L'altro lato dell'amore

di Somoody
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'inizio ***
Capitolo 2: *** Il panda ***
Capitolo 3: *** presentazione ***
Capitolo 4: *** Alice e Dimitri ***
Capitolo 5: *** discussioni ***
Capitolo 6: *** Cambiamenti ***
Capitolo 7: *** Il segreto di Marta ***
Capitolo 8: *** Libera! ***
Capitolo 9: *** Litigi... d'amore? ***
Capitolo 10: *** Cinema! ***
Capitolo 11: *** La festa di Monica ***
Capitolo 12: *** Deficiente! ***
Capitolo 13: *** L'ultimo passo ***
Capitolo 14: *** Il lato oscuro ***
Capitolo 15: *** In pizzeria. ***
Capitolo 16: *** Primo giorno di scuola ***
Capitolo 17: *** I love you! ***
Capitolo 18: *** Con te... ***
Capitolo 19: *** Diana è speciale ***
Capitolo 20: *** Un anno d'amore ***
Capitolo 21: *** Quella stella ***
Capitolo 22: *** San Valentino! ***
Capitolo 23: *** Sempre per te... ***
Capitolo 24: *** Passione ***
Capitolo 25: *** Ti odio e ti amo... ***
Capitolo 26: *** Desideri ***
Capitolo 27: *** Voltare pagina! ***
Capitolo 28: *** L'altro lato dell'amore ***



Capitolo 1
*** l'inizio ***


L’altro lato dell’amore

“L’amore… E’ una cosa indescrivibile, un’emozione troppo forte, forse anche l’unica incontrollabile. Non si può fermare, quando si prova, si prova e non c’è niente da fare. A volte può essere la cosa più bella che ti possa capitare, ma altre volte può rovinarti la vita… E’ come un’arma letale, un coltello. Dipende se la tua è la parte del manico o della lama. Perchè basta un momento… Uno solo. E la tua esistenza si può tramutare in qualcosa di nuovo, che magari non volevi… O che vuoi, ma di cui non conosci le conseguenze… Ma come si dice? Meglio amare e soffrire, che non aver mai amato affatto. E allora buttati!! Non aver paura delle conclusioni e non aver paura di affezionarti troppo ad una persona, perchè se dopo ti ritrovi a soffrire come non hai mai sofferto, capisci che quell’esperienza ti è servita ad andare avanti e quei tempi in cui hai amato sono stati i più belli della tua vita. Che vorresti ripetere e ripetere e ripetere… Ma quando tutto finisce non ti devi buttar giù. Un po’ piangi, sfogati per quello che hai perso, ma dopo preparati a girar pagina perchè l’amore, per fortuna, non si prova una volta sola in tutto il tuo arco vitale. Sarà ancora dietro la porta e ti riprenderà ancora di sorpresa come ha fatto l’ultima volta. Non aver paura di provare nuove esperienze. Spesso aiutano a dimenticare e magari chissà… A farti innamorare di nuovo!! Almeno si spera…”

Questa è Alessia. Una ragazza di quindici anni, una qualunque, una tra tante, una a caso, anzi, addirittura ‘una sfigata’, come la giudicano gli altri… Eppure qualcosa nella sua esistenza cambierà. E sarà proprio grazie ad uno dei più belli di Sanremo a cambiare la sua vita e tutti e due proveranno un’emozione mai provata prima, tutti e due alla sorpresa, s’innamoreranno l’uno dell’altra. Scopriremo tutto quello che hanno passato e tutto quello che è avvenuto assieme, tutto qui, tutto in queste pagine, tutto aldilà di questa copertina, tutto nel “L’altro lato dell’amore”.

Prologo

“Eccomi qui. Sola nella mia stanza. Sul mio divano morbido mentre la musica accesa entra nelle mie orecchie sorde per via dei miei pensieri. Non sento niente al di fuori delle lacrime che pian piano scendono sulle mie guance. Mi sento sola, fuori dal mondo, con una migliore amica fantastica, ma oltre a lei? Vuoto… Mi rendo conto di non essere nessuno. Di non conoscere qualcuno d’importante. Sono fuori da tutto. Quello che mi manca è l’affetto e quello che vorrei da morire è un ragazzo che mi sappia coccolare, tenere tra le sue braccia, che mi faccia sentire in paradiso… Mi sento troppo grande per la mia età. Io, anche se ho solo quindici anni, adoro le storie tra i grandi e adoro il romanticismo. Ma non ho neanche ancora avuto il mio primo bacio, figurati… E chissà quando verrà il mio momento! Forse troppo tardi, che non avrò più voglia di queste menate di coccole e balle varie e mi accontenterò del primo ragazzo che passa. Questa è la mia paura maggiore… Non voglio finire così!! Amici? Alice e poi? Niente… Non mi viene in mente nessun altro. Ma che ci posso fare? Mica posso andare da una ragazza e dirle:

<< Ciao! Vuoi essere mia amica? >>.

Non funziona così!! E’ tutto diverso!! Non sono più una bambina!! Quanto vorrei esserlo ancora… Senza tutti questi problemi. Facevi pure questa stupida domanda e avevi tutte le amiche che volevi, potevi fare qualsiasi sbaglio e nessuno ti giudicava e non rimanevi segnata per sempre per il tuo errore. Ma poi? Crescendo tutto si perde, si cambia… E il più delle volte ti resta quello che più odi. Nel mio caso, la mia stupida timidezza che non mi permette di andare avanti. E chi ha la meglio? Quelli con il culo enorme che riescono a tenere tutto come prima. Ma dopotutto questa è l’adolescenza. Tutti ne soffrono, pure quelli che stanno meglio di te e che non si vede e non l’ammetteranno mai che stanno male per il loro enorme orgoglio, pure per i fighetti e le ragazze popolari! Anzi, la loro vita è più sballosa, ma hanno più problemi. Non si possono permettere di sgarrare nemmeno per una volta, Tutti contano su di loro e tutti li ammirano e si aspettano sempre che loro vincano, chissà le ragazze quanto si devono curare per essere più belle! Però loro non hanno i miei problemi e forse, anche se sono di meno, sono più difficili da superare… Perché è la cosa peggiore essere soli… Alice, il più delle volte, mi fa dimenticare tutto, ma… Purtroppo non basta. Le giornate sono sempre più monotone, non ne posso più. Cosa si fa il pomeriggio? In inverno è uscire in centro cercando ragazzi che non ti cagano nemmeno, in estate è andare al mare, che oltre a fare il bagno fai la stessa cosa che fai andando in giro in inverno, ma anche con addosso un costume ottieni niente. Forse la sera ottieni qualcosa, ma probabilmente è solo perchè fa buio e non si vede niente. Ti tirano uno sguardo e dalle macchine senti qualche fischio, niente di che… Per adesso, posso solo affermare che la mia vita fa schifo. La odio, la detesto. E quello che mi serve è un grande cambiamento…”

“Che bella vita che faccio!! Sono un figo e sono voluto dalle ragazze, che c’è di meglio di questo? Assolutamente niente!! Certa gente proprio non la capisco. A volte mi chiedo come si faccia a vivere diversamente da come vivo io!! Mi sento uno al centro dell’attenzione!! Al di fuori di me non v’è nessun altro e tutti la pensano come me, altrimenti sono sballati. Non c’è altro motivo! Insomma… Io sto bene così!! Non mi va di avere una storia seria, mi piacciono le avventure perché sei libero di fare quello che vuoi, senza rendere conto a nessuno!! E’ una cosa stupenda!! Mi piace la mia vita! E penso che non la scambierei con nessuna al mondo. Aspetta… Forse con una si… Sono geloso di mio fratello, Eric. Lui è più piccolo di me di un anno, eppure è più figo. Quando le ragazze ci vedono assieme preferiscono seguire lui che me e di questo un po’ sono geloso, ma non mi posso certo lamentare io!! Oltre a questo vivo da Dio!! E non voglio modificare la mia vita. Sto bene così, sul serio!! No c’è mai un attimo di monotonia!! Quindi… Sto bene da single!!”

CAPITOLO 1.

E’ un giorno d’estate, precisamente Luglio, e il caldo entra dalle persiane ancora chiuse dalla notte prima. Mi sveglio e mi alzo dal letto. Le dieci.

<< Che strano, di solito mi alzo sempre più tardi!! >>

Non importa. Mi metto in piedi ancora un po’ rincoglionita dal sonno, prendo gli occhiali perchè sono cieca come una talpa, vado in bagno e mi lavo la faccia, poi vado in cucina, apro lo sportello e cerco cosa potrei mangiare. Ci sono varie cose. Biscotti con gocce di cioccolato, biscotti al cioccolato, biscotti normali, brioche e fette biscottate. Prendo i biscotti con le gocce di cioccolato. Poi apro il frigo. Sento il freddo passarmi tra le gambe nude poiché indosso solo una semplice canotta per non morire di caldo. Dal frigo tiro fuori la menta e il latte. Poi prendo un bicchiere e ci verso un goccio di menta e lo riempio fino all’orlo di latte e bevo fino alla fine. Dopo la mia colazione vado in camera e mi accendo il computer per la mia solita giocata a carte ascoltando la mia musica.

“ E’ troppo bello non fare niente!! Solo il pensiero che a settembre dovrò tornare in seconda liceo mi fa tremare le gambe. Quindici anni… Chi l’avrebbe mai detto!! Ma tanto fra poco, avrò i miei sedici anni!! E un altro anno buttato via… ”

Inizio a giocare a ‘Spider’ sotto la base di ‘Dirt off your sholder/Lying from you’, la mia canzone preferita dei Linkin Park con Jay-Z, quando, come un orologio svizzero, arriva la solita chiamata di Alice, la mia migliore amica, che di solito mi sveglia.

<< Ale, è per te >>

Mia madre mi passa il telefono.

<< Fammi indovinare… Alice? >>

<< C’era da domandare? >>

Prendo il cordless e vado in camera mia.

<< Ciao Ale!! Ti ho svegliata? >>

<< Sta mattina no. >>

<< Peccato!! >>

<< Ma come mai oggi al telefono fisso? Di solito al cellulare! >>

<< T’ho chiamato al fisso? Non me ne sono accorta, li so tutte e due talmente a memoria che non mi rendo conto quali dei due digito! >>

“ Fatti delle domande per questo… ”

<< Chissà come mai!! Allora, che c’è? >>

<< Come che c’è, io ti telefono per organizzare la giornata e tu mi dici che c’è? >>

<< Si, perché non riesco a capire che cosa mi telefoni a fare quando fa sole se sai già che andiamo al mare!! >>

<< Sta’ zitta!! >>

Mi dice in modo scherzoso.

<< Ci vediamo alla solita ora >>

<< Aspetta! >>

<< Che c’è? >>

<< Domani sera posso venire a dormire da te? Così usciamo! Se solo mio padre mi permettesse di andar fuori la sera… >>

<< Ma di’ la verità!! Non vedi l’ora di venire a dormire da me!! >>

<< Ma questo non conta!!! >>

<< Ok, a dopo >>

Ritorno alla mia giocata a carte con sta volta come sottofondo i Good Charlotte con ‘I just wanna live’.

E’ un giorno d’estate e l’afa di questa bellissima stagione passa attraverso i piccoli buchi delle persiane. Mi sveglio e mi alzo a fatica dal letto. Le undici e mezzo. Mi giro nella direzione del letto di mio fratello e lui è lì ancora a dormire. Ancora un po’ rincoglionito, vado in bagno a lavarmi la faccia, poi vado in cucina per far colazione. Mi preparo la caffettiera con il caffè in polvere e la metto sul fuoco. Aspetto un po’ che salga e per quel poco che aspetto sento il calore del fuoco del gas.

“ Ma come diavolo fa mia madre a stare davanti ai fornelli a cucinare d’estate? E il bello che io dormo in boxer!! ”

E intanto guardo in basso verso i miei boxer bianchi sotto i miei scolpiti addominali.

“ Non per vantarmi… ”.

Dopo che il caffè sale lo verso con una presina in una tazza e poso la caffettiera sul lavandino. Poi metto qualche tonnellata di zucchero nella tazza e con un cucchiaino mischio. Nello scaffale prendo una brioche e me la mangio con quest’ultimo. Terminata la colazione vado in camera.

Mi accendo la play2 vicino alla tv che ho in camera e mi siedo sul letto mettendo in muta per non svegliare Eric. Accendo ‘GTA San Andreas’ e il gioco riprende dall’ultima partita salvata, ovvero la mia. Sento Eric lamentarsi, girandosi verso la mia parte con occhi ancora semichiusi.

<< Cos’è sta luce? >>

<< Su, Eric… Alzati, sono quasi mezzogiorno!! >>

<< Dai, non rompere… >>

Si gira dall’altra parte e si rimette a dormire. Dopo neanche dieci minuti si alza e ancora assonnato si mette seduto a vedere che gioco.

<< Che fai!! Dovevi andare da quella parte! Hai sbagliato strada!! >>

Lo guardo male.

“ Lo odio quando fa così… ”

<< Eric… Fa giocare a me! Non volevi dormire? >>

<< Non ne ho più voglia… >>

<< Beh allora non devi andare a fare colazione, qualcosa? >>

<< Non ne ho voglia!! Non mi vuoi con te? >>

<< No. >>

<< Perché? >>

<< Mi distrai!! >>

<< Allora non parlo più!! >>

<< Meglio… >>

<< Allora come è andata con Carlotta l’altra sera? >>

“ Impossibile, non sta zitto un attimo!! ”

<< Bene… >>

<< Bene quanto? Cosa è successo? >>

<< Ma cosa te ne frega? >>

<< Dai!!! >>

“ Impiccione… ”

<< L’abbiamo fatto. >>

<< Cosa?? >>

Mio fratello mi guarda stralunato.

<< Si. >>

<< E dove? >>

<< A casa sua, i suoi non c’erano. >>

<< E com’è? >>

“ Ma pensa te cosa gli devo dire… ”

<< Non è mica la mia prima volta!! Te l’ho già raccontato!! >>

<< Lo so, ma intendevo Carlotta! Com’è? >>

<< Minchia… E’ fighissimo! E poi diceva che era la sua prima volta, ma ho dei dubbi… >>

<< Sai Carlotta com’è… >>

Penso a Carlotta e alla sua nomina di ‘ragazza semplice’ pensando a quanto sia azzeccato questo nomignolo.

<< E mi piace così… >>

<< E’ perfetta! >>

<< E tu quando lo fai scusa? Io alla tua età non ero mica più vergine!! >>

<< A momenti, a momenti… Ho comprato pure i preservativi!! >>

<< Wow… E con chi lo vuoi fare? >>

<< Con Carlotta, che domande!! >>

<< Già. >>

Lui annuisce e mi sorride. Poi intervengo io cambiando argomento.

<< Ma allora oggi che si fa? >>

<< Si va al mare, come sempre!! Ma vieni con noi? >>

<< Si… Mi sto già incominciando ad annoiare del mio gruppo. Non mi piace più!! Invece nel tuo si sta bene! >>

<< Dì più che altro che è per Carlotta… >>

<< Beh… Ci mette il suo impegno! >>

“ Quanto siamo diversi io e mio fratello… Siamo praticamente gli opposti perché lui è biondo e ha gli occhi marroni e io sono castano e ho gli occhi blu. Poi lui è basso, mentre io sono abbastanza alto. E infine, lui ha un po’ di pancetta e io sono magro. Si, ma lì è perché mio fratello non si tiene, mangia un sacco di schifezze!! ”

Sono le 14,30, fra dieci minuti dovrebbe arrivare Alice, intanto mi preparo.

Salgo le scale della mia camera, perchè essa è costituita di due piani, di sopra reparto letti e sotto reparto studio, non siamo ricchi, sono solo semplicissimi soppalchi.

“ Magari lo fossimo… ”

Vado nella stanza degli armadi e cerco.

“ Mmmmmh, cosa metto? Ci sono!! ”

Mi metto la mia amata gonnellina rosa regolabile a pieghe, comprata al mercato, con sopra una maglia nera senza maniche con dei ghirigori rosa. Sembra fatta apposta per quella gonna, dopotutto e i pandam con il mio costume, bianco con i contorni rosa. Prendo lo zaino del mare della ‘No fear’ nero, poi ritiro l’asciugamano steso dal giorno prima, lo piego e lo sistemo nella borsa, poi prendo il lettore cd con i due porta-cd pieni di musica e li infilo anche loro dentro. Alla fine tocca al mio libro che sto leggendo ‘Annie che amava il vento’ di Joseph Pittman. Suona il campanello. Prendo lo zaino e me lo metto in spalle. Apro la porta e il portone e scendo le scale con al guinzaglio il mio cane, Zorro. Ed eccola lì. La rompiballe della mattina, Alice.

“ Potremmo fare le veline!! Lei è bionda e riccia con gli occhi marroni e grandi, un naso a punta, le labbra un po’ carnose e la pelle chiara. Io invece sono castana, liscia con gli occhi marroni più scuri e piccoli, il naso normalissimo, le labbra normali e la carnagione scura. ”

<< Stupido e rompiballe cane. >>

La guardo male.

<< Mi spieghi perchè devi sempre criticarlo?? Povero Zorro… >>

<< Non è colpa mia se il tuo cane assomiglia a un coccodrillo con le gambe storte!! In più è anche un rompiballe!! >>

“ Da che pulpito… ”

<< Sei solo invidiosa!! >>

<< Di quel coso?? >>

Io le annuisco e lei fa una faccia schifata.

<< Potrei essere gelosa di tante cose… Ma il tuo cane non fa parte di quella lista!! >>

Lascio perdere ed usciamo dalla porta trasportando anche lui. Lo portiamo come al solito sulla ferrovia abbandonata che c’è sulla strada per andare al mare, precisamente sulla passeggiata, se si può chiamare così, dei Tre Ponti.

Dopo una lunga passeggiata lo riportiamo a casa e ci incamminiamo verso la spiaggia. Ci vogliono dieci minuti per arrivarci, ma ne vale la pena dato che quella è la spiaggia di tutti i ragazzi di Sanremo.

Sono le 14,30. Io ed Eric ci prepariamo per andare al mare. Mi cambio i boxer con un altro paio neri e sopra ci metto il mio costume hawaiano blu scaraventato sulla sedia della mia scrivania, poi apro l’armadio e scelgo una maglietta larga e grigia con delle sfumature blu. Me la infilo, metto nel mio zaino della ‘Eastpack’ blu l’asciugamano steso dal giorno prima, le chiavi e il cellulare. Poi me lo posiziono sulle spalle, prendo le chiavi del motorino e mi infilo alla veloce le mie scarpe da ginnastica dell’‘Adidas’ bianche e blu e scendiamo tutte le varie scale sotto il nostro terzo piano. Apro il portone e mi giro verso destra per entrare in un cancelletto a fianco dove mettiamo il motorino. E questi due sono posteggiati lì. L’F10 nero di mio fratello, scassato da un piccolo incidente e non si decide a portarlo ad aggiustare, e il mio Leonardo 125 grigio. Ci salgo mettendomi il mio casco anch’esso grigio e aspetto Eric che salga sul suo, poi partiamo. Arriviamo fino al campo sportivo, poi prendiamo la strada sotto che porta in quella sottospecie di passeggiata dove vi è la nostra bellissima spiaggia.

Mentre andiamo due ragazzi ci passano accanto con i loro motorini. Uno quasi mi sfiora e io mi prendo spavento, ma Alice no perché ero io quella dalla parte della strada.

“ Che maleducato!! Cosa ha il motorino se non sa neanche guidare… ”.

“ Minchia, che gente che gira!! Questa pazzoide mi faceva quasi cadere a momenti e io non voglio ritrovarmi il motorino come quello di Eric… ”.

Giunti ai Tre Ponti scendiamo dal nostro motorino e percorriamo le scalette fino a ritrovarci sulla sabbia calda. Guardo Eric che già si allontana verso il suo gruppo, io lo seguo.

<< Ciao raga!! >>

<< Ciao Eric, ciao Robbie! >>

Eric saluta tutti e veniamo acclamati dalla poca gente che c’è, ovvero Dario che sta abbracciando Chiara. Carlotta spunta da una sdraio e si fa vedere e sentire provocando con gli occhi e il tono di voce.

<< Ma guarda chi ci sono… I miei ragazzi preferiti… >>

Mi avvicino a lei e la saluto dandogli due baci sulle sue belle guance morbide e paffute e mentre mi allontano ci guardiamo negli occhi e gli sorrido.

<>

Le dice Dario.

<< Ma senti chi parla! Comunque Robbie… Allora che hai deciso? Stai con noi? >>

<< Non lo so ancora, te lo saprò dire domani perché sta sera mi hanno invitato a uscire con loro. >>

<< Capisco… >>

Non riesco quasi ancora a resistere al suo sguardo e al suoi tono di voce… Metto il mio zaino per terra e ne tiro fuori l’asciugamano che stendo sulla sabbia, poi mi tolgo la maglietta e la infilo dentro. Guardo Eric che è ancora lì a salutare Carlotta.

<< Io vado. >>

Arrivate alla spiaggia ci infiliamo nel posto più isolato possibile dove non si veda l’angolo del bar, dove ci sono sempre i ragazzi che giocano a calcio, tra cui Edoardo che Alice vuole vedere, ma non vuole farsi vedere… Come al solito stendiamo l’asciugamano sulla sabbia e ci spogliamo fino a rimanere in costume. Mettiamo tutti i vestiti dentro lo zaino e le infradito le lascio accanto.

Mentre raggiungo il mare vedo due ragazze, una bionda e una castana, mettersi in costume appena arrivate.

“ Mi chiedo quale sia il motivo per cui con tutta la spiaggia libera si debbano mettere in un angolo così nascosto… ”

Poi mi rendo conto di riconoscere quella ragazza castana.

“ Devo averla vista da qualche parte… ”

E alla fine mi ritorna in mente che è quella ragazza idiota che si è buttata in mezzo alla strada.

“ Sfigate… ”

Ci incamminiamo verso il mare. Per un po’ si sta bene, ma la sabbia brucia talmente che alla fine ci tocca correre per andare in acqua. Entrando quest’ultima è gelata. Alice si butta subito ed emergendo mi schizza tutta l’acqua addosso, quindi, per non morire di freddo tra i suoi schizzi e quelli delle diecimila palle che cadono in acqua, mi tocca buttare e andiamo a fare una nuotata per scaldarci.

<< Uffi, mi sento tanto sola, voglio avere un ragazzo!! Chiedo troppo avere Edo??? >>

Alice spunta fuori dal nulla con questo discorso e la maledico con tutta la mia forza per aver tirato fuori un tasto così dolente.

<< A chi lo dici… Pensa che io non so neanche chi mi possa piacere in questo momento!! >>

<< Dobbiamo andare alla ricerca di qualcuno per te. >>

<< Ma lascia stare!! >>

<< No, sul serio, devi avere qualcuno!! >>

<< Va bene, mi lascio nelle tue mani… >>

“ Ma che mi è venuto in mente? Nelle mani di Alice?? ”

Tornati a riva usciamo tutte sgocciolanti e ci avviamo alla doccia, fredda pure quella, e poi all’asciugamano. Lo prendo e lo sbatto dalla sabbia poi lo risistemo e mi ci corico sopra di pancia per asciugarmi. Come al solito, il sole è sempre tanto caldo e i suoi raggi riescono sempre ad asciugarmi in un batter d’occhio da soffrire di nuovo dal caldo cinque minuti dopo.

Mi sento una mano sulla spalla e girandomi vedo Carlotta.

<< Cosa fai? Sei incantato a vedere cosa? Non vieni a farti un bagno insieme a me? >>

E dopo questo mi fa sempre lo stesso solito sguardo provocante.

“ E chi sa più resisterle? ”

<< Certo! >>

Poi la prendo sulla mia spalla dalla pancia e mi dirigo verso il mare.

<< No, basta, lasciami!! >>

Non la ascolto e la butta in acqua, ma ne esce subito.

<< E’ freddissima!! >>

Mi metto a ridere e la seguo dentro e dopo che riemergo lei mi si avvicina e mi abbraccia. Non le do neanche il tempo di farla avvicinare che la vado a prendere con le mani ai fianchi e la porto vicino a me e la bacio come al solito facendomi muovere la lingua in movimenti che solo lei è capace a fare.

“ E’ davvero sexy questa ragazza… ”.

Quando mi stacco lei sorride e apre gli occhi lentamente, ma fissando i miei.

<< Mi chiedevo quanto tempo ci avresti messo per baciarmi, ma ne è valsa la pena aspettarti… >>

Poi mi si avvicina all’orecchio e io sento una forte eccitazione che avrei voglia di toglierle anche il suo costume e renderla nuda totalmente davanti ai miei occhi e farmela esattamente in quel punto, in quel preciso momento.

“ E’ sensazionale come questa ragazza riesca a farmi impazzire così tanto. ”

<< E’ stato bello l’altra sera… Vorrei ce ne fossero altre così… >>

Afferro subito a che cosa si riferisce e poi la bacio di nuovo su quelle belle labbra seducenti anche loro e piano piano scendo a baciarla sul suo bellissimo collo.

“ Solo lei riesce a farmi sentire così… Ci sono tante ragazze molto belle e che mi piacciono parecchio, ma solo lei riesce a farmi impazzire così tanto, solo lei, solo Carlotta. ”

<< Ho voglia di rinfrescarmi, andiamo a prendere una granita? >>

<< Si, ok. >>

Ci avviamo verso il bar, ma io mi fermo. Vedo un ragazzo sdraiato di pancia sul suo asciugamano con le cuffie nelle orecchie dalla pelle molto abbronzata e biondo platino, con un costume hawaiano blu-azzurro. Ha una bella schiena e il suo viso messo di profilo con gli occhi chiusi non mi permette di smettere di guardarlo. Continuiamo verso il bar e dopo che saliamo gli ultimi scalini ci ritroviamo dentro notando numerosi tavoli con a questi innumerevoli ragazzi e mi sento leggermente in imbarazzo per il fatto che tra tutti quelli io ne conosco neanche uno.

<< Una granita all’anguria. >>

Prendo l’ordinazione e Alice si gira verso di me.

<< Ma tu cambiare qualche volta?? Sempre sta granita!! >>

<< Che ci posso fare!! E’ la cosa più buona del mondo!! >>

<< Io un ghiacciolo a.c.e.! >>

<< Parla quella che prende sempre lo steso ghiacciolo. >>

<< Io vivrei di a.c.e…. >>

Faccio una smorfia e ci dirigiamo verso gli scalini dalla quale siamo saite per sederci ai lati. Usiamo come scusa che tutti i tavoli sono occupati, ma Alice è molto più felice quando ci sediamo qui perchè proprio davanti abbiamo l’angolo del calcio e, quindi, Edoardo. E’ un ragazzino basso e cicciotto, probabilmente per la sua altezza, dei capelli riccissimi e lunghi e gli occhi verdi. Alice è quasi innamorata di quel nanerottolo, ma a me non dice proprio niente. Quando torniamo e ci risediamo, il ragazzo che prima avevo notato sdraiato sul suo asciugamano a dormire, si alza. Non è tanto alto, ma non è neanche basso. Poi si gira verso di me e la mia vista diventa tutto ad un tratto piena di ammirazione.

“ E’ il ragazzo più bello che io abbia mai visto!! ”

Ha un viso spettacolare abbellito da due occhi marroni profondi e due belle labbra, un naso piccolo e la pelle dorata. I suoi capelli sono biondissimi e a spazzola, forse un po’ troppo lunghi dietro, ma che ricadendogli sulle spalle lo rende sempre più perfetto. La cosa che più mi fa impazzire è la sua catenella che scende lungo il suo petto con attaccato un anello. Il difficile sarebbe trovargli un difetto.

<< Ali, Alice!!! >>

<< Che c’è? >>

<< Guarda quel ragazzo! Ho trovato chi mi piace!! >>

<< Ma chi? >>

“ Chi?? L’unica persona che possa essere paragopnata ad un angelo in questa spiaggia! ”

<< Quello lì. >>

Lo indico e lei lo guarda, poi fa una smorfia e mi guarda strano.

<< Quello lì? Edo è mille volte decisamente meglio!! >>

Mi viene in mente la figura cicciotta e bassa di Edoardo e non riesco a far mancare una smorfia.

<< Ma chi?? Quel nanetto, grassoccio, brutto, con i capelli che gli fanno da casco? >>

<< Ma che dici, è fighissimo!! >>

<< Non quanto lui!!! >>

Poi si incammina verso delle sdraio dove c’è una tipa che l’abbraccia e la bacia. Mi sento infuocare dalla rabbia.

<< Mi dispiace, sarà molto difficile che tu possa averlo!! >>

Guardo in quella direzione con espressione stracolma di odio per quella ragazza, poi controbatto.

<< Non mi arrendo, potrà pur sempre lasciarla!! >>

<< Per te? Ne dubito! Guarda che figa è quella! >>

“ Questa ragazza deve ancora imparare a fare l’amica… ”

<< Ma perché devi sempre rovinarmi i sogni? >>

<< Adesso che lo guardo meglio anch’io, hai ragione. E’davvero figo! >>

<< Eh no!! Fammene avere uno solo mio!! >>

<< E’ impossibile, ora che lo guardo veramente bene… E’ fighissimo!! >>

La guardo malissimo, poi, però, mi convinco che non potrebbe essere diversamente.

<< Non posso darti torto, è perfetto in tutto, è una meraviglia della

natura. >>

<< Come si chiamerà?? >>

<< Di sicuro avrà un bellissimo nome… >>

Lo continuo a guardare e a sospirare.

<< Ho deciso!! >>

Urla Alice.

<< Si chiamerà ‘Il Figaccione’!! >>

Poi, però, la mia mente si annebbia dai miei soliti pensieri che mi divorano, facendomi sentire paranoica e triste.

“ A volte mi sembra di essere di troppo… Cammino senza meta, con la speranza che qualcosa accada, ma sono solo speranze buttate al vento e io sto sempre più male… Ogni giorno sempre di più. Fino al giorno che mi stuferò, m’incazzerò, mi sfogherò, ma la giornata dopo tutto si riavvolgerà e ricomincerà la stessa noiosità senza mai accadere niente. Così io sto, così io mi sento… Persa. ”

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Capitolo 2
*** Il panda ***


CAPITOLO 2

E’ mattina e la mia gatta mi viene a sbattere la testa contro facendo le fusa svegliandomi. L’accarezzo per tranquillizzarla, ma niente da fare. Allora mi alzo e scendo giù.

<< Ciao >>

<< Ciao Ma’. Hai dato da mangiare a Mary che mi continua a rompere le balle? >>

<< Uh, no!! Dagliene te. >>

<< Micia… Ti ha dimenticata!! >>

Così vado in cucina, apro lo sportellino sotto il lavandino, piglio il sacchettino dei croccantini del gatto e gliene metto una manata nella ciotoletta. Poi faccio la stessa colazione di ieri. Prendo i biscotti alle gocce di cioccolato e un bicchiere di latte e menta. Mi metto a mangiare sul divano in camera mia e penso a ieri.

“ La pelle scura e calda di quel bellissimo ragazzo, i suoi capelli biondi dai quali, quando si è alzato, scendeva un po’ di sabbiolina, anche lei incantata dalla bellezza di quel ragazzo, le sue labbra che baciano così bene una ragazza che non sono io… ”

A questa affermazione mi fermo.

“ Non è giusto!! La mia prima cotta che mi è stata bruciata nello stesso giorno… Ma no! Non ho perso la speranza cavoli, non si può lasciar perdere. E’ troppo bello per essere eliminato dalla mia mente. ”

E’ un’altra mattina e, sta volta, è Eric a svegliarmi con la luce della tv. Mi rendo conto di quanto sono rompicoglioni quando gioco alla play2 e c’è lui che dorme.

<< Che cazzo fai… >>

<< Gioco alla Play! Non si vede? >>

Mi giro dall’altra parte, prendo il cuscino e me lo metto sopra la testa per non sentire rumore. E intanto, però, sbarro gli occhi.

“ E’ impossibile. Quando qualcuno mi sveglia non riesco più ad addormentarmi. ”

Così butto il cuscino per terra e vado in bagno a sistemarmi e mi guardo allo specchio. I capelli sono tutti scombinati e stropicciati e gli occhi non si riescono a sbarrare. Poi vado in cucina e faccio la mia amata colazione che riesce sempre a svegliarmi. Ed ora sono ok. Raggiungo Eric in camera, ma, al contrario di lui, a me non piace stare lì a guardare qualcuno giocare. Così mi siedo alla mia scrivania ed accendo il computer. Aprendo quest’ultimo, sullo schermo appare lo sfondo di un bel tramonto rosso. Non so perchè, è quella che mi piace di più e siccome non ho internet non posso trovarne altre.

<< Quando cambierai quell’orribile sfondo Robbie? Mi sembri un romanticone… >>

<< Ma che cazzo vuoi? E’ la figura che mi piace di più e poi io ti sembro romantico? Beh, ti sbagli!! >>

<< Certo… >>

Faccio partire ‘Max Payne 2’ e comincio a giocare.

Il pomeriggio al mare non gli stacco occhio da dosso. Lo guardo in ogni sua azione, in ogni suo movimento. Ogni volta che entra in acqua, caso strano, io e Alice lo raggiungiamo. Ogni volta che si corica sul lettino, noi ci fermiamo sull’asciugamano e stiamo incantate tutte e due a guardare quel biondino stupendo, ogni volta che va a giocare all’angolo del calcio noi andiamo al bar a prendere da mangiare e ci sediamo sugli scalini dell’angolo a guardarlo.

“ Che bello!! Non riesco a resistergli. Quanto darei per baciare quelle sue belle labbra almeno una volta... ”

Oggi pomeriggio la giornata è splendida e il mare non è da meno. Luca incomincia a parlarmi.

<< Eh, Robbie!! Quando ti impegnerai con qualcuna? C’hai diciassette anni, non per dire!! >>

<< E allora? C’è un limite di età? Più single sto e meglio è!! >>

<< Questo lo dici tu!! >>

Guardo Luca con aria storta, poi decido di fare il bastardo.

“ Come sempre d'altronde… ”

<< Perchè? Quante ragazze ti sei fatto da… Quanto tempo è che stai con Marta? >>

<< Quasi tre mesi. >>

<< Quante ragazze ti sei fatto, oltre Marta, da tre mesi fa ad oggi? >>

<< Nessuna. >>

Rido sotto i baffi per lui.

“ Poverino… ”

<< Vedi? >>

<< Ma questo non vuol dire niente!! Perchè io voglio baciarmi solo Marta, è lei la mia ragazza!! >>

<< Si, ma devi ammettere che è una monotonia pazzesca!! Metti che se hai la tentazione di beciarti una figa non puoi perchè devi render conto a Marta!! >>

<< E io è questo che voglio!! Perchè io voglio veramente bene a Marta e non le farei mai una cosa del genere, neanche con una gran bella figa!! Perchè è questo il bello!! Ma tu non puoi capirlo… Vedrai che quando verrà il tuo momento allora capirai. Minchia, mi sembra di essere più grande di te!! >>

“ Bla, bla, bla… Solite cazzate. ”

<< Sarà come dici tu! Io intanto mi vado a fare Monica e dopo sarà il turno di Carlotta… Poi se vuoi ti dico anche come becia Chiara!! >>

<< Mi fai anche rivoltare lo stomaco!! >>

<< E come becia Marta? Dici che dovrei provarla? >>

<< Tu provala e giuro che non proverai mai più il dolore così forte che ti provocherò io… >>

Rido nel vederlo con un’espressione arrabbiata.

<< Minchia!! E’ questo il tuo concetto di voler bene ad una ragazza? >>

<< Tu provaci soltanto, o addirittura pensaci soltanto… >>

<< Se ci penso, ora che lo so, è sicuro che non te lo dico!! >>

Mi metto a ridere, ma lui non vuole sapere di mollare il suo stato.

<< Non fare il furbo. >>

<< Io vado a fare un bagno!! >>

Rido ancora più di prima e scappo da quel fissato.

‘Il Figaccione’ si alza e si infila una maglietta, poi piglia la sua roba e se ne va, girandosi verso di me e parlando con un altro ragazzo al quale non do attenzione.

Dopo che Eric mi fa capire che se ne vuole andare mi preparo con vestiti e asciugamano e nel mentre che salutiamo tutti mi guardo in giro e vedo la sfigata che ieri si stava buttando in mezzo alla strada ammirare appassionatamente Eric.

<< Ehy Eric! Hai una ammiratrice… >>

Lui si gira.

<< Chi? >>

<< Quella castana in quell’angolo con il costume bianco e i bordini rosa. >>

Lui la guarda e dopo si gira verso di me con espressione ovvia.

<< Che ci posso fare? Sono figo!! >>

<< Ma smettila!! >>

<< Oh, cavoli Ali, se ne sta andando!! Dobbiamo seguirlo!! >>

<< Assolutamente no!! L’abbiamo spiato tutto il giorno, ora fammi vedere un po’ Edo, cavoli! >>

<< Ok... >>

Anche se mi scoccia un po’ decido di fare quello che vuole lei.

Do un bacio veloce sulla bocca a Carlotta e ci allontaniamo dalla spiaggia verso i nostri motorini. Salgo le scalette e raggiunto il mio Leonardo, mi infilo il casco a mezza testa e parto verso casa.

<< Comunque mi continuo a chiedere come ti fa a piacere quello sgorbietto, dai, guardalo!! E’ bassissimo, ha i rotoloni di pancia, non si decide a tagliare sti capelli... Dai, me lo spieghi? >>

Lei mi guarda offesa.

<< Sentimi bene. Lui è bellissimo per me!! Forse sarà un po’ piccoletto... >>

<< Un po’? >>

<< Si, giusto un pochino, non magrissimo.. >>

<< Ma molto non magro... >>

Passa dall’espressione offesa a quella arrabbiata.

<< Ma la vuoi smettere?? I suoi capelli vanno bene così!! >>

Io scoppio in una risata e lei mi fa la faccia brutta.

<< Anche se ha questi difettini... >>

<< Difettoni! >>

<< Uffa! E’ pur sempre fighissimo! Chi è che non ha difetti? >>

Il uo nome mi viene spontaneo.

<< ‘Il Figaccione!!’ >>

<< Eh già! >>

Ci alziamo e ci vestiamo. Ci incamminiamo verso casa mia e entriamo. Il mio cane ci viene incontro a fare le feste.

<< Stupido cane. >>

La guardo male per la sua solita battuta che tutte le volte mi fa alterare.

“ Almeno sono sicura che questa che ho vicino è veramente Alice... ”

Arrivati metto il motorino nella via dentro quel cancelletto grigio ed entriamo in casa.

<< Ciao Ma’, ciao Pa’… >>

<< Ciao! >>

<< Allora, dobbiamo muoverci se vogliamo stare tanto fuori. Io vado a farmi la doccia, mentre tu sistemi gli zaini e tutto, poi quando esco dal bagno entri tu e io preparo da mangiare, ok? >>

<< Va bene. >>

Salgo su nella stanza degli armadi e cerco qualcosa da potermi mettere. Prendo i miei jeans semplici e sopra ci abbino una maglia bianca senza maniche con sopra una scritta brillantinata che dice ‘New York’. Poi prendo un paio di mutande e un reggiseno bianchi e scendo. Entro in bagno e chiudo la porta. Questo è il mio nascondiglio preferito. A volte sto delle ore qui dentro quando non sono di fretta, perchè adoro starci dentro a pensare, magari con attaccata la musica e immersa nell’acqua calda, profumata dai sali da bagno e coperta interamente da schiuma da non permettere di vedere il mio corpo. Naturalmente questo d’inverno o nei giorni di pioggia, perchè nel caldo è difficile stare immersi nell’acqua bollente. In estate mi limito solamente a stare seduta nella vasca vuota a volte facendomi scendere addosso acqua fredda.

“ Di bagno ne vorrei uno tutto mio in camera mia, sarei al settimo cielo! ”

Mi sfilo la maglia che avevo messo nuova ieri lasciando scivolare anche la gonna e mi tolgo il costume. Poi entro dentro la vasca e buttandomi l’acqua fredda sulla faccia penso a lui.

“ E basta!! Ma è possibile che non mi fai più pensare a nient’altro? Mi sei entrato dentro e ora sarà difficile che tu ne esca, sei troppo bello.. .”

<< ALE!!! >>

<< Ohi! >>

Sento la voce di Alice.

<< E’ da mezz’ora che sei lì dentro, vuoi uscirne? >>

<< Arrivo! >>

Mi asciugo con l’asciugamano morbido e pulito e mi vesto con i vestiti scelti prima, poi prendo un aciugamanino piccolo e mi arrotolo i capelli dentro a mo’ di burca. Poi esco. Alice entra e io vado in cucina e inizio a far scaldare il forno, poi tiro fuori le pizze surgelate dal freezer. Le riempio di mozzarella e wurstel e le sistemo dentro preparando nel mentre la tavola. Quando le pizze sono pronte vado a chiamare Alice. Nel mentre mi tolgo l’asciugamano dalla testa, mi pettino i capelli, me li lego con un elastico nero e ci avviamo alla cucina per mangiare.

<< Allora, sta sera dove andiamo? >>

<< E dove vuoi andare?! Per il centro, no? A vedere di accalappiare qualche ragazzo carino… >>

Faccio uno sguardo provocatorio, ridendoci su.

<< Ma che dici che non sapresti neanche dargli l’ora se te la chiedessero, t’impalleresti!!! >>

<< Lo so, sono fatta così, ma neanche tu scherzi!! >>

<< Eh già, non me lo ricordare!! >>

Parliamo di stupidaggini varie fino a finire quello che abbiamo davanti.

<< Dai, sparecchiamo va’. >>

Togliamo i piatti da tavola e li infilo in lavastoviglie, pulisco il tavolo e andiamo di là a prepararci per sta sera. Mi siedo sulla sedia della mia scrivania che ha uno specchio attaccato davanti, poi prendo il mio cassettino dei trucchi e incomincio a truccarmi mentre Alice prende la sua e va a farlo in bagno. Da esso tiro fuori la matita nera e la passo ai bordi interni dell’occhio, sopra e sotto, poi prendo l’ombretto bianco e lo passo sulle palpebre e lo spargo bene con il dito. Inseguito afferro il mascara e lo passo sulle ciglia, mi metto un po’ di fard e infine mi passo il lucidalabbra a effetto bagnato sulle labbra e le sfrego una contro l’altra. Prendo il mio profumo sempre nel cassettino della ‘Dior’ e lo spruzzo sul collo. Poi vado in bagno per pettinarmi.

“ Oh mio dio!! ”

<< Ali, stai malissimo così! Sembra che ti hanno preso a pugni!! >>

Alice è lì davanti al lavandino e allo specchio che mi sta guardando da offesa con due occhi neri.

<< Ma che dici!! Mi sono fatta come Avril Lavigne l’effetto panda, ma non ne sai proprio niente!! >>

<< Si, ma 1: Avril non ha gli occhi così grandi, 2: lei il contorno lo fa più scuro, 3: lo hai fatto troppo grande e in ultimo tu ci stai malissimo! >>

Dopo questo risulta ancora più offesa di prima.

<< Non è vero, io mi ci vedo bene quindi sta sera uscirò così. >>

<< Spero non mi guardino male per averti preso a botte! >>

<< Dai, smettila! >>

Prendo la spazzola, poi mi metto a testa in giù e incomincio a pettinarli in quella posizione per dargli più volume. Quando tiro su la testa mi faccio la riga da un lato e mi realizzo una mezza coda dietro lasciandomi cadere il ciuffo sinistro davanti che non ci sta perché ho i capelli scalati. Poi prendo le mie ‘aesics’ bianche e nere dalla scarpiera e me le indosso.

<< Io sono pronta >>

<< Anch’io, andiamo. >>

Usciamo dal bagno, prendo la mia borsetta piccola nera, ci metto dentro il cellulare, le chiavi di casa, il portafoglio e andiamo via da casa. Ci rechiamo alla fermata degli autobus e prendiamo il primo bus che passa, tanto tutti portano in Piazza Colombo, quella che si può definire la piazza centrale di Sanremo.

Vado in camera per prendere i vestiti per questa sera. Apro l’armadio e scelgo. Mi piace il mio armadio perchè non trovi neanche un indumento non firmato.

“ Io adoro le firme e per fortuna me le posso permettere!! ”

Prendo i miei jeans tutti strappati della ‘Calvin Klein’ e una maglietta a maniche corte abbastanza larga nera della ‘D&G’. Poi prendo dal cassetto dell’intimo dei boxer bianchi, anch’essi della ‘Calvin Klein’ e vado in bagno portandomi lo stereo dietro.

“ E’ da ieri che non sento un po’ di musica!! ”.

Dentro ha il cd che mi ha fatto Dario di musica house. L’attacco e parte.

“ Tuz, tuz, tuz… ”.

Mi svesto ed entro nella doccia. Faccio partire un po’ di acqua fredda che mi viene tutta addosso, così io porgo la faccia verso essa.

“ Mi sento tutto sveglio sta sera, anche se so che la mia energia si spegnerà molto facilmente dato che quel gruppo è diventato troppo noioso per i miei gusti… ”

Dopo qualche minuto esco dalla doccia e prendo il telo da bagno asciugandomi con quel coso tutto spelacchiato e me lo metto attorno alla vita e, legandomelo, mi avvicino allo specchio e mi guardo. Apro l’armadietto accanto e prendo la schiuma da barba e me la spalmo sul mento e i baffi, poi prendo la lametta sopra il mobile del lavandino in una ciotola e incomincio a radermi. Finito quest’ultima azione mi sciacquo e poso la lametta al suo posto. Poi mi tolgo l’asciugamano dalla vita e mi vesto con i vestiti scelti prima. I capelli sono ancora un po’ bagnati così vado a mangiare e dopo me li sistemerò. Esco dal bagno ed Eric è lì che se la ride e mi guarda.

<< Che cazzo c’hai? >>

<< Ti sei vestito tutto per bene e poi non ti sistemi neanche i capelli? >>

<< Devono asciugarsi!! >>

Ci avviamo tutti e due alla cucina e i nostri sono lì a guardarci e la mamma, come al solito, deve sempre rompere.

<< Ma è possibile che dovete uscire tutte e due ogni sera? >>

<< Si, è’ possibile. >>

<< Eric, non fare lo spiritoso… Dove andate sta sera? >>

<< Io in discoteca, Robbie non lo so! >>

“ Purtroppo io no… ”

<< Io in giro con amici. >>

<< Vedete di non fare troppo tardi per una volta!! >>

<< Mamma, vado in disco!! Come faccio a non fare tardi?? >>

“ Beato te… ”

<< E tu Robbie? Che ora hai intenzione di fare? >>

<< Veramente non lo so… >>

Mi siedo al tavolo e guardo nel mio piatto freddo un po’ di insalata di riso da cui si riesce a vedere: il riso, le olive, i wurstel, mozzarella, pomodori, capperi, cetriolini… E poi non riesco a vedere oltre. Ho solo fame. Senza rendermene conto finisco il piatto che ho davanti in un batter d’occhio. Così mi alzo dal tavolo e mi incammino per andare in camera.

<< Robbie, dove vai? Almeno il tuo piatto potresti levarlo… Devo fare sempre tutto io in casa? >>

<< Ma’, sono in ritardo! E poi sei tu che hai scelto di fare la casalinga!! >>

Così detto mi allontano dalla cucina e vado di nuovo in bagno. Riaccendo lo stereo e dopo, nell’armadietto a fianco, mi prendo il gel e mi sistemo i capelli tutti scombinati, un po’ all’insù.

“ Perfetto! " .

Mi lavo le mani e metto a posto il gel prendendo dopo il mio profumo preferito, ‘Acqua di Giò’, e me lo spruzzo sul collo. Spengo la musica, vado dalla scarpiera e mi metto le squalo nere della ‘Nike’ e portandomi dietro lo stereo vado in camera e lo poso. Guardo l’orologio. Le nove. Prendo le chiavi di casa. Mentre mi incammino per uscire mi sento chiamare.

<< Robbie… >>

<< Che vuoi Eric, devo andare! >>

Mi sorride maliziosamente e mi fa vedere nelle mani un preservativo. Ma sta sera non mi va di scherzare, dato che dovrei passare una serata noiosissima.

<< Bene… Divertiti!! >>

Esco dalla porta e lui mi segue dietro.

<< Antipatico! >>

Continuo a scendere facendo finta di non sentirlo e dopo che esco di casa mi incammino verso Piazza Mameli.

“ L’unica cosa che mi mancherà sarà il punto di ritrovo perchè sto spiazzo è davanti all’Ariston ed è proprio in centro e vedi tutte le persone che passano, mentre invece quello di Eric e dei suoi amici è Piazza Bresca, che è nascosta e non si vede niente. ”

Mi ritrovo già tutti lì che mi guardano quasi male.

<< Ma guarda chi è tornato dall’oltretomba… >>

<< Ciao ragazzi. >>

Eppure non è un brutto gruppo, è solo che ultimamente è diventato un po’ noioso e mi diverto di più in quello di mio fratello! E’ formato da Gianluca, Matteo, Manuel, Giacomo, Andrea e Roberto.

<< Andiamo a fare un giro? >>

<< Si… >>

Ci incamminiamo per via Mateotti e Giacomo mi rivolge la parola, con i suoi lunghi capelli biondi che gli ricadono lungo il viso.

<< Mi sembri scocciato Robbie. >>

<< Ti sbagli. >>

“ Giusto un po’… ”

<< Ma Giacomo, non lo vedi che oramai ci ha lasciato? Non riesco a capire cosa l’avete invitato a fare… Penso che abbia deciso di lasciarci davvero! Perchè dobbiamo rovinarci la serata per lui? >>

“ Odio questo ragazzo… Perché devo sempre litigare con te Matte? ”

<< Ha ragione Matteo. Perchè mi avete invitato? >>

<< Ma lascialo stare Matteo, lo sai che è sempre così! >>

Vedo Eric arrivare con tutto il resto del gruppo dall’altra parte del marciapiede e saluto Carlotta con la mano, ma senza neanche un sorriso.

<< Guarda Robbie, là c’è il tuo nuovo gruppo. Non lo raggiungi? >>

Lo guardo male e gli rispondo a tono.

<< Matteo, sta sera sono con voi, non rovinare la serata per sta stronzata, che sarà l’ultima che passerai con me!! >>

<< E allora? >>

<< Dai ragazzi, smettetela!! >>

Gianluca si intromette e fa finire tutto. Lui, con la sua solita neutralità, riesce a farci smettere.

Siamo in centro. Passeggiamo senza meta un po’ per via Roma, un po’ per via Mateotti e un po’ da porto Sole. Mentre passiamo per un secondo giro in via Mateotti incontriamo un gruppo di ragazzi un po’ più grandi di noi che quando ci vedono scoppiano a ridere indicando a chi non sta ridendo noi.

Nel mentre che camminiamo Roberto si mette a ridere da solo e poi si gira verso di noi.

<< Guardate quella ragazza laggiù! >>

Indica con il dito una ragazza bionda, vicino ad un’altra castana, truccata malissimo. Tutti si mettono a ridere per quella ragazza.

“ Che palle… Si devono mettere a ridacchiare per una stronzata del genere? Io non ci trovo niente da ridere!! Ecco perché comicnia a diventare noioso… Sono più maturi gli altri che sono più piccoli!! ”

Roberto comincia a fare l’idiota.

<< Stanno ridendo di noi? >>

<< Ma no Ali, magari è una tua impressione!! >>

<< Ehi panda!!! Non sapevo che pure a Sanremo esistessero!!! >>

La sua affermazione mi fa rimangiare la parola.

<< Ma no!! Non vedi che qualcuno l’ha presa a pugni? Poveretta!! Dev’essere stata quella ragazza al fianco! >>

“ Di sicuro non ridono di me!! ”

<< Dicevi? >>

<< Che non ridono di noi, ma ridono di te!! >>

<< Sto così male con l’effetto panda? >>

La guardo bene ed annuisco dispiaciuta.

<< Non dirmi che io non t’avevo avvisato! >>

<< Mai più!! >>

Mi metto a ridere nel mentre che Alice cammina a testa bassa per nascondersi dalla vergogna, poi mi giro di nuovo verso il gruppetto di prima, vedo che tutti ridono, ragazzi molto carini, altri anche belli, ma ne noto uno in particolare, uno veramente bello che non ride come gli altri e mi continua a guardare.

Guardo per un attimo la ragazza accanto e, non so perché, non riesco a levarle lo sguardo di dosso. Non che sia bella, ma dietro quel trucco io la riconosco. E’ la solita sfigata della spiaggia. Ha i capelli castani e lisci che le ricadono sulle spalle e sono legati dietro in una mezza coda. I suoi occhi entrano nei miei e mi rendo conto di quanto sia immenso quello sguardo. Non sento più le risate attorno e la direzione della mia vista continua a seguire la sua camminata.

Ha i capelli castani, pettinati con il gel all’insù, ma si vede che ha i capelli più lunghi sulla testa e quasi rasati sui lati, ma la lunghezza è giusta, sono corti. Ma la cosa più bella è il contrasto con gli occhi di un blu scuro, profondo. Porta una maglietta nera a maniche corte sopra dei jeans tutti strappati.

“ Che strano, chissà perché non ride come tutti gli altri e soprattutto perché mi fissa! Di sicuro sarà una mia impressione! Come al solito. Però! Mica male il ragazzo! Ora capisco perché m’immagino che mi fissi, perché mi piace! Però sembra vero, mi segue anche con lo sguardo! Ecco, si è rigirato! Lo sapevo, una mia impressione! ”

Quando non ce l’ho più nella mia visuale, giro la testa in avanti. Non so che diavolo possa essere successo in questi pochi secondi.

“ Non riesco a capire tante cose in questo momento. Ad esempio cos’abbia di speciale quella ragazza da continuarla a fissare e non riuscire a togliere lo sguardo e non riesco a capire perchè adesso ci sto continuando a pensare!! ”

Però una domanda non riesco a toglierla dalla mia mente.

“ Perchè? ”

Torniamo a casa, vado in camera, prendo le salviettine struccanti dal mio beauty e incomincio a struccarmi. Mentre mi passo quella salviettina rinfrescante e umida penso al mio solito pezzo di figo della spiaggia.

“ Che bello!! ”

Ma poi il mio pensiero si sposta altrove. Al ragazzo di sta sera, al perché, oramai ne sono sicura, mi guardasse. Poi mi alzo e apro il divano letto già fatto e mi incammino di sopra a prendere i due cuscini per me e Alice. Dopo mi tolgo i vestiti e mi infilo una canotta. Scendo di sotto e mi sistemo dentro le coperte. Dopo pochissimo arriva Alice che incomincia a parlare sottovoce.

<< Che figura di merda che è stata sta sera, né? >>

<< Già, ma per fortuna solo per te!! >>

La guardo prendendo un sospiro di sollievo.

<< Ah, grazie!! Ma comunque anche tu l’hai fatta la figura di merda! >>

La guardo male.

<< Ma in cosa, scusa? >>

<< Beh, essendo amica del panda! Ora sarai segnata come me, segnata come l’amica del panda! >>

<< Ma che dici!! Comunque l’hai visto l’unico ragazzo che non rideva? >>

Lei ricambia il mio sguardo perplessa.

<< Ma che cosa stai dicendo, guarda che ridevano tutti! >>

<< No, uno no! >>

<< Beh, allora non l’ho visto. >>

<< Era molto carino, dovevi vederlo! >>

<< Ma se da quanto ho visto io erano tutti cessi!! >>

<< Eri senza lenti e io non potevo vedere in giro visto che ero impegnata a guadare quel ragazzo. Ma di striscio ne ho notati altri ed erano anche piuttosto carini!! >>

<< Sarà… Comunque ridevano tutti! >>

“ Ti odio quando non mi credi… ”

<< Ma non lui e mi guardava pure! Mi fissava, mi seguiva con lo sguardo, te lo giuro, non era una mia impressione! >>

<< Era tanto carino? >>

<< Si, moltissimo. >>

Lei scuote il capo.

<< Allora era una tua impressione! >>

<< Non mi credi? >>

La guardo malissimo e lei cerca di riparare.

<< Non è che non ti credo, è che avrai visto male!! Io ti credo che tu abbia immaginato che ti fissasse! >>

<< Buona notte. >>

Mi giro nel letto e mi sento triste del fatto che Alice non mi creda.

“ Eppure lo so, lo sento che mi fissava. Tante volte mi è capitato di sbagliare, ma questa non è una di quelle volte. Io ne sono sicura. Quel ragazzo mi fissava. ”

Entro in casa e mi dirigo alla cieca in camera mia con la luce spenta. La vista comincia ad abituarsi a quell’ombra e tutti i vari mobili della mia stanza mi appaiono davanti. Accendo la luce e la mia vista quasi si acceca da chiudere gli occhi per qualche secondo. E mi appare davanti la ragazza sfigata che sta sera non riuscivo a smettere di guardare. E i suoi occhi nel mentre che ammiravano i miei con la domanda del ‘Perchè?’. La mia vista riprende a vedere, ma, al contrario, il pensiero non riesce a cessare.

“ Che cosa mi avrà obbligato a guardarla? La cosa è veramente assurda e incomprensibile… Comunque quel gruppo ha chiuso con me. ”

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Capitolo 3
*** presentazione ***


CAPITOLO 3

E’ mattina. Mi sveglio sbadigliando e stirandomi, ma Alice non è sul letto. Mi alzo e vado in cucina. Lei è lì. A mangiarsi la Mia merendina e a bersi il Mio latte.

<< Vedo che ti sei servita da sola! >>

<< Eh già, se aspettavo te!! Sono le undici e io mi sono svegliata alle nove e mezza, mi sembra più che giusto! >>

<< Ah si, fai pure come se fossi a casa tua, non c’è problema! >>

Cerco di essere più sarcastica possibile.

<< Perché lo dici con quel tono? >>

<< Fai un po’ te! >>

<< Comunque non vedo l’ora di andare al mare e vedere quel pezzo di figo!! >>

<< A chi lo dici!! >>

“ Così finalmente mi toglierei dalla mente il ragazzo di ieri sera. ”

E’ un’altra mattina. Mi sveglio a fatica e girandomi noto che Eric non è nel letto. Vado in cucina e lo scopro mangiare una brioche con un cappuccino fatto in casa.

<< Ma che fai? Colazione?? E da quando? >>

<< Da sta mattina! >>

Lo guardo stranissimo.

“ Quello non è mio fratello!! ”

<< Come è andata ieri? >>

<< Non è andata… Ieri sera eravamo tutti ubriachi ed era tardissimo. Siamo andati ognuno a casa propria. Ho un mal di testa… E a te come è andata? >>

Lo guardo sorridendo.

<< C’è spazio allora nel vostro gruppo? >>

<< C’è sempre spazio per te Bro… >>

E mi fa segno con la mano di batter cinque. Io, dall’espressione sorridente, passo a quela sconcertata.

<< Cos’è sta roba e perchè Bro? >>

<< Stavo facendo un rapper! Bro è l’abbreviazione di Brother, fratello in inglese, in caso non lo sapessi… >>

<< Meglio che ritorni il solito mio fratello truzzo di sempre, ok? >>

<< Meglio, né? >>

Faccio segno con la testa di si e lui si convince. Poi mi ritorna in mente la scena di ieri sera, che da quel momento non si allontana dalla mia testa, e decido di liberarmene confidando la cosa a mio fratello.

<< Sai… Ieri è successa una cosa strana… >>

<< Cosa? >>

<< Abbiam visto due ragazze sfigate in giro. >>

<< E beh? >>

Lo guardo e mi convinco del tutto.

“ Che c’è di male nel dirglielo? ”

<< Una la continuavo a guardare e non le toglievo sguardo di dosso… E’ una cosa strana!! Eppure mica mi piaceva! Non riuscivo a toglierle lo sguardo e basta! >>

<< Wow… Che storia avvincente… Non so che ti sia successo Bro, però quando la vediamo me la fai notare, ok? E quando la vedrò ti saprò dire il perchè!! >>

<< Ma dove l’hai presa sta mania di chiamarmi Bro? >>

<< Ieri ma’ si è presa dalle cassette ‘Save the last dance’. Mi sono incantato a vederne un pezzo in cui dicevano così e mi piace!! Da oggi ti chiamerò Bro! >>

Alzo un sopracciglio guardandolo malissimo.

<< Ma che gli avete fatto?? Io vado di là… >>

<< E non fai colazione? >>

<< Mi è passata la voglia!! >>

Sono le tre. Ci avviamo verso la spiaggia. Oggi c’è un arietta nell’atmosfera e grazie a quella si sta abbastanza bene, ma la cosa migliore di questo venticello è il mare mosso. Siamo arrivate. Sono pronta per entrare nella spiaggia più bella del mondo. All’improvviso un motorino F-10 tutto blu e mezzo scassato ci supera. Il ragazzo ha un casco bianco con una striscia arancione. Da dietro non lo vedo. Si sfila il casco e mi rendo conto di riconoscere quei capelli biondi stupendi.

“ Ma certo!! E’ quel grande pezzo di figo della spiaggia! ”

Si gira verso di noi, ci sorride e scende le scalette. Dopo massimo tre secondi, io e Alice saltiamo in aria ridendo.

<< Hai visto, hai visto!! Mi ha sorriso, mi ha sorriso!!!! >>

<< No, no, non è vero Ali, ha sorriso a me!! >>

Io la guardo male, lei fa lo stesso con me.

<< No, a me! >>

<< No, a me!! >>

Continuiamo così per tutta la discesa della scalinata, mentre penso che su quella, un attimo prima, è passato pure il mio pensiero fisso, il mio desiderio. Arriviamo all’unico posto libero e, caso strano, è proprio davanti allo sdraio del ‘Figaccione’.

<< Basta Ali, ha sorriso a tutte e due! >>

<< Si, forse hai ragione… >>

Poi la vedo girarsi e sghignazzare dietro di me, io la guardo male e ci mettiamo a ridere nel mentre che io sfolgoro il mio più bel sorriso del mondo!

Eric ci raggiunge in ritardo.

<< Ciao Bro ! >>

E mi fa di nuovo un segno con la mano.

<< Senti… Il Bro te lo posso anche accettare, basta che la smetti con questi giochi di mano!! >>

<< Ok… >>

Gli indico la ragazza che non si vuole allontanare dai miei pensieri che anche ora mi fa parlare di lei come primo argomento del giorno.

<< Comunque sono quelle ragazze laggiù che ho visto ieri sera e quella castana è quella che mi incanto a guardare. Non so perchè!! >>

Lui si gira e vediamo queste ragazze che ridono tra loro.

<< Beh… Non è mica brutta!! >>

<< Ho visto di meglio!! >>

<< Anch’io, ma che c’entra? Magari a te attira inconsciamente… >>

<< Ma smettila!! Lo sai che ti continuavano a guardare? >>

<< Allora hai già perso in partenza… Preferisce me!! >>

<< Ma prenditela pure!! >>

Sorride e si sistema tutta la roba dalla sdraio, mentre io lo aspetto per andare a fare il bagno. Ci avviamo verso il mare e saluta tutti, poi arriva un’onda altissima e io e Eric facciamo a gara per chi si butta prima. Entrati dentro la corrente è fortissima e mi butta addosso ad un ragazzo di corporatura abbastanza massiccia. Mi alzo e mi giro verso di lui.

<< Scusa… >>

Poi sento Eric correre dietro e urlare.

<< Marco!! >>

<< Ciao Eric!! >>

<< Come stai?? >>

<< Conosci questo ragazzo? >>

Interrompo io perplesso.

<< Certo!! Era un mio compagno di medie!! Da quanto tempo!! >>

Rimango folgorato da come Eric riesca ad essere così predisposto per tutti… A lui importa solo di entrare nei giri giusti, poi non gli importa di classificare le persone per come sono. Li tratta tutti allo stesso modo e oltretutto magari sembra che faccia la faccia davanti, ma in realtà non è così perchè a casa mi parla sempre bene della persona che ha incontrato o non ne parla affatto, ma non ne parla mai negativamente. Credo che lui non abbia nemici per questo suo modo di fare e io lo ammiro molto.

<< Già!! Come stai? >>

<< Bene, grazie e tu? >>

<< Non mi lamento… Ma adesso che scuola fai? >>

<< Il nautico. >>

<< Che palle, tutte le mattine alzarsi presto per andare ad Imperia!! >>

<< Lo dici proprio a me!! E tu invece? >>

<< Io ragioneria. Non si fa un cazzo!! >>

<< Beato te!! A me tocca sgobbare!! >>

<< Attenzione all’onda! !>>

Mi giro verso ‘Il Figaccione’, ma purtroppo non è al suo posto.

<< Ali!!!!!!!!!! Non c’è più, non c’è più, veloce andiamo in mare!! >>

Ci spogliamo restando in costume, sistemiamo la roba e partiamo all’avventura. Le onde non sono altissime, ma in quanto a corrente non c’è paragone. Si vede la gente che passa da una parte all’altra rotolando in un nano secondo. Incomincio a buttarmi io, Alice mi segue a ruota e testando con il mio stesso corpo, la corrente è davvero forte.

“ Yahooooo!! ”

Ma eccolo. Tra un onda e l’altra lo vedo buttarsi e scherzare con due amici, non li vedo molto bene, ma lui lo riconoscerei in tutti i modi e da tutte le distanze. Ci facciamo trasportare dalle onde sempre guardandolo, fino a quando lo perdo. Un’onda mi viene incontro e mi fa andare a sbattere contro una persona. Mi giro per scusarmi, ma rimango pietrificata nel vedere che si tratta di quel ragazzo della sera scorsa che mi aveva lasciata perplessa.

Questa persona è la ragazza castana che continuo ad ammirare senza una ragione. Lei mi guarda ed è rimasta paralizzata anche lei dalla sorpresa.

“ Sa chi sono… ”

Mi metto a ridere sapendo che lei ha il mio stesso problema, ma mi accorgo di essere patetico a guardarla.

“ Sfigata… ”

Forse si aspetta una scusa o qualcosa del genere, ma io non spiccico parola. Si mette a ridere e se ne va.

“ Dio mio, che figura di merda!!! ”

Vado dagli altri due che stanno ammirando la scena.

<< E’ quella la sfigata!! Mi è finita addosso, vi rendete conto? >>

Ci mettiamo a ridere e Eric mi risponde.

<< Sei sicuro che ti dia fastidio? >>

<< Non dire stronzate!! >>

<< Scusa Marco, ma è l’unica cosa che mi è venuta in mente!! >>

Eric si incammina verso la ragazza e io e Marco ci guardiamo.

<< Ma cosa intendeva dire? >>

<< Non ne ho la minima idea!! >>

Lo seguiamo e lui va a parlare con la tipa castana.

<< Ciao, ma tu sei l’ex del mio amico? >>

Eric si mette a fare questa stupida domanda ridicola a questa ragazza indicando Marco e io rido pensando a quello che sto scemo sta facendo. Si vede che questa oltre ad essere una sfigata è anche timida che non è in grado di spiccicare una semplice parola. Diventa tutta rossa e risponde con un no tutto tremolante.

“ Ma ti devi vergognare per una cosa così semplicissima? ”

<< Dai, non è possibile, sei uguale… Come ti chiami? >>

Poi penso senza ragionare.

“ Ora che la guardo da più vicino è molto carina… ”

Poi mi smentisco subito dopo. O meglio… Cerco di smentirmi.

<< Alessia. >>

<< Io Eric. >>

Poi allunga la mano e lei gliela stringe per presentarsi.

<< Ma quanti anni hai? >>

<< Quindici. >>

“ Come Carlotta… ”

<< Ma compiuti quest’anno? >>

<< Si. >>

Poi si gira verso Marco.

<< Vedi? La tua ex l’anno scorso ne aveva quattordici!! >>

Si volta verso di me sorridendo e rivolge di nuovo lo sguardo verso Alessia.

<< Va beh, ciao Ale! >>

Ci allontaniamo da loro e io stranito vado da Eric.

<< Ma che cazzo hai fatto laggiù? >>

<< Volevo farti sapere di più sulla ragazza che ti piace!! >>

<< Ma non mi piace quella sfigata!! >>

<< E poi perchè con me dovevi scherzare!! >>

Marco interrompe la scena e io lo folgoro.

<< Tu sta zitto Marco, sei il problema meno importante qui dentro!! >>

Lo azzittisco. Lui si offende e io mi rivolgo di nuovo a Eric.

<< Ehy, non ti scaldare Bro… >>

<< E non mi chiamare Bro!! >>

<< Avevi detto che lo accettavi e io lo faccio lo stesso!! >>

<< A me non piace quella sfigata e io non ti dico più niente se finisce così! >>

Mi sento i nervi saltare a mille. Il mio corpo comanda senza farmi pensare al perché, so solo che in questo momento ho voglia di prendere a pugni Eric.

<< Ma perchè scusa? Quando uno mi confida qualcosa, io do il mio parere e cerco di aiutare questa persona!! Perchè con te dovrebbe essere diverso? >>

<< Perchè hai frainteso con me!! >>

<< Io non sbaglio mai. >>

<< C’è sempre una prima volta!! >>

<< Mai. >>

Mi giro verso Alice che è lì che mi sorride e mi fa segno con l’ok.

<< Che culo di merda!!!! Ti ha parlato!! Proprio a te!!! >>

<< Già, già, non respiro!! Mi ha parlato, mi ha parlato!!! >>

Lei mi sorride, ma con un velo di tristezza negli occhi. Io non ci do caso.

“ ‘Il Figaccione’ mi ha parlato!! ”

Usciamo dall’acqua. Io sono ancora con la testa altrove. Ci facciamo la solita doccia e andiamo all’asciugamano nel mentre che io penso alla scena che ho appena vissuto. Il mio cuore batte ancora a mille e la mia mente è convinta che io stia ancora sognando. Questa è la mia prima cotta sentita veramente. Non se ne andrà molto presto.

“ Con tutti i ragazzi che ci sono in questa spiaggia, proprio lui mi ha parlato? E con tutte le ragazze che ci sono in questa spiaggia, proprio a me ha parlato? Sicuramente era perché o mi aveva a portata di mano o perché ero la più brutta. Ma adesso non mi importa, sono ancora in estasi… Mi ha parlato, ha parlato con me!!!! ”

Sono le sei e mezza, io e Eric ci avviamo all’angolo dove tutti giocano a calcio e ci mettiamo a guardare la partita. Ci sono Francesco, Dario ed Edoardo a giocare, mentre invece a guardare ci sono Carlotta, Veronica, Chiara e Carolina. Io mi siedo vicino a quest’ultima e mi metto a tifare per Edoardo per rassicurarlo dato che, siccome è talmente basso, è difficile che riesca ad arrivare al cestino dove devono fare canestro con i piedi! Ma un suo tiro mi fa ricredere facendo canestro.

<< Grande Edo!! >>

E gli applaudo.

<< Grazie, grazie!! >>

<< Non vantarti troppo… Robbie, è il secondo che fa in tutta oggi! >>

Francesco interrompe il suo entusiasmo con questa battuta.

<< Fra… Ma ti fai gli affaracci tuoi? Stavo io parlando con Robbie!! >>

E’ ora di andare. Ci vestiamo, mettiamo l’asciugamano nello zaino e ci avviamo passando dalla scaletta del bar dove di solito c’è Edoardo.

<< Ehy Bro! Sta arrivando Ale, quella che ti piace!! >>

Mi lamento davanti a lui.

<< Che palle!! >>

<< Chi è che piace a Robbie? >>

Edoardo si guarda attorno.

<< Non mi piace nessuno! E’ lui che spara cazzate!! >>

Alessia con la sua amica passano davanti e io rido pensando alla figura di merda sua oggi quando mi è finita addosso.

<< Ciao Ale! >>

Eric la saluta e lei risponde in un modo molto basso e timido. Quando gira l’angolo io non penso più a lei. Penso a quel momento che sto scherzando con tutti. Mi diverto a scherzare adesso con Edoardo, Francesco, Dario ed Eric, ma le altre volte con tutti, e poi guardare le ragazze che parlano tra loro di ragazzi o di vestiti ed è bello vederle sorridere… Questo mi mancava.

“ Che bello!! ”

Mi sento qualcosa di strano, che qualcosa cambierà… Mi sento questo… “ Che sia l’inizio di qualcosa? ”

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Capitolo 4
*** Alice e Dimitri ***


CAPITOLO 4

E’ la solita mattina, il solito sole, la solita gatta, la solita colazione, la solita chiamata di Alice, il solito dubbio su come vestirsi e il solito pensiero… La solita uscita con il cane, la solita camminata fino alla spiaggia, la solita spiaggia, un nuovo posto per sedersi e il solito ragazzo da guardare, anche se ogni giorno lo guardo diversamente, sempre meglio. Lo vedo avviarsi all’acqua con l’amico dagli occhi blu, si gira verso di me, mi nota e si mette a sorridere e mi dice:

<< Ciao Ale!! >>

Altra mattina. Precisamente domenica. Svegliata dalla chiamata di Alice.

<< Ohhh >>

Rispondo con un tono ancora addormentato.

<< Oh scusa, ti ho svegliata?? >>

Mi risponde con un tono da presa in giro.

<< Evita di prendere per il culo, per favore! >>

<< Sta sera vengo a dormire da te, preparami il letto! > >

<< Con comodo, eh? >>

<< Certo, oramai sono di famiglia, preparati che usciamo!! Ci vediamo alla solita ora, per la solita spiaggia, per i soliti ragazzi!! Però c’è un problema… >>

<< Quale? >>

<< Ho le mie cose… >>

<< Va beh, ci piglieremo due sdraio, ti porto uno spruzzino di acqua fredda et voilà! >>

<< Certo, per te è facile dirlo… Io voglio fare il bagno!! >>

<< Mettiti l’assorbente interno!! >>

<< Mia madre non vuole che lo metta, dice che sono troppo piccola! >

<< Ma figurati! Vieni a casa mia e te lo metti, te ne do uno io! >>

<< No, mi fa paura… >>

<< Fa’ come vuoi, ma allora non lamentarti!!! >>

<< Va beh, ci vediamo oggi, ciao! >>

Non riesco a reagire, neanche a salutare e non mi tocca niente di quello che ha detto da quanto sono stanca, tanto è che mi giro dall’altra parte e mi rimetto a dormire.

Una domenica qualunque. La sera prima siamo andati in discoteca a ballare e abbiamo fatto le ore piccole. Sono le mezzogiorno e trenta. Svegliato dallo scuotimento nervoso di mio fratello.

<< Robbie… E’ tardi, alzati!! >>

<< Ma voglio dormire ancora un po’… Che ore sono? >>

<< Mezzogiorno e mezza. >>

<< Manco fosse troppo tardi… >>

<< Dai Robbie… Mamma ha già preparato da mangiare! >>

Mi giro verso di lui con gli occhi socchiusi.

<< E che ha preparato? >>

<< Insalata e bistecche impanate. >>

<< Io non mangio… >>

Mi rigiro dall’altra parte cercando di non ascoltarlo.

<< Ti lamenti sempre che non fa mai le cotolette e quando le fa non le vuoi mangiare? >>

<< Hai idea di cosa voglia dire mangiare appena svegliati? >>

<< Guarda che anch’io ho fatto le ore piccole ieri sera… >>

<< E come è andata con Carlotta? >>

<< Sbaglio o sono venuto a casa con te? >>

<< E chi se lo ricorda? Ero ubriaco. >>

<< Appunto… >>

Dice quest’ultima battuta con una punta di rabbia.

<< E a che ora ti sei svegliato? >>

<< Alle undici. Non so come mai sta mattina non avevo voglia di stare nel letto! >>

<< Beato te, io invece non riesco a togliermene quindi io non mangio. >>

<< Come vuoi, ma io non te ne lascio neanche un po’ di bistecca! >>

<< Come vuoi… >>

Mi giro dall’altra parte e mi rimetto a dormire, stranamente ho così sonno che riesco a riaddormentarmi.

Sono le due. Suona il campanello. Vado ad aprire la porta.

<< Ali! Che ci fai qui a quest’ora? >>

<< Non sapevo che fare… Stavi mangiando? >>

<< No, mi stavo guardando i Simpson alla tv, vieni, entra. >>

<< Ci mancherebbe! >>

La guardo male e lei mi nostra i denti imitando un sorriso. Entra in casa tranquillamente, oramai comportandosi come se questa fosse casa sua. Non per niente decide lei quando viene o quando no. Chiudo la porta. Vado in camera e ritrovo lei al piano di sopra, la raggiungo e si sta già sistemando. Ha messo lo zaino sul mio letto e toglie la sua roba da dentro per sistemarla per tutta la casa. Piglia il pigiama e i vestiti per la sera e li mette sulla ringhiera del soppalco e infine tira fuori le ciabatte e le mette accanto al letto. Poi si gira verso di me e mi guarda strano. Alla fine mi dice:

<< Beh, che c’è? Perché mi guardi strano? >>

<< No, niente… >>

“ Dopotutto ha ragione… Perché la guardo strano? Dovrei essere abituata!! ”

Chiudo la tv e prendo uno spruzzo vuoto e lo riempio di acqua fredda, lo metto dentro lo zaino che mi metto in spalla, faccio segno ad Alice di andare, prendo la palla, saluto i miei e usciamo portando prima fuori il cane.

Sono le tre. Io ed Eric siamo ancora a casa perchè io mi sono svegliato solo mezz’ora fa. Ho fatto colazione ed ora mi sto preparando per uscire.

<< Oh, Robbie!! Ma è possibile?? Quanto ci metti?? >>

<< Quanto ci devo mettere!! Non rompere se vuoi andare già fai pure!! >>

<< Ok… >>

Vedo che prende le chiavi della moto, lo zaino e apre la porta.

<< Fai sul serio? >>

<< Certo!! Me l’hai detto tu!! >>

<< Dai scemo!! Aspettami! >>

Finisco di mettermi la maglietta nera della ‘Londsale’ addosso, prendo lo zaino, le chiavi e scendo.

Siamo alla spiaggia. C’è il mare mosso.

<< Uffi, sono troppo sfigata!!! Quando c’è il mare mosso, non posso fare il bagno!! >>

Alice mi parla con un tono triste.

<< Che sfiga, veramente!! >>

<< Ah, grazie! >>

<< Dico la verità! >>

<< Nessuno te l’ha chiesta!! >>

Lei fa la faccia offesa. Io cerco di rallegrarla.

<< Cosa ti fa ricordare il mare mosso? >>

Difatti le ritorna il sorriso.

<< Eric!! >>

<< Esatto! E secondo me questo è un segnale… Oggi accadrà qualcosa di bello!! >>

<< E io non posso fare il bagno… >>

Falso allarme…

<< Dai vieni, andiamo a prendere le sdraio. >>

Oggi Eric non c’è ancora, ma la spiaggia è già pienissima, perché di domenica nessuno lavora e sono tutti al mare. Andiamo al bar, paghiamo la sdraio e andiamo dal bagnino più giovane. Un ragazzo biondo e dagli occhi azzurri, molto carino, con un costume tutto blu e una riga gialla e nera. Quello più vecchio mi fa quasi paura. Un tipo vecchio e grasso con il cappello e la canotta rossa, dei pantaloni grigi e dal capellino fuoriescono dei capelli grigi, lunghi e ricci. Degli scuri occhiali da sole gli nascondono gli occhi.

<< Ciao, vorremmo due sdraio. >>

E gli facciamo vedere gli scontrini.

<< Non c’è molto spazio… Posso mettervi dentro il campo di pallavolo, tanto di domenica non giocano. >>

<< Si, va benissimo. >>

Così lo seguiamo. Prende le sdraio e le sistema sulla sabbia.

<< Ecco qui >>

<< Grazie mille. >>

Sistemiamo la roba e do lo spruzzo ad Alice.

<< Allora io vado! >>

<< Divertiti, miraccomando! >>

<< Certamente! >>

Si gira dall’altra parte e mi saluta, ma a suo modo.

<< Stronza… >>

Arrivati in spiaggia, scendiamo le scalette e salutiamo tutti, compresa Carlotta e in un modo particolare… Mi avvicino per dargli due baci sulla guancia, ma lei si sposta.

<< Che c’è? >>

<< Niente… Oggi non sono in vena… >>

Mi metto a ridere.

<< Vai a giorni? >>

<< Hai qualche problema? >>

Questa domanda mi toglie quell’espressione.

<< No, no. Nessuno. >>

Poso lo zaino sulla spiaggia pensando a cosa possa avere di strano oggi quella ragazza. Poi la guardo e noto i suoi occhi azzurri spenti, quasi strani. Non l’ho mai vista triste. Quasi non la riconosco. L’ho sempre ammirata nella sua bellezza per un sorriso raggiante ed ora vederla così mi fa venire proprio una certa tristezza… Io ed Eric siamo pronti per entrare in acqua. Ci avviamo e per entrare vediamo Ale ed Eric deve sempre salutarla come al solito.

<< Ciao Ale! >>

Nonostante questo però non riesco a trattenermi dalle risate.

“ Come fa a credere Eric che mi piaccia una ragazza del genere? ”

Eric nota la mia risata e mi tira una gomitata per farmi smettere, ma io non riesco proprio a trattenermi. Poi noto che è da sola.

“ Dov’è la sua amica? Perchè non è con lei? E’ ancora più sfigata… Pure il bagno da sola viene a farsi? ”

Poi la vedo uscire dall’acqua e la seguo con gli occhi. Eric mi viene vicino.

<< Hai visto che ti piace? >>

Lui mi scrolla dall’incantesimo e mi volto verso di lui con un espressione schifata.

<< Cosa?! >>

<< La stai continuando ad ammirare in ogni suo movimento… >>

<< Non sparare stronzate! Piuttosto… Sai cosa è successo a Carlotta che è tutta triste? >>

Lui cambia espressione, dalla presa in giro a quella menefreghista.

<< Che ne so… Sarà stata per la prima volta rifiutata da un ragazzo!! >>

<< Ma smettila… Dico sul serio!! >>

Samuele si avvicina a noi.

<< Ciao Samu, non ti avevamo visto. >>

<< I suoi genitori si stanno lasciando… >>

<< Perchè? >>

<< Che ne so… Staranno avendo un periodo di crisi! >>

<< Capisco… Mi dispiace… >>

Non pesno veramente a quello che dico, non provo nessun dispiacere, nessuna emozione. La cosa mi sta indifferente.

<< Anche a noi. Ma dico… L’avete mai vista triste? >>

<< No, mai… Strano, veramente! >>

Usciamo dall’acqua e arrivati all’asciugamano io mi ci corico sopra.

Esco dall’acqua perché mi sono resa conto che senza Alice, da sola in mare, è una noia mortale. Vado a farmi una doccia per togliermi il sale di dosso, poi mi avvio agli asciugamani. Ma mentre mi avvicino, sempre di più, sempre di più, vedo un ragazzo che sta parlando con Alice, sempre di più, sempre di più e mi accorgo che quel ragazzo è Dimitri, un nostro compagno delle medie. Mi rendo conto che non sto più andando avanti, mi sono bloccata a guardarlo, forse per il modo in cui sta parlando ad Alice… Lui è sempre stato un ragazzo che si comportava da stronzo, non gliene è mai fregato di noi, lui aveva la sua compagnia di fighetti e noi eravamo solo amichette con cui passare il tempo a scuola per non stare attenti ai professori, ma non l’ho mai visto parlare così appassionatamente con una di noi! Per questo la cosa mi sconvolge. Avvicinandomi mi accorgo del suo esagerato nero dei capelli che si confonde con gli occhi. Non è un brutto ragazzo, ma non ha niente di speciale. Poi mi avvicino, Dimitri mi saluta e se ne va. Alice incomincia a parlarmi, guardandomi sbalordita.

<< Ma… Ale… Quello era il Dimitri che conoscevamo tutti noi? >>

<< Perché? >>

<< Ma siamo sicuri???? Perché con me non si comportava come ci trattava a scuola! >>

“ Come sospettavo… ”

<< Starà maturando!!! >>

<< Dimitri??? Ho i miei dubbi… Sta tramando qualcosa… Me lo sento!! >>

<< Pensi sempre male, magari è semplicemente cambiato!! >>

<< Mmm… Ma a me piace l’idea che stia tramando qualcosa! >>

Mi metto a ridere e le do corda.

<< Lo so che ti piace! >>

<< Dimitri? >>

<< No, l’idea… >>

<< Ah, ecco! >>

Ripensandoci però…

<< …Mah, perché no, anche Dimitri! >>

Lei sbarra gli occhi.

<< No, Dimitri no!! Ma sei fuori? >>

<< Bah, ci parlavi abbastanza appassionatamente… >>

<< No, no, ti sbagli, ti sbagli, il mio cuore batte solo per Edo e vedrai… Prima o poi riuscirò a beciarlo!!! >>

Il suoi occhi si richiudono in un taglio sognatore.

<< Andiamo al bar? Ho voglia di rinfrescarmi con una granita. >>

<< Ok. >>

Mentre andiamo vedo Eric che si sta beciando con una troietta.

“ Troietta si, ma quanto vorrei essere per almeno quel magico momento quella troietta… "

Vediamo Dimitri arrivare da una ragazza, la quale è amica di Alessia.

“ Allora c’era!! ”

Però non mi spiego il motivo del perchè arrivi da quelle sfigate. Si corica sul suo asciugamano. Io mi avvicino a lui.

<< Dimi!! >>

<< Che c’è? > >

<< Ma da dove arrivi? >>

Guardo male nella direzione di Alessia, lui si volta verso di loro e dopo di nuovo verso di me.

<< Da quella ragazza bionda laggiù!! Alice… >>

<< E perchè? >>

<< Perchè mi piace! >>

Faccio una faccia schifata.

<< Ti piace? Quella sfigata laggiù?? >>

<< Non è una sfigata… A me piace un casino e poi è molto simpatica!! >>

Non riesco a controllare le mie domande.

<< E quindi conosci anche la sua amica? >>

<< Alessia? >>

<< Si, lei… >>

<< Certo che la conosco! Eravamo compagni di classe alle medie!! >>

<< Davvero? >>

<< Si, perchè? Vuoi che te la faccio conoscere? >>

Quest’affermazione mi sveglia.

<< Cosa?? No, no… >>

<< In realtà Dimitri… Robbie la vuole conoscere un casino!! >

Si intromette Eric ridendo.

<< Eric, smettila!! >>

<< E allora che c’è? >>

<< Così, per curiosità… >>

Riprende a parlare Dimitri.

<< Anche lei è carina, ma non mi piace, però è molto simpatica anche lei. Con lei, Ali e Samuele scherzavamo sempre tra noi nelle lezioni! >>

Mi arrabbio continuando a pensare all’affermazione di prima di Eric.

<< Non ti ho chiesto com’è! >>

<< Va bene, non ti scaldare! Se non ti interessa cosa ti arrabbi tanto? >>

<< Mi da fastidio… Tutto qui! >>

<< Beh… Vedi di darti una calmata! >>

<< Ha ragione Dimitri, se non ti interessasse non ti scalderesti tanto! Robbie, Robbie, Robbie… A me non me la racconti! >>

Eric continua ad avere un’espressione sorridente e odiosa.

<< Eric, se non la smetti, giuro che ti prendo a cazzotti!! >>

<< Tipica reazione di uno che vuole nascondere la verità… >>

Alla fine decido di non stare al suo gioco.

<< Io vado al bar. >>

Sbuffo e mi avvio al bar e Dario mi raggiunge.

<< Vengo anch’io!! >>

<< Ok! >>

Ci sediamo ad un tavolino e girandomi noto che sono venute anche Alessia e la sua amica. Poi notiamo Dimitri che sale dall’altra parte, notarle e andarle incontro. Siccome non sappiamo cosa fare, ci godiamo tutta la scena!

<< Ciao Ali, ciao Ale… >>

<< Ciao Dimi! >>

<< Ciao Dimitri. >>

Poi loro vanno a sedersi ad un tavolino parlando fra loro e Dimitri viene da noi.

Io intanto sussurro nell’orecchio di Alice:

<< E’ pazzo di te!! >>

<< Ma smettila…. Dici? >>

Lei sorride.

<< Dico, dico… Hai visto come ti guarda? Come ti parla? Come ti sorride? Ma, insomma, l’hai visto? >>

La sua spontaneità riprende il sopravvento.

<< E tu l’hai visto che fisico gli è venuto? E come si è alzato? E come è diventato più carino? Ma, dico, l’hai visto o no? >>

“ Adesso esageri… ”

Faccio una faccia schifata.

<< Per me è sempre lo stesso sgorbietto... >>

<< Sai Ale… Ti confesso… Forse incomincia a piacermi! >>

La guardo con un’aria che dice:

“ Io ho sempre ragione! ”

<< Quello che ti dicevo poco tempo fa! >>

<< Che devo fare esattamente?? >>

Faccio il gesto di pensarci, poi mi rivoglo a lei.

<< Io direi di aspettare di essere sicuri che tu piaccia a lui, ma questo non ti impedisce di usare qualche tattica per scoprirlo!! >>

<< Ma mi vergogno troppo!! Come faccio? >>

<< Eravate compagni di scuola!! Usa qualche scusa!! Non vi siete mica appena conosciuti!! Siete amici da tre anni!!!! Su, abbi qualche inventiva!! >>

<< Ok, ci provo. >>

<< Ciao ragazzi!! >>

<< Ciao Dimi, hai un piano? >>

Dario gli sorride facendo domande del genere e mi sbalordisce sempre come gli piaccia discutere questi argomenti e volere sempre sapere tutti di tutti riguardo a questo argomento.

<< Che piano? >>

<< Per conquistare Alice! >>

<< No… Poi ci parlerò e basta! >>

Dario continua ad insistere.

<< Beh, meglio adesso no?? Dai!! Voglio sapere come va! >>

Dimitri si decide.

“ Che potere ha dario? ”

<< Hai ragione. >>

Dimitri si alza e va verso il tavolino che oltretutto non è tanto lontano da noi e io e Dario allunghiamo le orecchie.

<< Di nuovo ciao Ali, ciao Ale! >>

Mi giro verso Dario.

<< ‘Di nuovo ciao Ali, ciao Ale!’??? Ti sembra un bel saluto?? >>

<< Sshh… >>

Dario mi fa segno di stare zitto con il dito.

“ Noioso… ”

Mi rigiro verso il tavolino.

<< Volete che me ne vada? >>

“ Vedo che Ale è molto perspicace… E anche molto intelligente… Ma che faccio ora? Pure i bei pensieri su di lei? ”

Scrollo la testa e mi rimetto ad ascoltare.

<< No, Ale che dici?? Resta qui!! >>

Alice si rivolge ad Ale mostrando con gli occhi di aver bisogno della sua presenza.

<< Va beh Ale, non mi dai fastidio!! Anche se volevo parlare di cose importanti da solo con Alice… >>

Ma Alice si ricrede.

<< Ale, che ci fai qui??? Vai via!!! >>

Alessia si allontana e noto il suo bel fisichetto lasciare quel tavolino. E mi accorgo che senza di lei non mi interessa più guardare in quella direzione. “ Ma che mi prenderà? ”

<< Dario, io vado… >>

<< Silenzio!! >>

Noto che lui è ancora ad ascoltare la conversazione di Alice e Dimitri, ma oramai io ho perso il filo del discorso.

<< Davvero? >>

Alice rivolge questa domanda a Dimitri, ma che senso ha stare ad ascoltare se non so neanche a che cosa si rivolga quel ‘Davvero?’?

Mi allontano di lì e intanto penso.

“ Beata Ali, voglio anch’io un ragazzo, uffi!!! ”

Mi siedo sull’asciugamano e mi guardo attorno. Per prima cosa do un occhiata alla finestra del bar, anche se non vedo niente cerco di immaginarmi come potrebbe andare la conversazione. Poi mi giro verso l’asciugamano di Eric. Lui è li. Sdraiato a prendersi il sole e a parlare con gli amici. Non vedo il ragazzo dagli occhi blu. Ma vengo interrotta dai miei pensieri da un tipo maleducato che camminando davanti a me mi butta addosso della sabbia con i piedi facendolo apposta.

<< Grazie, eh? >>

Gli dico sarcasticamente pur non vedendolo in faccia. Questo si gira e rimango pietrificata di quello che ho appena detto. Il ragazzo dagli occhi blu, l’amico di Eric che cercavo prima tra gli asciugamani, mi si piazza davanti. Mi sorride soddisfatto.

<< Non c’è di che! >>

Rimango incantata in quella posizione pensando e ripensando che anche quel ragazzo è un tipo davvero bello.

“ Con i suoi occhi blu mi ha fatto cadere nel suo incantesimo e resterò incantata così fino a quando qualcuno o qualcosa non me ne libererà”. Sembra una favola, e se vogliamo essere precisi, quel qualcuno o qualcosa nelle favole è sempre il principe azzurro… "

“ Ma che cosa ho fatto? Il mio corpo si è mosso da solo e ho fatto quest’azione senza pensare… Ma che mi è preso?? Oltretutto le ho anche sorriso!!! Che non si faccia false illusioni… Sto avendo una lotta con me stesso. ”

Alice tutta sorridente ritorna dalla sua conversazione.

<< Ali!!!! Come è andata? >>

Sono ansiosa di sapere l’esito.

<< Benissimo!! >>

<< Si vede dal tuo sorriso, dai, racconta!! >>

<< Mi ha parlato per un casino di tempo che io gli sono incominciata a piacere verso la fine della scuola e che mi trova bellissima, quanto gli piaccio e bla, bla, bla. Poi mi ha chiesto se lui a me piaceva… >>

<< E tu che gli hai risposto? >>

<< Beh io… Gli ho risposto che anche lui non era male!! >>

La guardo male.

<< Non era male?? E’ tutto quello che hai saputo dire?? Ma ti sembra una risposta convincente? Era il tuo momento!! >>

<< Non ho saputo dire altro, sai, dall’imbarazzo non trovavo altro da dire!! >>

<< Che imbranata!! >>

<< Parli tanto, ma poi con i ragazzi tu sei ancora peggio di me!!! >>

Cerco di difendermi.

<< Ma cosa c’entra?? Adesso non stiamo parlando di me, ma di te!! >>

Mi guarda soddisfatta.

<< Beh, comunque mi ha invitato ad uscire con lui. >>

Rimango sbalordita.

<< Wow!! E tu gli hai detto di si, vero? >>

<< Certo! Però esco sta sera, dobbiamo rinunciare alla nostra uscita perché non posso venire da te a dormire più di una volta a settimana e così esco con lui!! >>

<< Mi sembra più che giusto, ma io non posso lasciarti andare e aspettarti a casa che tu ritorni, mia madre non mi lascerebbe mai!!! Ha la tua responsabilità! >>

<< Infatti per questo tu verrai con noi, ma mentre io e Dimitri ci allontaneremo, tu resterai con il suo gruppo! >>

Mi ritraggo all’idea.

<< Ma stai scherzando? Io non conosco nessuno!! >>

<< Ma si, c’è anche Francesco!!! E anche Eric se non ho capito male, quindi conciati bene!! >>

Mi ritorna in mente Francesco, il mio ex compagno delle medie il quale non ho più visto dall’ultimo giorno, poi il mio pensiero si sposta verso Eric e la risposta mi sembra chiara. Le sorrido.

<< Conta su di me!! >>

Esco dall’acqua e vado a farmi una doccia. Quest’ultima mi scende tutta sul viso e io sento fresco. Mi avvio agli asciugamani, ma i piedi appena sciacquati mi si riempiono di nuovo di sabbia. L’unica cosa che odio di questa bellissima spiaggia. Dimitri è agli asciugamani e io voglio assolutamente sapere come è andata.

<< Ehy, Dimi!! Come è andata con Alice? >>

<< Bene!! Sta sera esce con noi. >>

Resto perplesso.

<< Davvero? Ma non potete stare da soli, scusa? >>

<< Prima voglio farle conoscere il mio gruppo, poi ci allontaneremo per il nostro bell’appuntamento… >>

<< Sono contento per te. >>

“ Non è vero… ”

<< Grazie!! >>

Poi ritorno a parlare con le mie convinzioni.

<< Anche se continuo a non capire come vogliate tutti stare con una ragazza… Non si sta meglio da single a beciarti tutte quelle che vuoi? >>

<< Robbie… Ci sono tanti lati positivi nell’avere una ragazza che con una ragazza con cui ti beci e basta non puoi fare, vuoi mettere? >>

Lo guardo male.

<< Ad esempio? >>

Incomicnia a guardare un punto di vuoto, un punto che non sono i miei occhi.

<< Il bello di avere una ragazza e condividere con lei tutti i tuoi momenti più importanti, poter ridere con lei, poter contare sulla sua spalla quando ne hai bisogno, starle accanto quando piange per qualcosa che gli è successo di brutto e offrirle anche tu la tua spalla, per baciarla quando vuoi, sapendo che è solo tua e solo tu bacerai quelle labbra che ti piacciono tanto, litigare per le piccole cose, anche le più stupide e ti accorgi che quelle stupidaggini così banali rafforzano la storia e soprattutto potrai sempre contare su di lei e lei di te. Ora credi che sia meglio avere tante ragazze che ti becerai e basta, ma tutti i tuoi momenti importanti li passerai seduto alla scrivania, da solo, sapendo che quella lingua magari è stata usata cinque minuti fa da un altro ragazzo e tu non puoi permetterti neanche di essere geloso perchè è solo una che ti fai ogni tanto? Ma tu lo sai che loro hanno un cuore, vero? Lo sai che il più delle volte che ti beci con una, non ti parlo adesso delle troie come Carlotta, poi loro stanno male? E questo perchè l’hai usate e basta e tu l’hai fatto solo per un tuo divertimento, un tuo gusto, senza dare importanza a loro che è quello che a loro piace di più. Essere importanti per qualcuno… Ora capisci cosa ti voglio dire? >>

Torna a guardarmi in viso. Io lo osservo un attimo con aria stralunata.

<< Tu ti guardi troppi film… >>

<< Ti dico questo perchè una relazione seria con una ragazza l’ho già avuta e l’ho tradita per beciarmi una volta Monica. Ma io ci tenevo a lei e lei mi ha confidato questo piangendo. Hai idea di quanto ci sono stato male per questo? >>

Giro gli occhi.

<< Cazzi tuoi… >>

<< Vedrai che un giorno arriverà il tuo turno… E spero tanto che qualcuna ti faccia le corna per provare quello che tu fai provare alle ragazze! Ma qualcuna a cui terrai davvero… >>

“ Ma vaffanculo tu e il tuo malaugurio!! ”

<< Ciao Dimitri… Non ho bisogno delle tue ramanzine, sto benissimo così!! >>

<< Come vuoi! Poi non dire che non ti avevo avvisato, eh? >>

<< Certo… >>

Per il mio orgoglio non dirò mai a Dimitri che mi ha fatto riflettere, che è l’unico che mi ci abbia fatto pensare veramente. E anche se non voglio ammetterlo penso che abbia ragione. Incomincio a darmi dello stronzo per alcune che mi facevo solo per mio gusto senza darle importanza. M’incomincio a preoccupare solo adesso di questo e un pensiero mi sorge spontaneo.

“ E’ davvero fortunata Alice ad avere un ragazzo che ci provi come Dimitri, che possa comprenderla e trattarla per quella che è… E sono felice che Dimitri possa capirlo e io no… ”

Poi faccio un pensiero incontrollabile, che mi viene da dentro, ma non sono io a deciderlo e non posso impedirlo.

“ Quando lo capirò anch’io? Quando sarà il mio turno? ”

E’ sera. Siamo ancora a casa, ma adesso ci dobbiamo preparare e Alice è tutto il tempo che è agitata e mi continua a dire:

<< Aiuto, aiuto che faccio? Torno indietro? Aiuto, aiuto non ce la faccio, aiuto, aiuto! >>

E io che continuo a ridere. Intanto penso che sta sera non avrò occhi che per Eric, ma mi devo preparare bene. Così vado al piano superiore, apro la porta dell’armadio e penso a come potrei vestirmi. Gonna no perché stare in mezzo a gente che mi piace mi vergogno, pantaloni no perché non sono abbastanza sexy…

“ Oddio, come mi vesto? Mi prende il panico!! ”

Poi alla fine mi affaccio dalla porta e vedo che Alice si sta vestendo con una gonnellina verde a pieghe e con una maglietta senza maniche gialla.

“ Beh, allora mi vesto anch’io con la gonna! ”

Così prendo la mia gonnellina che arriva alle ginocchia bianca con delle onde sul fondo e…

“ La maglia? ”

Così prendo una canotta a righe di rosa diversi che si lega sul collo senza spalline. Poi vado giù e mi ritrucco nello stesso modo dell’altra volta, ma a differenza di quella sera mi metto l’ombretto rosa e non bianco. Anche Alice si trucca, ma sta volta non si è fatta l’effettone pandone e io mi sento molto meglio. Tutte e due ci lasciamo i capelli sciolti, ma lei con una riga in mezzo e io con la riga di traverso. Usciamo con delle infradito ai piedi e la solita agitazione che non si può permettere di mancare, neanche una volta.

Siamo a sera. Io ed Eric ci ritroviamo davanti all’Ariston ad aspettare che Alice sia qui. Dimitri ora sta parlando al telefono con lei, ma per me non fa differenza… Passare la serata con lei o no non mi cambia la vita anche perchè poi Dimitri e quella si staccheranno dal gruppo.

“ Almeno spero… ”

La vediamo arrivare, ma non è da sola.

“ Cosa ci fa qui Alessia? Che cazzo è venuta a fare, la candela? ”

Poi la guardo meglio da cima a fondo. Vestita con una gonnellina bianca e una canottina rosa all’americana, con un trucco semplice che la rendono carinissima, non esagerato. Si fermano davanti al gruppo e Alessia fa un piccolo sorrisino timido e Dimitri le saluta.

<< Ciao ragazze! >>

<< Ciao Dimitri. >>

<< Alice, Alessia, vi presento il mio gruppo! >>

Ci mostra tutti e quando Alessia mi nota, cambia espressione, come sorpresa. Francesco incomincia a parlare.

<< Beh, tanto vale presentarci!! A me conoscete già. >>

L’occhio cade su Alessia, ma mi rigiro subio.

“ Ma che cosa mi succede?? ”

Guardo male Eric per fargli capire che non la voglio qua, mentre lui mi fa segno di smetterla piuttosto scazzato.

<< Hai ragione Fra, io sono Veronica. >>

<< A me conosce già Ale, comunque sono Eric! >>

<< Monica! >>

<< Luca. >>

<>

“ Odiosi questi presentazioni lampo!! ”

<< Carolina. >>

<< Chiara. >>

<< Carlotta. >>

<< Marta. >>

<< A me conoscete già! Sono Samuele. >>

<< Edoardo!! >>

Noto Alice che è diventata tutta rossa di botto. Poi mi accorgo che tutti hanno parlato. Tutti tranne il ragazzo dagli occhi blu.

<< Ehy, non ti sei presentato!! >>

Questo mi esce così, senza neanche badare a quello che mi usciva dalla bocca e subito dopo mi vergogno per quello che ho fatto e il mio ciore comincia a battere forte. Lui mi guarda male, poi si decide a parlare.

<< Devo per forza farlo?? Sono Robbie, il fratello di Eric… >>

“ Fratello?? Ecco perché è così figo!! C’era in effetti una certa somiglianza!! ”

Sta sera è anche più bello del solito, porta dei jeans normali, ma stretti e sopra una maglietta bianca con dei disegni grigi come se fosse stata macchiata. Un ciuffetto di capelli alzato con il gel verso avanti e un orecchino al lobo sinistro blu che risalta i suoi occhi.

“ Però, mi piace! Il nome intendo…. Robbie! "

“ Non ditemi che dovrò quindi passare una serata con lei … ”

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Vorrei iniziare cn il ringraziare le persone k mi leggono, so k l'ho visto in altre storie, ma mi piace l'idea di ringraziare!!!XD

Un grazie particolare a quelle k mi hanno aggiunto tra i preferiti!!! Ne sn contenta!! questo va a AVRILMIKI, AVRIL 1113 e VIVIAN_BLACK!!

Poi passaimo ai ringraziamenti delle recensioni, k hanno voglia di leggermi!!!

AVRILMIKI: Cm sempre esagerata!!! ti voglio bene!! kiss

HELORI: Grazie!! Spero k tu mi abbia continuata a leggere come avevi dett!! Ci tengo!! un bacio!

VIVIAN_BLACK: Sn contenta k ti sia piaciiuta!! e soprattutto k mi abbia aggiunta tra i tui preferiti!! cmq già, lo sono ank'io così timida, infatti, nel personaggio di Alessia mi sono ispiarata solamente a me!! a presto cn il nuovo capitolo!! baci

AKAMI: grazie per il complimento!! e mi dispiace per la fatica dello scambio del personaggio, ma è nel trasformali in html k mi si rovina tutto xè nel testo in originale i due personaggi sono ben distinti!! spero k questo nn ti freni!!XDXD ed ecco il nuovo capitolo!! grazie ancora!! kiss

RORYVENTIMIGLIA_86920: sono contenta k ti piaccia!! e grazie anche a te per il complimento!! spero di aver aggiornato il più presto possibile!!XD un bacione !!

Grazie anche a tutte quelle che mi leggono e non hanno comuqnue voglia di scrivere una recensione!! XD

Spèero mi continuerete a leggere!! Un bacione a tutte!!

Somoody

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Capitolo 5
*** discussioni ***


CAPITOLO 5

<< Come sei antipatico Robbie, sono nuove arrivate!! >>

Gli dice Luca.

<< Appunto!! >>

Ci rimango un po’ male, non pensavo fosse così scorbutico

“ E pensare che ci devo passare tutta la sera assieme… ”

<< Non vi preoccupate, non so che gli prende, non si è mai comportato così! >>

E’ sempre Luca a parlare.

<< Non fa niente, non ti preoccupare… >>

<< Va beh, raga, io ed Ali ci allontaniamo da qui, trattenetemi Ale, non fatemela annoiare!! >>

<< Contaci Dimi!! >>

“ Ah, ecco la troiona della mia ex scuola Monica, quella che stava anche con Dimitri. Ma che dico… Stava con tutti!! ”

Si gira verso di me e mi fa un sorrisino. Io glielo ricambio.

“ Mi sento falsa, ma sono sicura che lei è più falsa di me! ”

Eccomi qui, sola, con un gruppo di persone che mi fissa senza parlare. Mi vorrei sotterrare, l’unico a cui non interesso è Robbie.

<< Allora, ci facciamo sto giro o no? >>

<< Si, andiamo. >>

Robbie innervosito chiede di andare ed Edoardo gli risponde.

<< Allora Ale, parlaci di te… Quanti anni hai? >>

Dario è un ragazzo più o meno alto quanto me, con la faccia quadrata e gli occhi marroni. I capelli sono castani, ma tinti di biondo sulle punte tirate su dal gel.

<< Dario giusto? >>

<>

<< Ne ho quindici. >>

Lui annuisce con un’espressione scontata.

<< Anche qui la maggior parte delle persone ne hanno quindici, tranne Veronica ed Eric che ne hanno sedici, Robbie che ne ha diciassette e Monica che ne ha quattordici. >>

“ Che grande che è Robbie! Eppure sembra così poco maturo… ”

Intanto vedo Francesco e Veronica che si baciano e Luca e Marta che stanno a braccetto.

<< Sono due coppiette? >>

E li indico.

<< Chi? Ah, loro… Si, loro si. >>

Tutti stanno pensando agli affari loro tranne Dario e Monica che mi stanno a parlare e questa che interviene è Monica:

<< Con quanti ragazzi sei già stata Ale? >>

“ Ecco la domanda che temevo… ”

<< Veramente… Diciamo che non ho ancora trovato il mio principe azzurro!! >>

<< Aspetti il principe azzurro?? Allora sei messa male!!! >>

Scherza su questa battuta in un tono così da presa per il culo che ci sto quasi male e davanti a lei faccio solo una smorfietta, che dovrebbe essere una specie di sorrisino.

<< Non è che aspetto quello giusto perfettamente per me… E’ solo che non ho ancora trovato un ragazzo che mi piaccia veramente che mi ricambi!! >>

Forse era meglio se stavo zitta, lei fa una faccia storta e poi mi dice:

<< Strano, sei così una bella ragazza!! >>

Sta volta dal suo tono di voce non riesco a capire in che modo lo dica.

<< Beh, ora non esageriamo!! >>

<< Non è esagerare… Ho semplicemente detto che sei una bella ragazza, mica una figa!! >>

Si mette a ridere.

<< Sono ben altre le fighe!!! >>

Si mette a ridere passando la mano tra i suoi lisci capelli biondi, con un espressione soddisfatta come se facesse notare di riferire a se stessa.

<< Ah, ecco!! >>

<< Ma non te la prendere!! E’ vero Dariuccio che è una bella ragazza?? >>

<< Senza ombra di dubbio!! >>

Sto tono lo riconosco invece. Di uno che risponde così perché DEVE rispondere così.

<< Ehy Monica, è da un po’ che sei qui… Ora posso parlare con la nostra nuova amica? >>

Lei è Marta. Una ragazza molto carina, con i boccoli biondi e gli occhi azzurri, le guance rosse e piene, che arrotondano il suo viso facendolo diventare un po’ più rotondo del dovuto che le fa un piccolo doppio mento, ma non si nota neanche, è una bella ragazza comunque.

<< Ma certo che puoi farlo, devi mica chiedere il permesso! >>

<< Si, ma preferirei parlarci da sola, senza nessuno intorno, specialmente da una come te! >>

Monica fa una faccia arrabbiata, ma non dice niente e va da Chiara. Poi guardo Marta che mi sorride.

<< Non andiamo molto d’accordo noi due, anzi, se devo essere sincera non la sopporto!! >>

<< Ah! >>

<< Pensa di comandare tutti qui dentro, di essere la reginetta!! E’ l’unica che mi sta sui coglioni!! Le altre mi sono tutte simpatiche, anche se mi squadrano male quando mi faccio perdere l’occasione di beciare uno figo, ma che ti devo dire, sono fidanzata! Non mi va di rendere Luca cornuto solo per averne visto uno figo per strada, scusa!! >>

Sorrido pensando che finalmente ne ho trovata una normale.

<< Sono un po’ come te!! Anche se purtroppo io non ho un ragazzo… >>

<< Allora siamo in tre, perché tutte le altre, tranne Veronica, non riescono avere dei ragazzi fissi, si comportano un po’… >>

Si avvicina a me e comincia a bisbigliare con una mano davanti alla bocca.

<< … Da troie! >>

“ Beh, allora non sono l’unica a pensarla così!!! ”.

Si allontana da me e ricomincia a parlare:

<< Cosa parlavamo anche? Ah, già!! Non hai il ragazzo??? Cavoli, ma allora ti devo aiutare!!! Ma sei tu che non lo vuoi o è perché non riesci a trovare nessuno e tu lo vuoi disperatamente? >>

La guardo un po’ triste.

<< Magari non avessi il ragazzo per scelta personale!! >>

Il suo sorriso comincia a diventare rassicurante.

<< Allora ti aiuto io!!! Mi piace formare coppie!! E sono anche brava!!! So scegliere sempre l’altra metà!! Hai presente Francesco e Veronica? Beh, è grazie a me se stanno insieme e sono fidanzati da sei mesi. Allora sono brava?? Ma non credere che io vada lì e dico “Vuoi metterti insieme a Caio?” Noooo, dovete fare tutti da soli, io aiuto soltanto, ma l’altro non lo sa mai!!! Hi, hi, hi!! >>

Sorrido al fatto di quanto parla, se non rispondessi penso che non avrebbe problemi a continuare a conversare.

<< Beh, se la coppia di Veronica e Fra sta funzionando veramente, allora direi di fidarmi di te!! Sarei veramente in debito di tanto con te se mi aiutassi!!! >>

<< E’ un piacere, ma dimmi… Hai mai beciato?? Forse la mia domanda è un po’ scortese, ma puoi fidarti di me, non sono come Monica! >>

Mentre dice questo si gira verso di lei e d’istinto viene da girarmi anche a me e la vedo. Ridere e scherzare con Chiara guardando verso questa direzione, ma appena si accorgono che le stiamo fissando, ridiventano serie.

<< Non pigliartela se lei ti va a prendere in giro da tutte le parti, è fatta così, io ci sono abituata!! >>

<< Ok, mi fido di te!! Comunque non ho mai beciato… >>

Sospira e mi guarda storto.

<< Devo fare qualcosa per te!! >>

Le sorrido timidamente.

<< Senti… Domani ti va di venire con me? >>

<< Dove? >>

<< Devo andare a Bordighera dai miei nonni a salutarli e so che per la sua passeggiata, di giorno e ancora meglio di sera, girano parecchi bei ragazzi… Allora? >>

“ Che gentile… ”

<< Mi farebbe piacere venire con te!! >>

<< Allora ok, facciamo che ci vediamo alle due e mezza dall’autostazione degli autobus, ok? >>

<< Va bene!! >>

<< Ehy Marta, mi lasci tutto solo? >>

Questo è Luca. Non è uno stecchino e neanche tanto alto, ma come dice Marta, ha una faccia da cucciolotto e tenero. Anche lui, come Dario, ha i capelli colorati di biondo solo in cima e ce li ha marroni come gli occhi, ma a differenza di Dario lui non se li alza con il gel.

