10 Spintarelle per Teddy e Victoire

di Ale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Crayons ***
Capitolo 2: *** Scribble ***
Capitolo 3: *** Chocolate ***
Capitolo 4: *** Blue ***
Capitolo 5: *** Vandalism ***
Capitolo 6: *** Carnival ***
Capitolo 7: *** Pancakes ***
Capitolo 8: *** Theatre ***
Capitolo 9: *** Behind the scenes... ***
Capitolo 10: *** Autumn ***



Capitolo 1
*** Crayons ***


Crayons

Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10 pokes’. I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling.

A Vale

Crayons

Sabato pomeriggio alla Tana.

Una volta Victoire lo adorava: nonno Arthur le faceva vedere gli ultimi marchingegni babbani che era riuscito a portare a casa dall’ufficio, nonna Molly le faceva provare vestitini su vestitini, continuando a ripetere con le lacrime agli occhi quanto assomigliasse alsuo bellissimo Bill’; mentre tutti gli altri adulti la riempivano di sorrisi e complimenti.

Insomma, non avevano occhi che per lei.

Ma ora…

La piccola Dominique emise un gorgoglio divertito mentre nonno Arthur lo faceva volteggiare come un aeropanino babbano. Nel frattempo nonna Molly e i nonni Delacour (arrivati da Marsiglia qualche giorno prima) facevano un mucchio di versetti stupidi. Zio Ron faceva delle smorfie strane, che l’avrebbero anche fatta ridere se non fossero state rivolte alla sua nuova sorellina. Zia Hermione sospirava intenerita, mentre zia Ginny era impegnata in una discussione con zio Harry. Victoire colse le parole “bambini”, “famiglia” e “sarebbe anche ora!”.

Batté un piedino a terra con fare stizzito. Insomma! Perché non la degnavano di uno sguardo?!

“Nonnino!” lo chiamò, tirandogli una manica. “Fai fare l’aeropanino anche a me?”

“Oh, tesoro mio! Temo che la schiena di tuo nonno non sia più resistente come una volta. si intromise nonna Molly, carezzandole con tenerezza il lucido caschetto di capelli rosso dorato.

Victoire si imbronciò. Se ci fosse stato il suo papà l’avrebbe messa a cavalcioni sulle spalle e avrebbero giocato alla principessa e il suo cavallino. Ma il suo meraviglioso papà dalla faccia sfregiata era stato chiamato d’urgenza a spezzare un incantesimo in Cornovaglia…

Forse poteva provare con maman

Maman? Mi prendi in braccio?” chiese, sforzandosi di apparire il più adorabile possibile, imbronciando la bocca, proprio come faceva quando voleva farsi comprare un gioco dal papà, ed estendendo le piccole braccia verso la sua incantevole madre.

Peccato che maman fosse immune al suo fascino.

“Più tordi, ma p’tite. Adesso devo dare da mongiare a Dominique. Perché non voi a disegnore qualcosina, mm?” le suggerì Fleur, prendendo tra le braccia il suo piccolo frugoletto.

Zia Ginny le sorrise, facendole un buffetto. “Sì, Vicky: perché non vai a fare compagnia a Teddy, che è di là da solo?”

Victoire gonfiò le guance, irritata.

Teddy Lupin.

Ecco un altro motivo per cui il sabato pomeriggio dai nonni non era più lo stesso. Insieme alla nuova sorellina e ai cuginetti Fred e Molly, era comparso quello strano bambino con i capelli turchini. Era più grande di lei ed aveva l’inquietante facoltà di poter cambiare in un battito di ciglia i propri connotati. E, come se tutto questo non bastasse, con i suoi spettacolini aveva contribuito ulteriormente a rubarle l’attenzione.

Le stava decisamente antipatico. Forse non quanto i tre mostriciattoli, ma ci andava vicino.

Con un broncio da primato (ormai aveva capito che gli adulti quel giorno non le avrebbero dato retta), Victoire prese il suo blocco da disegno e le matite colorate e si sedette di malavoglia sul tappeto, dove Teddy disegnava a pancia in giù.

Gli lanciò un’occhiata seccata. Nel vedere il disegno del bambino, arricciò il nasino lievemente lentigginoso: come tutti i maschi, stava ritraendo troll di montagna e altri animali dall’aspetto orribile.

Scostandosi i capelli dal volto con un gesto sprezzante, come aveva visto fare a maman, prese la matita rosa dal suo astuccio. Lingua tra i denti per la concentrazione, cominciò a ritrarre una stupenda (almeno secondo il suo modesto parere artistico) principessa.

Il disegno, comunque, non la distrasse dalle sue considerazioni furenti. Perché nessuno giocava più con lei? Quando erano comparsi Fred e Molly era già stato abbastanza duro dover condividere l’attenzione dei nonni, ma da quando c’era quel mostriciattolo in casa i suoi genitori non avevano occhi che per lei! Persino il suo fantastico papà l’aveva un pochino tradita… Forse aveva fatto qualcosa di male? Forse i suoi genitori volevano più bene alla nuova sorellina?

Con la bocca piegata in una smorfia, disegnò due grandi occhi azzurri ed una fluente chioma giallo fosforescente.

“Perché non le fai i capelli verdi?” chiese Teddy all’improvviso, facendola sobbalzare. Per un attimo dimentico del proprio disegno, il bimbo stava sbirciando il foglio di Victoire.

“Non esistono principesse con i capelli verdi. dichiarò infastidita per essere stata disturbata.

“E perché no, scusa?”

“Perché non esistono e basta.”

“Ma i capelli verdi sono più belli di quelli gialli.

“E chi te l’ha detto?”

“Guarda!”

E così, davanti agli occhi di Victoire, i capelli di Teddy cambiarono colore. La bambina rimase a bocca aperta per lo stupore. Cioè, non è che non lo avesse mai visto mettersi in mostra davanti agli adulti, ma era sempre stata più impegnata a cercare di riguadagnare l’attenzione perduta. Così, non è che lo avesse mai visto veramente bene.

E ora… Beh…

“Wow…” mormorò, incredula. “E quali altri colori sai fare?” chiese, mettendo da parte il proprio disegno e squadrando il bambino con malcelata curiosità.

Teddy scrollò le spalle. “Boh, tutti.”

Lei si corrucciò. “Non ci credo.”

Anche lui aggrottò le sopracciglia. “Ti dico di sì!”

“Sai fare questo?” lo sfidò Victoire, mostrandogli una matita fucsia.

“Facilissimo.” si vantò Teddy, mentre la sua chioma replicava l’esatto tono della matita.

Victoire cercò di non sembrare impressionata, mentre raccoglieva una matita color terra di siena bruciata. “E questo?”

Man mano che la zazzera scompigliata di Teddy riproduceva l’intero spettro di colori, l’antipatia che la bambina provava nei suoi confronti pian piano impallidiva. Di fronte a quell’avvicendarsi di sfumature, quello che era cominciato come sfida diventò ben presto un gioco, durante il quale entrambi scoprirono che l’altro era più simpatico di quanto non fosse apparso a prima vista. Teddy, addirittura, si scoprì a pensare che Victoire non era per niente male, per essere una femmina ovviamente.

Victoire, a sua volta, era stata così presa dal gioco da non essersi accorta che erano arrivati anche i terribili cuginetti, Fred e Molly. Non se ne rese conto almeno finché non volle riprendere a disegnare e scoprì, con suo sommo orrore, che le sue matite colorate erano finite in bocca ai due piccoli Weasley, impegnati a masticarle per bene.

Li fissò a bocca aperta, assolutamente sbigottita per la scena che le si parava davanti. Poi, il labbro inferiore cominciò a tremarle pericolosamente ed il naso a pruderle. Sentì le lacrime raggrupparsi agli angoli degli occhi ed era pronta ad esibirsi in un pianto à la Victoire, quando una matita turchese le si parò di fronte al naso.

Perplessa, si voltò verso Teddy. Lui la fissava compunto, forse timoroso che scoppiasse veramente in lacrime. “Visto che non ti piace il verde, perché non fai una principessa dai capelli azzurri?” le chiese, riprendendo la loro discussione interrotta.

Victoire, distratta, tirò su col naso. “Se le facessi i capelli azzurri, diventerebbe una Fata Turchina e non una Principessa!” protestò.

Lui storse il naso. “Non tutti quelli che hanno i capelli azzurri sono Fate Turchine!”

Lei ci pensò un po’ su. “È vero! Ci sono anche i Principi Azzurri!”

Contento di aver evitato la catastrofe, Teddy si alzò in piedi.

“Dove vai?” domandò Victoire, non rendendosi conto della lieve nota di panico nella sua voce.

Teddy tirò su col naso con aria di importanza. “Fred si è infilato una matita nel naso. Vado a togliergliela.” Con un piede le avvicinò la propria scatola di matite colorate. “Puoi usare le mie. Tanto non mi va più di disegnare.”

Victoire lo guardò togliere la matita dalla narice di Fred e poi sedersi a fianco dei cuginetti, controllando che non si facessero male con un’aria seria e composta sul viso.

Spostò lo sguardo sulle matite colorate e si disse che, forse, aveva trovato un alleato in quel campo di nemici. Così, dopo qualche incertezza, cambiò il colore dei capelli della principessa in un bel rosso dorato e le disegnò accanto un bel principe dai capelli turchini…

Commenti:

Innanzitutto volevo chiarire l’età di Vic e Teddy: dall’epilogo sappiamo che hanno circa due anni di differenza (avendo Teddy diciannove anni ed essendo venuto a salutare Vic in partenza per Hogwarts, è presumibile che lei sia all’ultimo anno), quindi in questa one-shot hanno rispettivamente quattro e sei anni.

Per quanto riguarda fratelli, sorelle e cugini vari, navigando su Internet ho scoperto che:

  1. Bill e Fleur hanno avuto altri due figli dopo Victoire: prima una figlia (Dominique) e poi un figlio (Louis)
  2. Percy si è sposato con una certa Audrey e da lei ha avuto due figlie: prima Molly (chiamata così in onore della nonna) e poi Lucy
  3. George si è sposato con la ex-fidanzata di Fred, Angelina, e da lei ha avuto un figlio (Fred) ed una figlia (Roxanne)

N.B. A parte le età di Teddy e Vic, le età della nuova generazione di cui sopra sono una mia iniziativa: non so chi sia nato prima o dopo!

Victoire: ho voluto darle i classici atteggiamenti di una bambina di quattro anni abituata ai complimenti e all’attenzione indiscussa, che si ritrova detronizzata dall’arrivo di una sorellina. Mostra il classico maggior attaccamento alla figura paterna, ma imita inconsciamente il modo di fare della madre (in parte a causa del sangue Veela che le scorre nelle vene, in parte perché sa che piace a suo padre: insomma, è un modo distorto per attirare l’attenzione del suo papà!). Detesta tutti coloro che le rubano la scena e possiamo dire che è una bambina un po’ capricciosa. Come tutti i piccoli a quell’età, quando sta per mettersi a piangere è facile indurla a cambiare idea se si è abbastanza abili (e veloci!) a distrarla con qualcosa che attiri la sua attenzione. Ha i capelli rosso dorati (il gene Weasley non è così facile da debellare!), gli occhi azzurri (questi sono di Fleur), la pelle chiara e il nasino alla francese (ma dai?! ^_^) spruzzato di lentiggini.

Teddy: forse è un po’ troppo maturo per la sua età, ma ho pensato: buon sangue non mente! ^_^ Comunque, è un bambino tranquillo, dal carattere gentile. Uno di quei bambini che fa quello che gli si dice senza protestare troppo. Nonostante ciò, ha uno spiccato talento da leader: nel quartiere babbano dove vive con la nonna Andromeda, è a capo di un piccolo gruppetto di bambini. Unico problema: siccome i suoi amichetti sono babbani, deve sforzarsi di mantenere un colore di capelli normale (cosa che gli risulta difficile quando è in preda alle forti emozioni: il colore dei suoi capelli mostra il suo stato d’animo. Un po’ come la sua mamma!). Harry lo porta alla Tana per farlo stare un po’ con i bambini dai poteri magici. Come tutti i bambini della sua età guarda con sospetto le bimbe, ma il fascino (per ora inconsapevole) di Vic ha la meglio su di lui! È responsabile e, siccome non ha fratelli, gli piacciono i piccoli Weasley e i piccoli Potter. Ha (solitamente) i capelli turchini, gli occhi (solitamente) grigi e la pelle chiara.

AGGIORNAMENTO: sabato prossimo.

Infine, volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto le mie precedenti storie, in particolar modo quelli che hanno trovato il tempo di lasciarmi una recensione: i vostri commenti sono sempre una ventata d’aria fresca per la mia auto-stima! ^_^ Vi ringrazio di cuore. E spero che anche questo mio nuovo lavoro vi piaccia.

Alla prossima settimana.

Ale

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Capitolo 2
*** Scribble ***


Scribble

Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10 pokes’. I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling.

Scribble

Victoire Weasley stava inginocchiata sulla punta della sedia, con la lingua tra i denti e gli occhi assottigliati per lo sforzo. La sua piccola mano di bambina stringeva con un po’ di difficoltà la penna stirografica babbana, che il nonno aveva incantato la settimana prima, rendendo il suo inchiostro inesauribile. Con movimenti lenti ed un po’ impacciati, la piccola Weasley faceva strusciare il pennino sulla carta rugosa della pergamena nel disperato tentativo di produrre su carta il proprio nome e cognome.

Aveva cominciato la scuola per giovani maghi tre giorni prima ed era rimasta totalmente affascinata dall’arte della scrittura. Trovava semplicemente stupendo come fosse possibile, con l’ausilio di sola carta e penna, trasferire su un foglio precedentemente bianco il nome di qualsiasi cosa.

E poi quei gesti della mano! Altro che incantesimi e bacchette! Victoire era convinta che la scrittura fosse la vera magia.

La loro insegnante, la dolce Ms. Candle, aveva già insegnato loro i diversi modi di tracciare una stessa lettera: corsivo, stampatello minuscolo e maiuscolo. Victoire era stata irresolubilmente conquistata dal corsivo e dalle sue forme morbide e sinuose. Semplicemente, era stato amore a prima vista.

Per questo, da tre giorni a quella parte, aveva continuato a riprodurre quei magici segni su qualsiasi pezzo di carta che trovasse a portata di mano. Quando non ne aveva trovati più in camera sua, si era spostata nella camera dei suoi genitori e, mentre sua madre era occupata con Dominique, aveva cominciato a rovistare nell’armadio. Aveva tirato fuori con qualche difficoltà le scatole che maman vi aveva riposto con cura, scoperchiandole e scoprendo con somma delizia che erano piene di carta velina. L’aveva tirata a sé con eccitazione, senza curarsi né dell’abito bianco, né del velo impalpabile o della pochette di seta che, nella sua foga, erano caduti per terra. E così, quando maman era rientrata nelle sue stanze, l’aveva trovata raggomitolata sul suo stupondo vestito da sposa, impegnata a riempire tutta la superficie disponibile di carta velina di lettere su lettere, assolutamente incurante delle suole che imprimevano orme grigie sulla gonna color avorio e delle grosse macchie di inchiostro che imbrattavano la piccola e costosa pochette. L’unica cosa che importò a Vic fu il tremendo sfregio che rovinò il suo prezioso lavoro, causato dall’urlo improvviso ed assolutamente ingiustificato di sua madre.

Per questo ora si trovava appollaiata su una sedia della cucina di nonna Molly: era stata bandita da casa, almeno finché non le fosse passata quell’ossessione per carta, inchiostro ed alfabeto.

Un pochino stanca, si fermò per risistemare dietro l’orecchio una ciocca birichina che continuava a sfuggire dal fermaglio. Aveva deciso di far allungare i capelli perché maman sosteneva che la lunghezza della chioma aumentasse lo charme di una donna, ma ora rimpiangeva di averle dato retta: la infastidivano alquanto mentre era impegnata a riprodurre le sue adorate lettere.

Era piuttosto soddisfatta di come la sua calligrafia stesse pian piano perdendo il tremolio che fino al giorno precedente deturpava un po’ l’insieme. Però… Rimirò i ghirigori che ricoprivano il foglio con la testa lievemente piegata di lato, le labbra imbronciate e le sopracciglia aggrottate in un’espressione meditabonda. Poi schioccò la lingua, infastidita. Non andava bene.

Dopo aver passato tre giorni a riprodurre senza sosta lettere spaiate, Victoire aveva deciso di provare ad unire le lettere per formare una parola. E quali parole migliori se non il suo nome ed il suo cognome? Solo non aveva anticipato che l’operazione sarebbe stata così difficile…

Dopo circa trenta tentativi era riuscita a scrivere il suo nome correttamente, con tutte le c e le t e le i al posto giusto. Ma scrivere il suo cognome si stava rivelando un’impresa impossibile.

Già partiva male: la w era la lettera che le riusciva peggio. E poi spesso dimenticava dove andava la a rispetto alla e

Sbuffò irritata e cancellò con un tratto di stirografica il cognome errato.

“Ehi, Vic! Che stai facendo?” una voce domandò all’improvviso.

Lei sobbalzò lievemente. Teddy era entrato in cucina, i capelli (quel giorno arancione acceso) che sparavano in ogni direzione, le guance arrossate e gli occhi brillanti. A quanto ne sapeva Vic, lo zio Harry gli stava insegnando a giocare a Quidditch. Teddy si avvicinò al frigo e lo aprì, tirandone fuori una bottiglia di latte e cominciando a bere a canna.

Victoire arricciò il naso. Lui le rivolse un’espressione interrogativa. “Ne volevi un po’?” le chiese, asciugandosi i baffi bianchi con la manica del golf.

Lei scosse la testa, disgustata. “Me l’avresti dovuto chiedere prima.” lo rimproverò, tornando al suo lavoro.

Teddy alzò gli occhi al cielo e poi tornò a guardare la bambina. Sembrava che scrivere su quel foglio la impegnasse molto. “Non mi hai risposto! Che stai facendo?” domandò di nuovo.

“Scrivo.”

“Questo lo vedo. Che cosa scrivi?”

“Il mio nome e cognome.”

“Perché?”

“Perché sì.”

Teddy, alquanto incuriosito, sbirciò oltre la spalla di Victoire. “Lo stai scrivendo sbagliato.” commentò.

Victoire si accigliò. “Lo so!” sbottò, infastidita. “È troppo difficile!”

“Ah! Io alla tua età sapevo già scrivere perfettamente sia il mio nome che il mio cognome!” esclamò, soddisfatto di sé.

Vic si imbronciò. “Il tuo nome ed il tuo cognome sono più facili!”

Si imbronciò pure Teddy. “Non è vero!”

“Sì!”

“No!”

“Invece, sì! Guarda!” E, con forza e solo un minimo di tremolio, Victoire vergò l’identità di Teddy sulla pergamena. “Visto?” lo incalzò, gli occhi determinati.

Teddy rimase per un attimo in silenzio. Il suo broncio si accentuò: non volevo certo ammettere che quella piccoletta di Victoire aveva ragione. Era già abbastanza saccente per conto suo! Però, era vero che ‘Weasley’ era più difficile da scrivere rispetto a ‘Lupin’ …

Teddy sospirò. Nonostante Vic fosse un po’ presuntuosetta e cercasse quasi sempre di farlo giocare alla piccola famiglia felice (durante il qual gioco amava tiranneggiarlo), doveva ammettere che aveva un debole per quella bambina dai vivaci occhi turchini. Ma era meglio che Victoire non lo sapesse, altrimenti chissà che cosa l’avrebbe costretto a fare!

Appoggiò la bottiglia ormai vuota del latte sul tavolo della cucina e si diresse verso la porta, sempre sotto gli occhi vigili di Vic. Giusto un attimo prima di uscire, si girò verso di lei. “Se vuoi, ti presto il mio cognome finché non impari a scrivere il tuo.” propose, affettando indifferenza.

Victoire sbatté le palpebre, incredula. Poi il suo viso si aprì in un sorrisone. “Posso davvero?!” domandò, eccitata.

Teddy scrollò le spalle, ostentando disinteresse, ed uscì in giardino, gridando allo zio Harry di riprendere la spiegazione.

Victoire, ancora sorridente, scrisse il proprio nome ed il nuovo cognome esattamente sotto quello di Teddy.

Teddy Lupin

Victoire Lupin

Appoggiò il mento su entrambe le mani e rimase a guardare affascinata il risultato di quell’estenuante pomeriggio.

Victoire Lupin

Certo che suonava proprio bene. Meglio di Victoire Weasley.

“Victoire Lupin.” pronunciò ad alta voce, procurandosi un lieve brivido.

Le piaceva talmente tanto che decise che non avrebbe imparato la corretta grafia di ‘Weasley’ per molto, moltissimo tempo…

Commenti:

Ed ecco a voi il secondo capitolo della raccolta. Questa è la prima storia ad essermi venuta in mente quando ho letto i titoli della LJ community. Ah, ora hanno lei sei anni e lui otto. Sì, i capitoli vanno in ordine cronologico perché non riesco a scrivere episodi scollegati gli uni dagli altri: c’è bisogno d’ordine! ^_^ E poi, nella vita vera è difficile che esistano episodi che non influenzino determinati comportamenti e scelte future, no?

Okay, scusate la divagazione e passiamo ai ringraziamenti.

Innanzitutto: WOW! Non mi aspettavo certo un così grande entusiasmo da parte vostra! Quindi, grazie mille a coloro che hanno letto (molti più di quanti avrei mai pensato!^^) e mi hanno messo tra i preferiti (nientemeno che 15: siete troppo buoni!) ed un grazie di cuore a coloro che mi hanno recensito:

FREDDYMERCURY: Cavoli! Addirittura due recensioni! Grazie mille! ^__^ Sono contenta che ti sia piaciuta la caratterizzazione dei personaggi: ho tentato di renderli quanto più simili a dei bambini veri (che purtroppo non sono degli angioletti, come vorrebbero farci credere… -_-‘). Effettivamente la tua teoria su T&V non fa una piega: sono completamente d’accordo! ^_^ Spero che anche questo capitolo ti piaccia e che continuerai a sostenermi! Alla prossima!

_LY_: Ah, Eli! Guarda a che ora ho dovuto aggiornare (le 7 del mattino!) per venire con te a Torino! ^_^ Comunque, grazie ancora per il commento al primo capitolo (io controllerei la posta in questi giorni per qualcosa di nuovo…) e grazie per la giornata che passeremo insieme e che sarà sicuramente bellissima! Un abbraccio

TRICK: Sono contenta che anche a te sia piaciuta la caratterizzazione dei personaggi! Sì, effettivamente non esiste nessuna Vic IC o Teddy IC, però a me piace immaginarmeli in questo modo. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che anche stavolta mi lascerai una recensione! Grazie e alla prossima! ^^

VALE: Ecco colei a cui è dedicata l’intera raccolta (non solo il primo capitolo, sai?)! Quindi, se dovete prendervela con qualcuno, prendetevela con lei perché è colpa sua! ^_^ Scherzo, anzi, grazie per avermi suggerito questa coppia: all’inizio mi era abbastanza indifferente, ma più ne ho scritto e più me ne sono affezionata! Controlla anche tu la posta in questi giorni, tesoro! Un abbraccio gigante e a lunedì (vero?)!

MIONE1194: Grazie per i complimenti e per avere messo questa storia tra i preferiti! ^^ Spero che i personaggi continueranno a piacerti! Fammi sapere!

LISERC: Innanzitutto, sono lusingata dal fatto che tu di solito non lasci recensioni e che per questa storia hai fatto un’eccezione! Spero continuerai su questa strada!^^ Vorrei sapere che cosa ne pensi di T&V man mano che crescono e se la mia visione dei due si concilia con la tua! Alla prossima!

GINNY28: E io aspetto un’altra recensione! ^_^

ELYRANMA: Grazie! Fammi sapere se anche questo capitolo ti piace!

RAMONA55: ^///^ Quanti complimenti! Mi hai fatto arrossire! Sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere e anche come ho caratterizzato i personaggi. Anche a me piacciono molto i personaggi poco sfruttati dagli scrittori di FF! Mi piace scrivere di T&V perché quasi nessuno li ha affrontati e descriverli è come avere davanti centinaia e centinaia di porte e poter scegliere in assoluta libertà quale aprire. Spero che la mia scrittura e la mia storia continueranno a piacerti! Ah, e grazie mille anche per la recensione ad Everything: sei stata veramente gentile anche allora! Alla prossima!

FALULA: Grazie! Spero che anche il secondo capitolo ti piaccia! A la prochaine fois! ^_-

PIKAPPA93: Wow, sono contenta che ti sia piaciuta così tanto da farti passare la noia! E anche che tu abbia cominciato a considerare T&V grazie alla mia storia: ne sono onorata! Spero che i prossimi capitoli non ti deludano! Fammi sapere!

STELLYNA_P: Anche a me piacciono quei due! Ti piacciono anche in questo capitolo? Alla prossima!

PROSSIMO AGGIORNAMENTO: mercoledì.

Grazie ancora a tutti!

Lasciatemi una recensione per rendere più costruttiva la mia storia!

A mercoledì!

Ale

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Capitolo 3
*** Chocolate ***


Chocolate

Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10 pokes’. I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling.

