LA DURA VITA DI UN AUROR!

di Greg90_h
(/viewuser.php?uid=51679)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Per uno Zuccotto ***
Capitolo 2: *** Camera Cafè! ***
Capitolo 3: *** 3.La macchina! ***



Capitolo 1
*** Per uno Zuccotto ***


LA DURA VITA DI UN AUROR

LA DURA VITA DI UN AUROR!

OVVERO LA VITA DI HARRY E RON AL MINISTERO!

 

Per uno Zuccotto

 

Erano circa le sette quando Harry e Ron parlavano rintanati nel loro ufficio.

«Cosa dobbiamo fare oggi?» chiese Ron

«Fin quando non esce fuori un altro potente mago oscuro non abbiamo niente da fare» rispose Harry

«Che bel lavoro che abbiamo scelto!» disse Ron soddisfatto. Cinque minuti dopo arrivò un mago alto e calvo che trasportava una manciata di Zuccotti di Zucca. Il mago posò i dolci sul tavolo e se ne andò, incurante degli sguardi incuriositi dei due Auror.

«Che roba è?» chiese Harry

«Zuccotti di Zucca» rispose Ron

«Si, ma perché li ha lasciati qui?»

«Non lo so» disse Ron prendendone uno.

«Che fai? – esclamò Harry – non puoi mangiarli!»

«Perché? – fece Ron – tanto a questo servono, no? A essere mangiati!». Harry lo guardò per un po’, incerto se imitarlo, poi ne prese uno anche lui. Rimasero dieci minuti a dar fondo ai dolci.

«Ci volevano!» esclamò Ron soddisfatto dopo quella mangiata.

«Non sono sicuro di aver fatto una cosa molto saggia…»

«Ma dai – fece Ron – che sarà mai! Non potevano essere così importanti.». All’improvviso ritornò il mago pelato che aveva portato i dolci poco prima. Ron afferrò velocemente l’incarto dei dolci e lo nascose dietro la schiena.

«Dov’è?» chiese il mago calvo

«Cosa?» fecero Harry e Ron all’unisono sfoggiando una feccia innocente.

«Il pacchetto di Zuccotti di Zucca! L’ho portato qui!» rispose il pelato. Harry e Ron si guardarono

«Forse l’hai portato in un altro ufficio…» propose Harry nell’intento di sviarlo.

«Speriamo – disse il calvo – quella era la refurtiva di un ladro che ha rapinato il negozio di Mielandia. Ci serva come prova!»

Ora i due amici erano piuttosto allarmati.

«Be’ vedrai che la ritrovi…» disse Ron.

«Si… - fece il mago uscendo – se la vedete…».

«E ora che facciamo?» chiese Harry disperato appena la porta si fu richiusa.

«Non lo so» fece Ron, poi si illuminò.

«Quanti ne hai mangiati tu?» chiese a Harry

«Che centra ora?» disse l’occhialuto

«Be’ potremmo ricomprare gli Zuccotti, ma dobbiamo sapere quanti ne erano»

«Ah, penso che ne ho mangiati cinque»

«Anch’io. Quindi erano dieci Zuccotti!». Senza aggiungere altro uscirono.

«Cosa diranno quando scopriranno che non ci siamo?» chiese Harry mentre si apprestava a Smaterializzarsi col rosso.

«Tranquillo – fece lui – ho messo due manichini con le nostre sembianze in ufficio e ho chiuso la porta a chiave.»

Si Smaterializzarono dal Ministero per ricomparire davanti a Mielandia.

«Vorremmo dieci Zuccotti di Zucca.» disse Ron alla commessa. La commessa cominciò a contarli.

«Me ne rimangono solo nove – disse – gli altri gli hanno rubati stamattina». Ron guardò Harry

«Li prendiamo lo stesso.» fece Harry alla signora.

«E ora? – chiese Ron quando uscirono dal locale – Dove lo troviamo l’ultimo Zuccotto?»