<< No... Ti dispiace se vado?? >>

Si rivolge a me.

<< No, vai pure >>

Intanto do un’ultima occhiata a Monica che parla con Chiara. Quest’ultima ha i capelli biondi e lisci, ma corti fino alle spalle e credo se li ossigeni. E’ magrissima e ha gli occhi marroni. Invece Monica è bassa con i capelli lunghissimi e biondi, gli occhi castani e un corpo troppo magro, ma con un seno enorme. Non guardano più da questa parte, però ridono lo stesso.

“ Chissà di cosa rideranno… Non di me perché altrimenti mi starebbero a guardare… Probabilmente piglieranno in giro un’altra ragazza che è appena passata che non porterà un pantalone attillato o una minigonna, oppure di un ragazzo dei tanti che becia davvero bene o di un altro male, ma chi lo sa!! ”

<< Ale, non è da te stare tutta in silenzio… >>

Questo è Francesco accompagnato da Veronica. Lui ha gli occhi e i capelli neri tirati spesso su con il gel con punte, che gli stanno malissimo perché ha i capelli troppo lunghi per farlo. Senza dubbio quando se li lascia semplici senza impiastricciarli con il gel ci sta decisamente meglio. E’ molto alto ed ha una faccia strana che può piacere come no, ma la sua aria da strafigo lo rende bello agli occhi di tutti. Veronica, invece, ha i capelli castani lunghissimi e gli occhi idem. Non è molto alta, ha un bellissimo fisico, ma il viso non è altrettanto.

<< Non so che dire!! >>

<< Strano, perché a scuola tu eri sempre la prima a parlare, a tirare fuori l’argomento… Che cosa succede? >>

Francesco mi guarda serio. Lui è un po’ strano, perché non capisci mai quando è triste, serio, ride, sorride o è felice. Non comprendi niente perché la sua espressione è sempre la stessa. Anche Veronica è seria. Lei però non so perché… Mi sembra una coincidenza troppo brutta per aver trovato una ragazza che ha il suo stesso modo di fare!

<< Non conosco nessuno e non mi ambiento bene per adesso, poi con i giorni, conoscendovi, ritornerò come mi conosci! >>

Veronica fa una faccia sbalordita, quasi come se qualcuno le avesse sparato al gatto.

<< Vedrai che li conoscerai tutti molto presto, sono tutti tipi simpatici!! >>

<< Ma perché scusa… Ha intenzione di restare??? >>

Veronica si rivolge in un tono sconcertato a Francesco e lui la guardà con la sua espressione incapibile.

<< Se la storia di Dimitri e Ali durerà, penso proprio di si… Ma poi perché, ti da qualche problema? >>

<< No Fra, ma non capisco… Che cosa c’entra lei? >>

Sbarra gli occhi cercando di comprendere.

<< E’ perché Alice non può uscire se non va a dormire a casa di Ale, ed esce anche di nascosto! >>

<< Capisco… Scusami Ale, non intendere male… Non è che non ti voglio!! >>

Lei mi sorride falsamente.

<< Ah, ok! >>

Altro sorrisino per un’altra falsità…

“ Brutta stronza. Ho sempre desiderato fare parte di un gruppo di amici, ma non in un gruppo del genere… ”

<< Ehy Fra, non vieni? >>

Questo è Edoardo con accanto Carolina. Lei mi guarda storto ed Edoardo, mentre parla con Francesco, mi tira un’occhiata come se intendesse:

“ Vieni via da questa?? ”

Abbasso lo sguardo e non ci do più caso. Edoardo sembra un bambino. Ha i capelli ricci e troppi, gli occhi verdi, è bassissimo e non è magrissimo. Di carino ha solamente il suo visino e il suo comportamento. Ecco perché piace e probabilmente ad Alice stuzzica proprio per questo. Carolina, invece, ha i capelli lisci e marroni come i suoi occhi rotondi, non tanto alta e neanche tanto magra, ma anche lei è la solita ragazza che gira in questi gruppi.

“ Ma cosa c’entro io qui dentro? ”

A proposito di questi tipi di ragazze…

“ Dov’è Carlotta? Eccola laggiù insieme a Samuele… ”

Lei è una ragazzetta bionda e liscia dagli occhi azzurri, alta e sembra anche più grande della sua età, invece ha solo quindici anni. Invece Samuele è bassissimo e si sente troppo dalla sua pronuncia che è siciliano, ha i capelli neri, come gli occhi, e corti.

Mi allontano da tutti e vado da Francesco.

<< Ma cosa ci fa qui quella sfigata, scusa? >>

Gira gli occhi preparandosi a dire una cosa che gli da la nausea ripetere per la millesima volta.

<< Dimitri l’aveva detto che veniva anche lei… E’ perchè Alice non può uscire se non quando va a dormire da Ale, quindi è dovuta per forza venire anche lei!! >>

<< Che palle!! Chi la vuole!! >>

Io mi metto a ridere, ma lui non fa altrettanto, mi guarda con la sua aria seria di sempre.

<< Perchè ti dà così tanto fastidio? >>

<< Perchè non è degna… >>

<< E da quando tu decidi chi è degno o no? >>

Non cambia espressione, neanche tono di voce. Solo le parole comicniano ad essere maligne.

<< Che intendi dire? >>

<< Sbaglio o tu sei entrato nel gruppo giusto ieri? E pretendi già di capire e di scegliere chi è degno o no? Vedi di darti una calmata… >>

Metto le mani avanti e sorrido guardando, però, male.

<< Va bene… Scusa! Rovinati pure!! >>

Francesco si allontana girando gli occhi al cielo e va a prendere la sua ragazza Veronica tra tutte le altre.

“ Ma cosa prende a tutti? ”.

Edoardo viene verso di me. Devo però abbassare lo sguardo in basso per la sua altezza.

“ Non sembra neanche che abbia quattordici o quindici anni!! ”

<< Ciao Robbie… >>

<< Ciao Edo. >>

<< Neanche a te va che quelle entrino nel gruppo, né? >>

Ridivento felice trovando qualcuno, finalmente, d’accordo con me.

<< Almeno uno!! >>

<< Però siamo stati fortunati che non siano brutte!! >>

Lo guardo malissimo.

<< Perchè, chi trovi carina scusa? >>

<< Ma tutte e due… Però trovo che sia più carina Alice. E tu che dici? >>

Ci penso un attimo e un nome mi rimbomba nella testa.

“ Ale, Ale, Ale… ”

<< Nessuna delle due!! Non le trovo neanche carine… >>

Ho come la sensazione di aver mentito…

“ Ma io non ho mentito!! Insomma, Alice proprio non mi piace e Ale… Ale non mi piace!! Ma per favore! ”

<< Sarà… Tu oramai sei fissato con Carlotta! >>

Mi si sbarrano gli occhi.

“ Carlotta!! Me l’ero dimenticata!! Questo non è da me… Insomma, è Carlotta! ”

<< A proposito, come stanno i suoi? E lei? >>

Cerco di fare l’interessato.

<< Ah, si è tutto sistemato! I suoi hanno fatto pace… Sembra che la madre abbia fatto le corna al marito, ma si vede che è riuscita a convincere il padre che non è vero. Ecco da chi ha preso la figlia a fare la troia!! >>

Giro gli occhi verso Carlotta. Sta sorridendo come il suo solito. Non è più triste e questo mi solleva. Poi, senza rendermene conto, volto lo sguardo verso Ale. Anche lei sorride con Marta, la ragazza di Luca. E anche lei ha un bellissimo sorriso.

<< Robbie… Ora ti fermi sempre a fissarla? >>

Noto mio fratello ridere guardandomi.

<< Minchia, non ti sopporto… Devi sempre beccarmi nelle rarissime volte che guardo Ale, ma solo ed esclusivamente per criticarla? >>

Eric ride.

<< Certo… Dicono tutti così… A me non me la fai!! Ti conosco da troppo tempo!! Perchè non vai da lei? Guarda che non diventi uno sfigato se ti togli la soddisfazione di andare con Alessia, eh? >>

Poi un pensiero mi si fa squallido… Il pensiero di dovere andare con Alessia solo per beciarmela come altre e basta.

“ Mi sento uno stronzo… ”

E le parole di Dimitri mi rimbombano nella testa.

“ Ma lo sai che loro hanno un cuore? Lo sai che la maggior parte delle volte, a parte Carlotta o simili, poi loro stanno male? Perchè l’hai usate e basta, per un tuo divertimento, un tuo gusto… ”

“ Dimitri mi ha fatto il lavaggio del cervello!! ”

Mi giro verso Eric per parlare e cambiare discorso, non voglio pensare a ste stronzate, ma Edoardo non mi permette di farlo.

<< Perchè, a Robbie piace Ale?? Allora non è vero che non trovi nessuna delle due carine!! >>

Eric annuisce sorridendo maliziosamente, io intervengo abbastanza alterato.

<< Voi non riuscite a far altro che sparar cazzate?? Ale non mi piace!! Dovete capirlo!! >>

Eric si avvicina all’orecchio di Edoardo e gli sussurra qualcosa che non riesco a sentire, poi ridono tutti e due. Io cerco ancora di cambiare argomento e mi rivolgo ad Eric.

<< Allora, che fai dopo? >>

<< Non cambiare discorso… >>

<< Ah, Eric, sei il solito idiota! >>

Mi allontano anche da loro sentendo l’arrabbiatura salire a mille.

“ Sta sera riesco ad andare d’accordo proprio con nessuno!! ”

Sto da solo per un po’, poi mi guardo attorno. Carlotta sta parlando con Eric, Dario con Chiara, gli altri non ci faccio caso, mentre Alessia… Alessia è da sola. Proprio come me. Ci ritroviamo tutte e due a camminare da soli in un gruppo e ad un certo punto mi dispiace lasciarla lì a non fare niente, così mi avvicino a lei.

<< Mi tocca proprio tenerti compagnia? >>

Una voce bassa e roca, ma bella nel suo genere, interrompe la quiete.

<< Ciao Robbie… >>

Lo guardo e rispondo un po’ scocciata.

<< Wow, ti ricordi il mio nome! >>

<< Non devi per forza tenermi compagnia… >>

Mi viene voglia di andarmene, ma qualcosa mi trattiene.

<< E invece si! Dimitri ha chiesto di non farti annoiare e mi sembra che da cinque minuti tu stia qui da sola ad annoiarti e non voglio fare un torto a Dimi!! >>

Lei non mi guarda neanche, mi parla con un tono stanco.

<< Non ti preoccupare… Non glielo dico a Dimitri che non mi hai tenuto compagnia… >>

Io cerco di sorridere.

<< Non mi fido… Potresti fregarmi!! >>

<< Ah, si… Certo… Ma precisamente, sul serio, perché mi parli così? >>

Finalmente mi rivolge lo sguardo, ma è terribile come sia triste.
<< Così come? >>

<< Distaccato, superiore, come se dovessi farlo per forza, anzi sinceramente… Perché tutti mi trattate da inferiore? >>

“ Una frase così aggressiva… Ma come riesco?? Devessere l’ora della vendetta!! ”

Si mette a ridere, mi guarda e ride ancora di più

<< Perché tu, tu sei inferiore, cara la mia sfigatella!! > >

Sbarro gli occhi, mi sento attaccata.

<< Sfigatella?? Solo perché non sono una figa come voi? >>

Poi si mette a ridere e comincia a parlare in modo scherzoso.

<< Hai il permesso per parlarmi così? >>

<< Ho molto di più!! >>

<< Ohhhhhhh, la mia sfigatella preferita ha pure sempre la risposta pronta!! >>

<< Hai visto? >>

“ Lo odio!! ”

<< Wow! >>

E ride ancora.

<< Tu che ridi tanto e che mi chiami sfigatella, non pensi di essere uno sfigato anche tu? >>

Mi guarda male, poi non riesce a trattenere un’altra risata.

<< Scusa?? Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?? O meglio… Sei sicura di parlare con la persona giusta? > >

<< Tanto sicuro di te stesso, eh? Mi spieghi un ragazzo di diciassette anni cosa diavolo ci fa in un gruppo di quindicenni? >>

Lui non mola il sorriso, non si sente sfiorare.

<< C’è mio fratello e poi mi piace stare con loro! >>

<< Di’ più che altro che non hai amici della tua età, talmente sei antipatico!! >>

Mi sento acida, mi sento male, ma dopo tutto quello che stasera mi è toccato sopportare mi sento anche giustificata. Lui, finalmente, mi guarda male e mi parla con disprezzo.

<< Tu non sai proprio niente di me!! Ma mi spieghi il brutto tono che hai nella voce? >>

Mi viene quasi il magone, ma non piangerò mai davanti a loro, soprattutto a lui. Non voglio dargli questa soddisfazione di vedere la ‘sfigatella’ che piange. Anche se non riesco a cancellare il cambiamento della mia voce, da brutta a tremolante.

<< Che tono di voce avresti tu se sapessi che nessuno di questo gruppo ti apprezza e che vorrebbe che l’indomani ritornassi nei bassi fondi? Ma probabilmente tu lo sai, essendo stato cacciato dai tuoi amici diciassettenni!! >>

<< Non sono stato cacciato e comunque c’è Marta che mi sembra che vada d’accordo con te! >>

Io giro gli occhi.

<< Si, ma non è nessuno in confronto alla massa di tutti gli altri con te a capo! >>

Si mette a ridere di nuovo come prima.

<< Ma che fai, mica ti metterai a piangere, Sfig? >>

<< Non sto piangendo!! Vedi lacrime? E questo è il mio tono di voce quando sono incazzata!! >>

Mento cercando di essere più convincente possibile.

<< A casa mia quando uno è incazzato non ha una voce tremolante e a tratti, ma decisa e urlante! >>

Io lo sfido con gli occhi, lui fa altrettanto.

<< Non mi conosci!! >>

<< Non mi prendi in giro Sfig! >>

Rimango perplessa.

<< Perché Sfig? >>

<< Sfigatella è troppo lungo!! >>

Faccio un ghigno.

<< Molto intelligente Ant! >>

<< Perché Ant? Fammi indovinare la tua originalità… Antipatico? >>

<< No! ‘Antipatico di merda, vaffanculo, tornatene a casa e non rompermi i coglioni’ è troppo lungo!! Ant è molto meglio!! >>

Lui si mette a ridere.

<< Non ti posso dare torto!! >>

Vedo Dimitri e Alice venirci in contro con quest’ultima che ha un sorriso a trentadue denti e mi guarda facendomi segno con gli occhi che si è divertita un casino e che mi dovrà parlare.

<< Beh ciao Ant, ma ora vado dalla mia amica! >>

<< Finalmente ti mollo!! >>

Gli faccio una smorfia e ritorno seria, lui sbuffa, gira gli occhi e si dirige da Dario. Sicuramente andrà a fare un discorso del tipo:

“ << Che palle che è Sfig! >>

<< E chi è Sfig? >>

<< Sfig è la sfigatella, Alessia, la nuova arrivata, purtroppo! >> ”

“ Si, sono sicura che il loro discorso sarà così… Ma quanto mi sta sul culo!! ”

Mi giro e vado da Dario, il primo più vicino.

“ Che antipatica che è Ale… Avevo ragione allora a non volerla. Non è neanche simpatica!! Che cazzo ci fa qui? ”

<< Ehy, Robbie… Che ci facevi con quella? Ci sei stato un’ora come minimo!! >>

<< Parlavo… >>

Lui mi guarda con un sorrisino.

<< E che cosa vi siete detti? >>

Faccio il più schifato possibile.

“ Ma perché faccio smorfie che non mi vengono naturali? Non ho bisogno di mostrare niente. Quella è una sfigata. ”

<< Presi per il culo tutto il tempo!! E’ una rompi coglioni!! >>

Si mette a ridere.

<< Sei tu che ci sei andato a parlare, mica ti ci ho costretto io!! >>

<< Ciao Ale!! E’ stata la serata più bella che abbia mai passato!! >>

Lei mi sorride, io non riesco ad avere la stessa espressione.

<< Bene, io la più brutta! >>

E nel mentre mi giro verso Ant che si sta guardando il suo bello Swatch argentato dallo schermo nero con lancette anch’esse argentate. Dopo di che la domanda mi viene spontanea.

“ Ma che ore sono? ”

Guardo anche io il mio Swatch argentato che ho al polso, ma a differenza di lui io ho la faccia dell’orologio bianco e le lancette nere.

“ Le undici e venticinque? Ma abbiamo l’autobus adesso!! ”

<< Ciao a tutti, noi andiamo! >>

<< Ciao! >>

<< Ciao… >>

Mi accorgo che Sfig e la sua amica se ne stanno andando e stanno salutando tutti.

< < Ciao Sfig! >>

<< Ciao Ant! >>

Si allontanano quasi correndo e io vado da Eric.

Ci avviamo verso l’autostazione e quando arriviamo l’autobus sta partendo così corriamo e lo fermiamo mentre sta uscendo in strada e saliamo.

<< Allora Ali racconta… Ho visto che gli hai dato un bacio! Che sta succedendo? >>

Gli si accende il viso ancora di più di quello che era già acceso e mi mostra un sorriso da angioletto o diavoletto, non so ancora interpretarlo.

<< Stiamo insieme!! >>

Io sbarro gli occhi sinceramente sorpresa. Per tutta la sera e per quanto io sono stata da sola con i miei pensieri non mi è mai capitato di pensare ad Alice e questo è veramente strano.

<< Wow!! E come è successo? >>

<< Abbiamo parlato e bla, bla, bla e poi ci siamo fermati al ‘Livin Garden’ a prendere un gelato e, dal tavolo, lui si è avvicinato e mi ha beciato, il mio primo bacio!!!! Sono strafelice!! Ma lo sai che è alto quanto me? Dopo ci siamo fermati sugli scogli a fianco e ci siamo baciati in imperterrito! >>

“ Faccia da diavoletto… ”

<< Wow, che bello!! Voglio anch’io un ragazzo, non vedo l’ora che arrivi il mio momento… >>

Lei mi fa l’occhiolino.

<< Dai che è vicino anche per te!! Che stava succedendo con Robbie?? Ci parlavi quando sono arrivata!! >>

<< Stavamo litigando! >>

Lei ride.

<< Nooo, non è vero!! >>

Io divento intrattabile.

<< Invece si… Preferisco non parlarne, piuttosto com’è beciare?? >>

La Alice che conosco io non avrebbe mai cambiato discorso finchè io non le avessi detto cosa fosse successo usando come scusa:

“ Sono la tua migliore amica!! Devo sapere tutto!! Non ci sono segreti tra noi!! ”

Rendendosi talmente antipatica, ma poco influenzabile a convincersi che non è il discorso adatto, soprattutto che è ancora fresco, ma avendo fatto una domanda che, per il suo maledetto egoismo, le interessa più di quello che è successo a me, cambia discorso.

<< E’ bellissimo!! >>

Io trovo tutte le scuse per parlare cercando di non farla ricadere nel discorso di prima.

<< Dicevano che la prima volta ti fa schifo sentire la lingua dell’altro in bocca!! >>

<< Beh un po’ di fastidio ti da, ma solo nei primi secondi che non capisci niente, perché mi ha beciato di sorpresa, ma dopo diventa una figata… Te lo auguro presto!!! >>

<< Beata te!! > >

<< Domani andiamo al mare e stiamo con loro. >>

Dice questo in un tono che non accetta controbattiti.

<< Io doma non ci sono! >>

Punta i suoi occhi nei miei.

<< Dove vai? >>

<< A Bordighera con Marta! Mi deve fare conoscere dei ragazzi! >>

Il suo viso si ilumina.

<< Allora hai fatto amicizia con qualcuno!! >>

<< Si, con Marta! >>

<< Beh, ma io vado al mare lo stesso con Dimitri! >>

<< Si, certo, devi!! >>

<< La nostra fermata! >>

<< Allora? Come è andata con Ale? >>

Eric si avvicina a me con aria incuriosita e maliziosa.

<< Vuoi dire con Sfig? >>

<< E chi è Sfig? >>

<< La sfigatella!! >>

Rispondo dandolo per scontato, lui mi guarda male.

<< E come è andata con Sfig? >>

<< Malissimo!! E’ antipatica e stronza! >>

Si mette a ridere.

<< Esagerato!! Solo perchè ti piace! >>

Tutte le volte che parlo di questo argomento sale l’arrabbiatura.

<< Senti, ti ho già detto di no!! Ci sono andato pure a parlare e proprio non mi piace! Devi smetterla! >>

<< Come vuoi… >>

Carlotta si avvicina a noi e Eric gli sorride e le parla.

<< Allora Carlo… Sta sera? >>

Lei non lo guarda, rivolge lo sguardo solamente dentro i miei occhi.

<< Veramente volevo passarla con Robbie dato che oggi l’ho trattato un po’ male… >>

<< Certo… >>

Eric mi tira un’occhiataccia e un po’ deluso si allontana. Io lo seguo con gli occhi e dopo guardo Carlotta.

<< Ciao. >>

<< Ciao Carlo, come stai? Meglio? >>

<< Si, grazie. E tu? >>

<< Bene. >>

<< Sai… E’ da tanto che io e te non passiamo una bella serata assieme, noi due soli… >>

Si avvicina a me e mi provoca. Io sorrido.

<< Beh, sta sera sarebbe una bella serata… >>

<< A casa mia non c’è nessuno. Mia madre e mio padre sono fuori per riconciliare il rapporto, quindi… Potremmo andare lì! Che ne dici? >>

Le sorrido divertito.

<< Che va benissimo ! >>

Mi mette un braccio dietro la schiena e io dietro la sua e ci allontaniamo.

<< Ciao ragazzi! >>

<< Ehy… Ciao Robbie, ciao Alessia… Buona serata! >>

Andiamo a piedi verso casa sua, non lontana dal centro.

Mi sblocco dalla sedia suono e quando si ferma si apre la porta, scendiamo, andiamo al portone, lo apro, entriamo e chiudendo la porta lascio fuori al freddo questa serata terribile e orrenda facendo passare dalla serratura la felicità di Alice insieme a Dimitri.

“ Ma per fortuna, domani sarà un altro giorno e la porta si riaprirà… ”

Il mio inconscio parla da solo e in questo momento lo detesto. Entriamo in casa e la voglia di buttarmi su un letto è grande. Faccio tutto il necessario in quattro secondi. Cerco di sbrigarmi per trovare il mio cuscino e le mie coperte in modo tale di abbandonarmi a loro e perdermi nel sonno tanto desiderato. E alloro svolgo il tutto. Arrivo a lui, il mio amato… Accarezzo il copriletto e poi lo tiro in giù. Cerco di infilarmi dentro e intanto sprofondo con la mia testa dentro la morbidezza del mio cuscino. Questo elogio al mio letto è necessario, se lo merita.

<< Non mi chiedi nient’altro riguardo a Dimitri?? >>

La lascio parlare, pensando che fra poco mi addormenterò e anche se parlerà io non la sentirò. E questo pensiero mi fa sorridere e chiudendo gli occhi perdo pure conoscenza.

Arrivati ad un condominio dal portone in acciaio, apre la sua borsetta nera per prendere le chiavi di casa, ma nel mentre mi cade l’occhio sul suo bel seno che si intravede dalla sua bianca canotta scollata sopra dei jeans strettissimi che fanno immaginare molto bene le sue belle gambe accompagnati da una cintura nera con il simbolo ‘D&G’ grosso per chiuderla. Apre il portone ed entriamo. Percorsi tre scalini arriviamo alla sua porta al primo piano. Apre anche questa e ci dirigiamo all’interno. Sbatte le chiavi e la borsetta sul divano e poi si gira verso di me mentre si avvicina sempre più.

<< Allora? Che mi racconti di nuovo? >>

<< Niente. Mi sei mancata… >>

La guardo desideroso.

<< Anche tu… Molto! >>

Si avvicina a me e mi da uno dei suoi mitici baci appassionati che mi fanno sempre dimenticare tutto quello che mi è attorno. Non ci stacchiamo più e le nostre lingue continuano ad essere nella bocca dell’altro nel mentre che lei mi dirige verso la sua camera da letto. Senza guardare tasta con le mani la porta fino a trovare la maniglia e la apre. Mi butta sul letto e si toglie la maglietta davanti ai miei occhi, poi scende con me e continua a baciarmi nel mentre che prova a togliermi la maglia. A torso nudo continuo a baciarla e con le dita della mano cerco di sbottonargli i pantaloni e lei i miei. Una volta trovati in intimo tutte e due, si siede sopra di me e si toglie il reggiseno davanti, poi scende su di me e comincia a baciarmi il collo e il petto, venendo giù sempre di più. Ma ad un certo punto mi blocco, qualcosa mi ferma. Mi sento lo stesso di quando mi sentivo mentre Dimitri parlava oggi. Squallido…

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Capitolo 6
*** Cambiamenti ***


CAPITOLO 6

Carlotta mi guarda negli occhi. Da essi credo di capire un certo tono interrogativo.

<< Ehy, Robbie, che succede? >>

<< Niente… >>

La bacio, ma non riesco a lasciarmi andare totalmente perciò penso che la cosa sia inutile farla a forza, così mi stacco.

<< Ah, niente, non ce la faccio. >>

La spingo via e mi alzo, mettendomi i pantaloni.

<< Che ti succede? >>

Lei resta seduta sul letto e mi guarda non capendo.

<< Non lo so che mi sta succedendo… Non riesco, mi dispiace… Non riesco a lasciarmi andare. >>

<< E’ perchè non ti piaccio più? >>

<< No, non è quello! Non sei tu, stai tranquilla. Sono io! >>

Lei scrolla la testa.

<< Non riesco a capire… >>

Mi infilo a maglietta.

<< Mi dispiace… >>

La bacio sulla fronte e dirigendomi per il suo piccolo, ma largo corridoio mi chiudo dietro le mie spalle la sua porta di casa.

“Ma che cosa mi succede? Che cosa mi sta succedendo? Dov’è il Robbie che conoscono tutti? Chi è sto cazzone che ora è dentro di me? Cosa cazzo mi ha fatto Dimitri??”

Mi allontano da quel portone d’acciaio e mi allungo per Via Mateotti. Nel mentre incontro il mio vecchio gruppo e Matteo è il primo a vedermi.

<< Che ci fai tutto solo? Non sei con il tuo gruppo? >>

Io sono ancora traumatizzato da quello che dieci minuti fa mi è successo che non ci faccio neanche caso al tono ironico che Matteo usa con me. Anzi, non riesco a capire niente di quello che succede.

<< Ehy, Robbie… Ti senti bene? >>

<< Si, si… Devo… Andare… >>

Non riesco a parlare. Sospiro.

<< Dove cazzo devo andare? >>

<< Hai qualcosa che non va… Robbie? Dimmi qualcosa! >>

<< Scusate, devo andare… >>

Mi allontano e i ragazzi mi guardano straniti. Non mi interessa adesso di cosa potrebbero pensare. Sono ancora a cercare di capire cosa mi passa per la testa a me in questo momento! Decido di scendere in Via Roma per tornare a casa. Apro il portone e salgo le scale. Arrivo alla mia porta d’ingresso. Prendo le chiavi attaccate alla tasca dei miei jeans ed apro entrando. Mi dirigo verso la mia camera e mi butto sul letto. Poi penso, penso e penso… Non ho mai pensato così tanto, tant’è che mi addormento.

E’ mattina presto. Le otto. Mi risveglio nella stessa posizione in cui mi sono addormentato ieri. Eric è a dormire nel suo letto. Mi alzo e mi dirigo verso la porta quando sulla mia scrivania vedo un bigliettino con la scrittura di mio fratello.

Ho saputo di ieri, lo sanno tutti…

Cos’è successo? Vedi di non scappare

che ti devo parlare… Eric

“Ma perchè nessuno mi vuole lasciare stare?”

Prendo le chiavi che mi lego ai jeans con il moschettone. Poi prendo il cellulare e me lo metto in tasca. Esco dalla porta, scendo le scale e attraverso il portone che si chiude da solo. L’aria di mattino mi passa attraverso le mie braccia nude e i capelli mi svolazzano. Cerco a fatica di sbarrare gli occhi, ma mi è quasi impossibile dato che è da giugno che non mi sveglio presto.

Non mi manca neanche un po’ la scuola.

“Ragioneria… Tanto facile il primo anno, quanto difficile il terzo… Sono stato bocciato e il prossimo anno dovrò ripetere il terzo, ma chi ne ha voglia? Io la odio la scuola, odio lo studio e odio i libri. “

Cammino lentamente lungo il marciapiede e arrivo allo Zampillo, una fontana con la scritta ‘Sanremo’. Veramente non ho idea di dove stia andando. Avevo voglia di camminare e basta, sentire dopo tanto tempo l’aria di prima mattina. Decido di scendere lungo le scalette che portano nella passeggiata per andare al porto. Arrivo al molo e salgo sull’ imbarcazione a vela di mio padre. A me non piace la barca, non mi è mai piaciuta, ma ho sempre dovuto fare finta del contrario per fare piacere a mio padre in modo tale che mi insegnasse a guidarla. Però è l’unico mezzo con cui posso essere sicuro di ritrovarmi da solo. Una barchetta neanche tanto grande, tutta bianca, compresa la vela, ad eccezione della scritta in blu sul lato destro vicino alla prua. ‘Diana’, il nome di mia madre.

E’ una nuova mattina. Un nuovo giorno. Mi alzo dal letto e guardo l’ora. Le nove. Alice dorme ancora, io stranamente mi sono già alzata. Do un’occhiata al calendario. Siamo al 30 luglio.

“E’ già finito… Come passa in fretta l’estate.”

Mi metto seduta alla scrivania e accendo il computer. Poi prendo le cuffie e le attacco al suo buco nel portatile. Faccio partire ‘Windows Media Player’ con l’album dei Subsonica di ‘Microchip Emozionale’ e parte in riproduzione casuale con ‘Lasciati’, giocando, come al solito, a Solitario.

Slego il nodo fissato all’attracco che c’è sul molo. Poi incomincio a partire. Fisso la vela verso il vento. Oggi c’è abbastanza aria e quindi la barchetta riesco a trovar spazio attraverso il mare. Vedo sempre più allontanarmi dal porto. Lascio che sia il vento a condurmi dove vuole lui. Entro dentro la casetta sopra la barca e vedo un letto a castello, un tavolino rotondo con due sedie, un piccolo frigo, un piccolo divanetto marrone e una porticina con dentro un water e un lavandino.

“E’ anche carino per stare da soli.”

Esco e mi siedo sulla ringhiera. Il vento mi si scontra contro e i capelli mi svolazzano all’indietro. Sono le dieci. Il cellulare squilla. Sullo schermo del mio cellulare della 3 mi appare la foto di mio fratello mentre mi manda a fanculo con gli occhiali da sole accompagnato dal nome ‘Bro’. Sorrido al fatto che mio fratello abbia preso il mio cellulare e abbia scritto al posto del suo nome questo.

“Quando si mette in testa una cosa è incredibile!”

Rispondo.

<< Che c’è… >>

<< Che saluto! >>

<< Cosa pretendi? Mi sono alzato alle otto!! >>

Lo sento ridere dall’altra parte.

<< E chi te l’ha detto? >>

<< Non avevo voglia di restare a letto. >>

Mento.

<< Capisco… Menomale che ti avevo detto di non scappare!! >>

Eric fa riferimento al biglietto di prima che ho letto senza dare significato a quelle lettere.

<< Non avevo voglia di parlarne. >>

<< E di cosa hai voglia sta mattina? >>

<< Di restarmene da solo… >>

<< Dove sei? Mamma si sta disperando da un’ora!! >>

<< Che palle!! Ma non posso starmene almeno una mattina senza essere disturbato? >>

La risposta è sempre ovvia in questi casi…

<< Dimmi dove sei così la facciamo finita! >>

<< In mezzo al mare. >>

<< Dai, sul serio! >>

<< Sono serio!! Sono in mezzo al mare! >>

<< E come sei, a nuoto? >>

Fa una domanda ironica, ma io lo spiazzo.

<< No, con ‘Diana’! >>

<< Diana?!? Ah… ‘Diana’… Chiamarla barca a vela? >>

<< E’ più bello chiamarla Diana!! Avrei voluto vedere la tua faccia in questo momento… >>

<< E allora perchè non vieni a casa? >>

Sbuffo.

<< Te l’ho già spiegato! >>

<< Lo sai che papà s’incazza se sa che gli ha preso la barca? >>

<< Si, lo so… >>

La cosa non mi tocca minimamente.

<< E non te ne importa niente? >>

<< E dove lo trovo un posto per stare totalmente da solo come qui sopra? >>

<< Ce n’è tanti… >>

<< Tanto tu non farai lo stronzo, giusto? >>

<< Ti sembro un fratello stronzo? >>

Non ci penso neanche e sorrido.

<< Devo rispondere? >>

<< Meglio di no… >>

<< Ok! >>

<< Allora parleremo al telefono!! >>

Giro gli occhi stufato.

<< Che palle che sei! >>

<< Che devo farci? Voglio sapere tutto!! >>

<< No, non ci sono andato a letto… >>

Rispondo prima che possa domandare sapendo già dove vuole arrivare.

<< Questo l’ho capito!! Ma voglio sapere il perchè!! >>

<< Oh, ma che cazzo vuoi? Adesso non ne posso avere voglia una sera che subito vi dovete preoccupare? Ma poi saranno un po’ cazzi miei? >>

<< Robbie?? >>

<< Ok, non l’ho fatto perchè… >>

Sospiro.

<< Non riesco a levarmi dalla testa un pensiero… >>

<< Quale? Che pensiero è meglio di Carlotta nuda a letto? >>

Cerca di fare l’ironico, ma a me la cosa non diverte affatto.

<< Dimitri mi ha fatto pensare… >>

<< Dimitri? >>

<< Dimitri. >>

<< E che cosa ha detto per farti pensare? >>

“Già… Cosa ha detto Dimitri di così importante da farmi pensare.

<< Boh… Che le ragazze soffrono e robe del genere… >>

<< Ma Carlotta soffre se non ci vai a letto!!! >>

Si mette a ridere. Io non so cosa voglia dire questa parola questa mattina.

<< Lo so… E’ solo che mi sono bloccato, senza ragione. Non so perchè!! Mi sono sentito… Come dire… Squallido… >>

<< Tu hai qualche rotella fuori posto… Tu non sei mio fratello! >>

“E’ quello che dico anch’io…”

<< Lo sapevo che non dovevo dirti niente… Ciao fratellino, ho bisogno sul serio di restare da solo. >>

<< Dai, Bro, non prendertela, mi dispiace… >>

<< Eric, ho detto solo… >>

<< Ciao… >>

Chiudo la chiamata tornando a rivolgere lo sguardo verso il mare non pensando alla conversazione di poco fa.

Senza rendermene conto arrivano le 10,30 e Alice si sveglia. Tolgo le cuffie.

<< Già sveglia? >>

E con la sua voce da ancora rincoglionita mi chiede la cosa che in questo momento le interessa di più.

<< Colazione? >>

Allungo le mie labbra in un sorriso ricordando a me stessa quanto la conosco.

<< Andiamo!! >>

Entro di nuovo nella casetta e scovo in un angolo una sdraio tutta marrone. Poi mi viene una certa voglia. Prendo la sdraio e la metto fuori, mi ci corico sopra e prendo il sole all’arietta fresca per riposarmi e pensare.

“Ma poi pensare a cosa? Cos’è che devo pensare se non che sono un idiota?? … Ma perchè mi succede questo?”

Sono così giù di morale. Non riesco a stare felice.

“Perchè, perchè, perchè!?!?”

E’ mezzogiorno e trenta. La barca è attraccata al molo e io, scendendo, mi dirigo verso casa. Nel cammino mi giro indietro verso ‘Diana’. Mi viene da sorridere. Non so perchè. Mi sono divertito sopra di lei e il paesaggio, anche se tutto uguale, è magnifico, ed è strano perchè non mi ha mai attirato il mare se non per andare a fare un bagno. Mi dirigo verso casa e dopo che mi ritrovo davanti al suo portone lo guardo un attimo. Poi mi decido. Lo apro, salgo le scale e apro la porta. Mia madre mi corre incontro.

<< Si può sapere cosa hai fatto questa mattina? Avvisare non se ne parla? Ero preoccupata, di questo non te ne frega niente? >>

<< Ma’, tu ti preoccupi troppo… >>

Faccio l’indifferente anche se so che questo la altera ancora di più.

<< E cosa dovrei fare? Entrando in camera non ti vedo e dico, “Oh, va beh… Non so dove se ne sia andato, ma chi se ne frega… Ritornerà!” E poi andarmene in cucina a fare quello che stavo facendo? Ti sembra giusto che possa fare questo? >>

<< Mamma, mi dispiace! Dovevo andare a fare un giro da solo! >>

Intanto sento dentro quanto quel “Mi dispiace!” non sia vero.

<< E si può sapere dove te ne sei andato? >>

<< Ho fatto un giro! Non è che sia poi così grande Sanremo! >>

<< Sarà meglio per te! Mi puzza di bruciato questa storia. >>

<< Non ti fidi di me? >>

<< Non so che pensare… >>

<< Grazie mamma! >>

La guardo male anche se dentro di me so che fa bene a non fidarsi.

<< E che dovrei pensare? Non sei mai uscito a quest’ora e non è che tu sia stato il figlio più sincero di tutti… >>

<< Ad esempio? >>

So benissimo a cosa si riferisce, ma faccio il finto tonto.

<< Non fare lo stupido, Robbie… La tua prima sbronza? La tua prima volta in disco? Il tuo primo furto? Oltretutto non sei mai capace a nascondere le tracce di quello che fai di nascosto… >>

<< Mamma!! >>

<< E’ vero! >>

<< Va beh, basta! Ti dico che non ho fatto niente! Credimi per una buona volta! >>

<< Potrei pentirmi di averti creduto? >>

“No… Dai, non è poi così grave questa menzogna per mia madre!!”

<< No, mamma… Te lo giuro. >>

<< Ok, vai. >>

Mi pento un po’ di aver mentito così spudoratamente alla mamma, oltretutto giurando. Mi dirigo in camera e quando entro scovo mio fratello sul letto seduto a guardarmi, con le braccia e le gambe incrociate, con lo sguardo da minacciatore.

<< Che t’è preso? >>

<< Dovresti saperlo… Mi ha chiuso praticamente il telefono in faccia!! >>

<< Sei tu che mi hai salutato!! >>

<< Si, ma perchè tu insistevi!! >>

<< Comunque chiudere il telefono in faccia è un’altra cosa… >>

<< Adesso non fare il pignolo! >>

Stiamo un attimo in silenzio a guardarci tutti e due, ma mio fratello non molla la posizione e lo sguardo.

<< Arrangiati… >>

Tolgo dalla tasca il portafoglio e il cellulare e li metto sulla scrivania.

<< Arrangiati? Arrangiati?? Ma che razza di fratello mi tocca avere? >>

<< Sei tu che sei nato dopo. >>

<< E allora? >>

<< Allora conta! >>

<>

La mamma urla dall’altra parte della stanza, in cucina. Un piccolo urlo per richiamarci tutti ad una tavola bandita molto probabilmente di pastasciutta.

Guardo mio fratello e poi mi giro dall’altra parte verso la porta e mi allontano.

<< Dove vai? Ti sto parlando!! >>

<< Mamma ha chiamato!! >>

Mi dirigo verso la cucina e, come avevo immaginato, un piatto di spaghetti al ragù mi stanno aspettando nel piatto. Massaggio la mia pancia con la mano aperta.

<< Pancia mia fatti capanna!! >>

Mi siedo al tavolo e comincio a prendere con la mano destra la forchetta, poi mi lecco le labbra con la lingua per quel meraviglioso ragù che solo mia madre riesce a fare in quel modo. Lo guardo un’altra volta. Con i piccoli pezzetti di carne sul sottilissimo spaghetto…

“Ma diamine!!”

Mi butto sul piatto e finisco in meno di pochi minuti.

Sono le due. Io sono ancora sul divano, sdraiata a leggermi un libro, mentre Alice sta giocando alla play station 2. Guardo l’orologio.

“E’ tardissimo!!”.

Arrivo al punto del libro, metto il segnalibro e vado di sopra a prepararmi.

Prendo la mia minigonna di jeans, una canotta bianca con disegnati due occhi che scrutano tutto e con la scritta ‘Angel inside’ e prendo il mio solito costume. Indosso tutto e preparo il mio zaino. Asciugamano, lettore cd, libro, portafoglio, chiavi e cellulare.

<< Ciao Alice, ci vediamo domani. >>

Due bacini sulla guancia e via, verso la porta d’ingresso, scendo le scale fuori e apro il portone.

“La porta si è riaperta per una nuova avventura…”

Eccomi ci sono. In ritardo di cinque minuti, però. Eccola là, Marta.

<< Ciao Marta! >>

Le corro in contro.

<< Ciao Ale, ti stavo aspettando! Saliamo! >>

<< Scusa il ritardo… >>

Tutte e due saliamo sugli scalini dell’autobus e ci mettiamo nei sedili a due in fondo. Poi un curiosità mi prende.

<< Ce l’hai il biglietto? >>

<< Ma figurati!! Per chi mi hai preso?? Perché tu si? >>

<< Io non ce l’ho mai! >>

<< Poi Ale, spiegami perché dovrei farlo!! Se mi beccano basta dirgli l’indirizzo di Monica!! >>

Mi metto a ridere.

<< Si, hai ragione, ma infatti neanche io lo faccio mai! E Monica mi sembra un’ottima vittima!! >>

Ci mettiamo a ridere insieme e penso a quanto sia simpatica Marta.

<< Allora? Sei pronta a conoscere dei bei ragazzi? Io li conosco, anche molto, ma molto carini. Te li faccio conoscere! >>

Le faccio l’occhiolino sorridendo.

<< Non vedo l’ora! >>

Sono sul mio letto con la testa sul cuscino. Guardo il soffitto bianco e niente mi sale in testa. Niente… Niente riguardo ad altro che non sia il mio problema. Eric è già andato al mare. Sono le quattro e si è messo a lamentarsi come al solito.

“Perchè non vieni, che succede, non ti riconosco…”

E le solite cose.

“Ma non ne ho voglia!”

Però un po’ mi viene la colpa per non essere andato.

“Ma colpa per cosa? Perchè penso a lei… Stranamente non Carlotta, ma a lei… Ma lei cosa c’entra? Proprio lei… Alessia… Che cosa c’entri? Sei una bambina viziata, antipatica, sfigata e noiosa. Che vuoi Ale? Sparisci dalla mia testa! Non ti sopporto!! Perchè dovrei pensarti? Come fai a piacermi? Ma cosa penso ancora? Ma neanche minimamente mi potrebbe piacere Ale… Menomale che sono restato a casa… Un giorno in meno per vederla!! Chi la vuole?”

Poi il mio sguardo si fa sempre più triste e la domanda si fa sempre meno ironica.

“Non mi piacerà mica quella sfigata?”

Arriviamo alla fermata e scendiamo. In autobus abbiamo parlato del più e del meno senza ragionarci troppo su. E come se mi venisse spontaneo parlare con Marta, senza vergogne, senza timidezze, senza limiti. Ci incominciamo ad incamminare per la passeggiata del mare e ci sistemiamo al ‘Caranca’, una spiaggia dove ci sta quasi tutta Bordighera, un po’ come la nostra dei ‘Tre Ponti’. Iniziamo a togliere i vestiti. Lei ha un costume verde con i cordoncini gialli e un fiore, anch’esso giallo, sul reggiseno dalla parte sinistra. Ci andiamo a fare una nuotata poi usciamo, ci asciughiamo e, infilandoci le infradito, andiamo a fare una camminata in passeggiata. Ci sono un sacco di ragazzi che si girano verso Marta e la salutano. Lei ricambia, ma va avanti.

“Non devono essere loro, anche perché di figo quella gente non ha proprio niente!!”

Poi lo vedo. Un gruppo di ragazzi veramente figo. Marta si avvicina e li saluta.

“Incredibile!! Conosce pure loro!!”

Poi si gira verso di me.

<< Ecco Ale, sono loro che ti volevo presentare. >>

“Eh già, aveva ragione, sono veramente belli, tranne uno che ha i capelli biondi, ma la testa enorme e gli occhi nero pece, con un fisico orribile!”

<< Ciao! >>

<< Ciao. >>

<< Ragazzi lei è Alessia, Ale loro sono i ragazzi!! >>

Marta presenta tutti con un tono simpatico e amichevole e io rispondo con un mio solito sorrisino imbarazzato ed un ciao vacillante.

<< Ciao… >>

<< Marco, Alberto, Mirko, Silvano e Alessandro. >>

Mentre dice i nomi, me li indica tutti con il dito. Il bruttone è Marco, ma Mirko, invece, è il più bello di tutti. E’ alto e magro, con un fisico bellissimo accompagnato solamente dal suo semplice costume rosso, i capelli biondo scuro, un po’ ricci, ma solo sulla testa, mentre ai lati sono quasi rasati, gli occhi verdi-azzurri e delle bellissime labbra. Ed ha anche una bellissima voce.

<< Ciao Ale, mi fa sempre piacere conoscere gente nuova, soprattutto belle ragazze!! >>

Arrossisco, sono di un imbarazzo pazzesco e non spiccico parola. Lui mi sorride e Marta mi guarda male. Non riesco a capire perché. Poi ci incamminiamo di nuovo alla spiaggia tutti insieme e quando mi giro verso Mirko lo becco guardarmi e mi sorride.

“Oh dio, che bello che è!!”

Per tutto il tempo riesce a non farmi pensare neanche una volta ad Eric, e per questo sto bene perché ogni volta che penso a lui mi viene sempre una tristezza dentro. Siamo alla spiaggia. Tutti ci guardiamo e, con uno sguardo d’intesa, corriamo fino al mare con i piedi che fanno male quando becchi la pietra pungente. Alberto è il primo a buttarsi e alla fine seguiamo tutti. Marta rimane fuori.

<< L’acqua è fredda!!! >>

<< Dai Marta!! Buttati!! >>

Dico questo e poi comincio a schizzarla d’acqua. Tutti mi seguono nella mia azione e ridiamo insieme. Mirko sta sempre a guardarmi. Poi andiamo a fare una nuotata. Gli altri si stufano prima, mente io, Mirko e Silvano proseguiamo. Continuo a sguazzare nell’acqua tra le onde con essa fresca che mi schizza sul viso ridendo con loro. Arrivati alla boa, mi aggrappo a questa e Silvano se ne va via, probabilmente cacciato da un espressione di Mirko. Così rimaniamo solo io e lui. Si aggrappa alla boa con me e ci fissiamo negli occhi, i suoi però sono molto più belli dei miei. Ci continuiamo a rivolgere lo sguardo e incomincia a parlare.

<< Lo sai che sei veramente bella? >>

Sono troppo in imbarazzo, mi piace sentirmi dire certi tipi di complimenti, ma non so come prenderli, così, come una scema, rispondo a voce tremolante, non guardandolo in viso.

<< Grazie! >>

Sorride ancora di più e mi mette la mano sul fianco. Io guardo questa e alzo la testa verso di lui. Si avvicina a me e lo continuo a guardare negli occhi, belli, ma poco profondi e poco sinceri, ma la sua bellezza cancella tutto. I nostri corpi si toccano e io sono ancora più preoccupata, non vedevo l’ora, ma nel momento mi sento troppo in imbarazzo. I miei occhi non si scollano dai suoi fino a quando, senza rendermene conto, le sue labbra toccano le mie e quando sento un po’ di lingua mi stacco. Lui fa una smorfia.

<< Che c’è? Non ti piaccio? >>

“Oh, cosa mi chiedi, ma perché!! Perché deve essere sempre tutto così complicato!! Tu mi piaci un casino!!!”

<< No, tu mi piaci, ma... >>

<< E’ la tua prima volta? >>

Mi interrompe subito con una domanda diretta.

“Che faccio? La sfigata che non ha mai beciato senza esperienza o la saputella a cui è venuto un raptus di idiozia che adesso lo vuole beciare fino a che non le si consuma la lingua?”

<< Si… >>

Mi sorride

<< Non ti preoccupare, c’è una prima volta per tutto! O non lo vuoi fare? >>

<< No, lo voglio… >>

Dico questo poco decisa.

<< E allora vieni! >>

Rido contraccambiando il suo sorriso.

<< Perché ridi? >>

<< Non lo so, probabilmente per l’imbarazzo! >>

<< Dai, vieni! >>

Gli guardo le labbra e dopo gli occhi, le labbra e gli occhi e poi mi viene da girarmi verso il mare sempre ridendo.

<< Allora? Perché guardi verso il mare? >>

<< Non lo so, mi viene da guardare in quella direzione! >>

“Vorrei che questo momento finisse presto…”

<< Preferisci guardare il mare che me? >>

<< No, è che… >>

<< Senti se non lo vuoi fare non fa niente, io non ti obbligo!! >>

<< No, io lo voglio fare! >>

<< Se non ti muovi vengo io a prendermelo questo bacio! >>

Lo guardo un attimo in silenzio con la sua espressione sempre fiera di se stesso, quando queste paroline mi escono senza pensare.

<< Si, vieni tu. >>

<< Sicura? >>

<< Si, vieni a prenderlo… >>

Neanche mi fa finire la frase che già si appiccica al mio corpo e mira alle mie labbra infilando la sua lingua nella mia bocca, incrociandola con la mia. Si stacca e mi bacia sul collo, poi mi ribecia e continua così per un paio di minuti. Si scolla da me e interrompe il silenzio.

<< Non sei male per la tua prima volta! >>

Sorrido per il compliemtno e ricado nell’imbarazzo. Dopo, però, incomincio ad essere preoccupata.

“Ma perchè non posso mai divertirmi come voglio?”

<< Ma cosa succederà dopo? >>

<< Cosa intendi? >>

<< Ma si, insomma, come andrà avanti questa storia? Cioè… E’ stato un bacio e via? >>

Lo vedo fare una faccia preoccupata, poi apre bocca.

<< No… Sta sera ci sei? Marta di solito si ferma fino a sera! >>

<< Si, ci dovrei essere… >>

<< Allora sta sera usciamo soli noi due, ci conosciamo e vediamo come va… Cosa dici? >>

<< Va bene… >>

Gli sorrido, lui non risponde al mio e nuotiamo verso riva. Arrivati alla spiaggia, Marta è lì a ridere con gli amici giocando a palla. Mirko si gira verso di me.

<< Andiamo a giocare anche noi! >>

Così si infila nel cerchio e io lo seguo. Non sbaglio neanche una palla, ma dopo ci stufiamo e ci buttiamo ancora in acqua. Tutti si schizzano e Mirko viene ad affogarmi per scherzo e mi fa bere, poi io affogo lui e si vendica, ma, dato sono anch’io vendicativa, continuiamo così per non so quante volte, quando arriva Marco che cerca di affogarmi anche lui. Ma siccome Marco mi fa proprio ribrezzo, io scappo fuori dal mare e vado a farmi una doccia. Mi sdraio sull’asciugamano a pancia in giù e prendo il sole. Intanto sono felice, perché finalmente non sono più una sfigata. Mi sento viva e non più triste come prima, come una che non aveva mai beciato.

All’improvviso, mi sento scendere dell’acqua sulla schiena. E’ Marta. Si mette a ridacchiare e tiro un piccolo urlo dal gelo. Ridiamo insieme. Poi ci raggiungono Mirko e il gruppo.

<< Beh allora andiamo, ci vediamo sta sera? >>

<< Ok, a sta sera! Dalle giostre! >>

Marta gli risponde positivamente. Prima guarda che tutto il gruppo sia uscito dalla spiaggia e che non possa più sentire. Poi si gira verso di me con un’aria accusativa.

<< Hai beciato?!?! >>

<< Si!!! >>

Mi abbraccia forte e ride.

<< Sei grande!! Lo sapevo!! Con Mirko vero? >>

<< Si, che bello che è!! >>

Il suo sguardo si spegne e il suo sorriso non è da meno.

<< Si, bello è bello, ma spero che tu non voglia farci niente di serio con lui, cioè che sia stato un bacio e basta… >>

<< Perché? >>

<< Perché lui non è un tipo da relazione, lui si becia la prima che passa ed è anche fidanzato con una tipa che non sa niente di lui, pensa che sia il ragazzo più leale del mondo, quando hai appena visto che non è così, quindi ti consiglio vivamente di non farci niente! >>

Sto un attimo a pensaree alle sue parole, poi, però, mi viene tristezza perché dopo un sacco di tempo che non trovo qualcuno che mi ricambi non riesco a lasciar perdere tutto, così prendo la mia decisione guardandola fissa negli occhi.

<< Non prenderla male, non è che non ti credo, ma io voglio provarci, capisci? Mi piace sul serio e se per questo rischierei anche di scottarmi, ma ci voglio almeno provare! >>

<< Ma perché non con Silvano!! Hai visto com’è carino?? >>

<< Si, carino lo è, ma io oggi non ho beciato lui… Ho beciato Mirko!!! E’ per quello che hai fatto lo sguardo brutto quando abbiamo salutato il gruppo? >>

<< Si, era per quello, comunque provaci se vuoi, ma poi non venirmi a dire che non avevo ragione!! Lo conosco troppo bene, non è uno che cambia dall’oggi al domani! >>

Io sbuffo e guardo la sabbia.

<< Devi capire che non esistono solo le relazioni, ma anche le avventure!!! >>

<< Parli tu che puoi avere tutti i ragazzi di questa terra!! >>

<< Magari!!! Non mi sono ancora beciata con il mio amato Brad Pitt!!!! >>

La guardo male.

<< Su, hai detto tutti i ragazzi della terra, lui fa parte di questo pianeta!! >>

Si mette a ridere.

<< Hai capito cosa intendo! >>

<< E’ perché sei tanto timida e non hai il coraggio di niente, se no tu sei una bellissima ragazza!!!! Se ti comportassi un po’ come noi, ce li avresti anche tu a portata di mano!!! Non ti dico come le troietta del nostro gruppo, altrimenti sarà molto difficile avere una relazione fissa. >>

<< Lo so, ma non ci riuscirò mai ad essere così e sinceramente scusa, ma non mi ci vedo proprio!! Io sta sera ci provo, poi se va male me ne presenti un altro o posso anche provarci con Silvano, ok? >>

Fa una faccia pensierosa e sospira.

<< Va bene dai, sembri così disperata!! Andiamo via! >>

<< Grazie!! >>

Ci alziamo dall’asciugamano, sistemiamo tutto nello zaino e ci incamminiamo alla casa di suo nonno.

Guardo l’ora. Sono le sei e mezza e il film che stavo guardando per cercare di non pensare è finito da poco. Non mi sono mosso neanche per un secondo da quel letto, neanche per fare merenda e questo è preoccupante. Il film, però, non è servito al suo scopo.

“Sono tanto preoccupato. Voglio smetterla di essere così dubbioso, ciò non fa parte del mio carattere!! Questo mi fa capire quanto io stia cambiando…” Mi giro dall’altra parte e metto la testa sotto il cuscino.

“Eccoci arrivate!”

Abita in fondo alla passeggiata in una villetta affacciata sul mare, bianca a due piani con le persiane rosa ed un giardino che si prolunga sopra la scogliera.

<< Hai visto che bella la casa di mio nonno? >>

<< E’ bellissima!! >>

La guardo a bocca aperta capendo che quel “E’ bellissima!” è un’offesa per quella casa.

<< Mio nonno c’ha i soldi!! >>

<< Forte!!! Ne avrete anche voi tanti allora!!! >>

<< Beh tanti…. Tanti è una parola abbastanza grossa!!!! >>

<< Sempre di più di me di sicuro!! >>

<< Entriamo? >>

<< Dai! >>

Entriamo nel giardino e Marta suona al campanello. Viene a rispondere una signora anziana con degli occhiali rossi sul naso e dei capelli bianchi raccolti sulla nuca da una pinza, con un vestito che le scende giù dritto tutto verde. Ci apre la porte e abbraccia Marta.

<< Ciao! >>

Ci saluta con una voce roca e gracchiante.

<< Ciao Anna!! Come stai? >>

<< Oh, bene, bene, e tu? >>

<< Non mi lamento!! >>

<< Brava!! E lei? E’ la ragazza che hai chiesto di invitare? >>

<< Si, Anna lei è Alessia, Ale lei è Anna, la moglie di mio nonno. >>

<< Ciao. >>

La saluto sorridendo facendo cenno con la mano.

<< Molto lieta! Entrate ragazze! >>

<< Nonno! >>

Si intravede un signore anziano seduto alla poltrona mentre legge il giornale accompagnato anche lui da degli occhiali, quasi sul naso, marroni. Indossa una fresca camicia bianca e dei semplici jeans grigi che fanno pandam con i ciuffetti che escono della testa da dietro le orecchie. Vi sono due poltrone, un tavolo in mezzo con una maglia non ancora terminata fatta a mano e dietro le poltrone vi è un camino, ovviamente non acceso, con delle foto sopra, quella del loro matrimonio, quella della madre di Marta e del fratello, e una di Marta. Quest’ultima gli va incontro e lo abbraccia.

<< Marta!! Da quanto tempo! Come stai? >>

<< Bene, bene, e tu? >>

<< Anch’io! >>

<< Bene!! Nonno lei è Alessia, Ale lui è mio nonno Franco. >>

<< Ciao… >>

<< Ciao!! >>

Così passiamo tutta la sera a parlare delle novità di Marta e di me, nel mentre che mangiamo una bella insalata di riso. E piano piano, arriva sera e piano piano, continua a salire l’agitazione.

E’ sera. Apro gli occhi e mi accorgo di avere dormito per una buona ora. Eric arriva e sbatte lo zaino con forza per terra e poi si mette a ridere buttandosi sul suo letto. Mi alzo di scatto e lo guardo.

<< Che diavolo ti prende? >>

Si alza e si siede a gambe incrociate dal letto, poi tira fuori dalla tasca una confezione di preservativi e mi guarda con un’aria da spensierato.

<< Sta sera è la volta buona, me lo sento!! >>

Quasi mi pento di avere fatto quella domanda. Andrà a letto con Carlotta, la ragazza con cui sono andato a letto io. La stessa… Tra due ragazzi. E per di più fratelli. Eppure la stessa… Nessuna scenata di gelosia, nessun litigio, nessuna guerra per la nostra stessa donna, nessun pugno volante, nessun silenzio da parte sua, nessun rispetto… Questo mi manca un po’. Il rispetto. Non c’è rispetto tra noi due, nessun rispetto per la ragazza dell’altro.

“Ma Carlotta non è la mia ragazza. Lei è solo una con cui divertirsi! Perchè dovrei essere geloso? Ma non ce la vedo neanche Carlotta come una ragazza fissa e poi non sento nessuna nota di gelosia… Non sono geloso di mio fratello o arrabbiato. E’ questo che mi manca… Perchè non sono arrabbiato che mio fratello vada a letto con la stessa ragazza con cui sono andato a letto io? Perchè?... Perchè mi faccio questo domande?? Sono un idiota… Aiutatemi…”

Gli occhi mi si fanno lucidi, ma mi accorgo che sono ancora in camera con mio fratello e non ho intenzione di farmi vedere in questo stato.

“Io non sto piangendo… Non è possibile!!”

Scrollo gli occhi, mando la testa all’indietro e poi mi metto a ridere.

<< Che succede? >>

<< Mi è entrato qualcosa nell’occhio… >>

Eric sorride sollevato.

<< A h… Mi sembrava strano!! Per un attimo mi è sembrato che tu stessi quasi piangendo!! >>

<< Cosa? Ma sei scemo!! >>

Mi metto a ridere e nel mentre mi vergogno dentro di me.

<< Va beh, allora? Che mi dici? >>

<< Sono felice per te, ma stavolta non fare finta!! >>

<< Te lo prometto! >>

Mi giro dall’altra parte e richiudo gli occhi.

“Forse sto cambiando… E forse, ma dico forse, ho capito cos’è che mi manca. Forse quello che mi serve sono proprio queste cose. Avere una ragazza con cui passare tutte le mie varie emozioni. Magari è proprio questo e potrei provare questa nuova esperienza!”

Nella testa mi passa la sua immagine, il suo bel viso. Alessia.

Chiudo gli occhi fortemente e scrollo la testa. Poi li riapro.

“Non lei…”

<< Ciao nonno, ciao Anna, ci vediamo la prossima volta! >>

<< Ciao, è stato un piacere conoscervi! >>

Rispondo io.

<< Ciao ragazze! >>

Così usciamo da quella bellissima e accogliente casa e Marta si gira verso di me.

<< Allora? Ti piacciono i miei nonni? >>

<< Si, magari avessi dei nonni così!!! Sono fortissimi!! >>

Si mette a ridere e guarda avanti sorridendo. In un batti baleno siamo davanti alle giostre, dove ci siamo dati appuntamento. Loro sono già li. Mirko si alza e viene in questa direzione e Marta si gira verso di me, con degli occhi tristissimi.

<< Buona fortuna! >>

Tutti se ne vanno a farsi un giro lasciandoci soli a me e Mirko. Più si avvicina, più il mio cuore batte e mi sento sola nonostante la marea di gente che passa per la passeggiata.

<< Ciao Ale… >>

<< Ciao… >>

<< Allora? >>

<< Cosa allora? >>

Si mette a ridere, mi prende per mano e mi porta sullo scivolo. Lui si mette bello comodo seduto, mentre a me tocca stare sugli scalini tutti scomodi. Poi si avvicina e mi bacia. Dura parecchio così. Mi sale una forte agitazione, ma brutta. E’ come se il mio corpo non volesse farlo o non volesse farlo con lui, ma proprio forte. Alla fine si stacca e mi bacia sul collo. Poi mi guarda negli occhi.

<< Ciao .>>

<< Ciao… >>

E rido.

<< Perché ridi? >>

<< N on lo so! >>

<< Sembra che mi prendi in giro! >>

<< No! >>

<< Ridi perché sei felice? >>

<< Può darsi… >>

Si mette a ridere anche lui.

<< Che cazzo vuol dire può darsi? >>

<< Si… >>

Sorride e mi bacia ancora. Poi ricomincia a parlare con la voce più bassa e più vicina al mio orecchio.

<< Voglio ancora vederti! >>

<< Anch’io! >>

<< Ma tu abiti a Sanremo! >>

<< E tu a Bordighera! >>

Poi guarda altrove e scrolla la testa, si volta verso di me e mi sorride.

<< Ma non ti preoccupare vengo io da te! >>

<< A volte posso anche venire io! !>>

<< No, no insisto, vengo io! >>

<< Perché tutto ad un tratto hai cambiato idea? >>

<< Perché io ho il motorino, tu no! >>

<< E che c’entra? >>

<< E mi piace più Sanremo! > >

<< Ma perché insisti tanto? >>

Lui mi guarda male e urla quasi.

<< Vengo io e basta! >>

Sembra un po’ scocciato e non riesco a capire quale sia il vero motivo per cui voglia venire a tutti i costi lui a Sanremo. Ma decido di lasciar perdere.

<< Ok! >>

<< Ma, hai la stessa età di Marta? >>

<< Si, tu quanti ne hai? >>

<< Ne ho 16! >>

<< Wow! >>

Ci baciamo ancora e le sua mani fredde mi toccano la schiena sotto la canotta. Sento dei brividi di freddo e sposta la mano sulla mia pelle, su e giù, e alla fine le sue mani salgono sulla stoffa della gonna, nel fine di toccarmi il culo. All’inizio mi sento un po’ in imbarazzo, ma alla fine mi lascio andare.

<< Ehy, raga! Mirko si sta divertendo!! >>

Si avvicina allo scivolo un gruppo di ragazzi che non conosco e Mirko scende dall’altra parte andandogli incontro, lasciandomi sopra da sola. Io mi sistemo bene da quella posizione scomoda.

<< Ehy, raga! >>

Li saluta stringendo la mano ad ognuno e dando una pacca sulla spalla.

<< Vedo che ti diverti! >>

<< Hai visto? >>

Non mi stanno molto simpatici questi ragazzi. Hanno un po’ l’aria di quelli che se ne fregano di tutto e di tutti e di quelli che si divertono con tutto. Non ce né neanche uno carino, tranne due o tre in un gruppo da una decina. Quello che parla sempre sembra un po’ il capo del gruppo, forse perché ha l’atteggiamento più da figo di tutti, ma è anche il più brutto! Sto a sentire cosa si dicono.

<< Ma Federica dove l’hai lasciata? >>

“Chi è Federica?”

Sbarro gli occhi

“Sarà mica… La ragazza di Mirko di cui mi ha parlato Marta?”

Mirko sta parlando a bassa voce e io non sento.

“Lo farà mica apposta? No, è una coincidenza!!”

<< Beh, allora ciao! >>

Sale le scale dello scivolo sorridendomi e mi bacia, ma io non reagisco.

<< S cusa se ci hanno interrotto quei deficienti! > >

Ma io non rispondo.

<< Che cazzo c’hai? >>

<< Chi è Federica? >>

Si mette a ridere.

<< E’ la mia ex!! >>

<< Non mi sembra che i tuoi amici la pensassero allo stesso modo! > >

<< Perché ci siamo lasciati da poco e non gliel’avevo ancora detto! Ma poi non devo mica dirgli tutto quello che mi succede! >>

Capisco di aver fatto una cazzata.

<< Scusa! Non sei arrabbiato con me, vero? >>

<< No, andiamo a cercare gli altri! >>

Scende dagli scalini e io lo seguo.

<< Allora che facciamo domani? >>

<< Domani non posso, mi dispiace! >>

<< Che fai? >>

<< Ho promesso ai miei amici di andare alle Calandre. >>

<< Dov’è ? >>

<< E’ a fine Ventimiglia, è una spiaggia dove si tocca per un bel po’, più o meno fino a quando noi abbiamo la boa. >>

“La boa…”

<< Ciao belli, vi stavamo venendo incontro! Oramai penso che la vostra seratina sia giunta al termine!! >>

Dice Alberto. Marta gli risponde.

<< Ma no Alby, possiamo stare ancora un po’! >>

<< Ma magari tutti insieme! >>

Così facciamo un altro giro tra tutta la gente. Marta mi viene incontro.

<< Allora, che succede? >>

<< Sapessi… >>

<< E’ andata bene? >>

<< Si… >>

Mi giro verso di lui e vedo che ride con gli amici. Mi viene un brutto presentimento. Mi sale il dubbio che potrebbe pigliarmi in giro con gli amici e quindi stesse ridendo di me. Non si accorge nessuno che sto guardando in quella direzione, eccetto Marta.

<< Allora che facciamo domani? >>

Chiede Alessandro e Mirko gli risponde.

<< Non lo so… >>

“Ma come Mirko? Mi avevi detto che andavate alle Calandre, perché menti?”

Poi si volta verso di me e vede che li sto guardando, mi sorride e si gira nuovamente.

<< Ma scusate, non avevamo detto di andare alle Calandre? >>

Chiede Mirko.

<< Cosa avevamo detto?? >>

<< Ma come, non vi ricordate? >>

<< Ah, si, è vero… >>

“Lo sapevo… Io mi faccio troppi problemi!!”

Guardo Marta che fa una brutta faccia.

“Non voglio crederci!!!!Lui… Lui è il mio ragazzo!! Mirko, grazie di essere entrato nella mia vita… Non mi sono mai sentita così. Però perchè non riesco a lasciarmi andare completamente? Perchè devo sempre pensare in negativo? Non posso per una volta lasciar perdere tutte le mie solite paturnie? Non posso per una volta spegnere semplicemente il cervello? E’ chiedere troppo? Evidentemente si… Mi odio per questo.”

Ringrazio tutti quelli k hanno continuato a leggere, scusandomi per il fatto se magari questi capitoli sono un po’ noiosi, ma devono ancora svolgersi e poi, se devo essere sincera, questa storia l’ho scritta in due anni e quindi i primi capitoli sono molto meno maturi di quelli che verranno dopo, anche il modo in cui sono scritti!! Ma dopotutto questo non è bello?? Cioè, sono maturata, il libro matura assieme alla crescita di Alessia. Perciò portate pazienza se magari è un po’ noioso!! ;-)) E vi prego, COMMENTATE!!! Anche critiche, non mi interessa, ma io ho bisogno dei vostri commenti!!

Grazie

Un Bacio

Somoody

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Capitolo 7
*** Il segreto di Marta ***


l'altro lato dell'amore

CAPITOLO 7

Mi risveglio nel mio letto morbido e penso al sogno che ho fatto. Io stavo già da tempo con Mirko e abbiamo fatto una brutta litigata perché lui se la spassava con più di una ragazza mentre stava con me e se ne fregava delle mie minacce di lasciarlo.
“Era solo un sogno…”.
Mi si alza la stessa brutta e forte agitazione dell’altra sera solo per aver pensato a lui.
“Vuol mica dire che io non voglio stare con lui? No, è impossibile!!! E’ semplicemente la mia inesperienza che non mi permette di reagire al modo giusto!”
Ma questo non mi rende più tranquilla purtroppo.
Mi infilo le ciabatte, mi stiracchio alzando le braccia e mi alzo in piedi sbadigliando. Vado in bagno e mi lavo la faccia. Poi sento il cellulare squillare.
<< Pronto? >>
<< Ciao Ale!! >>
<< Ciao Ali!! Mi è sembrato un’eternità non sentirti per tutto il pomeriggio e la sera!! Mi sei mancata!! >>
Lei annuisce.
<< In effetti è la prima volta che passiamo tutto il giorno staccate l’una dall’altra o senza sentirci!! >>
<< Ma che dici!!! Siamo state tutta la mattina insieme!!! >>
<< Davvero? Beh, è stato un pomeriggio lungo!! >>
Mi metto a ridere.
<< Già! >>
<< Ti sento mogia… Non è successo niente di bello ieri? >>
<< No, al contrario… >>
Mi ritornano in mente tutti i momenti belli passati con Mirko, ma al tempo stesso le mie agitazioni.
<< E allora? Non ne sei contenta? >>
<< Marta mi ha fatto conoscere un gruppo di ragazzi. >>
<< Carini? >>
Sorrido maliziosamente, pensando soprattutto a lui.
<< Molto, soprattutto un ragazzo, Mirko… >>
<< E allora? >>
<< Siamo andati a fare un bagno tutti insieme e quando eravamo al largo tutti sono andati via lasciandoci a me e Mirko da soli… >>
<< Wow!!! Che è successo? >>
<< Ci sto arrivando!! Comunque ci siamo beciati… >>
<< Evvai!!!!!! Ce l’hai fatta!! >>
Cerco di seguire il suo entusiasmo trovandomi insoddisfatta del risultato.
“Perchè non riesco ad essere contenta?”
<< Già!! >>
<< E poi? >>
<< Siamo usciti di nuovo la sera assieme ed è di nuovo successo… >>
<< Com’è? Bello? >>
<< Mirko è stupendo!! >>
<< Più di Eric? >>
Eric viaggia davanti ai miei occhi. Mi ero quasi dimenticata di lui. Scrollo la testa penando a quanto possa essere assurda un’affermazione contraria.
<< Va beh Ali, nessuno lo può superare, lui è il migliore!! >>
<< Comunque intendevo il bacio, non Mirko. >>
<< Ma non lo sai, scusa? >>
<< Si, lo so, ma volevo sapere come è stato per te! Ci trovi qualcosa di strano?? >>
<< No, no. E’ stato bellissimo!! >>
<< E’ vero che ti viene voglia di prendertelo e spogliarlo e non so che altro?? Almeno, a me viene una voglia… >>
Alice, dall’altra parte della cornetta, incomincia a fare una voce sognante. Mi rattristo un po’ perché purtroppo a me non sale tutta questa passione.
<< No… >>
<< Cosa vuol dire no? >>
<< Vuol dire che a me non viene voglia di spogliarlo come dici te… >>
<< Non ti sale una certa passione e sei felice e ti senti in paradiso quando stai con lui? >>
Provo a pensarci, ma non ricordo un’emozione del genere.
<< No, anzi… Mi sale una certa angoscia… >>
<< Ma sei sicura che ti piaccia? >>
<< Si!! E’ bellissimo!! >>
<< Non ti ho chiesto se lo trovi bello. Ti ho chiesto se ti piace. >>
Quest’affermazione mi fa riflettere. Non ci avevo pensato.
<< Io penso di si… >>
<< Pensi? >>
<< Si… >>
Mi viene un po’ da tremare.
<< Non mi sembra un si convinto. >>

<< Ma mi ha colpito subito, appena l’ho visto! >>
<< Magari sei rimasta delusa dal suo carattere… Com’è? >>
<< Non lo conosco ancora bene. >>
Invece di essere felice sono triste.
“Strano… E’ da tanto che aspettavo questo momento e adesso che ho ottenuto questo desiderio sono triste. Ma perché sono così complicata??”
<< E come siete rimasti? >>
<< A quanto pare stiamo insieme. >>
<< Devo esultare o devo rattristarmi per questo? >>
<< Marta dice che se la spassa con tutte e che c’ha pure una ragazza, che non è affidabile, ma lui dice che oramai è una sua ex e che non mi devo preoccupare… >>
<< Secondo me è gelosa. >>
Alice interviene subito con questa battuta abituata com’è a diffidare delle altre ragazze.
<< No, Marta non è gelosa. >>
<< Sarà, comunque sei una palla… Non ti sai mai accontentare!! >>
<< Non dirlo a me! >>
<< Cazzo, ti è capitata sta fortuna sfacciata di incontrare un figone e tu la butti via così? >>
<< Non è che se è figo può fare tutte le cazzate che vuole e mi basta questo, eh? >>
<< Certo!! >>
Lei ride, io non sono d’accordo.
<< Boh, vedremo come va! Oggi però non ci vediamo. >>
<< E va beh! Sarà per domani! >>
Mi rassicura, ma non riesce nel suo intento.
<< Ma io non ho il suo numero di cellulare! >>
<< Brava pirla! >>
<< Lo chiedo oggi a Marta! >>
<< Che idiota! >>
“In effetti… O forse no. C’è una spiegazione al fatto che non mi è passata per la mente l’idea di chiedergli il numero?”
<< Ci vediamo oggi alla solita ora. >>
<< Ok, dai, ciao! >>
<< Ciao! >>
<< E sii felice!! >>
Chiudo la chiamata.
“Felice, si, è una bella parola e da oggi sarò felice!!”

Mi risveglio tra le mie lenzuola.
“Una bella dormita è quello che ci voleva…”
Ieri ho dormito quell’ora che non mi ha fatto aver sonno per un bel po’. Per evitare di pensare ho fatto tutto il possibile, tra la tv e la play, fino a quando il mio fisico ha chiesto aiuto e io l’ho accontentato e sono andato a dormire.
Sono le mezzogiorno e un quarto. Eric mi sta guardando da lontano per vedere se mi sveglio.
<< Ah, ti ho visto!! Hai aperto l’occhio!! >>
Mi giro dall’altra parte maledicendolo.
<< Eric, ma perchè rompi sempre? >>
<< Così… >>
<< Bella motivazione… >>
Caccio la testa sotto il cuscino, ma neanche questo riesce a non farmi sentire quella sua voce stridulante.
<< Cosa hai fatto ieri pomeriggio? >>
<< Dormito… >>
<< Ma dormi sempre? >>
<< Ieri notte sono stato sveglio. >>
<< Tu sei tutto sballato!! >>
Sento la sua voce sconcertata.
<< Ma si può sapere che vuoi? >>
<< Ma non vuoi sapere come è andata ieri? >>
E’ l’ultima cosa che in realtà vorrei sapere.
<< Come è andata? >>
<< L’ho fatto! >>
<< Bravo… >>
<< Ma non sai dirmi altro? >>
<< Com’è stato? >>
Sbadiglio sempre ad occhi chiusi e mi risistemo bene sul cuscino.
<< Se me lo chiedi così non c’è gusto! >>
<< Eric non rompere il cazzo!! Sono assonnato!! >>
<< Uffa… Beh, comunque: è stupendo!! Poi avevi ragione… Carlotta è bravissima ed ha un corpo… Perfetto! E’ davvero bellissima. >>
<< Quindi l’hai fatto con Carlotta? >>
<< Certo! E con chi se no? >>
Mi guarda strano. Vorrei rispondergli:
“<< Tutti tranne Carlotta! >>
Ma cosa cambierebbe? E poi cosa me ne frega??”
<< Sono felice per te… >>
< < Sai che ultimamente sei strano? >>
Mi alzo dal letto e mi dirigo al bagno senza neanche degnarlo di uno sguardo.
<< Perchè non ti comporti più come prima? Il Robbie che conosco io si sarebbe interessato e avrebbe scherzato con me! >>
Lo guardo negli occhi e poi mi giro verso il lavandino e mi lavo la faccia.
<< Robbie, rispondimi!! >>
Mi asciugo la faccia e vado in cucina. Non gli rispondo semplicemente per il fatto che non so cosa rispondere.
“Perchè non mi comporto più come prima? E’ una bella domanda…”
<< Robbie!! >>
Mi giro verso di lui e con la voce alta e da incazzato gli rispondo, finalmente.
<< Perchè sono cambiato! Ok? Non lo so neanch’io se ti fa stare meglio, non lo so perchè sono diverso!! Non so niente!! E non riesco a capirlo neanche io, come pretendi di scoprirlo tu? Mi passerà, ma ora lasciami in pace!! >>
Lui rimane un attimo di sasso, poi riprende.
<< Come vuoi… Io mi preoccupo per te! >>
< >
Accendo il gas mettendoci sopra la caffettiera e mi preparo un bel caffè dividendolo con mio fratello. Stiamo tutti e due seduti al tavolo, ma in silenzio. Ognuno fa colazione per conto suo, pur nella stessa cucina e nello stesso tavolo. Guardandoci ogni tanto negli occhi, ma senza dirci niente. Finisco di bere dalla tazzina, la metto in lavastoviglie e mi dirigo in camera.
“Povero Eric… Mi dispiace se non posso risponderti, mi dispiace se ti tratto così, mi dispiace se non riesco a confidarmi con te, mi dispiace, sul serio, ma purtroppo non lo so neanche io… E devo scoprirlo.”

Suonano alla porta. Io, come al solito, sono sul divano a non fare niente, a rilassarmi e ad ascoltare la musica. Ma la solita rompi, come un orologio svizzero, deve sempre arrivare e chiamare nei momenti meno opportuni.
<< Ciao Ali… >>
<< Ciao Ale!! >>
Mi abbraccia. Rimango scioccata.
<< Sei felice immagino. >>
<< Si, tantissimo!! >>
<< Che succede? >>
La faccio entrare e chiudo la porta. Lei comincia a saltellare in camera mia.
<< Non lo so… E’ un periodo che sono stramegafelicissima!!!! Dimitri ti adoro!!!!! >>
La guardo invidiosa.
<< Wow… Non sapevo fosse capace di rendere così felice una persona quello sgorbietto!! >>
<< Ma smettila!!! Chissà com’è il tuo!! >>
Mi guarda con aria da superiore.
<< Il mio è stupendo! >>
<< Immagino… >>
<< Guardati! T’ha già fatto dimenticare Edo!! >>
All’improvviso il suo sguardo si rattrista, smette di saltellare e si siede sul divano.
<< Perché te l’ha fatto dimenticare, vero? >>
Si poggia il viso nelle mani e poi lo ritira fuori tristemente guardandomi.
<< No… Come faccio a dimenticarlo? Ha segnato tutti i miei 13 e 14 anni!! Non posso cancellarlo dalla mia mente da un giorno all’altro per colpa di uno sgorbietto!! >>
<< Sgorbietto? >>
<< Edo è Edo, cavoli! >>
<< Quindi se Edo te lo venisse a chiedere mentre tu stai con Dimitri… Lo lasceresti? >>
Fa finta di pensare.
<< A dire il vero… Subito! Senza neanche pensarci due volte!! Se Edo venisse a chiedermelo…. Non me ne può fregar di meno di Dimitri! >>
<< Ma poverino! >>
<< Dai, ma che domande! E tu? L’hai già dimenticato Eric? >>
All’improvviso si spegne anche il mio di sguardo e mi siedo a fianco di Alice.
<< Non dimenticherò mai la meraviglia della natura!! Alice, Eric per me… E’ la perfezione in persona! >>
<< E se te lo chiedesse? Mirko? >>
<< E chi se ne frega di Mirko! >>
<< Allora vedi? >>
<< Ma che domande stupide che faccio a volte!! >>
<< Sempre! >>
<< No, non sempre! >>
Mi mette una mano sulla spalla e mi guarda con una faccia scherzosa e muovendo la testa su e giù.
<< Sempre, sempre… Fidati! >>
Faccio l’offesa e mi giro dall’altra parte. Poi però decido di cambiare discorso. Questo rende tristi tutti e due.
<< Come è andata la giornata di ieri? >>
<< Non c’era Robbie al mare, non so perchè, mentre noi cosa vuoi che sia successo? Assolutamente niente! Io e Dimitri siamo stati assieme tutto il tempo e quella ignorante di un Carolina è stata tutto il tempo con quel meraviglioso esemplare di ragazzo… >>
<< Ovvero? >>
<< Edo! >>
Sorrido dicendomi che era inutile chiederlo.
<< Logico… E per oggi come siete d’accordo? >>
<< Spiaggia, solita ora e sera non lo so perché a me non interessa! >>
<< E quale sarebbe la solita ora? >>
<< Veramente… >>
Guarda l’orologio e poi mi rivolge lo sguardo con aria preoccupata.
<< 10 minuti fa… >>
<< Dirmelo prima no? >>
<< Non ci ho pensato… >>
Stiamo due secondi immobili, ci guardiamo negli occhi preoccupate e ci alziamo tutte e due di corsa, lei verso gli zaini e io verso l’armadio.
<< Muoviti! >>
Mi urla Alice.
<< Muoviti… E’ colpa tua se siamo in ritardo! >>
<< Mia? Sei tu che mi hai fatto quella stupida domanda! >>
Rimango spiazzata.
<< Stupida? Volevo informarmi su cosa ha fatto ieri la mia migliore amica! Ti sembra una domanda stupida?? >>
<< In questo caso si! >>
<< Muoviti, dai! >>
Mentre parlo entro nell’armadio e scelgo la gonnellina rosa con una maglia senza maniche bianca dove dietro le spalle rientrano in dentro con una scritta che dice ‘Motivi’. Prendo il mio costume, lo indosso e mi vesto. Preparo lo zaino, prendo Zorro e usciamo.
<< Mica c’è da portar fuori quel tuo stupido cane? >>
<< Certo Ali, cosa speravi! >>
<< Muoviti! >>
Usciamo, portiamo fuori il cane, lo riportiamo e andiamo alla spiaggia. Eccocela davanti. I ‘Tre Ponti’. Per un giorno non l’ho vista e mi è mancata.

Siamo al mare. Tutti sono andati a fare un bagno, ma io non ne ho voglia. Preferisco stare qui a prendere il sole. Dimitri resta fuori con me.
<< Ehy, Dimi… Perchè non vai a fare il bagno? >>
<< Devo aspettare Alice .>>
Penso un po’.
“Alice… Alice… Alice!!! L’amica di Sfig!!!”
<< Ci sarà mica anche Sfig? >>
<< E chi è Sfig? >>
“Non è un nome tanto diverso dalla personalità di quella ragazza, perchè tutti fanno sempre la stessa domanda?”
Rispondo con aria scontata.
<< Come chi è Sfig? L’unica sfigata che ci possa essere in questo gruppo!! >>
<< Alessia? >>
<< E chi se no? >>
<< Ma Ale non è una sfigata!! >>
Lo guardo cercando di farlo ragionare.
<< Ah, no? E allora perchè hai pensato subito a lei? >>
<< Perchè è l’unica che possa arrivare con Alice!! Dovresti conoscerla meglio… >>
<< Non ci tengo, grazie. >>
<< Ciao Dimitri!! >>
Si sente la voce di Alice in lontananza che sta correndo verso di lui.
<< Oh, finalmente! E’ da mezz’ora che ti aspetto!! >>
<< Scusami, ma Ale non si sbrigava! >>
<< Cosa?? >>
Sento la sua voce.
“Allora oggi c’è…”
Mi sento quasi felice, ma non è di certo per lei. Spontaneamente mi viene da girarmi in quella direzione. Ed eccola lì. Con i suoi lunghi capelli castani che risplendono con la luce del sole. Due gambe perfette fuoriescono da una graziosa gonnellina rosa a pieghe con sopra una maglia senza maniche tutta bianca, con alle spalle le spalline dello zaino, uno nero. I suoi occhi si girano verso i miei e mi guarda diversamente di come stava guardando Alice. Prima rideva ed era con occhi spalancati e tranquilli, ma quando si è girata verso di me ha smesso di sorridere lentamente e i suoi occhi mi guardavano più intensamente.
<< Ma guarda un po’ chi si rivede… Sfig!! Si stava così bene senza di te qui! >>
<< Ant! Che dispiacere vederti! >>
<< Vale la stessa cosa per me! Ora non rompere, devo riposare! >>
<< Nessuno ti ha chiamato! >>
Mi viene da sorridere.
<< Va beh, mentre voi litigate, io e Ali andiamo a fare il bagno! >>
Dimitri ci interrompe. Alessia si gira verso di loro e così guardo anch’io staccandomi per forza da quegli occhi che mi prendono tanto, senza motivo. Alice è già in costume mostrando così un corpo troppo magro e alto in un costume bianco a fiori rosa. I boccoli biondi le cadono sulle spalle con le ultime ciocche terminanti sul suo seno.
<< Non preoccupatevi, vi raggiungo anch’io! >>
Alessia si intromette. Li vedo allontanarsi a braccetto e noto lei incantata a guardarli andare via. Poi, cerco ancora di parlarle.
<< Uffi, ma sei ancora qui? >>
<< Se tu mi lasciassi sistemare invece di farmi litigare con te, a quest’ora sarei già là a farmi il bagno! >>
Mi guarda male, io non riesco a rivolgerle lo stesso sguardo.
<< Oh, allora ti lascio stare così ti levi presto dai piedi! >>
<< Grazie! >>
<< Mio dovere, per salvarmi!! >>
<< Ovvio! >>
“Che antipatica che è…”
Ma nonostante questo mi viene da sorridere solo a guardarla, ma sorridere in positivo ed è la cosa che mi da più fastidio di tutte. Poi la vedo spogliarsi. Togliersi la sua maglietta e la sua gonnellina e rimanere in costume lasciandosi nuda davanti a me. Per un attimo mi viene voglia di toglierle quel costume…
<< Cosa c’hai da guardare? >>
<< Cosa aspettavi ad andartene! Sei ancora qui? >>
La vedo fare una brutta faccia e girarsi dall’altra parte allontanandosi da me.
La continuo a seguire con lo sguardo e noto di essere attratto da quei cordini del costume che scendono lungo la sua schiena abbronzata terminanti quasi sulle mutande, dove si intravedono due bei buchi a fondo schiena e un culo stupendo. Mi giro dall’altra parte e mi lamento ad alta voce.
<< Povera Sfig… Non ha nessuna parte del corpo sulla quale puntare!! >>
Mi guardo in giro e dopo mi corico sull’asciugamano a pancia in su mettendomi le cuffie del lettore cd nelle orecchie con dentro un cd di M2O e chiudo gli occhi.
Mi sento in colpa perchè so di aver detto una grande mega cazzata.

Arrivo alla riva. Tutte che mi guardano male, tutte tranne Marta.
<< Ale!! Come stai? >>
<< Bene e tu? >>
<< Benissimo! L’hai più sentito Mirko? >>
Ritorna quel tono di tristezza.
<< Non ancora! A proposito… Mi devi dare il suo numero di cellulare! >>
<< Va bene! Ma aspetta che sia lui a farsi sentire! >>
<< Ok, però dammelo! >>
<< Certo! >>
Mi inserisco nel cerchio e incomincio a giocare a pallavolo anch’io. Quasi nessuno me la passa, così ne approfitto per buttarmi in acqua e andarmi a fare una nuotata. Quando ritorno gli altri sono a sbaciucchiarsi tra di loro oppure a fare il bagno e scherzare insieme. Io esco dall’acqua, vado a farmi una doccia e raggiungo gli asciugamani.
“Oh, no! C’è anche Robbie… Non ci avevo pensato.”
Sembra che stia dormendo. E’ a pancia in su con le cuffie della musica nelle orecchie e con i raggi del sole che gli picchiano sulla faccia. Così mi corico cercando di non fare rumore, di non svegliarlo. E penso di riuscirci. Mi metto in una posizione da dormire per rilassarmi anch’io, ma mi viene voglia di guardarlo. Non so il perché. Così mi giro verso di lui e mi alzo un attimo per ammirarlo posizionandomi sopra di lui, sorrido e dopo ritorno al mio asciugamano restando sempre girata verso di lui tenendo la testa sulla mia mano e penso.
“Dormendo sarebbe anche carino, se solo non fosse così stronzo…”
Lo guardo ancora per un po’ e dopo prendo nello zaino il mio lettore cd e me lo metto nelle orecchie con il cd ‘Unstable’ degli Adema. Alla fine mi metto a pancia in su anch’io per prendere il sole. Neanche pochi secondi e sento già il calore sulla faccia. E vorrei pensare a ieri, ma il pensiero di Robbie mi contrasta tutto.
“Mi ha rovinato la giornata!”
All’improvviso arriva ombra e attraverso gli occhi chiusi, non riesco a vedere il giallo della luce del sole. Così li apro e non riesco a capire… Mi ritrovo faccia a faccia con Robbie che si mette a ridere.
<< Non riesco a capire come tu ti diverta a guardarmi mentre dormo Sfig… Così stavo cercando di capire anch’io cosa si provava, ma mi viene voglia di ritrarmi subito da quella tua brutta faccia, quindi, la domanda mi sorge spontanea… Mica ti piaccio, mi devo preoccupare? >>
“Che figura di merda!! Era sveglio sto stronzo!!”
Lo spingo via e mi metto seduta.
<< Assolutamente no!! Ma ti sei visto? >>
<< Certo, mi vedo tutti i giorni allo specchio e non mi stupirei se ti piacessi, sono talmente figo! >>
Mi metto a ridere.
<< Tu? Figo? Forse hai sbagliato e invece di guardare lo specchio guardavi una foto di tuo fratello!! >>
“Oddio!! Cosa ho detto?”
Si gira di scatto verso di me e sorride con quella faccia da presa per il culo.
<< Ti piace mio fratello? Eric? Glielo devo subito andare a dire!! >>
<< No, aspetta un attimo! >>
<< Non ci penso nemmeno!! EEEEEERIIIIIIIIIIIIIIC!! >>
Lui incomincia a correre verso il mare e io vado al bar a prendermi una granita, per non vedere tutta la scena da presa per il culo. Ma è più forte di me. Dalla finestra guardo in quella direzione e lui e Eric sono lì a ridere.

<< Eric, lo sai che piaci a Sfig? >>
<< Sfig? Ah, Ale… E allora? >>
<< Volevo dirtelo perchè lei si incazza se te lo dico! >>
Mi giro verso di lei, ma non c’è più agli asciugamani. La cerco in giro e la trovo a spiare dalla finestra del bar, così mi metto a ridere e la indico a Eric contagiandolo.
<< Cazzo, Robbie… Mi dispiace… >>
Lo guardo serio.
<< E di cosa? >>
Lui sorride.
<< Lo so che volevi piacere tu ad Ale, mi dispiace… >>
Ecco che l’ira cerca di salire.
<< Tu sei tutto fuori!! Non mi interessa minimamente!! >>
<< Ah, si? E allora come mai è l’unica ragazza di cui mi hai parlato da quando sei, come dici tu, cambiato? >>
Lo guardo ad occhi spalancati.
<< E’ solo un caso… Mi sembra che te ne sto parlando male, no? >>
<< Il fatto è che me ne parli sempre! >>
<< Che cazzo dici!! Non è vero… >>
<< Però non puoi negare che ci pensi sempre!! Dì la verità! >>
<< Tu sei tutto andato! >>
Rido meno di prima, perchè ha ragione. Purtroppo ci penso quasi sempre. E’ sempre nei miei pensieri.
“Ma perchè?”
Mi sento tirare da un braccio e vengo girato da Sfig che quasi mi assale e mi urla addosso.
<< Io ti detesto Robbie, Eric, si, mi piaci, e allora? C’è qualcosa di male? E tu Robbie, sei un grande stronzo, io non so neanche che diavolo ti ho fatto e tu mi tratti così da schifo. Io ti odio! >>
La guardo stralunato. E’ sempre stata abbastanza timida nelle risposte. Non l’ho mai vista così incazzata e sa anche essere determinata. Si siede sull’asciugamano tenendosi con le braccia le gambe e si gira verso il mare, incredula anche lei, penso, di avere fatto una grande stronzata. Io e Eric ci guardiamo male. Lui va verso di lei e ci si inginocchia vicino.
<< Dai Ale… Non esagerare, mio fratello non è così odioso se lo conoscessi meglio… >>
Lui mette la mano sulla sua spalla e a me viene voglia di fare lo stronzo della situazione anche perchè mi vengono i nervi quando una persona si altera così facilmente.
<< Ma dai Eric!!! Cosa stai facendo!! Come fai a parlare così bene a Sfig!! Su, non ti riconosco più!! Lei… E’… Sfig!!! >>
<< Robbie, ma smettila di fare il coglione! >>
Vengo azzittito da mio fratello senza neanche degnarmi di uno sguardo ed Alessia parla come se io non avessi mai detto niente.
<< Ma, Eric, me lo spieghi come faccio a conoscerlo meglio se lui è così scemo? >>
<< Ma senti chi parla!! Vuoi metterti in competizione Sfig? >>
Si alza e mi si piazza davanti.
“Mi fa quasi ridere…”
<< Hai qualche problema? >>
<< Pensavo l’avessi notato! Sei tu il mio problema! Perchè non te ne vai? Nessuno qui ti vuole! >>
La guardo deciso.
“Almeno i miei problemi sarebbero risolti.”
<< Non te la darò vinta! >>
<< Robbie, io la voglio qui! >>
Mi giro verso Eric che mi sveglia dalla concentrazione che ci metto nel litigare con Sfig e lei guarda prima lui e poi me con aria soddisfatta.
<< Non dirai sul serio, spero! >>
<< Eccome! Robbie, non so che ti stia succedendo ultimamente, ma non vai bene così! >>
La guardo e mi rivolgo verso mio fratello meno deciso della grinta che ci metto nel litigare con Alessia.
<< Non lo so come mai, mi fa innervosire e basta! >>
<< Robbie… Lei ti piace!! >>
Spalanco gli occhi.
<< Cosa??? Ancora? Oh, ma che schifo!! Come ti fanno a venire in mente certe cose!!! >>
<< Mah… Non lo so, sai? Sei stranissimo!! >>
La decisione ritorna nei miei occhi.
<< Sbagli!! >>
Decido di abbandonare quella stupida lite con quella stupida ragazza e mi corico in silenzio sul mio asciugamano. Dopo un po’ lei fa lo stesso.
<< Va beh! Ora che siete più tranquilli vi lascio, mi stanno aspettando. >>
Eric se ne va e il silenzio ritorna in quel pezzo di sabbia. Solo le parole dell’altra gente si sente. Ma è come se fosse silenzio, fino a quando penso di nuovo a lei.
“Ce l’ho vicino e ci devo pure pensare? ...”

Non penso a niente. Ora risento la tranquillità, risento il suono del mare, il calore del sole, la morbidezza della sabbia.
<< Ce l’hai il ragazzo? >>
“Robbie che mi fa una domanda del genere? E con un tono normalissimo??”
<< Si! >>
Rispondo decisa e soddisfatta della mia risposta. Lui si mette seduto.
<< Ah, ah, ah!! E chi è questo sfigato? >>
“Lo sapevo… Era impossibile che fosse una domanda normalissima!!”
Mi sistemo seduta anch’io.
<< Non è assolutamente uno sfigato, al contrario di te! >>
Gira gli occhi.
<< Uffa!! Io non sono uno sfigato, lo sei tu! E come si chiama? Di dov’è? >>
<< Ma cosa te ne frega? Cos’è? Sei geloso? >>
Mi metto a ridere pensando al riferimento di prima di Eric.
<< Non ti ci mettere anche tu, per favore!! Mi preoccupo veramente ora!! Per chi mi hai preso!! Volevo solo testare se eri pronta alle mie domande da capire se ce l’avevi veramente!! Ma, a quanto pare, rimani ancora una sfigata! >>
<< Si chiama Mirko ed è di Bordighera! >>
<< Io ne conosco un po’ di ragazzi di Bordighera… E’ mica Mirko Certini? >>
Mi accorgo di non sapere neanche il suo cognome.
<< Veramente… >>
<< Si, è lui. >>
Sento la voce di Marta dietro di me.
“Grazie per avermi salvato!!”
<< Ecco! >>
Mi giro verso di lei e le faccio un sorrisino che dice “Grazie” e si sistema sul suo asciugamano.
<< Lui? Si, sei ancora una sfigata! >>
<< E perché? >>
Sorride guardandomi come una persona guarda un’altra per dire che è senza speranze.
<< Tu credi veramente di fare una storia con lui? >>
<< Si! Perchè continuate a dirmi così?! >>
Diventa serio.
<< Perché lui non vuole fare storie, lui è uno così! Uno che usa e getta, ma cosa credi? Ma è possibile che non sai riconoscere le persone? Si vede lontano un miglio! Guarda, rimarrai comunque una sfigata, sempre e comunque! Quand’è che diventerai una di noi, non lo so… Tu sei fuori dal gruppo, non ne sei degna, sei una sfigata! >>
Mi viene il magone, come al solito. Non sono mai capace ad incassare le critiche senza poi dover farmi venire il nodo alla gola.
“Quanto mi odio!! E odio pure Robbie.”
La voce incomincia a tremare.
<< Io non ti capisco… A volte mi chiedo se tu abbia dei sentimenti. A me pare proprio di no… Hai proprio ragione. Sono una sfigata, perché tutte le volte che mi succede qualcosa di bello, se mi succede, mi devono capitare altre 10.000 cose brutte, che mi fanno stare sempre male, e quindi non riesco mai ad essere felice, poi se ti ci metti anche tu, io sono proprio a posto! Quando sto con te non riesci a far altro che farmi stare sempre male, non ti sopporto! Quindi ora vedi? Hai vinto! Sono una sfigata e non sono degna di stare nel vostro gruppo, anzi, se vuoi saperlo, neanche volevo entrarci per paura di incontrare delle persone come te che si vantano di tutto e si credono i più fighi, ma ho dovuto farlo e devo continuare a farlo, per Alice che è la mia migliore amica, 1) perché non voleva stare da sola in questo gruppo di merda, 2) per uscire la sera, ora ci sei? Spero che tu ti sia divertito abbastanza! >>
Silenzio.

Mi viene tristezza.
“Perchè ho reagito così?”
Lei si corica sull’asciugamano e Marta incomincia a parlare.
<< Lui non voleva ferirti, è solo… >>
La interrompo cercando di rimediare.
<< Ha ragione Marta, Sfig… Forse ho esagerato un po’, ma solo un pochino, forse… Ma io lo conosco quello lì e lo conosce benissimo anche Marta. Ma veramente bene… Vero Marta? Diglielo! >>
Alessia si rimette seduta e guarda Marta con una faccia incredula.
<< Che cosa vuole dire? >>
Lei le risponde guardando altrove.
<< Che io e Mirko siamo stati insieme, se così si può dire… >>
Subito Alessia rimane pietrificata, poi reagisce.
<< Cosa??? E non mi hai detto niente? >>
<< No… >>
<< E perché? >>
<< Perché sinceramente volevo dimenticare, non mi sembrava così un particolare da dire, dato che mi avrebbe fatto riaffondare nei ricordi… Ma ora… Eccoci qui, non sono riuscita ad evitarlo… >>
Lo sguardo di Alessia è triste, ma anche arrabbiato.
<< Me ne avresti dovuto parlare prima… >>
<< Hai ragione, scusami… Comunque ora ti racconto. >>
<< Ti ascolto. >>
<< Poi però non dirmi che ti dicevo così per farti stare male, eh Sfig? >>
<< No Ant… Tu lo fai sempre, sia con l’argomento di Mirko che senza. Vai Marta. >>
Rimango male alla battuta, decido di risponderle, ma mi rendo conto che questa situazione l’ho creata io e rimango zitto.
<< Ok… Allora… La prima volta che l’ho visto è stata due estati fa… Stavo andando da mio nonno, come al solito, poi ho visto questo gruppetto di ragazzi che scherzava guardandomi e rideva. Poi Mirko ha detto qualcosa ai suoi amici ed è venuto verso la mia direzione, al tempo non guardavo i particolari, vedevo solo un ragazzo fighissimo che si avvicinava verso di me… E sai cosa mi ha detto? “Wow, che bella ragazza… Te l’ha mai detto qualcuno che sei davvero bella? Mi piacerebbe vederti qualche volta…” Io sorridevo come un idiota. “Allora? Facciamo sta sera?” Ha detto così a grandi linee e io cosa potevo rispondergli? “Certo!” Non l’avessi mai detto... Da quella sera, il mio primo becio… Siamo stati insieme per un mese e mezzo, ma io mi ero già così innamorata di lui, non riuscivo a farne a meno! Sai com’è finita? Lui è venuto da me e mi ha detto: “Senti, mi dispiace, ma non mi attiri più… E poi non sai quante me ne sono fatte quando stavo con te, quindi è meglio che la finiamo qua, ok?” Da scema non ho avuto il coraggio di tirargli una sberla in faccia, ma ho girato i tacchi e me ne sono andata, con le lacrime che mi scendevano giù per le guance. La sua frase me la ricorderò sempre, come la sua espressione mentre la diceva… Divertita!! Sono stati mesi da incubo quelli dopo e, grazie a lui, ora non riesco mai a lasciarmi andare totalmente con un ragazzo, neanche con Luca che ci sto da mesi! Ora capisci perché sono così rigida sul fatto che non voglio che tu lo frequenti? Non voglio che tu passi quello che ho passato io! Credimi, non è una bella persona! >>
<< E perché ora ne sei di nuovo amica? >>
<< Amica è una parola grossa… Io sono amica del suo gruppo, non è colpa mia se lui è lì dentro, faccio solo l’indifferente! Li ho conosciuti man mano che andavo da mio nonno anche perché Mirko è raro che ci sia, è per questo che ti ho portato, per farti conoscere gli altri, non Mirko, non pensavo che lui ci fosse! Ma anche tu… Proprio lui dovevi andarti a pescare? >>
Alessia abbassa lo sguardo e ricomincia a parlare.
<< Ma, in due anni, non può essere cambiato? >>
“Ma si può?? Non ha ancora cambiato idea dopo quello che le ha raccontato Marta?”
<< Tu ti fa troppe illusioni Sfig! >>
<< Sta zitto Ant! >>
Marta riprende a parlare.
<< Certo! Può essere cambiato… Ma io sapevo che stava con una tipa, Federica, e uno dei suoi sintomi è che aveva sempre tanti impegni… >>
<< Ti dico quello che ti ho detto ieri sera. Fammi provare. Lo so, sono una stupida, non è che non ti credo… E’ solo che mi piace troppo e… Voglio provarci insomma! >>
Marta le sorride.
<< Ti capisco… Volevi il suo numero? >>
Io guardo tutto ciò allibito.
<< Certo che voi ragazze siete proprio strane… Avete una risposta davanti al naso che è anche ovvia, e voi ci girate attorno facendo finta di non vederla a rischio di farvi del male? Via… Ragazze… Sfig non mi sembra una ragazza… >>
<< E che ti sembro? >>
<< Un mostro! >>
Io scoppio a ridere, ma nessuna delle due fa lo stesso. Si aggiunge Marta
<< Piantala Robbie! E comunque devi ancora conoscerle meglio le ragazze… >>
<< Ma io dopotutto lo capisco Mirko… E’ molto più divertente beciarsene tante e divertirsi, ma quello che non capisco è… Perché fare storie e ferire così i loro sentimenti?? Quella è proprio bastardaggine!! >>
Nessuna bada a me.
<< Allora, prendi nota Ale. >>
Prende il cellulare dalla tasca dello zaino e digita tutti i numeri che le vengono dettati. Io continuo a guardarla. Muove le sue dita su quella piccola tastierina del cellulare, un sony ericson, e i capelli le scendono sul viso privandomi di ammirare i suoi occhi. Poi con la mano libera, si mette dietro l’orecchio quei capelli che le scendono davanti e io posso vederla, nella sua naturalezza, l’ammiro senza il desiderio di litigarci, senza vederla arrabbiata. Non l’ho mai vista normale o triste o scherzare con gli amici. E scopro anche che mi piace guardarla… E mi dispiace che una come lei sia capitata tra le mani di un deficiente come quello. Si vede che è una ragazza fragile e sono triste nel fatto che lei possa soffrire. Sono tutti movimenti e pensieri che capitano nel giro di pochi secondi, ma nel guardarla mi sembra un rallenty.
Finito di digitare il numero mi guarda e continua a fissarmi.

Robbie mi sta guardando e io ricambio il suo sguardo, incantandomici.
<< Ehy, Sfig, mi preoccupi… Smettila di guardarmi! >>
Mi scrollo dall’incantesimo, lo guardo ancora e poi mi preparo.
<< Dove vai? >>
<< Via, almeno sei più felice, ci vediamo domani. >>
<< Speriamo di no! >>
Robbie non l’ascolto.
<< Ale, ma che fai? Perché? >>
A Marta decido di rispondere, invece.
<< Veramente, voglio andare a casa… Ci vediamo domani. >>
<< Ma ti senti bene? >>
<< Benissimo, voglio solo andare a casa. >>
“Odio mentire…”
<< Certo Sfig, a me non la racconti, vuoi che ti porti a casa in braccio? Mi sembra che non ti riesca a reggere nemmeno! >>
<< No, grazie Ant, ci riesco benissimo, non ho bisogno del tuo ‘prezioso’ aiuto.. .>>
“Oggi sei la persona che più detesto al mondo.”
<< Come vuoi… >>
Mi metto lo zaino in spalle e mi giro verso Robbie. Mi fa il segno del ‘Vaffanculo’ col dito medio. Contraccambio. Poi vado alla ricerca di Alice.

La vedo allontanarsi da me, sempre più lontana e la seguo con lo sguardo, poi Marta mi interrompe.
<< Ehy, Robbie… Perchè la guardi? >>
Scrollo la testa e guardo Marta ridendo.
<< Io? Non la sto guardando!! >>
<< Come no, Robbie… Si vede lontano un miglio! >>
<< Voi tutti vedete veramente male… >>
“L’unico sei tu Robbie a vedere male…”
<< E allora che stavi guardando? >>
<< Ero incantato. Guardavo il vuoto! >>
<< E il vuoto si muove, caso strano, nelle direzioni dove si muove Ale? >>
Marta mi guarda con un sorriso stampato in viso e io contrattacco restando serio.
<< Si, è una coincidenza, un caso strano, anzi, ora che me lo hai fatto notare, mi corico e mi disincanto, contenta? >>
<< Sei tu che dovresti essere contento, non io. .>>
<< T ranquilla, contentissimo. >>

In mare ci sono altri, ma non lei. Vado a salutarli e loro neanche mi ascoltano.
“Non ne vale neanche la pena…”
Poi la vedo dagli scalini del bar, nell’angolo dove giocano a calcio.
Dimitri, Edoardo, Francesco, Samuele e Luca sono lì, mentre Alice è seduta sugli scalini insieme a Veronica e Carolina, ma lei non parla con loro. Sta fissando qualcuno. Probabilmente Dimitri, ma mi accorgo, avvicinandomi, che non sta guardando Dimitri, ma Edoardo. Mi viene da ridere.
Passo di lì.
<< Ehy raga, io vado! Ci vediamo domani! >>
Alice mi guarda
<< Che succede? >>
<< Niente, ho bisogno di andare a casa, tu rimani pure! >>
<< Certo! >>
<< E goditi lo spettacolo… >>
Poi le faccio l’occhiolino, guardo Edoardo, le sorrido e vado, alla ricerca di casa mia dove potermi sfogare.

Mi giro ancora verso Alessia. Sta salendo gli scalini, gli ultimi. Poi si ferma, si gira verso il mare, mi cerca e mi trova. Si blocca, si sofferma nel guardarmi e io nel fare altrettanto, ma poi mi giro veloce per non farmi vedere da Marta, ma è troppo tardi. Mi sta guardando con un sorrisino e rivolge lo sguardo anche lei con il sopracciglio alzato, poi scoppia a ridere.
<< Credimi… Coincidenza. >>
<< Certo, certo… Come no!! >>
Ride ancora con quella sua bella risata solare e io mi corico sull’asciugamano a pancia in giù a pensare.
“Ale… I suoi occhi… Il suo cordino del costume che scivola sulla sua schiena… Il suo corpo… Lei… Ale… Tutta Ale… Non a tratti… Interamente lei… La sua voce… Le sue parole… La sua espressione mentre è incazzata, quella mentre ride, e la mia preferita, quella al naturale… Dimentico quella mentre sta per piangere, la più tenera… Ale… Interamente te… Oddio! Mi sono innamorato… Ma perchè di lei? Cos’hai di diverso dalle altre? Cos’è di te che mi ha fatto innamorare? Ma sono innamorato? A volte hai bisogno di qualcuno che ti possa entrare dentro e vedere cosa provi e questa è una di quelle volte. Quando non sai neanche tu cosa provi. Sono innamorato? Bella domanda… E mi fa una rabbia non poterlo sapere. Come fai a capirlo? Ale… E tu mi pensi? Tu pensi a me? Tu sei innamorata di me? Non diciamo stronzate… Tu pensi a Mirko. Tu stai con lui… E non ti merita. Una ragazza così… Diversa dalle altre, speciale… Lui non ti merita.”
Poi mi viene un dubbio.
“E io? Io me la merito? Neanch’io… Sono troppo stronzo per lei… Ha bisogno di uno che la sappia apprezzare sul serio per com’è, che sia disposto a tutto pur di averla… Io non sono così, anche se mi fa uno strano effetto, come non ho mai sentito. Forse non posso saperlo se sono innamorato perchè non ho mai provato un sentimento tale, ma sto male quando non c’è. Voglio litigare con te, voglio parlarti, voglio guardarti, voglio sorriderti, ti voglio qui… Ti voglio, semplicemente… Ti voglio.”

Salgo gli ultimi scalini, poi mi giro ancora indietro per guardare cosa sto lasciando. Sposto lo sguardo verso il mare e nel mentre l’occhio mi cade nella direzione di Robbie, contro la mia volontà. E lui sta guardando verso me, ma appena mi vede rivolgergli lo sguardo si gira dall’altra parte. Mi sale la stessa paurosa agitazione di sempre. Ma non come quella che ho quando sto con Mirko, ma diversa, migliore.
“Ahhhh, levatelo dalla testa Ale!! Quello è un idiota!!”.
Mi giro e mi incammino verso casa. Intanto penso.
“Sarà vero? Non sarà vero? Dovrò seguire i loro consigli o infischiarmene?”
Poi la mia mano si muove da sola. Prende il cellulare e scorre giù nella rubrica, giù… A…B…C…D… Tutte le lettere, fino alla M. Mamma, Marco, Margherita, Maria Chiara… Mirko. La mia mano si ferma. Faccio per cliccare ok, per chiamarlo, ma qualcosa mi ferma.
“Ale, hai sentito cosa ha detto Marta? Devo aspettare che si faccia sentire lui, è meglio.”
Arrivo al portone, apro e salgo le scale. Poi schiudo la mia porta di casa. Vado in camera mia e poso lo zaino. Metto nel mio stereo il cd degli Evanescence, ‘Fallen’, mi corico sul divano, poggio la testa sul cuscino e mi addormento con un pensiero fisso.
“Mi manca. E anche tanto…”

Ed eccomi qui con un nuovo capitolo!!

“Sarà vero? Non sarà vero? Dovrò seguire i loro consigli o infischiarmene?”
Bella domanda Ale!! Ma lo scoprirete nel prossimo capitolo!!
E Robbie riuscirà a capire che cosa gli sta capitando??

Grazieeee Avril1113!!! Spero ti piaccia anche questo!! J
E grazie a tutti queli che leggono la mia storia anche se non recensiscono!! Anche se magari per questa volta un eccezione potrebbero farmela!!! XD


Alla prossima!

