Il mio bene più grande

di always_castle
(/viewuser.php?uid=581846)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa amo di te ***
Capitolo 2: *** Affrontare le novità.. ***
Capitolo 3: *** Chiarimenti ***
Capitolo 4: *** Mine Greater Good ***



Capitolo 1
*** Cosa amo di te ***


 
CAPITOLO 1 - Cosa amo di te
 
-"Ehi"- esclamò con un sorriso Castle, non appena vide Kate entrare nella saletta relax del 12°. - "Sto preparando il caffè.."-
-"Si, lo vedo..Ma come mai sei andato via nel bel mezzo dell'interrogatorio? Di solito ti diverti tanto nel vedermi torturare i sospettati!"
- "Mmh, di solito si, ma stavolta il caso è stato davvero noioso, a dire il vero l'intera indagine lo è stata. Trama banale, niente colpi di scena, niente suspense, niente che suscitasse il mio interesse di scrittore insomma...- e le porse la tazza di caffè.
- "Beh Castle mi spiace deluderti, ma non tutti i casi sono interessanti come vorresti che fossero. Resta il fatto che io non posso permettermi di fare come te e andarmene nel bel mezzo di un interrogatorio!"- disse Kate sorridendogli.
- "Beh in effetti..."- affermò Rick, avvicinandosi maliziosamente sempre di più alla detective -"ah, e comunque, per la cronoca, non trovo i tuoi interrogatori divertenti; direi invece che li trovo piuttosto....eccitanti!"-
Kate poggiò la tazza ormai quasi vuota sul tavolo della sala relax e allacciò le braccia attorno al collo dello scrittore, il quale aggiunse: -"Penso che stasera dovremmo festeggiare!"-
-"Festeggiare cosa?"-
- "Beh il fatto che tu abbia risolto brillantemente l'ennesimo caso della tua sfavillante carriera!" - le disse, mentre le lasciava piccoli baci sulla guancia.
- "Si, certo Castle, fai poco il ruffiano! Per te ogni scusa è buona per...festeggiare!!"- affermò Beckett ridendo.
-" Mmh detective, sei sempre così maliziosa! Ma se non sai nemmeno in che modo intendevo festeggiare?"- e sfoggiò la sua miglior espressione da cucciolo offeso.
- "Oh povero...! E allora sentiamo, quale sarebbero queste tue intenzioni così caste e pudiche?" - gli chiese Kate, mentre con le dita affusolate giochicchiava con il colletto della camicia del suo scrittore.
- "Avevo pensato di portarti a cena fuori. Che ne dice detective?"-
- "Ok, ci sto! Però il posto lo decido io!" -
Castle la guardò con espressione dubbia, pensando a chissà quale location avesse in mente Beckett per la loro uscita serale e dopo poco le chiese: - "Ok ma...mi stavo chiedendo se al momento di pagare il conto, basteranno le mie umili finanze o se mi manderai in bancarotta!"-
Kate lo colpì con uno schiaffetto sul braccio, pur sapendo che Castle la stava prendendo in giro. Era consapevole che la detective non fosse una donna a cui piaceva frequentare i ristoranti particolarmente eleganti o di alta classe.
- "Ehi, lo sai che odio quei locali pieni zeppi di gente altolocata che ostenta la propria ricchezza in ogni modo e che trasuda arroganza da tutti i pori..."- affermò diventando improvvisamente seria. - "E sai anche che in mezzo a tutti loro mi sento a disagio.."- e abbassò lo sguardo, per evitare di incontrare gli occhi azzurri di Rick che, in quell'istante, la osservavano con dolcezza.
- "Non dovresti"- le disse lui, togliendola dall'imbarazzo che si era creato in lei per un momento. -"Avendo fatto parte di quella schiera di persone per lungo tempo in passato, posso assicurarti che quelli che tu definisci "altolocati", non sono altro che individui che si nascondono dietro la loro ricchezza e che cercano, in tutti i modi di colmare il vuoto che hanno dentro con l'ostentazione. E così pensano di suscitare l'attenzione e l'invidia di quelli che gli stanno intorno..."- lo scrittore esitò per un attimo, poi riprese:
-"Sai cosa penso io invece?"-
Kate scosse il capo negando e Rick continuò deciso: -"Penso che se uno di loro facesse la mia conoscenza adesso, non proverebbe invidia nè per il mio conto in banca nè per qualsiasi altra cosa legata alla mia fama di autore di best-seller.
