Il processo (e le conseguenze) di Bab1974 (/viewuser.php?uid=181083)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il processo ***
Capitolo 2: *** L'amore (e i danni che crea) ***
Capitolo 1 *** Il processo ***
Pov Draco
Il processo - Pov Draco
Potter!
Che ci fa qui? Scommetto che viene per sfottere, a ballare sul mio
caldo cadavere, a sputarmi in faccia... come quasi tutti coloro che
erano contro il Signore Oscuro. Non mi sento già abbastanza
imbarazzato di dover affrontare un processo pubblico, mi mancava solo
il Golden Boy, per affondare del tutto. Come
se non avessi
intuito da solo di essere sulla barca sbagliata. Come se fosse facile
andarsene via, quando ti hanno imbarcato prima del tempo della ragione. Su la testa, Draco! Almeno non fare la figura del codardo, anche se tremi come una zucca marcia.
Il processo - Pov Harry
Tutti
i miei amici, compresi Ron e Hermione, mi chiedono perché lo sto
facendo. Anche Ginny, la mia ragazza, mi
contrasta. Sono stupito che si siano dimenticati di quanto Draco e sua
madre abbiano fatto per la nostra salvezza. Senza Narcissa non sarei
sopravvissuto, senza Draco non sarei neppure uscito dal
Manor. Se avesse confermato la mia identità, non avrei avuto scampo. Testimoniare
a loro favore mi sembra il minimo, speriamo che il mio intervento serva
a qualcosa, mi sento in debito con loro. Posso capirlo, so cosa
vuole dire essere, a proprio discapito, sotto lo sguardo accusatorio di
quasi tutto il Mondo Magico. |
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Capitolo 2 *** L'amore (e i danni che crea) ***
Oneshot2
L'amore (e i danni che crea)
"Potter." borbottò fra i denti Draco, accogliendo al Manor il
Golden Boy. Ignorò del tutto Ginny Weasley, che era appoggiata al suo
braccio. La ragazza, abituata a essere trattata peggio dal Serpeverde o denominata in
maniera volgare per sé e per la sua famiglia, alzò un ciglio ma non
recriminò. "Draco, hai accolto i nostri ospiti degnamente, spero." lo apostrofò severa la madre Narcissa, raggiungendo l'entrata. "Come no." ribatté Draco, sfidando i due ospiti a fare la spia. Harry
e Ginny decisero, scambiandosi un sorriso complice, di tacere,
sperando che quella serata in compagnia della famiglia Malfoy fosse
meno imbarazzante di quanto si aspettassero: l'inizio non era stato dei più piacevoli ma almeno era divertente. Narcissa aveva voluto
quell'incontro con tutta se stessa. Vedere Harry Potter al processo a
loro carico, sentire le parole di ringraziamento verso lei e Draco, le
aveva fatto comprendere quanto quel gesto che le era venuto spontaneo,
rassicurarsi sulla salute del figlio, avesse contribuito a salvare
la sua famiglia. Ultimamente il Signore Oscuro li aveva in noia e
non era certa che una volta giunto al potere non si sarebbe liberati di
loro. Persino Lucius, che in passato lo seguiva con fervore, aveva cominciato a temerlo. Aveva fatto la scelta giusta e ora ne raccoglieva i frutti.
Suo marito, contento meno di Draco di quell'incontro, era intento a
leggere La Gazzetta del Profeta (al contrario) e fingeva di essere
talmente interessato a ciò che c'era scritto da non essersi accorto
della loro presenza. Narcissa scosse la testa e sperò che bastasse
il suo impegno per non fallire quella che doveva essere una
semplice cena di ringraziamento.
Harry
lo osservò con un sospiro imbarazzato: aveva accettato quell'incontro
solo su insistenza di Narcissa Malfoy e lo sguardo sostenuto di Draco e il comportamento disinteressato di Lucius,
non rendevano tutto più facile. La donna, al settimo cielo per aver
salvato la sua famiglia da un'incarcerazione quasi certa ad Azkaban,
aveva accolto il ragazzo con un sorriso che non era il suo solito: era aperto
e solare. Il ricordo della donna con la puzza sotto il naso era un
lontano ricordo o, almeno, in quel momento si era ritirata in un
angolo, per dare spazio a questa versione amichevole e, a suo modo,
spaventosa. Non sarebbe stato molto diverso se avesse visto Voldemort
vestito di rosso, intento a raccogliere margherite. Cercò di trattenere
la sensazione negativa, si strinse il più possibile al braccio di
Ginny, che era più imbarazzata di lui, e accettarono di buon grado un
aperitivo prima di cena. Lucius farfugliando una scusa banale si dileguò. "Succo
di zucca e Firewiskie. Si tratta di un cocktail molto alla moda."
