Breathe me.

di Fra_Jones
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm in love. ***
Capitolo 2: *** Shelter. ***
Capitolo 3: *** Where am I going? ***
Capitolo 4: *** Way over yonder. ***
Capitolo 5: *** Just 'cause it's wrong, doesn't mean it isn't right. ***



Capitolo 1
*** I'm in love. ***


Salve a tutti!! Allora, questa è una storia che ho iniziato a scrivere un po' di tempo fa e che ancora non ho concluso.  Ho deciso di intitolarla Breathe Me perchè.. beh, ero molto depressa e mi stavo ascoltando Breathe Me di Sia.

Così, ecco spiegato il titolo. Per quanto riguarda la storia. E' una storia romantica. Io adoro le storie romantiche con una punta di drammaticità. 
Il personaggio di James.. non so perchè. Ma quando scrivo di lui, delle sue reazione.. ci vedo un po' James McAvoy, che.. amo. Ditemi, voi ce lo vedete?Se no, come ve lo immaginate? (Con l'andare dei capitoli lo scoprirete un po' di più.)
Spero vi piaccia. Un bacioooooo. 

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Breathe Me.



“Mi sono innamorata.”
“Bene, e allora qual è il problema? È una bella cosa essere innamorati.”
“Non doveva succedere.”
L’amica la guardò perplessa.
“è un uomo sposato. ” Alzò lo sguardo e fece molta attenzione al cambiamento sul viso dell’amica.
“Ecco ora anche te fai quella faccia.”
“Quale..quale faccia?”
“Sei una stupida, Emma. È sposato, lo sapevi, non avresti mai dovuto innamorarti. “ disse.
L’amica cercò di dire la sua , ma fu impossibile.
“Lo so che è sbagliato; ha una moglie, una bellissima moglie per altro.. adorabile. Ma io.. è più forte di me. Io mi ci perdo dentro i suoi occhi.” Disse tutta rannicchiata sul divano blu, mentre una lacrima le rigò il viso.
L’amica la guardava; avrebbe voluto consolarla, dirle che sarebbe andato tutto bene, ma era giusto ascoltare.. solo ascoltare.
“Sono stata innamorata prima. Ma quello che mi fa guardare il suo viso corrucciato, i suoi occhi azzurri.. è qualcosa di inspiegabile. Mi sento persa in un mondo differente. Se te avessi presente il colore dei suoi occhi..” disse, passando la mano sulla guancia per asciugare le lacrime che continuavano a cadere. “Comunque.. passerà. Tornerò a ‘vivere’ come facevo prima. Ma per il momento.. mi sento morta dentro. Non avevo mai sperimentato l’amore impossibile, ecco come c si sente.” Sorrise.
 
 
Si sentì bussare alla porta.
“Chi è?”
“Sono io!”
“Io chi?”
“James.” Disse sorridendo dietro la porta.
La ragazza aprì, lo guardò, guardò il sorriso stampato sul suo bellissimo volto. “Cosa ci fai qui?” disse voltandosi e andando verso il divano.
“Cosa?” disse sorridendo “ora non posso passare a trovarti?”
“È quasi ora di cena direi. Quindi no. Magari tua moglie ti sta aspettando, non credi?”
James guardò Emma. “Sono uscito prima da lavoro e son venuto qua.”
La ragazza stava per mettersi seduta, ma rimase in piedi, guardò James e disse “Torna a casa James.”
Poi si avvicinò a lui, che era vicino all’uscio, gli mise a posto il colletto della camicia e poggiò le sue mani sulle spalle dell’uomo.
“Saluta Mel da parte mia.” Disse. Si scostò, leggermente, riaprì la porta e aspettò.
James era rimasto immobile. I suoi occhi erano chiusi. Un pugno stretto. Non riusciva a capire quella situazione. Riaprì gli occhi e si voltò verso la porta a cui dava le spalle. Guardò un secondo Emma, abbassò lo sguardo e andò via.
Chiuse delicatamente la porta. Con le sue mani ancora sulla maniglia, poggiò la testa sulla porta e strinse forte gli occhi. Le lacrime caddero a terra. Lo stomaco era sottosopra. Aveva appena cacciato James da casa e lo aveva mandato dalla moglie. Faceva male, ma era la cosa ‘giusta’ da fare pensò. Il mondo ruota intorno al giusto e allo sbagliato? Amore e odio?
Decise di dover affogare il dolore nel gelato. Lo faceva sempre quando era adolescente. Si ricordò la volta che si lasciò con il suo primo fidanzatino. Era rinchiusa in camera da ore, la mamma bussò alla porta e le portò una vaschetta di gelato dicendole che le avrebbe fatto bene. Chissà se questa volta avrebbe funzionato. Il dolore che provava era 4 volte maggiore.

