbie non sarà quello che mi farà cambiare le
idee, ma uno che me le farà peggiorare…”
-
-
-
-
Me
ne sto tutto il giorno al bar con la compagnia di gente che conosco anche solo
per nome pur di non stare con mio fratello. Ma questo non importa. Tanto non do
ascolto a nessuno. Ho i miei pensieri in testa ed è come se parlassi con
loro.
-
-
-
-
Sono
le sei e mezzo di sera e la porta suona. Qualcuno va ad aprire, ma io non mi
alzo dal divano, anche se è per me. Infatti si apre la porta e Alice passa da
essa.
Si
siede vicino a me e mi mette un braccio attorno le spalle.
<< Ehy, Ale!! Come stai? >>
<< Benissimo…
>>
Purtroppo
però non riesco ad avere lo stesso entusiasmo del significato della parola.
<< Si, anch’io sto benissimo… Si, si! Nonostante
stia con un ragazzo che non mi piace,
nonostante abbia un’amica che sta attraversando un periodo bruttissimo,
nonostante passi il tempo a guardare Edo sapendo che non sarà mai mio e tante,
tante altre cose… E tu stai benissimo nonostante cosa? >>
<< Sia circondata da ragazzi deficienti, uno
peggio dell’altro, e quando finalmente credevo di aver trovato uno diverso…
Neanche un giorno è passato con questa convinzione!! >>
<< Ale… Lo sai che i ragazzi di quest’età sono
tutti idioti!! >>
<< Lo so, ma io ci avevo creduto veramente… >>
Una
lacrima scende lungo la mia guancia.
<< Dai Ale… Non fare così! >>
Incomincio
con la mia lagna.
<< Non lo troverò mai… Ma perché devo avere
queste aspettative? Perché devo avere un carattere così? Perché devo essere
così sognatrice? Ma non posso sognare di voler studiare duro ed essere una
secchiona per diventare, che ne so… Dottore? Ma perché invece devo fare sto
stupido sogno di avere un vero amore? >>
<< Perché sei una romanticona!! E questo piace
di te!! Dai, forza! Ora devo andare, c’è l’autobus che mi parte. >>
<< Ok… >>
<< E sii…
>>
Cerco
di finire la sua frase che detta da me e nelmio tono sembra avere totalmente un
altro effetto.
<< …Felice, si, lo so! >>
<< Bene, ma non dirmi così per farmi stare
zitta! Fallo davvero! ok? >>
Le
sorrido asciugandomi la lacrima.
<< Ci proverò.
>>
Si
alza e io la seguo, ci abbracciamo e dopo mi sorride.
<< Allora ciao!
>>
<< Ciao. >>
La
vedo allontanarsi ed andare via e io intanto mi risiedo sul divano.
“Ma
come diavolo faccio ad essere felice?”
-
Sono
le nove.
Ho già finito da mezz’ora di mangiare ed ora sono qui a cantare per sfogarmi
i miei amati Linkin Park con ‘Hibrid Theory’, precisamente ‘In the end’.
-
-
Mi ritrovo per la discesa di Alessia con il motorino parcheggiato.
Spengo il motore oscurando il tragitto che prima illuminavo con i fari e
lasciando il silenzio in quello spazio di strada.
Scendo
dalla sella e mi slego il casco mettendolo sotto essa.
Suono.
Comincio
a cercare di trovare delle frasi per attaccare discorso, per convincerla a
farmi salire.
“Ma
cosa posso dirle?”
<< Si? >>
La
voce non mi sembra la sua, è molto più grande.
<< Sono un amico di Ale, le devo parlare, posso
salire? >>
<< Si. >>
Sento
un suono che corrisponde all’apertura del portone e spingo. Questo si apre e
salgo le scale. Poi mi ritrovo davanti ad una porta aperta con dietro una
signora anziana e bassa con gli occhiali che strizza gli occhi, dai capelli
tirati su, come se fossero spettinati, e rossi.
<< Buonasera…
>>
<< Ale è in camera, con quella musica alta che
prima o poi le spaccherà i timpani. >>
<< Ah, ok… Grazie. >>
Entro
dentro evitando gli sguardi di quella, presumo, nonna pessimista che non saluta
neanche.
Questa
mi chiude la porta alle spalle e io mi guardo attorno.
Scendo
lungo le scale e mi ritrovo davanti alla sua porta della camera, almeno credo,
poiché è da qui la provenienza della sua voce. E come dimenticarla questa canzone.
‘In
the end’, dei Linkin Park.
<< I’ve put my trust, in you, pushed as far as I
can go, and for all this, there’s only one thing you should know… I’ve put my…>>
Entro
dentro non facendola finire di cantare e la interrompo.
<< Canti benissimo. >>
E
non è solo un semplice complimenti, ha una voce veramente bellissima.
Lei
si spaventa e si gira nella mia direzione. E’ diventata tutta rossa dalla
vergogna, ma non serve a niente perchè è bellissima anche così.
<< Che diavolo ci fai qui? >>
Alzo
le spalle.
<< Mi hanno aperto… >>
<< Non hai risposto alla mia domanda. >>
<< Te l’avevo detto che sta sera venivo qui! >>
Lei
mi squadra da cima a fondo.
<< Continui a non comprendere la mia domanda…
Per quale motivo sei qui? >>
Mi
avvicino a lei, intento nel baciarla.
<< Volevo vederti, toccarti, baciarti… >>
Le
metto le mani attorno alla vita, poi avvicino delicatamente le mie labbra alle
sue. Si sfiorano, si toccano, e l’eccitazione sale… Però lei mi spinge via.
<< Che c’è?
>>
Sapevo
che non sarebbe stato facile.
<< Come che c’è?
>>
<< Ti riferisci a oggi? >>
<< E a cosa se no? >>
Cerco
di usare una scusa banale, che so benissimo che non attaccherà.
<< Ma perchè dobbiamo dirlo a tutti che stiamo
insieme? >>
Sbuffa
e lascia cadere le sue braccia sul suo corpo, poi si gira e va a spegnere la
musica. Si rivolta verso di me e mi guarda decisa.
<< E perchè non dovremmo? >>
<< Stiamo così bene insieme da soli, non vedo
perchè… >>
Le
mi interrompe furiosa.
<< Tu ti vergogni di me, è questo!! >>
<< No, non è vero!! >>
“Come
potrei…”
<< E allora mi spieghi il VERO motivo per cui
non vuoi dire agli altri che stiamo insieme? >>
<< Io… Non lo so… >>
“Ma
perchè è così difficile??”
<< Tu ti vergogni di me!! Guarda, mi fai schifo,
vattene via!!>>
Mi
avvicino di nuovo a lei, cercando di avere una voce più bassa e convincente.
<< Hai ragione, scusami… Faremo come dici tu. >>
<< E secondo te mi dovrei fidare? >>
<< Si, te lo giuro!! Domani lo sapranno tutti!! >>
L’idea
mi terrorizza, ma non le sto mentendo. Se per stare con lei devo fare questo
passo… Allora domani sarà compiuto.
<< Sicuro? Senti, non voglio stare male ancora… >>
La
interrompo dicendole la pura verità cercando di farla stare meglio.
<< Stai tranquilla. >>
<< E perchè dovrei essere tranquilla? Non me ne
hai dato un motivo! Dopotutto tu non sei mai stato con una ragazza
seriamente, non ti ci vedo a te
sinceramente!! >>
<< Non lo so neanch’io perchè voglio stare con
te!! Mi piaci da impazzire e basta!! Non so come mai! Non mi è mai capitata un
cosa del genere!! Non so come tu abbia fatto a farmi sentire così, ma non ci è
mai riuscita nessuna!! È per questo che voglio stare con te!! Perchè mi piaci
da impazzire e perchè sei diversa dalle altre!!!>>
Lei
mi guarda sorridendo.
<< E se ti dicessi che… Non so come, ma sei
riuscito a convincermi? >>
Io le sorrido e le accarezzo
la guancia, poi mi avvicino di nuovo alle sue labbra, ma sta volta non ci sarà
niente e nessuno a fermarci. Un bacio, due, tre… Ma me ne basta uno solo per
capire che questa non sarà una sera come le altre, perchè anche se fra due
secondi lei cambiasse idea e mi sbattesse fuori casa, oramai l’ho baciata. E
non c’è niente al mondo che può farmi sentire meglio.
Lei prende un’iniziativa che
da lei, per la sua timidezza, non mi sarei mai aspettato.
Si avvicina al divano e sbatte
per terra lo zaino del mare, poi mi ci butta sopra e mi continua a baciare,
appassionatamente, ma dopo un po’ lei perde sicurezza e sorrido. Così cerco di
girarmi e mi sistemo io sopra di lei e la continuo a baciare, perchè le nostre
lingue non possono restare separate a lungo.
Mi sposto sul suo collo,
baciandola in vari punti e tornando alle sue belle labbra bagnate dalla mia
stessa bocca. Trasporto la mia mano ovunque, trascinandola delicatamente sul
suo corpo, sulle sue forme, fino a raggiungere le gambe cercando di salire anche
sotto la sua gonna di jeans. Lei, però, mi prende la mano e me la sposta, ma io
non resisto e mi ributto all’attacco, allora lei si stacca e mi guarda negli
occhi seria.
<< Avevi detto che ero diversa dalle altre!! >>
Io
non comprendo.
<< Ma cosa c’entra? Si fa anche in una coppia
seria, eh? >>
<< Si, ma non quando uno dei due non è pronto! >>
Mi
sento male, mi dispiace sul serio. Mi sento in colpa sentendo la mia mente che
mi dice che non dovrei.
<< Scusa, non lo sapevo, mi dispiace… Ma
comunque non c’è problema, se non vuoi farlo io posso aspettare! >>
Lei
mi guarda triste.
<< Sul serio?
>>
<< Si, sul serio! Io non voglio stare con te
solo per questo! >>
<< Ok, scusami è che non sono veramente pronta. >>
La bacio per tranquillizzarla.
<< Ho detto che non importa… >>
Lei mi sorride e mi bacia.
<< Grazie. >>
Così riprendiamo dove avevamo
lasciato, dove non riusciamo a stare lontano. Da questi momenti stupendi.
Quello che ho detto è sul
serio la verità. A me interessa, si, è vero. L’attrazione che provo verso il
suo corpo è grande.
“Ma non sarà di certo questo a
impedirmi di stare con te Ale, oramai sono troppo preso…”
-
-
<< Che facciamo?
>>
Interrompo
io.
<< Non lo so! Che vuoi fare? >>
<< Quello che ti va! >>
Lui
sorride e continua a fissarmi negli occhi.
<< Quello che va a te! >>
<< Non lo so che mi va. >>
<< Allora potremmo restare qui a baciarci ancora
un po’… >>
Mi
ribacia e io ridendo lo stacco.
<< Dai, che facciamo ora? Mi si sta consumando
la lingua!! >>
<< E non è un bene? >>
Mi
metto a ridere e non bado a quest’ultima domanda.
<< Ti va di vedere un film? >>
<< Il nostro?
>>
<< No, un film di quelli che ho lì sullo
scaffale. >>
<< Ne abbiamo più di uno? >>
Mi
continua a baciare sul collo e io continuo a staccarlo.
<< Dai, scemo… Ho capito che non ne hai voglia! >>
Si
alza da me e va allo scaffale a guardare.
<< Ma no dai… Sarebbe anche carino vedere un
film! Solo noi due… Da soli… Su un divano bello comodo… Da soli… Vicino alla
mia ragazza… Da soli…>>
<< Ho capito!! Siamo soli!! Ma non farti
illusioni!! >>
Fa
la faccia offesa e si rigira verso i film a guardare, poi si mette a ridere tra
sé e io non capisco il perchè.
<< Cos’hai da ridere? >>
<< Niente…
>>
Mi
alzo, vado da lui e lo guardo male incrociando le braccia al petto.
<< Cos’hai da ridere? >>
Si
mette a ridere ancora e dopo mi guarda sempre sorridente.
<< Chi l’avrebbe mai detto che io e te saremmo
stati insieme? Insomma… Tu sei Sfig!! Era una cosa impossibile! Ma ora ho
scoperto che è vero. Niente è impossibile…
>>
Allora
sorrido anch’io.
<< Già, non l’avrei mai detto neanch’io, ma solo
noi due! Gli altri lo sapevano!! >>
<< Ed eravamo noi i pirla a sbagliare… >>
<< Ma io sono felice così. >>
Lui
mi sorride e penso che il suo sorriso così bello mi resterà impresso nella
mente per un bel po’.
<< Anch’io…
>>
Mi
bacia e mi prende con le mani la testa, nel mentre che io lo circondo alla vita
dalle mie braccia.
Si
stacca e mi sorride.
<< Basta, devo scegliere il film. >>
<< E allora? Stiamo ancora un po’ così… >>
<< Basta! Mi si sta consumando la lingua!! >>
<< E non è un bene? >>
Cerco
di imitarlo prendendolo in giro nonostante quello che dico sia veramente quello
che penso.
<< Non volevi vedere un film? >>
<< Il nostro?
>>
<< Ma sai che sei lunatica? >>
<< Dai, che film vuoi guardare? >>
<< Si, si… Sei proprio lunatica. >>
Si
gira per l’ennesima volta verso i film e poi mi guarda ogni tanto con la coda
dell’occhio, sempre sorridendo. Io lo guardo perplessa. Si gira verso di me e
mi da un semplice bacio.
<< Scelto!
>>
Sfila
la cassetta e me la passa.
<<
‘Pearl Harbor?’ Non sapevo ti
piacessero certi tipi di film. >>
<< E chi ha detto che l’ho fatto per il tipo di
film? A quanto ne so, dura parecchio!! E più dura meglio è!!! >>
<< Ahh… Allora che aspettiamo? >>
<< Ancora un po’ così dura ancora di più!! Non
voglio staccarmi da te… >>
Forse
è troppo da riuscire a percepire di questo ragazzo in una sera sola…
<< Ant, mi fai paura… >>
<< E non è quello che vuoi? >>
<< Non lo so, mi spaventi… Non t’immaginavo
così! >>
<< E non hai ancora visto il meglio!! >>
Togliendo
automaticamente la preoccupazione mi viene da sorridere.
<< Wow… Ora però mi fai essere curiosa! >>
<< Devi esserlo!! >>
<< Ok… Guardiamo il film? >>
<< Dai! >>
Vado
alla tv e infilo la cassetta nel video registratore facendo play, poi mi siedo
sul divano e faccio segno, provocando con gli occhi, di sedersi vicino a me.
Lui sorride e si siede accanto. Appoggio le testa sulla sua spalla mentre lui
mi avvolge con il suo braccio. Lo guardo un’ultima volta e dopo mi rivolgo
verso lo schermo. Lui mi bacia sulla testa e guarda verso la tv anche lui.
Mi
sento così spensierata…
“Tutto
intorno non c’è più. Esistiamo solo noi due, solo io e lui. E questo mi basta
per essere in paradiso. Si, ce l’ho fatta. E se fosse proprio Robbie a farmi
cambiare idea sui ragazzi? Domani magari diventerà come prima, ma questa sera
me la ricorderò sempre. Perchè questa sera io mi sono innamorata sul serio per
la prima volta e sto passando la serata più bella della mia vita, noi due soli,
insieme.”
-
-
Il
film inizia, ma non riesco a seguirlo più di tanto. Penso a lei. Alla mia
voglia di baciarla ancora.
“Che
serata… Non mi sono mai reso conto che si riesce ad essere più felici stando
insieme alla ragazza di cui sei innamorato che fare come facevo io. Si, è vero.
Mi divertivo e ne potevo scoprire sempre di nuove, ma come sta sera non c’è
paragone!! Ale, voglio stare con te e questo momento, questo amore vorrei che
durasse per sempre se mi fa stare così. Ale, mi sono innamorato di te, da una
vita, ma solo adesso mi rendo conto che dovevo svegliarmi prima, che ero un
deficiente. Sono felice di stare con te e voglio provare ad essere il ragazzo
che hai sempre voluto.”
Mi
giro verso di lei e noto le sue palpebre chiuse, sento il suo respiro e
l’ammiro nel suo dormire, bella com’è.
“Che
cazzata!! Io non sono felice!! Qualcosa di molto di più!!”
Oddio,
mi viene da piangereeee… Voglio anch’io un Robbie!!!
Beh,
basta con i miei sogni va…
Finalmente
domani la sua camminata sarà compiuta!! Ma non sono carini insieme??
Ringrazio
tanto le mie lettrici che sta volta sono state in sette a recensire!! E mi
esalto perché non mi era mai successo che fossero così tanti!! Perciò recensite
sempre di piùùùù!!
Kry333,
Cassandra 287, _NovemberThree_, Avril
1113, Cherasade, ElianaTitti e pazzerella 92: Grazie mille e scusatemi se non
riesco oggi a recensirvi singolarmente!! Grazie, grazie, grazieeee!! Sono
troppo contenta che vi piaccia e si, avete ragione… Sono proprio beli insieme!!
Spero che vi continui a piacere! Continuate a recensirmiii!!!! Bacioni!
Ringrazio anche a chi mi aggiunge nei preferiti che
ogni volta ce né sempre uno nuovo!!! XDXD
Bacioni, alla prossima!!
Recensiteeeeee
Bacioni
Somoody
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Capitolo 14 *** Il lato oscuro ***
CAPITOLO
14
-
-
-
-
Apro
gli occhi e la tv fa vedere di nuovo lo stesso film dall’inizio.
Guardo
l’ora. Le due.
Mi
alzo sbadigliando e ammiro Robbie lì a dormire.
“E’
stupendo anche quando dorme…”
Ancora
con gli occhi semichiusi mi avvicino a lui e lo sveglio dandogli un piccolo
bacio. Apre gli occhi lentamente.
<< Che succede?
>>
<< Ci siamo addormentati… >>
Li
richiude e si gira dall’altra parte.
<< Mmm, lasciami dormire. >>
<< No, devi andare a casa. >>
<< Perchè?
>>
<< Non ti posso lasciare qui sul divano! >>
Accendo
la luce e mi alzo, vedo a spegnere la tv e tiro su con la forza Robbie. Lui mi
guarda e mi bacia prendendomi dal mento con le sue gentilissime dita.
“Ho
cambiato idea.”
<< Noo, rimani qui!! >>
<< Io lo continuo a dire che sei lunatica! E’
meglio che vada Ale, è tardissimo… >>
<< Chi sarebbe il lunatico? >>
Mi
sorride dolcemente.
<< Ciao piccola.
>>
Mi bacia sulla guancia e si allontana aprendo la
porta di camera e salendo le scale.
<< Aspetta!
>>
Lo
fermo e lo raggiungo.
<< Ti sembra il modo di salutarmi? >>
Lo
bacio abbracciandolo pensando che non lo rivedrò fino all’indomani e dopo se ne
va.
Vado
a prendere le chiavi di casa, risalgo gli scalini, chiudo la porta con quattro
giri e poi mi siedo su questi ultimi. Poggio i gomiti sulle ginocchia e la
testa sui pugni chiusi con un sorriso che non mi toglie nessuno.
Niente
può capitare per farmi cambiare espressione. Sono felicissima.
-
-
Fuori
dalla sua porta, mi fermo sul tappeto e guardo il vuoto, anzi. Non guardo
proprio. Mi perdo.
Sento
alle mie spalle chiudere con dei giri di chiave la porta e mi sveglio, ma non
riesco a fare dei passi per allontanarmi e il mio pensiero viaggia.
“Ma
che cosa ho fatto sta sera?? Manco ci credo… Ora mi faccio un pizzicotto al
braccio e mi sveglio da questo meraviglioso sogno.”
Così
detto lo faccio. Provo con un pizzicotto al braccio, ma la stanza attorno non
cambia. E sorrido. Sorrido al fatto che finalmente sono riuscito a crescere.
Prendo
il cellulare e incomincio a scrivere un messaggio. Per lei, naturalmente.
-
-
Mi
alzo ed entro in bagno per lavarmi la faccia e poi mi dirigo in camera da
letto.
Faccio
cadere la gonna a terra e mi tolgo la canotta, cambiando il costume con una
semplice mutandina bianca e mi metto la mia canottierina azzurra che uso come
pigiama.
Mi
infilo sotto le coperte e il cellulare vibra.
Mi
è arrivato un messaggio e sul display mi appare un numero sconosciuto.
Buona notte piccola
mia... Nn vedo l’ora
che sia doma x far
vedere a tutti quanto
sono fortunato… Ora
vado a sognarti. Ant.
“Io
lo adoro questo ragazzo…”.
Vado
nell’ ‘Altro’ e clicco ‘Inoltra numero’, così lo salvo in ‘Ant’.
“Già
mi manca… In questo preciso momento vorrei essere tra le sue braccia, a
sussurrargli parole dolci, a baciarmelo, a toccarlo, ad assaporare il suo profumo…
Insomma, lo voglio qui!! I suoi occhi… Pensavo di non averli mai. Mi incantano
come sempre. Mi sento di nuovo persa, ma non come prima. Anche adesso cammino
in tondo, ma so quello che voglio. Sono felice e spensierata, ma soprattutto
innamorata. Quando siamo solo io e lui mi fa sentire in volo in aria, ma sempre con
lui accanto, che mi impedisce di cadere. Mi tiene sospesa e io resisto perchè
sono leggera, senza problemi. Sola con il desiderio di averlo sempre accanto… Ora
vado a sognarlo.”
-
-
-
-
Lo
invio al numero che il giorno stesso ho chiesto a Marta, l’unica persona a cui
io l’abbia detto.
La
salvo nella mia rubrica poco importante in confronto a lei con il nome di
‘Sfig’.
Poi
mi alzo da lì ed esco.
Prendo
il mio motorino e mi allontano da quella bellissima casa per dirigermi alla
mia.
-
Eric
è lì a dormire e io, senza far rumore, mi svesto restando in boxer e mi infilo
dentro le coperte.
Incrocio
le braccia dietro la testa e penso come ultimamente faccio spesso. Sembra che
non stia facendo altro da giorni a sta parte.
“Ma
d’altronde? Cosa posso fare? Domani sarà il giorno in cui io mostrerò a tutti
la mia meravigliosa ragazza. Sarà l’ultimo passo della mia lunga e faticosa
camminata. Il più difficile. Far sapere agli altri chi sono adesso. Chissà cosa
penseranno… Ma me ne devo fregare di cosa possano pensare!!! Non me ne frega un
cazzo se pensano che io sia un grande, uno normale o un mollaccione idiota!!
Questo non può cambiare cosa provo per Ale!!”
Con
la sua immagine impressa mi addormento.
-
-
-
-
La
luce del sole mi arriva sugli occhi senza freno.
“Ma
chi ha aperto le serrande?”
Poi
mi viene in mente di non averle chiuse la sera prima.
Mi
alzo dal letto e guardo l’orologio appeso alla parete.
“L’una
e un quarto? Cazzo se ho dormito!!”
Scendo
dal letto e le scale, poi mi dirigo in cucina.
Un
odore di pastasciutta al ragù mi disgusta il mattino.
<< Ma guardate chi si è svegliata!! >>
Mio
padre mi guarda strano, probabilmente non andando d’accordo per quello successo
ieri sera.
<< Mangi qualcosa? >>
Rispondo
accompagnando una smorfia di disgusto.
<< Mamma, non hai idea di come faccia schifo
sentire un odore di pastasciutta al ragù quando ti sei appena svegliata… >>
<< E allora?
>>
<< Mangio un plumcake e basta. >>
Vado
allo scaffale e prendo uno di questi. Lo tolgo dalla confezione e me lo mangio.
Subito
dopo me ne ritorno in camera.
-
-
-
-
Mattino.
Apro le palpebre lentamente, ma le sbarro spaventandomi nel vedere mio fratello
seduto a bordo letto continuare a fissarmi.
<< Allora?
>>
<< Ma quando imparerai a parlarmi dopo che mi
sono svegliato?? >>
<< Non resisto! Dato che poi ieri pomeriggio hai
fatto lo stronzo, spero per te che ieri sera sia andata benissimo, tanto per
ricambiare!! >>
Il
sorriso non manca dall’espressione del mio viso.
<< Stupendamente… >>
I
suoi occhi si sbarrano.
<< Quindi ci stai assieme? >>
<< Ci vuole tanto a capirlo? >>
Eric
comincia a saltellare per la stanza.
<< Wow!! Robbie ha una ragazza!! Ti immagini gli
altri? >>
Per
un attimo mi viene un blocco, ma poi la mia sicurezza riprende il sopravvento,
soprattutto grazie all’immagine di lei.
<< Non è un mio problema di cosa possano pensare
gli altri… >>
<< Non era il tuo problema? >>
<< Ma tu come cazzo… Ah, già, sei uno
psicologo!! >>
Lui
sorride e continuo.
<< Beh, ora non è un mio problema. >>
Incomincia
a riflettere.
<< Fammi indovinare… Lei ti ha detto che non
sarebbe stata con te se tu l’indomani non saresti stato disposto a dirlo agli
altri, perchè il suo pensiero è che tu ti vergogni di lei… >>
Rimango
sorpreso.
<< No, secondo me tu mi spii tutto il giorno da
un buco!! >>
Lui
alza le spalle tranquillamente.
<< No, sono le solite cose!! >>
<< Bene, sono felice sul fatto che tu riesca a
capire le cose al volo, così non rompi più le palle a me!! >>
<< Ma comunque ti devo chiedere la conferma!! >>
Giro
gli occhi al cielo.
<< Mamma mia Eric, vattene da camera mia!! >>
<< Ma è anche camera mia!!! >>
<< Uffi… >>
Mi
metto il cuscino sopra la testa per non sentirlo e per una volta mi lascia
stare anche se lo sento ridere.
-
-
-
-
Salgo
le scale e vado a prendere il cellulare, un altro messaggio è sul display.
‘Ant, parte mancante del messaggio’
Un nuovo giorno ke
passerò cn te,
solo cn te,
toccandoti,
sfiorandoti,
baciandoti, ma
purtroppo la giornata
durerà meno di qnt
abbia impiegato a
scrivere qst
messaggio perchè cn
te(…)
Il
cellulare risquilla. ‘Ant, messaggio aggiornato.’
(…)ttt vola in un
attimo talmente mi fai
essere felice… Ma
quando arriva questo
pomeriggio?
T.v.ttttttttttttttt.b
Ant
Vado
su rispondi e incomincio a scrivere con il T9.
Per
quanto la giornata
possa passare in
fretta, sarà
sicuramente una
giornata stupenda
accanto a te… Ma
come
fai a farmi
sentire così? Sfig
Invio
il messaggio e vado a prepararmi dirigendomi al piano di sopra alla stanza
degli armadi portandomi dietro il cellulare. Scelgo, tra vari vestiti, la mia
gonnellina rosa regolabile e la canotta bianca di ‘Mango’.
Il
cellulare squilla.
“Robbie
mi deve aver risposto.”
‘Ant’
Non lo so, perchè
faccio qualcosa di
speciale? Non me ne
accorgo!!
Probabilmente mi
viene spontaneo con
una bellissima
ragazza al fianco!!
Piuttosto tu come
fai!! Bacioni a oggi!
Sorrido
tra me e poso il cellulare.
“E’
un amore…”
-
Sono
le due e trentacinque e Alice suona alla porta.
Vado
ad aprire volteggiando con sottofondo una canzone di Fish ‘Resta ancora’ con Esa.
Lei
entra tutta stranita dal mio comportamento, mentre io canticchio a squarciagola.
<< Resta ancora, per quanto sia possibile… Non
sei sola… Ma non voglio perderti… >>
Lei
interrompe il mio cantare.
<< Che ti succede? E’ un modo per spazzare via tutto?
Me lo devi insegnare questo metodo, perchè… Funziona!! >>
Incomincio
a raccontare ricorando ogni istante della sera prima.
<< Ieri, alle nove, Robbie è venuto da me. >>
Alza
un sopracciglio non capendo.
<< E sei felice perchè l’hai preso a schiaffi a
te ne sei liberata? >>
<< No… >>
Ridacchio,
chiudo la porta di casa, entro in camera e mi siedo sul divano.
<< Perchè stiamo insieme! >>
Quel
sopracciglio viene accompagnato dall’altro per il suo spalancamento degli
occhi.
<< Cosa?? Dopo quello che ti ha fatto? >>
<< Non era mica una cosa grave… Dice che non
farà più così! E poi è così bello e dolce…
>>
<< Dolce? Robbie?? >>
Penso
a lui e al suo ricordo e la risposta non può essere diversa da questa
accompagnata da un sorriso sognatore.
<< Esatto! E’ stupendo… Non vedo l’ora di
vederlo!! >>
Chiudo
gli occhi e penso ulteriormente a lui, poi Alice interrompe.
<< Ho deciso.
>>
<< Hai deciso cosa? >>
Non
capisco.
<< Non posso continuare così… >>
<< Ma a che cosa ti stai riferendo?? >>
Rispondo
io non calcolando minimamente quello che mi voglia dire.
<< Oggi lascio Dimitri. Sono quasi felice a
farlo! >>
Cerco
di darle un parere sincero.
<< Secondo me è la cosa migliore. >>
<< Lo credi veramente? >>
<< Si.
>>
<< Perchè?
>>
“Perchè…
Perchè… Robbie, mi lasci ragionare?”
<< Perchè se non sei felice con lui, è inutile
che continui a starci insieme! >>
<< Però mi dispiace per lui, cioè… Dirglielo
così… Che scusa invento? >>
<< Che scusa puoi inventare?? Devi dirgli la
verità!!! >>
<< E che cosa gli dico? >>
<< Che ti dispiace, ma non sei felice con lui!
Devi essere sincera in certe cose!! >>
<< Ma poverino!! Oppure? >>
<< Ti inventi una scusa, ma non mi sembra
corretto… Fai un po’ cosa vuoi. Io però ti consiglio di lasciarlo dicendo la
verità. >>
<< Beh, allora andiamo che prima lo faccio e
meglio è… >>
Mi
alzo dal divano e prendo la mia roba.
-
Siamo
davanti alla solita spiaggia.
Sta
volta scendiamo dalle scalette del bar.
A
giocare non c’è nessuno, sono tutti alle sdraio.
<< Ma ultimamente stanno continuando a prendere
sempre sdraio, l’hai notato? >>
Mi
giro verso Alice, ma lei non da segni di vita. Si è bloccata e non riesce ad
andare avanti. E’ preoccupatissima ed ha una paura immensa di avvicinarsi a
quelle sdraio, penso per Dimitri.
<< Ale, sono tutti lì… Come faccio ad avere il
coraggio di lasciarlo davanti a tutti?? Eppure non mi va di dare neanche un
piccolo bacio a quello sgorbietto! >>
La
incoraggio.
<< E allora devi farlo, forza! >>
La
spingo in avanti e poi ci avviamo alle sdraio.
All’improvviso
lo vedo.
Un
corpo così perfetto è sdraiato su quella sdraio sistemata quasi al mezzo.
Il
cuore incomincia a battermi forte e tutto sembra incominci a girare in tondo,
come se fossi ubriaca. Ubriaca d’amore…
Mi
blocco e non riesco ad andare avanti.
<< Ale… Perchè ti sei fermata? >>
<< Perchè laggiù… Laggiù… >>
Indico
verso Robbie con il dito e la voce tremolante.
<< Ma non stavate assieme? Forza, dai! >>
Mi
spinge in avanti e io ricomincio a camminare, ma più mi avvicino e più il mio
cuore batte forte e, quando lo vedo girarsi indietro e vedermi ammirando i suoi
occhi blu intenso, sembra quasi che esploda ed esca dal mio petto.
Non
ho mai provato un emozione così grande nel vedere un ragazzo…
Sorride
e mi fa segno di raggiungerlo. Allora mi avvicino e lo saluto.
<< Ciao… >>
“Mi
spieghi perchè devo essere timida anche nel salutare il mio ragazzo?” La voce
mi trema e lui fa un sorrisino alzandosi in piedi, davanti a me.
<< Ciao piccola…
>>
-
-
Poi,
però, la vedo persa, non concentrata e sta guardando oltre me.
Così
dirigo lo sguardo anch’io nella direzione del suo e noto tutti guardarci
intenti, con facce quasi incredule.
Mi
volto verso di lei, le sorrido per tranquillizzarla e la bacio, così, davanti a
tutti. E sono felice di averlo fatto…
Dopo
questo mi giro di nuovo indietro, vedendo tutti con occhi spalancati e notando
il mio grandissimo fratello sorridermi.
<< Vieni…
>>
Le
dico di seguirmi e mi siedo sulla mia sdraio.
Lei
si sistema posando lo zaino a terra e mettendosi in costume, nel mentre che la
squadro in ogni dettaglio del suo corpo.
Lei
si siede davanti a me e io l’avvolgo nel mio braccio dandole dei piccoli baci e
facendole il solletico, dimenticandoci ormai degli altri, come se fossimo soli.
Samuele
interrompe il nostro bellissimo momento dimenticato.
<< Che diavolo sta succedendo? >>
Io
gli rispondo subito, evitando qualsiasi tipo di dubbio.
<< Quello che vedi. >>
<< Ma… Ma… La detestavi!! >>
<< Si cambia!
>>
Dario
si gira verso Samuele e ridendo dice:
<< Hai perso Samu, mi devi dieci euro!! >>
Samuele
sbuffa e Alessia lo guarda male.
<< Scommettevate su di noi? >>
<< Io e Samuele scommettiamo su tutto!!! E’ un
modo per farmi i soldi, vinco sempre io!!>>
<< Porca troia Dario, ma come cazzo fai? >>
-
-
Mi
giro verso la sdraio di Dimitri dove vi è anche Alice e lui ci sta guardando
sorridendo. Poi si volta verso lei e la prende per i fianchi. Lei guarda quelle
mani che stanno toccando posti che non devono e quando Dimitri si avvicina alle
labbra di Alice lei lo stacca, comprese le mani.
<< Che succede?
>>
<< Niente…
>>
<< E allora perchè non vuoi baciarmi? >>
Incomincia
a titubare.
<< Perchè… Perchè ti voglio lasciare… >>
Dimitri
rimane immobile e sgrana gli occhi.
<< Cosa? >>
<< Si. >>
<< Stai scherzando? >>
<< No… >>
Dimitri
resta un attimo fermo e in silenzio, di sasso. Poi la riguarda negli occhi.
<< E perchè?
>>
<< Perchè… Perchè… Non mi piaci più come prima
Dimitri, mi dispiace… >>
Lui
posa lo sguardo a terra, poi si alza e vestendosi prende lo zaino e si
allontana verso la strada.
<< Dimitri, aspetta! >>
Alice
lo rincorre.
<< Che cazzo vuoi? >>
<< Non te ne andare per me! >>
<< Tornatene dagli altri. >>
Si
allontana e Alice ritorna triste verso la sdraio.
Dario
si gira verso di noi.
<>
Poi
si volta verso Samuele sghignazzando.
<< Samuuu!! Altri dieci euro, please! >>
<< Che palle… Non è giusto! Ho perso per una
settimana!! >>
<< Lo so, sono un dio!! Oggi dev’essere il mio
giorno fortunato!! >>
Io
mi stacco da Robbie sussurrandogli nell’orecchio:
<< Vado da Alice. >>
E
così, a fatica, mi allontano.
Mi
siedo sulla sdraio con lei e la guardo negli occhi che si nascondono dietro
quelle ciocche bionde boccolose.
Mi
viene dispiacere per lei e con le dita le tolgo un ciuffo da davanti e,
sorridendo, le parlo.
<< Ehy… >>
<< Edoardo mi ha vista? >
Annuisco.
<< Si, ti hanno vista tutti… >>
<< E ora mi sta guardando? >>
Mi
giro nella sua direzione e lo vedo scherzare con Eric.
<< No. >>
All’improvviso
riprende tutta la sua sicurezza.
<< Cazzo… Ti rendi conto che figura di merda
davanti ad Edo? Come ho potuto permettermelo??
>>
Rimango
stupita.
<< Cioè, fammi capire bene… Tu non sei triste
per aver lasciato Dimitri, ma triste per averlo lasciato davanti a Edo? >>
Mi
risponde senza esitazione, come se fosse scontato.
<< Esatto!! Perchè dovrei essere triste per
Dimitri?? E’ quello che volevo fare!! >>
<< Certo che sei stronza! >>
Lei
risponde alquanto scazzata.
<< Oh, che ti devo dire… >>
<< Ma allora che ci faccio qui da te a
consolarti invano quando potrei stare tra le braccia del mio amato? >>
“Già…”
<< Amato?? Già amato?? >>
<< Esatto. E ora scusami… Devo andare dal mio Amato. >>
Sottolineo
quest’ultimo vocabolo, mi alzo dalla sua sdraio e vado incontro al mio amato.
-
-
Dario
mi viene incontro.
<< Lo sapevo…
>>
Io
gli rivolgo lo sguardo sorridendo.
<< Dentro di me anch’io… >>
<< Sai… Se vuoi proprio saperlo sei stato più
“grande” a fare questo che come facevi prima.
>>
Io
mi giro con uno sguardo pieno di stima nei suoi confronti.
<< Grazie.
>>
<< Dico la verità!! >>
<< E lo apprezzo! >>
Mi
guarda storto.
<< Solo perchè la verità è a tuo favore!! >>
<< Non è vero!!
>>
Lui
ride e io con lui.
Poi
la vedo venirmi incontro.
<< Già qui?
>>
<< Già! Non aveva bisogno del mio appoggio! >>
<< Beh, meglio così! >>
Io
mi alzo e le accarezzo le braccia.
<< Andiamo a fare un bagno? Sto morendo di
caldo… >>
<< Perchè no?!
>>
Ci
dirigiamo verso il mare abbracciati e io mi butto per primo. Aspetto che lei
faccia lo stesso ammirandola. Quando riemerge mi abbraccia e allora le nostre
bocche non possono fare a meno di stare lontane.
Sono
felice. Felice sul fatto che questo è solo il nostro primo giorno!! E felice
anche perchè sono con lei…
-
-
Sono
le sette.
Alice
se né già andata da mezz’ora per l’autobus, mentre io mi sto preparando adesso,
ma sono ancora bagnata. Sono uscita da poco dall’ennesimo bagno, ma devo per
forza andarmene perchè se non sono alle sette a casa mia madre si arrabbia e le
sette sono già passate.
Prendo
lo zaino e bacio frettolosamente Robbie.
<< Devo andare…
>>
Si
alza e si avvicina a me.
<< No… Perchè?
>>
<< Perchè devo andare! >>
Poi
mi guarda da cima a fondo e sorride.
<< Sei tutta bagnata ancora! >>
<< Già… Siamo stati nel mare fino a cinque
minuti fa!! >>
<< Che ne dici se sta sera ce ne andiamo a
mangiar fuori? E poi magari vieni a casa mia…
>>
<< Mi sembra un ottima idea! Però devo lo stesso
tornare a casa per cambiarmi. >>
<< Ok, vengo con te. >>
<< Basta che ti muovi… >>
Robbie
fa in un attimo.
Si
infila la maglietta e mette stropicciato l’asciugamano nello zaino.
<< Fatto! Ciao!!
>>
<< Ciao! >>
Salutiamo
tutti e ci avviamo al suo motorino.
Lui
sale alla guida e io gli monto dietro tenendomi a lui.
<< Tieniti stretta. >>
<< Perchè?
>>
Lui
non mi risponde. Gira la chiave e parte, ma va velocissimo, senza rallentare
neanche un pochino. Mi tengo sempre più forte a lui quasi stritolandolo, ma lui
non rallenta. Mi viene d’istinto quello di tenermi così forte e in teoria
dovrei avere paura, ma stando vicina a lui mi sento come invulnerabile e che
niente e nessuno potrà anche solo sfiorarmi.
Pochi
secondi il motorino si ferma di botto, ma io non mi stacco da lui.
<< Siamo arrivati, puoi smettere di stritolarmi. >>
Apro
gli occhi e noto il mio portone maestoso color legno e dalle vetrate sporche.
<< Ma a quanto cacchio andavi? >>
<< Almeno non hai fatto tanto ritardo, no? L’ho
fatto per te… >>
Sto
un attimo a pensare e a guardarlo. Poi sorrido.
<< Già… >>
Risponde
a questo e posteggia il suo Leonardo al lato della stradina.
Scende
e viene affianco a me mentre sto cercando le chiavi di casa nello zaino.
Trovate,
gliele sventolo davanti alla faccia e dopo apro il portone, lui mi segue e
salgo le scale. Apro la porta di casa ed entro. Aspetto che lui varchi la
soglia e chiudo.
<< Chi è?
>>
<< Ma’, sono io.
>>
<< Sono le sette e dieci, lo sai? >>
<< Dai, ma’… Ho fatto il prima possibile! >>
Dico
guardando Robbie sorridendo.
<< Chi c’è con te? >>
Mia
madre sbuca dalla sua camera con la sua testa riccioluta e nera e poi esce
totalmente in corridoio.
<< Ciao! >>
<< Lui è Robbie.
>>
<< E chi sarebbe Robbie? >>
<<
Il suo ragazzo! >>
Robbie
risponde a mia madre e non sa in che pasticcio si è messo. Ora mia madre
incomincerà a fare il suo interrogatorio.
<< Robbie… Non sei italiano, vero? >>
<< No, no… Sono nato in Italia però mio padre è
olandese. >>
<< Quindi presumo che i tuoi capelli castani tu
l’abbia presi da tua madre! >>
<< Esatto.
>>
Giro
gli occhi al cielo già strapiena delle sue domande nonostante ne abbia fatte
ancora solo tre.
<< Ma’, adesso basta… Dobbiamo uscire. >>
<< Dove andate?
?>>
“E
quattro…”
Rispondo
annoiata.
<< A mangiare da qualche parte e uscire per la Vasca… Dove vuoi che
andiamo? >>
<< Chiedevo! Ci sono moltissimi posti dove
potreste andare! Cinema, mare, discoteca, Vasca, ristorante, pizzeria... >>
<< Ok, Vasca!!
>>
<< Ok!! >>
Prendo
per mano Robbie e lo porto in camera mia chiudendomi la porta dietro.
<< Siamo soli.
>>
<< E non vedevo l’ora!! >>
Si
avvicina e mi da un piccolo bacio, accompagnato poi da uno molto più passionale
per poi finire abbracciati come sempre dove quella palpatina al culo non te la
toglie nessuno.
<< Lasciami preparare… >>
Salgo
al piano di sopra e gli faccio segno di seguirmi.
Faccio
vedere tutto il mio armadio di vestiti tra varie gonne e vari pantaloni, lunghi
e corti. Mostro magliette e canotte di ogni genere facendo vedere in ogni
minimo particolare tutte le piccole cose di quegli indumenti.
Dopo
un quarto d’ora di parlantina lui sceglie. Niente minigonna, niente maglie
scollate, niente di tutto ciò. Semplici jeans stretti, scuri e lunghi con una
canotta rosa che si lega a collo e una cintura rosa.
Lo
guardo sorridendo.
“Sei
solo mio…”
<< Perchè mi guardi così? >>
<< Perchè sei speciale… >>
Lui
ride.
<< Io? Non hai idea di cosa possa pensare io di
te in questo momento… >>
<< E cosa pensi di me? >>
Ci
pensa un attimo e poi mi guarda con il suo bellissimo sorriso.
<< Ma dov’eri nascosta? Dov’eri prima? E io
perchè non sapevo dell’esistenza di una ragazza così… Stupenda? >>
<< Stupenda?!
>>
<< Stupenda!! E non ti parlo solo d’aspetto, ma
tutto il pacchetto! Sei stupenda… >>
-
-
La
vedo non tenersi più, arrossisce, sbatte i vestiti per terra e mi abbraccia
forte.
Io
rimango stupito.
“La
mia Ale… Non so più cosa dire, ho già detto tutto! E’ specialissima, altro che
speciale!!”
Le
metto le mani dietro la schiena per rispondere al suo braccio e lei riprende a
parlare.
<< Io ci sono sempre stata, sei tu che non ti
facevi mai vedere perchè imboscato a farti varie tipe! >>
<< Ma ora sono qui con te e voglio stare qui con
te! Ora sei solo mia… >>
Stringe
ancora di più e la sento mia, sempre di più. Ma fin troppo…
<< Mi stai stritolando… >>
Lei
rallenta la presa, ma non si stacca. Resta con le sue braccia attorno al mio
collo e sta volta sono io che vorrei contraccambiare la sua stretta, ma la
lascio fare a modo suo.
<< Scusa…
>>
Stiamo
un po’ in silenzio, assaporando il suo odore… Della sua pelle, dei suoi capelli…
Poi
lei si stacca.
<< Devo andarmi a fare una doccia. >>
<< Vengo anch’io! >>
Lei
sorride divertita.
<< No, tu stai qui in camera! >>
Assume
un tono malizioso.
<< Mi piacerebbe vederti sotto la doccia… >>
<< Però non puoi! >>
Prende
i vestiti e si allontana scendendo le scale e io sto lì, impalato, cercando di
immaginarla in tutte le maniere, senza veli, facendomi salire sempre di più la
voglia di averla, di andare giù e entrare in bagno per guardarla, ammirarla,
poi spogliarmi e aggiungermi. Sarebbe bellissimo… Come d’altronde ho già fatto,
ma non voglio con lei. Lei non è pronta e io ci tengo troppo e voglio che la
sua prima volta sia speciale. Un momento che si ricorderà per sempre, che
quello le possa sempre ricordare il lato romantico dell’amore e ricordarsi
sempre di me e che sarò sempre il ragazzo che vorrebbe.
“Questo
è il mio obbiettivo. Voglio farti sognare.”
-
-
Mi
svesto ed entro nella vasca.
Mi
punto l’affare della doccia contro e penso a tutto.
“Sono
stata troppo fortunata… Sono troppo fortunata! Robbie, Robbie, Robbie, Robbie…”
Esco
dalla doccia e mi asciugo.
Mi
metto il mio intimino bianco e mi spruzzo il deodorante. Infilo i miei jeans su
per le gambe e li lego con il bottone e serro la cerniera. Poi prendo la
canotta e me la faccio passare attraverso le braccia sul mio petto. Faccio
scorrere la mia cintura rosa brillantinata nei passanti e ora sono a posto.
Salgo
sul water e sopra il mobile del bagno prendo il phon.
Asciugo
i capelli e con la spazzola li pettino facendomi due trecce.
Esco
dal bagno ed entro in camera.
Robbie
è seduto sul divano, mi squadra da capo
a piedi e dopo sorride.
<< Bella…
>>
<< Grazie!
>>
-
-
Si
avvia alla sua scrivania truccandosi tutta, non capendo che senza o con… La
voglio comunque!!
“Come
fanno a ostinarsi a truccarsi per andare ovunque??”
Mette
tutti i suoi effetti personali dentro la sua borsetta nera , apre le
braccia e mi guarda.
<< Finito!
>>
<< Era ora!
>>
Lei
mi fa vedere la sua espressione del viso offesa e io, sorridendo, mi alzo
andandole incontro e baciandomela.
<< Sei bellissima… >>
<< Grazie!
>>
Usciti
dalla camera, Alessia urla.
<< Ma’, noi andiamo! >>
<< E quanti anni hai? >>
Lei
sbuffa e mi tira via.
<< Ciao!!
>>
Io
mi metto a ridere e rispondo a sua madre.
<< Diciassette!!
>>
<< Troppo grande!! >>
<< Ma’, la vuoi piantare? E tu Robbie, vieni
via!! >>
Usciti
di casa ci dirigiamo al mio motorino. Poi ripenso a prima.
<< Tua madre è troppo simpatica!! >>
Lei
fa una smorfia e poi sorride scuotendo la testa. Apro la sella e tiro fuori il
casco dandolo a lei e prendo il mio attaccato al gancio. Chiudo tutto, ci salgo
e aspetto che ci salga lei. Poi parto verso casa mia sentendo le sue mani
stringersi a me.
-
-
Siamo
davanti a casa sua. Non sono mai stata da lui.
Mette
la moto in una via aldilà di un cancelletto grigio e scendiamo. Giriamo
l’angolo ed entriamo in un portone.
Ci
sono da salire ben tre piani. Poi la sua porta si riconosce.
Color
noce con ghirigorato il nome in un color oro: “Haag”.
Prende
le chiavi ed apre la porta.
<< Ciao! >>
Entro
in una sala enorme impegnata da un tavolo rotondo in centro con sei sedie nello
stesso legno del tavolo e un divano di color rosa in un angolo dove davanti vi
è una tv al plasma. Su di esso vi è seduto un uomo dai capelli biondi, un po’
grassoccio che sta giocando alla Play Station due.
<< Ciao pa’.
>>
L’uomo
massiccio guarda suo figlio e dopo squadra me da capo a piedi.
Poi
sua madre spunta dalla cucina. E’ una donna castana dagli occhi azzurri, magra
e alta dai capelli lisci.
<< Ciao Robbie… Ma chi hai portato a casa? >>
<< La mia ragazza… >>
Sua
madre cambia totalmente espressione, rimane impalata.
<< Scusa?
>>
Robbie
si innervosisce.
<< La mia ragazza. R-A-G-A-Z-Z-A! >>
<< Scusa, ma sono un po’ sbalordirta… Non hai
mai portato a casa una ragazza!! >>
<< C’è sempre una prima volta, no? >>
<< Già, e sono contenta! Come ti chiami? >>
Si
rivolge a me.
<< Alessia.
>>
<< E quanti anni hai? >>
<< Quindici.
>>
Robbie
si rivolge a me.
<< Vedi che non è l’unica tua madre? >>
Sua
madre lo guarda seria.
<< Mi sembra normale, Robbie, che noi mamme
dobbiamo fare queste domande!! >>
<< Non sta sera, dobbiamo uscire!! >>
<< E dove andate di bello? >>
<< In giro!
>>
Gli
risponde un po’ scocciato.
<< Ehy, Robbie, non ti scaldare adesso… E’
normale che io voglia sapere!! >>
<< Si… >>
Mi
prende la mano e mi porta lungo un corridoio abbastanza stretto e corto. Io
intanto sorrido a sua madre.
Robbie
apre una porta ed entriamo.
<< Ciao Ale!!
>>
Entro
dentro a una camera grandissima, dove al lato vi sono due letti singoli con
davanti un mobile con la tv. Ci sono in un altro angolo due scrivanie, una poco
distante dall’altra.
Eric
mi saluta ed è su un letto con un copriletto blu a torso nudo in jeans. Per una
volta, dopo tanto tempo, sento di nuovo l’emozione che provavo quando lo vedevo
prima.
“Quant’è
bello…”
<< Ciao Eric.
>>
Robbie
si siede sul letto e mi fa notare un armadio in un marrone molto scuro in un
angolo quasi affianco alla tv.
<< Scegli!!
>>
Vado
dall’armadio e apro le ante. Un sacco di jeans escono da questo diviso
all’interno in due. Da una parte in alto c’è scritto in un murales ‘Eric’ e
dall’altra ‘Bro’.
Mi
giro indietro.
<< Bro?? >>
Robbie
si gira verso Eric e quest’ultimo ride.
<< Storia lunga…
>>
Eric
interrompe lamentandosi.
<< Miii… Ma siete tutti fuori dal mondo!! Bro è
l’abbreviazione di brother!! Fratello in inglese in caso non lo sapessi… >>
<< Lo so cosa vuol dire Brother!! >>
Poi
mi giro di nuovo verso l’armadio e noto che i due murales fatti in rosa e blu
sono molto belli e articolati.
“Un
casino, ma belli!”
<< Chi li ha fatti? >>
<< Ma modestamente io!! >>
Eric
mi risponde con aria di strafottenza divertita.
<< Non sapevo Eric che sapessi disegnare! >>
<< Non sai molte cose su di me… >>
<< Già. >>
“Quanto
lo vorrei…”
Poi
penso che vorrei prendermi a sberle da sola per questo stupido pensiero creato.
Mi
giro per l’ennesima volta per scegliere i vestiti nella parte di ‘Bro’ e noto
tra vari pantaloni che non ve né neanche uno non firmato. Rich, D&G, Calvin
Klein, Lee, Levis e tante altre…
Poi
ne scelgo uno della Levis normale, né stretti, né larghi, da portare a metà
culo e scelgo in basso nei ripianetti una polo della Tommy bianca a maniche
corte.
Chiudo
le ante e mi volto con i vestiti in mano, buttandoli poi addosso a lui.
<< Fatto!
>>
Lui
li guarda e poi fa un smorfia.
<< Si, può andare… >>
Faccio
la faccia arrabbiata e lo guardo male.
<< Sto scherzando, sai scegliere benissimo!! >>
Si
avvicina a me e mi da un bacio a stampo.
<< Vado a farmi la doccia, vieni con me? >>
Lo
spingo lontano da me.
<< Vai via!!
>>
Lui
ride e si rivolge al fratello.
<< Eric, trattamela bene!! >>
<< Certo.
>>
Robbie
si allontana e io mi giro verso Eric che si sta infilando una maglietta nera.
-
-
Mi
allontano dispiaciuto dal fatto che per questi minuti sarò staccato da lei e ce
l’avrà mio fratello.
Apro
la porta ed entro. Poso i vestiti sul water e mi spoglio tutto fino a rimanere
nudo. Apro la tenda e mi infilo dentro la doccia. Faccio partire l’acqua che
come al solito mi picchia contro.
“Dove
possiamo andare sta sera? Non importa il posto, importa solo se siamo noi due e
nient’altro, però, sai com’è… Sempre meglio che anche il posto non sia uno
schifo!! Sarebbe bello uno romantico, che ti faccia sognare appena lo guardi,
che insieme ti faccia salire quella voglia, quella passione… Qualcosa che ti
faccia immaginare in quel momento gli unici nella terra, che tutto il mondo è
nostro e non esista nessun’altro. Insomma, un posto che mi faccia sentire come
mi fa sentire ogni volta stare accanto ad Ale! E forse ho capito anche quale.”
Esco
dalla doccia e mi vesto, poi mi asciugo i capelli e me li spettino senza
neanche asciugarli del tutto o metterci qualcosa.
-
-
Mi
siedo sul letto libero, che è molto vicino a lui, e lo guardo.
Incomincia
a parlare.
<< Siamo soli!
>>
<< Già… >>
Un
silenzio imbarazzante cade in questa situazione.
Io
mi giro verso di lui e lui ricambia verso di me e poi ci mettiamo a ridere.
Io
riparto a parlare.
<< Allora… Non mi dici niente? >>
<< Ah, io ti devo dire qualcosa? Sei tu
l’ospite!! >>
<< Appunto!
>>
Mi
metto a ridere, poi lui incomincia il discorso.
<< Che fate di bello sta sera? >>
<< Il problema è che non lo so… >>
Lui
continua a guardarmi sorridendo.
<< Wow… Vai ad insaputa? >>
<< Già. >>
<< Felice?
>>
<< Si. >>
Mi
fissa negli occhi.
<< Si? Solo si?
>>
Il
suo sguardo profondo riesce a farmi esitare un attimo.
<< Si, tantissimo! >>
Eric
si alza, si mette il giubbotto e prende le chiavi nel mentre che mi parla.
<< Sono contento per te, anzi, per voi. Vi siete
proprio trovati, siete una bella coppia, vi ci vedo!! Ci tieni davvero a
Robbie? Cioè… Lo volevi da impazzire? >>
Mi
sento un po’ in imbarazzo e faccio quel solito sorriso che dice “Si”.
<< Perchè mi fai certe domande? >>
Lui
sorride. La mia espressione spiega tutto. Poi si gira dall’altra parte verso la
porta e si incammina verso essa.
<< Bene, allora siete proprio perfetti… >>
Si
volta, mi sorride ancora e poi esce dalla porta.
-
<< Allora dove andiamo? >>
Io
e Robbie siamo fuori dal portone e io sto ammirando lui, mentre guarda a destra
e sinistra la strada.
<< L’hai mai visto il tramonto? >>
Rimango
perplessa alla domanda.
<< Si… >>
<< Con attenzione? >>
<< Si, penso.
>>
“Dove
mi porti?”
<< Intendo se hai dedicato tutto il periodo del
tramonto a guardarlo. >>
<< Allora credo di no. >>
Sorride
e mi prende per mano.
<< Andiamo a prenderci qualcosa da mangiare? E’
più bello a stomaco pieno! >>
<< Dove? >>
<< Andiamo al Mc? >>
<< Ok. >>
Dirigendoci
verso il Mc Donald’s, vedo la gente che passa. E io, mano nella mano con
Robbie, cammino con loro. Gente sola e accompagnata, abbracciata o a litigare.
E ritorno indietro nel tempo, quando io ero da sola a camminare o in compagnia
di Alice. Ero comunque come quella gente sola, solitaria… E quando vedevo
l’altra parte di gente accompagnato da un ragazzo, o uomo che sia, mi chiedevo
quando anch’io avrei avuto la mia bella storia e sarei andata in giro con lui.
Ed ora eccomi qui! Quello che volevo si è avverato e se tante volte mi volevo
accontentare del primo sgorbietto che passava pur di non rimanere sola, sono
felice di non averlo fatto, dato che ora non mi sono accontentata, ma sto con
un ragazzo che mi piace veramente e sono realmente felice.
-
-
Mentre
ci dirigiamo verso il Mc mi ricordo da piccolo che tutti i giorni, verso sera,
mio padre mi portava su ‘Diana’ e mi faceva sempre vedere il tramonto. Era uno
spettacolo bellissimo e io e mio padre stavamo lì, fino a quando non finiva del
tutto. Tutte quelle strisce di arancione e rosso che facevano pian piano
ascendere il sole a morire verso il mare facendo spazio alla luna era uno
spettacolo bellissimo. Mio padre mi diceva sempre che quando sarei stato grande
che avrei avuto la ragazza mi avrebbe prestato la barca per vedere questo
spettacolo con lei assicurandomi che avrei fatto davvero una cosa meravigliosa
dato che mia madre la conquistò lì sopra, quando la barca doveva ancora avere
il suo nome. Ora mi ricordo i tempi in cui mio padre mi parlava delle ragazze,
che mi diceva che dovevo sempre trattarle con rispetto, che erano delle
creature meravigliose e mi augurava sempre di non farle soffrire perchè me ne
sarei pentito.
Ora
che ci penso ho fatto sempre il contrario di quello che mi augurava mio padre.
Ha
ragione, me ne sono pentito.
Guardo
Alessia che la tengo mano nella mano verso questo Mc e sorrido.
“Non
farò più questo sbaglio.”
-
-
Con
i panini in mano, io un menù Mc Chicken e lui uno doppio Cheese-burger, ci
dirigiamo verso il porto.
Saliamo
le scalette per salire in cima e, dopo una piccola camminata, ci sediamo sul
muretto verso il mare e l’orizzonte, il più in alto possibile, a vedere il
nostro bel solo tramontare, morire nel mare, in quell’immenso spazio blu, per
poi vedere la luna sorgere e scurire il cielo, in una bella notte stellata.
Io
sono affascinata dal mare, lo adoro, nel suo blu immenso con la sua profondità
abitata da una varietà di pesci con l’unico obbiettivo nella vita di nuotare e
nuotare ancora. Non devono pensare ad altro.
-
-
Sono
le nove.
Il
sole sta già incominciando a scendere e il cielo inizia ad avere piccole
sfumature di arancione che lo rendono speciale e magnifico.
<< Questo è per te! >>
Le
passo il suo panino e io prendo il mio. Lo tolgo dalla scatola e senza pensarci
due volte lo addento. E ancora, e ancora, e ancora… Fino a che di morsi non c’è
né più e mi ritrovo con le mani in mano rimpiangendo il mio panino che se né
andato così velocemente.
Prendo
le patatine e comincio a mangiarle.
-
-
Apro
la confezione e prendo il mio panino al pollo e insalata e maionese e pepe… Non
importa gli ingredienti. Nel suo insieme è un panino buonissimo, vorresti non
finisse mai. Ma purtroppo, come tutte le cose che finiscono prima o poi,
termina anche il mio adorabile panino e guardando Robbie che oramai è già alle
patatine, si mette a ridere.
<< Che c’è?
>>
<< Sei sporca.
>>
<< Dove? >>
Si
avvicina a me e mi succhia il labbro superiore lentamente e teneramente, un
momento magnifico, soprattutto sotto a questo immenso cielo colorato in un chiarissimo
arancione, che pian piano diventa sempre più scuro.
<< Qui… >>
Lo
guardo felice… Felice che lui sia lì, accanto a me.
<< Anche tu sei sporco. >>
Si
strofina la mano sulle labbra e si guarda.
<< Ma che dici, sono pulitissimo! Non sono mica
uno sbrodolino come te! >>
<<
Sta’ zitto e baciami! >>
<< Potevi dirlo subito… >>
Ci
baciamo ancora e ancora e ad un tratto sono di nuovo persa.
“Come
fai a farmi questo effetto? Come fai a farmi dimenticare tutto? Come fai ad
essere così speciale per me? Come fai a rendermi così felice? Semplicemente,
come fai?”
Il
sole sta calando e l’arancione ha preso il sopravvento in questo cielo
raramente pulito. Neanche una nuvola contrasta questo bel tramonto, il nostro
tramonto.
Una
luna anch’essa arancione e piena incomincia a salire in cielo.
-
-
Ci
baciamo più volte, sempre con maggiore voglia, sotto questo cielo colorato che
fa tornare a galla numerosi ricordi, che trasforma questo momento nei più belli
che abbia mai passato.
Ma
questo non è merito del cielo…
-
-
La
nostra cena è terminata ed ora io sono davanti a lui, seduta sopra con la mia
testa pesante appoggiata alla sua spalla.
Ci
facciamo compagnia a guardare la meraviglia davanti ai nostri occhi.
<< Come mai mi hai portato qui? >>
<< Perchè ero curioso di vederlo con te. >>
La
risposta mi mette curiosità e sottovoce gli faccio la domanda seguente.
<< Ed ora che l’hai visto con me, cosa ne pensi? >>
Rimane
un attimo in silenzio, pensando alla risposta.
<< Penso che sia stupendo… E non solo penso
questo. Penso anche che tu sei perfetta non solo di giorno e di notte, ma anche
al tramonto! Tu sei sempre perfetta… Dovremo andare a vedere qualche alba
insieme!>>
Gli
sorrido lusingata come al solito invidiando come i complimenti gli riescano a
uscire sempre così bene.
<< Conta pure su di me! >>
<< Come sempre!
>>
Adesso
ci provo anch’io…
<< Comunque non sono la sola ad essere perfetta… >>
<< Modesta!
>>
Sorrido
e mi giro verso di lui.
<< Non ti immaginavo così. >>
Mi
guarda negli occhi, incuriosito.
Hanno
lo stesso potere di quelli del fratello, forse anche di più.
<< Così come?
>>
<< Così… Chi l’avrebbe mai detto che dietro allo
stronzo di un Robbie che avevo conosciuto si sarebbe nascosto un lato così
bello? Cosa ne potevo sapere che dietro tu fossi così magnifico?>>
Lui
guarda il mare concentrato.
<< Sono le altre persone che cambiano la gente.
Neanch’io sapevo di essere così, prima di incontrare te… >>
A
questo punto i suoi occhi incontrano i miei.
<< Sono proprio fortunata! >>
<< E non sei la sola! >>
<< Modesto!
>>
Lo
bacio e sorrido fra me.
“Fortunata
non è una parola molto adatta a quello che sono. Non so come descriverlo… E’
indescrivibile quello che sono, è un insulto dire solo fortunata. Ho trovato
l’unico angelo caduto dal cielo. Bello fuori e dentro! Ma chi l’avrebbe mai
detto che dietro a Robbie si sarebbe nascosto questo suo bel lato? E’ un
peccato che l’abbia tirato fuori così tardi, ma sono felicissima che l’abbia
tirato fuori con me…”
-
-
Mi
bacia e la sento nel frattempo sorridere. Così vengo contagiato.
“No
Ale, non sei la sola… Anzi, tu sarai fortunata, io sono molto di più. Mamma
mia, come pensavo di stare meglio divertendomi come uno scemo? Ma come pensavo?
Ero un bambino… Tu Ale mi hai fatto maturare, mi hai fatto crescere. Mi hai
fatto innamorare… Devo ringraziare tre persone per tutto questo. La prima è
Dimitri. E’ stato il primo a farmi avere dei ripensamenti, a farmi traballare.
Ed è stato un grandissimo. La seconda persona è Eric. Senza di lui a quest’ora
sarei ancora qui a chiedermi cosa dovrei fare e magari non me ne sarei neanche
convinto di esserne innamorato. La terza e ultima, invece… E’ naturale chi sia.
Non sei la sola Ale a stupirti del fatto di questo mio lato, se vuoi saperlo
neanche io ne ero a conoscenza. Hai visto che effetto mi fai? Mi fai diventare
totalmente un’altra persona, facendo fuoriuscire un lato oscuro che nessuno al
mondo era riuscito a scoprire. Ale, sei grande.”
Mi
sa che sono tutti e due fortunati allo stesso modooo!! Sigh! Che tristezza…
Ringrazio
come sempre:
Cassandra
287: Sempre più convinta del fatto che sta effettivamente crescendo?? Che tato…
Grazie mille!!!
ElianaTitti:
Ecco qui il seguito!! Grazie per i tuoi complimenti!!! Si, lo so… Chi non lo
vorrebbe??
Pazzerella_92:
Si, hai ragione! L’ha fatta vedere a tutti Ale!! E quante volte l’ho sognato
anch’io ad occhi aperti… Non sei la sola!!XD
Cherasade:
Ma veramente!! Ma dov’è sta fabbrica?? Perché fino ad adesso io non ne ho mai
incontrati fatti in sta maniera!!! Sarà che ho la sfiga di avere un radar per
quelli stronzi eh… Però! Spero non sia un problema quella parola, ma non sapevo
come altro definirli!!XDXD Grazie milla per i tuoi complimenti e si, hai
ragione, sono proprio belli insieme!!
Kry333:
nono, giusta osservazione!! Infatti finalemnte è cresciuto e ha superato le sue
paure!! Grazie milleee!!
_NovemberThree_
: Grazie mille per i tuoi complimenti,
mi ha fatto molto piacere!! Spero ti piaccia pure questo!!
Avrilmiki:
Si, certo… Come no! Grazie vale, un bacione!! By your sox!
Grazie
a tutti quelli che continuano ancora adesso ad aggiungermi tra i suoi
preferitiiiiiiiiii!!! Grazie grazie e grazie!!!
Un
bacione a tutti!!!
Recensite
sempre di piùùùù!!!
Grazie!
Somoody
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Capitolo 15 *** In pizzeria. ***
CAPITOLO 15
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-
-
-
Siamo al mare.
Sono passate un paio di settimane.
Siamo al ventisette, martedì.
Io sono all’asciugamano a prendere il
sole assieme a Marta e ad Alice. Gli altri sono a farsi il bagno o a giocare a
pallone, tra cui c’è anche Robbie.
<<
Allora Ale… Non mi hai mai raccontato di come si sta con quello stronzo
di Ant! >>
Marta inizia a parlare.
Apro gli occhi e mi giro verso di lei
diventando super felice al solo suono del suo nome.
“Stronzo Robbie??’”
