Back To The Past

di Katherin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***
Capitolo 4: *** Parte 4 ***
Capitolo 5: *** Parte 5 ***
Capitolo 6: *** Parte 6 ***
Capitolo 8: *** Parte 7 ***
Capitolo 8: *** Parte 8 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


  Back to the past!

Lei si chiamava Sara, Sara Simons, la figlia diciottenne di Jowell J Simons, il direttore della famosa rivista NewYorkese ''Vogue'' e di Cassandra Simons, stilista e giornalista di moda.
Lavora come modella da quando aveva 14 anni.
Bella, affascinante, famosa e arrogante.
Per diversi problemi con i genitori decise di partire in vacanza in Germania con l'amico di famiglia, Mitchell.
Tre settimane in Germania le avrebbero fatto bene dopo una dura litigata con i suoi genitori.
Le sue aspettative erano: -Passare tre settimane a Berlino e dedicare tutto il suo tempo allo shopping e al divertimento estremo.
Ma i suoi genitori architettano una sgradevole sorpresina per la loro figlia e cambiano il programma delle vacanze.
La ragazza inconsapevole della sorpresa prepara i bagagli e prende tutto il necessario: trucchi, accessori e vestiti, ovviamente.
Al posto di Berlino il signor e la signora Simons decidono mandarla a Schwangau, in Baviera.
Sara parte accompagnata da Mitchell con l'aereo privato di suo padre.
Entusiasta, non vede l'ora di arrivare in Germania. Ha sempre voluto passeggiare per le strade di Berlino, bere un caffé in Alexanderplaz e visitare tutti i negozi possibili immaginabili.
Durante il volo continuò a parlare al cellulare con la sua amica Jessica e a bere dello champagne mentre Mitchell non vedeva l'ora di vedere la sua faccia quando sarebbero arrivati a Schwangau,nel bel mezzo della foresta nera. Programmò già i posti che doveva visitare. Menomale, una volta per tutte si faceva qualcosa che piaceva a lui. 
Per tutti questi anni ha dovuto andare dietro alla ragazza con una ventina di borse da spesa stra piene di vestiti e accessori. 
Certo, le voleva bene come ad una sorella minore, ma non vedeva l'ora di vedere quel viso da Barbie sporco di fango.
Accennò un sorriso mentre pensava a quella scena e Sara lo vide cosi abbassò il cellulare e gli disse: -Beh, che hai da ridere?- facendo i palloncini con quella gomma rosa in bocca.
- Nulla- disse lui continuando a ridere.
-Bah, non ti capisco- si alzò e si spostò indietro per poi iniziare di nuovo a parlare al cellulare.
Dopo ore e ore di volo, il pilota annunciò ai ragazzi l'atterraggio.
Allora Sara guardò fuori dalla finestra per vedere la bellissima città.
-Dove diavolo siamo?- urlò e le cadde il cellulare dalla mano.
-Siamo in Germania- sorrise tranquillo Mitchell.
-Germania...? Dov'è Berlino? Dove sono i grattacieli? Dove sono le strade?- continuò a gridare.
Mitchell non rispose e continuò a sorridere.
-Un castello? Alberi? Montagne? Bosco? Ma dove cavolo siamo Mitchell? Ci siamo persi!- 
-Non ci siamo persi piccola Sara, stai tranquilla! E' proprio qui che dovevamo andare! E' la sorpresa che ti hanno fatto tuo padre e tua madre!-
-Che cosa? Stai scherzando spero?- continuò a gridare sempre più arrabiata.
-No, non sto scherzando! Precisamente ci torviamo a Schwangau mia cara, è qui che passeremo tre settimane. In mezzo alla natura! Non è la cosa più meravigliosa che ci sia?- 
-Perfetto direi, perfetto! - fece una smorfia e appoggiò la mano sulla guancia.
-Ci siamo ragazzi! Mettete le cinture!- avvisò il pilota.
-Su Sara, vedrai che ti piacerà!- sorrise dolcemente Mitchell.
-Ne sono sicura guarda!- sorrise ironicamente.
Una volta atterrati, Sara scese seguita da Mitchell che prese i bagagli e gli zaini pesanti da scalatori.
-Tieni!- l'aiutò a mette uno dei zaini sulla schiena.
-Perché devo portare questa roba, scusa?- chiese innervosita masticando in modo sgradevole quella gomma.
-Perché ti servirà! Tu porta questa e io prendo su le tue valigie e il mio zaino!- rispose lui.
La ragazza alzò lo sguardo e vede attorno a se le montagne possenti che si alzavano fino a toccare il cielo. La linea dell'orizzonte, il verde che si fondeva con l'azzurro. D'un tratto è come se fosse stata teletrasportata in un altro universo. Niente più grattacieli, macchine, rumore, persone.... nulla. Qui dominava solo il silenzio assoluto. Rimase sorpresa da quella meraviglia.
Forse le montagne non erano il luogo perfetto per lei, anzi le odiava proprio. Ma questo posto non poteva essere odiato... era cosi... magico!
L'aereo era atterrato su una specie di campo con un erba verde e bassa.
Sara camminava a qualche passo più avanti per una stradina di sabbia e sassolini. Mitchell era dietro di lei che le portava i bagagli.
La stradina portava a una casa a tre piani. Era una delle solite case di montagna.
Si avvicinò sempre più curiosa. Una casetta graziosa, con le tende che coprivano una parte delle finestre, con un balcone, fatta per la maggior parte di legno scuro. 
Sulla porta c'era un cartello di legno con su scritto:B&B
-Mitchell! - gridò con un tono decisamente più calmo di prima.
-Cosa c'è?-
-E' questo il B&B in cui staremo?- alzò un sopracciglio.
-Si... esatto!- sorrise il ragazzo a 32 denti.
-Stai scherzando?- fece di nuovo uno di quei palloncini con la gomma.
-Pensavo ti sarebbe piaciuto.- rispose mentre trasportava quelle valigie pesanti.
-Mah... che gusti di merda Mitchell! Non sono mica Heidi!-  fece una smorfia.
-Tesoro, non possiamo mica stare in un Hotel a 5 stelle qui eh! Non siamo a New York!-  sorrise e sorpassò la ragazza per poi bussare sulla porta del Motel.
Lei lo seguì e rimase ad aspettare che la porta si aprisse.
Dopo poco aprì una donna dal viso grazioso che sorrise. Aveva la media età, forse sui quarant'anni. Li salutò.
Parlava in inglese poiché sapeva che i due erano venuti dall'America.
Mitchell aveva già prenotato da una settimana l'alloggio. 
-Venite ragazzi vi accompagno alle vostre camere!- sorrise e entrò dentro seguita dai due.
Salì delle scale di legno fino ad andare al terzo piano. 
Lungo il corridoio con il parchet scricchiolante aprì la porta di una camera : -Questa è la stanza della ragazza!- sorrise
Poi si voltò dall'altra parte e aprì un'altra porta: -Questa è la tua stanza Mitchell!-
Lui le strinse la mano ringraziando.
-Se avete bisogno chiamatemi!- accennò un sorriso e scese per le scale.
Le stanze non erano cosi grandi come se le era immaginate Sara, ma erano abbastanza accoglienti. Il problema era che non c'era nemmeno la Tv, ne la radio, ne l'idromassaggio, nulla di quello a cui era abituata. Sperava almeno di trovare un presa per il caricabatterie.
Mitchell portò le sue valigie nella stanza.
-Grazie Mitchell!- sorrise e si sedette sul letto triste, innervosita, stanca.
-Ehi.. va tutto bene?- si asciugò il sudore dalla fronte e si sedette vicino a lei.
-Sì, sto bene!- rispose di nuovo con quel tono arrogante che aveva sempre.
-Va beneee!- rispose lui e lasciò la stanza di Sara.
-Ora vai a dormire.Domani ti aspetta una dura giornata!- disse con un tono delicato e chiuse la porta di legno.
Appena lui uscì da quella porta, lei prese il suo I-phone e si butto all'indietro sul letto per poi iniziare a messaggiare con Jessica.
Ma sfinita e stanca dal viaggio si addormentò con il cellulare in mano.