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“Ehi” disse sorridendo andando verso di lui. Lo baciò.
“Tutto a posto?” chiese.
“Si,te?” rispose sorridendo. Non era tutto a posto, era ancora un attimo scombussolato per la reazione di Emma. Forse doveva dirglielo.
“Mel..” sibilò.
La donna si voltò verso di lui, si avvicinò e disse “si?”
“Non va tutto bene.” Disse lui.
“Lo avevo intuito.” Rispose.
“Come hai fatto?” affermò spostando lo sguardo sulla moglie.
“Ti conosco James. Sei mio marito.”
James accennò un sorriso; la donna pose la mano sul volto del marito e con il dito accarezzò leggermente quelle rosse labbra. Lui chiuse gli occhi e si lasciò coccolare, poi affermò : “Non è per me. Sono uscito prima da lavoro oggi. Sono passato a casa di Emma. Non si faceva sentire da qualche giorno così, ne ho approfittato. Era strana.” Disse, poi scosse la testa come per far si che il ricordo del momento si cancellasse. Sorrise e disse “Ah, forse sono io. Sono sicuro sia tutto a posto, giusto? Ti saluta comunque!”
La moglie lo guardò negli occhi. Amava l’altruismo del marito. Fu una delle prime cose che la colpirono quando incontrò James al college. Si ricordava perfettamente il giorno in cui lo incontrò. Era quasi calato il sole, ed era vicino al campo da football. Non era certo un fusto, pensò, ma nonostante ciò difese un ragazzo da quei classici figli di papà prepotenti che lo avevano preso di mira. Si prese un bel gancio destro, trovò un amico e.. una moglie.
“Dai, su. Ceniamo.” Disse lei.
“Si” rispose sorridendo lui e alzandosi di scatto dalla sedia.
La cena fu silenziosa, ascoltarono solamente il telegiornale. Alla fine del TG James disse: “Ti ricordi le pazzie che facevamo quando eravamo al college? Quante risate” disse ridendo.
“Si” affermò lei sorridendo.
James prese la mano della moglie che era sul tavolo e la strinse, poi disse: “che ne dici di farlo di nuovo?”
Mel scostò la mano, prese il tovagliolo e si pulì la bocca. Poi prese il bicchiere e sorseggiò un po’ d’acqua.
“Io.. che cosa intendi fare?” disse.
“Non lo so. Prendiamo la macchina e vediamo.. andiamo da qualche parte.” Disse sorridendo.
“Io, non lo so amore. Sono stanca, insomma domani mi sveglio presto.. vediamo.” Disse alzandosi e prendendo i piatti.
“ok scusa.” Disse ad alta voce James in modo che la moglie, che era in cucina, potesse sentire.
“Scusa di cosa?” affermò lei.
“Beh, evidentemente non.. non so, forse non vuoi più fare cose del genere con me. Oramai siamo sposati, adulti.. per modo di dire.”
“Ma cosa dici James? Che ti prende?” disse guardandolo. Poi prese la libertà di sedersi sulle gambe dell’uomo, gli mise le braccia intorno al collo e lo guardò negli occhi. James voltò il viso verso la tavola.
“Non lo so.. “ disse “Di solito le facevamo queste cose, era bello.. ora è come se, se il matrimonio abbia messo fine a tutto. Dobbiamo essere maturi e adulti giorno dopo giorno. Mel non ci concediamo più niente.”
“Non è vero, facciamo sempre le stesse cose. L’altra sera siamo usciti, non ti ricordi?”
“Si certo, a cena, con Haley e John. Alle dieci eravamo a casa.” Disse lui, facendo alzare la moglie dalla sue gambe. Si alzò ed andò verso il centro della stanza e guardò Mel che si era seduta sul divano color panna.
“Non riesco a capire il senso di questo discorso James. Le cose cambiano.”
“Siii, si lo so!” disse lui con un sorriso ‘ironico’ in faccia, passando una mano tra i capelli. “Mi rendo conto che le cose cambiano. Siamo sposati.. non facciamo più pazzie come al college, lì era tutto differente, i problemi erano quasi del tutto inesistenti. Ma qualche volta sarebbe bello fare qualcosa che ci faccia sentire più vivi.. ho detto solo questo Mel; non ho detto che dobbiamo farlo tutte le sere.”
“Smettila di alzare la voce.”
“Scusa.. senti, io esco. Andrò a fare una passeggiata e forse .. non so. Ti chiamo tra un po’.  Scusami.” Disse baciando la moglie sulla fronte. 

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Capitolo 2
*** Shelter. ***


Ecco il nuovo capitolo. Non so se vi piace, non ho ricevuto nessuna recensione. Ma non fa niente :) Magari più in là...
Buona lettura.

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“Ehi bello.” Disse parlando al telefono.
“Ti va di andare da qualche parte? Si, sono solo!” affermò “Si, ti aspetto al solito posto .. ci vediamo tra dieci minuti!”
 
 
 
“Ehi” disse andando verso l’amico. Si strinsero la mano poi si diedero a vicenda una pacca sulla spalla.
“Come mai da solo amico? Dove l’hai lasciata tua moglie.”
“A casa. Ne parliamo davanti ad un bicchiere di whisky, ti va?” affermò James.
L’amico annuì.
“Andiamo al The Blythe?”
“Certo amico!” affermò sorridendo.
Arrivarono al pub, si misero al bancone e ordinarono due whisky lisci.
“Allora amico.. che è successo?”
“Non è successo niente, Erik”
“Bello, ti conosco. Qualcosa c’è sotto. “ disse.
“Io.. ma che ne so. Oggi è una giornata strana.” Affermò lui, mandando giù un po’ di whisky.
“raccontami la tua giornata strana allora.”
“Io, sono uscito un po’ prima da lavoro.. sono andato a casa di Emma. Non la sentivo da qualche giorno così ne ho approfittato. Sono arrivato da lei e.. cacchio amico, era strana. Mi ha chiesto che cosa ci facevo là, mi ha detto che era sicura che Mel mi stesse aspettando a casa con la cena pronta e.. mi ha praticamente cacciato da casa sua. Mi son sentito strano, non lo so perché. Torno a casa e racconto tutto a Mel, poi a cena le dico se le andava di fare una pazzia come quelle che facevamo al college. Si trattava di prendere la macchina ed andare da qualche parte, non di andare a rubare cazzo. Lei mi ha detto che era stanca, che le cose cambiano e io ho detto … che lo so.. so che le cose cambiano. Ma non facciamo più niente che ci faccia sentire vivi sul serio, lei mi ha detto che non era vero, che eravamo uscito giusto 2 giorni prima.. amico, lo sai che cosa abbiamo fatto?”
“No.” Disse lui attento.
“Siamo andati a cena con Josh e Haley!” disse sorridendo.
“Ooh! Cacchio bello.. mi dispiace dirtelo , ma sono la coppia più noiosa che io abbia mai incontrato. Non hanno interessi!”
“Lo so!” disse ridendo. “Alle dieci eravamo a casa. Così, le ho detto che uscivo e che l’avrei chiamata più tardi per farle sapere che cosa avrei fatto. Tutto qua amico.”
“Le hai risentite?”
“Le..?”
“Si, Emma e tua moglie.”
“No. Se usciamo a farci una sigaretta chiamo Mel. Emma.. non so che fare.. che le prende secondo te?” disse, bevendo l’ultimo goccio di whisky. Si alzarono e andarono fuori, si accesero una sigaretta e Erik cercò di rispondere alla domanda dell’amico.
“Io.. non lo so cosa le prende. Ma forse so cosa prende a te.. amico, ti rendi conto di preoccuparti parecchio per lei?”
“Si certo, è mia amica. Lo faccio per gli amici.. e poi, non lo so, a parte te, lei è la persona più cara che ho..”
“Non tua moglie?”
“Cosa?” disse sorridendo. “Che intendi dire?!”
“Hai detto che io ed Emma siamo le persone più care che hai. Tua moglie dove la metti?”
“Io.. ovvio che.. era sottointeso!” disse facendo un tiro.
“No amico. Ti conosco come le mie tasche, anzi forse anche di più..” disse accennando un sorriso “non dai mai niente per sottointeso! Io non dico niente di … cioè non lo so.. mi sembra che vi leghi qualcosa di straordinario.. non solo amicizia.”
“L’amicizia E’ straordinaria Erik. Darei la mia vita per i miei amici!”
“Lo so! Ma.. niente! Io la trovo molto bella comunque.. forse più bella di Mel. Cioè sai che voglio bene a Mel, sarà che è tua moglie e non posso fantasticare su di lei.” disse ridendo.
“bastardo!” disse sorridendo James e dandogli un pugno sulla spalla.
“Sul serio. Ha qualcosa di speciale quella ragazza.. è spontanea, ha un sorriso che.. non lo so. Ho sempre pensato di chiederti di aiutarmi ad invitarla ad uscire.”
“Si hai ragione, mi ci potrei perdere nei suoi occhi quando sorride. È molto bella. “ disse guardando avanti a sé. Poi si rese conto di essersi fissato, sibilò qualche “ehm” e disse “Vuoi, vuoi che le dica qualcosa di positivo su di te? Magari organizzo una cena a casa e vi invito a tutti e due. Io.. dovrei chiamare Mel. Ti dispiace se dormo da te stasera?”
Erik guardò il suo amico sorridendo e guardando bene la sua faccia ‘imbarazzata’.
“No certo, fai pure!” disse schiarendosi la voce e ridendo.
“Perché ridi?” disse aprendo le braccia in senso di incomprensione.
“No niente.. è che, i tuoi occhi mi fanno questo effetto!” disse meritandosi un altro pugno. “Ouch.” Affermò.
 
