Hurricane

di SlytherinPrincess
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue: Let me go ***
Capitolo 2: *** My Darling, Life is Unfaithful ***
Capitolo 3: *** Hurricane ***



Capitolo 1
*** Prologue: Let me go ***


1

1° Capitolo

 

Prologue

 

 Let me go

 

Il sole era alto nel cielo azzurro ghiaccio come gli occhi del ragazzo che disteso sull’erba smeraldina; fissava le candide nuvole che di tanto in tanto facevano capolino in quell’azzurro intenso che lui tanto amava. Era sulla riva del Lago Nero, gli esami erano finiti e lui si stava rilassando prima di andare a preparare le valige per tornare a casa dalla sua famiglia.

 

Il ragazzo chiuse gli occhi era felice come non mai, gli esami sapeva che erano andati bene, a casa i suoi genitori erano fieri di lui e il suo migliore amico, Albus Severus avrebbe passato l’estate a casa sua insieme alla cugina, Rose, la sua fidanzata. Stavano insieme da anni ormai all’inizio le loro famiglie erano contrarie ma poi li avevano lasciati decidere; cioè le loro madri avevano minacciato i loro padri.

 

Scorpius ghignò al ricordo di quel giorno di quasi tre anni prima, riaprì gli occhi stiracchiandosi svogliatamente quando una voce dolce e delicata iniziò a chiamarlo da lontano, il ragazzo si voltò e vide la sua ragazza che gli correva incontro, i lunghi boccoli cremisi ondeggiavano ritmicamente a ogni suo passo, sorrise era bella ed era sua.

 

“Scorpius! Miseriaccia, ma dove diavolo sei sparito, ti ho cercato tutta la mattina!” disse lei, immergendo i suoi occhi cobalto in quelli del ragazzo.

 

“Qua, a rilassarmi un po’…” rispose lui dandole un casto bacio sulla guancia.

 

“Non ti ho dato il permesso!” replicò lei facendo ridere il fidanzato;

 

La ragazza fece passare delicatamente la sua piccola mano sul volto dai tratti regali del giovane facendolo sorridere amabilmente, poche volte l’aveva visto sorridere a quel modo e solo quando erano insieme, era il loro, il suo sorriso…

 

Rose appoggiò la testa sulla spalla del biondo sospirando mestamente.

 

“Che succede? Non sembri felice, eppure fino a ieri non stavi nella pelle di venire a casa mia per tutta l’estate…” disse lui stringendola a sé baciandole la fronte con tenerezza.

 

La ragazza sospirò allontanandosi un po’ dal ragazzo, tormentandosi le mani, prese un bel respiro.

 

“Non posso venire da te quest’estate, i miei vogliono andare a fare un viaggio per l’Europa e sai quanto amo viaggiare! Non posso perdermelo!” disse la ragazza tutto d’un fiato mentre lui la fissava tra lo stupito e l’arrabbiato.

 

“Rose, ti ci porto io in Europa! E dai!” replicò lui cercando di convincerla.

 

La ragazza scosse la testa talmente veloce che i suoi capelli sembravano tante lingue di fuoco impazzito.

 

Il giovane la guardò con sguardo freddo e distante, in quel momento la somiglianza con suo padre era ancora più evidente, lo stesso sguardo e lo stesso sorriso cattivo, gelido e malevolo.

 

“Non dire cazzate, Rose, cosa c’è? Non sapevi come lasciarmi e adesso ti accampi con queste stronzate? Ti stai arrampicando sugli specchi!” disse gelido come mai era stato, la voce pungente da bambino viziato che aveva sempre caratterizzato il padre e che Scorpius tanto odiava, adesso si stava riflettendo su di lui come un ombra.

 

La strega si allontanò ancora di più come scottata e lo fulminò con lo sguardo.

 

“Smettila di fare il bambino viziato!” urlò lei trattenendo le lacrime, cosa che per fortuna aveva preso da sua madre.

 

“Non faccio il bambino viziato, sono solo un fottuto realista, Weasley!” sibilò lui sempre più gelido e scostante.

 

“Da quando in qua mi chiami per cognome?” disse lei a denti stretti, serrando i pugni, ferita nell’orgoglio.

 

“Da quando tu mi molli per l’estate per andare in Europa?” replicò lui strafottente.

 

“Sai quanto ci tengo!”

 

“E tu sai quanto ci tengo io a averti a casa mia per l’estate! Ma se preferisci la compagnia di qualche italiano o francese fai pure!” disse lui con cattiveria.

 

“Ma cosa dici! Scorpius Hyperion Malfoy, sei proprio un bambino!” urlò Rose ormai incapace di trattenere le calde lacrime che avevano iniziato a scenderle dagli occhi.

 

Lui si voltò dall’altra parte offeso, lo sapeva: adesso lei gli avrebbe chiesto scusa e sarebbe passato tutto, ma due parole fredde e pungenti lo trafissero come delle lame incandescenti facendolo quasi crollare.

 

“E’ Finita… Scorpius non ce la faccio più, tu non ti fidi di me… Forse siamo andati troppo avanti, forse avevano ragione… Basta! Addio” urlò lei girandosi di scatto e iniziando a correre verso il castello senza voltarsi.

 

Scorpius fissò per qualche istante il punto dove c’era stata Rose fino a pochi attimi prima, sentì qualcosa nel petto frantumarsi, sentì l’aria mancargli ma non fece niente per sentirsi meglio se non ghignare; con passo composto e regale si incamminò verso i dormitori di Serpeverde dove avrebbe preso le sue cose per tornare a casa.

 

*****

 

Erano passati circa due mesi da quando lui e Rose si erano lasciati, la prima settimana non aveva neanche rivolto parola al povero Albus che passava le giornate a parlare con i suoi genitori i quali non erano sempre troppo disponibili con lui.

 

All’inizio della seconda settimana però Albus convinse il biondo a alzarsi dal letto e riprendere la sua vita, in fondo di ragazze c’e ne erano tante disse il moro trascinando il giovane Malfoy in giro per Diagon Alley, Londra babbana e tanti altri posti, non avrebbero avuto molto tempo per divertirsi una volta iniziati i loro corsi.

