La vita di un gigolò

di RichardAnime
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ezekiel, una nuova vita ***
Capitolo 2: *** La Madre ***
Capitolo 3: *** L' amministratore ***



Capitolo 1
*** Ezekiel, una nuova vita ***


La vita di un Gigolò


Era pieno giorno, Ezekiel guardò il soffitto, quel letto era proprio comodo ne avrebbe voluto avere uno così a casa. Già, casa, chissà quanto tempo era passato dall'ultima volta in cui aveva dormito nel suo bel lettone in casa, dopotutto il suo lavoro lo teneva impegnato tutta la notte e molto spesso anche il giorno, il capo era molto esigente sull'adempimento del lavoro e se entro fine settimana non portava quanto pattuito gli avrebbe rubato tutto ciò che gli rimaneva di suo. Il che equivaleva alla casa dove la povera e vecchia mamma malata stava tutti il giorno, nella sua stanza buia.
Ezekiel ricordava benissimo il giorno in cui la sua famiglia ebbe l'incidente, era una sera e stavano tornando tutti a casa da una gita in giornata passata in montagna, era stata una giornata così bella, ma un'auto tutta sparata era entrata nel fianco sinistro uccidendo sul colpo suo fratello e il padre. La madre invece aveva perso l'uso delle gambe e per diverso periodo era rimasta in ospedale dove col tempo impazzì, arrivando al punto di scambiare ogni giorno suo figlio per il fratello.
Ezekiel invece aveva vissuto in una famiglia adottiva in cui la madre e la sorella facevano le prostitute, erano state proprio loro ad introdurlo in "questo" mondo fatto di lussuria e denaro, ma al povero e giovane Ezekiel non importava più della sua vita, teneva solo più all'unica persona ancora viva e a cui mandava la maggior parte del denaro, visto le cure che costavano molto. Insomma Ezekiel aveva trovato un lavoro che gli faceva guadagnare molto e a lui non importava il mezzo, ma solo il fine.
E così aveva passato molti anni e quel giorno d'estate mentre fissava con lo sguardo vuoto e perso il soffitto sentì la doccia spegnersie il rumore dell'acqua scorrere giù per lo scolo. Aveva passato il pomeriggio con questa donna, carina si, ma niente di speciale; questa giornata gli era fruttata un bel po' di soldi.
< Che tristezza... > si sentì apostrofare da dietro, < Un ragazzo così giovane e bello è così sprecato in questo mondo, se vuoi conosco delle persone che possono aiutarti > il suo sguardo sembrava più quello di una madre, ma Ezekiel sbuffò, era stufo di quei comportamenti, invece di aiutarlo lo facevano soltanto più chiudere nel suo mondo < Grazie >, sorrise < Ma decido io cosa fare della mia vita...per quanto riguarda il pagamento? >, stavolta Ezekiel sorrise diabolicamente, < Sul tavolo ti ho messo tutto > disse la donna uscendo e chiudendo piano piano la porta.
Questa volta era stata un eccezione, di solito aveva clienti abituali, con cui programmava le uscite ogni settimana, era molto famoso per le sue prestazioni, ormai per lui era diventato automatico, sedurle, farle innamorare di se per poi, alla fine, portarsele a letto e ricevere il pagamento. Se aveva mai pensato di lasciare questo lavoro? Oh si, lui lo odiava, ma amava molto sua madre, l'unico legame che lo teneva vivo sulla Terra.
Si vestì in fretta e uscì, quella sera aveva un incontro con una ragazza, come si chiamava? Ah si, Sabrina. Odiava quel nome come odiava quella ragazza, era una sadica del cazzo, ogni volta che andava a letto con lei il giorno dopo aveva la schiena piena di graffi sanguinanti, però era anche vero che solo lei in una serata faceva 500 euro, il compenso settimanale da pagare al suo capo.