James si allontanò leggermente , prese il cellulare e andò sulla rubrica. Digitò la lettera E .. poi cancellò e fece il numero di Mel.
“Ehi.” Disse a voce bassa.
“Dove sei?” disse la moglie.
“Io, sono con Erik. Non penso di tornare a casa stasera.”
“Cosa? James, stai scherzando spero.. perché?”
“Mel.. solo.. non penso di tornare a casa stasera. Stai tranquilla.”
“Si certo.” Affermò un po’ scocciata lei.
“Per favore.. non fare quel tono Mel.. Ci vediamo domani mattina. Buonanotte am..” disse fermandosi “sogni d’oro.” Concluse.
Arrivò dall’amico, decisero di rientrare e prendersi un altro whisky.
Chiacchierarono un po’.. Erik cercò di dire la sua sulla situazione. James era innamorato di Emma, o se non lo era, di sicuro ne era attratto.. e da molto tempo. Guardò verso la porta d’ingresso e disse “Oh, non ci credo! C’è Michael!”
James si voltò verso la porta. Guardò poi l’amico e sorrisero. Michael era un amico di vecchia data dei due. Furono compagni di college per quasi tre anni, poi Mike si trasferì.
Si alzarono e Erik urlò “Ehi Gunner!!”
L’uomo, che era con altre persone si guardò intorno quando sentì quel nome. Gunner era il soprannome che James ed Erik gli avevano affibbiato data la sua incommensurabile passione per l’Arsenal.
Quando vide i due affermò “NON CI POSSO CREDERE!”
Si fece strada fra la gente e andò dai due. Li abbracciò forte.
“Come state?”
“bene direi! “ disse Erik guardando James in senso di approvazione. “Tu amico?”
“Io, tutto bene!”
“Dove sei stato?” disse Erik.
“In America. “
“Oooh, e come hai fatto senza le tue adorate partite dell’Arsenal!?” disse Erik.
“Non lo so amico!” disse ridendo Michael.
Andarono al bancone e chiacchierarono un po’ delle loro vite.
“allora, che ci sei andato a fare in America?”
“Ricerche.”
“Ricerche..” disse Erik cercando di dare un torno misterioso alla parola.
L’amico sorrise poi disse “si, una specie di dottorato in biologia. Niente di speciale.”
“oh no , nulla di speciale. Lui fa dottorati di ricerca in America, noi rimaniamo qua! Non che Londra non ci piaccia.. ma non dire che non è speciale amico!” disse James.
“Voi invece?”
“Io faccio.. il manager” disse Erik cercando di dare un tono interessante alla cosa.
“Io.. sono un giornalista.. più o meno!” disse sorridendo.
“Si, ho letto i tuoi articoli! Sei un grande! E .. sei sposato!” disse entusiasta Mike,guardando l’anello al dito dell’amico.
“Eh, si.. sono sposato!”
“Chi è la fortunata?”
“Eh, te la ricordi la crocerossina che curò il nostro James quando si prese il destro da Nathan il terribile, prima che tu ti trasferissi?”
Mike annuì e disse “si,vagamente.”
“Ecco, lei!” disse James.
“Tu amico, sei fidanzato?”
“Si” affermò “Si chiama Gwen. L’ho incontrata in America, ma è di qua! Il mondo è piccolo. Tu?” disse riferendosi ad Erik.
“Aaaaah. No.. tasto dolente!”
“Ma quale tasto dolente!” affermò James “hai avuto più donne te di.. Don Giovanni”
“Oh, il nostro imbranato Erik è diventato un Casanova!”
“Direi di si” affermò James sorridendo. “Ma ha messo gli occhi su una mia amica adesso. Chissà che non vada a buon fine.”
“La vedo brutta,lei è tutta sua!” disse Erik scherzando,meritandosi un’occhiataccia  da James e uno sguardo d’incomprensione da Michael.
Continuarono a chiacchierare. Poi decisero di tornare a casa. Salutarono l’amico e si promisero di incontrarsi di nuovo e più spesso.
Erik aprì la porta e accese la luce che si trovava al lato sinistro della porta.
“l’hai chiamata tua moglie?”
“Si, l’ho chiamata MIA MOGLIE.. perché devi sottolineare il fatto che sia mia moglie. Chiamala Mel, la conosci da quando la conosco io perdinci .. “
“Oh oh, amico calma.”
“Scusa.”
“Fa niente. Vuoi qualcosa da bere?”
“Birra?”
“Ma si dai!”
Si scolarono 3 birre a testa stando davanti alla tv. Erik andò a dormire; James , che aveva sistemato i cuscini  ed una coperta sul divano, si mise giù e cercò di addormentarsi, ma non ci riusciva.
Erano le 4 del mattino, ed era ancora sveglio.
Si alzò.. prese carta e penna e lasciò scritto a Erik “Niente sonno. Passeggiata. Tornerò con caffè e brioche amico. A domani mattina!”
Si diresse verso la porta, la aprì e uscì,facendo attenzione a non far troppo rumore.
La testa gli faceva alquanto male, forse avevano bevuto troppo. Chissà come era Londra alle 4 del mattino, pensò mentre si dirigeva fuori dal palazzo.
Faceva freddo. Si abbottonò il cappotto nero, incrociò le braccia al petto per scaldarsi un po’ di più poi chiuse gli occhi. Pensò “Dove vado?”