 

A malavoglia Scorpius doveva ammettere che si stava divertendo e ormai la ragazza era soltanto un ricordo della sua adolescenza.

 

Una mattina di inizio agosto Albus corse come un ossesso nella camera del biondo facendo irruzione, svegliando il malcapitato, facendogli prendere un accidente.

 

“Malfoy, alza il culo da quel letto! Una lettera dei tuoi nonni!” urlò il moro tirando giù le coperte del ragazzo che imprecò tirando un cazzotto nello stomaco del migliore amico.

 

“Stupido Potter! Ma che bisogno c’era di svegliarmi a quel modo! Pazzo maniaco!” disse il ragazzo prendendo la lettera dalle mani di Albus, notando che era già aperta.

 

“Dimmi una cosa, caro Albus… Non è che hai già letto la lettera per caso?” sibilò scocciato il ragazzo.

 

“Lo sai sono curioso!” disse il moro grattandosi la testa leggermente imbarazzato.

Il biondo lo guadò di sbieco trattenendo un sorriso, iniziando a leggere la lettera.

 

Caro nipote.

 

Io e tuo nonno abbiamo pensato che sarebbe bello riunire la nostra famiglia, e ci farebbe piacere se il quindici di questo mese ti unissi ai festeggiamenti insieme ai tuoi genitori e al tuo amico, visto che ci è giunta voce che il piccolo Potter è in visita a casa vostra.

 

Saluti i tuoi nonni

 

Lucius e Narcissa Malfoy.

 

 

Il biondo sorrise scuotendo la testa.

 

“Ma, Principino i tuoi nonni sono sempre così affettuosi?” domandò strafottente il moro beccandosi una cuscinata in viso dal più giovane dei Malfoy.

 

“Ci andiamo?” chiese d’un tratto il biondo

 

“Certo che si! Io voglio vedere se hai qualche cugina da presentarmi!” disse il moro arrossendo leggermente, non c’era niente da fare, per quanto ci provasse Albus non era così disinvolto come suo fratello James e sua sorella Lily, lui era impacciato, dolce e timido, era strano che fosse finito a Serpeverde…

 

Il ragazzo si distese sul letto pensando alla festa che si sarebbe svolta dopo pochi giorni, sì, forse si sarebbe divertito; in fondo non aveva più niente da perdere, aveva già perso tutto quando Rose lo aveva lasciato…

 

*****

 

“Potter, esci da quel bagno è ora di andare! Non ho cugine! Alza il culo e vieni qua!” urlò Scorpius bussando come un ossesso alla porta del bagno dove il suo migliore amico si era sigillato.

 

Il moro aprì la porta imbronciato e senza una parola i due scesero in salotto dove Draco e Astoria stavano aspettando i due ragazzi.

 

“Beh, era l’ora!” sibilò acido Draco

 

“Avevamo da fare” replicò con voce atona Scorpius entrando nel camino insieme a Albus, pochi istanti e le fiamme smeraldine li catturarono trasportandoli nel salotto della casa di Lucius e Narcissa Malfoy.

 

Il salotto era immenso, le pareti erano di pietra scura con attaccati molti quadri che ritraevano scene di guerra o ritratti di famiglia, tutto era in perfetto stile gotico, il pavimento di granito scuro era talmente pulito che i ragazzi vi ci si potevano specchiare, ai lati della stanza vi erano armature e alcuni mezzi busti di tufo; un immensa finestra si apriva sul giardino del Maniero reso ancora più suggestivo dal sole che lentamente stava tramontando lasciando spazio a una notte scura illuminata soltanto da piccole stelle e dalla luna candida e perfetta. Un gigantesco lampadario di cristallo si trovava al centro della stanza proprio sopra ai divani scuri dove erano seduti alcuni invitati.

 

Albus era davvero impressionato dalla maestosità di quella casa, i suoi genitori avevano sempre detto che la famiglia di Scorpius amava ostentare la sua ricchezza ma pensava che fosse solo un altro modo per screditare l’amico e ne aveva avuta conferma con la villa dove abitava l’amico con i genitori che era si immensa ma non era “carica” come la villa dei suoi nonni.

 

Una donna dai lineamenti delicati e i capelli biondo cenere era seduta sul divano dinnanzi al camino vicino a un uomo dai capelli lunghi, corvini e la pelle scura molto in contrasto con i suoi occhi pervinca i due salutarono con un sorriso gentile Scorpius.

 

“Zio Blaise, Zia Daphne…” disse con voce atona il ragazzo

 

“Ci sono anche Nathan e Athena?” chiese il giovane ai suoi zii.

 

“Sì, sono in giardino, credo…” disse Daphne indicando la porta finestra.

 

“Ma i tuoi genitori quando arrivano?” domandò strafottente Blaise, con un ghigno malizioso sulle labbra, Albus stava per strozzare, nessuno in casa sua aveva mai fatto strane allusioni sui suoi genitori o su i suoi zii…

 

“Non lo so, ma se hanno da fare meglio non disturbarli no?” replicò altrettanto maliziosamente mentre si dirigeva verso il giardino seguito da Albus il quale cercava di non arrossire, inutilmente.

 

Daphne rise alla battuta del nipote e Blaise ghignò sussurrando qualcosa alla moglie la quale annuì cercando di trattenere di nuovo le risate.

 

“Ma i tuoi zii… Sono sempre così… Così… Insomma, così!” chiese impacciato il moro raggiungendo il biondo.

 

“Sì, se non peggio oggi si sono trattenuti…” rispose semplicemente il ragazzo alzando una mano in modo di saluto a due ragazzi seduti su una panchina a parlare con un'altra ragazza, Scorpius non la riconobbe ma non le diede molta importanza.

 

“Athena, Nathan!” Salutò il biondo dirigendosi verso i ragazzi.

