RESIDENT IDIOT 4

di Illidan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** FLASHBACKS ***
Capitolo 2: *** CONSIGLIERI E COMPLOTTI ***
Capitolo 3: *** UNA NUOVA MISSIONE PER LEON! ***
Capitolo 4: *** IL VILLAGGIO ***
Capitolo 5: *** C’ERA UNA CINESE CHE VOLEVA LEON IN COMA... ***
Capitolo 6: *** INIEZIONI E DROGHE ***
Capitolo 7: *** QUATTRO TRASLOCATORI, UNO STRANGOLAMENTO E TROPPE TELEFONATE POSSONO ROVINARE LA GIORNATA ***
Capitolo 8: *** DUE INCUBI E DUE MOSTRI ***
Capitolo 9: *** SODDLER EL SOFECH ***
Capitolo 10: *** LEON VS BOCIA ***
Capitolo 11: *** PAULÈT EL NINÌ ***



Capitolo 1
*** FLASHBACKS ***


RESIDENT IDIOT 4

                                                  CAPITOLO 1: FLASHBACKS

 

Una macchina si muove su una strada di campagna in mezzo a un bosco.

Nei sedili davanti ci sono due poliziotti che ascoltano alla radio le canzoncine dei Teletubbies. Dietro invece c’è un uomo sui trent’anni con i capelli biondi. Un ciuffo gli cade sulla fronte e lui lo rimanda indietro. Si chiama Leon Scottat Kennedy ed è un agente del governo degli Stati Uniti d’America. Guarda fuori dal finestrino borbottando il ritornello di una delle canzoncine dei mostri con il televisore sul pancino.

 

Leon:- Teletubbies! Teletubbies! Fanno ciao! Tao tao!-   

 

Viene da chiedersi perchè il governo degli Usa non sia in grado di assumere persone più intelligenti, ma questa è solo una misera parodia e non può fornire risposte a simili dilemmi. Comunque, Leon, mentre osserva gli alberi, ha un flashback, metodo molto utile per parlare del passato dei protagonisti senza uscire troppo dalla storia.

 

Leon:- 1998! Non scorderò mai quell’anno...-

 

Infatti dieci anni fa era stato mandato dal suo capo in vacanza in una tranquilla località turistica vicina alla ridente cittadina di Racchion City. Arrivato lì, però, era stato accolto malissimo: all’areoporto gli avevano smarrito la valigia, il pullman si era fermato a venti chilometri dal suo albergo e la camera aveva una splendida vista sulla discarica della contea. Ma il peggio doveva ancora venire: mentre faceva colazione con del tè un po’ giallo e una brioche piena di muffa, degli zombie sbucarono dal nulla e gli mangiarono il bagaglio a mano. Questi zombie erano nati, come apprese in seguito, da alcuni esperimenti di un’associazione misteriosa, la K-way Corporation, che tra le altre cose cercava di scoprire un rimedio per la cellulite. Il capo lo chiamò e gli disse che lo aveva mandato lì perchè doveva cercare di salvare più gente possibile e impedire che il virus si diffondesse. Ciò non solo gli rovinò la vacanza, che già faceva schifo, ma lo spaventò a morte! Passò alcune ore correndo in preda al panico inseguito da una folla di zombie furiosi e fu ripetutamente salvato dalla bella cinese Ida Wrong, che in realtà mirava a lui, ma aveva una pessima mira, perchè si era scordata a casa le lenti a contatto.

Alla fine il presidente degli Stati Uniti decise di farla finita e cancellò Racchion City per sempre: prese uno sbianchetto e la fece sparire dalla cartina degli USA. Resisi conto dell’idiozia del loro capo, i suoi consiglieri diedero l’ordine di sganciare una bomba atomica sulla città degli zombie. Leon, venuto a conoscenza del fatto che restava meno di mezz’ora alla distruzione totale della città, aveva cercato salvarsi in tutti i modi. Ma, poichè nel frigorifero c’era già Indiana Jones, lui l’aveva scampata per miracolo salendo su un elicottero insieme a pochi altri agenti governativi.

Successivamente le azioni della K-way Corporation crollarono. Persero così tanto in borsa che al confronto la Parmalat sembrava una fiorente industria.

Da allora non si sentì più parlare della K-way Corporation.

 

Poliziotto non al volante (voltandosi e rivolgendosi a Leon):- Il disco dei Teletubbies è finito. Cosa preferisci, i Puffi o Hamtaro?-

 

Leon (piuttosto arrabbiato):- Fate voi, non vedete che sto avendo un flashback?- (Il poliziotto si gira e mette il disco di Hamtaro.)

 

Autoradio:- H come Hamtaro, A come amici...-

 

Cullato da queste orribili canzoncine, Leon ritorna al suo flashback.

Subito dopo quello che gli era successo a Racchion City, aveva fatto una scenata al suo capo.

 

Leon:- Adesso io voglio mettere le cose in chiaro: non voglio mai più avere a che fare con gli zombie, chiaro??? Non sono riuscito a chiudere occhio per mesi! Quei maledetti mi hanno anche mangiato il mio cellulare nuovo che avevo lasciato nel bagaglio a mano! E io non sono ancora stato rimborsato per quello nè per la valigia, che suppongo sia finita in Oceania. Inoltre lei non mi ha pagato un centesimo, nonostante io abbia completato brillantemente la mia missione!- (Il capo, un nero piuttosto corpulento con gli occhiali da sole e completamente calvo, lo fissa da dietro la sua scrivania.)

 

Capo:- Agente Leon Scottat Kennedy, per prima cosa devo dirti che non mi sembra di ricordare che la tua missione consistesse nello scappare a gambe levate urlando. Perchè non hai fatto altro a Racchion City! E in secondo luogo, nel contratto non c’è nessun cenno ad eventuali rimborsi. Quindi sparisci dalla mia vista, se non vuoi essere licenziato in tronco!!!-

 

Leon:- Ehm, non mi potrebbe dare qualche spicciolo, giusto per arrivare a fine mese?-

 

Capo:- FUORI!!!- (Leon scappa sfondando la porta.)

 

Nonostante la così scarsa stima che il suo capo gli aveva dimostrato, alcuni giorni prima dell’inizio della nostra storia Leon venne convocato di nuovo nel suo ufficio.  

 

Capo:- Agente Leon, ti ho fatto venire per affidarti un incarico di nessuna fatica. Non aver paura: niente zombie, niente mostri, niente virus e niente esplosioni nucleari.-

 

Leon (borbottando):- Adesso sta’ a vedere che sono gli alieni...-

 

Capo (guardandolo male):- Cos’hai detto?-

 

Leon:- Niente, capo!-

 

Capo:- La tua missione consiste nel fare da guardia del corpo di Ashley Groan, la figlia del presidente degli Stati Uniti!- (Indica una ragazza bionda seduta su una sedia che gioca al gameboy che Leon non aveva notato.)

 

Ashley (senza sollevare la testa dal gameboy):- Ciao...-

 

Capo:- Allora, accetti l’incarico?-

 

Leon:- Beh, dovrei pensarci...-

 

Capo:- Ah, dimenticavo di dirti che se non accetti ho qui per te pronta la prenotazione per un’altra bella vacanza come quella di Racchion City.-

 

Leon:- Sono sicuro che io e Ashley andremo molto d’accordo, vero?-

 

Ashley:- Certo, cretino...-

 

Capo:- Oh, bravo! Ora ti spiego il tuo compito: tu dovrai starle sempre addosso, seguirla dappertutto, pedinarla in ogni luogo, assaggiare quello che mangia e beve, controllare che non ci siano bombe o veleni nei suoi giochi, vestiti, libri, diari e ipod. Lei è sotto la tua completà responsabilità. Quindi hai capito? Non devi assolutamente mai perderla di vista!-

 

Leon:- D’accordo, ho capito.-

 

Capo:- Benissimo! Miss Groan, ora può andare. Miss...- (Guarda la sedia e si accorge che la ragazza è sparita. Anche Leon se ne accorge.)

 

Leon:- Oh cacchio!-

 

Capo:- RITROVALA SUBITO!!!- (Leon sfonda di nuovo la porta ed esce.)

 

Leon corre in strada. Guarda in tutte le direzioni cercando un minimo segno di Ashley, ma è inutile. Poi un mendicante con un cartello con scritto “cieco” gli si avvicina...

 

Mendicante:- Stai cercando una ragazzina bionda con un gameboy?-

 

Leon:- Sì, dov’è andata?-

 

Mendicante:- Là dentro!- (Indica un enorme centro commerciale.)

 

Leon:- Grazie, tieni. (Gli dà un dollaro.) Continua a mangiare carote, pare funzionino.-

 

Leon entra di corsa nel centro commerciale. Vaga per un po’ nei negozi d’abbigliamento alla moda finchè...

 

Leon:- Ashley!- (Una ragazza si volta. Tiene in una mano il gameboy e nell’altra un sacchetto stracolmo di vestiti.)

 

Ashley:- Ah, sei il deficiente che mi hanno messo alle costole... Vabbeh, renditi utile. Toh!- (Gli lancia il sacchetto e lo prende in pieno facendolo cadere a terra.)

 

Leon (dolorante):- Ahio! Ma di che cavolo sono fatti ‘sti vestiti? Di piombo?-

 

Ashley:- Non dire idiozie. Ora andiamo: abbiamo ancora molti negozi da girare!-

 

Comincia un infinito tour di tutti i negozi del centro commerciale. Leon è travolto dall’infinità di capi di Armani, di Cavalli, di Dolce&Gabbana e di chissà quanti altri stilisti che Ashley gli tira addosso dopo averli provati e comprati. Impegnato a reggere tutti i vari sacchetti e pacchi, l’agente non si accorge di alcuni strani individui che li stanno seguendo biascicando frasi in una lingua incomprensibile. A un certo punto, mentre la ragazza è in un camerino a provarsi l’ennesimo vestito alla moda, a Leon viene il bisogno impellente di andare alla toilette.

 

Leon (bussando alla porta del camerino):- Ashley, vado un attimo al bagno, tu non ti muovere!-

 

Ashley:- Certo, idiota.- (Leon butta per terra tutti i vestiti firmati che portava e corre in bagno. Poco dopo torna.)

 

Leon:- Ci ho messo poco, hai visto, Ashley? (Dal camerino non viene nessuna risposta.) Ashley? Perchè non rispondi? (Ancora nessuno risponde. Leon, preoccupato, apre la porta del camerino e vede che la ragazza non c’è più. C’è solo un foglietto. Leon lo raccoglie e lo legge.) “Abbiamo rapito Ashley. Firmato: I Bergamasch”. Che cosa vorrà dire?- (Un tizio tutto sporco, vestito con vestiti da contadino lerci e rovinati e con un’espressione da psicopatico gli si avvicina.)

 

Tizio:- Imbesel! C’è scritto che abbiamo rapito Ashley!-

 

Leon:- Non ho capito...- (Il tizio si morde le mani.)

 

Tizio:- Allora, te lo rispiego con più calma. (Mentre parla gli indica le parole sul foglietto con un dito.) Noi... abbiamo... rapito... Ashley... Firmato... I... Bergamasch. Hai capito adesso?-

 

Leon:- No.-

 

Tizio:- Bon! Oh, vegn chè co’ la s’cèta! (Arriva un altro tizio come lui che stringe con le braccia Ashley imbavagliata e legata.) Hai capito ura?-

 

Leon (con espressione ebete):- Cos’è che dovevo capire?-

 

Tizio:- Crinciu! Devi essere proprio un barlafüss!-

 

Leon:- Barlache?- (Il tizio tira fuori un cellulare e compone un numero.)

 

Tizio (parlando al telefono):- Capo, il rapimento è andato alla grande, ma l’agente sembra non capire. Niente, capo, non capisce niente! Ah, lascio perdere? Sì, va bene.- (Mette giù il telefono e se ne va, lasciando solo Leon, che continua a leggere e rileggere il foglietto.)  

  

 

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Capitolo 2
*** CONSIGLIERI E COMPLOTTI ***


CAPITOLO 2: CONSIGLIERI E COMPLOTTI

CAPITOLO 2: CONSIGLIERI E COMPLOTTI

 

Dopo aver studiato il foglietto per tre ore buone, finalmente Leon capì il significato delle parole scritte su di esso e corse a riferirlo al suo capo.

 

Leon (entrando di corsa attraverso la porta sfondata):- Capo! Ho un messaggio importante!-

 

Capo (alzandosi di scatto dalla scrivania):- Cosa? Riguarda Ashley? Dov’è?-

 

Leon:- È tutto scritto su questo foglietto!- (Lo porge al capo.)

 

Capo (leggendolo):- Oddio, ma è terribile!-

 

Leon:- Già, questi Bergamasch hanno rapato Ashley! Va bene che quel taglio di capelli non era molto bello, però adesso assomiglierà ad un Hare Krishna!- (Il capo lo guarda con gli occhi fuori dalle orbite.)

 

Capo (infuriandosi e afferrando Leon per la collottola):- Razza di imbecille!!! C’è scritto che hanno rapito Ashley! Vuol dire che l’hanno legata, imbavagliata e portata via per poter poi chiedere un ricchissimo riscatto al padre!-

 

Leon:- Mi sembrava che ci fosse scritto rapato...-

 

Capo:- ZITTO!!! Ascoltami bene: ora io andrò alla Casa Marrone e spiegherò al presidente e ai suoi consiglieri la situazione. Tu verrai con me e ti offrirai volontario per la missione di salvare Ashley, se non vuoi che ti mandi a pulire le fogne per il resto della tua insulsa esistenza! Hai afferrato il concetto???- (Leon annuisce muovendo veloce la testa su e giù.)

 

Il capo, sempre tenendo Leon per la collottola con la mano destra, corse veloce alla residenza del Presidente degli Stati Uniti. Si presentò ai consiglieri e spiegò che, per colpa dell’idiota che si portava dietro, la figlia del Presidente era stata rapita da un’associazione misteriosa che si firmava come I Bergamasch. Grazie alle informazioni dell’efficientissima agenzia di spionaggio del governo, la CIÀ, i consiglieri scoprirono subito dove si trovavano i rapitori di Ashley e andarono dal Presidente per riferirgli tutto. Entrarono nello Studio Eptagonale e videro il Presidente intento a giocare con i soldatini sul planisfero sopra il tavolo.

 

Presidente (muovendo un cannoncino giocattolo):- Boom! Boom! Per voi non c’è speranza, maledetti musi gialli!- (I consiglieri lo guardano stupefatti per tanta scemenza.)

 

Primo consigliere:- Ehm, signor Presidente?-

 

Presidente (alzando la testa dal tavolo):- Ah, salve miei fidi consiglieri! Sto pianificando una nuova guerra per esportare la democrazia!-

 

Secondo consigliere:- Sì, signore, ma guardi che quello è il Canada, non la Cina.-

 

Presidente (osservando il planisfero):- Ah, davvero? Beh, allora attaccheremo il Canada!-

 

Terzo consigliere:- No, il Canada è un paese nostro alleato, è meglio lasciarlo in pace.-

 

Presidente (deluso):- Peccato...-   

 

Primo consigliere:- Signor Presidente, noi siamo qui per darle una grave notizia: sua figlia è stata rapita!-

 

Presidente (stupito):- Perchè, ho una figlia?- (Il primo consigliere scoppia in lacrime e interviene il secondo.)

 

Secondo consigliere:- Sua figlia Ashley, signore, ricorda? Bionda, carina, viziata, irrispettosa...-

 

Presidente:- Ah, già, la cara Ashley! E come sta?-

 

Secondo consigliere (stringendo i denti):- È stata rapita da un’associazione chiamata I Bergamasch. Dalle notizie in nostro possesso supponiamo che abbia le sue basi qui.- (Indica nel planisfero un punto situato tra Milano e Bergamo, nella Pianura Padana, in Italia.)

 

Presidente:- Ah, lo sapevo. I rapitori si trovano in Pakistan!-

 

Secondo consigliere (al colmo dell’esasperazione):- No, quella è l’Italia! Il Pakistan è qua!- (Indica un altro punto della carta geografica.)

 

Presidente:- L’Italia, già, un paese di terroristi islamici!- (Anche il secondo consigliere crolla in un pianto disperato affiancando il primo.)

 

Terzo consigliere:- Signore, l’Italia è in Europa e fa parte dell’Unione Europea, a cui siamo alleati.-

 

Presidente (assai stupito):- Come, questo non è il Medio Oriente?- (Indica l’Europa.)

 

Terzo consigliere:- No, il Medio Oriente è questo!- (Indica il Medio Oriente.)

 

Presidente:- Ops! (Tira fuori il cellulare e compone un numero.) Pronto? È il Presidente Groan che parla. Annullare tutto! Niente più invasione! A quanto pare il vero Medio Oriente è un po’ più a Est!-

 

Terzo consigliere:- Mi passa il telefono un attimo, signore? (Il Presidente glielo dà. Il terzo consigliere ci parla sottovoce.) Vi avevo detto di contattare noi, prima di mettere in atto gli ordini del Presidente, generali cretini! Fate tornare indietro subito tutte le navi, gli arei e gli elicotteri. Non m’importa per il costo, pagatelo di tasca vostra o vi manderò tutti sulla sedia! Cosa? Avete conquistato le coste settentrionali dell’Irlanda??? Abbandonatele immediatamente!!! E chiedete scusa, almeno! (Mette giù e lo ridà al Presidente.) Signor Presidente, non si ricorda proprio dell’Italia? Faccia uno sforzo!- (Il Presidente si concentra e diventa blu.)

 

Presidente (illuminandosi):- Ah, sì! È quel paese che aveva come premier il tappo, vero?- (I primi due consiglieri smettono di piangere.)

 

Tutti i consiglieri (raggianti):- Sì! L’ha capito! Evviva!!!- (Festeggiano facendo un trenino.)

 

Presidente:- Bene, buttiamoci una bomba atomica e siamo a posto!- (I primi due consiglieri si rimettono a piangere, seguiti dal terzo.)

 

Quarto consigliere:- Signore, non può buttarci una bomba atomica: sua figlia si trova là, morirebbe anche lei!-

 

Presidente:- Ah, giusto...-

 

Quarto consigliere:- Quello che noi suggeriamo è di mandare un nostro agente a salvarla. Ne informeremo il governo italiano e nessun altro lo saprà, perchè uno solo passerà più facilmente inosservato, rispetto ad un esercito.-

 

Presidente:- Avete ragione! Molto bene! Mandiamo Superman!- (Il quarto consigliere comincia a prendere a testate la parete.)

 

Quinto consigliere:- Non esiste Superman, è solo un fumetto, signor Presidente!-

 

Presidente:- Allora Spiderman!-

 

Quinto consigliere:- È un fumetto.-

 

Presidente:- Hulk!-

 

Quinto consigliere:- È un fumetto.-

 

Presidente:- Capitan America!-

 

Quinto consigliere (un po’ arrabbiato):- È un fumetto!-

 

Presidente:- Tex Willer!-

 

Quinto consigliere (arrabbiato):- È un fumetto!!!-

 

Presidente:- Paperinik!-

 

Quinto consigliere (arrabbiatissimo):- È un fumetto!!!!!!-

 

Presidente:- Topolino!-

 

Quinto consigliere (incazzato a mille):- È... UN... FUMETTO!!!!!!!!!!- (I vetri delle finestre si frantumano per la potenza della sua voce. Poi il quinto consigliere cade a terra svenuto.)

 

Sesto consigliere:- Signor Presidente, non si deve scomodare a cercare personalmente un possibile candidato per la missione: l’abbiamo già trovato noi! (Il settimo e l’ottavo consigliere aprono la porta e si vede Leon Scottat Kennedy. Il sesto consigliere si rivolge a lui.) È vero che desideri follemente andare nella Bergamasca a salvare la figlia del Presidente e perciò ti offri volontario per la missione?-

 

Leon (che ha alle spalle il suo capo che gli punta una 44 magnum nella schiena):- Certamente!- (La porta si richiude subito sul naso di Leon.)

 

Sesto consigliere:- Visto, signor Presidente? Tutto quello che deve fare è firmare qui! (Gli altri consiglieri accorrono veloci con dei fogli con scritto sopra “top secret” e una penna.) Ecco, firmi qui, sotto “firma del Presidente”! (Il Presidente prende la penna deciso e traccia una bella X nello spazio indicatogli. Tutti i consiglieri sono esterrefatti.) Signore, ma lei sa scrivere?-

 

Presidente:- Certo che no! Da quando in qua si deve aver fatto le elementari per diventare presidenti?-

 

Sesto consigliere (che con grande forza d’animo non ha nessuna crisi di pianto):- Giusto, signore. Ora non si preoccupi: salveremo sua figlia. Torni pure ai suoi piani di guerra. Arrivederla!-

 

Tutti i consiglieri escono, trascinando gli sfortunati primi cinque fuori dalla stanza. Danno l’autorizzazione al capo di Leon e poi si allontanano. Di nascosto a tutti, percorrono varie sale, arrivano di fronte a una libreria e azionano un meccanismo segreto che la fa spostare, rivelando un passaggio segreto (anche se un po’ banale!). Lo attraversano ed entrano in una stanza segreta (è tutto molto segreto) dove li aspetta un signore. Ha gli occhiali scuri, i capelli biondi tagliati corti ed un’espressione gelida e spietata.

