il riflesso della luna

di chocolat_16
(/viewuser.php?uid=328159)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** tristi separazioni ***
Capitolo 2: *** profumo d'amore ***
Capitolo 3: *** ricordi di ghiaccio ***
Capitolo 4: *** ricordi di un assassino ***
Capitolo 5: *** momenti di pace ***
Capitolo 6: *** ricordi di un amore ***
Capitolo 7: *** il mistero del dipinto ***
Capitolo 8: *** sorprendenti verità ***
Capitolo 9: *** il bene, la neutralità e il male. ***
Capitolo 10: *** lo spirito e la profezia ***
Capitolo 11: *** Magia nera ***



Capitolo 1
*** tristi separazioni ***


 Acqua è una ragazza molto speciale, magra, non molto alta, capelli mossi sul castano caramellato e occhi azzurri cristallini, pelle candida, labbra carnose, irresistibili  e  guance rosee. 

Proviene da un paesino chiamato Country Flame, lei ha un desiderio, desidera una vita diversa e questo sogno questa speranza sta per realizzarsi, ma sarà tutto come lei l’ha sempre sognato o la sua vita peggiorerà drasticamente ?.

<< Finalmente, un’altra giornata di scuola è finita, poi oggi è sabato quindi ho il pomeriggio libero >> Acqua è una ragazza molto altruista e per lei riposarsi voleva dire andare da katy, una vecchia signora che fin da piccola si era presa cura di lei.

Katy era molto paffuta, aveva gli occhi verdi e piccoli, una pelle morbida e aveva un profumo sempre così dolce, nonostante la sua età aveva ancora molto spirito di vita e amava Acqua come fosse sua figlia.
Il loro incontro fu casuale, quando Acqua era una bambina stava sempre in un parco abbandonato a giocare tutta sola, un giorno però arrivò Katy che con un sorriso molto dolce, le chiese se si era persa, Acqua rispose di no e le chiese se poteva rimanere con lei; da quel giorno si incontravano sempre in quel parco, poi quando Acqua divenne grande e Katy troppo anziana e malata per uscire, lei cominciò ad andare a trovarla a casa sua, raccontandole tutte le sue tristezze e gioie.

Katy l’aveva cresciuta raccontandole la sua storia, che era così particolare, piena di dettagli, di imprevisti, di emozioni, di sentimenti e di scelte, quelle scelte che ti fanno crescere e che ti fanno diventare ciò che vorresti o che non vorresti essere.

Acqua nonostante l’avesse sentita un’infinità di volte non si stancava mai; la sorpresa, la paura, la tristezza, la gioia queste emozioni la invadevano sempre come se l’ascoltasse per la prima volta.

<< Katy, posso salire? >> Katy rispose solo dopo qualche minuto, ormai era vecchia e faceva fatica a camminare, anche se non lo dava mai a vedere, faceva di tutto pur di non far preoccupare Acqua.

<< Si, tesoro sali pure>> la sua voce indipendentemente dalla situazione quando si rivolgeva a lei, era sempre calma e dolce come se usando un tono diverso o troppo forte potesse spezzarle il cuore. 
<< Katy, oggi come stai? stai meglio? >> le loro conversazioni cominciavano a farsi sempre piu corte. Katy la maggior parte del tempo lo passava a letto a riposare e Acqua non se ne andava, restava in quella vecchia stanza, seduta su una poltrona, a far finta di sorridere e a preoccuparsi di nascosto per Katy. La osservava sempre senza distogliere mai lo sguardo ma la cosa piu triste di cui non poteva fare a meno era lo sguardo che rivolgeva al petto di Katy controllando che respirasse ancora.  In quel momento era sveglia appoggiata allo schienale del letto. 
<< Oh, si cara>> Acqua sapeva che era una menzogna, però restava comunque al gioco.
<< E tu come stai ? tua mamma ti tratta ancora in quel modo ? >> era bello sapere che esisteva ancora qualcuno che si preoccupava per lei.
<< Io sto bene, non ti devi preoccupare,mia mamma non mi tratta meglio, purtroppo, però io ho te quindi va tutto bene, finchè resterai con me >> sapeva che non sarebbe rimasta in eterno con lei, però in fondo ci sperava, perchè la speranza e i sogni erano le uniche cose che le permettevano ancora di sorridere.
<< Oh che ragazza cara e dolce che sei, sei veramente una ragazza d’oro, però io comincio ad essere vecchia,non dovresti più venire da me.. >> le parole di Katy erano pungenti, ma il tono era sempre lo stesso, non voleva che lei continuasse a stare chiusa in quella casa ad invecchiare con lei, doveva uscire, scoprire il mondo, fare nuove amicizie e cercare di vivere come una ragazza normale, senza tutta quella solitudine.
<< No! Non dire così.. ti prego…>> era difficile sentirsi dire quelle parole, lei con le sue storie l’aveva cresciuta ed era come una madre per lei. 
<< Acqua abbiamo passato tanto tempo insieme, però adesso vedi i dottori mi hanno detto che mi resta poco.. purtroppo ho un tumore e con l’età che ho non posso essere curata, quindi vorrei tornare nel mio paese, dai miei familiari, e mettere a posto alcune cose. Sai non voglio avere rimorsi fino alla fine >> ed ecco ciò che la spaventava di più, Katy aveva una famiglia oltre a lei, mentre Acqua non aveva nessun’altro, voleva essere lei a passare insieme a Katy il poco tempo che le restava, ma non bisognerebbe mai lasciare questioni in sospeso, questo è ciò che entrambe avevano imparato dalla storia della vita di Katy.
 << No!! non è vero non ti resta poco, e non hai un tumore, e poi i tuoi familiari ti hanno lasciata qui da sola .. io sono la tua famiglia !! >> Acqua si sentiva distrutta non voleva allontanarsi dall’unica persona che le aveva dato affetto e che l’aveva trattata come parte della famiglia, anche se sapeva che era giusto lasciarla andare.

<< Ti prego Acqua tu sei una ragazza intelligente e io sono molto orgogliosa di te però adesso vai ti prego, vai per la tua strada smetti di occuparti e preoccuparti per me. Sono sicura che tua mamma ti voglia davvero bene e poi sono sicura che troverai tante persone che ti vorranno bene per come sei, cioè la dolce, dolcissima Acqua che conosco io >> con le lacrime agli occhi e con un senso di rassegnazione le diede un bacio in guancia, ormai non poteva piu fare niente, stare li avrebbe complicato tutto.

<< Ok, Katy va bene, hai ragione scusa tu hai la tua famiglia è giusto che torni da loro, addio, Katy >>.

Il loro ultimo incontro fu questo e durò poco, perché sapevano che le parole non servivano più e che insistere avrebbe solo fatto del male a entrambe. Nessuna delle due dopo essersi guardate per l’ultima volta disse niente, faceva male, il petto di entrambe bruciava, era un addio così doloroso, non l’avrebbero mai dimenticato, ma purtroppo non potevano fare altrimenti. Il dolore avrebbe fatto crescere ancora una volta Acqua e Katy prima o poi avrebbe comunque dovuto lasciarla andare, come fanno dei veri genitori con i loro figli.

Mentre stava tornando a casa, sentì il bisogno di scappare così si recò al vecchio parco, era un posto così tranquillo, l’ideale per schiarirsi le idee e per ricordare tutti i momenti passati con Katy. Però non era sola, c’era anche un gattino veramente bello, bianco con delle sfumature grigiastre e dei misteriosi occhi celesti, era come guardare una miriade di stelle in un cielo celeste. Acqua lo prese senza indulgiare, si sdraiò su una panchina e vide la luna e il cielo stellato, la luna era così bella e non sapeva bene il motivo ma aveva sempre avuto uno strano desiderio verso di lei. Le ricordava qualcosa di familiare anche se non sapeva cosa, le dava la forza di andare avanti, la speranza come se quella luna così luminosa la chiamasse, come se quella fosse sempre stata casa sua; un sogno lontano forse, oppure un passato che aveva vissuto. C'era qualcosa che sentiva di sapere, qualcosa che nessun’altro sapeva, poteva restare a fissarla per ore ma quella sensazione non svaniva, anzi si intensificava. 

Era davvero bella, la luna di quella sera era piena di un bianco abbagliante con delle macchie grigie e aveva una luce blù che la circondava, ogni volta che Acqua la guardava riprendeva tutte le energie che aveva perso.
Il paesaggio così naturale e rilassante, il vento che le sfiorava la pelle e che passava attraverso ogni singolo albero facendo impazzire le foglie. Era tutto così bello che per un momento pensò che avrebbe anche potuto rimanere a vivere in quel parco e lentamente si addormentò.

Quella notte fece uno strano sogno. Sognò che il gatto del parco si avvicinava a lei con passo leggere ed elegante, infine si oscurò e al suo posto apparve una sagoma nera, di un ragazzo e per un momento le sembrò di vedere degli occhi dolci scrutarla come se la stessero assaporando, come se la stessero cercando da tanto, troppo tempo. 

La sagoma tornò ad essere l’elegante gatto che avvicinandosi continuava a ripeterle << ricordati, ricordati di me, ricordati da dove provieni, Acqua tu non sei sola, hai me, ho bisogno di te, mi manchi, mi manca il tuo sguardo, il tuo sorriso, mi manca poterti asciugare le lacrime, mi mancano le tue labbra, i tuo baci che tolgono il respiro, mi manca passeggiare tenendoti per mano... quindi ti prego, ricorda tutto >>. 

Acqua non capiva, come poteva un gatto parlare ? e poi il posto era un luogo che aveva già visto. La luna sembrava così vicina, come se allungando la mano la potesse toccare e anche le stelle, poi c’era quel bellissimo lago che rifletteva il cielo notturno. 

Acqua indietreggiava, quelle parole la toccavano profondamente, si conoscevano? perchè non riusciva a vedere chiaramente il suo volto? perchè desiderava ardentemente che gli andasse incontro baciandola? lo voleva, sentiva che era una cosa che aveva perso e che doveva riprendersi. 

 << Ma tu chi sei ? e cosa sei? >> il gatto si avvicinava sempre di più, stava per rivelarsi << io sono ..>> ma non fece in tempo. Acqua si svegliò. 

Quel bellissimo sogno era finito, ma le aveva lasciato una sensazione di malinconia e un gran mal di testa e il cuore, il suo cuore batteva all’impazzata. 

Si sentiva intontita, con gli occhi gonfi che la facevano sembrare una rana. Acqua era solita non ricordarsi mai i sogni, ma quello non sapeva il motivo se lo ricordava come se fosse successo realmente.

 Quando capì che si era addormentata e che era già tardi, corse verso casa più veloce che poteva e quando arrivò si sentì in pericolo, come se stesse per succedere qualcosa che le potesse cambiare la vita; sentì delle urla provenire dalla cucina. 

Come al solito l’uomo nero sta imponendo le sue stupide regole a mia madre.. non posso mettermi più in mezzo, non avrebbe alcun senso, peggiorerei solo le cose.

Prese il telefono e chiamò Clara, la sua migliore amica, << ciao Clara >> la sua voce era spezzata << Acqua cosa succede ?? è la prima volta che ti sento così giù, è successo qualcosa?? >> acqua non aveva mai raccontato la sua situazione familiare a nessuno, oltre Katy, ma questa volta c’era qualcosa che la spaventava, che la spingeva a confidarsi.

<< No tranquilla, solo che .. beh ecco .. ho un po’ di paura >> le parole uscivano con ironia perché lei non riusciva a credere che dopo tutti quegli anni, che aveva sopportato da sola confidandosi solo qualche volta con Katy, adesso aveva bisogno di qualcuno, aveva bisogno di parole confortevoli, aveva bisogno di raccontare la sua triste vita e di essere coccolata.

<< Acqua, ormai ti conosco da anni, dimmi tutto. >>

<< Beh, Cla possiamo vederci così ti spiego tutto?>>

<< Certo, non c’è problema ci vediamo sotto casa tua tra 15 minuti>>

<< Ok, grazie >>

<< Non devi ringraziarmi>>.

Stava per uscire ansiosa ma felice, perchè stava per condividere con Clara quel pesante fardello, quando la madre la fermò.

<< Dove stai andando? >> disse con voce stanca ma ferma.

<< Perché ? adesso ti interessa??, sto andando da Clara, una mia amica >> rispose Acqua con tono freddo.
La mamma non rispose, dopotutto non poteva dire niente, non si era mai comportata da madre, farlo adesso che Acqua era cresciuta era inutile, ormai era abituata a cavarsela da sola, così senza guardarsi indietro chiuse la porta e se ne andò senza aggiungere altro.

Mentre stava scendendo le scale Acqua si sentì bruciare le mani, era un bruciore forte ma durò pochi secondi. Si guardò le mani e vide un segno: era un cerchio, il contorno di questo cerchio aveva un colore azzurro cristallino quasi lo stesso colore che illumina la luna circondandola. Acqua era terrorizzata, qualcosa in lei stava cambiando, anche se, non aveva la più pallida idea di cosa e non sapeva neanche che effetti potessero avere questi cambiamenti sulla sua vita. Con tutto quello che le stava succedendo non riusciva a pensare, il dolore non le sembrava così forte come lo era in realtà, così decise di non pensarci e corse verso Clara che era già arrivata.

<< Tesoro, che è successo?? >> Acqua scoppiò a piangere tra le sue braccia, Clara stava sorridendo e le accarezzava la testa, quell’abbraccio, quelle attenzioni, quell’affetto scaldavano Acqua e la calmavano. Era quello che aveva sempre desiderato, avere qualcuno con cui confidarsi, che si prendesse cura di lei, qualcuno della sua età, un’amica, quella era la sua occasione per realizzare il desiderio.

<< Vedi, in casa mia c’è un uomo.. che io chiamo l’uomo nero >> Clara alzò un sopracciglio e la fermò subito << aspetta, ma tu non vivevi solo con tua madre ? e poi perché uomo nero, è una cosa strana >> Clara era calma e parlava come se stesse scherzando, ovviamente questo comportamento lo teneva solo per non rendere ancora più drastiche le cose.

<< Lo so, lui è il fidanzato di mia mamma abita con noi da quando avevo 12 anni, è da lì che lo chiamo uomo nero, non ho ricordi della mia vita prima dei dodici anni, non ho ricordi del mio vero padre >>. Mentre Acqua pronunciava queste parole, le lacrime lentamente cominciavano a scenderle dagli occhi << capisco, deve essere difficile >> Clara le prese la mano e la accarezzò cercando di dargli tutto il conforto di cui lei aveva bisogno << si però questo non è tutto, vedi io non ho mai avuto un vero rapporto con mia mamma. Sono sempre stata sola, mia mamma mi disprezza, non le interessa niente di me e come se non bastasse l’uomo nero detta regole a suo piacimento senza darci la possibilità di ribattere, in più ho appena perso Katy...>> Acqua si asciugò le lacrime voleva smettere di piangere, odiava essere debole. Per lei essere forte era tutto ciò che le permetteva di continuare ad andare avanti, di continuare a sperare in un cambiamento e sapeva che se voleva che questo cambiamento avvenisse doveva prima di tutto cercare di essere forte per poter andare avanti così che, una volta diventata abbastanza forte avrebbe avuto il coraggio di scappare da quella casa e di realizzare il suo desiderio iniziando una vita tutta nuova per conto suo.

Ma pensava anche che, se per una volta si fosse lasciata andare poi sarebbe stato tutto più facile, così continuò ad ascoltare Clara e ogni tanto dal suo viso scendevano quelle lacrime che per tutto quel tempo aveva tenuto dentro se. << Capisco, Acqua comunque sono sicura che tua madre ti voglia un gran bene, facciamo così ti va di venire a dormire da me questa notte?? così ti rilassi e non ci pensi più, almeno per un pò potrai stare tranquilla >>. Acqua si lasciò completamente andare così su buttò tra le braccia di Clara e un pianto ininterrotto e soffocante cominciò a uscire dal suo cuore e tra tanti singhiozzi rispose alla proposta di Clara << si, voglio venire da te, io dovrei essere più... più forte di così... per poter cambiare la mia vita devo essere più ... più forte >> Clara non riuscì a trattenersi vedere Acqua in quel modo era troppo strano per lei, in tutti quegli anni non si era mai accorta della sua situazione e un pò si sentiva in colpa, perchè pensava che se, se ne fosse accorta prima forse avrebbe potuto essere al suo fianco per aiutarla e per non farla sentire piu sola di quanto già non si fosse sentita, ma pensare al passato in quel momento non aveva senso, l’importante era che adesso ci sarebbe stata, adesso sapeva cosa provava e poteva starle vicino.

<< Lo sei gia Acqua, tu sei gia forte. Il fatto che sei riuscita ad arrivare dove sei adesso, in un  modo o nell’altro dimostra quanto tu sia stata coraggiosa e forte, ma adesso basta, non devi più sopportare tutto questo da sola, adesso ci sono io. Ti aiuterò e starò sempre con te così che tu non possa più sentirti sola, su adesso andiamo a casa >>.

Clara la prese per mano sorridendo e la condusse verso casa sua, come se fosse una bambina impaurita e sperduta. 

Acqua voleva dirle di tante altre cose tra cui il segno, ma aveva paura che Clara non fosse in grado di aiutarla e non voleva metterla del tutto in mezzo, in questa sua vita incasinata. Per la prima volta Acqua non si sentiva più sola, andò a dormire dall’amica senza dire niente alla sua “famiglia”.

La famiglia di Clara era serena e emanava un calore affettivo che Acqua sognava da sempre.

Durante la cena la madre di Clara si avvicinò a Acqua e disse << noto della tristezza in te e questo mi dispiace perché dai tuoi occhi si vede che sei una persona gentile che ne ha passate tante >> Acqua la guardò con sorpresa ma anche con desiderio, il desiderio che quella madre, quella dolcezza, quell’affetto fossero suoi. La cena continuò con tante dolci e premurose risate.

Finita la cena le due ragazze andarono nella stanza di Clara era molto grande e sul muro dipinto di celeste c’erano delle foto di amici e parenti.

Clara era una ragazza molto popolare, capelli color nocciola occhi ambrati e un fisico da modella, snello e slanciato, era una ragazza ben apprezzata da tutti, nella scuola e anche all’esterno era difficile trovare una persona che non provasse simpatia verso di lei, ma nonostante questo il suo carattere era sempre stato buono e amichevole, non come certe ragazze a cui basta avere tanti amici per montarsi la testa.