Chocolate

Victoire sospirò per l’ennesima volta, guardando fuori dalla finestra della Tana.

Fred e Molly giocavano a nascondino con Dominique e Lucy. James, dietro suggerimento di Roxanne, aveva appena rubato un biscotto ad Albus, che ora piangeva disperato, mentre Rose era riuscita a mettersi in piedi senza troppi ondeggiamenti e mostrava il pugnetto chiuso al cugino più grande. Il nuovo fratellino, Louis, troppo piccolo per partecipare ai giochi, sonnecchiava nel port-enfant incantato, sotto l’occhio vigile di maman.

Sospirò di nuovo, osservando il riflesso del proprio viso sul vetro della finestra. Tutti i suoi colori assumevano una tinta più pallida, facendola sembrare quasi un fantasma.

Teddy le aveva raccontato dei fantasmi di Hogwarts

Si imbronciò.

Odiava Hogwarts. Dal più profondo del cuore.

Udì la porta della cucina aprirsi. “Vicky? Che succede? Perché non vai fuori a giocare?” le domandò zia Ginny, entrando nella stanza assieme a nonna Molly.

“Non ne ho voglia…” bofonchiò Vic, ancora corrucciata.

Siccome dava le spalle alle due donne, non si accorse dell’occhiata che si scambiarono: uno sguardo di chi la sa lunga. “Sai, mamma, Teddy ha scritto ad Harry la settimana scorsa…” disse zia Ginny, affettando casualità.

Le orecchie di Vic si drizzarono.

“Ah, sì? E cosa diceva?” chiese nonna Molly, stando al gioco.

“Che non vede l’ora di tornare a casa per Pasqua e farsi una bella scorpacciata di cioccolato.

Teddy torna?” chiese Vic, voltandosi con così tanta veemenza che rischiò di cadere dalla sedia sulla quale era appollaiata.

Di nuovo una breve occhiata venne scambiata dalle due donne.

“Sì, cara. Tra due giorni il nostro piccolo trasformista sarà di nuovo a casa.

“Perché non gli prepariamo un bell’uovo di cioccolato? Vuoi aiutarci, tesoro?”

Il viso di Vic fu rischiarato da un sorriso radioso. Che divenne ancora più ampio quando, mentre aspettavano che la cioccolata si sciogliesse, un’amica tutta stramba di zia Hermione e zia Ginny, venuta a trovarle per le vacanze, le raccontò la storia del Coniglio Pasquale, un coniglio gigante che viveva tutto l’anno sottoterra, covando uova di cioccolata, ed usciva un unico giorno all’anno per regalare le uova ai bambini.

Il suo ritrovato buonumore non venne scalfito nemmeno dal suo risultato culinario un po’ scarsino, perché zia Ginny le propose di esercitarsi finché non fosse tornato Teddy.

Nemmeno il fatto che il freddo e la pioggia non avrebbero proposto una tregua per il ritorno di Teddy aveva fatto tremolare il suo sorriso. Anzi, avanzò verso l’Hogwarts Express mano nella mano del suo adorato papà (la cui presenza era stata esplicitamente richiesta per l’occasione) con le guance che le facevano male per quanto era ampio e felice il suo sorriso, stringendosi al petto un sacchettino contenente i tre risultati migliori della sua prima esperienza in cucina.

Quando individuò una zazzera di capelli rosso fuoco con le punte verdi farsi largo tra la folla, sentì il cuore accelerare il battito, anticipando il momento in cui avrebbe rivisto il piccolo Metamorfomago che mancava da Natale.

Ed eccolo correre verso il gruppetto riunito, stringendo tra le braccia due magnifiche uova di cioccolata. “Nonna Didi!” gridò Teddy, all’indirizzo di sua nonna Andromeda, che lo accolse a braccia aperte. “Ethan e Grace mi hanno regalato delle uova di cioccolata!” esclamò con un sorriso a trentadue denti rivolto a tutto il gruppo riunitosi per lui.

A Victoire, invece, il sorriso svanì. Guardò le sue piccole uova sbozzate che stavano dentro il sacchetto e una smorfia di disappunto le piegò le labbra.

Intanto Teddy continuava a raccontare. “… e poi Ethan ha fatto saltare in aria il paiolo, ricoprendo Grace di bile di salamandra! Non gli ha rivolto la parola per una settimana!” ridacchiò, mentre lo zio Harry, ridendo, gli arruffava i capelli bicolore.

“Tutto bene, Principessa?” le chiese suo padre, appoggiandole una mano sulla testolina rossa.

Vic sbatté gli occhioni azzurri e corrucciò le sopracciglia.

Bill si accigliò, preoccupato. Che succedeva alla sua piccolina? Stava proprio per aprire bocca, quando sua sorella gli mise una mano sul braccio e scosse la testa, sussurrando: “Lascia fare a me. Bill si rilassò e fece spazio a Ginny, intuendo che c’era aria di ‘una cosa tra donne’

Ginny si inginocchiò di fronte a Victoire. “Non dovevi dare qualcosa a Teddy, Vicky?” le chiese zia Ginny, sorridendole con dolcezza.

Victoire annuì con la testa, lo sguardo basso.

“Forza, allora. Vai a dargli il tuo regalo, cara…” la incitò la zia, spingendola delicatamente.

Mordendosi le labbra e trascinando un po’ i piedi, Victoire si avvicinò al ragazzino, che stava raccontando a raffica aneddoti su aneddoti. “Oh, e Grace è stata fantastica! Ha fatto volare via il cappello del professor Vitious al primo tentativo!”

Victoire si schiarì la voce, nel tentativo di guadagnare l’attenzione che Teddy sembrava rivolgere a tutti meno che a lei. Se la schiarì nuovamente, visto che il ragazzino non aveva dato segni di averla udita.

Finalmente lui si girò. “Oh, ciao Vic!” esclamò sorpreso.

“Ciao.” lo salutò lei, scrutandolo con cipiglio deciso.

“Non pensavo che saresti venuta a prendermi. le confessò Teddy, lasciandosi scappare un sorriso.

Un sorriso timido si fece di nuovo strada anche sulle labbra di Victoire. “Beh, sai, è che io ti…” cominciò, facendo per porgergli il sacchetto con il regalo, quando l’attenzione di Teddy venne catturata da qualcosa alle spalle di Vic.

“Oh, aspetta: c’è Grace! EHI, GRACE!” urlò Teddy, sbracciandosi per farsi vedere dall’amica.

Victoire si girò ed individuò una biondina slavata che rispondeva al saluto enfatico di Teddy. Si imbronciò. Ma Teddy non aveva forse detto che trovava i capelli biondi noiosi? E, allora, cosa ci trovava in quella ragazzina con quei ridicoli codini a mazzetto? Era così… così… insipida!

“Mm… Allora, cos’è che stavi dicendo?” le chiese lui, assolutamente inconsapevole di ciò che aveva scatenato.

Vic si voltò di scatto e lo fissò con occhi duri. “Niente. Non ti stavo dicendo niente.”

Teddy corrucciò le sopracciglia, confuso, ma decise di lasciar perdere visto che Victoire sembrava irritata. Però notò il sacchettino che la bambina teneva in mano e la curiosità ebbe la meglio. “Che cosa c’è nel sacchetto?” domandò, allungando il collo per sbirciare all’interno.

Lei fu veloce a metterselo dietro la schiena. “Niente che ti riguardi. Sono dei regali. Per Bobby D.” si inventò sul momento.

“Per Bobby D.?” ripeté Teddy incredulo. “Il Bobby D. che ti tira sempre i capelli? Quello che ti ha spinta giù dallo scivolo e ti ha fatto mordere la lingua?”

Vic arrossì per la stupidità della sua bugia. Ma si gettò all’indietro i capelli ed alzò il naso per aria. “Sì, abbiamo fatto pace. Ora siamo amici. Molto amici.” enfatizzò il concetto.

Ma se si aspettava una qualche reazione da parte di Teddy, fu prontamente delusa. Lui scrollò le spalle. “Beh, buon per te. Vado a salutare Ethan!” esclamò, correndo verso un ragazzo dalla pelle color caffelatte ed i ricci corti e neri.

Victoire lo seguì con gli occhi, gli angoli della bocca che parevano voler toccare il mento. Lei odiava Hogwarts. La odiava, odiava, odiava, odiava con tutto il cuore!

Commenti:

Beh, che dire? Stanno crescendo, eh? ^__^

Victoire sta diventando molto territoriale per quanto riguarda Teddy (il mostro dagli occhi verdi si è avvicinato, strisciando, strisciando, e ormai la poverina è in sua balia!). Ed il piccolo Lupin non si rende affatto conto dei sentimenti di Vic. Al momento è tutto preso dalla novità (Hogwarts, nuovi amici…) e sembra aver perso interesse in Victoire.

Grazie a tutti coloro che hanno messo la fic tra i preferiti! ^^

Un grazie speciale a:

FREDDYMERCURY: Ti ringrazio moltissimo per aver continuato a sostenermi! ^///^ Beh, io ho sempre pensato alla Tana come ad un caldo rifugio. Quale posto migliore per esercitarsi nella sublime arte?!^^ Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Alla prossima!

SIJAY: Grazie per aver messo la fic tra i preferiti! E spero che i miei due piccoletti ti siano piaciuti anche in questo capitolo!

FALALULA: Sono contenta che ti sia piaciuta!^^ Hai esattamente la mia stessa visione della Tana! Per quanto riguarda il gene Black in Teddy, si trova in quantità decisamente inferiore rispetto a Malfoy… Dopotutto il mio Teddy è un bravo bambino! ^_^ Fammi sapere che ne pensi del capitolo!

GINNY36: Grazie per i complimenti! ^//^ Sono curiosa di sapere se anche questo ti è piaciuto!

LISERC: Grazie per aver commentato anche il secondo capitolo! Sono ansiosa di sapere che cosa ne pensi di quest’ultimo! Alla prossima! ^_^

GINNY28: Grazie!! ^_^ Fammi sapere cosa ne pensi anche del terzo!

PIKAPPA93: Grazie mille! Spero ti piaccia anche quest’ultimo! ^_^

PROSSIMO AGGIORNAMENTO: Domenica 15 giugno!

Come si evolveranno gli eventi? Lo scoprirete nella prossima puntata! ^^

Bacioni

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Capitolo 4
*** Blue ***


Blue

Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10 pokes’. I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling.

Blue

Come poteva essere accaduto questo? Perché a lei? Non… Non era possibile…

Tutti attorno a Victoire portavano cravatte blu e grigie e le facevano i complimenti per essere stata assegnata a Corvonero, mentre lei li guardava spaesata, sconvolta, delusa. Non era quella la casa a cui avrebbe voluto essere assegnata!

Lanciò uno sguardo al tavolo dei Grifondoro, dove sedeva Teddy assieme ad Ethan e Grace. Stava parlottando con loro, dando pacche sulla spalla al nuovo arrivato (un certo Brayden Knight). Vic tirò su col naso, scostando lo sguardo.

Che cosa c’era che non andava in lei? Non era abbastanza coraggiosa? Non aveva il cuore abbastanza puro? Non era forse una Weasley? Ed i Weasley non erano forse tutti Grifondoro? Che cosa le avrebbe detto ora lo zio George? Già la prendeva in giro per avere il naso sempre in mezzo a vecchi libri polverosi e pergamene incartapecorite, invece di andare in visibilio come gli altri cugini davanti ai suoi nuovi scherzi… Eppure, anche alla zia Hermione piacevano i libri e lei era stata smistata a Grifondoro

“… Wright. E tu?”

Era stata così presa dai suoi ragionamenti, che non si era resa conto che qualcuno stava tentando di fare conversazione. “Eh?” riuscì solo a dire, guardando con espressione confusa la ragazza che le aveva rivolto la parola. Aveva corti capelli neri e due grandi occhi nocciola, la pelle molto chiara ed un naso lungo e diritto, che dava a quel viso minuto un certo tocco di personalità. Le labbra rosa pallido erano distese in un sorriso colmo di aspettativa.

“Dura d’orecchie, mm?” commentò la ragazzina divertita, facendo arrossire Vic per l’imbarazzo. “Dicevo che mi chiamo Tiana Wright. Tu, invece?”

Victoire Weasley.” si presentò, stringendole la mano.

“Piacere di conoscerti. Come mai tanto triste? Non sei contenta dello smistamento?” le chiese Tiana.

Vic sospirò. “Non lo so. È solo che… sono la prima a finire a Corvonero: nella mia famiglia sono tutti Grifondoro.

“Oh.” commentò l’altra, annuendo comprensiva. “Beh, se ti può consolare, io sono la prima della mia famiglia ad aver messo piede ad Hogwarts: i miei sono tutti Babbani.”

“Davvero? Wow, e come hai scoperto di essere una strega?”

“Ho fatto allungare il naso di un bullo della mia scuola, che giurava e spergiurava davanti alla maestra di non aver spaccato il labbro di un mio compagno.

“Forte! Proprio come in Pidocchio!” esclamò Vic.

Pidocchio?!Tiana la guardò perplessa.

“Ma, sì! La favola Babbana! Quella del burattino di legno, che quando dice una bugia gli si allunga il naso!”

Tiana scoppiò a ridere di gusto. “Ma non è Pidocchio! Il burattino si chiama Pinocchio!”

Vic divenne tanto rossa da far invidia ai propri capelli. Ma poi si unì alle risate della sua nuova compagna.

“Sembra che tu ti stia divertendo, eh?” disse una voce all’improvviso, spaventandola. Vic voltò la testa di scatto e vide Teddy, seduto al tavolo dei Corvonero, esattamente di fronte a lei. Le stava sorridendo. “Meno male: prima avevi una faccia! Pensavo ti saresti messa a fare i capricci davanti a tutti.

Vic strinse le labbra, piccata. “Io non faccio i capricci.”

Teddy alzò un sopracciglio. “E che cos’era quello dell’altro giorno? Quando hai voluto la divisa in cachemire perché la lana ti pizzicava la pelle?”

“La lana mi pizzica veramente la pelle! E poi, parla proprio quello che ha voluto dallo zio Harry una scopa nuova perché la Nimbus 3000 aveva perso un po’ di saggina!” replicò Vic, offesa.

Teddy ebbe la decenza di arrossire. Scostando lo sguardo, notò Tiana che osservava la scena con occhi attenti. Si schiarì la voce, tentando di darsi un certo tono. “Non mi presenti la tua amica?” si rivolse a Vic, passandosi una mano tra i capelli pervinca.

“No: non vorrei che si facesse brutte idee sulle persone che frequento. ribatté secca lei, lanciandogli un’occhiataccia. “Anche se ormai credo non ci sia più nulla da fare per risollevare la mia reputazione.

Lui le lanciò uno sguardo annoiato. “Ah, ah. Molto divertente, Vic, davvero. Sono Ted Lupin, comunque.” si presentò, allungando una mano verso Tiana.

“Ma puoi chiamarlo Teddy.” aggiunse Victoire, con un sorriso al fiele.

Teddy arrossì fino alle orecchie. Persino le radici dei capelli si tinsero di rosso. Ridacchiò imbarazzato. “No, non è vero: quello è un vecchio nomignolo da bambini. Non mi chiama più nessuno così! Sul serio!” assicurò rivolto a Tiana.

“Ah, sì? Dovrò dire a zio Harry di cambiare l’intestazione sulle lettere…” commentò Vic, abbassando le palpebre.

“Sai, dovresti andare a farti controllare il livello di simpatia: oggi hai raggiunto un vero record!” esclamò Teddy, stizzito.

Una risatina di Tiana spezzò la tensione. Entrambi si voltarono a guardarla. “Scusate.” disse, scoppiando in un’altra risatina. “Siete troppo buffi!” confessò.

“Buffi?” Teddy si voltò verso Vic con una smorfia. “E poi sono io che ti rovino la reputazione, eh? Bah, chi ti capisce è bravo!” commentò, alzandosi dal tavolo. Spostò lo sguardo verso Tiana. “Non farti ingannare: è un po’ acidina, ma, in fondo, è passabile come amica. le disse, indicando Vic. Si voltò verso il proprio tavolo, dove i Prefetti stavano già cominciando a radunare i primini. “Ci vediamo in giro, piccola bisbetica.” Alzò una mano in segno di saluto e si affrettò verso i suoi compagni.

Victoire lo fissò con gli occhi assottigliati. “Piccola bisbetica a chi, mutafaccia dei miei stivali?!” borbottò tra sé e sé, guardandolo fare il galante con Grace, facendole un breve scherzoso inchino per farla passare.

“Simpatico il tuo amico.” commentò Tiana, distogliendola dal cercare di dare fuoco col pensiero ai capelli (ora nuovamente azzurro-violacei) di Teddy.

“Non è mio amico. E non è per niente simpatico.” ribatté monocorde Victoire, alzandosi in piedi.

Tiana sbatté gli occhi, confusa. “Se non è tuo amico, allora chi è?”

“È il figlioccio di uno dei miei tanti zii. E lo sopporto da quando eravamo bambini…” rispose, imbronciando le labbra e rubando un’ultima immagine di Teddy prima che scomparisse dietro l’angolo.

“Oh, capisco…” sorrise Tiana, guardandola con aria saputa.

“Cosa capisci?” chiese Vic, ancora imbronciata.

Intanto, avevano cominciato a seguire i Prefetti fuori dalla Sala Grande e su per le scale che conducevano alla Torre Ovest del Castello, dove si trovava la Sala Comune dei Corvonero.

“Ho capito qual è la Casa a cui volevi essere assegnata e perché.” gongolò Tiana.

“No, non penso proprio.” ribatté nervosa.

“Oh, io dico di sì!”

“No, assolutamente no!”

“Perché sei così sulla difensiva se non ti ho detto ancora nulla?”

Vic arrossì vistosamente e si mordicchiò il labbro inferiore.

Tiana rise e la prese a braccetto. “Dai, ti assicuro che ci troveremo bene a Corvonero! E, per quanto riguarda una certa persona, c’è un detto Babbano che dice:Se sono rose, fioriranno.” disse, sorridendole gentilmente.

Victoire sorrise a sua volta, prendendole una mano. “Sai cosa ti dico? Che io a Corvonero mi trovo già benissimo!” esclamò gioiosa.

Scambiandosi grandi sorrisi, le due nuove amiche salirono gli ultimi scalini che portavano alla porta priva di serrature o maniglie, adornata solo da un battente in bronzo a forma di corvo.

Commenti:

Devo dire che mi sono proprio divertita a scrivere questa puntata! ^__^

E dunque, anche Vic è giunta ad Hogwarts. Una brutta delusione finire a Corvonero, eh? Però sembra aver già trovato un’amica… Il suo rapporto con Teddy si sta facendo un po’ più complicato visto che stanno crescendo: Teddy si sente più maturo e la tratta un po’ dall’alto in basso, Victoire è irritata da questo suo comportamento e gli riversa contro quanta più acidità possibile (ma chi disprezza compra, dico bene? ^__-).

Beh, come dice giustamente Tiana: se son rose fioriranno. E noi sappiamo che fioriranno meravigliosamente.

Alla prossima!

P.S. Sono curiosa di sapere se avete indovinato a che cosa si riferisce il titolo ‘Blue’… Fate le vostre ipotesi!

I miei ringraziamenti a tutti coloro che seguono questa storia e sono così gentili da lasciarmi delle recensioni:

GINNY28: Eh, già! Vic sta proprio crescendo! ^__^ Fammi sapere cosa pensi anche di questo capitolo!

RONNINA94: Grazie per aver messo questa storia tra i preferiti!^^ Aggiornerò una volta alla settimana, più o meno regolarmente. Spero che anche questo ti sia piaciuto!

FREDDYMERCURY: Sono contenta che continui a seguirmi! ^_^ Ma certo che Grace non è all’altezza di Victoire, ma Teddy sembra metterci un pochino a capirlo. Eh, i maschi… Fortunato proprio Bobby D. (sì, effettivamente ho pensato che con un nome così avreste capito subito di che tipo di bimbo si trattava), gettato in mezzo ad una piccola crisi di gelosia, ma si sa: tra i due litiganti il terzo gode. Devo dirti che la tua idea mi ha stuzzicata e ho già un progettino in mente, ma dovrai attendere la fine di questa raccolta, che spero seguirai fino alla fine!^^ Spero sarai così gentile da farmi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo! Alla prossima!

MIONE1194: Grazie, ma spero che anche questa ti piaccia! Eh, Teddy non lo fa apposta, povero caro! È solo un pochino lento a capire che il cuoricino di Vic batte solo per lui. Comunque sì, anch’io come Victoire ero irrimediabilmente affascinata dalla scrittura in corsivo: mi piaceva da morire! E mi piace ancora, ma quella sensazione un po’ magica che provavo quando le parole sgorgavano dalla penna che tenevo in mano si è persa con il tempo. Beh, fammi sapere cosa ne pensi di ‘Blue’! Alla prossima!

GINNY36: Grazie mille per i complimenti! Mi fai arrossire! ^//^ Beh, io Teddy lo vedo così: un ragazzino intelligente e gentile, ma ancora un po’ tonto per alcune cose: dopotutto, è un maschietto, no? ^__- E Vic è una donnina in piena regola, con forti attacchi di gelosia e di bronci, molto passionale. Ne combinerà delle belle, vedrai! E qui c’è il seguito: dimmi se anche questo è degno di ricevere una recensione così gratificante come la tua! Hasta la vista!^^

LISERC: Grazie anche a te per i complimenti! ^//^ Non preoccuparti per Vic: avrà tutto il tempo di conquistare il nostro Teddy e di farseli regalare, i cioccolatini! ^__- Sì, forse Vic ha già i sentimenti di una giovane adolescente, ma non dimentichiamoci che anche i bambini provano forti sentimenti ed io ho sempre immaginato Victoire con una spiccatissima femminilità. Fammi sapere cosa ne pensi anche di quest’ultimo! A presto!

SIJAY: Ed ecco qui l’aggiornamento! ^_^ Spero che Vic ti piaccia anche qui! Ti svelo un segreto: anch’io li adoro!^^

PROSSIMO AGGIORNAMENTO: Venerdì 20 giugno!

Lasciate una recensione: quest’autrice ve ne sarà grata! ^_^

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Capitolo 5
*** Vandalism ***


Vandalism

Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10 pokes’. I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling.

Vandalism

La luce del primo pomeriggio di fine maggio filtrava tra le vetrate della biblioteca, inondando i libri polverosi di colori vivaci. L’atmosfera era sonnacchiosa: il caldo della stanza rendeva le palpebre pesanti ed il sole che riluceva sulle acque del lago estorceva sospiri anelanti dalle bocche della maggior parte degli studenti della biblioteca.

Victoire si mordicchiava il labbro inferiore, rileggendo il Compendio sulle Pozioni Emollienti, scribacchiando qualche nota su un pezzo di pergamena. La sua amica Tiana, invece, giocherellava con la piuma, guardando fuori dalla finestra con sguardo pensieroso. Ogni tanto Victoire le lanciava un’occhiatina, attendendo (e temendo) il momento in cui l’altra l’avrebbe resa partecipe delle sue elucubrazioni.

“Stavo pensando…” esordì Tiana, voltandosi a guardare l’amica. Vic alzò gli occhi dal grosso volume. Ci siamo, si disse un po’ nervosa. “Non può essere stato che uno studente di Corvonero ad imbrattare la porta dei ragazzi del sesto con quella scritta indelebile. Nessun altro avrebbe potuto indovinare la risposta all’indovinello per salire al dormitorio maschile.

Victoire non disse nulla: tornò a guardare la pagina scritta e fece finta di scrivere qualcosa sulla pergamena. “Tu dici?” chiese con un tono che sperò suonasse disinteressato.

“Sì, e dico pure che deve essere stato presente al litigio tra Haggard e Teddy. Quello dell’altro giorno, quando Haggard ha insultato il padre di Teddy.

“Ah, sì?”

Tiana continuò a seguire il filo logico dei suoi pensieri. “Sì, altrimenti che senso avrebbe avuto scrivergli sulla porta:Torna nel Medioevo, brutto Troll razzista!’?.”

Victoire fece spallucce, ma continuò a tenere gli occhi puntati sull’illustrazione di un mago in procinto di inserire rizoma di rabarbaro* essiccato. “Mah, proprio non saprei…”

Per qualche minuto, l’unico rumore che disturbò il silenzio della biblioteca fu il grattare della penna di Victoire ed i bisbigli degli studenti del secondo anno seduti al tavolo di fianco, tra i quali si trovavano anche Fred e Molly, finiti entrambi a Grifondoro. Casa in cui era stata smistata anche la sua sorellina Dom soltanto qualche mese prima.

“Vi?”

“Mm?”

“Dove sei stata la scorsa notte?”

Victoire si irrigidì. “Ma che razza domanda è? Ero a letto, Tia. Dove sennò?”

Tiana si imbronciò. “No, non c’eri. I cuscini che hai messo sotto le coperte non erano molto credibili: ti muovi molto di più quando dormi.” La fissò intensamente, le labbra strette in una sottile linea di rimprovero. “Vorresti avere la cortesia di spiegarmi dove te ne sei andata nel bel mezzo della notte? E non dirmi che avevi voglia di sgranchirti le gambe!”

