Un'avventura ai confini dei desideri

di Dea Kagomechan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1)la sraniera ***
Capitolo 2: *** la sfera dei due spiriti ***



Capitolo 1
*** 1)la sraniera ***


Un'avventura ai confini dei desideri

Un'avventura ai confini dei desideri

Heading 2

Normal

 

 

1) la straniera

Sono tornata.

Stavolta per restare.

Mi sveglio di soprassalto, consapevole di questi amari pensieri. Mi alzo dal letto, osservando i deboli raggi solari che filtravano dalla finestra, andandosi a posare sui miei piedi nudi. Sospiro, aprendo il palmo della mia mano destra. La piccola sfera verde era rimasta stretta nel mio palmo per tutto quel tempo … Scuoto il capo, non dovevo pensarci: sarei tornata alla normalità, avrei dimenticato tutto … Avrei dimenticato … lui …

Due anni prima.

Mi chiamo Coline e in quel periodo fatidico della mia vita avevo 16 anni, frequentavo la terza superiore in un liceo classico; ero brava a scuola e adoravo gli anime e i manga soprattutto Inuyasha. Con la mia migliore amica, Lisa, seguivamo trepidanti ogni episodio.

Ero una ragazza molto ordinaria, non mi ero mai innamorata, e non mi piaceva il mio aspetto, anche se molti ragazzi avrebbero dato qualunque cosa pur di entrare nel mio cuore. Ero alta magra e ben fatta. Avevo un viso piacevole e sempre sorridente. I miei occhi erano di un nocciola scarlatto, dal taglio vagamente orientale. Avevo i capelli molto lunghi e mossi, di un rosso cangiante. Avevo un carattere molto particolare: ero orgogliosa, testarda e pretendevo di avere la ragione su tutto, e se ciò non accadeva tentavo di ribaltare la situazione in mio favore. Ero egoista, anche se lo ero forse inconsciamente, tendevo a pensare più a me stessa dimenticando ciò che coinvolgeva gli altri. Al contempo però, ero anche molto altruista: pur di non vedere soffrire chi amavo, a costo di soffrire io stessa, ero capace di sapermi mettere da parte. Ero dolce, un’incredibile sognatrice, sempre allegra e pronta ad aiutare tutti. Sapevo mettere l’orgoglio in un cantuccio per dare una seconda possibilità a chi volevo bene, anche se, devo ammetterlo, poteva accadere solo dopo molto tempo. Insomma, un tipetto piuttosto interessante …

In quegli anni vivevo da sola con mia madre in un appartamento nel centro di Cagliari.

Non avrei mai sospettato che da quel giorno fatidico la mia vita sarebbe mutata così radicalmente.

“Ciao! A domani!”

Era una tranquilla notte di fine maggio. Scesi dal pullman, agitando la mano in direzione di Lisa, che ricambiò il saluto con entusiasmo. Sorridendo tranquilla mi diressi in un piccolo vicolo, scarsamente illuminato; una scorciatoia che seguivo abitualmente ogni giorno per tornare a casa puntuale così da non far stare in pensiero la mamma. Camminavo tranquilla, nonostante una strana sensazione mi pervadesse. Il vicolo era inghiottito nell’oscurità notturna. Nessun rumore. Nessuna luce sospetta. Tutto era apparentemente assopito. Un gatto miagolò e, colta di sorpresa, sussultai. “Che sciocca, è solo un gatto …” Pensai, sospirando di sollievo. All’improvviso, però, cominciai ad avvertire freddo. Presi a tremare e le gambe cedettero. Caddi in ginocchio rabbrividendo e cingendomi le spalle. “Ma che diavolo …” Sussurrai, piano. I miei occhi scattarono verso un’insolita luce verde. Strinsi gli occhi e facendomi coraggio mi rialzai a fatica, dirigendomi verso di essa. Scoprii, dopo un accurato sguardo, che si trattava di una piccola biglia verde. Tesi la mano per raccoglierla, ma mi accorsi che tremava: era come se la mano mi opponesse resistenza. Incuriosita e impulsiva com’ero, mandai al diavolo ogni mio buonsenso e afferrai la piccola pietra. Subito la luce si trasmise dentro me e sentii che le forze mi rinascevano. Non c’era dubbio, quella strana pietra nascondeva un qualche segreto. Ed ero intenzionata a scoprirlo.