<<
Si sta benissimo!!! E poi non è stronzo Robbie! E’ il ragazzo più dolce
che abbia mai conosciuto! >>
<<
Davvero?? Mmm… Comunque io ti avevo detto che ci saresti stata assieme!! >>
La guardo alzando un sopracciglio.
<<
E da cosa l’avresti capito? >>
<<
Dai!! Te lo devo dire ancora? Si vedeva un casino!! Sempre a
rincorrervi! >>
<<
Che dici!! >>
<<
La verità! Per non parlare che in ogni tuo discorso c’era sempre lui! >>
Sorrido e guardo l’angolo da calcio. E
lui è lì.
Non vedo l’ora di andare e prenderlo,
baciarlo…
<<
Per favore, smettetela di parlare di queste cose. Se sapevo di ritornare
la solita sfigata single in depressione per non avere un ragazzo non lasciavo
Dimitri! >>
Alice si intromette svegliandomi dal
sogno che stavo facendo ad occhi aperti.
<<
Dai Ali… Vedrai che fra poco
anche tu avrai il tuo ragazzo! >>
<<
Si, si, concordo con Ale! >>
Marta annuisce sorridendo.
<<
Certo… E’ da due settimane che continuate a ripeterlo!! >>
<<
Io vado all’angolo da calcio! >>
Mi alzo e mi dirigo verso esso e intanto
sento dietro di me Alice urlare.
<<
Grazie per la considerazione!! >>
<<
Ti lascio nelle mani di Marta, che vuoi di più? >>
<<
Vaffanculo! >>
Sorrido tra me e proseguo verso quel
sogno.
“Basta!! Non cambia mai discorso!!”.
-
-
Sono qua a giocare a cestino nell’angolo da calcio e
intanto scherzo con gli altri.
Dario si rivolge ad Edoardo.
<< Ehy,
Edo! Con Carolina come va ora? >>
Edoardo sbuffa e risponde scocciato.
<< Esattamente
come andava prima, non la sopporto più!!
>>
<< Ma
poverina!! >>
<< Neanche
un po’!! >>
Il tono cambia e si rivolge a me.
<< E tu
Robbie? Come va con Ale? >>
<< Va
benissimo!! >>
Sempre la stessa risposta.
<< Quanto
hai intenzione di restarci ancora? >>
<< Il
più possibile!! >>
Si mette a ridere.
<< Mi
stupisci sempre di più!!! >>
Francesco interrompe.
<< Ve
lo ricordate quando non era ancora nel nostro gruppo che veniva ogni tanto e ci
criticava se magari ne facevamo uno per la seconda volta? Sempre con quella sua
aria da strafottente… >>
<< Come
dimenticarlo!! Non è mica passato poi tutto sto tempo!! >>
Giro gli occhi al cielo e rido pensando a quante
volte ho sentito dire ciò.
<< Ragazzi,
sono cambiato!! >>
<< Non
l’avevamo notato!! Il brutto, però, che è stata una ragazza a farlo… Eh, povero
Robbie… Stai calando!! Non sei più il macho di prima!! >>
<< Meglio
così! >>
Vedo arrivare Alessia e il sorriso mi si accende in
viso.
<< Cambiamo
discorso. >>
-
-
Arrivo all’angolo e saluto Robbie con un
bacio sedendomi sugli scalini. Poi guardo Edoardo.
Lui sta giocando, ma oggi non è in vena
di fare canestri nel cestino.
<<
Cazzo, ma è possibile che non riesca a fare neanche un canestro oggi? >>
Francesco si gira verso di lui.
<<
Oggi?? >>
<<
Oggi! Di solito almeno uno o due riesco a farne!! Oggi neanche uno!! >>
Francesco ride.
<<
Menomale che lo ammetti!! Di solito ti arrabbi!! >>
<<
Infatti solo io posso dirlo! >>
<<
Ah, capisco!! >>
Sbuffando inizia con la prossima frase.
<<
Beh, io mi ritiro!! Per oggi… >>
<<
La cosa più saggia che tu abbia mai detto! >>
<<
Ah…. Ah…. Ah….. >>
Edoardo ironizza una risata.
<<
Come sei permaloso!! >>
Si allontana sbuffando e viene a sedersi
vicino a me.
<<
Ciao Ale!! Da quanto tempo che non parliamo io e te! >>
<<
Diciamo dalla festa di Monica? >>
<<
Esatto! Come stai? >>
Gli sorrido capendo quanto quella
risposta sia giusta.
<<
Bene, tu? >>
<<
Bene, bene… Grazie. Con Robbie? Hai visto che vi siete messi assieme? >>
Alzo gli occhi al cielo, sorridente.
<<
Adesso tutto il gruppo mi deve venire a dire: hai visto? >>
Lui si mette a ridere e fa spallucce,
poi io continuo con la prossima domanda.
<<
E tu con Carolina? >>
<<
Mi sto annoiando… Non frequento più nuove ragazze, sempre la stessa!!
Voglio cambiare!! >>
Poi mi viene in mente una strana idea.
“Alice vuole un ragazzo, Edoardo vuole
cambiare ragazza… Forse potrei far tacere le lamentele di quella rompiballe!!”
<<
Non mi avevi detto che Ali è carina?
>>
<<
Chi è Ali? >>
Mi arrabbio.
<<
Ma allora lo fai apposta! >>
Lui guarda il vuoto per due secondi, poi
rinviene.
<<
Ah, Alice… Non sono abituato a chiamarla con il diminutivo!! Ho avuto un
attimo di… Di… Come si dice? >>
<<
Defiance!! Allora? >>
<<
Che allora? >>
Giro gli occhi al cielo, lamentandomi.
Poi riprendo.
<<
Si, sei proprio un idiota! Devo proprio dirti sempre tutto! La trovi
ancora carina Alice o no? >>
Faccio questa domanda oramai abbastanza
scocciata.
<<
Si. >>
<<
Eh beh. Tu mi avevi detto che non ci volevi stare con Alice perchè stava
con Dimitri, ma ora è da un po’ di settimane che si sono lasciati!! >>
<<
Perchè mi stai dicendo questo? >>
Alzo le spalle e gli rispondo più
normalmente possibile.
<<
Perchè voglio aiutare entrambi! >>
Sbarra gli occhi.
<<
Piaccio ad Alice? >>
Scoppio a ridere, non riesco a
trattenermi.
<<
Da una vita!! >>
<<
Non lo sapevo!! >>
Gli scappa un sorriso, fiero di se
stesso.
<<
E ora che lo sai? >>
<<
Cosa? >>
Mi alzo in piedi alterata.
<<
Mi sono rotta di parlare con te!!
>>
<<
Ci potrei fare un pensierino… >>
Mi giro verso di lui, provando tanta
felicità.
<<
Davvero? >>
<<
Si. >>
<<
Grazie, sei un amore!! >>
Mi sorride e io contraccambio.
<<
Lo so! >>
<<
Adesso però non vantarti! >>
Lui mi guarda sconcertato.
<<
E cosa credi che stia facendo? Mi hanno appena confidato di essere un
figo e di essere un amore!! Cosa dovrei fare?
>>
Cerco di rimediare a questo
inconveniente, scehrzando.
<<
Un amore era per farti un complimento, ma io ne ho visti di amori e tu
non sei uno di quelli… >>
Lui imita un sorriso falso e mi
ringrazia ironicamente.
<<
Grazie!! >>
<<
Prego! E Alice ha dei bei gusti di solito, ma l’unica eccezione sei tu
se vuoi proprio saperlo! >>
Lui apre la bocca dalla sorpresa e mi
guarda male giocando.
<<
Oh grazie! Questa me la segno!! >>
Si alza in piedi e mi fa la faccia da
offeso.
<<
Piccino… Non ti offendere! Scherzavo!
>>
Gli dico ridendo e lui si gira
dall’altra parte e si allontana da me, intanto che Robbie si avvicina mentre
segue il nanerottolo con lo sguardo.
<<
Che vi siete detti? E’ da un’ora che eravate seduti a parlare! >>
<<
Lo convincevo a notare Alice! >>
<<
Sarà meglio… >>
Alzo un sopracciglio e lo guardo di
traverso.
<<
Geloso? >>
<<
No, assolutamente! >>
Mi metto a ridere, gli butto le braccia
al collo e lo abbraccio. Lui mi mette le mani sulla schiena e lo spingo via.
<<
Hai le mani fredde!! >>
<<
Resisti! Era un gesto d’affetto! >>
Lo bacio dolcemente e staccandomi non
tolgo occhi dai suoi.
<<
Più affettuoso di questo? >>
<<
Beh… C’è modo e modo per essere affettuosi. >>
Mi bacia ancora fino a che una voce non
ci interrompe.
<<
Ehy, piccioncini!! >>
E’ Chiara accompagnata da Carlotta.
Ci giriamo e noto Chiara ridere vestita
con la borsa in mano e Carlotta guardarmi con disprezzo, ma in costume.
Non riesco a capire il motivo del suo
sguardo nei miei confronti.
<<
Che ne dite se sta sera andiamo a farci una pizza? Per il resto del
gruppo va bene! >>
Robbie mi guarda.
<<
Che ne dici? >>
<<
Che è ok! >>
Chiara non lascia neanche un minuto di
respiro e riprende a parlare.
<<
Allora io vado a prepararmi dato che sono le cinque e mezza, ci vediamo
alle otto davanti all’‘Airone’, ok? >>
<<
Ok. >>
<<
Ciao! >>
Chiara sale le scalette e si allontana.
Mi giro verso Robbie.
<<
Beh, potremmo andarcene anche noi!
>>
<<
Si. Aspetta che però devo andare un attimo dagli altri in mare. >>
Si allontana da me e lo guardo andare
via.
Carlotta gli rivolge uno sguardo triste
e amareggiato e Robbie fa lo stesso, non con lo stesso significato però.
La cosa mi da alquanto fastidio, ma
lascio correre.
Faccio per andarmene anch’io, ma
Carlotta si avvicina a me e alla fine mi tocca salutarla.
<<
Ciao… >>
Mi continua a guadare, ma non parla.
Cerca di sfidarmi in qualsiasi modo, ma
non ho intenzione di litigare con questa. Io quasi non la conosco, forse non ci
ho neanche mai parlato, quindi non ho la minima idea di cosa possa avere contro
di me.
Non parla e continua a guardarmi con
quei suoi occhi azzurri gelidi in un modo odioso.
<<
Scusa, ma ora devo andare… >>
Cerco di sviarla, ma lei cambia
posizione e mi blocca la strada, solo questo fa, continua a non parlare.
A questo punto spunta fuori il lato
aggressivo di me, che non fuoriesce tanto facilmente, di solito sono pacifica,
ma lei ha così tanto una faccia da culo…
<<
Mi spieghi che cosa vuoi? >>
<<
E me lo chiedi pure? >>
<<
Si te lo chiedo, perchè non ne ho la minima idea a cosa ti riferisci! >>
Incrocia le braccia sul petto e mi
guarda con aria altezzosa.
<<
Perchè non provi a spremere quel tuo cervello minuscolo che ti rimane? >>
<<
Tu hai qualche problema… >>
Cerco di sviarla un’altra volta, ma mi
si piazza davanti come la scorsa volta.
<<
Si, sei tu il mio problema!! >>
<<
Ma spiegami il motivo! >>
<<
Hai portato via da noi uno dei ragazzi migliori!! Ti rendi conto che
Robbie non mi guarda neanche più?>>
Mi scappa una risata e continuo con il
mio tono aggressivo.
<<
Mi sembra anche normale dato che sta con me!! Che cazzo vuoi? Sei
gelosa? Non è colpa mia se non sei stata in grado di conquistartelo invece di
giocare a fare la troia! >>
Mi ammutolisco subito mettendomi una
mano sopra la bocca.
<<
Come mi hai chiamato, scusa? >>
Poi, però, non riesco a resistere.
<<
Oltre che troia pure sorda. >>
Uno schiaffo mi arriva in faccia, ma non
provo nessun dolore, soltanto l’incazzatura che una come lei si sia permessa di
tirarmi uno schiaffo.
I miei occhi la squadrano e i suoi
guardano me, che più che incazzati mi sembrano tristi, ma probabilmente mi
sbaglio.
“Non sono sicura che abbia un cuore…”
<<
Allora? Non reagisci? Hai per caso paura? >>
Cerco di trovare la frase più giusta possibile
per dirle che non ho intenzione di fare a botte con lei.
<<
Non mi piace ricorrere alle mani come una povera idiota che non è capace
a risolvere le questioni parlando, ma mi sembra giusto che un’oca come te non
sappia comporre una semplice frase giusta di senso compiuto! >>
Un altro schiaffo, nell’altra guancia,
mi raggiunge e sta volta il dolore lo sento.
Mi arrabbio.
-
-
Sono tutti in mare a giocare a palla e
io m’intrufolo.
<<
Ehy raga! >>
<<
Ehy Robbie!! >>
<<
Allora stasera pizza? >>
<<
Si, pizza!! >>
<<
Robbie… >>
Guardo Samuele cn lo sguardo
pèreoccupato guardare oltre me.
<<
Che c’è? >>
<<
Carlotta ha appena dato uno schiaffo ad Alessia! >>
La notizia mi prende di sprovvista.
<<
Cosa? >>
-
-
<<
Adesso basta. >>
La spingo al muro e le faccio prendere
un colpo contro questo, ma devo averla spinta un po’ troppo forte, mentre dalla
sua piccola bocca esce questa piccola parolina significativa di dolore.
<<
Ahia! >>
E io da questa piccola e insignificante
parolina provo un gusto di piacere. Poi però qualcosa mi ferma. Mi sento
crudele a provare piacere nel procurarle del male. E non è solo la mia pena
verso di lei che mi ferma.
-
-
M’intrometto guardando prima Alessia e
poi Carlotta.
<<
Che cosa state facendo, si può sapere?
>>
<<
La tua sottospecie di ragazza mi ha dato della troia, ecco che succede! >>
Alessia l’attacca a parole.
<<
Te lo sei meritato, troia! >>
La prendo per i fianchi e cerco di
allontanarla facendola camminare indietro.
<<
Andiamo via e cerca di calmarti! >>
Lei cerca di spostarsi e liberarsi nel
mentre che urla.
<<
Vieni ancora a parlarmi, troia, e la prossima volta non risolverò la
situazione a parole! >>
<<
Certo! Tu intanto prega che quel giorno ci sia Robbie che ti possa
proteggere, come oggi d'altronde!! >>
Riesce a liberarsi da me e si avvicina
velocemente a lei.
<<
Tu credi che mi serva Robbie per potermi proteggere? Cerca piuttosto tu
qualcuno che ti aiuti a liberarti dalle tante di quelle mani che ti metterò
addosso!! >>
La prendo dalla pancia mentre sta
camminando in avanti e la porto via di peso.
<<
E’ ora di finirla! Carlotta, cerca di controllarti, cazzo! >>
<<
Non dovevi abbandonarmi! >>
A questa frase mi fermo.
Poso Ale sulla sabbia e mi giro verso
Carlotta.
<<
Io non ti ho abbandonata!! Non ho firmato niente con te! Non stavamo
neanche insieme! >>
I suoi occhi si riempiono di lacrime e
la sua voce si fa rauca.
<<
Ma eri importante per me! >>
Rimango spiazzato. Non pensavo tutto
ciò…
<<
E perchè non mi hai mai detto niente, scusa? Mi sembra che tu mi
chiamassi solo per andare a letto insieme! Non abbiamo mai fatto niente di
interessante noi due! >>
<<
Non mi sembra che donarti la mia verginità sia stato niente di
interessante, non trovi? >>
<<
Hai capito benissimo a cosa mi voglio riferire! >>
Lei si calma e mi guarda triste.
Mi prende un colpo al cuore vederla
così.
<<
Quindi tu mi vuoi dire che se io ti avessi mostrato i miei sentimenti
saresti stato con me? >>
Cerco di essere il più sincero
possibile.
<<
Credo di no. Perchè non volevo impegnarmi con nessuno, specialmente con
una come te! >>
“Quando mi arrabbio dico sempre troppe
cose…”
<<
Non mi sembra che Ale sia nessuno! E poi come sarebbe una come me?? >>
Alessia si intromette, peggiorando la
cosa.
<<
Una troia!! >>
La guardo azzittendola, poi mi rivolgo
di nuovo verso Carlotta.
<<
Non è proprio il termine che avrei voluto usare io, ma più o meno è
così. >>
Lei mi guarda sconcertata.
<<
Quindi tu te la spassavi con una troia! Ho capito benissimo. >>
Si allontana via a testa bassa e io le
urlo dietro sapendo di aver fatto una cazzata.
“Quindi almeno una l’ho fatta soffrire…
Sono proprio uno stronzo.”
<<
Aspetta Carlotta! >>
<<
Vaffanculo! >>
Alessia mi da la mano fermando la mia
minima intenzione di seguirla e mi tranquillizza con un voce dolce e triste.
<<
Com’è? >>
<<
Andiamo a prepararci per sta sera…
>>
Mi stacco dalla sua mano e vado verso
gli asciugamani. Nel mentre che vedo Carlotta andarsene io mi preparo.
Piego il mio asciugamano e lo metto dentro
il mio zaino prendendo la mia maglietta bianca che mi infilo sopra il mio
costume hawaiano.
Mi giro verso Alessia e noto che sta
parlando con Alice.
-
-
Arrotolo il mio asciugamano tutto umido
e lo metto dentro il mio zaino tirandone prima fuori i miei vestiti. Metto le
gambe dentro la mia nuova gonnellina nera a frange e faccio scivolare sopra le
mie braccia la mia canotta tutta bianca. Poi mi metto lo zaino in spalla e
Alice si avvicina a me.
<<
Ma te ne vai? >>
Noto Robbie andare verso le scalette e
farmi segno che mi aspetta su.
<<
Si, vado via. >>
<<
Ma io devo venire a dormire da te!! Non hai sentito della pizza? >>
Le rispondo in modo assente.
<<
Si… Si, ho sentito. Muoviti se vuoi venire! Io ti aspetto su. >>
<<
Come mai quella faccia? >>
Penso ancora alla scena di prima e le
rispondo in un altro brutto modo.
<<
Ho fatto una brutta litigata… >>
<<
Ma con chi, con Robbie? >>
<<
No, no. Con Carlotta… >>
<<
Minchia, raccontami!! >>
Sono piuttosto scazzata.
<<
Non adesso… Muoviti, ti aspetto su.
>>
Mi sistemo la spallina dello zaino e mi
dirigo verso le scalette.
-
-
Vado al mio motorino e mi ci siedo
sopra.
“Povera Carlotta… E Pensare che lei era
la ragazza con cui mi sentivo meglio di tutte, l’unica con cui sono andato più
volte perchè mi piaceva da impazzire. Mi faceva sentire diversamente da tutte
le altre. Mi dispiace un casino se si aspettava qualcosa da me, il problema che
io la immaginavo proprio una così, non
sapevo proprio che ci stava male vedendomi con Ale, ma oramai è tardi.
Deve farsene una ragione, perchè la cosa non cambierà.”
-
-
Salgo le scale e mi avvicino a Robbie
sopra il suo motorino.
Lui incomincia a parlare.
<<
Mi dispiace per quello che è successo di sotto… >>
<<
Scherzi?? Non è colpa tua!! >>
<<
Invece mi sento responsabile in qualche modo… >>
Gli accarezzo la guancia e lo guardo
fisso negli occhi.
<<
E perchè dovresti esserlo? >>
<<
Beh… Non ero io il motivo della litigata? >>
<< Inizialmente si… Ma è per un’altra cosa che
quella ha iniziato ad alzare le mani!! >>
<<
Dimmi come è andata. >>
Cerco di focalizzare i momenti di poco
fa trasformandoli in parole.
<<
Lei si è avvicinata a me e, stando zitta e guardandomi da incazzata, non
mi lasciava passare, così io mi sono alterata e le ho chiesto cosa voleva e lei
ha incominciato a dire che lo dovevo sapere dato che avevo portato via uno dei
migliori ragazzi, robe del genere e io le ho detto che non è colpa mia se lei
non è capace neanche a tenersi stretti i ragazzi dato che gioca a fare la troia
e lei mi ha tirato una sberla, così io le ho detto che era un idiota perchè non
era neanche capace a risolvere le questioni parlando, ma che la capivo perchè è
normale che una troia non sia capace a comporre una frase di senso compiuto,
così lei mi ha tirato una seconda sberla e io non ho più resistito e l’ho
spinta al muro con tutto la forza che tenevo in quel momento nelle braccia e
poi il resto lo conosci già. >>
Lui mi guarda per un attimo e risponde
subito.
<<
Si, vedi? E’ colpa mia… >>
<<
Ma che dici, non è assolutamente vero!
>>
<<
Mmm… >>
Mi dispiace che si senta colpevole in
qualche modo… E’ solo colpa mia. No, un momento… Di qualcosa lui ha colpa!
<<
Piuttosto… Sei andato a letto con Carlotta? >>
<<
Si. >>
La sua decisione nel rispondere mi fa
male.
<<
Quante volte? >>
Ma io voglio rovinarmi del tutto.
<<
Un po’… Ma non è stata la prima. >>
<<
E chi è stata la prima? >>
<<
Non la conosci. >>
<<
Prova a dirmelo! >>
“Che la riempio di sberle pure lei…”
<<
E’ di Milano! >>
<<
Ah… >>
“Mannaggia…”
<<
Comunque non sono le uniche due. >>
Mi sento male in questo discorso. E mi
fa sentire male il fatto che Robbie sia andato a letto con tutte queste
ragazze.
<<
Mi dispiace se io non mi sento ancora pronta… >>
Mi risponde prontamente.
<<
Ehy, Ale… Non ti sto mettendo fretta!
>>
<<
Immagino che tu non veda l’ora di farlo con me e invece devi aspettarmi! >>
Scende dalla moto e mi abbraccia,
fortemente, come non mi ha mai abbracciato.
Poi si stacca e mi accarezza la guancia.
<<
Ti assicuro che ti aspetterò con tutta la calma possibile. Quando sarai
pronta allora lo faremo! Ma ora non voglio che tu lo voglia fare per questo!
Devi sentirti pronta tu, quindi non sentirti oppressa, ok? >>
Queste parole mi prendono al cuore e
sono in questi momenti che capisco quanto sono fortunata.
<<
Grazie… >>
Mi sorride e dopo cerco di cambiare
discorso.
<<
Ma Alice dov’è finita? >>
<<
Perchè? >>
<<
Deve venire a dormire da me. Le ho detto di fare presto! >>
<<
Ma così sta sera non possiamo prolungare la serata io e te soli!! >>
All’idea mi ritorna il sorriso.
<<
Troveremo un modo… >>
<<
Speriamo tardi ancora un po’. >>
<<
Già. >>
Poi lo vedo sorridere nel nulla e fissa
i suoi occhi nei miei, provo una sensazione bellissima ogni volta che poggia il
suo sguardo su di me, tanto da farmi agitare tutte le volte.
<<
Ti ricordi il nostro primo bacio?
>>
<<
Il nostro primo bacio… Ricordo che tu non volevi darmelo! >>
<<
Volevo fare scena davanti agli altri, in realtà volevo baciarti più di ogni
altra cosa! >>
Rimango sorpresa.
<<
Davvero?? >>
<<
Come desidero farlo adesso… >>
<<
E allora che aspetti? >>
Le nostre labbra si avvicinano e si
sfiorano, ma prima di combinarsi in una cosa sola, apro gli occhi e lui li ha
aperti verso di me.
Lo guardo e sento le sue labbra
attaccate alle mie modificarsi in un magnifico sorriso.
Rispondo a questo e chiudendo gli occhi
amalgamiamo le nostre bocche e la nostra lingua in una cosa unica, semplice,
bella… Pensando al nostro primo bacio, ricordo la stessa emozione, la stessa
sensazione di piacere, la stessa voglia di stare lì a baciarlo senza staccarsi
mai più, lo stesso ragazzo da baciare.
Ritorno alla stessa paura di perderlo,
prima, però, era paura che ritornassimo a litigare, e adesso alla paura di
perderlo sul serio. Mi sono troppo affezionata e, questa volta, non
risulterebbe così facile come è stato dimenticare Mirko. Sarebbe una cosa
impossibile. Ma non voglio portare sfiga.
Non ho mai vissuto un emozione simile e
non ho intenzione di farla finire per niente al mondo.
“Ti voglio per sempre…”.
-
-
La mia lingua è come già sua. Il loro
bisogno di incontrarsi, di amalgamarsi... E ripenso al nostro primo bacio,
stessa emozione, anzi. Forse più forte di quella della prima volta. La mia
prima forte emozione.
E i nostri visi si allontanano e notiamo
tutti e due Alice che ci sta guardando con un sorriso stampato in faccia.
Io e lei, guardandoci, ci mettiamo a
ridere. Io incomincio a parlarle.
<<
Da quanto sei qui? >>
Lei sorride come rapita.
<< Il necessario…
>>
Alessia interrompe.
<<
Ma non ti avevo detto di fare presto?
>>
<<
Scusa, ma ho avuto un imprevisto… E poi siete stati insieme di più voi
due, no? >>
Lei mi guarda e sorride.
<<
Te lo posso accettare… Ora andiamo?
>>
<<
Come vuoi! >>
Poi si rivolge verso me.
<<
Allora ci vediamo sta sera! Alle otto davanti all’Airone, ok? >>
<<
Perchè non prima noi due? >>
<<
C’è Alice ti ricordo… >>
Io la guardo un attimo e ci ripenso
subito.
<<
Alle otto davanti all’Airone. >>
Alessia si mette a ridere.
<<
Ok. >>
<<
Ciao dolcezza. >>
<<
Ciao… >>
Le do un bacio, mi metto il casco e parto verso
casa.
-
-
Io e Alice ci incamminiamo.
<<
Dolcezza?? >>
Ripenso a quella parola sorridendo come
un ebete.
<<
Eh, Ali… Di cosa ti scandalizzi? E’ la cosa minore che mi abbia mai
detto!! >>
<<
Davvero? >>
<<
Già… Ma piuttosto, qual è stato questo imprevisto? >>
<<
Edo! >>
Rimango stupita al solo sentire il suon
nome collegato a quello di Alice.
<<
Edo?? >>
<<
Edo!! >>
<<
E allora? >>
<<
Mi ha chiesto se in questo periodo ero impegnata… >>
“Allora ha funzionato il mio discorso…”
<<
E tu? >>
<<
Gli ho detto, logicamente, di no!
>>
<<
E lui? >>
<<
Mi ha chiesto se era vero che gli piacevo. Mi chiedo ancora chi
gliel’abbia detto… >>
Mi metto a guardare il cielo e sorrido.
<<
Sei stata tu? >>
<<
Può darsi… >>
<<
Hai fatto benissimo!! >>
Faccio un sospiro di sollievo.
<<
Pensavo mi avresti scannata viva!!
>>
<<
Ti avrei scannata viva se dopo avermelo chiesto mi avesse preso per il
culo!! >>
Sorrido all’incoerenza di Alice.
<<
Invece come è andata? >>
<<
Io gli ho detto, un po’ imbarazzata, di si e lui ha sorriso e se n’è
andato dicendo “A sta sera…”… >>
<<
Wow, Alice! >>
<<
Non cambiare discorso!! Perchè sei andata a dire a Edo che mi piaceva? >>
Mi metto a ridere.
<<
Ma non ho cambiato discorso! >>
<<
Ci metti ancora tanto a dirmi il motivo?
>>
<<
Perchè lui mi ha confidato… >>
Alice mi interrompe subito, arrabbiata.
<<
E da quando si confida con te? >>
<< Non lo so!!
>>
<<
Vai avanti! >>
<<
Mi ha confidato che era stufo di Carolina e che voleva cambiare un po’,
e siccome mi ricordo che ti aveva giudicata carina e che a te piace un sacco,
ho pensato bene di fare un piacere a tutti e due! >>
<<
Ma ti aveva detto che ero carina, non figa!! >>
<<
E allora? Non vedi che è finita bene?
>>
Mi guarda di traverso.
<<
Ci penserò dopo la serata se ringraziarti o no. >>
<<
Vedrai! >>
Le faccio l’occhiolino.
<<
E la litigata con Carlotta? >>
Mi ritornano in mente i ricordi prima.
<<
Lei mi ha tirato due schiaffi e io l’ho spinta al muro perchè le ho dato
della troia dopo che lei mi ha accusato di averle portato via Robbie. >>
<<
Le hai dato della troia? >>
<<
Certo! >>
<<
Che forza!! >>
Io non riesco a ridere come lei pensando
a quanto Robbie sia stato male.
<<
Hanno litigato anche lei e Robbie.
>>
<<
E perchè? >>
<<
Perchè mi è venuto a difendere! >>
<<
E che si sono detti? >>
<<
Che lui era importante per lei, ma lui gli ha detto con un giro di
parole che lei è una troia! >>
<<
Wow… >>
Arriviamo sotto il mio portone, saliamo
e ci incominciamo a preparare.
Si chiama la madre al cellulare per
chiedere se si può, anzi, per dire che si va perchè tanto è sempre ok, ci si
veste, ci si trucca, ci si pettina, ci si profuma, ci si guarda, ci si critica,
si critica l’amica che si sta preparando vicino a te, ci si mette le scarpe
adatte al vestito adatto, in questo caso dei semplici jeans stretti con una
cintura nera borchiata accompagnata da brillantini e una canotta nera semplice,
quindi delle scarpe della Aesics bianche e con delle righe argentate e una
striscia nera. Si prende la borsetta nera, ci si mette dentro il portafoglio
mettendoci dentro venti euro di più, lo si accompagna da chiavi con il
portachiavi più grosso del mazzo e dal cellulare. Poi si sale le scalette di
interno casa, accompagnata da quell’ amica che ti devi portare dietro come se
fosse la tua sorellina minore che si auto invita da sola, si apre la porta, si
scende le scale, si apre il portone e ci si incammina per il centro, come al
solito in ritardo. Ma non bisogna dimenticare del messaggino di avviso al
proprio ragazzo.
-
-
Sono le otto.
Mi ritrovo davanti all’Airone tutto preparato con
dei jeans della ‘Calvin Klein’ e una maglietta rosa della ‘Baci&Abbracci’,
con i capelli un po’ spettinati con il gel che aspetto la mia anima gemella.
Sento la vibrazione del mio cellulare dalla tasca e
lo prendo.
Un messaggio in arrivo.
Ciao piccino, sto
partendo adesso!
Vedi di esserci quando
arrivo!! Ti adoro Sfig
Sorrido e le rispondo al messaggio.
Io sono già qui!! La
solita ritardataria…
Ti aspetto!
Ti voglio… Ant
Edoardo arriva tutto infighettato e Monica gli
rivolge parola.
<< Wow
Edo, che record!! Solo cinque minuti di ritardo!! Questa è da segnare!! >>
<< Già,
ma di certo non l’ho fatto per te!! Dov’è Alice? >>
Monica punta le mani sui fianchi e lo guarda
malissimo.
<< Perchè
sei sempre così antipatico con me? >>
<< Perchè
tu mi stai antipatica, semplice!! Allora? Chi mi risponde? >>
Mi intrometto io.
<< Sono
partite due minuti fa, arriveranno tardi. >>
Lui si blocca un attimo.
<< Alt,
alt… Fammi capire bene… Io ho corso per arrivare di soli due minuti in ritardo
e non ci trovo niente in cambio? Tanto vale continuare ad arrivare in ritardo!! >>
Carolina incomincia a parlare.
<< Perchè
vuoi che ci sia Alice? >>
Edoardo gli rivolge parola scocciato.
<< Secondo
te perchè? >>
<< Non
dirmi che stai frequentando quella sfigata?!
>>
<< Si,
Carolina. Sto frequentando quella sfigata, hai qualche problema? E poi non mi
sembra più una sfigata dato che gira con noi!
>>
Detto questo, Carolina si gira e si allontana.
Io mi rivolgo ad Edoardo.
<< La
smetti di trattare tutti di merda oggi? >>
<< Ma
cosa vuoi che me ne freghi? >>
<< Guarda
che poi te ne penti... >>
<< No,
non mi interessa!! >>
Parlo da esperto.
<< Fidati,
te ne penti. >>
<< Ti
sei pentito te di aver trattato male Carlotta?
>>
Penso a lei e alla sua espressione di oggi al mare.
<< Tantissimo. >>
<< Beh,
io non mi pento di aver trattato così Carolina, non è che le ho dato della
troia!! >>
Allude a oggi e io lo capisco subito.
<< Lo
sanno già tutti? >>
<< Cosa
ti aspettavi?? >>
Io sospiro.
<< Mi
dispiace un casino… Oggi non c’è neanche!
>>
<< Satana,
vattene via da questo corpo!! >>
Lo guardo malissimo, pensando a quanto sia scemo.
<< Che
c’è? >>
<< Tu
non sei Robbie, aiuto, aiutatemi!! >>
Mi metto a ridere.
<< Dai,
scemo!! Non è più una novità che sono cambiato, mi sembra, no? Non possiamo
tirarla alle lunghe! >>
<< Si,
però mi fa sempre un effetto stranissimo…
>>
<< Lo
so. >>
<< Eric?
Dov’è? >>
<< A
consolare Carlotta. >>
Lui sogghigna.
<>
-
-
Dopo una lunga camminata, passando Corso
Cavallotti, Corso Garibaldi, piazza Colombo, Corso Mateotti, si gira dal cinema
Centrale verso Piazza Eroi e dopo di che a sinistra e dove si vede un gruppo di
ragazzi con in mezzo il tuo più grande sogno, allora capisci di essere arrivata
a destinazione, perchè dietro a questo gruppo si trova lui. L’Airone.
-
-
Le vediamo.
Arrivano quasi velocemente e con l’espressione
desolata per il ritardo.
Alessia mi bacia frettolosamente e Alice va a
salutare gli altri.
<<
Ciao! >>
<<
Ciao piccola. >>
-
-
<<
Era ora! >>
<<
Siamo le ultime? >>
<<
Già!! Sta sera siete riuscite a superare anche Edoardo!! >>
Intanto mi giro verso Alice che mi
stupisco non abbia ancora parlato, ma dopo capisco il motivo.
Edoardo e Alice si stanno guardando e di
lei non ho mai visto uno sguardo più concentrato.
“Menomale che non c’è Dimitri…”
Da quanto tempo… Oramai non viene più da
nessuna parte, neanche al mare! Dice che si è fatto una nuova compagnia di
amici e che non ha più bisogno di noi. Ma perchè deve reagire così? Succedono
queste cose! Fa parte della vita lasciare la propria o il proprio ragazzo, ma
non è che ogni volta devi rivoluzionarti la vita!
<<
Ora possiamo entrare? >>
Sbuffa Carolina verso tutti.
Noto che Carlotta non è presente e
neanche Eric.
“Si è già consolata con lui? E poi non
vuole essere chiamata troia…”
Poi mi viene un attimo di gelosia nei
confronti di Eric e mi sento in colpa.
<<
Dai, entriamo. >>
Ci addentriamo attraverso la porta e una
cameriera ci viene incontro.
<<
Avete prenotato? >>
<<
Si, Ottone. >>
Dario risponde con il suo cognome,
probabilmente con quello con cui hanno prenotato, e questa ci conduce verso un
tavolo vuoto apparecchiato per quattordici, ma due posti rimarranno vuoti.
Quello per Carlotta e quello per Eric.
Ci sediamo e io e Robbie ci mettiamo con
la schiena verso il muro e la faccia verso il bancone, quasi in centro, e Alice
si siede vicino a me. Poi noto Edoardo sedersi vicino a lei. Lei lo guarda e
lui contraccambia. Poi lui accenna in un risolino e lei, imbarazzatissima,
risponde con un sorriso incerto. E finalmente si decide a salutare.
<<
Ciao Ali. >>
Alice non si è ancora del tutto
sbloccata. E come potrebbe con davanti il ragazzo che ha sempre sognato? E gli
risponde con un ciao per niente deciso.
<<
Ciao… >>
<<
Come stai? >>
So già che lei dentro di se si sente
stupendamente, da dio! Come non si è mai sentita prima!! Ma davanti a lui dirà
semplicemente…
<<
Bene… E tu? >>
Lui apre le sue labbra in un sorriso e
le risponde.
<<
Ora benissimo. >>
-
-
Samuele incomincia a parlare.
<<
Ma Eric? >>
Io gli rispondo.
<<
E’ da Carlotta. >>
<<
Ah, già… Tutti sappiamo quel che è successo! >>
Abbasso lo sguardo e mi sento male.
<<
Mi fa piacere per voi… >>
<<
Però, senza offesa, ma credo abbia ragione Carlotta. >>
Mi altero subito.
<<
Ma smettila, va!! Chissà cosa ti ha raccontato quella scema… >>
<<
Vuoi che racconti sul serio quello che so? >>
<<
No, lascia stare… Tanto non me ne frega niente di chi ha ragione, nel
bene e nel male io sono legato ad Ale. Punto.
>>
<<
Ok. >>
La cameriera arriva con i menù e ognuno
prende il suo. Lo apro nella pagina delle pizze e faccio scorrere il dito tra
le varie possibilità. Cosa inutile, ma che faccio sempre, anche se so che la
pizza che prenderò sarà sempre la stessa, ma forse cerco col desiderio che
abbiano inventato una pizza nuova e stuzzicosa, ma non è mai così.
<<
Beh, cosa prendi? >>
Mi giro e vedo Samuele ancora girato
verso di me.
<<
Una margherita. Tu? >>
<<
Mmm… Forse alla diavola. >>
<<
Ottima scelta! >>
<<
Ragazzi!! Ho una cosa spettacolare da dirvi! >>
Tutti ci giriamo verso Dario, ansiosi di
ascoltare questa notizia che definisce spettacolare.
<<
Dicci! >>
<<
Oggi mi si è presentata di sua spontanea volontà una ragazza che è….
indescrivibile… >>
<<
Dai, racconta!! >>
Samuele gli risponde tutto eccitato per
ascoltare.
<<
E’ veramente sexy!! E’ bionda, con gli occhi azzurri, alta, magra, con
un davanzale che se la guardi dall’alto non ti fa vedere alcuna parte del corpo
che sta sotto, neanche se fosse cicciona, e delle gambe perfette!! >>
Io gli rispondo, smontandogli il suo
entusiasmo.
<<
Volevo fare la domanda del tipo “Dove l’hai conosciuta?”, ma a questo
punto mi sono già risposto… Non è che ti ha inviato la foto di un’altra mentre
parlava con te in chat?? >>
Tutti ridono, ad eccezione sua.
<<
Molto, ma molto divertente… Invece l’ho conosciuta dal vivo! >>
<<
E dove?? >>
Chiede Samuele ingenuamente.
<<
Eravamo in spiaggia, si è avvicinata a me e con l’accento di
un’inglesina sexy mi ha chiesto se questa era la spiaggia più bella che c’era
in Sanremo. >>
<<
E tu che gli hai riposto? >>
<<
Gli ho detto che più che altro che ce ne sono poche libere in Sanremo e
lei mi ha risposto… Indovinate un po’? >>
<<
Che sei stato davvero gentilissimo e tu hai creduto che ci stesse
provando con te. >>
Risponde Carolina annoiata,
probabilmente per distrarsi dalla scena che sta avvenendo davanti a lei tra
Alice e Edoardo.
<<
Tutto il contrario!! Lei ci stava provando con me!!! Mi ha risposto che
sicuramente era la più bella perchè un ragazzo come me vi andava al mare!! E
allora io gli ho risposto in che senso come me, e lei non ha perso tempo a
dirmi: “Un bel ragazzo come te…” >>
Riproduce la risposta della ragazza
cercando di imitarla nella sua pronuncia inglese, ma facendo solamente brutta
figura.
<<
Te la sei studiata di notte? >>
<<
Molto spiritoso Robbie, ma non è che sei soltanto geloso?? >>
Mi metto a ridere di gusto.
<<
Geloso io?? Ma cosa me ne frega a me di un’inglesina tettona?? Io sono
già fidanzato!! >>
Lui mi punta il dito contro.
<<
Si, ma non con un’inglesina tettona!!
>>
<<
Sicuramente di meglio per una che con tutti i ragazzi che ci sono viene
a parlare a te!! >>
Tutti ridono, con la stessa solita
eccezione.
<< Dai
Dario, dicci dove sta l’inganno!! >>
<< Se
non mi credete sono cavoli vostri. Intanto io ho il suo numero e me la vedo io,
non voi. Quindi non ho bisogno dei vostri commenti. >>
-
-
Noto Robbie scherzare con gli altri e
tutti a partecipare a qualche conversazione, ma sento Edoardo ricominciare a
parlare con Alice ed è l’unica cosa che mi interessa al momento.
<<
Allora Ali, che mi racconti? >>
Lei sorride timidamente e con la faccia
di quella che non sa che dire. So già come si dovrebbe sentire, o come credo
che si senta. Vorrebbe che quel momento non finisse mai dato che il più
bell’attimo che abbia mai passato, ma anche se è il suo sogno, vorrebbe anche
sparire e sotterrarsi sotto terra, perchè non sa quanto ancora potrebbe
resistere a parlare in quel modo, sembrando una scema ad essere così
vergognosa. Io credo che si riconosca così, dato che nei momenti miei come
quello che sta passando adesso Alice, mi sentivo così. Però, credo di
conoscerla, ma siccome non ha mai vissuto un momento come quello, credo che
neanche lei sapeva come si sarebbe sentita davanti a lui.
Mi farò raccontare tutto dopo.
<< Non
lo so… Che devo raccontare? >>
<< Quello
che vuoi! >>
Alice sorride timidamente e lui la guarda
sorridendo.
<< Perchè
sei imbarazzata davanti a me? >>
<< Non
lo so… >>
Risponde in un modo impacciato. A guardarla mi viene
il nervoso. Mi viene la nausea a osservarla vergognarsi per ogni piccola cazzata,
ma poi mi viene in mente che anch’io sono così… Ma anche che per fortuna non è
più un mio problema!!
-
-
Arrivano le pizze al tavolo e non appena toccano la
superficie tutti si buttano sul piatto con le posate per fare della pizza dei
pezzi tagliati da prendere con le mani per poi finirseli a morsi.
Ed arriva la mia avendo inizio il mio turno.
Poi mi giro verso Alessia che si sta tagliando il
suo calzone in piccoli pezzi e metterseli in bocca e quando ne taglia un altro
io prendo la forchetta e infilo quest’ultima nel pezzettino mettendomelo in
bocca.
Alessia si gira di colpo verso di me.
<< Ehy! >>
<< Eddai!
Che buono! Ora capisco perchè ti prendi il calzone! >>
<< Io
prendo solo roba buona! >>
Sorrido e lei si mette a tagliare un pezzo della mia
pizza.
<< Beh,
devo dire che tu invece hai molto fantasia a scegliere la Margherita! >>
<< E’
la più buona! >>
<< Classico…
>>
Dopo aver sorriso, si gira indietro e si rivolta
subito dopo.
<< Scusa,
ma devo origliare loro due al momento. >>
Mi indica di guardare indietro e io lo faccio
notando Edoardo e Alice parlarsi nel mentre che lei sorride in continuazione.
“Mmm… Chi mi ricorda??”
Mi giro verso Alessia sorridendo e poi le parlo.
<< Ma
non è giusto! Lasciali parlare in pace! >>
<< No!!
Capisci? Sono io che, praticamente, li ho fatti avvicinare!! Quindi devo sapere
come va a finire!! >>
<< No,
non devi!! Devi lasciare il loro spazio!
>>
Lei si gira lo stesso e intanto origlio anch’io una
frase di Edoardo.
<< Usciamo
fuori? Tanto abbiamo finito e poi siamo più tranquilli!! >>
Io sorrido fieramente per il fatto che ora Alessia
non potrà più origliare e lei si gira verso di me con occhi di sfida. Poi li
segue con lo sguardo fino a che quest’ultimi non si vedono più neanche dalla
vetrata della porta.
-
-
Girandomi verso destra riconosco l’espressione di
Carolina mentre li guarda. E’ triste e invidiosa. Triste per il fatto che
nessun’altra si poteva permettere di poter avere Edoardo, il suo Edoardo!
Come la capisco… Ricordo come mi sentivo quando mi
dicevano che Mirko si vedeva con altre. E’ passato così poco tempo… E io
l’avevo già dimenticato il giorno dopo. Ricordo di chi è stato il merito!!
Guardo Robbie sorridendo e lui, finito di mettere in
bocca l’ultimo pezzo, posa la forchetta sul piatto e a bocca piena mi dice:
<< Che
c’è? >>
Lo guardo ancora felicemente.
<< Niente,
ti guardavo… >>
Sorride anche lui. Poi si guarda attorno finendo di
masticare il suo boccone e si avvicina al mio orecchio.
<< Ricordi
cosa avevamo detto oggi? >>
<< Abbiamo
detto tante cose… >>
Sussurra sempre più in un modo accattivante.
<< Avevamo
detto che avremmo trovato un modo per rimanere noi due soli… >>
Sorrido, ma poi il mio cuore incomincia a battere
fortemente. Mi sento agitata e ricordo anche l’altro argomento che oggi abbiam
toccato. Il sesso.
Anche se adesso, di sicuro, non andremo in un bagno
a farlo, e so che lui non me lo imporrà, mi sento agitata lo stesso. Anche se
lui non mi mette fretta, ora mi metto fretta da sola.
Sono così scema… Forse sono io che sono fissata che
sono troppo giovane e che quindi non sono ancora pronta, ma se il mio corpo sa
di essere pronto? Dopotutto non c’è un età da varcare per farlo.
<< Allora
usciamo. >>
Gli rispondo con l’ansia, ma lui sembra non
accorgersene.
Ci allontaniamo dalla pizzeria e andando fuori vedo
una coppietta baciarsi seduta su una panchina. Ma mi sembra di riconoscerlo
quel nanetto dai capelli cespugliosi.
Alice sembra molto più sciolta e io mi sento felice
per lei.
Prendo la mano di Robbie e gliela muovo per attirare
la sua attenzione e con la testa gli faccio segno di guardare in quella
direzione.
Lui obbedisce, poi sorride e a bassa voce si rivolge
a me.
<< E
noi? >>
Sorrido e sembra che io abbia dimenticato
quell’angoscia.
Scendiamo per la discesa e giriamo l’angolo.
Ci guardiamo attorno, ma non sappiamo dove andare.
Non c’è posto per rimanere da soli e non mi voglio troppo allontanare.
<< Che
facciamo? >>
Lui mi guarda e mi rendo conto sotto la luce del
lampione di quanto sia bello…
Gli prendo con la mano la testa, lo avvicino a me e
lo bacio felicemente. Così. In mezzo alla strada. E chi se ne frega se qualcuno
passa e ci vede baciare. Almeno tutta la gente sa che noi due ci vogliamo bene
e che stiamo insieme e che siamo felici di baciarci e che lui è mio! E anche
per tanti, e tanti altri motivi e pensieri… Ma che mi importa di quello che
pensa la gente! Le persone possono pensare quello che cavolo vogliono, ne hanno
il diritto! Ma anche io posso fare quello che voglio! E se voglio baciarmi il
mio ragazzo davanti a tutti, anche se guardano, posso farlo tranquillamente,
perchè gli altri non ci toccano. E nessuno può più dividerci, nessuno! Neanche
Carlotta! Esistiamo solo io e lui! Solo noi…
-
-
Anche se siamo in mezzo alla strada, anche se può
passare la gente e noi ci troviamo nel bel mezzo del passaggio, anche se ci
sono tutti questi motivi io la bacio lo stesso.
“E se vuoi la ribacio e la ribacio e la ribacio
ancora. E prova a dirmi qualcosa? Prova a dirmi che non posso farlo? E io la
ribacio, anche davanti a te!! E non mi dovrò mai più vergognare di baciarla!!
Non dovevo neanche farlo prima!!”
Le sue labbra… Ogni volta mi fanno sempre stare da Dio.
Altro che l’inglesina tettona…
Ho notato con mooolto dispiacere che le recensioni
sono calate!!!! Ragazzi, non fatemi questo, sembra che il mio racconto non vi
piaccia piùùù!! Lo so che magari adesso è monotono, ma devo fare un po’ di
capitoli di solo loro due, no??
Ringrazio tanto tanto tanto:
ElianaTitti: Graziee!! Si, Robbie è veramente
romantico! Ed hai ragione, Alessia non è passata alla fase “Eric”. E’ troppo
presa da Robbie… In quanto alla tua sensazione non so… Non è successo proprio
in questo capitolo, ma ne succederanno di cose!! Un bacione
_NovemberThree_: Grazie!!! Comunque no, ad Ale non
piace Eric. È logico che gli faccia sempre un po’ quell’effetto, è stata una
cotta fortissima, ma lei è innamorata di Robbie ormai! Tranquilla!! Un bacio
Pazzerella_92: Ecco qua anche il seguente capitolo!
Spero lo stessi aspettando con la stessa impazienza di quello precedente!! XDXD
Baci!
Kikikaulitz: Grazie, grazie e GRAZIE! Si, il
tramonto è veramente il momento più bello… è per quello che ho scelto quel
momento per far fuoriuscire un lato così romantico!! XD Bacioni, alla prossima!
Kry333: Anch’io lo adoro quel puntoooo!! Quando dice
“Voglio farti sognare” è veramente da sciogliersi… Unico sul serio! Non sai
quanto me lo sono sognato!! Un bacione
Miraccomando, continuate sempre a recensire che non
sopporto vedere le recensioni calate, al massimo aumentate!!! XDXD
Un bacioneee
Grazie!
Somoody
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Capitolo 16 *** Primo giorno di scuola ***
CAPITOLO 16
-
-
-
-
<< Allora ciao a tutti! >>
<< Ciao Ale, Ciao Ali, Ciao Robbie. >>
<< Ciao Edo…
>>
<< Ciao Ali, ci vediamo domani! >>
Ci
allontaniamo da tutti e io mi giro verso Alice.
<< Quando se ne va Robbie, preparati alla stesura
di questa sera! >>
<< Perchè me ne devo andare? Anch’io voglio
sapere! >>
<< Dai Robbie! Si sentirà imbarazzata davanti a
te!! >>
Fa
la faccio da bambino offeso.
<< Ma io…
>>
Lo
interrompo cercando di consolarlo come fa una madre con il suo bimbo
capriccioso.
<< Te lo dirò domani! Non fare il cocciuto!! >>
<< Allora va bene! >>
<< Giusto Ali?
>>
Mi
rivolgo ad Alice, ma lei non risponde.
“Niente!!
E’ persa!!”
Raggiungiamo
il motorino di Robbie e io lo saluto.
<< Ciao piccolo…
>>
<< No! Solo io ti posso chiamare piccola!! >>
Sorrido
tantissimo, tanto da farmi male agli zigomi.
<< Hai ragione. Ciao… Ciao grande! >>
Lui
persiste col prendermi in giro.
<< E’ brutto grande!! Non è un nomignolo da due
innamorati!! >>
Cerco
di sottolineare quell’ultima parola che tutt’ora mi rimbomba in testa.
<< Innamorati?? >>
“Io
si…”
<< Hai capito…
>>
<< Ciao cucciolo. >>
<< Già meglio. Ciao piccola… >>
Lo
bacio e dopo lo guardo nei suoi bei occhi blu.
“Profondi…
Ma profondi quanto in mezzo all’oceano…”
<< Allora? Vogliamo fare notte? >>
Ci
spaventiamo per la voce di Alice improvvisa.
<< Ti sei svegliata Ali? >>
Lei
ignora la mia domanda e si lamenta come al solito.
<< C’ho freddo!!
>>
<< Ciao cucciolo. >>
<< Ciao piccola.
>>
Ci
allontaniamo e ci dirigiamo a casa a piedi.
Ma
non posso aspettare oltre.
<< Allora? Come è andata? >>
Sembra
che il suo “freddo” sia svanito e comincia a tornare il sorriso sul suo volto.
<< Stupendamente!! >>
<< Voglio ogni minimo dettaglio!! Il discorso
così come è andato!! >>
Lei
continua a ridere dalla felicità.
<< Non potrei dimenticarmi neanche un piccolo
particolare, neanche una frase! >>
<< E allora muoviti!! >>
<< Allora… Siamo arrivati… >>
<< No, non mi interessa!! Ho origliato tutto il
tempo quindi mi devi raccontare da quando siete usciti! >>
<< Ok. Allora… Siamo usciti dalla pizzeria e lui
mi ha preso per mano. Poi mi ha chiesto dove volevo andare. Io avevo il cuore
che batteva a mille! >>
<< Immagino!! Quanto è più basso di te? >>
Lei
scuote la testa.
<< Cosa c’entra?
>>
<< Quanto ti sei dovuta abbassare per baciarlo?
>>
<< Non siamo ancora arrivati a quel punto!! E
comunque ci siamo seduti. >>
Scoppio
in una risata.
<< Ah, giusto!!
>>
Lei
mi urla addosso.
<< Piantala! Comunque io gli ho risposto che
volevo sedermi su quella panchina davanti a noi e lui mi ha guardato con quel
suo sorriso stupendo e mi ha portato fino a lì. Ci siamo seduti e lui mi ha
detto che ero bellissima quella sera e che non riusciva a capire come aveva
fatto a non notarmi prima. Io lì mi sono sciolta… Bellissima io? Non me lo sono
mai sentita dire da nessuno!! Neanche Dimitri mi ha mai dato della
bellissima!!>>
Qui
mi viene in mente che molto probabilmente gliel’ha detto perchè voleva solo
fare colpo e basta, ma non voglio dirglielo. Voglio lasciarla nella sua
felicità, perchè sono contenta di vederla così.
<< Wow!!! Vai avanti! >>
<< Io ho sorriso come una deficiente, come al
solito, e ho cercato di dirgli che anche lui era stupendo. Invece mi è uscito
un tremolante “anche tu…”. Quanto mi odio!!! Potevo dirgli “Sei fighissimo!! Ti
voglio!! Baciami!!” invece che un fettecchioso e tremolante “anche tu…”!! >>
<< Va beh, se non è deficiente ha capito che
“anche tu” vuol dire “anche tu sei bellissimo!”. Un momento… Edo è deficiente!! >>
<< Non ti permetto di parlare così di Edo!! >>
Mi
metto a ridere.
<< Vai avanti!
>>
<< Comunque non importa perchè subito dopo mi ha
messo una mano sulla gamba e io mi sentivo morire. Poi si è avvicinato a me e
mi ha baciato!! Non ci credo ancora, non ci credo!!! Mi ha baciato!! WOW!!! >>
<< Wow!!! Sono felicissima!!! >>
<< Anch’io, anch’io!! Credimi!!! >>
Continuo
a ridere, perchè mi fa troppo divertire.
<< Ti credo!!
>>
<< Te l’avevo detto, te l’avevo detto!!! Te
l’avevo detto che prima o poi me lo sarei beciato!!! >>
<< Che bello!!!
>>
Alice,
con un sorriso a trentadue denti, mi abbraccia fortemente e io contraccambio
per la sua felicità.
Sono
proprio contenta per lei che sia riuscita a baciarsi il suo adorato Edoardo.
Il
problema è che non voglio che lei soffra.
Edoardo
non starà, almeno per adesso, con lei da coppia.
Ho
paura che dopo lei stia male…
<< E dopo che è successo? >>
<< Quando ci siamo staccati lui mi ha detto “Finalmente…”.
Finalmente, ti rendi conto? Io potevo dire “Finalmente!!”! Sono io che lo
volevo da matti!! Io ho mosso la testa in un si e l’ho preso io e me lo sono
ancora beciato e poi è andata così fino ad un certo punto. Poi lui mi ha detto
di entrare e siamo andati dentro. Non ci siamo più parlati, perchè siete
arrivati voi e ce ne siamo andati. Però ci vediamo domani!! Non vedo l’ora!! >>
<< Immagino!
>>
<< Wow!! Sono felicissima!! Vorrei sentirmi così
per sempre!! >>
<< Te lo auguro!! >>
“Sul
serio Ali… Vorrei che stessi così per sempre, mi piace vederti felice!! Spero
che per una volta Edoardo ragioni e si accorga della ragazza stupenda che si è
beciato… Non voglio che ti faccia soffrire e se lo farà se la vedrà con me!!”
-
-
-
-
Mi
ritrovo sul letto, pensando.
“Non
vedo l’ora che sia domani… Ma siamo ancora qui?? Quanto sono lunghe le ore e i
minuti e i secondi… Ti voglio…”
Eric
entra dalla porta interrompendo i miei pensieri.
Il
suo sguardo è spento, quasi triste. Riesco a leggere nel loro interno anche una
tonalità di ira.
Poi
mi guarda.
So
già dove è stato, cosa si è sentito dire, come ha ragionato…
<< Non dirmi niente… >>
Eric
non parla, segue il mio consiglio e si dirige in bagno.
“Non
sono in grado di reggere pure le sue lamentele.”
Dopo
cinque minuti Eric ritorna, ma senza neanche guardarmi in faccia, si sistema
sul suo letto e dopo due secondi lo sento già respirare pesante come uno che
aveva bisogno di dormire da giorni.
-
-
-
-
I
giorni passano e con i giorni anche i mesi.
E
la scuola arriva, purtroppo.
La
sveglia suona.
Le
sette.
Primo
giorno di scuola di seconda liceo.
Il
tredici di settembre.
Mi
alzo a fatica dal mio letto morbido, prendo i miei vestiti scelti già dal
giorno prima, ovvero la mia gonna bianca e una maglia senza maniche con il
cappuccio nera dai bordini bianchi, e scendo le scalette ancora rincoglionita
dal sonno.
Dopo
essere andata in bagno, essermi vestita, essermi truccata, avere fatto
colazione, essermi messa la cartella in spalla, apro la porta con quattro giri di chiavi e scendo le scalette.
M’incammino
sbuffando già sapendo che dovrò camminare per un quarto d’ora con gli occhi
semi chiusi e sapendo che per tutto l’anno scolastico dovrò fare questa
noiosissima camminata. D’altronde anche l’anno scorso era uguale.
“Chissà
come sarà questo mio primo giorno di scuola…”
Mentre
cammino penso a come sarà il primo giorno di Alice al liceo classico.
Sorrido
tornandomi in mente alle medie quando ci scrivevamo i biglietti in classe
nonostante il fatto fossimo vicine di banco.
Alice, come mai hai scelto il classico? E’ una
scuola superata oramai!! Tutti vanno allo scientifico!! Poi si fanno quasi le
stesse cose a parte per il greco, solamente più difficile!! Ne vale la pena di
lasciarmi sola?
Ma cosa dici!! Oramai tutti i fighi vanno a ragioneria,
non allo scientifico!! E poi voglio fare la giornalista!! Non c’è scuola
migliore!! Piuttosto vieni tu al classico!! Dai, sul serio… Come farò senza di
te? Ci pensi passarci i compiti che figata? Dai, dai!!
Ali, non posso… Non voglio il classico! Vorrà
dire che ci vedremo solo il pomeriggio…
Ci pensi che brutto?
Già… Non importa, basterà, giusto?
Giusto!!
Ti voglio troppo bene.
Anch’io!!
“Come
cercare di impedire l’avvenire del tempo?? Come cercare di fermarlo?? Come
agire per fare in modo che settembre non arrivi mai e l’estate non finisca??
Semplice. Non puoi… Già che settembre è un brutto mese perchè termina l’estate
e tutto il divertimento, ancora cosa si
porta dietro? La scuola. E sai cosa odio di più del primo giorno di scuola??
Che è il giorno più lontano dall’ultimo. E quello che odio di più della scuola
in generale?? La sveglia. Svegliarsi alle sette del mattino per essere poi in
meno di un’ora seduto in quei piccoli banchi dove tocchi con le gambe perchè si
è troppo alti.”
Allungo
la mano da sotto le coperte e con essa pesante cerco di spegnere la sveglia. Ma
mi giro dall’altra parte, trovando una posizione più comoda sul cuscino.
Poi
mi sento scuotere e tirarmi giù le coperte.
<< Sei sempre il solito rompipalle Eric… >>
<< Si, ma il tuo rompipalle preferito!! Alzati!! >>
Si
allontana e se ne va in cucina a fare colazione.
Io
mi alzo a fatica dal letto facendo una mossa ogni tre quarti d’ora e quando
raggiungo il bagno faccio andare l’acqua nel lavandino. Metto le mani sotto il
suo scorrere e lascio che un piccolo laghetto si formi sopra il loro palmo. Poi
le porto al viso e me lo risciacquo.
Mi
guardo allo specchio davanti a me con le gocce grondanti dalla faccia.
Sorrido.
Io
e Ale stiamo ancora insieme e stiamo benissimo. E’ questo che mi fa sorridere.
Mi
asciugo la faccia e me ne vado in cucina a fare colazione assieme a mio
fratello.
<< Allora?? Come ti senti per il tuo primo
giorno di scuola?? >>
<< Sto già saltando di felicità… >>
Rispondo
con un tono sarcastico.
<< Dai!! Non sei contento di vedere i tuoi
compagni di scuola?? >>
Mi
viene la nausea solo a pensarci.
<< Sinceramente?? Non ci sono dei bei elementi
nella mia classe!! >>
<< Ma io ti ricordo che sei stato bocciato,
perciò non hai gli stessi compagni di classe!! Dovresti conoscerli tutti e
istaurare un buon rapporto con loro!! Non è male avere amici in classe!! Ti
passano i compiti, ti suggeriscono… Fidati!!
>>
Lo
guardo malissimo, come se avesse sparato una grossa cazata. No, un momento. Ha
sparato una grossa stronzata.
<< Devi per forza ricordarmelo che sono stato
bocciato?? >>
Mio
fratello mi guarda con il suo solito sorriso e non posso fare a meno di
contraccambiare.
<< Farò come dici tu. >>
-
-
-
-
Vedo
per il marciapiede altri ragazzini con lo zaino in spalla, tutti bambini delle
medie e sulla strada i motorini con i ragazzi di liceo.
Io
devo andare a piedi perchè sono senza motorino.
“Che
palle!! Grazie mami!!”
Oltretutto
sono anche spaesata perchè il classico è nella stessa sede dello scientifico,
ma siccome siamo troppi, per farci stare tutti, hanno aggiunto altre due sedi
abbastanza vicine, ma bisogna fare una strada diversa per salirci, e sfortuna
vuole, che io sono nella sede centrale mentre Alice nella sede staccata. Ci
possiamo incontrare solo dopo scuola, perchè prima arriviamo tutte e due in
ritardo e veniamo da due parti opposte.
Quando,
dopo questo quarto d’ora, vedo la strada tra gli alberi per andare alla scuola
dalla quale salgono tutti i motorini e ragazzi a piedi.
Incomincio
a salire anch’io, quando da lontano sento una voce gridarmi contro.
<< ALEEEE!!
>>
Una
voce stritolante fuoriesce da una bambinetta dai capelli gonfi e castano chiaro
bassissima con un paio di occhiali sul naso. Ma mi accorgo di conoscerla.
E’
Virginia, una mia compagna di classe che non vedo da giugno. Oltretutto una
ragazzina che odio.
Spero
di trovare presto un mio compagno!!
<< Ciao Virgi!! Come stai? >>
<< Bene, tu?
>>
Penso
a Robbie e mi viene una felicità pazzesca.
<< Benissimo!!!
>>
<< Come mai con questo tono? >>
<< Perchè sto sul serio benissimo!! >>
<< E come mai?
>>
Si
rivolge a me con un tono curioso e malizioso.
<< Perchè sto con un ragazzo stupendo e sono
felicissima!! >>
E
chi se ne frega se è Virginia, è chi se ne frega se è una bambinetta antipatica
e noiosa!!! Sono così felice che potrei urlarlo ai quattro venti!! “Robbie ti
amo!!! Ti amo? Ora stiamo un po’ esagerando… No?”
<< Wow! Anch’io sto con un ragazzo!!! >>
Faccio
un po’ una faccia schifata, ma sembra non accorgersene e menomale.
<< Ehy! E con chi? >>
Le
tiro una gomitata leggera e la guardo nascondendo la mia sorpresa.
<< Con un ragazzo della mia età che si chiama
Fabio. >>
<< Sono contenta per te! >>
Faccio
un tono simpatico pensando intanto dentro di me che questo o è peggio di lei o
ha qualche problema di vista.
Poi
mi sento crudele e per rimediare mi costringo dentro di me ad essere felice per
lei.
Quando
eccola, la vedo.
La
scuola.
Una
costruzione tutta cadente di color giallo con al primo piano le sbarre alle
finestre che mi accompagnerà per tutti i prossimi altri quattro anni.
“Si
spera!!”
Tutti
i ragazzi sono fuori ed è strano che io sia qui, adesso, e non in ritardo, ma è
il primo giorno...
E’
sorprendente la diversità che c’è tra tutti i ragazzi.
Queste
sono le età in cui cambi davvero. E vedere i ragazzi della prima ti vedi quasi
dei bambini, mentre giri l’occhio verso uno dell’ultimo anno e vedi un uomo.
La campanella suona e tutti entrano, molti sbuffano pensando che avranno
completamente una anno scolastico ancora davanti e tristi che questa è la fine
dell’estate, la stagione delle nuove conquiste e delle nuove amicizie.
“Basta
guardare il mio caso e si capisce che il detto è verissimo!!!”
Salgo
la scalinata di sotto e poi entrando quelle all’interno.
Io
e Virginia ci guardiamo sorridenti.
Il
mio, più che altro, è per cortesia.
“Che
ci posso fare se mi sta antipatica??”
Questi
cinque sono i più belli di tutti gli anni passati ad una scuola. Si è diversi,
più grandi!! E pensi a cose diverse e ci si comporta in un modo diverso, sia
con i compagni che con i professori.
Guardiamo
un fogliettino sul muro dove indicano tutte le classi.
<< Dai Ale, guarda a che piano siamo. >>
Poggio
lo sguardo su quel bigliettino e cerco.
Quando
la vedo.
“II
G, 3° piano.”
<< Terzo piano.
>>
<< Ok, altri due piani da salire, forza! >>
Seguo
il suo entusiasmo e saliamo questi scalini, ma al contrario di lei, io prima di
venire a scuola mi faccio non so quanti metri a piedi e a fare tutti questi
scalini, in più quella salita prima di arrivare alla scuola…
“Pesa!!”
Guardiamo
i foglietti attaccati sul corridoio davanti alle scale.
“II
piano. III piano.”
<< Eccolo!
>>
Indico
a Virginia il fogliettino e mi guardo a destra e a sinistra. I ragazzi mi stanno
guardando.
“Una
deficiente che urla in mezzo al corridoio “Eccolo!”, mi sembra giusto!! Quanta
gente… Mi sento spaesata. Perchè Robbie devi fare ragioneria?”
<< Da che parte andiamo? >>
Virginia
mi guarda sorridendo e io la guardo un po’ scazzata.
<< Che ne so… A sinistra va! >>
<< Ok. E sinistra sia! >>
La
guardo un’ultima volta male e dopo ci incamminiamo ammirando tutte le porte.
“I
G, II B, III B, I A, II G.”
<< Eccola!
>>
Entriamo
dentro e ritrovo un sacco di compagni che non vedevo da giugno e rivederli
tutti mi fa sentire felice.
