With you I finally understand what it means to love

di WriterG
(/viewuser.php?uid=138842)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Confusione.. ***
Capitolo 2: *** Non solo i bambini hanno paura del buio.. ***



Capitolo 1
*** Confusione.. ***


Confusione..


Non sono mai stata una ragazza come le altre sempre attenta al mio aspetto e con la convinzione che prima o poi il mio principe azzurro, con tanto di spada e cavallo bianco, mi avrebbe salvata dalla mia prigione di ghiaccio. Non sono mai stata quel tipo di ragazza che sogna a occhi aperti e che attendeva con ansia che il suddetto principe gli desse il suo primo bacio di vero amore. No, io sono sempre stata una  persona molto realista e forse anche un po’ cinica, ho sempre creduto fermamente che l’amore, quello romantico, passionale, poetico, idilliaco e ambito da tutti, esistesse solo nelle favole, perciò non mi sono mai interessata più di tanto a qualcuno. A tutt’oggi non riesco ancora a capire cosa voglia dire sul serio la parola amore e se abbia mai provato o meno questo sentimento al di fuori della mia sfera familiare. Nonostante le mie brillanti e più che giustificate congetture sull’amore, mi sono ritrovata a dover far fronte ad un accidentale imprevisto, una cosa a cui non avevo mai pensato e che non avevo per niente tenuto in conto.. L’amore arriva quando meno te lo aspetti, senza chiedere il permesso, che tu lo voglia o no. L’amore non può essere controllato. Se c’è una cosa che ho sempre odiato è non poter avere il controllo, per lo meno su me stessa. Io non riesco a capire, cosa si prova quando si ama? Come si riconosce l’amore? Se io non fossi in grado di riconoscerlo?  Molte persone mi dicono che quello che io provo per Peeta è amore, persino Finnick che non guarda al mondo con gli occhi disillusi di un bambino, pensa che il nostro, tra me e Peeta si intende, sia un legame particolare e molto forte, che questo, quello che per me è normale e del tutto spontaneo fare  e provare per Peeta sia Amore. Lui, da grande conoscitore dell’amore il quale è, dice di averne avuto la conferma il giorno che il cuore di Peeta si era fermato dentro l’arena, sostiene che la mia reazione sia stata quella di una persona innamorata. Però c’è da dire che anche Peeta pensa che io sia innamorata, ma di Gale, sempre per va di una mia reazione, quando il nuovo capo pacificatore lo stava frustando al centro della piazza al 12. È possibile amare due persone contemporaneamente? Io credo proprio di no. Non credo di amare Gale come lui vorrebbe che io lo amassi, ed onestamente non so se quello che provo per Peeta sia amore. Il sentimento che io provo per lui è strano, tengo molto a lui, noi abbiamo vissuto le stesse paure le lo stesso orrore dentro l’arena e questo ci ha uniti, noi ci proteggiamo a vicenda. Però da quando è stato catturato da Capitol City, sento un fortissimo dolore al petto.. Lui mi capiva.. CAPISCE, lui mi capisce! Perché lui è vivo, deve essere vivo. Io ho fallito miseramente nel mio intento, non sono riuscita  a portarlo in salvo e se ora lui morisse, credo proprio che morirei con lui. Senza di lui nulla più avrebbe senso, tutta la storia delle bacche, il nostro “amore”.. niente! Nemmeno la mia vita avrebbe più senso. Se penso a tutto il male che gli staranno facendo, mi sento tremendamente impotente, Vorrei volare da lui come una ghiandaia imitatrice e portarlo in salvo. Vorrei averlo qui con me per proteggerlo da tutto, vorrei che fosse qui con me per proteggermi da tutto. Vorrei poterlo stringere a me e lasciarmi stringere dalle sue braccia. Mi manca la sua risata argentina, mi manca la sua voce profonda, mi mancano i suoi baci ma soprattutto mi manca il modo in cui lui mi faceva sentire, me stessa! Forte certo, ma allo stesso tempo terribilmente fragile. La cosa che mi dava più rabbia era proprio questo, il sentirmi fragile. Con Gele e con chiunque altro, sono sempre riuscita ad essere forte ed indipendente, quasi come se dovessi dimostrare di essere in grado d’affrontare qualunque cosa. Ma con Peeta non era fattibile, con lui mi sentivo indifesa, come se tutte le mie barriere cedessero d’innanzi all’azzurro dei suoi occhi. Lui con quella sua innata gentilezza, ed i suoi modi premurosi e amorevoli, mi faceva sentire amata. Tutto questo mi spaventava molto. Io non credo di essere in grado di amare qualcuno, amare vuol dire condividere tutto e io ho paura, una tremenda paura che se gli altri vedessero come sono realmente, che Lui vedesse la mia vera natura capirebbe che non sono poi così fantastica come lui ha sempre creduto. Se lui smettesse di amarmi, il mio cuore smetterebbe di battere. Che questo sia l’amore di cui parla Finnick? Io proprio non lo so. Ripensando a tutto quello che abbiamo passato mi viene un sorriso amaro, il destino a volte risulta essere beffardo, noi “gli sfortunati amanti del distretto 12”, ironia della sorte ciò che nacque per  finizione si rivelò poi non essere così irreale. Ma adesso l’unica cosa che riesco a fare è stare qui, chiusa in questo armadio, a rimuginare  su quello che avrei potuto fare per salvarlo, fissare il mio programma giornaliere scritto a chiare lettere sul mio braccio e come sempre.. ignorarlo. Per quanto mi snervi ammetterlo, Haymitch aveva ragione, nessuno vince gli Hunger Games, ma quello che ora mi chiedo è se tutta questa guerra  riuscirà ad avere noi come vincitori. Fino ad ora sento solo di aver perso tutto.


