he look so perfect

di JessicaBelieber
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


capitolo 1
ero in camera mia insieme alla mia migliore amica Andrada, dopo tanti giorni avevamo cominciato di nuovo a parlarci, avevamo litigato, e ci eravamo insultate, ci eravamo dette cose che nemmeno pensavamo l’una dell’altra ma ieri abbiamo fatto pace, ed è tornato tutto come prima.
 “Leloooooooo, mi è mancato moltissimo stare con te, scusami piccola”  disse Andrada abbracciandomi, ricambiai l’abbraccio
“anche a me piccola” le risposi.
Rimanemmo in camera mia per molto tempo,  a truccarci, e parlando di tutto quello che ci era successo in questi giorni che ci eravamo evitate a vicenda, mi mancava tantissimo la sua risata rivolta a me che mi faceva ridere essendo troppo contagiosa, oppure i discorsi incentrati a quando era pervertito uno dei nostri idoli (Harry Styles), ma soprattutto mi mancava la mia migliore amica.
“Lelo e Andara venite di sotto” era mio padre che ci chiamava per andare di sotto, noi due ci guardammo negli occhi, e scendemmo di sotto,
“che succede?” chiesi io, visto che normalmente lui non mi chiamava mai quando c’era lei a casa, papà mi guarda con un faccia mista tra felicità e tristezza,
“vi trasferirete in Australia da tuo cugino Lelo” disse papà, allora iniziammo a piangere tutti compresi Andrada,
“papà, oddio, grazie!!! Ma andremo solo io e lei?” chiesi io guardando la mia amica che aveva le lacrime agli occhi,
“si, solo voi due, i suoi genitori sono d’accordo, e anche tuo cugino, è lui che ha chiesto se potevate trasferirvi dai lui” rispose papà, e poco dopo lo abbracciai più forte che potevo,
“partirete domani mattina, quindi iniziate a fare le valigie” disse mia madre,
“si ma io ho i miei vestiti a casa mia” disse la mia amica,
“non ti preoccupare tua madre le ha già fatte e stanno in salotto, quindi aiuta Lelo” disse mia madre.
Salimmo di corsa le scale e iniziammo ad urlare di gioia, eravamo felicissime, ma anche allo stesso tempo tristi, io avrei abbandonato le mie due sorelle a cui volevo molto bene, ma poi mi consolai che le avrei riviste per natele, pasqua e per le vacanze estive.
Finimmo di fare le valigie verso mezzanotte e poi ci addormentammo  verso le due di notte.[…]
Erano le 07:15, io e Andrada ci stavamo preparando, dopo una ventina di minuti scendemmo di sotto,e lì trovai le mie due sorelle piangendo e corsi ad abbracciarle,
“ehy, piccole, non piangete, così mi fate sentire in colpa, vi prometto che ci terremmo in contatto, con Whatsapp, Instagram, Twitter, Ask, e tutta quella roba dove sono inscritta” dissi io cercando di consolarle,
“si ma io con chi resterò ora?” mi chiese mia sorella più piccola, che iniziò a piangere e io con lei,
“ti prego, Simona non piangere, sarà come se io ci sono, quando vorrai parlare basta che mi chiami, risponderò anche se fosse tardi” dissi io abbracciandola e asciugandole con il pollice le lacrime dalla faccia,
“ok, Lelo” disse lei. […]
Arrivammo all’aeroporto io salutai i miei genitori,
“Lelo, sta attenta” disse papà mentre piangeva, quella era la prima volta che vedevo piangere mio padre, lui era un uomo forte, addestrato come militare, lui era unico, e vederlo piangere me
“sta tranquillo papà” dissi io abbracciandolo forte.
[…]
Aravamo quasi arrivati, e Andrada aveva dormito per tutto il tragitto. […] dovevamo scendere, e svegliai Andara,
“tesoro dobbiamo scendere, siamo arrivati” dissi io scuotendola per un breccio
“mamma, altri cinque minuti, cioè voglio dire, arrivo aspettami Lelo” disse lei, e io mi misi a ridere anche lei dopo.