Acqua quella sera parlò così tanto e così allegramente che tutto le parve un sogno e le ragazze rimasero sveglie tutta la notte a raccontarsi la loro vita, i loro hobbies e tutto ciò che le rendeva felici, per una volta la tristezza scomparve e Acqua si sentiva così se stessa che pregò che quel giorno, quella notte, non finissero mai . 

Il giorno seguente tornata a casa aprì la porta, c’era la madre sdraiata per terra aveva la bocca piena di sangue e un occhio nero. Acqua si sentì mancare. Si, non era la prima volta che vedeva la madre con dei lividi, ma non l’aveva mai vista ridotta in quello stato.

Si avvicinò per aiutarla ma la madre la fermò e le disse << non mi toccare, tutto questo è colpa tua ! >> cosa?? Colpa mia?? ; stava stringendo i denti e senza piangere rispose << colpa mia ? cosa c’entro !! è?! Dimmelo! , la colpa non è mia ma tua che hai portato a casa quel mostro!!>> la risposta della madre fu più dolorosa di quanto lei potesse pensare.

<< Ragazzina egoista e viziata, non ti meriti di stare in questa casa, sei solo un peso e se vuoi saperlo il mostro sei tu! Non avrei mai dovuto metterti alla luce >>.

<< io viziata?! Se c’è una persona che non è mai stata viziata quella sono io ! non mi avete mai ascoltata, sono sempre stata invisibile in questa casa e questa comunque non è una casa ! questo è un inferno sia per me che per te. Non sono un mostro, sono tua figlia!  Il peso sei tu, che mi hai distrutto la vita insieme a quell’essere >>.

 La madre cominciò a piangere abbassò lo sguardo e vide la mano di Acqua, fissò il segno per un po’ poi la guardò negli occhi con uno sguardo sbalordito e estremamente serio e le disse << Acqua ascoltami, adesso hai il segno, non puoi più stare qui, ti devi nascondere è per la tua sicurezza non devi andare da nessuno, tu hai un grande potere..>> acqua non capiva, per la prima volta la madre le stava parlando da mamma a figlia. Erano delle parole dette con dolcezza e preoccupazione, il cambiamento della madre era improvviso, sembrava un’altra persona e solo per quel segno, le parole che le aveva appena detto che senso avevano ? le aveva dato del mostro, aveva detto che era un peso, ma allora perché? Perché adesso sembrava interessarsi a lei e volerle bene ?. 

<< ma cosa stai dicendo?? >> Acqua in testa aveva una confusione che non le permetteva di capire ciò che stava accadendo << Acqua ormai hai 17 anni e hai anche il segno devi sapere la verità, quindi non interrompermi, prima che quell’uomo torni ti devo spiegare un po’ di cose. Io ho sempre fatto finta di essere la prescelta, ma sei tu Quella che ha il potere e quell’uomo lo vuole, il dono che hai tu. Per questo te ne devi andare, finche crede che io ho il potere, andrà tutto bene, le cose che ho detto mi dispiace davvero, ma lui controlla tutto e se mi vedeva trattarti come una figlia, se gli mostravo di volerti bene, ti avrebbe uccisa per farmi soffrire, mi dispiace, io ti voglio bene, non penso quelle cose, tu sei la mia bambina e mi dispiace, mi dispiace davvero tanto ero controllata. Non è una persona normale.. lui può vedere tutto.. non potevo trattarti bene, scusami, è stato difficile anche per me >>.

 potere? Continua a nominare questo potere.. e poi prescelta?? Ma per cosa ? non ci sto capendo niente!!.. l’unica cosa che ho capito è che me ne devo andare per il bene di tutti e questo non ha senso.. lui la controllava ? e come ? adesso non c’è.. poteva non dirle quelle cose, non ci capisco niente, allora mi vuole bene ? non sono mai stata odiata… mi sembra di stare in un film dell’orrore, vorrei più risposte..

<< Acqua adesso vai, lui ha sentito tutto, la casa è sorvegliata e sta per arrivare, un’ultima cosa, tuo padre era un uomo fantastico, ti voleva bene.>> << Non so cosa stai dicendo però mi voglio fidare… anche se mi sembra tutto ridicolo …  non te lo meriteresti ma questa è una buona occasione di dare una svolta alla mia vita, però, non ho un posto dove andare...>> Acqua voleva fidarsi, voleva credere in quello sguardo che non aveva mai visto, ma che aveva sempre desiderato, qualcosa di strano come il segno, stava per accadere e lei lo sapeva. Ormai non aveva più certezze, non sapeva cosa era reale e cosa non lo era poteva solo fidarsi del suo istinto.

<< Acqua non ti lascerò per strada prendi questa foto e queste chiavi adesso vai .. cerca questa casa e troverai tutte le risposte alle tue domande, Buona fortuna tesoro >>. La porta si aprì era l’uomo nero, era tornato, guardò la valigia << che cosa state facendo?? Volete scappare eh ?!! >> l’uomo nero aveva uno sguardo indiavolato, sbattè la porta e fece un solo ma decisivo e forte passo dentro casa. La madre si alzò e guardò l’uomo con uno mezzo sorrisetto mentre Acqua impietrita dallo sguardo di lui era impallidita. << Che hai da ridere donna ?! >> disse l’uomo con fermezza avvicinandosi sempre più ad Acqua che intanto era come paralizzata, incapace di difendersi, come quando era una bambina << mi chiedi che ho da ridere ? beh, caro non sono più costretta a subire in silenzio. Ti ho preso in giro tutti questi anni e tu che avevi quello che cercavi sotto il naso non te ne sei mai accorto,quindi il mio piano ha funzionato. Rido perchè finalmente sono libera, siamo libere ! lei ha il segno noi abbiamo vinto ! >> l’uomo nero si allontanò dalla ragazza avvicinandosi verso la madre e ridendo con gusto disse << credi davvero di essere libera ? oh, no ! ti sbagli so che quella sciagurata ha il segno ho sentito la vostra conversazione ma questo non vi salverà, adesso tu non mi servi piu ! >> l’uomo nero girò la faccia verso Acqua con desiderio << tu, donna non mi servi più ! ora io... voglio lei ! >> la madre strinse i denti << non l’avrai! >> disse correndo verso l’uomo e con tutta la forza che aveva in corpo tentò di sferrargli un pugno nello stomaco << acqua vattene veloce >> l’uomo nero afferrò il pugno e stringendo forte il polso lo piegò verso il bagno mettendola alle strette, Acqua non riusciva a muoversi vedeva quella scena e non sapeva cosa fare. Il panico aveva preso il sopravvento. Ad un certo punto il segno si accese, il bruciore aumentava, e una forza mentale le permise di tornare in se. Corse verso la porta per scappare << mamma.. ci vediamo presto ti prometto che tornerò a prenderti >> ma non fece in tempo ad uscire dalla casa, l’uomo nero si avvicinò ad Acqua lasciando il polso della madre << ho sentito tutto! Tu sei quella che mi serve, dammelo dammi il potere ! non andrai da nessuna parte!  >> Acqua era terrorizzata aveva una forza grazie a quel segno ma  non aveva idea di come usarla << non ho nessun potere, lasciami andare >> l’uomo nero la prese per il braccio, la mamma di Acqua gridò << no ! lasciala ! >> Acqua strillava, era l’unica cosa che la sua mente le permetteva di fare in quel momento. Poi però sentì la presa allentarsi, la madre aveva preso un vaso di ceramica e l’aveva lanciato con forza in testa all’uomo nero, che cadde a terra intontito << forza tesoro, è la tua occasione scappa, io starò bene, scusa di tutto ti meriti una vita migliore >> Acqua cominciò a piangere e scappò, il più lontano possibile, senza voltarsi indietro. Non riusciva a perdonare ancora sua mamma perché non riusciva a capire le motivazioni e la realtà dei fatti, però le era grata per il sacrificio e sapeva che comunque quello che aveva fatto, anche se sbagliato e doloroso, l'aveva fatto per lei, per la sua incolumità e questo era un gesto che comunque dimostrava il suo amore. Quell'amore che Acqua pensava fosse inesistente e che adesso era riuscita a trovare. Non era più triste come prima, perché non era più sola aveva Clara, katy e sua mamma, anche se non potevano stare più insieme.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** profumo d'amore ***


Non so dove andare, mi sento osservata, ho paura.  Pensieri su pensieri la tormentavano, la notte sembrava così buia e dolorosa, il respiro pesante e gelido, gli occhi allerta, stanchi e pesanti, le gambe sembravano cederle e il suo cuore con loro.
Era capitata nei pressi di un fitto e buio bosco, ad un certo punto inciampò, ormai era stanca di correre e scappare, non capiva dove si trovava, così presa dalla disperazione cominciò a piangere. 
Le lacrime scendevano, non si fermavano e lei rimase per qualche minuto seduta per terra, poi si sdraiò a pancia in su, e cercò la luna, quella luna che riusciva a darle tutta l'energia di cui aveva bisogno, purtroppo però gli alberi ricoprivano tutto e dalla posizione in cui si trovava non poté vedere nulla. 
Così Acqua pensò che era meglio se si calmava, fece un respiro profondo si alzò lentamente e come dal nulla apparve una casa in mezzo a quel bosco in cui era capitata. 
Stupita da quella che le era parsa una magia si avvicinò verso la casa. 
C'era un cancello come accesso, l'unico problema era che era chiuso con un lucchetto.
Acqua urlò chiedendo aiuto, chiedendo di aprire, ma la casa sembrava disabitata così appoggiò le piccole mani sul cancello e tentò di rompere il lucchetto, cosa che per una ragazza delicata e debole fisicamente come lei era abbastanza impossibile.
Poi si ricordò della foto che le aveva dato sua mamma, guardò attentamente l’immagine, la casa era quella, così Acqua prese le chiavi e provò ad aprire il lucchetto, ma niente, il lucchetto non si apriva, così Acqua perse la pazienza.  
Gridando come una pazza mise tutta la forza che aveva per girare la chiave, ma la fortuna non era dalla sua parte, la chiave si ruppe e Acqua ormai aveva perso ogni speranza.
Quella casa aveva le risposte che le servivano ed era anche stanca aveva bisogno di riposare, di mangiare, e anche di farsi una doccia. 
Si stava per arrendere, ma qualcosa la spingeva a continuare a provarci. 
Doveva capire così tante cose, doveva tornare da sua mamma e da Clara, non aveva proprio il tempo per arrendersi e per deprimersi.
Così Acqua strinse le mani contro al cancello più forte che poteva e una cosa inaspettata accadde, la mano di Acqua cominciò a bruciare, il segno sulla mano si illuminò. 
Acqua era terrorizzata da questo avvenimento, si sentiva strana un potere immenso circolava per tutto il suo corpo. 
Sentiva una grande forza dentro lei che prima non aveva, così guardò il lucchetto che le impediva di andare avanti e presa dalla rabbia lo strinse e immaginò di disintegrarlo con lo sguardo. 
I suoi occhi cambiarono colore da azzurro cristallini diventarono bianchi con sfumature grigie e il loro contorno rimase azzurro, i suoi capelli da castani caramellati diventarono color nero carbone, poi la luce della mano si intensificò e il lucchetto si distrusse. 
Non poteva davvero credere a quello che le era successo, si sentiva così potente, la stanchezza era sparita e la forza le era tornata, nonostante lo strano avvenimento non si fece prendere dallo shock, anzi evitò completamente il problema. 
<< Che diavolo è successo ?, bah che importa adesso, non ce la faccio più devo entrare >> nella casa c’erano delle scale che portavano ad un corridoio << la casa sembra infinitamente grande, potrei abitarci per un po’ >> .
Aprì la prima porta a sinistra del corridoio, la stanza non era grande sui muri c’erano degli strani disegni raffiguranti una luna piena riflessa in un lago e una persona girata di spalle che la fissava. 
Aveva le braccia aperte e sul palmo della mano, rivolto verso l’alto, c’erano delle fiamme blu; quel dipinto le sembrò familiare, l’ambiente era lo stesso del sogno che non le sembrò piu un sogno ma una specie di visione, di ricordo, magari era gia stata in quel lago ma non se lo ricordava.
Restò a fissare quel dipinto per un po’, qualcosa la attirava, forse il ragazzo, che le fece ricordare la sagoma del giovane che le era parsa in quel “sogno”.
Quel giorno aveva perso tante cose ma ne aveva trovate tante altre, la felicità grazie a katy e grazie a Clara tutto quello che finalmente stava costruendo lentamente svaniva, ora era nuovamente sola, forse anche più sola di quanto non lo fosse prima.
Un dolore straziante le stringeva il cuore come se stesse per esplodere. 
Quel dolore che fin da piccola la distruggeva lentamente e quando pensava di essersi ripresa capiva che in verità la sofferenza stava lentamente aumentando e quella confusione di certo non aiutava. 
Tutti i suoi pensieri svanirono, si stava riposando e i suoi occhi si chiusero velocemente.
La mattina seguente venne svegliata da un profumino di cioccolato, con gli occhi gonfi per quanto era riuscita a piangere e ancora con qualche lacrima che le scendeva dal viso, quel dolore, quella malinconia sembravano consumarla ogni secondo che passava. 
Qualcuno avrebbe dovuto savarla perchè se no per il suo animo sarebbe stata la fine non poteva più sopportare quella solitudine.
Guardò sul comodino vicino al letto e trovò dei biscotti con del latte caldo.
Si guardò intorno, quando all’improvviso si accorse di avere qualcosa che la stava riscaldando. 
Una giacca le copriva le spalle nude << che cosa ?? una giacca?? Che buon profumo, sarà sicuramente la stessa persona che mi ha portato la colazione>>.
Uscì dalla stanza per controllare la casa, si accorse che il ragazzo nel dipinto era sparito, si spaventò ma per qualche strana ragione si sentì comunque al sicuro. 
Dopotutto ormai era tutto strano e surreale niente poteva più sorprenderla, a volte però si fermava a pensare se tutto questo non fosse solo frutto della sua immaginazione, magari era pazza o svitata, poi però quando il dolore diventava tremendamente forte capiva che non era finzione, era tutto vero.
Davanti alla sua camera da letto, c’era un’altra camera, era ordinata e sul letto c’era un pigiama; sembrava maschile provò ad annusarlo. Si sentiva come un cane da ricerca. Insomma annusare dei vestiti per conoscere le persone le sembrava strano. 
Comunque annusò il pigiama che aveva lo stesso dolce profumo maschile della giacca.
 “La felicità ha un profumo?” questo fu ciò che pensò perchè annusandolo si sentiva felice, doveva essere quello! il profumo dell’amore, della gioia, della protezione.
Uscita da quella stanza controllò le stanze del secondo piano  erano  tutte vuote, a parte una che però era chiusa a chiave.
Al piano terra c’era una sala, la TV era accesa ma non c’era nessuno, anche in cucina, niente.
Cosi si diresse verso un grande tavolo fatto di vetro spesso, notando che era apparecchiato e che  c’erano  degli avanzi.
La tv era accesa e Acqua si fermò a guardarla.
Rimase sbalordita alla TV c’era Clara, la sua amica la cercava, era lì, che piangeva e faceva appello a tutti coloro che potevano averla vista.
<< Ho deciso, la chiamo >>. 
Acqua prese il telefono stava per comporre il numero quando una voce la fermò.
<< Chiami chi?? >> dietro di lei apparve un ragazzo, aveva i capelli bagnati, neri come la notte, lisci e di media lunghezza, gli occhi blu oceano, quasi lo stesso colore delle fiamme del dipinto, grandi e malinconici, lineamenti eleganti e raffinati, carnagione molto chiara e un fisico, beh, niente male. 
Acqua si alzò di scatto, lui rise << Acqua sai sei diventata molto carina, hai dormito bene?? >> il cuore di Acqua cominciò a battere più veloce, c’era qualcosa in lui, qualcosa di familiarie, lo aveva gia visto, ma non riusciva a capire dove. 
Aveva pronunciato il suo nome, come se fosse una parola magica, per risvegliarla da un lungo sonno.
<< Vuoi sapere come faccio a sapere il tuo nome ?? beh ecco ti sto spiando da un bel po’, scommetto che tu sei la prescelta.. >> disse il ragazzo misterioso. 
<< La prescelta?? Ancora?? Quindi tu sai tutto, ti prego spiegami sono così confusa >> il ragazzo la guardò con uno sguardo serio poi si girò e se ne andò in cucina ignorandola, Acqua rimase sbalordita, tutta rossa e agitata gli corse dietro << emmh, scusa mi hai sentita ? >> disse, nascondendosi dietro il muro, il ragazzo uscì dalla cucina con un bicchiere d’Acqua e limone in mano << si, non sono sordo >> il suo atteggiamento rendeva Acqua alquanto nervosa, continuava ad evitare la domanda così Acqua si fece coraggio, si avvicinò prendendolo per un braccio e mostrando uno dei suoi sorrisi migliori disse << beh, se hai capito allora potresti rispondermi >> il ragazzo, appena lei lo toccò e gli sorrise la guardò con uno sguardo malinconico che venne subito sostituito da uno sguardo seccato << scusa potresti levare il braccio, mi danno fastidio le persone invadenti e comunque non posso parlartene, o almeno non adesso >> Acqua ritirò velocemente la mano. 
Era così stanca aveva le risposte sotto il naso ma lui non la voleva aiutare, voleva solo capire, capire perchè lui sembrava conoscerla e perchè sembrava così dannatamente importante.
Così, esausta cominciò a piangere, non voleva farlo davanti a lui, ma erano successe così tante cose, non riusciva a trattenersi << scusa, volevo solo capire perchè mi succede tutto questo >> il ragazzo la guardava con uno sguardo sofferente, poi lentamente si avvicinò.
Con una mano asciugò le sue lacrime con l’altra passava il dito sulle sue labbra sfiorandole appena << non piangere, sono qui, come in  passato, anche se non ricordi io sono qui >> acqua rimase immobile e chiuse gli occhi come per lasciarsi trascinare, il suo tocco era così piacevole.
Era come se aspettasse quel momento da sempre, era un estraneo allora perchè le sembrava di conoscerlo da sempre ?.
<< Acqua ascolta questo all’inizio ti renderà un po’ confusa e ti darà anche fastidio … non riuscirai a ricordare tutto perché ci vogliono un paio di giorni, se proprio vuoi sapere tutto oggi quello che non ti ricordi te lo dirò io … sempre se ti fidi di me>> Acqua aprì gli occhi, non capiva cosa stava facendo e anche se tutto le diceva di fidarsi di lui, lei non ci riusciva << cosa stai dicendo ?? e poi come faccio a fidarmi se neanche ti conosco?>>.
Lui sorrise, sembrava sempre così triste. 
Quei bellissimi occhi non erano fatti per essere malinconici, prese le distanze da lei << beh, capirai tutto dopo >> appena lui si distanziò ad Acqua venne una fitta al petto, il suo corpo e il suo cuore le dicevano di non allontanarsi, di abbracciarlo, di stringerlo forte ma la sua mente le diceva di non fidarsi, di mantenere le distanze, Acqua seguì la mente ma il ragazzo misterioso si riavvicinò, alzò la mano, la appoggiò sulla testa di Acqua, poi appoggiò le mani sulla sua vita e la strinse a sé. Acqua diventò rossa, sentiva il suo respiro sfiorarle la fronte, e il suo cuore accelerare.  
Si sentiva ardere, e le tornò in mente la sagoma e le sue parole.
 Era lui? avrebbe voluto così tanto che a pronunciare quelle frasi fosse stato lui.
Acqua alzò la testa, i suoi occhi incontrarono quelli malinconici del ragazzo, erano così profondi sembravano nascondere così tante cose, così tante verità.
<< Acqua ascoltami, adesso devi liberare la tua mente, devi iniziare a pensare a quando avevi dodici anni, a quella notte, quando il tuo subconscio ti ha impedito di ricordare fino ad oggi >> il ragazzo misterioso le prese il viso e la baciò Acqua rimase impietrita, era un bacio intenso, così dolce da togliere il fiato quelle labbra così morbide.. era amore? quei sentimenti la trascinarono indietro nel tempo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** ricordi di ghiaccio ***


