Una vita infernale, un cuore che brucia

di drem_of_love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** brutte notizie ***
Capitolo 2: *** La vigilia della partenza ***
Capitolo 3: *** Arrivederci ***
Capitolo 4: *** Hiroshima ***
Capitolo 5: *** Tokyo senza di te ***
Capitolo 6: *** Rivelazioni ***
Capitolo 7: *** Scontri ***
Capitolo 8: *** 365 giorni d'inferno ***
Capitolo 9: *** La fuga ***
Capitolo 10: *** Una nuova vita ***
Capitolo 11: *** Persa nei ricordi ***
Capitolo 12: *** Incontro a Central Park ***
Capitolo 13: *** Mamoru una tentazione invitante ***
Capitolo 14: *** Confronti ***
Capitolo 15: *** Gesti d'amore ***
Capitolo 16: *** Sconvolgente verità ***
Capitolo 17: *** Rabbia e frustrazione ***
Capitolo 18: *** Confronto in diretta ***
Capitolo 19: *** Notte d'amore ***
Capitolo 20: *** Promessa d'amore ***
Capitolo 21: *** Lasciarsi ***
Capitolo 22: *** Il ritorno ***
Capitolo 23: *** Il mare mi parla di te ***
Capitolo 24: *** L'ora della verità ***
Capitolo 25: *** Di nuovo insieme ***



Capitolo 1
*** brutte notizie ***


Eccomi qui con questa mia nuova storia dove saranno presenti un po’ tutti. Attendo le vostre opinioni. Nei primi capitoli è quasi sempre Usagi a parlare. Buona lettura!

Capitolo 1
Brutte notizie


Pov Usagi

Adoravo la mia vita, ero la dodicenne più fortunata del mondo.
Avevo dei genitori fantastici, un fratello meraviglioso e degli amici insostituibili. Ero goffa e pasticciona ma nonostante ciò mi ero mai sentita inadeguata. Per loro sarei sempre stata la piccola e golosa Usagi. Erano sempre pronti a sostenermi e a difendermi.
Gli amici di mio fratello anche se più grandi di me non avevano mai sdegnato la mia compagnia. Infatti, eravamo cinque ragazze e cinque ragazzi.
Motoki, il mio fratellone era il mio eroe. Dolce, saggio e protettivo forse troppo timido. Aveva sei anni più di me. Lavorava nella mia sala giochi preferita. Ricordo quel giorno in cui Anna, una ragazza più grande di me, mi aveva spintonato. Stavo entrando al Crow per il mio solito gelato quando quella strega per farsi notare da Motoki m'investì in pieno.
<< Scusami faccia tonda>> Ghignò la strega divertita.
<< L'hai fatto apposta.>> Urlai piangendo.
<< Anche se fosse? Sei una cicciona, ostruivi il passaggio.>>
Stavo per risponderle quando arrivò il mio idolo.
<< Sei pregata di uscire, non sopporto le persone prepotenti!>>
La strega diventò rossa come un peperone e scappò via. Questo era uno dei tanti motivi per cui amavo mio fratello.

Al secondo posto della mia scala affettiva, c'erano i fratelli Chiba: Mamoru e Seiya.
Il primo non smetteva un attimo di punzecchiarmi. Era capace di prendermi in giro nei momenti più disparati. Ricordo ancora il giorno di Natale di qualche anno fa. Avevo circa nove anni. Mia madre mi aveva fatto indossare un orribile vestito di flanella rosso scuro con delle renne ricamate al centro. Sulla testa per rispettare lo spirito natalizio mi aveva costretto a indossare un cerchietto con le corna. Ero ridicola.
<< Ehilà Cometa, dove hai lasciato le altre?>> Sorrise divertito Mamo. Adorava prendermi in giro e non aveva perso l'occasione.
<< Non sono una renna di babbo natale, baka che non sei altro!>>
Scoppiammo a ridere, il prete celebrava la nascita del salvatore e noi facevamo i cretini.
Seiya era l'esatto opposto, aveva un modo tutto suo per punzecchiarmi ma non smetteva mai di essere dolce e premuroso. Ogni anno, al mio compleanno mi dedicava sempre una poesia. Gli altri lo canzonavano. Io battevo le mani felice, solo anni dopo avrei scoperto che crescere è davvero difficile. Aveva solo tre anni prima di me ma spesso sembrava un bambino.

Taiki e Yaten erano cugini e avevano sedici anni. Frequentavano la scuola di spettacolo. Il calmo e riflessivo Taiki voleva fare il regista, Yaten egocentrico e diffidente l'attore “protagonista” ripeteva sempre. Un'altra parte non l'avrebbe mai accettata... Come si sbagliava.

Amy diciassettenne sognava di fare la biologa, era seria e riflessiva. Ogni volta che veniva a casa mia mi rimproverava sempre.
<< Usa devi impegnarti, la scuola è importante.>>
<< Uffa Amy, non ti diverti mai?>>
<< Non disprezzare lo studio, un giorno capirai che è davvero importante.>>
Come aveva ragione la mia saggia amica. Presto l'intelletto sarebbe stato la mia via di fuga.
Sua sorella Minako era l'esatto opposto. Impulsiva e testarda. Aveva quattordici anni e le idee chiare. Voleva diventare avvocato, non sopportava le ingiustizie. Era cotta dell'argenteo ma lui era ancora troppo concentrato su se stesso per accorgersene.

Per ultime ma non per importanza Rei e Makoto. La prima era caparbia, forte e impicciona. Aiutava suo nonno al tempio ed era al primo anno di psicologia. La seconda studiava scienze dell'alimentazione ed era la prima cotta di Motoki. Erano inseparabili.
Eravamo davvero affiatati. Tutto sembrava perfetto, non avrei mai immaginato cosa sarebbe successo di lì a poco.
 
Un mese dopo...

Stavo tornando da scuola quando, Mamoru mi venne incontro in moto.
<< Sali Usa!>> Mi ordinò agitato.
I suoi occhi avevano qualcosa di strano. Sembravano lucidi.
<< Mamo è successo qualcosa?>> Chiesi preoccupata mentre mi stringevo.
Non mi rispose, so solo che pigiò l'acceleratore. Avevo un brutto presentimento.
Finita la folle corsa, mi stupii di non trovarmi a casa. Eravamo fuori all'ospedale. Cosa ci facevamo lì?
Iniziai ad agitarmi. Cosa mi stava nascondendo?
<< Perché siamo qui!>> Urlai piangendo.
Mamoru mi abbracciò. << Devi essere forte mia piccola Usagi, non sempre la vita è giusta!>>
Mi afferrò la mano e mi trascinò in chirurgia d'urgenza. Arrivammo a destinazione e tutti i nostri amici erano lì. Mio fratello aveva gli occhi rossi e gonfi.
<< Perdonami, ho fatto il possibile! Spero non sia tardi.>>
Motoki gli fece un debole sorriso. << Lo è!>>
Si volto verso di me e abbracciandomi mi chiese.
<< Sei forte vero Usa?>>
<< Cosa sta succedendo? Ho paura!>>
Mio fratello non riuscì a rispondermi. Guardai i miei amici e il cuore sembrò spaccarsi nel petto. Piangevano tutti.
<< Usa non so come dirtelo. Vorrei avere la forza di spiegarti. Di farti comprendere perché la vita è ingiusta ma non ci riesco... Perdonami.>>
<< Cosa stai cercando di dirmi? Dove sono mamma e papà?>>
La risposta che tanto temevo arrivò da una voce alle mie spalle.
Cruenta, senza espressione, priva d'affetto.
<< I tuoi genitori sono morti! Presto mi occuperò io di te!>>
Quella voce l'avrei riconosciuta tra mille. La perfida sorella di mia madre: 
<< Zia Esmeralda?>>
Lei mi odiava con tutta se stessa. Rappresentavo il suo fallimento come donna e come madre. Io nascevo e la sua unica figlia moriva. Iniziai a piangere come una fontana, ecco perché tutti mi chiedevano di essere forte.
I miei cari genitori erano morti e io non ero riuscita a rivederli.
<< Saprò io come aggiustarti>> Infierì la strega.
<< Non avrai mai Usagi>> Urlò mio fratello disperato.
<< Staremo a vedere!>>
Zia Esmeralda andò via e nel mio cuore nacque la consapevolezza che presto la mia vita sarebbe diventata un inferno.
 

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Capitolo 2
*** La vigilia della partenza ***


Salve a tutte/i. Eccomi con questo secondo capitolo. Questi primi  capitoli narreranno la vita di Usagi dopo la morte dei suoi genitori. Dal prossimo entreremo nel vivo della storia, scoprendo così cosa è accaduto a Usagi in questi anni lontana da casa. Quindi inizialmente la storia si svolgerà al passato Attendo le vostre recensioni, baci Rachel.
 
Capitolo 2
La vigilia della partenza
 
 
 
Pov Usagi

 
La mia vita era finita. Nel giro di tre settimane un giudice aveva deciso del mio destino, del mio futuro. Per i prossimi sei anni, avrei dovuto vivere con quell'arpia.
Presto avrei bruciato all'inferno!
I miei pianti e la disperazione di Motoki non convinsero il giudice anzi, lui giudicò mio fratello “troppo giovane” per crescermi.
Capì tutto sommato il nostro dolore e ci diede un ultima settimana da passare insieme.
Pochi giorni e l'incubo avrebbe avuto inizio. Già vedevo la faccia trionfante di mia zia. Lei aveva vinto!
Sentivo già nell'aria la sua voce odiosa insultarmi.
 
Sei una cicciona...non avrai mai un ragazzo!
 
Scoppiai a piangere.
Mamma aiutami tu!
Odiavo la mia vita. Un incidente mi aveva portato via i miei genitori. Non riuscivo a piegarmi come fosse potuto succedere. Eravamo così felici fino a un mese prima. I miei erano una coppia perfetta. Tutta Tokyo li invidiava eppure sembravano nascondere un segreto. La cosa che mi faceva impazzire e come aveva potuto mia madre decidere di lasciarci in custodia proprio a sua sorella se fosse accaduto qualcosa. Ero furiosa. Di tanti parenti aveva scelto quella meno indicata. Da quando era morta sua figlia aveva provato un odio smisurato nei miei confronti.
Quella sera come di rituale, i nostri amici vennero a casa per alleviare le mie pene. Sostenerci e confortarci era il loro scopo ma ormai nemmeno più litigare con Mamoru o battibeccare con Seiya, mi faceva sorridere. Ero in camera intenta a piangere quando, arrivo Makoto con u vassoio pieno di cupcake.
 
<< Usa vieni con noi in salone?>>
 
Com'era dolce, la mia amica sapeva sempre come prendermi per la gola. Afferrai un pasticcino avida, chissà quanto mi sarebbero mancati una volta andata via.
 
<< Tranquilla non scappano!>> Mi punzecchiò Rei.
 
Nessuno sembrava capire cosa stesse accadendo realmente. Mi stavo nascondendo nel cibo. Tutti troppo intenti a rimproverarmi affettuosamente per scoprirlo. Gli ultimi ad arrivare la vigilia della mia partenza furono i fratelli Chiba. Mamoru salutò tutti allegramente poi venne verso di me.
 
<< La smetti d'ingozzarti? Vuoi diventare una balena?>>
 
In quel momento il mio cuore si sgretolò, me l'aveva ripetuto tante volte ma non ci avevo mai dato peso. Iniziai a piangere come una fontana, Motoki l'ho riprese.
 
<< Sei sempre il solito!>>
 
<< Lo sai che scherzo!>>
 
I cugini Kou cercarono di consolarmi ma inutilmente.
 
<< Dai Usa, sai quant'è cretino Mamoru!>> Esclamò Yaten furioso.
 
Anche se sembrava freddo e menefreghista, con me era stato sempre dolcissimo.
 
<< Ha ragione Yaten, lo sai che Mamo adora vederti arrabbiata!>> Diede manforte Taiki abbracciandomi.
 
 
Non riuscivo a smettere. Continuavo a piangere come una cascata. Non era l'insulto a ferirmi ma quello che sarebbe accaduto il giorno dopo. Seiya si fece spazio tra gli altri e nervoso diede un pugno a suo fratello.
 
<< Sei il solito insensibile!>> Esclamò furioso.
 
Mamoru si alzò accigliato e iniziò a sputare veleno. Quei due si sopportavano a stento. Anche se non capivo il perché.
 
<< Ecco il prode cavaliere senza macchia e senza paura! Devi smetterla! Usa deve imparare a difendersi da sola. Da domani non ci saremo noi a proteggerla!>>
 
Quelle parole risuonarono come uno schiaffo... Da domani sarei stata sola!
 
Seiya sembrò non ascoltare il fratello, chiese in un muto silenzio, il permesso a Motoki e mi accompagnò in camera mia. Riusciva sempre a calmarmi. Mi fece sedere sul letto e asciugandomi le lacrime.
 
<< Basta Testolina Buffa! Lo sai che non sopporto vederti piangere!>>
 
Mi strinsi forte tra le sue braccia e nascondendo il viso nel suo petto.
 
<< Mi mancherai tanto...>>
 
<< Mi mancherai terribilmente anche tu!>>
 
Gli sorrisi debolmente.
 
<< Vi dimenticherete tutti di me!>>
 
<< Sei anni passano in fretta e poi come faremmo a dimenticarci di te! Almeno io non potrei!>>
<< Sei come la sorellina che non ho mai avuto>> Gracchiai imitandolo.
 
<< Appunto, come potrei...>>
 
Ridemmo di gusto, poi con espressione seria.
 
<< Seiya posso chiederti una cosa?>>
 
<< Dimmi tutto piccola!>> Rispose abbracciandomi.
 
<< Secondo te sono brutta?>>
 
Mi guardò e ridendo a crepapelle mi rispose.
 
<< Da quando dai ascolto a Mamoru?>>
 
<< Rispondi!>> Gli dissi sbuffando.
 
Si girò verso di me e prendendomi le mani.
 
<< Piccola Ondango sei bellissima dentro e fuori. Nessuno ancora ha capito quanto vali!>>
 
Arrossii di colpo, il rockettaro trovava sempre le parole giuste al momento giusto.
 
 
 
 
 
 
 
Pov Motoki Tzukino.
 
Guardavo quella scena con un nodo alla gola. Domani la mia piccola Usagi sarebbe partita e con lei avrei perso l'ultimo pezzo del mio cuore. Mi mancavano tanto i miei genitori. Grazie ai miei amici il dovermi occupare di lei, tenevano la mia mente occupata.
Da domani cosa sarebbe stato di me?
 
Mamoru si avvicinò. Mi chiese scusa.
<< Scusami per prima, sai quanto le voglio bene. Purtroppo deve capire che la gente e cattiva e non ci saremo sempre noi a proteggerla!>>
<< Hai ragione!>>
 
Le ragazze e i ragazzi erano intenti a sbirciare nella camera di mia sorella.
 
<< Ho paura che questi due soffriranno un mondo!>> Esclamò Minako in lacrime.
 
<< Povero Seiya!>> Aggiunse un addolorata Amy.
 
Mamoru si fece avanti e ingenuamente chiese. << A cosa ti riferisci?>>
 
A intervenire questa volta fu il saggio Taiki.
 
<< Possibile che non te ne sia accorto? Tuo fratello ha un debole per Usagi!>>
 
Strinse forte i pugni e con uno sguardo carico di astio rispose.
 
<< Non dite sciocchezze! Lui le vuole bene come a una sorellina!>>
 
Rimasi sorpreso da quella reazione.
 
<< Eh mio caro Mamo è così solo tu non ci sei arrivato!>> Aggiunsi sedendomi.
 
Quello che vidi nel suo sguardo non mi piacque. Rabbia mista a frustrazione. Quando si trattava della piccola Usa i due fratelli Chiba erano davvero strani.

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Capitolo 3
*** Arrivederci ***


Capitolo 3

Arrivederci

Pov Usagi

Il fatidico giorno della partenza era arrivato. Il cuore mi doleva nel petto.
Come avrei fatto a lasciare mio fratello? Come avrei fatto senza i miei amici?L'idea di separarmi da ciò che avevo di più caro mi faceva così paura.
Stavamo chiudendo l'ultima valigia quando Motoki triste mi disse.

<< Tornerai vero? Promettimelo!>>

<< Tornerò stanne certo!>>

Gli risposi regalandogli uno dei miei migliori sorrisi. Come facevo a dirgli che temevo per me? Mia zia avrebbe reso la mia vita un'inferno

Pov Motoki Tzukino
Dopo la promessa, restammo per un po abbracciati.
Usagi tra meno di un'ora sarebbe salita su quel maledetto treno e con lei avrei perso l'ultimo pezzo del mio cuore.
La mia vita sarebbe andata avanti con il supporto dei nostri amici, lei no!
Mia sorella sarebbe stata sola!

Quell'arpia di mia zia in una telefonata, mi aveva già accennato il trattamento che avrebbe riservato alla mia piccola Usagi.
Sentivo ancora la sua voce rimbombarmi nelle orecchie.

Non rivedrai tua sorella prima dei suoi 18 anni, se mai ci arriverà!

Ripensavo a quella conversazione pieno di rabbia e frustrazione. Ero così impotente!

Il mio cellulare squillò, tremavo dalla rabbia. Mia sorella mi guardò.

<< Motoki tutto bene?>>

<< Si piccola, è ora di andare!>>


Pov Usagi

Eccoci! Il momento che tanto temevo era arrivato. Uscimmo in strada e con mia grande sorpresa fuori c'erano tutti i nostri amici ad attenderci.
Uno striscione lunghissimo, troneggiava sul muro davanti casa mia.

" Torna presto Usa"
Quella scritta mi fece sanguinare il cuore, non volevo lasciarli!

Minako piangeva come una fontana, Amy mi stava dando consigli per la nuova scuola. Il saggio Taiki mi stava spiegando come dare il meglio di me e Yaten mi consigliava come stare lontano dai bulli.
Sorrisi, era bello sapere che si preoccupavano per me.

Le ultime furono Rei e Makoto. Stringevano un pacco tra le mani.
<<È per te Usa, da parte di tutti noi!>> Esclamò serena Mako.
<< Così ci sentirai vicini anche se lontani!>> Esclamò Rei.
Aprii il pacchetto velocemente. Un diario. Nella prima pagina troneggiava una scritta.

" Racconterai le tue giornate a queste pagine, così quando ci rincontreremo non dimenticherai nessun particolare!"



<< È bellissimo grazie!>>

<< È stata un'idea di Mamoru!>> Cinguettò Mina.

Mi guardai intorno stranita, dov'erano Mamoru e Seiya?

Come se Motoki mi avesse letto nella mente sospirò dicendo.

<< Mamoru era di turno per il tirocinio, non è riuscito a liberarsi!>>
Rimasi male, quello scorbutico non era venuto a salutarmi. Non ci saremmo visti per chissà quanto tempo.

<< Seiya dov'è?>> Chiesi ormai quasi piangendo.

Taiki avanzò e toccandomi una spalla.

<< Usa, non se la sentiva di dirti addio. Probabilmente sei troppo piccola per capire ma davvero sta male!>>

Cosa significava? Perché non potevo capire?

Abbracciai tutti piangendo e salii in macchina.

Stavamo per accedere il motore quando, un Mamoru stanco arrivò al nostro cancello.

<< Usagi aspetta!>>
Scesi dalla macchina e lo abbracciai.

<< Grazie!>> Gli sussurrai semplicemente in lacrime prima di andare via.



***************************************************************************
In un quarto d'ora eravamo in stazione. Motoki e io piangevamo come due fontane. La voce nell'altoparlante chiamò il mio treno.
Dieci minuti avrei lasciato Tokio.
Stavo sistemando le mie cose quando, una voce fin troppo familiare squarciò l'aria.

<< Usakoo!>>
Non potevo credere alle mie orecchie. Seiya era arrivato!
<< Seiya sono qui!>> Gli urlai sbracciandomi dal vagone.

Arrivò in un attimo e rosso in volto per la corsa.
<< Scusami sono stato uno stupido! Non volevo dirti addio!>>
I suoi occhi erano lucidi, stava davvero male e anch'io soffrivo tanto.
<< Tornerò! Non è un addio!>>
Mi abbracciò forte e mi diede un bacio tra i capelli. All'ultima chiamata del tremo. Mi porse un pacchetto.
<< Tieni Testolina buffa!>>
Era un regalo.
<< È per me?>>
Lo scartai furiosamente. Rimasi sorpresa, era un bellissimo ciondolo a forma di mezza luna.
<< Grazie Seiya!>>
Mi aiutò a indossarlo subito.
<< Ricordalo sempre mia piccola Usako. IO TI VOGLIO BENE!>>

Scese di corsa dal treno, un ultimo abbraccio veloce a Motoki e partì.
Solo molti anni dopo capii il perché di quel gesto!

 

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Capitolo 4
*** Hiroshima ***


Salve amici, eccomi con questo nuovo atteso quarto capitolo. Scusate l'attesa spero ne sia valsa la pena.
Questo capitolo parlerà solo di Usagi e dei suoi sentimenti per la separazione.
Nel prossimo racconterò come andranno avanti Motoki e gli altri.


Capitolo 4


Hiroshima




Dopo cinque ore di viaggio finalmente ero arrivata alla stazione di Hiroshima. Mi guardai intorno stranita. Era davvero una terribile sensazione sentirsi sola.
All'uscita della stazione trovai un suv nero ad aspettarmi.
Un uomo bello e fine sui trenta.
Riconobbi quella figura attraente in un istante. Era Demando il secondo marito di mia Zia.


Arrossii vistosamente quando, educatamente mi sfilò la valigia dalle mani e m'invitò a salire in auto.
Era così gentile con me, fin dalle prime volte che l'avevamo conosciuto... solo più in là avrei scoperto il perché.
Arrivammo ad Hiroshima centro in meno di mezz'ora.
La mia nuova vita stava per iniziare.




La casa era davvero bella.
Una splendida villetta a schiera immersa nel verde.
Respirai a pieno il profumo dei fiori.
Quello sarebbe senz'altro stato un posto fantastico per trascorrere le mie giornate.


Entrai in casa quasi in punta di piedi, sapevo benissimo di non essere per niente simpatica a mia Zia.


<< Benvenuta grassona! Da oggi la tua vita sarà un vero inferno!>> Esclamò ridendo come una iena quel surrogato di zia che mi ritrovavo.


Mi guardai sconsolata. In fondo era vero.
Ero un po in carne per la mia giovane età ma mai nessuno mi aveva fatto sentire così "inadeguata" come lei.
Entrai in casa e riposi accuratamente le mie cose.
<< Cicciona da oggi solo frutta e verdura!>>
Decisi di appuntare il mio stato d'animo come promesso.








Hiroshima, 10 aprile 2002


"L'inferno non è mai tanto scatenato quanto una donna offesa.”


Eh si, William Shakespeare aveva proprio ragione. Come conosco questo scrittore? Questa frase me la ripeteva in continuazione quel cervellone di Mamoru ogni volta che mi faceva arrabbiare.
Ora credo di capirne il senso ma mio caro diario “cosa ho fatto di male a questa donna per essere trattata così?”
Vorrei tanto saperne il motivo ma le sue “ragioni” mi sono sconosciute.
Eppure è la sorella di mia madre, dovrebbe amarmi in fondo sono sua nipote.
Riflettendo riesco a trarre la conclusione che le manca sua figlia ma non so altro.
Ogni volta che ho chiesto a mia madre ha sempre sviato il discorso.


Ho deciso da oggi indagherò!”


A presto Usagi.




Stavo per chiudere il diario quando, i miei occhi furono attratti da delle foto. Erano degli scatti importanti della mia vita.
Ogni mio amico, aveva scelto un nostro momento speciale, regalandomi una foto con una dedica.
Cominciai a sfogliarle.
La prima era di Motoki. Non riuscii a trattenermi dal piangere. Aveva scelto quella del suo diciottesimo compleanno. Mamma e papà era così felici e innamorati. Ci amavano con tutta l'anima e io ero davvero felice di averli come genitori.


Aspetterò con ansia il tuo ritorno.... Motoki!”


Decisi di riporle già stavo piangendo e tra poco avrei dovuto affrontare la prima cena con la strega.


Stavo nascondendo il diario sotto al materasso quando, cadde una foto.
La raccolsi e il cuore mi esplose nel petto.
“ I fratelli Chiba”
Come mi mancavano quei due.
Sorrisi nostalgica. Mi mancavano perfino gli insulti di quel baka celebro leso!
In fondo sapevo che scherzava.
Mi sentii così sola. In quei momenti Seiya aveva sempre la parola giusta e poi le sue braccia erano un sicuro rifugio.


<< La cena è pronta!>>


Attaccai le due foto al muro.


******
Entrai in cucina silenziosamente, Demando stava rimproverando mia zia.
<< Fai sul serio? Cos'è quel piatto?>>
<< La cena di Usagi!>>
<< Sei per caso impazzita? Due carote e una patata non sono una cena per una ragazzina! Cosa ti ha fatto di male quella bambina?>>
<< Sta zitto, tu non puoi nemmeno immaginare!>>


Vidi i suoi bellissimi occhi verdi scurirsi dall'odio e dal dolore. Stavo per tornarmene in camera quando, urtai il mobiletto all'ingresso.


<< Andiamo bene... sei anche impicciona!>> Esclamò mia zia sulla soglia della cucina.


Abbassai la testa ed entrai in cucina.


Eh sì cara Usagi, sei davvero arrivata all'inferno!






NDA: Usagi è arrivata a Hiroshima. Il clima non è dei migliori in casa ma in Demando troverà un alleato. Cosa nasconde Esmeralda?

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Capitolo 5
*** Tokyo senza di te ***


Salve a tutti. Questo capitolo porterà la storia avanti di qualche anno.
Inoltre volevo augurarvi buona Pasqua. Buona lettura.
PS: Ho cambiato la punteggiatura al dialogo perchè si è rotto il tasto di quella che usavo in precedenza. 
Baci Rachel!


Capitolo 5
Tokyo senza di te

Pov Motoki


Gli anni erano volati. La piccola Usagi era già partita da tre anni. La città non era cambiata, forse eravamo noi ad avere una percezione diversa di lei.

Avevo provato in tutti i modi a contattare mia sorella. Quella strega di mia zia aveva bloccato tutti i miei tentativi. Strappava le lettere, rimandava indietro i regali e aveva ordinato in collego di non farmi avvicinare.
Le poche notizie che avevo di lei me le forniva Demando. Il marito di Esmeralda sembrava volerle troppo bene.
Ero a pezzi. La mia piccola Usa viveva in un inferno.

Nel frattempo la mia vita era andata avanti. Gestivo il crow e nel tempo libero studiavo cucina.
La passione di Morea mi aveva contagiato.
Un giorno sarei diventato un grande chef e insieme avremmo gestito un locale.
La mia vita andava a gonfie vele all’apparenza. Sarei stato davvero felice solo al ritorno della mia Usagi.

Pov Mamoru.
Il tirocinio in ospedale era davvero snervante. Spesso i pazienti erano strambi ma adoravo aiutare il prossimo.
All’improvviso qualcosa di familiare aveva attirato la mia reazione. Una bambina bionda con i codini piangeva come una disperata.
Sorrisi al ricordo di Usagi. Chissà com’era cresciuta quella pasticciona.
Mi mancava davvero tanto. Ogni volta che pensavo a lei avevo un tuffo al cuore. Lei rappresentava la sorellina che non avevo mai avuto.
Almeno credevo.
Erano passati tre anni ma mio fratello non si dava pace. Voleva rivederla. Così pieno di ragazze eppure lei era il suo pensiero fisso.
Voleva solo lei e la cosa spesso mi dava anche fastidio.
 
Pov Seiya
Erano passati tre anni da quel maledettissimo giorno. Quel giorno in stazione avrei voluto spiegarle ciò che sentivo per lei ma non mi era sembrato il caso.
Tutti mi rimproveravano. Credevano fosse un’infatuazione e invece solo con il tempo avevano capito che forse non era così.

Mio fratello mi aveva accusato di provare “un amore fraterno” smisurato per quella ragazzina ma io leggevo nei suoi occhi che forse non ero l’unico.
La vita era andata avanti per tutti. Coltivavamo i nostri sogni e segretamente chi in un modo chi in un altro contavamo i giorni.
Avevo da poco compiuto 18 anni e mi ero iscritto a un concorso per nuovi talenti.
Avevo passato facilmente le prime selezioni e con mia grande soddisfazione ero arrivato in finale.

Mi arrivò una lettera con il giorno e l’ora dell’ultima tappa

“ Hotel La Luna ore 19.00 Hiroshima”

Non credevo ai miei occhi quello doveva essere un segno del destino. Decisi di non dirlo a nessuno. Non volevo impiccioni tra i piedi.
Nascosi la lettera e raggiante mi recai al Crow.

“ Ciao Motoki, tutto bene?”

“ Tutto bene grazie! Allora novità del concorso?”

Ero nel panico. Non dovevo rivelargli di Hiroshima altrimenti tutti si sarebbero offerti di accompagnarmi.
Ci avevamo provato già una volta tutti insieme e il tentativo era miseramente fallito.
Ero perso in quello scomodo ricordo quando la voce di Motoki mi ridestò dai miei pensieri.

“ Allora, com’è andata?”

In quel momento erano arrivati anche gli altri.

“ Si Seiya, raccontaci tutto. Siamo curiosi!” Esclamò Minako euforica.

Decisi di omettere alcune cose, in fondo nessuno me lo avrebbe chiesto.

“ Domani avrò le finali!”

Ci fu un urlò di gioia generale. Tutti si complimentarono con me.
Mi congedai gentilmente dicendo che sarei partito in serata poiché la mattina ci sarebbero state le prove audio e video.
Quando volevo, ero davvero un genio del male.

Tutti sembrarono crederci tranne uno. Mio fratello.

Tornai di corsa a casa e preparai la valigia. Ero eccitatissimo se fossi partito a mezzanotte sarei arrivato in mattinata li.
Dovevo provarci, avrei rivisto la mia piccola Usako.
 
 
************************************ 
Il giorno seguente arrivai ad Hiroshima di buon ora. Lasciai le valige in camera una doccia veloce w mi fiondai in strada.
Mia Piccola Usako sto arrivando!

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Capitolo 6
*** Rivelazioni ***


Salve a tutti. Eccomi di ritorno con un nuovo sofferente e tormentato capitolo. Ringrazio tutti quelli che leggono. Inoltre ringrazio di cuore chi recensisce e aspetta con ansia la mia storia. Grazie per i vostri commenti e l’aiuto che mi date nel migliorare. Un bacio Rachel!
Sakura2013 e Dedda grazie di seguire ogni capitolo!

 
 
Capitolo 6
Rivelazioni
 

Pov Usagi

Erano passati tre anni ormai dal mio arrivo in quella casa. 1095 giorni di agonia. Ogni giorno era un nuovo tipo di punizione.
Ripensavo a quegli anni riguardandomi allo specchio. Tutto sommato i maltrattamenti di mia Zia mi avevano reso più carina.
 