 
Angolo Autrice: Ehilà ragazzi, questa e la prima ff su Hunger Games, Everlark a tutto spiano.. allora questi volevano essere i pensieri di una Katniss un po’ confusa ed incerta sul futuro, ancora non perfettamente in grado di comprendere i suoi sentimenti scritti di getto tra un pannolino ed una poppata, come chi mi segue già sa! Niente di innovativo insomma, ma spero lo stesso che vi sia piaciucchiato almeno un po’..  :D Comunque sia fatemi sapere cosa ne pensate sia nel bene che nel male.. A presto!
G.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Non solo i bambini hanno paura del buio.. ***


Non solo i bambini hanno paura del buio..
-Peeta!-
Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte, i capelli erano appiccicati alla fronte sudata, il battito cardiaco era accelerato e respiravo a fatica. Ancora una volta il mio sonno era stato bruscamente interrotto da un inquietante e tremendamente vivido incubo. Da giorni ormai venivo tormentata da quelle immagini, sempre lo stesso orrore occupava la mia mente.
Non ero più agli Hunger Games, la situazione era molto più complessa, mi trovavo a Capitol City, durante la parata dei tributi. Su i carri intorno a me, c’erano tutti i partecipanti delle ultime due edizioni vestiti a festa, avevano abiti sgargianti e molto trucco, erano quasi irriconoscibili, l’atmosfera era a dir poco inquietante. Al centro della piazza vi era Peeta accasciato su di un letto di rose bianche, aveva una profonda ferita alla gamba sana dalla quale fuoriusciva del pus nauseabondo, il suo sangue, che sgorgava senza sosta, tingeva di rosso vivo i fiori sottostanti. L’odore che sprigionavano le rose, misto all’odore intenso del sangue era a dir poco nauseante. L’intero pubblico capitolino se la rideva, puntando su chi di noi sarebbe morto per primo. A capo di tutti c’era il Presidente Snow, con il suo solito ghigno stampato in volto, che brindava con la Presidentessa Alma Coin. Chi sa perché ciò non mi stupì più di tanto. Corsi verso Peeta, quando ad un tratto qualcosa me lo impedì, o per meglio dire qualcuno. Alle mie spalle, una schiera di pacificatori mi trattenne con la forza, strattonandomi da una parte all’altra. Inaspettatamente il  fastidioso chiacchiericcio e le risate stridule degli abitanti di Capitol si attenuarono, ed il Presidente Snow prese parola. – Signorina Everdeen, finalmente ci ha raggiunti. Oh, non si preoccupi per il signor Mellark, tra poco smetterà di soffrire.- - Cosa gli avete fatto?- Mi liberai dalla presa dei pacificatori e corsi da Peeta. Era pallido, aveva perso troppo sangue, doveva essere medicato con urgenza. Inizia a gridare per chiedere aiuto, ma nessuno venne in mio soccorso. Vidi Finnick su di un carro, sembrava quasi pietrificato, mi avvicinai a lui quando ad un certo punto attorno a me un cerchio di fuoco iniziò a bruciare tutto ciò che gli capitava a tiro, tributi compresi. – Signore e Signori ecco a voi la  ragazza in fiamme. Che ironia vero?