Aiuto! << ci sta inseguendo, papà cosa fai?? >> 
<< stai tranquilla, Acqua, c’è qui il tuo papà, ascolta tu adesso ti nascondi qui, ti verrà a prendere un ragazzo ha degli occhi blu oceano e i capelli color notte >>
<< come il principe di quella favola?? Il riflesso della luna … papà  però non mi hai detto come va a finire … >>
<< tesoro lui ti difenderà sempre, il suo nome è ocean e riguardo alla favola, beh ecco finisce che la piccola principessa destinata a rinunciare alla sua vita da umana per salvare il mondo riflesso, continua a vivere grazie al suo principe che le dona parte della sua vita.. e insieme la principessa e il principe vivranno felici e contenti e domineranno in modo pacifico e sereno sul mondo riflesso permettendo agli abitanti della terra di continuare la loro vita tranquillamente >>
<< che bello.... papà, io voglio conoscere la principessa !! e anche il principe !! però non capisco perché le persone magiche ci inseguono?? >>
<< ascoltami bene, Acqua tu sei una persona molto speciale, nel tuo corpo c’è una grande magia  limpida e potente e non devi permettere a nessuno di impossessarsene >> cosa dice ?? magia?? Ma io non la voglio, non voglio che papà si allontani da me.
<< Papà ma io voglio rimanere con te >>
<< Acqua ti prometto che tornerò e poi non sei sola c’è la mamma e anche Ocean >>
<< ok.. papà ti voglio tanto bene >>
<< su dai abbracciami >>
Che bello stare abbracciata con il mio pap... se ne sta andando, è sparito; sono sola, non voglio stare sola.. dov’è il principe?? Papà aveva detto che mi sarebbe venuto a prendere. Qualcuno sta gridando. 
<< Non l’avrete mai!! Lasciatela stare!! Ormai è sotto la protezione del principe Ocean !! >> è papà! Arrivo papà così magari ti convinco e ritorniamo a casa insieme! 
<< Acqua che cosa ci fai qui ?? ti avevo detto di..>>
<< oh ma guarda un’apertura, ti sei distratto ! >>
<< no papà!! >>  
L’hanno ucciso, hanno ucciso il mio papà!! No!! 
<< A... a...acqua, na..na..nasconditi! >>
<< ciao piccola, vieni con me, il tuo papà adesso ha bisogno di stare da solo, di me ti puoi fidare >>
Chi è questa persona e cosa vuole da me??Principe!! Dove sei ??!! << lasciatemi stare, io voglio solo andare a casa con il mio papà!! >> cos’è questo profumo?.
<< Ocean !! sei arrivato, finalmente >> ocean ? è lui? ma perchè?
<< scusa per il ritardo jack, adesso ci penso io >>
<< finalmente, Acqua  vai con lui.. >>
<< ok.. papà vieni anche tu... ho paura >>
<< no acqua ascolta io non posso venire >>
<< già ragazzina vedi il tuo paparino sta morendo e anche se il principe adesso ti porta via, io ti ritroverò, quindi se vieni con me io non farò più del male a nessuno. >> perchè vuole fare del male alle persone a cui voglio bene
<< stai zitta non avrai mai mia figlia >>
<< papà, cosa sta dicendo >>
<< non vedi che è solo una bambina? ha cinque anni non ha nessuna colpa, lasciala stare >>
<< ahahahahah non farmi ridere questa non è una bambina! È un peso! Un ostacolo ! un abominio! E adesso jack muori ! >> 
Il mio papà no !! ha chiuso gli occhi è pieno di sangue !! c’è sangue da tutte le parti…
<< no.. n-n-n-nooo!! papà!! >>
<< acqua dobbiamo andare, mi dispiace per tuo padre ma adesso non possiamo più fare niente >> ma non è giusto.. perchè non lo vuole salvare..
<< no principe salvalo ti prego.. non voglio che muoia.. ti prego  >>
<< va bene, posso provare a fare qualcosa >>
Ha fatto una magia.. che bella luce... ma come ha fatto.. papà è scomparso davanti a me.
<< ahahah credi che questo basti, stupido principe io sono Tina e sono colei che un giorno avrà il potere necessario per controllare entrambi i mondi ahahah mi vendicherò e ucciderò anche il tuo stupido principe, tu ragazzina rimarrai sola ahahahah ti auguro una triste vita >> 
 
Ocean.. Ocean..
<< Acqua svegliati sono qui!! >> Acqua si alzò dal letto in cui era stata portata dal ragazzo, era intontita, sudata, agitata.
Strinse la coperta tra le mani, cercando di riprendersi e con voce fievole, cercando di capire ciò che era appena successo pronunciò il suo nome << Ocean... sei Ocean ? il tuo nome .. è Ocean ? >> il suono che pronunciava la sua voce nominandolo, era così triste, doveva ricordare tutto, ma la testa le scoppiava.
Ocean era seduto vicino a lei con aria preoccupata << Acqua, sono contento che ti ricordi di me.. mi sei ma.. >>  non fece in tempo a finire la frase, gli occhi di Acqua si spalancarono, le sue mani cominciarono a tremare, il viso le si fece pallido.
Sotto shock le uniche parole che riusciva a pronunciare furono << mio papà è… era ricoperto di … di… di san.. di sangue… >> Ocean le prese le mani cercando di fermare il tremore, la spinse verso di lui e la strinse piu che poteva << oh Acqua mi dispiace, mi dispiace che tu abbia rivissuto tutto questo , però ascoltami tuo padre forse è vivo … gli ho fatto un incantesimo l’hai visto, no ?? dobbiamo solo.. >> .
 Acqua non riusciva a parlare, era bloccata in una prigione di brutti ricordi che la tormentavano, adesso capiva perchè non si ricordava del suo passato, l’aveva cancellato lei stessa, per sopprimere quel dolore così forte e vero.
Si lasciò andare in quel dolce abbraccio, scoppiando in un lungo pianto.
Era così protettivo, il profumo di felicità che aveva sentito, era svanito, ora c’era solo un profondo senso di vuoto, si scostò da quell’abbraccio e si distese sul letto, chiudendo gli occhi e sprofondando in un pesante sonno.
Al suo risveglio Ocean era ancora lì, nella stessa identica posizione di prima, i suoi occhi erano posati su di lei e su nient’altro, sempre così preoccupati e tristi.
Lei lo guardò con una faccia sconvolta, Ocean aprì la bocca stava per dire qualcosa ma Acqua lo interruppe subito << no aspetta, io non ci riesco, in questo momento non riesco a ragionare e non voglio pensare , non voglio respirare, non voglio fare niente, voglio solo continuare a dormire perché sono sicura che questo è solo un brutto sogno e al mio risveglio tornerà tutto come prima >> .
Sapeva benissimo che era tutto reale, però pronunciava quelle parole con obbligo, perché voleva costringere se stessa a credere che tutto questo fosse un sogno, così non avrebbe dovuto soffrire piu di quanto non avesse gia fatto.
<< Ok acqua vieni qua, con me sei al sicuro .. adesso ti puoi riposare quanto vuoi >>.
Si distese sul letto aprendo le braccia con un sorriso che ogni volta riusciva a farla sciogliere, Acqua come un gattino impaurito si avvicinò lentamente, gattonando e si sdraiò accanto a lui, tra le sue braccia.
Scoppiò un’altra volta in lacrime, era tutto così difficile aveva scoperto la verità, o almeno una parte, per quanto provasse a calmarsi non ci riusciva, era a pezzi sia fisicamente che mentalmente.
Ocean  ogni volta che lei rabbrividiva ripensando a tutto, la stringeva ancora più forte baciandola teneramente sulla fronte quel giorno i due lo trascorsero abbracciati sotto le  calde coperte.
La mattina seguente Acqua si svegliò tra le braccia di Ocean, era così bello, così dolce, così protettivo.
Persa nei suoi pensieri Acqua si ricordò del bacio e  diventò tutta rossa, in quel momento non voleva pensare ai suoi problemi, sentiva che doveva pensare a loro due, aveva bisogno di ricordarsi meglio di lui.
Ocean si svegliò << buon giorno principessa.. >> lo disse in modo tenero e preoccupato << vedo che oggi stai meglio >>.
Acqua non voleva più piangere, aveva realizzato che questo non era un brutto sogno e aveva capito che era ora di farsi coraggio e di cominciare ad agire.
<< Già, ecco vedi, si sto molto meglio però .. beh Ocean io volevo ringraziarti… adesso grazie a te mi sento piu forte, ora so la verità  e voglio riportare qui papà .. sono sicura che sia ancora vivo e beh la mamma ha bisogno di lui .. e anche io .. e poi >> Ocean la fermò << mamma mia quanto parli… >>.
Acqua rimase sorpresa, ma come ?? fino a qualche secondo fa era così dolce e tenero, pensò la ragazza, ci fu un breve momento di silenzio seguito da uno sguardo sbalordito da parte di lei e serio da parte di lui << che c’è ?? adesso hai perso la lingua ?? >> .
Acqua stava cominciando ad alterarsi << no !! non ho perso la lingua … e comunque sei un ragazzo davvero maleducato.. >> lei si stava preoccupando di riavere i suoi ricordi, perchè sapeva che lui ne faceva parte e il fatto che lui sminuiva la situazione, facendo finta di niente la faceva incavolare come non mai. Ocean la guardò e scoppiò a ridere << Acqua dai stavo scherzando era solo per farti ridere, sei troppo buffa quando ti arrabbi >> Acqua ci pensò su e poi cominciò a ridere anche lei, forse si sbagliava, forse lui non sminuiva la cosa, stava solo pensando a cosa voleva lei e in quel momento voleva solo ridere come se niente fosse. 
Il suo sorriso era contagioso, si sentiva così felice in quel momento, che tutte le preoccupazioni sparirono, quel sorriso, quel dolce dolcissimo e gentile gesto d’affetto era suo, ed era così bello quel tepore che scaldava il suo cuore diventato così freddo e solitario, era come il primo raggio di sole dopo un temporale. 
ridendo e scherzando ad Acqua venne un flash, un ricordo stava tentando di riaffiorare.


<< Ocean, smettila se continui a dare fastidio a tuo fratello te la dovrai vedere con me >> erano in una specie di palazzo, con colonne che sembravano non reggere nulla, il ricordo era sfocato, non si distingueva molto il luogo.
Nel cielo vi erano due lune, una di dimensioni stratosferiche, l'altra in confronto era una miniatura, si trovava ad una tavola, vicino a lei Ocean, di fronte un ragazzino con capelli ricci, biondo dorato e occhi verde smeraldo, sembrava di salute cagionevole, un piccolo principe aristocratico.
Vi era anche una giovane donna portava il cibo a tavola, il suo ricordo era il più sfocato, non si riusciva a riconoscere il volto.
Erano tutti felici, tutti sorridevano, Acqua e Ocean sembravano bisticciare come una giovane coppietta.
<< scusa, scusa perdonami, non tirerò mai più dei pezzi di pane addosso al mio fratellino, non vorrei che sua eccellenza mi torturasse >>.
<< ma smettila. James, dovresti farti rispettare !  >> c’era un’atmosfera così leggere e piacevole.
 
Il flash si interruppe e ad Acqua venne spontaneo chiedere ad Ocean della sua famiglia << senti, seriamente, volevo chiederti, ma tu vivi qui, tutto solo? insomma non hai una famiglia, magari un fratellino.. >> ocean si irrigidì, abbassò lo sguardo e un brivido salì su per la schiena di Acqua << la mia famiglia.. non c’è più da un bel pò di tempo.. sono tutti.. morti e ad ucciderli.. sono stato io..  >>.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** ricordi di un assassino ***