<< Ciao ragazzi!!! >>
<< Ciao Ale, ciao Virginia!! Come state?? >>
<< Ciao Paolo!! >>
Un
nostro compagno bocciato in prima che ci siamo beccati l’anno scorso ci
accoglie in questo modo e io e Virginia lo salutiamo più o meno in coro.
La
sua altezza è sempre più sbalorditiva e i suoi occhi marroni continuano a
fissarmi anche se la prima a parlare è come sempre Virginia.
Lei
non è vista molto bene nella classe.
<< Io sto benissimo! Tu come stai?? >>
<< Sto bene anch’io, grazie!! E tu Ale? >>
<< Bene, bene, grazie!! Come hai passato
l’estate? >>
<< Come al solito… L’unica cosa è che vorrei che
durasse ancora altri tre mesi!! >>
<< A chi lo dici!! >>
<< Mi fa solo piacere rivedere tutti gli amici!! >>
<< Quello senza dubbio!! >>
Virginia
si allontana e va da altri compagni capendo che ormai non fa più parte della
conversazione.
Io
e Paolo ci guardiamo e ci mettiamo a ridere.
<< No, dai…
>>
<< Si, hai ragione, povera Virgi!! >>
Poi
sento una voce femminile dietro di noi che mi ricorda la mia amica.
Mi
giro e le vado incontro.
<< Ciao Fabi!!
>>
La
abbraccio e le do due baci sulla guancia.
<< Ciao Ale!! Quanto tempo! >>
Me
la ricordo come l’anno scorso, non è cambiata molto.
Con
i suo capelli biondi e lisci e il suo viso da bambina è sempre la stessa.
<< Già! Come è andata la tua estate dai parenti? >>
Gira
gli occhi e comicnia a parlare.
<< Una tortura!! Menomale solo che è già
finita!! >>
<< Avrei qualcosa da ridire... >>
<< Certo!! Chissà come te la sei spassata tu qui
a Sanremo!! >>
Annuisco
mentalmente e cerco di essere più modesta possibile.
<< Abbastanza!!
>>
Ci
mettiamo a ridere e ci andiamo a sistemare in due banchi vuoti.
<< Devi raccontarmi tutto!! >>
Le
dico io.
<< Cosa vuoi che abbia da raccontare?? Anche se…
A dire la verità ho incontrato parecchi ragazzi!! >>
<< E allora vedi!! >>
<< Sei tu, comunque, che dovresti raccontare
facendomi venire invidia!! >>
Le
sorrido, ma prima che io possa parlare, davanti a noi si piazzano Paolo e
un’altra nostra amica molto simpatica, Giulia.
I
suoi lineamenti, invece, sono molto cambiati. Ora sono molto più fini e si
aggiudicano ancora di più con i suoi capelli perennemente corti e castani.
<< Ciao Giulia!
>>
<< Ciao ragazze!! Come state? Come è andata
l’estate? >>
<< Bellissima!! Solo la parola “estate” dovrebbe
farti capire tutto!! >>
Le
rispondo subito io e Fabiana risponde con una smorfia.
<< Già!! >>
Mi
fa sorridere come Giulia sia sempre piena di entusiasmo.
-
-
--
-
Sono
davanti a quell’edificio rozzo e brutto in Piazza Eroi che rappresenta un
simbolo che mi ha tenuto compagnia contro la mia volontà nei miei anni passati.
“La
odio. È l’odio della mia vita.”
La
campanella è già suonata da un po’.
Ho
aspettato apposta per non entrare con tutta quella calca di ragazzi che
intasano le scale magari anche spingendosi.
Poi
guardo nel corridoio dove sono le classi.
“IIIA
= Piano Terra.”
Entro
nella classe dove tutti i bambocci più piccoli di me di un anno sono
posizionati ai loro banchi.
Solo
uno è ancora vuoto e stranamente all’ultima fila.
Poi
però scopro il perchè.
Il
ragazzo che quel banco ha come vicino è uno alto, con i capelli cortissimi, con
gli occhiali spessi come dei culi di bottiglia e un naso leggermente adunco.
Quest’ultimo
lo vedo sorridere e farmi cenno di mettersi accanto a lui.
Io
faccio una faccia stralunata e intanto mi guardo in giro.
Ci
sono tutti i ragazzi che mi guardano e le ragazze che parlano tra loro
sottovoce rivolgendomi lo sguardo.
Mi
sento leggermente osservato.
Poi
mi incammino al banco vuoto.
<< CIAO!!
>>
Mi
spavento dall’urlo di questo ragazzo e mi giro verso di lui.
<< Ciao… >>
<< Piacere di conoscerti!! Io mi chiamo
Federico!! Tu? >>
<< Robbie…
>>
Incomincia
a mostrare una smorfia di riflessione.
<< Robbie! Mmm… Non ho mai sentito un nome del
genere!! >>
<< E’ straniero.
>>
Insiste
con le riflessioni e allora cerco di dargli una mano.
<< Dai, come il cantante Robbie Williams… >>
<< Robbie Willameess?? E chi lo conosce??? >>
Rimango
a bocca aperta davanti a lui non capendo la sua ignoranza.
Poi
la ragazza davanti a noi si gira e mi guarda.
<< Sei tu Robbie?? >>
E’
molto carina.
Ha
i capelli mossi e castani con gli occhi color nocciola con un lieve trucco non
esagerato e con un sorriso contagioso.
<< Si, perchè??
>>
<< Finalmente ti conosco!! Sai, piaci da
immmpazzzire ad una mia amica. Mi ha parlato tanto di te, ma non ti avevo mai
visto. >>
Sorrido
all’idea di essere al centro d’attenzione di una ragazza.
<< Beh, ora si…
>>
<< Già… E devo dire che non ha tutti i torti! >>
Si
rigira dall’altra parte e io rimango così.
Poi,
il ragazzo strano vicino a me, mi si rivolge continuando a spalancare gli
occhi.
Giro
i miei al cielo e l’insegnante entra in classe.
-
-
-
-
Dalla
porta entra la nostra professoressa di latino che forse è l’unica persona di
cui io sia felice di non aver visto per tutta l’estate.
Ci
alziamo in piedi per rispetto, come ci hanno insegnato a fare.
<< Salve ragazzi!! >>
Posa
tutte le sue varie borse al fianco della cattedra, poi ci sorride sedendosi
sulla cattedra e facendoci segno di sederci.
Noi
seguiamo il suo comando.
Il
suo sorriso mi fa ricordare quanto questa professoressa dai capelli bianchi
eternamente raccolti da una pinza sia falsa. Sempre pronta a sfoderare il suo
sorriso quando non sai mai cosa aspettarti.
Questa
è la prof più stronza che abbia mai conosciuto.
Ci
accoglie con tutti i suoi saluti possibili e parlandoci della sua estate
emozionante, prima in Egitto, poi in Canada e dopo in montagna dai suoi figli.
A
noi non rivolge neanche una domanda, d’altronde, lo sappiamo benissimo tutti,
non le ne è mai fregato nulla di noi.
<< Basta! Ho già parlato troppo! Iniziamo! >>
Scende
dalla cattedra, fa il giro e si siede sulla sedia.
Incomincia
a frugare nella sua borsa e ne tira fuori una custodia dalla quale fa
fuoriuscire un paio di occhiali rossi con un motivo ricordante lo scozzese.
Poi
apre il registro e avvia, accompagnata da una penna, l’elenco di tutti i nomi.
<< Attrito Elena. >>
Una
ragazza dai capelli esageratamente lunghi con un viso estremamente truccato fa
vedere la sua mano curata il giorno prima da una manicure dalla french bianca
con l’unghia lunghissima e quindi dalla fascia bianca più grossa di quella
rosa.
Il
cambio radicale di Elena dall’anno scorso è impressionante. E penso che il
pensiero di tutti sia come il mio.
“Stava
meglio prima…”
E
credo che la prof pensi lo stesso o anche peggio dato che passa al prossimo
dell’appello con una brutta smorfia.
Pronuncia
tutti i nomi e notando tutti i personaggi, tutti con i propri cambiamenti.
Arriva
a me, l’ultima dell’alfabeto.
<< Vindetta Alessia. >>
Alzo
il braccio.
<< Eccomi.
>>
Clara
e le altre sue due amichette al suo servizio, Marella e Elena, si guardano e mi
squadrano, come se avessi fatto qualcosa di grave.
Io
sorrido, ma nel mentre penso a cosa abbiano tanto da guardare.
-
-
-
-
Una
cicciona con i capelli legati in una coda alta, con la frangia che le scivola
sulla fronte e vestita da cani è davanti a noi.
<< Haag… Non l’ho ancora levata di torno… >>
La
mia professoressa dell’anno scorso di italiano.
Mi
odia.
Ma
il nostro odio è reciproco.
<< No, prof, colpa sua! Mi ha bocciato!! >>
<< E su questo hai ragione. Ma avevo ancora
voglia di darle dei due prima di passare in terza e cambiare così professore. >>
Decido
di rispondere a battuta, oramai con questa professoressa funziona così.
<< Prof, non le piacerebbe cambiare ambizione,
anziché restare ferma sempre sulla stessa?? Era quella dell’anno scorso!! >>
<< Già, Haag, almeno è un’ambizione che posso
raggiungere facilmente senza rimanere delusa!
>>
Gli
faccio un sorriso patetico che nasconde tutto il mio odio verso quella donna,
che mi toccherà avere anche quest’anno…
La
ragazza davanti a me si gira e mi guarda storgendo la bocca e subito dopo
sorridendo.
Poi
mi parla con quella sua voce brillante.
<< A proposito… Io sono Anita. >>
<< Signorina!!!
>>
La
prof richiama Anita e lei si gira di scatto verso di lei.
<< Si proprio tu!! Chi sei?? >>
<< Mi chiamo Anita Ravetti. >>
La
prof annoisce mostrando di aver capito.
<< Bene Ravetti… Vogliamo iniziare male l’anno o
preferisce girarsi, restare in silenzio e prestare attenzione??? >>
<< La seconda prof! >>
<< Come sospettavo… Siete tutti così codardi da
non saper mai rispondere. L’unico è Haag e guardate come è messo… >>
Mi
guarda facendo una faccia schifata e riprende a parlare.
<< Vi consiglio di rimanere dei codardi. >>
Il
silenzio è sconcertante.
La
prof si siede facendo fatica e apre il registro.
Fa
l’appello e nessuno risulta assente.
L’ora
passa, a fatica, ma passa…
E
così anche la seconda e la terza.
-
-
-
-
Siamo
alla terza ora e la situazione sta cominciando a diventare pesante e mi sto
annoiando a morte.
Ne
approfitto della proposta della prof di italiano.
<< Chi mi va a prendere, per favore, un libro in
sala professori? >>
La
mia voce si sovrappone su tutte e risponde per prima.
<< Io! >>
La
prof mi fa segno di alzarmi e di andare a prenderlo.
Mi
sollevo dalla sedia e sento le indicazioni della prof.
<< Allora, è al secondo piano, la porta a destra
con scritto ‘Aula professori’ quando scendi le scale quasi di fronte e trovi
una armadio con vari cassetti. ‘Pazzani’ è il mio e prendi un libro marrone con
scritto ‘Le regole della comunicazione’, il più spesso, ok? >>
<< Si. >>
Esco
dalla classe e tiro un respiro di sollievo.
“Finalmente
fuori.”
Passo
tutto questo corridoio verdognolo fino alle scale e incomincio a scenderle.
Per
il corridoio non c’è nessuno. Vuoto.
“Che
scema che sono… Nessuno si mette già a gironzolare per i corridoi il primo
giorno!!”
Arrivata
al secondo piano vedo la porta con scritto ‘Aula professori’.
Entro
e all’interno ce né solo uno.
Un
prof abbastanza vecchiotto dai capelli bianchi con gli occhiali mi squadra
appena entrata e si rigira subito.
Io proseguo
per la mia strada e cerco tra i vari cassetti.
“Nunzio,
Perla, Capponi, Pazzani”
“Eccolo”.
Apro
il cassetto e cerco un po’ tra tutti i libri.
Ce
ne sono due rossi, di latino con scritto ‘Corso di lingua latina per il
biennio’. Uno di teoria e uno di esercizi.
Poi
sotto ci sono quelli marroni. ‘Le regole della comunicazione’.
Ce
ne sono due. Uno spesso e l’altro sottile.
Prendo
quello spesso.
Chiudo
il cassetto e mi guardo attorno.
E’
una saletta piena di scaffali e piena di libri.
Poi
noto uno di questi con le cartelle di tutti quelli bocciati.
Ne
noto alcuni.
“Fossati
Paolo, Pattera Alessandro, Caserbi Matteo, Forti Loredana, Vecchi Sara…”
Basta,
lascio stare, anche se l’occhio mi ricade su quello della IV F. Caserbi Matteo.
Mi
viene da sorridere.
“Bel
nome!”
Mi
guardo ancora attorno quando vengo interrotta da un raschiamento di gola.
Il
professore dai capelli bianchi mi sta guardando e anche non molto bene.
Faccio
un piccolo sorrisino da leccaculo e poi mi volto dall’altra parte girando in
alto gli occhi uscendo dalla porta senza neanche guardare e di scatto. Mi
scontro con un ragazzo che, proprio in quel momento, ci sta passando davanti.
La
porta si chiude sbattendo e il libro mi cade per terra.
Guardo
sto deficiente che passa davanti alle porte così vicino e la rabbia mi sale.
“Robbie
mi ha insegnato a litigare proprio con tutti!!”
Lui
mi batte sul tempo, ma non dice niente di aggressivo, si mette a ridere.
<< Scusa, ti sei fatta male? >>
Non
so come, ma non riesco a rispondergli.
E’
un ragazzo alto, grande, dalla voce già adulta, forse di quarta o quinta, dai
capelli un po’ lunghini, castani, occhi marroni, orecchino al naso, un ragazzo
molto, ma molto, molto carino.
Porta
dei jeans stretti e una maglietta a maniche corte bianca e nera.
Alzo
un po’ la testa per guardarlo negli occhi.
<< No, non credo… >>
<< Come non credi? Non sai se ti sei fatta male
o no? >>
Sorride
ancora e si inchina e prende il libro per terra passandomelo e alzandosi.
<< Tieni.
>>
Vengo
contagiata dal suo ghigno e sorrido anch’io.
<< Grazie, no comunque… Non mi sono fatta male. >>
<< Meglio così. Ci vediamo in giro per i
corridoi, chissà… Magari ci scontriamo ancora!!
>>
<< Ok... Ciao!
>>
<< Ciao. >>
Si
gira e se ne va entrando nella porta al muro all’angolo.
C’è
scritto IV F.
“Chissà,
magari era lui Matteo Caserbi!!”
Prima
di chiudere, però, mi guarda un’ultima volta, mi sorride e chiude
definitivamente.
Resto
ancora un po’ incantata e poi mi sblocco.
“Veramente
carino…”
Poi
mi viene un senso di colpa.
“Povero
Robbie… No, quanto ho sognato per averlo e ora lo tradisco così? Ma siamo
scemi? Non ti tradirei mai
Robbie!!”
Sorrido
ancora tra me e guardo lo stesso quella porta, la IV F.
Poi
salgo le scale.
“E’
ora di tornare in quella noiosa classe!!”
-
Suona
l’intervallo.
Tutti
si alzano.
Un
po’ di gente fruga nello zaino, alcuni per prendere la merenda, altri per
prendere i soldi per comprarsela.
Clara,
Marella ed Elena si riuniscono, dicono qualcosa a bassa voce e poi mi guardano.
Il mio sguardo verso di loro, però, viene interrotto da Fabiana che mi si
piazza davanti.
<< Allora? Usciamo? >>
Non
la ascolto. Cerco di guardare oltre lei, ma mi si mette ancora davanti e guarda
nella mia direzione.
<< Che stai guardando? >>
Rispondo
pensierosa.
<< Niente… Cercavo di capire perchè mi stavano
guardando. >>
<< Chi ti sta guardando? >>
<< Clara, Marella ed Elena. >>
Fabiana
si gira e le guarda.
Poi
si volta verso di me e sorride.
<< Boh! >>
<< Fa niente.
>>
Le
sorrido e la guardo.
Quando
vengo interrotta da Marella dietro di me.
Mi
fa ridere nella sua bassezza.
È una
ragazza che si crede di essere il mondo quando tutto il mondo è più alto di lei
e mi fa ridere anche tutta la sua montatura quando sottostà sempre agli ordini
di Clara.
<< Ma sei tu l’Alessia che sta con Robbie??
Robbie Haag?? >>
“Certo!!
Perché, hai qualche problema??”
<< Si… Perchè?
>>
Fabiana
sta lì a sentire il discorso girandosi prima da una parte, poi dall’altra.
Mi
metto a ridere e Marella mi guarda sbalordita.
Si
gira e con una faccia stravolta fa segno alle altre due di si.
Clara
sbarra gli occhi e Marella si rigira verso di me.
<< Non stai scherzando, vero? >>
<< No, ma mi spiegate qual è il problema? >>
Lei
continua a guardarmi sempre con quella sua espressione da ebete.
<< Ma stiamo parlando dello stesso Robbie? >>
La
squadro da capo a piedi anche abbastanza alterata.
<< Sentite, ora mi state abbastanza stufando,
credo che ce ne sia solo uno di Robbie Haag qui in giro, soprattutto fidanzato
con un’altra Alessia, quindi ora mi volete dire che volete? >>
<< Scusa, è che siamo un po’ deluse. >>
Rimango
sorpresa.
<< Scusa?!?
>>
<< No, noi lo conosciamo… >>
<< E allora?
>>
Continuo
ad essere sempre più alterata.
“Ma
chi si credono di essere?”
<< Siccome non si è mai voluto mettere con
nessuna ragazza, volevamo vedere com’era la sua nuova tipa! >>
<< E allora?? Siete deluse nel vedere cosa? >>
<< Niente, è solo che eravamo convinte che la
tipa che potesse aver preso il cuore di Robbie… Fosse semplicemente diversa! >>
<< E siete deluse nel fatto che non era come vi
aspettavate… >>
<< Esatto!!
>>
Mi
metto a ridere dentro di me, ma davanti a loro riesco solo a mandarle a quel
paese.
<< Ma vaffanculo va!! E perchè? Come conoscete
Robbie? >>
Lei
si mette a ridere.
<< E chi è che non lo conosce? Faceva parte del
gruppo più famoso di Sanremo!! Non riesco a capire perchè abbia scelto di
abbandonarlo… >>
Cerco
di liquidare il discorso se no finisce che le metto le mani addosso.
<< Beh, ora devo andare. Non voglio passare
altro tempo con delle tipe che pensano che io non sia alla loro altezza,
soprattutto a quella di Robbie… >>
Marella
cerca subito di rimediare.
<< No, hai frainteso! >>
<< Che cosa ho frainteso? Che sono troppo brutta
oppure non troppo troia oppure troppo sfigata per permettermi di stare con uno
come Robbie? Lasciamo stare… Incominciamo bene l’anno scolastico, non trovate? >>
Mi
giro verso le altre due, le fulmino con lo sguardo e poi mi volto verso la
porta ed esco nel corridoio tra tutti i ragazzi.
Fabiana
mi segue.
<< Sei stata grandissima!! >>
<< Grazie!!
>>
Scendo
le scale per andare al piano sottostante e poi mi guarda.
<< Quindi adesso fai parte di uno di quei gruppi
di fighetti che tu odi tanto? >>
Alzo
le spalle.
<< Si, ma solo perchè sto con Robbie, mi stanno
pure sul culo quelle!! A parte Alice e Marta. Loro non sono così, poi Alice è
la mia migliore amica! >>
<< Capisco… Allora? Com’è sto Robbie?? >>
Mi
si illuminano gli occhi come al solito scordando tutta la mia incazzatura.
<< E’ stupendo!! L’avrai già visto comunque in
giro. >>
<< Forse…
>>
Abbiamo
finito di scendere gli scalini e siamo al secondo piano.
Mi
giro verso destra e sinistra, come se stessi cercando qualcuno, ma non so chi.
Poi
capisco, lo vedo.
Il
ragazzo di prima è appoggiato in piedi al termosifone con un berretto bianco in
testa.
Fabiana
interrompe la quiete.
<< Wow, guardali… Che belli!! Manuel e Matteo… Vero
che sono due pezzi di gnocchi? Però io preferisco Manuel, tu? >>
<< Qual è?
>>
<< Matteo è quello con il berretto, mentre
Manuel quello con la maglietta blu. >>
Un
ragazzo dalla maglietta blu si distingue tra tutti gli altri, a parte che da
Matteo.
Ha
i capelli anche lui un po’ lunghini e sulla faccia, con un po’ di peluria sul
viso, con dei jeans larghi e la sua maglietta blu che me l’ha fatto contraddistinguere.
“Ma
l’hanno scorso avevo gli occhi foderati di prosciutto per caso??”
<< Perchè non li abbiamo mai visti, scusa? >>
<< L’anno scorso erano nella sede staccata... >>
<< Ah. >>
Matteo
ride con gli altri.
Poi
si gira e mi vede.
Mi
guarda e mi saluta.
Io
contraccambio e sorrido.
<< Lo conosci???? >>
<< No, non lo conosco, mi ci sono solo scontrata
prima, quando sono uscita dalla classe, tutto qui!! >>
Fabiana
rimane a bocca aperta e dopo una certa pausa ricomincia a parlare.
<< Tutto qui?? La chiami una cosa da nulla?? Ti
saluta Matteo Caserbi!!! >>
“Matteo
Caderbi?? Allora era proprio lui…”
<< Chi se ne frega!!! Io ho il ragazzo!!! Non
guardo tutti i fighi che mi salutano!! Anche se il figo… E’ proprio figo!! >>
Lo
guardo ancora e lui mi sta osservando.
Poi
mi giro verso Fabiana.
<< Comunque non mi hai risposto… Prefersci Matteo
o Manuel? >>
Guardo
Manuel per un attimo, ma quando mi rigiro verso Matteo, la risposta mi pare
ovvia.
<< Matteo, senza dubbio!!! >>
<< Uffa, sei come tutte le altre!! Ma non vedi?
Sembra Ken delle Barbie!!! >>
<< Io lo trovo molto più bello!!! Guarda Manuel,
lui sembra invece Topo Gigio!!!! Comunque neanche lui mi dispiace!! >>
<< Vorrei vedere!! >>
Lo
guardo ancora.
Lui
sta ridendo con gli altri.
Si
gira verso di me e diventa serio per un secondo, poi però la sua espressione si
trasforma in un sorriso.
Scrollo
gli occhi e mi giro dall’altra parte.
“Ale,
scordatelo…”
-
-
-
-
Fino
al suono della campanella dell’intervallo la noiosità è spaventosa.
Tutti
si alzano, ma io li seguo nell’impresa solo all’ultimo.
L’unico
che rimane seduto è Federico che mi guarda sorridendo.
“Ripensandoci,
però è forte sto ragazzo!”
<< Non te ne vai? >>
<< Perchè, mi stai cacciando? >>
<< No, non ti sto cacciando, ma ti sei alzato e
dopo che ti sei girato verso di me non ti sei più mosso… >>
<< Si, stavo pensando. >>
Si
mette una mano sul petto.
<< Stavi pensando?? Guardando me?? >>
<>
Fa
una faccia schifata.
<< Cos’è, sei gay?? Perchè io non lo sono,
quindi stai alla larga!! >>
Scoppio
a ridere.
<< Non sono per niente gay!! >>
Lui
tira un respiro di sollievo.
“E
anche se lo fossi non mi piaceresti di certo tu…”
Poi
riprendo a parlare.
<< Sono etero al 100% e poi sono fidanzato!! >>
<< Wow, che bello!! >>
Sospira.
Poi
mi giro intorno e noto Anita parlare e ridere con una ragazza alta più o meno
quanto lei, ovvero, normale, con i capelli neri e corti e gli occhi neri.
Poi
si gira verso di me e fa segno alla ragazza con cui stava parlando che se ne
deve andare e mi viene incontro.
Io
rimango immobile.
“E’
davvero carina sta ragazza… Se non fossi fidanzato ci starei già provando con
lei!! Ma tanto con Ale ho già tutto quello di cui ho bisogno.”
<< Allora Robbie… Che mi dici?? >>
<< Robbie ti dice che è fidanzato, hi hi… >>
Mi
giro verso Federico guardandolo malissimo e lui fa segno di chiudersi la bocca
con la cerniera e buttando la chiave.
Poi
mi rigiro verso di lei che sorride sempre e comunque.
<< E così sei fidanzato… E da quanto? >>
<< Da luglio.
>>
<< Due mesi, che bello… Innamorato? >>
La
risposta mi esce dal cuore, sicura.
<< Si. >>
<< Beh, cosa devo dire… Beata lei! >>
Sorride
ancora, si gira dall’altra parte ed esce dalla classe.
“Dimmi
te se dovevo avere un compagno di banco così stupido.”
Rimango
un attimo fermo, poi mi giro verso Federico con la faccia incavolata.
<< Dovevo stare zitto?? >>
Lo
guardo con quel suo viso simpatico e mi metto a ridere.
Poi
mi tranquillizzo perchè in fondo ha fatto benissimo.
<< No. Hai fatto bene. >>
-
Quarta
ora.
Questa
settimana la campanella suona un’ora prima perchè è l’inizio.
Mi
preparo la cartella e me la metto in spalla.
Anita
è in piedi davanti a me e mi saluta.
<<
Ci vediamo domani!! >>
Si
allontana e io comincio a incamminarmi, quando una voce dietro di me mi ferma.
<< Ehy, Robbie!! Potresti anche aspettarmi. >>
<< Scusa Fede, mi ero dimenticato di te. >>
<< Beh, la cosa è normale… Ma, come mi hai
chiamato?? >>
<< Fede, perchè?
>>
Rimane
un attimo in silenzio e poi vedo i suoi occhi illuminarsi.
<< E’ una cosa molto difficile che mi chiamino
per nome e soprattutto per diminutivo… >>
Rimango
perplesso.
<< Perchè, come ti chiamano? >>
<< Non so… O Quattrocchi, o secchione, o
deficiente… >>
Mi
viene tenerezza.
Io
sarei stato uno di quelli che l’avrebbe chiamato deficiente.
Lo
tranquillizzo facendogli un occhiolino e ricalcando quel diminutivo.
<< Dai Fede!! Andiamo, che ho una ragazza da
andare a prendere!! >>
Lui
annuisce nel mentre che sorride e ci allontaniamo.
-
-
-
-
Quinta
ora.
La
campanella suona.
Metto
l’astuccio dentro lo zaino, chiudo la cerniera e me lo metto in spalla.
<< Aspettami! >>
Fabiana
si sta preparando, chiude la zip e se lo mette in spalla anche lei.
<< Ok, andiamo!
>>
<< Scusa.
>>
Marella
mi ferma ancora con una faccia che sembra veramente dispiaciuta.
<< Senti, forse siamo partiti con il piede
sbagliato… Dopotutto l’anno scorso siamo riuscite a sopravvivere benissimo in
classe assieme!! Volevamo scusarci con te.
>>
Si
riferisce alle altre due dietro e poi ritorna a guardarmi.
La
squadro un attimo e poi mi giro anch’io.
“Ma
si, ma in fondo sono solo compagne di scuola.”
<< Ok. >>
<< Ok? >>
Alzo
le spalle.
<< Certo, ci vediamo domani. Ciao! >>
Vado
avanti e alzo la mano per salutarle da lontano.
Fabiana
mi segue.
<< Come mai?
>>
<< Non ho voglia di avere delle nemiche. E poi
hanno bisogno della mia amicizia se vogliono risultare bene dagli altri
importanti!! >>
<< Ma loro sono già importanti in Sanremo!! >>
<< Si, ma è meglio essere importanti per tutti!!
Non trovi? >>
Lei
annuisce.
<< Giusto. Appunto per quello non le avrei
perdonate!! >>
<< Dai, sei cattiva!! >>
Ridiamo
e poi si ferma.
Siamo
alle scale di fuori e lei rimane incantata.
<< Ale, c’è Manuel!! >>
Guardo
nella sua direzione e lo vedo, ma non noto lui, noto Matteo con la sua
sigaretta in bocca tra le dita, tirare un sospiro e poi farne uscire il fumo.
Sorride
con lui e poi lo noto guardare avanti.
Una
tipa gli corre incontro, lo abbraccia e lo bacia appassionatamente. Lui sorride
e la bacia ancora.
Quasi
mi sento sollevata.
“Addio
Matteo!!!”
Poi
lo cerco.
Eccolo.
È là
alla ringhiera, appoggiato con lo zaino dall’altra parte di essa, ha le mani
nella tasca dei pantaloni, la maglietta che gli fa piega su quest’ultime, con
il ciuffo davanti tirato su dal gel.
Ha
una posa da figo e espressione che non è da meno.
Un
sacco di ragazze lo guardano, sorridono e lo indicano a qualche amica.
“Mi
dispiace ragazze… Quello è mio!!”
-
-
L’una
meno venti.
La
campanella del liceo è suonata ed ora aspetto che Alessia scenda da quelle
scale per venirmi incontro.
Quando
eccola.
Sta
arrivando assieme ad una ragazza alta, dai capelli biondi e gli occhi marroni.
Poi
Alessia mi corre incontro.
<< Ciao cucciolo! >>
La
squadro dalla testa ai piedi e poi allargo le braccia.
<< Piccola!!
>>
Mi
abbraccia forte e in seguito mi bacia frettolosamente.
<< Fabi, questo è il mio ragazzo, Robbie. >>
Alessia
si volta verso la sua amica nell’intento di presentarmela, poi si gira verso di
me e fa lo stesso.
<< Mio ragazzo, questa è Fabiana, una mia
compagna di classe. >>
<< Piacere.
>>
Ci
stringiamo la mano.
<< Beh, allora io vado, ci vediamo domani. >>
<< Ok, ciao Fabi! >>
Dopo
che si rigira verso di me io le sorrido e poi le parlo.
<< No, troppo tempo che non ti vedo, baciami sul
serio!! >>
Contraccambia
il mio sorriso e ci baciamo bene. Poi, tenendoci sempre le mani, ci
distacchiamo.
<< Come è andata oggi? >>
<< Particolare.
>>
<< Perchè? Che è successo? >>
<< Niente, non è stato un bell’incontro con due
mie compagne di classe dell’anno scorso… Loro ti conoscono. Sono venute a dirmi
che erano deluse perchè pensavano che uno come te non avrebbe scelto una come
me.>>
“E
queste chi cazzo sono?? Ma come si permettono?? Invidiose…”
<< Ma non starle a sentire, sono solo
invidiose!! Tu sei perfetta per me!! Chi sono queste? >>
<< Marella, Clara ed Elena. Le conosci? >>
<< Conosco Marella. >>
Penso
a lei e al suo modo di essere.
Poi
faccio una smorfia.
<< Lasciala perdere… >>
<< Già fatto!
>>
Sorrido
al suo sorriso.
<< Poi? >>
<< Poi basta! E a te? Come è andata? >>
Interrompo
un attimo la situazione. Devo sapere prima se stare tranquillo o no.
<< Aspetta, ci sono ragazzi carini nella tua
classe? >>
<< No, non ti preoccupare!! >>
<< Sarà meglio!!
>>
Resto
dubbioso.
<< Guarda che dico sul serio, non perchè ci sei
tu!! Comunque a te come è andata? >>
<< Ho pensato tutto il tempo a te… Niente di
interessante!! >>
Mi
guarda di traverso.
<< Niente di interessante?? >>
<< No, ti posso avere comunque! >>
<< Ah, se è così che la pensi… >>
Lei
incorcia le braccia al petto e si gira dall’altra parte dandomi la schiena.n Rido
e l’abbraccio.
<< No, sei interessantissima, tutta da scoprire…
E’ solo che sono felicissimo perchè sei mia!!
>>
Lei
si volta verso di me e ricambia l’abbraccio.
<< Wow, che dichiarazione… >>
<< Hai visto?
>>
Poi
si stacca e mi fa una domanda in tono di accusa.
<< E da te? Ci sono ragazze carine? >>
Penso
soprattutto a Anita e il suo viso non mi fa pensare alle altre della classe.
<< Due o tre…
>>
Mi
tira una specie di cazzotto in pancia e io mi paro con le braccia.
<< Stronzo.
>>
<< Mi hai chiesto di essere sincero!! >>
<< Veramente non te l’ho chiesto!! >>
<< Ok, allora non ce n’è neanche una!! Tutte
brutte!! >>
<< Così va meglio… >>
Cerco
di rimediare subito.
<<
Tanto guarda che se ne trovo una carina che mi attira il mio pensiero si sposta
subito verso di te e mi fai sembrare un cesso quella che mi sta davanti!! Come
faccio ad andare con un’altra quando ho te che mi aspetti da qualche parte e
sei tutta mia? >>
<< Vedo che incominci a ragionare… >>
Sorrido
e poi mi viene in mente una cosa.
<< Spero che tu pensi la stessa cosa quando vedi
un ragazzo carino, vero? >>
Lei
fa una smorfia.
<< Dipende… Quanto carino? >>
<< Vaffanculo!!
>>
Si
mette a ridere e mi bacia.
<< Certo!! Come faccio? Guarda che pezzo di figo
che mi è venuto a prendere fuori scuola!! Ed è tutto mio!! >>
<< Beh, tutto tuo… >>
<< Cosa??
>>
Mi
metto a ridere e le do un bacio sulla fronte.
<< Scherzo!!
>>
<< Ma naturalmente!! >>
<< Allora dove andiamo? >>
<< Come dove andiamo? A casa!! >>
<< Non andiamo da qualche parte? >>
<< No, non ne ho voglia. >>
Faccio
la faccia da bambino e provo a far finta di piangere.
“Nooo,
non voglio staccarmi da teeeeee!”
Poi
con la mano mi accarezza la guancia.
<< Dai… E dove vorresti andare? >>
Ritorno
a sorridere.
<< Così mi piaci di più! >>
<< Devo sempre dirti di si? >>
<< Più o meno…
>>
Mi
tira una piccola gomitata.
<< Scemo.
>>
<< Robbie!
>>
Mi
sento chiamare alla mia sinistra con una voce conosciuta.
-
-
Matteo,
con al braccetto un tipa liscia e nera con gli occhi marroni, un po’ troppo
truccata con il fondotinta che si nota lontano un miglio, ci ferma e saluta
Robbie.
<< Ciao Matte…
>>
<< Ciao! >>
Matteo
si rivolge a me. Io gli rispondo.
<< Ciao. >>
Robbie
mi guarda non più felice come prima.
Evidentemente
Robbie non deve provare molta simpatia per Matteo.
<< Vi conoscete?
>>
<< Si Robbie, ci siamo scontrati prima, alla
terza ora. Mi è finita addosso!! >>
<< Ah… >>
Robbie
tiene un’espressione incazzata.
<< Si, questo cammina vicino alle porte!!! >>
<< Questo ha un nome! Come ti chiami tu? Robbie
fai le presentazioni!! >>
Robbie
gli risponde abbastanza scocciato.
<< Ale lui è Matteo, Matte lei è Alessia, la mia
ragazza, contento? >>
<< La tua ragazza?? Ale, dai… Lei invece è
Rebecca. >>
Ci
mostra la ragazza a fianco.
<< Ciao! >>
<< Ciao. >>
<< Beh, ora dobbiamo andare, ma la prossima
volta, Robbie… Sii più gentile quando ci vediamo, ok? >>
<< Speraci…
>>
<< Ciao Ale!
>>
Si
incamminano giù per la discesa e io lo guardo.
<< Come vi conoscete? >>
<< Ah,
è un idiota del mio vecchio gruppo. Lascialo perdere… Piuttosto, come vi siete
scontrati? >>
Sorrido
per il suo tono geloso.
<< Niente. Sono uscita di corsa da una classe e
lui era fuori. Gli sono finita addosso! Niente di cui preoccuparsi!! >>
<< Ok, allora? Mc? >>
<< E Mc sia!!
>>
Alice
mi corre incontro.
<< Ciao Ale!!
>>
Mi
abbraccia forte e io sono sorpresa.
<< Ciao… >>
<< Ciao Robbie!
>>
<< Ciao Ali!
>>
<< Allora, come ti è andato il primo giorno di
scuola? >>
<< Un po’ particolare e a te? >>
<< Normale.
>>
<< Alice!!
>>
La
voce di Edoardo ci raggiunge da dietro.
<< Edo!! >>
Alice
si gira e Edoardo la bacia.
<< Allora? Come ti è andato il tuo primo giorno
di scuola? >>
<< Normale e a te? >>
<< Idem. Sai, non vedevo l’ora di vederti!! >>
<< Anch’io…
>>
Si
baciano ancora e si abbracciano.
Io
sorrido a guardarli.
<< Grazie, mi sei venuto a prendere!! >>
<< Certo! E come potevo non venirti a prendere e
a lasciarti in preda a tutta questa gente?
>>
<< Giusto.
>>
Però,
per quanto mi possa far piacere la scena, voglio lasciare il loro spazio.
<< Beh, non vogliamo fare la terza e il quarto
incomodo quindi vi lasciamo. >>
Alice
mi risponde.
<< Ok, a dopo. Ci vediamo? >>
<< Si, ti faccio sapere. >>
-
-
Carolina
ci passa a fianco e la salutiamo tutti, lei però continua ad andare avanti
degnandoci solo di uno sguardo arrabbiato fissando Edoardo nel mentre che lui
guarda lei con lo stesso tono di sguardo.
Lei
si rigira, sta volta triste.
<< Ti sta bene.
>>
<< Che merda che sei!! >>
Gli
rispondo io in un tono poco scherzoso.
<< Ha ragione! Le sta bene!! >>
Alice
si schiera dalla parte di Edoardo, allora io riprendo a parlare.
<< Ma che cosa ha fatto? Solo perchè è
innamorata di Edoardo? E’ questo il suo crimine? >>
<< Esatto!!
>>
“Alice
non c’è proprio con la testa…”
<< Guarda, mi fai ridere. Mi fate ridere!
Poverina… Non si perde niente, va! >>
Io
mi scaldo e Alessia mi prende per un braccio portandomi via.
<< Ehy, Robbie. Calmati. Andiamo via. >>
<< Mi fanno incazzare ste cose! >>
<< Guarda che tu prima eri peggio!! >>
A
quest’affermazione ci rimango male.
Mi
stacco dal suo braccio e mi allontano.
<< Ehy, Robbie, aspettami!! Adesso non ti
offendere, per favore!! Ho detto solo quello che pensavo! Anch’io sono
contraria a quello che hanno fatto, ma volevo solo farti capire che tu non è
che avevi tutto questo diritto di incazzarti dato che eri peggio!! >>
“Eri
peggio… eri peggio… Sei peggio…”
Mi
altero ancora di più.
<< Appunto!! Quindi lo so cosa dico, giusto? E
ora, dato che non sono più così, mi fanno incazzare, ok? Potrò pensarla ora
come voglio io? Ora ne ho diritto? >>
Lei
abbassa lo sguardo e cominciamo a camminare senza guardarci e stando in
silenzio.
La
guardo e la noto spenta.
Mi
dispiace vederla così… Come posso arrabbiarmi con lei??
Così
le parlo.
<< Dai Ale…
Scusa. Mi sono surriscaldato, mi dispiace, non dovevo reagire così con
te. >>
<< Ok, aspettavo solo che ti calmassi… Andiamo! >>
Mi
prende la mano e ci dirigiamo al Mc Donald.
Io
la guardo felice e quando lei mi rivolge lo sguardo io le sorrido e mi rigiro
verso avanti stringendo di più la sua mano.
-
-
Lo
guardo ancora una volta senza che lui contraccambi e lo ammiro nella sua
bellezza spontanea.
Bello,
ma bello quanto qualcosa che non esiste. Perché non c’è nulla che si possa
paragonare a lui. Lui è unico.
“Sono
pazza di te!! Sono troppo innamorata…”
-
-
“Ho
una cosa da confessarti, ma quando? Quando posso capire che sarà il momento
giusto? Come posso riuscire a dirlo? Come posso non riuscirci se è quello che
provo? Non importa… Non ce la faccio e basta. E’ una cosa stranissima. Lo sono
da prima di starci insieme, ma dirglielo… E’ tutta un’altra cosa, ma voglio
farlo!! Voglio dirti questo Ale. Voglio dirtelo più di ogni altra cosa. Voglio
fartelo sapere. Io ti amo…”
Eccomi
qua con un altro capitolo!! Mi scuso se non c’è nulla d’interessante anche se
il pensiero finale preannuncia qualcosa, ma è un capitolo di transito!!
Che
strano che mi ha fatto aggiungere questo capitolo in cui inizia la scuola,
mentre noi oramai la stiamo finendo… Se penso se domani dovessi entrare a
scuola per il primo giorno mi sparerei un colpo!!! ESTATEEEEEE!!
Passando
ai ringraziamenti… Mi ha fatto molto piacere avere delle recensioni di ragazze
che non avevano mai commentato mentre non ho potuto fare a meno di notare che
molte che mi recensiscono sempre non l’hanno più fatto… Non vi piace più??
Però
Sono contenta perché anche se sono sempre di meno del 7 che avevo raggiunto,
sono sempre di più dell’altra volta!!!!!
In
particolare ringrazio:
Betty
O_o: Sono contenta che ti sia piaciuta e che ti abbia fatto ridere!! Spero di
aver fatto abbastanza presto e che ti piaccia pure questo!!
Pazzerella_92:
Grazie per il bravissima!!XD Comunque no.. Cosa avrebbe potuto provare per
carlotta?? Non lo permetterei mai!!!XD
Bella89:
Sono contentissima che la storia ti piaccia e anche per tutti i complimenti che
mi hai fatto!!XD E poi si, mi piace scrivere reale perché amo illudermi!!! XDXD
Ithil_Elendil:
Grazie per i complimenti e ti perdono se non mi hai mai recensito, ma sappi che
le recensioni a me fanno sempre tanto piacere!!! XD Comunque, hai ragione… La coppietta perfetta
ha sempre ragione e sono contenta che ti piacciano questi capitoli romanticosi perché
piacciono anche a me!!
ElianaTitti:
Sono contenta che ti sia piaciuto pure questo e spero anche questo!! In effetti
anch’io mi ritrovo sempre a dire le stesse cose, ma avendo recensioni posso
capuire se la storia sta piacendo oppure sta calando e quindi sto sbagliando qualcosa!!XD
Comunque, sarà che in sto periodo mi va sempre male, ma ho perso un po’ la
speranza in queste cose, quindi non posso darti ragione sul fatto che i ragazzi
scelgano le brave ragazze… L
cassandra
287: Anch’io so cosa voglia dire… ma per Carlotta penso sia un po’ diverso!!
Alla fine lui non lo sapeva… Come poteva?? Lei è una di quelle ragazze… Nel
testo c’è la bella definizione!!!XD SI, è proprio cresciutop… E brava Ale!!
Sono contenta che non ti annoiano e che questa storia ti continui a
piacere!!!XD Un bacio a presto!
Grazie
anche a chi continua ad aggiungermi tra le sue fanfic preferiteeee!!!
Grazie!!
Recensiteeeeeee!!
Un
bacione
Somoody
|
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Capitolo 17 *** I love you! ***
CAPITOLO 17
-
-
-
-
Il
primo mese di scuola è passato senza volerlo.
Siamo
al quindici d’ottobre.
Sono
seduta al banco di scuola vicino alla finestra guardando fuori.
Ottobre…
E’
un mese tristissimo. Un intercalare tra l’estate e l’inverno dove l’aria
comincia già a farsi sentire fredda e devo mettere sempre una felpa senza poter
restare a braccia nude.
Poi
mi viene da sorridere pensando a Robbie che, testardo com’è, non sente mai
freddo e resta sempre con le maniche corte.
Sorrido
perché ogni volta che penso a lui è così.
Il
suo strano effetto su di me mi piace da impazzire.
-
-
-
-
Un
mese dall’inizio della scuola e adesso sono proprio qui, in una di quelle
lezioni odiose.
Mi
giro di lato verso Federico pensando che l’unico amico che mi sono fatto in
quella classe resta lui.
Gli
altri sono tutti dei bambocci montati che mi stanno sul culo solo a vederli
camminare.
Poi
mi giro in avanti verso la direzione di Anita che mi sta sempre più simpatica.
Al
contrario del primo giorno che sembrava ci provasse con me in tutte le maniere
è diventata una specie di amica e ci divertiamo assieme.
<< Mi ricordate solo quanti sono stati bocciati
in questa classe? >>
La
professoressa ci fa questa domanda e io alzo la mano quasi fiero di essere
l’unico.
<< Ok, due soltanto. >>
“Due??”
Mi
guardo in giro per la classe e scovo Federico accanto a me con la mano alzata.
Rimango
sbalordito.
Tiriamo
giù la mano e lui mi rivolge lo sguardo non capendo cosa abbia io tanto da
guardarlo.
<< Ma scusa… Ma allora non sei secchione se sei
stato bocciato!! >>
Mi
guarda male.
<< Grazie… Anche da te mi devo sentir dire
secchione?? >>
Non
era quello che intendevo dire e cerco di rimediare.
<< No, non ho detto io che sei un secchione, ma
per il nomignolo con cui mi hai detto che ti chiamano… >>
Lui
non molla l’incazzatura e si gira in avanti non guardandomi negli occhi.
<< Beh, ho una notizia per te. Io sono un
secchione. >>
<< Ma… >>
Mi
interrompe subito in un tono triste.
<< E’ per un altro motivo che sono stato
bocciato. Troppe assenze… >>
E’
veramente tristissimo, con lo sguardo perso.
Deve
essere successo qualcosa di grave e, non so come, ma mi sento male per lui. E’
come se mi dispiacesse un casino.
Decido
di non toccare più quell’argomento solo per non vedere più quei suoi occhi.
-
Suona
la campanella segnante la fine dell’ultima ora per ricordarci che finalmente
possiamo andarcene a casa.
<< Ciao! >>
<< Ciao Anita!!
>>
Mi
allontano con Federico dalla scuola deciso a camminare per arrivare al più
presto a casa.
<< Che mattina noiosa è stata!! >>
Federico
interrompe il silenzio con la prima cosa che gli viene in mente, tanto per
sciogliere il ghiaccio.
<< Già, è vero.
>>
<< A che cosa stai pensando?? >>
<< Lo vuoi proprio sapere? >>
<< Certamente!!
>>
Tiro
un sospiro e poi scopro di non volerci neanche provare a chiedergli cosa non
andava sta mattina nelle sue parole.
<< Stavo pensando che oggi voglio fare un passo
importante. >>
Il
suo viso si illumina.
<< Mi piacciono i passi importanti!! E quale? >>
<< Voglio dire “Ti amo” alla mia ragazza… Voglio
che lo sappia. >>
In
effetti pensavo anche a quello…
<< Ah… Io ste cose le posso solo vedere nei
film. >>
Lo
guardo sorridendo e dopo rompe di nuovo il silenzio.
<< Ti posso chiedere una cosa io invece? >>
<< Certo che puoi Fede! >>
<< Perchè proprio me? >>
Non
capisco.
<< Cosa proprio te? >>
<< Perchè proprio me come amico? >>
<< Perchè ti stupisci, scusa?? Sei un ragazzo
fortissimo e simpatico!! E sai anche essere un amico!! Dove sta il problema?? >>
<< Mi fai felice dicendomi così… Ma tutti e due
sappiamo che sei mio amico perchè… Si, insomma… Ti faccio pena. >>
Una
frase del genere mi colpisce al cuore e cerco subito di smentire rendendomi
conto che quello che dico è quello che penso sul serio.
<< Ma non è assolutamente vero!! >>
<< E perchè non un altro?? >>
<< Ma li hai visti tutti quei mocciosetti della
nostra classe come si comportano?? Mi viene ogni volta da prenderli a sberle
con quel loro atteggiamento da fighetti!!
>>
<< Già, ogni tanto anche a me!! >>
<< Io ero così una po’ di tempo fa… >>
<< Davvero?? E adesso perchè allora li odi?? >>
Ora
sono i miei di occhi a illuminarsi tantissimo.
<< Perchè la ragazza con cui sto adesso mi ha
fatto aprire gli occhi. >>
Lui
si mette a ridere.
<< Devo conoscerla una volta!! >>
<< Certo!! Un giorno te la faccio conoscere!! >>
<< Sei arrivato!
>>
Mi
giro alla mia sinistra e noto il portone di casa mia.
<< Si, lo so… Ci vediamo domani! Ciao Fede! >>
<< Ciao Robbie!!
>>
Si
incammina allontanandosi da me e io confermo una cosa.
“Quel
ragazzo mi nasconde qualcosa…”
-
-
-
-
Arrivo
a casa.
<< Ciao Ma’.
>>
<< Ciao. Muoviti che ti si raffredda! >>
<< Ok. >>
Poso
lo zaino per terra, quasi lanciandolo, e mi dirigo in bagno. Mi lavo le mani e
poi mi guardo la faccia allo specchio. Sistemo la matita attorno agli occhi e
imprigiono i miei capelli in una pinza, anche se i cerchioni mi danno un po’
fastidio nel prenderli, e un ciuffo mi cade davanti alla faccia.
Mi
avvio alla cucina e mi ritrovo un piatto di pasta unico e svoltando l’angolo
vedo mia zia che si sta mangiando un pezzo di cioccolato con i suoi corti
capelli ricci e rossi.
-
-
-
-
Salgo
le scale fino alla mia porta ed entro.
<< Muoviti Robbie!! E’ già pronto!! Tuo fratello
è già seduto al tavolo! >>
Mi
sento urlare da camera dei miei da mia madre.
Io
sbatto lo zaino dalla porta di camera mia e mi allungo fino al bagno.
Mi
lavo le mani dirigendomi poi fino in cucina.
-
-
-
-
<< Ciao Ale!
>>
<< Zia!!! Che ci fai qui? >>
<< Sono passata a trovarvi, che c’è? Non mi
vuoi? >>
<< No, al contrario!! >>
Sono
felice di vederla, con la sua simpatia mi fa divertire sempre un sacco.
La
guardo meglio. Non assomiglia per niente a mia madre, soprattutto per la loro
differenza d’età!! Forse mi diverte appunto perché sembra una ragazza della mia
età quando ne avrà una trentina!
<< Volevo vedere come stava la mia nipotina
preferita!! >>
Mi
siedo al tavolo e incomincio a mangiare quel piatto di pastasciutta freddo e in
bianco che mi ritrovo.
“Doppio
bleah!”
<< Hai solo me!!
>>
Mi
azzittisce muovendo su e giù la mano.
<< Dettagli. Piuttosto… Come stai tu a ragazzi?
Tua madre mi ha detto che hai il ragazzino…
>>
<< Ho il ragazzo, non il ragazzino! >>
Si
mette a ridere di gusto.
<< Sentiamo, quanti anni ha? >>
<< Diciassette!
>>
Diventa
subito seria.
<< Troppo grande per te!! >>
<< Ma che dici? Va benissimo!! Solo due anni di
differenza cosa vuoi che siano? >>
<< Ma perché, quanti anni hai? >>
Sbuffo
all’idea che mia zia non sappia quanti anni ho.
<< Ne ho quindici. >>
<< Già?? Come sei diventata grande… >>
La
prendo un po’ in giro.
<< E già… Gli anni passano!! >>
<< E come si chiama? >>
<< Robbie.
>>
<< Ma è italiano? >>
<< Mezzo.
>>
<< E l’altra metà? >>
<< Olandese.
>>
Incomincia
a sognare.
<< Wow… Me lo immagino già… Biondo con gli occhi
azzurri, giusto? >>
La
smonto subito.
<< No! >>
<< Come no!! Sono famosi per quello!! >>
<< Ma quelli sono i tedeschi!! >>
<< Anche gli olandesi sono biondi!! >>
<< Si, infatti suo fratello lo è, solamente che
Robbie ha preso dalla madre! >>
<< Ah… E quindi?
>>
<< Castano con gli occhi blu. >>
Spalanca
gli occhi.
<< Figo… >>
<< Già! >>
Alza
le spalle.
<< Beh, comunque negli occhi c’avevo azzeccato! >>
<< No, tu avevi detto azzurri, invece sono blu,
blu, blu, blu!! >>
Si
mette a ridere.
<< Quanto blu sono? >>
<< Blu scuro! Bellissimi… >>
<< Capito… E Alice? Te la tieni ancora appressa? >>
<< Certo!
>>
<< Che palle!!
>>
Mi
fa ridere il fatto che mia zia non riesca a sopportare Alice, forse perchè sono
molto simili.
<< Ma che vuoi!! Invidiosa!! >>
<< Non sono invidiosa per niente!! >>
<< Si, perchè non hai amici!! >>
<< Non è vero!! Io ho amici!! >>
<< Ma dove?!! E lo sai che ho anche un gruppo? >>
Socchiude
gli occhi e mi guarda malissimo.
<< Ok. Ora sono invidiosa! >>
<< Ah, ah!
>>
<< “Ah, ah!” lo fai a qualcun altro! Antipatica… >>
<< Si, ma tranky… E’ un gruppo di troiette!! >>
<< Allora fa proprio al caso tuo!! >>
Si
mette a ridere e io mi offendo.
<< Vaffanculo!!
>>
<< T’ho colpita e affondata!! Ah, ah! >>
<< Sono ancora in piedi, non mi hai fatto
neanche un graffio! >>
Le
faccio la linguaccia.
Pulisco
il piatto con l’ultima penna, mi alzo, risciacquo questo e lo metto in
lavastoviglie, poi prendo una banana e un pezzo di cioccolato fondente anch’io.
Incomincio
a liberare il frutto dal suo involucro giallo, la cosiddetta buccia.
<< Comunque un giorno me lo devi far conoscere
sto Roby. >>
<< Robbie!
>>
<< E’ uguale…
>>
<< No, non lo è!
>>
<< Scorbutica. E’ questo il modo di accogliermi
in casa? >>
<< Già! >>
Si
fa seria.
<< Ma chi ti ha ridotta così? >>
La
guardo non capendo.
<< Così come?
>>
<< Ribatti, rompi, antipatica… >>
Mi
viene da sorridere pensando a Robbie e alla sua influenza su di me.
<< Cosa sorridi?
>>
<< Penso…
>>
<< Mentre ti parlo? >>
<< Esatto!
>>
Si
offende, incorcia le braccia al petto e guarda dall’altra parte.
<< Ma guarda questa... >>
Mi
metto in bocca l’ultimo pezzo di cioccolato e esco dalla cucina.
<< Dove vai?
>>
<< Lontano da te!!! >>
<< Grazie!! Questa me la lego al dito!! >>
<< Ciao zia!!
>>
Entro
in camera e mi vado a vestire di sopra.
“Qualcuno
mi aspetta!”
Scelgo
dei jeans stretti che mettono in mostra il mio culo, una delle poche cose che
mi piacciono, prendo una maglia a maniche lunghe verde con dei ghirigori rosa e
una felpina nera e rosa con la zip davanti.
Poi
prendo il mio zaino della ‘Eastpack’ azzurro e metto dentro latino e
matematica, i miei compiti per l’indomani che farò da lui, mentre lui farà i
suoi.
Mi siedo
alla scrivania e mi passo una salvietta struccante sulla faccia per ripartire
da zero.
Prendo
la matita e la passo sulle labbra degli occhi, sopra e sotto, che mi rende gli
occhi più piccoli, ma anche più seducenti.
Poi
prendo la mia valigetta dei trucchi e acchiappo un po’ di rosa scuro con il
piccolo strumentino per passare l’ombretto e me lo spalmo sulle palpebre.
Prendo
il mascara e seguo il movimento con esso delle ciglia, quelle sopra e quelle
sotto.
Poi
prendo il fard rosa e lo passo sulle guance e tutto d’un tratto divento più
colorita.
Mi
sciolgo i capelli e li sbatto a destra e sinistra. Nel fermarmi questi mi vanno
solo da una parte e li sistemo. Sorrido tra me. Mi alzo dalla sedia e mi metto
lo zaino in spalla.
Mi
avvio verso la porta e poi mi giro di scatto.
<< Ciao a tutti!
>>
<< Dove vai?
>>
Mia
madre spunta da camera sua per arrivare in corridoio e fissarmi.
<< Ma’, dove vuoi che vada? >>
<< E i compiti?
>>
Faccio
una giravolta per farle notare lo zaino, ma lei non capisce.
<< E beh?
>>
Le
rispondo scocciata.
<< Lo zaino, ma’… Lo zaino! >>
<< Ok. Ciao!
>>
<< Ciao! >>
A
questo punto esce anche mia zia allo scoperto.
<< Ciao Ale!
>>
<< Ciao zia.
>>
Mi
punta il dito contro.
<< Aspetta un attimo, dove vai? >>
<< Mi’, che rompi… Dove vuoi che vada!! >>
<< Ma è presto!! >>
<< E allora? Sei peggio di mamma!! >>
Fa
gli occhioni dolci.
<< Posso venire con te? >>
La
fulmino con lo sguardo.
<< Scherzavo…
>>
Mi
giro e finalmente esco dalla porta.
Tiro
un sospiro di sollievo, chiudo gli occhi, respiro e li riapro.
Scendo
le scale e apro il portone.
Esco
del tutto e mi incammino verso la fermata dell’autobus.
Questo
arriva dopo cinque minuti.
Salgo
e mi siedo sul sedile.
-
-
-
-
<< Ciao. >>
<< Facciamo la stessa scuola! Mi spieghi perchè
non possiamo andare e ritornare assieme?? >>
Eric
mi interroga come al solito sulla cosa che gli passa per la testa in quel momento.
<< Senti… Abitiamo già sotto lo stesso tetto sia
a casa che a scuola… Ancora vuoi torturarmi quei dieci minuti che posso restare
con gli amici?? >>
Si
mette a ridere.
<< Scusa, ma che amici?? >>
<< Molto spiritoso, ma io ho un amico! >>
<< Non ti rivolgerai mica a… O mamma mia!! Dimmi
che non ti stai riferendo a quel “Quattrocchi deficiente”!! >>
Mi
scaldo al suono di questi nomignoli.
<< Smettila di chiamarlo così!! Non è affatto
deficiente!! >>
<< Ok. Va bene che non te ne frega più niente di
quello che pensano gli altri, ma a tutto c’è un limite!! >>
Rispondo
abbastanza scocciato e sono anche abbastanza alterato.
<< E devi stabilirlo tu quel limite?? >>
Lui
ignora la mia domanda e ricomicnia a parlare con molta calma.
<< Quando ti ho detto di farti un amico perchè
poi ti possa passare i compiti e suggerirti, non mi riferivo al più secchione
della classe!! >>
<< E’ stato bocciato!! >>
<< Beh, ancora peggio!! Non c’è motivo di
stargli amico!! >>
<< Ma tu non avrai un motivo!! Smettila di
criticarlo, mi da fastidio!! >>
<< Ok. >>
Finisco
il mio piatto di insalata in silenzio e da parte di mio fratello non esce più
fiato.
-
-
-
-
Dopo
qualche fermata arrivo alla mia.
M’incammino
verso casa sua e suono.
<< Si? >>
Sua
madre risponde al citofono.
<< Sono Alessia.
>>
<< Ah, sali!
>>
Sorrido
e mi apre il portone.
“Sua
madre… Sempre così gentile e sorridente!Almeno verso di me!”
-
-
Dopo
circa mezz’ora io e mio fratello siamo in camera nostra quando sentiamo suonare
il citofono.
<< E chi cazzo è?? >>
<< Chi vuoi che sia… E’ Ale!! >>
<< A quest’ora?? Ma deve sempre rompere?? Non si
riesce mai a stare da soli?? >>
Il
suo tono è incazzato.
<< Oh, ma che cazzo c’hai oggi, si può sapere?? >>
<< Niente… Assolutamente niente. >>
<< Se… Niente…
>>
<< Beh, lo vuoi sapere?? >>
<< Si!! >>
Incorcia
le braccia al petto e mi guarda fisso negli occhi.
<< Abbiamo perso un altro componente del gruppo. >>
Muovo
la testa rassegnato.
<< Tanto sto gruppo è già degradato!! Carlotta,
Dimitri e Carolina non ne fanno più parte e io e Ale praticamente neanche! Beh… Chi se n’é andato?? >>
<< Francesco… Ha litigato con Samuele e
automaticamente con Dario perchè sono culo e camicia. >>
<< Quindi, di logica, se né andata anche
Veronica… >>
<<
Esatto. >>
<< Che schifo di gruppo… Quasi era meglio quello
che avevo prima!! >>
<< Ma vaffanculo!! >>
-
-
Arrivo
al piano desiderato ed entro dalla porta socchiusa.
<< Ciao. >>
<< Ciao!!
>>
Ad
accogliermi c’è solo sua madre.
Mi
dirigo verso la camera di Robbie.
Da
fuori sento qualcosa. C’è anche Eric.
“Ma
si deve sempre litigare tra fratelli?”
Apro
la porta.
<< Ciao! >>
Robbie
si gira e Eric si sporge per vedere chi è entrato.
<< Ciao piccola!
>>
<< Bleah, piccola… Ciao Ale! >>
<< Ciao Eric!
>>
Robbie
mi viene incontro e mi bacia.
“Lui
e le sue solite magliette a maniche corte…”
Gli
tocco le braccia e sento quasi freddo io.
<< Ma non hai freddo? >>
<< Ma figurati!!
>>
Guardo
Eric che anche lui è in maniche corte.
<< Non vi capisco… >>
<< Sei tu che sei freddolosa!! >>
Poi
si volta indietro e guarda Eric.
<< Eric, ma tu non devi uscire? >>
<< Non mi vuoi Bro? >>
<< No! >>
<< Rompipalle…
>>
Sua
madre sbuca dalla porta.
<< Ragazzi, io esco, non fate troppo casino, ok? >>
Poi
mi guarda e si rivolge a Robbie.
<< Robbie, tesoro, falle togliere lo zaino dalle
spalle a questa povera ragazza!! Miraccomando… Niente casino! >>
Se
ne esce dalla camera e la sentiamo uscire di casa.
Mi
sfilo lo zaino e glielo do in mano.
<< Ha ragione, fai il gentiluomo Robbie!! >>
<< Molto divertente… Dai andiamo di là, così ce
ne stiamo un po’ da soli. >>
Robbie
si gira verso Eric alludendo a lui e io sorrido.
<< Ottima idea…
>>
Mi
mordo il labbro inferiore, lo guardo provocante dal basso all’alto e spalanco e
ristringo veloce gli occhi, poi lui si mette a ridere e usciamo.
-
-
<< Non sei capace a fare la provocante!! >>
Continuo
a ridere e lei fa la faccia da offesa e mi butta sul divano, io però, mi tengo
a lei e la porto giù con me.
Caduti,
mi tira due piccoli pugni sul petto e io le fermo le mani con le mie e cerco la
sua bocca, trovandola.
La
sento prima ribellarsi, ma poi si calma.
Sposto
la mia mano sulla sua guancia e ci stacchiamo. Lei mi guarda sorridendo e si
alza liberandosi dalle mie mani. Così io la seguo nell’impresa.
<< Dobbiamo fare i compiti… >>
Vengo
in questo modo risvegliato da un sogno bellissimo…
<< Oh, no! Ma chi ne ha voglia!! >>
<< Sei già stato bocciato una volta, vuoi essere
bocciato ancora? >>
<< Uffi… Come sei pessimista!! >>
Si
siede su una sedia e tira fuori dal suo zaino il libro, il quaderno e il dizionario
di latino.
Io
vado in camera mia e Eric è sdraiato sul letto.
“Non
fa mai niente…”
<< Che cosa ci fai qui? Non volevi liberarti di
me? >>
<< Infatti sono venuto a prendere solo
matematica. >>
Mi
guarda male.
<< Ma non stavate facendo casino?? E ora fate i
compiti? Ma chi vuoi prendere in giro?? >>
<< La capa ha ordinato… >>
<< Ora ti fai pure comandare da una ragazza?? >>
<< Certo!! Tu non sai cosa vuol dire… >>
Mi
fa la linguaccia e io esco da quella stanza raggiungendo il tavolo al quale è
seduta Alessia.
Mi
siedo anch’io e apro il libro e il quaderno prendendo una penna e
posizionandomi su di essi. Lei mi sorride e io rispondo.
Comincio
a scrivere qualcosa, ma la mia mente non riesce a distaccarsi dal suo pensiero.
Così
la guardo.
La
osservo scrivere, leggere, puntare il dito sul dizionario fino a trovare la
parola desiderata e leggere il significato. Poi ancora scrivere e seguire la
routine che la seguirà fino a termine compito.
“Ma
io devo trovare quel momento giusto… Proprio oggi.”
A
un certo punto lei si accorge del mio sguardo perso e mi rivolge il suo.
<< Allora? Che stai facendo? >>
<< Ti stavo ammirando… >>
<< E i compiti?
>>
<< E come fai a fare i compiti quando hai una
meraviglia davanti ai tuoi occhi che non ti permette di toglierle occhio di
dosso? E’ una cosa impossibile, non mi fai concentrate!! >>
Lei
mi guarda e sorride.
<< Ma come si fa sul serio!! Chi se ne frega se
prendo una nota!!! >>
Si
alza dalla sedia e mi viene incontro sedendosi sulle mie gambe.
Mi
bacia, ma mi bacia, mi bacia, mi bacia… Non so quante volte mi bacia. So solo
che mi bacia. E questo mi basta.
Quando
smette di baciarmi, mi guarda negli occhi vicinissima toccandoci naso con naso.
“Questo
è il momento…”
Faccio
fatica a pronunciare queste parole, è così difficile…
<< Ti amo.
>>
Si
allontana lentamente dal mio viso e noto il suo sorriso spegnersi.
<< Che cosa hai detto? >>
<< Che ti amo, sul serio. Mi sono innamorato di
te. Cioè… Veramente già da quando ci siamo messi insieme, ma era ora che te lo
confessassi!! >>
Le
ritorna il sorriso sulle labbra e mi abbraccia, quasi stritolandomi.
<< Anch’io, ti amo, anch’io! >>
-
-
“Ti
amo…”
Una
parola così difficile da pronunciare e soprattutto bellissima da sentire. Una
parola magnifica. Nessuno può sapere come ci si possa sentire a sentirsi dire
“Ti amo” se non l’ha mai provato. Ma io posso affermarlo, finalmente. Io l’ho
sentito!
“Robbie,
ti voglio… Ti ho! Non ti lascio andare… Sei mio!! Mio, mio, mio!!!!!! Ti amo,
anch’io Robbie, ti amo. Da morire… Ti amo!! E’ una bellissima parola e pochi
sanno il significato di questa, ma io si. Ora lo so. Robbie… Io ti amo.”
-
-
Contraccambio
il suo abbraccio stringendola a me.
Il
profumo dei suoi capelli mi accompagna in quest’impresa e io mi sento sollevato,
mi sento sollevato nell’averle detto quello che provo.
“Che
ti amo, che ti amo, che ti amo, che ti amo… E mi ami anche tu…
Non
lasciarmi mai. Ti amo.”
Io
non lo sooooo…!!!! Ma sono fiduciosa!! Prima o poi lo sentirò dire anch’io una
frase così, me lo sento!!!!
Spero
vi sia piaciuto anche questo capitolo!!
Chiedo
umilmente perdono per non riuscire a rispondere alle vostre recensioni, ma devo
scappare che devo andare a dare un esame di ecdl e ho una paura!!! Non so
nulla!!