 

La ragazza aveva lunghi capelli color corda, la pelle color caffè latte e gli occhi color pervinca del padre; era alta e sinuosa nei movimenti, un sorriso dolce si aprì sulle sue labbra correndo in direzione del cugino per salutarlo con un sonoro bacio sulla guancia.

 

“Ciao, Scorpius!” disse con voce dolce la ragazza, salutando con un sorriso Albus il quale sentì le guance andare a fuoco.

 

“Hei, Moccioso!” disse il ragazzo raggiungendo la sorella per salutare Scorpius.

 

Il giovane aveva la pelle leggermente più scura della sorella e i suoi capelli pece erano corti e dritti sulla testa mentre i suoi occhi giada erano identici a quelli della madre.

 

“Ciao anche a te, Nathan” replicò Scorpius tirando un pugno sulla spalla del cugino.

 

I due ragazzi erano più grandi di Albus e Scorpius, Nathan aveva quasi ventuno anni e Athena ne dimostrava almeno venticinque anche se ancora ne aveva diciannove; Albus li aveva visti qualche volta nella sala comune di Serpeverde o per i corridoi ma erano sempre sfuggenti e sulle loro, non avevano molti amici stavano sempre con una ragazza e un ragazzo, se non sbagliava Nott e Goyle; studiavano sempre per quello non li aveva mai conosciuti bene.

 

“Ciao anche a te, sconosciuto!” disse allegra Athena porgendo la mano a Albus il quale la prese sorridendo e ringraziando il cielo che fosse ormai buio e non si notasse il suo imbarazzo.

 

“Io sono Al…” disse il ragazzo.

 

“Piacere, Al io sono Athena e lui e mio fratello Nathan, lo so può sembrare scemo, e lo è ma è anche abbastanza sopportabile!” replicò lei facendo ridere Scorpius e la ragazza che era ancora seduta sulla panchina dove fino a prima del loro arrivo vi erano anche i due Zabini.

 

La risata della ragazza era delicata, non volgare cristallina e allegra, colpì subito il ragazzo che smise di ridere e guardò nella direzione della ragazza la quale a sua volta smise di ridere e imbarazzata chinò la testa iniziando a tormentare il suo vestito rosa antico.

 

Albus e i due Zabini fissarono i due ragazzi sorridendo sotto i baffi.

 

“Scorpius lei è Lyra è la nipote di Rabastan, il fratello di Rodolphus Lestrange.” Disse Athena indicando la ragazza che in quel momento alzò lo sguardo verso il biondo con aria titubante e sorrise leggermente.

 

“Lyra lui è Scorpius, mio cugino; cioè l’idiota di mio cugino, il figlio del furetto di cui ti stavamo raccontando prima…” disse la giovane facendo quasi scoppiare a ridere di nuovo la ragazza che, nervosa alzò una mano e si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

 

“Ciao” disse semplicemente la ragazza senza alzare lo sguardo; la sua voce era delicata come la sua risata, leggera e soave; Scorpius sorrise senza un vero motivo, si sentiva stranamente felice, veramente felice, cosa che non accadeva ormai da mesi…

 

“Ciao, Lyra”

 

“Ragazzi, venite dentro, prima che Lucius e Narcissa si arrabbino…” disse Astoria avvicinandosi al gruppetto.

 

Anche se ormai aveva quaranta due anni, la madre di Scorpius aveva ancora il carattere ribelle della sedicenne che aveva fatto innamorare suo padre così follemente da volerla sposare subito dopo la fine della scuola.

 

“Arriviamo” disse Athena prendendo per un braccio Albus e trascinandolo dietro a sua zia, seguita da suo fratello che guardava il piccolo Potter con aria comprensiva; chi cadeva nelle grinfie della sorella era raro che ne uscisse intero

 

Scorpius e Lyra rimasero, così, soli.

 

“Ehm, vuoi andare dentro?” domando il giovane indicando il salotto dove si erano riuniti tutti.

 

La strega annuì e si alzò con eleganza dalla panchina precedendo Scorpius verso il salotto; il biondo la guardò stranito appena la luce della stanza illuminò il suo volto, già al buoi aveva notato che fosse bella ma alla luce forse lo era ancora di più; i suoi capelli castano ramato le scendevano delicati in morbidi boccoli lungo le spalle diafane lasciate scoperte dal suo vestito rosa antico che le fasciava dolcemente il ventre piatto rimettendo in risalto la sua figura delicata e sinuosa; il giovane scosse la testa e seguì la ragazza verso l’interno del Maniero.

 

La cena passò senza che Scorpius e Albus se ne accorgessero; il primo intento a studiare i delicati movimenti della piccola Lestrange e il secondo troppo preso dai discorsi con Athena;

 

Il biondo non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, qualcosa in lei lo attirava come una calamita, la prima cosa era la voce: bassa e delicata, poi la timidezza che la faceva sembrare ancora una bambina nonostante avesse quasi diciotto anni; i movimenti delicati e mai superflui e soprattutto gli occhi, l’avevano colpito, erano di un viola intenso con delle striature cobalto, ingenui e affettuosi, caldi nonostante fossero di colore freddo.

 

Finita la cena Albus e Athena andarono in biblioteca con la scusa di cercare un vecchio album fotografico mentre Nathan conversava con gli adulti.

 

Scorpius si era appoggiato allo stipite della porta incrociando le braccia al petto continuando a studiare la ragazzina che era seduta fra il nonno e il padre con aria infelice, non sembrava gradire stare in compagnia dei suoi parenti, la vide sussurrare qualcosa al orecchio del padre e alzarsi e andare di nuovo verso il giardino con passo sicuro e troppo veloce rispetto alla sua solita camminata.

 

Il giovane la seguì cercando di non farsi notare da nessuno, la trovò seduta di nuovo sulla panchina con le braccia incrociate sotto il petto e un piede che batteva nervoso sulla ghiaia del sentiero, la testa chinata lasciando che i capelli ramati le scendessero sul volto.

 

“Lyra…” disse il ragazzo sedendosi vicino a lei e appoggiandole una mano sul braccio.