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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


Parte 2 
-Buongiornooooo!- entrò Mitchell nella stanza della ragazza scaraventando la porta sul muro.
-Alzati, alzati che è tardi!- sorridente aprì la finestra e alzò le tapparelle.
-Oh...No.- sospirò Sara mettendosi un cuscino sopra la testa.
-Sara...Svegliati è tardi! Tra due ore dovremmo essere al Neuschwanstein!-
-Neusch che? Che ora è Mitch?- chiese arrabbiata con un tono assonnato.
-Muoviti! Sono le 7.00. Tra 5 minuti ti voglio giù nella sala da pranzo!- sorrise felicissimo e uscì dalla stanza.
La ragazza si alzò lamentandosi. Dopo 15 minuti circa scese giù nella sala da pranzo.
-Brava... sei molto precisa!- fece una smorfia il moro.
-Che vuoi?!- lo guardò male la ragazza e si siedette a tavola per fare colazione.
Mitchell aveva già finito e si stava pulendo con uno stuzzicadenti mentre faceva delle smorfie guardando Sara.
-Barbie.. hai due minuti per fare colazione! Io vado a prendere gli zaini e partiamo!-
-Cosa? Due minuti? Ma sei pazzo?- 
-Chiudi la bocca e muoviti!- si alzò di scatto il moro e salì le scale per andare nella sua camera.
-Madonna quanto lo odio!- borbottò alla signora che la serviva mentre lei sorrise.
Si mise a mangiare il più velocemente possibile.
Mitchell era già sulla porta d'ingresso con gli zaini pesanti e guardava l'orologio.
-Saraaaaa!- gridò.
-Arrivo!- mangiò l'ultimo boccone e si alzò dal tavolo mettendo in bocca due gomme rosa.
Prima di uscire si guardò bene allo specchio appeso sulla parete e sorrise.
-Dai su!- disse il moro e le lanciò lo zaino pesante fra le braccia.
-Mettilo su!- l'aiutò e uscirono insieme dalla casa.
Mentre camminavano per il sentiero, il moro le spiegò le tappe della giornata.
Lei a fatica lo seguiva.
-Mitch....non ne posso più!- si fermò esausta.
-Andiamo Sara, manca poco. Su Barbie, su!- disse lui incoraggaindola.
-Non sei d'aiuto bestia!- fece una smorfia.
Nonostante fosse una bellissima mattinata nel bel mezzo dell'estate, qui faceva un freddo cane.
Infatti i due portavano le felpe pesanti.
Dopo un ora di camminata intensa su un sentiero che continuava sempre a salire, si fermarono.
-Non ne posso più ti prego, fermiamoci!- gridò Sara a qualche metro dietro di Mitchell.
Si fermarono. Sara si tolse lo zaino pesante e prese il cellulare dalla tasca, iniziando a fare i palloncini con la gomma rosa.
-Merda, merda, merda!- urlò.
-Cosa c'e?- chiese Mitchel preoccupato.
-Non c'è campo!- 
-Oh che tragedia!- fece una smorfia il ragazzo e continuò a camminare verso la ringhiera del sentiero da dove si vedeva tutta la pianura.
-Oh...mio dio!- si fermò a guardare il paesaggio.
Il sole sorgente stava illuminando tutta la pianura. Dal sentiero si vedeva il Castello illuminato, che rifletteva una luce bianca.
Uno spettacolo meraviglioso.
-Sara, vieni qui!- le gridò e la ragazza lo raggiunse con il cellulare in mano.
-Metti via quel coso e guarda qui!- le disse prendendola per le spalle e avvicinandola alla ringhiera.
-Wow...Mitchell...è bellissimo!- rimase a bocca aperta.
-Già- disse il moro e si appoggiò a fianco a lei.
-Non pensavo che ... voglio dire... questi posti esistono solo nelle favole!- disse Sara appoggiandosi al braccio di Mitchell.
Rimasero in silenzio per poco guardando il paesaggio. Dopo di che Mitchell guardò l'orologio e disse:- Andiamo... ci stanno aspettando!- 
-D'accordo!- si misero su gli zaini e continuarono la camminata verso il Castello.
.........
Arrivati davanti al Castello li aspettava Tobias, un vecchio amico di Mitchell. Tobias avrebbe fatto da guida ai due ragazzi.
L'ingresso color rosso, apriva le porte a un castello bianco meraviglioso.
-Da quanto tempo fratello!- sorrise Tobias abbracciando Mitchell.
-Eh già! Come stai amico? Sei cresciuto un sacco!- rise Mitch.
-Anche tu bestia! Guardati... Da dove sono spuntati fuori tutti questi muscoli?- risero tutti e due insieme mentre Sara stava a parte.
-Tobias, ti presento Sara, la figlia dei miei cari amici americani!-
-Oh, è la tua ragazza?- chiese Tobias curioso.
-NO- risposero tutti e due in coro.
-Ehi ehi, stavo scherzando! Piacere Sara, sono Tobias!- pose la mano verso la ragazza.
-Sono Sara. La figlia di Jowell e Cassandra Simons.
Sicuramente ne ha sentito parlare, mio padre è il direttore di una famosa rivista, Vogue, la conosce vero? E mia madre invece è una stilista! Io lavoro come modella!- 
-Ehm...- la guardò Tobias confuso.
-Non dirmi che non li conosci?- chiese con un tono infastidito Sara, continuando a fare palloncini con la gomma.
-Ecco...io non ho mai...- 
-Sara.. ora basta!- mise una mano sulla sua spalla Mitchell guardandola serio.
Lei alzò un sopraciglio e si girò dall'altra parte continuando a masticare in modo sgradevole la gomma.
-Tobias, amico, non farci caso... allora... ci mostri il castello?- 
-Con piacere Mitch!- sorrise e iniziò a camminare nel cortile interno.
-Allora..cominciamo! Questo è il cortile interno del Castello. Il Castello di  Neuschwanstein è stato costruito da Ludovico II di Baviera nel XIX secolo.-
Mitchell era molto interessato alla storia mentre la ragazza continuava a cercare campo sul suo cellulare.
-Ora andiamo dentro al Castello!- disse Tobias entrando dentro seguito dai due.
Li condusse per un corridoio ben decorato con i pilastri di marmo e le finestre che illuminavano le decorazioni sul muro.
Un tappeto rosso li conduceva ad una porta e dei lampioni illuminavano il passaggio.
-Sara.. dammi qua il cellulare!- disse Mitch e glielo strappò dalle mani con forza per poi nasconderlo nello zaino.
-Mitchell.. ti odio! Mi rovini sempre tutto!- disse Sara guardandolo male.
-Ora stai zitta è guarda questa meraviglia!- le disse lui e accellerò il passo per raggiungere Tobias che stava aprendo la porta.
-Ok ragazzi stiamo per entrare nella Sala Del Trono! -
Dalla porta scescero per le scale di marmo bianco. Guardavano intorno a se. La sala era decoratissima, con ogni minimo partticolare.
Degli affreschi sul muro raccontavano delle scene della Bibbia.
Dopo la sala del trono Tobias li condusse alla Sala da pranzo, la sala dei Cantori, lo studio e la stanza del Re.
-Ragazzi... questa è l'ultima delle stanze del secondo piano.. la stanza del Re. So che non mi è permesso far entrare i turisti ma, per voi faccio un eccezzione, vi porto nella sala segreta del Re, scoperta da poco!- disse Tobias sorridendo.
-Sala segreta?- chiese Sara curiosa. 
-Esatto! Fate silenzio ora, cercate di non fare rumore!- disse Tobias guardandosi intorno per sicurezza e spostò una tenda dalla quale si intravide una maniglia di una porta decorata dallo stesso colore della parete.
Tobias la apri lentamente e li fece entrare.
Accese una torcia e la prese con sè illuminando un corridoio con le pareti decoratissime di quadri e affreschi. Un tappeto rosso conduceva ad una porta di legno, di piccole dimensioni.
Aprì lentamente la porta scricchiolante.
Nell'aria c'era odore di muffa e polvere. Ragnatele ovunque. La stanza non era molto grande.
Era illuminata da una finestra vicino alla quale era appoggiato un letto.
Era ricoperta di affreschi che rappresentavano scene di guerra.
Vicino al letto c'era un'armatura da cavaliere.
Mitchell e Tobias si avvicinarono alla finestra dove Tobias gli spiegò qualcosa.
Mentre Sara si avvicinò a un quadro molto grande appeso sulla parete decorata.
Si fermò a guardarlo,con interesse, in silenzio, ammirando ogni singolo particolare.
Il quadro ritraeva un ragazzo giovane, forse sui 20 anni, dai capelli biondi, occhi azzurri ghiaccio, lineamenti dolci, alto, con un corpo robusto, vestito con dei vestiti nobili, d'epoca, con dietro l'armatura. Sara si girò per osservare bene la stanza e poi guardò di nuovo il quadro. 
Il ragazzo era raffigurato proprio li, in quella stanza, chissà quanti anni prima...
-Sara....Sara...Sara!- la chiamò Mitchell ma la ragazza non rispose.
Era imbambolata davanti al quadro.
Non aveva mai visto una bellezza simile prima d'ora. Tutti i modelli del Hollister non potevano essere paragonati a quel ragazzo.
-Sara!- le toccò la spalla Mitch e la ragazza si girò verso di lui scuotendo la testa.
-Ma ci sei o ci fai?- rise Micthell.
-Scusami io.... mi sono... Non importa! Tobias... chi è lui?- cambiò subito discorso rivolgendosi alla guida.
-Ah..lui... lui è Fredrich Guglielm Maximilian III di Baviera. Era il figlio di Ludovico II di Baviera.-
-Ma, ho letto che Ludovico non ha avuto dei figli!- disse Mitchell interrompendolo.
-Si.. è cosi che dicono... ma lui ha avuto un figlio, che ha nascosto per tanto tempo e questo figlio è proprio Fredrich. Fredrich è il frutto di un amore segreto, tra Ludovico e Elisabetta, la sorella di Sofia, la sua fidanzata. Come vi avevo già accennato, Sofia e Ludovico erano fidanzati, ma dopo aver rimandato la data del matrimonio per tanto tempo, Ludovico la lasciò. La lasciò perché non era innamorato di lei... lui amava la sorella, Elisabetta. Fredrich venne cresciuto,nascondendo la verità al popolo, a Sofia, e alla famiglia nobile del Re. Venne cresciuto come cavaliere, e si dice che il Re, abbia pagato la moglie di uno dei suoi cavalieri, per fingere che Fredrich fosse suo figlio. E' cosi fu... Fredrich fu cresciuto combattendo e diventò un cavaliere valoroso. Ludovico, era una brava persona nonostante tutto. Amava suo figlio e di nascosto gli portava lui stesso dei doni, come cibo, bevande, vestiti, gioielli, tutto quello che gli serviva.-
-Ma... perché? Non poteva lasciare Sofia e sposarsi con Elisabetta?- chiese Sara.
-Elisabetta era già sposata con un uomo che non amava... matrimoni combinati... E Ludovico, anche lui stava per commettere lo stesso sbaglio. 
Cosi trovò le forze per lasciare Sofia. Ma non ebbe mai il coraggio di dire che Fredrich fosse figlio del suo amore adultero con Elisabetta.
Se lo faceva poteva scoppiare una guerra tra la Germania e l'Austria, capisci?-
Sara annuì, e si girò di nuovo verso il quadro.
Pensava a lui, Fredrich. Chissà che vita dura ha dovuto passare, povero ragazzo.
-Sara... - disse dolcemente Mitchell.
La ragazza continuava a fissare il quadro.
-Sara...dobbiamo andare!- Tobias era già fuori dalla porta.
-Arrivo!- disse dando un ultima occhiata al quadro. Dopo di che usci dalla porta in silenzio.
Uscirono nella stanza del Re e Tobias chiuse bene la porta.
-Ora andiamo nelle grotte!- disse Tobias sorridendo.
-Bellaaa!- disse Mitchell... ''Bear Grills'' che amava posti pericolosi.
Scesero i tre piani per arrivare poi ai sottoterranei del Castello.
La grotta era collocata nel parco del Palazzo di Linderhof, che si raggiungeva dal passaggio sottoterraneo del castello.
Dallo scantinato del Castello, che conteneva dei bauli di vino enormi, c'era una porta che apriva al passaggio. 
-Ehm.. Tobi....- lo fermò Mitchell.
-Dimmi Mitch...-
-Il bagno..- 
-Ah si... al piano di sopra!- 
-Accompagnami...- disse Mitch.
-Sara... andiamo su-
-No... non ho lo ''sbatti'' di salire ancora quelle scale...io riposo un po' mentre voi finite di fare i vostri bisognini!- sorrise appoggiandosi a uno dei grossi bauli.
-D'accordo..- disse Tobias
-Sara...non ti muovere da qui, intesi! Stai attenta a non combinare disastri ok?- 
-Va bene Mitch... non sono una bambina, ho capito!- disse tirando fuori il cellulare.
I due salirono le scale mentre lei rimase ad aspettare.
Si guardò un po' intorno e girò lo scantinato.
Non c'era niente di interessante qui... solo odore di muffa e vecchio legno.
Poi vide la porta semiaperta. Si avvicinò e la apri lentamente. La porta scricchiolò.
Conduceva a delle scale di legno. Era tutto buio li sotto. Solo le candele illuminavano di poco, ma non erano d'aiuto.
Deglutì, impaurita ma dalla curiosità si spinse oltre. Fece qualche passo in avanti appoggiandosi sulla ringhiera della scala e guardò in giù.
Era tutto buio... Le scale erano alte qualche metro. Si sentivano dei rumori. 
Un pipistrello volò sopra la sua testa e lei scivolò cadendo giù dalla ringhiera delle scale..