Scendemmo dall’aereo e aspettammo più di due ore mio cugino, però il tempo passò subito, parlavamo di come si sarebbe trasformata la nostra vita da oggi, poi finalmente mio cugino arrivò, e gli corsi incontro,
“lelo, come sei cresciuta” mi disse lui
“tu no invece, ahahahah però sei rimasto bellissimo” gli dissi io
“siamo arrivati” disse mio cugino fermandosi davanti a una mega villa, super grande, bellissima, con una super piscina, ma di quella non mi interessava molto visto che avevo paura dell’acqua. Entrammo dentro, e poi mio cugino ci fece scegliere le stanze, io scelsi una camera abbastanza grande, con una vista strepitosa. Mentre Andrada ne scelse una simile.
“voi due scendete” disse mio cugino,
“abbiamo dei nomi” disse Andrada,
“scusa, comunque domani vi accompagno io a scuola, i prossimi giorni andrete a piedi intantoè qua vicino” disse lui .
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2
Era mattina e questo era anche il secondo giorno qui in Australia, ed era anche molto caldo, però oggi era il nostro primo giorno di scuola, così andai in camera di Andrada e la svegliai,
“Andrada svegliati, dobbiamo andare a scuola” dissi a bassa voce ma non si sveglio così decisi di urlarle dentro a un orecchio
“DORMIGLIONA SVEGLIATI” urlai
“Lelo ma che cazzo urli??” rispose lei che sbadigliava.
“ma dobbiamo andare a scuola sbrigati, mio cugino non ama aspettare” dissi io informandola,
“oh.. emmm.. si.. . oddio la scuola cazzo, sbrighiamoci” disse lei, mi diressi verso la mia camera per cambiarmi, aprii quel enorme armadio e tra tutti i vestiti che avevo decisi di prendere un paio di pantaloncini corti bianchi con disegnati dei fiori colorati di vari colori, una canottiera rosa con disegnato un robot con una frase scritta sotto che diceva:” i’m a robot, but not a normal robot because i have a heart” e infine un paio di sandali, mentre Andrada aveva deciso di indossare, una gonna nera, dei sandali neri e una maglietta bianca con una rosa nera disegnata. […]
Scendemmo di sotto e lì trovammo la colazione sopra il tavolo, ma visto che eravamo in ritardo decidemmo che avremmo mangiato qualcosa al bar della scuola. Dopo pochi minuti eravamo già arrivati e sul muro della scuola c’era una grande scritta con il nome della scuola, era un enorme palazzo, era di sei piani e una parte era fatta di vetro, mio cugino ci accompagnò dentro e dopo averci salutate se ne andò lavoro. Era appena suonata la campanella e noi eravamo andate in classe, entrate in classe vedemmo che gli unici posti liberi erano uno vicino a un ragazzo biondo e occhi azzurri mentre l’altro vicino a un moro, ma per sicurezza aspettammo che arrivava il professore, quest’ultimo entrò poco dopo e ci presentò alla classe
” loro sono Lelo e Andrada e sono le nuove arrivate, hanno vissuto in Italia per molti anni, ma Lelo è albanese mentre Andrada è rumena e ora vivono qua in Australia” disse il professore indicandoci,
“allora visto che non ci sono due bachi vicini  e liberi Lelo si mette vicino a Hemmings mentre Andrada vicino a Hood” continuò lui.
Mi sedetti vicino a quel ragazzo, il quale appena mi sedetti mi sorrise, aveva dei bellissimi occhi celesti, che mi ricordavano quelli di mia  sorella Elisa, e miei occhi si riempirono di lacrime, ma per mia sfortuna lui se ne accorse
“ehi, che hai? Per caso vuoi stare vicino alla tua amica? Se è così glielo dico al professore” mi disse lui guardandomi preoccupato
“cosa? No, non ti preoccupare, non è questo” dissi io togliendo le lacrime dal mio volto
“sicura? A me sembri triste” disse lui guardandomi  negli occhi, ma abbassai la testa perché non riuscivo a sostenere il suo sguardo, mi perdevo nei miei occhi.