Baci

Somoody

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Capitolo 8
*** Libera! ***



CAPITOLO 8

-

-

Un’altra mattina. Il 9 agosto. E’ passata circa una settimana da quel giorno in spiaggia e di Mirko ancora nessuna traccia.
Mi alzo dal letto, sempre meno speranzosa in una sua chiamata.
Vado in cucina e prendo nella mensola una tazza, poi dal frigo prendo il latte e ne verso un po’ in essa. Poso il latte in frigo, la tazza sul tavolo e prendo da un altro scomparto lo zucchero e ne metto tre cucchiai nella tazza. Lo rimetto a posto. Metto essa nel microonde per riscaldare il latte. 2 minuti. Tiro fuori.
“Bollente!!”
Lo appoggio di fretta sul tavolo, poi da uno sportello tiro fuori i miei cereali preferiti, quelli della Fitness. Quelli con i petali integrali e ricoperti di cioccolato.
“Buonissimi!!”.
Dopo aver fatto colazione vado in camera. Mi sale una certa tristezza addosso tanto che la mano mi fa lo stesso ciocco dell’altra volta, fino alla M… Ma sta volta non riesce a fermarsi.
“Oddio… Suona!!”
<< Pronto? >>
Sento la sua voce. Non riesco a emettere un suono e chiudo la chiamata. Comincio a camminare avanti e indietro preoccupata e agitata, ma neanche 1 minuto che il mio cellulare squilla. Su di esso appare il suo nome, quello che da una settimana mi fa stare male.
Rispondo.
<< Pronto? >>
<< Chi sei? >>
“Come chi sono??”
Il mio cuore si fa pesante.
<< Ciao Mirko… >>
<< Chi sei?? >>
<< E’ bello che tu ti ricorda di me! >>
<< Io non la minima idea di chi tu possa essere!! >>
Salgono le lacrime agli occhi.
<< Bello!! Mi fa piacere!! Neanche una minima idea? >>
<< Senti, mi stai facendo sprecare… >>
<< Sono Ale! Sempre che tu ti ricorda chi sono! >>
<< Ale… Come hai avuto il mio numero? >>
“Questo è deficiente?”
<< Beh, è facile. Basta chiedere agli amici! E tu come mai non hai il mio? >>
<< Non sapevo a chi chiederlo! Ti avrei voluto chiamare, ma proprio non sapevo come! >>
“Impara a inventare scuse migliori…”
<< Se ti interessava tanto potevi comunque chiederlo a qualcuno! Marta lo sapeva!! >>
<< Ma con Marta non ci parlo quasi per niente!! >>
<< Senti, non mi piace essere presa per il culo! Non ti interessava più di tanto! Il bello che mi avevano pure avvisato… Che idiota… >>
<< No, aspetta! >>
“Ho aspettato abbastanza…”
<< Ciao Mirko. >>
Chiudo la chiamata e poso il cellulare sulla scrivania.
“Ma che cosa ho fatto??”
Il mio cuore sta battendo a mille. Sembra che lotti per uscire dal mio petto.
Il cellulare risquilla, ma lo lascio fare.

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Un'altra noiosissima mattina. Noiosa perchè è lunghissima e non vedo l’ora che venga il pomeriggio.
Sono seduto alla mia scrivania ed Eric alla sua. Penso, penso e penso. Ogni giorno di questa settimana l’ho vissuto come un dubbio enorme. Dubbioso su ogni punto. A partire da Alessia.
Dopo un po’ mi accorgo che Eric è incantato nel guardarmi.
<< Che c’è? >>
Lui sospira e mi guarda intensamente negli occhi.
<< Tu sei innamorato… >>
Vengo preso in castagna.
“Ma come cacchio…??”
Cerco di difendermi.
<< Io non sono innamorato. >>
<< Sei sempre sovrappensiero… Sintomo di uno innamorato! >>
<< Mi spieghi che cazzo hai fatto per credere di sapere sempre cosa le persone provano? >>
Lui guarda altrove come per pensare.
<< Non lo so… Come se avessi un sesto senso!! Un momento… Vuol dire che ho ragione!! Sei innamorato!! >>
<< Cosa??? No!! >>
<< E di chi, di Ale? Si, di Ale… Lo so, lo so. E’ una bella ragazza, però… Non avevi detto che era antipatica? Ma che importa, sei innamorato, giusto? Non puoi comandare al cuore!! >>
Mi chiudo le orecchie con le mani.
<< Smettila!! Non sono innamorato, per di più di Ale!! E io al mio cuore so comandare stupendamente!! >>
<< Sei mio fratello!! Certe cose si sentono!! Lo so che sei innamorato e guarda che non è una brutta cosa, sai? >>
Cerco di fare la persona che sono, ma non so come mai, da un periodo a sta parte questa personalità sento che non si addice a me.
<< E’ da persone che non sanno essere forti e si lasciano abbattere dai sentimenti… >>
Mi interrompe con un tone di superiorità.
<< Succede a tutti, sai? Eppure non è che siamo tutti mollaccioni!! >>
<< Non a me. >>
<< Mi sembri un bambino… Eppure tu non sei un bambino, ti comporti così solamente perchè non vuoi ammetterlo. >>
Cerco di accontentarlo.
<< Hai ragione, mi potrò innamorare, ma un giorno, non adesso! E soprattutto non di Ale!! >>
In lui nasce un sorriso malizioso.
<< Non la chiamavi Sfig? >>
<< E’ uguale! Soprattutto non di Sfig!! >>
<< E perchè non proprio lei? Appunto perchè è diversa dalle altre! E’ l’unica che non cada ai tuoi piedi e che non è facile da conquistare! E se ti attirasse questo? >>
<< Ti consiglio da grande di fare lo psicologo… >>
<< Allora ho indovinato? >>
Mi alzo dalla sedia e mi allontano.
“Si, Eric, hai ragione, ma non voglio ammetterlo… Mi dispiace, ma non penso che riuscirò a confessartelo. Non riesco a crederci da solo! Figurati dirtelo!!”
Mi giro verso di lui e nel mentre che esco dalla stanza gli dico la frase di chiusura di questa discussione.
<< A volte gli psicologi possono anche sbagliare… No, non hai indovinato. >>
Chiudo la porta dietro di me e poggio le mie spalle contro. Dovrebbe farlo sul serio lo psicologo.
“Si, Eric, hai indovinato, è così difficile dirtelo?”

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Sono le due e trenta del pomeriggio. Il campanello suona. Vado ad aprire la porta.
<< Ciao Ali… >>
Apro al suo sorriso che mi prende alla sprovvista.
<< Ciao Ale!! Come stai? >>
Entra e sistema lo zaino sul divano di camera mia. Poi si siede anche lei. Io chiudo la porta ed entro chiudendo anche quella di questa stanza.
<< Allora? >>
<< Cosa allora? >>
<< Come stai? Mi sembri un po’ palliduccia… >>
Rivolgo il mio sguardo verso il pavimento.
<< Sta mattina ho sentito Mirko… >>
<< Davvero??? Ha avuto la faccia tosta di farsi ancora sentire? >>
Mi tocco la testa dietro per girovagare il discorso che fra un po’ la farà molto arrabbiare.
<< Veramente l’ho chiamato io… >>
<< Cosa??? >>
Lei spalanca gli occhi e mi guarda sgridandomi solo con quelli. Bastano.
<< Non ci resistevo più!! >>
<< Sei un idiota!! Dovevi aspettare che si facesse sentire lui! E come è andata? >>
“Malissimo…”
<< Praticamente non sapeva neanche chi fossi! >>
<< Ma dimmi te! Quello non ti merita proprio!! >>
<< Prima ho chiamato io, ma quando ho sentito che lui rispondeva ho tirato giù. Così dopo mi ha chiamata lui e io ho risposto e continuava a chiedermi chi ero e io continuavo a dirgli “Ma come non ti ricordi di me.” eccetera… Fino a che non gliel’ho detto e lui mi risposto che voleva chiamarmi, ma che non aveva il mio numero… Insomma, tutte cazzate! >>
Lei fa una faccia sconcertata.
<< Ma scusa, il numero non poteva chiederlo a Marta? >>
<< Ma, guarda, lascia perdere… E invece te, come va con Dimitri? >>
<< Mah… Non lo so… Sempre uguale, non mi piace più come prima. >>
Alice sbuffa.
<< E’ colpa di Edo. Ci stai sempre vicino, è logico che poi lo paragoni allo sgorbietto!! >>
<< Non so che fare… >>
Mi metto a ridere.
<< Ma cosa vuoi fare?? Ma goditi Dimitri e dimenticati sto Edo!! >>
<< Facile dirlo!! >>
Le rispondo come se la cosa fosse scontata e semplice.
<< Basta che non ci stai sempre vicino!! Io, per esempio, non sono sempre appiccicata a Eric!! Eppure lui mi piace un casino e riesco così a non pensarci spesso!! >>
Lei cambia espressione, come risvegliata da qualcosa.
<< A proposito… Come mai tu stai sempre con Robbie? >>
Vengo presa alla sprovvista e le guardo non capendo.
<< Io non sto sempre con Robbie!! >>
<< Eccome!! Andate sempre alla ricerca l’uno dell’altro! >>
“Davvero?...”
<< Ma che dici, non è vero! >>
<< Forse non te ne accorgi, ma è così!! >>
Mi metto a sorridere e cerco di mascherarmi.
<< Ma Ant è un idiota!! >>
<< Certo, certo… Dai, guarda che è figo! >>
“Eh già…”
<< Ma chi se ne frega!! E’ uno stronzo!! Non fa altro che farmi sempre innervosire! >>
<< Chi odia ama… >>
Alice fa un sospiro quasi sognando.
<< E’ un detto che non vale niente!! Sono due cose diversissime!! Come fai ad odiare se ami?? E poi certamente non è il caso tra me e Ant!! >>
<< Ti piace!! >>
Mi punta il dito contro e si mette a ridere.
<< Assolutamente no! >>
<< Non vuoi ammetterlo, ma dentro di te ti piace un casino!! >>
<< Sbagli!! Neanche nel più profondo!! PER-NIEN-TE!! >>
<< Certo… E secondo me tu piace anche a lui!! >>
Sorrido e la guardo strano.
<< Perché? >>
<< Vedi che ti interessa?? >>
“Perchè, mi interessa?”
<< Assolutamente no!! Voglio capire come ti possano venire in mente cose così assurde!! >>
Incomincia a parlare gesticolando.
<< Dal fatto che quando mi giro è sempre voltato verso di te. E dal modo in cui ti guarda!! >>
<< Di sicuro imprecherà contro di me!! E’ odio profondo!! >>
<< Va beh, dai, andiamo? >>
<< Ok. >>
Vado nella mia solita stanza degli armadi. Prendo i miei pinocchietto neri di jeans scuro e la mia canotta a righe bianche e rosa.

-

Siamo alla spiaggia. Robbie per una volta è in mare e non all’asciugamano.
“Finalmente!”.
Scendiamo le scalette e mi sistemo di fianco a tutte le altre salviette, naturalmente il più lontano possibile da quella di Robbie. Poi mi spoglio e vado a buttarmi in acqua senza badare ad Alice che è rimasta dagli asciugamani.

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Sono in mare che sguazzo nell’acqua. Scherzo con gli amici di cose stupide, ma nel mentre penso a quando arriverà. Quando eccola giungere col suo bel costume bianco dai bordini rosa che si butta in acqua quasi correndo. Niente la ferma, neanche il freddo dell’acqua.
Mi avvicino a lei.
<< Ciao Sfig!! >>
<< Ciao Ant!! >>
Cerco di essere il più naturale possibile.
<< Ti sei ripresa da ieri spero!! Continuavi ad essere triste per quella testa di cazzo!! Come, d'altronde, hai fatto tutti i giorni dalla scorsa settimana fino a ieri! >>
<< Come mai tutto questo interessamento? >>
Cerco la prima scusa che mi viene in mente.
<< Se no poi non ho nessuno con cui litigare!! >>
<< Capisco… Ti piace litigare con me? >>
“Mi piace tanto di te…”
<< Piuttosto di esserti amico, certo!! >>
Lei gira gli occhi al cielo, ma subito dopo le scappa un sorriso.
<< Vado a farmi una nuotata!! >>
<< E chi te lo vieta? Almeno ti levi anche da qui!! >>
<< Quello era il mio obbiettivo!! Non voglio sprecare altro tempo qui con te!! >>
Continuo a sorridere.
<< E allora mi spieghi perchè sei ancora qui? >>
<< Perchè sei tu che mi continui a parlare!! >>
<< Si… Ma sei ancora qui!! >>
<< Ma… >>
<< Sei ancora qui… >>
Fa l’incazzata e la vedo allontanarsi da me verso il largo nuotando a rana sott’acqua. L’ammiro in ogni suo movimento come sempre, ma Samuele interrompe il momento.
<< Ehy, Robbie, invece di incantarti a guardare Alessia, giochi con noi a palla? >>
<< Non mi sono incantato!! >>
Mi guarda di traverso non badando neanche alla mia risposta di negazione.
<< Allora? >>
<< Si, vengo… >>
Mi giro un’ultima volta verso di lei e la vedo fuoriuscire dall’acqua con tutti i capelli che le scendono sul collo e ributtarsi dentro lasciando le gambe in verticale e per ultime. Poi vado verso il cerchio che si è formato e la palla incomincia a palleggiare sulle braccia degli altri. Manco pochi passaggi ed Alessia è già qui, a riva. Sta uscendo, ma è girata verso di me. Così vedo che storce la sua espressione in una scherzosamente arrabbiata e mi mostra il suo dito medio. Così io le rispondo di conseguenza e poi mi metto a ridere contagiandola.
“Credo che sia la prima volta che rida insieme a me. Un passo avanti, no?”

-

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Vado a farmi la doccia e dopo mi avvicino agli asciugamani per sdraiarmi accorgendomi, però, che il mio è proprio vicino a quello di Eric e lui è lì coricato. Così mi sistemo anch’io.
<< Ciao Ale! >>
<< Ciao Eric! >>
Silenzio. Cerco la posizione più comoda possibile per coricarmi nel mentre che penso che quella compagnia è la migliopre che mi potesse capitare. Prima di un’altra parola passano cinque minuti.
<< Ma, Ale… Ti piace mio fratello? >>
Mi giro verso di lui preoccupata.
“No, mi piaci tu!”
<< Cosa? Ma perché pensate tutti così!! >>
<< Perché sembra così!! >>
“Non pensare così Eric… Altrimenti sarà più difficile raggiungerti!!”
<< Non è assolutamente così!! E’ un deficiente tuo fratello!! >>
<< Questo non esclude l’altro! >>
Detto questo mi fa l’occhiolino, ma io non ne voglio sapere.
<< Te lo assicuro!! >>
Metto una mano sul petto e l’altra la alzo con l’intento di giurare.
<< Sarà così… >>
“Che bello che è…”
Mi fa sempre perdere la testa solo guardarlo, perciò parlarci, per me, è come un sogno realizzato.
<< Io vado al bar, vieni anche tu? >>
<< Certo! >>
“E come potrei dirti di no, Eric?”.
Ci incamminiamo al bar e ci sediamo ad un tavolino.
<< Prendi qualcosa? >>
<< Una granita e tu? >>
<< Mmmm… Io un tost! >>
<< Ok! >>
Gli sorrido mostrando tutto il mio apprezzamento verso di lui.
<< Vado a prendere io, dimmi a che gusto la vuoi. >>
<< Anguria! La mia preferita! >>
Sorride.
<< Ok. >>
“Oltre ad essere un bel ragazzo è anche un tipo gentilissimo. Lo adoro!!”
<< Tieni che ti do i soldi! >>
<< Ma fammi il piacere!! >>
<< No, dai… Prendi! >>
<< Per un euro e cinquanta!! Che vuoi che sia?? >>
<< Insisto!! >>
<< Ok… >>
Gli do le monete sulla sua bellissima mano e intanto lo guardo andare al bancone.

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Mi stufo quasi subito di giocare a palla ed esco dall’acqua. Dopo essermi sciacquato con quella doccia estremamente fredda, mi dirigo agli asciugamani, ma su questi non c’è alcuna traccia di lei e adesso che ci penso neanche Eric era in mare e all’angolo non c’è. L’unico posto che mi rimane da controllare è il bar.
Mi avvio verso esso ed entro. Eccola lì, seduta a quella sedia dandomi la schiena, ammirando il filo del costume caderci sopra…
Sta guardando Eric indirizzarsi verso il bancone.
“Bastardo fratello!!”
Mi dirigo verso di lei e le parlo da dietro.
<>
Noto fare un saltino di spavento, io sorrido e mi siedo sulla sedia proprio davanti a lei.
<< Ant! >>
<< Sfig! >>
<< Che cosa orribilissima vederti! >>
“Per me tutt’altro…”
<< Non dirlo a me! Non pensavo che mio fratello fosse così masochista da portarti con lui al bar!! >>
<< Almeno non è come te!! >>
Non voglio che lei pensi che mio fratello sia migliore di me.
<< Ma non farti illusioni!! Lui è gentile con tutti!! >>
<< Già… A differenza di te!! >>
<< Io sono gentilissimo!! Solo non con te! >>
<< Immagino… >>
Lei rivolge lo sguardo altrove.
<< E’ vero!! Non ti fidi di me? >>
Le scuote la testa, indifferente.
<< Veramente no. >>
<< Grazie!! >>
<< Di niente!! >>
La voce di Eric interrompe la nostra discussione.
<< Oh, ma non vi posso lasciare soli due secondi che prendete subito a litigare? >>
Eric si siede a lato, nel mezzo fra lei e me e le passa la granita sorridendole. “Ti odio!! Fratello del cavolo!!”
<< Eric, ma come fai a portarla al bar con te?! >>
<< Io non la trovo antipatica come mi hai detto tu!! >>
Alessia mi guarda ridendo.
<< Ant! Hai detto che sono antipatica? Ma come ti permetti?? Sei tu l’Ant, non io!! >>
Con il suo viso stranamente raggiante nei miei confronti si rivolge a me.
“Che si voglia far vedere da mio fratello?”
Così, sorridendo, le rispondo.
<< E non solo che sei antipatica, ma molto di peggio!! >>
<< Si Ale!! Ha detto che sei una figa da paura!! >>
Io faccio finta di guardarlo schifata, ma anche stupito dal fatto che io a Eric non gli ho mai detto nulla del genere.
<< Bleah!! Ma Eric!! Una battuta più stronzata di questa non potevi proprio dirla!! >>
Eric continua per la sua strada.
<< E che vorrebbe stare con te, ma non sa come dirtelo… Lo intimidisci!! >>
Scrollo la testa.
“Ha ragione…”
<< Ok Eric, potevi… Hai superato te stesso con le stronzate!! >>
<< Wow Ant, pensi questo di me? >>
Mi giro verso di Alessia e non posso fare a meno di sorridere.
<< Manco morto!! Ma mai e poi mai dirò una cosa del genere!! >>
<< ERIIIC!! >>
Veniamo interrotti dall’urlo del cameriere al bar che chiama mio fratello per il tost pronto.
<< Mi chiamano!! E’ pronto il tost! Non litigate voi due!! >>
Si alza e girandosi parla a bassa voce con una frase che capiamo benissimo.
<< Mi sembra di parlare con dei bambini!! >>
Mi giro verso Alessia e lei mi guarda negli occhi, io i suoi.
<< Ci ha dato dei bambini? >>
Le chiedo io.
<< A quanto pare… >>
<< Forse si riferiva a te!! >>
<< A me sembrava al plurale. >
<< Ti sembrava male. Ma cosa sto facendo? Sto parlando con te? Ma sono scemo? >>
<< L’hai capita!! >>
Alzo il sopracciglio e la guardo.
<< Non era il caso di rispondere, io non sono scemo!! >>
La vedo ridere veramente da quando parla con me e mi fa innervosire perchè mi ha dato dello scemo, ma mi piace guardarla così.
<< Ma cosa ridi!! >>
<< Sei scemo!! >>
Eric, arrivato, ci interrompe.
<< Oh, io vado giù!! Vado dagli altri!> >
<< Eric, ti raggiungo anch’io! >>
Eric se ne va dal bar e io lo guardo allontanarsi. Poi mi giro verso di lei e rido, ma mi blocco quando vedo una figura dietro le sue spalle.
<>
Alessia parla senza rendersi conto del mio cambiamento.
Dietro di lei, sulla strada, c’è Mirko che è appena arrivato col motorino.
“Da quanto tempo che non lo vedo. Due anni. E me lo ricordo ancora.”
<< Ale, ma stai ancora con Mirko? >>
E’ la prima volta che faccio un discorso serio ad Ale. Ma questa è un emergenza.
<< Guarda che mi stai parlando! >>
<< No, seriamente! >>
Lei smette di sorridere.
<< No!! >>
Con la testa le indico di girarsi dietro.
Si sta togliendo il casco dal suo motorino facendone uscire dei capelli biondi un po’ ricci.
<< L’ho visto arrivare! >>
Lei si volta indietro.
<< Oh mio Dio… >>
Si rivolta verso di me.
<< Grazie per avermi avvisata. >>
Io cerco di calmarmi. Il solo vederlo mi fa salire la rabbia.
<< Ti ricordi che cazzo ti ha raccontato Marta, vero? >>
<< Si… >>
<< Ti ricordo che non lo senti da una settimana. >>
<< E tu come fai a saperlo? >>
Le rispondo da scontato.
<< Nel gruppo si sa tutto! >>
<< Quindi lo sanno anche quelle troiette… >>
<< Non ho detto tutti, ho detto tutto!! Che cazzo gliene frega a loro!! >>
Lei si gira indietro e scorgo Mirko guardarsi intorno e notarla con i suoi occhi azzurri ghiacciati e le fa segno di andare.
Alessia si rigira.
<< Non ci pensare nemmeno di andare! >>
<< Ma cosa, lo lascio lì? Almeno chiarisco!! >>
La guardo seriamente, duramente, forse troppo.
<< Certo che non capisci un cazzo!! Che cosa vuoi chiarire!! >>
<< Ehy Ale… >>
Quel deficiente, senza che me ne sia accorto, è giunto al tavolo e la sta guardando mettendole una mano sulla spalla, la sua spalla, che a lui non appartiene.
Lo guardo fulminandolo e m’innervosisco.
<< Che cazzo ci fai qui? >>
Lui mi guarda male.
<< E tu chi sei? >>
Rispondo soddisfatto e a testa alta.
<< Un amico di Ale… >>
<< E io sono il suo ragazzo, nessuno stava parlando con te. >>
A questo punto Alessia interrompe e incomincia anche lei ad avere una faccia incazzata che io conosco bene.
“Era ora Ale!! Fagli vedere chi sei a quello stronzo!!”
<< Il mio ragazzo? Adesso sono la tua ragazza? Sei un po’ strano sai? >>
A questo punto il mio commento è necessario.
<< Strano? Ale sei stata anche troppo gentile!! >>
Lui mi indica guardando Alessia.
<< Ma chi cazzo è questo? >>
<< Sentite, basta! Mirko vieni con me, Robbie, lascia stare per un secondo! >>
<< Come vuoi… >>
Si alza dalla sedia e si dirigono verso la strada. Io sto lì a guardarli. Voglio capire come va la situazione. Lei si rivolge a lui con un brutto tono, ma lui continua ad avere quel sorrisino da deficiente da presa per il culo. Vorrei andare lì e dirgli:
“Ma che cazzo hai da ridere?”
Ma non posso andarci, Alessia vuole risolversela da sola.
Mi dirigo verso di loro e mi metto sotto il muretto ad origliare.

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<< Che cosa sei venuto a fare qui? >>
<< Volevo chiederti scusa di persona. >>
<< E di cosa? >>
Lui non leva il suo sorriso dall’espressione.
<< Di non essermi fatto sentire per una settimana e di non averti riconosciuto al telefono! >>
<< E perché ti dovrei perdonare? >>
<< Perché mi piaci un casino e sono stato uno stupido, scusa. >>
Io lo fulmino con lo sguardo.
<< E secondo te basta questo? >>
<< Cosa devo fare? >>
<< Ma, non lo so… Te lo devo dire io? >>
<< Si! >>
Lo sguardo a sto punto si riempie di disprezzo.
<< Sai cosa mi dicono di te? >>
<< Cosa ti dicono? >>
<< Marta mi ha raccontato tutto e in più mi dicono che tu stai con una ragazza! >>
Lui si mette sulle difensive.
<< Innanzi tutto non è assolutamente vero che sto con un’altra ragazza, l’unica ragazza con cui sto sei te! E comunque sono cambiato da due anni fa!! Ero uno scemo di quattordici anni!!>>
Incrocio le braccia non staccando il mio sguardo dal suo, sfidandolo.
<< Non mi sembra che io sia la tua ragazza! >>
<< Certo che lo sei!! >>
<< Beh, lo hai dimostrato ben poco, e poi non mi sembra che siamo mai usciti insieme io e te. >>
<< Hai ragione scusami… Sono stato un idiota. Ti va di partire da zero? Domani ci vediamo. >>
Non riesco a dirgli un no secco e non so che fare, così abbasso la testa verso il terreno. Poi mi sento la sua mano che mi tocca il mento e me la tira su.
<< Mi dispiace, veramente… Mi piaci un casino! Come posso fartelo capire? Ti prego!! >>
“E adesso io come faccio a resistergli? Ma devo… Cioè… Lui se ne è sempre fregato, di tutto e io non posso credergli! Non posso essere così stupida.”
Poi il mio pensiero si sposta altrove.
“Robbie mi ha difeso?”
Sorrido.
<< Quel sorrisino è un si? >>
La sua immagine mi fa rispondere fieramente.
<< No Mirko, è un no… >>
La sua espressione sempre sicura di sé incomincia a svanire lentamente.
<< Stai scherzando? >>
<< No, è meglio che tu te ne vada e che non ti faccia più sentire! >>
<< Ma per un errore così stupido? >>
Rido ancora.
<< Lascia stare. Fidati. >>
Ora è lui quello ad avere l’espressione incazzata.
<< E sta cosa ti fa divertire? >>
Sorrido pensando di vendicarmi anche di Marta.
<< Abbastanza. >>
<< C’entra per caso quel deficiente che rompeva i coglioni? >>
<< E anche se fosse? >>

-

-

A questa affermazione mi blocco da dietro il muretto dal quale sto origliando.
“E anche se fosse?”
La sua frase mi risuona in testa come un tic di un orologio.
Non
“No, per niente.”
O
“Ma che cosa stai sparando!!”
Ma
“E anche se fosse?”
Mi ritorna il sorriso.

-

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Va verso il suo motorino e si infila il casco, poi sale e mette in moto e si riavvicina a me.
<< Tanto sei tu che ci rimetti. Se ci ripensi, sai dove trovarmi. >>
<< Contaci! >>
Lo vedo allontanarsi. Poi mi metto a ridere.
“Io? Sono stata io? Ma come diavolo ho fatto? Ho mollato Mirko?? Ecco in arrivo la nuova Ale!!”
E stranamente mi sento più sollevata.
“Molto strano…”

-

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La vedo girarsi verso il bar. A questo punto mi metto a correre e faccio il giro di sotto dalla spiaggia del bar per non farmi vedere da Alessia. Passo in mezzo all’angolo del calcio. Tutti mi guardano straniti, ma non ci faccio molto caso e penso a correre più che posso.

-

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Scendo giù dalle scalette e mi riinfilo nel bar. Robbie non c’è più.
“Cosa ci faccio a fare nel bar senza Robbie?... Ehhh? Cosa ho pensato? Ma mai!!! Piuttosto con Eric…”
Esco dal bar dalla parte dell’angolo da calcio e vedo Alice che sta giocando con Dimitri, Carolina ed Edoardo.
“Accidenti, ma Ali fa proprio schifo a giocare!!”
Così, divertita dalla scena, mi siedo sugli scalini a guardarla. Lei mi vede e mi saluta con la faccia divertita ed estasiata. Ecco il turno di Edoardo.
“Tira e… Canestro!”
Ora c’è quello di Alice.
“Tira e… Ops!”
La palla va addosso ad Edoardo.
<< Minchia Alice, hai un piede che è peggio d’una banana!! >>
Alice diventa tutta rossa. Dimitri se ne accorge e nota la sua espressione.
<< Ma non è vero! E’ stato un colpo di sfortuna!! >>
<< Ma se è da un ora che stai tirando palle da tutt’altra parte? >>
Alice non sa più cosa rispondere, sempre più rossa, e Dimitri se ne va verso il mare.
“Ahia Ali…”
Carolina, invece, se ne sta in silenzio mentre guarda Alice con aria di sfida.
<< E’ meglio che vada da Dimitri… >>
Edoardo, con un’espressione quasi come se si sentisse il colpevole, ma confuso dalla situazione, risponde con un semplice:
<< Ok. >>
Mi sento preoccupata per Alice.
“Ma è possibile che deve incasinarsi per quel nanerottolo??”

-

-

Ed ora mi ritrovo qui. Sopra gli scalini a guardarla seduta su uno di essi la partitina tra Edoardo, Carolina e Alice. Quest’ultima si allontana e io decido di dedicarmi totalmente ad Alessia.
Mi avvicino con un sorrisetto sulla faccia pensando che Mirko è uno stupido perchè non è di certo lei quella che ci rimette. E’ lui quello che ha sbagliato a farsi scappare una ragazza del genere.

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<< Ciao Sfig! >>
Mi nota e si apre anche lei in uno splendido sorriso.
“Che provi lo stesso nei miei confornti che io nei suoi?”
<< Oh, ciao Ant!
Ma una volta non mi chiamavi Ale? >>
<< E’ stato un raptus di idiozia!! >>
Mi sorride ancora e si siede a fianco a me, molto vicino.
<< Ah… Ma è normale! Tu sei sempre un idiota!! >>
Mi guarda male sorridendo.
<< Scusa, perché ti sei seduto vicino a me? >>
<< Vuoi che me ne vada? >>
<< Si.>>
Mi sfida, alzando un soppracciglio e squadrandomi.
Spalanco la bocca dalla sorpresa, ma rispondo subito cercando di rimediare.
<< Allora rimango! Non faccio mai quello che vuoi che io faccia. >>

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Lo guardo male, ma poi la mia espressione si trasforma in un bel e raggiante sorriso, non so come mai, ma non riesco più a fare l’incazzata con lui. E’ come se qualcosa fosse cambiato.
<< Come è andata poi con quello là? >>
<< Finita. >>
Lo dico con un tono di fierezza in quella frase e sono quasi felice di dirlo così convinta.
<< Cosa?? Ma era così un bravo ragazzo!! Guarda, certe volte sei proprio un idiota!! >>
Rido tirandogli una pacca sulla coscia.
<< Ma piantala, scemo! Piuttosto… Grazie per avermi difeso. Ma potevi evitartelo!! >>
<< Cosa credi? Era solo perché mi stava antipatico lui! >>
Mi metto a ridere capendo quanto sia difficile per lui scendere da quel piedistallo.
<< Ma, hai detto “E’ la mia amica”!! >>
Muove la testa in un:
“E’ rassegnata…”
<< L’ho detto solo per far innervosire lui!! Vedi? Io te lo dico sempre!!! Ti fai troppe illusioni!! >>
Gli do una spallata.
<< Ehy! E questo a cosa lo devo? >>
Alzo le spalle.
<< Ne avevo voglia… >>
<< Meglio che non lo faccio io, se no ti ritrovi per terra!! >>
<< Eh, adesso!! >>
<< Giuro!! >>
<< Basta, mi sono stufata!! Me ne vado!! >>
<< Ti sei stufata di parlare con me? >>
Rispondo più menefreghista in assoluto.
<< Anche… >>
Si mette a scherzare.
<< Nessuno si era mai stufato di parlare con me!! >>
<< Ohh, mi dispiace… C’è sempre una prima volta!! >>
<< Che bastarda!! >>
Rido.
<< Come sempre!! >>
<< Già… Ma come mai sei felice? >>
Rimango un attimo perplessa.
<< Perché non dovrei esserlo? >>
<< Mah, non lo so, sai… Quando io mi lascio con una ragazza dopo sono triste! >>
Scoppio a ridere, noncurante del discorso serio che per una volta riesco a sentire da lui.
<< Ma tu non hai mai avuto una ragazza!! Non hai mai fatto storie serie!! >>
<< E allora? Era un esempio! >>
Scrollo le spalle. Non so perchè, ma la cosa non mi tocca più.
<< Non lo so… Mi sento più sollevata e basta! Senza spiegazione. >>
<< Naturalmente per quello che ti ho detto io!! Ehhh, sono un dio in certe cose!! >>
Sorrido.
“Ci hai azzeccato…”
<< Non ci contare!! >>
Rimane un attimo in silenzio, poi comicnia a guardarmi di traverso.
<< Un’ora fa non te ne dovevi andare? >>
<< Quanto non ti sopporto quando fai così!! Va bene, ciao!! >>
Mi allontano e mi viene da sorridere.
“Forse non è così idiota…”

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La vedo allontanarsi da me sculettandomi davanti il suo bel culo. Poi mi metto a ridere.
“Lo so, sono bastardo. Ma ora lei è libera. Libera da quell’idiota!! Finalmente libera… Ed ora è mia!!”

Tadadadààààà!!! Ecco l’ottavo capitolo!!! Spero vi piaccia pure questoo!!

Robbie riuscirà a conquistare Ale ora che è libera? E Ale, soprattutto, ricambia i suoi sentimenti? Appuntamento al 9!! XD

Passando ai ringraziamenti:

avril1113: Grazie!! E già, anke se ha capito era ancora un po’ insicuro, in questo capitolo invece non sta già più dubitando!! ;-) bacioni, spero commenterai anche il prossimo capitolo!!

Cherasade: Grazieeee!! XD Mi hanno fatto molto piacere i tuoi complimenti!! Comunque spero di non averti fatto aspettaree tanto!! Ecco il capitolo 8!!! Spero commenterai anche questo!!XD Baci

Un ringraziamento particolare anke a Cherasade, Gingi_devishina, RoryVentimiglia_86920, Veronica 91 che mi hanno aggiunta tra i loro preferiti!!!

Un altro grazie a chi legge, ma non commenta!!

Però, miraccomando, commentateeeeeee!!

Un bacione

Somoody


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Capitolo 9
*** Litigi... d'amore? ***


CAPITOLO 9

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La guardo ancora sorridendo allontanarsi da me, quando Edoardo mi si siede vicino.
<< Ciao Robbie!! >>
<< Ciao Edo. >>
Lui comicnia a parlare maliziosamente.
<< Sai… Dovevi vedere i tuoi occhi mentre parlavi con Ale! >>
Spalanco gli occhi e lo guardo male.
<< Perchè? Com’erano i miei occhi? >>
<< Luccicavano!! >>
E’ come se mi stessi vergognando.
“Non voglio che questi deficienti sappiano qualcosa sui miei sentimenti, non voglio risultare un debole!!”
<< Probabilmente avevo qualche lacrima per aver solo parlato con lei!! >>
<< Di felicità? >>
Mi guarda sorridendo e io gli rispondo non facendo altrettanto.
<< Di odio profondo!!! >>
<< Ma se ti ci sei seduto tu vicino a lei!! >>
<< Non c’era altro posto!! >>
<< Ma se… >>
Lo azzittisco lamentandomi.
<< Edo!!! Basta!!! Non mi luccicavano gli occhi punto e basta, e ora lasciami andare! >>
Mi alzo dagli scalini e mi allontano, ma Luca mi viene incontro.
<< Ehy Robbie! Prendiamo il pedalò? Ce ne andiamo un po’ al largo lontano da tutti!! >>
L’idea mi piace, soprattutto perché in quel “tutti” c’è compreso anche Edoardo.
<< Si, ok! Dai, offro io!! >>
<< Cosa?? E da quando? >>
Sbuffo.
<< Approfittane mentre sei in tempo!! Oggi mi sento felice. >>
<< Ok!! >>
Vado agli asciugamani e sento Dimitri e Alice litigare.
“Non voglio finire così… A litigare davanti a tutti!!”
Prendo dal mio zaino il portafoglio e i sei euro per il pedalò e intanto vedo Alessia sdraiata a pancia in giù con la testa dall’altra parte sul suo asciugamano che si prende il sole. Io mi soffermo sul suo cordino del costume che scende lungo la sua schiena, come sempre preso, ma poi mi allontano, costringendomi.

-

-

Io sono qui a prendere il sole sugli asciugamani. Alice e Dimitri sono su altri due. Stanno litigando.
<< Senti, per favore, ti ho vista che stavi guardando Edo in quel modo!!! >>
<< Ma quale modo? >>
“Oggi è giornata di litigi!!”
<< Senti, hai capito benissimo! >>
<< No, non riesco a capire!! >>
<< Beh, ma allora sei scema!! >>
<< Io non sono scema, ma se tu non mi spieghi…!! >>
<< Ma cosa devo spiegare?! >>
<< Dimmi in che modo stavo guardando Edoardo!! >>
<< Si vede che ti piace, non pigliarmi per il culo, eri tutta rossa e imbarazzata. >>
<< Ti sbagli! >>
Dimitri non emette parola e si gira dall’altra parte.
<< No, adesso dove ti giri, dobbiamo chiarire! >>
<< Cosa dobbiamo chiarire? Ti piace Edo e basta! >>
<< Ma non è vero!! E poi non mi sembra che ci abbia fatto qualcosa con lui!! >>
<< Si, ma non mi va!! >>
<< Che ci posso fare!! Io sto con te, non con lui!! >>
Lui la guarda un attimo. Poi i suoi occhi si raddolciscono.
<< Forse sono stato un po’ troppo esagerato. >>
<< Eh, già!! >>
<< Va beh, scusa… Però non guardarlo più in quel modo!! >>
Alice sospira.
<< Ok! >>
Dice questo facendo il segno del ‘Te lo giuro’.
“E’ inutile che giuri Ali…”
Non mi va di sentire altri litigi per la giornata, così mi dirigo verso la spiaggia per farmi un altro bagno.

-

-

Vado dal bagnino, un uomo vecchio e grasso con il cappellino e la canotta rossa, dei pantaloncini bianchi e dei capelli ricci, lunghi e grigi che fuoriescono dal cappello. Il mio amico bagnino non c’è oggi.
<< Scusi, potrei avere il pedalò per un’ora? >>
<< Si! Sono sei euro! >>
Gli cedo le mie monete sulla sua mano rugosa e si avvia al pedalò. Io mi dirigo sulla riva nell’acqua fredda e vado incontro a Eric.
<< Ehy, Eric… Vuoi salire sul pedalò? >>
<< Si, porto anche Carlotta, però!! >>
<< Ok. >>
Poi incomincio a chiamare. C’è spazio solo più per una persona.

-

-

<< Allora, chi altro vuole salire? >>
Noto Robbie guardare nella mia direzione facendo un mezzo sorriso alludendo a qualcosa che non capisco.
<< Sfig! Non di certo tu! >>
<< Non ti preoccupare, non voglio salire se ci sei tu sopra! >>
<< Ma guarda che c’è anche Eric! >>
Facendomi segno con gli occhi di salire. Io cambio totalmente opinione, anche se prima non era sincera.
<< Beh, magari ci faccio un pensierino… >>
<< Allora sali! >>
Lo guardo di traverso e sorrido.
<< Ma avevi detto che non mi volevi su!! >>
<< Ma almeno se fai qualcosa con mio fratello ti scrollo un po’ di dosso!! >>
Non la trovo tanto divertente e così faccio un semplice sorrisino.
<< Però tu stai il più lontano possibile da me! >>
<< Non ti preoccupare, quello era già scontato!! Allora, saliamo? >>
Si incamminano verso il pedalò e ci salgono Eric, Carlotta, Luca, Marta, io ed infine Robbie e ci allontaniamo verso il largo con lui e Luca che pedalano.
L’aria ci picchia addosso teneramente e l’odore del mare è sempre più intenso. Stare qui sopra è una meraviglia, soprattutto per la cullata delle onde che l’acqua ci dona.
“Adoro il mare…”
Lo guardo mentre andiamo, per ammirarlo in ogni sua mossa, ma ad un certo punto mi viene voglia di guardare Robbie, senza motivo. Lui si gira e mi vede. Subito dopo mi fa il segno con la mano di “Che cosa vuoi?” e si mette a ridere.
“Ha pure un bel sorriso… Ma che cosa faccio?? Un elogio a Robbie?? Stiamo toccando il fondo…”
Arriviamo abbastanza al largo da smettere di pedalare. Carlotta si butta per prima seguita da Eric e da Luca.
<< Non combinate niente voi due qui sopra da soli! >>
Marta ci fa l’occhiolino e alla fine si butta anche lei. Robbie comincia a parlare.
<< E che cosa dovremmo combinare io e te qua sopra? >>
<< Sicuramente si riferiva ad una rissa!! >>
<< Probabile. >>
Ridiamo insieme e mi giro verso il mare vedendo Carlotta che si sta beciando Eric.
<< Mi dispiace, ma non puoi competere con lei, guarda che figa!! E poi non sai come becia… >>
Sospira e io lo guardo schifata.
<< E perchè ti dovrebbe dispiacere? >>
<< Beh, perché se tu ti mettessi con mio fratello, metti caso, almeno ti leverei dai piedi e la smetteresti di andarmi dietro e di continuarmi a guardare!!>>
Vengo presa alla sorpresa e mi metto a urlare.
<< Cosa?? Io non ti vado dietro!! >>
<< Però mi continui a guardare! >>
<< Non è assolutamente vero! >>
<< Ma se ti vedo!! >>
<< Allora anche tu mi continui a guardare!! Ti becco sempre quando mi giro! >>
Lui toglie il sorriso dal suo viso.
<< Beh, sei cieca! >>
La nostra discussione prende una presa diversa, vera.
<< Come te! >>
<< Io non sono cieco!! >>
<< Oh, si invece! >>
<< Comunque non è vero, io non ti guardo!! Probabilmente è perché sei nella direzione di qualcosa che mi interessa sul serio!>>
<< Immagino… >>
Giro gli occhi e continuo a guardare il mare.
<< Se non la smetti ti butto in acqua!! >>
<< Non ne avresti il coraggio!! >>
Lui mi guardo ridendo e mi accorgo sempre di più di quanto sia bello.
“Forse si vede un po’ che lui ed Eric sono fratelli, ma solo un pochino...”
<< E questo chi te lo dice? >>
<< Lo so. >>
<< Ci scommetti? >>
<< Ma smettila!! >>
Si alza dalla sua posizione e mi viene incontro. Io cerco un punto dove trattenermi al pedalò, ma non c’è. Così, con la forza mi tira su e io mi metto a urlare e a ridere con lui.
<< Smettila!! No, non farlo!! >>
Cerca di spingermi fuori, ma io mi tengo a lui mettendogli le braccia intorno al collo e lo porto giù con me. Cadiamo in acqua e quando riemergiamo ci mettiamo a ridere, ma mi accorgo di essere ancora abbracciata a lui. Così divento subito seria e ritraggo subito le braccia. Lo guardo un attimo negli occhi sempre seria e lui guarda me, anche lui con la mia stessa espressione.

-

-

Ci guardiamo profondamente nei nostri occhi. Come non abbiamo mai fatto, con un attrazione fortissima. E con la mia mente che mi parla.
“Baciala, baciala…”
“No, non posso, e se lei non vuole? Perderei tutto…”
Poi le guardo le labbra.
“Baciala, baciala…”

-

-

Dentro di me un pensiero mi prende la mente.
“No, no, no, non mi può piacere Robbie!”
<< Ma che fai Ant, ti lasci abbracciare? Ma sei scemo? Staccami! >>
Lui spalanca gli occhi, come se si fosse risvegliato.
<< Avevo paura che non sapessi nuotare!! >>
<< Io so nuotare benissimo! >>
Resta un attimo in silenzio, ancora preso dai miei occhi.
<< E allora perché mi hai abbracciato!? >>
<< Perché volevo portarti giù con me e non sapevo da dove prenderti! >>
<< Wow… E perché volevi portarmi giù con te? >>
Incomincia a riavere la sua solita faccia e a parlami con una voce provocante e a me viene voglia di cedere, riabbracciarlo e baciarlo, ma mi trattengo.
<< Semplicemente perché non volevo che tu rimanessi su! >>
<< Mi volevi con te!! >>
Continua a sorridere guardandomi per la prima volta seriamente negli occhi.
<< Non ho detto questo!! Ho detto che tu eri l’unico sopra il pedalò e dovevi cadere anche tu! >>
<< Mi volevi con te! >>
<< Credi quello che vuoi… >>
Mi giro dall’altra parte
<< Guarda che non è una brutta cosa! >>
Sbarro gli occhi e lo guardo strana.
<< Non è brutta, fa proprio schifo!! Andare sott’acqua con Sfig? Bleah!! >>
Così gli metto le mani sulla testa e lo affondo, poi lui si rialza e affonda me. Mi fa bere, così, quando arrivo su, continuo a tossire e lui a ridere come un matto. Inseguito scorgiamo il pedalò andarsene.
<< Ehy! Ci stanno lasciando qui!! >>
<< Cazzo! Ma l’ho pagato io il pedalò!! >>
Io scoppio a ridere.
<< Vedi Ant? Sei così antipatico che ti lasciano qui da solo! >>
<< La cosa più terribile è che mi hanno lasciato con te!! >>
<< Che tragedia!! >>
<< Enorme!! >>
Ci mettiamo a nuotare nel tentativo di raggiungerlo, ma non ci riusciamo e io resto indietro rispetto a lui.
<< E’ colpa tua Sfig! >>
Dice questo seriamente e incazzato. Io lo guardo male.
<< Perché sarebbe colpa mia? >>
<< Perché sei indietro!! Se fossi stata più veloce… Ora ci tocca farla a nuoto!! >>
Io cerco di smorare la situazione scherzando.
<< Dì la verità, sei stato tu a dire di andare e lasciarci soli noi due qui in mezzo al mare!! >>
Il suo tono si voce si fa ancora più serio.
<< Cosa? Stai scherzando?? Non vorrò mai stare da solo con te!! Ma proprio mai!! E’ una cosa ripugnante!! >>
<< Ma come? Prima mi trattavi così bene e ora mi tratti di nuovo malissimo? >>
<< Era una tua impressione che ti trattassi bene!! >>
Mi lancia una fulminata con lo sguardo e si rigira in avanti, evitando inseguito di lanciarmene un’altra.
<< Ok, Colpa mia… Andiamo a riva. >>
“Ok, ne sono sicura, non mi piace. Troppo stronzo.”
Nuotiamo verso riva e nessuno dei due parla con l’altro. Poi, quando arriviamo a riva, allora ricomincio a parlare.
<< Ti detesto. >>

<< Non sai quanto io… >>
Poi ci avviciniamo agli altri.
<< Ehy, ma siete scemi? Avete idea di quanto ci avete fatto fare a nuoto? >>
Marta risponde.
<< Beh, almeno l’avete fatto assieme!! >>
Tutti ridono, ma Robbie non la trova divertente.
<< Mi volete spiegare perché l’avete fatto? >>
Luca, sta volta, ha la meglio.
<< Sembravate così due bei piccioncini… Volevamo lasciarvi soli! >>
<< Ma la volete smettere tutti? A me non piace lei, non mi è mai piaciuta, non mi piace adesso e non mi piacerà mai! Come ve lo devo far capire? >>
Dovrebbe essere un argomento normale questo, ci dovrei essere abituata, ma quando sento dire queste parole mi sento male. Come se fossi delusa.

-

-

“Quante bugie, quante menzogne… Ma perchè devo vivere così? Perchè devo lasciarmi vincere dal mio odioso orgoglio? Non posso semplicemente dire:
<< Avete fatto bene!! Lei mi piace un casino, vi adoro!! Rifatelo!! >>?
No! Io devo essere orgoglioso e non essere reputato dagli altri un mollaccione. Che poi è una mia fissazione, perchè innamorarsi non è affatto un sintomo tale! Il problema è che non sono ancora in grado di ammetterlo a me stesso, non riesco ad accettarlo. E’ difficile dopo tanti anni di puro divertimento, avendo sempre criticato quelli con le relazioni fisse, a diventare uno come loro. E così si accavallano stupide bugie su bugie per un mio stupido capriccio. E per una meravigliosa ragazza… Che non so perchè, quella di cui mi sono innamorato! La prima. E poi perchè proprio lei? Ce né mille altre meglio di lei!!! Perchè proprio lei? In ogni caso ora è troppo presto. Non mi interessa se io sono innamorato o no. Non sono ancora pronto, punto e basta.”
Mi allontano da tutti, pure da lei. Ma Alessia mi segue.
<< Robbie… Sei incazzato? >>
<< Assolutamente no. E non mi chiamare Robbie. >>
<< E come ti dovrei chiamare? >>
<< Come hai sempre fatto. >>
“Mi fa male parlarti così…”
<< Ant… Come preferisci… >>
E’ triste. I suoi occhi mi parlano. E le sue labbra…
“Baciala, baciala…”
“Devi strami lontano!!! Come faccio a non cadere in tentazione se mi stai vicina?”
<< Anzi, non mi chiamare più e basta! Mi sono stufato che la gente pensi che noi due stiamo insieme perchè ci piacciamo, non è assolutamente vero tu sei una mia amica e basta! E a me non piace essere preso per il culo, quindi, se non ti dispiace…>>
Sospiro costringendomi a dire anche quest’ultimo pezzo di discorso.
<< Stammi lontano. >>
<< Si, mi dispiace! >>
La guardo deciso negli occhi non riuscendo a comprendere il motivo per cui si ostini tanto.
“Non sono uno stronzo a comportarmi così? Perchè ci tieni tanto?”
<< Non mi interessa, ho deciso e basta! >>
<< Ma non capisco cosa ti è preso, siamo amici e basta!! E non te ne dovrebbe fregare di cosa pensano gli altri e reagire come tutte le sante altre volte!! Ma che ti succede?>>
<< Ale, ho detto che ho deciso! >>
“Ale… Ascoltami!!”
<< Fai come vuoi. Sei proprio un bambino! >>
“Lo so, mi comporto da stronzo, ma è così che voglio essere riputato da te. Almeno per adesso… Devo capire ancora io cosa voglio. Sono confuso. Con il tempo mi si rivelerà la strada. Non mi odiare, ti prego… Anzi, fallo!! Così non mi penserai più…”

-

-

“Ma perché ti comporti così da idiota? Non può finire così…”

“Non può finire così…”

Eh no Ale, hai ragione, nn può finire così!! Ma come finirà allora?? Seguitemi e lo scoprirete!!! XD

Mi piace fare sta cosa della prossima puntata!! Ahah

Passando ai ringraziamenti:

Avril1113: Si, Robbie ha capito anche se è ancora un po’ restio alla cosa!! XD Ma presto gli si apriranno presto gli occhi, tranquilla!!! Kiss alla prossima!

Cherasade: Grazieee!! Leggre il tuo commento mi ha fatto saltare di gioia!! XD Spero che così sia abbastanza presto!! Bacio

Billa93: Grazieee!!! Grazie, grazie e grazie!! Ecco qua il nuovo capitolo, spero ti piaccia anche questo anche se… Ho dovuto farlo così lui in questo capitolo!! ;-) Ciau baci

Poi volevo ringraziarechi mi ha aggiunto di nuovo nei preferiti: Billa93, Ithil_Elendil e Mikiko dicendo.. Siete i migliori!!

Ora vi saluto, spero che continuerete a leggere e che vi continui a piacere!!

Un bacio

Somoody

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Capitolo 10
*** Cinema! ***


CAPITOLO 10

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-

Tutto il gruppo si riunisce agli asciugamani.
<< Dove andiamo sta sera? >>
“Sono confuso, cos’è che voglio? Cosa mi manca per incominciare una storia con Ale? Perchè sono così testardo? Non è possibile. Si vede comunque che sono cambiato. Non sono più quello di una volta. Quello a cui bastava una semplice occhiata per capire tutto, quello che non era mai in dubbio, quello che sapeva sempre cosa fare, quello mai confuso, quello non innamorato. Innamorato… Ma poi lo sono davvero? Questo è quello che mi da più fastidio di tutto. Non sapere cosa provo verso di lei. Di certo non la ignoro, di certo non è una semplice amica… Di certo mi piace. Ma da dire che mi piace all’essere innamorato c’è una bella differenza!! Che qualcuno mi aiuti!! Non chiedo tanto!!! Solamente sapere cos’è per me Ale!! Ale… Cosa sei per me?”

-

-

Sono un po’ giù. Robbie mi ha deluso. Pensavo che la situazione tra noi due stesse migliorando, ma evidentemente non era così e mi dispiace un casino. O forse era così, ma quell’idiota non è capace a fregarsene degli altri. Deve sempre pensare per prima cosa, cosa pensano gli altri di lui, ancora prima di quello che vuole.
Poi lo guardo. Non sta molto attento alla conversazione, sembra non gliene freghi niente. Guarda il vuoto, in direzione del mare e non muove un dito.
Si gira e mi nota guardarlo. Lo continuo a fissare fregandomene del fatto che lui stia fissando me, così si rigira e decide di prestare attenzione al discorso pur di non guardarmi.
<< E’ uscito al cinema ‘Amityville Horror’, quello è da vedere!! >>
Interviene Dario e Robbie gli risponde a tema.
<< E’ già uscito? >>
<< Si!! >>
<< Allora si che è da vedere!! >>
<< Che ne dite di andare sta sera? >>
<< Si, troppo bello, andiamo sta sera!! >>
<< Ok! A che ora? >>
Domanda Edoardo.
<< Il film inizia alle 8,30, quindi ci vediamo alle 8! >>
<< Ok! >>
“Perfetto! Voglio vederlo anch’io quindi mi va benissimo!”
Poi guardo Alice e lei mi sorride facendomi capire che sta sera dormirà da me.
<< Si, ma io doma voglio organizzare una festa!! >>
Monica salta fuori con questa frase e tutti sbarrano gli occhi solo al suono della parola “Festa”.
<< Già, a casa mia, solo per noi, i miei non ci sono e io ho la casa libera! Potremmo fare qualcosa di divertente!! >>
<< Bella idea Monica!! E a che ora sarebbe? >>
Le risponde Chiara.
<< Alle 10. Che ognuno porti qualcosa da mangiare!! Ci sarà da divertirsi e io… >>
Lascia un po’ di suspance.
<< Preparerò dei giochetti! >>
<< Certo Monica, certo che verremo!! >>
Le dice Dario estasiato da quella parola. “Giochetti…”.
<< Perfetto! >>
Poi io riguardo Alice. Dai suoi occhi più felici di prima riesco a leggere solo una frase immaginando la sua voce.
“Scordati di sta sera, preparami il letto per domani!!”

-

E’ sera. Ho appena finito di mangiare un panino al prosciutto. Sono le sette. Pulisco il tavolo dalle briciole e vado in camera a prendere i vestiti. Salgo le scale, apro la porta degli armadi e scelgo. Jeans stretti, con una cintura nera con le borchie e una maglia senza maniche bianca con disegnato un fiore grigio sulla sinistra. Poi prendo un paio di mutande, di calze e lo stereo con dentro il cd dei Subsonica ‘Terrestre’ e vado in bagno per una doccia. Attacco quest’ultimo alla presa e lo faccio partire con ‘Corpo a Corpo’. Mi butto sotto l’acqua fredda e canto.
<< Stanco di vedere le parole che muoiono, stanco di vedere che le cose non cambiano… >>
“No, non ce la faccio, penso al solito e non riesco a cantare.
“Robbie… Robbie e ancora Robbie…”
E dopo non riesco più a pensare a niente perché l’acqua fredda mi sta atrofizzando tutto. Solo una cosa mi è rimasta in mente e ce l’ho stampata con il timbro e non va via, mi appaiono di continuo. I suoi occhi, il blu dei suoi occhi che mi ci fa perdere.
“Voglio i tuoi occhi!!”
Poi un’altra vocina che rappresenta me parla da sola, senza comandarla, sempre riferendosi a lui.
“Voglio te!!”…
“Ma che cosa ho detto??? Non è possibile… Non faccio altro che pensare a lui!! Ma perché non penso un po’ a Eric, me lo spieghi??”
Cerco di pensare a Eric forzatamente, ma invano. E’ come se i suoi occhi oramai facessero parte dei miei.
Esco dalla vasca, mi asciugo e mi vesto. Poi prendo il phon nel mobile sopra il water, lo attacco ad un’altra spina e lo accendo. Me lo passo sui capelli e li lascio svolazzare mentre ascolto la musica con tutta la mia forza pur di non farmi lasciare neanche uno spazio per pensare ad altro.
‘Incantevole’.
“Ma proprio questa?”
Stacco il phon dalla presa e lo rimetto a posto. Poi capovolgo la testa e pettino i capelli a capo in giù. Quando mi rialzo faccio la mia solita riga da una parte. Vado in camera e mi siedo alla scrivania.
Guardo l’orologio. Le sette e trenta.
Davanti a me ho lo specchio. M’incanto a guardarmi trovando un sacco di difetti. Sbuffando prendo il cassettino dei miei soliti trucchi e mi passo la mia solita matita, il mio solito ombretto bianco, il mio solito mascara e il mio solito fard. Poi sorrido.
“Decisamente meglio!”
Mi alzo dalla sedia e mi preparo la borsetta nera mettendoci dentro il portafoglio, le chiavi, lo specchietto e il cellulare. Saluto tutti ed esco di casa avvicinandomi alla fermata degli autobus.

-

-

-

-

Sera. Le sette.
Manca un’ora e mezza all’inizio del film e un’ora all’appuntamento. Mangiare? Non ho fame. Non ne ho più così tanta voglia di andare a vedere Amityville horror. La vedo… E non mi va. Figurati se non c’è.
<< Bro!!! >>
La sua voce squillante riesce a svegliarmi dai miei soliti pensieri.
<< Ehy, Bro? Ci sei? >>
<< Si, ci sono… >>
<< Mangi con me qualcosa? >>
<< Non ne ho voglia di mangiare. >>
Il mio tono non riesce ad essere migliore di questo a terra.
<< Come non hai voglia di mangiare? >>
<< Non ho fame!! >>
Mi altero e lui quasi si spaventa.
<< Scusa per la domanda… >>
<< Stasera non vengo a vedere Amityville horror. >>
“Deciso.”
<< E perchè? >>
Sbuffo solo al suono della domanda.
<< Non ne ho voglia… >>
<< Non ci credo, perchè? >>
“Ma sto deficiente non capisce mai niente…”
<< Eric, ma è possibile che devi sempre rompere così tanto? Ti ho detto che non ne ho voglia, punto e basta, non devi sempre ribattere!!! E poi ti vanti tanto del tuo grande sesto senso, ma come tatto non ci siamo ancora!! Non riesci a capirlo che non ne voglio parlare?? >>
Eric mi guarda male e ribatte urlando anche lui.
<< Scusa Bro se cerco di aiutarti!! Sono tuo fratello!! Pensavo che non avessi problemi a confidarti con me su quello che non va! Ma evidentemente mi sbagliavo. Ti confidi solo per quello che ti fa comodo, mi sembra giusto! Io vado a mangiare, se mi vuoi sono di là. Ma non aspettarti tutto rosa e fiori se non riesci neanche a dirmi il tuo problema. >>
Si gira e si allontana dirigendosi verso la cucina tutto solo.
Eric ha ragione.
“Perchè non riesco a dire il mio problema almeno a te? In fondo sei mio fratello… Che c’è che non va nel dirti che mi succede? Si, è arrivato il momento. Un passo verso la vittoria, un passo verso il mio cambiamento totale, un passo… Un passo verso tanto altri che mi si prospetteranno davanti. Solo per Ale, lo faccio solo per te. Passi che non ho mai compiuto, passi che pensavo ancora lontani. Eppure sono qui. Pronto a fare questi passi che credevo semplici, ma invece sono complicati e sembrano infiniti. Pronto. Oramai mi si è capitata l’occasione davanti per incominciare a camminare e non posso tirarmi indietro. Dopo sarà più difficile ricominciare. Un passo, solo uno, e incomincerò la lunga camminata verso il mio successo, verso il mio premio, verso Ale… Aspettami. Eric, anche verso di te. Un passo soltanto e incomincerò la passeggiata verso la cucina, verso te. E quando ti capiterò davanti sarò pronto. Pronto a compiere il grande passo, la verità…”
Muovo il piede insicuro verso avanti e mi ritengo fortunato ad esserci riuscito. Poi un altro e un altro ancora. Fino a che le mie gambe non si fermano più e continuano, in imperterrito, a camminare verso la cucina, verso Eric. Quando eccolo. Con la testa nel frigo che cerca qualcosa. Ne esce con una bottiglia di birra in mano e la posiziona sul tavolo addobbato di piatto, bicchiere, scottex, forchetta, coltello e vari formaggi. Vedo una padella friggere sul fuoco con una padellata. Poi mi giro verso lui. Posiziona la sua bella birra fredda, con una piccola goccia scivolante sul vetro, sul tavolo. Alla fine si ferma e mi guarda. E allora incomincio la mia camminata.
<< Ehy, lo sai che non puoi bere la birra, vero? >>
Non mi guarda negli occhi.
<< Mamma e papà non ci sono. Faccio che voglio. >>
Neanche un sorriso o un semplice accenno come ha sempre fatto lui, un piccolo sorrisino che lo accompagnava in ogni frase e mostrava sempre quel suo viso felice, senza preoccupazioni.
“Quello che è da un po’ di tempo che manca a me...”
Si gira dall’altra parte e va verso la padella girando con un cucchiaio di legno il cibo all’interno.
<< Che vuoi? Perchè mi guardi così? Mi devi dire qualcosa? >>
<< Si… >>
Mi guarda di traverso, poi posa il cucchiaio sul lavandino e chiude il fuoco.
<< Aspetta. >>
Prende dalla tavola il piatto e mette tutta la sua padellata sopra questo, che mette a sua volta sul tavolo e la padella nel lavandino. Poi si siede indicandomi di fare lo stesso. Io seguo il suo indizio e mi siedo guardandolo. Lui fissa me e alla fine mostra quei suoi soliti denti bianchi pronti alla risata che nonostante tutto mi fanno sempre sentir bene.
<< Lo sapevo che non avresti resistito!! Coraggio, dimmi tutto!! >>
Mi fissa negli occhi e si mette la prima forchettata di cibo in bocca non staccandosi dai miei occhi. Io non riesco a tenere lo sguardo e lo butto sul tavolo. Poi li chiudo.
<< Non ci crederai mai. >>
<< Sono qui apposta!! >>
<< Sono cambiato… >>
Si mette a ridere.
<< Diciamo che se ne erano accorti tutti!! Ma quello che voglio capire è perchè!! Che cosa ti sta succedendo? >>
<< Tu lo sai… >>
Lo guardo preoccupato, ansioso dalla sua possibile reazione. E da un mio semplice sguardo, lui riesce a capire di cosa sto parlando.
<< Noooo, allora è vero!!! Vedi? Io non sbaglio mai!! Lo dovresti sapere! >>
<< Lo so, ma non volevo ammetterlo!! Per il mio orgoglio non sarei mai riuscito a dire che mi ero innamorato di Sfig, mai!! Ma perchè poi proprio lei!! >>
Si mette in bocca un altra forchettata e incomincia a parlare a bocca piena.
<< Robbie… Nessuno può decidere di chi innamorarsi. E mi fa piacere che tu l’abbia fatto di una ragazza così e sono felicissimo che finalmente tu sia riuscito ad esporlo, soprattutto prima a me!! >>
Mi metto a ridere e poi lo guardo.
<< Mi vergogno troppo!! >>
<< Ma che c’è da vergognarsi? Dai!! Cavoli, il tuo primo amore… Dovrebbe essere una cosa bella!!! >>
<< Parli come se fossi una ragazza!! >>
Lui gira gli occhi, ma senza togliere quel sorriso che ormai non ci sarà nulla che potrà riuscirci.
<< Uffi, come sei noioso!! Cosa ti trattiene ancora qui? Perchè non sei ancora andato da Ale? >>
<< Cosa mi trattiene? Beh, diciamo che ammetterlo a me stesso e dirlo a mio fratello sia stato il primo passo… Ora ci vuole tempo per mettere in atto la cosa!! >>
Spalanca gli occhi e mi guarda fisso.
<< Ma che cazzate vai a dire? Basta correre da lei e rivelargli tutto il tuo amore!! >>
Lo guardo di traverso.
<< Non siamo mica in un film!! Non è così facile!! Cosa consigli? Una corsa sotto casa sua e una serenata davanti alla sua finestra? Poi lei si affaccia e le rivelo il mio amore, lei mi sorride contagiandomi e prendendomi ancora di più, così io mi arrampico sul muro, fino ad arrivare alla sua finestra dove la prendo, la coccolo e la bacio mentre mi tengo all’esterno. Lei mi abbraccia accarezzandomi la schiena ed entro all’interno della casa dove lei mi prende la mano e mi porta in camera sua e… E vissero tutti felici e contenti!! >>
<< Perchè no!! Saresti originale!! >>
Si mette a ridere, io un po’ meno.
<< Eric, ma chi vuoi prendere per il culo? >>
<< Dai… Non sarebbe la cosa più bella che potrebbe ricevere una ragazza? Sai inventare delle belle idee quando vuoi!! >>
<< Ok, Eric, hai superato te stesso!! Non riesco neanche a parlarle più mi sa e addirittura dovrei cantare per lei? >>
<< Oddio… Non sarai mica timido?? Guardo che a questo punto mi preoccupi sul serio!! >>
Rispondo senza lasciare spazio convinto della mia risposta.
<< Non sono timido… E’ che ho paura di non riuscire a parlarle, tutto qui!! >>
Mi punta il dito contro e mi guarda deciso.
<< Alza immediatamente quel tuo culo dalla sedia e vatti a fare figo!! Sta sera è la tua sera Robbie, non rovinartela per cazzate!! Vai in camera, vestiti, profumati, pettinati e poi mettiti davanti a quel cazzo di specchio e prova un bel discorso. Non permettere al tuo orgoglio di rovinarti la tua sera, capito? Non farlo Robbie, non deludermi. Ale ti aspetta… >>
Gli sorrido e mi alzo dalla sedia, girandomi all’indietro, lasciandomi alle spalle la mia coscienza, il mio grillo parlante, mio fratello… Il migliore.
“Eric, non ti cambierei con nessuno al mondo, sei un fratello magnifico e mi ritengo troppo fortunato. Ti voglio bene.”

-

Sono davanti all’Ariston, solo con Marta e Luca. Eric ha preferito andare a prendere Carlotta. Vestito semplicemente con dei jeans stretti, chiari e strappati, con una cintura nera della ‘Playboy’ e una maglietta bianca a maniche lunghe leggera della ‘Versace’ e le Squalo nere, ciuffo davanti dei capelli tirato su con il gel e profumo di ‘hugo boss’, tanto per cambiare un po’. Quando una graziosa figura si avvicina a noi.

-

-

Sono arrivata a destinazione. Strano, nonostante il mio ritardo di dieci minuti sono solo in tre. Gli unici ad esserci già sono Luca, Marta e Robbie.
“Robbie…”

-

-

E’ vestita con dei bei jeans scuri e stretti circondati in vita da una brillante cintura con le borchie. Come maglietta ha una di quelle senza maniche bianca con disegnato un fiore grigio alla mia destra, come se fosse spruzzato. I capelli sono lisci e puliti, con la riga da una parte. Bellissima, come sempre. Poi la sua piccola borsettina alla spalla la rende ancora più femminile.
“Quanto ti voglio…”
Ma più si avvicina e più io mi blocco. E più mi sento male…
Mi giro dall’altra parte ed entro nell’Ariston.
“Non posso continuare così… Prima o poi ce la farò, non è così complicato!! Robbie, non hai sentito Eric? C’è da preoccuparsi sul serio se ora sei pure un timido!! Ma non sono timido, è semplicemente che mi blocco davanti a lei! Ora che l’ho ammesso a me e addirittura ad un altro è diverso guardarla. Ma devo uscire.
“1…”
E sospiro.
“2…”
Faccio un altro sospiro.
“3…”

-

-

M’incammino e Marta si gira verso di me e mi saluta.
<< Dimmi un po’… Ma che vi è successo? >>
Mi chiede Luca.
<< Guarda, lascia perdere… >>
Luca insiste come un bambino.
<< No, dai!! E’ l’unico pettegolezzo che non so!! >>
Interrompe Marta.
<< A proposito di pettegolezzi… Ho sentito di Mirko. Mi dispiace… Sarei un po’ stronza a dirtelo, ma… Te lo dico lo stesso!! Te l’avevo detto!! >>
Io le sorrido.
<< Lo so e ti ringrazio perché è grazie a te se sono riuscita a lasciarlo!! A te e a… >>
<< Robbie? >>
Io annuisco tristemente pensando a oggi.
<< Esatto. >>
Luca riprende.
<< Dai!!! Dimmi che è successo!!! >>
<< Luca ha ragione! Informaci!! >>
Marta gli da corda e io decido di rispondergli.
<< Ma niente… Quel deficiente non mi parla più e mi evita da quando ci avete lasciato da soli in mare. Non gli va giù che voi pensiate che lui mi vada dietro e quindi, per non essere preso per il culo, preferisce evitarmi. >>
<< Ma è un idiota!! A parte il fatto che ti va veramente dietro Robbie, almeno, a quanto mi sembra, non si è mai comportato così… >>
Dice Marta e Luca la asseconda.
<< E poi sarebbe stato un complimento, eh? Sarebbe bello se Robbie finalmente trovasse qualcuno con cui stare che non sia la solita ragazza che se lo becia e basta!! Basta… E’ una parola basta perché non si ferma solo al bacio!! >>
Si mette a ridere e io rimango perplessa.
<< Cosa?!?! >>
<< Come cosa? Non lo sapevi? >>
Luca me lo dice in un tono come se fosse impossibile non capirlo.
<< No… >>
<< Beh, la cosa non dovrebbe stupirti!! >>
Dico la solita frase che mi fa stare sempre meglio.
<< E’ proprio uno stupido Robbie. >>
<< Parlavate di me? >>
Mi giro e lo vedo. Il mio cuore comincia a battere forte.
<< Si, ma in malo modo!! >>
<< Senti Sfig… Nessuno ti ha parlato!! >>
<< Stavo parlando anch’io di questo argomento quindi ho il diritto di risponderti!! >>
Lui mi rispondo malamente.
<< Si, ma io no ti ho chiesto niente, ho parlato al plurale per Marta e Luca, tu non c’entri!!>>
Luca si intromette.
<< Robbie, ma la smetti di fare lo stronzo? >>
<< Io non faccio lo stronzo, non la sopporto… >>
<< Sapessi io! !>>
Mi introduco.
<< Si, ma Robbie, prima non la trattavi così! >>
Non mi guarda negli occhi.
<< Sono finiti quei tempi… Basta con sta storia. >>
Intanto ci stanno raggiungendo un’altra buona parte del gruppo. Arrivano Monica, Carolina, Dimitri, Carlotta, Eric e Samuele.
<>
Samuele guarda male Monica.
<>
Poi Monica tira fuori uno specchietto e ci si riflette sistemandosi i capelli.

<< Chi manca? >>
Chiede Carlotta.
<< Mancano ancora Edo, Chiara, Dario, Fra e Vero. >>
Le risponde Marta.
<< Chiara non viene, sapete che a lei non piacciono questi tipi di film! >>
Aggiunge Monica. Poi arrivano Francesco e Veronica.
<< Ciao. >>
<< Ciao. >>
<< Sentite raga, manca un minuto all’inizio!! Entriamo, se poi arrivano ci cercano!! >>
Spunta fuori Luca e Francesco lo asseconda.
<< Sono d’accordo!! >>
Entriamo nel cinema e paghiamo i biglietti. Ci addentriamo nella sala attraverso la tenda rossa e la luce è ancora accesa, per fortuna. Di gente ce né poca ed è meglio così. Decidiamo di sederci nelle file in mezzo verso la fine e nel mentre qualcuno chiede:
<< Qualcuno che vada a prendere i pop-corn? >>
E altri rispondono.
<< Non ne ho voglia, mi sono già sistemata! >>
<< Io ci vado sempre a prenderli!! >>
<< Ma pensarci prima? >>
Per una volta voglio fare qualcosa che tutti gli altri mi possano notare. Una persona in particolare…
<< Ci vado io! >>
Tutti si fermano e mi guardano con l’aria da “E da dove è spuntata questa?”.

-

-

Tutti fanno silenzio, tutti con le facce stupite, e io non sono da meno.
“La mia Ale… Sei grande!! Con il tuo viso tutto sorridente hai azzittito tutti con una semplice battuta sorprendendoci. La dipingo come una supereroina!! Ma lei è così… Con i tuoi bei capelli lisci che ti ricadono sulla tua maglietta e ti accarezzano il viso… Quello che vorrei fare io.”
<< Perchè quelle facce? Quanti ne devo prendere? >>
Passa tra i seggiolini a ritirare i soldi e le ordinazioni, passandomi davanti, ma non cagandomi neanche di striscio, con neanche uno sguardo negli occhi o un semplice sorriso che mi possa contagiare. Un sorriso che ricevono tutti tranne io. Lei, sempre la ragazza sorridente, ogni volta. Tranne con me. L’unico con cui non ride.
“Forse non sono veramente adatto a lei.”
Intanto tutti i posti si stanno riempiendo e io sono circondato da Monica e Carolina senza sapere degli altri. Si spegne la luce e si accende lo schermo nel mentre che Alessia ritorna con tutti i bicchieri di pop-corn e li distribuisce. Non la guardo. Non voglio guardarla e neanche vedere il posto in cui si possa sedere. Non mi interessa.
“Continuo a mentire… Sta cosa non mi piace.”
Monica si gira verso di me.
<< Vieni al mio posto, per favore? Voglio stare vicino a Carolina. >>
Io mi alzo e la faccio sedere nella mia seggiola posizionandomi in quella che prima era sua, ma al mio fianco trovo una sorpresa.
<< Oh no, Monica ti odio!!! Rifammi andare al mio posto!!! >>
<< Non ci penso nemmeno!! >>
Mi volto verso quella parte e scorgo Alessia star fissata a guardare lo schermo e nient’altro nonostante ci sia la pubblicità.
“Menomale che non volevo starle vicino… Ale, ma allora mi vuoi proprio torturare??”
<< Ciao! >>
Edoardo arriva all’improvviso insieme a Dario.
<< Oh, ma Edo, sei sempre in ritardo! >>
Monica si lamenta e Dario fa lo stesso.
<< Io l’ho solo aspettato, era lui in ritardo!! >>
<< Come al solito!! >>
<< No raga, mi hanno fermato un’ora per chiedere la carta d’identità! L’avevo lasciata a casa e nessuno ci credeva che avessi già quattordici anni, anzi, persino quindici!! Menomale che c’era Dario e così hanno creduto che io avessi dimenticato la carta a casa e che fossi un suo compagno di classe!!>>
Tutti ridiamo non tanto sorpresi.
<< Edo, sei sempre il solito!! >>
Monica fa una battuta guardando Edoardo e lui la guarda malissimo.
<< Ma Monica, che vuoi? >>
<< Ehy, fate silenzio!! >>
Un signore tutto strano si gira indicandoci di fare silenzio. E così è.
Il film inizia e il rumore e i suoni dello schermo hanno preso il sopravvento su tutti. Fa vedere un ragazzo sulla ventina e passa d’anni che si sveglia e prende un fucile salendo le scale della cantinetta. Mi sistemo bene sulla mia poltroncina, mettendo le mani sui poggia braccia. Ma nel mentre che mi godo il film, finalmente senza preoccupazioni, qualcos’altro non mi permette di osservarlo con attenzione. Una mano si posa sulla mia. Mi giro e guardo essa. Poi alzo la testa. Alessia mi sta osservando con imbarazzo.
“Come temevo…”
Ci fissiamo negli occhi, il tragitto del nostro sguardo è infuocato, talmente siamo concentrati. Lei ritrae subito lo sguardo dai miei occhi e stacca veloce la sua delicata e fredda mano dalla mia. Si alza di fretta e si allontana verso il bagno e vi entra.
“Sono felice dopotutto. E’ una situazione strana questa tra noi due. Lei non mi odia. Non sarebbe stata così tanto tempo a guardarmi e poi non sarebbe scappata in bagno! Quanto ci vuole? Robbie, va da lei… Va da lei… Entra in quel bagno, prendila e baciala… Quanto ci vuole?”

-

-

Apro la porta e la chiudo alle mie spalle. Poi le poggio a quest’ultima e mi lascio cadere a terra guardando attorno. Il bagno è bianco e le piastrelle sono divise da strisce sporche di nero, le porte per il water sono di legno bianco e i lavandini sono anch’essi di questo colore. Incrocio la braccia sulle ginocchia e ci poggio la testa tra esse. Poi una lacrima scende. Poi un’altra e un’altra ancora. E dopo scoppio a piangere.
“Ma nonostante questo, sono questi i momenti che preferisco. Quelli in cui nonostante io e lui diciamo “Ti odio”, ci sono questi momenti in cui non riusciamo ad accettarlo, ad ammetterlo veramente e non riusciamo a controllarci e quindi non siamo coerenti! Sono i momenti migliori perché questo mi fa capire che mi vuole veramente bene. Ma dire che gli voglio bene non sarebbe abbastanza… Ma ne sono sicura che lui non prova lo stesso per me… Io credo di essermi presa una grande cotta.
“Ma cosa dico?? Sto delirando…”
Mi alzo da terra, mi sistemo allo specchio e vado.

-

-

Eccola tornare. I suoi piccoli occhi direzionati verso terra riescono a illuminarsi persino al buio.
“Hai pianto per me? Non ti sono indifferente allora!! Hai pianto per me!!”
Si siede al suo posto e si gira verso lo schermo.
<< Beh, devo dire che te lo sei visto molto bene questo film… >>
<< Sta zitto Robbie! >>
Lei mi fulmina con i suoi occhi che esprimono tristezza e si rigira verso lo schermo. Stiamo in silenzio fino alla fine del film quando la luce si accende. Ci vuole un po’ per decidere se alzarsi o no, ma Edoardo prende l’iniziativa.
<< Allora andiamo? >>
Ci alziamo e usciamo da quella stanza.
“Come faccio a dire se il film mi è piaciuto? L’ho seguito a tratti!! Molte cose non so neanche spiegarmele perchè non le ho viste!! Ale, ti rendi conto che sei l’unica a farmi questo effetto? Spero di si…”
Usciamo dal cinema e Carlotta incomincia a domandare.
“La mia Carlotta. Quella che una volta era mia… Cioè, non proprio mia, però il concetto è quello! Ora Carlotta è una così, con cui non parlo neanche ed è nelle mani di mio fratello. Non sono neanche un po’ geloso.”
<< Ora dove andiamo? >>
Carlotta subentra e le risponde Eric.
<< Ma naturalmente ancora in giro per la vasca!! Mica vorrai già andare a casa adesso? >>
<< Ma figurati!! Era per chiedere!! >>
Alessia comincia a parlare e io mi giro verso di lei interessato.
<< Io me ne vado adesso. C’è sciopero degli autobus e siccome non voglio arrivare tanto tardi e mi ci vuole mezz’ora per arrivarci, preferisco incamminarmi già! >>
Eric le risponde.
<< Ma no dai, Ale, resta con noi!! Al massimo qualcuno ti accompagna in motorino!! >>
<< Ma andate tutti in parte opposte e non voglio farvi scomodare per me!! E poi voglio arrivare presto almeno per sta sera, per rimanere tanto domani, no? Quindi è meglio che vada. >>
<< In ogni caso, tu non ti incammini da sola alle dieci e mezzo di sera per Sanremo. Qualcuno ti deve accompagnare. >>
“Appari come se fossi interessato a lei solo per farmi un favore?? Sei ridicolo!! E così, vero??”
Eccola la gelosia. Mi mancava. Non l’avevo mai provata.
“Ale, ma tutte le mie prime belle emozioni le devo provare con te?”
Il discorso va avanti, ma io non lo sento. Fino a quando…
<< … Robbie, perchè non ci vai tu? >>
Si rivolge a me.
<< Ma cosa? >>
<< Ale deve andare a casa e non mi sembra il caso che ci vada a piedi da sola a quest’ora, se quindi la puoi accompagnare…>>
Faccio il poco interessato.
<< E l’autobus? >>
<< E’ in sciopero. >>
La guardo un attimo, lei mi rivolge degli occhi terribilmente pieni di disprezzo. Mi volto di nuovo verso Eric, deciso.
<< S’arrangia… Non la voglio accompagnare!! >>
<< Dai Robbie, non fare lo stronzo!! >>
<< Ho detto di no!! Perchè dovrei accompagnarla io, scusa? >>
<< Perché sta sera mi hai detto che non ne avevi tanta voglia di uscire e poi sei l’unico che abbia più feeling con lei!!>>
<< Che cosa ti ho detto?? Io non la sopporto e non riesco a starle vicino, quindi perché dovrei farle un favore del genere?>>
Eric mi guarda malissimo e Alessia interrompe il litigio.
<< Va beh, fa niente Eric, me ne vado da sola. Non voglio farmi accompagnare da uno che non ne ha voglia. Piuttosto….>>
<< Certo che sei stronzo Robbie! >>
Eric mi squadra con gli occhi in malo modo, come per dirmi:
“Ma che cazzo ti succede?”
“Non lo so Eric…”
<< Va bene, dai… Andiamo! >>
Sbuffo e non la guardo neanche negli occhi.
<< E’ così che si ragiona Bro!! >>
Eric deve sempre farsi sentire.
<< Grazie Ant. >>
Alessia mi ringrazia e mi guarda negli occhi. Io non voglio guardarli. Li giro in alto e mi dirigo verso Piazza Colombo. Lei saluta tutti e io me ne vado senza badare indietro.
<< Sei proprio una rompipalle. >>
<< Guarda che se vuoi puoi anche non accompagnarmi!! Non ti ho chiesto io di venire, anzi… Non volevo che tu venissi! >>
<< Beh, ora ti arrangi e mi sopporti lo stesso. >>
<< Ok, allora zitto e andiamo! >>
Sorrido di nascosto e proseguiamo tutto il tempo in silenzio.
Arriviamo a casa mia dal mio cancelletto, entro e raggiungo il mio Leonardo. Ne tiro fuori il mio casco nero e lo passo a lei, poi prendo il secondo e me lo infilo in testa. Mi siedo e aspetto che lei si sistemi dietro di me. Metto in moto il motorino ed esco di lì, dirigendomi verso casa sua. Lei si aggrappa a me, stringendosi. E io sorrido, come al solito.
“Lei, con la sua delicatezza e il suo imbarazzo che si lega a me… Una scena da vedere, guardare il suo viso in questo momento, vedere i suoi occhi, scoprire cose che non vorrei scoprire, come per caso che non voleva farlo, ma l’ha dovuto fare perchè ha paura, ma in realtà prova ribrezzo, o scoprire cose, invece, che sono meravigliose, come ad esempio che lei voleva a tutti costi abbracciarmi, perchè prova per me quello che io provo per lei, che non riesce a dimostrarmelo, oppure che non lo sapeva, ma dopo questa stretta ha capito che l’unica cosa che vuole sono io… Sogno troppo. Probabilmente è la prima.”
Arriviamo alla sua strada indicata da lei, mi fermo e la faccio scendere. Lei si slega il casco e se lo sfila facendone uscire dei morbidissimi capelli castani che sbatte di la e di qua e le ricadono successivamente addosso. Poi mi metto a ridere e inizia così un discorso tra noi.
<< Che c’è? >>
<< Perchè ti tenevi a me? >>
Io la guardo sorridendo, come se il nostro tono di prima fosse sparito.
<< No c’è altro posto dove tenersi. >>
<< Avevi paura… >>
I suoi occhi, però, restano comunque pieni di odio.
<< Assolutamente no! >>
<< Va beh dai! Purtroppo ci vediamo domani. >>
<< Già… >>
A questo punto anche sul suo viso appare un sorriso.
<< Ho detto: “Ci vediamo domani”, quindi era una specie di saluto… >>
<< L’ho capita! >>
<< E al saluto di solito se deve andare! >>
<< Lo so! >>
<< Ma tu sei ancora qua!! >>
Lei sbuffa e gira gli occhi.
<< Ti odio quando fai così! >>
<< Mi odi sempre. >>
<< E’ vero. >>
La guardo. Sorridendo. Ammirandola.
<< Sei ancora qua. >>
<< Ma… >>
<< Sei ancora qua… >>
Lei contraccambia il mio sguardo sorridendomi e io faccio lo stesso, perdendomici.
“Baciala… Baciala…”
Scrollo la testa e guardo avanti per non cadere nell’incantesimo.
<< Sei ancora qua… >>
<< Ok, Ciao! >>
Si gira e scende la discesa verso il suo portone di casa nel mentre che io l’ammiro da dietro. Lei non si volta e io mi dirigo a mia volta con lo sguardo verso avanti. Sento il portone chiudersi e allora a quel punto giro la chiave e faccio partire il mio motorino dirigendomi verso casa.
“Ancora non l’ho capita quale sia tra le tre possibilità. Magari non è nessuna delle tre e addirittura mi è indifferente. E allora perchè quegli sguardi? Quante domande, prima non ero così paranoico!!”

-

-

Mi siedo sul divano e ripenso alla serata e, tra tutto, a Robbie.
“Io non posso credere di pensare sempre a lui… Non so come mai, sto bene insieme a lui nonostante i nostri litigi, perchè? Sto impazzendo!! Io me lo devo levare dalla testa! E’ uno stronzo, maleducato, deficiente… Non lo sopporto!! Non ne voglio uno così… Addio Robbie. Ben tornato Ant!!”

Hola!!!! Eccomi cn un nuovo capitolo. Ma Ale la penserà sempre allo stesso modo o sarà quella finalke sarà stata solo una frase convenzionale??

Ringraziamenti a:

Cherasade, avril1113, billa93 e Kry333: Grazieee milleeee!! Vi adoro!!! Spero vi piaccia anke questo e di nn avervi fatto aspettare tanto!!! Un bacione e commentate anke a questo k mi fa tanto piaceree!!! Bacioni vi adoro!!!

E naturalemente anke a Bychan, Kri333 e Vegani k mi hanno aggiunto tra le loro storie preferite!!!!

Commentate sempre in di piùùùù!! E’ importante!!!

Baci

Somoody

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Capitolo 11
*** La festa di Monica ***


CAPITOLO 11

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Un’altra mattina e quindi un altro giorno.
“Potrebbe succedere di tutto!!”
Siamo al dieci agosto, di sabato e non ci posso credere che solo ieri ho lasciato Mirko definitivamente e stranamente non ci ho pensato neanche una volta! Sta sera ci sarà la festa, ma di sicuro mi annoierò da matti!! Quindi probabilmente non ci andrò. Devo assolutamente convincere Alice, ma so già che sarà una cosa difficilissima.

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Nuova mattina. Ed ecco Eric venire da me e svegliarmi con un urlo in faccia.
<< Robbieeee! >>
Mi sveglio di scatto e lo guardo ad occhi ancora semichiusi.
<< Che vuoi? >>
Mi giro dall’altra parte sbuffando e lui mi toglie il cuscino da sotto la mia testa e io ricado su quel materasso duro innervosendomi.
<< Ma che cazzo fai!! Che ore sono? >>
<< Le dieci. >>
<< Le dieci?? Ma sei tutto fuori?? E’ l’alba!! >>
<< Alzati da quel letto!! >>
La sua voce è autoritaria, da non accettare controbattenti.
Non lo ascolto e mi risistemo sul mio letto tutto rannicchiato con la testa sotto le braccia per non sentirlo. Lui prende con le mani il materasso e mi fa cadere dall’altra parte. Sta volta mi alzo incazzato e lo guardo negli occhi. Lui guarda me e un infuocato tragitto si sposta tra noi. Lui non sta scherzando. E’ arrabbiato sul serio. Sul suo viso riesco solo a leggere incazzatura e delusione. E forse so anche a cosa si riferisce.
<< Tu sei tutto scemo, ma ti sembra? >>
Mi punta un dito contro.
<< Tu sei quello scemo. Ti stai rimbambendo con il tempo? Eh? Ma quanto ci vuole a conquistare una ragazza, me lo spieghi?? Ieri era la tua serata e tu ti sei comportato come un deficiente, ma pensi di conquistarla così? >>
<< Tu non puoi capire… >>
Butto lo sguardo a terra, essendo timido per la prima volta.
<< Cosa non posso capire? Come tu non riesca a conquistare una semplice ragazza? >>
<< Lei non è una semplice ragazza, è diversa!! >>
Faccio questa affermazione pensando al suo essere speciale, elogiandola, volendo però rimangiare subito quello che ho appena sparato.
<< Ma è una ragazza!! Cos’è, sei in crisi perchè è troppo difficile conquistare una ragazza che non ti cada ai piedi? Guarda che la vita non è sempre così semplice!! >>
<< Tu non sai un cazzo!! Non posso conquistarla in una sera sola!! >>
<< Si, ma tu stai facendo di tutto pur di non conquistarla!! >>
<< Ma stai zitto, io ho i miei modi! >>
“Quali Robbie?”
Mi rendo conto di trovare scuse inutile per non far vedere che sono sul serio un incapace.
<< Robbie, non nasconderti dietro a scuse che non puoi confermare! Sei un babbeo, un mollaccione e chi più ne ha e più ne metta. Mi hai deluso. Ti sei trasformato, ma invece di migliorare sei peggiorato e di brutto. Sei un po’ debole per diventare così schifoso per una cosa del genere, non trovi? Si, è vero, l’innamorarsi ti cambia, ti fa perdere il lume della ragione… Ma non si diventa così deficienti come lo stai diventando tu!! Sei ci tieni a lei devi lottare per averla, non puoi aspettare che si svegli lei a dirti qualcosa, anche perchè lei non verrà mai da quanto la conosco. Svegliati! >>
Così detto, Eric mi guarda ancora per un attimo, forse aspettando una risposta da me che, però, non arriva. Io resto spiazzato.
Si allontana da me fissandomi male ed esce dalla stanza.
Guardo il pavimento e mi perdo tra le piastrelle.
“Hai ragione, su tutto. Ma quante volte ti ho già dato ragione e tu mi hai fatto la ramanzina?? Non cambierà mai!! A meno che…”

-

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-

-

Le due e mezza. Alice non è ancora arrivata, ma è meglio che mi incominci già a preparare.
Così detto, vado al piano di sopra ed entro nella camera degli armadi. Vado dal mio guardaroba e scelgo. La mia gonnellina bianca e la mia canotta di ieri a righe bianche e rosa.
Poi il campanello suona. Scendo di corsa e le vado ad aprire.
<< Ciao Ale! >>
<< Ciao! >>
Scende dalle scale ed entra in camera. Poi poggia il suo zaino sul divano e mi guarda.
<< Questa la metterò al suo posto sta sera, ora non ne ho voglia! >>
<< Ok… >>
<< Oggi non andiamo al mare! >>
“Più facile del previsto…”
<< E perché? >>
Mette le mani sui fianchi e mi guarda ad occhi spalancati.
<< Sta sera dobbiamo essere ok, che domande! Quindi ho pensato di andare a fare shopping e comprarci un po’ di cose da fighetta… >>
La guardo strana.
<< Ma non abbiam mai fatto una cosa del genere!! >>
<< Non si può cambiare? C’è sempre una prima volta, no? >>
<< Si, ma… >>
Mette una mano davanti per interrompermi.
<< Vuoi ancora discuterne? >>
<< Ma perché mi interrompete sempre tutti? >>
<< Perché parli troppo!! >>
Incrocio le braccia e cerco di dirle il mio problema.
<< Io non ne ho voglia di venire sta sera! >>
<< Cosa?! >>
<< Mi annoierei a morte! >>
<< Ma cosa dici!! Non hai sentito Monica? Farà giochetti ‘Piccanti’!! E’ la tua occasione con Robbie… >>
Cerca di imitare la vocetta di Monica sottolineando la parola “Piccanti”..
<< Io non ho intenzione di avere nessuna occasione con Ant, anzi! E’ uno dei motivi per cui non voglio andare alla festa. >>
“Voglio solo evitarlo il più possibile…”
<< Se non ti interessasse non te ne fregherebbe niente che lui venga alla festa! >>
Sto in silenzio e non le rispondo.
<< E poi se non è per Robbie, potrebbe essere la tua occasione con Eric!! >>
Scoppio a ridere.
<< Ma per favore!! >>
<< E perché no? Dopotutto si comporta bene con te! >>
<< E allora? E’ semplicemente gentile!! >>
<< Con me non si comporta così, anzi… Sinceramente non ci ho ancora rivolto parola!! >>
<< Ecco perché, non ci hai ancora parlato! >>
<< Devi smetterla di piangerti addosso e incominciare a vivere, bella mia!! >>
<< E’ facile a dirlo!! >>
Mi azzittisce ancora.
<< Oohh, che noiosa!! Muoviti!! Che Eric ti aspetta sta sera!! >>
<< Ma smettila!! Non ho alcuna chance con Eric!! >>
<< E perché no!! Sei una bella ragazza, perchè non vuoi credere a questo? >>
Volto gli occhi al cielo pensando a quante menzogne si dicono per tirar su di morale una persona.
<< Grazie del tuo conforto, ma non serve a tirarmi su!! >>
<< Non ti sto dicendo questo per farti tirare su di morale, lo penso veramente!! >>
<< Anche se lo pensi tu, non mi cambia la vita!! >>
<< Si, sei veramente noiosa… Quindi adesso ti muovi, prendi i soldi, vedo che ti sei già vestita, saluti i tuoi e così possiamo andare a fare questo benedetto shopping! Altrimenti, senza di te, io come ci vado alla festa? >>
Sorrido e la guardo.
<< Ok… >>
Sbarra gli occhi.
<< Sul serio? >>
Acconsento senza far trasparire troppo entusiasmo.
<< Si, ok… >>
<< E’ stato troppo facile!! >>
<< Se vuoi contesto ancora un po’! >>
<< No, ripensandoci mi basta così!! >>
Mi metto a ridere e apro il cassetto della mia scrivania di legno. Poi prendo il portafoglio dove tengo tutti i miei risparmi e prendo tutti i soldi. Prendo la borsetta bianca e ci infilo dentro tutto. Mi siedo alla scrivania e incomincio a truccarmi come al solito.
Mi alzo e Alice si siede al mio posto e incomincia a frugare nel mio cassetto dei trucchi prendendo la mia matita nera.
<< Che stai facendo? >>
<< Mi sto truccando, non si vede? >>
Resto un attimo in silenzio, senza reagire, non realizzando. Dopo capisco.
<< Si, si vede, ma… Con i miei trucchi? >>
<< Su, non fare la tirchia!! >>
<< E tu, invece, non fare la scroccona!! >>
<< Non sapevo se avresti accettato di andare in giro e quindi non ero sicura di truccarmi… Ma vedi che devi sempre contestare? >>
<< Fai pure con comodo! >>
Alza le spalle.
<< Lo so! >>
Intanto io vado da mia madre che sta stirando davanti alla televisione.
<< Ma’, oggi non vado al mare, vado a fare shopping con Ali! >>
<< E dove andate? >>
<< In centro. >>
<< Quanti soldi hai? >>
<< Quarantacinque euro. >>
<< Miraccomando Ale… Voglio che porti a casa il resto, chiaro? >>
Sbuffo annoiata.
<< Si, ma’… Un’altra cosa! >>
<< Cosa…? >>
Mia madre risponde con un tono di supplica pensando già che quella dopo sia una richiesta che non le piacerà molto.
<< Sta sera vado ad una festa! >>
<< Di chi? >>
<< Di una nostra amica. >>
<< E dove abita? >>
“Ma quante domande…”
<< In Corso Garibaldi. >>
<< Beh, sai già a che ora dovete pigliare il pullman. >>
<< Sta sera dorme da noi Ali. >>
<< Ok. >>
Cerco di contestare sull’orario.
<< Però è troppo presto mezzanotte!! Capisci, ma’… E’ una festa!! Non posso andare via come Cenerentola!! >>
<< Invece si!! Cenerentola si è sposata con un principe, perciò un motivo in più!!>>
Sorvolo su quest’ultimo stupido commento.
<< Ma mi accompagnano!! >>
<< Chi ti accompagna? >>
<< Un amico in motorino! >>
Si mette a ridere di gusto.
<< Per carità!! Manco se avessi la febbre a quarantaquattro! >>
<< Dai!! >>
<< No! >>
Io sbuffo e la guardo con occhi che cercano di supplicarla in tutti i modi.
<< Mezzanotte in punto! Non farmi aspettare che vorrei dormire! >>
<< Puoi anche non aspettarmi, eh? Non mi succ… >>
Mi interrompe ancora.
<< Ale... Ti ho detto a mezzanotte, che vuoi ancora? >>
<< Non vi sopporto più!! Sempre ad interrompermi!! >>
Mi allontano ed entro in camera mia. Alice si alza dalla mia scrivania.
<< Andiamo? >>
<< Subito!! >>
Prendo la mia borsetta già preparata e faccio segno con gli occhi ad Alice di andare. Lei prende la sua borsetta che tira fuori dallo zaino e usciamo di casa pensando sempre prima al mio cane preferito non badando alle lamentele di Alice.
<< Andiamo a piedi? >>
<< Ma si…Un po’ di camminata non ci farà male!! >>
Ci avviamo e nel mentre io sono giù di morale, non riesco ad essere felice per niente. Alice mi nota, così incomincia a tartassarmi di domande
<< No, no, no… Tu non me la racconti giusta!! Quindi adesso che abbiamo un bel po’ di camminata mi racconterai cosa c’è che non va!! >>
Mi giro facendole capire che non so a che cosa stia alludendo, anche se lo so benissimo.
<< Non ho assolutamente niente!! >>
<< Guardami. >>
Io non la ascolto e continuo ad andare avanti facendo finta di niente.
<< Ho detto guardami!! >>
Mi giro nella sua direzione e lei mi guarda negli occhi, poi scuote la testa.
<< No… Lo sai che a me non puoi mentire!! Dimmi che hai! >>
<< Sono un po’ incazzata… >>
<< Questo lo vedo! Ma dimmi perché! >>
<< Perché… Odio Robbie!! >>
Si gira dal’altra parte lamentandosi.
<< Oooohhh…. Sempre con la solita storia!! Facevo meglio a non romperti. Stai diventando una palla con la stessa cosa, eh? Continui a dire che lo
odi, ma probabilmente è solo un modo per convincere te stessa che non ti piaccia. E’ solo questo e tu lo sai, ma non lo vuoi ammettere o se non lo sai, ti piace inconsciamente. Mi dispiace, ma è così. >>
<< No, non è vero! >>
Nego nonostante quest’affermazione mi risuoni in testa come se sentissi di aver mentito.
<< E secondo te perché ne parli sempre? Perché ci pensi sempre? Perché continui a romperti i coglioni dicendo trentamila volte “Odio Robbie”? Lo dice trentamila volte perché devi convincere te stessa e basta!! >>
Io sto un po’ in silenzio, poi attacco allo stesso modo di prima. In questo momento non riesco ad essere più originale di così.
<< Non è vero… >>
<< Va bene, te ne accorgerai! Speriamo solo il prima possibile perché non so ancora quanto potrò resistere!! >>
Faccio l’offesa.
<< Bell’amica!! >>
<< Sono amica quanto vuoi, ma dopo un po’ non se ne può più!>>
La guardo impettita, incrociando le braccia sul petto.
<< Ma ho un problema! Dovresti palarne con me fino a quando non si sia risolto!! >>
Mi risponde senza prendere fiato, come se sapesse già dall’inizio della frase come rispondere.
<< Tu non hai un problema, sei solo testarda, è solo un tuo capriccio che puoi risolvere solo te stessa! Io non posso aiutarti, in nessun modo, a parte nel dirti le cose che ho già detto e spingerti ad andare avanti. >>
<< S i, anche se non puoi risolverlo, mi aiuteresti molto ascoltandomi fino alla nausea!! >>
Mi guarda storto.
<< Ale… Sono già arrivata alla nausea!! >>
La prendo un po’ come un’offesa e sto in silenzio per tutto il viaggio, ma purtroppo non riesco ad azzittire i miei pensieri che mi torturano come una forbice fa ad un pezzo di carta.
Arriviamo davanti a Mango, entriamo e cominciamo a cercare tra i vari vestiti. Ce ne sono vari in vari reparti. Le pareti sono bianche, ma i diversi vestiti colorano l’ambiente. E la ricerca si fa interessante.

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Sono le tre.
Io ed Eric siamo già al mare con tutti gli altri che ci fanno compagnia. Sta sera ci sarà la festa e tutti qui sono estasiati e non vedono l’ora che cominci. Io mi guardo attorno inconsciamente alla ricerca di qualcosa o qualcuno, ma ragionandoci un po’ su si può capire quello che io voglio trovare.
<< Robbie? Stai pensando a quello che penso io? >>
Eric mi si siede vicino e mi guarda ridendo.
<< Non lo so! Tu cosa pensi? >>
<< Quello che pensi tu!! >>
Alzo un sopracciglio.
<< Vuoi che cominci a prenderti a schiaffi?? >>
<< Perchè? >>
<< Posso essere mooolto geloso, sai? >>
Si mette a ridere.
<< Ah ah!! Beccato!! Stavi pensando ad Ale! >>
<< Per te non era un problema capirlo!! >>
<< Ale?? >>
Dario si aggiunge alla conversazione. Noi ci giriamo verso di lui e si siede accanto a noi.
<< Ehm… No!! Stai capendo male Dario!! >>
<< Tu solo non provarci con Ale, poi puoi anche capire male!! >>
Eric interviene sghignazzando e io lo guardo malissimo.
<< Avevo qualche dubbio comunque che ti potesse piacere… >>
Mi guarda maliziosamente.
<< Ma non è vero!! >>
Nego, nego e ancora nego. Troppo presto per l’ultimo passo.
<< Dov’è oggi?? >>
Mi chiede incuriosito. Guardo l’orologio. Sono le tre e mezza. Di solito non è così in ritardo.
<< Non lo so… >>
La mia voce si fa pensierosa e Dario ed Eric si guardano ridendo.
“Dove sei Ale?? Dove potresti essere? Perchè non sei qui? Non vuoi vedermi? Non ce la faccio più, la mia testa prima o poi scoppierà!!”
Un motivo in più perchè non veda l’ora che arrivi sta sera! Non può mancare alla festa.
<< Robbie!! >>
Eric mi chiama.
<< Ohi! >>
<< Mentre tu eri lì con la faccia triste che guardavi la sabbia pensando a chi sa cosa, e sinceramente quella cosa la so, sono andato da Dimitri per toglierti un dubbio. Sono andate a fare shopping per sta sera!! >>
<< Ah, ok, ma non dovevi!! Non stavo pensando a quello! >>
Alza i due sopraccigli e mi guarda da superiore.
<< Non fingere con me!! >>
Osservo Dario che mi sta guardando sorridendo.
<< Tanto è troppo tardi se avevi intenzione di nascondermi qualcosa!!! >>
<< Vi odio tutti… >>
“Pensiero confermato. Ma quando arriva sta sera??”
<< Un momento… Ma io dovevo essere arrabbiato con te!! >>
Mi punta il dito contro e chiude gli occhi a fessura.
<< Perchè?? Che cacchio vuoi? >>
<< Come che cacchio voglio?? Non ti ricordi ieri sera e sta mattina?? >>
Alzo gli occhi al cielo, annoiato.
<< Ancora con questa storia… >>
Mi giro dall’altra parte.
<< Cioè... Tu dimmi Dario se uno a cui piaccia così tanto una ragazza la debba trattare come tratta lui Ale!! >>
<< In effetti è un po’ un controsenso… >>
Cerco di azzittirli.
<< Ma che cosa andate a dire!! Io ho le mie tattiche!! >>
Mi viene da ridere da solo, ma mi trattengo.
<< Un po’ assurde… >>
Dario, con questa battuta, sghignazza alle mie spalle.
<< Tu sta’ zitto Dario! >>
<< Robbie, smettila di fare così con me. Ti rendi solo ridicolo. SEI ridicolo! >>
<< Ma vai a fanculo, va’! >>
Prendo la mia maglietta, me la infilo e mi metto lo zaino in spalla. Guardo per un ultima volta Eric, ma lui mi sta rivolgendo lo sguardo a sua volta aspettando in qualche mia parola. Io non gliela concedo e me ne vado sempre in silenzio.
“Ma questo non dovrebbe essere un mio problema?? Perchè mio fratello dev’essere così impiccione??”

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Usciamo da Mango, raggiungiamo Piazza Colombo con le borse dello shopping alle mani e ritorniamo a piedi verso casa. Ad un certo punto della nostra passeggiata Alice si ferma.
<< Che c’è, Ali? >>
<< Ma Monica non aveva detto di portare qualcosa da mangiare o da bere? >>
<< Ah, già! >>
Sbuffa.
<< Il problema che l’abbiamo già passato il ‘DxD’. >>
<< Tranquilla!! Più avanti c’è il ‘Conad’!! >>
<< Ok! >>
Arriviamo davanti a questo ed entriamo. L’aria condizionata ad alto volume mi passa attraverso la gonna e io, quasi, sento fresco.
<< Ahhh, come si sta bene!! >>
<< Già. >>
Ci avviamo nel reparto ‘Schifezze’ e c’è di tutto. Dalle patatine più semplici a quelle più complesse e gustose, dai pop-corn al cioccolato, dall’acqua naturale allo spumante.
<< Cosa prendiamo? >>
<< Fai tu! >>
<< Dai, aiutami! >>
<< Perché non prendiamo da bere? >>
<< Facciamo così… Prendiamo un pacchetto di pop-corn e una coca-cola, ok? >>
<< Ok, come vuoi! >>
Prendo il tutto, andiamo alla cassa, paghiamo ed usciamo con il sacchetto della spesa che naturalmente devo tenere io.

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Sono su ‘Diana’. Non ho più sentito mio fratello e neanche voglio sentirlo.
Oggi non c’è un filo di vento e sinceramente non ho voglia di impegnarmi a guardare una barca a vela. Sono ancora attraccato al molo, sdraiato sul pavimento fuori dalla casetta. Si sta bene, dopotutto, anche fermo al porto. Però, in questo momento, sono troppo arrabbiato per Eric e dell’assenza di Alessia, tanto che non riesco a godermi questa parte di giornata.

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Ritorniamo a casa ed entriamo dentro posando tutti i vari sacchettini.
<< Ale!!!! >>
“Figurati se mia madre non doveva essere a casa.”
<< Che c’è? >>
La raggiungo.
“Sta a vedere… Ora mia madre mi chiederà per prima cosa quanto ho speso e farà tutti i suoi vari commentini. Poi si lamenterà che potevo arrangiarmi con i vestiti che avevo già, allora, dopo tutto questo, mi chiederà che cosa ho preso e di fargli vedere.”
<< Cosa hai comprato allora? >>
Vado a prendere la roba e la porto da lei.
<< Questa camicetta nera a ‘V’. >>
La guarda, poi fa una smorfia.
<< Mmm, carina… Quanto hai speso? >>
<< Ma’, ho il resto. >>
<< Non bastavano i vestiti che avevi già? >>
<< Ma’, i soldi sono miei!! >>
<< E allora? Ma che c’entra? Devo insegnarti a risparmiare o no? >>
La guardo esasperata.
<< Si, ma tu esageri!! Come se andassi a fare shopping tutti i giorni! >>
<< No, ma con tutti gli altri soldi che spendi per stronzate… >>
Poi ci raggiunge Alice e tira fuori la su roba dai sacchetti.
<< Io invece ho preso questa roba! >>
Le fa vedere un paio di jeans stretti chiari con degli stras neri sulle gambe e una canotta anch’essa nera fatta a righe che risaltano e no.
<< Belli! Che forte questi pantaloni!! Perché Ale non te li compri anche tu così? Tutti semplici li pigli!! >>
<< Mi piacciono nella loro semplicità! Va beh, dai Ma’, ora ci dobbiamo preparare!! >>
<< Ma sono solo le cinque e un quarto!! >>
Le urlo addosso facendole capire che noi, o meglio, io non voglio stare più lì.
<< Ma’, dai!! >>
Andiamo in camera e una alla volta facciamo la doccia e ci vestiamo con i indumenti comprati nel pomeriggio, io aggiungendo uno dei miei soliti bellissimi jeans che mia madre chiama “Semplici”.
Ci avviamo alla mia piccola cucina per scegliere cosa mangiare, ma non ci viene in mente niente e io ed Alice ci guardiamo.
<< Ma tu ne hai voglia di mangiare? >>
Mi chiede.
<< No. >>
<< Cioè, poi andiamo a questa festa e ci riempiamo di schifezze quindi è come se facessimo cena! >>
<< Si, però non possiamo andare così… Pensa se non c’è niente come pizza o altro? Fare cena con patatine non mi sembra il caso!! Almeno un panino io lo voglio mangiare!! >>
<< Io no. >>
<< Fa niente!! Mangio da sola. >>
Lei va di là in camera mia e io mi preparo il mio panino al pomodoro e mozzarella e mangio.
Poi la raggiungo e la vedo già truccata. Seguo il suo esempio. Mi sistemo alla scrivania e incomincio a truccarmi, ma al posto del solito ombretto bianco lo metto nero.
“Ma che ore si sono fatte?”
Le otto. Ancora due ore. Intanto mi giro verso Alice che si è già accesa la tv che a quest’ora c’è ‘Summerland’ che ad Alice piace da impazzire. Così ci godiamo il telefilm che scorre e senza neanche rendercene conto, passa anche il tempo, il telefilm finisce e si fanno le nove.
<< Ali, andiamo a piedi, così risparmiamo tempo perso inutilmente! >>
<< Si, ok, possiamo già andare allora! >>
<< Si! >>
Preparo la borsetta bianca con chiavi, portafoglio e cellulare. Poi prendo il sacchetto della spesa con pop-corn e coca-cola e andiamo.
<< Ciao Ma’! A domani mattina!! >>
<< E si… A sta sera!! >>
Usciamo di casa e camminiamo lungo la solita Corso Cavallotti.

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Le nove e trenta.
Io ed Eric siamo davanti alla casa di Monica e ancora non ci siamo parlati da oggi pomeriggio. Non mi degna neanche di sguardi. Io ho finito di prepararmi, con i miei soliti jeans da portare sotto il culo, ma questi della ‘Rich’, con la scritta omonima sul retro in rosa e una maglietta a maniche corte con i capelli tirati su dal gel.
Gli ho solo detto un “Andiamo” e lui mi è stato dietro. Niente di più.
“Ma saranno un po’ cazzi miei?? No, lui deve fare il muso solo perchè non riesco ad aprire il mio cuore ad Ale... Non mi sembra logico!!”
Ci apre la padrona di casa con un sorriso in viso e subito dopo, con la sua voce da viziata, fa la domanda.
<< E da bere? >>
<< Monica, non rompere! >>
Lei sbuffa e ci fa entrare incontrando all’interno Carlotta che viene subito al braccetto di Eric.
Io mi guardo attorno. Niente. Nessuna traccia di Alessia.
“Ti prego, fa che venga!!”
Dopo essermi guardato ancora un po’ in giro, mi stufo e mi vado a sedere sul divano vicino ad Eric e Carlotta.

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Arriviamo in Corso Garibaldi, davanti alla casa di Monica e suoniamo il campanello argentato a fianco la porta.
Sono le dieci meno un quarto. “Siamo in anticipo!!”
Monica ci apre la porta con un sorriso in viso e, appena ci vede, quest’ultimo svanisce.
<< Ah, siete voi… Entrate pure. >>
Ci introduciamo dentro e il suo salotto fresco dal muro giallognolo e dalle sedie e mobili di legno noce è già pieno di persone tutte ammucchiate a ritmo di musica, con sottofondo ‘Hollaback girl’ di Gwen Stefany.
<< Ma non era alle dieci l’appuntamento? >>
Ci risponde svogliata.
<< Le dieci sono l’ora massima, di solito si viene prima perché le feste sono talmente belle che non vedi l’ora che inizino! >>
Poi sospira.
<< L’unico a non esserci e che molto probabilmente non vedremo prima delle dieci e un quarto è Edoardo. >>
Alice fa un sorrisino e io rivolgo controvoglia, ancora una volta, la parola a Monica.
<< Ti abbiamo portato da mangiare e da bere! >>
Le mostro il sacchetto con un sorrisino d’imbarazzo. Lei fa una brutta faccia, quasi schifata.
<< Grazie… >>
Si avvia al tavolo e dopo capisco la motivazione di quell’espressione.
Sul tavolo non vi è alcuna traccia di coca o pop-corn o di roba del genere. Ci sono solo tanti alcolici. Di tutti i tipi, ma ci sono solo alcolici. Al massimo nascoste ci sono due vassoi in croce di pizzette, salatini e meringhe.
Prevedo una festa da alcolizzati.
“Vorrei sotterrarmi…”
Io ed Alice ci guardiamo preoccupate.
<< Ali!!! >>
Questo è Dimitri che la chiama e spunta fuori tra vari personaggi. Così lei lo raggiunge e io rimango sola con un:
<< Non ti dispiace, vero Ale? >>
Capisco dal suo tono di voce che è una domanda retorica che non accetta risposte negative.
<< Si, vai pure. >>
Lei sorride e si gira allontanandosi lasciandomi da sola. Mi giro e mi guardo attorno. Ci sono proprio tutti a parte Edoardo. Dario e Chiara sono alla finestra, Francesco e Veronica sono seduti su una poltrona gialla sola, Alice e Dimitri, sono in un'altra, Marta e Luca sono in piedi in un angolo, Samuele, Monica e Carolina seduti al tavolo e Eric, Carlotta e Robbie sul divano.
Resto lì, immobile, a braccia conserte che fisso il vuoto, sola come la solita sfigata zitella che sono.
Poi sento una voce da dietro di me.
<< Guarda chi si rivede… >>
La riconoscerei tra mille questa voce.
“Robbie…”
Mi giro dietro nella sua direzione. Oggi è vestito benissimo. Porta dei jeans chiari stretti che si portano sotto il culo, che io naturalmente adoro, e una maglietta a maniche corte nera, mentre i suoi capelli sono tirati su con il gel.
<< Ant!! Non mi sei mancato per niente sai? >>
Il mio sorriso verso di lui potrebbe smentire tutto.
<< Mi fa piacere, ma neanche tu, per niente!! >>
<< Ma cosa dici! Altrimenti non saresti qui a parlarmi!! Ti mancavo così tanto che hai deciso di venirmi a parlare subito! >>
Lui mi guarda male.
<< Ma che cazzo stai dicendo? Stai andando su di giri, per caso? >>
<< Assolutamente no! Ma mi fa strano che tu mi venga a parlare così, senza motivo. Dato, poi, che ieri mi evitatavi sempre!! >>
<< Hai ragione. >>
Si volta dall’altra parte e se ne va al tavolo a prendere una bottiglia di birra facendo vedere il suo bel culo con la scritta ‘Rich’ rosa su di esso.
“Ecco, complimenti Ale! Ora rimani sola e la prossima volta impari a lasciarti scappare l’unica persona che qui dentro ti possa aspettare.”
Mi giro verso il divano e nessuno ci è più seduto sopra. Eric, Robbie e Carlotta sono in giro per la casa, ma non al divano, così decido di sedermi e godermi lo spettacolo delle conversazioni tra altre persone.
“Non ho di meglio da fare!”