avvertì la padrona di casa. "Appena Lucius ritorna, faccio portare in
tavola." La donna, presa dal panico, si rese conto che il marito non
appariva e che anche Draco era scomparso. Si scusò con i due ragazzi e
partì alla loro ricerca. "Harry, sei certo che nell'invito fosse
specificato che dovevi portare anche me?" chiese Ginny, sussurrando
nell'orecchio de proprio fidanzato "Ho avuto la sensazione che Draco
volesse uccidermi con lo sguardo." "Ha
trapassato anche me da parte
a parte, non preoccuparti." la rassicurò Harry "Se fossi stato single e
non avessi avuto nessuna da portare, non sarebbe stato diverso.
Mi dispiace solo che tu debba assistere a queste scenette pietose, non
eri obbligata a venire con me." "Non
potevo certo farti passare un intero pasto con loro, tutto solo." lo
rassicurò lei "Non sarei stata una buona fidanzata. Già mi sento in
colpa a non averti accompagnato ai processi. Non lo ritenevo necessario
all'epoca, neppure ora, a dire il vero, ma questo è molto peggio." Si sedettero e assaggiarono la bevanda, che non era affatto male.
Draco
si era rifugiato nella sua stanza e meditava come eliminare, in
qualsiasi modo, Ginevra Weasley. Aveva ragione la ragazza che, oltre a
essere stata ignorata, lui la fissava in maniera omicida. In effetti
tutto era accaduto in maniera improvvisa e imprevista e qualche
settimana prima, all'apparizione di Potter al processo, lo aveva
guardato male, convinto com'era che fosse giunto per ridere di lui.
Almeno era sicuro che, se fosse accaduto il contrario, era ciò che lui
avrebbe fatto. Harry, invece, lo aveva stupito una volta di più. Il
Ragazzo d'Oro, colui che aveva coraggiosamente battuto Voldemort e
salvato il Mondo Magico, ora era giunto nel Tribunale degli Stregoni
per salvare anche lui. Doveva ammettere, col senno di poi, che il non
riconoscerlo durante la sua prigionia al Manor aveva dato una svolta
importante alla guerra. Non era certo per salvare Potter in
particolare che aveva agito in quella maniera, ma solo perché lui era
l'unico che lo poteva liberare dalla merda in cui lo aveva infilato suo
padre. Ne era pieno fino al collo, sempre timoroso che Senzanaso facesse
la ola e lo affogasse. Dall'essere
stupito a innamorarsi, il passo
era stato talmente breve che si era chiesto spesso, negli ultimi tempi,
se non avesse già avuto tendenze che non aveva avuto modo di
esplorare prima. Gli ultimi due anni era stato troppo occupato a
pensare a salvare se stesso e i propri genitori, per pensare di chi si
sarebbe potuto innamorare. Harry aveva partecipato a tutti e
quattro i processi in cui erano imputati e ogni volta aveva espresso,
sempre con più forza e veemenza, la sua assoluta gratitudine verso
madre e figlio. Alla fine, per dare più forza alla sua testimonianza,
aveva nominato l'Innominabile, e dato un calcio alle ultime resistenze. "Se
Draco Malfoy non avesse mentito sulla mia identità al Manor, e se
Narcissa Malfoy non avesse mentito sullo stato della mia salute, non
sarei stato in grado di battermi contro Voldemort e sconfiggerlo." Le
sue parole erano state forti, ma fare il nome di Lui aveva messo i
brividi a tutti, nonostante fosse morto. La famiglia Malfoy (compreso
Lucius che aveva accettato di tradire i suoi ex compagni Mangiamorte in
cambio di protezione e per non passare un solo altro giorno ad Azkaban)
era di nuovo libera e in possesso del pieno del suo patrimonio, anche
se sotto scorta degli Auror. E Draco era innamorato cotto del suo
salvatore.