 

Sesto consigliere:- Tutto procede secondo i piani, signor Adalberto Weskor!-

 

Weskor:- Non chiamarmi con il mio nome di battesimo! Lo detesto! (Impugna una mazza da baseball e riempie di legnate il sesto consigliere. Poi, dopo avergli spaccato qualche vertebra, si calma e continua.) Comunque, ne ero certo! Avete svolto un ottimo lavoro, miei fidi! Presto la K-way Corporation rinascerà e tutti voi avrete la vostra ricompensa!-

 

Primo consigliere:- Tutto ciò è fantastico, ma noi avevamo una domanda, signor Weskor.-

 

Weskor:- Che domanda?-

 

Secondo consigliere:- Doveva proprio essere così idiota il Presidente? Io non ce la faccio più a sentire le scemenze che dice di continuo!-

 

Weskor:- Certo che lo doveva essere! Visto che è un totale cretino, lo posso manovrare facilmente tramite voi e così otterrò presto il controllo su tutta la Terra! HA, HA, HA, HA!!!-

 

Consiglieri:- Ha ragione!-

 

Tutti:- HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA!!!- (Mentre ridono, da una porticina entra il Presidente.)

 

Presidente:- Ehi, perchè ridete? (Indica Weskor.) E lui chi è?- (I consiglieri e Weskor si guardano confusi e impauriti, perchè temono di venire scoperti.)

 

Settimo consigliere (sudando freddo):- Beh, lui è il signor Adalberto ed è un comico! Ci ha appena raccontato una barzelletta spassosissima e quindi ridevamo.-

 

Presidente:- Davvero? Posso sentirla anch’io?-

 

Weskor (molto imbarazzato):- Ehm, ma certo... Allora... Uno zombie nato dagli esperimenti della K-way Corporation, la multinazionale di mia proprietà che sviluppa armi batteriologiche in grado di distruggere l’intero genere umano, dice a un altro:“Lo sai che a Racchion City è arrivato il circo?” E quello risponde:“Che bello! Andiamo, muoio dalla voglia di vederlo!”- (Nella stanza cala il silenzio. Weskor e i consiglieri pensano di essere stati scoperti e quindi di essere praticamente già morti. Poi, improvvisamente...)

 

Presidente:- Ha, ha, ha, ha!!! Che spasso!!! Ha, ha, ha, ha!!! Che mattacchione il vostro amico! (Tira una pacca sulla spalla a Weskor.) Che ridere!! Ha, ha, ha, ha!!!- (I consiglieri e Weskor fissano sbalorditi il Presidente che continua a ridere imperterrito.)

 

 

 

Ringraziamenti:

 

@Suikotsu: Vedrai, vedrai come ridicolizzerò il buon vecchio Osmundo Saddler! E anche tutti gli altri!

 

@Dea Nemesis: Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!

 

Ringrazio anche tobichan che ha messo la mia storia tra i suoi preferiti (Perchè non mi ha commentato, allora?) e infine tutti quelli che leggono senza commentare (siete più cattivi di Adalberto!).

 

 

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Capitolo 3
*** UNA NUOVA MISSIONE PER LEON! ***


CAPITOLO 3: UNA NUOVA MISSIONE PER LEON

CAPITOLO 3: UNA NUOVA MISSIONE PER LEON!

 

Ricevuta l’autorizzazione, il capo portò di nuovo Leon nel suo ufficio.

 

Capo:- Adesso ti spiegherò la tua nuova missione: tu partirai in aereo con un volo al super risparmio e arriverai in Italia all’areoporto di Olio al Sergio. Da lì due poliziotti italiani ti porteranno in macchina fino al villaggio dove probabilmente si trovano i rapitori di Ashley. Poi tu dovrai proseguire da solo, ma per questo avrai delle armi speciali. (Gli dà una sacca da spiaggia. Leon la guarda stupito.) È soltanto una precauzione: così passerai inosservato all’areoporto. Sono lì dentro, fidati. Tutto ciò che devi fare è liberare Ashley e riportarla a casa. Hai capito?-

 

Leon:- Sì, ho solo una domanda.-

 

Capo:- Sentiamo!-

 

Leon:- Siamo sicuri che non ci siano zombie?-

 

Capo:- Certo che no! Me l’avevi chiesto tu di non darti più missioni con gli zombie, ma se vuoi...-

 

Leon:- No, va bene così!-

 

Andarono all’areoporto e Leon partì su un aereo risalente alla Prima Guerra Mondiale, tanto che vantava di avere ancora nel motore un proiettile del Barone Rosso. Arrivato in qualche modo ad Olio al Sergio, aveva consegnato una bottiglia di olio a un signore che portava un cartellino con scritto “Sergio”, come doveva fare chiunque entrasse all’areoporto secondo l’usanza, era salito sull’auto dei due poliziotti e si erano diretti al villaggio. E ora possiamo tornare al presente, cioè a quando Leon è in macchina con i poliziotti che ascoltano Hamtaro.

 

Leon (tra sè):- Meno male che il capo mi ha dato anche una foto di Ashley, perchè altrimenti non riuscirei mai a riconoscerla, senza i suoi maledetti vestiti alla moda e quel taglio di capelli.-

 

Poliziotto al volante (a Leon):- Hai finito con i tuoi flashback? È da mezz’ora che mi scappa la pipì!-

 

Leon:- Sì, gli antefatti sono finiti. Però si doveva pure spiegare com’era andata.-

 

Poliziotto al volante:- Ho capito, ma io dovevo farla da quando siamo partiti!-

 

Poliziotto non al volante:- Perchè non sei andato al bagno dell’areoporto?-

 

Poliziotto al volante:- Perchè per poterci entrare bisognava dare una bottiglia d’olio al Sergio e io non ce l’avevo. (Ferma la macchina e scende. Si allontana un attimo nel bosco a fare pipì e, mentre la fa, scende una nebbia tremenda. Il poliziotto ha un po’ paura e cerca di tornare alla macchina in fretta ma non trova più la strada per via della foschia e si perde. Poi sente dei fruscii dai cespugli. Mentre in sottofondo attacca una musica di paura, il poliziotto estrae la pistola spaventato.) Chi va là? (I fruscii aumentano nella sua direzione.) Fermo!- (Spara alla cieca.)

 

Leon (emergendo dalla nebbia):- Ma sei cretino? Sono io! Sono venuto a cercarti perchè non tornavi più e tu mi spari addosso???- (La musica sfuma e il poliziotto abbassa la pistola.)

 

Poliziotto:- Scusa, mi ero spaventato.-

 

Leon:- Torniamo alla macchina, dai!-

 

Poliziotto:- Ma come facciamo a ritrovarla con questa nebbia che si taglia col coltello?-

 

Leon:- Facile, no? (Estrae il suo coltello e taglia la nebbia in modo da formare un buco da cui si vede la macchina.) E ora andiamo.- (Il poliziotto lo segue sbalordito e risalgono sull’auto.)

 

La macchina riparte e, stavolta ascoltando alla radio le canzoni dei Puffi, arrivano nei pressi di un villaggio. L’auto si ferma sul ciglio della strada subito dopo un ponte.

 

Autoradio:- Grande Puffo ha una marcia in più...- (Il poliziotto non al volante spenge l’autoradio.)

 

Poliziotto non al volante (a Leon):- Ecco, quello laggiù è il villaggio.- (Indica lontano davanti a sè.)

 

Poliziotto al volante (a Leon):- Tu vai pure a cercare la ragazza, noi restiamo qui per spostare la macchina nel caso sia in divieto di sosta.-

 

Leon (con sarcasmo):- Sì, divieto di sosta... (Scende e si allontana un po’ dalla macchina. Gli squilla il cellulare. Leon lo prende e risponde.) Pronto?-

 

Mamma di Leon:- Pronto, tesoro, sono la mamma!-

 

Leon (scocciato):- Mamma, ti ho detto di non chiamarmi quando sono in missione!-

 

Mamma:- Sì, sì, quanto sei noioso! Ti ho chiamato solo per assicurarmi che tu stia bene.-

 

Leon:- Sì, sto bene! Adesso ciao!-

 

Mamma:- No, aspetta! Ti sei messo la maglia di lana?-

 

Leon:- Mamma, non sono più un bambino! So badare a me stesso! E adesso scusami, ma devo portare a termine la mia missione!-

 

Mamma:- Hai una nuova missione? E cosa riguarda?-

 

Leon:- Devo liberare la figlia del Presidente Groan che è stata rapita da una strana organizzazione, ma...-

 

Mamma (interrompendolo):- Che bello, non vedo l’ora di dirlo alle mie amiche!-

 

Leon:- NO! Non devi dirlo a nessuno! È un segreto di stato e nessuno deve sapere che sono nel Nord Italia per salvare Ashley Groan!-

 

Mamma:- Sei in Italia? Che fortunato! Prima di andartene, vai a vedere il Colosseo!-

 

Leon:- Sì, mamma, ma adesso devo proprio andare.-

 

Mamma:- Va bene, ma torna a casa alle sette e mezza!-

 

Leon (esasperato):- Ma come faccio??? Sono in un altro continente!-

 

Mamma:- Ma io non mi sento sicura se il mio bambino non è a casa quando fa buio! Senti, non è che potrei venire lì da te?-

 

Leon:- Ma cosa cavolo dici??? E poi non ti preoccupare: il capo mi ha assicurato che non è una missione pericolosa.-

 

Mamma:- Te l’aveva detto anche l’altra volta e dopo chi è che ha pulito i tuoi vestiti sporchi di sudore, fango, vomito e sangue? Pulisco sempre tutto io! Non è giusto! Non sono una schiava e...- (Squilla la ricetrasmittente di Leon.)

 

Leon:- Scusa mamma, ma ti devo lasciare. Sta squillando la ricetrasmittente.-

 

Mamma:- Va bene, ma mandami un SMS stasera!- (Leon mette giù e risponde alla ricetrasmittente. Nello schermo video compare l’immagine di Ingrid Hunnigan, una bella donna nordica e bionda.)

 

Ingrid:- Leon, mi ricevi?-

 

Leon:- Sì, forte e chiaro! Grazie mille, Ingrid, mi hai salvato la vita!-

 

Ingrid:- Gli abitanti del villaggio ti hanno già attaccato?-

 

Leon:- No, mi hai salvato da una telefonata di mia mamma!-

 

Ingrid:- Ah... Ascolta, Leon: il capo mi ha dato l’incarico di aiutarti dandoti informazioni per la tua missione su tutte le cose che non sai.-

 

Leon:- Grazie Ingrid, cominciamo subito: sei libera venerdì sera?-

 

Ingrid:- Non scherzare, Leon! Ci sentiamo dopo.-

 

Leon:- Sul serio, vuoi uscire con me quando torno? (Ingrid riattacca e l’immagine scompare.) Sempre così! Dov’è che sbaglio nell’approccio?-

 

Leon abbandona questo quesito irrisolvibile, si dirige verso una casa un po’ fuori dal villaggio ed entra. Nella sala da pranzo c’è una tavola apparecchiata davanti a un camino. Sopra il fuoco c’è un pentolone pieno di polenta e chino su di esso c’è un uomo con un’enorme sbazza e con i vestiti lerci. Leon gli si avvicina.

 

Leon:- Scusi signore, ha mai visto la ragazza in questa foto? (Tira fuori dalla tasca dei pantaloni una foto dove si vede Leon inseguito da una folla di zombie.) No, aspetti, questa è la foto ricordo di Racchion City. (La rimette in tasca.) Ecco, è questa! (Estrae un’altra foto dove c’è Leon a due anni che gioca con le paperelle nella vaschetta.) No, non è neanche questa qui. Abbia un po’ di pazienza che la cerco. (Mette via anche questa foto e si svuota le tasche, estraendo il portafogli, il cellulare e varie altre foto, tra cui quella del capo che gli punta amichevolmente un revolver alle tempie, quella della mamma che lo abbraccia di fronte a tutti perchè è diventato agente del governo e quella di Ida Wrong che piange sconsolata perchè non lo ha colpito. Alla fine trova la fotografia giusta, cioè quella di Ashley con uno sguardo annoiato e un po’ arrabbiato perchè il fotografo le impediva di andare a fare compere.) Oh, finalmente! Ha visto questa ragazza?-

 

Uomo (con sguardo omicida):- Spacca minga i ball! Fera di ciapp, terùn!-

 

Leon:- OK, me ne vado. (Si gira e fa per uscire, ma contemporaneamente l’uomo afferra una roncola e gli salta addosso. Però Leon inciampa in una crepa del pavimento e cade a terra in avanti, evitando così il colpo mortale.) Questo pavimento dovrebbe essere messo a posto... (Poi si volta e vede l’uomo con la roncola in mano.) Oh, ma che cosa fa? Fermo o sparo!- (Estrae fulmineo un accendino. Si accorge di aver sbagliato e prende la sua pistola, ma l’uomo non si ferma.)

 

Uomo:- Moër, terùn!- (L’uomo attacca ancora e Leon gli spara, ma quello non fa una piega. Allora gli spara ancora, ancora e ancora. Finalmente quello capisce il messaggio e cade a terra stecchito.)

 

Leon (guardando il cadavere):- Roba da matti! Quattro proiettili! Non è possibile! A meno che... (Prende la ricetrasmittente e chiama.) Ingrid, mi ricevi?-

 

Ingrid:- Leon, cosa vuoi ancora? Non voglio uscire a cena con te!-

 

Leon:- Non ti chiamo per quello! Passami il capo. Stavolta mi sente!- (L’immagine di Ingrid nello schermo video viene sostituita da quella del capo.)

 

Capo:- Cosa devi dirmi di tanto urgente, agente Leon?-

 

Leon:- Mi aveva detto che non c’erano zombie in questa missione! Voglio tornare a casa!!!-

 

Capo:- Perchè? Cos’è successo?-

 

Leon:- Ho appena sparato quattro colpi per uccidere un pazzo che mi ha assalito!-

 

Capo:- Agente Leon, se hai una mira che fa schifo non sono fatti miei!- (Riattacca.)

 

Leon:- Ma no, non in quel senso! Io intendevo... Pronto? Mi riceve, capo?- (Capisce che il capo ha messo giù e mette via la ricetrasmittente.)

 

Leon sente un rumore di camion in strada e corre alla finestra. Infatti fuori c’è un camion guidato da alcuni tizi con i vestiti sudici che sta andando addosso all’auto dei poliziotti.

 

Guidatori del camion:- Siete in divieto di sosta!!!-

 

Poliziotti (abbracciandosi atterriti):- AAAAAHH!!!- (Il camion colpisce l’auto in pieno e la fa cadere nel fiume sotto il ponte, ma i poliziotti riescono a scendere in tempo. Però vengono subito catturati dai guidatori del camion e portati via.)

 

Leon (da dentro la casa):- Accidenti! Erano davvero in divieto di sosta!-

 

Leon esce di corsa e va vicino al ponte. Guarda giù e vede l’auto tra i flutti del fiume.

 

Leon (commosso):- Addio, povera autoradio! Mi mancheranno le tue canzoncine demenziali! Ma sarai vendicata, lo giuro!- (Si asciuga una lacrima sul volto e si incammina deciso verso il villaggio.) 

 

 

Ringraziamenti:

 

@utada_hikaru: Sì, col mercante ci hai azzeccato! Complimenti!

 

@Suikotsu: Grazie! Vedrai l’intelligenza dei cattivi!

 

@Dea Nemesis: Spero che ti sia piaciuto l’inizio della missione dell’agente Leon!

 

Grazie anche a Michan_Valentine (però un commenti potevi lasciarlo) e Suikotsu che hanno messo questa storia tra i preferiti e a quelli che leggono ma non commentano (ma se siete arrivati qui una piccola recensione me la potete anche fare, no?).

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Capitolo 4
*** IL VILLAGGIO ***


CAPITOLO QUATTRO: IL VILLAGGIO

CAPITOLO QUATTRO: IL VILLAGGIO

 

Leon cammina nel bosco in direzione del villaggio. Vede un cane con una zampa in una tagliola.

 

Leon:- Oh povero cane! (Si avvicina e apre la tagliola.) Vai, ora sei libero! (Il cane esce dalla tagliola e azzanna Leon alla gamba destra.) AAAHH!!! Bastardo!!! Lasciami, figlio d’un cane!- (Lo colpisce con il calcio della pistola e il cane si allontana di corsa.)

 

Arriva all’inizio del villaggio e tira fuori il cannocchiale. Vede che nel piazzale al centro, davanti a una chiesa con un campanile, c’è un rogo sopra il quale si trova il corpo impalato di uno dei due poliziotti. E sopra c’è un cartello con la scritta:“Era in divieto di sosta”. Intorno, uomini e donne sudici e con la sbazza camminano e svolgono le loro faccende apparentemente tranquilli.

 

Leon:- Sono un attimino drastici con le punizioni da queste parti!- (Entra nel villaggio tenendo la pistola in mano. Cammina piano piano per non farsi notare, ma urta una roncola appoggiata a un muro. L’attrezzo colpisce un rastrello che cade infilzando il sederone di un uomo piegato.)

 

Uomo (alzandosi di scatto):- CHE DULUUUUR!!! CHE DULUR AI CIAPP!!!- (Un altro uomo gli toglie il rastrello dalle natiche.)

 

Altro uomo:- Chi l’è staĉ? (Si volta verso Leon.) Chi l’è cheschì? Ciapimel!- (Parte in sottofondo la soave e dolce musica di Johan Sebastian Bach, mentre tutti afferrano roncole, rastrelli, forconi, vanghe, accette, coltelli da macellaio e mestoloni per la polenta e attaccano Leon.)

 

Leon:- Aspettate, posso spiegar... (Un’accetta gli passa sopra la testa tagliandogli un ciuffo di capelli.) Ripensandoci è molto meglio correre! (Scappa via inseguito dagli abitanti del villaggio.) Un momento! Il capo mi aveva dato delle armi speciali! (Sempre correndo tira fuori la sacca da spiaggia. Ci fruga dentro ed estrae un enorme fucile blu elettrico.) Questo dev’essere molto potente! Strano che sia così leggero, però... Bah, non importa! (Si ferma e si volta imbracciando minaccioso il fucile.)  Fermi dove siete o vi faccio saltare in aria! (Un tizio con un forcone si avvicina con intenzioni omicide.) Fermo! (Non si ferma.) Peggio per te, amico! (Leon preme il grilletto e il fucile spara un potentissimo getto d’acqua in faccia al tizio col forcone. Leon guarda meglio il fucile.) Ma è un fucile ad acqua! (Apre la sacca e vede che ci sono anche paletta e secchiello.) Oh cacchio! Credo di aver preso la borsa sbagliata al ritiro bagagli di Olio al Sergio!-

 

Contemporaneamente in una spiaggia di Rimini...

 

Bambino (stringendo in mano un percussore):- Mamma, guarda che bel fucile che mi ha preso il babbo!- (Spara all’impazzata facendo fuori il bagnino, due animatori e quaranta pensionati, distruggendo cinquanta ombrelloni, ventisette sdraio e tredici altoparlanti e affondando sette canoe e tre pedalò.)

 

Mamma del bambino (sdraiata a prendere il sole):- Certo che i giochi per bambini sono sempre più violenti...-

 

Intanto al villaggio...

 

Leon:- Oh cacchio! (Tira il fucile ad acqua e la sacca da spiaggia addosso al tizio col forcone e scappa a gambe levate.) Aiutooo!!!-

 

Abitanti (inferociti):- Moër! Crepa! Sciopa, terùn!- (Leon scavalca un’alta staccionata e finisce in un cortile pieno di cespugli e siepi. Gli abitanti invece non ci riescono perchè sono troppo grassi e scoordinati.)

 

Leon (respirando affannosamente):- Qui sono al sicuro. Pant! Sbuff! Nessuno di quei pazzi riesce a seguirmi. Anf! (Si sente il rumore di una motosega che si accende. Leon è spaventatissimo.) E adesso che cosa succede?- (Un cespuglio di fronte a Leon viene tagliato a metà e compare un omone con un sacchetto dell’immondizia in testa che stringe con entrambe le mani una motosega accesa.)

 

Uomo con la motosega:- Te tai in mess, terùn!-

 

Leon (tra sè):- Non capisco una parola della sua strana lingua, ma credo di aver afferrato il concetto! (L’uomo agita la motosega e gli corre addosso.) AIUTO!!!- (Leon schiva il colpo e comincia a correre. L'uomo lo insegue muovendo la motosega a caso, perchè non vede nulla per via del sacchetto in testa, e taglia varie fronde ai cespugli e alle siepi. Alla fine li ha potati in modo tale che raffigurino sè stesso che insegue Leon. Leon si ferma un attimo, tira fuori il cellulare e scatta una foto alla scultura vegetale. Subito dopo l'uomo con la motosega la squarcia proprio nel punto del torace della scultura di Leon. Il vero Leon scappa urlando. Esce dal cortile, ma appena fuori lo aspettano gli abitanti del villaggio.)

 

Uomo con la roncola:- Te disf la capa! (Muove la roncola verso Leon, ma la mano gli viene mozzata dall’uomo con la motosega.) La mia ma’!!!- (L’uomo con la motosega corre in mezzo agli altri abitanti e, agitando la motosega nel tentativo di colpire Leon, taglia un po’ tutto.)

 

Uomo con il forcone (all’uomo con la motosega):- Sa fet? S’è biggül? (L’uomo con la motosega gli stacca di netto il naso.) El me nas!!!-

 

Donna con il coltellone da macellaio:- Varda sa fet, barlafüss!!!- (L’uomo con la motosega le taglia la testa. Leon ne approfitta per scappare e arriva nel piazzale davanti alla chiesa.)

 

Leon:- Sono salvo! (Da un casa sbuca un altro uomo con la motosega.) No, di nuovo! (In quel momento arriva anche il primo uomo con la motosega. Entrambi attaccano Leon, che si butta a terra. I due uomini con la motosega si tagliano la testa a vicenda. Leon si rialza.) Che culo! (Da ogni vicolo arrivano decine di abitanti.) Come non detto!- (Si avvicinano lentamente a Leon, circondandolo. Lui spara con la pistola cercando di fermarli, ma è inutile, sono troppi. L’uomo con il mestolo per la polenta lo afferra per la gola e comincia a strangolarlo. Poi improvvisamente suona la campana.)

