Lei, l'altra ed il gelato

di Yvaine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Uomini: quando ne inventeranno i sottotitoli? ***
Capitolo 3: *** Aspettative troppo alte sugli uomini: chi è il colpevole? ***
Capitolo 4: *** Gli uomini, le donne e le indecisioni ***
Capitolo 5: *** "ti devo parlare", mai frase più temuta ***
Capitolo 6: *** epilogo: ...e adesso? Quante di voi si sono fatte questa domanda dopo una svolta inaspettata? ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni inaspettate ***
Capitolo 8: *** L'inizio di una nuova avventura ***
Capitolo 9: *** La riscossa dell'anti-immigrazione! ***
Capitolo 10: *** Altolà! ***
Capitolo 11: *** Bufere e tempeste (ormonali) ***
Capitolo 12: *** Insonne ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





Ed eccoci qua con il sequel di "lui, lei e l'altra". Ebbene sì, Lilian, Gigia e Bach tornano sui grandi schermi!
Questo racconto è strutturato in due parti, ma ve le spiegherò qui man mano che vado aventi nel pubblicare i capitoli!Non vi dico niente, altrimenti sarebbe terribilmente spoiler, ma si tratta di amnesie, guerre, amicizie, amori e....cantastorie!
A voi il giudizio!
Essendo un lavoro scritto a quattro mani, ringrazio Silvia, la mia collaboratrice!




PROLOGO

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Era una sera grigia: nonostante fosse estate era arrivato presto il buio.
Il vento gridava pericolo, era agitato. Smeralda lo sentiva: quei segnali erano per lei.
Percepiva che sarebbe accaduto un disastro, ma non capiva a cosa doveva stare attenta per prevenirlo.
Girava inquieta per il palazzo mentre lampi in lontananza si riflettevano sulle pareti di cristallo.
Arrivò nella sala del trono: era vuota.
D’altronde c’era il derby in tv.

L’avatar si sedette sul suo trono: qualcosa di malvagio si stava avvicinando e voleva esser pronta ad accoglierlo.
“Ti ho trovata finalmente!” esclamò San avvicinandosi dal corridoio “Ho dovuto consultare i miei vecchi libri di storia per poter rispondere alle domande sulla roccia, ma alla fine ce l’ho fatta!”
La sala rivelò quello che c’era in fondo al suo animo e i vestiti di San cambiarono: d’un tratto si trovò con un’aderentissima tutina di pelle sadomaso.
Neanche se ne accorse: non era così diversa da quello che indossava abitualmente!
“Cosa posso fare per te, San?” chiese disponibile Smeralda.
“Voglio andare nel mondo di Bach” disse lei decisa.
“Mhmm” l’avatar era perplessa “non sei spinta da sentimenti nobili che possano giustificare un simile cambiamento.”
“Non ho ancora finito di raccontargli le mie avventure!!!” ribatté lei convinta.
“Non basta” rispose Smeralda senza batter ciglio.
Fuori scoppiò il temporale e si sentirono delle persone gridare da una zona recondita del castello.
Qualcuno doveva aver segnato!

San si avvicinò a Smeralda “Devi farmi andare là.”
“Non lo farò” rispose lei -Non sei neanche mia gemella!!!- pensò.
Indispettita San si lanciò sulla ragazza con il risultato che le due ruzzolarono in un corpo a corpo. La forza bruta di San era superiore, così lo scontro finì con la donnaccia che sovrastava la pacifica Smeralda.
C’è solo un modo per uccidere un avatar immortale, ed è privarlo del suo elemento: San ed il suo spropositato davanzale stavano inavvertitamente soffocando Smeralda.
“Allora??? Mi fai andare nel mondo di Bach e delle due poppanti???” gridò dall’alto della sua posizione.
Piuttosto che farlo, Smeralda decise di morire.
Quando si accorse che la sua avversaria non respirava più, San si allontanò spaventata. Cosa aveva fatto??? Lei voleva solo andare a rompere le balle a Bach!

Un fulmine illuminò la stanza: la ragazza si vide riflessa sul trono.
Ora sapeva cosa fare.
Si alzò e urlò dalla finestra “IO SONO IL NUOVO AVATAR!!!”
Di colpo divenne blu mentre il colpo di Smeralda si riduceva in cenere.


***




Il Vecchio eremita era disteso sul divano come al solito a guardare la sua tv personale: una sfera di cristallo che trasmetteva le vite di Gigia, Lilian e Bach sulla Terra.
“Smettila!” stava urlando Gigia “non è possibile che ogni volta ti comporti in questo modo!”
“Sai che ti dico? Non avrei mai dovuto desiderare di venire in questo mondo!” esclamò Lilian inviperita (aveva rimesso i suoi vecchi abiti addosso! Brutto segno!).
“Su su ragazze…” Bach fece il suo classico infelice tentativo di imporsi.
“E stai zitto tu!” gli urlò Gigia.
“Troverò un modo di tornare nella mia vera terra!” esclamò Lilian appena prima di andarsene a grandi passi. La ragazza camminò giusto il tempo necessario a scomparire dalla vista di Gigia e Bach, poi si appoggiò al muro. Chiuse gli occhi e sentì un vortice prenderle la testa. Afferrò il cellulare, ma non riusciva a mettere a fuoco, così decise di rinunciare a chiamare Munch.
Il Vecchio eremita vide che restò ferma per un po’, chiuse gli occhi, li riaprì e si allontanò di nuovo.
Non molto lontano, Gigia e Bach discussero per un po’, poi improvvisamente si interruppero e si allontanarono senza neanche salutarsi.

“Ahi ahi ahi” disse il saggio “questa volta non si ricongiungeranno molto facilmente… urge un intervento… però prima ho da fare.”
L’anziano andò a recuperare carta e penna, ma quando le trovò era arrivata sera. Tornando alla sua capanna diede uno sguardo alla finestra: era una sera d’estate stranamente buia.
La sua fedele sfera aveva cambiato programma: trasmetteva San seduta sul trono di Smeralda in preda ad un delirio di onnipotenza. Aveva anche la pelle blu!
Il vecchio eremita la scosse convinto che si trattasse di un’interferenza e, come si aspettava, tornò a vedere Lilian, Gigia e Bach. Ormai erano separati e si comportavano come se nulla fosse accaduto.
-Mi devo sbrigare- pensò, e si metteva a scrivere.

Nel tomo che risultò dai suoi sforzi, descrisse un lungo e tormentato viaggio. Pieno di sentimenti ed emozioni, atti eroici, uomini indifesi, fanciulle che picchiavano e uccidevano chiunque incontrassero, draghi come coscienze... insomma venne fuori un romanzo che sarebbe stato buono come sonnifero.
Una volta che ebbe finito il proprio lavoro era passato qualche secolo. Letteralmente.

Uscì di casa e, solo a quel punto, si accorse che il suo mondo era stato devastato dal nuovo avatar dell’aria: San.
Beh, un motivo in più per andare nel mondo di Gigia!

“Mi serve una profezia!” decise “neanche io che sono onnisciente e immortale posso viaggiare tra i mondi senza una profezia!” così si diresse verso lo sgabuzzino.
“Trovata!” disse dopo qualche oretta emergendo dall’armadio.

“Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae , aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua celtae, nostra Galli appellantur.
Hi omnes lingua, istitutis, legibus inter se differunt. Gallos ab Aquitanis Garumna flumen, a Belgis Matrona et Sequana dividit.”



Il vecchio eremita sospirò: “Forse è peggio di quanto temessi…”
La profezia era scritta in una lingua molto antica e confusa, l’anziano non era in grado di decifrarla appieno nonostante si avvalesse del Castiglioni Mariotti. Ciò che capì era che il mondo stava per finire, e solo l’intervento di gemelle/i (non era chiaro… o non aveva studiato bene!) avrebbe evitato il caos. L’anziano pensò subito alle gemelle rimaste, intuendo il dominio della puffa San come la distruzione dell’ordine che porta al caos.
Era una situazione davvero seria. Doveva intervenire!
Prese subito la sua sfera per capire dove si trovassero i tre disperati della vecchia avventura, e vide che era successa una cosa alquanto strana: Gigia, Lilian e Bach non ricordavano più nulla della loro avventura, nonostante sulla Terra fossero passati sì e no tre anni!
La cosa più sconvolgente era di come Lilian (che ora si faceva chiamare Sirina) si fosse convinta di soffrire di amnesia per giustificare il fatto che non ricordava niente di quello che era successo mentre era nel suo mondo.
Nessuno sapeva più dell’esistenza di Qua, Lassù, il deserto di Vai…

Allarmato, il vecchio eremita si consultò col suo amico Tritone a In-fondo-al-mar. Convenne con lui che era opportuno riportarle a quella dimensione e fargli ricordare la passata avventura nel più breve tempo possibile… Ogni attimo sulla Terra equivale a qualche mese nella dimensione fantastica! Bisognava affrettarsi.
L’anziano partì alla volta della Terra e, per avvicinare le ragazze, fondò un forum chiamato “il covo della chiocciola”.







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IL 9 DICEMBRE PUBBLICHEREMO IL CAPITOLO 1! ACCORRETE NUMEROSI!

LE CRONACHE DI RISMA E SIRINA. CAPITOLO 1: UOMINI, QUANDO NE INVENTERANNO I SOTTOTITOLI?

“Yesterday! All my trouble seems so far away”
Una manata mise fine alla canzone della sveglia pelosa, un regalo terrificante di una zia che la nostra protagonista proprio non riusciva a buttare.
Dopo un rapido esame della situazione, Risma decise che alzarsi era improbabile.
BAM!
Fu il tonfo quando rotolò giù dal letto.

***

Sirina si ritrovò di botto con gli occhi aperti, guardò l'orologio della sveglia: le 5.20.
Fermamente convinta che Dio ce l'avesse con lei per averla svegliata 40 minuti prima del dovuto, si contorse nel letto cercando il cellulare disperso tra le coperte. Quando lo trovò si accorse di avere un messaggio arrivato alle 2 di notte:
"Sei già a letto?"
Come se il suo corpo fosse preso da una convulsione improvvisa, si mise a sedere e fissò lo schermo con gli occhi spalancati.


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Capitolo 2
*** Uomini: quando ne inventeranno i sottotitoli? ***





Ebbene sì, puntuale come un orologio vi presento il capitolo 1! Preparatevi, avremo l’onore di incontrare Risma e Sirina, le nostre due nuove (o vecchie?) fuse di testa!
Senza tediarvi troppo vi auguro buona lettura!




LE CRONACHE DI RISMA E SIRINA
CAPITOLO 1
Uomini: quando ne inventeranno i sottotitoli?


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RISPOSTE ALL’ARGOMENTO DI OGGI.

RISMA: Secondo me esiste un complotto per mantenere la disinformazione. L'applicazione per i sottotitoli esiste già, ma l'hanno in mano loro! [risposta dell'acculturata! XP]

SIRINA: Loro chi? Come sei ottimista a dire che esiste! Ne hai avuto le prove? Finché non vedo non credo! [il San Tommaso della situazione X°D]

R: Loro gli uomini! Ma forse hai ragione... forse il vero problema è che non pensano affatto! [l'ottimismo dilaga!]

S: Però suppongo che un neurone alcuni ce l'abbiano! Altrimenti come mai ci stiamo così tanto dietro? [autostima in calando X°D]

R: Come disse un comico una volta, c'è una grande differenza tra il cervello di una donna e quello di un uomo. Nel cervello di una donna ci sono miliardi di neuroni e nessuno è d'accordo con l'altro, in quello di un uomo i neuroni sono solo due... e non si incontrano mai!

S:quindi dici che il problema siamo noi?

R: Già! Ci facciamo certi filmini che....!

S: Quindi la soluzione sarebbe bruciarci qualche neurone! Oppure iniziare a darci alle donne

R: XD

----Fine della conversazione----



  “Yesterday! All my trouble seems so far away”
Una manata mise fine alla canzone della sveglia pelosa, un regalo terrificante di una zia che Risma proprio non riusciva a buttare.
Dopo un rapido esame della situazione, la nostra protagonista decise che alzarsi era improbabile.

BAM!
Fu il tonfo quando rotolò giù dal letto.
Si trascinò fino alla cucina dove trovò un biglietto sul tavolo:
“Ciao tesoro, oggi dobbiamo andar via prima per una riunione in ufficio, buona giornata!
Mamma e papà”

“Mhmmmm…” grugnì come risposta ancora mezza addormentata.
Una doccia fredda accelerò l’evoluzione da uomo delle caverne a homo sapiens.
“La mia voglia di andare a scuola oggi? Qualcuno l’ha vista?” pensava Risma mentre si vestiva “Se solo sapessi di vederlo …”
Lui, l’unico motivo per cui non cambiava scuola. Una scuola in cui i veri amici erano pochi, e nessuno nella sua classe.
La ragazza sbuffò e si mise a cercare le chiavi di casa che, stranamente, non erano mai dove ricordava di averle lasciate. Diede una rapida occhiata anche al pc: il giorno prima sul forum Il covo delle chiocciole si era messa a chiacchierare con una ragazza, era davvero buffa!
Le cadde l’occhio vicino al mouse… ecco le chiavi!

Quando il bus la lasciò davanti a scuola decise che era troppo presto, così si infilò nel bar dall’altra parte della strada e si fece fare una bella cioccolata calda.

***

Sirina si ritrovò di botto con gli occhi aperti. Guardò l'orologio della sveglia: le 5.20.
Fermamente convinta che Dio ce l'avesse con lei per averla svegliata 40 minuti prima del dovuto, si contorse nel letto cercando il cellulare disperso tra le coperte. Quando lo trovò si accorse di avere un messaggio arrivato alle 2 di notte:
"Sei già a letto?"
Il suo corpo fu preso da una convulsione improvvisa e si mise a sedere. Fissò lo schermo con gli occhi spalancati per un tempo inquantificabile.
"Buongiorno! Sì stavo già dormendo avevi bisogno?" gli scrisse, ma pensò -certo che ero a letto dovevo svegliarmi presto questa mattina!-
Nonostante e i suoi tentativi di essere razionale, una serie di seghe mentali le invase la testa senza pietà: la doccia fredda non le sarebbe più servita per svegliarsi.

Dopo una decina di minuti riuscì a calmarsi, si alzò e si mise al computer cercando di smettere di chiedersi come mai l'avesse cercata quella notte: sperava fosse per una sciocchezza, altrimenti le avrebbe fatto mille scenate e il solito discorso “tu-non-ci-sei-mai-per-me!”
… Non era vero! Lei c’era sempre!

Si ricordò improvvisamente di uno strano forum su cui aveva chattato la sera prima presa dallo sconforto (lui non le rispondeva!). Si chiese cosa le fosse preso per iscriversi ad un sito per zitelle. Fortunatamente aveva trovato una ragazza con cui parlare e si era divertita: sicuramente ci avrebbe fatto un altro giro.
Per evitare di andare su Facebook ad analizzare ogni singolo post del profilo di lui, decise di buttarsi sotto la doccia.
Inevitabilmente ci stette troppo, così uscì di corsa di casa con i capelli ancora bagnati: il gestore del bar in cui lavorava ci avrebbe dato dentro con le sue solite battutine porno.

***

“E' bello crescere ma,
certe volte è dura questa realtà
e così tu ne parli agli amici,
fra i banchi di scuola”

Tutto inutile.
Risma era in classe da un pezzo ormai e quella canzone proprio non le usciva dalla testa!

“anche per loro, lo sai,
il mondo è più ingarbugliato che mai,”


Ah sì?

“ma l'amore bussa già
e tutto migliorerà...”