Quella notte non chiusi occhio, pensando allo strano fatto della sera precedente. Chissà come, ma mi era venuta in mente la sfera dei quattro spiriti di Inuyasha …

“Ehi Coline, che brutta cera!”

Era appena suonata la ricreazione e Lisa si era avvicinata a me preoccupata. “Ehm ho mangiato pesante ieri a cena …” Mentii, stringendo il palmo con il quale tenevo la biglia. Chissà perché ma era un segreto che, almeno per ora, preferivo tenere per me. Lei inclinò la testa di lato, squadrandomi sospettosa: inutile mentire, mi conosceva troppo bene …

“Credo … che andrò in bagno” Dissi, cercando così una via di fuga. Nervosamente lasciai l’aula e mi diressi verso il bagno femminile. Richiusi la porta alle mie spalle, poggiandomi sopra di essa. Mi sentivo strana. Ansimavo.

“Ahi!” Esclamai. La pietra che stringevo era diventata improvvisamente incandescente e per riflesso avevo mollato la presa lasciando che cadesse sul pavimento. Emanò la stessa luce della sera prima e mi sentii attratta da quella. La luce crebbe, e provai l’irresistibile impulso di toccarla. Così feci, e la luce, al contatto con la mia pelle, aumentò a dismisura inglobando ogni cosa.

Lo scrosciare di un fiume … I delicati raggi solari … Avvolta da tutto questo mi costrinsi ad aprire gli occhi. Una forte fitta alla testa però me li fece richiudere. Gemetti, tenendomi il cranio fra le mani. Quando il dolore passò, mi accorsi di avere la misteriosa biglia verde tra le mani e il panico s’impossessò del mio stomaco. Mi costrinsi a guardare intorno a me. “Dove … Dove mi trovo?” Sussurrai a me stessa. No, decisamente quel luogo NON era la mia scuola … Mi accorsi di un rumore alle mie spalle mi voltai: una bimba vestita con un leggero kimono giornaliero mi fissava con un misto di timore e curiosità. “Ehm, sapresti dirmi dove ci troviamo?” Le chiesi, cominciando ad avere dubbi sulla mia sanità mentale … La bambina non rispose. Si limitò a scuotere il capo e, senza che io potessi fermarla, s’inoltrò nella foresta correndo velocemente. “Ehi! Aspetta!” Le urlai dietro. Mi alzai e la seguii correndo affannosamente. Per qualche minuto la vidi chiaramente davanti a me, poi però scomparve inghiottita dalla folta vegetazione. Finalmente, dopo altri minuti di corsa, gli alberi cominciarono a diradarsi.

E quello che vidi mi lasciò incapace di pronunciare qualunque suono.

Tutto ciò che udivo erano i veloci battiti del mio cuore e il mio affannoso respiro.

Davanti a me s’innalzava l’albero dei miei sogni … Goshenboku. Imprigionato all’albero secolare con una freccia magica c’era proprio lui … “Inuyasha …” Sussurrai, debolmente. Stavo sognando? Sentii un’eccitazione febbrile invadere le mie membra, scuotermi tutta: no, non era un sogno! Era incredibile, eppure ero finita nel mio anime-manga preferito. Ma com’era successo? E se Inuyasha era ancora imprigionato, dov’era Kagome? Troppo felice per continuare a pensare razionalmente, mi avvicinai lentamente al mezzodemone che seguivo sempre in tv. Mi arrampicai sulle radici dell’albero in modo che il mio viso fosse all’altezza del suo. Mi avvicinai, tanto che i nostri nasi si sfioravano. Lo osservai con curiosità, ammaliata. Era davvero bello. Pareva che dormisse. I suoi capelli argentei erano mossi da una tenera brezza tiepida, e il suo volto era sereno. Gli sfiorai una guancia, per accertarmi che lui fosse davvero lì, sotto i miei occhi. Mi scoprii a constatare che era calda, viva.. Sorrisi, e il mio indice si posò sulle labbra. Così dannatamente soffici, invitanti.. Arrossii e timidamente il mio sguardo si alzò. E incrociai due truci ma bellissimi occhi color dell’ambra che si incollarono ai miei. Arrossii violentemente. “AAAH!” strillai, facendo un balzo all’indietro e cadendo pesantemente sul fondoschiena.