“ si, si, non ti devi preoccupare, è solo che sono qui da sola insieme alla mia amica, invece la mia famiglia è rimasta in Italia, e i tuoi occhi mi ricordano troppo quelli di mia sorella” dissi io spiegandoli la situazione
“ah ok, ma fidati ti abituerai, sei hai bisogno puoi anche parlarne con me” disse lui abbracciandomi forte, e io ricambiai, era piacevole essere tra le sue braccia, lo conoscevo da pochissimo tempo e già gli volevo bene.
“Lelo, questo è per te è da parte della tua amica” disse un ragazzo dietro di me
Presi il bigliettino e lo aprii
“uhhh Lelo, brava brava, tu già ci provi con i ragazzi carini?. Tvb Andrada”  sorrisi, ma mi venne fuori un sorriso da ebete, lei riusciva a farmi ridere sempre, beh in certi periodi in qui ogni volta che la vedevo con le persone che la insultavano, sempre con loro la avrei uccisa. Così decisi di risponderle
“scema io non ci sto provando con nessuno, e che ero un po’ triste e lui mi ha tirato su di morale” le risposi su quel pezzo di foglio, che dissi a quel ragazzo dietro di me di passarlo ad Andrada, la quale mi guardò e poi sorrise.
“ehi, sono stato uno scemo, non mi sono presentato mi chiamo Luke Hemmings” mi disse Luke con un sorriso.
“piacere io sono Lelo” dissi io, e poi lui mi sorrise.
[…]
Era ricreazione e io stavo parlando con Andrada.
“Lelo, hai visto quanto è bello Calum?” mi chiese la mia amica con un sorriso da ebete
“Calum? Vuoi dire Hood? Comunque si è bello” dissi io guardando il ragazzo in questione
“ehi, Calum è mio” disse lei
“uh, scusi” dissi io …
“Lelo vieni in giro con me, così ti faccio conoscere un po’ di gente?” mi chiese Luke, che mi guardava ma io mi ero ipnotizzata a fissarlo, era così dannatamente bello, era perfetto.
“Lelo?” mi chiese lui
“ehmm, si che c’è?” dissi io tornando sulla terra
“allora vieni?” mi chiese Luke guardandomi in modo strano
“ah si, arrivo, Andrada scusa ma devo andare” mi rivolsi prima a Luke e poi alla mia amica che mi guarda in modo strano.
“allora, perché prima eri così strana?” mi chiese Luke guardandomi con un sorrisetto
“e che non mi sarei aspettata una domanda del genere” dissi io spiegandoli
“ti ho chiesto solo di venire con me, mica di sposarmi” disse lui ridendo e io a mia volta
Arrivammo dai suoi amici ai quali mi presentò
“allora loro sono Calum, Ashton e Michael” disse lui indicandomeli.
“piacere io sono Lelo” dissi io sorridendo.
“da dove vieni?” mi chiese Ashton, che era bellissimo, anche se in realtà tutti lo erano ma non più di Luke.
“sono albanese, ma ho vissuto in Italia” dissi io
“ah, ora capisco perché te ne sei andata dall’Italia” disse Calum sorridente
“ah, no, non è per la crisi, ma mio cugino voleva che venissi a vivere con lui” spiegai a loro
“beh, certo che è una cosa bella avere parenti che vivono lontano da te e che vogliono che vai a vivere da lui” disse Luke.
[…]
Stavamo tornando a casa e Andrada non mi aveva ancora parlato e la cosa era molto preoccupante, quindi decisi io di parlare.
“che hai fatto?” le chiesi io gentilmente
“secondo te??? Mi hai lasciata da sola e hai preferito andartene con quel ragazzo” disse lei, o cazzo pensavo che non si sarebbe arrabbiata per una cazzata del genere
“andiamo, non sarai arrabbiata per questo?” le chiesi con una faccia delusa dal suo comportamento,
“e non dovrei?” rispose lei.