I pranzi inesistenti, le innumerevoli ore a fare sport e i corsi letterari mi avevano reso una persona migliore.
Sorrisi soddisfatta in fondo non tutti i mali vengono per nuocere.
Ancora non mi spiegavo però lo strano comportamento della mia tutrice. Era spietata e senza scrupoli anche se a volte stranamente appariva dolce e comprensiva.
In quei momenti sembrava volesse sostituirmi a quella figlia che la vita gli aveva negato.
Non sapevo molto di quella storia. Almeno credevo non ci fosse niente da sapere, visto che continuavano a ripetermi che Chibiusa era morta alla nascita.
 
In tre anni però non mi ero arresa. Quella prima litigata tra Demando e mia Zia mi aveva insinuato un tarlo nella mente.
Cosa portava due sorelle a odiarsi così tanto? Cosa centravano i miei genitori con il suo dolore?
Avevo tanto cercato. Finalmente dopo tre anni di ricerche avevo trovato qualcosa.
Entrai nello studio di Esmeralda e dentro un puff trovai una busta porta documenti.
Decisi di aprirla dovevo saperne di piu.

Certificato di nascita, analisi cliniche e innumerevoli foto.
Mi soffermai a fissare le foto. Una bellissima bambina dai capelli rosa sorrideva all’obiettivo.
Deglutii nervosamente. La bambina delle foto non era una neonata.
Ripresi a frugare tra i fogli.
“ Eccolo!” Esclamai trionfante.

Tra le mani stringevo il certificato di decesso di Chibiusa.
Le parole mi morirono in gola, mia cugina era morta all’età di cinque anni.
Non era morta per le complicazioni del parto. Fino ad allora avevo creduto di si.
Ripresi a frugare. Chissà forse avrei trovato dell’altro.
Improvvisamente sentii le chiavi girare nella serratura. Oddio se mia Zia mi avesse beccato sarebbe stata la fine.
Riposi velocemente la scatola e il suo contenuto.
Scappai nella mia stanza.
Per quella notte andai a letto senza cena, le nuove scoperte mi avevano scombussolato l’anima.
 
 
Pov Seiya
Girovagavo per Hiroshima alla ricerca del collegio Yukio Mishima.
Avrei aspettato Usagi al cancello. L’avrei rapita per quella mezza giornata.
Nessuna strega o cane da guardia da strapazzo mi avrebbe fermato.
In mezz’ora arrivai a destinazione.
Mi appoggiai al muro e iniziai a guardare i passanti.
 
“ Ciao bello, aspettavi per caso me!” Esclamò una mora dai capelli castani a caschetto un po’ mossi.
 
Risi alla sfacciataggine di quella ragazza e decisi di rispondere chissà che non conoscesse la mia Usako.
 
“ No mia cara. Aspetto una mia amica!”
La mia interlocutrice mi fece il terzo grado.
 
“ Chi è la tua amica? Quanti anni ha?”
 
Stavo per risponderle quando una voce soave invase i miei timpani. L’avrei riconosciuta tra mille.
Non importava da quando non la sentissi.
 
“ Naru non cambierai mai! Non puoi incontrate un ragazzo carino che ti ci appiccichi!”
 
Lei non mi aveva visto. Poiché la ragazza mi si era piazzata di fronte.
 
“ Cosa dici! Lo stavo aiutando, sta cercando una sua amica!”
 
La vidi voltarsi e salutare con la mano.
“ Ti vengo a prendere alle sei!”
“ Ok a dopo Demando!”

 
Spalancai gli occhi, quello era il marito di sua zia? Perché guardava Usa in quel modo?
Appena la macchina fu partita non ci pensai due volte. Scostai la molestatrice e mi fiondai di fronte a lei.
 
“Testolina buffa!” Esclamai con un fil di voce.
 
Finalmente la vedevo bene. Era diventata bellissima. Alta, snella e i suoi capelli ora toccavano la schiena. Con mia dolce sorpresa portava ancora i suoi codini.
Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime. Mi buttò le braccia al collo.
 
“ Seiya sei proprio tu? Non ci posso credere, come hai fatto!”
“ Da solo è stato molto più facile passare inosservato!”

 
Un colpo di tosse attirò la nostra attenzione.
“ Non dirmi che è LEI la tua amica?” Chiese scocciata la mora.
 
“ Si è proprio lei!” Esclamai abbracciandola più forte.
 
“ Seiya mi soffochi!”
 

“ Poi dici di non essere fortunata con i ragazzi. Ti accompagna tutti i giorni uno strafigo.”
 

“ è il marito di mia Zia”
 

“Fammi finire. Oggi si presenta questo fusto e la settimana scorsa quell’intellettuale che sembrava un medico.”
 

Usagi non rispose. Sembrò mancarmi l’aria un’intellettuale con l’aria da medico.
Mi voltai e vidi Usa guardare altrove.
 
“ Usagi chi era quel tipo?” chiesi quasi arrabbiato.
 
“ Mamoru!” mi rispose con un filo di voce.
 
Mio fratello era stato lì senza dire niente a nessuno. L’aveva vista. Una rabbia sorda invase la mia anima.
 
“ Abbiamo parlato dieci minuti. Quel giorno Demando doveva ritirare dei documenti per mia zia. Non ho potuto marinare la scuola e lui era solo di passaggio!”
 
“ si certo… di passaggio! Oggi comunque ti rapisco! Sono in città per un concorso e non accetto un no come risposta!”
 
Rise di gusto. Quel sorriso riusciva sempre a calmare la mia anima.
 
Allora portami via prima che cambi idea! Naru ti prego cerca di coprirmi per le sei sarò qui!”
 
“ Ok ma mi devi un favore Usagi!”
 
“ Non lo dimenticherò”

 
Presi Usako per mano.
 
“ Dove andiamo?” Le chiesi con premura.
 
“ Non posso stare per strada altrimenti gli scagnozzi di mia zia mi scopriranno e tu non sai di cosa è capace!”
 

“ Ho un’idea! Andiamo in albergo da me, poi alle sei ti riporterò qui!”
 
Mi sorrise e ci incamminammo. Finalmente sarei stato un po’ da solo con la mia testolina buffa.
 
Pov Usagi
 
Non potevo crederci. Dopo tre anni stavo passeggiando con Seiya mano nella mano. Arrossii di colpo per l’ultimo pensiero. Visti così saremmo potuti sembrare due fidanzatini.
 
“ Allora che si dice a Tokyo?” Chiesi al mio stranamente silenzioso amico.
 
“ Solita vita mia cara. Almeno per me!”
 
“ Gli altri come stanno?”
 
“ Tutti bene anche se sentono tanto la tua mancanza.”
 

Dopo mezz’ora eravamo arrivati a destinazione.
 
Alla Hall Seiya ritirò le chiavi e salimmo in camera.
 
Non ero mai stata in un posto del genere. Mi guardai intorno estasiata. Era tutto bellissimo.
 
“ Bella questa stanza!”
 
“ Eh si, essere finalista del concorso Talenti emergenti ha avuto i suoi vantaggi!”

 
Ridemmo di gusto, sembrava non essere cambiato niente tra noi.
 
Mi buttai sul letto e iniziai a fissare il soffitto.
 
“ Cosa c’è testolina buffa, come mai così silenziosa?”
 
Deglutii a fatica la saliva. Seiya era a due centimetri dal mio viso. Si era steso al mio fianco e mi aveva avvolto tra le sue braccia.
Non riuscii a non arrossire.
 
“ Niente!”
“ Che c’è non ti senti bene?”
Mi chiese toccandomi la fronte.
 
Cos’era quel calore improvviso? Quella sensazione di vuoto allo stomaco e il cuore che batteva all’impazzata?
 

“ Sto benissimo! Posso farti una domanda?” Chiesi imbarazzata. Chissà forse lui sapeva cosa significava essere innamorati, dare il primo bacio, ecc. Le altre ragazze mi prendevano in giro perché non avevo mai avuto un ragazzo.
 
“ Dimmi tutto!”
 
“ Hai mai dato un bacio?”
 
Lo vidi arrossire di brutto e soffiandomi sulle labbra mi rispose.
 
“ Cosa c’è piccola Usagi… vorresti un bacio?”
 
Fu un attimo. Non attese una mia risposta. Azzerò la distanza tra di noi.
Era sopra di me che si puntellava con i gomiti sul materasso per non pesarmi addosso.
Mi baciò.
Sentivo le sue calde e morbide labbra sulle mie. Iniziò a leccarmi il labbro inferiore. Una muta richiesta ad accedere nella mia bocca. Dischiusi le labbra e il contatto da innocente e puro iniziò a mutare. Il bacio divenne caldo e avvolgente. Sentivo le sue mani scorrere sulla mia pelle. Ogni suo tocco era fuoco che accendeva la mia anima.
All’’improvviso sentii come uno strano calore al basso ventre. Cos’era quella strana sensazione?
Istintivamente inarcai la schiena e spinsi il mio bacino contro il suo.
 
Sentii la virilità di Seiya. Era eccitato. I suoi occhi brillavano di passione.
 
“ Calma mia piccola Usako. Vuoi per caso farmi bruciare all’inferno?” Mi chiese con voce roca.
 
Mi diede un altro sensualissimo bacio. Poi si staccò da me.
 
“ Scusami non posso!”
 
“ Lo sapevo non ti piaccio!” Dissi incrociando le braccia.
 
“ Stupida! Mi piaci da impazzire, io sono innamorato di te da sempre ma non posso violarti così! Sei ancora troppo piccola e non voglio che tu lo faccia solo perché lo fanno tutte!”
 
Era innamorato di me? Quella dichiarazione mi rese felice e confusa allo stesso tempo. Il suo rimprovero mi aveva fatto capire che ragazzo meraviglioso avevo davanti. Non aveva approfittato di me anzi.
 
“ Ti aspetterò per sempre!”
 
Mi riaccompagnò a scuola. Mi salutò con un ultimo bacio.
 
“ Torna presto piccola Usagi. Non posso vivere senza di te!”

 
Quella frase mi fece tornare in mente anche un’altra persona, cosa mi stava succedendo?
 

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Capitolo 7
*** Scontri ***


 
Eccomi velocissima con un nuovo aggiornamento. Ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono la mia storia. Soprattutto ringrazio le mie commentatrici più assidue Satura, Pru Halliwell e Dedda. Forse il capitolo è un po’ lungo. Spero vi piaccia.
 
Capitolo 7
 
Scontri
 
Pov Usagi
 
Com’era possibile? Il mio cuore batteva a mille per il ragazzo dal lungo codino che andava via ma allo stesso tempo non riuscivo a fare a meno di pensare all’incontro di una settimana prima.
 
Flashback
 
Ero in ritardo. Demando si era fermato per delle commissioni. Arrivammo in collegio al suono della campana. Entrammo e alla reception della scuola c’era già qualcuno.
 
“ Gentilmente signorina in questa scuola studia Usagi Tzukino?”
 
“ Mi dispiace non posso fornirle quest’informazione!”
 
Un ragazzo alto, muscoloso e dai neri capelli lucenti.
 
Demando nel sentire il mio nome tocco la spalla del tipo e chiese.
 
“ Mi scusi lei chi è? Io sono il tutore di Usagi!”
 
Il giovane si girò. Per poco non mi strozzai con la brioche che stavo mangiando.
 
“ Mamoru?” Chiesi con un fil di voce.
 
“ Vi conoscete?” Chiese con sguardo serio l’altro.
 
Nel frattempo arrivò il preside. Mamoru fu così abile che convinse tutti.
 
“ Scusatemi non mi sono presentato. Sono Mamoru Chiba, il sostituto del vecchio medico curante di Usagi nonché suo assistente.
Ho notato alcune discrepanze nei referti della paziente. Sono qui per controllare che i valori siano tornati alla normalità!”
 
Rimasi colpita. Certo che quel baka quando voleva sapeva mentire troppo bene!
 
Intervenne il preside.
 
“ L’infermeria della scuola è a sua completa disposizione. La salute dei nostri studenti è sacra! Venga Demando dobbiamo parlare”
 
Demando a malincuore seguì il preside. Andammo in infermeria.
Chiuse la porta e mi abbracciò.
“ Usa chan quanto mi sei mancata!” Esclamò abbracciandomi ancora più forte.
 
Rimasi spiazzata da quel gesto. Era così dolce. Non me lo sarei mai aspettato da lui.
Alzai lo sguardo su di lui e alzando un sopracciglio gli chiesi.
 
“ Cosa ci fai tu qui?”
“ Come siamo gentili mia cara!” Sbuffò nervoso.
“ Scusami hai frainteso. Sono felice di vederti ma non è da te agire così!”
 
Vidi il suo sguardo cambiare. Divenne serio e profondo.
 
“ Sei diventata matura e saggia oltre che bellissima!”
 
Quel complimento mi spiazzò. Rimasi a fissarlo imbambolata. Si chinò e mi sfiorò l’angolo delle labbra.
 
“ Sei uno splendido fiore Usagi. Torna presto, ho bisogno di te!”
 
Andò via e io rimasi lì al centro della stanza confusa con il cuore a mille.
 
Fine Flashback
 
Scossi la testa e mi voltai. Ora non volevo pensarci. Ero così confusa.
 
Demando era lì che mi fissava.
Oddio mi aveva vista con Seiya e ora?
 
 
 
Pov Seiya
 
Ero così felice. Avevo visto la mia Usagi. L’avevo baciata, toccata e sentita mia. L’unica nota dolente era aver scoperto la visita di mio fratello.
Continuava a ripetermi di essere ossessionato per quella ragazzina e poi… scoprivo che era andato fino a lì.
Avevo capito dallo sguardo della mia Usako che c’era dell’altro. Avevo lasciato correre.
Non volevo rovinarmi la giornata con lei per quel traditore.
 
Le cinque ore di viaggio passarono velocemente. Il ricordo della giornata appena trascorsa mi aveva riempito l’anima.
 
Arrivai in stazione. All’uscita con mio grande stupore lo vidi. Mio fratello era lì a braccia conserte che mi aspettava.
 
“ Ben tornato fratellino, com’era Hiroshima?”
 
Chiese sfilandosi gli occhiali.
 
“ Io non ho mai detto dove andavo. Poi sei l’ultimo a poter parlare!”
 
“ Cosa vuoi dire?”
“ Perché sei andato da Usagi? Continui a dirmi che sono ossessionato da quella ragazzina, poi alla prima occasione sei corso da lei!"
 
“ Ero di passaggio tutto qua!”
 
“ Raccontalo a qualcun altro! Comunque stalle lontano, Usagi è mia!”
 
“ Come siamo sicuri…. Deduco che ti sia dichiarato”
 
“ Si lo fatto. Ammettilo una buona volta. Sei innamorato anche tu di lei vero?”
 
Ero furioso. Con quale coraggio negava ancora l’evidenza.
 
“ Non sono affari tuoi!”
 
Il suo atteggiamento strafottente mi mandò in bestia. Non ci vidi più. Gli saltai addosso.
 
“ Sei un traditore! Io non ho più un fratello!”
 
Gli sferrai un pugno sul viso.
 
 
 
Pov Mamoru
 
Stava andando via quando richiamai la sua attenzione.
 
“ Seiyaa!”
 
Si girò e in un attimo gli restituii il favore. Un bel pugno in pieno viso. Furente mi accanii su di lui.
 
“ Ora siamo pari fratellino! Vuoi la verità? Anch’io sono INNAMORATO di Usagi!”
 
L’avevo detto. Finalmente ero riuscito ad ammetterlo.
 
Seiya era furioso.
 
“ Te lo ripeto. IO NON HO PIU’ UN FRATELLO!”
 
Raccolsi i miei occhiali.
 
“ Non una parola con Motoki!”
 
Mi voltò le spalle e andò via. Non avrei mai creduto di rovinare il rapporto con mio fratello per una ragazza.
Mi avviai all’ospedale. Un nuovo massacrante turno mi stava aspettando.
 
Pov Demando
 
Non riuscivo a darmi pace. Quel bell’imbusto aveva baciato Usagi. Una strana sensazione mi stava attanagliando lo stomaco da quando eravamo tornati a casa. Forse avevo davvero un’istinto paterno per quella ragazzina.
 
Camminavo ansioso per casa quando squillò il telefono.
 
“Pronto? Ciao cara quando torni?”
 
“ Domani sera. Mi raccomando tieni d’occhio Usagi!”
 
“ Lo farò!”
 
Quella notizia mi rese al quanto nervoso. Solo con Usagi.
 
Stavo andando nella mia stanza quando notai la porta della sua camera socchiusa.
Istintivamente mi abbassai. Guardavo rapito quella visione.
Usagi si stava spogliando e nel frattempo si accarezzava a occhi chiusi.
Sembrava stesse sognando. Poi ricordai quel ragazzo e un dubbio si insinuò nella mia mente.
 
Entrai sbattendo la porta ed esclamai.
 
“ Cos’è successo con quel ragazzo?"
Si coprì frettolosamente con le mani e mi rispose.
 
“ Non sono affari tuoi! Ora esci dalla mia stanza, mi sto cambiando!”
 
“ Che c’è il tuo amichetto non ti ha soddisfatto! Sei così nervosa!”
 
 
 
Pov Usagi
 
Come si permetteva di parlarmi così! E io che in questi ultimi tre anni l’avevo considerato un po’ come un fratello maggiore.
 
“ Come ti permetti stronzo!”
 
Fu un attimo. Azzerò le distanze tra di noi scagliandomi sul letto.
Il suo sguardo era cambiato. Da dolce e premuroso, era diventato tetro e libidinoso.
Iniziai a tremare. Cosa voleva farmi.
Mi dimenavo con la speranza che mi lasciasse ma fu inutile.
 
“ Lasciami! Cosa vuoi farmi?”
 
Cominciò ad accarezzarmi una coscia, fino a salire lentamente alla mia femminilità.
Cercai di mollargli un calcio ma lui prontamente lo parò. Mi diede uno schiaffo fortissimo.
Alzò il braccio verso la tenda e ne sfilò il lungo fascione che aveva per chiuderla.
Lo guardai terrorizzata.
 
“ Cosa vuoi fare?”
“ Un giochino con te!”
 
Si mise a cavalcioni su di me e mi legò entrambi i polsi alla testiera del letto.
Riprese avidamente ad accarezzare il mio corpo.
M’infilò una mano nelle mutandine. Iniziò a scrutare nella mia femminilità.
Mi sentii sporca e alla merce di quel bastardo.
Iniziai a piangere.
 
“ Perché piangi mia cara. Sei già tutta bagnata. Forse il moccioso non ha soddisfatto le tue aspettative!”
 
“ Smettila di parlare così di Seiya!”
 
Le mie urla lo fecero infuriare. Mi mollò un altro schiaffo mi strappò le mutandine e con una forte spinta di reni mi penetrò.
Un dolore fortissimo invase il mio corpo. Il sangue colava lungo le mie gambe mentre quel maiale entrava e usciva dal mio corpo.
 
“ Lasciami mi fai male!” Lo implorai piangendo.
 
Vidi i suoi occhi brillare alla vista della mia innocenza rubata. Mi baciò sulla fronte e riversò il suo piacere sul pavimento.
 
“ Ora sei mia Usagi!”
 
Si alzò, prese i vestiti e andò via.
 
Mi nascosi sotto al letto e scoppiai a piangere.
 
“ Non sono più al sicuro qui!”

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Capitolo 8
*** 365 giorni d'inferno ***


Eccomi qua con questo nuovo capitolo. Spero che l'attesa sia valsa la pena. Un bacio aspetto i vostri commenti Rachel!







Capitolo 8

 
“ 365 giorni d’inferno”
 
Pov Usagi
 
Si stava avvicinando. Il suo sguardo lussurioso mi dava la nausea. Mi bloccò sul letto. Iniziai a dimenarmi. Piangevo.
Volevo che mi lasciasse in pace e invece approfittava indisturbato del mio corpo.
Come un animale entrava in me tra gemiti e suoni gutturali soddisfava i suoi torbidi piaceri.
Lo imploravo di smettere ma niente. Continuava a farmi sua. Violentando così non solo il mio corpo ma anche la mia anima,
 
Da quella tragica notte erano passati sei mesi,
mi sforzavo in tutti i modi di rincasare tardi ma lui trovava sempre il modo i incastrarmi.
Avevo preso a frequentare un altro corso per evitarlo.
 
Una mattina stavo passeggiando per i corridoi quando la professoressa Tenuo mi chiese di seguirla.
 
“ Buongiorno Usagi, dovrebbe seguirmi in presidenza”
 
“ Le ho creato qualche problema signorina? Non volevo”
 
“ Non dire cavolate Usagi. Ne avessi di studenti come te!”
 
“ Grazie”
 
La professoressa Haruka Tenou era un mito. Giovane, bella e fiera. Aveva un aspetto mascolino. Questo non la penalizzava anzi la rendeva ancora più interessante.
Insegnava al corso di scrittura. Grazie a lei e al mio continuo scappare dai miei aguzzini avevo scoperto di avere una passione.
Scrivere mi piaceva davvero. Mi faceva sentire bene.
 
“ Eccoci qua”
 
La sua voce mi ridestò dai miei pensieri.
 
“ Buongiorno preside Kaiou . Lei è Usagi Tzukino”
 
Non conoscevo la nuova preside. Il signor Mizuno era andato in pensione da otto mesi ormai.
Era una donna bellissima sulla trentina. I lunghi capelli turchesi le incorniciavano il viso. Aveva un sorriso meraviglioso e uno sguardo profondo.
 
“ Buongiorno preside “
 
“ Buongiorno a lei Tzukino. Haruka smettila di chiamarmi per cognome e soprattutto preside!”
 
Si alzò indispettita e le diede un buffetto sul viso. Sembravano davvero in confidenza.
 
“ Come sei permalosa”
 
Ci accomodammo. Mi guardò e iniziò a parlare.
 
“ Mi complimento con lei. Haruka mi ha tanto è parlato delle tue qualità. Dice che hai un gran talento oltre che una media da capogiro. Le tue pagelle parlano da sole”
 
“ Grazie”
 
“Non è di questo che volevamo parlarti però! Tu hai talento mia cara Usagi e noi non possiamo rimanere con le mani in mano!”
 
La professoressa aveva sbottato di colpo mostrandomi un mio scritto.
 
“ Leggi per favore. Michiru non ha mai letto niente di tuo”
 
Ho un segreto. Qualcosa che mi consuma l’anima. Giorno dopo giorno si nutre delle mie paure. I segreti si sa non portano a nulla di buono. Spesso vengono difesi con il silenzio e con il sangue di poveri innocenti. Persone ignare del motivo che spinge il loro prossimo a punirli senza una ragione. Sono ferma qui in questo letto da quanto ormai? Saranno passate ore? Giorni?
So solo che ho rubato la vita di un altro. Tutto ha un prezzo tranne la mia libertà.
 
 
Vidi gli occhi della Kaiou riempirsi di lacrime. Un applauso fragoroso invase i miei timpani e donò gioia al mio cuore.
 
“ Cosa ti dicevo? È piena di talento! Avevo chiesto ai miei allievi di scrivere un incipit coinvolgente. Il compito di fine corso sarà un racconto di minimo 5.000 caratteri e questo doveva attrarmi ad attendere la loro opera”
 
“ Davvero notevole Usagi. Credo che la nostra cara Haruka attenda quel compito con molta ansia! A parte ciò lei sa che ogni anno scegliamo uno studente per la borsa di studio Mishima ”
 
Cominciai a fremere. Una piccola parte di me credeva di aver capito.
 
“ Non fare quella faccia mia cara Usagi. Hai capito benissimo. Quello studente sarai proprio tu!”
 
La voce della Tenou era risuonata nella mia testa come una campana. Ero io quello studente. Lacrime di gioia iniziarono a rigare il mio viso. Finalmente sarei scappata da quell’inferno.
 
“ Quando si parte?”
 
“ Calma l’entusiasmo Usagi. Terminerai prima l’anno scolastico. Puntiamo molto su di te. Finirai il liceo a New York. Siamo gemellati alla Willams. Poi per il college disporrai della borsa di studio. Sei anni all’estero mia cara”
 
Sei anni in America? Ero disorientata questo significava ritardare il mio rientro a casa di quattro anni.
 
“ Allora non sei contenta?”
 
“ Certo è solo che”
 
Non seppi continuare la frase. Calde lacrime invasero il mio viso. Mi sentivo a terra. Svuotata e consumata. Volevo partire ma l’idea di rimandare ancora il mio ritorno a casa mi faceva impazzire. Volevo rivedere Motoki. Preparare dolcetti con Makoto. Fare shopping con Rei e Minako e perché no studiare con Amy. Poi c’erano loro. Sospirai i fatelli Chiba erano una grossa incognita del mio ritorno. Cosa provavo per loro? Ero pazza di Seiya ma Mamoru mi faceva uno strano effetto.
 
“ Cosa c’è Usagi. Perché piangi? Sai volevo chiedertelo da un bel po’ ma non trovavo ne le parole ne l’occasione. Credo che tu stia scappando da qualcosa. Sei tu la protagonista del tuo racconto. Sei tu ad avere un segreto!”
 
Le sue parole mi colpirono come uno schiaffo. Scossi la testa energicamente.
 
“ Nessun segreto professoressa Tenou solo una grande nostalgia di casa. Solo questo ha di me la mia protagonista. Sono di Tokyo, li ho un fratello e degli amici che non vedo da quasi 5 anni.”
 
Feci un inchino e uscii di corsa.
 
Come faceva la professoressa a leggere così bene nella mia anima. Si avevo un segreto, forse più di uno. In questi ultimi mesi avevo fatto nuove scoperte sul caso “ Chibiusa”. Avevo riposto tutto in una cartellina fucsia. La mia vita era diventata il mio racconto. Molti pensieri li avevo tratti dal mio diario per rivivere certi momenti.
 
Mancava poco alla scoperta della verità. Pochi piccoli pezzi e avrei composto il puzzle della mia famiglia. Avrei capito l’dio tra mia madre e sua sorella, la misteriosa morte di mia cugina e il ruolo di Demando.
 
Rabbrividii al pensiero di quello scontro avvenuto una settimana prima.
 
“ Lasciami verme! Non ne posso più stasera svelerò tutto a mia Zia.”
 
“ Fallo pure se ti va. Non ti crederà. Abbiamo un legame indissolubile. Siamo macchiati delle stesse colpe lei ha bisogno di me!”
 
Scossi la testa. Ritornai al presente. Cosa mi nascondevano quei due? Come mai mia Zia, grande donna d’affari era finita con uno squattrinato più giovane di lei?
 
Corsi a casa. Oggi sarei stata da sola. Avrei avuto tutto il tempo per risolvere quel mistero.
 
Nel frattempo a Tokyo….
 
Pov Motoki
 
Erano mesi che si respirava una strana aria in comitiva. I cari fratelli Chiba sembravano distanti e in conflitto più di prima. Nessuno ne capiva il motivo. Ogni volta che chiedevamo spiegazioni i due si fulminavano con lo sguardo.
Puntualmente ogni mese arrivava una breve lettera di Demando. Mi diceva che Usagi stava bene che dovevo essere fiero di lei. Quelle notizie mi rincuoravano. Ogni volta che quei due sentivano nominare il marito di mia Zia cambiavano espressione.
Sembravano nascondere un segreto.
 
Un giorno eravamo tutti e tre al Crow quando decisi d'indagare.
 
“ Vorrei tanto sapere cosa c’è che non va tra voi!”
 
L’avevo detto finalmente c’ero riuscito.
 
“ Soliti battibecchi tra fratelli. Tranquillo Motoki normale amministrazione”
 
Quello che sentii mi spiazzò letteralmente.
 
“ Per te è normale amministrazione fare cinque ore di viaggio per soffiarmi Usagi?”
 
Usagi… Quel nome mi cadde addosso come una doccia gelata.
 
“ Cosa centra Usagi?”
 
“ Chiedilo all’impenetrabile dottore. Io sono sempre stato onesto con te. Hai sempre saputo che avevo un debole per lei”
 
“ Cos’è questa storia Mamoru?”
 
Il suo sguardo mi sorprese. Era confuso e colpevole.
 
“ Ho visto Usagi perché avevo bisogno di un consiglio. Sono innamorato di una ragazza. Una mia amica. Solo lei sa come prenderla..”
 
“ Parli di Rei?”
 
“ Si”
 
“ Sei un bugiardo. Hai iniziato a corteggiare Rei solo perché ti sentivi in colpa. Avevi tradito il tuo migliore amico e tuo fratello così senza pensarci due volte!”
 
“ ti sbagli, davvero ho un debole per lei”
 
Da quella discussione non capii molto. Seiya mi parlò del suo incontro con Usagi. Di come fosse diventata bella, alta, sensuale… Donna.
Quell’ultima constatazione m’infastidì un po’. In fondo lei sarebbe rimasta sempre la mia sorellina.
 
“ Seiya stai parlando di mia sorella!”
“ Scusa Motoki. È stupenda tutto qui.”
 
Marzio da quel giorno prese a uscire regolarmente con lei. Ormai Uscivano da quasi un anno. Mancava poco al ritorno di Usagi. Un anno e avrei rivisto mia sorella.
 
Pov Usagi
 
Ero rientrata a casa di tutta fretta. Come previsto non c’erano. Mi affrettai a estrarre la mia cartellina. Stavo analizzando tutte le cose che avevo raccolto fino a ora. Qualcosa mi sfuggiva.
 
Entrai nello studio di mia Zia. Cominciai a guardarmi intorno. Dovevo pensare come lei. Qual’Era il posto giusto per nascondere documenti scomodi e dolorosi?
 
Riguardai tutte le foto e i quadri del soggiorno. Tutte erano state scattate in giardino. Si nel mio angolo di paradiso.
 
Avevo capito.
 
Corsi in giardino e cominciai a scavare a mani nude sotto l’altalena.
Qualcosa di duro m’impediva di continuare.
 
Estrassi l’oggetto con forza e mi fermai a guardarlo. Una grossa scatola rossa era davanti ai miei occhi.
Tolsi il coperchio e inizia a curiosare.
 
Una busta. I risultati dell’autopsia di mia cugina.
“ Decesso per asfissia”
 
Era stata strangolata.
 
Come si poteva strangolare una bambina di cinque anni? Cos’avrebbe mai potuto fare di male.
Guardai ancora nella scatola ed ecco la risposta.
 
Un test di paternità.
 
Chibiusa non era la figlia di Tomoe come credevano tutti.
Era la figlia di Kenji Tzukino. Era la figlia di mio padre
 
La cosa mi lasciò senza fiato. Quindi quella che avevo creduto mia cugina per tutto questo tempo non era altri che mia sorella. Qualcuno mi aveva negato la verità. La vita o qualcuno di più meschino mi aveva privato di conoscere mia sorella.
Mio padre aveva tradito mia madre con sua sorella.
Un dubbio iniziò a insinuarsi nella mia mente.
 