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Capitolo 3
*** Parte 3 ***


Parte 3

-Aia...che botta!- mormorò la biondina toccandosi la schiena-
Cercò di alzarsi ma non riuscì. Le faceva male tutto il corpo.
-Mitchell....Mitcheeell!- gridò più volte in cerca di aiuto ma Mitchell non c'era
-Dove cavolo è finito quello? Sarà affondato nel gabinetto? Bah...- fece una smorfia e sospirò.
La buia caverna era illuminata da una torcia, appesa sul muro, che appena appena emanava luce. Sara raccolse tutte le forse che le rimanevano e si alzò in piedi. Si guardò intorno attentamente. Era circondata da un silenzio tombale.
Le scale da cui era caduta le sembravano diverse, all'imporviso. Probabilmente non ci aveva fatto caso ma, ricordava una ringhiera di ferro, che ora non c'era più. Si disse che probabilmente aveva sbattuto la testa, ecco perchè aveva allucinazioni.
Provò a chiedere di nuovo aiuto ma nessuno rispose.
Tirò dallo zaino il cellulare ma questo non prendeva campo. Cosi cercò una soluzione. Prese la torcia dalla parete di roccia e iniziò a cercare una via d'uscita da quel posto .
Le faceva male tutto il corpo, era esausta, ma Mitchell le aveva insegnato alcune regole di sopravvivenza : mai rimanere a lungo in luoghi del genere. Cosi continuò ad avanzare nel buio e freddo della caverna. Seguì una specie di passaggio che trovava l'uscita dalla roccia, nel bel mezzo del bosco.
Una volta uscita fuori sospirò, sollevata di essere uscita da quell'oscurità. Ma ora si presentava un altro problema...dove cavolo era finita? Come faceva a tornare al castello ora?
Si guardò attentamente intorno. Era circondata da alberi altri una decina di metri.
Prese di nuovo in mano il cellulare e tentò di chiamare Mitch, ma inutilmente.
Iniziò cosi a camminare in mezzo alla foresta, esausta, con uno zaino pesante sulle spalle.
Non doveva fermarsi, la sua testardaggine non glielo avrebbe permesso.
Scendendo una roccia umida ricoperta di foglie inzuppate di pioggia e fango, scivolò e cadde sul sedere.
Rimase seduta allora, e scoppiò a piangere.
-Mitchell...dove cazzo sei finito? Ho un fottuto bisogno di te!- gridò con tutta la voce che aveva per poi mettersi le mani sul viso e continuare a piangere.
Ma fu interrotta dalle chiachere che senti. Le voci provenivano poco lontano da lei.
Erano tre o quattro voci diverse. Si alzò, si asciugò le lacrime e iniziò; a camminare verso il luogo da cui provenivano le voci. Raggiunse cosi un sentiero.
Si stavano avvicinando due coppie. Due uomini e due donne con un bambino
Li scrutò attentamente.
-Wow... che stile ragazzi! Questi sicuramente non fanno shopping da decenni...- mormorò alzando il sopracilio per poi scoppiare a ridere.
Il gruppetto si avvicinò a lei e si fermò.
-Buona giornata signorina! Sicura di sentirvi bene?- chiese una delle donne avvicinandosi un po' di più a Sara. Gli altri invece si fermarono a osservare la ragazza attentamente. Per loro appariva cosi bizzarra. Il bambino disse qualcosa a uno dei due uomini ma questi subito lo zittirono.
-Si si...sto bene. Scusa ma, mi puoi indicare la via per arrivare al Castello?- disse guardandoli con disprezzo.
-Anche voi, mia cara, state andando al Castello? Che piacevole notizia. Potreste venire con noi. Anche noi stiamo andando al Castello! Ci sarò la ceremonia del fidanzamento del Re!- disse la donna felicemente.
-Si si.. il Re.. quello sarà morto più o meno 300 anni fa. Comunque... se siete cosi gentili da accompagnarmi fin li, grazie!- disse e aspettò che il gruppo avanzi a qualche passo davanti a lei.
Li osservò schifata dal loro aspetto.
Sembravano dei contadini medievali da come erano vestiti
Sospirò e si mise gli auricolari iniziando a seguirli.
Il bambino continuò a girarsi per osservare la ragazza.
Mentre lei continuò a ridacchiare riguardo all'aspetto di quel povero gruppetto.
Cioè... ma dai... neanche i barboni erano cosi fuori moda come quelli.
Beh almeno la avrebbero portata da Mitchell, nel castello.
Dopo un oretta di camminata finalmente arrivarono alle porte del castello.
Sara si fermò e prese dal portafoglio 100 euro per poi metterli in tasca alla signora del gruppo.
-Tieni... questi sono per voi! Andatevi a comprare dei vestiti nuovi magari!- sorrise ironicamente.
Davanti all'enorme portone del castello c'erano le guardie, che prima non aveva notato. Erano vestiti con l'armatura da cavalieri d'epoca.
Era pieno di persone che stavano entrando nel Castello e la cosa strana era che tutti erano vestiti con vestiti d'epoca. Era tutto così strano.
Si tolse gli auricolari e scattò qualche foto con il cellulare alla folla che stava entrando nel castello.
-Ma che diavolo sta succedendo qui? Che cos' è questo? Una rappresentazione teatrale oppure stanno girando un film?- si chiese e continuo ad avanzare nella folla.
Entrò nel cortile interno e iniziò a cercare Mitchell e Tobias ma non riuscì a vederli da nessuna parte.
La gente intorno a lei la osservava attentamente.
Sentiva tutti gli occhi puntati su di lei, ma tanto non le dispiaceva, era abituata.
Davanti all'entrata del Palazzo del Re vide delle guardie, che sembravano una specie di cavalieri, con i mantelli rossi e l'armatura.
Si avvicinò a loro e chiese delle spiegazioni.
-Scusami...mi puoi spiegare cosa sta succedendo?- chiese a uno dei cavalieri. Un ragazzo giovane, con un bel fisico, alto, moro e dagli occhi azzurri.
-Mia Signora!- il moro le prese la mano e li baciò le nocche.
Lei alzò la testa orgogliosa.
-Vi siete persa per caso?- chiese il ragazzo.
-No.. non mi sono persa! Sto cercando i miei amici! Hai per caso visto un ragazzo moro, tutto pompato,con una maglietta nera e i pantaloni mimetici, accompagnato da uno biondo? Sono alti più o meno... cosi!- si alzò in punta dei piedi per indicare l'altezza.
-Eh?... Credo di non aver compreso bene.- disse il ragazzo.
-Ah.. non importa! Comunque...che cavolo sta succedendo?- chiese di nuovo.
-Tra poco comincia la celebrazione del fidanzamento del Re!- disse il moro sorridendo e guardando la folla con piacere.
-Anche tu con questa storia! Ma dai... ma siete tutti impazziti qui?- gridò nervosa.
E ora come faceva a trovare Mitchell e Tobias...