Basta, la crudele ironia di quel testo metteva a dura prova la pazienza della ragazza.
Era mai possibile che tutti i bellissimi cartoni animati che aveva guardato da bambina non raccontassero altro che bugie?
Sì, il primo amore era stato una cosa fortissima, l’aveva presa completamente… ma adesso?
Dov’era l’amore disinteressato, quell’unica forza in grado di vincere il male?
Dov’era l’amore che non finisce mai? Che resiste ogni difficoltà perché è Amore?
Sentiva una grande tristezza dentro… era tutto una bugia? Nella realtà le persone non amano?
…perché?
Perché lei era ancora innamorata di lui, e a lui sembrava non importare più niente?
Perché?

Ossessione.
Forse era solo questo: ossessione.
Risma stava cercando un motivo plausibile per l’attrazione che sentiva per lui… eppure non voleva perseguitarlo né uccidere le sue ex!
Mah!

***

"Temi d'amore fra i banchi di scuola
, mentre il cuore vola e và"


Sirina era quanto meno perplessa dalla canzone che stavano dando ala radio quella mattina.

"La gioia di non sentirsi più sola,
gocce di felicità,
voglia di correre insieme e di ridere,
pieni di complicità,"


Le uniche gocce che vedeva erano di caffè: doveva darsi una mossa e pulire la macchinetta. E no, non poteva correre in cucina ridendo a prendere lo straccio altrimenti sarebbe caduta e l’avrebbero presa per pazza. Era per quello che non aveva nessun complice là?
La follia si era impossessata dei suoi deliranti pensieri.

"Attimi magici da condividere senza tempo e senza età,
tra i banchi di scuola."


Oh sì, pulire la macchinetta era proprio mag.... cavolo il telefono!! La ragazza non lo guardava da ben dieci minuti! E se lui le avesse risposto?!
Oh no!







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IL 20 DICEMBRE PUBBLICHEREMO IL CAPITOLO 2! ACCORRETE NUMEROSI!

LE CRONACHE DI RISMA E SIRINA. CAPITOLO 2: ASPETTATIVE TROPPO ALTE SUGLI UOMINI. CHI E’ IL COLPEVOLE?

Sirina guardava con espressione intensa l'orologio presente all'interno del bar.
3... 2... 1... Driiiin!
La campanella del liceo dall'altra parte della strada era suonata, orde di ragazzi impazziti e scalpitanti come bufali sarebbero entrati da un momento all'altro. La barista chiuse gli occhi, tirò un bel respiro, li riaprì (sbirciò il cellulare l'ultima volta... porca miseria un suo messaggio!) e si disse pronta all'azione.
[…]
3... 2... 1... Driiiin!
La campanella suonò e il pavimento iniziò a vibrare sotto i suoi piedi. Risma chiuse gli occhi e quando li riaprì si trovò sola in classe con un foglio che, solitario, stava svolazzando in mezzo all’aula.
Tutti i giorni la stessa storia.
Raccolte le sue cose si avviò verso il bar vicino a scuola con l’intento di rifocillarsi: tanto a casa non c’era nessuno. Stava per arrivare alle scale quando incontrò proprio Lui sul pianerottolo. Arresto cardiaco.


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Capitolo 3
*** Aspettative troppo alte sugli uomini: chi è il colpevole? ***





Eccoci con il capitolo 2! Recupereranno mai qualche neurone le nostre due disperate Risma e Sirina? E Bach? Davvero hanno perso la memoria del loro meraviglioso viaggio?!
Non ci resta che confidare nel grande ed implacabile vecchio eremita.
Buone vacanze, buon Natale e Capodanno, ma soprattutto….buona Lettura!
Vi auguriamo delle vacanze folli come saranno le nostre! XD




LE CRONACHE DI RISMA E SIRINA
CAPITOLO 2
Aspettative troppo alte sugli uomini: chi è il colpevole?


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RISPOSTE ALL’ARGOMENTO DI OGGI.

S: Colpa dei cartoni giapponesi!

R:Sono assolutamente d’accordo! Tra loro e la Disney ci siamo costruite un mondo da sole!

S: E non è solo questo il dramma! Gli uomini ci danno corda apposta facendoci credere che quello che sogniamo sia un mondo reale. In realtà vogliono solo farci cadere nella loro rete! (e non rispondono ai messaggi al cellulare per esempio!)

R: Sì!!! Si fingono novelli Milord e non reggono minimamente il confronto!!!

S: Vorrei un suo cartonato *___* … coff coff, dicevo. Prima ci guardano e ci seguono, poi quando quasi ci hanno… ci mollano!

R: Magari riescono anche a mettersi con noi (perché in quel momento i nostri neuroni sono in meritata vacanza) e poi… puff! Decidono che il loro dovere l’hanno svolto, il loro obiettivo è raggiunto e ci rimaniamo con un palmo di naso!

S: Fanno anche di peggio perché vogliono una cosa sola e gli piace giocare con noi! Però non gliela daremo (vinta)!...a parte se siamo sbronze, ma non capita maaaai!

R: Mi è piaciuto un sacco il (vinta)! XD Mi togli una curiosità. Prometto che non ti chiederò più niente di personale! Quanti anni hai?

S: 20, e tu?

R: 200

S: Sì ok lo ammetto anche io ho mentito ahahhahahhah

R:Sono una ragazzina di 19 anni, ma non dirlo a nessuno!!!

S:Lo stesso vale per te! Poi la gente ci prende per infanti XD ma noi sì che siamo grandi! XD ……uccidiamo il genere maschile +_+

R:yeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!! No va bhe, un po’ drastico! XD

S: No no, li voglio morti (due in particolar….ehm coff coff)

R: Più che morto vorrei tanto capire cosa pensa, perché fa così, perché non fa quello che penso debba fare… ma sì! Uccidiamolo!

S:Vedo che ci sei arrivata cara, tanto non lo capiremo mai perché agiscono così! E poi sono le donne quelle strane =__=

R: Già!!! Sai, è bello parlare con te. Non avevo ancora trovato sul forum qualcuno che la pensasse in questo modo e senza figli! …perché non hai figli giusto?!

S: Sbagliato, ho una mandria di gemelli.

R: …sapessi io! Almeno cinque parti plurigemellari!

S: ahhahahhahaah XD Comunque anche io non avevo ancora trovato qualcuno che non scappasse dalla chat dopo alcuni miei….ehm, commenti XD

R: E perché mai dovrei scappare?

S: Mah guarda non lo so, però faccio quest’effetto! XD Scusami devo andare ora, la cucina mi reclama!

R: Oki, Ciao!!!

S: Ciao ciao!

----Fine della conversazione----

  Sirina guardava con espressione intensa l'orologio all'interno del bar.
3... 2... 1... Driiiin!
La campanella del liceo dall'altra parte della strada era suonata, orde di ragazzi impazziti e scalpitanti come bufali sarebbero entrati da un momento all'altro. La barista chiuse gli occhi, tirò un bel respiro, li riaprì (sbirciò il cellulare l'ultima volta... porca miseria un suo messaggio!) e si disse pronta all'azione.
Iniziò a prendere ordini, fare caffè, servire brioches, far pagare, far sedere, dare panini, focacce...
Nel frattempo la ragazza sentì vagamente la canzone che stava dando la radio:

"That's your horoscope for today (that's your horoscope for today)
That's your horoscope for todaaaaaaaaay!!!"


Ottimo! Le piacevano le parodie! Sorrise distrattamente mentre da dietro la cassa batteva l'ennesimo scontrino.
Accidenti il cellulare aveva iniziato a vibrarle in tasca come impazzito! Era sicuramente un altro messaggio! E se fosse stato suo?

"Virgo
All Virgos are extremely friendly and intelligent - except for you
Expect a big surprise today when you wind up with your head impaled upon a stick"


Mentre ascolta la descrizione del proprio segno -trovandola azzeccata-, la ragazza chiese scusa al suo collega e si precipitò in bagno per vedere cosa lui le avesse scritto.

Primo messaggio: -ciao.-
Certo che poteva anche sprecarsi a mettere la maiuscola.
Secondo messaggio:
-Vinobuon la informa che la sua promozione è stata rinnovata al costo di 1 euro.-
Alquanto deludente come cosa. La ragazza tornò al lavoro più depressa di prima.

***

3... 2... 1... Driiiin!
La campanella suonò ed il pavimento iniziò a vibrare sotto i suoi piedi. Risma chiuse gli occhi: quando li riaprì si trovò sola in classe con un foglio che, dimenticato, stava svolazzando in mezzo all’aula.
Tutti i giorni la stessa storia.
Raccolte le sue cose si avviò verso il bar vicino a scuola con l’intento di rifocillarsi: tanto a casa non c’era nessuno. Stava per arrivare alle scale quando incontrò proprio Lui sul pianerottolo.
Arresto cardiaco.
“Ciao!” lo salutò.
“Oh, ciao” rispose lui alzando la testa da un libro.
“Hai lezione al pomeriggio?” si informò Risma.
“Doposcuola” ammise.
“Buona fortuna!” gli augurò prendendo finalmente le scale.
“Ciao!”
Niente. Possibile che non avessero davvero più niente da dirsi?
Perché la trattava così? Davvero era tornata ad essere una persona qualunque?
Davvero il fatto che fossero stati insieme non aveva cambiato niente?
Con la morte nel cuore la ragazza entrò nel bar.

“Sagittarius
All your friends are laughing behind your back (kill them)”


Una canzone-parodia alla radio la fece sorridere.

“Take down all those naked pictures of Ernest Borgnine you've got hanging in your den
Capricorn!”


Il mio segno!

“The stars say that you're an exciting and wonderful person, but you know
they're lying
If I were you, I’d lock my doors and windows and never never never never never
leave my house again”


Non mi tentare!

“That's your horoscope for today -ay -ay -ay -ay -ay
That's your horoscope for today
That's your horoscope for today -ay -ay -ay -ay -ay
That's your horoscope for today”






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IL 5 GENNAIO PUBBLICHEREMO IL CAPITOLO 3! ACCORRETE NUMEROSI!

LE CRONACHE DI RISMA E SIRINA. CAPITOLO 3: GLI UOMINI, LE DONNE E LE INDECISIONI.

Di nuovo. E' successo di nuovo.
Risma era sveglia e guardava fisso il soffitto delusa dall'improvvisa lucidità e dal fatto che il primo pensiero era stato lui.
Ripercorse mentalmente gli avvenimenti degli ultimi giorni... se di avvenimenti si poteva parlare! -Prima a pranzo si mette a scherzare con me ignorando tutti gli altri al tavolo, come se non esistessero e gli importasse solo che io ero lì. Mi chiede di essere più presente nel coro che dirige, se voglio partecipare all'attività di volontariato che segue nei week-end e se voglio fare con loro delle vacanze...
Week-end! Vacanze! Fuori da scuola!!!
Vuole vedermi attorno a lui anche fuori da scuola!
Secondo me si sente molto solo, o forse è un po' schizzofrenico e io non me ne sono mai accorta! Prima mi ignora, poi mi cerca... poi mi ignora!

[…]

Continuarono a chiacchierare del più e del meno per almeno un'ora… era sempre bello parlare così: ci potevi discutere di qualsiasi argomento, ti stava a sentire e dava risposte intelligenti, reggeva il confronto.
Poi lui ebbe la malsana idea di tirare fuori il discorso del suo capo.
Come rovinare una bella telefonata: manuale d'uso pagina 1.
"Beh fa niente dai ora devo andare" Sirina si era molto irritata e non vedeva l'ora di attaccare "quando sali dobbiamo parlare."
Errore fatale. E lo sapeva.


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Capitolo 4
*** Gli uomini, le donne e le indecisioni ***





Salve a tutti!! Siamo di ritorno dalle vacanze di Natale come sempre più panciuti, ma ancora affamati in attesa della Befana!
E se la Befana fosse Sirina? Se fosse Risma? Attenti e scrutate le vostre finestre in attesa dei dolci!!
Buona lettura!!




LE CRONACHE DI RISMA E SIRINA
CAPITOLO 3
Gli uomini, le donne e le indecisioni


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RISPOSTE ALL’ARGOMENTO DI OGGI.

S: Cara, pensi siano più indecisi gli uomini o le donne? Per me gli uomini, solo che lo mascherano meglio!

R: Sono d'accordo... anche perché l'esperienza di questi giorni me lo continua a confermare!

S: Come ti capisco! La mia vita ne è una prova continua! Uomini dei miei stivali che non si possono limitare a dire "sì" o "no" …devono dire forse!

R: Esatto! Illusioni!!! Prima dicono di volerti vedere di più, poi quando ci sei ti ignorano!

S: E noi siamo così stupide da giustificarli ogni volta! Troviamo motivi su motivi per attenuare le loro colpe!

R: Sono talmente incomprensibili che cerchiamo mille significati in come agiscono... e il più delle volte sbagliamo!

S: Sì, perché in realtà sono meno complicati e molto più fedifraghi di quello che pensiamo!

R: Esatto! A volte non sanno neanche loro perché si comportano così!

S: I pochi decisi che ci provano fino alla morte sono quelli che non ti interessano.

R: ù.ù Vero. Loro non si danno mai per vinti.

S: Un'angoscia!

R: …anche una volta era tutto così difficile?

S: No non lo era... non sceglievi chi ti avrebbe fatto soffrire.

R: Siamo in un mondo sadico.

S: E cinico.

R: E piccolo dopotutto (it's a small world after all, it's a small world after all, it's a small world after all! It's a small small world!)

S: E’ vero è un mondo piccolo! Pensa se fossimo vicine di casa, che assurdità!

R: Abbastanza!

----Fine della conversazione----

Sirina guardò per l'ennesima volta il suo cellulare per capire che ora fosse: le 2.30.
Una sana botta di insonnia con il turno al mattino il giorno dopo era quello che ci voleva! Stanca di stare a letto senza fare niente, la ragazza decise di accendere il pc. Voleva vedere un film nella speranza che la facesse addormentare, o almeno le tenesse compagnia.
Aprendo msn notò che lui era connesso.
Non lo contattò perché altrimenti avrebbe dovuto dargli spiegazioni, ma ancora prima che avesse il tempo di chiudere il programma lui le scrisse:
-Che ci fai sveglia?- Solita svogliata cordialità.
-Non ho sonno pensavo di guardarmi un film- rispose.
-Cosa è successo?-
Perché mi conosce abbastanza bene da sapere che qualcosa non va, ma è talmente ottuso da non capire che la causa è lui? …Che vuoi che sia successo? Non mi ha filata per tutto il giorno! In compenso il capo ci ha provato spudoratamente e non so più che fare per respingerlo senza farmi licenziare.
-Niente, solo un po’ di insonnia. Tu come va?- Sirina non era intenzionata a litigare a quell’ora, così cercò di cambiare argomento.
-Non me la racconti giusta.-
Tentativo fallito. Che angoscia!
-Il mio capo ci ha provato spudoratamente tutto il giorno non so cosa fare.-
-Escici! Magari poi ti piace-
Depressione 1-Sirina 0
-No è brutto! Non è proprio il mio tipo!- TU sei il mio tipo! Idiota!
-Se se, dillo che infondo infondo ti piace!-
La ragazza non sapeva proprio cosa rispondere, così non scrisse niente e gli lasciò la possibilità di infierire ancora un po’:
-Dai che prendi due piccioni con un fava! Magari ti alza pure lo stipendio!-
Depressione 10 -Sirina 0
-Cambiamo discorso, tu che mi racconti?-
-Niente-
-Tutto a posto?-
-Sì al solito-
Che se la fosse presa per la voglia di cambiare argomento?
Depressione 100 -Sirina 0
Era mai possibile che, appena lei si interessava un pochino alla sua vita, lui doveva essere così scostante? Quando l’aveva conosciuto non era così…
-Dai, stacco.. Notte notte- La ragazza decise di smettere di fare autolesionismo parlandoci.
-Notte notte bacione.-
-Bacione.-
Chiusa la chat, iniziò a vedere un film d'amore tragico.