Victoire arrossì imbarazzata. Avvicinò il viso all’amica, abbassando la voce fino a ridurla ad un flebile bisbiglio. “Shh! Abbassa la voce, Tia!” Si guardò intorno con aria nervosa. “Non è come credi tu…” iniziò, ma Tiana le rivolse un’occhiataccia.

“Vi, non prendermi per stupida: le ho viste le macchie di quella Vernice Incancellabile che vende tuo zio sulla tua camicia da notte!”

Victoire arrossì ancora di più. Rimise nervosamente a posto gli occhiali, che le erano scivolati sul naso. Il suo difetto di vista non raggiungeva la diottria, perciò non era necessario che li mettesse sempre (come aveva più volte rimarcato maman, che li trovava absolutement terribles), ma a Vic piacevano. Un po’ perché le davano un’aria da intellettuale (come le aveva detto la zia Hermione), un po’ perché li portava lo zio Harry, un po’ perché le davano una sensazione di sicurezza: le pareva che le lenti la schermassero dagli sguardi indiscreti del mondo.

Ma non da quello di rimprovero che le stava rivolgendo Tia.

“Allora?” la incalzò l’amica.

Victoire sospirò. “E va bene: sono stata io. Contenta?”

“Per niente!” ribatté Tiana, con le guance rosee per la rabbia. “Ma ti rendi conto?! Se scoprono che sei stata tu, puoi dire addio alla carica di Prefetto l’anno prossimo! Rischi di gettare alle ortiche tutto il tuo piano per passare più tempo con Teddy! Che cosa ti ha detto la testa, eh?!

Vic abbassò gli occhi. “Non potevo non fare niente. Starmene zitta mentre quell’imbecille di Haggard lo insultava è stato frustrante! Dovevo fare qualcosa!”

Tiana gemette. “Ma proprio quello? Per Merlino, se ti avessero presa…!”

“Ma non è successo! E ora ti prego, smettiamo di parlarne.”

“Smettere di parlare di cosa?” domandò una voce alle sue spalle, facendola sobbalzare. Victoire si voltò lentamente e, quando riconobbe il suo interlocutore, il sangue le divenne di ghiaccio. “Allora, Weasley?” la incalzò proprio Tiberius Haggard, sedendosi pesantemente accanto a lei.

Victoire si scambiò un’occhiata preoccupata con Tiana e deglutì nervosamente. “Niente che ti riguardi.”

Gli occhi di Haggard si assottigliarono, colmi di sospetto. Victoire sentì il cuore batterle furiosamente tra le costole. “Vi ho sentite fare il mio nome.”

Tiana emise una bassa risatina di scherno e proseguì a bassa voce: “Temo proprio che tu te lo sia sognato, Haggard.

“Non prendermi per un idiota di Tassorosso, Wright. Ho sentito chiaramente il mio nome.” Il ragazzo prestò nuovamente attenzione a Victoire. “Stavate parlando della scritta sulla porta del mio dormitorio, vero?” domandò, lo sguardo una lama di ghiaccio.

Le due ragazze non risposero.

Lui sogghignò, soddisfatto di aver colto nel segno. “Ma certo che ne stavate parlando! È sulla bocca di tutti! Gran bel lavoro ha fatto il tuo amico Mezzo Mannaro, Weasley…” aggiunse con voce cupa. “Solo una cosa non capisco: come abbia fatto un idiota come Lupin a risolver- ahia!” strillò, portandosi una mano allo stinco, dove la punta della scarpa di vernice nera di Victoire l’aveva colpito impietosamente. “Ma sei matta?!” l’apostrofò, tentando di mantenere la voce bassa.

Victoire lo stava fulminando con gli occhi. “Teddy non è affatto un idiota.”

“Già.” le diede manforte Tiana, lanciando ad Haggard un’occhiata di compatimento. “Dobbiamo ricordarti chi ha preso più G.U.F.O. tra voi l’anno scorso? O chi ti ha soffiato all’ultimo la Coppa del Quidditch quest’anno?”

Il Corvonero digrignò i denti per la stizza. Poi distese le labbra in un sorrisetto di scherno. “Oh, certo! Mi stavo dimenticando che sto parlando con la Fidanzatina e la sua amica Piattola…” Victoire arrossì furiosamente, mentre Tiana si accigliò. “A quando le nozze, Weasley?”

“Smettila di dire sciocchezze, Haggard!” lo ammonì in un sussurro Tiana.

“E tu perché non te ne vai a fare un giro? Non puoi resistere due minuti senza respirare la stessa aria della Weasley?” la accusò lui.

Tiana risucchiò un gran respiro indignato. Puntò un dito accusatore verso Haggard. “Brutto insolente, arrogante figlio di un Troll di montagna!”

Madama Pince alzò la testa e guardò nella loro direzione. Victoire tirò una manica di Tiana per farla calmare. “Si può sapere che vuoi, Haggard?” bisbigliò, quando Madama Pince riprese a leggere.

“Voglio sapere se è stato Lupin ad imbrattare la mia porta.

Victoire scosse la testa. “No.”

Gli occhi di Haggard si assottigliarono. “Dimmi la verità, Weasley! È inutile che continui a difenderlo.” Scosse la testa. “Proprio non capisco perché una bella ragazza come te vada dietro ad un perdente come lui…” borbottò.

Furono gli occhi di Victoire ad assottigliarsi. “Non è affatto un perdente! Ed io non gli vado dietro!”

L’occhiata che le rivolse il ragazzo fu abbastanza eloquente da farla arrossire.

Tiana si sporse in avanti, corrucciata. “Non hai proprio di meglio da fare che farci perdere tempo? Stavamo studiando prima che arrivassi tu.

“Se ti do tanto fastidio, Wright, spostati.

Prima che Tiana potesse strangolarlo, Victoire le rivolse un’occhiata ammonitrice. L’amica sbuffò e sprofondò nella sedia, una smorfia sul viso e le braccia incrociate al petto.

“Sempre circondata da perdenti, eh, Weasley?” sogghignò Haggard.

“Smettila di chiamare i miei amici perdenti. sibilò Victoire.

“Tranquilla, Vi: detto da uno come lui la cosa non mi tange…” replicò Tiana, scoccandogli un’occhiata colma di avversione.

Haggard sghignazzò sottovoce. “Non ti viene mai voglia di frequentare gente un po’ più sofisticata?” La mano di Haggard si chiuse sul polso di Victoire. Lei fissò prima la mano e poi il suo proprietario con sguardo allarmato.

“Come chi? Come te? Ma fammi il piacere!” soffiò come un gatto arrabbiato Tiana, protendendosi per agguantare la mano di Haggard. “E lasciala stare!”

Lui la fulminò con lo sguardo. “Non toccarmi, Wright! Potresti pentirtene…”

“Sei un cafone arrogante, Haggard, bravo solo a minacciare le ragazze!” si divincolò Victoire, non ottenendo alcun risultato.

“Oh, Weasley…” disse lui con tono suadente, stringendole ancora di più il polso. “Non ti sto affatto minacciando, ma se è quello che cerchi…”

“Io ti consiglio di lasciarla andare, se tu non cerchi rogne.

Tutti e tre si voltarono a guardare chi aveva parlato. Teddy Lupin in persona fissava Haggard con sguardo severo e le braccia incrociate al petto. Dietro di lui, Fred e Molly guardavano Victoire con espressione preoccupata. I due ragazzini, avendo notato la tensione al tavolo della cugina, erano corsi a chiamare il loro Prefetto, nonché amico d’infanzia.

Haggard ricambiò lo sguardo astioso, lasciando andare il polso di Victoire, che se lo massaggiò per cancellare i segni delle dita del ragazzo. Tiana le posò subito le mani sulle braccia, come per sostenerla.

Il Corvonero sogghignò, passandosi una mano tra i capelli. “Rogne, dici? Mah, la rogna potresti attaccarmela tu, Lupin, se continui a starmi vicino…”

Teddy serrò con forza la mascella per non esplodere. Lanciò uno sguardo a Madama Pince, ancora immersa nella lettura. “Che diavolo stavi facendo, eh?” chiese, con un moto nervoso della testa.

“Tenevo compagnia alla tua ragazza. Abituata a gente come te, devo esserle sembrato una boccata d’aria. disse, rivolgendogli un’occhiata cattiva.

Fred, Molly e Tiana si accigliarono, ma le loro espressioni non erano nulla al confronto di quella di Victoire

“Credo che abbia pensato più ad un fetore di fogna…” ribatté Teddy con voce incolore.

“Spassoso come tuo solito, Lupin.” biascicò l’altro.

Ma Teddy non si lasciò provocare. Corrucciò le sopracciglia in un’espressione severa. “Se ti ritrovo a dar loro fastidio, Haggard, in qualità di Prefetto avvertirò il Professor Vitious. Ma in qualità di loro amico…”

Haggard lo interruppe. “Cosa vuoi farmi, Lupin? Mordermi? Così avrai qualcun altro con cui ululare alla lu-?”

Sciaf!

Il rumore dello schiaffo echeggiò tra gli scaffali della biblioteca, lasciando stupefatti i testimoni dell’evento. Per pochi, lunghi istanti gli unici suoni furono il rumore delle pagine girate dagli altri studenti e il respiro affannoso di Victoire. Con quei capelli rossi che le incorniciavano il viso e l’espressione furente, la giovane Weasley sembrava proprio una piccola fiamma.

Haggard la guardava scioccato, tenendosi la guancia che la ragazza aveva colpito. Ma recuperò quasi subito l’uso della parola: “Ma sei impazzi-?!”, venendo nuovamente interrotto dalla compagna.

“Come ti permetti? Come ti permetti di insultare Teddy in questo modo?! Suo padre sarà stato un Lupo Mannaro, ma è stato anche un Eroe di Guerra! E anche se non lo fosse stato, non hai alcun diritto di insultare né lui, né tanto meno Teddy, che è e sarà sempre una persona migliore di quanto tu possa solo sperare di essere!” Prese fiato per urlare: “Torna nel Medioevo, brutto Troll razzista!”

Gli occhi di Haggard e di Teddy si allargarono di comprensione, tuttavia nessuno dei due ebbe il tempo di dire nulla.

“Per Merlino! Che diamine sta succedendo qui? Questa è una biblioteca!” proruppe Madama Pince, giunta di gran carriera. “Che cos’ha da urlare, signorina Weasley?”

Victoire non rispose, abbassando lo sguardo sulle proprie scarpe.

“È stata colpa mia, Madama Pince.” disse a sorpresa Haggard. “La Weasley stava studiando ed io l’ho infastidita.

“Oh.” commentò la strega. “In tal caso, esca immediatamente dalla Biblioteca, signor Haggard. E qualcuno accompagni da Madama Chips la signorina Weasley.

In effetti, Victoire stava tremando dal nervosismo ed aveva le lacrime agli occhi. Tiana fece per alzarsi, nello stesso istante in cui Molly e Fred facevano un passo avanti, ma Teddy alzò una mano. “L’accompagno io.” Le passò un braccio attorno alle spalle e la condusse all’uscita, che Haggard aveva già raggiunto.

“Forza! Tornate a studiare!” sentirono esortare Madama Pince.

“Mi devi un favore, Weasley.” le disse Haggard, tenendole la porta con un sorrisetto.

Teddy le strinse un po’ di più le spalle con fare protettivo. “Non ti deve proprio niente: hai solo detto la verità.

Ma Haggard continuò a sogghignare, infilandosi le mani nelle tasche e prendendo il corridoio che portava ai giardini.

“Non dargli retta: non gli devi niente.” le ripeté con voce gentile Teddy.

Victoire tirò su col naso e si staccò da lui, tentando di darsi un contegno. Continuava a tremare e proprio non riusciva a ricacciare indietro quelle lacrime nervose che le inumidivano gli occhi. Fissò un punto alla fine del corridoio e si rifiutò di guardare Teddy in viso.

Camminarono in silenzio per qualche minuto.

“Torna in biblioteca, Teddy. Non c’è bisogno che mi accompagni.” gli disse, seccata dal fatto che la vedesse in quello stato.

Lui scosse la testa. “Sei sconvolta: rimango con te.”

Victoire sospirò e chiuse gli occhi. “Non fare il Prefetto affabile: hai sentito cosa ho fatto, no?” mormorò con voce amareggiata. “Dovresti andare a riferirlo a Vitious.”

“Ma io non ho proprio nulla da dirgli, Vic. le rispose Teddy, guardandola gentilmente. Victoire lo fissò stupita. “Piuttosto, credo di doverti ringraziare: neanche Ethan e Grace mi hanno mai difeso con così tanto fervore. Le rivolse un gran sorriso compiaciuto. “Non pensavo avessi una così alta opinione di me.

Lei arrossì fino alla radice dei capelli ed abbassò lo sguardo. “È che odio tutto ciò che esce dalla bocca di quel Troll di Haggard. Ed anche mio padre è una specie di Mezzo Mannaro. E odio le discriminazioni e…” si bloccò quando Teddy ridacchiò divertito.

“Va bene, ho capito. Comunque, grazie.” Lanciò uno sguardo in avanti. “Dai, forza: siamo quasi arrivati.” disse, procedendo spedito verso il Regno di Madama Chips.

Victoire rimase per un attimo ferma. “… e tu mi piaci proprio tanto, Teddy.” mormorò tra sé, prima di affrettarsi a raggiungere il ragazzo dalla zazzera turchese.

* Il rizoma è una modificazione del fusto con principale funzione di riserva. È ingrossato, sotterraneo, con decorso generalmente orizzontale. Il rizoma del rabarbaro, in particolare della specie cinese, viene utilizzato veramente nella medicina: viene colto da piante di oltre un anno di età, poi viene decorticato, suddiviso in frammenti ed essiccato. (da Wikipedia)

Commenti:

L’ho dovuto riscrivere più volte e non sono ancora del tutto convinta. Comunque, eccovi qui la quinta puntata. Fatemi sapere che cosa ne pensate! ^_^

Grazie mille ai 42 che mi hanno messa tra i preferiti: sono lusingata! ^//^

Ma il grazie più grande va a tutti coloro che hanno speso un po’ del loro prezioso tempo per lasciarmi un commento:

_LY_: Tesora, non dovevi! Comunque, ti ringrazio per avermi scritto ancora così tanti commenti carini! Ti voglio un mondo di bene! Ad oggi pomeriggio!

NINNY: Wow, grazie per avermi messa tra i preferiti! Sono contenta che la mia raccolta ti piaccia! Spero che anche questo capitolo sia degno della tua attenzione! Fammi sapere! Alla prossima!

LISERC: Ma figurati! L’importante è che hai trovato il tempo di lasciarmi un commentino! Guarda, ti dirò la verità: io non tornerei all’età di undici anni. Certo, se avessi per amichetto Teddy Lupin potrei farci un pensierino… ^__- Comunque, sto cercando di dar loro degli atteggiamenti il più reali possibili, ma non so se in quest’ultimo se ci sono riuscita… Fammi sapere cosa ne pensi! Alla prossima!

RONNINA94: Ciao! Grazie per il commento! Eh, già: povera Vic, ma se finiva a Grifondoro sarebbe stato troppo facile, no? ^_- Ti è piaciuta Tiana? Meno male! Spero che anche quest’ultimo ti piaccia!

MISS NINA: Perdonata, se mi dici cosa ne pensi anche di questo! ^_^ L’amore non è bello se non è litigarello, dici benissimo! E, come vedi, Victoire è molto protettiva nei confronti di Teddy. Solo che lui è un po’ tontolone… Ma vedrai che prima o poi aprirà gli occhi, promesso!

SORELLINADOLCE: Ciao Hily! Sono molto lusingata dal fatto che l’hai letta d’un fiato: ti ringrazio! Fammi sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto! Al prossimo aggiornamento!

FREDDYMERCURY: Lo zio George l’ha presa in giro per tutte le vacanze di Natale, ma quando il labbro di Victoire ha cominciato a tremare e gli occhi di suo fratello Bill si sono trasformati in due fessure tempestose, il caro George ha deciso di sfruttare la situazione ed utilizzare la nipotina come intermediario tra giovani Corvonero annoiati ed il negozio delle meraviglie Tiri Vispi Weasley. Ovviamente, Victoire ha preteso una percentuale per ogni nuovo cliente apportato. È finita a Corvonero mica per niente! ^_^ Sono contenta che anche tu ti immaginavi la piccola Weasley a Corvonero. E Teddy, beh, Teddy lo abbiamo perso molto tempo fa, ma lo recupereremo! Haggard è uno dei baldi giovani di cui parlavi tu, però non è molto simpatico… E comunque, Victoire ha occhi solo per Teddy… Continua a farmi sapere il tuo giudizio, mi raccomando!

CHAOSREBORN_THE_SAD: Beh, come si dice: meglio tardi che mai! ^_^ Scherzo: grazie per avermi recensito! Sono contenta che ti piacciano i miei personaggi. Per quanto riguarda il caratterino di Vic, credo che in questo capitolo sia, come dire?, ‘esploso’… Se hai tempo, fammi sapere che cosa ne dici di quest’ultimo! Alla prossima!

ALEMALFOY: Anch’io ho pensato che Victoire dovesse un po’ differenziarsi! E, se fosse stata smistata a Grifondoro, sarebbe stato troppo semplice! Eh, purtroppo Teddy è troppo preso da Grace per accorgersi dei sentimenti di Victoire, ma vedrai che la nostra Weasley riuscirà a far breccia nel cuore del nostro Lupin! Continua a seguirmi, eh! ^_^

MIONE1194: In Victoire scorre il sangue Weasley, quindi era impossibile che non fosse una testa calda come suo zio Ron. D’altro canto, ammira moltissimo la zia Hermione e quindi… Ha un bel caratteraccio! ^^ Scherzo! No, nel libro non c’è scritto nulla a riguardo e, che io sappia, nemmeno nelle interviste a Mamma Rowling. Semplicemente, ho pensato che sarebbe stata bene a Corvonero, anche per differenziarsi un po’ dagli altri Weasley (che, come hai visto, hanno continuato la tradizione). Tiana ti sta simpatica? Oh, bene! Spero ti piaccia anche in quest’ultimo capitolo!

SIJAY: Grazie per i complimenti! Sì, mi sembrava di averlo letto da qualche parte, ma preferivo che finisse nella casa del suo papà! ;-P E poi, ho una amica che è convinta che Tonks nel cuore è una Grifondoro: come potevo mettere suo figlio tra i Tassorosso e farle un affronto simile (vero, Eli?)?! Comunque, spero che per te non sia un problema e che continuerai a seguirmi!

GINNY36: Tu mi fai sempre arrossire! ^//^ I tuoi complimenti mi ricaricano sempre, quindi spero che sarai ripetitiva fino alla fine! ^__^ Sono veramente contenta che i personaggi ti piacciano, anche quelli di mia invenzione. Tiana è il prototipo del Corvonero ideale (almeno secondo me!^^): sveglia, in gamba, attenta a quello che le accade intorno e alle persone che le stanno vicine… il contrario di Teddy! E purtroppo l’illuminazione mistica non è contagiosa! Bisognerà aspettare ancora un po’!^^ Spero che i personaggi ti siano piaciuti anche in quest’ultimo. Aspetto fremente il tuo giudizio!

PROSSIMO AGGIORNAMENTO: martedì 22 giugno

P.S. Allora, il titolo dello scorso capitolo ‘Blue’ stava per: a) la tristezza di Victoire per essere finita a Corvonero

b) un rimando ai colori della casa di Priscilla Corvonero

c) il colore dei capelli di Teddy

Siete stati tutti bravissimi ad indovinare! ^_^ I miei complimenti!

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Capitolo 6
*** Carnival ***


Carnival

Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10 pokes’. I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling.

Carnival

Tiana alzò gli occhi al cielo e si morse la lingua per evitare di imprecare ad alta voce. Distese le labbra in un sorriso che voleva essere rassicurante, ma risultò solo minaccioso. “Vi, allora?” chiese, una punta di impazienza che le acutizzava la voce.

Victoire negò vigorosamente con la testa. “Non ce la faccio! Non posso!”

L’altra sospirò e si impose di contare fino a dieci prima di aprire la bocca. “Devi solo oltrepassare una porta!”

“Ma è pieno di gente e non ho i miei occhiali e poi mi vergogno!” confessò, stringendo tra le mani la gonna di chiffon color avorio.

“Così ti stropicci il costume.” la sgridò l’amica. Poi, nel vedere Victoire così angosciata, lo sguardo di Tiana si addolcì. Sospirò. “Guarda che stai benissimo. Farai morire d’invidia tutte: cavoli, sono invidiosa anch’io!” scherzò. Le porse la maschera bianca che Vic si era tolta qualche metro prima di entrare nella Sala Grande, dove si stava svolgendo il Gran Ballo di Carnevale. “Forza, rimettila e va’ a far vedere a Lupin cosa si sta perdendo!”

Victoire prese la maschera e se la rigirò tra le dita. Alzò lo sguardo per incontrare quello dell’amica, travestita da Strega Babbana, con tanto di porro sul naso. Sospirò. “Scusa, mi sto comportando da imbecille. È che…” si bloccò e sospirò di nuovo. “Non so neppure io che mi prende…”

“È che sei innamorata. Ed insicura. Cosa molto sciocca, in realtà, perché se Teddy ti rifiuta stasera dovremmo concludere che bazzichi dall’altra sponda, non so se mi spiego…”

Victoire scoppiò in una risata sincera, la tensione smorzata. Poi guardò l’amica con un sorriso colmo di affetto. “Sono io ad essere invidiosa di te, Tiana: non c’è al mondo un’amica migliore.”

Tiana sorrise a sua volta. Victoire aveva molti difetti: aveva una mente contorta, si faceva mille problemi per questioni sciocche, era testarda e, se aveva la luna storta, diventava acida e sarcastica. Per non parlare di quanto fosse irritante entrare nella stessa stanza assieme a lei e passare sempre inosservata a causa di quel suo charme che attraeva gli sguardi maschili come falene alla luce, tra l’altro senza che lei facesse assolutamente nulla per attirarli! Ma, proprio come le aveva detto Teddy tanti anni prima, era una buona amica e non l’avrebbe cambiata con nessuno al mondo. Beh, forse con Abel Stair di Serpeverde… Chissà se sarebbe stato lo stesso così tremendamente carino con una maschera di bellezza sul viso e le unghie smaltate, a parlare di ragazzi e vestiti? Scacciò quell’immagine dalla mente prima di scoppiare a ridere. Alzò il naso per aria, con fare da presuntuosa. “Lo so, non c’è bisogno che tu me lo dica!” scherzò, lucidandosi le unghie della mano sul tessuto scuro del suo costume. “E ora entriamo, altrimenti quando ti deciderai sarà già ora di andare a letto!” La prese per mano e la trascinò davanti alla porta della Sala Grande. Si sistemò la propria maschera e prima di entrare si volse verso l’amica. “Sei pronta?”

Victoire deglutì, ancora un po’ nervosa, e si mise la maschera. “No, ma penso che non lo sarò mai. Perciò apri quella porta e che Dio me la mandi buona…”

La porta cigolò e la musica ed i coriandoli multicolore le accolsero…

Teddy stava bevendo il suo Idromele, quando Ethan gli affibbiò una gomitata tra le costole per richiamare la sua attenzione. La bevanda dolciastra gli andò di traverso, rischiando di uscirgli dal naso.

Ethan!” tossì seccato.

“Scusa, amico. Ma guarda chi è arrivato…” disse il ragazzo dalla pelle color caffelatte, mascherato da sultano arabo, indicandogli una ragazza travestita da strega ed una da principessa.

A Teddy sembravano vagamente familiari, ma era quasi impossibile dirlo con quelle maschere che coprivano loro buona parte del viso. Scrollò le spalle e bevve un altro sorso di Idromele. “Sì, e allora?”

“Come ‘e allora?’?! Non hai visto quella vestita da principessa?”

“Mm… mm… È carina.”

Ethan gli lanciò uno sguardo incredulo. “Carina? Amico, di’ le cose come stanno: quella è una bomba!”

Teddy ridacchiò. “D’accordo. D’accordo.” Quando il sorriso svanì dalle sue labbra, lanciò uno sguardo mesto nella direzione di una ragazza travestita da fata che rideva assieme ad un ragazzo col costume da vampiro. La mano di lui era appoggiata sulla schiena di lei. Un po’ troppo in basso per essere considerato appropriato, rifletté tra sé Teddy, corrucciandosi.

“Ehi, Ted…” lo richiamò l’amico. “Ascolta: Grace ormai sta con lui, devi fartene una ragione. Dovresti guardarti intorno, divertirti un po’ e non pensare a lei.

“Più facile dirlo che farlo…” borbottò.

Ethan scoccò un’occhiata alla giovane in abito color avorio, che stava pian piano raccogliendo l’attenzione di gran parte dei ragazzi presenti in sala. Un sorriso furbesco gli distese le labbra. “Non sono d’accordo. Anzi, potresti cominciare subito con l’invitare quell’adorabile Principessina a ballare con te…”

“Ma se non so nemmeno chi è!” protestò.

“Questo rende il tutto più intrigante…” disse l’amico con voce maliziosa. Di fronte all’occhiata eloquente di Teddy, Ethan sbuffò. “Se vai a chiederle di ballare, puoi anche chiederle come si chiama, no?”