-Perché devo stare
qui a sopportare che il ragazzo che mi piace si strofina con la sua
fidanzata.- pensò irritato Draco chiudendosi nella sua stanza -Non si
stacca un attimo da lui, sembra una sanguisuga, la potrei usare per
qualche incantesimo.- Ucciderla non era il caso, Harry lo avrebbe
odiato a morte. Per lo stesso motivo, non poteva neppure farle del male, nessuna violenza
fisica in genere. Poteva farle qualche terribile scherzo ma a che pro? Che ne avrebbe guadagnato? Il bussare alla porta interruppe la sua meditazione. -So già chi è. Uff, che palle!- "Entra, mamma. La porta è aperta." disse con voce annoiata. La
signora Malfoy fece capolino sorridendo. Nemmeno Draco l'aveva vista
mai così giuliva. L'aver salvato la vita e la dignità dell'intera
famiglia, l'aveva messa di buon umore. "Allora, Draco. Non puoi fare
felice tua madre e aggregarti alla compagnia?" chiese, cercando di
essere comprensiva. In realtà sospettava quale fosse il motivo di tanto
malumore, ma voleva sentirlo dalla bocca del figlio. "Quale compagnia? Anche papà se n'è fuggito nello studio." recriminò Draco. "Oh,
non preoccuparti, a lui penserò dopo. Ora torniamo a te. Non riesci
proprio a stare in compagnia di Harry una giornata senza sentire così
fastidio?" chiese ancora la donna. "Non è Harry il problema."
rispose Draco, prima di riuscire a trattenere le parole. A quel punto
sperò che la madre non avesse capito che voleva dire con quella frase. "Merlino,
allora avevo visto giusto. Lui... ti piace." Non era una domanda, ma
un'affermazione e Draco, arrossendo, non seppe che rispondere. "Mi
dispiace, ma lei è la sua fidanzata, non potevo non invitarla." si
scusò Narcissa "Tu, però, non puoi continuare a stare qui chiuso a
piangerti addosso." "E che dovrei fare?" chiese Draco abbattuto, contento di avere qualcuno con cui parlare e che sembrava amarlo nonostante tutto. "Lottare." proclamò la madre. "Mamma, ma che dici?" Draco era davvero stupito. "Mi
hai capito bene." confermò la donna "Se davvero ti piace, vai di sotto
e prova a conquistarlo. Anche lui, com'è successo a te, non ha avuto
molto tempo per l'amore e appena battuto Voldemort quella gliel'ha sbattuta in
faccia. Non perdere la speranza senza combattere, altrimenti rimane
solo il rimpianto." Narcissa non aggiunse altro e se ne andò,
lasciando Draco stordito da quelle parole. Sua madre lo stava
incoraggiando a corteggiare un altro uomo, la vita non finiva mai di
stupirlo.
Narcissa raggiunse i due ospiti, che stavano
ridacchiando da soli. Era passata un attimo nello studio di Lucius per
dirgli che a minuti sarebbe stato servito e che, se non fosse
arrivato, avrebbe messo Potter a capotavola. L'essere usurpato del suo
posto, lo convinse che per una serata poteva sopportare la vista di quello,
come se già non lo vedesse a sufficienza al Ministero della Magia, dove
aveva cominciato a frequentare il corso per Auror assieme a Weasley.
L'assicurò che sarebbe sceso, ma che non era obbligato a fare
conversazione. "Scusate se vi ho abbandonato, fra poco potremo andare a tavola. Vi è piaciuto l'aperitivo?" "Buono.
E non si preoccupi, possiamo aspettare finché non siete pronti." disse
Harry. Ginny, appoggiata al suo braccio assentì e poi singhiozzò. "Mi scusi, per era troppo forte, ma le assicuro che era delizioso." Un
Elfo Domestico, con uno straccio addosso, segno che era stato liberato (Narcissa aveva pensato ai particolari)
li avvertì che il pranzo era pronto per essere servito. Con un tempismo
perfetto scesero Lucius, con un grugnito, e Draco, sorridente in
maniera inquietante. Almeno Ginny ebbe una pessima sensazione. "Mi
dispiace per prima, ma ho dovuto correre... a lavarmi le mani." disse
come scusa. Sapeva che non era granché, purtroppo non era
riuscito a inventarne una migliore in così poco tempo. S'irrigidì
vedendo le mani di Harry e Ginny unite: sembrava che la ragazza avesse
paura che glielo portassero via. -Fai bene a tenertelo stretto,
Tuttalentiggini.- pensò combattivo, carico dell'incoraggiamento dato
dalla madre -Non so che cosa combinerò, ma farò del mio meglio per
strappartelo dalle braccia.-
La cena fu... strana? Forse
era questa la parola che ci si adattava di più. Dopo l'accoglienza
freddina, Harry era rimasto stupito dal cambiamento di Draco. Non
riusciva a credere che il solo fatto di essere andato in bagno, lo
avesse cambiato in tale maniera. Certo, trattenere i liquidi era
fastidioso e Malfoy era volubile per natura, ma così gli sembrava
esagerato. Ginny invece era fuori di sé. Narcissa l'aveva voluta
accanto a sé, per parlare di cose di donne e si era accorta che Draco
stava troppo vicino a Harry, anche se pensava fosse per fargli del male. In
effetti Draco, trovava ogni occasione per allungare le mani su Harry e per
avvicinarsi a parlargli all'orecchio. Si trattava solo di sciocchezze,
ma ogni scusa era buona per stargli il più appiccicato possibile.