***

Di nuovo. E' successo di nuovo.
Risma era sveglia e guardava fisso il soffitto delusa dall'improvvisa lucidità e dal fatto che il primo pensiero era stato lui.
Ripercorse mentalmente gli avvenimenti degli ultimi giorni... se di avvenimenti si poteva parlare!
“Prima a pranzo si mette a scherzare con me ignorando tutti gli altri al tavolo, come se non ci fosse nessuno all’infuori di noi. Mi chiede di essere più presente nel coro che dirige, se voglio partecipare all'attività di volontariato che segue nei week-end e se voglio fare con loro delle vacanze...
Week-end! Vacanze! Fuori da scuola!!
Vuole vedermi attorno a lui anche fuori da scuola!
Secondo me si sente molto solo, o forse è un po' schizzofrenico e io non me ne sono mai accorta!
Prima mi ignora, poi mi cerca... poi mi ignora!
Sì perché alla fine del concerto si è messo a parlucchiare con un tizio. È vero che non lo vedeva da un po'... ma è anche vero che aveva tutta la sera per chiacchierarci!
Insomma non mi ha neanche salutata...
Che stronzo!”

***

Sirina si alzò faticosamente dal letto e si diresse come un fantasma verso il bagno. Restò per 10 minuti buoni davanti allo specchio, poi d'improvviso si rese conto che l'immagine orribile che aveva di fronte era lei.
"Aaaaaaaaah!" urlò spaventandosi.
Prese con gesti scattosi la borsa dei trucchi e si mise quintali di correttore per nascondere le occhiaie della notte completamente in bianco. Il risultato fu così deprimente che si lavò via tutto e scappò velocemente sotto la doccia.
Quando finì, decise di mettersi dei vestiti casuali ed uscire per fare una passeggiata prima di iniziare a lavorare. Il vento freddo le procurava dei leggeri brividi mentre dalla cuffia dell'i-pod i System of down le urlavano nelle orecchie.
Niente, era tutto inutile: il senso di spossatezza restava. Quel giorno non si sarebbe ripresa facilmente.
Come gli era venuto in mente di dirgli che il capo ci provava? Sapeva che lui l'avrebbe buttata tra le sue braccia! Che odio.
Era solo un povero ragazzino troppo immaturo che si dà arie da io-capisco-tutto-e-tutti!
Aveva ormai perso il conto di quante volte le avesse detto di capirla ancora prima che lei parlasse. Sì infatti! Proprio così, sei sulla strada giusta: la tangenziale!

La botta di nervi nel freddo invernale la scosse abbastanza da farle prendere una decisione. Non appena fosse tornato in città gli avrebbe dichiarato i suoi sentimenti. Era ritardato per non aver capito, ma era ora di sbattergli la verità in faccia: era stufa di quella situazione. Almeno con un "no" secco si sarebbe messa il cuore in pace.

Senza rendersene conto la ragazza era arrivata davanti al bar dove lavorava. Aprì il locale anche se era presto, tanto toccava a lei quel giorno.
Accese la radio per tenersi compagnia:

"Non restare sulla porta, entra pure se ti va
che se non sarà stasera prima o poi succederà"


Sono dentro infatti.

"Maledetta timidezza
che la voce se ne va"


No, no… quello è lo scazzo con cui servo i clienti dopo le notti insonni, quale timidezza?

"Ma il silenzio sì fa male
in silenzio siamo qua"


Il saluto del capo giunse alle orecchie di Sirina, così come la sua mano morta sul suo sedere.
Magari fossimo in silenzio… e magari potessi fargli male!

"infondo quando c'è sentimento non c'è mai pentimento"

***

"In fondo quando c'è sentimento
non c'è mai pentimento"


Risma guardava sconsolata la tazza di caffè-latte davanti a sé. Ovviamente non c'era nessuno a casa e aveva optato per fare colazione al bar della scuola.
La canzone alla radio sembrava prenderla in giro.

"Quando c'è sentimento
non c'e' mai pentimento"


Mah!

All'improvviso una voce alle sue spalle:
“Ciao! Cosa ci fai già qui??”
Infarto!
Risma si voltò e Lo vide.
Doppio infarto!
Con un repentino cambio di colore -che neanche un camaleonte avrebbe potuto fare così velocemente- lo salutò. Lui sorrise e le face segno che andava al bancone del bar, poi sarebbe tornato.

"Tutto gira intorno al sesso
perché il sesso tira su
ma bisogna farlo spesso
non esistono i tabu'”


Risma cercò velocemente nella borsa uno specchietto e un qualsiasi cosmetico che la potesse aiutare. Trovò consolazione solo in una vecchia cipria entrata lì dentro chissà quanti anni prima.
Quando Lui tornò si sedette al tavolo e i due iniziarono a conversare piacevolmente.
Risma sorrise tra sé e sé… certo che, o era proprio crudele o non si era accorto dei sentimenti che la ragazza ancora provava per lui!
“Cos’hai stamattina?” chiese.
Lui consultò mentalmente la sua agenda e, dopo averci pensato molto, rispose convinto:
“Non ne ho idea!”
La ragazza rise: “Ma dai!!!”
Anche lui sorrise: “Dovrei essere in IIA alla prima ora… poi improvviso!”
Risma scosse la testa. Sì, era lui l’uomo di cui si era innamorata: l’aveva scelto deficiente, non l’aveva scoperto dopo. Già lo sapeva!
…e innamorarsi era stato un grosso sbaglio.

***

Sirina si trascinò faticosamente a letto e si lasciò cadere a peso morto: la giornata di lavoro era stata stressante e pesante.
Dopo una decina di minuti passati in stato vegetale, mise confusamente la mano in tasca perché qualcosa la stava crudelmente disturbando.
Portò davanti alla faccia l'oggetto misterioso e ci mise qualche istante a capire che era il suo cellulare. Stava vibrando come un indemoniato.
"Pronto" mugugnò dopo aver risposto.
"Dormivi?" tono divertito.
La ragazza emise un suono riconducibile vagamente ad una negazione.
"Dai ti lascio riposare ci sentiamo poi" stizza di lui.
"No, no sono sveglia! È successo qualcosa?" si alzò di scattò ed aprì la finestra in modo che l'aria fredda invernale la svegliasse. L'effetto fu quello di una pesante martellata.
"No tranquilla volevo solo sentire come stavi dato che ieri sera non sembravi molto in forma."
-Che carino- pensò accendendosi una sigaretta: già che aveva aperto la finestra e si era fatta venire mal di testa, perché no?
"Mi sono ripresa!" disse sinceramente felice del suo interessamento.
Continuarono a chiacchierare del più e del meno per almeno un'ora… era sempre bello parlare così: ci potevi discutere di qualsiasi argomento, ti stava a sentire e dava risposte intelligenti, reggeva il confronto.
Poi lui ebbe la malsana idea di tirare fuori il discorso del suo capo.
Come rovinare una bella telefonata: manuale d'uso pagina 1.

"Beh fa niente dai ora devo andare" Sirina si era molto irritata e non vedeva l'ora di attaccare "quando sali dobbiamo parlare."
Errore fatale. E lo sapeva.
Lui la tenne al telefono altri 40 minuti cercando di capire quale fosse il suo segreto. La ragazza mantenne il silenzio più totale buttandola sul ridere e non sapendo neanche lei cosa ci fosse di divertente.
Quando attaccarono si sentiva svuotata e non aveva neanche voglia di pensare.
Scaldò l'acqua per il tè e scelse la vaniglia. Stanca, ma priva di sonno, si sdraiò a letto davanti al pc e iniziò a vedere l'ennesimo film durante il quale, fortunatamente, si addormentò.

***

Giornata a scuola infinita, pomeriggio dei più noiosi passato a fare studi di funzioni su studi di funzione. E non venivano mai.
Depressione.
In un momento di follia Gli aveva mandato un messaggio: niente di importante, ma sarebbe stato carino se le avesse risposto. Controllò il cellulare di nuovo.
Niente.
La ragazza si lasciò andare cadendo di schiena sul letto. Era l’ultimo anno.
A meno che non venisse bocciata, cosa che era più che sicura di voler evitare, quello era l‘ultimo anno in quella scuola. L’ultimo.

Dopo cosa sarebbe successo?
Non avrebbe più avuto occasione di vederlo. A Lui sarebbe importato?
Almeno un pochino, pochino?
Anche Lui aveva realizzato che tutto stava per cambiare? Gli andava bene così?
Quando gli aveva accennato la cosa, le era capitato più di una volta (due) che le dicesse scherzando di farsi bocciare. Lo diceva scherzando, ma aveva un velo di tristezza negli occhi.
Forse gli interessava qualcosa!
Beh, ma se doveva tirar fuori questi segni da come sbatteva gli occhi forse non era proprio così…
Risma sbuffò, era mai possibile ridursi così per un uomo?
Se gli interessava qualcosa di lei non avrebbe dovuto essere tutto più esplicito? Non avrebbero dovuto sempre essere complici così come lo erano una volta?!
Invece a volte la ignorava completamente, a volte vedeva solo lei.

Ma che stress! Che fatica vivere così! Il Purgatorio era forse già iniziato??
Risma si girò a pancia in giù e vide poco lontano il suo computer. Decise che gli avrebbe detto chiaro e tondo cosa prova un’ultima volta. Se le avesse detto sì tutti felici, spumante e petali bianchi dal cielo, se fosse stato un no basta. Non lo avrebbe più rivisto!
Era tipo la decima volta che faceva un ragionamento del genere da quando avevano rotto, cosa che lasciava poco spazio alla speranza di un cambiamento… ma questa volta aveva la consapevolezza di essere in quinta, al limitar di un bosco e all’inizio di un precipizio. Doveva farlo.
Così si mise al computer e aprì una pagina word senza aver chiaro cosa avrebbe scritto, ma con l’intenzione di mandargliela una volta pronta.





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IL 19 GENNAIO PUBBLICHEREMO IL CAPITOLO 4! ACCORRETE NUMEROSI!

LE CRONACHE DI RISMA E SIRINA. CAPITOLO 4: GLI UOMINI, LE DONNE E LE INDECISIONI.


Sirina si vestì in fretta e furia, mise gli stivali per evitare di avere le fastidiose stringhe da allacciare (non era sicura di essere in grado di farlo!), e scese. Attraversò la strada facendosi quasi investire, si fermò davanti all’entrata in trance. Proprio in quel momento si rese conto che lui la stava fissando attraverso la porta semi aperta.
Infarto.
Le orecchie le presero a pulsare, il viso divenne color rosso fuoco, l’espressione era identica a quella di un pesce lesso e le gambe tremavano vistosamente. Era giusto fare tutti i preparativi per essere affascinante prima di andare a conquistarlo no?
Entrò.

[…]

Il solito parchetto. Quello vicino alla scuola dove l’aveva portata al primo appuntamento, quando Risma non pensava lo fosse. Quello dove più volte dopo l’aveva respinta … Quello dove era quasi sicura di essersi sbucciata il ginocchio andando in bici da piccola… ma questo non c’entra! Lui era in ritardo. Un classico.
-Pace, mi godrò la quiete di questa giornata grigia…- pensò la ragazza -guarda quanti corvi neri da quella parte… e quelle nuvole non promett.. ommioddioquelloèlui!-
Si stava avvicinando.
Risma sentì il viso andarle a fuoco, lo stomaco stringersi e ballare la lambada e la sua voce, lo vide chiaramente, mise il cappello, prese la valigia e la abbandonò.
La solita bastarda!


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Capitolo 5
*** "ti devo parlare", mai frase più temuta ***





Salve a tutti!! Eccoci qui con il nostro appuntamento solito e con i traumi di cuore di Risma e Sirina!
Buona lettura!!




LE CRONACHE DI RISMA E SIRINA
CAPITOLO 4
”ti devo parlare”, mai frase fu più temuta


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RISPOSTE ALL’ARGOMENTO DI OGGI.

R: Io ho già problemi sulla parte del parlare!

S: Chi non li ha con loro esseri decelebrati?

R: Oggi ho preso una decisione, ma non so se è una decisione decisa!

S: Che decisione è?

R: Voglio metterlo di fronte ai miei sentimenti. Voglio capire se gli interesso ancora o no.

S: Wow! La stessa cosa che voglio fare io! (oddio in realtà devo capire se gli interesso e basta XD)… Rendila una decisione decisa! E’ la cosa giusta!

R: Mmmmmmmmh… Se dice che non gli importa più niente?

S: Almeno ci metti una pietra sopra e volti pagina!

R: Tanto dovrò girarla prima o poi... verosimilmente dopo l'esame di maturità!

S: Eh ma non puoi affidarti al caso… magari lo becchi di nuovo dopo la maturità e che fai? … E se gli interessassi ancora? Perderesti un'occasione!

R: Non credo di incontrarlo dopo la maturità...

S: Beh non lo puoi sapere, magari x strada…

R: Mmmmmmmmmh

S: Quante volte si becca la gente che si pensava di non incontrare mai più?

R: Boh! Mai incontrato per sbaglio! … Ovvio, perché io vorrei vederlo! Quindi per la legge di Murphy non lo incontrerò mai!

S: Ci sei ancora molto sotto vero?... Meglio se ci parli!! Al massimo fai la kamikaze come me! Vado a dichiararmi ad uno che sono convinta mi dirà di no! XD

R: Bhe, ne sono piuttosto convinta anch'io! Perché dirà di no?

S: Perché è un ritardato mentale che non si è accorto di cosa provo per lui e continua a starmi vicino per amicizia, girando occasionalmente il coltello nella piaga… Il tuo perché dovrebbe dire no?

R: Boh… Probabilmente perché non gli interesso abbastanza… Non abbastanza per strapparlo al mondo che si è creato da solo.

S: Oddio sembra quasi che parliamo della stessa persona! XD Anche il mio lui si è creato il proprio mondo fatato in cui… non gli sto dietro. Se non se ne vuole accorgere lui, gli sbatto in faccia che mi piace e lo costringo a reagire!

R: Già... già... non ti dirò che è tipo il decimo tentativo che faccio con lui da dopo che ci siamo lasciati...

S: E io non lo ascolterò! Ahhaahah dai devo scappare ci sentiamo! E’ sempre un piacere parlare con te!

R: ^^

S: Parlagli mi raccomando, poi voglio sapere come va!

R: Ok! Sai dove trovarmi! Ciao!

S:Ciao!

----Fine della conversazione---

-  "Partito?"
-Ah! gli ho scritto!- pensò frenetica Sirina lasciando scivolare il cellulare tra le coperte del letto -Facciamo finta di non avergli detto che gli devo parlare! Tanto non mi chiederà niente no? Anche se lo sa, gli ho detto che voglio parlarne a quattr'occhi quindi....-
TRRRRRR
La vibrazione del cellulare svuotò la mente della ragazza per almeno cinque minuti.
TRRRRRRRRR
...
TRRRRRRRRRRR
......
TRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
.........!!!
Sirina si rese conto che era una chiamata e rispose.
"Ciao! Come va?" Tono finto disteso che un bambino avrebbe saputo imitare meglio.
"Tutto bene, sto aspettando il treno a xxx"
"Ooooh, ma che bravo!" si chiese improvvisamente cosa avesse detto e decise che era meglio non rispondersi.
"Tu come va?"
"Bene!" Trillo isterico nella voce.
Silenzio.
"Sicura?"
"Sì sì!" tensione alle stelle.
Silenzio.
"Dai, vado a prendermi un caffè al bar, ci sentiamo dopo ok?"
"Certo! Buon caffè!"
Click.