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Capitolo 4
*** Parte 4 ***


 PARTE 4

-Senti...tesoro... Cosa devo fare per entrare nello scantinato, hai presente dove ci sono i bagni, no? L'entrata alla grotta?-
chiese di nuovo al cavaliere moro che la guardava con un aria interrogativa.
-Bagni? Cosa sono i bagni?- chiese lui.
Lei sgranò gli occhi e scoppio a ridere. -Ma...scusami... non hai mai sentito parlare di un bagno? Cioè... va bene che siete tutti ''pazzi'' qui... ma ti sto parlando sul serio. Non è un interpretazione teatrale, e io non sono un attrice ok? Mi serve aiuto... Dimmi come faccio a raggiungere lo scantinato?- chiese di nuovo innervosita.
-Eh...agli ordini mia signora! Dunque, per gingere allo scantinato dovete attraversare la piazza ed entrare nel portone a sinistra sul piccolo viale. Quella è la seconda entrata del Palazzo del Re. La prima per ora deve rimanere chiusa, per la cerimonia. Cosi ha ordinato il Re, nostro signore.- sorrise il cavaliere.
-Grazie!- accennò un sorriso anche lei e iniziò a schivare la folla. Giunse con fatica al portone con in mente solo un pensiero: Trovare Mitchell! Non gli importava più nulla di quella stupida folla di pazzi che sembravano usciti da un film. Non gli importava di quella cazzo di cerimonia... Voleva solo trovare Mitchell.
Con tanta fatica giunse al portone. Bussò due tre volte ma nessuno apri. Cosi entrò da sola.
Entrò in una stanza piccola, buia, una specie di cucina, mal arredata. All'interno c'erano una ventina di donne tutte occupate a cucinare. Parlavano, ridevano, scherzavano.
Una di loro si avvicinò a Sara.
-Ragazzina... Vai a lavorare! Se ti vedesse il Re ora saresti fuori dal Castello! Vai subito a sbrigare i tuoi lavori... Devi cucinare!- la sgridò.
Sara la esaminò dalla testa ai piedi. Era una donna alta, e in carne. Portava un grembiule e un copricapo. Era poco igenica e si sentiva anche dalla puzza che emanava.
-Iuhhh... Lavati prima di parlarmi in quel modo, donna!- disse Sara facendo un palloncino con la gomma rosa.
-Ma chi sei tu ragazzina per parlarmi in quel modo?- chiese sorpresa la donna.
-Sono un ospite del Vostro Re, Signore Grandissimo Onnipotente!- 
-Oh... scusatemi signorina... Vi accompagno subito al piano di sopra! Perdonatemi, accettate le mie scuse più sincere. Non avevo intenzione di rivolgermi in quel modo a voi, io non sapevo....-
-Taci.. e portami nello scantinato!- la interrompé Sara.
-Nello scantinato?... D'accordo...agli ordini!- si inchinò la signora e usci dalla cucina per poi attraversare un piccolo corridoio che portava a delle scale.
-Ecco.. prendete queste scale, vi condurranno allo scantinato direttamente!- disse la donna inchinandosi di nuovo.
-Grazie!- rispose smorfiosa la ragazza e appena la donna scomparve nel corridoio lei si trovò di fronte una porta a due ali fatta di legno.
(http://www.youtube.com/watch?v=-7Md2b1Eu6A&list=PL109BC351C31B9772)
-Mhh... non me la ricordavo cosi...sinceramente...che strano!- pensò e apri lentamente la porta.
Prese la torcia appesa sul muro e iniziò a scendere per degli scalini stretti.
Si guardò intorno e vide i bauli enormi.
-Ci siamo!- disse. La stanza era illuminata da tantissime torce appese sui muri.
-MITCHEELL...MICTHEEELL.....MITCH...DOVE SEI?...- gridò con tutta la voce che aveva.
esitò un istante ma nessuno le rispose. In quella cantina regnava il silenzio più assoluto.
-MITCHEELL.... MICTHELL.... RISPONDIMI....SE E' UNO SCHERZO, SAPPI CHE NON E' DIVERTENTE! TOBIAS....ALMENO TU... TI PREGO! VI PREGO....- gridò di nuovo.
Questa volta cadde in ginocchio... E si mise a piangere.
-Vi prego ragazzi...non abbandonatemi in questo schifo di posto...Voglio tornare a casa!- sussurrò nei singhiozzi e nelle lacrime.
-Ehi! Cosa ci fai li?- chiese una voce maschile dal portone aperto. Sara smise subito di piangere, si asciugò velocemente le lacrime e si alzò in piedi.
-Niente..sto cercando una persona...- disse sempre con quel tono arrogante che aveva.
Si girò verso il portone ma non riusci a vedere il volto della persona a cui parlava a causa del buio che dominava in quel luogo.
-Esci da li intruso... - girò di nuovo la voce.
La persona prese una torcia e scese per le scale per poi raggiungerla.
Sara era immobile e lo guardava.Nel buio della cantina, illuminato dalle poche torce che erano appese sul muro riconobbe il volto di quella persona. Aveva visto già da qualche parte quel tipo... ma dove..Non riusciva a ricordare.
-Chi sei?- chiese Sara con un area interrogativa.
Lui era cosi fottutamante bello. 
-Chi sei tu, intrusa?- ribatté il biondo.
-Oh, senti bello, non sono un intrusa! Sono Sara Simons, la figlia del direttore della rivista di moda Vogue. Sono una modella. Mi avrai sicuramente vista da qualche parte!- disse lei mantenendo sempre quell'area orgogliosa che aveva.
-Vo...Vog..che?- chiese il ragazzo.
-Vogue...V-O-G-U-E!- 
-Va bene, non è importante! Il problema vero è che tu non puoi stare qui da sola. Il Re non sarebbe felice di sapere che gente sconosciuta gira per il castello!- 
-Io Sconosciuta? Come osi? Ma chi diavolo sei tu per darmi della sconosciuta?- iniziò a gridare Sara.
-Sono...io sono Fredrick, il cavaliere della corte!- disse il biondo.
-Alèè... ci mancava anche il cavaliere... Ma siete stupidi tutti qui o cosa? No perché..veramente... Svegliatevi.. basta recitare cazzo! Mi serve aiuto..sto cercando il mio amico Mitchell! Lo hai visto per caso?- 
-No... non l'ho visto! Non conosco ne te, ne questo Mitchell.. perciò devo per forza annotarvi nell'elenco dei nuovi arrivati in città!- disse il cavaliere.
-Ma quale elenco, poca puttana! Siamo dei turisti, mica rimaniamo qui! Senti, fammi incontrare questo vostro Re che venerate tanto, io ne parlo con lui e troviamo un accordo!- disse Sara osservandosi le unghie.
-Perché vuoi vedere il Re, intrusa? Tu....sarai mica una spia!- iniziò a gridare il biondo per poi prendere la ragazza sotto braccio e iniziare a trascinarla con forza verso le scale.
-Ehi..che fai? Mollami! Deficiente... ti denuncio! Avrai a che vedere con il mio avvocato! Non mi toccare! Ti denuncio per molestie!- gridava Sara e cercava di staccarsi ma inutilmente.
Lui la teneva con troppa forza.
La trascinò fuori dalla cantina per poi attraversare un lunghissimo corridoio. 
-Senti biondo, smettila di fare Teatro o cosa cavolo fai. Smettila! Te lo ordino! Lasciami in pace....- continuava a gridare.
-No..stai zitta! Ora tu vieni con me!- la strinse ancora più forte il biondo sussurrandole con rabbia.
Dall'esterno si sentivano le grida euforiche della gente che stava aspettando l'annuncio del Re.
-Dove...Dove cavolo mi stai portando?-
- In carcere...dove stanno tutti quelli sospettati come te!- 
-Ma tu sei pazzo! Ma tu sei completamente fuori di testa!- rideva Sara. Rideva poiché non riusciva a credere a quello che le diceva il biondo.
Uscirono dal Palazzo del Re e entrarono in un altro edificio.
Due guardie vestiti con l'armatura aprirono una porta di legno e fecero passare i due che entrarono in un corridoio, buio, freddo e umido. Con i mattoni che ricoprivano la parete e il pavimento. Regnava il silenzio qui. 
Si sentiva solo il tacchettio delle scarpe dei due.
Arrivarono alla fine del lungo corridoio dove era seduto un uomo. Un altra guardia. Era appoggiato sul muro per terra, davanti a un cancello di ferro nero.
-Fredrick! Salve!- salutò alzandosi in piedi.
-Salve Geronimo!- salutò il biondo facendo un cenno con la testa.
L'uomo tirò fuori dalla tasca un mazzo di chiavi e ci mise dell'impegno per trovare quello giusto.
Apri la porta e fece passare i due che scesero lungo le scale a chiocciola, chiuse sempre dai muri di mattoni di pietra.
Sara continuava a borbottare.
Scesero le scale e arrivarono finalemente nel carcere vero e proprio.
Era un enorme spazio sottoterra, puzzolente, sporco, e infestato dai ratti.
-Iuuuu... ma che puzza!- fece una smorfia Sara e si tappò il naso.
Altre due guardie custodivano le celle, fredde e buie.
-Fredick, Salve!- salutarono anche loro.
-Nuova arrivata, Fredrick?- chiese uno dei due.
-Già...- sbuffò il biondo e trascinò Sara verso una cella vuota per poi spingerla con forza dentro e rinchiuderla.
-Ma.. lo stai facendo davvero!? Fedrcik! Non puoi farmi questo! Ti prego...- gridò Sara.
Fredrcik si voltò verso di lei e la guardò con pietà.
-Mi dispiace..Sara... E' per la sicurezza del Re!- disse e si rigirò per poi risalire le scale in silenzio.
-Fredirck! Sei un  figlio di puttana! Tutti voi diete dei figli di puttana! Ma che cazzo vi salta in mente! Smettetela di recitare e fare teatro! Vivete la vita reale! Cazzo!- si mise a gridare ancora più forte scuotendo con le mani le sbarre di ferro della cella.
Gli altri prigionieri presenti all'interno del carcire rimanevano in silenzio osservando il comportamento di Sara.
Una delle guardie si avvicinò - Ragazzina... stai zitta!- 
-Ti ci metti anche tu ora a recitare?- li gridò incontro.
-Ma quale recita?- rispose con calma l'uomo.
- La vostra...no? Quale altra recita?- 
-Non c'e nessuna recita! Tutto questo è vero, ragazzina!-
-C...Come..Cosa vuoi dire? Come.. non c'e nessuna recita?-
L'uomo smorfia e si mise a ridere.
Sara era nella confusione più totale.
-Aspetta....Aspetta- sospirò e chiuse gli occhi.
-Che giorno è oggi?- chiese all'uomo.
-25 giugno..- rispose questo guardandola stranamente.
-Si ok.. lo so.. ma di che anno?- 
-25 giugno del 1884-