«Non lo so – rispose Harry – se solo la Rowling avesse messo un negozio di dolci in più…»

«Almeno si è risparmiata una cronaca sulla concorrenza dei negozi di Hogsmade» disse Ron saggiamente. Girarono in lungo e largo per tutto il villaggio fino a decidere di provare qualche negozio di Diagon Alley. Purtroppo Florian Fortebraccio vendeva solo gelati e non si sprecava proprio a vendere qualcos’altro (cosa che mi fa pensare che ogni inverno il suo negozio chiuda per fallimento!)

«E non sai dove possiamo trovare uno Zuccotto di Zucca?» chiese Ron disperato a Florian dopo che questo aveva risposto negativamente alla loro richiesta “vendi anche Zuccotti di Zucca?”.

«Suvvia, cosa volete che sia per uno Zuccotto, ne avete altri nove!»

«Si ma quell’altro ci serve…» disse Harry

«Perché?» chiese giustamente Florian.

«Ehm…» fece Harry

«Top Secret! – esclamò Ron – Affari del dipartimento Auror!»

«Dev’essere un lavoro impegnativo essere un Auror…» ribattè Florian ironico.

«Fai poco lo spiritoso e dicci se sai dove possiamo trovare l’ultimo Zuccotto!» fece Ron minaccioso. Florian cercò di rispondere senza scoppiare a ridere alla faccia determinata di Ron che chiedeva uno Zuccotto.

«Cre-credo che al negozio dei T-Tiri Vispi Weasley li abbiano!».

«Da quando Fred e George hanno iniziato a vendere dolci?» chiese Ron ad Harry

«Non lo so, ma ci conviene provare» rispose Harry avviandosi dietro il rosso per uscire dalla gelateria. Arrivarono davanti al negozio dei fratelli di Ron ed entrarono.

«Guarda, guarda, chi si rivede!» disse Fred dal bancone vedendo arrivare il fratello.

«Già RonRon alias il Prefetto con Harry Potter alias il Prescelto!» fece George.

«Questa faceva schifo come battuta» disse Fred

«Prenditela con l’autore…» rispose George. Ron chiese senza giri di parole quello che lui e l’occhialuto stavano cercando.

«Uno Zuccotto di Zucca?» ripetè George

«Uno solo? – aggiunse Fred – io ne prenderei almeno dieci!»

«Infatti nove li abbiamo – ribattè RonRon – e riserve il decimo. In fretta anche!».

«Ooh, in fretta! – fece ironico Fred – sentito George? Dai in fretta a Ron la sua merce.». George fece per avviarsi ma il gemello lo bloccò

«Dagli il migliore, mi raccomando!» disse con ghigno. Il fratello sorrise a sua volta e scappò via. Tornò dopo un po’ con quello che Ron aveva richiesto.

«Tieni ecco qui.» disse con un ghigno tendendo il dolce a Ron.

«Perché sorridi in quel modo preoccupante?» disse Ron notando il ghigno del fratello.

«Oh, nulla. AHAHAHAHAHAHAH!» fece George ridendo a crepapelle.

«Perché ridi?» chiese Harry allucinato

«Li ho appena fatto un Incantesimo Rallegrante – rispose Fred in fretta – era un po’ giù stamattina, così…». Harry e Ron uscirono dal locale in tempo per non sentire Fred che sgridava il fratello dicendo:

«Non dovevi ridere come un idiota!»

«Mi è scappato…»

«Be’ speriamo che non si siano insospettiti e che non abbiano capito “l’esplosività” del loro Zuccotto!».

«Ce la siamo cavati per un pelo!» assentì Ron dopo essersi Materializzato di nuovo nel Ministero ed essere tornati al loro piano.

«Ora dobbiamo solo trovare il “calvo” e dirgli che abbiamo trovato gli Zuccotti per caso» fece Harry. Appena finito di dire queste parole il mago calvo girò l’angolo venendo loro incontro.