Sono piuttosto sicuro, invece, che proverebbe invidia per le persone semplici ma meravigliose che ho al mio fianco, per l'amicizia vera che mi lega a loro e per la donna straordinaria che mi sta accanto ogni giorno e che tra qualche mese avrò la fortuna di sposare. Mi invidierebbero perchè qualsiasi loro bene materiale non potrà mai competere con  le fantastiche sensazioni e la gioia che sto provando io in questo momento della mia vita.
Tutto quello che loro possiedono, qualsiasi cosa sia, non potrà mai competere con te. Ecco perchè mi invidierebbero..."- concluse Castle con un sorriso che a Kate parve essere il più bel sorriso che avesse mai visto in vita sua.
Lo scrittore continuò a fissarla con quegli occhi dalla dolcezza disarmante e Beckett si ritrovò ad osservarlo con un'espressione inebetita sul volto per alcuni interminabili minuti. Dopo essersi ripresa dalle forti sensazioni che quelle parole le avevano suscitato, gli chiese sorridente:
-"Sai cosa mi piace di te, Castle?"-
Lo scrittore scosse il capo e con un gesto le fece segno di continuare, sicuro che la donna gli avrebbe detto qualcosa di dolce in seguito al discorso mozzafiato e a tutti i complimenti che lui le aveva appena fatto. Dovette ricredersi quando le parole e la risata della detective interruppero i suoi pensieri.
- "La tua infinita modestia!!!"- ed entrambi scoppiarono a ridere.
- "E' un modo carino per dirmi che sono e rimarrò per sempre uno spaccone vanitoso?"-
- "No Castle. E' un modo carino per dirti che ti amo anche quando ti comporti da "primadonna".- concluse la detective, avvicinandosi a lui e baciandolo dolcemente.
Rimasero così, abbracciati e stretti l'uno all'altro per alcuni minuti, finchè Rick non le sussurrò all'orecchio:
- "Allora tesoro, dove hai intenzione di portarmi stasera?"-
- "Da Remy's! Sono secoli che non ci andiamo e ho voglia di un mega cheeseburger e di tante patatine fritte."- esclamò Kate con un'espressione simile a quella di una bambina appena arrivata al Luna Park.
Castle la fissò per un istante con sguardo sognante e divertito, mentre Beckett si rese conto che forse il suo fidanzato avrebbe preferito qualcosa di più sofisticato, magari una cena a lume di candela, piuttosto che mangiare un rozzo panino e patatine che avrebbero di sicuro finito per mangiare con le mani, come erano soliti fare.
-"Ma forse da Remy's possiamo andarci un'altra volta, davvero non c'è probl.."- non fece in tempo a concludere la frase che si ritrovò le labbra di Rick sulle sue.
Quanto gli piaceva quando Castle la sorprendeva in quel modo e, nonostante fossero al distretto e lei stessa gli avesse ricordato più volte di mantenere un comportamento distaccato e professionale, ogni volta che lo scrittore le prestava anche la più piccola attenzione, lei non riusciva in alcun modo a restargli indifferente. Così, finivano per scambiarsi occhiate maliziose o sorrisi dolci che non sfuggivano allo sguardo attento di Ryan ed Esposito, i quali cominciavano a prenderli in giro, sogghignando e sghignazzando sotto i baffi.