Però
ho notato che snono ritornate a essere 7!!! Grazieeee!!!
Grazie
Grazie
Grazie
Grazie
Grazie
Grazie
Baci
Somoody
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Capitolo 18 *** Con te... ***
CAPITOLO
18
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-
Come
faccio ad essere concentrata a scuola, quando solo ieri ho saputo che il mio
ragazzo mi ama? Quando finalmente ci siamo dichiarati, tutti e due?
E
come faccio a prendere un buon voto di latino quando ieri non ho studiato
perchè sono stata con il mio ragazzo che si è dichiarato?
E
come faccio a sorridere dopo aver preso un’insufficienza in una materia
tutt’altro che facile come il latino?
Come
faccio?
E’
semplice.
Sono
felice. Felice sul serio, come non lo sono mai stata.
Quella
che provo dopo che il ragazzo che amo mi dice che mi ama è un’emozione che non
si può immaginare. Si deve provare.
“Robbie,
ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…”
-
-
-
-
<< Indovina?
>>
Mi
ritrovo a scuola il giorno dopo il fatidico.
Siamo
nell’ora di matematica e come al solito, in quell’ora, io e Federico cominciamo
a parlare.
<< Cosa… >>
Mi
risponde senza interesse.
<< Sei scocciato? >>
<< No! Dimmi!
>>
Non
mi sembra convinto, mq laq voglia di raccontare è così grande che mi ci fa
passare sopra.
<< Ieri ho detto ad Ale quello che dovevo dire!! >>
<< Wow!!! E cosa ti ha detto lei? >>
<< Mi ha abbracciato, mi ha baciato e mi ha
detto che mi ama anche lei.>>
Non
sembra molto felice.
“Forse
non devo troppo parlargli di una ragazza a Fede…”
<< Sono felice per te!! >>
<< Grazie!!
>>
Anita
si gira verso di noi.
<< E così ce l’hai fatta, signor “Non ce la faccio”… Se non ci fossi io a
buttarti!! >>
<< Ce l’ho fatta benissimo signora “Buttati,
vedrai che andrà bene”!! >>
<< Beh, non dirmi che non avevo ragione!! >>
Le
sorrido e apprezo tutto quello che ha fatto per me.
<< Lo sai che hai sempre ragione!! >>
Lei
sorride con quella felicità negli occhi che mi fa dimenticare il resto.
<< Mi piaci quando fai così!! >>
<< E tu mi piaci quando sorridi!! >>
Sorride
ancora di più e si gira dall’altra parte.
Federico
incomincia a scrivere sul banco.
Non dovevi…
Cosa?
Non dovevi dirgli che ti piace quando sorride.
Ma perchè, scusa? E’ la verità!
Non importa… Lei magari poi si aspetta
qualcosa!
Forse dovevo dirgli “e a me piace il tuo sorriso.” Hai
ragione.
No! Non dovevi dirgli proprio niente!!
Le ho fatto un complimento!!
Non importa…
Ok…
-
-
-
-
Suona
l’intervallo.
Fabiana
viene da me tutta preoccupata.
<< Ale… >>
Le
sorrido.
<< Oh, ciao Fabi! >>
<< Guarda che hai preso quattro al cinque! >>
<< Si, lo so!
>>
Io
non riesco a smettere di sorridere e lei mi guarda strana.
<< E come fai ad essere così felice? >>
<< Ieri Robbie mi ha detto che mi ama!!! >>
<< Wow! Però… Ti sembra una scusa per non aver
studiato e così aver preso dal quattro al cinque? >>
<< Si. Una scusa più che accettabile!! >>
Fabiana
incomincia a farmi la predica.
<< No Ale! Se non devi studiare per tutte quelle
volte che passi una bella giornata con il tuo ragazzo allora sei già rovinata,
e ti consiglio di cambiare scuola, perchè così non va!! >>
Giro
gli occhi al cielo.
<< Mi sembri la prof!! >>
<< Ma è vero!! Non puoi non studiare ogni volta
che trovi una scusa così!!! >>
<< Così come? Poco importante? Il mio ragazzo mi
dice che mia ama e tu la chiami cosa poco importante? >>
<< Non ho detto che è poco importante, solo che
dopo che ti ha detto ti amo, tu potevi benissimo baciartelo, e poi tornare sui
libri! >>
Alzo
un sopracciglio e la guardo di traverso.
<< Eh certo… Ho il mio ragazzo davanti che mi
dice “Ti amo” e io gli dico, “Scusa, ma devo fare i compiti!!” Dai, Fabi!! Se
non sono preoccupata io ci sarà un motivo! Lo recupero!! Non ti preoccupare!! >>
<< Ok. Allora usciamo? >>
<< Usciamo!!
>>
-
-
-
-
Sono
davanti al portone di Alessia.
Ho
una bella sorpresa per lei.
Voglio
portarla su ‘Diana’. Voglio restare solo con lei in un posto dove sono sicuro
che non ci sia nessun altro.
Citofono
e sue madre risponde.
<< Chi è?
>>
<< Sono Robbie!
>>
<< Robbie!! Sali pure! >>
Sento
aprire il portone e lo apro salendo le scale.
Sua
madre mi sta aspettando vestita con una tuta da casa tutta grigia sorridendo.
<< Come stai?
>>
<< Bene, grazie! Voi? >>
<< Noi tutti bene! Ale è in camera. >>
<< La raggiungo allora!! >>
Sua
madre chiude la porta dietro di me e io mi dirigo alla porta di camera sua.
Apro
ed entro.
Lei
è seduta sul divano che si sta guardando i Simpson alla tv.
<< Ehy, che ci fai qui? >>
<< Voglio portarti lontano da qui… >>
Mi
sorride divertita.
<< Adesso? Ma oggi esco con Alice! >>
-
-
Mi
chiude la tv poi si sistema vicino a me, mi guarda e mi fa chiudere gli occhi
toccandomi delicatamente le palpebre. Poi lo sento avvicinarsi a me e sento il
suo respiro sempre più vicino, quando lo percepisco nel mio orecchio e la sua
voce comincia a riprodursi con un volume basso e seducente.
<< Ale, tiene gli occhi chiusi… Immaginati un
posto, lontano da tutti, lontano dal mondo, con solo noi due, solo noi e nessun
altro, con nessuno nei paraggi… Ci sei? >>
Faccio
una faccia deliziata.
<< Si. Ci sono.
>>
<< Poi immaginati il mare, il suo odore, le
onde, il loro movimento che ti ondeggia qua e là, che ti culla, il venticello
fresco, i gabbiani che volano, che rendono un’atmosfera romantica… E ti ripeto.
Siamo soli noi due in un’atmosfera romantica. Completamente soli… Ci sei? >>
L’agitazione
sale e vorrei che quella che vedo attraverso la mia immaginazione non sia solo
fantasia, ma realtà.
<< Posso aprire?
>>
<< Devi dirmi se ci sei… >>
<< Si, ci sono, ma come faccio a chiamare Alice
e a dirle che non possiamo vederci se ho gli occhi chiusi? >>
Si
allontana da me e lo sento sorridere.
<< E’ stato facile! In questo caso puoi aprirli. >>
Gli
sorrido e prendo il cellulare. Poi lo guardo.
<< Che ne valga la pena!! >>
<< Tranquilla!!
>>
Ritorno
con lo sguardo sul mio cellulare. Non c’è neanche bisogno di scorrere la lista
perché lei è la prima. Alice.
La
chiamo.
<< Pronto?
>>
<< Ehy, Ali…
>>
<< Si, mi sto preparando, arrivo! >>
<< No, Alice, fermati! >>
<< E perchè?
>>
Le
dico tutto d’un fiato sapendo che fra meno di pochi secondi lei sarà arrabbiata
con me.
<< Perchè devo uscire con Robbie! >>
Come
previsto, incomincia ad urlarmi contro.
<< Ma ci sei già uscita ieri e ci uscirai anche
domani, non possiamo più molto tempo insieme noi due!! >>
<< Ali, approfittane di vederti ancora con
Edoardo! Noi due ci vediamo domani!! >>
<< No, oggi esco con te. >>
<< Alice, non mi fare arrabbiare. Se sposto
l’appuntamento con Robbie a oggi, anziché a domani, ci sarà un motivo, no? Per
favore… Ci vediamo domani!!! >>
La
sento sbuffare.
<< Si, che motivo ci sarà… >>
<< Ali?? >>
<< Ok, metti la tua migliore amica sempre al
secondo posto, eh? Miraccomando. >>
<< Grazie Ali! Ti voglio bene!!! >>
Lei,
finalmente, si mette a ridere.
<<
Lecchina… >>
Chiudo
la chiamata e poi guardo Robbie che mi sorride.
<< Allora? Dove mi porti? >>
<< Da ‘Diana’…
>>
Rimango
perplessa.
<< Ma Diana non è tua madre? >>
<< In un certo senso… >>
<< Cioè? >>
<< Poi lo scoprirai… >>
<< Mmm, mi piacciono le sorprese!! Il problema è
che sono troppo curiosa!! >>
<< Fa niente! Ci resisti!! >>
<< Uffa… >>
Prendo
il cellulare e le chiavi e gliele infilo nelle tasche dietro dei pantaloni.
Entra
mia zia.
<< Ciao… >>
Mia
zia lo saluta con una voce tutt’altro che normale. Evidentemente deve aver
affermato quella frase che diceva “Figo…”.
La
guardo fulminandola.
<< Ciao. >>
<< Finalmente ti conosco… Roby, giusto? >>
<< Robbie, si. E lei è Elisa, mia zia. >>
Si
stringono la mano.
<< Beh, ora noi andiamo. >>
<< Ciao. >>
<< Ehy, prendi il casco! >>
<< Si… >>
Vado
nell’armadio a muro e mi prendo un casco grigio che serve per quando mio padre
accompagna qualcuno in moto, non per il mio motorino, figuriamoci...
Usciamo
di casa e lui mi porta sul suo motorino.
Io
mi metto il casco, lo lego e mi metto dietro di lui.
Passiamo
la strada in un attimo, con l’aria fresca che ci piomba addosso e scendendo dal
Sud-Est.
Mi
porta al porto e inizio a capire qualcosa.
Scendiamo
dal motorino nei parcheggi di questo.
Poi
mi prende la mano e io lo seguo.
<< Cioè, fammi capire… Tu hai una barca e non me
l’hai mai detto? >>
<< Non è mia! Mio padre s’incazza se sa che l’ho
presa… >>
Io
sorrido e lo prendo un po’ in giro.
<< Ma tu faresti di tutto pur di farmi vivere
nuove emozioni e farmi essere felice, giusto?
>>
Si
ferma, mi guarda, mi bacia e poi prosegue.
<< Giusto.
>>
Rimango
un po’ scombussolata
<< Wow, mi hai sorpresa… >>
<< Si, mi è venuto così. D’istinto!! >>
Poi
si ferma e cambia direzione, verso l’acqua.
Sale
su una barca tutta bianca con la scritta in blu ‘Diana’.
Mi
allunga la mano dal bordo e mi sorride.
<< Vieni.
>>
Io
gli prendo la mano e faccio un saltino dalla terra ferma alla barca.
Lui
mi prende abbracciandomi e io lo guardo fortemente negli occhi e mi lascio
andare ai baci.
Subito
dopo mi siedo su un bordo e noto lui slegare il nodo all’attracco al molo nel
mentre che mi scambia un sacco di sguardi e lasciarci andare lontano, poi
spiega le vela e il vento abbastanza potente la fa partire lontano.
Per
un po’ controlla, per veder dove va, e io lo ammiro impegnarsi in qualcosa e la
serietà che ci mette, contrastata da vari sorrisi che mi manda.
Fuori
dal porto e da quell’acqua sporca e verdognola, ci ritroviamo in mare aperto.
Robbie
lascia il comando fermando la barca e mi viene incontro.
<< Entriamo dentro che qui fa freddo? >>
<< Si… >>
Lo
guardo, ma i miei pensieri che elogiano il mare cominciano a farsi sentire.
<< Che bello essere qui… In mezzo al mare da
soli… >>
<< Te l’avevo detto che ne sarebbe valsa la
pena!! >>
Continuo
ad ammirarlo.
<< Io lo adoro il mare. Ti da quella sensazione
di infinito, di profondità… Non so, mi rilassa, il movimento delle onde, il
loro ondeggiare, il loro scontrarsi con la riva, con gli scogli, ti dà
significato di una forza insormontabile, ti dà senso di romanticismo,
soprattutto quando il sole ci muore dentro… Vorrei essere un pesce per scoprire
tutte le sue meraviglie che nasconde all’interno di queste acque salate, poter
nuotare senza il bisogno di emergere alla superficie… E soprattutto sentirti
libera, da tutto. Libera… >>
<< Vedo che ti piace molto sto coso blu!! >>
Sorrido
al suono del suo nomignolo.
<< Si… >>
<< Dai entriamo!
>>
Gli
prendo la mano ed apre la porticina della casetta. Dentro c’è un
letto a
castello, un tavolino rotondo con due sedie, un piccolo frigo con sopra
un piccolo stereo portatile, un piccolo divanetto marrone e una porta.
Mi
chiude questa dietro e sto a guardare lui che va alla radio e prima di
accenderla si gira verso di me.
<< Ho messo delle canzoni che possono piacere a
tutti e due, dato che i nostri gusti sono completamente diversi! >>
Io
sorrido.
<< Ok!! >>
Accende
e parte la canzone dei Backstreet Boys ‘Incomplete’.
-
-
Raggiungo
lei e la prendo muovendomi a tempo di musica e la bacio ondeggiando. Lei,
imbarazzata dal fatto che non sa ballare, si stacca da me e sale sul letto
superiore del letto a castello e mi fa segno di raggiungerla. Io non me lo
faccio ripetere due volte e lo faccio.
Le
accarezzo il viso e la bacio.
Poi
la sento tremare.
<< Fa freddo!
>>
<< Come hai freddo? >>
<< Si… >>
<< Vuoi che ti riscaldi io? >>
<< Magari…
>>
La
abbraccio e poi posiziono le mie mani sulle sue braccia accarezzandola
frettolosamente su e giù e la bacio. Quello non può mancare.
<< Ancora?
>>
<< Si… >>
<< Che palle che sei!! >>
<< Che ci posso fare, ho freddo!! >>
Poi
la guardo.
“Ho
troppa voglia… Ho voglia di averti.”
<< Conosco un metodo infallibile per scaldarti… >>
<< E quale sarebbe? >>
La
guardo fissa negli occhi e incomincio a prendere la cerniera della felpa e ad
aprirla togliendola.
<< Scusa, tu mi faresti venire caldo
spogliandomi? >>
Io
la continuo a fissare seriamente e anche il suo sorriso svanisce.
Dalla
radio fuoriesce una canzone bellissima, perfetta per l’occasione e capisco che
questo è il momento più che perfetto.
‘Semplicemente’
degli Zero Assoluto.
-
-
Il
cuore incomincia a battere, fortemente. Non ce la fa più, non si trattiene,
scoppia.
“Non
ne sono sicura… Non mi sento ancora pronta. O si… Non lo so. Però sento una
forte attrazione verso di te, ma attrazione fisica, voglio spogliarti, mi viene
questa voglia, perchè non può essere oggi il momento che tanto aspetto? Con il
ragazzo che amo?”
Mi
bacia sul collo e ritorna a sfiorarmi le labbra, a infilarci la lingua dentro,
a farmi assaporare ogni suo movimento.
Poi
si blocca, probabilmente in qualche mio segnale, se voglio fare qualcosa o
meno. Io gli sorrido e lui sorride a me.
Mi
bacia ancora e incomincia a sfilarmi la maglietta, lentamente.
Mi
ritrovo in reggiseno, davanti a lui. La luce entra fioca dalla finestra chiusa
e la musica riempie la stanzina vuota con un’atmosfera magica, con
‘Semplicemente’, ci avvolge, ci culla, fa di tutto. Tranne che distrarci dal
momento…
Mi
bacia sempre di più, sempre più appassionatamente, sempre più frequentemente,
sempre con più gusto, sempre più nudi…
Lui
si sfila la sua maglietta a maniche corte e ritorna immediatamente sulla mia
bocca cercando si sbottonarmi i jeans. Io muovo le mie mani difficilmente,
immobili dall’agitazione e rabbrividendo gli sbottono i pantaloni.
Incomincio
a tremare sempre di più e lui si ferma.
<< Ehy, se non sei pronta posso ancora
aspettare… >>
<< No, non fermarti. >>
Mi
sorride dolcemente.
<< Stai tranquilla… >>
Ritorna
vicino al mio viso e si avvicina al mio orecchio.
<< Ti amo.
>>
Ritorna
a baciarmi le labbra, il collo e a sfilarmi i pantaloni.
Rimango
in intimo e mi toglie guardandomi da lontano i calzini.
Poi
si toglie i pantaloni e ritorna sopra di me gattonando e ritorna a baciarmi.
Mette una mano sulla mia schiena e la sento fredda. Mi muovo un po’ sentendo
questa gelida, ma si trasforma presto in un brivido di piacere quando comincia
a salire lentamente, lungo la mia schiena, fino al reggiseno. Tocca la chiusura
e lo apre. Me lo toglie sfilandomelo dalle braccia e mi bacia sulla pancia,
salendo sempre più su, più su, sfiorandomi il seno, baciandolo…
Si
alza e tocca con le dita il bordo delle mutande, io chiudo gli occhi,
fortemente. Infila le dita dentro e me le leva lentamente, passandole per la
gambe ormai nude.
Ora
sono completamente senza veli, naturale.
Apro
gli occhi. Lui mi guarda e mi sorride, probabilmente per tranquillizzarmi, ma
non ce la fa.
Si
toglie i boxer e incomincia ad aprire una confezione di un preservativo. Se lo
indossa e ritorna sopra di me, allargandomi con le sue mani fredde le gambe,
alzandole e piegandole appoggiando i piedi sul letto.
Mi
bacia ancora dappertutto, incominciando a muoversi sopra di me.
E,
piano piano, lo sento… E’ lui.
Sento
un certo dolore che mi fa gemere. Lo sento dentro di me. Stringo i denti. Si
muove ancora sopra di me e la mia agitazione si va più attenuando. Il mio
respiro si fa sempre più affannoso e sento i suoi vicino a me.
Mi
tiene i capelli con la mano e le nostre guance sono attaccate l’una alla altra.
Con l’altra mano tiene la mia, quella più agitata, quella che più trema, lo fa
più che altro per farmela tenere ferma.
Il
dolore è sempre più lieve e io incomincio a trovare un certo tono di piacere in
quegli armoniosi movimenti.
L’altra
mano libera la porto sul suo viso, lo sposto sulla mia bocca e lo bacio, sempre
con più forza e con la bocca aperta non faccio a meno di respirare ad alto
volume, non con voce, semplicemente il mio respiro è più affannoso.
“Bella
la parola… Semplicemente. Come la canzone, la nostra canzone.”
Mi
libero dalla sua mano e la porto alla sua schiena accompagnata dall’altra e le
tocco le sue scapole nude e appiccicaticce. Sposto il collo all’indietro e lui
ne approfitta per baciarmelo.
“Robbie,
ne è valsa la pena…”
Le
sue mani si spostano su di me. Una mi tocca la schiena e me la accarezza,
l’altra si posa al cuscino. Io appoggio la mia testa contro la sua spalla che
si muove e lui mi bacia la testa.
-
-
Faccio
lentamente, per paura di farle del male, per paura di fare qualcosa che a lei
non va bene. E’ un piacere unico, diverso da come ho già fatto.
Questa
volta lo sto facendo con amore… Anzi, se prima facevo sesso, ora sto facendo l’amore.
E posso dire anch’io che questa è la mia prima volta. E’ la prima volta che
faccio l’amore.
“Ale…
Finalmente ho provato tutto con te e non potrei essere più felice. E’ così
bello… Auguro a tutti di provare una cosa del genere. Anche se penso che il
nostro amore è imparagonabile. Nessuno ci può battere. Nessuno può vedere una
ragazza come quando io vedo Ale, a nessuno batte il cuore di più del mio di
quando vede o sente Ale, nessuno può sapere il sentimento che provo verso di
lei. E’ incredibile… Proprio come lei. Non esiste nessuna al mondo che può
paragonarsi a lei. E’ unica. Ed è mia…”
-
-
Poi,
pian piano, si allontana da me. Mi bacia un ultima volta e i suoi occhi mi
guardano.
“Che
ho fatto… Ora non sono più vergine!! Non sono più una bambina innocente, non
sono più un sacco di cose!! Oh, Robbie… E’ stato bellissimo… Con te, insieme,
abbiamo scoperto una cosa nuova del nostro rapporto, una cosa piacevolmente
bella, una nuova parte… E’ la prima volta che ti ho visto nudo, è la prima
volta che i nostri corpi sono stati così avvinghiati, così vicini… E’ la prima
volta, la mia prima volta. Ed è stata con te Robbie. E’ stata con te e sono
felice. Con te…”
O_O Ok, forse questo aveva il rating un po’
rosso, ma va bene lo stesso… Spero nn vi abbia procurato fastidio!! Anzi, a me
per esempio tutt’altro!!!XDXD Volevo essere su Diana al posto di Alessia!!!! Ma
chi è lei?? Che ha che io non ho??? XDXD
Ringraziando
chi continua a mettermi tra i preferiti che ora sono 34 (Mi fate feliceeee!),
passo alla ripsposta di ogni commento che come al solito mi fanno sempre un
sacco di piacere!
BabyzQueeny:
Ecco qua che ho continuato!! Grazie!
Sono conmtenta che ti sia piaciuta la storia!! Mi fai molto felice a dirmi
tutte queste cose!! Grazie!!!!
pazzerella_92:
Che complimento! Perfetto!!! XD AHAH!!! Grazieeeeee!! Spero sia perfetto anche
questo!! Mi piace l’idea… Perfetto!!! XD Baci
Avril1113:
Grazie!! Ma secondo me è molto più bello questo capitolo!!XD Spero ti piacerà
pure questo!
_NovemberThree_:
Già, bellissimo! XD Per Eric lo scoprirai che cosa gli succede… Ma prima….
Spazio a Robbie ed Alessia!! Graziee!!
Betty
O_o: Grazie!! Riguardo al brutto presentimento non ti posso dire nulla e per
Eric… Ti assicuro se c’è una ragione precisa se è diventato così!! Poi lo
scoprirai… Mi fa tanto piacere se questa storia ti piace molto!!! E eccola
aggiornata!! Spero ti continui a piacere!
kry333:
Già, peccato che Robbie sia solo una mia creazione!! :-( Ecco il nuovo capitolo, sono contenta che ti
sia piaciuto anche lo scorso!! A presto! Baci
ElianaTitti:
Mi ritrovo anch’io nella tua stessa situazione, ma sono sicura che prima o poi
tutti ce lo sentiamo dire, preferisco vivere sperando questo, perché essendo
una romantica al 100% non sperandolo non avrei più un mio obbiettivo, anche se
la mia vita mi sta portando ad essere tanto pessimista e difatti ora come ora
so benissimo che dovrò aspettare mooolto tempo! Perciò stai tranquilla, anche
per te sarà la stessa cosa! Intanto ti ringrazio per continuare a leggere il
mio libro e spero che ti continui a piacere! Un bacio Somoody
Grazie
a tutti!! Recensite in tanti!! Sto capitolo a parer mio mi prende troppoooo!!
:-P AHAH!!!
Un
bacio a tutti
Somoody
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Capitolo 19 *** Diana è speciale ***
CAPITOLO 19
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-
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-
Siamo
sul letto, abbracciati, racchiusi in una coperta.
Sono
tranquilla nascosta dal suo braccio, sempre più mio.
Mi
bacia la testa e poi incomincia a parlarmi.
<< Come ti senti? >>
“Come
vuoi che mi senta? Sto esplodendo! Sono felicissima, Robbie. Felice di averlo
fatto con te.”
<< Benissimo!!!
>>
<< Davvero?
>>
Mi
giro verso di lui, gli sorrido e muovo la testa in un si e poi lo bacio.
“Che
emozione, che passione, che avventura… Che ragazzo!!”
Mi
tengo sempre di più il lenzuolo per nascondermi il seno. Lui ridacchia.
<< Eh, dai, tanto oramai ti ho vista tutta nuda,
che ti nascondi? >>
<< Mi piace tenerti nascosto ancora qualcosa… >>
<< Mmmm, intrigante… Il problema è che oramai ti
conosco a memoria!! >>
<< No, non ne hai avuto il tempo di ammirarmi e
imprimermi nella testa! >>
<< Ho una capacità di memorizzazione che ti
sorprenderà! >>
Sorrido
e la cosa la trovo alquanto eccitante.
Alzo
un sopracciglio.
<< Immagino…
>>
<< Allora?
>>
<< No! >>
Guardo
l’orologio sul polso e mi rivolgo a lui.
<< Dobbiamo andare a casa ora, non trovi? >>
<< Che ore sono?
>>
<< Le sei e mezza. Non sappiamo neanche dove
siamo!!! >>
<< E che t’importa!! Meglio, no? >>
<< Dai, riportami a casa. >>
Mi
alzo da lui controvoglia, ancora senza veli e lui mi ammira, sorridendo.
<< Ma non volevi tenerti nascosta? >>
Mi
guardo da cima a fondo e poi mi rivolgo a lui sorridendo.
<< Causa forze maggiori. >>
<< Certo, come no… >>
Lo
guardo e rispondo al suo sorriso, poi prendo le mutande bianche sbattute per
terra e me la faccio passare tra le gambe fino alla loro posizione. Mi infilo i
calzini seguiti dal reggiseno. Poi prendo la maglia e la faccio passare
attraverso le braccia, fino al suo posto, fino a nascondermi dalla nudità.
Prendo i miei jeans e li infilo saltellando un po’ in su per farmeli entrare. Agguanto
la felpa e me la chiudo, poi ritengo le braccia dal freddo e guardo Robbie,
stravaccato sul letto, ancora dentro le coperte, ancora nudo, che mi guarda con
la testa appoggiata sulla mano che si tiene con il gomito sul letto.
<< Allora, ti alzi o no? >>
<<
Sono stanco… Mi hai fatto faticare!! >>
<< Ma guarda questo… >>
<< Ho fatto tutto io!! >>
-
-
Mi
guarda con la bocca aperta e fa la faccia da offesa. Così a me tocca alzarmi e
andare verso di lei, stringendola da dietro.
<< Dai… Sei stata fantastica!! >>
<< Ma se hai fatto tutto tu? Io non ho saputo
far altro che sbottonarti un bottone, oltretutto tremolando!! >>
Sorrido
accorgendomi di quanto mi piaccia il suo essere ingenua.
<< E che cosa pretendi? Era la tua prima volta!!
Vedrai, dopo due o tre volte diventerai ancora più esperta di me! E ci vuole
tanto!!! >>
<< Puff… >>
Sbuffa
girando gli occhi, non credendoci.
<< No, forse ho esagerato… Diventerai perfetta
come me!! Ecco, così va meglio! >>
<< Se lo dici tu… >>
<< Lo dico io!!
>>
Mi
fa la linguaccia.
<< Vanitoso!!
>>
<< D’altronde…
>>
Si
gira e mi abbraccia anche lei.
Poi
mi guarda in basso e ritira su lo sguardo deliziata.
<< Non sarebbe meglio vestirsi? >>
Mi
guardo e mi rendo conto di essere ancora completamente nuda.
<< Oh, come sei noiosa… Non ti affascino di più
così? >>
<< Se mi vuoi portare a casa nudo… >>
Sorrido
all’idea.
<< E perchè no??
>>
Alza
il sopracciglio e mi guarda di traverso.
Così
mi giro e vado verso i miei vestiti. Mi metto le mutande, i calzini, mi infilo
i jeans e prendo le scarpe sistemandomele ai piedi.
“Non
voglio riportarti a casa… Non voglio più staccarmi da te!!! Perchè non ci
sposiamo??? Ah, ah! Forse però in questa frase non c’era tutta ironia…” Mi giro
verso Alessia e le comunico i miei pensieri.
<< Mi è venuta una grandissima idea!! >>
<< Sentiamo…
>>
Mi
guarda male.
<< Perchè in quel tono? >>
<< Perchè sono curiosa di sapere la tua grande
idea!! >>
Dice
quest’ultima frase in tono sarcastico e si mette a ridere.
<< Ma sentila, è stupenda!! >>
Si
arrende e decide di ascoltarmi.
<< Bene, allora dimmi! >>
<< Scappiamo? Dai, dai!! Prendiamo la barca,
cosa che abbiamo già sotto di noi, e ci allontaniamo il più possibile da questa
brutta cittadina del cavolo, eh? Che dici? Pensa, potremo stare da soli non so
per quanto tempo e finalmente ci toglieremmo dai piedi quei rompiballe dei
genitori!!! Non trovi che sia una grandiosa idea? Eh? Dai, dai!! >>
Mi
guarda due secondi in silenzio e malamente, poi riprende a parlare.
<< Ok, ora che hai detto questa grande mega
cazzata, mi puoi portare a casa? >>
La
prendo per i fianchi. Mi avvicino alle sue labbra con le mie, ma senza neanche
farle sfiorare come al solito. Mi avvicino e basta e le parlo così, da quella
distanza e in un tono piuttosto provocante.
<< Perchè? Io voglio stare ancora con te, non mi
ci voglio più staccare… >>
Detta
questa frase le riconosco. Le sue labbra mi hanno toccato e si sono trasformate
nel nostro solito bacio bellissimo.
Subito
dopo mi sento spingere all’indietro e lei si stacca ridendo.
<< Perfetto, ora portami a casa!! >>
<< Uffa… >>
Prendo
anche la maglietta che si trova sul pavimento e me la infilo. Esco dalla
casetta con lei che mi sta dietro e la riporto a casa scherzando assieme.
-
-
-
-
<< Ora dimmi immediatamente cosa avete fatto
oggi! >>
Sono
a casa e Alice è appena arrivata ed è seduta sul mio divano, davanti a me.
<< Allora?
>>
Io
le sorrido maliziosamente e lei sbarra gli occhi.
<< Non è possibile… >>
Ripenso
ai momenti di prima e sorrido ancora di più.
<< Si, invece!!! Ho fatto sesso con Robbie!! >>
<< No, no… Dimmi che ho capito male. >>
<< No, hai capito benissimo!!! >>
Io
continuo a ridere felicemente, mentre lei mi sta guardando seriamente.
<< Scusa, ma l’hai fatto con il preservativo, vero? >>
<< Certo!!
>>
<< E da quando in una barca uno ha il
distributore di preservativi? >>
Spengo
un attimo il mio sorriso per mostrare una smorfia interrogativa.
<< Non riesco a capire… >>
<< Che lui l’aveva già programmato di farlo!!
Altrimenti non ce l’aveva! >>
<< Ma cosa stai dicendo!! I ragazzi ce l’hanno
sempre dietro! >>
<< Ma in teoria lui non avrebbe dovuto averlo
dato che stava con te e tu non eri pronta!!
>>
Alzo
le spalle. Niente in questo momento potrbbe scalfire la mia felicitò.
Soprattutta nulla e nessuno potrebbe farmela avere con Robbie.
<< Evidentemente non è che ero così non pronta… >>
<< Ti sei lasciata influenzare solo perchè lui
l’aveva già fatto! >>
Mi
sento attaccata, ma può dirmi tutto quello che vuole che io non mi non cambierò
idea.
<< Non è vero!!
>>
<< Io ti dico di si!! >>
<< Guarda che lui non ha mai insistito e non ne
abbiamo mai parlato!!>>
<< Non ti sto dicendo che è lui ad averti
influenzato! Sei tu che ti sei fissata e avevi questo pensiero in testa ed hai
pensato bene di liberartene!! >>
<< Ali, io volevo farlo!!! E non mi importa se
tu non mi vuoi capire… Oramai ho deciso e comunque non posso più farci niente!! >>
<< No, non puoi più farci niente, appunto per
questo!! Io ti capisco Ale, ma avresti dovuto avere più coscienza e rinunciare. >>
<< No!! Tu non capisci!! Perchè rinunciare
quando è quello che voglio fare? >>
Lei
sbuffa e si arrende.
<< Dai, ok, ti capisco… Tanto oramai ti ho detto
quello che penso, ora dimmi come è andata.
>>
Le
sorrido facendole capire che è quello che mi sarei voluta sentire e lei lo sa
bene.
Le
comincio a raccontare tutta la giornata, passando dal viaggetto in moto, alla
salita in barca, alla musica, al letto… Tutto nei minimi dettagli.
Beh,
avendo dei limiti!
Gliela
dipingo romanticamente e con un sorriso che esprime sul serio quello che vuole
significare.
<< Beh, se sei felice te, lo sono anch’io. >>
<< Davvero??
>>
Lei
annuisce, sinceramente.
<< Si. >>
<< Grazie!!
>>
L’abbraccio
forte felice di avere un’amica così, nonostante tutti i suoi difetti,
nonostante tutte le sue paturnie, le sue noie, i suoi atteggiamenti
menefreghisti, nonostante tutto quello che quasi tutti i giorni mi fa litigare
con lei… Lei c’è sempre, quando ho un problema, lei c’è sempre e comunque,
qualunque cosa lei stia facendo, lei c’è e potrò sempre contare su di lei e io
le voglio un mondo di bene!
<< Ali, sei un’amica!! >>
Lei
mi da delle pacche sulla spalle e assume il suo atteggiamento presuntuoso.
<< Lo so, lo so…
>>
-
-
-
-
<< Che ci fai qui?? >>
<< Dario!!! Come stai?? >>
<< Bene… Ma…
>>
<< Anch’io, grazie!! Tantissimo!! >>
Dario
mi guarda strano e dopo si guarda in giro.
<< Scusa… Ma cosa ci fai qui ai Tre Ponti?? >>
Mi
guardo in giro anche io e noto tutta la mia adorata spiaggia che ha fatto
nascere tutto.
In
piedi sugli scogli, accanto a me c’è Dario seduto su uno di essi.
Mi
siedo anch’io posizionandomi vicino a lui.
<< Volevo tornare a vederla… >>
<< Perchè? Che è successo?? Vi siete lasciati?? >>
Scuoto
la testa ridendo al fatto che una cosa del genere è ancora molto, ma molto
lontana, se non impossibile...
<< No, anzi!!
>>
<< E allora?
>>
<< Volevo tornare semplicemente nel luogo dove
ci siamo incontrati per la prima volta. >>
Guarda
un attimo il mare tristemente e capisco di avere detto qualcosa di sbagliato. Mi
accorgo che è la prima volta che vedo Dario in quelle condizioni.
<< Come vi invidio… >>
Lo
guardo stranamente ricordando il Dario che mi criticava sempre.
<< Come hai detto? >>
<< Che vi invidio a te e Ale… >>
<< Ma che ti prende? Che hai? >>
<< Te la ricordi l’inglesina? >>
Mi
metto a ridere ricordando la serata della pizza.
<< Si che me la ricordo, perchè? >>
<< Non c’è niente da ridere… >>
Subito
mi faccio serio.
<< Ma che è successo?? >>
<< Mi vedevo con lei di nascosto, da tutti… E
sai? Ti devo confessare una cosa. Mi ero addirittura anche innamorato! >>
<< E che è successo?? >>
<< Ho scoperto che ero uno dei tanti. >>
<< Ah… >>
<< Il fatto è che ora non riesco a dirle di no e
mi ci continuo a veder anche se non dovrei perchè mi faccio del male. >>
<< Beh, Dario… Tu sai quello che penso. >>
<< Si, quello che penso anch’io… Ma non ce la
faccio!! >>
<< Devi provarci se vuoi smettere di torturarti! >>
<< Si… Tu invece, che hai da dirmi? >>
Sospiro
e lo guardo tristemente, dispiaciuto per lui.
<< Niente, Dario… Tutto come sempre. >>
Tutti
e due ci giriamo nella direzione del mare e a me viene in mente come un allucinazione.
Mi ritrovo ad assaporare ancora la sua pelle, il suo corpo, il suo calore,
l’odore del mare e il rumore delle sue onde contro la nostra barca e la vedo
là, al largo, galleggiare senza un guidatore nel mare infinito.
“In
quel coso blu…”
Sorrido.
“Tutto
come sempre… Eh! Che battuta!”
-
-
-
-
Mi ritrovo sul letto a
ripensare, inevitabilmente, alla giornata appena trascorsa. A pensare e a
pensare e a pensare… Non ci credo ancora a quello che è successo. E’ da
quest’estate che non credo più che quello che mi sta succedendo sia realtà. Non
può essere così reale. Io non posso essere così felice. E’ una cosa stupenda,
soprattutto con il ragazzo che ami!! Soprattutto con Robbie…
“Si,
Robbie, soprattutto con te… Non mi lasciare mai!! Non riuscirei ad andare
avanti senza di te!!! Poi, quella canzone.... ‘Semplicemente’ degli Zero
Assoluto. Penso che non me la scorderò. Semplicemente… Na, na, na, na, na, na…”
-
-
-
-
Sono
a casa.
Nessuno
c’è. Sono completamente solo.
Vado
allo stereo e cerco tra i vari cd. Trovo un cd varie che mi aveva fatto Dario
stranamente non di musica truzza e dentro c’è. La canzone più bella del mondo.
La colonna sonora della mia vita.
Parte.
Ora che mi
sento bene,
spengo la
luce…
Spero di
riuscire a dimostrare
che così va
bene…
Ora che ci
penso
mi perdo in
quell’attimo
dove dicevo
che tutto era fantastico
(Mi sembra
ieri)
E ora che è
successo fa lo stesso
se non ti
cerco non vuol dire che mi hai perso
(Già sto
sognando)
Ma adesso…
RIT:
Buona notte
a te,
buona notte
a me
buona notte
a chi ancora non ho incontrato
buona notte
pure a lei
(lei te,
dove sei)
anche oggi
che ti ho cercata
buona notte
a te,
buona notte
a me
buona notte
a chi ancora non ho incontrato
buona notte
pure a lei
Anche oggi
che ti vorrei semplicemente…
Semplicemente…
Semplicemente…
Semplicemente…
La voglia di
non ragionare ma vivere,
sempre
disposto a rischiare e ridere,
riderne la
gioia di quest’attimo
senza
pensarci troppo solo gustandolo
le stesse
cose coi percorsi che non cambiano
quelle
canzoni e le passioni che rimangono
(Semplicemente
non scordare, na na na na na na)
Come i libri
della scuola fra le dita
la colazione
ogni mattina da una vita
semplice
come incontrarsi, perdersi
poi
ritrovarsi, amarsi, lasciarsi
poteva
andare meglio può darsi
dormire
senza voglia di alzarmi
(E faccio
quello che mi pare, na na na na na na)
Se ci penso
ora,
se ci penso
adesso…
Non so
ancora,
che cosa ne
sarà…
Perchè mi
manca il fiato,
perchè ti
cerco ancora
Non so dove
che cosa ci sarà
Semplicemente…
Semplicemente…
Semplicemente…
na na na na
na na
RIT
Semplicemente…
semplicemente…
Semplicemente…
na na na na
na na
Mio
padre torna a casa e mi urla contro.
<< Robbie!!
>>
Io mi
alzo di scatto e gli corro incontro.
<< Cosa c’è?
>>
<< Perché hai preso Diana senza il mio permesso?? >>
“Come
ha fatto??”
<< Diana? Cos’è Diana? >>
Cerco
di fare l’indifferente.
<< Robbie!!
>>
Mi
spavento del suo urlo. Mi sta guardando infuriato.
<< Ah, ti stai riferendo alla tua barca a vela!! >>
<< Esatto.
>>
Non
molla la sua incazzatura.
<< Ma io non l’ho usata! >>
Cerco
di essere più convincente possibile. Mi crederà, non ha motivo per non farlo.
<< Era legata al molo in un modo diverso da come
l’avevo lasciata io e… >>
<< Ma come…
>>
Mi
interrompe subito facendo fuoriuscire dalla sua tasca il mio cellulare.
<< E c’era questo dentro la casetta. >>
A
questo punto sono fregato.
“Che
scusa mi invento?”
Poi
mi torna in mente quando ero bambino.
<< Papi, mi dispiace. >>
<< Non è vero.
>>
Mi
arrendo alla realtà.
<< Hai ragione.
>>
Lui
si altera ancora di più.
<< Come sarebbe “ho ragione”?? >>
<< Cosa vuoi sentirti dire, che hai torto? Anche
se non è così? >>
<< Vorrei sentirti dispiaciuto sul serio, si! >>
Penso
alla giornata passata e mi rendo conto che è impossibile sentirmi dispiaciuto.
<< Mi dispiace pa’, ma mi dispiace per il fatto
che non lo sono!! >>
<< Fai anche lo sbruffone? >>
<< Ti ricordi quando ero bambino? >>
<< Cosa??
>>
<< Che andavamo su Diana assieme e mi dicevi
sempre che quando… >>
<< Sei andato su Diana con Ale. >>
Mi
interrompe mio padre capendo subito al volo quello che volevo dire e ad un
tratto il suo tono si tranquillizza come per incanto.
<< Devo disinfestare il letto… >>
Mi
metto a ridere. Lui con me.
Poi
riprende il suo tono autoritario.
<< Ma perché non me l’hai chiesta? >>
<< Non programmo le cose, mi vengono al momento
le idee. Quella mi sembrava la più giusta del momento. >>
Lui
mi guarda con occhi che chiedono “raccontami!”.
<< E andata come speravi? >>
<< Anche meglio!
>>
Lui
sospira ricordando.
<< Eh già! Diana è sempre la mia Diana! >>
<< L’ho capito anch’io pa’. >>
Si
avvicina a me e mi mette un braccio attorno alla spalla.
<< Il mio bambino è cresciuto. >>
<< Si, papi. Sono diventato grande. >>
“Non
solo di fisico. Grazie a te Ale, sono diventato grande anche di testa. Ha
ragione mio padre. Diana è speciale.”
Ok,
capitolo un po’ inutile… Ma fondamentale!! Avete visto Dario piccino??? E chi non vorrebbe un papi così??? E un’amica
così??? Vero Vale??? EHEH ;-)
Ma
ora passiamo ai ringraziamenti...
Avrilmiki:
però, c’è da dire che sei diabolica anche tu eh!!!! E poi.. di chi non sarebbe
il preferito quel capitolo??? :-P ti voglio beneeeeee!! Baci
Kry333:
Si, è vero!! Robbie è proprio mitiko!! Me lo sono creato a immagine e
somiglianza del mio boy dei sogni!! :-P Grazie per la recensione, baci!
BabyzQueeny:
Sapessi quante volte l’ho letto io… Sono contentissima che non ti sia bastata
una volta per leggerlo!! Che bello!!! Mi fai felicissima dicendo cosììì!!!!
Ecco il nuovo capitolo, anche se per questo una volta ti basterà!! XD Ma era
importante lo stesso!! Aggiornerò di nuovo presto! Baci
ElianaTitti:
Sono contenta che tu non te l’aspettassi, vuol dire che non sono stata banale e
che vi ho fatto illudere che non succedesse più!! AHAH!! Ma sono ancora più
contenta che ti sia piaciuto così tanto e per i bei complimenti!! Non sono la
persona più adatta in questo momento per dirti che sbagli, che dovresti essere
più positiva, che la speranza è come se ti desse vita… E perciò sperare ed
essere positiva è già un passo avanti e ti rende molto più sicura e quindi sarà
più facile. Ma te lo dico lo stesso, perché io sbaglio… Vedi di non sbagliare
pure tu! ;-) Bacione!!
GinTB:
Sono contenta che ti abbia coinvolta!! AHHHHHH non sai quantoooooooo!!! Grazie
per i tuoi complimenti, sempre ben accetti!!XD e sono contenta che non solo a
me strasmetta emozioni!! Grazie, grazie, grazieee!!
Betty
O_o: Sono contentissima che ti sia piaciuto! E grazie per quel bravissima
scritto in maiuscolo!!XDXD Quel momento l’ho voluto descrivere bene apposta nei
dettagli tanto dolce… Sono contenta di aver ottenuto il risultato sperato!!
Baci
Pazzerella_92:
E chi ti prende per una pervertita?? È uno dei miei capitoli preferiti, pensa
te!!! E ti voglio far notare quate sono cresciute le recensioni, perciò ti dico
che è assolutamente normaleee!! AHAH Quanto vorrei che succedesse a me… Anzi, l’ho
scritto pensando che fosse la mia storia!! (ti rivelo un segreto…. La Ale della storia… Sono io!!! E
l’inizio è quello che è successo a me!! Perciò, pensi che non ci speri anch’io
di esserci dentro??) Sono contentissima che ti trasmetta tutte queste
emozioni!! Comuqnue, certo, mi fa molto piacere!! Il mio contatto msn è sberla91@yahoo.it. Un bacione!!
_NovemberThree_:
Che bellooo!! Nessuno se lo aspettava!!! Yuppy!! Grazie, grazieeee come
sempre!! Perché io, a forza di leggere questo libro lo vedo sempre più scarno…
Ma continuando a leggere tutti questi bei commenti mi sale sempre più
sicurezza!!! Sono troppo contenta!! Grazieee!! Sono contentissima che ti piaccia!!
Baci
Blackangel91:
Sono contenta che ti piaccia e soprattutto sentirmi dire che la mia storia è “bella”,
anzi, molto!!! Ecco qui, il capitolo nuovo!! E aggiornerò presto anche l’altro,
perché mquesto è abbastanza inutile!!!XD Purtroppo alla tua domanda non posso
rispondere, perché non voglio anticipare nulla!! Il finale è un segreto!! XD
Grazie per i tuoi complimenti! Un bacione!
Grazie
a tutti, troppo buoni!!!XDXD
Baci
Somoody
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Capitolo 20 *** Un anno d'amore ***
CAPITOLO
20
-
-
-
-
Sono seduta sul divano a
pensare a tutti i momenti passati con Robbie in questi mesi.
Siamo al 31 dicembre.
Sta sera sarà capodanno e
inizierà un nuovo anno e io non vedo l’ora perché si presenterà davanti a me
uno come non avrò mai passato, in più passerò la notte a casa di Robbie e mia
madre pensa che a casa sua ci siano i suoi genitori quando loro, compreso Eric,
sono a Limone.
Mi viene da sorridere
pensando a Natale. E’ stata fortissima quella giornata dato che è stata una
presentazione in tutto e per tutto di Robbie ai miei genitori e mia ai suoi.
Sono rimasta solo un po’ perplessa nel modo in cui Eric mi guardava ogni volta
che parlavo. Non sorrideva, non mi guardava normalmente e non mi guardava da
arrabbiato. Mi guardava, anzi, mi fissava. E sono ancora qui a cercare di
chiedermi il perché.
-
-
-
-
Mi ritrovo davanti al
portone di casa di Alessia per prenderla e portarla in pizzeria. Intanto penso
che sicuramente sarà un bel capodanno se non il più bello, perché lo passerò
assieme alla mia adorata Alessia e con tutti i nostri amici. Prima andiamo in
pizzeria, poi in spiaggia a vedere i fuochi d’artificio e poi la porterò a casa
da me dato che i miei genitori sono partiti assieme a Eric per Limone e la casa
sarà tutta vuota.
Suono.
Sento la sua voce arrivare al
mio orecchio.
<< Si? >>
<< Chi vuoi che sia piccola? >>
Le sento sospirare in un
sorriso e ritorna a parlarmi con un tono più dolce.
<< Parolina magica? >>
Ci rifletto un attimo, poi
la mia mente mi prende in giro per averci anche solo pensato per un secondo.
<< Ti amo.
>>
Sento il portone aprirsi e
poi la sua voce rapirmi ancora.
<< Codice esatto. Anch’io ti amo. >>
Sorrido e spalanco il
portone per salire le scale e me la ritrovo davanti alla porta di casa
spalancata. Mi corre incontro e mi abbraccia baciandomi contemporaneamente. Io
le accarezzo la schiena e l’abbraccio forte pensando a quanto quella parolina
magica sia troppo poco per descrivere quello che provo verso di lei.
“La amo da impazzire…”
<< Che bella piccola, fai una giravolta? >>
Si stacca da me e si gira
davanti e dietro per farmi notare come è vestita.
Indossa dei jeans stretti e
scuri con una maglia di lana a “V” nera con sotto la camicia bianca, una
cintura nera e le decoltè nere. Tiene i suoi capelli lisci e castani sciolti
che le ricadono morbidi sulle spalle ed è truccata con un lieve ombretto dorato
e un fard che le colorisce le guance di rosso. La matita non manca mai e il
mascara di sicuro aiuterà le sua ciglia a restare alte.
Io resto convinto dell’idea
che stia meglio al naturale.
<< Sei bellissima anche se non truccata lo
saresti ancora di più. >>
Mi fa la linguaccia.
<< Sempre così egoista, fammi sentire bella
anche da sola per una sera!! >>
Lei mi sorride da farmi
sciogliere lì all’istante e non riesco a fare altro che annuire incantato.
-
-
<< Comunque sei tanto bello anche tu sta sera… >>
<< Di certo sfigurerò accanto a te. >>
Scoppio a ridere per l’assurdità
che ha sparato.
<< Ma smettila!!
>>
Lo guardo bene.
E’ vestito con dei jeans
strappati e delle scarpe nere. Sopra indossa una giacca bianca della Slam e il
ciuffo davanti dei capelli è sparato dal gel.
I suoi occhi sono belli come
sempre e mi catturano ogni volta.
<< Togliti la giacca! >>
Si slaccia la cerniera e mi
fa vedere un maglione nero che gli ricade sopra i jeans.
<< Sei un figo da paura… >>
<< Lo so, lo so, vai tranquilla!! >>
<< Giuro che per ogni sguardo tirato da una
ragazza sarà una sberla! >>
Lui mi guarda ridendo.
<< Ma non sarà colpa mia!! >>
<< E di chi è la colpa se sprigioni tutta sta
bellezza?? E poi con chi dovrei prendermela??
>>
Mi avvicino a lui e gli
accarezzo la guancia guardandolo negli occhi. Resto ferma e immobile nella mia
posizione.
Ogni tanto mi piace restare
ferma davanti a lui e perdermi in quel blu più profondo dell’oceano che mi fa
perdere la cognizione della mia mente.
-
-
Non resisto più, non riesco
a tenere a bada la mia voglia di baciarla e così assecondo questo mio
desiderio.
Avvicino le mie labbra alle
sue e l’abbraccio, l’avvinghio, per non farmela scappare.
“E’ mia, è mia, è mia, è
mia…”
Lei si stacca e mi sorride.
I nostri occhi sono così
vicini da confonderli. Anziché due ne vedo uno.
Poi comincia a parlare
sentendo il suo fiato sulle mie labbra.
<< Se non ci muoviamo ci ritroviamo in ritardo
come al solito! >>
<< Tu e le tue manie di rovinare sempre i bei
momenti!! >>
Lei mi guarda male e io le
do un altro bacio. Poi la spingo indietro.
<< Sei ancora qui? Vai a prendere la borsa e la
giacca! >>
Entra dentro casa e dopo
qualche minuto la vedo ritornare con un cappotto nero lungo fino alle ginocchia
e una borsetta anch’essa nera.
Mi prende a braccetto e
scendiamo le scale assieme.
-
-
Arriviamo al suo motorino e
ci salgo sopra aspettando che lui si sieda davanti a me e lo guardo deliziata.
<< Sei proprio bello… >>
Mi sorride, mi bacia a
stampo e si sistema al suo posto. Lui parte e io mi stringo a lui, non tanto
per tenermi, ma per il gusto di abbracciarlo.
-
-
Ci fermiamo a cinque minuti
dalla pizzeria, il posto più vicino dove si possa parcheggiare tranquilli, e
scendo togliendomi il casco e posandolo nel bauletto. Poi mi sporgo verso
Alessia che sorride e mi passa il suo e sistemo anche quello dove ho messo il
primo.
Dopo averlo chiuso, mi
dirigo davanti ad Alessia e la guardo aspettando che lei scenda. Mi fissa e
sempre sorridendo mi parla.
<< La cavalleria è morta… >>
Alzo un sopracciglio
sorpreso per l’affermazione e la guardo storto, poi mi sistemo a lato e le
porgo la mia mano aperta mostrandole il palmo e lei mette delicatamente la sua
sulla mia e scende non staccando i suoi occhi dai miei.
<< Signorina…
>>
<< Grazie.
>>
Arrivata a terra, non stacca
la mano dalla mia, la stringe più forte e ci incamminiamo. Le nostre dita si
intrecciano e io guardo la mano più felice che mai.
-
-
La sua mano mi rassicura da
tutto quello che mi preoccupa come sempre e mi riscalda con un solo tocco il
mio corpo freddo in quest’aria gelida.
Guardo l’orologio. Le nove
meno venti. In ritardo di dieci minuti.
<< Siamo in ritardo, lo sai? >>
Gli faccio io e lui mi
risponde subito in tono d’accusa.
<< Con questo cosa vorresti dire? Che è colpa
mia che ho perso tempo? >>
Lo prendo un po’ in giro.
<< Si. >>
<< Ma l’ho perso bene… >>
Invece di questo ne sono
sicura.
<< Si. >>
Mi limito solo a rispondere
in tal modo.
<< E allora di cosa ti lamenti? >>
<< Di nulla. Era un’osservazione. >>
<< Ah, allora…
>>
Mi guarda preoccupato e
riprende la frase in tono ironico.
<< Siamo in
ritardo! >>
Gli sorrido e rivolgendo lo
sguardo avanti la vediamo. La pizzeria della nostra serata.
Intanto, davanti a noi, vi
sono un gruppetto di ragazze che, tutte vestite per bene e truccate da
alterarle completamente da come sono in realtà, ci stanno venendo incontro.
Le sorpassiamo tutte, ma nel
farlo, una di queste rallenta e si ferma accanto a Robbie.
<< Ciao… >>
Poi guarda me e subito dopo
Robbie, allontanandosi piano da noi.
Robbie non le risponde. Continua
a guardare avanti con un espressione sorridente, ma preoccupata.
Io continuo a fissarlo
arrabbiata e lui sposta lo sguardo verso di me, subito dopo si stacca dalla mia
mano e comincia a correre lasciandomi sola.
Mi metto a urlare e a
seguirlo cercando di raggiungere la sua andatura.
<< Fermo lì!!
>>
Lui mi risponde in tono
scherzoso sempre correndo.
<< Non è stata colpa mia, giuro!! >>
Penso alla promessa di prima
della sberla ad ogni complimento da parte di un’altra ragazza e cerco di
velocizzare la corsa.
<< Vieni qui! Fermati subito!! >>
Continuo a urlargli dietro
mentre lui non si ferma neanche per un secondo.
Lo raggiungo solo dopo
essere arrivata a destinazione con tutti i nostri amici che ci stanno fissando
male.
Sono tutti bellissimi sta
sera, soprattutto Dario e Samuele che di solito sono vestiti controvoglia,
mentre le ragazze non le guardo neanche dato che sono così per tutti i giorni
dell’anno, per tutte le ore e per tutte le evenienze.
Alice e Edoardo non ci sono
ancora, naturalmente. Il nostro ritardo è anticipo per loro.
Dario si interessa al nostro
modo di fare.
<< Robbie… Che stai facendo? >>
Io guardo Robbie e lo noto
con il respiro affannoso. Lui contraccambia il mio sguardo e gli risponde
ridendo, faticando a tenere unito il discorso senza respirare a ogni parola.
<< Sto cercando di scappare da lei. >>
Mi indica e dopo continua a
tenere lo sguardo fisso su di me. Io gli rispondo a tono del suo sorriso.
<< Che tanto non riuscirai a scapparmi a vita! >>
<< Potresti dimenticartelo… Meglio starti
lontano per un po’!! >>
<< Non ci resisti… >>
“Almeno spero!”
<< Mettimi alla prova!! >>
Lo guardo con occhi di
sfida.
<< Ma cosa è successo?? >>
Dario si intromette nel
mentre che i nostri sguardi di sfida continuano a restare fermi nella stessa
posizione. E’ come se fosse una sfida anche quella: chi toglie per primo lo
sguardo.
<< Mi vuole picchiare!! >>
Robbie mi accusa, poi Dario
mi guarda e mi rassicura.
<< Tutto normale… Ale, fai bene!! >>
<< Ehy! >>
Robbie lo guarda offeso.
“Ho vinto! Ha distolto lo
sguardo!! Uno a zero per me!!”
Lui rivolta di nuovo il suo
sguardo verso il mio e comincia a correre dentro la pizzeria, tutti si guardano
male riferendosi a Robbie, io mi metto a ridere.
Poi entriamo dentro e io riscaldo
la serata entrando per ultima e urlando.
<< Comunque ciao a tutti!! >>
-
Sono le undici e mezza.
Siamo in spiaggia, tra
l’altro deserta, cercando di vedere in lontananza i nostri fuochi d’artificio.
Lontananza si, ma comunque
la vista è ancora abbastanza bella. Alessia è lontana da me.
Sorrido al pensiero che in
pizzeria siamo stati staccati tutto il tempo anche se nessuno dei due ha potuto
fare a meno di staccare occhio dall’altro.
Ora guarda altrove, davanti
a lei.
Rivolgo anch’io lo sguardo nella
direzione dei suoi occhi e scovo Alice ed Edoardo fare i carini restando
abbracciati e baciandosi di tanto in tanto.
Io mi avvicino ad Alessia.
“Aveva ragione… Non riesco a
resistere!!”
Una sbuffata d’aria gelida
le arriva addosso e la vedo tremare leggermente e stringersi nel cappotto.
Mi metto vicino e l’abbraccio,
ma la sua testa, nel girarsi, sbatte contro la mia.
<< Ahia! >>
Spalanca la bocca
preoccupata e mi prende la testa fra le mani e la porta a lei.
<< Piccolo mio…
>>
Non sento niente, ma per il
gusto di starle accanto e per farla preoccupare per me faccio finta che sia
tale.
Il suo abbraccio è caldo e
questo mi basta.
Poi mi stacco e la bacio e
staccandomi la guardo negli occhi sorridendole.
<< A che cosa stavi pensando? Sembravi assorta
nei tuoi pensieri! >>
Lei contraccambia il mio
sorriso e si gira verso Edoardo ed Alice.
<< Stavo guardando loro due. Sono così teneri
insieme! >>
Mi giro anch’io in quella
direzione, ma subito dopo i miei occhi si rifiutano di guardare anche solo per
un secondo qualcosa che non è lei.
<< Non credi che toccherebbe anche un po’ a noi?
A fare i teneri intendo… >>
Mi guarda dolcemente e non
vedo l’ora che finisca la frase.
<< Penso che è la prima cosa giusta che dici sta
sera!! >>
Le prendo il viso tra le
mani e le posiziono i capelli dietro le orecchie. Lei si avvicina a me e
posiziona le sue labbra sulle mie dandomi quel calore che cercavo.
Improvvisamente non sento
più freddo.
E’ come essere in una calda
giornata d’agosto quando di caldo potresti averne abbastanza, ma mai vorresti
che quel sole sparisse dietro le nuvole per privarti di quel caldo.
Si stacca all’improvviso e
mi tira una sberla.
Io la guardo stupito e mi
poggio una mano sulla guancia.
<< Ma sei impazzita? >>
Lei mi risponde fingendo di
essere arrabbiata.
<< Te la dovevo!! >>
Io la guardo male, poi
rifletto sulla ragazza di prima e la butto a terra sdraiandola sulla sabbia e
le salgo sopra.
<< Questa me la paghi!! >>
Le rispondo io e cerco di
bloccarla in tutti i modi possibili.
Le tengo le mani, poi le
blocco le gambe con le mie e mi avvicino al suo viso guardandola negli occhi e
lei mi urla addosso.
<< Ma questa è slealtà!! >>
Mi metto a ridere e poi la
fisso negli occhi rispondendole.
<< Ma io sono sleale. >>
Premo le mie labbra sulle
sue.
Cerca di liberarsi
dimenandosi, ma subito dopo la sento cedere al momento. Così, quel mio premere
si trasforma in bacio e le mie mani lasciano andar
le sue che subito mi
stringe la schiena come per tenersi per la paura di cadere.
Più forte che mai.
-
-
Il primo colpo di fuoco d’artificio
sovrasta ogni rumore.
<< Stanno iniziando!! >>
Urla Dario.
Robbie si alza da me e si
sistema seduto.
Io rimango perplessa per la
sua velocità e mi sistemo anch’io al mio posto, naturalmente quello vicino a
lui, tanto vicino da toccare con la mia spalla la sua.
Mi sistema un braccio
attorno alle mie spalle, poi volge il viso verso il mio e mi da un lunghissimo
bacio sulla guancia.
Io incomincio a parlare dopo
che lui si stacca da essa.
<< Fra pochissimo saremo nel duemilasette. >>
<< Non vedo l’ora… >>
Lo guardo per la sua voce
decisa nel dire quella affermazione, poi gli rivolgo ancora la parola.
<< Perché?
>>
Un altro avviso colpisce il
cielo, ma niente di me mi fa girare gli occhi in quella direzione. Sono troppo
presi da lui e i suoi fanno lo stesso.
Lui mi guarda serio e io mi
incanto nella profondità di quegli occhi che in questo momento mi stanno
facendo naufragare.
Dovrei essere abituata, ma i
suoi occhi assumono ogni volta varie espressione e ogni volta queste mi fanno
traballare.
<< Perché sarà un anno significativo per me.
Sarà il primo in cui io sarò diverso e poi… Poi starò con te, questo non
basta?? >>
Io gli sorrido.
<< Basta e avanza anche per me… >>
Lo bacio piena di un’emozione
che solo io posso spiegare, il problema è che non so con quali parole. So solo
che il mio corpo sta tremando e non di certo per il freddo.
Ha ragione.
“Robbie, quest’anno sarà
tutto con te… Devi promettermelo. Altrimenti quello che mi hai detto non sarà
valido!”
<< Con te tutto l’anno, miraccomando!! >>
Lui mi sorride.
<< Ma anche di più! >>
Anch’io rispondo a quel sorriso
e la trombetta significante il nuovo anno comincia a suonare.
Siamo nel duemilasette.
Siamo nell’anno famoso a cui
abbiamo dedicato la nostra conversazione di prima.
Siamo nell’anno più bello
del mondo.
E sono nell’anno nuovo
davanti a te.
Lo guardo intensamente e
intanto urlo agli altri non staccando gli occhi da lui.
<< Auguri a tutti!! >>
Tutti ricambiano, ma le mie
orecchie non ci fanno caso e inoltre a loro, anche ai fuochi che hanno cominciato
a riempire il cielo.
-
-
Sto continuando ad ammirarla
senza dire niente. Lei fa lo stesso.
Il nostro sguardo è intenso.
Il rumore dei fuochi è
assordante, ma sono troppo preso da quello sguardo.
Poi mi decido.
<< Auguri piccola mia. Buon duemilasette. >>
<< Auguri amore.
>>
Ci baciamo con un bacio
forte quanto un bacio dato il primo giorno dell’anno per augurarsi di darsene
altri diecimila al giorno per altri trecentosessantaquattro.
Lei mi accarezza la guancia,
io la stringo forte a me e lei incrocia le sue braccia dietro il mio collo e le
mie si posizionano dietro la sua schiena.
Poi lei si mette a ridere
come sempre, mostrandomi quella gioia che mi fa brillare gli occhi.
Guarda il cielo e mi parla.
<< Ci stiamo perdendo tutti i fuochi d’artificio!
Saranno spettacolari. >>
Il loro rumore risuona nella
notte e il suo viso continua ad essere alzato verso essi notando quanto saranno
belli, non spettacolari.
Spettacolare è un aggettivo
che solo alla mia ragazza può essere attribuito.
I loro colori ravvivano quel
cielo nero monotono e senza stelle.
Si gira verso di me e sta
volta sono io a parlarle.
<< Non saranno di certo alla tua altezza! Tu sei
spettacolare! Preferisco guardare te che loro.
>>
Lei sorride con quel sorriso
imbarazzato significativo di aver accettato i complimenti.
<< Ma me puoi vedere sempre, loro no! >>
<< Non mi perdo niente. >>
Rispondo a tono fino ad
azzittirla.
Continuo a sfidare i suoi occhi
senza dare spazio a quei colori vivaci che sovrastano le nostre teste.
Lei proferisce
un’affermazione che da quel tocco in più per farmi sentire questa sera il
ragazzo più fortunato del mondo.
<< E’ il capodanno più bello della mia vita. >>
Io la bacio e non la lascio
più andare via dalle mie labbra.
Solo una frase pronuncio
prima di abbandonarmi ai sensi.
<< E non sarà l’ultimo… >>
Poi la mia lingua ha preso
il comando è non c’è più spazio per nient’altro.
E’ come se le mie orecchie
fossero sature di ascoltare quei botti tutti uguali che se non ci fossero i
colori si trasformerebbero tutti da spettacolari, come li definisce Alessia, a
orribili, perciò le mie orecchie non fanno fatica ad escluderli.
Adesso essere felice è come
dire di essere triste.
Io non sono felice. Sono
qualcosa senza nome perché nessuno ancora ha provato la mia stessa bellissima
emozione e perciò nessuno a potuto battezzarla.
“Ale, sei speciale… Fai
addirittura scoprire nuove emozioni?? Unica…”
“Che questa mezzanotte, che queste
notte sia eterna, perchè sarà la notte che continuerò a sognare per tutta la
mia vita.”
-
Le faccio salire le scale
davanti a me mentre che io la raggiungo.
Arriviamo a destinazione.
Lei si gira verso di me
guardandomi e io apro la porta facendole segno di entrare prima lei pensando al
riferimento di prima.
“La cavalleria è morta…”
“Non avevo detto di farti
sognare??”
-
-
Entriamo in casa e un
languorino mi sopraggiunge.
Ho fame. E non solo di lui.
<< Uno spuntino di mezzanotte? >>
Gli chiedo io, poi guarda l’orologio
e mi guarda storto.
<< Le mezzanotte sono passate da un po’… >>
Guardo anch’io l’orologio.
Le tre.
La nostra chiaccherata in
spiaggia tra amici è durata più del previsto. Tra alcolici e stronzate abbiamo
riso più del dovuto, tant’è che il tempo è volato troppo in fretta.
Penso al fatto che Robbie
non ha toccato una goccia d’alcol perchè doveva riportare me a casa e mi viene
tenerezza...
Poi riprendo il mio discorso
sorridendo.
<< Lo preferisci chiamare spuntino delle tre?? >>
Mi guarda stranito, poi si
avvicina a me e mi poggia le mani sui fianchi.
<< E cosa vorresti mangiare? >>
<< Mmm… Non so. Che hai? >>
<< Difficile… Vado a vedere. >>
Si allontana da me e quasi
mi pento per questa scelta.
Faccio uno squillo a mia
madre con la speranza che lo senta e di essere richiamata.
Dopo due secondi comincia a
squillare.
<< Mami, sono a casa!! >>
<< Era ora!!
>>
La sento riflettere.
Poi riprende a parlare.
<< I suoi genitori non ci sono? >>
<< Stanno dormendo. >>
Tento di essere più
tranquilla possibile, cercando di mostrarle la bugia come fosse verità.