“Ehi tu, ragazzina!”

La sua voce.. Così calda e profonda.. Proprio come nell’anime. Rimasi a fissarlo allibita, rossa in volto. “Chi sei?” Incominciò con durezza, “Perché hai..” Si fermò, annusando attentamente l’aria, “Il suo dannatissimo odore?!” Esclamò con veemenza, tentando di liberarsi dei rami che lo tenevano prigioniero, pur sapendo che era tutto inutile. Scattai in piedi, arrabbiata. “Cosa vorresti insinuare?” Ribattei, osservandolo furiosa. Nel suo volto si dipinse un ghigno. “Kikyo.. Sei tornata dagli inferi?”

“EEEH?” la mia ira si placò all’istante. “Io sono Coline! E non so neppure come ci sono finita qui..”

“In effetti, non le somigli molto.” Constatò lui, fissandomi con più attenzione. Mi sentivo davvero ridicola, e credevo di essere totalmente impazzita: stavo parlando con Inuyasha! “Tu sei in grado di togliermi il sigillo?” mi chiese poi, dopo qualche attimo d’imbarazzante silenzio, facendomi tornare a quella che credevo realtà. Io guardai la freccia. Kagome c’era riuscita.. Già.. Kagome.. “Ehi, Inuyasha.” Lo chiamai, spostando il mio sguardo sui suoi occhi. Lui parve essere sorpreso dal fatto che conoscessi il suo nome. Ma la mia domanda precedette ogni sua possibile affermazione riguardante Kikyo o quant’altro. “Dov’è Kagome?” Chiesi. “Ehi ma si può sapere chi diavolo sei? Hai lo stesso odore di quella dannata, conosci il mio nome e ora blateri pure nomi incomprensibili?” Sbottò lui, “E toglimi questa freccia!” afferrò il sigillo tentando di sfilarselo, ma a nulla servirono i suoi sforzi. Io sbuffai. “Se vuoi proprio saperlo” incominciai, guardandolo di sottecchi, “Mi chiamo Coline, ho 16 anni e vengo dal 2008! Ti conosco benissimo, conosco la tua storia a memoria perché guardo l’anime in tv!” Blaterai, tutto d’un fiato. Inuyasha mi guardò come se avessi la peste bubbonica, così mi affrettai a spiegare. “E’ una sorta di scatola dove le persone si muovono. Ma comunque, il punto è che ho trovato una strana sfera verde che mi ha catapultato dentro la tua storia! Io sono dentro l’anime! Capisci la mia situazione ora?” Spiegai, in preda ad una crisi di nervi. Inuyasha evidentemente non capiva e continuò a guardarmi come se fossi matta -e sinceramente al suo posto l’avrei pensato anche io..- delle voci concitate e confuse però, mi fecero voltare.

“Santo cielo! Inuyasha si è svegliato!”

“Cosa?”