Castle poco dopo si staccò da lei, le accarezzò con dolcezza una guancia e le disse:
 -"Affare fatto. Remy's è perfetto."-
Erano ancora stretti l'uno all'altro, quando l'I-phone di Castle cominciò a squillare, reclamando l'attenzione di entrambi. Kate si allontanò un pò da lui in modo da permettergli di prendere il telefono dalla tasca dei pantaloni, senza staccarsi però dal suo abbraccio. Lo scrittore diede un'occhiata allo schermo del cellulare per vedere chi lo stesse chiamando e rimase stupito quando lesse sul display il nome della sua editrice, nonchè ex-moglie Gina. Fissò il suo smarthphone per alcuni secondi, prima di rivolgere il suo sguardo a Beckett che gli domandò: -"Che fai? Non rispondi?"-
- "Mmh no, cioè si, devo assolutamente rispondere. Sono mesi che non mi faccio sentire e se non dovessi risponderle adesso, Gina verrebbe a prendermi per le orecchie fin qui al 12°...". Affermò terrorizzato, mentre continuava a rigirarsi il telefono tra le mani.
- "E allora rispondi! Non vorrei dover intervenire in difesa del mio fidanzato, mentre la sua editrice lo fa a pezzi con il suo sguardo inviperito e ammaliante da biondona-super-sexy!" aggiunse la detective con un tono tutt'altro che amichevole che allo scrittore non sfuggì. Sapeva bene che a Beckett Gina non stava per niente simpatica, e anche se lei non glielo aveva mai rivelato chiaramente, lui era certo che quest'antipatia che Kate provava nei confronti della sua ex-moglie, fosse nata in seguito a quell'estate che i due ex-coniugi avevano trascorso insieme negli Hamptons alcuni anni prima. Praticamente la detective era gelosa e i termini non proprio affettuosi che aveva appena usato per indicare Gina, non fecero altro che avvalorare la tesi dello scrittore.
Lo squillo insistente del telefono distolse Rick dai suoi pensieri e così decise di rispondere.
- "Segreteria telefonica di Richard Castle. Il signor Castle risponderà solo nel caso in cui la sua editrice non abbia intenzione di ammazzarlo. In caso contrario, il signor Castle ci tiene a farvi sapere che vorrebbe vivere ancora a lungo la sua vita da pluripremiato scrittore di fama mondiale" rispose con tono innocente, suscitando il sorriso di Kate, che si era momentaneamente accomodata sul divano della saletta e stava sfogliando una rivista.
- "Richard!! Quando avrai finito di fare il bambino, gradirei parlare con te di una cosa molto, molto importante. Magari DI PERSONA, dato che sono mesi ormai che non ti fai nè sentire nè vedere!!"- affermò alterata Gina dall'altro capo del telefono.
-" Si, lo so, mi dispiace, sono stato molto impegnato in questo periodo.."- rispose Castle, mentre Beckett sorrise divertita alle parole dello scrittore e alzò gli occhi al cielo pensando a quanto fosse inverosimile quella scusa, visto e considerato che tutti gli impegni di Rick erano gestiti direttamente dalla sua agente Paula e da Gina stessa e quindi sapevano perfettamente che Castle non aveva avuto alcun impegno di recente.
- "Bel tentativo Richard! Comunque VOGLIO, PRETENDO, ESIGO che tu venga alla Black Pawn oggi stesso! E non accetto scuse idiote. Dobbiamo assolutamente parlare di una cosa importante Richard!"- e ciò fece intuire allo scrittore che sarebbe stato inutile continuare a mentire spudoratamente.
- "Ok, verrò più tardi. Anche se non capisco che cosa sia successo di così importante da doverne discutere con tanta urgenza..."-
- "Tu vieni qui e ne parliamo, ok? MI RACCOMANDO RICHARD!"- disse Gina con tono severo, e poi concluse la chiamata.
Castle rimase qualche istante con il cellulare stretto in una mano, mentre Kate distolse lo sguardo dalla rivista che, con poco interesse, stava leggendo e lo posò su Rick.
- "Wow, ho notato che era più simpatica del solito...non ho avuto nemmeno bisogno del vivavoce per sentire quello che stava sbraitando dall'altra parte del telefono! Che hai combinato Castle per farla arrabbiare così tanto? Ti sei dimenticato di firmare il seno di qualche ochetta tutta-tette-zero-cervello che era presente all'ultimo incontro organizzato con i tuoi fan?" - concluse Beckett, continuando a punzecchiarlo con quelle frecciatine che ormai erano il pane quotidiano del loro splendido rapporto.