<< Già?? >>
<< Eh si, è finita presto la loro serata. >>
<< Mmm… Non sento rumori, non sento voci, ti
sento calma… Si, posso crederci, sei a casa.
>>
Punto sull’argomento della
fiducia come se fossi la persona più sincera del mondo.
<< Non bastava che te lo dicessi io?? >>
<< Sempre meglio essere sicuri. >>
<< Uffi… >>
<< Buona notte Ale, fai la brava. >>
<< Ok, notte mami! >>
Chiudo la chiamata e noto
Robbie che è lì a guardarmi dalla porta della cucina.
<< Ci ha creduto? >>
<< Ti pare che se non ci avesse creduto l’avrei
salutata con un “Ok, notte mami!”? >>
<< Tutto può essere!! >>
Lo guardo storto.
<< Non proprio tutto… >>
Lui mi sorride e mi viene
incontro, ma un particolare mi salta all’occhio.
<< Alt!! Dov’è il cibo?? >>
Lui si blocca, si guarda le
mani completamente vuote e mi guarda dispiaciuto.
<< Non ho niente… >>
Lo guardo accusandolo.
<< Come sarebbe a dire non hai niente?? Non sei
capace a cercare!! >>
Lui mi fa segno di no con la
testa e io lo guardo male scherzando.
<< Ed ora?
>>
Lui ritorna a camminare
verso di me e mi abbraccia, io gli poggio
la testa sulla spalla e gli parlo all’orecchio.
<< Io ho ancora fame… >>
Mi lamento, lui si stacca un
attimo dall’abbraccio e mi guarda negli occhi.
<< Sai che sei noiosa? >>
Io sorrido e mi avvicino
ancora al suo orecchio cercando di essere più provocante possibile.
<< Ho fame di te. >>
Lui risponde al mio sorriso
e mi guarda maliziosamente.
<< Potevi dirlo prima. >>
Mi prende dalla pancia poggiandomi
sulla sua spalla e tenendomi con una mano mi porta in camera sua.
Mi metto a ridere e poggio i
gomiti sulla sua schiena e sopra le mie mani il mio viso.
<< Un modo più gentile no? >>
Gli chiedo, lo sento
sorridere e mi risponde.
<< Ma io non sono gentile, sono sleale, sono
antipatico e sono un uomo. >>
<< Ti amo per tutto ciò. >>
-
-
La porto su quel letto che
altrimenti non avrebbe significato senza di lei, non avrebbe importanza, e
trovando il pavimento pieno di vestiti buttati a terra, il ricordo di ottobre
si fa più vivo.
E da ricordo diventa
presente.
Sento di nuovo la sua pelle,
il suo respiro, il suo calore… La sento di nuovo mia.
E non esiste momento
migliore se non quando io e lei diventiamo una cosa sola.
-
-
E’ mezzogiorno passato.
Mi ritrovo coricata sul
letto a guardare Robbie dormire pensando a quanto è bello e a quanto è mio.
Non resisto più e le mie
labbra comandano al posto mio.
Si poggiano sulle sue per
poi staccarsi lentamente e a fissare i suoi occhi fino a che non si aprono
anche quelli.
<< Buongiorno.
>>
Gli sussurro quasi e la sua
espressione addormentata si trasforma in sorriso.
<< Buongiorno anche a te. >>
Poggia di nuovo le sue
labbra sulle mie e io mi allontano lentamente da lui e mi ricorico, sempre
guardandolo.
Lui ricambia lo sguardo, poi
si alza di scatto e si sistema seduto guardandomi.
Io mi spavento.
<< Cavoli Ale!!
>>
<< Che c’è??
>>
Gli chiedo preoccupata, poi
riprende a parlare sorridendo.
<< Non ci siamo svegliati in tempo!! Non ho visto
come sei all’alba! >>
Io lo guardo storto.
<< Ma perché, non lo sai già? >>
<< Si, ma volevo avere una prova!! >>
<< Mi hai fatto spaventare!! >>
Rido anch’io e lui riprende
a parlare.
<< Devi passare un’altra notte da me. >>
<< Non sarà una cosa difficile. >>
Dopo avergli risposto
questo, lui si avvicina a me e mi si corica a fianco. Mi mette una mano sulla
spalla e i suoi occhi mi incatenano come il canto di una sirena fa con un
essere umano.
Poi riprende a parlare.
<< Sai che dicono che quello che fai a capodanno
lo fai tutto l’anno?? >>
Ci gioco su, maliziosamente.
<< L’ho sentito dire… >>
Lui sorride.
<< E la cosa non ti dispiace? >>
<< Neanche un po’. >>
Mi sistemo seduta e lo
guardo.
<< Cavalleria?
>>
<< Si? >>
Si alza anche lui e si
lascia comandare a bacchetta.
<< Brioshe e caffelatte? Quanto devo aspettare??
E lo voglio a letto! >>
Lui ride.
<< Corro!!
>>
Lo vedo allontanarsi e
sorrido. Quest’ultimo si trasforma in una risata.
Una risata di felicità.
-
-
Vado pensando che il vassoio
che le porterò sarà perfetto in ogni dettaglio e sarà pieno d’amore, come
quello che provo per lei.
E vado, pensando che quando
ritornerò sarà una gioia riincontrarla come se le fossi stato staccato anni.
E il piacere, sono sicuro,
ritornerà a trovarci come ha fatto ieri sera.
Ti amo, un anno intero con
te. E per sempre…
A
parer mio, uno dei capitoli migliori… Mi dispiace solo non poter commentare più
di tanto perché devo proprio chiudere, ma mi sembrava giusto pubblicare dato
che ho i miei dubbi che questo ponte riesca a postare!! Spero vi piaccia e
prometto che la prossima volta rispondere a tutte le recensioni, comprese
quello del capitolo scorso! Spero che saranno tantissime!!!! XDXD
Grazie
Un
bacione
Somoody
|
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Capitolo 21 *** Quella stella ***
CAPITOLO 21
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Tredici
febbraio.
Sono
passate in fretta le nostre adorate feste natalizie che ci distraggono sempre
dai giorni di scuola molto velocemente, ma questi giorni sono stati
irripetibili.
Sono
le nove del mattino.
Sono
a casa di Alessia seduto per terra mentre la guardo dormire tranquillamente sul
suo letto. Bella come sempre.
Oggi
è il suo compleanno e il giorno stesso alle mezzanotte e uno l’ho chiamata per
farle gli auguri. Era felicissima di riceverli e la sua voce assonnata mi ha
ricordato che è sempre più grande la mia voglia di vederla un altro giorno.
Quando mi ha ringraziato mi è venuto da sorridere.
Non
c’è bisogno che mi dica grazie! L’ho fatto con tutta la mia voglia possibile ed
immaginabile. Io la amo.
Guardarla
dormire adesso mi incanta, mi rende instabile. Vorrei restare così per delle
ore. Le sue labbra innocenti che non parlano, i suoi occhi chiusi che non
guardano, non vedono lo scemo del villaggio con una fortuna immensa, che leggi
solo nei libri. I suoi lineamenti rilassati ai suoi sogni… Sperando che i suoi
sogni parlino di me, del suo principe azzurro che la farà volare, che le aprirà
le ali… Il suo angelo custode, il suo amore. Spero che sogni questo così almeno
potremmo condividere i sogni dato che sarebbero uguali.
La
vedo aprire gli occhi e girarsi di lato, ancora più lontana da me. E continua a
girarsi e rigirarsi tra le sue lenzuola morbide, avvolta da un piumone caldo.
Si
siede sul letto e si stira, quando i suoi occhi incontrano i miei. Quando i
miei si ritrovano nei suoi.
Dopo
che si rende conto, quasi si spaventa e io sorrido.
<< Sei bella anche mentre dormi, ma questo
l’avevo già notato… >>
La
vedo strizzare gli occhi, probabilmente per mettere a fuoco. Così si sporge sul
suo comodino e prende i suoi occhiali posizionandoli nella giusta posizione
sopra il naso e squadrandomi da capo a piedi.
-
-
Non
c’è niente di diverso, bello come al solito, tranne per una cosa. Oggi ha la
camicia. Una camicia bianca chiusa solamente per la metà inferiore sopra dei
jeans con il colletto rialzato e la piegatura sulle braccia per essere nelle
sue solite maniche corte. Nei capelli invece è normalissimo, non se li è
toccati con nessun gel, bello naturale.
<< E’ vero!! E’ la prima volta che ti vedo con
un paio di occhiali addosso!! >>
Mi
giro dall’altra parte e gli mostro il palmo della mano per dire “Alt!”
<< Per favore, non commentare!! >>
<< Perchè? Dai!!
>>
<< No, no! Sono bruttissima con gli occhiali
quindi per favore non ritirare ogni aspettative su di me!! >>
<< Ma sei tutta fuori?? Tu non sei brutta
neanche se volessi farla!! Come fai? Sei bellissima! E poi gli occhiali ti
danno quell’aria da intellettuale… >>
Mi
blocco un attimo e lo guardo tenendomi le gambe.
<< Beh… Magari senza quell’aria da rincoglionita
saresti ancora più intellettuale!! >>
Mi
metto a ridere.
<< Scemo. Piuttosto… Che bello che sei oggi!! >>
Corruccia
le labbra e fa l’offeso.
<< Ma io pensavo di essere bello sempre!! >>
<< Certo che lo sei!! Ma oggi come mai siamo
così eleganti? >>
Fa
una pausa e poi mi guarda sorridendo.
<< È o non è un evento specialissimo? Compie o
no sedici anni la mia bellissima ragazza?
>>
Poi
si alza da per terra e viene da me, sedendosi vicino.
Io
lo guardo sorridendo e lo bacio, poi sento un profumo nell’aria così vicino a
me, che mi lascia andare.
<< Ti sei profumato oggi? >>
<< Non è una novità!! >>
<< Lo so, ma oggi si sente di più!! >>
Sorride,
mi prende il mento con la mano, leggermente, e mi bacia.
Poi
riprendo a parlare nel mentre che lui tiene sempre il mio mento delicatamente
con le sue dita.
<< Da quanto eri qui a spiarmi? >>
<< Mmm… Non saprei dirtelo. Sei un buon metodo
per ingannare il tempo!! Dai alzati, così andiamo!! >>
<< Ma che ore sono? >>
<< Le undici!
>>
-
-
Si
alza dal letto e si dirige verso la sua stanza degli armadi accompagnata dai
suoi pantaloni lunghi e rosa e dalla sua canotta gialla e rosa.
Si
stiracchia un’ultima volta ed esce dalla mia visuale.
<< E se la mettessi anch’io la camicia? >>
<< Si dai!! Così siamo uguali!! >>
Lei
si affaccia e mi guarda male, io le sorrido e lei si rassicura.
<< Ok. >>
Esce
dopo poco accompagnata solo da un intimo nero.
<< Ma almeno potevi vestirti davanti a me!! >>
<< Tu ti sei vestito davanti a me?? >>
<< Se vuoi mi spoglio e mi rivesto!! >>
Lei
ride e mi guarda e io non faccio a meno di ricambiargli questo sguardo.
Poi
la vedo fare uno scatto e saltarmi addosso con così tanta forza da sbattermi
sul letto e lei resta seduta su di me a guardarmi e sorridermi. Poi scende con
le spalle e la testa e mi bacia.
Vengo
preso di sorpresa, ma quando poi mi riprendo allora vengo tirato anch’io in
quel gioco.
-
-
Coricata
su di lui, gioco a fargli rincorrere le mie labbra che tentano di scappare da
quella bocca, ma quando mi raggiunge non riesco a fare a meno di mordergli dolcemente
il suo labbro inferiore. Lui morde me e a forza di morsi e baci passano altri
minuti dove lui incomincia a toccare la mia pancia e scende lungo i fianchi e
si dirige al culo. Io mi metto a ridere e lui con me. Poi si butta sulle mie
mutande, ma io mi ritraggo.
<< Ma che fai?
>>
<< Non si vede?
>>
<< Ma c’è mia madre che gira!! >>
<< Si, ma allora lo fai apposta!! Mi fai venire
la voglia e poi non me la togli? >>
Cerco
di provocarlo, capendo che anche la mia di voglia è grande.
<< Beh, almeno si maggiora e diventa più bella
togliertela quando è al massimo, no? >>
<< Si, ma così non resisto… >>
Sorrido
e lo guardo provocante.
<< E dai… Tanto non scappo!! >>
<< Ma questo lo so!! Oramai sei mia!! Non puoi
più lasciarmi, per nulla al mondo!! >>
Lo
provoco per divertirmi.
<< Per nulla al mondo? >>
<< Certo, se mi tradisci… >>
Lo
guardo quasi scioccata.
<< Perchè dovrei tradirti? Come puoi pensare una
cosa del genere? >>
<< Era un’ipotesi!! >>
Mi
abbraccia e mi bacia, appassionatamente. Come sa fare lui. Perchè lui, con ogni
argomento che si fa, con ogni momento che sta passando, con ogni brutto voto,
con ogni brutta situazione… Lui, con un semplice bacio, è capace a farmi
dimenticare di tutto, lui e la sua meravigliosa lingua che in questo momento si
muove a tempo con la mia.
“Ma
Robbie… Io come potrei tradirti?”
<< Dai, ora preparati, che andiamo! >>
Così
detto, io mi alzo e mi dirigo in bagno portando dietro i miei vestiti
prepararti per il giorno, salutando tutti e portandomi dietro il cassettino dei
trucchi.
-
-
Ci
starà una vita, ma sono sicuro che ne farà valer la pena.
Certo
che il mio commento è di parte. Per me era bellissima anche con il pigiama e
gli occhiali sul viso. Ma comunque sia non credo sia di parte il mio commento.
Alessia è davvero una bellissima ragazza e solo ora riesco a capire il perchè
quando ancora ci “odiavamo” in realtà ero solamente attratto da lei come
nessun’altra era riuscita a fare. E forse questa cosa mi spaventava. Non lo so,
sono cose che secondo me non si riusciranno mai a capire, però una cosa è del
tutto certa. Menomale che la mia attrazione per lei si è trasformata in amore.
Non me ne pento neanche un po’.
Mi
alzo dal letto e scendo al piano di sotto, ma subito dopo aver percorso gli
ultimi scalini, Alessia entra in camera e mi viene incontro, abbracciandomi
forte.
Il
suo odore mi entra in circolo come fosse droga.
<< Mmm… Adesso sei tu che profumi!! >>
<< Già e più di te!! >>
<< Impossibile…
>>
Mi
da un bacio sulle labbra.
<< Andiamo.
>>
Si
gira, ma io le prendo la mano e la rivolto verso di me.
<< Devo testare se è veramente il tuo più buono
di profumo!! >>
La
bacio sul collo e intanto respiro il suo profumo buonissimo che si mescola a
perfezione con la sua bellissima pelle.
Sento
una voce che ci interrompe.
<<
Allora, ma non dovete andare? >>
Alessia
si stacca subito.
<< Te l’ho detto che non era il caso Robbie. >>
<< Ok, hai vinto. Dopotutto hai un’abilità
innata per rovinare i bei momenti!! Andiamo!
>>
Alessia
si gira verso sua madre e le sorride.
Va
verso il bagno per mettersi le scarpe, prende la sua borsa mettendoci dentro
tutto quello che le serve e andiamo.
La
porto sul motorino fino all’autostazione degli autobus e ne prendiamo uno per
Bordighera, tanto per cambiare un po’ luogo.
Guardo
fuori dal finestrino
“Cavolo…
Ma Ale non ha visto la borsa con il regalo!! E’ proprio fuori!!”
<< Allora?
>>
Alessia
mi interrompe nel mio silenzio.
<< Che allora?
>>
<< Beh, non vorrei fartelo notare, ma il mio
regalo? >>
Mi
sorride tranquilla, cercando di farmi capire che lo dice così tanto per dire,
ma io so che in realtà non vede l’ora si trovarselo davanti.
<< Il tuo regalo... Il tuo regalo, eh? Mmmm… >>
<< Dai!! >>
<< Avevo intenzione di comprarti un po’ di cose
da Annamode dato che a volte di lamenti di non avere neanche una cosa firmata… >>
<< Cosa?? Robbie… >>
La
interrompo prima che ne possa fare una questione di soldi.
<< Su, senza tanti complimenti!! >>
<< E cosa avevi intenzione di comprarmi? >>
<< Beh… L’ho lasciato a casa tua il pacco e tu
sei così tonta da non averlo visto!! >>
Il
suo viso assume un’espressione dispiaciuta.
<< Davvero?? No… E dove l’hai messo? >>
<< Sulla tua scrivania. >>
<< Cavoli… E perchè non mi hai avvisato? >>
<< Perchè volevo che te ne accorgessi tu, ma a
quanto pare eri talmente presa da me che non ti ho proprio fatto guardare in
giro!! >>
Mi
guarda storto.
<< Modesto…
>>
Ridiamo
insieme.
“E
sinceramente, se vuoi sapere la verità, anch’io ero tanto preso da te che me ne
sono dimenticato!!”
Arriviamo
alla fermata desiderata e scendiamo dirigendoci verso le vie principale strapiene
di bancarelle per San Valentino, che, ripensandoci, sarà domani e io non le ho
ancora preso niente.
Alessia
sembra non fermarsi più e più la vedo aprire il portafoglio, più vedo le mani
piene di borse, che naturalmente la maggior parte di queste devo portare io.
Camminiamo
tra la gente scherzando e dandoci ogni tanto qualche bacio, quando, mentre lei
gira lo sguardo, quest’ultimo lo vedo spegnersi e mi volto anch’io nella sua
direzione.
-
-
Noto
Mirko dritto davanti a me, con il braccio attorno ad una tipa dai capelli e
dagli occhi neri, con una giacca corta bianca e dei jeans larghi scuri.
Tra
una risata e l’altra mi vede anche lui e il suo sorriso si spegne, come il mio.
I nostri occhi si incontrano, ma non ci trovo niente di speciale in quelle
palle senza profondità, poco sincere.
Robbie
mi prende la mano e me la scrolla.
<< Ale, non è nessuno… >>
“Non
è nessuno? Non è nessuno? Lui è lo stronzo che ha tolto a Robbie la prerogativa
di darmi il primo bacio!! Lui è lo stronzo che ha giocato con i miei
sentimenti, lui è l’unico ragazzo per cui io sia stata male, lui… Lui non è
nessuno??”
Ci
avviciniamo sempre di più e lui riprende quella sua solita espressione da
chissà chi, dal solito orgoglioso ragazzo del cazzo.
Poi,
allora, mi ricordo quella sua espressione quando è venuto a Sanremo e ritorna
la mia stessa grinta dell’altra volta, con la stessa musa che però adesso mi
sta accanto e mi tiene la mano.
Apro
la bocca per rivolgergli quella parola che quando l’ho conosciuto non ne voleva
sapere di uscire e che adesso è così facile.
<< Guarda chi si rivede… >>
<< Ciao Ale… Ma guarda con chi sei!! Ma non era
tuo amico? >>
Lo
guardo deliziata e mi volto di nuovo verso Mirko.
<< Perchè hai qualcosa in contrario? E lei?
Ciao, come ti chiami? >>
Questa
ragazza guarda Mirko e poi si rivolge a me.
<< Federica.
>>
<< Oh, Federica!! Me la ricordo!! >>
<< Che cazzo vuoi? >>
Mirko
si imbestialisce e io mi diverto a rovinarlo così, su due piedi, con gusto e
con divertimento.
<< Fede, da quanto è che state insieme? >>
<< Non sono cazzi tuoi!! >>
Mirko
si avvicina, ma Robbie si mette in mezzo e lo ferma con le mani rivolgendogli
la parola divertito, capendo anche lui quello che voglio fare.
<< Stanno parlando loro due!! >>
Federica
riprende a parlare.
<< Da febbraio… Perchè? >>
<< Ma… Senza mai esservi lasciati in mezzo,
niente? >>
<< Fede, non rispondere, ti prego!! >>
Mirko
si intromette inutilmente e io lo azzittisco.
<< No, Mirko… Lei mi risponde perchè penso che
voglia sapere la verità, giusto? >>
Mirko
si libera, le prende la mano e la gira.
<< Vieni, andiamo via! >>
A
questo punto decido di andare diretta senza tanti giri di parole.
<< Ma Mirko, allora non gliel’hai detto che
quest’estate volevi metterti insieme a me? Non gliel’hai detto dei nostri baci?
Eh? >>
Federica
si blocca di colpo e si gira verso di lui.
<< Cosa sta dicendo? >>
<< Niente, cazzate, è una bugiarda! >>
<< No, Mirko, dimmi la verità!! >>
Cerco
di convincerla ancora di più.
<< E’ un bastardo, non starlo a sentire!! Ha
giocato con i miei sentimenti come se non gliene fregasse niente, non mi spiego
come la vostra storia possa durare così a lungo… >>
Mirko
mi urla contro.
<< Perchè menti?! >>
<< Mirko… Senti, non prendi in giro nessuno!! I
tuoi occhi dicono tutto. Ora ti saluto e buon proseguimento, stronzo!! >>
<< Troia…
>>
-
-
Io
mi scaldo solo a sentire la parola troia, mi avvicino e lo prendo dalla giacca.
<< Che cazzo hai detto? A chi hai detto troia? >>
<< Ma tu i cazzi tuoi non te li fai mai? >>
Io
lo stringo ancora di più vicino a me, da parlargli tanto vicino da sentire il
suo respiro.
<< Senti cazzone. O chiedi immediatamente scusa
ad Ale, oppure ti ritrovi con una mascella staccata. A te la scelta!! >>
Lui
mi guarda fisso negli occhi, ci sfidiamo. Dopo pochi secondi lo sento deglutire
e capisce subito con chi ha a che fare.
<< Ok, ok. Scusa Ale. >>
Lo
spingo via e lui per poco non cade all’indietro.
<< Sarà meglio! Vedo che a volte sai anche usare
il cervello! >>
<< Vaffanculo, va… Stronzo… >>
Mi
metto a ridere e lo guardo dall’alto in basso.
<< A me non fai niente, l’importante è che non
insulti la mia ragazza. >>
<< Beh, ora vi lasciamo. Non ne abbiamo più
voglia di starcene qua. >>
Ci
allontaniamo e nel mentre ci giriamo indietro.
C’è
Federica che gli sta urlando contro e si vede una sberla volare sul viso di
Mirko.
Io
sorrido gustandomi la scena.
Poi,
però, mi vengono in mente quei giorni. In quei due ragazzi che bisticciano
scambio Federica per Alessia e mi ritornano a galla i ricordi di quando lei
avrebbe dovuto stare con Mirko. Brutti ricordi, incancellabili solo al pensiero
che lui possa aver baciato e intrecciato la sua lingua schifosa con quella di
Alessia.
Con
la coda dell’occhio noto Alessia sorridermi, ma non riesco a girarmi verso di
lei. In questo momento il viso di lui unito a quello di Alessia è troppo forte
e la rabbia non è da meno. Dopotutto un dubbio mi sorge spontaneo.
“Se
non gliene importasse più niente la cosa sarebbe risultata indifferente, no?
Perché ostinarsi a volergli rovinare la vita? Dovrebbe fargli pena e andare
avanti facendo finta di niente. Che ti importi ancora qualcosa di lui, Ale?”
Non
so cosa mi trattenga dal non tornare indietro a spaccargli la faccia.
<< Ehy, che hai?
>>
La
guardo e sorrido.
“E’
lei quella che mi trattiene…”
Però,
non riesco, per quanto mi sforzi, a tenere a lungo questo sorriso a cui neanche
un bambino potrebbe cascare.
<< Scusa, è che… Parlandogli di quelle cose mi
hai fatto passare in mente l’immagine di lui che ti bacia, che tocca quelle tue
labbra che io ero sicuro fossero solamente mie…
>>
Mi
interrompe in tono deciso.
<< Robbie smettila, non devi pensarla così!!
Sono solo tue!! Lui è stato un ex!! E neanche più di tanto… Solo un ragazzo con
cui ho beciato e basta!! E’ normale, anche tu hai avuto un sacco di storielle
prima di me, anzi, addirittura non hai fatto per la prima volta sesso con me,
io cosa dovrei dire? Sono solo tua io adesso… Non farei baciare per niente al
mondo le mie labbra se non dalle tue! Mi sono solo vendicata!! >>
<<
Si, hai ragione… >>
La
bacio, eppure non riesco a convincermi di quello che dico a lei. Voglio andare
via da quel posto, magari riesco di nuovo a tornare a sorridere.
<< Sono le sei e un quarto, ritorniamo a casa? >>
<< Da quando stai a guardare gli orari? >>
<< Beh, se vuoi rimanere rimaniamo, l’ho detto solo
perchè vuoi sempre tornare a casa. >>
Alessia
ritorna seria.
<< No, ok… Era per dire… >>
Ci
dirigiamo alla fermata dell’autobus aspettando il suo arrivo per dirigerci a
Sanremo, poi lei mi parla interrompendo il silenzio che è caduto fra di noi.
<< Senti, non si può stare così per una cosa
passata!! >>
Mi
sento attaccato e così mi sclado.
<< Oh, non è colpa mia, non ne posso niente se
non riesco a sorridere!! >>
<< Sei esagerato. >>
<< Esagerato? Si, sarò esagerato, ma almeno vuol
dire che mi può far stare male il fatto che qualcun altro ti possa baciare che
non sia io!! >>
A
questo punto alza la voce anche lei.
<< Ti ringrazio di questo, ma non mi puoi far
sentire in colpa per una cosa che c’è stata prima di te! >>
<< Hai ragione, te l’ho già detto, e
probabilmente fra poco ritornerà uguale, ora fammi passare il momento!! >>
Lei
non mi risponde, neanche con un accenno, si gira solo dall’altra parte non
parlando.
“Scusa
Ale… Non ci riesco…”
Quel
pensiero di Alessia interessata ancora a Mirko non mi vuole lasciare andare.
-
-
Arriva
il pullman e saliamo. Questo è pieno e dobbiamo stare in piedi tra la folla,
più di metà occupato di tutte quelle borsone che i marocchini si portano sopra.
Arrivati
a Sanremo, dopo un viaggio durato venti minuti di assoluto silenzio contrastato
da mille sguardi lanciati l’uno all’altra, qualcosa cambia.
<< Ale… >>
<< Dimmi!
>>
Io
lo guardo con un barlume di speranza, pensando che fra pochi secondi sentirò un
“mi dispiace” e ritornerà tutto come prima. Lui abbassa gli occhi.
<< Perché hai fatto quello che hai fatto? >>
Io
non comprendo la domanda.
<< Non ho capito… Vuoi dire perché sono andata
con Mirko? >>
<< No, cioè… Si, incominciamo da lì. >>
Lo
guardo male non capendo che cosa vuole sentirsi dire.
<< Beh… >>
Scendiamo
dall’autobus e ci dirigiamo verso una panchina per poterci sedere e ricominciare
a parlare.
Io
riprendo.
<< Stavamo dicendo? >>
<< Perché hai fatto quello che hai fatto. >>
<< Ma naturale! Perché mi piaceva!! >>
Lo
sento rabbrividire.
<< Ma Robbie…
>>
Cerco
di avvicinare la mia mano alla sua, ma lui la scosta.
<< Ci sei stata tanto male quando non vi siete
più sentiti? Quando tu l’hai scaricato? >>
<< Non capisco dove vuoi arrivare Robbie. >>
<< Rispondi alle domande e alla fine ci
arriverai!! >>
Mi
risponde urlando e io mi preoccupo. Lo guardo spaventata.
<< Ma che cos’hai? >>
<< Ci sei stata tanto male?? >>
Mi
urla ancora e io rispondo al suo stesso tono.
<< Certo!! Mi piaceva molto!! Come potevo non starci
male? Non ti puoi arrabbiare per questo, ai tempi ci odiavamo!! >>
Il
suo tono sembra calmarsi.
<< Ma io non ho detto niente a riguardo. >>
<< E allora mi spieghi che cosa significa questo
interrogatorio??>>
Lui
non mi risponde, mi guarda e basta.
“Mi
preoccupi…”
Finalmente
riprende a parlare.
<< Quanto è durato questo tuo stare male? >>
<< Io… Io non lo so! Non mi metto a contare i
giorni!! Non so il giorno preciso, la cosa è andata scemando, non saprei
dirtelo!! >>
<< Più o meno…
>>
<< Ti ho detto che non lo so Robbie! E smettila. >>
Cerco
di essere più decisa che mai, ma lui non crolla, continua con il suo gioco. E’
come se qualcosa lo avesse impossessato.
<< Quando ti sei messa con me? L’avevi già
dimenticato? >>
<< Certamente, ma anche prima!! E grazie a te se
lo vuoi sapere! Ora la vuoi smettere? >>
<< Sei sicura??
>>
Divento
cattiva.
<< Ti sembro ritardata per caso? Sono sempre
sicura quando faccio un’affermazione. >>
<< E ora dimmi…
>>
Lo
interrompo prima che possa fare un’altra delle sue domande.
<< No, Robbie, sono stufa di queste tue domande. >>
Lui
sembra non ascoltarmi.
<< Cosa hai provato a rovinare la giornata a
Mirko? >>
<< Che cosa??
>>
Non
capisco.
“Ma
dove vuoi arrivare? Che cosa stai cercando di farmi dire?”
<< Hai sentito.
>>
<< Perché non arrivi al punto Robbie? Così la
facciamo finita qui. >>
Lui
mi guarda diritta negli occhi.
<< Ne sei sicura? >>
<< Ti ho già detto di non essere ritardata. >>
<< Penso che tu provi ancora qualcosa per Mirko. >>
<< Che cosa???
>>
Lo
guardo sbalordita e piena di sorpresa.
<< A quanto pare lo sembri ritardata. >>
Lo
guardo terribilmente male.
<< Ho chiesto che cosa per cercare di capire che
cosa ti salta in testa!! >>
<< L’hai chiesto tu di arrivare al punto. >>
Rimango
perplessa.
<< Infatti stavo ragionando su che punto stupido
fosse. >>
Resta
un attimo in silenzio, poi mi rivolge lo sguardo. I suoi occhi sono tristi e
tremano.
<< Continui a non rispondere e questo non è di
certo un buon segno. >>
<< Ma che cosa vuoi che ti risponda?? Io non
provo più niente per Mirko, mettitelo nella testa!! >>
Gli
urlo addosso e non importa se la gente si gira e ci guarda. La rabbia mi
acceca.
“Come
può pensare una cosa del genere?”
<< E allora mi spieghi che gusto hai provato a
rovinarlo così?? >>
<< Semplice vendetta!! >>
<< Per chi frega qualcosa esiste. >>
<<
Certo che mi frega, mi ha fatto stare
male!! Ma non provo niente per lui!! Possibile che non mi credi?? >>
Lui
continua ad avere il suo tono irritante.
<< Non so a che cosa credere!! Esiste l’indifferenza
quando non interessa niente! Non sei riuscita a dirmi che gusto ci hai
provato!! Non venirmi a dire vendetta, voglio sapere se dopo che hai fatto ciò
ti sei sentita meglio!! >>
Abbasso
lo sguardo. Lo sto odiando.
<< Si, mi ha fatto stare molto meglio. >>
Lui
mi guarda fisso.
<< Pensavo di essere io la persona stronza della
situazione. >>
<< E allora??
>>
<< Ti ho già detto che esiste l’indifferenza...
Non c’è peggior vendetta. >>
Io
lo guardo con la vista appannata che cerca in tutti i modi di non far uscire le
lacrime e per questo tento di non sbattere le palpebre.
<< Non ci credo.
>>
Mi
alzo e lo guardo seduto su quella panchina.
<< Non ci credo che tu non abbia un minimo di
fiducia in me. >>
Mi
allontano così, lasciandolo seduto nei suoi pensieri stupidi.
“Eppure
Robbie, tu non sei stupido. Ok, la gelosia dovrebbe farmi sentire fiera,
invece, in questo momento, sento i nervi che saltano. Vorrei prenderti a
schiaffi. Quello che mi fa più male, è che tu non hai fiducia in me. Perchè
Robbie non mi credi? Non è una grossa pretesa.”
Le
lacrime cominciano finalmente a scorrere.
“Mi
manchi già…”
-
-
Mi
metto le mani tra i capelli.
“Cosa
ho fatto…”
E’
l’unica frase che riesce a leggere la mia mente. Dovrebbe sentirsi ferita. Non
è normale.
“Perché
devi provare gioia nel rovinargli la vita? Non ne vale la pena!! Una persona fa
in questo modo se vedendolo ci stesse ancora male e allora rovina anche la sua
di vita. Ma tu non stai male per questo Ale. O almeno spero…”
Ora
è altro che la mia mente legge. O meglio, vede. Mirko e Alessia assieme a
letto, le sue labbra affondate in quelle di Alessia, il suo corpo strusciato
sulla sua pelle.
Mi
vengono i brividi. Provo disgusto.
Scrollo
la testa per cercare di cancellare quelle immagini.
E
così è, non ci penso più.
Mi
alzo in piedi e mi metto le mani nelle tasche dei jeans. Comincio a camminare
guardando solo il pavimento e la mia mente comincia a rielaborare pensieri.
“Sono
uno stupido…”
Le
mie mani iniziano a muoversi da sole.
Prendono
il cellulare e cominciano a scrivere parole che predispone la mia mente senza
che le mie dita sappiano quello che fanno.
Scusa, scusa,
scusa, scusa
Scusa, scusa, scusa, scusa.
Mi dispiace, lo giuro. Mi
Dispiace tanto, non volevo
farti stare male. I miei
pensieri molte volte
viaggiano da soli. Io ti
credo. Domani mi farò
perdonare, giuro. Ti amo.
-
-
-
-
Leggo
il messaggio.
Le
lacrime smettono di scendere e un sorriso riappare sul mio viso.
“Non
posso cedere così… Altrimenti ci sarà una prossima volta. Devo fargliela
pesare.”
Decido
di aspettare domani. Sono curiosa di come si farà perdonare.
Perciò
comincio a scrivere la risposta.
Sono rimasta molto delusa
Robbie. Sono arrabbiata
con te. Non so che cosa
dire…
Riposo
il mio cellulare nella tasca e dal corridoio che ero entro in camera mia.
Chiudo
gli occhi fortemente, ma non riesco a provare la stessa emozione scritta nel
messaggio.
Sono
felice. Non so perché. Forse perché non vedo l’ora di vedere come domani Robbie
si farà perdonare.
“Fammene
valere la pena Robbie di questo sorriso…”
-
-
-
-
Rimango
un attimo sorpreso e spaventato allo stesso tempo.
Il
muro di camera mia è piena di fogli colorati pieni di scritte del tipo
“Ale&Robbie”, “Ale+Robbie=love”, “Ale e Robbie coppia perfetta”.
Poi
noto mio fratello sdraiato sul suo letto mentre ammira un foglio con scritto
“Ale…Robbie…4ever…”.
Il
suo sguardo, però, è spentissimo.
<< Ciao… >>
Lo
saluto un po’ perplesso.
<< Ciao Bro.
>>
<< Ma… >>
<< Ti starai chiedendo che diavolo mi è preso!! >>
Mi
guardo ancora un attimo in giro poi rispondo.
<< Si, in effetti. >>
<< Beh, ecco… Vedi… Oggi avevo la febbre, così
la mamma non mi ha fatto uscire. Non sapevo cosa fare e ho deciso di farti una
sorpresa!! >>
“Lui
non è mio fratello… Che cosa gli è preso?? Sono davvero preoccupato.”
Mi
guardo ancora un’altra volta attorno e rimango terrorizzato.
“E’
quasi terrificante…”
<< Ma non riesco a capire il motivo!! >>
<< Vi
invidio molto, ecco perchè… >>
<< Ahh… >>
Resto
ancora sbigottito dalla cosa e lascio mio fratello in camera nostra continuare
a contemplare quel foglio.
“Mio
fratello è troppo strano…”
La
preoccupazione mi sale più di prima. E’ difficile vederlo così triste.
“Che
cosa gli succede??”
Aveva
uno sguardo tutt’altro che normale. Poi, però, il sorriso mi ritorna in viso e
dimentico Eric.
E’
vero. Siamo proprio una coppia perfetta. Non sarà di certo il mio sclero o la
nostra brutta litigata o Mirko a dividerci, non sarà niente di niente a farlo.
“Siamo
una coppia perfetta giusto Ale?? Non esiste nessuno più perfetto di noi. O
meglio. Non esiste nessuna più perfetta di te.”
-
-
-
-
La
mia testa gira un po’ per tutta la stanza, l’ammira in tutta la sua oscurità
della sera, ma l’oscuro mi fa sembrare tutto così tenebroso e invece ho bisogno
di luce, perchè la mia vita che sto vivendo adesso è così. Risplende, come una
stella, una stella bellissima, la più luminosa, quella da invidiare, quella che
esprime i desideri, quella magica, quella perfetta, quella, proprio lei… Una
stupenda stella… E da questo punto di vista non sono convinta che tutte le
stelle muoiano prima o poi, neanche tra un miliardo di anni, potrà finire magari
la storia, ma il mio amore per lui non cambierà mai, nessuno riuscirà a farmi
smettere di amarlo.
“Come
si fa? Sei tu che mi hai fatto scoprire tutto, tutto, senza lasciare niente.
L’amore, la passione, il sesso, i momento magici e romantici, il desiderio di
toccare, il desiderio di baciare, il desiderio di averti, il desiderio, semplicemente
il desiderio. Il desiderio di te… E tu hai esaudito il mio desiderio. Che non
muore mai, mai!!! E’ impossibile, troppo impossibile e non vedo perchè devo
continuare a pensare ad una cosa impossibile, se è impossibile.”
Così
accendo la luce.
Le
pupille si incominciano a restringere e la luce a sparpagliarsi per la stanza,
piccoli pezzi di stanza che finalmente riesco a scorgere e scoprire anche
qualcosa di nuovo. Una borsa di plastica, lì, sulla mia scrivania, bianca,
grossa, con la scritta in nero ‘Annamode’, dalla quale si intravedono due
pacchetti, uno rosso e uno verde. Mi viene da sorridere. “Ah, Robbie, Robbie…”
Mi
alzo da quel divano che mi ha sempre tenuta e mi avvicino alla famosa sacca. Tolgo
i sacchetti e li scarto. In uno scovo una maglietta a maniche lunghe della
Pinko, rosa con disegnata una farfalla viola che fa l’occhiolino e sopra una scritta
sempre viola con scritto ‘I love you’ e sotto Pinko, molto carina, e dall’altro
pacchetto fuoriescono dei jeans della Angel Devil con disegnate delle ali
bianche sul retro delle gambe. Stupendi.
Poi
scorgo una busta pinzata da un angolo al margine della borsa. La apro veloce
strappando l’apertura e ne esce un biglietto giallo, bruciacchiato nei
dintorni, probabilmente con una candela, e la sua scrittura mi appare davanti
agli occhi in un grande foglio, riempiendolo in un poema.
Ciao piccola!!
Come stai? Spero benissimo, ma tanto, tanto, tanto, tanto…
Sai, non so se in questo momento mentre tu starai leggendo io sarò lì vicino a
te, oppure sarai da sola, ma non me ne importa niente, perchè voglio farti
sapere cosa sei per me!! Beh, dovrebbe essere un semplice biglietto d’auguri,
ma io la uso lo stesso come una lettera, ne approfitto!! Comunque, visto che è
un biglietto d’auguri, ti auguro felicemente un augurio sincero per i tuoi
bellissimi sedici anni che ti dovrai portare dietro ancora per un lungo anno!!
E volevo dirti una delle solite frasi che si usano in questo momento “Spero che
ti sia piaciuto il regalo…” Così, ma mi accorgo che io sono veramente
interessato al fatto che ti sia piaciuto!! Ma non ti preoccupare per quanto ho
speso, chi se ne frega!! Io me lo posso permettere e poi… Sei più importante tu
di qualche inutile soldino. Sai… Ieri sera ammiravo il cielo prima di
chiamarti. Lo guardavo e mi ci sono perso in quell’immensità. Sai quante stelle
ci sono? Ieri stranamente il cielo era limpido e ne ho potute scorgere molte.
Sarebbe bello per una volta vederle insieme. Sai, magari abbracciati, sotto la
luna piena, in un prato, magari anche nudi!! Però mi piacerebbe, ma non perchè
voglio vedere le stelle… E’ solo che
voglio vedere chi è che brilla di più!! Se le stelle che sono piccolissime
lassù in cielo o la mia stella di riferimento, quella che ho vicina, quella che
sto abbracciando, insomma… La mia stella. La più bella stella del mondo!!
Dicono che le stelle sono irraggiungibili
e che sono infuocate. Una cosa non è vera. Irraggiungibile non lo sono e
se è così sono felice di essere stato l’unico ad aver scoperto come si
raggiungono. Invece la seconda è vera… Sei calda, caldissima, e mi sto
scottando, mi sto scottando d’amore… Ma mi piace questo caldo perchè fuori fa
troppo freddo!! Lo so che te l’ho già detto tante volte, ma volevo essere
sicuro che l’avessi capito! Ale, ti amo… E sai che sei stata la prima a farmi
incantare così? Sei stata la prima… La prima ad avermi imbambolato, ad avermi
fatto perdere in un sentimento mai provato, ad avermi fatto perdere le redini
per guidare, ad avermi privato della mia volontà, ad avermi fatto bruciare…
Voglio che te lo ricorderai sempre. Sei stata la prima e la prima resterai. E
la prima è sempre la più importante. Ti amo… Tanto, troppo… Non resisto… Spero
tanto di non essere lì in questo momento perchè rileggendola mi verrebbe voglia
di saltarti addosso!! Ma allora dove sono? Beh, sicuramente a casa a pensarti!!
Perchè non mi fai più pensare ad altro, lo sai? Chi se ne frega. Continua
così!! Non lasciarmi. Ti amo… Un bacio, bacio, bacio, bacio…
Ant
Chiudo
la lettera nella stessa piegatura di prima, con un sorriso e una lacrima in
contemporanea. Poi la rimetto nella busta e la poggio sulla scrivania.
“Se
in questo momento Robbie fosse qui, altro che aspettare la sorpresa
dell’indomani!!”
Decido
di cambiare aria ed apro la finestra, ma prima di girarmene ed andarmene vengo
presa, rapita. Il cielo, lui mi sta chiamando. Esco in terrazzo e alzo la testa
verso esso. Sta sera è ancora limpido e le stelle si scorgono a migliaia.
Chissà
se anche Robbie sta guardando il cielo in questo momento…
Poi
la vedo, la trovo. Una stella, stupenda, che risplende più di tutte le altre. E
mi viene in mente un piccolo riferimento alla lettera.
“Su
una cosa sbagli Robbie. Non sono io la stella…”
-
-
-
-
Mi
dirigo in terrazzo e mi siedo sulla sdraio a guardare il cielo già buio. E
penso.
Chissà
se Alessia avrà già letto la mia lettera. L’ho scritta con il cuore in mano,
voglio che lei sappia cosa provo.
Poi,
guardando il cielo, mi viene in mente un pezzo della lettera, quella in cui
parlo delle stelle. Ed ho proprio ragione. Non ce né nessuna paragonabile a
lei. Ce n’é una lassù, che è quasi accecante da quanto è luminosa, la più
luminosa di tutte. Ma non ci vuole un genio per capire che neanche quella è minimamente
paragonabile…
Oh
mamma… Ma cosa abbiamo qui?? La prima litigata fra i due bellissimi e perfetti
innamorati?!?! Ma siamo pazzi??? Vabbeh dai, già alla fine si è sistemato tutto…
E poi era impossibile che non litigassero mani, no??XD
E
stase mi dedico a voi…
Betty
O_o: Già, anche io lo voglio così dolce!
Forse l’ho veramente esagerato… Ma esistono sul serio?? Che delusione, è solo
una mia invenzioneeee!! :-( In quanto a Eric posso solo dirti che sei sulla
buna strada, ma dirti quale sia giusta o se è solamente vicino non lo posso
fare!!XD Non direi mai il seguito!! Un bacione!
Pazzerella_92:
Grazie per i tuoi complimenti, sono sempre fantastici!! E ogni volta che dici
quella parola… “perfetto”… Mi vengono i brividi di felicità!!!XDXD In quanto al capitolo scorso sono contenta che
non sia sembrato inutile!! Ho visto che mi hai aggiunto!!XD scusami se magari
non sono al pc o magari non rispondo… Ci sono dei momenti ora come ora che li
passo maluccio!!!XD Ma lasciamo stare!!! Un bacione!!
Blackangel91:
Grazie, grazie e grazie!!! Mi rendi feliceeeee!! In quanto a Eric… Ma sei
sicura che tu voglia sapere la risposta?? Perché sarebbe come rivelarti
qualcosa che verrà dopo e io non voglio farlo… Anche perché magari òleggerebbe
qualcuno che non vuole saperlo!! Io so quanto è brutto sapere qualcosa che non
vuoi sapere!!!XD Dai, con calma e fra poco lo scoprirai!!! Grazie per il “capolavoro”!XD Baci
Avril1113:
Commento breve, ma intenso… Grazie per i tuoi complimenti, grazie!! Baci
BabyzQueeny:
Grazieeeeeee!! Non sai che rivelazione vedere tutta questa gente fan della mia
storiaaa!! Faccio i salti di gioiaaaaaaa!! Grazie!!!
_NovemberThree_:
Grazieeee!!! Eccolo qui, spero di aver aggiornato abbastanza presto!!XD Baci!
ElianaTitti:
Lo sapevo!!XD i, è vero.. Quel capitolo del capodanno è davvero dolcissimo e
romantico e forse è anche il mio preferito! Sono contenta di trovare conferma!
A quella domandina, sarò cattiva, ma come ho detto alle altre, non ti
risponderòòòòò!!! :-P No, dai ragazze… Lo saprete, lo saprete!!! Per il
capitolo scorso sono contenta che ti sia piaciuto così tanto quel capitolo e
soprattutto il momento “tra uomini”XD Mi piace il papino di Robbie!! Per quanto riguarda la nostra “bellissima”
vita privata… Non so se ti ppuò rassicurare ilo fatto che anch’io passo i tuoi
stessi sbalzi d’umore, ma questo è normale, soltanto che è ancora peggio!!
Secondo te perché mi chiamo Somoody??? So Moody… “Così lunatica” XD Ecco
rivelato il mio segreto!!!! Mi dispiace perciò, so cosa vuol dire… Ti auguro
presto un risveglio da questa situazione!! Grazie per i tuoi complimenti!!
Baci!
Kry333:
Già…:-P Quante volte ci ho pensato questo capodanno!!!XD Sarebbe come inizio
anno una cosa meravigliosa!!! Un ipipurrà per la dolcezza e la cavalleria di
Robbie!! ;-) alla prossima bacioni!
Avrilmiki:
La ringrazioe lo stesso anche se non m ha commentato quest’ìultimo, ma devo epr
forza perché ha commentato quello precednente… Uff… Che palle!!! No, scherzo!!
Come fai a chiedermi come faccio a riportare tutti i nostri discorsi e come li
faresti??? Secondo te?? Come se non ti conoscessi… In quanto al cambiamento…
Beh, ti ricordo quanto tempo fa era!! Tre anni!! Ma come pasano tutti questi
anni.. E noi ancora assieme!!! Almento tu!!XD Bacioni, ti voglio bene….
grazie a tutti, siete unici!!
Un bacione
Somoody
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Capitolo 22 *** San Valentino! ***
CAPITOLO 22
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-
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-
Mi
alzo nel letto velocemente.
Mentre
mi dirigo verso il bagno passo davanti all’orologio. Lo guardo di sfuggita. Le
nove.
Sorrido.
“Orario
perfetto.”
In
bagno mi sveglio lanciandomi l’acqua in viso. Quest’ultima è gelida.
“Meglio.”
Mi
dirigo in cucina.
Eric
è lì a far colazione. E’ come un orologio svizzero quel ragazzo. E’ sempre nei
posti in cui io devo andare.
<< Ciao… >>
Lo vedo
triste e preoccupato.
Deve
avere qualcosa ultimamente.
<< Ciao. Ma che cos’hai? >>
<< Niente.
>>
Lui
guarda la sua tazzina di caffèlatte mettendoci dentro i suoi biscotti preferiti,
le Gocciole.
“Tutt’altro
che niente…”
<< Mi piacerebbe stare qui ad approfondire
l’argomento, ma oggi sono in ritardo e devo farmi perdonare da Ale. >>
Mi
dirigo verso la stufa per scaldare il caffè.
<< Perché devi farti perdonare? >>
La
sua voce mi arriva da dietro la schiena.
“E’
una mia impressione o ci leggo un tono di piacere?”
Mi
giro verso di lui incuriosito.
Lui
è sempre come prima, con lo sguardo perso. Anche se diretto verso il mio.
“Tutto
normale…”
<< Perché pensavo pensasse ancora a Mirko. Ma è
tutto risolto. >>
<< Ah… >>
Ritorna
a guardare la sua tazza.
Poi,
dopo due secondi di silenzio, spengo la caffettiera e mi verso esso in una
tazzina.
Lui
riprende a parlare.
<< Oggi è San Valentino… >>
<< Si. >>
Lo
sento sospirare e poi si gira di nuovo verso di me.
<< Buon divertimento. >>
Lo
guardo anch’io e sorrido.
Bevo
il caffè, poggio la tazzina sul lavandino e mi dirigo di nuovo verso di lui.
<< Grazie. Tu come la passi la giornata? >>
<< Starò a casa per la febbre a guardare fuori
dalla finestra pensando a quanti piccioncini passeranno la giornata meglio di
me. >>
Lo
guardo triste anch’io.
“Eppure
lo so, lo sento. Non è la febbre a ridurti in questo stato.”
<< Penserò a te.
>>
<< Sarà l’ultima cosa che farai. E non ti ho
chiesto una cosa del genere. >>
La
sua voce è irritante. E anche lui lo è.
<< Buon San Valentino. >>
Si
alza dalla sedia ed esce dalla cucina.
Mi
lascia qui, solo e insoddisfatto, con una frase di chiusura da parte sua
semplice, ma detta in un modo inquietante.
Lascio
andare il problema, mi dirigo in camera dove Eric è coricato sul suo letto
senza dare segno di vita, come se si fosse addormentato all’istante. Io non
parlo.
Prendo
i primi jeans che trovo negli appendini dell’armadio e prendo una maglia a
maniche lunghe senza neanche guardare la marca. So solo che la sento tanto
comoda per il fatto che le sue maniche sono lunghissime.
Esco
di casa non salutando nessuno dato che mio padre è al lavoro e mia madre dorme
ancora.
Corro
per le scale. Decido di fare il più presto possibile. Non voglio rischiare che
Alessia si svegli prima del previsto.
-
-
-
-
Apro
gli occhi svegliata dal cellulare. Quest’ultimo trema. Lui mi sta chiamando.
Guardo
un attimo la sveglia vicino a me che mi rivela l’ora.
Sono
le dieci meno dieci.
Mi
passo le mani sugli occhi e prendo il cellulare schiacciando il tastino e
portandomelo all’orecchio. Cerco di essere più assonnata e odiosa possibile.
Pure nel tono.
<< Dimmi.
>>
ìLo
sento sorridere dall’altra parte della cornetta.
Mi trasmette
emozione anche attraverso la sua semplice voce.
Stringo
una mano al mio piumone cercando di resistere a non dirgli “Ti amo.”.
<< Ti affacci alla finestra per favore? Qui si
gela. >>
<< No. Gela.
>>
Chiudo
la chiamata facendo l’arrabbiata. Poi incrocio le braccia al petto.
Non
riesco a resistere.
Prendo
gli occhiali e corro fino a sotto dalla finestra. Tiro su la persiana
velocemente e la finestra.
Lui
è lì fuori.
<< Sapevo che non avresti resistito. >>
Io
lo guardo male.
<< Sono ancora in tempo a farlo. Non farmene
pentire. >>
<< Devo fare una cosa. Non fermarmi. Ti prego. >>
<< Ok. >>
Si
raschia la voce. Poi mi guarda intensamente e incomincia a cantare.
<< Vivo solo di te, di ogni gesto che fai, di
quegli attimi che tu soltanto mi dai… Ogni giorno di più sai convincermi che
nulla avrebbe senso se non fossi qui… Con me… Mi hai insegnato che un sorriso
illumina… Ogni istante grigio della nostra età… Non un'ora un giorno, ma un'
eternità… Ti vorrei con me… Ti vorrei con me… Vivo solo di te, di ogni gesto
che fai, di quegli attimi che tu soltanto mi dai… Ogni giorno di più sai
convincermi che nulla avrebbe senso se non fossi qui… Io non so… Che mi fai… Io per te… Morirei… Spettri
di… Quei giorni bui… Spariscono… Col tuo sguardo… Stringimi… E resta qui… Qui
con me…>>
Un sorriso commosso mi rapisce
le labbra.
La riconoscerei tra mille.
‘Sole di settembre’ dei Finley.
E non importa se lui la stona.
Riesce a colpirmi al cuore subito dimenticando l’ira che prima avevo nei suoi
confronti.
Mi sfodera un sorriso
imbarazzato, ma bello, e da dietro la sua schiena fa apparire un mazzo di rose.
A questo punto parlo.
<< Pensi di poter risolvere tutti i problemi con
una serenata e un mazzo di rose?? >>
Lui non molla il suo sorriso e
mi risponde tranquillo.
<< Si. >>
A questo punto anch’io sorrido
e lo guardo intensamente.
<< Fai bene.
>>
Lui ricomincia a parlare dopo
la perdizione nei miei occhi della mia ultima battuta.
<< Sai… A questo punto sarei dovuto entrare dal
terrazzo, ma mi spaventa un po’ l’idea… >>
Guarda l’altezza del mio primo
piano fino a terra.
Io gli rispondo sorridendo.
<< Per questa volta ti faccio entrare dalla porta
di casa, ma facciamo finta che sei entrato dal terrazzo, è più romantico! >>
<< Sono d’accordo. >>
Incomincia a camminare e si
dirige verso il mi portone.
Io vado vicino alla mia porta
e glielo apro.
Lo sento salire le scale.
I suoi pantaloni stretti
abbinati a quella maglia a maniche lunghe blu mi fa pensare al fatto che anche
se si veste di fretta è sempre bellissimo. I suoi capelli sono più morbidi che
mai solo a vederli.
La mia voglia di accarezzarli
e di baciargli quelle belle labbra di prima mattina mi fa pensare al fatto che
oggi è San Valentino, si, ma per me la festa degli innamorati è tutti i giorni
che passo con lui.
-
-
Nel suo pigiamino azzurro e
con i suoi occhiali mi fa ridere.
Lei mi guarda intensamente.
Mi avvicino e le porgo le
rose, le mie undici rose rosse prese prima di correre qui a fare quella figura.
Figura tutt’altro brutta, ma
romantica…
“E allora perché mi sentivo
così a disagio? Io che non mi vergogno mai!!”
Lei poggia il suo viso sulle
rose e respira per sentire il loro odore. Poi mi abbraccia portando i fiori con
lei dietro la mia schiena e mi bacia.
<< Buon San Valentino amore. >>
<< Anche a te. E comunque anch’io vivo solo di
te… >>
Sorrido pensando all’allusione
della mia canzone cantata prima e mi viene una vampata di calore.
<< Amore sei rosso. >>
Si mette a ridere.
<< Ho caldo.
>>
Cerco di nascondere il mio imbarazzo,
ma lei ride ancora di più e scende le scale per entrare in casa. Io la seguo.
Sua madre mi viene incontro.
Sorride.
<< Ciao Robbie.
>>
<< Ciao. >>
<< Che bel gesto che hai fatto… Credo che in
questo palazzo da stamattina tutti ti abbiano etichettato come un ragazzo
d.o.c. >>
Sento di nuovo quel rossore
addosso e rispondo balbettando.
<< G-Grazie.
>>
E’ una sensazione che non
avevo mai provato prima, poi sento la voce di Alessia dietro di me che mi
rassicura.
<< Giù le mani. Lui è mio. >>
Mi prende la mano e mi porta
in camera. Poi lei si allontana uscendo.
Io resto immobile a guardarmi
in giro come se non avessi mai notato la camera di Alessia. Forse lo faccio per
il fatto che non so cosa fare. Non riesco a muovermi per l’imbarazzo.
“Robbie, scrollati
dall’incantesimo!”
Ritorna subito con un vaso
pieno d’acqua, lo poggia sulla scrivania e ci adagia dentro le rose. Le rose
rosse, ma di un rosso tale da rappresentare il mio amore per lei.
Si gira verso di me con la sua
espressione felice che mi toglie tutto il negativo che mi circonda, anche se da
quando c’è lei non ve n’é più molto.
<< Cos’hai organizzato dopo la tua serenata per
il nostro San Valentino? >>
“Cosa ho organizzato?”
<< Veramente niente… Sai, ho pensato di non
organizzare, ma di farmi venire l’idee così d’impulso. >>
<< E la scena che hai fatto sotto il mio terrazzo?
Impulso? >>
Sorrido di nuovo imbarazzato e
guardo a terra ricordando il passato.
<< Quella l’avevo organizzata per conquistarti prima
che iniziasse la nostra storia con mio fratello!! Siccome all’ora non ho avuto
il coraggio l’ho ripreso per farlo ora. >>
<< In effetti sarebbe stato un po’ strano. >>
Mi guarda senza parlare più e
io non trovo le parole da poterle riferire. Il nostro silenzio è rassicurante.
Mi abbraccia. Anche lei come
me, lo fa d’impulso. Si lascia andare al suo istinto, a quello che le dice il
cuore.
Dopotutto è così. E’ il cuore
che comanda fra due innamorati. E’ la mente quella che rovina una storia. Il
cuore fa di tutto per mantenerla salda.
Rispondo al suo abbraccio avvolgendola
stretta pensando che se per qualche motivo io mi dovessi staccare da lei potrei
morire.
Così l’abbraccio più forte che
mai odorando i suoi capelli e il suo profumo semplice che le esce dalla pelle.
Il profumo di cui io mi drogo.
<< Hai imparato.
>>
Le dico io, lei si sposta un
attimo con la testa e mi guarda negli occhi.
<< A fare cosa?
>>
<< A lasciarti andare d’impulso come faccio io. >>
Lei sorride.
<< Quello l’ho imparato quando ti ho conosciuto. >>
Sorrido anch’io e la bacio.
Il primo bacio che rappresenta
la mia voglia di sta mattina.
-
-
Lo
bacio, più di prima, più di un semplice bacio sulle labbra, più di qualsiasi
cosa… Passione!! Che bella parola la passione, che poi è una cosa che ti può rovinare,
come l’amore… Però è stupenda provarla. Il brutto però, è che questa la provi
anche se non sei innamorata della persona per cui la provi, ma non è un
problema per me…
“Perchè
ci penso? Ah, si… Perchè è passione quella che sto provando mentre ti bacio. Robbie,
voglio che tu sia sempre il mio pensiero, sempre la mia voglia, sempre tutto di
me… Uffi, perchè sono così drammatica? Non ti perderò mai, almeno per adesso!!
Baciami ancora…”
Però
questo pensiero prende forma e pensando di pensarlo, sbaglio, perchè è così
forte che il pensiero si trasforma in parola.
<< Baciami ancora… >>
E lui obbedisce, obbedisce e
obbedisce…
<< Scusate…
>>
Sentiamo raschiare la voce
vicino a noi e stacchiamo lentamente le nostre labbra da quelle dell’altro.
Ci giriamo tutti e due verso
la direzione di quel suono.
Mia madre sta guardando Robbie
dall’espressione sdegnata.
Riprende a parlare.
<< Non sei poi così tanto un ragazzo d.o.c… Per
baciarla in quel modo dovresti prima venirmi a chiedere la sua mano!! >>
Lui si mette a ridere. Poi mi
guarda e si rigira verso mia madre andando verso di lei. Si inginocchia per
terra e la guarda posizionando le mani come se dovesse pregare.
<< Per favore, posso prendere la mano di sua figlia?
La amo da impazzire e non le farei mai del male, preferirei farlo a me stesso.
Perciò non ha nulla da temere. Mi faccia questo favore, non penso ad altro… Mi
da il permesso? >>
Lei lo guarda e subito dopo si
mette a ridere.
<< Diciamo che se ne parlerà fra qualche anno. >>
Continua a ridere a voce
sguaiata e se ne va.
Robbie si alza e si gira verso
di me.
<< Io ci ho provato. >>
Alza le spalle e si avvicina a
me. Poi mi accarezza le labbra con il suo dito e sorride. Sorride in un modo che
farebbe sciogliere anche un iceberg.
“Ti prego Robbie. Sorridimi
sempre, perchè sono i tuoi sorrisi a farmi andare avanti. Robbie, te l’ho già
detto che ti amo?”
-
-
L’abbraccio
di nuovo e mi avvicino al suo orecchio e le rivelo il mio pensiero. Sempre
seguendo il mio istinto.
<< Io conosco un posto che per San Valentino
sarebbe perfetto. >>
La
sento sorridere e decide di giocare con me.
<< Descrivimelo.
>>
<< E’ romantico.
>>
<< Si… >>
<< E’ speciale.
>>
<< Si… >>
<< Si può stare da soli tutto il giorno. >>
<< Si… >>
<< Pensando solo a noi. >>
<< Si… Qualcosa che me lo faccia capire subito? >>
L’immagine
di Diana mi attraversa le testa e viene assieme ad Alessia, alla sua pelle, al
letto, al suo amore, al calore dell’emozione…
La
parola magica mi viene subito in mente.
<< E’ nostro.
>>
Lei
sorride ancora di più stringendo nei due pugni anche la mia maglia.
<< So qual è.
>>
<< Ci voleva tanto? >>
<< Bastava che mi dicessi quella parola magica
che hai detto per ultima! >>
<< E’ nostro, è nostro , è nostro, è nostro… >>
<< Robbie!!
>>
Lei
urla e io mi spavento staccandomi e guardandola negli occhi. Lei continua a
sorridere e mi risponde al mio sguardo intenso.
<< Rendiamolo nostro anche oggi. >>
Sorrido
e la prendo in braccia dirizzandomi verso la porta d’ingresso.
“Diana
aprimi le porte. Sto arrivando.”
Scusate
il ritardo, ma ora che è iniziata l’estate ci sto molto poco al comuter anche perché
a mia madre rode che io sia in vacanza mentre lei no perciò ogni volta che sono
a casa i detta dei lavori da fare e si incacchia se mi vede rilassarmi. Perciò
resto fuori il più possibilie!! XD
Capitolo
corto, ma intenso.. Veramente intenso. Forse questo è un po’ troppo da libro,
ma lui è così tenero… E che male c’è nel sognare un po?? E beati loro che
adesso se ne vanno su Diana e si passanouno stupendo San Valentino… L Per Eric, vi faccio
una bella promessa, due capitoli e scoprirete che cosa gli passa per la
testa!!XD Intanto… Vi terrò sulle spine!!!
Passiamo
ai ringraziamenti perché come sapete… Li adoroooooo!!
ElianaTitti:
Beh, che dire… Sono contenta di aver trovato una recensione così lunga!! Potrebbero
anche preoccuparti tranquillamente i comportamenti di Eric perché se si
comporta così non è messo a caso, ma c’è un motivo ben preciso, ma come ho già
detto… oramai i capitoli d’attesa sono contati!! Comuqneu si, hai ragione…
Perfetta quanto vuoi, ma non può litigare mai, ma infatti questo non l’avevo
escluso, solo che volevo far vedere una vera e propria litigata tra i due e poi…
Lei ha avuto la sua vendetta, no? Ti ringrazio per i complimenti, come sempre
apprezzatissimi, e ti auguro che la tua instabilità passi presto, io per
fortuna sto guarendo.. Grazie a un amico che mi ha urlato addosso e mi ha fatto
un attimo svegliare e capire di credere più in me stessa!! Un bacione!!
Giuly_94:
Wow, sono contenta che ho un’altr recensitrice!! (spero si scriva così!XD)
Grazie per i tuoi complimenti, li ho veramente molto apprezzati!! Un bacione!
Betty
O_o: concordo con te, se non ci sono litigate che gusto c’è?? Servono anche a
conoscersi… ahah!! Me lo immagino facilmente Eric spinellarsi!! Ma non è cos’ì,
tra poco si scoprirà il motivo della sua pazzia!! Grazie per i tuoi
complimenti!! Un bacione
_NovemberThree_:
Grazie per i tuoi complimenti!! In effetti neanhc’io avrei mai reagito così con
Mirko, ma volevo farlo rientrare in qualche modo!! Ma puoi stare tranquilla,
quello te lo posso dire… Mirko non tornerà più!!! Tanto non lo sopporta
nessuno, nemmeno io!! Un bacio! E Grazieeee!
Kry333:
Sono contenta ti sia piaciuto! E poi non è questo il bello?? Un ragazzo che
perda la testa???XD Non farmi sognare troppo!! Un bacione alla proissima!!
BabyzQueeny:
Conocordo anch’io con il carussi!!!XD Ma povero Mirko… Cioè, se lo meritava
tutto fino in fondo… Ma Alessia avrebbe dovuto fare più la superiore per me!!!
Ma non la critico!! L’ho scritto io!! XD un bacione!!
Avrilmiki:
Ohu!!! Vuoi che incomicni ad essere gelosa??? Eh???? Robbie è mio, capito?? Se
vuoi Beghe può essere tutto tuo… Non me ne faccio nulla!! Ahah, grande il
biglietto d’auguri!! Concordo con te, dopo tutti questi anni e doipo tutto
quello che abbiamo passato… Penso che più nulla ci possa dividere se non quello
che c’è già stato!!! XDXD Almeno tu! E grazie per i tuoi complimenti sempre
bellissimiiiiii!! Baci!
Pazzerella_92:
Che bello, una recensione così lungaaaa!! Ahah!! Sono contenta che ti abbia
causato quest’effetto!!XD Come potevo non farlo scusare poi??? Dai, certo che
devonop litigare, non ci sarebbe gusto!!! Sai che noia?? Risponderò alla tua
domanda su Eric purtroppo non con il prossimo capitolo, ma con quello dopo!!
Prima deve succedere ancora qualcosina… XD Oramai i capitolo romantici per
farli innamorare sono finiti! La tua precisazione mi ha fatto fare i salti di
gioia!! Se non lo dici così pre dire… Vuol dire che sono veramente
perfetti!!!!XDXD Che bello!! Grazie anche per i tuoi complimenti sul mio modo
di scrivere! Anche se devo ammettere che questo non è il mio stile… L’ho fatto
molto scorrevole!! Per msn ok!! Scusami davvero, ma ci sono veramente molto
poco! Grazie per i tuoi complimenti, apprezzatissimi!! Un bacione!!
Grazie
anche a tutti quelli che mi hanno aggiunto tra i preferiti, perché ora sono
addirittura a 40!! E la cosa mi elettrizza un attimO!!XD
Un
bacione a tutti!!
Vi
adorooooo!!
Somoody
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Capitolo 23 *** Sempre per te... ***
CAPITOLO 23
-
-
-
-
Giorno
dopo.
Domenica,
15 febbraio.
Mi
ritrovo qui ad aspettare la puntualissima Alice che oggi è misteriosamente in
ritardo.
