My miracle.

di jalexislikeaunicorn
(/viewuser.php?uid=554444)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. I'm a walking travesty, but I'm smiling at everything. ***
Capitolo 2: *** 2. Like a deer in the lights of an oncoming bus. ***
Capitolo 3: *** 3. - Thanks to you. ***
Capitolo 4: *** 4. - The world is ugly, but you're beautiful to me. ***
Capitolo 5: *** 5.-Once upon a time. ***



Capitolo 1
*** 1. I'm a walking travesty, but I'm smiling at everything. ***


Prologo - I'm a walking travesty, but I'm smiling at everything.


 


 

Cammino sul marciapiede ancora umido per l'ultima pioggia, fissando i miei stessi piedi, ripenso a cosa è successo oggi, per l'ennesima, ormai insignificante volta. Insignificante perché ci ho fatto l'abitudine, ovvio. Qualcun altro, logicamente, si sarebbe dato per perso, ma ormai, io ci ho fatto l'abitudine.

Mi sono di nuovo ficcato quelle due fottutissime dita in gola. Perché spero di sputarci il cuore e morire, un giorno. Intendo morire del tutto, ovvio. Visto che io non mi sento vivo. Ma sapete? Sorrido, con gli occhi gonfi, ma sorrido. È tutto ciò che posso fare. Ho due alternative: o sorrido, o continuo a piangere, come quella checca depressa che sono.

Alexander Gaskarth, il finocchio che passa i pomeriggi chiuso in casa con i Green Day sparàti nelle orecchie e qualche chat a caso, visto che vado meglio nell'amicizia virtuale che in quella reale. Preferisco parlare attraverso uno schermo. Poi, vabbè, ci sono Rian e Zack, che sono ancora miei amici, amici del frocetto. Malgrado la mia apatia.

Saluto mia madre e vado verso camera mia, vista la mia poca voglia di relazionarmi con quel piatto di spaghetti che vedo sul tavolo della cucina. Accendo il computer per entrare nella mia solita chat.

Oh, aspettate un attimo. Ho... un nuovo messaggio. Seriamente? Mi state prendendo in giro? Alex Gaskarth che viene cercato da qualcuno e non lui che cerca sempre la gente? Sgrano gli occhi incredulo. Ehi, ma questo io non lo ho mai visto.

"Jack Barakat", con una foto del...Drunk Bunny! Sorrido, vedendo che questo ragazzo sembra avere dei gusti simili ai miei. Il messaggio è di tre quarti d'ora fa, ma il mittente è ancora online.


 

"Ehilà, ho visto la tua foto del profilo dei Blink 182 e volevo dirti che piacciono anche a me. Sono nuovo qui, ti va di parlare un po'?"


 

Rilessi il messaggio, ancora fin troppo contento e stranito dal fatto che qualcuno volesse socializzare con me. Ovviamente sarò il "giocattolo difettoso", poteva essere una chat che durava massimo una mezz'ora, come sempre. Non è solito che qualcuno parli con me per più di 20 minuti senza apparire stanco, se non addirittura infastidito. Non ci faccio caso e rispondo.


 

"Già, sono uno dei miei gruppi preferiti, assieme ai Green Day. Amo la tua foto profilo. Io sono Alex, piacere. <3"


 

Aspettate. Vorrei capire perché ho scritto quel cuoricino. Io non lo conosco, per quanto mi riguarda potrebbe essere un maniaco pronto a rubare i miei dati ed uccidermi, e io gli faccio i cuoricini. Ma che mi è preso, cristo.

La risposta arriva immediatamente. Ma... io pensavo che si fosse già disconnesso, insomma, stai chattando con un frocio, avanti.


 

"Piacere mio, Jack. Oh, ti ringrazio, anche a me è piaciuta la tua. Non pensavo di trovare qualcuno online... Come va?


 

Oh, ma è vero, sono l'unico online. "Come va?" Oh, va tutto bene, ho vomitato ancora, continuo a farmi schifo, voglio morire e tra un po' scoppio in lacrime. E a te, come va? Stupido Alex, non dovresti essere così acido nei confronti di qualcuno che vuole parlare con te. Ed è così gentile.