Sirina rimase tremante per 20 minuti nella posizione in cui si trovava. Improvvisamente si girò e diede una testata al muro clamorosa. Per un'altra mezz'ora le risuonò costantemente in testa un'unica parola: CosìNonVaBene.
Non appena si fu leggermente ripresa, usò tutto il proprio coraggio per spedire un altro messaggio:
"Sei sul treno?"
Guardò il cellulare per un po’, ma dal momento che non arrivava risposta decise di andare a prepararsi qualcosa da mangiare.
Aprì il frigo lentamente, poi lo richiuse. Ripeté l'operazione per almeno 4 o 5 volte senza trovare nulla che le andasse, così decise di optare per il gelato davanti alla TV.
Senza che lei se ne accorgesse, diventò il gelato davanti al cellulare.
Con uno sforzo sovrumano si mise davanti al pc -con vicino il telefono- per distrarsi un po’. Passarono 10 minuti. Ne passarono 20. Poi 30. Alla fine divenne un'ora, e scrisse un altro messaggio:
"Tutto bene?" era sinceramente preoccupata.
"Oh yes" Ora, una risposta del genere poteva definire solo la completa assenza di neuroni, ma Sirina si sentì totalmente tranquillizzata.
"Sei sul treno?"
"Sì."
"Che fai?"
"Musica." Forse non aveva voglia di messaggiare… Eppure era stato lui a dire che si sarebbero sentiti dopo!
"Ok dai ti lascio tranquillo…"
"Non disturbi, tu che fai?"
Ah, quanto sono contraddittori i ragazzi! E poi ridicono delle donne...
I due passarono più o meno tutta la notte a messaggiare. Decisero di vedersi la mattina seguente per colazione, come sempre accadeva quando lui tornava in città.

***

Il foglio di word reclamava l’attenzione di Risma.
-Ok, ok, ok… cosa scrivo? Cosa scrivo??- pensava la ragazza -Mmmh… inizierò così!-
-Che cielo grigio… e dire che è il primo Aprile!- La ragazza guardava fuori dalla finestra sconsolata -Non so più cosa fare…-
“Smettila di piangerti addosso!!!” Una voce la fece sobbalzare.
“Chi sei? Dove sei?? Perché sei qui???” Si agitò la ragazza girandosi di scatto.
“Calmati, calmati!!” rispose la voce ridendo “Sono qui!”
“Dove?” chiese la ragazza guardandosi attorno freneticamente.
“Girati” la invitò la voce.
Risma si voltò.
“Dall’altra parte idiota.”
La ragazza tornò a guardare la finestra e, al posto della sua immagine riflessa, vide una ragazza che le sorrideva.
“Ehilà!”
“Aaaaaaaaaah” fu la sua reazione e, agitandosi, cadde dalla sedia.
“Non fare così! Mi hai creata tu dopo tutto!” Si difese la ragazza riflessa un po’ offesa.
“Io??”
“Sì, ma questa è un’altra storia… torniamo ai tuoi lamenti.”
“Non mi stavo lamentando!”
“Sé, certo”
“Va beh, anche se fosse? Chi sei tu perché io ti racconti i miei problemi?”
“Una tua creazione, te l’ho già detto!”
“Insomma devo chiamare un ospedale psichiatrico ormai!”
“Io inizierei a comporre il numero, ma potresti anche sentire cos’ho da dirti!”
“Sono tutta orecchi.”
“Sei tutta brufoli, altro che! Ma sorvoliamo. Ti stavi lamentando per cosa prima?”
La ragazza arrossì. “E’ una storia lunga e complicata… c’è una persona che mi piace…”
“Arriva alla situazione di adesso!”
“Che caratteraccio! Beh… Adesso… Se non mi faccio vedere/sentire io tra noi non c’è nulla!”
“Mmmm… Capisco… C’è un film che spiega bene la situazione.”
La verità è che non gli piaci abbastanza. Sì , l’ho visto con un mio ex compagno di classe.”
“Dunque sei giunta anche tu alla conclusione che non gli piaci, bene, un minimo di autoconsapevolezza c’è allora!”
“Caspita! Sei simpatica come un dito chiuso nella portiera della macchina!”
“Ehmm… Scusa, prima facevo la strega, non sono molto abituata al mio nuovo ruolo!”
“Che?”
“Anche questo è colpa tua, ma lascia stare! Il punto è che dobbiamo cercare di renderti più appetibile per lui.”
“Vestirmi da birra potrebbe servire?”
“In effetti…!”
“Altre soluzioni?”
“C’è la soluzione classica!”
“Cioè?”
“Ribaltare i ruoli!”
“Devo corteggiarlo con mazzi di fiori?” Domandò la ragazza alla finestra.
“Come prendi tutto alla lettera! No, ti prenderebbe per pazza (ancora)!” Disse il riflesso riapparendo.
“E quindi?”
“Inizia a stargli più vicino, ma senza soffocarlo o fare l’appiccicosa.”
“Ma se mi ha paragonata alla carta moschicida!”
“Allora è già troppo tardi…”
“Ascolta la situazione è più complicata di quanto pensi”
“Capisco…” Mentì la ragazza riflessa.
“Secondo te cosa dovrei fare? Lasciarlo stare?” Chiese la ragazza con due occhioni da cerbiatto che volevano dire: dimmi-di-no.
“Ne saresti capace?” chiese il riflesso con tono di sfida.
“No” dovette ammettere “E’ troppo importante per me.”
“Il problema è che tu non sei così importante per lui.”
“Sììì giriamo il dito nella piaga!”
“Non volevo essere insensibile.”
“Un po’ sadica direi, ma andiamo avanti.”
“Mi chiedevo se avessi dei pregi utili…”
“Pregi? Cos’è? Roba da mangiare? Mai sentito parlare!”
“Deficiente.”
“Uff… non saprei!”
“Dai impegnati! Ne avrai pure qualcuno!”
“Sono… alta?”
“Non è un pregio.”
“Hai ragione… sono una pasticciona?”
“Neanche questo.”
“Sono… molto autoironica, gentile, simpatica… modesta! Ma dai che razza…?”
“Non ti interrompere!”
“Lotto per quello a cui tengo… senza fare esempi tipo ora!”
“Altro?”
“Mi piace creare… non ho il diabete per quanto ne so… termo autonomo no perditempo!”
“Fine momento serietà.”
“Ah!” si ricordò la ragazza “So ballare come Jhon Travolta in hair spray!”
“In effetti…” Fu costretta ad ammettere la ragazza riflessa “La corporatura è simile…”
“Sarà una cosa di costituzione…!”
“Può darsi…Cantare? Sei capace?” Chiese il riflesso.
“Diciamo che i pipistrelli e i delfini sono felici quando canto… gli esseri umani si chiedono perché sono in playback! ...Ma tutto questo non ha risolto il mio problema”
“Beh, intanto gli abbiamo elencato un po’ di motivi per riconsiderarti.”
“Eh?”
“Sta leggendo quello che diciamo in questo momento.”
“Cosa? Ci vede?”
“N… ma cosa fai???”
La ragazza si era subito accucciata in un angolo per mettersi cipria sul naso mentre malediceva il riflesso di non averla avvertita prima.
“Sei pronta adesso?” Chiese il riflesso alzando gli occhi al cielo.
“Sì” Confermò la ragazza col naso completamente bianco.
Il riflesso fu molto tentato di sparire.
“Allora posso fare domande a lui?” Chiese la ragazza.
“Sì, ma non ti aspettare che risponda!”
“E quando mai!”
“Ehmm… non credo questo aiuti!” Cercò di ri-instradarla il riflesso, ma la ragazza non la ascoltava.
“Ma si può sapere cosa ti ha spinto a volermi con te un tempo? E perché non mi vuoi più?”
“Intanto perché… non hai idea di quanti siano gli anni di differenza tra di voi! Non ci sei nemmeno arrivata! E, ovviamente, lui ha un certo tipo di bisogni che tu… beh, insomma, hai capito. Per di più non è che lui sia proprio un Principe Azzurro…i suoi difetti li ha!”
“Lo so, ma… come te lo posso spiegare… Tutti hanno difetti, ed è meglio che non inizi a elencare i miei! Però ci si passa sopra.”
“Una cosa devo chiedertela io: perché? Perché continui a fare queste figure di merda se sai già che lui ti guarderà un po’ imbarazzato cercando un modo gentile di dirti per l’ennesima volta che non c’è trippa per gatti… Che sì, magari tra cinquant’anni, quando gli alieni invaderanno la Terra, quando il Sole diventerà una gigante rossa... chi lo sa! Magari allora potrebbe esserci qualche possibilità, ma ora… perché fai di queste cose che poi ci stai male? E’ davvero una pazzia!”
La ragazza arrossì e sorrise tristemente mentre diceva: “Le persone fanno sempre cose pazze… quando sono innamorate.”
“Questa è una citazione.”
“Lo so, ma è una frase che mi ha sempre colpito molto… Il fatto è che quando stavamo insieme il mio cuore (inspiegabilmente) era diventato tre volte più grande e urlava forte il suo nome, poi si è infranto. L’ho riunito con lo scotch come i pinguini di Madagascar2 hanno fatto con l’aereo… Ma continua a chiamarlo.”
“Sei un po’ patetica!”
“Me ne rendo conto.”
“Ascolta… potresti provare a fare per lui cose che non avresti mai fatto… nei film funziona!”
“Ok… biscotti! Potrei provare a dar fuoco a casa!”
“Ottima idea!”
“E dopo, mezza carbonizzata, gli dirò di non mangiarli!”
“Ma no!!!”
“Mica voglio avvelenarlo!!!”
“Tu prova a farli lo stesso!”
“Quello sicuramente!”
“Potrei anche dargli un non-ti-scordar-di- me.”
“Non l’hai già fatto?”
“Sì, ma magari adesso gli do un significato!”
“Perché proprio quegli inutili fiorellini?”
“Non li insultare! Sono i miei fiori preferiti! Ammiro molto questi fiori. Secondo me sono affascinanti: sono semplicissimi fiori di campo, piccoli e neanche particolarmente belli, ma sono allo stesso tempo tenaci e fragilissimi. Questi fiori sono in grado di crescere ovunque: in mezzo a un prato come in una spaccatura del cemento! E fanno un baffo alle rose che si son sempre legate allo stelo il fatto di non essere capaci di essere anche blu (ok, questo era delirio). Prova però a prendere in mano un non-ti-scordar-di-me… il fiore si stacca subito! Sono estremamente delicati!”
“Adesso chiamo un bravo dottore, non ti preoccupare” disse il riflesso.
“Mi sembra una buona idea… sai… Mi piacerebbe… che lui riuscisse a vedermi non più come un non-ti-scordar-di-me da calpestare, ma qualcosa di più raro e prezioso… chissà se succederà mai!” Il riflesso tacque.
“Cosa c’è?”
“Abbiamo detto tutto, abbiamo svelato la sentimentale, problematica, vagamente cerebrolesa che sei…!”
“Grazie ragazza riflessa, io non avrei avuto il coraggio di dirlo.”
“E se ti dicesse ancora di no?”
“Lui sa che continuerò… è la sua maledizione.”
“Un po’ mi spiace per lui!”
“Anche a me!!!” la ragazza vide il riflesso allontanarsi “Dove vai?”
“Me ne torno a Wood of cinder, la foresta dove abito” Rispose il riflesso.
“Interessante.”
“Sì… sai una volta ho visto una ragazza che ti assomigliava molto.”
“Ah sì?”
“Si chiamava Gigia.”
“Questo nome non mi è nuovo…”
“Non ci pensare.”

Risma guardò lo schermo contemplando la sua opera.
Poi premette il tasto delete.

***

Sette del mattino. Sirina aveva passato la notte a guardare insistentemente il cellulare, come se potesse dirle cosa sarebbe accaduto il mattino dopo.
“Sono al bar sotto casa tua.”
Ok, un messaggio le aveva appena detto l’unica cosa che non voleva sentire. Si chiese se avrebbe dovuto far finta di dormire per evitare di vederlo, ma in realtà gli stava già rispondendo con il cuore che batteva a mille.
“Arrivo!”
Si vestì in fretta e furia, mise gli stivali per evitare di avere le fastidiose stringhe da allacciare (non era sicura di essere in grado di farlo!), e scese. Attraversò la strada facendosi quasi investire, si fermò davanti all’entrata in trance e pensò:
-Certo che qualsiasi avvenimento della mia vita avviene in un bar, che tristezza.-
Il suo solito cinismo prese il sopravvento. Perché era così emozionata? Tanto la risposta di lui sarebbe stata no, e probabilmente avrebbe avuto anche un’aria un po’ schifata. Sorrise al proprio riflesso nella vetrina: chi avrebbe potuto mai volerla?
Proprio in quel momento si rese conto che lui la stava fissando attraverso la porta semi aperta.
Infarto.
Le orecchie le presero a pulsare, il viso divenne color rosso fuoco, l’espressione era identica a quella di un pesce lesso e le gambe tremavano vistosamente. Era giusto fare tutti i preparativi per essere affascinante prima di andare a conquistarlo no?
Entrò.

“Ciao!!” gli disse abbracciandolo e dandogli il bacio sulla guancia di rito.
“Buongiorno” le rispose tenendola stretta a sé (con conseguente scioglimento da ommioddio-il-suo-profumo).
Si sedettero e lei iniziò a fissare il vuoto senza speranza che i neuroni si mettessero a funzionare. “Due cappucci e due brioches”
Lo sentì confusamente ordinare la colazione ed ebbe compassione del povero barista che era già lì pronto al lavoro.
Il silenzio non si ruppe finché la ragazza non ebbe sotto il naso il dolce profumo del cappuccino. Qualcosa nella sua testa si mosse e disse:
“Sono 2,80 euro, facciamo lo scont…ehm” si interruppe rendendosi conto di sembrare come minimo drogata, e rise isterica davanti alla faccia perplessa di lui.
Si sentiva vagamente stordita, come se nella sua testa qualcun altro stesse protestando, ma non era quello il momento di pensare a simili stupidaggini. Doveva tenerla buona per un po’: era una sua decisione prendere questo palo in faccia!
Fece un sospiro e si ricompose.
“Allora! Come è andato il viaggio?”
“Al solito, lungo.”
“Sei riuscito a dormire un po’?”
“No.”

“Cosa mi dovevi dire?” sì ok, la pazienza e la diplomazia non erano mai stati il suo forte, ma doveva proprio essere così diretto?
-Insensibile e ottuso senza speranza- pensò la ragazza, ma si costrinse a sorridere e a sperare che sarebbe stato meglio rispondere in modo chiaro e conciso.
“Non farò giri di parole… ecco... diciamo... sicuro che vuoi parlarne proprio ora?” le stava mancando il coraggio, intrecciò le mani tremanti e sudate.
“Sì.”
Pausa di silenzio mistico, rumore di neuroni che cercano di funzionare inutilmente, faccia seria.
Dopotutto era stata lei stessa a scegliere di dichiararsi. Ora che era lì non poteva certo tirarsi indietro!
“Volevo dirti che ho dell’interesse verso di te… e non volevo farlo per telefono per questo ti ho chiesto di parlarne a quattr’occhi.”
Le unghie, di propria iniziativa, si conficcarono nella mano della ragazza… ma lei non sentiva niente. Pensava solamente al fatto che aveva detto interesse e quindi lui poteva aver capito qualsiasi cosa.
Il silenzio e l’immobilità calarono inesorabili su di loro.