Mi sentii svuotata, tradita, persa.
Quei genitori che amavo tanto erano stati solo dei bugiardi.
Stavo per rimettere la scatola a posto quando notai nella terra un diario.
Lo presi e lo buttai in borsa richiusi la buca e andai in casa.
 
Mi chiusi in camera e iniziai a leggere quella fonte di segreti.
 
Oggi lei ci ha scoperti era furiosa. Ha giurato di vendicarsi. So di aver sbagliato ma io lo amo e anche lui mi ama.
Non ha voluto lasciare sua moglie. Dice che è per i figli. Mi ha chiesto di nascondere la piccola perché lei è furiosa.
 
Come confermato mio padre era un bastardo. Mia madre li aveva scoperti. Voltai freneticamente quelle pagine.
 
La sta cercando disperatamente. Sono due anni ormai che la nascondo non ne posso più.
 
Penultima pagina
 
Finalmente ho scoperto la verità. Mia sorella e quel bastardo di Kenji pagheranno con la vita. Ikuko pagherà con il suo sangue la morte di mia figlia!
 
Tremai. Era come pensavo. Mia madre aveva ucciso Chibiusa.
 
Presa dalla disperazione feci cadere l’oggetto di tanto dolore. Lo ripresi tra le mani e non potei evitare di notare l’ultima pagina.
 
Oggi Demando ha manomesso la macchina di quei traditori. Oggi ci sarà un bel botto a Tokyo!
 
Non credevo ai miei occhi. Anche mia zia era un’assassina. Ecco quale colpa la legava a quell’idiota. Ecco perché spesso si sentiva colpevole.
Ero distrutta, stanca, disorientata.
 
Pochi mesi e sarei scappata via. Motoki non avrebbe mai saputo niente di questa storia.

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Capitolo 9
*** La fuga ***


Capitolo 8
La fuga.


Pov Usagi Tsukino


Ormai erano mesi che non ero più la stessa. Da quando avevo scoperto quell'enorme segreto il mio cuore sanguinava. Era distrutto e pieno di rancore.
Non ero più la stessa. Non mangiavo più, evitavo di uscire e sopratutto avevo smesso di parlare. Mi ero spenta.
Non riuscivo ad accettare l'idea che i miei adorati genitori fossero degli assassini. Mia madre aveva perdonato il suo uomo solo perché incinta di me. Solo perché s'illudeva di salvare il salvabile.
Contavo i giorni sulle dita. Mancava poco presto sarei andata via. Mi illudevo che partire avrebbe lavato via ogni peccato. Mi sentivo colpevole.
Ero il frutto dell'amore di due persone malate. Non c'era altra spiegazione.
Come si faceva a perdonare il proprio marito e a punire la sorella? In fondo avevano la stessa colpa.
Pian piano mi ero estraniata dal mondo. Un giorno ero in cucina a scrivere per il compito della Tenou quando Demando mi chiese.


Usagi sono preoccupato, mi sembri così strana!”


Oh mio Dio! Se il mostro avesse sospettato per me sarebbe stata la fine.


Tranquillo sto bene. Sono solo preoccupata per degli esami!”


Mentire. Questa era diventata la mia parola d'ordine. Fin quando fingevo di star bene avrei evitato sospetti.


Sarà ma sei sempre così pensierosa”
Si era avvicinato e mi aveva accarezzato il viso. Un gesto innocente ma che in me incuteva una paura fottuta.


Mi alzai con una scusa e me ne tornai in camera. Sulla scrivania in bella mostra c'era la fonte del mio malessere. Da quando avevo trovato quel maledetto diario non avevo più chiuso occhio. Vivevo nel terrore. Avevo paura per la mia vita e per la mia stabilità mentale. I continui abusi di quel bastardo mi facevano sentire sporca, viscida, una poco di buono. Come sarei tornata a casa e avrei finalmente deciso chi amare?
Partire era la soluzione migliore. Avrei purificato la mia anima, combattuto i miei demoni, guadagnato la mia salvezza.
Vivevo costantemente con una borsa pronta sotto al letto e un biglietto nella scrivania. Ero preparata a tutto.


Persa nei miei pensieri non mi accorsi che il viscido era entrato nella mia camera.
Era alle mie spalle. Mi cinse le spalle con le sue forti braccia.


Cosa fai qui tutta sola piccola?”


Gli occhi mi caddero sulla scrivania. Se l'avesse notato per me sarebbe stata la fine.
Decisi di agire. Il solo pensiero mi disgustava ma era la soluzione migliore.
Doveva funzionare, ne andava della mia vita.


Aspettavo te. Mi andava di giocare un po'”


Pronunciai sensuale mentre iniziavo a slacciarmi la camicetta della divisa. Dovevo distrarlo a ogni costo. Avrei nascosto il diario.
I suoi occhi erano rapiti dai miei gesti. Si avvicino veloce verso di me e iniziò a toccarmi.


Oh mia cara. Non sai come mi rendi felice!”
Mi afferrò per i fianchi e mi sollevò sulla scrivania. Mi fece distendere e cominciò a baciarmi avidamente. Mentre lui era così ansioso di saziarsi del mio corpo. Con le mani dietro alla testa cercavo di nascondere quella maledetta fonte di guai.
Non ci riuscivo. Lui mi stava surclassando. Sentivo la sua erezione prontamente contro il mio sesso.
Fu un attimo e mi strappò gli slip. Sentii la sua mano frugare nella mia natura. Un dito, poi due. Spingeva. A modo suo cercava di darmi piacere. Un po' mi fece pena. Pensare che da bambina lo trovavo attraente.


Usagi cosa c'è? Avevi detto di voler giocare con me e invece e come se stessi cercando di nascondermi qualcosa”


Fregata. Ero letteralmente fregata. Ora cosa avrei fatto? Decisi di seguire il consiglio di Naru.
Quando lo faccio con un ragazzo e noto che non mi piace per non offenderlo penso ad un altro e mi lascio andare. In fondo e come se mi masturbassi con un vibratore!


La mia amica era geniale. Chiusi gli occhi e i visi dei due fratelli Chiba cominciarono a confondersi nella mia testa.
Spinsi la testa all'indietro e afferrandolo per la camicia lo implorai di prendermi.
Non se lo fece ripetere due volte. Si piazzò in mezzo alle mie gambe e con una forte spinta di reni mi penetrò. Un gemito uscì dalle mie labbra. Era così facile sopportare quello schifo pensando a Seiya alle sue mani oppure alle bellissime spalle di Mamoru. Benedetta indecisione!
Tutto duro pochi attimi. Il bastardo si ritrasse da me e versò l suo piacere sul pavimento. Era tutto finito.
Stava andando via quando i suoi occhi si spalancarono.


Cos'è quello Usagi? Come l'hai avuto?”
Fatica sprecata. Mi aveva scoperto. Non c'è la feci più a trattenermi.
Sei solo un lurido bastardo assassino!
Si stava scagliando su di me. Sopraffatta dalla paura afferrai quell'orrendo vaso cinese sulla mia scrivania e glielo scagliai in testa.


“ Va al diavolo bastardo! E saluta i miei genitori!”


Era riverso a terra in una pozza di sangue. Afferrai il borsone e lasciai la lettera sul letto.
"Addio casa maledetta"


Iniziai a correre a perdifiato per le strade di Hiroshima. Dovevo trovare un nascondiglio. In fondo la partenza era fra una settimana. Dovevo evitare che mi trovassero. Dovevo trovare qualcuno che mi proteggesse. Stavo pensando al da farsi quando finì contro qualcuno.


Mi scusi sono mortificata”


Ciao Usagi, dove vai a quest'ora?”


Non credevo ai miei occhi era la Tenou. Era il cielo che la mandava. Calde lacrime invasero le mie guance. Solo lei poteva salvarmi.


Signorina Tenou io ho bisogno del suo aiuto!”


In questo momento sono solo Haruka mia cara. Vieni ti porto a casa mia. Lì mi spiegherai tutto”




Ci incamminammo verso il suo appartamento. Forse finalmente avrei trovato un po' di pace.


Pov Haruka Tenou


Usagi era distrutta. Avevamo camminato nel più religioso silenzio e lei non aveva proferito parola.
Entrammo in casa e la feci accomodare. Le chiesi di spiegarmi e quello che mi racconto mi lasciò davvero senza fiato.


“ è un anno che il marito di mia Zia abusa di me”
“ Lei lo sa?”
“ Crede soltanto a lui ma non è per questo che sono scappata”



I suoi occhi erano carichi di dolore. Aprì la sua borsetta e ne estrasse un diario. Me lo porse in quel momento notai qualcosa di nuovo nel suo sguardo.
Lo aprii e iniziai a leggere. Solo allora capii. La piccola Usagi provava Odio.


“ Non puoi tornare in quella casa. Parlerò con Michiru. Ti terrò qui fino a quando non partirai per New York!”


“ Mi promette che mi proteggerà? Non potrei più sopportare quel vile che fa del mio corpo ciò che vuole!”



Mi venne distinto. L'abbracciai. Quella ragazza aveva tanto bisogno d'affetto.
“ Puoi starne certa!”

 

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Capitolo 10
*** Una nuova vita ***


Capitolo 10


Una nuova vita


Pov Motoki


Ero seduto alla scrivania del mio ufficio. Era una settimana che quella pazza di Esmeralda continuava a chiamarmi. Voleva sapere dove fosse Usagi. Mi aveva minacciato fino allo stremo. Le avevo chiesto spiegazioni ma fu inutile. Mi rispose freddamente.


“ Tua sorella me la pagherà cara. Non potrà scappare per sempre!”
Ora ero confuso cosa significava questa storia? Usagi scappata? Dov'era finita mia sorella? Perché non mi aveva cercato?
Ero così preso dai miei pensieri che non sentii Mako entrare.


“ Scusami caro, avevo bussato ma non rispondevi. Tieni questa è per te!”


Mi porse una lettera. Il mittente non mi diceva niente. Haruka Tenou.


“ Qualche tua vecchia amica?”


Vidi gli occhi della mia ragazza fiammeggiare di gelosia. Chi era questa donna? Cosa voleva da me?


“ Non conosco nessuna Haruka amore mio. Siediti la leggiamo insieme!”


Non avevo segreti per lei quindi meglio evitare la furia di una Makoto gelosa e incavolata.


Nel trambusto non avevo notato che la lettera proveniva da Hiroshima. Appena cominciai a leggere il cuore cessò di battere.


Caro fratellone,
La lettera ti è stata spedita da una mia amica perchè io non potevo farlo. Sicuramente la strega ti avrà già telefonato. Sono scappata da quella casa. Da quell'inferno che è stata la mia vita per questi cinque anni. Un giorno ti spiegherò il perchè.
ora non c'è la faccio mi manca il coraggio. Perdonami se puoi ma dovrò rimandare il mio rientro. Ho vinto una borsa di studio all'estero. Tra qualche giorno partirò. Starò via altri cinque anni. Lo so che sono tanti. Lo faccio per il mio futuro m sopratutto per la mia sicurezza. Sappi che non c'è giorno che tu non mi manchi. Conterò i giorni. A presto!
La tua piccola Usagi


Usagi non sarebbe ritornata l'anno prossimo. Era in pericolo ma non gli diceva perché. Gli chiedeva di perdonarlo se non era riuscita a resistere.
Mancava solo un anno e lei scappava all'estero? Cosa era successo in quell'inferno?
Le lacrime scendevano copiose sul mio volto. Mia sorella aveva passato cinque anni d'inferno e io non avevo potuto fare niente. Era stata sbattuta fuori dal suo mondo da un giorno all'altro. Tutto per colpa di un fottutissimo incidente.
La vita glia aveva tolto i genitori, la casa, gli amici e chissà cos'altro.
Un dubbio iniziò a insinuarsi nella mia mente. Seiya mi aveva parlato di Demando, delle sue strane attenzioni.
Scossi la testa. No non volevo nemmeno pensarci!
Ero stato così intento a piangere che non mi accorsi dello sguardo smarrito della mia metà.


Cosa c'è Motoki, perché piangi?”


Cercai di risponderle ma le parole mi morirono in gola. Le porsi la lettera. Alla fine anche i suoi splendidi occhi si riempirono di lacrime. Mi strinse forte.


Tranquillo, c'è la farà anche questa volta! Ha vinto una borsa di studio. Devi essere fiero di lei!”


Mako aveva ragione. Dovevo pensare positivo. Usagi sarebbe andata all'estero. Avrebbe avuto successo e questi dieci anni lontano da casa sarebbero stati solo un brutto ricordo.


Tornerà più forte che mai la mia sorellina!”


Restammo abbracciati tutto il pomeriggio. Non avevo voglia di vedere nessuno. s


Pov Seiya


Ero stanco morto. Anche oggi avevamo avuto le prove. Da quando avevamo vinto quel concorso la casa discografica non ci dava tregua. Eh sì, da un anno avevo formato una band con Yaten e Taiki. Ci eravamo iscritti al concorso nuove proposte di Tokyo. Avevamo vinto un contratto. I three lights erano pronti a sfondare.
Avrei tanto voluto condividere la mia gioia con lei ma non potevo. Da quell'ultimo incontro non l'avevo più vista. Qualche volta mi aveva chiamato. Non aveva un cellulare e usava il telefono pubblico per farlo. Un sacco di volte non mi aveva trovato ma mia madre non mancava mai di riferirmi un suo messaggio. Mi buttai sul letto e sospirai.


Caro c'è posta!”
Grazie Mamma, dov'è?”
Sulla scrivania”


Mi alzai, chissà cos'era. La mia mamma era davvero premurosa.
Guardai il mittente.
“ Haruka Tenou”
Incuriosito aprii la lettera. Non conoscevo nessuno che si chiamasse così.




Caro Rockettaro,
Sono io, sono la tua piccola Ondango. Ti sarai chiesto perchè ti scrivo dall'indirizzo di un'altra persona, ora non posso spiegartelo. Perdonami per quello che sto per dirti: l'anno prossimo non tornerò a casa. Ci sono cose che mi tengono lontano da voi. Ho vinto una borsa di studio. Ho bisogno di tempo per guarire il mio animo turbato, per questo ho accettato. Un giorno ti spiegherò se vorrai ascoltarmi.
Ti vorrò per sempre bene.
Usako


Volevo sprofondare. Usagi avrebbe ritardato il suo ritorno. Ero così nervoso che decisi di uscire. Una passeggiata all'aria fresca mi avrebbe fatto bene.
Stavo camminando per il centro quando mi scontrai con Mamoru.


Ciao fratellino, dove vai di bello?”
Lo guardai in malo modo e scompigliandomi il ciuffo.
A prendere un caffè da Motoki”
Mi sembri nervoso cos'hai?”
Dovevo sfogarmi. Decisi di farlo con lui in fondo che c'era di male.
Usagi ha rimandato la data del suo rientro. Mi ha mandato una lettera”
Lo sò”
Quella risposta stentata e sicura mi diede sui nervi.
Come lo sai?”
Motoki ha ricevuto una sua lettera”
Allora era vero? Aveva davvero accettato la borsa di studio.
Rimasi immobile a fissarmi le scarpe.
Andiamo da lui, chissà che non ne sappia di più”
C'incamminammo, dovevo sapere di più.


Pov Mamoru


Ero un verme. Avevo mentito a mio fratello. Ormai era un anno che uscivo con Rei ma ancora non avevo dimenticato Ondango. Anch'io contavo i giorni aspettando il suo ritorno. Cercavo di distrarmi con la bella sacerdotessa e tirocinante psicologa ma non riuscivo a togliermela dalla zucca. Lui lo sapeva. Lo sentiva a pelle.
Camminavamo in silenzio. Nervosamente stringevo in tasca quel pezzo di carta che mi aveva comunicato la triste notizia.
Non riuscivo a smettere di pensare alle parole di quella maledetta lettera.


Caro Mamo- chan
Come stai? Ho saputo da Motoki che esci con Rei. Vorrei proprio vedere la tua faccia quando ti bacchetta. A parte gli scherzi ti scrivo per informarti che non tornerò l'anno prossimo. Ho vinto una borsa di studio. La somara va all'estero... sottinteso che non lo sono più! Stammi bene e smettila di tartassare Seiya.
Ti vorrò sempre bene
Usagi!


Maledizione! Il tono di quella lettera era così indecifrabile. Mi chiedeva di stare bene ma come potevo se continuavo a pensarla? Mi implorava di non tormentare Seiya. Quella buffa ragazzina lo sapeva benissimo che adoravo farlo sclerare.
Eppure mi parlava sempre di lui, si esponeva per lui. Oh mio Dio come odiavo questo suo senso smisurato di protezione per quel capellone di mio fratello. Dipingevano sempre me come l'orco della situazione.


“ Come mai sei diventato così silenzioso?”
Ora cosa gli avrei risposto? Mentire. Mamoru menti, in fondo lo fai così bene! Mi rimproverò la mia coscienza.


“ Pensavo a quando l'ho sapranno le ragazze”
“ Eh già saranno lacrime”



Decisi di farlo, volevo sapere cosa le aveva scritto.


“ Cosa ti ha scritto Ondango?”
Seiya si fermò di colpo e guardandomi di sbieco mi rispose.


“ Come mai vuoi saperlo? Non l'hai dimenticata vero?”
“ Smettila sei paranoico! Non m'innamoro di poppanti io!”
“ Sarà! Niente di speciale, mi chiedeva di perdonarla perchè doveva rimandare il suo rientro”

“ E poi?”
“ Non sono affaracci tuoi!”



Mi fece una linguaccia e corse nella caffetteria. Brutto stronzo non vuoi dirmelo vero?
L'ho seguii all'interno. Ero davvero curioso di sapere di più.




Pov Usagi
Ero a casa di Haruka da una settimana. La professoressa mi aveva nascosto gelosamente e grazie all'aiuto di Michiru stava preparando la mia partenza. Sarei entrata in america come una rifugiata. Mi avrebbero protetto da ulteriori violenze fin quando non sarei stata al sicuro. Avevo deciso di scrivere una lettera alle tre persone più importanti della mia vita. Non potevo partire senza dire nulla. Chissà come l'avrebbero presa.
Ero davanti alla tv quando rientrò Haruka. Ormai eravamo in confidenza.


Ciao Usagi, lunedì partiamo”
Partiamo?”
“ Sì, mi hanno chiesto di farti da tutore. In fondo non sei ancora maggiorenne!”
Corsi ad abbracciarla. Era davvero una splendida notizia. Non sarei stata più sola.
Michiru come l'ha presa?”
Tranquilla sta bene, ci raggiungerà per le vacanze estive!”


Sorrisi, tra due giorni sarebbe iniziata la mia nuova vita.

 

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Capitolo 11
*** Persa nei ricordi ***


Salve come state? Scusate la mia lunga assenza ma tra il pc rotto e la mancanza d'internet è stata davvero un impresa. Spero ne sia valsa la pena almeno. Aspetto le vostre opinioni, baci Rachel!

Inoltre tramite dei ricordi di Usagi ho cercato di colmare un po la lacuna sull'inizio dei suoi sentimenti per i due Chiba.

Capitolo 11

Persa nei ricordi


Ero alla mia scrivania da un bel po. Il tempo scandiva lento, i pensieri affollavano la mia mente. Ero a New York da quasi un anno ormai.
All'inizio era stato abbastanza difficile. Le persone erano sempre indaffarate. La città era una fonte inesauribile di confusione e la gente era troppo presa da se stessa per valutare i pregi degli altri.
Avevo faticato tanto per farmi una posizione e finalmente ci ero riuscita. Complice di questo lamia cara tutrice Tenuo o come piaceva a lei " la mia vecchia amica Haruka".
Mi aveva seguito in questa nuova avventura come mia tutrice. Non aveva esitato un solo istante di lasciare Michiru per seguirmi.
Erano state 365 giorni lontane ma tra una settimana mi sarei diplomata e la bella preside sarebbe arrivata per assumere un nuovo incarico nel liceo che stavo per lasciare.
Si stava avvicinando la cerimonia del diploma e io ero triste. Avrei tanto voluto che ci fossero gli altri ma ancora non mi sentivo pronta. Mi sentivo ancora così sporca.
Ero presa a scrivere la solita email della settimana a Motoki quando un Haruka pimpante entrò nella mia camera.

" Ciao Usagi, cosa fai?"
" Sto cercando di scrivere a Motoki ma non so che dirgli e così dispiaciuto di non vedermi diplomata"


La mia cara tutrice si avvicinò e mi abbracciò.

" Perché non lo fai venire scusa, in fondo lui è la tua famiglia!"
" Non Posso, con lui vorrebbero venire tutti e poi mi chiederebbero spiegazioni..."


Abbassai lo sguardo, Haruka aveva capito a cosa mi riferissi. La parentesi Esmeralda bruciava ancora vivamente sulla mia pelle.
" Prima o poi dovrai affrontarlo"
" Lo so ma non ora"


All'improvviso Haruka estrasse qualcosa dalla tasca.
" Questa è per te"

Afferrai la busta e la guardai intensamente. Cos'era quella missiva?
Lessi il mittente e rimasi sorpresa.

NYu ( New York University)

Sorpresa iniziai a estrarre il foglietto e lessi a voce alta.

" Egregia Signorina Tsukino, in base al racconto ricevuto le comunichiamo che la NYU è felice di offrirle una borsa di studio.
Inoltre vorremmo sponsorizzare completamente la pubblicazione del suo operato. Cordiali saluti il Rettore"


Rimasi con la bocca spalancata, Haruka mi abbracciò e sollevandomi come una bambina:

" Hai visto testona? Hai talento e presto il tuo libro sarà nella libreria di ogni sano di mente!"

Non riuscii a non ridere. Sapeva essere la persona più dolce del mondo.

Ero così intenta a pensare che mi sorse un dubbio.

" Cosa centri tu? L'hai spedito tu il mio materiale vero?"

Lei si strinse nelle spalle e allargando le braccia.

" Si mia cara, sono il tuo mentore in fondo!"

Ridemmo come forsennate.

*********

La settimana trascorse velocemente. Mancavano due giorni alla consegna dei diplomi.
Il rettore mi aveva contattato per definire gli accordi per il libro. Io la svogliata Usagi Tsukino sarei diventata una scrittrice.

Entrai nella grande sala, un uomo di mezza età mi guardava sorridendo.
Mi avvicinai e allungai la mano.

" Usagi Tsukino"
" Carl Taylor"


Ci accomodammo in delle poltroncine nere di pelle e l'uomo iniziò subito il suo discorso.

" Mia cara Tsukino lasua opera è fantastica. La persona che c'è la presentata mi ha spiegato che è solo una parte dell'intero mano scritto"
" Si era un compito di scrittura creativa del mio vecchio liceo"
" Converrà con me mia cara, deve essere ampliato"
" Certamente, quanto tempo ho?"
" Un mese le basta"
" Tra un mese sarò qui con il mio lavoro"


********
Stavo tornando a casa felice quando un'immenso cartellone pubblicitario attirò la mia attenzione.

" Tour oltre oceano... Three Lights la nuova leggenda del pop"

Non credevo ai miei occhi. Quella gigantografia ritraeva i miei vecchi amici d'infanzia.
Lui era lì con la mano destra protesa in avanti... Era bellissimo.

Questo pensiero fece diventare vermiglie le mie guance. Da quando avevo cominciato a provare quest'attrazione per i Chiba?
Eh già ora che ero sola potevo ammetterlo a me stessa. Anche Mamoru non mi era indifferente.
Sapere che usciva con Rei mi aveva fatto riflettere. Com'era possibile essere attratta da due persone completamente diverse? Com'era potuto accadere?
Iniziai a fare un viaggio negli angoli più remoti del mio cuore, forse proprio lì era nascosta la risposta.

*******

Avevo sei anni circa.Stavo giocando nel cortile di casa mia quando persi la palla nel giardino adiacente.
M'intrufolai silenziosamente quando una voce attirò la mia attenzione.

" Ehi tu faccia tonda dove stai andando?"

Mi voltai e di fronte mi ritrovai un ragazzo dai capelli corvini lucenti corti e gli occhi azzurri. L'avevo visto con Motoki, era il suo nuovo compagno di scuola nonchè nostro vicino di casa.
Deglutii e mi decisi a rispondere.

" Ho perso la mia palla"
" Sai che maleducazione entrare in casa d'altri senza permesso?"
" Ma io.."


Stavo incespicando con le parole. Quel maledettissimo sbruffone di dodici anni mi stava dando sui nervi.
Stavo per piangere quando arrivò un altro ragazzino.

" Tieni deve essere tua. Ti prego di perdonare Mamoru ma è un cretino. Comunque sono Seiya"

Afferrai la palla e gli sorrisi.

" Grazie, Io sono Usagi"

" É un bellissimo nome. Ti va di venire in casa? Mia madre sta preparando i biscotti"


Quel ragazzino dai capelli color dell'ebano e gli occhi blu come la notte era meraviglioso. Gentile e allegro.

" Si grazie"

Quella fu la prima volta che vidi i Chiba.

Con il passare degli anni, un po alla volta diventarono una presenza fissa nella mia vita. Mamoru stava sempre con Motoki.
Seiya mi seguiva come un'ombra. Mi ripeteva sempre che la mia allegria era contagiosa.

Ricordo perfettamente quando capii per la prima volta che anche se burbero Momo chan non l'avrei cambiato per nulla al mondo.
Avevo dieci anni, stavo passeggiando nervosamente nel mio cortile. Stavo aspettando le sorelle Mizuno. Amy si era gentilmente offerta di aiutare me e Minako in matematica.

" Ciao palla di cannone cosa ci fai tutta sola in giardino?"

Al suono di quell'insolenza mi voltai incrociando lo sguardo del nostro vicino Hiroshi.
Un ragazzino di quattordici anni convinto di essere migliore di tutto e tutti. Decisi d'ignorarlo.

" Hai perso la lingua cicciona... Dove sono i tuoi cavalieri, da quando sono sempre tra i piedi non mi diverto più a stuzzicarti"
" Lasciali in pace, loro sono miei amici"
" Cosa ci troveranno mai in una mocciosa come te... Sei pasticciona, frignona e pure cicciona. Con tante belle ragazze in giro preferiscono farti da balia"


Quell'offesa gratuita ebbe l'effetto sperato. Meno di due minuti, stavo piangendo come una fontana.

" Sei uno stupido"

"Hai visto che avevo ragione?"
Il meschino ragazzino stava ancora gongolando quando una voce placò la mia anima.

" Sta lontano da lei"
" Eccolo il prode e saggio occhialuto dov'è il tuo braccio destro?"


Mamoru si avvicinò minaccioso a Hiroshi e gli diede un pugno sul muso.

" Ti avverto se ti becco di nuovo a dare fastidio ad Usagi te la farò pagare molto cara"

L'arrogante si alzò da terra e si ripulì frettolosamente un rivolo di sangue uscitogli dalla bocca.

" Tutto bene Usa?"
" Grazie Mamo. Allora non mi odi?"
" Come potrei, Adoro punzecchiarti per vedere le tue facce buffe ma io ti voglio bene Usa. Tu per me sei come una sorellina"


Quel giorno capii che nonostante gli insulti Mamo ci sarebbe stato sempre... e io ne fui davvero felice.

Scossi la testa non credevo di essere così confusa e per l'altro? Quando ho capito che Seiya mi dava il batticuore?

Con questi pensieri nel cuore vidi una nuova gigantografia. Il cuore mi salì in gola.

Con lui non avevo mai avuto bisogno di dimostrazioni. Seiya a differenza dell'altro era schietto e affettuoso.

Ogni anno che passava diventava sempre più premuroso e più bello. Credevo che le sue attenzioni mi toccassero di diritto quando un giorno fuori dalla sua scola.

Seiya frequentava da poco il secondo anno di liceo. Quel pomeriggio usciva più tardi e io decisi di fargli una sorpresa. Ero lì ferma al cancello quando lo vidi uscire con una ragazza.
Il cuore mi si fermò improvvisamente nel petto. Il rockettaro chiacchierava animatamente con un'altra.
Stavo andando via quando lui mi notò.

" Usako aspettami"

Non gli risposi. Iniziai a scappare. Non capivo perché ma vederlo con lei mi aveva fatto davvero male.

" Usako" mi richiamò stavolta più forte.

Mi ricorse e afferrandomi per un polso fermò la mia corsa.

" Aspettami perché sei andata via?"

" Non volevo disturbarti" gli risposi senza voltarmi.

La sua presa divenne più salda tanto da impormi a voltarmi.

" Non sarai per caso gelosa? Hotaru è una mia amica niente di più"

Non so perché ma quella frase mi tranquillizzò.

" Credevo non mi volessi più bene
"
Si avvicinò e mi accarezzò dolcemente i capelli.

" Stupida sarai sempre tu la mia preferita" mi disse baciandomi dolcemente le labbra.

Un dolce e innocente bacio a stampo il primo. Ora che ci ripensavo In fondo lui mi aveva già baciata prima di Hiroshima.

********

Tornai con la mente al presente sorridendo. Avevo deciso.
Entrai nel primo negozio di elettronica che vidi. Ne uscii vittoriosa.
Avevo acquistato un piccolo registratore. Cosi avrei potuto lavorare in qualsiasi posto e momento.

Il mio cuore era spesso carico di emozioni.

Schiacciai il bottoncino rosso e feci una prova:

" Ero una ragazzina come tante allora, ancora non conoscevo il mio futuro. Non immaginavo che sarebbe bastato un attimo per sconvolgere la mia vita.

Il destino era stato ingiusto con me ma io sarei stata più forte"


Sorrisi felice. L'aggeggio appena acquistato funzionava alla grande.

Cancellai il messaggio e una nuova idea mi venne per la testa.

" Ciao ragazzi sono io la piccola Usagi. Va beh non sono più così piccola tra pochi giorni compirò diciotto anni.
Come state? Io bene, dopo domani riceverò il diploma non ci crederete ma sono stata promossa con il massimo dei voti.
Ora passiamo a ognuno di noi. Il mio primo pensiero va a Motoki. Fratellone ti chiedo scusa ma dovrai aspettare altri quattro anni per sposarti. Mi manchi tanto sai?
Scusami Mako lo so che non vedi l'ora di mettergli il guinzaglio ma dovete aspettarmi io ci voglio essere!

Mina mi raccomando non far disperare Amy e vacci piano con Yaten... Ora è una star le sue fans ti squarterebbero. Eh tu argenteo dei mie stivali non maltrattarla troppo... Quella ci mette niente e si trova un altro ragazzo.

Amy e Taiki a voi non ho nulla da rimproverare sono sicura che al mio ritorno sarete le persone più sagge della terra. Lei sarà una saggia biologa e tu un grande regista oltre che cantante.