Sono
sotto casa sua e le ho promesso di uscire assieme perchè è da tanto che non lo
facciamo. Un po’ in nome dei vecchi tempi.
Eccola
che scende, ma oggi non ha la sua solita espressione di sempre sul suo bel viso
raggiante.
Apre
il portone e mi saluto in un modo scocciato.
<< Ciao… >>
<< Ehy, Ali, che ti prende? >>
<< Non lo so, non riesco ad essere felice perchè
ho una brutta sensazione. >>
<< E allora?
>>
Non
la capisco.
<< Su, lo sai, mi conosci!! Io quando ho queste
sensazioni si avverano sempre!! >>
<< E quando pensi che succeda? >>
Mi
guarda e si scalda.
<< Ale, ho delle sensazioni, non delle
premunizioni!! Io che cazzo ne so? Non so neanche di cosa si tratti!! Ma non ci
voglio pensare… Divertimi!! >>
<< Oh, che privilegio… Di solito sei tu che
diverti me!! >>
<< Beh, oggi facciamo un po’ il cambio di
ruoli!! Su, muoviti!! >>
-
-
-
-
Il
giorno dopo la bellissima giornata di San Valentino, io sono qui, assieme a Gianluca
e Andrea seduto al bar Melody a prendere un caffè nel rimembrare i vecchi
tempi.
<< Allora??
>>
Gianluca
mi guarda impaziente di sentire una risposta alla sua domanda, guardandomi
mentre gusto tutto il sapore di quella tazza.
<< Mi trovo bene in quel gruppo. Sono molto
simpatici tutti! E siamo anche molto uniti!!
>>
<< Davvero?
>>
Io
annuisco e intanto vedo Edoardo avvicinarsi al nostro tavolo e scorgerci.
Stranamente
è da solo.
Dopo
averci visto si siede al tavolo con noi senza neanche avercelo chiesto.
<< Ciao ragazzi… Indovina Robbie?? >>
<< Cosa? >>
<< Samuele e Dario hanno litigato. Samuele si è
allontanato dal gruppo. Non so come dirlo, ma sto gruppo sta andando in
frantumi. Siamo rimasti solo io, te, Dario, Eric, Alessia, Alice, Luca e Marta…
Ah! Senza contare che ora Monica si è annoiata di stare a sentire i miei insulti
verso di lei e ha trovato un nuovo gruppo di amici ventenni trascinandosi
dietro Chiara! Ci credi?? Siamo rimasti in 8!! E pensare che eravamo proprio un
bel gruppetto…>>
Edoardo
si sistema comodo sulla sedia e prende la mia tazza di caffè che avevo poggiato
sul tavolo e me lo finisce. Io non ci faccio caso, resto fermo nello sguardo di
Gianluca che subito dopo guarda Andrea e si mettono a ridere.
Io osservo
Edoardo con gli occhi chiusi a fessura. Scherzando davanti, ma lo sto odiando sul serio.
<< Che c’è? Ho detto o fatto qualcosa che non
andava?? >>
<< Si, tutte e due le cose! Primo… >>
Gli
prendo la tazza e me la metto davanti al mio posto, poi guardo dentro essa,
vuota.
<< Questo era il mio caffè. >>
Edoardo
alza le spalle nel significato di uno che se ne frega poco e niente.
<< Secondo: hai parlato a sproposito. >>
<< E così siete un gruppo molto affiatato, eh? >>
Guardo
Gianluca con aria di sfida e lui rivolge lo sguardo a me sorridendo.
<<
Beh, comunque non me ne pento neanche un po’, perchè ora sto con una ragazza
stupenda da quest’estate e l’ho conosciuta restando in quel gruppo quindi è un’esperienza
che rifarei diecimila volte. E poi nel nostro vecchio gruppo Matteo mi odiava,
perciò… >>
<< Ma Matteo non ti odia! >>
<< Beh, se hai capito la prima parte del
discorso puoi smetterla di trovare scuse e capire che della mia scelta non ho
rimorsi. >>
<< Wow! E chi è la fortunata?? >>
<< E’ Alessia! Come fai a non saperlo??? Lo sa
tutta Sanremo! Stanno sempre insieme!! E’ già difficile vederlo oggi senza di
lei!! >>
Io,
Gianluca e Andrea guardiamo Edoardo mentre sta con le braccia e le gambe
incrociate interrompendo il nostro discorso.
<< Beh? Che avete da guardare? Mi sentivo
escluso!! >>
Mi
metto a ridere scuotendo la testa pensando a quanto è forte in fondo Edoardo.
<< Ma chi è questa Alessia?? >>
<< E’… >
>
Edoardo
continua a rispondere al posto mio.
<< E’ una del nostro gruppo, la migliore amica
della mia ragazza! >>
<< Si, ma Edo… Io non ho bisogno di un
portavoce, so parlare benissimo da solo!!
>>
<< Sorry. Parla! Io starò zitto!! >>
Lo
fisso un atimo, poi riprendo a parlare con Gianluca.
<< Non la conosci… Diciamo che è entrata in questi
giri solo quest’estate. >>
<< Ahh… Capisco. E com’è? >>
<< E’ stupenda.
>>
Mi
guarda maliziosamente.
<< Allora devi farmela conoscere!! >>
Io
ci scherzo su.
<>
Lui
mi esamina negli occhi sorridendo.
<< Robbie… Sei innamorato?? >>
Io
non gli rispondo, ma dal mio silenzio mi pare ovvia la notizia che lui cercava.
<< Sei innamorato!!! Oh mio dio!! Robbie, è
innamorato!!! >>
<< Se non lo urli mi fai un favore. >>
<< E’ una notizia bellissima!! Dai, voglio
conoscerla sul serio!! >>
<< Eccomi! Ho pagato. >>
Ci
giriamo tutti verso Andrea.
<< Ma quando ti sei alzato per andare a pagare?? >>
Fa
cadere le braccia lungo il suo corpo.
<< Non ci credo!! Non mi avete neanche visto!!
Sapevo di non essere interessante dall’entrare nei vostri discorsi, ma invisibile
no!! >>
Ci
mettiamo a ridere e guardiamo Andrea.
<< Con quali soldi? >>
<< Ho offerto un po’ a tutti! >>
<< Grazie!!
>>
<< Quando si tratta di soldi però non sono più
invisibile!! >>
Gianluca
si alza e gli mette un braccio attorno al collo.
<< Sei un grande! >>
Ci
alziamo tutti e ci incamminiamo a fare un giro per la vasca, tanto per
sgranchirci le gambe.
-
-
-
-
Ci
avviamo per la Vasca
e ci infiltriamo tra tutta la gente che gira. Tantissima, dato che è la via
principale di Sanremo.
<< Allora Ale, che mi racconti? Come è andata l’altro
ieri? >>
<< Ma te l’ho già detto stamattina per
telefono!! >>
<< Si, ma fa più effetto a voce, che aspetti? >>
Mi
guarda insistente.
<< Beh, allora, ieri siamo andati a Bordighera
e… >>
Mi
interrompe subito.
<< No, questa parte è noiosa! Piuttosto,
raccontami meglio come è andato l’incontro con Mirko! >>
<< Niente, praticamente… L’abbiamo incontrato
per strada che era a braccetto con una tipa dai capelli neri… >>
<< Che bastardo…
>>
<< E ci siamo guardati, così per un attimo ho
avuto un momento di debolezza, ma poi mi sono ricordata di quello che mi ha
fatto e mi è salita addosso una certa carica…
>>
<< Immagino!! Poi? >>
Non
faccio caso a tutto il suo interrompere i discorsi e vado avanti.
<< Sono andata lì e gli ho detto chi era quella
e sai che mi ha risposto? >>
<< Guarda che le so le risposte, le ho sentite
stamattina al telefono, è inutile che mi fai le domande! Volevo solo sapere che
effetto faceva sentirle a voce!! >>
<< Come sei antipatica!! E se io volessi testare
e vedere se mi sei stata a sentire e se te lo ricordi? >>
<< Ma che noia che sei… Vediamo… Ha detto che si
chiamava Federica! >>
<< No, vedi che non mi sei stata a sentire? Lui
non voleva dirmelo, me l’ha detto lei! >>
<< Codardo di merda… >>
<< Vedi che non mi stai a sentire mentre parlo? >>
<< Si che ti sto a sentire, ho cannato solo la
persona e basta!! >>
<< Chiamalo nulla. >>
<< Nulla.
>>
La
guardo malissimo.
<< Non c’era bisogno di rispondere. >>
Lei
mi fa la linguaccia e ci mettiamo a ridere.
<< Ma senti… Non ne voglio più sapere di Mirko,
piuttosto… Perchè Robbie poi si è offeso che non l’ho capita? >>
<< Perché era convinto del fatto che io provassi
ancora qualcosa per Mirko, ma come potrei?? Non lo voleva capire e così mi sono
alterata! Allora mi è venuto a chiedere scusa il giorno dopo nel modo in cui sai
già! >>
Guarda
il cielo da sognatrice e comincia a parlare sospirando.
<< Oh, ma che romantico che è Robbie… Stamattina
mi ha fatto quasi commuovere quella lettera!! Cazzo, ma perchè Edoardo non mi
scrive robe del genere? >>
<< Non puoi pretendere che siano tutti uguali!! >>
<< Si, ma… Da come me lo descrivi tu il tuo è
perfetto!! >>
Faccio
un sorriso malizioso e rispondo convinta in quello che dico.
<< Ma Robbie è perfetto!! >>
-
-
-
-
<< Edo! >>
Gianluca
urla questo guardando Edoardo camminare con le mani dietro la schiena a testa
alta.
Lui
non gli risponde.
<< Ehy, sordo??
>>
Edoardo
non gli risponde, lo guarda con le labbra serrate e alza le mani, poi si tocca
con un dito le labbra per far vedere che sono serrate.
<< Ma sei scemo?? >>
<< Robbie mi ha detto di stare zitto e io sto
zitto! >>
Rimango
perplesso. Lo stesso fa Gianluca.
“Che
bambino…”
<<
Beh, ma tanto hai appena parlato adesso, perciò evitiamo di fare i bambini e
rispondimi!!! >>
<< Ok… >>
Gianluca
riprende il discorso dall’inizio.
<< Edo!! >>
<< Dimmi Gianlu!! >>
<< La tua? >>
<< La tua che?
>>
<< La tua ragazza!! >>
<< Oh, certamente!!! Hai presente la ragazza di
Robbie? >>
Mi
sento chiamato in causa e mi giro verso di loro, pronto a rispondere nel caso
Edoardo dicesse qualcosa di sbagliato.
<< No… >>
<< Come no?
>>
<< Non la conosco, no! >>
<< Beh… Hai presente nel senso che ti ha detto
che “è stupenda!”? >>
<< E beh?
>>
<< Alice è ancora meglio!! >>
Ecco
il mio momento.
<< See… Te piacerebbe!!! >>
Gli
rispondo io subito a tono.
<< Robbie, ora tocca a te stare zitto!! >>
<< Non posso!!
>>
-
-
-
-
<< Oh, guarda! Parli del diavolo… >>
Mi
giro in avanti e lo vedo con gli amici che scherza. Tra i tanti c’è anche Edoardo.
Lui
corre incontro ad Alice.
<< Ciao Ali!
>>
La
abbraccia e la bacia sfiorandole la guancia, lei sorride senza ricordarsi del
suo brutto presentimento di prima.
<< Ciao Edo.
>>
Intanto
Robbie si avvicina a me.
<< Ehy, Ale! E’ da ieri che non ci vediamo e non
mi corri nemmeno incontro? >>
<< Pensavo la stessa cosa… >>
Mi
avvicino e lo bacio assaporando le sue labbra che non sento da ieri.
<< Ora va meglio. >>
<< Dopo questo va sempre meglio!! >>
<< Ciao stella!
>>
Alice
interrompe il nostro momento con questa affermazione e io la fulmino
scherzando, ma Robbie sembra non capire.
<< L’hai letta la lettera? >>
<< Vuoi dire il biglietto d’auguri? >>
Lui
sorride alludendo a quello.
<< Si, proprio quello! >>
<< Allora si…
>>
Lo
guardo sorridendo, poi Alice, però, ci interrompe con il raschiamento di voce.
<< Scusa Ale, ma oggi non doveva essere un
pomeriggio di sole ragazze? >>
Mi
stacco da Robbie.
<< Si, hai ragione. >>
Poi
noto dietro di lui due ragazzi che probabilmente li stanno aspettando mentre
parlano tra loro.
Uno
è alto, dal culo un po’ piccolo, con i capelli neri con il cappellino di lana
dell’ Emporio Armani e degli occhi celesti, molto bello, vestito con dei jeans
e un giubbotto nero, mentre l’altro è più basso, dai capelli e occhi castani,
ma lui con la faccia da antipatico con dei jeans larghi e una giacca rossa.
<< Robbie, chi sono? >>
<< Ehy, venite un po’! >>
Loro
ci raggiungono e quello più bello mi allunga la mano e con la sua voce
anch’essa non male pronuncia il suo nome.
<< Ciao, io sono Gianluca. >>
Gli
sorrido e gli rispondo.
<< Alessia.
>>
<< Lo so.
>>
Mi
sorride e si allontana avvicinandosi ad Alice.
<< Ciao, Gianluca. >>
Le
allunga la mano e Alice risponde un po’ in imbarazzo, probabilmente colpita da
quegli occhi così splendenti che la illuminano d’immenso con il loro splendido
azzurro.
<< Alice.
>>
<< Te non lo sapevo… >>
Continuano
a tenersi la mano e a guardarsi negli occhi, senza scollarsi, ma arriva Edoardo
a ingelosirsi giustamente.
<< Ehy, Gianlu, scusa, ma lei è la mia ragazza!!
Cercatene un’altra!! >>
Alice
si libera dall’incantesimo, stessa identica cosa di Gianluca.
“Un
po’ mi sento gelosa… Volevo piacere io a Gianluca!”
Poi,
però, mi giro verso Robbie che guarda la scena sorridendo, ammirandola con i
suoi occhi molto più profondi e belli di quelli di Gianluca perchè proprio blu,
ma blu, blu, blu…
Così
la gelosia sparisce senza rendermene contro.
Intanto
il bruttone mi si piazza davanti.
<< Io sono l’invisibile! >>
<< Ciao, io Alessia… >>
<< Scommetto che ti starai chiedendo come mi
chiamo in realtà, né? >>
<< Sinceramente no, però… Ora toglimi questa
curiosità! >>
<< Mi chiamo Andrea!! >>
<< Ah, ok!
>>
Andrea
fa una brutta faccia, ma non mi interessa.
<< Beh, io ed Alice andiamo! >>
<< Ok, ciao!
>>
Io
e lei andiamo avanti per la nostra strada, mentre loro per la loro, ovvero,
l’opposta della nostra.
-
-
-
-
Gianluca
si rivolge ad Edoardo.
<< Aveva ragione Edo!! Alessia è bellissima, non
mi fraintendere Robbie, davvero! Ma Alice è molto meglio di Alessia!! >>
Edoardo
annuisce.
<< Uno che ragiona!! >>
Incomincio
a parlare anche io.
<< Ma che cosa stai dicendo?! >>
<< Quello che penso! >>
<< Per me invece è molto più bella Alessia! >>
Io
mi giro verso Andrea che ha appena sputato questa sentenza.
<< Scusa??
>>
<< Ho detto che è più bella Alessia!! >>
La
gelosia sale a mille.
<< Non dire mai più una cosa del genere, solo io
posso dire che Alessia è bellissima, capito??
>>
Andrea
fa una brutta faccia.
<< Fammi capire bene… Non posso dire né che è
bella né che è brutta?? >>
<< Vedo che capisci! Sta zitto e basta!! Tanto
lo so già cosa pensi! E’ impossibile che la mia Ale non piaccia!! Peccato per
voi che è già mia! >>
Gianluca
mi risponde.
<< Sarà… >>
Vediamo
Edoardo un po’ assente.
<< Ehy, Edo! Che hai? >>
<< Niente… Ragazzi, ci vediamo dopo in Piazza
Bresca! >>
<< Ok! >>
Mi
guardo con gli altri stranamente, poi scrolliamo le spalle non capendo che cosa
gli possa essere preso ad Edoardo.
-
-
Alice,
dopo esserci allontanate il necessario, si gira verso di me estasiata.
<< Ale, Ale!! L’hai visto che figo? Che razza di
figo? L’hai visto? >>
<< Si, l’ho visto e anche molto bene… Ma credo
che tu l’abbia visto meglio di me, siete stati un’ora a guardarvi negli occhi!! >>
<< Davvero?? Allora non era una mia
impressione!! >>
<< No. >>
Lei
sorride e stringe i pugni sotto il suo mento, poi si gira verso di me e mi
parla.
<< Che figo!!
>>
<< Edo… >>
Lei
mi guarda strana.
<< E allora?
>>
<< Ti ricordi di Edo? >>
<< E tu allora?
>>
Mi
difendo subito.
<< E io cosa?
>>
<< Quando mi hai telefonato dedicando tutta la
chiamata allo scontro che avevi fatto con un certo Matteo Caserbi? >>
Mi
metto a sorridere pensando alla bellezza di quel ragazzo e al suo sorriso.
<< Ah, all’inizio dell’anno… Ma quello non
conta!! >>
<< Cosa non conta? Mi hai fatto una testa così a
riguardo!! E ti ricordo che stavi già con Robbie da tanto, tanto, tanto… >>
<< Tanto… Un mese!! >>
<< Già dicevi di amarlo! >>
<< Pignola… Beh, ammetto che a volte si possono
avere delle debolezze… >>
<< Già, ma io con una debolezza molto figa!! >>
<< Si vede che non hai ancora visto sto Matteo
Caserbi!! >>
<< Si, come no…
>>
-
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-
Nel
mentre che parliamo siamo già arrivati in Piazza Bresca, da tutti gli altri.
Conoscenti,
amici, gente di cui sai solo il nome, gente che conosci solo di vista.
E
si incomincia a parlare di stronzate con tutti: di calcio, di ragazze, di moda,
di macchine, di moto… E anche di scuola facendola diventare la cosa più
simpatica che c’è criticandola con le cose più assurde.
-
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-
-
Rimaniamo
un po’ in silenzio, ma dopo attacca lei.
<< Cavoli, ma ora di cosa parliamo? Di cosa parlavamo
quando giravamo? >>
<< Di ragazzi, esclusivamente di loro… >>
<< Ma ora che siamo impegnate è un po’
difficile! >>
<< Già, e già mi manca… Andiamo in Piazza
Bresca? >>
<< No, è una giornata solo nostra!! >>
Cerco
di convincerla.
<< Non dirmi che non ne hai voglia di incontrare
Edoardo, di baciarlo, abbracciarlo, sussurrargli parole dolci… >>
La
sua espressione del viso si tramuta in una arrabbiata.
<< Ale! E’ una giornata di sole femmine!! >>
A
questo punto decido di cambiare tattica.
<< Ci sarà anche Gianluca!! >>
D’un
tratto si rilassa e sfodera di nuovo il suo solito sorriso.
<< Andiamo in Piazza Bresca? >>
Mi
metto a ridere e attuo senza più rispondere.
Giriamo
l’angolo per dirigerci verso essa, ma nel mentre mi viene un pensiero.
“Povero
Edo…”
<< Alice, certo che sei stronza!! >>
<< E perchè? Edo lo posso vedere quando voglio,
Gianluca no!! >>
<< No, dì la verità! Ti era successa la stessa
cosa con Dimitri! Dopo che la cosa che vuoi l’hai ottenuta non ha più lo stesso
valore di prima, ti stufi e hai voglia di provare cose nuove, che sono ancora
da scoprire, eh? >>
<< Non è vero!! Non lo lascerei mai Edo!! Sto benissimo con
lui!! >>
Annuisco
continuando a pensare, però, al mio pensiero e alla mia ragione.
<< Certo…
>>
-
-
-
-
Notiamo
Alessia e Alice arrivare in Piazza Bresca.
Io
le sorrido e la saluto con la mano e poi mi giro verso Gianluca che sta
ammirando Alice senza distogliere lo sguardo.
<< Certo, mi sembra logico!! Non c’è Edoardo e
ne approfitti! >>
Lui
mi rivolge un ghigno malizioso.
<< Non è logico… E’ più che logico!! >>
<< Ahh… Capisco!
>>
<< Parli del diavolo… >>
-
-
Io
e Alice ci andiamo e sedere sulla fontana da sole e lei si ammira la visuale.
Io,
però, noto una cosa orribile e mi vengono le lacrime a me dalla rabbia.
<< Ehy, Alice…
>>
<< Shh! Non vedi che sono impegnata? E poi non
chiamarmi Alice, ma Ali! >>
<< Ma… Guarda una attimo dalla via! >>
Edoardo
sta arrivando con una ragazza, Gaia. Una ragazza dal doppio mento, con la
faccia rotonda e gli occhi a palla e i capelli lunghi castani. È cestita da jeans
e da giacca della “North Sails” rosa.
Edoardo
viene incontro ad Alice.
<< Ciao Ali.
>>
Si
avvicina a lei, ma non la raggiunge come al solito baciandola, sta fermo a
guardarla, anche un po’ da lontano.
Gaia
si avvicina a noi e ci saluta non sapendo chi siamo, poi prende Edoardo da un
fianco e se lo gira verso di lei, toccandolo più del dovuto.
Guardo
la scena un po’ esterrefatta e dopo mi giro verso Alice che ha assunto un
espressione diversa da come aveva prima.
Ma
è un momento costituito da pochissimi secondi, lo bacia sulle labbra e gli dice
qualcosa, sussurrando, ma che si capisce molto bene.
<< E’ stato bellissimo l’altra volta, dovremo
rifarlo… Tanto dov’è la tua ragazza? >>
Ora
sono ancora più sbalordita.
Edoardo
si stacca velocemente da lei ed ha un espressione molto, ma molto preoccupata,
la quale si legge chiaramente in faccia.
Si
gira verso Alice, la quale lo sta guardando con disprezzo e a bocca aperta.
<< Ecco… Lei è la mia ragazza. >>
Indica
Alice e Gaia si gira capendo subito di avere fatto una cazzata, ma di quelle
enormi, forse afferrando che prima ti dovresti informare invece di urlare ai
quattro venti così ad insaputa.
Alice
scende dalla fontana e gli tira uno schiaffo e poi si mette a urlare.
<< Io non sono la tua ragazza!! Tu invece sei un
pezzo di merda. >>
Poi
si rivolge verso Gaia.
<< E tu sei una puttana!! >>
Le
dà una spinta con una forza che Alice non credeva di avere dipingendosi sempre
come una ragazza gracile, senza forza.
La
butta a terra, ma Gaia si rialza e tira per i capelli Alice, la quale,
dimenandosi, le fa arrivare uno schiaffo in faccia e continuano così, a
picchiarsi.
-
-
-
-
Tutta
Piazza Bresca si riunisce attorno alla scena e io cerco di farmi spazio fra la
folla.
<< Qualcuno mi aiuti cazzo!! >>
Al
suono di questa frase di Alessia, io riesco ad uscire dalla calca e mi butto su
Gaia bloccandola, anche se è difficile tenerla ferma.
Alice
riesce a togliersi dalle braccia di Alessia, quando Gianluca si interpone tra
le due e la blocca.
<< Calmati Alice!! Calma! >>
Poi
porto Gaia dalla via della Piazza.
<< Vattene di qui! Non sei la benvenuta! >>
Gaia
se ne va e io mi dirigo di nuovo verso gli altri.
-
-
Alice si gira verso di Edoardo, bloccato dalla
scena.
<< E tu che cazzo ci fai ancora qui? Non vai a
seguire la tua troia? >>
Edoardo
obbedisce, quasi atterrito e si allontana.
Alice
non ce la fa più. Esplode in un pianto che le esce dal cuore.
“Edoardo…
Il ragazzo che ha sempre sognato, il ragazzo per cui ha tanto sofferto prima di
conoscerlo, il ragazzo per cui avrebbe fatto qualunque cosa, il ragazzo che
credeva non poter mai raggiungere… E il ragazzo più idiota del mondo.”
Vado
da Alice e l’abbraccio forte.
Intanto
la Piazza se n’è
già dimenticata ed è ritornata a fare quello che faceva tranne Robbie e
Gianluca, interessati a come stanno andando le cose, ma io gli indico di
allontanarsi e di lasciarci sole e loro così fanno.
-
-
Ce
ne andiamo in un angolo, soli da tutti.
<< Menomale che Alice era solo sua… L’ha appena
persa!! >>
Gianluca
ride e io lo guardo male.
<< Povera Alice… Gianlu, sei stronzo!! >>
<< No, dai. Hai ragione. Mi dispiace solo per
Alice. Però, guarda il lato positivo… C’è via libera!! >>
Non
riesco a fare a meno di continuare a guardarlo male.
<< L’unico lato positivo che io riesco a vedere
è che Alice si è liberato di un idiota. >>
<< A questo punto povero Edo!! Capita a tutti di
sbagliare!! Soprattutto con una bella ragazza!!
>>
<< Non è vero! A me non capiterà mai. >>
Mi
giro verso Alessia che sta consolando Alice e sorrido nel guardarla.
<< Mai dire mai Robbie. Ormai
dovresti saperlo! Non avresti mai immaginato di diventare così! E ripeto, mai! >>
<< No… Prima o poi doveva succedere! Invece… Lei
non si merita questo e quindi non lo riceverà mai, fidati. >>
La
guardo un’altra volta e in un solo secondo riesco a capire che senza di lei,
adesso come adesso, non riuscirei a sopravvivere.
“Voglio
che duri per sempre…”
-
-
Mentre
lei si sfoga singhiozzando contro la mia spalla, io la rassicuro, dicendole che
ora è tutto finito, che non la meritava, indicandole tutti i suoi difetti che
l’hanno sempre fatta ridere e scherzando sul fatto che ora poteva avere Gianluca.
Mi
sorride e si mette a piangere ridendo, abbracciandomi anche lei.
“Ali,
mi dispiace… Edoardo è uno stronzo e io l’ho sempre saputo, ma non volevo
ammetterlo, volevo vederti felice e infatti lo sei stata, ma vedendoti così la
cosa mi rattrista. Quel deficiente… Non sa cosa si è perso. Vorrei tirargli
tante di quelle mazzate!! E pensare che Ali l’aveva predetto… E’ proprio vero.
Lei ha un sesto senso!!”
Ritorno
dai miei pensieri e le sorrido rivolgendole la parola.
<< Ali, ricordati una cosa. Io ci sarò sempre!
Per qualunque cosa io ci sarò sempre. Ricordatelo. >>
<< Grazie.
>>
<< Sempre…
>>
Eccomiiiii!! Scusate
naturalmente il mio ritardo e soprattutto che non potrò rispondere ai vostri
commenti perché non ci sono veramente maiiii!! E se dovessi rispondere ai
vostri commenti ci metterei altri giorni per pubblicare e non mi sembra il caso
di farvi aspettare ancora!!!XD Perciò
penso che per tutta l’etsta esarà così e vi chiedo veramente scusa!!! Menomale
che riesco a trovare il tempo per pubblicare!!
Spero che vi sia piaciuto
anche questo commento e Edoardo è veramente uno stronzo… Sarà la volta buona con Gianluca?? E Robbie
tutto quello che ha detto lo pensava sul serio?? Non tradirebbe mai Ale?? Ma soprattutto… Che
cosa nasconde Eric???
AHAH!! Questo lo scoprirete
nel prossimo capitolo!!!
Un bacione a tutti!!
Un ringraziamento speciale a
chi continuerà a commentare perdonandomi per non rispondere1!!
Vi adorooooo!!
Somoody
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Capitolo 24 *** Passione ***
CAPITOLO
24
-
-
-
-
Maggio.
Il
20 maggio.
Sabato.
Il
tempo vola e incomincia già a farsi sentire la stagione dell’estate.
Sono
a casa.
Non
so che cosa fare, così mi ritrovo a disegnare il nome di Robbie sul mio diario
riempiendolo di vari colori, tutti bellissimi.
Mi
sento in un mondo che non mi appartiene. Io vivo in quello delle favole.
E
così mi viene un lampo di genio.
Giro
la pagina del diario e incomincio con un abbozzo.
Terminato
quest’ultimo sorrido e leggo la scritta che mi appare davanti agli occhi.
“I
believe into faires…”
-
-
Mi
ritrovo tra i banchi di scuola, come tutti gli altri santissimi sabati.
Mi
giro verso sinistra.
Il
banco vicino a me risulta vuoto, completamente vuoto. L’unica cosa a riempirlo
sono i miei libri che, non avendo voglia di tenerli sul mio banco, sono su
quello di Federico.
Sono
preoccupato e anche molto.
Federico
manca da tanti giorni. Forse una settimana o due. Nessuno ne sa niente, io
provo a chiamarlo, ma lui non mi risponde. Non so che cosa gli possa essere
successo e il perchè non mi risponda.
“La
cosa non mi piace...”
Anita
ora è al suo posto diversamente dal solito.
“Chi
oserebbe mai spostarsi nell’ora della terribile prof di italiano??”
Ma
quest’ora passa e, come previsto, Anita prende subito i libri e si sposta
vicino a me facendo prima l’occhiolino alla sua compagna di banco che le
sorride. Io non ci faccio molto caso o forse cerco di non farlo.
<< Eccomi qui come al solito! >>
<<
Ciao. >>
Diventa
pensierosa nascondendo per un attimo il suo sorriso.
<< Chissà che cos’ha Fede… >>
<< Sono molto preoccupato. >>
<< Ma dai!! Vedrai che non ce ne sarà motivo!! >>
<< Mmm… >>
Non
riesce a rassicurarmi.
Stiamo
un po’ in silenzio, quando lei riprende con un’altra domanda, che mi fa
cambiare subito umore.
<< Come sta Ale?
>>
<< Benissimo!
>>
<< Sempre felicemente fidanzato? >>
<< Esatto.
>>
Appoggia
il mento sulla sua mano e mi guarda sognante.
<< Ahh… Com’è fortunata… >>
<< No, sono io il fortunato. >>
Mi
da una pacca sulla spalla e non fa mancare il suo sorriso.
<< Dai!! Non fare il modesto!! >>
<< Il bello è che non lo sto facendo!! >>
Anita
mi sorride e mi guarda di sbieco, poi si mette a ridere di gusto.
<< Che c’è?
>>
<< Mi fai ridere! >>
<< Cosa ho detto?? >>
<< Non so… Sei buffo!! >>
Mi
sento preso in giro.
<< Buffo??
>>
<< Si… Buffo.
>>
<< Cosa ho di buffo? La mia faccia? >>
Lei
scuote il viso sempre ridendo.
<< No! Quella non lo è per niente! >>
La
guardo sorridendo e alla fine il suo sguardo fa ridere anche me.
Subito
dopo entra la professoressa di matematica che non mi da il tempo di
controbattere.
-
-
Decido
di andare a prendere Robbie fuori scuola che il sabato, al contrario mio, lui
ci deve andare.
Mi
preparo con dei jeans stretti e una maglietta a maniche corte azzurra con dei
numeri blu, mi trucco e mi lego i miei lunghi capelli, che ultimamente sono
cresciuti esageratamente, in una coda alta e mi metto degli orecchini
penzolanti.
Prendo
in bagno le mie scarpe dell’Adidas azzurre e rosse e le indosso.
Poi
vado in camera e mi infilo nella borsa le chiavi, il cellulare e il lettore cd
con i Fort Minor. Mi infilo le cuffie, faccio partire ed esco di casa salutando
tutti.
Inizia
il cd con ‘Introduction’, ma sposto direttamente alla sei con ‘Where’d you go’.
Ci
metto mezz’ora per arrivare, ma comunque arrivo e persino in anticipo.
“Strano…”
-
-
Mezzogiorno.
La
campanella suona.
Tutti
si preparano e io li accompagno in quell’azione.
Mi
infilo tutto nella cartella e metto quest’ultima sulle mie spalle, pronto per
incamminarmi verso l’uscita, indossando per ultimo il mio cappellino rosso.
Anita
mi prende a braccetto, mi guada sorridendo e insieme, ridendo e scherzando di
tutto quello che ci appare per la testa, ci allontaniamo sempre di più da
quella stanza.
Quando
il portone ci appare davanti, Anita incontra la sua amica, mi da un bacio sulla
guancia e si allontana.
Così,
Mattia, un mio compagno di classe, uno di quei fighetti che odio, mi si
avvicina e mi parla.
<< Ma tu ed Anita state insieme?? >>
<< Ma ti pare che se Anita fosse la mia ragazza
le darei un semplice bacio sulla guancia??
>>
Lo
guardo malissimo.
<< Era tanto per chiedere… >>
Poi
giro lo sguardo e scopro qualcosa che mai avrei pensato di trovare oggi fuori
da questo incubo.
“Sto
parlando del mio paradiso, ovvio!!”
<< Quella è la mia ragazza!! >>
<< Eh? >>
Mi
dirigo incontro ad Alessia aumentando il passo, senza neanche più rispondergli
o salutarlo.
<< Ehy, che ci fai qui? >>
<< Ho voluto venirti a trovare, perchè disturbo? >>
<< No! Anzi…
>>
Mi
bacia togliendomi il cappello e lo porta giù lungo i suoi fianchi. Io metto la
mia mano sul suo braccio e scendo lentamente fino a stringere la sua a forma di
pungo stringente il mio cappellino e cerco di prenderlo, ma lei non lo molla.
Mi
metto a ridere e mi stacco guardandola dritta negli occhi.
<< Dammi il cappello. >>
Lei
ci gioca su, provocandomi.
<< Perchè?
>>
<< Hai tre secondi per farlo. >>
<< Se no?
>>
<< Tu dammi il cappello!! >>
Lei
sorride.
<< Mmm… No!!
>>
Io
rido, mi chino e la prendo per i fianchi portandomela sulla spalla con il suo
viso dietro di me.
<< Lasciami!!
>>
Mi
da dei piccoli pugni sulla cartella, inutili.
<< No, tu dammi il cappellino! >>
<< Dai, voglio metterlo io!! Mi brucia la
testa!! Non faresti questo per me? >>
Eccola
con la frase ingannevole.
“Come
potrei mai dirti di no?”
La
metto a terra e la guardo con aria titubante.
<< Se è per te…
>>
Lei
risponde sicura di sé.
<< Si, esatto!!
>>
Si
mette il cappellino facendosi passare la sua coda alta nella fessura dietro.
-
-
Andiamo
a casa sua, mano nella mano e posiamo lo zaino, poi riscendiamo per andare al
Mc Donald assieme e io prendo il maxi menù Mc Chicken, mentre Robbie prende
solo i Mc Nuggets con una Mc toast.
Ci
sediamo al terzo piano mangiando senza pensieri e senza fretta, scherzando e
guardandoci negli occhi. Felicissima.
Usciamo
dal Mc e ci avviamo a casa sua.
Oggi
il tempo non è dei migliori.
Nel
mentre che eravamo a mangiare è diventato un po’ brutto e la nostra intenzione
di fare il bagno per la prima volta quest’anno è stata subito scartata.
Robbie
incomincia subito a parlare.
<< Che facciamo?
>>
<< Non lo so, che vuoi fare? Al mare non si può
andare… >>
Risponde
subito senza pensare.
<< Ti va di vedere un film da me? >>
<< Si, perchè no… Che vuoi vedere? >>
<< Boh, a casa mia ho un film che mi piacerebbe
rivedere… >>
<< E quale sarebbe? >>
<< ‘Mr. and Mrs. Smith’, ti va? >>
“Mi piace!”
<< Si, è stato bellissimo quel film! >>
<< Bene, allora è fatta! >>
Io
non finisco di parlare.
<< Poi Angelina Jolie è la mia attrice
preferita! >>
<< Ah, si? Pensavo ti fosse piaciuto per Brad
Pitt!! >>
<< No, sinceramente non mi piace così tanto Brad
Pitt. >>
<< Che strano… A me invece piace un sacco!! >>
Lo
guardo strano.
<< Ma chi? Brad Pitt? >>
<< No, Angelina Jolie!! >>
Alzo
il sopracciglio e lo guardo di traverso.
<< E’ bellissima quella donna!! >>
Lo
prendo in giro.
<< Va beh, tanto si è sposata Brad Pitt, quindi
non credo venga ad abbassarsi a te! >>
<< Ma stai scherzando? Manco se venisse da me
Angelina Jolie ti lascerei!! >>
Mi
metto a ridere
<< Certo, come no… Vuoi mettermi contro Angelina
Jolie? >>
<< Non ho detto questo, è solo che non sono
innamorato di lei! >>
Mi
offendo scherzando.
<< Ah, però è più bella Angelina Jolie di me!! >>
<< No Ale, chi l’ha mai detto! >>
“Mi
piglia per il culo.”
<< Va tranquillo che questa me la segno… >>
<< Dai, tanto ce né di maschi più fighi di me!! >>
<< Oh, una caterba… >>
Lui
fa l’offeso.
<< Non era il caso di rispondere!! >>
<< Me l’hai chiesto tu!! >>
<< No, io ho fatto solo un’affermazione, non una
domanda!! >>
Sorrido
e lo guardo.
<< Come sei pignolo! >>
<< Beh, allora? Dimmi qual è tutta questa
caterba di ragazzi meglio di me. E ti auguro che siano tutti personaggi famosi… >>
<< A dire il vero… >>
Mi
interrompe mostrandomi la mano aperta.
<< No, c’ho ripensato. Non voglio saperlo! >>
<< Ok. >>
Sorrido
e intanto mi passa l’immagine di Matteo Caserbi davanti agli occhi e sorrido
ancora di più.
Arriviamo
a casa e saliamo le scale a fatica. Non scorgiamo nessuno, tranne un po’ di
musica truzza che fuoriesce dalla stanza di Eric e Robbie.
Entriamo
e difatti c’è suo fratello che la sta ascoltando sdraiato a letto con le mani
sotto la sua testa.
Si scorge
per vedere chi è entrato.
<< Oh, ciao…
>>
<< Ciao Eric!
>>
<< Ciao. >>
<< Noi ci vogliamo vedere un film, lo guardi con
noi? >>
<< Quale?
>>
<< ‘Mr. and Mrs. Smith’. >>
Risponde subito risistemandosi
comodo sul cuscino.
<< No. >>
<< Ok, allora ciao. >>
Ci
avviamo per la sala e io mi siedo sul divano mentre vedo lui andare verso la tv
ed aprire il mobile sopra prendendo una custodia di un dvd e impugnarne uno,
metterlo nel lettore e agguantare il telecomando.
Si
siede vicino a me e mi avvolge in un braccio. Poi fa partire.
Nel
mentre che si avvia io mi giro verso Robbie e noto i suoi occhi guadare la tv e
poi girarsi verso i miei.
Ci
sorridiamo e non riesco a trattenermi.
Le
nostre lingue si ritrovano come in ogni momento magico come questo nella bocca
dell’altro e sono felice sia così.
Sposto
la mia mano sul suo viso e lo accarezzo dolcemente.
Il
film inizia, allora io e lui ci allontaniamo lentamente guardandoci negli occhi
e dicendoci tante parole in quello stesso momento senza aprire bocca.
Poi
la tv ci rapisce, ma non del tutto.
Mi
sistemo per bene e appoggio la testa sulla sua spalla mentre lui continua ad
avvolgermi con il suo braccio.
Eccoli
Angelina e Brad. Sono seduti su due poltrone mentre parlano con uno
psicanalista della loro crisi matrimoniale.
“Beh,
comunque non è male Brad, è solo che non mi fa impazzire come può farlo, che ne
so, un Chad Micheal Murray o un Josh Hartnett…”
Ma
a questo non ci faccio caso e il film passa.
Ad
una scena di queste, cerco di lottare con i miei occhi per non fare uscire le lacrime.
“Sono
troppo sensibile…”
Siamo
al punto che loro si stanno sparando addosso in casa loro e si ritrovano tutti
e due davanti all’altro con la pistola puntata e non hanno il coraggio di
sparare. Ed ecco adesso che si baciano e che vanno più a fondo.
Io
mi giro verso Robbie che noto guardarmi e sorridere.
<< No, non puoi piangere per una scena del
genere!! >>
<< Non sto piangendo… >>
Mi
asciuga una lacrima che dopo una lunga lotta con la mia palpebra riesce a
scivolare lungo la guancia.
<< E questa?
>>
<< Mi danno fastidio le lenti!! >>
<< Come no…
>>
La
porta di casa si apre. Entra suo padre. Solo lui. Sembra anche un po’ di
fretta.
<< Ciao. >>
<< Ciao Robbie, tuo fratello? >>
<< In camera.
>>
<< Che vi state guardando? >>
<< ‘Mr. and Mrs. Smith’. >>
<< Ah, bello…
>>
<< Già. >>
Parla
di ciò, ma non sembra minimamente interessato.
<< Ascolta Robbie, io non sapevo che ti dovessi
vedere con Ale, ma mi sono liberato dagli impegni apposta perchè volevi che ti
accompagnassi ad esercitarti in macchina e io sono libero oggi. >>
<< Non puoi proprio liberarti un altro giorno? >>
<< E’ un periodo molto impegnato questo. >>
Robbie
si gira verso di me e io capisco la situazione e lo lascio andare.
<< Ma si vai!! Non preoccuparti per me! >>
<< Sul serio, va bene? >>
<< Certo!
>>
<< Grazie.
>>
Mi
dà un bacio così, sulle labbra.
Poi
si alza e si mette la giacca posata prima sulla sedia.
<< Tu che fai, resti qui? Mi aspetti per quando
arrivo? >>
<< Si, ok.
>>
<< Allora ciao.
>>
<< Ciao Ale.
>>
<< Ciao! >>
Saluto
anche suo padre e se ne escono dalla porta lasciandomi da sola in questa stanza
accompagnata solo dalla luce e dal volume del film che emana la tv.
Completamente sola, accompagnata solo da Angelina e Brad. O almeno è quello che
pensavo.
Eric
spunta dalla camera e viene da me sedendosi vicino.
<< Ciao Ale…
>>
<< Ciao. >>
<< Mi sentivo un po’ solo in camera e così sono
venuto qui, dato che eri sola anche tu. >>
<< Hai fatto bene. >>
Questo
però non riesco a dirlo decisa come al solito.
Ci
ritroviamo lì, l’uno davanti all’altra, vicinissimi, con gli occhi puntati contro
e nessun sorriso nell’aria.
Mi
ritorna in mente l’estate scorsa.
“La
mia prima cotta… La mia cotta per te. Un ragazzo che era così figo… Che
tutt’ora è figo.”
-
-
Esco
di casa imprecando con la mente contro mio padre, ma felice anche del fatto
che, finalmente, è riuscito a trovare un momento libero da dedicarmi, anche se
nel momento sbagliato.
<< Pronto?
>>
<< Papi… Sono nato pronto! >>
Si
mette a ridere di gusto.
<< Ma non farmi ridere!! >>
“Mio
padre che ride di me??”
Scendiamo
tutte le scale e, al di fuori dell’edificio, salgo sulla macchina di mio padre.
Un pegeot 206 grigia metallizzata.
“Chissà
mio padre che macchina mi regalerà per la patente…”
-
-
<< Sai… Ultimamente sono un po’ triste. >>
Io
mi interesso alla sua frase e cerco spiegazione.
<< Perchè?
>>
<< Beh, perchè… Perchè non riesco più a trovare
una ragazza che mi faccia appassionare, apparte una… >>
Lo
guardo un po’, presa alla sprovvista, senza dire niente, soltanto non
staccandomi dai suoi occhi, tutto del fratello che, anche se non sono blu,
prendono molto.
<< E tu invece come stai con Robbie? >>
<< Benissimo!!
>>
<< Benissimo?
>>
Cerco
di tranquillizzarlo e un po’ rassicurare me dicendomi che sto benissimo, che
d'altronde è la verità, ma non riesco a togliergli occhio di dosso e levare la
voglia che adesso ho nei suoi confronti e un po’ incerta gli rispondo.
<< Si, benissimo… >>
Mi
continua a guardare e io a guardare lui.
Un
momento in cui io mi vorrei staccare e dire:
“No,
basta, lasciami in pace, basta, non guardarmi!!”
E
invece non riesco a staccarmi e lo sguardo si sposta involontariamente sulle
sue belle labbra che quasi mi chiamano. Mi attraggono, troppo. E invece di
urlare: “Basta!” o girarmi, faccio di peggio. Non sono forte abbastanza per
dirmi di smetterla, per fermarmi, non ci riesco, come se fossi bloccata…
E
le nostre lingue, le nostre labbra si incontrano e il bacio diventa sempre più
reale.
“Quanto
tempo avevo sognato questo momento… L’ho sempre desiderato e proprio adesso che
lo ottengo è come se un mio sogno si fosse avverato. Ecco. La sento… Passione.
Quella che provi anche quando non sei innamorata dell’altro. Quella che senti
quando l’altra persona ti attrae
fisicamente, e tu Eric… Si, tu si che mi attrai fisicamente. Anche troppo… E
perchè poi non mi pento? E perchè poi non mi sento in colpa? E perchè non
riesco a staccarmi? E perchè mi piace? Perchè godo al momento? Perchè mi
attiri? Perchè ho voglia di spogliarti? Perchè ho voglia di farti mio?”
E
così è.
Non
mi sento in imbarazzo, ho solo voglia di baciarlo ancora e ancora, ancora,
ancora…
Mi
porta giù sul divano e la mia voglia diventa passione appunto e quindi fatto.
E
da deficiente sono io a prendere l’iniziativa e incomincio a spogliarlo
levandogli la maglia e trovandomelo a torso nudo sopra di me e, allora, lui si
convince e prende il comando. Mi toglie la maglietta e mi bacia il collo nel
mentre che io tengo la sua testa con una mano. Poi inizio a slacciargli il
bottone dei jeans sfilandoli e lui sbottona i miei appoggiandomi le labbra
sulla pancia, me li toglie e ritorna a baciarmi sulla bocca, sempre con
passione, senza più badare ai movimenti della lingua, ma piuttosto ai movimenti
delle mani sul corpo dell’altro.
Siamo
in intimo a strusciarci, mentre i baci sono sempre maggiori e lui mi slaccia il
reggiseno buttandolo sul pavimento della sala. A questo punto, mentre mi sfiora
il seno, comincio già a pentirmi.
Mi
blocco e non riesco più a lasciarmi andare. Come se la voglia che avevo di
baciarlo, spogliarlo, di farmelo, fosse sparita e finalmente mi stessi
accorgendo che quello che sto facendo è sbagliato.
“Cazzo…
Che cazzo ho fatto! Oh mio dio!!!”
Spingo
via da me Eric che mi guarda non capendo. Io mi avvolgo il seno con le braccia
e scappo da sotto di lui. Prendo il reggiseno sempre coprendomi e lo infilo
dandogli la schiena.
<< Ale… >>
<< Non parlare.
>>
La
mia voce trema e il magone rapisce la mia gola.
Mi
metto la maglietta e i jeans, poi mi tolgo la coda che oramai e scombinata e mi
scrollo i capelli.
Mi
giro verso di lui che è ancora a guardarmi seduo sul divano solo in boxer.
Ha
lo sguardo perso, come se avesse preso coscienza anche lui della cazzata che
abbiamo combinato.
Apre
bocca per parlarmi e ora capisco sul serio quanto è preoccupato, soprattutto
dal tono della voce.
<< Scusa, non so che mi sia preso… >>
<< E che cosa è preso a me!! Che cosa ho fatto… >>
Sono
disperata. Mi metto le mani nei capelli e mi copro il viso, poi risento di
nuovo la sua voce.
<< Questo non è mai successo, ok? >>
Mi
scopro e lo guardo, come per dire. “Ma come cazzo posso non dire niente?”, ma
mi limito semplicemente ad annuire con la testa con gli occhi lucidi.
Lo
sento bisbigliare qualcosa, ma si mangia le parole e non riesco a sentire.
<< Scusa?
>>
Mi
guarda negli occhi e ripete quello che ha detto prima in modo sicuro.
<< Io sono innamorato di te… >>
I
miei occhi si sbarrano. Le braccia si appesantiscono.
“No,
no, no, no, no…”
Prendo
a parlare preoccupata.
<< Non dire mai più una cosa del genere… >>
Prendo
la borsa e la giacca ed esco da quella casa senza girarmi indietro, quasi
correndo.
-
-
Apro
la portiera e mi metto al posto del guidatore. Sfioro il volante e poi lo
stringo forte e mi metto a ridere.
<< Calmati Robbie… Chissà quando potrai guidare
tu una macchina da solo, non ti credere! A meno che tu non guidi perfettamente,
tu non salirai mai su un’ automobile!! >>
<< Certo, certo… A proposito di mia automobile…
Che macchina mi comprerai?? >>
Lui
non smuove la sua espressione autoritaria.
<< Guarda che non sto scherzando Robbie. >>
<< Pa’, tanto se riesco ad avere la patente non
mi puoi impedire di andarci!! >>
<< Non ti compro la macchina!! Che auto guidi?? >>
Mi
verrebbe voglia di sputargli addosso di
tutto, ma non posso.
Stringo
i denti e giro la chiave a destra e il rumore del motore incomincia a farsi
sentire.
“Sono
pronto… E a dispetto di quello che dice mio padre gli farò vedere chi sono!!”
Faccio
per partire quando mio padre mi grida di fermarmi. Mi blocco di colpo e mi giro
verso di lui.
<< Ma che c’è???? >>
Gli
urlo addosso, quasi alterato.
<< La cintura…
>>
Mio
padre mi guarda soddisfatto, con occhi pieni di sfida e un sorriso stampato
sulle labbra. Io rispondo falsamente a quel sorriso e mi giro verso la strada.
Mi avvolgo dalla cintura e la attacco al suo rispettivo aggeggio.
<< Ed ora non
mi fermi più… >>
Quasi
lo sussurro, cercando di farmi sentire, ma sperando che non senta.
<< Fammi vedere.
>>
Mi
inserisco nella strada e guido, si, ma come un vero imbranato.
Ogni
tanto sento mio padre sussultare, altre ridere come un disperato.
“Non
mi posso far fregare così!!”
-
-
Non
ci posso credere… Come ho potuto! No, io non ci posso credere, non voglio
crederci, non è impossibile… Sto sognando, no, neanche! Sto avendo gli incubi!!
No, non è possibile. Io amo Robbie, non avrei mai fatto una cosa del genere.
Robbie è la mia stella, Robbie è il mio amore, il ragazzo che non lascerei mai.
L’unico che possa baciare!! No, no, no… Eric non esiste.
Come
si fa a non pensarci? Vaffanculo alla passione, vaffanculo all’attrazione,
vaffanculo, vaffanculo a me stessa!!!! Una deficiente che non capisce l’oro che
ha al fianco e se ne frega. Va con un oro apparente quando ha un oro vero a
disposizione.
Robbie
non mi merita… Io non me lo toglierò più sto pensiero, come fai a dimenticare
una cosa del genere? Robbie, come faccio a ritornare normale dopo una cosa del
genere? No, no, no, no, no… Io non posso meritarlo.
Ma
io non posso averlo fatto, sarei veramente una scema… Io lo so, sto dormendo,
non ho il controllo di me.”
Arrivo
a casa e apro la porta.
Entro
in bagno per lavarmi la faccia e svegliarmi e nel mentre continuo a ripetere a
me stessa la stessa frase.
“Non
è possibile, no, non ci credo, ho gli incubi, incubi, incubi…”
Quando
una visuale allo specchio mi fa capire quello che non vorrei mai aver capito.
Uno schifo che non si dovrebbe permettere di essere situato sul mio collo. Un
succhiotto, uno schifo di succhiotto anche piuttosto evidente che non può
rimanere inosservato. Un succhiotto sul collo che non ho la minima idea di come
poter nascondere.
“Oh,
Robbie… Potrai mai perdonarmi? Io non voglio perderti… Ti prego, non mi
lasciare…”
Quesito
inutile, che so già che Robbie non accetterà mai una cosa del genere.
E
io mi sono fottuta con le mie stesse mani, sono fottuta.
Vi
prego, non mi uccideteeee!! XD Ecco
che cosa girava per la testa di Eric!! Qualcuno ci aveva anche
azzeccato... Perchè, era così scontato?? :-(
Povera
Ale, dai… La carne è carne!! IHIH No, avete tutte le ragioni di insultarla, ha
fatto una cosa riprovevole. Povero Robbie… Alla fine il più buono e il più
innamorato ci rimette sempre… Qualsiasi sesso sia… Che schifo.
Comunque
vi prego, non mi uccidete! Ma non potevo non far succedere qualcosa che metta
in crisi la loro “coppia perfetta”, no? Perché purtroppo… La coppia perfetta è
difficile da trovare… Davvero difficile. Ma io continuo a crederci.
I
believe into faires…
Un
bacione a tutti
Grazie
Somoody
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Capitolo 25 *** Ti odio e ti amo... ***
CAPITOLO
25
-
-
-
-
Arriviamo
a casa ed entrando subito cerco Alessia, ma non la trovo sul divano
dove l’avevo lasciata, così raggiungo mio fratello dovunque
sia, sicuramente in camera. Ed infatti è così.
Apro
la porta e mio fratello è seduto sul letto, non sdraiato.
Seduto. E questo mi preoccupa. Soprattutto per il fatto che a quel
suo far niente non è accompagnato da musica assordante.
<<
Ciao Eric… >>
Lo
guardo strano, ma lui non mi caga. Continua a fissare il vuoto,
sembra non accorgersi neanche di me.
<<
Eric!! >>
Salta
sul posto, spaventandosi.
<<
Oh… Ciao Robbie! >>
<<
Che succede?? >>
<<
Niente… Perchè?? Che cosa dovrebbe essere successo?? >>
<<
Bah… Ale? >>
<<
Cosa Ale? Perchè Ale?? >>
Mi
stupisco di tutta questa sua agitazione.
<<
In teoria dovrebbe essere ancora qui… Perchè non c’è?
>>
<<
Perchè… Perchè… Perchè doveva andare a
casa!! >>
Rimango
perplesso.
“Mio
fratello che balbetta?”
<<
Ti stai inventando una scusa?? >
<<
No. >>
<<
Me l’avrebbe detto se doveva andare a casa ad un certo punto. >>
<<
Ma… E’ stata chiamata. >>
Lo
guardo un ultima volta strano e tiro fuori il cellulare. Mi siedo
vicino a Eric e inizio a scrivere un messaggio.
-
-
-
-
Esco
dal bagno e vado in camera.
Mi
accendo la musica. L’unica su cui io possa contare per distrarmi.
Ma non ne voglio una dolce, ma una incazzosa, di quelle che piacciono
a me. E scelgo i P.o.d. con ‘Payable On Death’.
Mi
sdraio sul divano e chiudo gli occhi nel mentre che la musica parte
con ‘Wildfire’.
Cerco
di addormentarmi, ma nel mentre sento la bocca e le mano di Eric
dappertutto e mi tormentano e le sento… E piango. Non ne posso fare
a meno. Non mi trattengo e mi sfogo per esporre tutto il mio dolore
all’estremo.
“E’
inutile piangere sul latte versato. Hai fatto la cazzata e ora la
paghi. E la paghi veramente cara… Togliendoti, probabilmente, la
cosa più importante della tua vita. Robbie… Io devo perderti
per una cazzata durata cinque minuti, ma che mi schiaccia e non mi
permette di andare avanti?”
Un
messaggio arriva sul mio cellulare sentendo tremare il mio sedere
poiché è nella tasca posteriore.
Prendo
questo quasi tremando, capendo subito il motivo del mio traballare.
Sul display mi appare la sua foto nel mentre che mi manda un bacio
con la scritta ‘Ant’ e questa mi fa stare ancora più male,
peggiora di non so quanto la situazione.
Ehy,
ma nn dovevi
aspettarmi
a casa mia?
Che
fine hai fatto? Spero
che
non sia stato mio
fratello
ad averti fatto
andare
via… Era così
strano!!!
Ci vediamo
domani…
Bacione Ant
Chiudo
il messaggio e rimetto nella tasca il cellulare.
Non
ho di certo voglia di rispondere.
-
-
-
-
Mi
giro verso mio fratello. Lui è tornato a guardare il vuoto.
“Qualcosa
non quadra…”
<<
Sei strano… Tu hai qualcosa che non va!! >>
<<
Robbie, me l’hai già detto!! Non c’è bisogno di
ripetermelo!! Basta!! >>
<<
Beh, allora dimmi cosa c’è che non va! >>
<<
Vaffanculo. >>
Si
alza dal letto e esce da camera prendendo dalla sedia la sua giacca.
Due secondi dopo sento la porta di casa sbattere violentemente. Mio
padre gli urla contro invano poiché tanto Eric non sentirà
o farà finta di non sentire. Perciò sarà tutto
inutile.
Io
mi alzo e vado alla finestra. Guardo Eric allontanarsi lentamente
mentre scalcia sul marciapiede.
“Lo
odio quando fa così… Ma mi dispiace sempre.”
-
-
-
-
Ho
bisogno di qualcuno che mi permetta di continuare a respirare…
<<
Pronto? >>
<<
Ciao Ali… >>
Le
lacrime sono più forti di me e sgorgano giù per le mie
guance senza fermarsi.
<<
Ehy, che succede? >>
<<
Sono una scema… >>
<<
Ma che è successo? >>
La
sento preoccupata dall’altra parte della cornetta.
<<
Ho fatto la cazzata più enorme che potessi fare!! >>
<<
Ma si può sapere cosa hai fatto di così grave? >>
<<
Cosa ho fatto di così grave? Ho tradito Robbie, cazzo!!! E’
una cosa più che grave!! >>
Sento
un attimo il silenzio dall’altra parte, poi la sua voce incredula
lo spezza.
<<
Che cosa hai fatto? >>
<<
Ho tradito Robbie!!! >>
<<
Oh, mio dio… E perchè? >>
<<
Perchè sono una scema!! >>
<<
Ma con chi? >>
<<
Con suo fratello… >>
<<
Eric? >>
“Ne
conosci altri??”
<<
Si… >>
<<
Ma uno diverso non potevi scegliertelo? >>
Aumento
il mio piangere.
<<
Potevo proprio non farlo? >>
Resta
un attimo in silenzio, poi riprende.
<<
Ma quanto l’hai tradito? >>
<<
Fino allo sganciamento del reggiseno, poi mi sono svegliata e l’ho
spinto via coprendomi. >>
<<
Minchia… >>
Lascia
di nuovo un momento di suspance.
<<
Ma come hai fatto? >>
<<
Mi sono ritrovata da sola con lui perchè Robbie se ne doveva
andare a fare un po’ di prova di guida ed è successo… Non
l’abbiamo programmato!! So solo che ero attratta un casino da lui e
così è andata… >>
<<
Ok. Di solito cerco sempre di darti ragione, ma tu eri innamorata di
lui!! >>
<<
Lo sono ancora!! Non l’avrei mai voluto fare!!! Ma come faccio…
>>
<<
Non dirglielo e torna alla tua vita normale!! >>
Quasi
mi arrabbio scagliandomi su di lei verbalmente.
<<
Ma come faccio a non dirglielo?! >>
<<
Basta tenere la bocca chiusa e non pensarci più! >>
“Falla
semplice…”
<<
E secondo te è una cosa facile? >>
<<
No, ma devi farlo se vuoi salvare quel minimo di rapporto che ne è
rimasto tra te e Robbie!! >>
<<
Non sarebbe più la stessa cosa… Non riesco a tenergli
qualcosa nascosto!! >>
<<
Ti rimangono solo due cose da fare Ale… Uno: Non glielo dici e
ritornate a fare i due innamorati e tu non ci pensi più oppure
vivi con il peso. Due: Glielo dici e perdi tutto, ma almeno ti sei
liberata del peso e non gli hai nascosto niente. A te la scelta! >>
Ci
penso un attimo, ma niente fuorchè “Sono una scema…”
riesce a viaggiare nella mia mente.
<<
Tu cosa mi consigli di fare? >>
<<
Non lo so… Io non glielo direi. Devi pensare: O scegli per te o
scegli per lui. >>
<<
E se scegliessi per lui? >>
<<
Allora devi dirglielo, se non vuoi pigliarlo per il culo! E poi
tanto ti conosco… Non riesci a tenerglielo nascosto. >>
<<
Grazie Ali, ma ora voglio andare a dormire… >>
<<
Ma sono le otto!! >>
<<
Prima arriva domani e meglio è. >>
<<
Ok dai… Ciao e non starci così male. Non è la fine
del mondo, vedrai che troverai un altro ragazzo stupendo!! Avvisami
domani! >>
<<
Ok, ciao… >>
Chiudo
la telefonata.
In
realtà non vado a dormire, ma non ne avevo più voglia
di parlarne, anche se tanto so che fino a che non glielo dirò
questo mi rimarrà dentro e non mi lascerà pensare ad
altro.
“Io
non voglio un altro ragazzo stupendo… Io voglio Robbie!!”
Le
lacrime riescono di nuovo a bagnare le mie guance e incomincio a non
vederci più.
“Perdonami
Robbie…”
-
Il
giorno dopo.
Centro.
Sto
aspettando Robbie davanti all’Ariston.
Sono
vestita con dei semplici jeans e una canotta senza maniche con
disegnato Snoopy.
Ho
lasciato i capelli sciolti per nascondere il succhiotto sul collo.
Ecco
che arriva il mio angelo.
Capelli
gellati all’insù e una canotta senza maniche bianca e dei
jeans. Mi sorride da lontano mentre mi raggiunge, ma, nonostante
tutti i miei sforzi, non riesco a ricambiare quel suo sorriso.
Arriva
e mi bacia.
<<
Ciao piccola. >>
<<
Ciao… >>
Ecco
qui. Mi sono già rovinata in partenza con un ciao tremolante
informando del fatto di avere il magone in gola. Volevo aspettare di
essere da soli, ma come al solito non riesco mai a trattenermi.
Lui
mi osserva preoccupato, non sapendo che fra poco mi guarderà
schifato.
<<
Che succede? >>
-
-
Lei
non mi risponde, ma non toglie i suoi occhi bagnati dai miei. Così
le prendo il viso e le sposto i capelli dietro le orecchie, quando un
coso viola appare sulla sua pelle.
Mi
irrigidisco, le stacco subito le mani e la mia vista si oscura. Non
riesco a trattenermi.
<<
Che è quel coso? >>
Lei
cerca di prendere fiato, poi mi guarda fissa negli occhi e comincia a
parlare come se dovesse trovare il coraggio per ammazzare qualcuno.
<<
Un succhiotto… >>
“Ho
proprio ragione… Vuole ammazzarmi.”
<<
E chi cazzo ti ha fatto un succhiotto sul collo? >>
Sono
accecato dalla rabbia.
“Come
hai potuto?? Non è possibile che questa sia la realtà!!”
Lei
continua a piangere e a non rispondermi. La scrollo per farla
parlare.
<<
Ti ho chiesto chi cazzo è stato? >>
<<
Robbie, mi dispiace, non volevo… Perdonami!! >>
<<
Oh, mio dio, no… No, no, non puoi avermi fatto questo… >>
“Oh
mio dio… Allora l’hai fatto veramente! Tiratemi pugni, fatemi
svegliare!! Questa non è la realtà, lei non è la
mia Ale!! Qualcuno mi dica che è tutto uno scherzo.”
Mi
prende la canotta e si avvicina con il viso al mio petto per
piangere, ma io la spingo via.
<<
Dimmi chi è stato!! >>
Non
riesco a piangere. I miei occhi stanno pensando ad altro in questo
momento, sono troppo incazzati, non possono permettersi di piangere.
“Tu
sei un uomo Robbie, sfogati su quello stronzo che ha potuto sfiorarla
senza avere il diritto di farlo, sfogati su quello stronzo che anche
se solo per una volta è riuscito a fregare il tuo posto.”
Le
urlo contro.
<<
Chi cazzo è stato!? >>
<<
Eric… >>
A
questo punto rimango preso alla sprovvista. Faccio fatica a credere a
quello che sto udendo.
Lei
sta mentendo, ne sono sicuro, Eric non avrebbe mai fatto una cosa del
genere.
“Ma
ora che ci penso… Neanche tu avresti potuto farla!! No, no… Lei
sta mentendo spudoratamente!! Eric... è mio fratello!!”
<<
No, non può essere stato lui, stai mentendo! >>
Lei
mi mostra un no muovendo la sua testa e piange ancora di più.
“No, no, no!! Io ti ammazzo Eric!! Si Ale… Mi hai ammazzato.
Anzi, mi stai ammazzando, perché io sto ancora soffrendo.
Serro
i pugni facendomi quasi male e mi incammino verso Piazza Bresca.
“Devo sfogarmi, devo ammazzarlo, devo fargli uscire sangue… Devo
punirlo tanto quanto lui sta facendo in questo momento a me.”
<<
No, Robbie… Non farlo! >>
Alessia
mi sta dietro.
<<
Vaffanculo, cazzo Ale… Pensavo fossimo innamorati!! Evidentemente
mi sbagliavo! >>
<<
No, non ti sbagli, io ti amo Robbie… >>
Mi
metto a ridere. Queste parole fanno male.
“Non
è vero!!”
<<
Perchè ridi? >>
<<
Beh, magari mi amavi anche alla follia, eh? >>
<<
Ma è vero!! >>
<<
Anch’io ti amo alla follia, ma non per questo vado a farmi le
altre tipe!! >>
<<
Ma io non mi sono fatta Eric!! >>
Mi
fermo e la guardo attendendo risposta. Lei mi si piazza davanti e io
le faccio la domanda.
<<
E allora cosa avete fatto, vi siete soltanto baciati? >>
<<
Cioè, veramente lo stavamo facendo… Sono arrivata al
reggiseno, ma poi mi sono pentita! >>
<<
Ti sei pentita un po’ troppo in ritardo, non credi? >>
Riprendo
a camminare e giro subito per la via che porta verso Piazza Bresca,
in Via Gaudio.
Guardo
con disgusto il ragazzo accompagnato da Dario che la sta salendo. Il
mio ex fratello che mi ha risparmiato qualche passo e l’interesse
di mille sguardi troppo curiosi.
Lui
mi guarda.
<<
Ehy, ciao Bro! >>
Io
non gli rispondo e continuo ad andare dritto con passo deciso.
“Ho
troppa voglia di sferrargli un pugno, ne ho troppo bisogno.”
Eric
mi guarda preoccupato e volta lo sguardo dietro di me, probabilmente
deve esserci Alessia e allora la sua vista diventa spaventata.
<<
No, aspetta, Robbie, fermati! >>
Sono
vicino, tanto vicino. Sento il mio braccio, la mia spalla muoversi da
solo, senza controllo. Si muovono contro quella figura che mi prova
disgusto. E lo prendono in pieno viso con tanta forza che neanche io
credevo di sferrare e Eric finisce a terra.
Io
mi siedo sopra di lui e lo prendo dalla maglietta portandomi il suo
viso vicino al mio. Non mi permetto neanche di farlo respirare un
attimo.
Succede
tutto così velocemente che non riesco neanche a rendermi conto
che questa sia la realtà.
“Io
devo essere su ‘Scherzi a parte’, non c’è altra
spiegazione plausibile!!”