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“Tattiche, tattiche…”
Penso forzatamente questo per rassicurarmi, poi vado da Dario.
<< Ciao Dario… >>
<< Oh, ciao innamorato!! >>
Mi scandalizzo al suono di quella parola.
<< Cosa?? >>
<< Hai sentito bene, hai sentito bene! >>
In casa arriva Edoardo, come al solito in ritardo, e tutti lo acclamano, finalmente di li a poco inizierà la festa vera e propria e spero in qualche giochetto ‘piccante’, come l’ha chiamato Monica.

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Edoardo ride e si guarda attorno, in tutte le direzioni e si sofferma su tutti i singoli elementi. Poi fissa me con i suoi jeans larghi e una camicetta azzurra a quadri fuori dai pantaloni con i capelli stirati sulla faccia.
Si avvicina sedendosi vicino a me.
<< Ciao. >>
<< Ciao. >>
<< Allora? >>
Mi guarda sorridendo, non capendo che cosa ci faccia qui vicino a me.
<< Così… >>
<< Come così? >>
<< Non lo so! >>
“Uffi! Non so cosa rispondere!”
<< Cosa ci fai qui tutta sola? >>
Penso un po’ sulla domanda. Le opzioni sono due:
“Guarda, sono da sola perché sono una sfigata e nessuno vuole stare con me.”
Oppure:
“Guarda, sono da sola perché sono l’unica sfigata che sono senza un accompagnatore.”
Qualunque opzione scelga, rimarrei comunque una sfigata.
Mi giro verso Alice che sta fissando nella mia direzione e mi guarda con occhi di sfida. Io le sorrido e poi mi rivolgo ad Edoardo.
<< Non trovo nessuno con cui stare. >>
Lui mi fa l’occhiolino e mi sorride indietreggiando con la schiena sullo schienale del divano.
<< Beh, allora ti tengo un po’ compagnia io! Tanto ho litigato con Carolina e non voglio starle vicino! >>
<< Grazie. >>

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<< Smettila Dario. Almeno non ad alta voce!! >>
Lui ritorna serio.
<< Ehy, aspetta un attimo… Io lo facevo per scherzare!! Cazzo, sei innamorato!! >>
Io mi preoccupo.
<< Lo facevi per scherzare? >>
<< Si!! Lo dicevo perchè stavi tornando da Ale e ogni volta che parli con lei ritorni sempre con un sorriso… >>
Sorrido ancora pensandoci.
<< Vedi? Come adesso! >>
“Cazzo!”
<< Smettila!! Sono tutto fuorché innamorato!! >>
<< Oggi avevo capito solo che ti piacesse, ma se sei innamorato è tutta un’altra cosa!! Devo andare a fare i complimenti ad Alessia! >>
Solo al suono del suo nome mi giro per la stanza a cercarla. E la trovo.
È sul divano con Edoardo a scherzarci assieme. Quando anche lei cerca per la casa e mi trova. Abbozza in un sorriso e ritorna a parlare sempre sorridente, come se volesse farmi ingelosire.
“E ci riesce!... Ma non dovrei essere io in teoria quello che dovrebbe far così?”
<< Quanto ti piace… Ma allora ne sei veramente innamorato!!!! Wow!!! >>
Ritorno con lo sguardo verso Dario ancora, però, con la sua immagine nella mente.
<< Ma che cazzo dici!! E da cosa la trarresti quest’ultima conclusione? >>
<< Dovevo riprendervi entrambi mentre vi stavate guardando in questo momento! >>
L’agitazione sale.
“Le piaccio anch’io?”
<< Perchè, come mi guardava? >>
<< Ne sei innamorato!!! Non puoi più negarlo!! >>
Sorrido. Non riesco più ad essere aggressivo e lui si mette a ridere contagiandomi.
<< Sai, ti vuole fare ingelosire… >>
La riguardo e rivolgo la parola a lui sempre tenendo lo sguardo fisso su di lei.
<< E questo da cosa lo deduci? >>
<< S’è messa a sorridere appena l’hai guardata!! E’ stracotta!! >>
<< Devi sempre esagerare!! >>
<< Fidati. >>
Non riesco a fare a meno di sorridere.
<< Mi odia. >>
<< Tutt’altro che odio! >>

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<< Come mai hai litigato con Carolina? >>
Chiedo ad Edoardo.
<< Perché lei vuole stare con me, ma io non voglio. Cioè, ora che sono giovane voglio godermi l’adolescenza e spassarmela con quelle che voglio! Non voglio impegnarmi con nessuna!! >>
<< Capisco. >>
<< E tu? Con Robbie come va? >>
Lo guardo sbalordita.
<< E’ incredibile… Ma le storie girano tutte, eh? >>
Lui mostra i suoi denti in un sorriso.
<< Esatto! Dai racconta!! >>
<< Ma niente di interessante. Continuiamo a scannarci, ora peggio di prima! >>
<< Tu sai che gli piaci, vero? >>
Sto un attimo in silenzio, pensando a lui.
“E’ impossibile.”
<< Ma ne siete proprio convinti tutti allora!?!? >>
<< E’ così evidente!! >>
<< Giuro che non c’è niente!! >>
Lui guarda Robbie
<< Mmm… Faccio fatica a crederlo!! Beh, visto che nessuno dei due non ha nessuno con chi stare, vediamo con chi gli piacerebbe passare la serata! >>
Alzo le spalle.
<< Ok. >>
<< Vediamo… Samuele? >>
<< Sei matto? No, no… Monica? >>
<< Beh, non mi dispiacerebbe, ma lei ora si fa le storielle con un ragazzo fuori dalla cumpa! >>
<< Non pensavo fosse un problema per te! >>
Scuote la testa.
<< Mah… Eric? >>
Faccio uno sguardo malizioso.
<< Beh, ci potrei fare un pensierino… >>
Sbarra gli occhi.
<< Dai, ti piace Eric? >>
<< Diciamo che non è male!! Alice? >>
<< Povero Robbie… Chi è Alice? >>
Lo guardo male al suono del nome “Robbie”, ma poi lo fulmino per la stupida domanda.
<< Ma come chi è? Quella che sta seduta sulle gambe di Dimitri!! >>
<< Ah, lei!! Perché no, è carina!!! Ma sta con Dimitri! Non posso fare quindi un pensiero più avanti di questo. >>
Sorrido felice per Alice.
<< Capisco. >>
<< E con me? >>
Si indica muovendo le palpebre in segno di piacimento.
<< Per carità!! >>
Mi metto a ridere.
<< Ma… Ma… Mi trovi brutto? Ma guarda questa!! Io sono figo, capito? >>
Continuo a ridere più di prima.
“Se lo credi tu…”
<< Ah, si, non lo metto in dubbio! Diciamo che non sei esattamente il mio tipo!! >>
Incomincia a parlare in modo sarcastico.
<< E come dovrebbe essere il tuo tipo? >>
Guardo avanti nel vuoto per incominciare a fargli una lista.
<< Beh, tanto per cominciare non più basso di me e più piccolo e, soprattutto, mi deve piacere! >>
Edoardo fa la faccia da offeso e con la voce da bambino mi risponde.
<< Io non sono basso!! >>
Lo piglio per il culo.
<< No, hai ragione… E tu con me? >>
<< La sto già passando con te la serata se non te ne sei accorta… Devo essere proprio disperato per toccare il fondo! >>
Mi metto le mani sui fianchi guardandolo da arrabbiata.
<< Grazie per avermi dato del ‘fondo’!! >>
Ride.
<< Vendetta… E Robbie? >>
<< Che Robbie? >>
“Robbie?? Robbie?? Chi ha nominato il nome di Robbie invano?”
<< Non abbiam cambiato gioco! Sei ancora con noi? Vorresti passarci la serata con lui? >>
Rispondo senza neanche pensarci.
<< Neanche morta!! >>
Poi mi giro verso di lui e lo guardo. Monica interrompe la musica con ‘Numb-Encore’ di Jay-z con i Linkin Park e si mette a parlare con tutti.
<< Allora, iniziamo la festa? >>
<< Stavamo aspettando questo!!! >>
<< Scegliete. Cosa facciamo ora? >>
<< Indovina Monica cosa vogliamo fare? >>
Le risponde Dario in tono malizioso.
<< Ma è sempre la solita cosa che facciamo per prima!! E poi non facciamo mai niente dopo! >>
<< Non è colpa mia se è la più bella!! >>
<< Ok, dai. >>
Monica va in cucina e io non capisco. Così mi giro verso Edoardo e lo vedo sorridere entusiasta all’idea.
<< Ma a che cosa si stanno riferendo? >>
Edoardo mi guarda come se fossi un aliena.
<< Al gioco della bottiglia, no? >>
Infatti vedo tornare Monica dalla cucina con una bottiglia in mano e ci guida verso la sua camera enorme dalle mura bianche ornate di mille poster di personaggi famosi, tra cui soprattutto Britney Spears, e da oggetti e letto tutti in rosa.
Mette la bottiglia in centro, dato che lo spazio in mezzo è completamente vuoto, e tutti si sistemano attorno, così mi piazzo anch’io, seduta tra Edoardo e Carlotta.
Noto Alice ancora che mi guarda male e io le sorrido, così lei socchiude ancora di più quegli occhi arrabbiati.
Poi mi giro verso Robbie. Lui ride con suo fratello facendo quelle stupide battute che penso io come:
“Io voglio uscire con lei! Però, per carità… Speriamo non mi capiti mai Sfig!! Oh, mio dio!! Sarebbe una disgrazia!!”
“Già me lo immagino…”

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Alessia si mette tra Edoardo e Carlotta e io mi siedo a caso dove mi raggiunge Eric.
<< Ciao, ho visto che ci hai parlato, anche se per poco… >>
Io gli faccio il segno dell’ok, felice del fatto che ora mio fratello mi parli, ma soprattutto per un’altra cosa.
<< Tranquillo, questo è il mio gioco giusto!! >>
Lui si mette a ridere e io faccio lo stesso. Poi mi da una pacca sulla spalla e mi guarda di traverso.
<< Cerca di non bruciarti anche questa! >>
<< Tranquillo!! >>
Qualcuno dà inizio al gioco.
<< Monica, inizia tu! E’ casa tua!! >>
Lei annuisce ridendo, la bottiglia gira e si ferma su Dario.
Si avvicina a gattoni e lo becia. Dario sorride e la mangia con gli occhi, poi gira la bottiglia e si ferma su Alice.
Alice gira… Esce Samuele. Fa una faccia schifata e poi va.
Samuele gira… Esce Monica.
Lei gira… Esce Dimitri.
Lui gira… Esce Carolina.
Lei gira… Esce Edoardo.
Un po’ arrabbiato gira la bottiglia… Esce Carlotta.
Lei gira… Ed esco io.
“Che palle!! Non è esattamente la persona che volevo!”
Si avvicina a me e mi fa ricordare con un semplice tocco di lingua tutti i momenti passati con lei. Che sono stati bellissimi, ma passati.
Mi volto verso Alessia. Lei non guarda, ma è diretta verso terra.
Carlotta si allontana da me guardandomi negli occhi. Allora giro.
“Ti prego, ti prego, ti prego…”
“Sai quando si esprimono i desideri, ma lo si fanno così, tanto per fare, perchè tanto sai già che non si avvereranno mai? E di fatti è sempre così… Ma questa non è una di quelle volte.”
La bottiglia le si ferma puntata contro. E io la guardo. Lei mi guarda. E allora io incomincio.
<< No, no, raga… Non si può mettere una regola che una si può evitare di beciarla? Dai, solo una!!! >>
Tutti ridono, già capendo.
<< No, Robbie, le regole sono regole! Tanto lo sappiamo tutti che non ti schifa per niente!! >>
Eric mi dice questo sorridendo.
<< Odio le regole!! >>
“Ma questa non è una di quelle volte.”
Passo per il centro e mi avvicino a lei. Lentamente.
E’ un momento unico questo, non posso sprecarlo così.
“Baciala, baciala…”
“Certo che lo faccio ora!!”
Mi avvicino sempre di più fino a quando mi attacco troppo. E le sue labbra sono già le mie. E la sua lingua…
“Oh, Ale, finalmente!! Ci voleva tanto? Ti sto baciando e tu stai baciando me!! Non mi è sembrata una cosa così difficile!!”

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Sono ancora indecisa se essere arrabbiata o felice. Ho tante emozioni che si accavallano. Forse mi accorgo di come dovrei essere… Mi sento felice, spensierata, leggera… Ma soprattutto felice.
Non riesco a staccarmi e mi godo questi secondi.

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Mi stacco e la guardo negli occhi. Mi perdo nei suoi come lei nei miei. E non riesco più a trovare la via giusta. Sono perso, girovago senza meta, alla ricerca di qualcosa di bello, che ho già trovato, ma voglio cercare ancora, e ancora, e ancora…

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Io ammiro i suoi occhi e mi sembra di perdermi in quell’immensità blu profonda. Sono incantata e non riesco a staccarmi.
<< Robbie, se ti levi di mezzo forse andiamo avanti con il gioco! Abbiamo capito che ti piace, ma continui dopo, fuori dal gioco, ok? Così possiamo andare avanti! >>
Dice Dimitri. Lui ritorna al posto.
<< Non mi piace!!! Lei mi tratteneva!! >>
<< Cosa?? >>
Rimango sbalordita dalla sua affermazione.
<< Sfig, zitta e gira!! >>
Giro la bottiglia e mi capita Samuele, ma anche se non mi piace per niente, non ci penso e me lo bacio. Niente mi distrae dal mio pensiero.
“Ho beciato Robbie??”
Così il gioco va avanti per un po’ e, anche se me ne tocca beciare tanti e vedere gli altri beciarsi, il tempo va e non mi accorgo di niente. Sono troppo distratta.
Osservo un attimo la bottiglia girata da Alice e questa si ferma su Edoardo. Non lo dà a vedere, ma dentro di lei la felicità abbonderà a dismisura. Si bacia il suo adorato Edoardo e immagino che quando torneremo a casa mi farà una testa grande per dirmi che l’ha beciato. Mi devo preparare!
Edoardo gira la bottiglia e si ferma su di me. Lui mi becia, lo guardo schifata e lui fa lo stesso, poi ci mettiamo a ridere e giro la bottiglia. Si ferma su Robbie. Ora tocca a me avvicinarmi a lui.
Lo guardo e lui contraccambia, poi mi avvicino e lo becio.
“Adoro le sue labbra e la sua lingua e tutto di lui… Ora ho capito cosa mi volevano dire tutti. Mi piace e forse sono veramente innamorata e ci è voluto un bacio per capirlo. Mia madre aveva ragione. Se sta sera faccio la parte di Cenerentola e ho già anche trovato il mio principe azzurro. Robbie… Ti sto baciando…”

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Non ho mai baciato nessuna così… Di solito lo facevo sempre tanto per fare e divertirmi. Ora è diverso! La sto baciando con più passione e più voglia del solito.
“E’ questo un altro indizio del mio innamoramento? Wow… Che emozione bellissima… W l’amore!!”

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Il tempo passa.
Manca pochissimo all’ora che mi toccherà partire di qui. Gli altri sono già tutti mezzi ubriachi. Robbie no. Tutti fanno i deficienti attorno al tavolo in salotto. Io sono seduta sul divano, lui è seduto sulla poltrona proprio di fronte a me. Qualcuno ogni tanto ci passa davanti, ma niente ci impedisce di distogliere lo sguardo. Lui fissa me, io fisso lui. Il suo sguardo mi immobilizza. La testa gira. Chiudo gli occhi. Mi sembra di rivivere gli stessi momenti di prima. Il suo bacio e il suo viso unito al mio solo da una lingua. Le mia dita vanno istintivamente a toccarsi le labbra, cercando di accarezzare quel minimo di lui che è rimasto. Riapro gli occhi e lo riguardo. Sta sorridendo osservandomi, io no. Il mio sguardo è troppo preso per trasformarsi in qualcosa di divertente. Ora anche le sue labbra cambiano posizione, ritornando ad essere quelle serie di prima. I miei occhi non riescono a rialzarsi. Le sue labbra, per me, sono come una calamita.
“Vieni da me…”
Samuele si avvicina a lui e gli da uno spintone. Lui ricambia lo sguardo e lo manda a fanculo. Samuele si mette a ridere e ad urlare nel mentre che si versa nel bicchiere Vodka alla pesca.
<< Ragazzi, abbiamo una nuova coppia!! Un brindisi a Robbie ed Alessia!! >>
Si tracanna quel bicchiere e cade su una poltrona dietro di lui. Tutti bevono e ci guardano ridendo.
<< Bravi!! >>
Io lo guardo, lui non fa lo stesso. Il suo sguardo è rivolto a terra.
“Guardami…”
Lui ubbidisce, ma per due secondi. I nostri sguardi si incontrano per poco, amandosi e volendosi, ma subito i suoi corrono via. Io scuoto la testa in segno di disapprovazione e mi alzo pronta per andarmene.

Eccomi qui!! Scusate se ad alcuni ho illuso che avessi aggiunto un capitolo prima, ma mi ero sbagliata ad aggiungere un capitolo che era per un’altra storia!! XD Scusatemi!!!

Ma badiamo alla storia… Finalmente Robbie ed Ale si sono baciati!! Anche se è stato solo un gioco l’hanno fatto!! Che bello… Mi emoziono da sola!! Ma ora cosa succederà??

Volevo ringraziare tutti i miei amati lettori e soprattutto:

ElianaTitti: Grazie!!!!! Non me li merito tutti questi complimenti… XDXD Semplicemente stupendo è il tuo commento, non la mia storia!!!!! Ti adoro!!

kry333: eccoti accontentata!!! Sembra che il tuo desiderio sia stato esaudito!!XD Comunque hai ragione, anche io adoro Robbie!!!

avril1113: Grazieeee!!! Spero ti piacia tanto anche questo!! Baci

avrilmiki: Sensazione eh…?? Ma daiiii!! Lo sai a memoria!!!! Grazie mille ti voglio bene!!! Bacioni

Poi volevo ringraziare anche tutti quelli che mi hannoi ancora aggiunto nelle loro storie preferite, ma ormai siete in tanti e non riesco più a ricordarmi chi mi aggiunge dopo!!! Scusatemi!!!

Vi prego, commentateeeeeeeee!!!

Baci a tutti

Somoody

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Capitolo 12
*** Deficiente! ***


CAPITOLO 12

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<< Sfig, ti amo… >>
<< Ant, anch’io, da impazzire! Voglio stare con te, voglio stare con te, voglio stare con te… >>
Uno scuotimento mi sveglia all’improvviso accompagnato da un urlo.
<< Ho beciato Edo! >>
Apro gli occhi a fatica ancora assonnati svegliandomi dal mio meraviglioso sogno e intravedo Alice che mi scuote, sopra di me.
<< Ali, non rompere… Voglio dormire!! >>
Mi giro dall’altra parte.
<< Non puoi!! Devo parlarti ancora di ieri sera!! >>
<< L’hai già fatto tutta sta notte e ieri!! >>
<< E allora? Non ho finito!! >>
Mi giro verso di lei per due secondi senza guardarla, ad occhi praticamente chiusi.
<< E quando ne parliamo del mio bacio con Robbie? >>
Lei ci riflette un attimo.
<< Non l’avevo considerato… Comunque è più importante Edo che Robbie! Soprattutto da quando mi hai detto che sono carina per lui!! Di te e Robbie si sapeva già!! >>
Sbuffo capendo che ormai la cosa di riaddormentarmi è impossibile.
Mi alzo dal letto e scendo le scale per andare in bagno a lavarmi la faccia. Alice mi segue e continua a rompere.
<< Allora? Cosa ne pensi del bacio tra me ed Edoardo? >>
Alzo le spalle, ancora assonnata le rispondo.
<< Che non è niente di che… E’ normale che tu sia uscita con Edoardo in un gioco della bottiglia e conoscendo meglio il gruppo credo che non sarà l’ultima volta! >>
Incrocia le braccia al petto.
<< Ti ringrazio per aver trasformato il momento più bello della mia vita in una cosa normalissima! E allora cosa me ne frega del becio tra te e Robbie?>>
Il sorriso torna sulla mia faccia e il suo viso ricompare nei miei occhi.
<< Ma hai visto quanto ci siamo stati?? >>
Lei usa il mio stesso tono di prima, vendicandosi.
<< E allora? >>
<< E’ stato stupendo quel momento!! >>
Mi urla quasi addosso.
<< Allora vedi che è stato stupendo il momento tra me e Edo? Comunque te l’avevo detto che prima o poi me lo sarei beciato!!! Me lo sentivo!! E quando mi sento qualcosa… Succede sempre!! >>
<< Brava… >>
Ritorna di nuovo a riflettere, cosa non molto normale per lei!
<< Un momento… Ma tu dicevi che lo odiavi Robbie! Come mai tutta contenta per questo bacio? Dovresti essere triste e arrabbiata!!>>
Sorrido soddisfatta, felice di aver capito finalmente i miei sentimenti.
<< Avevi ragione… Anzi, avevate ragione! Mi sono innamorata di lui. >>
Ritorna il sorriso sul suo viso.
<< Ohh!! Finalmente!! Ma ci è voluto un bacio per capirlo? Beh, meglio che niente!>>
<< Sapessi come bacia… >>
Mette una mano davanti a lei intenta ad interrompermi.
<< Non voglio saperlo!! >>
<< Che c’è? Non ti piace? Ma non avevi detto che non era male Robbie? >>
<< Si, ma che c’entra? Non voglio sapere altri baci di ragazzi ora che non voglio perdere quello che ho in mente… Edo, ti ho beciato!!! Figo, figo, figo!!!!!>>
Faccio una faccia schifata e penso a quel nanerottolo.
<< Suvvia, figo… Mi fai venire ribrezzo solo a pensarci!! >>
<< Ti faceva ribrezzo anche Robbie prima!! >>
La sua immagine ormai è come un chiodo fisso.
“Ribrezzo lui??”
<< Non mi faceva ribrezzo, lo odiavo e basta!! >>
<< Dimmi poco!! >>
Vado in cucina e prendo una brioche con uno yogurt alla fragola da bere.
<< Tu vuoi qualcosa Ali? >>
<< No, grazie. >>
<< Che facciamo ora? >>
Porta le dita al meno pensando.
<< Non so, ti va di giocare alla play due? >>
Mi si accende la lampadina.
<< Ok. Iniziamo una partita a ‘The Sims’? >>
<< Ok! E so già che famiglia creare… >>
<< Quella che penso io? >>
<< Se tu stai pensando di fare me con Edo e te con Robbie… Allora si!! >>
Qui la cosa non quadra… Qualcuno non è al posto giusto.
<< Io ti pensavo invece con Dimitri!! >>
<< Dimitri… Dimitri… Dimitri! E chi se lo ricordava? Sto con quello sgorbietto?? Ora che so che posso farmi Edo potrei lasciarmi subito con Dimitri!!! >>
Si mette a ridere e io penso a quanto Alice sappia essere stronza.
<< Ma poverino!! Non ha contato proprio niente per te, eh? >>
<< No, ha contato, ha contato, credimi! Se non fosse per lui ora non saremmo nella compagnia e io non avrei mai beciato Edo, mentre tu non avresti mai conosciuto Robbie!! >>
La cosa mi terrorizza, perciò, per una volta, devo dare ragione a lei.
<< Già, e grande Dimitri!! Allora non puoi lasciarlo!! >>
<< E perché? >>
<< Potremmo essere cacciate dalla compagnia!! >>
“Posso essere bastarda anch’io quando voglio…”
<< Ma ora tu ti fai le storielle con Robbie!! >>
<< E da quando?? Non ancora!! >>
Lei scuote la testa in segno di disapprovazione.
<< Povero Dimitri… Mi sento in colpa a stare insieme a lui così! >>
<< E fai bene!! >>
Subito le ritorna il sorriso.
<< Questo non mi impedisce di fare la famiglia, però, con Edo come marito!! >>
Così Alice si siede sul divano. Io accendo la play station due mettendo il cd di ‘The Sims’ e le passo un joystick, poi pendo il mio e mi siedo vicino a lei. Incominciamo a giocare facendo la nostra bella famigliola.

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Mi sveglio nel mio letto. Eric dorme ancora.
Mi alzo con il sorriso in viso pensando ancora a ieri sera.
“Quanto mi piace… Che bacio poi!”
Vado a fare colazione in cucina con il caffè e una brioche della ‘Mulino Bianco’.
Eric arriva.
<< Ciao Bro. >>
<< Ciao Eric! >>
<< Uffi, che noia che sei!! Devi contraccambiare anche tu!! Devi chiamarmi con Bro!! >>
Lo guardo sbuffando.
<< Ma non basti solo tu? >>
<< Uffa… Cambiamo argomento. Com’è stato ieri? >>
Anche se so a cosa si riferisce, faccio finta di niente.
<< Che? >>
<< Sai cosa intendo… >>
Scuoto la testa.
<< Veramente no. >>
<< Robbie, hai baciato Ale!! Come ti senti? >>
“Da Dio.”
<< Ah… Bene. >>
Eric mi guarda strano.
<< Tutto qui? >>
Cerco di essere più menefreghista possibile anche se dentro di me vorrei fremere dalla gioia.
<< Tutto qui. >>
<< Robbie… >>
<< Non vado mica a parlare delle mie emozioni con te!! >>
<< Ma l’hai sempre fatto!! >>
Alzo il sopracciglio guardandolo storto.
<< E poi il noioso sarei io, eh? >>
Lui sembra ignorare questa domanda retorica e insiste.
<< Allora? >>
Non voglio saltellare dalla gioia come se fossi un bambino!
<< E’ stato bellissimo, contento? >>
<< Dicendomelo in quel tono…> >
Mi lamento e cerco di accontentarlo non esaudendo però i miei sentimenti.
<< Mmm… E’ stato bellissimissimo!! Ora più contento? >>
<< Non ancora… >>
Alla fine mi arrendo e decido di essere sincero.
<< E’ stato il momento più bello della mia vita! Ora ti senti meglio? >>
Lui non sembra convinto.
<< Già di più… >>
<< Eric, avevi ragione, mi ha fatto proprio bene, è stato bellissimo ed è un momento da rifare perchè come mi sento con lei, non mi sento con nessun’altra. >>
Lui accende l’espressione del volto con un sorriso raggiante e mi risponde.
<< Oh, ora sono contento! >>
Gli sorrido pensando a quanto lui sia lontano dall’emozione che provo io nonostante si chiamino allo stesso modo.
<< Credo che io lo sia di più!! >>
<< Adesso cos’hai intenzione di fare? >>
“Non ci avevo ancora riflettuto…”
<< Non lo so, che domande!! >>
<< Ma sono semplicissime!! >>
<< Ci devo pensare… >>
<< Beh, avvisami quando ci hai pensato, ok? >>
<< Sai che purtroppo non ti so nascondere niente! >>
<< Già!! E’ questo il bello!! Allora a dopo. >>
“Non è proprio una bella cosa…”
Lui si allontana e io finisco di bere il mio caffè ormai freddo sorridendo tra me pensando alla serata di ieri.

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Sono le tre del pomeriggio.
Siamo davanti alla nostra bella spiaggia sabbiosa beige e tutti i nostri compari sono su una sdraio.
Scendiamo le scalette e cerco Robbie disperata e lui è lì, sdraiato su una di quelle che non possono avere il diritto di toccare un corpo cosi perfetto. Sono un po’ gelosa del sole. Bacia la sua calda pelle abbronzata al posto mio. E odio le sue palpebre chiuse che non gli permettono di sprigionare tutta la bellezza dei suoi incantevoli occhi. Fino a quando li apre. E l’emozione sale a mille, all’improvviso, sempre di più.
<< Sfig!! >>
<< Ant!! Che piacere vederti!! >>
Lui inarca le sopracciglia.
<< Piacere?? E da quando? >>
“No, no, non dirmi che sono l’unica a immaginarsi tutto!”
<< Ho detto piacere? Forse ho sbagliato, volevo dire dispiacere. >>
Robbie mi sorride e non ride come al solito.
“Che abbia capito anche lui che io sono solo sua? Ma allora che cosa aspetti a venirmi a baciare? Ti sto aspettando…”
Lo guardo negli occhi e poi lui interrompe questo magico momento.
<< Allora Sfig, non ti sistemi? >>
<< Certo, ma non ne ho voglia di comprarmi una sdraio tutta per me… >>
E nel mentre guardo Alice che si è sistemata sulla sdraio di Dimitri. Lui si mette a ridere.
<< Non è un problema mio! O te la compri o stai sulla sabbia!! Scegli tu! Oppure prova a chiedere a qualcuno se ti ospita sulla sua, ma ho i miei dubbi che qualcuno ti ci faccia stare! >>
Cerco di dargli un aiutino.
<< Beh, potresti farmi spazio tu!! >>
Si mette a ridere.
<< Io? Ma per favore!! Io adoro avere la sdraio tutta per me e soprattutto non la cedo a gente come te Sfig!! >>
<< Grazie. >>
Resto delusa. Mi era costruita tutto un castello attorno a me, ma era solo un castello di carta.
“Che non sia cambiato niente dal bacio di ieri sera? Solo io ho provato una forte emozione in quel bacio? Solo io sono attratta da te? Non farmi questo perché ora sto male…”
Mi sistemo lo zaino e l’asciugamano sulla sabbia e mi spoglio mettendomi in costume. Poi gli mostro uno sguardo brutale e lui mi continua a fissare. Non la smette, ma non come al solito ridendo. Serio e non mi toglie occhio di dosso.
<< Ant… >>
Lui cambia modo di guadarmi molto lentamente.
<< Che c’è? >>
<< Mi stai fissando… >>
Il mio tono non riesce ad essere diverso da questo. Mi sento triste e anche tanto.
<< Che cazzo dici? >>
<< Quello che vedo! >>
<< Sei tu che stavi fissando me! Io contraccambiavo lo sguardo!! Mi sembra maleducato se no!! >>
<< Ma tu sei maleducato! >>
“E tanto stronzo…”
<< Solo con te Sfig, te l’ho già detto!! Lo sono solo con te! >>
Non riesco più a sopportarlo e cerco di filarmela.
<< Senti… Io vado a farmi un giro in passeggiata. >>
<< Perché? >>
Il suo sguardo e il suo tono di voce si fanno d’improvviso interessati, ma probabilmente mi sto sbagliando, sono stanca di illudermi per cose che non sono vere.
<< Ne ho voglia. >>
<< Ma non c’è nessuno che gira in quella sottospecie di passeggiata! >>
<< Appunto. >>
Lui mi guada male, poi storce la bocca.
<< Sei proprio una sfigata Sfig!! >>
<< Non è una ripetizione sfigata e Sfig? >>
Cerco di fare la sarcastica nonostante mostri alla perfezione i miei sentimenti verso di lui in questo momento.
<< Era per evidenziarlo!! >>
<< Beh, allora ciao! >>
<< Ma allora non stavi scherzando? >>
Non gli rispondo neanche e mi dirigo verso le scalinate. Le salgo e mi ritrovo sulla strada. Cammino per un po’, ma poi vedo un’alta ringhiera bianca e mi viene voglia di sedermi per pensare un po’. Mi arrampico e mi sistemo dando le spalle al mare lasciando che la sua brezza mi accarezzi come nessuno ha mai fatto.

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Mi guardo attorno. Nessuno sembra che mi stia guardando. E’ la mia occasione e me l’ha semplificata più di quanto credessi.
“Sei mitica proprio in tutto?”
Mi alzo dalla sdraio e mi dirigo anch’io verso di lei, lentamente.
Salgo le scalette e cammino a piedi nudi sull’asfalto che scotta, ma non ci faccio caso. Il mio pensiero è rivolto solo verso una persona in particolare, quando la vedo seduta sulla ringhiera che guarda il vuoto dando le spalle a quel bellissimo e infinito mare. E lei mi vede. Io mi avvicino sempre di più, sempre guardandola negli occhi, sempre più intensamente.
Arrivo e, senza parlare, le metto le braccia una da una parte e l’altra dall’altra appoggiandole sulla ringhiera, circondandola.
Lei mi guarda male.
<< Che cosa stai facendo? >>
Il suo tono è aggressivo.
“Come darle torto?”
Ma a me viene naturale sorridere.
<< Sono venuto a cercarti perché mi preoccupavo del tuo strano comportamento!! >>
Continua la sua lotta anche se a me diverte.
<< Sono riuscita a farti scomodare dalla tua comodissima sdraio?!?! Allora ti devo preoccupare tantissimo!! >>
<< Eh già, non sai quanto!! >>
<< Perché non provi a spiegarmelo? >>
<< Troppo complicato!! >>
Continuo a ridere e lei gira lo sguardo a terra, non guardandomi.
<< Lo so, sei il solito ignorante! >>
<< Si… >>
Lei mi guarda all’istante, incredula.
<< Come mai? >>
Non capisco.
<< In che senso, scusa? >>
<< Di solito ribatti con una battuta contro di me! >>
Le sorrido dolcemente felice di essere lì davanti a lei e anche per il fatto che la mia camminata sta per essere compiuta.
<< Oggi non mi va di trattarti male. >>
<< L’hai già fatto!! >>
<< Devi sempre trovare il dettaglio? Era una scusa che mi sono inventato al momento!! >>
Mi guarda storto.
<< Non sai inventarti scuse migliori? >>
<< Per esempio… >>
Lei mi guarda insistente.
<< Per esempio? >>
Mi blocco solo un attimo. Il mio sguardo si sofferma sulle sue belle labbra.
“Baciala, baciala…”
“Si, lo voglio!!”
Mi risposto ai suoi bellissimi occhi.
<< Ho voglia di baciarti… >>
Lei si mette a ridere.
<< Ah, bella scusa! Peccato non funzioni!! >>
<< Ma non sto scherzando!! >>
Torna subito seria e il suo sguardo si fa infuocato.
<< Ant, non prendermi per il culo!! >>
<< Non ti sto prendendo per il culo!! Ho voglia di baciarti sul serio!! >>
“Perché non lo capisci?”
<< Smettila di fare il defic… >>
Non riesco neanche a farle finire la frase dalla voglia che ho di baciarla. Un tocco solo di labbra e subito dopo un tocco di lingua e ancora questa dentroun’altra bocca, ma sta volta è la bocca che voglio. Di nuovo il nostro bel bacio, il bacio più bello che io abbia mai dato, perchè voluto veramente e simbolo di amore. Un bacio che per me significa tantissimo, anche troppo.
“Perchè non può farmi stare così un tuo semplice bacio, che dopotutto non è così semplice se mi fa stare così. E’ meraviglioso. Proprio come la sensazione che sto sentendo al momento. E’ bellissima, proprio come te…”

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Sta volta non è uno stupido gioco della bottiglia a obbligarcelo. Ci stiamo baciando perché siamo noi a volerlo, anzi… Lui ha preso l’iniziativa, lui mi ha baciato, lui lo vuole.
0L’agitazione comincia a salire e mi sento di nuovo insicura, ho un insieme di sentimenti che si contrastano e io sono confusa, molto confusa, ma so che quel momento vorrei non finisse mai, perché qualunque sia l’emozione che sto sentendo, so che è l’emozione più bella che mi sono mai sentita. E’ sensazionale come Robbie riesca a farmi questo effetto.
Si stacca lentamente e io lo guardo sbalordita negli occhi.
<< Robbie… Mi preoccupi… >>
<< Devi… >>
Mi bacia ancora e io mi lascio andare.
“Mi piace, mi piace troppo…”
Ancora ad occhi chiusi e a tra un bacio e l’altro comincio a parlare.
<< Beh… Forse come scusa posso anche accettarla. >>
Lui ride, poi si stacca subito.
<< Sfig… Mi stavi dando del deficiente!! >>
<< No, non è vero!! >>
<< Invece si! >>
<< Ma perché il più delle volte lo sei!! >>
Mi sorride e mi mette una mano sulla guancia.
<< E adesso lo sono? >>
<< No, adesso no… >>

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Ed eccolo.
“Sai quando ci sono quelle frasi giuste che non puoi farti scappare?? Questa è una di quelle… Dopo questa frase e soprattutto detta in questo modo… Com’è possibile non ribaciare ancora? E ancora e ancora e ancora… Anche perchè come è possibile non aver voglia di baciare e baciare e baciare la bellissima ragazza che hai davanti di cui sei innamorato?”
Lei mi sposta le sue braccia attorno al collo e mi passa la sua mano tra i miei capelli. Mi stacco e la riempio di baci sul collo. E poi ancora bacio e bacio e bacio… E alla fine ci si stacca. E’ inevitabile, purtroppo.
<< Non baci male Sfig! >>
<< Hai visto?! >>
<< Ho sentito più che altro!! >>
Lei sorride imbarazzata, poi mi rivolge il suo sguardo dolce.
<< Comunque neanche tu Ant… Ti pensavo peggio!! >>
<< Si scoprono sempre cose nuove!! >>
<< E non hai scoperto altro? >>
<< Si, può darsi… >>
Lei fa un’espressione sorpresa.
<< Ad esempio? >>
Mi faccio coraggio.
<< Che voglio stare con te? Vorrei provare a vedere come si sta con Sfig!! Sai com’è… Sono curioso!! >>
<< Anch’io ho una certa curiosità Ant… >>
Mi metto a ridere e la guardo deciso.
<< E non vedo l’ora di togliertela! >>
Lei posa gli occhi sul cemento, ancora più imbarazzata del solito.
<< Non ho parole… >>
<< Non servono! Voglio solo le tue labbra. >>
Lei sorride.
<< Prendile… Sono tue. >>
“Eccola un’altra di quelle frasi e bacio, bacio e bacio!! Si, strano, ma vero. Mi sono messo con una ragazza, oramai la mia ragazza!! E’ stranissimo… Si può dire, anzi, è così, che questa è la mia prima ragazza. E non ne sono preoccupato, anzi. Sento un’emozione bellissima, come se non vedessi l’ora. Ma non riesco a capire se quella che sento è per essermi messo insieme a una ragazza o per la ragazza stessa. O addirittura le due cose insieme!! Ale… E’ la prima volta che mi sento così… Felice.”

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“Mi sono messa assieme a Robbie?? Ho fatto questo?? E’ successo questo?? Io sto sognando!! Ora succederà la stessa cosa che è successa sta mattina. Mi sentirò scrollare e ci sarà Alice sopra di me che vuole raccontarmi ancora il bacio tra lei ed Edoardo. Oppure mi sveglierò e mi ritroverò nel mio letto che avrò inventato tutti questi personaggi ritornando alla monotonia di sempre. Eppure è così reale… Tu sei reale, il tuo bacio è reale. Non ci sono più dubbi. Sono nella realtà. E questa cosa è la più bella che ci possa essere. Robbie, voglio stare con te… Nella realtà.”

Che cariniiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Finalmente assieme!!! Robbie ed Ale assieme forever!!!!!
Sembra la fine di un bellissimo libro, eh?? E invece no!!! Se va bene siamo solo a metà della storia!!! Se va bene… Spero di non annoioarvi!!!!!

Ringraziamenti dovuti a:

Pazzerella 92: Oh grazie, grazie e ancora grazie!!! Vedere questi commenti mi riempie sempre di gioia!! Spero che sia bellissimo anche questo capitolo!! Un bacione alla prossima!

ElianaTitti: Grazie per il bravissima!!! XDXD Ci hai azzeccato!!! Era proprio l’inizio di qualcosa!!! Spero sia stata brava anche in questo!! Eccoti il dodicesimo capitolo!!!

Kry333: Lo so, lo so.. Sarebbe stato più bello e romantico, ma sono sicura che riuscirai a perdonarmi e ti ho accontentata perché finalemnte al dodicesimo capitolo si sono baciati per loro volontà!!! Sono convinta che quel bacio della bottiglia sia sevito loro per sbloccarli!!! Spero ti piaccia anche questo!!! Graziee baci

Avril1113: Grazieeeee!!!! Spero sia bellissmo anche questo!! XD A presto!! Baci!!

Ringrazio anche chi mi aggiunge ai preferiti che orami sono sempre di piùùùùù!!!! Che bello!!!!

Un bacione

Grazie a tutti!!!

Commentateeeee!!

Somoody

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Capitolo 13
*** L'ultimo passo ***


CAPITOLO 13

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Lei scende dalla ringhiera e si sfiora con il mio corpo. Poi mi guarda negli occhi e sorridendo dice:
<< Torniamo in spiaggia? >>
Un tuffo al cuore. Il passo più odioso. Gli altri.
<< Non stiamo bene qui? >>
<< Ma tutti si chiederanno che fine abbiamo fatto!! >>
<< E allora? Chi se ne frega degli altri!! >>
<< Dai, Robbie!! Andiamo!! >>
Lei mi prende la mano e mi dirige verso la spiaggia.
“Oddio, sono cambiato così, tutto insieme e in poco tempo. Non riesco a farmi già vedere dagli altri… Cioè, le cose devono seguire il loro tempo!! Ho appena accettato finalmente di farmi una ragazza fissa, ora lasciatemi un po’ di tregua!!”
Arriviamo alla scalinata e le lascio la mano. Vado avanti io e mi dirigo alla sdraio, sedendomici.
<< Ragazzi… Ma dove eravate finiti? >>
Eric ci squadra a tutte e due sorridendo maliziosamente. Io cerco di smontarglielo.
<< Da nessuna parte!! Sono andato a recuperarla!! Non tornava più!! >>
<< Ma se è da un’ora che manchi anche tu!! >>
<< Non la trovavo!! >>
Lei mi guarda strano. Subito dopo si siede sulla mia sdraio e io la spingo via.
<< Che diavolo fai Sfig!! >>
<< Salgo sulla tua sdraio con te!! >>
<< Ma non ci pensare nemmeno!! >>
Lei mi guarda triste.
<< Ale… Tu invece che mi dici? >>
Alessia si gira lentamente verso Eric e con lo sguardo assente risponde alla domanda con un’altra.
<< Riguardo a cosa? >>
<< Cosa avete fatto in passeggiata? >>
A questo punto intervengo io.
<< Ma te l’ho già detto io! Non abbiamo fatto niente!! L’ho solo cercata e basta!! >>
<< Ma io lo stavo chiedendo a lei!! >>
Io mi giro verso Alessia e la guardo seriamente facendole capire di reggere il gioco.
“Ti prego Ale…”
Lei non mi ricambia lo stesso sguardo. Il suo è incazzato.
<< Non abbiam fatto niente… Assolutamente niente… >>
Lei si gira nella mia direzione alzando le sopracciglia di farmi capire un “Soddisfatto?”.
Se ne va subito, senza guardarsi indietro. E io l’ammiro…
Eric mi guarda storto.
<< Che cazzo vuoi? >>
<< Cosa hai fatto ora? >>
<< Niente! >>
<< Questo me l’ha detto pure lei… >>
Scocciato, cerco di tagliare la discussione.
<< Oh Eric, farti un po’ i cazzi tuoi? >>

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Mi allontano verso il mare. Mi tuffo in acqua e Alice mi viene incontro.
<< Ale!! Dov’eri finita? >>
<< In passeggiata… >>
<< A far che? >>
<< A beciarmi Robbie… >>
Intanto però guardo l’acqua e sono triste.
<< E perché lo dici così? Cos’è successo? >>
<< Non è successo niente, è questo il punto! Robbie si vergogna di me… Tutto qui! >>
Lei fa una faccia sconcertata e io le credo bene!
<< Che bastardo! Occhio, sta arrivando… >>
Alice si allontana lasciandoci soli.
<< Alice, torna qui!! >>
Sembra non ascoltarmi e riconosco dietro di me la sua voce.
<< Ciao Sfig!! >>
Mi sento un braccio sulla spalla e una mano che penzola da essa. Mi giro e lo vedo al mio fianco.
<< Ciao Ant… >>
Non sono molto entusiasta nel vederlo, anzi! Sono proprio arrabbiata per averlo anche solo sentito.
<< Come mai questo tono? >>
<< Secondo te? >>
Si guarda attorno e quando vede che nessuno rivolge lo sguardo allora si avvicina al mio orecchio e mi sussurra qualcosa.
<< Sta sera ti vengo a trovare… >>
<< Scordatelo. >>
Toglie il braccio e si allontana, poi si volta nella mia direzione mentre cammina all’indietro e mi sorride, poi si rigira.
“Ma crede di poter fare quello che vuole? Ha proprio sbagliato ragazza.”
Esco dall’acqua e mi vado a fare una doccia, poi mi dirigo verso gli asciugamani. Eric è lì a prendere il sole ad occhi chiusi e io mi sistemo sulla sdraio di Robbie, dato che lui non c’è.
<< Ehy, Ale, come stai? >>
Eric apre gli occhi.
<< Bene… Tu? >>
Mi guarda male.
<< Non mentirmi… Tu non stai bene. Te l’ha detto mio fratello che ho un sesto senso io? Mi ha consigliato di fare lo psicologo da grande!! Dai, Ale… Dimmi il tuo problema!! >>
Non lo guardo. Chiudo gli occhi e questi mi si riempiono di lacrime. Così lui, credendo di farmi stare meglio, interrompe la situazione.
<< Sai… Robbie mi ha confidato che si è innamorato… >>
<< Sono contenta per lui. >>
<< Si è innamorato di te… >>
Apro gli occhi e mi metto seduta. Una lacrima mi scende per la guancia.
<< Non mi sembra. >>
Eric mi guarda triste e si siede accanto a me avvolgendomi con un braccio.
<< Che è successo? >>
Mi viene da piangere e cerco di trattenermi, ma non ce la faccio.

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Una nuotata al largo fa sempre bene, soprattutto quando hai bisogno di levarti dalla testa un pensiero che ti tortura. Come questo.
“Tanto, Ale, sta sera ti vengo a trovare e passeremo la serata assieme, che ti piaccia o no, perchè anche nel caso negativo ti farò cambiare idea. Perchè lo so che tu dentro di te lo vuoi, ma non lo vuoi ammettere e soprattutto perchè io faccio il bastardo, e so anche che tu non sei una ragazza normale, che anche se ti piaccio non sopporti lo stesso essere trattata di merda, ma sta sera sarà diverso. Ecco, Eric, avevi sbagliato… Questa è la mia sera. E di certo, sta volta, non me la lascerò sfuggire!!”
Esco dall’acqua e mi dirigo alle sdraio, ma una scena mi vieta di seguire la mia via tranquillamente come stavo facendo. E io interrompo.
<< Che sta succedendo qui? >>
Eric tira subito via il braccio da lei e Alessia si passa le mani sulle guance come se volesse asciugarsi delle lacrime. E probabilmente sarà così.
<< Niente, me ne stavo giusto andando… >>
Si alza e si prepara lo zaino.
<< Perché? >>
<< Non è giornata. >>
Eric le parla.
<< Beh, sta sera vieni con noi da qualche parte, ti facciamo sapere? >>
<< No, grazie. Stasera preferisco starmene tranquilla. Me l’avvisate Alice che me ne vado? Grazie… >>
Si mette lo zaino in spalla e tremolando ci saluta volgendoci le spalle.
<< Ciao… >>
Si allontana da me, da noi, dalla spiaggia, da tutto. Ma a quello che più dispiace sono io. Quindi basta semplicemente dire che si allontana da me…
Lei si volta indietro e mi guarda, non divinamente, e dopo si rigira.
Non mi preoccupo.
“E sta sera… Sta sera sarai mia!!”
<< Robbie… >>
<< Stessa risposta di prima. Impicciati degli affari tuoi!! >>
Mi allontano verso il bar e sento Eric urlare dietro di me.
<< Sei uno stronzo!! >>
Proseguo. Non ne ho voglia di parlare con lui. Quando ne avrò, allora gli parlerò.

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Vado al mio stereo vicino alla mia scrivana di legno e guardo la mia svariata compilation di cd. Piglio quello che ho scelto e lo inserisco nello stereo e parte la prima canzone.
‘Going Under’ degli Evanescence.
Mi siedo sul divano e prendo il mio libro che è da tanto che non leggo. Ma i miei pensieri non mi permettono di leggere capendo il significato. Tornando indietro e rileggendo le stesse righe mi accorgo che in realtà, quelle righe non le ho mai lette. Ma neanche per la seconda volta riesco a darle un senso.
“Vorrei un ragazzo che mi faccia sentire importante, qualcuno che mi voglia veramente bene, qualcuno che riesca a coccolarmi tra le sue braccia e che non lo faccia per avere il gusto di sentire come bacio, ma perché vuole veramente tenermi tra le braccia e farmi sentire qualcuno che non sono e farmi stare in paradiso anche nei momenti più difficili. Io questo vorrei, ma purtroppo non succederà mai, perché solo alcune ragazze la pensano così a quest’età. I ragazzi pensano tutti a divertirsi, è difficile che uno riesca ad essere innamorato veramente di una ragazza. E’ per quello che io dovrò aspettare ancora molto prima che accada. Molto, molto tempo. E Robbie non sarà quello che mi farà cambiare le idee, ma uno che me le farà peggiorare…”

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Me ne sto tutto il giorno al bar con la compagnia di gente che conosco anche solo per nome pur di non stare con mio fratello. Ma questo non importa. Tanto non do ascolto a nessuno. Ho i miei pensieri in testa ed è come se parlassi con loro.

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Sono le sei e mezzo di sera e la porta suona. Qualcuno va ad aprire, ma io non mi alzo dal divano, anche se è per me. Infatti si apre la porta e Alice passa da essa.
Si siede vicino a me e mi mette un braccio attorno le spalle.
<< Ehy, Ale!! Come stai? >>
<< Benissimo… >>
Purtroppo però non riesco ad avere lo stesso entusiasmo del significato della parola.
<< Si, anch’io sto benissimo… Si, si! Nonostante stia con un ragazzo che non mi piace, nonostante abbia un’amica che sta attraversando un periodo bruttissimo, nonostante passi il tempo a guardare Edo sapendo che non sarà mai mio e tante, tante altre cose… E tu stai benissimo nonostante cosa? >>
<< Sia circondata da ragazzi deficienti, uno peggio dell’altro, e quando finalmente credevo di aver trovato uno diverso… Neanche un giorno è passato con questa convinzione!! >>
<< Ale… Lo sai che i ragazzi di quest’età sono tutti idioti!! >>
<< Lo so, ma io ci avevo creduto veramente… >>
Una lacrima scende lungo la mia guancia.
<< Dai Ale… Non fare così! >>
Incomincio con la mia lagna.
<< Non lo troverò mai… Ma perché devo avere queste aspettative? Perché devo avere un carattere così? Perché devo essere così sognatrice? Ma non posso sognare di voler studiare duro ed essere una secchiona per diventare, che ne so… Dottore? Ma perché invece devo fare sto stupido sogno di avere un vero amore? >>
<< Perché sei una romanticona!! E questo piace di te!! Dai, forza! Ora devo andare, c’è l’autobus che mi parte. >>
<< Ok… >>
<< E sii… >>
Cerco di finire la sua frase che detta da me e nelmio tono sembra avere totalmente un altro effetto.
<< …Felice, si, lo so! >>
<< Bene, ma non dirmi così per farmi stare zitta! Fallo davvero! ok? >>
Le sorrido asciugandomi la lacrima.
<< Ci proverò. >>
Si alza e io la seguo, ci abbracciamo e dopo mi sorride.
<< Allora ciao! >>
<< Ciao. >>
La vedo allontanarsi ed andare via e io intanto mi risiedo sul divano.
“Ma come diavolo faccio ad essere felice?”

-

Sono le nove.
Ho già finito da mezz’ora di mangiare ed ora sono qui a cantare per sfogarmi i miei amati Linkin Park con ‘Hibrid Theory’, precisamente ‘In the end’.

-

-

Mi ritrovo per la discesa di Alessia con il motorino parcheggiato. Spengo il motore oscurando il tragitto che prima illuminavo con i fari e lasciando il silenzio in quello spazio di strada.
Scendo dalla sella e mi slego il casco mettendolo sotto essa.
Suono.
Comincio a cercare di trovare delle frasi per attaccare discorso, per convincerla a farmi salire.
“Ma cosa posso dirle?”
<< Si? >>
La voce non mi sembra la sua, è molto più grande.
<< Sono un amico di Ale, le devo parlare, posso salire? >>
<< Si. >>
Sento un suono che corrisponde all’apertura del portone e spingo. Questo si apre e salgo le scale. Poi mi ritrovo davanti ad una porta aperta con dietro una signora anziana e bassa con gli occhiali che strizza gli occhi, dai capelli tirati su, come se fossero spettinati, e rossi.
<< Buonasera… >>
<< Ale è in camera, con quella musica alta che prima o poi le spaccherà i timpani. >>
<< Ah, ok… Grazie. >>
Entro dentro evitando gli sguardi di quella, presumo, nonna pessimista che non saluta neanche.
Questa mi chiude la porta alle spalle e io mi guardo attorno.
Scendo lungo le scale e mi ritrovo davanti alla sua porta della camera, almeno credo, poiché è da qui la provenienza della sua voce. E come dimenticarla questa canzone.
‘In the end’, dei Linkin Park.
<< I’ve put my trust, in you, pushed as far as I can go, and for all this, there’s only one thing you should know…
I’ve put my…>>
Entro dentro non facendola finire di cantare e la interrompo.
<< Canti benissimo. >>
E non è solo un semplice complimenti, ha una voce veramente bellissima.
Lei si spaventa e si gira nella mia direzione. E’ diventata tutta rossa dalla vergogna, ma non serve a niente perchè è bellissima anche così.
<< Che diavolo ci fai qui? >>
Alzo le spalle.
<< Mi hanno aperto… >>
<< Non hai risposto alla mia domanda. >>
<< Te l’avevo detto che sta sera venivo qui! >>
Lei mi squadra da cima a fondo.
<< Continui a non comprendere la mia domanda… Per quale motivo sei qui? >>
Mi avvicino a lei, intento nel baciarla.
<< Volevo vederti, toccarti, baciarti… >>
Le metto le mani attorno alla vita, poi avvicino delicatamente le mie labbra alle sue. Si sfiorano, si toccano, e l’eccitazione sale… Però lei mi spinge via.
<< Che c’è? >>
Sapevo che non sarebbe stato facile.
<< Come che c’è? >>
<< Ti riferisci a oggi? >>
<< E a cosa se no? >>
Cerco di usare una scusa banale, che so benissimo che non attaccherà.
<< Ma perchè dobbiamo dirlo a tutti che stiamo insieme? >>
Sbuffa e lascia cadere le sue braccia sul suo corpo, poi si gira e va a spegnere la musica. Si rivolta verso di me e mi guarda decisa.
<< E perchè non dovremmo? >>
<< Stiamo così bene insieme da soli, non vedo perchè… >>
Le mi interrompe furiosa.
<< Tu ti vergogni di me, è questo!! >>
<< No, non è vero!! >>
“Come potrei…”
<< E allora mi spieghi il VERO motivo per cui non vuoi dire agli altri che stiamo insieme? >>
<< Io… Non lo so… >>
“Ma perchè è così difficile??”
<< Tu ti vergogni di me!! Guarda, mi fai schifo, vattene via!!>>
Mi avvicino di nuovo a lei, cercando di avere una voce più bassa e convincente.
<< Hai ragione, scusami… Faremo come dici tu. >>
<< E secondo te mi dovrei fidare? >>
<< Si, te lo giuro!! Domani lo sapranno tutti!! >>
L’idea mi terrorizza, ma non le sto mentendo. Se per stare con lei devo fare questo passo… Allora domani sarà compiuto.
<< Sicuro? Senti, non voglio stare male ancora… >>
La interrompo dicendole la pura verità cercando di farla stare meglio.
<< Stai tranquilla. >>
<< E perchè dovrei essere tranquilla? Non me ne hai dato un motivo! Dopotutto tu non sei mai stato con una ragazza seriamente, non ti ci vedo a te sinceramente!! >>
<< Non lo so neanch’io perchè voglio stare con te!! Mi piaci da impazzire e basta!! Non so come mai! Non mi è mai capitata un cosa del genere!! Non so come tu abbia fatto a farmi sentire così, ma non ci è mai riuscita nessuna!! È per questo che voglio stare con te!! Perchè mi piaci da impazzire e perchè sei diversa dalle altre!!!>>
Lei mi guarda sorridendo.
<< E se ti dicessi che… Non so come, ma sei riuscito a convincermi? >>
Io le sorrido e le accarezzo la guancia, poi mi avvicino di nuovo alle sue labbra, ma sta volta non ci sarà niente e nessuno a fermarci. Un bacio, due, tre… Ma me ne basta uno solo per capire che questa non sarà una sera come le altre, perchè anche se fra due secondi lei cambiasse idea e mi sbattesse fuori casa, oramai l’ho baciata. E non c’è niente al mondo che può farmi sentire meglio.
Lei prende un’iniziativa che da lei, per la sua timidezza, non mi sarei mai aspettato.
Si avvicina al divano e sbatte per terra lo zaino del mare, poi mi ci butta sopra e mi continua a baciare, appassionatamente, ma dopo un po’ lei perde sicurezza e sorrido. Così cerco di girarmi e mi sistemo io sopra di lei e la continuo a baciare, perchè le nostre lingue non possono restare separate a lungo.
Mi sposto sul suo collo, baciandola in vari punti e tornando alle sue belle labbra bagnate dalla mia stessa bocca. Trasporto la mia mano ovunque, trascinandola delicatamente sul suo corpo, sulle sue forme, fino a raggiungere le gambe cercando di salire anche sotto la sua gonna di jeans. Lei, però, mi prende la mano e me la sposta, ma io non resisto e mi ributto all’attacco, allora lei si stacca e mi guarda negli occhi seria.
<< Avevi detto che ero diversa dalle altre!! >>
Io non comprendo.
<< Ma cosa c’entra? Si fa anche in una coppia seria, eh? >>
<< Si, ma non quando uno dei due non è pronto! >>
Mi sento male, mi dispiace sul serio. Mi sento in colpa sentendo la mia mente che mi dice che non dovrei.
<< Scusa, non lo sapevo, mi dispiace… Ma comunque non c’è problema, se non vuoi farlo io posso aspettare! >>
Lei mi guarda triste.
<< Sul serio? >>
<< Si, sul serio! Io non voglio stare con te solo per questo! >>
<< Ok, scusami è che non sono veramente pronta. >>
La bacio per tranquillizzarla.
<< Ho detto che non importa… >>
Lei mi sorride e mi bacia.
<< Grazie. >>
Così riprendiamo dove avevamo lasciato, dove non riusciamo a stare lontano. Da questi momenti stupendi.
Quello che ho detto è sul serio la verità. A me interessa, si, è vero. L’attrazione che provo verso il suo corpo è grande.
“Ma non sarà di certo questo a impedirmi di stare con te Ale, oramai sono troppo preso…”

-

-

<< Che facciamo? >>
Interrompo io.
<< Non lo so! Che vuoi fare? >>
<< Quello che ti va! >>
Lui sorride e continua a fissarmi negli occhi.
<< Quello che va a te! >>
<< Non lo so che mi va. >>
<< Allora potremmo restare qui a baciarci ancora un po’… >>
Mi ribacia e io ridendo lo stacco.
<< Dai, che facciamo ora? Mi si sta consumando la lingua!! >>
<< E non è un bene? >>
Mi metto a ridere e non bado a quest’ultima domanda.
<< Ti va di vedere un film? >>
<< Il nostro? >>
<< No, un film di quelli che ho lì sullo scaffale. >>
<< Ne abbiamo più di uno? >>
Mi continua a baciare sul collo e io continuo a staccarlo.
<< Dai, scemo… Ho capito che non ne hai voglia! >>
Si alza da me e va allo scaffale a guardare.
<< Ma no dai… Sarebbe anche carino vedere un film! Solo noi due… Da soli… Su un divano bello comodo… Da soli… Vicino alla mia ragazza… Da soli…>>
<< Ho capito!! Siamo soli!! Ma non farti illusioni!! >>
Fa la faccia offesa e si rigira verso i film a guardare, poi si mette a ridere tra sé e io non capisco il perchè.
<< Cos’hai da ridere? >>
<< Niente… >>
Mi alzo, vado da lui e lo guardo male incrociando le braccia al petto.
<< Cos’hai da ridere? >>
Si mette a ridere ancora e dopo mi guarda sempre sorridente.
<< Chi l’avrebbe mai detto che io e te saremmo stati insieme? Insomma… Tu sei Sfig!! Era una cosa impossibile! Ma ora ho scoperto che è vero. Niente è impossibile… >>
Allora sorrido anch’io.
<< Già, non l’avrei mai detto neanch’io, ma solo noi due! Gli altri lo sapevano!! >>
<< Ed eravamo noi i pirla a sbagliare… >>
<< Ma io sono felice così. >>
Lui mi sorride e penso che il suo sorriso così bello mi resterà impresso nella mente per un bel po’.
<< Anch’io… >>
Mi bacia e mi prende con le mani la testa, nel mentre che io lo circondo alla vita dalle mie braccia.
Si stacca e mi sorride.
<< Basta, devo scegliere il film. >>
<< E allora? Stiamo ancora un po’ così… >>
<< Basta! Mi si sta consumando la lingua!! >>
<< E non è un bene? >>
Cerco di imitarlo prendendolo in giro nonostante quello che dico sia veramente quello che penso.
<< Non volevi vedere un film? >>
<< Il nostro? >>
<< Ma sai che sei lunatica? >>
<< Dai, che film vuoi guardare? >>
<< Si, si… Sei proprio lunatica. >>
Si gira per l’ennesima volta verso i film e poi mi guarda ogni tanto con la coda dell’occhio, sempre sorridendo. Io lo guardo perplessa. Si gira verso di me e mi da un semplice bacio.
<< Scelto! >>
Sfila la cassetta e me la passa.
<< ‘Pearl Harbor?’ Non sapevo ti piacessero certi tipi di film. >>
<< E chi ha detto che l’ho fatto per il tipo di film? A quanto ne so, dura parecchio!! E più dura meglio è!!! >>
<< Ahh… Allora che aspettiamo? >>
<< Ancora un po’ così dura ancora di più!! Non voglio staccarmi da te… >>
Forse è troppo da riuscire a percepire di questo ragazzo in una sera sola…
<< Ant, mi fai paura… >>
<< E non è quello che vuoi? >>
<< Non lo so, mi spaventi… Non t’immaginavo così! >>
<< E non hai ancora visto il meglio!! >>
Togliendo automaticamente la preoccupazione mi viene da sorridere.
<< Wow… Ora però mi fai essere curiosa! >>
<< Devi esserlo!! >>
<< Ok… Guardiamo il film? >>
<< Dai! >>
Vado alla tv e infilo la cassetta nel video registratore facendo play, poi mi siedo sul divano e faccio segno, provocando con gli occhi, di sedersi vicino a me. Lui sorride e si siede accanto. Appoggio le testa sulla sua spalla mentre lui mi avvolge con il suo braccio. Lo guardo un’ultima volta e dopo mi rivolgo verso lo schermo. Lui mi bacia sulla testa e guarda verso la tv anche lui.
Mi sento così spensierata…
“Tutto intorno non c’è più. Esistiamo solo noi due, solo io e lui. E questo mi basta per essere in paradiso. Si, ce l’ho fatta. E se fosse proprio Robbie a farmi cambiare idea sui ragazzi? Domani magari diventerà come prima, ma questa sera me la ricorderò sempre. Perchè questa sera io mi sono innamorata sul serio per la prima volta e sto passando la serata più bella della mia vita, noi due soli, insieme.”

-

-

Il film inizia, ma non riesco a seguirlo più di tanto. Penso a lei. Alla mia voglia di baciarla ancora.
“Che serata… Non mi sono mai reso conto che si riesce ad essere più felici stando insieme alla ragazza di cui sei innamorato che fare come facevo io. Si, è vero. Mi divertivo e ne potevo scoprire sempre di nuove, ma come sta sera non c’è paragone!! Ale, voglio stare con te e questo momento, questo amore vorrei che durasse per sempre se mi fa stare così. Ale, mi sono innamorato di te, da una vita, ma solo adesso mi rendo conto che dovevo svegliarmi prima, che ero un deficiente. Sono felice di stare con te e voglio provare ad essere il ragazzo che hai sempre voluto.”
Mi giro verso di lei e noto le sue palpebre chiuse, sento il suo respiro e l’ammiro nel suo dormire, bella com’è.
“Che cazzata!! Io non sono felice!! Qualcosa di molto di più!!”

Oddio, mi viene da piangereeee… Voglio anch’io un Robbie!!!
Beh, basta con i miei sogni va…
Finalmente domani la sua camminata sarà compiuta!! Ma non sono carini insieme??

Ringrazio tanto le mie lettrici che sta volta sono state in sette a recensire!! E mi esalto perché non mi era mai successo che fossero così tanti!! Perciò recensite sempre di piùùùù!!

Kry333, Cassandra 287, _NovemberThree_, Avril 1113, Cherasade, ElianaTitti e pazzerella 92: Grazie mille e scusatemi se non riesco oggi a recensirvi singolarmente!! Grazie, grazie, grazieeee!! Sono troppo contenta che vi piaccia e si, avete ragione… Sono proprio beli insieme!! Spero che vi continui a piacere! Continuate a recensirmiii!!!! Bacioni!

Ringrazio anche a chi mi aggiunge nei preferiti che ogni volta ce né sempre uno nuovo!!! XDXD

Bacioni, alla prossima!!

Recensiteeeeee

Bacioni

Somoody

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Capitolo 14
*** Il lato oscuro ***


CAPITOLO 14

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Apro gli occhi e la tv fa vedere di nuovo lo stesso film dall’inizio.
Guardo l’ora. Le due.
Mi alzo sbadigliando e ammiro Robbie lì a dormire.
“E’ stupendo anche quando dorme…”
Ancora con gli occhi semichiusi mi avvicino a lui e lo sveglio dandogli un piccolo bacio. Apre gli occhi lentamente.
<< Che succede? >>
<< Ci siamo addormentati… >>
Li richiude e si gira dall’altra parte.
<< Mmm, lasciami dormire. >>
<< No, devi andare a casa. >>
<< Perchè? >>
<< Non ti posso lasciare qui sul divano! >>
Accendo la luce e mi alzo, vedo a spegnere la tv e tiro su con la forza Robbie. Lui mi guarda e mi bacia prendendomi dal mento con le sue gentilissime dita.
“Ho cambiato idea.”
<< Noo, rimani qui!! >>
<< Io lo continuo a dire che sei lunatica! E’ meglio che vada Ale, è tardissimo… >>
<< Chi sarebbe il lunatico? >>
Mi sorride dolcemente.
<< Ciao piccola. >>
Mi bacia sulla guancia e si allontana aprendo la porta di camera e salendo le scale.
<< Aspetta! >>
Lo fermo e lo raggiungo.
<< Ti sembra il modo di salutarmi? >>
Lo bacio abbracciandolo pensando che non lo rivedrò fino all’indomani e dopo se ne va.
Vado a prendere le chiavi di casa, risalgo gli scalini, chiudo la porta con quattro giri e poi mi siedo su questi ultimi. Poggio i gomiti sulle ginocchia e la testa sui pugni chiusi con un sorriso che non mi toglie nessuno.
Niente può capitare per farmi cambiare espressione. Sono felicissima.

-

-

Fuori dalla sua porta, mi fermo sul tappeto e guardo il vuoto, anzi. Non guardo proprio. Mi perdo.
Sento alle mie spalle chiudere con dei giri di chiave la porta e mi sveglio, ma non riesco a fare dei passi per allontanarmi e il mio pensiero viaggia.
“Ma che cosa ho fatto sta sera?? Manco ci credo… Ora mi faccio un pizzicotto al braccio e mi sveglio da questo meraviglioso sogno.”
Così detto lo faccio. Provo con un pizzicotto al braccio, ma la stanza attorno non cambia. E sorrido. Sorrido al fatto che finalmente sono riuscito a crescere.
Prendo il cellulare e incomincio a scrivere un messaggio. Per lei, naturalmente.

-

-

Mi alzo ed entro in bagno per lavarmi la faccia e poi mi dirigo in camera da letto.
Faccio cadere la gonna a terra e mi tolgo la canotta, cambiando il costume con una semplice mutandina bianca e mi metto la mia canottierina azzurra che uso come pigiama.
Mi infilo sotto le coperte e il cellulare vibra.
Mi è arrivato un messaggio e sul display mi appare un numero sconosciuto.


Buona notte piccola

mia... Nn vedo l’ora

che sia doma x far

vedere a tutti quanto

sono fortunato… Ora

vado a sognarti. Ant.

“Io lo adoro questo ragazzo…”.
Vado nell’ ‘Altro’ e clicco ‘Inoltra numero’, così lo salvo in ‘Ant’.
“Già mi manca… In questo preciso momento vorrei essere tra le sue braccia, a sussurrargli parole dolci, a baciarmelo, a toccarlo, ad assaporare il suo profumo… Insomma, lo voglio qui!! I suoi occhi… Pensavo di non averli mai. Mi incantano come sempre. Mi sento di nuovo persa, ma non come prima. Anche adesso cammino in tondo, ma so quello che voglio. Sono felice e spensierata, ma soprattutto innamorata. Quando siamo solo io e lui mi fa sentire in volo in aria, ma sempre con lui accanto, che mi impedisce di cadere. Mi tiene sospesa e io resisto perchè sono leggera, senza problemi. Sola con il desiderio di averlo sempre accanto… Ora vado a sognarlo.”

-

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Lo invio al numero che il giorno stesso ho chiesto a Marta, l’unica persona a cui io l’abbia detto.
La salvo nella mia rubrica poco importante in confronto a lei con il nome di ‘Sfig’.
Poi mi alzo da lì ed esco.
Prendo il mio motorino e mi allontano da quella bellissima casa per dirigermi alla mia.

-

Eric è lì a dormire e io, senza far rumore, mi svesto restando in boxer e mi infilo dentro le coperte.
Incrocio le braccia dietro la testa e penso come ultimamente faccio spesso. Sembra che non stia facendo altro da giorni a sta parte.
“Ma d’altronde? Cosa posso fare? Domani sarà il giorno in cui io mostrerò a tutti la mia meravigliosa ragazza. Sarà l’ultimo passo della mia lunga e faticosa camminata. Il più difficile. Far sapere agli altri chi sono adesso. Chissà cosa penseranno… Ma me ne devo fregare di cosa possano pensare!!! Non me ne frega un cazzo se pensano che io sia un grande, uno normale o un mollaccione idiota!! Questo non può cambiare cosa provo per Ale!!”
Con la sua immagine impressa mi addormento.

-

-

-

-

La luce del sole mi arriva sugli occhi senza freno.
“Ma chi ha aperto le serrande?”
Poi mi viene in mente di non averle chiuse la sera prima.
Mi alzo dal letto e guardo l’orologio appeso alla parete.
“L’una e un quarto? Cazzo se ho dormito!!”
Scendo dal letto e le scale, poi mi dirigo in cucina.
Un odore di pastasciutta al ragù mi disgusta il mattino.
<< Ma guardate chi si è svegliata!! >>
Mio padre mi guarda strano, probabilmente non andando d’accordo per quello successo ieri sera.
<< Mangi qualcosa? >>
Rispondo accompagnando una smorfia di disgusto.
<< Mamma, non hai idea di come faccia schifo sentire un odore di pastasciutta al ragù quando ti sei appena svegliata… >>
<< E allora? >>
<< Mangio un plumcake e basta. >>
Vado allo scaffale e prendo uno di questi. Lo tolgo dalla confezione e me lo mangio.
Subito dopo me ne ritorno in camera.

-

-

-

-

Mattino. Apro le palpebre lentamente, ma le sbarro spaventandomi nel vedere mio fratello seduto a bordo letto continuare a fissarmi.
<< Allora? >>
<< Ma quando imparerai a parlarmi dopo che mi sono svegliato?? >>
<< Non resisto! Dato che poi ieri pomeriggio hai fatto lo stronzo, spero per te che ieri sera sia andata benissimo, tanto per ricambiare!! >>
Il sorriso non manca dall’espressione del mio viso.
<< Stupendamente… >>
I suoi occhi si sbarrano.
<< Quindi ci stai assieme? >>
<< Ci vuole tanto a capirlo? >>
Eric comincia a saltellare per la stanza.
<< Wow!! Robbie ha una ragazza!! Ti immagini gli altri? >>
Per un attimo mi viene un blocco, ma poi la mia sicurezza riprende il sopravvento, soprattutto grazie all’immagine di lei.
<< Non è un mio problema di cosa possano pensare gli altri… >>
<< Non era il tuo problema? >>
<< Ma tu come cazzo… Ah, già, sei uno psicologo!! >>
Lui sorride e continuo.
<< Beh, ora non è un mio problema. >>
Incomincia a riflettere.
<< Fammi indovinare… Lei ti ha detto che non sarebbe stata con te se tu l’indomani non saresti stato disposto a dirlo agli altri, perchè il suo pensiero è che tu ti vergogni di lei… >>
Rimango sorpreso.
<< No, secondo me tu mi spii tutto il giorno da un buco!! >>
Lui alza le spalle tranquillamente.
<< No, sono le solite cose!! >>
<< Bene, sono felice sul fatto che tu riesca a capire le cose al volo, così non rompi più le palle a me!! >>
<< Ma comunque ti devo chiedere la conferma!! >>
Giro gli occhi al cielo.
<< Mamma mia Eric, vattene da camera mia!! >>
<< Ma è anche camera mia!!! >>
<< Uffi… >>
Mi metto il cuscino sopra la testa per non sentirlo e per una volta mi lascia stare anche se lo sento ridere.

-

-

-

-

Salgo le scale e vado a prendere il cellulare, un altro messaggio è sul display. ‘Ant, parte mancante del messaggio’


Un nuovo giorno ke

passerò cn te,

solo cn te,

toccandoti,

sfiorandoti,

baciandoti, ma

purtroppo la giornata

durerà meno di qnt

abbia impiegato a

scrivere qst

messaggio perchè cn

te(…)

Il cellulare risquilla. ‘Ant, messaggio aggiornato.’

(…)ttt vola in un

attimo talmente mi fai

essere felice… Ma

quando arriva questo

pomeriggio?

T.v.ttttttttttttttt.b

Ant

Vado su rispondi e incomincio a scrivere con il T9.

Per quanto la giornata

possa passare in

fretta, sarà

sicuramente una

giornata stupenda

accanto a te… Ma

come fai a farmi

sentire così? Sfig

Invio il messaggio e vado a prepararmi dirigendomi al piano di sopra alla stanza degli armadi portandomi dietro il cellulare. Scelgo, tra vari vestiti, la mia gonnellina rosa regolabile e la canotta bianca di ‘Mango’.
Il cellulare squilla.
“Robbie mi deve aver risposto.”
‘Ant’

Non lo so, perchè

faccio qualcosa di

speciale? Non me ne

accorgo!!

Probabilmente mi

viene spontaneo con

una bellissima

ragazza al fianco!!

Piuttosto tu come

fai!! Bacioni a oggi!

Sorrido tra me e poso il cellulare.
“E’ un amore…”

-

Sono le due e trentacinque e Alice suona alla porta.
Vado ad aprire volteggiando con sottofondo una canzone di Fish ‘Resta ancora’ con Esa.
Lei entra tutta stranita dal mio comportamento, mentre io canticchio a squarciagola.
<< Resta ancora, per quanto sia possibile… Non sei sola… Ma non voglio perderti… >>
Lei interrompe il mio cantare.
<< Che ti succede? E’ un modo per spazzare via tutto? Me lo devi insegnare questo metodo, perchè… Funziona!! >>
Incomincio a raccontare ricorando ogni istante della sera prima.
<< Ieri, alle nove, Robbie è venuto da me. >>
Alza un sopracciglio non capendo.
<< E sei felice perchè l’hai preso a schiaffi a te ne sei liberata? >>
<< No… >>
Ridacchio, chiudo la porta di casa, entro in camera e mi siedo sul divano.
<< Perchè stiamo insieme! >>
Quel sopracciglio viene accompagnato dall’altro per il suo spalancamento degli occhi.
<< Cosa?? Dopo quello che ti ha fatto? >>
<< Non era mica una cosa grave… Dice che non farà più così! E poi è così bello e dolce… >>
<< Dolce? Robbie?? >>
Penso a lui e al suo ricordo e la risposta non può essere diversa da questa accompagnata da un sorriso sognatore.
<< Esatto! E’ stupendo… Non vedo l’ora di vederlo!! >>
Chiudo gli occhi e penso ulteriormente a lui, poi Alice interrompe.
<< Ho deciso. >>
<< Hai deciso cosa? >>
Non capisco.
<< Non posso continuare così… >>
<< Ma a che cosa ti stai riferendo?? >>
Rispondo io non calcolando minimamente quello che mi voglia dire.
<< Oggi lascio Dimitri. Sono quasi felice a farlo! >>
Cerco di darle un parere sincero.
<< Secondo me è la cosa migliore. >>
<< Lo credi veramente? >>
<< Si. >>
<< Perchè? >>
“Perchè… Perchè… Robbie, mi lasci ragionare?”
<< Perchè se non sei felice con lui, è inutile che continui a starci insieme! >>
<< Però mi dispiace per lui, cioè… Dirglielo così… Che scusa invento? >>
<< Che scusa puoi inventare?? Devi dirgli la verità!!! >>
<< E che cosa gli dico? >>
<< Che ti dispiace, ma non sei felice con lui! Devi essere sincera in certe cose!! >>
<< Ma poverino!! Oppure? >>
<< Ti inventi una scusa, ma non mi sembra corretto… Fai un po’ cosa vuoi. Io però ti consiglio di lasciarlo dicendo la verità. >>
<< Beh, allora andiamo che prima lo faccio e meglio è… >>
Mi alzo dal divano e prendo la mia roba.

-

Siamo davanti alla solita spiaggia.
Sta volta scendiamo dalle scalette del bar.
A giocare non c’è nessuno, sono tutti alle sdraio.
<< Ma ultimamente stanno continuando a prendere sempre sdraio, l’hai notato? >>
Mi giro verso Alice, ma lei non da segni di vita. Si è bloccata e non riesce ad andare avanti. E’ preoccupatissima ed ha una paura immensa di avvicinarsi a quelle sdraio, penso per Dimitri.
<< Ale, sono tutti lì… Come faccio ad avere il coraggio di lasciarlo davanti a tutti?? Eppure non mi va di dare neanche un piccolo bacio a quello sgorbietto! >>
La incoraggio.
<< E allora devi farlo, forza! >>
La spingo in avanti e poi ci avviamo alle sdraio.
All’improvviso lo vedo.
Un corpo così perfetto è sdraiato su quella sdraio sistemata quasi al mezzo.
Il cuore incomincia a battermi forte e tutto sembra incominci a girare in tondo, come se fossi ubriaca. Ubriaca d’amore…
Mi blocco e non riesco ad andare avanti.
<< Ale… Perchè ti sei fermata? >>
<< Perchè laggiù… Laggiù… >>
Indico verso Robbie con il dito e la voce tremolante.
<< Ma non stavate assieme? Forza, dai! >>
Mi spinge in avanti e io ricomincio a camminare, ma più mi avvicino e più il mio cuore batte forte e, quando lo vedo girarsi indietro e vedermi ammirando i suoi occhi blu intenso, sembra quasi che esploda ed esca dal mio petto.
Non ho mai provato un emozione così grande nel vedere un ragazzo…
Sorride e mi fa segno di raggiungerlo. Allora mi avvicino e lo saluto.
<< Ciao… >>
“Mi spieghi perchè devo essere timida anche nel salutare il mio ragazzo?” La voce mi trema e lui fa un sorrisino alzandosi in piedi, davanti a me.
<< Ciao piccola… >>

-

-

Poi, però, la vedo persa, non concentrata e sta guardando oltre me.
Così dirigo lo sguardo anch’io nella direzione del suo e noto tutti guardarci intenti, con facce quasi incredule.
Mi volto verso di lei, le sorrido per tranquillizzarla e la bacio, così, davanti a tutti. E sono felice di averlo fatto…
Dopo questo mi giro di nuovo indietro, vedendo tutti con occhi spalancati e notando il mio grandissimo fratello sorridermi.
<< Vieni… >>
Le dico di seguirmi e mi siedo sulla mia sdraio.
Lei si sistema posando lo zaino a terra e mettendosi in costume, nel mentre che la squadro in ogni dettaglio del suo corpo.
Lei si siede davanti a me e io l’avvolgo nel mio braccio dandole dei piccoli baci e facendole il solletico, dimenticandoci ormai degli altri, come se fossimo soli.
Samuele interrompe il nostro bellissimo momento dimenticato.
<< Che diavolo sta succedendo? >>
Io gli rispondo subito, evitando qualsiasi tipo di dubbio.
<< Quello che vedi. >>
<< Ma… Ma… La detestavi!! >>
<< Si cambia! >>
Dario si gira verso Samuele e ridendo dice:
<< Hai perso Samu, mi devi dieci euro!! >>
Samuele sbuffa e Alessia lo guarda male.
<< Scommettevate su di noi? >>
<< Io e Samuele scommettiamo su tutto!!! E’ un modo per farmi i soldi, vinco sempre io!!>>
<< Porca troia Dario, ma come cazzo fai? >>

-

-

Mi giro verso la sdraio di Dimitri dove vi è anche Alice e lui ci sta guardando sorridendo. Poi si volta verso lei e la prende per i fianchi. Lei guarda quelle mani che stanno toccando posti che non devono e quando Dimitri si avvicina alle labbra di Alice lei lo stacca, comprese le mani.
<< Che succede? >>
<< Niente… >>
<< E allora perchè non vuoi baciarmi? >>
Incomincia a titubare.
<< Perchè… Perchè ti voglio lasciare… >>
Dimitri rimane immobile e sgrana gli occhi.
<< Cosa? >>
<< Si. >>
<< Stai scherzando? >>
<< No… >>
Dimitri resta un attimo fermo e in silenzio, di sasso. Poi la riguarda negli occhi.
<< E perchè? >>
<< Perchè… Perchè… Non mi piaci più come prima Dimitri, mi dispiace… >>
Lui posa lo sguardo a terra, poi si alza e vestendosi prende lo zaino e si allontana verso la strada.
<< Dimitri, aspetta! >>
Alice lo rincorre.
<< Che cazzo vuoi? >>
<< Non te ne andare per me! >>
<< Tornatene dagli altri. >>
Si allontana e Alice ritorna triste verso la sdraio.
Dario si gira verso di noi.
<>
Poi si volta verso Samuele sghignazzando.
<< Samuuu!! Altri dieci euro, please! >>
<< Che palle… Non è giusto! Ho perso per una settimana!! >>
<< Lo so, sono un dio!! Oggi dev’essere il mio giorno fortunato!! >>
Io mi stacco da Robbie sussurrandogli nell’orecchio:
<< Vado da Alice. >>
E così, a fatica, mi allontano.
Mi siedo sulla sdraio con lei e la guardo negli occhi che si nascondono dietro quelle ciocche bionde boccolose.
Mi viene dispiacere per lei e con le dita le tolgo un ciuffo da davanti e, sorridendo, le parlo.
<< Ehy… >>
<< Edoardo mi ha vista? >
Annuisco.
<< Si, ti hanno vista tutti… >>
<< E ora mi sta guardando? >>
Mi giro nella sua direzione e lo vedo scherzare con Eric.
<< No. >>
All’improvviso riprende tutta la sua sicurezza.
<< Cazzo… Ti rendi conto che figura di merda davanti ad Edo? Come ho potuto permettermelo?? >>
Rimango stupita.
<< Cioè, fammi capire bene… Tu non sei triste per aver lasciato Dimitri, ma triste per averlo lasciato davanti a Edo? >>
Mi risponde senza esitazione, come se fosse scontato.
<< Esatto!! Perchè dovrei essere triste per Dimitri?? E’ quello che volevo fare!! >>
<< Certo che sei stronza! >>
Lei risponde alquanto scazzata.
<< Oh, che ti devo dire… >>
<< Ma allora che ci faccio qui da te a consolarti invano quando potrei stare tra le braccia del mio amato? >>
“Già…”
<< Amato?? Già amato?? >>
<< Esatto. E ora scusami… Devo andare dal mio Amato. >>
Sottolineo quest’ultimo vocabolo, mi alzo dalla sua sdraio e vado incontro al mio amato.


-

-

Dario mi viene incontro.
<< Lo sapevo… >>
Io gli rivolgo lo sguardo sorridendo.
<< Dentro di me anch’io… >>
<< Sai… Se vuoi proprio saperlo sei stato più “grande” a fare questo che come facevi prima. >>
Io mi giro con uno sguardo pieno di stima nei suoi confronti.
<< Grazie. >>
<< Dico la verità!! >>
<< E lo apprezzo! >>
Mi guarda storto.
<< Solo perchè la verità è a tuo favore!! >>
<< Non è vero!! >>
Lui ride e io con lui.
Poi la vedo venirmi incontro.
<< Già qui? >>
<< Già! Non aveva bisogno del mio appoggio! >>
<< Beh, meglio così! >>
Io mi alzo e le accarezzo le braccia.
<< Andiamo a fare un bagno? Sto morendo di caldo… >>
<< Perchè no?! >>
Ci dirigiamo verso il mare abbracciati e io mi butto per primo. Aspetto che lei faccia lo stesso ammirandola. Quando riemerge mi abbraccia e allora le nostre bocche non possono fare a meno di stare lontane.
Sono felice. Felice sul fatto che questo è solo il nostro primo giorno!! E felice anche perchè sono con lei…

-

-

Sono le sette.
Alice se né già andata da mezz’ora per l’autobus, mentre io mi sto preparando adesso, ma sono ancora bagnata. Sono uscita da poco dall’ennesimo bagno, ma devo per forza andarmene perchè se non sono alle sette a casa mia madre si arrabbia e le sette sono già passate.
Prendo lo zaino e bacio frettolosamente Robbie.
<< Devo andare… >>
Si alza e si avvicina a me.
<< No… Perchè? >>
<< Perchè devo andare! >>
Poi mi guarda da cima a fondo e sorride.
<< Sei tutta bagnata ancora! >>
<< Già… Siamo stati nel mare fino a cinque minuti fa!! >>
<< Che ne dici se sta sera ce ne andiamo a mangiar fuori? E poi magari vieni a casa mia… >>
<< Mi sembra un ottima idea! Però devo lo stesso tornare a casa per cambiarmi. >>
<< Ok, vengo con te. >>
<< Basta che ti muovi… >>
Robbie fa in un attimo.
Si infila la maglietta e mette stropicciato l’asciugamano nello zaino.
<< Fatto! Ciao!! >>
<< Ciao! >>
Salutiamo tutti e ci avviamo al suo motorino.
Lui sale alla guida e io gli monto dietro tenendomi a lui.
<< Tieniti stretta. >>
<< Perchè? >>
Lui non mi risponde. Gira la chiave e parte, ma va velocissimo, senza rallentare neanche un pochino. Mi tengo sempre più forte a lui quasi stritolandolo, ma lui non rallenta. Mi viene d’istinto quello di tenermi così forte e in teoria dovrei avere paura, ma stando vicina a lui mi sento come invulnerabile e che niente e nessuno potrà anche solo sfiorarmi.
Pochi secondi il motorino si ferma di botto, ma io non mi stacco da lui.
<< Siamo arrivati, puoi smettere di stritolarmi. >>
Apro gli occhi e noto il mio portone maestoso color legno e dalle vetrate sporche.
<< Ma a quanto cacchio andavi? >>
<< Almeno non hai fatto tanto ritardo, no? L’ho fatto per te… >>
Sto un attimo a pensare e a guardarlo. Poi sorrido.
<< Già… >>
Risponde a questo e posteggia il suo Leonardo al lato della stradina.
Scende e viene affianco a me mentre sto cercando le chiavi di casa nello zaino.
Trovate, gliele sventolo davanti alla faccia e dopo apro il portone, lui mi segue e salgo le scale. Apro la porta di casa ed entro. Aspetto che lui varchi la soglia e chiudo.
<< Chi è? >>
<< Ma’, sono io. >>
<< Sono le sette e dieci, lo sai? >>
<< Dai, ma’… Ho fatto il prima possibile! >>
Dico guardando Robbie sorridendo.
<< Chi c’è con te? >>
Mia madre sbuca dalla sua camera con la sua testa riccioluta e nera e poi esce totalmente in corridoio.
<< Ciao! >>
<< Lui è Robbie. >>
<< E chi sarebbe Robbie? >>
<< Il suo ragazzo! >>
Robbie risponde a mia madre e non sa in che pasticcio si è messo. Ora mia madre incomincerà a fare il suo interrogatorio.
<< Robbie… Non sei italiano, vero? >>
<< No, no… Sono nato in Italia però mio padre è olandese. >>
<< Quindi presumo che i tuoi capelli castani tu l’abbia presi da tua madre! >>
<< Esatto. >>
Giro gli occhi al cielo già strapiena delle sue domande nonostante ne abbia fatte ancora solo tre.
<< Ma’, adesso basta… Dobbiamo uscire. >>
<< Dove andate? ?>>
“E quattro…”
Rispondo annoiata.
<< A mangiare da qualche parte e uscire per la Vasca… Dove vuoi che andiamo? >>
<< Chiedevo! Ci sono moltissimi posti dove potreste andare! Cinema, mare, discoteca, Vasca, ristorante, pizzeria... >>
<< Ok, Vasca!! >>
<< Ok!! >>
Prendo per mano Robbie e lo porto in camera mia chiudendomi la porta dietro.
<< Siamo soli. >>
<< E non vedevo l’ora!! >>
Si avvicina e mi da un piccolo bacio, accompagnato poi da uno molto più passionale per poi finire abbracciati come sempre dove quella palpatina al culo non te la toglie nessuno.
<< Lasciami preparare… >>
Salgo al piano di sopra e gli faccio segno di seguirmi.
Faccio vedere tutto il mio armadio di vestiti tra varie gonne e vari pantaloni, lunghi e corti. Mostro magliette e canotte di ogni genere facendo vedere in ogni minimo particolare tutte le piccole cose di quegli indumenti.
Dopo un quarto d’ora di parlantina lui sceglie. Niente minigonna, niente maglie scollate, niente di tutto ciò. Semplici jeans stretti, scuri e lunghi con una canotta rosa che si lega a collo e una cintura rosa.
Lo guardo sorridendo.
“Sei solo mio…”
<< Perchè mi guardi così? >>
<< Perchè sei speciale… >>
Lui ride.
<< Io? Non hai idea di cosa possa pensare io di te in questo momento… >>
<< E cosa pensi di me? >>
Ci pensa un attimo e poi mi guarda con il suo bellissimo sorriso.
<< Ma dov’eri nascosta? Dov’eri prima? E io perchè non sapevo dell’esistenza di una ragazza così… Stupenda? >>
<< Stupenda?! >>
<< Stupenda!! E non ti parlo solo d’aspetto, ma tutto il pacchetto! Sei stupenda… >>

-

-

La vedo non tenersi più, arrossisce, sbatte i vestiti per terra e mi abbraccia forte.
Io rimango stupito.
“La mia Ale… Non so più cosa dire, ho già detto tutto! E’ specialissima, altro che speciale!!”
Le metto le mani dietro la schiena per rispondere al suo braccio e lei riprende a parlare.
<< Io ci sono sempre stata, sei tu che non ti facevi mai vedere perchè imboscato a farti varie tipe! >>
<< Ma ora sono qui con te e voglio stare qui con te! Ora sei solo mia… >>
Stringe ancora di più e la sento mia, sempre di più. Ma fin troppo…
<< Mi stai stritolando… >>
Lei rallenta la presa, ma non si stacca. Resta con le sue braccia attorno al mio collo e sta volta sono io che vorrei contraccambiare la sua stretta, ma la lascio fare a modo suo.
<< Scusa… >>
Stiamo un po’ in silenzio, assaporando il suo odore… Della sua pelle, dei suoi capelli…
Poi lei si stacca.
<< Devo andarmi a fare una doccia. >>
<< Vengo anch’io! >>
Lei sorride divertita.
<< No, tu stai qui in camera! >>
Assume un tono malizioso.
<< Mi piacerebbe vederti sotto la doccia… >>
<< Però non puoi! >>
Prende i vestiti e si allontana scendendo le scale e io sto lì, impalato, cercando di immaginarla in tutte le maniere, senza veli, facendomi salire sempre di più la voglia di averla, di andare giù e entrare in bagno per guardarla, ammirarla, poi spogliarmi e aggiungermi. Sarebbe bellissimo… Come d’altronde ho già fatto, ma non voglio con lei. Lei non è pronta e io ci tengo troppo e voglio che la sua prima volta sia speciale. Un momento che si ricorderà per sempre, che quello le possa sempre ricordare il lato romantico dell’amore e ricordarsi sempre di me e che sarò sempre il ragazzo che vorrebbe.
“Questo è il mio obbiettivo. Voglio farti sognare.”

-

-

Mi svesto ed entro nella vasca.
Mi punto l’affare della doccia contro e penso a tutto.
“Sono stata troppo fortunata… Sono troppo fortunata! Robbie, Robbie, Robbie, Robbie…”
Esco dalla doccia e mi asciugo.
Mi metto il mio intimino bianco e mi spruzzo il deodorante. Infilo i miei jeans su per le gambe e li lego con il bottone e serro la cerniera. Poi prendo la canotta e me la faccio passare attraverso le braccia sul mio petto. Faccio scorrere la mia cintura rosa brillantinata nei passanti e ora sono a posto.
Salgo sul water e sopra il mobile del bagno prendo il phon.
Asciugo i capelli e con la spazzola li pettino facendomi due trecce.
Esco dal bagno ed entro in camera.
Robbie è seduto sul divano, mi squadra da capo a piedi e dopo sorride.
<< Bella… >>
<< Grazie! >>

-

-

Si avvia alla sua scrivania truccandosi tutta, non capendo che senza o con… La voglio comunque!!
“Come fanno a ostinarsi a truccarsi per andare ovunque??”
Mette tutti i suoi effetti personali dentro la sua borsetta nera , apre le braccia e mi guarda.
<< Finito! >>
<< Era ora! >>
Lei mi fa vedere la sua espressione del viso offesa e io, sorridendo, mi alzo andandole incontro e baciandomela.
<< Sei bellissima… >>
<< Grazie! >>
Usciti dalla camera, Alessia urla.
<< Ma’, noi andiamo! >>
<< E quanti anni hai? >>
Lei sbuffa e mi tira via.
<< Ciao!! >>
Io mi metto a ridere e rispondo a sua madre.
<< Diciassette!! >>
<< Troppo grande!! >>
<< Ma’, la vuoi piantare? E tu Robbie, vieni via!! >>
Usciti di casa ci dirigiamo al mio motorino. Poi ripenso a prima.
<< Tua madre è troppo simpatica!! >>
Lei fa una smorfia e poi sorride scuotendo la testa. Apro la sella e tiro fuori il casco dandolo a lei e prendo il mio attaccato al gancio. Chiudo tutto, ci salgo e aspetto che ci salga lei. Poi parto verso casa mia sentendo le sue mani stringersi a me.

-

-

Siamo davanti a casa sua. Non sono mai stata da lui.
Mette la moto in una via aldilà di un cancelletto grigio e scendiamo. Giriamo l’angolo ed entriamo in un portone.
Ci sono da salire ben tre piani. Poi la sua porta si riconosce.
Color noce con ghirigorato il nome in un color oro: “Haag”.
Prende le chiavi ed apre la porta.
<< Ciao! >>
Entro in una sala enorme impegnata da un tavolo rotondo in centro con sei sedie nello stesso legno del tavolo e un divano di color rosa in un angolo dove davanti vi è una tv al plasma. Su di esso vi è seduto un uomo dai capelli biondi, un po’ grassoccio che sta giocando alla Play Station due.
<< Ciao pa’. >>
L’uomo massiccio guarda suo figlio e dopo squadra me da capo a piedi.
Poi sua madre spunta dalla cucina. E’ una donna castana dagli occhi azzurri, magra e alta dai capelli lisci.
<< Ciao Robbie… Ma chi hai portato a casa? >>
<< La mia ragazza… >>
Sua madre cambia totalmente espressione, rimane impalata.
<< Scusa? >>
Robbie si innervosisce.
<< La mia ragazza. R-A-G-A-Z-Z-A! >>
<< Scusa, ma sono un po’ sbalordirta… Non hai mai portato a casa una ragazza!! >>
<< C’è sempre una prima volta, no? >>
<< Già, e sono contenta! Come ti chiami? >>
Si rivolge a me.
<< Alessia. >>
<< E quanti anni hai? >>
<< Quindici. >>
Robbie si rivolge a me.
<< Vedi che non è l’unica tua madre? >>
Sua madre lo guarda seria.
<< Mi sembra normale, Robbie, che noi mamme dobbiamo fare queste domande!! >>
<< Non sta sera, dobbiamo uscire!! >>
<< E dove andate di bello? >>
<< In giro! >>
Gli risponde un po’ scocciato.
<< Ehy, Robbie, non ti scaldare adesso… E’ normale che io voglia sapere!! >>
<< Si… >>
Mi prende la mano e mi porta lungo un corridoio abbastanza stretto e corto. Io intanto sorrido a sua madre.
Robbie apre una porta ed entriamo.
<< Ciao Ale!! >>
Entro dentro a una camera grandissima, dove al lato vi sono due letti singoli con davanti un mobile con la tv. Ci sono in un altro angolo due scrivanie, una poco distante dall’altra.
Eric mi saluta ed è su un letto con un copriletto blu a torso nudo in jeans. Per una volta, dopo tanto tempo, sento di nuovo l’emozione che provavo quando lo vedevo prima.
“Quant’è bello…”
<< Ciao Eric. >>
Robbie si siede sul letto e mi fa notare un armadio in un marrone molto scuro in un angolo quasi affianco alla tv.
<< Scegli!! >>
Vado dall’armadio e apro le ante. Un sacco di jeans escono da questo diviso all’interno in due. Da una parte in alto c’è scritto in un murales ‘Eric’ e dall’altra ‘Bro’.
Mi giro indietro.
<< Bro?? >>
Robbie si gira verso Eric e quest’ultimo ride.
<< Storia lunga… >>
Eric interrompe lamentandosi.
<< Miii… Ma siete tutti fuori dal mondo!! Bro è l’abbreviazione di brother!! Fratello in inglese in caso non lo sapessi… >>
<< Lo so cosa vuol dire Brother!! >>
Poi mi giro di nuovo verso l’armadio e noto che i due murales fatti in rosa e blu sono molto belli e articolati.
“Un casino, ma belli!”
<< Chi li ha fatti? >>
<< Ma modestamente io!! >>
Eric mi risponde con aria di strafottenza divertita.
<< Non sapevo Eric che sapessi disegnare! >>
<< Non sai molte cose su di me… >>
<< Già. >>
“Quanto lo vorrei…”
Poi penso che vorrei prendermi a sberle da sola per questo stupido pensiero creato.
Mi giro per l’ennesima volta per scegliere i vestiti nella parte di ‘Bro’ e noto tra vari pantaloni che non ve né neanche uno non firmato. Rich, D&G, Calvin Klein, Lee, Levis e tante altre…
Poi ne scelgo uno della Levis normale, né stretti, né larghi, da portare a metà culo e scelgo in basso nei ripianetti una polo della Tommy bianca a maniche corte.
Chiudo le ante e mi volto con i vestiti in mano, buttandoli poi addosso a lui.
<< Fatto! >>
Lui li guarda e poi fa un smorfia.
<< Si, può andare… >>
Faccio la faccia arrabbiata e lo guardo male.
<< Sto scherzando, sai scegliere benissimo!! >>

Si avvicina a me e mi da un bacio a stampo.
<< Vado a farmi la doccia, vieni con me? >>
Lo spingo lontano da me.
<< Vai via!! >>
Lui ride e si rivolge al fratello.
<< Eric, trattamela bene!! >>
<< Certo. >>
Robbie si allontana e io mi giro verso Eric che si sta infilando una maglietta nera.

-

-

Mi allontano dispiaciuto dal fatto che per questi minuti sarò staccato da lei e ce l’avrà mio fratello.
Apro la porta ed entro. Poso i vestiti sul water e mi spoglio tutto fino a rimanere nudo. Apro la tenda e mi infilo dentro la doccia. Faccio partire l’acqua che come al solito mi picchia contro.
“Dove possiamo andare sta sera? Non importa il posto, importa solo se siamo noi due e nient’altro, però, sai com’è… Sempre meglio che anche il posto non sia uno schifo!! Sarebbe bello uno romantico, che ti faccia sognare appena lo guardi, che insieme ti faccia salire quella voglia, quella passione… Qualcosa che ti faccia immaginare in quel momento gli unici nella terra, che tutto il mondo è nostro e non esista nessun’altro. Insomma, un posto che mi faccia sentire come mi fa sentire ogni volta stare accanto ad Ale! E forse ho capito anche quale.”
Esco dalla doccia e mi vesto, poi mi asciugo i capelli e me li spettino senza neanche asciugarli del tutto o metterci qualcosa.

-

-

Mi siedo sul letto libero, che è molto vicino a lui, e lo guardo.
Incomincia a parlare.
<< Siamo soli! >>
<< Già… >>
Un silenzio imbarazzante cade in questa situazione.
Io mi giro verso di lui e lui ricambia verso di me e poi ci mettiamo a ridere.
Io riparto a parlare.
<< Allora… Non mi dici niente? >>
<< Ah, io ti devo dire qualcosa? Sei tu l’ospite!! >>
<< Appunto! >>
Mi metto a ridere, poi lui incomincia il discorso.
<< Che fate di bello sta sera? >>
<< Il problema è che non lo so… >>
Lui continua a guardarmi sorridendo.
<< Wow… Vai ad insaputa? >>
<< Già. >>
<< Felice? >>
<< Si. >>
Mi fissa negli occhi.
<< Si? Solo si? >>
Il suo sguardo profondo riesce a farmi esitare un attimo.
<< Si, tantissimo! >>
Eric si alza, si mette il giubbotto e prende le chiavi nel mentre che mi parla.
<< Sono contento per te, anzi, per voi. Vi siete proprio trovati, siete una bella coppia, vi ci vedo!! Ci tieni davvero a Robbie? Cioè… Lo volevi da impazzire? >>
Mi sento un po’ in imbarazzo e faccio quel solito sorriso che dice “Si”.
<< Perchè mi fai certe domande? >>
Lui sorride. La mia espressione spiega tutto. Poi si gira dall’altra parte verso la porta e si incammina verso essa.
<< Bene, allora siete proprio perfetti… >>
Si volta, mi sorride ancora e poi esce dalla porta.

-

<< Allora dove andiamo? >>
Io e Robbie siamo fuori dal portone e io sto ammirando lui, mentre guarda a destra e sinistra la strada.
<< L’hai mai visto il tramonto? >>
Rimango perplessa alla domanda.
<< Si… >>
<< Con attenzione? >>
<< Si, penso. >>
“Dove mi porti?”
<< Intendo se hai dedicato tutto il periodo del tramonto a guardarlo. >>
<< Allora credo di no. >>
Sorride e mi prende per mano.
<< Andiamo a prenderci qualcosa da mangiare? E’ più bello a stomaco pieno! >>
<< Dove? >>
<< Andiamo al Mc? >>
<< Ok. >>
Dirigendoci verso il Mc Donald’s, vedo la gente che passa. E io, mano nella mano con Robbie, cammino con loro. Gente sola e accompagnata, abbracciata o a litigare. E ritorno indietro nel tempo, quando io ero da sola a camminare o in compagnia di Alice. Ero comunque come quella gente sola, solitaria… E quando vedevo l’altra parte di gente accompagnato da un ragazzo, o uomo che sia, mi chiedevo quando anch’io avrei avuto la mia bella storia e sarei andata in giro con lui. Ed ora eccomi qui! Quello che volevo si è avverato e se tante volte mi volevo accontentare del primo sgorbietto che passava pur di non rimanere sola, sono felice di non averlo fatto, dato che ora non mi sono accontentata, ma sto con un ragazzo che mi piace veramente e sono realmente felice.

-

-

Mentre ci dirigiamo verso il Mc mi ricordo da piccolo che tutti i giorni, verso sera, mio padre mi portava su ‘Diana’ e mi faceva sempre vedere il tramonto. Era uno spettacolo bellissimo e io e mio padre stavamo lì, fino a quando non finiva del tutto. Tutte quelle strisce di arancione e rosso che facevano pian piano ascendere il sole a morire verso il mare facendo spazio alla luna era uno spettacolo bellissimo. Mio padre mi diceva sempre che quando sarei stato grande che avrei avuto la ragazza mi avrebbe prestato la barca per vedere questo spettacolo con lei assicurandomi che avrei fatto davvero una cosa meravigliosa dato che mia madre la conquistò lì sopra, quando la barca doveva ancora avere il suo nome. Ora mi ricordo i tempi in cui mio padre mi parlava delle ragazze, che mi diceva che dovevo sempre trattarle con rispetto, che erano delle creature meravigliose e mi augurava sempre di non farle soffrire perchè me ne sarei pentito.
Ora che ci penso ho fatto sempre il contrario di quello che mi augurava mio padre.
Ha ragione, me ne sono pentito.
Guardo Alessia che la tengo mano nella mano verso questo Mc e sorrido.
“Non farò più questo sbaglio.”

-

-

Con i panini in mano, io un menù Mc Chicken e lui uno doppio Cheese-burger, ci dirigiamo verso il porto.
Saliamo le scalette per salire in cima e, dopo una piccola camminata, ci sediamo sul muretto verso il mare e l’orizzonte, il più in alto possibile, a vedere il nostro bel solo tramontare, morire nel mare, in quell’immenso spazio blu, per poi vedere la luna sorgere e scurire il cielo, in una bella notte stellata.
Io sono affascinata dal mare, lo adoro, nel suo blu immenso con la sua profondità abitata da una varietà di pesci con l’unico obbiettivo nella vita di nuotare e nuotare ancora. Non devono pensare ad altro.

-

-

Sono le nove.
Il sole sta già incominciando a scendere e il cielo inizia ad avere piccole sfumature di arancione che lo rendono speciale e magnifico.
<< Questo è per te! >>
Le passo il suo panino e io prendo il mio. Lo tolgo dalla scatola e senza pensarci due volte lo addento. E ancora, e ancora, e ancora… Fino a che di morsi non c’è né più e mi ritrovo con le mani in mano rimpiangendo il mio panino che se né andato così velocemente.
Prendo le patatine e comincio a mangiarle.

-

-

Apro la confezione e prendo il mio panino al pollo e insalata e maionese e pepe… Non importa gli ingredienti. Nel suo insieme è un panino buonissimo, vorresti non finisse mai. Ma purtroppo, come tutte le cose che finiscono prima o poi, termina anche il mio adorabile panino e guardando Robbie che oramai è già alle patatine, si mette a ridere.
<< Che c’è? >>
<< Sei sporca. >>
<< Dove? >>
Si avvicina a me e mi succhia il labbro superiore lentamente e teneramente, un momento magnifico, soprattutto sotto a questo immenso cielo colorato in un chiarissimo arancione, che pian piano diventa sempre più scuro.
<< Qui… >>
Lo guardo felice… Felice che lui sia lì, accanto a me.
<< Anche tu sei sporco. >>
Si strofina la mano sulle labbra e si guarda.
<< Ma che dici, sono pulitissimo! Non sono mica uno sbrodolino come te! >>
<< Sta’ zitto e baciami! >>
<< Potevi dirlo subito… >>
Ci baciamo ancora e ancora e ad un tratto sono di nuovo persa.
“Come fai a farmi questo effetto? Come fai a farmi dimenticare tutto? Come fai ad essere così speciale per me? Come fai a rendermi così felice? Semplicemente, come fai?”
Il sole sta calando e l’arancione ha preso il sopravvento in questo cielo raramente pulito. Neanche una nuvola contrasta questo bel tramonto, il nostro tramonto.
Una luna anch’essa arancione e piena incomincia a salire in cielo.

-

-

Ci baciamo più volte, sempre con maggiore voglia, sotto questo cielo colorato che fa tornare a galla numerosi ricordi, che trasforma questo momento nei più belli che abbia mai passato.
Ma questo non è merito del cielo…

-

-

La nostra cena è terminata ed ora io sono davanti a lui, seduta sopra con la mia testa pesante appoggiata alla sua spalla.
Ci facciamo compagnia a guardare la meraviglia davanti ai nostri occhi.
<< Come mai mi hai portato qui? >>
<< Perchè ero curioso di vederlo con te. >>
La risposta mi mette curiosità e sottovoce gli faccio la domanda seguente.
<< Ed ora che l’hai visto con me, cosa ne pensi? >>
Rimane un attimo in silenzio, pensando alla risposta.
<< Penso che sia stupendo… E non solo penso questo. Penso anche che tu sei perfetta non solo di giorno e di notte, ma anche al tramonto! Tu sei sempre perfetta… Dovremo andare a vedere qualche alba insieme!>>
Gli sorrido lusingata come al solito invidiando come i complimenti gli riescano a uscire sempre così bene.
<< Conta pure su di me! >>
<< Come sempre! >>
Adesso ci provo anch’io…
<< Comunque non sono la sola ad essere perfetta… >>
<< Modesta! >>
Sorrido e mi giro verso di lui.
<< Non ti immaginavo così. >>
Mi guarda negli occhi, incuriosito.
Hanno lo stesso potere di quelli del fratello, forse anche di più.
<< Così come? >>
<< Così… Chi l’avrebbe mai detto che dietro allo stronzo di un Robbie che avevo conosciuto si sarebbe nascosto un lato così bello? Cosa ne potevo sapere che dietro tu fossi così magnifico?>>
Lui guarda il mare concentrato.
<< Sono le altre persone che cambiano la gente. Neanch’io sapevo di essere così, prima di incontrare te… >>
A questo punto i suoi occhi incontrano i miei.
<< Sono proprio fortunata! >>
<< E non sei la sola! >>
<< Modesto! >>
Lo bacio e sorrido fra me.
“Fortunata non è una parola molto adatta a quello che sono. Non so come descriverlo… E’ indescrivibile quello che sono, è un insulto dire solo fortunata. Ho trovato l’unico angelo caduto dal cielo. Bello fuori e dentro! Ma chi l’avrebbe mai detto che dietro a Robbie si sarebbe nascosto questo suo bel lato? E’ un peccato che l’abbia tirato fuori così tardi, ma sono felicissima che l’abbia tirato fuori con me…”

-

-

Mi bacia e la sento nel frattempo sorridere. Così vengo contagiato.
“No Ale, non sei la sola… Anzi, tu sarai fortunata, io sono molto di più. Mamma mia, come pensavo di stare meglio divertendomi come uno scemo? Ma come pensavo? Ero un bambino… Tu Ale mi hai fatto maturare, mi hai fatto crescere. Mi hai fatto innamorare… Devo ringraziare tre persone per tutto questo. La prima è Dimitri. E’ stato il primo a farmi avere dei ripensamenti, a farmi traballare. Ed è stato un grandissimo. La seconda persona è Eric. Senza di lui a quest’ora sarei ancora qui a chiedermi cosa dovrei fare e magari non me ne sarei neanche convinto di esserne innamorato. La terza e ultima, invece… E’ naturale chi sia. Non sei la sola Ale a stupirti del fatto di questo mio lato, se vuoi saperlo neanche io ne ero a conoscenza. Hai visto che effetto mi fai? Mi fai diventare totalmente un’altra persona, facendo fuoriuscire un lato oscuro che nessuno al mondo era riuscito a scoprire. Ale, sei grande.”

Mi sa che sono tutti e due fortunati allo stesso modooo!! Sigh! Che tristezza…

Ringrazio come sempre:

Cassandra 287: Sempre più convinta del fatto che sta effettivamente crescendo?? Che tato… Grazie mille!!!

ElianaTitti: Ecco qui il seguito!! Grazie per i tuoi complimenti!!! Si, lo so… Chi non lo vorrebbe??

Pazzerella_92: Si, hai ragione! L’ha fatta vedere a tutti Ale!! E quante volte l’ho sognato anch’io ad occhi aperti… Non sei la sola!!XD

Cherasade: Ma veramente!! Ma dov’è sta fabbrica?? Perché fino ad adesso io non ne ho mai incontrati fatti in sta maniera!!! Sarà che ho la sfiga di avere un radar per quelli stronzi eh… Però! Spero non sia un problema quella parola, ma non sapevo come altro definirli!!XDXD Grazie milla per i tuoi complimenti e si, hai ragione, sono proprio belli insieme!!