Ora passiamo a Mamoru e Rei. Ciao Sacerdotessa mi raccomando non strapazzare troppo il giovane chirurgo. Deve essere concentrato per salvare vite e se tu lo incenerisci dopo non è tranquillo. Allora come va tra voi?

Mamo mi raccomando doma questa stregaccia e smettila di fare il bambino con Seiya. Motoki me lo dice sempre quanto spesso litigate. Vi definisce il cabaret del suo locale.

Tranquillo Seiya lo so che starai scalpitando... Non mi sono scordata di te. Ti ho lasciato per ultimo ma non sei il meno importante.

Sono fiera di te e del tuo successo. Sai quante ragazzine ti ronzano intorno? I siti di gossip sono pieni delle tue foto mio caro Don Giovanni. Mi raccomando fatti sempre valere.
Ora vi devo lasciare. Alla prossima la vostra Usagi"


Spensi il registratore e sorrisi. Eh sì era stata un'idea davvero carina. L'avrei fatto spedire da Haruka stesso in giornata.

Ora ero più serena. Mi restava un dubbio nella mente però.

Quando sarebbe uscito il mio libro cosa sarebbe successo?

Nda: Perdonatemi ancora per l'immenso ritardo. Ho cercato di rimediare scrivendo un bel sostanzioso capitolo. Un bacione Rachel!
Nel prossimo capitolo daremo uno sguardo a Tokyo e come procedono le cose per il nostro gruppetto di amici oltre a vedere Usagi intenta al lavoro e a prendere una decisione importante...
Alla prossima

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Capitolo 12
*** Incontro a Central Park ***


Capitolo 12
 
Incontro a Central Park
 
Il mio lavoro era terminato. Era stato così difficile riaprire la ferita " Esmeralda".
Ripensare cosa mi era costato diventare ciò che ero oggi. Ero arrivata ad Hiroshima
come una serena dodicenne in carne. Ero una somara a scuola, goffa e pasticciona ma non mi ero mai sentita inadeguata.
In cinque anni in quella maledetta casa avevo conquistato una cultura, un bel fisico e determinazione.
All'apparenza poteva sembrare che ci avessi guadagnato e invece avevo perso la mia purezza, la mia dignità... la mia anima.
Fino alla tenera età di quattordici anni, avevo continuato a prendere lo studio sotto gamba.
Credevo fossi impedita, solo dopo le innumerevoli punizioni capii. A ogni brutto voto corrispondeva un castigo.
Notti insonni in giardino, andare a scuola senza biancheria, correre a perdifiato
per la città con lei che cercava d'investirmi.
Ricordavo ancora " la tortura" che mi convinse a studiare seriamente.
Avevo preso un misero 30 alla verifica di matematica.
Ero entrata di soppiatto in casa, speravo tanto che mia zia non mi scoprisse.
Stavo per chiudermi in camera quando la strega infilò il piede nella porta.
 
- Ciao cicciona, com'è andata la verifica di matematica?
- Non c'era nessuna verifica zia - risposi nervosamente.
- Quella cos'è?
 
L'avevo dimenticata lì in bella mostra nella tasca destra della divisa.
Mi strappò l'oggetto incriminato dalla tasca e cominciò a inveire contro di me.
 
 
 
- Oggi ti mostrerò un giochino davvero divertente
 
Mi afferrò per il braccio e mi portò in garage. Lì ad attenderci c'era quel lurido di Demando che sogghignava con una corda in mano.
 
- Prendila e legala, ora ci divertiremo
 
Cercai di divincolarmi ma non ci riuscii.
 
Dopo pochi istanti ero legata gambe e polsi come un salame. Quel cretino mi aveva legato vicino alla parete degli attrezzi.
 
- cosa vuoi farmi? - urlai prima che il mio aguzzino mi imbavagliasse.
 
- Insegnarti un po di educazione, coniglio mal riuscito - rispose la strega.
 
Fece un cenno all'altro e mi tappò la bocca con un foulard. Sentii la morbida seta stringere sulle mie labbra. Strinse forte il fazzoletto, era la fine.
 
Esmeralda estrasse un frustino per cavalli da un mobiletto.
 
Diede un paio di colpi a terrore divampò nei miei occhi.
 
Un colpo, due, tre, quattro... Andò avanti per tutta la notte.
 
Il sangue colava lungo la mia pelle graffiata. Pregai tanto che il Signore mi desse la forza di non morire.
 
Quando il mattino seguente mi svegliai decisi, avrei studiato notte e giorno. Non le avrei dato più nessun pretesto per farmi una cosa simile.
 
Scossi la testa e chiusi il pc. Basta finalmente ero libera da tutta quella storia.
 
Decisi di uscire, avevo bisogno di un pò d'aria. Avevo passato l'intero mese di luglio al pc e ora avevo solo voglia di divertirmi.
 
Mi recai a Central Park. Adoravo quel posto ricco di verde. Una vera oasi in una giungla d' asfalto come New York. I newyorkesi lo definivano il polmone verde della città.
 
Mi recai all'interno del parco, verso il Delacorte Theatre. Lì ogni estate vi erano innumerevoli spettacoli.
 
Arrivai all'entrata e qualcosa sembrò tagliarmi il fiato.
 
La gigantografia dei three lights era lì in bella mostra.
 
Mi ero dimenticata. Mancava meno di tre giorni al grande tour oltre oceano.
 
Mi avvicinai al cartellone e lo accarezzai con le dita.
Mi mancavano tutti così tanto. Seguii con la mano i profili uno ad uno. Il saggio e quieto Taiki, il saccente e scorbutico Yaten. Giusto al centro c'era lui. Bello, affascinante e con quel sorriso sghembo sulle labbra. Una vera calamita per gli occhi.
 
Come mi mancava quel ragazzino all'apparenza casinista e presuntuoso che all'occorrenza diventava la persona più dolce del mondo.
Ancora non avevo capito cosa sentivo per i fratelli Chiba, so solo che quel cartellone mi aveva messo addosso un'angoscia tremenda.
 
- Seiya ... Sussurrai pianissimo.
 
Non mi accorsi della presenza alle mie spalle.
 
- Sei anche tu una sua fan? Cosa ci troverete voi donne in un tipo come lui
 
Quella voce. Non era possibile! Quel tono saccente e sgarbato l'avrei riconosciuto tra mille. Decisi di non muovermi.
 
- Si. Un po come tutte d'altronde
 
- Non so come fate a non capirlo ma lui non vi guarderà mai
 
- Perché? - chiesi quasi in un sussurro.
 
- è innamorata di un altra. Non la vede da anni. Non ha mai smesso di amarla
 
- Come dargli torto, in fondo Usagi è diversa dalle altre
 
- Usagi? - Lui parlava di me.
 
- Scusami non so forse perché ti ho raccontato certe cose, forse me la ricordi un po. Comunque mi chiamo Yaten, di solito sono io lo scortese, ti dispiacerebbe smetterla di darmi le spalle?
 
Mi voltai e i suoi occhi sembrarono illuminarsi.
 
- Usagi, sei proprio tu? Taiki, Sei - gli tappai la bocca con le mani e lo trascinai alle spalle del teatro.
 
- Si sono io, ti prego non urlare. Non voglio ancora che mi vedano. Promettimi che manterrai il segreto
 
- Perché? - chiese accigliato l'argenteo.
 
- Ho bisogno di capire certe cose. Ti prometto che al concerto ci sarò in fondo sono anch'io di passaggio
 
Piccola bugia, ma non potevo metterli in pericolo. Esmeralda mi cercava ancora, Demando non demordeva le sue ricerche. Mi aveva rivelato Motoki che erano andati perfino a Tokyo.
 
- Ok te lo prometto! Certo che se non ti fossi girata chi ti avrebbe riconosciuta. Sei diventata bellissima - mi disse accarezzandomi i capelli.
 
Ero irriconoscibile, avevo slegato gli immancabili codini e arricciato i capelli, ormai arrivavano sotto le spalle. Indossavo una tuta blu cobalto con le spalline sottili a tre quarti e una pochette e dei sandali rosa corallo. 
 
- grazie
 
- Ora devo andare alle prove piccola Usagi, ti aspetto dopo domani
 
- Contaci!
 
Yaten corse via sorridendo, anche lui era diventato davvero un bel ragazzo ma questo non m'importava.
 
Dovevo far chiarezza nel mio cuore, presto avrei rivisto Seiya

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Capitolo 13
*** Mamoru una tentazione invitante ***


Capitolo 13
 
Mamoru una tentazione invitante
 
I tre giorni seguenti erano passati troppo velocemente. Mi sentivo agitata cosa dovevo fare? Camminavo avanti e indietro senza sosta quando Haruka irruppe nella mia stanza.
 
- Ehilà testolina buffa, vuoi consumare il pavimento?
 
- Sono nervosa Haru. Non so cosa fare! - dissi alzando le braccia al cielo.
 
- Perchè sei nervosa?
 
In quel momento arrivò Michiru a togliermi dall'imbrazzo.
 
- Tesoro sei un impicciona. Capisco che Usagi per te è come una sorellina ma sei troppo invadente! - disse la bella mora ghignando.
 
- Non è vero! Non sono invadente. Sono solo preoccupata per lei
 
- Non devi, Usa è grande e responsabile. Inoltre va a un incontro romantico mica in guerra
 
- INCONTRO CHE? - Chiese estereffatta.
 
- Ecco Haru, oggi vado al concerto dei three lights
 
- Questo che centra? Non avrai un appuntamento con qualcuno di quei rubacuori?
 
- Si - sospirai abbassando la testa.
 
Michiru s'intromise allegramente nella conversazione.
 
- Oh mio Dio. Chi dei tre?
 
- Seiya - ammisi sorridendo.
 
- Quindi Seiya Chiba è uno dei due ragazzi presenti nel tuo libro? - Chiese sempre più curiosa.
 
- Poi sarei io l'impicciona - l'ammonì ghignando Haruka.
 
- Scommetto comunque che sia l'arrogante e spocchioso Mark - Soffiò Haruka riferendosi ai personaggi della mia storia.
 
Risi ha crepapelle. Era proprio fuori strada.
 
- Perchè ridi? cosa ho detto di male!
 
- No niente è solo che Mark è suo fratello. Lui è il dolce e sensibile Matt
 
Michiru mi strinse le mani e iniziò a saltellare felice per la stanza.
 
- Allora infine hai scelto Matt? Va beh Seiya, ormai parlavamo in codice quindi...
 
- Credo di sì, dopo il concerto gli parlerò
 
Quella chiacchierata mi rese finalmente più leggera. Avevo deciso. Era tempo di aprire il mio cuore.
 
Mi preparai in fretta e furia con la massima accuratezza. Indossai l'abito regalatomi da Michiru e Haruka il giorno del diploma. Un tubino a metà coscia blu elettrico con lo scollo a cuore e la schiena scoperta, in bella mostra solo degli eleganti fili di strass ad abbellire il tutto. Ai piedi dei sandali alla schiava argento e la pochette del medesimo colore. I capelli sciolti arricciati in una leggera permanente. Un filo di matita, tanto mascara e a contornare le labbra uno scintillante gloss rosa.
 
Era perfetta! Uscii di casa con il cuore in gola. Presto l'avrei rivisto.
 
Stavo correndo a perdifiato per la città. Ero in ritardo quando i miei occhi furono catturati da un enorme schermo. La notizia che passò in quel momento sullo schermo mi gelò il cuore.
 
" Seiya Chiba leader indiscusso dei three lights esce finalmente allo scoperto con la sua storia d'amore.Il bellissimo cantante dopo tanti anni di pressioni finalmente ci svela la sua bella. L'attrice Setsuna Meiou"
 
Le immagini passano veloci sullo schermo. Seiya abbracciato con quella affascinante attrice. Il cuore improvvisamente mi si sgretolò nel petto. Lui mi aveva dimenticata. Avevo troppo tirato la corda e ora ne pagavo le conseguenze. Decisi di non presentarmi al concerto. Afferrai il cellulare per avvisare Yaten in fondo era il minimo che potessi fare. Era staccato. Decisi di lasciargli un messaggio in segreteria.
 
- Ciao Yaten, sono Usagi. Ho appena visto la notizia al telegiornale. Non mi presenterò. Non voglio intromettermi nella sua vita. Ti voglio bene egocentrico ciao!
 
M'incamminai verso il primo bar del centro. Avevo bisogno di qualcosa di forte.
 
- Ehilà biondina cosa ti servo?
 
- Un sex on the beach!
 
Dopo cinque il camerirere mi servì. Afferrai il bicchiere ghiacciato in mano e lo bevvi tutto d'un fiato. La vodka mi bruciava la gola mentre il succo d'arancia e il mirtillo mi solleticavano il palato. Ne feci fuori cinque in tutto.
Guardai l'orologio ormai erano le dieci di sera. Il concerto era quasi terminato.
 
Avanzai verso l'uscita quando mi scontrai con qualcuno. Imprecai ad alta voce ormai ero brilla.
 
- Insomma potresti anche guardare dove vai, armadio a muro dei miei stivali!
 
- Una bella signorina non dovrebbe essere così maleducata
 
- Damerino dei miei stivali ma chi ti credi di essere?
 
Alzai lo sguardo e lo vidi. Non credevo ai miei occhi.
 
- Usagi sei davvero tu?
 
Non riuscivo a parlare cosa ci faceva lì? dov'era Rei?
 
- Si Mamo - chan. Cosa ci fai qui?
 
- Sono qui per un seminario di cardiologia e tu?
 
- Sono di passaggio. Un viaggio prima dell'inizio dell'universita
 
- Facciamo due passi? Almeno chiacchieriamo un pò
 
Annuii con la testa e mi affiancai a lui. Stavamo passeggiando per il centro quando un nuovo schermo gigante mostrava l'intervista dei three lights. Il concerto era terminato. Abbassai lo sguardo sconfitta. Lui sembrò capirlo e mi disse.
 
- Non ne sapevo niente. Io credevo che Seiya stesse ancora aspettando te
 
- Si sarà stufato. In fondo aspettava da troppo
 
- Una come te, non va mai aspettata abbastanza
 
Le ultime parole me le soffiò sulle labbra. Il suo respiro era caldo e invitante ed io mi sentivo così fragile. Arrossii e lui mi baciò avidamente le labbra. Sentivo le sue labbra torturare le mie. Mi leccava il labbro inferiore in un muto invito ad accendere nella mia bocca. Le dischiusi subito. Volevo sentirmi amata. Meno di un attimo ed eravamo nella sua camera dall'albergo. Velocemente le sue mani accarezzarono ogni centimetro della mia pelle. Le sue labbra avidamente le mie. Fu un attimo e persi la ragione. Un pò colpa dell'alcool, la delusione e la forte attrazione per quel corpo di marmo. Entrò dentro di me con un urgenza e una passione disarmanti.
 
- Sono sempre stato innamorato di te Usagi
 
Quelle parole mi graffiarono l'anima. Io cosa provavo? Ripresi a godere delle sue attenzioni. Per una sera non volevo pensare a niente. Ogni affondo provocava in me gemiti di puro piacere. Oh mio Dio sentivo uno strano solleticare nel ventre. Un enorme calore stava esplodendo. 
 
- Oh mio Dio!
 
Un ultima spinta e cademmo esausti ma appagati. Una serata davvero intensa.
 
Il mattino dopo il sole mi accarezzava il viso. Strabuzzai gli occhi per abituarmi alla luce. Mi guardai intorno. La testa mi doleva fortissimo e la nausea non mi dava tregua. Mi alzai e notai di non essere nella mia stanza. Cominciai a massaggiarmi le tempie nella speranza di ricordare quando lo vidi.
 
Mamoru usciva dal bagno solo con un telo intorno alla vita. Ancora bagnato, una visione.
 
- Buongiorno mia piccola Usagi - il suo sorriso sornione e lo sguardo malizioso mi fecero tremare. Abbassai lo sguardo tremante e urlai.
 
- Cosa ci faccio nuda nel tuo letto? Tu non stavi con Rei?
 
Di nuovo quella frase mi perforò il cuore.
" Sono sempre stato innamorato di te"
 
Oh Cazzo e ora cosa sarebbe successo?
 
Nda: Scusatemi per la lunga attesa ma il pc ogni tanto va in vacanza ahahah. Scusatemi per il capitolo troppo lungo. Questo è dedicato alle fans di Mamoru. Tranquille Seiyane, sopratutto tu Sakura nel prossimo ci sarà qualcosa di forte per te
 
 

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Capitolo 14
*** Confronti ***


Ed eccomi qui con il quattordicesimo capitolo. Siamo arrivati a un punto di svolta.
Usagi frustata e ubriaca incontra Mamoru e ci fa Sesso. Yaten trova il messaggio e avvisa Seiya del casino successo.
Seiya all'idea che la sua amata abbia frainteso cerca di rintracciarla.
Cosa succedera adesso? Qui ci sarà un confronto tra Usa e Mamo.
 
 
Capitolo 14
 
Confronti
 
Pov Seiya
 
Yaten aveva una faccia sconvolta. Era diventato bianco come un cencio al mio annuncio.
Gli avevo dato una pacca sulla spalla.
 
- Tranquillo fratellone è solo una trovata pubblicitaria
 
- Ecco Seiya io non sò come dirtelo. Tre giorni fa quella biondina era Usagi. Mi aveva confessato che sarebbe venuta oggi
 
- Quindi? - sbiancai nel chiederlo, temevo la risposta.
 
- Lei voleva dichiararsi. Ho appena ascoltato la segreteria, lei pensa che la notizia sia vera
 
Imprecai alzando le braccia al cielo.
 
- Cazzo. Non è possibile, come si fa ad essere così sfigati
 
Afferrai il cellulare di Yaten e richiamai il numero. Era sempre staccato. Iniziai ad andare avanti e indietro per il camerino. Non potevo nemmeno smentire tutto alla stampa, avrei mandato all'aria la trovata pubblicitaria per il gruppo. L'attrice era un ottimo trampolino di lancio per la televisione. Non potevano lasciarsi scappare un occasione del genere.
 
- Tranquillo, presto la rintracceremo - mi disse Taiki sorridendo.
 
- Grazie fratellone, spero che andrà tutto bene - sospirai sconfitto.
 
 
Pov Usagi
 
Ero sconvolta. Cosa ci facevo all'alba nella camera di un albergo insieme a Mamoru? Abbassai gli occhi sul mio corpo e come colta da un fulmine ricordai. Ero nuda, avevo fatto sesso con il ragazza della mia migliore amica, nonchè fratello dell'uomo che amavo. Ne l'alcool ne la delusione potevano giustificare il mio gesto sconsiderato.
 
- Cosa ci faccio qui, nuda?
 
- Cosa c'è non ti ricordi? - mi rispose sprezzante.
 
- Credo di essere confusa. Tu non stavi con Rei?
 
- Certo non posso mentire su questo. Purtroppo sono anni che nascondo a tutti di essere innamorato di te
 
Lo confessò così come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ero indignata. Con quale coraggio stava con la mia amica se diceva di essere innamorato di me? Gli urlai furibonda contro.
 
- Io non ti amo. Io sono innamorata di tuo fratello
 
- Non la pensavi così stanotte - rispose sorridendo sornione.
 
Mi afferrò per i polsi e mi baciò avidamente. Nel suo contatto sentivo rabbia e frustazione. Lo respinsi e gli mollai uno schiaffo.
 
- Basta Mamo - chan. Non dovrà accadere mai più. Tu stai con Rei e lei è mia amica e poi Seiya non deve sapere - dissi piangendo come una bambina.
 
Scosso e turbato dalle mie lacrime Mamoru prese a vestirsi. Senza guardarmi in volto mi disse freddamente.
 
- Ho capito. Chiudiamola qui questa storia. Ti prometto che non dirò niente. Ora vattene voglio stare da solo 
 
Mi sentii uno schifo. Avevo ferito Mamoru. Come avrei potuto ricambiarlo? C'erano Rei e Seiya e non meritavano questo.
 
Corsi fuori dall'albergo. Afferrai il cellulare dalla borsetta e lo accesi. Dieci messaggi in segreteria. Decisi d'ignorarli. Sicuramente era Haruka furiosa di non avermi vista rientrare. 
All'improvviso diedi un calcio a un sassolino. Il cellulare prese a squillare e senza leggere il nome sul display risposi.
 
- Ti prego Haruka, sono adulta e vaccinata non mi fare la paternale. Tra poco torno tranquilla
 
all'improvviso una voce. La sua voce mi colpì i timpani e il cuore.
 
- Usako dove sei? Ti sto chiamando da ieri
 
- Non ho niente da dirti, ti augiiurò di essere felice
 
- Stupida lasciami parlare. Quella era solo una trovata pubblicitaria posso dimostrartelo. Io amo solo te testolina buffa
 
Lui amava solo me. Quelle parole mi fecero crollare il mondo addosso e ora come avrei risolto? Con quale coraggio l'avrei guardato negli occhi?
 
- Usako ci sei?
- Sono qui Seiya, ci vediamo oggi pomeriggio a Central park
- Non vedo l'ora
 
Chiusi il cellulare e sospirai affranta. Presto avrei dovuto chiarire tutta questa storia.

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Capitolo 15
*** Gesti d'amore ***


Capitolo 15
Gesti d’amore

Pov Mamoru

L'avevo mandata via, mi sentivo un verme. In una notte avevo tradito mio fratello, la mia compagna e la donna che amavo segretamente da tre anni. Avevo approfittato della sua debolezza e della sua attrazione. Avrei conservato nel cuore i ricordi di quella notte. Quando almeno per quelle ore l'avevo sentita mia. Avevo sentito che mi amava e mi desiderava. Avevo deciso, avrei fatto un ultimo grande gesto d'amore per lei. Alzai il telefono e chiamai Seiya.


- Pronto
- Qualsiasi cosa ti racconti oggi Usagi, non crederle. Non ha passato la notte con nessun'altro uomo. Lei ama solo te. Ieri l'ho incontrata dopo il tuo annuncio stampa. Era disperata e le ho chiesto di aiutarmi a scegliere un regalo per Rei

Mio fratello rimase in silenzio per un po, poi mi chiese.

- Perché mi dici queste cose? Perché dovevi comperare un regalo per Rei?
- Perché lei ti vuole allontanare. Ora che sei famoso e ha paura. Comunque dovevo comprare un anello di fidanzamento
- Wow fratellone che notizia. Ora devo scappare
 
Mio fratello agganciò euforico. Avevo fatto la cosa giusta. Lei meritava la possibilità di amare l’uomo dei suoi sogni.
 
 
Pov Seiya
 
Ero felicissimo. Tra poco dopo tre anni l'avrei finalmente riabbracciata. Correvo a perdifiato per le strade di New York. Meno di due isolati e sarebbe stata mia. Stavolta per sempre. Nessuno mi avrebbe impedito d'amarla.
Appena scorsi il centro del parco, il mio cuore mancò di un battito. Era lì, ancora più bella di come la ricordavo. I suoi capelli sciolti baciati dal sole ondeggiavano al vento. I suoi occhi cristallini erano liquidi dall’emozione. Le sue curve sinuose e piene. Ormai la mia piccola Ondango era diventata una meravigliosa donna.

- Usako, quanto mi sei mancata – le sussurrai all’orecchio mentre la stringevo.
- Oh Seiya, anche tu mi sei mancato – ricambiò la mia stretta fino a consumarmi.

Quando ci staccammo da quella piacevole morsa, vidi il suo viso riempirsi di lacrime.

- Dobbiamo parlare – mi sussurrò accarezzandomi la testa.
- Non ci provare. So tutto, Mamoru mi ha spiegato cosa avevi intenzione di fare. Non ti permetterò di allontanarmi solo perché ora sono famoso – le urlai in pieno viso stringendola per le spalle.
- Cosa ti ha detto Mamo? – chiese rossa in volto.
- Che volevi dirmi di essere stata con un altro. Mi ha detto che sei stata con lui a scegliere l’anello per Rei – le dissi allentando la presa e abbracciandola forte.
Mi abbracciò forte e tra le lacrime.
- Mi hai scoperto ma non cambio idea. Non posso tenerti legato per tutto questo tempo ancora. Ti amo ma questo non mi autorizza a tenerti al guinzaglio. Tu hai bisogno di fare le tue esperienze
- Io non voglio fare nessuna esperienza. Io ti amo, ho aspettato solo te per tutto questo tempo
Vidi i suoi occhi riempirsi di terrore. Le sue labbra tremare.
- Io no. Sono stata già con un altro uomo tempo fa
- Non puoi avermi fatto questo
- Ora devo andare, perdonami se puoi

Quella notizia mi lacerò il cuore in due. Mi sentii morire. L’avrei fermata, implorata di restare con me ma sapevo che quella era la soluzione più giusta. Il tempo avrebbe guarito le ferite. Le inviai un sms.
 Per ora ti lascio libera. Mi hai ferito ma continuerò ad amarti. Per sempre tuo Seiya 
 
Pov Bunny

Scappai via. Non potevo permettere a Mamoru d’aggiustare tutto così. Non potevo permettermi di bloccare altri quattro anni quello splendido uomo. Lui che mi aveva donato tutto e io che l’avevo tradito con suo fratello. Al primo segno di presunto tradimento ero impazzita. Mi ero ubriacata e …
Non riuscii a terminare i miei pensieri che il cellulare vibrò. Un messaggio.
 Per ora ti lascio libera. Mi hai ferito ma continuerò ad amarti. Per sempre tuo Seiya

In fondo era meglio così. Altrimenti gli avrei dovuto spiegare perché non fossi più vergine. Non mi andava di dover riaprire la ferita Esmeralda, tra pochi giorni sarebbe uscito il libro. Finalmente sarebbe tutto finito. Ora min stavo punendo da sola. Ero stata una stupida. In meno di ventiquattro ore, ero riuscita a ferire l’uomo che amavo e il mio migliore amico. Ero davvero pessima.

Tornai a casa. Ad attendermi una preoccupatissima Michiru e una furiosa Haruka.
- Si può sapere dov’eri finita? – Mi chiese Haruka nervosa.
- Scusami è una storia lunga – risposi sconfitta.
- Mi dispiace piccola – pronunciò abbracciandomi. Haru sapeva essere davvero dolce.
- Andrà tutto bene – Disse Michiru mentre mi accarezzava la testa.
- No ragazze. Ho fatto un macello e solo il tempo potrà aggiustare il tutto. L’annuncio di Seiya era solo una trovata pubblicitaria
 
Le ragazze non mi fecero nessuna domanda. Il resto della settimana volò via e i three lights e il giovane neo chirurgo tornarono in patria. Arrivò il lunedì, la tensione era alle stelle.
- Usa allora sei pronta?
- Si, almeno credo
Avanzai verso la porta e insieme alle mie amiche mi recai nella libreria più vicina. Sullo scaffale troneggiava la mia opera.
A burning heart di Usagi Tsukino.
Ero felicissima. Avevo realizzato il mio sogno. Il libro era stato pubblicato anche nella mia lingua originale. Presto sarebbe scoppiato un putiferio. Esmeralda aveva i giorni contati.
 
Spoiler prossimo capitolo:
Pov Amy
Ero uscita per comprare un nuovo libro di Biologia quando sullo scaffale trovai, qualcosa che mi fece mancare il respiro. Un cuore che brucia – Usagi Tsukino.  Decisi di comprarlo, non credevo ci fosse nessuna omonimia. In fondo era stato tradotto anche in Giapponese. Aprii la prima pagina e cominciai a leggere. Non c’erano dubbi. Si trattava proprio della nostra Usagi. Afferrai il libro e corsi al Crow. Presto avremmo scoperto ciò che ci nascondeva Usagi.
 
 

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Capitolo 16
*** Sconvolgente verità ***


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Rigrazio queste 35 persone che hanno inserito la mia storia tra le seguite. Questo è un appello anche a voi. Da un po’ di tempo mi sembra che questa storia non interessi più a nessuno. Non mi lasciate più i vostri pareri, non mi date più i vostri consigli. Proprio oggi ho iniziato a rivedere i capitoli e a colmare alcuni vuoti che la storia aveva. Vorrei sapere cosa ne pensate e se ne vale ancora la pena continuare. Un bacio Rachel
 
Capitolo 16
Sconvolgente verità


Tre mesi dopo …
Pov Usagi

Ero in ansia. Finalmente oggi usciva il mio libro anche in Giappone. Basta con i segreti. Haruka aveva spedito una copia alla polizia di Tokyo. Il mio libro era una chiara denuncia contro Esmeralda Gree vedova Tomoe e Diamond Black Moon. Nel libro c’erano tutte le prove che avevo sotratto alla strega. Oggi li avrebbero arrestati. Sei anni dopo sarebbe stata fatta giustizia. Io Usagi Tsukino avrei finalmente regalato la pace eterna a Chibiusa e avrei ripulito il mio cuore.
<< Sei nervosa?>> Chiese Haruka ridendo.
<< Sì, il poliziotto mi ha assicurato che l’arresto sarebbe avvenuto oggi.>>
<< Andrà tutto bene. Hai falto la scelta giusta. Sei stata coraggiosa a pubblicare la storia con i nomi originali e senza pseudonimo.>>
<< Spero solo che Motoki non mi odierà per averglielo nascosto.>>
 
Sorrisi forse aveva ragione la mia amica. Sarebbe andato tutto bene.

 


Pov Amy         

 

Ero uscita per comprare un nuovo libro di Biologia, quando sullo scaffale trovai, qualcosa che mi fece mancare il respiro. Un cuore che brucia – Usagi Tsukino.  Decisi di comprarlo, non credevo ci fosse nessuna omonimia. In fondo era stato tradotto anche in Giapponese. Aprii la prima pagina e cominciai a leggere. Non c’erano dubbi. Si trattava proprio della nostra Usagi. Afferrai il libro e corsi al Crow. Presto avremmo scoperto ciò che ci nascondeva Usagi. Decisi di mandare un messaggio agli altri.
<< Tra dieci minuti al bar. È importante, si tratta di Usa.>>
Ripresi a leggere il libro. Dovevo sapere.


 


Pov Motoki

Stavo pulendo il bancone quando sia il mio cellulare che quello di Mako trillarono. Era un messaggio.
<< Chi è?>> Chiesi curioso alla mia ragazza.
Vidi l’espressione del suo viso scurirsi.
<< Amy. Fra dieci sarà qua, deve parlarci di Usagi>>
Aprii la cartella dei messaggi e notai con paura che avevo ricevuto lo stesso messaggio.
<< L’ha spedito anche a me, ora cosa sarà successo?>> Ero preoccupato, cosa sapeva Amy di Usa?
In quel momento arrivarono Taiki e Yaten. Avevano la nostra stessa espressione.
<< L’avete ricevuto anche voi?>> Chiese Yaten sedendosi.
<< Sì, non sai che ansia>> Rispose Mako porgendo un caffè ai nostri amici.
Stavamo discutendo tranquilli quando arrivarono anche Minako e Rei.
<< Tua sorella mi farà morire d’ansia.>> Esclamò la biondina affannata.
<< Infatti, Mizuno me la pagherà cara quando arriva. Eravamo dal parrucchiere. Ho dovuto disdire.>> Enfatizzò Rei lasciandosi cadere su uno sgabello. All’appello mancavano solo i due fratelli Chiba e la signorina che aveva sparato la bomba.