<<
Come cazzo hai potuto… >>
<<
Non l’abbiamo deciso, è stato un caso! >>
<<
Eric, ma tu sei mio fratello, o meglio, eri mio fratello!! Mi hai
tradito andando con la mia ragazza!! Eric, io l’amavo!! Come hai
potuto? >>
<<
Robbie, mi dispiace… >>
Anche
Eric viene contagiato da Alessia e guardo con disprezzo le sue finte
lacrime scivolare sul suo viso.
“Non
credere di fermarmi in questo modo.”
<<
Troppo tardi per dispiacerti, non trovi? >>
E
adesso è la mia testa a muoversi da sola e si spinge anche con
tutta la sua forza su quella di Eric. Lo accascio del tutto e la mia
fronte sente dolore, ma non abbastanza per permettere che si noti e
di certo di fermarmi.
Dario
è restato tutto il tempo lì a guardare la scena, senza
muovere un dito o fiatare, probabilmente troppo stupito oppure per il
fatto che si sentiva in dovere di restarsene da parte.
Mi
alzo lentamente e squadro Alessia, mentre lei continua a guardarmi
spaventata e addolorata.
La
fisso con occhi diversi dal solito. La osservo con disprezzo, con
rabbia… Con dolore.
Non
riesco più a posare gli occhi su di lei. Me ne devo andare da
qua.
Mi
volto dall’altra parte, scavalco Eric e giro l’angolo della via
per incamminarmi verso casa. Non mi sento seguire. Alessia non mi
segue.
“Che
se ne freghi fino a questo punto?? Ale, ti rendi conto a cosa mi stai
portando a pensare???”
-
-
Io
resto lì, non lo inseguo più e Dario è lì
a fissarmi, un po’ confuso dalla situazione.
Io
vado incontro a Eric e lo aiuto ad alzarsi, lui si asciuga subito gli
occhi e si rivolge a me incazzato.
<<
Che cazzo hai fatto!! Avevamo detto di non dirglielo! >>
Io
decido di mentire.
<<
Non glielo volevo dire, ma ha scoperto il succhiotto!! >>
Lui
mi guarda storto.
<<
E come cazzo l’ha scoperto? Dì la verità cazzo, sei
stata tu! >>
<<
Ma tu mi stai dando la colpa!! >>
<<
E di chi è se no? >>
<<
Scusa, tu credi di non avere un po’ di colpa? E’ solo mia? >>
Lui
si porta la mano ai capelli guardando altrove.
<<
Cazzo, sei una stronza, non dovevi dirglielo, ora io sono fottuto!
>>
<<
Certo, pensa solo per te! E io non sono fottuta? >>
Sono
troppo arrabbiata. Forse sto cercando di sfogarmi rivoltando tutto il
mio dolore addosso a lui. Questo mi fa sentire male.
<<
Ma smettila!! Tu il ragazzo te lo puoi rifare, io dove lo trovo un
altro fratello? >>
“Tutti
i torti non ce li ha…”
<<
Beh, potevi pensarci prima, no? Sinceramente io preferisco essere
sincera con le persone che amo! >>
<<
Allora vedi che sei stata tu a dirglielo? Non dovevi farlo! Almeno
saremmo tutti e due felici ancora!!>>
Mi
attacca fortemente e questo mi fa alterare anche se dentro di me il
mio cuore gli sta dando ragione mille per mille, non gliela darò
mai vinta.
<<
Non ci posso credere… >>
Lo
guardo un po’ delusa e poi lo lascio con la mia frase finale.
<<
Certo che non ci ha rimesso niente Robbie a perderti… Non è
normale che una persona che voglia veramente bene al proprio fratello
gli fotta la ragazza, non trovi? Non ha perso niente… >>
Lo
supero e lo lascio così, senza più parole.
<<
Beh, allora non ha perso niente neanche lui se la ragazza che ama lo
tradisce con il fratello!! Sei proprio una troia! >>
Mi
blocco e stringo i pugni. Le lacrime ricominciano, cerco di
trattenermi, ma come al solito non ci riesco.
Mi
giro ancora verso di lui, lo guardo un attimo mentre me ne vado
camminando all’indietro e dopo mi rigiro completamente e mi
allontano, senza rispondere. Poi sento Eric imprecare da solo.
<<
Cazzo, cazzo, cazzo… >>
Non
mi volto più indietro. Vado avanti per la mia strada, con le
mie lacrime, con i miei pensieri… Con le mie colpe.
“Hai
ragione Eric, perfettamente… Sono una troia.”
-
-
-
-
Salgo
le scalinata ed entro dalla porta. Nessuno è in casa e la cosa
è perfetta.
Mi
dirigo in camera mia e mi guardo attorno.
“Devo
imparare immediatamente come si ergono i muri.”
Scopro
un disegno sulla scrivania di Eric con rappresentati due nomi fatti
strani di come sa farli lui a mo’ di murales intricati insieme. I
nostri nomi. C’è scritto “Eric & Bro’s Room”
ancora da finire di colorare.
La
vista di questo mi altera ancora di più del dovuto. Lo prendo
e lo strappo in mille pezzi. Mi assicuro che non si possa leggere
neanche un accenno di quella scritta. Non sono mille a questo punto i
pezzi, ma un milione.
Sento
freddo e noto con la pelle d’oca che Eric, tra i suoi tanti sbagli,
ha anche lasciato la finestra aperta.
-
-
-
-
Passo
sotto la casa di Robbie guardando la sua finestra. Nessuno ci è
affacciato, ma solo il pensiero che dietro quella finestra ci possa
essere lui mi fa stare ancora più male.
Mi
fermo per guardarla meglio e piango, piango come non ho mai fatto.
Robbie
si affaccia e mi vede. Stiamo un po’ lasciar perdere i nostri
sguardi negli occhi dell’altro.
E’
un momento tristissimo, non so come descriverlo diversamente. Lui
deluso di me, lui incazzato, lui triste…
Uguale
a me. Io delusa di me, io incazzata, io triste…
-
-
“E’
inutile Ale. E’ inutilissimo. Non puoi fare niente. Non puoi fare
niente!! Non riesco neanche ad insultarti, ti rendi conto?? Ti amavo,
da morire e per questo mi incazzo ancora se qualcuno ti dica
qualcosa, anche da solo!! Io ti amo ancora!! Vaffanculo alla vita…”
Chiudo
le finestre e mi butto a terra.
-
-
Io
guardo per terra, poi la strada, poi la gente che passa. Ragazzi a
braccetto, vecchietti ancora mano nella mano. Sembra che il destino
ce l’abbia con me, me la voglia far pagare. E ha ragione. La gente
che passa è solo accoppiata e io sono sola. Di nuovo.
Poi
riguardo la finestra.
“Robbie…
Potrai mai perdonarmi? Potrai mai capire che ti ho amato sul serio e
che ti amo tutt’ora? Potrai mai capire che ho sbagliato? Lo potrai
mai capire che io non riuscirò mai a sopravvivere senza di te?
No, non lo vuoi capire… L’unica cosa che riesci a comprendere in
questo momento è che io sono una stronza, una ragazza come
un’altra e che non sono poi così speciale come credevi.
Robbie, mi dispiace. Aiutami, mi dispiace… Come faccio a fartelo
capire? Mi dispiace Robbie. Perdonami…”
Eccomi.
Sono caduta. Se prima riusciva a farmi stare in aria perchè
ero leggera e senza problemi, ora sono a terra perchè lui non
mi regge più e sono troppo pesante per stare in volo in aria.
Troppi problemi… La mia anima è troppo nera.
E’
incredibile se penso che un minuto prima avevo il suo bacio e un
minuto dopo il suo odio. Ora dovrò ricordarmi quel bacio,
anche se era semplice, come l’ultimo.
“Brava
Ale… Complimenti!!! Spero ti sia piaciuto il bacio appassionato e
lo sfregamento di corpi nudi tra te e Eric, spera che ne sia valsa la
pena!! Perchè con questo hai perso il tuo più grande
amore, contenta?”
No,
non sono contenta e non ne è valsa la pena… Dicono di non
avere rimorsi se quando hai fatto quello che hai fatto ti è
piaciuto. A me è piaciuto, ma il rimorso mi è rimasto,
perchè la conseguenza è una cosa mostruosa, ma è
un peso che mi tocca sopportare. E che mi merito…
-
-
-
-
Sono
con il viso sul pavimento. Stringo i pugni e li sbatto violentemente
su di esso. Eppure non riesco a piangere. Era così troppo
speciale che non riesco a ancora a rendermene conto del tutto. Una
parte di me è sicura che domani mi risveglierò
abbracciato ad Alessia, con la sua pelle liscia senza nessuna macchia
violacea non gradita, insieme e felici.
“Non
dovevamo essere la coppia perfetta Ale?? Non doveva sfiorarci niente,
ricordi??”
Poi
ricordo che ‘coppia perfetta’ l’aveva trascritto Eric.
Da
qui capisco che la cosa non è difficile. Ma noi eravamo una
coppia perfetta comunque…
“Perchè
non riesco ancora a rendermene conto?? Nonostante me l’abbia detto
lei di persona! Questo è solo un incubo. Ma non riesco a
capire perchè se effettivamente non me ne sono accorto da non
riuscire a piangere, come mai sento una rabbia che mi brucia
terribilmente dentro? Ale, ma ti odio o ti amo?? Ti odio e ti amo…”
|
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Capitolo 26 *** Desideri ***
ehyyoooo
CAPITOLO
26
-
-
-
-
Le
giornate passano come al solito, ma diversamente come è
consuetudine, passano lentissime. Ogni giornata è un’eternità,
un ostacolo da superare, da saltare, un anno intero che mi passa
davanti, rivedendo i miei sbagli, rivedendo ogni mia minima cazzata,
rimpiangendo. I miei sbagli… Cazzate che potevo evitare. Ma è
giusto che io paghi.
Non
sono mai uscita di casa e non l’ho più visto da quel giorno.
Mai.
Tante
volte dal cellulare ho visto il suo numero nella mia rubrica e tante
volte mi è venuta la tentazione di chiamare, ma non l’ho mai
fatto. E vorrei farlo. Per chiedergli se gli è passata, se mi
ha perdonato, per dirgli quello che provo per lui, ma non ne ho mai
il coraggio e poi perché lui non mi vorrebbe sentire… Ed ha
ragione, perfettamente ragione.
Non
so cosa lui abbia fatto in questi giorni. Probabilmente mi avrà
già rimpiazzato con qualche ragazza, speciale com’è.
Sono
passati ventun giorni.
Siamo
al 10 giugno.
La
scuola è finita ieri per me e oggi per lui.
E’
sabato.
Tante
volte Alice è venuta a casa mia per tirarmi su e per farmi
uscire, ma non c’è mai stato verso.
Non
sono più stata attenta in classe, non sono più viva,
non faccio più niente. Tutti i giorni sto a rimembrare i
ricordi.
“E’
una cosa impossibile dimenticarti. Sei stato troppo per me. Non posso
voltare pagina se non è stata ancora terminata questa. Non
voglio voltare pagina, voglio farla finire bene. Voglio continuarla,
la storia non è finita, come faccio a voltar pagina se questa
è la pagina che voglio leggere? E se è la pagina che
voglio continuare a leggere? Non ci sono altre pagine oltre a questa,
c’è solo questa… O forse ho paura di voltare pagina. Ho
paura di quello che ci sarà dopo.
Io
mi sento in colpa per quello che ho fatto e non voglio dimenticarti.
Io non ti dimenticherò mai, ma la mia paura è quella. E
se non ti dimenticherò mai non riuscirò a lasciarmi
andare con qualche altro ragazzo, quindi, perché voltare
pagina se non la potrò vivere? Tanto vale stare qui a
rimembrare i ricordi e cercare la felicità nei momenti che ho
già vissuto.”
-
-
-
-
E
il tempo passa, ma il dolore no.
Ci
ritroviamo al 10 giugno.
Il
mio ultimo giorno di scuola.
Sto
male soprattutto per il fatto che Alessia non l’ho più vista
in giro, anche perché non sono più riuscito ad uscire.
Non ce la facevo. Ogni volta che mi porgevo alla porta mi ritiravo
sempre con la paura di poter vederla camminare con un altro ragazzo
sul marciapiedi.
“Tanto
se è riuscita a tradirmi non penso che stia ancora lì a
rimuginare per la perdita. Oddio… Sto sclerando! Voglio tornare
indietro con il tempo!! Mi manca da morire…”
In
questo momento sono seduto al banco a scuola con accanto la dolce
presenza di Anita, naturalmente perché di Federico non si è
ancora sentita nessuna notizia e io sono sempre più
preoccupato di prima. E’ come se in questi giorni io non vivessi.
Alla
porta della stanza si sente bussare. Entra dentro una bidella dai
capelli grigi e ricci con gli occhiali spessi e rossi e magrissima.
La sua faccia ha un’espressione seria, la quale non accetta
dibattito.
<<
Professoressa, c’è una persona che vorrebbe parlare con
lei. >>
<<
Ma non aspettavo nessuno io… >>
<<
E’ importante. >>
La
professoressa si alza lentamente dalla sedia ed esce dalla classe
lasciandoci completamente soli.
Anita
mi rivolge la parola.
<<
Ehy, come stai? >>
<<
Bene! >>
“Magari…”
<<
Mica tanto… >>
<<
Ti dico che sto bene!! >>
Mi
guarda storto e riprende a parlare.
<<
Se stai bene perché allora non sei più uscito da quel
giorno?? >>
“Perché
sono un fifone…”
<<
Perché non ne avevo voglia! >>
<<
Dimostramelo!! >>
<<
Cosa? >>
<<
Esci con me oggi pomeriggio! >>
La
guardo un attimo e il suo sorriso contagioso riesce a convincermi
come al solito.
La
guardo sorridendo.
<<
Ok. >>
<<
Ok? >>
<<
Si, va bene. >>
<<
Perfetto… >>
Lei
mi fa l’occhiolino e io le sorrido sempre come al solito e ripenso
a quanto è bella ogni volta che sfoggia la sua meravigliosa
risata. E’ una ragazza speciale. Riesce a contagiarti in ogni cosa,
persino quando soffri tantissimo. Poi, però, al ricordo di
questo, Federico mi ritorna in mente.
“Non
dovevi…”
“Cosa?”
“Non
dovevi dirgli che ti piace quando sorride…”
“Ma
perché, scusa? E’ la verità!”
“Non
importa… Lei magari poi si aspetta qualcosa…”
“Forse
dovevo dirgli e a me piace il tuo sorriso… Hai ragione.”
“No.
Non dovevi dirgli proprio niente!!”
“Le
ho fatto un complimento!!”
“Non
importa…”
“Ok.”
Il
mio pensiero va oltre quel ricordo.
“Fede,
ma che fine hai fatto??”
I
miei occhi si bagnano, ma serro fortemente le palpebre.
“Non
te lo ricordi Robbie?? Tu non puoi piangere. Tu sei un maschio,
Robbie. I maschi non piangono. Sei un maschio.”
<<
Robbie… >>
<<
Si? >>
Faccio
finta di niente, ma lei non sorride. Mi guarda preoccupata. Ma non fa
in tempo a farmi la prossima domanda o a dire qualcosa che la
professoressa entra in classe.
Di
solito continuiamo a parlare fino a quando non si stufa e ci urla di
stare zitti minacciandoci con qualcosa, ma questa volta entra in
classe con il viso coperto dai capelli e tutta preoccupata. Si
avvicina alla sua cattedra molto lentamente e si siede alla sua sedia
tremando. In classe il silenzio è diventato impressionante,
quasi una nuova sensazione. Poi la professoressa ci guarda e unisce
le mani ed incomincia a parlare con una voce rattristata.
<<
Ragazzi… Devo informarvi di una cosa terribile… >>
Il
nostro ascolto si fa sempre più importante, scioccante a dirla
tutta. Io e Anita ci guardiamo non capendo, poi il nostro sguardo si
volta automaticamente nella direzione della cattedra.
<<
Si tratta di Federico. >>
I
miei occhi si sbarrano.
“Fede??
Che c’entra Fede?? Dimmelo!!”
<<
Ecco… >>
“Non
sopporto tutte queste esitazioni…”
<< Prof,
la prego. Mi dica che cosa è successo senza esitazione!! >>
La
professoressa mi guarda con rabbia e tristezza mescolate assieme. Poi
sospira e incomincia a palare.
<<
Federico è da un mese in ospedale. >>
<<
In ospedale??? Che cos’ha?? >>
Ora
la prof mi parla con più voglia probabilmente capendo che sono
l’unico in questa classe a cui interessa sul serio di Federico.
<<
E’ in coma. >>
“Robbie,
i maschi non piangono, i maschi non piangono!!!!! Oh, mio dio… No,
Fede no!! Sono un maschio!!!! Smettila, smettila!! Sono sicuro che
tutto questo non sta succedendo a te Robbie. Ne sono sicuro.”
Mi
alzo in piedi e mi preparo la cartella.
<<
Che stai facendo?? >>
<<
Prof, io me ne vado. Sono maggiorenne, le firmo la giustifica. >>
La
professoressa mi guarda seriamente, poi allunga la mano.
<<
Dammi sto libretto. >>
-
Mi
ritrovo qui, a contemplare questo edificio chiamato ospedale che in
questa circostanza mi prova disgusto. Nel mentre ammiro tutte le
finestre con le lacrime agli occhi pensando che Federico potrebbe
trovarsi dietro qualsiasi di queste. In ultimo guardo la porta,
quella che dovrei oltrepassare per entrare in quell’edificio.
“Robbie,
sei scarso, non trovi neanche il coraggio di varcare una semplice
porta. Mi sento così debole…”
Il
mio piede incomincia a muoversi da solo. E allora gli altri lo
seguono fino a raggiungere l’entrata, poi l’atrio, poi il
corridoio e infine la sala d’aspetto. I miei occhi si girano
automaticamente verso essa e le mie gambe tremano. C’è gente
che piange, gente triste e gente che sbuffa.
“Ma
io non voglio essere una di quelle persone. Non voglio essere
debole.”
Intanto
mi viene incontro un’infermiera giovane molto carina con i capelli
biondi raccolti in un cappellino bianco. Ha gli occhi verdi e una
spruzzata di lentiggini le incorniciano il viso accompagnato da delle
labbra sottile, ma di un bel colore. Il vestito che le scende
delicatamente sul suo corpo è l’ultima goccia per farmi
accorgere che è veramente bella.
<<
Scusi… >>
La
ragazza si ferma e mi guarda seriamente. Neanche la bella infermiera
riesce a sorridere.
<<
Mi dica. >>
<<
Sono qui per vedere un amico. >>
<<
Chi? >>
Faccio
un po’ fatica a pronunciare il suo nome, ma alla fine prendo
coraggio e mi butto.
<<
Federico Rubini. >>
I
suoi occhi si spengono più di quanto lo erano già.
“Dimmi
che tutto quello che vedo è impressione.”
<<
Seguimi. >>
Non
me lo faccio ripetere. Seguo le sue gambe lisce avvicinarsi alle
scale e salirle una ad una. La seguo senza dire una parola. Saliamo
fino al terzo piano, poi la ragazza si ferma. Numerose porte
accompagnano quel corridoio.
“In
questo piano devono essere posti i casi più gravi…”
Mi
arrabbio con me stesso per aver pensato una cosa del genere.
<<
Ragazzo! >>
Mi
spavento al suo richiamo risvegliandomi dai miei pensieri. Mi giro
lentamente verso di lei.
<<
Lui è qui. >>
Mi
mostra una porta a fine corridoio. Quel “Lui è qui.”
risuona dentro di me come un eco e ogni volta che viene ripetuto
vorrei svenire. Tutto ciò mi da un senso di voltastomaco.
“Ma
perché tutto insieme?”
Mi
chiedo questo pensando anche ad Alessia, ma subito dopo scrollo la
testa.
“Non
essere egoista, questo proprio non è il tuo turno.”.
Seguo
la ragazza fino alla porta indicata e prima che lei la apra del tutto
io serro gli occhi. Non so se non riesco a guardare o se proprio non
voglio.
“Robbie,
sei un debole.”
Apro
gli occhi. Lui è lì. Sdraiato su quel letto senza
colore con le palpebre chiuse e il corpo inerme.
<<
Vuoi che ti lasci solo? >>
<<
Prima… >>
Stacco
gli occhi terrorizzati su di lui per posarli su di lei.
<<
Prima dimmi come è successo. >>
Dal
lei passiamo subito al tu.
<<
E’ stato suo padre a ridurlo in questo stato. Lo picchiava spesso,
ma nessuno lo rivelava mai. >>
Resto
sconcertato alla notizia, ma cerco di sembrarlo il meno possibile e
vado avanti con le domande.
<<
E adesso? >>
<<
Credo che sua madre l’abbia denunciato. >>
<<
Dimmi una cosa, ti prego… Ce la farà? >>
“Si,
eccome, che domande stupide!! Certo che si!”
<<
Beh... Dovrebbe! Ma con un coma non si può mai sapere nulla
di certo. >>
Lo
guardo ancora, poi mi rigiro verso l’infermiera.
<<
Grazie, ora puoi andare. >>
Si
allontana e io chiudo la porta rimanendo solo con lui.
“Svegliati
Fede, svegliati!”.
Mi
avvicino verso una sedia e la porto accanto al letto di Federico
sedendomici sopra.
“Svegliati.”
Noto
i suoi lividi violacei su tutto il viso, l’unica parte del corpo
che si riesce a vedere.
“Ne
ho abbastanza di vedere macchie violacee…”
Stringo
i pugni e le lacrime cominciano a scendere.
<<
E’ tutto così assurdo Fede… Perché dev’essere
così? >>
-
Mi
ritrovo a tavola con mia madre, mio padre e il mio nemico. Anzi, mi
ritrovo a tavola con mio padre e mia madre. Lui non esiste più.
Con
davanti un piatto di farfalle con il tonno non ricordo di aver mai
passato un pranzo in questo modo. Silenzio. E non so il perché.
Il
rumore delle forchette comincia a diventare insopportabile.
<<
Devo partire per l’Olanda. >>
Mio
padre esce fuori da quella atmosfera con questa battuta di scena.
<<
Perché? >>
Mi
interesso io dato che nessuno ha avanzato parola.
<<
Perché i miei genitori hanno voglia di vedermi. >>
<<
Già. Tuo padre se ne va via per tutta l’estate, ma io dico…
Non gli basta un mese?? No! Deve bruciarsi tutte le ferie di un anno
per andare dai suoi! >>
Mia
madre sembra piuttosto arrabbiata, ma è come se io non
l’ascoltassi. L’idea di partire con mio padre per l’Olanda e
sparire per tutta l’estate da questo posto mi fa impazzire.
<<
Papi… Voglio venire con te. >
<<
No, non te ne vai via pure tu! >>
<<
Allora vengo anch’io!! >>
Fulmino
con lo sguardo Eric che decide saggiamente di cambiare idea.
<<
No, non ci tengo. >>
“Se
gli sguardi potessero uccidere…”
<<
Mamma, ti prego, ho bisogno di cambiare aria per un po’. >>
<<
Ho detto di no. >>
<<
Tu papà cosa dici? >>
Mi
rivolgo a mio padre che sembra esser fuori da questa discussione.
<<
Che deve decidere tua madre. >>
Mia
madre continua ad essere particolarmente alterata.
<<
Certo, devo sempre decidere io! Tu non sei capace a prendere un po’
delle decisioni?? >>
<<
Vuoi sapere la mia decisione? Per me può anche venire, anzi!
Mi fa piacere, mi fa anche compagnia!! >>
<<
Ah certo, e io? >>
<<
Eric chi è? >>
A
questo punto interrompo io.
<<
Mamma, ti prego… Ne ho troppo bisogno. >>
Lei
mi guarda arrabbiata e il mio tono di implorazione sembra non
convincerla.
<<
Cosa sarà mai successo di così tanto grave da farti
volere cambiar aria?? Sei solo un ragazzino! >>
Io
la guardo triste, ma la mia voglia di esporle il mio stato d’animo
è troppo forte.
<<
Lo vuoi proprio sapere?? Ti accontento subito! >>
Guardo
Eric che abbassa subito lo sguardo sul piatto senza rialzarlo.
<<
Non ti sei chiesta perché io e Eric con parliamo più??
Non ti sei chiesta perché non vedi più Ale girare per
casa?? Non ti sei chiesta perché sto così male?? La mia
ragazza, che amavo tantissimo, per la quale io vivevo, mi ha tradito
con mio fratello! Mio fratello!! Quel coso biondo lì seduto
che non ha neanche il coraggio di guardarmi in faccia e sta a testa
bassa perché si fa pena da solo!! E fa bene!!! Ho preso a
pugni e a testate mio fratello in piena Sanremo con la gente che non
interveniva! In più, come se non bastasse, il mio migliore
amico è all’ospedale!! E’ in coma perché è
stato suo padre a ridurlo in quello stato! E’ in coma e io non so
quando si risveglierà!! Cosa può succedere ancora di
più grave? Vuoi ancora dirmi che la cosa non è così
tragedia da potermi permettere di chiedere di cambiare aria?? >>
Riprendo
fiato da questo lungo urlare. La guardo un attimo. Noto i suoi occhi
spaventati. Poi corro in camera mia e mi chiudo la porta alle spalle
e prendo fiato.
Non
dimenticherò mai le loro facce nel mentre che io parlavo. Visi
dispiaciuti e disgustati nel guardare Eric.
“Ma
io non voglio ciò. Io non voglio mettere in cattiva luce Eric
ai miei genitori. Io non voglio essere compatito, non voglio neanche
essere capito. Voglio solo partire…”
-
-
-
-
Ora
sono sul divano.
Sono
con sopra la mia testa un cuscino ancora in pigiama e sto quasi
dormendo mentre ascolto Kelly Clarkson con ‘Addicted’.
Ma
qualcuno mi tira via il cuscino dalla faccia.
<<
Ehy! >>
Apro
gli occhi a fatica.
Una
faccia conosciuta dai capelli lunghi e biondi boccolosi mi sta
guardando con aria di rimprovero.
<<
Ciao Ali… >>
Sempre
con la faccia incazzata cerca di tirarmi su e a fatica mi sistema
seduta. Io poggio la testa all’indietro sullo schienale del divano
e la guardo in piedi davanti a me con le mani poggiate sui fianchi
mentre sbatte un piede. Quello destro.
E
finalmente parla.
<<
Non ce la faccio più. >>
Mi
viene da ridere.
<<
Dillo a me! >>
<<
Non ce la faccio più a vederti ridotta così. E’ ora
di vivere!! >>
“Non
mi ricordo il significato di questa parola.”
<<
No… >>
<<
Ale, cazzo, devi voltare pagina, non puoi continuare a rimpiangere
il passato, svegliati!!! >>
Ecco
la solita frase.
<<
Non voglio… >>
<<
Robbie non tornerà più da te e prima te ne accorgerai
e prima sarà meglio per tutti!! Devi capirlo Ale, lui non
tornerà da te! >>
Anziché
aiutarmi peggiora la situazione.
“Io
non voglio questo, non voglio che lui non ritorni più da me!”
Le
lacrime cominciano di nuovo a scorrere.
Lei
si siede vicino a me e mi abbraccia.
<<
No, non ricominciare… >>
Anch’io
vorrei non ricominciare, ma non ce la faccio a trattenermi.
Contraccambio
il suo abbraccio e la stringo forte, sfogandomi così tanto da
non aver mai fatto.
<<
Mi manca, troppo… >>
<<
Lo so Ale… Anche a me mancava Edo, ma ho voltato pagina! >>
<<
Dopo quanto? >>
<<
Ma chi se ne frega dopo quanto!! Non devi guardare me!! Tu sei
sempre stata la più forte, non mi rimbambire qua!! Guardati in
giro, il mondo è pieno di ragazzi!! >>
<<
Io non voglio un altro ragazzo, non voglio!! Io voglio Robbie… >>
<<
Tu pretendi troppo! Non tornerà più, devi fartene una
ragione!! >>
“No,
no, no, no…”
<<
Mi dispiace, non ce la faccio, mi manca e non riesco a continuare
senza di lui. >>
Lei
ci pensa un attimo si, poi mi guarda dritta negli occhi.
<<
Facciamo così, tu adesso ti vesti, ti metti un costume, ti
combini qualcosa su quella faccia rincoglionita ed esci a prendere un
po’ d’aria con me e vieni a farti il primo bagno di quest’anno!!
>>
<<
Non voglio uscire… >>
<<
Oh, tu invece esci!!! >>
Si
alza dal divano e mi porta in piedi tirandomi dalla mano.
<<
No Ali, non voglio uscire! >>
<<
Ale, fallo per me!! Ti prego! >>
La
guardo negli occhi che mi pregano come al suo solito. Io non riesco
mai a resistere con degli occhi così e, alla fine, decido di
uscire
<<
Va bene. >>
Il
sorriso le torna sul viso.
<<
Benissimo, allora muoviti e preparati. >>
Vado
al piano di sopra salendo a fatica le scale ed entro nella camera
degli armadi. Prendo degli stupidi pinocchietto di jeans e una
canotta rosa semplice. Poi mi spoglio e mi vesto con il mio costume
che non mettevo da un anno bianco con i contorni rosa. Indosso i
vestiti scelti e prendo lo zaino della ‘No Fear’ appeso alla
ringhiera. Scendo giù e vado nell’armadio della camera di
mia nonna a prendere il mio asciugamano. Prendo le infradito nella
scarpiera e mi metto lo zaino in spalla.
Con
poco entusiasmo mi faccio vedere da Alice.
<<
Voilà, contenta? >>
<<
Tanto!! >>
Poi
la vedo prendere il suo zaino e metterselo in spalla.
“Lei,
Alice… Che come al solito programma sempre tutto all’inizio senza
sapere se io sono d’accordo, tanto sapendo già che io dirò
di si.”
Mi
sorride e si incammina alla porta. Io la seguo e usciamo, senza
salutare nessuno. Ci incamminiamo per tutta quella sottospecie di
passeggiata guardando il mare e rivivendo tutti i ricordi che legano
a lui.
Il
suo sapore dopo essere usciti dall’acqua salata, il suo gusto
dentro l’acqua, la sua lingua bagnata dall’acqua, il suo corpo
bagnato dall’acqua… Lui. Tutto lui e tutti i suoi ricordi.
Vorrei
cancellarli, così, puff, per sempre. Ma non ci riesco, non
posso e soprattutto non voglio. Come si fanno a cancellare i momenti
più belli della tua vita??
E
poi eccola. La ringhiera. Il mio primo bacio voluto con lui. Le sue
prime belle parole verso di me. Come dimenticarle.
“Ho
voglia di baciarti…”
Oh,
quella frase… Magnifica. E poi insisteva perché io non ci
credevo.
“Non
ti sto pigliano per il culo!! Ho voglia di baciarti sul serio!!”
E
io non ci credevo, non volevo crederci.
“Robbie
smettila di fare il defic…”
E
il suo bacio… Prima che terminassi la frase la sua lingua mi aveva
già azzittito. Che momenti…
I
miei occhi di fanno sempre più lucidi e mi giro verso Alice.
<<
Forse non è stata una bella idea portarmi qui… >>
Alice
mi guarda e si rattrista.
“Forse
ha capito di aver fatto una cazzata… No, Ali no. Non se ne
accorgerà mai, lei ha sempre ragione!”
<<
No Ale, vedrai, ti aiuterà… >>
Camminiamo
ancora un po’, poi mi appare davanti agli occhi. I Tre ponti. La
gente, la sabbia, il mare, la ringhiera, le scalette, il bar. Mi
appaiono davanti. Tutti insieme.
Mi
blocco. Non riesco ad andare avanti. I miei muscoli non si muovono.
Non ce la faccio. Troppi ricordi, troppe emozioni, troppo… Troppo
da affrontare in una volta sola.
Alice
mi spinge da dietro e mi da la carica per scendere, non notando
neanche un motorino, forse è stato un mio sbaglio o forse sono
io che non ho voluto guardare, nella speranza e senza, così,
saperlo già.
Scalino
per scalino e battito del cuore per battito del cuore, ma questo
sempre più forte e lo scalino sempre più vicino alla
spiaggia. Quando la tocco nella sua morbidezza, nel suo calore, nei
suoi granuli. Uno per uno. Nei suoi passi impressi sopra.
Sto
camminando sopra di lei ricordandone ogni minimo passo. E poi il
ricordo.
Lui
che mi tira la sabbia addosso mentre io ero sdraiata
sull’asciugamano. E io che mi giro verso di lui a dirgli un grazie
sarcastico e lui che mi sorride con il suo bel ghigno e mi dice
ridendo: “Non c’è di che”. E io che mi ritrovo in
imbarazzo non sapendo che il ragazzo a cui avevo detto grazie con
rimprovero era il ragazzo che mi piaceva inconsciamente, come
dicevano gli altri e che poi si è rivelata una verità.
“Niente,
non ce la faccio!”
Niente
qui è in grado di non farmi ricordare.
Alice
sceglie un posto.
Ci
sistemiamo gli asciugamani e rimaniamo in costume.
Quando
vedo una figura che non avrei mai voluto vedere, Eric. Lui è
lì che ride con gli amici abbracciato ad una tipa mora. Sembra
che si diverta e che non sia mai successo niente.
“Beato
lui… Magari hanno fatto pace.”
E
questo mi rattrista ancora di più perché, senza
volerlo, la domanda, il pensiero mi sorge spontaneo.
“Perché
lui si e io no?”.
Alice
guarda nella direzione dei miei occhi e capisce. Così mi tira
verso il mare, mentre io continuo a guardarlo. Lui si gira e mi vede.
Mi riconosce notando il suo sguardo che cambia. Ci seguiamo con gli
occhi con rimprovero tutti e due fino a che Alice non mi butta in
acqua. La sento fredda. Riemergo e fisso di nuovo nella sua
direzione, ma lui non guarda più, così decido di
smettere di osservarlo.
Io
e Alice ci facciamo una nuotata al largo ricordando tutte le volte
che ero in mare con lui, ma uno prevale su tutti. Il pedalò.
Quando
mi ha buttato in mare e io me lo sono tirato dietro e ci siamo
ritrovati abbracciati. Ma io mi sono staccata per l’imbarazzo e lui
rideva. Ci affogavamo e io mi tenevo alla sua bella pelle. E poi ci
hanno lasciato soli e lui si è incazzato.
“Troppi
ricordi…”
Smetto
di nuotare e mi lascio andare sott’acqua senza muovermi. Apro gli
occhi. L’azzurro mi accerchia, circondata da quel “coso blu”, e
vedo la gambe di Alice che mi nuotano attorno. Le bollicine dalla mia
bocca fuoriescono e mi fanno solletico sulla faccia. Poi il respiro
comincia a mancarmi e senza aver controllo dei miei muscoli riemergo
alla superficie.
Guardo
Alice con aria stanca.
<<
Usciamo… >>
Lei
annuisce e non mi risponde.
Arriviamo
a riva e dopo una doccia ci dirigiamo ai nostri asciugamani.
Mi
ci sdraio sopra e chiudo gli occhi, intenta a non ricordare ulteriori
ricordi. Il sole mi picchia sulla schiena e asciuga piano piano le
goccioline. L’ombra mi passa sugli occhi. Li apro e noto un ragazzo
messo davanti al sole privandomi della luce. Ed ecco altri ricordi
che mi avvengono involontariamente. Sempre con Robbie.
Eravamo
soli e io sono salita sopra Robbie per ammirarlo mentre dormiva e
dopo lui ha fatto lo stesso facendomi capire di aver fatto una figura
di merda. Quando avevo aperto gli occhi lui eri lì, a dieci
centimetri da me, e mi stava pigliando per il culo.
“Troppi,
davvero troppi i ricordi.”
-
-
-
-
Sono
davanti ai Tre Ponti. Per la prima volta quest’anno.
Questo
posto dovrebbe portare a galla un migliaio di ricordi, ma
sinceramente non ho più voglia di ricordare.
<<
Pronto? >>
<<
Ciao Any, dove sei? >>
La
sua voce dall’altra parte del cellulare mi rassicura.
<<
Dietro di te. >>
Chiudo
la chiamata girandomi e me la ritrovo davanti sorridente come sempre.
Mi
abbraccia forte e intanto mi da due baci sulla guancia.
<<
Andiamo! >>
Mi
prende la mano e mi porta giù in spiaggia attraverso le
scalette.
Poso
lo zaino e mi levo la mia maglietta a maniche corte bianca sopra i
miei vecchi pantaloncini blu hawaiani.
<<
Andiamo a fare un bagno? >>
Chiedo
ad Anita senza troppo entusiasmo.
<<
Ci sto! >>
Ci
avviamo verso la riva e ci buttiamo insieme. Ridiamo insieme.
Poi,
però, il discorso comincia a farsi serio
<<
Sta mattina sei andato da Fede, vero? >>
Il
mio sorriso si spegne e abbasso lo sguardo verso l’acqua.
<<
Si, ci sono andato. >>
<<
Vuoi parlarmene? >>
<<
Preferirei di no… >>
“Ci
starei ancora troppo male…”
<<
Mi dici solo come sta? >>
“Ti
ho detto che non voglio parlarne!!”
<<
Come vuoi che stia? E’ in coma!! >>
<<
Scusa, hai ragione… Sai quando si risveglierà? >>
<<
No. Lo vorrei tanto… >>
Si
avvicina a me e mi abbraccia. Mi abbraccia forte come solo un’amica
sa fare.
Poi
comincia a parlarmi sussurrando.
<<
Mi dispiace così tanto per il periodo che stai passando
Robbie… Io ti voglio bene e sarò sempre dalla tua parte
perciò ricordati di contare sempre su di me, ok? >>
Io
sorrido e contraccambio forte anch’io il suo abbraccio.
<<
Ok, grazie Anita, sei veramente l’amica più preziosa che
ho. >>
Stacca
il suo viso dalle mie spalle per guardarmi a pochi centimetri dal mio
viso i miei occhi. Poi comincia a spaventarmi. Si avvicina alle mie
labbra chiudendo gli occhi e mi bacia. All’inizio rimango stordito
dalla cosa, non me lo aspettavo, ma appena riprendo conoscenza
dell’accaduto la spingo subito via.
<<
Mi dispiace, ma… Non posso. >>
Mi
allontano e lei rimane in acqua.
La
sabbia mi si appiccica ai piedi e guardo solo quella nel mentre che
vado verso le docce a togliermi il sale di dosso. L’acqua di essa
scivola sulla mia pelle rinfrescandomi dal caldo che emana quella
specie di stella che si vede soltanto il giorno, l’unica che si
trova nel momento sbagliato della giornata.
“Io
odio le stelle…”
Ecco.
Questi sono i momenti più belli per piangere. Sotto la doccia,
dove neppure tu ti accorgi di farlo se non ci pensi troppo.
Il
mio asciugamano mi desidera sulla sabbia e io non lo faccio
attendere.
Mi
ci sdraio sopra e aspetto che ogni goccia si asciughi, ma Anita non
mi lascia il tempo.
<<
Scusami Robbie… >>
Fa
un attimo una pausa, poi riprende a parlare
<<
E’ che io sono innamorata di te. >>
Mi
viene da ridere, ma non glielo faccio vedere. E’ come se solo io
potessi sapere cosa vuol dire amare. Lei non ama, è folle. Lei
ha solo una cotta per me. Questo non è amare. Solo io so
amare.
<<
Tu sei innamorata di un ragazzo che non esiste più, Anita.
>>
Lei
mi guarda male, quasi non riconoscendola senza il suo sorriso.
<<
E adesso, allora, chi sei? >>
<<
Un pezzo di merda, come lo ero prima di Ale. >>
<<
Non ci credo. >>
<<
Ne sei libera. >>
La
lascio sul suo asciugamano senza neanche guardarla in faccia.
“Almeno
non soffrirò più per amore, almeno non avrò più
il rimpianto di farmi vedere da qualcuno così debole, almeno…
Almeno lei resterà sempre con me senza lasciare posto a
nessun’altra. Almeno non la dimenticherò mai. Si ama una
volta sola, non c’è altra ragione.”
Mi
dirigo verso il bar e mi avvicino al bancone.
<<
Cosa ti do? >>
“Cosa
posso prendere??”
Mi
sono avvicinato al bancone senza neanche sapere di cosa avevo voglia,
ma la mia risposta viene spontanea.
<<
Una granita all’anguria. >>
La
granita di cui Alessia si era innamorata.
“Della
granita e non di me?”
Ho
deciso di farmi del male da solo.
Pago
quello che devo pagare e mi passano il bicchiere pieno di ghiaccio
sgretolato colorato di rosso e cerco un posto per potermi sedere. Al
tavolo ci sono Giacomo, Roberto e Manuel, membri del mio vecchio
gruppo.
Mi
siedo tra loro senza neanche salutare. Loro mi guardano e subito dopo
riprendono a parlare come se niente fosse.
Faccio
girare la cannuccia nel bicchiere ammirando il ghiaccio muoversi
lentamente. Lo faccio per un po’ di tempo, poi mi decido. Bevo. E
il suo sapore mi entra in circolo dissetandomi in tutto e per tutto.
-
-
-
-
<<
Andiamo al bar? >>
Ecco
Alice che si fa risentire.
Io
accetto la sua proposta e ci avviamo mentre guardo a terra.
Non
voglio altri ricordi.
Saliamo
le scalette e a questo punto alzo la testa, a meno che non voglia
andare a sbattere contro qualche tavolino.
Ci
sediamo in uno di questi.
<<
Edo non c’è… Ho guardato dappertutto. >>
Sento
Alice incominciare a parlare tristemente, lasciandosi catturare, come
me, dai ricordi.
<<
E non è un bene? >>
Lei
mi guarda e mi sorride.
<<
Certo!! Infatti non hai sentito in che tono l’ho detto? Edo, non
c’è!! Evvai!!!! Ho guardato dappertutto e proprio non
c’è!!>>
Io
le sorrido nel mentre che il suo si spegne e guardo oltre a lei,
tutti i tavoli. E ne noto uno davanti a noi di due o tre.
Non
l’avessi mai fatto…
“Sono
ventun giorni che non ti vedo. Robbie, la tua visuale è sempre
la più speciale. Stesso costume hawaiano blu dell’anno
scorso con i capelli alla sbarazzina. Tutti attorno a te che ridono.
Ragazzi che non conosco, ma non ci do caso. Ho tutte le mia
attenzioni su di te. L’unico ragazzo che non ride.”
Sta
guardando la sua granita con attenzione girando la cannuccia attorno
e quel rosso di granita che riconosco. L’anguria, il mio gusto
preferito. E altri ricordi.
Quando
sono andata al bar con Eric e lui ha preso un toast e io l’anguria
e poi è arrivato Robbie e ci siamo rimessi a litigare come al
nostro solito e poi Mirko.
Devo
ringraziarlo dopo tutto. E’ lui che ci ha fatto avvicinare.
Alice
mi passa una mano davanti agli occhi, ma io non mi schiodo. Così
guarda nella direzione dei miei occhi e allora capisce.
<<
Ok, cattiva idea, andiamo via. >>
Lei
si alza, ma io non la seguo. Sono solo i miei occhi puntati su di
lui. Ed eccolo incominciare a poggiare le sue labbra sulla superficie
della cannuccia e tirare su.
Quando
i suoi occhi si girano nella mia direzione e lascia andare, sorpreso,
la cannuccia. Mi guarda a bocca aperta, poi si scrolla e chiude gli
occhi. Si gira verso la granita e si alza dalla sedia andando a
scendere le scale. Io mi alzo e lo seguo. Incomincio a camminare più
veloce e lo raggiungo prendendolo da un braccio e girandolo verso di
me. Altri ricordi.
Quando
lui aveva scoperto che mi piaceva Eric e che glielo era andato a
dire, poi aveva riso di me e io lo avevo girato con forza da un
braccio verso di me e incazzandomi come non ero mai stata con lui.
Il
ricordo sbagliato. Non mi fosse mai piaciuto Eric…
Non
riesco a pronunciare parola e lui non si muove.
-
-
Siamo
quasi appiccicati. Mi guarda negli occhi. Io la guardo nei suoi. E mi
ci perdo… Mi perdo in quelle due pupille che una volta non avevano
sguardo fuorché per me.
“Ale,
hai rovinato tutto. Ho voglia di urlare, io ho bisogno di urlare.
Sono i tuoi occhi a farmi crollare così? Allora non guardarmi,
ti prego.”
Mi
giro dall’altra parte, ma la sua voce lenta e soave mi fa restare
immobile.
<<
Aspetta… >>
“Ma
è possibile che io ti ami ancora? Dopo tutto quello che mi hai
fatto? E come è possibile che tu non mi ami più?”
Mi
volto verso di lei.
<<
Dobbiamo risolvere la situazione… >>
<<
E come vuoi risolverla? >>
<<
Non abbiamo chiarito! >>
“Chiarire??
Cosa significa chiarire Ale??”
<<
Ma cosa c’è da chiarire? >>
Lei
viene assorta dai pensieri. Non mi guarda. E i suoi occhi si
riempiono di lacrime.
“Non
mi interessa quello che mi vuoi far vedere. Quello che hai fatto ha
già parlato per te.”
-
-
Ed
eccoli ancora. Sempre a rincorrermi.
Il
giorno in cui Mirko mi è venuto a trovare in spiaggia e lui mi
ha detto di non andare, mentre io gli avevo risposto che dovevo
chiarire, ma lui che non c’era da chiarire niente. Lui, Robbie…
Quello che non ha mai voluto chiarire niente, preferiva la verità
così come la trovava, senza spiegazioni, senza balle a
motivarle. Da una parte è anche una bella cosa, così
non ti fai imbambolare dalle palle che ti raccontano, ma dall’altra,
trovandomi nella mia situazione, scopro che è una cosa
fondamentale per l’altra persona, perché così esponi
tutto quello che non avevi detto e la motivazione del tuo errore,
anche se so già che non sarà questo a far cambiare le
cose, perché non importa il motivo per cui l’ho fatto. Lui
sa solo che l’ho fatto e non gli serve altro. L’ho tradito e non
c’è motivazione che tenga.
“Hai
ragione Robbie, ho fallito, ma lasciami parlare lo stesso. Tanto per
convincere me stessa di avertelo detto anche se tu non mi ascolterai,
tanto per parlarti ancora…”
<<
Robbie, è stato un attimo di debolezza. >>
<<
Ma vaffanculo te e il tuo attimo di debolezza!! Mi hai tradito Ale,
sai cosa vuol dire tradire? Sono un cornuto cazzo, e per di più
non con uno qualsiasi, ma con mio fratello o quanto credevo che
fosse!! >>
<<
Mi dispiace, ti prego, non lasciarmi… >>
-
-
“Ma
come puoi pensare questo? Come potrei mai non lasciarti? Prendendomi
in giro?? Credimi, io vorrei farlo… Con tutto me stesso.”
Chiudo
gli occhi nel mentre che dico queste quattro paroline che faranno
stare male più me che lei.
<<
L’ho già fatto. >>
E
con questa frase di chiusura mi allontano, solo. La sento piangere. E
questo non mi prova piacere, anzi.
“Robbie,
ricordati, sei tornato ad essere un pezzo di merda, è
possibile che questo ti faccia sentire così debole??”
<<
Parto. >>
Non
decido, faccio. Non ci penso neanche e in un millesimo di secondo
l’ho già informata che quest’estate non ci sarò.
“Anzi,
voglio andarmene per sempre…”
<<
Cosa? >>
<<
Parto. >>
<<
E dove vai? >>
“O
almeno glielo faccio credere. Così potrà smettere di
pensare a me. Ma lo vedi quanto sono scemo? Lo vedi quanto ti amo
ancora?”
<<
Mi trasferisco in Olanda dai miei parenti. >>
<<
Ma come… >>
Non
la faccio finire di parlare.
<<
Si. >>
<<
Quando? >>
<<
Lunedì, questa sarà l’ultima volta che ci vedremo.
>>
Mi
viene incontro.
<<
Ma come, te ne vai per me? >>
<<
Anche… >>
“Non
credere di essere sempre al centro dell’attenzione!! Anche se lo
sei per la maggior parte delle volte…”
<<
Ma qui hai tutto!! >>
<<
No, non più. >>
“Tu
eri tutto Ale…”
<<
No, non partire per me!! >>
<<
Ho detto anche, non sei l’unico motivo! >>
<<
E quali sono gli altri? >>
La
sua bellezza mi colpisce ancora come sempre.
<<
Non sono più tenuto a dirti certe cose. >>
“Federico,
mio fratello e te. Sono abbastanza i motivi?? Non ti ci mettere anche
tu…”
-
-
Guardo
a terra e poi gli rivolgo un'altra volta lo sguardo.
Lui
prende l’iniziativa.
<<
Addio Ale. >>
Queste
parole mi colpiscono al cuore. Rimbombano, fanno male...
Riprendono
le lacrime a scivolare per le mie guance. La voce tremolante prende
il sopravvento.
<<
No… >>
E
altri ricordi della mia voce tremolante.
La
prima volta che gli ho parlato quando ero incazzata con il gruppo e
me l’ero presa con lui. Mi ricordo la sua frase.
“A
casa mia, quando uno è incazzato, non ha una voce tremolante e
a tratti, ma decisa e urlante!”
“Tutto
mi ricordo di te e adesso che mi dici che parti il mondo mi cade
addosso… Non puoi farmi questo, Robbie, non puoi!! Come puoi
partire così… Tra due giorni.”
-
-
Le
sue lacrime scorrono e in un botto riesco a perdere quella
convinzione che avevo cinque secondi fa per tornare debole.
Vorrei
accarezzarle la guancia per non permettere a quelle lacrime di
toccarla ancora. La sua voce tremolante potrebbe farmi tornare a
galla numerosi ricordi e mi verrebbe voglia di stringerla per
assicurarmi che con me stia al sicuro, che diventi più forte
non temendo niente, che io sarò sempre lì a
proteggerla. Ma tutto ciò mi è impossibile da fare. E
per impedire questa voglia mi allontano del tutto.
Cammino
velocemente, quasi correndo.
“Oddio
Ale, non mi parlare così! Perché mi vuoi male? Perché
mi vuoi torturare? Non ti basta quello che hai già fatto??
Smettila di versare lacrime senza senso. Sei una bugiarda.”
-
-
-
-
Poso
lo sguardo a terra e Alice mi viene incontro.
<<
Come va? >>
<<
Secondo te come può andare? >>
<<
Scusa, domanda idiota… >>
“Già.”
<<
Parte… >>
La
lascio così, allontanandomi da lei. Ma come al solito non
riesce mai a lasciare un argomento in sospeso capendo quando è
o non è il momento di parlare.
<<
Come parte? >>
<<
Si, parte per l’Olanda. >>
<<
Beh, meglio così, se ne sta via giusto il tempo che tu lo
possa dimenticare!! >>
Spngo
il suo entusiasmo.
<<
Si trasferisce… >>
<<
Ah… >>
<<
Già. >>
Non
mi risponde, lasciando così il silenzio.
-
-
-
-
Scappo
lontano dal mio punto di riferimento per potermi perdere, ma vengo
fermato da una mano fredda che mi prende per il braccio.
Mi
fermo e cerco con fatica di girarmi.
“Ti
prego, dimmi che non è di nuovo lei…”
<<
Ciao… >>
Rimango
sorpreso. Probabilmente deluso.
<<
Carlotta?? >>
<<
Non sei felice di rivedermi? >>
<<
No, scusa è che… >>
La
guardo negli occhi e mi accorgo di essere stra felicissimo di
rivederla.
<<
Sono felice di vederti. >>
Mi
fermo un attimo per prendere conoscenza e il respiro perso.
E’
solo Carlotta. E mi sento di nuovo bastardo. Ma è quello che
voglio.
<<
Come stai? >>
<<
Fra poco bene, ma sto ancora male se adesso non ti dico quello che
voglio dirti. >>
“Cosa
avrà mai da dirmi?”
<<
Dimmi. >>
<<
Non mi interessi, quella scena che ti avevo fatto era tutta una
messa in scena. Mi divertivo da morire fare sesso con te e solo il
pensiero di non poterlo più fare mi ha fatto perdere un po’
le staffe, però non mi interessa per niente. Volevo che lo
sapessi. >>
Mi
viene da sorridere.
“E
se incominciassi proprio adesso a dimenticarti Ale? Meglio non
rimandare, non credi? Meglio prendere una decisione all’istante
prima che la malinconia mi divori. E l’occasione ce l’ho davanti
ai miei occhi. Mi sono sbagliato. Non voglio più portarti con
me, nel mio cuore. Non voglio te Ale nella mia anima, voglio solo il
tuo amore, niente di più. Perciò devo incominciare a
eliminare ogni traccia di te. A cominciare dalla prima posizione.”
<<
Vieni con me. >>
Lei
mi sorride e io le prendo la mano più sicuro che mai.
-
-
-
-
Guardo
Eric divertirsi con gli amici e poi mi salta in testa un’idea.
Gli
vado incontro e mi ci piazzo davanti.
A
questo punto sparisce il suo sorrisino e siamo così una
davanti all’altro perfettamente, dato che siamo anche alti uguali.
Incomincio
a parlare.
<<
Vedo che ti diverti. >>
<<
Non sai un cazzo… >>
<<
Quand’è che parte? >>
<<
Che cazzo te ne frega? >>
“Eric,
ti prego, fai qualcosa di buono per una volta!”
<<
Dammi immediatamente quella notizia! >>
<<
No! >>
Cambio
tattica, senza sforzarmi tanto...
<<
Ti prego… >>
Sospira
e mi guarda più tristemente e mi da l’annuncio girandosi
verso destra, probabilmente rattristato anche lui dalla notizia.
<<
Lunedì. >>
<<
A che ora? >>
<<
Più o meno verso le cinque emmezzo/sei.>>
<<
Grazie. >>
<<
Mi dispiace per l’altra volta, ero incazzato e me la sono presa
con te. >>
<<
Mi dispiace anche a me, per tutto. >>
Lui
resta in silenzio e decido di salutarlo.
<<
Allora ciao. >>
Lui
mi risponde, ma non con un saluto, riprende a parlare.
<<
A me non per tutto. >>
Mi
giro di nuovo verso lui.
<<
Cosa intendi dire Eric? >>
<<
Che non sono dispiaciuto per quel giorno a casa mia. >>
Lo
guardo con rimorso.
<<
Io si, molto. >>
<<
Ecco, questo mi dispiace. Io sono innamorato Ale. Sono innamorato di
te e anche tanto. E’ per quello che non mi dispiace, è per
quello che in quell’ultimo periodo ero sempre spento, per quello
ero un’altra persona davanti a te. Mi sono innamorato di te Ale. Mi
dispiace per mio fratello, ma non mi dispiace per quello che è
successo. >>
Mi
sento troppo in colpa, poi prendo il coraggio di rispondergli.
<<
Eric, io… Io sono innamorata di Robbie, non di te. >>
Lui
abbassa lo sguardo, poi riprende.
<<
Si, lo so. Dimmi solo una cosa… Perché ci sei stata? >>
“Optiamo
per la verità?”
<<
Perché provo una tremenda attrazione fisica verso di te Eric,
ma non sono innamorata, questo no. Ma sono debole... >>
Lui
resta in silenzio guardandomi negli occhi, triste.
<<
Grazie per avermi risposto in modo sincero. Spero di dimenticarti
presto Ale. Ciao. >>
<<
Ciao… >>
Si
gira e si allontana, così mi allontano anch’io continuando
ad avere la sua immagine impressa nella mia mente. E mi viene in
mente il suo bacio, il suo corpo quasi nudo davanti al mio,
strisciandocelo contro, la sua lingua, le sue labbra…
Mi
scrolla la testa e cerco di dimenticare.
Alice
mi guarda un attimo, ma non parla. Forse ha capito la situazione per
una volta.
<<
Ali, andiamo via, ti prego. >>
<<
Si. >>
Ci
prepariamo e con lo zaino in spalla ci allontaniamo dalla spiaggia,
la nostra spiaggia, quella in cui ogni piccolo granello di sabbia
contiene un mio ricordo. E così la lascio, sapendo di non
metterci più piede per molto, molto tempo.
-
-
-
-
Sul
bordo di ‘Diana’ le faccio vedere la mano incitandola a salire.
“<<
Vieni… >>
Io
che sorrido ad Ale, lei che sorride a me.
<<
Cioè, fammi capire… Tu hai una barca e non me l’hai mai
detto? >>
<<
Non è mia… Mio padre s’incazza se sa che l’ho presa.
>>
<<
Ma tu faresti di tutto pur di farmi vivere nuove emozioni e farmi
essere felice, giusto? >>
Dimenticarti
sembra quasi una cosa impossibile Ale, mi vuoi lasciare stare?”
<<
Vieni. >>
Lei
mi prende la mano e quando sale fa un giro per la barca.
“Perché
non mi abbracci? Stupido… Quella era Ale.”
Guardo
il mare. Il suo blu mi incanta. Il mare sembra lo stesso di quel
giorno. Mi opprime.
“<<
Io lo adoro il mare. Ti da quella sensazione di infinito, di
profondità… >>
<<
Vedo che ti piace molto sto coso blu… >>”
Prendo
la mano fortemente a Carlotta ed apro la porta della cabina
portandomi lei con me e la chiudo. Poi la guardo negli occhi, poi le
labbra che non emettono fiato. Incomincia quasi ad essere provocante.
La
metto con le spalle al muro e la guardo soltanto. Lei fa un gemito
per aver sbattuto e mi guarda ancora.
Non
so perché, ma non riesco a fare il primo passo.
Quando
lei mi bacia. Sento la sua lingua e allora non mi sento più
debole, ma un pezzo di merda. E allora incomincio io.
“Non
mi ferma più nessuno, neanche un tuo ricordo.”
La
bacio più appassionatamente di quanto possa fare lei, le
accarezzo il viso, le metto i capelli dietro le orecchie
accarezzandola sempre. Poi le tolgo la canotta seguito subito dopo
dal costume. E il suo seno mi si piazza davanti. Lo accarezzo, lo
bacio, lo sento mio. Le bacio il collo strofinando il mio petto sul
suo, molto più morbido e passo subito dopo a succhiarle il
mento e a passare di nuovo alla sua bocca. Poi mi sfila la maglietta
e mi passa la lingua su tutto il mio busto e arriva ai miei
pantaloncini sfilandoli con grande facilità. Poi si rialza e
si guarda in giro sbarrando li occhi e girandosi verso di me
sorridendo.
<<
Vedo che qui hai uno stereo… Che ne dici di accendere un po’ di
musica? >>
Mi
volto verso esso. E ricordo le sue prime note con un senso.
“Semplicemente… Na na na na na na”
Chiudo
gli occhi.
“Devo
dimenticarti, no?”
<<
No, va bene così. >>
<<
Ma… >>
<<
No! >>
Li
fa una smorfia, ma io non ci faccio caso. La ribacio e le tolgo la
gonna assieme alle mutande del costume. Poi le prendo con le mani il
collo per fermarmela e me la ribacio ancora. Lascio scivolare la mia
mano su tutto il suo corpo, tutte le sue forme. Fermandomi sotto alla
vita. Sposto lentamente le mie dita lì e le affondo dentro.
Sento il suo respiro aumentare e intanto mi sorride. Mi si avvicina
all’orecchio e nel mentre che io continuo con il mio gesto
monotono, ma piacevole mi sussurra faticosamente queste parole:
<<
Mi mancavi… >>
Questa
frase mi altera.
“A
me no…”.
E
il mio surriscaldarmi mi fa passare al passo successivo.
Lascio
andare le mie dita e tolgo subito i miei boxer. Le prendo la gamba e
lei mi aiuta ad alzarla e allora mi avvicino con il mio corpo al suo
chiudendo gli occhi. Le sono addosso e la tengo fissa al muro. Lo
sento penetrare dentro di lei. Sempre con maggiore velocità,
senza neanche guardarla in faccia o sorriderle o baciarla. Proseguo
con quei movimenti scontrosi che continuano a far uscire dalla sua
bocca piccoli lamenti che le mie orecchie sembrano non sentire.
Dentro fuori, dentro fuori, incomincio ad affannarmi anch’io, ma
non smetto. Mentre faccio sesso con Carlotta mi sembra di ricordare i
bei movimenti con Alessia, solo che lei non è Alessia.
Carlotta non si muove come sa fare lei, Carlotta non sa stare sotto
di me come sa fare lei, Carlotta non mi bacia come sa fare lei,
Carlotta non mi sa far star bene come faceva lei, Carlotta non mi fa
sentire soddisfatto come lo sapeva fare lei. Semplicemente Carlotta
non è lei. E questo mi terrorizza. Sto facendo sesso di nuovo
con qualcuna che non amo. Sento la sua pelle dentro le mie mani
incominciare a diventare scivolosa e non riesco più a
distinguere il mio respiro dal suo.
Poi
mi fermo di botto. Le lascio la gamba e persisto a tenere gli occhi
chiusi. Mi sento le sue labbra sulle mie e così mi convince ad
aprirli. La guardo fissa negli occhi. Lei fa lo stesso quando mi
mette le sue mani sul mio petto e mi spinge all’indietro. Io eseguo
gli ordini senza chiedere perché. Sento dietro le mie gambe il
letto e mi fermo. Lei mi continua a guardare e ad un certo punto apre
bocca.
<<
Facciamo così. Riposati. Ora tocca a me. >>
Mi
sdraio sul letto e aspetto che lei scenda sopra di me. Ma non fa
così. Si siede accanto a me, poi mi guarda e sorride. Io non
ricambio la sua espressione, ma lei sembra non accorgersene. Scende
con la testa sopra lui e lo fa entrare attraverso le sue labbra.
Posiziono le mie mani sotto la mia testa e guardo il soffitto. Non la
guardo minimamente, la lascio fare. La sento muoversi e il piacere
aumenta anche se la felicità è ben lontana.
-
La
guardo vestirsi con tutti i capi che prima le ho tolto di fretta,
anzi, non guardo lei, ma il suo corpo. Il corpo che minuti fa sentivo
appartenermi.
Poi
decido di indossare i miei boxer e sopra il mio costume e senza dirle
una parola esco fuori e riporto ‘Diana’ al porto. Lei mi
raggiunge e mi mette una mano sopra la spalla guardando il mare.
Sempre senza guardarmi mi fa la prima domanda temendo che non sarà
l’ultima.
<<
Come mai? >>
Non
le rispondo.
“Come
mai Robbie? Non ne avevi neanche voglia…”
<<
Come mai mi hai portato proprio in questo posto? >>
Non
era la domanda che credevo. A dire il vero è normale che lei
se lo chieda, ma sinceramente proprio non era un quesito che mi
aspettavo di sentire.
<<
Non vuoi sentire la verità, perciò è meglio se
non ne parliamo. >>
<<
Robbie, te l’ho detto prima, non mi interessa niente di niente di
te, perciò posso anche sentirmi dire di tutto che proprio la
cosa non mi tocca, sono solo curiosa. Perché proprio qui? >>
La
guardo negli occhi, poi mi decido girando di nuovo lo sguardo verso
il mare.
<<
Volevo cancellare i ricordi… >>
<<
Di Ale? >>
Annuisco
senza fiatare e continuo a fissare il mare senza staccare i miei
occhi da esso.
<<
Che tipo di ricordi? >>
<<
Ho fatto l’amore per la prima volta qui. >>
Non
parla per qualche secondo e senza neanche guardarla sento la
tristezza salirle in superficie.
<<
E com’è? >>
<<
Cosa? >>
<<
Fare l’amore. >>
“Ho
imparato a essere una persona diversa di un pezzo di merda? Non mi
può dispiacere per Carlotta!”
<<
Meglio del sesso. Non è solo il piacere è anche
l’amore verso la persona con cui lo senti. E’ un momento in cui
le esprimi di tutto senza parlarle. Che la proteggi, che la senti
tua, che la ami. Che non la lascerai andar via tanto facilmente…
>>
A
questo punto io mi fermo e Carlotta mi risponde.
<<
Ma lei se ne è andata… >>
Chiudo
gli occhi.
“Robbie,
sii uomo. Oltrettutto c’è anche Carlotta lì a
guardarti, cazzo Robbie, sei un uomo!”
Li
riapro asciutti a fatica e la guardo.
<<
Si… Ma questo è un dettaglio. >>
Arrivo
al porto e smetto di guidare la mia barca. Scendo e la lego lasciando
Carlotta ferma su di lei. Poi risalgo.
<<
E ci sei riuscito a cancellare i ricordi? >>
<<
L’avrei voluto. >>
<<
Quindi no. >>
Io
acconsento senza parlare, poi le rivolgo io una domanda.
<<
Perché tu lo fai? >>
<<
Perché faccio sesso? >>
<<
Si, perché ti comporti così? >>
Lei
esita un attimo, poi, dato che siamo in aria di confidenza, esprime
anche lei il suo dolore.
<<
Perché tutti i ragazzi che ho incontrato mi hanno deluso.
Neanche uno si è salvato. Mi hanno trattato tutti in un modo
orribile, tipo qualcosa usa e getta. E così io mi sono creata
questa barriera per non soffrire e non me ne importa niente della
fama che mi sono fatta. Almeno posso divertirmi con tutti quelli che
voglio senza dover tener conto a nessuno e senza stare lì a
domandarmi perché i ragazzi si comportino con me in quel modo.
E questo per me è la cosa più straziante. Così
so chi sono. >>
La
guardo e le dico la frase tipica augurandogliela sul serio.
<<
Vedrai che prima o poi capirai anche tu quello che l’anno scorso
ho capito io. >>
<<
Lo spero, ma anche in quel caso potrei rimanere delusa… Proprio
come te. >>
“Ha
ragione…”
<<
In questo non ti posso aiutare. >>
<<
Dimmi una cosa. Ne vale la pena innamorarsi sapendo che prima o poi
l’amore potrebbe finire e tu finire con quello? >>
“Ne
vale la pena?”
<<
A questo non ti so ancora rispondere… >>
Prende
la borsa e la tiene con due dita, poi mi si riavvicina.
<<
Mi accompagni? >>
<<
No, devo ancora fare delle cose qui sopra. >>
<<
Ok, allora ci vediamo. >>
Mi
da un piccolo bacio, ma di lunga durata sulle labbra.
<<
Ciao. >>
Si
gira e si allontana da me.
Io
invece mi volto verso ‘Diana’.
<<
E ora a noi due. >>
Entro
dentro la casetta.
“Voglio
sfidarti. Voglio vedere se quello che ho fatto è servito a
qualcosa.”
Odoro
il profumo, mi guardo attorno. Per un po’ non sento niente, poi
suoni prima bassi, poi aumentati di volume mi prendono la testa
apparendomi come reali.
“<<
Fa freddo… >>
<<
Come hai freddo? >>
<<
Si… >>
<<
Vuoi che ti riscaldi io? >>
<<
Magari… >>”
Le
note di una chitarra dolcemente si fanno largo nel silenzio.
Mi
manca tutto di lei. Non solo il suo sorriso, non solo i suoi occhi,
non solo le sue parole. Mi manca tutto. Dai suoi capelli castani
lisci e morbidi al rumore dei suoi passi. Mi manca la sua vista al
mattino o al pomeriggio che sia e capisco che proprio da quel momento
cominciavo a vivere sul serio la giornata.
“Mi
manchi da morire. O forse sono già morto, non so.