 

Uomo con la vanga:- La campana!-

 

Tutti gli abitanti:- Oooh!- (Lasciano cadere a terra le armi e si dirigono lentamente verso la chiesa.)

 

Uomo con la roncola (agitando il braccio senza mano):- Federalismo fiscale!-

 

Uomo con il forcone:- Taleggio per tutti!-

 

Uomo con il mestolo per la polenta (gettando a terra Leon):- Padania libera! Signùr Soddler!- (Tutti entrano nella chiesa e si chiudono la porta alle spalle. Leon tossisce massaggiandosi la gola e si rialza.)

 

Leon:- Sono ancora vivo! (Guarda in alto felice.) Allora è vero che c’è un angelo che protegge ognuno di noi!- (Squilla la ricetrasmittente. Leon risponde.)

 

Ingrid:- Leon, mi ricevi? Va tutto bene?-

 

Leon:- Bene un tubo! Voglio tornare a casa!!! Questo posto è pieno di zombie fuori di testa!-

 

Ingrid:- Calmati, Leon. Ho fatto delle ricerche posso dirti con sicurezza che non sono zombie: tecnicamente si chiamano bergamados.-

 

Leon:- E qual’è la differenza?-

 

Ingrid:- Credo che siano un po’ più deficienti, ma per il resto sono uguali.-

 

Leon:- Porc... Il capo mi ha fregato ancora!-

 

Ingrid:- Temo di sì. Comunque, devi andartene da lì.-

 

Leon:- Va bene. Se sopravvivo, facciamo venerdì sera dal cinese in via Washington?- (Ingrid riattacca infuriata.)

 

 

Ringraziamenti:

 

@Suikotsu: Beh, uno sfigato ci ha già salutato! Quattro colpi era per esigenze di trama, lo so che ci vuole molto meno con il primo.

 

@Dea Nemesis: Visto che la fortuna ha salvato ancora Leon? Eh, sì questa fortuna dal vestito rosso... Ma non voglio anticiparti niente!

 

@utada_hikaru: Grazie per aver messo questa fic tra i preferiti! Vedrai che la mamma di Leon tornerà varie volte in seguito! Per il mercante devi aspettare ancora un po’.

 

@BaschVR: Un nuovo commentatore! Sono contento che ti piaccia! Continua a seguirmi!

 

Quelli che leggono ma non commentano faranno la fine del poliziotto! Se non mi credete, Soddler verrà a casa vostra ad acchiapparvi con i suoi tentacoli!

 

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Capitolo 5
*** C’ERA UNA CINESE CHE VOLEVA LEON IN COMA... ***


CAPITOLO CINQUE: C’ERA UNA CINESE CHE VOLEVA LEON IN COMA

CAPITOLO CINQUE: C’ERA UNA CINESE CHE VOLEVA LEON IN COMA...

 

Mentre a Leon accadevano le disavventure narrate nei due capitoli precendenti, Weskor non era stato certo con le mani in mano. Era andato in una base segreta della K-way Corporation che si trovava nello scantinato della villetta di un’adorabile vecchina che andava matta per le tendine rosa, e aveva contattato la migliore delle sue spie: Ida Wrong. Sceso nella cantina passando dalla porta sul retro, in modo che la vecchina, impegnata a guardare Sex and the City in televisione, non lo vedesse, Weskor si era sistemato davanti a un gigantesco computer con tre schermi. Questo gioiello della moderna tecnologia non solo fungeva da archivio di centinaia di files e dati sulle ricerche della K-way e sulle sue filiali in tutto il mondo, ma anche da telefono, televisore che trasmetteva le immagini prese dal satellite della K-way e tostapane. Weskor compose il numero di cellulare di Ida. La fredda voce del computer risuonò nella stanza buia.

 

Voce del computer:- Il numero da lei selezionato al momento è occupato. La preghiamo di riprovare più tardi.-

 

Weskor:- Dannazione, quella lì è sempre a parlare con le sue amiche! Riproviamo!- (Dopo ore di tentativi Weskor sta per arrendersi, ma finalmente nello schermo centrale compare la faccia contrariata di una bella cinese dai capelli scuri con un nastro rosso legato intorno al collo.)

 

Ida:- Che c’è, Weskor? Fai in fretta, devo chiamare Meg per dirle che prima ho parlato con Anne, che ha appena scoperto che in realtà la sua organizazzione è la stessa del suo fidanzato e quindi non deve più ucciderlo! -

 

Weskor (trattenendo l’impulso di sfondare lo schermo del computer con un mazza chiodata):- C’è una nuova missione per te. Vieni alla mia base segreta.-

 

Ida:- OK, arrivo subito.- (Mette giù.)

 

Weskor:- No, aspetta, devo darti l’indirizzo segreto e... (In quel momento sente bussare alla porta.) Chi può essere?- (Apre la porta blindata e lì c’è Ida con il cellulare in mano. Indossa un seducente vestito rosso. Weskor guarda sbalordito l’orologio, poi guarda Ida e poi ancora l’orologio.)

 

Ida:- Beh, cos’è quella faccia?-

 

Weskor:- Ma come hai fatto ad arrivare in così poco tempo e soprattuto come facevi a sapere la posizione del mio covo?-

 

Ida (facendo spallucce):- Giravo da queste parti e poi non è un mistero che stai nello scantinato della casa di Miss Tattler*.-

 

Weskor:- Come, chi altri lo sa?-

 

Ida:- Più o meno mezza America, visto che la simpatica nonnina lo ha raccontato a quasi tutti!-

 

Weskor:- Accidenti, dovrò cambiare covo! Beh, ma a questo penserò dopo. Ida, il tuo incarico consiste nell’andare nel Nord Italia in un paesino sperduto della Bergmasca. Lì dovrai recuperare un campione di Verzas.-

 

Ida:- Cos’è questa storia?-

 

Weskor:- A quanto pare, qualcuno si è messo a fare giochetti simili ai nostri a Racchion City. Gli abitanti sono stati infettati da questa Verzas e il loro capo li controlla perchè si è iniettato quella dominante. Grazie alle sue enormi potenzialità, la K-way diventerebbe infinitamente ricca e potente se riuscissi ad ottenerne un campione. Il mondo intero sarebbe mio schiavo e nessuno potrebbe più opporsi a me!!! MUHAHAHAHAHAHAHAHA!!!- (Attratta dalle risate, arriva Miss Tattler, una settantenne magra e piccola con degli occhialini e un vestitino tutto rosa.)

 

Miss Tattler:- Perchè tante risate? (Indica Ida.) E lei chi è?-

 

Weskor (imbarazzato):- Ehm, ecco... (Tra sè.) Ha già funzionato una volta, perchè non dovrebbe riuscirmi di nuovo? (A Miss Tattler.) Lei è una mia amica e ridevamo perchè avevo raccontato una barzelletta.- (Ida lo guarda stupita, ma lui le fa cenno di assecondarlo.)

 

Miss Tattler:- Oh, me la potrebbe raccontare?-

 

Weskor:- Certamente! Uno zombie nato dagli esperimenti della K-way Corporation, la multinazionale di mia proprietà che sviluppa armi batteriologiche in grado di distruggere l’intero genere umano, dice a un altro:“Lo sai che a Racchion City è arrivato il circo?” E quello risponde:“Che bello! Andiamo, muoio dalla voglia di vederlo!”- (Cala il silenzio.)

 

Ida:- Weskor, senza offesa, questa barzelletta è...-

 

Miss Tattler:- Divertentissima!!! Ha, ha, ha!!! Lei ha un talento, giovanotto! Dovrebbe fare il comico! Ha, ha! La racconterò a tutte le mie amiche!- (La vecchina si piega in due dalle risate. Ida è praticamente sotto shock.)

 

Weskor:- Noi ora usciamo, Miss Tattler.-

 

Miss Tattler:- Sì, sì, ciao! Ha, ha! Che ridere!- (Weskor afferra per un braccio Ida ed escono dallo scantinato.)

 

I due vanno in un bar lì vicino, si siedono a un tavolo e ordinano un caffè e un sake. Poi riprendono a parlare.

 

Ida:- Davvero, Weskor, quella barzelletta faceva pena!-

 

Weskor:- Sì, lo penso anch’io, ma è già la seconda volta che funziona! Bah, non pensiamoci più. Ora ti spiegherò meglio la situazione. Devi sapere che tutto è iniziato con il rapimento della figlia del Presidente Groan da parte di un’associazione misteriosa, I Begamasch. Grazie alla mia rete di informazioni, ho scoperto che... (Squilla il cellulare di Ida, interrompendolo.) Potresti spegnere quello stramaledetto cellulare mentre ti parlo???-

 

Ida:- Sì, sì... Un attimo che rispondo. (Prende il cellulare e risponde alla chiamata.) Pronto? Ciao Anne! Come stai? Cosa? No, non posso crederci! Vuoi dire che adesso devi fare fuori Jack perchè la vostra organizzazione si è scissa in due parti? Oh, mi dispiace!-

 

Weskor:- Sì, dispiace anche a me! Ora potresti riattaccare?-

 

Ida (ignorandolo):- Ti aveva già regalato l’anello di fidanzamento? Che peccato! Però io conosco un bravo gioielliere che magari lo ricompra a un buon prezzo. Oh, a me va tutto bene. Sto giusto per essere mandata in Italia per una certa missione che... (Weskor le strappa il cellulare di mano e preme il tasto rosso.) Ma che fai? Non si interrompe così una conversazione, maleducato!-

 

Weskor (cercando di rimanere calmo):- Per prima cosa, io non ho tempo da perdere! E in secondo luogo, ti sembra intelligente rivelare a tutti dove stai per andare?-

 

Ida:- Tanto lo si sa già: se Miss Tattler ha sentito, allora è solo questione di attimi prima che lo sappia tutta la Costa Orientale. E poi non vedi quel tizio là che ci fissa? Sono sicura che è una spia di un’altra organizzazione!- (Indica un mendicante con un cartello con scritto “cieco” fuori dal bar.)

 

Weskor:- Quello è cieco!-

 

Ida:- Non ne sarei così convinta, potrebbe essere una copertura! (In quel momento il mendicante attraversa la strada e viene travolto da un camion.) Beh... Devono pagarlo davvero bene! Si è fatto tirare sotto da un tir, pur di continuare a sembrare cieco!-

 

Weskor (osservando l’ambulanza che lo carica su e lo porta via a sirene spiegate):- Già, tra un po’ potrà sembrare morto e senza neanche troppe finzioni! Basta con queste chiacchere! Torniamo alla tua missione. Per salvare la figlia del Presidente è stato mandato un agente del governo. I miei infiltrati mi hanno assicurato che è un perfetto idiota.-

 

Ida:- E come si chiama?-

 

Weskor:- Si chiama... Boh, non me lo ricordo, devo avercelo scritto nell’archivio del computer. Comunque non è importante: ciò che conta è che sia un deficiente e quindi non sia in grado di ostacolare i nostri piani. Tu devi solo rubare un campione di Verzas al capo dei Bergamasch, un certo Osmundo Soddler.-

 

Ida:- Sembra semplice. Dov’è la fregatura?-

 

Weskor:- Non c’è, a parte il fatto che gli abitanti sono diventati delle specie di zombie assetati di sangue in seguito all’infezione. Accetti la missione?-

 

Ida:- Sì, ora ridammi il telefonino!- (Weskor glielo ridà ed escono tutti e due dal bar.)

 

Weskor tornò al suo covo non più tanto segreto e ci trovò tutte le amiche di Miss Tattler che si raccontavano tutti i pettegolezzi e facevano merenda usando la funzione tostapane del suo computer. Quando arrivò fu costretto a raccontare di nuovo l’orribile barzelletta sugli zombie, che fece comunque morire dal ridere le vecchine. Poi prese il telefono, compose il numero di un’agenzia immobiliare e chiese se per caso era disponibile un covo supersegreto per supercattivi, magari anche in affitto. Mentre Weskor era impegnato a traslocare, Ida partì per l’Italia. Con mezzi dieci volte migliori di quelli di Leon (in aereo viaggia in business class), arriva al villaggio.

Là ovviamente non trova niente di meglio da fare che chiamare subito una delle sue amiche, tanto le ricariche gliele paga Weskor. Ma mentre parla due figure minacciose, una maschile che imbraccia un forcone e una femminile che impugna un coltellone, le si avvicinano.

 

Ida (accorgendosi dei due bergamados):- Scusa, Meg, me lo racconterai dopo il seguito dell’inseguimento. Ci sono due tizi che mi vogliono affettare e infilzare. Già, sono proprio maleducati a interrompere le conversazioni altrui! Ci sentiamo dopo. Ciao!- (Preme il tasto rosso e si volta verso i bergamados . Una frazione di secondo dopo i due si ritrovano per terra e Ida riarrotola la sua pistola a rampino. Sembra una cosa impossibile, ma per mancanza di fondi in questa fanfic non c’è il rallentatore e perciò bisogna semplicemente accettare il fatto che è successa. In quel momento le squilla il cellulare. Lei risponde e nello schermo video compare Weskor.)

 

Weskor:- Allora sei riuscita ad arrivare al villaggio in tempo?-

 

Ida:- Sì, ma questi cafoni mi hanno impedito di finire di parlare con Meg, che ieri è stata inseguita dalla polizia, ma lei è stata così veloce da doppiarli. Non ho saputo cosa è successo dopo, uffa!-

 

Weskor (con una smorfia di rabbia soppressa sul volto):- Il villaggio è controllato e gli abitanti attaccano automaticamente gli intrusi. Però, secondo le mie informazioni, se suonerai la campana si calmeranno subito. Cerca di scoprire tutto ciò che puoi sulla Verzas e poi fai rapporto. E mi raccomando: non perdere tempo a chiacchierare!-

 

Ida:- Sì, sì, che noia! Ciao!- (Mette giù. Sta per ricomporre il numero di Meg, ma all’improvviso...)

 

Uomo (voce fuori campo):- CHE DULUUUUR!!! CHE DULUR AI CIAPP!!!- (Ida si avvicina incuriosita alla parete di una casa e sbircia nel piazzale davanti alla chiesa. Vede un uomo biondo sulla trentina inseguito dai bergamados che impugna un fucile ad acqua blu elettrico.)

 

Ida:- Leon! (Le tempie cominciano a pulsarle e sul viso le compare un’espressione omicida.) Avrei dovuto immaginare che l’idiota mandato a salvare la figlia del Presidente era lui! Bene: nessun testimone e nessuna prova! Questa è la volta che lo uccido!-

 

Mette via il cellulare e imbraccia la doppietta. Ma quando corre nel piazzale, Leon non c’è più.

 

Ida:- Dove si è cacciato?- (Da un vicolo escono alcuni bergamados.)

 

Uomo con il cappello ma senza niente in mano:- Mè urèse ta masà!-

 

Uomo con il rastrello:- Cùpala!-

 

Uomo con l’ascia da lancio:- Crepà cinese!-

 

Ida:- Ma state un po’ zitti! (Tira fuori da sotto il vestito una bomba a mano e li fa saltare tutti.) Sono proprio dei cafoni! Dove sarà Leon? Hum, forse dalla torre del campanile riuscirò a vederlo.-

 

Ida va verso la chiesa facendo fuori tutti quelli che incontra. Usando la pistola a rampino arriva sul campanile. Da lì osserva il villaggio e vede che Leon è circondato dai bergamados. L’uomo con il mestolo per la polenta lo afferra per la gola e comincia a strangolarlo.

 

Ida (al colmo della gioia):- Sì, sì! Crepa, Leon! Crepa, brutto maiale! (All’uomo con il mestolo per la polenta.) Dai, ammazzalo! Dai che ce la fai!- (In quel momento sente un rumore di motosega dietro di sè. Si volta di scatto e scarica la doppietta su un altro uomo con la motosega che però cade addosso alla campana facendola suonare.)

 

Uomo con la vanga:- La campana!-

 

Tutti gli abitanti:- Oooh!- (Ida si affaccia per vedere che succede.)

 

Ida (disperata):- No, che fate? Perchè ve ne andate? Dovevate ammazzare Leon, brutti idioti! Tornate indietro! (Vede che anche l’uomo con il mestolo per la polenta lascia la gola a Leon e se ne va.) No, anche tu no!- (Tutti gli abitanti entrano nella chiesa e si chiudono la porta alle spalle. Leon tossisce massaggiandosi la gola e si rialza.)

 

Leon:- Sono ancora vivo! (Guarda in alto felice.) Allora è vero che c’è un angelo che protegge ognuno di noi!-

 

Ida:- NOOO!!! Oltre al danno la beffa! Ma adesso ci penso io a farlo tacere! (Imbraccia la doppietta, prende la mira e preme il grilletto. Ma si sente solo un clic, segno che le munizioni sono finite.) Aaargh!!! (Si volta verso l’uomo con la motosega che si sta rialzando.) È tutta colpa tua! (Gli strappa di mano la motosega.) Ti insegno io a rovinare tutto così!- (Gli salta addosso e comincia a farlo a pezzi affettandolo con la motosega.)

 

Uomo con la motosega (morente):- E poi saremmo noi i mostri!-   

 

 

*Tattler in inglese significa pettegola.

 

Ringraziamenti:

 

@utada_hikaru: Guarda che Ingrid non ha dato nessun appuntamento a Leon! Per il resto, lo vedrai nel prossimo capitolo!

 

@Suikotsu: Hai visto che genere di fortuna? Del cappoccia non te lo dico, ma la mamma di Leon tornerà abbastanza presto.

 

@Dea Nemesis: Hum, forse hai ragione... Forse si meriterebbe un po’ più di fortuna... (Leon:- Appunto! È quello che dico anch’io!- Autore:- Taci o libero il cane!-) Non ti preoccupare, il solo fatto che arriverà vivo fino alla fine significa che ne ha anche troppa!

 

@BaschVR: Hai visto come ha iniziato la sua parte? Grazie per aver messo la storia tra i preferiti!

 

@Sengir: Già, le disgrazie sono appena iniziate!

 

Attenzione! Tutti quelli che arrivati qui non commentano dovranno ospitare Weskor a casa loro finchè non si sarà trovato un nuovo covo!

 

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Capitolo 6
*** INIEZIONI E DROGHE ***


CAPITOLO SEI: INIEZIONI E DROGHE

Scusatemi tutti per il mostruoso ritardo! Spero che il capitolo sia abbastanza lungo e spassoso da poter ottenere il vostro perdono!

 

 

CAPITOLO SEI: INIEZIONI E DROGHE

 

Leon cammina per un sentiero di montagna fischiettando spensierato la sigla dei Simpson. Non si è accorto che sopra di lui in cima a un’altura ci sono alcuni bergamados che stanno cercando di fargli rotolare addosso un’enorme pietra. Però non è che ce ci riescano bene. Anzi per la precisione non la smuovono di un solo millimetro. Alla fine, stanchi e amareggiati, decidono di lasciar perdere.

 

Uomo con il pancione:- Ma vada via i ciapp! (Tira un calcio e colpisce un sassolino davanti al macigno, spostandolo. Il macigno comincia a rotolare giù a velocità sempre maggiore.) Ciumbia ca fürtöna!-

 

Leon continua a camminare ignaro del pericolo. Poi vede un luccichio per terra e si china. Proprio in quel momento arriva il macigno che però colpisce un tronco sulla strada e salta in alto, mancando per un pelo l’agente del governo degli Usa, cioè l’idiota.

 

Leon (ancora chinato a terra):- Cosa sarà? (Raccoglie una pietra luccicante.) Mah, magari è preziosa...- (Se la mette in tasca e continua a camminare.)

 

Arriva in un altro piccolo villaggio ed entra in una casa. Fruga dappertutto per trovare una qualche traccia di Ashley o informazioni su dove sia, ma trova solo un manuale di cucina intitolato “Mille e uno modi di cucinare la polenta”. Poi vede un armadio chiuso.

 

Leon:- Lì non ho ancora guardato... Però meglio fare con cautela: non vorrei trovarmi davanti anche il fauno Tumnus zombificato...- (Si mette a lato dell’armadio stringendo nella mano destra la pistola e apre l’anta con la mano sinistra. Un uomo legato e imbavagliato casca fuori e cade sul pavimento disteso. Mugola disperato e Leon gli strappa il nastro adesivo sulla bocca.)

 

Uomo:- Oh bischero! E fa più piano, maremma maiala! (Leon comincia a slegargli le mani.) Te ‘un tu sei ‘ome loro?-

 

Leon:- No... (Finisce di slegarlo.) Anche tu parli una lingua che non capisco affatto! Sei come loro?-

 

Uomo:- No ‘he un sono ‘ome ’sti zozzi! ‘he s’ha ire?-

 

Leon:- Non ho capito niente.-

 

Uomo:- Oh te tu sei grullo! Oh pallino, c’ho una domanda dimorto ma dimorto importante: c’hai una cicca?-

 

Leon:- Sì, ho delle gomme.-

 

Uomo (arrabbiato):- T’ho ‘hiesto il fumo, tattameòdi!-

 

Leon:- Ah, non ce l’ho allora. Ma che vuol dire tattameòdi?- (In quel momento si sentono dei passi pesantissimi ed entrano due bergamados.)

 

Uomo:- Maremma! El Bocia da l’oĉ de vetr!-

 

Leon:- Cosa?-

 

Ma Leon non riceve alcuna risposta, perchè nella stanza entra un uomo enorme, calvo, ma con una lunga barba nera: el Bocia da l’oĉ de vetr! È un individuo dalla forza straordinaria: con un pugno può fermare un rinoceronte in corsa, con le braccia può strozzare un leone, con una testata può abbattere un elefante e con un calcio può mandare in orbita un ghepardo. Peccato che non abbia i soldi per andare allo zoo. Leon gli si lancia addosso cercando di colpirlo con un calcio, ma lui gli afferra il piede e lo scaglia contro l’armadio. Leon ci cade sopra distruggendolo, ma nonostante il colpo si rialza.