-Scherzone, sei su Candid Camera!!-
Sirina pensò seriamente di dirlo. L’alternativa era provare ad urtarlo ripetutamente con uno stecchino, cercando di capire se fosse ancora vivo.
Finalmente si mosse …allora non gli era venuto un infarto!
Le fece un lunghissimo discorso (un’ora più o meno), per girare intorno alla frase: l’apparenza inganna, non sono quello che sembro! (Sono un alieno!)
La ragazza si sentiva stranamente lucida e fin troppo in possesso delle sue facoltà intellettive, tanto che rispose in maniera del tutto coerente e sensata ai suoi discorsi.
“Ma hai capito cosa intendo?”
“Certo! Però ascolta, è un anno che ci conosciamo e sentiamo tutti i giorni, almeno un po’ di te penso di averlo capito. No?”
Un po’ di autoironia in effetti ci stava sempre bene. Il discorso che le stava facendo era troppo paradossale! Lui però non la apprezzò e si limitò a chiudersi nel silenzio. La ragazza ebbe il tempo di pensare e dire una frase ad effetto:
“Ed è per quello che conosco, non della maschera che porti, che ho interesse per te!”
Accidenti stava dicendo ancora interesse!
“Ok..”

Si alzarono, pagarono ed uscirono dal bar per fare quattro passi. Sirina non sentiva lo scorrere del tempo (per fortuna era il suo giorno libero!). La brezza le fece venire freddo.
Lui si era lanciato di nuovo in uno dei grandi (deliranti) discorsi su come non volesse ferirla, ma la realtà era solo che le stava chiedendo tempo per decidere se gli piaceva abbastanza oppure no.
Rimasero insieme fino a metà pomeriggio, comportandosi normalmente: avevano entrambi bisogno di fingere che la dichiarazione della mattina non aveva infranto il loro rapporto.
Sirina sapeva che i discorsi che le aveva fatto avevano cambiato una parte importante del loro rapporto… prima pensava che avesse un neurone, ora aveva la certezza che si era suicidato!

I giorni passarono, loro si sentirono apparentemente come sempre, ma c’era tensione crescente nell’aria. La ragazza sapeva di non poter stare al suo giochino dell’aspetta-e-vedrai, anche perché lui aveva sostenuto, in mezzo a qualche discorsone senza capo né coda, di aver capito già da tempo i sentimenti di lei… e ancora non aveva deciso?
Cavolo, se era un no almeno doveva avere il coraggio di dirlo!
Certo, ci sarebbe voluto un po’ di tempo per smaltire però… se la lasciava in quella situazione non avrebbe mai smaltito e che cavolo!
Il giorno prima che lui ripartisse tornò sull’argomento, ma non ottenne molto.
“Ascolta… non mi potresti dare una risposta più definitiva prima di partire?”
Lui la guardò assorto. Sirina notò un lampo di attrazione, ma poi le disse:
“E’ che io, ora come ora, non me la sento. Insomma, tu hai i tuoi problemi al bar, siamo distanti… e poi siamo amici. Sai, per me l’amicizia è sopra qualsiasi altra cosa e non vorrei rovinare il bellissimo rapporto che si è creato tra di noi. Però non vuol dire che in un futuro non capiterà.”
“Hai bisogno di tempo?”
“Sì, perché insomma, sai come sono fatto. Ho avuto una storia due anni fa da cui sono uscito molto male. L’amavo e ci sono rimasto molto sotto.”
“Sì, però io non sono lei.”
“Certo non sei lei… come sai ci sono poche persone con cui sono molto legato e che mi piacciono, tu sei tra queste. Non voglio dirti no perché mi piaci, ma non voglio neanche dirti sì...”
La ragazza rimase in silenzio per darsi il tempo di riflettere, poi decise che doveva andarsene. Quel discorso non aveva senso!
Quando erano sul punto di salutarsi, però, lui le prese il viso tra le mani e, facendola voltare, la baciò. Fu un bacio casto, quasi puro, ma molto forzato.
Non appena la lasciò, la ragazza lo guardò negli occhi completamente confusa e rosso peperone: non solo non le aveva detto né sì né no, l’aveva anche baciata!
“Questo significa” la anticipò lui “che se son rose fioriranno...”
Detto questo si girò e se ne andò.
Sirina rimase completamente incredula: forse essersi dichiarata era stato un errore.

***

Il solito parchetto. Quello vicino alla scuola dove l’aveva portata al primo appuntamento, quando lei non pensava lo fosse. Quello dove più volte dopo l’aveva respinta … Quello dove era quasi sicura di essersi sbucciata il ginocchio andando in bici da piccola… ma questo non c’entra!
Lui era in ritardo. Un classico.
-Pace, mi godrò la quiete di questa giornata grigia…- pensò la ragazza -guarda quanti corvi neri da quella parte… e quelle nuvole non promett.. ommioddioquelloèlui!-
Si stava avvicinando.
Risma sentì il viso andarle a fuoco, lo stomaco stringersi e ballare la lambada e la sua voce, lo vide chiaramente, mise il cappello, prese la valigia e la abbandonò.
La solita bastarda!
-Ciao!-
-Ciao!-rispose con la voce di riserva (quella flebile flebile).
Lui le si sedette accanto sulla panchina. Maledetto: era sempre molto bello.
Dopo un paio di gesti plateali per sistemare le cinque borse che si era portato e che, secondo Risma, erano strumenti malefici di un regista sadico che voleva solo aumentare la suspance, si girò a guardarla.
La ragazza era sempre molto a disagio quando la fissava così, del tipo devo-dirti-una-cosa-che-non-ti-piacerà-ma-mi-va-bene-tenere-la-situazione-nell’-ambiguità-in-cui-navigavamo.
Era così, era sempre così.
Si creava una buona complicità, quasi da escludere gli altri e chiuderli un mondo tutto loro… Risma si illudeva che potesse essere un segnale, ribadiva che gli voleva bene e gli chiedeva di ricominciare. Lui, un po’ imbarazzato per essere stato colto sul fatto e un po’ risentito per l’attenzione alle sue mosse, le diceva con più tatto e chiarezza possibile che no, non era il caso.
Dilungandosi in panegirici di dubbia coerenza!
Si schiarì la voce. Ecco ci siamo!
Pubblicità!
Scherzavo…
Il discorso fu lungo, tanto per essere originali le diceva che le cose non erano poi così diverse dal solito per leggerle come premesse di… beh, altro!
Certe volte Risma si chiedeva davvero se lui fosse stato in sé mentre stavano insieme, se gli era importato qualcosa di lei o era stata solo una-delle-tante.
Le raccontò un aneddoto sulle sue ex he la convinse a tagliar corto e tornare a casa.
Stesa sul letto stava pensando che lui:
-Le aveva detto di lasciarlo perdere definitivamente.
-Le aveva raccontato una storia che non era certo finita a lieto fine dato che a 40 anni suonati ancora non aveva una donna… e dall’università ai 40 ne passano di occasioni!

…ma la cosa che la feriva di più era che:
-Aveva messo sullo stesso piano i sentimenti che provava per una con cui era stato un giorno solo! Una banale cotta! Una che non era neanche stata la sua prima ragazza!
Aveva messo quei sentimenti sullo stesso piano con quelli che lei aveva provato per lui… il suo primo amore… l’uomo che aveva sognato per più di un anno (più o meno inconsciamente) e che quando meno se l’era aspettato aveva deciso di avere una storia con lei, la sua prima storia… che non era durata un giorno, ma sei mesi!
…il suo primo bacio.
…il suo primo tutto.






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IL 9 FEBBRAIO PUBBLICHEREMO L’EPILOGO DELLA PRIMA PARTE! ACCORRETE NUMEROSI E ATTENDENTE L’INIZIO DELLA SECONDA PARTE!!

LE CRONACHE DI RISMA E SIRINA. EPILOGO.


…E adesso? Quante di voi si sono poste questa domanda dopo una svolta inaspettata?


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Capitolo 6
*** epilogo: ...e adesso? Quante di voi si sono fatte questa domanda dopo una svolta inaspettata? ***





Eccomi qua! In anticipo e con una sorpresa per voi! Oggi non solo pubblicherò l’epilogo della prima parte (“Le cronache di Risma e Sirina”), ma anche il primo capitolo della seconda parte!
Come si chiamerà? Di cosa parlerà? Chissà! (tutto in rima!)
Bene. Non vi trattengo troppo in chiacchiere! Restate con noi e con il meraviglioso e demente mondo di Gigia e Lilian! Che il fantasy ritorni tra noi!




LE CRONACHE DI RISMA E SIRINA
EPILOGO
”…e adesso?” Quante di voi si sono fatte questa domanda dopo una svolta inaspettata?


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RISPOSTE ALL’ARGOMENTO DI OGGI.

R: Ciao...................................................

S: We! Per caso è successo qualcosa?

R: Diciamo che la mia dichiarazione non è stata granché… A te è andata meglio?

S: No... che ha detto il tuo lui?

R: .Come dire... Il succo è che vorrebbe che lo lasciassi definitivamente in pace. Poi stamattina mi ha chiesto lui -sottolineo lui- se venerdì l'aiutavo.

S: La coerenza è uno stile di vita!

R: ..................Emauffaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Fra l'altro... Non capisco quanto davvero io gli sia importata... Per me lui ha significato tanto, ma io per lui.... Ho bisogno di cioccolato!!!!

S: Gelato! E anche un film tragico! Pure io ne ho un bisogno disperato!

R: Potremmo sincronizzarci! Decidiamo un film e un'ora!

S: Sìììììììììììì!!!! Allora il film sarà L'amore struggente del trio affiatato… Ce l'hai? Riesci a vederlo?

R: Eh? Non lo conosco.

S: Nooooo, che film proponi?

R: Non saprei decidere se è il caso di vedere un film che finisce bene o un film che finisce male!

S: Ne voglio uno a lieto fine! Il mio lui mi tiene sule spine… Non mi ha risposto. Se mi vedessi un film triste finirei per deprimermi XD

R: Allora ci vuole un film dove la protagonista, dopo essere stata tenuta sulle spine dal classico bello e impossibile, sceglie l'altro! Quello dolce e sensibile che di solito viene sempre calpestato! Ho bisogno di un po' di speranza!

S: Ok! Allora ci vediamo… Lui lei e l'altro?

R: Sì ,mi sembra un bel film!

S: Ok andata! Alle 21?

R: Ci sto!

S: Poi ci lasciamo un messaggio privato nel forum per i commenti!

R: Sì! Adesso me lo scarico!

S: Ottimo! Io scappo che devo cucinare! Ci sentiamo questa sera.

R: Ok!!!

S: Ciao ciao!

R: A presto!






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ABBIAMO PUBBLICATO SUBITO IL PRIMO CAPITOLO DELLA SECONDA PARTE!! Niente preview quindi!

IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN. CAPITOLO 1: RIVELAZIONI INASPETTATE.

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Capitolo 7
*** Rivelazioni inaspettate ***





Ed ecco per vooooooooooiiiii… *rullo di tamburi*
*rullo più forte*
*rullo assordante*
la seconda parteeeeee!!!




IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN
CAPITOLO 1
Rivelazioni inaspettate


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Come al solito, Sirina era al bar. Sentì vibrare il cellulare il tasca e, presa dall’ossessione che fosse Lui a scriverle, si nascose tremante dietro al bancone per guardare il display. Era Risma che scriveva sul forum.
”Con la tecnologia moderna arriva tutto sul cellulare come se fosse un messaggio!” Si lagnò la ragazza con se stessa, ma sospirò lo stesso con sollievo.
-Gran bel film lui, lei e l’altro! Mi ha lasciato una strana sensazione di deja-vu addosso! In effetti credo che se solo avessi una spada infuocata… Potrei sopravvivere ai miei traumi d’amore! XP-
Il messaggio di Risma era sul display e richiedeva una risposta, così la ragazza scrisse:
-Hai pienamente ragione! Anche a me piacerebbe avere una verga… Certo però che se ci andassimo in giro ci arresterebbero! XD-
Dopo aver risposto Sirina riemerse da sotto il bancone e ricominciò a servire.
TRRRRRRRR
Sicuramente era la risposta di Risma. Per fortuna quel giorno il capo non c’era, il ritmo di lavoro era lento e il collega fingeva di non vedere che lei non stava facendo niente.
-Dici che serve il porto d’armi? …Che te ne fai di una verga?-
-Mah non so, la do in testa alla gente!!! E tu che te ne fai di una spada scusa eh? XD-
-Concorrenza allo Chef tony! Devo disconnettermi, sono in un bar e un vecchietto sospetto mi sta puntando. Mi sposterò di tavolo con nonchalance.-
-Ah ok! Ma sei davvero in un bar? Pure io! Servo ai tavoli…! Buona fuga dal vecchietto maniaco!-
Dopo aver risposto Sirina alzò gli occhi e vide una ragazza cambiare tavolo. Un vecchietto la seguì con gli occhi. Eh?
TRRRRRRRR
In fretta la ragazza guardò il cellulare:
-Ok, nonostante la barista mi abbia guardata male l’ho scampata, adesso va da lei!-
Sirina alzò gli occhi: il vecchietto la puntava. Si girò verso la ragazza e urlò:
“Tu sei Risma!!!!”
I clienti si voltarono perplessi ed il collega pensò che fosse impazzita.
La ragazza si alzò: “Sirina?” urlò di risposta.
Il vecchietto si frappose tra le due e, con tono solenne, disse:
“No! Voi non siete chi credete di essere…”
Un lampo di luce accecante oscurò la scena.

* * *

“Ahia!” Risma era caduta sul duro asfalto di una piazza.
SPLASH
Sirina era caduta nella fontana in mezzo alla piazza.
“Opporcavacca il cellulare!” la ragazza ebbe una sincope nel cercare di tirare fuori il telefono dalla tasca ed intonò un mantra:
“Dimmi-che-non-ti-sei-rotto-dimmi-che-non-ti-sei-rotto-dimmi-che-non-ti-sei-rotto-dimmi-che-non-ti-sei-rotto-dimmi-che-non-ti-sei-rotto-!”
Dal momento in cui vide il display ancora attivo, fu risucchiata in un mondo parallelo.
Letteralmente.
No dai, diciamo solo che non vide il vecchietto avvicinarsi, non vide Risma alzarsi in un inutile tentativo di fuga e restò a bagno nella fontana.
“Voi due!” esclamò il vecchietto “In realtà vi chiamate Gigia e Lilian! Avete perso la memoria!”
Detto questo tirò fuori un librone pesantissimo di duemila pagine e lo consegnò a Risma. La ragazza, non appena lo aprì, entrò in trance e rivisse sulla propria pelle tutto quello che era accaduto.
In realtà si chiamava Gigia! E la stordita nella fontana Lilian! Qualche anno prima era stata teletrasportata con Bach, professore della sua scuola (il Grande Saggio!), nel mondo di Lilian e avevano vissuto un’incredibile avventura alla ricerca del cristallo Gallina.
…No aspetta, si chiamava Gallia!
Non si capisce perché, ma solo trovarlo gli avrebbe permesso di tornare a casa! Avevano perfino scoperto di avere una gemella nell’altro mondo! Peccato fosse morta.
Per quello loro avevano perso la memoria! Che cosa tragica.
A quei tempi lei e Lilian avevano manie autolesionistiche, tanto che si portavano sempre dietro un flagello… Chissà dove era finito!
Per non parlare del fatto che Lilian era leggermente violenta: aveva sterminato un villaggio intero! E lei, Gigia, aveva un drago come coscienza!!
Wooow.