Per tutto il tragitto non parlammo, e approfittai per pensare: ero arrivata in Australia, frequentavo un scuola fantastica, ho conosciuto i ragazzi più belli del mondo (dopo i 1D) e sono miei amici, non poteva andarmi meglio. Arrivammo a casa e vidi mio cugino che parlava su Skipe con mi miei genitori così corsi da lui
“ccciiiiiaaoooooooo” dissi io che salutai sia lui che la mia famiglia, ero felicissima di vederli
“ciao Lelo come va?” mi chiese papà il quale sorrideva, non lo avevo mai visto così felice di vedermi.
“bene, papà e da voi?” chiesi io, che stavo per mettermi a piangere ero troppo felice
“bene, ma ti prego non piangere se no ci farai piangere anche a noi” disse papà
“non ti preoccupare proverò a non piangere” dissi io sorridendo
“però adesso io e tua madre dobbiamo andare, intanto tu parla con le tue sorelle” mi informò mio padre.
“Lelo, allora come va in questa nuova scuola?” mi chiese Elisa con un strano sorrisetto,
“aspettate, è meglio se porto il PC in camera, qua pericoloso” dissi io. Che mi diressi in camera e chiusi la porta.
“Lelo, ma che cazzo di stanza perfetta hai?” mi chiese lei
“ si lo so è bellissima, comunque Simona non hai niente da dirmi?” le chiesi io guardandola con una faccia da scema,
“che ti devo dire, parliamo sempre su whatsapp” mi ricordò lei
“ è vero, comunque ora vi racconto che mi è successo.” Dissi io
“infatti sono troppo curiosa” disse Elisa
“Allora, quando siamo andata in classe, il prof mi ha fatto sedere vicino a un ragazzo fantastico, è bellissimo, dolcissimo e anche molto simpatico, che mi ha fatto conoscere i suoi amici che anche loro sono bellissimi” dissi io con in faccia un sorriso enorme
“eeeeeehhhhhh. Lelo non si fanno queste cose” disse Elisa.
“ahahahahah non pensare male” dissi io difendendomi. E ridendo ancora.
“si, però ora noi andiamo a dormire che qua ero di dormire” disse Elisa
“ahahahahaha sfigate io devo ancora fare i compiti e poi esco” dissi io con una faccia tipo: alla facciaccia tua qua è giorno e da voi no.
“notte cucciola” mi salutarono loro
“notte piccole” dissi io.
[…]
Avevo appena finito i compiti e mi stavo cambiando per uscire, però dopo mi arrivò un messaggio di mio cugino che diceva lui sarebbe stato a lavoro ancora un po’ e che sarei dovuta rimanere a casa, così sbuffai e mi misi a letto e decisi di dormire un po’ visto che ero un po’ stanca per colpa dei fusi orari.
[…]
Erano le 21:10 così decisi di postare una foto della città di notte su instagram e in pochi minuti mi arrivarono messaggi tipo:
“you live in Australia?”
“luky you” e cose del genere poi scesi di sotto per cenare, c’erano tre pizze sopra il tavolo, poi Andrada scese di sotto
“pizzzzzaaaaa!!!!” urlo lei entrando in cucina
“Andrada mi perdoni per oggi?” le chiesi io guardando con una faccia da cucciolo
“ma certo” disse lei abbracciandomi
[…]
Avevamo appena finito di mangiare e iniziammo a vedere un film ma visto che era noioso decisi che sarei andata a dormire.
