Through time, space and eye-sex.

di MileyVero
(/viewuser.php?uid=167333)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


BUONSALVE FANDOOOOM
Ok, ce l’ho fatta. Ho scritto questa piccola long a luglio e solo ora ho avuto il coraggio di pubblicarla sono riuscita a pubblicarla ò_ò È la prima volta che pubblico qualcosa in questo fandom e sono abbastanza… agitata :’D
Ma amo tantissimo Doctor Who e Merlin, e non potevo non scrivere un crossover tra queste due fantastiche serie tv! E, sommando anche il mio animo slasher - e quindi taaaanto merthur -, è saltata fuori questa fan fiction :3
Sono 8 capitoli che ho già scritto, corretto, letto e riletto circa 356417 volte (?) e spero vi facciano ridere - sì, la serietà non la fa da padrona X’D
I protagonisti di questa storia sono ovviamente il Dottore - precisamente Ten ✌- e una ragazza di nome Veronica, soprannominata Vernice - naah, non sono io, ma che dite!
Il tutto è incentrato su quattro cose:
- La mia sua fissa per le serie tv - che ho cercato di… diminuire (?)
- Il viaggio col Dottore.
- Qualcosa di alieno B)
- Merthuuur!
 
PS attenzione, mi piace scherzare (?)
 
Ringrazio taaaantissimo la mia beta Ivana per avermi aiutata in tutto e per tutto con questa fan fiction tfuycgiuygr

Buona lettura! :3
 
Capitolo I

Voi non vorreste vivere in un altro universo? Un universo dove le cose vanno in modo diverso da come vanno nella realtà e dove c’è un pizzico di fantasia, magari dove prendono vita i personaggi dei vostri film, libri e storie preferite. Sì, so che vorreste vivere in un universo del genere. E se invece non ve ne frega una pippa… in realtà so che vi interessa.
Questa è la storia di una fangirl che vive tra la realtà e un mondo che apparentemente non esiste, mondo che per lei è assolutamente più interessante e simpatico della realtà.
Questa fangirl sono io.
 
Mi chiamo Veronica, ho 17 anni e il mio soprannome è Vernice. Anzi, in realtà tutti mi chiamano così perché costringo chiunque a farlo.
Tutta la mia vita gira intorno alle serie tv. Mi piacciono tantissimo Doctor Who e Merlin, e la mia più grande fissa è per la coppia Artù/Merlino. Infatti, quando guardo le puntate di Merlin, vado sempre alla ricerca di eye-sex - le occhiate che quei due si danno ogni volta che si trovano l’uno di fronte all’altro. Cioè, ma le avete viste? Sembra che si mangino con gli occhi - per non dire altro!
Ma torniamo alla mia descrizione. Sono una ragazza allegra e a volte un po’ strana. E abito a Castelvecchio Pascoli. Ah, non ve ne frega nulla di dove abito.
 
È una delle tanti - si fa per dire - notti d’Estate, e sono stesa sul mio letto al buio cercando di dormire. Ormai saranno l’una, ma il mio corpo non ha voglia di addormentarsi. So che se continuo a farmi fan fiction è difficile che mi addormenti, ma… dicevo.
Sono stesa sul letto, a pancia in su, e sto guardando il mobile sopra di me. Ovviamente mi sto immaginando una fan fiction dove Artù - per qualche strano motivo non identificato - bacia Merlino.
Proprio quando Merlino inizia a rispondere al bacio - la mia parte preferita, accidenti! -, sento un rumore strano provenire dal salotto. Alzo il mio busto preoccupata e mi appoggio sui gomiti. Ascolto bene lo strano suono per qualche secondo, poi mi si illumina una lampadina: il rumore che sto sentendo è causato senza dubbio dal TARDIS. Sì, il TARDIS nel mio salotto.
Esco di corsa da camera mia, scalza e ancora in pigiama, e mi precipito nella stanza da cui proviene il rumore. Sono un po’ spaventata. Magari i ladri hanno iniziato ad usare le Macchine del Tempo per entrare nelle case!
La luce del TARDIS che sta apparendo mi acceca gli occhi, ed io alzo un braccio per coprirmeli. Quando finalmente torna buio, riesco a malapena a scorgere la persona che esce fuori dalla cabina telefonica.
« Oh no! Sono andato a finire in un universo parallelo! » si lamenta questa grattandosi la testa.
Una figura esce fuori dalla Macchina del Tempo ed io la riconosco immediatamente.
« Dottore! » dico entusiasta con un tono di voce basso per non svegliare i miei genitori.
Cosa ci fa il Dottore nel mio salotto quando tutta la sua storia è racchiusa in una serie tv?
Piano piano i miei occhi si abituano al buio, ed io riesco a vedere abbastanza bene l’uomo di fronte a me.
È David Tennant, con la sua solita giacca marroncina, e mi sta guardando male. Che cosa fantastica! No no, non il fatto che lui che mi stia guardando male.
« Ci conosciamo? » mi chiede alzando un sopracciglio.
Io rimango immobile per qualche secondo con la bocca semi-spalancata. La sua voce è uguale a quella del tizio che ha doppiato il decimo dottore!
« Oh, qua tutti ti conoscono, » rispondo risvegliandomi dai miei pensieri, « fai parte di una serie tv! » spiego accendendo la luce.
Lui strizza gli occhi e mi squadra da capo a piedi.
« Ah, ho capito. Sono capitato in un universo in cui ciò che accade nel mio mondo è descritto in serie tv e film vari, ah. » finisce di dire lanciandomi un’ultima occhiata e rientrando nel TARDIS.
« Buon viaggio Dottor…ehi! »
Il Dottore è appena apparso nel mio salotto per chissà quale motivo e me lo lascio scappare? Non credo proprio.
« Posso fare un viaggio con te? » gli chiedo seguendolo dentro la Macchina del Tempo.
Uhh, che ganzo! Qua dentro è enorme! Ah, ma lo sapevo già.
« No, devo assolutamente tornare nel mio universo.  Hai visto la mia serie tv, quindi dovresti sapere che questi viaggi tra universi parallel- »
« …sì sì, so che alimentano la crepa che c’è tra i mondi e possono portare a conseguenze terribili, lo so. » termino la frase senza smettere di sorridere.
Lui annuisce e alza le spalle come per dire “visto? Non c’è niente da fare, l’hai detto pure tu”.
« Un viaggio solo! Ti prego! » riprovo unendo le mani e pregandolo, « Rimaniamo in questo universo così non alimentiamo nessuna crepa! » propongo supplicandolo con gli occhi, anche se la mia faccia ha appena assunto un’espressione alquanto inquietante.
Il Dottore sbuffa e si appoggia pensante ad una ringhiera del TARDIS.
« Ok, va bene. Un viaggio solo. » decide infine poco convinto.
Io sorrido emozionata e inizio a saltellare contenta per la Macchina del Tempo. Il Dottore mi guarda divertito e si apre finalmente in un bellissimo sorriso.
« Vado a prendere il cellulare e arrivo! » dico uscendo dal TARDIS senza smettere di saltellare come un canguro.
Prendo subito il cellulare dal mobile su cui era appoggiato, poi rientro immediatamente dentro la Macchina del Tempo e chiudo la porta sorridendo. Regola N.1: mai andare in viaggio col Dottore senza il cellulare! …regola che mi sono appena inventata.
Il Signore del Tempo è ancora appoggiato alla ringhiera e continua a guardarmi divertito.
« Vengo in pigiama, so che hai dei vestiti dietro, vero? » inizio il mio interrogatorio sorridendo emozionata.
« Beh, sì… »
« E certo! In una puntata hai detto che li hai! »
« Beh, sì… »
« Uhh, sono anche curiosa di sapere dov’è il bagno qui dentro! » rinizio a saltellare per il TARDIS, « Chissà quali bagni strani avevate su Gallifrey! »
« Umh, il bagno è lassù. » risponde il Dottore indicandomi un punto oltre le scale.
« Grazie! » rispondo entusiasta, « Ah, credo di avere il cellulare scarico. Magari il tuo cacciavite sonico può anche ricaricare la batteria, oltre che abilitare le chiamate… spaziali. »
« Umh, » gli porgo il mio cellulare, « beh, sì, posso fare qualcosa, più o meno… »
« Ah, hai per caso anche degli assorbenti da qualche parte? » mi fermo e guardo il Dottore, « Mi dovrebbero venire le mie cose da un giorno all’altro. »
L’espressione del Signore del Tempo diventa improvvisamente seria e quasi sconvolta.
« Hai sempre avuto  compagne donne! Non mi dire che il TARDIS entra anche nell’utero e blocc- »
« Sì. » mi interrompe, « Sì, ho anche degli assorbenti dietro. » risponde infine, tornando a sorridere come al solito. Ah wow.
Io mi avvicino di nuovo a lui e lo guardo bene negli occhi. Sto cercando in tutti i modi di trattenermi e non saltargli addosso per stritolarlo bene tra le mie braccia.
« Dove vuoi andare? » mi chiede allora, ma inaspettatamente distoglie subito lo sguardo da me, come se la risposta gli interessasse ben poco. Ah.
Io sarei voluta andare volentieri nell’universo del Dottore, anche se, come abbiamo detto prima, sarebbe meglio di no per via della crepa tra gli universi. Ma quando mi ricapiterà una cosa del genere? Quando avrò di nuovo la possibilità di alimentare questa crepa? Ah no, non è questa la domanda giusta.
Visto che la vita del Dottore è descritta in una serie tv nel mio mondo, da lui esiste sicuramente Camelot, la Camelot della serie tv Merlin, ed io non posso non andarci.
Devo assolutamente andare nel quindicesimo secolo nel suo universo. Non posso perdermi gli eye-sex dal vivo tra Artù e Merlino.
« Uei! » il Dottore mi fa scendere dalle nuvole, « Hai deciso? » mi chiede guardandomi, poi inizia di nuovo a guardarsi intorno, come se avesse cose più importanti a cui pensare.
Ah wow, grazie per l’attenzione! Aspetta un attimo…
Non è che sta pensando al malfunzionamento del TARDIS che l’ha portato fin qui?
Posso approfittarmi di questa cosa: se gli chiedessi di portarmi nel suo universo ora che è pensieroso? Sono sicura che a causa della sua momentanea distrazione accetterà, nemmeno lui è perfetto. Ci scommetto due penny.
« Sì. » rispondo dopo un po’ osservando l’espressione distratta del Dottore.
Intanto lui continua a guardarsi intorno pensante confermando i miei dubbi. Mi approfitto di questo momento per fare la mia richiesta.
« Andiamo nel tuo universo, nel quindicesimo secolo a Camelot. Ci ritroveremo nella serie tv Merlin! » dico velocemente guardando il Dottore e sperando in una risposta positiva.
« Allons-y! » urla lui iniziando ad azionare gli aggeggi del TARDIS.
Lo sapevo! Lo sapevo che avrebbe accettato. Adesso posso solo sperare che si accorga dell’errore quando saremo già arrivati a Camelot. È incredibile che si sia dimenticato di ciò che abbiamo detto prima sulla crepa tra gli universi... shh, sto zitta, shh.
Il TARDIS inizia subito a muoversi ed io devo aggrapparmi alla ringhiera per stare in piedi e non cadere.
Dopo una decina di secondi tutto si ferma, e il Dottore si avvicina a me sorridendo.
« Sei pronta a vedere Re Artù e i Cavalieri di Camelot? » mi chiede raggiante, mentre il mio labirinto cerca ancora di riprendersi dalla scrollata di pochi secondi fa.
« Mai provato gli stabilizzatori? » chiedo di riflesso, anche se sto pensando a tutt’altro.
Il Dottore arriccia il naso e mi guarda stranito.
« Umh, » inizio a dire ricomponendomi, « sì, sono pronta a vedere Re Artù e i Cavalieri di Came…e Merlino? » chiedo però preoccupata.
« …il servitore di Artù? »
Faccio un sospiro di sollievo e sorrido. Bene, siamo nella serie tv Merlin, il Dottore non si è ancora accorto di nulla e… ed io sono ancora in pigiama.
« Dove sono i vestiti? » gli chiedo sorridendo, « Devo andarmi a mettere qualcosa che non sia un pigiama e… che sia di questa epoca. »
« Beh, da quella parte. » risponde indicandomi il guardaroba sopra le scale.
« Uhh, figo! » esclamo saltellando sulle scale.
Dopo aver cercato per più di cinque minuti, trovo un vestito adatto a me e lo indosso. È tutto grigio e pure scomodo, ma comunque è simile a quello che indossano le donne a Camelot… credo.
Torno dal Dottore felice, però lo trovo un po’ spazientito.
« Alla buon’ora! » dice porgendomi il cellulare.
Io sorrido e lo prendo immediatamente.
« Graz- »
« OMMIODDIO NO! » urla il Signore del Tempo dal nulla, spalancando gli occhi.
Io sussulto spaventata e faccio un passo indietro.
« Siamo tornati nel mio universo! Dopo devo tornare di nuovo nel tuo e poi nel mio! Oh, no no no no! » spiega iniziando a camminare velocemente per il TARDIS.
Oops, se l’è ricordato.
« È COLPA TUA! » mi punta il dito contro, « Lo sapevi e comunque mi hai chiesto di venire qua… ed io non ci ho ripensato! » continua a lamentarsi agitandosi.
« Scusa se mi sono approfittata del fatto che l’ultimo Signore del Tempo è un po’ sbadato… » commento divertita.
Il Dottore mi guarda a bocca aperta e sbuffa.
« Ero immerso nei miei pensieri! » sospira calmandosi e passandosi una mano tra i capelli, « Ok. Speriamo non accada nulla. » dice poi mentre la sua espressione diventa improvvisamente tranquilla, « Ma non mi hai ancora detto come ti chiami! »
« Mi chiamo Veronica. » rispondo, « Ma chiamami Vernice, è il mio soprannome. Se per caso facessero uno speciale su questa avventura, le persone mi riconoscerebbero! Sono famosa con quel soprannome. »
« Che? »
Io sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
« Chiamami come ti pare. Veronica, Vernice… è uguale. »
« Ok, Veronica! Andiam- »
« Nooo! Chiamami Vernice! »
« Ok, Vernice, » il Dottore scandisce bene le due parole, « Andiamo? » mi chiede sorridendo.
« Ma certo! » esulto prendendolo a braccetto e precipitandomi fuori con lui.
Ci ritroviamo nel bel mezzo di un campo con l’erba alta. Ormai sta calando il sole, ed in fondo all’orizzonte vedo benissimo Camelot.
« OH. MY. GOD. » dico felicissima, « Siamo a Camelot nel quindicesimo secolo! »
Non riesco quasi a crederci. Mi volto verso il Dottore e gli salto in collo abbracciandolo.
« Grazie grazie grazie! » inizio ad esultare stritolandolo per bene.
« Festeggia pure, poi quando ti ritrovi degli… alieni in casa, non riderai più. » mi dice però lui, lasciandomi a bocca asciutta.
Io lo guardo un po’ intristita. Ma era così antipatico?
Non faccio in tempo ad aprire la bocca per esprimere la mia tristezza, che sul viso del Dottore si stampa un bellissimo sorriso.
« Dai su, andiamo! » mi dice felice prendendomi la mano.
Iniziamo a correr… aspetta un attimo.
« Lasci il TARDIS qui, nel bel mezzo di un campo? » chiedo bloccandomi.
« Umh, sì. » mi risponde il Dottore tranquillo.
Io mi guardo intorno e mi accorgo di aver già visto questo posto.
« In questo campo passano tantissime persone, credo. Artù e Merlino ci passano molte volte a cavallo. Non ti conviene lasciare il TARDIS qui. »
Il Dottore scuote la testa e alza le spalle.
« In effetti, » inizio a dire, « in ogni puntata, indipendentemente da dove metti il TARDIS, su un precipizio, una collina, il piede di qualcuno… alla fine dell’avventura torni lì, e ce lo ritrovi intatto. Ma se Artù vedesse una cosa del genere, credo penserebbe sia un… oggetto magico. Anche se in effetti lo è veramente. Ti conviene parcheggiarlo da un’altra parte. » spiego lasciando il Dottore a bocca aperta. « Emh, potrebbero esserci delle conseguenze terribili! » aggiungo poi facendogli il verso.
« Sì, suppongo tu abbia ragione. » mi dice squadrandomi da capo a piedi ancora una volta.
« Sono un genio, ammettilo. »
« Umh, vado a parcheggiare il TARDIS… » dice guardandosi intorno, «… laggiù. » mi indica un boschetto a qualche centinaio di metri da noi, « Tu aspettami qui. »
Io annuisco e il Dottore rientra nel TARD… Ehi, aspetta!
« Dottore! » urlo bussando alla porta, « Vengo anch’io! »
Lui allora esce fuori spazientito e alza un sopracciglio.
« Perché? Ci metto un attimo. » mi risponde come se la cosa fosse ovvia.
« Lo so, ma… chissà quando torni. » spiego rientrando dentro, « Avevi detto ad Amy che saresti tornato dopo cinque minuti, invece sei tornato parecchi anni dopo. A parte che avevi il TARDIS non collaudato… vabbè, mai fidarsi. »
« Che? »
« Spoiler! » esclamo appoggiandomi ad una ringhiera, « Tu non conosci Amy, sei il decimo dottore. »
Lui però non riesce a capirmi e continua a guardarmi male.
« Lascia perdere. A proposito… » dico mentre inizia ad attivare gli aggeggi del TARDIS, « Sei il decimo dottore della seconda, terza o quarta stagione? »
« Che? »
Improvvisamente la Macchina del Tempo inizia a muoversi, ed io devo aggrapparmi ancora una volta alla ringhiera per non cadere.
« Evitando di parlare di Rose… » penso a voce alta. Oops, il Dottore mi ha sentita. Ha assunto un’espressione assai cupa. « Hai conosciuto Martha? »
« Emh, sì. »
« Donna? »
« Sì. »
« Ma l’hai incontrata due volte, vero? »
« Sì. »
« Umh, » inizio a pensare, « allora siamo nel bel mezzo degli speciali della quarta stagione e non è ancora tornato il Maestro! » finisco la frase cercando di non far capire che ho detto “Maestro”.
« Scusa? » mi chiede il Dottore con un’espressione indagatrice. Fiuu, non ha capito l’ultima parte della frase!
« Oh, eh. Emh, nulla! Ho capito io. »
« Quindi tu hai visto tutti gli episodi della… della mia storia, giusto? » mi chiede sorridente.
« Emh, no. »
L’espressione felice sul volto del Dottore diventa improvvisamente stranita.
« Ah. »
« Ho visto le prime quattro stagioni e le prime due puntate della quinta, poi mi sono messa a guardare Queer As Folk. » dico alzando le spalle, « Ma non lo dire ai miei genitori! »
« Umh, » il Dottore mi guarda male, « certo. » dice con tono apprensivo.
Subito dopo il TARDIS si ferma e lui si volta verso di me sorridente.
« Andiamo? »
« Andiamo! » dico riprendendolo a braccetto e trascinandolo fuori.
« Parcheggio perfetto! Visto? » commenta appena siamo fuori, « Non occorreva tu venissi con me. Ti fidi poco delle persone… »
Io guardo in alto e mi accorgo che il sole si trova precisamente dalla parte opposta di dove si trovava prima.
« Emh no, caro Dottore. » dico alzando un dito, « È l’alba, prima il sole stava tramontando. »
« Umh, » mugugna iniziando a guardarsi intorno, « credo di avere qualche problemino al TARDIS. »
« Tranquillo, tra poco tempo inizierà a rigenerarsi. »                                                   
Lui mi dà un’ultima occhiata stranita, poi chiude la porta e gira la chiave. Io lo guardo un attimo e mi accorgo che è rimasto vestito esattamente come prima, ma non ci faccio tanto caso e scuoto la testa. Lui fa sempre così.
Ci avviamo quindi verso Camelot, emozionati per l’inizio di una nuova avventura! Ok, in realtà sono io quella emozionata che non aspetta altro di vedere gli eye-sex tra Artù e Merlino dal vivo.