Harry, che guardava Ginny fissarlo irritata, cercava in ogni maniera di
non pensare ai brividi che gli dava la mano di un altro ragazzo sulla
schiena. E che dire del suo fiato sul collo: non ricordava di avere mai
provato nulla del genere, come se un punteruolo lo colpisse nel centro
del piacere. La cena fu lunga, lunghissima, lungherrima e
l'ansia di Ginny, che era ancora convinta che Draco stesse tramando
qualcosa di terribile alla volta di Harry, cresceva di conseguenza. -La
madre è sua complice.- pensò la ragazza -Fa di tutto per tenermi
occupata. Non posso continuare così, la vita di Harry è a rischio.- Dopo
cena, Narcissa suggerì di lasciare gli uomini a parlare d'affari, e la
invitò in un salottino accanto a quello per mostrarle degli antichi
piatti d'argento. Non sapendo come opporsi, e vedendo Harry, che di
solito fiutava il pericolo da lontano, piuttosto tranquillo, si
allontanò in compagnia della donna. Gli
uomini, compreso un confuso Lucius, che si sentì abbandonato dalla
moglie, che non l'aveva avvertito che avrebbe dovuto passare il
dopocena a intrattenere l'ospite, rimasero nel salottino. Non sapendo
come cominciare la conversazione, chiese all'ospite e al figlio se
volevano fumare: nel frattempo la sua mente pensava una maniera per
andarsene alla chetichella. Non sapeva che Narcissa contava proprio su
questo suo istinto di scappare per lasciare soli i piccioncini. I due ragazzi rifiutarono entrambi e Draco cominciò a tastare il terreno. "Allora è vero che non hai intenzione di tornare a Hogwarts?" chiese a Harry. "Il
mio sogno è di diventare un Auror e, se non ne approfitto ora, potrei
perdere l'occasione." confermò quest'ultimo "Potrebbero cambiare idea e
poiché Ron ed io non siamo certo dei geni e speriamo che se ne
accorgano quando sarà troppo tardi." "Siete due buffoni!" ridacchiò Draco. "Hermione, Neville
e altri ancora non hanno accettato, loro ci saranno. Ti faranno buona
compagnia. Credo, poi, che la maggior parte degli altri studenti siano
costretti a prendere i M.A.G.O." puntualizzò. "La Granger
credo sia l'unica, nonostante non mi sia particolarmente simpatica, che
avrebbe potuto troncare la scuola in questa maniera. Ho sempre
gareggiato con lei, anche se non credo se ne sia mai accorta e devo
ammettere che è quasi al mio livello." ammise. "Quasi?"
rise Harry "Direi che il tuo ego non è paragonabile a quello ad altri
che conosca. Per quanto riguarda lei, credo che alla fine le dispiaccia
abbandonare il periodo della teoria e lo voglia allungare il più
possibile. Lei ama davvero studiare, non lo ha mai ritenuto un obbligo
o una scocciatura, al contrario della maggior parte degli studenti." "Comunque è un peccato! Questa era la volta buona che potevamo tentare di diventare amici...forse" Quel forse, allusivo
e neppure in maniera velata, poiché era stato seguito dalla mano di
Draco che sembrava essersi appoggiata casualmente sulla coscia di
Harry, a un soffio dall'inguine, fece sussultare il Grifondoro che
avvampò e guardò dove sapeva essersi seduto Lucius, che poteva aver
seguito tutta la scena. Per fortuna, o per iella nera, di lui era
rimasta solo una lieve nube di fumo. Si era dileguato senza farsene
accorgere, probabilmente appena in tempo per non vedere il figlio che
corteggiava spudoratamente un altro uomo. Draco, che in quel
momento si era assolutamente dimenticato della presenza del padre,
concentrandosi unicamente sulla sua opera di seduzione, ricominciò a
respirare: non gli sembrava il caso di far capire al padre che era
omosessuale, almeno finché non avesse avuto un fidanzato da
esibire e che lo avrebbe potuto proteggere dalla sua furia. Harry
Potter, l'Eroe del momento, non sarebbe stato male per esempio: nessuno
avrebbe avuto il coraggio di criticarlo con lui al suo fianco.