“buona notte io vado” dissi io
“notte” dissero mio cugino e Andrada
 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3 Entrammo in classe salutai Luke e Calum con la mano e lui ricambiò il saluto e poi si diresse da noi. “ehy, Lelo come va?” disse Luke rivolgendosi a me con un sorriso che scompari dopo poco vedendo il professore con una faccia cupa dietro di noi “bene, ma è meglio se ci dirigiamo verso il nostro banco” dissi io indicando il nostro banco e lui annuì con la testa […] Era ora di ricreazione e io stavo parlando con Caneddy, Nataly,Selena, le mie nuove amiche, beh se potevo chiamarle amiche visto che le conoscevo solo da due giorni, però erano simpatiche. “Lelo, cosa pensi di Luke?” mi chiese Selena con un strano sorrisetto. “beh, è dannatamente carino, mi sono sempre piaciuti i ragazzi biondi e occhi azzurri” dissi io guardando Luke, mentre rispondevo “sì, è carino, ma è anche strano” disse Selena con una faccia strana “in che senso?” chiesi io, ero incuriosita, sembrava un ragazzo per bene, senza tanti problemi “non parla spesso della sua vita, e quando qualcuno gli chiede della sua famiglia lui si arrabbia” spiegò lei, “ah, ma avrà i suoi motivi” dissi io cercando di difendere Luke, visto che anche a me quando ero piccola non amavo parlare della mia famiglia. […] Eravamo in classe e non avevo ancora rivolta la parola a Luke, stavo pensando al perché lui non amasse parlare della sua famiglia, così decisi di chiederglielo “ehy Luke puoi parlarmi della tua famiglia?” chiesi io “NO, che ti frega della mia famiglia?” rispose Luke con tono scontroso “scusa non volevo farti arrabbiare, ma visto che io ti ho parlato della mia famiglia volevo saper qualcosa su di te” dissi io cercando di farlo calmare, ma non si stava calmando per niente, aveva le mani stretta in pugni e le nocche erano diventate bianche “senti non sono costretto di parlare di cose che non voglio” mi urlò contro “Luke calmati, non volevo farti arrabbiare, scusami “ dissi io cercando di farlo calmare “no, non mi calmo per niente, tu non mi dici cosa fare” disse lui. Non potevo crederci, era ancora arrabbiato con me, e poi gli avevo fatto solo una domanda, ma a quanto pare lui non andava molto d’accordo con la sua famiglia. “scusa, non volevo risponderti male” disse lui, si era calmato “non ti preoccupare” dissi io rivolgendogli un sorriso. […] Ero in giro con Luke, avevamo fatto pace, e lui mi aveva raccontato della sua famiglia, era un storia difficile, la madre si era suicidata e il padre era scappato, lui viveva a casa dello zio, mi faceva tenerezza in questo momento, camminava a testa bassa, aveva il cappuccio della felpa in testa e stava mangiando il suo gelato in modo sexy. “cosa pensi di me?” questa domanda da parte sua ruppe il silenzio “non vorrei sembrarti una troia che le piace il primo ragazzo che vede, ma tu sei bellissimo” dissi io leggermente arrossita “no, non sembri una troia almeno tu lo ammetti, a differenza di altre che mi sbavano dietro e poi vanno parlare male di me” disse lui guardandomi negli occhi. Non potevo crederci mi stavo innamorando di Luke, lo conoscevo solo da due giorni e io lo amavo, quando stavo a casa mi mancava, quando ero a scuola e non mi parlava mi mancava la sua voce, quando mi parlava impazzivo di gioia, quando mi abbracciava mi sentivo protetta. “e tu Luke cosa pensi di me?” gli porsi la sua stessa domanda “sei bellissima, ha dei fantastici capelli chiari, e dei bellissimi occhi verdi, e sono anche tanto grandi” rispose lui, e io arrossii “wow grazie” dissi io Improvvisamente lui mi baciò, mi sentii morire era la cosa più bella avere le sue labbra sulle mie.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