“Incredibile! Chi sarà quella ragazza? Sembra straniera!” Vidi una disordinata folla di persone. Probabilmente dei paesani. Riconobbi immediatamente la ragazzina di poco prima: era stata lei a chiamarli. Ne ero certa. “Ehi, piccola!” Esclamai, rivolta alla ragazzina. Un’anziana signora con un occhio coperto da una benda e vestita da miko(sacerdotessa) la spinse in un lato e mi fissò con l’occhio sano. “Sei stata tu a risvegliare Inuyasha?” Mi chiese, seria. Prima che potessi rispondere, Inuyasha prese parola. “Sì, non posso tollerare l’odore di questa donna! Lo stesso di colei che mi uccise 50 anni fa!” la sacerdotessa, che era evidentemente la vecchia Kaede, mi fissò per un lungo, intenso istante. “Kikyo?” Disse. Io scossi il capo. Una tremenda consapevolezza si fece largo tra i miei pensieri.. “Sono Coline.. Ma dove accidenti è Kagome?” Le chiesi, a limite della tensione. Un pesante silenzio gravò su quelle parole, ma io avevo capito: ero finita nell’anime occupando il posto di Kagome. Per quanto assurdo potesse essere. “Non c’è nessuna Kagome. Ma dimmi..” Fece lei, avanzando di qualche passo. Inuyasha e i paesani sembravano come ipnotizzati. “Ho sentito che parlavi di una sfera verde. Posso vederla?” Mi chiese, tendendo la mano ricoperta di rughe. Inuyasha tese le orecchie. “Sì, aspetti..ecco.” Mi frugai le tasche dei jeans e la estrassi, porgendogliela. Sembrava risplendere di luce propria. Non mi ero mai accorta di quanto fosse bella quella piccola biglia, con i suoi riflessi verde cangiante. Kaede assentì, osservandola a lungo. “E’ proprio lei, la Sfera dei Due Spiriti.”

Rimasi interdetta. “Due Spiriti?” Sussurrai, più a me stessa che a lei. Una gelida risata alle mie spalle mi costrinse a voltarmi. “Bene mocciosa” Disse Inuyasha, schioccando le nocche, “Se non vuoi morire dammi la Sfera!”

Io sorrisi facendogli la linguaccia. “Come speri di riuscirci, cagnolino? Se non ti libero dalla freccia, non puoi muoverti!” Lo canzonai. “Maledetta!” Arrossì lui. Kaede mi mise la mano sulla spalla. “Coline” disse, restituendomi la sfera “Devi liberarlo. Ci penserò io a tendergli un incantesimo, ti spiegherò. Dopodichè sarai tu a dovermi spiegare molte cose, piccola straniera..”

Continua..

Salve sono Dea Kagomechan, e questa è la mia prima fic pazza in assoluto! XD Mi raccomando leggete e commentate! Anche se sono commenti velenosi, accetto tutto! Ho scritto solo un capitolo perché penso di aggiornarla solo se avrò ricevuto tanti commenti positivi! Beh, al prossimo (Spero!!) chappy! Vi attendo numerosi… XD kisses

 

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Capitolo 2
*** la sfera dei due spiriti ***


2)la sfera dei due spiriti

“Devo.. Liberarlo?” Mormorai debolmente, osservando gli occhi stanchi della vecchia Kaede, desiderando ardentemente aver capito male. Sinceramente, non mi sembrava proprio un’ottima idea.

Ciò che lessi nei suoi occhi però, sciolse ogni mio dubbio: dovevo.

Mi voltai lentamente verso Inuyasha, che mi guardava con aria di sfida. Con la coda dell’occhio, osservai che Kaede frugava dentro al suo kimono. La nonnina aveva in mente sicuramente qualcosa. Confortata da ciò, assunsi uno sguardo determinato e con decisione avanzai verso di lui. “Sbrigati!” Proruppe lui, con nervosismo. Io deglutì, trovandomi a pochi passi da lui. Lo scrutai dritto negli occhi, sostenendo il suo sguardo. Per un attimo mi persi in quell’immensità, scordandomi il mio compito. Era possibile perdersi nello sguardo di qualcuno?

La vecchia Kaede tossicchiò, facendomi tornare alla realtà. Imbarazzata, abbassai lo sguardo e presi con entrambe le mani la freccia che cinquant’anni prima Kikyo aveva scagliato contro quel mezzodemone nell’intento di sigillarlo per sempre. Mentre stringevo la freccia e feci per sfilarla, pensai che di sicuro non aveva previsto che una ragazza che la seguiva sempre sia in manga che in anime avrebbe reso vani i suoi sforzi!

