What do we are?

di Adripuck
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' tutto vero? ***
Capitolo 2: *** Donzella e Messere ***
Capitolo 3: *** Solo una stupida! ***
Capitolo 4: *** Amici ***
Capitolo 5: *** E se.. ? ***
Capitolo 6: *** Lui.. ***
Capitolo 7: *** Doveva andare così ***



Capitolo 1
*** E' tutto vero? ***


Eravamo li, su quel tavolo, con john che stava perdendo molto sangue e io che non sapevo proprio cosa fare. Ad un tratto, mentre stavo cercando di mantenere la calma cercando di tenergli la ferita più pressurizzata che mai, mi chiese di cantare per lui. “Canta per me, ti prego..” mi disse. Come potevo dirgli di no? Come potevo negare qualcosa alla persona che mi aveva salvato? Così iniziai a cantare, nel miglior modo possibile, cantai come se stessi all'audizione da cui poco fa mi aveva salvato. Mi aveva salvato, cavolo! Me! Ha rischiato tutto per me e adesso potrebbe morire. Mentre le sue palpebre si abbassarono, andai in panico, dovevo fare qualcosa. I cinque secondi più brutti della mia vita. Presi il telefono e telefonai Cara, la informai della situazione e sperai con tutto il cuore che almeno lei potesse aiutarci. Ideò un piano e corse a salvarci, lei si che ama il suo uomo, pensai.. Ci fu una corsa contro il tempo, contro la morte, ma grazie a lei riuscimmo a salvarci e non riuscirei mai a ringraziarli abbastanza, entrambi.. Andammo nel loro rifugio dove si occuparono di John, “Nulla di grave” disse Russell, “Come nulla di grave?! Mi sono spaventata a morte, pensavo potesse morire!” , “E’ meglio andare a dormire adesso, Astrid, hai passato una giornata terribile” mi disse infine, “Okay, portami a casa, mio padre sarà preoccupato da morire..”, “Non posso farlo.. Mi dispiace..”, “Come no?! Non posso vedere mio padre adesso? Che assurdità è questa?! Vengo quasi uccisa e non posso andare da mio padre dicendogli di stare tranquillo visto che adesso sarà spaventatissimo dato che non mi vede ancora tornare?!”, rimase ammutolito e come dargli torno, gli avevo versato addosso tutta la rabbia che provavo su di lui e non lo meritava, così decisi di rimanere, cercando di calmarmi, almeno un poco.

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Capitolo 2
*** Donzella e Messere ***


Una notte insonne, non ho chiuso occhio. Non facevo che pensare a come potesse stare John così verso le cinque di mattina mi decisi ad alzarmi ed andare a vedere come stava, così almeno avrei fatto qualcosa di utile. Sono andata nella sua stanza e, non tanto stupita, neanche lui stava dormendo. "Volevo venirti a trovare e sapere se stavi bene, sai?" Disse John "Beh pare che ti abbia battuto sul tempo.. Tutto bene?", Chiesi con tono preoccupato. "Si, penso.. Tu? Stai bene?". "Non dovresti preoccuparti per me!". "Non posso non farlo, dopo tutto mi hai salvato". "Si, ma non avresti avuto bisogno di essere salvato se non mi fossi venuto a salvare.. Mi dispiace..". "È stata una mia decisione e se potessi tornare indietro, lo rifarei. Come non potrei? Il mondo non può fare a meno di una cantante come te". Avrei giurato di vedere un sorriso su quelle labbra. "Non sono per niente brava! Poi dopo l'esperienza di oggi penso che rinuncerò!", accennando ad una risata. "Meglio che vada a dormire adesso.. Buonanotte John, grazie per avermi salvato.. Rimettiti", aggiunsi in fine. "Buonanotte Astrid e non devi ringraziarmi! Fino a quando sarai una donzella in pericolo correrò sempre in tuo aiuto" disse ridendo "Okay, mio messere, vorrà dire che conterò sempre su di lei" dissi cercando di rimanere sul tono scherzoso. Tornai in camera e finalmente riuscì a prendere sonno, la conversazione con John le aveva fatto bene..