 

La giovane alzò di scatto il viso come riscossa da un brutto sogno e incontrò gli occhi color tempesta del ragazzo, arrossì leggermente era troppo vicino, non era abituata a stare con le persone; sua madre non l’aveva mai mandata a scuola, la istruiva lei a casa.

 

“… Che succede?” chiese con gentilezza allontanandosi un po’, notando l’imbarazzo della ragazza.

 

“Niente” sussurrò lei mandandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio come faceva quando era nervosa.

 

“Non è vero se no non saresti scappata a quel modo”

 

“Io non sono scappata… Cioè non sopporto che parlino male di mia madre e me ne sono andata” disse con semplicità e innocenza disarmante la giovane.

 

“Parlano male di tua madre? E perché?” chiese ingenuamente il biondo.

 

“Beh mamma ha lasciato mio padre e è tornata in Irlanda portandomi con sé quando ero ancora piccola, da allora passo qualche estate qua e loro parlano male di mamma come a chiedere conferma a me…”

 

“Abiti in Irlanda?” domandò il ragazzo stralunato

 

“Sì”

 

“Ti manca l’Irlanda?”

 

“Perché dovrebbe mancarmi? E’ un posto come un altro, non c’è niente e nessuno che mi può fare dire che quella è casa mia o che mi manca…” disse con semplicità la strega.

 

“Beh perché è casa tua…”

 

“E’ irrilevante, casa può essere ovunque è un posto dove si abita, non dove ci piace stare, come il mio nome è un nome non è speciale, ti risponderei anche se mi chiamassi Geltrude no?” affermò lei alzando il viso per ammirare il cielo stellato.

 

La luce della luna accarezzava dolcemente i suoi lineamenti mettendo in risalto la sua pelle diafana, il ragazzo la osservò silenziosamente per quasi tutta la sera e lei fece lo stesso, impararono a conoscersi senza parlasi, solo osservandosi.

 

Quando fu il momento di andare si svegliarono come da un sogno, si sorrisero e rientrarono nel salotto, senza neanche sfiorarsi, vicini anche se distanti.

 

“Saluta, Lyra…” disse Rabastan rivolto alla nipote.

 

“Arrivederci a tutti” disse lei sorridendo a Scorpius in particolare.

 

“Ciao, Lyra…” replicò il ragazzo sorridendole per poi abbassare la voce di modo che solo lei potesse sentirlo.

 

“… Ci rivedremo vero?” chiese con dolcezza

 

Lyra sorrise, cercando di nascondere il pudico rossore che le era affiorato sulle guance  e annuì impercettibilmente seguendo il padre e il nonno fuori dal maniero.

 

 

 

My Space:

 

1° capitolo concluso, spero di avervi intrigato almeno un pochettino... Spero che commenterete Zao a presto, spero; lavoro pemettendo^_^XD Kiss zaoooooooooooo

 

Debby

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Capitolo 2
*** My Darling, Life is Unfaithful ***


2

2° Capitolo

 

My darling…

 

Life is Unfaithful

 

“Rose, dai… Non è la fine del mondo! Accidentaccio è passato quasi un anno!” disse una ragazza dai capelli cremisi, lunghi e perfettamente curati; la ragazza aveva un viso dolce reso quasi infantile da delicate lentiggini che le affioravano sul nasino dalla curva morbida come le forme del suo corpo. Era cresciuta la più piccola dei Potter non era più una bambina, ormai era una donna a tutti gli effetti bella come la madre e determinata e fiduciosa come il padre, paziente come il fratello, Albus e allegra come il maggiore James.

 

“Ma Lily! Come fai a dire una cosa del genere? Cavoli io l’amavo, non posso buttare tutto così come se niente fosse in pochi mesi” replicò Rose buttandosi sul suo letto, vicino a dove era seduta la cugina.

 

Lily sorrise mestamente, quanto era ingenua sua cugina? Le accarezzo la testa facendo scivolare le sue dita affusolate fra i morbidi ricci della rossa la quale si voltò a fissare la cugina; le stava nascondendo qualcosa, era tornata da pochi giorni da Copenhagen  dove, durante la sua vacanza dell’estate precedente aveva deciso di fermarsi e aveva affittato una piccola casa dove abitava con una vecchia signora, ma la nostalgia di casa era forte; così aveva deciso di tornare.

 

“Cosa mi nascondi, Lily!” disse la ragazza bloccando la mano della cugina.

 

“Niente!” disse troppo in fretta la strega.

 

“Non mentire, assomigli troppo a zio Harry, non sai dire bugie!” sibilò la maggiore dei Weasley in modo identico a sua madre quando cercava di sapere la verità da suo padre e suo zio.

 

La piccola Potter abbassò lo sguardo nocciola fissando i suoi piedi che stava facendo dondolare avanti e indietro come quando erano bambine e Rose la sgridava perché aveva combinato qualche marachella con suo cugino, Hugo il fratello di Rosie.

 

“Ti farà male…” sussurrò la giovane facendo scivolare i capelli in avanti per coprirsi il volto.

 

“Non importa, voglio la verità!” sussurrò lei, pronta a sentire quel che era successo in quel anno in cui si era volontariamente esclusa dal suo mondo, dai suoi amici, da lui… Sarebbe potuta tornare a casa e andare da lui chiedere scusa ma… Non l’aveva fatto se ne era andata in vacanza e ora voleva sapere la verità, cosa era successo al ragazzo che aveva tanto amato?

 

“Rose… Lui… Albus mi ha detto che è stato prima perché ti assomigliava poi… Poi perché si è innamorato… Io…” disse la strega cercando di formulare una frase coerente senza riuscirci del tutto.

 

“Lily, per Morgana! Dimmi cosa è successo!” urlò la donna facendo voltare la cugina.

 

“Scorpius a una festa a casa dei suoi nonni ha incontrato una ragazza, Al ha detto che per certi versi ti assomiglia ma poi si sono conosciuti meglio… Si è innamorato di lei, Rose e… A Albus è arrivato un invito la settimana scorsa… Si sono sposati, Rosie…” sussurrò la rossa con le lacrime agli occhi per la cuginetta.