 

Leon:- Non mi arrendo mai al primo colpo! IAAA! (Ci riprova, ma el Bocia lo lancia di nuovo sulle macerie dell’armadio. Leon si rialza.) Non mi arrendo neanche al secondo colpo! (Dopo un nuovo tentativo, Leon si mette ancora in piedi sui resti dell’armadio.) Non mi arrendo nemmeno al terzo colpo!-

 

La scena si ripete un numero imprecisato di volte. Leon continua a rialzarsi e a volare di nuovo verso l’armadio, mentre l’uomo che prima era nell’armadio muove la testa da sinistra a destra seguendo i suoi movimenti. Dopo un po’ di tempo...

 

Leon (pieno di lividi e bernoccoli):- Non mi arrendo neanche al settantottesimo colpoooh!- (Cade a terra svenuto.)

 

Bocia:- A la bunùra! (All’uomo a terra.) E tu?-

 

Uomo:- Il primo ‘olpo mi basta, grazie!- (El Bocia gli tira un pugnone in testa e lo stordisce.)

 

I due bergamados si caricano in spalla Leon e l’uomo e li portano via preceduti dal Bocia. Tutto diventa buio. Poi si sente una voce nell’oscurità. È di un uomo vecchio, con pochi capelli in testa e un vestito lungo blu con cappuccio. Sul petto c’è un grosso ciondolo d’oro a forma di S.

 

Vecchio:- Deboli mortali, lasciateci donare a voi il nostro potere! (Compare un altro incappucciato pallido con una siringa. Si avvicina al vecchio e gli inietta tutto il contenuto nel collo.) AHIA! Razza d’idiota! Devi farla a lui l’iniezione!- (Indica Leon svenuto su una sedia.)

 

Tizio:- Ops, scusi capo! Con questo buio non si vede niente.-

 

Vecchio:- E allora accendi la luce, imbecille!- (Entra un altro tizio con un’altra siringa che accende la luce.)

 

Altro tizio:- Ci scusi, pensavamo che il buio facesse più atmosfera.-

 

Vecchio:- Sì, ma se sbagliate a fare le iniezioni è inutile! Bah, fatemi finire il mio bel discorso. Ehm, ehm! Presto sarai incapace di resistere al nostro intossicante potere e allora...- (L’altro tizio fa l’iniezione a Leon.)

 

Tizio:- Ma cosa gli hai iniettato?-

 

Altro tizio:- La Verzas, no?-

 

Tizio:- Allora perchè sulla siringa c’è scritto “antirabbica”?-

 

Altro tizio:- Ops, Devo essermi confuso!-

 

Vecchio:- Cretini! Andate a prendere la siringa giusta e sbrigatevi, deficienti!- (I due vanno nella stanza di fianco e dopo un po’ tornano.)

 

Tizio (tenendo in mano una siringa):- Ecco, l’abbiamo trovata!-

 

Altro tizio:- Però era pieno anche di altre siringhe dentro una scatola con un’etichetta strappata per metà. C’era scritto “eroi”. Cosa vuol dire?-

 

Vecchio (imbarazzato):- Niente, niente! E poi è solo per uso personale. Ora fategli questa maledetta iniezione! (Il tizio si avvicina a Leon e gli punge il collo con la siringa.) E allora sarai sotto il mio completo potere! HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA!!!-

 

Altro tizio:- Ha, ha, ha, ha!!!-

 

Vecchio:- Perchè ridi anche tu?-

 

Altro tizio:- No, niente. Pensavo a quella barzelletta dei due zombi e del circo.-

 

Tizio:- Già, è davvero buffa!-

 

Vecchio (imbestialito come non mai):- FAGLI L’INIEZIONE E FACCIAMOLA FINITA UNA BUONA VOLTA!!!- (Il tizio, spaventato, esegue.)

 

Alcune ore dopo, Leon si risveglia sul pavimento di una baracca e si accorge di essere legato per le mani all’uomo che aveva liberato prima. Sono schiena contro schiena. L’uomo dorme e russa rumorosamente.

 

Leon:- Ehi, svegliati!- (Lo scuote un po’.)

 

Uomo (svegliandosi):- Ohi, ohi! El Bocia c’ha la mano pesante! Tira certi nocchini! N’abbiam buscate di santa ragione! (Si guarda attorno.) Dalla padella alla brace!-

 

Leon:- Vuoi dirmi che cavolo sta succedendo qui? Tu chi sei? Chi è quel mostro con la barba nera?-

 

Uomo:- Amerigano, eh? E che ‘osa porta un bischero ‘ome te in ‘odesta parte del mondo? (Leon lo strattona per le mani.) Giueee! Oh manfano, sta ‘almo! Un lo so ‘he sta capitando qui! Se proprio ci tieni, ti posso dire ‘he l’omo dal quale n’hai pigliate una sacca di botte da orbi si ‘hiama Ambrogio Brambilla ed è il capoccia del villaggio. Te tu ‘ome ti ‘hiami invece?-

 

Leon:- Il mio nome è Leon. Sto cercando questa ragazza. (Tira fuori la foto autografata di Nemesis.) L’hai vista?-

 

Uomo:- Maremma! Grazie al cielo no! Maiala 'he brutta!-

 

Leon (guardando la foto):- Perchè mi porto dietro tutte queste maledette foto ricordo??? (La mette via e prende quella di Ashley.) Questa l’hai vista?-

 

Uomo:- ‘he bella citta! Ma te tu saresti un poliziotto? No, Leone, un sembri il tipo! Ma d’altronde ormai assumono ‘hiunque... Lei l’è la figliola del presidente?-

 

Leon:- Sì, ma... Come lo sai?-

 

Uomo:- Poteri psihici!-

 

Leon (stupito):- Davvero?-

 

Uomo:- Oh strullo! C’era scritto sulla foto! (Leon guarda meglio la foto e si accorge che in effetti il capo gliel’ha annotato in basso a destra, probabilmente pensando che Leon potesse scordarselo.) Ho sentito dire ‘he c’è una citta prigioniera nella ‘hiesa. Forse l’è lei.-

 

Leon:- Grazie per l’informazione. Ma tu chi sei?-

 

Uomo:- Mi ‘hiamo Gigi Mattino. Una volta l’ero un poliziotto, ma ora sono solo un gingillone e un farfallone. L’è da grulli stare nella polizia: passi metà tempo a fare multe e l’altra metà a farti insultare da quelli ‘he hai multati. E dalle mie parti un sono tanto garbati!-

 

Leon:- Beh, almeno non si corre il rischio di essere intrappolati dagli zombi di continuo!-

 

Gigi:- Icchè tu vo’ dire?-

 

Leon:- Dieci anni fa il mio capo mi ha mandato in vacanza a Racchion City e non è stato un soggiorno piacevole!-

 

Gigi:- Un l’è miha la città dell’incidente del virus?-

 

Leon:- Sì, il T-virus della K-Way Corporation. È stata un’esperienza terribile: gli zombi divoravano tutto quello che trovavano. Si sentivano di continuo i loro orribili ansimi e muggiti per le vie e le strade. Il mio povero cellulare... Non l’ho più visto!!!- (Si mette a piangere.)

 

Gigi:- Su, su! ‘apita! (In quel momento si apre la porta ed entra un bergamados che trascina un’enorme scure. Solo Gigi lo vede, perchè Leon è di schiena.) Ehm, Leone...-

 

Leon (che non si è accorto di niente):- E poi c’era quella bella cinese innamorata di me! È vero che mi ha tirato una sberla quando le ho palpato il sedere, ma si sa che le donne sono così... Era chiaramente pazza di me!-

 

Gigi (osservando preoccupato l’uomo con la scure che si avvicina):- Leone, potresti voltarti un attimo?-

 

Leon (ignorandolo):- Certo, anche quella Claire Greenfield era carina, ma non era il mio tipo: aveva troppo la testa fra le nuvole. Si perdeva sempre in chiacchere e non si accorgeva del pericolo se non all’ultimo momento.-

 

Uomo con la scure:- Mè urèse ta masà!-

 

Leon:- Eh? Che cavolo dici? (Si volta e vede l’uomo che sta sollevando la scure.) AAAH!!!-

 

Gigi:- Fa’ qualcosa, bischero, o ‘odesto buhaiolo c’ammazza!- (Leon e Gigi si allontanano l’uno dall’altro proprio nel momento in cui cala la scure che così taglia le corde che li tenevano legati. I due rotolano in direzioni opposte. Poi l’uomo solleva nuovamente la scure sopra Leon.)

 

Uomo con la scure:- Crepa! (All’improvviso si blocca con la scure sopra la testa.) AAAH! L’ernia!- (Cade sulla schiena e ci resta secco. Gigi nel frattempo scappa. Leon si rialza e gli squilla la ricetrasmittente. Risponde.)

 

Leon:- Ingrid, scusami se non sono riuscito a mettermi in comunicazione prima, ma ero un po’ preso...-

 

Ingrid:- Stai bene, vero?-

 

Leon:- Sì, sei gentile a preoccuparti per me.-

 

Ingrid (ignorandolo e voltandosi verso il capo):- Può ritirare l’ordine per la corona di fiori: non è morto.-

 

Capo:- Oh, accidenti l’avevo già pagata! Spero che mi ridiano i soldi!-

 

Leon (toccandosi):- Grazie per la fiducia! Un tizio mi ha detto che forse Ashley è nascosta in una chiesa.-

 

Ingrid:- Sai dov’è questa chiesa?-

 

Leon:- No, ora torno al villaggio.-

 

Ingrid:- Va bene, a dopo.-

 

Leon:- Aspetta! Se non puoi di venerdì, possiamo fare sabato?- (Ingrid riattacca ancora più infuriata dell’ultima volta.)

 

Leon fa per uscire dalla casa, ma, quando passa vicino a una finestra, fuori compare un tizio vestito di nero e blu scuro con cappuccio e la parte inferiore del volto nascosta.

 

Mercante:- Buh!-

 

Leon (preso alla sprovvista):- AAAH!!!-

 

Mercante:- He, he, he! Per di qua, straniero!- (Si allontana dalla finestra.)

 

Leon (respirando affannosamente):- Ma chi era quello?-

 

Leon esce dalla casa e va sul retro dove trova il mercante che ridacchia ancora come un cretino. Lo osserva meglio e nota che ha un occhio nero.

 

Mercante:- Benvenuto, staniero!-

 

Leon:- Che ti sei fatto all’occhio?-

 

Mercante:- Ho dell’ottima merce da vendere!- (Apre il mantello con un gesto teatrale e mostra un vario assortimento di fucili, pistole, bombe, granate, lanciarazzi, coltellini svizzeri e forbici dalla punta arrotondata.)

 

Leon:- Sì, ma che ti è successo a quell’occhio?-

 

Mercante:- Non hai abbastanza soldi, straniero. He, he, he!-

 

Leon:- No, non mi stai ascoltando. Io ti ho chiesto... (Il mercante continua a ridacchiare.) Oh, lasciamo perdere! Che cosa vendi?-

 

Mercante:- Che cosa compri?-

 

Leon:- Ma lo fai apposta??? Comunque mi servirebbe una bella arma vera.-

 

Mercante (estraendo una doppietta):- Che cosa puoi vendere?- (Leon si fruga nelle tasche e non trova niente, ad eccezione di quella strana pietra luccicante trovata all’inizio del capitolo.)

 

Leon (dandola al mercante):- Ecco, ho questa, ma non so cosa sia.-

 

Mercante:- Oh, la comprerò ad un alto prezzo!- (Dà la doppietta a Leon.)

 

Leon:- Grazie, ma che te ne fai di quella pietra?-

 

Mercante:- He, he, he! Lo sai come si chiama questa pietra? He, he, he! È uno Spinello! He, he, he! (Tira fuori dal mantello un tavolino, un martello, un rotolino di carta da avvolgere e un accendino. Poi, sotto lo sguardo incredulo di Leon, afferra il martello e riduce in briciole la pietra. Raccoglie con cura la polvere ottenuta, la mette dentro la carta e la arrotola. Infine prende la canna così ottenuta, se la porta alle labbra e la accende.) He, he, he!-

 

Leon:- Ecco perchè ridi così!-

 

Mercante (aspirando e soffiando nuvole di fumo):- He, he, he! Torna quando vuoi, straniero! He, he, he! (Leon si allontana con la doppietta.) Ma stai attento alla donna in rosso! He, he, he!-

 

 

Ringraziamenti:

 

@Suikotsu: Beh, Krauser sarà tremendo anche lui con Leon. Ma avrà i suoi buoni motivi...

 

@utada_hikaru: Già, povero cieco... Che brutta fine... Oppure no?... Per favore, non dire più che le sue battute fanno ridere o Weskor potrebbe meditare il suicidio!

 

@Dea Nemesis: Quel cieco rischia di soppiantarmi i protagonisti! Sarà meglio farlo sparire...

 

@BaschVR: Potrei fare che lei e la mamma di Leon si conoscono...

 

@Mishka: Mia cara, non sai che io sono ovunque? MUHAHAHAHAHA!!! Ok, basta idiozie. Che cugini simpatici! Magari potresti portarli da Soddler. Ciao e YAY!

 

@nueblackcrowfriend: Non so, io credo che ci siano più probabilità che si avveri la tua prima ipotesi, piuttosto che la seconda!

 

@Sengir: Contro una simile fortuna sfacciata è difficile spuntarla in effetti!

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Capitolo 7
*** QUATTRO TRASLOCATORI, UNO STRANGOLAMENTO E TROPPE TELEFONATE POSSONO ROVINARE LA GIORNATA ***


CAPITOLO SETTE: QUATTRO TRASLOCATORI, UNO STRANGOLAMENTO E TROPPE TELEFONATE POSSONO ROVINARE LA GIORNATA

CAPITOLO SETTE: QUATTRO TRASLOCATORI, UNO STRANGOLAMENTO E TROPPE TELEFONATE POSSONO ROVINARE LA GIORNATA

 

Nel frattempo Weskor finalmente ha trovato un nuovo covo segreto, ma il suo nuovo problema è il trasloco. Visto che non può lasciare Ida da sola in missione senza contattarla per assicurarsi che stia eseguendo i suoi ordini, ha chiamato un’agenzia di traslochi per impacchettare tutti i computer, i virus e il materiale top secret. Solo dopo si è accorto del tremendo errore commesso. Infatti, nonostante avesse specificato di venire a nottefonda per evitare di farsi notare, i traslocatori, quattro grassi e grossi beoni, sono arrivati a mezzogiorno in punto.

 

Traslocatore 1 (bussando alla porta di casa di Miss Tattler):- Ehi, venite ad aprire!-

 

Miss Tattler (aprendo la porta):- Ma chi siete giovanotti?-

 

Traslocatore 2:- Siamo venuti per il trasloco, signora.-

 

Miss Tattler:- Signorina prego. Dovete aver sbagliato casa, io non intendo affatto traslocare!-

 

Traslocatore 3:- Come no? L’indirizzo è questo...- (Weskor arriva di corsa alle spalle di Miss Tattler salendo dalla cantina.)

 

Weskor (infuriato):- Brutti imbecilli, vi avevo detto di entrare dalla porta sul retro!-

 

Traslocatore 4:- E vabbeh, che differenza fa? Non si scaldi per un nonnulla!-

 

Weskor:- Che differenza fa??? Grrr!!! E poi vi avevo espressamente chiesto di venire a mezzanotte in punto!!! Lo sapete che ore sono???-

 

Traslocatore 1 (guardando l’orologio):- Mezzogiorno, è ora di pranzo!- (I quattro vanno al loro furgoncino, prendono i sacchetti del pranzo e cominciano a mangiare sotto lo sguardo imbestialito di Weskor.)

 

Weskor (fremendo dalla rabbia):- Ma... Siete in ritardo di dodici ore e vi mettete anche a mangiare???-

 

Traslocatore 2:- Senta, a mezzogiorno c’è la pausa pranzo, riprenderemo a lavorare alle tre e mezza, dopo il pisolino.-

 

Weskor:- Alle tre e mezza??? Ma io vi ammazzo!!! Vi squarto, vi maciullo, vi distruggo, vi anniento, vi incenerisco!!!-

 

Miss Tattler (mettendo una mano sulla spalla di Weskor):- Su su, si calmi, giovanotto! Non è da lei arrabbiarsi così. Perchè non ci racconta una bella barzelletta invece?-

 

Weskor:- NOOOOOOOO!!!! (Corre in cantina urlando, si chiude dentro e si appoggia di schiena alla porta blindata.) Se non la finiscono con questa storia delle barzellette io impazzisco! Sono sull’orlo di una crisi di nervi! (Respira profondamente e si calma.) Vabbeh, ora devo chiamare Ida. Speriamo che almeno questo mi faccia stare un po’ meglio.- (Prova a contattarla tramite computer, ma ovviamente ha il telefono occupato. Weskor sbatte la testa contro la scrivania per la frustrazione.)

 

Intanto Ida si trova al secondo piano di una casa poco distante dal villaggio. Sta parlando allegramente al cellulare.

 

Ida:- Ha, ha, ha!!! Fa troppo ridere! Il tuo capo ti ha ordinato di spiare come sospetta spia del KGB uno che ci mette mezz’ora a formulare una frase di senso compiuto?? E il suo massimo esercizio è andare in bicicletta per i colli romagnoli! Stefy, il tuo capo è un vero idiota! Beh sì, anche il mio... Sempre fissato con virus e rischi biologici! Forse è per questo che non si è mai trovato una ragazza. Ha, ha! Allora ci sentiamo dopo, non vorrei che quel rompiballe avesse bisogno di chiamarmi. Ciao!- (Appena mette giù, il telefono squilla di nuovo e lei risponde.)

 

Weskor (comparendo nello schermo video):- Ida! Sono tre ore e mezza che cerco di chiamarti! È una cosa incredibile!!!-

 

Ida:- Già, in effetti mi devi fare la ricarica, ho quasi finito i soldi!- (Weskor si alza in piedi e sfoga la sua rabbia prendendo a pugni il muro. Poi si risiede calmo.)

 

Weskor:- Ascoltami Ida: abbiamo avuto notizie dal nostro informatore all’interno dell’associazione, Gigi Mattino.-

 

Ida:- Chi?-

 

Weskor (contrariato):- Non hai letto i file che ti ho mandato?-

 

Ida:- Uffa! Sì, li ho leggiucchiati, ma erano noiosi!-

 

Weskor (sospirando, tra sè):- Ok, sono calmo. Devo restare calmo. (A Ida.) Gigi è il fiorentino che si è messo in contatto con noi. A causa del suo dialetto perfino il traduttore universale del computer ha avuto difficoltà a decifrare cosa avesse scritto nella mail, ma poi ho capito che lui è un ricercatore che lavora per i Bergamasch. In realtà però è un doppiogiochista: sta spiando le ricerche sulla Verzas per rubarne un campione. Ma i Bergamasch l’hanno scoperto e lo tengono prigioniero in una baracca a nord-est del villaggio. Devi trovarlo e farti consegnare il campione.-

 

Ida:- Ho capito.-

 

Weskor:- E non perdere tempo a telefonare alle tue amiche! Prima porta a termine la missione!-

 

Ida:- Va bene, va bene! Che noioso che sei! Insomma, non puoi vivere solo per il tuo lavoro! Esci ogni tanto, fatti una vita vera!- (Mette giù.)

 

Weskor (alzandosi per la rabbia):- Ma come ti permetti??? Per tua informazione io ho una grande vita sociale, ed è vero quant’è vero che casco sempre in piedi! (Fa per sedersi, ma cade a terra perchè non c’è più la sedia.) Ahio! Che diavolo...?-

 

Traslocatore 1 (tenendo sollevata la sedia fra le braccia):- Abbiamo cominciato a lavorare, non è contento?-

 

Weskor (ancora a terra):- Da morire... Buhuhu!!!- (Piange sconsolato.)

 

Miss Tattler (entrando):- Su, non si disperi, giovanotto! Anche lei mi mancherà! Ma non si preoccupi: la verrò a trovare ogni tanto!- (Weskor piange ancora più forte.)

 

Mentre Weskor si dispera sul pavimento dello scantinato della signora Tattler, Ida nella casa incontra il mercante.

 

Mercante:- Benvenuta, straniera! Ho dell’ottima merce da vendere! He, he, he!- (Fa il gesto di aprire il mantello, ma Ida gli punta la pistola in fronte.)

 

Ida:- Brutto maniaco esibizionista, non ci provare neanche!-

 

Mercante (incurante del pericolo):- Non hai abbastanza soldi, straniera! He, he, he!-

 

Ida (abbassando la pistola):- O sei cretino o sei totalmente fatto! Hum... Ce l’hai un fucile di precisione?-

 

Mercante (estraendolo da sotto il mantello):- Questo è tutto, straniera?-

 

Ida:- Sì, dammelo!- (Allunga la mano per prenderlo, ma il mercante lo allontana dalla sua presa.)

 

Mercante:- He, he, he! Non hai abbastanza soldi, straniera! He, he, he! Però... (La osserva con sguardo lascivo.) He, he, he! Però tu puoi pagarmi anche in un altro modo... He, he, he!- (Ida gli tira un pugno tremendo nell’occhio destro. Il mercante cade a terra privo di sensi.)