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Capitolo 3
*** Solo una stupida! ***


Era mattina. John stava bene? Perché non riusciva a smettere di pensare a lui? Doveva smetterla e in fretta. Lui non le apparteneva, apparteneva a Kara. Non poteva mettersi tra loro due, non voleva! Se lo doveva togliere dalla testa e basta, d'altronde le aveva salvato la vita era plausibile che stesse pensando a lui. Si, è solo una cotta passeggera, penso.. Più che altro, cercò di convincersene... Meglio andare a fare colazione, mi distrarrò un poco. Mi accingo a preparare le mie uova e chi incontro?! Ovviamente lui, l'uomo che mi aveva salvata, l'uomo che fino a qualche ora fa era nei miei sogni. Sogno in cui non stavamo facendo nulla, stavamo solo parlando, ma la gente normale non sogna di parlare per ore e ore con uno amico. Che poi non so nemmeno se definirlo amico, lo è? Probabilmente mi ha salvato solo per non far soffrire Stephen.. Stephen! Non lo vedevo da quando è successo.. Beh, quello che è successo, insomma! Lo ammetto, lo sto evitando, ma è solo per colpa sua se mi trovo in questa situazione.. Dovrei perdonarlo, ma ora proprio non ce la faccio a vederlo. John notò che avevo la testa tra le nuvole, così mi dette una pacca sulla testa dicendo "Un penny per i tuoi pensieri", "oh, sono cerca che non basti un solo penny per farmi parlare" risi. Rido sempre con lui. "Andiamo donzella, ti ho salvato la vita, me lo devi!", "okay, ma sappi che non potrai usare questa carta del 'ti ho salvato, adesso sei indebito con me' per sempre perché ti ho salvato anche io!" Rivedo ancora. È mai possibile che non smetta più di ridere?! "Pensavo ad un ragazzo in realtà", oddio ma perché l'ho detto?!, "ah, voi donne, pensate sempre solo agli uomini. Stavi per morire ieri, datti tregua!". "Si hai ragione, ma è davvero speciale", oh santo cielo! Per favore qualcuno mi fermi non riesco a smetterla di parlare! "Mmh, mi pare di aver capito di chi stai parlando.. Stephen è davvero fortunato ad avere una persona come te che si preoccupa per lui", aspetta, che!? Stephen? Ma a quante persona ha detto che ero innamorata di lui!?, "non è a lui che stavo pensando in realtà!" Risposi irritata. "Ci vediamo John, adesso devo proprio andare" dissi con tono freddo e distaccato. "Si, e dove? Non puoi uscire' lo sai" rispose. Quella sua risposta mi fece irritare ancora di più e lui lo notò. "Okay Astrid perdonami, non avrei dovuto.. Chiunque sia è davvero fortunato ad averti, credimi.", "non penso che lui la pensi allo stesso modo.." Me ne andai con un macigno che mi pesava sul cuore. Come aveva potuto pensare a John in quel modo? Sono solo una stupida donzella che è stato costretto a salvare.