Probabilmente è così dato che non mi sento più
la vita.”
Mi
avvicino allo stereo e lo accarezzo in tutti i suoi lati e spigoli.
Sento sotto le mie dita i tasti e mi decido. Lo accendo con una
canzone speciale. La quattro.
Le
stesse note che avevo sentito prima nel ricordo le sento adesso nella
realtà. Ma in questa circostanza fanno più male e le
lacrime cominciano a scorrere come non hanno mai fatto per lei.
“Te
ne rendi conto Ale? Sto piangendo. Sto piangendo come un bambino. Per
colpa tua non sono un uomo Ale. Sto piangendo per te… Non ero
ancora riuscito a piangere totalmente per te e non avevo mai pianto
così tanto!!”
Sono
qui a piangere seduto per terra con la schiena al muro e la testa fra
le mie braccia incrociate sulle mie ginocchia. Sto piangendo per
qualcosa che non tornerà più da me.
“Sto
rimpiangendo di averti amata a questo punto, è normale una
cosa del genere? Come posso rimpiangerti dopo tutto quello che
abbiamo passato? Eppure adesso non voglio altro che non stare così
male. Voglio dimenticarti, è una cosa così complicata?
Sei così indelebile? Come è possibile? Sei solo una
ragazzina che non faceva altro che piangere quando la situazione non
le andava bene, una ragazzina che balbettava per parlare con qualcuno
con cui non aveva il coraggio di parlare, una ragazzina che mi odiava
soltanto perché mi piacevi e per questo ti trattavo male, solo
perché non lo accettavo. E tutte queste caratteristiche fanno
parte della stessa ragazzina che mi ha fatto innamorare? Che adesso
non mi lascia in pace? Sei odiosa…”
Poi,
mi rendo conto che quello che ho fatto qui dentro con Carlotta non è
servito a niente, anzi… Ho sporcato un luogo sacro.
-
Sabato
sera.
Esco
dal bagno del Lost, la discoteca, con una ragazza.
Mi
allaccio i pantaloni e mi imbrago come si deve.
Mi
allontano senza neanche salutare la ragazza con cui qualche secondo
fa ero chiuso in un bagno stretto a trombare.
Lì
fuori incontro subito Anita con un espressione incazzata e senza
accorgermene mi lamento di questo. Lei non ci fa caso e mi prende la
mano fortemente. Mi porta fuori, lontano da lì. Mi trasporta
fino alla porta d’ingresso e Anita si ferma dai buttafuori
facendoci fare dei timbri sul polso per poi poter rientrare dopo.
Ci
ritroviamo in Via Mateotti in maniche corte e lei in canotta
soffrendo un po’ il freddo. Lei si stringe nelle spalle, poi mi
rivolge uno sguardo misto di tristezza, ribrezzo e odio.
<<
Perché… Perché vai con tutte e non con me? Che cosa
ho io in meno delle altre? Non lo so, sono più brutta? Sono
poco simpatica, non ti piace il mio corpo, non ti eccito? Spiegami
perché con tutte e non con me? Non riesco a capirlo!! >>
Mi
urla contro tutto quello che le passa per la testa, liberandosi di
quel male che la divora.
Mi
dispiace troppo vederla così, ma è la cosa migliore.
<<
Perché non ti voglio far soffrire… >>
Mi
osserva con le lacrime agli occhi.
<<
Ma non hai detto che eri ritornato ad essere un pezzo di merda? >>
<>
<<
Ma io non ho mai fatto sesso con nessuno… >>
<<
Un fatto in più per non farlo con me, soprattutto in questo
mio momento. Fidati, non è adatto alla tua prima volta, Anita.
Lo vuoi capire che io ti voglio un bene che non ti immagini? Non ti
perderei per una stronzata del genere! >>
Ci
riflette un attimo e riprende a parlare.
<<
Spiegami solo perché sei tornato ad essere quello che eri…
>>
<<
Perché non voglio più soffrire, non voglio più
innamorarmi, non voglio più tenere ad una ragazza che può
deludermi che non sia mia amica, logico! >>
Mi
rivolgo a lei sorridendo, ma lei non ricambia come al solito. E’ la
prima volta che il suo sorriso contagioso non fa breccia nei miei
occhi. E’ la prima volta che la sua espressione mi prova terrore.
<<
Robbie, non è così che si ragione! Tu dici così,
ma prima o poi vedrai che ti innamorerai di nuovo!! Non puoi
controllarlo e solo perché hai amato una volta e la cosa ti ha
fatto stare male non vuol dire che non amerai mai più!! E’
il tuo primo amore e hai diciotto anni!! Hai una vita davanti!! >>
Anche
la mia espressione si è di nuovo trasformata in odiosa.
<<
Ti giuro, te lo prometto, te lo assicuro… Io non mi innamorerò
mai più, puoi contarci. >>
I
miei occhi cominciano a riempirsi di lacrime.
<<
Tu hai paura, ecco che cos’hai!! >>
<<
Si, hai perfettamente ragione!! Io ho paura!! Questo ti sorprende?
Pensi che un ragazzo o uomo che sia non possa avere paura? Pensi che
un maschio non possa piangere? Pensi che un ragazzo non possa
soffrire? Beh, ti sbagli. Anche noi abbiamo paura e io… Si Anita,
io ho paura. Ho paura di innamorami di nuovo e di stare di nuovo in
questo stato. E’ per questo che ti assicuro che non succederà
mai più quello che mi è successo con Ale. Anche perché
nessuna ragazza al mondo potrà prendere il suo posto. >>
Mi
asciugo le lacrime che scivolano sulle mie guance accorgendomi che
tutto quello che credevo era sbagliato. Che non è vero che gli
uomini non piangono. Abbiamo delle emozioni anche noi e per una volta
sono stato io a contagiare Anita.
Lei
incomincia a piangere.
<<
Io… Non volevo che finisse così. >>
<<
Parto lunedì. >>
Rimane
sorpresa.
<<
Cosa vuol dire che parti? >>
<<
Vado in Olanda per tutta l’estate. >>
<<
Non mi lascerai mica da sola? >>
<<
Si. >>
<<
Ma come faccio io? >>
<<
Credimi, starai meglio senza di me… >>
Incomincio
a incamminarmi verso il Lost, ma prima di entrare le rivolgo un
sorriso e le parlo gentilmente.
<<
Domani pomeriggio mi accompagni da Fede? Intanto mi saluti per bene.
>>
<<
Si, ok. >>
<<
Ah, a questo proposito… Prenditi cura di lui. >>
<<
Certamente. >>
Le
rivolgo un abbraccio e lei contraccambia.
Entriamo
in discoteca facendo vedere i timbri ai buttafuori e riprendiamo a
ballare non pensando a niente. O almeno, questo è quello che
gli altri credono. E’ un periodo che non smetto di pensare.
-
Domenica
pomeriggio.
Sono
davanti al letto di Federico.
Anita
se ne è andata da cinque minuti perché doveva tornare a
casa. Io ho deciso di restare ancora un po’.
Io
e Anita ci siamo salutati con tristezza al solo pensiero di lasciarci
per ben tre mesi. Quando la rincontrerò sarà una cosa
troppo speciale.
Ora
continuo a pensare a Federico. Chissà quando si risveglierà.
L’unica cosa che mi dispiace di partire è che molto
probabilmente non vedrò Federico svegliarsi, o almeno, spero
di non vedere Federico svegliarsi.
<<
Perché tu ce la farai, vero Fede? Perché tu sei forte…
Tu sei un ragazzo davvero speciale e quindi ce la farai, me lo sento.
Scommetto che appena partirò tu ti sveglierai e ti sarai anche
dimenticato di me. Non vedendomi penserai che io mi sono scordato di
te, che sono partito perché in realtà non mi interessa
niente di te e non saprai mai che io sono sempre stato al tuo fianco
in questi giorni. >>
“Svegliati,
Fede, Svegliati.”
Il
pensiero che non si risveglierà mai mi fa stare in un modo
così triste...
“Svegliati,
Fede, Svegliati”
Ma
io sono pessimista, o meglio, ho imparato ad esserlo. Questo pensiero
mi spaventa, ma lui deve svegliarsi. perché lui non si merita
tutto questo. E’ una ingiustizia come la vita può riservare
queste sfortune a persone così speciali. Lui si deve
risvegliare perché tutto ciò non appartiene a lui!
“Svegliati
Fede, Svegliati!”
Mi
metto con le braccia e la testa sul suo letto e continuo a guardarlo.
<<
Fede, cazzo, svegliati, ti prego!! >>
<<
Calmo… Sono sveglio… >>
Sento
sibilare queste parole e mi rialzo. Mi tiro un piccolo pugno sulla
guancia per assicurarmi di non stare sognando, ma noto le sue mani
muoversi lentamente e schiudere pian piano gli occhi.
<<
Fede!! >>
<<
Robbie. >>
<<
Come stai?? >>
<<
Come dopo aver dormito per decenni… >>
Mi
metto a ridere asciugando qualche lacrime e non lasciando andare
quelle labbra dalla loro posizione di sorriso.
“Fede
è sveglio, Fede è sveglio!!!”
Sento
la felicità alzarsi a mille.
<<
Quanto sono stato a dormire? >>
<<
Bah… Non lo so con esattezza perché l’ho saputo tardi io.
Però credo un mese. >>
<<
Oh mio Dio!! Federico!! >>
Sento
urlare con una voce femminile questo alle spalle. Mi giro e noto una
donna dai capelli ricci e castani, dagli occhi marroni e il corpo
minuto correrci incontro.
<<
Mamma!! >>
<<
Come stai?? >>
<<
Ehm… Io vi lascio da soli. >>
<<
Da quanto sei sveglio? >>
Nessuno
sembra ascoltarmi, ma è anche comprensibile.
Li
lascio lì, soli. A parlare di tutto quello di cui possono
parlare. Sono disposto ad aspettare.
Mi
chiudo la porta alle spalle e comincio a camminare avanti e indietro
per il corridoio. Tanti pensieri mi si accavallano nella testa da non
riuscire a distinguerli. Ma il più evidente e scontato è
questo.
“Come
faccio a questo punto a partire? Non posso lasciare qui Fede da solo
ora che si è appena svegliato. Ho deciso di non partire…”
Sua
madre esce dalla stanza e mi guarda sorridendo, poi mi mostra la
mano.
<<
Ciao, io sono la madre di Federico, Antonella. >>
<<
Ciao, Robbie. >>
<<
Mi ha parlato molto di te. >>
Mi
limito solo a sorridere, poi si sposta e mi fa segno di entrare.
<<
Mi ha detto che ti deve parlare. >>
<<
Grazie. >>
Seguo
il suo gesto ed entro.
<<
Ti devo dire una cosa. >>
Mi
accoglie così e io gli replico con la mia risposta.
<<
Anch’io. >>
<<
Inizia tu! >>
<<
Ok… Ehm… Devo partire. >>
<<
Wow, e dove vai? >>
<<
Ma non so se parto, perché dovevo andare in Olanda con mio
padre dai miei nonni per tutta l’estate, ma non mi va dato che ti
sei svegliato ora e io devo partire domani mattina. >>
Lui
non fa una smorfia.
<<
Non ti preoccupare. Parto anch’io! >>
Rimango
perplesso.
<<
Come parti?? >>
<<
Si, mia madre pensa che questa città tenga troppi brutti
ricordi, così andiamo a stare a casa dei miei nonni a Milano
fino a che non troviamo una casa tutta per noi.>>
Sento
un altro colpo al cuore.
“Questo
vuol dire perderti per sempre Fede?”
<<
Beh, pensi che sia la cosa giusta? >>
<<
Fidati che è meglio così, per me, ma soprattutto per
mia madre. >>
<<
Mi fido. Quindi questa è l’ultima volta che ci vedremo. >>
Faccio
una piccola pausa, poi riprendo senza esitazione.
<<
Addio. >>
Lo
dico così, senza neanche pensarci e senza far trasparire
nessuna delle mie emozioni, come se non me ne fregasse niente.
<<
Non sei molto bravo con gli addii, eh? >>
<<
No. A dire il vero non mi piacciono per niente, non so mai come
prenderli. >>
<<
Si vede. Allora Addio! >>
Me
lo dice anche lui nello stesso modo in cui gliel’ho detto io,
aggiungendo la risata. Rido anch’io e gli mostro il pugno. Lui lo
guarda, poi lo fa anche lui e me lo sbatte contro. Mi allontano così,
senza aggiungere parola. Non mi preoccupa salutarlo per sempre in
questo momento. Oramai sono troppo felice di averlo visto un’ultima
volta sveglio e che sta bene e soprattutto che sia tutto finito.
Perciò l’addio non mi spaventa. Sorrido.
“Perciò
te lo dico ancora: Addio, e stammi bene!”
-
-
-
-
Lunedì
mattina. Le cinque.
Sono
davanti a casa di Robbie. Voglio vederlo partire, per l’ultima
volta.
Tiro
fuori dalla tasca la mia lettera scritta per loro. Se penso a ieri
sera e al cuore che ci ho messo per scriverla mi viene ancora da
piangere. Ricordo ogni minima emozione per ogni parola e ricordo
anche ogni minima di queste.
Caro
Robbie,
mi
dispiace che questa storia sia finita così. Mi dispiace per
quello che ho fatto e per quello che ti ho fatto. Ma credimi, non
volevo. Sto male, sul serio, più di quanto tu immagini. E mi
manchi, un casino, non riesco a stare senza di te. Ti amo e ti amerò
sempre, Questo non dimenticartelo. Nessuno riuscirà a
rimpiazzarti. Sei il migliore, sei unico e invidierò qualsiasi
ragazza che potrà anche solo sfiorarti, maledicendomi per la
cazzata che ho fatto quel giorno. E’ stata una debolezza e questa
stupidata mi seguirà per tutta la vita perché mi ha
fatto perdere te, Robbie… Ti prego, non odiarmi, non pensare male
di me, non riesco a starci senza di te!! Non puoi lasciarmi così,
se potessi tornare indietro, sapendo tutto quello che sto passando,
non lo farei mai!! Non pensavo in quel momento!! Non mi puoi far
stare così male… Ti prego Robbie, non trasferirti in Olanda,
non voglio dimenticarti, non voglio che la tua partenza sia l’ultima
volta in cui ti possa vedere… Come farò? No, non farmi
questo… Robbie, ti amo, ti amo, non lasciarmi!!! Ora ti saluto,
sperando che non sia l’ultima volta… Ti amo Robbie, non
scordartelo…
Bacio
Sfig
Il
cielo incomincia a schiarirsi e si incominciano a notare quelle
strisce di rosa che distinguono la notte dall’alba. I minuti
scorrono molto lentamente stando ferma appoggiata ad un muro
aspettando che qualcuno esca da quel portone.
Quando,
dopo quaranta minuti, il mio desiderio si avvera. Il cielo è
molto più chiaro rispetto a prima, neanche un stella è
più in cielo, ma il rosa ha oramai preso il sopravvento e il
sole sta decollando in cima, lentamente.
-
-
-
-
Mi
ritrovo in salotto alle 5,40 del mattino di lunedì aspettando
che mio padre arrivi con le sue ultime valigie.
Mia
madre e il mio ex fratello sono lì a guardarci. Poi mia madre
si fa avanti, bacia mio padre e poi arriva a baciare me, ma io mi
allontano.
<<
Robbie, parti via per un’estate intera, non mi potresti salutare
con un bacio che almeno mi sento leggermente più tranquilla?
>>
La
accontento e le do un bacio sulla guancia.
<<
Grazie tesoro, ti voglio bene. Miraccomando divertitevi. >>
Io
guardo mio fratello.
“Mi
mancherai, è così difficile ammetterlo? Troppo… Non
ti darò certo questa soddisfazione.”
Scendiamo
le scale fino al portone.
L’alba
che contrasta il cielo è fondamentale per questa mattina.
“Mi
aiuta a pensare a te per l’ultima volta. Le emozioni mi si
confondono. Non riesco a capire se voglio dimenticarti o continuare a
ricordarti. Sono confuso.”
Poi
mi sento chiamare con la sua voce che mi ha sempre fatto impazzire.
<<
Robbie… >>
Mi
giro e mi appare davanti agli occhi. Provo a chiuderli e subito dopo
a riaprirli, ma è ancora lì. Questo non è un
miraggio.
“Cosa
ci fai sotto casa mia? E a quest’ora?”
<<
Che ci fai qui? >>
<<
Volevo vederti per l’ultima volta. >>
<<
Beh, ora mi hai visto. >>
Cerco
di fare il duro, ma non ce la faccio più a farmi vedere così.
Non ce la faccio più ad essere stronzo con te. Una lacrima le
accarezza la guancia e il mio desiderio di stringerla a me diventa
sempre più forte, come mai.
<<
Ti prego, non partire. >>
E’
l’ultima goccia che mi spinge a posarle la mia mano sulla sua
guancia ed asciugarle la lacrima. Poi guardo il cielo e il rosa quasi
mi acceca. Ma mi acceca non per la troppa luce, ma per i troppi
ricordi che non mi permettono di guardare.
Le
parlo sorridendo.
<<
Sai… >>
Mi
perdo nei suoi occhi e sale anche la voglia di baciarla.
-
-
Lo
continuo a guardare speranzosa pregando che quel “Sai…” sia
l’inizio di una bella frase come:
“<<
Sai… Ho deciso di restare. >>”
oppure
“<<
Sai… Ho cambiato idea, non voglio lasciarti. >>”
<<
Sei bella anche all’alba… >>
Sbarro
gli occhi, quest’ultimi riempiendosi sempre di più di
lacrime.
Toglie
la mano dalla mia guancia e mi sorride tristemente.
Ricordo
che era l’unica parte del giorno in cui non mi aveva visto e i
ricordi mi tormentano sempre.
Il
giorno del tramonto, al porto a mangiarci un panino assieme. La sera
in cui ho scoperto in Robbie un lato oscuro bellissimo. Poi mi
ricordo la sua frase:
“<<
Penso sia stupendo… E non solo penso questo. Penso che non solo tu
sei perfetta di giorno e di notte, ma anche al tramonto!! Tu sei
sempre perfetta… Dovremo andare a vedere qualche alba insieme! >>”
Poi
ancora quando a Capodanno sono andata a dormire da lui e si è
svegliato e mi ha detto:
“<<
No Ale… Non ci siamo svegliati in tempo!! Non ho potuto vedere se
eri bella anche all’alba!! Devi dormire ancora da me! >>”
Tutti
momenti incancellabili e a questo mi scappa un sorriso, ma non faccio
a meno di singhiozzare come al solito.
Lui
smette di sorridere e ritorna serio.
<<
Robbie, dobbiamo andare… >>
Il
padre lo chiama dall’altra parte e lui gira la testa. Io lo
abbraccio.
<<
No, non andare… >>
Lui
mi stacca allontanandomi dal suo corpo.
<<
Addio Ale. >>
-
-
E
lo faccio.
Faccio
qualcosa che non avrei mai dovuto fare nello stato in cui mi trovo.
La bacio. A stampo, ma comunque riposo le mie labbra di nuovo sulle
sue, come una volta.
E
mi volto lasciandola così.
<<
Aspetta. >>
Mi
sento male ad essere chiamato dopo questo gesto, ma mi giro lo
stesso. Per fortuna non allude a quello.
Tira
fuori una lettera dalla tasca dei suoi pantaloni e me la porge. La
guardo un attimo e la infilo anch’io dentro la tasca dei miei
jeans.
Osservo
Alessia un’ultima volta, per stamparmela ancora dentro, anche se
sarà comunque molto difficile da dimenticare.
Salgo
in macchina e dico a mio padre di partire subito e lui obbedisce.
Lasciando lì Alessia.
“Quanto
ti vorrei portare con me…”
-
-
-
-
Io
guardo ancora un po’ l’auto e dopo riesco a dire qualcosa. Le
parole che non gli ho detto in faccia non avendo mai avuto il
coraggio e non volendo ammettere.
<<
Addio Robbie… >>
La
mia rabbia sale pensando alla sera di Capodanno quando avevo promesso
che quest’anno doveva essere tutto con lui.
“Ma
perché il fato deve essere così stronzo??”
Poi
mi rendo conto, però, che è un ingiustizia incolpare il
destino per qualcosa di cui solo mia è la colpa.
“Perché
io dovevo essere così stronza??”
-
-
-
-
“Ma
non ti avevo già salutato?? Perché sei venuta ancora
qui? Però devo ammettere che mi ha fatto molto piacere. Per un
attimo ho anche pensato di non partire più, di perdonarti e di
stare ancora con te. Volevo stringerti a me, ma come uno stupido ho
fatto di peggio. Ti ho baciata e mi rimarrà impresso per un
po’ il tuo sapore. Per quanto a questa lettera non so che fare. Ho
paura di quello che ci possa essere scritto. Ho paura. E tanto…”
Prendo
la lettera dentro la tasca dei miei jeans e la guardo piegata.
“E
se non la leggessi?”
Stropiccio
la busta e la butto sul tappetino della macchina, lasciandola lì.
“Ed
ora sarai dimenticata!”
Magari
esistesse una formula magica del genere che dopo averla pronunciata
lei smettesse di esistere dentro di me. Eppure non esiste. Devo
farcela con le mie forze. E questo mi spaventa…
-
-
-
-
Sono
a casa. E’ passata qualche ora. Sono le undici del mattino. Ho
acceso la musica con un cd Mp3 con più di duecento canzoni. In
questo momento la stanza è riempita con le note di ‘Scegli
me’ dei Finley. L’ho fatto per non pensare, ma non mi aiuta per
niente. Soprattutto se ascolto con attenzione la canzone, perché
sembra che parli di noi. E’ terribile.
Quasi
blu metallici
Quasi come elettrici
Quegli occhi che
Ricordo
anche se
Non li ho visti mai
Forse sono dentro ai miei
Sogni che forse dovrei
Spiegarti se
Non fosse che tu
Non
ci crederai
Perché nemmeno io
Riesco a credere che
un Dio
Si sia un po' distratto
Perdendo un angelo
Davanti
a me
Ma ormai già che sei qui
Ma ormai già che
è così
Non ritornare a casa
O almeno portami
con te
Scegli me...
Quasi blu metallici
Quasi come
elettrici
Quegli occhi che
Ricordo e forse
Non rivedrò
mai
Ma non volare via
Ti prego, cambia idea
Non
ritornare a casa
O almeno portami con te
Scegli me...
Tu,
dal cielo un angelo
Ascolta il mio respiro
E scegli me...
Mai, nemmeno un attimo
Ti pentirai se adesso
Scegli
me...
Stai sentendo il battito
Di un cuore che ti chiede
Scegli me…
Scegli
me…
Scegli
me…
Mi
affaccio alla ringhiera del mio terrazzino e guardo il mare. Una
barchetta a vela attraversa le onde sembrando quasi che non si muova
e i ricordi mi si spostano al giorno della mia prima volta, quando mi
ha portata sulla barca. Il giorno più bello della mia vita. Le
lacrime ripartono, sempre con maggiore malinconia.
Perché?
Perché dev'essere tutto così ingiusto?
Decido
di rientrare per non pensare ulteriormente a quel giorno, ma ci sono
troppi ricordi che mi distraggono.
Mi
viene in mente che alla fine tutte le stelle muoiono prima o poi,
pure la nostra, il problema è che è finita troppo
presto, ma come il mio panino Mc Chicken tutto finisce prima o poi…
Altra
tristezza, altre lacrime...
Poi
la musica si sposta su una canzone molto conosciuta, la colonna
sonora della mia storia con lui. ‘Semplicemente’.
Non
mi ricordavo che in questo cd ci fosse.
Sento
le note, le parole, i suoni che mi hanno accompagnato nella mia prima
volta con Robbie e assieme alle note mi guidano anche le lacrime che
scendono sempre di più fino al mento mentre sono seduta sul
divano.
“Robbie,
mi manchi troppo, non voglio girare pagina alla nostra storia, però
devo dimenticarti anche se non riuscirò mai ad innamorarmi di
qualcun altro, quindi il ritornello è proprio a pennello...”
“Buona
notte a te, buona notte a chi ancora non ho incontrato…”
Poi,
però, sospiro e a questo punto questa frase viene di
conseguenza.
“Buona
notte a me…”
L’amore…
E’ una cosa indescrivibile, un’emozione troppo forte, forse anche
l’unica incontrollabile… Non si può fermare… Quando si
prova, si prova e non c’è niente da fare… A volte può
essere la cosa più bella che ti possa capitare, ma altre volte
può rovinarti la vita… E’ come un’arma letale… Un
coltello… Dipende se la tua è la parte del manico o della
lama… perché basta un momento… Uno solo… E la tua
esistenza si può tramutare in qualcosa di nuovo, che magari
non volevi… O che vuoi, ma di cui non conosci le conseguenze… Ma
come si dice? Meglio amare e soffrire, che non aver mai amato
affatto… E allora buttati!! Non aver paura delle conclusioni e non
aver paura di affezionarti troppo ad una persona, perché se
dopo ti ritrovi a soffrire come non hai mai sofferto, capisci che
quell’esperienza ti è servita ad andare avanti e quei tempi
in cui hai amato sono stati i più belli della tua vita… Che
vorresti ripetere, e ripetere, e ripetere… Ma quando tutto finisce
non ti devi buttar giù… Un po’ piangi, sfogati per quello
che hai perso, ma dopo preparati a girar pagina perché
l’amore, per fortuna, non si prova una volta sola in tutto il tuo
arco vitale… Sarà ancora dietro la porta e ti riprenderà
ancora di sorpresa come ha fatto l’ultima volta… Non aver paura
di provare nuove esperienze… Spesso aiutano a dimenticare e magari
chissà… A farti innamorare di nuovo!! Almeno si spera…
Eccolo.
Un bel foglio attaccato con una puntina sulla mia scrivania. Una
bella ispirazione! Il problema è convincermene io.
-
-
-
-
Suoniamo
alla porta.
Due
anziani signori che dovrebbero essere i miei nonni appaiono e ci
salutano in una lingua incomprensibile.
<<
U bent welkom! >>
<<
Hallo! >>
<<
Ciao… >>
Io
rispondo normalmente non sapendo che cosa diavolo stiano dicendo.
<<
Doet hij Nederlands niet? >>
Noto
mia nonna indicarmi e parlare male a mio padre.
<<
Geen mummie, kan hij speack Nederlands niet. >>
Continuo
a guardarli male.
“Mi
prendono in giro??”
<<
De mummie, wens u ons in uw huis te brengen? >>
<<
Ja! >>
Entriamo
dentro.
Il
profumo di incenso mi entra dentro e noto con piacere un'abitazione
ben pulita e bella che sa di casa.
Mi
giro verso mio padre.
<<
Scusami… >>
Mi
giro dall’altra parte e salgo delle scale che mi portano al piano
superiore e intanto sento altre parole incomprensibili.
<<
Wat heeft hij? >>
<<
U droevig hem. Hij verlaat zijn vrienden voor een zomer! >>
Chiudo
la porta dietro di me di una stanza che presumo sia la mia poiché
vi è solo un letto singolo. Poi mi siedo su questo e prendo
dalla mia tasca la lettera stropicciata. Quando sono uscito dalla
macchina mi dispiaceva lasciarla lì da sola e abbandonata e
poi sono leggermente curioso.
Così
inizio con ansia a spacchettarla e spiegarla. E leggo.
Caro
Robbie,
“Iniziamo
male…”
mi
dispiace che questa storia sia finita così.
“Anche
a me…”
Mi
dispiace per quello che ho fatto e per quello che ti ho fatto.
“Non
immagini neanche quello che mi hai fatto e mi stai facendo.”
Ma
credimi, non volevo.
“Dicono
tutti così…”
Sto
male, sul serio, più di quanto tu immagini.
“Non
quanto me.”
E
mi manchi, un casino, non riesco a stare senza di te.
“Ti
arrangi.”
Ti
amo e ti amerò sempre, questo non dimenticartelo.
“Vorrei
farlo…”
Nessuno
riuscirà a rimpiazzarti. Sei il migliore, sei unico e
invidierò qualsiasi ragazza che potrà anche solo
sfiorarti, maledicendomi per la cazzata che ho fatto quel giorno.
“Dovevi
pensarci prima. Odio quel giorno...”
E’
stata una debolezza e questa stupidata mi seguirà per tutta la
vita perché mi ha fatto perdere te, Robbie…
“Esatto.”
Ti
prego, non odiarmi, non pensare male di me, non riesco a starci senza
di te!!
“Neanch’io…
E per di più non riesco neanche ad odiarti!! Chi sta messo
peggio??”
Non
puoi lasciarmi così, se potessi tornare indietro, sapendo
tutto quello che sto passando, non lo farei mai!!
“Ah,
certo! Non lo faresti con il senno di poi!! Coraggio, dammi un altro
motivo per odiarti, Ale, fallo!”
Non
pensavo in quel momento!! Non mi puoi far stare così male…
“In
questo momento ti sto odiando, Ale. Anche se dopo dimenticherò
questo sentimento. Non puoi farmi stare così male?? Ma sei
pazza?? Sei tu quella che sta facendo del male a me!”
Ti
prego Robbie, non trasferirti in Olanda, non voglio dimenticarti, non
voglio che la tua partenza sia l’ultima volta in cui ti possa
vedere…
“Purtroppo
non è così… Non sarà l’ultima volta.”
Come
farò? No, non farmi questo… Robbie, ti amo, ti amo, non
lasciarmi!!!
“Ti
ho già detto che l’ho già fatto.”
Ora
ti saluto, sperando che non sia l’ultima volta… Ti amo Robbie,
non scordartelo…
“Non
mi interessa.”
Bacio
Sfig
“Bacio
a te… Ant.”
“Lo
sapevo!! Ho già dimenticato il mio disprezzo verso di te!! Ma
come fai??? Ti amo anch’io Ale, ti amo da morire. Ma il brutto è
che ti odio anche. I miei sentimenti sono confusi e non sono gli
unici.”
Arrotolo
la cartaccia e la butto sotto il letto, propenso per non leggerla mai
più. Poi decido che il mio silenzio mi ha già oppresso
abbastanza.
Accendo
lo stereo che ho trovato in questa stanza e metto il primo cd trovato
nel mio zaino.
Dalle
casse fuoriesce una canzone che mi prende per le parole.
‘Stai
bene come stai’ Le Mani.
Certo
che finirla così
non è facile
mettere un punto
netto a tutto
metterlo e poi guardarci dentro
come se da quel
punto nero in avanti
fosse possibile farmi sparire
chiudere
gli occhi e farmi scomparire
stai bene come stai
e forse
mi allontanerò
stai bene sola... con te
stai bene come
stai
ebbene mi allontanerò
stai bene sola... con te
Vero è che io resterò qui
sarò
fragile
prenderò a calci i miei dolci respiri
farò
violenza ai miei tentativi
anche se mi sono messo spesso ad
affogarli
senza rimorsi è impossibile stare
'chè
il sangue scorre e forse vuol cambiare
stai bene come stai
e
forse mi allontanerò
stai bene sola... con te
stai
bene come stai
ebbene mi allontanerò
stai bene sola
fin quando sarò sicuro di quello che lascio
io mi
scelgo ad ogni costo
fin quando sarò sicuro di quello che
lascio
io mi scelgo
stai bene come stai
e forse mi
allontanerò
stai bene sola... con te
stai bene come
stai
ebbene mi allontanerò
stai bene sola... con te
sola... con te
sola... con te...
“Ha
ragione questa canzone, allora Robbie, vogliamo rendercene conto??”
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-2 (muahahaha)
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Capitolo 27 *** Voltare pagina! ***
CAPITOLO
27
-
-
-
-
Due
settimane dopo. 26 giugno.
Ora
siamo sedute sull’asciugamano in spiaggia alla Foce.
E’
incredibile pensare come Alice ce l’abbia fatta a farmi di nuovo
vivere e uscir di casa. Inoltre mia madre si è decisa anche a
comprare il motorino perciò è facile raggiungerla. La
cosa più bella, per Alice, è che questa spiaggia è
frequentata da Gianluca e Matteo Caserbi. Anche se devo ammettere che
Matteo è sempre così carino… Ma ogni volta che ci
penso questo pensiero viene offuscato con il ricordo del mio angelo,
Robbie…
I
miei pensieri vengono interrotti dal passaggio davanti ai nostri
asciugamani di Gianluca. Ci saluta, ma si sofferma con lo sguardo su
Alice. Noi lo salutiamo a nostra volta, ma lei più
timidamente. Poi viene seguito dietro da Matteo.
<<
Aspetta Gianlu!! >>
Ci
cammina davanti velocemente, ma quando mi vede rallenta e mi guarda
sorridendomi.
<<
Ciao Ale!! >>
<<
Ciao… >>
Ci
guardiamo negli occhi sorridendoci, ma lui viene chiamato dal
guastafeste di Gianluca.
<<
Andiamo Matte!! >>
Lui
si gira, si distanzia e io lo ammiro allontanarsi.
<<
Ehy Ale… Non pensi sia ora di voltare pagina? >>
La
guardo e sospiro. Poi rivolgo lo sguardo verso Matteo e penso
tristemente a Robbie che non vedrò mai più.
Mi
giro verso Alice e le sorrido.
<<
Lo credo anch’io… >>
La
tranquillizzo felice che finalmente io abbia fatto la scelta che
dovevo decidere di attuare, ma ora che ho stabilito devo solo
aspettare che si metta in atto. E ci vorrà del tempo…
Ammiro
Matteo buttarsi in acqua, cadere tra le varie onde e venire bagnato
dall’acqua salata assieme a Gianluca.
Anche
Alice sta osservando.
Ci
guardiamo sorridendoci maliziosamente, ma io sono più veloce a
parlare.
<<
Andiamo a fare un bagno? >>
Sorride
ancora di più.
<<
Te lo stavo chiedendo io!! >>
-
-
-
-
E’
passato un mese e mi rendo conto sempre di più che la mia
scelta di stare un’estate intera fuori da Sanremo è stata
azzeccatissima. Qui mi trovo davvero bene e non mi fa pensare
soprattutto. Ogni tanto, però, naturalmente, mi ritorna in
mente. Ma non ci sto male. E’ come se provassi a sognare. Ricordo
anche le stesse cose tutte le volte. Lo faccio apposta. Vado da un Mc
Donald, mi prendo un Mc Chicken e me ne vado al porto guardando il
mare fino al tramonto. Questo mi fa anche stare bene.
“Se
è questo posto a farmi stare in questo modo allora voglio
restare qui per sempre...”
Anita
mi manca tanto, ma per fortuna qui ho trovato degli amici anche se
tutti insieme non equivalgono a lei.
Ora
sono in una piazza della “mia” cittadina, se si può
definire così, Deventer, seduti ad un bar di piazza Brink.
Sono
tre. Uno si chiama Jan ed è il più simpatico del
gruppo. E’ biondo con gli occhi verdi con sempre i capelli sugli
occhi, con una bella schiena e robusto. Si potrebbe definire un bel
ragazzo.
L’altro
è Jeroen. Ha i capelli neri e gli occhi verdi anche lui. E’
magrolino e ha i capelli cortissimi, quasi rasati. Ha per giunta
delle lentiggini che non so come gli sono spuntate fuori.
L’ultimo
è Dennis, un ragazzo bassissimo e dispettoso, dai capelli
biondi e gli occhi marroni. Non si direbbe che abbia diciotto anni se
lo vedi per la prima volta, soprattutto dai suoi modi di fare.
Due
ragazze molto belle sono sedute al tavolo accanto. Sono tutte e due
bionde, una con gli occhi azzurri e l’altra blu. Tutte e due con i
capelli lisci, ma una con i capelli a caschetto e una lunghi.
Queste
ci continuano a guardare e io e Jan ci tiriamo le occhiate per
decidere chi si prende una e chi l’altra.
<<
Robbie, bent u beslis terwijl u neemt? >>
“Robbie,
hai deciso quale prendere?”
<<
Ja, ik neem haar. >>
“Si,
prendo lei”
Gli
indico la ragazza con i capelli lunghi.
Jeroen
e Dennis non si pronunciano e il primo ci guarda divertito, il
secondo strano. Jeroen è già fidanzato, perciò
non si sbilancia mai su questi argomenti, mentre invece Dennis è
troppo timido per farlo.
“Questo
mi fa odiare Jeroen…”
<<
Wie van ons gaan eerst? >>
“Chi
di noi va primo?”
Chiede
Jan e subito gli rispondo.
<<
Ik ga. >>
“Vado
io.”
Gli
sorrido e vado incontro a questa ragazza. Non so come provarci.
Faccio ancora fatica a parlare tutto l’olandese.
“Magari
piacciono i tipi imbranati!! Questa parte non me l’ero mai
aggiudicata, ma meglio provare tutte le parti, no? Peccato che non mi
uscirà mai la parte timida, vero Ale? Non mi sono mai fatto
problemi a dirti tutto o a fare quello che dovevo fare. Mi sento
pazzo, lo vedi? Mi metto ancora a parlare con te anche se tu non mi
puoi sentire, mi metto a parlare con te come se tu fossi dentro di
me, come se fossi la mia coscienza. Ma tu sei la mia coscienza. Mi
hai cambiato Ale, in tutto. Mi hai fatto diventare una persona
diversa e anche se io dico che sono tornato ad essere quello che ero
parlo a vanvera. Perché non è così. Prima non
avrei mai pianto, prima non avrei mai avuto paura, prima non mi sarei
permesso di farmi vedere fragile... Prima non avrei mai dato
importanza agli altri. Prima di te non mi sarei mai innamorato…”
Mi
avvicino alle due tipe e mi ci siedo accanto.
<<
Hallo! >>
“Ciao!”
E
lei mi sorride.
Primo
passo compiuto.
-1
;-P
|
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Capitolo 28 *** L'altro lato dell'amore ***
CAPITOLO
28
-
-
-
-
Il
tempo passa e con questo anche i pensieri e le emozioni e i
sentimenti fortunatamente. Ma a volte mai completamente. Ci può
essere sempre quella cosa che può farti ritornare ai vecchi
pensieri e sempre, ogni volta, in qualsiasi momento, riesce a
devastarti.
Dicembre.
Il 20.
Il
freddo è già arrivato e per le strade la nebbia ha
preso il sopravvento. Non c’è mai stato un inverno così
gelido di quelli che mi ricordo.
Sono
a scuola. Per una di quelle mattine piene di malinconia e tristezza,
nella quale non fai altro che ascoltare e ascoltare e ascoltare…
Fino a quando ti rendi conto che di ascoltare ormai ne sei satura e
decidi di prendere il tuo diario e pasticciarlo con varie scritte per
renderlo più decoroso e bello da guardare.
Poi
prendi la matita, apri in una pagina in cui ci sarà vacanza e
cominci a fare uno schizzo di quello che dopo vorrai ripassare con il
pennarello per renderlo decisamente più vivace. Ed inizi. E
cosa scrivi? Il nome della persona che al momento ti sta più
cara, più vicina… Di quella che riesce a colorare le tue
giornate, anche con un semplice messaggio. Ed ogni volta che ci pensi
ritorni con il sorriso sulle labbra, qualsiasi cosa tu stia facendo.
Di quella che con un tocco di labbra, anche uno semplice, riesce a
farti dimenticare tutto quello che ti ha reso triste in quella
giornata, trasformandola in uno di quei giorni più stupendi
che trascorrerai nella tua vita.
E
cominci. Con una “M”, con una “a”, con una “u”, con una
“r” e con una “o”. E poi circondi questa bella scritta con un
cuore e la scritta sotto che rappresenta un ‘I love you’. E la
vedi apparire, anche senza colori, ma c’è. Pronta per essere
colorata con i colori più caldi del mondo, con quelli più
belli, quelli che più fanno ricordare l’amore.
Ed
eccola. “Mauro”.
“Sei
tu l’unica persona importante nella mia vita, Alice a parte. Sembra
ieri che ti ho conosciuto. Quest’estate, quando pensavo ancora a
Robbie… Tu sei stato l’unico a farmelo dimenticare, a farmi
passare il bel ricordo e il rimpianto che avevo. L’unico. Sono solo
tre mesi che stiamo assieme. Precisamente dal 4 agosto. Ma, anche in
questi pochi mesi, sei riuscito a conquistare completamente il mio
cuore, a farmi dimenticare dell’unico motivo che mi tormentava.”
Il
mio pensiero si sposta di nuovo a lui, senza autocontrollo. Non a
Mauro, ma a lui. Lui, il mio primo amore, quelle con cui ho provato
praticamente le mie prime emozioni, le mie prime volte. Il ragazzo
che mi ha fatto capire cosa vuol dire amare. Ed eccola la lacrima.
“Sai
quando pensi che ad una cosa non ci pensi più, che non ti
tocca, quando basta semplicemente uno stupido, un misero ricordo a
fare tornare a galla tutti gli altri e a farti stare male anche se al
momento sei la ragazza più felice del mondo? Quello che
succede a me ogni tanto e non posso farci niente. No, non si può
mai dimenticare completamente il tuo primo amore e penso non se ne
andrà mai…”
<<
Wow, Ale! Che bello!! Ma chi è? >>
Mi
giro e mi appare davanti l’allegro viso di Virginia, quella che
prima detestavo, ma ora riesco a sopportare benissimo. Le rispondo
tutta fiera, anche se il mio pensiero, sta volta, non era rivolto a
lui.
<<
E’ il mio ragazzo!! >>
<<
Dai!! E da quando ce l’hai? >>
<<
Da agosto! >>
Rispondo
tutta fiera vantandomene.
<<
Ma non me l’avevi mai detto!!! >>
<<
Scusa… Non siamo mai capitate sull’argomento!! >>
<<
Ma il ragazzo che avevi l’anno scorso? >>
“No!
Argomento sbagliato Virgi…”
La
mia fierezza scompare all’istante.
<<
Ci siamo lasciati a giugno… >>
<<
Come mai? >>
“Ma
perché non te ne stai mai zitta???”
<<
… Troppo tempo… >>
“Ogni
tanto è bello mentire…”
<<
Ti vedo triste… >>
Asciugo
una piccola lacrima che scivola senza farmi notare e ritorno a
parlare.
<<
No, che dici! Ora sto con un ragazzo magnifico!! Non ho nulla di cui
essere triste! >>
<<
Ma quanti anni ha? Che scuola fa? >>
“Grazie
per aver cambiato soggetto.”
<<
Ha diciannove anni, fa IIIC. >>
<<
E’ grande! Che bello!! E com’è? >>
<<
Bello, bello… >>
<<
Me lo descrivi? >>
Mi
appare davanti la sua immagine, bello come il sole, e glielo
descrivo.
<<
Allora… E’ alto, ha i capelli biondi un po' ricciolini e ha gli
occhi marroni. >>
<<
Non mi piacciono biondi con gli occhi marroni… >>
<<
Fidati… Lui è l’eccezione!! >>
“Questa
ovviamente è solo una battuta, ce ne sono di ragazzi biondi
con gli occhi marroni che non sono niente male…”
E
mi sento in colpa, anzi, mi incazzo con me stessa perché me ne
ricordo uno di questi.
“Eric…”
L’ho
visto qualche volta quest’estate. Ci siamo guardati tutti e due con
tristezza, con ricordo, con rimpianto… Poi ci siamo girati
dall’altra parte scherzando con i nostri amici, ma tutti e due con
lo sguardo spento.
“Non
cambierà mai questa sensazione… Odio Sanremo, odio i Tre
Ponti, odio i ragazzi con i capelli castani e gli occhi blu e odio
l’Olanda, ma soprattutto odio il mare e la barca a vela… Insomma.
Odio tutto quello che mi fa pensare a lui. Quindi, in sintesi… Odio
me stessa.”
-
Suona
la campanella dell’intervallo.
Cammino
a testa bassa, non facendomi fermare da nessuno. Di solito non ci
vediamo io e lui nell’intervallo, lui ha i suoi amici e io i miei.
Ma oggi è un eccezione. Ho bisogno di vederlo per scrollarmi
da dosso tutti questi pensieri.
Esco
dalla porta e cammino a stento tra la varia gente che intasa il
corridoio. Scendo le scale perché io sono al secondo piano,
mentre lui al piano terra.
Lo
raggiungo. Arrivo dalla sua porta, ma la trovo chiusa.
“E’
vero!! Ha il compito in classe di matematica!”
<<
Ale! >>
Mi
sento una mano sulla spalla e una voce profonda, ma non mi ricordo la
persona a cui appartiene questa voce.
Mi
giro all’indietro e alla fine riesco a riconoscere il personaggio.
<<
Da quanto tempo! Sai, ti ho vista in giro, ma non mi è mai
capitata l’occasione di fermarmi!! >>
<<
Ciao Matte!! Come stai? >>
<<
Bene, grazie… Tu? >>
“E
chi se lo ricordava? Matteo Caserbi!! Wow…”
Mi
appare davanti con la sua solita bellezza che colpisce al primo
sguardo. Era come me lo ricordavo… Non è esagerazione se
dico che sembra un modello. In teoria è stato il primo a
convincermi di girar pagina anche se non c’è riuscito!
Peccato però che lui e la sua Rebecca siano ritornati assieme
dopo un periodo di pausa e io mi sia dovuta rassegnare ad averlo.
Ma
ne sono contenta se questo ha voluto dire conoscere Mauro.
<<
Benissimo!! >>
<<
Mi dispiace se quest’estate poi non è successo niente…
Sai, ero innamorato di Rebecca ancora, ma… Ci siamo mollati di
nuovo un mese dopo! >>
Lui
mi guarda sorridendo, convinto in qualche modo che me ne possa
fregare qualcosa.
“Forse
un tempo, non di certo adesso!”
<<
Mi dispiace se ci tenevi… Io invece sto con un ragazzo di cui sono
innamorata da agosto. >>
Il
suo malizioso sorriso si trasforma presto in espressione delusa. Lo
guardo negli occhi e lui contraccambia. Poi guardo il pavimento e di
nuovo lui, per trovare il coraggio di dirlo e alla fine lo trovo.
<<
Mi dispiace. >>
Fa
un piccolo sorriso e mi fissa negli occhi.
<<
Dispiace più a me!! Dopotutto sono io che me la sono
cercata!! >>
Rispondo
al suo sorriso, anche se so che sono falsi, soprattutto per lui.
<<
Ciao. >>
<<
Ciao… >>
Così
ci salutiamo. Ognuno prende la sua strada, ma lui resta fermo ancora
per un po’.
“Ma
quant’è carino… Ma ho smesso di farmi travolgere da altre
emozioni durante l’amore…”
Quando
dalla varia calca riesco a scorgere una faccia amica, anzi… Più
che amica.
<<
Mauri!! >>
Vedo
Mauro spuntare con i suoi soliti capelli scombinati e la sua
espressione sorridente, con dei jeans e sopra un maglione bianco
raggomitolato sulle braccia.
Lo
abbraccio forte e lo bacio velocemente.
<<
Pensavo fossi a fare il compito! >>
<<
Ho finito prima! >>
La
campanella dell’intervallo suona e noi due ci continuiamo a
guardare e alla fine lui prende l’iniziativa.
<<
Ci vediamo fuori… >>
<<
Ok! >>
Sta
volta il bacio è più voluto e ci lasciamo staccando la
nostra mano per ultima e delicatamente.
Salgo
su tutti gli scalini ed entro dentro la mia noiosissima stanza per
altre due ore di ascolto totale.
“O
almeno, questo è quello che si credono i prof!!”
-
-
-
-
La
mattina di questo inverno è terribilmente fredda
Distratto
dall’ora in corsa sono qui, a scuola. Dopo tre mesi.
Mi
ritrovo al 20 di dicembre.
“Sei
mesi...”
Eppure
mi sembra ieri di essere partito per l’Olanda. E lei… Lei non
l’ho più vista. Non so che fine abbia fatto, sta di fatto
che in tre mesi che giro e rigiro non ho ancora visto lei in Sanremo.
Anita
è di fianco a me. Siamo ottimi amici. Forse più di
prima. La adoro.
La
campanella suona. Io esco fuori in corridoio con Anita a braccetto.
Parliamo del più e del meno, scherzando su qualsiasi cosa,
soprattutto su ‘Naruto’, il nuovo anime uscito sui ninja. E’ un
cartone stupendo e tutti i pomeriggi alle 13,40 io e Anita siamo al
telefono durante ‘Naruto’ per commentare ogni loro azione. Con
lei mi diverto un sacco.
Quando
un ragazzo interrompe il mio sorriso.
<<
Ciao! >>
<<
Oh, ciao Eric!! >>
Per
aumentarlo ancora di più.
Al
mio ritorno mi sono ritrovato ad un party a sorpresa creato da mio
fratello ed aiutato da Anita. All’inizio ero alterato come non mai,
poi però, mi ha parlato. Anche Anita l’ha fatto e siccome
Alessia l’avevo già anche abbastanza lasciata andare è
stato facile fare pace con mio fratello. Credo che ognuno può
essere in grado di fare uno sbaglio, siamo umani per questo. E poi...
è pur sempre mio fratello!
Sono
felice di averlo perdonato, perché ora siamo in rapporti
migliori di quelli prima. Quando ho deciso di perdonarlo mi è
venuta in mente una domanda.
“Posso
perdonare anche Ale?”
Ma
la risposta mi è venuta spontanea, subito.
“E’
unitile continuare con lei.”
A
parte il fatto che non ho più voglia di innamorarmi, sta di
fatto anche che non mi fiderei più di lei. Non mi lascerei più
andare alle emozioni. E’ meglio andare avanti senza di lei.
“Meglio
single senza dubbio.”
<<
Ti devo dire una cosa che ho saputo che comunque non ti darà
fastidio, vero? >>
<<
Non so, perché di cosa si tratta? >>
<<
Di Ale… >>
Il
respiro mi manca.
<<
Ale? >>
<<
Si. Sta con uno. >>
Mi
sento sbiancare. Il mio corpo trema, gli occhi si sbarrano, il mio
cuore si spezza...
“No,
questo no...”
<<
Con chi sta? >>
<<
Mauro Cannella. >>
Lo
sento così strano che Alessia possa stare con un ragazzo al di
fuori di me.
“Ale,
ma mi pensi mai? Non dirmi che sono l’unico a pensare a te. Non
dirmi questo se no sto ancora più male… Poi suona così
strano. “Mauro e Alessia.” Bleah! Molto meglio “Robbie ed
Ale”.”
La
malinconia comincia a salire.
<<
Parlami di qualcos’altro, Eric. >>
La
mia voce trema.
Lui
mi guarda tristemente, poi reagisce all'istante.
<<
Ieri non ho visto la puntata di Naruto, me la racconti? >>
-
-
-
-
Sono
in centro.
Passeggio
per le vecchie vie che ho ripreso a frequentare solo con Mauro
accompagnata da Alice. Lei adesso sta con Gianluca, quello di
quest’estate, ma la loro storia è come un tira e molla.
Continuano a litigare e fare pace.
Comunque
adesso non è questo il problema perché io ed Alice
stiamo girando per Sanremo e per una volta lo stiamo facendo felici.
<<
Lo sai che oggi mi è venuto a parlare Matteo Caserbi? >>
<<
Davvero? E cosa dice? >>
<<
Mi ha detto che si è lasciato con Rebecca, facendomi
intendere che voleva fare qualcosa con me, ma io l’ho fermato
dicendogli che stavo con un ragazzo. >>
<<
La prossima volta si sveglia prima!! >>
<<
Quello che si è detto da solo!! >>
Ridiamo
assieme, senza problemi, senza preoccupazioni… Ma come sempre non
ci può mai andar bene per un giorno e, almeno il mio sorriso,
si trasforma in qualcosa che non avrei mai più voluto provare.
-
-
-
-
E’
un pomeriggio gelido e la nebbia circonda la strada. Non mi ricordo
una Sanremo più grigia di questa.
Sto
camminando da solo per tastare ogni singolo posto di Sanremo, per
ricordarmelo in ogni sua forma. In tre mesi non l’avevo ancora
girata così.
“Mi
hai scombussolato tutto Ale, lo sai?”
Ad
un tratto la vedo.
-
E’
da tanto che non mi perdevo in quell’immensità e, anche con
questa nebbia, riuscirei a scorgerlo ovunque.
“Robbie?
Che cosa ci fai qui?”
Sta
passeggiando sul marciapiede opposto al nostro, con le mani in tasca
nei jeans e una giacca blu della North Sails. I suoi capelli sono
lasciati così come sono, un po’ più lunghi di come me
li ricordavo, e il suo sguardo è rivolto verso i miei occhi
che gli stanno rispondendo anche fin troppo. Occhi tristi, occhi
arrabbiati, occhi che mi reputano uno schifo… E questi sono i suoi
occhi e non posso farci niente.
“E
i miei come sono?”
Lascio
a lui giudicare, ma presumo che siano occhi ancora più tristi,
incazzati con la persona che li possiede, pieni di rimpianto e occhi
che chiedono scusa in mille maniere, in mille lingue… Ma che non
sono mai riusciti a farle accettare.
“Quanto
tempo che non ci vedevamo e mi sei mancato. Nonostante tutto quello
che puoi pensare, mi sei mancato sul serio e mai ti scorderò.
Sei e sarai sempre il mio primo e unico vero amore. Qualunque cosa
succeda tu ci sarai sempre, nel bene o nel male.”
-
-
La
mia coscienza. Mi sembra di non parlare più con la mia testa,
Alessia è dall’altra parte della strada.
“Da
quanto tempo non ti vedo? Sei diversa… Hai capelli più corti
e quella giacca nera che porti addosso non me l’hai mai fatta
vedere. Ale, mi sei mancata. Sei così bella… Vederti lì,
in questo momento, è come vedere un’oasi dopo chilometri e
chilometri di deserto.”
La
malinconia comincia a salire tutto d’un botto, il magone comincia a
prendermi la gola e le mie mani tremano.
“No,
non adesso. Non mi puoi mancare adesso che ti avevo scordato. E’
possibile che solo un tua visuale mi causi quest’effetto?? Ti avevo
lasciato via, ti avevo lasciata andare. Non mi tormentare più
Ale, ti prego.”
-
-
Poi
lui butta lo sguardo a terra, dispiaciuto. Incomincia a mandare un
passo avanti, poi l’altro, fino a che non incomincia a camminare
per allontanarsi da me.
Io
sto ferma, a seguirlo ancora con il mio sguardo incredulo, convinto
che non l’avrebbe rivisto mai più.
-
-
Giro
la testa in avanti senza più guardarla. Mi dirigo lontano
pensando a tutto quello riguardante lei.
“Come
è possibile che tu stia con Mauro Cannella?? Tu non puoi stare
con lui. Tu non devi amare nessuno. Tu sei solo mia. Tu non puoi
essere di qualcun altro. Questa cosa mi fa stare male… Molto male.
Ho bisogno di aiuto.”
Senza
neanche rendermene conto mi ritrovo in Piazza Bresca. Questa piazza è
come se portasse dentro di se dei fantasmi.
“Ora
come ora che posto non porta dei fantasmi?’”
La
piazza è deserta. Il gruppo si è sciolto e tutto quelli
che sostavano qui hanno cambiato giri e luoghi. Non sembra la stessa
piazza di una volta. Quella dove potevi essere sicuro di incontrare
chi volevi.
Vuota,
completamente. Se non per bufere che mi passano davanti trasportando
ricordi.
La
rissa fra Alice e Gaia e poi io e Gianluca in un angolo mentre
guardavamo insieme la mia Alessia consolare Alice. Poi i nostri
discorsi…
“<<
A questo punto povero Edo!! Capita a tutti di sbagliare!!
Soprattutto con una bella ragazza!! >>
<<
Non è vero! A me non capiterà mai. >>
<<
Mai dire mai Robbie. Ormai dovresti saperlo! Non avresti mai
immaginato di diventare così! E ripeto, mai! >>
<<
No… Prima o poi doveva succedere! Invece… Lei non si merita
questo e quindi non lo riceverà mai, fidati. >>”
E
avevo ragione. Io non l’avrei mai fatto perché io amavo
Alessia, la amavo tantissimo. Questa è la mia spiegazione. Ciò
mi porta a pensare che lei non provava lo stesso sentimento nei miei
confronti.
Mi
sono innamorato come uno stupido di una ragazzina di quindici anni,
una bambina, quando io ne avevo già diciassette. Come potevo
pensare che quello fosse l’amore della mia vita? Sono stato uno
stupido e un illuso.
Questo
però non mi fa stare meglio, perché mi manca sempre di
più… Non mi è mai passata.
Poi
scorgo una figura seduta su una panchina della piazza. Ma li
riconoscerei ovunque quei capelli colorati di biondo. Mi avvicino a
lui.
<<
Ciao Dario. >>
<<
Ciao Robbie!! >>
Mi
siedo accanto a lui.
<<
Come stai? >>
<<
Da Dio!! >>
“Beato
te…”
<<
Wow, e come mai? >>
<<
Te la ricordi l’inglesina? Mary? >>
Mi
metto a ridere.
<<
Si, eccome! >>
<<
Sono innamorato, mi sento tutto strano… Ora stiamo insieme! >>
<<
Sono felice per te. >>
Sto
male.
<<
E ti invidio molto. >>
Sto
molto male.
<<
Non mi sono mai sentito così. Tu probabilmente lo sai.
Vorresti non staccarti mai, stare sempre a coccolarla e baciarla,
fare ogni minima stupidaggine con lei… Mi fa volare! Ho scoperto le
mie ali. >>
Sentire
tutto ciò mi fa stare più male, voglio urlare, voglio
picchiarlo a sangue per non fargli provare l’emozione che io non
sentirò più, che io ho perso per sempre.
“Mi
viene da odiarti, Dario.”
<<
A proposito, mi dispiace… Ho sentito di Ale. >>
“Dopo
tutto quello che mi hai detto hai ancora la faccia tosta di
rinfacciarmelo??”
<<
Lo sanno tutti? >>
<<
Già… Come stai? >>
“Domanda
molto stupida…”
<<
Come uno che non si innamorerà mai più, come uno senza
vita. >>
<<
Ma non dire così! Hai diciotto anni! Ne hai di tempo per
dimenticare Ale… >>
<<
Te lo giuro, non mi innamorerò mai più. >>
Lui
sbuffa e scrolla la testa, rassegnato. Ma prima che possa rispondere
con qualche altra battuta veniamo interrotti da una ragazza che si
piazza davanti.
<<
Ciao ragazzi! >>
La
squadro capendo chi è. Il suo accento inglese non mi fa avere
dubbi. E' sul serio bello come me l'aveva raccontata e direi che
“tettona” era un aggettivo più che azzeccato. I suoi
capelli biondi le recadono lisci sulla spalle e una frangetta
contorna i suoi occhi azzurri vivaci. La carnagione è tanto
chiara e lei non è troppo magra.
<<
Ciao piccola mia... >>
Lui
si alza dalla panchina e la da un bacio leggero e l'abbraccia forte,
perdendosi con il viso nei suoi capeli.
Io
smetto di guardare. Dopo averla vista è una terribile
situazione questa. Mi sento mancare, mi sento male, mi sento
violento.
Mi
alzo dalla panchina e comincio a correre togliendomi da quella
piazza, senza salutare nessuno. Correndo a più non posso.
Scappando dall'amore
-
-
<<
Ehy, stai bene? >>
Vorrei
tanto risponderle che sto benissimo, che oramai me lo sono
dimenticato e c’è Mauro, ma non ce la faccio. Ha significato
troppo per me.
“Come
faccio a stare bene??”
Ma
dopotutto l’amore ti porta a questo. Non puoi fermarlo. L’amore è
qualcosa che non puoi provare in altri modi. E’ una sensazione
bellissima, piena di emozione, che ti travolge, che ti fa stare bene
in qualsiasi momento, che ti trasporta lontano da tutto e da tutti,
che sa farti stare bene. Ma quando finisce forzatamente è la
cosa più brutta che possa esistere. Non ti lascia in pace, ti
tormenta, ti fa piangere, ti fa cercare altrove qualcuno o qualcosa
che possa rimpiazzare questo sentimento, anche se poi ti accorgi che
non può farlo, che l’unica persona che può farti
smettere di stare così male è la persona stessa che ti
ha causato quel male. Ma non bisogna averne paura, perché è
normale…
Ma
è bellissimo provare quello che ti succede prima di questa
fase. E quindi, anche se questo è il prezzo, voglio amare
tantissimo, 100, 1000, 10 000, 100 000 volte, tanto per stare
benissimo con me stessa almeno per un po’. Ne vale la pena, sul
serio… E per questo sarò disposta per sempre a provare anche
questo altro lato dell’amore.
“Robbie,
ti amo e ti amerò sempre, ma è ora di ripartire da capo
e provare di nuovo ad amare. E Mauro, voglio cominciare da te…”
<<
Ehy, Ale!! Stai bene?? >>
La
guardo un attimo, poi il mio sorriso riprende il sopravvento.
<<
Benissimo!! >>
Alice
mi guarda male e stralunata.
“Lo
so, ho mentito… Ma prima o poi riuscirò ad esserlo ed è
ora di provarci sul serio.”
-
-
Non
sono disposto a sopportare questo altro lato dell’amore, proprio
per niente. Ok, mi sono sentito da Dio in quel momento, e
sinceramente, non lo rimpiango, se tornassi indietro penso che lo
rifarei, ma una volta mi è bastata e avanzata. Questo altro
lato è devastante. Ti fa stare peggio di qualsiasi malattia e
io non riesco a sopportarlo. Troppo dolore.
“Quel
sole è sparito tra le nuvole Ale e io sento tanto freddo…”
Mi
tornano in mente ricordi che avevo dimenticato. Ai tempi della mia
libertà quando conoscevo già Alessia, ma la consideravo
ancora una sfigata e Dimitri sovrasta tutti. E’ tutta colpa sua. Se
lui non mi avesse fatto quel discorso io adesso non mi troverei qui.
Il bello è che mi aveva detto esattamente queste parole:
“<<
Vedrai che un giorno arriverà il tuo turno… E spero tanto
che qualcuna ti faccia le corna per provare quello che tu fai provare
alle ragazze! Ma qualcuna a cui terrai davvero… >>”
“Me
l’hai tirata tu Dimi! Ti odio con tutto me stesso.”
Ultimamente
sto odiando tutti. Compreso me…
“Mi
hai tolto la vita Ale, ho perso le ali. Non possono ricrescere, è
una cosa impossibile. Non mi innamorerò più, lo giuro.”
Cammino
ancora, ma il mio passo rallenta. Il mio cuore piange.
Mi
volto indietro e la guardo scherzare con Alice nel mentre che parlerà
del suo Mauro non pensando minimamente a me, qui, che cammino
piangendo i suoi ricordi.
Mi
rendo conto che il mio amore non è paragonabile al suo. Io
l'ho amata molto più di quanto lei non abbia provato nei miei
confronti. Vorrei ridere anch'io così spensieratamente...
“<<
Si? >>
<<
Chi vuoi che sia piccola? >>
<<
Parolina magica? >>
<<
Ti amo. >>
<<
Codice esatto. Anch'io ti amo. >>”
Quante
bugie... Quanto amore! Quanto dolore...
“<<
Con te tutto l'anno, miraccomando!! >>
<<
Ma anche di più! >>”...
-
-
-
-
THE
END
-
-
-
-
Lo
so, lo so.... Ora mi ucciderete tutti... Me ne sono resa conto che
tutti volevate che tornassero assieme, ma tanto non ci potevo più
fare nulla, ormai l'avevo già scritta da un pezzo!!!XD
Questa
storia volevo farla terminare così, per dimostrare che
comunque si può voltare pagina e poi non volevo farla come una
storia da libro, ma abbastanza realistica. Spero di aver rispecchiato
questa mia aspettativa... Anche il fatto che Robbie stia ancora così
male lo rende realistico... Se tutti e due dopo 6 mesi avessero
voltato pagina e nessuno dei due fosse stato così terribilmente male
pensando all'altro, anche in quel caso sarebbe stato poco
realistico... Era logico fosse Robbie la vittima anche se era quello che se la meritava di meno... Lui era quello
più innamorato e lei era convinta di non vederlo mai più,
che fosse tutto finito...
Non uccidetemi, sul serio! Spero sia stato
di vostro gradimento lo stesso!!XD
Mi piacerebbe che mi scriveste
tutti un commentino, anche chi non l'ha mai fatto, solo all'ultimo
capitolo ve lo chiedo. Così, giusto da farmi sapere il vostro
commento finale di tutta la storia, anche critiche, le accetto
volentieri!! Grazie!!!
Un
ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno aggiunto la mia
storia ai preferiti, vi adoro! In particolare ringrazio:
1
- Ale
Skywalker
2 - AngelG
3
- AnimaDannata
4
- avril1113
5
- avrilmiki
6
- B r o K e
n
7 - baby_dark
8
- Bella89
9
- Betty
O_o
10 - billa93
11
- birri
12
- Blackangel91
13
- cassandra
287
14 - Celestellina
15
- Charlie_me
16
- Cherasade
17
- ciokina14
18
- cla61
19
- clodiina85
20
- doval79
21
- ElianaTitti
22
-felice4ever
23
- Gingerly
24
- gingi__devishina
25
- giulietta_cullen
26
- Giuly_94
27
- Gocciolina
28
- Ichigo_91
29
- Ithil_Elendil
30
- kaggy_chan
31
- Kagome
13
32 - kikikaulitz
33
- kry333
34
- lady_black
35
- lorella
36
- mafolita
37
- MANDiNA
38
- maryt2803
39
- MattZ
40
- memole_88
41
- Mikiko
42
- Nerissa_
43
- pazzerella_92
44
- Princesseelisil
45
- Ren_91
46
- RoryVentimiglia_86920
47
- Selene_Malfoy
48
- tutumany
49
- UsagiChan92
50
- vegani
51
- Veronica91
52
- _NovemberThree_
Ma
soprattutto a chi puntualmente ha continuato a commentare perchè
mi avete sempre di più incoraggiato a continuare con il
sorriso!!
Grazie,
vi adoro troppo....
Spero
di incontrarvi in altre mie storie appena mi metterò sotto!!XD
Un
bacione a tutti.
Somoody
-
-
-
-
A
Valentina e a Francy e a Greta… Le mie best!! Le amiche che adoro e
le amiche che sento vicine in ogni momento.
A
Eric e alla sua bellezza che ha segnato la mia prima cotta.
A
Robbie, che mi ha incantato con i suoi occhi blu infiniti, ma mai
avuto il piacere di conoscerlo.
E
in ultimo, ma il più importante, ai miei genitori che mi hanno cresciuto e a mia sorella che
mi ha tenuto compagnia, ottima direi.
Vi
voglio bene
Ale
Devo
aggiungere una cosa… Giuro che le due canzoni scritte per ultime le
ho trovate a libro terminato e ascoltando le grandi coincidenze ho
deciso di inserirle. Per questo libro sono speciali e quindi lo sono
anche per me.
L’inizio
di questo libro si può dire che è tratto da “una
storia vera”, perché è quello che mi è
successo davvero.
La
cosa che mi rattrista di più è che io non ho ancora
incontrato il mio Robbie…
Questo
è il lato negativo dello scrivere. Illudersi in un mondo che
non esiste. Il mondo creato da te che il mondo reale non sarà
mai in grado di sostituire.
Vorrei
tanto vivere in un libro…
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