*E penso a te, Lucio Battisti*

Nonostante tutto il male che mi hai fatto ti penso ancora.
Sto cercando di dimenticare, esco con altri uomini ma tutto mi conduce sempre e solo a te.
Anche a lavoro, di notte non dormo ma penso a te, qualunque cosa faccio spero sempre di intravederti quanto meno per vedere come stai
Forse anche te nel profondo, speri che un giorno torneremo insieme.

Non so ancora capacitarmi del fatto che per te sono un libro aperto, mi capisci al volo, senza bisogno di spiegazioni.

Capisci il mio bisogno di solitudine, quando ripenso a tutto il male che ho fatto a tutto e tutti senza distinzioni in passato, cosa ho fatto passare a tutti gli studenti che non fossero Serpeverde, a Harry, solo per una somiglianza apparente con James.

Eppure proprio due Grifondoro in tempi diversi, mi hanno rubato il cuore.

Solo una, però è come uno specchio.

Non ti accorgevi di me.

Eppure facevo qualsiasi cosa per mettermi in luce davanti ai tuoi occhi

Alzavo la mano, rispondevo alle domande che ponevi ma in cambio ricevevo sempre e solo battutine, frecciatine e un soprannome “So-Tutto”.

Invece adesso ti accorgi di me, ti piacciono i miei baci, la mia pelle, il mio profumo ti fa impazzire, lo sento.

La voglia di andarmene e odiarti è forte ma quella di amarti lo è ancora di più.

-E se dovessi farti male?

-Non me ne farai.

-Come fai a esserne così certa? Io faccio sempre male alle persone cui tengo: Lily, Albus, mia madre.

- Erano situazioni diverse, eri diverso da adesso. Non lo farai perché vedi Sev tu sei come una luna però, al contrario: permetti a tutti di vedere le tue ombre ma a nessuno la tua luce, eppure nonostante tutto io lo ho vista.

Severus aprì gli occhi, mise il braccio alla sua destra sicuro di trovare la sua donna, l’amore della restante parte della sua vita, l’unica cui fosse concesso di invadere i suoi spazi.

Il posto, però era vuoto ma era tiepido, segno che da poco lei aveva lasciato il letto.

Aspettò un po’, sperando di vederla ritornare da lui nel lettone ma così non fu.

Decise di alzarsi e di dirigersi in cucina dove sicuramente la sua Hermione era lì a smanettare ai fornelli.

Quanto era bella!

Con quei capelli castano-dorati ricci che le ricadevano dolcemente e allo stesso tempo, selvaggiamente sulle spalle.

Si avvicinò con passo felpato e le cinse la vita.

Per un momento la sentì irrigidirsi, poi si girò, lo vide e la sua bocca si aprì in un dolcissimo sorriso.

“Le incuto ancora timore, Granger?”.

Hermione Granger, vuoi diventare mia moglie?

Rimasi stupita mai mi sarei immaginata una cosa del genere ma risposi immediatamente, “si”.
Poi gli misi le braccia al collo, lo tirai a me quasi con violenza e lo baciai con trasporto.
Lo amavo, come mai avevo amato nessuno.
Un amore così non aveva paragoni.

Era un amore puro, profondo e forte.