 


 


 


 

Salve a tutti! Io sono Giada, questa è la prima fanfiction e sopportatemi, magari.

Sempre se vi va. Mbeh, scusate se questo prologo è abbastanza, molto, tanto, troppo, infinitamente corto, ma volevo solo introdurvi a quello che sarà questa ff. Ecco, spero che vi piacerà.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Like a deer in the lights of an oncoming bus. ***


Capitolo 2-Like a deer in the lights of an oncoming bus.


 

Bel lavoro, Bassam. Veramente un genio ad iscriverti nella stessa chat che usa Alex. E adesso, che gli dici, quando chiederà di te, di cosa fai di solito? "Oh, beh, ti guardo di nascosto quando torni da scuola perché sono innamorato di te dalla prima liceo e tu non mi conosci. Tu?"

So tutto di lui. Alex Gaskarth, un anno in più di me, trasferito a Baltimora in prima liceo. Esattamente quando ho capito di essermi innamorato di lui. Amo tutto ciò che gli altri odiavano di lui. Il suo essere così indifeso, sempre solo, sulle sue. Quel suo camminare a testa bassa, come se non si sentisse abbastanza importante da poterla alzare. Ma lui è importante, eccome se lo è, mi ha svegliato dall'incubo che credevo fosse la mia vita. Anche se lui non mi conosce, migliora la mia giornata anche solo tornando a casa da scuola. E spero che i cuoricini siano una sua abitudine, anzi, ne sono sicuro, come potrebbe qualcuno fare un cuoricino a Jack Barakat? Toh, nel frattempo che io mi piango addosso, Alex ha risposto.


 

"Va tutto bene, a te? Sai, di solito sto qui nel tempo libero, e questo è il mio tempo libero... Sarei felice di passarlo con te!"


 

Tutto bene, se tralasciamo il fatto che sto parlando per la prima volta col ragazzo che amo e lo sto facendo dietro ad uno schermo.


 

"Bene, dai... Oh, okay, perfetto, Alex :)”


 

ALEX POV.


 

Oh mio dio, mi ha già risposto. O questo tipo ha preso funghetti allucinogeni, o si vuole seriamente fare del male. Vai, Gaskarth, tienilo lontano da te, come fai con tutti.


 

Quanti anni hai?”

Se comincio a stalkerarlo da subito non avrò tante speranze di farmelo amico, ma okay, ho già perso tante possibilità e amici, non sarà né il primo né l'ultimo. Ma ehi, so solo il suo nome, voglio conoscerlo.


 

16 anni, e tu?”


 

Quanto risponde in fretta, continuo ad essere sul pensiero che è un tipo che non ha nulla da fare. Non esito a rispondergli.


 

17 :) Dove abiti?”


 

JACK POV.


 

Merda. Merda. Merda. Merda. Che cazzo gli dico, che abito a Baltimora, a due isolati a mezzo dal suo viso perfetto? Jack, sei un idiota. Pensavi di avere qualche speranza di fartelo almeno amico tramite una stupidissima chat? Beh, ora dovrai inventarti qualcosa di più o meno intelligente.


 

Io vengo dal Maryland, Annapolis... tu?”


 

Ma che cazzo...? Certo. Per una coincidenza abiti a 50 chilometri da lui e avete gli stessi gusti musicali. Ma a chi la voglio dare a bere?


 

Wow, che figo! Io sono di Baltimora, potremmo incontrarci un giorno... mi andrebbe di conoscerti meglio, ti va?”


 

Novità del giorno: sono segato.

Potevi aspettartelo, genio. E adesso? Wow, in un certo senso sono felice di averci parlato, anche se virtualmente, ma ho parlato con l'amore della mia vita. E che cambia? Lui non ti ricambierà lo stesso, mica il mondo è pieno di froci. E se lo fosse, lui non ne farebbe parte, sarebbe speciale, proprio come è nel mondo reale. Mi si annebbia la vista a pensare a Lex, a tutto ciò, al fatto che continuerò a combattere con me stesso e con i miei sentimenti fino a quando non volterò pagina.