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Capitolo 4
*** Amici ***


Ho passato tutto il giorno in camera mia, cercando di tornare in me, ma quando vedevo John tutte le mie certezze svanivano. Rimarrò per sempre in questa stanza, senza vedere mai più nessuno! Così avrei evitato di non avere più controllo della mia bocca, come è successo stamattina. Verso le cinque si fece forza e andò sul divano a leggere il suo libro preferito. Lo leggeva quando la sua vita era un caos, quel libro era un punto di riferimento. Verso le sei tutti si riunirono tutti in quella stanza dove stavo tranquillamente leggendo il mio libro, un altro posto no? Hanno parlato di cosa è successo a me e a John e che d'ora in poi si doveva stare ancora più attenti. Poco dopo arrivò Stephen e venne subito a cercarmi. Mi abbracciò più forte che poteva e mi chiese come stessi, non ottenne una risposta e dalla mia faccia capì che era meglio così, se no sarei scoppiata. "Astrid mi dispiace, è tutta colpa mia!" Disse con tono disperato. "Riuscirò a farmi perdonare, lo prometto", "Stephen io ti ho già perdonato, sei il mio migliore amico. Ne siamo usciti sani e salvi, è questo l'importante!" Dissi con un sorriso sulle labbra. Mi stritolò ancora una volta e mi dette un bacio sulla guancia e se ne andò. Mi andò a fuoco la guancia dopo quel bacio. Quello stupido ma tenero bacio. "Ehi testina?" Disse una voce, ero ancora troppo intontita da quello che era appena successo da riconoscere di chi era la voce. Mi voltai e trovai John che rideva sotto i baffi. "Non è Stephen quello a cui stavi pensando ieri notte, eh?" Disse ridendo come non mai. Adesso mi aveva stufato. "Non è a lui che pensavo, va bene?! E non provare a leggermi nella mente per capire chi." Dissi in un tono che nemmeno io riconoscevo per quanto era pieno di rabbia. "Non lo farei mai.." Disse con tono dispiaciuto. Presi il mio libro e me ne andai in camera mia. Piansi come una stupida! Perché lo stavo facendo? Non riuscì a darsi una risposta. così, quando si calmò, riprese la lettura. Verso le nove di sera qualcuno bussò alla porta, andai ad aprire e mi ritrovai con John davanti.. Feci per chiudergli la porta in faccia, ero ancora troppo arrabbiata per parlargli, ma lui era decisamente più forte di me, anche con una ferita all'addome, e riuscì ad aprirla. Entrò e chiuse la porta dietro di se. "Astrid, mi spieghi perché te la prendi così tanto? Io vorrei esserti amico ma tu mi respingi." Amico? Ma certo Astrid, cosa ti aspettavi. Non lo sapevo nemmeno io perché me la prendessi così tanto ! Come facevo a dirglielo?! "Così", gli dissi. Mi prese la mano e, con pochi passi, bruciò la distanza che c'era tra noi. Io mio corpo era in preda ad una vampata di calore. Era così vicino.. "Per favore, ti allontani?" Lo stavo supplicando, non riuscivo a connettere con lui a quella distanza. "Perché dovrei scusa? Non sto facendo nulla.." Disse con un ghigno sulle labbra. Quelle fantastiche e bellissime labbra. Volevo allontanarmi ma ero come bloccata, come se il mio corpo ci volesse stare lì. Con tutta la forza che possedevo mi staccai da lui e mi sedetti sul letto, facendogli segno di seguirmi. "Vuoi essere mio amico? Allora vieni qui e parliamo" lui, un po' impacciato, come se non avesse mai fatto una cosa del genere si sedette e iniziò a parlare. Parlò di Jedikiah e di come fu un padre per lui. Parlò della situazione nel bunker, che Kara aveva preso il controllo. Iniziò a parlare di lei.. "Le cose non vanno benissimo tra di noi.. Probabilmente stavamo insieme solo perché non avevamo nessun altro. Sta di fatto che appena a Kara è stata fornita una scelta, non ha scelto me ma Stephen." Disse con un tono di uno che ormai la cosa l'aveva superata. Il mio cuore fece un salto di gioia, ma subito dopo me ne pentì.. Non era giusto, aveva sofferto, non ne potevo essere felice."Mi dispiace.. Non ne avevo idea..", "tranquilla, nessuno ce l'ha". Continuammo a parlare. Erano le undici e ogni mia parola era uno sbadiglio, così mi disse "Meglio che vada, se no mi crolli seduta stante" ridemmo silenziosamente per non svegliare nessuno. Mi dette un bacio sulla guancia, che andò a fuoco poco dopo, povera guancia ne ha passate troppe oggi, dicendo "buonanotte Astrid. Stai iniziando a starmi simpatica, sai? con un sorriso a trentadue denti. "E come non potresti?! Sono l'amica migliore del mondo" dissi ridendo. Mi sorrise di nuovo a se ne andò..