Il giovane Metamorfomago cambiò peso da un piede all’altro, a disagio. “Non so se è il caso…”

“Per Merlino, Lupin! Smettila una volta tanto di fare il bravo ragazzo e buttati nella mischia!”

“Vorrei ricordarti che sono Caposcuola.”

“Io non vedo distintivi appuntati sul tuo costume da…” Ethan si fermò per scrutare perplesso il costume multicolore dell’amico. “Da che cos’è che hai detto che ti sei travestito?”

“Da Arlecchino, Ethan. Una maschera italiana.”

“Beh, quella roba lì. Vai a divertirti! È il nostro ultimo anno: se non ci divertiamo ora, quando?”

Teddy sbirciò la Principessa: effettivamente era molto carina. No, era più che carina: era bella. E sembrava anche infastidita dalle avances di un Grifondoro del quinto anno… Forse poteva andare ad aiutarla… “Va bene, vado a fare un tentativo.

“Non devi tentare.” lo corresse Ethan. “Devi andare a segno.”

Teddy alzò gli occhi al cielo e ridacchiò. “Okay, okay…”

“Se vuoi posso andare a prenderti un Succo di Zucca o una Burrobirra…”

“Non ho sete. Grazie.”

Ma dov’era finita Tiana?, si chiese Victoire, resistendo all’impulso di dire chiaro e tondo a quell’appiccicoso di Brayden Knight di levarsi dalle scatole.

“Mio padre è il Presidente dell’azienda di catering che ha fornito le cibarie. la informò Brayden, incrociando le braccia sulla redingote del costume da damerino settecentesco.

Tirò verso l’alto gli angoli della bocca, socchiudendo lievemente gli occhi. “Ma davvero?” commentò, assai poco interessata.

“Già.” proseguì lui, senza accorgersi di nulla. “Abbiamo una casa in Normandia. Ti andrebbe di venirci per Pasqua?” le propose, di punto in bianco.

Lei boccheggiò un attimo per la sorpresa, chiedendosi se fosse stato assegnato a Grifondoro per il coraggio di fare certi inviti. “Scusa, ma non sai nemmeno chi sono…” ragionò.

Il ragazzo scrollò le spalle. “Sento che c’è una certa alchimia tra noi…” le spiegò, abbassando la voce di un’ottava, sperando di farla risultare più sensuale.

Le perfettamente arcuate sopracciglia della ragazza scattarono verso l’alto e, a quel punto, Victoire si domandò se: a) avesse a che fare con un idiota; b) il suddetto idiota appartenesse alla grande specie degli idioti colossali o c) avesse inavvertitamente attivato il Sortilegio Incantante che maman le aveva insegnato. La magia delle Veele, insomma.

Dopo il primo disastroso utilizzo della magia delle sue antenate (Bobby D. non le aveva dato tregua per giorni e ancora oggi, se le capitava di passare nei pressi del vecchio parco giochi, le venivano i brividi al ricordo), aveva giurato di non fare più affidamento su quello stupido trucco. Se qualcuno (TeddyTeddyTeddy) l’avesse mai voluta, sarebbe stato perché era una ragazza intelligente e carina, non a causa di uno sciocco sortilegio.

Fissò con commiserazione il patetico essere che aveva di fronte e si preparò a porre fine a quella pantomima. “Ascolta, forse c’è alchimia nell’aria, ma di certo non tra noi due. sentenziò secca. “Ci sono tante altre Principesse a questa festa: perché non provi con loro, mm?”

Brayden sbatté le palpebre, stordito da un tanto schietto rifiuto. Poi emise un verso incredulo. “Dovresti imparare ad essere più gentile.

“E tu a non importunare le ragazze che non conosci. ribatté pronta Victoire, dandogli definitivamente le spalle e scoprendo così dove era andata a finire Tiana: nella pista da ballo, tra le braccia di Stair, il Serpeverde del loro anno per il quale aveva una bella cotta…

Hai capito?, si disse con un po’ di amarezza. Lei sì che sapeva ottenere ciò che voleva. E senza perdere tempo.

Sorrise, nonostante tutto, felice per l’amica che, a giudicare da come la guardava il ragazzo, aveva fatto decisamente colpo. E sperò che prima o poi anche Teddy la guardasse in quel modo speciale…

“Ero venuto per salvare una Principessa in pericolo, ma a quanto pare la Principessa si è salvata da sola.

Victoire si voltò di scatto, sgranando gli occhioni azzurri nel vedere proprio Teddy Lupin, in piedi di fronte a lei, travestito da Arlecchino, che le sorrideva divertito. Deglutì nel notare come il ciuffo color cobalto gli ricadesse sulla fronte, abbastanza lungo da far risaltare gli occhi grigio cupo, che la guardavano con uno sguardo che non gli aveva mai visto. Come se la vedesse sul serio. Come se avesse finalmente realizzato che anche lei era una ragazza…

Di fronte all’espressione sorpresa della Principessina, Teddy sentì il coraggio scemare. Mise le mani avanti. “Ehm… Non ci sto provando, è solo che sono Caposcuola e ho pensato che fossi nei guai e… uhm…” si impappinò, come sempre quando era da solo con una ragazza. “Beh, visto che è tutto a posto, me ne vado. Ciao.” Si voltò e si diede dell’idiota per la figura barbina che aveva appena fatto: da quando dava retta a quell’imbecille di Ethan? Forse aveva bevuto troppo Idromele quella sera…

“Aspetta!” Lo fermò trattenendolo per una manica.

Stavolta si girò lui con espressione stupita. La Principessina abbassò immediatamente lo sguardo quando i loro occhi si incrociarono e Teddy vide il rossore salirle dal collo fino alle gote, seminascoste dal pizzo della maschera.

“Sei… uhm… stato gentile. Grazie.” mormorò talmente a bassa voce che quasi Teddy non la sentì.

“Di niente.”

Per un lunghissimo minuto non si dissero niente. Teddy lo passò a mordersi l’interno della guancia, dibattendo con se stesso se chiederle o meno di ballare. In fondo, l’aveva avvicinata per quello, no? Si umettò le labbra, secche per il nervosismo, e poi li vide. Grace ed il suo ragazzo che ballavano proprio nel mezzo della pista. E la gelosia gli fece ritrovare la voce.

“Ti va di ballare?” Gli occhi azzurri della Principessina lo scrutarono dubbiosi. E a lui sembrò di averli già visti. Aggrottò la fronte, tentando di ricordare. “Ma ci conosciamo?”

Sulle labbra di lei si disegnò un sorrisetto furbo. Anche quello gli sembrò familiare. “Forse…” rispose enigmatica. Gli si avvicinò. “Comunque, sì, mi va di ballare.”

Non l’aveva riconosciuta! Certo, tra maschera ed mal di gola che le aveva arrochito la voce non era proprio facile… Non sapeva se esserne contenta od offesa. Decise che ci avrebbe pensato dopo, mentre lo seguiva tra coppiette di studenti che si scatenavano al ritmo di una canzone pop. Teddy si fermò e si voltò verso di lei, cominciando a muoversi a tempo con la musica.

“Sono bravi, eh? I Wicked Boys, intendo.”

“Li adoro.” confessò Victoire.

In quel momento, il ritmo da sfrenato che era si fece più rilassato. Le coppie si strinsero di più in un abbraccio dondolante.

Victoire guardò Teddy speranzosa, ma lo sguardo del ragazzo era attirato da qualcosa oltre le sue spalle. Lanciò anche lei uno sguardo in quella direzione e si lasciò andare ad un sorriso amaro. Ma certo, chi altri poteva catturare i suoi occhi se non Grace Sommers? Gli mise una mano sul braccio per riguadagnare l’attenzione perduta e tentò di ignorare la capriola che fece il suo stomaco nel percepire il calore della sua pelle al di sotto della stoffa. “Beh, grazie per il ballo. Torno dalla mia amica.” Una bugia, perché suddetta amica stava ancora ballando con Abel Stair, ma non c’era più motivo di stare lì con lui.

“Aspetta.” la richiamò Teddy stavolta. “Ti va di ballare anche questa canzone?” Aveva le guance un pochino rosse quando glielo chiese e Victoire lo trovò adorabile. “Cioè, se non ti va, non c’è problema, ma visto che siamo qui…”

“Dici sul serio?”

Teddy annuì ed aprì le braccia. “Ti va?”

“Sì.” rispose Victoire, scivolando nel suo abbraccio con il cuore che le frullava nel petto come le ali di un uccellino in gabbia. Che parve volare libero nel cielo quando le mani calde di Teddy le circondarono la vita.

Ma che stava facendo?, gli gridava la sua mente. Era ridicolo ballare con una di cui non conosceva nemmeno il nome quando Grace era lì a due passi! Gli occhi di Teddy continuavano a cercare il volto di Grace tra la folla di coppiette e quando la vide appoggiarlo sul petto di quel dannato Tassorosso, si assottigliarono di rabbia.

Sentì la Principessina trattenere il fiato: senza accorgersene l’aveva attirata in un abbraccio più stretto. Aumentò la distanza tra loro. “Scusami.”

“No, non fa niente.” Lei era nuovamente arrossita e Teddy pensò che gli sarebbe piaciuto vedere il suo viso per intero. La Principessina alzò lo sguardo e lo fissò dritto negli occhi. “Secondo me, la Sommers sta sbagliando in pieno: Adams è un cretino.

Quelle parole lo sorpresero. “Sei amica di Grace?”

Lei fece una smorfia disgustata. “Assolutamente no!”

Teddy ridacchiò di fronte a quella reazione. “E allora come mai la conosci?”

“Così…” rispose la Principessina, facendo spallucce.

“Sai, quando l’ho conosciuta, mi ha tirato del Succo di Zucca in faccia. Eravamo sull’Espresso ed è stato un colpo di fulmine. Ma non sono mai riuscito a dirle quanto mi piaccia.” le confidò Teddy, cercando ancora una volta la testa bionda di Grace. Sospirò. “Ed ora è troppo tardi…”

Lei rimase in silenzio. “Dovresti… provare lo stesso. A dirle quello che provi, intendo.” disse, come se le costasse molta fatica.

Teddy scosse la testa. “Ci ho pensato, ma lei è felice con lui e non voglio rovinare la nostra amicizia.

“Quindi tu credi che, se la persona a cui tieni è innamorata di un’altra, non si debba dar voce al proprio cuore?” domandò la Principessina, con una voce strana, come sul punto di rompersi.

“No, bisogna aspettare. Quando la persona a cui tieni sarà pronta, allora potrai parlare.”

“E se non fosse mai pronta?”

Teddy guardò la ragazza che aveva tra le braccia: aveva la testa lievemente chinata in avanti in una posa di sconforto. “Parli per esperienza personale? Ti piace un ragazzo a cui piace un’altra?” le chiese con voce gentile.

Lei annuì debolmente.

“Lascialo perdere: è un idiota! Come fa a non accorgersi di una ragazza carina come te?” le disse per consolarla.

“Me lo chiedo anch’io, sai?” replicò la Principessina con un sorriso triste.

Teddy provò una strana tenerezza e la strinse un pochino di più. Le prese una ciocca di capelli e la carezzò con il pollice. “Capelli verdi per una principessa, mm? Una scelta originale.” commentò con un sorriso.

“Non ti piacciono?” chiese lei con una vocina piccola piccola, che per un attimo gli parve conosciuta.

“Scherzi? Il verde è uno dei miei colori preferiti!” Il cobalto dei suoi capelli si trasformò in verde foresta. “Ecco, così siamo intonati.” le sorrise più ampiamente, guadagnandosi come ricompensa una risata da parte di lei. Ancora una volta estremamente familiare. Chinò il viso verso di lei, percependo il profumo dei suoi capelli e della sua pelle. “Mm… Buono…” mormorò, chiudendo gli occhi, senza accorgersene. “Hai un buon profumo…”

La sentì irrigidirsi nel suo abbraccio sempre più stretto. “G-Grazie…” balbettò lei, ormai con il volto in fiamme.

Arrossì anche Teddy, accorgendosi della situazione imbarazzante e ripristinando la debita distanza tra loro. “Scusami ancora. Non so che mi prenda stasera.”

La Principessina abbassò lo sguardo con un sorriso. “Non fa niente.”

“Senti, non riesco a fare a meno di pensarci: sono sicuro di conoscerti, ma non riesco ad inquadrarti. Qual è il tuo nome?” domandò Teddy, dopo qualche istante di silenzio. La canzone era giunta alla sua conclusione ed i due si erano separati.

“Non mi hai riconosciuta?” domandò lei, guardando la mano di Teddy che ancora teneva la propria con occhi tristi.

Lui si strinse nelle spalle. “No, mi spiace.”

La Principessina sospirò e portò lentamente la mano libera al volto. Esitò un attimo prima di scostare la maschera dal viso…

Victoire?!?

Victoire chiuse gli occhi, incapace di sostenere l’espressione sconvolta che si era dipinta sul viso di Teddy. Congiunse le mani al petto (lui aveva prontamente lasciato quella che stava stringendo fino a poco prima), aspettando il verdetto.

Victoire?!?” ripeté Teddy, guardandola come se le fosse cresciuta una seconda testa. I capelli tornarono color cobalto, mentre lui vi infilava le lunghe dita affusolate.

“Ehm… Sorpresa!” sorrise debolmente lei.

“Ma che sorpresa!” esclamò lui, arrabbiato. “Sei impazzita?! Perché non me l’hai detto subito che eri tu?” Arrossì violentemente quando intercettò i suoi occhi e puntò i propri ai suoi piedi. “Oddio! Non riesco neanche a guardarti in faccia, ora!”

“Ora?!” Un moto di rabbia le contrasse il volto. “Di’ la verità, Teddy: tu non mi hai mai guardata prima d’ora! È per questo che non mi hai riconosciuta! È per questo che non hai mai capito niente!” alzò la voce talmente tanto che tossì, irritandosi la gola e facendosi venire le lacrime agli occhi. “È stato davvero così disgustoso ballare con me? È perché non sono Grace? O sono proprio io che non vado bene? Cosa c’è che non va in me, eh, Teddy? È un qualcosa di specifico o è tutto l’insieme?” Aveva il fiatone e le guance in fiamme, ma non aveva intenzione di fermarsi. “Anzi, no: non rispondere. Non lo voglio sapere. Non ti darò mai più fastidio, di questo puoi starne certo!” disse, voltandosi giusto prima che le lacrime cominciassero a scivolare sul suo volto, disegnando scie fresche sulle guance ardenti. Spiccò una breve corsa, nonostante i tacchi, spingendo con forza la porta, lasciando una sala piena di gente basita.

Teddy boccheggiò imbarazzato, stupito, confuso, arrabbiato. Erano talmente tanti i sentimenti che provava in quel momento che non riusciva nemmeno a distinguerli. Vide la Strega Babbana lanciargli uno sguardo carico di rimprovero e correre fuori dalla Sala Grande. Ma certo! Era Tiana Wright! Come aveva fatto a non riconoscerla?

Come aveva fatto a non riconoscere Victoire, piuttosto. Perdiana, era cresciuto assieme a lei!

“Ehi, amico. Tutto bene?” gli chiese Ethan, mettendogli una mano sulla spalla.

“No. Non va per niente bene…” rispose lui, ancora stordito. “Io non avevo capito che era lei… Non ci avevo nemmeno pensato…”

“Perché sei un imbecille, Lupin.” si intromise Tiberius Haggard, spostandosi la benda da pirata dall’occhio per guardarlo meglio. “La Weasley ha una cotta per te da una vita. Gliel’ho sempre detto che sprecava il suo tempo dietro ad un perdente come te…”

“Ma che stai dicendo?! Victoire non ha una cotta per me!” protestò Teddy, nascondendo dietro la rabbia la confusione.

Haggard sbatté le palpebre e si concesse un sorrisetto. “Fantastico! Sei più stupido di quanto pensassi!”

Teddy strinse i pugni. “Haggard, non ti conviene infastidirmi ora…” sibilò minaccioso.

“D’accordo. Perdono.” sghignazzò l’altro, alzando le mani. “Però, permettimi di darti un consiglio: io non mi lascerei scappare la Weasley per una come la Sommers.” Gli lanciò un’occhiata maliziosa. “Comunque, se la vuoi lasciar perdere, a me sta bene. È dall’anno scorso che tento di uscire con lei: forse con te fuori dalle scatole mi dirà finalmente di sì.”

“Non ci provare nemmeno ad avvicinarti a lei! È ancora piccola!” ringhiò Teddy.

“Ehi, sveglia! Ha quasi sedici annii! Ed è una gran bella…”

Teddy assottigliò gli occhi. “Non osare.”

Haggard sospirò, rimettendosi a posto la benda. “Come vuoi. Ma ricordati quello che ho detto.” disse, facendosi largo tra gli studenti che avevano smesso di parlottare ed avevano ripreso a ballare.

“So che lo ritieni un deficiente,” parlò Ethan “però in questo caso ha ragione: Victoire è una ragazza e pure molto bella. Grace non…”

Grace non c’entra.” lo interruppe Teddy, che stava ancora guardando male Haggard. “Per me Victoire è come una sorella. Punto. Non ci potrà mai essere niente di più che affetto tra me e lei. affermò con più forza del dovuto, col risultato che sembrava voler convincere soprattutto se stesso.

Ethan gli batté sulla spalla in segno di comprensione.

Teddy sospirò. “Andiamo: ho bisogno di bere…” disse, sperando che l’alcool sfumasse l’intensità di quel turbinio di emozioni…

Victoire tirò su col naso, tamponandosi gli occhi gonfi e rossi. “Mi dispiace, ti ho rovinato la serata…”

“Non dire stupidaggini.” la ammonì Tiana, passandole un braccio attorno alle spalle. Victoire si asciugò altre due lacrime sfuggite al suo controllo. Tiana si imbronciò. “Se becco Teddy…! È un idiota insensibile come tutti i maschi a questo mondo!”

“Anche Stair?” domandò Victoire.

Tiana arrossì. “Come tutti i maschi a parte lui.” si corresse, facendola sorridere per un attimo.

Victoire tirò ancora su col naso, mentre un nuovo fiotto di lacrime cadeva dai suoi occhi. “Volevo solo che per una volta guardasse me, invece che Grace. E guarda che cosa è successo…” singhiozzò.

“Su, non fare così. Non si merita le tue lacrime.” le sussurrò l’amica, abbracciandola e cullandola dolcemente.

“Hai ragione, ma non riesco a smettere…” gemette, aggrappandosi all’altra disperatamente, mentre il suo cuore spezzato scandiva il ritmo di un dolore sordo che non l’avrebbe abbandonata tanto presto.

Commenti:

Teddy è un po’ tonto… Chissà da chi ha preso, eh? Mannaggia a questi padrini…

Scusate, capitolo un po’ cliché. Spero che mi perdonerete.

Un grazie speciale a tutti coloro che mi hanno lasciato una recensione:

NIKKITH: Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere! ^_^

SORELLINADOLCE: Eh, penso che ora Teddy si sia accorto di Vic, tu che ne dici?^^ Spero che continuerai a seguirmi per vedere come va a finire!

SIJAY: Sono contenta che continui a seguirmi!^_^ Fammi sapere cosa ne pensi di quest’ultimo!

FREDDYMERCURY: Wow, non pensavo saresti riuscita a farmi arrossire più delle altre volte! ^//^ Sei troppo gentile! E mi hai messo anche un po’ di ansia (no, sto scherzando!^^)! In questo capitolo c’è quel pizzico di sana tragedia di cui parlavi. Fammi sapere cosa ne pensi: il tuo giudizio è importante!

RONNINA94: Vic ti ringrazia: mi ha detto che la prossima volta che dovrà picchiare qualcuno, ti farà sapere. Però sembra che Haggard in questo capitolo sia stato piuttosto utile a Teddy, no? Magari stavolta non lo schiaffeggiamo… ^^ Che ne pensi di quest’ultimo capitolo? Fammi sapere!

FRANCY_MALFOY: Grazie mille per aver inserito la fic tra i preferiti! Molto gentile! Dammi il tuo giudizio anche su questo capitolo! ^_^

NINNY: Eh, anche a me sta antipatico Haggard, ma in questo capitolo ha fatto un commento opportuno! Tu cosa dici? Vic è stata un bel peperino anche qui, eh? ^_^ Dimmi cosa ne pensi!

TSUYUKO: Certo che non è mai troppo tardi! ^^ Anzi, grazie per tutti i complimenti che mi hai fatto! ^//^ Sono molto contenta che ti piacciano sia Teddy che Victoire. Davvero ti sei innamorata di Teddy? Wow! Glielo farò sapere! ^_^ Tu, invece, fammi sapere cosa ne pensi anche di quest’ultimo capitolo!

MISS NINA: Wow! Quanti complimenti! Sono contenta che anche a te piaccia il mio Teddy!^_^ Una mia amica vorrebbe che scrivessi altri dieci capitolo su Teddy e Victoire, ma non so se riuscirà a convincermi… non ti resta che fare il tifo per lei!^^ Comunque, vorrei sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo!

ALEMALFOY: Eh, già: Vicky è troppo cotta. Ma qui ha perso un po’ le staffe… Vedremo che effetto avrà su Teddy: riuscirà finalmente a togliersi le fette di salame dagli occhi?! ^_^ Fammi sapere cosa ne pensi!

GINNY36: Accipicchia! Ho visto la tua recensione quando stavo per aggiornare! Grazie mille come al solito! Sei sempre troppo gentile! Grazie per aver letto anche se sei in periodo esami! (Anch’io, purtroppo… -_-) Teddy purtroppo ha preso tutto dal suo padrino, ma qui Victoire gli sbatte in faccia la realtà: chissà se finalmente sarà graziato da un lampo di comprensione? Ma sì, non disperiamo! Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo, eh?

PROSSIMO AGGIORNAMENTO: Sabato 28 giugno (scusate: l’altra volta ho scritto la data sbagliata! -_-‘)

Grazie anche a tutti i lettori e a chi ha messo la fic tra i preferiti!

Il vostro giudizio è importante! Fatemi sapere dove posso migliorare!

Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Pancakes ***


Pancakes

Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10 pokes’. I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling.

Tanti auguri a Ginny36

Pancakes

Un timido raggio di sole si intrufolò tra le persiane della stanza al secondo piano del piccolo cottage sul limitare dell’oceano. Tracciò un polveroso percorso luminoso, colpendo i grossi tomi aperti sulla scrivania, i calamai pieni di inchiostri di vari colori, le piume d’oca ben temperate, le cornici delle foto (i cui occupanti sonnecchiavano cullati dal rumore delle onde), i dieci morbidi peluche che riposavano accanto ad altrettanti libri nel grande letto, dove solo una testa rossa si intravedeva tra il groviglio di coperte. Il raggio arrestò la sua corsa proprio sul cuscino, illuminando di dorata gloria il rosso di quella chioma scompigliata.

Quando si aprirono, anche due grandi occhi turchesi vennero investiti da cotanto fulgore. Ma la proprietaria dei suddetti non ne apprezzò la fulgente bellezza.

“Ma porc…!” imprecò tra i denti Victoire, portando una mano a coprire gli occhi. Si era dimenticata di chiudere bene le imposte la sera precedente! Con un grugnito assai poco femminile si mise a sedere, facendo cadere due dei volumi che stava studiando prima di addormentarsi. “Oh, perfetto!” mugugnò, lanciando le gambe al di là del bordo del letto e rimanendo seduta in quella posizione per un minuto abbondante, lottando contro le palpebre che minacciavano di richiudersi.

Nascondendo un enorme sbadiglio dietro una mano curata, Victoire si alzò stancamente e raccolse i volumi caduti, facendosi andare il sangue alla testa. Per un attimo vide nero e dovette appoggiarsi alla scrivania per non cadere. Passato il giramento di testa, si diresse a passi sonnolenti verso la porta della sua stanza, con il chiaro intento di raggiungere il bagno.

Ma non appena la sua mano si appoggiò sulla maniglia e si aprì uno spiraglio sul corridoio ricoperto da una morbida moquette bordeaux, la sua mente elaborò un’informazione che fece passare in secondo piano la precedente destinazione.

Nell’aria c’era odore di pancakes.

Ora, se qualcuno di voi signori non sapesse che cosa sono i pancakes, l’arcano è presto svelato: si tratta di un dolce mattutino, simile alle francesi crêpes, ma dal diametro più piccolo e formato dal sovrapporsi di tanti deliziosi dischi spruzzati di zucchero a velo, da accompagnarsi con una qual si voglia confettura, del miele od un americanissimo sciroppo d’acero.

Victoire li adorava, ma quando aveva proposto a maman di prepararli a colazione, lei aveva storto il naso, decantando le qualità di croissant e yogurt bianco.

Quindi, quel delizioso profumo di pancakes la incuriosì non poco.

Che maman avesse deciso di farle una sorpresa per il suo diciassettesimo compleanno? Per una data così importante si poteva certo fare uno strappo alla regola, si disse. Scese le scale di corsa, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, già pregustando il delizioso spuntino.

Però…

Giunta in prossimità della cucina, ancora non sentiva nessuna di quelle romantiche canzoncine francesi che maman amava tanto canticchiare mentre si affaccendava ai fornelli.