- "Adoro quando fai la gelosona, detective. Non puoi immaginare quanto lo adoro!"- scherzò Rick, avvicinandosi nuovamente a lei, che ormai si era alzata dal divano.
- "Non sono gelosa Castle!  E' solo che mi dispiacerebbe vederti affogare nelle tette enormi e palesemente rifatte delle tue fan..quindi lo dico solo per il tuo bene!"-
- "Oh, quanto sei premurosa ma soprattutto schifosamente BUGIARDA!"- e scoppiarono di nuovo entrambi a ridere.
-"Gina ha detto che vuole, ANZI pretende, ANZI esige assolutamente vedermi più tardi. Dobbiamo parlare di una cosa importante. Ti spiace se prima di andare da Remy's passiamo per la casa editrice? Magari se non ti va di salire, puoi aspettarmi in macchina, ci metterò poco, non penso sia una cosa lunga.."- concluse spostando una ciocca di capelli dal viso di Kate.
- "Ok. Nessun problema!"- lo baciò e poi aggiunse: -"Ora però fammi tornare di là dai ragazzi; IO, a differenza di qualcun'altro, ho un lavoro impegnativo!"- gli regalò un sorriso e uscì dalla sala relax.








► Salve a tutti. E' la prima storia in assoluto che scrivo. Mi sono appassionata alle FF da pochi mesi, ne ho lette tantissime qui su EFP e poi qualche giorno fa ho avuto questa ispirazione e ho cominciato a buttare giù qualche riga (anche per ingannare il tempo in attesa della 6x20). L'idea iniziale era quella di scrivere una one-shot, poi l'ispirazione è aumentata e alla fine è nata questa long (anche se i capitoli saranno soltanto 4). Essendo la mia prima storia, chiedo umilmente perdono a quelle poche pazze persone che decideranno di leggerla. Ho tanto da imparare e spero che, grazie ai vostri consigli e, perchè no, anche alla vostre critiche, possa migliorarmi pian piano sempre di più. Che altro dire...basta! :) I commenti sono sempre graditi. Baci baci

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Affrontare le novità.. ***




CAPITOLO 2 - Affrontare le novità..

Il pomeriggio al distretto passò in fretta. Dopo il caso che avevano risolto in breve tempo in mattinata, la squadra del 12°, ad eccezione di Castle che affermò di essere troppo impegnato nel cercare di battere il suo personale record ad Angry Birds, si era dedicata alle pratiche burocratiche, compito che non piaceva a nessuno, ma che doveva essere comunque svolto da ogni buon poliziotto alla fine di un'indagine.
Dopo aver fallito miseramente più volte nel suo intento, Castle mise via il suo cellulare e dedicò la sua attenzione a Kate che, seduta al suo fianco, era completamente presa dalle scartoffie che doveva compilare, il che gli permise di restare lì ad osservarla a lungo. Un sorriso gli comparì sul volto, quando si ritrovò a pensare alla discussione che avevano avuto quella stessa mattina nella sala relax e a quando Beckett gli aveva confidato quanto si sentisse a disagio in un contesto di mondanità e ricchezza che non le era mai appartenuto. Pensò a quanto Kate fosse diversa da tutte le altre donne che aveva frequentato negli anni precedenti o, per meglio dire, nella sua vita precedente.
Ebbene si, a Castle sembrava d'aver cominciato una nuova vita da quando aveva conosciuto la detective e i suoi ormai migliori amici 6 anni prima, una vita in cui non aveva più bisogno d'indossare la maschera dello scrittore ricco, viziato, superficiale e play-boy che gli avevano attribuito i giornali e le riviste scandalistiche. Una maschera che, in seguito, lui stesso aveva deciso di mantenere poichè gli permetteva di celare quella tristezza e insoddisfazione interiore causata in primo luogo, dalla mancanza di una figura paterna e poi dal doppio fallimento matrimoniale.
Una maschera che aveva nascosto la vera natura del suo essere per lungo tempo. Soltanto sua madre e sua figlia in primis, e la sua famiglia al 12° adesso, potevano realmente affermare di conoscere Richard Castle.