Continua...

Spero vi sia piaciuto! :) Se vi va lasciate una recensione - che è sempre ben accetta u_u -, grazie :3
Aggiornerò la prossima settimana, ciao ciao :3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Olé, buon pomeriggio! :D
In questo capitolo entreranno in scena Artù e Merlino ✌
Per ora non accadrà nulla, ma tranquilli, dal prossimo capitolo le cose si faranno mooolto più movimentate :3
 
PS sarà meglio ricordare che mi piace scherzare :’D
 
Buona lettura! :3
 
Capitolo II
 
Mentre camminiamo non smetto mai di guardarmi intorno. Questo posto è davvero simpatico: le case sono costruite in legno e fango, e ogni tanto incontriamo persone a cavallo che indossano vestiti strani.
« Uhh, ganzo! » esclamo non appena raggiungiamo la Città Bassa di Camelot.
« È un posto simpatico. » aggiunge il Dottore sorridendo.
Camminiamo ancora per un po’ e finalmente arriviamo davanti all’ingresso del castello, dove però non c’è niente di che. Beh sì, se devo essere sincera mi aspettavo di incontrare subito qualcosa di…inusuale.
« Ora che siamo venuti qui… » mi volto verso il Dottore speranzosa, « cosa facciamo? » chiedo poco convinta.
« Sei stata tu a voler venire qui, » dice guardandomi sempre tranquillo, « dimmelo tu. »
« Vabbè, tanto da un momento all’altro succede qualcosa di alieno senza dubbio. » spiego alzando le spalle, « In ogni luogo che visiti sulla Terra capita sempre! »
Il Dottore mi guarda mal… ehi, ma è tutto il giorno che mi guarda male!
Improvvisamente però, un rumore mi fa voltare dietro di scatto: due cavalli infatti stanno uscendo al galoppo dalla piazza del castello.
Io mi volto verso di loro e li seguo con lo sguardo mentre ci passano accanto veloci come due missili. Riconosco immediatamente i due in sella e i miei occhi si illuminano subito.
« Ehi! Ma quelli lì sono Artù e Merlino! » urlo entusiasta, « Su, avanti! Seguiamoli! » esclamo indicandoli con il braccio.
Il Dottore però, non sembra tanto convinto e non muove un muscolo per iniziare a camminare.
« Dai su, magari troviamo un alieno tra i boschi! » dico incitandolo con un bel sorriso stampato in faccia.
Lui si lascia scappare una piccola risata e inizia quindi a correre con me dietro ai cavall… Aspetta un attimo.
« Uei! »
« Cosa succede? »
« Vogliamo seguire a corsa due cavalli al galoppo? » chiedo grattandomi la testa, cercando di non ridere.
« Umh sì, giusto. » risponde il Dottore alzando le spalle e accennando un sorriso.
Ho capito: siamo una grandissima coppia di idioti.
« Troviamo una stalla e freghiamo due cavalli. » propongo allora io intelligentemente.
« È un’ottima idea. » dice il Dottore annuendo allegramente.
Inizio quindi a guardarmi intorno per trovare una stalla vicino, e fortunatamente riesco a scovarla pochi secondi dopo. Quindi faccio cenno al Dottore di seguirmi, e ci catapultiamo immediatamente dentro.
Troviamo subito due cavalli già sellati e li freghiamo senza pensarci due volte. Quindi io monto sopra ad un cavallo bianco, mentre il Dottore su uno marrone.
Subito dopo usciamo al galoppo dalla stalla e sento due persone che ci urlano contro, ma io me ne frego ed urlo un “Ve li riportiamo dopo, tranquilli!”.
Ci avviamo quindi verso il campo da cui siamo venuti, sicuri che Artù e Merlino si siano diretti da quella parte. Cioè… speriamo si siano diretti da quella parte, sennò non saprei proprio dove andare.
« Uhh, il mio cavallo è più bello del tuo! » dico al Dottore ridendo, proprio prima che una foglia caduta da un albero si spiaccichi sulla mia faccia.
« Ma il mio è più veloce! » urla lui spronando il suo destriero e superandomi.
« Vedremo! » controbatto però io, dimenandomi sul mio cavallo e comunque non producendo alcunché. « Cattivo cavallo! Cammina su! »
 
Continuiamo quindi a galoppare per un bel po’ e andiamo sempre a dritto, anche se ormai non abbiamo più la certezza di dove siano andati Artù e Merlino.
Dopo parecchi minuti, finalmente iniziamo a vedere sul terreno alcune impronte fresche di cavalli e decidiamo immediatamente di seguirle.
Fortunatamente - diciamo proprio: che culo! - il nostro tour finisce poco dopo, quando vediamo i cavalli di Artù e Merlino legati ad un albero.
« Eccoli! » annuncia il Dottore rallentando, « Devono essere qui da qualche parte. »
« Scendiamo e leghiamo i cavalli. » propongo fermandomi e scendendo.
« Non capisco perché hai voluto seguirli. » mi chiede però il Dottore subito dopo, scendendo pure lui da cavallo con un’espressione titubante.
« Devo assolutamente vedere dal vivo gli eye-sex! » rispondo eccitata sorridendo come non mai.
« Gli eye-cosa? »
« Dopo vedrai. » concludo incamminandomi verso i cavalli di Artù e Merlino e continuando a guardarmi intorno.
Il Dottore quindi alza le spalle scettico e inizia a seguirmi, ma camminiamo solo per una decina di metri perché pochi secondi dopo notiamo tra gli alberi la chioma bionda di Artù.
« Uhh! Eccoli! » esclamo iniziando a saltellare felice.
Aumento quindi il passo, inciampo tra qualche cespuglio e mi aggrappo alla mano del Dottore, tirandomelo dietro.
« Shh Merlino! » sento dire ad Artù, « È di sicuro un cervo. »
Ma che ganzo! Ha la voce del tizio che ha doppiato l’attore che interpreta Artù, Bradley James!
Sorrido affascinata e continuo a camminare felice più che mai.
« Ferma! » mi dice però il Dottore bloccandomi, « Credo stia parlando di noi, stai ferma. »
« Oh no, » mi lamento sottovoce, « non avevo in mente di entrare nelle stanze di Artù servita sopra ad un vassoio! »
« Ok, adesso ci penso io. »
Il Dottore allora deglutisce e si schiarisce la voce con qualche colpo di tosse.
« Artù. » dice ad alta voce alzandosi in piedi e facendosi vedere dal Re, « Siamo persone, non cervi! »
Io aggrotto la fronte e lo guardo stranita. Ah wow, che fantasia.
Anche io quindi mi alzo in piedi e, oltre ad Artù, scorgo tra gli alberi Merlino. Ganzo! Bradley James e Colin Morgan!
« Ehi Merlino! » lo saluto agitando la mano, ma lui accenna solo un sorriso e non mi saluta a sua volta.
« Li conosci? » gli chiede Artù abbassando la balestra.
Merlino però scuote la testa e alza le spalle.
« Non siamo di queste parti. » dice immediatamente il Dottore, richiamando l’attenzione del Sovrano.
« Di dove siete? » ci chiede lui insospettito.
« Umh, » il Dottore si volta verso di me, « diglielo tu. » mi dice sorridendo.
« Emh… Perché proprio io? »
« Avevi accennato alla serie tv Merlin… Non siamo in quella serie tv? La conosci, vero? »
« Uhh giusto! » dico guardando Artù sorridendo, poi mi volto di nuovo verso il Dottore, « Sì ma non ho guardato proprio tutte le puntate. » ammetto sottovoce.
« Conoscerai, spero, qualche luogo qui intorno! »
« Non tant… ehi! » alzo un po’ il volume della voce, poi torno a parlare piano, « Non sei un Signore del Tempo? Non conosci questi posti? »
« Non posso ricordare sempre tutto! » si lamenta a voce alta, facendo sussultare Artù e Merlino.
« Ok. » richiamo l’attenzione dei due camelottiani, «Veniamo dal Regno di Cenred. » rispondo sorridendo.
Sono sicura che esista questo tizio di nome Cenred, l’ho sentito nominare molte volte a Merlin!
Artù però cambia immediatamente espressione e sguaina la spada rabbioso lasciando cadere la balestra per terra.
« REGNO DI CENRED? » ci urla puntandoci contro la lama affilata.
Ehi, ma questo qui ha sempre problemi con tutti?
Aspetta un attimo.
Cendred.
Ah giusto, Cenred è nemico di Artù!
Me n’ero dimenticata, sono un’idiota!
« No no, avete capito male! » mi correggo subito, « veniamo da Castelvecchio Pascoli. » dico allora sorridendo.
Il Dottore apre la bocca sbigottito e mi guarda malissimo, come più o meno anche Artù.
Fortunatamente qualche secondo dopo il Re rimette a posto la spada, ma sicuramente più per pietà di una poveraccia come me che per la veridicità delle mie parole.
« Ok. Non conosco questo luogo, è lontano da qui? » ci chiede avvicinandosi a noi, con la mano ancora sull’elsa.
« Sì, » risponde il Dottore con un tono di voce squillante, « molto lontano. »
« E chi siete? »
« Due persone che… »
« …viaggiano molto! » termino io la frase sorridendo.
Artù si volta verso Merlino e il mago alza le spalle, scettico.
« Ehi Dottore! » richiamo il Signore del Tempo sottovoce.
Lui gira immediatamente la testa verso di me e mi guarda con gli occhi assottigliati.
« Dai un’occhiata a come si guardano quei due, non ti sembrano innamorat- »
« Cosa state confabulando? » mi interrompe però Artù, facendomi sussultare con la sua voce possente.
Io mi pietrifico immediatamente, mentre il Dottore mantiene la sua solita espressione tranquilla.
« Cosa vi porta qui? » continua a chiederci il Re, senza togliere la mano dall’elsa della spada.
Io deglutisco e do un’occhiata al Dottore senza dire nulla.
« Ve l’abbiamo detto! » dice sorridendo, « Siamo dei viaggiatori. Dopo aver viaggiato per tanto tempo e aver visitato molti luoghi, siamo giunti qui a Camelot! »
« Tranquilli, non abbiamo cattive intenzioni. » preciso io guardando bene negli occhi Artù, « È solo una piccola visita. »
Lui allora, tranquillizzato dalle mie parole, annuisce e si rigira con un cenno del capo.
Io tiro un sospiro di sollievo e lo guardo allontanarsi con Merl… Cosa? Sono venuta qui per stare con voi, dove andate?!
« Ehi, aspettate! » urlo ai due che immediatamente si rivoltano verso di me.
Artù mi squadra da capo a piedi, poi storce la bocca.
« Cosa? »
« Vedo che non siamo i benvenuti, » mi dice sottovoce il Dottore avvicinando la bocca al mio orecchio, « ma visto che vuoi tanto, troviamo un modo per guardarci questi eye-cosi e poi ce ne andiamo via, ok? »
Inizialmente non capisco bene cosa intenda, poi però fa un passo avanti convinto, e capisco che ha sicuramente in mente qualcosa di geniale da dire.
« Vorremmo arrivare al castello, ma non conosciamo la strada. Ci stavamo chiedendo se potevamo venire con voi. » chiede sicuro di sé.
Ho mai detto quanto amo il Dottore?
Io sorrido rincuorata, ma Artù non sembra tanto entusiasta e ci guarda storto.
« Il castello è da quella parte, » indica col dito verso la nostra sinistra, « basta proseguire a dritto e lo raggiungerete in men che non si dica. » spiega per poi tornare a camminare con Merlino per l’ennesima volta.
« Aspettate! » riprova il Dottore urlando, facendo rivoltare i due, « Noi ci perdiamo facilmente tra i boschi, per favore! »
Artù però non sembra per nulla persuaso e alza gli occhi al cielo sbuffando.
« Ma non eravate dei viaggiatori? » ci chiede con un filo di arroganza.
Io cerco gli occhi del Dottore e anche lui cerca i miei.
Niente da fare. Non ci vogliono e non c’è modo di vedere gli eye-sex.
Artù e Merlino riprendono quindi a camminare tranquilli ed io rimango ferma ad accettare la cruda realtà. Al Dottore però, si illuminano improvvisamente gli occhi, e richiama la mia attenzione tirandomi una piccola gomitata.
« Tirami un calcio. » mi chiede serio.
« Cosa? »
« Tirami un calcio ad una gamba. »
« Perché? »
« Fallo e basta. »
Io alzo le spalle ed eseguo l’ordine: mi preparo e gli tiro una bel calcio allo stinco destro.
« Ahhh! » urla accasciandosi a terra, « Ahia ahia ahia che male! »
Wow, sono fortissima!
Artù e Merlino allora si voltano e, senza perdere tempo, corrono immediatamente da noi a soccorrere il Dottore.
Ah.
« Cosa è successo? » chiede Artù inginocchiandosi accanto a lui.
« Umh, » il Dottore inizia a massaggiarsi lo stinco sinistro. Ehi! Io ho colpito l’altro stinco! « sono inciampato in un ramo e sono caduto. »
Sì ok, allora potevo evitare di tirargli il calcio.
Merlino subito dopo si fa avanti, dà un’occhiata alla sua gamba ed inizia a toccarla per cercare di capire quale potrebbe essere il problema.
« Ahia che male! » inizia a lamentarsi il Dottore, « Non posso camminare in queste condizioni! »
« Credo tu dovresti provare a farlo prima di dire che non puoi. » prende la parola Artù, serio.
« Oh sì, giusto. »
Il Dottore allora cerca di alzarsi in piedi, ma appena appoggia il piede sinistro sul terreno, si ributta dolorante per terra.
« Ahia ahia ahia! Visto? Non riesco a camminare. »
Io mi trattengo in qualche modo per non ridere, e vedo che anche Merlino sta facendo la stessa identica cosa.
« Siete dei viaggiatori. » inizia a dire Artù incrociando le braccia al petto, « Avrete dei cavalli, no? O avete viaggiato tutto questo tempo senza? »
Io sbuffo e guardo il Dottore sperando che lui possa dire qualcosa di geniale.
« Beh, » inizia a fare una faccia pensante, « li avevamo, sì sì. » risponde cercando i miei occhi, « Ma sono scappati. »
Ripenso quindi all’ultima puntata di Merlin, precisamente al momento in cui Morgana spaventa i cavalli di Artù e Merlino e li fa scappare.
« Sì, eravamo scesi e non avevamo fatto in tempo a legarli che dei briganti ce li hanno fatti scappare. » preciso io cercando di essere convincente, « Sono spuntati dal nulla con delle spade e hanno iniziato ad urlare! »
Dopo aver detto queste parole, mi immagino subito questi briganti come un gruppo di indiani che saltellano con delle spade in mano e che fanno strani versi dalla bocca.
Probabilmente anche Artù pensa alla stessa cosa perché mi guarda male e cerca quasi di non ridere. Devo essere più convincente.
« L’hanno fatto per rubarceli, sicuramente. Dopo non li abbiamo più ritrovati. »
Dai su, il mio ragionamento è abbastanza credibile.
Artù però sospira e mi guarda divertito, come se avessi appena detto qualcosa di infantile.
« Ho visto altri due cavalli laggiù poco fa, prima che il tuo amico si facesse male. » ci dice inaspettatamente, « Prima non c’erano. »
Grazie, tutto il mio discorso è appena andato a puttane.
Artù ha scoperto che abbiamo i cavalli e ce la possiamo cavare benissimo anche da soli… ma comunque non demordo.
« Uh! » esclamo alzandomi in piedi, « Ma che coincidenza! » sorrido e guardo il Dottore, « Possiamo utilizzare quei cavalli per andare a Camelot, » mi volto di nuovo verso i due camelottiani, « con voi. »
Merlino scoppia a ridere ascoltando la mie parole, ma Artù sbuffa spazientito e non sembra essere dello stesso umore.
« Cosa avete intenzione di fare? » ci chiede sguainando la spada e puntandocela contro.
« Nulla, perché? » risponde il Dottore guardandola male.
« Ci avete detto tutte le scuse possibili pur di rimanere con noi. » dice Artù avvicinando la lama ai nostri occhi, « Cosa avete intenzione di fare? RISPONDETE! »
« Non abbiamo intenzione di fare nulla. » rispondo io tranquilla rimettendomi a sedere, « Vi prego, portateci con voi e basta. »
« Ma perché? »
Io lo guardo con uno sguardo supplicante, e lui alza gli occhi al cielo e sbuffa.
« E va bene. Restate con noi, andiamo a Camelot e finiamola qui! » dice infine seccato, « Non so cosa abbiate intenzione di fare, ma provate a fare qualcosa di sporco che domattina vi ritroverete con la testa da tutt’altra parte di dove si trova il resto del vostro corpo! » ci minaccia infuriato prima di rimettere a posto la spada.
Io rimango ferma con gli occhi spalancati per qualche secondo, completamente terrorizzata. Ciò che ha appena detto è assai angosciante.
Merlino sorride guardando questa scenetta, mentre Artù, con un’espressione davvero innervosita, lo raggiunge camminando.
« Mi è persino passata la voglia di cacciare. » gli dice riavviandosi verso i cavalli, « Torniamocene al castello. »
« Grazie. » si lascia scappare Merlino guardandoci sorridente, « Odio cacciare. »
Il giovane mago si incammina quindi dietro ad Artù, ed io e il Dottore rimaniamo soli, pronti a seguirli verso Camelot.
« Ora sì che puoi festeggiare! » mi dice il Signore del Tempo alzandosi in piedi.
Anche io quindi mi alzo in piedi ed entrambi iniziamo a festeggiar… ah no, camminare.
« Ti fa davvero tanto male lo stinco, vero? » gli chiedo scherzando.
« Oh sì. »
Iniziamo quindi a camminare verso i cavalli e, quando li raggiungiamo, Artù e Merlino sono già montati e pronti per partire.
« Forza, muovetevi. » ci dice il Re con tono rabbioso, ributtando sottoterra la mia felicità che aveva ormai raggiunto le stelle.
Sleghiamo quindi i cavalli e ci montiamo in silenzio, poi iniziamo tutti e quattro a galoppare verso Camelot.