Dopo quella confessione Ocean si alzò e se ne andò in camera.
il suo corpo così imponente e forte sembrava essere diventato fragile e piccolo, ogni parte del suo fisico tremava come se l'accaduto fosse appena successo.
Non sembrava un ricordo lontano a cui aveva appena ripensato, ma piuttosto un ricordo che era rimasto così impresso nella sua mente da fargli riprovare le stesse identiche sensazioni come se stesse compiendo quell'atto in quel momento.
Acqua non lo fermò, pensava fosse giusto lasciarlo da solo, non sapeva cosa aveva passato e non sapeva quali parole usare, dopotutto non poteva capire nemmeno cosa intendesse dire con quella frase, lui aveva lasciato tutto nel mistero più totale andandosene in quel modo.
Non voleva costringerlo a parlarne, non si sentiva nemmeno curiosa, anzi aveva paura di ascoltare quella storia, infondo nel profondo del suo cuore sentiva una forte stretta, la conosceva già e non se la ricordava per un motivo ben preciso.
Così il tempo che passava rimanendo seduta in quella cucina ad aspettare che lui tornasse sembrava infinito.
Nella casa non c'era il minimo rumore, sembrava così triste e vuota senza il suo sorriso.
Non poteva più aspettare, doveva sapere che non stava facendo nessuna pazzia così si diresse con decisione nella stanza di lui.
La porta era aperta, Ocean era rannicchiato nel letto sotto le bianche coperte.
Acqua si avvicinò lentamente con passo leggero, alzò appena la coperta; Ocean dormiva.
Sembrava così indifeso e fragile, i suoi bellissimi capelli neri lucenti le scivolano sugli occhi coprendogli il viso. 
Gli spostò i pochi capelli che non le permettevano di vedere quel misterioso ma affascinante viso elegante, gli accarezzò la guancia.
Era persa nelle sue fantasie più egoiste e imbarazzanti, avrebbe voluto rubargli un bacio, ma come poteva pensare di farlo in un momento così difficile per lui ?.
Appoggiò con dolcezza e insicurezza le sue calde e tremanti labbra sulla sua fronte sussurrando << va tutto bene, ci sono io >>.
Era un'incantesimo, Katy con Acqua quando aveva paura lo faceva sempre, la rassicurava non la faceva sentire sola.
Il viso di Ocean si rilassò e il groppo che Acqua aveva in gola sparì.
Acqua se ne andò dalla stanza, chiuse la porta e si mise a dormire sul divano.
La mattina seguente a svegliarla fu la voce di Ocean, non accennò niente al giorno precedente come se si fosse dimenticato nuovamente di tutto.
<< Acqua senti io, beh ecco, ho fame.. >> Acqua lo fissò, ma il silenzio venne cancellato dal rumore del suo stomaco che brontolava << a quanto pare anche tu hai fame >> Acqua arrossì e poi rispose <<  è da ieri che non mangio ! >> Ocean la prese per mano e la tirò su dal letto << ok, allora mangiamo, però preparo io ! voglio sorprenderti >> tutto emozionato corse verso la cucina.
Non poteva credere che il solo fatto che lui la tenesse per mano la rendeva così agitata.
La fece sedere con attenzione, ogni volta che qualcuno stava con lei la trattava sempre con premura, quasi come se fosse fatta di porcellana. 
Sembrava davvero così fragile? beh, se era seriamente così, allora doveva impegnarsi a cambiare, perchè quello che la aspettava era una guerra difficile da combattere. Una guerra dove la debolezza non era permessa, dove l’amore e basta non poteva vincere, ma questo, lei ancora non lo poteva sapere. 
Ocean apparecchiò e si sedette con lei << scusa, ma non dovevi cucinare ? >> le fece un sorriso a trentadue denti, un altro mistero stava per essere svelato << beh, cara mia, vedo che questo non te lo sei ancora ricordata, vorrà dire che te lo dirò io, vedi io non ho bisogno di cucinare per mangiare, perchè ho del cibo.. mmmh.. diciamo speciale >>.
Acqua cominciò a incuriosirsi, così la prima idea che le venne in mente la buttò fuori << in che senso? Non dirmi che mangi cose come insetti… >> Ocean scoppiò a ridere e rideva davvero di gusto! c’è da dire che quel ragazzo era abbastanza lunatico, un momento prima lo vedevi triste con occhi malinconici, oppure arrabbiato senza un motivo in particolare e un momento dopo lo vedevi che rideva come non mai << no!! insetti ? no, che stupida vedi io mangio come te solo che .. non so come spiegarti .. la differenza, aspetta >> beh almeno non mangia insetti, pensò Acqua, dopotutto i fatti che erano accaduti ultimamente erano così strani che non c’era da sorprendersi più di niente.
Il segno, i ricordi che riaffioravano, poteri magici, questo per Acqua era un mondo completamente nuovo, quindi non sapendo cosa aspettarsi, per lei tutto era possibile.
Ocean tirò fuori dalla tasca dei pantaloni, della polverina blu, aveva lo stesso colore dello zaffiro, prese un bicchiere d’acqua e un piatto vuoto << ok adesso guarda >> Ocean bevve un po’ d’acqua  poi  mise la polverina nel piatto, mettendoci la mano sopra << ok, cosa vorresti da mangiare? >> Acqua ci pensò su poi rispose << vorrei delle patatine fritte e delle lasagne >> Ocean chiuse gli occhi e quando alzò la mano la polverina sul piatto venne rivestita da una luce luminosa, calda e apparvero delle patatine fritte e delle lasagne, quando Ocean aprì gli occhi, il suo colore era cambiato da quel blu oltremare che ti catturava togliendoti il fiato, erano passati a marrone dorato, con riflessi ambrati e i suoi capelli erano diventati argentei.
Era la stessa cosa che era successa a lei quella notte quando disintegrò il lucchetto, perchè accadeva ? avrebbe dovuto chiedere, ma qualcosa la fermò e la lasciò senza parole, il suo principe era diverso da lei, aveva un aspetto mostruoso. 
Gli occhi e i capelli non erano l’unica cosa a cambiare purtroppo, la sua pelle era diventata squamosa, ed era avvolto da un’intensa luce blu con sfumature biancastre che si dissolveva lentamente verso l’alto, più usava la magia più sembrava diverso e terrificante. 
Acqua era come ipnotizzata da quell’aspetto, ma non in modo negativo, perchè lo considerava sempre così affascinante, era misterioso ed era diverso, così lo fissava in silenzio tenendo ciò che pensava per sè.
<< Hai paura ? sono un mostro vero ? mi dispiace, se ti da fastidio guardarmi puoi andare via >> Acqua non rispose ma piu semplicemente sorrise, alzò il braccio e appoggiò la mano sulla sua guancia, poi con l’altra mano prese la sua e l’appoggiò sul suo petto .
<< lo senti? è calmo. Il battito del mio cuore è calmo. Non batte nè troppo piano nè troppo forte, è un battito regolare, perchè non sei un mostro, tu sei tu, sei Ocean, il mio dolce principe. Quindi non pensare più cose tristi, quella depressa che ha bisogno di essere confortata sono io >>.
Acqua si mise a ridere mentre Ocean la guardava sorpreso e felice per ciò che aveva detto, le persone che l’avevano visto in quella forma l’avevano sempre demoralizzato chiamandolo mostro ma lei no, lei era speciale, aveva qualcosa di diverso, che la distingueva da tutti gli altri.
La storia di Katy le aveva insegnato a non giudicare un libro dalla copertina, lei quel’insegamento l’aveva sempre seguito con fierezza, anche in quel momento, che importava di quell’aspetto ? se i suoi occhi oltremare potevano mostrare tutta la bellezza che era stata eclissata, lei gli aveva visti, lei sapeva quanto era bello, quell’aspetto faceva parte del suo mistero, della sua storia, era parte di lui e lei l’avrebbe accettato, come qualsiasi altro suo difetto.
Era sorpresa, ovvio, anche se un po’ si aspettava qualcosa di magico << sei davvero.. fantastica.. se solo ti ricordassi la nostra storia, forse adesso potrei baciarti..  ma non posso farlo.. per te sarebbe come se fossi un conoscente.. >> Acqua si sentì mancare al pensiero di un vero bacio, al pensiero delle sue così tanto desiderate labbra che la sfioravano, era un conoscente, avevano passato insieme solo qualche giorno, nonostante questo, lei sentiva di essergli legata profondamente. 
<< tu non sei un conoscente.. Ocean vedi.. io ho avuto un flash, penso di aver visto noi due e la tua famiglia.. è per questo che ti avevo fatto quella domanda, so che abbiamo deciso di non parlare di quello che mi hai detto, però, beh .. vorrei sapere qualcosa in più.. su quel ragazzino .. ho la sensazioni di avergli voluto bene, ovviamente se non riesci a parlarne adesso.. possiamo evitare >> Ocean con grande sorpresa di Acqua prese il portafoglio dalla sua tasca, lo aprì e tirò fuori delle foto, il suo volto non aveva espressione, sembrava aver cancellato ogni sentimento riguardande l’accaduto, sospirò passando le foto ad Acqua.
Sembrava una persona diversa dal giorno precedente, più forte, più sicuro ma sempre con quel dolore negli occhi << come hai detto e visto, avevo un fratellino, si chiamava James, è il ragazzo biondo nella foto, tu e lui andavate molto d’accordo, lo aiutavi sempre nel momento del bisogno e ogni volta che lui ti vedeva ti correva in contro per abbracciarti >> Ocean strinse un pugno sul tavolo, il suo tentativo di rimanere impassibile non funzionava.
Acqua appoggiò la mano sul suo pugno << sono qui Ocean, puoi parlarmene, non ti giudicherò, non tenerti tutto dentro >> Ocean fece un respiro profondo << io.. ho perso il controllo, e l’ho ucciso .. quando iniziamo ad usare il nostro potere, non lo sappiamo ancora controllare, il desiderio di avere la forza, alla fine si impazzisce, ho perso la testa, ero fuori di me .. stavo per rimanere intrappolato in quella forma demoniaca e James ha provato a salvarmi ma non ci è riuscito, ha messo in pericolo la sua vita, queste sono state le conseguenze .. l’ho ucciso .. ho ucciso il mio fratellino >>.
Ocean non piangeva, aveva gli occhi lucidi, sofferenti, ma dal suo volto non scendeva nemmeno una lacrima, era convinto che non essendo la vittima, ma il carnefice, non aveva il diritto di stare male, lui era un assassino, aveva provato piacere quando con tutto quel potere aveva tolto la vita a suo fratello, la sua punizione sarebbe stata quella di vivere ogni giorno, ricordando quel momento.
Acqua non aveva la minima idea di cosa dire, non lo odiava, non poteva odiarlo, non riusciva nemmeno a dargli la colpa.
“Non è stata colpa sua, lui non voleva, è stata colpa del potere, lui lo amava, non era in sè, non devo, anzi non posso spaventarmi, ha bisogno di me” queste erano le uniche cose che continuavano a rieccheggiare nella sua testa.
Con fermezza guardò Ocean << non è stata colpa tua ! non eri in te, hai gia pagato abbastanza, lui non vorrebbe che tu ti sentissi così .. quindi sorridi, smettila di avere quegli occhi così tristi, tutti abbiamo un lato nascosto, un lato oscuro.. >> Ocean sorrise, era un sorriso di rassegnazione, nessuna parola l’avrebbe aiutato, nemmeno se a pronunciarla fosse stata lei << sono le stesse parole che mi hai detto quel giorno.. Acqua tu eri presente, solo che non hai assistito alla scena perchè ti eri nascosta con mia madre.. sei stata l’ultima a parlare con lei e sei stata l’ultima ad andargli incontro cercando di soccorrerla >> a quelle parole il respiro di Acqua si fermò.
A quella cena c’era anche una donna, era sua madre ? ma perchè non si ricordava il suo volto ? Acqua si sforzò, tentò di ricordasi la faccia di quella donna, si aspettava un viso elegante come quello di Ocean e James, ma un’immagine che durò qualche secondo le attraversò la mente facendola rabbrividire; era il viso dela madre, aveva la faccia sfigurata, piena di ustioni, si riuscivano a intravedere gli occhi viola come l’ametista, i pochi, corti, capelli neri che le restavano erano rovinati e secchi, le labbra perfette si erano gonfiate.
L’immagine si intensificò, era in quel palazzo con la donna, che  emetteva dei soffocanti gemiti, sdraiata sul freddo pavimento, il suo corpo spoglio, anch’esso pieno di ustioni, le mani erano sul petto sporche di sangue, stringevano il pugnale con cui lei si era suicidata.
<< Mi dispiace.. adesso ricordo tua madre.. però non riesco a ricordami la morte di James >> Ocean la fissò sogghignando << vuoi vedere ? vuoi vedere come gli ho tolto la vita ? però ti avviso, potrebbe essere pericoloso >> Acqua stava cominciando a spaventarsi, sembrava impazzito, aveva gia vissuto quella scena, riviverla un’altra volta non l’avrebbe uccisa, voleva sapere, voleva che Ocean condivesse quel dolore con lei, si fece coraggio, degluttì e annuì.
La luce blu illuminò il dito di Ocean che appena entrò in contatto con la fronte di Acqua, la fece svenire sul tavolo.
Il ricordo di quel giorno le tornò in mente, come in un sogno, solo che quella era la realtà.

<< Ciao, cari, vi ho trovati ! >> disse Tina, la stessa grande strega nera, che l’aveva separata dal suo papà, era vestita con dei jeans scuri, un top rosso e un mantello bordò, aveva gli occhi neri, come l’oscurità, senza emozioni, solo crudeli e senza pietà, i capelli rossi ramati, legati in una corta coda.
Erano tutti a tavola quando apparve Tina,  Ocean si era alzato ringhiandoli contro. 
James, la madre, avevano tutti uno sguardo di sfida, pronti a combattere, nesssuno dei tre indietreggiava, l’unica a nascondersi dietro la grande protettiva schiena di Ocean  era Acqua, il segno ancora non le era apparso e i suoi poteri non si erano ancora rivelati, non sapeva nè come combattere nè come difendersi.
La madre si avvicinò ad Acqua, prendendola con se, le due si allontanarono << forza, Acqua vieni con me, lasciamo che ad occuparsene siano Ocean e James >> disse sorridendo estremamente calma, Acqua la seguì, si nascosero in una delle stanze del palazzo.
Quello era un ricordo di Ocean e Acqua cominciava a vedere le cose dalla sua prospettiva. 
<< beh, Tina anche si ci hai trovati, non riuscirai a prenderla, non sei più forte come nella tua vecchia vita, ti sei trovata un corpo troppo debole >>. 
Ocean e James camminavano uno di fianco all’altro, erano davvero belli, potenti, due cavalieri nobili: quello dagli occhi oltremare e quello dagli occhi smeraldo.
<< hai ragione, sono debole ! ma qui c’è qualcuno ancora più debole di me! riuscirai a difenderlo? >> la strega alzò le mani, fece uscire un flusso di energia scuro, era rivoltante, orribile, quella era magia nera; si mosse velocemente verso James, lo afferrò stringendolo al collo, era così veloce che non si riuscivano a distinguere i movimenti.
James tossì, stava soffocando << James ! lascialo strega ! >> Ocean si scagliò velocemente contro Tina, per interrompere l’incantesimo, ma la strega lanciò lo stesso flusso su di lui, bloccandolo.
Aveva usato una mossa scorretta, mettendo alle strette Ocean, che si dimenava a più non posso.
Doveva salvare il suo fratellino, così tentò di scatenare la sua magia, un intenso potere, che non aveva mai sentito prima, alimentato dall’odio, si sprigionò dal suo corpo, ormai non ragionava più, era una macchina assassina che sentiva il forte desiderio di vederla morta, di trafiggerla di strappargli il cuore dal petto.
Il suo volto era lo stesso di un demone, uno sguardo che conosceva solo odio e divertimento gli si era piazzato in faccia.
James ormai aveva perso i sensi, il flusso era troppo potente per lui, così appena Ocean riuscì a indebolire i poteri della strega, la stretta si allentì e James cadde  a terra.
Alla vista del fratello svenuto Ocean si infuriò ancora di più, il suo sguardo divenne più feroce il potere aumentò, non c’era più quel colore chiaro e limpido, si era oscurato era lo stesso rivoltante potere della strega.
Cominciò a sogghignare, non aveva più l’aspetto di un cavaliere, sembrava mostruosamente crudele.
Con il braccio retto, avvolto da quel flusso, Ocean trafisse la spalla della strega, ma sembrò non farle niente << che debole potere oscuro ! sei patetico, stai per caso perdendo il controllo ? ti consiglio di stare attento, potresti .. >> la strega tolse il braccio dalla spalla, si avvicinò a lui tenendolo per il mento e gli sussurrò all’orecchio << potresti.. fare del male a qualcuno a cui tieni, vuoi diventare ancora piu forte? vuoi piu potere per difendere il tuo fratellino? guardalo, è così debole e patetico >> Ocean gridò, ormai non aveva più un aspetto umano, era solo un demone senza controllo, continuava ad attaccare e sferrare colpi, più lottava ,più la colpiva, più voleva potere, ormai era insaziabile avrebbe ucciso chiunque si fosse intromesso in quella lotta.
James riprese conoscenze, Acqua e la madre uscirono dalla stanza per controllare la situazione << tornate immediatamente dentro la stanza ! se non volete essere d’intralcio >> disse James a entrambe, che con lo sguardo abbassato, vedendo la battaglia obbedirono senza ribattere.
James continuava a osservare quella scena, la strega evitava tutti i colpi, Ocean era irriconoscibile, il potere oscuro l’aveva sopraffatto, stava sorridendo, ogni attacco che sferrara lo portava nell’oblio.
Doveva fare qualcosa, così James corse verso la lotta, urlando il nome di suo fratello, chiuse gli occhi e lo abbracciò da dietro << Ocean ! io sto bene, adesso torna in te ! non devi perdere il controllo in questo modo >> Ocean si fermò, aveva smesso di attaccare, o meglio, aveva cambiato preda.
Si girò di scatto, togliendosi da quell’abbraccio e con un sorriso pazzo, trafisse il fratello, lo trafisse con quel braccio impregnato di potere oscuro, in quel momento Ocean non era dispiaciuto, non capiva, non era lucido, voleva solo divertirsi togliendo la vita a qualcuno.
<< Ocean .. io .. ti voglio bene >> disse James con il caldo e rosso sangue sul lato delle labbra.
Tina era immobile, a godersi la scena, voleva distruggere Ocean, non fisicamente ma mentalmente, in quel palazzo quella che si stava divertendo di più, quella che stava usando tutti, la stratega, era lei.
Ma il suo gioco non era finito, lei aveva il potere di far riprendere il controllo a Ocean e lo fece << Ti farò un regalo, ti farò tornare in te, così vedrai con i tuoi occhi, da lucido, chi ha tolto la vita al tuo adorabile, debole e patetico fratellino >>  mise la mano in faccia ad Ocean, stringendola, chiuse gli occhi e quando li riaprì Ocean era tornato normale e lei era sparita.
Era tutto finito, la battaglia, la prima di tante altre, era appena finita e il male aveva vinto.
Ocean quando ricordò ciò che era successo, ciò che aveva fatto, si chinò verso il corpo ormai senza vita del suo fratellino, lo abbracciò con le mani sporche del suo  stesso sangue, gli chiuse gli occhi e lo baciò in fronte continuandosi a scusare, le lacrime cominciarono a scendere, lacrime che non bastavano ad esprimere il dolore che stava provando.
Ormai Acqua e la madre di Ocean non sentivano più il rumore della guerra, sentivano solo il triste lamento di un ragazzo, così dalla porta della stanza uscì correndo la giovane donna che alla vista del suo amato figlio privo di vita, si lasciò cadere per terra. 
Acqua corse da Ocean << James .. >> pronunciò il nome del giovane scoppiando in lacrime, quella era diventata anche la sua famiglia, era come se fosse stato il suo fratellino, guardò con rabbia Ocean, ma non era rivolta a lui, era rivolta a se stessa, si sentiva responsabile, se non avesse avuto quel dono, nessuno avrebbe dovuto difenderla rischiando la propria vita, nessuno sarebbe stato in pericolo.
Voleva che Ocean le dicesse qualcosa ma l’unica cosa che riuscì a sentire fu << io l’ho ucciso >>.
Mentre Acqua tentava di calmarlo, cercando di calmarsi anche lei, la giovane donna con la magia del fuoco, si autolesionò, bruciandosi e come se non bastasse per far cessare quel’incredibile dolore dovuto alla perdita di James, si pugnalò al petto, era impazzita, perdere un figlio, era un dolore troppo forte da sopportare, ormai non aveva più pensieri, c’era solo l’immagine del suo freddo corpo sporco di sangue nella sua mente.
Erano tutti troppo traumatizzati per rendersi conto dei sentimenti degli altri, era gia difficile pensare ai propri.
Acqua si accorse della donna solo per pura coincidenza, girò un attimo lo sguardo e la vide in fiamme; corse verso di lei, in quel momento era l’unica in grado di avere un pò di lucidità.
Si sedette vicino alla donna, stringendole la mano, con le lacrime agli occhi, continuando a ripetere il suo nome << Savanna .. Savanna.. non dovevi farlo Savanna.. avremmo affrontato la situazione insieme .. >>.