«Trovati!» fece Ron tirando fuori i dolci con gesto teatrale.

«Evviva! – disse il calvo prendendo la scatola – la porto subito a farla analizzare!»

«Non si accorgeranno che sono comprati di recente, con le analisi?» chiese Ron teso.

«Speriamo di no» rispose Harry buttandosi sulla sua poltrona nell’ufficio che lui e Ron occupavano insieme, abbastanza sicuro che le loro fatiche avessero risolto tutti i problemi. Senza preavviso si sentì il rumore di un esplosione nel corridoio. Lo Zuccotto era esploso e qualcuno gridò:

«POTTER E WEASLEY VI UCCIDERò!». Harry e Ron si guardarono allarmati prima di urlare anche loro:

«FRED E GEORGE, VI UCCIDEREMO!».

Eccomi tornato con una nuova Fanfiction del tutto non-sense! Spero che vi sia piaciuta anche se ho cambiato qualcosa. Conto di allungarla con altre “intrepide” avventure di Harry e Ron al dipartimento Auror… P.S.: So che Fred è morto (e per questo ho ancora un conto in sospeso con la Rowling…), ma mi serviva nel negozio, quindi morto o vivo, doveva lavorare!

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Camera Cafè! ***


LA DURA VITA DI UN AUROR!

Ecco postato il secondo capitolo di quella che potrà essere una saga senza fine (in effetti stavo per farla a round robin.). Ovviamente, come si può vedere dal titolo, questo chap è ispirato a…

 

Camera Cafè!

 

I giorni si susseguivano quasi monotoni al Dipartimento Auror. Due vecchi amici si trovavano davanti alla magica macchina del caffè.

«Vuoi un caffè, Harry?» disse Ron preparando già un falci anche per l’amico da inserire nella macchinetta in cambio di un caffè.

«Ok!» disse l’occhialuto. Ron inserì la moneta nella fessura della macchinetta e premette il pulsante dell’espresso.

«Qualcosa di interessante?» chiese Ron all’amico che stava leggendo la Gazzetta del Profeta con le spalle appoggiate al muro.

«Se ti interessa lo stufato di Ippogriffo con contorno di ortiche della rubrica “Magiche Ricette” allora sì.» rispose Harry voltando pagina.

«Allora non mi interessa». Uno squillo di tromba annunciò che i due caffè erano pronti e Ron si precipitò a prenderli prima che la macchinetta decidesse di bersi il caffè al posto suo, con la scusa di aver interpretato la sua scarsa velocità nel ritirare le tazze come “non voglio più il caffè”. Quella storia della macchinetta che beveva i caffè degli altri era già costata a Ron un sacco di Galeoni…

In quel momento arrivo Hermione.

«Ciao» disse lei. Ron si voltò con tanta foga da versarsi il caffè addosso. Ron diede il caffè che non si era buttato addosso ad Harry e corse a prepararsene un altro. Intanto Hermione chiese:

«Come va qui?»

«Bene! – rispose Harry – non abbiamo niente da fare!»

«Capita agli Auror…» assenti Hermione.

«Tu cosa ci fai qui?» chiese Ron

«La macchina del caffè del mio piano non funziona, così sono venuta qui – disse Hermione – Non è che me ne offriresti uno?» fece poi con un sorriso innocente. Ron che dal suo canto era troppo gentile e troppo spaventato dalla reazione che sua moglie poteva avere se non gli dava quel caffè, gli diede il suo e fece per aprire il borsellino: gli restavano due falci in tutto. Proprio in quel momento arrivarono Seamus Finnigan e Dean Thomas.

«Com’è affollato questo posto…» fece ironico Ron.

«Voi due che ci fate qui?» chiese Harry

«Ci lavoriamo» rispose Seamus.