Io guardo per tutto il tempo i due davanti a me, sperando di beccare qualche eye-sex, purtroppo invano. Dopo dieci minuti di silenzio mi viene persino la voglia di tornare al TARDIS piuttosto che proseguire verso il castello.
« Allora, » inizia a dire Artù proprio in questi momenti, « chi siete veramente? » ci chiede rallentando, mentre Merlino affianca il suo cavallo.
« Dei viaggiatori. » risponde il Dottore seguendo l’andatura dei due.
« Beh, lui è un viaggiatore, io non faccio nulla a giornate. » lo correggo riuscendo a frenare il mio cavallo in tempo prima di incular… tamponare quello di Merlino davanti a me.
« E di dove siete? » continua a chiederci il giovane Re.
« Di Castelvecchio Pascoli. »
« Beh, lei è di Castelvecchio Pascoli, io sono di… un posto assai più lontano. » mi corregge il Dottore sorridendo.
Artù però non sembra interessato ad approfondire la conversazione e si volta verso Merlino per perdersi ancora nei suoi occhi blu.
Le mie antenne si rizzano immediatamente ed io vado alla ricerca di eye-sex.
« Ehi, dai un’occhiata. » dico sottovoce al Dottore con un cenno della testa per indicare i due davanti a noi.
Nel frattempo anche Merlino si volta verso Artù, ed entrambi sfoggiano un meraviglioso sorriso da ebeti mentre si stanno guardando. Ed è proprio in questo momento che il Re inizia a mangiarsi Merlino con gli occhi.
« EYE-SEX! » urlo iniziando a fangirlare, agitandomi sulla sella e sorridendo come una pazza.
I due innamorati però si voltano subito verso di me ed io cambio subito espressione, abbassando il capo sconsolata.
« Scusate. » dico con un tono di voce basso.
Aspetto qualche secondo, poi rialzo lo sguardo e vedo che fortunatamente Artù e Merlino si sono rigirati davanti.
« Ma li hai visti? » chiedo sottovoce al Dottore, sorridendo emozionata.
« Certo! » mi risponde lui sorridendo a sua volta, « L’idiota e la testa di fagiolo… » spiega con tono fiabesc… aspetta un attimo.
Testa di fagiolo?!
« Ma allora tu conosci la serie tv Merlin! » dico sorpresa.
« Sei tu che conosci la nostra storia attraverso le serie tv, » mi spiega sorridendo, « io conosco Artù e Merlino perché è nel passato della linea temporale del mio universo. »
« Ah. »
Ma… chissà in quale stagione siamo di Merlin. Beh, Merlino è abbastanza robusto e ha il viso un po’ paffuto. O siamo nel bel mezzo della quinta stagione o manca poco al suo inizio.
« Ehi! » dico richiamando l’attenzione dei due davanti a me.
Artù sbuffa e non si volta - che maleducato! -, mentre Merlino si gira verso di noi e sorride.
Sono passati tre anni dall’ultima puntata della quarta stagione e la prima puntata della quinta, vero?
« Quanto tempo è passato dal matrimonio con Ginevra? » chiedo ripensando a questa cosa.
« Quasi due anni. » risponde inaspettatamente Artù, anche se con tono svogliato.
Quindi siamo tra la quarta e la quinta stagione sia di Merlin che di Doctor Who, perfetto!
La conversazione però finisce subito, dato che il Re non sembra intenzionato a scambiare una parola di più con me.
« Se Ginevra vedesse le occhiate che si danno questi due, chiederebbe subito il divorzio. » commenta il Dottore sottovoce, guardandomi sorridente.
Io non riesco a resistere e scoppio a ridere, e ovviamente, sia Artù che Merlino si voltano dietro con due espressioni sospettose.
Io e il Dottore ci diamo un’occhiata per l’ultima volta, poi iniziamo a guardarci intorno facendo finta di nulla.
Artù e Merlino tornano quindi a guardare davanti a loro alzando le spalle, e tutti insieme proseguiamo tranquilli verso Camelot.
 
Continua…
 
Spero di non essermi dilungata troppo in questo capitolo :3 …sì, lo so, in realtà l’ho fatto veramente çç Ma spero comunque che vi sia piaciuto :3 Se vi va lasciate una recensione, grazie mille ^_^
Alla prossima settimana :D

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III ***


BUON POMERIGGIO! :D
Questo nuovo capitolo sarà più movimentato - e meno noioso X’D
Nell’aria ci sarà qualcosa di nuovo (?)… anche letteralmente parlando.
 
Buona lettura! :D
 
Capitolo III
 
Purtroppo non vedo altri eye-sex per tutto il viaggio e arriviamo a destinazione senza dire una parola.
« EHI VOI! » sento urlare qualcuno non appena raggiungiamo la Città Bassa di Camelot, « LADRI! Quelli sono i miei cavalli! »
Io allora mi volto e vedo uno dei tizi di prima che ci sta inseguendo con un rastrello in mano.
« Fai finta di nulla, fai finta di nulla. » dico al Dottore tornando a guardare davanti a me.
Purtroppo, appena lo faccio, mi ritrovo gli occhi di Artù e Merlino puntati addosso. Ma proprio ora quel tizio doveva mettersi ad urlare come la mia prof di italiano?!
« Avete rubato due cavalli? » ci chiede il Re fermando il suo destriero, « Siete venuti a Camelot, avete rubato due cavalli e ci avete seguiti? »
Mio malgrado la sua espressione è tutt’altro che tranquilla, allora deglutisco e guardo il Dottore in cerca di aiuto.
« Sì beh, questa è la nostra storia in due righe. » risponde lui sorridendo.
« Scendete, restituite immediatamente i cavalli e non fatevi più vedere a Camelot. Andiamo Merlino. » conclude Artù rabbioso, riniziando a trottare verso la Cittadella con il suo valletto.
Io li guardo mentre si allontanano e alzo gli occhi al cielo sbuffando.
« SCENDETE IMMEDIATAMENTE DAI MIEI CAVALLI! » urla di nuovo il tizio di prima minacciandoci col rastrello.
« Mi dispiace Veronica, » mi dice il Dottore ricevendo una mia occhiataccia, « ah, scusa. Mi dispiace Vernice. »
« Ho detto… SCENDETE DAI MIEI CAVALLI! »
« Cosa possiamo fare? Al massimo possiamo stare qui e aspettare che Artù e Merlino escano di nuovo fuori… ed io che volevo dormire in una delle stanze del castello! » commento sconsolata.
« Ma mi state ascoltando? SCENDETE DAI MIEI CAVALLI O CHIAMO LE GUARDIE! »
Tanto per peggiorare ancora di più le cose, alcune persone si avvicinano a noi, allarmate dalle urla dell’uomo.
« Potremmo… » inizia a dire il Dottore, « andare a mangiare qualcosa intanto, ho fame. »
« Mh, ottima idea. »
« SCENDETE! » urla ancora una volta il tizio di prima ed io mi ritrovo il pettine del suo rastrello sotto al naso.
« Ehi, calmo! Stavamo facendo il programma della giornata, poi saremmo scesi! » dico ad alta voce facendomi sentire anche dalle altre persone intorno.
Immediatamente io e il Dottore scendiamo, perciò l’uomo ci toglie di mano le redini, prima guardandoci in cagnesco, e poi portandosi via i cavalli.
Quindi le persone intorno a noi tornano a lavorare, vedendo che la situazione si è appena risolta.
« Ottimo servizio! Cavalli già sellati, cavalcata gratis e ritiro immediato dei cavalli senza obbligo di dissellarli. » commenta tranquillo il Dottore prendendomi a braccetto, « Ora dove andiamo? » mi chiede sorridendo.
« Non avevamo deciso di andare a mangiare? »
« Uh, giusto! »
Iniziamo quindi a camminare e a visitare un po’ la Città Bassa di Camelot. C’è molta gente in giro, e la maggior parte di questa lavora senza mai fermarsi un secondo!
Dopo pochi minuti io e il Dottore troviamo un posto dove mangiare. Non ci pensiamo due volte e ci catapultiamo dentro. Ordiniamo tutto ciò che ci sembra commestibile, anche se non c’è ombra di carne - lo sapevo che con questa crisi dovevamo intrufolarci dentro le cucine del castello!
Mangiamo tutto senza pensare a nulla, ma quando ci arriva il conto mi accorgo che c’è qualcosa di importante a cui invece dovevamo pensare.
La moneta che viene utilizzata a Camelot nel quindicesimo secolo è leggermente diversa da quella utilizzata dalle mie parti. A parte che comunque non avrei un centesimo lo stesso.
« Dimmi che ce li hai. » dico sottovoce al Dottore, senza togliere lo sguardo dalla tizia di fronte a noi che ci ha chiesto di pagare.
« Cosa? » mi chiede tranquillo.
« I soldi! » rispondo iniziando a preoccuparmi.
« Ahh, » lui si volta verso di me sorridendo, « no. Non viaggio con i soldi dietro. » mi dice come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Io mi congelo immediatamente sul posto, santa puzzola!
« E allora, come hai intenzione di pagare? » gli chiedo facendo finta di essere calma.
Ma guarda in che situazione ci siamo cacciati!
« Non saprei. » mi risponde ancor più calmo e sorridente di prima.
Fatto sta che due minuti dopo io e il Dottore ci ritroviamo nelle cucine di quella sottospecie di ristorante a lavare i piatti. Non era ciò che mi aspettavo da questo viaggio, ma comunque è sempre un’esperienza da conservare, no? Ok, lasciamo perdere.
Dopo aver passato qualche ora buona a lucidare dei piatti che sembravano rimanere sempre sporchi, finalmente siamo fuori da quel posto. Io sono stanca morta e ho assolutamente bisogno di una doccia.
« Non è stato poi così brutto. » commenta il Dottore, ovviamente con il suo sorriso a 32 denti stampato in faccia.
Io rimango con gli occhi fissi davanti a me, cercando di non perdere la pazienza.
« Abbiamo visitato Camelot, visto gli eye-cosi e anche lavato i piatti! Cosa vuoi di più? Possiamo tornare al TARDIS felici e contenti. » continua a dire il Dottore, « Oh ma che strano! È la prima volta che non succede niente di alieno nei posti che visito sulla Terra. Beh, andiamo! » termina sorridendo un’ultima volta, iniziando a camminare.
In realtà, tutto ciò che abbiamo ottenuto oggi è l’antipatia da parte di coloro a cui sono venuta a fare visita.
Sì, ho cavalcato con loro, ho visto un eye-sex, ma è troppo presto per lasciare tutto ciò e andarsene a casa.
Quindi vado subito a riacchiappare il Dottore e lo blocco per un braccio.
« No. » dico convinta guardandolo bene negli occhi.
Lui allora storce il naso e mi fissa per qualche secondo con un’espressione interrogativa.
« Ti prego! »
« Umh, » si fa pensieroso, « cosa intendi con “no”? » mi chiede sorridente.
Io lo guardo storto e alzo gli occhi al cielo sbuffando.
« Allora, » lo prendo a braccetto, « possiamo rimanere qui ancora per un po’? Per favore! » chiedo con un tono supplicante, accennando un sorriso.
Il Dottore ci pensa per qualche secondo, ma non sembra intenzionato ad accettare la mia proposta.
« Ho un’idea! » esclamo felice, « Aspettiamo che Artù e Merlino escano un’altra volta - l’ultima! -, io mi invento qualcosa per stare insieme a loro, stiamo con loro, poi torniamo al TARDIS, ok? » chiedo guardando il Dottore con due occhi imploranti.
Lui ci pensa ancora una volta, poi finalmente annuisce, anche se con poca convinzione.
« Ok, va bene. » dice facendomi iniziare a saltellare, « Li aspettiamo all’ingresso della Cittadella. »
Uhh, mi ha anche letto nel pensiero! Sì vabbè, è un’idea abbastanza ovvia.
Quindi alzo gli occhi al cielo per - cercare di - capire che ore sono e guardo la posizione del Sole: probabilmente è tardo pomeriggio. Oddio, di già?
« È tardi. Non credo che Artù e Merlino usciranno a quest’ora. » dico sconsolata.
« Cerchiamo un posto dove dormire e li aspetteremo domani! » propone il Dottore sorridendo.
Io sorrido di rimando e annuisco.
Speriamo di trovarlo veramente un posto dove dormire, non voglio andare in giro di notte e incontrare tizi che confabulano qualcosa per conquistare Camelot o ammazzare Artù! Sì, ho visto troppe puntate di Merlin.
 