capitolo 4 "scusami, scusami, non volevo" Luke si stava scusando da quasi un'ora, e lui pensava che io fossi arrabbiata con lui, ma non ero arrabbiata con lui. “Luke te l’ho già detto, non sono arrabbiata con te, non ti preoccupare” dissi io cercando di calmarlo “sicura, sicura???” chiese lui con una faccia da panda “si Luke sono sicura” dissi io “ora però è meglio se torno a casa perché è tardi” dissi io allontanandomi Mi incamminai verso strada, stavo pensando a quello che era successo, e se avrei dovuto dirlo ad Andrada e poi decisi che glielo avrei detto ma non ora. presi dalla tasca l’Iphone 5s che mi aveva comprato Jessica, mi mancava quella ragazza con i capelli rosa. Mi accorsi che un ragazzo dietro di me mi stava seguendo da un po’, però continuai a camminare pensando che fosse solo una coincidenza, però dopo iniziò a venirmi incontro: “ehy!scusa se ti disturbo ma volevo chiederti se mi puoi prestare il tuo telefono per fare una chiamata?” mi chiese lui con tono gentile, quasi quasi glielo avrei dato, infondo sembrava una persona per bene, ma dopo mi ricordai che poco prima stava parlando con qualcuno al telefono e mi accorsi che mi stava prendendo per culo. “no, non te lo do, guarda che ti ho visto parlare al telefono prima” gli risposi, “tu adesso mi dai quel cazzo di telefono hai capito?” disse lui in modo scontroso e avvicinandosi sempre di più, inizia a correre più veloce che potevo, correvo sempre di più, ma non riuscivo a seminarlo, piano piano mi stava raggiungendo. Inciampai sui miei stessi piedi per l’agitazione “merda” dissi mentre cercavo di alzarmi ma non ci riuscivo la caviglia mi faceva troppo male, ci era caduta sopra con il peso di tutto il corpo, cercavo di alzarmi ma invano, lui si stava avvicinando sempre di più a me e io avevo tanta paura. Si avvicinò a me e mi prese per i capelli “dammi quel fottuto telefono” mi disse lui di nuovo “no, il mio telefono non te lo do” dissi io decisa, non volevo che prendesse l’unico ricordo che avevo di Jessica e se me lo avrebbe preso lei si sarebbe arrabbiata con me. “cosa hai detto? Prova a ripeterlo se hai il coraggio” disse lui con tomo minaccioso “sei sordo per caso? Ho detto di no” ma porca puttana almeno la prima parte del discorso potevo evitarlo, mi sferrò un pugno in pieno viso e il mio labbro si spaccò “ripetilo se hai il coraggio” disse lui “certo che ho il coraggio, e ti dico che il mio telefono non te lo darò mai, fottuto coglione” dissi io decisa, ma sinceramente avevo una paura terribile che lui possa farmi davvero molto male, infatti fu così, iniziò a sferrare pugno da per tutto, concentrati maggiormente sul mio viso e sullo stomaco … Ero in ospedale e quando mi svegliai trovai Andrada che era seduta sulla poltrona accanto al mio letto, che mi guardava con gli occhi pieni di lacrime. Mi controllai le tasche ma non trovai quello che cercavo, il mio telefono era scomparso quel bastardo lo aveva preso, iniziai a piangere e la ma amica mi guardava confusa non capendo cosa fosse successo. Andrada pov. “Lelo cosa hai perché piangi?” le chiesi io preoccupata “l’Iphone, mi ha rubato l’Iphone” mi rispose lei in lacrime “Lelo quale quello 5S” chiesi io, non capendo a quale si riferisse considerando che ne aveva due “ si l’Iphone 5S, non posso crederci che ci sia riuscito” disse più a se stessa che a me “chi?” chiesi io “c’era un ragazzo dietro di me mentre tornavo a casa, e mi ha chiesto se potevo prestargli il mio telefono per fare una chiamata, ma io gli ho detto di no, visto che lui stava usando il suo poco prima, però dopo sono caduta e lui ne ha approfittato per picchiarmi” mi spiegò lei “non ti