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Capitolo 5
*** Parte 5 ***


 Parte 5

Sara perse automaticamente i sensi e cadde per terra.
Le due guardie si avvicinarono alla cella. Aprirono e iniziarono a fare il possibile per riportare la ragazza alla normalità.
Uno dei due prese una ciotola che era piena d'acqua e gliela versò sul viso.
La ragazza si risvegliò e si alzò poggiandosi sui gomiti.
Era agita e respirava profondamente. Aveva quasi il fiatone. Guardò le guardie come se avesse visto un fantasma. I due indietreggiarono di poco.
-Ti senti bene intrusa?- chiese uno dei due.
Sara prese un profondo respiro e rispose - Si..- 
Cercò di alzarsi in piedi. Era confusa più che mai ora. Ma si fermò un minuto per ragionare. Se era vero che, in qualche modo, era ritornata indietro nel tempo, nella storia, doveva fare qualcosa per uscire da quella fottuta prigione e dalla situazione di merda in cui si era cacciata.
Le guardie chiusero di nuovo la cella ma Sara si avvicinò e trovando quel pizzico di pazienza e calma che aveva dentro di se, iniziò a parlare con i due.
-Sentite, signori, vi prego... chiamate Fredrick, ho veramente bisogno di parlare con lui!- disse con un tono delicato.
I due si lanciarono un occhiata.
-Perché mai?- chiese uno.
-Perché ho delle informazioni molto importanti da riferirli!- 
-Ah si? E di che si tratta?-
-Non posso dirlo a delle semplici guardie come voi. Queste sono cose da Top Secret!-
-Top Secret?-
-Lascia perdere e chiama subito il biondo!- 
-Eh va bene!- uno dei due sali le scale alla ricerca di Fredrick.
Dopo poco si sentirono dei passi che scendevano lungo la scala a chiocciola.
Era lui seguito dalla guardia.
Si avvicinò alla cella della ragazza scocciato.
-Cosa c'e ora? Cos'altro vuoi?- chiese.
-Ti devo parlare... urgentemente e in privato.-
-Ah si? E di che si tratta?- 
*Cought...cought* tossì Sara lanciando un occhiata alle guardie.
Fredrick sospirò e aprì la cella prendendo il braccio della ragazza e trascinandola.
-Ehi.. mi fai male!- 
-Sopporta!- disse e iniziò a trascinarla per le scale.
Sara questa volta se ne stava in silenzio.
-La ceremonia è finita?- mormorò Sara.
-Si!- rispose il biondo.
-Ok.. allora ti prego.. portami fuori da questo posto ti prego!-
-Non posso!- 
-Ti prego Fredrick...Io non sono un intrusa.. Non ho alcuna intenzione di fare del male al Re. Io semplicemente....- 
-Stai zitta ora...- alzò la voce Fredrick stringendole il braccio e portandola fuori dalla prigione.
-Dove stiamo andando?- chiese Sara.
-Andiamo... in un posto sicuro.- disse Fredrick con un tono arrogante.
-Cazzo.. Fredrick...-
Ma il biondo non si fermava. Continuava a trascinare la ragazza per il braccio.
La folla che c'era nel cortile si era dispersa. Rimanevano poche persone che stavano svolgendo il proprio lavoro.
-Dove mi porti?- chiese di nuovo.
-Di fronte al Re! Cosi puoi parlare davanti a lui, in nome di Dio Onnipotente, e giurare che le cose che dici siano vere!-
-Ma che si fuma questo?- mormorò la ragazza.
-Che cosa?- 
-Niente.. niente... portami dal re allora!- disse
Doveva assolutamente inventarsi qualcosa da dire... Qualcosa di sensato, davanti a quello che doveva essere il Re. Ora doveva ragionare con il cervello di un uomo del fine del 800.
Doveva dire qualcosa di credibile. Ma cosa?
Cercò di pensare alle lezioni private di Storia che prendeva da Mitchell, che era un appassionato della storia.  E poi cosa aveva detto Tobias durante la visita...
*Se siamo nel 1884...dunque... Tobias aveva detto che nel fine 800 Ludovico II era il re di Baviera.. ed era lui che aveva costruito il castello.
Allora... amava...la muscia. Posso dire che sono un menager di una casa discogra.... no aspetta, non pùo andare. Posso... dire di essere una stilista, una pittrice e compositrice molto famosa, e anche una cantante dai, oppure un consigliere.... Va bene...speriamo funzioni.*
Fredrick la portò di fronte a una porta decoratissima di legno.
Erano nel Palazzo del Re. La porta era custodita da due guardie vestiti in modo elegante. Erano tutti e due biondi, vestiti con una camicia blu e una fascia rossa che andava dalla spalla destra fino alla cintura che portavano al busto. Avevano una spada attaccata alla cintura. Portavano i pantaloni bianchi e dei stivali alti.
Sembravano quasi delle bambole. 
-Avvertite il Re!- disse con una voce bassa Fredrick.
-D'accordo!- obbedirono i due. 
Dopo poco si aprì la porta e le due guardie fecero passare Sara e Fredrick.
Entrarono nell'enorme sala , soprannominata Sala del Trono.
Scesero le scale di marmo bianco che rifletteva la luce splendente che penetrava dalle finestre dal muro destro.
La Sala era decoratissima, molto più decorata da come se la ricordava Sara durante la visita con Mitch e Tobias.
Un tappeto rosso conduceva al Trono del Re.
Le pareti erano decoratissime. Si mescolavano vari stili. 
Occidente e Oriente. Il mondo Arabo con il mondo Cristiano. Erano rappresentati in grande gli affreschi di alcuni santi.  
Sara si guardava intorno stranamente sorpresa dalla meraviglia che mostrava quella Sala.
Fredrick le diede una gomitata.
-Ehiiiiiiiii!- lo guardò male.
*cough-cough* -Il Re!- sussurrò Fredrick facendo un cenno con la testa.
-Chi osa turbare la mia pace!- gridò il Re dal Trono.
Sara alzò lo sguardo e rimase sorpresa. Quello era veramente il tipo che aveva visto nel quadro. Era... Ludovico II Re di Baviera. 
*Ok..Sara mantieni la calma!*
-Mio Signore!- si inchinò Fredrick.
-Fredrick...mio caro! Che sta succedendo?- chiese questa volta gentilmente.
-Mio signore...- balbettò il biondo.
-Avvicinatevi caro..- 
Fredrick obbedì e Sara lo segui. Si inginocchiarono. 
-Allora....Qual' è il problema?- chiese il Re.
Sara senza esitare si alzò in piedi.
-Mio Signore!- si avvicinò al Re e li baciò la mano.
-Permettetemi di parlare!- disse e si inginocchiò di nuovo.
Le venivano spontanei i gesti, le stava improvvisando al momento.  Forse, i troppi film che aveva visto non le avevano fatto poi così male.
-E sia...- disse il Re incuriosito.
-Mio singore... Mi chiamo Sara Simons.. E sono un ospite in questo castello! Vengo dalla lontana America!-
-America?- sorrise il Re a 32 denti. -Veramente?-
-Si signore! E questo giovane cavaliere, al posto di offrirmi l'ospitalità giusta, come si fa con ogni Dama, lui mi ha sbattuto in prigione, con la scusa che io fossi un intrusa! Ma io... Mio Signore, non sono un intrusa e non sono venuta qui con intenzioni sbagliate. 
Sono qui per servire Voi, Mio Signore. Ho molte doti nonostante la mia giovane età. Sono una pittrice, attrice, cantante, musicista, consgliere e tutto quello che desidera, solo e unicamente in vostro servizio.- improvvisò
-E' vero quello che dici?- chiese il Re.
-Si.. Mio signore! Glielo posso giurare in nome delle Pussicat Dolls..cioé no.. volevo dire.. in nome di Dio Onnipotente!- sorrise.
-Fredrick! Come hai osato trattare in questo modo questa giovane signorina venuta dalla lontana America solo in mio servizio?-
-Mio signore...io...io...non sapevo...-
-Silenzio! Mostrale le sue stanze e ordina ai servi di servirla quando e come vuole!- 
-Si...mio signore!- il biondo si alzò e lanciò un occhiata a Sara che sorrideva al Re.
-Muoviti- le sussurrò prendendola per il braccio.
-Fai piano biondo!- sussurrò lei liberandosi con un gesto veloce.
-Ora lasciatemi riposare nella mia pace!- disse il Re rimanendo a fissare il vuoto.
I due uscirono dalla stanza e Fredrick chiamò una serva che le mostrasse il Castello a Sara mentre lui sé ne andò in giro per i fatti suoi.
La donna dal viso dolce e gentile portò la ragazza nella stanza degli ospiti.
-Mia signora...Questa è la vostra stanza!- aprì la porta di una splendida ed enorme stanza decorata come ogni altra stanza di questo bellissimo Palazzo.
Il pavimento di marmo che brillava dalla luce delle enormi finestre.
Un piccolo balcone mostrava l'orizzonte.
Sara iniziò a correre e si butto sull'enorme letto coperto da un velo rosa chiaro.
-Mhhh.. molto comodo!- sorrise.
-Questo è il vostro armadio mia signora!-
-Vestiti?- sì alzò di scatto con le scintille negli occhi e corse dall'altro lato della stanza dove la donna apriva l'armadio con una chiave.
L'armadio era pieno di vestiti ottocenteschi di seta, di velo e di altri materiali preziosissimi.
C'erano vestiti lunghissimi, di ogni colore.
La reazione della ragazza fu un - Ah- disgustato.
-C'e...qualcosa che non va mia signora?- chiese la donna.
-No no no... vanno bene dai.. in quest'epoca vanno tanto di moda.. tipo Dolce & Gabbanna.. o Gucci no?-
-Ehm....Non credo di comprendere bene quello che mi state dicendo mia signora!- 
-No no niente .. stai tranquilla.. Grazie per avermi fatto visitare il palazzo! Sei libera ora! - sorrise 
-Si figuri mia signora! Sono al vostro servizio! Se vi serve qualcosa basta suonare il campanellino vicino al letto!- si inchinò la signora e uscì dalla stanza.
Vicino all'armadio decoratissimo di color oro c'era un tavvoletto con lo specchio dove erano appoggiate altre due chiavi.
Prese l'altra chiave e si guardò intorno vedendo un altro armadio.
Si avvicinò e provò ad aprirlo.
-Mhhh...vediamo cosa nasconde questo..-
Lo aprì e vide una centinaia di paia di scarpe, capelli, sciarpe, guanti e altri accessori.
-Cooooool ...Beh dai non sono male!- sorrise e corse a prendere la terza chiave.
-Sorprendimi piccola!- sorrise maliziosa guardando la terza chiave.
Cercò un terzo armadio ma non c'era.
Si guardò intorno e vide un cassettone poggiato vicino alle chiavi.
-Proviamo....- mise la chiave nel cassettone e questo si aprì mostrando mille tipi di gioielli.
-Wooow!- le brillarono gli occhi e si sedette sulla sedia scrutando bene ogni gioiello.
Zaffiri, diamanti, smeraldi, collane di oro, di perle, di quarzo e ogni tipo di materiale prezioso che esisteva in natura.
-Ah.. questo si che mi piace!.- iniziò a provarsi qualche gioiello.
-Mh.. chissà perché il Re mi ha offerto questa stanza? Non credo la offra a ogni ospite che arriva qui... Probabilmente sono molto importante! - sorrise maliziosa.
Prese l'I-phone e iniziò a farsi le foto con la famosa ''duckface'' che faceva sempre.
-Wow.. come sono cool... pure nell'ottocento! Ragazzi....Questa è Sara Simons!- si alzò in piedi assumendo un aria nobile.
-Forse...dovrei provare qualche vestito...-
Andò a frugare nell'armadio con i vestiti e ne scelse uno color crema di seta con i brillantini su. Il corpetto decorato da un filo dorato e sopra il decoltè, il pizzo anche questo color oro.
Se lo mise su e si guardò allo specchio.
-Woow...sembro....sembro...una principessa!- sorrise e si guardò per qualche minuto.
-Mi piace..mi piace molto!- 
Si sentì qualcuno bussare alla porta.
-Avanti!- disse.
-Mia signora...- era la serva di prima.
-Si?-
-Wow...siete splendida!- sorrise guardandola.
-Grazie...cara... - 
-Il Re...la sta invitando per la cena, mia signora!- 
-Arrivo subito!- 
La serva si inchinò e sorrise.
-Ehi...tu- gridò Sara.
-Si mia signora?-
-Qual'è il tuo nome?-
-Sono...Io sono Marta, mia signopranzo.ra!-
-Marta....grazie.- sorrise Sara e la segui scendendo le scale e andando nella sala da pranzo.