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Ho deciso di intitolare il capitolo Shelter perchè..
ahaha non so bene. Forse perchè James sta sfuggendo da qualcosa e va a "rifugiarsi" dall'amico.
(E' un vocabolo che adoro.. Shelter <3)

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Capitolo 3
*** Where am I going? ***


Il suo sonno era già disturbato, in più ci si mise qualche idiota a bussare alla porta.
Decise di scendere le scale ed andare a vedere che cosa stava succedendo.
Aprì la porta mentre si strofinava gli occhi, rimase di stucco.
Il ragazzo stava per andare via, quindi era girato, ma lei riconosceva quel cappotto e quella camminata.
Urlò “Sono le 4 del mattino lo sai?”
Il ragazzo si fermò in mezzo alla strada e si voltò. Sorrise.
“Si lo so, ho bevuto parecchio ieri sera, la testa mi fa male, non riuscivo a dormire e sono venuto qua. Scusa.”
“Beh, che vuoi fare, rimanere in mezzo alla strada e farti mettere sotto?”
Lo aveva appena invitato ad entrare, quando la sera prima.. lo aveva cacciato.
Il ragazzo con passo accelerato si avvicino alla porta, arrivò di fronte a lei ed entrando in casa le stampò un bacio quasi vicino alla bocca. Emma era immobile.
“Si sente che hai bevuto.” Disse riprendendosi.
“Ehm.. si? Ho un mal di testa che neanche ti immagini, in questo momento vedo tutto chiaro.”
“Aah, i mitici postumi della sbornia.” Disse lei con il sorriso stampato in faccia.
“Si si, ridi.” Disse lui.
“Sdraiati sul divano.”
“Cosa?”
“Ti ho detto di sdraiarti sul divano!”
“Ok ok, non urlare per favore!” gli disse supplicandola con il sorriso sul volto. Era a 5 centimetri da lei, sorrise e la accarezzò.
“Forza.” Disse lei. Aveva il cuore in gola.
“Che intenzione hai ? Perché dovrei sdraiarmi sul divano?”
“Fai silenzio James. Voglio solo aiutarti.. me lo permetti?”
“Si..” disse lui a bassa voce con una mano sulla fronte. Chiuse gli occhi.
Emma era indaffarata in cucina. Prese alcune cose dal frigo e iniziò a metterle nel mixer.
Quando lo accese fu l’inferno per James.
“AAH Emma, che fai?”
La ragazza si avvicinò a lui e con il sorriso sul viso disse “Scusa!”
James tirò un po’ in dietro la testa, aprì gli occhi e la guardò.
“Sei perdonata.”
Emma si diresse di nuovo in cucina. Prese un bicchiere dalla dispensa, spense il mixer e versò il contenuto nel bicchiere. Poi andò verso il piccolo salottino, si sedette sul tavolo basso davanti al divano e disse “tieni” porgendo il bicchiere a James.
Lui si tirò leggermente su e chiese che cosa era.
“Sai, quando sono andata a Puerto Rico con la mia amica.. “ disse sorridendo “Beh, una sera  si è ubriacata. Così quando siamo tornate a casa la nonna le ha fatto questa .. cosa.. aiuta un sacco! Così mi ha detto che dovevo imparare nel caso le fosse successo di nuovo. Ed eccola qua. Ora bevi, tutto d’un sorso se ci riesci!”
“Perché?” chiese, e poi bevve. Era quasi intento a sputare quella.. schifezza. Ma mandò giù. “Ma che diamine..è? Che schifo!” disse ad alta voce.
Emma iniziò a ridere a crepapelle. “Ti avevo detto di bere tutto d’un sorso.  Tappati il naso!”
“Devo proprio? Non hai una semplice aspirina?”
“No, mi dispiace” disse sorridendo.
James fece uno sforzo e bevve tutto.  Mentre stava bevendo, prese la mano di Emma e la strinse forte. “Aah. È la cosa più schifosa che abbia mai bevuto.” Disse facendo facce strane.
Emma non riusciva a non ridere. Poi prese il bicchiere e andò a posarlo in cucina.
Le aveva preso la mano e gliel’aveva stretta. Non lo aveva mai fatto.
“Allora, dimmi.. perché ti sei ridotto così.”
“Ehm.. vieni qua.” Le disse mentre si stava mettendo seduto.
Quando lei arrivò vicino a lui, le fece gesto di mettersi seduta vicino a lui.
“Mi hai cacciato via ieri. Eri strana, io, non capivo che succedeva.”
Emma era tesissima.
“Così sono tornato a casa come mi avevi detto.. ed ho, diciamo litigato con Mel.”
Emma deglutì. “Per.. me?” disse.
“No. Perché.. Le avevo chiesto di fare una pazzia come quando eravamo al college. E lei ha detto che siamo adulti, che le cose cambiano e che comunque usciamo lo stesso. Che poi si è vero, si cresce , si cambia.. ma siamo sposati da 5 anni mica da 40. Io le ho detto che lo sapevo, che al college avevamo meno cose a cui pensare ma che era comunque bello.. vivere, facendo ogni tanto qualche pazzia. E lei ha detto di no. Io non sono d’accordo.  Così ho chiamato Erik, e siamo usciti e ..  niente. Ecco le mie condizioni. Ti trova bella comunque.”
“Chi?”
“Erik!” disse sorridendo.
“Oh, sul. . sul serio? Uno come lui che dice che sono bella! È una conquista.” Disse anche lei sorridendo.
“In che senso come lui?”
“Beh, Erik è senza dubbio un ragazzo molto attraente , mi sembra strano che uno come lui dica di me che sono bella!”
“Guarda, che è molto sopravvalutato. Si è vero, è un Casanova. Ma al college.. era uno sfigato. Come me!” disse.
“Io dubito tu fossi sfigato. Io ti avrei notato senz’altro.”
I due si guardarono intensamente. Poi Emma spezzò la tensione dicendo “Quindi … che cosa succede tra te e Mel?”
“Io, non lo so. Le voglio bene. Ma a volte penso che .. forse sposarci così presto è stato un errore. Non avevamo neanche finito il college.”
“Ma se è vero amore perché dovrebbe essere un errore..” disse lei.
“Io.. non posso sapere se è vero amore. Credo ci sia differenza tra vero amore e amore.. Io la rispetto, le voglio bene, e la conosco benissimo. Ma non.. oddio non lo so Emma!”
La ragazza iniziò a fantasticare “e se tutto questo stesse succedendo per causa mia? Possibile che anche James si sia innamorato di me?”
Lo incontrò per la prima volta 4 anni e mezzo prima. Lavoravano allo stesso giornale, lei come photo – reporter, lui come giornalista. O almeno questo era quello che doveva essere, ma James si sentiva più il segretario personale del caporedattore. Odiava quella situazione,era frustrante.
“James.. cosa hai pensato quando ci siamo conosciuti?”
James si mise a ridere. “Pensai.. chi è questa stravagante e spontanea ragazza che se ne va in giro per la redazione a scattare foto a chiunque?” disse.
“Spontanea e stravagante?” chiese lei.
“Sono complimenti Emma!” rispose lui avendo capito che l’amica aveva preso male quei commenti.
“Io, non lo so. Mi hai catturato subito. E non sei cambiata. Sei spontanea, ti metti in gioco senza paura di sbagliare; sei buffa e divertente! Sei.. straordinaria.”
Emma non ce la faceva, aveva una voglia pazza di baciargli quelle labbra. Ma.. non era giusto.
“E tu? Cosa hai pensato di me?”
Emma, che aveva chiuso gli occhi disse “Chi è questo intelligente e bel ragazzo dagli occhi azzurri? E perché ha la faccia da cane bastonato?” disse scherzando.
I due risero insieme. Poi James disse avvicinandosi un po’ a lei “Tu pensi io sia.. bello?”
“Io.. “ disse esitando Emma “Si.” Non poteva non dire ciò che pensava. “Per non parlare della prima volta che ti ho visto sorridere.. pensai < ha il sorriso più bello che abbia mai visto! > Ti ho scattato una foto, ancora la tengo. A parer mio sei molto più bello di Erik!” disse cercando di spezzare quell’ alta tensione che si era creata. O forse … non era tensione.
James si avvicinava sempre di più a lei. Le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza. Gli occhi di James si chiusero, e lo stesso quelli di Emma. Il cuore di lei andava a mille battiti all’ora. Non era giusto, così voltò il viso.
James si bloccò, poi si schiarì la voce e si voltò.
“Io.. ho detto a Erik che avrei portato la colazione. Vuoi venire?”
“No grazie, credo che non mi farò vedere in queste condizioni da lui.” Disse sorridendo.
“Beh, allora, ti chiamo dopo,ok?”  disse James alzandosi e aggiustandosi la camicia.
“Si certo. Ti accompagno alla porta.”
Quando la porta si chiuse, Emma salì le scale e andò in camera, dove si buttò a capofitto sul letto. Poi pensò “che cosa è successo?”
 