Il macabro ricordo finì così , era la scena che aveva rivissuto l’altro giorno, in quei pochi secondi; la donna sdraiata per terra, senza vita, piena di ustioni.
Quella battaglia l’avevano persa e con conseguenze terribili, ma quello era solo l’inizio.. l’inizio di tante altre battaglie che non si sarebbero più permessi di perdere.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** momenti di pace ***


<< Acqua svegliati ! >> Acqua si svegliò, era sul tavolo, il ricordo era finito e lei aveva scoperto nuovi misteri e svelato nuove verità.
 << Ho visto tutto .. mi dispiace .. >> Acqua aveva lo sguardo da cucciolo bastonato mentre Ocean le prese le mani e le accarezzò affettuosamente.
<< non importa.. adesso è passato tutto quindi sorridi ok ? comunque ti svelo un ultimo segreto ascoltami Acqua io posso trasformare quella polvere di prima in qualsiasi cosa desidero. L’acqua serve per aumentare i miei poteri, perché nel nostro mondo, noi possiamo anche nutrirci solo di acqua >>.
Nostro mondo, quella frase l’aveva colpita, c’era un mondo parallelo ? un mondo diverso ? voleva sapere di più, però quello che era riuscita a scoprire finora sembrava le bastasse, aveva degli obbiettivi, degli scopi da raggiungere ed era meglio fare un passo alla volta. 
<< mmmmh capisco, Ocean, ti devo chiedere una cosa.. >>
<< certo Acqua dimmi pure.. >>
<< beh quindi tu provieni da un altro mondo giusto ?? >>
<< si, però non posso spiegarti ancora tutto.. vedi ci sono delle cose che devi sapere ma adesso è ancora troppo presto, penso che se dovessi ricevere troppe informazioni in una sola volta, dopo non riusciresti più a riprenderti, un passo alla volta ok ? >> la mente di Acqua era terribilmente frastornata, Ocean aveva ragione, troppe informazioni, troppi ricordi terrificanti, troppe verità nascoste, se avesse scoperto ancora qualcos’altro sarebbe esplosa.
<< beh, si più o meno.. comunque io credo.. che tu mi abbia baciata… era un sogno ? >> Ocean si mise a ridere << no però guarda che il bacio era per farti addormentare, era una specie di incantesimo >>.
Acqua si sentì imbarazzata e delusa, ogni tanto le capitava di ripensare a quel bacio, per lei stava diventando un pensiero fisso, pensava che ci fosse un significato sentimentale dietro a quel gesto << cosa? Per farmi addormentare eh..>> 
Acqua girò gli occhi da un lato chiudendoli un po’ e cominciò ad annuire imbarazzata. 
<< ma certo, in effetti mi sembrava un po’ strano dopotutto ci siamo visti così poche volte ed è da anni che beh non ci vediamo, va bene, e io lo sapevo… non mi ero assolutamente illusa… >>. Cominciò a parlare a vanvera, sempre con quel tono palesemente deluso.
<< guarda che io non ti sto dicendo niente >> Ocean era consapevole della situazione e si stava divertendo a prenderla in giro.
Acqua cominciava a rispondere con tono arrabbiato << ridicolo… come se io desiderassi essere baciata da un antipatico come te.. >> più lei rispondeva con quei toni, più lui si divertiva a giocare.
<< si, però questo antipatico è molto bello no ?? sembra che il tuo sguardo dica solamente questo >> Acqua appoggiò le mani sul tavolo sbuffando << eh va bene … mi arrendo.. con te non si può parlare… comunque io so cucinare se vuoi…non c’è bisogno che usi i tuoi poteri, questa sera cucino io >>. 
Ocean la guardò e poi le disse << sai, non sei l’unica che è rimasta sola… io sono stato più solo di te e mi farebbe veramente piacere se tu ti mettessi a cucinare qualcosa per me, se lo farai in cambio ti darò un bel bacio >>.
Ocean gli fece l’occhiolino e Acqua si alzò ridendo << sei veramente un buffone e un donnaiolo, scommetto che fai così con tutte >> Ocean mise le braccia dietro la testa. 
<< No guarda che tu sei la prima, oh mio amore non puoi diventare rossa per ogni piccola cosa che ti dico >>
<< finiscila di fare lo spiritoso!! Mio amore ?? >>
<< visto, sei tutta rossa, che tenera che sei >> era così bella quell’atmosfera di complicità, di felicità, il profumo era tornato, il profumo della felicità mischiato con quello dell’amore.
<< mmmmh, comunque cucinerò qualcosa per te, nonostante le tue ridicole prese in giro, ti farò qualcosa da mangiare…>> Ocean fece un mezzo sorriso << grazie, Acqua..>> Acqua si avviò verso la cucina, aprì il frigo e vide che era tutto vuoto, mentre Ocean che nel frattempo era rimasto in bagno, stava pensando che era tutto così bello e allegro con Acqua in quella vecchia casa, la tristezza e la solitudine sembravano essere sparite.
<< Ocean!! Il frigo è vuoto !! non posso cucinare se non abbiamo niente da cucinare !! >> Ocean scese di corsa la prese per mano e la portò fuori, era vestito in modo casual e aveva un sorriso stampato in faccia che lo rendeva più affascinante di quanto già non lo fosse, mentre Acqua aveva un maglione largo che le teneva caldo e la faceva sembrare una bambina.
<< ei, fermo dove mi stai portando ? >>
<< ovvio, a fare compere, forza corriamo >>
<< ma perché dobbiamo correre, abbiamo tutta la giornata.. >> Ocean la prese in braccio << si, abbiamo tutta la giornata ma sono impaziente di vedere cosa mi cucinerai..>>
<< dai ! mettimi giù ! finiscila di fare il bambino>> Ocean non la ascoltò e cominciò a correre fino al supermercato.
<< ecco siamo arrivati, ti è piaciuto il passaggio Acqua? >> Ocean la mise giù accarezzandogli la testa << veramente .. no ! ti avevo detto di mettermi giù, sai che tutte le persone che ci hanno visto si sono messe a ridere ?! abbiamo fatto una figuraccia ! >>. 
C’era qualcosa di spaventosamente bello in quello che lui aveva appena fatto, aveva reso una semplice passeggiata al supermercato, uno dei momenti più felici degli ultimi giorni.
Acqua sembrava scontrosa ma in verità non si era mai sentita così viva e felice in tutta la sua vita; nonostante le tante avversità e difficoltà, era felice di stare con lui, di far parte di quel mondo così strano e nascosto.
<< su dai Acqua ridi un po’, lo so che ti sei divertita >> Acqua fece un mezzo sorriso << si, mi sono divertita adesso però andiamo a prendere da mangiare va >> lo prese per mano sorridendo con dolcezza e lo trascinò dentro al negozio, sembravano una coppietta che faceva la spesa insieme.
Comprarono tantissime cose e appena arrivarono a casa Acqua si mise subito all’opera in cucina. 
Appena portò tutto in tavola, gli occhi di Ocean si illuminarono era gia pronto con le posate in mano, sembrava un bambino, era così contento che Acqua si sentì compiaciuta di se stessa. 
Appena Ocean assaggiò il cibo, gli scese una lacrima dalla guancia, Acqua non poteva sapere tutto quello che aveva passato, però riusciva a capire la sua solitudine. 
Si sedette vicino a lui pronta ad assaggiare le sue pietanze, ormai era diventata brava in cucina, si era sempre arrangiata da sola e katy le aveva insegnato tante ricette. 
Tutti e due mangiarono con gusto, quello che rendeva felice lei era il fatto che in quella tavola non era da sola, c’era Ocean, c’erano i suoi dolci sorrisi, qualche lacrima, ogni tanto qualche parola, entrambi per la prima volta non si sentivano soli. 
Lei aveva avuto delle persone care però il rapporto che aveva con Ocean era diverso, lui riusciva a capire realmente lei e lei riusciva a capire realmente lui.
<< allora, ti piace la cena che ti ho cucinato? Spero sia tutto buono >>
<< Acqua, non ho mai assaggiato niente di simile, è tutto così buono… e tu sei così bella … >>
Acqua in verità aveva avuto del tempo prima per mettersi a posto, si era fatta un doccia e si era legata i capelli in una coda che pero lasciava sfuggire due ciuffi davanti, si era messa un filo di lucidalabbra rosa pastello, una matita nera leggera e si era spruzzata un leggero profumo di rose.
<< grazie, ma non penso di essere veramente così bella… >>
<<  invece si ! Acqua, ti devo dare due cose chiudi gli occhi … >> Acqua diventò rossa non sapeva cosa fare e anche se si vergognava a pensarlo, sperava che una delle due cose fosse un bacio… 
<< emmh, non farai niente di strano vero ? >> Ocean si alzò dalla sedia, la fece alzare le prese le mani, la guardò negli occhi e le chiese << ti fidi di me ? >> si, avrebbe risposto sempre si.
<< beh, d’accordo >> Acqua chiuse gli occhi Ocean prese dell’acqua da ingerire tirò fuori la polverina, posò le mani sul collo di Acqua dove apparve una bellissima collana, con uno zaffiro a forma di cuore con delle sfumature biancastre.
Il filo che la teneva appesa al suo collo era bianco, quasi trasparente, si faceva notare per gli scintillii che lasciava.
Poi fece scivolare le mani sulla sua vita, e apparve un bellissimo vestito da sera perlato sul bianco scuro luccicante era abbastanza leggero e le arrivava alle ginocchia alla fine aveva uno strappo al lato sinistro. 
Acqua aprì gli occhi quello che voleva era un bacio, ma rimase incantata dal vestito e dalla collana, erano meravigliosi, il tessuto del vestito e la perla della collana sembravano preziosissimi. Acqua commossa si mise a piangere << grazie, veramente stai facendo davvero tanto per me, non dovevi … >>
<< oh acqua non piangere tu ti meriti questo e tanto altro… >>
<< tanto altro ? … ma io non ho fatto niente di speciale per meritarmi questo… insomma >> Ocean appoggiò la mano sulla sua guancia.
<< Acqua tu sei una ragazza forte, sensibile, speciale, un po piagnucolona e testarda però hai reso questa la più bella giornata della mia vita.. l’hai fatto con poco… >>
<< oh Ocean grazie, davvero…grazie .. grazie.. grazie … grazie… >> tra le lacrime di felicità Acqua continuava a ripetere grazie.
Ocean si allontanò un attimo da lei, avvicinandosi a uno stereo, mise una canzone da ballo da sala, si avvicinò ad Acqua porgendole la mano, lei la appoggiò sulla sua e insieme cominciarono a danzare, non c’era niente da dire, quella era la vera magia che entrambi possedevano: l’amore infinito e duraturo che gli aveva permesse di restare uniti.
Danzavano tra risate, timidi sguardi, giri, sentiva il tocco delle sue mani sui suoi fianchi e il respiro sul suo collo << Acqua, mi piace il tuo profumo.. >> arrossì, era contenta. 
Se gli piaceva, allora l’avrebbe messo sempre, per farlo contento, per fargli un piacere.
Arrivata sera si stava mettendo il pigiama poi, andò a salutare Ocean che però sembrava essersi già addormentato.
Acqua si avvicinò lo fissò e si sedette accanto a lui, si sdraiò, non sapeva perché lo stesse facendo, voleva solo rimanere lì al suo fianco.
Ocean però non stava dormendo, si stava solo riposando e quando si accorse della sua presenza si alzò e la prese.
La strinse a se e le sussurrò nell’orecchio << Acqua, dormi qui con me, questa notte resta con me perché tu sei la sola persona che non mi rende triste il tuo odore mi calma, sei la cosa più bella che mi sia capitata, io ti voglio, ti ho aspettata così a lungo, ti ho cercata così tanto in ogni sogno, quindi, ti prego non mi lasciare solo >>.
A quelle parole Acqua si sentì completamente sua, si mise lì con lui e si addormentò tra le sue braccia << buona notte, mio dolce salvatore >> disse Acqua accarezzandogli la guancia.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** ricordi di un amore ***


<< Vuoi volare ? >> un’altro ricordo stava riaffiorando sotto forma di sogno. 
Acqua era in una piccola stanza giallo pallido, dove vi erano solo un letto disfatto, un vecchio comodino in legno scheggiato, una lampada polverosa, un enorme armadio bianco e una finestra ad arco aperta.
Acqua era seduta sul letto e guardava fuori dalla finestra.
Sospeso in aria con la mano tesa verso lei, c’era Ocean.
Con sguardo sereno e innamorato le stava offrendo uno dei suoi migliori sorrisi << allora ?, vuoi volare ? >> Acqua era come rapita da quelle parole, si mise in ginocchio sul letto afferrando la mano di Ocean che la trascinò verso lui stringendole i fianchi.
<< si.. voliamo via da qui >> disse sorridendo, così Ocean volò nel buio verso la luce della luna, tenendo Acqua stretta tra le sue braccia.
<< Hai un buon profumo.. >> disse Ocean annusandole i capelli che si muovevano nell’aria << è un profumo di .. rose.. mi piace davvero tanto >>.
Acqua arrossì, era così bello sentire le sue mani stringerla forte, non sentire la gravità, volare, con l’aria fresca che le sfiorava la pelle, il cuore a mille per l’emozione di stare lì con la persona più importante.
<< Piace tanto anche a me, me l’avevano regalato i miei genitori al mio compleanno .. >> Ocean si fermò e la guardò dritto negli occhi << piccola, ti mancano ? >>. 
In verità per quanto le potessero mancare i suoi, in quel momento stava solo pensando a lui e alle emozioni che riusciva a farle provare. 
<< Si, però beh, ecco, sono .. mmmh... contenta di essere qui con te.. voglio dire stiamo volando ! sotto un cielo notturno e stellato.. e poi Ocean ci conosciamo da tanto tempo. Quando avevo cinque anni sei apparso nella mia vita salvandomi. Dai cinque anni fino ai 12 ho vissuto con te e con la tua famiglia.. poi sono tornata a casa ma tu sei sempre venuto a trovarmi e a passare le giornate con me .. vedi tu per me sei la mia famiglia.. e beh ecco .. io credo di .. credo di essermi .. >> Ocean la fermò appoggiando il dito sulla sua bocca, poi le prese il viso facendola arrossire. 
Aveva uno sguardo così profondo e intenso, capace di trasportarla fuori dall’universo, c’erano solo lui e lei e nessun altro.
Le stava fissando le morbide e irresistibili labbra, avvicinandosi sempre di più, accorciando ogni distanza, poi si ritrasse con sguardo pensieroso.
<< Perchè ti sei spostato ? >> Acqua non provava nessun imbarazzato pensando al bacio mancato, sarebbe stato il loro primo bacio, non capiva il motivo di quell’atteggiamento.
<< Acqua sai quello che ho fatto.. vuoi veramente stare con un mostro che ha ucciso i suoi familiari ? sai forse sarebbe meno pericoloso se invece di pensare ai miei sentimenti pensassi solo a proteggerti >> il sorriso migliore di Ocean era sparito. 
Perchè doveva rovinare quel momento ? insomma l’atmosfera era perfetta. Sarebbe stato un bacio perfetto.
Acqua lo fissava sorridendo, era carino che lui si preoccupasse così, dopotutto ci sarebbero state tante altre occasioni per un bacio.
<< Hey, guardami >> disse Acqua facendogli alzare lo sguardo verso di lei << tu non sei un mostro, sei tu, sei il mio principe e sai cosa sarebbe meno pericoloso ? >> Ocean la guardò con un grande punto interrogativo stampato in fronte << beh, veramente no >> cominciava nuovamente a sorridere, Acqua ricambiò il suo debole sorriso << l’unica cosa che mi rende al sicuro, è la tua presenza e l’unica cosa che mi tiene ancora viva sono i nostri sentimenti ! quindi.. la prossima volta.. non indugiare... >>.
 
<< E' tardi, Acqua svegliati, non vorrai dormire tutto il giorno >> disse Ocean svegliando Acqua con un bacio sulla fronte. 
<< Mmh ? era un sogno ? >> Acqua era confusa e stordita, si sedette con calma sul letto e pensò al sogno, quando capì che erano i suoi ricordi, le stavano tornando in mente, ogni giorno un nuovo ricordo le ritornava in testa. 
Le cose le sembravano sempre più chiare alcune domande ricevevano risposte e il suo legame con Ocean sembrava aumentare ogni notte.
<< Tutto bene ? >> disse Ocean sedendosi accanto a lei.
<< Si tutto bene, solo comincio a ricordare più cose >> Ocean appoggiò la mano sulla sua gamba << cos’hai ricordato ? ti va di parlarne ? >> Acqua non era scossa, spaventata e non aveva nemmeno tante domande da fare. 
Quello era il suo primo ricordo riguardante la loro storia e molte cose le sembravano ormai più chiare << Ho sognato noi due, che stavamo volando di notte e io stavo per dirti una cosa, ma tu mi hai fermato.. e poi.. c’è stato un bacio mancato .. non so se ti ricordi >> Ocean annuì sospirando << non potrei mai dimenticarlo.. >>. 
Acqua era contenta, lui ci teneva davvero, forse provava gli stessi sentimenti che provava lei, magari anche più forti.
<< Senti Ocean c’è una cosa che non capisco.. ho avuto svariati ricordi in cui io avevo età diverse.. il primo di quando avevo cinque anni .. però.. perchè tu in ogni ricordo sembri sempre avere la stessa età ? e poi se non mi ricordo solo della mia vita prima dei 12 anni allora perchè non mi ricordo nemmeno di tutte le volte che mi sei venuto a trovare quando ne avevo 13, 14, 15 e chi lo sa magari anche 16.. >> Ocean si girò verso di lei pensieroso << credo che sia arrivato il momento di dirti alcune verità, ma devi farmi una promessa.. non dovrai andartene e non dovrai arrabbiarti prima di finire di sentire tutto >> Acqua era un po spaventata a queste parole, però annuì << Acqua.. tu non potevi più sopportare la situazione.. il giorno del nostro ultimo incontro.. Tina apparve.. per torturare nuovamente la mia mente.. ci ricattò. Disse che  dovevo scegliere.. ti teneva stretta con un coltello puntato in gola.. mi disse che aveva un piano e che per far si che si realizzasse tu dovevi dimenticare tutto quello che sapevi sul mondo riflesso, su di me, su di lei, su tutti i nostri momenti.. oppure.. ti avrebbe uccisa. Rubandoti i poteri.. così mi arresi.. pensavo che così tu avresti potuto vivere una vita migliore.. non avresti dovuto combattere.. ti saresti fatta degli amici. Così cancellai dalla tua memoria tutto quello che riguardava me. Questo spiega perchè dai cinque anni ai dodici hai un vuoto totale.. in quel periodo vivevi con la mia famiglia quindi è stato tutto cancellato.. mentre i nostri brevi incontri dai dodici in su avvenivano solo una volta ogni due settimane .. quindi la tua mente non si è accorta di questa mancanza.. ultima cosa .. io non sono mai cambiato perchè noi del mondo riflesso viviamo più a lungo e invecchiamo molto lentamente.. >> Acqua mise la testa tra le mani, era diventato tutto così chiaro.
Un grosso muro di ignoranza era stato abbattuto, adesso tutto le appariva più semplice, non le erano tornati in mente tutti i ricordi ma in questo modo era come se avesse trovato tanti piccoli pezzi mancanti di un puzzle e l'immagine diventava più  chiara. Verità, bugie, intrighi, era tutto più facile.
<< capisco tutto, grazie adesso mi sento molto meglio..non ce l'ho con te per avermi cancellato la memoria.. mi da fastidio il fatto che tu abbia preso quella decisione senza sapere cosa volessi io.. adesso.. riesco a percepire il nostro legame e Ocean grazie per avermi salvato la vita.. siamo cambiati, siamo più forti.. possiamo sconfiggerla ok ? dobbiamo solo ritrovare prima mio padre.. poi ci vendicheremo per quello che ci ha fatto e metteremo la parola fine a questa lunga guerra >>. 
Acqua aveva ragione, erano diventati più forti, ma sarebbe bastato? e poi sembrava aver scoperto così tanto, ma in verità, era poco quello che sapeva confronto al tanto che ancora doveva scoprire.
Era sempre un passo avanti certo, ma la strada da fare era infinitamente lunga e i passi erano sempre molto piccoli.
<< Su dai adesso non pensiamoci per un pò, Beh non prepari la colazione ? >> disse Ocean con un sorriso enorme stampato in faccia << guarda che non sono mica la tua serva ! >> disse con tono scherzoso. 
Ocean si alzò la prese in braccio e le baciò la mano << hai ragione, non sei la mia serva, sei la mia piccola e tenera principessa >>. 
<< E tu sei il mio adorabile principe! coppia perfetta non credi ? però questa principessa adesso dovrebbe farsi una doccia >> disse Acqua ridendo e facendogli la linguaccia.
Corse in bagno, si chiuse nella doccia, con l’acqua calda che le bagnava il corpo, facendola rilassare, togliendole di dosso tutta la tensione.
Finita la doccia si mise un accappatoio e andò di corsa da Ocean, <>. 
Acqua corse per tutte le stanze aprendo le porte, ma Ocean sembrava sparito << dove diavolo può essere >> era perplessa, e si sentiva triste, Ocean era il suo mondo ormai, e aveva paura che potesse sparire come erano spariti tutti quanti. 
Non voleva più provare quella tremenda solitudine, aveva bisogno di lui accanto a lei, perchè era l'unico in grado di rendere emozionante quell'assurdo mondo in cui lei cercava disperatamente di sopravvivere. 
Acqua decise che era meglio calmarsi, ma era troppo difficile stare calma senza di lui. 
Cominciò a piangere si raggomitolò sul letto, riusciva a sentire il suo odore, i cuscini, le coperte tutto sapeva di lui, così dolce così rassicurante, pensava solo a Ocean, al suo nome e all'effetto che le faceva il solo pronunciarlo.
<> Acqua si alzò di scatto, scese dal letto e corse verso di lui.
Ocean non fece in tempo a chiudere la porta che Acqua le era già saltata addosso, con le lacrime agli occhi e bagnata fradicia per la doccia << hey, è successo qualcosa ? piccola che hai ? >> Acqua non riusciva a frenare le lacrime, era contenta, era terribilmente felice, il suo principe era li con lei, non l'aveva lasciata sola, era lì che l'abbracciava e si preoccupava.
<< Non mi lasciare… ti prego, non lasciarmi mai più da sola… Ocean ho bisogno di te, non farlo più ti prego >> Ocean la guardò con uno sguardo angelico.
Non era abituato a stare con qualcuno, quindi non era abituato ad avvisare se usciva, il sentimento che gli univa cresceva, ogni singolo secondo passato insieme rafforzava il loro rapporto e stare separati diventava più difficile.
Ocean appoggiò la mano sulla sua testa, poi fece scivolare la mano sulla sua guancia e le asciugò le lacrime, la guardò negli occhi con uno sguardo compassionevole << scusami, piccola, mi dispiace davvero, non volevo farti preoccupare, ero andato a prendere gli ingredienti per prepararti un ottima colazione. vedi mi sembravi triste così volevo fare qualcosa per te, ti prometto che la prossima volta ti avvertirò ! anzi la prossima volta andremo insieme ! però non piangere >> Acqua abbassò lo sguardo e vide che in mano Ocean teneva un sacchetto, così fece un mezzo sorriso, si sentiva stupida, aveva fatto una scenata per niente << no scusami tu, sono stata una bambina, pensavo che mi avevi lasciata da sola >> Ocean la abbracciò << non ti lascerò mai sola, sarò sempre al tuo fianco anche quando non sarò con te >>.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** il mistero del dipinto ***