"Draco."
disse imbarazzato Harry, distogliendolo dalle sue fantasie "Non ho ben
capito quali siano le tue intenzioni, ma in ogni caso credo che
dovresti piantarla." Il biondino, ripresa la padronanza di sé vista
la mancanza del padre, sorrise malizioso, avvicinandosi ancora di più e
cominciando a strofinare l'inguine di Harry. "Saresti più convincente, se qui non ci fosse qualcuno che la pensa il contrario di te." La reazione del corpo di Harry, in effetti, era stata molto veloce e imprevista dal suo proprietario. "Non... significa... nulla." si schernì, a fatica. "Davvero?"
lo stuzzicò Draco, sussurrandogli all'orecchio "Mi vuoi forse dire che anche Tuttalentiggini ti fa
provare delle sensazioni simili, solo sfiorandoti? Sei sicuro di non
voler provare fino a che punto posso portarti, che vette posso farti raggiungere?" "Dr..aaaco,
ti prego, stai fermo con quella maaanoooo." Harry cercò di scostarsi, ma
il Serpeverde non aveva intenzione di lasciarlo andare, non ora che
aveva la situazione in pugno. Insomma, in realtà aveva qualcos'altro in
pugno, ma erano sottigliezze. Ehm, neppure sottile era la parola
giusta, anzi! "Potter,
non vorrei insistere tanto, ma il tempo è mio nemico." Draco era tanto
vicino che gli finì sopra cavalcioni. Harry voleva riprendere
l'opposizione, ma non riuscì a pronunciare nessuna parola tanto la sua
bocca era secca. Tentò di inghiottire più volte, ma la salivazione si
era interrotta e non sembrava voler riprendere. Draco prese delicatamente gli occhiali di Harry per le stanghette e glieli sfilò, appoggiandoli di lato. -Devo
fare qualcosa, non posso lasciarlo continuare.- pensò Harry. Peccato che
il suo corpo reagisse in maniera diversa da quanto diceva la sua mente
e, piuttosto che scacciarlo, lo avvinghiava per le spalle. Draco,
incentivato dal comportamento di Harry, contrario alle sue parole, si
avvicinò e appoggiò le labbra su quelle del moro. Harry perse il
controllo e cominciò a baciarlo infilandogli con forza la lingua in
bocca: sinceramente Draco non aveva sognato altro nelle ultime ore. Le
mani di Harry affondarono fra i capelli biondi e continuò ad abbeverarsi alla
sua fonte come se fosse l'ultima cosa che avesse fatto in vita sua. Il
rumore di qualcosa che si rompeva li distrasse da ciò che stavano
facendo: Ginny era entrata e li stava osservando in maniera disperata.
La sua mente aveva fatto le congetture più assurde su quello che Draco
stesse tramando alle sue spalle per colpire Harry ma mai per un solo
ostante si sarebbe immaginata qualcosa del genere. A terra rimanevano i
cocci di una teiera fumante e della tisana che conteneva. "Harry, cosa stai
facendo?" chiese con una punta d'angoscia nella voce. Intanto sperava
che gli raccontasse di come Draco gli fosse svenuto e di come gli stesse facendo una particolare respirazione artificiale. "Su, avanti." gli sussurrò all'orecchio il biondino canzonandolo "Voglio proprio vedere che t'inventi, ora." "Ehm,
posso spiegare tutto." disse con voce tremante. "Ehm, forse." aggiunse
guardando lo sguardo malizioso di Draco, ancora cavalcioni su di lui. La
ragazza era paralizzata, incapace di fare qualsiasi cosa. Alla fine
decise di fuggire, con le lacrime agli occhi. Harry avrebbe voluto
seguirla ma Draco non accennava spostarsi dalla posizione. Anzi, lo
baciò ancora e a Harry, inerme, non rimase che rispondere. Avrebbe
trovato poi modo di spiegarsi con Ginny. Come poteva rispondere alle
sue domande, quando anche lui ne aveva ancora in sospeso? A
quel punto fu Narcissa a fuggire: aveva visto a sufficienza, nonostante
volesse la felicità del suo bambino, sperava di non dover assistere
altre volte a quella scena. Pregò anche che non apparisse Lucius,
magari attirato dai rumori. Era meglio spiegargli le cose con calma. Di
certo non avrebbe mai compreso quello che era accaduto al figlio, nemmeno
lei lo capiva in pieno, ma sperò lo accettasse, come lo aveva fatto lei. |
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