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Capitolo 5
*** E se.. ? ***


Era passata una settimana da quando Stephen era riuscito a farmi tornare in superficie, facendomi quasi uccidere di nuovo. Ma come sempre, stavamo tutti bene ed era quello l'importante."Astrid adesso puoi andare a tutte le audizioni che vuoi, nessuno ti farà più del male" mi disse Stephen, dopo aver sistemato tutto, con il tono più scherzoso che riuscì a trovare. Certo, simpatico lui, "nessuno ti farà più del male, puoi tornare alla tua vita".Come no! Farò finta che questo non sia mai successo, mi dissi ironizzando. Era più di una settimana che non uscivo di casa per la paura. Come potevo uscire? Dopo le esperienze che ho vissuto vorrei vivere in casa senza uscire, con le mie pantofole, a cui non rinuncerei per nulla al mondo per la loro comodità, per sempre. Ad un tratto sento suonare alla porta, apro ed è Stephen. "Astrid come stai? Perché non stai venendo a scuola?" Ma sul serio non lo capisci? "Perché sono malata" dissi con tono distaccato. "Ma a me non sembri star male.." Disse con tono decisamente preoccupato, ma non per la mia saluta fisica, per quella mentale. "Forse è meglio che tu vada, penso proprio di essere contagiosa.." Gli dico chiudendogli la porta in faccia. Non uscivo perché non ci riuscivo. Nel pomeriggio mi sentii così in colpa per aver trattato Stephen in quel modo che lo chiamai via Skype per scusarmi, ma non fu lui a rispondere. Davanti a me c'era John sudato, senza maglietta, con addominali scolpiti, senza maglietta, con i capelli tutti arruffati e senza maglietta. Ero come ipnotizzata dal suo corpo, come faceva ad essere così bello?! "Testina, cosa c'è che non va? Ti vedo strana.." Gli raccontai tutto, di come ero terrorizzata a mettere un piede fuori di casa.. Lui si mise la maglietta e si teletrasportò proprio accanto a me.. "Allora, come ho detto qualche giorno fa, sarò sempre pronto ad aiutarti e ho già in mente come" mi disse facendo un sorriso. "Reggiti.." Gli presi la mano e lui mi strinse a se con forza. Le nostre bocche erano a pochi centimetri di distanza e le nostre fronti si stavano toccando. Non potevo resistere a tale bellezza, la mia libido stava andando a fuoco. Mi sorrise, il sorriso più bello del mondo, e ci teletrasportammo in un treno. "Ti fidi di me?" Mi chiese "si" risposi senza nemmeno pensarci un istante. Eravamo alla fine di un binario con le portiere aperte, si vedevano persino i binari.. "Al mio tre saltiamo.. Uno.. Due.." Saltai! Di colpo ci ritrovammo, sani e salvi, di nuovo a casa mia. Era stata una pazzia, una bellissima pazzia oserei dire. "Beh, hai ancora paura?" Mi chiese. "Adesso non più, grazie, ancora." Gli dissi sorridendo. "Te lo avevo detto che per te ci sarei stato sempre." Gli ero talmente grata per tutte le cose che aveva fatto per me che, come se fosse un movimento involontario, mi buttai tra le sue braccia. "Oh.. Scusa non volevo.." Gli dissi accorgendomi di aver superato il limite.. Lui per tutta risposta mi prese per i fianchi e mi abbraccio più forte che poté. Poi mi allontanò.. "Astrid.." Disse timidamente. "Si.. ?", "volevo sapere se.. Ecco.. Se ti andava di uscire con me domani sera.." Oh mio dio mi ha chiesto di uscire! Non può essere vero. Lui, vuole uscire con me?! "Certo!" Gli dissi con un tono decisamente troppo eccitato. "Fantastico, a domani.." Mi disse dandomi un bacio sulla guancia. "A domani".