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Capitolo 2
*** La Madre ***


La Madre

Era lunedì sera e Ezekiel stava andando all’incontro con Sabrina, la ragazza aveva prenotato la stanza prima del solito, evidentemente era impaziente di sfogare tutte le sue voglie accumulate in una settimana di duro lavoro e stress, così suonò al campanello della reception, arrivò una signora con dei lunghi boccoli e degli occhiali con una montatura molto spessa, come quelli che andavano di moda. < Sono qui per la signora Sabrina > disse Ezekiel vedendo la donna arrossire aggiunse < Posso sapere il numero della stanza? > , la donna prese un grosso registro giallo e fisso le prenotazioni del giorno < Si direi che si trova nella numero 679 > disse porgendoli le chiavi. Ezekiel si allontanò senza rispondere e prese l’ascensore, < Ma guarda che coincidenza! > disse ad alta voce nell’ascensore, < Proprio i miei numeri fortunati! > e fece roteare le chiavi in aria per poi prenderle al volo. Arrivato nella stanza vide un rigonfiamento sotto le coperte del letto, < Sabrina?! > ma subito una mano lo prese da dietro e lo sbatté sul letto, strappandogli tutti i vestiti, sentì quelle bastarde ma famigliari unghie graffiargli la schiena e capì di essere appena stato vittima di uno stronzissimo scherzo attuato da quella strega di cliente che odiava col profondo del cuore, < Ahi! > dalla bocca di Ezekiel partì un gridolino acuto da ragazza.
Già Ezekiel non era il classico uomo virile, anzi, sembrava proprio una ragazza, dai suoi modi di fare a come si comportava dava il classico esempio di effemminato e forse era proprio questo che affascinava le donne che si innamoravano subito di lui. A Sabrina poi piaceva tantissimo dominare il partner a letto e questo faceva di Ezekiel un ottima preda, < Come ho detto che devi chiamarmi schiavo? > gli intimò la ragazza, < P-p-padrona.. > . Quella notte continuò così, con quel rapporto molto violento tra quei due, e quando al mattino il ragazzo si svegliò da solo nel letto, guardò il comodino e vide una busta, dentro c’erano i suoi soldi…o meglio quelli per il capo.                                                                    
Aprì la sua minuta agenda e vide che aveva il martedì mattina libero, < Finalmente! Mamma arrivo! > si preparò di corsa e scese le scale in fretta, l’ascensore gli avrebbe fatto perdere minuti preziosi, e poi casa sua si trovava fortunatamente vicino a quel Motel. Così il ragazzo corse spensierato e convinto di vedere la madre, quella donna, l’unica che Ezekiel amava veramente, lo preoccupava il fatto che ultimamente era molto dimagrita nonostante tutte le volte che riusciva a vederla gli preparava da mangiare.                                                                              
Amava gli occhi di sua madre, quei capelli lisci e scompigliati che gli ricadevano sempre sulle spalle e il modo in cui li scostava, insomma quella mattina era veramente felice, ma appena aprì la porta della stanza non trovò nessuno. Un improvviso acceleramento del battito cardiaco, il sudore, la paura si espanse per tutto il corpo del povero ragazzo. < Mamma?! > disse a bassa voce per poi arrivare ad urlarlo; non poteva essere, sua madre non usciva mai dalla stanza, cominciò a guardare sotto le coperte, sotto il letto, negli armadi e in tutta la casa, ma non la trovò. Possibile che anche l’ultimo legame che lo teneva in vita fosse sparito? Se veramente sua madre era scomparsa che senso aveva adesso continuare a vivere? Che senso aveva fare quel suo maledettissimo lavoro? Ezekiel si guardò allo specchio, stava per farlo, per rifare quello che aveva cercato di fare molti anni fa dopo l’incidente… prese un coltello e si guardò allo specchio, ma proprio quando stava per lacerarsi la carne la porta dietro di lui si aprì.