 

Rose fissò la piccola Potter con occhi vuoti, sentiva freddo, si sentiva fredda e sola; svuotata dalla voglia di vivere, in un anno l’aveva dimenticata? Così facilmente? Cosa era successo, perché era successo? Sentì gli occhi riempirsi di lacrime ma le trattenne se lui l’aveva dimenticata perché lei non poteva fare altrettanto?

 

Si alzò di scatto dal letto e aprì il suo armadio iniziando a rovistarci dentro tirandovi fuori una maglia che le aveva regalato Victoire, la figlia maggiore di suo zio Bill, e una gonna regalata da Lily seguita dalle scarpe di sua cugina Roxanne.

 

Si cambiò sotto gli occhi straniti di Lily, si trucco in fretta, si acconciò i capelli e si voltò verso la Potter che la fissava incredula. 

 

Se era possibile, in un anno la piccola Rosie era diventata ancora più bella e sensuale di prima, non sembrava neanche la Capo Scuola che tutti temevano per la sua severità e dedizione per le regole, mai truccata, sempre acqua e sapone bella nella sua semplicità infantile. Ora Rose era truccata come era solita fare Dominique vestita con cura come Victoire, attenta ai particolari come Roxanne pettinata con cura maniacale come Lily alta e slanciata come solo un Weasley è, forte come sua madre; perfetta e pericolosa…

 

“Dove volevi andare questa sera?” chiese serafica la ragazza cercando la sua borsa.

 

“In un Pub nuovo…” replicò la rossa sorridendo dolcemente alla forza della Weasley.

 

“Allora cosa stiamo aspettando? Andiamo?” replicò lei avviandosi alla porta della camera.

 

“Viene anche Albus e la sua ragazza e il fratello di lei, spero che non ti scocci…” disse la Potter prendendo a braccetto la ragazza.

 

“No, per niente, viene anche James?”

 

“Sì, e dovrebbero venire anche Dommy, Lou, Roxy, Lucy, Molly, Fred, Hugo e Lysander e Lorcan.”

 

“Siamo davvero tanti!”

 

“E che ti aspettavi?”

 

Rose sorrise e scosse la testa allontanandosi un po’ dalla ragazza per prenderla per mano. Potevano dire quel che volevano di Lily, che non era una ragazza seria, che cambiava troppo spesso ragazzo che a prima vista sembrava una ragazza facile, ma era sua cugina e l’amava proprio per come era, naturale e vera non si nascondeva dietro la facciata da brava bambina per poi deludere tutti lei era sé stessa sempre; la gente si sbagliava su di lei, Lily era una persona stupenda.

 

Le ragazze si sorrisero di nuovo prima di uscire dalla casa dei genitori di Rose seguite da Hugo e dagli sguardi intontiti di Hermione e Ron stupiti di vedere Rose uscire vestita come una donna della sua età e non come faceva di solito con il suo stile sobrio.  

 

*****

“Sei sicuro che non ci sarà Rose?” domandò in un sussurro il ragazzo seduto nel salotto del suo Maniero, regalo dei nonni, per il suo matrimonio avvenuto da neanche una settimana.

 

“Sì! Scorpius per la millesima volta, Rose ha detto a Lily che non sarebbe venuta e poi mi vuoi lasciare solo a tenere buoni Athena e Nathan?” Replicò il secondogenito dei Potter seccato.

 

“Cazzo, Al non urlare, Lyra è di la e se poi si ingelosisce?”

 

“Ma vaffanculo, non si ingelosisce facilmente è troppo pacata quella ragazza per farti delle scenate come faceva mia cugina” replicò seccato il moro incrociando le braccia al petto.

 

“Ancora? Non nominare Rose, e poi ultimamente è strana, negli ultimi due mesi è altamente suscettibile…” affermò pensieroso il biondo passandosi una mano fra i serici capelli biondi.

 

“A me non sembra”

 

“Ma tu non ci vivi caro il mio Potty!” disse strafottente il biondo ghignando come solo un Malfoy sa fare.

 

“Perché ti dispiace?” sibilò la voce calma e leggera di una donna dai capelli cremisi apparsa sulla porta del salotto dove i due stavano parlando.

 

Scorpius si voltò sorridendo dolce alla neosposa incontrando i suoi occhi pervinca che l’anno prima l’avevano tanto stregato.

 

“No, Lyra, questo mai sei la cosa più bella che mi sia mai capitata” disse lui alzandosi dal divano accarezzando la guancia diafana della donna che sorrise timidamente abbassando lo sguardo arrossendo pudicamente. Non era cambiata dall’anno precedente, bella, pacata e timida.

 

Albus sorrise guardano il suo migliore amico e sua moglie, Scorpius si lamentava come sempre, era una sua caratteristica da principino viziato, ma era felici glielo si leggeva negli occhi sempre tanto gelidi eppure così espressivi con gli amici e le persone a lui care.

 

Lyra sorrise timidamente allontanandosi un po’ da Scorpius unendo le mani lungo il corpo.

 

“Albus quando hanno detto che arrivano Athena e Nathan?” domandò la ragazza sorridendo dolcemente all’amico del marito, gli era simpatico era un ragazzo impacciato e gentile molto sensibile e riusciva a tenere Scorpius lontano dai guai.

 

“Nove e mezzo circa”

 

“Sono le nove, meglio che mi vada a preparare, Scorpius tu sei già pronto?” chiese la ragazza appoggiando una mano sul braccio del marito che si era incantato a osservarla.

 

Amava osservare Lyra quando sorrideva, quando dormiva, sempre, Scorpius sarebbe rimasto ore a guardarla, in silenzio l’aveva stregato con i suoi movimenti dolci e regali e il suo carattere timido e calmo niente l’avrebbe mai turbata, si fidava delle persone; era fragile, la voleva proteggere e non l’avrebbe lasciata andare mai più…

 

“Come?”