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Capitolo 6
*** Lui.. ***


Sono le sette John passa a prendermi tra un’ora ed è da quasi tre che sto cercando di capire cosa diavolo mettermi per stasera. Stasera. Uscirò con John. Da soli. E’ un appuntamento. Penso di poter svenire. Okay non perdere la calma Astrid troverai qualcosa da mettere e sarai fantastica. Ma chi voglio prendere in giro?! Non gli piacerò mai in quel modo meglio che me lo metto in testa e non farmi film mentali come mio solito. Ero sprofondata nella depressione ero appallottolata sul divanetto sotto la finestra e non riuscivo a muovermi. Forse se gli dico che non sto bene posso evitare di fare figure imbarazzanti.. sì! Farò così! Appena prendo il telefono in mano per avvisarlo che la cena era saltata lui mi batte sul tempo e mi scrive “Ti porterò in posto speciale per me, arrivo tra mezzora!” Oddio. E adesso? Come faccio a dirgli che non ci vado? Non potevo e una vicina in fondo al mio cuore non voleva nemmeno. Mi feci forza e scelsi un vestito per la serata. Vestito estivo, anche un poco trasparente, volevo sembrare attraente almeno per una sera. Mi misi un filo di trucco e fui pronta per la serate. Fisicamente.. Mentalmente ero in panico. Avevo gli occhi fissi sul telefono aspettando una sua chiamata, anche uno squillo sarebbe andato bene.. Suonano alla porta. “Ehi tu, sei pronta?” John era sul mio portico, bellissimo. Aveva una camicia che faceva risaltare i suoi muscoli.. era così dannatamente bello.. “Pronta per cosa?” Mi giro e mio padre era accanto a me che squadrava John dalla testa ai piedi. “pensavo di portarla a cena, signore” Rispose John, per la prima volta sembrava veramente spaventato. “Non farò uscire mia figlia con qualcuno di cui non so nemmeno il nome” , “Mi chiamo John, signore” John era decisamente spaventato adesso. “Hai un cognome, John?” Okay dovevamo andarcene da lì, altrimenti mio padre non la smetterà più. “Ehm, papà noi dobbiamo correre altrimenti perderemo la prenotazione” presi il braccio di John e finalmente fummo liberi dalle grinfie di mio padre. “Cena? Pensavo mi dovessi portare in un posto speciale” dissi ridendo. Non ero delusa, per me era già tantissimo che mi avesse chiesto di uscire. “Certo che ti porto in un luogo speciale, non potevo di certo dirlo davanti a tuo padre, non credi?” Giusto, che stupida. “A proposito.. Sei bellissima stasera.. Non che negli altri giorni tu non lo sia. No, perché tu sei bellissima sempre secondo me. Okay, scusa sto parlando troppo, mi fai agitare” Agitare? Io? “In che modo ti farei agitare?” Non riuscivo davvero a capire che cosa intendesse. Per tutta risposta mi da un bacio sulla guancia e mi dice “Mi fai agitare perché non so se sarò in grado di trattenermi con te stasera, Astrid” Aveva un sorriso che iniziava da un polo e finiva all’altro. “Quindi secondo te io riuscirei tranquillamente a resisterti?”, “Non ho detto affatto questo, insomma, è impossibile resistermi” E, ragazzi miei, aveva dannatamente ragione. “Dammi la mano” Misi la mano nella sua e ci teletrasportammo nel punto più alto della