«Al Ministero? Non lo sapevo…» fece Ron

«Be’ – spiegò Dean – visto che Rowling ha dato un lavoro solo a voi tre più Fred e George…»

«Mentre di noi si è totalmente dimenticata» aggiunse Seamus

«Abbiamo deciso anche noi di lavorare come Auror, visto che è il lavoro più conosciuto, e di rompervi un po’ le balle…» finì Dean.

«Meglio così – fece Harry – più siamo meglio è, qui non c’è un piffero da fare!». Detto questo Ron tornò a concentrarsi sulla macchinetta, ma Seamus e Dean gli arrivarono alle spalle e gli fregarono le due falci che teneva in mano.

«Ehi, non potete farlo, sono mie!»

«Suvvia siamo appena arrivati, fai gli onori di casa!» disse Dean. Ron era rossissimo mentre i due arrivati inserivano la monete per prendersi il caffè. Hermione lo guardò per un po’ prima di dirgli:

«Dai, prendi questa» e gli tese una falce. Ron la guardò.

«Allora gli avevi i soldi!!!» fece veemente

«Non ti ho mica detto di non averli – gli disse Hermione – ti ho chiesto solo di offrirmi il caffè!». Il rosso la fulminò con gli occhi ma prese la moneta che lei gli offriva e corse alla macchinetta a farsi questo benedetto caffè. Hermione prese la Gazzetta che Harry aveva finito di leggere e la sfogliò.

«Oh, le Sorelle Stravagarie si sono divise!» fece Hermione eccitata alla notizia.

«Di chi è quell’articolo?» chiese Ron mentre la macchinetta emetteva il suo squillo di tromba.

«Di Rita Skeeter! – rispose Harry – Quindi non sarà neanche vero!». Hermione parve un po’ delusa dalla notizia di un falso scoop.

«È proprio una bugiarda!» esclamò furiosa arrotolando il giornale e posandolo sul tavolo lì accanto. Di colpo arrivò un urlo e un rumore sordo di due cose che sbattono: Ron stava urlando contro la macchinetta prendendola a testate.

«Perché? Perché? Perché questa macchina del caffè ce l’ha con me? PERCHÉ?»

«Che è successo?» chiese Seamus

«Si è bevuta il mio caffè!» disse Ron con le lacrime agli occhi (lacrime che non si sa se fossero dovute alla sofferenza dell’ennesimo caffè mancato o dalle ripetute botte in testa).

«Oh, Ron, mi dispiace!» fece Hermione.

«Nessuno ha una moneta, vero?» fece il rosso sconsolato. Tutti scossero la testa.

«Io ho lasciato i soldi a casa» disse Harry

«Anch’io» disse Hermione

«Idem!» fece Seamus

«Che hai detto?» gli chiese Dean

«Idem, vuol dire uguale.» spiegò Seamus

«Ah, idem anche per me allora!» disse Dean. Ron sconsolato disse:

«Tanto vale che torni in ufficio, a ricominciare il castello di carte!»

«Vengo anch’io! – disse Harry – adoro vedere quando cade tutto il mazzo quando sei arrivato all’ultima carta.»

«Vengo pure io!» esclamò Seamus

«IDEM!» fece Dean giulivo.

«Uffa, io non posso! – disse Hermione – devo andare subito a catalogare tutti gli Elfi Domestici che lavorano ad Hogwarts incidendo lo stemma delle quattro case inciso sul loro sedere!»

«Che schifo!» fece Ron.

«Che vuoi farci…» disse lei avviandosi all’ascensore tutta sconsolata. Harry, Ron, Seamus e Dean si avviarono tutti verso l’ufficio di Harry e Ron senza un occhiata alla macchinetta del caffè che, presa dal rimorso della tristezza di Ron, gli stava preparando una tazza di caffè gratis.