- "Ehi Castle, ci sei, sembri imbambolato?" -
- "Ehmm?....Si, si ci sono!- rispose Rick, scuotendo la testa come per scacciare via tutti quei pensieri che avevano invaso la sua mente poco prima. "Hai finito con queste scartoffie?" le chiese frettolosamente prima che Kate potesse chiedergli a cosa stesse pensando.
-" Ti senti bene?"
- "Certo che si, stavo solo pensando che prima passiamo per la casa editrice, prima saremo liberi di andare a cena da Remy's. E dato che comincio ad avvertire un leggero languorino, direi che per oggi basta lavorare detective. Chiudi tutto e andiamo!"- e detto questo si alzò dalla sedia.
- "Ok, io metto in ordine le ultime cose. Tu aspettami giù"- e gli lanciò le chiavi della sua auto che Rick afferrò prontamente.
- "Lasci guidare me??"- chiese stupito e sorridente, quasi urlando dalla gioia.
- "Non montarti troppo la testa Castle. Ti lascio guidare solo perchè non conosco bene la strada per arrivare alla tua casa editrice e vorrei evitare di perdere tempo..Abbiamo una cena che ci aspetta!"-
- "Ai suoi ordini detective!"- le fece l'occhiolino e poi, dopo aver salutato Ryan ed Esposito, si diresse verso l'ascensore.
Kate si affrettò a riordinare la sua scrivania, impilò le scartoffie e i rapporti che avrebbe continuato a compilare il mattino seguente, spense il computer e salutò i colleghi, augurando loro una buona serata.
Quando arrivò in strada, vide che Castle era già seduto in auto e la stava aspettando. Aprì la portiera, salì dal lato del passeggero, accese la radio e si lasciò andare contro lo schienale del sedile, in modo da rilassarsi un pò dopo una non intensa ma comunque stancante giornata lavorativa.
Si sorprese di quanto Castle fosse silenzioso mentre era alla guida. Sicuramente stava pensando all'incontro con Gina e a quell'argomento tanto importante di cui lei voleva parlare con urgenza, pensò Beckett.
- "Preoccupato che Gina possa ammazzarti per davvero stavolta?"- gli chiese dopo un pò, voltandosi verso di lui e abbassando al minimo il volume della radio.
- "No, sono sicuro che me la caverò!"- disse Rick mentre, rallentando, cercava con lo sguardo un posto dove poter parcheggiare. Accostò al marciapiede, fece manovra e spense il motore dell'auto. Poi si girò verso di lei: "Forse però mi sentirei più al sicuro se tu mi accompagnassi di sopra, sai, per prevenire conseguenze spiacevoli..."
Kate capì che le stava chiedendo, in maniera seppur implicita, di salire con lui negli uffici della sua casa editrice. Era senza dubbio questo il pensiero che aveva attanagliato la mente dello scrittore per tutto il tragitto percorso in auto. Chiederle di accompagnarlo o no? E se lei avesse rifiutato perchè non voleva vedere Gina o, peggio ancora, non voleva farsi vedere insieme a lui dalla sua ex-moglie? Ecco perchè Castle aveva tanto esitato prima di domandarglielo. Temeva una sua possibile reazione e così aveva optato per chiederglielo in maniera indiretta, con una battuta divertente in modo da stemperare la tensione, come era solito fare quando voleva affrontare un argomento importante con Kate ma, al tempo stesso, non voleva spaventarla o farla fuggire via.
Non aveva ancora mai incontrato Gina insieme a Castle da quando stavano insieme. In realtà non ce n'era mai stata l'occasione e Rick non le aveva mai chiesto di farlo, poichè sapeva che a Kate la sua seconda moglie proprio non andava giù, sebbene lei non l'avesse mai ammesso chiaramente.
Ma adesso le cose erano diverse: tra pochi mesi lei e lo scrittore si sarebbero sposati, Gina sarebbe stata sicuramente invitata al matrimonio, essendo comunque l'editrice di Rick e quindi, prima o poi, avrebbe dovuto affrontare questa situazione. Inoltre non c'era assolutamente nessuna ragione valida per evitarla all'infinito. O quasi...