 

“Sei già pronto?”

 

“Sì, Lyra, già fatto e poi non posso lasciare Al da solo, ci distruggerebbe casa…” replicò il biondo beccandosi un cuscino del divano sul viso da parte del moro.

 

Lyra rise mentre si avviava verso le scale per andare a preparasi per uscire, quella sera sarebbero usciti per la prima volta come marito e moglie era elettrizzata anche se non si sentiva molto bene, ma non voleva rinunciarvici per niente al mondo.

 

*****

 

“Permesso?” Urlò una donna di circa vent’anni dai lunghi capelli color corda e la pelle mulatta, indossava un semplice e leggero abito azzurro chiaro che le sfiorava leggero se forme del corpo sinuoso e slanciato.

 

“Non urlare, Athena non sta bene, sei maleducata!” sibilò seccato il fratello maggiore dietro di lei.

 

“Non rompere, Nath; sei stressante come nonna quando ti ci metti!” replicò la bionda tirando un leggero pugno sulla spalla del fratello. Ù

“Athena…” la chiamò Albus sorridendole, la ragazza sorrise perdendo l’attenzione per il fratello, correndo a abbracciare il fidanzato; Athena non aveva mai avuto un ragazzo che fosse durato più di un mese, Al era davvero speciale per lei, lo amava sinceramente.

 

La ragazza alzò gli occhi per incontrare quelli del ragazzo immergendovisi in quel verde intenso e protettivo che la faceva sentire bene come mai si era sentita.

 

“Ciao” sussurrò lei prima di baciarlo, il ragazzo arrossì ma non si spostò.

 

Saggiamente né Nathan né Scorpius fecero battutine conoscendo il giovane Potter si sarebbe offeso, oltre che intimidirsi sempre di più.

 

Nathan si sedette svogliatamente sul divano di fianco al cugino passandosi una mano fra i capelli ribelli come il suo carattere; il ragazzo assomigliava sempre di più a suo padre esattamente come Athena assomigliava alla madre le uniche differenze erano che i ragazzi avevano la pelle più chiara di Blaise però più scura di quella di Daphne, un misto perfetto fra i due.

 

“Scorpius, Lyra dove è?” chiese Athena prendendo per mano Albus, sedendosi nel divani dinnanzi ai due ragazzi.

 

“Di sopra a cambiarsi”

 

“Io vado da lei, ho voglia di fare una chiacchierata con la mia cuginetta” disse allegra la donna alzandosi per andare nelle stanze della neo signora Malfoy.

 

“Allora, Nathan, Lily sarà felice che questa sera verrai con noi” disse Scorpius strafottente spettinando il cugino.

 

“Sì, è tanto che non ci possiamo vedere, tra lei che ha scuola e io che lavoro al S. Mungo tutti i sacrosanti giorni e senza contare le emergenze… Non abbiamo proprio avuto tempo e poi quest’anno lei ha pure gli esami; meglio mi sento” replicò Nathan sconfortato.

 

Al lo guardò un po’ scettico, Lily aveva quasi diciassette anni e lui ventidue non approvava un gran che quella storia però non poteva dire niente perché Athena non gliela avrebbe fatta passare liscia; li avevano fati incontrare loro un mese dopo che si erano messi insieme una cena con i fratelli e Lily e James erano entusiasta di  conoscere la ragazza del fratello e Nathan, era Nathan sembrava indifferente a tutto ma era felice per la sorellina. Quella sera fra vino, cena e pettegolezzi su vecchi amici di scuola Lily e Nathan si erano trovati e non si erano più lasciati, a Harry era quasi venuto un infarto a sapere che la sua bambina stava con un ragazzo così grande ma una volta conosciuti Athena e Nathan erano entrati nelle grazie dei signori Potter soprattutto di Ginny che adorava i modi di fare dei due fratelli. Non sapevano che erano figli di Blaise e Daphne Zabini ma sembrava che non gli importasse più molto, potevano essere figli di Voldemort in persona gli piacevano e niente avrebbe fatto cambiare idea ai due.

 

“Allora andiamo?” disse Athena apparendo sulle scale assieme a Lyra leggermente truccata, con i capelli lasciati sciolti sulle spalle scoperte. Una maglia chiara e dei jeans lunghi era quello che la donna aveva scelto con cura in quasi mezz’ora di preparamenti.

 

Tra risate e battutine i cinque si diressero verso il punto di incontro con gli altri ragazzi, un venticello fresco accarezzava i volti dei giovani che erano arrivati con quasi quindici minuti di anticipo così si sedettero sulla panchina dinnanzi al piccolo Pub stile medievale.

 

*****

 

“No!” urlò Lily talmente forte che fece sobbalzare tutti i presenti e i cinque ragazzi seduti sulla panchina che ancora non si erano accorti dell’arrivo degli altri giovani.

Rose sentì la terra cederle sotto i piedi quando incontrò gli occhi ghiaccio del ragazzo seduto vicino a suo cugino Albus; indossava una camicia bianca lasciando sganciati i primi bottoni e dei jeans scuri, i capelli più lunghi di come si ricordava ribelli che gli coprivano leggermente gli occhi dandogli un aria misteriosa e mortalmente sensuale. La ragazza si aggrappò al braccio di James che la sorresse sorridendole incoraggiante mentre Lily con una falcata raggiunse il fratello fulminandolo con i suoi occhi nocciola, assumendo una posa come loro madre o loro nonna quando erano arrabbiate, Rosie si stupì di non vedere Albus indietreggiare impaurito come quando era ragazzino e la madre lo sgridava.

 

“Albus Severus Potter!” sibilò la ragazza con rabbia.

 

“Lo so come mi chiamo, Lil non c’è bisogno che me lo ripeti” replicò strafottente facendo sorridere imbarazzato Scorpius.

 

“Perché l’hai portato lo sapevi di Rose!” sussurrò

 

“No, avevi detto che non sarebbe venuta”

 

“Ma se ti ho mandato un gufo alle otto!”