 

La mia vita non è tanto emozionante, anzi, non lo è per niente. Suono la chitarra da un paio d'anni e credo che la chitarra sia la mia compagna di vita, oramai”


 

ALEX POV.


 

Bene, Alex, hai trovato un ragazzo che non ti ha respinto sin dal primo momento che gli hai rivolto la parola, abita a meno di un'ora di auto da te e ha i tuoi stessi gusti musicali. E suona la chitarra, per di più. Ok, se non me lo lascio scappare... potremmo diventare amici. Ho una speranza, forse. Stento a crederci, rispondo all'istante. Un attimo, e se fossi troppo assillante? Se tra non meno di cinque messaggi si stancherà già, cosa molto probabile? E se si fosse già stancato?

Sento la vista annebbiarsi, gli occhi che cominciano a riempirsi di lacrime. Non può succedere tutti i giorni così, cazzo. Non posso sentirmi così ogni volta. Non posso. Devo sorridere.

Sorridere.

Sorridere.

Sorridere.

Un cazzo, è peggio di prima.





Eccoci qui! Ho aggiornato DECISAMENTE presto, ma ecco, io... io... avevo il capitolo pronto :c 
Questo capitolo non è molto lungo, ma vi anticipo che non ci saranno capitoli effettivamente lunghi, ma ci saranno molti capitoli, eheh. Non spoilero niente!
Come potete vedere, la situazione di Jack è leggermente incasinata, sì, magari è stupido, ma capitelo, è innamorato, suvvia v.v
Mi metto all'opera per scrivere il prossimo capitolo, alla prossima, lettori!
 


 


 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. - Thanks to you. ***


3. Thanks to you.

JACK POV.


 

Perché Alex non risponde? È ancora online. Non risponde da cinque minuti. Lo so, sono paranoico, probabilmente lo avrò stancato, si sarà trovato qualcun altro con cui chattare, qualcuno di meno monotono. Ma se invece gli fosse successo qualcosa? O se invece avesse semplicemente lasciato la chat aperta e fosse uscito? Nah, me ne sarei accorto. Dovrei chiedergli se è ancora vivo? Tanto non ho nulla da perdere, il danno più grande l'ho già fatto iscrivendomi a questa chat e parlare con Alex.

"Ehi, sei ancora lì? Non andartene così presto, non lasciarmi solo :c"

Almeno ho cercato di scrivere qualcosa di simpatico, o meglio, ci ho provato. Però parlavo seriamente, non voglio che se ne vada. Mi prendete per pazzo, se vi dico che mi manca? Che sento la sua voce pronunciare i messaggi che scrive di fronte a me? E sarò pazzo, lo posso capire, pazzo di lui.


 

ALEX POV.

"Ehi, sei ancora lì? Non andartene così presto, non lasciarmi solo :c"

E io che gli devo dire? "Sono qui, ehi, stavo piangendo immaginando come finirà questa conversazione". Devo inventarmi qualcosa, gli dirò che mi stavo facendo la doccia. Sto qui, con gli occhi gonfi, ripetendo invano a me stesso che va tutto bene. Ma in un certo senso, apprezzo il fatto che si sia preoccupato, è premuroso. O forse non ha voglia di perdere il suo passatempo per questo pomeriggio. Voglio immaginare che gli importi di me, forse, che nonostante il fatto che non mi conosca non mi voglia far soffrire.

"Eccomi, mi stavo facendo la doccia, scusami se non ti ho avvisato"

Spero solo che la beva, non voglio fargli sapere dei miei problemi, o almeno non subito.


 

JACK POV.

Vedete, vedete quanto sono stupido? Pensavo fosse successo chissà cosa, era a farsi la doccia. Dovrei smetterla di essere così paranoico, stupido Jack.

"Oh, scusa, che stupido...Di che parlavamo?"

Già, mi sono dimenticato di che parlavamo, per l'ansia. Vi rendete conto? È che ci tengo a lui, ecco, e se gli succedesse qualcosa quel qualcosa sarebbe successo anche a me, col doppio della sofferenza. Tengo a lui più della mia stessa vita. Lo amo, ecco.