<< Acqua, svegliati. Dobbiamo parlare >> Acqua aprì lentamente gli occhi assonati, mise la testa sotto il cuscino sbuffando.
<< Scusa non so il motivo ma mi sento davvero distrutta, non possiamo parlare dopo ? >> disse con voce leggera.
Ocean sembrò non ascoltarla, prese il cuscino e lo lanciò dall’altra parte del letto.
Cominciò a smuovere con insistenza Acqua che, scocciata e con gli occhi ancora socchiusi si alzò a rallentatore sedendosi a gambe incrociate sul materasso.
Si strofinò gli occhi, sbadigliò e si stirò facendo scrocchiare la schiena e le dita.
Si massaggiò i tesi muscoli del collo e delle spalle, poi con sguardo assente e assonato guardò Ocean chiedendosi per quale assurdo motivo l’aveva svegliata in modo così brusco.
<< Sei stanca per tutto quello che hai ricordato.. comunque scusa ma devo salutarti qui .. non ci vedremo più.. o almeno fino a quando la battaglia non sarà finita >> il tono della sua voce era deciso e sicuro ma i suoi occhi mostravano una paura terrificante.
Acqua era scossa, lasciarla lì ? per quale motivo? ormai pensava che sarebbero rimasti sempre assieme. 
Senza di lui sarebbe stata nuovamente sola, i suoi più nascosti, pazzi e tristi pensieri l’avrebbero sopraffatta.
<< No ! voglio partecipare anche io alla guerra.. ti prego.. non voglio stare sola a guardare te che combatti.. Tina è potente non puoi sconfiggerla da solo.. combattiamo insieme Ocean ! >>.
Ocean si girò pensieroso << non lo so .. Acqua non voglio perderti un’altra volta.. hai già affrontato abbastanza.. il nostro è un triste amore.. hai visto parte del passato.. ma del futuro non hai ancora visto nulla.. >> il nervoso occupò la sua mente facendole serrare degli stretti pugni.
Era arrabbiata, doveva sempre sentire le stesse cose: non sei pronta per questo, non sei pronta per quello, è per il tuo bene, ancora non puoi sapere tutto.
Ogni volta che le sembrava di essere vicina a tutta la verità, un mare di misteri e segreti la riportavano al punto di partenza.
Apprezzava il fatto che lui si preoccupasse per lei, ma nasconderla e tenerla all’oscuro di tutto la faceva sentire inutile. Si sentiva un’estranea, come se lei non c’entrasse nulla con niente quando invece sapeva benissimo di essere il centro di questa guerra.
<< smettila.. >> disse con voce basse e con gli occhi lucidi << smettila di tenermi fuori da tutto questo ! non sono più la bambina che dovevi proteggere ! sono riuscita ad affrontare quei brutti ricordi.. Ocean perchè non capisci? >> Acqua si alzò dal letto  tenendo lo sguardo basso gli passò di fianco, Ocean con voce flebile e spezzata rispose << no.. Acqua.. sei tu che non capisci.. >> basta, questo era troppo per lei.
Acqua non si mise a piangere, anche se voleva farlo con tutta se stessa.
Piangere non serviva, anzi avrebbe solo confermato quanto lei fosse ancora debole per affrontare una guerra.
Si chiuse in bagno, si lavò la faccia e i denti, poi si guardò allo specchio ripetendo “sono forte”.
In effetti la ragazza allo specchio non sembrava lei, sembrava davvero forte.
Nonostante la stanchezza e la solita discussione che le ricordava sempre le stesse cose, riuscì a spazzare via la voglia di piangere, gli occhi le ritornarono normali.
Fece un respiro profondo pensando a cosa dire tornando da lui, elaborò un discorso per convincerlo a renderla partecipe.
Decise e più forte che mai prese tutto il coraggio che poteva avere e uscì dal bagno.
Corse nella camera ma quando aprì la porta Ocean non c’era.
Non lo cercò nella casa, aveva la sensazione anzi la certezza che lui se n’era andato.
Il giorno prima aveva detto che sarebbe rimasto con lei anche se non fosse stato al suo fianco, poi avevano avuto quella discussione e lui aveva detto quelle cose, era tutto chiaro. Ocean aveva fatto la sua scelta, l’avrebbe tenuta fuori da tutto questo.
Acqua scese in cucina con un senso di vuoto che cominciava ad invaderla.
Prese un bicchiere d’acqua, aveva la gola secca, si sedette sul divano rannicchiata su se stessa.
Doveva riflettere, capire cosa fare, ma soprattutto doveva capire come raggiungere Ocean.
Non aveva intenzione di arrendersi e di restare nascosta nell’ombra mentre lui rischiava la sua vita.
<< Pensa Acqua.. pensa.. dove può essere andato.. Ocean.. Ocean.. >> Acqua chiuse gli occhi e si concentrò sull’immagine di lui: i suoi occhi oltremare furono la prima cosa che immaginò, poi si sforzò e insieme ai suoi occhi intensi immaginò le sue bellissime e morbide labbra espandersi in uno dei suoi sorrisi migliori, ed ecco i suoi lucenti e lisci capelli neri come la notte più buia insieme alle leggere e arcuate sopracciglia dello stesso identico colore , la sua perfetta e liscia pelle chiara e infine il suo corpo robusto e protettivo che tendeva una mano verso lei.
l’immagine era perfetta come se lo stesse guardando in quel momento, la concentrazione era al massimo. 
Poi finalmente sentì qualcosa, non sapeva il perchè ma sapeva che doveva andare davanti al dipinto e in effetti questo aveva un senso, ripensò al dipinto e allo strano ragazzo che appariva e scompariva, come poteva il disegno di un ragazzo andarsene da un dipinto ? domanda strana.
Una risposta altrettanto strana e ovviamente magica le uscì dalla bocca << Non è un semplice dipinto ! deve essere qualcosa di più ! >>.
Acqua corse nella stanza più veloce che poteva, aprì la porta con furia facendola sbattere contro il muro, si mise davanti al dipinto fissandolo, sperando che qualcosa la condusse dal suo amato.
<< dannazione ! perchè non accade niente .. >> provò a toccare il dipinto ma sembrava non accadere niente.
Pensava di essere arrivata cosi vicino alla soluzione, era frustata, perchè non poteva raggiungerlo? perchè se sapeva che doveva funzionare, se ne aveva la certezza non funzionava ?.
Si arrabbiò, il respiro divenne più veloce, poi presa dalla furia tirò un pugno al dipinto e finalmente qualcosa accadde.
Il segno si accese, il dipinto sembrava essere fatto d’acqua, la mano lo trapassò formando dei piccoli cerchi, come quando si lanciano dei sassi nel mare.
Acqua fece un respiro profondo e finalmente passò dall’altra parte. Il dipinto era un portale. 
Era stata trasportata nelle rive di quel chiaro, lago cristallino, che rifletteva quella gigantesca luna, circondato da alte montagne e da fitti e piccoli boschi. Faceva freddo, l’aria era davvero gelida, il corpo all’apparenza fragile di Acqua cominciò a tremare e a diventare terribilmente freddo.
La cosa strana era che il clima non si addiceva per niente al luogo.
Non c’era traccia di neve, gli alberi erano verdi.
Quello non era un semplice freddo, in soli cinque minuti che era lì, Acqua non riusciva più a muoversi, il suo corpo era completamente congelato.
Cadde a terra raggomitolata, tremando sempre di più.
<< O..o..o..ccee...aa...nnn >> questa era l’unica cosa a cui stava pensando in quel momento, era arrivata fin lì per fare questa fine ? non poteva finire tutto così.
Doveva combattere, doveva lottare, avrebbe voluto fare qualche magia, usare il segno, ma tutte le volte che era riuscita a padroneggiarlo non sapeva come aveva fatto. 
Tentò di gridare ma la sua voce era così debole da essere quasi inaudibile, ormai stava per arrendersi, era stanca, sentiva di non poter fare più niente, da sola non poteva affrontare tutto questo, adesso aveva capito, era riuscita ad affrontare tutto solo grazie a lui che la sosteneva e che la aiutava.
Senza Ocean al suo fianco non poteva affrontare niente.
E forse era meglio così, morire, diventare un corpo senza vita, non avrebbe più dovuto combattere o soffrire, avrebbe solo continuato a dormire in eterno e tutti questi problemi non avrebbero più dovuto preoccuparla.
Così Acqua chiuse i tremanti occhi, smise di tremare e sprofondò in un sonno da cui forse non sarebbe più riuscita a far ritorno.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** sorprendenti verità ***


Era tutto scuro, buio. Non si udiva più il gelido e spezzato respiro di lei in quel luogo freddo e affascinante, l’unico suono che si sentiva era il soffio del vento tra gli alberi e sulla riva del lago il corpo di Acqua non dava segni di vita.

Nessun pensiero, nessun movimento, era morta? era davvero tutto finito? aveva ancora così tante cose da scoprire e Tina non poteva vincere così facilmente.

Ed ecco che il silenzio venne spezzato dal rumore di alcuni pesanti e forti passi e da un sofferente ululato.

Un grande lupo con gli occhi color azzurro ghiaccio, il pelo folto e  nero come l’inganno, il muso bianco panna, le orecchie nere, biancastre e alte, si avvicinava verso lei. Le zampe sottili ma forti, la coda soffice, nera con sfumature bianche.

Era così perfetto, il re di quel posto, sembrava che tutto ciò che era la appartenesse a lui.

Il lupo avanzò con passo fermo, più si avvicinava più diventava grande.

Un forte colpo di vento lo colpì trasformandolo in una scura immagine umana.

Il ragazzo del dipinto? si, era lui, era la sua sagoma la stessa che le apparì nel sogno al parco, questa volta l’immagine si sbiadì e diventò chiara e precisa.

Era Ocean, che appena riuscì a riconoscere Acqua, corse verso di lei, il suo sguardo era sofferente e il suo passo era insicuro.

Si sedette accanto al corpo congelato e le toccò l’esile polso, quando non sentì nessun battito il suo cuore accellerò così tanto che pensava avrebbe smesso di battere da un momento all’altro.

Prese il corpo con delicatezza tra le sue tremanti braccia e le scostò i caramellati capelli dal viso.

Guardava il suo volto pallido, come sul punto di piangere << mi dispiace.. è tutta colpa mia... mi hai detto più volte cosa era meglio per te.. ma io non ti ho ascoltata.. avevi ragione, se fossi venuta qui con me.. non ti saresti congelata.. >>. 

Le lacrime di Ocean scendevano sul volto di lei bagnandole il viso.

<< Ti salverò ! te lo giuro! userò il mio potere per scaldarti e ti salverò ! >> Ocean fece un respiro profondo e cominciò a far fluire il suo potere su tutto il corpo di Acqua riscaldandola. 

<< forza piccola, tu sei forte .. reagisci! >> il suo potere aumentò e il suo corpo cambiò << respira ! respira! >> stava esaurendo il suo potere, più lo usava, più il suo corpo si ricopriva di squame.

continuò a scaldare il suo corpo per più di un’ora stando attento a non cadere troppo nell’oscurità abusando di quel terrificante potere.

Stava per arrendersi quando sentì un piccolo e lento battito, poi un’altro e un’altro ancora, sempre più veloci, sempre piu regolari, il suo corpo riprendeva colore, e ricominciava a tremare per il freddo.

Acqua aprì gli occhi, << sei .. tu .. ? ocean.. ? >> disse con voce esausta.

Sul viso di Ocean apparve un travolgente sorriso e lacrime di gioia continuavano a scendere.

La abbracciò forte, respirando il suo profumo << sei viva ! non farmi spaventare mai più in questo modo ho bisogno di te.. sei importante ! >> Acqua spaventata ma felice di vederlo e di sentire quelle cose, le sorrise, buttandogli le braccia al collo << scusa.. volevo solo stare con te.. ma.. fa.. freddo.. >>.

Ocean la prese in braccio e cominciò a volare verso le montagne << ti porto subito in un luogo caldo ! tieniti stretta >>.

Volarono stretti oltre le montagne Acqua riusciva a sentire la sua pelle squamosa sul suo corpo, non aveva più freddo come prima, Ocean aveva emesso uno scudo in grado di difendere entrambi dalla gelida aria che li colpiva.

<< la temperatura di questo posto equivale a quella che c’è sul pianeta nettuno.. lo so è surreale, ma dopotutto, qui si parla di magia.. io non ne soffro il freddo perchè i maghi sono protetti da un incantesimo contro questo luogo e se tu sei sopravvissuta.. non è per pura fortuna o per merito mio.. è perchè tu sei speciale.. se non lo fossi stata saresti morta non appena sorpassato il dipinto.. >> Acqua non poteva crederci, nettuno ? come diavolo era possibile ?.

Facendo ironia sulla situazione, pensò che in un certo senso era come se fosse atterrata su nettuno, era come scoprire la luna, solo che il rischio di morte era molto più alto.

Apprezzava il fatto che senza chiedere niente lui le avesse spiegato tutto, almeno adesso sapeva perchè era quasi morta.

Guardava dall’alto il luogo, notando che una grande luna riflessa nel lago emetteva una luce giallognola che la collegava alla vera luna.

“Niente domande” si ripeteva, aveva quasi rischiato di morire, non aveva voglia di sentire altre assurde stregonerie.

<< Ocean.. prima hai detto che sono importante, anche tu lo sei. >> uscì con questa frase dal nulla, senza pensare le uscì dalla bocca, stranamente non era nemmeno diventata rossa, era seria, sincera, limpida. Che l’esperienza della morte l’avesse fatta diventare pazza ? nah, forse l’aveva solo fatta diventare più coraggiosa e forte.

<< Strano che tu tiri fuori un argomento del genere.. non sembri te, sei sicura di sentirti meglio ? >> Ocean rideva, un pò spaventato dallo strano comportamento ma infondo felice, le faceva piacere sentirsi dire quella frase.

<< simpatico, dai non so perchè l’ho detto, però.. è la verità. Ogni volta che voliamo sento che .. non lo so.. è come se il cielo fosse nostro, il nostro posto proibito e sento di poterti dire qualsiasi cosa.. anche quella volta.. io stavo per dirti una cosa.. >> Acqua scrocchiò le mani ormai calde, un pò agitata.

<< Ti capisco, è come quella volta che ci stavamo per baciare , comunque ti svelo un segreto, forse un pò crudele.. però te lo svelo comunque >> Acqua arrossì, ripensando a quel giorno, poi tornò in sè << puoi dirmelo ! dimmi tutto >> sorrise.

<< vedi, io e te.. ecco.. non abbiamo mai confessato quello che proviamo.. però.. durante .. due appuntamenti, ci sono stati due baci.. i nostri primi baci.. >> Acqua trasalì, era triste, desiderava tanto un bacio da lui, come quella volta quando era svenuta.. anche se quello non era proprio un bacio.

Non le sembrava giusto, lui li ricordava, lei non poteva. 

Ogni tanto provava rancore e rabbia, lui le aveva cancellato la memoria, era l’unico che poteva rifugiarsi nei loro bellissimi ricordi, mentre lei, per quanto potesse essere felice di non ricordare terribili morti e omicidi, non aveva nessun romantico, passionale e felice luogo in cui rifugiarsi.