 

“Io ero da loro già alle sette e mezzo”

 

“Cazzo!”

 

“Lily! Non essere sboccata!” disse con aria di rimprovero Lucy.

 

“Lucy non stressare!” replicò Hugo zittendo la cuginetta.

 

“Beh se è un problema ce ne andiamo…” affermò Lyra senza capire realmente perché la sorella di Al si comportasse così.

 

“Sì, se è un problema ce ne andiamo” constatò Scorpius, speranzoso, non voleva incontrare Rose, non voleva parlarle; sapeva che poi ci sarebbe ricaduto, per quanto amasse Lyra, per quanto fosse speciale per lui Rose era sempre Rose…

 

“No, non importa” disse Rose riprendendo il controllo di sé.

 

Forse sarebbe riuscita a dimostrare a tutti che non amava più Scorpius che poteva lasciarlo stare che… Forse si sarebbe convinta di non avere bisogno di lui; illusa…

 

“Allora entriamo?” chiese Athena cercando di far cadere la discussione nel dimenticatoio.

 

“Sì, meglio” constatò Molly avviandosi con i parenti e amici al seguito verso il Pub.

 

Nathan e Lily rimasero fuori per qualche minuto, aspettando che tutti fossero entrati.

 

“Lily… Ho la sensazione che sarà una lunga serata, non trovi?” disse lui cingendole la vita con un braccio e baciandole la testa cremisi.

 

La ragazza appoggiò il volto sul petto del fidanzato ispirando profondamente il suo dolce profumo, sospirò mestamente.

 

“Sì, lo credo anch’io… Ho bisogno di distrarmi…” sussurrò lei alzando gli occhi per incontrare quelli giada del ragazzo.

 

Lui sorrise facendole passare una mano sul volto innocente e gentile.

 

La baciò con tutta la dolcezza e l’amore che provava per lei stringendola a sé, Dio solo sapeva quanto le era mancata in quel periodo…

 

“E’ meglio entrare e vedere che succederà… Ma ne ho paura, Rose è sul piede di guerra…” disse lei prendendo la mano del ragazzo e stringendola fra la sua.

 

“Sì, mi era sembrato di notarlo… Ma non ti devi preoccupare, io sono con te, mon petite amour” le disse stringendo sempre di più la sua mano entrando nel Pub.

 

Sì, sarebbe stata un lunga serata e non solo per loro…

 

 

 

My Space:

 

Non mi uccidete vi prego, lo so non sn gentile cn Rose... Ma aspettate per vedere che succederà... Sperò che continuerete a leggere e a recensire grazie a tutti quanti ma in particolare:

 

Hermione96: Tranquilla, ho detto che è una Scorpius/Rose, anche se è diversa, non sono a scuola e sono ormai adulti ma i sentimenti forti non cambiano facilmente8putroppo lo sperimento su di meXD) Spero che anche questo chap ti piaccia^_^ Kiss e grazioe Debby

 

CallieAM: Tesoro non saprei cosa fare senza il tuo appoggio, lo sai vero? Grazie tanto, di tutto e sopratutto per sopportarmi spero ch aanche quest chap ti piaccia ciao^____________^ Kiss Debby

 

Pink Lela: Mi lusingano moltissimo i tuoi complimenti e mi fa piacere che ti piaccia quel che scrivo, si, mi aiuta scrivere e le recensioni mi danno una marcia in più.. grazien ancora zao Kiss Debby^_________^

 

 

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Capitolo 3
*** Hurricane ***


3

3° Capitolo

 

Hurricane

 

I ragazzi si sedettero su dei divanetti i perfetto silenzio, Lyra si guardava in torno incantata dalla semplicità e dalla bellezza del posto; non era niente di speciale, tutto molto stile ottocentesco, la gente era silenziosa, intenta a ascoltare la musica melodiosa che proveniva da un pianoforte che suonava da solo, la ragazza si perse a osservare i tasti bianchi e neri muoversi desiderando come non mai di poter suonare, amava suonare il pianoforte, amava la musica classica, sua madre le aveva insegnato che non esisteva niente di più perfetto delle melodie del pianoforte, le aveva fatto conoscere Beethoven, Mozart, Bach e glieli aveva fatti amare dal profondo del cuore; quando stava male e si sentiva sola sua mamma la stringeva forte e insieme a lei iniziava a suonare quelle melodie che l’avevano accompagnata passo passo per tutta la vita. 

 

“Lyra, tutto a posto?” domandò Athena appoggiando la mano sulla spalla della ragazza.

 

La rossa annui impercettibilmente continuando a osservare il palco ove era il piano forte.

 

Rose osservò come incantata la moglie di Scorpius, in effetti, Lily aveva ragione le assomigliava anche se c’era qualcosa in lei che la rendeva diversa e intrigante.

 

“Ti senti meglio?” le chiese Scorpius facendo riscuotere la donna dal suo sogno.

 

“Sì, Hype tutto bene, sarà sicuramente il caldo che mi fa stare male” disse la donna sorridendo timidamente.

 

“Allora, tu sei la moglie di Scorpius?” domandò Rose, cercando di rimanere calma.

 

“Sì, mi chiamo Lyra” replicò la donna con gentilezza sorridendo a Rosie.

 

James e Hugo guardarono leggermente preoccupati Albus che, seduto vicino alla fidanzata, scrutava la cugina con vivace interesse.

 

“Bene, io sono Rose” disse acida la ragazza.

 

Lyra la guardò sorpresa, non capiva il perché quella giovane le fosse così ostile, guardò il marito con aria interrogativa, lui le sorrise mestamente prendendole una mano e stringendola forte nella sua.

 

Durante la serata Lyra e Rose non si rivolsero parola; Lyra se ne stava zitta a osservare gli amici di Scorpius e Al bere e parlare animatamente. Non si sentiva ancora bene, sentiva le testa girare e le veniva da vomitare; si alzò di scatto e senza degnare di una parola nessuno corse verso il bagno.

 

Athena preoccupata la seguì e Albus l’accompagnò lasciando gli amici soli con gli altri ragazzi.  