 

Ida (prendendo il fucile di precisione):- E ringrazia che ti è andata ancora bene! La prossima volta non te la caverai solo con un occhio nero! Drogato maniaco!-

 

Scende le scale ed esce dalla casa. Torna verso il villaggio e lo supera, lasciando dietro di sè una scia di bergamados stecchiti. Poi arriva in un altro piccolo villaggio, entra in una casa cercando tracce di Gigi. Ma tutto ciò che trova è solo un calendario di donne con il viso coperto di bende che imbracciano delle motoseghe.

 

Ida (osservandolo):- Qui hanno gusti perversi, non c’è che dire... (Si avvicina a una finestra e vede due bergamados che portano in spalla due uomini: uno è Leon. Ida è felicissima.) Ah, bene! L’hanno catturato, quel porco! E ora morirà! Ha, ha, ha!!! Mi spiace solo di non poter assistere di persona alla tortura e alla morte, ma fa niente! (Guarda anche l’altro uomo.) Hum, forse quello è Gigi Mattino... No, lui non deve morire, sennò Weskor non mi fa la ricarica. Adesso li seguo e salvo solo lui. E magari riuscirò anche ad uccidere quel maiale di Leon con le mie mani... (Squilla il telefonino. Ida risponde.) Meg, ma ciao! Sì, a me va tutto bene, anzi! Ti ricordi di Leon? Te ne ho parlato un po’ di tempo fa... Esatto, il maniaco di Racchion City! È qui. Sì, anche a me sembrava increbile, ma adesso lo ammazzo! No, non sono esagerata! Insomma, io gli avevo fatto capire di non provarci, ma lui continuava a rompere! Gli avevo pure detto di avere un fidanzato per levarmelo dalle palle, ma niente! Lo avrei ucciso già molto tempo fa, subito dopo che mi aveva palpato il sedere, se non fosse stato per quegli stupidi zombi che si sono messi di mezzo... Davvero? Anne non ha ucciso Jack perchè lui ha fatto perdere le sue tracce? Secondo me, c’è un informatore che gli ha raccontato tutto... Non sono fissata con gli informatori, uffa! Va beh, il mendicante cieco che c’entra?... Non l’ho mica riempito di legnate... Sì, come ho fatto con quello a Tokyo! Ma tiri sempre fuori quella vecchia storia? Non l’ho neanche ucciso, l’ho solo preso a colpi di spranga e poi l’ho scaranventato nelle acque del porto. Insomma, saranno fatti miei! E poi era uno che aveva perso tutti i soldi in borsa, si sarebbe suicidato comunque... Senti, adesso devo andare. Ammazzo Leon e poi ti richiamo! Ciao ciao! (Guarda di nuovo fuori dalla finestra e non c’è più nessuno.) Dannazione! Forse Weskor ha ragione a dire che perdo troppo tempo a chiaccherare...-

 

Esce dalla casa di corsa e torna verso il villaggio. Cerca di passare in fretta evitando i bergamados, ma a un certo punto cinque si mettono davanti a un’uscita del villaggio impedendole di passare.

 

Uomo col cappello:- Cupala! Cinese di merda!-

 

Ida:- No, sono di fretta, razza di cafoni! (Butta una granata e li fa saltare tutti. Poi si avvicina all’uomo col cappello e nota che ha una giacca diversa dagli altri.) Che giacca schifosa! Certo che hai un pessimo gusto anche nel vestire... Ma... (La faccia di Ida si illumina in un sorriso.) Questa è la giacca di Leon! Oh, bravi! L’avete ammazzato! Potremmo anche andare d’accordo, se non foste così cafoni...-

 

Riprende a correre cercando tracce di Gigi e arriva di nuovo alla casa a due piani dov’era prima. Si avvicina alla porta ma sente che c’è qualcuno dentro che parla.

 

Uomo con la faccia da cretino:- Natalino non ‘l è turnàt! Lü ‘l gh’arà dificultà co’ terùgn?- [trad: Natalino non è tornato! Avrà avuto difficoltà coi terroni?]

 

Uomo con il pancione:- Lü ‘l è ‘n barlafüss! Fürtöna ca gh’è Ambroeus!- [trad: Lui è un imbranato! Per fortuna c’è Ambrogio!]

 

Uomo con la faccia da cretino:- Ha, ha! Ambroeus struserà ‘l forèst terùn! Ha, ha!- [trad: Ha, ha! Ambrogio strozzerà lo straniero terrone! Ha, ha!]

 

Ida, sentite queste parole, usa la pistola a rampino e vola sul tetto, per poter controllare meglio la situazione. Contemporaneamente Leon entra in una stanza al secondo piano. Cammina piano per non farsi sentire, ma all’improvviso da una porta compare el Bocia da l’oĉ de vetr e lo afferra alla gola sollevandolo da terra. Poi lo scaraventa sul pavimento, proprio un attimo prima di strozzarlo. Leon tossisce e rantola a terra.

 

Bocia:- Tu porti il nostro stesso sangue a quanto pare.-

 

Leon (massaggiandosi la gola):- Non so... Koff!... Io sono di gruppo A... E tu?-

 

Bocia:- Cito, terùn! Stai bene attento a non diventare sgradevole ai miei... ehm, al mio occhio o ta spacherèm ‘l cü!!!- (Il Bocia rientra nella porta e scompare.)

 

Leon:- Koff! Questa l’ho capita...- (Leon impugna di nuovo la pistola e entra nella porta. Appena mette la testa dentro, il Bocia gli tira uno dei suoi pugnoni alla bocca, facendogli volare via due molari. Leon cade a terra e spara un colpo a caso con la pistola, centrando in piena fronte il ritratto di un uomo vecchio col cappuccio e un grande ciondolo dorato a forma di S sul petto.)

 

Bocia:- NOOOOO!!! Il ritratto del capo!! Mi era costato un occhio!!!- (Schiaccia Leon sotto il peso del suo stivale e lo guarda con occhi... cioè con l’occhio infuocato. Intanto Ida si è calata dal tetto con la pistola a rampino per guardare che succede. Appena vede Leon a terra impugna felicissima la pistola e spara due colpi diretti uno al petto e l’altro tre spanne sotto il mento. Ma in quel momento il Bocia si mette davanti e si prende entrambi i proiettili nel deretano.)

 

Ida (infuriata):- Non è possibile! Non solo non sapete neanche ammazzarlo da soli, ma lo salvate anche??? (Il Bocia si volta e comincia a correre verso la finestra.) Oh-ho! Meglio andarsene!- (Preme il grilletto e si tira su con la pistola a rampino, mentre il Bocia sfonda la finestra e cade con tonfo tremendo. Leon si rialza dal pavimento. Gli squilla la ricetrasmittente e risponde.)

 

Ingrid:- Leon, ho delle importanti informazioni per te!-

 

Leon:- Che giorno sei libera?-

 

Ingrid (ignorandolo):- Sembra che questa associazione, I Bergamasch, sia anche un gruppo religioso. Tra i suoi riti pare ci siano offerte rituali di taleggio, bagni nella polenta bollente e sacrifici umani, specialmente di stranieri senza il permesso di soggiorno.-

 

Leon:- Ah, che bella notizia! Lo sai che il capoccia del villaggio ha cercato di strozzarmi?-

 

Ingrid (tra sè):- Perchè non c’è riuscito?!-

 

Leon:- Cosa?-

 

Ingrid:- Niente.-

 

Leon:- Poi ha detto qualcosa riguardo al fatto che avevamo lo stesso sangue.-

 

Ingrid:- Davvero?-

 

Leon:- Già, io gli ho risposto che sono di gruppo A, ma non mi ha ascoltato, come se stessi dicendo un’idiozia.-

 

Ingrid (sarcastica):- Chissà perchè...-

 

Intanto, fuori dalla casa Ida corre impugnando la pistola, ma i bergamados la circondano.

 

Uomo con il forcone:- Ciapimela!-

 

Uomo con la roncola:- Masèmela!-

 

Donna con il coltellone da macellaio:- Moër, roia!-

 

Ida (muovendo la pistola nelle mani):- Avanti, brutti cafoni! Fatevi sotto! Vi farò pentire di non aver ucciso quel porco di Leon! (Una siringa le si conficca nel collo.) Oh, cavolo...- (Cade a terra svenuta. Il Bocia le si avvicina.)

 

Bocia:- Ti farò pentire d’avermi bucato i pantaloni, troia d’una cinese! Purtila al sacrifese!- (Due bergamados la sollevano e la portano via.)

 

 

I dialetti questi sconosciuti...

 

Allora, visto che alcuni sembrano non aver capito bene, ci tengo a precisare che Gigi Mattino (nome parodiato di Luis Sera) parla toscano, dialetto fiorentino-pratese. I bergamados invece parlano dialetto bergamasco.

Comunque, dato che ci sono state lamentele riguardo la scarsa comprensibilità dei dialetti, ora spiegherò quello che serve. Per capire meglio i dialoghi con Gigi dovete sapere che il dialetto toscano tende ad aspirare le c. Quindi dove c’è un’acca o un apostrofo in realtà dovrebbe esserci una c (così, ad esempio ‘hiesa vuol dire chiesa). Riguardo i vari insulti che Gigi rivolge amichevolmente a Leon (i toscani son fatti così) e meno amichevolmente ai bergamados:

-bischero=stupido, cretino;

-zozzo=sporco;

-pallino=non ha un vero significato, serve più che altro a richiamare l’attenzione di uno che ha un po’ rotto;

-tattameòdi=stupidotto;

-manfano=maleducato;

-strullo=grullo=sciocco;

-buhaiolo=bastardo.

“Maremma”, “maiala” e “maremma maiala” sono invece esclamazioni tipiche dialettali.

 

Per quanto riguarda invece il dialetto bergamasco, come avete visto, ho messo la traduzione nei punti più difficili. Comunque metto le parole magari meno chiare (anche dei capitoli precedenti) con la loro traduzione qua sotto:

-s’cèta=ragazza;

-crinciu=cribbio;

-barlafüss=persona inutile, stupido, imbranato;

-moër=muori;

-ciapimel/la=prendiamolo/a;

-sciopa=muori;

-biggül=cretino, idiota;

-sa=cosa;

-varda=guarda;

-mè urèse ta masà=ti voglio ammazzare;

-cupala=ammazzala;

-masamelo/a=ammazziamolo/a;

-roia=aggiungete una t davanti...

 

In ogni caso, se avete ancora domande, fatemele pure via mail.

 

Ringraziamenti:

 

@Suikotsu: E qui come ti è sembrato il capoccia?

 

@nueblackcrowfriend: Hai visto che li ho messi? Spero che le spiegazioni sui dialetti ti abbiano chiarito per bene le idee (e permesso di afferrare quante volte Leon sia stato insultato senza che se ne accorgesse!)

 

@BaschVR: Guarda, ho dovuto aggiornare perchè, se all’inizio ridevo della tua minaccia, ora ci credo, dato che ieri ha nevicato tutto il giorno con un vento terribile e oggi ha piovuto a dirotto cosicchè le strade erano tutte un pantano e un acquitrinio. Visto che non ci tengo a subire altre punizioni da parte dei restanti elementi, mi sono affrettato a finire il capitolo! Spero ti sia piaciuto (e che ritirerai la maledizione!). Consiglio anche a te di guardare sopra per delucidazione linguistico-lessicali (parole rubate al prof di latino, che prima o poi dovrò restituire).

 

@utada_hikaru: Hai visto che c’era anche qua il tuo adorato mercante?

 

@Sengir: Non prenderle!!! Vogliono controllarci!! È una cospirazione!!! No, non portatemi via!! AAAAHH!!!

 

@AnimaDannata: Hai indovinato! Io lo tratterò benissimo, ma credo che saranno altri a trattarlo un po’ peggio (specialmente una certa donna in rosso...)

 

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Capitolo 8
*** DUE INCUBI E DUE MOSTRI ***


CAPITOLO OTTO: DUE INCUBI E DUE MOSTRI

CAPITOLO OTTO: DUE INCUBI E DUE MOSTRI

 

Ida apre gli occhi. È in una chiesa, in piedi davanti all’altare, dietro il quale c’è un prete che legge qualcosa dalla Bibbia. La chiesa è piena di gente, tutta vestita elegante, come se fossero a un matrimonio. Ida si volta e vede le sue amiche, Stefy, Meg e Anne, vestite come damigelle. Poi scorge Miss Tattler che si soffia rumorosamente il naso e il mendicante cieco che la tiene a braccetto. Si accorge di avere addosso un abito bianco dal lungo strascico e di portare un anello d’oro al dito. Con un po’ di timore si gira lentamente alla sua sinistra e vede Weskor in tight, ma sempre con i suoi occhiali neri.

 

Prete:- Vuoi tu Adalberto Weskor prendere questa donna come tua legittima sposa nella gioia e nel dolore, nella salute e nell’infezione da virus, finchè morte o mutazione genetica non vi separi?-

 

Weskor (raggiante):- Sì, lo voglio!-

 

Prete:- Per l’autorità conferitami dalla chiesa di Scientology, io vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa.- (Weskor fa per baciare l’allibita Ida, ma proprio un attimo prima che le loro labbra si tocchino la porta della chiesa si apre di schianto.)

 

Leon (entrando con una mitraglietta in mano):- Non ci provare, bastardo!!!-

 

Weskor (estraendo due 44 magnum):- Lei ormai è mia moglie! Sparisci, idiota!- (Cominciano a spararsi. Ida e le sue amiche si buttano a terra. I proiettili vaganti fanno fuori metà della gente presente, inclusi il prete e il mendicante cieco. Poi Weskor finisce i colpi.)

 

Leon:- Sei finito!- (Gli spara una raffica di proiettili e lo butta a terra.)

 

Weskor (morente):- Maledetto...- (Miss Tattler corre a soccorrerlo.)

 

Miss Tattler (piangendo):- No! Non muoia, giovanotto! La prego, non muoia! Ci racconti una barzelletta invece!-

 

Wekor:- Questo è troppo! Argh!- (Muore. Leon getta via la mitraglietta. Ida gli corre incontro e lo abbraccia.)

 

Ida:- Amore mio, mi hai salvata!-

 

Leon:- Roba da niente, baby!-

 

Ida:- Mio eroe!- (Si baciano appassionatamente.)

 

Ida si sveglia urlando in una caverna. Si accorge di essere su un altare sacrificale e vede con la coda dell’occhio un bergamados che solleva una scure e la cala veloce. Ida compie un movimento acrobatico complicatissimo (una specie di verticale e capriola in aria) e si ritrova in piedi di fianco all’altare. Guarda i bergamados con aria furba, ma vede che in realtà la scure ha tagliato un’enorme forma di taleggio appoggiata su un altro altare di fianco al suo.

 

Ida (un po’ contrariata):- Mi avete fatto fare quell’acrobazia per niente!-

 

Uomo con la scure:- Oh, scusa...- (L’uomo con il pancione gli tira uno scappellotto.)

 

Uomo con il pancione:- Sa fet, biggül? Nur sèm catif, domandem minga escusa!- [trad: Cosa fai, cretino? Noi siamo cattivi, non domandiamo mica scusa!]

 

Uomo con la scure:- Ah, scusa...- (L’uomo con il pancione gli tira un altro scappellotto.)

 

Uomo con il pancione:- Te ta capeset ‘na zverza, matòch!- [trad: Non capisci un cavolo, stupido!]

 

Uomo con il mestolo della polenta (arrivando da un’altra grotta):- La pulenta l’è pront! Masì la cinese e egnì col furmài!- [trad: La polenta è pronta! Ammazzate la cinese e venite col formaggio!-]

 

Uomo con il pancione (all’uomo con la scure):- Möes sèfol!- [trad: Muoviti babbeo!]

 

Uomo con la scure (sollevandola e avvicinandosi a Ida):- Scusa, eh!- (In quel momento si sente un cellulare che squilla. L’uomo con il mestolo della polenta tira fuori da una tasca un cellulare ultimo modello.)

 

Ida (con gli occhi fuori dalle orbite dalla rabbia):- Quello... è... il mio cellulare!!! E tu, brutto cafone, lo stai toccando con quelle mani lerce di polenta e di formaggio!!! (Estrae fulminea la pistola.) Morirete per questo!!!- (Spara quattro colpi e fa fuori l’uomo con il mestolo della polenta e l’uomo con il pancione.)

 

Uomo con la scure:- Scusa, scusa!!!- (Ida ammazza anche lui. Poi corre a raccogliere il cellulare.)

 

Ida (osservandolo):- Meno male, non si è sporcato. (Rivolta ai cadaveri.) Per vostra fortuna, altrimenti potevo non essere così comprensiva. (Risponde.) Pronto? Anne, ciao!!! Hai trovato Jack? No? Hum, guardati intorno, secondo me c’è un informatore... Uffa, anche tu con questa storia, non sono fissata! Senti, devo assolutamente raccontarti un incubo che ho fatto... Sì, mi hanno narcotizzata o qualcosa del genere, ma non importa questo. Devi proprio sentirlo, è una cosa totalmente assurda e soprattutto piuttosto terrificante! Allora...-

 

Mentre Ida racconta alla sua amica l’incubo, Leon sta per affrontare un mostro gigantesco, chiamato el sach da gras! Ma come ci è arrivato? Per saperlo, bisogna tornare indietro di alcune ore. Dopo aver concluso la conversazione con Ingrid, Leon esce dalla casa a due piani e si dirige verso la chiesa. Stranamente riesce a trovarla subito passando attraverso un passaggio segreto sotterraneo. Sale sul colle attraversando il cimitero e spinge la porta con tutte le sue forze, ma non si apre.

 

Leon:- Dev’essere chiusa! Hum... Forse la chiave è sotto il tappeto. (Alza il tappeto e trova un foglietto.) “La chiave è nascosta dall’altra parte del lago. Così quell’imbesel dell’americà andrà a cercarla e verrà divorato dal mòster da lach.” Accidenti! Perchè lasciano sempre messaggi così criptici? (Lo legge e lo rilegge.) Credo di aver capito di dover superare un lago... Chissà cosa vorrà dire “mòster da lach”?-

 

Leon prosegue e, dopo essere miracolosamente sfuggito a innumerevoli agguati dei bergamados, arriva sulla riva del lago. Da lì non si può vedere l’altra riva per via della nebbia, ma con il cannocchiale Leon osserva una piccola barca sulla quale ci sono due bergamados e il poliziotto ancora vivo. Leon non sente ciò che si dicono, ma vede che discutono animatamente.

 

Poliziotto (supplichevole):- Ehm, amici! Perchè volete buttarmi nel lago? Ve l’ho detto che era quell’altro alla guida, non io!-

 

Uomo con il nasone:- Nur gh’em zemò mültàt ‘l tò amìs!- [trad: L’abbiamo già multato il tuo amico!]

 

Poliziotto:- Alla faccia della multa! Comunque, sono sicuro che se la meritava! Io invece potrei andare?-

 

Uomo con la barba tagliata male:- No! Ma toca da da mangià al mòster ura!- [trad: No! Noi dobbiamo dar da mangiare al mostro ora!]

 

Poliziotto:- Mostro??? No, aspettate! Io sono uno di voi! Sono di Casirate d’Adda!-

 

Uomo con il nasone:- Dabù?- [trad: Davvero?]

 

Poliziotto:- Pòta!- [trad: Certo!]

 

Uomo con la barba tagliata male:- Me crède mia! Chi ‘l era ‘l tò pupà?- [trad: Non ci credo mica! Chi era il tuo papà?]

 

Poliziotto:- Bartolomeo, dìt el capà.- [trad: Bartolomeo, detto l’acchiappato, cioè portato all’ospizio con la forza.]

 

Uomo con il nasone:- Ah, Bartolomeo! Me ‘l recurdè! Puarèt!- [trad: Ah, Bartolomeo! Me lo ricordo! Poveretto!]

 

Uomo con la barba tagliata male (abbracciando il poliziotto con le lacrime agli occhi):- Fredèl! Fredèl mè! Mè gh’ò truàt tà a la fi!- [trad: Fratello! Fratello mio! Ti ho trovato alla fine!]

 

Poliziotto (anche lui con le lacrime agli occhi):- Ca gioia, fredèl!- [trad: Che gioia, fratello!] (L’uomo con il nasone si soffia il nasone in un fazzoletto.)

 

Uomo con la barba tagliata male:- Ura nur non ma spartèserèm !- [trad: Ora non ci divideremo mai più!]

 

Mentre i tre festeggiano il ricongiungimento fraterno, il mostro sale dal profondo del lago e li inghiotte tutti. Ma Leon non vede il mostro, è troppo impegnato a osservare il volo di una farfalla.

 

Leon:- Ah, mi ricorda quelle sul vestito di Ida Wrong, quella povera ragazza che non ha saputo resistere al mio fascino... Chissà se la rivedrò mai... (Torna a osservare il lago, ma non c’è più nessuna barca.) Uffa! Mi distraggo un attimo e quelli spariscono subito! Che antipatici!-

 

Leon va verso un piccolo attracco per le barche, dove c’è una barchetta a motore. Ci salta su e parte. Sembra che tutto vada bene, ma quando è circa in mezzo al lago un enorme mostro acquatico dal colore grigio-bianco con le fauci spalancate salta fuori dall’acqua.

 

Leon (terrorizzato):- AAAAHH!!! Ecco cos’era il mòster da lach: il mostro del lago!!! (Il mostro punta verso la sua barca.) Calma, dovrei avere degli arpioni! (Guarda dentro la barca, ma trova solo un foglietto.) “Mè gh’ò töc in prestet i arpion. Bruno.” [trad: Ho preso in prestito gli arpioni. Bruno.] Non so chi sia questo Bruno, ma spero che muoia fra atroci tormenti!!! (Il mostro si fa sempre più vicino e spalanca la bocca, pronto ad inghiottire anche questa barca.) Ci vorrebbe un miracolo! Oh, ti prego, Dio, non abbandonarmi proprio ora! Fa’ che io sia ancora incredibilmente fortunato!- (In quel momento dalla nebbia emerge un veliero ottocentesco, sulla cui prua si agita un vecchio con una gamba di legno e un arpione nella mano destra.)