&&&
 
Prese la chiave da sotto lo zerbino, aprì la porta e urlò il nome dell’amico.
Erik si presentò davanti a lui intento ad asciugarsi il viso.
“Oh, sei sveglio.” Disse sorpreso James. Poi posò la colazione sul tavolo.
“Si, sono sveglio. Tu, dove sei stato?”
“te l’ho detto , a fare una passeggiata. Che mi fai il terzo grado?” disse scherzando.
“Una passeggiata dove?” disse sorridendo “Nei pressi di ‘Casa di Emma Street’??”
“Cosa? Ma che stai…” disse.
“Ah ah! Lo sapevo. Ne parliamo tra 2 secondi amico, vado a mettermi qualcosa addosso!”
James si sedette a tavolo , prese una brioche e iniziò a mangiarla. Era ancora scosso per quello che era quasi successo tra lui ed Emma. Se lei non si fosse girata, lui l’avrebbe baciata, e se ci pensava, sapeva che non se ne sarebbe neanche pentito.  Ed era inutile nascondere tutto ad Erik, ci sarebbe arrivato comunque.
“Allora. Perché sei andato da lei?” disse sogghignando.
“Non lo so perché sono andato da lei ok?! Ci sono andato. Sono uscito di casa tua, mi sono detto “dove vado?” e sono andato da lei.”
“E che è successo? Avete chiarito?”
“No, lei mi ha fatto bere una cosa schifosa per i postumi della sbornia. Mi ha chiesto perché ero ridotto così, le ho spiegato tutto. Abbiamo ricordato i “vecchi” tempi, ci siamo detti che cosa pensavamo l’uno dell’altro e ci siamo quasi baciati. Poi sono andato a prendere la colazione.” Disse con non-chalance.
“Vi siete quasi bacia … Vi siete quasi baciati?” disse sconvolto Erik, mentre mangiava la brioche.
“Si. E se lei non si fosse girata, io l’avrei fatto. E non credo me ne sarei pentito.. cazzo amico, che mi succede?”
“Succede che avevo ragione io. Sei innamorato di lei! E sei sposato! E..”
“Sono fottuto!” disse poggiando la testa sul tavolo.
Erik si mise a ridere.
“Non c’è da ridere amico. Sono fottuto.. fottuto. Che cazzo faccio?” disse isterico, guardando l’amico in faccia.
“Non lo so. Pensaci su. Parlane con Mel, andate da un consulente matrimoniale.. non so.”
“Oh si certo, torno a casa e le dico “amore, sai, io ti voglio bene. Ma sono innamorato della mia migliore amica. Andiamo da un consulente matrimoniale? Vedrai si sistemerà tutto , tranquilla!” ma che ti dice il cervello?”
Erik si mise a ridere “Si amico, sei fottuto. Comunque, io non dicevo di dire a tua moglie di essere innamorato di Emma. Ma solo che credi che ci siano dei problemi! Poi, non credi di dover dire ad Emma qualcosa?”
“Non lo so, e se lei non mi ama o non vuole stare con me? Rovinerei l’amicizia!”
“Perché te riusciresti a vivere una semplice amicizia con lei quando in realtà la ami? E.. credi che si sarebbe solo girata? Non credi che se non ti avesse desiderato, nel momento in cui aveva capito le tue intenzioni, ti avrebbe detto che eri pazzo?”
“Si.. credo che mi avrebbe detto che ero pazzo.  E no.. non credo ci riuscirei. Cioè almeno pensandoci razionalmente. Oh ma sentimi, razionalmente, non c’è nulla di razionale qua!”
Erik non faceva altro che ridere “Amico, dovresti vederti! Sembri fuori di testa. Che spettacolo!”
“Oh grazie Erik, ridi pure delle mie angosce. Avrei dovuto farlo anche io 8 anni fa!” disse scherzando. “Le avevo detto che l’avrei chiamata. Ma forse devo anche tornare a casa … “
“Si, forse!” disse Erik.
“Ok, torno a casa. No.. non torno.. non ce la posso fare. No, devo andare. Ok ,vado!” disse alzandosi.
“Ti chiamo stasera” disse Erik che era stravaccato sulla sedia.