 

Rose studiò le due ragazze correre verso il bagno e poi rivolse il suo sguardo cobalto al ex ragazzo.

 

Scorpius si spaventò per via dell’espressione bellicosa della ragazza, gli occhi le scintillavano pericolosamente e le guance arrossate dal bere sembravano prenderle fuoco esattamente come le sue iridi oltremare.

 

Rosie si alzò meccanicamente dal divano ove era seduta e si diresse anche lei, verso il bagno, quale occasione migliore per parlare con la moglie di Scorpius da sola?

 

Nathan osservò attento la cugina di Lily dirigersi verso la toilette per poi distogliere lo sguardo facendolo scivolare verso la sua ragazza che intimidita guardava i cugini e gli amici silenziosi, visibilmente preoccupati.

 

“Forse dovremo riportare Rose qua” disse titubante Hugo.

 

“Penso anch’io” replicò James guardando la sorellina con aria supplicante, non voleva che quella serata finisse male, lo sapevano tutti che Rose era ancora affezionata a Scorpius e che essendo anche sotto alcolici avrebbe fatto qualche stupidaggine, lei non reggeva quasi per niente l’alcool.

 

Lily annuì e fece per alzarsi ma la mano calda di Nathan la bloccò, la sua stretta era delicata ma stranamente decisa; la giovane si immerse negli occhi giada del ragazzo e come ipnotizzata si sedette di nuovo, appoggiando le mani sulle ginocchia e iniziando a tormentarle preoccupata; Scorpius si appoggiò allo schienale del divano reclinando in dietro la testa chiudendo gli occhi sperando che fosse tutto un brutto sogno, perché erano rimasti? Perché non se ne era andato insieme a Lyra? Sapeva che Rosie stava soffrendo glielo aveva letto negli occhi, perché le aveva fatto questo? In verità aveva voglia di vederla, le voleva bene come a una amica, perché era innamorato di Lyra…

 

Il biondo sospirò mestamente in attesa del ritorno delle ragazze, forse la giovane Weasley era solo preoccupata per sua moglie e era andata a vedere come stava… Forse l’aveva dimenticato… Forse si stava illudendo…

 

*****

 

“Lyra, stai calma, vedrai che passa…” disse gentilmente Athena tenendo la testa alla donna che riversa lavandino vomitava da qualche minuto; il viso arrossato per lo sforzo gli occhi pieni di lacrime che non voleva versare e i capelli spettinati le davano un aria ancora più indifesa che mai.

 

“C-Certo c-come N-No!” disse la rossa fra un colpo di tosse e l’altro.

 

“Visto, adesso non vomiti più” affermò sorridendo Athena felice nel vedere che Lyra si stava sciacquando il viso per riprendersi.

 

“Athena odio vomitare” sussurrò la ragazza appoggiandosi al muro per reggersi in piedi tanto le girava la testa.

 

“E dai, vedrai che è solo il caldo”

 

“Certo, speriamo”

 

Le due si sorrisero dolcemente, Athena sapeva che quei malori non erano dati dal caldo, ci era passata pure lei qualche mese prima e adesso la sua pancia era abbastanza evidente, quando l’aveva detto a Al ci era quasi morto ma l’aveva stretta a sé e avevano deciso di tenere quella piccola vita che era entrata nella loro storia così senza pretendere niente se non di vivere.

 

Ancora nessuno sapeva niente, Athena diceva semplicemente che stava ingrassando, l’avrebbero detto il giorno del loro matrimonio al quale non mancavano che poche settimane.

 

La porta del bagno si aprì di scatto e si richiuse con un tonfo sordo, le due donne si voltarono e si trovarono davanti a Rose, che con le lacrime agli occhi si avvicinava pericolosamente alla moglie di Scorpius.

 

“Sei una puttana!” urlò alzando il braccio per darle un ceffone in volto, ma Athena, più veloce le bloccò il polso; per quanto delicata e fragile potesse sembrare, la Zabini aveva una forza molto fuori dal comune per una donna.

“Adesso mi ascolti, Weasley” disse con voce calma e pacata la bionda, facendole abbassare il braccio con rabbia.

 

“Perché dovrei?” sibilò fredda Rose fissando con stizza Lyra.

 

“Perché è così” sussurrò malefica la donna parandosi dinnanzi a Lyra la quale chiuse gli occhi, non ce la faceva più doveva tornare a casa.

 

Rose scosse la testa con violenza spostandosi per guardare Lyra.

 

“Senti un po’, tu brutta stronza! Come hai osato portarmi via Scorpius?”

 

Lyra aprì gli occhi di scatto, sapeva che lei era la ex di suo marito, ma sapeva anche che era stata lei a lasciarlo.

 

“Parlo con te, lurida infima donna! Perché sei entrata nella sua vita? Sei arrivata come un uragano e ti sei portata via l’unica persona che io abbia amato sul serio, dimmi perché! Miseriaccia, dimmelo!” adesso Rosie stava urlando, mentre le lacrime scendevano lente ma copiose dai suoi occhi,i quali presero una sfumatura più scura, molto simile al nero.

 

Lyra aprì la bocca per rispondere ma le parole le morirono in bocca, Rose si era accasciata al suolo scossa da terribili singhiozzi, piegata su sé stessa tremava come una foglia. Athena guardò la moglie di suo cugino incerta sul da farsi, quando Rose si alzò e in silenzio si lavò il volto per poi uscire senza proferire parola, in silenzio con gli occhi arrossati, ma perfettamente dritta in tutta la sua altezza, fiera e orgogliosa di sé.

 

 

My Space:

 

Scusate, mi sento una vera m***a ma ho dovuto lavorare (adesso ho finito, Yuppyyyy_)  e la sera non ce la facevo a andare avanti cn le ff quindi da ora in poi inizio a postare , spero, a ritmo + regolare, tutte le mie Ff chiedo ancora scusa... Spero che possiate capire

 

Kiss Debby*k implora perdonoXD*

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