Notando che non riuscivo nell’intento, sotto lo sguardo vigile dei paesani, di Inuyasha e della vecchia sacerdotessa, premetti con più forza sulla sottile striscia di legno. Ed accadde l’imprevisto. Una luce intensissima mi avvolse e mi spinse all’indietro, mentre sentivo la freccia sfaldarsi nelle mie mani.

“Ahia!” Urlai, cadendo ai piedi della vecchia Kaede. “Presto, Coline! Mettigli questo rosario nel collo!” Mi urlò lei, mentre mi aiutava ad alzarmi e mi porse il rosario che Inuyasha nell’anime portava al collo. Io lo riconobbi e afferrandolo annuì. “So già cosa devo fare.” Dissi, correndo incontro al ragazzo che stava muovendo i muscoli come per tastare che fosse tutto a posto. “Ehi tu!” Lo chiamai.

Lui si voltò verso di me, con una strana luce negli occhi. “Ragazzina” Disse, con un ghigno deformante, “Restituiscimi la sfera..”

“Non contarci troppo!” Ribattei, sprezzante “Piuttosto, cos’è quell’orrendo demone?!” Mi finsi terrorizzata, puntando il dito indice dell’altra parte della foresta. Inuyasha si voltò di scatto, seguendo la traiettoria del mio dito. “Ma che..? Non sento nessun odor--”

“Fatto!” Esclamai, infilando nel suo collo il rosario, asciugandomi il sudore, raggiante. Inuyasha lo afferrò con entrambe le mani, tentando di sfilarselo.

“Ehi! Cos’è ‘sta roba?”

Io risposi facendogli la linguaccia. “A cuccia!” Dissi, fischiettando. Inuyasha cadde al suolo creando una voragine, come se fosse stato sospinto da una forza sconosciuta. Rimasero tutti sorpresi.

La vecchia Kaede annuì, soddisfatta. “Coline, vieni, raggiungiamo il villaggio. Ho delle domande da porti..”

Poco dopo raggiungemmo il villaggio. Rimasi piacevolmente sorpresa nel constatare che era esattamente come me lo ricordavo. Due dei paesani tenevano Inuyasha, che era svenuto, e seguirono me e la vecchia Kaede dentro una piccola capanna in legno. Adagiarno Inuyasha sul pavimento, si inchinarono con sommo rispetto verso me e la nonnina, poi si dileguarono silenziosamente. Mi sedetti accanto ad Inuyasha, mentre la miko(sacerdotessa) preparava il fuoco sul quale avrebbe fatto bollire del tè. Non sapevo cosa dire, così rimasi in silenzio ad ascoltare lo scoppiettare del fuoco e il lento respiro del mezzodemone al mio fianco. Volsi lo sguardo verso di lui. Aveva un’espressione così serena.. A disagio, mi attorcigliai una ciocca di capelli rossi sul dito.

“Coline.”

La voce della vecchia Kaede, ora così seria e profonda, mi fece sussultare. “S-sì?” Balbettai, incerta. La donna si voltò e il suo occhio color ghiaccio si fissò sui miei, che tentennarono sotto quella forza, spauriti. “Ho ragione a credere che tu sei la reincarnazione della mia sorella defunta e..”

Io sbuffai, impaziente. Conoscevo già quella tiritera. “Sì, lo so. Si chiamava Kikyo aveva una forza spirituale spaventosa e custodiva la sfera degli shikon.” Raccontai, atona. “Oh già. Dimenticavo che era l’amante di Inuyasha.” Conclusi, indicando il ragazzo accanto a me che ancora non accennava ad un prossimo risveglio. La donna non rispose, ma mi guardò con profonda serietà, come se stesse valutando se fidarsi di me o no.

“Possiedi una grande forza spirituale. Dubito che qualcuno oltre te avrebbe potuto liberarlo dalla maledizione.” Mi disse, in un sussurro. Io non seppi cosa rispondere e con umiltà abbassai gli occhi, torturando la piccola sfera verde che non aveva mai lasciato le mie mani sicure. Kaede la osservò, e per un attimo un’ombra attraversò il suo occhio. Ma non ci feci caso.

“Dimmi chi sei.” Rimasi spiazzata da così tanta preoccupazione nella sua voce. Mi schiarì la voce.