 

 

Eccomi di nuovo! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se era un po’ corto. Se volete recensire…

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3.La macchina! ***


la dura vita di un Auror

Eccomi di nuovo qui! Scusate l’attesa, ma tra impegni e mancate ispirazioni non sono riuscito a postare nulla in questa fic. Ora però ho già 2 o 3 chap pronti… quindi vi lascio a questo che ho postato (che a dire la verità è molto + demenziale del solito) .

 

La macchina!

 

Ore sette. Due persone di nostra conoscenza non ce la fanno davvero più.

«Ma chi cavolo ce lo fa fare ad alzarci alle sei per venire al lavoro quando alla fine non si fa niente?» esclamò Ron veemente. Harry finì il suo decimo sbadiglio prima di rispondere.

«Credevo che ti sarebbe piaciuto un lavoro come questo, dove non si deve fare niente!»

«Si mi piace, ma rischio seriamente di schiattare dalla noia!».

«Ti va una partita a scacchi magici?» chiese dopo un po’ il rosso.

«Ancora?! – fece veemente Harry – ma ci abbiamo giocato quasi in tutti e sette i libri! Non ti stanchi mai? E poi io perdo sempre, non mi va!». Ron rimise a posto la scacchiera che aveva tirato fuori da non si sa dove. In quel preciso momento arrivarono Seamus e Dean.

«Ehilà! Che si fa di bello qui?» chiese Seamus gioviale.

«Ci annoiamo…» rispose Ron.

«Da noi idem!» aggiunse Dean. Seamus alzò gli occhi al cielo. Harry sbadigliò di nuovo…

«Ci facciamo un caffè?» propose l’occhialuto.

«Io non ci provo nemmeno!» esclamò Ron memore dell’ avversione della macchinette verso di lui. Dean si avvicinò alla finestra.

«Ron…» fece dopo un po’ che guardava fuori.

«Hm?» chiese Ron

«La tua macchina è una biposto?»

«Sì…»

«Grigio polvere?»

«Sì… perché?»

«Beh, non so… ce una persona dentro che ci se la sta portando via…». Ron si alzò di scatto e corse alla finestra.

«Nooooo!» urlò

«Che è successo?» chiese Harry che non aveva seguito il discorso preso da un improvviso colpo di sonno

«Mi hanno fregato la macchina!» disse Ron

«Ma dai! Nessuno ruberebbe una ciofeca simile!!!»

«Ti dico di sì! Ci avevo lasciato anche dei soldi babbani dentro… ecco perché l’hanno rubata!» aggiunse con aria di chi capisce una cosa all’improvviso…

«Che ci fai con dei soldi babbani?» chiese Harry mentre si precipitava con Ron fuori dal Ministero.

«Me li ha dati papà, li dovevo portare al dipartimento Fregature Babbane, sai per verificare che non fossero false, se non ci pensiamo noi ai babbani…».

«E quanto ci avevi lasciato dentro?»

«Cinquanta!»

«Ah, be’ – fece Harry rincuorato – la tua auto non vale tanto! Va a finire che ti lasciano pure il resto!». Corse con Ron nel punto dove prima c’era la macchina.

«Oh, no!» fece disperato Ron vedendo il parcheggio vuoto.

«Ehi, ti hanno lasciato veramente il resto!» fece Harry allibito guardano per terra e prendendo una banconota da dieci: sopra c’era un postit con scritto “Tieni, tu stai peggio di noi!”

«Ma che gentili!» fece Dean guardando il postit con affetto.

«E ora?» chiese Seamus.

«LI INSEGUIAMO!» esclamò Ron mentre correva verso la macchina di Harry. Si stiparono tutti nella macchina dell’occhialuto e partirono a tutta (Burro)birra. Corsero per almeno un miglio prima di ritrovare i ladri. Ron accelerò con la magia (infatti era già a tavoletta) e corse loro dietro. Le due auto sfrecciarono incuranti di chi o cosa travolgevano nella loro corsa. All’ improvviso una pantera della polizia sbucò dal nulla e si piantò davanti alla macchina guidata da Ron che, fregandosene altamente del codice stradale babbano, la colpì in pieno mandandola a sbattere contro una gazzella dei carabinieri che insieme sbatterono contro una giraffa che passava di lì dopo essere fuggita dallo zoo.