città, da qui la riuscivo a vedere tutta ed era uno spettacolo bellissimo. Mi guardo in torno e vedo un tavolo delle candele e un cestino da pic-nic. “John è bellissimo, non posso credere che tu l’abbia fatto per me” Non avevo fiato, era tutto bellissimo. “Oh, non ti montare la testa adesso eh! Non lo sai ma qui ci porto tutte le mie conquiste” Mi disse facendomi l’occhiolino. “Prego” Mi fece accomodare sulla sedia. “Davvero un gentiluomo, non c’è che dire” dissi ridendo e rise anche lui. “Ho cucinato tutto io, spero ti piaccia” Passò un’oretta in cui mangiammo di tutto e di più. Cose da leccarsi i baffi! “Non penso accetterò mai più un tuo invito a cena se ogni volta devo prendere tre chili” Non riuscivo nemmeno più a ridere per quanto ero piena. “Chi ti ha detto che ho intenzione di chiederti di nuovo di uscire?” Mi disse con un ghigno. “Ah beh se è così, me ne farò una ragione. D'altronde sei troppo bello per i miei gusti” dissi ironicamente con un sorriso smagliante stampato in faccia. John si alza e viene verso di me. Mi prende la mano e mi invita ad alzarmi per guardarci meglio negli occhi, penso. Mi prende il viso tra le mani. Okay Astrid, non dare di matto. I miei occhi lo fissavano intensamente e da loro trapelava la mia voglia matta di baciarlo. “Astrid.. Ti ricordi cosa ti ho detto all’inizio della serata? Che non sarei stato in grado di trattenermi dal baciarti?” Non riuscivo più a muovere un muscolo, figurati se gli dovevo rispondere e mettere in moto le mie sinapsi. “Questa vicinanza non mi aiuta affatto” Le sue mani si spostano soavemente e delicatamente dalla guancia al collo. Dal collo alla spalla. Dalla spalla alla schiena. Stavo andando a fuoco, quella che non si tratteneva più qui adesso sono io! Avvicina le sue bellissime e rosee labbra alle mie, si sfiorano e delicatamente si poggiano sulle mie. Quello, signori miei, è un bacio che non si dimentica. “Tu, cara mia Astrid, mi farai impazzire” Dopo quel bacio, che avrebbe steso chiunque, riesco a ridere. “E’ meglio che ti riaccompagni a casa, tuo padre mi ucciderà se non ti vede tornare” Torno alla realtà. “Oddio mio padre sarà infuriato! Dobbiamo andare o seriamente ci uccide” Prima di entrare in casa john mi ferma stringendomi il polso. “Astrid, sono stato benissimo. Una come te non l’ho incontrata mai e non ho intenzione di lasciarti sfuggire!”, “Ah, pensavo non volessi più chiedermi di uscire” Dissi con un ghigno. “Sta zitta e vieni qui” Mi tirò a se, mi strinse forte e mi dette un becio, ancora più bello del primo. Caldo, umido e pieno di passione. Ogni striscia di pelle che le sue mani sfioravano andava a fuoco, Gli sarei saltata addosso se non mi avesse staccato dal suo corpo per farmi tornare in tempo a casa. “Buonanotte donzella”, “Buonanotte mio messere” Le nostre mani, prima intrecciate, si sciolgono e mi dirigo verso la porta di casa. Apro la porta, nessun segno di mio padre. Salgo in camera, mi butto sul letto e non posso fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo se non ci fossimo separati un attimo fa. Dio quanto mi fa impazzire quel ragazzo!