<< Non fare quella faccia dispiaciuta, sono sicuro che te li ricorderai.. hai bisogno solo di più tempo e poi Acqua puoi sempre chiedermi di .. baciarti.. così sarà come se avessi ricevuto due volte il primo bacio.. >> Ocean per la prima volta era imbarazzato, non era da lui, quel luogo rendeva davvero entrambi strani.

Si fermò e come nel ricordo di quella volta, la guardò negli occhi tenendole il viso  << chiedimelo >> disse scrutando con i suoi profondi occhi ogni suo movimento << ma cosa dici? anche tu non sembri essere in te ! sicuro di stare bene ? >> Acqua scherzava, era agitata, ma quello che voleva realmente era un bacio.

<< chiedimelo >> ridisse lui, senza cambiare espressione.

Acqua lo guardò con desiderio, si sentiva ardere, non riusciva più a fingere, i suoi occhi erano troppo sinceri << b..b.. baciami ! >> urlò lei, chiudendo gli occhi.

Lui si avvicinò, i loro corpi, i loro respiri si toccavano, le accarezzò la guancia, poi i capelli. Passò le sue fredde labbra sul suo collo, lasciandole piccoli baci che la facevano rabbrividire, poi passo all’orecchio, ogni suo bacio la faceva impazzire, infine le loro labbra si toccarono in un ruvido, ma dolce e intenso bacio.

Riusciva a sentire i fuochi d’artificio, ogni pensiero era concentrato su lui, stavano volando, era un vero e proprio bacio che riuciva a farti volare, facendoti toccare il cielo.

Il bacio finì e i loro piedi toccarono terra.  Atterrarono davanti a un piccolo bungalow in legno, Ocean entrò velocemente con Acqua in braccio.

<< è stato.. stupendo.. >> disse lei.

<< Concordo in pieno, dovremmo farlo più spesso >> disse Ocean facendole l’occhiolino, la prese per mano e la portò nella camera da letto, dove vi era solo un lussuoso letto matrimoniale.

La fece sdraiare sotto le coperte insieme a lui. << stavo pensando che forse è meglio se parliamo di quello che è successo in passato e di tutta questa storia, se sei sopravvisuta a questo freddo glaciale, dovresti riuscie a sopportare un’altro pò di verità.. >> Acqua annuì lentamente, ormai il freddo le era passato e si sentiva al caldo tra le sue braccia << sai, il dipinto.. è un portale.. che racchiude questo luogo.. che è .. anch’esso un portale >> Ocean fece una piccola pausa.

<< continua, voglio sapere tutto quello che c’è da sapere adesso, senza che tu ti fermi.. >>.

Ocean respirò profondamente chiudendo gli occhi poi quando li riaprì cominciò a raccontarle tutto.

<< va bene, beh. questi portali portano.. ad un’altro mondo, quello di cui hai gia sentito parlare, tuo padre ti raccontò una storia quando eri ancora bambina >> Acqua si tirò su per sedersi e sussurrò riflettendo << il riflesso .. della luna.. >>.

<< esatto, parla di una guerra portata avanti da un’anima immortale, Tina, e da un gruppo di mortali provenienti da entrambi i mondi.. tuo padre.. tua madre.. e i miei genitori. Tuo padre e mia madre erano amici d’infanzia, entrambi provenienti dal mondo riflesso.. mentre mio padre e tua madre erano anche loro amici d’infanzia ma .. dei terrestri. Un giorno i tuoi genitori e i miei genitori, si incontrarono in questo luogo, o almeno così narrano i libri di storia del mio mondo. Diventarono amici, si dice sia stato il destino a farli incontrare. beh, comunque diventarono amici e tuo padre si innamorò di tua madre, così decise di cedere i suoi poteri a mio padre, che a sua volta si era innamorato di mia madre. Davvero una strana coincidenza direi.. beh, Tina a quel tempo regnava in modo crudele e scorretto sul mondo riflesso, lei odiava, anzi odia quelli del tuo mondo. Una profezia, dice che una coppia di mortali di un’altro mondo parallelo al nostro l’avrebbero distrutta e la sua tirannia sarebbe finita. Così quando venne a sapere dei nostri genitori.. e dello scambio di poteri, andò su tutte le furie, diventarono ricercati. se qualcuno avesse anche solo provato a nasconderli sarebbe stato giustiziato, era terrorizzata, così decise di diventare più potente. Aveva sentito di un dono in grado di farle avere non solo il dominio sul mio mondo, ma anche sul tuo. Acqua.. quel dono.. >> Acqua sentì una stretta al cuore << è .. il mio dono.. giusto ? >> era terrorizzata, non voleva tutto questo, come poteva avere un potere così grande ? non capiva.

 << giusto.. vuoi che continui ? se non te la senti mi fermo subito.. >>.

<< scusa, continua ce la faccio >>.

Non desiderava altro che sapere, annuì respirando e cercando di aprire bene la mente per reggere il resto della storia.

<< bene, vedi prima di sapere del dono, che è nato con la tua nascita, aveva combattutto contro i nostri genitori. I tuoi grazie a dei poteri presi in prestito dai miei, riuscirono a difendere il tuo mondo da alcuni stregoni mandati da Tina, mentre i miei combatterono contro lei, nel mio mondo, che venne quasi distrutto da questa guerra. riuscirono a sconfiggerla, ma non a ucciderla.. mio padre riportò gravi ferite riuscì a vivere per poco e a conoscere me .. ma .. non riuscì a vedere James.. >> il solo pronunciare quel nome faceva diventare malinconico Ocean, Acqua se ne accorse così gli prese la mano << mi sa che adesso sono io che ti devo chiedere se te la senti di andare avanti.. non ti preoccupare.. Ocean se non ce la fai va bene >> Ocean ricambiò la stretta alla mano, guardò dritto davanti a lui e continuò come se Acqua non avesse detto nulla << dicevo, non riuscì a .. vederlo.. morì quando mia madre era incinta di 5 mesi.. ci fu un lungo periodo di pace e mia madre rimase in contatto con tuo padre che la aiutò molto a superare il lutto.. per molti anni di Tina non si era vista più nessuna traccia, ah giusto, mia madre divenne la nuova regina e io e mio fratello i principi.. comunque Tina era viva. si era nascosta attendendo la neonata che avrebbe avuto il dono.. così lei si sarebbe vendicata.. il punto è che lei era convinta che saresti nata nel nostro mondo, quindi non si accorse di niente fino a quando non arrivò il giorno del tuo compleanno. Dovevi fare cinque anni, il tuo potere diventava più forte e lei cominciava a sentirlo, così ti cercò... e ti trovò..  fu il nostro primo incontro... io ne avevo già 16.. sai ti ho detto che noi invecchiamo più lentamente giusto? beh, adesso io ne ho 19 sono cresciuto solo di tre anni, mentre tu.. 17.. è anche per questo che i nostri padri si scambiarono i poteri.. desideravano invecchiare insieme alle nostre madri, così invertirono i ruoli, cambiando la loro natura. Tina ci sfidò solo tre volte, poi si nascondeva sempre, non sono mai riuscito a trovarla, fa tutto come se avesse in mente un lungo progetto elaborato in tutti questi anni. A volte mi terrorizza pensare che ogni volta ha sempre vinto.. ci ha sempre sconfitti parzialmente, non ci ha mai dato il colpo di grazia.. penso che però.. la guerra, la vera guerra che ha elaborato inizierà solamente.. appena tu avrai risvegliato completamente i tuoi poteri >>. 

Acqua sorrise << forse non c’è bisogno che vai avanti, ho capito Ocean.. voglio combattere.. come fecero i miei e i tuoi genitori.. ti prego, aiutami a far crescere i miei poteri, fa paura lo so.. io ne ho molta.. ma solo se riuscirò a diventare forte e a sviluppare il mio dono, tutto questo finirà. Non vuoi vivere senza più soffrire, o essere spaventato in ogni momento della tua vita? io si, quindi ti prego aiutami a usre i poteri >>  Ocean la guardò con fierezza e sorridendo disse << va bene, domani, inizierò ad allenarti. Sarà difficile, quindi è meglio se adesso andiamo tutti e due a dormire >>.

<< d’accordo, però, sappi una cosa.. ho ricordato tante cose.. forse quasi tutto il mio passato e i momenti con te.. quindi... beh .. una volta ti stavo per dire una cosa. ho deciso che visto che me la ricordo, te la dirò quando la guerra sarà finita, quindi vinciamo a tutti i costi ! >> 

Acqua lo guardò decisa, se aveva un potere così potente da terrorizzare la grande stratega Tina, allora solo lei poteva sconfiggerla, con un pò di allenamento sarebbe diventata forte e avrebbe distrutto Tina, riportando pace nel mondo di Ocean e nel suo.

Questo era il suo destino, salvare i due mondi, doveva fare quello che i suoi genitori e quelli di Ocean non erano riusciti a fare: eliminare definitivamente Tina.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** il bene, la neutralità e il male. ***


La mattina seguente.

Acqua si svegliò, si stiracchiò sbadigliando e si sedette nel letto; guardò di fianco a lei e vide Ocean sdraiato a pancia in giù con la testa ormai sprofondata nel cuscino e un braccio allungato sulle sue gambe.

Lo guardò affettuosamente, scostò piano il suo braccio e si alzò dal letto. Aprì la finestra rimanendo abbagliata dalle prime luci dell’alba. 

La sua luminosità era di un colore biancastro che sfumava in una tonalità arancione-giallo e oro.

Rimase incantata a guardarla. Era luce. 

Dopo tutto quel freddo e quell’oscurità finalmente riusciva a vedere un po di luminosità e calore, che le portavano la speranza che aveva perso.

 Andò nel cucinotto a preparare la colazione per entrambi: frittelle dolci, cialde al cioccolato e due bicchieri di latte fresco.

Poi si sedette un pò a pensare a tutto, doveva allenarsi duramente, un’ottima colazione era il minimo per iniziare bene l’allenamento, doveva essere in ottima forma.

Sospirò << uff.. perchè il mio destino deve essere così crudele.. >> voleva che la sua vita cambiasse ma, non in questo modo e poi non le sembrava essere migliorata molto. 

Cominciò a desiderare di essere una ragazza normale, con una vita normale, dei genitori normali e soprattutto con un ragazzo normale. Ovviamente sempre se lui poteva essere definito il suo ragazzo.

 Ocean si svegliò, scese dal letto assonnato e si diresse verso il cucinotto attirato dal dolce profumino delle frittelle e delle cialde.

Era in boxer e la cosa sembrava non dargli fastidio, anzi appena Acqua lo guardò accorgendosi della cosa, lui si riprese dal sonno guardandola divertito << qualcosa non va piccola ? >> Acqua girò il viso imbarazzato fischiettando << no no, niente che non vada, piuttosto oggi dobbiamo allenarci, quindi credo sia meglio che tu ti sieda, ho ecco.. ho preparato la colazione >> disse frettolosa e agitata.

<< certo, ci alleneremo sicuramente. Ma .. sai abbiamo dormito insieme.. e ci siamo baciati.. più.. e.. più.. volte.. quindi non capisco perchè ti imbarazzi a vedermi in boxer. Se tu... mi chiedessi di diventare tuo.. io.. accetterei subito >> le fece l’occhiolino e disse quelle parole con un tono di voce dannatamente suadente e divertito.

Acqua si sentiva esplodere, provava un desiderio così forte nei suoi confronti e ultimamente sentiva la voglia di esaudire ogni sua richiesta.

<< non mi sembra il caso. >> disse agitata, chiudendo leggermente gli occhi.

<< quando la smetterai di prendere tutto così sul serio ? sto scherzando. >> disse ridendo.

<< va bene va bene, lasciamo stare, comunque svelto a mangiare.. non voglio perdere un minuto di più.. voglio diventare forte.. >> alla parola forte, lo sguardo di Acqua si fece serio, fin troppo serio. I suoi occhi bramavano troppo potere, il suo sguardo era deciso e determinato ma allo stesso tempo c’era qualcosa di buio e oscuro.

Ocean la fissava, guardava quello sguardo terrorizzato.

<< Acqua, forse prima è meglio se parliamo di una cosa.. vedi il tuo dono se non viene usato come si deve può distruggerti..rappresenta tutto..  puo essere il male, come puo essere il bene.. e solo tu puoi decidere come usarlo.. ma stai attenta le tue scelte possono essere influenzate dal tuo desiderio.. >>.

I profondi occhi di Ocean mostravano una serietà e una paura che forse, per quel che lei si ricordava, quella era la prima volta che li vedeva.

<< beh, qual’è il problema ? io sono destinata a sconfiggere Tina questo mi rende il bene mentre lei è il male.. non c’è motivo di preoccuparsi so gia quello che sarò.. non mi farò influenzare da niente e da nessuno.. puoi stare tranquillo.>>

Ocean sospirò, non per il sollievo ma per qualcosa di spaventoso e che lei non poteva comprendere.

<< ok, Acqua, allora adesso basta. Andiamo ad allenarci, giusto grazie per la colazione >>.

Ocean si alzò, senza nessun tipo di emozione sorprendente sul volto. Acqua lo seguì senza dire nulla.

Appena la porta si aprì, una folata di vento soffiò su di loro e come teletrasportati da essa si ritrovarono al centro del fitto bosco.

<< che diavolo è successo ? >> disse sorpresa.

<< ho richiamato il vento.. è un potere della natura.. che useremo molto spesso diciamo. Ascolta bene, noi alla fine non veniamo proprio da un mondo parallelo al tuo, noi semplicemente veniamo dalla luna, solo che il nostro mondo è visibile solo se per arrivarci usi il riflesso della luna. è un mondo nascosto al vostro e >> Acqua lo fermò e con uno sguardo perso disse << no! scusa non mi interessa adesso, io voglio solo allenarmi te l’ho gia detto. Parlami del mio dono ti prego >>.

Ocean le prese la mano, la strinse forte e fece fluire un potere questa volta diverso su tutto il suo braccio, non era una fiamma blu, era una fiamma bianca e trasparente come l’aria.

Il segno di Acqua si illuminò dello stesso colore biancastro della fiamma che il ragazzo racchiudeva nella mano.

<< come ho detto prima, c’è il bene e il male. ma c’è anche la neutralità. tu piccola, purtroppo con questo test che ti ho appena fatto .. non sei ne dalla parte del bene, ne dalla parte del male.. sei neutrale. Significa che puoi essere sopraffatta dal tuo stesso dono. Quindi mettiamocela tutta >>.

“ Neutrale ?, ma questo non ha senso ” lei aveva un compito, lei doveva sconfiggere la strega, quindi perchè poteva essere lei la cattiva ? non riusciva ad accettare il fatto che poteva accadere quello che era accaduto a Ocean.

Non voleva sembrava un mostro crudele e spietato e non voleva fare del male alle persone che amava.

<< Aspetta, non capisco, perchè ? >> era incomprensibile per lei, con tutto quello che aveva affrontato, non poteva credere di essere cattiva, aveva passato una vita triste e questo l’aveva resa comunque una ragazza educata e gentile verso gli altri.

<< mi dispiace, non c’è un perchè. Vedi le nostre emozioni sono piu difficili da controllare, a volte sono impossibili e tu provi del risentimento verso tante persone.. soprattutto il tuo patrigno.. e Tina.. e anche tua madre.. >>.

Adesso era chiaro, ovviamente come poteva non provare del risentimento, come poteva non provare odio verso quell’uomo, verso Tina e poi sua madre.. per quanto adesso riuscisse a capirla.. perdonarla era comunque difficile.

<< mmh, capisco.. va bene.. cercherò di diventare più stabile, beh concentriamoci sui poteri adesso >>

Ocean le sorrise << credo in te piccola, ce la puoi fare >> le accarezzò la guancia baciandole dolcemente la fronte.

una magia ? oh si, un’altra magia, quel semplice trascinante e caldo e dolce bacio sulla fronte l’aveva tranquillizzata, adesso si sentiva pronta.

<< ok, allora cosa devo fare ? >> fece un respiro profondo, Ocean le mise i palmi delle mani rivolti verso l’alto, all’altezza della sua pancia, appoggiò le sue mani sopra le sue. Inspirò ed espirò. Chiuse gli occhi e le fiamme blu apparvero.

Era una fiamma fredda ma lasciava un senso di bruciore sulla mano.

<< concentrati, sto cercando di sbloccarlo.. ma ho bisogno che tu ti concentri, pensa a qualcosa per cui vuoi lottare, o a qualcuno, pensa a come dare forma al tuo dono. A come usarlo, a come renderlo bello e libero. Pensa Acqua, io credo in te, il potere risiede dentro te devi solo concentrarti e liberarlo >>.

Un flusso bianco e trasparente fluì su tutto il corpo di lei, cominciando a sfumare in un‘aura arancione e rossa. Il flusso si espanse, diventando sempre più forte e imponente. 

Si sentiva potente, invincibile. Il segno si illuminò ancora ma questa volta diventò piu grande e  delle linee nere e ondulate ricoprirono il suo braccio. 

Ocean si fermò << Acqua, ancora un pò, ci stai riuscendo, forza piccola , solo un’altro po >>.

Il respiro di Acqua era diventato più affannato. 

Il cambiamento avvenne, sembrava una dea, era luminosa, i suoi occhi non avevano nessun segreto, nessun sentimento erano solo pieni di forza. 

Da azzurri cristallini erano diventati bianchi  come la neve, i suoi capelli da castani caramellati erano diventati   neri come la notte e lei, oh lei era spaventosamente potente. 

Tutto era luminoso e l’aria intorno a loro era diventata paradisiaca.

Stava pensando a Ocean, voleva essere forte per stare al suo fianco e aiutarlo, voleva essere all’altezza della situazione, voleva difendere tutti e desiderava che tutto finisse al più presto, doveva sconfiggerla.

I suoi pensieri cambiarono e insieme ad essi anche il suo potere, le era venuto in mente il dolore, la sua memoria che era stata cancellata, la sofferenza di sua madre, quella di Ocean, la morte del piccolo James, la perdita di suo padre.. tutte quelle stancanti battaglie.. l’uomo nero.. Tina.. l’odio la pervase, un desiderio di vendetta cresceva dentro di lei. 

Una tempesta si stava scatenando e i suoi occhi stavano diventando oscuri.

<< Acqua basta, smettila ! hai fatto abbastanza ! Acqua calmati ! >>

Ocean non sapeva come fermarla e l’aria era diventata gelida intorno a loro

<< basta ! piccola, ascoltami se continui così perderai il controllo, questo è solo un allenamento, non è un combattimento ! smettila, so che puoi fermarti >>.