***
Ho deciso finalmente di postare il continuo di questa storia che.. nessuno commenta ahah. Fa niente. 
Nella mia mente, fin poco tempo fa, c'era tutta la storia chiara come l'acqua. Vediamo se con il tempo passato riuscirò a portarla a termine.
Baci

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Capitolo 4
*** Way over yonder. ***


James era fermo davanti alla porta di casa sua. Si decise ad entrare.
Chiuse la porta dietro di sé,poi diede un’occhiata in salotto per vedere se Mel era là, ma niente.
“Ehi Mel?”
Si sentirono dei passi svelti, e pochi secondi dopo la ragazza era là, con le braccia al collo di James.
“Mi dispiace.” Disse piangendo.
“Ehi, non piangere.” Disse stringendola, poi tolse le braccia di lei intorno al suo collo per guardarla bene.
“Mi dispiace.”
“No, dispiace a me..” disse con tono basso mentre andava a mettersi seduto.
“Perché quel tono? Usi quel tono quando c’è qualcosa che non va.”
“Lo so.. io, mi dispiace.”
“Lo so, dispiace a entrambi. Che scemi che siamo!” disse sorridendo.
Ma James non sorrideva.
“James..?”
“Mel. Io non avrei mai pensato succedesse …”
“Ma cosa James, abbiamo solo bisticciato. Lo abbiamo già fatto in passato!”
“Non parlo del litigio.. Mel.. vieni qua” disse, accennando appena un sorriso.
La moglie si avvicino lentamente a lui, poi si mise seduta. Gli chiese cosa non andava.
“Non lo so Mel. Sento che qualcosa non va, molto probabilmente in me. Non sento più quello che.. sentivo prima. Ho pensato anche se forse ci siamo sposati troppo presto.. si lo so che .. non è bella come cosa, ma.. non so , sto avendo tanti di quei pensieri per la testa. Perdonami.” Disse lui abbassando la testa.
“Ehi.. “ disse lei, mentre con una mano alzava il viso di James. “possiamo provare a sistemare le cose.” Disse.
James pensò che era così dolce.. le aveva appena detto che forse quel matrimonio era quasi un errore e lei non si era arrabbiata. Le voleva così bene,ma non era abbastanza. E poi.. potevano sul serio sistemare le cose?
“Ok.. “ disse lui, dandole poi un bacio sulla guancia.
“Ehi, come sta Emma? L’hai sentita?” disse lei cambiando argomento. James pensò fosse l’argomento più sbagliato ma si limitò a rispondere “penso stia bene.”
Ma era davvero così?

&&&


Emma si risvegliò al rumore del cellulare. Si alzò di scatto e pensò tra sé e sé “James”. Ma a chiamarla era solo la madre.
“Mamma?” disse con tono ancora mezzo addormentato.
“Tesoro, dormivi ancora? Devi venire da noi! C’è il pranzo di cui ti parlavo.”
“O mio Dio, è vero. Io .. io , ora mi preparo e arrivo. Scusa mamma. Ciao” disse chiudendo la telefonata, senza che la madre potesse dire altro.
Si alzò di corsa, mentre pensava a tutto ciò che doveva fare.
“Maledetto pranzo” farneticò.
Dopo essersi fatta una doccia veloce, andò verso il guardaroba, prese un maglioncino bianco ed un pantalone nero, si vestì, poi andò verso lo specchio, pettinò di corsa i folti capelli, mise un po’ di lucida labbra. Si fermò due secondi davanti allo specchio e guardò intensamente il suo riflesso. Poi si rese conto che doveva muoversi, così scosse la testa e con passo svelto scese le scale. Prese la borsa e le chiavi della macchina ed uscì.
Il tragitto in macchina durò più o meno quaranta minuti, tempo in cui non riuscì a non pensare all’amore in generale.. a James in particolare.
Arrivò alla porta della casa dei genitori e suonò il campanello.
“Oh, tesoro, eccoti qua finalmente!”
“Si, scusa il ritardo mamma.”
La casa era già piena zeppa di vicini, colleghi e amici di vecchia data dei genitori. La madre adorava fare rinfreschi, pranzi, cene.
Vide il padre parlare con una persona e decise di andare a salutarlo.
“Papà” disse mentre si dirigeva verso di lui con il sorriso sul volto e le braccia aperte in cerca di un abbraccio.
“Piccola mia!” disse il padre, scusandosi poi con la persona con cui stava parlando.
“Quante volte ti ho detto che non sono più piccolina?”
“Si lo so, ma lo sai che continuerò a chiamarti così!” disse abbracciandola.
Emma adorava il padre. Il tempo passato insieme a lui faceva parte dei bei ricordi della sua vita. Le aveva trasmetto tanto amore, per lo sport, per la natura.. per la vita. Era bello stare con lui.
“Come va?” gli chiese.
“Oh,tutto bene piccola. Te?”
“Io.. bene.”
“Non mi sembra vada bene. Almeno non dal tuo tono.”
“No papà, va tutto bene, sul serio.” Disse accennando un sorriso.
“Io credo di andare un po’ in giardino.”
Il padre annuì.
In giardino c’era un bellissimo dondolo dove Emma era solita passare le sue giornate estive quando era piccina. Era novembre, ma aveva bisogno di un po’ di ‘coccole’ e tranquillità.
Arrivò  fuori, rubò una piccola margherita da un vaso e andò verso il dondolo. Si tolse le scarpe si sedette,poi con la punta del piede diede una spinta. Incrociò le gambe e lasciò cadere dolcemente la testa indietro.
 