preoccupare, lo ritroveremo, quando uscirai da qui andremo dalla polizia.” Dissi io cercando di farla calmare, infatti fu così. […] Lelo pov. Eravamo arrivate a casa e corsi di sopra e presi l’altro Iphone 4S che mi aveva regalato il mio ex ragazzo che era il fratello di Jessica, digitai il numero della mia amica a la chiamai. “Jess, jam lelo” dissi io traduzione:”Jess, sono lelo” “ehy Lelo, si je” rispose lei traduzione:” ehy, Lelo come stai?” “un jam mire, po em kan vidh Iphonin qe em ke ble mua” risposi traduzione :”io sto bene, ma mi hanno rubato l’Iphone che mi hai regalato tu” “mos u perokupo Lelo” disse lei traduzione:” non ti preoccupare Lelo” “un itash kam me ik me fijt sepse ktu asht vone” la informai traduzione:” io ora vado a dormire perché qua è tardi” “naten” disse lei “ notte” e la nostra telefonata finì. Spazio autrice Lo so questo capitolo è una noia, ma lo stavo scrivendo mentre ascoltavo i discorsi stupidi di mio cugino e di mia sorella  comunque la conversazione tra me e Jessica è in dialetto albanese quindi non si capiva niente, infatti mi è venuto in mente di metterci anche la traduzione. Per chi se lo chiedesse ho veramente due Iphone solo che non li uso quando sto a scuola perché i miei non vogliono visto che io mi perdo di tutto. Spero che vi piaccia ora io vado, un bacio. PS: ricordatevi di recensire

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


capitolo 5 mi ero appena svegliata, e decisi che questa volta mi sarei truccata giusto per coprire i lividi che avevo sul mio viso, così mi diressi verso al bagno e presi il borsellino con i trucchi che usavo quando ero in Albania quando facevamo dei specie di concerti dove io e Natalia ballavamo e mentre Jessica e Jonathan cantavano. Mi mancavano quei bei tempi con loro, mi divertivo molto con loro, soprattutto quando eravamo nel back-stage e mancavano pochi minuti per l’inizio e noi ci mettevamo a parlare. Presi i trucchi e iniziai a truccarmi per coprire quei stupidi lividi, ma senza nessun risultato, ansi si vedevano ancora di più, però lasciai stare e mi diressi di nuovo verso la mia stanza per decidere che cosa mi sarei messa, e visto che faceva caldo decisi di mettermi dei jeans blu e una canottiera bianca e le vans nere. Visto che oggi volevo camminare decisi che sarei uscita a fare una passeggiata e poi mi sarei diretta subito a scuola senza tornare a casa per aspettare la mia amica. Stavo seduta sotto a un albero davanti alla mia scuola, così decisi di prendere il libro di storia e di studiare quello che ieri non avevo potuto studiare. […] Suonò la campanella che segnava l’inizio della mia tortura, così mi alzai misi il libro dentro lo zaino e mi diressi verso la scuola, mi sedetti sul mio banco e vidi entrare Luke dalla porta il quale appena mi vide mi sorrise con un sorriso a trentadue denti, che io ricambiai, si sedette sul suo banco e iniziò a fissarmi, a dalla sua strana faccia mi resi conto che si fosse accorto dei miei lividi, non rimasi molto in dubbio “Lelo, ma che hai fatto?” mi chiese lui con tono dolce, aveva un viso leggermente preoccupato, era così dannatamente perfetto “ieri mentre tornavo a casa, un ragazzo mi ha rubato il telefono” spiegai io “oddio mi dispiace tantissimo piccola” disse lui abbracciandomi, che io ricambiai subito, aspetta? Luke mi aveva appena chiamato piccola? Mi sentii andare le guancie in fiamme, sapevo di essere tutta rossa. Ma cosa mi stava succedendo? A me piaceva Luke, si avevo sempre pensato che fosse un bel ragazzo, ma non pensavo che io provassi qualcosa di serio per lui. “questo significa che da oggi ti accompagnerò io a casa ogni giorno” disse lui guardandomi negli occhi, amavo