Si ricordò di quello che era successo qualche mese prima: si era finalmente decisa a rendere pubblica la loro relazione tramite quell'annuncio sul New York Ledger. Quella sera stessa, mentre lei e Rick stavano guardando un film abbracciati sul divano, Gina aveva chiamato lo scrittore, interrompendo la tranquillità di quell'idillio e chiedendogli come mai non fosse stata messa al corrente della loro decisione di uscire così pubblicamente allo scoperto, ricordandogli che lei era ancora la sua editrice e che pretendeva sapere le cose direttamente da lui e non dai giornali. Castle le disse che aveva ragione, che non si sarebbe più ripetuta una cosa del genere ma che era stata una decisione improvvisa e che non c'era alcun bisogno di arrabbiarsi così tanto. Kate era rimasta piacevolmente sorpresa dal modo in cui lo scrittore aveva preso le sue difese e aveva troncato sul nascere possibili e spiacevoli incomprensioni.
Mentre continuava a pensare a tutto ciò, sentì lo scrittore poggiarle una mano sulla spalla, e così tornò a prestargli attenzione. Rick cominciò a balbettare e a parlare in modo frenetico, cosa che accadeva spesso quando era in imbarazzo.
- "O-ok, non volevo obbligarti, era s-solo una battuta. A-anche se non mi accompagni, penso di riuscire a tornare sano e salvo. Davvero non c'è bisogno che.."- Kate si fiondò sulle labbra dello scrittore, mettendo a tacere quel suo parlare confuso.
Castle la attirò di più a sè per approfondire il bacio, la mano sinistra dietro la schiena e tra i suoi capelli, mentre con la mano destra le accarezzò il fianco, sollevando il tessuto della camicia della detective e sfiorandola sempre più avidamente.
Passarono alcuni minuti così, l'uno attaccato all'altro, a baciarsi con maggior foga, fino a quando Beckett, recuperato un briciolo di lucidità, si ricordò di essere fermi in auto in una delle strade più frequentate e affollate di New York e che se non avesse fermato Castle in tempo, la situazione, ben presto, le sarebbe sfuggita di mano. Poggiò il palmo sul petto dello scrittore, il quale sembrava non avesse alcuna intenzione di mettere fine a quel bacio ormai tutt'altro che casto, e allontanò il viso dal suo, sorridendogli.
- "Che fine ha fatto il tuo proposito "prima sbrighiamo questa faccenda con Gina, prima saremo liberi di andare a cena"?"- gli chiese, mentre Rick continuava ad osservarla con quegli occhi diventati quasi neri per l'eccitazione.
- "Beh, lo ammetto, mi sono distratto un attimo.."- le sussurrò nell'orecchio "e il fatto che tu ti sia voracemente avventata sulle mie labbra non mi ha per niente aiutato. Significava che mi accompagnerai di sopra e, nel caso ce ne fosse bisogno, mi difenderai da quell'arpia di Gina?"-
- "Beh, pensavo che la mia fosse stata una risposta abbastanza chiara ed esaustiva, no?"- disse Beckett con tono malizioso, mentre si voltò verso la portiera dell'auto e l'aprì per scendere.
Castle rimase imbambolato in macchina per alcuni secondi con un sorrisino ebete stampato sulla faccia, finchè Kate si avvicinò di nuovo a lui e con voce sensuale, lo ridestò da quello stato comatoso in cui sprofondava ogni volta che la detective lo provocava con fare seducente: -"Però sbrighiamoci Rick, perchè comincio ad avere fame...e non solo di cibo!"- e detto questo, scese dall'auto.
Lo scrittore, non appena udì queste parole, scese dall'auto scattando in piedi come una molla, inserì l'antifurto e con passo veloce, raggiunse Kate, che si stava già incamminando verso l'entrata dell'enorme edificio.
Le prese la mano e le sussurrò all'orecchio: -"Oh detective! Ti posso assicurare che ad avere fame siamo in due."-

******************
► Eccoci qui con il secondo capitolo..è un pò più breve rispetto al primo poichè è un capitolo di transizione. Mi è servito per mettere in risalto alcune situazioni e pensieri dei personaggi, che saranno utili per lo svolgimento della storia.