"Mi parlavi di te, di cosa fai di solito"

La risposta arriva immediatamente. Direi di escludere ciò che faccio ogni giorno, dopo scuola.

"Beh, ciò che ti ho detto... Tu, invece?"


 

ALEX POV.

Ottimo, Alex, adesso dovrai fingerti una persona con una vita sociale piuttosto attiva, etero, senza nessun problema di apatia o altre cose. O sarebbe meglio dirgli la verità? Tanto, arriverà comunque un giorno in cui gliene dovrò parlare, e se quel giorno vorrà andare via, che lo faccia oggi o quel giorno, non fa differenza.

"Io non ho tanti amici, non sono molto bravo a tenermeli stretti, magari perché non ho mai trovato qualcuno che faccia al caso mio, non sono nessuno, diciamo."

Se vorrà rispondermi, risponderà, no? Persona persa più, persona persa meno. Anche se non mi sento convinto a dirlo. Questo Jack non è come gli altri. Lui ha qualcosa di speciale. Leggevo tra le righe del primo messaggio che mi ha mandato che è arrivato per restare, e non me lo lascerò scappare. Voglio conoscerlo meglio, voglio che diventi mio amico, ecco.

Dovrei smetterla di pensare col pisello a volte, okay.


 

JACK POV.

Non sapevo che Alex si ritenesse nessuno. Se lui fosse veramente nessuno, chissà come sarei adesso. Probabilmente, passerei le mie giornate a piangere, a pensare a quanto mi faccio schifo. Ma non ho tempo per pensare a me, tra tutto il tempo che uso pensando ad Alex. È un miracolo. Il mio miracolo.

"Io non la penso così. Io penso che tu sia speciale."

Il messaggio è già stato inviato. Sono un idiota. Ho rovinato tutto, ogni cosa.

"Non fare caso al mio ultimo messaggio, sono così idiota, ho scritto senza pensare, scusa"

L'avrebbe potuta prendere male, non voglio che vada. So di non aver migliorato le cose con l'ultimo messaggio, ma magari, potrebbe farci meno caso, o forse non leggerlo, pensando che magari avessi sbagliato destinatario.


 

ALEX POV.

Parlava sul serio? Ha detto che io sono speciale? No, no, non può essere, avrà scritto male, io... io non sono nessuno, non posso essere speciale per qualcuno. Non sono mai stato nessuno per nessuno. Non posso diventare qualcuno per un ragazzo conosciuto in chat qualche ora fa. Un attimo, ma io... io sto sorridendo. Io. Lo vedo nel riflesso dello schermo, la mia bocca ha cambiato curvatura. Mi guardo allo specchio, è vero, sto sorridendo. Stanno cominciando a sgorgare delle lacrime dai miei occhi, lacrime di gioia. Ho sorriso. Un sorriso vero, non forzato, non come gli altri. Sto urlando come una checca al concerto della sua band preferita, oh.

GRAZIE!” Mi affretto a scrivere. Grazie, Jack Barakat. Grazie per avermi fatto sentire per la prima volta speciale con una semplicissima frase, una frase sincera. Grazie per avermi cercato in questa chat. Grazie. Lo dicevo che sei speciale, giuro che un giorno scoprirò come hai fatto.


 


 

AUTRICE:

Vi chiedo solo scusa.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. - The world is ugly, but you're beautiful to me. ***


4. The world is ugly, but you’re beautiful to me.

 
 
JACK POV.
 
Perché mi ringrazia? Che... che ho fatto? Ah già, gli ho detto che è speciale. Ma non capisco perché pare così contento di dirmi questo “grazie”. In fondo, ho detto la verità. È semplicemente speciale. Ma non è solo speciale. È molto di più. È il mio sorriso, è la luce che mi illumina gli occhi, che ha riempito questi occhi nati vuoti e senza alcun significato. Ha dato un senso alla mia vita, che ne era priva. Sono io che lo devo ringraziare, anche se non ha mai fatto qualcosa di vero per me, ma il fatto che esista è sufficiente. Lui non ha nulla di cui ringraziarmi. Lui è il mio miracolo.
 
“Ho solo detto ciò che penso.”
 