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Capitolo 7
*** Doveva andare così ***


Sono passati quasi tre giorni di e di John nessuna traccia. Forse dovrei chiamarlo, però poi sembrerei disperata, quindi meglio di no. Sono tre giorni che non si fa sentire dopo la nostra uscita e sono tre giorni che io non smetto di pensare a lui.
Avrò fatto qualcosa di sbagliato, magari non gli piace come bacio o semplicemente non gli piaccio proprio io. Del tutto comprensibile dopotutto. No, non rimarrò con le mani in mano. Avevo bisogno di spiegazioni e le volevo adesso.
Chiamo Stephen per sapere se John fosse morto o se semplicemente non voleva parlare con me e gli chiedo di incontrarci.
“Astrid che succede?” mi chiede al telefono preoccupato.
“Ho bisogno solo del tuo aiuto, vediamoci a casa tua tra mezzora.” Gli dissi e senza nemmeno aspettare una suo conferma, chiusi il telefono.
Ero sotto casa sua, suonai e mi aprì suo fratello. “Stephen è in camera sua” mi disse. Senza dire una parola vado subito in camera sua. Apro la porta e vedo che nella stanza non c’era solo lui, ma anche John e Cara. Che si tengono per mano.
Ero terribilmente in imbarazzo, se John era li, con Cara, vuol dire che sta bene che non è successo niente e che l’unica ragione per cui non mi ha cercato è perché non gli piaccio. Fantastico. Ho ottenuto quello che volevo, adesso potevo pure andarmene e lasciare quei tre a qualsiasi cosa stessero facendo prima che gli interrompessi. “Ah bene, ti vedo in forma John! Stephen, scusami il disturbo evidentemente non riesci proprio a trovare un po’ di tempo per la tua migliore amica” esco e sbatto la porta. Scendo le scale e mentre sto scendendo l’ultimo gradino sento che qualcuno mi blocca il polso, Stephen.
 “Che vuoi? Hai chiarito bene il punto Stephen! Ti ho detto che sarei arrivata eppure te ne sei fregato. Io adesso vado, non sia mai ti rubi altro tempo”
“Aspetta Astrid, non ho avuto il tempo per spiegarti la situazione!”
“Beh, allora fallo ora!” dissi furiosa.
“Non è così semplice, Astrid.”
Non riusciva a crederci. Stephen si rifiutava di confidarsi con lei, di nuovo. Dopo tutto quello che hanno passato insieme.
“Sai una cosa Stephen?! Tu e l’amico tuo potete andare a quel paese.” Gli dissi gridando dalla rabbia. Lui rimase pietrificato, non sapeva che dire. Era la prima volta che mi arrabbiavo così tanto con lui. Non riuscivo a sopportare quella tensione che si era creata così mi girai e me ne andai, senza tanti convenevoli.
Ero sul letto della mia camera a piangere come una bambina. Non riuscivo a sopportare l’idea di essere di nuovo esclusa da Stephen. Eppure, quel motivo, per quanto Stephen fosse importante per me, non era così grave da farmi piangere come stavo facendo in quel momento. Forse non è solo per questo che sto piangendo. John. John era il reale motivo. Non l’aveva degnata di uno sguardo quando era da Stephen, eppure si erano baciati! Come sempre accadeva nella mia vita, le persone a cui tengo non vogliono avere nulla a che fare con me. Meglio che te ne fai una ragione, Astrid, pensai.
Nessuno ti vorrà mai.
Erano passate tre ore da quando smisi di piangere e mi tuffai in uno studio pazzo e disperato per recuperare il tempo perso passato a pensare a John, quando sento bussare. Ma non dalla porta, dalla finestra. Scosto la tenda, quell’orribile tenda che mio padre mi costrinse a mettere perché così doppia che nessuno sarebbe riuscito a vedere la mia camera dall’esterno, se non attraverso i raggi x. In quell’angolo scoperto vidi John. Un bellissimo, irresistibile e quasi mezzo nudo, come suo solito, John. Astrid! Mi ripresi. Ha preferito Cara a te, non ti lasciar abbindolare.
Lo guardai malissimo per qualche secondo, poi aprì la finestra ma solo perché fuori pioveva e non volevo essere responsabile di un suo eventuale raffreddore. A questa scusa, non ci credeva neanche lei.
“Cosa ci fai qui?” dissi con tono severo.
“Ovvio, sono qui per salvarti” disse con tono divertito. Lui. Con tono divertito. Deve dire grazie se non lo prendo a schiaffi.
“John non sono più disposta ad assecondare i tuoi giochi. Ti ho già detto che sono impegnata, se non ti dispiace vorrei che tu te ne vada.” dissi con un tono cosi glaciale che mi fece spavento.
“Astrid mi spieghi cosa ho fatto adesso?!” ah. Non ci credo, me lo sta chiedendo davvero.
“Senti John, posso accettare un rifiuto. Posso accettare che tu scelga Cara al posto mio, figurati. Lei è decisamente più bella di me e ha un fisico da favola. Ma quello che non posso proprio mandare giù è che tu adesso sia qui che fai finta che non sia successo nulla. Pensi sia stupida? Mi piaci, okay. Ma mi piaccio più io e, come ho detto prima, non sono disposta a sopportare oltre.” Dissi tutto d’un fiato. Senza interruzione, senza esitazione.
Per tutta risposta lui mi prese dai fianchi e mi baciò. Un bacio bellissimo, passionale e, con le mani di lui che mi accarezzavano la schiena in modo sensuale, eccitante.
Ma non potevo permettermi quel bacio, altrimenti non sarei stato più in grado di dimenticarlo. Lo allontano e gli do uno schiaffo. Così forte che forse, e sottolineo forse, lo ha sentito.
Mi guarda perplesso.
“Astrid..” inizia lui, ma io lo fermo subito. “John, vattene.” Dissi con un nodo in gola. “Non voglio più vederti. Non voglio più avere nulla a che fare con te e con le persone di domani. Mi avete quasi fatto uccidere e adesso tu mi hai spezzato il cuore.” Non riuscivo a trattenere le lacrime e alla fine una di queste mi rigò il viso. Mi girai, non volevo dargli la soddisfazione di vermi piangere per lui. Ma quando mi giro, lui era sparito.
 
 
NOTA AUTORE
Grazie a tutti per la vostra attenzione. Per tutti quelli che leggono e basta, per quelli che hanno recensito e per quelli che stanno seguendo la storia. Non riuscirò mai a spiegarvi cosa significhi questo per me. Vi adoro, al prossimo capitolo ! Ah, non vi preoccupate. Nel prossimo capito si chiariranno e.. lo scoprirete a tempo debito :)

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