- Cercai in tutti i modi di salvare Finnick e gli altri, ma non riuscì a portarli in salvo. Le fiamme erano altissime, davanti a me vi era uno scenario a dir poco raccapricciante, le urla di dolore mi perforarono i timpani ed il fumo e l’odore di carne bruciata mi scombussolò molto. Caddi a terra inerme e stordita, consapevole di aver condannato a morte tutte quelle persone.  In preda ad un attacco di panico corsi verso Peeta e cercai di farlo rinvenire. – La Ghiandaia Imitatrice è questo! Portatrice di morte. Vero signorina Everdeen?- Avrei voluto avere con me il mio arco per poter far tacere quell’uomo spregevole una volta per tutte. – Tutto questo finirà prima o poi, il suo sistema totalitario verrà distrutto, come lei ha distrutto il distretto 12.- -Io non credo che questo accadrà mai signorina Everdeen, ormai lei è in mio potere.- Istintivamente mi voltai verso Peeta ed  il mio cuore si spezzò in mille pezzi. Un branco di ibridi stava dilaniando il suo corpo ormai privo di vita. Dentro di me, in quel momento, sentì un profondo senso di vuoto, le lacrime scesero sul mio viso copiosamente, quasi fosse un gesto involontario. Mi sentivo morire. Lo avevo perso ed ancora una volta non ero riuscita a fare nulla.  L’ultima cosa che ricordo fu la risata agghiacciante del Presidente Snow.
Quell’incubo aveva lasciato dentro di me un senso di angoscia che mi perforava l’anima, sentivo come un peso sul cuore e la testa mi scoppiava. Avevo paura! Paura di perdere Peeta, paura che potesse morire, paura che Snow potesse sottomettere ancora una volta tutta Panem. Ormai la spedizione di recupero sarebbe dovuta tornare tra qualche ora, se Peeta fosse stato vivo l’avrei rivisto. Insieme a lui forse, avrei avuto meno paura del buio.
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: Ciao a tutti ragazzi, ecco a voi il secondo capitolo, anche questo scritto di getto, spero che il concetto di base non ne abbia risentito troppo. Che dire io lo collocherei poco prima dell’arriva di Peeta al 13. Avete notato con chi brinda Snow.. Muahahah sono fatti della stessa pasta quei due -.-“. Spero di aver descritto bene il sogno/incubo di Katniss e che il tutto sia stato di vostro gradimento. Ovviamente sempre e comunque “Everlark” ;P. Vi prometto che le prossime shot saranno molto più intriganti e più lunghe. Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate, sia nel bene che nel male. Ci tengo! Commentateeeeeeee.. :D Al prossimo aggiornamento.
G.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2537709