Kry333: nono, giusta osservazione!! Infatti finalemnte è cresciuto e ha superato le sue paure!! Grazie milleee!!

_NovemberThree_ : Grazie mille per i tuoi complimenti, mi ha fatto molto piacere!! Spero ti piaccia pure questo!!

Avrilmiki: Si, certo… Come no! Grazie vale, un bacione!! By your sox!

Grazie a tutti quelli che continuano ancora adesso ad aggiungermi tra i suoi preferitiiiiiiiiii!!! Grazie grazie e grazie!!!

Un bacione a tutti!!!

Recensite sempre di piùùùù!!!

Grazie!

Somoody

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Capitolo 15
*** In pizzeria. ***


CAPITOLO 15

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Siamo al mare.
Sono passate un paio di settimane.
Siamo al ventisette, martedì.
Io sono all’asciugamano a prendere il sole assieme a Marta e ad Alice. Gli altri sono a farsi il bagno o a giocare a pallone, tra cui c’è anche Robbie.
<< Allora Ale… Non mi hai mai raccontato di come si sta con quello stronzo di Ant! >>
Marta inizia a parlare.
Apro gli occhi e mi giro verso di lei diventando super felice al solo suono del suo nome.
“Stronzo Robbie??’”
<< Si sta benissimo!!! E poi non è stronzo Robbie! E’ il ragazzo più dolce che abbia mai conosciuto! >>
<< Davvero?? Mmm… Comunque io ti avevo detto che ci saresti stata assieme!! >>
La guardo alzando un sopracciglio.
<< E da cosa l’avresti capito? >>
<< Dai!! Te lo devo dire ancora? Si vedeva un casino!! Sempre a rincorrervi! >>
<< Che dici!! >>
<< La verità! Per non parlare che in ogni tuo discorso c’era sempre lui! >>
Sorrido e guardo l’angolo da calcio. E lui è lì.
Non vedo l’ora di andare e prenderlo, baciarlo…
<< Per favore, smettetela di parlare di queste cose. Se sapevo di ritornare la solita sfigata single in depressione per non avere un ragazzo non lasciavo Dimitri! >>
Alice si intromette svegliandomi dal sogno che stavo facendo ad occhi aperti.
<< Dai Ali… Vedrai che fra poco anche tu avrai il tuo ragazzo! >>
<< Si, si, concordo con Ale! >>
Marta annuisce sorridendo.
<< Certo… E’ da due settimane che continuate a ripeterlo!! >>
<< Io vado all’angolo da calcio! >>
Mi alzo e mi dirigo verso esso e intanto sento dietro di me Alice urlare.
<< Grazie per la considerazione!! >>
<< Ti lascio nelle mani di Marta, che vuoi di più? >>
<< Vaffanculo! >>
Sorrido tra me e proseguo verso quel sogno.
“Basta!! Non cambia mai discorso!!”.

-

-

Sono qua a giocare a cestino nell’angolo da calcio e intanto scherzo con gli altri.
Dario si rivolge ad Edoardo.
<< Ehy, Edo! Con Carolina come va ora? >>
Edoardo sbuffa e risponde scocciato.
<< Esattamente come andava prima, non la sopporto più!! >>
<< Ma poverina!! >>
<< Neanche un po’!! >>
Il tono cambia e si rivolge a me.
<< E tu Robbie? Come va con Ale? >>
<< Va benissimo!! >>
Sempre la stessa risposta.
<< Quanto hai intenzione di restarci ancora? >>
<< Il più possibile!! >>
Si mette a ridere.
<< Mi stupisci sempre di più!!! >>
Francesco interrompe.
<< Ve lo ricordate quando non era ancora nel nostro gruppo che veniva ogni tanto e ci criticava se magari ne facevamo uno per la seconda volta? Sempre con quella sua aria da strafottente… >>
<< Come dimenticarlo!! Non è mica passato poi tutto sto tempo!! >>
Giro gli occhi al cielo e rido pensando a quante volte ho sentito dire ciò.
<< Ragazzi, sono cambiato!! >>
<< Non l’avevamo notato!! Il brutto, però, che è stata una ragazza a farlo… Eh, povero Robbie… Stai calando!! Non sei più il macho di prima!! >>
<< Meglio così! >>
Vedo arrivare Alessia e il sorriso mi si accende in viso.
<< Cambiamo discorso. >>

-

-

Arrivo all’angolo e saluto Robbie con un bacio sedendomi sugli scalini. Poi guardo Edoardo.
Lui sta giocando, ma oggi non è in vena di fare canestri nel cestino.
<< Cazzo, ma è possibile che non riesca a fare neanche un canestro oggi? >>
Francesco si gira verso di lui.
<< Oggi?? >>
<< Oggi! Di solito almeno uno o due riesco a farne!! Oggi neanche uno!! >>
Francesco ride.
<< Menomale che lo ammetti!! Di solito ti arrabbi!! >>
<< Infatti solo io posso dirlo! >>
<< Ah, capisco!! >>
Sbuffando inizia con la prossima frase.
<< Beh, io mi ritiro!! Per oggi… >>
<< La cosa più saggia che tu abbia mai detto! >>
<< Ah…. Ah…. Ah….. >>
Edoardo ironizza una risata.
<< Come sei permaloso!! >>
Si allontana sbuffando e viene a sedersi vicino a me.
<< Ciao Ale!! Da quanto tempo che non parliamo io e te! >>
<< Diciamo dalla festa di Monica? >>
<< Esatto! Come stai? >>
Gli sorrido capendo quanto quella risposta sia giusta.
<< Bene, tu? >>
<< Bene, bene… Grazie. Con Robbie? Hai visto che vi siete messi assieme? >>
Alzo gli occhi al cielo, sorridente.
<< Adesso tutto il gruppo mi deve venire a dire: hai visto? >>
Lui si mette a ridere e fa spallucce, poi io continuo con la prossima domanda.
<< E tu con Carolina? >>
<< Mi sto annoiando… Non frequento più nuove ragazze, sempre la stessa!! Voglio cambiare!! >>
Poi mi viene in mente una strana idea.
“Alice vuole un ragazzo, Edoardo vuole cambiare ragazza… Forse potrei far tacere le lamentele di quella rompiballe!!”
<< Non mi avevi detto che Ali è carina? >>
<< Chi è Ali? >>
Mi arrabbio.
<< Ma allora lo fai apposta! >>
Lui guarda il vuoto per due secondi, poi rinviene.
<< Ah, Alice… Non sono abituato a chiamarla con il diminutivo!! Ho avuto un attimo di… Di… Come si dice? >>
<< De
fiance!! Allora? >>
<< Che allora? >>
Giro gli occhi al cielo, lamentandomi. Poi riprendo.
<< Si, sei proprio un idiota! Devo proprio dirti sempre tutto! La trovi ancora carina Alice o no? >>
Faccio questa domanda oramai abbastanza scocciata.
<< Si. >>
<< Eh beh. Tu mi avevi detto che non ci volevi stare con Alice perchè stava con Dimitri, ma ora è da un po’ di settimane che si sono lasciati!! >>
<< Perchè mi stai dicendo questo? >>
Alzo le spalle e gli rispondo più normalmente possibile.
<< Perchè voglio aiutare entrambi! >>
Sbarra gli occhi.
<< Piaccio ad Alice? >>
Scoppio a ridere, non riesco a trattenermi.
<< Da una vita!! >>
<< Non lo sapevo!! >>
Gli scappa un sorriso, fiero di se stesso.
<< E ora che lo sai? >>
<< Cosa? >>
Mi alzo in piedi alterata.
<< Mi sono rotta di parlare con te!! >>
<< Ci potrei fare un pensierino… >>
Mi giro verso di lui, provando tanta felicità.
<< Davvero? >>
<< Si. >>
<< Grazie, sei un amore!! >>
Mi sorride e io contraccambio.
<< Lo so! >>
<< Adesso però non vantarti! >>
Lui mi guarda sconcertato.
<< E cosa credi che stia facendo? Mi hanno appena confidato di essere un figo e di essere un amore!! Cosa dovrei fare? >>
Cerco di rimediare a questo inconveniente, scehrzando.
<< Un amore era per farti un complimento, ma io ne ho visti di amori e tu non sei uno di quelli… >>
Lui imita un sorriso falso e mi ringrazia ironicamente.
<< Grazie!! >>
<< Prego! E Alice ha dei bei gusti di solito, ma l’unica eccezione sei tu se vuoi proprio saperlo! >>
Lui apre la bocca dalla sorpresa e mi guarda male giocando.
<< Oh grazie! Questa me la segno!! >>
Si alza in piedi e mi fa la faccia da offeso.
<< Piccino… Non ti offendere! Scherzavo! >>
Gli dico ridendo e lui si gira dall’altra parte e si allontana da me, intanto che Robbie si avvicina mentre segue il nanerottolo con lo sguardo.
<< Che vi siete detti? E’ da un’ora che eravate seduti a parlare! >>
<< Lo convincevo a notare Alice! >>
<< Sarà meglio… >>
Alzo un sopracciglio e lo guardo di traverso.
<< Geloso? >>
<< No, assolutamente! >>
Mi metto a ridere, gli butto le braccia al collo e lo abbraccio. Lui mi mette le mani sulla schiena e lo spingo via.
<< Hai le mani fredde!! >>
<< Resisti! Era un gesto d’affetto! >>
Lo bacio dolcemente e staccandomi non tolgo occhi dai suoi.
<< Più affettuoso di questo? >>
<< Beh… C’è modo e modo per essere affettuosi. >>
Mi bacia ancora fino a che una voce non ci interrompe.
<< Ehy, piccioncini!! >>
E’ Chiara accompagnata da Carlotta.
Ci giriamo e noto Chiara ridere vestita con la borsa in mano e Carlotta guardarmi con disprezzo, ma in costume.
Non riesco a capire il motivo del suo sguardo nei miei confronti.
<< Che ne dite se sta sera andiamo a farci una pizza? Per il resto del gruppo va bene! >>
Robbie mi guarda.
<< Che ne dici? >>
<< Che è ok! >>
Chiara non lascia neanche un minuto di respiro e riprende a parlare.
<< Allora io vado a prepararmi dato che sono le cinque e mezza, ci vediamo alle otto davanti all’‘Airone’, ok? >>
<< Ok. >>
<< Ciao! >>
Chiara sale le scalette e si allontana.
Mi giro verso Robbie.
<< Beh, potremmo andarcene anche noi! >>
<< Si. Aspetta che però devo andare un attimo dagli altri in mare. >>
Si allontana da me e lo guardo andare via.
Carlotta gli rivolge uno sguardo triste e amareggiato e Robbie fa lo stesso, non con lo stesso significato però.
La cosa mi da alquanto fastidio, ma lascio correre.
Faccio per andarmene anch’io, ma Carlotta si avvicina a me e alla fine mi tocca salutarla.
<< Ciao… >>
Mi continua a guadare, ma non parla.
Cerca di sfidarmi in qualsiasi modo, ma non ho intenzione di litigare con questa. Io quasi non la conosco, forse non ci ho neanche mai parlato, quindi non ho la minima idea di cosa possa avere contro di me.
Non parla e continua a guardarmi con quei suoi occhi azzurri gelidi in un modo odioso.
<< Scusa, ma ora devo andare… >>
Cerco di sviarla, ma lei cambia posizione e mi blocca la strada, solo questo fa, continua a non parlare.
A questo punto spunta fuori il lato aggressivo di me, che non fuoriesce tanto facilmente, di solito sono pacifica, ma lei ha così tanto una faccia da culo…
<< Mi spieghi che cosa vuoi? >>
<< E me lo chiedi pure? >>
<< Si te lo chiedo, perchè non ne ho la minima idea a cosa ti riferisci! >>
Incrocia le braccia sul petto e mi guarda con aria altezzosa.
<< Perchè non provi a spremere quel tuo cervello minuscolo che ti rimane? >>
<< Tu hai qualche problema… >>
Cerco di sviarla un’altra volta, ma mi si piazza davanti come la scorsa volta.
<< Si, sei tu il mio problema!! >>
<< Ma spiegami il motivo! >>
<< Hai portato via da noi uno dei ragazzi migliori!! Ti rendi conto che Robbie non mi guarda neanche più?>>
Mi scappa una risata e continuo con il mio tono aggressivo.
<< Mi sembra anche normale dato che sta con me!! Che cazzo vuoi? Sei gelosa? Non è colpa mia se non sei stata in grado di conquistartelo invece di giocare a fare la troia! >>
Mi ammutolisco subito mettendomi una mano sopra la bocca.
<< Come mi hai chiamato, scusa? >>
Poi, però, non riesco a resistere.
<< Oltre che troia pure sorda. >>
Uno schiaffo mi arriva in faccia, ma non provo nessun dolore, soltanto l’incazzatura che una come lei si sia permessa di tirarmi uno schiaffo.
I miei occhi la squadrano e i suoi guardano me, che più che incazzati mi sembrano tristi, ma probabilmente mi sbaglio.
“Non sono sicura che abbia un cuore…”
<< Allora? Non reagisci? Hai per caso paura? >>
Cerco di trovare la frase più giusta possibile per dirle che non ho intenzione di fare a botte con lei.
<< Non mi piace ricorrere alle mani come una povera idiota che non è capace a risolvere le questioni parlando, ma mi sembra giusto che un’oca come te non sappia comporre una semplice frase giusta di senso compiuto! >>
Un altro schiaffo, nell’altra guancia, mi raggiunge e sta volta il dolore lo sento.
Mi arrabbio.

-

-

Sono tutti in mare a giocare a palla e io m’intrufolo.
<< Ehy raga! >>
<< Ehy Robbie!! >>
<< Allora stasera pizza? >>
<< Si, pizza!! >>
<< Robbie… >>
Guardo Samuele cn lo sguardo pèreoccupato guardare oltre me.
<< Che c’è? >>
<< Carlotta ha appena dato uno schiaffo ad Alessia! >>
La notizia mi prende di sprovvista.
<< Cosa? >>

-

-

<< Adesso basta. >>
La spingo al muro e le faccio prendere un colpo contro questo, ma devo averla spinta un po’ troppo forte, mentre dalla sua piccola bocca esce questa piccola parolina significativa di dolore.
<< Ahia! >>
E io da questa piccola e insignificante parolina provo un gusto di piacere. Poi però qualcosa mi ferma. Mi sento crudele a provare piacere nel procurarle del male. E non è solo la mia pena verso di lei che mi ferma.

-

-

M’intrometto guardando prima Alessia e poi Carlotta.
<< Che cosa state facendo, si può sapere? >>
<< La tua sottospecie di ragazza mi ha dato della troia, ecco che succede! >>
Alessia l’attacca a parole.
<< Te lo sei meritato, troia! >>
La prendo per i fianchi e cerco di allontanarla facendola camminare indietro.
<< Andiamo via e cerca di calmarti! >>
Lei cerca di spostarsi e liberarsi nel mentre che urla.
<< Vieni ancora a parlarmi, troia, e la prossima volta non risolverò la situazione a parole! >>
<< Certo! Tu intanto prega che quel giorno ci sia Robbie che ti possa proteggere, come oggi d'altronde!! >>
Riesce a liberarsi da me e si avvicina velocemente a lei.
<< Tu credi che mi serva Robbie per potermi proteggere? Cerca piuttosto tu qualcuno che ti aiuti a liberarti dalle tante di quelle mani che ti metterò addosso!! >>
La prendo dalla pancia mentre sta camminando in avanti e la porto via di peso.
<< E’ ora di finirla! Carlotta, cerca di controllarti, cazzo! >>
<< Non dovevi abbandonarmi! >>
A questa frase mi fermo.
Poso Ale sulla sabbia e mi giro verso Carlotta.
<< Io non ti ho abbandonata!! Non ho firmato niente con te! Non stavamo neanche insieme! >>
I suoi occhi si riempiono di lacrime e la sua voce si fa rauca.
<< Ma eri importante per me! >>
Rimango spiazzato. Non pensavo tutto ciò…
<< E perchè non mi hai mai detto niente, scusa? Mi sembra che tu mi chiamassi solo per andare a letto insieme! Non abbiamo mai fatto niente di interessante noi due! >>
<< Non mi sembra che donarti la mia verginità sia stato niente di interessante, non trovi? >>
<< Hai capito benissimo a cosa mi voglio riferire! >>
Lei si calma e mi guarda triste.
Mi prende un colpo al cuore vederla così.
<< Quindi tu mi vuoi dire che se io ti avessi mostrato i miei sentimenti saresti stato con me? >>
Cerco di essere il più sincero possibile.
<< Credo di no. Perchè non volevo impegnarmi con nessuno, specialmente con una come te! >>
“Quando mi arrabbio dico sempre troppe cose…”
<< Non mi sembra che Ale sia nessuno! E poi come sarebbe una come me?? >>
Alessia si intromette, peggiorando la cosa.
<< Una troia!! >>
La guardo azzittendola, poi mi rivolgo di nuovo verso Carlotta.
<< Non è proprio il termine che avrei voluto usare io, ma più o meno è così. >>
Lei mi guarda sconcertata.
<< Quindi tu te la spassavi con una troia! Ho capito benissimo. >>
Si allontana via a testa bassa e io le urlo dietro sapendo di aver fatto una cazzata.
“Quindi almeno una l’ho fatta soffrire… Sono proprio uno stronzo.”
<< Aspetta Carlotta! >>
<< Vaffanculo! >>
Alessia mi da la mano fermando la mia minima intenzione di seguirla e mi tranquillizza con un voce dolce e triste.
<< Com’è? >>
<< Andiamo a prepararci per sta sera… >>
Mi stacco dalla sua mano e vado verso gli asciugamani. Nel mentre che vedo Carlotta andarsene io mi preparo.
Piego il mio asciugamano e lo metto dentro il mio zaino prendendo la mia maglietta bianca che mi infilo sopra il mio costume hawaiano.
Mi giro verso Alessia e noto che sta parlando con Alice.

-

-

Arrotolo il mio asciugamano tutto umido e lo metto dentro il mio zaino tirandone prima fuori i miei vestiti. Metto le gambe dentro la mia nuova gonnellina nera a frange e faccio scivolare sopra le mie braccia la mia canotta tutta bianca. Poi mi metto lo zaino in spalla e Alice si avvicina a me.
<< Ma te ne vai? >>
Noto Robbie andare verso le scalette e farmi segno che mi aspetta su.
<< Si, vado via. >>
<< Ma io devo venire a dormire da te!! Non hai sentito della pizza? >>
Le rispondo in modo assente.
<< Si… Si, ho sentito. Muoviti se vuoi venire! Io ti aspetto su. >>
<< Come mai quella faccia? >>
Penso ancora alla scena di prima e le rispondo in un altro brutto modo.
<< Ho fatto una brutta litigata… >>
<< Ma con chi, con Robbie? >>
<< No, no. Con Carlotta… >>
<< Minchia, raccontami!! >>
Sono piuttosto scazzata.
<< Non adesso… Muoviti, ti aspetto su. >>
Mi sistemo la spallina dello zaino e mi dirigo verso le scalette.

-

-

Vado al mio motorino e mi ci siedo sopra.
“Povera Carlotta… E Pensare che lei era la ragazza con cui mi sentivo meglio di tutte, l’unica con cui sono andato più volte perchè mi piaceva da impazzire. Mi faceva sentire diversamente da tutte le altre. Mi dispiace un casino se si aspettava qualcosa da me, il problema che io la immaginavo proprio una così, non sapevo proprio che ci stava male vedendomi con Ale, ma oramai è tardi. Deve farsene una ragione, perchè la cosa non cambierà.”

-

-

Salgo le scale e mi avvicino a Robbie sopra il suo motorino.
Lui incomincia a parlare.
<< Mi dispiace per quello che è successo di sotto… >>
<< Scherzi?? Non è colpa tua!! >>
<< Invece mi sento responsabile in qualche modo… >>
Gli accarezzo la guancia e lo guardo fisso negli occhi.
<< E perchè dovresti esserlo? >>
<< Beh… Non ero io il motivo della litigata? >>
<< Inizialmente si… Ma è per un’altra cosa che quella ha iniziato ad alzare le mani!! >>
<< Dimmi come è andata. >>
Cerco di focalizzare i momenti di poco fa trasformandoli in parole.
<< Lei si è avvicinata a me e, stando zitta e guardandomi da incazzata, non mi lasciava passare, così io mi sono alterata e le ho chiesto cosa voleva e lei ha incominciato a dire che lo dovevo sapere dato che avevo portato via uno dei migliori ragazzi, robe del genere e io le ho detto che non è colpa mia se lei non è capace neanche a tenersi stretti i ragazzi dato che gioca a fare la troia e lei mi ha tirato una sberla, così io le ho detto che era un idiota perchè non era neanche capace a risolvere le questioni parlando, ma che la capivo perchè è normale che una troia non sia capace a comporre una frase di senso compiuto, così lei mi ha tirato una seconda sberla e io non ho più resistito e l’ho spinta al muro con tutto la forza che tenevo in quel momento nelle braccia e poi il resto lo conosci già. >>
Lui mi guarda per un attimo e risponde subito.
<< Si, vedi? E’ colpa mia… >>
<< Ma che dici, non è assolutamente vero! >>
<< Mmm… >>
Mi dispiace che si senta colpevole in qualche modo… E’ solo colpa mia. No, un momento… Di qualcosa lui ha colpa!
<< Piuttosto… Sei andato a letto con Carlotta? >>
<< Si. >>
La sua decisione nel rispondere mi fa male.
<< Quante volte? >>
Ma io voglio rovinarmi del tutto.
<< Un po’… Ma non è stata la prima. >>
<< E chi è stata la prima? >>
<< Non la conosci. >>
<< Prova a dirmelo! >>
“Che la riempio di sberle pure lei…”
<< E’ di Milano! >>
<< Ah… >>
“Mannaggia…”
<< Comunque non sono le uniche due. >>
Mi sento male in questo discorso. E mi fa sentire male il fatto che Robbie sia andato a letto con tutte queste ragazze.
<< Mi dispiace se io non mi sento ancora pronta… >>
Mi risponde prontamente.
<< Ehy, Ale… Non ti sto mettendo fretta! >>
<< Immagino che tu non veda l’ora di farlo con me e invece devi aspettarmi! >>
Scende dalla moto e mi abbraccia, fortemente, come non mi ha mai abbracciato.
Poi si stacca e mi accarezza la guancia.
<< Ti assicuro che ti aspetterò con tutta la calma possibile. Quando sarai pronta allora lo faremo! Ma ora non voglio che tu lo voglia fare per questo! Devi sentirti pronta tu, quindi non sentirti oppressa, ok? >>
Queste parole mi prendono al cuore e sono in questi momenti che capisco quanto sono fortunata.
<< Grazie… >>
Mi sorride e dopo cerco di cambiare discorso.
<< Ma Alice dov’è finita? >>
<< Perchè? >>
<< Deve venire a dormire da me. Le ho detto di fare presto! >>
<< Ma così sta sera non possiamo prolungare la serata io e te soli!! >>
All’idea mi ritorna il sorriso.
<< Troveremo un modo… >>
<< Speriamo tardi ancora un po’. >>
<< Già. >>
Poi lo vedo sorridere nel nulla e fissa i suoi occhi nei miei, provo una sensazione bellissima ogni volta che poggia il suo sguardo su di me, tanto da farmi agitare tutte le volte.
<< Ti ricordi il nostro primo bacio? >>
<< Il nostro primo bacio… Ricordo che tu non volevi darmelo! >>
<< Volevo fare scena davanti agli altri, in realtà volevo baciarti più di ogni altra cosa! >>
Rimango sorpresa.
<< Davvero?? >>
<< Come desidero farlo adesso… >>
<< E allora che aspetti? >>
Le nostre labbra si avvicinano e si sfiorano, ma prima di combinarsi in una cosa sola, apro gli occhi e lui li ha aperti verso di me.
Lo guardo e sento le sue labbra attaccate alle mie modificarsi in un magnifico sorriso.
Rispondo a questo e chiudendo gli occhi amalgamiamo le nostre bocche e la nostra lingua in una cosa unica, semplice, bella… Pensando al nostro primo bacio, ricordo la stessa emozione, la stessa sensazione di piacere, la stessa voglia di stare lì a baciarlo senza staccarsi mai più, lo stesso ragazzo da baciare.
Ritorno alla stessa paura di perderlo, prima, però, era paura che ritornassimo a litigare, e adesso alla paura di perderlo sul serio. Mi sono troppo affezionata e, questa volta, non risulterebbe così facile come è stato dimenticare Mirko. Sarebbe una cosa impossibile. Ma non voglio portare sfiga.
Non ho mai vissuto un emozione simile e non ho intenzione di farla finire per niente al mondo.
“Ti voglio per sempre…”.

-

-

La mia lingua è come già sua. Il loro bisogno di incontrarsi, di amalgamarsi... E ripenso al nostro primo bacio, stessa emozione, anzi. Forse più forte di quella della prima volta. La mia prima forte emozione.
E i nostri visi si allontanano e notiamo tutti e due Alice che ci sta guardando con un sorriso stampato in faccia.
Io e lei, guardandoci, ci mettiamo a ridere. Io incomincio a parlarle.
<< Da quanto sei qui? >>
Lei sorride come rapita.
<< Il necessario… >>
Alessia interrompe.
<< Ma non ti avevo detto di fare presto? >>
<< Scusa, ma ho avuto un imprevisto… E poi siete stati insieme di più voi due, no? >>
Lei mi guarda e sorride.
<< Te lo posso accettare… Ora andiamo? >>
<< Come vuoi! >>
Poi si rivolge verso me.
<< Allora ci vediamo sta sera! Alle otto davanti all’Airone, ok? >>
<< Perchè non prima noi due? >>
<< C’è Alice ti ricordo… >>
Io la guardo un attimo e ci ripenso subito.
<< Alle otto davanti all’Airone. >>
Alessia si mette a ridere.
<< Ok. >>
<< Ciao dolcezza. >>
<< Ciao… >>

Le do un bacio, mi metto il casco e parto verso casa.

-

-

Io e Alice ci incamminiamo.
<< Dolcezza?? >>
Ripenso a quella parola sorridendo come un ebete.
<< Eh, Ali… Di cosa ti scandalizzi? E’ la cosa minore che mi abbia mai detto!! >>
<< Davvero? >>
<< Già… Ma piuttosto, qual è stato questo imprevisto? >>
<< Edo! >>
Rimango stupita al solo sentire il suon nome collegato a quello di Alice.
<< Edo?? >>
<< Edo!! >>
<< E allora? >>
<< Mi ha chiesto se in questo periodo ero impegnata… >>
“Allora ha funzionato il mio discorso…”
<< E tu? >>
<< Gli ho detto, logicamente, di no! >>
<< E lui? >>
<< Mi ha chiesto se era vero che gli piacevo. Mi chiedo ancora chi gliel’abbia detto… >>
Mi metto a guardare il cielo e sorrido.
<< Sei stata tu? >>
<< Può darsi… >>
<< Hai fatto benissimo!! >>
Faccio un sospiro di sollievo.
<< Pensavo mi avresti scannata viva!! >>
<< Ti avrei scannata viva se dopo avermelo chiesto mi avesse preso per il culo!! >>
Sorrido all’incoerenza di Alice.
<< Invece come è andata? >>
<< Io gli ho detto, un po’ imbarazzata, di si e lui ha sorriso e se n’è andato dicendo “A sta sera…”… >>
<< Wow, Alice! >>
<< Non cambiare discorso!! Perchè sei andata a dire a Edo che mi piaceva? >>
Mi metto a ridere.
<< Ma non ho cambiato discorso! >>
<< Ci metti ancora tanto a dirmi il motivo? >>
<< Perchè lui mi ha confidato… >>
Alice mi interrompe subito, arrabbiata.
<< E da quando si confida con te? >>
<< Non lo so!! >>
<< Vai avanti! >>
<< Mi ha confidato che era stufo di Carolina e che voleva cambiare un po’, e siccome mi ricordo che ti aveva giudicata carina e che a te piace un sacco, ho pensato bene di fare un piacere a tutti e due! >>
<< Ma ti aveva detto che ero carina, non figa!! >>
<< E allora? Non vedi che è finita bene? >>
Mi guarda di traverso.
<< Ci penserò dopo la serata se ringraziarti o no. >>
<< Vedrai! >>
Le faccio l’occhiolino.
<< E la litigata con Carlotta? >>
Mi ritornano in mente i ricordi prima.
<< Lei mi ha tirato due schiaffi e io l’ho spinta al muro perchè le ho dato della troia dopo che lei mi ha accusato di averle portato via Robbie. >>
<< Le hai dato della troia? >>
<< Certo! >>
<< Che forza!! >>
Io non riesco a ridere come lei pensando a quanto Robbie sia stato male.
<< Hanno litigato anche lei e Robbie. >>
<< E perchè? >>
<< Perchè mi è venuto a difendere! >>
<< E che si sono detti? >>
<< Che lui era importante per lei, ma lui gli ha detto con un giro di parole che lei è una troia! >>
<< Wow… >>
Arriviamo sotto il mio portone, saliamo e ci incominciamo a preparare.
Si chiama la madre al cellulare per chiedere se si può, anzi, per dire che si va perchè tanto è sempre ok, ci si veste, ci si trucca, ci si pettina, ci si profuma, ci si guarda, ci si critica, si critica l’amica che si sta preparando vicino a te, ci si mette le scarpe adatte al vestito adatto, in questo caso dei semplici jeans stretti con una cintura nera borchiata accompagnata da brillantini e una canotta nera semplice, quindi delle scarpe della Aesics bianche e con delle righe argentate e una striscia nera. Si prende la borsetta nera, ci si mette dentro il portafoglio mettendoci dentro venti euro di più, lo si accompagna da chiavi con il portachiavi più grosso del mazzo e dal cellulare. Poi si sale le scalette di interno casa, accompagnata da quell’ amica che ti devi portare dietro come se fosse la tua sorellina minore che si auto invita da sola, si apre la porta, si scende le scale, si apre il portone e ci si incammina per il centro, come al solito in ritardo. Ma non bisogna dimenticare del messaggino di avviso al proprio ragazzo.

-

-

Sono le otto.
Mi ritrovo davanti all’Airone tutto preparato con dei jeans della ‘Calvin Klein’ e una maglietta rosa della ‘Baci&Abbracci’, con i capelli un po’ spettinati con il gel che aspetto la mia anima gemella.
Sento la vibrazione del mio cellulare dalla tasca e lo prendo.
Un messaggio in arrivo.

Ciao piccino, sto

partendo adesso!

Vedi di esserci quando

arrivo!! Ti adoro Sfig

Sorrido e le rispondo al messaggio.

Io sono già qui!! La

solita ritardataria…

Ti aspetto!

Ti voglio… Ant

Edoardo arriva tutto infighettato e Monica gli rivolge parola.
<< Wow Edo, che record!! Solo cinque minuti di ritardo!! Questa è da segnare!! >>
<< Già, ma di certo non l’ho fatto per te!! Dov’è Alice? >>
Monica punta le mani sui fianchi e lo guarda malissimo.
<< Perchè sei sempre così antipatico con me? >>
<< Perchè tu mi stai antipatica, semplice!! Allora? Chi mi risponde? >>
Mi intrometto io.
<< Sono partite due minuti fa, arriveranno tardi. >>
Lui si blocca un attimo.
<< Alt, alt… Fammi capire bene… Io ho corso per arrivare di soli due minuti in ritardo e non ci trovo niente in cambio? Tanto vale continuare ad arrivare in ritardo!! >>
Carolina incomincia a parlare.
<< Perchè vuoi che ci sia Alice? >>
Edoardo gli rivolge parola scocciato.
<< Secondo te perchè? >>
<< Non dirmi che stai frequentando quella sfigata?! >>
<< Si, Carolina. Sto frequentando quella sfigata, hai qualche problema? E poi non mi sembra più una sfigata dato che gira con noi! >>
Detto questo, Carolina si gira e si allontana.
Io mi rivolgo ad Edoardo.
<< La smetti di trattare tutti di merda oggi? >>
<< Ma cosa vuoi che me ne freghi? >>
<< Guarda che poi te ne penti... >>
<< No, non mi interessa!! >>
Parlo da esperto.
<< Fidati, te ne penti. >>
<< Ti sei pentito te di aver trattato male Carlotta? >>
Penso a lei e alla sua espressione di oggi al mare.
<< Tantissimo. >>
<< Beh, io non mi pento di aver trattato così Carolina, non è che le ho dato della troia!! >>
Allude a oggi e io lo capisco subito.
<< Lo sanno già tutti? >>
<< Cosa ti aspettavi?? >>
Io sospiro.
<< Mi dispiace un casino… Oggi non c’è neanche! >>
<< Satana, vattene via da questo corpo!! >>
Lo guardo malissimo, pensando a quanto sia scemo.
<< Che c’è? >>
<< Tu non sei Robbie, aiuto, aiutatemi!! >>
Mi metto a ridere.
<< Dai, scemo!! Non è più una novità che sono cambiato, mi sembra, no? Non possiamo tirarla alle lunghe! >>
<< Si, però mi fa sempre un effetto stranissimo… >>
<< Lo so. >>
<< Eric? Dov’è? >>
<< A consolare Carlotta. >>
Lui sogghigna.
<>

-

-

Dopo una lunga camminata, passando Corso Cavallotti, Corso Garibaldi, piazza Colombo, Corso Mateotti, si gira dal cinema Centrale verso Piazza Eroi e dopo di che a sinistra e dove si vede un gruppo di ragazzi con in mezzo il tuo più grande sogno, allora capisci di essere arrivata a destinazione, perchè dietro a questo gruppo si trova lui. L’Airone.

-

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Le vediamo.
Arrivano quasi velocemente e con l’espressione desolata per il ritardo.
Alessia mi bacia frettolosamente e Alice va a salutare gli altri.

<< Ciao! >>
<< Ciao piccola. >>

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<< Era ora! >>
<< Siamo le ultime? >>
<< Già!! Sta sera siete riuscite a superare anche Edoardo!! >>
Intanto mi giro verso Alice che mi stupisco non abbia ancora parlato, ma dopo capisco il motivo.
Edoardo e Alice si stanno guardando e di lei non ho mai visto uno sguardo più concentrato.
“Menomale che non c’è Dimitri…”
Da quanto tempo… Oramai non viene più da nessuna parte, neanche al mare! Dice che si è fatto una nuova compagnia di amici e che non ha più bisogno di noi. Ma perchè deve reagire così? Succedono queste cose! Fa parte della vita lasciare la propria o il proprio ragazzo, ma non è che ogni volta devi rivoluzionarti la vita!
<< Ora possiamo entrare? >>
Sbuffa Carolina verso tutti.
Noto che Carlotta non è presente e neanche Eric.
“Si è già consolata con lui? E poi non vuole essere chiamata troia…”
Poi mi viene un attimo di gelosia nei confronti di Eric e mi sento in colpa.
<< Dai, entriamo. >>
Ci addentriamo attraverso la porta e una cameriera ci viene incontro.
<< Avete prenotato? >>
<< Si, Ottone. >>
Dario risponde con il suo cognome, probabilmente con quello con cui hanno prenotato, e questa ci conduce verso un tavolo vuoto apparecchiato per quattordici, ma due posti rimarranno vuoti. Quello per Carlotta e quello per Eric.
Ci sediamo e io e Robbie ci mettiamo con la schiena verso il muro e la faccia verso il bancone, quasi in centro, e Alice si siede vicino a me. Poi noto Edoardo sedersi vicino a lei. Lei lo guarda e lui contraccambia. Poi lui accenna in un risolino e lei, imbarazzatissima, risponde con un sorriso incerto. E finalmente si decide a salutare.
<< Ciao Ali. >>
Alice non si è ancora del tutto sbloccata. E come potrebbe con davanti il ragazzo che ha sempre sognato? E gli risponde con un ciao per niente deciso.
<< Ciao… >>
<< Come stai? >>
So già che lei dentro di se si sente stupendamente, da dio! Come non si è mai sentita prima!! Ma davanti a lui dirà semplicemente…
<< Bene… E tu? >>
Lui apre le sue labbra in un sorriso e le risponde.
<< Ora benissimo. >>

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Samuele incomincia a parlare.
<< Ma Eric? >>
Io gli rispondo.
<< E’ da Carlotta. >>
<< Ah, già… Tutti sappiamo quel che è successo! >>
Abbasso lo sguardo e mi sento male.
<< Mi fa piacere per voi… >>
<< Però, senza offesa, ma credo abbia ragione Carlotta. >>
Mi altero subito.
<< Ma smettila, va!! Chissà cosa ti ha raccontato quella scema… >>
<< Vuoi che racconti sul serio quello che so? >>
<< No, lascia stare… Tanto non me ne frega niente di chi ha ragione, nel bene e nel male io sono legato ad Ale. Punto. >>
<< Ok. >>
La cameriera arriva con i menù e ognuno prende il suo. Lo apro nella pagina delle pizze e faccio scorrere il dito tra le varie possibilità. Cosa inutile, ma che faccio sempre, anche se so che la pizza che prenderò sarà sempre la stessa, ma forse cerco col desiderio che abbiano inventato una pizza nuova e stuzzicosa, ma non è mai così.
<< Beh, cosa prendi? >>
Mi giro e vedo Samuele ancora girato verso di me.
<< Una margherita. Tu? >>
<< Mmm… Forse alla diavola. >>
<< Ottima scelta! >>
<< Ragazzi!! Ho una cosa spettacolare da dirvi! >>
Tutti ci giriamo verso Dario, ansiosi di ascoltare questa notizia che definisce spettacolare.
<< Dicci! >>
<< Oggi mi si è presentata di sua spontanea volontà una ragazza che è…. indescrivibile… >>
<< Dai, racconta!! >>
Samuele gli risponde tutto eccitato per ascoltare.
<< E’ veramente sexy!! E’ bionda, con gli occhi azzurri, alta, magra, con un davanzale che se la guardi dall’alto non ti fa vedere alcuna parte del corpo che sta sotto, neanche se fosse cicciona, e delle gambe perfette!! >>
Io gli rispondo, smontandogli il suo entusiasmo.
<< Volevo fare la domanda del tipo “Dove l’hai conosciuta?”, ma a questo punto mi sono già risposto… Non è che ti ha inviato la foto di un’altra mentre parlava con te in chat?? >>
Tutti ridono, ad eccezione sua.
<< Molto, ma molto divertente… Invece l’ho conosciuta dal vivo! >>
<< E dove?? >>
Chiede Samuele ingenuamente.
<< Eravamo in spiaggia, si è avvicinata a me e con l’accento di un’inglesina sexy mi ha chiesto se questa era la spiaggia più bella che c’era in Sanremo. >>
<< E tu che gli hai riposto? >>
<< Gli ho detto che più che altro che ce ne sono poche libere in Sanremo e lei mi ha risposto… Indovinate un po’? >>
<< Che sei stato davvero gentilissimo e tu hai creduto che ci stesse provando con te. >>
Risponde Carolina annoiata, probabilmente per distrarsi dalla scena che sta avvenendo davanti a lei tra Alice e Edoardo.
<< Tutto il contrario!! Lei ci stava provando con me!!! Mi ha risposto che sicuramente era la più bella perchè un ragazzo come me vi andava al mare!! E allora io gli ho risposto in che senso come me, e lei non ha perso tempo a dirmi: “Un bel ragazzo come te…” >>
Riproduce la risposta della ragazza cercando di imitarla nella sua pronuncia inglese, ma facendo solamente brutta figura.
<< Te la sei studiata di notte? >>
<< Molto spiritoso Robbie, ma non è che sei soltanto geloso?? >>
Mi metto a ridere di gusto.
<< Geloso io?? Ma cosa me ne frega a me di un’inglesina tettona?? Io sono già fidanzato!! >>
Lui mi punta il dito contro.
<< Si, ma non con un’inglesina tettona!! >>
<< Sicuramente di meglio per una che con tutti i ragazzi che ci sono viene a parlare a te!! >>
Tutti ridono, con la stessa solita eccezione.

<< Dai Dario, dicci dove sta l’inganno!! >>
<< Se non mi credete sono cavoli vostri. Intanto io ho il suo numero e me la vedo io, non voi. Quindi non ho bisogno dei vostri commenti. >>

-

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Noto Robbie scherzare con gli altri e tutti a partecipare a qualche conversazione, ma sento Edoardo ricominciare a parlare con Alice ed è l’unica cosa che mi interessa al momento.
<< Allora Ali, che mi racconti? >>
Lei sorride timidamente e con la faccia di quella che non sa che dire. So già come si dovrebbe sentire, o come credo che si senta. Vorrebbe che quel momento non finisse mai dato che il più bell’attimo che abbia mai passato, ma anche se è il suo sogno, vorrebbe anche sparire e sotterrarsi sotto terra, perchè non sa quanto ancora potrebbe resistere a parlare in quel modo, sembrando una scema ad essere così vergognosa. Io credo che si riconosca così, dato che nei momenti miei come quello che sta passando adesso Alice, mi sentivo così. Però, credo di conoscerla, ma siccome non ha mai vissuto un momento come quello, credo che neanche lei sapeva come si sarebbe sentita davanti a lui.
Mi farò raccontare tutto dopo.

<< Non lo so… Che devo raccontare? >>
<< Quello che vuoi! >>
Alice sorride timidamente e lui la guarda sorridendo.
<< Perchè sei imbarazzata davanti a me? >>
<< Non lo so… >>
Risponde in un modo impacciato. A guardarla mi viene il nervoso. Mi viene la nausea a osservarla vergognarsi per ogni piccola cazzata, ma poi mi viene in mente che anch’io sono così… Ma anche che per fortuna non è più un mio problema!!

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Arrivano le pizze al tavolo e non appena toccano la superficie tutti si buttano sul piatto con le posate per fare della pizza dei pezzi tagliati da prendere con le mani per poi finirseli a morsi.

Ed arriva la mia avendo inizio il mio turno.
Poi mi giro verso Alessia che si sta tagliando il suo calzone in piccoli pezzi e metterseli in bocca e quando ne taglia un altro io prendo la forchetta e infilo quest’ultima nel pezzettino mettendomelo in bocca.
Alessia si gira di colpo verso di me.
<< Ehy! >>
<< Eddai! Che buono! Ora capisco perchè ti prendi il calzone! >>
<< Io prendo solo roba buona! >>
Sorrido e lei si mette a tagliare un pezzo della mia pizza.
<< Beh, devo dire che tu invece hai molto fantasia a scegliere la Margherita! >>
<< E’ la più buona! >>
<< Classico… >>
Dopo aver sorriso, si gira indietro e si rivolta subito dopo.
<< Scusa, ma devo origliare loro due al momento. >>
Mi indica di guardare indietro e io lo faccio notando Edoardo e Alice parlarsi nel mentre che lei sorride in continuazione.
“Mmm… Chi mi ricorda??”
Mi giro verso Alessia sorridendo e poi le parlo.
<< Ma non è giusto! Lasciali parlare in pace! >>
<< No!! Capisci? Sono io che, praticamente, li ho fatti avvicinare!! Quindi devo sapere come va a finire!! >>
<< No, non devi!! Devi lasciare il loro spazio! >>
Lei si gira lo stesso e intanto origlio anch’io una frase di Edoardo.
<< Usciamo fuori? Tanto abbiamo finito e poi siamo più tranquilli!! >>
Io sorrido fieramente per il fatto che ora Alessia non potrà più origliare e lei si gira verso di me con occhi di sfida. Poi li segue con lo sguardo fino a che quest’ultimi non si vedono più neanche dalla vetrata della porta.

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Girandomi verso destra riconosco l’espressione di Carolina mentre li guarda. E’ triste e invidiosa. Triste per il fatto che nessun’altra si poteva permettere di poter avere Edoardo, il suo Edoardo!
Come la capisco… Ricordo come mi sentivo quando mi dicevano che Mirko si vedeva con altre. E’ passato così poco tempo… E io l’avevo già dimenticato il giorno dopo. Ricordo di chi è stato il merito!!
Guardo Robbie sorridendo e lui, finito di mettere in bocca l’ultimo pezzo, posa la forchetta sul piatto e a bocca piena mi dice:
<< Che c’è? >>
Lo guardo ancora felicemente.
<< Niente, ti guardavo… >>
Sorride anche lui. Poi si guarda attorno finendo di masticare il suo boccone e si avvicina al mio orecchio.
<< Ricordi cosa avevamo detto oggi? >>
<< Abbiamo detto tante cose… >>
Sussurra sempre più in un modo accattivante.
<< Avevamo detto che avremmo trovato un modo per rimanere noi due soli… >>
Sorrido, ma poi il mio cuore incomincia a battere fortemente. Mi sento agitata e ricordo anche l’altro argomento che oggi abbiam toccato. Il sesso.
Anche se adesso, di sicuro, non andremo in un bagno a farlo, e so che lui non me lo imporrà, mi sento agitata lo stesso. Anche se lui non mi mette fretta, ora mi metto fretta da sola.
Sono così scema… Forse sono io che sono fissata che sono troppo giovane e che quindi non sono ancora pronta, ma se il mio corpo sa di essere pronto? Dopotutto non c’è un età da varcare per farlo.
<< Allora usciamo. >>
Gli rispondo con l’ansia, ma lui sembra non accorgersene.
Ci allontaniamo dalla pizzeria e andando fuori vedo una coppietta baciarsi seduta su una panchina. Ma mi sembra di riconoscerlo quel nanetto dai capelli cespugliosi.
Alice sembra molto più sciolta e io mi sento felice per lei.
Prendo la mano di Robbie e gliela muovo per attirare la sua attenzione e con la testa gli faccio segno di guardare in quella direzione.
Lui obbedisce, poi sorride e a bassa voce si rivolge a me.
<< E noi? >>
Sorrido e sembra che io abbia dimenticato quell’angoscia.
Scendiamo per la discesa e giriamo l’angolo.
Ci guardiamo attorno, ma non sappiamo dove andare. Non c’è posto per rimanere da soli e non mi voglio troppo allontanare.
<< Che facciamo? >>
Lui mi guarda e mi rendo conto sotto la luce del lampione di quanto sia bello…
Gli prendo con la mano la testa, lo avvicino a me e lo bacio felicemente. Così. In mezzo alla strada. E chi se ne frega se qualcuno passa e ci vede baciare. Almeno tutta la gente sa che noi due ci vogliamo bene e che stiamo insieme e che siamo felici di baciarci e che lui è mio! E anche per tanti, e tanti altri motivi e pensieri… Ma che mi importa di quello che pensa la gente! Le persone possono pensare quello che cavolo vogliono, ne hanno il diritto! Ma anche io posso fare quello che voglio! E se voglio baciarmi il mio ragazzo davanti a tutti, anche se guardano, posso farlo tranquillamente, perchè gli altri non ci toccano. E nessuno può più dividerci, nessuno! Neanche Carlotta! Esistiamo solo io e lui! Solo noi…

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Anche se siamo in mezzo alla strada, anche se può passare la gente e noi ci troviamo nel bel mezzo del passaggio, anche se ci sono tutti questi motivi io la bacio lo stesso.
“E se vuoi la ribacio e la ribacio e la ribacio ancora. E prova a dirmi qualcosa? Prova a dirmi che non posso farlo? E io la ribacio, anche davanti a te!! E non mi dovrò mai più vergognare di baciarla!! Non dovevo neanche farlo prima!!”
Le sue labbra… Ogni volta mi fanno sempre stare da Dio.
Altro che l’inglesina tettona…

Ho notato con mooolto dispiacere che le recensioni sono calate!!!! Ragazzi, non fatemi questo, sembra che il mio racconto non vi piaccia piùùù!! Lo so che magari adesso è monotono, ma devo fare un po’ di capitoli di solo loro due, no??

Ringrazio tanto tanto tanto:

ElianaTitti: Graziee!! Si, Robbie è veramente romantico! Ed hai ragione, Alessia non è passata alla fase “Eric”. E’ troppo presa da Robbie… In quanto alla tua sensazione non so… Non è successo proprio in questo capitolo, ma ne succederanno di cose!! Un bacione

_NovemberThree_: Grazie!!! Comunque no, ad Ale non piace Eric. È logico che gli faccia sempre un po’ quell’effetto, è stata una cotta fortissima, ma lei è innamorata di Robbie ormai! Tranquilla!! Un bacio

Pazzerella_92: Ecco qua anche il seguente capitolo! Spero lo stessi aspettando con la stessa impazienza di quello precedente!! XDXD Baci!

Kikikaulitz: Grazie, grazie e GRAZIE! Si, il tramonto è veramente il momento più bello… è per quello che ho scelto quel momento per far fuoriuscire un lato così romantico!! XD Bacioni, alla prossima!

Kry333: Anch’io lo adoro quel puntoooo!! Quando dice “Voglio farti sognare” è veramente da sciogliersi… Unico sul serio! Non sai quanto me lo sono sognato!! Un bacione

Miraccomando, continuate sempre a recensire che non sopporto vedere le recensioni calate, al massimo aumentate!!! XDXD

Un bacioneee

Grazie!

Somoody

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Capitolo 16
*** Primo giorno di scuola ***


CAPITOLO 16

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<< Allora ciao a tutti! >>
<< Ciao Ale, Ciao Ali, Ciao Robbie. >>
<< Ciao Edo… >>
<< Ciao Ali, ci vediamo domani! >>
Ci allontaniamo da tutti e io mi giro verso Alice.
<< Quando se ne va Robbie, preparati alla stesura di questa sera! >>
<< Perchè me ne devo andare? Anch’io voglio sapere! >>
<< Dai Robbie! Si sentirà imbarazzata davanti a te!! >>
Fa la faccio da bambino offeso.
<< Ma io… >>
Lo interrompo cercando di consolarlo come fa una madre con il suo bimbo capriccioso.
<< Te lo dirò domani! Non fare il cocciuto!! >>
<< Allora va bene! >>
<< Giusto Ali? >>
Mi rivolgo ad Alice, ma lei non risponde.
“Niente!! E’ persa!!”
Raggiungiamo il motorino di Robbie e io lo saluto.
<< Ciao piccolo… >>
<< No! Solo io ti posso chiamare piccola!! >>
Sorrido tantissimo, tanto da farmi male agli zigomi.
<< Hai ragione. Ciao… Ciao grande! >>
Lui persiste col prendermi in giro.
<< E’ brutto grande!! Non è un nomignolo da due innamorati!! >>
Cerco di sottolineare quell’ultima parola che tutt’ora mi rimbomba in testa.
<< Innamorati?? >>
“Io si…”
<< Hai capito… >>
<< Ciao cucciolo. >>
<< Già meglio. Ciao piccola… >>
Lo bacio e dopo lo guardo nei suoi bei occhi blu.
“Profondi… Ma profondi quanto in mezzo all’oceano…”
<< Allora? Vogliamo fare notte? >>
Ci spaventiamo per la voce di Alice improvvisa.
<< Ti sei svegliata Ali? >>
Lei ignora la mia domanda e si lamenta come al solito.
<< C’ho freddo!! >>
<< Ciao cucciolo. >>
<< Ciao piccola. >>
Ci allontaniamo e ci dirigiamo a casa a piedi.
Ma non posso aspettare oltre.
<< Allora? Come è andata? >>
Sembra che il suo “freddo” sia svanito e comincia a tornare il sorriso sul suo volto.
<< Stupendamente!! >>
<< Voglio ogni minimo dettaglio!! Il discorso così come è andato!! >>
Lei continua a ridere dalla felicità.
<< Non potrei dimenticarmi neanche un piccolo particolare, neanche una frase! >>
<< E allora muoviti!! >>
<< Allora… Siamo arrivati… >>
<< No, non mi interessa!! Ho origliato tutto il tempo quindi mi devi raccontare da quando siete usciti! >>
<< Ok. Allora… Siamo usciti dalla pizzeria e lui mi ha preso per mano. Poi mi ha chiesto dove volevo andare. Io avevo il cuore che batteva a mille! >>
<< Immagino!! Quanto è più basso di te? >>
Lei scuote la testa.
<< Cosa c’entra? >>
<< Quanto ti sei dovuta abbassare per baciarlo? >>
<< Non siamo ancora arrivati a quel punto!! E comunque ci siamo seduti. >>
Scoppio in una risata.
<< Ah, giusto!! >>
Lei mi urla addosso.
<< Piantala! Comunque io gli ho risposto che volevo sedermi su quella panchina davanti a noi e lui mi ha guardato con quel suo sorriso stupendo e mi ha portato fino a lì. Ci siamo seduti e lui mi ha detto che ero bellissima quella sera e che non riusciva a capire come aveva fatto a non notarmi prima. Io lì mi sono sciolta… Bellissima io? Non me lo sono mai sentita dire da nessuno!! Neanche Dimitri mi ha mai dato della bellissima!!>>
Qui mi viene in mente che molto probabilmente gliel’ha detto perchè voleva solo fare colpo e basta, ma non voglio dirglielo. Voglio lasciarla nella sua felicità, perchè sono contenta di vederla così.
<< Wow!!! Vai avanti! >>
<< Io ho sorriso come una deficiente, come al solito, e ho cercato di dirgli che anche lui era stupendo. Invece mi è uscito un tremolante “anche tu…”. Quanto mi odio!!! Potevo dirgli “Sei fighissimo!! Ti voglio!! Baciami!!” invece che un fettecchioso e tremolante “anche tu…”!! >>
<< Va beh, se non è deficiente ha capito che “anche tu” vuol dire “anche tu sei bellissimo!”. Un momento… Edo è deficiente!! >>
<< Non ti permetto di parlare così di Edo!! >>
Mi metto a ridere.
<< Vai avanti! >>
<< Comunque non importa perchè subito dopo mi ha messo una mano sulla gamba e io mi sentivo morire. Poi si è avvicinato a me e mi ha baciato!! Non ci credo ancora, non ci credo!!! Mi ha baciato!! WOW!!! >>
<< Wow!!! Sono felicissima!!! >>
<< Anch’io, anch’io!! Credimi!!! >>
Continuo a ridere, perchè mi fa troppo divertire.
<< Ti credo!! >>
<< Te l’avevo detto, te l’avevo detto!!! Te l’avevo detto che prima o poi me lo sarei beciato!!! >>
<< Che bello!!! >>
Alice, con un sorriso a trentadue denti, mi abbraccia fortemente e io contraccambio per la sua felicità.
Sono proprio contenta per lei che sia riuscita a baciarsi il suo adorato Edoardo.
Il problema è che non voglio che lei soffra.
Edoardo non starà, almeno per adesso, con lei da coppia.
Ho paura che dopo lei stia male…
<< E dopo che è successo? >>
<< Quando ci siamo staccati lui mi ha detto “Finalmente…”. Finalmente, ti rendi conto? Io potevo dire “Finalmente!!”! Sono io che lo volevo da matti!! Io ho mosso la testa in un si e l’ho preso io e me lo sono ancora beciato e poi è andata così fino ad un certo punto. Poi lui mi ha detto di entrare e siamo andati dentro. Non ci siamo più parlati, perchè siete arrivati voi e ce ne siamo andati. Però ci vediamo domani!! Non vedo l’ora!! >>
<< Immagino! >>
<< Wow!! Sono felicissima!! Vorrei sentirmi così per sempre!! >>
<< Te lo auguro!! >>
“Sul serio Ali… Vorrei che stessi così per sempre, mi piace vederti felice!! Spero che per una volta Edoardo ragioni e si accorga della ragazza stupenda che si è beciato… Non voglio che ti faccia soffrire e se lo farà se la vedrà con me!!”

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Mi ritrovo sul letto, pensando.
“Non vedo l’ora che sia domani… Ma siamo ancora qui?? Quanto sono lunghe le ore e i minuti e i secondi… Ti voglio…”
Eric entra dalla porta interrompendo i miei pensieri.
Il suo sguardo è spento, quasi triste. Riesco a leggere nel loro interno anche una tonalità di ira.
Poi mi guarda.
So già dove è stato, cosa si è sentito dire, come ha ragionato…
<< Non dirmi niente… >>
Eric non parla, segue il mio consiglio e si dirige in bagno.
“Non sono in grado di reggere pure le sue lamentele.”
Dopo cinque minuti Eric ritorna, ma senza neanche guardarmi in faccia, si sistema sul suo letto e dopo due secondi lo sento già respirare pesante come uno che aveva bisogno di dormire da giorni.

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I giorni passano e con i giorni anche i mesi.
E la scuola arriva, purtroppo.
La sveglia suona.
Le sette.
Primo giorno di scuola di seconda liceo.
Il tredici di settembre.
Mi alzo a fatica dal mio letto morbido, prendo i miei vestiti scelti già dal giorno prima, ovvero la mia gonna bianca e una maglia senza maniche con il cappuccio nera dai bordini bianchi, e scendo le scalette ancora rincoglionita dal sonno.
Dopo essere andata in bagno, essermi vestita, essermi truccata, avere fatto colazione, essermi messa la cartella in spalla, apro la porta con quattro giri di chiavi e scendo le scalette.
M’incammino sbuffando già sapendo che dovrò camminare per un quarto d’ora con gli occhi semi chiusi e sapendo che per tutto l’anno scolastico dovrò fare questa noiosissima camminata. D’altronde anche l’anno scorso era uguale.
“Chissà come sarà questo mio primo giorno di scuola…”
Mentre cammino penso a come sarà il primo giorno di Alice al liceo classico.
Sorrido tornandomi in mente alle medie quando ci scrivevamo i biglietti in classe nonostante il fatto fossimo vicine di banco.

Alice, come mai hai scelto il classico? E’ una scuola superata oramai!! Tutti vanno allo scientifico!! Poi si fanno quasi le stesse cose a parte per il greco, solamente più difficile!! Ne vale la pena di lasciarmi sola?

Ma cosa dici!! Oramai tutti i fighi vanno a ragioneria, non allo scientifico!! E poi voglio fare la giornalista!! Non c’è scuola migliore!! Piuttosto vieni tu al classico!! Dai, sul serio… Come farò senza di te? Ci pensi passarci i compiti che figata? Dai, dai!!

Ali, non posso… Non voglio il classico! Vorrà dire che ci vedremo solo il pomeriggio… Ci pensi che brutto?

Già… Non importa, basterà, giusto?

Giusto!!

Ti voglio troppo bene.

Anch’io!!

“Come cercare di impedire l’avvenire del tempo?? Come cercare di fermarlo?? Come agire per fare in modo che settembre non arrivi mai e l’estate non finisca?? Semplice. Non puoi… Già che settembre è un brutto mese perchè termina l’estate e tutto il divertimento, ancora cosa si porta dietro? La scuola. E sai cosa odio di più del primo giorno di scuola?? Che è il giorno più lontano dall’ultimo. E quello che odio di più della scuola in generale?? La sveglia. Svegliarsi alle sette del mattino per essere poi in meno di un’ora seduto in quei piccoli banchi dove tocchi con le gambe perchè si è troppo alti.”
Allungo la mano da sotto le coperte e con essa pesante cerco di spegnere la sveglia. Ma mi giro dall’altra parte, trovando una posizione più comoda sul cuscino.
Poi mi sento scuotere e tirarmi giù le coperte.
<< Sei sempre il solito rompipalle Eric… >>
<< Si, ma il tuo rompipalle preferito!! Alzati!! >>
Si allontana e se ne va in cucina a fare colazione.
Io mi alzo a fatica dal letto facendo una mossa ogni tre quarti d’ora e quando raggiungo il bagno faccio andare l’acqua nel lavandino. Metto le mani sotto il suo scorrere e lascio che un piccolo laghetto si formi sopra il loro palmo. Poi le porto al viso e me lo risciacquo.
Mi guardo allo specchio davanti a me con le gocce grondanti dalla faccia.
Sorrido.
Io e Ale stiamo ancora insieme e stiamo benissimo. E’ questo che mi fa sorridere.
Mi asciugo la faccia e me ne vado in cucina a fare colazione assieme a mio fratello.
<< Allora?? Come ti senti per il tuo primo giorno di scuola?? >>
<< Sto già saltando di felicità… >>
Rispondo con un tono sarcastico.
<< Dai!! Non sei contento di vedere i tuoi compagni di scuola?? >>
Mi viene la nausea solo a pensarci.
<< Sinceramente?? Non ci sono dei bei elementi nella mia classe!! >>
<< Ma io ti ricordo che sei stato bocciato, perciò non hai gli stessi compagni di classe!! Dovresti conoscerli tutti e istaurare un buon rapporto con loro!! Non è male avere amici in classe!! Ti passano i compiti, ti suggeriscono… Fidati!! >>
Lo guardo malissimo, come se avesse sparato una grossa cazata. No, un momento. Ha sparato una grossa stronzata.
<< Devi per forza ricordarmelo che sono stato bocciato?? >>
Mio fratello mi guarda con il suo solito sorriso e non posso fare a meno di contraccambiare.
<< Farò come dici tu. >>

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Vedo per il marciapiede altri ragazzini con lo zaino in spalla, tutti bambini delle medie e sulla strada i motorini con i ragazzi di liceo.
Io devo andare a piedi perchè sono senza motorino.
“Che palle!! Grazie mami!!”
Oltretutto sono anche spaesata perchè il classico è nella stessa sede dello scientifico, ma siccome siamo troppi, per farci stare tutti, hanno aggiunto altre due sedi abbastanza vicine, ma bisogna fare una strada diversa per salirci, e sfortuna vuole, che io sono nella sede centrale mentre Alice nella sede staccata. Ci possiamo incontrare solo dopo scuola, perchè prima arriviamo tutte e due in ritardo e veniamo da due parti opposte.
Quando, dopo questo quarto d’ora, vedo la strada tra gli alberi per andare alla scuola dalla quale salgono tutti i motorini e ragazzi a piedi.
Incomincio a salire anch’io, quando da lontano sento una voce gridarmi contro.
<< ALEEEE!! >>
Una voce stritolante fuoriesce da una bambinetta dai capelli gonfi e castano chiaro bassissima con un paio di occhiali sul naso. Ma mi accorgo di conoscerla.
E’ Virginia, una mia compagna di classe che non vedo da giugno. Oltretutto una ragazzina che odio.
Spero di trovare presto un mio compagno!!
<< Ciao Virgi!! Come stai? >>
<< Bene, tu? >>
Penso a Robbie e mi viene una felicità pazzesca.
<< Benissimo!!! >>
<< Come mai con questo tono? >>
<< Perchè sto sul serio benissimo!! >>
<< E come mai? >>
Si rivolge a me con un tono curioso e malizioso.
<< Perchè sto con un ragazzo stupendo e sono felicissima!! >>
E chi se ne frega se è Virginia, è chi se ne frega se è una bambinetta antipatica e noiosa!!! Sono così felice che potrei urlarlo ai quattro venti!! “Robbie ti amo!!! Ti amo? Ora stiamo un po’ esagerando… No?”
<< Wow! Anch’io sto con un ragazzo!!! >>
Faccio un po’ una faccia schifata, ma sembra non accorgersene e menomale.
<< Ehy! E con chi? >>
Le tiro una gomitata leggera e la guardo nascondendo la mia sorpresa.
<< Con un ragazzo della mia età che si chiama Fabio. >>
<< Sono contenta per te! >>
Faccio un tono simpatico pensando intanto dentro di me che questo o è peggio di lei o ha qualche problema di vista.
Poi mi sento crudele e per rimediare mi costringo dentro di me ad essere felice per lei.
Quando eccola, la vedo.
La scuola.
Una costruzione tutta cadente di color giallo con al primo piano le sbarre alle finestre che mi accompagnerà per tutti i prossimi altri quattro anni.
“Si spera!!”
Tutti i ragazzi sono fuori ed è strano che io sia qui, adesso, e non in ritardo, ma è il primo giorno...
E’ sorprendente la diversità che c’è tra tutti i ragazzi.
Queste sono le età in cui cambi davvero. E vedere i ragazzi della prima ti vedi quasi dei bambini, mentre giri l’occhio verso uno dell’ultimo anno e vedi un uomo.
La campanella suona e tutti entrano, molti sbuffano pensando che avranno completamente una anno scolastico ancora davanti e tristi che questa è la fine dell’estate, la stagione delle nuove conquiste e delle nuove amicizie.
“Basta guardare il mio caso e si capisce che il detto è verissimo!!!”
Salgo la scalinata di sotto e poi entrando quelle all’interno.
Io e Virginia ci guardiamo sorridenti.
Il mio, più che altro, è per cortesia.
“Che ci posso fare se mi sta antipatica??”
Questi cinque sono i più belli di tutti gli anni passati ad una scuola. Si è diversi, più grandi!! E pensi a cose diverse e ci si comporta in un modo diverso, sia con i compagni che con i professori.
Guardiamo un fogliettino sul muro dove indicano tutte le classi.
<< Dai Ale, guarda a che piano siamo. >>
Poggio lo sguardo su quel bigliettino e cerco.
Quando la vedo.
“II G, 3° piano.”
<< Terzo piano. >>
<< Ok, altri due piani da salire, forza! >>
Seguo il suo entusiasmo e saliamo questi scalini, ma al contrario di lei, io prima di venire a scuola mi faccio non so quanti metri a piedi e a fare tutti questi scalini, in più quella salita prima di arrivare alla scuola…
“Pesa!!”
Guardiamo i foglietti attaccati sul corridoio davanti alle scale.
“II piano. III piano.”
<< Eccolo! >>
Indico a Virginia il fogliettino e mi guardo a destra e a sinistra. I ragazzi mi stanno guardando.
“Una deficiente che urla in mezzo al corridoio “Eccolo!”, mi sembra giusto!! Quanta gente… Mi sento spaesata. Perchè Robbie devi fare ragioneria?”
<< Da che parte andiamo? >>
Virginia mi guarda sorridendo e io la guardo un po’ scazzata.
<< Che ne so… A sinistra va! >>
<< Ok. E sinistra sia! >>
La guardo un’ultima volta male e dopo ci incamminiamo ammirando tutte le porte.
“I G, II B, III B, I A, II G.”
<< Eccola! >>
Entriamo dentro e ritrovo un sacco di compagni che non vedevo da giugno e rivederli tutti mi fa sentire felice.
<< Ciao ragazzi!!! >>
<< Ciao Ale, ciao Virginia!! Come state?? >>
<< Ciao Paolo!! >>
Un nostro compagno bocciato in prima che ci siamo beccati l’anno scorso ci accoglie in questo modo e io e Virginia lo salutiamo più o meno in coro.
La sua altezza è sempre più sbalorditiva e i suoi occhi marroni continuano a fissarmi anche se la prima a parlare è come sempre Virginia.
Lei non è vista molto bene nella classe.
<< Io sto benissimo! Tu come stai?? >>
<< Sto bene anch’io, grazie!! E tu Ale? >>
<< Bene, bene, grazie!! Come hai passato l’estate? >>
<< Come al solito… L’unica cosa è che vorrei che durasse ancora altri tre mesi!! >>
<< A chi lo dici!! >>
<< Mi fa solo piacere rivedere tutti gli amici!! >>
<< Quello senza dubbio!! >>
Virginia si allontana e va da altri compagni capendo che ormai non fa più parte della conversazione.
Io e Paolo ci guardiamo e ci mettiamo a ridere.
<< No, dai… >>
<< Si, hai ragione, povera Virgi!! >>
Poi sento una voce femminile dietro di noi che mi ricorda la mia amica.
Mi giro e le vado incontro.
<< Ciao Fabi!! >>
La abbraccio e le do due baci sulla guancia.
<< Ciao Ale!! Quanto tempo! >>
Me la ricordo come l’anno scorso, non è cambiata molto.
Con i suo capelli biondi e lisci e il suo viso da bambina è sempre la stessa.
<< Già! Come è andata la tua estate dai parenti? >>
Gira gli occhi e comicnia a parlare.
<< Una tortura!! Menomale solo che è già finita!! >>
<< Avrei qualcosa da ridire... >>
<< Certo!! Chissà come te la sei spassata tu qui a Sanremo!! >>
Annuisco mentalmente e cerco di essere più modesta possibile.
<< Abbastanza!! >>
Ci mettiamo a ridere e ci andiamo a sistemare in due banchi vuoti.
<< Devi raccontarmi tutto!! >>
Le dico io.
<< Cosa vuoi che abbia da raccontare?? Anche se… A dire la verità ho incontrato parecchi ragazzi!! >>
<< E allora vedi!! >>
<< Sei tu, comunque, che dovresti raccontare facendomi venire invidia!! >>
Le sorrido, ma prima che io possa parlare, davanti a noi si piazzano Paolo e un’altra nostra amica molto simpatica, Giulia.
I suoi lineamenti, invece, sono molto cambiati. Ora sono molto più fini e si aggiudicano ancora di più con i suoi capelli perennemente corti e castani.
<< Ciao Giulia! >>
<< Ciao ragazze!! Come state? Come è andata l’estate? >>
<< Bellissima!! Solo la parola “estate” dovrebbe farti capire tutto!! >>
Le rispondo subito io e Fabiana risponde con una smorfia.
<< Già!! >>
Mi fa sorridere come Giulia sia sempre piena di entusiasmo.

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Sono davanti a quell’edificio rozzo e brutto in Piazza Eroi che rappresenta un simbolo che mi ha tenuto compagnia contro la mia volontà nei miei anni passati.
“La odio. È l’odio della mia vita.”
La campanella è già suonata da un po’.
Ho aspettato apposta per non entrare con tutta quella calca di ragazzi che intasano le scale magari anche spingendosi.
Poi guardo nel corridoio dove sono le classi.
“IIIA = Piano Terra.”
Entro nella classe dove tutti i bambocci più piccoli di me di un anno sono posizionati ai loro banchi.
Solo uno è ancora vuoto e stranamente all’ultima fila.
Poi però scopro il perchè.
Il ragazzo che quel banco ha come vicino è uno alto, con i capelli cortissimi, con gli occhiali spessi come dei culi di bottiglia e un naso leggermente adunco.
Quest’ultimo lo vedo sorridere e farmi cenno di mettersi accanto a lui.
Io faccio una faccia stralunata e intanto mi guardo in giro.
Ci sono tutti i ragazzi che mi guardano e le ragazze che parlano tra loro sottovoce rivolgendomi lo sguardo.
Mi sento leggermente osservato.
Poi mi incammino al banco vuoto.
<< CIAO!! >>
Mi spavento dall’urlo di questo ragazzo e mi giro verso di lui.
<< Ciao… >>
<< Piacere di conoscerti!! Io mi chiamo Federico!! Tu? >>
<< Robbie… >>
Incomincia a mostrare una smorfia di riflessione.
<< Robbie! Mmm… Non ho mai sentito un nome del genere!! >>
<< E’ straniero. >>
Insiste con le riflessioni e allora cerco di dargli una mano.
<< Dai, come il cantante Robbie Williams… >>
<< Robbie Willameess?? E chi lo conosce??? >>
Rimango a bocca aperta davanti a lui non capendo la sua ignoranza.
Poi la ragazza davanti a noi si gira e mi guarda.
<< Sei tu Robbie?? >>
E’ molto carina.
Ha i capelli mossi e castani con gli occhi color nocciola con un lieve trucco non esagerato e con un sorriso contagioso.
<< Si, perchè?? >>
<< Finalmente ti conosco!! Sai, piaci da immmpazzzire ad una mia amica. Mi ha parlato tanto di te, ma non ti avevo mai visto. >>
Sorrido all’idea di essere al centro d’attenzione di una ragazza.
<< Beh, ora si… >>
<< Già… E devo dire che non ha tutti i torti! >>
Si rigira dall’altra parte e io rimango così.
Poi, il ragazzo strano vicino a me, mi si rivolge continuando a spalancare gli occhi.
Giro i miei al cielo e l’insegnante entra in classe.

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Dalla porta entra la nostra professoressa di latino che forse è l’unica persona di cui io sia felice di non aver visto per tutta l’estate.
Ci alziamo in piedi per rispetto, come ci hanno insegnato a fare.
<< Salve ragazzi!! >>
Posa tutte le sue varie borse al fianco della cattedra, poi ci sorride sedendosi sulla cattedra e facendoci segno di sederci.
Noi seguiamo il suo comando.
Il suo sorriso mi fa ricordare quanto questa professoressa dai capelli bianchi eternamente raccolti da una pinza sia falsa. Sempre pronta a sfoderare il suo sorriso quando non sai mai cosa aspettarti.
Questa è la prof più stronza che abbia mai conosciuto.
Ci accoglie con tutti i suoi saluti possibili e parlandoci della sua estate emozionante, prima in Egitto, poi in Canada e dopo in montagna dai suoi figli.
A noi non rivolge neanche una domanda, d’altronde, lo sappiamo benissimo tutti, non le ne è mai fregato nulla di noi.
<< Basta! Ho già parlato troppo! Iniziamo! >>
Scende dalla cattedra, fa il giro e si siede sulla sedia.
Incomincia a frugare nella sua borsa e ne tira fuori una custodia dalla quale fa fuoriuscire un paio di occhiali rossi con un motivo ricordante lo scozzese.
Poi apre il registro e avvia, accompagnata da una penna, l’elenco di tutti i nomi.
<< Attrito Elena. >>
Una ragazza dai capelli esageratamente lunghi con un viso estremamente truccato fa vedere la sua mano curata il giorno prima da una manicure dalla french bianca con l’unghia lunghissima e quindi dalla fascia bianca più grossa di quella rosa.
Il cambio radicale di Elena dall’anno scorso è impressionante. E penso che il pensiero di tutti sia come il mio.
“Stava meglio prima…”
E credo che la prof pensi lo stesso o anche peggio dato che passa al prossimo dell’appello con una brutta smorfia.
Pronuncia tutti i nomi e notando tutti i personaggi, tutti con i propri cambiamenti.
Arriva a me, l’ultima dell’alfabeto.
<< Vindetta Alessia. >>
Alzo il braccio.
<< Eccomi. >>
Clara e le altre sue due amichette al suo servizio, Marella e Elena, si guardano e mi squadrano, come se avessi fatto qualcosa di grave.
Io sorrido, ma nel mentre penso a cosa abbiano tanto da guardare.

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Una cicciona con i capelli legati in una coda alta, con la frangia che le scivola sulla fronte e vestita da cani è davanti a noi.
<< Haag… Non l’ho ancora levata di torno… >>
La mia professoressa dell’anno scorso di italiano.
Mi odia.
Ma il nostro odio è reciproco.
<< No, prof, colpa sua! Mi ha bocciato!! >>
<< E su questo hai ragione. Ma avevo ancora voglia di darle dei due prima di passare in terza e cambiare così professore. >>
Decido di rispondere a battuta, oramai con questa professoressa funziona così.
<< Prof, non le piacerebbe cambiare ambizione, anziché restare ferma sempre sulla stessa?? Era quella dell’anno scorso!! >>
<< Già, Haag, almeno è un’ambizione che posso raggiungere facilmente senza rimanere delusa! >>
Gli faccio un sorriso patetico che nasconde tutto il mio odio verso quella donna, che mi toccherà avere anche quest’anno…
La ragazza davanti a me si gira e mi guarda storgendo la bocca e subito dopo sorridendo.
Poi mi parla con quella sua voce brillante.
<< A proposito… Io sono Anita. >>
<< Signorina!!! >>
La prof richiama Anita e lei si gira di scatto verso di lei.
<< Si proprio tu!! Chi sei?? >>
<< Mi chiamo Anita Ravetti. >>
La prof annoisce mostrando di aver capito.
<< Bene Ravetti… Vogliamo iniziare male l’anno o preferisce girarsi, restare in silenzio e prestare attenzione??? >>
<< La seconda prof! >>
<< Come sospettavo… Siete tutti così codardi da non saper mai rispondere. L’unico è Haag e guardate come è messo… >>
Mi guarda facendo una faccia schifata e riprende a parlare.
<< Vi consiglio di rimanere dei codardi. >>
Il silenzio è sconcertante.
La prof si siede facendo fatica e apre il registro.
Fa l’appello e nessuno risulta assente.
L’ora passa, a fatica, ma passa…
E così anche la seconda e la terza.

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Siamo alla terza ora e la situazione sta cominciando a diventare pesante e mi sto annoiando a morte.
Ne approfitto della proposta della prof di italiano.
<< Chi mi va a prendere, per favore, un libro in sala professori? >>
La mia voce si sovrappone su tutte e risponde per prima.
<< Io! >>
La prof mi fa segno di alzarmi e di andare a prenderlo.
Mi sollevo dalla sedia e sento le indicazioni della prof.
<< Allora, è al secondo piano, la porta a destra con scritto ‘Aula professori’ quando scendi le scale quasi di fronte e trovi una armadio con vari cassetti. ‘Pazzani’ è il mio e prendi un libro marrone con scritto ‘Le regole della comunicazione’, il più spesso, ok? >>
<< Si. >>
Esco dalla classe e tiro un respiro di sollievo.
“Finalmente fuori.”
Passo tutto questo corridoio verdognolo fino alle scale e incomincio a scenderle.
Per il corridoio non c’è nessuno. Vuoto.
“Che scema che sono… Nessuno si mette già a gironzolare per i corridoi il primo giorno!!”
Arrivata al secondo piano vedo la porta con scritto ‘Aula professori’.
Entro e all’interno ce né solo uno.
Un prof abbastanza vecchiotto dai capelli bianchi con gli occhiali mi squadra appena entrata e si rigira subito.
Io proseguo per la mia strada e cerco tra i vari cassetti.
“Nunzio, Perla, Capponi, Pazzani”
“Eccolo”.
Apro il cassetto e cerco un po’ tra tutti i libri.
Ce ne sono due rossi, di latino con scritto ‘Corso di lingua latina per il biennio’. Uno di teoria e uno di esercizi.
Poi sotto ci sono quelli marroni. ‘Le regole della comunicazione’.
Ce ne sono due. Uno spesso e l’altro sottile.
Prendo quello spesso.
Chiudo il cassetto e mi guardo attorno.
E’ una saletta piena di scaffali e piena di libri.
Poi noto uno di questi con le cartelle di tutti quelli bocciati.
Ne noto alcuni.
“Fossati Paolo, Pattera Alessandro, Caserbi Matteo, Forti Loredana, Vecchi Sara…”
Basta, lascio stare, anche se l’occhio mi ricade su quello della IV F. Caserbi Matteo.
Mi viene da sorridere.
“Bel nome!”
Mi guardo ancora attorno quando vengo interrotta da un raschiamento di gola.
Il professore dai capelli bianchi mi sta guardando e anche non molto bene.
Faccio un piccolo sorrisino da leccaculo e poi mi volto dall’altra parte girando in alto gli occhi uscendo dalla porta senza neanche guardare e di scatto. Mi scontro con un ragazzo che, proprio in quel momento, ci sta passando davanti.
La porta si chiude sbattendo e il libro mi cade per terra.
Guardo sto deficiente che passa davanti alle porte così vicino e la rabbia mi sale.
“Robbie mi ha insegnato a litigare proprio con tutti!!”
Lui mi batte sul tempo, ma non dice niente di aggressivo, si mette a ridere.
<< Scusa, ti sei fatta male? >>
Non so come, ma non riesco a rispondergli.
E’ un ragazzo alto, grande, dalla voce già adulta, forse di quarta o quinta, dai capelli un po’ lunghini, castani, occhi marroni, orecchino al naso, un ragazzo molto, ma molto, molto carino.
Porta dei jeans stretti e una maglietta a maniche corte bianca e nera.
Alzo un po’ la testa per guardarlo negli occhi.
<< No, non credo… >>
<< Come non credi? Non sai se ti sei fatta male o no? >>
Sorride ancora e si inchina e prende il libro per terra passandomelo e alzandosi.
<< Tieni. >>
Vengo contagiata dal suo ghigno e sorrido anch’io.
<< Grazie, no comunque… Non mi sono fatta male. >>
<< Meglio così. Ci vediamo in giro per i corridoi, chissà… Magari ci scontriamo ancora!! >>
<< Ok... Ciao! >>
<< Ciao. >>
Si gira e se ne va entrando nella porta al muro all’angolo.
C’è scritto IV F.
“Chissà, magari era lui Matteo Caserbi!!”
Prima di chiudere, però, mi guarda un’ultima volta, mi sorride e chiude definitivamente.
Resto ancora un po’ incantata e poi mi sblocco.
“Veramente carino…”
Poi mi viene un senso di colpa.
“Povero Robbie… No, quanto ho sognato per averlo e ora lo tradisco così? Ma siamo scemi? Non ti tradirei mai Robbie!!”
Sorrido ancora tra me e guardo lo stesso quella porta, la IV F.
Poi salgo le scale.
“E’ ora di tornare in quella noiosa classe!!”

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Suona l’intervallo.
Tutti si alzano.
Un po’ di gente fruga nello zaino, alcuni per prendere la merenda, altri per prendere i soldi per comprarsela.
Clara, Marella ed Elena si riuniscono, dicono qualcosa a bassa voce e poi mi guardano. Il mio sguardo verso di loro, però, viene interrotto da Fabiana che mi si piazza davanti.
<< Allora? Usciamo? >>
Non la ascolto. Cerco di guardare oltre lei, ma mi si mette ancora davanti e guarda nella mia direzione.
<< Che stai guardando? >>
Rispondo pensierosa.
<< Niente… Cercavo di capire perchè mi stavano guardando. >>
<< Chi ti sta guardando? >>
<< Clara, Marella ed Elena. >>
Fabiana si gira e le guarda.
Poi si volta verso di me e sorride.
<< Boh! >>
<< Fa niente. >>
Le sorrido e la guardo.
Quando vengo interrotta da Marella dietro di me.
Mi fa ridere nella sua bassezza.
È una ragazza che si crede di essere il mondo quando tutto il mondo è più alto di lei e mi fa ridere anche tutta la sua montatura quando sottostà sempre agli ordini di Clara.
<< Ma sei tu l’Alessia che sta con Robbie?? Robbie Haag?? >>
“Certo!! Perché, hai qualche problema??”
<< Si… Perchè? >>
Fabiana sta lì a sentire il discorso girandosi prima da una parte, poi dall’altra.
Mi metto a ridere e Marella mi guarda sbalordita.
Si gira e con una faccia stravolta fa segno alle altre due di si.
Clara sbarra gli occhi e Marella si rigira verso di me.
<< Non stai scherzando, vero? >>
<< No, ma mi spiegate qual è il problema? >>
Lei continua a guardarmi sempre con quella sua espressione da ebete.
<< Ma stiamo parlando dello stesso Robbie? >>
La squadro da capo a piedi anche abbastanza alterata.
<< Sentite, ora mi state abbastanza stufando, credo che ce ne sia solo uno di Robbie Haag qui in giro, soprattutto fidanzato con un’altra Alessia, quindi ora mi volete dire che volete? >>
<< Scusa, è che siamo un po’ deluse. >>
Rimango sorpresa.
<< Scusa?!? >>
<< No, noi lo conosciamo… >>
<< E allora? >>
Continuo ad essere sempre più alterata.
“Ma chi si credono di essere?”
<< Siccome non si è mai voluto mettere con nessuna ragazza, volevamo vedere com’era la sua nuova tipa! >>
<< E allora?? Siete deluse nel vedere cosa? >>
<< Niente, è solo che eravamo convinte che la tipa che potesse aver preso il cuore di Robbie… Fosse semplicemente diversa! >>
<< E siete deluse nel fatto che non era come vi aspettavate… >>
<< Esatto!! >>
Mi metto a ridere dentro di me, ma davanti a loro riesco solo a mandarle a quel paese.
<< Ma vaffanculo va!! E perchè? Come conoscete Robbie? >>
Lei si mette a ridere.
<< E chi è che non lo conosce? Faceva parte del gruppo più famoso di Sanremo!! Non riesco a capire perchè abbia scelto di abbandonarlo… >>
Cerco di liquidare il discorso se no finisce che le metto le mani addosso.
<< Beh, ora devo andare. Non voglio passare altro tempo con delle tipe che pensano che io non sia alla loro altezza, soprattutto a quella di Robbie… >>
Marella cerca subito di rimediare.
<< No, hai frainteso! >>
<< Che cosa ho frainteso? Che sono troppo brutta oppure non troppo troia oppure troppo sfigata per permettermi di stare con uno come Robbie? Lasciamo stare… Incominciamo bene l’anno scolastico, non trovate? >>
Mi giro verso le altre due, le fulmino con lo sguardo e poi mi volto verso la porta ed esco nel corridoio tra tutti i ragazzi.
Fabiana mi segue.
<< Sei stata grandissima!! >>
<< Grazie!! >>
Scendo le scale per andare al piano sottostante e poi mi guarda.
<< Quindi adesso fai parte di uno di quei gruppi di fighetti che tu odi tanto? >>
Alzo le spalle.
<< Si, ma solo perchè sto con Robbie, mi stanno pure sul culo quelle!! A parte Alice e Marta. Loro non sono così, poi Alice è la mia migliore amica! >>
<< Capisco… Allora? Com’è sto Robbie?? >>
Mi si illuminano gli occhi come al solito scordando tutta la mia incazzatura.
<< E’ stupendo!! L’avrai già visto comunque in giro. >>
<< Forse… >>
Abbiamo finito di scendere gli scalini e siamo al secondo piano.
Mi giro verso destra e sinistra, come se stessi cercando qualcuno, ma non so chi.
Poi capisco, lo vedo.
Il ragazzo di prima è appoggiato in piedi al termosifone con un berretto bianco in testa.
Fabiana interrompe la quiete.
<< Wow, guardali… Che belli!! Manuel e Matteo… Vero che sono due pezzi di gnocchi? Però io preferisco Manuel, tu? >>
<< Qual è? >>
<< Matteo è quello con il berretto, mentre Manuel quello con la maglietta blu. >>
Un ragazzo dalla maglietta blu si distingue tra tutti gli altri, a parte che da Matteo.
Ha i capelli anche lui un po’ lunghini e sulla faccia, con un po’ di peluria sul viso, con dei jeans larghi e la sua maglietta blu che me l’ha fatto contraddistinguere.
“Ma l’hanno scorso avevo gli occhi foderati di prosciutto per caso??”
<< Perchè non li abbiamo mai visti, scusa? >>
<< L’anno scorso erano nella sede staccata... >>
<< Ah. >>
Matteo ride con gli altri.
Poi si gira e mi vede.
Mi guarda e mi saluta.
Io contraccambio e sorrido.
<< Lo conosci???? >>
<< No, non lo conosco, mi ci sono solo scontrata prima, quando sono uscita dalla classe, tutto qui!! >>
Fabiana rimane a bocca aperta e dopo una certa pausa ricomincia a parlare.
<< Tutto qui?? La chiami una cosa da nulla?? Ti saluta Matteo Caserbi!!! >>
“Matteo Caderbi?? Allora era proprio lui…”
<< Chi se ne frega!!! Io ho il ragazzo!!! Non guardo tutti i fighi che mi salutano!! Anche se il figo… E’ proprio figo!! >>
Lo guardo ancora e lui mi sta osservando.
Poi mi giro verso Fabiana.
<< Comunque non mi hai risposto… Prefersci Matteo o Manuel? >>
Guardo Manuel per un attimo, ma quando mi rigiro verso Matteo, la risposta mi pare ovvia.
<< Matteo, senza dubbio!!! >>
<< Uffa, sei come tutte le altre!! Ma non vedi? Sembra Ken delle Barbie!!! >>
<< Io lo trovo molto più bello!!! Guarda Manuel, lui sembra invece Topo Gigio!!!! Comunque neanche lui mi dispiace!! >>
<< Vorrei vedere!! >>
Lo guardo ancora.
Lui sta ridendo con gli altri.
Si gira verso di me e diventa serio per un secondo, poi però la sua espressione si trasforma in un sorriso.
Scrollo gli occhi e mi giro dall’altra parte.
“Ale, scordatelo…”

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Fino al suono della campanella dell’intervallo la noiosità è spaventosa.
Tutti si alzano, ma io li seguo nell’impresa solo all’ultimo.
L’unico che rimane seduto è Federico che mi guarda sorridendo.
“Ripensandoci, però è forte sto ragazzo!”
<< Non te ne vai? >>
<< Perchè, mi stai cacciando? >>
<< No, non ti sto cacciando, ma ti sei alzato e dopo che ti sei girato verso di me non ti sei più mosso… >>
<< Si, stavo pensando. >>
Si mette una mano sul petto.
<< Stavi pensando?? Guardando me?? >>
<>
Fa una faccia schifata.
<< Cos’è, sei gay?? Perchè io non lo sono, quindi stai alla larga!! >>
Scoppio a ridere.
<< Non sono per niente gay!! >>
Lui tira un respiro di sollievo.
“E anche se lo fossi non mi piaceresti di certo tu…”
Poi riprendo a parlare.
<< Sono etero al 100% e poi sono fidanzato!! >>
<< Wow, che bello!! >>
Sospira.
Poi mi giro intorno e noto Anita parlare e ridere con una ragazza alta più o meno quanto lei, ovvero, normale, con i capelli neri e corti e gli occhi neri.
Poi si gira verso di me e fa segno alla ragazza con cui stava parlando che se ne deve andare e mi viene incontro.
Io rimango immobile.
“E’ davvero carina sta ragazza… Se non fossi fidanzato ci starei già provando con lei!! Ma tanto con Ale ho già tutto quello di cui ho bisogno.”
<< Allora Robbie… Che mi dici?? >>
<< Robbie ti dice che è fidanzato, hi hi… >>
Mi giro verso Federico guardandolo malissimo e lui fa segno di chiudersi la bocca con la cerniera e buttando la chiave.
Poi mi rigiro verso di lei che sorride sempre e comunque.
<< E così sei fidanzato… E da quanto? >>
<< Da luglio. >>
<< Due mesi, che bello… Innamorato? >>
La risposta mi esce dal cuore, sicura.
<< Si. >>
<< Beh, cosa devo dire… Beata lei! >>
Sorride ancora, si gira dall’altra parte ed esce dalla classe.
“Dimmi te se dovevo avere un compagno di banco così stupido.”
Rimango un attimo fermo, poi mi giro verso Federico con la faccia incavolata.
<< Dovevo stare zitto?? >>
Lo guardo con quel suo viso simpatico e mi metto a ridere.
Poi mi tranquillizzo perchè in fondo ha fatto benissimo.
<< No. Hai fatto bene. >>

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Quarta ora.
Questa settimana la campanella suona un’ora prima perchè è l’inizio.
Mi preparo la cartella e me la metto in spalla.
Anita è in piedi davanti a me e mi saluta.
<< Ci vediamo domani!! >>
Si allontana e io comincio a incamminarmi, quando una voce dietro di me mi ferma.
<< Ehy, Robbie!! Potresti anche aspettarmi. >>
<< Scusa Fede, mi ero dimenticato di te. >>
<< Beh, la cosa è normale… Ma, come mi hai chiamato?? >>
<< Fede, perchè? >>
Rimane un attimo in silenzio e poi vedo i suoi occhi illuminarsi.
<< E’ una cosa molto difficile che mi chiamino per nome e soprattutto per diminutivo… >>
Rimango perplesso.
<< Perchè, come ti chiamano? >>
<< Non so… O Quattrocchi, o secchione, o deficiente… >>
Mi viene tenerezza.
Io sarei stato uno di quelli che l’avrebbe chiamato deficiente.
Lo tranquillizzo facendogli un occhiolino e ricalcando quel diminutivo.
<< Dai Fede!! Andiamo, che ho una ragazza da andare a prendere!! >>
Lui annuisce nel mentre che sorride e ci allontaniamo.

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Quinta ora.
La campanella suona.
Metto l’astuccio dentro lo zaino, chiudo la cerniera e me lo metto in spalla.
<< Aspettami! >>
Fabiana si sta preparando, chiude la zip e se lo mette in spalla anche lei.
<< Ok, andiamo! >>
<< Scusa. >>
Marella mi ferma ancora con una faccia che sembra veramente dispiaciuta.
<< Senti, forse siamo partiti con il piede sbagliato… Dopotutto l’anno scorso siamo riuscite a sopravvivere benissimo in classe assieme!! Volevamo scusarci con te. >>
Si riferisce alle altre due dietro e poi ritorna a guardarmi.
La squadro un attimo e poi mi giro anch’io.
“Ma si, ma in fondo sono solo compagne di scuola.”
<< Ok. >>
<< Ok? >>
Alzo le spalle.
<< Certo, ci vediamo domani. Ciao! >>
Vado avanti e alzo la mano per salutarle da lontano.
Fabiana mi segue.
<< Come mai? >>
<< Non ho voglia di avere delle nemiche. E poi hanno bisogno della mia amicizia se vogliono risultare bene dagli altri importanti!! >>
<< Ma loro sono già importanti in Sanremo!! >>
<< Si, ma è meglio essere importanti per tutti!! Non trovi? >>
Lei annuisce.
<< Giusto. Appunto per quello non le avrei perdonate!! >>
<< Dai, sei cattiva!! >>
Ridiamo e poi si ferma.
Siamo alle scale di fuori e lei rimane incantata.
<< Ale, c’è Manuel!! >>
Guardo nella sua direzione e lo vedo, ma non noto lui, noto Matteo con la sua sigaretta in bocca tra le dita, tirare un sospiro e poi farne uscire il fumo.
Sorride con lui e poi lo noto guardare avanti.
Una tipa gli corre incontro, lo abbraccia e lo bacia appassionatamente. Lui sorride e la bacia ancora.
Quasi mi sento sollevata.
“Addio Matteo!!!”
Poi lo cerco.
Eccolo.
È là alla ringhiera, appoggiato con lo zaino dall’altra parte di essa, ha le mani nella tasca dei pantaloni, la maglietta che gli fa piega su quest’ultime, con il ciuffo davanti tirato su dal gel.
Ha una posa da figo e espressione che non è da meno.
Un sacco di ragazze lo guardano, sorridono e lo indicano a qualche amica.
“Mi dispiace ragazze… Quello è mio!!”

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L’una meno venti.
La campanella del liceo è suonata ed ora aspetto che Alessia scenda da quelle scale per venirmi incontro.
Quando eccola.
Sta arrivando assieme ad una ragazza alta, dai capelli biondi e gli occhi marroni.
Poi Alessia mi corre incontro.
<< Ciao cucciolo! >>
La squadro dalla testa ai piedi e poi allargo le braccia.
<< Piccola!! >>
Mi abbraccia forte e in seguito mi bacia frettolosamente.
<< Fabi, questo è il mio ragazzo, Robbie. >>
Alessia si volta verso la sua amica nell’intento di presentarmela, poi si gira verso di me e fa lo stesso.
<< Mio ragazzo, questa è Fabiana, una mia compagna di classe. >>
<< Piacere. >>
Ci stringiamo la mano.
<< Beh, allora io vado, ci vediamo domani. >>
<< Ok, ciao Fabi! >>
Dopo che si rigira verso di me io le sorrido e poi le parlo.
<< No, troppo tempo che non ti vedo, baciami sul serio!! >>
Contraccambia il mio sorriso e ci baciamo bene. Poi, tenendoci sempre le mani, ci distacchiamo.
<< Come è andata oggi? >>
<< Particolare. >>
<< Perchè? Che è successo? >>
<< Niente, non è stato un bell’incontro con due mie compagne di classe dell’anno scorso… Loro ti conoscono. Sono venute a dirmi che erano deluse perchè pensavano che uno come te non avrebbe scelto una come me.>>
“E queste chi cazzo sono?? Ma come si permettono?? Invidiose…”
<< Ma non starle a sentire, sono solo invidiose!! Tu sei perfetta per me!! Chi sono queste? >>
<< Marella, Clara ed Elena. Le conosci? >>
<< Conosco Marella. >>
Penso a lei e al suo modo di essere.
Poi faccio una smorfia.
<< Lasciala perdere… >>
<< Già fatto! >>
Sorrido al suo sorriso.
<< Poi? >>
<< Poi basta! E a te? Come è andata? >>
Interrompo un attimo la situazione. Devo sapere prima se stare tranquillo o no.
<< Aspetta, ci sono ragazzi carini nella tua classe? >>
<< No, non ti preoccupare!! >>
<< Sarà meglio!! >>
Resto dubbioso.
<< Guarda che dico sul serio, non perchè ci sei tu!! Comunque a te come è andata? >>
<< Ho pensato tutto il tempo a te… Niente di interessante!! >>
Mi guarda di traverso.
<< Niente di interessante?? >>
<< No, ti posso avere comunque! >>
<< Ah, se è così che la pensi… >>
Lei incorcia le braccia al petto e si gira dall’altra parte dandomi la schiena.n Rido e l’abbraccio.
<< No, sei interessantissima, tutta da scoprire… E’ solo che sono felicissimo perchè sei mia!! >>
Lei si volta verso di me e ricambia l’abbraccio.
<< Wow, che dichiarazione… >>
<< Hai visto? >>
Poi si stacca e mi fa una domanda in tono di accusa.
<< E da te? Ci sono ragazze carine? >>
Penso soprattutto a Anita e il suo viso non mi fa pensare alle altre della classe.
<< Due o tre… >>
Mi tira una specie di cazzotto in pancia e io mi paro con le braccia.
<< Stronzo. >>
<< Mi hai chiesto di essere sincero!! >>
<< Veramente non te l’ho chiesto!! >>
<< Ok, allora non ce n’è neanche una!! Tutte brutte!! >>
<< Così va meglio… >>
Cerco di rimediare subito.
<< Tanto guarda che se ne trovo una carina che mi attira il mio pensiero si sposta subito verso di te e mi fai sembrare un cesso quella che mi sta davanti!! Come faccio ad andare con un’altra quando ho te che mi aspetti da qualche parte e sei tutta mia? >>
<< Vedo che incominci a ragionare… >>
Sorrido e poi mi viene in mente una cosa.
<< Spero che tu pensi la stessa cosa quando vedi un ragazzo carino, vero? >>
Lei fa una smorfia.
<< Dipende… Quanto carino? >>
<< Vaffanculo!! >>
Si mette a ridere e mi bacia.
<< Certo!! Come faccio? Guarda che pezzo di figo che mi è venuto a prendere fuori scuola!! Ed è tutto mio!! >>
<< Beh, tutto tuo… >>
<< Cosa?? >>
Mi metto a ridere e le do un bacio sulla fronte.
<< Scherzo!! >>
<< Ma naturalmente!! >>
<< Allora dove andiamo? >>
<< Come dove andiamo? A casa!! >>
<< Non andiamo da qualche parte? >>
<< No, non ne ho voglia. >>
Faccio la faccia da bambino e provo a far finta di piangere.
“Nooo, non voglio staccarmi da teeeeee!”
Poi con la mano mi accarezza la guancia.
<< Dai… E dove vorresti andare? >>
Ritorno a sorridere.
<< Così mi piaci di più! >>
<< Devo sempre dirti di si? >>
<< Più o meno… >>
Mi tira una piccola gomitata.
<< Scemo. >>
<< Robbie! >>
Mi sento chiamare alla mia sinistra con una voce conosciuta.

-

-

Matteo, con al braccetto un tipa liscia e nera con gli occhi marroni, un po’ troppo truccata con il fondotinta che si nota lontano un miglio, ci ferma e saluta Robbie.
<< Ciao Matte… >>
<< Ciao! >>
Matteo si rivolge a me. Io gli rispondo.
<< Ciao. >>
Robbie mi guarda non più felice come prima.
Evidentemente Robbie non deve provare molta simpatia per Matteo.
<< Vi conoscete? >>
<< Si Robbie, ci siamo scontrati prima, alla terza ora. Mi è finita addosso!! >>
<< Ah… >>
Robbie tiene un’espressione incazzata.
<< Si, questo cammina vicino alle porte!!! >>
<< Questo ha un nome! Come ti chiami tu? Robbie fai le presentazioni!! >>
Robbie gli risponde abbastanza scocciato.
<< Ale lui è Matteo, Matte lei è Alessia, la mia ragazza, contento? >>
<< La tua ragazza?? Ale, dai… Lei invece è Rebecca. >>
Ci mostra la ragazza a fianco.
<< Ciao! >>
<< Ciao. >>
<< Beh, ora dobbiamo andare, ma la prossima volta, Robbie… Sii più gentile quando ci vediamo, ok? >>
<< Speraci… >>
<< Ciao Ale! >>
Si incamminano giù per la discesa e io lo guardo.
<< Come vi conoscete? >>
<< Ah, è un idiota del mio vecchio gruppo. Lascialo perdere… Piuttosto, come vi siete scontrati? >>
Sorrido per il suo tono geloso.
<< Niente. Sono uscita di corsa da una classe e lui era fuori. Gli sono finita addosso! Niente di cui preoccuparsi!! >>
<< Ok, allora? Mc? >>
<< E Mc sia!! >>
Alice mi corre incontro.
<< Ciao Ale!! >>
Mi abbraccia forte e io sono sorpresa.
<< Ciao… >>
<< Ciao Robbie! >>
<< Ciao Ali! >>
<< Allora, come ti è andato il primo giorno di scuola? >>
<< Un po’ particolare e a te? >>
<< Normale. >>
<< Alice!! >>
La voce di Edoardo ci raggiunge da dietro.
<< Edo!! >>
Alice si gira e Edoardo la bacia.
<< Allora? Come ti è andato il tuo primo giorno di scuola? >>
<< Normale e a te? >>
<< Idem. Sai, non vedevo l’ora di vederti!! >>
<< Anch’io… >>
Si baciano ancora e si abbracciano.
Io sorrido a guardarli.
<< Grazie, mi sei venuto a prendere!! >>
<< Certo! E come potevo non venirti a prendere e a lasciarti in preda a tutta questa gente? >>
<< Giusto. >>
Però, per quanto mi possa far piacere la scena, voglio lasciare il loro spazio.
<< Beh, non vogliamo fare la terza e il quarto incomodo quindi vi lasciamo. >>
Alice mi risponde.
<< Ok, a dopo. Ci vediamo? >>
<< Si, ti faccio sapere. >>

-

-

Carolina ci passa a fianco e la salutiamo tutti, lei però continua ad andare avanti degnandoci solo di uno sguardo arrabbiato fissando Edoardo nel mentre che lui guarda lei con lo stesso tono di sguardo.
Lei si rigira, sta volta triste.
<< Ti sta bene. >>
<< Che merda che sei!! >>
Gli rispondo io in un tono poco scherzoso.
<< Ha ragione! Le sta bene!! >>
Alice si schiera dalla parte di Edoardo, allora io riprendo a parlare.
<< Ma che cosa ha fatto? Solo perchè è innamorata di Edoardo? E’ questo il suo crimine? >>
<< Esatto!! >>
“Alice non c’è proprio con la testa…”
<< Guarda, mi fai ridere. Mi fate ridere! Poverina… Non si perde niente, va! >>
Io mi scaldo e Alessia mi prende per un braccio portandomi via.
<< Ehy, Robbie. Calmati. Andiamo via. >>
<< Mi fanno incazzare ste cose! >>
<< Guarda che tu prima eri peggio!! >>
A quest’affermazione ci rimango male.
Mi stacco dal suo braccio e mi allontano.
<< Ehy, Robbie, aspettami!! Adesso non ti offendere, per favore!! Ho detto solo quello che pensavo! Anch’io sono contraria a quello che hanno fatto, ma volevo solo farti capire che tu non è che avevi tutto questo diritto di incazzarti dato che eri peggio!! >>
“Eri peggio… eri peggio… Sei peggio…”
Mi altero ancora di più.
<< Appunto!! Quindi lo so cosa dico, giusto? E ora, dato che non sono più così, mi fanno incazzare, ok? Potrò pensarla ora come voglio io? Ora ne ho diritto? >>
Lei abbassa lo sguardo e cominciamo a camminare senza guardarci e stando in silenzio.
La guardo e la noto spenta.
Mi dispiace vederla così… Come posso arrabbiarmi con lei??
Così le parlo.
<< Dai Ale… Scusa. Mi sono surriscaldato, mi dispiace, non dovevo reagire così con te. >>
<< Ok, aspettavo solo che ti calmassi… Andiamo! >>
Mi prende la mano e ci dirigiamo al Mc Donald.
Io la guardo felice e quando lei mi rivolge lo sguardo io le sorrido e mi rigiro verso avanti stringendo di più la sua mano.

-

-

Lo guardo ancora una volta senza che lui contraccambi e lo ammiro nella sua bellezza spontanea.
Bello, ma bello quanto qualcosa che non esiste. Perché non c’è nulla che si possa paragonare a lui. Lui è unico.
“Sono pazza di te!! Sono troppo innamorata…”

-

-

“Ho una cosa da confessarti, ma quando? Quando posso capire che sarà il momento giusto? Come posso riuscire a dirlo? Come posso non riuscirci se è quello che provo? Non importa… Non ce la faccio e basta. E’ una cosa stranissima. Lo sono da prima di starci insieme, ma dirglielo… E’ tutta un’altra cosa, ma voglio farlo!! Voglio dirti questo Ale. Voglio dirtelo più di ogni altra cosa. Voglio fartelo sapere. Io ti amo…”

Eccomi qua con un altro capitolo!! Mi scuso se non c’è nulla d’interessante anche se il pensiero finale preannuncia qualcosa, ma è un capitolo di transito!!
Che strano che mi ha fatto aggiungere questo capitolo in cui inizia la scuola, mentre noi oramai la stiamo finendo… Se penso se domani dovessi entrare a scuola per il primo giorno mi sparerei un colpo!!! ESTATEEEEEE!!

Passando ai ringraziamenti… Mi ha fatto molto piacere avere delle recensioni di ragazze che non avevano mai commentato mentre non ho potuto fare a meno di notare che molte che mi recensiscono sempre non l’hanno più fatto… Non vi piace più??

Però Sono contenta perché anche se sono sempre di meno del 7 che avevo raggiunto, sono sempre di più dell’altra volta!!!!!

In particolare ringrazio:

Betty O_o: Sono contenta che ti sia piaciuta e che ti abbia fatto ridere!! Spero di aver fatto abbastanza presto e che ti piaccia pure questo!!

Pazzerella_92: Grazie per il bravissima!!XD Comunque no.. Cosa avrebbe potuto provare per carlotta?? Non lo permetterei mai!!!XD

Bella89: Sono contentissima che la storia ti piaccia e anche per tutti i complimenti che mi hai fatto!!XD E poi si, mi piace scrivere reale perché amo illudermi!!! XDXD

Ithil_Elendil: Grazie per i complimenti e ti perdono se non mi hai mai recensito, ma sappi che le recensioni a me fanno sempre tanto piacere!!! XD Comunque, hai ragione… La coppietta perfetta ha sempre ragione e sono contenta che ti piacciano questi capitoli romanticosi perché piacciono anche a me!!

ElianaTitti: Sono contenta che ti sia piaciuto pure questo e spero anche questo!! In effetti anch’io mi ritrovo sempre a dire le stesse cose, ma avendo recensioni posso capuire se la storia sta piacendo oppure sta calando e quindi sto sbagliando qualcosa!!XD Comunque, sarà che in sto periodo mi va sempre male, ma ho perso un po’ la speranza in queste cose, quindi non posso darti ragione sul fatto che i ragazzi scelgano le brave ragazze… L

cassandra 287: Anch’io so cosa voglia dire… ma per Carlotta penso sia un po’ diverso!! Alla fine lui non lo sapeva… Come poteva?? Lei è una di quelle ragazze… Nel testo c’è la bella definizione!!!XD SI, è proprio cresciutop… E brava Ale!! Sono contenta che non ti annoiano e che questa storia ti continui a piacere!!!XD Un bacio a presto!

Grazie anche a chi continua ad aggiungermi tra le sue fanfic preferiteeee!!!

Grazie!!

Recensiteeeeeee!!

Un bacione

Somoody

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Capitolo 17
*** I love you! ***


CAPITOLO 17

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Il primo mese di scuola è passato senza volerlo.
Siamo al quindici d’ottobre.
Sono seduta al banco di scuola vicino alla finestra guardando fuori.
Ottobre…
E’ un mese tristissimo. Un intercalare tra l’estate e l’inverno dove l’aria comincia già a farsi sentire fredda e devo mettere sempre una felpa senza poter restare a braccia nude.
Poi mi viene da sorridere pensando a Robbie che, testardo com’è, non sente mai freddo e resta sempre con le maniche corte.
Sorrido perché ogni volta che penso a lui è così.
Il suo strano effetto su di me mi piace da impazzire.

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Un mese dall’inizio della scuola e adesso sono proprio qui, in una di quelle lezioni odiose.
Mi giro di lato verso Federico pensando che l’unico amico che mi sono fatto in quella classe resta lui.
Gli altri sono tutti dei bambocci montati che mi stanno sul culo solo a vederli camminare.
Poi mi giro in avanti verso la direzione di Anita che mi sta sempre più simpatica.
Al contrario del primo giorno che sembrava ci provasse con me in tutte le maniere è diventata una specie di amica e ci divertiamo assieme.
<< Mi ricordate solo quanti sono stati bocciati in questa classe? >>
La professoressa ci fa questa domanda e io alzo la mano quasi fiero di essere l’unico.
<< Ok, due soltanto. >>
“Due??”
Mi guardo in giro per la classe e scovo Federico accanto a me con la mano alzata.
Rimango sbalordito.
Tiriamo giù la mano e lui mi rivolge lo sguardo non capendo cosa abbia io tanto da guardarlo.
<< Ma scusa… Ma allora non sei secchione se sei stato bocciato!! >>
Mi guarda male.
<< Grazie… Anche da te mi devo sentir dire secchione?? >>
Non era quello che intendevo dire e cerco di rimediare.
<< No, non ho detto io che sei un secchione, ma per il nomignolo con cui mi hai detto che ti chiamano… >>
Lui non molla l’incazzatura e si gira in avanti non guardandomi negli occhi.
<< Beh, ho una notizia per te. Io sono un secchione. >>
<< Ma… >>
Mi interrompe subito in un tono triste.
<< E’ per un altro motivo che sono stato bocciato. Troppe assenze… >>
E’ veramente tristissimo, con lo sguardo perso.
Deve essere successo qualcosa di grave e, non so come, ma mi sento male per lui. E’ come se mi dispiacesse un casino.
Decido di non toccare più quell’argomento solo per non vedere più quei suoi occhi.

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Suona la campanella segnante la fine dell’ultima ora per ricordarci che finalmente possiamo andarcene a casa.
<< Ciao! >>
<< Ciao Anita!! >>
Mi allontano con Federico dalla scuola deciso a camminare per arrivare al più presto a casa.
<< Che mattina noiosa è stata!! >>
Federico interrompe il silenzio con la prima cosa che gli viene in mente, tanto per sciogliere il ghiaccio.
<< Già, è vero. >>
<< A che cosa stai pensando?? >>
<< Lo vuoi proprio sapere? >>
<< Certamente!! >>
Tiro un sospiro e poi scopro di non volerci neanche provare a chiedergli cosa non andava sta mattina nelle sue parole.
<< Stavo pensando che oggi voglio fare un passo importante. >>
Il suo viso si illumina.
<< Mi piacciono i passi importanti!! E quale? >>
<< Voglio dire “Ti amo” alla mia ragazza… Voglio che lo sappia. >>
In effetti pensavo anche a quello…
<< Ah… Io ste cose le posso solo vedere nei film. >>
Lo guardo sorridendo e dopo rompe di nuovo il silenzio.
<< Ti posso chiedere una cosa io invece? >>
<< Certo che puoi Fede! >>
<< Perchè proprio me? >>
Non capisco.
<< Cosa proprio te? >>
<< Perchè proprio me come amico? >>
<< Perchè ti stupisci, scusa?? Sei un ragazzo fortissimo e simpatico!! E sai anche essere un amico!! Dove sta il problema?? >>
<< Mi fai felice dicendomi così… Ma tutti e due sappiamo che sei mio amico perchè… Si, insomma… Ti faccio pena. >>
Una frase del genere mi colpisce al cuore e cerco subito di smentire rendendomi conto che quello che dico è quello che penso sul serio.
<< Ma non è assolutamente vero!! >>
<< E perchè non un altro?? >>
<< Ma li hai visti tutti quei mocciosetti della nostra classe come si comportano?? Mi viene ogni volta da prenderli a sberle con quel loro atteggiamento da fighetti!! >>
<< Già, ogni tanto anche a me!! >>
<< Io ero così una po’ di tempo fa… >>
<< Davvero?? E adesso perchè allora li odi?? >>
Ora sono i miei di occhi a illuminarsi tantissimo.
<< Perchè la ragazza con cui sto adesso mi ha fatto aprire gli occhi. >>
Lui si mette a ridere.
<< Devo conoscerla una volta!! >>
<< Certo!! Un giorno te la faccio conoscere!! >>
<< Sei arrivato! >>
Mi giro alla mia sinistra e noto il portone di casa mia.
<< Si, lo so… Ci vediamo domani! Ciao Fede! >>
<< Ciao Robbie!! >>
Si incammina allontanandosi da me e io confermo una cosa.
“Quel ragazzo mi nasconde qualcosa…”

-

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-

Arrivo a casa.
<< Ciao Ma’. >>
<< Ciao. Muoviti che ti si raffredda! >>
<< Ok. >>
Poso lo zaino per terra, quasi lanciandolo, e mi dirigo in bagno. Mi lavo le mani e poi mi guardo la faccia allo specchio. Sistemo la matita attorno agli occhi e imprigiono i miei capelli in una pinza, anche se i cerchioni mi danno un po’ fastidio nel prenderli, e un ciuffo mi cade davanti alla faccia.
Mi avvio alla cucina e mi ritrovo un piatto di pasta unico e svoltando l’angolo vedo mia zia che si sta mangiando un pezzo di cioccolato con i suoi corti capelli ricci e rossi.