“È comodo,vero?” sentì dire.
Emma tirò su la testa, sbarrò gli occhi e si girò verso il portico.
“Si.” Disse.
“Posso unirmi a te oppure ti dà fastidio?”
“Oh, no certo, vieni pure.” Disse.
Il ragazzo andò verso di lei, si sedette e ringraziò. Emma gli sorrise, poi lasciò nuovamente cadere la testa indietro. Il ragazzo fece lo stesso.
“Sono Marco comunque.” Disse ad occhi chiusi, mentre spingeva con i piedi il dondolo.
Emma guardò verso il ragazzo e disse sorridendo “Emma.” 
Poi gli chiese “Qual buon vento ti porta a questo divertentissimo pranzo, Marco?”
“Son venuto a trovare i miei zii, avevano questo pranzo e mi hanno costretto a venire. Devo dire che non mi sarei mai aspettato tanto divertimento. “ disse sorridendo.
“Oh si, i pranzi di mia madre son conosciuti da tutti qua.”
“Ah, ho il piacere di parlare con la padrona di casa allora?”
“Diciamo che non mi ritengo più una padrona . Sono.. un’ospite frequente.”
Il ragazzo sorrise.
“Tu abiti qui a Watford oppure..?”
“Io.. no, no. Mi sono trasferita a Londra.”
“La bellissima Londra.” Disse il ragazzo.
“Oh si. Cioè, c’è a chi piace e a chi no .. ma io la adoro!”
“No, credo sia davvero bella. Certo.. nulla a che vedere con Birmingham!” disse scherzando.
“Oh, tu sei di lì?”
Il ragazzo annuì, poi disse. “Anche se non ci torno da un po’.”
“Deve essere bella come città.”
“Io non faccio testo.  Mi ci legano molti bei ricordi.”
Mentre i due parlavano , si sentì chiamare il nome del ragazzo. Ma a nessuno dei due importò e continuarono a parlare.
“MARCO?” disse un uomo.
Il ragazzo si voltò. “Cugino!” urlò sorridendo.
“Sai quante volte ti ho chiamato dalla porta? Come stai bello?” disse avvicinandosi a lui, che nel frattempo si era alzato.
“Bene bene.” Si abbracciarono.
“Io ho interrotto qualc..” poi guardò la ragazza.
“Emma?”
“Erik?” disse Emma sconvolta dalla presenza dell’uomo.
“Io.. che ci fai qua?” disse lui andando verso di lei.
“Beh, questa .. è casa dei mie genitori. Tu cosa ci fai qui a Watford?” Disse , mentre giocherellava con il fiore che aveva in mano.
“I miei hanno una casa qua da qualche anno. Mio cugino è venuto a trovarli così ho pensato di venire. Wow, il mondo è piccolo.” Disse sorridendo.
Sì, era proprio bella pensò. Peccato che il suo migliore amico era innamorato di lei.
“Che sorriso smagliante che ha” pensò Emma. “Possibile che uno come lui pensi di me.. che sono bella?”
“Stai.. sei.. davvero carina!” disse lui, con un tono un po’ nervoso.
“Grazie!” disse lei arrossendo. “Si, forse lo pensa sul serio.” Ipotizzò.
Erik, con il sorriso stampato in faccia, continuava a guardarla. Ma si rese conto del grande imbarazzo che c’era, così cambiò argomento e disse “Beh, di che cosa parlavate con mio cugino?”
“Oh, niente, parlavamo di Birmingham. Di città in generale.”
“Bell’argomento.” Disse sorridendo. “Ci sei mai stata a Birmingham?” chiese.
“No, ma mi ha detto che è molto bella. Dovrò andarci prima o poi.” Disse annusando la margherita. “Che imbarazzo!” pensò.
“Magari possiamo andarci una volta insieme.. a me farebbe piacere rivederla.” Affermò Erik.  “OH MIO DIO, l’ho appena invitata a fare qualcosa insieme,Cazzo” pensò.
“Beh, io vi lascio parlare.” Disse Marco, che forse si stava sentendo un po’ di troppo.
“No cugino, dove vai?”
“Si infatti, rimani.” Disse Emma. Poi … il cellulare squillò.
“Scusate” disse lei allontanandosi. Poi cercò nella borsa il telefono, guardò il display, e rispose.



 ***
Nuovo capitolo della mia storia che non viene mai recensita :p
Quando iniziai a scriverla, quando è apparsa nella mia mente, così dal nulla, ci ero molto affezionata,quindi continuerò a postarla nonostante tutto.
Un bacio!!

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Capitolo 5
*** Just 'cause it's wrong, doesn't mean it isn't right. ***


“Ti piace la ragazza eh?” disse Marco al cugino.
“Cosa? No!. Cioè, penso sia molto bella ma.. Oddio cugino scusa, tu..”
Marco rise e poi disse “Tranquillo! C’eri prima te.”
“In realtà c’è prima James.” Disse a bassa voce.
“James?” disse Marco, credendo di non aver capito.
“Si, niente cugino! Lasciamo stare. Andiamo dentro a prenderci da bere.. allora che si dice in giro per il mondo?” chiese mentre si dirigevano verso il salone della casa.
&&&
 
“Ciao James!” disse con tono squillante. Aveva dovuto trovare molto coraggio per quel tono, che risultò forse anche più squillante di quello che doveva essere.
“Ehi.” Disse con tono basso. “Ti avevo detto che ti avrei chiamata. Dove sei?”
“Io, sono a casa dei miei. Uno dei soliti pranzi.. sai com’è mia madre.” James si mise a ridere. Conosceva bene i pranzi di Ellen.
“Oh, non puoi immaginare chi ho incontrato qua..” disse Emma.
“Chi?”
“Ero sul dondolo, e un ragazzo è venuto da me e mi ha chiesto se poteva sedersi.. e ..”
“Aspetta, se è una vecchia fiamma, non ne voglio sapere.” Disse James scherzando.
Emma sorrise. “No, non si tratta di una vecchia fiamma. Beh, la faccio corta. Mentre parlavo con questo Marco, è arrivato il cugino.. Erik.”
“Marco?Erik?”
“Ti suonano familiari vero?” disse Emma.
“Io direi di si. Parli del mio migliore amico e di suo cugino Marco?”
“Si” disse ridendo.
“Cacchio.. “ disse “Mi ero dimenticato che i genitori di Erik avevano preso casa a Watford! Ma Marco cosa ci fa là? È da un pezzo che non lo vedo.”
“È venuto a trovare gli zii. Beh, perché non vieni qua … tanto sai che andrà avanti fino all’ora di cena.”
“Io, si.. ok.”
“Porta anche Mel se vuoi, è la benvenuta!”
“Vedrò. Ci vediamo dopo.”
 
“Ehi”
Emma si voltò. “Ehi” disse sorridendo. “Era James.”
“Ah, James. Potrò mai competere con lui?”
“Che.. in che senso?”
“Emma.. io.. tu.. sei bellissima.” Disse avvicinandosi a lei, prendendole le mani e portandole al suo petto.
“Cosa..”
“Vorrei conoscerti meglio. Vorrei condividere con te cose, esperienze.. adoro il tuo sorriso.”
“Erik.. dici sul serio?”
“Si.” Disse sorridendo e arrossendo un po’. Emma non si sentiva così desiderata da tanto tempo.
“Io.. “ disse lei. Poi iniziò forte a piovere.
 Emma guardò verso l’alto e si mise a ridere. Erik trascinò la ragazza per la mano verso il portico. Ma lei disse di no. Si fermarono al centro del vasto giardino, mano nella mano. Non smettevano di ridere.
Anche se stavano ridendo, Emma pensò “devo vederlo con un segno del destino, oppure no?”
 Destino o no, adorava la pioggia.
“Adoro la pioggia!” disse lei.
“Si, ma se non ci ripariamo ci prenderemo l’influenza. Io son gracilino sai?”
“Ti curerò io se vuoi.” Rispose sorridendo Emma.
Lo sguardo di Erik si fece intenso. La sua mano strinse forte quella di Emma.
“Che ne dici.. di metterci almeno seduti sul dondolo, saremo un minimo più riparati.”
Emma annuì.
Rimasero seduti sul dondolo, sotto la pioggia per parecchio. Scherzarono e risero. La pioggia continuava imperterrita a scendere.
 