Corrucciò le belle sopracciglia. Che fosse venuta Nonna Molly? Ma no, quando cucinava lei amava il sottofondo della radio, mentre dalla cucina provenivano soltanto rumori di stoviglie.

Avanzò di un altro passo, più cauta. Poteva essere zia Ginny? Scartò anche quell’ipotesi: sapeva che lei e zia Hermione erano alla Tana, occupate a prepararle quella festa a sorpresa, di cui aveva sentito bisbigliare qualche tempo prima.

Ma allora chi poteva essere?

Suo padre sicuramente no: maman non gli permetteva di avvicinarsi ai fornelli, a causa di qualcosa che aveva a che fare con la loro luna di miele ed un soufflé esplosivo…

Dominique o Louis? Sarebbe stato alquanto strano: l’unica che si dilettava di tanto in tanto in cucina era lei.

Fu a quel punto che se ne rese conto: a parte l’acciottolio delle padelle, la casa era silenziosa. Troppo. Solitamente, quando tutta la famiglia era riunita per la colazione, il piccolo cottage era tutto fuorché silenzioso. Dov’erano le canzoncine di maman e la voce calda di papà? Ed i litigi tra Dominique e Louis per i cereali?

Il suo corpo si irrigidì per la tensione, mentre a fior di labbra pronunciava: “Accio bacchetta…”

Un altro passo ancora e cominciò a sentire dei passi in cucina. Passi estranei, che non appartenevano alla sua quotidianità.

Deglutì. Ancora un passo.

Ora era davanti alla porta a vetri della cucina ed intravedeva la sagoma sfocata di qualcuno, un uomo, un intruso, che andava avanti ed indietro dalla tavola ai fornelli.

Si accorse di stare tremando per la tensione. Strinse più forte la bacchetta tra le dita improvvisamente sudate ed appoggiò l’altra mano sulla maniglia della porta.

Vedeva già i titoli sul Profeta:Giovane strega scomparsa nel difendere la propria casa il giorno in cui raggiunge la maggiore età’, ‘Così giovane e così coraggiosa, dicono i familiari’

Prese un gran respiro, intimandosi di restare calma. Poi, contò fino a tre ed aprì all’improvviso la porta, con un tale impeto che questa si schiantò contro il muro, quasi coprendo l’incantesimo urlato da Victoire.

Petrificus Totalus!”

L’estraneo, voltatosi a guardarla, si irrigidì immediatamente e cadde di lato, mentre il piatto che teneva in mano si ruppe in mille pezzi che giunsero anche vicino ai piedi nudi di Victoire.

Con il cuore che ancora batteva all’impazzata per l’adrenalina, Victoire distolse l’attenzione dalla porcellana frantumata e si concentrò sull’identità dell’intruso. Le bastò intravedere il colore dei capelli per rimanere a bocca aperta per lo stupore.

Teddy?!” esclamò. “Oh, Santo Cielo! Relascio!” Lo aiutò a rimettersi in piedi. “Tutto bene? Mi dispiace tanto!”

Teddy si toccò una spalla con una smorfia dolorante. “Beh, almeno sappiamo che in caso di pericolo hai i riflessi pronti. disse, guardandola con un sorrisetto.

Per qualche motivo, la sua espressione serena la irritò. “È colpa tua: entrare così senza dire niente! Mi hai spaventata a morte!” si giustificò, imbronciandosi. “Credevo fossi un ladro o un feticista di padelle o… Perché stai ridendo?” chiese, scontrosa.

“Niente, mi è piaciuta l’idea del feticista. ridacchiò Teddy, con le spalle che sussultavano.

Victoire si sforzò di piegare verso il basso gli angoli delle labbra, ma quelli disubbidirono alla sua volontà e si ritrovò a ricambiare il sorrisetto del ragazzo. Pensò all’ironia della sorte: era da più di un anno che si sforzava di evitarlo come la peste ed ora, eccolo lì, in piedi di fronte a lei, sgattaiolato chissà come nella sua cucina per preparare… Lo sguardo di Victoire si posò su cosa aveva contenuto il piatto prima di infrangersi a terra. “… pancakes?” mormorò sorpresa, fissando Teddy con uno sguardo perso. Lui non rideva più e sembrava imbarazzato. “Che cosa ci fai qui, Teddy?” sussurrò.

Il ragazzo si strinse nelle spalle, senza guardarla negli occhi. “Preparo la colazione.”

“Perché?”

“Perché volevo farti una sorpresa…”

Lo vide combattere contro il rossore che gli colorava le guance e fissare ostinatamente le piastrelle del pavimento. Seppur in teoria avrebbe dovuto avercela ancora con lui, le fece una tenerezza infinita e si ritrovò a sorridere. “Beh, di certo la sorpresa ti è riuscita…” commentò, con un tono divertito.

Teddy sollevò lo sguardo e fece un piccolo sorriso obliquo. “Dammi un quarto d’ora ed anche la tua colazione sarà riuscita.

Victoire si ricordò solo in quell’istante di essere scesa in pigiama, senza essersi pettinata né lavata i denti. Arrossì imbarazzata. “Sì, io vado a darmi una sistemata: chissà che mostro che sono…!” esclamò, uscendo dalla cucina con una risatina nervosa.

Salì le scale di corsa e si chiuse in bagno, correndo immediatamente a specchiarsi. Sospirò disperata: era un disastro! I capelli erano tutti scarmigliati, il pigiama era quello di taglio maschile, molto comodo per dormire, ma assolutamente poco seducente, per non parlare delle occhiaie che le erano venute per aver studiato fino a tardi!

Si lavò con cura e tentò di dare ai suoi capelli una piega decente, ma quella mattina sembrava che ogni ciocca fosse dotata di vita propria… Si infilò svelta in camera da letto, dove rimase per cinque minuti davanti all’armadio, fissando i suoi vestiti, elucubrando i migliori accostamenti.

Sapeva che era inutile mettersi in tiro per catturare l’attenzione di Teddy (non l’avrebbe guardata in quel modo nemmeno se si fosse messa a danzare nuda di fronte a lui), ma gli insegnamenti di maman erano radicati troppo a fondo per poter essere elusi.

Cinque minuti dopo varcava la soglia della sua camera, con indosso un jeans ed una camicetta ed i capelli raccolti in una coda, per tagliare la testa al toro. Nell’aria c’era di nuovo quel delizioso odore di pancakes e lei chiuse gli occhi, lasciandosi guidare dall’olfatto.

Entrò in cucina e stavolta non si spaventò nel vedere Teddy affaccendato ai fornelli. Anzi. Una piacevole sensazione di calore le inondò il petto. “Buongiorno.” lo salutò, come se soltanto pochi minuti prima non lo avesse scambiato per un intruso e pietrificato. Come se non fossero passati trecentosettantanove giorni (ebbene, sì: li aveva contati) dall’ultima volta che si erano parlati.

Lui le lanciò un’occhiata da sopra la spalla e, con un sorrisino, le resse il gioco. “Buongiorno. Dormito bene?”

“Abbastanza.” Si sedette al tavolo, minuziosamente apparecchiato ed ingentilito da un bel mazzo di fiori multicolori. “Wow. Hai pensato proprio a tutto!” commentò, colpita.

Teddy si strinse nelle spalle e solo allora Victoire notò che stava indossando il grembiule rosa di sua madre. Si morse le labbra per non ridere.

Ma quando Teddy si voltò per porgerle i pancakes, le sfuggì ugualmente una risatina.

Lui si corrucciò. “Beh? Che c’è?” domandò, confuso.

Scosse la testa, ridacchiando ancora. “No, niente. È che hai messo il grembiule di mia madre…”

Teddy fissò il grembiule rosa confetto, ornato da graziosi volant sulle spalline. Ed il rossore che gli infiammò le guance contagiò anche le radici dei capelli. Tirò su col naso, tentando di aggrapparsi all’ultimo briciolo di dignità rimasta. “È l’unico che ho trovato.”

Victoire si morse il labbro inferiore. “Stai bene.” disse, ma gli occhi tradivano la risata contenuta a stento. “Sul serio!”

“Ah, smettila!” la rimproverò Teddy, ma anche lui aveva un tono divertito. Le porse il piatto dove troneggiava una torre di pancakes, sormontati da una candelina accesa. “Tieni. Tanti auguri.”

Di nuovo il calore la pervase e le fu impossibile impedirsi di sorridere gioiosa. “Grazie, Teddy. Non dovevi.” Prese il piatto e rimirò i dolci. “Sono meravigliosi.”

“Non esagerare!” si schernì lui, sedendosi sulla sedia vicina dopo essersi tolto il grembiule. “So che ti piacciono e allora…” lasciò cadere la frase, fissando Victoire con uno sguardo intenso che lei non seppe decifrare. Poi si appoggiò allo schienale ed incrociò le braccia al petto. “Che aspetti? Spegni quella candelina, no?”

Victoire spostò lo sguardo sulla piccola fiamma che bruciava. Chiuse gli occhi, ma non espresse nessun desiderio: ciò che desiderava di più non aveva possibilità di avverarsi, quindi era inutile continuare a crogiolarsi in una vana speranza. Soffiò e guardò Teddy. Le stava sorridendo. Anche lei sorrise.

In fondo, si disse, poteva anche andare bene così: stargli vicino, senza oltrepassare la linea, beandosi soltanto della sua compagnia. Perché, e ora che gli era di nuovo di fronte se ne rendeva dolorosamente conto, quell’anno senza di lui era stato un inferno.

“Hai espresso un desiderio?”

“No.” rispose sinceramente, con solo un accenno di tristezza nella voce. “Ma in ogni caso non te l’avrei detto: lo sai che se li dici ad alta voce non si avverano!” esclamò, addentando un pezzetto di pancake. Gli occhi le brillarono. “Mmm… Sono deliziosi, Teddy!” si complimentò, prendendone subito un altro boccone.

“Davvero? Fammi assaggiare!” disse Teddy, allungando una forchetta verso il piatto dei dolci.

Ma Victoire fu lesta ad allontanarlo dalla sua portata. “Ah, no! Questi sono miei: fattene degli altri!”

“Ma… Ma…” boccheggiò Teddy. “Sei un’ingorda! Dammeli subito!” ordinò, tentando di arpionare i dolci con la forchetta.

“Assolutamente no!” replicò Victoire, schivando ogni affondo.

“Dai, un pezzetto!”

“No!”

“Ma, insomma, li ho fatti io!”

“Sono un regalo: non si chiedono indietro!”

“Golosastra dei miei stivali!” esclamò scherzosamente Teddy, alzandosi in piedi e prendendo Victoire per un polso.

Lei lo fissò ad occhi spalancati. Com’era cresciuto dall’ultima volta! Torreggiava su di lei, ancora seduta, e le sue spalle si erano irrobustite da quella volta che avevano danzato abbracciati. Il ricordo la fece arrossire.

Anche Teddy si rese conto della vicinanza ed arrossì. “Scusa, io…!” Le lasciò in fretta il polso e fece un balzo all’indietro, andando maldestramente a sbattere con il fianco contro l’angolo del tavolo. Il suo grido di dolore spezzò la tensione che si era creata.

Victoire scoppiò a ridere. “Sei proprio un imbranato!”

“Non è vero!” protestò Teddy, massaggiandosi la parte dolorante con il viso imbronciato.

Lei si limitò a sorridere di più, contagiando anche lui.

Victoire posò di nuovo il piatto sul tavolo, più vicino a Teddy. “Dai, prendi. Ma solo perché ti sei fatto male.”

“Oh, la ringrazio infinitamente della cortesia, signorina!” commentò sarcastico, addentando finalmente la sua creazione. “Mm… Sono buoni davvero!” esclamò, sorridendole ampiamente.

“Già!” concordò Victoire, mangiandone un altro pezzetto. “Dovresti fare un corso da pasticciere, invece che seguire quello per Auror!” scherzò. “Piuttosto, come va? Il corso, intendo.”

Teddy tormentò con la forchetta l’ultimo strato di pacakes. “Bene. Ethan ed io abbiamo già fatto qualche operazione sul campo e nel dipartimento tutti hanno qualche aneddoto su mamma o papà da riferirmi…” parlò con una voce strana, un po’ triste. Tirò su col naso ed incrociò nuovamente lo sguardo di Victoire. “E tu? Come sta andando il sesto anno?”

“Bene, anche se nell’ultimo periodo sono un po’ calata in Trasfigurazione e la McGranitt mi sta col fiato sul collo: dice che devo avere almeno Eccellente per poter fare la Guaritrice.

“Ah! Non sapevo che avessi scelto di entrare al San Mungo!” disse Teddy, sorpreso.

Lei si strinse nelle spalle, imbarazzata. “Beh, sai che sono un topo da biblioteca, no? Mi ci vedi nei panni di un Auror?” Rise. “Probabilmente finirei per farmi Schiantare prima di poter alzare la bacchetta!”

“A giudicare da come mi hai pietrificato prima, non direi proprio. sorrise lui.

Victoire si mordicchiò un labbro, imbarazzata. “Scusami ancora.” Giocherellò a punzecchiare con la forchetta l’ultimo pancake rimasto. “Ma come mai sei venuto? Insomma, so che i miei non sono in casa perché mi stanno preparando una festa a sorpresa a casa dei nonni… Potevamo vederci lì, no?”

Teddy scostò lo sguardo. “Non pensavo di essere invitato.” rivelò, dopo qualche attimo di silenzio.

“Perché no?” chiese Victoire, innocentemente.

Lui le rivolse uno sguardo serio, che la fece tremare interiormente. “Perché mi hai evitato per tutto questo tempo?”

“N-Non ti ho evitato!” mentì, colta di sorpresa.

Teddy le lanciò un’occhiata eloquente. Poi sospirò. “Senti, mi dispiace per averti trattato male quella sera al Ballo. Mi hai colto di sorpresa ed ho reagito in modo eccessivo. La vide rimanere a bocca aperta per lo stupore. “Avrei voluto chiederti scusa prima, ma ogni volta che ti scorgevo, sparivi subito. E poi è finito l’ultimo anno e ho cominciato il corso e non ho più avuto modo di vederti. Abbassò lo sguardo, arrossendo lievemente. “Mi sei mancata…” confessò.

Victoire sentì il cuore accelerare i battiti e le guance ardere di felicità. “Anche tu…” mormorò, fissandosi timidamente le mani.

Teddy la guardò sorpreso e le sorrise quando la vide lanciargli un’occhiatina di sottecchi. “Sono perdonato, allora? Amici come prima?”

Amici? Erano mai stati amici?, si domandò Victoire. “Certo. Amici.” rispose con un sorriso, perché, in fondo, stargli vicino era l’unica cosa che importava.

“Okay. Allora, da amico, posso farti una domanda?” chiese Teddy, guardandola nuovamente con una strana espressione. Si schiarì la voce, forse in imbarazzo. “Sei… Sei uscita con Haggard?”

Victoire sbatté le palpebre, incredula. “Con Haggard? Ma sei impazzito?”

Teddy sospirò di sollievo. “Meno male! Ah, lo sapevo che quel cretino lo diceva solo per dare aria alla bocca! Non sai quanto mi ha fatto arrabbiare, poi, quando ha detto che mi aveva fregato la ragaz-” si bloccò, arrossendo. Farfugliò qualcosa che lei non comprese, troppo occupata a tenere a bada il proprio rossore. “Beh, insomma, sono contento che non sei uscita con quel deficiente. E, uhm, conoscerò il tuo vero ragazzo alla festa di oggi pomeriggio?” chiese, fingendo di trovare interessante il soffitto.

Lei rimase a bocca aperta. Teddy Lupin le stava veramente chiedendo se si vedeva con qualcuno? Senza essere vista si pizzicò un braccio. No, non stava sognando. “Non ho un ragazzo, Teddy.” rispose ancora stupita.

“Davvero?” esclamò lui, lasciandosi scappare un sorriso che prontamente nascose. “Cioè, volevo dire: mi dispiace.” disse con un tono di voce che era tutto tranne che dispiaciuto. Si alzò in piedi con grande energia. “Beh, ti avevo portato un regalo, ma, visto che sono invitato alla tua festa, te lo darò più tardi.” Sorrise un sorriso che non gli aveva mai visto sul volto, se non quando si trovava nelle vicinanze di Grace Sommers. “Allora, ci vediamo dopo, okay?” esclamò, avviandosi verso il contenitore della Metropolvere e prendendone una bella manciata.

“Sì, d’accordo.” rispose Victoire, perplessa dal suo comportamento.

“Ah, e se hai bisogno per Trasfigurazione, ti posso dare una mano io!” Teddy sorrise ancora più luminosamente e venne risucchiato dalle fiamme verdi, dopo aver pronunciato l’indirizzo della casa dello zio Harry.

La cucina tornò silenziosa.

Victoire fissò confusa i resti del suo pancake. Che cosa diamine era appena successo?, si chiese. Sperò che Tiana avesse la risposta, perché lei non ci aveva capito granché…

Commenti:

Piccola spiegazione: Victoire è nata il 2 maggio, anniversario della sconfitta di Voldemort (per questo motivo si chiama Victoire, “vittoria”). Ho presunto che per il mondo magico sia diventata una data così importante da farla diventare una festa (tipo il 25 aprile a casa nostra) e che gli studenti possano tornare a casa per festeggiare con i parenti. Per questo il capitolo è ambientato a Villa Conchiglia.

E ora, lasciatemi dire una cosa: WOW! Vi siete proprio scatenate nelle recensioni contro Teddy!^^ W la solidarietà femminile! Però, povero il mio cucciolotto: me l’avete distrutto e minacciato di morte! Lui è un po’ lento, ma alla fine ci arriva…^^ Sapete che si è nascosto sotto al letto e non voleva più uscirne per paura di essere linciato per strada?!?

A parte gli scherzi, permettetemi di spezzare una lancia nei confronti di Ted: è figlio unico e il suo unico parente rimasto in vita è la nonna materna (in teoria ci sarebbero anche i Malfoy, ma non credo che i rapporti tra Andromeda e Narcissa siano rosei): quindi ha sempre bramato la compagnia di altri bimbi. Il suo padrino lo ha portato spesso alla Tana (e più avanti lo inviterà a cena quattro volte alla settimana!^^), per farlo stare con bambini dai poteri magici come lui. Risultato? Teddy si è affezionato moltissimo a Victoire e a tutti i piccoli Weasley e Potter, arrivando a considerarli come cuginetti, pur non avendo legami di sangue con nessuno di loro. Per questo gli è mai neanche passato per la testa che lui potesse piacere a Victoire, convinto com’era che lei lo considerasse una specie di fratello maggiore. In più, ad Hogwarts si sono visti raramente, essendo lui due anni avanti a lei ed in un’altra Casa. E non dimenticatevi che a Ted piaceva Grace, quindi non ha mai guardato Victoire con la dovuta attenzione. Per questo non l’ha riconosciuta al Ballo ed è rimasto sconvolto nello scoprire che la bella ragazza che aveva avuto tra le braccia (e su cui, forse, aveva cominciato a fare qualche pensierino^^) era Victoire, la stessa bimbetta che lo obbligava a giocare ai giochi ‘da femmine’, quella che aveva sempre le mani ed il naso macchiati di inchiostro, quella che gli aveva tenuto il muso per tutte le vacanze di Pasqua del suo primo anno ad Hogwarts (per un motivo a lui ignoto!^^), insomma: quella Victoire che aveva un posto speciale nel suo cuore, ma a cui aveva sempre pensato come ad una sorellina!

Il nostro piccolo Mezzo Mannaro aveva solo bisogno di un pochino di tempo per riordinare idee e sentimenti!

E su, in questo capitolo si è un po’ riscattato, no? ^_^ (Più che altro, finalmente ha aperto gli occhi! U.U)

Okay, ho finito la filippica a difesa del mio lupacchiotto e passo ai ringraziamenti personali:

ZOE1230: Grazie per aver letto la mia storia ed averla definita ‘dolce’. Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Fammi sapere! ^^

SKA: Grazie per i complimenti! ^//^ Molto gentile! Sono contenta che il mio Teddy ti piaccia (piace tanto anche a me!^_^) e spero che ti sia piaciuto anche in questo capitolo! Beh, nella realtà noi femminucce siamo un pochino più sveglie nel comprendere cosa ci dice il nostro cuoricino, quindi mi è sembrato giusto che fosse Victoire la prima ad accorgersi di essere innamorata di Teddy. Sono contenta che questa soluzione ti sia piaciuta!

LISERC: Non preoccuparti! L’importante è che hai trovato un po’ di tempo da dedicarmi: grazie!^^ Sono contenta che hai colto il riferimento al primo capitolo!^_^ Eh, la piccola Victoire si ricorda ogni singolo istante passato col suo Teddy… Anche tu lo vuoi uccidere?! Povero Teddy!^^ In questo capitolo, però, si è riscattato, dai! Victoire è un mix esplosivo dei caratteri del padre e della madre: ha l’orgoglio delle Veele e la spigliatezza dei Weasley ed è perdutamente ed ineluttabilmente innamorata di Teddy… Quindi, Haggard doveva fare più attenzione! Comunque, quello schiaffo se lo meritava; anche se, alla fine è un personaggio utile al suo scopo, come hai visto anche alla fine di questo capitolo! Si potrebbe dire che, in fin dei conti, la rivalità con Teddy ha più il sapore di un’amicizia un po’ particolare che di una vera e propria antipatia… Quando hai tempo, fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo! Bacioni ed in bocca al lupo per le tue storie!^_^

FRANCY_MALFOY: Oh, povera! Ti è capitata una situazione simile a quella di Vic? Lei ti è molto vicina… I maschi sono un po’ tonti… Comunque, in questo capitolo Teddy è stato bravo, no?^^ Hai visto che le cose si sono un po’ aggiustate? Fammi sapere cosa ne pensi!

FANNY91: Grazie per i complimenti!^//^ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

NIKKITH: Mi chiedi quando? Beh, da come si è concluso questo capitolo, posso dirti che sarà molto, molto presto… ^_^ Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo!

RAMONA55: Sei tu ad aver lasciato me così: *__* Che meravigliosa (e lunghissima!) recensione mi hai lasciato!^^ Sono andata in brodo di giuggiole quando hai centrato in pieno le motivazioni del comportamento di Teddy! Che bello: finalmente qualcuno lo capisce!^^ E hai anche colto tutte le sfumature di Victoire e l’intensità del suo amore per il nostro giovane Lupin (anche a me piace un mondo chiamarlo così!^_^). Meraviglioso! Sono entusiasta! Anche perché hai detto che ti piacciono anche i miei personaggi secondari, soprattutto Tiana! (detto tra noi, lei piace un sacco anche a me!^_-) Per quanto riguarda i termini in francese, ho pensato che Fleur fosse proprio il tipo di madre che pretende che i figli conoscano anche la sua lingua. E poi, insomma, i miei otto anni di francese dovevano pur servire a qualcosa, prima o poi! ;-P Beh, non mi resta altro da fare che ringraziarti infinitamente per tutti i complimenti che mi hai fatto e pregarti di farmi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo! Alla prossima!

GINNY36: TANTI AUGURI!!! Spero che il capitolo ti sia piaciuto, altrimenti mi toccherà fare ammenda con il prossimo!^^ A proposito, quanti anni compi? Come al solito, ti devo ringraziare per i tuoi complimenti: sei troppo gentile! Beh, il lampo mistico di comprensione sembra che abbia finalmente folgorato Teddy, sei contenta? Vedrai che Grace non sarà più un problema! ^^ Per quanto riguarda Tiana ed Ethan, vedrai, oh se vedrai, cosa combineranno…! Fammi sapere cosa ne pensi! Ancora tanti auguroni di cuore!

NINNY: Hai perdonato Teddy? Spero di sì. Lo ha perdonato anche Victoire. E ti spiego anche perché: lo ama da sempre e l’amore è più forte dell’orgoglio. Più forte anche di quello di una discendente delle Veele!^^ Spero che comprenderai questa mia scelta. Sono contenta che ti piaccia Tiana! E, hai visto? Ho tenuto Haggard lontano!^^ Fammi sapere come hai trovato il capitolo! Alla prossima!

CALLIEAM: Grazie per avermi recensita e per avermi messa tra i preferiti!^_^ Beh, sì, il giovane Lupin non è il ragazzo più sveglio di Hogwarts, ma mi sembra che qui si sia fatto perdonare, che dici?^_^ Fammi sapere!

GERMANA: Teddy può considerarsi perdonato? O almeno degno del beneficio del dubbio?^_^ Spero che si sia riscattato ai tuoi occhi e che questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie per aver commentato! Fammi sapere cosa ne pensi!

MISS NINA: Eh, già, concordo con te: Harry come padrino è l’idea peggiore che Remus abbia mai avuto in vita sua!:D Comunque, sembra che Teddy abbia fatto un bell’esame di coscienza e si sia svegliato. Contenta? La strigliata è servita!^^ Fammi sapere!

GINNY28: Figurati! L’importante è che hai trovato il tempo di commentare adesso! Riguardo al perché Teddy non si è accorto di Vic, ti rimando alla spiegazione all’inizio dei ‘Commenti’. Sono contenta che ti siano piaciuti anche ‘Blue’ e ‘Vandalism’. Spero ti sia piaciuto anche questo!