 

Capitan Achab:- La balena bianca!!! Più veloci uomini! Non fatela fuggire! La balena bianca è mia!!! (Lancia l’arpione e prende il mostro, che è costretto ad abbandonare il suo pasto e a difendersi.) Questa volta ti avrò, maledetta!!! Mi fumerò il tuo grasso nella pipa!!!- (Leon osserva il mostro e la nave allontanarsi.)

 

Leon (alzando le braccia al cielo):- Grazie San Herman Melville! Giuro che la prima cosa che farò appena tornato a casa sarà leggere Moby Dick!-

 

Leon fa ripartire il motore e arriva sull’altra riva. Scende dalla barca e si incammina sul sentiero. Poi però si sente male. Un dolore tremendo lo prende al torace e allo stomaco. Arranca fino a una baracca e si butta dentro. Sopraffatto dalla sofferenza crolla sul pavimento privo di sensi. Dopo un po’ riapre gli occhi tossendo.

 

Leon:- Ooohh! Non mangerò mai più insalata russa sull’aereo! Che mal di pancia! (Si solleva e si mette a sedere. Poi si guarda le braccia e vede qualcosa di strano, come se le sue arterie si stessero ingrossando e diventando più visibili.) Che diavolo succede? Non credevo che l’insalata russa facesse così male! (Delle linee nere ora coprono tutte le sue braccia e mani e salgono verso il suo collo.) Maledetti avvelenatori! L’avranno coltivata a Chernobyl! AAAHH!!!-

 

Proprio in quel momento Leon si sveglia di soprassalto perchè sente la suoneria del suo cellulare.

 

Leon (guardandosi le braccia):- Oh, meno male! Sono normali, era solo un incubo... (Risponde al telefonino.) Pronto?-

 

Mamma (arrabbiata):- Ti avevo detto di mandarmi un SMS la sera!!! Lo sai che ore sono?-

 

Leon:- Non lo so, mamma...-

 

Mamma:- Le dieci e mezza!!! Ma per cosa te l’ho comprato a fare il cellulare se non lo usi??? Ti costava tanto mandarmi un breve messaggio con scritto:“Ciao mamma, va tutto bene”???-

 

Leon (contrito):- Scusa, mi spiace di averti fatta preoccupare...- 

 

Mamma (dolce):- Lo sai che ti voglio bene, tesoro! Tu sei il mio bambino, io mi preoccupo sempre per te.-

 

Leon:- Lo so, mamma.-

 

Mamma:- Beh, allora com’è l’Italia?-

 

Leon:- Sinceramente per quel che sto vedendo non mi sembra un gran che... Il paesaggio è piuttosto bello, ma la gente è totalmente fuori di testa e poi parlano lingue incomprensibili!-

 

Mamma:- Fuori di testa? Mi avevi detto che non c’erano zombie!-

 

Leon:- Il capo mi ha fregato ancora: questi sono bergamados, cioè sono zombie in grado di parlare, ma dicono più che altro idiozie.-

 

Mamma:- Ah davvero? Adesso quel brutto cattivone del tuo capo mi sente! Nessuno può trattare così il mio bambino!- (Mette giù.)

 

Leon:- No! Mamma, ti prego no! (Si accorge che ha messo giù.) Oh dannazione! Mi fa sempre fare la figura del mammone! Per questo nessuna donna mi vuole...- (Squilla la ricetrasmittente. Leon risponde.)

 

Ingrid:- Leon, sono sei ore che cerco di chiamarti!-

 

Leon:- Forse devo alzare la suoneria... Comunque avevo perso i sensi.-

 

Ingrid:- Perso i sensi? Cos’hai mangiato sull’aereo?-

 

Leon:- L’insalata russa, ma non c’entra!-

 

Ingrid:- Eh, non c’entra! Se mangi quella roba è chiaro che poi stai male! Hai trovato la chiesa?-

 

Leon:- Sì, ma era chiusa. Sto cercando la chiave adesso.-

 

Ingrid:- Ok, sbrigati però!-

 

Leon:- Sei impaziente di uscire con me?-

 

Ingrid (piuttosto scocciata):- No, il Presidente ha già comprato per Ashley il biglietto della sfilata di moda di dopodomani e non vorrebbe che andasse sprecato.-

 

Leon:- Ah...-

 

Ingrid:- Ci sentiamo più tardi allora. E te lo dico per l’ultima volta: non voglio uscire con te!- (Riattacca.)

 

Leon (tra sè):- Sto cominciando a far colpo!-

 

Esce dalla baracca e corre sul sentiero buio illuminato da poche torce. A un certo punto gli si parano di fronte due bergamados.

 

Uomo con il pancione (indicando Leon):- Il terùn!-

 

Uomo con il cappello schifoso:- Oh, no! Nur sèm sulamènt du! Ca püdèsem fa?- [trad: Oh, no! Noi siamo solo due! Che cosa possiamo fare?]

 

Uomo con il pancione:- Me gh'ò gna la pröma idèa!- [trad: Non ne ho la più pallida idea!]

 

Uomo con il cappello schifoso:- Pensa! Pensa! Pensa!- (L’uomo con il pancione fa uno sforzo incredibile, si prende la testa fra le mani, diventa viola e alla fine la testa gli esplode con un grosso scoppio.)

 

Leon:- Pensare gli ha fatto un po’ male, si vede che non era abituato. (Ma dal collo dell’uomo col pancione esce la Verzas, con tentacoli alle cui estremità sono legate lame affilate.) Oh, non facciamo scherzi! Che è quella roba?- (La Verzas si muove veloce. Leon si abbassa di scatto, ma la lama non si ferma, fa il giro completo e infilza l’altro bergamados.)

 

Uomo con il cappello schifoso:- Ma te tà sèt proprio un barlafüss!!!- (La Verzas dell’uomo con il pancione non riesce più a muoversi, perchè la lama si è incastrata nello stomaco del bergamados e si è aggrovigliata con la sua Verzas. L’uomo con il cappello schifoso cerca di togliersi la lama dalla stomaco con tutte le forze, ma non ci riesce. Leon guarda la scena pietosa.)

 

Leon:- Scusate...-

 

Uomo con il cappello schifoso (tirando la Verzas con entrambe le mani):- Spacca minga i ball, terùn!-

 

Leon:- Me ne vado subito. Ma prima può dirmi dov'è la chiave della chiesa?-

 

Uomo con il cappello schifoso:- Non te lo dirò mai, terùn! Non ti dirò mai che la ciaf de la ceza è in quella cassetta laggiù!- (Indica una cassetta di legno a margine del sentiero.)

 

Leon:- Grazie mille!- (Va a prendere la chiave.)

 

Uomo con il cappello schifoso:- Porca aca!- [trad: Porca vacca!]

 

Leon prende la chiave e si allontana salutando i due bergamados. Sale di nuovo sulla barchetta e riattraversa il lago. Scende e ripercorre la strada dell’andata. Non appena entra all’interno di una palizzata, però, subito dei bergamados chiudono l’entrata e l’uscita. Contemporaneamente altri aprono velocemente un’enorme portone. Leon estrae la pistola allontanandosi per precauzione. Poi dal portone esce un terribile... tappo! Un nano alto un metro scarso che salterella allegro fuori dall’enorme portone. I bergamados sbalorditi guardano bene cosa c’è scritto sopra sullo stipite:“L’om püse bas da töc, ‘l bas basent ca püse bas non sa pöl”, cioè “L’uomo più basso di tutti, bassissimo che più basso non si può”. Un bergamados tira un calcio al tappo e lo manda in orbita, mentre gli altri vanno ad aprire il portone di fianco, dove c’è scritto invece:“El sach da gras”. Appena lo aprono esce un gigante grassissimo che si muove a fatica per via della ciccia. Nonostante ciò, comincia subito a fare a pezzi i bergamados.

 

Uomo con le bretelle (indicando Leon):- La! La ‘l duì masà!- [trad: Lui! Lui devi ammazzare!] (El sach da gras lo schiaccia con un pugno.)

 

Uomo con la roncola (scappando):- Merda!- (El sach da gras lo calpesta.)

 

Uomo con il mestolo:- No! Biggül, no!- [trad: No! Scemo, no!] (El sach da gras si siede e lo riduce in poltiglia con le sue immense chiappe. Poi si rialza e, visto che i bergamados sono finiti, si muove verso Leon.)

 

Leon (sparandogli):- Non gli fanno niente i proiettili! Non riescono neanche a scalfire la superficie del grasso! Dannato colesterolo! (El sach da gras sta per afferrarlo, ma un cane ulula e lo distrae.) È quel cane di prima! (Il cane arriva di corsa e azzanna Leon alla gamba.) AAAAHH!!! Sì, è proprio quello di prima!!! Lasciami bastardo! Lasciami!!! (Leon saltella con il cane attaccato alla gamba destra. La vista di una scena così patetica fa sbellicare el sach da gras.) Bastardo! Figlio d’un cane! Mollami!!! (El sach da gras ha le lacrime agli occhi da quanto ride. Cade a terra prono e batte i pugni. A un certo punto arriva a star tanto male per via delle risate che la Verzas gli esce sulla schiena.) E lasciami!!! (Tira un pugno al cane che finalmente lo lascia e scappa. Leon, infuriato, gli spara dietro con la pistola e la doppietta, ovviamente mancandolo. In compenso però colpisce la Verzas del sach da gras. Il mostruoso gigante stramazza morto, mantenendo tuttavia il sorriso sul muso.) Uao! Quel cane mi ha salvato in effetti!-

 

La porta si riapre. Leon la attraversa e va verso la chiesa. Finalmente arrivato, infila la chiave e prova a girare, ma non ci riesce. Preso dalla rabbia, spinge con forza la porta, ma non si apre ancora.

 

Leon (urlando):- Perchè non ti apri??? (Prende a calci e pugni la porta, ma non serve a niente. Disperato, alza gli occhi al cielo e nota in alto un piccolo cartellino. Lo legge.) “Tirare, non spingere.”...-

 

 

Ringraziamenti:

 

@Suikotsu: Eh, già è stato proprio fortunato, anche col cane, eh?

 

@nueblackcrowfriend: Ci metto un po’ di più per aggiornare perchè faccio anche capitoli più lunghi qui! E poi tu non sai che difficoltà dover usare quelle astruse lingue! Comunque no, Devil May Cry non lo conosco, ma ne ho sentito parlare... Perchè?

 

@AnimaDannata: Beh, credo sia normale che tu la odi: la concorrenza da sempre fastidio, no? Scherzo, metti via la motosega!!! AAAAAHH!!!

 

@utada_hikaru: Ida preferisce sgozzarlo con le sue stesse mani, ma in mancanza di meglio forse le potrebbe interessare anche quel quaderno...

 

@BaschVR: Non ci crederai, ma il cane-piattola è arrivato sul serio!!! La sorella di un mio amico ha comprato un bassotto che ha cercato di mordermi i pantaloni!!! Adesso basta! Io vado a comprare un qualche amuleto contro le tue maledizioni perchè sennò non arrivo vivo alla fine di questa fic!

 

@Sengir: Eh, i traslocatori sono ancora impegnati purtroppo...

 

@Smile94: Beh, rispetto a quando hai commentato tu è presto, no?

 

@Alexis Lockheart: Uao, sei una vera divoratrice di fanfic!

 

Per chi non avesse capito:

 

ciaf de la ceza=chiave della chiesa.

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Capitolo 9
*** SODDLER EL SOFECH ***


CAPITOLO NOVE: SODDLER EL SOFECH

CAPITOLO NOVE: SODDLER EL SOFECH

 

Leon entra nella chiesa. Si ritrova in una piccola navata gotica divisa dalle navatelle laterali da quattro colonne con funzioni strutturali, dette paraste. Ma questa spiegazione è inutile, visto che Leon non ha mai capito niente di storia dell’arte. All’opposto dell’ingresso si vede  un altare sopra il quale è appesa alla parete una grande S di legno attorniata da numerose scritte votive e frasi celebri del tipo: “Soddler trionferà”, “Via i terroni da casa nostra”, “I rituali celtici non sono male, ma la Verzas è meglio”, “Evviva la polenta taragna!” e “Questa legge qua è una porcata”. Leon entra in una delle navatelle e sale una scala, arrivando al piano di sopra. Lì trova un pannello di controllo per muovere delle luci in modo da formare l’immagine di qualcosa in un cerchio sopra la grande S di legno. Non può andare oltre perchè delle sbarre bloccano il passaggio.

 

Leon (osservando i tasti):- Suppongo di dover risolvere questo enigma per poter passare. È tutta una questione di abilità e intelligenza, ci metterò un attimo! (Dopo mezz’ora di tentativi Leon è riuscito a far comparire nel cerchio una spirale un po’ sbilenca, il simbolo dell’infinito, il π, uno scorfano, un uomo con la motosega, un tirannosauro, il marchio dell’Esselunga, il mercante che sghignazza, la scritta “Ma sei proprio ritardato, eh?” e infine la Z di Zorro. Poi il macchinario non ce la fa più, si surriscalda ed esplode. Le sbarre si sollevano.) Beh, in un modo o nell’altro ce l’ho fatta...-

 

Prosegue nello stretto corridoio e arriva ad un porta. La apre delicatamente. Appena mette la testa dentro intravede una figura femminile dai capelli biondi.

 

Leon (entrando felice):- Ashley! Finalment... (Ashley lo colpisce in testa con una sedia.) Ahia! Ma che fai?-

 

Ashley:- Via, mostro fuori moda! Non ti avvicinare!-

 

Leon (avvicinandosi piano):- Ashley, calmati! Non sono uno di loro! Non ti ricordi? Sono L...- (Ashley gli lancia contro una sbarra di legno, colpendolo ancora in testa. Leon rimane un attimo stordito e la ragazza ne approfitta per tirargli un tremendo calcio nelle palle. Leon si accascia a terra rantolando per il dolore.)    

 

Ashley (mostrando i pugni):- Allora ne hai abbastanza?-

 

Leon (rialzandosi piano, con una mano su ciò che resta dei suoi genitali):- Ooh, sì... Tregua! Basta legnate! Sono Leon, ricordi?-

 

Ashley (abbassando i pugni, pensierosa):- Leon... Ah, già, sei quell’imbecille che mio padre mi aveva messo alle costole!-

 

Leon:- Esatto, sono io. Infatti sono venuto a salvarti per ordine del Presidente.-

 

Ashley:- Davvero? Allora sbrigati!!! Non ho tempo da perdere, sai? Ho l’agenda piena per tutta la settimana e non posso mancare a tutte le sfilate di moda e i party a cui sono stata invitata! Che figura ci farei??-

 

Leon (un po’ spaventato):- Ok, andiamo... (Squilla la ricetrasmittente. Leon risponde.) Ingrid, sono riuscito a trovare Ashley!-

 

Ingrid:- Bel lavoro, Leon! Ma... Che ti è successo?- (Leon infatti ha due enormi bernoccoli in testa, dovuti alle legnate di Ashley.)

 

Leon:- Ho dovuto combattere contro cinquanta guardie armate di mazze chiodate, prima di riuscire a liberarla!-

 

Ingrid:- Sarà... Adesso mandiamo un elicottero a prendervi, torna al villaggio.-

 

Leon:- Ok, comincia già a prenotare dal messicano per domani sera!-

 

Ingrid:- Ma la vuoi piantare???- (Riattacca incavolatissima.)

 

Leon:- Ma che le prende? Arrabbiarsi così... Che le ho fatto?-

 

Ashley:- La tormenti di continuo quando è chiaro che nessuna donna uscirebbe con un babbeo come te.-

 

Leon:- Era una domanda retorica! Non c’era bisogno di rispondere! E adesso muoviamoci!-

 

I due ripercorrono il corridoio e scendono dalle scale. Cioè, Leon scende, Ashley si butta cascandogli sulla schiena e facendolo cadere a terra lungo disteso.

 

Ashley:- Oh, ma insomma! Avresti dovuto prendermi fra le tue forti braccia, no?-

 

Leon:- Lo terrò a mente per la prossima volta... Ti potresti togliere dalle mie spalle adesso? (Ashley si alza e Leon si tira su borbottando sottovoce.) Ecco cosa vuol dire falsa magra... Ma quanto pesa?- (Escono insieme dalla navatella e in quel momento un uomo vecchio, con pochi capelli in testa e un vestito lungo blu con cappuccio arriva di fianco all’altare da sinistra. Sul petto porta un grosso ciondolo d’oro a forma di S, ha le dita piene di anelli e stringe uno strano bastone nella mano destra.)

 

Soddler:- La ragazza viene con me.-

 

Leon:- E tu chi sei?-

 

Soddler:- Se proprio devi saperlo, il mio nome è Osmundo Oberto Dagoberto Ugoberto Gisalberto Lamberto Teodeberto Bertoldo Teodone Teobaldo Gaidulfo Ragimperto Ariperto Mangifredo Arduino Lanfranco Eberardo Arialdo Arnolfo Arnaldo Soddler. Ma gli amici mi chiamano semplicemente Soddler.-

 

Leon:- E ci credo!-

 

Soddler:- Io sono il capo di questa bella comunità religiosa.- (Indica con un gesto teatrale la grande S sopra di lui.)

 

Leon:- Perchè quel simbolo, scusa?-

 

Soddler:- Ma sei proprio cretino! Secondo te? S per Soddler, no?-

 

Leon:- Ah, ecco perchè lo porti anche al collo... Però, senza offesa, con quel ciondolo e tutti quegli anelli sembri un po’ un tamarro!-

 

Soddler (un po’ arrabbiato):- Sarai vestito bene te, signor Leone Scottato!-

 

Ashley:- Fra tutti e due non so chi sia peggio in fatto di moda...-

 

Leon:- Prima avevo una bella giacca, ma qualcuno me l’ha rubata.-

 

Soddler:- Doveva avere un pessimo gusto, chiunque fosse... Ma adesso non importa, ci stiamo perdendo in inutili chiacchere! Non mi chiedi cosa voglio?-

 

Leon:- Ah, sì! Me lo stavo dimenticando... (Si schiarisce la voce e prende un espressione arrabbiata.) Che cosa vuoi?-

 

Soddler:- Dimostrare al mondo intero il nostro potere, ovviamente. Gli Stati Uniti non penseranno più di poter governare il mondo per sempre! Per questo abbiamo rapito la figlia del presidente, per darle il nostro potere e poi rimandarla a casa.-

 

Ashley:- Oh, no!-

 

Leon:- Che cosa c’è, Ashley?-

 

Ashley:- Credo che mi abbiano iniettato qualcosa nel collo e che poi abbiano approfittato del fatto che fossi svenuta per fregarmi il gameboy cube!- (Guarda furiosa Soddler.)

 

Soddler (un po’ intimorito):- Non guardare me, non l’ho preso io il tuo gameboy!-

 

Leon:- Che cosa le avete fatto?-

 

Soddler:- Le abbiamo solo iniettato un piccolo regalino. Oh, ci sarà da morire dalle risate quando tornerà a casa da quell’idiota di suo padre! HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA!!!-

 

Ashley (a Leon):- Senti, chi se ne frega del gameboy, io non ho tempo da perdere! Domani c’è un party a casa della figlia del segretario alla difesa Runsfild e dopodomani c’è una sfilata di moda di Dolce & Gabbana, quindi io devo essere a casa a Washington prima delle sei di domani mattina! Perciò digli di sbrigarsi!-

 

Leon:- Ok... (A Soddler che sta ancora ridendo.) Scusa, non potresti sbrigarti? Ashley ha molte cose da fare e non possiamo perdere altro tempo! Anzi, dovremmo proprio andare!-

 

Soddler (smettendo di ridere):- Cosa? Ah, sì, scusa, faccio in un attimo così poi potete andare... No! Che mi fai dire? Voi non ve ne andate da nessuna parte!-

 

Leon:- E invece sì, c’è un party alla casa di Runsfild domani e...-

 

Soddler (arrabbiandosi):- Basta con queste idiozie! Forse mi sono scordato di dirti, signor Leone Scottato, che abbiano fatto anche a te lo stesso regalino! Quando le Verzas si sveglieranno voi diventerete i miei burattini! Avrò controllo totale delle vostre menti e farete tutto quello che vi dirò!-

 

Leon:- Tutto?-

 

Soddler:- Tutto!-

 

Leon:- Ma tutto tutto?-

 

Soddler:- Tutto tutto!-

 

Leon:- Ma tutto tutto tutto?-

 

Soddler:- Sì, tutto tutto tutto!!! Non ti sembra una via rivoluzionaria per promulgare una fede religiosa e politica?-

 

Leon:- A me sembra più un’invasione aliena!-

 

Soddler (stupito):- Un’invasione aliena?-

 

Leon:- Sì, come nella Guerra dei Mondi.-

 

Soddler (infuriato):- Io odio quel film!!!- (La porta della chiesa si spalanca ed entrano due uomini incappucciati che tengono in mano delle balestre infuocate. Proprio mentre sparano entrambi i loro colpi, Leon afferra Ashley per un polso e si butta fuori dalla chiesa sfondano la vetrata. Le freccie infuocate proseguono nella loro traiettoria, prendono la veste di Soddler sotto le ascelle e lo inchiodano al muro dietro l’altare.)

 

Uomo con la balestra 1:- Ops!-

 

Uomo con la balestra 2:- Scusi capo!-

 

Soddler:- Idioti! Venite subito a liberarmi, razza di impiastri, se non volete che...- (Ma in quel momento la grande S di legno sopra l’altare si sgancia e cade centrando Soddler sulla testa quasi pelata. Il vecchio sviene.)