 



Pov Mamoru


Avevo appena finito il turno in ospedale quando mi arrivò una telefonata di Seiya.
<< Pronto Seiya, cosa c’è?>>
<< Sto andando al crow, tu non vieni?>> Mi chiese mio fratello un po’ ansioso.
<< Certo ma cosa è successo?>>
<< Amy deve parlarci di Usagi>>
A quel nome il mio cuore perse un battito. Usagi? Cosa era successo? Non parlavamo di lei da quel fantomatico giorno dopo il concerto. Mio fratello era tornato a pezzi ed io in colpa. A causa mia quei due non avevano avuto una possibilità. Avevo ignorato il messaggio di Amy, non riuscivo ad ammettere a me stesso che di lei m’importava ancora. Avevo cercato con tutto me stesso di soffocare quella voce. Con Rei stavo bene e finalmente avevo recuperato un rapporto con Seiya. Gli ero stato vicino e lui mi aveva confidato cos’era successo. In seguito alle sue confidenze mi ero stranito. Anch’io mi ero chiesto un milione di volte chi fosse stato il primo uomo di Usagi. Almeno non le avevo rubato anche quello. La voce preoccupata del mio fratellino mi riscosse dai miei pensieri.
<< Mamo ci sei?>>
<< Certo aspettami all’angolo, vengo a prenderti io alla casa discografica>>
Pigiai il piede sull’acceleratore. Presto avremmo scoperto cosa aveva da dirci Amy.


 

 
Pov Seiya
Mi ero recato all’angolo come mi aveva chiesto Mamoru. In questi tre mesi di sofferenza, l’unica cosa buona era stato recuperare un rapporto con lui.
Era preso dalla bella sacerdotessa, in fondo stavano insieme da quasi quattro anni eppure il mio istinto mi diceva che mi nascondeva qualcosa.
Ero così impegnato nei miei pensieri che mi spaventai al suo arrivo.
<< Salta su, come sempre siamo gli ultimi.>> Mi comunicò mio fratello mentre mi porgeva il casco.
<< Colpa tua che sei una lumaca.>>
Accelerò al massimo, meno di dieci minuti e arrivammo a destinazione.
<< Eccoci, siamo arrivati>> Gridammo in coro entrando nel bar.
<< Mamo chiudi la porta e gira il cartello. Questa è una cosa di estrema importanza.>> Rispose Amy stringendo un libro tra le mani.
Mi accomodai e Amy estrasse il suo fidato portatile dalla borsa.
<< Cosa centra Usagi con il tuo portatile?>> Chiese Yaten spazientito.
<< Ecco ragazzi, oggi sono andata in libreria e ho acquistato questo.>> Disse timidamente Mizuno mostrando il volume che stringeva tra le mani.
Un libro dalla copertina bianca morbida. L’ombra di una ragazza che stringeva tra le mani un diario. Il titolo sembrò ferirci gli occhi.
Un cuore che brucia – Usagi Tsukino.
<< Oh mio Dio>> Urlò Mina stringendosi la testa tra le mani.
<< Dai Amy non scherzare, Usagi è migliorata tantissimo ma da qui a scrivere un libro.>> Esordì Rei gesticolando con le mani.
<< Non c’è nessun errore ragazzi. Ora vi dimostro perché.>>
Amy digitò qualcosa sul portatile. Il sito del telegiornale più famoso di Tokyo.
<< Cosa centra questo?>> Domandò Motoki agitato.
<< Eccolo.>>
Sullo schermo si aprì un video. Il telecronista commentava le immagini.
Grazie alla pubblicazione di un libro shock finalmente dopo sei anni sono stati arrestati i responsabili dell’omicidio dell’imprenditore Kenji Tsukino e di sua Moglie Ikuko.
In quel momento, scese un silenzio tombale nella sala. Un tonfo, Motoki aveva fatto cadere le tazze.
<< Cos’ è questa storia?>> Chiese incredulo.
<< Aspettate, non è ancora finito.>>
Fece ripartire il video. Non volava una mosca in quel momento.
Il caso fu archiviato come incidente dopo circa un mese. La scoperta degli elementi schiaccianti a incastrare i due colpevoli: Esmeralda Green sorella della donna e del suo compagno Diamond Black Moon sono stati forniti dalla secondo genita degli Tsukino nella sua biografia. Un libro che sta facendo parlare tutto il mondo occidentale da oltre tre mesi. La storia di una ragazzina che viene affidata alla crudele sorella della madre. Cinque anni di sopprusi e di maltrattamenti. Fino a toccare il tema fondamentale della violenza sulle donne. Non aggiungo altro, rovinerei la sorpresa a chi ha acquistato questa bellissima opera. Un successone per l’appena maggiorenne Tsukino.
Il video finì. Ci guardavamo tutti perplessi e senza fiato. Il primo a parlare fu Motoki.
<< Mia zia ha ucciso i miei genitori … Mia sorella si è tenuto quest’enorme peso fino adesso.>> Il nostro giovane amico era scioccato.
<< Ragazzi c’è altro. Non so se sia il caso di raccontarvelo>> Concluse Amy abbassando lo sguardo.
<< Vogliamo sapere tutto, non puoi sparare una bomba così e poi lasciare le cose a metà.>> Mamoru era furioso.
In quel momento una spia mi si accese nel cervello. Violenza sulle donne. Una frase mi tornò alla mente.
Sono stata con un altro uomo.
Come un fulmine a ciel sereno, venni colto da un’illuminazione.

<< Amy hai già letto il libro vero?>> Gli altri non riuscirono a capire il motivo della mia domanda. Mizuno annuì.
<< Si Seiya. Per questo vi ho chiesto di vederci dopo dieci minuti>>
<< Comunque hai impiegato un’ora>> Puntualizzò Minako.
Colpii il bancone con entrambe le mani e sbottai.
<< Non è questo il punto. Amy Usako è stata violentata da quel bastardo vero?>>
<<  Cosa stai farneticando >> Urlarono in coro Mamoru e Motoki.
Amy distolse lo sguardo. Mi porse il libro a pagina 45.
Capitolo 5 – 365 giorni d’inferno.
<< Allora Seiya ci vuoi spiegare?>> Chiese spazientita Rei.

Ero così felice. Seiya mi aveva appena dichiarato il suo amore. Mi sembrava di sognare. Andò via lasciandomi una promessa nel cuore, mi avrebbe aspettato per sempre. Mancavano solo tre anni. Avrei voluto essere sua in quel pomeriggio ma mi aveva rispettata. Ero troppo piccola e poi avevamo tutto il tempo di questo mondo. Come si sbagliava. Non immaginava che il marito di mia zia provasse un affetto morboso nei miei riguardi. Aveva assistito alla scena e ci mise poco a sbottare. Pochi terribili istanti e abusò di me. Non solo mi avevano rubato la famiglia ora mi aveva sottratto anche la mia innocenza.
Il libro mi scivolò dalle mani, quel bastardo aveva violato la mia Usako.


 

Nda: Scusatemi per questo lunghissimo capitolo ma non riuscivo a fermarmi. Nel prossimo vedremo tutti i nostri amici acquistare il libro. Ognuno di loro è assetato di sapere. Motoki scoprirà di Chibiusa e chiederà aiuto ai cugini Kou per rintracciare la sua Usagi. In fondo i Kou e Seiya hanno il suo numero. 

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Capitolo 17
*** Rabbia e frustrazione ***


Capitolo 17
 
Rabbia e frustrazione



 
Pov Motoki
 
Erano andati via tutti. In un attimo ognuno di noi aveva sentito l'esigenza di rimanere da solo. Nessuno aveva digerito bene la notizia. Io ero furioso, come avevo potuto non accorgermi di nulla? Ripensavo alle poche lettere in cui comunicava di scappare, le telefonate a singhiozzi e le registrazioni pimpanti. Sembrava una normalissima ragazza e invece era una donna stravolta dal dolore. Prima di uscire Amy capì il mio dolore. La ragazza appoggiò la sua copia sul banco.
 
<< Credo che la ricomprerò, in fondo tu devi lavorare e non puoi allontanarti.>>
 
Cercai di sorriderle ma non ci riuscii. Mi sembrava di avere una paralisi facciale.
 
<< Grazie Amy, te lo ripago, almeno potrai finire di leggerlo.>>
 
Una volta che anche lei fu uscita, iniziai la lettura. A ogni pagina, un tassello della mia vita andava perfettamente a incastrarsi al suo posto. A ogni riga riuscii finalmente a collegare tutto. L'odio di mia madre per sua sorella, le crisi isteriche, le urla nello studio e i continui pedinamenti nei riguardi di mio padre. Sua sorella aveva sedotto suo marito. Infine la tragedia, lei era rimasta incinta. Tremai, avevo sempre creduto che quella bambina fosse una Tomoe e invece ... Nelle sue vene scorreva il mio stesso sangue, anche lei era una Tsukino.
Mi fermai un attimo, avevo bisogno di prendere fiato. La neonata morte in fasce era mia sorella? Perché avevano mentito sulla sua età al decesso? Continuai a leggere e il perché arrivò lento e doloroso. Leggendo avevo concluso che mi avevano rubato la possibilità di conoscere mia sorella, di proteggerla e di confidarmi con lei proprio come avrei potuto fare con Usagi. Sorrisi amaramente. In fondo per colpa di quegli assassini non l'avevo potuto fare nemmeno con lei. Mia madre aveva strangolato mia sorella. Mia zia e il suo scagnozzo per vendetta li avevano assassinati. Boom ... E tutto era finito in un gran botto.
Esmeralda non contenta aveva ricattato il notaio e ottenuto l'affidamento di Usa. Ero sconvolto, la mia famiglia era un covo di criminali e a pagarne le conseguenze erano state le mie sorelle: Una aveva perso la vita ... L'altra l'anima. Era stata picchiata, punita nelle maniere più assurde ed era stata violentata da quel bastardo indisturbatamente per un anno.
Avrei voluto ammazzare quello stronzo, come aveva potuto fargli questo? Ora capivo le parole di Seiya, quel dolore nei suoi occhi era stato solo un ulteriore conferma. Mi alzai in piedi e scaraventai il vassoio con le tazze a terra. Ero furioso, come avevo fatto a non capire? Perché non ero corso a Hiroshima a riprendermela? Mi maledii in tutte le lingue del mondo. Chiusi il volume esausto. Per oggi avevo scoperto fin troppo, non immaginavo cosa sarebbe successo il giorno dopo. 
Chiusi la sala giochi e me ne andai a letto. Perdonami Usa, sono stato così cieco.

 


Pov Amy
Avevo lasciato il Crow in uno stato pietoso. Mi sentivo colpevole. Ero sempre stata così intelligente come avevo fatto a non capire? Conoscevo così bene Usagi eppure negli ultimi due anni era riuscita a ingannarci così bene. Nelle sue mail, nelle registrazioni, nelle lettere non era mai trapelato nulla.  Aveva quell’enorme segreto nel cuore eppure sembrava serena. Quello che mi faceva impazzire, era l’idea del triangolo amoroso che si era creato tra Mamoru, Seiya e Usagi. Immaginai per un attimo la reazione di Rei. Prevedevo tempesta a Tokyo.


 

Pov Taiki


Eravamo andati via in un religioso silenzio. Avevamo cercato di fermare quel testone di Seiya ma senza risultato. Era furioso, la donna che amava aveva dovuto patire sei anni d’inferno e lui si era sentito così impotente. Avevo deciso di comprare anch’io il libro e Yaten mi aveva accompagnato. Quella ragazza mi era sempre stata a cuore. Aveva un animo così nobile e altruista che odiavo sapere che le avessero riservato un tale trattamento. All’improvviso Yaten sbottò.

<< Non capisco perché non c’è ne abbia parlato quella stupida.>>
<< Aspetta Yaten, c’è dell’altro.>> Aggiunsi chiudendo il libro.
<< Cosa?>> Chiese preoccupato l’argenteo.
<< Mamoru ha tradito Rei e Seiya…>>
<< Cosa intendi dire?>> Gli porsi il libro e sgranò gli occhi.
<< Lo sempre detto che Mamo avesse un debole per lei.>>

Riprendemmo a camminare e a chiacchierare. Presto si sarebbe scatenato il ciclone Hino/ Chiba in città.

 



Pov Makoto


Motoki era sconvolto e io avevo preferito lasciarlo solo. Avrei voluto condividere con lui il suo dolore e invece si era chiuso nel suo guscio. Entrai in libreria e aquistai quella miniera di segreti. Ero troppo curiosa di sapere cosa fosse successo alla nostra piccola Usa.  Pian piano che leggevo tutto aveva un senso. I gesti inconsulti dei genitori di Motoki, la zia crudele, tutto finalmente era chiaro. Usagi era stata la valvola di sfogo di quella donna ferita, credeva di vendicare sua figlia e invece non capiva che così avrebbe procurato altro dolore. Continuai a leggere, quando un messaggio attirò la mia attenzione.
<< Non vorrei essere nei panni di Mamoru domani. Mi sa che Seiya e Rei saranno davvero furiosi. Mina.>>
Cosa centravano Mamoru? Perché Seiya e Rei sarebbbero stati furiosi? Poi un lampo di genio. Tantissime immagini dei due Chiba si susseguirono nella mia mente. Andai all’ultimo capitolo e capii. Usagi e Mamoru l’avevano combinata davvero grossa.
 
Pov Rei

Avevo comprato anch’io il libro di Usagi. Era brutto ammetterlo ma l’avevo fatto per gelosia. Non so perché ma una piccola parte di me, temeva quella biondina. Mamoru era sempre stato molto legato a lei e spesso si era trovato ai ferri corti con Seiya per questo. Ormai ero la sua donna da più di tre anni. Tre mesi fa avevamo ufficializzato il nostro rapporto, nello stesso momento Seiya ritornava a casa con il cuore spezzato. Avevamo chiesto spiegazioni ma il cantante aveva issato un muro. Ora leggendo capivo tante cose. Iniziai a tremare dalla rabbia, come aveva potuto mentirmi così? Aveva amato quella ragazzina segretamente per anni poi all’ennesima lite con suo fratello e tentennamento di lei aveva scelto me: la bella sacerdotessa. Continuai a leggere fin quando il mio cuore non smise di battere.

<< Un giorno al mio ritorno dovrò implorare il perdono di tre persone: mio fratello, il mio amato e la mia migliore amica. Dovrò impegnarmi a incollare tutti i pezzi del loro cuore e a riconquistare la loro fiducia. Sono una persona orribile, questa non è una giustificazione ma un dato di fatto. Non si può tradire chi si ama… ed io l’ho fatto.>>

Il fiato sembrava mancarmi per quanto fossi agitata. Dovevo sapere, leggere avrebbe spalancato le porte di quella realtà a me sconosciuta.
<< Il primo mi dovrà perdonare perché sono scappata, il secondo perché nonostante lo amassi al primo ostacolo mi sono arresa e la terza perché ho creduto che usare il suo uomo sarebbe stato il modo migliore per punire e per punirmi.>>

Non ci volle molto e capii. Ecco perché ora portavo quell’anello. Quel bastardo aveva cercato di mettersi la coscienza in pace.
Appena finii di leggere quel massacro lo lancia dalla finestra. Basta non volevo più saperne.

 

Pov Seiya

Sconvolto, questa era la parola giusta a descrivere il mio stato d’animo. La mia povera Usagi aveva vissuto un vero inferno a Hiroshima. Se solo avessi immaginato cosa le riservasse quel bastardo l’avrei rapita quel giorno. Ricordavo ancora la sua muta richiesta di avere di più. Quello stesso giorno quel bastardo era entrato in lei. L’aveva violata e usata come un animale. Aveva sfogato i suoi istinti macchiando quel candido fiore. Corsi nella libreria all’angolo dello studio e comprai il libro. Scorsi velocemente l’indice e lessi alcuni titoli che mi fecero riflettere. Confusione nel cuore. Aprii quel capitolo e lo lessi avidamente. Come temevo, quelle pagine parlavano dei fratelli Chiba così diversi ma entrambi importanti per la giovane scrittrice. Leggendo mi si faceva chiara una cosa, Usako era stata confusa per molto tempo e Mamoru quel maledetto giorno che si era presentato a Hiroshima si era dichiarato. L’aveva negato fino allo stremo, solo dopo un pugno si era deciso a parlare. Riguardai l’indice e inghiottii a vuoto. L’ultimo capitolo mi sembrava strano, quasi una richiesta di perdono. Perdonami se puoi. Cominciai a leggere e il cuore sembrò perdere un battito.


Perdonami,
Le parole non bastano a esprimerti il dolore che sento. Sono una stupida, ho creduto che l’amore potesse abbattere tutti gli ostacoli ma avevo fatto male i conti. Avevo dimenticato la mia insicurezza, quell’enorme tira e molla per capire per chi e per cosa tornare. Ci avevo messo tre anni per capirlo. Sarei tornata da te perché ti amavo. Era te che volevo e finalmente lo sapevo. Avevo chiesto a Yaten di non dirtelo che stupida, non immaginavo di quel maledetto annuncio. Quella terribile notizia che in un secondo mi aveva annientato corpo e anima. Vagavo sola e disperata per la città. Trovai un bar e affogai i miei dispiaceri nell’alcool. Come strana la vita che beffarda si prende gioco di noi. Stavo uscendo e lì è successo. Ti ho tradito. Non con un uomo qualsiasi ma con il sangue del tuo sangue e me ne pento ogni giorno. Sono novanta giorni che mi maledico che ripeto a me stessa che sono un mostro. Non ti meritavo altrimenti non avrei dubitato di noi. Sono una stupida ma ti amo ancora.
 
Chiusi il libro e lo riposi nella giacca. Avevo deciso, non sarei tornato a casa. Non mi andava di vederlo. Dovevo telefonarla, vole vo sentire la sua voce. Sentivo sulla punta della lingua un’infinità di cose, non c’è la facevo più. Mio fratello però non l’avrebbe passata liscia.
 
Pov Usagi

Ero così intenta a guardare la tv che quando il mio cellulare prese a squillare non guardai nemmeno il display, prima di rispondere.
<< Haruka cosa c’è? Ti ho detto che non mi va di uscire.>>
<< Mi scambi sempre per questa Haruka, immagino sia la donna che ti è stata accanto in questi ultimi due anni.>>
Rimasi senza fiato, la sua voce avrei potuto riconoscerla tra mille e mi avrebbe fatto sempre lo stesso effetto.
<< Seiya?>>
<< Sono io, ho letto il libro.>>
Calò un’enorme silenzio tra di noi. Aveva letto il libro. Ora tutti sapevano la verità. Decisi d‘indagare.
<< Come sta Motoki? E tu?>>
<< Motoki è scioccato, dovresti cercarlo. Io come vuoi che stia …>>
Il suo tono si alzò di qualche ottava e cominciò ad urlare.
<< Come cazzo vuoi che mi senta eh? Usagi mi hai tradito con mio fratello. Potevi punirmi con un altro uomo e invece…>>
Mi aveva chiamato Usagi, niente nomignoli o parole affettuose, per lui ormai non ero più niente.
<< Sono una persona orribile lo so.>>

Non gli diedi il tempo di ribbattere, chiusi la comunicazione e lanciai il cellulare al muro.
Fanculo tutti. Chi diceva che l’onestà premia sempre? Si sbagliava di grosso, la verità spesso uccide i rapporti.

 
 
Pov Motoki
Ero impegnato a pulire il bancone quando entrarono Seiya e Rei. Sembravano esausti e stanchi. L’aria che si respirava era invivibile.
<< Salve ragazzi, tutto bene?>>
<< Hai visto Mamoru?>> Chiese Rei battendo un piede sul pavimento.
<< Non ancora, tra dieci minuti dovrebbe passare per il suo solito caffè>> Puntualizzai guardando l’orologio.
<< Motoki, questo è il numero di Usagi.>> Mi disse Seiya porgendomi un biglietto.
Sapevo quanto gli era costato farlo eppure mi sentivo così felice. Guardai l’orologio e calcolando il fuso orario decisi di attendere ancora qualche ora. In quel momento entrò Mamoru. Rei e Seiya gli si pararono davanti:

<< Cosa ci fate qui a quest’ora?>> Chiese il giovane medico stranito.
<< Aspettavamo te>> Rispose suo fratello a braccia conserte.
<< Ci devi delle spiegazioni>> Avanzò Rei furiosa puntandolo con un dito.
<< Cosa dovrei dirvi?>>
<< Hai letto il libro?>> Chiese Seiya fulminandolo con gli occhi.
<< Avrei dovuto? Non m’interessa di quello che fa la tua ragazzina … senza offesa.>> Rispose Mamoru roteando la mano.
Cosa centrava Usagi? Perché quei due sembravano furiosi.
<< Non t’interessa eh? Hai un bel coraggio Mamoru Chiba. Stiamo insieme da tre anni e segretamente eri innamorato di lei.>>
Mamoru sbiancò di colpo. Non credevo alle mie orecchie. Mamoru innamorato di Usagi?
<< Non sclerare Rei, sono solo i deliri di una ragazzina.>> Cercò di giustificarsi.
Seiya a quelle parole sbottò e lo assalì. Gli sferrò un pugno in pieno viso. Mi precipitai a dividerli, non volevo casini nel mio locale.
<< Basta ragazzi, un po’ di contegno.>> Urlai mettendomi in mezzo.
<< Dillo al tuo amichetto tutto pepe. È impazzito.>> Disse Mamoru ripulendosi un rivolo di sangue dal viso.
<< Io sarei pazzo? Sapevi quanto l’amassi, come ti avevo rivelato l’idea della trovata pubblicitaria. Tu che hai fatto invece tre mesi fa? Rispondi, abbi il coraggio di dirlo davanti a Motoki.>> Seiya era furibondo.
<< Cosa dovrei dire scusa?>>
<< La verità Mamo, pura e semplice.>> Rei era sull’orlo di una crisi di pianto.
<< Diglielo che ti sei scopato sua sorella. Diglielo che l’hai vista ubriaca e disperata e ne hai approfittato.>>
Seiya era esploso e con lui anche il mio cuore. Come aveva potuto?
<< Cos’è questa storia?>> Chiesi fissandolo in malo modo.
<< Sono andato a letto con Usagi va bene?>>
Nella sala del Crow calò un silenzio terrificante. Cosa sarebbe successo ora?

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Capitolo 18
*** Confronto in diretta ***


Nda: salve a tutti/e, eccomi qui con un nuovo capitolo, ricco di colpi di scena e di emozioni. Spero che vi piaccia. Ringrazio tutti quelli che leggono, chi legge e chi puntualmente recensisce.
Dedico questo capitolo a voi, perché mi sostenete sempre. Un bacio Drem_of_love…. O semplicemente Giusy in fondo è il mio nome. Ahaha Buona lettura.
Sakura questo è per te… C’è un mometo love love tutto per te.
Vi allego il link della mia storia originale, spero che qualcuno di voi vada a leggere e a lasciarmi la sua opinione anche lì.
www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2825224&i=1
 


 
Capitolo 18
Confronto in diretta
 
Pov Mamoru
Ora come mi giustificavo? Motoki mi guardava pieno di rabbia e non potevo biasimarlo. Io il suo migliore amico ero andato a letto con la sua sorellina. Detto così era orribile cazzo, tutta colpa della lingua lunga di Ondango e del suo desiderio di verità. Ecco avevo deciso, sarei stato onesto con tutti.

<< Hai capito benissimo Motoki. Ho fatto sesso con tua sorella … Era lì bella e indifesa, piena di dolore ed io non ho resistito. Sarò uno stronzo ma io ho amato Usagi e in quel momento me ne sono sbattuto di tutti>> Avevo sparato tutto d’un fiato.

<< Sei uno stronzo, potevi essere onesto con me.>> Urlò frustato il mio amico, sferrandomi un pugno.

Ero un coglione, me lo meritavo. Motoki era sempre stato sincero con me.
<< Mi hai preso in giro?>> Affermò Rei disperata.

<< No, provo qualcosa anche per te. Ho sbagliato a non parlarti dei miei sentimenti per Usagi.>> Abbassai lo sguardo, era stato davvero ignobile.

<< Cosa ne sarà di noi?>> Una supplica cui non trovavo risposta.

<< Non lo so Rei, sono confuso. Ho bisogno di stare un po’ solo. Non voglio più farti soffrire.>>

Afferrai il giubbotto e guadagnai l’uscita. Non ne potevo più dei loro sguardi d’odio. Alla porta mi fermai e puntai il mio sguardo rabbioso su Seiya.
<< Sarai felice ora fratellino, hai ottenuto quello che volevi.>>
Non gli diedi tempo di replicare, chiusi la porta e uscii. Ero furioso, afferrai il cellulare e composi quel maledetto numero, in tre mesi l’avevo fatto così tante volte. Non ero mai riuscito a parlare.

<< Pronto?>>

<< Sei una stupida, cosa ti è saltato in testa? Sparare una bomba così senza avvisarmi. Motoki  e Seiya mi hanno picchiato, Rei è isterica e gli altri non li ho ancora visti. >>

<< Mi dispiace Mamo chan, volevo solo essere sincera>>

<< Ti credi così onesta? Perché ti sei nascosta dietro a un libro? Usagi perché non hai preso un fottutissimo aereo e li hai affrontati a viso aperto?>>

<< Hai ragione sono stata una codarda, perdonami.>>

Usagi attaccò e il mio cuore perse un battito. L’avevo ferita, era stato più forte di me. Ero furioso.
Guardai l’orologio, infilai il casco e partii. Un turno in ospedale era proprio quello che ci voleva.

 


Pov Usagi


Non ero riuscita a trattenere le lacrime, aveva ragione Mamo, ero una vigliacca. Mi ero nascosta dietro al libro a chilometri di distanza, potevo affrontarli e l’avrei fatto. Alzai il telefono e composi il numero di Life is now. Mi avevano proposto un’intervista a confronto con Seiya, in fondo il mio amato era molto amato in America. Secondo l’autrice del programma, il cantante aveva accettato di buon grado. Non ero una codarda e l’avrei dimostrato. Avrei affrontato i miei problemi in diretta televisiva.


<< Life is now, come posso aiutarla?>>

<< Sono Usagi Tsukino, gradirei parlare con la signora Pezt Prisma>>

<< Un attimo …>>

Un motivetto rilassante ad accompagnare l’attesa. Pochi istanti dopo una voce calda e sensuale mi raggiunse.

<< Salve signorina Tsukino che piacere. A cosa devo questa telefonata?>>

<< Accetto di fare l’intervista.>>

Un grido di eccitazione misto a godimento investì i miei timpani.

<< Oh che gioia mia cara, va bene tra due settimane? La puntata del sabato in prima serata.>>

<< Certo, per me va bene. A presto signora Prisma.>>

Riagganciai il telefono e sorrisi. Tra due settimane avrei regolato i conti.
 


Due settimane dopo …
Pov Seiya


Stavo per atterrare a New York. Due settimane prima, l’autrice del noto talk show Life is now, mi aveva contattato per un’intervista. Ero titubante sull’accettare. Ero andato in America solo una volta e n’ero tornato col cuore a pezzi. Stavo per declinare quando l’autrice citò l’innominata.

<< Ci sarà anche la Tsukino, lei sa della sua presenza.>>

Non Feci altre domande e accettai su due piedi. Prima o poi avrei dovuto affrontarla, perché aspettare? In fondo lei era consapevole che parlando di noi in un libro, molte riviste e show di gossip, avrebbero tentato di avere l’esclusiva. Io ero invetta alle classifiche con il nostro primo libro, lei in meno di sei mesi aveva bubblicato un vero e proprio bestseller. Con questi pensieri per la testa non notai di essere finalmente arrivato. La voglia di telefonarle fu tanta, non riuscivo ad attendere la diretta. Afferrai il cellulare e composi il suo numero.

<< Pronto?>> Una voce di donna forte e decisa. Non era la sua.

<< Scusi, forse ho sbagliato numero.>> Risposi mortificato.

<< Dipende lei chi cerca.>> Puntualizzò la sconosciuta.

<< Haruka smettila di fare la cretina con il mio cellulare. Dai qua, muoviti.>> Quella voce stizzita e divertita l’avrei riconosciuta tra migliaia.

<< Dai Usa sei petulante, non solo ti faccio da segretaria.>>

Per un’istante ci fu silenzio, poi finalmente …

<< Mi scuso per la mia amica,  Comunque cosa posso fare per lei?>>

Quella risposta fredda e distaccata mi fece male. Ricordai dopo lo smarrimento iniziale che l’avevo telefonata con il cellulare della casa discografica.

<< Usako sono io>>

Silenzio di nuovo, lungo e carico di significati nascosti.

<< Seiya … Sei già arrivato?>> Sorrisi del suo imbarazzo, la giornalista diceva il vero.

<< Si, noto con piacere che Prisma è stata sincera.>>

<< Cosa posso fare per te?>> Chiese stizzita.

<< Niente, volevo solo accettarmi che ci sarai stasera.>>

<< Certo che ci sarò. A stasera.>>

Staccai la telefonata, stasera l’avrei finalmente rivista.

 

 
Pov Usagi


<< Usako sono io>>
Quel suo timbro di voce caldo e sensuale, mi aveva sciolto l’anima. Per un attimo mi aveva fatto dimenticare, quanto male avevo fatto a quel ragazzo.
Mi tremavano le mani, Seiya era già qui. La tensione e l’emozione iniziarono subito a farla da padroni. Il mio stomaco era un subbuglio d’emozioni.  Poi era diventato di nuovo freddo, va beh forse anch’io lo sarei stata se fossi stata al suo posto. Non potevo pretendere che in meno di due mesi avesse dimenticato tutto. Non dovevo sperare che lui fosse ancora innamorato di me. Eppure in una piccola parte del mio cuore lo desideravo tanto. Avrei tanto voluto cancellare tutto con un colpo di spugna, ahimè non era possibile. Ero agitata, volevo presentarmi al meglio. Corsi in camera da Michiru e le chiesi aiuto.

<< Michiru, aiutami devo essere perfetta stasera.>>

<< Lascia fare a me piccola, ti renderò perfetta per il tuo bel rockettaro.>>

L’operazione perfect era iniziata. Tra poche ore l’avrei finalmente rivisto.

 

Pov Minako.


Eravamo tutti raggruppati a casa Kou davanti allo sky. Tra pochi minuti sarebbe cominciato il programma Life is now. Stasera sia Usagi che Seiya, sarebbero stati su quel palco. La tensione era alle stelle, Mamoru aveva accettato di unirsi a noi anche se Motoki e Rei non gli rivolgevano ancora la parola. Partì il gingle iniziale e trascinai il povero Yaten sul tappeto al mio fianco.