Acqua cominciò a tremare, delle lacrime inespressive uscirono dai suo occhi e tutto si fermò il violente flusso che era diventato nero come il carbone sparì e lei svenne tra le forti braccia di Ocean.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** lo spirito e la profezia ***


La mente di Acqua navigò per ogni spazio dell’universo, ogni suo senso era amplificato. 

Poi un bagliore le apparve in questa visione << hey, riesci a stabilirti ? >>. 

Il suo corpo prese forma nell’ampio spazio << chi sei ? e dove sono ? >>.

Era tutto confuso e sfocato. Le era venuta la nausea come se fosse appena stata sulle montagne russe.

Il bagliore si trasformò in un ragazzino, un ragazzino dagli occhi verde smeraldo e con dei capelli mossi, corti color biondo .

<< Io sono il tuo spirito guida >>.

Gli spiriti guida di solito prendevano sembianze animali e potevano essere o uno o due, mentre questa volta era un ragazzino.

Potevano aiutare la persona che li evocava a capire come usare i propri poteri, potevano mostrare il vero io, oppure potevano raccontare storie e mostrare cose del passato che nessuno conosceva. 

La cosa strana era che il suo spirito era particolare, non si era mai vista una guida con sembianze umane, perchè per chi aveva avuto una vita umana diventare uno spirito era impossibile.

Ma forse in questo caso, considerando che Acqua era totalmente diversa da ogni altro essere umano, le cose potevano essere uniche, come lo era lei. Ma chi era in una vita precedente quel ragazzo ?

<< Sei come.. il gatto che ho sognato al parco ? >> era confusa, al parco aveva sognato un gatto tramutarsi in ragazzo poteva essere lui ? no era convinta che fosse Ocean.

<< No, non sono io, quello era mio fratello. Ocean >>.

Il cuore le si fermò, adesso lo riconosceva, era James. Il piccolo adorabile e tanto mancato James. Era proprio come l’ultima volta che l’aveva visto, non era cresciuto neanche un po.

<< Ma.. ma.. tu eri.. insomma.. Ocean ti aveva.. >> lo spirito le si piantò davanti abbracciandola.

<< Ucciso ? si mi ha ucciso, infatti io sono uno spirito.. non so spiegarti il perchè ma quando sono morto.. beh non volevo lasciarvi, così sono stato attirato dal tuo dono che mi ha permesso di vivere come tuo spirito. Oh mi sei mancata così tanto. Ho aspettato a lungo questo momento. Il momento dell’evocazione, ho passato ogni istante in questo mondo solitario. A consolarmi c’erano solo i nostri ricordi. cosa ne dici se giocassimo ancora come una volta ? sarà divertente !  >>.

Ed ecco altre questioni complicate che le si presentavano davanti, altri problemi, altri casini, altri misteri.

Beh, comunque non poté fare a meno di ricambiare l’abbraccio, era così caloroso e sapeva che lui per lei era importante, i suoi occhi verdi smeraldo erano affascinanti ma sembravano così innocui e allegri.

Non voleva staccarsi da quell’abbraccio, per lei in quel momento lui era vivo. Non era morto e se Ocean l’avesse visto, chissà cos’avrebbe fatto.

Probabilmente si sarebbe messo a piangere, rivedere suo fratello dopo tutto quel tempo, sarebbe stato troppo bello per lui come un desiderio divenuto realtà.

<< Mi.. mi sei mancato anche tu .. davvero.. sono felice che tu sia vivo .. però beh non mi sembra il momento di giocare.. è successo qualcosa ma non mi ricordo cosa. puoi aiutarmi ? >>.

<< Tecnicamente non sono vivo, quando tu non avrai più bisogno di me io morirò sul serio.. dopo questa volta.. io e te non ci vedremo più. Quindi cosa ne dici di giocare ? >> disse il ragazzo, era così felicemente infantile.

Sorrideva anche quando diceva di essere morto, come se non fosse niente.

<< James non dire così.. io avrò sempre bisogno di te, quindi vivrai per sempre come mio spirito e troverò il modo di stare con te ogni giorno però adesso ho bisogno che tu adesso mi dia una mano .. ti prego.. spiegami cos’è successo >>.

Il sorriso di James si trasformò in un broncio << non sarà così.. è impossibile ormai sono morto.. non tornerò mai in vita >> disse sussurrando leggermente quelle parole. 

Il suo sguardo era sofferente. Da una parte si sentiva felice per le parole pronunciate da Acqua. Almeno non aveva dimenticato il loro legame.

Dopo una breve pausa riprese il suo discorso sorridendo.

<< E va bene.. vedi, stavi provando ad usare il tuo dono però purtroppo i sentimenti negativi ti hanno invasa e hanno avuto il sopravvento su di te.. così sei svenuta e adesso sei finita in questa dimensione, sei qui mentalmente ma non fisicamente. Io sono apparso perchè è giunto il momento di raccontarti la tua storia, quella che hai dimenticato >>.

Acqua aggrottò le sopracciglia, non riusciva a capire di cosa stava parlando.

Non aveva mai sentito nessuna storia. Si sforzò cercò ci pensarci.

Ma certo ! come aveva fatto a dimenticarla ? era riuscita a ricordarsela. 

La storia di suo padre, gliela raccontava sempre. 

James chiuse gli occhi e sopra le loro teste apparve un libro molto spesso con una copertina bianca.

Lo toccò, magicamente la copertina diventò trasparente e una voce soave e femminile cominciò a narrare la storia scritta nel libro.

 


IL RIFLESSO DELLA LUNA.

 

Conoscete quelle storie che iniziano con c’era una volta?

Beh, questa inizia con c’è un principe e una principessa.

E’ una storia che parla di un presente e di un futuro.

Ma questa è diversa dalle solite favole con un lieto fine.

Perchè il principe e la principessa il lieto fine non l’avranno.

Vi chiedete il perchè ? ma è semplice.

Il mondo partirà da zero.

Ma per far si che ciò avvenga, la principessa dovrà sconfiggere la strega.

E per sconfiggere la strega, dovrà usare tutto il suo potenziale, da sola.

Quando la sua magia sarà al limite, lei lo supererà.

Ma la sua vita non continuerà.

Il mondo riflesso non verrà spazzato via.

Il suo principe sopravviverà e regnerà in modo giusto.

E la strega finalmente morirà.

Ma il principe sofferenza in eterno proverà.

“Oh, che dilemma, che fine ingiusta” penserete voi cari lettori.

Ma ogni guerra ha le sue vittime e il destino non siamo noi a sceglierlo.

Il futuro vi è stato narrato.

Ora il presente che diventerà passato vi sarà raccontato.

La guerra è iniziata.

Un umano e un umana, amici da tempo, il portale hanno trovato.

Ma il loro nome in questa storia, non verrà svelato.

Il ritratto è un portale, che porta al lago.

E tramite il riflesso della luna nell’altro mondo entrambi verrano trasportati.

Ma non sono gli unici a conoscere il misterioso luogo.

Perchè nello stesso istante in cui il fascio di luce verrà attraversato.

Nel mondo lunare una maga e un mago, il portale opposto hanno trovato.

Uno scontro, delle amicizie sono nate.

Ma per colpa di uno scambio, che contro natura è stato.

Tutto verrà mischiato.

E una bambina con il dono adatto per uccidere la strega nascerà.

Questa bambina principessa diventerà.

E il principe conoscerà.

Ma il resto della storia voi sapete già.

Detto questo, la strega adesso è spaventata.

E dagli incubi su di voi giovani verrà perseguitata.

Molte morti, molti drammi avverranno.

E il giovane principe e la giovane principessa molte battaglie perderanno.

Ma infine momenti belli passeranno.

Il loro amore nonostante la morte vivrà.

Ma il destino non cambierà.

Il resto della storia ancora non è scritto.

Le pagine in bianco sono state lasciate.

Per lasciare spazio a ciò che voi desiderate.

Principessa devi cambiare perchè per adesso sei come una rosa senza spine.

E con questo la profezia ha fine.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Magia nera ***


« quindi alla fine morirò anche io..»
Il suo corpo tremava, aveva una così grande responsabilità sulle spalle e da quello che la profezia narrava la sua vita si sarebbe spenta finita la guerra.
« Mi dispiace acqua, ma il destino non si può cambiare. Non ne devi fare un dramma, morirai per un motivo molto nobile ».
« no James.. Io non ho paura di morire, ho paura di..»
« tremi perché tu sei l'ultima possibilità che abbiamo di vittoria, sei l'arma vincente, questo ti spaventa vero? Perché dovrai affrontare tutto da sola. Ma ce la puoi fare, anche se è un grande compito io credo in te. Tu ci salverai tutti, lo so ».
James l'abbracciò forte, quasi da stritolarla. Acqua non rispose, james aveva capito tutto. Aveva compreso i suoi sentimenti, chissà se anche ocean avrebbe accettato la cosa allo stesso modo. Lo spazio che li circondava cominciò a frammentarsi, tutto si stava spezzando.
« hey, mi sa che é ora per te di ritornare dal tuo amato é molto in ansia ».
« no! James, ti riporterò indietro ! Te lo prometto, noi ci vedremo ancora. Questo non é un addio !. »
L'ultima cosa che acqua vide de james fu un sorriso e delle lacrime che bagnavano il suo volto. 
« james! » Acqua si alzò di scatto, Ocean era seduto al suo fianco con la schiena appoggiata ad un albero che dormiva profondamente. La ragazza fece un respiro profondo, si calmò e si avvicinò a ocean per svegliarlo.
« ocean ! Mi sono svegliata, ora apri gli occhi ti devo parlare di james !! » Con voce ancora assonnata e gli occhi socchiusi pronunciò il nome del fratello in modo perplesso.
La ragazza gli mise la mano sulla guancia « si, ocean james, ti devo parlare di lui. » Ocean aprí completamente gli occhi. « Stai bene piccola ? Eri distrutta appena il flusso di potere é svanito tu ti sei addormentata e ho pensato che forse era meglio riposarci. Oh giusto hai detto james.. Cos'è successo ? » ACqua con calma spiegò la situazione a ocean: come si era sentita nel rivedere james, le emozioni che aveva provato e la profezia manomettendo il fatto che citava la sua morte. Non poteva dire tutto a Ocean, non  avrebbe mai accettato quello che la profezia diceva e sarebbe stata solo una preoccupazione in più. « Ocean e se ci fosse un modo per riportarlo tra noi ? Se in qualche modo questo contatto che lui ha con me gli permettesse di vivere ancora e di tornare a stare al nostro fianco ? ». Acqua continuava a scricchiolarsi le mani, era agitata, rivedere james l'aveva scossa. Pensava che era tutto ingiusto e che ci doveva esserne un modo per salvarlo, per salvare la sua anima che era ancora li con lei. Ocean teneva lo sguardo rivolto verso il basso, ormai si era arreso aveva perso James da così tanto tempo che l'idea di rivederlo, di riaverlo al suo fianco sembrava solo un illusione, un tentativo del destino di giocargli un brutto scherzo e di illuderlo. Nonostante questo, nonostante sapesse che era impossibile resuscitare una persona e che le leggi della natura  dovevano essere rispettate e l'equilibrio mantenuto, per un momento Ocean pensò a come sarebbe stato riavere il suo fratellino. « Forse un modo c'è, ma porterebbe dei rischi. La sua anima é viva dentro di te e gli spiriti guida ci sono delle volte che possono essere portati a uno stato materiale. Di solito gli spiriti guida hanno sembianze animali o di creature rare. Non é mai capitato che uno spirito prenda sembianze umane ». Ocean si alzó, tese la mano verso Acqua ancora seduta per terra e la tirò su. Acqua si buttò tra le sue braccia abbracciandolo con tutta la forza che possedeva, in quell'abbraccio ci mise tutto l'appoggio, il conforto e l'amore che provava e che voleva dargli. 
« Facciamolo ocean! Troviamo questo modo per portare l'anima di James allo stato materiale. Non pensiamo ai rischi, può essere una cosa stupida da dire ma dopotutto lui non meritava di morire. » Ocean ricambiò l'abbraccio e rispose solo con un semplice « d'accordo» ovviamente era preoccupato e non sapeva quanto quella poteva essere una buona scelta, ma lui amava suo fratello ed era veramente ingiusto il modo in cui era scomparso. Avevano la possibilità di riportare in vita la persona che amavano, quindi perché non farlo ? I rischi erano davvero enormi ma l'amore che provavano per James era ancora più grandi della paura di fare qualcosa di rischioso e contro natura. 
I due tornarono nel bungalow. ocean possedeva dei libri di tecniche magiche proibiti, libri che raccontavano come controllare gli spiriti, come evocarli e libri di magia nera e proibita. Acqua vedendoli sentiva che c'era qualcosa di estremamente pericoloso e sbagliato, qualcosa non andava aveva una sensazione troppo negativa. Ocean al contrario cominciava a farsi prendere troppo la mano, leggeva concentrato il libro di magia nera cercando qualcosa sul corpo e l'anima. 
« Ok, Acqua ho una soluzione forse. Leggi questo libro, concentrati e cerca il più possibile di imparare come evocare gli spiriti guida o come metterti in contatto con loro. Io ho trovato un incantesimo che può permettere a un anima confinata nella terra di ritornare al suo corpo. Se quando evocherai James io riuscirò a fargli questo incantesimo forse potrà tornare per sempre al suo corpo materiale. » Acqua nonostante la paura, si sentiva decisa. Era pronta a imparare quello che poteva per salvare James, avrebbe dato il massimo per imparare a controllare gli spiriti e era sicuro che tutto avrebbe funzionato. « D'accordo, io sono pronta Ocean e tu ? » Ocean la guardò con determinazione e sorridendo disse « facciamolo ! ».
I due uscirono dal bungalow « ok, acqua ora concentrati e evoca James io intanto comincio a concentrarmi sull'incantesimo. Quando evocherai James io lancerò immediatamente la mia magia su di lui, dobbiamo essere veloci e precisi, altrimenti potremmo distruggere per sempre anche la sua anima. » Il rischio era grosso ma acqua si fidava di Ocean ed erano in perfetta sincronia, entrambi erano sicuri di potersi fidare delle capacità dell'altro e per questo sapevano di potercela fare. Acqua si concentrò, nel libro c'era scritto che per evocare uno spirito guida bisognava immaginarlo nella mente tenendo gli occhi chiusi, poi l'energia spirituale doveva circondare tutto il corpo e infine doveva essere concentrata nella mente. A quel punto bisognava farla esplodere all'esterno in questo modo lo spirito all'interno del corpo sarebbe potuto uscire. La parte difficile era cercare di pensare solo a quell'immagine nella testa, qualsiasi altro pensiero avrebbe portato lo spirito all'esterno del corpo ma lo spirito si sarebbe disperso e non sarebbe più potuto tornare indietro. 
Acqua mise in atto tutto quello che diceva il libro alla perfezione, un flusso di magia rossa la circondò, i suoi occhi diventarono bianchi, i capelli nero corvino e un esplosione di potere travolse tutta la foresta. Ocean era sbalordito, quel potere era il suo dono, era riuscita a controllarlo. Non era un potere neutro, o maligno era un energia buona. Nonostante questo, Ocean non poteva distrarsi si concentrò al massimo poi accadde. L'anima di James apparve e Ocean con tutta la sua potenza lo colpì. Tutto divenne bianco, Ocean e Acqua erano stati trasportati nel nulla più totale.
« Dove siamo? Ce l'abbiamo fatta ? » Acqua si guardò intorno ma non c'era traccia di nulla, nemmeno di James. 
« Non lo so Acqua, siamo finiti nella zona del giudizio. Sapevo che era un rischio.. ».
« Zona del giudizio? Che cos'è ? » davanti a loro apparve un maestoso cancello argentato. Improvvisamente si aprì e una divinità con un lungo vestito verde e floreale apparve, era una figura magnifica. Bella e possente. « Il mio nome è Rea. Prescelti della profezia. Io sono la dea della natura, il mio intervento è stato ritenuto opportuno dal consiglio degli dei maggiori. Voi avete usato la magia nera e infranto le mie leggi. Le leggi della natura. L'energia del ragazzo che avete riportato in vita é stata sottratta all'equilibrio della natura. Ma visto che voi siete un caso speciale, vi porrò davanti a una decisione, siete pronti ?». 
Acqua e Ocean si guardarono poi decisi e non pentiti per quello che avevano fatto, guardarono la dea annuendo. « Se ci dovrà essere una punizione l'accetterò, l'accetteremo entrambi. Ma ti prego dea Rea. Abbiamo fatto tanta fatica e noi vogliamo riavere James! Lui era dentro di me, non era del tutto morto. Non potevamo non fare nulla. Non potevamo abbandonarlo così !». Ocean prese per mano Acqua per tranquillizzarla e per affrontare insieme qualsiasi cosa avrebbero dovuto affrontare. 
« Bene. Vedo che siete untiti e pronti. Potrete riavere James, e non vi sarà data nessuna punizione, ma ricordate. C'è sempre un prezzo. Prima o poi l'equilibrio dovrà essere ristabilito e non potrete più tornare indietro.» 
I due ragazzi tornarono alla realtà, si trovarono sdraiati nel prato e di fianco a loro, c'era un ragazzo. Alto come Ocean, con un fisico ben formato, lineamenti da principe e capelli riccioluti di un biondo mielato. 
« Ocean ! Ma chi è quel ragazzo ?! James non era così grande, come mio spirito era molto più piccolo di me. Quasi un bambino, questo ragazzo avrà la tua età !». Ocean aveva lo sguardo fisso sul ragazzo addormentato nel prato. Le sue sopracciglia si aggrottarono e delle lacrime cominciarono a cadere sul suo volto. 
« É lui Acqua. È James. Ce l'abbiamo fatta ! Sono passati molto anni se non fosse mai morto avrebbe avuto questo aspetto. Noi invecchiamo lentamente ma non cambiamo giorno per giorno. Cambiamo da un giorno all'altro a una certa età e rimaniamo con quell'aspetto fino a un tot di tempo. Ti rendi conto piccola ! È tornato da noi ! James é tornato.» Acqua gli prese le  mani e sorridendogli dolcemente scoppiò in lacrime « si, Ocean é tornato. Ora potremmo essere di nuovo una famiglia ! ». 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1602201