« Uhh guarda! » esclama il Dottore indicandomi un tizio alla gogna, « Tiriamogli qualcosa anche noi! »
Io lo guardo a bocca aperta mentre chiede ad una ragazza un paio di pomodori.
« Dev’essere divertente! » dice prima di tirarne uno dritto in fronte al poveraccio, « Prova anche tu! »
Quindi mi porge sorridente l’altro pomodoro ed io lo prendo quasi di malavoglia.
« Ma… gli faccio male? » chiedo insicura.
« Umh, » il Dottore si volta verso di me, « prova! » mi incita fregando un po’ di insalata ad un ragazzo.
Allora guardo davanti a me e mi concentro per prendere la mira.
« Massè, è solo un pomodoro! » mi dico appena prima di tirare il pomodoro sul naso del tizio alla gogna.
« Ahia! »
« Scusa! » gli rispondo tappandomi il viso con le mani, « Poveraccio! »
« Ma non si è fatto niente! » dice il Dottore ridendo.
« Prova tu a stare qui! » gli urla però il tizio facendoci congelare sul posto.
« Ok, » inizia a dire il Dottore prendendomi per un braccio, « andiamo a cercare quel posto dove dormire. Si sta facendo buio. »
« Ne abbiamo già trovati tre e ci hanno cacciati tutte le volte! » mi lamento spazientita, « Due volte perché ci considerano dei ladri - per la storia dei cavalli che abbiamo preso in prestito stamani -, l’altra perché prima di entrare hai preso in pieno della cacca di cavallo con un piede e l’hai spalmata bene sul pavimento dell’ingresso. Oltretutto davanti alla proprietaria! »
« Ma non è colpa mia se prima il cavallo davanti a noi ha iniziato dal nulla a… svuotarsi l’intestino! »
Io sbuffo e mi metto a sedere su una fascina di legna. Appoggio la testa sulle mani e mi guardo intorno.
Sta scendendo la notte ed io non ho assolutamente intenzione di rimanere a giro per Camelot. Il Dottore non sembra preoccuparsene tanto ed io non capisco proprio come possa essere sempre così tranquillo.
Proprio quando mi decido a chiedergli di tornare al TARDIS, le campane iniziano a suonare.
Può significare una cosa sola: qualche estraneo è entrato nel castello e ha fatto fuori qualche guardia.
O il Re è stato assassinato
O c’è qualche creatura magica che sta minacciando il villaggio.
Ok, potrebbero essere molte cose.
Le urla delle persone mi riportano alla realtà. Vedo uomini, donne e bambini correre nelle proprie case e rinchiudersi dentro. Ero tranquilla qualche minuto fa, ma adesso sto iniziando a cagarmi sotto anche io.
« Cosa sta succedendo? » mi chiede il Dottore preoccupato.
« È successo o sta per accadere qualcosa di terribile. » rispondo alzandomi in piedi, « Andiamo a vedere dentro la Cittadella. » propongo cercando di farmi vedere coraggiosa. Sé, certo.
« Umh, mi hai letto nel pensiero! » dice il Dottore iniziando a camminare con me verso le mura del castello.
« Entrate subito nelle vostre case! Potrebbe essere pericoloso! » sentiamo però urlare una guardia ad alcuni ragazzi, « Anche voi due, » si volta verso di noi, « rinchiudetevi in casa, presto! »
« Ce l’avessimo! » commenta sottovoce il Dottore.
La guardia si avvicina a noi e alza un braccio sbarrandoci l’ingresso alla Cittadella.
« Emh, » richiama la sua attenzione il Dottore, « siamo ospiti del Re. » dice senza esitazione.
Io mi volto verso di lui e lo guardo male.
« Sì sì. Abbiamo la stanza nel castello. » continua annuendo.
La guardia, però, ci squadra da capo a piedi non tanto convinta.
« Come vi chiamate? » ci chiede senza smettere di guardarci.
« Io sono il Dottore, e lei Veronic… Pardon, Vernice. » risponde tranquillo, « Ma non credo voi ci conosciate. »
« Infatti non so chi siete. Da dove venite? » continua a chiederci la guardia con tono sospettoso.
« Da molto lontano. Non siamo nobili, siamo viaggiatori, e oggi abbiamo incontrato il Re mentre era a caccia con il suo servitore, ma è accaduto un piccolo incidente. Per ripagarci Artù ci ha reso disponibile una camera nel castello per stanotte. » spiega come se tutto questo fosse la verità.
La guardia ci squadra un’ultima volta da capo a piedi, poi annuisce.
« Ok, andate. Mi hanno dato l’ordine di non far entrare nessuno nella Cittadella e di dire di far restare tutti nelle proprie case. Fate presto, non so cosa stia accadendo. » dice per poi tornare a cercare persone in giro.
Io mi volto verso il Dottore e sorrido sorpresa.
« Sei un genio! »
« Lo so. »
« …e le guardie sono bischere. »
Quindi non perdiamo tempo e iniziamo subito a camminare verso la piazzetta del castello.
Appena arriviamo dentro, però, ci accorgiamo che non c’è un’anima viva. Io mi guardo intorno allarmata, e anche il Dottore fa lo stesso.
« Secondo me è successo qualcosa dentro al castello. » dico un po’ impaurita.
« Non credo. Hai sentito la guardia? Non può far entrare nessuno qui. Se fosse accaduto qualcosa dentro, non gli avrebbero dato questo ordine. » spiega corricchiando per la piazzetta. « Sanno che sta per accadere qualcosa qui. » inizia a girare su se stesso, poi si ferma e mi guarda. « Ma cosa? »
Io lo guardo divertita e mi gratto la testa. Ora il Dottore sembra persino Sherlock.
Non faccio in tempo ad aprire la bocca per rispondere che sento un rumore avvicinarsi.
Alzo lo sguardo e scorgo in lontananza un qualcosa che mi fa rabbrividire dalla testa ai piedi: un animale con le ali sta lentamente volando verso di noi.
« Ecco la causa di tutto! » esclama il Dottore per niente spaventato.
Bene, bon per lui, io me la sto facendo sotto.
« Non è meglio scappar- »
« Le sentinelle lo hanno visto dirigersi verso Camelot e, siccome questo… emh, animale, non è molto veloce a volare, hanno fatto in tempo a dare l’allarme per salvare le persone! » spiega il Signore del Tempo interrompendomi, « Non è affar nostro. » dice poi alzando le spalle, « Devono cavarsela da soli. »
Detto ciò mi prende a braccetto e mi trascina verso l’uscita della Cittadella senza che io abbia il tempo di ragionare.
Cos’era quell’affare? Perché devono cavarsela da soli?!
Io però non riesco a dire una parola dall’agitazione e continuo a camminare accanto al Dottore, ma passano solo pochi secondi perché sento atterrare dietro di me la bestia di prima. Mi volto d’istinto e tra un po’ mi prende un colpo solo a vederla.
Oh santa puzzola.
 
Continua…
 
Vi ha incuriosito la fine, vero?
*si innalza un coro di ‘no’*
Ok :c
Sì, ma meglio così, perché tanto scoprirete che non è nulla di ch…lalala
 
Coooomunque spero che vi sia piaciuto il capitolo :3 Se vi va lasciate una recensione, grazie e alla prossima settimana :D

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Ueilà, buon pomeriggio :3
E in questo capitolo verrà svelato il mistero! “Quale mistero?” Ah ok :c
Ci sarà tanto Merthur u_u …un po’, via X’D
 
Buona lettura! :D
 
Capitolo IV
 
Sarà alta almeno tre metri. È simile ad un lupo, ma è assai più terrificante: è completamente nera, ha le zanne grosse e affilate, gli occhi gialli, gli artigli enormi e delle ali gigantesche che come minimo sono più grandi di lei. Ovviamente sta ringhiando contro di me e mi sta guardando come se volesse mangiarmi.
« Dottore! » urlo iniziando ad indietreggiare spaventata.
Allora anche lui si volta e vede l’animale.
« Sì, è assai terrificante. » commenta facendo un passo indietro con me.
Il lupo avanza ringhiando ed io mi lascio scappare un urlo.
« Andiamocene! » dico iniziando a correre verso l’uscita della Cittadella insieme al Dottore.
Purtroppo il mostro fa un balzo e ci supera, bloccandoci la strada e continuando a ringhiarci contro.
« Ok, è diventato anche un nostro problema. » dice il Dottore a denti stretti, « Ma aspetta un attimo… » inizia a dire guardando attentamente il mostro davanti a noi, « Quest- »
« EHI TU! » sento urlare qualcuno dietro alla creatura.
Mi accorgo che è Artù con la spada sguainata, e i Cavalieri accanto a lui.
Uhh! Ci sono anche Parsifal, Galvano, Leon ed Elyan!
Sì va bene, non è il momento di fangirlare.
« ALLONTANATI DA LORO, BRUTTO MOSTRO! » urla ancora avvicinandosi a noi con la spada alzata, « Voi andateven- ehi! Siete quelli di stamani! Forza, andatevene! » ci incita con un cenno della testa.
« Non credo riuscirete a combinare qualcosa con delle semplici spade! » dice il Dottore prendendomi la mano e trascinandomi via con lui.
Camminiamo per una ventina di metri, poi ci fermiamo, ed io alzo subito lo sguardo sul Dottore, che sembra stia studiando la situazione.
« Perché? Sai cos’è? » gli chiedo riprendendo fiato.
« Non è una creatura della Terra. Cioè, guardala! » mi dice indicandola mentre questa continua a ringhiare contro i Cavalieri, « Guarda il suo pelo! Non è terrestre! »
« Certo, è ovvio! Come no. » rispondo alzando gli occhi al cielo, « Potrebbe essere una creatura magica! » gli dico ricevendo una sua occhiataccia.
« Lo so, ma se guardi attentamente il pelo, » inizia a dire indicandomi il lupo, « puoi vedere benissimo che viene da un altro pianeta, non può provenire dalla Terra! » spiega come se la cosa fosse ovvia.
Io guardo attentamente l’animale, ma il suo pelo sembra normalissimo. Anzi, così da lontano vedo davvero poco e non capisco come faccia il Dottor… ok, è inutile.
« Ok, va bene, mi fido di te! » dico infine alzando le spalle, « Allora, da quale pianeta viene? » chiedo guardando Artù che cerca di colpire con la spada il lupo, invano.
« Non lo so! » risponde il Dottore scuotendo la testa.
« Che cosa? »
« Devo andare a chiederglielo!
« Devi andare a chiedergli da quale pianeta viene? »
« Certo. Se non sai una cosa, la chiedi al diretto interessato. No? »
« Ah, giusto. »
Io guardo di nuovo davanti a me e vedo i Cavalieri che cercano di colpire il lupo, ma questo li evita sempre e continua a ringhiargli contro.
« Devono smetterla. » dice allora il Dottore con un’espressione allarmata, avviandosi subito verso di loro correndo.
« Ehi, fermo! Vuoi farti uccidere? » gli urlo preoccupata, ma lui non sembra intenzionato a fermarsi.
« Non vuole farci del male, così peggioreranno solo le cose! »
Io scuoto la testa sbuffando e decido di correre da lui.
Ripeto: mi sto cagando sotto.
« Ma hai visto prima come ci ringhiava contro? Non credo abbia buone intenzioni! » dico affiancando il Dottore.
« Magari cercava di dirci qualcosa! » risponde alzando le spalle, « Guarda i suoi occhi. Non vuole farci del male, i suoi occhi sono spaventati. »
Giusto, ha ragione! I suoi occhi sono spaventat…no aspetta.  I suoi occhi sono spaventati?
Ma solo il Dottore vede certe cose?
Nonostante le sue parole, io ci penso un attimo e mi fermo, spaventata dalla creatura.
Ma non faccio in tempo a dire qualcosa che il lupo colpisce in pieno Artù, facendolo cadere per terra.
« NO! » urla il Dottore correndo da lui, e prima che riesca a raggiungere il Re, il lupo inaspettatamente si alza in volo e se ne va via ululando.
Io lo guardo mentre vola via, poi mi avvicino preoccupata ad Artù.
« Come state? » gli chiede il Dottore.
« Che ci fate ancora qui? » ci chiede però lui rialzandosi in piedi, « Comunque sto bene. » dice dando ben poca importanza a noi e avviandosi dagli altri Cavalieri per accertarsi che stiano bene.
Io do un’occhiata al Dottore, mentre lui si guarda intorno pensieroso.
« Non capisco cosa sia successo. » dice perplesso, « Perché se n’è andato via? »
« Mah, » ci penso un po’ su, « si sarà spaventato dalle spade dei Cavalieri. Continuava ad evitarle! »
« Naah, » mi risponde immediatamente, « è impossibile. È una creatura che non ha paura di semplici spade - anche se sì, è vero, le evitava. » spiega continuando a guardarsi intorno, « Comunque non le fanno neanche un graffio. »
« Ma non avevi detto che non sai da quale pianeta viene e che dovevi chiederglielo? » domando appoggiando le mani ai fianchi, « Come fai a sapere certe cose se non sai nemmeno che creatura sia? »
Lui si ferma e mi guarda attentamente negli occhi.
« Ci sono certe cose che si possono capire anche solo osservando. » spiega ancora sorridendo.
Io lo guardo male, ma… gli credo sulla parola.
« Dobbiamo scoprire cosa è successo. » dice continuando ad indagare, mentre io mi accorgo che Artù si è avvicinato a noi.
« Voi sapete cos’era. » considera il Sovrano squadrandoci da capo a piedi.
« Era più un’affermazione che una domanda... » commenta il Dottore affiancandomi, « Comunque no, non lo sappiamo. Beh, sappiamo che viene da un altro pianeta. » dice per poi tornare a guardarsi intorno, « Non sappiamo perché sia venuto qui e… momentaneamente sto cercando di capire cosa lo ha spaventato e fatto scappare via. »
Io sorrido e rimango divertita vedendo l’espressione stranita che ha appena assunto Artù.
« Un alieno? » chiede sconcertato.
« Un alieno? » ripete Galvano avvicinandosi a noi.
« Sì, un alieno. » risponde il Dottore sorridendo.
I due Cavalieri si guardano spaesati, poi però Galvano fa un’espressione compiaciuta.
« È una cosa diversa dal solito. » commenta con un sorriso divertito.
« Assai diversa. » continua Artù non tanto convinto, « Siete sicuri sia un… alieno? »
« Se lo ha detto lui, c’è da fidarsi! » affermo indicando il Dottore che mi sorride allegro.
Artù però ci sta guardando come se noi stessimo scherzando e che tutto ciò sia una buffonata.
« L’importante è che non torni più. » dice guardandoci un’ultima volta e tornando dai Cavalieri con Galvano.
Ok, da come l’ha detto sono sicura che non ci creda per niente.
« È la prima volta che questa creatura viene qui? » chiede improvvisamente il Dottore facendo fermare il Re.
« Ci ha già fatto visita qualche giorno fa. » risponde Artù senza rigirarsi, per poi ripartire subito dopo.
Io mi guardo intorno per cercare di scovare qualcosa che ci potrebbe aiutare, ma purtroppo è buio e non vedo tanto bene.
« Magari è stato il buio a farlo scappare! Forse è terrorizzato dalla notte. » propongo dopo che una bella lampadina si è illuminata nella mia testa.
« Naah, sennò non sarebbe nemmeno venuto qui. Era già buio ormai quando è venuto. » mi risponde il Dottore spegnendola all’istante.
Dopo essermi guardata intorno un’altra volta, però, vedo qualcuno che salta fuori da un muretto e corre velocemente dentro al castello.
« Merlino. » dico sorridendo, « È stato lui. »
No ma, aspetta: l’ho visto solo io.
Sono tutti idioti qui a Camelot?!
« Cosa? » mi chiede il Dottore avvicinandosi a me.
« È ovvio. » rispondo godendomi la sua espressione disorientata, « Merlino ha visto che Artù e i Cavalieri erano in difficoltà ed ha usato un incantesimo per mandare via l’alieno! »
Il Dottore mi guarda pensieroso per qualche secondo, poi annuisce.
« Può darsi. » dice non tanto convinto, « Merlino conosce anche degli incantesimi da utilizzare contro creature di altri pianeti?! » chiede poi storcendo la bocca.
« Beh, son pur sempre esseri viventi. » commento incrociando le braccia al petto, « Comunque è stato lui senza dubbio, l’ho visto mentre rientrava dentro. Era nascosto dietro a quel muretto. » spiego indicando il muretto accanto alle scale.
Il Dottore mi guarda sorpreso e annuisce un’altra volta.
« Umh, » improvvisamente sorride radiosamente, « brava! » mi dice contento.
« Uhh grazie! » rispondo soddisfatta, « Ma adesso cosa facciamo? »
Il Dottore mi guarda pensieroso, ma solo per pochi secondi perché sentiamo le porte del castello aprirsi e ci voltiamo verso l’ingresso.
Io rimango sorpresa e anche sconcertata, perché vedo uscire fuori Artù e Merlino.
« Entrate. » ci dice il Re inaspettatamente, « È pericoloso stare fuori di notte. Vi rendo disponibile una stanza. » ci offre gentilmente.
Io e il Dottore ci guardiamo sorridendo, poi raggiungiamo i due in pochi secondi.
« Ma solo per stanotte. » precisa Artù serissimo prima di rientrare dentro seguito da Merlino.
Noi allora seguiamo il mago che ci porta nella nostra camera, mentre Artù se ne va subito nelle sue stanze senza nemmeno dirci “buonanotte”. Che Re maleducato!
Sì, credo sia meglio dormire e lasciare a domani il problema del lupo alieno con le ali.
 