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Capitolo 3
*** L' amministratore ***


L' amministratore

< Mike! > gridò Ezekiel sorpreso. Mike era l’amministratore del condominio, colui che si prendeva cura della mamma quando Ezekiel era troppo impegnato a lavorare. Mike la portava a passeggio, le preparava da mangiare, la puliva e molte sere, quando la madre aveva troppa paura per riuscire a dormire, le raccontava storie e favole; insomma una sorta di padre per il ragazzo e un marito per la signora, che di affetto ne aveva molto bisogno.
Mike appoggiò la schiena al muro, sulla faccia si vedeva la sua espressione delusa, < Di nuovo?! > disse con la sua voce rauca e profonda, < Scusa… papà… > Ezekiel cadde per terra e si chiuse a riccio, odiava deludere una delle persone a cui voleva bene, poi si riprese subito ed esclamò < E mamma? Dov’è? > , chiese spaventato il ragazzo, < In Ospedale, a fare degli esami, non ti ricordi che oggi è martedì? Lo sai che il martedì ha lo psichiatra e gli esami alle gambe > , Ezekiel non sapeva se ridere o piangere, ma si poteva essere così scemi da dimenticarsi una cosa così importante? Eppure lui teneva così tanto alla madre da segnarsi tutto, beh dai per questa volta poteva passarsela, dopotutto era stato preso da un turbinio di emozioni al pensiero di vedere nuovamente sua madre, e ciò aveva cancellato ogni pensiero razionale dalla sua testa. < E quando torna? > disse con la sua vocina femminile, < Stasera figliolo mio > disse andandogli in contro, < Ti manca tanto vero? > e dicendo queste ultime parole lo prese in braccio, < Si mamma mi manca così tanto che se passa ancora una settimana senza vederla potrei morire > disse il ragazzo allargando le braccia per stringere l’enorme uomo muscoloso. Per Ezekiel suo “padre” rappresentava l’essere più forte, l’unico in grado di proteggere lui e la madre, e per questo era l’unico essere umano di cui si fidava e con cui si apriva.
Già, come sappiamo il nostro protagonista è molto chiuso in sé, non permette a nessuno di leggere i suoi pensieri e di capire come si sente, oltretutto odia le persone che cercano di aiutarlo o le persone che provano a dirgli cosa fare, quella è una cosa che solo lui può decidere, lui e Mike.
< Sai che oggi papà ha incontrato una brutta persona a lavoro? > disse l’uomo guardando il “figlio” negli occhi, < Ha detto che ti conosce, un certo ... > disse con disprezzo, Ezekiel abbassò lo sguardo, sapeva di chi stava parlando, il suo capo, già quella sudicia persona che da tempo ormai esigeva quei soldi, che il povero ragazzino era obbligato a dargli. Ezekiel guardò il grande orologio della cucina, < Azz… !!! > esclamò, < Mike di a mamma che forse giovedì passo > urlò il ragazzo correndo fuori dall’appartamento, si era appena accorto che doveva andare ad un appuntamento, o avrebbe fatto tardi.
Questo pomeriggio aveva un appuntamento con Kathya, una signora appassionata di shopping a cui piaceva un ragazzo che la accompagnasse nei suoi giri e a cui chiedere il parere dei vari vestiti indossati, di solito Ezekiel era molto tranquillo, quelle giornate con la signora Kathya le passava veramente volentieri, era una signora sulla quarantina che trattava il ragazzo come se fosse un fratello, forse era anche per questo che si era affezionato a lei. Kathya era solita fargli un regalo ogni volta che finivano di fare shopping, questo “regalo” variava dal giorno e da come si sentiva, un giorno gli offriva il gelato, un altro gli comprava una giacchetta che donava molto a parer della donna alla femminilità del ragazzo e una volta addirittura un peluche a forma di Kiwi, a cui Ezekiel rivelava i segreti di un ragazzo della sua età. < Caro, ti piacerebbe uno di quelli? > disse la signora indicando una vetrina, Ezekiel non poteva crederci, era una di quelle cose che sua madre adorava, e se gliene avesse portato uno? E se quella cosa avesse fatto tornare dei ricordi in mente a sua madre? Questi pensieri frullavano nella mente del ragazzo mentre Kathya ne comprava uno.

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