&&&

“Siamo quasi arrivati.” Disse James, guardando la moglie.
Svoltarono a destra, cercarono un parcheggio e scesero. Mel aprì di corsa l’ombrello, e andò verso James per ripararlo, ma lui si scansò. “Sono pochi metri, non fa niente.”
Bussò alla porta.
“James!!!” disse con tono contento Ellen quando vide il ragazzo di fronte alla sua porta. Li fece entrare e lo abbracciò forte forte.
“Come sta signora?”
“Oh, ancora con questa signora. Ellen.. ELLEN.”
James si mise a ridere. “Chiedo perdono Ellen! Lei.. è Mel, mia moglie. Ti ricordi di lei?”
“Oh tesoro, se l’avessi già vista me ne sarei ricordata. È così bella! È un piacere cara!”
“Il piacere è mio.” Disse Mel con il tono un po’ imbarazzato.
“Dove.. dov’è Emma?”
“Oh, appena è arrivata è uscita fuori in giardino. Non l’ho più vista, caro! Comunque, servitevi. Avrete fame immagino.” Disse accompagnando i giovani nel salone.

“Anthony!”
“Oh perdinci, James. Da quanto non ci si vede!” disse il padre di Emma abbracciando il ragazzo.
“Come va?” disse James sorridendo.
“Tutto bene. E te caro?”
“Io .. bene, grazie. Io .. “ disse guardando Mel, poi continuò “Lei, è mia moglie. Tu l’hai incontrata?”
“Si, certo! Quella sera a casa di Emma. “ disse “Ciao cara, come stai?” disse baciandole le guance.
“Io, tutto bene grazie. Lei?”
Mel era sbalordita dalla semplicità e dalla vivacità di quei due signori, ed era ancor più sbalordita dalla felicità di James. Si vedeva che si sentiva a suo agio. E riusciva a mettere a suo agio anche lei. Mel iniziò a conversare con il padre di Emma del più e del meno, era molto simpatico. James si allontanò dicendo che sarebbe tornato.
Andò verso la porta che dava sul portico. Il sole stava tramontando, la pioggia continuava a scendere, anche se un po’ si era calmata.
Uscì sul portico e vide il dondolo muoversi. Pensò ci fosse Emma. Così a passo accelerato si avviò verso il giardino. Poi iniziò a correre. “Emma?” urlò, mentre la pioggia scendeva sul suo viso.
Ma non era da sola. Quando arrivò là, trovò Erik con il braccio intorno alle spalle della ragazza.
“Ehi..” disse a bassa voce, tirandosi indietro i capelli zuppi.
“Ehi bello!” disse Erik sorridendo, e spostando il braccio.
“James!” Disse Emma.
Erik guardò il volto della ragazza. Aveva pensato di poter competere con il suo amico, aveva pensato che forse lei non era poi così innamorata; ma si sbagliava. Sul volto di Emma si lessero tutte le emozioni possibili ed immaginabili. Paura, speranza, amore, tristezza.. forse era meglio togliersi di torno.
“Ehi bello. C’è mio cugino a casa dei miei sai?” disse.
James guardava intensamente Emma. Poi si voltò verso l’amico e disse “Ah.. si? Cioè, si, Emma me lo ha detto. Farò un salto là dopo, va bene?”
“Si certo. Sei solo?” disse Erik.
“Io.. no , no. C’è Mel dentro. Sta parlando con Anthony.” affermò James. Emma voltò il viso alla sua sinistra. In quel momento smise di piovere.
“Vado a salutarla.” Disse dando una pacca sulla spalla all’amico, avviandosi verso la casa. Poi si ritornò e sussurrò all’amico “È tutta tua.”
James continuava a guardare Emma.
“Ehi..” disse.
Emma si voltò verso di lui e sorrise.
“Direi che ha smesso di piovere.”  Disse sorridendo, cercando un argomento di cui parlare.
“Si..” 
“Peccato” affermò alzando le spalle “Tu adori la pioggia.”
Emma lo guardò dritto negli occhi. Sapeva tutto di lei.
“Posso?” disse James indicando il posto vuoto vicino a lei. Emma annuì.
James si sedette e guardò dritto verso di sé. Poi si voltò.
“Em..” disse.
Emma si voltò verso di lui. Una lacrima stava per rigarle il viso. James si voltò con tutto il corpo verso la ragazza.
“Io.. credo che noi dovremmo parlare.”
“Trattieni le lacrime Emma. Trattienile!” si disse. Ma era difficile.
“Ehi.. perché piangi?”
“Io, non sto piangendo.” Disse sorridendo asciugandosi il volto. “Di cosa dobbiamo parlare?”
“Di stamattina. Di noi. “
“Noi?” disse facendo finta di non capire.
“Si.. io stavo per baciarti Em.”
“Lo so. Ma non è successo.”
“Si, non è successo. Ma io avrei voluto.”
“Cosa?” disse lei.
“Si. Ti sei voltata.. ma io non mi sarei pentito. E .. anche te lo volevi.”
“No, James! Ti sbagli. Mi sono voltata.”
“Se non lo avessi voluto avresti dato in escandescenza.” affermò sorridendo. “Ti conosco, so che lo avresti fatto.” 
James prese le mani della ragazza e le chiese a tono basso: “Perché ti sei voltata?” 
“Perché è sbagliato.” Disse lei.
“No, non dirmi che è sbagliato quello che proviamo..” disse chiudendo gli occhi.
Emma alzò il viso di James e guardandolo dritto negli occhi disse.
“Sei sposato..” sussurrò lei con un sorriso dolce amaro stampato sul viso.
“Io..” disse James stringendo le mani della ragazza. “Mel sa che c’è qualcosa che non va in me. Le ho parlato.. lei vuole che proviamo a sistemare le cose Em, ma io so che non sarà possibile.”
“Perché?” disse accarezzando il viso dell’amico.
“Perché quello che provo per te.. non riesco a provarlo per Mel. Prima mi hai parlato di vero amore.. e se fossi tu il mio vero amore?” disse lui chiudendo gli occhi e lasciandosi accarezzare da Emma. “Di certo so.. che Mel non lo è.”
“Oh James..” disse Emma piangendo. Come voleva fosse vero tutto ciò che stava dicendo.
James aprì gli occhi, la guardò, le mise una mano sul viso, poi le stampò un bacio sulle labbra.
Quando le loro labbra si separarono, tutti e due avevano ancora gli occhi chiusi. Li aprirono lentamente. Poi Emma lo guardò e disse “Non funziona James.. sei sposato.” Si alzò e con le lacrime agli occhi cominciò a correre verso la casa.
James lasciò rilassare i suoi muscoli, inclinò la testa indietro e chiuse gli occhi. Poi le lacrime scesero.




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Hello!
Allora: questa parte dovrebbe, in realtà,
essere divisa in più capitoli, ma siccome ho ripreso a scrivere la storia (sono stupita di me stessa), ho deciso di
 postarla così.
In questi giorni continuerò a scrivere,
e posterò le restanti parti.
La storia di sicuro qualcuno la sta leggendo.
Ora non so se vi piace o no, ma senz'altro
mi piacerebbe scoprirlo, quindi per favore se leggete la storia 
lasciatemi una recensione così che io possa capire se vi piace o no. 
Un bacio.
xx 

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