« Buongiorno! »
Apro gli occhi e rimango a guardare il baldacchino sopra di me per qualche secondo. Faccio uno sforzo enorme e mi metto a sedere, poi mi gratto gli occhi assonnata e mi guardo intorno.
Il Dottore è già bello sveglio e in piedi.
« Hai dormito bene? » mi chiede sorridendo.
« No! » rispondo automaticamente, « Questo letto è davvero scomodo! »
Racimolo tutte le forze che trovo e faccio un balzo giù dal letto.
« Questi non sono i letti moderni su cui sei abituata a dormire. » spiega il Dottore.
Io rimango un po’ imbambolata a guardare la finestra davanti a me, poi mi rimetto a sedere sul letto. Ho dormito davvero poco.
« E non sono nemmeno abituata a dormire sulla parte destra del letto. Dovevo dormire di là. » dico lasciandomi cadere sul materasso e indicando il cuscino su cui ha dormito il Dottore.
Se qualcuno non mi tira un secchio d’acqua in testa, credo dirò frasi senza senso per tutto il giorno.
« Artù, non tirare il secchio d’acqua in testa a Merlino, tiralo addosso a me! » inizio a delirare.
« Se vuoi te lo tiro in testa io. Vado a prenderlo e tor- »
« NO! » urlo balzando subito in piedi, « No. » ripeto subito dopo più calma.
Inspiro profondamente, poi lentamente mi metto gli stivaletti.
« Questo posto è anche un Bed & Breakfast? Vorrei fare colazione. » dico voltandomi verso il Dottore.
Lui alza le spalle e si mette in bocca un chicco d’uva. Un chicco d’uva?
« Uhh, cibo! » esclamo avvicinandomi al vassoio davanti a lui, vuoto. Vuoto?
« Scusa, ho già mangiato tutto. »
Io alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
« Ok, va bene. Sai per caso che ore sono? »
« Saranno circa le sette. » mi risponde il Dottore avviandosi verso la porta, « Andiamo? »
« Ehi aspetta! » esclamo facendolo fermare, « Devo andare in bagno. »
 
« Questo palazzo è molto bello, non c’è dubbio. » commenta il Dottore passeggiando con me per i corridoi, « Ma se ci fosse qualche cartello sarebbe meglio! Dove siamo finiti? »
Io mi guardo intorno e ci penso un po’ su.
« Mmh, » faccio un sospirone, « boh. »
« Te l’avevo detto che dovevamo girare a sinistra e non a destra! » mi rimprovera il Dottore, « Torniamo indietro. » dice rigirandosi, poi torniamo a camminare.
Quando arriviamo all’incrocio di prima, ci avviamo verso il corridoio che voleva prendere lui. Camminiamo per un paio di minuti incrociando qualche guardia, poi ci ritroviamo di fronte ad una rampa di scale che porta nei sotterranei.
« Ci siamo completamente persi. » commento sconsolata.
« Nahh, » il Dottore si volta verso di me tranquillo, « se nemmeno questa è la direzione giusta, basta tornare indietro per il corridoio da dove siamo venuti. » spiega come un perfetto capitan ovvio.
Io evito di rispondergli e ci rigiriamo per avviarci di nuovo verso l’introvabile uscita, ma prima di poter fare un passo ci ritroviamo Artù e Merlino davanti.
« Buongiorno! » esclama il Dottore raggiante.
Artù incrocia le braccia al petto e ci squadra da capo a piedi.
« Buongiorno. » ci dice come se parlasse con dei delinquenti che fanno finta di essersi persi per il castello, ma che in realtà stanno facendo qualcosa di sospetto.
Peccato che noi ci siamo veramente persi.
« Ci siamo persi. » spiego accennando un sorriso.
« Lo vedo bene. » risponde prontamente.
Ci guarda attentamente per molti secondi, poi assottiglia gli occhi.
« Cosa stavate facendo? » ci chiede per nulla contento di vederci.
« Ci siamo persi. » ripete il Dottore e l’espressione di Artù diventa pensante.
Il Re si volta verso Merlino e guarda i suoi occhi, il naso, le labbra e di nuovo gli occh… le labbra.
« Ma che carini! » esclamo spiaccicandomi le mani sulle guance.
Artù e Merlino però mi sentono e si voltano immediatamente verso di me.
« Come, scusa? » mi chiede il Re scrutandomi per bene.
Io allora scuoto la testa a occhi chiusi, e lui sospira.
« E va bene. Merlino, accompagnali all’uscita, poi vieni subito da me nelle mie stanze. »
« Uhhh, nelle sue stanze! » mi lascio scappare, e Artù inizia a contemplarmi con uno sguardo assassino. « Scusate. »
« …vieni nelle mie stanze per via del lupo con le ali. » conclude la frase facendosi sentire bene.
Ah, per il lupo.
Io abbasso la testa un po’ delusa e con la coda degli occhi vedo Artù che se ne va.
« Aspettate! » gli urla però il Dottore, facendomi rialzare lo sguardo, « Il lupo con le ali? »
Artù allora si ferma e si gira verso di noi.
« Ci sono novità? »
Lui pensa un attimo prima di rispondere, poi dà un’occhiata alle labbra di Merlino - ovvio! - e annuisce.
« Hanno visto la creatura magica non lontano da Camelot. Oltretutto alcuni contadini hanno cercato di ucciderla, ma dopo aver insistito a lungo sono rimasti uccisi loro. »
« È un alieno! » lo correggo immediatamente.
Lui sbuffa e mi dà un’occhiataccia.
« È uguale, » mi dice con tono arrogante, « fatto sta che è pericoloso starsene fuori a giro. Fate attenzione. »
« Mi sembra di capire che non sia rimasto vicino a Camelot l’altra volta. » dice il Dottore.
« No, infatti. » Artù torna a guardarsi davanti e abbassa il capo.
« Possiamo dormire qui fino a quando non si risolve questa situazione? » chiedo senza perdere tempo.
Artù però sbuffa e la sua espressione dice da sola “no”.
« Vi prego! Possiamo risolvere il problema del lupo, le persone di questo regno non lo vedranno mai più! » provo ancora.
Lui si rigira completamente verso di noi scocciato, ma non fa tempo a rispondere con un altro “no” che le campane risuonano ancora una volta a Camelot.
Artù e Merlino si guardano immediatamente allarmati, ed una guardia raggiunge il Re correndo.
« No, di nuovo quel lupo! » si lamenta il Sovrano agitandosi.
Io guardo il Dottore preoccupata e lui si volta verso di me diventando serio.
« No Sire, » dice la guardia, « non è il lupo. È scoppiato un incendio nelle cucine. »
Artù quindi storce la bocca ed io cerco in tutti i modi di non scoppiare a ridere.
« Un incendio nelle cucine. » il Re inizia a camminare scocciato, « Punto primo, » dice guardando bene la guardia, « avevo detto di non assumere quella ragazza. Ha già fatto prendere fuoco casa sua cercando di cuocere un pollo! »
« Sire, non è stata colpa sua. »
« E’ uguale! » urla infuriandosi ancora di più, « Punto secondo, » Artù chiude gli occhi e abbassa il capo, « avete dato un allarme all’intero regno per un incendio in cucina?! » si sgola facendomi sobbalzare.
La guardia rimane immobile e deglutisce spaventata.
« Andate a spegnere le fiamme e non fate più una cosa del genere! »
« Sarà fatto, Sire. » dice in qualche modo la guardia, abbassando il capo come saluto e andandosene via zitta zitta.
Artù guarda Merlino con un’espressione irritata, poi scruta noi uccidendoci con gli occhi.
« Comunque, » inizia a dire soffiando col naso, « vi ho già offerto una camera stanotte - tra un po’ non so nemmeno perché! -, e devo farlo un’altra volta? Spero che quel lupo vi mangi! » finisce richiamando con un cenno della testa Merlino, poi se ne vanno lasciando me e il Dottore da soli.
« È un po’ agitato. » commenta lui.
« Tanto poi gli passerà. Adesso andrà nelle sue stanze con Merlino a fare una scop… » lo sguardo quasi sconvolto del Dottore mi blocca, « …scoperta sensazionale! » accenno un sorriso, poi torno alla realtà, « Aspetta un attimo. » dico preoccupata, « Merlino se n’è andato. Adesso come troviamo l’uscita del castello?! »
« Giusto. » il Dottore annuisce e inizia a mordersi le labbra, « Beh, intanto torniamo indietro. »
Fatto sta che dopo aver camminato per qualche minuto, ci ritroviamo pure nel bel mezzo dello spegnimento dell’incendio nelle cucine. Fortunatamente poco dopo incrociamo Ginevra - con cui avrei parlato volentieri degli eye-sex tra Artù e Merlino - che ci indica l’uscita, e dopo il Tour De France, riusciamo finalmente a respirare aria fresca nella piazzetta della Cittadella. Allegria!
 
Continua…
 
Sappiate che la seconda parte del capitolo non è inutile quanto sembra, ok X’D
Spero vi sia piaciuto :3 Se vi va lasciate una recensione, grazie :3
Alla prossima settimana :D

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo V ***


BUONA SERAAA! :D
Come va? (?)
La storia vi sta piacendo, vero? Sì sì.
Questo capitolo sarà…normale. Ci sarà un po’ di Merthur e un minuscolo spoiler della 5x13 di Merlin, ma proprio minuscolo :3
 
Buona lettura :D
 
Capitolo V
 
 « Mi dispiace vedere le persone sgobbare così. » commento guardando gli uomini e le donne che lavorano nella Città Bassa, « Ci penso sempre. »
Il Dottore inizialmente non mi risponde, poi annuisce e sospira.
« Queste persone non hanno altra scelta. Se smettono di lavorare anche solo per qualche giorno, non hanno i soldi necessari per arrivare a fine mese. » spiega con un tono di voce un po’ triste.
« Ed io che non faccio nulla a giornate… » dico alzando le spalle e continuando a camminare.
Tutto va per il verso giusto. Il sole splende in cielo e la vita prosegue tranquilla a Camelot, ma proprio quando faccio questi ragionamenti da ottimista, le campane iniziano a suonare per l’ennesima volta.
« Stavolta scommetto che è scappato un pollo dalle cucin- »
« Il lupo! » esclama il Dottore guardando in cielo.
Io seguo il suo sguardo e vedo la creatura sopra di noi che sta volando verso la Cittadella.
« Andiamo! »
Le persone del villaggio iniziano a correre e a rinchiudersi dentro le proprie case, mentre io e il Dottore ci avviamo velocemente verso il castello.
« Dobbiamo fermare in tempo Merlino. Non deve assolutamente mandare via un’altra volta il lupo. » dice il Dottore preoccupato.
« Magari ha trovato un modo per ucciderlo. »
« NO! » urla immediatamente, « Devo parlare con quella creatura e scoprire perché viene qui, così posso poi trovare un modo per non farla tornare più, » si volta verso di me, « senza ucciderla. »
Appena finisce di parlare, arriviamo all’ingresso della Cittadella e vediamo la creatura atterrare. Pochi secondi dopo, come da programma, Artù e i Cavalieri escono dal castello e si avventano contro il lupo con le spade sguainate.
« FERMATEVI! » urla il Dottore, ma i Cavalieri sembrano non ascoltarlo e continuano a correre verso la creatura.
Lui allora blocca loro la strada e allarga le braccia.
« FERMATEVI! »
I Cavalieri a questo punto non possono fare altro che ascoltarlo e quindi si fermano di fronte a lui.
« Oddio, ancora tu! » dice Artù spazientito, « Togliti di torno! »
« Le vostre spade non servono a nulla! » prova ancora il Dottore, « Non vuole farvi del male, ma se continuate così lo farete solo agitare! »
Il Re sembra pensarci un attimo, ma scuote la testa e lo supera insieme agli altri Cavalieri. Io raggiungo subito il Dottore e vedo che è immerso nei suoi pensieri.
« Dobbiamo fermare i Cavalieri, » inizia a dire guardandosi intorno, « e dobbiamo anche trovare Merlino per fermarlo. Non deve né mandare via la creatura, né ucciderla. »
Io annuisco e inizio a riflettere per cercare una soluzione.
« Non serve a nulla urlare contro i Cavalieri, non ci ascoltano. » spiego guardandoli mentre cercano di colpire il lupo, invano.
La bestia continua a spostarsi e a ringhiare, e ad un certo punto colpisce Galvano con gli artigli, anche se fortunatamente l’uomo si rialza in piedi subito.
« Dobbiamo continuare a provare! » dice allora il Dottore, avvicinandosi ai Cavalieri, « FERMATEVI! » urla di nuovo facendosi notare, « È colpa vostra se ha colpito un vostro compagno, fermatevi! »
I Cavalieri allora, sentendo le sue parole, si voltano verso di lui e alcuni di loro abbassano persino la spada, mentre la creatura continua a ringhiare, ma comunque non sembra intenzionata ad attaccarli.
« Avete visto? »
Allora anche Artù e il resto dei Cavalieri abbassano la spada, e si accorgono che ciò che ha detto finora il Dottore è vero: il lupo non vuole fare del male. Si beh, però continua a ringhiarci contro.
Io sorrido e vado dal Dottore felice.
« Bene! Li hai fermati! » dico esultando.
Il Dottore mi sorride e si volta verso il lupo sospirando.
« Adesso gli parlo, così scopriamo come mai si trova qui. » dice sicuro di sé.
Allegria! Stiamo per risolvere la situazione!
Purtroppo però non fa in tempo a dirgli qualcosa che la creatura inizia ad ululare.
« NO! » esclama il Dottore mentre il lupo si innalza in volo, « FERMATI! »
Ma la creatura vola via, e il Dottore inizia ad agitarsi.
« Merlino! »
« Dovevamo parlargli di questa cosa. » dico scuotendo la testa, « L’ha fatto fuggire un’altra volta! »
I Cavalieri ci guardano un po’ straniti e Artù fa un passo avanti verso di noi.
« Cosa c’entra Merlino? » chiede storcendo la bocca.
« Niente, lasciate stare. » rispondo mentre il Dottore inizia a cercare il mago per la piazzetta.
Casualmente - ma guarda! - il mago esce fuori dal solito muretto e si ferma quando si ritrova il Dottore davanti. Ovviamente Artù e i Cavalieri non si accorgono di nulla, se il Re fosse stato più sveglio avrebbe già scoperto il segreto del suo amico durante la seconda puntata di Merlin.
« Ascolta. » dice il Dottore avvicinandosi a Merlino e guardandolo bene negli occhi, « Smetti di usare la magia per mandare via il lupo. » gli ordina sottovoce, senza farsi sentire dagli altri.
L’espressione del mago si fa improvvisamente terrorizzata e la sua bocca rimane semi-aperta per qualche secondo.
« Merlino! » lo richiama Artù camminando verso di lui.
Il mio senso eye-sex si attiva e corro immediatamente da loro.
« Ma è possibile che tu sia sempre in ogni posto in cui mi trovo io?! »
Merlino però non risponde e continua a pensare alle parole del Dottore.
« Mi hai capito? Non farlo più. Devo parlare con quel lupo. » finisce di dire il Signore del Tempo al mago, voltandosi verso di me, « Dobbiamo capire cosa attira qui la creatura. »
Artù ascolta le sue parole e si avvicina a lui.
« Allora, » inizia a dire grattandosi il naso, « tu sai veramente come mandare via la creatura. »
« Credo di sì. » il Dottore annuisce, « Non ha cattive intenzioni e non sembra stia cercando qualcosa in particolare. Però, » si blocca un attimo pensando, « qualcosa lo attira qui a Camelot. »
« Quindi dobbiamo scoprire cosa. » dice Artù seguendo il discorso.
« Sì, così appena scopriamo questa cosa possiamo trovare un modo per mandarlo via. » risponde il Dottore annuendo.
« Ma allora è veramente un alieno? » chiede subito dopo Artù, con un’espressione seria.
« Sì! » rispondo io entusiasta.
Lui si sorprende della mia felicità e mi guarda male.
« È una cosa diversa dal normale. » cerco di spiegarmi con un piccolo sorriso.
« Ok, » inizia a dire Artù con uno sguardo pensante, « chiederete aiuto a Gaius. Lui può aiutarvi, credo. » ci consiglia voltandosi verso i Cavalieri, « Galvano, vai con loro per accertarti che il lupo non ti abbia fatto nulla. » si gira di nuovo verso di noi, « Devo fare alcune cose e vi raggiungo. Anche tu Merlino, vai con loro. »
Nooo! Perché si dividono?!
Merlino allora annuisce e Artù e i Cavalieri si avviano verso il castello. Galvano è ancora distante da noi e ci sta raggiungendo lentamente.
« Ma voi, » inizia a dirci il mago appena gli altri se ne vanno, « chi siete? » si volta verso il Dottore, « Come fai a sapere che… emh… »
« Che sei un mago? » termino la frase con un tono di voce un po’ troppo alto.
« Shhh! C’è Galvano! »
« Scusa! »
« Io sono un Signore del Tempo. » prende la parola il Dottore, « Viaggio nel tempo e conosco il passato, il presente ed il futuro. L’era di Camelot è un periodo importante della storia ed io la conosco tutta. »
« Sì, magari non proprio tutta… » aggiungo con aria furbetta.
L’espressione di Merlino si fa disorientata ed io mi accorgo che non ha capito un tubo del discorso.
« È un alieno! » spiego io eccitandomi nel dire la parola “alieno”, « È un alieno che può viaggiare nel tempo. » sì sì, ora sicuramente Merlino capisce.
« Ah. » il mago annuisce, « Adesso capisco molte cose. » voto alla spiegazione della Vernice: 10, « Seguitemi, vi porto da Gaius, così possiamo cercare di risolvere questa situazione. » dice sorridendo e iniziando a camminare.
Galvano ci raggiunge subito dopo, così ci avviamo tutti e tre dietro a Merlino e lo seguiamo verso le stanze del Medico di Corte.
 