“Ma come fai a pensarlo? Tu… non mi conosci, Jack.”
 
Hai toccato un tasto dolente, Lex. Io ti conosco benissimo, ti conosco più di quanto io conosca me stesso, ma questo, io non posso dirtelo. E devi anche sapere che te l’avrei voluto dire in faccia che sei speciale, tante di quelle volte, ma questo, io non posso dirtelo. E ti dovrò dire qualcos’altro, ti dirò quello che penso. Certo, non ti dirò il vero motivo per cui ti posso dire che sei speciale, probabilmente su questo sparerò una cazzata, ma ormai non importa.
 
Sai, no, quando mi hai parlato di te? Ecco. Lì io ho sentito che eri speciale, che non è vero che non sei nessuno.”
 
ALEX POV.
 
Questo si fuma roba decisamente troppo pesante. Come fa a dire queste cose? Ti giuro che se mi conoscessi capiresti perché mi definisco così. Se io non fossi sempre stato nessuno, adesso avrei degli amici. Non parlo di tutti quelli che mi hanno preso per il culo, parlo degli amici veri, quelli che non se ne fregano di te e non ti lasciano solo nei tuoi periodi peggiori. E tutti quei “ti voglio bene” detti a caso, tutto fiato sprecato, sono ancora delle ferite aperte. Tutto ciò che cerco è qualcuno che sappia medicarle. Voglio che quel qualcuno sia questo Jack. Sembra che voglia diventare davvero mio amico, o forse è solo un’ennesima presa per il culo.
 
“Tu pensala come vuoi. Io non penso di essere qualcuno.”
 
Forse, però, ho un modo per farti cambiare idea. Quando pensi di non essere nessuno, o sei semplicemente triste, pensa che nel piccolo mondo in cui vivi, ci può essere qualcuno che si sveglia ogni mattina solo per te. Qualcuno a cui cambi la giornata anche solo passando nella sua stessa strada. C’è questa persona per ognuno di noi, ricordalo.”
 
Ogni parola scritta da questo ragazzo, è qualcosa di fantastico.
 
JACK POV.
 
Non mi pentirò del mio ultimo messaggio. Anzi, non ho più voglia di pentirmi per i messaggi che manderò. Semplicemente perché è tempo perso. Il messaggio sarà già inviato e non potrò fare più nulla. E l’errore più grande, l’ho già commesso. Ho deciso che però smetterò di piangermi addosso, ciò che ho fatto è irreparabile. E no, non scriverò sempre la cosa giusta, non so se scriverò mai una cosa giusta, ma non importa, perché significa che volevo scrivere ciò che ho scritto.
 
Sai che in questo momento, sei una di quelle persone, per me? Grazie per avermi cambiato la giornata, anche oggi. Proprio come hai fatto ieri, dicendomi che ero speciale. Quando sarò giù di morale, penserò sempre a questo e proverò a sorridere. È una promessa.”
 
Non so cosa dire. Mi ha appena promesso… che proverà a essere felice pensando a qualcosa che gli ho detto io. Sarà felice grazie a me. Me l’ha promesso. E mi ha anche detto che ho cambiato la sua giornata anche quando gli ho detto che è speciale. Cioè, sono qualcuno per lui.
 
Tu non puoi nemmeno immaginare quanto questo sia importante per me, Alex. Anche se non ti conosco. Mi sta a cuore la tua felicità, ricordalo. E quando sarai triste tu, sarò triste anche io. La nostra amicizia funzionerà così. Va bene?”
 
“Va bene.”
 
ALEX POV.
 