“Vecchio eremita…” sussurrò Gigia con rispetto non appena si fu ripresa.
Il vecchietto, soddisfatto, guardò Sirina.

Continuò a fissarla.

Era insistente!

“Sì si arrivo! Non capite, mi sta scrivendo Lui!!” forse la ragazza non aveva ben compreso la situazione. Gigia le lanciò in testa il tomo che le era stato consegnato in modo che anche a lei fosse concessa l’illuminazione.
“Certo che sembra un po’ la trama di Lui, lei e l’altro!” disse Sirina non appena si fu ripresa dalla trance.
“Sì infatti! Ecco perché la sensazione di de-ja vu! Ma che dobbiamo fare noi?”
“Riportare la pace nell’altro mondo, semplice!”
Scherzava.
“Cosa?!?” esclamarono in coro le ragazze.
“Vi do solo un altro giorno sulla Terra! Poi vi toccherà tornare nel mondo natio di Lilian e seguire un’altra profezia per rimettere tutto a posto!”
Il vecchio eremita sparì lasciando le due ragazze basite in mezzo alla piazza.
Passò una balla di fieno.

* * *

“Come dire… mi sento un po’ provata…”
Le due erano andate a casa di Sirina. Avevano una vaschetta di gelato al cioccolato ciascuna e stavano tentando di riprendersi da quello che gli era stato rivelato.
“Non lo sentirò più! E neanche lo vedrò più… proprio ora che mi ero dichiarata!” Si lamentò Sirina.
“Vieni da un altro mondo!” Gigia tentava di riportare l’attenzione alle cose serie.
“Mi dirà di no se sparisco… Ammesso che mi parlerà ancora…” e tirò fuori il flagello.
“Allora ce l’avevi tu!” esclamò Gigia improvvisamente interessata.
“Vuoi favorire?”
“Certo! Ha paragonato la nostra storia a…!”

Dopo che le due eroine si furono sfogate, tornarono silenziosamente a dedicarsi al gelato con il sottofondo di un film d’amore triste.
Dopotutto, cos’era il ritorno della memoria di un’avventura in un altro mondo in confronto delle ferite di un amore non corrisposto?

Improvvisamente sentirono un boato. La terra si scosse, un rombo risuonò tra tutte le pareti della casa. I muri tremarono, il lampadario della stanza in cui erano si ruppe. Qualcosa di immenso cadde in mezzo al salotto.
Era un cristallo enorme e luccicante con un bigliettino attaccato.
“Questo è GALLIA. Toccare nel punto 1 e nel punto 2 contemporaneamente” lesse Sirina.
Gigia girò intorno a cristallo e notò che effettivamente da un lato c’era scritto “UNO” e dall’altro “DUE”.
Le ragazze, con grande intelligenza, toccarono entrambi i punti.
Il cristallo iniziò a tremare, lanciò scintille, fece andare a fuoco le tende, fulminò la luce, distrusse l’impianto a gas, rotolò in giro per il mondo, scavò gallerie, distrusse palazzi e persone e genti, bambini, madri…
Insomma, face uscire una spada fiammeggiante per Gigia ed una verga (mai utilizzata nella scorsa avventura!) per Sirina.
“Woooow!” dissero le due, e presero le proprie armi.
Un’esplosione di luce ed il vecchio eremita comparve seduto sopra il cristallo.






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IL 18 FEBBRAIO PUBBLICHEREMO IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN. CAPITOLO 2: L’INIZIO DI UNA NUOVA AVVENTURA

“San sta rapendo Bach!” Gigia abbassò il binocolo e inveì contro la tettona: “Ennnòbbella!!!”
L’eremita prese il binocolo “Sì! Quello tramortito in braccio a San è proprio Bach! Ma chi è l’altro che viene risucchiato?”
Lilian guardò incerta il suo cellulare: c’era un messaggio poco chiaro di Lui.
“Cosa intenderà con Aiutooooooooooooo!?”


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Capitolo 8
*** L'inizio di una nuova avventura ***





Ebbene sì, le nostre due eroine dovranno salvare il mondo di nuovo. Loro alleate una vaschetta di gelato e un flagello!




IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN
CAPITOLO 2
L’inizio di una nuova avventura


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“Yahoooohooo!” il vecchio eremita saltò via repentinamente dal cristallo e le ragazze lo guardarono male.
“Non me lo ricordavo così a punta!” si difese lui.
Gigia e Sirina si fecero coraggio e presero in mano le loro armi. Una luce improvvisa le avvolse e, quando scomparve, le due erano diventate paladine della legge vestite alla marinaretta.
Sirina si sentiva strana, come se fosse un’altra persona.
“Ma che diav…?” Gigia non credeva ai suoi occhi.
“Ora lasciate che vi spieghi” disse il vecchio eremita pacatamente “La situazione nel mondo magico è più grave di quanto possiate immaginare: l’avarizia di San ha portato a carestie in tutto il paese: non c’è più cibo, non c’è più acqua, non ci sono più uomini!”
“Ma è terribile!” si lasciò sfuggire Lilian ironica. “Se non farete qualcosa il mondo in cui sei nata scomparirà!” le rispose pieno di patos il Vecchio eremita.

In quell’attimo il cielo si fece scuro e si dipinse di un insolito e inquietante color verde bottiglia, le due ragazze scesero in strada. Proprio dalla scuola di Gigia partiva un cilindro di luce che collegava terra e cielo … Qualcosa stava per essere trasportato in un’altra dimensione!
Erano arrivati gli alieni!
Allarmata Gigia tirò fuori un binocolo dalla borsa dell’eremita.
“Ma quelli … Non ci credo!”
“Cosa succede?” chiese preoccupato l’eremita.
Lilian messaggiava.
“San sta rapendo Bach!” la ragazza abbassò il binocolo e inveì contro la tettona:
“Ennnòbbella!!!” L’eremita prese il cannocchiale:
“Sì! Quello tramortito in braccio a San è proprio Bach! Ma chi è l’altro che viene risucchiato?”
Lilian guardò incerta il suo cellulare: c’era un messaggio poco chiaro di Lui.
“Cosa intenderà con Aiutooooooooooooo?!”

***

Le ragazze rientrarono in casa e ripresero i loro gelati.
“Adesso è una questione personale però!” iniziò Gigia.
“Direi proprio di sì!” concordò Lilian.
“Ragazze?”
“Come si permette di venir a rubar gente da questo mondo!?!” esclamò Gigia.
“E con tutta la gente… Proprio loro due!!!”
“Ehi?” Niente, nessuno lo ascoltava. Il suo mondo era davvero in mano a loro?
“Non vorrei disturbarvi” disse ironico il vecchio eremita passando a ritirare i gelati e catturando così la loro attenzione.
“Ridacceli!”
“Ma c’è molta fretta” continuò ignorando l’esclamazione indignata “Ogni attimo qui sulla Terra corrisponde a qualche mese nel mondo magico, quindi dobbiamo muoverci! E in fretta!!!”
Gigia e Lilian si guardarono preoccupate. Così i ragazzi sarebbero invecchiati in un lampo rispetto a loro!
“Ora” il vecchio eremita azionò con un telecomando un proiettore e tirandosela un po’spiegò meglio la situazione “San, uccidendo Smeralda, è diventata un avatar.”
Immagine di San felice.
“L’ha privata del suo elemento e per questo è riuscita ad assassinarla. Non contenta di questo”
Cambio slide: ora c’era un’immagine di terra e fuoco.
“Ha tentato di sottomettere gli avatar di terra e fuoco: sulla terra non può crescere niente senza l’aria ed il fuoco non esiste senza aria.”
Gigia e Lilian guardavano attente ridedicandosi al gelato.
“L’unico che per ora riesce a non essere influenzato da San è Tritone”
Immagine di Tritone con camicia Hawaiana che sorseggia qualcosa sorridendo alla macchina.
“Come sapete Tritone è l’avatar dell’acqua e nell’acqua non c’è la quantità d’aria necessaria perché San possa sopravvivere.”
“Mi passi le patatine?” chiese sottovoce Lilian a Gigia.
“Eccole!”
“E’ quindi Tritone” continuava l’eremita “A guidare la resistenza!”
Cambio slide: c’era una coniglietta di PlayBoy. L’eremita arrossì.
“Questa non so come sia finita qui….”
Cambio slide: immagine di In-fondo-al-mar.
“Noi quindi ci recheremo In-fondo-al-mar, sede della resistenza a San. Lì vi daremo il necessario per partire alla ricerca dei dieci elementi.”
“Dieci elementi?” chiese Lilian.
“Così come siete non siete in grado di sconfiggere un avatar, ma le vostre armi sono speciali. Gigia, la tua spada con l’essenza di fuoco, il cuore d’argento, la gemma tagliente, lo spirito di vita e l’immersione nella torcia di Vulcano diventerà la Spada Leggendaria. E tu Lilian, se troverai l’essenza di ghiaccio, il cristallo d’acqua, la polvere della creazione, le fiale delle brezze del nord e immergerai la tua verga nel calderone dell’Acqua Viva, avrai con te la Verga del Destino. Queste due armi leggendarie, unite insieme, formeranno il talismano Lo maggior corno!
“Oooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooh” fecero in coro le ragazze.
“Queste due potentissime armi insieme possono sconfiggere San” continuò l’eremita “Ma il viaggio sarà lungo, dovrete girare quasi tutto il vecchio continente!”
“Continente???” chiese Gigia “E quella dove eravamo anni fa?”
“Era solo un’isoletta” spiegò l’eremita.
“Tu lo sapevi?” chiese Gigia a Lilian.
“No!”
“Non eri nata lì?”
Lilian fece spallucce davanti alla perplessità dell’amica: non avevano mica le cartine geografiche come sulla Terra!
“Bene ragazze” riprese il vecchio eremita “Abbiamo sprecato fin troppo tempo, andiamo subito In-fondo-al-mar, lì vi dirò la profezia e potrete partire per questa nuova avventura!”
“Solo una domanda” interruppe Lilian “C’è campo nell’altro mondo?”
Troppo tardi. Erano partiti!






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IL 22 PUBBLICHEREMO IL NUOVO CAPITOLO: IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN. CAPITOLO 3: LA RISCOSSA DELL’ANTI-IMMIGRAZIONE

Fashion design di questa avventura, per poter conquistare meglio i ragazzi:
-Lilian: minigonna nera (mini, ma proprio molto mini!) a pieghe dotata di spille da balia in basso a destra, (un’arma contro i nemici!), piccolo pizzo sul bordo inferiore e cintura in pelle. Corpetto nero con doppia spallina tubolare (una fa il suo lavoro di spallina, altra pende sulla spalla!), scollatura molto ampia, filo intrecciato davanti e zip sul fianco destro. Ai piedi stivaletti bassi con tacco. Il tutto completato da calze scure.
Accessori: un collarino in pelle, sul braccio destro un guantino senza dita lungo fino al gomito, anche lui dotato di spille da balia, sul braccio sinistro un polsino in stoffa. Un po’ dark la linea di quest’anno!
-Gigia: Calzoni larghi dotati di mille e più tasche (sempre comodi se si deve arraffare qualcosa!). Corpetto aderente che mette in mostra le sue splendide forme. Il tutto completato da degli stivali ai piedi!
Accessori: guantoni in cuoio. Insomma, sempre molto femminile la nostra Gigia!


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Capitolo 9
*** La riscossa dell'anti-immigrazione! ***





Il ritorno di re Tritone sui grandi schermi! Ricordate? Era il re di Infondoalmar! Ed eccolo qui sgargiante e combattivo con il suo accento siciliano.
…o forse no?




IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN
CAPITOLO 3
La riscossa dell’anti-immigrazione!


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Lilian e Gigia si ritrovarono improvvisamente teletrasportate sotto la superficie del mare. Precisamente si trovavano all’interno di una bolla a tenuta d’aria. Davanti a loro un grande castello luccicante attorno a cui sembrava esserci parecchia agitazione.
Lilian, chiaramente, mise in salvo il cellulare temendo si potesse bagnare.
“E ora?” chiese Gigia un po’ perplessa. Molti pesci multicolore passarono vicino a loro ignorandole. Per qualche strano motivo, erano tutti truccati come degli emo e portavano sulle spalle il simbolo bellico di un tritone.
Dopo qualche tempo, le ragazze videro arrivare verso di loro una sirena con un codazzo di pesci-soldato a seguirla.
“Lory!!” esclamò Lilian riconoscendo i capelli dorati ed i lineamenti dolci.
“Ragazze” disse lei con aria di chi è stato investito da un tir “seguitemi.”
Si girò per tornare da dove era venuta.
I pesci le circondarono iniziando a muovere la bolla.
Lilian si mise in un angolino (miracolosamente trovato in una bolla sferica) circondando le ginocchia con le braccia. Era intenzionata a fare il muso perché Lory non era stata carina con lei.
“Cosa è successo?” chiese Gigia stupita alla sirena “sembra esser cambiato tutto dall’ultima volta che siamo state qui!”
“Siamo in guerra.” Rispose lei secca.
Gigia, che non sapeva che pesci prendere (erano tutti fuori dalla bolla e non poteva afferrarli), così guardò Lilian in cerca di supporto. Rinunciò subito: l’amica era intenta a girare per la bolla d’aria cercando campo per il cellulare.
“Sono preoccupata per Munch!” si giustificò inutilmente.
Quando finalmente arrivarono al palazzo, Lory le condusse in una camera e ci si chiuse dentro con loro.
“Fiuuuuuuuuu” disse sospirando e accasciandosi teatralmente al suolo.
Le ragazze la guardarono perplesse. Improvvisamente scattò di nuovo in piedi esclamando:
“Sono stata brava? Sembravo il comandante di un esercito? Avete visto che fashion questo modello di costume-armatura che mi hanno dato?” le brillavano gli occhi.
“Sei schizofrenica” commentò Gigia.
“Ma no, ma no!” ribatté Lory tutta contenta “Vedete, è vero che siamo in guerra. San, chiamata anche l’avatar immigrato, ha cacciato gli abitanti dalla terra ferma e ora si stanno riversando tutti nel mare. Peccato che siano tutti senza permesso di soggiorno! Non possiamo certo farli stare qui! Per questo re Tritone sta organizzando la resistenza… Dobbiamo fare in modo che tutto torni come prima!”
Silenzio.
“Voi siete la chiave di tutto!” la Sirena fece una pinnata di gioia.
Balla di fieno (occasionalmente idrofoba) che passa solitaria.
“Salverete il nostro mondo!”
Le ragazze si girarono e si accucciarono per terra.
“Certo che sono proprio fissati.” Sussurrò Gigia.
“Veramente, ora solo perché uno viene da un altro mondo deve essere un eroe… a noi serve solo recuperare Bach e Munch.” Concordò Lilian.
“Voglio il gelato al cioccolato.”
“Io alla crema.”
“Al cocco è buono.”
“La stracciatellaaaaaaa…”
La porta si spalancò di colpo, ma le due ragazze con la bava alla bocca neanche se ne resero conto. Qualcuno le trascinò lungo i corridoi del palazzo e improvvisamente si ritrovarono al cospetto di re Tritone. Alla sua destra c’era Sebastian, alla sua sinistra La Grande Saggia.
“Bentornate picciotte!” esordì in siciliano italianizzato “siete pronte per la grande avventura?”
“Ha perso il suo accento!” Esclamò Gigia sconvolta.
“Noooooooooo non è più lo stesso Tritone ora!” Lilian era sull’orlo delle lacrime.
“Perché deve fare così?” Gigia si stava strofinando gli occhi per unirsi alle lacrime dell’amica.
“Voglio andare a casaaaaaa” frignò Lilian prendendo il flagello.
Sebastian tirò loro addosso due seppie con particolare violenza.