« Ma… » mi volto verso il Dottore, « Secondo te Gaius potrà aiutarci? » chiedo sottovoce.
« Non si sa mai. » risponde lui alzando le spalle.
Certo, un medico che conosce bene la magia e che non ha idea dell’esistenza degli alieni. Certo.
« Tutto a posto, » dice Gaius a Galvano, « avete solo qualche graffio, niente di che. Potete andare. »
Il Cavaliere annuisce, poi si sistema la maglia sorridendo.
« Grazie mille Gaius. » Galvano fa un cenno col capo, dà un’ultima occhiata a me e al Dottore, poi si avvia verso la porta ed esce.
Nella stanza cala il silenzio. Gaius ci contempla per qualche secondo, poi raggiunge Merlino.
« Devo accertarmi che stiano bene anche loro? » gli chiede sottovoce, mentre il giovane mago sorride divertito.
« No, » risponde scuotendo la testa, « loro ci possono aiutare con quella creatura. »
Gaius ci guarda con il suo classico sopracciglio alzato, poi si volta di nuovo verso Merlino.
« Hanno a che fare con la magia? »
« Emh… » il Dottore richiama l’attenzione dei due con un colpo di tosse.
Il medico allora ci guarda e fa un passo verso di noi.
« E voi chi sareste? » chiede insospettito.
« Io sono il Dottore, piacere. » il Signore del Tempo si volta verso di me, « E lei è la Vernice. » io sorrido e guardo Merlino mentre si avvicina a noi.
« In che modo pensate di aiutarci? » chiede Gaius non tanto convinto.
È per il nome Vernice?
« Sappiamo che questa creatura non viene dalla Terra. » spiega il Dottore lasciando il medico a occhi spalancati.
« Beh, » inizia a dire Gaius boccheggiando un po’, « in effetti non l’ho trovata in nessuno dei libri di magia che possiedo. » spiega anche se è ancora titubante.
« Visto? Questo ne è la prova! » esclama il Dottore raggiante, pronto a prendere la parola per i successivi venti minuti.
« Ma, » lo interrompe però Gaius, « come fate ad essere sicuri che stiamo parlando di un… alieno? »
Merlino si lascia scappare una risata, ma si ricompone appena il medico gli dà un’occhiataccia.
« Lo ha detto lui! » dico indicando il Dottore, « C’è da fidarsi. »
Gaius alza ancora di più il suo sopracciglio - se possibile - e mi guarda più male di prima.
Io inizio a pensare battendomi la mano sulla testa, poi decido di mostrargli il mio cellulare per fargli capire che non siamo assolutamente di queste parti e che ne sappiamo di alieni e cose varie.
Sì vabbè, magari io non tanto.
« Guardate! Come potete vedere noi siamo di un altro pianeta. È per questo che siamo sicuri che sia un alieno. » dico al medico porgendogli il telefonino non badando al “non credo sia una buona idea!” del Dottore.
Sì certo, anche io sono un alieno.
Gaius guarda attentamente l’oggetto e allunga una mano toccandolo delicatamente.
« Cos’è? » chiede continuando a contemplarlo, « È magico? »
Oh santa Madonna!
Io sbuffo e clicco un tasto del mio cellulare, facendogli accendere lo schermo.
« Guardate. Non è magia. È tecnologia avanzata. » dico mostrando lo sfondo, « Ah, posso dire anche solo “tecnologia”. »
Pure Merlino sembra curioso e allunga il collo per vedere meglio, ma il medico si tiene il telefonino tutto per sé.
« Cos… Cosa ci fate tu e Artù in questo… coso? » chiede Gaius al mago rimanendo a bocca ap… aspetta.
Cosa?
Ritraggo immediatamente il mio braccio e mi rimetto nella taschina il cellulare. Cavolo, ho come sfondo Artù tra le braccia di Merlino! Sono un’idiota, me n’ero dimenticata.
Rialzo lo sguardo accennando un sorriso, e vedo Gaius guardare male Merlino, ma male male male. Addio, cosa avrà pensato del suo figlioccio che ha tra le braccia Artù? Non ridere Vernice, non ridere.
« Sentite, non capisco quale sia il problema. » prende la parola il Dottore,  « Sono venuto qui per risolvere la questione lupo. Vengo da un altro pianeta e posso aiutarvi, punto. » dice azzittendo tutti.
Io annuisco e mi volto di nuovo verso Gaius e Merlino, ma il medico continua a guardarlo male. Il mago allora assottiglia gli occhi e lo guarda disorientato, non capendo bene il motivo di quelle occhiatacce.
« Dobbiamo capire cosa attira qui quella creatura. » il Dottore inizia a camminare per la stanza, « Avete qualche idea? » chiede rovistando tra le cose di Gaius.
Nei successivi dieci secondi nessuno risponde, ma il medico finalmente distoglie lo sguardo da Merlino.
« No. » risponde subito dopo.
« Ah. » il Dottore si blocca e rimane con la bocca semi-aperta, « Ma tu Merlino, » inizia a dire avvicinandosi a lui, « hai utilizzato un incantesimo per mandarlo via. Magari sai qualcos- »
« No. » risponde prontamente il mago, alzando le spalle.
« Bene. » il Dottore continua a camminare per la stanza e a guardarsi intorno, « Voi che siete qui da tanto tempo, Gaius, » si volta verso il medico, « sapete per caso se a Camelot c’è qualcosa - qualunque cosa! - che possa attirare una creatura? »
Gaius ci pensa un attimo, ma scuote la testa. Il Dottore allora riprende a camminare per la stanza con uno sguardo pensante. Probabilmente non sa nemmeno chiedere le cose nel modo giusto visto che qua non conoscono marchingegni o… particelle spaziali.
« Ma, » si blocca di nuovo, « nemmeno un qualcosa… che sprigiona qualcosa… niente? » prova ancora confermando la mia teoria.
Gaius e Merlino scuotono la testa per l’ennesima volta.
« Bene, » il Dottore si volta verso di me, « dobbiamo cavarcela da soli. » mi dice sorridendo.
« Credo che… dovrai cavartela da solo. » dico sorridendo di rimando, anche se il mio è un sorriso totalmente finto che si spegne subito dopo.
« Va bene, va bene. » il Dottore rinizia a camminare a passi lunghi per la stanza, « Comunque puoi aiutarmi. Tutti possono aiutarmi. » dice tornando a rovistare tra le cose di Gaius, « Ci dev’essere qualcosa qua a Camelot che attira quella creatura! »
« La magia di Merlino! » propongo io sorridendo. Boh, chi lo sa.
« La usa in continuazione, non lo è di sicuro. Sennò il lupo sarebbe venuto qui molte più volte. » risponde prontamente il Dottore.
Gaius spalanca la bocca sorpreso dal fatto che conosciamo il segreto di Merlino, poi si volta verso il mago. Il giovane in risposta scuote la testa e fa un cenno con la mano come per dire “lasciate stare”.
« Pensiamo. » continua a dire il Dottore camminando, « Cosa può attirare una creatura di un altro pianeta? Qualcosa che emana… » si volta verso Gaius, « qualcosa! » ripete di nuovo.
Questa versione del Dottore che cerca di spiegarsi tra gli abitanti di Camelot è davvero divertente.
« Artù! » propongo ancora.
Il Dottore si blocca e mi guarda a bocca semi-aperta.
« Artù? » chiede perplesso, « Artù emana qualcosa? »
« Emana bellezza. Non è vero Merlino? » rispondo tirando una piccola gomitata al mago.
Lui però aggrotta la fronte e mi guarda male. Il Dottore allora scuote la testa e continua a camminare.
« Magari c’è un oggetto magico dentro al castello che- »
« No. » risponde prontamente Gaius, « Niente che possa essere ricollegato alle apparizioni del lupo. »
« E va bene. »
Cosa può attirare una creatura di un altro pianeta a Camelot? Non ne ho davvero la più pallida idea.
 
Continua…
 
Tutto sta per risolversi! “ma è durato poco :c” mi dispiace (?)
Spero vi sia piaciuto il capitolo, se vi va lasciate una recensione, grazie! ^^
Alla prossima settimana :D

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


BUONA SERAAAA
Mi ero dimenticata di aggiornare oggi (?)
Eeee in questo capitolo ci sarà tanto Merthur :3
 
Buona lettura :D
 
Capitolo VI
 
Magari ciò che attira la creatura è qualcosa che si trova solo qui!
« I cavalli! » propongo raggiante.
Tutti si voltano verso di me e mi guardano male. Ah no, i cavalli ci sono ovunque. Ma magari per la razz… ok no.
« I Cavalieri! » riprovo ricevendo la solita occhiataccia dagli altri, « …di Camelot. I Cavalieri di Camelot, si trovano solo… a Camelot! »
« No, qualcosa che emana… qualcosa. » spiega ancora una volta il Dottore.
Mentre lui continua a camminare, io inizio a guardarmi intorno per cercare qualsiasi tipo di indizio. Libri, polvere, scaffali, polvere, ingredienti strani, polvere, pozioni puzzolenti di Gaius…
« Le pozioni! » urlo improvvisamente.
« Non cred- »
« Il tavolino! » urlo ancora, « La porta! »
Il Dottore alza gli occhi al cielo e sbuffa.
« Il pavimento! Le mura! » continuo ad urlare, « Le guardie! Le campane! »
A forza di urlare ho finito l’aria nei polmoni, quindi mi metto a sedere su uno sgabello e inspiro profondamente per riprendermi.
« Le campane. » sento dire al Dottore, « Le campane! »
Io alzo lo sguardo e vedo il Signore del Tempo fermo in mezzo alla stanza con un sorriso a 32 denti in viso.
« Ora torna tutto! Il loro suono è l’unica cosa che potrebbe attirare qui il lupo! » spiega avvicinandosi a noi.
Cos… le campane. Ma che cazz…
« Ma… tutti i castelli hanno le campane. » dice però Gaius storcendo la bocca.
« Non credo proprio che tutte queste campane producano lo stesso identico suono. » il Dottore si volta verso di me, « Sei un genio! »
« Grazie, lo so! »
« Ma queste campane hanno sempre suonato! Perché questa creatura le ha sentite suonare solo ora? » chiede allora Merlino non tanto convinto.
« Quella creatura è giovane. » risponde subito il Dottore, « Non l’hai visto? »
Gaius e Merlino si guardano con due sguardi completamente disorientati.
« Certo, è ovvio. » mi alzo in piedi e mi avvicino ai due, « Sorridete e annuite. » dico loro sottovoce.
« Di sicuro sul pianeta del lupo viene utilizzato un suono simile a quello prodotto dalle campane di Camelot! » continua ad esultare il Dottore, « E lui si è confuso scambiandoli! Per questo è venuto qui. E siccome è giovane è andato via dal suo pianeta come se fosse una cosa normale. Non sa ancora distinguere le cose. »
« Credo che tu ti sia appena inventato una storia di sana pianta… » commento aggrottando la fronte, « ma è l’unico di quel pianeta che ha scambiato i due suoni?! »
« A quanto pare! » dice subito dopo il Signore del Tempo, mentre io, Gaius e Merlino sfoggiamo tre espressioni stranite e lo guardiamo male.
« La prima volta che è venuto qui… » si volta verso loro due, « Rispetto a quel giorno… quanto tempo era passato dall’ultima volta in cui avevano suonato le campane? »
« Beh, » inizia a dire Gaius pensando, « se non ricordo male erano passati più di sette giorni. »
« Mentre per la terza volta non è passata nemmeno un’ora! » continua il Dottore sorridendo, « Perché? Perché il lupo era vicino a Camelot! Non ricordi? » si volta verso di me, « Stamani Artù ha detto che appunto, il lupo era vicino a Camelot, poi le campane hanno iniziato a suonare per l’incendio nelle cucine e lui è tornato poco dopo! » spiega raggiante, « La prima volta ci ha messo più di sette giorni perché ha dovuto fare il viaggio dal suo pianeta fino alla Terra! »
« Ma come ha fatto a sentire il suono delle campane di Camelot su un altro pianeta? » chiede allora Gaius che sta ancora brancolando nel buio… come me.
« Hai visto le sue orecchie? Possono sentire fino a decine di anni luce. »
« Ma se ci ha messo solo qualche giorno a fare il viaggio dal suo pianeta fino alla Terra, » interviene allora Merlino, « è stato velocissimo! Eppure l’ho visto raggiungere Camelot volando molto lentamente. Questa cosa non torna! »
« Sì che torna! » lo interrompe il Dottore, « È diverso volare tra le particelle di ossigeno, azoto, idrogeno e le molecole di anidride carbonica - per non parlare della gravità! - rispetto a volare tra il nulla. Quella creatura ha la capacità di volare molto più velocemente nello spazio! »
« Ma è impossibile! » intervengo allora io, « È impossibile variare la velocità nel nulla se non hai un’astronave! » spiego agitando le mani in aria, « Credo. »
« No no. » sorride come se quello che ho appena detto fosse una cavolata, « Quel lupo non ha assolutamente bisogno di un motore a propulsione - come quelli che conosci te -,» Eh? Li conosco? « Anzi, » dice alzando in alto l’indice, « la sua accelerazione è assai maggiore di quella di un’astronave. »
Io, Gaius e Merlino lo fissiamo per qualche secondo in silenzio, sconvolti, sorpresi e spiazzati. Wow.
« …cos’è un’astronave? »
« Bene, » dice allora il Dottore saltellando, « visto che non avete altre domande, vado a risolvere il problema lupo! » annuncia quindi, avviandosi verso la porta ed uscendo a corsa.
Nella stanza cala di nuovo il silenzio, ma subito dopo il Dottore rispunta dalla porta.
« Andiamo Vernice! »
« Eh? »
Io allora mi risveglio e lo raggiungo velocemente, lasciando Gaius e Merlino immobili nella stanza.
Il Dottore non perde tempo e si mette subito a correre, quindi anche io lo seguo facendo lo stesso.
« Ma, » inizio a chiedere poco convinta, « come fai a sapere che sul pianeta dove abita il lupo c’è un… affare che produce lo stesso suono delle campane di Camelot? »
« Hai altre spiegazioni per caso? »
« Ma perché ciò che dici tu è così ovvio e allo stesso tempo così stupido? »
Il Dottore sorride e scuote la testa divertito.
« Adesso vedremo subito se ciò che ho detto è veramente stupido. » dice facendomi l’occhiolino.
« Per dire… » inizio a dire con tono pensante, « non potrebbero essere anche i fumi di Camelot ad attirare qui la creatura? » chiedo a mo’ di idiota ricevendo un’occhiataccia dal Dottore, « L’incendio nelle cucine sarebbe pure una prova! »
« Naaah, » risponde prontamente lui, « i suoi occhi non hanno la capacità di vedere da così lontano. E oltretutto nemmeno l’odore del fumo potrebbe c’entrare qualcosa. » continua ancora pensante, « Il suo olfatto riuscirà a percepire gli odori al massimo fino a 2000 metri! »
Io spalanco gli occhi e lo guardo sorpresa. Come fa a sapere tutte queste cose? Evito di chiederglielo ancora una volta e decido di fidarmi di lui. E come dico sempre: “l’ha detto lui, c’è da fidarsi!”.
« Ma dove stiamo andando? » sì, vabbè, non fidiamoci troppo.
« Dobbiamo trovare Artù per chiedergli di dire alle guardie di suonare le campane. Tra non molto così il lupo tornerà ed io potrò parlarci per risolvere l’incomprensione. » risponde il Dottore tranquillamente.
« Bene, ma sai dov’è Artù? » chiedo ripensando alla facilità con cui ci siamo persi questa mattina per il castello.
« Emh, » il Dottore si volta verso di me, « no. » ecco, lo sapevo.
E adesso come facciamo a trovarlo?
« Eccolo! »
Io alzo la testa e vedo Artù ad una decina di metri davanti a noi che cammina su per le scale, ah. Wow, che culo.
« Artù! » urla il Dottore correndo da lui, « Dovete far suonare le campane! »
« Eh? » il Re si gira e alza un sopracciglio.
« Abbiamo scoperto cosa attira qui il lupo: le campane. » spiego sorridendo.
« Quindi le dovete far suonare così il lupo tornerà. » continua il Dottore.
« E il Dottore potrà parlarci per mandarlo via definitivamente! » finisco raggiante.
« Cosa? » Artù storce la bocca, « Volete far tornare il lupo? » noi annuiamo, « E tu, » guarda bene negli occhi il Dottore, « vuoi parlarci? Voi siete pazzi. » il Re scuote la testa e torna a salire le scale.
« Fidatevi di noi. » cerco di dirgli, ma lui non si gira. Santa puzzola!
« Artù! » sento urlare qualcuno dietro di noi.
Mi volto e vedo Merlino che ci sta raggiungendo. Il Re allora, sentendo la voce del mago, si rigira verso di noi.
« Date loro ascolto. » dice Merlino guardando intensamente negli occhi di Artù.
Anche il Re fa la stessa identica cosa e fissa per tre secondi il mago, poi dà un’occhiata alle sue labbra - ovvio! - e annuisce.
« Va bene. Ma siete sicuri che siano le campane ad attirare il lupo e che… riuscirete a mandarlo via per sempre? » chiede serio.
« Certo! » risponde allora il Dottore sorridendo.
Artù annuisce di nuovo e guarda Merlino. Apre la bocca per dirgli qualcosa, ma poi vede una guardia a pochi metri da noi e si avvicina a lei.
« Dai l’ordine di far suonare le campane. » le dice superandoci.
La guardia però rimane ferma e boccheggia un po’ non tanto sicura di ciò che deve fare.
« ORA! » aggiunge Artù rabbioso.
La guardia a questo punto annuisce e se va via. Il Re, quindi, si volta di nuovo verso di noi.
« Come farete a parlare con quella creatura? »
« Beh, » inizia a dire il Dottore, « apriamo la bocca e… emettiamo suoni formulando frasi di senso compiuto! » risponde sorridendo.
Artù sbuffa e alza gli occhi al cielo.
« Grazie al cavolo, » dice, « stiamo parlando di un alieno, chissà che lingua parla! Oltretutto è un animale, siete sicuri che usi pure un… linguaggio per parlare? »
« Naah, » inizia a dire il Signore del Tempo, « il suo apparato fono-articolatorio è sicuramente adatto a parlare. »
« L’apparato fono-cosatorio che? »
« Tanto il TARDIS ci traduce nella mente ciò che dice la creatura! » aggiungo emozionata.
Però non facciamo in tempo a dire qualcos’altro che le campane iniziano a suonare.
« Andiamo fuori ad aspettare il lupo. Allons-y! » mi incita il Dottore sorridendo.
Io annuisco e lui si avvia subito verso l’uscita pensando che io lo stia seguendo. Io però non mi muovo e rimango ferma come se fossi calamitata dalla presenza di Artù e Merlino.
« Non vai con lui? » mi chiede Artù storcendo la bocca.
Il Re mi guarda per qualche secondo, poi dà un’occhiata a Merlino alzando le spalle come per dire “ma questa qui si è pietrificata?”.
« Ma guardatevi, » dico però all’improvviso, e Artù si volta subito verso di me, « ma guardatevi voi due. » ripeto ancora.
Il Re assottiglia gli occhi, mi squadra da capo a piedi e si volta verso Merlino che alza subito le spalle.
« Scusa? » mi chiede Artù guardandomi bene negli occhi.
« Non vi accorgete del modo in cui vi guardate? » chiedo accennando un sorriso.
Il Re alza un sopracciglio e cerca ancora gli occhi di Merlino, poi torna a guardarmi disorientato.
« Stai delirando, per caso? » mi chiede facendomi scoppiare a ridere.
« Fate caso al modo in cui vi guardate. » inizio a dire dolcemente.
Artù si gira verso Merlino e storce la bocca.
« Vi guardate negli occhi, » dico mentre i due iniziano a guardarsi intensamente, « poi abbassate lentamente lo sguardo e vi guardate le labbra. »
I loro occhi scendono e cadono sulle labbra dell’altro. Sono completamente ipnotizzati dalle mie parole.
« Sembra che vi vogliate baciare. »
Artù socchiude lentamente la bocca e continua a guardare le labbra di Merlino, mentre il mago abbassa ancora lo sguardo e i suoi occhi cadono sulla piccola parte di pelle scoperta che si intravede dalla maglia del Re. Se lo sta veramente spogliando con gli occhi.
« MA SEI FORSE IMPAZZITA?! » urla all’improvviso Artù risvegliandosi dalle sue fantasie, « Ti… dovrei mandare alla gogna per aver detto queste sciocchezze! » dice con il respiro evidentemente accelerato.
« Sciocchezze? Ma se le vostre pupille si sono palesemente dilatate dopo che avete iniziato a mangiarvi con gli occhi Merlino! » spiego guardando bene Artù, « Le pupille di una persona si dilatano quando sta guardando qualcosa che le piace, quindi… »
« Ora basta! Ne ho abbastanza dei tuoi discorsi idioti! » mi urla il Re con il respiro ancora corto, « Vai subito dal tuo amico e spera di riuscire a mandare via per sempre quel lupo, o ti mando alla gogna veramente! » finisce di dire puntandomi l’indice contro.
Si volta immediatamente verso Merlino per dirgli qualcosa, ma questa volta i suoi occhi indugiano troppo sulle sue labbra e il Re si blocca di nuovo.
« Sciocchezze? » scuoto la testa sorridendo, « Ma guardatevi! » finisco di dire dando un’ultima occhiata ad Artù e Merlino.
Loro si guardano un po’ imbarazzati, poi io scuoto la testa e mi avvio verso l’uscita per raggiungere il Dottore. Certo che Artù nega anche le cose più evidenti!
Scendo gli scalini velocemente e quando raggiungo il Dottore, vedo il lupo che vola verso di noi. Le persone nella piazzetta iniziano ad urlare e a scappare, ed io rimango sola col Signore del Tempo mentre le campane risuonano ancora una volta a Camelot.
« Visto, Vernice? » mi dice sorridendo, « Sono le campane ad attirarlo qui. »
Io sorrido di rimando e guardo il lupo mentre atterra. La creatura inizia a ringhiarci contro, ma noi non facciamo trasparire paura e ci avviciniamo con cautela.
« Tranquillo, » inizia a dire il Dottore, « non ti vogliamo fare del male. »
Il lupo ringhia un’ultima volta, poi si accuccia e ci guarda in silenzio. Io mi faccio coraggio e allungo la mano per accarezzarlo, ma lui tira indietro le orecchie e si sposta.
« Stai calmo, ti vogliamo solo aiutare. » continua a dire il Dottore, mentre il lupo si avvicina lentamente a lui. « Ecco, bravo. »
Il Signore del Tempo allunga la mano ed inizia ad accarezzarlo, e la creatura si rilassa sotto il suo tocco.
« Vaffantasca, » dico incrociando le braccia al petto, « non vuole che io lo accarezzi. »
« E ci credo, » il Dottore mi dà un’occhiata, « sei antipatica. »
Io lo guardo male e boccheggio un po’.
« Cosa? »
« Ascolta piccolo, » inizia a dire il Dottore al lupo, senza smettere di accarezzarlo, « sei qui perché hai seguito un suono, giusto? » gli chiede dolcemente.
Il lupo mugola e annuisce quasi impercettibilmente.
« Non avevi detto che poteva parlare? » chiedo cercando di non spaventare la creatura.
« Certo che può parlare, anche se è piccolo può farlo di già. Credo si vergogni un po’ ora, come ogni essere della sua età. » il Dottore sorride, « Vero bello? » dice continuando ad accarezzare dolcemente la creatura, « Ti sei perso? »
Il lupo annuisce di nuovo.
« E l’unica cosa che ti fa sembrare questa casa tua è il suono delle campane. » spiega il Dottore.
Il lupo rimane fermo a farsi coccolare da lui e inizia a fare le fusa. Anche i lupi fanno le fusa? Ah.
« Devi tornare sul tuo pianeta. » continua il Dottore, « Ti sei confuso. Queste campane non appartengono al tuo luogo di origine. »
Il lupo quindi alza il muso e inizia a guardarlo negli occhi.
« Sei sicuro ti capisca? » chiedo allungando di nuovo la mano per accarezzare la creatura.
Questa volta fortunatamente rimane ferma ed io inizio a toccarla delicatamente.
Sì ma comunque il pelo mi sembra normal…ok.
« Certo. » mi risponde il Dottore, poi torna a guardare il lupo, « Devi concentrarti. Se ti concentri ti accorgi che il suono di queste campane non è del tuo pianeta. » dice quasi sottovoce.
Il lupo allora mugola e inizia a guardarsi intorno.
« Se ti concentri puoi sicuramente sentire il suono giusto. »
La creatura allora inizia a muoversi e si alza subito dopo.
Io e il Dottore ci allontaniamo un po’ e la guardiamo mentre spiega le ali.
« Credo si sia accorto dell’errore. » dice il Signore del Tempo.
Il lupo alza lo sguardo in alto ed inizia ad ululare.
« Ok, ha sicuramente sentito il suono dal suo pianeta ed ora lo sta ascoltando. »
Il Dottore guarda la creatura sorridente e si mette le mani in tasca soddisfatto.
« Sei fantastico. » gli dico felice.
« Lo so. » mi risponde sempre sorridente.
« Ma questa teoria del “sul pianeta del lupo viene utilizzato un suono simile a quello prodotto dalle campane di Camelot” mi convince poco. »
Il Dottore però non mi risponde e insieme guardiamo il lupo mentre ci dà un’ultima occhiata riconoscente e spicca il volo su nel cielo, verso il suo vero pianeta.
« Ok, ho imparato a fidarmi di te. Siamo sicuri che non confonderà mai più i due suoni? » chiedo rovinando l’atmosfera che si era creata.
Il Dottore si volta verso di me e storce la bocca.
« Sì ok, non li confonderà più. » dico alzando le spalle, « Siccome abbiamo risolto questa incomprensione, possiamo andare via e Camelot non vedrà mai più alieni perché non ci sarai più tu. » spiego ridacchiando.
« Allora possiamo andare? » mi chiede il Dottore prendendomi a braccetto, mentre il lupo sparisce definitivamente dalla nostra vista.
« Emmh, » inizio a dire bloccando i piedi a terra, « possiamo stare qui un altro giorno? Dai! » guardo il Dottore supplicando con gli occhi, « Domani mattina torniamo subito al TARDIS! »
Il Signore del Tempo allora alza gli occhi al cielo e annuisce, tartassato dalle mie continue suppliche.
 