ALEMALFOY: Hai detto bene: Teddy era un po’ confuso, ma sembra che ora ci veda bene, no? La tenerezza di Victoire infine ha colpito! Cosa ne pensi di questo nuovo capitolo? Fammi sapere!^^

TSUYUKO: Teddy è rientrato nelle tue grazie?^^ L’altra volta ha avuto una reazione un po’ eccessiva, però, lascia che ti dica un segreto: non gli era sembrato affatto di aver ballato con uno schiopodo, tutt’altro! Si è spaventato per aver provato certe sensazioni nell’abbracciare Victoire! ^_^ Ti ringrazio tanto per i complimenti: sei molto gentile. Spero che anche questo capitolo ti piaccia.

ROBERTINA: Grazie per la segnalazione: come hai visto, ho provveduto subito!^^ La prossima volta, se hai tempo, fammi sapere cosa ne pensi del mio lavoro! Grazie!

SIJAY: Teddy si è fatto perdonare? Dimmelo tu!^^ Grazie per i complimenti!

FREDDYMERCURY: Il costume da Principessa è stato suggerito da maman (ovviamente, con la piena approvazione di papà!). Ti dirò di più: in realtà il costume non è un vero e proprio costume, ma nientemeno che l’abito da sposa di Fleur (proprio quello dove Victoire aveva lasciato le impronte delle sue scarpine, presa dal sacro fuoco della scrittura). Quando Vic ha spedito la sua foto in costume ai suoi, maman non ha per niente gradito la scelta del colore dei capelli (come si è premurata di farle sapere via lettera), ma il suo papà (senza farsi vedere) si è asciugato una lacrimuccia di commozione, borbottando tra sé e sé che la sua piccolina stava crescendo troppo in fretta. Per quanto riguarda la delusione di Vic, si è ripresa, è uscita e si è divertita, ma non è uscita seriamente con nessun ragazzo: per più di dieci anni non ha fatto altro che guardare Teddy e nessun altro le è mai parso all’altezza. Zia Ginny le ha consigliato di non avere fretta e di fare come il cuore le diceva. E così Vic ha fatto. Ti ringrazio sempre per l’appoggio che mi dai e il senso della sfida che stimoli: quando vedrò la mia storia tra i tuoi preferiti, vorrà dire che ho raggiunto l’obiettivo! ^_^ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

BIC: Eh, sì: purtroppo Teddy è proprio figlio di Remus e figlioccio di Harry! Però ora ha aperto i suoi occhioni e non si farà sfuggire Vic tanto facilmente! Grazie per aver commentato! Fammi sapere cosa ne pensi anche di questa!

MARTINOTTOLA_90: Grazie per la mail che mi hai mandato! Dirmi che scrivo come la Rowling è il più bel complimento che potessi farmi! Grazie mille!

Fiù… Eravate proprio tante questa volta! Ancora grazie mille a tutte voi e a tutti i 65 che hanno messo questa storia tra i preferiti! E fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo: il vostro giudizio è importante!

PROSSIMO AGGIORNAMENTO: mercoledì 2 luglio

Un abbraccio

Ale

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Capitolo 8
*** Theatre ***


Theatre

Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10 pokes’. I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling.

Theatre

La bocca di Victoire era imbronciata, mentre fissava con sguardo torvo il termometro che reggeva tra le dita.

“Allora?” la incalzò Tiana.

Trentotto e mezzo…” lesse con tono risentito.

“Ah! Lo sapevo!” esclamò l’altra, lasciandosi affondare nei morbidi cuscini. Victoire non riuscì a capire se fosse stizzita o contenta.

“Ma come diavolo hai fatto a prendere l’influenza ad agosto?” domandò incredula, appoggiando il termometro sul comodino della camera degli ospiti dove l’amica avrebbe alloggiato ancora per quindici giorni.

Tiana si strinse nelle spalle. “E che ne so? Magari me l’ha attaccata il fratellino di Abel l’ultima volta che l’ho visto…”

“Vuoi dire quando sei andata a casa di Stair per rompere con lui? Ma se è stato più di un mese fa!” protestò Victoire.

“Incubazione lunga?” offrì l’altra, distendendo le labbra rosate in un sorrisino debole.

“Non c’è niente da ridere…” borbottò accigliata, incrociando le braccia al petto. “Come si fa per stasera? Teddy e Powell saranno qui a minuti…”

“Semplice: io rimango qui e tu vai a vedere lo spettacolo con quei due. Poi mi racconterai come è andata.”

“Assolutamente no! Non voglio lasciarti da sola!”

“Oh, ti prego, Vi! Ho solo un po’ di febbre: non sto certo per morire! E poi ci sono i tuoi fratelli in casa.”

“Già, ma lei non ci prende mai neanche in considerazione, vero Vic?” si intromise una voce vellutata.

Le due amiche si voltarono. Appoggiata allo stipite della porta c’era Dominique, la sorella minore di Victoire. I suoi occhi azzurro ghiaccio erano puntati sulla sorella come una lama tagliente. La bella bocca era piegata in un broncio che qualunque essere vivente di sesso maschile avrebbe trovato incantevole. Ma non certo Victoire: per lei Dom era solo una tredicenne rompiscatole.

Incrociò le braccia al petto, imitando la posa languida della sorella minore. “Non dirmi che credi di essere in grado di gestire questa situazione, Dom?” domandò velenosa, picchiettando un piede a terra.

Dominique rispose con un sorrisetto altrettanto maligno. “Come se te lo fossi chiesto, Vic! Se Tiana non si fosse ammalata, ci avresti lasciato a casa da soli senza pensarci due volte!” la accusò, mentre i capelli vaporosi le ondeggiavano attorno al viso come un’onda argentata.

Colpita e affondata, si disse, mordendosi la lingua. E, quando la testa fulva del piccolo Louis fece capolino nella stanza e i suoi occhioni color cioccolato cercarono feriti quelli della sorella più grande, Victoire arrossì di vergogna.

“Ma così salviamo capra e cavoli, no?” si intromise Tiana, tentando la via della diplomazia. “Vi può andare a vedere lo spettacolo e Dom e Lou non rimarranno soli.

“Sì, ma non è giusto che tu rimanga da sola con questa scimmia impertinente!” si accigliò Victoire, indicando Dominique. Prima che la sorella potesse replicare (e, a giudicare dall’intensità di rosso raggiunta dalle sue orecchie, doveva trattarsi di una replica particolarmente intensa), aggiunse: “Ora contatto Teddy e gli dico di rimandare…”

Ma, proprio mentre rovistava nella borsa alla ricerca della sua bacchetta, la voce familiare del figlioccio di suo zio Harry si riverberò nel piccolo cottage. “Ehi, di casa! C’è nessuno?”

Teddy!” strillò Louis, fiondandosi giù per le scale.

Dom le rivolse un sorrisetto irrisorio. “Troppo lenta, Vic. Sarà l’età…” commentò, dandole la schiena e dirigendosi a passi felpati verso l’ospite che attendeva al pianterreno.

“L’età?!” ripeté oltraggiata Victoire, allargando gli occhi. Si voltò furente verso Tiana. “Ma l’hai sentita?!

Tiana ridacchiava. “Comunque, ha ragione lei: ormai Teddy è arrivato. Va’ da lui.” Sorrise, mentre l’amica infilava la porta con un broncio ben visibile sulle belle labbra. “E divertiti!” aggiunse a voce alta per farsi sentire.

“E tu guarisci!” rispose severa Victoire. Giunta all’inizio dei gradini, strinse più forte il manico della borsa e prese un bel respiro profondo. Ce la poteva fare. Sì. Comunque, per precauzione inspirò ancora aria, prima di mettere il piede sul gradino, imponendo al suo cuore di calmarsi.

Non potevano esserci altre sorprese quella sera, no?

Giunta alla fine della scala, però, dovette ricredersi. Nel salone del piccolo cottage Teddy stava giocando alla lotta con Louis, mentre Dominique lo guardava con uno sguardo adorante che a Victoire non piaceva per niente. Ma di Powell nemmeno l’ombra.

“Oh, ciao Vic!” esclamò Teddy, rivolgendole un sorriso che, se non fosse stata così preoccupata a cercare tracce di Ethan Powell, le avrebbe fatto tremare le gambe.

Teddy.” lo salutò, nervosamente. Si schiarì la voce. “Uhm… E Powell?”

“Non viene. Influenza.” spiegò brevemente Teddy, scostando per un attimo lo sguardo.

Un sopracciglio si inarcò. “Anche lui?”

“Perché? Anche Tiana è malata?” chiese Teddy con voce decisamente troppo candida per essere credibile.

Victoire assottigliò gli occhi, sospettosa. “Già, che coincidenza, eh?”

“Già…” ridacchiò nervosamente lui. “Cosa… uhm… Cosa vuoi fare?”

Cosa voleva fare? Improvvisamente il pensiero di passare la serata da sola con Teddy la riempì di panico. Certo, alla sua festa di compleanno avevano parlato molto (e il regalo che le aveva dato era stato riposto con ogni riguardo nella scatola di legno che conteneva tutti gli oggetti importanti), si erano fatti compagnia al compleanno dello zio Harry ed erano anche stati spediti dalla zia Ginny a riportare una strana pianta velenosa al professor Paciock, ma non si erano mai trovati totalmente da soli: c’erano sempre stati Tiana e Powell o i loro parenti. Non era psicologicamente pronta ad affrontare un’intera serata da sola con lui! “Forse dovremmo rimandare…” propose, cambiando peso da un piede all’altro, nervosa come non mai.

“Ah…” sospirò Teddy, con uno sguardo così afflitto che lei sentì una morsa stringerle il cuore. “Beh, capisco…” borbottò, guardandosi i piedi.

“Non darle retta, Teddy!” urlò Tiana dal piano di sopra. “Non potete sprecare tutti i biglietti!”

Victoire si accorse solo in quel momento dell’orecchia oblunga che correva lungo i gradini. Digrignò i denti per la rabbia. “E tu non dovresti spiare le conversazioni altrui!” gridò nel piccolo microfono, sperando di spaccare un timpano alla sua presunta amica malata.

“Vado io con Teddy!” si intromise Dominique. Victoire lasciò cadere il microfono e la guardò con gli occhi sgranati. Teddy sembrava altrettanto sorpreso. “Beh, che c’è?” continuò Dom, vestendo il suo famoso broncio. Si scostò i capelli argentei dal viso, sembrando per un attimo la perfetta miniatura di maman. “Ci metto cinque minuti a prepararmi: non ho mica bisogno di passare un’ora in bagno a nascondere le rughe, io!” esclamò, lanciando un’occhiata a Victoire.

“Cosa?!” strillò quest’ultima. “Te lo sogni, Dominique! Teddy, rimettiti la giacca: usciamo subito. ordinò, battendo stizzosa un piede a terra. Puntò il dito contro Dominique, fissando collerica il suo viso perfetto, perdendosi così il gigantesco sorriso che aveva illuminato il ragazzo. “Quando torno, voglio trovare la casa ancora in piedi, capito signorinella?” Poi rivolse uno sguardo a Louis. “Lou, tienila d’occhio.”

Al cenno affermativo del fratellino, prese sottobraccio Teddy. “Andiamo.” gli intimò, procedendo spedita verso la porta. Teddy ebbe giusto il tempo di dire un “Ciao!” generale, che la porta si richiuse con forza.

“Le rughe, dice lei! Ma quali rughe?! Ho solo diciassette anni! E lei è solo una mocciosa che gioca a fare l’adulta! Voglio proprio vederla quando avrà la mia età!” brontolò tra sé, calciando con il sandalo aperto la ghiaietta del sentiero, facendo entrare così nella scarpa una gran quantità di terriccio. Imprecò tra i denti, chinandosi per togliere la scarpa e pulirla. Quando rialzò nuovamente la testa, trovò Teddy scosso da risatine silenziose. “Che c’è?” domandò risentita.

“Se continui ad aggrottare la fronte in quel modo, ti verranno sul serio le rughe!” disse lui, con un piccolo sorriso obliquo.

Victoire gli lanciò un’occhiataccia. “Lupin, se ci tieni alla vita, chiudi il becco.

Teddy richiuse la bocca di scatto ed annuì, un po’ teso. Con Victoire così di cattivo umore, sarebbe stata una lunga serata…

In realtà, il cattivo umore di Victoire svanì presto. Si accorse di non essere più arrabbiata quando Teddy le porse con espressione contrita un hotdog fumante in segno di pace. Nell’arco di tempo in cui ci mise a finirlo era addirittura sorridente, in gran parte a causa di tutta quella senape che era colata sull’elegante giacca di Teddy, senza che lui se ne accorgesse. Aveva ridacchiato nervoso, mentre lei lo ripuliva con un perfettamente eseguito Gratta e Netta. Poi, le aveva messo gentilmente una mano sulla schiena e l’aveva condotta all’ingresso del teatro.

Soltanto quando si erano già seduti sui comodi sedili in velluto rosso e le luci di sala si erano abbassate, si era ricordata del perché fosse stata presa dal panico al pensiero di restare da sola con Teddy: nonostante le luci di scena che facevano brillare i costumi degli attori, nonostante la sala fosse riempita da musica e parole recitate, l’unica cosa di cui era consapevole era la vicinanza di Teddy.

Non vedeva il palcoscenico: guardava il vuoto, dannatamente conscia di come i loro gomiti si sfioravano, lottando per avere più posto sul morbido bracciolo in comune. Non sentiva le battute, né apprezzava la musica: gli unici suoni che percepiva erano il respiro lieve di Teddy e le sue occasionali basse risatine di gola.

Gemette: era così patetica… Non si era forse detta che andava bene essere amici? Scosse la testa, chiudendo gli occhi e dandosi mille volte della stupida.

Un fruscio alla sua sinistra la fece voltare e trovò il viso di Teddy vicino al suo. Il cuore le batté fortissimo nella gola. Lui si avvicinò ancora e piegò di lato la testa. “Tutto bene? Non ti piace?” sussurrò nel suo orecchio con tono preoccupato.

L’area di pelle che il respiro di Teddy aveva sfiorato parve prendere fuoco, assieme a tutto il viso di Victoire. “No, no. Mi piace molto.” squittì, girandosi di scatto verso il palcoscenico ed imponendosi di non voltarsi più verso di lui. Così rischiava l’infarto!

Inutile dire che rimase sulle spine per tutto il resto dello spettacolo e che, quando le luci si riaccesero, la sua conoscenza della trama non era affatto migliorata da quando aveva letto la locandina all’entrata. Pregò con tutte le sue forze che Teddy non le chiedesse pareri di alcun genere.

Fortunatamente per lei, sembrava che anche Teddy non fosse stato particolarmente attento, perché evitò con tutte le sue forze di fare riferimenti a ciò che avevano appena visto. Le chiese ancora del suo problema in Trasfigurazione e rinnovò la proposta di darle una mano. Le domandò se si fosse informata dei corsi al S. Mungo e, alla sua risposta negativa, le disse che casualmente aveva qualche brochure sulla sua scrivania in ufficio. Di fronte ai ringraziamenti sentiti di Victoire, si scompigliò i capelli in imbarazzo e per poco questi non diventarono rossi come il suo viso, proprio di fronte agli occhi di un passante Babbano.

Risero molto, tranne quando parlarono delle loro famiglie e Teddy si lasciò sfuggire un commento su quanto fosse diventata carina Dominique. Il broncio di Victoire durò per più di dieci minuti, durante i quali Teddy tentò di fare ammenda raccontandole episodi divertenti che gli erano capitati durante le prime ronde con Ethan. Al terzo aneddoto, Victoire aveva già le lacrime agli occhi per il troppo ridere.

Quella sera sembrava che niente fosse in grado di cancellare i sorrisi dalle facce dei due ragazzi. Victoire aveva voglia di ridere e gridare e cantare, nonostante il nodo alla gola che diventava sempre più consistente ogni volta che Teddy le lanciava “quello” sguardo. Proprio quello con cui l’aveva guardata la sera del Ballo di Carnevale, prima di scoprire chi si celasse dietro la maschera della Principessa…

Il momento migliore della serata, poi, era stato quando Teddy aveva sorpreso un passante a fare l’occhiolino a Victoire, esternando con un basso fischio il suo apprezzamento. Teddy aveva assottigliato gli occhi ed aveva afferrato la mano di Victoire, avvicinandola a sé. A quel punto, lei si era sentita il cuore scoppiare dalla gioia perché poteva anche essere un gesto dettato puramente da affetto fraterno, ma si era sentita protetta ed importante.

Però, si sa: tutte le cose belle hanno una loro fine. E così, anche quella splendida serata, alla quasi aveva quasi rinunciato per una sciocca paura, si era conclusa.

Teddy l’aveva riaccompagnata fino alla porta. “A casa prima di mezzanotte: proprio come ogni Principessa che si rispetti. aveva detto con un sorriso, mentre lei cercava nella borsa le chiavi di casa, mettendoci volutamente più del dovuto. “Sono proprio una brava Fata Madrina… ops, Turchina!” aggiunse, ovviamente cambiando i capelli da nero pece a turchese brillante.

Victoire rise di gusto. Quando le risa scemarono, giocherellò dispiaciuta con le chiavi. “È stata proprio una bella serata…” disse con un pochino di rimpianto.

“E tu che non volevi neanche venire! Cos’è? Avevi paura che ti mangiassi?” scherzò Teddy.

“Forse…!” replicò con un sorriso Victoire.

All’improvviso lui si schiarì la voce, in imbarazzo. Alla fioca luce del piccolo portico, Victoire notò le guance arrossate. “Sono stato bene in tua compagnia…”

Anche lei arrossì, abbassando lo sguardo. “Anch’io… Mi piacerebbe uscire ancora con te…” rivelò con una vocina piccola piccola.

Teddy la guardò per un attimo sorpreso e poi il suo viso si illuminò di un sorriso entusiasta. “Farò in modo che il tuo desiderio venga esaudito: sono o no la tua Fata Turchina?” esclamò divertito. “Verrà soddisfatto quante volte tu vorrai.” aggiunse, con voce più calda. “Ma ad una condizione.” impose, alzando un dito in aria con fare giocoso.

“Ah, sì? E quale?” domandò Victoire, decidendo di stare al gioco.

“Che questa Fata riceva la sua ricompensa come se fosse un Principe.

“Eh?”

Teddy perse lentamente il sorriso e la guardò intensamente. “Posso baciarti, Victoire?”

Lei spalancò gli occhi, sorpresa, mentre le guance le si imporporavano.

Teddy fece un passo verso di lei. Il nodo in gola si riannodò più stretto ed un brivido le percorse la schiena.

Lui avanzò di un altro passo. L’eco del cuore giunse alle orecchie, dove martellò come impazzito.

Ancora un passo e Victoire non si ricordava più come si respirasse.

Quando una mano di Teddy si posò sulla sua spalla e l’altra le sfiorò una guancia, Victoire si rese conto di non essere più in grado di sfuggirgli (ma, ad essere onesta, la cosa non le aveva mai neanche lontanamente sfiorato la mente). Si arrese, chiudendo gli occhi, attendendo, mentre il suo stomaco faceva i salti mortali per l’anticipazione.

E, finalmente, le labbra di Teddy trovarono le sue. Fu un bacio impacciato, un po’ timido, con un gran scontrarsi di nasi. Ma per Victoire fu come rinascere all’improvviso.

Più tardi, avrebbe paragonato se stessa ad un bruco, che aveva atteso pazientemente il momento in cui sarebbe diventato una splendida farfalla.

Perché solo in quel momento, tra le braccia di Teddy, Victoire si sentì finalmente bella. E apprezzata. E amata.

Come una Vera Principessa…

Commenti:

Ci siamo. Il loro primo bacio. Scusatemi: sono una romantica, ma non le so proprio scrivere le scene romantiche… Questa è nata all’una di notte, la notte prima di un esame all’università, mentre tentavo di ripetere a mente alcune definizioni… Comunque, era migliore dei tre tentativi precedenti e quindi l’ho tenuta.

A voi l’ardua sentenza! ^_^

Ah, dimenticavo: alla festa non è successo nulla di interessante. Hanno solo parlato. Però lui le ha dato un regalo che le è piaciuto molto. No, non vi dirò cos’è e nemmeno qual è lo spettacolo che sono andati a vedere (e di cui non si ricorderanno niente… -_-). Alcune cose mi piace lasciare che ve le immaginiate voi. Però mi farebbe piacere conoscere le vostre ipotesi…

Ed ora i ringraziamenti:

GINNY28: Ecco il risultato della volta scorsa!^^ Teddy si è dato proprio una bella svegliata, mm?

BIC: Certo, se i Pancakes vengono preparati da qualcuno che ami sono mille volte più buoni! Comunque, sì: hanno dovuto aspettare l’estate. Ma, come si dice? Meglio tardi che mai!^^

NIKKI POTTER: Ciao! Sì, a me Teddy piace molto: un po’ timido, un po’ imbranato, ma molto dolce… Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!^_^

FREDDYMERCURY: Al solito, sei sempre troppo gentile! Io ancora non ci credo di aver ricevuto 93 recensioni!^//^ Comunque, a me piacciono quelle storie che hanno una trama ben precisa, ma che aggiungono elementi di contorno dove puoi sbizzarrire la tua fantasia personale. È quello che cerco di fare nelle mie storie. Teddy ha fatto il suo passo da brava Fat… ehm… Principe Azzurro. Spero ti sia piaciuto! Per quanto riguarda Bill, che dal prossimo capitolo farà la sua comparsa, sa che Teddy è molto importante per Victoire. Ma non è stato lui ad aver lasciato la porta aperta per il nostro Metamorfomago… C’è stato lo zampino della ex-signorina Delacour…^^ Alla prossima!

SORELLINADOLCE: Figurati! Sei perdonata!^^ Alla festa non è successo niente, ma qui… Fammi sapere se ti è piaciuto!

NINNY: Ma sì, il nostro lupacchiotto è troppo tenero per stare arrabbiate con lui a lungo!^^ E direi che ha anche capito MOLTE cose… Fammi sapere!

SIJAY: Si è fatto perdonare e si è anche dato una mossa… Cosa ne dici? Lo promuoviamo?^^

MISS NINA: Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente! Ora che mi ci fai pensare, effettivamente Victoire potrebbe averlo fatto apposta… mm… ^_^ A parte gli scherzi, spero che anche questo capitoletto sia stato di tuo gradimento!

TSUYUKO: Anche a me piace tanto Teddy!^^ Ah, se ci fosse un merchandise del lupacchiotto, preferirei un bel Teddy di peluche, da coccolare e strapazzare!^_^ Ahehm! Ricomponiamoci! Spero che anche questo capitolo ti farà fantasticare e che sarai tu a dirmi cosa il giovane Lupin ha regalato a Victoire! Alla prossima!

MIONE1194: Figurati!^^ Hai visto che Teddy, sopravvissuto alle vostre Maledizioni Senza Perdono, è riuscito a combinarne una giusta?! Spero che anche questo capitolo ti piaccia!

NIKKITH: Eh, il coraggio l’ha preso! Dopotutto, è un Grifondoro, no? (checché ne dica la Rowling…) Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

GINNY36: Prego, non c’è di che!^^ Io ho fatto 21 anni ad aprile: dici che siamo vecchierelle? -_- Sì, forse hai ragione… Ma la vecchiaia rende più sagge, giusto?^^ Così, ho passato un po’ della mia canuta saggezza al giovanotto, che finalmente si è deciso a fare ciò che doveva fare dal principio! Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Alla prossima!

FANNY91: Spero che Teddy ti sia piaciuto anche qui!^^

FRANCY_MALFOY: Eh, se si nascondeva qualcosa dietro quei sorrisetti…!^^ Hai visto? Si nascondeva qualcosa di grosso! Per quanto riguarda il regalo, fammela sapere la tua ideuzza! Alla prossima!

IBISCUS: Grazie per i complimenti!^//^ Sì, mancava poco al bacio e manca poco alla fine della raccolta: solo due capitoli! Spero mi farai sapere cosa ne pensi di quest’ultimo!

CALLIEAM: Dai, perdonami: stavolta non ti ho lasciato sul più bello!^^ Grazie, ma sei sicura che me li merito tutti quei complimenti?! Beh, spero di aver fatto un buon lavoro anche con quest’ultimo… Fammi sapere cosa ne pensi dei nostri pucciosissimi piccioncini! ^__^

LISERC: Teddy era molto contento di essersi redento ai vostri occhi. Talmente contento che si è proprio dato una mossa!^_^ Spero che ti sia piaciuto anche qui! Ha detto che se gli lasci un commento lusinghiero viene a casa tua a preparare i pancakes!^^ Alla prossima!

GERMANA: Grazie per aver recensito dopo la tua festa! Ti sei divertita? Comunque, sono contenta che condividi la mia scelta. Per quanto riguarda lo charme di Victoire sui ragazzi: ce l’ha eccome, come hai visto con Haggard, Brayden Knight, un passante in questo capitolo e… no, non voglio rovinarti la sorpresa. I fatti sono due: a) non usando la magia delle Veele come faceva sua madre, solo pochi ragazzi hanno il coraggio di avvicinarla e b) comunque lei non li degna di uno sguardo perché per lei esiste solo Teddy!^^

Grazie a tutti coloro che mi hanno messo tra i preferiti e anche a coloro che leggono senza lasciare un commento.