<< Sssh sta per iniziare.>>

Salve a tutti e benvenuti a Life is now. Stasera con noi molti ospiti brillanti. Il primo della serata è il fantastico Seiya Chiba, leader dei three lights.

<< Salve Seiya, benvenuto.>> Salutò cordialmente la bella condutrice, porgendogli la mano.

<< Grazie Galaxia, è un piacere essere qui>>

L’intervista scorse velocemente, tra domande sulle nuove canzoni e il prossimo lavoro discografico. Fin quando a un certo punto:

<< Ora passiamo al personale, cosa ne pensi di quest’opera?>> Disse la bionda indicando lo schermo alle sue spalle.

Il fiato mancò a tutti in quel momento, soprattutto al moro. Ecco come avrebbero introdotto Usagi nel programma.
Un cuore che brucia – Usagi Tsukino

<< Un fantastico lavoro, basti pensare che in pochi mesi è diventato un bestseller.>> Rispose Seiya leggermente agitato.

<< Come siamo formali caro Seiya, ormai tutto il mondo è a conoscenza  che sia tu il protagonista maschile di quest’affascinante storia. Cosa c’è stato tra te e l’autrice?>>

Seiya era in difficoltà, credeva di partecipare ad uno show con Usagi, non immaginava che la loro storia sarebbe diventata l’attrazione della serata.

<< Dai Galaxia, certe cose si devono chiedere solo quando è presente anche l’altra persona.>>

<< Infatti per la gioia di tutte le tue fans e dei suoi ammiratori eccola: Usagi tsukino>>

In quel momento il mondo si fermò, eravamo tutti con fiato sospeso.
 



Pov Usagi


Mi aveva annunciata. Non credevo fosse così imbarazzante e invece… Scesi i tre gradini e mi ritrovai al centro dello studio, Seiya mi fissava estasiato. Leggevo nei suoi occhi la voglia di abbracciarmi, era la stessa che c’era nei mie. Mi avvicinai sorridente e stinsi la mano della sgallettata bionda. Ci stava provando da oltre mezz’ora con il rockettaro, sorrideva lasciva e ammiccava ad ogni minima parola. Grr che rabbia. Sfoderai il sorriso più falso del mondo e ricambiai il suo saluto.

<< Salve Tsukino, finalmente abbiamo il piacere di vederti dal vivo.>>

<< Grazie Galaxia, chiamami Usagi. Eh sì, fin ora ho preferito restare anonima.>>

<< Finalmente diamo un volto al grande amore di Chiba.>> Pronunciò divertita la strega.

<< Non esageriamo, siamo vecchi amici d’infanzia forse la mia fantasia ha ingigantito un po’ le cose.>> Risposi  agitando le mani nervosamente.

<< Come siamo modeste. Vorresti per caso negare di essere stata con il bel Seiya?>>

Il moro mi guardava di sottecchi e se la rideva. Stupido invece di aiutarmi sghignazzava come un poppante.

<< Ecco io veramente …>>

In quel momento il moro prese parola.

<< Su Galaxia, smettila d’imbarazzare Usagi. Siamo stati insieme qualche anno fa, non ha funzionato. Lei era lontana ed io non avrei potuto aspettarla in eterno.>> affermò tranquillo Seiya.

<< Ti riferisci alla bella Setsuna immagino?>>

<< Si caro Seiya, perché non ci racconti di lei?>> Infierii puntando i miei occhi ceruli nei suoi blu notte.

<< è stato un semplice flirt piccola Usako a differenza del tuo con Mamoru>> Rispose pungente.

Gli animi si stavano riscldando, non credevo alle mie orecchie Seiya mi rinfacciava pubblicamente la tresca con Mamoru?

<< Ti ricordo che non stavamo insieme>>

<< Lo so cazzo, non capisco però la necessità di finire a letto con mio fratello se mi amavi.>> Urlò alzandosi dalla sua poltroncina e posizionandosi di fronte a me.

<< Oh oh oh, quale fantasia. La nostra giovane amica si è data da fare.>> Ghignò la bionda tinta soddisfatta.

<< Fatti gli affaracci tuoi strega. Credevo avessi scelto lei, ero così amareggiata e delusa…>>

<< Così tanto da consolarti con il dottorin, vero?>>

<< è stato un errore. Io ti amavo, ero venuta per stare finalmente con te quel giorno.>>

<< Hai creduto a delle stupide chiacchiere, non ti riconosco più. Non sei più la mia Usako.>>

La sua ultima frase mi gelò l’anima. Com’eravamo arrivati a tanto? Scoppiai in lacrime in diratte televisiva.

<< Scusatemi …>> Corsi via più veloce della luce. Bene avevo dimostrato di non essere una codarda ma cosa avevo concluso? Mi sentivo uno schifo.

Cominciai a correre senza sosta fuori dagli studi, all’improvviso mi sentii afferrare per un braccio.

<< Aspetta, ti prego.>>

Mi girai e lo vidi. Lì di fronte a me, bello come sempre. Aveva gli occhi liquidi dall’emozione e le guance arrossate per la corsa. Il suo petto si muoveva a un rutmo quasi ipnotizzante a causa dello sforzo.

<< Cosa vuoi? Sei stato chiarissimo. Domani saremo su tutti i giornali.>>

<< Non me ne frega un cazzo Usagi. Lo so ho esagerato ma mettiti nei miei panni.>>
Urlò senza lasciarmi.

<< Lo fatto tante volte e non ti biasimo. Io non ti avrei umiliato così.>>

<< Usako ci hai scritto un libro.>> Puntualizzò ghignando.

<< Ho parlato di tutti i miei sentimenti per te, non solo dei miei sbagli.>>

Lo strattonai, volevo andare via. Non c’e la facevo più. Un ultima domanda però dovevo fargliela. Ero di spalle, non volevo che lui vedesse le mie lacrime. Cercai di non tradirmi con la voce.

<< è per questo che hai accettato l’intervista, vero? Volevi farmela pagare?>>
Avanzò verso di me, il cuore sembrava scoppiarmi nel petto.

<< Come al solito Usako, sei sempre l’ultima a capire.>>

Mi voltai indignata e lui mi sorrise.

<< Io ti amo Usako, ti ho sempre amata. Nonostante i tuoi sbagli e le cazzate varie. Io nonsaprei immaginare una vita senza di te.>>

Asciugò le lacrime dal mio volto con le sue mani e mi baciò. Finalmente tutto aveva un senso.
 
 

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Capitolo 19
*** Notte d'amore ***


Nda: salve a tutti/e, eccomi qui con un nuovo capitolo, ricco di colpi di scena e di emozioni. Spero che vi piaccia. Ringrazio tutti quelli che leggono, chi legge e chi puntualmente recensisce.
Dedico questo capitolo a voi, perché mi sostenete sempre. Un bacio Drem_of_love…. O semplicemente Giusy in fondo è il mio nome. Buona lettura.
 
Vi allego il link della mia storia originale, spero che qualcuno di voi vada a leggere e a lasciarmi la sua opinione anche lì.
www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2825224&i=1
 
Oppure questa: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2847533&i=1
Così da conoscere qualcosa in più di me. Grazie.
 
 
Capitolo 19
Notte d'amore
 
Pov Usagi
 
Non credevo ai miei occhi, Seiya mi stava baciando. Sentivo le sue labbra cercare disperatamente le mie. Le sue mani vagare desiderose sul mio corpo. Fremevo per quelle attenzioni, erano anni che le desideravo.Tra un bacio e l'altro ci staccammo a fatica. Eravamo comunque per strada. Mi prese per mano e mi condusse nella bellissima spider rossa. L'azienda televisiva, non aveva badato a spese per ospitarlo. Accese il motore e io mi misi a giocare con la radio. Infine trovai la stazione radio giapponese che ascoltavo sempre. Appenala voce della dj cessò, le note della canzone di Seiya invasero l'abitacolo.
 
Nel cielo splendono
stelle d'amore e poi
s'alza la luna che dolce ci accoglierà
la mia principessa sarai
Principessa sarai…
 
Stavo giocherellando con la collanina che portavo al collo quando lui rallentò e accostò la macchina lungo il ponte di Brooklyn.
Particolarmente affascinante nella luce dell’alba e del tramonto, da mozzare il fiato nell’illuminazione notturna
Mi strinse le mani.
 
<< La porti ancora?>> Mi chiese il bel moro indicandomi il collo.
 
<< Non lo mai tolta.>> Risposi sorridendo.
 
Strinse ancora più forte la presa. Non sò perché ma l'atmosfera creatasi tra noi sembrava così seria, così solenne.
 
<< Torna a Tokyo con me Usako, ti prego.>>
 
Non credevo alle miei orecchie, Seiya mi stava implorando di ritornare a casa. Avrei voluto buttargli le braccia al collo e dirgli di si ma non potevo. Avevo l'impegno con la casa editrice e l'università da completare.
 
<< Non posso Seiya, lo vorrei tanto ma ...>>
 
Non riuscii a terminare la frase, il mio rockettaro sferrò un pugno allo sterzo.
 
<< Non c’è la faccio più a starti lontano Usako, perché non lo capisci? Potrei aiutarti io con l’università, so benissimo che hai la borsa di studio… e poi sono sicurissimo che la tua casa editrice troverebbe una soluzione.>>
 
Come amavo questo ragazzo. Avrebbe dato fondo a tutto se stesso pur di riportarmi a Tokyo. Aveva ragione, una soluzione si poteva trovare ma come facevo a dirgli il reale motivo del mio tentennamento? Avevo paura, una fottuta paura di tornare a casa e rivedere tutti.
 
<< Seiya io ti amo e lo farò sempre. Mancano altri tre anni. Potresti venire da me quando sei libero e scappare io alle prime occasioni ma non posso lasciare New York.>>
 
Seiya scosse la testa rassegnato. Era terribile vederlo in quello stato, sapevo solo farlo soffrire.


 
 
Pov Seiya


Credevo sarebbe tornata e invece? Continuava a professare d’amarmi eppure non voleva lasciare New York. Qual’era il vero motivo? Avrei resistito altri tre anni lontano da lei? Non m’interessava in quel momento, volevo solo stare con lei. Averla tra le mie braccia e amarla con tutto me stesso. L’amavo dalla tenera età di quindici anni ora ne avevo ventidue. Sette lunghi anni di desiderio represso, d’amore, dolore e follia. Usagi era mia e tale doveva restare.

<< Resta con me stanotte. Ti prometto che supereremo anche questa amore mio, perché io ti amo. Sono sette lunghi anni che lo faccio e non mi stancherò mai di farlo.>>

Usako mi baciò, con passione e con dolore. Anche lei reprimeva tante cose da troppo tempo ormai.
Accesi il motore e mi recai in albergo. I paparazzi erano tutti accalcati alla reception. La mia piccola testolina buffa, mi guardò implorante.

<< Ho capito, non vuoi dare altre notizie in bocca ai giornalisti.>>

<< Abbiamo già dato parecchio spettacolo stasera.>> Rispose sorridendo divertita.

<< Facciamo così io entro da qui e domo questi leoni affamati e tu entri dall’entrata posteriore. Avviserò il capo della sicurezza. Zaffiro è un mio amico.>>

<< Sei fantastico.>> Mi schioccò un bacio sulle labbra e si recò di corsa sul retro.

Avanzai verso i giornalisti che appena mi notarono mi assalirono.

<< Signor Chiba, allora cosa succederà con la signorina Tsukino?>>

<< Non mi va di rispondere.>>

<< è vero che vi conoscete fin da bambini?>>

<< Eravamo vicini di casa a Tokyo quindi…>>

Cercarono di farmi altre domande ma corsi e m’infilai nell’ascensore. Arrivato all’attico la vidi. Era lì, ferma davanti alla porta che mi fissava. Sembrava un sogno ad occhi aperti. Qualche metro più in là, c’era Zaffiro.

<< Ciao Seiya, ecco la tua principessa sana e salva.>>
Disse il capo security sorridendo.

<< Grazie amico, ti devo un favore.>>

Zaffiro andò via, presi la mia amata in braccio ed entrai in camera.
Cominciai a volteggiare come un pazzo per tutta la stanza e lei rideva. Come amavo il suono della sua risata, mi riempiva l’anima. La poggiai sul letto e iniziai a baciarla. Non volevo più trattenermi, volevo amarla. La mia amata ricambiò subito il mio bacio come se da questo dipendesse la sua vita. Le mie mani, scivolarono lungo quel corpo che avevo sognato tante notti. Vedere la sua espressione mentre godeva delle mie carezze, non aveva prezzo. Baciai ogni lembo della sua pelle e pian piano ogni indumento che ci separava crollò al pavimento. Era bellissima, baciata dai candidi raggi della luna che entravano dal balcone. Inarcò il bacino contro di me, anche lei non ne poteva più. Mi posizionai tra le sue gambe.

<< Ti amo, non dimenticarlo mai.>> Le sussurrai prima di penetrarla dolcemente.

 

Pov Usagi


Era tutto perfetto, Seiya era dolcissimo. Si dedicava al mio corpo con una tale devozione da farmi arrossire. Nelle sue mani, mi sentivo il gioiello più prezioso dell’universo.

<< Ti amo, non dimenticarlo mai.>> Appena aveva pronunciato quelle parole, il mio cuore si era sciolto come neve al sole.

<< Anch’io ti amo.>>

Continuammo ad amarci per tutta la notte, fin quando non crollammo esausti. Mi accoccolai tra le sue braccia. Quello era il mio posto preferito.
 

 

Nel frattempo a Tokyo il gruppo di amici …
 
Pov Minako


Erano tutti un fremito, Motoki era preoccupato. Usagi era scappata dalla diretta in lacrime. Prontamente dopo pochi attimi Seiya l’aveva raggiunta. Cosa sarebbe successo tra quei due?

<< Chissà cosa succederà adesso?>> Chiese Mako pensierosa.

<< Seiya è innamorato ancora di lei.>> Aggiunse Yaten sorridendo.

<< Quindi potrebbe ritornare con lui?>> Chiese Motoki impaziente.

<< Usagi ha l’università e il libro da gestire. Non credo>> Puntualizzò saggiamente Taiki.

<< Speriamo bene dai, meritano il loro lieto fine.>> Concluse Rei serena.

Mamoru diede un calcio al tavolino, facendo rovesciare le patatine e i pop corn.

<< Siete dei poveri illusi e mio fratello un coglione. Lei non tornerà, ha paura di rivedervi… pensa di avervi deluso. Si nasconderà dietro a quelle inutili scuse solo per non ammettere le sue debolezze.>>

<< Sei il solito stronzo, perché ogni volta che si parla di lei impazzisci? Non l’hai dimenticata vero? Fattene una ragione lei non ti ama, ti ha solo usato come tu hai fatto con me.>> Sbottò Rei furibonda.

Nella stanza calò il silenzio, forse non davo tutti i torti ad Usagi. Tornare non mi sembrava proprio il caso, solo il tempo avrebbe aggiustato le cose.
 
 

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Capitolo 20
*** Promessa d'amore ***


Nda: Salve a tutte/i siamo agli sgoccioli, mancano pochi capitoli alla conclusione. Mi dispiace solo che nonostante siate in tanti a seguire, nessuna di voi mi lascia mai un commentino. Drem è triste ma scrive lo stesso e concluderà degnamente anche questa storia. Un bacio, buona lettura.
Inoltre vi chiedo scusa per l’attesa ma sto terminando il progetto del mio primo libro che uscirà questo mese. Vi chiedo umilmente perdono.
 
Capitolo 20
Tre anni in un secondo
Pov Usagi

C’eravamo addormentati così, come due sassi, era stato così appagante passare la notte con Seiya, un sogno. Sbattei piano gli occhi per abituarli alla luce e mi girai per bene nel suo abbraccio, quanto mi sarebbe mancato nelle notti di solitudine, in cui solo un dolce ricordo può alleviare il dolore. Sì, fisico e forte al centro del petto, mi toglie il fiato. Meno di ventiquattro ore e il mio amato salirà su un aereo, sarà distante da me 14 lunghe ore, non ricordo più nemmeno quanti chilometri e forse qualche oceano. Tremai, avevo freddo. Sarei stata in grado di sopportare quest’ennesimo distacco? Mi strinsi forte a lui tanto da svegliarlo. Mi guardò con i suoi occhioni blu, pieni di sonno e mi biascicò qualche frase sconessa che il mio cuore registrò come la dichiarazione più dolce del mondo.
<< Buongiorno piccola, ciò pensato tanto stanotte… Perché non mi sposi?>>
Strabuzzai gli occhi per lo stupore, davvero il mio rockettaro mi stava chiedendo di sposarlo?
<< Oddio Seiya! certo che voglio sposarti!>> esclamai buttandogli le braccia al collo.
Il mio amato mi strise forte e dandomi un bacio tra i capelli mi sussurrò.
<< Siediti e chiudi gli occhi.>>
Eseguii i suoi comandi immediatamente, ero troppo curiosa. M’inginocchiai sul letto e attesi. All’improvviso sentii il letto abbassarsi, segno che Seiya fosse sceso da qul giaciglio comodo. Sentii i suoi passi sulla moquette, pochi attimi dopo le note della sua canzone invasero la stanza. Adoravo quella canzone e lui non perdeva occasione per dedicarmela. Improvvisamente sentii la sua mano stringere la mia.
<< Aprii gli occhi.>> mi ordinò accarezzandomi le dita.
Aprii gli occhi incotrando il mare di notte nei suoi. Adoravo perdermi nel suo sguardo era calmo e profondo come il mare d’estate ma sapeva essere anche freddo e tempestoso come quello d’inverno. Seiya iniziò a rovistare nelle tasche della tuta e ne estrasse una scatolina di velluto blu.
< Tieni Usako, questo è per te!>> mi porse la scatolina, l’afferrai con mani tremanti e l’aprii, uno splendido anello in oro bianco con un diamantino al centro apparve davanti ai miei occhi.
<< Oddio Seiya è bellissimo!>> esclamai piangendo come una bambina.
Mi asciugò le lacrime con entrambi i pollici e baciandomi le labbra.
<< Questo è una promessa. Io sarò sempre tuo piccola, ricordalo!>>
Non meritavo Seiya, lui era troppo. Nonostante l’avessi ferito, frainteso e amato un altro lui era ancora di fronte a me e mi offriva il suo cuore su un piatto d’argento. Mi sentii in colpa, sarei stata in grado di non deludere le sue aspettative? Avrei resistito alle stupide gelosie? Scossi energicamente la testa. Basta, non dovevo avere più paura. Finalmente sapevo cosa volevo. Io volevo lui, era l’uomo della mia vita e non avrei permesso più a nessuno di portarmelo via.
<< Ti amo Seiya!>>
Il moro m’infilò l’anello e mi strinse forte a sé. Lo volevo, tra meno di ventiquattro ore sarebbe tornato in Giappone ed io sarei rimasta di nuovo sola. Non volevo che lui partisse così, volevo amarlo ancora, stringermi a lui, sentirlo dentro di me. Iniziai con urgenza a baciargli ogni centimetro di quel corpo muscolo che per anni aveva tormentato i miei sogni. Ad ogni mio tocco sentivo il mio amato trattenere un gemito di piacere. Lasciai una scia di languidi baci dall’incavo del collo all’ombelico. Quando arrivai all’elastico della tuta ci misi un attimo, liberai la sua erezione e la baciai lentamente.
<< Oddio Usako, tu mi farai morire!>>
Fu un attimo e il mio adorato ribalto la situazione, ora era lui a sovrastarmi con il suo corpo. Iniziò a ricambiare le mie attenzioni dando vita così a una dolce tortura. Mi ritrovai dopo nemmeno dieci minuti ad ansimare con il fiato corto, lo volevo dentro di me, non ne potevo più.
<< Ti prego Seiya…>> riuscii a biascicare appena.
Il moro non se lo fece ripetere due volte, s’insinuò in mezzo alle mie gambe e mi penetrò con una spinta decisa. Mi aggrappai con tutta la mia forza alle sue spalle per non urlare dal piacere, a ogni sua spinta una forte sensazione di calore si espandeva nel mio ventre. Seiya iniziò ad aumentare il ritmo delle spinte, ogni mio mugolio veniva soffocato da un suo bacio rovente. Stava per ritrarsi ma lo fermai.
<< Ti prego Usako, non c’è la faccio più!>>
Gli strinsi più forte le gambe alla vita e lo tirai a me.
<< Io sarò per semprte tua, ricordalo!>>
Seiya riversò dentro di me il suo piacere, finalmente ero felice.
La giornata trascorse veloce e arrivò il tempo di salutarsi. Eravamo in aereoporto, quando lui mi baciò davanti a tutti i giornalisti.
<< Signor Kou allora lei e la Tsukino soete tornati insieme?>>
Il mio amato mi strinse più forte e mostrò la mano ai paparazzi.
<< Certo, siamo tornati insieme e al suo ritorno in patria ci sposeremo! >>
Ora tutto il mondo sapeva, presto sarei diventata la signora Kou.
Credevo la felicità durasse per sempre, non immaginavo cosa stava per accadere.

 

Pov Mamoru

Mio fratello stava per tornare, chissà cosa era accaduto con Usagi. Passeggiavo nervosamente per casa quando decisi di collegarmi a internet. Chissà che qualche sito americano non avesse scritto qualcosa su di lui, in fondo era una star internazionale. Appena digitò il nome di suo fratello in rete, una miriade di link apparirono davanti ai suoi occhi. Le ultime news risalivano a meno di tre ore prima.
<< Il famoso leader del gruppo dei three lights torna in patria felice. Presto convolerà a nozze con la sua fidanzata Usagi Tsukino, sua connazionale diventata famosa grazie alla sua autobiografia. Il giovane musicista zittisce i fan mostrando l’anello di fidanzamento e dichiarandosi l’uomo più felice del mondo.>>
Quelle parole mi perforarono il cervello come un martello pneumatico. Seiya e Usagi si erano fidanzati ufficialmente. Mio fratello c’era riuscito, finalmente aveva ottenuto l’amore della sua piccola Usako.  Ero furioso, perché lei aveva accettato? Davvero non ero contato niente per lei? Presi la giacca e uscii, avevo bisogno di bere. Chissà che una buona birra non mi avrebbe calmato.

 

Pov Seiya

Ero felicissimo, finalmente Usako era solo mia. Ero partito così molto più tranquillo. Presto sarebbe tornata a casa, l’avrei sposata e avremmo coronato il nostro sogno d’amore. Stavo pensando a cosa sarebbe successo al mio ritorno a casa. Le notizie facevano subito il giro del mondo, bastavano pochi click e qualche foto. Ero sicurissimo che i ragazzi e le ragazze sarebbero stati felicissimi per noi ma nel profondo del mio cuore temevo la reazione di Mamoru. Sapevo benissimo cosa provava per Usagi, non l’aveva dimenticata. Aveva perfino lasciato Rei ma non mi sarei fatto mai da parte, io amavo Usagi fin dalla prima volta che l’avevo vista. Lui mi aveva criticato tantissime volte e infine si era innamorato di lei. A volte il destino era davvero strano.                                                                                                                                           
 

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Capitolo 21
*** Lasciarsi ***


Salve a tutti/e. Eccomi qui di ritorno, finalmente ho terminato il mio libro e ora attendo la pubblicazione: speriamo bene! Voi come state?Sakura perdonami per quello che succederà in questo capitolo ma ho dovuto farlo.

Capitolo 21
Lasciarsi


Le storie a distanza si sa sono sempre destinate a fallire. Per quanto tu ti possa impegnare ci sarà sempre un momento in cui, uno dei due deciderà di mollare. Fu proprio quello che successe quel giorno: lui decise di lasciarmi.
Erano passati due anni dall'inizio della nostra relazione, una volta al mese Seiya volava da me per il week - end. Quando potevo io scappavo da lui e trascorrevo qualche giorno con Motoki e Makoto nell'assoluto silenzio. Non mi andava ancora di vedere gli altri, non mi sentivo pronta. Sembrava tutto andare a gonfie vele, eravamo i classici fidanzatini tutti cicci e pucci fino a quel maledetto giorno.
Mancavano pochi mesi alla mia laurea, tra poco sarei tornata a casa. Ero al pc, quel giorno avevo una strana sensazione. Aprii la mia mail e controllai una posta. C'era un messaggio di Seiya.

Cara Usagi,
Scusami se puoi ma io non c'è la faccio più. Ti sembrerà assurdo quello che sto per dirti: non voglio più stare con te.
Ti ho amata davvero tanto ma ora è giunto il momento di andare avanti. In questi giorni partirò per una tournée in Italia, torno tra un anno. È un occasione imperdibile e non voglio privarmene.
Seiya


Non credevo ai miei occhi. Lui mi stava lasciando? Sopratutto lo faceva per email? Mi sentii una cretina patenta. C'eravamo visti appena dieci giorni prima perché non me ne aveva parlato? Sembrava essere tutto perfetto e invece... Lui covava quest'enorme segreto.
Afferrai nervosa il telefono tra le mani, volevo urlargli contro tutto il mio dolore, ne avevo tutto il diritto. Appena mi portai l'apparecchio all'orecchio la voce metallica della segreteria m'informo che il signorino aveva il telefono staccato. Ricontrollai la posta e notai che l'email era di tre giorni prima, forse era già partito. Chiamai Motoki piangendo, avevo bisogno di lui.
- Ciao Motoki, tutto bene?
- Ohi Usa, si e tu? Hai una voce! - rispose mio fratello preoccupato.
- Niente un pò d'influenza. Come va lì? - chiesi cercando di apparire malata.
- Tutto bene anche se ci si annoia. I ragazzi sono partiti per l'Italia tre giorni fa, torneranno tra un anno. Credo che tu questo già lo sappia!
- Sì, Seiya mi aveva avvertito. Ora devo andare, ti chiamo domani ok?
- Ciao piccola!
Avevo mentito a mio fratello, ero una persona orribile. Mi stravaccai sul letto e iniziai a piangere, non era vero, non poteva finire così!


Nel frattempo a Milano ci preparavano per il nostro primo concerto.
- Che strano, non sento Usagi da cinque giorni!
- Sarà impegnata. In fondo deve quasi presentare la tesi no? - mi rassicurò Taiki.
- Avrà trovato qualcuno molto più figo di te! - sogghignò Yaten divertito.
Non avevo notato un particolare. Kakyuu la figlia del nostro menager sorrideva cattiva da dietro il sipario. Quella ragazza m'inquietava. Era bella certo ma negli occhi aveva una strana luce. Il suo sguardo era duro e cattivo, intorno a lei sembrava aleggiare un'aria di mistero e crudeltà. Probabilmente era una mia impressione, io non vedevo altri che lei, la mia adorata Usako.
Alzai il telefono e composi il suo numero. Tututu... Come odiavo quel rumore, perchè il suo cellulare era sempre fuori posto?
Decisi di chiamare a casa, chissà forse avrei trovato qualcuno.
- Pronto?
- Haruka sono Seiya, Usagi è in casa? Devo parlarle! - la voce della bionda non prometteva nulla di buono.
- Brutto stronzo, hai anche il coraggio di chiamare? Tu Usa la devi lasciare stare, hai capito bene?
- Cosa stai dicendo? Cosa devo fare? Usa è la mia donna, non sarai tu a impedirmi di parlarle!
La comunicazione s'interruppe, la bionda mi aveva chiuso il telefono in faccia. Cosa voleva dire? Mi sembrava d'impazzire.
Due settimane dopo finalmente tra interviste e concerti vari ero riuscito a sedermi al pc. Aprii la mia mail, c'era un'email di Usagi, era di quindici giorni prima.

Sei uno stronzo!
Non credevo mi avresti mai fatto una cosa del genere. Sei liberissimo di viverti la tua vita e la tua ESPERIENZA in Italia. Spero che ti spezzino il cuore, proprio come tu hai fatto con me! Non cerarmi più! Ti odio!!!
Usagi


Cosa??? Non riuscivo a capire quelle parole, sembrava quasi come se lei mi accusasse di averla lasciata? Io che morivo per un suo sorriso ma non scherziamo! Iniziai a vagare per la stanza come un matto, riprovai a chiamarla.
Tututu... Porca miseria stava succedendo qualcosa me lo sentivo. Con le mani legate ripresi i miei impegni.
Le città italiane erano fantastiche, la gente cordiale e i luoghi magici ma niente aveva più senso.


Erano giorni che cominciavo a sentirmi strana. Non avevo voglia di mangiare ne di dormire, avevo le nausee e dei forti mal di testa. Credevo di avere l'influenza fin quando quel giorno non svenni. Michiru preoccupata chiamò Haruka, insieme le ragazze mi portarono in ospedale. Dopo svariati accertamenti il medico ci comunicò:
- Signorina stia tranquilla, era solo un calo di zuccheri. Capita spesso in gravidanza, dovrebbe mangiare di più!
Come, come, COME? GRAVIDANZA? Non credevo alle mie orecchie guardai terrorizzata il calendario e capii, non era un banale ritardo. Ero fottuta! Ora co'avrei fatto? Iniziai a piangere, il medico non fece domande lasciandomi sola con le mie amiche.
- Dovresti dirglielo, in fondo è suo figlio! - mi urlò contro Haruka.
- è un problema mio!
- Pensaci bene Usa, questo piccolo deve avere un padre.- cercò di convincermi Michiru.
- Ho deciso! Terminerò gli studi e tornerò a casa. Mio figlio deve rescere in Giappone ma non con lui. Dirò di aver avuto un'avventura dopo la delusione.
- Nessuno ci crederà, non sei il tipo!- mi ammoni la mia amica urlando.
Haru era così:esplosiva ed energica. Sorrisi amaramente a un ricordo.
- Invece lo sono... Mamoru ti ricorda qualcosa?
Andammo via con questo nuovo segreto nel cuore, presto la mia vita sarebbe cambiata.

 

I mesi passavano e l'Italia si era rivelata fantastica anche se il pensiero di Usagi continuava a martellarmi l'anima. Avevo sentito dai ragazzi che finalmente era tornata a casa, quanto avrei voluto abbracciarla, solo Dio lo sapeva. In quei mesi la compagnia di Kakyuu era stata un vero toccasana. Quella ragazza aveva dimostrato una personalità bipolare da lugubre e tetra era diventata solare e simpatica. Mi sentivo a mio agio con lei fin quando due mesi prima del rientro a casa mi baciò.

- Scusa cosa stai facendo? - chiesi stordito.

- Ancora non l'hai capito sciocco, sono innamorata di te! - rispose stringendomi forte.

Cos'avrei fatto ora? Dovevo reagire, forse lei mi avrebbe aiutato a dimenticare.