Continua…
 
Problema risolto ^^ dal prossimo capitolo aspettatevi taaanto Merthur :3
Se vi va lasciate una recensione, grazie :3
Alla prossima settimana :D

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


UEILAAAA’ buon pomeriggio :D
Aspettatevi davvero tanto Merthur da questo capitolo :3 …che è il penultimo mmmh
 
Buona lettura :D
 
Capitolo VII
 
Ormai è pomeriggio inoltrato ed io e il Dottore non abbiamo ancora mangiato. Rientriamo quindi nel castello e fortunatamente incrociamo subito Merlino.
Lui ci accompagna gentilmente nelle cucine e ci offre due bei cosciotti di pollo. Non è di molte parole, anzi, è sempre silenzioso e sembra immerso nei suoi pensieri.
« Dov’è Artù? » gli chiedo all’improvviso, dando un ultimo morso al pollo.
Merlino alza gli occhi su di me e mi guarda per qualche secondo in silenzio.
« È nelle sue stanze? » chiedo ancora, ma lui si limita ad annuire senza far trasparire nessuna emozione.
Oops, credo di aver combinato un bel casino prima con le parole che ho detto loro.
Alla fine io e il Dottore usciamo sazi dalla cucina e lasciamo Merlino a fare i suoi lavori.
 
« Sai perché Merlino si comportava in modo strano prima? » mi chiede il Dottore, mentre camminiamo tranquilli per la Città Bassa.
« Emh, » mi guardo intorno preoccupata, « non lo so, veramente. » rispondo cercando di essere convincente.
Davvero due mie stupide frasi hanno… sconvolto così tanto una persona?
Continuiamo a camminare, quando però una guardia spunta dal nulla e ci blocca la strada.
« Scusate. » inizia a dire, « Siete il Dottore e… » si volta verso di me, « la sua assistente? »
« La sua assistente?! Ho un nome! »
« Sì, siamo noi. » risponde il Dottore tranquillo.
« Il Re vuole parlarvi. » finisce di dire la guardia con un cenno della testa.
Artù ci vuole parlare. Oddio. L’ho combinata davvero grossa allora!
 
« Entrate. » ci dice appena bussiamo alla porta delle sue stanze e la apriamo per farci vedere.
La guardia che ci ha accompagnati fin qui si congeda con un piccolo inchino e lascia me e il Dottore soli con Artù.
Io entro lentamente deglutendo un paio di volte e vedo Artù che ci sta raggiungendo sorridente. Ah. Che con i miei discorsi si sia accorto che Merlino è il suo vero amore ed ora è felice come un ragazzina innamorata?
« Volevo parlarvi del lupo. » dice tranquillo evitando però il mio sguardo.
Ok, per ora la situazione è sotto controllo.
« Ho visto che lo avete mandato via, ma definitivamente? »
« Definitivamente! » risponde immediatamente il Dottore, « Ciò che lo attirava qui erano le campane, ma ci ho parlato e gli ho fatto capire che il loro suono non è quello che deve seguire. Così è riuscito a sentire il vero suono da cui è attratto ed è tornato sul suo pianeta. » spiega velocemente.
« Umh, capisco. Allora vi devo ringraziare. » dice Artù, « Stasera organizzeremo dei festeggiamenti per celebrare questa… vittoria! Siete invitati ovviamente. »
Il Re ci guarda sorridente, ma il Dottore non sembra tanto convinto e storce la bocca.
« Mi dispiace, ma non possiamo venire. » dice con un tono di voce triste. Cosa?
« Ah, ho capito. Dovete andare via? »
« Sì. » risponde il Dottore scuotendo la testa.
« Cosa? » interrompo la discussione, « Invece possiamo. »
Il Dottore si volta verso di me e spalanca gli occhi, come se volesse dirmi con lo sguardo “no, ti prego”.
« Certo che possiamo! » continuo sorridente, « Stasera verremo di sicuro! »
Artù mi guarda serio e annuisce, poi si volta dandoci le spalle.
« Va bene, a stasera. » dice con un tono di voce neutrale facendoci capire che possiamo andare via.
No anzi, che dobbiamo andare via. Cos’è questo cambiamento di umore? Non dovevo parlare?
Non mi preoccupo nemmeno di indagare, ormai ho capito che Artù e Merlino si comportano in questo modo sicuramente a causa mia. Eppure questa mattina stavo dicendo solo la verità… Santa puzzola, è sempre colpa mia!
 
« Perché hai accettato l’invito? » mi chiede il Dottore appena usciamo dalle stanze del Re.
« Non ti piace partecipare alle feste? »
« No. » risponde immediatamente un po’ scocciato, « Ma vabbè, » alza le spalle e sorride, « ormai è troppo tardi e ci andremo. »
Ok, mi è andata assai bene! Prevedo eye-sex stasera, a meno che Artù e Merlino non stiano in due parti opposte della stanza, il che è probabile dato ciò che sta succedendo.
 
« Dov’è questa… festa? » mi chiede il Dottore prendendomi a braccetto.
Ormai è l’ora di cena ed io e il Signore del Tempo stiamo passeggiando per il castello in cerca di questa festa. Ovviamente non troviamo nessuna guardia per la strada. E poi si lamentano se entrano gli assassini a Camelot!
« Nella stanza delle feste! » rispondo sorridente, « Dove festeggiano anche l’anniversario dell’incoronazione di Artù! »
« Ah, » il Dottore mi guarda divertito, « non lo avrei mai detto! »
« Umh, magari dovevamo chiedere ad Artù dove fanno le feste. » dico pensierosa, « Sono sicura che ci perderemo un’altra volta. »
Io non capisco proprio come facciano le persone a non perdersi qui dentro. Gwen non si è mai persa, Merlino non si è mai perso, pure gli assassini degli altri regni non si sono mai persi! Ma io e il genialissimo Dottore ci perdiamo, ovvio.
« Giriamo a destra! » propongo tirandomi dietro il Signore del Tempo, « Sento che stiamo per arrivare, sì sì. »
Appena girato l’angolo però, ci ritroviamo in un posto ancor più buio di prima e il mio sorriso si spegne subito.
« Ok, forse se avessimo girato a sinistra saremmo andati a finire nei sotterranei un’altra volta. » dico per smorzare la tensione.
Ed è proprio nel momento in cui le speranze iniziano ad abbandonarci, che riesco a scorgere due figure in lontananza. Sorrido di riflesso e allungo il passo.
« Ecco la nostra salvezza! » dice il Dottore felice.
Ci avviamo tranquilli verso queste due persone, quando però mi accorgo di conoscerne le sagome.
Corpo muscoloso, capelli lisci, naso… non tanto alla francese. Orecchie a sventola, fazzoletto al collo, capelli corti.
Sono sicuramente Artù e Merlino.
« Cosa ci fanno qui? » chiedo sottovoce.
Sono ancora lontani da noi e non possono sicuramente sentirci. E non credo nemmeno che ci abbiano sentiti arrivare visto che non si sono voltati verso di noi.
Io mi fermo immediatamente un po’ preoccupata. Oltre a noi quattro non c’è nessuno in questi corridoi, sembra una parte del castello quasi abbandonata. Perché Artù e Merlino sono qui?
« Dai, andiamo da loro! » mi incita il Dottore, ma io lo blocco per un braccio prima che riesca a fare un passo.
Artù nel frattempo si porta le braccia sui fianchi. Sembra molto agitato. Merlino lo guarda immobile e in silenzio.
« Merlino. » dice il Re con un tono di voce quasi rabbioso.
Artù inizia a camminare avanti e indietro e si passa un paio di volte la mano sulla fronte.
« Merlino ha sicuramente combinato qualcosa e Artù è arrabbiato. » spiega il Dottore sottovoce.
« No. » dico però io, senza smettere di guardare la scena davanti a noi.
« Merlino. » ripete ancora una volta Artù.
Il Re allora lascia andare le sue braccia lungo il corpo e sospira. Merlino invece abbassa lo sguardo e non accenna a dire una parola. Sembrerebbe proprio ciò che ha detto il Dottore.
« Te l’ho detto. » mi dice il Signore del Tempo, ma non fa in tempo a finire la frase che Artù fa uno slancio e imprigiona Merlino contro il muro.
Io spalanco gli occhi e lascio cadere la mia mascella sul pavimento.
Il giovane Sovrano circonda il viso del mago con le mani e appoggia le labbra sulle sue per un tempo che per me pare infinito, mentre io mi sciolgo in un sorriso dolce. Poco dopo i due si staccano, ma rimangono sempre con le labbra vicinissime. Si guardano negli occhi per qualche secondo, poi Artù torna a baciare il suo valletto, stavolta con più energia. Merlino non indugia e risponde al bacio, circondando il Re con le braccia e stringendolo forte a sé.
« Lo sapevo! » esulto con un tono di voce ancora basso, « Lo sapevo! »
Il Dottore sorride e scuote la testa divertito, mentre Artù e Merlino continuano a baciarsi come se si volessero quasi divorare.
Ed io che ero in cerca di eye-sex, semplici - ma potenti! - eye-sex, non mi aspettavo davvero un bacio. Oltretutto nella serie tv non si sono mai baciati, e non credo l’abbiano mai fatto anche fuori dalle riprese perché ci sono stati molti momenti intimi tra di loro e non è mai successo. Date le circostanze credo proprio che sia stata solo colpa mia, anzi, è stato tutto merito mio! Le parole che ho detto loro stamani li hanno fatti sicuramente riflettere e giungere ad una conclusione: sono veramente innamorati.
Io invece sono così tanto emozionata che non riesco nemmeno a fangirlare. So di avere gli occhi lucidi e un sorriso da ebete stampato in faccia, ma non riesco a muovere un muscolo.
Intanto Artù e Merlino continuano a baciarsi, con più passione di quanta ne ho vista tra Brian e Justin a Queer As Folk tra tutte le puntate. Devo assolutamente stampare nella mia mente queste immagini.
Stampare? Aspetta un attimo…
Faccio uno sforzo enorme per risvegliarmi e prendo subito il mio cellulare dalla tasca.
« Visto che un bacio tra di loro non lo vedrò più, sarà meglio fare un video. » mi dico iniziando a riprendere la scena.
« Giusto. » dice il Dottore sorridendo, « Aspetta un attimo. » si volta verso di me con gli occhi spalancati, « Un bacio tra di loro non lo vedrai mai più? Vuoi dire che non è mai accaduto nella serie tv?! »
« Shh, abbassa il volume della voce sennò ci sentono. »
« Loro non si sarebbero dovuti baciare?! »
Io alzo le spalle e dopo qualche secondo fermo il video.
« No. Non è mai accaduto. »
« È… » il Dottore boccheggia un po’, « È colpa tua! »
« Colpa mia?! »
« Sennò di chi? Sei tu che parli sempre di “eye-cosi di qui, eye-cosi di là”! Hai fatto sicuramente qualcosa che… » indica Artù e Merlino con una mano, « che li ha portati a fare questo! »
« Possibile. » dico mentre i due davanti a noi continuano a baciarsi come se l’aria fosse l’ultimo dei loro problemi, « Forse ho detto qualcosa, » il Dottore mi guarda quasi sconvolto, « qualcosa che li ha portati a baciarsi. Ma non è tutta colpa mia! Non sono le parole di uno sconosciuto a far nascere un amore! » dico in mia difesa.
« Certo, ma a volte certi amori rimangono nascosti e tu ne hai fatto sbocciare uno tra due uomini in un tempo in cui i gay felicemente innamorati non li trovi manco a pagare oro! » mi rimprovera il Dottore, « Hai combinato un bel guaio! Nel tuo universo ci saranno delle conseguenze, sicuramente.  » dice agitandosi.
« Non credo, dai. » cerco di smorzare la tensione, « Artù ama anche Ginevra e non la tradirebbe mai. Sono sicura che dopo questo bacio non cambierà nulla. Artù e Merlino si sono sempre scambiati degli eye-sex, se continuano a farlo non c’è nulla di male. »
« Artù non tradirebbe mai Ginevra… » inizia a dire il Dottore, « ma se la sta tradendo ora, sotto i nostri occhi! Che ne sai che lui e Merlino non si baceranno mai più? » si sfoga diventando quasi rosso, « Ok, speriamo sia come dici tu e che non ci siano conseguenze nel tuo universo. » finisce di dire calmandosi.
Io annuisco contenta e continuo a guardare Artù e Merlino che finalmente - non tanto finalmente! - si staccano per riprendere aria. Il Re inizia ad accarezzare dolcemente il viso del mago e appoggia la fronte sulla sua. Si guardano sorridendo per qualche secondo, poi tornano a baciarsi, ma più lentamente e con più tenerezza.
« Awwwwww! » mi lascio scappare, anche se fortunatamente i due non mi sentono.
Subito dopo però, Artù si stacca definitivamente dalle labbra di Merlino e lo prende per un braccio. Sorride un’ultima volta al suo valletto che arrossisce immediatamente e se lo trascina dietro per un corridoio.
Io invece finisco di sorridere come un’ebete e mi giro verso il Dottore.
« Hai detto che non ti piacciono le feste, vero? » gli chiedo prendendolo a braccetto.
« No. »
« Bene. Allora propongo di lasciar perdere questa festa e di tornare al TARDIS. Quello che volevo vedere l’ho visto. Anzi, ho visto molto più di ciò che mi aspettavo e mi basta e avanza. » dico felice.
Il Dottore allora mi sorride raggiante e stringe il mio braccio al suo.
« Ottima idea! » esclama iniziando a camminare e trascinandomi dietro con lui.
Quindi visitiamo non volontariamente buona parte del castello e ci ritroviamo persino davanti alla stanza dove stanno festeggiando. Dalla porta semi-aperta do un’occhiata dentro e vedo Artù e Merlino che non si staccano mai gli occhi di dosso - per non parlare dei loro sorrisi da ebeti! Sì, in effetti queste occhiate così non se le sono mai date e sono sicuramente una conseguenza del bacio. Ok, forse ho combinato davvero un bel guaio!
Evito di dare voce ai miei pensieri e continuo a camminare con il Dottore verso l’uscita del castello. Quando la troviamo decido di tenermi  dei ricordi di questo viaggio scattando qualche foto. Anche se evito intelligentemente di chiedere agli abitanti di Camelot di scattarcele - ovviamente -, riesco a farmene come ricordo alcune in cui io sono insieme al Dottore.
Torniamo quindi al TARDIS, che naturalmente è sempre lì, intatto e pulito come al solito. Il Dottore lo accarezza subito affettuosamente, poi lo apre sorridendo ed io mi ci fiondo dentro saltellando.
Vado immediatamente a cambiarmi i vestiti e mi metto un paio di jeans con una maglietta a maniche corte. Nessuno può capire quanto fosse scomodo il vestito che indossavo prima!
« Il viaggio a Camelot è finito. » il Dottore si avvicina agli aggeggi del TARDIS al centro, « Vedo che sei rimasta soddisfatta quindi… adesso è il momento di riportarti a casa. » dice facendo trasparire una piccola nota di tristezza nel tono della voce.
Io lo guardo e annuisco silenziosamente. Il viaggio è veramente finito, niente è per sempre - a parte l’amore tra Artù e Merlino - e devo tornare a casa. Che cruda realtà. Avrei tanto voluto viaggiare con il Dottore, visitare tanti luoghi e andare a spasso per il tempo in questo universo con lui, per sempre. Adesso capisco cosa provano tutte le compagne che ha avuto dopo un’esperienza del genere. Peccato non poter visitare l’antica Roma, New York tra migliaia di anni, oppure la Londra del mio presente.
Alzo lo sguardo e vedo il Dottore sorridere. La sua allegria mi cancella subito buona parte della tristezza e mi mette di buon umore. Subito dopo, però, sento il TARDIS muoversi e penso che tutto questo viaggio sta per finire.
 