“Dunque” iniziò la Grande Saggia quando le due furono rinvenute “vi è stata spiegata la tragedia abbattutasi su questo mondo?”
“Sì! Quella zoccola di San ha rapito Bach!” esclamò Gigia con veemenza.
“Anche Munch!” si unì Lilian “Li vuole aggiungere alla sua collezione di uomini frigidi!”
Sebastian tirò loro delle sedie.

Re Tritone prese in mano la situazione non appena l due rinvennero.
“State a sentire” disse con strana chiarezza “ce sta ‘n’altra profezia:

Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando
pur come quella cui vento affatica;

indi la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori-

stiamo ancora cercando di interpretarla, ma sappiamo per cerco che parla di tre gemelle, vi tocca salvare questo mondo e non fate storie.”
“Ma siamo due mica tre!” esclamò Gigia.
“e poi il vecchio eremita diceva che lo maggior corno era un’altra cosa!” si aggiunse Lilian
“A cuccia!”
Le ragazze si guardarono sconsolate.
“Per farlo dovete necessariamente sconfiggere San” disse la Grande Saggia “ma non potete riuscirci in queste condizioni. Dovete viaggiare attraverso mari e fiumi, monti e colline, città, paesi e pianure… Dovete trovare i dieci elementi che daranno vita alle vostre armi e vi renderanno più forti! Solo in questo modo San non avrà scampo e si piegherà sotto la vostra forza di paladine della giustizia.” La Grande Saggia si mise in posa plastica senza motivo “Attenzione però! Man mano che recuperate gli elementi vi renderete conto della forza magica che scorre in voi e dovrete riuscire a controllarla!”
“Ommioddio prende ed è arrivato un suo messaggio!!!!” Lilian era distratta.
Sebastian la tramortì.
Re Tritone prese di nuovo in mano la situazione tagliando ulteriori convenevoli:
“In camera a cambiarvi! Vestite così non andate bene! Poi tornate qui.”
“Va bene capo!” dissero in coro facendo il saluto militare.

***

“Però se lo salvo potrebbe tornare con me…” Gigia rifletteva ad alta voce.
“Se gli dimostro il mio valore potrebbe mettersi con me…” Anche Lilian rifletteva ad alta voce.
“Ho deciso!” Esclamarono insieme.
“Ė un modo per fargli capire che IO VALGO, come dice la Loreal!” Gigia si era lanciata in dei ragionamenti profondi.
“Sì! Ci sono! Se comunque non vuole mettersi con me posso minacciarlo di rimandarlo da San!” anche Lilian stava partendo per la tangente, ma ad un certo punto si bloccò impietrendosi.
Gigia continuò un po’ nel suo delirio di onnipotenza, poi si accorse dell’amica ammutolita e pietrificata.
“Cos’hai Sirin… coff coff Lilian?”
Lei si girò tremante, un’espressione di indescrivibile terrore. Parve sputare a fatica le parole:
“E se gli piacesse lei?”
“Dobbiamo cambiarci!!” Gigia la spinse facendola cadere di faccia sul letto. Si rifiutava di prendere anche solo vagamente in considerazione l’ipotesi

Fashion design di questa avventura:
-Lilian: minigonna nera (mini, ma proprio molto mini!) a pieghe dotata di spille da balia in basso a destra, (un’arma contro i nemici!), piccolo pizzo sul bordo inferiore e cintura in pelle. Corpetto nero con doppia spallina tubolare (una fa il suo lavoro di spallina, l’altra pende sulla spalla!), scollatura molto ampia, filo intrecciato davanti e zip sul fianco destro. Ai piedi stivaletti bassi con tacco. Il tutto completato da calze scure.
Accessori: un collarino in pelle. Sul braccio destro un guantino senza dita lungo fino al gomito dotato di spille da balia, sul braccio sinistro un polsino in stoffa.
Un po’ dark la linea di quest’anno!

-Gigia: Calzoni larghi dotati di mille e più tasche (sempre comodi se si deve arraffare qualcosa!). Corpetto aderente che mette in mostra le sue splendide forme. Il tutto completato da degli stivali ai piedi!
Accessori: guantoni in cuoio. Insomma, sempre molto femminile la nostra Gigia!

“Bene!” esclamò Tritone irrompendo nella loro camera.
“AAAAAAAAAAAHHHH” le ragazze non se lo aspettavano.
“Ora andate!”
Esplosione di luce.






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IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN. CAPITOLO 4: ALTOLA’!
LO PUBBLICHEREMO L'8 MARZO!
“E’ una mappa del continente!!” esultò Gigia quando la aprì “Noi siamo… Qui in basso! A…”
“Altolà!” la fece sobbalzare una voce “Con la mia pietra mai più problemi di aloni di sudore!!!”
“Ma vai…!”
Arrivarono ad una locanda senza ulteriori intoppi. Dopo una cena frugale si ritirarono in camera.
“Quale hai detto che è?” chiese Gigia all’amica.
“E’…” Lilian non si ricordava.
“Questa!!!” disse decisa aprendo una porta a caso.
Era un bagno.
“Te lo sei dimenticato…” la smascherò Gigia.
Due ragazzi che passavano di lì si misero a ridere e camminarono oltre.


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Capitolo 10
*** Altolà! ***





Scusate il ritardo mie rigogliosi fan! Senza troppe chiacchiere, godetevi il capitolo!




IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN
CAPITOLO 4
Altolà!


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Gigia e Lilian atterrarono di faccia in quello che doveva essere il Nuovo Continente.
“Ahi!”
“Certo che avrebbero potuto trovare un modo più carino per farci atterrare!” Si lamentò Lilian.
Quando si rimisero in piedi videro il cartello della nuova città.
Gigia iniziò a leggere: “Ci troviamo ad…”
“Altolà!” Una voce dietro di loro le fece sobbalzare.
Un uomo alto e armato di spada le stava fissando.
Le due lo guardarono interdette, poi Lilian sbloccò la situazione:
“Salve! Siamo le Ragazze della Profezia, arriviamo or ora da In Fondo al Mar, saprebbe indicarci un buon ristorante?”
Due lampi rossi brillarono negli occhi dello sconosciuto.
“Da In Fondo al Mar???” E si scagliò contro di loro.
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!” Urlarono le due scappando (d’altronde erano appena arrivate dal mondo di Gigia, non erano abituate agli inseguimenti).
“Ma che diavolo ha?” domandò Gigia correndo.
“Non lo so!!! Gli starà antipatico Tritone!!!”
Le due si rifugiarono tra le mura della città.
“Non mi ricordavo più di quanta gente strana ci fosse nel tuo mondo!” esclamò Gigia una volta ripresasi dalla corsa “dovremmo cercare di farci dare una mappa del continente, potrebbe esserci utile.”
“Guarda, da quella parte c’è un mercato!” Le fece notare Lilian.
Le due si avventurarono per le vie dimentiche della mappa e felici di fare shopping.
“Peeeeeeeeeeeesce frescoooooooooooooooooo!!!”
“Pozioni d’amore!! Comprate le nostre pozioni d’amore!!!”
“Carne essiccata!! La migliore carne essiccata del continente!!!”
Gli odori e i rumori del mercato guidarono le ragazze in giro per la città, finché non arrivarono in una zona un po’ isolata e silenziosa dove un vecchio marinaio si avvicinò loro.
“Lo so chi siete” disse lasciandole senza parole “Siete le Ragazze della profezia.”
Le due lo guardarono stringendo i pacchetti di cianfrusaglie che avevano comprato.
“Il maestro di mio nonno era il vecchio eremita.”
“Quel uomo è ovunque!!” esclamò Gigia.
“Mi ha detto di darvi questa” e allungò loro un foglio di carta ingiallito e arrotolato “Ma!”
“Eccolo lì!” disse Lilian aspettandosi un ma …Mai fidarsi dei marinai!
“Ve la darò se avrete qualcosa di interessante da offrirmi.”
Le due ragazze sgranarono gli occhi e arretrarono.
“Ma no!” esclamò il vecchio marinaio “Intendo prodotti del mercato!!!”
“Aaaaaaah!” tirarono un sospiro di sollievo. Insomma, dopo il pazzo omicida il maniaco sessuale era un po’ troppo per essere solo il primo giorno!
“Dunque…” le ragazze sbirciarono nei propri sacchetti.
“Io ho una palla da bowling, una pozione anti calvizia e delle bende da pirata” disse Gigia.
“Io posso offrirti una moka, una canna da pesca e una parrucca rosa shocking” continuò Lilian.
Il marinaio ci rifletté un attimo, poi disse:
“Prendo la pozione anticalvizia e la parrucca rosa shocking!” Mai fidarsi dei marinai…
Fatto lo scambio le due ritornarono verso il mercato alla ricerca di una locanda per la notte (ricordate? Era sera quando sono partite dal mondo di Gigia!).
“E’ una mappa del continente!!” Esultò Gigia quando la aprì.
“La mia parrucca rosa shocking…” piagnucolava Lilian.
“Noi siamo…” cercava Gigia “Qui in basso! Ad…”
“Altolà!” la fece sobbalzare una voce “Con la mia pietra mai più problemi di aloni di sudore!!!”
“Ma vai…!”
Arrivarono ad una locanda senza ulteriori intoppi. Dopo una cena frugale si ritirarono in camera.
“Quale hai detto che è?” chiese Gigia all’amica
“E’…” Lilian non si ricordava “Questa!!!” Disse decisa aprendo la porta.
Era un bagno.
“Te lo sei dimenticato…” La smascherò Gigia.
Due ragazzi che passavano di lì si misero a ridere. Erano due tipi alti uno coi capelli neri e l’altro castano chiaro.
Gigia e Lilian misero il muso.
In camera (quando la trovarono) si misero a parlare:
“Eccoci di nuovo qua!” esclamò Gigia che ormai lo vedeva come una cosa che doveva succedere
Lilian seduta sul letto cercava di fare una sfera d’acqua per allenare i suoi sopiti poteri.
“Sono un po’ fuori allenamento!” Constatò.
“Chissà dove dobbiamo andare!” si chiese Gigia sdraiandosi sul letto e fissando la mappa con una benda da pirata su un occhio.
“Magari domani a colazione parliamo con l’oste e saprà qualcosa…” predì Lilian.
Gigia mise via la mappa: “Avremo nuovi potere da imparare a gestire eh? Magari sarà divertente!”
Si girò su un lato “Mi chiedo come stiano Bach e Munch…”
E la sfera di Lilian esplose.






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IL 30 MARZO PUBBLICHEREMO IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN. CAPITOLO 5: BUFERE E TEMPESTE (ORMONALI)

Passato qualche minuto che servì a Lilian per riprendere possesso delle sue facoltà cerebrali, Gigia disse:
“Beh, siccome abbiamo una mappa potremmo anche guardarla per decidere dove andare!”
“Ehi c’è una freccia rossa!”
“Ieri non c’era!” Gigia era scandalizzata.
“Sono stato io” disse l’oste entrando pomposamente dalla porta “mentre dormivate, vi ho tracciato il percorso”


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Capitolo 11
*** Bufere e tempeste (ormonali) ***





Che il re del divertimento sia con voi!!




IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN
CAPITOLO 5
Bufere e tempeste (ormonali)


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Gigia e Lilian si svegliarono per il fragore presente fuori dalla loro porta. Si alzarono silenziose mettendosi una tuta da ninja e si avvicinarono agli stipiti fiutando il pericolo.
Sembrava tutto tranquillo, c’erano solo le solite voci che urlavano frasi come “altolà signore!” o “altolà la colazione!”.
Scuotendo la testa si rimisero a letto, ma qualcuno sfondò la loro porta urlando:
“Altolà il sonno!”
“Ebbasta!!” esclamò Lilian tirandogli il cuscino.
“lsdkasnhfòl” Gigia era in coma profondo.
Lo sconosciuto uscì portandosi via il cuscino. Lilian guardò perplessa la porta sfondata, ma poi qualcosa vibrò sotto la sua mano.
La ragazza osservò sconvolta il cellulare e urlà:
“AAAAAAAAAAHHHHHHH PRENDEEEEE!!! UN SUO MESSAGGIOOOOOO!! GLI MANCO!”

-Ciao.-
Mh. Come era prolisso
-Come va stai bene? TI ha fatto qualcosa? Scusa ma non c’era campo! Ho fatto di tutto!-
-Tutto a posto.. sai cosa è successo?-
-Sì… circa. Sto venendo a salvarti!-
-Ma che dici?- effettivamente Lilian stava dimenticando che Munch in quel momento era in compagnia di una gnocca con la sesta.
-Vedrai ti porterò via da lì!- la ragazza cercava di essere coraggiosa.
-Tranquilla, mi porterà indietro lei-
-Non lo farà!- e poi mi devi dare una risposta ancora! Allora ci stai o no?
- È solo un po’ logorroica non è cattiva-
-Mi manchi…- Lilian provò ad usare la tattica della tenerezza.
Fissò il cellulare per una buona mezz’ora: non vedendo risposta lo lanciò contro il muro.
CRASH.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO”
L’urlo di disperazione e dolore pervase il continente.
Gigia, che intanto si era svegliata, prese il cellulare, ricompose la cover e lo consegnò all’amica.
Doveva assolutamente farla smettere di urlare!

Passato qualche minuto che servì a Lilian per riprendere possesso delle sue facoltà cerebrali, Gigia disse:
“Beh, siccome abbiamo una mappa potremmo anche guardarla per decidere dove andare!”
“Ehi c’è una freccia rossa!”
“Ieri non c’era!” Gigia era scandalizzata.
“Sono stato io” disse l’oste entrando pomposamente dalla porta “mentre dormivate, vi ho tracciato il percorso da seguire.”
“Mi hai vista dormire!” Lilian era sconvolta.
“Hai visto anche me!” fece eco Gigia.
“Sì, tu hai la bavetta e la bocca aperta mentre tu russi” rispose incautamente l’oste indicando prima Lilian e poi Gigia.
L’uomo si ritrovò di colpo faccia a terra con un piede di Lilian sulla nuca. Gigia impugnava la frusta che, per una volta, non serviva per atti autolesionistici.
“Mi ha detto di farlo il vecchio eremita!”
“Ancora! È ovunque!” esplosero le ragazze in coro.
“Comunque sia, io il mio dovere l’ho fatto” l’oste si alzò dolorante “e voi dovrete ripagarmi anche la porta sfondata della vostra camera.”

Mezz’ora dopo, le ragazze si stavano calando con le corde giù dalla finestra. Inspiegabilmente, si sentì nell’aria la musichetta di mission impossible.
Quaranta minuti dopo correvano e si perdevano per la città con un sacco di gente che le rincorreva perché non avevano pagato alla locanda.
Lilian ebbe l’idea risolutiva. Si girò e urlò:
“Altolà!”
Tutti si fermarono e le due ragazze uscirono tranquillamente dalla città.