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Capitolo 6
*** Parte 6 ***


Parte 6


La Sala da pranzo...quell'enorme sala, decoratissima. 
Le tende rosse con una decorazione di fili d'oro erano abbinate al tappeto dello stesso colore.
Al centro della sala si trovava un tavolo enorme, color oro.
Sulle pareti erano dipinti dei mosaici che raffiguravano dei cigni,il simbolo di Neuschwanstein.
Il Re era seduto a capo tavola e intorno a lui c'erano vari personaggi.
Vicino al Re era seduta Sofia, la sua fidanzata e anche Fredrick era stato invitato a cena.
-Signorina Sara... accomodati!- disse il Re alzando un calice d'oro.
-Si, mio signore!- si inchinò e Marta le aiutò a sedersi.
Lanciò un occhiata a Fredrick. Quanto odiava quel ragazzo...
-Allora.. Sara... raccontaci qualcosa dell'America!- disse il Re.
-Oh ma certo... America...è America, il solito,come sempre. A New York ci sono molto spesso le mostre d'arte, di moda, di musica.
Quasi tutte le settimane ci sono dei concerti. 
Molti famosi personaggi vengono a esibirsi nella grande mela. E una delle città più famose del mondo, è ovvio!-
-Che tipo di personaggi famosi? Io sono un appasionato di musica, conosco quasi tutti i musicisti- chiese il Re.
-Beh.. tutti.. Beyoncé, Justin Bieber, Miley Cryus, Demi Lovat.......- si fermò quando vide le facce schifate degli altri.
-Chi?- chiese il Re alzando il tono della voce.
-Hehehehe, scherzavo, scherzavo!- ridacchiò Sara e cercò di ricordare qualcosa della storia della musica.- Volevo dire William Billings, ehm....eh....H..Henry Cowell..eh..molti altri- sorrise a 32 denti per coprire in qualche modo la situazione imbarazzante che aveva creato.
-Crowell..lo conosco!-sorrise il Re.
-Già..è veramente..fantastico- deglutì con un sorriso forzato stampato in faccia.
-Bene Sara..molto bene- sorrise il Re - Ti assumo come mio consigliere!-
-Ma ... Mio Signore...- si alzò in piedi Fredrick.
-SILENZIO!- gridò il Re battendo un pugno sul tavolo.
Il ragazzo deglutì - Mio signore....- si inchinò e uscì dalla Sala.
-Ma perché fa cosi?- chiese Sara a Sofia.
-Non ne ho idea- alzò le spalle Sofia.
-Non fate caso a Fredrick...lui ha sempre qualcosa da obiettare- ridacchiò il Re.
Finirono di cenare e Marta accompagnò Sara nella sua stanza.
-Marta... ma che cos'ha Fredrick...mi odia!-
-Non ne ho idea, mia signora!- disse Marta mentre alimentava il cammino della camera di Sara. Lei nel frattempo si era distesa sul letto e guardava il cellulare.
-Se serve qualcosa basta suonare il campanello- sorrise Marta e uscì dalla stanza.
-Stupido Fredrick... ma che cazzo vuole da me?- mormorò Sara e buttò via il cellulare per poi addormentarsi guardando il fuoco.
..............
I raggi del sole splendente di giugno le illuminarono il viso. 
Aprì gli occhi e sussultò quando vide che si trovava ancora nel castello.
Non era un sogno...era ancora lì, nel 1800.
Sospirò e si alzò, sedendosi sul letto.
Si guardò intorno di nuovo. La stanza era bellissima come sempre.
Si strofinò gli occhi e aprì le finestre per poi uscire sul balcone.
Il vento fresco le sfiorò il viso. Chiuse gli occhi.
Qui, l'aria era freschissima e pulita a differenza da New York. La sua stanza era in una delle Torri più alte del castello e da lì c'era una vista da mozzafiato.
Si vedeva tutta la valle intorno. 
Era veramente una bella giornata...ma lei era triste. Le mancava Mitchell e odiava vivere nel 800' dove non funzionava ne wi-fi, ne internet, ne cellulari...niente di niente.
Era come se....fosse tornata a quando aveva 5 anni, anzi, peggio.
Rientrò nella stanza e si guardò allo specchio. 
-Wow..sono...orribile...- fece una smorfia.
Iniziò ad aprire i cassonetti per cercare dei trucchi ma non ne trovava.
Prese allora il campanellino e lo suono.
In poco tempo, Marta era già lì.
Le aiutò a sistemarsi i capelli e le portò dell'acqua per lavarsi.
Dopo di ché le aiutò a mettere su un nuovo vestito e la preparò per la colazione.
Questa volta però non era a tavola con il Re, ma solo con i funzionari di corte.
Una volta pronta, Marta la accompagno nella sala da pranzo dove erano riuniti una decina di persone. 
Si sedette vicino a Fredrick...purtroppo quello era ovunque.
Fece una smorfia e si sedette senza degnarli di uno sguardo.
-Ora non mi degno nemmeno di un saluto...-
disse il biondo con un tono provocatorio.
-Cosa vuoi Fredrick?- chiese senza guardarlo.
-Niente. Maleducata!- rispose lui e si mise a mangiare.
Lei roteò gli occhi e iniziò a chiacherare con gli altri presenti nella sala.
Tutti le chiedevano dell'America, della sua vita e lei era felice di raccontare a tutti la sua storia...ovviamente modificandola da certi punti di vista per renderla adatta per le persone dell'800.
-Vino?- chiese il maggiordomo.
-Si- rispose Sara sorridendo gentilmente.
Chiese lo stesso a Fredrick ma mentre stava versando il vino nel bicchiere, il bicchiere gli scivolò dalla mano e cadde sul vestito azzurro della ragazza sporcandolo.
Lei si alzò di scatto e pure il ragazzo.
-Brutto Figlio di P....- si bloccò vedendo le facce
degli altri funzionari.
Sospirò e corse via per poi uscire dalla sala.
Lui sa segui gridando il suo nome ma la ragazza non si fermò.
Uscirono dalla Sala... lei a qualche metro più avanti correva salendo le scale. 
-Sara...Fermati!- gridava Fredrick.
-Vai a Fanculo Fredrick!- correva senza fermarsi.
Ma il biondo la raggiunse velocemente e l'afferrò per la mano bloccandola sulle scale a chiocciola che portavano alla stanza della ragazza.
-Fermati!- le disse con un tono calmo e silenzioso.
-Non mi fermo! Guarda cosa hai fatto! Mi fai fare delle figure di merda davanti a tutti i funzionari! Perché mi odi così tanto?!- gridava Sara con le lacrime agli occhi.
-Ma io....io non ti odio- rispose il ragazzo.
-Ah davvero? Sono due giorni che sono qui e hai fatto di tutto pur di farmi stare male! Lo vedo benissimo.-
-Sara...mi dispiace. Io non l'ho fatto apposta!- disse lui trattenendola e guardandola negli occhi.
-VAI A FARTI FOTTERE!- gridò Sara e con un gesto rapido si tolse la mano dalla sua presa e corse in camera sua.
-D'accordo Stronza! Fa come ti pare.. Io ero venuto a scusarmi.. e tu fai ancora la dura! Va bene.. tanto sei la preferita del Re ora!- ripose gridando e scese dalle scale.
Sara entrò nella sua camera sbattendo la porta per chiuderla e si appoggiò su di essa sospirando.
-Non c'e la faccio più!- sussurrò e si mise a piangere. 
Scivolò e si sedettee per terra con le mani sul viso. Perché doveva essere lì, in quel luogo?
Chi è stato a fare quell' incantesimo e portarla in quel tempo? E perché? 
Le mancava la sua vita...quella vera, dove non doveva fingere di essere qualcun' altro.
In quell'istante l'unica cosa certa che aveva era che odiava tutto quanto in quel posto.

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Capitolo 8
*** Parte 7 ***


PARTE 7

Era tardo pomeriggio. Marta entrò in camera sua comunicandole che il Re voleva parlarle.
Prese un sospiro. Dopo quello che era sucesso la mattina, non aveva voglia di parlare con nessuno. Era semplicemente arrabbiata. Arrabiata con tutto e tutti.
Aveva trascorso la giornata a letto e non aveva la minima voglia di ubedire a quel ciccione che questi sfigati chiamavano RE. 