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-

-

Salgo le scale fino alla mia porta ed entro.
<< Muoviti Robbie!! E’ già pronto!! Tuo fratello è già seduto al tavolo! >>
Mi sento urlare da camera dei miei da mia madre.
Io sbatto lo zaino dalla porta di camera mia e mi allungo fino al bagno.
Mi lavo le mani dirigendomi poi fino in cucina.

-

-

-

-

<< Ciao Ale! >>
<< Zia!!! Che ci fai qui? >>
<< Sono passata a trovarvi, che c’è? Non mi vuoi? >>
<< No, al contrario!! >>
Sono felice di vederla, con la sua simpatia mi fa divertire sempre un sacco.
La guardo meglio. Non assomiglia per niente a mia madre, soprattutto per la loro differenza d’età!! Forse mi diverte appunto perché sembra una ragazza della mia età quando ne avrà una trentina!
<< Volevo vedere come stava la mia nipotina preferita!! >>
Mi siedo al tavolo e incomincio a mangiare quel piatto di pastasciutta freddo e in bianco che mi ritrovo.
“Doppio bleah!”
<< Hai solo me!! >>
Mi azzittisce muovendo su e giù la mano.
<< Dettagli. Piuttosto… Come stai tu a ragazzi? Tua madre mi ha detto che hai il ragazzino… >>
<< Ho il ragazzo, non il ragazzino! >>
Si mette a ridere di gusto.
<< Sentiamo, quanti anni ha? >>
<< Diciassette! >>
Diventa subito seria.
<< Troppo grande per te!! >>
<< Ma che dici? Va benissimo!! Solo due anni di differenza cosa vuoi che siano? >>
<< Ma perché, quanti anni hai? >>
Sbuffo all’idea che mia zia non sappia quanti anni ho.
<< Ne ho quindici. >>
<< Già?? Come sei diventata grande… >>
La prendo un po’ in giro.
<< E già… Gli anni passano!! >>
<< E come si chiama? >>
<< Robbie. >>
<< Ma è italiano? >>
<< Mezzo. >>
<< E l’altra metà? >>
<< Olandese. >>
Incomincia a sognare.
<< Wow… Me lo immagino già… Biondo con gli occhi azzurri, giusto? >>
La smonto subito.
<< No! >>
<< Come no!! Sono famosi per quello!! >>
<< Ma quelli sono i tedeschi!! >>
<< Anche gli olandesi sono biondi!! >>
<< Si, infatti suo fratello lo è, solamente che Robbie ha preso dalla madre! >>
<< Ah… E quindi? >>
<< Castano con gli occhi blu. >>
Spalanca gli occhi.
<< Figo… >>
<< Già! >>
Alza le spalle.
<< Beh, comunque negli occhi c’avevo azzeccato! >>
<< No, tu avevi detto azzurri, invece sono blu, blu, blu, blu!! >>
Si mette a ridere.
<< Quanto blu sono? >>
<< Blu scuro! Bellissimi… >>
<< Capito… E Alice? Te la tieni ancora appressa? >>
<< Certo! >>
<< Che palle!! >>
Mi fa ridere il fatto che mia zia non riesca a sopportare Alice, forse perchè sono molto simili.
<< Ma che vuoi!! Invidiosa!! >>
<< Non sono invidiosa per niente!! >>
<< Si, perchè non hai amici!! >>
<< Non è vero!! Io ho amici!! >>
<< Ma dove?!! E lo sai che ho anche un gruppo? >>
Socchiude gli occhi e mi guarda malissimo.
<< Ok. Ora sono invidiosa! >>
<< Ah, ah! >>
<< “Ah, ah!” lo fai a qualcun altro! Antipatica… >>
<< Si, ma tranky… E’ un gruppo di troiette!! >>
<< Allora fa proprio al caso tuo!! >>
Si mette a ridere e io mi offendo.
<< Vaffanculo!! >>
<< T’ho colpita e affondata!! Ah, ah! >>
<< Sono ancora in piedi, non mi hai fatto neanche un graffio! >>
Le faccio la linguaccia.
Pulisco il piatto con l’ultima penna, mi alzo, risciacquo questo e lo metto in lavastoviglie, poi prendo una banana e un pezzo di cioccolato fondente anch’io.
Incomincio a liberare il frutto dal suo involucro giallo, la cosiddetta buccia.
<< Comunque un giorno me lo devi far conoscere sto Roby. >>
<< Robbie! >>
<< E’ uguale… >>
<< No, non lo è! >>
<< Scorbutica. E’ questo il modo di accogliermi in casa? >>
<< Già! >>
Si fa seria.
<< Ma chi ti ha ridotta così? >>
La guardo non capendo.
<< Così come? >>
<< Ribatti, rompi, antipatica… >>
Mi viene da sorridere pensando a Robbie e alla sua influenza su di me.
<< Cosa sorridi? >>
<< Penso… >>
<< Mentre ti parlo? >>
<< Esatto! >>
Si offende, incorcia le braccia al petto e guarda dall’altra parte.
<< Ma guarda questa... >>
Mi metto in bocca l’ultimo pezzo di cioccolato e esco dalla cucina.
<< Dove vai? >>
<< Lontano da te!!! >>
<< Grazie!! Questa me la lego al dito!! >>
<< Ciao zia!! >>
Entro in camera e mi vado a vestire di sopra.
“Qualcuno mi aspetta!”
Scelgo dei jeans stretti che mettono in mostra il mio culo, una delle poche cose che mi piacciono, prendo una maglia a maniche lunghe verde con dei ghirigori rosa e una felpina nera e rosa con la zip davanti.
Poi prendo il mio zaino della ‘Eastpack’ azzurro e metto dentro latino e matematica, i miei compiti per l’indomani che farò da lui, mentre lui farà i suoi.
Mi siedo alla scrivania e mi passo una salvietta struccante sulla faccia per ripartire da zero.
Prendo la matita e la passo sulle labbra degli occhi, sopra e sotto, che mi rende gli occhi più piccoli, ma anche più seducenti.
Poi prendo la mia valigetta dei trucchi e acchiappo un po’ di rosa scuro con il piccolo strumentino per passare l’ombretto e me lo spalmo sulle palpebre.
Prendo il mascara e seguo il movimento con esso delle ciglia, quelle sopra e quelle sotto.
Poi prendo il fard rosa e lo passo sulle guance e tutto d’un tratto divento più colorita.
Mi sciolgo i capelli e li sbatto a destra e sinistra. Nel fermarmi questi mi vanno solo da una parte e li sistemo. Sorrido tra me. Mi alzo dalla sedia e mi metto lo zaino in spalla.
Mi avvio verso la porta e poi mi giro di scatto.
<< Ciao a tutti! >>
<< Dove vai? >>
Mia madre spunta da camera sua per arrivare in corridoio e fissarmi.
<< Ma’, dove vuoi che vada? >>
<< E i compiti? >>
Faccio una giravolta per farle notare lo zaino, ma lei non capisce.
<< E beh? >>
Le rispondo scocciata.
<< Lo zaino, ma’… Lo zaino! >>
<< Ok. Ciao! >>
<< Ciao! >>
A questo punto esce anche mia zia allo scoperto.
<< Ciao Ale! >>
<< Ciao zia. >>
Mi punta il dito contro.
<< Aspetta un attimo, dove vai? >>
<< Mi’, che rompi… Dove vuoi che vada!! >>
<< Ma è presto!! >>
<< E allora? Sei peggio di mamma!! >>
Fa gli occhioni dolci.
<< Posso venire con te? >>
La fulmino con lo sguardo.
<< Scherzavo… >>
Mi giro e finalmente esco dalla porta.
Tiro un sospiro di sollievo, chiudo gli occhi, respiro e li riapro.
Scendo le scale e apro il portone.
Esco del tutto e mi incammino verso la fermata dell’autobus.
Questo arriva dopo cinque minuti.
Salgo e mi siedo sul sedile.

-

-

-

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<< Ciao. >>
<< Facciamo la stessa scuola! Mi spieghi perchè non possiamo andare e ritornare assieme?? >>
Eric mi interroga come al solito sulla cosa che gli passa per la testa in quel momento.
<< Senti… Abitiamo già sotto lo stesso tetto sia a casa che a scuola… Ancora vuoi torturarmi quei dieci minuti che posso restare con gli amici?? >>
Si mette a ridere.
<< Scusa, ma che amici?? >>
<< Molto spiritoso, ma io ho un amico! >>
<< Non ti rivolgerai mica a… O mamma mia!! Dimmi che non ti stai riferendo a quel “Quattrocchi deficiente”!! >>
Mi scaldo al suono di questi nomignoli.
<< Smettila di chiamarlo così!! Non è affatto deficiente!! >>
<< Ok. Va bene che non te ne frega più niente di quello che pensano gli altri, ma a tutto c’è un limite!! >>
Rispondo abbastanza scocciato e sono anche abbastanza alterato.
<< E devi stabilirlo tu quel limite?? >>
Lui ignora la mia domanda e ricomicnia a parlare con molta calma.
<< Quando ti ho detto di farti un amico perchè poi ti possa passare i compiti e suggerirti, non mi riferivo al più secchione della classe!! >>
<< E’ stato bocciato!! >>
<< Beh, ancora peggio!! Non c’è motivo di stargli amico!! >>
<< Ma tu non avrai un motivo!! Smettila di criticarlo, mi da fastidio!! >>
<< Ok. >>
Finisco il mio piatto di insalata in silenzio e da parte di mio fratello non esce più fiato.

-

-

-

-

Dopo qualche fermata arrivo alla mia.
M’incammino verso casa sua e suono.
<< Si? >>
Sua madre risponde al citofono.
<< Sono Alessia. >>
<< Ah, sali! >>
Sorrido e mi apre il portone.
“Sua madre… Sempre così gentile e sorridente!Almeno verso di me!”

-

-

Dopo circa mezz’ora io e mio fratello siamo in camera nostra quando sentiamo suonare il citofono.
<< E chi cazzo è?? >>
<< Chi vuoi che sia… E’ Ale!! >>
<< A quest’ora?? Ma deve sempre rompere?? Non si riesce mai a stare da soli?? >>
Il suo tono è incazzato.
<< Oh, ma che cazzo c’hai oggi, si può sapere?? >>
<< Niente… Assolutamente niente. >>
<< Se… Niente… >>
<< Beh, lo vuoi sapere?? >>
<< Si!! >>
Incorcia le braccia al petto e mi guarda fisso negli occhi.
<< Abbiamo perso un altro componente del gruppo. >>
Muovo la testa rassegnato.
<< Tanto sto gruppo è già degradato!! Carlotta, Dimitri e Carolina non ne fanno più parte e io e Ale praticamente neanche! Beh… Chi se n’é andato?? >>
<< Francesco… Ha litigato con Samuele e automaticamente con Dario perchè sono culo e camicia. >>
<< Quindi, di logica, se né andata anche Veronica… >>
<< Esatto. >>
<< Che schifo di gruppo… Quasi era meglio quello che avevo prima!! >>
<< Ma vaffanculo!! >>

-

-

Arrivo al piano desiderato ed entro dalla porta socchiusa.
<< Ciao. >>
<< Ciao!! >>
Ad accogliermi c’è solo sua madre.
Mi dirigo verso la camera di Robbie.
Da fuori sento qualcosa. C’è anche Eric.
“Ma si deve sempre litigare tra fratelli?”
Apro la porta.
<< Ciao! >>
Robbie si gira e Eric si sporge per vedere chi è entrato.
<< Ciao piccola! >>
<< Bleah, piccola… Ciao Ale! >>
<< Ciao Eric! >>
Robbie mi viene incontro e mi bacia.
“Lui e le sue solite magliette a maniche corte…”
Gli tocco le braccia e sento quasi freddo io.
<< Ma non hai freddo? >>
<< Ma figurati!! >>
Guardo Eric che anche lui è in maniche corte.
<< Non vi capisco… >>
<< Sei tu che sei freddolosa!! >>
Poi si volta indietro e guarda Eric.
<< Eric, ma tu non devi uscire? >>
<< Non mi vuoi Bro? >>
<< No! >>
<< Rompipalle… >>
Sua madre sbuca dalla porta.
<< Ragazzi, io esco, non fate troppo casino, ok? >>
Poi mi guarda e si rivolge a Robbie.
<< Robbie, tesoro, falle togliere lo zaino dalle spalle a questa povera ragazza!! Miraccomando… Niente casino! >>
Se ne esce dalla camera e la sentiamo uscire di casa.
Mi sfilo lo zaino e glielo do in mano.
<< Ha ragione, fai il gentiluomo Robbie!! >>
<< Molto divertente… Dai andiamo di là, così ce ne stiamo un po’ da soli. >>
Robbie si gira verso Eric alludendo a lui e io sorrido.
<< Ottima idea… >>
Mi mordo il labbro inferiore, lo guardo provocante dal basso all’alto e spalanco e ristringo veloce gli occhi, poi lui si mette a ridere e usciamo.

-

-

<< Non sei capace a fare la provocante!! >>
Continuo a ridere e lei fa la faccia da offesa e mi butta sul divano, io però, mi tengo a lei e la porto giù con me.
Caduti, mi tira due piccoli pugni sul petto e io le fermo le mani con le mie e cerco la sua bocca, trovandola.
La sento prima ribellarsi, ma poi si calma.
Sposto la mia mano sulla sua guancia e ci stacchiamo. Lei mi guarda sorridendo e si alza liberandosi dalle mie mani. Così io la seguo nell’impresa.
<< Dobbiamo fare i compiti… >>
Vengo in questo modo risvegliato da un sogno bellissimo…
<< Oh, no! Ma chi ne ha voglia!! >>
<< Sei già stato bocciato una volta, vuoi essere bocciato ancora? >>
<< Uffi… Come sei pessimista!! >>
Si siede su una sedia e tira fuori dal suo zaino il libro, il quaderno e il dizionario di latino.
Io vado in camera mia e Eric è sdraiato sul letto.
“Non fa mai niente…”
<< Che cosa ci fai qui? Non volevi liberarti di me? >>
<< Infatti sono venuto a prendere solo matematica. >>
Mi guarda male.
<< Ma non stavate facendo casino?? E ora fate i compiti? Ma chi vuoi prendere in giro?? >>
<< La capa ha ordinato… >>
<< Ora ti fai pure comandare da una ragazza?? >>
<< Certo!! Tu non sai cosa vuol dire… >>
Mi fa la linguaccia e io esco da quella stanza raggiungendo il tavolo al quale è seduta Alessia.
Mi siedo anch’io e apro il libro e il quaderno prendendo una penna e posizionandomi su di essi. Lei mi sorride e io rispondo.
Comincio a scrivere qualcosa, ma la mia mente non riesce a distaccarsi dal suo pensiero.
Così la guardo.
La osservo scrivere, leggere, puntare il dito sul dizionario fino a trovare la parola desiderata e leggere il significato. Poi ancora scrivere e seguire la routine che la seguirà fino a termine compito.
“Ma io devo trovare quel momento giusto… Proprio oggi.”
A un certo punto lei si accorge del mio sguardo perso e mi rivolge il suo.
<< Allora? Che stai facendo? >>
<< Ti stavo ammirando… >>
<< E i compiti? >>
<< E come fai a fare i compiti quando hai una meraviglia davanti ai tuoi occhi che non ti permette di toglierle occhio di dosso? E’ una cosa impossibile, non mi fai concentrate!! >>
Lei mi guarda e sorride.
<< Ma come si fa sul serio!! Chi se ne frega se prendo una nota!!! >>
Si alza dalla sedia e mi viene incontro sedendosi sulle mie gambe.
Mi bacia, ma mi bacia, mi bacia, mi bacia… Non so quante volte mi bacia. So solo che mi bacia. E questo mi basta.
Quando smette di baciarmi, mi guarda negli occhi vicinissima toccandoci naso con naso.
“Questo è il momento…”
Faccio fatica a pronunciare queste parole, è così difficile…
<< Ti amo. >>
Si allontana lentamente dal mio viso e noto il suo sorriso spegnersi.
<< Che cosa hai detto? >>
<< Che ti amo, sul serio. Mi sono innamorato di te. Cioè… Veramente già da quando ci siamo messi insieme, ma era ora che te lo confessassi!! >>
Le ritorna il sorriso sulle labbra e mi abbraccia, quasi stritolandomi.
<< Anch’io, ti amo, anch’io! >>

-

-

“Ti amo…”
Una parola così difficile da pronunciare e soprattutto bellissima da sentire. Una parola magnifica. Nessuno può sapere come ci si possa sentire a sentirsi dire “Ti amo” se non l’ha mai provato. Ma io posso affermarlo, finalmente. Io l’ho sentito!
“Robbie, ti voglio… Ti ho! Non ti lascio andare… Sei mio!! Mio, mio, mio!!!!!! Ti amo, anch’io Robbie, ti amo. Da morire… Ti amo!! E’ una bellissima parola e pochi sanno il significato di questa, ma io si. Ora lo so. Robbie… Io ti amo.”

-

-

Contraccambio il suo abbraccio stringendola a me.
Il profumo dei suoi capelli mi accompagna in quest’impresa e io mi sento sollevato, mi sento sollevato nell’averle detto quello che provo.
“Che ti amo, che ti amo, che ti amo, che ti amo… E mi ami anche tu…
Non lasciarmi mai. Ti amo.”

Io non lo sooooo…!!!! Ma sono fiduciosa!! Prima o poi lo sentirò dire anch’io una frase così, me lo sento!!!!

Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo!!

Chiedo umilmente perdono per non riuscire a rispondere alle vostre recensioni, ma devo scappare che devo andare a dare un esame di ecdl e ho una paura!!! Non so nulla!!

Però ho notato che snono ritornate a essere 7!!! Grazieeee!!!

Grazie

Grazie

Grazie

Grazie

Grazie

Grazie

Baci Somoody

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Capitolo 18
*** Con te... ***


CAPITOLO 18

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Come faccio ad essere concentrata a scuola, quando solo ieri ho saputo che il mio ragazzo mi ama? Quando finalmente ci siamo dichiarati, tutti e due?
E come faccio a prendere un buon voto di latino quando ieri non ho studiato perchè sono stata con il mio ragazzo che si è dichiarato?
E come faccio a sorridere dopo aver preso un’insufficienza in una materia tutt’altro che facile come il latino?
Come faccio?
E’ semplice.
Sono felice. Felice sul serio, come non lo sono mai stata.
Quella che provo dopo che il ragazzo che amo mi dice che mi ama è un’emozione che non si può immaginare. Si deve provare.
“Robbie, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…”

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<< Indovina? >>
Mi ritrovo a scuola il giorno dopo il fatidico.
Siamo nell’ora di matematica e come al solito, in quell’ora, io e Federico cominciamo a parlare.
<< Cosa… >>
Mi risponde senza interesse.
<< Sei scocciato? >>
<< No! Dimmi! >>
Non mi sembra convinto, mq laq voglia di raccontare è così grande che mi ci fa passare sopra.
<< Ieri ho detto ad Ale quello che dovevo dire!! >>
<< Wow!!! E cosa ti ha detto lei? >>
<< Mi ha abbracciato, mi ha baciato e mi ha detto che mi ama anche lei.>>
Non sembra molto felice.
“Forse non devo troppo parlargli di una ragazza a Fede…”
<< Sono felice per te!! >>
<< Grazie!! >>
Anita si gira verso di noi.
<< E così ce l’hai fatta, signor “Non ce la faccio”… Se non ci fossi io a buttarti!! >>
<< Ce l’ho fatta benissimo signora “Buttati, vedrai che andrà bene”!! >>
<< Beh, non dirmi che non avevo ragione!! >>
Le sorrido e apprezo tutto quello che ha fatto per me.
<< Lo sai che hai sempre ragione!! >>
Lei sorride con quella felicità negli occhi che mi fa dimenticare il resto.
<< Mi piaci quando fai così!! >>
<< E tu mi piaci quando sorridi!! >>
Sorride ancora di più e si gira dall’altra parte.
Federico incomincia a scrivere sul banco.

Non dovevi…
Cosa?
Non dovevi dirgli che ti piace quando sorride.
Ma perchè, scusa? E’ la verità!
Non importa… Lei magari poi si aspetta qualcosa!
Forse dovevo dirgli “e a me piace il tuo sorriso.” Hai ragione.
No! Non dovevi dirgli proprio niente!!
Le ho fatto un complimento!!
Non importa…
Ok…

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Suona l’intervallo.
Fabiana viene da me tutta preoccupata.
<< Ale… >>
Le sorrido.
<< Oh, ciao Fabi! >>
<< Guarda che hai preso quattro al cinque! >>
<< Si, lo so! >>
Io non riesco a smettere di sorridere e lei mi guarda strana.
<< E come fai ad essere così felice? >>
<< Ieri Robbie mi ha detto che mi ama!!! >>
<< Wow! Però… Ti sembra una scusa per non aver studiato e così aver preso dal quattro al cinque? >>
<< Si. Una scusa più che accettabile!! >>

Fabiana incomincia a farmi la predica.
<< No Ale! Se non devi studiare per tutte quelle volte che passi una bella giornata con il tuo ragazzo allora sei già rovinata, e ti consiglio di cambiare scuola, perchè così non va!! >>
Giro gli occhi al cielo.
<< Mi sembri la prof!! >>
<< Ma è vero!! Non puoi non studiare ogni volta che trovi una scusa così!!! >>
<< Così come? Poco importante? Il mio ragazzo mi dice che mia ama e tu la chiami cosa poco importante? >>
<< Non ho detto che è poco importante, solo che dopo che ti ha detto ti amo, tu potevi benissimo baciartelo, e poi tornare sui libri! >>
Alzo un sopracciglio e la guardo di traverso.
<< Eh certo… Ho il mio ragazzo davanti che mi dice “Ti amo” e io gli dico, “Scusa, ma devo fare i compiti!!” Dai, Fabi!! Se non sono preoccupata io ci sarà un motivo! Lo recupero!! Non ti preoccupare!! >>
<< Ok. Allora usciamo? >>
<< Usciamo!! >>

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Sono davanti al portone di Alessia.
Ho una bella sorpresa per lei.
Voglio portarla su ‘Diana’. Voglio restare solo con lei in un posto dove sono sicuro che non ci sia nessun altro.
Citofono e sue madre risponde.
<< Chi è? >>
<< Sono Robbie! >>
<< Robbie!! Sali pure! >>
Sento aprire il portone e lo apro salendo le scale.
Sua madre mi sta aspettando vestita con una tuta da casa tutta grigia sorridendo.
<< Come stai? >>
<< Bene, grazie! Voi? >>
<< Noi tutti bene! Ale è in camera. >>
<< La raggiungo allora!! >>
Sua madre chiude la porta dietro di me e io mi dirigo alla porta di camera sua.
Apro ed entro.
Lei è seduta sul divano che si sta guardando i Simpson alla tv.
<< Ehy, che ci fai qui? >>
<< Voglio portarti lontano da qui… >>
Mi sorride divertita.
<< Adesso? Ma oggi esco con Alice! >>

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Mi chiude la tv poi si sistema vicino a me, mi guarda e mi fa chiudere gli occhi toccandomi delicatamente le palpebre. Poi lo sento avvicinarsi a me e sento il suo respiro sempre più vicino, quando lo percepisco nel mio orecchio e la sua voce comincia a riprodursi con un volume basso e seducente.
<< Ale, tiene gli occhi chiusi… Immaginati un posto, lontano da tutti, lontano dal mondo, con solo noi due, solo noi e nessun altro, con nessuno nei paraggi… Ci sei? >>
Faccio una faccia deliziata.
<< Si. Ci sono. >>
<< Poi immaginati il mare, il suo odore, le onde, il loro movimento che ti ondeggia qua e là, che ti culla, il venticello fresco, i gabbiani che volano, che rendono un’atmosfera romantica… E ti ripeto. Siamo soli noi due in un’atmosfera romantica. Completamente soli… Ci sei? >>
L’agitazione sale e vorrei che quella che vedo attraverso la mia immaginazione non sia solo fantasia, ma realtà.
<< Posso aprire? >>
<< Devi dirmi se ci sei… >>
<< Si, ci sono, ma come faccio a chiamare Alice e a dirle che non possiamo vederci se ho gli occhi chiusi? >>
Si allontana da me e lo sento sorridere.
<< E’ stato facile! In questo caso puoi aprirli. >>
Gli sorrido e prendo il cellulare. Poi lo guardo.
<< Che ne valga la pena!! >>
<< Tranquilla!! >>
Ritorno con lo sguardo sul mio cellulare. Non c’è neanche bisogno di scorrere la lista perché lei è la prima. Alice.
La chiamo.
<< Pronto? >>
<< Ehy, Ali… >>
<< Si, mi sto preparando, arrivo! >>
<< No, Alice, fermati! >>
<< E perchè? >>
Le dico tutto d’un fiato sapendo che fra meno di pochi secondi lei sarà arrabbiata con me.
<< Perchè devo uscire con Robbie! >>
Come previsto, incomincia ad urlarmi contro.
<< Ma ci sei già uscita ieri e ci uscirai anche domani, non possiamo più molto tempo insieme noi due!! >>
<< Ali, approfittane di vederti ancora con Edoardo! Noi due ci vediamo domani!! >>
<< No, oggi esco con te. >>
<< Alice, non mi fare arrabbiare. Se sposto l’appuntamento con Robbie a oggi, anziché a domani, ci sarà un motivo, no? Per favore… Ci vediamo domani!!! >>
La sento sbuffare.
<< Si, che motivo ci sarà… >>
<< Ali?? >>
<< Ok, metti la tua migliore amica sempre al secondo posto, eh? Miraccomando. >>
<< Grazie Ali! Ti voglio bene!!! >>
Lei, finalmente, si mette a ridere.
<< Lecchina… >>
Chiudo la chiamata e poi guardo Robbie che mi sorride.
<< Allora? Dove mi porti? >>
<< Da ‘Diana’… >>
Rimango perplessa.
<< Ma Diana non è tua madre? >>
<< In un certo senso… >>
<< Cioè? >>
<< Poi lo scoprirai… >>
<< Mmm, mi piacciono le sorprese!! Il problema è che sono troppo curiosa!! >>
<< Fa niente! Ci resisti!! >>
<< Uffa… >>
Prendo il cellulare e le chiavi e gliele infilo nelle tasche dietro dei pantaloni.
Entra mia zia.
<< Ciao… >>
Mia zia lo saluta con una voce tutt’altro che normale. Evidentemente deve aver affermato quella frase che diceva “Figo…”.
La guardo fulminandola.
<< Ciao. >>
<< Finalmente ti conosco… Roby, giusto? >>
<< Robbie, si. E lei è Elisa, mia zia. >>
Si stringono la mano.
<< Beh, ora noi andiamo. >>
<< Ciao. >>
<< Ehy, prendi il casco! >>
<< Si… >>
Vado nell’armadio a muro e mi prendo un casco grigio che serve per quando mio padre accompagna qualcuno in moto, non per il mio motorino, figuriamoci...
Usciamo di casa e lui mi porta sul suo motorino.
Io mi metto il casco, lo lego e mi metto dietro di lui.
Passiamo la strada in un attimo, con l’aria fresca che ci piomba addosso e scendendo dal Sud-Est.
Mi porta al porto e inizio a capire qualcosa.
Scendiamo dal motorino nei parcheggi di questo.
Poi mi prende la mano e io lo seguo.
<< Cioè, fammi capire… Tu hai una barca e non me l’hai mai detto? >>
<< Non è mia! Mio padre s’incazza se sa che l’ho presa… >>
Io sorrido e lo prendo un po’ in giro.
<< Ma tu faresti di tutto pur di farmi vivere nuove emozioni e farmi essere felice, giusto? >>
Si ferma, mi guarda, mi bacia e poi prosegue.
<< Giusto. >>
Rimango un po’ scombussolata
<< Wow, mi hai sorpresa… >>
<< Si, mi è venuto così. D’istinto!! >>
Poi si ferma e cambia direzione, verso l’acqua.
Sale su una barca tutta bianca con la scritta in blu ‘Diana’.
Mi allunga la mano dal bordo e mi sorride.
<< Vieni. >>
Io gli prendo la mano e faccio un saltino dalla terra ferma alla barca.
Lui mi prende abbracciandomi e io lo guardo fortemente negli occhi e mi lascio andare ai baci.
Subito dopo mi siedo su un bordo e noto lui slegare il nodo all’attracco al molo nel mentre che mi scambia un sacco di sguardi e lasciarci andare lontano, poi spiega le vela e il vento abbastanza potente la fa partire lontano.
Per un po’ controlla, per veder dove va, e io lo ammiro impegnarsi in qualcosa e la serietà che ci mette, contrastata da vari sorrisi che mi manda.
Fuori dal porto e da quell’acqua sporca e verdognola, ci ritroviamo in mare aperto.
Robbie lascia il comando fermando la barca e mi viene incontro.
<< Entriamo dentro che qui fa freddo? >>
<< Si… >>
Lo guardo, ma i miei pensieri che elogiano il mare cominciano a farsi sentire.
<< Che bello essere qui… In mezzo al mare da soli… >>
<< Te l’avevo detto che ne sarebbe valsa la pena!! >>
Continuo ad ammirarlo.
<< Io lo adoro il mare. Ti da quella sensazione di infinito, di profondità… Non so, mi rilassa, il movimento delle onde, il loro ondeggiare, il loro scontrarsi con la riva, con gli scogli, ti dà significato di una forza insormontabile, ti dà senso di romanticismo, soprattutto quando il sole ci muore dentro… Vorrei essere un pesce per scoprire tutte le sue meraviglie che nasconde all’interno di queste acque salate, poter nuotare senza il bisogno di emergere alla superficie… E soprattutto sentirti libera, da tutto. Libera… >>
<< Vedo che ti piace molto sto coso blu!! >>
Sorrido al suono del suo nomignolo.
<< Si… >>
<< Dai entriamo! >>
Gli prendo la mano ed apre la porticina della casetta. Dentro c’è un letto a castello, un tavolino rotondo con due sedie, un piccolo frigo con sopra un piccolo stereo portatile, un piccolo divanetto marrone e una porta.
Mi chiude questa dietro e sto a guardare lui che va alla radio e prima di accenderla si gira verso di me.
<< Ho messo delle canzoni che possono piacere a tutti e due, dato che i nostri gusti sono completamente diversi! >>
Io sorrido.
<< Ok!! >>
Accende e parte la canzone dei Backstreet Boys ‘Incomplete’.

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Raggiungo lei e la prendo muovendomi a tempo di musica e la bacio ondeggiando. Lei, imbarazzata dal fatto che non sa ballare, si stacca da me e sale sul letto superiore del letto a castello e mi fa segno di raggiungerla. Io non me lo faccio ripetere due volte e lo faccio.
Le accarezzo il viso e la bacio.
Poi la sento tremare.
<< Fa freddo! >>
<< Come hai freddo? >>
<< Si… >>
<< Vuoi che ti riscaldi io? >>
<< Magari… >>
La abbraccio e poi posiziono le mie mani sulle sue braccia accarezzandola frettolosamente su e giù e la bacio. Quello non può mancare.
<< Ancora? >>
<< Si… >>
<< Che palle che sei!! >>
<< Che ci posso fare, ho freddo!! >>
Poi la guardo.
“Ho troppa voglia… Ho voglia di averti.”
<< Conosco un metodo infallibile per scaldarti… >>
<< E quale sarebbe? >>
La guardo fissa negli occhi e incomincio a prendere la cerniera della felpa e ad aprirla togliendola.
<< Scusa, tu mi faresti venire caldo spogliandomi? >>
Io la continuo a fissare seriamente e anche il suo sorriso svanisce.
Dalla radio fuoriesce una canzone bellissima, perfetta per l’occasione e capisco che questo è il momento più che perfetto.
‘Semplicemente’ degli Zero Assoluto.

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Il cuore incomincia a battere, fortemente. Non ce la fa più, non si trattiene, scoppia.
“Non ne sono sicura… Non mi sento ancora pronta. O si… Non lo so. Però sento una forte attrazione verso di te, ma attrazione fisica, voglio spogliarti, mi viene questa voglia, perchè non può essere oggi il momento che tanto aspetto? Con il ragazzo che amo?”
Mi bacia sul collo e ritorna a sfiorarmi le labbra, a infilarci la lingua dentro, a farmi assaporare ogni suo movimento.
Poi si blocca, probabilmente in qualche mio segnale, se voglio fare qualcosa o meno. Io gli sorrido e lui sorride a me.
Mi bacia ancora e incomincia a sfilarmi la maglietta, lentamente.
Mi ritrovo in reggiseno, davanti a lui. La luce entra fioca dalla finestra chiusa e la musica riempie la stanzina vuota con un’atmosfera magica, con ‘Semplicemente’, ci avvolge, ci culla, fa di tutto. Tranne che distrarci dal momento…
Mi bacia sempre di più, sempre più appassionatamente, sempre più frequentemente, sempre con più gusto, sempre più nudi…
Lui si sfila la sua maglietta a maniche corte e ritorna immediatamente sulla mia bocca cercando si sbottonarmi i jeans. Io muovo le mie mani difficilmente, immobili dall’agitazione e rabbrividendo gli sbottono i pantaloni.
Incomincio a tremare sempre di più e lui si ferma.
<< Ehy, se non sei pronta posso ancora aspettare… >>
<< No, non fermarti. >>
Mi sorride dolcemente.
<< Stai tranquilla… >>
Ritorna vicino al mio viso e si avvicina al mio orecchio.
<< Ti amo. >>
Ritorna a baciarmi le labbra, il collo e a sfilarmi i pantaloni.
Rimango in intimo e mi toglie guardandomi da lontano i calzini.
Poi si toglie i pantaloni e ritorna sopra di me gattonando e ritorna a baciarmi. Mette una mano sulla mia schiena e la sento fredda. Mi muovo un po’ sentendo questa gelida, ma si trasforma presto in un brivido di piacere quando comincia a salire lentamente, lungo la mia schiena, fino al reggiseno. Tocca la chiusura e lo apre. Me lo toglie sfilandomelo dalle braccia e mi bacia sulla pancia, salendo sempre più su, più su, sfiorandomi il seno, baciandolo…
Si alza e tocca con le dita il bordo delle mutande, io chiudo gli occhi, fortemente. Infila le dita dentro e me le leva lentamente, passandole per la gambe ormai nude.
Ora sono completamente senza veli, naturale.
Apro gli occhi. Lui mi guarda e mi sorride, probabilmente per tranquillizzarmi, ma non ce la fa.
Si toglie i boxer e incomincia ad aprire una confezione di un preservativo. Se lo indossa e ritorna sopra di me, allargandomi con le sue mani fredde le gambe, alzandole e piegandole appoggiando i piedi sul letto.
Mi bacia ancora dappertutto, incominciando a muoversi sopra di me.
E, piano piano, lo sento… E’ lui.
Sento un certo dolore che mi fa gemere. Lo sento dentro di me. Stringo i denti. Si muove ancora sopra di me e la mia agitazione si va più attenuando. Il mio respiro si fa sempre più affannoso e sento i suoi vicino a me.
Mi tiene i capelli con la mano e le nostre guance sono attaccate l’una alla altra. Con l’altra mano tiene la mia, quella più agitata, quella che più trema, lo fa più che altro per farmela tenere ferma.
Il dolore è sempre più lieve e io incomincio a trovare un certo tono di piacere in quegli armoniosi movimenti.
L’altra mano libera la porto sul suo viso, lo sposto sulla mia bocca e lo bacio, sempre con più forza e con la bocca aperta non faccio a meno di respirare ad alto volume, non con voce, semplicemente il mio respiro è più affannoso.
“Bella la parola… Semplicemente. Come la canzone, la nostra canzone.”
Mi libero dalla sua mano e la porto alla sua schiena accompagnata dall’altra e le tocco le sue scapole nude e appiccicaticce. Sposto il collo all’indietro e lui ne approfitta per baciarmelo.
“Robbie, ne è valsa la pena…”
Le sue mani si spostano su di me. Una mi tocca la schiena e me la accarezza, l’altra si posa al cuscino. Io appoggio la mia testa contro la sua spalla che si muove e lui mi bacia la testa.

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Faccio lentamente, per paura di farle del male, per paura di fare qualcosa che a lei non va bene. E’ un piacere unico, diverso da come ho già fatto.
Questa volta lo sto facendo con amore… Anzi, se prima facevo sesso, ora sto facendo l’amore. E posso dire anch’io che questa è la mia prima volta. E’ la prima volta che faccio l’amore.
“Ale… Finalmente ho provato tutto con te e non potrei essere più felice. E’ così bello… Auguro a tutti di provare una cosa del genere. Anche se penso che il nostro amore è imparagonabile. Nessuno ci può battere. Nessuno può vedere una ragazza come quando io vedo Ale, a nessuno batte il cuore di più del mio di quando vede o sente Ale, nessuno può sapere il sentimento che provo verso di lei. E’ incredibile… Proprio come lei. Non esiste nessuna al mondo che può paragonarsi a lei. E’ unica. Ed è mia…”

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Poi, pian piano, si allontana da me. Mi bacia un ultima volta e i suoi occhi mi guardano.
“Che ho fatto… Ora non sono più vergine!! Non sono più una bambina innocente, non sono più un sacco di cose!! Oh, Robbie… E’ stato bellissimo… Con te, insieme, abbiamo scoperto una cosa nuova del nostro rapporto, una cosa piacevolmente bella, una nuova parte… E’ la prima volta che ti ho visto nudo, è la prima volta che i nostri corpi sono stati così avvinghiati, così vicini… E’ la prima volta, la mia prima volta. Ed è stata con te Robbie. E’ stata con te e sono felice. Con te…”

O_O Ok, forse questo aveva il rating un po’ rosso, ma va bene lo stesso… Spero nn vi abbia procurato fastidio!! Anzi, a me per esempio tutt’altro!!!XDXD Volevo essere su Diana al posto di Alessia!!!! Ma chi è lei?? Che ha che io non ho??? XDXD

Ringraziando chi continua a mettermi tra i preferiti che ora sono 34 (Mi fate feliceeee!), passo alla ripsposta di ogni commento che come al solito mi fanno sempre un sacco di piacere!

BabyzQueeny: Ecco qua che ho continuato!! Grazie! Sono conmtenta che ti sia piaciuta la storia!! Mi fai molto felice a dirmi tutte queste cose!! Grazie!!!!

pazzerella_92: Che complimento! Perfetto!!! XD AHAH!!! Grazieeeeee!! Spero sia perfetto anche questo!! Mi piace l’idea… Perfetto!!! XD Baci

Avril1113: Grazie!! Ma secondo me è molto più bello questo capitolo!!XD Spero ti piacerà pure questo!

_NovemberThree_: Già, bellissimo! XD Per Eric lo scoprirai che cosa gli succede… Ma prima…. Spazio a Robbie ed Alessia!! Graziee!!

Betty O_o: Grazie!! Riguardo al brutto presentimento non ti posso dire nulla e per Eric… Ti assicuro se c’è una ragione precisa se è diventato così!! Poi lo scoprirai… Mi fa tanto piacere se questa storia ti piace molto!!! E eccola aggiornata!! Spero ti continui a piacere!

kry333: Già, peccato che Robbie sia solo una mia creazione!! :-( Ecco il nuovo capitolo, sono contenta che ti sia piaciuto anche lo scorso!! A presto! Baci

ElianaTitti: Mi ritrovo anch’io nella tua stessa situazione, ma sono sicura che prima o poi tutti ce lo sentiamo dire, preferisco vivere sperando questo, perché essendo una romantica al 100% non sperandolo non avrei più un mio obbiettivo, anche se la mia vita mi sta portando ad essere tanto pessimista e difatti ora come ora so benissimo che dovrò aspettare mooolto tempo! Perciò stai tranquilla, anche per te sarà la stessa cosa! Intanto ti ringrazio per continuare a leggere il mio libro e spero che ti continui a piacere! Un bacio Somoody

Grazie a tutti!! Recensite in tanti!! Sto capitolo a parer mio mi prende troppoooo!! :-P AHAH!!!

Un bacio a tutti

Somoody

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Capitolo 19
*** Diana è speciale ***


CAPITOLO 19

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Siamo sul letto, abbracciati, racchiusi in una coperta.
Sono tranquilla nascosta dal suo braccio, sempre più mio.
Mi bacia la testa e poi incomincia a parlarmi.
<< Come ti senti? >>
“Come vuoi che mi senta? Sto esplodendo! Sono felicissima, Robbie. Felice di averlo fatto con te.”
<< Benissimo!!! >>
<< Davvero? >>
Mi giro verso di lui, gli sorrido e muovo la testa in un si e poi lo bacio.
“Che emozione, che passione, che avventura… Che ragazzo!!”
Mi tengo sempre di più il lenzuolo per nascondermi il seno. Lui ridacchia.
<< Eh, dai, tanto oramai ti ho vista tutta nuda, che ti nascondi? >>
<< Mi piace tenerti nascosto ancora qualcosa… >>
<< Mmmm, intrigante… Il problema è che oramai ti conosco a memoria!! >>
<< No, non ne hai avuto il tempo di ammirarmi e imprimermi nella testa! >>
<< Ho una capacità di memorizzazione che ti sorprenderà! >>
Sorrido e la cosa la trovo alquanto eccitante.
Alzo un sopracciglio.
<< Immagino… >>
<< Allora? >>
<< No! >>
Guardo l’orologio sul polso e mi rivolgo a lui.
<< Dobbiamo andare a casa ora, non trovi? >>
<< Che ore sono? >>
<< Le sei e mezza. Non sappiamo neanche dove siamo!!! >>
<< E che t’importa!! Meglio, no? >>
<< Dai, riportami a casa. >>
Mi alzo da lui controvoglia, ancora senza veli e lui mi ammira, sorridendo.
<< Ma non volevi tenerti nascosta? >>
Mi guardo da cima a fondo e poi mi rivolgo a lui sorridendo.
<< Causa forze maggiori. >>
<< Certo, come no… >>
Lo guardo e rispondo al suo sorriso, poi prendo le mutande bianche sbattute per terra e me la faccio passare tra le gambe fino alla loro posizione. Mi infilo i calzini seguiti dal reggiseno. Poi prendo la maglia e la faccio passare attraverso le braccia, fino al suo posto, fino a nascondermi dalla nudità. Prendo i miei jeans e li infilo saltellando un po’ in su per farmeli entrare. Agguanto la felpa e me la chiudo, poi ritengo le braccia dal freddo e guardo Robbie, stravaccato sul letto, ancora dentro le coperte, ancora nudo, che mi guarda con la testa appoggiata sulla mano che si tiene con il gomito sul letto.
<< Allora, ti alzi o no? >>
<< Sono stanco… Mi hai fatto faticare!! >>
<< Ma guarda questo… >>
<< Ho fatto tutto io!! >>

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Mi guarda con la bocca aperta e fa la faccia da offesa. Così a me tocca alzarmi e andare verso di lei, stringendola da dietro.
<< Dai… Sei stata fantastica!! >>
<< Ma se hai fatto tutto tu? Io non ho saputo far altro che sbottonarti un bottone, oltretutto tremolando!! >>
Sorrido accorgendomi di quanto mi piaccia il suo essere ingenua.
<< E che cosa pretendi? Era la tua prima volta!! Vedrai, dopo due o tre volte diventerai ancora più esperta di me! E ci vuole tanto!!! >>
<< Puff… >>
Sbuffa girando gli occhi, non credendoci.
<< No, forse ho esagerato… Diventerai perfetta come me!! Ecco, così va meglio! >>
<< Se lo dici tu… >>
<< Lo dico io!! >>
Mi fa la linguaccia.
<< Vanitoso!! >>
<< D’altronde… >>
Si gira e mi abbraccia anche lei.
Poi mi guarda in basso e ritira su lo sguardo deliziata.
<< Non sarebbe meglio vestirsi? >>
Mi guardo e mi rendo conto di essere ancora completamente nuda.
<< Oh, come sei noiosa… Non ti affascino di più così? >>
<< Se mi vuoi portare a casa nudo… >>
Sorrido all’idea.
<< E perchè no?? >>
Alza il sopracciglio e mi guarda di traverso.
Così mi giro e vado verso i miei vestiti. Mi metto le mutande, i calzini, mi infilo i jeans e prendo le scarpe sistemandomele ai piedi.
“Non voglio riportarti a casa… Non voglio più staccarmi da te!!! Perchè non ci sposiamo??? Ah, ah! Forse però in questa frase non c’era tutta ironia…” Mi giro verso Alessia e le comunico i miei pensieri.
<< Mi è venuta una grandissima idea!! >>
<< Sentiamo… >>
Mi guarda male.
<< Perchè in quel tono? >>
<< Perchè sono curiosa di sapere la tua grande idea!! >>
Dice quest’ultima frase in tono sarcastico e si mette a ridere.
<< Ma sentila, è stupenda!! >>
Si arrende e decide di ascoltarmi.
<< Bene, allora dimmi! >>
<< Scappiamo? Dai, dai!! Prendiamo la barca, cosa che abbiamo già sotto di noi, e ci allontaniamo il più possibile da questa brutta cittadina del cavolo, eh? Che dici? Pensa, potremo stare da soli non so per quanto tempo e finalmente ci toglieremmo dai piedi quei rompiballe dei genitori!!! Non trovi che sia una grandiosa idea? Eh? Dai, dai!! >>
Mi guarda due secondi in silenzio e malamente, poi riprende a parlare.
<< Ok, ora che hai detto questa grande mega cazzata, mi puoi portare a casa? >>
La prendo per i fianchi. Mi avvicino alle sue labbra con le mie, ma senza neanche farle sfiorare come al solito. Mi avvicino e basta e le parlo così, da quella distanza e in un tono piuttosto provocante.
<< Perchè? Io voglio stare ancora con te, non mi ci voglio più staccare… >>
Detta questa frase le riconosco. Le sue labbra mi hanno toccato e si sono trasformate nel nostro solito bacio bellissimo.
Subito dopo mi sento spingere all’indietro e lei si stacca ridendo.
<< Perfetto, ora portami a casa!! >>
<< Uffa… >>
Prendo anche la maglietta che si trova sul pavimento e me la infilo. Esco dalla casetta con lei che mi sta dietro e la riporto a casa scherzando assieme.

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<< Ora dimmi immediatamente cosa avete fatto oggi! >>
Sono a casa e Alice è appena arrivata ed è seduta sul mio divano, davanti a me.
<< Allora? >>
Io le sorrido maliziosamente e lei sbarra gli occhi.
<< Non è possibile… >>
Ripenso ai momenti di prima e sorrido ancora di più.
<< Si, invece!!! Ho fatto sesso con Robbie!! >>
<< No, no… Dimmi che ho capito male. >>
<< No, hai capito benissimo!!! >>
Io continuo a ridere felicemente, mentre lei mi sta guardando seriamente.
<< Scusa, ma l’hai fatto con il preservativo, vero? >>
<< Certo!! >>
<< E da quando in una barca uno ha il distributore di preservativi? >>
Spengo un attimo il mio sorriso per mostrare una smorfia interrogativa.
<< Non riesco a capire… >>
<< Che lui l’aveva già programmato di farlo!! Altrimenti non ce l’aveva! >>
<< Ma cosa stai dicendo!! I ragazzi ce l’hanno sempre dietro! >>
<< Ma in teoria lui non avrebbe dovuto averlo dato che stava con te e tu non eri pronta!! >>
Alzo le spalle. Niente in questo momento potrbbe scalfire la mia felicitò. Soprattutta nulla e nessuno potrebbe farmela avere con Robbie.
<< Evidentemente non è che ero così non pronta… >>
<< Ti sei lasciata influenzare solo perchè lui l’aveva già fatto! >>
Mi sento attaccata, ma può dirmi tutto quello che vuole che io non mi non cambierò idea.
<< Non è vero!! >>
<< Io ti dico di si!! >>
<< Guarda che lui non ha mai insistito e non ne abbiamo mai parlato!!>>
<< Non ti sto dicendo che è lui ad averti influenzato! Sei tu che ti sei fissata e avevi questo pensiero in testa ed hai pensato bene di liberartene!! >>
<< Ali, io volevo farlo!!! E non mi importa se tu non mi vuoi capire… Oramai ho deciso e comunque non posso più farci niente!! >>
<< No, non puoi più farci niente, appunto per questo!! Io ti capisco Ale, ma avresti dovuto avere più coscienza e rinunciare. >>
<< No!! Tu non capisci!! Perchè rinunciare quando è quello che voglio fare? >>
Lei sbuffa e si arrende.
<< Dai, ok, ti capisco… Tanto oramai ti ho detto quello che penso, ora dimmi come è andata. >>
Le sorrido facendole capire che è quello che mi sarei voluta sentire e lei lo sa bene.
Le comincio a raccontare tutta la giornata, passando dal viaggetto in moto, alla salita in barca, alla musica, al letto… Tutto nei minimi dettagli.
Beh, avendo dei limiti!
Gliela dipingo romanticamente e con un sorriso che esprime sul serio quello che vuole significare.
<< Beh, se sei felice te, lo sono anch’io. >>
<< Davvero?? >>
Lei annuisce, sinceramente.
<< Si. >>
<< Grazie!! >>
L’abbraccio forte felice di avere un’amica così, nonostante tutti i suoi difetti, nonostante tutte le sue paturnie, le sue noie, i suoi atteggiamenti menefreghisti, nonostante tutto quello che quasi tutti i giorni mi fa litigare con lei… Lei c’è sempre, quando ho un problema, lei c’è sempre e comunque, qualunque cosa lei stia facendo, lei c’è e potrò sempre contare su di lei e io le voglio un mondo di bene!
<< Ali, sei un’amica!! >>
Lei mi da delle pacche sulla spalle e assume il suo atteggiamento presuntuoso.
<< Lo so, lo so… >>

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<< Che ci fai qui?? >>
<< Dario!!! Come stai?? >>
<< Bene… Ma… >>
<< Anch’io, grazie!! Tantissimo!! >>
Dario mi guarda strano e dopo si guarda in giro.
<< Scusa… Ma cosa ci fai qui ai Tre Ponti?? >>
Mi guardo in giro anche io e noto tutta la mia adorata spiaggia che ha fatto nascere tutto.
In piedi sugli scogli, accanto a me c’è Dario seduto su uno di essi.
Mi siedo anch’io posizionandomi vicino a lui.
<< Volevo tornare a vederla… >>
<< Perchè? Che è successo?? Vi siete lasciati?? >>
Scuoto la testa ridendo al fatto che una cosa del genere è ancora molto, ma molto lontana, se non impossibile...
<< No, anzi!! >>
<< E allora? >>
<< Volevo tornare semplicemente nel luogo dove ci siamo incontrati per la prima volta. >>
Guarda un attimo il mare tristemente e capisco di avere detto qualcosa di sbagliato. Mi accorgo che è la prima volta che vedo Dario in quelle condizioni.
<< Come vi invidio… >>
Lo guardo stranamente ricordando il Dario che mi criticava sempre.
<< Come hai detto? >>
<< Che vi invidio a te e Ale… >>
<< Ma che ti prende? Che hai? >>
<< Te la ricordi l’inglesina? >>
Mi metto a ridere ricordando la serata della pizza.
<< Si che me la ricordo, perchè? >>
<< Non c’è niente da ridere… >>
Subito mi faccio serio.
<< Ma che è successo?? >>
<< Mi vedevo con lei di nascosto, da tutti… E sai? Ti devo confessare una cosa. Mi ero addirittura anche innamorato! >>
<< E che è successo?? >>
<< Ho scoperto che ero uno dei tanti. >>
<< Ah… >>
<< Il fatto è che ora non riesco a dirle di no e mi ci continuo a veder anche se non dovrei perchè mi faccio del male. >>
<< Beh, Dario… Tu sai quello che penso. >>
<< Si, quello che penso anch’io… Ma non ce la faccio!! >>
<< Devi provarci se vuoi smettere di torturarti! >>
<< Si… Tu invece, che hai da dirmi? >>
Sospiro e lo guardo tristemente, dispiaciuto per lui.
<< Niente, Dario… Tutto come sempre. >>
Tutti e due ci giriamo nella direzione del mare e a me viene in mente come un allucinazione. Mi ritrovo ad assaporare ancora la sua pelle, il suo corpo, il suo calore, l’odore del mare e il rumore delle sue onde contro la nostra barca e la vedo là, al largo, galleggiare senza un guidatore nel mare infinito.
“In quel coso blu…”
Sorrido.
“Tutto come sempre… Eh! Che battuta!”

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Mi ritrovo sul letto a ripensare, inevitabilmente, alla giornata appena trascorsa. A pensare e a pensare e a pensare… Non ci credo ancora a quello che è successo. E’ da quest’estate che non credo più che quello che mi sta succedendo sia realtà. Non può essere così reale. Io non posso essere così felice. E’ una cosa stupenda, soprattutto con il ragazzo che ami!! Soprattutto con Robbie…
“Si, Robbie, soprattutto con te… Non mi lasciare mai!! Non riuscirei ad andare avanti senza di te!!! Poi, quella canzone.... ‘Semplicemente’ degli Zero Assoluto. Penso che non me la scorderò. Semplicemente… Na, na, na, na, na, na…”

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Sono a casa.
Nessuno c’è. Sono completamente solo.
Vado allo stereo e cerco tra i vari cd. Trovo un cd varie che mi aveva fatto Dario stranamente non di musica truzza e dentro c’è. La canzone più bella del mondo. La colonna sonora della mia vita.
Parte.

Ora che mi sento bene,
spengo la luce…
Spero di riuscire a dimostrare
che così va bene…

Ora che ci penso
mi perdo in quell’attimo
dove dicevo che tutto era fantastico
(Mi sembra ieri)
E ora che è successo fa lo stesso
se non ti cerco non vuol dire che mi hai perso
(Già sto sognando)
Ma adesso…

RIT:
Buona notte a te,
buona notte a me
buona notte a chi ancora non ho incontrato
buona notte pure a lei
(lei te, dove sei)
anche oggi che ti ho cercata
buona notte a te,
buona notte a me
buona notte a chi ancora non ho incontrato
buona notte pure a lei
Anche oggi che ti vorrei semplicemente…

Semplicemente…
Semplicemente…
Semplicemente…

La voglia di non ragionare ma vivere,
sempre disposto a rischiare e ridere,
riderne la gioia di quest’attimo
senza pensarci troppo solo gustandolo
le stesse cose coi percorsi che non cambiano
quelle canzoni e le passioni che rimangono
(Semplicemente non scordare, na na na na na na)
Come i libri della scuola fra le dita
la colazione ogni mattina da una vita
semplice come incontrarsi, perdersi
poi ritrovarsi, amarsi, lasciarsi
poteva andare meglio può darsi
dormire senza voglia di alzarmi
(E faccio quello che mi pare, na na na na na na)

Se ci penso ora,
se ci penso adesso…
Non so ancora,
che cosa ne sarà…
Perchè mi manca il fiato,
perchè ti cerco ancora
Non so dove che cosa ci sarà

Semplicemente…
Semplicemente…
Semplicemente…
na na na na na na

RIT

Semplicemente…
semplicemente…
Semplicemente…
na na na na na na

Mio padre torna a casa e mi urla contro.
<< Robbie!! >>
Io mi alzo di scatto e gli corro incontro.
<< Cosa c’è? >>
<< Perché hai preso Diana senza il mio permesso?? >>
“Come ha fatto??”
<< Diana? Cos’è Diana? >>
Cerco di fare l’indifferente.
<< Robbie!! >>
Mi spavento del suo urlo. Mi sta guardando infuriato.
<< Ah, ti stai riferendo alla tua barca a vela!! >>
<< Esatto. >>
Non molla la sua incazzatura.
<< Ma io non l’ho usata! >>
Cerco di essere più convincente possibile. Mi crederà, non ha motivo per non farlo.
<< Era legata al molo in un modo diverso da come l’avevo lasciata io e… >>
<< Ma come… >>
Mi interrompe subito facendo fuoriuscire dalla sua tasca il mio cellulare.
<< E c’era questo dentro la casetta. >>
A questo punto sono fregato.
“Che scusa mi invento?”
Poi mi torna in mente quando ero bambino.
<< Papi, mi dispiace. >>
<< Non è vero. >>
Mi arrendo alla realtà.
<< Hai ragione. >>
Lui si altera ancora di più.
<< Come sarebbe “ho ragione”?? >>
<< Cosa vuoi sentirti dire, che hai torto? Anche se non è così? >>
<< Vorrei sentirti dispiaciuto sul serio, si! >>
Penso alla giornata passata e mi rendo conto che è impossibile sentirmi dispiaciuto.
<< Mi dispiace pa’, ma mi dispiace per il fatto che non lo sono!! >>
<< Fai anche lo sbruffone? >>
<< Ti ricordi quando ero bambino? >>
<< Cosa?? >>
<< Che andavamo su Diana assieme e mi dicevi sempre che quando… >>
<< Sei andato su Diana con Ale. >>
Mi interrompe mio padre capendo subito al volo quello che volevo dire e ad un tratto il suo tono si tranquillizza come per incanto.
<< Devo disinfestare il letto… >>
Mi metto a ridere. Lui con me.
Poi riprende il suo tono autoritario.
<< Ma perché non me l’hai chiesta? >>
<< Non programmo le cose, mi vengono al momento le idee. Quella mi sembrava la più giusta del momento. >>
Lui mi guarda con occhi che chiedono “raccontami!”.
<< E andata come speravi? >>
<< Anche meglio! >>
Lui sospira ricordando.
<< Eh già! Diana è sempre la mia Diana! >>
<< L’ho capito anch’io pa’. >>
Si avvicina a me e mi mette un braccio attorno alla spalla.
<< Il mio bambino è cresciuto. >>
<< Si, papi. Sono diventato grande. >>
“Non solo di fisico. Grazie a te Ale, sono diventato grande anche di testa. Ha ragione mio padre. Diana è speciale.”

Ok, capitolo un po’ inutile… Ma fondamentale!! Avete visto Dario piccino??? E chi non vorrebbe un papi così??? E un’amica così??? Vero Vale??? EHEH ;-)

Ma ora passiamo ai ringraziamenti...

Avrilmiki: però, c’è da dire che sei diabolica anche tu eh!!!! E poi.. di chi non sarebbe il preferito quel capitolo??? :-P ti voglio beneeeeee!! Baci

Kry333: Si, è vero!! Robbie è proprio mitiko!! Me lo sono creato a immagine e somiglianza del mio boy dei sogni!! :-P Grazie per la recensione, baci!

BabyzQueeny: Sapessi quante volte l’ho letto io… Sono contentissima che non ti sia bastata una volta per leggerlo!! Che bello!!! Mi fai felicissima dicendo cosììì!!!! Ecco il nuovo capitolo, anche se per questo una volta ti basterà!! XD Ma era importante lo stesso!! Aggiornerò di nuovo presto! Baci

ElianaTitti: Sono contenta che tu non te l’aspettassi, vuol dire che non sono stata banale e che vi ho fatto illudere che non succedesse più!! AHAH!! Ma sono ancora più contenta che ti sia piaciuto così tanto e per i bei complimenti!! Non sono la persona più adatta in questo momento per dirti che sbagli, che dovresti essere più positiva, che la speranza è come se ti desse vita… E perciò sperare ed essere positiva è già un passo avanti e ti rende molto più sicura e quindi sarà più facile. Ma te lo dico lo stesso, perché io sbaglio… Vedi di non sbagliare pure tu! ;-) Bacione!!

GinTB: Sono contenta che ti abbia coinvolta!! AHHHHHH non sai quantoooooooo!!! Grazie per i tuoi complimenti, sempre ben accetti!!XD e sono contenta che non solo a me strasmetta emozioni!! Grazie, grazie, grazieee!!

Betty O_o: Sono contentissima che ti sia piaciuto! E grazie per quel bravissima scritto in maiuscolo!!XDXD Quel momento l’ho voluto descrivere bene apposta nei dettagli tanto dolce… Sono contenta di aver ottenuto il risultato sperato!! Baci

Pazzerella_92: E chi ti prende per una pervertita?? È uno dei miei capitoli preferiti, pensa te!!! E ti voglio far notare quate sono cresciute le recensioni, perciò ti dico che è assolutamente normaleee!! AHAH Quanto vorrei che succedesse a me… Anzi, l’ho scritto pensando che fosse la mia storia!! (ti rivelo un segreto…. La Ale della storia… Sono io!!! E l’inizio è quello che è successo a me!! Perciò, pensi che non ci speri anch’io di esserci dentro??) Sono contentissima che ti trasmetta tutte queste emozioni!! Comuqnue, certo, mi fa molto piacere!! Il mio contatto msn è sberla91@yahoo.it. Un bacione!!

_NovemberThree_: Che bellooo!! Nessuno se lo aspettava!!! Yuppy!! Grazie, grazieeee come sempre!! Perché io, a forza di leggere questo libro lo vedo sempre più scarno… Ma continuando a leggere tutti questi bei commenti mi sale sempre più sicurezza!!! Sono troppo contenta!! Grazieee!! Sono contentissima che ti piaccia!! Baci

Blackangel91: Sono contenta che ti piaccia e soprattutto sentirmi dire che la mia storia è “bella”, anzi, molto!!! Ecco qui, il capitolo nuovo!! E aggiornerò presto anche l’altro, perché mquesto è abbastanza inutile!!!XD Purtroppo alla tua domanda non posso rispondere, perché non voglio anticipare nulla!! Il finale è un segreto!! XD Grazie per i tuoi complimenti! Un bacione!

Grazie a tutti, troppo buoni!!!XDXD

Baci

Somoody

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Capitolo 20
*** Un anno d'amore ***


CAPITOLO 20

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Sono seduta sul divano a pensare a tutti i momenti passati con Robbie in questi mesi.
Siamo al 31 dicembre.
Sta sera sarà capodanno e inizierà un nuovo anno e io non vedo l’ora perché si presenterà davanti a me uno come non avrò mai passato, in più passerò la notte a casa di Robbie e mia madre pensa che a casa sua ci siano i suoi genitori quando loro, compreso Eric, sono a Limone.
Mi viene da sorridere pensando a Natale. E’ stata fortissima quella giornata dato che è stata una presentazione in tutto e per tutto di Robbie ai miei genitori e mia ai suoi. Sono rimasta solo un po’ perplessa nel modo in cui Eric mi guardava ogni volta che parlavo. Non sorrideva, non mi guardava normalmente e non mi guardava da arrabbiato. Mi guardava, anzi, mi fissava. E sono ancora qui a cercare di chiedermi il perché.

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Mi ritrovo davanti al portone di casa di Alessia per prenderla e portarla in pizzeria. Intanto penso che sicuramente sarà un bel capodanno se non il più bello, perché lo passerò assieme alla mia adorata Alessia e con tutti i nostri amici. Prima andiamo in pizzeria, poi in spiaggia a vedere i fuochi d’artificio e poi la porterò a casa da me dato che i miei genitori sono partiti assieme a Eric per Limone e la casa sarà tutta vuota.
Suono.
Sento la sua voce arrivare al mio orecchio.
<< Si? >>
<< Chi vuoi che sia piccola? >>
Le sento sospirare in un sorriso e ritorna a parlarmi con un tono più dolce.
<< Parolina magica? >>
Ci rifletto un attimo, poi la mia mente mi prende in giro per averci anche solo pensato per un secondo.
<< Ti amo. >>
Sento il portone aprirsi e poi la sua voce rapirmi ancora.
<< Codice esatto. Anch’io ti amo. >>
Sorrido e spalanco il portone per salire le scale e me la ritrovo davanti alla porta di casa spalancata. Mi corre incontro e mi abbraccia baciandomi contemporaneamente. Io le accarezzo la schiena e l’abbraccio forte pensando a quanto quella parolina magica sia troppo poco per descrivere quello che provo verso di lei.
“La amo da impazzire…”
<< Che bella piccola, fai una giravolta? >>
Si stacca da me e si gira davanti e dietro per farmi notare come è vestita.
Indossa dei jeans stretti e scuri con una maglia di lana a “V” nera con sotto la camicia bianca, una cintura nera e le decoltè nere. Tiene i suoi capelli lisci e castani sciolti che le ricadono morbidi sulle spalle ed è truccata con un lieve ombretto dorato e un fard che le colorisce le guance di rosso. La matita non manca mai e il mascara di sicuro aiuterà le sua ciglia a restare alte.
Io resto convinto dell’idea che stia meglio al naturale.
<< Sei bellissima anche se non truccata lo saresti ancora di più. >>
Mi fa la linguaccia.
<< Sempre così egoista, fammi sentire bella anche da sola per una sera!! >>
Lei mi sorride da farmi sciogliere lì all’istante e non riesco a fare altro che annuire incantato.

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<< Comunque sei tanto bello anche tu sta sera… >>
<< Di certo sfigurerò accanto a te. >>
Scoppio a ridere per l’assurdità che ha sparato.
<< Ma smettila!! >>
Lo guardo bene.
E’ vestito con dei jeans strappati e delle scarpe nere. Sopra indossa una giacca bianca della Slam e il ciuffo davanti dei capelli è sparato dal gel.
I suoi occhi sono belli come sempre e mi catturano ogni volta.
<< Togliti la giacca! >>
Si slaccia la cerniera e mi fa vedere un maglione nero che gli ricade sopra i jeans.
<< Sei un figo da paura… >>
<< Lo so, lo so, vai tranquilla!! >>
<< Giuro che per ogni sguardo tirato da una ragazza sarà una sberla! >>
Lui mi guarda ridendo.
<< Ma non sarà colpa mia!! >>
<< E di chi è la colpa se sprigioni tutta sta bellezza?? E poi con chi dovrei prendermela?? >>
Mi avvicino a lui e gli accarezzo la guancia guardandolo negli occhi. Resto ferma e immobile nella mia posizione.
Ogni tanto mi piace restare ferma davanti a lui e perdermi in quel blu più profondo dell’oceano che mi fa perdere la cognizione della mia mente.

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Non resisto più, non riesco a tenere a bada la mia voglia di baciarla e così assecondo questo mio desiderio.
Avvicino le mie labbra alle sue e l’abbraccio, l’avvinghio, per non farmela scappare.
“E’ mia, è mia, è mia, è mia…”
Lei si stacca e mi sorride.
I nostri occhi sono così vicini da confonderli. Anziché due ne vedo uno.
Poi comincia a parlare sentendo il suo fiato sulle mie labbra.
<< Se non ci muoviamo ci ritroviamo in ritardo come al solito! >>
<< Tu e le tue manie di rovinare sempre i bei momenti!! >>
Lei mi guarda male e io le do un altro bacio. Poi la spingo indietro.
<< Sei ancora qui? Vai a prendere la borsa e la giacca! >>
Entra dentro casa e dopo qualche minuto la vedo ritornare con un cappotto nero lungo fino alle ginocchia e una borsetta anch’essa nera.
Mi prende a braccetto e scendiamo le scale assieme.

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Arriviamo al suo motorino e ci salgo sopra aspettando che lui si sieda davanti a me e lo guardo deliziata.
<< Sei proprio bello… >>
Mi sorride, mi bacia a stampo e si sistema al suo posto. Lui parte e io mi stringo a lui, non tanto per tenermi, ma per il gusto di abbracciarlo.

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Ci fermiamo a cinque minuti dalla pizzeria, il posto più vicino dove si possa parcheggiare tranquilli, e scendo togliendomi il casco e posandolo nel bauletto. Poi mi sporgo verso Alessia che sorride e mi passa il suo e sistemo anche quello dove ho messo il primo.
Dopo averlo chiuso, mi dirigo davanti ad Alessia e la guardo aspettando che lei scenda. Mi fissa e sempre sorridendo mi parla.
<< La cavalleria è morta… >>
Alzo un sopracciglio sorpreso per l’affermazione e la guardo storto, poi mi sistemo a lato e le porgo la mia mano aperta mostrandole il palmo e lei mette delicatamente la sua sulla mia e scende non staccando i suoi occhi dai miei.
<< Signorina… >>
<< Grazie. >>
Arrivata a terra, non stacca la mano dalla mia, la stringe più forte e ci incamminiamo. Le nostre dita si intrecciano e io guardo la mano più felice che mai.

-

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La sua mano mi rassicura da tutto quello che mi preoccupa come sempre e mi riscalda con un solo tocco il mio corpo freddo in quest’aria gelida.
Guardo l’orologio. Le nove meno venti. In ritardo di dieci minuti.
<< Siamo in ritardo, lo sai? >>
Gli faccio io e lui mi risponde subito in tono d’accusa.
<< Con questo cosa vorresti dire? Che è colpa mia che ho perso tempo? >>
Lo prendo un po’ in giro.
<< Si. >>
<< Ma l’ho perso bene… >>
Invece di questo ne sono sicura.
<< Si. >>
Mi limito solo a rispondere in tal modo.
<< E allora di cosa ti lamenti? >>
<< Di nulla. Era un’osservazione. >>
<< Ah, allora… >>
Mi guarda preoccupato e riprende la frase in tono ironico.
<< Siamo in ritardo! >>
Gli sorrido e rivolgendo lo sguardo avanti la vediamo. La pizzeria della nostra serata.
Intanto, davanti a noi, vi sono un gruppetto di ragazze che, tutte vestite per bene e truccate da alterarle completamente da come sono in realtà, ci stanno venendo incontro.
Le sorpassiamo tutte, ma nel farlo, una di queste rallenta e si ferma accanto a Robbie.
<< Ciao… >>
Poi guarda me e subito dopo Robbie, allontanandosi piano da noi.
Robbie non le risponde. Continua a guardare avanti con un espressione sorridente, ma preoccupata.
Io continuo a fissarlo arrabbiata e lui sposta lo sguardo verso di me, subito dopo si stacca dalla mia mano e comincia a correre lasciandomi sola.
Mi metto a urlare e a seguirlo cercando di raggiungere la sua andatura.
<< Fermo lì!! >>
Lui mi risponde in tono scherzoso sempre correndo.
<< Non è stata colpa mia, giuro!! >>
Penso alla promessa di prima della sberla ad ogni complimento da parte di un’altra ragazza e cerco di velocizzare la corsa.
<< Vieni qui! Fermati subito!! >>
Continuo a urlargli dietro mentre lui non si ferma neanche per un secondo.
Lo raggiungo solo dopo essere arrivata a destinazione con tutti i nostri amici che ci stanno fissando male.
Sono tutti bellissimi sta sera, soprattutto Dario e Samuele che di solito sono vestiti controvoglia, mentre le ragazze non le guardo neanche dato che sono così per tutti i giorni dell’anno, per tutte le ore e per tutte le evenienze.
Alice e Edoardo non ci sono ancora, naturalmente. Il nostro ritardo è anticipo per loro.
Dario si interessa al nostro modo di fare.
<< Robbie… Che stai facendo? >>
Io guardo Robbie e lo noto con il respiro affannoso. Lui contraccambia il mio sguardo e gli risponde ridendo, faticando a tenere unito il discorso senza respirare a ogni parola.
<< Sto cercando di scappare da lei. >>
Mi indica e dopo continua a tenere lo sguardo fisso su di me. Io gli rispondo a tono del suo sorriso.
<< Che tanto non riuscirai a scapparmi a vita! >>
<< Potresti dimenticartelo… Meglio starti lontano per un po’!! >>
<< Non ci resisti… >>
“Almeno spero!”
<< Mettimi alla prova!! >>
Lo guardo con occhi di sfida.
<< Ma cosa è successo?? >>
Dario si intromette nel mentre che i nostri sguardi di sfida continuano a restare fermi nella stessa posizione. E’ come se fosse una sfida anche quella: chi toglie per primo lo sguardo.
<< Mi vuole picchiare!! >>
Robbie mi accusa, poi Dario mi guarda e mi rassicura.
<< Tutto normale… Ale, fai bene!! >>
<< Ehy! >>
Robbie lo guarda offeso.
“Ho vinto! Ha distolto lo sguardo!! Uno a zero per me!!”
Lui rivolta di nuovo il suo sguardo verso il mio e comincia a correre dentro la pizzeria, tutti si guardano male riferendosi a Robbie, io mi metto a ridere.
Poi entriamo dentro e io riscaldo la serata entrando per ultima e urlando.
<< Comunque ciao a tutti!! >>

-

Sono le undici e mezza.
Siamo in spiaggia, tra l’altro deserta, cercando di vedere in lontananza i nostri fuochi d’artificio.
Lontananza si, ma comunque la vista è ancora abbastanza bella. Alessia è lontana da me.
Sorrido al pensiero che in pizzeria siamo stati staccati tutto il tempo anche se nessuno dei due ha potuto fare a meno di staccare occhio dall’altro.
Ora guarda altrove, davanti a lei.
Rivolgo anch’io lo sguardo nella direzione dei suoi occhi e scovo Alice ed Edoardo fare i carini restando abbracciati e baciandosi di tanto in tanto.
Io mi avvicino ad Alessia.
“Aveva ragione… Non riesco a resistere!!”
Una sbuffata d’aria gelida le arriva addosso e la vedo tremare leggermente e stringersi nel cappotto.
Mi metto vicino e l’abbraccio, ma la sua testa, nel girarsi, sbatte contro la mia.
<< Ahia! >>
Spalanca la bocca preoccupata e mi prende la testa fra le mani e la porta a lei.
<< Piccolo mio… >>
Non sento niente, ma per il gusto di starle accanto e per farla preoccupare per me faccio finta che sia tale.
Il suo abbraccio è caldo e questo mi basta.
Poi mi stacco e la bacio e staccandomi la guardo negli occhi sorridendole.
<< A che cosa stavi pensando? Sembravi assorta nei tuoi pensieri! >>
Lei contraccambia il mio sorriso e si gira verso Edoardo ed Alice.
<< Stavo guardando loro due. Sono così teneri insieme! >>
Mi giro anch’io in quella direzione, ma subito dopo i miei occhi si rifiutano di guardare anche solo per un secondo qualcosa che non è lei.
<< Non credi che toccherebbe anche un po’ a noi? A fare i teneri intendo… >>
Mi guarda dolcemente e non vedo l’ora che finisca la frase.
<< Penso che è la prima cosa giusta che dici sta sera!! >>
Le prendo il viso tra le mani e le posiziono i capelli dietro le orecchie. Lei si avvicina a me e posiziona le sue labbra sulle mie dandomi quel calore che cercavo.
Improvvisamente non sento più freddo.
E’ come essere in una calda giornata d’agosto quando di caldo potresti averne abbastanza, ma mai vorresti che quel sole sparisse dietro le nuvole per privarti di quel caldo.
Si stacca all’improvviso e mi tira una sberla.
Io la guardo stupito e mi poggio una mano sulla guancia.
<< Ma sei impazzita? >>
Lei mi risponde fingendo di essere arrabbiata.
<< Te la dovevo!! >>
Io la guardo male, poi rifletto sulla ragazza di prima e la butto a terra sdraiandola sulla sabbia e le salgo sopra.
<< Questa me la paghi!! >>
Le rispondo io e cerco di bloccarla in tutti i modi possibili.
Le tengo le mani, poi le blocco le gambe con le mie e mi avvicino al suo viso guardandola negli occhi e lei mi urla addosso.
<< Ma questa è slealtà!! >>
Mi metto a ridere e poi la fisso negli occhi rispondendole.
<< Ma io sono sleale. >>
Premo le mie labbra sulle sue.
Cerca di liberarsi dimenandosi, ma subito dopo la sento cedere al momento. Così, quel mio premere si trasforma in bacio e le mie mani lasciano andar
le sue che subito mi stringe la schiena come per tenersi per la paura di cadere.
Più forte che mai.

-

-

Il primo colpo di fuoco d’artificio sovrasta ogni rumore.
<< Stanno iniziando!! >>
Urla Dario.
Robbie si alza da me e si sistema seduto.
Io rimango perplessa per la sua velocità e mi sistemo anch’io al mio posto, naturalmente quello vicino a lui, tanto vicino da toccare con la mia spalla la sua.
Mi sistema un braccio attorno alle mie spalle, poi volge il viso verso il mio e mi da un lunghissimo bacio sulla guancia.
Io incomincio a parlare dopo che lui si stacca da essa.
<< Fra pochissimo saremo nel duemilasette. >>
<< Non vedo l’ora… >>
Lo guardo per la sua voce decisa nel dire quella affermazione, poi gli rivolgo ancora la parola.
<< Perché? >>
Un altro avviso colpisce il cielo, ma niente di me mi fa girare gli occhi in quella direzione. Sono troppo presi da lui e i suoi fanno lo stesso.
Lui mi guarda serio e io mi incanto nella profondità di quegli occhi che in questo momento mi stanno facendo naufragare.
Dovrei essere abituata, ma i suoi occhi assumono ogni volta varie espressione e ogni volta queste mi fanno traballare.
<< Perché sarà un anno significativo per me. Sarà il primo in cui io sarò diverso e poi… Poi starò con te, questo non basta?? >>
Io gli sorrido.
<< Basta e avanza anche per me… >>
Lo bacio piena di un’emozione che solo io posso spiegare, il problema è che non so con quali parole. So solo che il mio corpo sta tremando e non di certo per il freddo.
Ha ragione.
“Robbie, quest’anno sarà tutto con te… Devi promettermelo. Altrimenti quello che mi hai detto non sarà valido!”
<< Con te tutto l’anno, miraccomando!! >>
Lui mi sorride.
<< Ma anche di più! >>
Anch’io rispondo a quel sorriso e la trombetta significante il nuovo anno comincia a suonare.
Siamo nel duemilasette.
Siamo nell’anno famoso a cui abbiamo dedicato la nostra conversazione di prima.
Siamo nell’anno più bello del mondo.
E sono nell’anno nuovo davanti a te.
Lo guardo intensamente e intanto urlo agli altri non staccando gli occhi da lui.
<< Auguri a tutti!! >>
Tutti ricambiano, ma le mie orecchie non ci fanno caso e inoltre a loro, anche ai fuochi che hanno cominciato a riempire il cielo.

-

-

Sto continuando ad ammirarla senza dire niente. Lei fa lo stesso.
Il nostro sguardo è intenso.
Il rumore dei fuochi è assordante, ma sono troppo preso da quello sguardo.
Poi mi decido.
<< Auguri piccola mia. Buon duemilasette. >>
<< Auguri amore. >>
Ci baciamo con un bacio forte quanto un bacio dato il primo giorno dell’anno per augurarsi di darsene altri diecimila al giorno per altri trecentosessantaquattro.
Lei mi accarezza la guancia, io la stringo forte a me e lei incrocia le sue braccia dietro il mio collo e le mie si posizionano dietro la sua schiena.
Poi lei si mette a ridere come sempre, mostrandomi quella gioia che mi fa brillare gli occhi.
Guarda il cielo e mi parla.
<< Ci stiamo perdendo tutti i fuochi d’artificio! Saranno spettacolari. >>
Il loro rumore risuona nella notte e il suo viso continua ad essere alzato verso essi notando quanto saranno belli, non spettacolari.
Spettacolare è un aggettivo che solo alla mia ragazza può essere attribuito.
I loro colori ravvivano quel cielo nero monotono e senza stelle.
Si gira verso di me e sta volta sono io a parlarle.
<< Non saranno di certo alla tua altezza! Tu sei spettacolare! Preferisco guardare te che loro. >>
Lei sorride con quel sorriso imbarazzato significativo di aver accettato i complimenti.
<< Ma me puoi vedere sempre, loro no! >>
<< Non mi perdo niente. >>
Rispondo a tono fino ad azzittirla.
Continuo a sfidare i suoi occhi senza dare spazio a quei colori vivaci che sovrastano le nostre teste.
Lei proferisce un’affermazione che da quel tocco in più per farmi sentire questa sera il ragazzo più fortunato del mondo.
<< E’ il capodanno più bello della mia vita. >>
Io la bacio e non la lascio più andare via dalle mie labbra.
Solo una frase pronuncio prima di abbandonarmi ai sensi.
<< E non sarà l’ultimo… >>
Poi la mia lingua ha preso il comando è non c’è più spazio per nient’altro.
E’ come se le mie orecchie fossero sature di ascoltare quei botti tutti uguali che se non ci fossero i colori si trasformerebbero tutti da spettacolari, come li definisce Alessia, a orribili, perciò le mie orecchie non fanno fatica ad escluderli.
Adesso essere felice è come dire di essere triste.
Io non sono felice. Sono qualcosa senza nome perché nessuno ancora ha provato la mia stessa bellissima emozione e perciò nessuno a potuto battezzarla.
“Ale, sei speciale… Fai addirittura scoprire nuove emozioni?? Unica…”
“Che questa mezzanotte, che queste notte sia eterna, perchè sarà la notte che continuerò a sognare per tutta la mia vita.”

-

Le faccio salire le scale davanti a me mentre che io la raggiungo.
Arriviamo a destinazione.
Lei si gira verso di me guardandomi e io apro la porta facendole segno di entrare prima lei pensando al riferimento di prima.
“La cavalleria è morta…”
“Non avevo detto di farti sognare??”

-

-

Entriamo in casa e un languorino mi sopraggiunge.
Ho fame. E non solo di lui.
<< Uno spuntino di mezzanotte? >>
Gli chiedo io, poi guarda l’orologio e mi guarda storto.
<< Le mezzanotte sono passate da un po’… >>
Guardo anch’io l’orologio.
Le tre.
La nostra chiaccherata in spiaggia tra amici è durata più del previsto. Tra alcolici e stronzate abbiamo riso più del dovuto, tant’è che il tempo è volato troppo in fretta.
Penso al fatto che Robbie non ha toccato una goccia d’alcol perchè doveva riportare me a casa e mi viene tenerezza...
Poi riprendo il mio discorso sorridendo.
<< Lo preferisci chiamare spuntino delle tre?? >>
Mi guarda stranito, poi si avvicina a me e mi poggia le mani sui fianchi.
<< E cosa vorresti mangiare? >>
<< Mmm… Non so. Che hai? >>
<< Difficile… Vado a vedere. >>
Si allontana da me e quasi mi pento per questa scelta.
Faccio uno squillo a mia madre con la speranza che lo senta e di essere richiamata.
Dopo due secondi comincia a squillare.
<< Mami, sono a casa!! >>
<< Era ora!! >>
La sento riflettere.
Poi riprende a parlare.
<< I suoi genitori non ci sono? >>
<< Stanno dormendo. >>
Tento di essere più tranquilla possibile, cercando di mostrarle la bugia come fosse verità.
<< Già?? >>
<< Eh si, è finita presto la loro serata. >>
<< Mmm… Non sento rumori, non sento voci, ti sento calma… Si, posso crederci, sei a casa. >>
Punto sull’argomento della fiducia come se fossi la persona più sincera del mondo.
<< Non bastava che te lo dicessi io?? >>
<< Sempre meglio essere sicuri. >>
<< Uffi… >>
<< Buona notte Ale, fai la brava. >>
<< Ok, notte mami! >>
Chiudo la chiamata e noto Robbie che è lì a guardarmi dalla porta della cucina.
<< Ci ha creduto? >>
<< Ti pare che se non ci avesse creduto l’avrei salutata con un “Ok, notte mami!”? >>
<< Tutto può essere!! >>
Lo guardo storto.
<< Non proprio tutto… >>
Lui mi sorride e mi viene incontro, ma un particolare mi salta all’occhio.
<< Alt!! Dov’è il cibo?? >>
Lui si blocca, si guarda le mani completamente vuote e mi guarda dispiaciuto.
<< Non ho niente… >>
Lo guardo accusandolo.
<< Come sarebbe a dire non hai niente?? Non sei capace a cercare!! >>
Lui mi fa segno di no con la testa e io lo guardo male scherzando.
<< Ed ora? >>
Lui ritorna a camminare verso di me e mi abbraccia, io gli poggio la testa sulla spalla e gli parlo all’orecchio.
<< Io ho ancora fame… >>
Mi lamento, lui si stacca un attimo dall’abbraccio e mi guarda negli occhi.
<< Sai che sei noiosa? >>
Io sorrido e mi avvicino ancora al suo orecchio cercando di essere più provocante possibile.
<< Ho fame di te. >>
Lui risponde al mio sorriso e mi guarda maliziosamente.
<< Potevi dirlo prima. >>
Mi prende dalla pancia poggiandomi sulla sua spalla e tenendomi con una mano mi porta in camera sua.
Mi metto a ridere e poggio i gomiti sulla sua schiena e sopra le mie mani il mio viso.
<< Un modo più gentile no? >>
Gli chiedo, lo sento sorridere e mi risponde.
<< Ma io non sono gentile, sono sleale, sono antipatico e sono un uomo. >>
<< Ti amo per tutto ciò. >>

-

-

La porto su quel letto che altrimenti non avrebbe significato senza di lei, non avrebbe importanza, e trovando il pavimento pieno di vestiti buttati a terra, il ricordo di ottobre si fa più vivo.
E da ricordo diventa presente.
Sento di nuovo la sua pelle, il suo respiro, il suo calore… La sento di nuovo mia.
E non esiste momento migliore se non quando io e lei diventiamo una cosa sola.

-

-

E’ mezzogiorno passato.
Mi ritrovo coricata sul letto a guardare Robbie dormire pensando a quanto è bello e a quanto è mio.
Non resisto più e le mie labbra comandano al posto mio.
Si poggiano sulle sue per poi staccarsi lentamente e a fissare i suoi occhi fino a che non si aprono anche quelli.
<< Buongiorno. >>
Gli sussurro quasi e la sua espressione addormentata si trasforma in sorriso.
<< Buongiorno anche a te. >>
Poggia di nuovo le sue labbra sulle mie e io mi allontano lentamente da lui e mi ricorico, sempre guardandolo.
Lui ricambia lo sguardo, poi si alza di scatto e si sistema seduto guardandomi.
Io mi spavento.
<< Cavoli Ale!! >>
<< Che c’è?? >>
Gli chiedo preoccupata, poi riprende a parlare sorridendo.
<< Non ci siamo svegliati in tempo!! Non ho visto come sei all’alba! >>
Io lo guardo storto.
<< Ma perché, non lo sai già? >>
<< Si, ma volevo avere una prova!! >>
<< Mi hai fatto spaventare!! >>
Rido anch’io e lui riprende a parlare.
<< Devi passare un’altra notte da me. >>
<< Non sarà una cosa difficile. >>
Dopo avergli risposto questo, lui si avvicina a me e mi si corica a fianco. Mi mette una mano sulla spalla e i suoi occhi mi incatenano come il canto di una sirena fa con un essere umano.
Poi riprende a parlare.
<< Sai che dicono che quello che fai a capodanno lo fai tutto l’anno?? >>
Ci gioco su, maliziosamente.
<< L’ho sentito dire… >>
Lui sorride.
<< E la cosa non ti dispiace? >>
<< Neanche un po’. >>
Mi sistemo seduta e lo guardo.
<< Cavalleria? >>
<< Si? >>
Si alza anche lui e si lascia comandare a bacchetta.
<< Brioshe e caffelatte? Quanto devo aspettare?? E lo voglio a letto! >>
Lui ride.
<< Corro!! >>
Lo vedo allontanarsi e sorrido. Quest’ultimo si trasforma in una risata.
Una risata di felicità.

-

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Vado pensando che il vassoio che le porterò sarà perfetto in ogni dettaglio e sarà pieno d’amore, come quello che provo per lei.
E vado, pensando che quando ritornerò sarà una gioia riincontrarla come se le fossi stato staccato anni.
E il piacere, sono sicuro, ritornerà a trovarci come ha fatto ieri sera.
Ti amo, un anno intero con te. E per sempre…

A parer mio, uno dei capitoli migliori… Mi dispiace solo non poter commentare più di tanto perché devo proprio chiudere, ma mi sembrava giusto pubblicare dato che ho i miei dubbi che questo ponte riesca a postare!! Spero vi piaccia e prometto che la prossima volta rispondere a tutte le recensioni, comprese quello del capitolo scorso! Spero che saranno tantissime!!!! XDXD

Grazie

Un bacione

Somoody

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Capitolo 21
*** Quella stella ***


CAPITOLO 21

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Tredici febbraio.
Sono passate in fretta le nostre adorate feste natalizie che ci distraggono sempre dai giorni di scuola molto velocemente, ma questi giorni sono stati irripetibili.
Sono le nove del mattino.
Sono a casa di Alessia seduto per terra mentre la guardo dormire tranquillamente sul suo letto. Bella come sempre.
Oggi è il suo compleanno e il giorno stesso alle mezzanotte e uno l’ho chiamata per farle gli auguri. Era felicissima di riceverli e la sua voce assonnata mi ha ricordato che è sempre più grande la mia voglia di vederla un altro giorno. Quando mi ha ringraziato mi è venuto da sorridere.
Non c’è bisogno che mi dica grazie! L’ho fatto con tutta la mia voglia possibile ed immaginabile. Io la amo.
Guardarla dormire adesso mi incanta, mi rende instabile. Vorrei restare così per delle ore. Le sue labbra innocenti che non parlano, i suoi occhi chiusi che non guardano, non vedono lo scemo del villaggio con una fortuna immensa, che leggi solo nei libri. I suoi lineamenti rilassati ai suoi sogni… Sperando che i suoi sogni parlino di me, del suo principe azzurro che la farà volare, che le aprirà le ali… Il suo angelo custode, il suo amore. Spero che sogni questo così almeno potremmo condividere i sogni dato che sarebbero uguali.
La vedo aprire gli occhi e girarsi di lato, ancora più lontana da me. E continua a girarsi e rigirarsi tra le sue lenzuola morbide, avvolta da un piumone caldo.
Si siede sul letto e si stira, quando i suoi occhi incontrano i miei. Quando i miei si ritrovano nei suoi.
Dopo che si rende conto, quasi si spaventa e io sorrido.
<< Sei bella anche mentre dormi, ma questo l’avevo già notato… >>
La vedo strizzare gli occhi, probabilmente per mettere a fuoco. Così si sporge sul suo comodino e prende i suoi occhiali posizionandoli nella giusta posizione sopra il naso e squadrandomi da capo a piedi.

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Non c’è niente di diverso, bello come al solito, tranne per una cosa. Oggi ha la camicia. Una camicia bianca chiusa solamente per la metà inferiore sopra dei jeans con il colletto rialzato e la piegatura sulle braccia per essere nelle sue solite maniche corte. Nei capelli invece è normalissimo, non se li è toccati con nessun gel, bello naturale.
<< E’ vero!! E’ la prima volta che ti vedo con un paio di occhiali addosso!! >>
Mi giro dall’altra parte e gli mostro il palmo della mano per dire “Alt!”
<< Per favore, non commentare!! >>
<< Perchè? Dai!! >>
<< No, no! Sono bruttissima con gli occhiali quindi per favore non ritirare ogni aspettative su di me!! >>
<< Ma sei tutta fuori?? Tu non sei brutta neanche se volessi farla!! Come fai? Sei bellissima! E poi gli occhiali ti danno quell’aria da intellettuale… >>
Mi blocco un attimo e lo guardo tenendomi le gambe.
<< Beh… Magari senza quell’aria da rincoglionita saresti ancora più intellettuale!! >>
Mi metto a ridere.
<< Scemo. Piuttosto… Che bello che sei oggi!! >>
Corruccia le labbra e fa l’offeso.
<< Ma io pensavo di essere bello sempre!! >>
<< Certo che lo sei!! Ma oggi come mai siamo così eleganti? >>
Fa una pausa e poi mi guarda sorridendo.
<< È o non è un evento specialissimo? Compie o no sedici anni la mia bellissima ragazza? >>
Poi si alza da per terra e viene da me, sedendosi vicino.
Io lo guardo sorridendo e lo bacio, poi sento un profumo nell’aria così vicino a me, che mi lascia andare.
<< Ti sei profumato oggi? >>
<< Non è una novità!! >>
<< Lo so, ma oggi si sente di più!! >>
Sorride, mi prende il mento con la mano, leggermente, e mi bacia.
Poi riprendo a parlare nel mentre che lui tiene sempre il mio mento delicatamente con le sue dita.
<< Da quanto eri qui a spiarmi? >>
<< Mmm… Non saprei dirtelo. Sei un buon metodo per ingannare il tempo!! Dai alzati, così andiamo!! >>
<< Ma che ore sono? >>
<< Le undici! >>

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Si alza dal letto e si dirige verso la sua stanza degli armadi accompagnata dai suoi pantaloni lunghi e rosa e dalla sua canotta gialla e rosa.
Si stiracchia un’ultima volta ed esce dalla mia visuale.
<< E se la mettessi anch’io la camicia? >>
<< Si dai!! Così siamo uguali!! >>
Lei si affaccia e mi guarda male, io le sorrido e lei si rassicura.
<< Ok. >>
Esce dopo poco accompagnata solo da un intimo nero.
<< Ma almeno potevi vestirti davanti a me!! >>
<< Tu ti sei vestito davanti a me?? >>
<< Se vuoi mi spoglio e mi rivesto!! >>
Lei ride e mi guarda e io non faccio a meno di ricambiargli questo sguardo.
Poi la vedo fare uno scatto e saltarmi addosso con così tanta forza da sbattermi sul letto e lei resta seduta su di me a guardarmi e sorridermi. Poi scende con le spalle e la testa e mi bacia.
Vengo preso di sorpresa, ma quando poi mi riprendo allora vengo tirato anch’io in quel gioco.

-

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Coricata su di lui, gioco a fargli rincorrere le mie labbra che tentano di scappare da quella bocca, ma quando mi raggiunge non riesco a fare a meno di mordergli dolcemente il suo labbro inferiore. Lui morde me e a forza di morsi e baci passano altri minuti dove lui incomincia a toccare la mia pancia e scende lungo i fianchi e si dirige al culo. Io mi metto a ridere e lui con me. Poi si butta sulle mie mutande, ma io mi ritraggo.
<< Ma che fai? >>
<< Non si vede? >>
<< Ma c’è mia madre che gira!! >>
<< Si, ma allora lo fai apposta!! Mi fai venire la voglia e poi non me la togli? >>
Cerco di provocarlo, capendo che anche la mia di voglia è grande.
<< Beh, almeno si maggiora e diventa più bella togliertela quando è al massimo, no? >>
<< Si, ma così non resisto… >>
Sorrido e lo guardo provocante.
<< E dai… Tanto non scappo!! >>
<< Ma questo lo so!! Oramai sei mia!! Non puoi più lasciarmi, per nulla al mondo!! >>
Lo provoco per divertirmi.
<< Per nulla al mondo? >>
<< Certo, se mi tradisci… >>
Lo guardo quasi scioccata.
<< Perchè dovrei tradirti? Come puoi pensare una cosa del genere? >>
<< Era un’ipotesi!! >>
Mi abbraccia e mi bacia, appassionatamente. Come sa fare lui. Perchè lui, con ogni argomento che si fa, con ogni momento che sta passando, con ogni brutto voto, con ogni brutta situazione… Lui, con un semplice bacio, è capace a farmi dimenticare di tutto, lui e la sua meravigliosa lingua che in questo momento si muove a tempo con la mia.
“Ma Robbie… Io come potrei tradirti?”
<< Dai, ora preparati, che andiamo! >>
Così detto, io mi alzo e mi dirigo in bagno portando dietro i miei vestiti prepararti per il giorno, salutando tutti e portandomi dietro il cassettino dei trucchi.

-

-

Ci starà una vita, ma sono sicuro che ne farà valer la pena.
Certo che il mio commento è di parte. Per me era bellissima anche con il pigiama e gli occhiali sul viso. Ma comunque sia non credo sia di parte il mio commento. Alessia è davvero una bellissima ragazza e solo ora riesco a capire il perchè quando ancora ci “odiavamo” in realtà ero solamente attratto da lei come nessun’altra era riuscita a fare. E forse questa cosa mi spaventava. Non lo so, sono cose che secondo me non si riusciranno mai a capire, però una cosa è del tutto certa. Menomale che la mia attrazione per lei si è trasformata in amore. Non me ne pento neanche un po’.
Mi alzo dal letto e scendo al piano di sotto, ma subito dopo aver percorso gli ultimi scalini, Alessia entra in camera e mi viene incontro, abbracciandomi forte.
Il suo odore mi entra in circolo come fosse droga.
<< Mmm… Adesso sei tu che profumi!! >>
<< Già e più di te!! >>
<< Impossibile… >>
Mi da un bacio sulle labbra.
<< Andiamo. >>
Si gira, ma io le prendo la mano e la rivolto verso di me.
<< Devo testare se è veramente il tuo più buono di profumo!! >>
La bacio sul collo e intanto respiro il suo profumo buonissimo che si mescola a perfezione con la sua bellissima pelle.
Sento una voce che ci interrompe.
<< Allora, ma non dovete andare? >>
Alessia si stacca subito.
<< Te l’ho detto che non era il caso Robbie. >>
<< Ok, hai vinto. Dopotutto hai un’abilità innata per rovinare i bei momenti!! Andiamo! >>
Alessia si gira verso sua madre e le sorride.
Va verso il bagno per mettersi le scarpe, prende la sua borsa mettendoci dentro tutto quello che le serve e andiamo.
La porto sul motorino fino all’autostazione degli autobus e ne prendiamo uno per Bordighera, tanto per cambiare un po’ luogo.
Guardo fuori dal finestrino
“Cavolo… Ma Ale non ha visto la borsa con il regalo!! E’ proprio fuori!!”
<< Allora? >>
Alessia mi interrompe nel mio silenzio.
<< Che allora? >>
<< Beh, non vorrei fartelo notare, ma il mio regalo? >>
Mi sorride tranquilla, cercando di farmi capire che lo dice così tanto per dire, ma io so che in realtà non vede l’ora si trovarselo davanti.
<< Il tuo regalo... Il tuo regalo, eh? Mmmm… >>
<< Dai!! >>
<< Avevo intenzione di comprarti un po’ di cose da Annamode dato che a volte di lamenti di non avere neanche una cosa firmata… >>
<< Cosa?? Robbie… >>
La interrompo prima che ne possa fare una questione di soldi.
<< Su, senza tanti complimenti!! >>
<< E cosa avevi intenzione di comprarmi? >>
<< Beh… L’ho lasciato a casa tua il pacco e tu sei così tonta da non averlo visto!! >>
Il suo viso assume un’espressione dispiaciuta.
<< Davvero?? No… E dove l’hai messo? >>
<< Sulla tua scrivania. >>
<< Cavoli… E perchè non mi hai avvisato? >>
<< Perchè volevo che te ne accorgessi tu, ma a quanto pare eri talmente presa da me che non ti ho proprio fatto guardare in giro!! >>
Mi guarda storto.
<< Modesto… >>
Ridiamo insieme.
“E sinceramente, se vuoi sapere la verità, anch’io ero tanto preso da te che me ne sono dimenticato!!”
Arriviamo alla fermata desiderata e scendiamo dirigendoci verso le vie principale strapiene di bancarelle per San Valentino, che, ripensandoci, sarà domani e io non le ho ancora preso niente.
Alessia sembra non fermarsi più e più la vedo aprire il portafoglio, più vedo le mani piene di borse, che naturalmente la maggior parte di queste devo portare io.
Camminiamo tra la gente scherzando e dandoci ogni tanto qualche bacio, quando, mentre lei gira lo sguardo, quest’ultimo lo vedo spegnersi e mi volto anch’io nella sua direzione.

-

-

Noto Mirko dritto davanti a me, con il braccio attorno ad una tipa dai capelli e dagli occhi neri, con una giacca corta bianca e dei jeans larghi scuri.
Tra una risata e l’altra mi vede anche lui e il suo sorriso si spegne, come il mio. I nostri occhi si incontrano, ma non ci trovo niente di speciale in quelle palle senza profondità, poco sincere.
Robbie mi prende la mano e me la scrolla.
<< Ale, non è nessuno… >>
“Non è nessuno? Non è nessuno? Lui è lo stronzo che ha tolto a Robbie la prerogativa di darmi il primo bacio!! Lui è lo stronzo che ha giocato con i miei sentimenti, lui è l’unico ragazzo per cui io sia stata male, lui… Lui non è nessuno??”
Ci avviciniamo sempre di più e lui riprende quella sua solita espressione da chissà chi, dal solito orgoglioso ragazzo del cazzo.
Poi, allora, mi ricordo quella sua espressione quando è venuto a Sanremo e ritorna la mia stessa grinta dell’altra volta, con la stessa musa che però adesso mi sta accanto e mi tiene la mano.
Apro la bocca per rivolgergli quella parola che quando l’ho conosciuto non ne voleva sapere di uscire e che adesso è così facile.
<< Guarda chi si rivede… >>
<< Ciao Ale… Ma guarda con chi sei!! Ma non era tuo amico? >>
Lo guardo deliziata e mi volto di nuovo verso Mirko.
<< Perchè hai qualcosa in contrario? E lei? Ciao, come ti chiami? >>
Questa ragazza guarda Mirko e poi si rivolge a me.
<< Federica. >>
<< Oh, Federica!! Me la ricordo!! >>
<< Che cazzo vuoi? >>
Mirko si imbestialisce e io mi diverto a rovinarlo così, su due piedi, con gusto e con divertimento.
<< Fede, da quanto è che state insieme? >>
<< Non sono cazzi tuoi!! >>
Mirko si avvicina, ma Robbie si mette in mezzo e lo ferma con le mani rivolgendogli la parola divertito, capendo anche lui quello che voglio fare.
<< Stanno parlando loro due!! >>
Federica riprende a parlare.
<< Da febbraio… Perchè? >>
<< Ma… Senza mai esservi lasciati in mezzo, niente? >>
<< Fede, non rispondere, ti prego!! >>
Mirko si intromette inutilmente e io lo azzittisco.
<< No, Mirko… Lei mi risponde perchè penso che voglia sapere la verità, giusto? >>
Mirko si libera, le prende la mano e la gira.
<< Vieni, andiamo via! >>
A questo punto decido di andare diretta senza tanti giri di parole.
<< Ma Mirko, allora non gliel’hai detto che quest’estate volevi metterti insieme a me? Non gliel’hai detto dei nostri baci? Eh? >>
Federica si blocca di colpo e si gira verso di lui.
<< Cosa sta dicendo? >>
<< Niente, cazzate, è una bugiarda! >>
<< No, Mirko, dimmi la verità!! >>
Cerco di convincerla ancora di più.
<< E’ un bastardo, non starlo a sentire!! Ha giocato con i miei sentimenti come se non gliene fregasse niente, non mi spiego come la vostra storia possa durare così a lungo… >>
Mirko mi urla contro.
<< Perchè menti?! >>
<< Mirko… Senti, non prendi in giro nessuno!! I tuoi occhi dicono tutto. Ora ti saluto e buon proseguimento, stronzo!! >>
<< Troia… >>

-

-

Io mi scaldo solo a sentire la parola troia, mi avvicino e lo prendo dalla giacca.
<< Che cazzo hai detto? A chi hai detto troia? >>
<< Ma tu i cazzi tuoi non te li fai mai? >>
Io lo stringo ancora di più vicino a me, da parlargli tanto vicino da sentire il suo respiro.
<< Senti cazzone. O chiedi immediatamente scusa ad Ale, oppure ti ritrovi con una mascella staccata. A te la scelta!! >>
Lui mi guarda fisso negli occhi, ci sfidiamo. Dopo pochi secondi lo sento deglutire e capisce subito con chi ha a che fare.
<< Ok, ok. Scusa Ale. >>
Lo spingo via e lui per poco non cade all’indietro.
<< Sarà meglio! Vedo che a volte sai anche usare il cervello! >>
<< Vaffanculo, va… Stronzo… >>
Mi metto a ridere e lo guardo dall’alto in basso.
<< A me non fai niente, l’importante è che non insulti la mia ragazza. >>
<< Beh, ora vi lasciamo. Non ne abbiamo più voglia di starcene qua. >>
Ci allontaniamo e nel mentre ci giriamo indietro.
C’è Federica che gli sta urlando contro e si vede una sberla volare sul viso di Mirko.
Io sorrido gustandomi la scena.
Poi, però, mi vengono in mente quei giorni. In quei due ragazzi che bisticciano scambio Federica per Alessia e mi ritornano a galla i ricordi di quando lei avrebbe dovuto stare con Mirko. Brutti ricordi, incancellabili solo al pensiero che lui possa aver baciato e intrecciato la sua lingua schifosa con quella di Alessia.
Con la coda dell’occhio noto Alessia sorridermi, ma non riesco a girarmi verso di lei. In questo momento il viso di lui unito a quello di Alessia è troppo forte e la rabbia non è da meno. Dopotutto un dubbio mi sorge spontaneo.
“Se non gliene importasse più niente la cosa sarebbe risultata indifferente, no? Perché ostinarsi a volergli rovinare la vita? Dovrebbe fargli pena e andare avanti facendo finta di niente. Che ti importi ancora qualcosa di lui, Ale?”
Non so cosa mi trattenga dal non tornare indietro a spaccargli la faccia.
<< Ehy, che hai? >>
La guardo e sorrido.
“E’ lei quella che mi trattiene…”
Però, non riesco, per quanto mi sforzi, a tenere a lungo questo sorriso a cui neanche un bambino potrebbe cascare.
<< Scusa, è che… Parlandogli di quelle cose mi hai fatto passare in mente l’immagine di lui che ti bacia, che tocca quelle tue labbra che io ero sicuro fossero solamente mie… >>
Mi interrompe in tono deciso.
<< Robbie smettila, non devi pensarla così!! Sono solo tue!! Lui è stato un ex!! E neanche più di tanto… Solo un ragazzo con cui ho beciato e basta!! E’ normale, anche tu hai avuto un sacco di storielle prima di me, anzi, addirittura non hai fatto per la prima volta sesso con me, io cosa dovrei dire? Sono solo tua io adesso… Non farei baciare per niente al mondo le mie labbra se non dalle tue! Mi sono solo vendicata!! >>
<< Si, hai ragione… >>
La bacio, eppure non riesco a convincermi di quello che dico a lei. Voglio andare via da quel posto, magari riesco di nuovo a tornare a sorridere.
<< Sono le sei e un quarto, ritorniamo a casa? >>
<< Da quando stai a guardare gli orari? >>
<< Beh, se vuoi rimanere rimaniamo, l’ho detto solo perchè vuoi sempre tornare a casa. >>
Alessia ritorna seria.
<< No, ok… Era per dire… >>
Ci dirigiamo alla fermata dell’autobus aspettando il suo arrivo per dirigerci a Sanremo, poi lei mi parla interrompendo il silenzio che è caduto fra di noi.
<< Senti, non si può stare così per una cosa passata!! >>
Mi sento attaccato e così mi sclado.
<< Oh, non è colpa mia, non ne posso niente se non riesco a sorridere!! >>
<< Sei esagerato. >>
<< Esagerato? Si, sarò esagerato, ma almeno vuol dire che mi può far stare male il fatto che qualcun altro ti possa baciare che non sia io!! >>
A questo punto alza la voce anche lei.
<< Ti ringrazio di questo, ma non mi puoi far sentire in colpa per una cosa che c’è stata prima di te! >>
<< Hai ragione, te l’ho già detto, e probabilmente fra poco ritornerà uguale, ora fammi passare il momento!! >>
Lei non mi risponde, neanche con un accenno, si gira solo dall’altra parte non parlando.
“Scusa Ale… Non ci riesco…”
Quel pensiero di Alessia interessata ancora a Mirko non mi vuole lasciare andare.

-

-

Arriva il pullman e saliamo. Questo è pieno e dobbiamo stare in piedi tra la folla, più di metà occupato di tutte quelle borsone che i marocchini si portano sopra.
Arrivati a Sanremo, dopo un viaggio durato venti minuti di assoluto silenzio contrastato da mille sguardi lanciati l’uno all’altra, qualcosa cambia.
<< Ale… >>
<< Dimmi! >>
Io lo guardo con un barlume di speranza, pensando che fra pochi secondi sentirò un “mi dispiace” e ritornerà tutto come prima. Lui abbassa gli occhi.
<< Perché hai fatto quello che hai fatto? >>
Io non comprendo la domanda.
<< Non ho capito… Vuoi dire perché sono andata con Mirko? >>
<< No, cioè… Si, incominciamo da lì. >>
Lo guardo male non capendo che cosa vuole sentirsi dire.
<< Beh… >>
Scendiamo dall’autobus e ci dirigiamo verso una panchina per poterci sedere e ricominciare a parlare.
Io riprendo.
<< Stavamo dicendo? >>
<< Perché hai fatto quello che hai fatto. >>
<< Ma naturale! Perché mi piaceva!! >>
Lo sento rabbrividire.
<< Ma Robbie… >>
Cerco di avvicinare la mia mano alla sua, ma lui la scosta.
<< Ci sei stata tanto male quando non vi siete più sentiti? Quando tu l’hai scaricato? >>
<< Non capisco dove vuoi arrivare Robbie. >>
<< Rispondi alle domande e alla fine ci arriverai!! >>
Mi risponde urlando e io mi preoccupo. Lo guardo spaventata.
<< Ma che cos’hai? >>
<< Ci sei stata tanto male?? >>
Mi urla ancora e io rispondo al suo stesso tono.
<< Certo!! Mi piaceva molto!! Come potevo non starci male? Non ti puoi arrabbiare per questo, ai tempi ci odiavamo!! >>
Il suo tono sembra calmarsi.
<< Ma io non ho detto niente a riguardo. >>
<< E allora mi spieghi che cosa significa questo interrogatorio??>>
Lui non mi risponde, mi guarda e basta.
“Mi preoccupi…”
Finalmente riprende a parlare.
<< Quanto è durato questo tuo stare male? >>
<< Io… Io non lo so! Non mi metto a contare i giorni!! Non so il giorno preciso, la cosa è andata scemando, non saprei dirtelo!! >>
<< Più o meno… >>
<< Ti ho detto che non lo so Robbie! E smettila. >>
Cerco di essere più decisa che mai, ma lui non crolla, continua con il suo gioco. E’ come se qualcosa lo avesse impossessato.
<< Quando ti sei messa con me? L’avevi già dimenticato? >>
<< Certamente, ma anche prima!! E grazie a te se lo vuoi sapere! Ora la vuoi smettere? >>
<< Sei sicura?? >>
Divento cattiva.
<< Ti sembro ritardata per caso? Sono sempre sicura quando faccio un’affermazione. >>
<< E ora dimmi… >>
Lo interrompo prima che possa fare un’altra delle sue domande.
<< No, Robbie, sono stufa di queste tue domande. >>
Lui sembra non ascoltarmi.
<< Cosa hai provato a rovinare la giornata a Mirko? >>
<< Che cosa?? >>
Non capisco.
“Ma dove vuoi arrivare? Che cosa stai cercando di farmi dire?”
<< Hai sentito. >>
<< Perché non arrivi al punto Robbie? Così la facciamo finita qui. >>
Lui mi guarda diritta negli occhi.
<< Ne sei sicura? >>
<< Ti ho già detto di non essere ritardata. >>
<< Penso che tu provi ancora qualcosa per Mirko. >>
<< Che cosa??? >>
Lo guardo sbalordita e piena di sorpresa.
<< A quanto pare lo sembri ritardata. >>
Lo guardo terribilmente male.
<< Ho chiesto che cosa per cercare di capire che cosa ti salta in testa!! >>
<< L’hai chiesto tu di arrivare al punto. >>
Rimango perplessa.
<< Infatti stavo ragionando su che punto stupido fosse. >>
Resta un attimo in silenzio, poi mi rivolge lo sguardo. I suoi occhi sono tristi e tremano.
<< Continui a non rispondere e questo non è di certo un buon segno. >>
<< Ma che cosa vuoi che ti risponda?? Io non provo più niente per Mirko, mettitelo nella testa!! >>
Gli urlo addosso e non importa se la gente si gira e ci guarda. La rabbia mi acceca.
“Come può pensare una cosa del genere?”
<< E allora mi spieghi che gusto hai provato a rovinarlo così?? >>
<< Semplice vendetta!! >>
<< Per chi frega qualcosa esiste. >>
<< Certo che mi frega, mi ha fatto stare male!! Ma non provo niente per lui!! Possibile che non mi credi?? >>
Lui continua ad avere il suo tono irritante.
<< Non so a che cosa credere!! Esiste l’indifferenza quando non interessa niente! Non sei riuscita a dirmi che gusto ci hai provato!! Non venirmi a dire vendetta, voglio sapere se dopo che hai fatto ciò ti sei sentita meglio!! >>
Abbasso lo sguardo. Lo sto odiando.
<< Si, mi ha fatto stare molto meglio. >>
Lui mi guarda fisso.
<< Pensavo di essere io la persona stronza della situazione. >>
<< E allora?? >>
<< Ti ho già detto che esiste l’indifferenza... Non c’è peggior vendetta. >>
Io lo guardo con la vista appannata che cerca in tutti i modi di non far uscire le lacrime e per questo tento di non sbattere le palpebre.
<< Non ci credo. >>
Mi alzo e lo guardo seduto su quella panchina.
<< Non ci credo che tu non abbia un minimo di fiducia in me. >>
Mi allontano così, lasciandolo seduto nei suoi pensieri stupidi.
“Eppure Robbie, tu non sei stupido. Ok, la gelosia dovrebbe farmi sentire fiera, invece, in questo momento, sento i nervi che saltano. Vorrei prenderti a schiaffi. Quello che mi fa più male, è che tu non hai fiducia in me. Perchè Robbie non mi credi? Non è una grossa pretesa.”
Le lacrime cominciano finalmente a scorrere.
“Mi manchi già…”

-

-

Mi metto le mani tra i capelli.
“Cosa ho fatto…”
E’ l’unica frase che riesce a leggere la mia mente. Dovrebbe sentirsi ferita. Non è normale.
“Perché devi provare gioia nel rovinargli la vita? Non ne vale la pena!! Una persona fa in questo modo se vedendolo ci stesse ancora male e allora rovina anche la sua di vita. Ma tu non stai male per questo Ale. O almeno spero…”
Ora è altro che la mia mente legge. O meglio, vede. Mirko e Alessia assieme a letto, le sue labbra affondate in quelle di Alessia, il suo corpo strusciato sulla sua pelle.
Mi vengono i brividi. Provo disgusto.
Scrollo la testa per cercare di cancellare quelle immagini.
E così è, non ci penso più.
Mi alzo in piedi e mi metto le mani nelle tasche dei jeans. Comincio a camminare guardando solo il pavimento e la mia mente comincia a rielaborare pensieri.
“Sono uno stupido…”
Le mie mani iniziano a muoversi da sole.
Prendono il cellulare e cominciano a scrivere parole che predispone la mia mente senza che le mie dita sappiano quello che fanno.