Ero sul divano di casa che giocavo con Kousagi. Ormai erano quasi sette mesi che ero ritornata a casa. La piccola sorrideva felice aveva poco più di un mese. In quell'istante Motoki entrò in soggiorno e bacio prima me e poi lei.

- Come stanno le mie donne oggi?

- Benissimo zio e tu?

Era stato così bello ritrovare mio fratello. Ricordavo ancora il giorno che mi ero presentata davanti la porta di casa. Motoki aveva aperto al suono incessante del campanello gridando: "Mako quando vuoi sei davvero insopportabile!" Appena mi aveva visto mi aveva stretto forte.

" Non andrai più via vero?" Era stato bellissimo riabbracciarlo, avevo così bisogno di lui in quel momento. Inizialmente non gli raccontai nulla, i giorni passavano e la pancia cresceva fin quando un giorno di due mesi dopo non entrò per caso in bagno. La mattina Motoki era un pò reattivo. Mi stava fissando la pancia allo specchio, in cinque mesi il mio corpo era davvero cambiato. Mi sentivo strana, fisicamente ero sempre la stessa solo il pancino aveva preso qualche chilo. Stavo sistemando la fascia quando lo vidi attraverso lo specchio.

- Sei incinta? Non ti azzardare a coprirlo! Vuoi per caso ucciderlo?

Mi girai di stucco e mi comprii. Lui mi venne vicino e mi abbracciò.

- Perché non me l'hai detto?

- Non volevo deluderti!

I suoi occhi brillarono e mi strinse più forte.

- Non potresti mai! Chi è il padre? - chiese Motoki serio.

- Non lo so, dopo che Seiya mi ha lasciato spesso sono stata incosciente, volevo dimenticarlo!

Motoki non mi aveva fatto più domande anzi aveva rispettato il mio silenzio. Avevo ripreso a frequentare le ragazze, era bello essere di nuovo insieme. Quando scoprirono la gravidanza cominciarono anche loro a tempestarmi di domande, rifilai anche a loro la stessa storia. I mesi passavano e il ritorno di Seiya si avvicinava, cosa sarebbe successo?

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Capitolo 22
*** Il ritorno ***


Capitolo 22
Il ritorno

Presto sarebbe ritornato Seiya. Per l'intero anno avevo cercato di evitare il problema ma ora, con l'avvicinarsi del suo rientro mi sentivo agitata. Stavo completando il mio nuovo libro quando qualcuno di mia conoscenza, venne a disturbare la mia pace. La musica che riempiva l'aria cessò.
- Ehilà testolina buffa ma stai sempre scrivere? Come mai ascolti i three lights mentre lo fai?
Alzai la testa per osservarlo meglio, Mamoru quando voleva sapeva essere davvero irritante!
- Mi rilassano! E comunque non ti devo nessuna spiegazione! Io ho delle scadenze da rispettare! – borbottai fissando lo schermo del mio notebook.
- Dov’è la piccola? – chiese accomodandosi di fronte a me e sorridendomi sfacciato.
- Con Motoki e Makoto, le stanno scegliendo il vestitino per il matrimonio.
- Quindi siamo soli? – domandò serio avvicinandosi ulteriormente.
Quel gesto improvviso mi fece preoccupare, sobbalzai di scatto dalla sedia. Amavo ancora Seiya e non riuscivo a immaginarmi con nessun altro!
- Perché me lo chiedi? – risposi cercando di respirare regolarmente.
- Devo parlarti a quattrocchi! – esclamò stringendomi per i polsi.
Eravamo uno di fronte all’altra, come odiavo il blu dei suoi occhi, mi ricordavano tanto quelli di lui. Profondi e tempestosi… quanto mi mancavano. Basta dovevo reagire! Non potevo illudermi di sostituire Seiya con lui!
- Credevo di essere stata chiara! Tra di noi non ci sarà mai nulla! – sbottai cercando di liberarmi dalla sua stretta.

Appena tornata a Tokyo scoprii che all’appello mancava anche l’altro Chiba. Era partito da due mesi per un aggiornamento in America. Mi sentii sollevata, sarebbe stato più facile mentire sulla gravidanza e sull’identità del padre di mia figlia senza nessun Chiba nei paraggi. Alcuni mesi dopo rientrò il dottore che apprese felicemente la notizia del mio ritorno. Mamoru mi aveva corteggiato spudoratamente più volte e quando aveva scoperto della bambina, si era offerto di essere non solo il mio compagno ma anche un padre per lei. Tutti i suoi gesti erano stati vani, nel profondo del mio cuore io continuavo ad amare il padre di mia figlia. Nel frattempo Rei si era rifatta una vita, aveva abbandonato del tutto l’idea di avere un qualsiasi tipo di rapporto sentimentale con Chiba e aveva iniziato a frequentare Yuri, l’apprendista sacerdote di suo nonno. La bella mora era così felice che provò anche lei a convincermi.
“ Perché non gli dai una possibilità? A me farebbe piacere! Io ora sono felice e vorrei che lo fossi anche tu!”
“ No Rei! Non posso e non voglio!”
“ è per lui vero? Lo ami ancora?”
“ Si ma devo andare avanti!”

Calde lacrime iniziarono a rigarmi il viso mentre i ricordi scorrevano veloci nella mia mente. Non avevo ammesso con nessuno ciò che sentivo, solo con Rei. A lei bastava un semplice sguardo per capirmi! Sentii le mani di Mamoru accarezzarmi il viso.
- Smettila di piangere, lo sai che non lo sopporto! Ho superato da tempo quella fase, so’ che lo ami ancora! Non voglio parlarti di noi ma di tua figlia! – enfatizzò calcando sull’ultima parola.
- Cosa c’entra Kousagi? – pronunciai quasi piangendo.
- Usagi ti voglio bene lo sai ma non sono stupido! Anche un cieco vedrebbe ciò che tu stai negando. Kousagi è mia nipote, perché negare ancora?
Oddio Mamoru era così serio, cosa dovevo fare? Cercai di riprendere il controllo delle mie emozioni, avrei mentito fino alla fine se necessario!
- Come devo ripetertelo? Kousagi è la conseguenza dell’avventura di una notte! Ho sbagliato e ho deciso di tenere la bambina. Non era giusto sacrificare la sua esistenza per colpa di una mia leggerezza! – strillai esausta di tutta quella situazione.
- Hai un gran cuore Usa ma non avresti tenuto un figlio solo per espiare un tuo sbaglio! Sono un medico Usagi, ho le prove di ciò che sto dicendo! – Mamoru mi porse una busta, sbiancai. Com’era possibile che avesse delle prove? Afferrai quel pezzo di carta con mani tremanti.
- è quello che penso? – chiesi con voce incrinata dal pianto.
- Si Usagi, è un test del dna. Non avrei dovuto farlo senza il tuo permesso ma ho avuto questo dubbio fin dalla prima volta che ho stretto tra le braccia Kousagi. Vorrei conoscere mia nipote e starvi vicino. Non ti obbligherò a dirlo a Seiya, sarai tu a decidere se e quando farlo! Voglio esserci Usagi, non dirmi di no!
La sua voce ferma e rassicurante lacerò il muro della mia anima. In quel momento lasciai crollare tutte le menzogne, aveva fatto tutto questo solo per me e mia figlia come potevo avercela con lui? Mi lasciai andare in un pianto disperato.
- Non voglio obbligarlo a tornare con me, per questo ho mentito! Perdonami se non te ne ho parlato prima, ma ho avuto paura! – pronunciai tra un singhiozzo e l’altro.
Mamoru mi abbracciò teneramente e accarezzandomi la testa.
- Tranquilla Usa. Ora ci sono io!
Ero ancora intenta a frignare quando rientrò Motoki e la piccola.
- Scusate ragazzi, spero di non avervi interrotto! – biascicò mio fratello imbarazzato. Mamoru prese Kousagi tra le braccia e iniziò a giocarci, si avevo proprio bisogno del suo aiuto!
- No Motoki. Ho detto la verità a Mamoru, ho bisogno dell’aiuto di entrambi per evitare che Seiya mi scopri!
Eh sì, il mio fratellone era l’unico a sapere tutta la verità.

Quel giorno che mi aveva beccato davanti allo specchio, mi aveva posto un'unica domanda.
“ è suo vero?”
“ No, è stato l’errore di una notte!”
“ Farò finta di crederci ma ti conosco troppo bene sorellina! Non appoggiò la tua scelta, Seiya dovrebbe sapere di aspettare un figlio!”
“ Ti ho appena detto che non è suo!”
“ Ok Usa, ora pensiamo solo al mio futuro nipotino però!”
- Che sollievo! Uno zio in più fa sempre comodo! Comunque ci siamo noi sorellina, sta tranquilla! – esclamò il mio prode fratellone abbracciandomi.
Appena mi calmai ripresi il mio lavoro, Motoki tornò in caffetteria e Mamoru si offrì di badare un po’ alla piccola. Quel giorno era di riposo per mia fortuna e così finalmente la piccola Tsukino iniziò a conoscere quel ragazzo un po’ strano che era suo zio. Un nodo alla gola di malinconia mi strinse il cuore, in quel momento era così simile al mio vecchio Seiya, forse in un’altra vita sarei stata anche capace di innamorarmi di quel sorriso stupendo e di quegli occhi magnetici ma ahimè in questa ero solo capace di volergli bene come a un fratello. Il mio cuore purtroppo era già occupato e mai nessuno avrebbe mai potuto occupare quel posto!
Una settimana dopo, il rientro della pop band era su tutti i giornali, il mio incubo stava diventando realtà: presto avrei dovuto affrontarlo! I miei amici erano tutti intenti a preparare una mega festa per il rientro dei ragazzi.
Minako si stava occupando dell’intrattenimento, Makoto del catering, Rei degli inviti e la saggia Amy si stava applicando per scegliere qualche regalo utile per le tre star. Le sorelle Mizuno non stavano nella pelle, tra qualche ora avrebbero finalmente riabbracciato i loro ragazzi!
Ero intenta a fissare la piccola, aveva proprio ragione Mamo – chan. Ogni giorno che passava Kousagi somigliava sempre di più a Seiya, i suoi capelli erano colore dell’ebano, le labbra sottili e rosee e gli occhi… quelli ogni istante che passava diventavano un tuffo al cuore, intensi ed espressivi come quelli di lui, quello sguardo mi perforava l’animo ogni mattino!
- Ehi Usa, tu ci sarai stasera? – chiese una Minako tutta pimpante!
- Non credo ragazze, tra un’ora parto per un convegno fuori città! – affermai cercando di apparire convincente.
- Peccato! I ragazzi sarebbero stati felici di riabbracciarti, sono passati dieci anni dall’ultima volta! – aggiunse tristemente Amy.
- Tranquille, non mancherà l’occasione! Vi prometto che se riesco a rimandare di qualche ora faccio un salto! Vi devo chiedere solo un favore? – pronunciai seria.
- Cosa? – chiesero in coro.
- Non voglio per nessuna ragione che Seiya sappia di Kousagi. Non voglio che mi giudichi una poco di buono, ho sbagliato ma ero così fragile allora! E poi quello che conta e che io ami mia figlia! – una mezza bugia era la scelta più saggia.
- Ok Usagi, stai tranquilla! Il tuo segreto è al sicuro! – biascicò Mina colpendosi il petto.
Le ragazze mi abbracciarono, odiavo dover mentire ma ne andava della serenità di tutti. Non potevo sconvolgere la vita di un ragazzo appena venticinquenne con una notizia del genere. Era nel pieno della sua carriera e ormai aveva un’altra donna!
- Grazie ragazze!
In quel momento giunsero Motoki e Mamoru, i due ragazzi si erano offerti per andare all’aeroporto e di distrarli fino all’inizio del party. Afferrai le mie cose, infagottai la piccola e mi recai all’uscita.
- Salutatemi i ragazzi, ci vediamo lunedì! – affermai sorridendo stringendomi alla piccola.
- Mi raccomando state attente! – aggiunse Motoki apprensivo.
All’uscita Mamoru mi bloccò per un polso.
- Ti raggiungo appena finita la festa. Non sono per niente tranquillo sapendovi da sole!
- Ok, a più tardi! – bisbigliai appena.
Lui era sempre così premuroso con noi, mi sentivo davvero meschina. Salii nella mia auto e mi recai alla vecchia casa al mare dei miei genitori. Motoki non l’aveva venduta, sapeva quanto mi piaceva. Lì sarei stata al sicuro e lontano dagli sguardi indiscreti, in fondo nemmeno i media sapevano dell’esistenza di Kousagi. L’avevo tenuta lontano da quel mondo con tutte le mie forze.

 

Pov Seiya
Qualche ora dopo eravamo finalmente atterrati a Tokyo, eravamo finalmente a casa! All’aeroporto si erano presentati mio fratello e Motoki. Appena ci videro ci corsero incontro sorridenti, mi erano mancati tanto!
- Ehilà campione, come stai? – mi chiese mio fratello abbracciandomi.
- Bene, bene, attento che mi stritoli! – biascicai sorridendo.
- Appena ti vedranno le ragazze e la mamma dovrai preoccuparti! – affermò scompigliandomi i capelli.
Mamoru si recò da Taiki e Yaten, un po’ più in là c’era il mio ex cognato, aveva già salutato i miei cugini, gli andai incontro e gli diedi un cinque.
- Ciao Motoki! Allora ho sentito dire che manca poco al matrimonio!
- Eh sì amico mio, qualche mese!
Lo abbracciai, nonostante tutto quello che era successo per me, sarebbe stato sempre come un fratello! Si voltò verso la mia accompagnatrice e la invitò a unirsi a noi.
- Io sono Motoki Tsukino, stasera daremo una festa per questi strampalati, ti va di unirti a noi?
M’intromisi imbarazzato nella discussione.
- Scusami cara, ero così preso dal rivedere mio fratello e il mio migliore amico! Mamoru, Motoki lei è Kakyuu la mia fidanzata!
- Piacere nostro Kakyuu e perdona quel caprone di mio fratello, è un po’ sbadato!
- Figuratevi. Il piacere è tutto mio! Ho sentito tanto parlare di voi, accetto volentieri il vostro invito! Sempre se a Seiya non dispiace! – esclamò sorridendo la mia donna.
- Non dirlo neanche per scherzo, certo che sei la benvenuta! – risposi con un sorriso finto. Non sapevo spiegarmelo ma ero dispiaciuto che i ragazzi l’avessero invitata. Avevo appreso da tutti i notiziari locali che la giova scrittrice nipponica, era tornata in patria e che presto avrebbe lanciato un altro romanzo. Per tutto questo tempo avevo evitato di pensarci ma ora che era a due passi da me mi sentivo agitato.
- Come stanno le ragazze? – s’intromise Yaten spezzando quel clima di tensione.
- Se alludi alla tua Minako, è la solita furia! – sogghignò mio fratello divertito.
Avrei tanto voluto chiedere di lei ma Kakyuu come il resto del mondo conosceva “chi era stata” Usagi Tsukino per me! Ero così preso dai miei pensieri che la voce della mia donna mi colpì come un fulmine a ciel sereno.
- Scusami non vorrei sembrarti sfacciata ma tu sei QUEL MOTOKI TSUKINO?
- Non credo di seguirti! – esclamò il mio amico stranito. Che cosa intendeva?
In quel momento Kayuu estrasse un libro dalla sua fidata borsa e glielo porse.
- Sei il fratello dell’autrice immagino?
Come non riconoscerlo, era il libro di Usagi. Motoki si grattò la nuca e sorridendo rispose.
- Sì, sono proprio QUEL MOTOKI! Usagi è mia sorella!
- Ci sarà anche lei stasera? Sono una sua grande fan! – enfatizzò entusiasta la rossa.
Non credevo ai miei occhi, la mia ragazza era fan della mia ex, questa cosa mi puzzava al quanto. Perché non mi aveva detto di aver letto il libro?
- No mi dispiace! Usa è fuori città per un convegno, tra meno di due settimane uscirà il suo prossimo libro.
- Peccato, mi sarebbe piaciuto conoscerla!
Non diedi più peso alla conversazione, Usako non ci sarebbe stata! Scossi la testa lei non era più la mia “Usako”.


Pov Kakyuu
Una cosa positiva l’avevo scoperta, la fantomatica Usagi era fuori città. Dovevo ammettere che il fratello di Seiya era stato una piacevole scoperta, il dottorino aveva fascino e galanteria da vendere! E pensare che quella scrittrice squattrinata lì avesse avuti entrambi ai suoi piedi, mi faceva una rabbia! Perché avevo una copia del suo libro? L’avevo acquistato per scoprire di più su di lei e Seiya, tutti i giornali e i talkshow più famosi avevano parlato di questa fantastica coppia che nonostante tutto era rimasta insieme! Io ero riuscita a dividerli. E ora dividevo io il letto con il bel moro! Sorrisi soddisfatta al mio ultimo pensiero, nessuno mi avrebbe privato del mio uomo!


Pov Mamoru
Entrammo in macchina, non riuscivo a capire il perché ma quella ragazza non mi piaceva. Era bellissima per carità ma nei suoi occhi avevo scorto qualcosa di malvagio. Appena aveva nominato Usagi poi, avevo notato uno strano rancore… forse ero troppo apprensivo nei riguardi della mia amica ma la rossa non mi convinceva! Lasciammo i fratelli Kou a casa per una rinfrescata, poi mi recai verso casa nostra. Appena fummo lì mia madre, non riuscì a contenere la gioia, finalmente il suo piccolo Seiya era ritornato a casa!
- Ho figliolo! Vieni dalla mamma!
- Mamma mi metti in imbarazzo! – biascicò mio fratello lasciandosi stritolare.
Mia madre salutò affettuosamente Motoki e lanciò uno sguardo indagatore a Kakyuu.
- Rimprovera Usagi da parte mia, è qui da un bel po’ è ancora non è venuta a trovarmi!
- Sarà fatto, signora! È stata un po’ impegnata, sa com’è scrivere un libro le porta via tempo!
Mia madre aveva sempre adorato Usagi e quando aveva scoperto della rottura dei due piccioncini, aveva versato fiumi di lacrime!
- Mamma lei è Kayuu, la mia fidanzata! – pronunciò Seiya abbassando lo sguardo.
- Piacere di conoscervi signora! – affermò la ragazza facendo un piccolo inchino.
- Il piacere è mio!
Mi accomodai in salotto, seguito da Motoki. I due fidanzatini si recarono al piano di sopra per rinfrescarsi, anche se lo sguardo della rossa aveva fatto intendere ben altro.
- Non mi piace! – sbuffai incrociando le braccia.
- Non deve, infatti! – ringhiò Motoki fulminandomi con lo sguardo.
- Come ha fatto a preferirla a Usa? – sbottai incredulo.
- Non lo so’

Angolo dell’autrice: Salve a tutti/e come sono andate le feste? Tanti auguri anche se in ritardo! Dedico questo capitolo a tutte le persone che seguono la mia storia, un grazie particolare vanno alla mia amica Sakura che non ha perso un capitolo e a Neikos che la riletta più volte perché le piace troppo! Manca poco alla fine ormai, cosa succederà alla festa? Un bacio Drem!

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Capitolo 23
*** Il mare mi parla di te ***


Nda: Ci siamo amici/che eccoci giunti al penultimo capitolo di questa mia creatura. Dedico questo capitolo a tutti quelli che leggono, a chi mi ha inserito nelle seguite/preferite e a chi trova il tempo di recensire. Soprattutto lo dedico alla mia amica Sakura che non smette mai di sostenere le mie storie e a Neikos che trova sempre il modo di farmi sapere cosa ne pensa. Spero di ricevere l’opinione anche delle altre, sarebbe bello sapere cosa ne pensate. Un bacio Drem!
 
Capitolo 23
Il mare mi parla di te.

Eravamo saliti in camera per rinfrescarci. Camminavo strisciando, mi sentivo così strano. Non avevo mai portato a casa nessuna. Immaginavo toccasse di diritto a Usagi, ora vedermi affiancato da un'altra donna nella mia routine, mi faceva sentire strano. Un traditore? Forse non aveva senso ma era così che mi sentivo. Mi ero subito rassegnato infilandomi in una nuova relazione. Appena varcai la porta della mia camera, la rossa mi si fiondò al collo come una medusa.
— Tesoro vieni qui! — aveva esclamato sensuale stringendomi sinuosamente.
Un campanello d'allarme trillò nella mia mente, in ogni angolo della mia camera rivedevo lei: i suoi occhi, i suoi capelli, il suo sorriso. Tutto mi parlava di Usagi e non riuscivo a immaginare lontanamente di poter amare un'altra donna in quelle quattro mura. Inventai una scusa su due piedi e mi defilai, non avrei tradito i miei ricordi così.
— Scusami piccola ma devo fare una commissione per mia madre, passo a prenderti dopo! — la informai baciandole le labbra. Kakyuu sembrò crederci per fortuna. In meno di dieci minuti, sfrecciavo con la mia Mazda rx8 per le strade di Tokyo. Con una scusa "banale" mi ero allontanato da casa. Avevo bisogno di respirare, di riflettere, volevo stare da solo!
 
Il paesaggio di Tokyo sfrecciava bello e inesorabile davanti ai miei occhi, avrei dovuto sentirmi a mio agio e invece... Mi sentivo un pesce fuor d'acqua. Stare lontano da qui mi aveva aiutato a dimenticare, ora ritornando i ricordi mi stavano assalendo, tutto intorno gridava il suo nome!
 
Non mi ero reso conto, senza volerlo mi ero recato a Oshima Island. Spesso da bambini ci recavamo lì sotto invito degli Tsukino. Tante volte avevamo corso lungo quelle spiagge, quante litigate perché la schizzavo o per dispetto le rubavo il gelato... Sospirai mi mancava così tanto! Parcheggiai l'auto e cominciai a camminare. Chissà forse il mare mi avrebbe portato consiglio.
 
* * * * *
Da qualche ora fissavo annoiata il panorama di Oshima cullando la piccola Kousagi. Quella spiaggia luminosa mi ricordava tanto lui. Mi sembrava quasi di vederlo mentre lottavamo sulla sabbia da bambini o quando per dispetto mi strappava il gelato dalle mani. Eravamo solo dei bambini eppure ora avrei pagato tutto l’oro del mondo per rivedere quel sorriso sincero, quegli oceani luminosi che sembravano risplendere solo per me. Alla fine la piccola si era addormentata, decisi di poggiarla delicatamente nella culla, almeno lei avrebbe riposato! Poggiai la testa sul tavolo esausta, in quel momento entrò la mia salvezza.
— Immaginavo di trovarti così!
— Cosa ci fai qui? — domandai perplessa.
— Ho pensato che avessi bisogno di me, in fondo la festa è alle nove! — pronunciò poggiando le chiavi sul mobiletto.
Mi alzai d’impeto, non l’avrei mai ammesso ma negli ultimi tempi Mamoru era diventato indispensabile.
— Grazie Mamo – chan! — pronunciai abbracciandolo forte.
— Esci a farti un giro, bado io alla piccola. — mi consigliò scompigliandomi i capelli.
 
Afferrai il soprabito e uscii, avevo bisogno di respirare. Perché era tutto così difficile? Avrei voluto poter correre da lui, rivelargli che non avevo mai smesso di amarlo, parlargli di noi! Mi tolsi le scarpe, volevo sentire la sensazione della sabbia umida sotto ai piedi. Passeggiavo malinconica per quella distesa dorata, quanto avrei voluto che la mia vita fosse un “romanzo”. Ero ferma a fissare il mare, in uno dei miei libri ora dal nulla sarebbe apparso il mio amore e con voce stravolta e spezzata dall’emozione avrebbe pronunciato il mio nome.
— Usagi sei proprio tu?
Non era possibile davvero sentivo la sua voce? Oddio quante seghe mentali mi facevo, il mio lavoro ormai mi aveva assorbito del tutto. Ignorai quel suono, presi un sasso dal bagnasciuga e lo lanciai nell’acqua. Come al solito affondò di colpo. Ero sempre stata una frana!
Sentii dei passi venire verso di me, oddio l’immaginazione faceva davvero dei brutti scherzi. All’improvviso una presa salda ma delicata allo stesso tempo sulla spalla, mi voltai spaventata. Quello che vidi mi tolse letteralmente il fiato.
— Usako sei davvero tu?
Il mio tormento era proprio lì davanti a me. Quanto mi erano mancati i suoi occhi, quelle pozze così scure, erano proprio come il mare di notte, ecco perché adoravo osservarlo. Non riuscivo a parlare, oddio mi mancava il fiato!
— Cosa ci fai qui? Non eri fuori città? — chiaro e diretto, almeno in questo non cambiava mai.
— Avevo un convegno pubblicitario poi è saltato, non mi andava di rientrare! Tu cosa ci fai qui? — pronunciai roteando l’indice.
Negli anni avevo imparato anch’io a essere più schietta sui miei sentimenti.
— Sono uscito per un giro. — pronunciò spavaldo infilandosi le mani in tasca.
— Ti auguro una buona passeggiata, non vorrei rubarti tempo! — mi voltai. Dovevo andarmene, faceva troppo male averlo di fronte e restare impassibile. Avrei voluto riempirlo di schiaffi, urlargli il mio dolore e soprattutto avrei tanto voluto dirgli che non avevo mai smesso di amarlo! Cercai di respirare, non dovevo piangere.
— Fermati! Non scappare ti prego! — m’implorò afferrandomi per un braccio.
Non mi girai, sarei crollata e non potevo permettermelo!
— Ho bisogno di risposte Usako, solo tu puoi darmele! — urlò stringendomi a sé
Eravamo uno di fronte all’altra, così vicini. Sentivo il suo respiro sul viso mentre il suo profumo confondeva i miei pensieri. Non riuscii a trattenermi oltre, calde lacrime presero a sgorgare come un fiume in piena dai miei occhi. Voleva delle risposte? Dov’era stato per tutto questo tempo? Cercai di liberarmi dal suo abbraccio colpendolo al petto.
— Sei serio? Vuoi delle risposte? Dove sei stato fin’ora? — ero furiosa.
— In Italia. Si sono serio! Merito delle risposte, visto che mi hai sempre negato un confronto! — strillò nevrotico afferrandomi per i polsi.
 In quel momento scorsi una cosa nei suoi occhi che mi fece tremare, Seiya era tremendamente serio. Cosa significava questa storia? L’avevo cercato così tante volte! Perfino dopo la sfuriata di Haruka.
— Non dire cazzate! Io ho cercato più volte di rintracciarti ma senza risultato. Ti ho chiamato così tante volte in questi mesi. Sai quando ho smesso? Quando tutte le tv, i giornali e i siti dell’intero stato ti davano fidanzato con la bella Kakyuu Kinmoku. Io mi disperavo e tu ti sollazzavi con la bella rossa. Non ho cancellato nemmeno il tuo numero! Che cretina che sono stata! — urlai tirandogli il telefono dietro.
— Non mi hai dato scelta! Mi sono messo con lei perché mi sentivo solo. Non hai più voluto sentirmi, rifiutavi ripetutamente le mie chiamate e poi un giorno mi hai mandato un email per dirmi che non ne volevi piu sapere di me!
— Non mi hai mai chiamata Seiya! Forse solo mezza volta a casa che Haruka era furiosa. Mi avevi mandato quell’email di pessimo gusto per lasciarmi. — gridai spintonandolo.
Seiya perse l’equilibrio, in un attimo fummo uno sull’altro distesi in mezzo alla sabbia. Eravamo così vicini. Indispettita gli tirai i capelli.
— Non me l’aspettavo da te! Io ti amavo davvero. — pronunciai trattenendo le lacrime.
— Io non ti ho mai scritto niente del genere. — strillò ribaltando la situazione.
Non mi aveva scritto niente del genere? Allora chi era stato? Com’era possibile che non avesse mai ricevuto una mia chiamata?
— Passami il tuo cellulare! — gli ordinai stizzita.
— Cosa centra adesso?
— è importante! Passamelo e non discutere! — sbottai mettendomi seduta. Dovevo interrompere quel contatto altrimenti gli sarei saltata al collo, visto che nemmeno a lui dispiaceva. Aveva sentito chiaramente il suo amichetto risvegliarsi.
Qualche attimo dopo si tirò su, mi porse il suo telefono.
— Tieni. Potevi anche dirlo che dovevi telefonare! — pronunciò sbuffando.
— Anche tu non sei affatto cambiato! Sei sempre tonto! Non devo telefonare. Hai ancora il mio numero?
* * * * *
Perché mi faceva una domanda del genere? Cosa centrava adesso? Per fortuna che aveva interrotto quel contatto poco prima, mi stavo eccitando come un coglione, chissà se l’aveva notato!
— Certo che ce l’ho. — ammisi aprendo la rubrica.
“Ondango” troneggiava imperioso con una linguaccia affianco.
— Chiamami! — pronunciò sorridendo mentre raccoglieva il suo cellulare dalla sabbia.
Non feci domande, pigiai il bottone e d’istinto mi portai il telefono all’orecchio.
“ Il numero da lei selezionato non è esistente, provi a verificarlo.” Com’era possibile? Eppure lei era proprio lì di fronte a me con il cellulare in mano.
— Allora? — la sua aria seria m’insinuò uno strano pensiero nella testa.
— Risulta inesistente. — ammisi infine abbassando lo sguardo.
Si avvicinò minacciosa puntandomi un dito al petto, la mia Ondango aveva carattere! Oddio com’ero stupido lei non era più mia.
— Sai cosa significa tutto questo? Io non ti ho mentito. Qualcuno ci ha tenuti lontani, forse dovresti guardarti ben intorno!
Le sue parole mi colpirono come uno schiaffo. Qualcuno mi aveva VOLUTAMENTE tenuto lontano da lei. Mi avevano fatto credere che non mi amasse più. Ero sconcertato chi aveva potuto fare una cosa del genere? Mi presi la testa tra le mani, era solo un brutto sogno tra poco mi sarei svegliato.
Lei era in piedi, gli occhi limpidi, le guance arrossate e i capelli arruffati. Improvvisamente il suono del suo cellulare mi riportò alla realtà.
— Tutto bene. Ci vediamo tra poco!
Con chi stava parlando? Che anche lei si fosse rifatta una vita? Dovevo chiederglielo, ora o mai più.
— Anche tu hai qualcun altro? — domandai infine indicandole il telefono.
— Non sono affari tuoi! — mi rispose scocciata alzandosi il cappuccio.
Stava andando via quando decisi, non potevo perderla di nuovo, non proprio adesso che l’avevo ritrovata.
— Dimmi che non mi ami più e ti lascerò andare? — le chiesi guardandola negli occhi.
— Non posso, ti mentirei. — rispose abbassando lo sguardo.
— Perché scappi? — strillai furibondo.
— Tu hai già qualcuno che ti aspetta! —mi rispose liberandosi dalla mia stretta.
— Io non la amo Usako! Dopo averti rivista ne sono più sicuro che mai!
Lo buttai fuori tutto d’un fiato, non avevo mai smesso di amarla.