 

Uomini con la balestra:- Oh, no! Capooo!!!-

 

Mentre quei due cercano di salvare alla meno peggio il loro capo stordito e con il vestito in procinto di andare a fuoco, Leon e Ashley si rialzano fuori fra i cocci della vetrata.

 

Leon:- Non preoccuparti, Ashley! Siamo finiti in questo guaio, ma saremo in grado...-

 

Ashley:- Leooon! Aiutooo!-

 

Leon (correndo verso di lei):- Non preoccuparti, Ashley! Sto arrivando!!-

 

Ashley:- Guarda i miei capelli! È terribile! Me li hai tutti spettinati con quel salto! E ora dove lo trovo un parrucchiere!- (Leon si batte la mano sulla fronte.)

 

L’agente del governo e la figlia del presidente riprendono il loro cammino verso il villaggio. Durante il percorso, Leon viene informato da Ashley di ogni cosa schifosa e fuori moda dell’abbigliamento dei bergamados, i quali ascoltano pure loro molto attenti e alla fine decidono di andare a rifarsi il guardaroba, rinunciando ad eventuali agguati. I due superano il villaggio e a un certo punto vedono un bagliore luminoso nel cielo.

 

Ashley (indicandolo felice):- Guarda: è l’elicottero di salvataggio! (L’elicottero viene colpito da un razzo ed esplode.) Ehm, era l’elicottero di salvataggio...- (Squilla la ricetrasmittente di Leon. Lui risponde.)

 

Ingrid:- Leon, mi spiace, ma temo che l’elicottero sia stato abbattuto.-

 

Leon:- Sì, purtroppo ho visto.-

 

Ingrid:- Ve ne manderemo un altro il più in fretta possibile, ma un po’ più lontano dal villaggio, così non butteranno giù anche questo.- (Mette giù.)

 

Leon e Ashley continuano a camminare, finchè, a un certo punto, si vede di nuovo il bagliore luminoso nel cielo.

 

Ashley (indicandolo felice):- Guarda: è l’elicottero di salvataggio!- (L’elicottero viene colpito da un razzo ed esplode.)

 

Leon:- Comincio a credere che tu porti un po’ di iella!- (Squilla la ricetrasmittente, Leon risponde.)

 

Ingrid:- Mi spiace, hanno fatto fuori anche questo!-

 

Leon:- Già...-

 

Ingrid:- Per adesso non riusciremo a mandarvene più, devi cercare un posto dove passare la notte.-

 

Leon:- Casa tua non sarebbe male...-

 

Ingrid:- Leon, vaff...- (Leon mette giù in fretta. Ashley lo guarda scuotendo la testa.)

 

Leon:- Eh, quante storie! Non si può neanche scherzare!-

 

I due si rimettono in cammino, ma si trovano di fronte una folla di bergamados piromani inferociti. Corrono indietro, ma altri stanno arrivando anche da quella parte. Perciò Leon e Ashley vanno veloci a rifugiarsi in una baracca lì vicino. Entrano e Leon chiude subito la porta.

 

Gigi (dall’altra parte della stanza):- Oh Leone! (Lancia una trave di legno prendendo Leon in piena fronte e buttandolo a terra.) Ops, scusa...-

 

Leon (massaggiandosi la fronte):- Ahia! Gigi! Ma sei deficiente? Che male!- (Leon si rialza e usa la sbarra per riforzare la porta.)

 

Gigi:- L’è piccino il mondo, eh? (Guardando Ashley.) E lei le dev’esse la citta del presidente. Maremma ‘he bona! L’ha du’ bocce ‘he paiono la cupola di Domo!-

 

Ashley:- Ma oh! Che maleducato! Come si permette di parlarmi in quel modo, Leon?-

 

Leon:- Eh, è fatto così...-

 

Gigi:- Sì, io ‘un ho e’ peli sulla lingua! Eppoi l’era un ‘omplimento! Ma ‘he sbadato, non ci s’è manco presentati, io mi ‘hiamo Gigi Mattino, e tu pottina d’un’amerigana?-

 

Ashley:- Io sono Ashley Groan, la figlia del Presidente degli Stati Uniti, e ho un disperato bisogno di un parrucchiere!- (Si guarda istericamente i capelli.)

 

Gigi (a Leon):- Ma lei l’è sana?-

 

Leon:- Sì, è normale: domani deve andare a un party e allora non vuole fare brutta figura.-

 

Gigi:- Ma te tu s’è più duro dei Sammoresi! Maremma ‘he strullo ‘he tu sei! Io volevo dì se l’era stato iniettato qualhosa anche a lei!-

 

Leon:- No, sta bene.-

 

Gigi:- Mmm, ‘un importa. Tanto prima di diventà ‘ome quegli zozzi buzzoni ci vole un po’. Lei l’era nella ‘hiesa, vero? Hai ‘onosciuto el sofech allora?-

 

Leon:- Chi?-

 

Gigi:- Soddler, ma qui tutti lo ‘hiamano anche el sofech, ‘he vo’ dì uggioso, asfissiante. Infatti ogni volta ‘he si presenta dice sempre “se proprio devi saperlo, il mio nome è” e parte ‘on una serie infinita di nomi ‘he un si pole pronunciare nè rihordare!-

 

Ashley (guardando fuori dalla finestra):- Leon! I mostri fuori moda!- (Infatti i bergamados si sono avvicinati alla capanna agitando le torce e stanno cominciando a sbattere le mani sulla porta e sulle finestre.)

 

Leon:- Ashley, al piano di sopra!- (Ashley corre di sopra.)

 

Gigi (estraendo la pistola):- Ohèi! L’è ‘l momento di giohare!-

 

Leon (estraendo una scacchiera):- Preferisci gli scacchi o la dama?-

 

Gigi (guardandolo con gli occhi fuori dalle orbite):- Ma te tu se’ più tondo dell’O di Giotto! Maremma maiala! (Un bergamados sfonda la finestra e corre verso Leon agitando la torcia.) Attento strullo!- (Leon si volta di scatto e spacca la scacchiera in testa al bergamados.)

 

Leon (estraendo anche lui la pistola):- Ma potresti essere più chiaro, Gigi? Insomma, questo non è mica un gioco!-

 

Gigi:- Invece sì, nel mio paese ce l’hanno tutti i cittini! Residente Male, un gioho stupendo! Una vera fihata!- (Intanto i bergamados continuano ad entrare.)

 

Leon:- Me ne parlerai un’altra volta! (Spara un colpo verso un uomo con il forcone, ma lo manca, prendendo in pieno un ciuffo di capelli sporgente di Gigi.) Ops, scusa...-

 

Gigi (toccandosi i capelli fumanti):- Oh, bischero! Ancora un po’ e mi prendevi la ‘apa! Miseria ‘ane!- (Si lancia contro Leon e gli tira un ceffone. Leon risponde con un cazzotto e cominciano a pestarsi. I bergamados li guardano un po’ stupiti.)

 

Uomo con il forcone:- Oì, vuölter scüzì...- [trad: Ehi, scusate...] (Leon e Gigi smettono un attimo di picchiarsi.)

 

Leon:- Che c’è?-

 

Gigi:- ‘osa voi?-

 

Uomo con il forcone:- Vuölter püdiresef ciamà la s’cèta? Nur üriem dumandà ga ‘nduè i sa trùa i estìc da Dòls e Gabanòt.- [trad: Potreste chiamare la ragazza? Volevamo domandarle dove si trovano i vestiti di Dolce e Capanno (NdA: gabanòt vuol dire capanno, ma è l’unica parola simile a Gabbana in tutto il dialetto bergamasco).]

 

Leon (a Gigi):- Che ha detto?-

 

Gigi:- Non vorrei dì ‘na ‘azzata, ma me sembra ‘he vogliano ‘omprà li vestiti di Dolce e Gabban e voglian ‘hiedere alla pottina indove stan li negozi.-

 

Tutti i bergamados:- Nur ürèsem Dòls e Gabanòt!- [trad: Vogliamo Dolce e Capanno!]

 

Gigi:- Sì, l’è proprio ‘osì!-

 

Mentre Leon chiama Ashley al piano di sotto per dare le indicazioni ai bergamados, Ida sta venendo anche lei alla capanna e ovviamente sta ancora parlando al cellulare con Anne.

 

Ida:- E poi Scientology! Insomma, se proprio mi dovrò sposare, almeno non in una chiesa di quei pazzi! Che figura ci farei?... Cosa? Te l’ho già detto: non mi ricordo bene com’era il tuo vestito di damigella! Mi sembra fosse azzurro, ma ti pare che potevo prestarci attenzione? Stavo per sposarmi con quella noia di uomo che è Weskor! Pensa che vita: tutto il tempo a pensare ai virus e a come conquistare il mondo!... No, Leon non sarebbe meglio! Che vuol dire che ho sognato che mi baciava? Era un incubo, Anne! Sì, scherza quanto vuoi... Senti, ti richiamo dopo, ora ho da fare. Ciao! (Ida è arrivata di fronte a un bivio. Ci sono due cartelli: su quello a destra c’è scritto “bergamados”, mentre su quello a sinistra “el sach da gras”.) Hum, qualcosa mi dice che è meglio a destra...-

 

Ida prende la strada a destra. Dopo un po’ che cammina, da una casa salta fuori una donna con la motosega. Ida imbraccia veloce la doppietta.

 

Donna con la motosega:- Moër roia! Me ta ‘nsegne a scületà ‘mè ‘na pütana e a sedur el me om!- [trad: Muori donnaccia! Ti insegno io a sculettare come una donna di facili costumi e a sedurre mio marito!-]

 

Ida (stupita):- Cosa?- (Dalla casa esce anche un uomo con la motosega.)

 

Uomo con la motosega (alla donna con la motosega):- No! Non la màsa! Me ne sò ‘nemuràt!- [trad: No! Non l’ammazzare! Me ne sono innamorato!]

 

Donna con la motosega:- Porco traditùr! Le ‘sa ‘l gh’à pö da me?- [trad: Porco traditore! Lei cos’ha più di me?]

 

Uomo con la motosega:- Le ‘l è ‘na bela figa!- [La traduzione è inutile.]

 

Donna con la motosega:- Sciopa strons!- [Anche qui non serve.] (La donna con la motosega attacca l’uomo con la motosega e gli taglia la testa. Ida ne approfitta per scappare.)

 

Nel frattempo nella capanna i bergamados se ne sono andati, diretti tutti alla Rinascente di Milano. Gigi, Leon e Ashley sono al piano terra.

 

Gigi:- Bona! Ora ‘he si fa?-

 

Leon:- Noi non abbiamo altra scelta che continuare a muoverci.-

 

Gigi:- Allora ‘un vengo ‘on voi. Ho perso ‘na ‘osa. Voi ite pure avanti.- (Esce dalla porta.)

 

Leon:- Gigi!-

 

Gigi (da fuori):- Ci si vede Leone! Valeriooo!!!-

 

Leon:- Valerio? E chi è questo Valerio?-

 

Ashley (piuttosto alterata):- Chi se ne frega di quell’idiota! Ti ricordo che io non ho tempo da perdere, perciò muoviamoci!!!-

 

Leon, atterrito, obbedisce prontamente. Intanto Gigi incontra una ben nota donna in rosso...

 

Gigi (a Ida):- Ciao, bella cihala! ‘he c’hai il fumo? (Ida lo fissa gelida con le braccia incrociate.) E ‘he tu c’hai? Ho ‘apito: ‘un riesci a parlà perchè l’erano anni ‘he ‘un vedevi un figo ‘ome me! Lo so, mi ‘apita spesso con le donne. Anche tu però sei bona! Maremma se lo sei...- (Allunga la mano per sfiorarle la guancia, ma Ida gliela afferra e comincia a torcergliela.)

 

Ida:- Se non vuoi che ti spezzi il polso ti conviene smetterla di dire cazzate!-

 

Gigi:- AHIAAA! Va bene, va bene! La smetto!- (Ida gli lascia la mano e gli punta fulminea una pistola in fronte.)

 

Ida:- Adesso per semplicità tu risponderai solo sì o no. Capito?-

 

Gigi (cominciando a sudare freddo):- Sì...- 

 

Ida:- Sei tu Gigi Mattino?-

 

Gigi:- Sì.-

 

Ida:- Hai trovato il campione di Verzas?-

 

Gigi:- Non ancora, ma ora vo’ a prenderlo!-

 

Ida:- Hai incontrato un americano di nome Leon?-

 

Gigi:- Ah, sì, l’è un po’ un bischero, ma mi sta simpatiho...-

 

Ida (fissandolo con uno sguardo spietato):- Zitto! E ora l’ultima domanda, veramente importante: rispondi bene se ci tieni alla tua vita. Hai mai aiutato Leon Scottat Kennedy a salvarsi?- (Gigi rimane un attimo in silenzio e riflette.)

 

Pensieri di Gigi:- Maremma maiala! Devo dì ‘na ‘osa intelligente o questa m'ammazza! Mi sa ‘he Leon ‘un le garba miha tanto! ‘osa diho???... Però ‘he belle tette ‘he c’ha! No! Non devo dì questo sennò bonanotte! Una ‘osa intelligente, una ‘osa intelligente!!-

 

Gigi:- La somma dei quadrati ‘ostruiti su ‘ateti è uguale al quadrato ‘ostruito sull’ipotenusa.-

 

Ida (premendogli la pistola sulla fronte):- Cosa diavolo c’entra???-

 

Pensieri di Gigi:- D’accordo, l’era una ‘osa intelligente, ma non c’entrava un tubo! Devo dì qualcos’altro!... Ma ‘he belle tette! No! Pensa, pensa! Belle tette! No! Pensa! Belle tette! Basta! Pensa, pensa, pensa!!!-

 

Gigi:- Belle tette!-

 

Pensieri di Gigi:- E mò son fritto...- (Tutto accade in una frazione di secondo: Ida lo guarda infuriata, fa per premere sul grilletto, ma poi gli tira semplicemente un fortissimo pugno nell’occhio destro sbattendolo a terra.)

 

Ida:- Ringrazia che Weskor mi ha detto che ci servi vivo! Adesso sparisci e non farti più vedere senza il campione! E non provare più a dire quello che hai detto nè ad aiutare quel maiale di Leon o andrai a fargli compagnia sottoterra!- (Gigi si rialza e scappa via.)

 

Pensieri di Gigi:- Anche stavolta c'ho avuto proprio un gran ‘ulo!-

 

 

Ringraziamenti:

 

@Suikotsu: Spero tu abbia riso altrettanto anche in questo!

 

@utada_hikaru: No, ad Haunting Ground non ho giocato. Sì, Leon è fortunato al gioco, ma con le donne mica tanto, non trovi?

 

@nueblackcrowfriend: Ho aggiornato, hai visto? Stai bono, che se mi si mette fretta poi non mi vengono bene le cose! Comunque sì, lo trattano un po’ tutte male. Ma quella che sparisce è Claire Redfield, non so se lui abbia mai conosciuto Jill...

 

@BaschVR: Bah, non so. Temo che tu sia bravo solo con le maledizioni... Speriamo di fare almeno ambo!

 

@AnimaDannata: Non ti preoccupare, io non ti sfido di certo! Anzi, ti prego perdonarmi un attimo per la figura da scemo che ho fatto fare a Gigi... Ma ci stava troppo bene!

 

@Ashley Snape: Con un po’ di ritardo, ma continuo, non ti preoccupare.

 

E ora... Le misteriose parole di Gigi! Cioè traduzione dal toscano:

 

Pottina=una che se la tira tanto e fa la superiore.

 

Esse’ più duro dei Sammoresi=Esse’ più tondo dell’O di Giotto=Essere totalmente idiota.

 

Valeriooo=parola magica utilizzata da chi stava cercando il fumo nel pratone delle Cascine.

 

Cihala=ragazza piacente. (Gigi:- Mi sa ‘he dovrai alzare il rating, in realtà vo’ dì proprio f...- Autore (tappandogli al bocca):- Si capisce, non ti preoccupare! Arrivederci a tutti al prossimo cap!- Soddler:- Ma ricordatevi di commentare!-)

 

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Capitolo 10
*** LEON VS BOCIA ***


CAPITOLO DIECI: LEON VS BOCIA

CAPITOLO DIECI: LEON VS BOCIA

 

Nel frattempo, in America, Mrs Kennedy, alias la mamma di Leon, una donna sulla sessantina ancora piuttosto vigorosa, dopo aver terminato la telefonata a suo figlio, si mette il suo cappotto fucsia e il suo orribile cappello a forma di tacchino, esce di casa e va di corsa alla sede degli agenti del governo degli Stati Uniti. Incurante di Ingrid che cerca di fermarla, la signora entra nell’ufficio del capo scardinando la porta e si piazza davanti alla scrivania.

 

Capo (alzandosi dalla sedia e sollevando gli occhiali neri dagli occhi):- Che significa questa intrusione, signora Kennedy?-

 

Mamma (furiosa):- Hai mandato là il mio bambino da solo! È in pericolo, lo sento! Devi mandare assolutamente qualcuno ad aiutarlo!-

 

Capo:- Senta, signora Kennedy, suo figlio sa badare a se stesso. È adulto e vaccinato. In ogni caso non sono fatti suoi, è compito mio dirigere questa missione, ora se ne vada!- (Afferra la donna per un braccio e fa per mandarla via.)

 

Mamma:- Nessuno può permettersi di trattarmi così!- (Fulminea, tira un calcio nella palle al capo, gli prende il braccio, lo solleva sopra di sè e lo scaraventa sulla scrivania che si sfascia. Ingrid la guarda allibita.)

 

Ingrid:- Ma... Come...?-

 

Mamma:- Anche se dal mio abbigliamento potrebbe sembrare che io sia solo una povera vecchietta con scarso gusto, per sua informazione in realtà io sono cintura nera di karatè e cintura rossa di Judo, signorina. (Si rivolge al capo.) Ai miei tempi ero la migliore spia della Guerra Fredda ed ero famosa, oltre che per il mio innegabile fascino, per la mia capacità di percepire i pericoli incombenti. Ora il mio bambino è in pericolo, ne sono sicura! Devi mandare dei rinforzi!-

 

Capo (rantolando fra i pezzi di legno della scrivania distrutta):- Ahia, ahia! Le giuro che lo farei, se potessi... Ma mi hanno già abbattuto due elicotteri e me n’è rimasto solo uno... Oooh, che male!-

 

Mamma:- Uno??? Voi siete gli agenti del governo degli Stati Uniti, dovete difendere il Presidente degli Stati Uniti e la sua famiglia e avevate in dotazione solamente tre elicotteri???-

 

Capo:- Ehm, sì... Il Presidente ci ha tagliato i fondi perché ha deciso di costruire un enorme ponte dalle Hawaii alla terra ferma. Dice che, se il premier nano italiano può fare un ponte per unire un’isola al resto del suo paese, noi non dobbiamo essere da meno!-

 

Mamma:- Quel Groan è un vero rincoglionito! Ma non ha capito che sua figlia è in pericolo?-

 

Capo:- Mi sa che se n’è già scordato...-

 

Mamma:- Va bene, ho capito! Ci dovrò pensare da sola! (Prende il cellulare e compone un numero.) Pronto? Devo parlare con il Sommo!-

 

Intanto Leon e Ashely sono arrivati all’uscita dal villaggio. Ma c’è un grande portone che impedisce loro di passare. Ha un piccolo incavo rotondo al posto della serratura.

 

Leon (spingendolo):- Oh, accidenti! Non si apre. Forse con una spallata... (Prende la rincorsa e tira una spallata tremenda. Il portone non si apre, ma Leon casca a terra per il contraccolpo.) Ahia! Che male! Ma non mi arrendo! Riproverò! (Si rialza e ripete le stesse mosse di prima, cadendo ancora a terra.) Oooh, la mia spalla! Che dolore!-

 

Ashley (tenendo un libretto in mano):- Aspetta, Leon, guarda cos’ho trovato!-

 

Leon:- Non ora, Ashley, sto pensando a come aprire questo portone! Hum, magari provando a prenderlo a testate...-

 

Ashley (sfogliando il libretto):- No, forse dovresti prima leggere qua!-

 

Leon:- Sì, sì! Dopo, dopo!- (Prende la rincorsa e tira una testata fortissima contro il portone, che però ovviamente non si apre. Leon casca a terra svenuto.)

 

Ashley (scuotendo la testa):- Che idiota!- (Si china su Leon e comincia a schiaffeggiarlo per svegliarlo.)

 

Leon (mezzo-svenuto):- No, Ida, non ti ho palpato il sedere... Mi sembrava solo che cadesse... e allora dovevo impedirlo...-

 

Ashley:- Ma che dici?- (Gli tira uno schiaffone più forte degli altri e Leon apre gli occhi.)

 

Leon:- Hu? Che è successo? Perchè mi riempi di schiaffi? Perchè mi scoppia la testa? Perchè sono per terra?-

 

Ashley:- La risposta a tutte le tue domande è che sei un deficiente! Mentre cercavi di ammazzarti, io ho trovato un modo per aprire il portone. Guarda!- (Gli mette di fronte agli occhi un libretto rilegato in pelle intitolato “Diario segreto del Bocia da l’oĉ de vetr”. Leon si rialza.)

 

Leon:- Ma dove l’hai trovato?-

 

Ashley:- Qui per terra.-

 

Leon:- E cosa c’è scritto che potrebbe servirci?-

 

Ashley:- Guarda sulle pagine di oggi.- (Leon lo prende in mano.)