Scusa, scusa, scusa, scusa
Scusa, scusa, scusa, scusa.
Mi dispiace, lo giuro. Mi
Dispiace tanto, non volevo
farti stare male. I miei
pensieri molte volte
viaggiano da soli. Io ti
credo. Domani mi farò
perdonare, giuro. Ti amo.

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Leggo il messaggio.
Le lacrime smettono di scendere e un sorriso riappare sul mio viso.
“Non posso cedere così… Altrimenti ci sarà una prossima volta. Devo fargliela pesare.”
Decido di aspettare domani. Sono curiosa di come si farà perdonare.
Perciò comincio a scrivere la risposta.

Sono rimasta molto delusa

Robbie. Sono arrabbiata
con te. Non so che cosa
dire…

Riposo il mio cellulare nella tasca e dal corridoio che ero entro in camera mia.
Chiudo gli occhi fortemente, ma non riesco a provare la stessa emozione scritta nel messaggio.
Sono felice. Non so perché. Forse perché non vedo l’ora di vedere come domani Robbie si farà perdonare.
“Fammene valere la pena Robbie di questo sorriso…”

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Rimango un attimo sorpreso e spaventato allo stesso tempo.
Il muro di camera mia è piena di fogli colorati pieni di scritte del tipo “Ale&Robbie”, “Ale+Robbie=love”, “Ale e Robbie coppia perfetta”.
Poi noto mio fratello sdraiato sul suo letto mentre ammira un foglio con scritto “Ale…Robbie…4ever…”.
Il suo sguardo, però, è spentissimo.
<< Ciao… >>
Lo saluto un po’ perplesso.
<< Ciao Bro. >>
<< Ma… >>
<< Ti starai chiedendo che diavolo mi è preso!! >>
Mi guardo ancora un attimo in giro poi rispondo.
<< Si, in effetti. >>
<< Beh, ecco… Vedi… Oggi avevo la febbre, così la mamma non mi ha fatto uscire. Non sapevo cosa fare e ho deciso di farti una sorpresa!! >>
“Lui non è mio fratello… Che cosa gli è preso?? Sono davvero preoccupato.”
Mi guardo ancora un’altra volta attorno e rimango terrorizzato.
“E’ quasi terrificante…”
<< Ma non riesco a capire il motivo!! >>
<< Vi invidio molto, ecco perchè… >>
<< Ahh… >>
Resto ancora sbigottito dalla cosa e lascio mio fratello in camera nostra continuare a contemplare quel foglio.
“Mio fratello è troppo strano…”
La preoccupazione mi sale più di prima. E’ difficile vederlo così triste.
“Che cosa gli succede??”
Aveva uno sguardo tutt’altro che normale. Poi, però, il sorriso mi ritorna in viso e dimentico Eric.
E’ vero. Siamo proprio una coppia perfetta. Non sarà di certo il mio sclero o la nostra brutta litigata o Mirko a dividerci, non sarà niente di niente a farlo.
“Siamo una coppia perfetta giusto Ale?? Non esiste nessuno più perfetto di noi. O meglio. Non esiste nessuna più perfetta di te.”

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-

La mia testa gira un po’ per tutta la stanza, l’ammira in tutta la sua oscurità della sera, ma l’oscuro mi fa sembrare tutto così tenebroso e invece ho bisogno di luce, perchè la mia vita che sto vivendo adesso è così. Risplende, come una stella, una stella bellissima, la più luminosa, quella da invidiare, quella che esprime i desideri, quella magica, quella perfetta, quella, proprio lei… Una stupenda stella… E da questo punto di vista non sono convinta che tutte le stelle muoiano prima o poi, neanche tra un miliardo di anni, potrà finire magari la storia, ma il mio amore per lui non cambierà mai, nessuno riuscirà a farmi smettere di amarlo.
“Come si fa? Sei tu che mi hai fatto scoprire tutto, tutto, senza lasciare niente. L’amore, la passione, il sesso, i momento magici e romantici, il desiderio di toccare, il desiderio di baciare, il desiderio di averti, il desiderio, semplicemente il desiderio. Il desiderio di te… E tu hai esaudito il mio desiderio. Che non muore mai, mai!!! E’ impossibile, troppo impossibile e non vedo perchè devo continuare a pensare ad una cosa impossibile, se è impossibile.”
Così accendo la luce.
Le pupille si incominciano a restringere e la luce a sparpagliarsi per la stanza, piccoli pezzi di stanza che finalmente riesco a scorgere e scoprire anche qualcosa di nuovo. Una borsa di plastica, lì, sulla mia scrivania, bianca, grossa, con la scritta in nero ‘Annamode’, dalla quale si intravedono due pacchetti, uno rosso e uno verde. Mi viene da sorridere. “Ah, Robbie, Robbie…”
Mi alzo da quel divano che mi ha sempre tenuta e mi avvicino alla famosa sacca. Tolgo i sacchetti e li scarto. In uno scovo una maglietta a maniche lunghe della Pinko, rosa con disegnata una farfalla viola che fa l’occhiolino e sopra una scritta sempre viola con scritto ‘I love you’ e sotto Pinko, molto carina, e dall’altro pacchetto fuoriescono dei jeans della Angel Devil con disegnate delle ali bianche sul retro delle gambe. Stupendi.
Poi scorgo una busta pinzata da un angolo al margine della borsa. La apro veloce strappando l’apertura e ne esce un biglietto giallo, bruciacchiato nei dintorni, probabilmente con una candela, e la sua scrittura mi appare davanti agli occhi in un grande foglio, riempiendolo in un poema.


Ciao piccola!!
Come stai? Spero benissimo, ma tanto, tanto, tanto, tanto… Sai, non so se in questo momento mentre tu starai leggendo io sarò lì vicino a te, oppure sarai da sola, ma non me ne importa niente, perchè voglio farti sapere cosa sei per me!! Beh, dovrebbe essere un semplice biglietto d’auguri, ma io la uso lo stesso come una lettera, ne approfitto!! Comunque, visto che è un biglietto d’auguri, ti auguro felicemente un augurio sincero per i tuoi bellissimi sedici anni che ti dovrai portare dietro ancora per un lungo anno!! E volevo dirti una delle solite frasi che si usano in questo momento “Spero che ti sia piaciuto il regalo…” Così, ma mi accorgo che io sono veramente interessato al fatto che ti sia piaciuto!! Ma non ti preoccupare per quanto ho speso, chi se ne frega!! Io me lo posso permettere e poi… Sei più importante tu di qualche inutile soldino. Sai… Ieri sera ammiravo il cielo prima di chiamarti. Lo guardavo e mi ci sono perso in quell’immensità. Sai quante stelle ci sono? Ieri stranamente il cielo era limpido e ne ho potute scorgere molte. Sarebbe bello per una volta vederle insieme. Sai, magari abbracciati, sotto la luna piena, in un prato, magari anche nudi!! Però mi piacerebbe, ma non perchè voglio vedere le stelle… E’ solo che voglio vedere chi è che brilla di più!! Se le stelle che sono piccolissime lassù in cielo o la mia stella di riferimento, quella che ho vicina, quella che sto abbracciando, insomma… La mia stella. La più bella stella del mondo!! Dicono che le stelle sono irraggiungibili e che sono infuocate. Una cosa non è vera. Irraggiungibile non lo sono e se è così sono felice di essere stato l’unico ad aver scoperto come si raggiungono. Invece la seconda è vera… Sei calda, caldissima, e mi sto scottando, mi sto scottando d’amore… Ma mi piace questo caldo perchè fuori fa troppo freddo!! Lo so che te l’ho già detto tante volte, ma volevo essere sicuro che l’avessi capito! Ale, ti amo… E sai che sei stata la prima a farmi incantare così? Sei stata la prima… La prima ad avermi imbambolato, ad avermi fatto perdere in un sentimento mai provato, ad avermi fatto perdere le redini per guidare, ad avermi privato della mia volontà, ad avermi fatto bruciare… Voglio che te lo ricorderai sempre. Sei stata la prima e la prima resterai. E la prima è sempre la più importante. Ti amo… Tanto, troppo… Non resisto… Spero tanto di non essere lì in questo momento perchè rileggendola mi verrebbe voglia di saltarti addosso!! Ma allora dove sono? Beh, sicuramente a casa a pensarti!! Perchè non mi fai più pensare ad altro, lo sai? Chi se ne frega. Continua così!! Non lasciarmi. Ti amo… Un bacio, bacio, bacio, bacio…

Ant

Chiudo la lettera nella stessa piegatura di prima, con un sorriso e una lacrima in contemporanea. Poi la rimetto nella busta e la poggio sulla scrivania.
“Se in questo momento Robbie fosse qui, altro che aspettare la sorpresa dell’indomani!!”
Decido di cambiare aria ed apro la finestra, ma prima di girarmene ed andarmene vengo presa, rapita. Il cielo, lui mi sta chiamando. Esco in terrazzo e alzo la testa verso esso. Sta sera è ancora limpido e le stelle si scorgono a migliaia.
Chissà se anche Robbie sta guardando il cielo in questo momento…
Poi la vedo, la trovo. Una stella, stupenda, che risplende più di tutte le altre. E mi viene in mente un piccolo riferimento alla lettera.
“Su una cosa sbagli Robbie. Non sono io la stella…”

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Mi dirigo in terrazzo e mi siedo sulla sdraio a guardare il cielo già buio. E penso.
Chissà se Alessia avrà già letto la mia lettera. L’ho scritta con il cuore in mano, voglio che lei sappia cosa provo.
Poi, guardando il cielo, mi viene in mente un pezzo della lettera, quella in cui parlo delle stelle. Ed ho proprio ragione. Non ce né nessuna paragonabile a lei. Ce n’é una lassù, che è quasi accecante da quanto è luminosa, la più luminosa di tutte. Ma non ci vuole un genio per capire che neanche quella è minimamente paragonabile…

Oh mamma… Ma cosa abbiamo qui?? La prima litigata fra i due bellissimi e perfetti innamorati?!?! Ma siamo pazzi??? Vabbeh dai, già alla fine si è sistemato tutto… E poi era impossibile che non litigassero mani, no??XD

E stase mi dedico a voi…

Betty O_o: Già, anche io lo voglio così dolce! Forse l’ho veramente esagerato… Ma esistono sul serio?? Che delusione, è solo una mia invenzioneeee!! :-( In quanto a Eric posso solo dirti che sei sulla buna strada, ma dirti quale sia giusta o se è solamente vicino non lo posso fare!!XD Non direi mai il seguito!! Un bacione!

Pazzerella_92: Grazie per i tuoi complimenti, sono sempre fantastici!! E ogni volta che dici quella parola… “perfetto”… Mi vengono i brividi di felicità!!!XDXD In quanto al capitolo scorso sono contenta che non sia sembrato inutile!! Ho visto che mi hai aggiunto!!XD scusami se magari non sono al pc o magari non rispondo… Ci sono dei momenti ora come ora che li passo maluccio!!!XD Ma lasciamo stare!!! Un bacione!!

Blackangel91: Grazie, grazie e grazie!!! Mi rendi feliceeeee!! In quanto a Eric… Ma sei sicura che tu voglia sapere la risposta?? Perché sarebbe come rivelarti qualcosa che verrà dopo e io non voglio farlo… Anche perché magari òleggerebbe qualcuno che non vuole saperlo!! Io so quanto è brutto sapere qualcosa che non vuoi sapere!!!XD Dai, con calma e fra poco lo scoprirai!!! Grazie per il “capolavoro”!XD Baci

Avril1113: Commento breve, ma intenso… Grazie per i tuoi complimenti, grazie!! Baci

BabyzQueeny: Grazieeeeeee!! Non sai che rivelazione vedere tutta questa gente fan della mia storiaaa!! Faccio i salti di gioiaaaaaaa!! Grazie!!!

_NovemberThree_: Grazieeee!!! Eccolo qui, spero di aver aggiornato abbastanza presto!!XD Baci!

ElianaTitti: Lo sapevo!!XD i, è vero.. Quel capitolo del capodanno è davvero dolcissimo e romantico e forse è anche il mio preferito! Sono contenta di trovare conferma! A quella domandina, sarò cattiva, ma come ho detto alle altre, non ti risponderòòòòò!!! :-P No, dai ragazze… Lo saprete, lo saprete!!! Per il capitolo scorso sono contenta che ti sia piaciuto così tanto quel capitolo e soprattutto il momento “tra uomini”XD Mi piace il papino di Robbie!! Per quanto riguarda la nostra “bellissima” vita privata… Non so se ti ppuò rassicurare ilo fatto che anch’io passo i tuoi stessi sbalzi d’umore, ma questo è normale, soltanto che è ancora peggio!! Secondo te perché mi chiamo Somoody??? So Moody… “Così lunatica” XD Ecco rivelato il mio segreto!!!! Mi dispiace perciò, so cosa vuol dire… Ti auguro presto un risveglio da questa situazione!! Grazie per i tuoi complimenti!! Baci!

Kry333: Già…:-P Quante volte ci ho pensato questo capodanno!!!XD Sarebbe come inizio anno una cosa meravigliosa!!! Un ipipurrà per la dolcezza e la cavalleria di Robbie!! ;-) alla prossima bacioni!

Avrilmiki: La ringrazioe lo stesso anche se non m ha commentato quest’ìultimo, ma devo epr forza perché ha commentato quello precednente… Uff… Che palle!!! No, scherzo!! Come fai a chiedermi come faccio a riportare tutti i nostri discorsi e come li faresti??? Secondo te?? Come se non ti conoscessi… In quanto al cambiamento… Beh, ti ricordo quanto tempo fa era!! Tre anni!! Ma come pasano tutti questi anni.. E noi ancora assieme!!! Almento tu!!XD Bacioni, ti voglio bene….

grazie a tutti, siete unici!!

Un bacione

Somoody

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Capitolo 22
*** San Valentino! ***


CAPITOLO 22

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Mi alzo nel letto velocemente.
Mentre mi dirigo verso il bagno passo davanti all’orologio. Lo guardo di sfuggita. Le nove.
Sorrido.
“Orario perfetto.”
In bagno mi sveglio lanciandomi l’acqua in viso. Quest’ultima è gelida.
“Meglio.”
Mi dirigo in cucina.
Eric è lì a far colazione. E’ come un orologio svizzero quel ragazzo. E’ sempre nei posti in cui io devo andare.
<< Ciao… >>
Lo vedo triste e preoccupato.
Deve avere qualcosa ultimamente.
<< Ciao. Ma che cos’hai? >>
<< Niente. >>
Lui guarda la sua tazzina di caffèlatte mettendoci dentro i suoi biscotti preferiti, le Gocciole.
“Tutt’altro che niente…”
<< Mi piacerebbe stare qui ad approfondire l’argomento, ma oggi sono in ritardo e devo farmi perdonare da Ale. >>
Mi dirigo verso la stufa per scaldare il caffè.
<< Perché devi farti perdonare? >>
La sua voce mi arriva da dietro la schiena.
“E’ una mia impressione o ci leggo un tono di piacere?”
Mi giro verso di lui incuriosito.
Lui è sempre come prima, con lo sguardo perso. Anche se diretto verso il mio.
“Tutto normale…”
<< Perché pensavo pensasse ancora a Mirko. Ma è tutto risolto. >>
<< Ah… >>
Ritorna a guardare la sua tazza.
Poi, dopo due secondi di silenzio, spengo la caffettiera e mi verso esso in una tazzina.
Lui riprende a parlare.
<< Oggi è San Valentino… >>
<< Si. >>
Lo sento sospirare e poi si gira di nuovo verso di me.
<< Buon divertimento. >>
Lo guardo anch’io e sorrido.
Bevo il caffè, poggio la tazzina sul lavandino e mi dirigo di nuovo verso di lui.
<< Grazie. Tu come la passi la giornata? >>
<< Starò a casa per la febbre a guardare fuori dalla finestra pensando a quanti piccioncini passeranno la giornata meglio di me. >>
Lo guardo triste anch’io.
“Eppure lo so, lo sento. Non è la febbre a ridurti in questo stato.”
<< Penserò a te. >>
<< Sarà l’ultima cosa che farai. E non ti ho chiesto una cosa del genere. >>
La sua voce è irritante. E anche lui lo è.
<< Buon San Valentino. >>
Si alza dalla sedia ed esce dalla cucina.
Mi lascia qui, solo e insoddisfatto, con una frase di chiusura da parte sua semplice, ma detta in un modo inquietante.
Lascio andare il problema, mi dirigo in camera dove Eric è coricato sul suo letto senza dare segno di vita, come se si fosse addormentato all’istante. Io non parlo.
Prendo i primi jeans che trovo negli appendini dell’armadio e prendo una maglia a maniche lunghe senza neanche guardare la marca. So solo che la sento tanto comoda per il fatto che le sue maniche sono lunghissime.
Esco di casa non salutando nessuno dato che mio padre è al lavoro e mia madre dorme ancora.
Corro per le scale. Decido di fare il più presto possibile. Non voglio rischiare che Alessia si svegli prima del previsto.

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Apro gli occhi svegliata dal cellulare. Quest’ultimo trema. Lui mi sta chiamando.
Guardo un attimo la sveglia vicino a me che mi rivela l’ora.
Sono le dieci meno dieci.
Mi passo le mani sugli occhi e prendo il cellulare schiacciando il tastino e portandomelo all’orecchio. Cerco di essere più assonnata e odiosa possibile. Pure nel tono.
<< Dimmi. >>
ìLo sento sorridere dall’altra parte della cornetta.
Mi trasmette emozione anche attraverso la sua semplice voce.
Stringo una mano al mio piumone cercando di resistere a non dirgli “Ti amo.”.
<< Ti affacci alla finestra per favore? Qui si gela. >>
<< No. Gela. >>
Chiudo la chiamata facendo l’arrabbiata. Poi incrocio le braccia al petto.
Non riesco a resistere.
Prendo gli occhiali e corro fino a sotto dalla finestra. Tiro su la persiana velocemente e la finestra.
Lui è lì fuori.
<< Sapevo che non avresti resistito. >>
Io lo guardo male.
<< Sono ancora in tempo a farlo. Non farmene pentire. >>
<< Devo fare una cosa. Non fermarmi. Ti prego. >>
<< Ok. >>
Si raschia la voce. Poi mi guarda intensamente e incomincia a cantare.
<< Vivo solo di te, di ogni gesto che fai, di quegli attimi che tu soltanto mi dai… Ogni giorno di più sai convincermi che nulla avrebbe senso se non fossi qui… Con me… Mi hai insegnato che un sorriso illumina… Ogni istante grigio della nostra età… Non un'ora un giorno, ma un' eternità… Ti vorrei con me… Ti vorrei con me… Vivo solo di te, di ogni gesto che fai, di quegli attimi che tu soltanto mi dai… Ogni giorno di più sai convincermi che nulla avrebbe senso se non fossi qui… Io non so… Che mi fai… Io per te… Morirei… Spettri di… Quei giorni bui… Spariscono… Col tuo sguardo… Stringimi… E resta qui… Qui con me…>>
Un sorriso commosso mi rapisce le labbra.
La riconoscerei tra mille. ‘Sole di settembre’ dei Finley.
E non importa se lui la stona. Riesce a colpirmi al cuore subito dimenticando l’ira che prima avevo nei suoi confronti.
Mi sfodera un sorriso imbarazzato, ma bello, e da dietro la sua schiena fa apparire un mazzo di rose.
A questo punto parlo.
<< Pensi di poter risolvere tutti i problemi con una serenata e un mazzo di rose?? >>
Lui non molla il suo sorriso e mi risponde tranquillo.
<< Si. >>
A questo punto anch’io sorrido e lo guardo intensamente.
<< Fai bene. >>
Lui ricomincia a parlare dopo la perdizione nei miei occhi della mia ultima battuta.
<< Sai… A questo punto sarei dovuto entrare dal terrazzo, ma mi spaventa un po’ l’idea… >>
Guarda l’altezza del mio primo piano fino a terra.
Io gli rispondo sorridendo.
<< Per questa volta ti faccio entrare dalla porta di casa, ma facciamo finta che sei entrato dal terrazzo, è più romantico! >>
<< Sono d’accordo. >>
Incomincia a camminare e si dirige verso il mi portone.
Io vado vicino alla mia porta e glielo apro.
Lo sento salire le scale.
I suoi pantaloni stretti abbinati a quella maglia a maniche lunghe blu mi fa pensare al fatto che anche se si veste di fretta è sempre bellissimo. I suoi capelli sono più morbidi che mai solo a vederli.
La mia voglia di accarezzarli e di baciargli quelle belle labbra di prima mattina mi fa pensare al fatto che oggi è San Valentino, si, ma per me la festa degli innamorati è tutti i giorni che passo con lui.

-

-

Nel suo pigiamino azzurro e con i suoi occhiali mi fa ridere.
Lei mi guarda intensamente.
Mi avvicino e le porgo le rose, le mie undici rose rosse prese prima di correre qui a fare quella figura.
Figura tutt’altro brutta, ma romantica…
“E allora perché mi sentivo così a disagio? Io che non mi vergogno mai!!”
Lei poggia il suo viso sulle rose e respira per sentire il loro odore. Poi mi abbraccia portando i fiori con lei dietro la mia schiena e mi bacia.
<< Buon San Valentino amore. >>
<< Anche a te. E comunque anch’io vivo solo di te… >>
Sorrido pensando all’allusione della mia canzone cantata prima e mi viene una vampata di calore.
<< Amore sei rosso. >>
Si mette a ridere.
<< Ho caldo. >>
Cerco di nascondere il mio imbarazzo, ma lei ride ancora di più e scende le scale per entrare in casa. Io la seguo.
Sua madre mi viene incontro. Sorride.
<< Ciao Robbie. >>
<< Ciao. >>
<< Che bel gesto che hai fatto… Credo che in questo palazzo da stamattina tutti ti abbiano etichettato come un ragazzo d.o.c. >>
Sento di nuovo quel rossore addosso e rispondo balbettando.
<< G-Grazie. >>
E’ una sensazione che non avevo mai provato prima, poi sento la voce di Alessia dietro di me che mi rassicura.
<< Giù le mani. Lui è mio. >>
Mi prende la mano e mi porta in camera. Poi lei si allontana uscendo.
Io resto immobile a guardarmi in giro come se non avessi mai notato la camera di Alessia. Forse lo faccio per il fatto che non so cosa fare. Non riesco a muovermi per l’imbarazzo.
“Robbie, scrollati dall’incantesimo!”
Ritorna subito con un vaso pieno d’acqua, lo poggia sulla scrivania e ci adagia dentro le rose. Le rose rosse, ma di un rosso tale da rappresentare il mio amore per lei.
Si gira verso di me con la sua espressione felice che mi toglie tutto il negativo che mi circonda, anche se da quando c’è lei non ve n’é più molto.
<< Cos’hai organizzato dopo la tua serenata per il nostro San Valentino? >>
“Cosa ho organizzato?”
<< Veramente niente… Sai, ho pensato di non organizzare, ma di farmi venire l’idee così d’impulso. >>
<< E la scena che hai fatto sotto il mio terrazzo? Impulso? >>
Sorrido di nuovo imbarazzato e guardo a terra ricordando il passato.
<< Quella l’avevo organizzata per conquistarti prima che iniziasse la nostra storia con mio fratello!! Siccome all’ora non ho avuto il coraggio l’ho ripreso per farlo ora. >>
<< In effetti sarebbe stato un po’ strano. >>
Mi guarda senza parlare più e io non trovo le parole da poterle riferire. Il nostro silenzio è rassicurante.
Mi abbraccia. Anche lei come me, lo fa d’impulso. Si lascia andare al suo istinto, a quello che le dice il cuore.
Dopotutto è così. E’ il cuore che comanda fra due innamorati. E’ la mente quella che rovina una storia. Il cuore fa di tutto per mantenerla salda.
Rispondo al suo abbraccio avvolgendola stretta pensando che se per qualche motivo io mi dovessi staccare da lei potrei morire.
Così l’abbraccio più forte che mai odorando i suoi capelli e il suo profumo semplice che le esce dalla pelle. Il profumo di cui io mi drogo.
<< Hai imparato. >>
Le dico io, lei si sposta un attimo con la testa e mi guarda negli occhi.
<< A fare cosa? >>
<< A lasciarti andare d’impulso come faccio io. >>
Lei sorride.
<< Quello l’ho imparato quando ti ho conosciuto. >>
Sorrido anch’io e la bacio.
Il primo bacio che rappresenta la mia voglia di sta mattina.

-

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Lo bacio, più di prima, più di un semplice bacio sulle labbra, più di qualsiasi cosa… Passione!! Che bella parola la passione, che poi è una cosa che ti può rovinare, come l’amore… Però è stupenda provarla. Il brutto però, è che questa la provi anche se non sei innamorata della persona per cui la provi, ma non è un problema per me…
“Perchè ci penso? Ah, si… Perchè è passione quella che sto provando mentre ti bacio. Robbie, voglio che tu sia sempre il mio pensiero, sempre la mia voglia, sempre tutto di me… Uffi, perchè sono così drammatica? Non ti perderò mai, almeno per adesso!! Baciami ancora…”
Però questo pensiero prende forma e pensando di pensarlo, sbaglio, perchè è così forte che il pensiero si trasforma in parola.
<< Baciami ancora… >>
E lui obbedisce, obbedisce e obbedisce…
<< Scusate… >>
Sentiamo raschiare la voce vicino a noi e stacchiamo lentamente le nostre labbra da quelle dell’altro.
Ci giriamo tutti e due verso la direzione di quel suono.
Mia madre sta guardando Robbie dall’espressione sdegnata.
Riprende a parlare.
<< Non sei poi così tanto un ragazzo d.o.c… Per baciarla in quel modo dovresti prima venirmi a chiedere la sua mano!! >>
Lui si mette a ridere. Poi mi guarda e si rigira verso mia madre andando verso di lei. Si inginocchia per terra e la guarda posizionando le mani come se dovesse pregare.
<< Per favore, posso prendere la mano di sua figlia? La amo da impazzire e non le farei mai del male, preferirei farlo a me stesso. Perciò non ha nulla da temere. Mi faccia questo favore, non penso ad altro… Mi da il permesso? >>
Lei lo guarda e subito dopo si mette a ridere.
<< Diciamo che se ne parlerà fra qualche anno. >>
Continua a ridere a voce sguaiata e se ne va.
Robbie si alza e si gira verso di me.
<< Io ci ho provato. >>
Alza le spalle e si avvicina a me. Poi mi accarezza le labbra con il suo dito e sorride. Sorride in un modo che farebbe sciogliere anche un iceberg.
“Ti prego Robbie. Sorridimi sempre, perchè sono i tuoi sorrisi a farmi andare avanti. Robbie, te l’ho già detto che ti amo?”

-

-

L’abbraccio di nuovo e mi avvicino al suo orecchio e le rivelo il mio pensiero. Sempre seguendo il mio istinto.
<< Io conosco un posto che per San Valentino sarebbe perfetto. >>
La sento sorridere e decide di giocare con me.
<< Descrivimelo. >>
<< E’ romantico. >>
<< Si… >>
<< E’ speciale. >>
<< Si… >>
<< Si può stare da soli tutto il giorno. >>
<< Si… >>
<< Pensando solo a noi. >>
<< Si… Qualcosa che me lo faccia capire subito? >>
L’immagine di Diana mi attraversa le testa e viene assieme ad Alessia, alla sua pelle, al letto, al suo amore, al calore dell’emozione…
La parola magica mi viene subito in mente.
<< E’ nostro. >>
Lei sorride ancora di più stringendo nei due pugni anche la mia maglia.
<< So qual è. >>
<< Ci voleva tanto? >>
<< Bastava che mi dicessi quella parola magica che hai detto per ultima! >>
<< E’ nostro, è nostro , è nostro, è nostro… >>
<< Robbie!! >>
Lei urla e io mi spavento staccandomi e guardandola negli occhi. Lei continua a sorridere e mi risponde al mio sguardo intenso.
<< Rendiamolo nostro anche oggi. >>
Sorrido e la prendo in braccia dirizzandomi verso la porta d’ingresso.
“Diana aprimi le porte. Sto arrivando.”

Scusate il ritardo, ma ora che è iniziata l’estate ci sto molto poco al comuter anche perché a mia madre rode che io sia in vacanza mentre lei no perciò ogni volta che sono a casa i detta dei lavori da fare e si incacchia se mi vede rilassarmi. Perciò resto fuori il più possibilie!! XD

Capitolo corto, ma intenso.. Veramente intenso. Forse questo è un po’ troppo da libro, ma lui è così tenero… E che male c’è nel sognare un po?? E beati loro che adesso se ne vanno su Diana e si passanouno stupendo San Valentino… L Per Eric, vi faccio una bella promessa, due capitoli e scoprirete che cosa gli passa per la testa!!XD Intanto… Vi terrò sulle spine!!!

Passiamo ai ringraziamenti perché come sapete… Li adoroooooo!!

ElianaTitti: Beh, che dire… Sono contenta di aver trovato una recensione così lunga!! Potrebbero anche preoccuparti tranquillamente i comportamenti di Eric perché se si comporta così non è messo a caso, ma c’è un motivo ben preciso, ma come ho già detto… oramai i capitoli d’attesa sono contati!! Comuqneu si, hai ragione… Perfetta quanto vuoi, ma non può litigare mai, ma infatti questo non l’avevo escluso, solo che volevo far vedere una vera e propria litigata tra i due e poi… Lei ha avuto la sua vendetta, no? Ti ringrazio per i complimenti, come sempre apprezzatissimi, e ti auguro che la tua instabilità passi presto, io per fortuna sto guarendo.. Grazie a un amico che mi ha urlato addosso e mi ha fatto un attimo svegliare e capire di credere più in me stessa!! Un bacione!!

Giuly_94: Wow, sono contenta che ho un’altr recensitrice!! (spero si scriva così!XD) Grazie per i tuoi complimenti, li ho veramente molto apprezzati!! Un bacione!

Betty O_o: concordo con te, se non ci sono litigate che gusto c’è?? Servono anche a conoscersi… ahah!! Me lo immagino facilmente Eric spinellarsi!! Ma non è cos’ì, tra poco si scoprirà il motivo della sua pazzia!! Grazie per i tuoi complimenti!! Un bacione

_NovemberThree_: Grazie per i tuoi complimenti!! In effetti neanhc’io avrei mai reagito così con Mirko, ma volevo farlo rientrare in qualche modo!! Ma puoi stare tranquilla, quello te lo posso dire… Mirko non tornerà più!!! Tanto non lo sopporta nessuno, nemmeno io!! Un bacio! E Grazieeee!

Kry333: Sono contenta ti sia piaciuto! E poi non è questo il bello?? Un ragazzo che perda la testa???XD Non farmi sognare troppo!! Un bacione alla proissima!!

BabyzQueeny: Conocordo anch’io con il carussi!!!XD Ma povero Mirko… Cioè, se lo meritava tutto fino in fondo… Ma Alessia avrebbe dovuto fare più la superiore per me!!! Ma non la critico!! L’ho scritto io!! XD un bacione!!

Avrilmiki: Ohu!!! Vuoi che incomicni ad essere gelosa??? Eh???? Robbie è mio, capito?? Se vuoi Beghe può essere tutto tuo… Non me ne faccio nulla!! Ahah, grande il biglietto d’auguri!! Concordo con te, dopo tutti questi anni e doipo tutto quello che abbiamo passato… Penso che più nulla ci possa dividere se non quello che c’è già stato!!! XDXD Almeno tu! E grazie per i tuoi complimenti sempre bellissimiiiiii!! Baci!

Pazzerella_92: Che bello, una recensione così lungaaaa!! Ahah!! Sono contenta che ti abbia causato quest’effetto!!XD Come potevo non farlo scusare poi??? Dai, certo che devonop litigare, non ci sarebbe gusto!!! Sai che noia?? Risponderò alla tua domanda su Eric purtroppo non con il prossimo capitolo, ma con quello dopo!! Prima deve succedere ancora qualcosina… XD Oramai i capitolo romantici per farli innamorare sono finiti! La tua precisazione mi ha fatto fare i salti di gioia!! Se non lo dici così pre dire… Vuol dire che sono veramente perfetti!!!!XDXD Che bello!! Grazie anche per i tuoi complimenti sul mio modo di scrivere! Anche se devo ammettere che questo non è il mio stile… L’ho fatto molto scorrevole!! Per msn ok!! Scusami davvero, ma ci sono veramente molto poco! Grazie per i tuoi complimenti, apprezzatissimi!! Un bacione!!

Grazie anche a tutti quelli che mi hanno aggiunto tra i preferiti, perché ora sono addirittura a 40!! E la cosa mi elettrizza un attimO!!XD

Un bacione a tutti!!

Vi adorooooo!!

Somoody

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Capitolo 23
*** Sempre per te... ***


CAPITOLO 23

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Giorno dopo.
Domenica, 15 febbraio.
Mi ritrovo qui ad aspettare la puntualissima Alice che oggi è misteriosamente in ritardo.
Sono sotto casa sua e le ho promesso di uscire assieme perchè è da tanto che non lo facciamo. Un po’ in nome dei vecchi tempi.
Eccola che scende, ma oggi non ha la sua solita espressione di sempre sul suo bel viso raggiante.
Apre il portone e mi saluto in un modo scocciato.
<< Ciao… >>
<< Ehy, Ali, che ti prende? >>
<< Non lo so, non riesco ad essere felice perchè ho una brutta sensazione. >>
<< E allora? >>
Non la capisco.
<< Su, lo sai, mi conosci!! Io quando ho queste sensazioni si avverano sempre!! >>
<< E quando pensi che succeda? >>
Mi guarda e si scalda.
<< Ale, ho delle sensazioni, non delle premunizioni!! Io che cazzo ne so? Non so neanche di cosa si tratti!! Ma non ci voglio pensare… Divertimi!! >>
<< Oh, che privilegio… Di solito sei tu che diverti me!! >>
<< Beh, oggi facciamo un po’ il cambio di ruoli!! Su, muoviti!! >>

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Il giorno dopo la bellissima giornata di San Valentino, io sono qui, assieme a Gianluca e Andrea seduto al bar Melody a prendere un caffè nel rimembrare i vecchi tempi.
<< Allora?? >>
Gianluca mi guarda impaziente di sentire una risposta alla sua domanda, guardandomi mentre gusto tutto il sapore di quella tazza.
<< Mi trovo bene in quel gruppo. Sono molto simpatici tutti! E siamo anche molto uniti!! >>
<< Davvero? >>
Io annuisco e intanto vedo Edoardo avvicinarsi al nostro tavolo e scorgerci.
Stranamente è da solo.
Dopo averci visto si siede al tavolo con noi senza neanche avercelo chiesto.
<< Ciao ragazzi… Indovina Robbie?? >>
<< Cosa? >>
<< Samuele e Dario hanno litigato. Samuele si è allontanato dal gruppo. Non so come dirlo, ma sto gruppo sta andando in frantumi. Siamo rimasti solo io, te, Dario, Eric, Alessia, Alice, Luca e Marta… Ah! Senza contare che ora Monica si è annoiata di stare a sentire i miei insulti verso di lei e ha trovato un nuovo gruppo di amici ventenni trascinandosi dietro Chiara! Ci credi?? Siamo rimasti in 8!! E pensare che eravamo proprio un bel gruppetto…>>
Edoardo si sistema comodo sulla sedia e prende la mia tazza di caffè che avevo poggiato sul tavolo e me lo finisce. Io non ci faccio caso, resto fermo nello sguardo di Gianluca che subito dopo guarda Andrea e si mettono a ridere.
Io osservo Edoardo con gli occhi chiusi a fessura. Scherzando davanti, ma lo sto odiando sul serio.
<< Che c’è? Ho detto o fatto qualcosa che non andava?? >>
<< Si, tutte e due le cose! Primo… >>
Gli prendo la tazza e me la metto davanti al mio posto, poi guardo dentro essa, vuota.
<< Questo era il mio caffè. >>
Edoardo alza le spalle nel significato di uno che se ne frega poco e niente.
<< Secondo: hai parlato a sproposito. >>
<< E così siete un gruppo molto affiatato, eh? >>
Guardo Gianluca con aria di sfida e lui rivolge lo sguardo a me sorridendo.
<< Beh, comunque non me ne pento neanche un po’, perchè ora sto con una ragazza stupenda da quest’estate e l’ho conosciuta restando in quel gruppo quindi è un’esperienza che rifarei diecimila volte. E poi nel nostro vecchio gruppo Matteo mi odiava, perciò… >>
<< Ma Matteo non ti odia! >>
<< Beh, se hai capito la prima parte del discorso puoi smetterla di trovare scuse e capire che della mia scelta non ho rimorsi. >>
<< Wow! E chi è la fortunata?? >>
<< E’ Alessia! Come fai a non saperlo??? Lo sa tutta Sanremo! Stanno sempre insieme!! E’ già difficile vederlo oggi senza di lei!! >>
Io, Gianluca e Andrea guardiamo Edoardo mentre sta con le braccia e le gambe incrociate interrompendo il nostro discorso.
<< Beh? Che avete da guardare? Mi sentivo escluso!! >>
Mi metto a ridere scuotendo la testa pensando a quanto è forte in fondo Edoardo.
<< Ma chi è questa Alessia?? >>
<< E’… > >
Edoardo continua a rispondere al posto mio.
<< E’ una del nostro gruppo, la migliore amica della mia ragazza! >>
<< Si, ma Edo… Io non ho bisogno di un portavoce, so parlare benissimo da solo!! >>
<< Sorry. Parla! Io starò zitto!! >>
Lo fisso un atimo, poi riprendo a parlare con Gianluca.
<< Non la conosci… Diciamo che è entrata in questi giri solo quest’estate. >>
<< Ahh… Capisco. E com’è? >>
<< E’ stupenda. >>
Mi guarda maliziosamente.
<< Allora devi farmela conoscere!! >>
Io ci scherzo su.
<>
Lui mi esamina negli occhi sorridendo.
<< Robbie… Sei innamorato?? >>
Io non gli rispondo, ma dal mio silenzio mi pare ovvia la notizia che lui cercava.
<< Sei innamorato!!! Oh mio dio!! Robbie, è innamorato!!! >>
<< Se non lo urli mi fai un favore. >>
<< E’ una notizia bellissima!! Dai, voglio conoscerla sul serio!! >>
<< Eccomi! Ho pagato. >>
Ci giriamo tutti verso Andrea.
<< Ma quando ti sei alzato per andare a pagare?? >>
Fa cadere le braccia lungo il suo corpo.
<< Non ci credo!! Non mi avete neanche visto!! Sapevo di non essere interessante dall’entrare nei vostri discorsi, ma invisibile no!! >>
Ci mettiamo a ridere e guardiamo Andrea.
<< Con quali soldi? >>
<< Ho offerto un po’ a tutti! >>
<< Grazie!! >>
<< Quando si tratta di soldi però non sono più invisibile!! >>
Gianluca si alza e gli mette un braccio attorno al collo.
<< Sei un grande! >>
Ci alziamo tutti e ci incamminiamo a fare un giro per la vasca, tanto per sgranchirci le gambe.

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Ci avviamo per la Vasca e ci infiltriamo tra tutta la gente che gira. Tantissima, dato che è la via principale di Sanremo.
<< Allora Ale, che mi racconti? Come è andata l’altro ieri? >>
<< Ma te l’ho già detto stamattina per telefono!! >>
<< Si, ma fa più effetto a voce, che aspetti? >>
Mi guarda insistente.
<< Beh, allora, ieri siamo andati a Bordighera e… >>
Mi interrompe subito.
<< No, questa parte è noiosa! Piuttosto, raccontami meglio come è andato l’incontro con Mirko! >>
<< Niente, praticamente… L’abbiamo incontrato per strada che era a braccetto con una tipa dai capelli neri… >>
<< Che bastardo… >>
<< E ci siamo guardati, così per un attimo ho avuto un momento di debolezza, ma poi mi sono ricordata di quello che mi ha fatto e mi è salita addosso una certa carica… >>
<< Immagino!! Poi? >>
Non faccio caso a tutto il suo interrompere i discorsi e vado avanti.
<< Sono andata lì e gli ho detto chi era quella e sai che mi ha risposto? >>
<< Guarda che le so le risposte, le ho sentite stamattina al telefono, è inutile che mi fai le domande! Volevo solo sapere che effetto faceva sentirle a voce!! >>
<< Come sei antipatica!! E se io volessi testare e vedere se mi sei stata a sentire e se te lo ricordi? >>
<< Ma che noia che sei… Vediamo… Ha detto che si chiamava Federica! >>
<< No, vedi che non mi sei stata a sentire? Lui non voleva dirmelo, me l’ha detto lei! >>
<< Codardo di merda… >>
<< Vedi che non mi stai a sentire mentre parlo? >>
<< Si che ti sto a sentire, ho cannato solo la persona e basta!! >>
<< Chiamalo nulla. >>
<< Nulla. >>
La guardo malissimo.
<< Non c’era bisogno di rispondere. >>
Lei mi fa la linguaccia e ci mettiamo a ridere.
<< Ma senti… Non ne voglio più sapere di Mirko, piuttosto… Perchè Robbie poi si è offeso che non l’ho capita? >>
<< Perché era convinto del fatto che io provassi ancora qualcosa per Mirko, ma come potrei?? Non lo voleva capire e così mi sono alterata! Allora mi è venuto a chiedere scusa il giorno dopo nel modo in cui sai già! >>
Guarda il cielo da sognatrice e comincia a parlare sospirando.
<< Oh, ma che romantico che è Robbie… Stamattina mi ha fatto quasi commuovere quella lettera!! Cazzo, ma perchè Edoardo non mi scrive robe del genere? >>
<< Non puoi pretendere che siano tutti uguali!! >>
<< Si, ma… Da come me lo descrivi tu il tuo è perfetto!! >>
Faccio un sorriso malizioso e rispondo convinta in quello che dico.
<< Ma Robbie è perfetto!! >>

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<< Edo! >>
Gianluca urla questo guardando Edoardo camminare con le mani dietro la schiena a testa alta.
Lui non gli risponde.
<< Ehy, sordo?? >>
Edoardo non gli risponde, lo guarda con le labbra serrate e alza le mani, poi si tocca con un dito le labbra per far vedere che sono serrate.
<< Ma sei scemo?? >>
<< Robbie mi ha detto di stare zitto e io sto zitto! >>
Rimango perplesso. Lo stesso fa Gianluca.
“Che bambino…”
<< Beh, ma tanto hai appena parlato adesso, perciò evitiamo di fare i bambini e rispondimi!!! >>
<< Ok… >>
Gianluca riprende il discorso dall’inizio.
<< Edo!! >>
<< Dimmi Gianlu!! >>
<< La tua? >>
<< La tua che? >>
<< La tua ragazza!! >>
<< Oh, certamente!!! Hai presente la ragazza di Robbie? >>
Mi sento chiamato in causa e mi giro verso di loro, pronto a rispondere nel caso Edoardo dicesse qualcosa di sbagliato.
<< No… >>
<< Come no? >>
<< Non la conosco, no! >>
<< Beh… Hai presente nel senso che ti ha detto che “è stupenda!”? >>
<< E beh? >>
<< Alice è ancora meglio!! >>
Ecco il mio momento.
<< See… Te piacerebbe!!! >>
Gli rispondo io subito a tono.
<< Robbie, ora tocca a te stare zitto!! >>
<< Non posso!! >>

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<< Oh, guarda! Parli del diavolo… >>
Mi giro in avanti e lo vedo con gli amici che scherza. Tra i tanti c’è anche Edoardo.
Lui corre incontro ad Alice.
<< Ciao Ali! >>
La abbraccia e la bacia sfiorandole la guancia, lei sorride senza ricordarsi del suo brutto presentimento di prima.
<< Ciao Edo. >>
Intanto Robbie si avvicina a me.
<< Ehy, Ale! E’ da ieri che non ci vediamo e non mi corri nemmeno incontro? >>
<< Pensavo la stessa cosa… >>
Mi avvicino e lo bacio assaporando le sue labbra che non sento da ieri.
<< Ora va meglio. >>
<< Dopo questo va sempre meglio!! >>
<< Ciao stella! >>
Alice interrompe il nostro momento con questa affermazione e io la fulmino scherzando, ma Robbie sembra non capire.
<< L’hai letta la lettera? >>
<< Vuoi dire il biglietto d’auguri? >>
Lui sorride alludendo a quello.
<< Si, proprio quello! >>
<< Allora si… >>
Lo guardo sorridendo, poi Alice, però, ci interrompe con il raschiamento di voce.
<< Scusa Ale, ma oggi non doveva essere un pomeriggio di sole ragazze? >>
Mi stacco da Robbie.
<< Si, hai ragione. >>
Poi noto dietro di lui due ragazzi che probabilmente li stanno aspettando mentre parlano tra loro.
Uno è alto, dal culo un po’ piccolo, con i capelli neri con il cappellino di lana dell’ Emporio Armani e degli occhi celesti, molto bello, vestito con dei jeans e un giubbotto nero, mentre l’altro è più basso, dai capelli e occhi castani, ma lui con la faccia da antipatico con dei jeans larghi e una giacca rossa.
<< Robbie, chi sono? >>
<< Ehy, venite un po’! >>
Loro ci raggiungono e quello più bello mi allunga la mano e con la sua voce anch’essa non male pronuncia il suo nome.
<< Ciao, io sono Gianluca. >>
Gli sorrido e gli rispondo.
<< Alessia. >>
<< Lo so. >>
Mi sorride e si allontana avvicinandosi ad Alice.
<< Ciao, Gianluca. >>
Le allunga la mano e Alice risponde un po’ in imbarazzo, probabilmente colpita da quegli occhi così splendenti che la illuminano d’immenso con il loro splendido azzurro.
<< Alice. >>
<< Te non lo sapevo… >>
Continuano a tenersi la mano e a guardarsi negli occhi, senza scollarsi, ma arriva Edoardo a ingelosirsi giustamente.
<< Ehy, Gianlu, scusa, ma lei è la mia ragazza!! Cercatene un’altra!! >>
Alice si libera dall’incantesimo, stessa identica cosa di Gianluca.
“Un po’ mi sento gelosa… Volevo piacere io a Gianluca!”
Poi, però, mi giro verso Robbie che guarda la scena sorridendo, ammirandola con i suoi occhi molto più profondi e belli di quelli di Gianluca perchè proprio blu, ma blu, blu, blu…
Così la gelosia sparisce senza rendermene contro.
Intanto il bruttone mi si piazza davanti.
<< Io sono l’invisibile! >>
<< Ciao, io Alessia… >>
<< Scommetto che ti starai chiedendo come mi chiamo in realtà, né? >>
<< Sinceramente no, però… Ora toglimi questa curiosità! >>
<< Mi chiamo Andrea!! >>
<< Ah, ok! >>
Andrea fa una brutta faccia, ma non mi interessa.
<< Beh, io ed Alice andiamo! >>
<< Ok, ciao! >>
Io e lei andiamo avanti per la nostra strada, mentre loro per la loro, ovvero, l’opposta della nostra.

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Gianluca si rivolge ad Edoardo.
<< Aveva ragione Edo!! Alessia è bellissima, non mi fraintendere Robbie, davvero! Ma Alice è molto meglio di Alessia!! >>
Edoardo annuisce.
<< Uno che ragiona!! >>
Incomincio a parlare anche io.
<< Ma che cosa stai dicendo?! >>
<< Quello che penso! >>
<< Per me invece è molto più bella Alessia! >>
Io mi giro verso Andrea che ha appena sputato questa sentenza.
<< Scusa?? >>
<< Ho detto che è più bella Alessia!! >>
La gelosia sale a mille.
<< Non dire mai più una cosa del genere, solo io posso dire che Alessia è bellissima, capito?? >>
Andrea fa una brutta faccia.
<< Fammi capire bene… Non posso dire né che è bella né che è brutta?? >>
<< Vedo che capisci! Sta zitto e basta!! Tanto lo so già cosa pensi! E’ impossibile che la mia Ale non piaccia!! Peccato per voi che è già mia! >>
Gianluca mi risponde.
<< Sarà… >>
Vediamo Edoardo un po’ assente.
<< Ehy, Edo! Che hai? >>
<< Niente… Ragazzi, ci vediamo dopo in Piazza Bresca! >>
<< Ok! >>
Mi guardo con gli altri stranamente, poi scrolliamo le spalle non capendo che cosa gli possa essere preso ad Edoardo.

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Alice, dopo esserci allontanate il necessario, si gira verso di me estasiata.
<< Ale, Ale!! L’hai visto che figo? Che razza di figo? L’hai visto? >>
<< Si, l’ho visto e anche molto bene… Ma credo che tu l’abbia visto meglio di me, siete stati un’ora a guardarvi negli occhi!! >>
<< Davvero?? Allora non era una mia impressione!! >>
<< No. >>
Lei sorride e stringe i pugni sotto il suo mento, poi si gira verso di me e mi parla.
<< Che figo!! >>
<< Edo… >>
Lei mi guarda strana.
<< E allora? >>
<< Ti ricordi di Edo? >>
<< E tu allora? >>
Mi difendo subito.
<< E io cosa? >>
<< Quando mi hai telefonato dedicando tutta la chiamata allo scontro che avevi fatto con un certo Matteo Caserbi? >>
Mi metto a sorridere pensando alla bellezza di quel ragazzo e al suo sorriso.
<< Ah, all’inizio dell’anno… Ma quello non conta!! >>
<< Cosa non conta? Mi hai fatto una testa così a riguardo!! E ti ricordo che stavi già con Robbie da tanto, tanto, tanto… >>
<< Tanto… Un mese!! >>
<< Già dicevi di amarlo! >>
<< Pignola… Beh, ammetto che a volte si possono avere delle debolezze… >>
<< Già, ma io con una debolezza molto figa!! >>
<< Si vede che non hai ancora visto sto Matteo Caserbi!! >>
<< Si, come no… >>

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Nel mentre che parliamo siamo già arrivati in Piazza Bresca, da tutti gli altri.
Conoscenti, amici, gente di cui sai solo il nome, gente che conosci solo di vista.
E si incomincia a parlare di stronzate con tutti: di calcio, di ragazze, di moda, di macchine, di moto… E anche di scuola facendola diventare la cosa più simpatica che c’è criticandola con le cose più assurde.

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Rimaniamo un po’ in silenzio, ma dopo attacca lei.
<< Cavoli, ma ora di cosa parliamo? Di cosa parlavamo quando giravamo? >>
<< Di ragazzi, esclusivamente di loro… >>
<< Ma ora che siamo impegnate è un po’ difficile! >>
<< Già, e già mi manca… Andiamo in Piazza Bresca? >>
<< No, è una giornata solo nostra!! >>
Cerco di convincerla.
<< Non dirmi che non ne hai voglia di incontrare Edoardo, di baciarlo, abbracciarlo, sussurrargli parole dolci… >>
La sua espressione del viso si tramuta in una arrabbiata.
<< Ale! E’ una giornata di sole femmine!! >>
A questo punto decido di cambiare tattica.
<< Ci sarà anche Gianluca!! >>
D’un tratto si rilassa e sfodera di nuovo il suo solito sorriso.
<< Andiamo in Piazza Bresca? >>
Mi metto a ridere e attuo senza più rispondere.
Giriamo l’angolo per dirigerci verso essa, ma nel mentre mi viene un pensiero.
“Povero Edo…”
<< Alice, certo che sei stronza!! >>
<< E perchè? Edo lo posso vedere quando voglio, Gianluca no!! >>
<< No, dì la verità! Ti era successa la stessa cosa con Dimitri! Dopo che la cosa che vuoi l’hai ottenuta non ha più lo stesso valore di prima, ti stufi e hai voglia di provare cose nuove, che sono ancora da scoprire, eh? >>
<< Non è vero!! Non lo lascerei mai Edo!! Sto benissimo con lui!! >>
Annuisco continuando a pensare, però, al mio pensiero e alla mia ragione.
<< Certo… >>

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Notiamo Alessia e Alice arrivare in Piazza Bresca.
Io le sorrido e la saluto con la mano e poi mi giro verso Gianluca che sta ammirando Alice senza distogliere lo sguardo.
<< Certo, mi sembra logico!! Non c’è Edoardo e ne approfitti! >>
Lui mi rivolge un ghigno malizioso.
<< Non è logico… E’ più che logico!! >>
<< Ahh… Capisco! >>
<< Parli del diavolo… >>

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Io e Alice ci andiamo e sedere sulla fontana da sole e lei si ammira la visuale.
Io, però, noto una cosa orribile e mi vengono le lacrime a me dalla rabbia.
<< Ehy, Alice… >>
<< Shh! Non vedi che sono impegnata? E poi non chiamarmi Alice, ma Ali! >>
<< Ma… Guarda una attimo dalla via! >>
Edoardo sta arrivando con una ragazza, Gaia. Una ragazza dal doppio mento, con la faccia rotonda e gli occhi a palla e i capelli lunghi castani. È cestita da jeans e da giacca della “North Sails” rosa.
Edoardo viene incontro ad Alice.
<< Ciao Ali. >>
Si avvicina a lei, ma non la raggiunge come al solito baciandola, sta fermo a guardarla, anche un po’ da lontano.
Gaia si avvicina a noi e ci saluta non sapendo chi siamo, poi prende Edoardo da un fianco e se lo gira verso di lei, toccandolo più del dovuto.
Guardo la scena un po’ esterrefatta e dopo mi giro verso Alice che ha assunto un espressione diversa da come aveva prima.
Ma è un momento costituito da pochissimi secondi, lo bacia sulle labbra e gli dice qualcosa, sussurrando, ma che si capisce molto bene.
<< E’ stato bellissimo l’altra volta, dovremo rifarlo… Tanto dov’è la tua ragazza? >>
Ora sono ancora più sbalordita.
Edoardo si stacca velocemente da lei ed ha un espressione molto, ma molto preoccupata, la quale si legge chiaramente in faccia.
Si gira verso Alice, la quale lo sta guardando con disprezzo e a bocca aperta.
<< Ecco… Lei è la mia ragazza. >>
Indica Alice e Gaia si gira capendo subito di avere fatto una cazzata, ma di quelle enormi, forse afferrando che prima ti dovresti informare invece di urlare ai quattro venti così ad insaputa.
Alice scende dalla fontana e gli tira uno schiaffo e poi si mette a urlare.
<< Io non sono la tua ragazza!! Tu invece sei un pezzo di merda. >>
Poi si rivolge verso Gaia.
<< E tu sei una puttana!! >>
Le dà una spinta con una forza che Alice non credeva di avere dipingendosi sempre come una ragazza gracile, senza forza.
La butta a terra, ma Gaia si rialza e tira per i capelli Alice, la quale, dimenandosi, le fa arrivare uno schiaffo in faccia e continuano così, a picchiarsi.

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Tutta Piazza Bresca si riunisce attorno alla scena e io cerco di farmi spazio fra la folla.
<< Qualcuno mi aiuti cazzo!! >>
Al suono di questa frase di Alessia, io riesco ad uscire dalla calca e mi butto su Gaia bloccandola, anche se è difficile tenerla ferma.
Alice riesce a togliersi dalle braccia di Alessia, quando Gianluca si interpone tra le due e la blocca.
<< Calmati Alice!! Calma! >>
Poi porto Gaia dalla via della Piazza.
<< Vattene di qui! Non sei la benvenuta! >>
Gaia se ne va e io mi dirigo di nuovo verso gli altri.

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Alice si gira verso di Edoardo, bloccato dalla scena.
<< E tu che cazzo ci fai ancora qui? Non vai a seguire la tua troia? >>
Edoardo obbedisce, quasi atterrito e si allontana.
Alice non ce la fa più. Esplode in un pianto che le esce dal cuore.
“Edoardo… Il ragazzo che ha sempre sognato, il ragazzo per cui ha tanto sofferto prima di conoscerlo, il ragazzo per cui avrebbe fatto qualunque cosa, il ragazzo che credeva non poter mai raggiungere… E il ragazzo più idiota del mondo.”
Vado da Alice e l’abbraccio forte.
Intanto la Piazza se n’è già dimenticata ed è ritornata a fare quello che faceva tranne Robbie e Gianluca, interessati a come stanno andando le cose, ma io gli indico di allontanarsi e di lasciarci sole e loro così fanno.

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Ce ne andiamo in un angolo, soli da tutti.
<< Menomale che Alice era solo sua… L’ha appena persa!! >>
Gianluca ride e io lo guardo male.
<< Povera Alice… Gianlu, sei stronzo!! >>
<< No, dai. Hai ragione. Mi dispiace solo per Alice. Però, guarda il lato positivo… C’è via libera!! >>
Non riesco a fare a meno di continuare a guardarlo male.
<< L’unico lato positivo che io riesco a vedere è che Alice si è liberato di un idiota. >>
<< A questo punto povero Edo!! Capita a tutti di sbagliare!! Soprattutto con una bella ragazza!! >>
<< Non è vero! A me non capiterà mai. >>
Mi giro verso Alessia che sta consolando Alice e sorrido nel guardarla.
<< Mai dire mai Robbie. Ormai dovresti saperlo! Non avresti mai immaginato di diventare così! E ripeto, mai! >>
<< No… Prima o poi doveva succedere! Invece… Lei non si merita questo e quindi non lo riceverà mai, fidati. >>
La guardo un’altra volta e in un solo secondo riesco a capire che senza di lei, adesso come adesso, non riuscirei a sopravvivere.
“Voglio che duri per sempre…”

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Mentre lei si sfoga singhiozzando contro la mia spalla, io la rassicuro, dicendole che ora è tutto finito, che non la meritava, indicandole tutti i suoi difetti che l’hanno sempre fatta ridere e scherzando sul fatto che ora poteva avere Gianluca.
Mi sorride e si mette a piangere ridendo, abbracciandomi anche lei.
“Ali, mi dispiace… Edoardo è uno stronzo e io l’ho sempre saputo, ma non volevo ammetterlo, volevo vederti felice e infatti lo sei stata, ma vedendoti così la cosa mi rattrista. Quel deficiente… Non sa cosa si è perso. Vorrei tirargli tante di quelle mazzate!! E pensare che Ali l’aveva predetto… E’ proprio vero. Lei ha un sesto senso!!”
Ritorno dai miei pensieri e le sorrido rivolgendole la parola.
<< Ali, ricordati una cosa. Io ci sarò sempre! Per qualunque cosa io ci sarò sempre. Ricordatelo. >>
<< Grazie. >>
<< Sempre… >>

Eccomiiiii!! Scusate naturalmente il mio ritardo e soprattutto che non potrò rispondere ai vostri commenti perché non ci sono veramente maiiii!! E se dovessi rispondere ai vostri commenti ci metterei altri giorni per pubblicare e non mi sembra il caso di farvi aspettare ancora!!!XD Perciò penso che per tutta l’etsta esarà così e vi chiedo veramente scusa!!! Menomale che riesco a trovare il tempo per pubblicare!!

Spero che vi sia piaciuto anche questo commento e Edoardo è veramente uno stronzo… Sarà la volta buona con Gianluca?? E Robbie tutto quello che ha detto lo pensava sul serio?? Non tradirebbe mai Ale?? Ma soprattutto… Che cosa nasconde Eric???
AHAH!! Questo lo scoprirete nel prossimo capitolo!!!

Un bacione a tutti!!

Un ringraziamento speciale a chi continuerà a commentare perdonandomi per non rispondere1!!

Vi adorooooo!!

Somoody

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Capitolo 24
*** Passione ***


CAPITOLO 24

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Maggio.
Il 20 maggio.
Sabato.
Il tempo vola e incomincia già a farsi sentire la stagione dell’estate.
Sono a casa.
Non so che cosa fare, così mi ritrovo a disegnare il nome di Robbie sul mio diario riempiendolo di vari colori, tutti bellissimi.
Mi sento in un mondo che non mi appartiene. Io vivo in quello delle favole.
E così mi viene un lampo di genio.
Giro la pagina del diario e incomincio con un abbozzo.
Terminato quest’ultimo sorrido e leggo la scritta che mi appare davanti agli occhi.
“I believe into faires…”

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Mi ritrovo tra i banchi di scuola, come tutti gli altri santissimi sabati.
Mi giro verso sinistra.
Il banco vicino a me risulta vuoto, completamente vuoto. L’unica cosa a riempirlo sono i miei libri che, non avendo voglia di tenerli sul mio banco, sono su quello di Federico.
Sono preoccupato e anche molto.
Federico manca da tanti giorni. Forse una settimana o due. Nessuno ne sa niente, io provo a chiamarlo, ma lui non mi risponde. Non so che cosa gli possa essere successo e il perchè non mi risponda.
“La cosa non mi piace...”
Anita ora è al suo posto diversamente dal solito.
“Chi oserebbe mai spostarsi nell’ora della terribile prof di italiano??”
Ma quest’ora passa e, come previsto, Anita prende subito i libri e si sposta vicino a me facendo prima l’occhiolino alla sua compagna di banco che le sorride. Io non ci faccio molto caso o forse cerco di non farlo.
<< Eccomi qui come al solito! >>
<< Ciao. >>
Diventa pensierosa nascondendo per un attimo il suo sorriso.
<< Chissà che cos’ha Fede… >>
<< Sono molto preoccupato. >>
<< Ma dai!! Vedrai che non ce ne sarà motivo!! >>
<< Mmm… >>
Non riesce a rassicurarmi.
Stiamo un po’ in silenzio, quando lei riprende con un’altra domanda, che mi fa cambiare subito umore.
<< Come sta Ale? >>
<< Benissimo! >>
<< Sempre felicemente fidanzato? >>
<< Esatto. >>
Appoggia il mento sulla sua mano e mi guarda sognante.
<< Ahh… Com’è fortunata… >>
<< No, sono io il fortunato. >>
Mi da una pacca sulla spalla e non fa mancare il suo sorriso.
<< Dai!! Non fare il modesto!! >>
<< Il bello è che non lo sto facendo!! >>
Anita mi sorride e mi guarda di sbieco, poi si mette a ridere di gusto.
<< Che c’è? >>
<< Mi fai ridere! >>
<< Cosa ho detto?? >>
<< Non so… Sei buffo!! >>
Mi sento preso in giro.
<< Buffo?? >>
<< Si… Buffo. >>
<< Cosa ho di buffo? La mia faccia? >>
Lei scuote il viso sempre ridendo.
<< No! Quella non lo è per niente! >>
La guardo sorridendo e alla fine il suo sguardo fa ridere anche me.
Subito dopo entra la professoressa di matematica che non mi da il tempo di controbattere.

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Decido di andare a prendere Robbie fuori scuola che il sabato, al contrario mio, lui ci deve andare.
Mi preparo con dei jeans stretti e una maglietta a maniche corte azzurra con dei numeri blu, mi trucco e mi lego i miei lunghi capelli, che ultimamente sono cresciuti esageratamente, in una coda alta e mi metto degli orecchini penzolanti.
Prendo in bagno le mie scarpe dell’Adidas azzurre e rosse e le indosso.
Poi vado in camera e mi infilo nella borsa le chiavi, il cellulare e il lettore cd con i Fort Minor. Mi infilo le cuffie, faccio partire ed esco di casa salutando tutti.
Inizia il cd con ‘Introduction’, ma sposto direttamente alla sei con ‘Where’d you go’.
Ci metto mezz’ora per arrivare, ma comunque arrivo e persino in anticipo.
“Strano…”

-

-

Mezzogiorno.
La campanella suona.
Tutti si preparano e io li accompagno in quell’azione.
Mi infilo tutto nella cartella e metto quest’ultima sulle mie spalle, pronto per incamminarmi verso l’uscita, indossando per ultimo il mio cappellino rosso.
Anita mi prende a braccetto, mi guada sorridendo e insieme, ridendo e scherzando di tutto quello che ci appare per la testa, ci allontaniamo sempre di più da quella stanza.
Quando il portone ci appare davanti, Anita incontra la sua amica, mi da un bacio sulla guancia e si allontana.
Così, Mattia, un mio compagno di classe, uno di quei fighetti che odio, mi si avvicina e mi parla.
<< Ma tu ed Anita state insieme?? >>
<< Ma ti pare che se Anita fosse la mia ragazza le darei un semplice bacio sulla guancia?? >>
Lo guardo malissimo.
<< Era tanto per chiedere… >>
Poi giro lo sguardo e scopro qualcosa che mai avrei pensato di trovare oggi fuori da questo incubo.
“Sto parlando del mio paradiso, ovvio!!”
<< Quella è la mia ragazza!! >>
<< Eh? >>
Mi dirigo incontro ad Alessia aumentando il passo, senza neanche più rispondergli o salutarlo.
<< Ehy, che ci fai qui? >>
<< Ho voluto venirti a trovare, perchè disturbo? >>
<< No! Anzi… >>
Mi bacia togliendomi il cappello e lo porta giù lungo i suoi fianchi. Io metto la mia mano sul suo braccio e scendo lentamente fino a stringere la sua a forma di pungo stringente il mio cappellino e cerco di prenderlo, ma lei non lo molla.
Mi metto a ridere e mi stacco guardandola dritta negli occhi.
<< Dammi il cappello. >>
Lei ci gioca su, provocandomi.
<< Perchè? >>
<< Hai tre secondi per farlo. >>
<< Se no? >>
<< Tu dammi il cappello!! >>
Lei sorride.
<< Mmm… No!! >>
Io rido, mi chino e la prendo per i fianchi portandomela sulla spalla con il suo viso dietro di me.
<< Lasciami!! >>
Mi da dei piccoli pugni sulla cartella, inutili.
<< No, tu dammi il cappellino! >>
<< Dai, voglio metterlo io!! Mi brucia la testa!! Non faresti questo per me? >>
Eccola con la frase ingannevole.
“Come potrei mai dirti di no?”
La metto a terra e la guardo con aria titubante.
<< Se è per te… >>
Lei risponde sicura di sé.
<< Si, esatto!! >>
Si mette il cappellino facendosi passare la sua coda alta nella fessura dietro.

-

-

Andiamo a casa sua, mano nella mano e posiamo lo zaino, poi riscendiamo per andare al Mc Donald assieme e io prendo il maxi menù Mc Chicken, mentre Robbie prende solo i Mc Nuggets con una Mc toast.
Ci sediamo al terzo piano mangiando senza pensieri e senza fretta, scherzando e guardandoci negli occhi. Felicissima.
Usciamo dal Mc e ci avviamo a casa sua.
Oggi il tempo non è dei migliori.
Nel mentre che eravamo a mangiare è diventato un po’ brutto e la nostra intenzione di fare il bagno per la prima volta quest’anno è stata subito scartata.
Robbie incomincia subito a parlare.
<< Che facciamo? >>
<< Non lo so, che vuoi fare? Al mare non si può andare… >>
Risponde subito senza pensare.
<< Ti va di vedere un film da me? >>
<< Si, perchè no… Che vuoi vedere? >>
<< Boh, a casa mia ho un film che mi piacerebbe rivedere… >>
<< E quale sarebbe? >>
<< ‘Mr. and Mrs. Smith’, ti va? >>
“Mi piace!”
<< Si, è stato bellissimo quel film! >>
<< Bene, allora è fatta! >>
Io non finisco di parlare.
<< Poi Angelina Jolie è la mia attrice preferita! >>
<< Ah, si? Pensavo ti fosse piaciuto per Brad Pitt!! >>
<< No, sinceramente non mi piace così tanto Brad Pitt. >>
<< Che strano… A me invece piace un sacco!! >>
Lo guardo strano.
<< Ma chi? Brad Pitt? >>
<< No, Angelina Jolie!! >>
Alzo il sopracciglio e lo guardo di traverso.
<< E’ bellissima quella donna!! >>
Lo prendo in giro.
<< Va beh, tanto si è sposata Brad Pitt, quindi non credo venga ad abbassarsi a te! >>
<< Ma stai scherzando? Manco se venisse da me Angelina Jolie ti lascerei!! >>
Mi metto a ridere
<< Certo, come no… Vuoi mettermi contro Angelina Jolie? >>
<< Non ho detto questo, è solo che non sono innamorato di lei! >>
Mi offendo scherzando.
<< Ah, però è più bella Angelina Jolie di me!! >>
<< No Ale, chi l’ha mai detto! >>
“Mi piglia per il culo.”
<< Va tranquillo che questa me la segno… >>
<< Dai, tanto ce né di maschi più fighi di me!! >>
<< Oh, una caterba… >>
Lui fa l’offeso.
<< Non era il caso di rispondere!! >>
<< Me l’hai chiesto tu!! >>
<< No, io ho fatto solo un’affermazione, non una domanda!! >>
Sorrido e lo guardo.
<< Come sei pignolo! >>
<< Beh, allora? Dimmi qual è tutta questa caterba di ragazzi meglio di me. E ti auguro che siano tutti personaggi famosi… >>
<< A dire il vero… >>
Mi interrompe mostrandomi la mano aperta.
<< No, c’ho ripensato. Non voglio saperlo! >>
<< Ok. >>
Sorrido e intanto mi passa l’immagine di Matteo Caserbi davanti agli occhi e sorrido ancora di più.
Arriviamo a casa e saliamo le scale a fatica. Non scorgiamo nessuno, tranne un po’ di musica truzza che fuoriesce dalla stanza di Eric e Robbie.
Entriamo e difatti c’è suo fratello che la sta ascoltando sdraiato a letto con le mani sotto la sua testa.
Si scorge per vedere chi è entrato.
<< Oh, ciao… >>
<< Ciao Eric! >>
<< Ciao. >>
<< Noi ci vogliamo vedere un film, lo guardi con noi? >>
<< Quale? >>
<< ‘Mr. and Mrs. Smith’. >>
Risponde subito risistemandosi comodo sul cuscino.
<< No. >>
<< Ok, allora ciao. >>
Ci avviamo per la sala e io mi siedo sul divano mentre vedo lui andare verso la tv ed aprire il mobile sopra prendendo una custodia di un dvd e impugnarne uno, metterlo nel lettore e agguantare il telecomando.
Si siede vicino a me e mi avvolge in un braccio. Poi fa partire.
Nel mentre che si avvia io mi giro verso Robbie e noto i suoi occhi guadare la tv e poi girarsi verso i miei.
Ci sorridiamo e non riesco a trattenermi.
Le nostre lingue si ritrovano come in ogni momento magico come questo nella bocca dell’altro e sono felice sia così.
Sposto la mia mano sul suo viso e lo accarezzo dolcemente.
Il film inizia, allora io e lui ci allontaniamo lentamente guardandoci negli occhi e dicendoci tante parole in quello stesso momento senza aprire bocca.
Poi la tv ci rapisce, ma non del tutto.
Mi sistemo per bene e appoggio la testa sulla sua spalla mentre lui continua ad avvolgermi con il suo braccio.
Eccoli Angelina e Brad. Sono seduti su due poltrone mentre parlano con uno psicanalista della loro crisi matrimoniale.
“Beh, comunque non è male Brad, è solo che non mi fa impazzire come può farlo, che ne so, un Chad Micheal Murray o un Josh Hartnett…”
Ma a questo non ci faccio caso e il film passa.
Ad una scena di queste, cerco di lottare con i miei occhi per non fare uscire le lacrime.
“Sono troppo sensibile…”
Siamo al punto che loro si stanno sparando addosso in casa loro e si ritrovano tutti e due davanti all’altro con la pistola puntata e non hanno il coraggio di sparare. Ed ecco adesso che si baciano e che vanno più a fondo.
Io mi giro verso Robbie che noto guardarmi e sorridere.
<< No, non puoi piangere per una scena del genere!! >>
<< Non sto piangendo… >>
Mi asciuga una lacrima che dopo una lunga lotta con la mia palpebra riesce a scivolare lungo la guancia.
<< E questa? >>
<< Mi danno fastidio le lenti!! >>
<< Come no… >>
La porta di casa si apre. Entra suo padre. Solo lui. Sembra anche un po’ di fretta.
<< Ciao. >>
<< Ciao Robbie, tuo fratello? >>
<< In camera. >>
<< Che vi state guardando? >>
<< ‘Mr. and Mrs. Smith’. >>
<< Ah, bello… >>
<< Già. >>
Parla di ciò, ma non sembra minimamente interessato.
<< Ascolta Robbie, io non sapevo che ti dovessi vedere con Ale, ma mi sono liberato dagli impegni apposta perchè volevi che ti accompagnassi ad esercitarti in macchina e io sono libero oggi. >>
<< Non puoi proprio liberarti un altro giorno? >>
<< E’ un periodo molto impegnato questo. >>
Robbie si gira verso di me e io capisco la situazione e lo lascio andare.
<< Ma si vai!! Non preoccuparti per me! >>
<< Sul serio, va bene? >>
<< Certo! >>
<< Grazie. >>
Mi dà un bacio così, sulle labbra.
Poi si alza e si mette la giacca posata prima sulla sedia.
<< Tu che fai, resti qui? Mi aspetti per quando arrivo? >>
<< Si, ok. >>
<< Allora ciao. >>
<< Ciao Ale. >>
<< Ciao! >>
Saluto anche suo padre e se ne escono dalla porta lasciandomi da sola in questa stanza accompagnata solo dalla luce e dal volume del film che emana la tv. Completamente sola, accompagnata solo da Angelina e Brad. O almeno è quello che pensavo.
Eric spunta dalla camera e viene da me sedendosi vicino.
<< Ciao Ale… >>
<< Ciao. >>
<< Mi sentivo un po’ solo in camera e così sono venuto qui, dato che eri sola anche tu. >>
<< Hai fatto bene. >>
Questo però non riesco a dirlo decisa come al solito.
Ci ritroviamo lì, l’uno davanti all’altra, vicinissimi, con gli occhi puntati contro e nessun sorriso nell’aria.
Mi ritorna in mente l’estate scorsa.
“La mia prima cotta… La mia cotta per te. Un ragazzo che era così figo… Che tutt’ora è figo.”

-

-

Esco di casa imprecando con la mente contro mio padre, ma felice anche del fatto che, finalmente, è riuscito a trovare un momento libero da dedicarmi, anche se nel momento sbagliato.
<< Pronto? >>
<< Papi… Sono nato pronto! >>
Si mette a ridere di gusto.
<< Ma non farmi ridere!! >>
“Mio padre che ride di me??”
Scendiamo tutte le scale e, al di fuori dell’edificio, salgo sulla macchina di mio padre. Un pegeot 206 grigia metallizzata.
“Chissà mio padre che macchina mi regalerà per la patente…”

-

-

<< Sai… Ultimamente sono un po’ triste. >>
Io mi interesso alla sua frase e cerco spiegazione.
<< Perchè? >>
<< Beh, perchè… Perchè non riesco più a trovare una ragazza che mi faccia appassionare, apparte una… >>
Lo guardo un po’, presa alla sprovvista, senza dire niente, soltanto non staccandomi dai suoi occhi, tutto del fratello che, anche se non sono blu, prendono molto.
<< E tu invece come stai con Robbie? >>
<< Benissimo!! >>
<< Benissimo? >>
Cerco di tranquillizzarlo e un po’ rassicurare me dicendomi che sto benissimo, che d'altronde è la verità, ma non riesco a togliergli occhio di dosso e levare la voglia che adesso ho nei suoi confronti e un po’ incerta gli rispondo.
<< Si, benissimo… >>
Mi continua a guardare e io a guardare lui.
Un momento in cui io mi vorrei staccare e dire:
“No, basta, lasciami in pace, basta, non guardarmi!!”
E invece non riesco a staccarmi e lo sguardo si sposta involontariamente sulle sue belle labbra che quasi mi chiamano. Mi attraggono, troppo. E invece di urlare: “Basta!” o girarmi, faccio di peggio. Non sono forte abbastanza per dirmi di smetterla, per fermarmi, non ci riesco, come se fossi bloccata…
E le nostre lingue, le nostre labbra si incontrano e il bacio diventa sempre più reale.
“Quanto tempo avevo sognato questo momento… L’ho sempre desiderato e proprio adesso che lo ottengo è come se un mio sogno si fosse avverato. Ecco. La sento… Passione. Quella che provi anche quando non sei innamorata dell’altro. Quella che senti quando l’altra persona ti attrae fisicamente, e tu Eric… Si, tu si che mi attrai fisicamente. Anche troppo… E perchè poi non mi pento? E perchè poi non mi sento in colpa? E perchè non riesco a staccarmi? E perchè mi piace? Perchè godo al momento? Perchè mi attiri? Perchè ho voglia di spogliarti? Perchè ho voglia di farti mio?”
E così è.
Non mi sento in imbarazzo, ho solo voglia di baciarlo ancora e ancora, ancora, ancora…
Mi porta giù sul divano e la mia voglia diventa passione appunto e quindi fatto.
E da deficiente sono io a prendere l’iniziativa e incomincio a spogliarlo levandogli la maglia e trovandomelo a torso nudo sopra di me e, allora, lui si convince e prende il comando. Mi toglie la maglietta e mi bacia il collo nel mentre che io tengo la sua testa con una mano. Poi inizio a slacciargli il bottone dei jeans sfilandoli e lui sbottona i miei appoggiandomi le labbra sulla pancia, me li toglie e ritorna a baciarmi sulla bocca, sempre con passione, senza più badare ai movimenti della lingua, ma piuttosto ai movimenti delle mani sul corpo dell’altro.
Siamo in intimo a strusciarci, mentre i baci sono sempre maggiori e lui mi slaccia il reggiseno buttandolo sul pavimento della sala. A questo punto, mentre mi sfiora il seno, comincio già a pentirmi.
Mi blocco e non riesco più a lasciarmi andare. Come se la voglia che avevo di baciarlo, spogliarlo, di farmelo, fosse sparita e finalmente mi stessi accorgendo che quello che sto facendo è sbagliato.
“Cazzo… Che cazzo ho fatto! Oh mio dio!!!”
Spingo via da me Eric che mi guarda non capendo. Io mi avvolgo il seno con le braccia e scappo da sotto di lui. Prendo il reggiseno sempre coprendomi e lo infilo dandogli la schiena.
<< Ale… >>
<< Non parlare. >>
La mia voce trema e il magone rapisce la mia gola.
Mi metto la maglietta e i jeans, poi mi tolgo la coda che oramai e scombinata e mi scrollo i capelli.
Mi giro verso di lui che è ancora a guardarmi seduo sul divano solo in boxer.
Ha lo sguardo perso, come se avesse preso coscienza anche lui della cazzata che abbiamo combinato.
Apre bocca per parlarmi e ora capisco sul serio quanto è preoccupato, soprattutto dal tono della voce.
<< Scusa, non so che mi sia preso… >>
<< E che cosa è preso a me!! Che cosa ho fatto… >>
Sono disperata. Mi metto le mani nei capelli e mi copro il viso, poi risento di nuovo la sua voce.
<< Questo non è mai successo, ok? >>
Mi scopro e lo guardo, come per dire. “Ma come cazzo posso non dire niente?”, ma mi limito semplicemente ad annuire con la testa con gli occhi lucidi.
Lo sento bisbigliare qualcosa, ma si mangia le parole e non riesco a sentire.
<< Scusa? >>
Mi guarda negli occhi e ripete quello che ha detto prima in modo sicuro.
<< Io sono innamorato di te… >>
I miei occhi si sbarrano. Le braccia si appesantiscono.
“No, no, no, no, no…”
Prendo a parlare preoccupata.
<< Non dire mai più una cosa del genere… >>
Prendo la borsa e la giacca ed esco da quella casa senza girarmi indietro, quasi correndo.

-

-

Apro la portiera e mi metto al posto del guidatore. Sfioro il volante e poi lo stringo forte e mi metto a ridere.
<< Calmati Robbie… Chissà quando potrai guidare tu una macchina da solo, non ti credere! A meno che tu non guidi perfettamente, tu non salirai mai su un’ automobile!! >>
<< Certo, certo… A proposito di mia automobile… Che macchina mi comprerai?? >>
Lui non smuove la sua espressione autoritaria.
<< Guarda che non sto scherzando Robbie. >>
<< Pa’, tanto se riesco ad avere la patente non mi puoi impedire di andarci!! >>
<< Non ti compro la macchina!! Che auto guidi?? >>
Mi verrebbe voglia di sputargli addosso di tutto, ma non posso.
Stringo i denti e giro la chiave a destra e il rumore del motore incomincia a farsi sentire.
“Sono pronto… E a dispetto di quello che dice mio padre gli farò vedere chi sono!!”
Faccio per partire quando mio padre mi grida di fermarmi. Mi blocco di colpo e mi giro verso di lui.
<< Ma che c’è???? >>
Gli urlo addosso, quasi alterato.
<< La cintura… >>
Mio padre mi guarda soddisfatto, con occhi pieni di sfida e un sorriso stampato sulle labbra. Io rispondo falsamente a quel sorriso e mi giro verso la strada. Mi avvolgo dalla cintura e la attacco al suo rispettivo aggeggio.
<< Ed ora non mi fermi più… >>
Quasi lo sussurro, cercando di farmi sentire, ma sperando che non senta.
<< Fammi vedere. >>
Mi inserisco nella strada e guido, si, ma come un vero imbranato.
Ogni tanto sento mio padre sussultare, altre ridere come un disperato.
“Non mi posso far fregare così!!”

-

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Non ci posso credere… Come ho potuto! No, io non ci posso credere, non voglio crederci, non è impossibile… Sto sognando, no, neanche! Sto avendo gli incubi!! No, non è possibile. Io amo Robbie, non avrei mai fatto una cosa del genere. Robbie è la mia stella, Robbie è il mio amore, il ragazzo che non lascerei mai. L’unico che possa baciare!! No, no, no… Eric non esiste.
Come si fa a non pensarci? Vaffanculo alla passione, vaffanculo all’attrazione, vaffanculo, vaffanculo a me stessa!!!! Una deficiente che non capisce l’oro che ha al fianco e se ne frega. Va con un oro apparente quando ha un oro vero a disposizione.
Robbie non mi merita… Io non me lo toglierò più sto pensiero, come fai a dimenticare una cosa del genere? Robbie, come faccio a ritornare normale dopo una cosa del genere? No, no, no, no, no… Io non posso meritarlo.
Ma io non posso averlo fatto, sarei veramente una scema… Io lo so, sto dormendo, non ho il controllo di me.”
Arrivo a casa e apro la porta.
Entro in bagno per lavarmi la faccia e svegliarmi e nel mentre continuo a ripetere a me stessa la stessa frase.
“Non è possibile, no, non ci credo, ho gli incubi, incubi, incubi…”
Quando una visuale allo specchio mi fa capire quello che non vorrei mai aver capito. Uno schifo che non si dovrebbe permettere di essere situato sul mio collo. Un succhiotto, uno schifo di succhiotto anche piuttosto evidente che non può rimanere inosservato. Un succhiotto sul collo che non ho la minima idea di come poter nascondere.
“Oh, Robbie… Potrai mai perdonarmi? Io non voglio perderti… Ti prego, non mi lasciare…”
Quesito inutile, che so già che Robbie non accetterà mai una cosa del genere.
E io mi sono fottuta con le mie stesse mani, sono fottuta.

Vi prego, non mi uccideteeee!! XD Ecco che cosa girava per la testa di Eric!! Qualcuno ci aveva anche azzeccato... Perchè, era così scontato?? :-(

Povera Ale, dai… La carne è carne!! IHIH No, avete tutte le ragioni di insultarla, ha fatto una cosa riprovevole. Povero Robbie… Alla fine il più buono e il più innamorato ci rimette sempre… Qualsiasi sesso sia… Che schifo.

Comunque vi prego, non mi uccidete! Ma non potevo non far succedere qualcosa che metta in crisi la loro “coppia perfetta”, no? Perché purtroppo… La coppia perfetta è difficile da trovare… Davvero difficile. Ma io continuo a crederci.

I believe into faires…

Un bacione a tutti

Grazie

Somoody

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Capitolo 25
*** Ti odio e ti amo... ***


CAPITOLO 25

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Arriviamo a casa ed entrando subito cerco Alessia, ma non la trovo sul divano dove l’avevo lasciata, così raggiungo mio fratello dovunque sia, sicuramente in camera. Ed infatti è così.
Apro la porta e mio fratello è seduto sul letto, non sdraiato. Seduto. E questo mi preoccupa. Soprattutto per il fatto che a quel suo far niente non è accompagnato da musica assordante.
<< Ciao Eric… >>
Lo guardo strano, ma lui non mi caga. Continua a fissare il vuoto, sembra non accorgersi neanche di me.
<< Eric!! >>
Salta sul posto, spaventandosi.
<< Oh… Ciao Robbie! >>
<< Che succede?? >>
<< Niente… Perchè?? Che cosa dovrebbe essere successo?? >>
<< Bah… Ale? >>
<< Cosa Ale? Perchè Ale?? >>
Mi stupisco di tutta questa sua agitazione.
<< In teoria dovrebbe essere ancora qui… Perchè non c’è? >>
<< Perchè… Perchè… Perchè doveva andare a casa!! >>
Rimango perplesso.

Mio fratello che balbetta?”
<< Ti stai inventando una scusa?? >
<< No. >>
<< Me l’avrebbe detto se doveva andare a casa ad un certo punto. >>
<< Ma… E’ stata chiamata. >>
Lo guardo un ultima volta strano e tiro fuori il cellulare. Mi siedo vicino a Eric e inizio a scrivere un messaggio.

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Esco dal bagno e vado in camera.
Mi accendo la musica. L’unica su cui io possa contare per distrarmi. Ma non ne voglio una dolce, ma una incazzosa, di quelle che piacciono a me. E scelgo i P.o.d. con ‘Payable On Death’.
Mi sdraio sul divano e chiudo gli occhi nel mentre che la musica parte con ‘Wildfire’.
Cerco di addormentarmi, ma nel mentre sento la bocca e le mano di Eric dappertutto e mi tormentano e le sento… E piango. Non ne posso fare a meno. Non mi trattengo e mi sfogo per esporre tutto il mio dolore all’estremo.

E’ inutile piangere sul latte versato. Hai fatto la cazzata e ora la paghi. E la paghi veramente cara… Togliendoti, probabilmente, la cosa più importante della tua vita. Robbie… Io devo perderti per una cazzata durata cinque minuti, ma che mi schiaccia e non mi permette di andare avanti?”
Un messaggio arriva sul mio cellulare sentendo tremare il mio sedere poiché è nella tasca posteriore.
Prendo questo quasi tremando, capendo subito il motivo del mio traballare. Sul display mi appare la sua foto nel mentre che mi manda un bacio con la scritta ‘Ant’ e questa mi fa stare ancora più male, peggiora di non so quanto la situazione.

Ehy, ma nn dovevi
aspettarmi a casa mia?
Che fine hai fatto? Spero
che non sia stato mio
fratello ad averti fatto
andare via… Era così
strano!!! Ci vediamo
domani… Bacione Ant

Chiudo il messaggio e rimetto nella tasca il cellulare.
Non ho di certo voglia di rispondere.

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Mi giro verso mio fratello. Lui è tornato a guardare il vuoto.
Qualcosa non quadra…”
<< Sei strano… Tu hai qualcosa che non va!! >>
<< Robbie, me l’hai già detto!! Non c’è bisogno di ripetermelo!! Basta!! >>
<< Beh, allora dimmi cosa c’è che non va! >>
<< Vaffanculo. >>
Si alza dal letto e esce da camera prendendo dalla sedia la sua giacca. Due secondi dopo sento la porta di casa sbattere violentemente. Mio padre gli urla contro invano poiché tanto Eric non sentirà o farà finta di non sentire. Perciò sarà tutto inutile.
Io mi alzo e vado alla finestra. Guardo Eric allontanarsi lentamente mentre scalcia sul marciapiede.

Lo odio quando fa così… Ma mi dispiace sempre.”

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Ho bisogno di qualcuno che mi permetta di continuare a respirare…
<< Pronto? >>
<< Ciao Ali… >>
Le lacrime sono più forti di me e sgorgano giù per le mie guance senza fermarsi.
<< Ehy, che succede? >>
<< Sono una scema… >>
<< Ma che è successo? >>
La sento preoccupata dall’altra parte della cornetta.
<< Ho fatto la cazzata più enorme che potessi fare!! >>
<< Ma si può sapere cosa hai fatto di così grave? >>
<< Cosa ho fatto di così grave? Ho tradito Robbie, cazzo!!! E’ una cosa più che grave!! >>
Sento un attimo il silenzio dall’altra parte, poi la sua voce incredula lo spezza.
<< Che cosa hai fatto? >>
<< Ho tradito Robbie!!! >>
<< Oh, mio dio… E perchè? >>
<< Perchè sono una scema!! >>
<< Ma con chi? >>
<< Con suo fratello… >>
<< Eric? >>

Ne conosci altri??”
<< Si… >>
<< Ma uno diverso non potevi scegliertelo? >>
Aumento il mio piangere.
<< Potevo proprio non farlo? >>
Resta un attimo in silenzio, poi riprende.
<< Ma quanto l’hai tradito? >>
<< Fino allo sganciamento del reggiseno, poi mi sono svegliata e l’ho spinto via coprendomi. >>
<< Minchia… >>
Lascia di nuovo un momento di suspance.
<< Ma come hai fatto? >>
<< Mi sono ritrovata da sola con lui perchè Robbie se ne doveva andare a fare un po’ di prova di guida ed è successo… Non l’abbiamo programmato!! So solo che ero attratta un casino da lui e così è andata… >>
<< Ok. Di solito cerco sempre di darti ragione, ma tu eri innamorata di lui!! >>
<< Lo sono ancora!! Non l’avrei mai voluto fare!!! Ma come faccio… >>
<< Non dirglielo e torna alla tua vita normale!! >>
Quasi mi arrabbio scagliandomi su di lei verbalmente.
<< Ma come faccio a non dirglielo?! >>
<< Basta tenere la bocca chiusa e non pensarci più! >>

Falla semplice…”
<< E secondo te è una cosa facile? >>
<< No, ma devi farlo se vuoi salvare quel minimo di rapporto che ne è rimasto tra te e Robbie!! >>
<< Non sarebbe più la stessa cosa… Non riesco a tenergli qualcosa nascosto!! >>
<< Ti rimangono solo due cose da fare Ale… Uno: Non glielo dici e ritornate a fare i due innamorati e tu non ci pensi più oppure vivi con il peso. Due: Glielo dici e perdi tutto, ma almeno ti sei liberata del peso e non gli hai nascosto niente. A te la scelta! >>
Ci penso un attimo, ma niente fuorchè “Sono una scema…” riesce a viaggiare nella mia mente.
<< Tu cosa mi consigli di fare? >>
<< Non lo so… Io non glielo direi. Devi pensare: O scegli per te o scegli per lui. >>
<< E se scegliessi per lui? >>
<< Allora devi dirglielo, se non vuoi pigliarlo per il culo! E poi tanto ti conosco… Non riesci a tenerglielo nascosto. >>
<< Grazie Ali, ma ora voglio andare a dormire… >>
<< Ma sono le otto!! >>
<< Prima arriva domani e meglio è. >>
<< Ok dai… Ciao e non starci così male. Non è la fine del mondo, vedrai che troverai un altro ragazzo stupendo!! Avvisami domani! >>
<< Ok, ciao… >>
Chiudo la telefonata.
In realtà non vado a dormire, ma non ne avevo più voglia di parlarne, anche se tanto so che fino a che non glielo dirò questo mi rimarrà dentro e non mi lascerà pensare ad altro.

Io non voglio un altro ragazzo stupendo… Io voglio Robbie!!”
Le lacrime riescono di nuovo a bagnare le mie guance e incomincio a non vederci più.

Perdonami Robbie…”

-

Il giorno dopo.
Centro.
Sto aspettando Robbie davanti all’Ariston.
Sono vestita con dei semplici jeans e una canotta senza maniche con disegnato Snoopy.
Ho lasciato i capelli sciolti per nascondere il succhiotto sul collo.
Ecco che arriva il mio angelo.
Capelli gellati all’insù e una canotta senza maniche bianca e dei jeans. Mi sorride da lontano mentre mi raggiunge, ma, nonostante tutti i miei sforzi, non riesco a ricambiare quel suo sorriso.
Arriva e mi bacia.
<< Ciao piccola. >>
<< Ciao… >>
Ecco qui. Mi sono già rovinata in partenza con un ciao tremolante informando del fatto di avere il magone in gola. Volevo aspettare di essere da soli, ma come al solito non riesco mai a trattenermi.
Lui mi osserva preoccupato, non sapendo che fra poco mi guarderà schifato.
<< Che succede? >>

-

-

Lei non mi risponde, ma non toglie i suoi occhi bagnati dai miei. Così le prendo il viso e le sposto i capelli dietro le orecchie, quando un coso viola appare sulla sua pelle.
Mi irrigidisco, le stacco subito le mani e la mia vista si oscura. Non riesco a trattenermi.
<< Che è quel coso? >>
Lei cerca di prendere fiato, poi mi guarda fissa negli occhi e comincia a parlare come se dovesse trovare il coraggio per ammazzare qualcuno.
<< Un succhiotto… >>

Ho proprio ragione… Vuole ammazzarmi.”
<< E chi cazzo ti ha fatto un succhiotto sul collo? >>
Sono accecato dalla rabbia.

Come hai potuto?? Non è possibile che questa sia la realtà!!”
Lei continua a piangere e a non rispondermi. La scrollo per farla parlare.
<< Ti ho chiesto chi cazzo è stato? >>
<< Robbie, mi dispiace, non volevo… Perdonami!! >>
<< Oh, mio dio, no… No, no, non puoi avermi fatto questo… >>

Oh mio dio… Allora l’hai fatto veramente! Tiratemi pugni, fatemi svegliare!! Questa non è la realtà, lei non è la mia Ale!! Qualcuno mi dica che è tutto uno scherzo.”
Mi prende la canotta e si avvicina con il viso al mio petto per piangere, ma io la spingo via.
<< Dimmi chi è stato!! >>
Non riesco a piangere. I miei occhi stanno pensando ad altro in questo momento, sono troppo incazzati, non possono permettersi di piangere.

Tu sei un uomo Robbie, sfogati su quello stronzo che ha potuto sfiorarla senza avere il diritto di farlo, sfogati su quello stronzo che anche se solo per una volta è riuscito a fregare il tuo posto.”
Le urlo contro.
<< Chi cazzo è stato!? >>
<< Eric… >>
A questo punto rimango preso alla sprovvista. Faccio fatica a credere a quello che sto udendo.
Lei sta mentendo, ne sono sicuro, Eric non avrebbe mai fatto una cosa del genere.

Ma ora che ci penso… Neanche tu avresti potuto farla!! No, no… Lei sta mentendo spudoratamente!! Eric... è mio fratello!!”
<< No, non può essere stato lui, stai mentendo! >>
Lei mi mostra un no muovendo la sua testa e piange ancora di più.
“No, no, no!! Io ti ammazzo Eric!! Si Ale… Mi hai ammazzato. Anzi, mi stai ammazzando, perché io sto ancora soffrendo.
Serro i pugni facendomi quasi male e mi incammino verso Piazza Bresca. “Devo sfogarmi, devo ammazzarlo, devo fargli uscire sangue… Devo punirlo tanto quanto lui sta facendo in questo momento a me.”
<< No, Robbie… Non farlo! >>
Alessia mi sta dietro.
<< Vaffanculo, cazzo Ale… Pensavo fossimo innamorati!! Evidentemente mi sbagliavo! >>
<< No, non ti sbagli, io ti amo Robbie… >>
Mi metto a ridere. Queste parole fanno male.

Non è vero!!”
<< Perchè ridi? >>
<< Beh, magari mi amavi anche alla follia, eh? >>
<< Ma è vero!! >>
<< Anch’io ti amo alla follia, ma non per questo vado a farmi le altre tipe!! >>
<< Ma io non mi sono fatta Eric!! >>
Mi fermo e la guardo attendendo risposta. Lei mi si piazza davanti e io le faccio la domanda.
<< E allora cosa avete fatto, vi siete soltanto baciati? >>
<< Cioè, veramente lo stavamo facendo… Sono arrivata al reggiseno, ma poi mi sono pentita! >>
<< Ti sei pentita un po’ troppo in ritardo, non credi? >>
Riprendo a camminare e giro subito per la via che porta verso Piazza Bresca, in Via Gaudio.
Guardo con disgusto il ragazzo accompagnato da Dario che la sta salendo. Il mio ex fratello che mi ha risparmiato qualche passo e l’interesse di mille sguardi troppo curiosi.
Lui mi guarda.
<< Ehy, ciao Bro! >>
Io non gli rispondo e continuo ad andare dritto con passo deciso.

Ho troppa voglia di sferrargli un pugno, ne ho troppo bisogno.”
Eric mi guarda preoccupato e volta lo sguardo dietro di me, probabilmente deve esserci Alessia e allora la sua vista diventa spaventata.
<< No, aspetta, Robbie, fermati! >>
Sono vicino, tanto vicino. Sento il mio braccio, la mia spalla muoversi da solo, senza controllo. Si muovono contro quella figura che mi prova disgusto. E lo prendono in pieno viso con tanta forza che neanche io credevo di sferrare e Eric finisce a terra.
Io mi siedo sopra di lui e lo prendo dalla maglietta portandomi il suo viso vicino al mio. Non mi permetto neanche di farlo respirare un attimo.
Succede tutto così velocemente che non riesco neanche a rendermi conto che questa sia la realtà.

Io devo essere su ‘Scherzi a parte’, non c’è altra spiegazione plausibile!!”
<< Come cazzo hai potuto… >>
<< Non l’abbiamo deciso, è stato un caso! >>
<< Eric, ma tu sei mio fratello, o meglio, eri mio fratello!! Mi hai tradito andando con la mia ragazza!! Eric, io l’amavo!! Come hai potuto? >>
<< Robbie, mi dispiace… >>
Anche Eric viene contagiato da Alessia e guardo con disprezzo le sue finte lacrime scivolare sul suo viso.

Non credere di fermarmi in questo modo.”
<< Troppo tardi per dispiacerti, non trovi? >>
E adesso è la mia testa a muoversi da sola e si spinge anche con tutta la sua forza su quella di Eric. Lo accascio del tutto e la mia fronte sente dolore, ma non abbastanza per permettere che si noti e di certo di fermarmi.
Dario è restato tutto il tempo lì a guardare la scena, senza muovere un dito o fiatare, probabilmente troppo stupito oppure per il fatto che si sentiva in dovere di restarsene da parte.
Mi alzo lentamente e squadro Alessia, mentre lei continua a guardarmi spaventata e addolorata.
La fisso con occhi diversi dal solito. La osservo con disprezzo, con rabbia… Con dolore.
Non riesco più a posare gli occhi su di lei. Me ne devo andare da qua.
Mi volto dall’altra parte, scavalco Eric e giro l’angolo della via per incamminarmi verso casa. Non mi sento seguire. Alessia non mi segue.

Che se ne freghi fino a questo punto?? Ale, ti rendi conto a cosa mi stai portando a pensare???”

-

-

Io resto lì, non lo inseguo più e Dario è lì a fissarmi, un po’ confuso dalla situazione.
Io vado incontro a Eric e lo aiuto ad alzarsi, lui si asciuga subito gli occhi e si rivolge a me incazzato.
<< Che cazzo hai fatto!! Avevamo detto di non dirglielo! >>
Io decido di mentire.
<< Non glielo volevo dire, ma ha scoperto il succhiotto!! >>
Lui mi guarda storto.
<< E come cazzo l’ha scoperto? Dì la verità cazzo, sei stata tu! >>
<< Ma tu mi stai dando la colpa!! >>
<< E di chi è se no? >>
<< Scusa, tu credi di non avere un po’ di colpa? E’ solo mia? >>
Lui si porta la mano ai capelli guardando altrove.
<< Cazzo, sei una stronza, non dovevi dirglielo, ora io sono fottuto! >>
<< Certo, pensa solo per te! E io non sono fottuta? >>
Sono troppo arrabbiata. Forse sto cercando di sfogarmi rivoltando tutto il mio dolore addosso a lui. Questo mi fa sentire male.
<< Ma smettila!! Tu il ragazzo te lo puoi rifare, io dove lo trovo un altro fratello? >>

Tutti i torti non ce li ha…”
<< Beh, potevi pensarci prima, no? Sinceramente io preferisco essere sincera con le persone che amo! >>
<< Allora vedi che sei stata tu a dirglielo? Non dovevi farlo! Almeno saremmo tutti e due felici ancora!!>>
Mi attacca fortemente e questo mi fa alterare anche se dentro di me il mio cuore gli sta dando ragione mille per mille, non gliela darò mai vinta.
<< Non ci posso credere… >>
Lo guardo un po’ delusa e poi lo lascio con la mia frase finale.
<< Certo che non ci ha rimesso niente Robbie a perderti… Non è normale che una persona che voglia veramente bene al proprio fratello gli fotta la ragazza, non trovi? Non ha perso niente… >>
Lo supero e lo lascio così, senza più parole.
<< Beh, allora non ha perso niente neanche lui se la ragazza che ama lo tradisce con il fratello!! Sei proprio una troia! >>
Mi blocco e stringo i pugni. Le lacrime ricominciano, cerco di trattenermi, ma come al solito non ci riesco.
Mi giro ancora verso di lui, lo guardo un attimo mentre me ne vado camminando all’indietro e dopo mi rigiro completamente e mi allontano, senza rispondere. Poi sento Eric imprecare da solo.
<< Cazzo, cazzo, cazzo… >>
Non mi volto più indietro. Vado avanti per la mia strada, con le mie lacrime, con i miei pensieri… Con le mie colpe.

Hai ragione Eric, perfettamente… Sono una troia.”

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Salgo le scalinata ed entro dalla porta. Nessuno è in casa e la cosa è perfetta.
Mi dirigo in camera mia e mi guardo attorno.

Devo imparare immediatamente come si ergono i muri.”
Scopro un disegno sulla scrivania di Eric con rappresentati due nomi fatti strani di come sa farli lui a mo’ di murales intricati insieme. I nostri nomi. C’è scritto “Eric & Bro’s Room” ancora da finire di colorare.
La vista di questo mi altera ancora di più del dovuto. Lo prendo e lo strappo in mille pezzi. Mi assicuro che non si possa leggere neanche un accenno di quella scritta. Non sono mille a questo punto i pezzi, ma un milione.
Sento freddo e noto con la pelle d’oca che Eric, tra i suoi tanti sbagli, ha anche lasciato la finestra aperta.

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Passo sotto la casa di Robbie guardando la sua finestra. Nessuno ci è affacciato, ma solo il pensiero che dietro quella finestra ci possa essere lui mi fa stare ancora più male.
Mi fermo per guardarla meglio e piango, piango come non ho mai fatto.
Robbie si affaccia e mi vede. Stiamo un po’ lasciar perdere i nostri sguardi negli occhi dell’altro.
E’ un momento tristissimo, non so come descriverlo diversamente. Lui deluso di me, lui incazzato, lui triste…
Uguale a me. Io delusa di me, io incazzata, io triste…

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E’ inutile Ale. E’ inutilissimo. Non puoi fare niente. Non puoi fare niente!! Non riesco neanche ad insultarti, ti rendi conto?? Ti amavo, da morire e per questo mi incazzo ancora se qualcuno ti dica qualcosa, anche da solo!! Io ti amo ancora!! Vaffanculo alla vita…”
Chiudo le finestre e mi butto a terra.

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Io guardo per terra, poi la strada, poi la gente che passa. Ragazzi a braccetto, vecchietti ancora mano nella mano. Sembra che il destino ce l’abbia con me, me la voglia far pagare. E ha ragione. La gente che passa è solo accoppiata e io sono sola. Di nuovo.
Poi riguardo la finestra.

Robbie… Potrai mai perdonarmi? Potrai mai capire che ti ho amato sul serio e che ti amo tutt’ora? Potrai mai capire che ho sbagliato? Lo potrai mai capire che io non riuscirò mai a sopravvivere senza di te? No, non lo vuoi capire… L’unica cosa che riesci a comprendere in questo momento è che io sono una stronza, una ragazza come un’altra e che non sono poi così speciale come credevi. Robbie, mi dispiace. Aiutami, mi dispiace… Come faccio a fartelo capire? Mi dispiace Robbie. Perdonami…”
Eccomi. Sono caduta. Se prima riusciva a farmi stare in aria perchè ero leggera e senza problemi, ora sono a terra perchè lui non mi regge più e sono troppo pesante per stare in volo in aria. Troppi problemi… La mia anima è troppo nera.
E’ incredibile se penso che un minuto prima avevo il suo bacio e un minuto dopo il suo odio. Ora dovrò ricordarmi quel bacio, anche se era semplice, come l’ultimo.

Brava Ale… Complimenti!!! Spero ti sia piaciuto il bacio appassionato e lo sfregamento di corpi nudi tra te e Eric, spera che ne sia valsa la pena!! Perchè con questo hai perso il tuo più grande amore, contenta?”
No, non sono contenta e non ne è valsa la pena… Dicono di non avere rimorsi se quando hai fatto quello che hai fatto ti è piaciuto. A me è piaciuto, ma il rimorso mi è rimasto, perchè la conseguenza è una cosa mostruosa, ma è un peso che mi tocca sopportare. E che mi merito…

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Sono con il viso sul pavimento. Stringo i pugni e li sbatto violentemente su di esso. Eppure non riesco a piangere. Era così troppo speciale che non riesco a ancora a rendermene conto del tutto. Una parte di me è sicura che domani mi risveglierò abbracciato ad Alessia, con la sua pelle liscia senza nessuna macchia violacea non gradita, insieme e felici.
Non dovevamo essere la coppia perfetta Ale?? Non doveva sfiorarci niente, ricordi??”
Poi ricordo che ‘coppia perfetta’ l’aveva trascritto Eric.
Da qui capisco che la cosa non è difficile. Ma noi eravamo una coppia perfetta comunque…

Perchè non riesco ancora a rendermene conto?? Nonostante me l’abbia detto lei di persona! Questo è solo un incubo. Ma non riesco a capire perchè se effettivamente non me ne sono accorto da non riuscire a piangere, come mai sento una rabbia che mi brucia terribilmente dentro? Ale, ma ti odio o ti amo?? Ti odio e ti amo…”

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Capitolo 26
*** Desideri ***


ehyyoooo

CAPITOLO 26

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Le giornate passano come al solito, ma diversamente come è consuetudine, passano lentissime. Ogni giornata è un’eternità, un ostacolo da superare, da saltare, un anno intero che mi passa davanti, rivedendo i miei sbagli, rivedendo ogni mia minima cazzata, rimpiangendo. I miei sbagli… Cazzate che potevo evitare. Ma è giusto che io paghi.
Non sono mai uscita di casa e non l’ho più visto da quel giorno. Mai.
Tante volte dal cellulare ho visto il suo numero nella mia rubrica e tante volte mi è venuta la tentazione di chiamare, ma non l’ho mai fatto. E vorrei farlo. Per chiedergli se gli è passata, se mi ha perdonato, per dirgli quello che provo per lui, ma non ne ho mai il coraggio e poi perché lui non mi vorrebbe sentire… Ed ha ragione, perfettamente ragione.
Non so cosa lui abbia fatto in questi giorni. Probabilmente mi avrà già rimpiazzato con qualche ragazza, speciale com’è.
Sono passati ventun giorni.
Siamo al 10 giugno.
La scuola è finita ieri per me e oggi per lui.
E’ sabato.
Tante volte Alice è venuta a casa mia per tirarmi su e per farmi uscire, ma non c’è mai stato verso.
Non sono più stata attenta in classe, non sono più viva, non faccio più niente. Tutti i giorni sto a rimembrare i ricordi.

E’ una cosa impossibile dimenticarti. Sei stato troppo per me. Non posso voltare pagina se non è stata ancora terminata questa. Non voglio voltare pagina, voglio farla finire bene. Voglio continuarla, la storia non è finita, come faccio a voltar pagina se questa è la pagina che voglio leggere? E se è la pagina che voglio continuare a leggere? Non ci sono altre pagine oltre a questa, c’è solo questa… O forse ho paura di voltare pagina. Ho paura di quello che ci sarà dopo.
Io mi sento in colpa per quello che ho fatto e non voglio dimenticarti. Io non ti dimenticherò mai, ma la mia paura è quella. E se non ti dimenticherò mai non riuscirò a lasciarmi andare con qualche altro ragazzo, quindi, perché voltare pagina se non la potrò vivere? Tanto vale stare qui a rimembrare i ricordi e cercare la felicità nei momenti che ho già vissuto.”

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E il tempo passa, ma il dolore no.
Ci ritroviamo al 10 giugno.
Il mio ultimo giorno di scuola.
Sto male soprattutto per il fatto che Alessia non l’ho più vista in giro, anche perché non sono più riuscito ad uscire. Non ce la facevo. Ogni volta che mi porgevo alla porta mi ritiravo sempre con la paura di poter vederla camminare con un altro ragazzo sul marciapiedi.

Tanto se è riuscita a tradirmi non penso che stia ancora lì a rimuginare per la perdita. Oddio… Sto sclerando! Voglio tornare indietro con il tempo!! Mi manca da morire…”
In questo momento sono seduto al banco a scuola con accanto la dolce presenza di Anita, naturalmente perché di Federico non si è ancora sentita nessuna notizia e io sono sempre più preoccupato di prima. E’ come se in questi giorni io non vivessi.
Alla porta della stanza si sente bussare. Entra dentro una bidella dai capelli grigi e ricci con gli occhiali spessi e rossi e magrissima. La sua faccia ha un’espressione seria, la quale non accetta dibattito.
<< Professoressa, c’è una persona che vorrebbe parlare con lei. >>
<< Ma non aspettavo nessuno io… >>
<< E’ importante. >>
La professoressa si alza lentamente dalla sedia ed esce dalla classe lasciandoci completamente soli.
Anita mi rivolge la parola.
<< Ehy, come stai? >>
<< Bene! >>

Magari…”
<< Mica tanto… >>
<< Ti dico che sto bene!! >>
Mi guarda storto e riprende a parlare.
<< Se stai bene perché allora non sei più uscito da quel giorno?? >>

Perché sono un fifone…”
<< Perché non ne avevo voglia! >>
<< Dimostramelo!! >>
<< Cosa? >>
<< Esci con me oggi pomeriggio! >>
La guardo un attimo e il suo sorriso contagioso riesce a convincermi come al solito.
La guardo sorridendo.
<< Ok. >>
<< Ok? >>
<< Si, va bene. >>
<< Perfetto… >>
Lei mi fa l’occhiolino e io le sorrido sempre come al solito e ripenso a quanto è bella ogni volta che sfoggia la sua meravigliosa risata. E’ una ragazza speciale. Riesce a contagiarti in ogni cosa, persino quando soffri tantissimo. Poi, però, al ricordo di questo, Federico mi ritorna in mente.

Non dovevi…”
Cosa?”
Non dovevi dirgli che ti piace quando sorride…”
Ma perché, scusa? E’ la verità!”
Non importa… Lei magari poi si aspetta qualcosa…”
Forse dovevo dirgli e a me piace il tuo sorriso… Hai ragione.”
No. Non dovevi dirgli proprio niente!!”
Le ho fatto un complimento!!”
Non importa…”
Ok.”
Il mio pensiero va oltre quel ricordo.

Fede, ma che fine hai fatto??”
I miei occhi si bagnano, ma serro fortemente le palpebre.

Non te lo ricordi Robbie?? Tu non puoi piangere. Tu sei un maschio, Robbie. I maschi non piangono. Sei un maschio.”
<< Robbie… >>
<< Si? >>
Faccio finta di niente, ma lei non sorride. Mi guarda preoccupata. Ma non fa in tempo a farmi la prossima domanda o a dire qualcosa che la professoressa entra in classe.
Di solito continuiamo a parlare fino a quando non si stufa e ci urla di stare zitti minacciandoci con qualcosa, ma questa volta entra in classe con il viso coperto dai capelli e tutta preoccupata. Si avvicina alla sua cattedra molto lentamente e si siede alla sua sedia tremando. In classe il silenzio è diventato impressionante, quasi una nuova sensazione. Poi la professoressa ci guarda e unisce le mani ed incomincia a parlare con una voce rattristata.
<< Ragazzi… Devo informarvi di una cosa terribile… >>
Il nostro ascolto si fa sempre più importante, scioccante a dirla tutta. Io e Anita ci guardiamo non capendo, poi il nostro sguardo si volta automaticamente nella direzione della cattedra.
<< Si tratta di Federico. >>
I miei occhi si sbarrano.