Nessuno mi aveva mai detto queste cose. E poi, lo so, le cose che mi ha appena inviato Jack erano sincere. Avete presente, no? Quando qualcosa viene detta col cuore, si capisce. Gli sta davvero a cuore la mia felicità?
Non posso ancora crederci. Conoscere questo ragazzo ha stravolto la mia vita. Non so per quanto durerà, ma spero a lungo.
Okay, no, ma cosa mi metto a pensare? No, no, no, Alex. Stupido Alex. Cosa ti metti a pensare? Bah. Mica sono tutti froci, nel mondo, uno. E secondo, anche se lo fosse, non penso che gli potrei interessare.
Sto parlando di questo ragazzo come se mi piacesse. No, non mi piace, sarebbe assurdo. Non mi sono mai innamorato di qualcuno, e non penso che mi innamorerò di lui.
Aspettate, ma effettivamente: io non mi sono mai definito “gay”. Forse perché non lo sono nemmeno. Oh, ottimo. Non ho niente di cui preoccuparmi.
Nel frattempo che io facevo queste seghe mentali, Jack ha risposto.
 
Ottimo. Tu come stai messo con le ragazze?”
 
JACK POV.
 
Okay, questa me la potevo assolutamente risparmiare. Ma ormai ho inviato, pensare a quanto sono idiota sarebbe tempo sprecato.
 
“…Prossima domanda?”
 
Ho rischiato tanto facendogli questa domanda. Sarebbe stata la risposta al mio “E se è innamorato di un’altra?”
Beh, a quanto pare no. O magari sì, ma non ne vuole parlare. Beh, tanto non hai speranze lo stesso, Bassam.
 
Capito. Beh, sono a corto di argomenti.”

“Ti va di raccontarmi di come hai iniziato a suonare la chitarra?”



AUTRICE:
 
Ho tolto Rian e Zack dalla storia, se andate a guardare nel primo capitolo, perché non voglio concentrarmi su altri personaggi al di fuori da quelli che avevo programmato.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5.-Once upon a time. ***


5. Once upon a time.

 JACK POV.

Oh, okay, per me questa è una cosa nuova. Una splendida cosa nuova, in questo caso. E per tutti i versi. Sia perché non ho mai parlato a nessuno di questo, sia perché ne sto parlando per la prima volta con… Alex. Alex Gaskarth. Cioè, fino alla settimana scorsa, nemmeno mi conosceva e oggi… mi chiede qualcosa su di me. Beh, è straordinario.  Ho passato così tanto tempo a raccontare a me stesso questa storia che, beh, l’ho imparata a memoria, virgole comprese.
È una cosa da psicopatico, ma è da quando sono piccolo che, almeno una volta a settimana, faccio un riepilogo di tutte le cose “importanti” che sono successe nei giorni precedenti. Non voglio dimenticare niente della mia vita, anche le cose peggiori. Ed è anche per questa mia abitudine che non riesco a dimenticare veramente niente della mia stupida infanzia.
 
“Hey, guardate quel bimbo lì da solo!”
“Ma cos’ha, due bastoncini al posto delle gambe?”
“E poi, guardate quanto è alto! Dove hai preso i fagioli magici?”
“BASTA!” Urlai, tra le lacrime. Scappai via, persi del tutto il controllo. La mia testa stava scoppiando, ero troppo piccolo e ignorante per riuscire a rispondergli per le rime.
“BRAVA, MAMMOLETTA! SCAPPA VIA, ADESSO! COS’È, NON MI SAI RISPONDERE?”
Continuai a scappare, con la vista annebbiata per gli occhi colmi di lacrime. Non gli risposi. Non potevo rispondergli, ma non era quello che volevo ammettere a me stesso. Credevo… di essere forte, prima di entrare alle elementari. E fu proprio alle elementari che cominciò l’inferno. Avevo i miei problemi, avevo i miei motivi per piangere, anche senza nessuno che mi insultasse. Loro mi hanno aiutato a piangere, loro mi hanno aiutato a morire in silenzio.
 
 
Smetto di pensare a questi ricordi e comincio a rispondere alla domanda di Alex.
 