Continua…
 
Olè! Si torna a casa :c Ma non è ancora finita!
Alla prossima settimana :3
Se vi va lasciate una recensione, grazie :D *passa una palla di fieno rotolante*

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


BUONSALVEEEE!
Ecco a voi l’ultimissimo capitolo! ^^
All’inizio farò un piccolo riferimento alla Formula 1 - calcolate che ho scritto questa fan fiction l’anno scorso :’D
 
Buona lettura! :D
 
Capitolo VIII
 
« Siamo arrivati! » annuncia il Dottore, « Allons-y! »
« Allons-y? » chiedo guardandolo a bocca storta, « Lo dici anche quando mi riporti a casa? »
Il Dottore spalanca la bocca, sorpreso dalla mia antipatia che, a quanto pare, non ha proprio limiti.
« Sì, è una cosa simpatica! » mi risponde tornando di nuovo a sorridere, « Allons-y! » ripete allegro.
Io scoppio a ridere, divertita dagli improvvisi e simpatici cambi di umore del Dottore.
« Per caso, tra i tuoi soprannomi strani, » inizia a dire avvicinandosi a me, « c’è anche “Alonso”? »
« Eh? »
« Tra i tuoi soprannomi strani - non so, Vernice è un soprannome strano! - c’è anche Alonso? Così potrei dire “Allons-y Alonso!” » spiega eccitandosi pronunciando le ultime parole.
« Alonso? » chiudo gli occhi e cerco di calmarmi, « ALONSO?! » urlo facendo sobbalzare il Dottore, « Perché dovete sempre parlare di Alonso?! Alonso di qui, Alonso di qua! »
« Cos- »
« “Alonso è il migliore!” “Alonso è il più forte!” » agito le mani per aria, « Perché dovete parlare sempre di Alonso e mai di Massa?! »
« Eh? »
« Anche lui esiste, eh! Ma sembra che per voi esista solo Alonso! » finisco di sclerare scuotendo la testa, « Ok, vabbè, andiamo. Non cambierete mai voi Ferraristi. »
Il Dottore alza un sopracciglio e mi guarda disorientato, ma subito dopo sul suo viso compare un bel sorriso raggiante, anche se mi fa un cenno con la testa come per dire “siamo arrivati, devi andare”.
« Ok. » riesco a dire con un filo di voce, « Questo vuol dire che, » muovo le mani per aria, « uscirò, tu te ne andrai e noi non ci rivedremo più? » chiedo tristemente.
Il Dottore si avvicina a me silenziosamente, poi sospira.
« Sì. » risponde senza indugi, « Ma magari un giorno ci rincontreremo e- » cerca di dire, ma poi si blocca e non termina la frase.
Riesco a capire dai suoi occhi che anche lui è dispiaciuto, ma come accade sempre, alla fine lui deve per forza separarsi dalle sue compagne. So che ci siamo conosciuti da poco, ma dopo un’avventura così, come può uno non affezionarsi alla Vernice? Eh sì, come no.
« Grazie. » dico catapultandomi addosso al Dottore e abbracciandolo forte, « Non dimenticherò mai questa esperienza. So che non ci rincontreremo mai più, però non ti dimenticherò mai. »
Lui allora risponde all’abbraccio e mi stringe forte a sé.
« Perfetto! » esclamo però subito dopo, staccandomi e facendo un balzo indietro, « Adesso ci vuole la foto ricordo! »
Il Dottore mi guarda stranito, poi però si lascia andare in un bellissimo sorriso.
« Non è una cosa usuale ritrovarsi il TARDIS in salotto. » spiego uscendo velocemente dalla Macchina del Tempo.
Appena metto piede fuori, mi accorgo che siamo nello stesso identico punto del mio salotto dove eravamo partiti. Da una parte sono contenta di respirare di nuovo l’aria di quella stanza. Casa dolce casa!
Decido quindi di andare ad accendere la luce per poter scattare una foto ricordo.
Aspetta un attimo.
La luce.
Quando sono partita l’avevo lasciata accesa, no?
Ci penso un po’ su, poi scuoto la testa. Sicuramente mi sto sbagliando. Non sono così tanto scema da lasciare la luce accesa in salotto prima di una specie di…fuga, giusto?
Dopo averla accesa e aver scattato qualche foto col Dottore, d’istinto mi rifiondo dentro al TARDIS, come se da un momento all’altro potessero sparire e non tornare più. Mi sono affezionata troppo a loro e pensare che non li rivedrò mai più mi fa sentire triste.
Mi volto subito dietro e vedo che il Signore del Tempo è ancora fuori. Ah ok, come non detto.
« Ti prego, non andare. » dico avvicinandomi a lui.
So già che questa frase non servirà a nulla, ma non mi costa niente aggiungere qualcosa di classico ad un addio da film.
« Ci rivedremo. » mi promette subito lui, con un sorriso speranzoso sul volto.
« Naaah, » lo smentisco nascondendo la mia tristezza, « è impossibile e tu lo sai. Ci rincontreremo solo se un giorno accadrà qualcosa di inusuale che ti porterà qui di nuovo, come è già successo. »
Il Dottore non mi risponde, ma mi guarda intensamente per qualche secondo.
« È stato un piacere Veronica. » dice rientrando dentro il TARDIS.
« Anche per m…ehi! Mi devi chiamare Vernice. »
« Vernice! » si corregge immediatamente appoggiandosi alla porta della Macchina del Tempo.
« Ecco, col nome Veronica non diventerei mai famosa. » spiego incrociando le braccia al petto.
Il Dottore mi guarda sorridente e anche io faccio lo stesso.
« Allora… » si stacca dalla porta, « devo andare. » dice continuando a guardarmi.
Io non dico nulla e continuiamo a fissarci per qualche secondo. Poco dopo il Dottore mi fa un cenno con la testa e chiude la porta, lasciandomi immobile a guardare il TARDIS svanire con lui.
Il venticello causato dalla Macchina del Tempo mi finisce di scompigliare i capelli, ed io sospiro, sia felice che triste. Però dai, perché devo essere triste? Il Dottore mi ha anche regalato un paio di jeans ed una maglietta! Sì vabbè, si è fregato il mio pigiama, quel furbacchione.
Spengo il cellulare e lo appoggio sul tavolino, poi spengo anche la luce e mi avvio verso camera mia per rimettermi a letto.
I miei genitori stanno ancora dormendo tranquilli e la russata di mia mamma continua a diffondersi in tutta la casa come al solito.
Silenziosamente mi metto in pigiama e mi infilo a letto, felice come non mai. Sono stanca morta, ma la mia mente non smette di pensare. Anche se i miei pensieri corrono irrefrenabili per la mia testa, il mio corpo non riesce a resistere per più di cinque minuti e mi addormento, sotto le coperte calde. Sì, è estate, ma io non rinuncio mai alle mie copertine para-fantasmi.
 
 
« Veronica! Veronica! »
Sento qualcuno che si butta addosso a me e che mi abbraccia forte. Io apro lentamente gli occhi e sbadiglio.
« Mamma? »
Lentamente riesco ad abituarmi alla luce della lampadina e mi metto a sedere sul letto mezza addormentata.
« Oddio sei tornata! Stai bene! »  esclama mia madre con le lacrime agli occhi.
« Eh? »
« Pensavo di averti persa per sempre, » continua a dire stritolandomi, « oddio, sei tornata da noi! »
Finalmente riesco a staccarmi dalla sua presa e la guardo negli occhi incredula.
« Cosa è successo? » chiedo subito dopo, ma vedo mio padre entrare velocemente in camera mia e il mio sguardo si posa su di lui.
« Dove eri finita? » mi chiede piangendo dalla felicità e abbracciandomi forte.
« Io non... » …sono andata da nessuna parte? Non direi. « Cosa è successo? » chiedo allora perplessa.
« Come “cosa è successo?”? » mio padre si stacca da me sempre piangendo, « Sei sparita per tre giorni e adesso ti ritroviamo qui, a dormire nel tuo letto, come se non fosse accaduto nulla. Abbiamo chiamato la polizia, ti abbiamo cercata ovunque… Dove sei stata? » mi chiede singhiozzando.
Ah ok, credo di aver capito cosa è successo.
Il Dottore mi ha riportata a casa, ma tre giorni dopo la mia partenza. Adesso si spiega la luce spenta in salotto. Sarebbe da chiamarlo e dirgli tutto il casino che è venuto fuori, magari sono queste le “conseguenze terribili” di cui parlava dopo il bacio tra Artù e Merlino, sì sì, ma certo.
Mi lascio scappare una piccola risata divertita dai miei discorsi idioti, risata che però non resta inosservata ai miei genitori che mi guardano male. Adesso cosa racconto?
 
Ovviamente non dico loro la verità, mi pare più che ovvio, ma comunque mi invento una storiella simpatica: un tizio, che si fa chiamare “il Dottore”, mi ha rapita e poi mi ha rilasciata tre giorni dopo, senza un apparente motivo.
Beh, in realtà non sarebbe una bugia! Ma i rapimenti consenzienti mi sembrano assai improbabili…
« Come sei rientrata in casa visto che era tutto chiuso? »
« Perché non ci hai svegliati quando sei tornata? »
Mia madre appoggia sul tavolo il tè che mi ha preparato per colazione, poi si mette a sedere accanto a mio padre e riprende ad asciugarsi le lacrime con un fazzoletto.
« Emh, » cerco di dire boccheggiando un po’, poi scoppio a piangere pure io, però fingendo, « non mi fate queste domande! » dico drammatica, « Sono ancora sconvolta per tutto quello che mi è successo! »
I miei genitori allora si alzano in piedi e allungano le braccia per abbracciarmi.
« Hai ragione amore mio. » mi rassicura mia madre stringendomi forte a sé.
Mi immagino cosa accadrà questa settimana tra la polizia che vuole di sicuro sapere ogni particolare del mio “rapimento” e i miei genitori che non sanno come mi sono intrufolata in casa senza aprire né porte, né finestre. Ma chi spiega loro che io sono Babbo Natale e che sono passata dal camino?
 
Ma finalmente ora sono davanti al computer, la prima cosa che voglio utilizzare dopo essere stata ad un concerto o ad un altro evento importante. È così bello rivedere sullo schermo le foto che ho scattato insieme al Dottore. E non dimentichiamoci del video del bacio tra Artù e Merlino! Credo sia la cosa più importante che possiedo momentaneamente. Non lo caricherò mai su internet perché sennò tutti giustamente crederanno siano gli attori a baciarsi visto che Artù e Merlino non l’hanno mai fatto, e mi accuseranno di aver violato la privacy e cose varie.
Ma io sono una brava persona e terrò il video tutto per me.
Apro subito Tumblr. Sghignazzo un po’ ripensando ai post che sicuramente leggerò sulla coppia Artù/Merlino.
“Come fate a dire che non sono innamorati?!”
“Oddio, sono veramente innamorati, guardate gli eye-sex!”
“Perché non si sono mai baciati?!”
Quanto mi sento potente in questo momento, manco avessi conquistato il mondo.
La pagina si carica e davanti a me appare la dashboard di Tumblr.
Supernatural, Doctor Who, Sherlock… ecco, qualcosa che riguarda Merlin.
Nella prima gif il Merlino paffutello della quinta stagione sta guardando Artù senza dire nulla. Beh, una cosa che accade molto spesso… solo che quella scena lì giuro di non averla mai vista. Ho guardato migliaia di volte le puntate della quinta stagione, per non parlare delle scene tagliate! Magari in questi tre giorni ne sono uscite altre, sì sì.
Continuo a guardare le gif successive dello stesso post. Sì sì, sono sicura siano uscite altre scene tagliate, di sicuro. Non avevo mai visto Artù e Merlino guardarsi così… avvicinarsi… sfiorarsi… baciarsi…
No aspetta.
Come mai in questa gif Artù e Merlino si stanno baciando?! Hanno tagliato una scena in cui si baciano?! La cosa mi sembra alquanto strana.
Mi perdo qualche secondo a guardare la gif, poi scuoto la testa e mi risveglio. Devo scoprire cosa è successo in questi tre giorni.
Ma ci metto poco a capirlo. Tutto ciò che riguarda Merlin nella mia dashboard è pieno di baci tra Artù e Merlino. Baci nelle stanze del Re, baci nelle stanze di Gaius, baci nella sala del trono…
Adesso tutto è più chiaro.
Il Dottore aveva ragione. Portando Artù e Merlino a baciarsi ho causato veramente delle conseguenze. Ormai loro si sono baciati anche nella serie tv e adesso tutta la loro storia è cambiata.
Ho fatto veramente un gran casino.
No aspetta un attimo. Un gran casino? Questo un gran casino? Ma fatemi il piacere. Vedere quei due che si baciano è sempre stato il mio sogno. Non potevo chiedere di meglio! E queste sarebbero le “terribili conseguenze” di cui parlava il Dottore?
…beh, almeno speriamo siano le uniche conseguenze.
 
FINE.
 
Olèolèolèèè
E insomma il mio viaggio a Camelot ha cambiato qualcosina :3 Sempre viva Merthur :’D
Spero vi sia piaciuta questa piccola long :3 Se vi va lasciate una recensione, grazie :3
 
Alla prossima ^^

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2470545