Ma si alzò e fece cosi come lui aveva desiderato. Non era in un sogno o in un gioco. Quella era la realtà ora. E lei rischiava la pelle se non faceva quello che il Re aveva richiesto. Meno male si aveva guadagnato un bel posticino nella corte... non poteva permettersi di perderlo ora.
Ringraziò Marta e scese nella Sala del Trono dove il Re era seduto affainco alla fidanzata Sofia, gustandosi lentamente il vino da un calcile dorato.
-Mio signore!- si inchinò davanti a lui accennando un sorriso.
-Sara..- sorrise il Re, felice di vederla.
-Avete chiesto di me.. mio signore?-
-Senti.. Sara...Sei da poco qui e non conosci bene questo splendido luogo. Mi piacerebbe fare una passeggiata con te e con la mia amata Sofia! -
-Ma certamente mio signore! Come desiderate! Per me sarà un piacere!-
-Vai a prepararti allora, e aspettaci in cortile. Andiamo a cavallo! - sorrise il re.
Lei si inchinò e uscì dalla Sala andando a prepararsi.
Cavolo...quel ciccione.. ma che cazzo gli salta in mente. Perché proprio a cavallo? Lei non era mai andata a cavallo e aveva paura di tutti gli animali! Non potevano semplicemente andare a piedi come tutta la gente ''normale''.
Sbuffò e tornò in camera sua. Si tolse il vestito di seta e si mise i suoi vecchi vestiti, del XXI secolo. Quel paio di Jeans sporchi e la maglietta che si mise quando quella mattina Mitchell l'aveva svegliata bruscamente.
A pensarci, sorrise. Le mancava da morire. Era come un fratello per lei... Un fratello decisamente rompicoglione... ma, andava bene anche così. 
Si guardò allo specchio e chiuse gli occhi pensando a lui.
Chissà cosa starà facendo ora. Forse...la sta cercando.
Qualcuno bussò alla porta. Era Marta che l'avvisò che il Re era pronto. 
Scese di corsa tutte quelle scale e uscì in cortile. 
Dei servi tenevano i cavalli. Due cavalli bianchi e uno nero.
Il Re e la fidanzata Sofia erano pronti. Salirono a sella mentre Sara stava cercando di prendere confidenza con il suo cavallo nero. Uno dei servi l'aiutò a salire. 
Sara iniziò a gridare dalla paura. - No...non voglio.. mi fa paura...aiuto...mi mangia questo...''coso''.-
Sofia sorrise. Ludwig invece la stava osservando, un po' divertito e un po' preoccupato.
Sara stava facendo una sceneggiata in mezzo al cortile enorme del Castello dove la gente si fermava e la guardava.
Ridevano, commentavano e sopratutto i bambini erano divertiti a guardarla mente voleva scappare da quel povero cavallo.  Quando si accorse che la gente si era radunata a guardarla si fermò. 
E quelli che cavolo avevano da guardare? E normale che uno abbia paura dei cavalli..cioé...non proprio, ma ...non c'era niente di divertente. 
Un altro servo li raggiunse e insieme miserò Sara sulla sella.
E i cavalli partitono, avvicinandosi verso l'usita del cortile.
Sara si girò verso il castello e vide che sulla porta d'ingresso c'era Fredrick che la stava guardando scocciato.
-Hm...sciocco!- sbuffò Sara e si girò in avanti seguendo il Re Ludwig e Sofia.
Scescero in valle. Il Castello da la giù era magnifico. Appariva come quello delle fiabe.
Il sole tramontava lentamente e si avvicinava all'orizonte.
Raggiunsero il piccolo vilaggio.
La gente stava ancora lavorando. Erano dei poveri contadini, paesani, che non avevano un pezzo di pane. 
Si vedeva la miseria nei loro occhi. 
Scesero dal cavallo e iniziarono a passeggiare per il vilaggio.
-Vedi ...Sara, qui non abbiamo un gran che. Io faccio il possibile per aiutare questa povera gente. Loro sono il mio popolo!- mentre camminava,le persone si fermavano si inchinavano e lo salutavano con gioia. 
I bambini li si avvicinavano e lo abbracciavano. Si vedeva quanto tutti amavano il proprio Re.
Si avvicinarono a un vecchio ''barbone'' che era disteso per strada e li diedero un pezzo di pane nella mano.
Sara osservava ogni movimento, ogni scena e valutava la situazione.
Passarono da una locanda e entrarono dentro.
-Mio signore!- si inchinarono tutti quelli che erano presenti dentro il piccolo e stretto edificio.
-Buon giorno a tutti!- sorrise il Re e si andò a sedere su un piccolo tavolino all'angolo.
I camerieri si avvicinarono subito e presero il mantello di Sofia per poi portare il menù.
-Io prendo un thé- disse Sofia 
-Per me.. un caffé- sorrise il Re.
-Io non prendo niente...va bene cosi!- disse infine Sara.
L'aveva colpito il comportamento del ciccione.
Non se lo avrebbe mai immaginato che un uomo , che viveva in un castello cosi enorme, che possedeva cosi tante terre, cosi tanti schiavi e cosi tante richezze , si comportasse in modo cosi normale con questa gente.
Non aveva mai studiato nella Storia di personaggi del genere.
Di solito i Re non erano cosi... Quell'uomo era l'eccezione.
E poi... tutta quella gente che soffriva, di fame, di miseria e di povertà mentre lei stava conducendo una vita magnifica a New York.. dove aveva tutto e si lamentava di non avere niente.
Era cosi fortunata... a differenza di questi poveri disgrziati.
Dopo aver finito di bere le proprie bevande , il Re  consengò una somma di denaro al proprietario dicendoli di mantenere almeno quella piccola locanda dove la gente popolana si riuniva di sera. 
Dopo di che uscirono e tornarono nel Castello.
-Mio signore...se dovrei paragonarvi a un Re o Regina della Storia... voi sareste sicuramente la Principessa Diana.!-  sorrise Sara.
-Chi?- rimase dubbioso il Re.
-Ah..La ...principessa....Diana.?- 
-Sofia, chi è questa principessa Diana?- si rivolse alla sua fidanzata.
Sofia scosse la testa e Sara rendendosi conto di quello che aveva detto cercò di smentire.
-Ehehehe.... scherzavo.. cioé forse e meglio se vado a letto..Ho la febbre..e  non so quello che dico. Sà..come ci si sente no? E ovvio...hehe- si allontanò sorridendo e iniziò a correre per le scale verso la sua camera.
-Idiota!- gridò...-Sono cosi stupida!- sbuffò e entrò in camera sua.
Chiuse la porta e sospirò..Quando si girò vide di fianco al cammino Fredrick che stava in piedi in silenzio e la stava guardando con uno sguardo gelido e serio.
Sara sobbalzò a vederlo. 
-Dio Mio...che ci fai qui Fredrick?- 
Lui non  rispose e continuò a guardarla.
-Con quale permesso ti sei concesso di entrare nella mia camera?-
-Chi sei tu?- chiese lui con un tono secco e rigido.
-Che cosa?- la ragazza si avvicinò a lui.
-CHI SEI TU?- ripeté lui senza  fare il minimo moviemto.
-Perché ...perché mi stai facendo queste domande?-
-Da dove vieni veramente?-
-Sono Sara e sono Americana! Non ti basta?-
-No!-
-Allora esci dalla mia camera! Io non sono obbligata a dare spiegazioni a nessuno!- iniziò a gridarli incotro Sara.
-Sara.. ti prego! Io voglio solo...-
-Tu vuoi che cosa Fredrick?...-si avvicinò sempre di più a lui calpestando un pezzo di stoffa che le era caduto dal vestito che indossava la mattina. Questo li si intrecciò fra i tacchi e lei cadde in avanti direttamente tra le mani del biondo.
Lui con un gesto rapido la prese i  braccio e la guardò negli occhi.
-Guarda dove vai!- le disse.
Sara sospirò. I suoi occhi... cazzo... quel azzurro ghiaccio.
Sentì che la stava congelando  con quello sguardo.
-Lasciami in pace...- sussurrò lei.
-No.. finché non saprò la verità!- sussurrò anche lui con un tono convinto.
La ragazza si alzò in piedi e il biondo abbandonò la stanza a passi veloci.