PROSSIMO AGGIORNAMENTO: sabato 5 luglio

E ricordate: le recensioni fanno bene all’umore!^____^

Un abbraccio a tutti.

Ale

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Capitolo 9
*** Behind the scenes... ***


Behind the scenes…

Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10 pokes’. I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling.

Behind the scenes

Tiana si stava ancora massaggiando il timpano dolente, quando udì sbattere la porta dell’ingresso.

Senza perdere un secondo di tempo, si alzò dal letto e raggiunse in punta di piedi la finestra della camera degli ospiti, giusto in tempo per vedere Victoire rimettersi una scarpa e dire qualcosa a Teddy, facendolo irrigidire. Tiana sospirò spazientita: tipico di Victoire rispondere male quando era nervosa.

Rimase a controllarli con sguardo apprensivo finché entrambi non si furono Smaterializzati.

“Speriamo in bene…” mormorò tra sé e sé.

In quel mentre fecero capolino la testa argentea di Dominique e quella fulva di Louis. “Sono andati?” domandò la perennemente imbronciata sorellina di Victoire.

“Sì.” sorrise Tiana. Alzò il pollice all’indirizzo della ragazzina. “Sei stata grande, Dom! Senza il tuo intervento, probabilmente Vi gli avrebbe dato buca!”

Dominique, con uno sbuffo indignato, alzò il nasino aristocratico per aria. “Non l’ho certo fatto per lei! Figuriamoci! Io volevo veramente uscire con Teddy.” dichiarò.

Tiana alzò gli occhi al cielo. Il rapporto tra Dom e Vic era un po’ burrascoso, fatto di rivalità e piccoli dispetti, ma anche di ammirazione e silenzioso affetto. In sostanza, erano entrambe troppo orgogliose per ammettere di volersi bene. Sospirò (non sapeva se imputare il loro caratteraccio all’ottavo di sangue di Veela o alla discendenza francese) e fece segno al fratellino di Victoire di venire avanti. “Ehi, Lou, hai ancora l’altra metà della Merendina Marinara Potenziata di tuo zio?”

Il ragazzino annuì, sorridente. Si cacciò una mano nella tasca dei pantaloni e ne tirò fuori una carta colorata, con dentro il resto della Merendina Marinara che aveva prestato a Tiana. “Ecco, tieni.” le disse in un sussurro imbarazzato.

“Grazie.” sorrise lei, facendogli un occhiolino.

Lou divenne paonazzo ed uscì di corsa dalla camera. Dom lo seguì con lo sguardo, lasciandosi scappare un sospiro.

Tiana, nel frattempo, si era messa in bocca la metà di Merendina che le avrebbe fatto passare la febbre, che la parte mangiata in precedenza le aveva surrettiziamente provocato. La masticò con calma, apprezzandone il sapore dolciastro, e la deglutì sonoramente. Subito il senso di spossatezza l’abbandonò. “Wow! Queste nuove Merendine di tuo zio sono fa-vo-lo-se!” esclamò, guardando ammirata la carta dai colori vivaci. Dom si limitò ad annuire distrattamente, continuando a rivolgere lo sguardo al corridoio. “Come mai tuo fratello è così silenzioso in questi giorni?” domandò Tiana, curiosa.

Dom scosse la testa e i bei capelli argentati le ondeggiarono morbidi attorno al volto, mentre la ragazzina si stringeva nelle spalle. “Penso che si sia preso una cotta per te.

Tiana strabuzzò gli occhi, prima di mettersi a ridere incredula. “Per me?! Ma figurati! Con due sorelle belle come voi, temo che noi povere mortali non rientreremo mai negli standard del piccolo Lou!”

Il sopracciglio biondissimo di Dominique si inarcò, pericolosamente elegante come quello di sua sorella maggiore. “Lou è immune al fascino delle Veele.” commentò con la sua solita aria distaccata, che perdeva solo quando nasceva una discussione tra lei e Victoire.

“Questo non significa che non abbia occhi per vedere. A volte i fratelli minori utilizzano le sorelle più grandi come metro di giudizio per le loro ragazze.

Dom le rivolse un’occhiata strana. “Non tutti ricercano l’apparenza.” decretò, mettendosi graziosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Maman è innamorata di Papà, nonostante il suo aspetto. E credo che Victoire si sarebbe innamorata di Teddy anche se lui andasse in giro con un naso da maiale o si trasformasse sul serio in un Mannaro. E a Lou tu piaci perché lo tratti con gentilezza, ma senza fargli pesare il fatto di essere più piccolo. Gli occhi azzurri di Dom per una volta non riuscivano a mantenersi imperturbabili. “Il trucco sta nel trovare la persona giusta. E non è facile nemmeno per le Veele.” borbottò tra sé e sé. Di fronte allo sguardo stupefatto di Tiana, arrossì furiosamente. “N-Non credere che lo abbia detto per te! Erano solo considerazioni ad alta voce!” esclamò, incrociando le braccia al petto e scrutando la tappezzeria della camera degli ospiti con un broncio ancora più marcato del solito.

Tiana, riavutasi dalla sorpresa, sorrise perspicace. “Oh, lo so che non hai origliato la mia conversazione con tua sorella a proposito di Stair e che non l’hai detto per consolarmi, stai tranquilla. Sorrise un po’ più tristemente ora. “Comunque, grazie.”

Dom arrossì di più e bofonchiò qualche cosa che Tiana non colse. Quando il campanello della porta d’ingresso suonò, la biondissima tredicenne fu più che sollevata del potersi defilare. Tiana la seguì con più calma. Era solo a metà delle scale quando giunse forte la voce di Dom: “Tia, è per te! È Powell!”

“Arrivo!”

Quando giunse nell’atrio, Dominique aveva già riacquistato la sua aria a metà tra l’annoiato e l’imbronciato. E raccontava a Powell di come i suoi fossero dovuti andare in Francia a trovare la zia Gabrielle e non sarebbero tornati se non l’indomani.

“… e sarà meglio che Papà non scopra dello scherzetto di questa sera. stava dicendo. “Papà adora Teddy, ma penso che gli verrebbe un colpo se scoprisse che li avete fatti uscire insieme senza che Victoire gli dicesse nulla.

“Dalla mia bocca non uscirà nemmeno una sillaba. E dalla tua, Powell?” domandò Tiana, lanciando un’occhiata divertita al ragazzo appena entrato.

Lui le rispose con un sorriso scanzonato, che risaltò ancora di più sulla sua pelle color caffelatte. “Vuoi scherzare, Wright? Ho le labbra cucite!” disse e, per aggiungere enfasi alle sue parole, mimò il gesto di chiudersi la bocca come se fosse una zip.

Dominique roteò gli occhi. “Fa’ come se fossi a casa tua, Powell. Io vado nella mia stanza.” li informò piatta, risalendo indolentemente le scale che portavano al piano superiore.

“Allora, sei riuscito ad ingannare Teddy!” esclamò Tiana, battendo una mano sulla spalla di Ethan. “Dicevi che non sarebbe stato facile…”

“Beh…” Ethan si massaggiò il collo a disagio. “In realtà, mi ha scoperto subito, ma non appena ha saputo del nostro piano è stato entusiasta. Ha detto che avrebbe dovuto farmi venire una bella influenza quella volta che siamo andati a Diagon Alley tutti insieme a trovare il Prof. Paciock…” Si imbronciò. “UmpfBell’amico, eh?”

Tiana si strinse nelle spalle. “È innamorato…” lo scusò.

Ethan roteò gli occhi. “Non me ne parlare! Da un anno a questa parte è tutto unVictoire di qui’, ‘Victoire di là’…” Alzò le mani in un gesto di esasperazione. “Se per ogni volta che ho sentito il nome di Victoire mi avessero dato un falci, sarei ricco sfondato.”

Tiana ridacchiò. “Caro mio, hai poco da lamentarti: io sono sei anni che sento continuamente parlare di Teddy. Se l’avessero dato a me un falci per ogni volta che l’ho sentito nominare, sarei a posto per le prossime tre vite!”

Ridacchiarono con la complicità di due compagni di sventura.

“Perché non brindiamo ai due piccioncini?” propose Ethan. “E, visto che non si può bere a stomaco vuoto…” la guardò con occhi imploranti.

“Ho capito: vado a preparare la cena.” ridacchiò, scuotendo la testa.

“Sei un angelo, Wright!” l’adulò Ethan. “Quel fedifrago di Ted ha detto a mia madre di darmi solo del brodo di pollo…”

Tiana sorrise incredula, avviandosi assieme a lui verso la cucina dei Weasley. “E così persino Teddy Lupin ha un lato oscuro. Interessante…” scherzò.

Ethan sorrise e proseguì raccontandole altri rari momenti di malignità di Teddy. C’era stata la volta in cui avevano riempito il materasso del ragazzo di Grace con uova di Pixie perché l’aveva fatta piangere o quando avevano ‘per sbaglio’ aizzato il popolo delle Sirene contro Tiberius Haggard. Si era appena lanciato a raccontare di come Ted avesse convinto il Capitano dei Serpeverde (reo di aver brutalmente disarcionato la Cacciatrice di Grifondoro nella partita precedente) che la bile di Salamandra era un potente stimolante muscolare, quando entrarono Dom e Lou nella cucina (attirati dal profumo dell’arrosto e dalle risatine di Tiana) ed esigettero che ricominciasse il racconto da capo.

Ovviamente, Ethan non chiedeva di meglio.

Tiana lo osservò raccontare con occhi brillanti, mentre agitava la forchetta sulla quale era infilzato un pezzo di patata che rischiava di cadere da un momento all’altro. Non riuscì a soffocare una risata, quando la suddetta patata finì sul vestitino estivo di Dominique e lei lanciò a Powell un’occhiata che avrebbe fatto congelare il Sahara. E non riuscì nemmeno a rimanere indifferente di fronte all’espressione desolata di lui, così decise di cavarlo d’impiccio, proponendo di andare a guardare la televisione.

Scongiurata la catastrofe, la serata proseguì tranquilla. Si divertirono a seguire un talk show Babbano e Tiana, per la prima volta da quando aveva varcato la soglia del mondo magico, poté sfruttare le proprie conoscenze non magiche per mettersi in mostra.

Erano ormai le undici quando Dominique si alzò dalla poltrona dove si era quasi appisolata ed augurò loro una buonanotte. Prima di salire in camera, fece un’osservazione apparentemente disinteressata sull’appuntamento di Teddy e Victoire e Tiana sorridendo le promise che la mattina seguente qualcuno, casualmente, si sarebbe lasciato sfuggire qualche dettaglio succoso sulla serata di sua sorella. Le orecchie di Dominique presero fuoco e la ragazzina fece le scale due gradini alla volta per la fretta di raggiungere al più presto la sua stanza.

Tiana ridacchiò ed accarezzò distratta i capelli fulvi di Louis, addormentatosi sul suo grembo.

“Wow! Sei in gamba con le persone, Wright!” si complimentò Ethan. “Ora capisco perché il piccoletto si sia preso una bella cotta per te!” aggiunse divertito.

Tiana alzò gli occhi al cielo. “Ti prego! Non ti ci mettere anche tu, Powell! Non è possibile che pensi a me in quel modo, con una madre e delle sorelle come le sue.

Ethan si strinse nelle spalle. “Beh, sì, sono molto attraenti, ma anche tu non sei male. le disse, senza imbarazzo. “Piuttosto, il piccoletto non ha speranze visto che hai già un ragazzo.

La familiare fitta al petto non si fece attendere. Si sforzò di sorridere, ma il risultato non fu dei migliori. “Da quel punto di vista, non ci sono ostacoli: io ed Abel non stiamo più assieme.

“Oh.” rimase a bocca aperta lui. “Oh! Mi dispiace, Wright! Non lo sapevo…” La fissò esitante. “Perché…?” mormorò, prima di fermarsi.

Si sentiva particolarmente autolesionista quella sera, così completò per lui la domanda. “Perché ci siamo lasciati?” Continuò a pettinare i capelli di Louis. “Sembra che ad Abel piaccia di più Victoire. Non gliene faccio una colpa: lei è mille volte più bella di me.” disse con voce piatta. “Quello che non gli ho perdonato è l’aver messo a repentaglio la nostra amicizia, chiedendole di uscire con lui e di non dirmi niente. Piegò le labbra in una smorfia al solo ricordo. “Ovviamente, Victoire ha rifiutato e mi ha riferito tutto. Ed io l’ho lasciato. Fine della storia.” concluse in fretta, omettendo volutamente di raccontare di come in realtà si fosse sentita ferita e di come avesse per qualche tempo dato la colpa a Victoire, pur sapendo che lei non c’entrava nulla.

Sospirò. Se ne vergognava molto, ma fare di Victoire il capro espiatorio era stato molto più semplice che ammettere che Abel era un infame. I primi giorni Tiana si era addirittura rifiutata di parlarle, cosa alquanto imbarazzante visto che erano compagne di stanza. Ma Victoire non le aveva fatto pressioni e le aveva lasciato il suo spazio. Soltanto quando stavano per prendere l’Espresso per tornare a casa per le vacanze estive, Victoire le si era avvicinata e le aveva detto che, se non voleva essere più sua amica, la capiva, ma che le voleva bene e le sarebbe mancata terribilmente. A quel punto, Tiana si era sciolta in lacrime e le aveva chiesto scusa mille volte, singhiozzando nell’abbraccio di Victoire. Il giorno seguente aveva rotto definitivamente con Abel e la sua migliore amica le aveva offerto asilo per tutta l’estate.

Scorse uno sguardo contrito negli occhi scuri di Ethan e si affrettò a scuotere le spalle di Louis. “Lou, forza: è ora di andare a letto.” Accompagnò il ragazzino nella sua stanza e ci mise più tempo del necessario per rimboccargli le coperte. Si mosse solo quando fu certa che gli occhi non fossero più umidi.

Quando tornò nel salotto, Ethan aveva ancora quello sguardo compunto. Questo la fece irritare. “Smettila di guardarmi in quel modo. Non è mica colpa tua.” si sedette sul divano con uno sbuffo.

Ethan si rabbuiò. “No, ma…”

“Niente ‘ma’.” decretò decisa Tiana. Si passò le mani tra i corti capelli neri. “Senti, non ho proprio voglia di parlarne. Ti dispiace se cambiamo argomento?”

“Figurati. Scegli tu.”

Lei sorrise, a dispetto del groppo in gola. “Molto cavalleresco, Powell.” si complimentò. Nel vederla sorridere, Ethan le fece un inchino scherzoso. Tiana decise di spostarsi su un terreno sicuro. “Credi che l’appuntamento di stasera porterà qualche frutto?”

Ethan si grattò una guancia, anche lui sollevato di poter discutere di un argomento neutro. “A giudicare da come era deciso Ted, direi proprio di sì. Anche se lui è un po’ imbranato con le ragazze…”

Tiana incrociò le gambe e si voltò del tutto verso il ragazzo. “Sai, mi sono sempre chiesta quando Teddy abbia cambiato idea su Vi. Mi puoi illuminare?” chiese, con un mezzo sorriso.

Ethan guardò il soffitto, pensieroso. Circondò il mento con le dita lunghe, prima di incrociare nuovamente gli occhi di Tiana. “Sono quasi sicuro che la prima volta che si è posto il problema sia stata la famosa sera del ballo. Sai, quando lei gli ha urlato in faccia di non capire niente.

“Se lo meritava.”

“Concordo.” assentì Ethan. “Però, era veramente sconvolto: pensa che ha bevuto cinque bicchieri di Idromele e lui è uno che non regge molto bene l’alcool… È stato taciturno per giorni, seduto in un angolo a braccia conserte e con la faccia scura. Dopo questo lungo periodo di riflessione era giunto alla conclusione di dover parlare con Victoire per chiarire, ma ogni volta che tentava di avvicinarla, lei faceva di tutto per evitarlo. In quel periodo è stato intrattabile, non sembrava nemmeno più lui tanto era scontroso e torvo. Ci sono quasi andati di mezzo i suoi M.A.G.O.” le rivelò con viso serio.

“Caspita!” esclamò Tiana, stupita. “Mi ero resa conto che era dispiaciuto per l’atteggiamento di Victoire, ma non pensavo l’avesse influenzato fino a questo punto…”

“Già, Ted era proprio giù… Per fortuna che ci ha pensato il signor Potter a riportarlo con i piedi per terra: gli ha spedito una lettera molto dura, dove gli ordinava di pensare al proprio futuro prima di qualsiasi altra cosa. Gli ha detto che qualsiasi fosse il suo problema, sarebbe riuscito ad affrontarlo più serenamente dopo aver conseguito il diploma e fondato le basi per un avvenire sicuro. Ovviamente non è stato facile, ma Ted gli ha dato retta e, beh, abbiamo cominciato il corso per diventare Auror.”

“Quindi si è reso conto di provare qualcosa per Victoire quando lei ha cominciato ad evitarlo?”

“Sì, ma ancora non capiva cosa provava. E, che tu ci creda o no, è stata Grace a risolvere l’arcano.

Tiana arricciò il naso. “Grace Sommers?” Essendo la migliore amica di Victoire, anche lei di riflesso provava un po’ di antipatia per quella ragazza.

Ethan annuì, con un sorriso. “Lavora al Ministero come Segretaria in uno degli Uffici di Regolamentazione della Legge Magica. Si sono incontrati per caso: dopo Hogwarts ci siamo un po’ persi di vista. Lei si era lasciata da poco con il suo ragazzo e Ted era ancora confuso circa i suoi sentimenti per Victoire, quindi quando Grace gli ha chiesto di uscire, lui ha accettato.” Di fronte all’espressione oltraggiata di Tiana, Ethan si affrettò ad spiegare: “Ovviamente, è stata un’uscita tra amici. E non è successo niente.” aggiunse.

“Niente?” ripeté meravigliata. “Ma… Teddy non…?”

Ethan sorrise ampiamente e stavolta fu lui a completare la domanda di Tiana. “… era innamorato di lei?” Si strinse nelle spalle. “Evidentemente no, visto che tornato da quell’unico appuntamento non ha fatto altro che parlare di Victoire, lamentandosi di quanto gli mancasse. Poi, un giorno, arriva al Ministero con una faccia più ebete del solito. Mi guarda e mi fa:Credi che io sia innamorato di Victoire?’.”

“No!” esclamò Tiana, allargando gli occhi mentre una risata divertita le scuoteva le spalle. “E tu che gli hai detto?”

“Io? ‘Alleluia, fratello! Finalmente ci sei arrivato!’”

Sghignazzarono alle spese del povero Teddy.

“Non è certo il ragazzo più perspicace del pianeta, eh?” ridacchiò Tiana.

Ethan sorrise indulgente. “Va beh, ci sono difetti peggiori… L’importante è che se ne sia accorto, no?”

Anche Tiana sorrise. “Ma sì. L’importante è che glielo dica al più presto.

“Io scommetto che glielo dirà stasera.” disse lui, incrociando le braccia dietro la testa.

Lei arricciò il naso. “Ma va! È il primo appuntamento: vorrà aspettare almeno il terzo o il quarto.

Ethan scosse la testa, ridendo. “Ha aspettato troppo tempo per non dirglielo ora.

“Non mi sembra il tipo da fare dichiarazioni affrettate: insomma, fino a ieri erano amici e ora d’un tratto fidanzati? No, è troppo presto.”

Gli occhi di Ethan brillarono animati. “Vuoi scommettere?”

“E cosa, sentiamo!” lo spronò Tiana, divertita dall’idea.

“Una cena. Io e te. Chi perde, paga.”

Forse fu il tono serio con cui lo disse, o il modo in cui i suoi occhi scuri si erano tuffati in quelli di lei, o semplicemente l’idea di uscire con un ragazzo dopo l’esperienza di Stair; non l’avrebbe saputo dire. Semplicemente Tiana arrossì, fino a sentirsi le orecchie scottare.

“V-Vuoi dire…?”

“Quello che ho detto: una cena.” ripeté Ethan, tranquillamente.

Fu allora che sentirono due forti crack provenire dall’esterno. Si guardarono allarmati ed entrambi corsero a spegnere le luci. Prima di rendersi conto di quello che faceva, Tiana gli prese una mano e lo guidò fino alla finestra che dava sul piccolo portico dell’ingresso. Videro un ragazzo con i capelli scuri che dava loro le spalle. Si scambiarono uno sguardo confuso, ma quando i capelli color pece si tramutarono in una zazzera turchese, Tiana si lasciò scappare una risatina sollevata. “Sono loro!”

Shh…” le sussurrò all’orecchio Ethan, facendole saltare il cuore in gola. “Non vorrai che ci scoprano…” mormorò.

Tiana, senza parole, scosse la testa. Poteva sentire il calore del corpo del ragazzo per quanto le era vicino.

“Hanno smesso di ridere… L’atmosfera si fa più interessante…” sussurrò ancora Ethan, facendole rizzare i capelli della nuca.

Tiana riusciva solo a vedere la schiena di Teddy e questo la innervosiva un pochino. O forse era solo l’eccessiva vicinanza di Ethan. “Cosa credi che le stia dicendo?”

Victoire, le stelle potranno anche smettere di brillare stanotte, ma il mio amore per te brillerà in eterno…” recitò Ethan, affettando pathos.

Tiana si voltò, con una smorfia divertita. “Ah, troppo sdolcinato!”

“Okay, allora:Il tuo sorriso illumina la mia notte più buia’.”

“Mi verrà una carie…”

“Mm… Sei difficile, eh? Che ne dici di:Il sole abbraccia la terra e i raggi di luna baciano il mare. Ma a che vale tutto questo baciare se tu non baci me?’.

Tiana soffocò una risata. “Wow! Non sapevo che conoscessi Shelley!” Lanciò uno sguardo ai loro due amici, persi di vista per qualche secondo. “E credi che la poesia aiuti a…?” Si fermò, spalancando gli occhi, sbalordita. “Per Merlino…!” esclamò, osservando il bacio che la sua amica sognava fin da quand’era bambina.

“Per Merlino e Morgana!” esclamò a sua volta Ethan, sporgendosi oltre la spalla di Tiana per vedere meglio. “E chi l’avrebbe detto?” mormorò, guardando come il suo amico stringeva a sé la sua tanto sospirata Victoire.

“Già… Vi è così… sicura…!” commentò sorpresa Tiana, guardando le mani della sua amica infilarsi tra i capelli turchesi del ragazzo.

“E Ted così… passionale…!” disse Ethan, con una risatina incredula.

I loro occhi si incrociarono ed entrambi abbassarono lo sguardo, un po’ imbarazzati.

“Che situazione, eh?”

“Sembriamo due guardoni…”

In effetti lo siamo.”

“Beh, allora spostiamoci.”

“Quello era il mio piede…”

“Oh, scusa!”

“Non importa. Vorrà dire che mi offrirai un dolce extra quando usciremo fuori a cena.”

“Cosa? Mica hai vinto la scommessa!”

“E invece sì: Ted la sta baciando.”

“Tecnicamente avevamo scommesso che le avrebbe dichiarato i suoi sentimenti…”

“E infat-

“A voce.”

“Non essere così pignola, Wright! ‘Un bacio vale più di mille parole’…”

“Ancora con le tue frasi da cioccolatini, Powell?! Guarda che-”

Ancora una volta due crack li interruppero. Fecero appena in tempo a raggiungere un’altra volta la finestra che un grido si riverberò nell’aria. “Victoire?!”

“Oh, oh. Siamo nei guai…!” si mordicchiò un’unghia Tiana, fissando il viso sconvolto di Bill Weasley e quello sorpreso di sua moglie.

“Ma non dovevano tornare domani?” si domandò ad alta voce Ethan, prima che Tiana gli prendesse una mano e lo trascinasse alla porta d’ingresso. “Che vuoi fare?” chiese con una nota di panico nella voce.

“Mi sembra ovvio, no?” replicò lei. “Andiamo a dar loro una mano.”

“Questo ti costerà un’altra cena.” disse lui con aria grave. “Forse due…” aggiunse, sbirciando la situazione all’esterno.

“Oh, e va bene!” esclamò esasperata, distendendo le labbra nel suo miglior sorriso e aprendo la porta. “Buonasera, signori Weasley! Già di ritorno?” cinguettò con tono innocente.

Victoire e Teddy, tutti e due con l’aria scarmigliata e il viso talmente rosso che ormai verteva sul violaceo, la implorarono con gli occhi di fare qualcosa. Fleur Weasley li fissava divertita, mentre suo marito non aveva dato segni di aver notato il loro ingresso: continuava a fissare la figlia maggiore con aria sgomenta.

Tiana lanciò un’occhiata al suo complice, che guardava per aria con l’aria di chi era capitato lì per caso. Gli pestò un piede per ricordargli che era lì per aiutare. “Perché non entriamo a bere qualcosa?” propose con aria più gaia del normale. Bill Weasley le rivolse un’occhiata stralunata. Tiana sospirò: sarebbe stata una lunga nottata.…

Commenti:

Questa era l’altra faccia della medaglia! Spero non vi dispiaccia questo escamotage per farvi vedere come Teddy ha reagito dopo la sera del Ballo… Fatemi sapere!^^

Grazie mille a:

MISS NINA: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Spero che anche questo, che ne è il complementare, ti piaccia! Spero che la tua vacanza sia andata bene e che ti sia divertita!^^ A presto!