«E poi c’è chi dice che il traffico non è una jungla» osservò Seamus.

«Idem!» fece Dean

«Ora non centra niente…» gli fece notare Seamus

«Si ma me ne piace il suono…». Incurante dei discorsi idioti che si sviluppavano nel sedile posteriore dell’auto, Ron continuò a correre come una lepre (ok, ora la pianto con gli animali) all’inseguimento della sua macchina.

«Non potresti andare più piano? – chiese Harry al suo fianco – sto per vomitare!».

«Non posso rallentare, li sto per raggiungere!» fece il rosso caricò di adrenalina. Di lì a poco riuscirono  a raggiungere la macchina guidata dai ladri, mentre le due auto della polizia li raggiunsero di nuovo (quanto alla giraffa, era tornata allo zoo chiedendo un passaggio ad una panda…). Di colpo l’auto guidata dai malfattori si fermò, evidentemente a secco, mentre Ron, preso alla sprovvista, non fece in tempo a frenare e ci sbattè conto a tutta velocità. Nelle due auto esplosero tutti gli air berg mentre fuori la gente applaudiva entusiasta, sicura che si stesse girando un film. I quattro ex-maghetti si tuffarono fuori dall’auto e corsero dai due malfattori, entrambi svenuti. La polizia si fermò li vicino e i poliziotti scesero dalle macchine andando loro incontro.

«E ora cosa facciamo?» chiese Harry disperato.

«Di certo non potremo dire di aver aumentato la velocità della macchina con la magia. – disse Ron – Sai cosa comporterebbe?». I quattro poliziotti iniziarono ad elencare tutte le effrazioni commesse mentre Ron urlava:

«Ma loro ci hanno rubato la macchina! Perchè a loro non dite niente?»

«Perché sono svenuti, genio!» gli fece un poliziotto.

«Ah, già, è vero…!». Poco lontano Harry vide Kingsley Shacklebolt, il nuovo Ministro della Magia, arrivare di gran carriera verso di loro…

«Salve!» disse cordiale ai poliziotti. Poi levò la bacchetta quanto basta per puntarla contro ciascun poliziotto senza farsi vedere dalla folla, e disse:

«Oblivion!». Subito i quattro poliziotti assunsero un aria da pirla con gli occhi spalancati e vacui e tornarono a casa cantando vari pezzi dell’Othello.

«Accidenti! – fece Kingsley – devo aver sbagliato qualcosa…». Poi si rivolse ai quattro maghi e urlò:

«SI PUÒ SAPERE CHE DIAMINE VI VIENE IN MENTE? PERCHÈ AVETE FATTO TUTTO QUESTO?». Ron si lanciò in una spiegazione affrettata degli eventi di quella mattina e quando ebbe finito Kingsley disse:

«Per quanto avete combinato dovrei abbassarvi al grado di Guardiamago, ma non lo farò, per tre motivi: Harry è il protagonista della saga e se la cava sempre, avrei una paura folle di chi entra ed esce dal Ministero con voi di guardia e, soprattutto, non posso farlo perché altrimenti questa saga non può andare avanti!». I quattro saltarono dalla gioia e si riavviarono tutti contenti verso il Ministero della Magia, tutti contenti meno Harry e Ron che in tutta questa storia ci hanno rimesso le loro auto…

 

Spero che vi sia piaciuto anche se era molto più demenziale e non-sense del solito!

P.F.(significa Post Fictium): So che in effetti non ci sono finestre al piano di degli Auror, ma come facevo a farli accorgere della macchina? Detto questo; Leggete e recensite!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=254669