* * * * *
 
Mi amava. Com’era strano sentirglielo dire dopo tanto tempo. Eppure ero adirata con lui. Come faceva a dire di sentire certe cose per me? In fondo non aveva esitato poi molto prima di fiondarsi sulla rossa.
— Allora cos’è? Del semplice sesso? Mi fai schifo sei diventato così squallido! — sputai fuori cattiva.
— Vorresti farmi credere che tu in tutti questi mesi non sia stata con nessuno? Sei di carne mica di ferro piccola Ondango!
— Con nessuno! Io ti amavo veramente stupido! — esclamai mollandogli uno schiaffo.
Si massaggiò la guancia offesa e sorrise.
— Non cambierai mai piccola Usako!
Fu un attimo, Seiya avanzò rapido verso di me catturando le mie labbra in un bacio mozzafiato. Mi spostai scottata, cosa dovevo fare?
— Scoprì la verità Seiya. Inoltre devi decidere con chi stare mio caro rockettaro!
— Mi sembra giusto! Scoprirò chi ti ha tenuta lontano da me. Contaci!
— Staremo a vedere!
Non gli diedi il tempo di aggiungere altro afferrai le mie scarpe e andai via. Cosa sarebbe successo ora? Non ne avevo la minima idea. Seiya mi amava ancora ma davvero avrebbe lasciato la figlia del suo menager per me? Inoltre c’era la questione Kousagi da risolvere.


 

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Capitolo 24
*** L'ora della verità ***


Salve a tutti/e come state? Eccomi qui con il nuovo tanto atteso capitolo. Buona lettura, un bacio Drem!

Capitolo 24
“L’ora della verità”


Avrei tanto voluto fermarla, gridarle che nonostante tutto e tutti lei era stata il mio unico pensiero ma non lo feci. Aveva ragione, dovevo guardarmi bene intorno. Chi mi aveva tenuto lontano da lei? Sopratutto perché? Decisi di tornare a casa, avrei iniziato subito le mie ricerche. Stavo salendo in auto quando il suono del cellulare attirò la mia attenzione. Estrassi quel maledetto affare dalla tasca dei pantaloni e risposi senza guardare il display.
"Pronto?" Pronunciai irritato.
"Amore dove sei?" Chiese apprensiva Kakyuu.
Non ci voleva, solo sentire la sua voce mi aveva messo di malumore. Non riuscivo a togliermi le parole di Usagi dalla testa, forse aveva ragione lei, ero stato davvero squallido.
"Sto tornando a casa." Tagliai subito la conversazione, non mi andava di parlarle.
* * * * *
 
Mi sentivo così strana, rivederlo mi aveva sconvolta. Avrei voluto annegare nei suoi occhi, stringermi a lui e dimenticare il resto del mondo. Non potevo, c’erano ancora troppe cose irrisolte. Chi mi aveva tenuta lontano da lui? Quella domanda mi frullava come un martello pneumatico in testa. Entrai in casa sbattendo la porta, ero stravolta. Perché era così sfiancante amare qualcuno?
Entrai in salone, Mamoru dormiva beatamente accanto a Kousagi. Guardai l’orologio, era tardissimo dovevo svegliarlo altrimenti non sarebbe tornato in tempo.
— Mamoru svegliati sono le otto passate! — esclamai scuotendolo per una spalla.
— Ora mi alzo, tranquilla! — rispose stiracchiandosi mentre si stropicciava gli occhi. — Vuoi un caffè? — mi sembrava il minimo, visto che si sacrificava anima e corpo per aiutarmi,
— Grazie Usagi. Ti vedo strana, cos’hai? — domandò preoccupato avvicinandosi.
— Ho visto Seiya! — ammisi sospirando.
— Dove? Quando?
Mamoru sembrava un fiume in pieno.
— sulla spiaggia, stava facendo una passeggiata. — sussurrai togliendo la macchinetta dal fuoco.
— Cos’è successo? Ti vedo strana!
— Abbiamo scoperto che qualcuno ci ha mentito, hanno bloccato i nostri numeri, ci hanno spedito false email… — non riuscii a terminare la frase, il pensiero che qualcuno mi avesse tenuto volontariamente lontano dall’uomo che amavo mi rendeva furiosa.
Vidi gli occhi azzurri di Mamoru brillare di una strana luce. Sembrava stesse macchinando qualcosa ma cosa? Afferrò le chiavi della macchina.
— Ti chiamo più tardi, sta tranquilla risolveremo tutto!
Sorrisi, qualsiasi cosa sarebbe accaduta, Mamoru ci sarebbe sempre stato per me.
* * * * *
Correvo come un pazzo per le strade di Tokyo, qualcuno aveva ostacolato la felicità di Usa ma chi? Accesi la radio, avevo bisogno di sfogare la rabbia. Quel cretino di mio fratello aveva messo in dubbio la donna che amava, diedi un pugno al volante… che coglione! In quel momento la mittente radiofonica “musica pop” parlava dei three lights e del loro sfavillante successo. Una frase dello speaker mi colpì in pieno, faceva molto più male di un pugno in pieno stomaco. La verità faceva male, dovevo smetterla di torturarmi così. Avevo provato rancore per Seiya tantissime volte, nonostante fosse circondato da splendide donne lui continuava ad amare solo lei.
“ Ora che i three light sono tornati a casa, la domanda che sorge spontanea a tutti i fan di Seiya Chiba è: il bel cantante resterà con l’avvenente rossa o correrà tra le braccia della biondina? In fondo Usagi Tsukino è stato il primo amore del rockettaro, cosa succederà?”
Io conoscevo già la risposta, lui se la sarebbe ripresa ad ogni costo. L’avevo capito fin dal primo istante in cui il mio ingenuo fratellino aveva rimesso piede nella nostra amata patria, tutto qui in Giappone profumava di casa... profumava di lei. L’ulteriore conferma l’avevo avuto quando avevo visto gli occhi gonfi di lei, le labbra imbronciate e i nervi a fior di pelle. Provava a fare la dura ma Usa era ancora perdutamente innamorata di Seiya. Era giunto il momento di mettermi il cuore in pace, di essere solo un amico e lo zio di sua figlia. Avrei scovato chi c’entrava in questa storia e gliel’avrei fatta pagare cara, parola di Mamoru Chiba!
Mezz’ora dopo ero giunto alla festa, per fortuna avevo solo dieci minuti di ritardo. Mi scompigliai i capelli e infilai gli occhiali, lo so che di sera erano un accessorio davvero strano ma non amavo mostrare le mie debolezze e sì sa gli occhi sono lo specchio dell’anima.
«Ehilà fratellone, alla buon’ora. Dov’eri?»
«In ospedale per un’emergenza.» risposi scazzato infilandomi le mani in tasca. Motoki mi sorrise grato, lui era l’unico che sapeva la verità, in fondo dividevamo un segreto comune.
«Raccontala a qualcun altro vecchio marpione! Sei andato da qualcuna vero?» mi chiese spintonandomi in modo scherzoso.
Avrei tanto voluto afferrarlo per il collo e dirgli la verità ma Usa mi avrebbe scorticato vivo. Avevo promesso ma come facevo a tenermelo per me?
«Si magari… Non ho la tua fortuna mio caro Seiya!»
In quell’istante arrivò Kakyuu che si agguantò come un falco al collo del mio povero fratello. Eppure questa donna continuava a non contarmela giusta! Bella e affascinante ma il suo sguardo nascondeva qualcosa. Decisi d’indagare, non so perché ma la mia mente mi suggeriva che la rossa fosse la risposta al grande dilemma, in fondo solo lei e suo padre avevano giovato della rottura tra Seiya e Usa.
«Ciao Kakyuu hai conosciuto le ragazze?» chiesi per iniziare una conversazione.
«Certo sono tutte adorabili, mi dispiace solo di non aver conosciuto la famosa Usagi!» esclamò osservando l’espressione del suo uomo.
Seiya strinse forte i pugni, la vista di Ondango l’aveva sconvolto. Ci congedò con una banalissima scusa, aveva bisogno di fare una telefonata per certi impegni di lavoro. Annuimmo, appena si allontanò mi avvicinai all’orecchio della rossa e le sussurrai.
«Cosa credevi di fare Kinmoku. Seiya amerà sempre Usagi e i tuoi insulsi giochetti non serviranno a niente. Lui tornerà da lei... com’è giusto che sia!»
Aspettai qualche attimo per vedere la sua reazione, rimasi scioccato. Lei non negò le mie accuse anzi con un ghigno di sfida mi rispose.
«Io ottengo sempre ciò che voglio! Mio caro dottoruncolo tu non sei affatto malaccio, perché ti ostini a fare da balia a quell’isulsa?»
«Cosa ti ha fatto Usagi?»
«Ha tutto e tutti hai suoi piedi senza muovere un dito. Noto a malincuore che neanche tu ti ricordi di me, sono stata la vostra vicina di casa per anni ma non mi avete mai degnato di uno sgurado…»
«Kinmoku, Oddio! Tu sei la sorellina di quel coglione di Hiroshi?»
«Sono proprio io. Odio quella cicciona testa di polpetta, perché da quel pomeriggio in giardino mio fratello è diventato sempre più violento. Sfogava la sua rabbia insultato quella ragazzina, poi per colpa dei vostri avvertimenti ha cominciato a farlo su di me.» esclamò sollevando le maniche del vestito. Quello che vidi mi fece gelare il sangue nelle vene, le braccia di Kakyuu erano piene di cicatrici.
«Mi dispiace…» mormorai abbassando lo sguardo.
«Non amareggiarti troppo, vi renderò la vita impossibile mio caro!»
I guai erano appena cominciati, dovevo stare allerta, Usa era in pericolo…
* * * * *
Ero uscito come un fulmine dalla festa, avevo bisogno di respirare. Giunto fuori alzai gli occhi al cielo e mi persi nell’ammirare l’infinità delle stelle. Chissà Usagi cosa stava facendo… sospirai affranto, dovevo procurarmi al più presto un telefono, mi mancava da morire la sua voce.
«Maledetto affare!» sbottai dando un pugno nel display.
In quel momento una salda presa sulla spalla mi fece trasalire, mi voltai sorpreso, Motoki mi stava porgendo il suo cellulare.
«Chiamala, so che stai morendo dalla voglia di farlo!»
Non me lo feci ripetere due volte, appena afferrai il telefono però vidi qualcosa che mi tolse il fiato: sullo sfondo la foto di Usagi con una bambina. Preso da un’irrefrenabile rabbia chiesi:
«Cos’è questa? Chi è la bambina che tua sorella stringe?»
Motoki boccheggiava come un pesciolino, sembrava in difficoltà.
«Allora? Avanti parla, cos’è questa storia?» sbottai spazientito afferrandolo per il bavero della camicia. Nel trambusto non mi resi conto che fosse arrivato anche Mamoru.
«Smettila di fare il bambino Seiya, Motoki non c’entra niente lascialo in pace!» mi rimproverò incrociando le braccia, riguardai la foto e uno strano presentimento s’insinuò in me, ero furioso.
«Cosa ne sai tu? Dimmi Mamoru, non hai niente da dirmi? questa bambina è tua figlia?» gli urlai in pieno viso spintonandolo.
«Cretino mi dispiace deluderti ma Kousagi non è mia figlia!» strillò voltandomi le spalle.
«Puoi spiegarmi allora perché ti somiglia così tanto? Non sono un coglione fratellone e poi sei sempre stato innamorato di lei non mentire!»
A quell’accusa Mamoru si girò nero di rabbia, mi mollò un ceffone urlandomi in pieno viso.
«Caro il mio fratellino purtroppo devo contraddirti, sei realmente un coglione! Sai perché quella bambina mi somiglia tanto? Perché quella bambina è tua figlia! Apri gli occhi, sei per caso cieco? Basta fare due calcoli mio caro e ci arriveresti anche tu…» sbraitò furioso ricambiando la mia spinta. Non credevo alle mie orecchie quella bambina era mia figlia? Perché non mi aveva detto niente?
«Mia figlia? Perché lo sapevate tutti tranne me?» domandai sorpreso.
«Lo sappiamo solo io, Motoki, Haruka e Mikiru. Le altre sono convinte che Kousagi sia l’errore di una notte, Ondango non si è mai esposta sulla paternità della bambina, la nascosta perfino ai media. Perché non te la detto? Ti ha cercato tante volte ma non riusciva mai a rintracciarti, poi su tutti i giornali comparve la notizia del secolo. "Seiya Chiba finalmente dimentica la Tsukino, nuovo amore per il leader dei three lights!"
«Non è possibile…»
«Invece lo è, comunque ero uscito solo per avvisarti che Kayuu la responsabile di questo scempio. È stata lei ad allontanarti da Usagi!»
«Perché?» chiesi ormai stravolto.
«Voleva vendicarsi di noi… ricordi Hiroshi della porta accanto? Era suo fratello. Quel coglione aveva qualche rotella fuori posto e purtroppo anche sua sorella.»
Crollai al suolo disperato, avevo creato solo problemi alla mia piccola Usako. Dove reagire, correre da lei ma prima avrei affrontato quella strega di Kakyuu, si ero dimostrata dolce e disponibile e invece? Stava solo agendo alle mie spalle. Entrai in sala praticamente di corsa, volevo guardarla negli occhi mentre mi confermava che era lei l’artefice del mio dolore. Per colpa sua ero stato un anno senza la mia Usagi, a causa sua mi ero perso la cosa più bella del mondo: la nascita di mia figlia. Cercai in lungo e in largo per il locale ma non la trovai. Improvvisamente vidi Minako e Yaten chiacchierare vivamente tra loro, chissà forse l’avevano vista.
«Ragazzi avete visto Kakyuu? È molto importante.» domandai di getto mentre riprendevo fiato.
«Si, è andata via mezz’ora fa. Ha detto che aveva voglia di visitare Oshima Island.»
«Sei sicura?» ero terrorizzato, possibile che la stesse cercando?
«Si ne sono certa! Ha detto che le aveva fatto una buona impressione dalla descrizione nel racconto della nostra Usagi.»
Cazzo, cazzo! Quella psicopatica tramite il libro aveva capito tutto, quello era il posto preferito della mia Usako. M’infilai il cappotto e corsi verso l’uscita, dovevo correre da lei, avevo una strana sensazione. Arrivato nel parcheggio non trovai la mia macchina, cazzo! Quella puttana me l’aveva fregata!
«Vieni fratellino ti accompagno io!»
Afferrai il casco. «Ad una condizione: guido io, la donna in pericolo è la mia!»
Mio fratello mi lasciò il posto davanti, pigiai l’acceleratore e partii:
«Aspettami Usako sto arrivando da te!»
* * * * *
Stavo dando da mangiare alla piccola quando il suono incessante del campanello disturbò la mia quiete. Cos’era successo? Come mai Mamoru era già di ritorno? Preoccupata mi precipitai ad aprire, sull’uscio però trovai un’amara sorpresa: Kakyuu Kinmoku era davanti alla mia porta.
«Buonasera faccia di luna, ti ricordi di me?»
Come avrei potuto dimenticarla! Non l’avevo mai raccontato a nessuno ma io conoscevo benissimo Kakyuu, una volta da bambine mi aveva picchiato.
“Mio fratello è impazzito per colpa tua! Cosa fai ai ragazzi? Vedi i Chiba? Sembrano dei rimbambiti ai tuoi piedi!”
“Io non ho fatto niente!” Piagnucolai disperata.
“Ricordati faccia di Luna, prima o poi te la farò pagare molto cara!”
Mi risvegliai da quei ricordi terrorizzata, la rossa era venuta per mantener fede alla sua promessa…

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Capitolo 25
*** Di nuovo insieme ***


Eccomi finalmente di ritorno ahimè con quest’ultimo capitolo. Ringrazio tutti coloro che hanno perso un minuto del loro tempo per seguirla. Spero che alla fine anche voi sostenitori silenziosi mi farete sapere cosa ne pensate. Questo capitolo lo dedico alla mia amica Sakura, sappi che ti penso sempre anche quando sono impegnata e a Neikos che attende sempre i mie capitoli. Un bacio e buona lettura.
 
Capitolo 25
Di nuovo insieme

Pov Mamoru
Correvamo come pazzi per le strade di Tokyo, Seiya era un fascio di nervi. La sua donna era in pericolo, cos'aveva in mente quella folle di Kakyuu? decisi di avvisare la polizia, in fondo essere prudenti non era mai troppo!
«Cosa fai?» chiese mio fratello agitato.
«Chiamo la polizia! Non dirmi che sono esagerato ma mi sentirò più sicuro avvisando le forze dell'ordine.»
«Fa pure ma tra meno di due minuti saremo ad Oshima! mi sentirò al sicuro solo quando Usako sarà tra le mie braccia!» aggiunse Seiya sgasando.
«Stai tranquillo, andrà tutto bene!» cercai di rassicurarlo.
«Non lo so Mamo, ho un brutto presentimento!»
In quel momento capii che niente e nessuno li avrebbe mai divisi.

Pov Usagi
Oddio cosa ne sarà di me? Il freddo del metallo sfiora la mia fronte, ho paura. Kakyuu minacciosa mi fissava con aria di sfida, vedevo l'odio fiammeggiare nei suoi occhi. Perché stava capitando a me? Ero di nuovo in balia di una pazza omicida che avrebbe potuto decidere della mia vita in pochi secondi. Indietreggiai terrorizzata, mi strinse per un polso e mi strillò in pieno viso.
«Tempo scaduto Usagi... Kakyuu è venuta a prenderti!»
«Lasciami tu sei pazza!» sbottai furiosa dandole una spinta.
«Non farmi irritare biondina... tra poco i fratelli Chiba saranno qui e io avrò finalmente la mia vendetta!»
«Cos'hai intenzione di fare?» pronunciai senza fiato.
«Ti toglierò quello che hai di più caro, stupida!»
In quel momento un vagito di Kousagi invase l'aria... Oddio no non stava accadendo a me!
«Cosa odono le mie orecchie, chi è questo bambino che piange? »
La vidi recarsi a passi svelti verso la stanza della piccola, cominciai a sudare freddo, quella pazza era armata e sarebbe stata capace di qualsiasi cosa.
«Credo di aver trovato qualcosa di più prezioso... » sussurrò accarezzando la testa corvina di mia figlia.
«Lasciala stare, lei non centra. E me che vuoi! » la implorai in lacrime. 
Fissò prima me e poi la bambina, un sorriso maligno le deturpò il volto.
«È la figlia di Seiya vero?»
«No, lui non c'entra. è stata il frutto dell'avventura di una notte. » mentii abbassando lo sguardo.
«Ho deciso, sarà lei a pagare per le tue colpe! » esclamò brandendo la pistola. 
Fu un attimo, la rossa alzò la mano e puntò l'arma alla fronte della mia bambina... non l'avrei permesso, Kousagi non doveva finire come Chibiusa! Kakyuu odiava me, mia figlia non c'entrava niente!
 Mi avventai su di lei come una iena fermandole la mano, l'unico mio pensiero? salvare la vita della mia bambina. riuscii ad allontanarla dal lettino. Ero sopra di lei mentre cercavo di disarmarla, durante la colluttazione però accade il peggio. Kakyuu pigiò il grilletto della rivoltella, un boato invase le mie orecchie e poi il buio... 
«Usako sono quiii! »
La sua voce diede sollievo alla mia anima… perdonami Seiya non ho saputo fare di meglio!
 
Pov Kakyuu
Quella maledetta faccia di luna non mi avrebbe più infastidito. L’avevo colpita e ora era lì, riversa al pavimento che farneticava. La morte stava venendo a prenderla, il delirio era solo l’inizio.
«Perdonami Seiya non ho saputo fare di meglio!» sussurrò con voce strozzata.
Nonostante tutto lei continuava a chiamarlo implorando il suo perdono… si poteva essere così stupide? Era stato lontano da lei, aveva avuto altre donne e si era dedicato solo al suo sogno. Eh sì, la biondina era proprio fuori di testa!
Sorrisi di gioia stavo cercando di alzarmi ma le gambe mi cedettero, cosa stava succedendo?  Abbassai lo sguardo rimanendo sconvolta, durante la lotta il contraccolpo della pistola mi aveva fregato. Ora mi ritrovavo ferita all’altezza dell’anca, faceva un male cane ma non m’importava più, quella puttana stava morendo! Non gliel’avrei data vinta però, prima dovevo finire la mia missione. Avrei ammazzato anche sua figlia! Strisciai verso la camera della piccola, era giunta sull’uscio  quando il rombo di un motore e delle sirene spiegate mi fecero sussultare.
Un colpo alla porta e un coro di voci. «FERMI TUTTI POLIZIA!»
Chi aveva chiamato le forze dell’ordine?
«Alto la!» urlarono degli uomini in divisa puntandomi le armi contro.
«Usako, Usako!» la voce di Seiya mi arrivò disperata alle orecchie, ghignai avevo vinto…
«Rockettaro di quart’ordine è troppo tardi. Usagi è lì!» sputai cattiva puntando con la testa il corpo della biondina esanime. Vidi i suoi occhi riempirsi di terrore, corse verso di lei e le afferrò una mano. «Piccola sono qui. Andrà tutto bene!»
Anche l’altro Chiba si precipitò verso quella creatura in monda. Cominciò a toccarle il polso, le avvolse degli stracci attorno alla spalla e strillò:
«Chiamate i soccorsi! L’emorragia è troppo forte!»
«Lei è in arresto!» m’intimò il capo della polizia avvicinandosi.
Non potevo permetterlo, non mi sarei fatta umiliare così solo per aver liberato il mondo da una feccia umana come Usagi.
«Preferisco marcire all’inferno!» sbottai puntandomi la pistola alle tempie.
Chiusi gli occhi premendo il grilletto.
Addio stronzi, spero brucerete all’inferno insieme a me!
 
Pov Seiya
Stringevo tra le braccia la mia piccola ondango. Ogni suo respirò era strozzato dal dolore, il petto si abbassava a fatica. Non potevo perderla, avevo sperato con tutto me stesso di ritrovarla e ora stava morendo.
«Piccola ti prego tieni duro, tra poco arriveranno i soccorsi!» continuavo a ripeterle. In quel momento un boato mi sorprese… Kakyuu si era sparata alla testa mettendo fine così al suo folle progetto.
«Kousagi? Come sta Kousagi?» biascicò appena stringendomi più forte.
Finalmente sapevo il nome di mia figlia ma dov’era? «Mamoru cerca la bambina!» esclamai senza lasciarla.
Mi fece cenno di avvicinarmi ancora di più, ormai i nostri volti distavano pochi centimetri. Fece appello a tutte le sue forze, lo sentivo la stavo perdendo.
«Kousagi è nostra figlia Seiya! Avrei voluto dirtelo diversamente ma credo non mi resti molto…»
«Non dirlo neanche per scherzo! La bambina ha bisogno di te, io ho bisogno di te, non mollare Usako!»
«Non c’è stato nessun altro dopo di te. Ti amo Seiya, perdonami!» mi sussurrò baciandomi teneramente. Fu un attimo, Usagi aveva smesso di respirare. In quel momento giunsero i soccorsi, la caricarono nell’ambulanza per tentare l’impossibile.
«Vengo con voi!» pronunciai salendo sulla vettura.
«Lei non può, non è un familiare!» mi ammonì un medico.
«Su questo lettino c’è la mia donna! Non la lascerò per niente al mondo.»
«Ci penso io a Kousagi. Collega la prego faccia uno strappo alle regole!» esclamò mio fratello sfoggiando il suo tesserino.
«Va bene, sbrighiamoci!» incitò l’uomo facendo partire il veicolo.
Non dimenticherò mai la corsa in ospedale, il cuore sembrava volermi uscire dal petto. Dovevano salvare la mia Usagi, Dio non poteva portarmela via così!
Arrivati all’ospedale subito degli infermieri e degli uomini in camice prelevarono Usagi, ero agitato cosa sarebbe successo? Ogni parola arrivava dritta al mio cuore come una pugnalata.
«Donna ventiduenne con grave ferita alla spalla sinistra quasi all’altezza dell’arteria carotide. Polso molto debole, pressione 90/60.» strillò uno dei dottori presenti sull’ambulanza.
«Presto preparate la sala operatoria!» replicò il primario afferrando il lettino.
Non credevo alle mie orecchie, era davvero molto grave! Stavo per correre dietro ad Usako ma un collega di Mamoru mi fermò.
«Ti prego Seiya, non puoi entrare!» cercò di spiegarmi gentilmente.
«Non voglio perderla!» ammisi sull’orlo di una crisi di pianto.
Mi recai contrò voglia nella sala d’aspetto, perché succedeva proprio a lei? Non bastava tutto quello che aveva dovuto sopportare? Per l’ennesima volta la mia ondango rischiava la vita a causa di una squilibrata. Afferrai il cellulare e composi il numero di mio fratello.
«Seiya allora?» mi chiese preoccupato.
«è grave! L’hanno portata in sala operatoria, voglio che tu sia presente. Io mi fido solo di te!» sospirai alzando gli occhi al cielo.
«Tranquillo, il tempo di avvisare gli altri e siamo da te!»
 
Un’ora dopo giunsero in ospedale Motoki, Mamoru e gli altri. Appena entrarono mio fratello si recò in sala operatoria, era pur sempre il più famoso cardiologo di Tokyo. In pochi attimi subito fu dentro, finalmente potevo respirare. M’inginocchiai e iniziai a pregare, purtroppo anche Mamoru aveva bisogno d’aiuto. Ero così intento nelle mie suppliche che non notai suo fratello alle mie spalle.
«Come sta?» mi chiese con voce incrinata dal pianto.
«è grave…» bisbigliai affranto.
Mi voltai dovevamo farci forza a vicenda in fondo eravamo sulla stessa barca, entrambi potevamo perdere in un secondo per la seconda più importante della nostra vita. Lui l’ultimo pezzo della sua vita, io la mia donna. L’abbracciai distinto, calde lacrime rigarono i nostri volti. Solo in quel momento notai quel piccolo batuffolo dai capelli corvini e gli occhi blu come il mare di notte. Com’ero stato coglione, Mamoru aveva pienamente ragione, quella creatura era identica a me!
«è mia figlia vero?» chiesi con un filo di voce.
«Sì Seiya, lei è la piccola Kousagi.»
Appena strinsi la bambina tra le braccia, sentii subito il richiamo del sangue: io ero suo padre. Sperai con tutto me stesso di essere all’altezza di questo compito e sorrisi in fondo ci sarebbe stata la mia piccola e coraggiosa donna a sostenermi.
“Ti prego tieni duro piccola. Noi abbiamo bisogno di te!”
 
Pov Motoki
Seiya piangeva disperato abbracciandosi a sua figlia. Finalmente il sogno della mia piccola Usagi si era realizzato, Kousagi aveva conosciuto suo padre. Non c’era stato bisogno di alcuna parola anzi, quella testa calda mi aveva dimostrato per l’ennesima volta di essere la persona giusta per mia sorella. Aveva amato fin da subito la piccola, riconoscendo il lei il suo sangue e quello di Usagi, se l’era stretta al petto e aveva continuato a pregare e a piangere. Mi sentivo svuotato, Dio non poteva avercela così con noi, cos’aveva fatto di male la mia sorellina? Sperai con tutto me stesso che le nostre preghiere venissero ascoltate, non potevamo perderla così. Lanciai un’occhiata alle ragazze e un nodo mi strinse la gola. Erano lì rannicchiate in un angolo e piangevano come fontane. Non dovevamo perdere la speranza, Usagi ce l’avrebbe fatta. Insieme avremmo riso di questa folle avventura.
 
Pov Mamoru
Ero in piedi nella sala operatoria, mi mancava l’aria. Vedere Usagi pallida respirare a fatica sul tavolo operatorio mi stava schiacciando l’anima. Ma dovevo vedere, controllare che andasse tutto per il meglio. La piccola Usagi meritava di vivere, Dio non poteva privarci di quell’angelo biondo. Pregai con tutto me stesso, ero uno uomo di scienza è vero ma in questo caso ero seriamente convinto che ci volesse un miracolo.
Dopo molte ore finalmente era tutto finito ma purtroppo però la mia cognatina era ancora in pericolo.
 
Pov Usagi
Avevo la testa che mi scoppiava, dove mi trovavo? Una luce accecante bianca mi ferì gli occhi, una voce calda e rassicurante mi chiedeva di non aver paura. Sentii freddo, ricordavo solo gli occhi fiammeggianti di Kakyuu poi più niente. Mi stavo dirigendo verso la luce quando la voce disperata del mio amato giunse al mio cuore.
«Ti prego Usako non puoi lasciarmi così, io ti amo!»
Oddio cosa stava succedendo? Non potevo morire, Seiya mi amava e poi nostra figlia aveva bisogno di me! Strinsi forte i denti, dovevo sopravvivere, non potevo abbandonarli così.
Sussultai riprendendo a respirare seduta al centro del letto. I medici tutti intorno a me mi guardavano stralunati, Mamoru cercava di trattenere Seiya che urlava come un pazzo.
«Oddio Usako sei viva!» esclamò liberandosi dalla presa di suo fratello sorpassando i medici.
«Oh Seiya…» sussurrai ancora senza fiato piangendo tra le sue braccia.
«Mi hai fatto morire, cos’avrei fatto senza di te?» mi chiese tra le lacrime.
«Non ti lascerò mai più amore mio, sarò il tuo incubo peggiore stanne certo!» lo rassicurai asciugandogli il viso.
«Non chiedo di meglio!» pronunciò baciandomi le labbra.
 
Un mese dopo finalmente la mia vita aveva ripreso a scorrere regolarmente. Seiya aveva riconosciuto Kousagi legalmente e aveva annunciato il nostro matrimonio al mondo intero. Tra pochi mesi avremmo finalmente coronato il nostro sogno d’amore. Sotto consiglio di Mamoru e Motoki ci eravamo stabiliti a Oshima Island, mio fratello mi aveva regalato quella casa a cui ero particolarmente affezionata. Ogni tanto di notte mi svegliavo ancora di soprassalto con gli incubi, non avevo visto Kakyuu togliersi la vita ma a volte mi sembrava di rivivere la scena davanti agli occhi. Dopo tanta fatica riuscivamo ad essere una famiglia.
“E dopo tante avversità finalmente i due amanti si ritrovarono, proprio lì, dove si erano lasciati molti anni prima. Si promisero amore eterno e con il senno di poi capirono, nessuno li avrebbe mai più divisi.”
«Piccola hai finito? Il pranzo e pronto e Kousagi inizia a fare i capricci!» pronunciò il mio Rockettaro con tanto di grembiule. Era adorabile quando cercava di aiutarmi!
«Si caro, spedisco il romanzo e arrivo!»
Secondo romanzo di Usagi Tsukino: “Finalmente a casa”
Eh sì dopo dieci anni finalmente ero giunta nel mio porto sicuro.
 
Fine….

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