i suoi occhi, erano così belli dolci e puri, almeno i suoi erano di unico coloro a differenza del mio, i miei occhi erano di un verde con sfumature celesti e gialle, però io gli amavo, quelle sfumature gli rendevano unici. “ok, se vuoi” risposi […] Luke pov. Stavamo andando a casa io e Lelo, ci tenevamo per mano, ci scambiavamo sguardi, nient’altro solo sguardi. Io la adoravo, era una ragazza unica, diceva a tutti quello che pensava senza pensare a quale fosse stata la loro reazione, le brillavano gli occhi quando mi guardava, diventava rossa quando io la guardavo negli suo magnifici occhi, non era una persona che si apriva con molte persone, ansi era una persona chiusa, era come me infondo anche io non ero una persona molto aperta, le uniche persone di cui mi fidavano erano Calum, Michael e Ashton. “Lelo, possiamo fare una prova?” chiesi io “a cosa ti riferisci Luke?” mi chiese lei, cavoli amavo quando mi chiamava Luke e non Hemmings “io è da quando ti conosco che provo qualcosa per te, e se la stessa cosa vale per te facciamo un prova per una settimana e se va tutto bene ci mettiamo insieme” le spiegai “si, la stessa cosa vale per me, quindi facciamo questa prova” mi rispose lei con un sorriso da ebete […] Eravamo davanti a casa sua quando la salutai con un bacio sulla guancia e quando mi diressi verso casa mia. Lelo pov. Ero appena entrata in casa saltando come una scema per tutta la casa per la felicità, così decisi di dire tutto and Andrada “Andradaaaaaaaa, vieni ti devo parlare” la chiamai io “cosa c’è Lelooooooo” rispose lei “io e Luke stiamo insieme più o meno” risposi “come più o meno” chiese lei perplessa “facciamo una prova per una settimana ci mettiamo insieme” le spiegai io con un sorriso da scema “yeeeee sono felicissima per te tesoro” mi abbracciò lei […] Mi stavo faccenda il bagno e visto che non avevo le mani bagnate stavo usando il mio Iphone, poi ad un certo punto lo appoggiai sopra un comodino vicino alla vasca e appena lo misi lì mi arrivò un messaggio e sul displey del mio telefono compariva il nome di Luke “ci vediamo tra 20 minuti da starbuck, Luke x” stavo leggendo quel messaggio da 5 minuti e decisi di non rispondere ma di asciugarmi i capelli e mettermi qualcosa di bello, finito di asciugarmi i capelli andai in camera mia e aprii il mio armadio e decisi di mettermi una abito nero fino alle ginocchia e dei sandali neri, mi misi un po’ di trucco e uscii di casa. Arrivai da starbucks dopo 5 minuti e trovai lì Luke che mi aspettava, andai da lui e lo salutai con un bacio sulla guancia “ehy, ciao tesoro” mi salutò lui “awwww” risposi semplicemente “come siamo profondi” scherzò Luke “ahahahahaha scusa è che nessuno mi ha mai chiamato tesoro oltre alla mia migliore amica” risposi io, già nessuno mi ci aveva chiamato nemmeno Jonathan lui mi chiamavo solo per nome. “cosa vuoi fare?” mi chiese lui “andiamo al parco? Ti pregooooooo” lo supplicai io con una faccia da panda appena svegliato “certo, anche io ci volevo andare” confessò Luke […] Eravamo sulle montagne russe, e io me la stavo facendo sotto dalla paura, stavo lì ad urlare da più o meno 10 minuti e Luke cercava di calmarmi e poi si metteva a ridere come un cretino “ahahahahahahaahahahahahahahahahah sei buffissima” disse lui, era diventato tutto rosso a forza di ridere “heeeeeelllllpppppppp meeeee plsss, comunque perché dovrei essere buffa?” gli chiesi mentre lui continuava a ridere “ahahaahahahahah sei viola dalla paura e hai i capelli per aria, ahahahahahah” rispose lui continuando a ridere, era una cosa incredibile era dolcissimo anche quando mi prendeva per culo. […]

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