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Capitolo 8
*** Parte 8 ***


Parte 8

Sara non riusciva a prendere sonno. Era notte fonda e nonostante la stanchezza non riusciva ad addormentarsi.
Si alzò dal letto e uscì sul balcone.
C'era la luna piena che illuminava con il suo bagliore tutta la valle. Era decisamente un bel paesaggio. 
Ma quelle frasi pronunciate da Fredrick le turbavano la mente. Se quel biondo avesse scoperto la verità...lei era nei guai fino al collo.
Doveva inventarsi assolutamente qualcosa.
Prese un sospiro e abbandonò la propria camera dirigendosi verso il pian terreno del castello.
Forse, fare un giro per il castello era una buona idea per riflettere un po'.
Lasciò i tacchi di fronte alla porta della camera cosi da non fare rumore e scese le scale.
Arrivata nell'enorme corridoio prese una delle candele cornice e si incamminò.
Osservava i volti dei personggi dipinti nei quadri che decoravano tutto il coridoio da entrambi le pareti.
Non era poi cosi male vivere in quest'epoca. C'erano anche qui i lati buoni. Per esempio queste ricchezze qui.
I quadri erano stupendi. 
Si fermò di fronte a uno molto grande che raffigurava Fredrick con l'armatura da cavliere.
Quegli occhi azzurri... questo quadro...era esattamente quello che l'ha aveva impressionata anche mentre stavano facendo la visita con Tobias e Mitchell.
Si avvicinò senza togliere lo sguardo da quegli occhi.
Fredrick era cosi bello che poteva far invidia a tutti i modelli e attori di Hollywood.
Nonostante la sua bellezza...era un gran bastardo però.
Fece una smorfia e si allontanò per arrivare alla fine del corridoio e aprire la Sala del trono.
C'erano le due sentinelle che la fecero passare riconoscendo il suo ruolo nella corte.
Dalla Sala del trono uscì sul balcone.
Questo era vermente molto grande. C'erano i tavolini fuori ed era tutto ornato da fiori.
Si avvicinò alla rinchiera e si sporse per guardare in giù.
Decise di rimanere un po' li. Si alzò il vestito e si mise seduta sulla ringhiera.
Forse non sarebbe mai più tornata nel XXI secolo... forse è ora di prendere in considerazione l'idea di farsi una vita in quest'epoca. Aveva già guadagnato un buon ruolo in corte e questo andava più che bene. 
Doveva dire addio a tutti i suoi cari del passato...o futuro...
Dire addio al suo amico Mitchell e sperare che un giorno si ricordino di lei.
Era ora di abbandonare tutti i beni e ricchezze che aveva lì, la sua carriera da modella e attrice, lo shopping sfrenato e le serate in discoteca con gli amici.
Era ora di abbandonare quella vita e cominciare a vivere qui...come una di quest'epoca.
-Ei..-
Sussultò la ragazza sentendo la voce di Fredrick dietro di lei.
-Che ci fai qui Fredrick?-
-Te lo dovrei chiedere io!- disse lui avvicinandosi.
-Io...sto solo riflettendo!- si girò guardando il vuoto e il biondo avvicinandosi, si sedette vicino a lei.
-E' pericoloso stare qui, da sola...sopratutto di notte! Potresti cadere e finire giù...sopra quelle roccie.-
-Lo so....- disse lei guardando in giù.
-Sara...scusami per prima...-disse lui abbassando lo sguardo.
-Tranquillo....-
-Comunque, ora mi è tutto chiaro. Ho capito tutto! Non devi spiegare niente...Dopotutto ogninuno ha i suoi segreti no?-
-Tu....ma...davvero? Cioé...davvero hai capito?-
-Si... Ho capito! Mi è servito un po' di tempo ma.. ho capito! Tu non sei da qui, giusto?-
-Già... è cosi...io non sono di qui...Io..
-Tu vieni da un altra epoca.!- disse lui  e si girò guardandola direttamente negli occhi.
Erano cosi vicini ora che anche se volesse mentire...non ci sarebbe riuscita..I suoi occhi dicevano la verità.
Lui non toglieva lo sguardo e lentamente iniziò ad avvicinarsi al suo viso.
I suoi fottutissimi occhi azzurri erano illuminati dal bagliore della luna piena ed erano cosi belli...
Le prese il viso e sfiorò le sue labbra a quelle della ragazza per poi accennare un sorriso.
Cominciò a baciarla  e lei ricambiò... ricambiò senza pensarci due volte... nonostante l'odio che provava per lui. Forse quel odio non era altro che il fastidio che provava nei suoi confronti. Dopotutto erano uguali. 
Lei era orgogliosa, egocentrica, e voleva sempre avere ragione e lui pure... ecco da dove nasceva quell'odio.
Eppure ora erano qui, insieme, a baciarsi sotto il bagliore della luna piena in una notte fonda di giugno.
E quel bacio non era un semplice bacio. Era qualcosa di più... sicuramente. Perché sentiva il tremore delle sue mani che accarezzavano il viso di lei. E lei sentiva qualcosa dentro di se, qualcosa che la faceva stare fottutamente bene. Qualcosa che aveva provato poche volte nella vita. Qualcosa come la soddisfazione di comprarsi i nuovi tacchi di Dolce & Gabbana , oppure come quando faceva i servizi fotografici e la sua foto compariva sulle riviste, o come quando fece la prima sfilata a 15 anni, o quando fece la protagonista di un film. Era qualcosa del genere, una soddisfazione assurda, un senso di felicità, di gioia, piacere, serenità e tranquillità, eppure era tutto cosi...gratis. E dipendeva tutto da quel ragazzo.
Si stacco leggermente e lo guardò negli occhi.
-Fredrick...- sussurrò lei guardandolo negli occhi.
-Sara...- le prese il viso guardandole le labbra
-Rimaniamo qui ancora un po'- sorrise e riprese a baciarlo.
 
 

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