ALEMALFOY: Eh, sì: sono passati i tempi delle principesse disegnate… Cavoli! Quanti complimenti per quel bacio!^//^ Spero che questo capitolo ti piaccia ugualmente, anche se i nostri due piccioncini si vedono solo alla fine!^^ Alla prossima!

BABY_MARY: Figurati!^^ Grazie mille per la recensione! Sono contenta che ti sia piaciuto! Meno male che non hai ucciso Grace: in questo capitolo è servita!^^ Spero ti sia piaciuto!

GERMANA: Sono contenta che ti sia piaciuto!^_^ Fammi sapere se anche questo è stato all’altezza!

FRANCY_MALFOY: Beh, spero che l’attesa sia valsa la pena!^_^ Dimmi che cosa ne pensi di quest’ultimo!

SORELLINADOLCE: Addirittura il tuo preferito?! Wow! Spero che anche questo ti soddisfi!

LILY_SNAPE: Ecco qui il capitolo. Fammi sapere cosa ne pensi. Ah, grazie per gli esami!^^ Ne ho ancora uno e poi un pochino di relax… Alla prossima!

IBISCUS: Grazie per i complimenti!^//^ Molto gentile! Sono contenta di non averti delusa! Spero non ti dispiaccia questo capitolo con un altro punto di vista! Alla prossima!

NINNY: Carina l’idea!^^ Spero ti piaccia anche questo!

TSUYUKO: Dom ti assomiglia?! Beh, è un personaggio che mi sta molto simpatico!^^ Sono proprio contenta che l’altro capitolo ti sia piaciuto! E la trovata del libro di favole non è per niente male, sai?^_^ Avevi ragione su Tiana e socio! Fammi sapere se anche questo capitolo un po’ a sé ti piace!

FREDDYMERCURY: Ma tu hai già un posto d’onore: le tue recensioni mi spronano a dare il meglio di me!^^ Sono contenta che ti sia piaciuta Dominique: penso che sia un personaggio interessante. E sono contenta anche del fatto che condividi la mia convinzione: chi scrive deve cercare di essere il più aderente possibile alla realtà, anche nei comportamenti dei personaggi. Teddy e Vic sono due adolescenti che si innamorano per la prima volta e mi piace pensare che anche una ragazza bellissima come Victoire possa avere le sue insicurezze. Bill ha fatto capolino solo alla fine, ma vedrai che quest’entrata in scena sarà importante per il prossimo capitolo! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Ovviamente, attendo fremente il tuo giudizio!^_^

RIDDIKULUS: Grazie mille per i complimenti!^//^ Sei troppo gentile! Questa raccolta nasce per avere solo 10 capitoli, ma le due amiche che mi hanno spronato a cominciarla mi stanno facendo una testa così perché vogliono che scriva altri dieci capitoli… Direi che non ti resta che fare il tifo per loro!^_^ Alla prossima!

GINNY28: Grazie per la ola!^^ Spero ti sia piaciuto anche questo!

NIKKI POTTER: Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo! Eh, tra sorelle la rivalità c’è in ogni piccolo gesto (per fortuna che io ho un fratello!^_^), ma anche una gran dose di affetto. Spero ti sia piaciuto anche questo!^^

CALLIEAM: Certo che stanno insieme! Figuriamoci! Dopo tutta questa fatica per farli baciare…!^_^ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che si sia capito qualcosa di più sul carattere di Teddy! Ah, mi piacciono molto le tue idee!^^

FANNY91: Bene! Spero ti piaccia anche questo!^^

GINNY36: Ciao compagna vecchierella!^^ Sono felice che ti sia piaciuto l’altro capitolo! Qui c’è il punto di vista di Tiana sulla faccenda: visto che ti sta simpatica, spero che ti sia piaciuto!^_^ Beh, grazie mille per i complimenti, ma io rimango convinta di non essere molto brava con le scene zuccherose -_-‘ Alla prossima!

LISERC: Wow! Dalla California?! Chissà come ti sarai abbronzata! Io sono stata in Florida tre anni fa e mi era piaciuta moltissimo! Cosa darei per tornare in America… Grazie mille per il commento!^_^ Anche Teddy ringrazia e si è già scritto sull’agendina la data. Solo ti chiede se è proprio necessario il grembiulino di Fleur… ;D Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Have a good holiday!

PROSSIMO (E ULTIMO) AGGIORNAMENTO: venerdì 11 luglio

Un abbraccio a tutti

Ale

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Capitolo 10
*** Autumn ***


Autumn

Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10 pokes’. I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling.

Autumn

Il cielo aveva assunto la sua più bella tinta perlacea, i marciapiedi delle strade erano stati coperti da morbidi tappeti di foglie dorate e l’aria aveva già quella consistenza frizzante che faceva prudere il naso: Londra aveva sfoggiato prima del tempo il suo manto più elegante, un trionfo di oro e di verde sul fondo cupo del rosso e del marrone.

Sembrava che persino la natura volesse ricordare a Victoire che l’estate era davvero finita.

Il vapore bianco aveva invaso come al solito il binario 9 e ¾ e lasciava appena intravedere la sagoma dell’Espresso. Per la prima volta in sette anni, a Victoire ricordò un mostro. Un mostro che l’avrebbe portata lontano, separandola dalle persone più care…

“La vuoi smettere di torcerti le mani? Mi stai facendo innervosire.” la redarguì all’improvviso Dominique, sbucata alle sue spalle. Le rivolse un’occhiata annoiata. “Se ha detto che ci sarà, puoi star tranquilla che sarà qui prima che il treno parta.”

Victoire arrossì, ma confidò che il vapore celasse quell’informazione alla sorella, e alzò il nasino per aria. “Non sono affatto preoccupata.” dichiarò con forza.

Dominique alzò gli occhi al cielo. “No, certo…” borbottò sarcastica.

In mezzo a tutto quel fumo candido una figura avanzava regale. Maman. “Oh, eccovi qui. Sci stavomo preoccupondo… Avete già messo i bagogli nello scompartimonto?”

Oui, maman. Ce n’est pas la première fois que nous prenons le train” replicò in un francese perfetto (e alquanto scocciato) Dominique.

Maman sospirò. “Mi sto solo assicurondo che tu non mi debba spedire un gufo come l’anno scorso. Ricordi? Quondo hai dimenticato sulla pensilina i tuoi libri di scuola…”

Dominique si imbronciò. “Non è che me lo devi ricordare fino alla mia morte, eh!” sbottò, accigliata. “Me li sono scordata una volta sola!”

Nicky, è questo il tono con cui dovresti rivolgerti a tua madre?” domandò una voce calda e familiare. Il fumo si diradò, rivelando un uomo sui quarantacinque anni, alto e magro, con i capelli rossi tagliati corti, appena appena argentati in prossimità delle tempie. Si sarebbe detto un bell’uomo, non fosse stato per quelle brutte cicatrici che gli deturpavano il viso asciutto e fiero. Ma per quelle tre donne sulla piattaforma non c’era uomo più affascinante al mondo.

“No, papi…” sospirò Dominique. “Je te demande pardon, maman…

Maman agitò una mano come a dire che non importava e rivolse a suo marito un sorriso di ringraziamento.

Bill Weasley sospirò. “Tre donne con la testa calda… In che guaio mi sono cacciato…!” commentò scherzoso.

Tutte e tre imbronciarono la bocca nello stesso identico modo.

“Papi!” pigolarono all’unisono Victoire e Dominique, facendolo ridere.

“Ah, venite qui, tutte e due!” esclamò, avviluppandole in un abbraccio da orso. “Come farò a star senza di voi fino a Natale?”

Dominique aveva le orecchie in fiamme, mentre tentava di divincolarsi da quello slancio di affetto paterno. “Papi! Ci sono i miei amici qui da qualche parte!” protestò, imbarazzata. Ma suo padre, invece di lasciarla andare, la abbracciò più stretta. “Papà!” ululò Dominique.

Quando la lasciò finalmente andare, Dom finse di aver visto la sua amica Becky e fuggì, scomparendo nel vapore perlaceo. Victoire, ridendo, si posizionò meglio tra le braccia del suo meraviglioso papà e sospirò contenta. “Dov’è finito Lou?” domandò, alzando il viso per guardarlo negli occhi.

Lui le fece l’occhiolino. “L’ho spedito a prenderti gli Zuccotti di Zucca che ti piacciono tanto.”

Gli occhi di Victoire brillarono. “Sei il migliore, papi!” affermò con convinzione, strofinando il viso sul petto dell’uomo e solleticandogli, così, il viso con i capelli.

“Mi sa che qualcuno mi ruberà il posto uno di questi giorni…” brontolò il suo papà, arruffandole affettuosamente i capelli. “Anzi, diciamo pure subito…” aggiunse, cupo.

Victoire batté le palpebre, perplessa, ed alzò il viso per incrociare gli occhi del padre. Ma questi erano fissi su qualcosa oltre le spalle di Victoire. Ne seguì la direzione ed il cuore le balzò in gola. “Teddy! Sei arrivato!” strillò al settimo cielo, districandosi in un baleno dalla stretta del padre per correre dal ragazzo dalla zazzera turchese, che la stava guardando con un gran sorriso sulle labbra.

“Ehi, Vic!” la salutò lui composto, sporgendosi per darle un castissimo bacio sulla guancia.

Victoire si accigliò. Ma come? Tutto lì?! Aprì la bocca per protestare, ma Teddy si era già avvicinato ai suoi genitori, per salutarli cortesemente. “Signor Weasley. Signora Weasley. Come state?”

Maman sorrise divertita, rivelando la dentatura perfetta. “Oh, Toddy! Che piascere vederti! Ma, ti prego, chiamami Fleur: non sc’è bisogno di essere così formoli!”

“A me sta bene ‘Signor Weasley’…” borbottò suo padre, ricevendo una gomitatina da maman.

“Sei venuto per salutore Victoire?” domandò gentile quest’ultima.

La mano di Teddy corse a torturarsi le ciocche di capelli che gli solleticavano il collo. “Beh, sì…” rivelò imbarazzato. “Se per voi va bene, ovviamente!” aggiunse, lanciando un’occhiata nervosa a Bill Weasley.

“Ma certo che a loro va bene!” intervenne Victoire, avvicinatasi a Teddy con cipiglio marcato. “Oh, guarda: c’è Tiana! Vieni con me, Teddy!” esclamò d’un tratto, prendendolo per mano e trascinandolo via con forza. “Ci vediamo dopo!” aggiunse all’ultimo, rivolta ai genitori rimasti interdetti.

Si inoltrarono per qualche decina di metri nel candido vapore, prima che Victoire si fermasse di botto.

“Non vedo Tian…” cominciò Teddy, ma Victoire lo interruppe con un’occhiataccia.

“Si può sapere cosa diavolo era quel bacio?!” chiese seccata.

“Ehm… Un bacio di saluto?” provò Teddy.

Victoire si accigliò ancora di più. Lo prese per il bavero della camicia e fece cozzare le loro bocche in un bacio nervoso, brevissimo. “Questo è un bacio di saluto.” lo corresse, quando interruppe il contatto tra le loro labbra.

“No, questo è un attentato alla mia meravigliosa dentatura. Mi hai fatto male!” si lagnò scherzosamente Teddy, facendo finta di massaggiarsi le labbra per nascondere un sorriso felice.

Victoire si imbronciò ed incrociò le braccia al petto.

Teddy alzò gli occhi al cielo, ridacchiando sommessamente. Le racchiuse il volto tra le mani e la baciò con dolcezza, finché Victoire, dimenticato il cattivo umore, non rispose al bacio. Entrambi sospirarono, contenti. Teddy appoggiò le labbra sulla fronte di Victoire. “Scusa. È che quando ci sono anche i tuoi genitori mi sento un po’ in imbarazzo. E poi credo che tuo padre mi detesti…” mormorò, un po’ amareggiato.

“Non ti detesta.” lo rassicurò Victoire. “Deve solo adattarsi all’idea che ora sei il mio ragazzo.”

Teddy sbuffò dal naso, sarcastico. “È per questo che ti ho potuta avvicinare solo con la scusa delle ripetizioni di Trasfigurazione?”

Victoire disegnò strani ghirigori sulla camicia di Teddy, imbronciandosi. “L’ho abituato troppo bene.” commentò. “In diciassette anni non mi sono interessata a nessun altro ragazzo… Forse sperava che non ti saresti mai accorto di me, così sarei rimasta la sua principessina da qui all’eternità…”

Teddy la strinse un po’ di più, appoggiando una guancia sulla sommità della testa di Victoire. “E così lo sapeva anche tuo padre…” sospirò. “Sembra che l’unico imbecille che non se n’era accorto fossi io…”

“Ehi, Ted.” lo richiamò Victoire, spostandosi quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi. Sorrise. “Va bene così: mi piaci anche se sei un po’ imbecille!” gli disse, facendogli una linguaccia.

Teddy sogghignò ironico. “E a me piaci anche se sei una bisbetica!”

Victoire allargò gli occhi. “Bisbetica a me?!” esclamò, fingendo di essere offesa. “Questa volta non ti perdono, Ted Lupin.” dichiarò, facendo fatica a trattenere il sorrisino che le stava spuntando sulle labbra.

“Oh, come farò a ritornare nelle grazie della mia Principessa?!” si domandò Teddy, con finto tono angosciato. Poi sorrise malizioso. “Mm… Chissà se funziona…?” mormorò, la risata nella voce, mentre si avvicinava sempre di più alla bocca di Victoire

Lei sorrise quando le labbra di Teddy premettero contro le proprie. Si abbracciarono più stretti, mentre le loro bocche diventavano più audaci e le mani di Teddy vagavano prima sulla schiena di Victoire, poi sui suoi fianchi ed infine si infilavano lente sotto la camicia della divisa, incontrando la pelle calda, bollente…

Il primo istinto di Victoire fu di scansarsi: così si sarebbe stropicciata tutta ancora prima di salire sul treno! Ma il contatto tra la sua pelle e le mani di Teddy era così… così… nuovo e… piacevole, che vi si arrese senza opporre troppa resistenza. D’altro canto, non si poteva essere sempre perfette, no?

Ma, proprio quando Victoire aveva racimolato il coraggio di infilare le dita affusolate al di sotto del colletto della camicia di Teddy

“Ehi! Voi due! Che state facendo?!”

… la voce curiosa e sbalordita del piccolo James Potter interruppe l’idillio.

Teddy gemette, infastidito. “Cosa ti sembra che stiamo facendo, Jamie?” domandò retoricamente, lanciando un’occhiataccia al figlio più grande del suo padrino.

James sbatté gli occhi nocciola. “Vi state baciando!” rispose prontamente. Poi si rabbuiò. “Questo l’avevo capito. Non ho capito perché…” borbottò. “Ti sei accorto che lei è Victoire? Mia cugina Victoire?” chiese sospettoso.

Teddy roteò gli occhi, facendo ridacchiare Victoire. “Certo che me ne sono accorto, pulce…”

“E allora perché?”

“Perché la sto salutando, ecco perché!”

James rimase un secondo in silenzio. Poi fece una smorfia schifata. “Eww! Vuoi dire che vuoi baciare anche me e Al e Lily così?”

Victoire scoppiò a ridere.

Teddy si voltò del tutto verso James. “Jamie, sparisci!” ringhiò.

Il ragazzino dai capelli neri arruffatissimi lo prese alla lettera: si voltò ed in men che non si dica era scomparso nel fumo perlaceo.

Teddy sbuffò. “Quel ragazzino è snervante…” borbottò.

“… ma in fondo gli vuoi bene come ad un fratellino, eh?” lo pungolò Victoire, con un sorriso furbo, cui lui rispose con uno dei propri.

“Sì, gli voglio bene come tu vuoi bene a Dominique…”

Touchée!” Victoire alzò le mani in segno di resa, sorridendo. I fratelli minori potevano anche essere insopportabili, ma c’era qualcosa in loro che impediva di odiarli completamente…

Teddy le prese entrambe le mani e l’attirò di nuovo in un abbraccio. “Credi che sia destino essere interrotti?” domandò con un sospirone.

Victoire alzò la testa verso di lui, sorridendo maliziosa. “Beh, non ci resta che provare e riprovare…” mormorò, alzandosi sulle punte per sfiorare le labbra di Teddy

“Wow, atti osceni in luogo pubblico!” esclamò una voce divertita. “Tu che ne dici, Wright? Tiro fuori il blocchetto delle multe?”

Stavolta gemette anche Victoire. Si guardarono sconfortati e sospirarono nello stesso istante, prima di voltarsi verso i loro “amici”. Che se la ridevano sotto i baffi.

Tiana lanciò un’occhiata d’intesa ad Ethan. “Bisognerà fare rapporto alla McGranitt, piuttosto. Una Caposcuola trovata in atteggiamenti equivoci con un Auror: che cattivo esempio per i primini!”

“Non ho ancora indossato il distintivo: posso ancora essere un cattivo esempio!” la corresse Victoire, sorridendo divertita.

“Quanta irresponsabilità!” esclamò Tiana, scherzosa.

“Piuttosto, com’è che avete ufficializzato la vostra relazione senza dirci niente?” domandò Ethan. “James sta urlando a tutto il binario 9 e ¾ che Teddy Lupin è fidanzato con sua cugina Victoire…”

“Quella pulce…!” brontolò Teddy.

Tiana si strinse nelle spalle. “Credo che non sarà uno shock per nessuno: ormai avevano capito tutti che c’era qualcosa nell’aria.”

“A proposito di qualcosa nell’aria,” disse Victoire, lanciando ai due un’occhiata maliziosa. “Com’è che siete arrivati insieme senza dirci niente?” chiese, scimmiottando Ethan.

“Sono andato a prenderla. Ti dovevo chiedere il permesso?” chiese con un sorriso quest’ultimo.

“Non lo sai che, in quanto migliore amica, ho il dovere di approvare l’aspirante nuovo ragazzo di Tia?” replicò Victoire, divertita.

Tiana alzò gli occhi al cielo, ma arrossì lievemente. “Non è un aspirante ‘nuovo ragazzo’, Vi: mi ha soltanto accompagnata.”

Ethan si voltò a guardarla. “Chi ti ha detto che non aspiro ad essere il tuo nuovo ragazzo?” domandò, sinceramente sorpreso.

“S-Smettila di scherzare!” balbettò Tiana, imbarazzata.

“Chi sta scherzando?” continuò lui.

“Smettila di spaventare Tiana, Ethan!” si intromise Teddy, sogghignando. “Se la prospettiva che l’attende alla fine della scuola è cadere tra le tue braccia, potrebbe pensare seriamente di ripetere l’anno!” esclamò, ricevendo uno scappellotto in risposta.

Mentre i due ragazzi si picchiavano scherzosamente, Victoire si avvicinò a Tiana, che aveva ancora la guance rosse. “Allora?” chiese, sorniona.

“Allora cosa?” replicò brusca l’amica.

Victoire ridacchiò e le sussurrò in un orecchio, con fare cospiratore: “Ti piace Powell?”

Tiana si mordicchiò le labbra. “È… carino. È anche simpatico. Ma non sono ancora pronta per mettermi insieme a qualcun altro…”

Victoire le mise un braccio attorno alle spalle. “Prenditi tutto il tempo che vuoi. Ma non perdere una buona occasione per tornare a sorridere, okay?”

“Okay. Ci penserò.”

“Brava, però non perdere troppo tempo: non tutti sono pazienti come la sottoscritta!”

“Cos’avete da ridacchiare voi due?!” domandò Teddy, scoccando loro un’occhiata sospettosa e facendole sghignazzare ancora di più.

“Parli del diavolo…!” rise Victoire.

“Parlavi male di me?” domandò fintamente arrabbiato lui.

“Ovviamente!” rispose soddisfatta lei.

“Ma guarda che canaglia!” esclamò Teddy, slanciandosi in avanti per catturarla. Victoire si spostò con un urletto, ma lui fu più svelto: la intrappolò in un abbraccio e cominciò a farle il solletico sotto gli occhi divertiti dei loro amici.

“Smettila, Teddy! Smettila!” gridò tra le risate Victoire.

“No! Te la sei cercata!”

Un colpo di tosse li fece irrigidire. Davanti a loro stava Bill Weasley, con le braccia incrociate e gli occhi assottigliati. Dietro di lui, Fleur Weasley li osservava con un sorriso indulgente mentre Dominique scuoteva la testa e Lou li fissava esterrefatto da dietro una montagna di Zuccotti di Zucca.

Teddy fu il primo a reagire: liberò Victoire dal suo abbraccio e le risistemò con affettata disinvoltura il nodo della cravatta, lisciandole poi invisibili pieghe della camicetta. Deglutì, un po’ nervoso, mentre Tiana ed Ethan erano scossi da risatine silenziose.

Victoire, non è ora di salire sul treno?” domandò Bill, rivolgendo un’occhiataccia a Teddy.

Lei si imbronciò ed afferrò con forza la mano del suo ragazzo. “Sì, è ora.” annuì, incamminandosi con decisione verso il suo scompartimento, trascinandosi dietro Teddy. Giunta alla sua carrozza, si voltò verso il giovane Lupin. “Ah, sei invitato al matrimonio di mia zia Gabrielle verso la fine del mese: sarai il mio accompagnatore ufficiale.” lo informò con naturalezza.

Non si curò dello sguardo ammonitore (e tuttavia malinconico) di suo padre, né del sorrisino d’intesa che si scambiarono maman, Lou, Tiana ed Ethan e nemmeno degli occhi rivolti al cielo di sua sorella. Il sorriso entusiasta di Teddy non lasciava spazio al resto.

“Davvero? Vuoi dire che non dovremo aspettare la prima gita ad Hogsmeade per vederci?”

Victoire annuì, sorridente.

E Teddy la colse alla sprovvista, sollevandola da terra e stampandole un bacio ridente sulle labbra, per una volta senza curarsi dei presenti. “Conterò i giorni.” le rivelò con gli occhi brillanti, mentre lei lo fissava stupefatta e felice. “Non ho mai odiato Hogwarts così tanto…” aggiunse con una buffa smorfia, prima di lasciarla andare a salutare i suoi genitori.

E quando ormai la sua testa turchina era solo un puntino indistinto tra il vapore che ancora permeava la pensilina e Victoire pensava che quell’anno aveva tutte le premesse per essere un ottimo anno, suo cugino James la fece ricredere…

Il dodicenne Grifondoro stava discutendo animatamente con dei ragazzi del quinto anno. “Ehi, amico: bada a quel che dici!” lo sentì esclamare, passando davanti allo scompartimento dove si era sistemato. “Mia cugina Victoire è proprietà privata di Teddy Lupin! Ci siamo capiti? Verranno a vivere a casa mia e potranno anche tenersi la mia stanza!”

… Quello, pensò Victoire sistemandosi il distintivo da Caposcuola e preparandosi ad entrare per sedare la discussione con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, sarebbe stato un anno meraviglioso…

Commenti:

E così siamo giunti alla conclusione della raccolta…

Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita e che mi hanno messa tra i preferiti, ma soprattutto coloro che mi hanno incoraggiata con le loro recensioni.

Un ringraziamento particolare a:

Vale ed Eli: se non fosse stato per voi questi capitoli non sarebbero mai stati scritti. Quindi grazie, perché scrivere di Teddy e Victoire mi ha fatto crescere. Perciò mandatemi i vostri dieci titoli e proverò nuovamente a soddisfare la vostra richiesta!^^ Vi voglio bene!

Sorellinadolce, falalula, Nikki Potter, Tartablu, SoReLLiNaMaLfoY, Tsuyuko, Ginny28, Padfoot_O7, riddikulus, ninny, fanny91, CallieAM, zoe1230, ibiscus, SiJay: un grazie particolare per aver commentato l’ultimo capitolo, che era un po’ anomalo. Un grazie speciale a chi tra voi mi ha sostenuta lungo tutto il mio percorso. Ve ne sono grata. Grazie anche per tutti i complimenti che ho ricevuto: hanno fatto molto bene al mio ego di scrittrice!^^

Ramona55, Ginny36, freddymercury: un ringraziamento speciale a voi tre per le vostre recensioni sempre puntigliose e dettagliate e i vostri meravigliosi complimenti: mi hanno spronata a scrivere con attenzione e ad esigere ancora di più da me stessa. Spero che, se scriverò qualcos’altro che stuzzichi la vostra curiosità, mi farete il piacere di farmi conoscere il vostro giudizio sul mio lavoro. Ricordatevi: commenti costruttivi come i vostri aiutano una scrittrice dilettante a crescere.

Dieci capitoli sono pochi per raccontare tutto quello che c’era da dire su questi due personaggi. Che sia io o qualcun altro, spero che qualcuno decida di riempire gli spazi vuoti nella storia di Teddy e Victoire. Perché si sono guadagnati un posto speciale nel mio cuore e vorrei che continuassero ad esistere e a vivere altri momenti magici.

Spero che siano riusciti a conquistare un minuscolo angolino anche nei vostri cuori e che ricorderete con piacere e, perché no?, anche un po’ di affetto questa breve raccolta che non aveva nessuna pretesa, se non quella di farvi sorridere e farvi fantasticare su ciò che potrebbe essere accaduto…

Un abbraccio a tutti/e voi.

Ale

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