 

Leon (leggendo):- “Oggi sarà una bella giornata: Signùr Soddler mi ha promesso una nuova testa di terrone per la mia collezione e anche una di un americano. In effetti potrei cominciare una nuova raccolta: non mi dispiacerebbe collezionare teste americane. Ma prima devo completare quella già iniziata.” (Leon si tocca il collo e deglutisce.) Beh, questa parte non mi interessa. Vediamo più avanti! (Scorre la pagina e legge.) “Putàniga! Orca malora! È successo un gran rebelòt! Tutti quei barlafüss che avevo mandato ad ammazzare il terrone e l’americano e a catturare la s’cèta sono spariti! Sono andati a Milàn a comprarsi dei estìc di merda! Mi hanno lasciato da solo come un cuiù! E ora Signùr Soddler mi farà un culo così, se non fermerò l’americano. Ma non fuggirà: il portone all’uscita del villaggio si può aprire solo al mio sguardo! Gli tenderò un agguato nel gabanòt dove faccio i miei bagni nella polenta. Lo prenderò sicuramente di sorpresa: è talmente idiota che non capirà il mio piano neanche dopo aver letto queste parole sul mio diario che lascerò a posta vicino al portone.” Hum, come al solito non è uno scritto di facile interpretazione.-

 

Ashley (sbalordita):- Ma cosa dici? Sei dislessico?-

 

Leon:- Adesso basta parolacce, le ragazze non dovrebbero dirne! Credo di aver capito di dover andare in un capanno qui vicino, magari lì troverò la chiave del portone.- (Si incammina.)

 

Ashley (tra sé):- Che era idiota lo sapevo, ma non credevo così tanto...-

 

I due dopo un po’ arrivano davanti a un capanno. Si sente puzza d’agguato lontano un miglio. Infatti persino Leon comincia ad accorgersene.

 

Leon:- Meglio se tu ne resti fuori, Ashley. Vai a nasconderti!- (Nessuno gli risponde. Leon si volta e vede che Ashley è già sparita.)

 

L’agente americano deglutisce e apre la porta. Entra nel capanno con la pistola in pugno e guarda velocemente di fronte a sé, a destra e a sinistra. Ma non vede nessuno: il capanno è vuoto, ci sono solo alcune damigiane piene di grappa fatta in casa e un’enorme vasca per i bagni nella polenta.

 

Leon (sospirando):- Fiuuu! Meno male, avevo quasi pensato che ci fosse lo strangolatore col barbone! Ma per fortuna non c’è e ora me ne vado. (Rinfodera la pistola e fa per voltarsi ma sente con la mano destra qualcosa dietro di lui. Non è la porta.) Oh, cacchio! (Leon comincia a sudare freddo. Muove la mano e tasta l’essere dietro di lui per capire chi è.) Hum... Pettorali d’acciaio... Barbona folta e ispida... Nasone adunco... E, temo, occhio di vetro!- (Ma sbaglia e mette il dito nell’occhio vero del Bocia.)

 

Bocia:- AAAAAAAHHH!!! IL MIO OCCHIO BUONO!!!-

 

Leon (voltandosi di scatto):- AAAAAAAAHHHH!!! EL BOCIA DA L’OC DE VETR!!! (Il Bocia lo afferra per la gola e lo lancia contro il soffitto. Leon sbatte la testa e cade sul pavimento come un sacco di patate. Il Bocia intanto chiude la porta facendo un nodo alla bocca di lupo con la sbarra di acciaio. Poi si avvicina a Leon per strozzarlo, ma l’agente rotola di lato e calcia una damigiana di grappa, che comincia a versarsi a terra. Leon punta la pistola sul liquido.) Adìo, Ambroeus! (Spara e subito la grappa prende fuoco. Leon salta e schiva l’esplosione delle damigiane, mentre il Bocia ne viene investito in pieno. Ma l’unico effetto è che si brucia il suo soprabito, peraltro parecchio brutto e fuori moda, e i pantaloni, cosicchè rimane solo con le mutande a cuoricini. Tuttavia contemporaneamente la sua schiena e le sue braccia si allungano, mentre l’addome scompare per fare posto a numerosi aculei e sulla schiena spuntano altre due braccia che terminano in pungiglioni. Leon lo guarda un po’ preoccupato.) Ehm, senti, rimaniamo calmi: i vestiti te li posso ricomprare...-

 

Bocia:- Ma vadan via i ciapp i estìc! La mia grapa da la goma*! RAAAAAARGH!!!- (Dopo aver lanciato il suo urlo di furia, il Bocia si scaglia contro Leon.)

 

Leon:- Mi spiace per la grappa, te la ripagoooo!!! (Il Bocia lo afferra con una mano. Poi comincia a lanciarlo in aria e a giocarci come se fosse un birillo da giocoliere.) No, mettimi giù! Mi viene da vomitare!- (Il Bocia lo scaraventa a terra in fondo alla baracca.)

 

Bocia (avvicinandosi a Leon minaccioso):- Ti farò a pezzi, americano di merda! Non hai speranze contro di me! Sono l’uomo più forte della Padania e quindi anche del mondo intero! Non esiste nessuno, tantomeno nel tuo schifiùs paese, più forte di me!!!- (Il tetto della baracca viene sfondato da un colpo fortissimo e un istante dopo un uomo dalla barba e i capelli tendenti al rosso e con cappello e stivali da texano colpisce il Bocia alla testa con un calcio rotante. La testa si stacca di netto e vola fuori da una finestra, fa il giro del mondo due volte e infine rotola di fianco a Leon.)

 

Chuck Norris (rivolto al cadavere del Bocia):- Ora non bestemmierai più!-

 

Leon (sbalordito):- Chuck Norris! Ma come è possibile?-

 

Chuck Norris:- Dovevo un favore a tua madre, figliolo. Adesso devo andare però: in Texas c’è bisogno di me!-

 

Leon:- Grazie, Vostra Calciorotanza! Addio!- (Chuck Norris lo saluta con un piccolo movimento del cappello, si volta e parte in volo come un razzo, passando dal buco nel tetto creato prima.)

 

 

Lo so che questo capitolo è un po’ più breve degli altri, ma, data la presenza di Sua Calciorotanza in persona, ovviamente è come se fosse lungo il doppio (chi non è d’accordo sarà calciorotato all’istante!).

Ringraziamenti:

 

@nueblackcrowfriend: Come vedi, ho richiesto la partecipazione di Chuck Norris già per questa fic, per l’altra dovrò usare un altro stratagemma!

 

@Suikotsu: Spero sia stato divertente anche questo!

 

@White Shadow: Beh, Leon l’ho ridotto un po’ un pirla, hai ragione... Però sono contento che ti faccia ridere! I dialetti ci stavano bene, una lingua incomprensibile come quella degli spagnoli nel videogioco. Ma non li ho scelti proprio a caso...

 

@SgF: Grazie per il commento così elaborato! Non ci avevo proprio fatto caso agli accenti, li correggerò. Ti ringrazio anche per aver lodato così tanto le mie capacità comiche, spero di non deluderti in futuro.

 

@Sengir: Che sfiga che ha il tuo compagno di classe!

 

 

*grapa da la goma=grappa distillata abusivamente.

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Capitolo 11
*** PAULÈT EL NINÌ ***


CAPITOLO UNDICI: PAULÈT EL NINÌ

CAPITOLO UNDICI: PAULÈT EL NINÌ 

 

Leon si rialza e guarda la testa del Bocia: l’occhio di vetro si stacca dal bulbo e cade. L’agente americano lo raccoglie.

 

Leon:- Capisco che serva per aprire la porta, ma che schifo!!! Bleah!-

 

Esce dal capanno tenendo l’occhio tra il pollice e l’indice della mano destra con un’espressione disgustata. Ashley gli viene incontro.

 

Ashley:- Sei ancora vivo, incredibile! Ma che è quello schifo che tieni in mano?-

 

Leon (parlando a denti stretti sempre con la solita smorfia di disgusto):- Lascia stare e andiamo!-

 

Ashley:- Ma come hai fatto a cavartela contro il Bocia?-

 

Leon:- Diciamo che ho ricevuto un aiuto dall’alto.-

 

Ashley:- Da Dio?-

 

Leon:- No, più in alto!-

 

Ashley lo guarda stupefatta, comprende e tace in segno di rispetto reverenziale. I due arrivano al portone, Leon infila l’occhio nell’incavo e il portone si apre. L’agente americano e la figlia del presidente lo attraversano e si avvicinano a un ponte levatoio davanti a un castello in stile medievale.

 

Leon:- Dall’altra parte del ponte!- (Leon parte di corsa. Ashley lo segue camminando.)

 

Ashely:- Ma perché corri? Non c’è nessuno che ci insegue!-

 

Leon (guardandosi alle spalle):- Ah, già... Chissà dove sono finiti i bergamados...-

 

Intanto a Milano, in Piazza del Duomo...

 

Uomo con il forcone (con una t-shirt Trussardi, dei jeans Cavalli e una cintura D&G da 500000 euro):- Ura sé ca nur sèm d’i figürì!- [trad: Ora sì che siamo dei figurini!-]

 

Tutti gli altri bergamados (vestiti più o meno allo stesso modo):- Pòta!- [trad: Certo!]

 

Contemporaneamente vicino al castello...

 

Leon:- Va beh, entriamo nel castello, ci servirà come riparo per la notte.-

 

Ashley (furiosa):- Per la notte??? Ma io domani devo andare al party della figlia del segretario Runsfild e ho bisogno di cinque ore come minimo per prepararmi prima, non posso perdere tempo qua!!!-

 

Leon:- Ashley, cerca di ragionare, per ora non ci sono più elicotteri di salvataggio e...-

 

Ashley:- Non me ne importa un cavolo delle tue scuse! Io non entrerò mai in quello stramaledettissimo castello!!!- (Ashley pianta i piedi a terra, incrocia le braccia e mette il broncio voltandosi di spalle a Leon.)

 

Leon (tra sè):- Devo riuscire a convincerla a seguirmi... Hum, forse ho un’idea... (Ad Ashley.) Ashley, lo sai che in quel castello ci saranno almeno 15000 stanze? Di sicuro ci saranno anche bagni dove potrai farti il make-up...-

 

Ashley (girandosi di scatto):- Davvero? Allora muoviamoci, che stiamo aspettando??- (Attraversa il ponte alla velocità della luce.)

 

Leon:- He, he! Lo sapevo!-

 

Leon segue la ragazza ed entrambi entrano nel castello. Dal cortile esterno si introducono in un corridoio interno attraverso una porta. Camminano cautamente, perché, nonostante Ashley voglia trovare il necessario per il make-up in fretta, anche lei si è accorta del clima tetro e lugubre del luogo. Leon avanza davanti a lei con la pistola in un pugno. Tutto sembra tranquillo, quando all’improvviso...

 

Mercante (saltando fuori da una nicchia):- Buh!-

 

Leon:- AAAH!!!-

 

Mercante:- He, he, he!-

 

Leon (respirando affannosamente):- Ma devi sempre comparirmi davanti così???-

 

Mercante:- Ho dell’ottima merce da vendere, straniero!- (Mostra una mitraglietta.)

 

Leon:- Sì, mi potrebbe servire, grazie! (Allunga la mano, ma il mercante gliela allontana con uno schiaffo.) Ahi!-

 

Mercante:- Non hai abbastanza soldi, straniero! He, he, he!-

 

Leon (grattandosi la testa):- Oh, accidenti! E se ti promettessi una percentuale sul mio futuro stipendio?-

 

Mercante (con aria scettica):- See, ma quale stipendio? Solo cash, straniero! He, he, he!-

 

Leon (frugandosi nelle tasche):- Hum, aspetta un attimo... Ehi, la vuoi questa pietra che ho trovato per terra poco fa?- (Estrae la lacrima viola.)

 

Mercante:- Ah, la comprerò a un alto prezzo!- (Gli dà la mitraglietta. Il mercante prende la pietra, tira fuori dal mantello un tavolino, un martello e una cannuccia e comincia a frantumare la lacrima viola.)

 

Leon:- Non mi dire che ti fumi anche questa!-

 

Mercante:- No, sei matto? He, he, he! Questa non si fuma assolutamente! (Dispone la polverina ottenuta in modo da formare delle piste, prende la cannuccia, se la avvicina alla narice e comincia a sniffare.) He, he, he!-

 

Leon:- ‘Sta storia qua è piena di droga!-

 

Mercante:- Alla prossima, straniero! He, he, he!-

 

Leon e Ashley si allontanano dal tossicomane e riprendono il cammino nei corridoi dell’antico edificio.

 

Leon:- Beh, direi che ora siamo al sicuro, Ashley. Siamo in un bel castello medievale, guarda che roba! Torce, arazzi, antiche armature, vetrate, un gruppo di pazzi fanatici avvolti in sai monacali che ci viene addosso con delle mazze ferrate, mobili antichi, tappeti...-

 

Ashley (indicando il gruppo di fanatici):- Spara, idiota!- (Leon comincia a far fuoco con la mitraglietta. Un monaco però riesce ad afferrare Ashley e portarla via.)

 

Leon:- Ashley! NO! (Spara al monaco e Ashley cade a terra. Leon si avvicina.) Stai bene?- (Ashley gli strappa la mitraglietta di mano e scarica tutto il caricatore contro l’incappucciato a terra.)

 

Ashley (rivolta al cadavere del fanatico):- Così impari a toccarmi il culo, pervertito!- (Strappa una mazza chiodata dalle mani di un altro fanatico e continua a infierire sul cadavere.)

 

Leon:- Comincia a farmi paura...-

 

Fanatico senza più la mazza chiodata:- Pò a mé!- [trad: Anche a me!] (Ashley colpisce anche il fanatico senza più la mazza chiodata con la sua mazza chiodata e gli altri fanatici decidono che per ora è meglio cambiare aria e scappano via a gambe levate. Squilla la ricetrasmittente di Leon. Lui risponde.)

 

Ingrid:- Leon, noto che sei sopravvissuto allo scontro con il capoccia.-

 

Leon (gasandosi):- Sì, dovevi vedermi: gli ho tirato un sinistro, poi un destro, poi un sinistro ancora, poi un calcio in faccia e...-

 

Ingrid:- Leon, è inutile che ti pavoneggi: tua madre è qua in ufficio, so benissimo che è stata lei a chiamare Chuck Norris a salvarti!-

 

Leon:- Acc...-

 

Ingrid:- Vuole sapere come stai.-

 

Leon:- Sì, sto bene e pure Ashley. Ringrazia mia mamma per l’aiuto.-

 

Ingrid:- Dove vi trovate adesso?-

 

Leon:- Siamo entrati in un castello, ma credo che anche questo sia legato alla setta dei Bergamasch. Ci sono un po’ di pazzi fanatici vestiti da monaci in giro.-

 

Ingrid:- Hum, senti, ho un’idea, ma ho bisogno che tu...-

 

Leon:- Che io ti inviti a cena?-

 

Ingrid:- Leon, se non la pianti con questa storia giuro che non appena ti vedo ti stacco le p...- (L’audio della ricetrasmittente viene disturbato da delle interferenze e contemporaneamente l’immagine di Ingrid comincia a diventare sfuocata e a ballare fino a svanire del tutto.)

 

Leon (colpendo la ricetrasmittente con una mano):- Maledizione, si è rotta! E pensare che la garanzia assicurava dodici mesi.-

 

Ashley:- Quando l’avete comprata?-

 

Leon:- Quindici anni fa, ma che c’entra?-

 

Ashley riprende a camminare scuotendo la testa e sospirando. I due escono dal corridoio e camminano su un tratto di mura all’aperto.

 

Gigi (raggiungendoli da dietro):- Oh Leone! (Lancia una trave di legno prendendo in piena fronte Leon che si è voltato e buttandolo a terra.) Ops, scusa...-

 

Leon (rialzandosi con una mano sul nuovo bernoccolo):- Ahia! Gigi! Ma perché l’hai fatto di nuovo?-

 

Gigi:- Dalle nostre parti ci si saluta ‘osì. C’ho qualhosa per voi bischeri... (Si fruga le tasche, ma non trova nulla.) Maremma maiala! L’ho smarrito quando son ruzzolato giù dalle scale fuggendo dai Ciellìn.-

 

Ashley:- Cos’hai perso?-

 

Leon:- Chi sono i Ciellìn? E perché hai un occhio nero?-

 

Gigi:- ‘azzi miei. Loro gl’enno li pazzi fanatici ‘onciati ‘ome monaci ‘he stan in ‘sto ‘astello. ‘redo ‘he siano gerarchihamente più in su dei bergamados, ma sono ‘omandati da un nàcchero* ‘he pare davvero un cittino d’otto anni. ‘omunque, io so ‘he v’hanno iniettato la Verzas. Dovreste ‘apirlo anche da soli: i sintomi son dire ‘he quei pori ‘risti ‘he vivono a Sud del Po’ fanno ‘osì tanto schifo ‘he un si posson vede’.-

 

Leon:- Ma no, Gigi. Io non dico che i napoletani, scusa la parola, fanno così tanto schifo che non si possono vedere, anzi: sono degli ottimi fenomeni da baraccone per il circo! (Gigi e Ashley lo guardano preoccupati. Leon sbianca in viso e si porta le mani alla bocca.) O mio Dio, cos’ho detto?-

 

Gigi:- Maremma maialissima! Sta già principiando a farti effetto! Parli ‘ome quei babbalei buhaioli! Devo ire ‘ndietro a pigliavvi l’antidoto. (Fa per andare, poi si ferma.) O ma ‘he è ‘odesta storia? Uno rischia ‘l ‘ulo per voi e un gli dite nulla?-

 

Ashley:- Giusto: sbrigati a trovare l’antidoto che io non tempo da perdere!!!-

 

Gigi:- L’era meglio prima! Ci vediamo, Leone!-

 

Gigi si allontana tornando indietro mentre i due attraversano un portone ed entrano in un grande salone in stile neogotico illuminato da torce. A un certo punto una risata stridula echeggia dall’alto della sala. Leon e Ashley alzano lo sguardo e vedono sopra un piccolo balcone un tappo dalla pelle grigia vestito all’ultima moda (secondo i canoni del 1768) con in testa una parrucca col codino sormontata da un tricorno. Ai suoi fianchi ci sono due tizi avvolti in tuniche verdi molto ampie. Sono le sue temibili guardie del corpo: i Verdani.

 

Paulèt:- Stavo cominciando a chiedermi quando ti avrei incontrato!-

 

Leon:- Chi sei?-

 

Paulèt:- Mi chiamo Paulèt Fumagalli e sono l’ottavo castellano di questa magnifica speculazione edilizia! Io sono stato onorato con il prodigioso potere del grande signùr Soddler!-

 

Leon:- La prolissità?-

 

Paulèt:- Sì... Cioè no! Il potere della Verzas, che anche voi presto otterrete!-

 

Ashley:- Io non voglio alcun potere schifoso, ma solo una stanza dove farmi il make-up in pace! Quindi finiscila di dire idiozie e lasciaci passare, tappo!-

 

Paulèt:- Tappo??? Come osi sbeffeggiare la mia invidiabile altezza di un metro e diciassette centimetri??? Sei proprio una ragazzina viziata e maleducata!-

 

Leon:- Ha ragione lui, Ashley, non è gentile chiamare tappo un bambino. Deve ancora crescere!-

 

Paulèt:- Esatto, e... Cosa??? Io un bambino??? Ma signor... (Si gratta la testa sotto il tricorno.) ehm... Washington?-

 

Leon:- Il mio cognome è Kennedy!-

 

Paulèt:- Kennedy, Washington, che differenza fa? Sempre un presidente americano è! Insomma, quanti anni credi che io abbia?-

 

Leon:- Otto?-

 

Paulèt (fumando dalle orecchie per la rabbia):- OTTOOO?!?!-

 

Leon:- Sei? Quattro?-

 

Paulèt:- Ne ho ventisette!!!-

 

Leon:- Sì, certo, bambino. Ora però fammi parlare con i tuoi genitori, da bravo!-

 

Paulèt (con la faccia deformata dalla rabbia):- Grrr!!! Ti farò pentire amaramente di questo affronto, signor Jefferson! Morirai tra atroci tormenti!!!- (Paulèt stringe convulsamente la ringhiera in preda a un’enorme collera. Uno dei due Verdani gli si avvicina.)

 

Verdano 1 (prendendo Paulèt per un braccio):- Venga signore, è l’ora del bagnetto!-

 

Paulèt (frignando):- Nooo, non voglio il bagnetto!!!- (I due Verdani lo afferrano per le spalle, lo sollevano e lo portano via mentre grida e scalcia.)

 

Verdano 2:- Capo, non faccia così, si sta comportando da vero ninì**!-

 

Paulèt:- Non è vero!!! Buhaaa!!!- (I due Verdani lo portano via.)

 

 

 

*nàcchero=piccolo uomo sciancato.

 

**ninì=bambino ancora tanto piccolo da essere cullato, vezzeggiativo per chiamare un bimbo.

 

 

È vero, sono in ritardo mostruoso, molto più delle altre volte! Spero di essere riuscito a farmi perdonare almeno un pochino con questo capitolo!

 

Ringraziamenti:

 

@Suikotsu: Beh, in effetti, quando si parla di Lui è difficile confondersi...

 

@Sengir: Sì, un gran fiuto del pericolo... infatti ci si caccia sempre!

 

@nueblackcrowfriend: Spiacente, ma avevo già deciso di farla in un altro modo.

 

@RahizelRathalos: Non è proprio presto, ma spero ti piaccia sempre...

 

@White Shadow: Vabbeh, non c’è problema, tanto io poi ci ho messo un secolo ad aggiornare...

 

@utada_hikaru: Magari ci sarà qualche flashback sul passato di Mrs Kennedy... Se sai com’è la storia, tra poco Ida avrà una buona occasione di farlo fuori... Ah, ti è piaciuta la parte sul mercante?

 

@VioletNana: Rispetto agli altri, per te è relativamente presto. Ma ti sconsiglio di assumere parodie intere in così poco tempo: causano danni celebrali a volte irreparabili (ne so qualcosa...)!

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