Seguendo la linea rossa sulla mappa, le due si inerpicarono su una catena montuosa ed entro sera si ritrovarono in mezzo ad una bufera.
“Non ci sono casette in mezzo al nulla questa volta?” chiese Gigia.
“Non lo so!” rispose Lilian.
“Ho freddo!”
“Voglio la mia moka!”
“Dove ho messo la palla da bowling?”
Un’ombra distrasse le due ragazze. Dato che erano entrambe riflessive, si misero a corrergli dietro e, di colpo, si trovarono all’imbocco di una caverna. Dentro c’era un fuoco acceso.
“Posso farmi un caffè!” esclamò Lilian catapultandosi dentro.
“Aspetta magari c’è qualcuno!” Gigia tirò violentemente il guinzaglio dell’amica che quasi soffocò.
Le due arrivarono davanti al fuoco. Era stato appena acceso, ma non pareva esserci nessuno. Ci si sedettero accanto riproponendosi di scaldarsi un pochino e poi andare via per evitare brutti incontri, ma si addormentarono a causa della stanchezza.

Quando la mattina dopo si svegliarono, si resero subito conto che qualcuno le aveva avvolte in una coperta calda e aveva ravvivato il fuoco. Tentarono di trovare il benefattore ignoto, ma dopo un’ora persero la speranza e si incamminarono sulla loro strada.
Un’ombra gli passò vicino di nuovo. Entrambe si girarono e videro…
*suspance*
Niente! C’era un sacco di neve in giro e basta.
Giustamente non resistettero ed iniziarono a rotolarcisi dentro e fare pupazzi di neve.
“Questo è Munch!” Esclamò Lilian a lavoro finito.
Gigia giustamente immerse la faccia dell’amica in quella del pupazzo esclamando:
“VI siete baciati!!!”
Lilian iniziò a rincorrerla.

Dopo questa pausa riflessiva, le nostre protagoniste proseguirono il cammino verso la città di Insonne.
Erano sempre più preoccupate per i recenti avvenimenti: anche la nuova profezia era conosciuta da tutti tranne loro? Sarebbe arrivata alle orecchie di San? Avrebbe mandato qualcuno ad ostacolarle? Sarebbe stato molto difficile trovare i 5 elementi? Di che poteri sarebbero state investite? E se qualcuno li avesse già trovati?
Ma soprattutto: chi aveva preparato il fuoco e aveva messo loro la coperta? Era forse legato all’ombra che ogni tanto vedevano passare? Perchè le seguiva? Era un amico? O qualcuno che avrebbe teso loro una trappola?
Con questi pesanti pensieri le due camminavano scendendo la montagna
“Sasso,foglia forbice!!!”
“Amici!!!”
“Sasso,foglia forbice!!!”
“Ho vinto!!!”
“Sasso foglia forbice!!!”
Erano veramente consumate dal tanto pensare …
Arrivate alla pianura prima della città vagarono un po’ per la campagna, sperando di incappare in un indizio su dove poter trovare gli elementi.
Gli abitanti dei paesini erano un po’ intimoriti e un po’ divertiti da queste due giovani ragazze che giravano senza sosta chiedendo cose assurde e sconvolgendosi per ogni minima vibrazione (vera o presunta)di uno strano oggetto che teneva la ragazza con la verga.
Verso sera le due si ritirarono presso una locanda.
“Questi elementi esisteranno davvero?” chiedeva Gigia pettinandosi.
“Sembra che nessuno ne sappia niente…” Constatò Lilian sdraiata a letto chiedendosi come usare, almeno in questo libro, la sua arma.
“Magari non ci siamo ancora avvicinate…” Suggerì Gigia prendendo la mappa.
TOC TOC
“Finalmente!” esclamò Lilian in un momento di follia “Il cinese che avevo ordinato!”
Ma alla porta c’era solo un vecchio capo indiano che volle entrare.
Le due lo guardarono un po’ incerte se metter mano alle armi o ballare con lui e il marinaio del paese prima YMCA .
“Molte lune fa” disse solenne l’indiano “Il vecchio eremita mi pregò di dirvi: non disperate ragazze, gli elementi sono ben custoditi, alla prossima città chiedete del vecchio muratore, lui potrà aiutarvi a trovare il primo elemento
“Evviva!” esultarono le due.
“Ma badate” le ammonì l’indiano “la prima trasformazione è decisiva, dovete essere concentrate o avrete sempre problemi a controllare i vostri poteri, non dovete farvi distrarre da niente”
TRRRRRRRRRRRRRRRR
“E’ mio!!” esclamò Lilian afferrando il cellulare “Ah, no, è soltanto la Vodafone…” disse poi delusa.
Il vecchio capo indiano un po’ perplesso si congedò e le due lo accompagnarono alla porta. Mentre andava via Gigia vide due avventori della locanda che la colpirono.
“Lilian!” la chiamò “Ma quei due non sono gli stessi che hanno riso di noi alla locanda dell’altra volta?” “Cogià?” Lilian si stava lavando i denti.
TRRRRRRRRRRRR TRRRRRRRRRR
“Stavolta è il mio!” balzò Gigia sorpresa.
Un messaggio di Bach!
Infarto.
Lilian la rianimò con degli elettrostimolatori che teneva sempre in borsa.
“Ciao, sono stranamente sorpreso che il cellulare qui prenda!
Ho come l’impressione di essere stato rapito da San e non so perché proprio adesso mi sono ricordato dell’avventura con Gallia. Tu ne sai qualcosa?”
Sicuramente un messaggio romantico scritto col cuore…
“Confermo il tuo stato di rapito, ma non temere: sto venendo a salvarti”
Addirittura una risposta!! Era proprio in vena quella sera!
“Stai attenta, San mi sembra molto più potente dell’ultima volta”
Bhe, non era granché, ma almeno si preoccupava per lei, non erano un non-farlo-tengo-troppo-a-te-perché-tu-possa-rischiare-la-tua-vita-per-me,ma non era neanche ah-ok.
“E’ più potente perché è diventata avatar dell’aria uccidendo Smeralda”

E poi basta.
O la spiegazione gli era bastata o San l’aveva portato via.







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IL 06.04 CI SARA'....... RITORNO DI GIGIA E LILIAN. CAPITOLO 6: INSONNE

Il panorama che si trovarono davanti fu del tutto inaspettato: Insonne era piena di pub. C’erano pub a destra, pub a sinistra, pub davanti, pub dietro…. C’erano SOLO pub!
Dove avrebbero trovato il muratore che gli avrebbe dato informazioni sui cristalli?
“Ho sonno…. Yaaaaaaawn” Gigia sbadigliava.
“Ma che dici! Qui non si dorme!!” Lilian saltellava.
[…]
Le scrisse un bigliettino, lo plastificò e glielo mise in bocca:
-Cara Gigia, sono in giro a divertir…. Ehm
A cercare il cristallo. Mi impegnerò a non sterminare
il villaggio questa volta! Promesso!
Lilian-


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Capitolo 12
*** Insonne ***


IL 20 APRILE PUBBLICHEREMO: IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN
CAPITOLO 5
Insonne


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Le nostre due coscienziose amiche decisero di seguire ancora un po’ il percorso tracciato sulla mappa, così arrivarono davanti ad un cartello autostradale con scritto Insonne a caratteri cubitali.
Proseguendo, le ragazze notarono sempre più persone con delle occhiaie molto profonde.
Nel momento in cui arrivarono alle mura della città, trovarono un casello.
“Entrate nella città che non dorme mai! Ne sarete soddisfatti! Tutti i vostri vizi ventiquattrore su ventiquattro!!” urlava l’omino del casello.
Mentre Gigia stava cambiando strada, Lilian la trascinò davanti alla cassa fremendo.
“Pedaggio!” disse l’omino.
“Ė il mio mondo!” rispose Lilian sognante.
“Meglio che andiamo” Gigia fece un altro tentativo di retro marcia.
“Dovete trovare solo una palla da bowling e una canna da pesca per entrare!”
“Eccole!” Lilian l’infallibile ladro (era andata a scuola da occhi di gatto sulla terra) consegnò i due oggetti all’omino.
Gigia fu trascinata nelle mura mentre piagnucolava che voleva dormire con la sua amata palla da bowling.
Il panorama che si trovarono davanti fu del tutto inaspettato: Insonne era piena di pub! C’erano pub a destra, pub a sinistra, pub davanti, pub dietro…. C’erano SOLO pub!
Dove avrebbero trovato il muratore che gli avrebbe dato informazioni sui cristalli?
“Ho sonno…. Yaaaaaaawn” Gigia sbadigliava.
“Ma che dici! Qui non si dorme!!” Lilian trotterellava a destra e a manca.
Con molta fatica, le nostre eroine trovarono una locanda che aveva anche delle camere dotate di letti. Il locandiere disse ridendo che ai forestieri piaceva pensare che ne avrebbero avuto bisogno.
Non appena entrate in camera, Gigia si accasciò sul letto ed iniziò a russare sonoramente. Lilian, invece, si sentiva iperattiva. Inizialmente decise di aspettare che l’amica si svegliasse, dopo cinque minuti però era già stufa, così provò a svegliarla senza riuscirci. Infine, disperata, le suonò la tromba in un orecchio, poi decise che era tutto inutile.
Le scrisse un bigliettino, lo plastificò e glielo mise in bocca:

-Cara Gigia, sono in giro a divertir…. Ehm
A cercare il cristallo. Mi impegnerò a non sterminare
il villaggio questa volta! Promesso!
Lilian-

La ragazza iniziò a girare tutti i locali e tornò due giorni dopo. Nei suoi vagabondaggi aveva capito come mai la sua amica continuava a dormire. La città faceva soffrire a tutti quanti di insonnia (chi ne soffriva già come lei, peggiorava la situazione!), ma Gigia teneva così tanto al suo sonno che la città le faceva l’effetto inverso.
Lilian si promise di trovare in fretta il cristallo, almeno se ne sarebbero potute andare. Era stato divertente girare per locali, ma c’erano stati degli imprevisti: aveva fatto una rissa con uno che le voleva rubare il cellulare, aveva rincorso uno che ci aveva provato, si era ubriacata un numero di volte indicibile, aveva flirtato con gente a caso, si era quasi comprata una casa…
Sì, era stato divertente all’inizio, ma doveva salvare Munch altrimenti lui non ci sarebbe mai stato.
Tuttavia, il suo grande ideale poteva aspettare qualche altra ora: si distese a letto stremata. Non dormiva da tre giorni ormai.
“Bacio” scrisse a Munch prima di addormentarsi. Forse la ragazza aveva le idee un po’ confuse.
Riprese conoscenza circa alle 10 del mattino. Scese nella sala comune e ci si fermò in mezzo con un fare da zombie. Un ragazzo dai capelli neri le si affiancò. Si guardarono per un attimo, poi dalla platea esplose un urlo:
“Andate a prendere un caffè!”
“Ok, andiamo dai” Sirina aveva preso il sopravvento su Lilian. Era stanca di fare la corte a qualcuno che non la voleva. Aveva passato così già un anno… Era ora di cambiare il bersaglio! Fare conoscenza non l’avrebbe certo uccisa.
I due ragazzi si avvicinarono al barista e chiesero due caffè macchiati. Lui mise la testa sul bancone, si vedeva che era stanco. Sirina, invece, aveva recuperato una certa lucidità. Si stava risvegliando in lei quella parte più cattiva che avrebbe voluto tenere in ballo quel ragazzo. Provarlo e soppesarlo per vedere se sarebbe stato papabile.
Chiaramente era impossibile, tempo di trovare il cristallo e se ne sarebbero andate da quella città. La personalità fu ricacciata brutalmente nel profondo e Lilian prese il sopravvento.
“Come ti chiami?” era amichevole.
“Simil” rispose lui alzando la testa e puntando la tazzina che gli era stata appena messa davanti.
“Soffri di insonnia”
“Sì” le rispose sorridendo e voltandosi a guardarla “come tutti qui!”
Si fecero una salutare risata. Simil aveva degli splendidi occhi verde smeraldo ed un sorriso che li riempiva. Dopotutto Lilian ne era affascinata.

Improvvisamente, qualcuno entrò di corsa nella sala comune urlando:
“Abbiamo bisogno di una manoooo!!! C’è da caricare il furgone!”
Tra Lilian e Simil bastò un’occhiata per decidere di farlo.
La ragazza continuava a dire a se stessa che stava faticando e sudando per la paga che gli avrebbero dato, ma in realtà sapeva bene che era solo incuriosita da Simil.
Le ore di lavoro passarono velocemente e si divertirono parecchio tra scatoloni di banane piene di bicchieri da trasferire e scatoline più piccole con cianfrusaglie varie ed eventuali. Formarono una catena di montaggio, ogni tanto si fermarono a bere un goccio d’acqua, parlarono molto.
Arrivati davanti alla locanda si guardarono negli occhi per un istante. Lilian non aveva nessuna voglia di separarsi da Simil per tornare nella sua stanza da sola (Gigia dormiva ancora), così Sirina prese di nuovo il sopravvento. Si appoggiò al muro e disse con aria annoiata:
“Non ho voglia di andare in camera… Hai da fare?”
“No” sorrise Simil mentre lei osservava attentamente le sue reazioni per capire cosa gli passasse per la testa. Fin dove era solo un playboy qualunque e fin dove era diverso dagli altri?
Curiosità, interesse.

***

“Ahi!” Gigia si svegliò dal suo lungo sonno con il mal di denti.
Il suo stomaco gorgogliava e aveva in bocca una gemma misteriosa. Doveva averla addentata nel sonno per la fame.
Si mosse faticosamente verso il bordo del letto e si mise in piedi. Arrancò fino alla sala comune dove si spiaccicò su una sedia e rimase lì con la gemma in mano.
Quando la ragazza si fu ripresa, notò un muratore dai capelli castani dall’altro lato della sala comune. La fissava.
Voleva forse botte?
Ah no!
La ragazza improvvisamente si ricordò di ciò che aveva detto l’indiano: un muratore le avrebbe aiutate con i cristalli.
Nel momento in cui si alzò, Lilian entrò nella sala comune ridendo e scherzando con uno sconosciuto. Aspetta, ora che Gigia lo guardava bene non era poi così sconosciuto: avevano visto quel ragazzo già due volte!
Si girò tremante: il muratore dall’altra parte della sala era il suo compare dai capelli castani!
“Ehi!” esclamò, ma un lampo di luce l’accecò momentaneamente.
Quando le due ragazze si guardarono intorno si resero conto che il tempo sembrava essersi congelato: solo loro potevano muoversi.
Erano comparsi due strani oggetti: davanti a Lilian un frezer, mentre davanti a Gigia dei fornelli. Non appena li toccarono si trasformarono, ma Lilian sentì vibrare il cellulare e le andò il sangue alla testa. Il messaggio era “Bacio”.
Restò in estasi mentre si trasformava e non si accorse di ciò che accadeva. Ci fu un errore e… Diventò medusa! Gigia si pietrificò (momentaneamente), poi corse verso l’amica e la scosse con grazia provando a chiamarla. Dato che non funzionava, decise di scuoterla con violenza e urlarle in un orecchio.
Lilian si riprese e Gigia si trovò vestita di una tunica greca.

Il tempo riprese improvvisamente a scorrere e le ragazze si trovarono davanti un cartello con scritto:
“Complimenti! Ora siete di Livello 1. Avete trovato l’essenza del fuoco e l’essenza del ghiaccio!”







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IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN. CAPITOLO 7: Eh?

Lilian cercò di evocare un cono di freddo, ma non ci riuscì… Non si era esercitata abbastanza.
La chimera avanzò a passi veloci verso quelle che ormai considerava sua sicura prede, fece un balzo, ma proprio quando credeva di poterle azzannare fu colpita da una rosa.
“Milord?” chiese Gigia stupita.
Due ragazzi vestiti di nero erano su un albero, uno in piedi e l’altro seduto a suonare la chitarra per far scena.


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