“E’ solo una sciocca umana” Proruppe una voce arrogante. Mi voltai seccata verso colui che aveva parlato. “Sciocco sarai tu, Inuyasha!” Sbottai. Il ragazzo schioccò la lingua con disappunto e si mise seduto. Entrambi mi fissarono, ma io non volevo parlare di quello che mi era successo. Continuavo a crederlo un sogno. Così, sviai l’argomento. “Perché ho dovuto liberarlo?” Chiesi. La vecchia Kaede sospirò. “Da tempo ormai una vecchia sacerdotessa nera viaggia di villaggio in villaggio, terrorizzando le persone con una sua, chiamiamola così, visione.”

Io e Inuyasha trattenemmo il respiro, rapiti. La vecchia continuò. “Sostiene che da un altro mondo giungerà qui una giovane fanciulla che porta con sé il risultato della frammentazione della sfera degli shikon; essa è una piccola sfera verde capace di far viaggiare la fanciulla, reincarnazione della precedente miko che custodiva la sfera intatta, da una dimensione all’altra. Questa venuta sconvolgerà ogni cosa. Da tempi immemori, infatti, la sfera è andata divisa in due parti: la sfera verde, appunto, che si è materializzata in un altro mondo, e la sfera color dell’oro, che ogni malvagio cerca in questo mondo, perché si ha la convinzione che essa risieda qui. Solo lei, la fanciulla, però, è in grado di trovarla in quanto possiede gli stessi poteri delle miko che hanno custodito le sfere.” Kaede terminò il racconto, con il volto segnato da profonde rughe, ognuna per ogni anno di vita trascorso. Cadde il silenzio. A romperlo fu Inuyasha. “E io che c’entro in tutto questo?” Chiese, con un tono che evidenziava il suo malcelato scetticismo. “Perché, come racconta la vecchia miko oscura, la ragazza in questione risveglierà il mezzodemone sigillato dalla più veneranda tra le sacerdotesse.. E lui dovrà accompagnarla nella ricerca dela sfera d‘oro, per poter ritrovare sé stesso.” Rispose lei, versando del tè su delle tazze in terracotta e porgendomene una. Io l’afferrai con cautela e soffiai sul tè, ancora caldo, per timore di scottarmi. Riflettei su quando appena udito, poi alzai lo sguardo. Sapevo cosa dovevo dire. “Io sono una semplicissima studentessa, non so come sono finita nell’epoca Sengoku.. Tutto quello che posso affermare con certezza è che io conosco la storia di Inuyasha, perché ne ho seguito l’anime e il manga nel mio mondo..” Incominciai, ma poi dovetti fermarmi notando lo sguardo stupito di Inuyasha. Gli scoccai un’occhiataccia. “Non ho voglia di ripeterlo, comunque io sono una grande fan di questa opera, perciò nonostante sia rimasta ovviamente scioccata, sono felicissima di essere qui, e sono pronta a credere a tutto quello che ho sentito..”

 

La ricreazione era terminata già da un bel pezzo, però di Coline non vi era alcuna traccia. Lisa cominciò a preoccuparsi. Aveva cercato la sua migliore amica dappertutto, ma era come se si fosse dileguata. Continuò a cercarla per i corridoi, nascondendosi ogni volta che notava l’ombra di un professore. Non le importava di saltare le ore di latino e greco: Coline era sparita, accidenti! Cominciava a perdere le speranze, quando all’improvviso si ricordò di non aver guardato nel bagno delle ragazze accanto alla loro classe. Sorrise e si mise a correre i quella direzione. Quando vi arrivò, curvò la schiena e si tenne le ginocchia con le mani, ansimando per riprendere fiato. “Coline, entro.” Annunciò poi, aprendo un poco la porta. Quest’ultima si spalancò come se fosse stata aperta da una forza misteriosa e Lisa si ritrasse con un urlo di spavento, mentre una intensa luce scarlatta l’avvolgeva..

Continua… nella sparanza che leggiate............................................ormai l'ho persa.. :-(

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