Fede?? Che c’entra Fede?? Dimmelo!!”
<< Ecco… >>

Non sopporto tutte queste esitazioni…”
<< Prof, la prego. Mi dica che cosa è successo senza esitazione!! >>
La professoressa mi guarda con rabbia e tristezza mescolate assieme. Poi sospira e incomincia a palare.
<< Federico è da un mese in ospedale. >>
<< In ospedale??? Che cos’ha?? >>
Ora la prof mi parla con più voglia probabilmente capendo che sono l’unico in questa classe a cui interessa sul serio di Federico.
<< E’ in coma. >>

Robbie, i maschi non piangono, i maschi non piangono!!!!! Oh, mio dio… No, Fede no!! Sono un maschio!!!! Smettila, smettila!! Sono sicuro che tutto questo non sta succedendo a te Robbie. Ne sono sicuro.”
Mi alzo in piedi e mi preparo la cartella.
<< Che stai facendo?? >>
<< Prof, io me ne vado. Sono maggiorenne, le firmo la giustifica. >>
La professoressa mi guarda seriamente, poi allunga la mano.
<< Dammi sto libretto. >>

-

Mi ritrovo qui, a contemplare questo edificio chiamato ospedale che in questa circostanza mi prova disgusto. Nel mentre ammiro tutte le finestre con le lacrime agli occhi pensando che Federico potrebbe trovarsi dietro qualsiasi di queste. In ultimo guardo la porta, quella che dovrei oltrepassare per entrare in quell’edificio.
Robbie, sei scarso, non trovi neanche il coraggio di varcare una semplice porta. Mi sento così debole…”
Il mio piede incomincia a muoversi da solo. E allora gli altri lo seguono fino a raggiungere l’entrata, poi l’atrio, poi il corridoio e infine la sala d’aspetto. I miei occhi si girano automaticamente verso essa e le mie gambe tremano. C’è gente che piange, gente triste e gente che sbuffa.

Ma io non voglio essere una di quelle persone. Non voglio essere debole.”
Intanto mi viene incontro un’infermiera giovane molto carina con i capelli biondi raccolti in un cappellino bianco. Ha gli occhi verdi e una spruzzata di lentiggini le incorniciano il viso accompagnato da delle labbra sottile, ma di un bel colore. Il vestito che le scende delicatamente sul suo corpo è l’ultima goccia per farmi accorgere che è veramente bella.
<< Scusi… >>
La ragazza si ferma e mi guarda seriamente. Neanche la bella infermiera riesce a sorridere.
<< Mi dica. >>
<< Sono qui per vedere un amico. >>
<< Chi? >>
Faccio un po’ fatica a pronunciare il suo nome, ma alla fine prendo coraggio e mi butto.
<< Federico Rubini. >>
I suoi occhi si spengono più di quanto lo erano già.

Dimmi che tutto quello che vedo è impressione.”
<< Seguimi. >>
Non me lo faccio ripetere. Seguo le sue gambe lisce avvicinarsi alle scale e salirle una ad una. La seguo senza dire una parola. Saliamo fino al terzo piano, poi la ragazza si ferma. Numerose porte accompagnano quel corridoio.

In questo piano devono essere posti i casi più gravi…”
Mi arrabbio con me stesso per aver pensato una cosa del genere.
<< Ragazzo! >>
Mi spavento al suo richiamo risvegliandomi dai miei pensieri. Mi giro lentamente verso di lei.
<< Lui è qui. >>
Mi mostra una porta a fine corridoio. Quel “Lui è qui.” risuona dentro di me come un eco e ogni volta che viene ripetuto vorrei svenire. Tutto ciò mi da un senso di voltastomaco.

Ma perché tutto insieme?”
Mi chiedo questo pensando anche ad Alessia, ma subito dopo scrollo la testa.

Non essere egoista, questo proprio non è il tuo turno.”.
Seguo la ragazza fino alla porta indicata e prima che lei la apra del tutto io serro gli occhi. Non so se non riesco a guardare o se proprio non voglio.

Robbie, sei un debole.”
Apro gli occhi. Lui è lì. Sdraiato su quel letto senza colore con le palpebre chiuse e il corpo inerme.
<< Vuoi che ti lasci solo? >>
<< Prima… >>
Stacco gli occhi terrorizzati su di lui per posarli su di lei.
<< Prima dimmi come è successo. >>
Dal lei passiamo subito al tu.
<< E’ stato suo padre a ridurlo in questo stato. Lo picchiava spesso, ma nessuno lo rivelava mai. >>
Resto sconcertato alla notizia, ma cerco di sembrarlo il meno possibile e vado avanti con le domande.
<< E adesso? >>
<< Credo che sua madre l’abbia denunciato. >>
<< Dimmi una cosa, ti prego… Ce la farà? >>

Si, eccome, che domande stupide!! Certo che si!”
<< Beh... Dovrebbe! Ma con un coma non si può mai sapere nulla di certo. >>
Lo guardo ancora, poi mi rigiro verso l’infermiera.
<< Grazie, ora puoi andare. >>
Si allontana e io chiudo la porta rimanendo solo con lui.

Svegliati Fede, svegliati!”.
Mi avvicino verso una sedia e la porto accanto al letto di Federico sedendomici sopra.

Svegliati.”
Noto i suoi lividi violacei su tutto il viso, l’unica parte del corpo che si riesce a vedere.

Ne ho abbastanza di vedere macchie violacee…”
Stringo i pugni e le lacrime cominciano a scendere.
<< E’ tutto così assurdo Fede… Perché dev’essere così? >>

-

Mi ritrovo a tavola con mia madre, mio padre e il mio nemico. Anzi, mi ritrovo a tavola con mio padre e mia madre. Lui non esiste più.
Con davanti un piatto di farfalle con il tonno non ricordo di aver mai passato un pranzo in questo modo. Silenzio. E non so il perché.
Il rumore delle forchette comincia a diventare insopportabile.
<< Devo partire per l’Olanda. >>
Mio padre esce fuori da quella atmosfera con questa battuta di scena.
<< Perché? >>
Mi interesso io dato che nessuno ha avanzato parola.
<< Perché i miei genitori hanno voglia di vedermi. >>
<< Già. Tuo padre se ne va via per tutta l’estate, ma io dico… Non gli basta un mese?? No! Deve bruciarsi tutte le ferie di un anno per andare dai suoi! >>
Mia madre sembra piuttosto arrabbiata, ma è come se io non l’ascoltassi. L’idea di partire con mio padre per l’Olanda e sparire per tutta l’estate da questo posto mi fa impazzire.
<< Papi… Voglio venire con te. >
<< No, non te ne vai via pure tu! >>
<< Allora vengo anch’io!! >>
Fulmino con lo sguardo Eric che decide saggiamente di cambiare idea.
<< No, non ci tengo. >>

Se gli sguardi potessero uccidere…”
<< Mamma, ti prego, ho bisogno di cambiare aria per un po’. >>
<< Ho detto di no. >>
<< Tu papà cosa dici? >>
Mi rivolgo a mio padre che sembra esser fuori da questa discussione.
<< Che deve decidere tua madre. >>
Mia madre continua ad essere particolarmente alterata.
<< Certo, devo sempre decidere io! Tu non sei capace a prendere un po’ delle decisioni?? >>
<< Vuoi sapere la mia decisione? Per me può anche venire, anzi! Mi fa piacere, mi fa anche compagnia!! >>
<< Ah certo, e io? >>
<< Eric chi è? >>
A questo punto interrompo io.
<< Mamma, ti prego… Ne ho troppo bisogno. >>
Lei mi guarda arrabbiata e il mio tono di implorazione sembra non convincerla.
<< Cosa sarà mai successo di così tanto grave da farti volere cambiar aria?? Sei solo un ragazzino! >>
Io la guardo triste, ma la mia voglia di esporle il mio stato d’animo è troppo forte.
<< Lo vuoi proprio sapere?? Ti accontento subito! >>
Guardo Eric che abbassa subito lo sguardo sul piatto senza rialzarlo.
<< Non ti sei chiesta perché io e Eric con parliamo più?? Non ti sei chiesta perché non vedi più Ale girare per casa?? Non ti sei chiesta perché sto così male?? La mia ragazza, che amavo tantissimo, per la quale io vivevo, mi ha tradito con mio fratello! Mio fratello!! Quel coso biondo lì seduto che non ha neanche il coraggio di guardarmi in faccia e sta a testa bassa perché si fa pena da solo!! E fa bene!!! Ho preso a pugni e a testate mio fratello in piena Sanremo con la gente che non interveniva! In più, come se non bastasse, il mio migliore amico è all’ospedale!! E’ in coma perché è stato suo padre a ridurlo in quello stato! E’ in coma e io non so quando si risveglierà!! Cosa può succedere ancora di più grave? Vuoi ancora dirmi che la cosa non è così tragedia da potermi permettere di chiedere di cambiare aria?? >>
Riprendo fiato da questo lungo urlare. La guardo un attimo. Noto i suoi occhi spaventati. Poi corro in camera mia e mi chiudo la porta alle spalle e prendo fiato.
Non dimenticherò mai le loro facce nel mentre che io parlavo. Visi dispiaciuti e disgustati nel guardare Eric.

Ma io non voglio ciò. Io non voglio mettere in cattiva luce Eric ai miei genitori. Io non voglio essere compatito, non voglio neanche essere capito. Voglio solo partire…”

-

-

-

-

Ora sono sul divano.
Sono con sopra la mia testa un cuscino ancora in pigiama e sto quasi dormendo mentre ascolto Kelly Clarkson con ‘Addicted’.
Ma qualcuno mi tira via il cuscino dalla faccia.
<< Ehy! >>
Apro gli occhi a fatica.
Una faccia conosciuta dai capelli lunghi e biondi boccolosi mi sta guardando con aria di rimprovero.
<< Ciao Ali… >>
Sempre con la faccia incazzata cerca di tirarmi su e a fatica mi sistema seduta. Io poggio la testa all’indietro sullo schienale del divano e la guardo in piedi davanti a me con le mani poggiate sui fianchi mentre sbatte un piede. Quello destro.
E finalmente parla.
<< Non ce la faccio più. >>
Mi viene da ridere.
<< Dillo a me! >>
<< Non ce la faccio più a vederti ridotta così. E’ ora di vivere!! >>

Non mi ricordo il significato di questa parola.”
<< No… >>
<< Ale, cazzo, devi voltare pagina, non puoi continuare a rimpiangere il passato, svegliati!!! >>
Ecco la solita frase.
<< Non voglio… >>
<< Robbie non tornerà più da te e prima te ne accorgerai e prima sarà meglio per tutti!! Devi capirlo Ale, lui non tornerà da te! >>
Anziché aiutarmi peggiora la situazione.

Io non voglio questo, non voglio che lui non ritorni più da me!”
Le lacrime cominciano di nuovo a scorrere.
Lei si siede vicino a me e mi abbraccia.
<< No, non ricominciare… >>
Anch’io vorrei non ricominciare, ma non ce la faccio a trattenermi.
Contraccambio il suo abbraccio e la stringo forte, sfogandomi così tanto da non aver mai fatto.
<< Mi manca, troppo… >>
<< Lo so Ale… Anche a me mancava Edo, ma ho voltato pagina! >>
<< Dopo quanto? >>
<< Ma chi se ne frega dopo quanto!! Non devi guardare me!! Tu sei sempre stata la più forte, non mi rimbambire qua!! Guardati in giro, il mondo è pieno di ragazzi!! >>
<< Io non voglio un altro ragazzo, non voglio!! Io voglio Robbie… >>
<< Tu pretendi troppo! Non tornerà più, devi fartene una ragione!! >>

No, no, no, no…”
<< Mi dispiace, non ce la faccio, mi manca e non riesco a continuare senza di lui. >>
Lei ci pensa un attimo si, poi mi guarda dritta negli occhi.
<< Facciamo così, tu adesso ti vesti, ti metti un costume, ti combini qualcosa su quella faccia rincoglionita ed esci a prendere un po’ d’aria con me e vieni a farti il primo bagno di quest’anno!! >>
<< Non voglio uscire… >>
<< Oh, tu invece esci!!! >>
Si alza dal divano e mi porta in piedi tirandomi dalla mano.
<< No Ali, non voglio uscire! >>
<< Ale, fallo per me!! Ti prego! >>
La guardo negli occhi che mi pregano come al suo solito. Io non riesco mai a resistere con degli occhi così e, alla fine, decido di uscire
<< Va bene. >>
Il sorriso le torna sul viso.
<< Benissimo, allora muoviti e preparati. >>
Vado al piano di sopra salendo a fatica le scale ed entro nella camera degli armadi. Prendo degli stupidi pinocchietto di jeans e una canotta rosa semplice. Poi mi spoglio e mi vesto con il mio costume che non mettevo da un anno bianco con i contorni rosa. Indosso i vestiti scelti e prendo lo zaino della ‘No Fear’ appeso alla ringhiera. Scendo giù e vado nell’armadio della camera di mia nonna a prendere il mio asciugamano. Prendo le infradito nella scarpiera e mi metto lo zaino in spalla.
Con poco entusiasmo mi faccio vedere da Alice.
<< Voilà, contenta? >>
<< Tanto!! >>
Poi la vedo prendere il suo zaino e metterselo in spalla.

Lei, Alice… Che come al solito programma sempre tutto all’inizio senza sapere se io sono d’accordo, tanto sapendo già che io dirò di si.”
Mi sorride e si incammina alla porta. Io la seguo e usciamo, senza salutare nessuno. Ci incamminiamo per tutta quella sottospecie di passeggiata guardando il mare e rivivendo tutti i ricordi che legano a lui.
Il suo sapore dopo essere usciti dall’acqua salata, il suo gusto dentro l’acqua, la sua lingua bagnata dall’acqua, il suo corpo bagnato dall’acqua… Lui. Tutto lui e tutti i suoi ricordi.
Vorrei cancellarli, così, puff, per sempre. Ma non ci riesco, non posso e soprattutto non voglio. Come si fanno a cancellare i momenti più belli della tua vita??
E poi eccola. La ringhiera. Il mio primo bacio voluto con lui. Le sue prime belle parole verso di me. Come dimenticarle.

Ho voglia di baciarti…”
Oh, quella frase… Magnifica. E poi insisteva perché io non ci credevo.

Non ti sto pigliano per il culo!! Ho voglia di baciarti sul serio!!”
E io non ci credevo, non volevo crederci.

Robbie smettila di fare il defic…”
E il suo bacio… Prima che terminassi la frase la sua lingua mi aveva già azzittito. Che momenti…
I miei occhi di fanno sempre più lucidi e mi giro verso Alice.
<< Forse non è stata una bella idea portarmi qui… >>
Alice mi guarda e si rattrista.

Forse ha capito di aver fatto una cazzata… No, Ali no. Non se ne accorgerà mai, lei ha sempre ragione!”
<< No Ale, vedrai, ti aiuterà… >>
Camminiamo ancora un po’, poi mi appare davanti agli occhi. I Tre ponti. La gente, la sabbia, il mare, la ringhiera, le scalette, il bar. Mi appaiono davanti. Tutti insieme.
Mi blocco. Non riesco ad andare avanti. I miei muscoli non si muovono. Non ce la faccio. Troppi ricordi, troppe emozioni, troppo… Troppo da affrontare in una volta sola.
Alice mi spinge da dietro e mi da la carica per scendere, non notando neanche un motorino, forse è stato un mio sbaglio o forse sono io che non ho voluto guardare, nella speranza e senza, così, saperlo già.
Scalino per scalino e battito del cuore per battito del cuore, ma questo sempre più forte e lo scalino sempre più vicino alla spiaggia. Quando la tocco nella sua morbidezza, nel suo calore, nei suoi granuli. Uno per uno. Nei suoi passi impressi sopra.
Sto camminando sopra di lei ricordandone ogni minimo passo. E poi il ricordo.
Lui che mi tira la sabbia addosso mentre io ero sdraiata sull’asciugamano. E io che mi giro verso di lui a dirgli un grazie sarcastico e lui che mi sorride con il suo bel ghigno e mi dice ridendo: “Non c’è di che”. E io che mi ritrovo in imbarazzo non sapendo che il ragazzo a cui avevo detto grazie con rimprovero era il ragazzo che mi piaceva inconsciamente, come dicevano gli altri e che poi si è rivelata una verità.

Niente, non ce la faccio!”
Niente qui è in grado di non farmi ricordare.
Alice sceglie un posto.
Ci sistemiamo gli asciugamani e rimaniamo in costume.
Quando vedo una figura che non avrei mai voluto vedere, Eric. Lui è lì che ride con gli amici abbracciato ad una tipa mora. Sembra che si diverta e che non sia mai successo niente.

Beato lui… Magari hanno fatto pace.”
E questo mi rattrista ancora di più perché, senza volerlo, la domanda, il pensiero mi sorge spontaneo.

Perché lui si e io no?”.
Alice guarda nella direzione dei miei occhi e capisce. Così mi tira verso il mare, mentre io continuo a guardarlo. Lui si gira e mi vede. Mi riconosce notando il suo sguardo che cambia. Ci seguiamo con gli occhi con rimprovero tutti e due fino a che Alice non mi butta in acqua. La sento fredda. Riemergo e fisso di nuovo nella sua direzione, ma lui non guarda più, così decido di smettere di osservarlo.
Io e Alice ci facciamo una nuotata al largo ricordando tutte le volte che ero in mare con lui, ma uno prevale su tutti. Il pedalò.
Quando mi ha buttato in mare e io me lo sono tirato dietro e ci siamo ritrovati abbracciati. Ma io mi sono staccata per l’imbarazzo e lui rideva. Ci affogavamo e io mi tenevo alla sua bella pelle. E poi ci hanno lasciato soli e lui si è incazzato.

Troppi ricordi…”
Smetto di nuotare e mi lascio andare sott’acqua senza muovermi. Apro gli occhi. L’azzurro mi accerchia, circondata da quel “coso blu”, e vedo la gambe di Alice che mi nuotano attorno. Le bollicine dalla mia bocca fuoriescono e mi fanno solletico sulla faccia. Poi il respiro comincia a mancarmi e senza aver controllo dei miei muscoli riemergo alla superficie.
Guardo Alice con aria stanca.
<< Usciamo… >>
Lei annuisce e non mi risponde.
Arriviamo a riva e dopo una doccia ci dirigiamo ai nostri asciugamani.
Mi ci sdraio sopra e chiudo gli occhi, intenta a non ricordare ulteriori ricordi. Il sole mi picchia sulla schiena e asciuga piano piano le goccioline. L’ombra mi passa sugli occhi. Li apro e noto un ragazzo messo davanti al sole privandomi della luce. Ed ecco altri ricordi che mi avvengono involontariamente. Sempre con Robbie.
Eravamo soli e io sono salita sopra Robbie per ammirarlo mentre dormiva e dopo lui ha fatto lo stesso facendomi capire di aver fatto una figura di merda. Quando avevo aperto gli occhi lui eri lì, a dieci centimetri da me, e mi stava pigliando per il culo.

Troppi, davvero troppi i ricordi.”

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Sono davanti ai Tre Ponti. Per la prima volta quest’anno.
Questo posto dovrebbe portare a galla un migliaio di ricordi, ma sinceramente non ho più voglia di ricordare.
<< Pronto? >>
<< Ciao Any, dove sei? >>
La sua voce dall’altra parte del cellulare mi rassicura.
<< Dietro di te. >>
Chiudo la chiamata girandomi e me la ritrovo davanti sorridente come sempre.
Mi abbraccia forte e intanto mi da due baci sulla guancia.
<< Andiamo! >>
Mi prende la mano e mi porta giù in spiaggia attraverso le scalette.
Poso lo zaino e mi levo la mia maglietta a maniche corte bianca sopra i miei vecchi pantaloncini blu hawaiani.
<< Andiamo a fare un bagno? >>
Chiedo ad Anita senza troppo entusiasmo.
<< Ci sto! >>
Ci avviamo verso la riva e ci buttiamo insieme. Ridiamo insieme.
Poi, però, il discorso comincia a farsi serio
<< Sta mattina sei andato da Fede, vero? >>
Il mio sorriso si spegne e abbasso lo sguardo verso l’acqua.
<< Si, ci sono andato. >>
<< Vuoi parlarmene? >>
<< Preferirei di no… >>

Ci starei ancora troppo male…”
<< Mi dici solo come sta? >>

Ti ho detto che non voglio parlarne!!”
<< Come vuoi che stia? E’ in coma!! >>
<< Scusa, hai ragione… Sai quando si risveglierà? >>
<< No. Lo vorrei tanto… >>
Si avvicina a me e mi abbraccia. Mi abbraccia forte come solo un’amica sa fare.
Poi comincia a parlarmi sussurrando.
<< Mi dispiace così tanto per il periodo che stai passando Robbie… Io ti voglio bene e sarò sempre dalla tua parte perciò ricordati di contare sempre su di me, ok? >>
Io sorrido e contraccambio forte anch’io il suo abbraccio.
<< Ok, grazie Anita, sei veramente l’amica più preziosa che ho. >>
Stacca il suo viso dalle mie spalle per guardarmi a pochi centimetri dal mio viso i miei occhi. Poi comincia a spaventarmi. Si avvicina alle mie labbra chiudendo gli occhi e mi bacia. All’inizio rimango stordito dalla cosa, non me lo aspettavo, ma appena riprendo conoscenza dell’accaduto la spingo subito via.
<< Mi dispiace, ma… Non posso. >>
Mi allontano e lei rimane in acqua.
La sabbia mi si appiccica ai piedi e guardo solo quella nel mentre che vado verso le docce a togliermi il sale di dosso. L’acqua di essa scivola sulla mia pelle rinfrescandomi dal caldo che emana quella specie di stella che si vede soltanto il giorno, l’unica che si trova nel momento sbagliato della giornata.

Io odio le stelle…”
Ecco. Questi sono i momenti più belli per piangere. Sotto la doccia, dove neppure tu ti accorgi di farlo se non ci pensi troppo.
Il mio asciugamano mi desidera sulla sabbia e io non lo faccio attendere.
Mi ci sdraio sopra e aspetto che ogni goccia si asciughi, ma Anita non mi lascia il tempo.
<< Scusami Robbie… >>
Fa un attimo una pausa, poi riprende a parlare
<< E’ che io sono innamorata di te. >>
Mi viene da ridere, ma non glielo faccio vedere. E’ come se solo io potessi sapere cosa vuol dire amare. Lei non ama, è folle. Lei ha solo una cotta per me. Questo non è amare. Solo io so amare.
<< Tu sei innamorata di un ragazzo che non esiste più, Anita. >>
Lei mi guarda male, quasi non riconoscendola senza il suo sorriso.
<< E adesso, allora, chi sei? >>
<< Un pezzo di merda, come lo ero prima di Ale. >>
<< Non ci credo. >>
<< Ne sei libera. >>
La lascio sul suo asciugamano senza neanche guardarla in faccia.

Almeno non soffrirò più per amore, almeno non avrò più il rimpianto di farmi vedere da qualcuno così debole, almeno… Almeno lei resterà sempre con me senza lasciare posto a nessun’altra. Almeno non la dimenticherò mai. Si ama una volta sola, non c’è altra ragione.”
Mi dirigo verso il bar e mi avvicino al bancone.
<< Cosa ti do? >>

Cosa posso prendere??”
Mi sono avvicinato al bancone senza neanche sapere di cosa avevo voglia, ma la mia risposta viene spontanea.
<< Una granita all’anguria. >>
La granita di cui Alessia si era innamorata.

Della granita e non di me?”
Ho deciso di farmi del male da solo.
Pago quello che devo pagare e mi passano il bicchiere pieno di ghiaccio sgretolato colorato di rosso e cerco un posto per potermi sedere. Al tavolo ci sono Giacomo, Roberto e Manuel, membri del mio vecchio gruppo.
Mi siedo tra loro senza neanche salutare. Loro mi guardano e subito dopo riprendono a parlare come se niente fosse.
Faccio girare la cannuccia nel bicchiere ammirando il ghiaccio muoversi lentamente. Lo faccio per un po’ di tempo, poi mi decido. Bevo. E il suo sapore mi entra in circolo dissetandomi in tutto e per tutto.

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<< Andiamo al bar? >>
Ecco Alice che si fa risentire.
Io accetto la sua proposta e ci avviamo mentre guardo a terra.
Non voglio altri ricordi.
Saliamo le scalette e a questo punto alzo la testa, a meno che non voglia andare a sbattere contro qualche tavolino.
Ci sediamo in uno di questi.
<< Edo non c’è… Ho guardato dappertutto. >>
Sento Alice incominciare a parlare tristemente, lasciandosi catturare, come me, dai ricordi.
<< E non è un bene? >>
Lei mi guarda e mi sorride.
<< Certo!! Infatti non hai sentito in che tono l’ho detto? Edo, non c’è!! Evvai!!!! Ho guardato dappertutto e proprio non c’è!!>>
Io le sorrido nel mentre che il suo si spegne e guardo oltre a lei, tutti i tavoli. E ne noto uno davanti a noi di due o tre.
Non l’avessi mai fatto…

Sono ventun giorni che non ti vedo. Robbie, la tua visuale è sempre la più speciale. Stesso costume hawaiano blu dell’anno scorso con i capelli alla sbarazzina. Tutti attorno a te che ridono. Ragazzi che non conosco, ma non ci do caso. Ho tutte le mia attenzioni su di te. L’unico ragazzo che non ride.”
Sta guardando la sua granita con attenzione girando la cannuccia attorno e quel rosso di granita che riconosco. L’anguria, il mio gusto preferito. E altri ricordi.
Quando sono andata al bar con Eric e lui ha preso un toast e io l’anguria e poi è arrivato Robbie e ci siamo rimessi a litigare come al nostro solito e poi Mirko.
Devo ringraziarlo dopo tutto. E’ lui che ci ha fatto avvicinare.
Alice mi passa una mano davanti agli occhi, ma io non mi schiodo. Così guarda nella direzione dei miei occhi e allora capisce.
<< Ok, cattiva idea, andiamo via. >>
Lei si alza, ma io non la seguo. Sono solo i miei occhi puntati su di lui. Ed eccolo incominciare a poggiare le sue labbra sulla superficie della cannuccia e tirare su.
Quando i suoi occhi si girano nella mia direzione e lascia andare, sorpreso, la cannuccia. Mi guarda a bocca aperta, poi si scrolla e chiude gli occhi. Si gira verso la granita e si alza dalla sedia andando a scendere le scale. Io mi alzo e lo seguo. Incomincio a camminare più veloce e lo raggiungo prendendolo da un braccio e girandolo verso di me. Altri ricordi.
Quando lui aveva scoperto che mi piaceva Eric e che glielo era andato a dire, poi aveva riso di me e io lo avevo girato con forza da un braccio verso di me e incazzandomi come non ero mai stata con lui.
Il ricordo sbagliato. Non mi fosse mai piaciuto Eric…
Non riesco a pronunciare parola e lui non si muove.

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Siamo quasi appiccicati. Mi guarda negli occhi. Io la guardo nei suoi. E mi ci perdo… Mi perdo in quelle due pupille che una volta non avevano sguardo fuorché per me.
Ale, hai rovinato tutto. Ho voglia di urlare, io ho bisogno di urlare. Sono i tuoi occhi a farmi crollare così? Allora non guardarmi, ti prego.”
Mi giro dall’altra parte, ma la sua voce lenta e soave mi fa restare immobile.
<< Aspetta… >>

Ma è possibile che io ti ami ancora? Dopo tutto quello che mi hai fatto? E come è possibile che tu non mi ami più?”
Mi volto verso di lei.
<< Dobbiamo risolvere la situazione… >>
<< E come vuoi risolverla? >>
<< Non abbiamo chiarito! >>

Chiarire?? Cosa significa chiarire Ale??”
<< Ma cosa c’è da chiarire? >>
Lei viene assorta dai pensieri. Non mi guarda. E i suoi occhi si riempiono di lacrime.

Non mi interessa quello che mi vuoi far vedere. Quello che hai fatto ha già parlato per te.”

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Ed eccoli ancora. Sempre a rincorrermi.
Il giorno in cui Mirko mi è venuto a trovare in spiaggia e lui mi ha detto di non andare, mentre io gli avevo risposto che dovevo chiarire, ma lui che non c’era da chiarire niente. Lui, Robbie… Quello che non ha mai voluto chiarire niente, preferiva la verità così come la trovava, senza spiegazioni, senza balle a motivarle. Da una parte è anche una bella cosa, così non ti fai imbambolare dalle palle che ti raccontano, ma dall’altra, trovandomi nella mia situazione, scopro che è una cosa fondamentale per l’altra persona, perché così esponi tutto quello che non avevi detto e la motivazione del tuo errore, anche se so già che non sarà questo a far cambiare le cose, perché non importa il motivo per cui l’ho fatto. Lui sa solo che l’ho fatto e non gli serve altro. L’ho tradito e non c’è motivazione che tenga.

Hai ragione Robbie, ho fallito, ma lasciami parlare lo stesso. Tanto per convincere me stessa di avertelo detto anche se tu non mi ascolterai, tanto per parlarti ancora…”
<< Robbie, è stato un attimo di debolezza. >>
<< Ma vaffanculo te e il tuo attimo di debolezza!! Mi hai tradito Ale, sai cosa vuol dire tradire? Sono un cornuto cazzo, e per di più non con uno qualsiasi, ma con mio fratello o quanto credevo che fosse!! >>
<< Mi dispiace, ti prego, non lasciarmi… >>

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Ma come puoi pensare questo? Come potrei mai non lasciarti? Prendendomi in giro?? Credimi, io vorrei farlo… Con tutto me stesso.”
Chiudo gli occhi nel mentre che dico queste quattro paroline che faranno stare male più me che lei.
<< L’ho già fatto. >>
E con questa frase di chiusura mi allontano, solo. La sento piangere. E questo non mi prova piacere, anzi.

Robbie, ricordati, sei tornato ad essere un pezzo di merda, è possibile che questo ti faccia sentire così debole??”
<< Parto. >>
Non decido, faccio. Non ci penso neanche e in un millesimo di secondo l’ho già informata che quest’estate non ci sarò.

Anzi, voglio andarmene per sempre…”
<< Cosa? >>
<< Parto. >>
<< E dove vai? >>

O almeno glielo faccio credere. Così potrà smettere di pensare a me. Ma lo vedi quanto sono scemo? Lo vedi quanto ti amo ancora?”
<< Mi trasferisco in Olanda dai miei parenti. >>
<< Ma come… >>
Non la faccio finire di parlare.
<< Si. >>
<< Quando? >>
<< Lunedì, questa sarà l’ultima volta che ci vedremo. >>
Mi viene incontro.
<< Ma come, te ne vai per me? >>
<< Anche… >>

Non credere di essere sempre al centro dell’attenzione!! Anche se lo sei per la maggior parte delle volte…”
<< Ma qui hai tutto!! >>
<< No, non più. >>

Tu eri tutto Ale…”
<< No, non partire per me!! >>
<< Ho detto anche, non sei l’unico motivo! >>
<< E quali sono gli altri? >>
La sua bellezza mi colpisce ancora come sempre.
<< Non sono più tenuto a dirti certe cose. >>

Federico, mio fratello e te. Sono abbastanza i motivi?? Non ti ci mettere anche tu…”

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Guardo a terra e poi gli rivolgo un'altra volta lo sguardo.
Lui prende l’iniziativa.
<< Addio Ale. >>
Queste parole mi colpiscono al cuore. Rimbombano, fanno male...
Riprendono le lacrime a scivolare per le mie guance. La voce tremolante prende il sopravvento.
<< No… >>
E altri ricordi della mia voce tremolante.
La prima volta che gli ho parlato quando ero incazzata con il gruppo e me l’ero presa con lui. Mi ricordo la sua frase.

A casa mia, quando uno è incazzato, non ha una voce tremolante e a tratti, ma decisa e urlante!”
Tutto mi ricordo di te e adesso che mi dici che parti il mondo mi cade addosso… Non puoi farmi questo, Robbie, non puoi!! Come puoi partire così… Tra due giorni.”

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Le sue lacrime scorrono e in un botto riesco a perdere quella convinzione che avevo cinque secondi fa per tornare debole.
Vorrei accarezzarle la guancia per non permettere a quelle lacrime di toccarla ancora. La sua voce tremolante potrebbe farmi tornare a galla numerosi ricordi e mi verrebbe voglia di stringerla per assicurarmi che con me stia al sicuro, che diventi più forte non temendo niente, che io sarò sempre lì a proteggerla. Ma tutto ciò mi è impossibile da fare. E per impedire questa voglia mi allontano del tutto.
Cammino velocemente, quasi correndo.

Oddio Ale, non mi parlare così! Perché mi vuoi male? Perché mi vuoi torturare? Non ti basta quello che hai già fatto?? Smettila di versare lacrime senza senso. Sei una bugiarda.”

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Poso lo sguardo a terra e Alice mi viene incontro.
<< Come va? >>
<< Secondo te come può andare? >>
<< Scusa, domanda idiota… >>

Già.”
<< Parte… >>
La lascio così, allontanandomi da lei. Ma come al solito non riesce mai a lasciare un argomento in sospeso capendo quando è o non è il momento di parlare.
<< Come parte? >>
<< Si, parte per l’Olanda. >>
<< Beh, meglio così, se ne sta via giusto il tempo che tu lo possa dimenticare!! >>
Spngo il suo entusiasmo.
<< Si trasferisce… >>
<< Ah… >>
<< Già. >>
Non mi risponde, lasciando così il silenzio.

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Scappo lontano dal mio punto di riferimento per potermi perdere, ma vengo fermato da una mano fredda che mi prende per il braccio.
Mi fermo e cerco con fatica di girarmi.

Ti prego, dimmi che non è di nuovo lei…”
<< Ciao… >>
Rimango sorpreso. Probabilmente deluso.
<< Carlotta?? >>
<< Non sei felice di rivedermi? >>
<< No, scusa è che… >>
La guardo negli occhi e mi accorgo di essere stra felicissimo di rivederla.
<< Sono felice di vederti. >>
Mi fermo un attimo per prendere conoscenza e il respiro perso.
E’ solo Carlotta. E mi sento di nuovo bastardo. Ma è quello che voglio.
<< Come stai? >>
<< Fra poco bene, ma sto ancora male se adesso non ti dico quello che voglio dirti. >>

Cosa avrà mai da dirmi?”
<< Dimmi. >>
<< Non mi interessi, quella scena che ti avevo fatto era tutta una messa in scena. Mi divertivo da morire fare sesso con te e solo il pensiero di non poterlo più fare mi ha fatto perdere un po’ le staffe, però non mi interessa per niente. Volevo che lo sapessi. >>
Mi viene da sorridere.

E se incominciassi proprio adesso a dimenticarti Ale? Meglio non rimandare, non credi? Meglio prendere una decisione all’istante prima che la malinconia mi divori. E l’occasione ce l’ho davanti ai miei occhi. Mi sono sbagliato. Non voglio più portarti con me, nel mio cuore. Non voglio te Ale nella mia anima, voglio solo il tuo amore, niente di più. Perciò devo incominciare a eliminare ogni traccia di te. A cominciare dalla prima posizione.”
<< Vieni con me. >>
Lei mi sorride e io le prendo la mano più sicuro che mai.

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Guardo Eric divertirsi con gli amici e poi mi salta in testa un’idea.
Gli vado incontro e mi ci piazzo davanti.
A questo punto sparisce il suo sorrisino e siamo così una davanti all’altro perfettamente, dato che siamo anche alti uguali.
Incomincio a parlare.
<< Vedo che ti diverti. >>
<< Non sai un cazzo… >>
<< Quand’è che parte? >>
<< Che cazzo te ne frega? >>

Eric, ti prego, fai qualcosa di buono per una volta!”
<< Dammi immediatamente quella notizia! >>
<< No! >>
Cambio tattica, senza sforzarmi tanto...
<< Ti prego… >>
Sospira e mi guarda più tristemente e mi da l’annuncio girandosi verso destra, probabilmente rattristato anche lui dalla notizia.
<< Lunedì. >>
<< A che ora? >>
<< Più o meno verso le cinque emmezzo/sei.>>
<< Grazie. >>
<< Mi dispiace per l’altra volta, ero incazzato e me la sono presa con te. >>
<< Mi dispiace anche a me, per tutto. >>
Lui resta in silenzio e decido di salutarlo.
<< Allora ciao. >>
Lui mi risponde, ma non con un saluto, riprende a parlare.
<< A me non per tutto. >>
Mi giro di nuovo verso lui.
<< Cosa intendi dire Eric? >>
<< Che non sono dispiaciuto per quel giorno a casa mia. >>
Lo guardo con rimorso.
<< Io si, molto. >>
<< Ecco, questo mi dispiace. Io sono innamorato Ale. Sono innamorato di te e anche tanto. E’ per quello che non mi dispiace, è per quello che in quell’ultimo periodo ero sempre spento, per quello ero un’altra persona davanti a te. Mi sono innamorato di te Ale. Mi dispiace per mio fratello, ma non mi dispiace per quello che è successo. >>
Mi sento troppo in colpa, poi prendo il coraggio di rispondergli.
<< Eric, io… Io sono innamorata di Robbie, non di te. >>
Lui abbassa lo sguardo, poi riprende.
<< Si, lo so. Dimmi solo una cosa… Perché ci sei stata? >>

Optiamo per la verità?”
<< Perché provo una tremenda attrazione fisica verso di te Eric, ma non sono innamorata, questo no. Ma sono debole... >>
Lui resta in silenzio guardandomi negli occhi, triste.
<< Grazie per avermi risposto in modo sincero. Spero di dimenticarti presto Ale. Ciao. >>
<< Ciao… >>
Si gira e si allontana, così mi allontano anch’io continuando ad avere la sua immagine impressa nella mia mente. E mi viene in mente il suo bacio, il suo corpo quasi nudo davanti al mio, strisciandocelo contro, la sua lingua, le sue labbra…
Mi scrolla la testa e cerco di dimenticare.
Alice mi guarda un attimo, ma non parla. Forse ha capito la situazione per una volta.
<< Ali, andiamo via, ti prego. >>
<< Si. >>
Ci prepariamo e con lo zaino in spalla ci allontaniamo dalla spiaggia, la nostra spiaggia, quella in cui ogni piccolo granello di sabbia contiene un mio ricordo. E così la lascio, sapendo di non metterci più piede per molto, molto tempo.

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Sul bordo di ‘Diana’ le faccio vedere la mano incitandola a salire.
<< Vieni… >>
Io che sorrido ad Ale, lei che sorride a me.
<< Cioè, fammi capire… Tu hai una barca e non me l’hai mai detto? >>
<< Non è mia… Mio padre s’incazza se sa che l’ho presa. >>
<< Ma tu faresti di tutto pur di farmi vivere nuove emozioni e farmi essere felice, giusto? >>
Dimenticarti sembra quasi una cosa impossibile Ale, mi vuoi lasciare stare?”
<< Vieni. >>
Lei mi prende la mano e quando sale fa un giro per la barca.

Perché non mi abbracci? Stupido… Quella era Ale.”
Guardo il mare. Il suo blu mi incanta. Il mare sembra lo stesso di quel giorno. Mi opprime.

<< Io lo adoro il mare. Ti da quella sensazione di infinito, di profondità… >>
<< Vedo che ti piace molto sto coso blu… >>”
Prendo la mano fortemente a Carlotta ed apro la porta della cabina portandomi lei con me e la chiudo. Poi la guardo negli occhi, poi le labbra che non emettono fiato. Incomincia quasi ad essere provocante.
La metto con le spalle al muro e la guardo soltanto. Lei fa un gemito per aver sbattuto e mi guarda ancora.
Non so perché, ma non riesco a fare il primo passo.
Quando lei mi bacia. Sento la sua lingua e allora non mi sento più debole, ma un pezzo di merda. E allora incomincio io.

Non mi ferma più nessuno, neanche un tuo ricordo.”
La bacio più appassionatamente di quanto possa fare lei, le accarezzo il viso, le metto i capelli dietro le orecchie accarezzandola sempre. Poi le tolgo la canotta seguito subito dopo dal costume. E il suo seno mi si piazza davanti. Lo accarezzo, lo bacio, lo sento mio. Le bacio il collo strofinando il mio petto sul suo, molto più morbido e passo subito dopo a succhiarle il mento e a passare di nuovo alla sua bocca. Poi mi sfila la maglietta e mi passa la lingua su tutto il mio busto e arriva ai miei pantaloncini sfilandoli con grande facilità. Poi si rialza e si guarda in giro sbarrando li occhi e girandosi verso di me sorridendo.
<< Vedo che qui hai uno stereo… Che ne dici di accendere un po’ di musica? >>
Mi volto verso esso. E ricordo le sue prime note con un senso.
“Semplicemente… Na na na na na na”
Chiudo gli occhi.

Devo dimenticarti, no?”
<< No, va bene così. >>
<< Ma… >>
<< No! >>
Li fa una smorfia, ma io non ci faccio caso. La ribacio e le tolgo la gonna assieme alle mutande del costume. Poi le prendo con le mani il collo per fermarmela e me la ribacio ancora. Lascio scivolare la mia mano su tutto il suo corpo, tutte le sue forme. Fermandomi sotto alla vita. Sposto lentamente le mie dita lì e le affondo dentro. Sento il suo respiro aumentare e intanto mi sorride. Mi si avvicina all’orecchio e nel mentre che io continuo con il mio gesto monotono, ma piacevole mi sussurra faticosamente queste parole:
<< Mi mancavi… >>
Questa frase mi altera.

A me no…”.
E il mio surriscaldarmi mi fa passare al passo successivo.
Lascio andare le mie dita e tolgo subito i miei boxer. Le prendo la gamba e lei mi aiuta ad alzarla e allora mi avvicino con il mio corpo al suo chiudendo gli occhi. Le sono addosso e la tengo fissa al muro. Lo sento penetrare dentro di lei. Sempre con maggiore velocità, senza neanche guardarla in faccia o sorriderle o baciarla. Proseguo con quei movimenti scontrosi che continuano a far uscire dalla sua bocca piccoli lamenti che le mie orecchie sembrano non sentire. Dentro fuori, dentro fuori, incomincio ad affannarmi anch’io, ma non smetto. Mentre faccio sesso con Carlotta mi sembra di ricordare i bei movimenti con Alessia, solo che lei non è Alessia. Carlotta non si muove come sa fare lei, Carlotta non sa stare sotto di me come sa fare lei, Carlotta non mi bacia come sa fare lei, Carlotta non mi sa far star bene come faceva lei, Carlotta non mi fa sentire soddisfatto come lo sapeva fare lei. Semplicemente Carlotta non è lei. E questo mi terrorizza. Sto facendo sesso di nuovo con qualcuna che non amo. Sento la sua pelle dentro le mie mani incominciare a diventare scivolosa e non riesco più a distinguere il mio respiro dal suo.
Poi mi fermo di botto. Le lascio la gamba e persisto a tenere gli occhi chiusi. Mi sento le sue labbra sulle mie e così mi convince ad aprirli. La guardo fissa negli occhi. Lei fa lo stesso quando mi mette le sue mani sul mio petto e mi spinge all’indietro. Io eseguo gli ordini senza chiedere perché. Sento dietro le mie gambe il letto e mi fermo. Lei mi continua a guardare e ad un certo punto apre bocca.
<< Facciamo così. Riposati. Ora tocca a me. >>
Mi sdraio sul letto e aspetto che lei scenda sopra di me. Ma non fa così. Si siede accanto a me, poi mi guarda e sorride. Io non ricambio la sua espressione, ma lei sembra non accorgersene. Scende con la testa sopra lui e lo fa entrare attraverso le sue labbra. Posiziono le mie mani sotto la mia testa e guardo il soffitto. Non la guardo minimamente, la lascio fare. La sento muoversi e il piacere aumenta anche se la felicità è ben lontana.

-

La guardo vestirsi con tutti i capi che prima le ho tolto di fretta, anzi, non guardo lei, ma il suo corpo. Il corpo che minuti fa sentivo appartenermi.
Poi decido di indossare i miei boxer e sopra il mio costume e senza dirle una parola esco fuori e riporto ‘Diana’ al porto. Lei mi raggiunge e mi mette una mano sopra la spalla guardando il mare. Sempre senza guardarmi mi fa la prima domanda temendo che non sarà l’ultima.
<< Come mai? >>
Non le rispondo.

Come mai Robbie? Non ne avevi neanche voglia…”
<< Come mai mi hai portato proprio in questo posto? >>
Non era la domanda che credevo. A dire il vero è normale che lei se lo chieda, ma sinceramente proprio non era un quesito che mi aspettavo di sentire.
<< Non vuoi sentire la verità, perciò è meglio se non ne parliamo. >>
<< Robbie, te l’ho detto prima, non mi interessa niente di niente di te, perciò posso anche sentirmi dire di tutto che proprio la cosa non mi tocca, sono solo curiosa. Perché proprio qui? >>
La guardo negli occhi, poi mi decido girando di nuovo lo sguardo verso il mare.
<< Volevo cancellare i ricordi… >>
<< Di Ale? >>
Annuisco senza fiatare e continuo a fissare il mare senza staccare i miei occhi da esso.
<< Che tipo di ricordi? >>
<< Ho fatto l’amore per la prima volta qui. >>
Non parla per qualche secondo e senza neanche guardarla sento la tristezza salirle in superficie.
<< E com’è? >>
<< Cosa? >>
<< Fare l’amore. >>

Ho imparato a essere una persona diversa di un pezzo di merda? Non mi può dispiacere per Carlotta!”
<< Meglio del sesso. Non è solo il piacere è anche l’amore verso la persona con cui lo senti. E’ un momento in cui le esprimi di tutto senza parlarle. Che la proteggi, che la senti tua, che la ami. Che non la lascerai andar via tanto facilmente… >>
A questo punto io mi fermo e Carlotta mi risponde.
<< Ma lei se ne è andata… >>
Chiudo gli occhi.

Robbie, sii uomo. Oltrettutto c’è anche Carlotta lì a guardarti, cazzo Robbie, sei un uomo!”
Li riapro asciutti a fatica e la guardo.
<< Si… Ma questo è un dettaglio. >>
Arrivo al porto e smetto di guidare la mia barca. Scendo e la lego lasciando Carlotta ferma su di lei. Poi risalgo.
<< E ci sei riuscito a cancellare i ricordi? >>
<< L’avrei voluto. >>
<< Quindi no. >>
Io acconsento senza parlare, poi le rivolgo io una domanda.
<< Perché tu lo fai? >>
<< Perché faccio sesso? >>
<< Si, perché ti comporti così? >>
Lei esita un attimo, poi, dato che siamo in aria di confidenza, esprime anche lei il suo dolore.
<< Perché tutti i ragazzi che ho incontrato mi hanno deluso. Neanche uno si è salvato. Mi hanno trattato tutti in un modo orribile, tipo qualcosa usa e getta. E così io mi sono creata questa barriera per non soffrire e non me ne importa niente della fama che mi sono fatta. Almeno posso divertirmi con tutti quelli che voglio senza dover tener conto a nessuno e senza stare lì a domandarmi perché i ragazzi si comportino con me in quel modo. E questo per me è la cosa più straziante. Così so chi sono. >>
La guardo e le dico la frase tipica augurandogliela sul serio.
<< Vedrai che prima o poi capirai anche tu quello che l’anno scorso ho capito io. >>
<< Lo spero, ma anche in quel caso potrei rimanere delusa… Proprio come te. >>

Ha ragione…”
<< In questo non ti posso aiutare. >>
<< Dimmi una cosa. Ne vale la pena innamorarsi sapendo che prima o poi l’amore potrebbe finire e tu finire con quello? >>

Ne vale la pena?”
<< A questo non ti so ancora rispondere… >>
Prende la borsa e la tiene con due dita, poi mi si riavvicina.
<< Mi accompagni? >>
<< No, devo ancora fare delle cose qui sopra. >>
<< Ok, allora ci vediamo. >>
Mi da un piccolo bacio, ma di lunga durata sulle labbra.
<< Ciao. >>
Si gira e si allontana da me.
Io invece mi volto verso ‘Diana’.
<< E ora a noi due. >>
Entro dentro la casetta.

Voglio sfidarti. Voglio vedere se quello che ho fatto è servito a qualcosa.”
Odoro il profumo, mi guardo attorno. Per un po’ non sento niente, poi suoni prima bassi, poi aumentati di volume mi prendono la testa apparendomi come reali.

<< Fa freddo… >>
<< Come hai freddo? >>
<< Si… >>
<< Vuoi che ti riscaldi io? >>
<< Magari… >>”
Le note di una chitarra dolcemente si fanno largo nel silenzio.
Mi manca tutto di lei. Non solo il suo sorriso, non solo i suoi occhi, non solo le sue parole. Mi manca tutto. Dai suoi capelli castani lisci e morbidi al rumore dei suoi passi. Mi manca la sua vista al mattino o al pomeriggio che sia e capisco che proprio da quel momento cominciavo a vivere sul serio la giornata.

Mi manchi da morire. O forse sono già morto, non so. Probabilmente è così dato che non mi sento più la vita.”
Mi avvicino allo stereo e lo accarezzo in tutti i suoi lati e spigoli. Sento sotto le mie dita i tasti e mi decido. Lo accendo con una canzone speciale. La quattro.
Le stesse note che avevo sentito prima nel ricordo le sento adesso nella realtà. Ma in questa circostanza fanno più male e le lacrime cominciano a scorrere come non hanno mai fatto per lei.

Te ne rendi conto Ale? Sto piangendo. Sto piangendo come un bambino. Per colpa tua non sono un uomo Ale. Sto piangendo per te… Non ero ancora riuscito a piangere totalmente per te e non avevo mai pianto così tanto!!”
Sono qui a piangere seduto per terra con la schiena al muro e la testa fra le mie braccia incrociate sulle mie ginocchia. Sto piangendo per qualcosa che non tornerà più da me.

Sto rimpiangendo di averti amata a questo punto, è normale una cosa del genere? Come posso rimpiangerti dopo tutto quello che abbiamo passato? Eppure adesso non voglio altro che non stare così male. Voglio dimenticarti, è una cosa così complicata? Sei così indelebile? Come è possibile? Sei solo una ragazzina che non faceva altro che piangere quando la situazione non le andava bene, una ragazzina che balbettava per parlare con qualcuno con cui non aveva il coraggio di parlare, una ragazzina che mi odiava soltanto perché mi piacevi e per questo ti trattavo male, solo perché non lo accettavo. E tutte queste caratteristiche fanno parte della stessa ragazzina che mi ha fatto innamorare? Che adesso non mi lascia in pace? Sei odiosa…”
Poi, mi rendo conto che quello che ho fatto qui dentro con Carlotta non è servito a niente, anzi… Ho sporcato un luogo sacro.

-

Sabato sera.
Esco dal bagno del Lost, la discoteca, con una ragazza.
Mi allaccio i pantaloni e mi imbrago come si deve.
Mi allontano senza neanche salutare la ragazza con cui qualche secondo fa ero chiuso in un bagno stretto a trombare.
Lì fuori incontro subito Anita con un espressione incazzata e senza accorgermene mi lamento di questo. Lei non ci fa caso e mi prende la mano fortemente. Mi porta fuori, lontano da lì. Mi trasporta fino alla porta d’ingresso e Anita si ferma dai buttafuori facendoci fare dei timbri sul polso per poi poter rientrare dopo.
Ci ritroviamo in Via Mateotti in maniche corte e lei in canotta soffrendo un po’ il freddo. Lei si stringe nelle spalle, poi mi rivolge uno sguardo misto di tristezza, ribrezzo e odio.
<< Perché… Perché vai con tutte e non con me? Che cosa ho io in meno delle altre? Non lo so, sono più brutta? Sono poco simpatica, non ti piace il mio corpo, non ti eccito? Spiegami perché con tutte e non con me? Non riesco a capirlo!! >>
Mi urla contro tutto quello che le passa per la testa, liberandosi di quel male che la divora.
Mi dispiace troppo vederla così, ma è la cosa migliore.
<< Perché non ti voglio far soffrire… >>
Mi osserva con le lacrime agli occhi.
<< Ma non hai detto che eri ritornato ad essere un pezzo di merda? >>
<>
<< Ma io non ho mai fatto sesso con nessuno… >>
<< Un fatto in più per non farlo con me, soprattutto in questo mio momento. Fidati, non è adatto alla tua prima volta, Anita. Lo vuoi capire che io ti voglio un bene che non ti immagini? Non ti perderei per una stronzata del genere! >>
Ci riflette un attimo e riprende a parlare.
<< Spiegami solo perché sei tornato ad essere quello che eri… >>
<< Perché non voglio più soffrire, non voglio più innamorarmi, non voglio più tenere ad una ragazza che può deludermi che non sia mia amica, logico! >>
Mi rivolgo a lei sorridendo, ma lei non ricambia come al solito. E’ la prima volta che il suo sorriso contagioso non fa breccia nei miei occhi. E’ la prima volta che la sua espressione mi prova terrore.
<< Robbie, non è così che si ragione! Tu dici così, ma prima o poi vedrai che ti innamorerai di nuovo!! Non puoi controllarlo e solo perché hai amato una volta e la cosa ti ha fatto stare male non vuol dire che non amerai mai più!! E’ il tuo primo amore e hai diciotto anni!! Hai una vita davanti!! >>
Anche la mia espressione si è di nuovo trasformata in odiosa.
<< Ti giuro, te lo prometto, te lo assicuro… Io non mi innamorerò mai più, puoi contarci. >>
I miei occhi cominciano a riempirsi di lacrime.
<< Tu hai paura, ecco che cos’hai!! >>
<< Si, hai perfettamente ragione!! Io ho paura!! Questo ti sorprende? Pensi che un ragazzo o uomo che sia non possa avere paura? Pensi che un maschio non possa piangere? Pensi che un ragazzo non possa soffrire? Beh, ti sbagli. Anche noi abbiamo paura e io… Si Anita, io ho paura. Ho paura di innamorami di nuovo e di stare di nuovo in questo stato. E’ per questo che ti assicuro che non succederà mai più quello che mi è successo con Ale. Anche perché nessuna ragazza al mondo potrà prendere il suo posto. >>
Mi asciugo le lacrime che scivolano sulle mie guance accorgendomi che tutto quello che credevo era sbagliato. Che non è vero che gli uomini non piangono. Abbiamo delle emozioni anche noi e per una volta sono stato io a contagiare Anita.
Lei incomincia a piangere.
<< Io… Non volevo che finisse così. >>
<< Parto lunedì. >>
Rimane sorpresa.
<< Cosa vuol dire che parti? >>
<< Vado in Olanda per tutta l’estate. >>
<< Non mi lascerai mica da sola? >>
<< Si. >>
<< Ma come faccio io? >>
<< Credimi, starai meglio senza di me… >>
Incomincio a incamminarmi verso il Lost, ma prima di entrare le rivolgo un sorriso e le parlo gentilmente.
<< Domani pomeriggio mi accompagni da Fede? Intanto mi saluti per bene. >>
<< Si, ok. >>
<< Ah, a questo proposito… Prenditi cura di lui. >>
<< Certamente. >>
Le rivolgo un abbraccio e lei contraccambia.
Entriamo in discoteca facendo vedere i timbri ai buttafuori e riprendiamo a ballare non pensando a niente. O almeno, questo è quello che gli altri credono. E’ un periodo che non smetto di pensare.

-

Domenica pomeriggio.
Sono davanti al letto di Federico.
Anita se ne è andata da cinque minuti perché doveva tornare a casa. Io ho deciso di restare ancora un po’.
Io e Anita ci siamo salutati con tristezza al solo pensiero di lasciarci per ben tre mesi. Quando la rincontrerò sarà una cosa troppo speciale.
Ora continuo a pensare a Federico. Chissà quando si risveglierà. L’unica cosa che mi dispiace di partire è che molto probabilmente non vedrò Federico svegliarsi, o almeno, spero di non vedere Federico svegliarsi.
<< Perché tu ce la farai, vero Fede? Perché tu sei forte… Tu sei un ragazzo davvero speciale e quindi ce la farai, me lo sento. Scommetto che appena partirò tu ti sveglierai e ti sarai anche dimenticato di me. Non vedendomi penserai che io mi sono scordato di te, che sono partito perché in realtà non mi interessa niente di te e non saprai mai che io sono sempre stato al tuo fianco in questi giorni. >>

Svegliati, Fede, Svegliati.”
Il pensiero che non si risveglierà mai mi fa stare in un modo così triste...

Svegliati, Fede, Svegliati”
Ma io sono pessimista, o meglio, ho imparato ad esserlo. Questo pensiero mi spaventa, ma lui deve svegliarsi. perché lui non si merita tutto questo. E’ una ingiustizia come la vita può riservare queste sfortune a persone così speciali. Lui si deve risvegliare perché tutto ciò non appartiene a lui!

Svegliati Fede, Svegliati!”
Mi metto con le braccia e la testa sul suo letto e continuo a guardarlo.
<< Fede, cazzo, svegliati, ti prego!! >>
<< Calmo… Sono sveglio… >>
Sento sibilare queste parole e mi rialzo. Mi tiro un piccolo pugno sulla guancia per assicurarmi di non stare sognando, ma noto le sue mani muoversi lentamente e schiudere pian piano gli occhi.
<< Fede!! >>
<< Robbie. >>
<< Come stai?? >>
<< Come dopo aver dormito per decenni… >>
Mi metto a ridere asciugando qualche lacrime e non lasciando andare quelle labbra dalla loro posizione di sorriso.

Fede è sveglio, Fede è sveglio!!!”
Sento la felicità alzarsi a mille.
<< Quanto sono stato a dormire? >>
<< Bah… Non lo so con esattezza perché l’ho saputo tardi io. Però credo un mese. >>
<< Oh mio Dio!! Federico!! >>
Sento urlare con una voce femminile questo alle spalle. Mi giro e noto una donna dai capelli ricci e castani, dagli occhi marroni e il corpo minuto correrci incontro.
<< Mamma!! >>
<< Come stai?? >>
<< Ehm… Io vi lascio da soli. >>
<< Da quanto sei sveglio? >>
Nessuno sembra ascoltarmi, ma è anche comprensibile.
Li lascio lì, soli. A parlare di tutto quello di cui possono parlare. Sono disposto ad aspettare.
Mi chiudo la porta alle spalle e comincio a camminare avanti e indietro per il corridoio. Tanti pensieri mi si accavallano nella testa da non riuscire a distinguerli. Ma il più evidente e scontato è questo.

Come faccio a questo punto a partire? Non posso lasciare qui Fede da solo ora che si è appena svegliato. Ho deciso di non partire…”
Sua madre esce dalla stanza e mi guarda sorridendo, poi mi mostra la mano.
<< Ciao, io sono la madre di Federico, Antonella. >>
<< Ciao, Robbie. >>
<< Mi ha parlato molto di te. >>
Mi limito solo a sorridere, poi si sposta e mi fa segno di entrare.
<< Mi ha detto che ti deve parlare. >>
<< Grazie. >>
Seguo il suo gesto ed entro.
<< Ti devo dire una cosa. >>
Mi accoglie così e io gli replico con la mia risposta.
<< Anch’io. >>
<< Inizia tu! >>
<< Ok… Ehm… Devo partire. >>
<< Wow, e dove vai? >>
<< Ma non so se parto, perché dovevo andare in Olanda con mio padre dai miei nonni per tutta l’estate, ma non mi va dato che ti sei svegliato ora e io devo partire domani mattina. >>
Lui non fa una smorfia.
<< Non ti preoccupare. Parto anch’io! >>
Rimango perplesso.
<< Come parti?? >>
<< Si, mia madre pensa che questa città tenga troppi brutti ricordi, così andiamo a stare a casa dei miei nonni a Milano fino a che non troviamo una casa tutta per noi.>>
Sento un altro colpo al cuore.

Questo vuol dire perderti per sempre Fede?”
<< Beh, pensi che sia la cosa giusta? >>
<< Fidati che è meglio così, per me, ma soprattutto per mia madre. >>
<< Mi fido. Quindi questa è l’ultima volta che ci vedremo. >>
Faccio una piccola pausa, poi riprendo senza esitazione.
<< Addio. >>
Lo dico così, senza neanche pensarci e senza far trasparire nessuna delle mie emozioni, come se non me ne fregasse niente.
<< Non sei molto bravo con gli addii, eh? >>
<< No. A dire il vero non mi piacciono per niente, non so mai come prenderli. >>
<< Si vede. Allora Addio! >>
Me lo dice anche lui nello stesso modo in cui gliel’ho detto io, aggiungendo la risata. Rido anch’io e gli mostro il pugno. Lui lo guarda, poi lo fa anche lui e me lo sbatte contro. Mi allontano così, senza aggiungere parola. Non mi preoccupa salutarlo per sempre in questo momento. Oramai sono troppo felice di averlo visto un’ultima volta sveglio e che sta bene e soprattutto che sia tutto finito. Perciò l’addio non mi spaventa. Sorrido.

Perciò te lo dico ancora: Addio, e stammi bene!”

-

-

-

-

Lunedì mattina. Le cinque.
Sono davanti a casa di Robbie. Voglio vederlo partire, per l’ultima volta.
Tiro fuori dalla tasca la mia lettera scritta per loro. Se penso a ieri sera e al cuore che ci ho messo per scriverla mi viene ancora da piangere. Ricordo ogni minima emozione per ogni parola e ricordo anche ogni minima di queste.

Caro Robbie,
mi dispiace che questa storia sia finita così. Mi dispiace per quello che ho fatto e per quello che ti ho fatto. Ma credimi, non volevo. Sto male, sul serio, più di quanto tu immagini. E mi manchi, un casino, non riesco a stare senza di te. Ti amo e ti amerò sempre, Questo non dimenticartelo. Nessuno riuscirà a rimpiazzarti. Sei il migliore, sei unico e invidierò qualsiasi ragazza che potrà anche solo sfiorarti, maledicendomi per la cazzata che ho fatto quel giorno. E’ stata una debolezza e questa stupidata mi seguirà per tutta la vita perché mi ha fatto perdere te, Robbie… Ti prego, non odiarmi, non pensare male di me, non riesco a starci senza di te!! Non puoi lasciarmi così, se potessi tornare indietro, sapendo tutto quello che sto passando, non lo farei mai!! Non pensavo in quel momento!! Non mi puoi far stare così male… Ti prego Robbie, non trasferirti in Olanda, non voglio dimenticarti, non voglio che la tua partenza sia l’ultima volta in cui ti possa vedere… Come farò? No, non farmi questo… Robbie, ti amo, ti amo, non lasciarmi!!! Ora ti saluto, sperando che non sia l’ultima volta… Ti amo Robbie, non scordartelo…
Bacio
Sfig

Il cielo incomincia a schiarirsi e si incominciano a notare quelle strisce di rosa che distinguono la notte dall’alba. I minuti scorrono molto lentamente stando ferma appoggiata ad un muro aspettando che qualcuno esca da quel portone.
Quando, dopo quaranta minuti, il mio desiderio si avvera. Il cielo è molto più chiaro rispetto a prima, neanche un stella è più in cielo, ma il rosa ha oramai preso il sopravvento e il sole sta decollando in cima, lentamente.

-

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-

Mi ritrovo in salotto alle 5,40 del mattino di lunedì aspettando che mio padre arrivi con le sue ultime valigie.
Mia madre e il mio ex fratello sono lì a guardarci. Poi mia madre si fa avanti, bacia mio padre e poi arriva a baciare me, ma io mi allontano.
<< Robbie, parti via per un’estate intera, non mi potresti salutare con un bacio che almeno mi sento leggermente più tranquilla? >>
La accontento e le do un bacio sulla guancia.
<< Grazie tesoro, ti voglio bene. Miraccomando divertitevi. >>
Io guardo mio fratello.

Mi mancherai, è così difficile ammetterlo? Troppo… Non ti darò certo questa soddisfazione.”
Scendiamo le scale fino al portone.
L’alba che contrasta il cielo è fondamentale per questa mattina.

Mi aiuta a pensare a te per l’ultima volta. Le emozioni mi si confondono. Non riesco a capire se voglio dimenticarti o continuare a ricordarti. Sono confuso.”
Poi mi sento chiamare con la sua voce che mi ha sempre fatto impazzire.
<< Robbie… >>
Mi giro e mi appare davanti agli occhi. Provo a chiuderli e subito dopo a riaprirli, ma è ancora lì. Questo non è un miraggio.

Cosa ci fai sotto casa mia? E a quest’ora?”
<< Che ci fai qui? >>
<< Volevo vederti per l’ultima volta. >>
<< Beh, ora mi hai visto. >>
Cerco di fare il duro, ma non ce la faccio più a farmi vedere così. Non ce la faccio più ad essere stronzo con te. Una lacrima le accarezza la guancia e il mio desiderio di stringerla a me diventa sempre più forte, come mai.
<< Ti prego, non partire. >>
E’ l’ultima goccia che mi spinge a posarle la mia mano sulla sua guancia ed asciugarle la lacrima. Poi guardo il cielo e il rosa quasi mi acceca. Ma mi acceca non per la troppa luce, ma per i troppi ricordi che non mi permettono di guardare.
Le parlo sorridendo.
<< Sai… >>
Mi perdo nei suoi occhi e sale anche la voglia di baciarla.

-

-

Lo continuo a guardare speranzosa pregando che quel “Sai…” sia l’inizio di una bella frase come:
<< Sai… Ho deciso di restare. >>”
oppure

<< Sai… Ho cambiato idea, non voglio lasciarti. >>”
<< Sei bella anche all’alba… >>
Sbarro gli occhi, quest’ultimi riempiendosi sempre di più di lacrime.
Toglie la mano dalla mia guancia e mi sorride tristemente.
Ricordo che era l’unica parte del giorno in cui non mi aveva visto e i ricordi mi tormentano sempre.
Il giorno del tramonto, al porto a mangiarci un panino assieme. La sera in cui ho scoperto in Robbie un lato oscuro bellissimo. Poi mi ricordo la sua frase:

<< Penso sia stupendo… E non solo penso questo. Penso che non solo tu sei perfetta di giorno e di notte, ma anche al tramonto!! Tu sei sempre perfetta… Dovremo andare a vedere qualche alba insieme! >>”
Poi ancora quando a Capodanno sono andata a dormire da lui e si è svegliato e mi ha detto:

<< No Ale… Non ci siamo svegliati in tempo!! Non ho potuto vedere se eri bella anche all’alba!! Devi dormire ancora da me! >>”
Tutti momenti incancellabili e a questo mi scappa un sorriso, ma non faccio a meno di singhiozzare come al solito.
Lui smette di sorridere e ritorna serio.
<< Robbie, dobbiamo andare… >>
Il padre lo chiama dall’altra parte e lui gira la testa. Io lo abbraccio.
<< No, non andare… >>
Lui mi stacca allontanandomi dal suo corpo.
<< Addio Ale. >>

-

-

E lo faccio.
Faccio qualcosa che non avrei mai dovuto fare nello stato in cui mi trovo. La bacio. A stampo, ma comunque riposo le mie labbra di nuovo sulle sue, come una volta.
E mi volto lasciandola così.
<< Aspetta. >>
Mi sento male ad essere chiamato dopo questo gesto, ma mi giro lo stesso. Per fortuna non allude a quello.
Tira fuori una lettera dalla tasca dei suoi pantaloni e me la porge. La guardo un attimo e la infilo anch’io dentro la tasca dei miei jeans.
Osservo Alessia un’ultima volta, per stamparmela ancora dentro, anche se sarà comunque molto difficile da dimenticare.
Salgo in macchina e dico a mio padre di partire subito e lui obbedisce. Lasciando lì Alessia.

Quanto ti vorrei portare con me…”

-

-

-

-

Io guardo ancora un po’ l’auto e dopo riesco a dire qualcosa. Le parole che non gli ho detto in faccia non avendo mai avuto il coraggio e non volendo ammettere.
<< Addio Robbie… >>
La mia rabbia sale pensando alla sera di Capodanno quando avevo promesso che quest’anno doveva essere tutto con lui.

Ma perché il fato deve essere così stronzo??”
Poi mi rendo conto, però, che è un ingiustizia incolpare il destino per qualcosa di cui solo mia è la colpa.

Perché io dovevo essere così stronza??”

-

-

-

-

Ma non ti avevo già salutato?? Perché sei venuta ancora qui? Però devo ammettere che mi ha fatto molto piacere. Per un attimo ho anche pensato di non partire più, di perdonarti e di stare ancora con te. Volevo stringerti a me, ma come uno stupido ho fatto di peggio. Ti ho baciata e mi rimarrà impresso per un po’ il tuo sapore. Per quanto a questa lettera non so che fare. Ho paura di quello che ci possa essere scritto. Ho paura. E tanto…”
Prendo la lettera dentro la tasca dei miei jeans e la guardo piegata.

E se non la leggessi?”
Stropiccio la busta e la butto sul tappetino della macchina, lasciandola lì.

Ed ora sarai dimenticata!”
Magari esistesse una formula magica del genere che dopo averla pronunciata lei smettesse di esistere dentro di me. Eppure non esiste. Devo farcela con le mie forze. E questo mi spaventa…

-

-

-

-

Sono a casa. E’ passata qualche ora. Sono le undici del mattino. Ho acceso la musica con un cd Mp3 con più di duecento canzoni. In questo momento la stanza è riempita con le note di ‘Scegli me’ dei Finley. L’ho fatto per non pensare, ma non mi aiuta per niente. Soprattutto se ascolto con attenzione la canzone, perché sembra che parli di noi. E’ terribile.

Quasi blu metallici
Quasi come elettrici
Quegli occhi che
Ricordo anche se
Non li ho visti mai

Forse sono dentro ai miei
Sogni che forse dovrei
Spiegarti se
Non fosse che tu
Non ci crederai

Perché nemmeno io
Riesco a credere che un Dio
Si sia un po' distratto
Perdendo un angelo
Davanti a me
Ma ormai già che sei qui
Ma ormai già che è così
Non ritornare a casa
O almeno portami con te
Scegli me...

Quasi blu metallici
Quasi come elettrici
Quegli occhi che
Ricordo e forse
Non rivedrò mai

Ma non volare via
Ti prego, cambia idea
Non ritornare a casa
O almeno portami con te
Scegli me...

Tu, dal cielo un angelo
Ascolta il mio respiro
E scegli me...

Mai, nemmeno un attimo
Ti pentirai se adesso
Scegli me...

Stai sentendo il battito
Di un cuore che ti chiede
Scegli me…

Scegli me…

Scegli me…

Mi affaccio alla ringhiera del mio terrazzino e guardo il mare. Una barchetta a vela attraversa le onde sembrando quasi che non si muova e i ricordi mi si spostano al giorno della mia prima volta, quando mi ha portata sulla barca. Il giorno più bello della mia vita. Le lacrime ripartono, sempre con maggiore malinconia.
Perché? Perché dev'essere tutto così ingiusto?
Decido di rientrare per non pensare ulteriormente a quel giorno, ma ci sono troppi ricordi che mi distraggono.
Mi viene in mente che alla fine tutte le stelle muoiono prima o poi, pure la nostra, il problema è che è finita troppo presto, ma come il mio panino Mc Chicken tutto finisce prima o poi…
Altra tristezza, altre lacrime...
Poi la musica si sposta su una canzone molto conosciuta, la colonna sonora della mia storia con lui. ‘Semplicemente’.
Non mi ricordavo che in questo cd ci fosse.
Sento le note, le parole, i suoni che mi hanno accompagnato nella mia prima volta con Robbie e assieme alle note mi guidano anche le lacrime che scendono sempre di più fino al mento mentre sono seduta sul divano.

Robbie, mi manchi troppo, non voglio girare pagina alla nostra storia, però devo dimenticarti anche se non riuscirò mai ad innamorarmi di qualcun altro, quindi il ritornello è proprio a pennello...”
Buona notte a te, buona notte a chi ancora non ho incontrato…”
Poi, però, sospiro e a questo punto questa frase viene di conseguenza.

Buona notte a me…”

L’amore… E’ una cosa indescrivibile, un’emozione troppo forte, forse anche l’unica incontrollabile… Non si può fermare… Quando si prova, si prova e non c’è niente da fare… A volte può essere la cosa più bella che ti possa capitare, ma altre volte può rovinarti la vita… E’ come un’arma letale… Un coltello… Dipende se la tua è la parte del manico o della lama… perché basta un momento… Uno solo… E la tua esistenza si può tramutare in qualcosa di nuovo, che magari non volevi… O che vuoi, ma di cui non conosci le conseguenze… Ma come si dice? Meglio amare e soffrire, che non aver mai amato affatto… E allora buttati!! Non aver paura delle conclusioni e non aver paura di affezionarti troppo ad una persona, perché se dopo ti ritrovi a soffrire come non hai mai sofferto, capisci che quell’esperienza ti è servita ad andare avanti e quei tempi in cui hai amato sono stati i più belli della tua vita… Che vorresti ripetere, e ripetere, e ripetere… Ma quando tutto finisce non ti devi buttar giù… Un po’ piangi, sfogati per quello che hai perso, ma dopo preparati a girar pagina perché l’amore, per fortuna, non si prova una volta sola in tutto il tuo arco vitale… Sarà ancora dietro la porta e ti riprenderà ancora di sorpresa come ha fatto l’ultima volta… Non aver paura di provare nuove esperienze… Spesso aiutano a dimenticare e magari chissà… A farti innamorare di nuovo!! Almeno si spera…

Eccolo. Un bel foglio attaccato con una puntina sulla mia scrivania. Una bella ispirazione! Il problema è convincermene io.

-

-

-

-

Suoniamo alla porta.
Due anziani signori che dovrebbero essere i miei nonni appaiono e ci salutano in una lingua incomprensibile.
<< U bent welkom! >>
<< Hallo! >>
<< Ciao… >>
Io rispondo normalmente non sapendo che cosa diavolo stiano dicendo.
<< Doet hij Nederlands niet? >>
Noto mia nonna indicarmi e parlare male a mio padre.
<< Geen mummie, kan hij speack Nederlands niet. >>
Continuo a guardarli male.

Mi prendono in giro??”
<< De mummie, wens u ons in uw huis te brengen? >>
<< Ja! >>
Entriamo dentro.
Il profumo di incenso mi entra dentro e noto con piacere un'abitazione ben pulita e bella che sa di casa.
Mi giro verso mio padre.
<< Scusami… >>
Mi giro dall’altra parte e salgo delle scale che mi portano al piano superiore e intanto sento altre parole incomprensibili.
<< Wat heeft hij? >>
<< U droevig hem. Hij verlaat zijn vrienden voor een zomer! >>
Chiudo la porta dietro di me di una stanza che presumo sia la mia poiché vi è solo un letto singolo. Poi mi siedo su questo e prendo dalla mia tasca la lettera stropicciata. Quando sono uscito dalla macchina mi dispiaceva lasciarla lì da sola e abbandonata e poi sono leggermente curioso.
Così inizio con ansia a spacchettarla e spiegarla. E leggo.

Caro Robbie,

Iniziamo male…”

mi dispiace che questa storia sia finita così.

Anche a me…”

Mi dispiace per quello che ho fatto e per quello che ti ho fatto.

Non immagini neanche quello che mi hai fatto e mi stai facendo.”

Ma credimi, non volevo.

Dicono tutti così…”

Sto male, sul serio, più di quanto tu immagini.

Non quanto me.”

E mi manchi, un casino, non riesco a stare senza di te.

Ti arrangi.”

Ti amo e ti amerò sempre, questo non dimenticartelo.

Vorrei farlo…”

Nessuno riuscirà a rimpiazzarti. Sei il migliore, sei unico e invidierò qualsiasi ragazza che potrà anche solo sfiorarti, maledicendomi per la cazzata che ho fatto quel giorno.

Dovevi pensarci prima. Odio quel giorno...”

E’ stata una debolezza e questa stupidata mi seguirà per tutta la vita perché mi ha fatto perdere te, Robbie…

Esatto.”

Ti prego, non odiarmi, non pensare male di me, non riesco a starci senza di te!!

Neanch’io… E per di più non riesco neanche ad odiarti!! Chi sta messo peggio??”

Non puoi lasciarmi così, se potessi tornare indietro, sapendo tutto quello che sto passando, non lo farei mai!!

Ah, certo! Non lo faresti con il senno di poi!! Coraggio, dammi un altro motivo per odiarti, Ale, fallo!”

Non pensavo in quel momento!! Non mi puoi far stare così male…

In questo momento ti sto odiando, Ale. Anche se dopo dimenticherò questo sentimento. Non puoi farmi stare così male?? Ma sei pazza?? Sei tu quella che sta facendo del male a me!”

Ti prego Robbie, non trasferirti in Olanda, non voglio dimenticarti, non voglio che la tua partenza sia l’ultima volta in cui ti possa vedere…

Purtroppo non è così… Non sarà l’ultima volta.”

Come farò? No, non farmi questo… Robbie, ti amo, ti amo, non lasciarmi!!!

Ti ho già detto che l’ho già fatto.”

Ora ti saluto, sperando che non sia l’ultima volta… Ti amo Robbie, non scordartelo…

Non mi interessa.”

Bacio
Sfig

Bacio a te… Ant.”
Lo sapevo!! Ho già dimenticato il mio disprezzo verso di te!! Ma come fai??? Ti amo anch’io Ale, ti amo da morire. Ma il brutto è che ti odio anche. I miei sentimenti sono confusi e non sono gli unici.”
Arrotolo la cartaccia e la butto sotto il letto, propenso per non leggerla mai più. Poi decido che il mio silenzio mi ha già oppresso abbastanza.
Accendo lo stereo che ho trovato in questa stanza e metto il primo cd trovato nel mio zaino.
Dalle casse fuoriesce una canzone che mi prende per le parole.

Stai bene come stai’ Le Mani.

Certo che finirla così
non è facile
mettere un punto netto a tutto
metterlo e poi guardarci dentro
come se da quel punto nero in avanti
fosse possibile farmi sparire
chiudere gli occhi e farmi scomparire

stai bene come stai
e forse mi allontanerò
stai bene sola... con te
stai bene come stai
ebbene mi allontanerò
stai bene sola... con te

Vero è che io resterò qui
sarò fragile
prenderò a calci i miei dolci respiri
farò violenza ai miei tentativi
anche se mi sono messo spesso ad affogarli
senza rimorsi è impossibile stare
'chè il sangue scorre e forse vuol cambiare

stai bene come stai
e forse mi allontanerò
stai bene sola... con te
stai bene come stai
ebbene mi allontanerò
stai bene sola

fin quando sarò sicuro di quello che lascio
io mi scelgo ad ogni costo
fin quando sarò sicuro di quello che lascio
io mi scelgo

stai bene come stai
e forse mi allontanerò
stai bene sola... con te
stai bene come stai
ebbene mi allontanerò
stai bene sola... con te
sola... con te
sola... con te...

Ha ragione questa canzone, allora Robbie, vogliamo rendercene conto??”

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-2 (muahahaha)

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Capitolo 27
*** Voltare pagina! ***


CAPITOLO 27

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Due settimane dopo. 26 giugno.
Ora siamo sedute sull’asciugamano in spiaggia alla Foce.
E’ incredibile pensare come Alice ce l’abbia fatta a farmi di nuovo vivere e uscir di casa. Inoltre mia madre si è decisa anche a comprare il motorino perciò è facile raggiungerla. La cosa più bella, per Alice, è che questa spiaggia è frequentata da Gianluca e Matteo Caserbi. Anche se devo ammettere che Matteo è sempre così carino… Ma ogni volta che ci penso questo pensiero viene offuscato con il ricordo del mio angelo, Robbie…
I miei pensieri vengono interrotti dal passaggio davanti ai nostri asciugamani di Gianluca. Ci saluta, ma si sofferma con lo sguardo su Alice. Noi lo salutiamo a nostra volta, ma lei più timidamente. Poi viene seguito dietro da Matteo.
<< Aspetta Gianlu!! >>
Ci cammina davanti velocemente, ma quando mi vede rallenta e mi guarda sorridendomi.
<< Ciao Ale!! >>
<< Ciao… >>
Ci guardiamo negli occhi sorridendoci, ma lui viene chiamato dal guastafeste di Gianluca.
<< Andiamo Matte!! >>
Lui si gira, si distanzia e io lo ammiro allontanarsi.
<< Ehy Ale… Non pensi sia ora di voltare pagina? >>
La guardo e sospiro. Poi rivolgo lo sguardo verso Matteo e penso tristemente a Robbie che non vedrò mai più.
Mi giro verso Alice e le sorrido.
<< Lo credo anch’io… >>
La tranquillizzo felice che finalmente io abbia fatto la scelta che dovevo decidere di attuare, ma ora che ho stabilito devo solo aspettare che si metta in atto. E ci vorrà del tempo…
Ammiro Matteo buttarsi in acqua, cadere tra le varie onde e venire bagnato dall’acqua salata assieme a Gianluca.
Anche Alice sta osservando.
Ci guardiamo sorridendoci maliziosamente, ma io sono più veloce a parlare.
<< Andiamo a fare un bagno? >>
Sorride ancora di più.
<< Te lo stavo chiedendo io!! >>

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E’ passato un mese e mi rendo conto sempre di più che la mia scelta di stare un’estate intera fuori da Sanremo è stata azzeccatissima. Qui mi trovo davvero bene e non mi fa pensare soprattutto. Ogni tanto, però, naturalmente, mi ritorna in mente. Ma non ci sto male. E’ come se provassi a sognare. Ricordo anche le stesse cose tutte le volte. Lo faccio apposta. Vado da un Mc Donald, mi prendo un Mc Chicken e me ne vado al porto guardando il mare fino al tramonto. Questo mi fa anche stare bene.
Se è questo posto a farmi stare in questo modo allora voglio restare qui per sempre...”
Anita mi manca tanto, ma per fortuna qui ho trovato degli amici anche se tutti insieme non equivalgono a lei.
Ora sono in una piazza della “mia” cittadina, se si può definire così, Deventer, seduti ad un bar di piazza Brink.
Sono tre. Uno si chiama Jan ed è il più simpatico del gruppo. E’ biondo con gli occhi verdi con sempre i capelli sugli occhi, con una bella schiena e robusto. Si potrebbe definire un bel ragazzo.
L’altro è Jeroen. Ha i capelli neri e gli occhi verdi anche lui. E’ magrolino e ha i capelli cortissimi, quasi rasati. Ha per giunta delle lentiggini che non so come gli sono spuntate fuori.
L’ultimo è Dennis, un ragazzo bassissimo e dispettoso, dai capelli biondi e gli occhi marroni. Non si direbbe che abbia diciotto anni se lo vedi per la prima volta, soprattutto dai suoi modi di fare.
Due ragazze molto belle sono sedute al tavolo accanto. Sono tutte e due bionde, una con gli occhi azzurri e l’altra blu. Tutte e due con i capelli lisci, ma una con i capelli a caschetto e una lunghi.
Queste ci continuano a guardare e io e Jan ci tiriamo le occhiate per decidere chi si prende una e chi l’altra.
<< Robbie, bent u beslis terwijl u neemt? >>

Robbie, hai deciso quale prendere?”
<< Ja, ik neem haar. >>

Si, prendo lei”
Gli indico la ragazza con i capelli lunghi.
Jeroen e Dennis non si pronunciano e il primo ci guarda divertito, il secondo strano. Jeroen è già fidanzato, perciò non si sbilancia mai su questi argomenti, mentre invece Dennis è troppo timido per farlo.

Questo mi fa odiare Jeroen…”
<< Wie van ons gaan eerst? >>

Chi di noi va primo?”
Chiede Jan e subito gli rispondo.
<< Ik ga. >>

Vado io.”
Gli sorrido e vado incontro a questa ragazza. Non so come provarci. Faccio ancora fatica a parlare tutto l’olandese.

Magari piacciono i tipi imbranati!! Questa parte non me l’ero mai aggiudicata, ma meglio provare tutte le parti, no? Peccato che non mi uscirà mai la parte timida, vero Ale? Non mi sono mai fatto problemi a dirti tutto o a fare quello che dovevo fare. Mi sento pazzo, lo vedi? Mi metto ancora a parlare con te anche se tu non mi puoi sentire, mi metto a parlare con te come se tu fossi dentro di me, come se fossi la mia coscienza. Ma tu sei la mia coscienza. Mi hai cambiato Ale, in tutto. Mi hai fatto diventare una persona diversa e anche se io dico che sono tornato ad essere quello che ero parlo a vanvera. Perché non è così. Prima non avrei mai pianto, prima non avrei mai avuto paura, prima non mi sarei permesso di farmi vedere fragile... Prima non avrei mai dato importanza agli altri. Prima di te non mi sarei mai innamorato…”
Mi avvicino alle due tipe e mi ci siedo accanto.
<< Hallo! >>

Ciao!”
E lei mi sorride.
Primo passo compiuto.



-1 ;-P

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Capitolo 28
*** L'altro lato dell'amore ***


CAPITOLO 28

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Il tempo passa e con questo anche i pensieri e le emozioni e i sentimenti fortunatamente. Ma a volte mai completamente. Ci può essere sempre quella cosa che può farti ritornare ai vecchi pensieri e sempre, ogni volta, in qualsiasi momento, riesce a devastarti.
Dicembre. Il 20.
Il freddo è già arrivato e per le strade la nebbia ha preso il sopravvento. Non c’è mai stato un inverno così gelido di quelli che mi ricordo.
Sono a scuola. Per una di quelle mattine piene di malinconia e tristezza, nella quale non fai altro che ascoltare e ascoltare e ascoltare… Fino a quando ti rendi conto che di ascoltare ormai ne sei satura e decidi di prendere il tuo diario e pasticciarlo con varie scritte per renderlo più decoroso e bello da guardare.
Poi prendi la matita, apri in una pagina in cui ci sarà vacanza e cominci a fare uno schizzo di quello che dopo vorrai ripassare con il pennarello per renderlo decisamente più vivace. Ed inizi. E cosa scrivi? Il nome della persona che al momento ti sta più cara, più vicina… Di quella che riesce a colorare le tue giornate, anche con un semplice messaggio. Ed ogni volta che ci pensi ritorni con il sorriso sulle labbra, qualsiasi cosa tu stia facendo. Di quella che con un tocco di labbra, anche uno semplice, riesce a farti dimenticare tutto quello che ti ha reso triste in quella giornata, trasformandola in uno di quei giorni più stupendi che trascorrerai nella tua vita.
E cominci. Con una “M”, con una “a”, con una “u”, con una “r” e con una “o”. E poi circondi questa bella scritta con un cuore e la scritta sotto che rappresenta un ‘I love you’. E la vedi apparire, anche senza colori, ma c’è. Pronta per essere colorata con i colori più caldi del mondo, con quelli più belli, quelli che più fanno ricordare l’amore.
Ed eccola. “Mauro”.

Sei tu l’unica persona importante nella mia vita, Alice a parte. Sembra ieri che ti ho conosciuto. Quest’estate, quando pensavo ancora a Robbie… Tu sei stato l’unico a farmelo dimenticare, a farmi passare il bel ricordo e il rimpianto che avevo. L’unico. Sono solo tre mesi che stiamo assieme. Precisamente dal 4 agosto. Ma, anche in questi pochi mesi, sei riuscito a conquistare completamente il mio cuore, a farmi dimenticare dell’unico motivo che mi tormentava.”
Il mio pensiero si sposta di nuovo a lui, senza autocontrollo. Non a Mauro, ma a lui. Lui, il mio primo amore, quelle con cui ho provato praticamente le mie prime emozioni, le mie prime volte. Il ragazzo che mi ha fatto capire cosa vuol dire amare. Ed eccola la lacrima.

Sai quando pensi che ad una cosa non ci pensi più, che non ti tocca, quando basta semplicemente uno stupido, un misero ricordo a fare tornare a galla tutti gli altri e a farti stare male anche se al momento sei la ragazza più felice del mondo? Quello che succede a me ogni tanto e non posso farci niente. No, non si può mai dimenticare completamente il tuo primo amore e penso non se ne andrà mai…”
<< Wow, Ale! Che bello!! Ma chi è? >>
Mi giro e mi appare davanti l’allegro viso di Virginia, quella che prima detestavo, ma ora riesco a sopportare benissimo. Le rispondo tutta fiera, anche se il mio pensiero, sta volta, non era rivolto a lui.
<< E’ il mio ragazzo!! >>
<< Dai!! E da quando ce l’hai? >>
<< Da agosto! >>
Rispondo tutta fiera vantandomene.
<< Ma non me l’avevi mai detto!!! >>
<< Scusa… Non siamo mai capitate sull’argomento!! >>
<< Ma il ragazzo che avevi l’anno scorso? >>

No! Argomento sbagliato Virgi…”
La mia fierezza scompare all’istante.
<< Ci siamo lasciati a giugno… >>
<< Come mai? >>

Ma perché non te ne stai mai zitta???”
<< … Troppo tempo… >>

Ogni tanto è bello mentire…”
<< Ti vedo triste… >>
Asciugo una piccola lacrima che scivola senza farmi notare e ritorno a parlare.
<< No, che dici! Ora sto con un ragazzo magnifico!! Non ho nulla di cui essere triste! >>
<< Ma quanti anni ha? Che scuola fa? >>

Grazie per aver cambiato soggetto.”
<< Ha diciannove anni, fa IIIC. >>
<< E’ grande! Che bello!! E com’è? >>
<< Bello, bello… >>
<< Me lo descrivi? >>
Mi appare davanti la sua immagine, bello come il sole, e glielo descrivo.
<< Allora… E’ alto, ha i capelli biondi un po' ricciolini e ha gli occhi marroni. >>
<< Non mi piacciono biondi con gli occhi marroni… >>
<< Fidati… Lui è l’eccezione!! >>

Questa ovviamente è solo una battuta, ce ne sono di ragazzi biondi con gli occhi marroni che non sono niente male…”
E mi sento in colpa, anzi, mi incazzo con me stessa perché me ne ricordo uno di questi.

Eric…”
L’ho visto qualche volta quest’estate. Ci siamo guardati tutti e due con tristezza, con ricordo, con rimpianto… Poi ci siamo girati dall’altra parte scherzando con i nostri amici, ma tutti e due con lo sguardo spento.

Non cambierà mai questa sensazione… Odio Sanremo, odio i Tre Ponti, odio i ragazzi con i capelli castani e gli occhi blu e odio l’Olanda, ma soprattutto odio il mare e la barca a vela… Insomma. Odio tutto quello che mi fa pensare a lui. Quindi, in sintesi… Odio me stessa.”

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Suona la campanella dell’intervallo.
Cammino a testa bassa, non facendomi fermare da nessuno. Di solito non ci vediamo io e lui nell’intervallo, lui ha i suoi amici e io i miei. Ma oggi è un eccezione. Ho bisogno di vederlo per scrollarmi da dosso tutti questi pensieri.
Esco dalla porta e cammino a stento tra la varia gente che intasa il corridoio. Scendo le scale perché io sono al secondo piano, mentre lui al piano terra.
Lo raggiungo. Arrivo dalla sua porta, ma la trovo chiusa.

E’ vero!! Ha il compito in classe di matematica!”
<< Ale! >>
Mi sento una mano sulla spalla e una voce profonda, ma non mi ricordo la persona a cui appartiene questa voce.
Mi giro all’indietro e alla fine riesco a riconoscere il personaggio.
<< Da quanto tempo! Sai, ti ho vista in giro, ma non mi è mai capitata l’occasione di fermarmi!! >>
<< Ciao Matte!! Come stai? >>
<< Bene, grazie… Tu? >>

E chi se lo ricordava? Matteo Caserbi!! Wow…”
Mi appare davanti con la sua solita bellezza che colpisce al primo sguardo. Era come me lo ricordavo… Non è esagerazione se dico che sembra un modello. In teoria è stato il primo a convincermi di girar pagina anche se non c’è riuscito! Peccato però che lui e la sua Rebecca siano ritornati assieme dopo un periodo di pausa e io mi sia dovuta rassegnare ad averlo.
Ma ne sono contenta se questo ha voluto dire conoscere Mauro.
<< Benissimo!! >>
<< Mi dispiace se quest’estate poi non è successo niente… Sai, ero innamorato di Rebecca ancora, ma… Ci siamo mollati di nuovo un mese dopo! >>
Lui mi guarda sorridendo, convinto in qualche modo che me ne possa fregare qualcosa.

Forse un tempo, non di certo adesso!”
<< Mi dispiace se ci tenevi… Io invece sto con un ragazzo di cui sono innamorata da agosto. >>
Il suo malizioso sorriso si trasforma presto in espressione delusa. Lo guardo negli occhi e lui contraccambia. Poi guardo il pavimento e di nuovo lui, per trovare il coraggio di dirlo e alla fine lo trovo.
<< Mi dispiace. >>
Fa un piccolo sorriso e mi fissa negli occhi.
<< Dispiace più a me!! Dopotutto sono io che me la sono cercata!! >>
Rispondo al suo sorriso, anche se so che sono falsi, soprattutto per lui.
<< Ciao. >>
<< Ciao… >>
Così ci salutiamo. Ognuno prende la sua strada, ma lui resta fermo ancora per un po’.

Ma quant’è carino… Ma ho smesso di farmi travolgere da altre emozioni durante l’amore…”
Quando dalla varia calca riesco a scorgere una faccia amica, anzi… Più che amica.
<< Mauri!! >>
Vedo Mauro spuntare con i suoi soliti capelli scombinati e la sua espressione sorridente, con dei jeans e sopra un maglione bianco raggomitolato sulle braccia.
Lo abbraccio forte e lo bacio velocemente.
<< Pensavo fossi a fare il compito! >>
<< Ho finito prima! >>
La campanella dell’intervallo suona e noi due ci continuiamo a guardare e alla fine lui prende l’iniziativa.
<< Ci vediamo fuori… >>
<< Ok! >>
Sta volta il bacio è più voluto e ci lasciamo staccando la nostra mano per ultima e delicatamente.
Salgo su tutti gli scalini ed entro dentro la mia noiosissima stanza per altre due ore di ascolto totale.

O almeno, questo è quello che si credono i prof!!”

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La mattina di questo inverno è terribilmente fredda
Distratto dall’ora in corsa sono qui, a scuola. Dopo tre mesi.
Mi ritrovo al 20 di dicembre.

Sei mesi...”
Eppure mi sembra ieri di essere partito per l’Olanda. E lei… Lei non l’ho più vista. Non so che fine abbia fatto, sta di fatto che in tre mesi che giro e rigiro non ho ancora visto lei in Sanremo.
Anita è di fianco a me. Siamo ottimi amici. Forse più di prima. La adoro.
La campanella suona. Io esco fuori in corridoio con Anita a braccetto. Parliamo del più e del meno, scherzando su qualsiasi cosa, soprattutto su ‘Naruto’, il nuovo anime uscito sui ninja. E’ un cartone stupendo e tutti i pomeriggi alle 13,40 io e Anita siamo al telefono durante ‘Naruto’ per commentare ogni loro azione. Con lei mi diverto un sacco.
Quando un ragazzo interrompe il mio sorriso.
<< Ciao! >>
<< Oh, ciao Eric!! >>
Per aumentarlo ancora di più.
Al mio ritorno mi sono ritrovato ad un party a sorpresa creato da mio fratello ed aiutato da Anita. All’inizio ero alterato come non mai, poi però, mi ha parlato. Anche Anita l’ha fatto e siccome Alessia l’avevo già anche abbastanza lasciata andare è stato facile fare pace con mio fratello. Credo che ognuno può essere in grado di fare uno sbaglio, siamo umani per questo. E poi... è pur sempre mio fratello!
Sono felice di averlo perdonato, perché ora siamo in rapporti migliori di quelli prima. Quando ho deciso di perdonarlo mi è venuta in mente una domanda.

Posso perdonare anche Ale?”
Ma la risposta mi è venuta spontanea, subito.

E’ unitile continuare con lei.”
A parte il fatto che non ho più voglia di innamorarmi, sta di fatto anche che non mi fiderei più di lei. Non mi lascerei più andare alle emozioni. E’ meglio andare avanti senza di lei.

Meglio single senza dubbio.”
<< Ti devo dire una cosa che ho saputo che comunque non ti darà fastidio, vero? >>
<< Non so, perché di cosa si tratta? >>
<< Di Ale… >>
Il respiro mi manca.
<< Ale? >>
<< Si. Sta con uno. >>
Mi sento sbiancare. Il mio corpo trema, gli occhi si sbarrano, il mio cuore si spezza...

No, questo no...”
<< Con chi sta? >>
<< Mauro Cannella. >>
Lo sento così strano che Alessia possa stare con un ragazzo al di fuori di me.

Ale, ma mi pensi mai? Non dirmi che sono l’unico a pensare a te. Non dirmi questo se no sto ancora più male… Poi suona così strano. “Mauro e Alessia.” Bleah! Molto meglio “Robbie ed Ale”.”
La malinconia comincia a salire.
<< Parlami di qualcos’altro, Eric. >>
La mia voce trema.
Lui mi guarda tristemente, poi reagisce all'istante.
<< Ieri non ho visto la puntata di Naruto, me la racconti? >>

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Sono in centro.
Passeggio per le vecchie vie che ho ripreso a frequentare solo con Mauro accompagnata da Alice. Lei adesso sta con Gianluca, quello di quest’estate, ma la loro storia è come un tira e molla. Continuano a litigare e fare pace.
Comunque adesso non è questo il problema perché io ed Alice stiamo girando per Sanremo e per una volta lo stiamo facendo felici.
<< Lo sai che oggi mi è venuto a parlare Matteo Caserbi? >>
<< Davvero? E cosa dice? >>
<< Mi ha detto che si è lasciato con Rebecca, facendomi intendere che voleva fare qualcosa con me, ma io l’ho fermato dicendogli che stavo con un ragazzo. >>
<< La prossima volta si sveglia prima!! >>
<< Quello che si è detto da solo!! >>
Ridiamo assieme, senza problemi, senza preoccupazioni… Ma come sempre non ci può mai andar bene per un giorno e, almeno il mio sorriso, si trasforma in qualcosa che non avrei mai più voluto provare.

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E’ un pomeriggio gelido e la nebbia circonda la strada. Non mi ricordo una Sanremo più grigia di questa.
Sto camminando da solo per tastare ogni singolo posto di Sanremo, per ricordarmelo in ogni sua forma. In tre mesi non l’avevo ancora girata così.

Mi hai scombussolato tutto Ale, lo sai?”
Ad un tratto la vedo.

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E’ da tanto che non mi perdevo in quell’immensità e, anche con questa nebbia, riuscirei a scorgerlo ovunque.
Robbie? Che cosa ci fai qui?”
Sta passeggiando sul marciapiede opposto al nostro, con le mani in tasca nei jeans e una giacca blu della North Sails. I suoi capelli sono lasciati così come sono, un po’ più lunghi di come me li ricordavo, e il suo sguardo è rivolto verso i miei occhi che gli stanno rispondendo anche fin troppo. Occhi tristi, occhi arrabbiati, occhi che mi reputano uno schifo… E questi sono i suoi occhi e non posso farci niente.

E i miei come sono?”
Lascio a lui giudicare, ma presumo che siano occhi ancora più tristi, incazzati con la persona che li possiede, pieni di rimpianto e occhi che chiedono scusa in mille maniere, in mille lingue… Ma che non sono mai riusciti a farle accettare.

Quanto tempo che non ci vedevamo e mi sei mancato. Nonostante tutto quello che puoi pensare, mi sei mancato sul serio e mai ti scorderò. Sei e sarai sempre il mio primo e unico vero amore. Qualunque cosa succeda tu ci sarai sempre, nel bene o nel male.”

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La mia coscienza. Mi sembra di non parlare più con la mia testa, Alessia è dall’altra parte della strada.
Da quanto tempo non ti vedo? Sei diversa… Hai capelli più corti e quella giacca nera che porti addosso non me l’hai mai fatta vedere. Ale, mi sei mancata. Sei così bella… Vederti lì, in questo momento, è come vedere un’oasi dopo chilometri e chilometri di deserto.”
La malinconia comincia a salire tutto d’un botto, il magone comincia a prendermi la gola e le mie mani tremano.

No, non adesso. Non mi puoi mancare adesso che ti avevo scordato. E’ possibile che solo un tua visuale mi causi quest’effetto?? Ti avevo lasciato via, ti avevo lasciata andare. Non mi tormentare più Ale, ti prego.”

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Poi lui butta lo sguardo a terra, dispiaciuto. Incomincia a mandare un passo avanti, poi l’altro, fino a che non incomincia a camminare per allontanarsi da me.
Io sto ferma, a seguirlo ancora con il mio sguardo incredulo, convinto che non l’avrebbe rivisto mai più.

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Giro la testa in avanti senza più guardarla. Mi dirigo lontano pensando a tutto quello riguardante lei.
Come è possibile che tu stia con Mauro Cannella?? Tu non puoi stare con lui. Tu non devi amare nessuno. Tu sei solo mia. Tu non puoi essere di qualcun altro. Questa cosa mi fa stare male… Molto male. Ho bisogno di aiuto.”
Senza neanche rendermene conto mi ritrovo in Piazza Bresca. Questa piazza è come se portasse dentro di se dei fantasmi.

Ora come ora che posto non porta dei fantasmi?’”
La piazza è deserta. Il gruppo si è sciolto e tutto quelli che sostavano qui hanno cambiato giri e luoghi. Non sembra la stessa piazza di una volta. Quella dove potevi essere sicuro di incontrare chi volevi.
Vuota, completamente. Se non per bufere che mi passano davanti trasportando ricordi.
La rissa fra Alice e Gaia e poi io e Gianluca in un angolo mentre guardavamo insieme la mia Alessia consolare Alice. Poi i nostri discorsi…

<< A questo punto povero Edo!! Capita a tutti di sbagliare!! Soprattutto con una bella ragazza!! >>
<< Non è vero! A me non capiterà mai. >>
<< Mai dire mai Robbie. Ormai dovresti saperlo! Non avresti mai immaginato di diventare così! E ripeto, mai! >>
<< No… Prima o poi doveva succedere! Invece… Lei non si merita questo e quindi non lo riceverà mai, fidati. >>”
E avevo ragione. Io non l’avrei mai fatto perché io amavo Alessia, la amavo tantissimo. Questa è la mia spiegazione. Ciò mi porta a pensare che lei non provava lo stesso sentimento nei miei confronti.
Mi sono innamorato come uno stupido di una ragazzina di quindici anni, una bambina, quando io ne avevo già diciassette. Come potevo pensare che quello fosse l’amore della mia vita? Sono stato uno stupido e un illuso.
Questo però non mi fa stare meglio, perché mi manca sempre di più… Non mi è mai passata.
Poi scorgo una figura seduta su una panchina della piazza. Ma li riconoscerei ovunque quei capelli colorati di biondo. Mi avvicino a lui.
<< Ciao Dario. >>
<< Ciao Robbie!! >>
Mi siedo accanto a lui.
<< Come stai? >>
<< Da Dio!! >>

Beato te…”
<< Wow, e come mai? >>
<< Te la ricordi l’inglesina? Mary? >>
Mi metto a ridere.
<< Si, eccome! >>
<< Sono innamorato, mi sento tutto strano… Ora stiamo insieme! >>
<< Sono felice per te. >>
Sto male.
<< E ti invidio molto. >>
Sto molto male.
<< Non mi sono mai sentito così. Tu probabilmente lo sai. Vorresti non staccarti mai, stare sempre a coccolarla e baciarla, fare ogni minima stupidaggine con lei… Mi fa volare! Ho scoperto le mie ali. >>
Sentire tutto ciò mi fa stare più male, voglio urlare, voglio picchiarlo a sangue per non fargli provare l’emozione che io non sentirò più, che io ho perso per sempre.

Mi viene da odiarti, Dario.”
<< A proposito, mi dispiace… Ho sentito di Ale. >>

Dopo tutto quello che mi hai detto hai ancora la faccia tosta di rinfacciarmelo??”
<< Lo sanno tutti? >>
<< Già… Come stai? >>

Domanda molto stupida…”
<< Come uno che non si innamorerà mai più, come uno senza vita. >>
<< Ma non dire così! Hai diciotto anni! Ne hai di tempo per dimenticare Ale… >>
<< Te lo giuro, non mi innamorerò mai più. >>
Lui sbuffa e scrolla la testa, rassegnato. Ma prima che possa rispondere con qualche altra battuta veniamo interrotti da una ragazza che si piazza davanti.
<< Ciao ragazzi! >>
La squadro capendo chi è. Il suo accento inglese non mi fa avere dubbi. E' sul serio bello come me l'aveva raccontata e direi che “tettona” era un aggettivo più che azzeccato. I suoi capelli biondi le recadono lisci sulla spalle e una frangetta contorna i suoi occhi azzurri vivaci. La carnagione è tanto chiara e lei non è troppo magra.
<< Ciao piccola mia... >>
Lui si alza dalla panchina e la da un bacio leggero e l'abbraccia forte, perdendosi con il viso nei suoi capeli.
Io smetto di guardare. Dopo averla vista è una terribile situazione questa. Mi sento mancare, mi sento male, mi sento violento.
Mi alzo dalla panchina e comincio a correre togliendomi da quella piazza, senza salutare nessuno. Correndo a più non posso. Scappando dall'amore

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<< Ehy, stai bene? >>
Vorrei tanto risponderle che sto benissimo, che oramai me lo sono dimenticato e c’è Mauro, ma non ce la faccio. Ha significato troppo per me.

Come faccio a stare bene??”
Ma dopotutto l’amore ti porta a questo. Non puoi fermarlo. L’amore è qualcosa che non puoi provare in altri modi. E’ una sensazione bellissima, piena di emozione, che ti travolge, che ti fa stare bene in qualsiasi momento, che ti trasporta lontano da tutto e da tutti, che sa farti stare bene. Ma quando finisce forzatamente è la cosa più brutta che possa esistere. Non ti lascia in pace, ti tormenta, ti fa piangere, ti fa cercare altrove qualcuno o qualcosa che possa rimpiazzare questo sentimento, anche se poi ti accorgi che non può farlo, che l’unica persona che può farti smettere di stare così male è la persona stessa che ti ha causato quel male. Ma non bisogna averne paura, perché è normale…
Ma è bellissimo provare quello che ti succede prima di questa fase. E quindi, anche se questo è il prezzo, voglio amare tantissimo, 100, 1000, 10 000, 100 000 volte, tanto per stare benissimo con me stessa almeno per un po’. Ne vale la pena, sul serio… E per questo sarò disposta per sempre a provare anche questo altro lato dell’amore.

Robbie, ti amo e ti amerò sempre, ma è ora di ripartire da capo e provare di nuovo ad amare. E Mauro, voglio cominciare da te…”
<< Ehy, Ale!! Stai bene?? >>
La guardo un attimo, poi il mio sorriso riprende il sopravvento.
<< Benissimo!! >>
Alice mi guarda male e stralunata.

Lo so, ho mentito… Ma prima o poi riuscirò ad esserlo ed è ora di provarci sul serio.”

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Non sono disposto a sopportare questo altro lato dell’amore, proprio per niente. Ok, mi sono sentito da Dio in quel momento, e sinceramente, non lo rimpiango, se tornassi indietro penso che lo rifarei, ma una volta mi è bastata e avanzata. Questo altro lato è devastante. Ti fa stare peggio di qualsiasi malattia e io non riesco a sopportarlo. Troppo dolore.
Quel sole è sparito tra le nuvole Ale e io sento tanto freddo…”
Mi tornano in mente ricordi che avevo dimenticato. Ai tempi della mia libertà quando conoscevo già Alessia, ma la consideravo ancora una sfigata e Dimitri sovrasta tutti. E’ tutta colpa sua. Se lui non mi avesse fatto quel discorso io adesso non mi troverei qui. Il bello è che mi aveva detto esattamente queste parole:

<< Vedrai che un giorno arriverà il tuo turno… E spero tanto che qualcuna ti faccia le corna per provare quello che tu fai provare alle ragazze! Ma qualcuna a cui terrai davvero… >>”
Me l’hai tirata tu Dimi! Ti odio con tutto me stesso.”
Ultimamente sto odiando tutti. Compreso me…

Mi hai tolto la vita Ale, ho perso le ali. Non possono ricrescere, è una cosa impossibile. Non mi innamorerò più, lo giuro.”
Cammino ancora, ma il mio passo rallenta. Il mio cuore piange.
Mi volto indietro e la guardo scherzare con Alice nel mentre che parlerà del suo Mauro non pensando minimamente a me, qui, che cammino piangendo i suoi ricordi.
Mi rendo conto che il mio amore non è paragonabile al suo. Io l'ho amata molto più di quanto lei non abbia provato nei miei confronti. Vorrei ridere anch'io così spensieratamente...

<< Si? >>
<< Chi vuoi che sia piccola? >>
<< Parolina magica? >>
<< Ti amo. >>
<< Codice esatto. Anch'io ti amo. >>”
Quante bugie... Quanto amore! Quanto dolore...

<< Con te tutto l'anno, miraccomando!! >>
<< Ma anche di più! >>”...

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THE END


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Lo so, lo so.... Ora mi ucciderete tutti... Me ne sono resa conto che tutti volevate che tornassero assieme, ma tanto non ci potevo più fare nulla, ormai l'avevo già scritta da un pezzo!!!XD
Questa storia volevo farla terminare così, per dimostrare che comunque si può voltare pagina e poi non volevo farla come una storia da libro, ma abbastanza realistica. Spero di aver rispecchiato questa mia aspettativa... Anche il fatto che Robbie stia ancora così male lo rende realistico... Se tutti e due dopo 6 mesi avessero voltato pagina e nessuno dei due fosse stato così terribilmente male pensando all'altro, anche in quel caso sarebbe stato poco realistico... Era logico fosse Robbie la vittima anche se era quello che se la meritava di meno... Lui era quello più innamorato e lei era convinta di non vederlo mai più, che fosse tutto finito...
Non uccidetemi, sul serio! Spero sia stato di vostro gradimento lo stesso!!XD
Mi piacerebbe che mi scriveste tutti un commentino, anche chi non l'ha mai fatto, solo all'ultimo capitolo ve lo chiedo. Così, giusto da farmi sapere il vostro commento finale di tutta la storia, anche critiche, le accetto volentieri!! Grazie!!!
Un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno aggiunto la mia storia ai preferiti, vi adoro! In particolare ringrazio:

1 - Ale Skywalker
2 - AngelG
3 - AnimaDannata
4 - avril1113
5 - avrilmiki
6 - B r o K e n
7 - baby_dark
8 - Bella89
9 - Betty O_o
10 - billa93
11 - birri
12 - Blackangel91
13 - cassandra 287
14 - Celestellina
15 - Charlie_me
16 - Cherasade
17 - ciokina14
18 - cla61
19 - clodiina85
20 - doval79
21 - ElianaTitti
22 -felice4ever
23 - Gingerly
24 - gingi__devishina
25 - giulietta_cullen
26 - Giuly_94
27 - Gocciolina
28 - Ichigo_91
29 - Ithil_Elendil
30 - kaggy_chan
31 - Kagome 13
32 - kikikaulitz
33 - kry333
34 - lady_black
35 - lorella
36 - mafolita
37 - MANDiNA
38 - maryt2803
39 - MattZ
40 - memole_88
41 - Mikiko
42 - Nerissa_
43 - pazzerella_92
44 - Princesseelisil
45 - Ren_91
46 - RoryVentimiglia_86920
47 - Selene_Malfoy
48 - tutumany
49 - UsagiChan92
50 - vegani
51 - Veronica91
52 - _NovemberThree_

Ma soprattutto a chi puntualmente ha continuato a commentare perchè mi avete sempre di più incoraggiato a continuare con il sorriso!!
Grazie, vi adoro troppo....
Spero di incontrarvi in altre mie storie appena mi metterò sotto!!XD
Un bacione a tutti.
Somoody

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A Valentina e a Francy e a Greta… Le mie best!! Le amiche che adoro e le amiche che sento vicine in ogni momento.


A Eric e alla sua bellezza che ha segnato la mia prima cotta.


A Robbie, che mi ha incantato con i suoi occhi blu infiniti, ma mai avuto il piacere di conoscerlo.


E in ultimo, ma il più importante, ai miei genitori che mi hanno cresciuto e a mia sorella che mi ha tenuto compagnia, ottima direi.

Vi voglio bene

Ale


Devo aggiungere una cosa… Giuro che le due canzoni scritte per ultime le ho trovate a libro terminato e ascoltando le grandi coincidenze ho deciso di inserirle. Per questo libro sono speciali e quindi lo sono anche per me.
L’inizio di questo libro si può dire che è tratto da “una storia vera”, perché è quello che mi è successo davvero.

La cosa che mi rattrista di più è che io non ho ancora incontrato il mio Robbie…
Questo è il lato negativo dello scrivere. Illudersi in un mondo che non esiste. Il mondo creato da te che il mondo reale non sarà mai in grado di sostituire.
Vorrei tanto vivere in un libro…

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