 
“Ero nello scantinato di casa, che cercavo qualcosa con cui giocare o da aggiustare, come ero solito fare a quei tempi. Ad un certo punto, apro un armadio che, non ricordo il perché, non avevo mai aperto. Forse non c’era un perché, ma adesso questo non importa.
Importa cosa ci trovai dentro.
Una Les Paul impolverata, senza corde, le valvole del bass e del treble che non si muovevano più. Beh, doveva essere lì da decenni, come se qualcuno l’avesse abbandonata, con l’intenzione di non averla mai più tra le mani ancora. Tutt’ora non capisco il perché. Andiamo, è come abbandonare un cucciolo. Non lo so, ma penso che quando vidi quella vecchia chitarra elettrica, i miei occhi si illuminarono.
Non avevo nessun prodotto, ovviamente, non mi aspettavo di trovarci una chitarra lì dentro. Ma soprattutto, non avevo delle corde che potessi usare. Cioè, c’erano sei corde e qualche spartito logorato e sbiadito dentro l’armadio, ma le corde erano troppo malmesse per usarle. Così, provai a cercarne delle altre, invano. Il pomeriggio successivo, andai in un negozio di musica che si trovava nel tragitto casa-scuola. Appiccicavo sempre il mio naso dantesco alla vetrina, anche se non sapevo neanche come prendere in mano uno di quegli strumenti esposti. Mi affascinavano, ecco. E lo fanno tutt’ora.  Ed ecco, puoi immaginare che essermi trovato uno di quegli oggetti così affascinanti per me nelle mani, era una sensazione indescrivibile. No, non come quando aprivi i regali di Natale e ci trovi quel giocattolo che avevi visto in televisione qualche settimana prima ed era diventato “il tuo desiderio più grande”, questo era molto di più. Comprai le prime corde che il commesso mi consigliò, logicamente non sapevo orientarmi in campo di corde. Potevano anche essere le più scarse del mondo, non lo capivo. Mi trovai tra le mani un paio di “Ernie Ball” di cui non ricordo il modello. Non so come ci riuscii, ma dopo due giorni ero riuscito a mettere le corde nella chitarra. Sì, mi ero spremuto le meningi percapire come fare. Ero un piccolo genio, evidentemente.
Fu così che iniziai a suonare. Presi gli spartiti ingialliti e imparai a leggere le note, con tanto impegno e tanta fatica. Ed è con quella Les Paul impolverata che suono le mie cazzate, ancora oggi. Questa è la storia di Jack il chitarrista mancato, scusa per la noia.”
 
Ho scritto questo messaggio come se stessi ricopiando una poesia ripetuta millemila volte, ed è così. È la poesia che mi porterò dietro nella tomba. Quel ricordo che riporterò sempre nella mia mente, ogni fine settimana.
 
Hey, non mi hai annoiato, sai? Che bimbo ingegnoso. Io da piccolo non mi scervellavo in queste cose, sai? Ma forse, avrei dovuto. Non avevo nessuno svago da piccolo, passavo le mie giornate chiuso in camera, il massimo del divertimento, no?”
 
La risposta arriva immediata.
 
Ingegnoso? Ma dai, non sparare cazzate, ho lo stesso quoziente intellettivo di un tavolo con tre gambe. E la mia vita non era poi chissà quale divertimento, sai?”
 
Non dovevo scrivergli questa frase. Pensavo di aver cancellato dalla mia mente questi ricordi, ma non posso cancellare un ricordo, non… questo tipo di ricordi.
 
Avevo 13 anni.
JAAACKIE! AMORE DI PAPARINO! NON DOVRESTI PASSARE IL TUO TEMPO CHIUSO A CHIAVE IN CAMERA TUA A SUONARE LE TUE CAZZATE! DOVREMMO INTENSIFICARE IL NOSTRO RAPPORTO PADRE-FIGLIO… NON CREDI?” Urlava mio “padre”, probabilmente sotto l’effetto di qualche droga… ancora una volta.
“APRI QUESTA FOTTUTISSIMA PORTA, RAGIONE DI VITA MIA…” Urlava ancora. Avevo spostato la scrivania e il comodino dietro alla porta, per bloccarla un po’, nel caso avesse intenzione di buttarla giù. Ormai, da lui, si aspettava questo e altro.
E detto fatto, butto giù la porta.
 
AUTRICE CORNER WOHO
Kiau, lo so che volete defenestrarmi, non riceverò recensioni, già, ma spero che qualcuno legfgerà questo capitolo. Mi metto all’opera per il prossimo, sperando per qualche recensione. Tanta suspence, pubblicherò in fretta.
Zao zao, lettori.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2401105