Colgo l'occasione per ringraziarvi per l'accoglienza calorosa che mi avete riservato. :) Al prossimo capitolo. Buona lettura.
PS: Critiche, suggerimenti e commenti sono sempre ben accetti.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chiarimenti ***




CAPITOLO 3 - Chiarimenti

Entrarono nel lussuoso ascensore dell'edificio e Castle premette il tasto del piano dove erano situati gli uffici della sua casa editrice.
- "Di sicuro si tratterà di una cosa di poco conto.. Gina è sempre così catastrofica ed esagerata. Ci vorranno pochi minuti per risolvere questa faccenda, vedrai."- affermò lo scrittore con aria spensierata e sicura di sè. Beckett si limitò ad annuire e sorridere, speranzosa che quell'incontro durasse il minor tempo possibile. Anche se la decisione di accompagnare Castle era stata esclusivamente sua, preferiva comunque evitare di intrattenersi per lungo tempo con Gina e Paula, non perchè temesse di non riuscire a tener loro testa, ma perchè era consapevole che loro due appartenessero ad un mondo completamente opposto al suo e certamente questo particolare non sarebbe sfuggito ai loro occhietti velenosi e alle loro lingue biforcute.
Il suono dell'ascensore li avvisò che erano arrivati al piano desiderato e le porte si aprirono davanti a loro, mostrando l'ingresso degli uffici della Black Pawn. Castle afferrò la mano di Kate e la trascinò fuori, percorsero un breve corridoio e poi si fermarono di fronte ad un'enorme porta di vetro trasparente che permetteva di avere una visuale interna dell'enorme ufficio e delle scrivanie dei dipendenti impegnati nel loro lavoro.
Sulla porta campeggiava una scritta nera a caratteri cubitali "BLACK PAWN PUBLISHING".
Lo scrittore la aprì e fece segno a Beckett di seguirlo. Appena furono dentro quell'enorme sala, la detective fu felice nel notare che nessuno si era accorto del loro arrivo, tanto erano tutti così impegnati a svolgere i loro compiti: qualcuno discuteva animatamente a telefono, qualcun'altro pigiava freneticamente sui i tasti del pc, altri ancora erano assorti nella lettura di chissà quale capolavoro letterario.
Non era così diverso dal 12° distretto, si ritrovò a pensare per un attimo Kate, dopo aver osservato la disposizione delle scrivanie e delle postazioni dei diversi dipendenti, sebbene quel posto fosse assai più ordinato, luminoso ed elegante del luogo in cui lavorava lei.
-" Non ci posso credere..toh, ma guarda te chi si rivede. RICHARD CASTLE in persona!"- esclamò ad alta voce un uomo dietro di loro, attirando l'attenzione di Beckett e dello scrittore -"Qual buon vento ti porta qui?"-
- "Ooh, Christoph, è un piacere vederti!" - gli disse Castle, sorridendogli e stringendogli calorosamente la mano. - "Gina voleva vedermi urgentemente...ed eccomi qui."- ma notò immediatamente come l'attenzione dell'uomo si fosse già spostata su Beckett.
- "Oh scusatemi..ho dimenticato di fare le presentazioni. Christoph lei è il detective Kate Beckett della Polizia di New York. Kate lui è Christoph, lavora ormai qui da parecchi anni ed è il responsabile grafico della Black Pawn."-
- "Finalmente Richard! Erano anni che ti chiedevo di presentarmi la famosa Nikki Heat e finalmente ho il piacere di fare la sua conoscenza."- disse Christoph, stringendo la mano a Kate gentilmente: "E adesso capisco anche perchè ci hai messo così tanto a presentarmela..Avevi bisogno di tempo per conquistarla e volevi essere sicuro che nessun'altro tentasse di soffiarti questo splendore da sotto il naso.."- affermò, facendo ridere Beckett che cominciò a sentirsi un pò a disagio per quel complimento alquanto inaspettato. Così ritornò immediatamente a vestire i panni della detective dura e sfrontata e chiese con espressione decisa: "Quindi lei è il responsabile della veste grafica dei libri di Castle...dunque è anche responsabile del fatto che Nikki Heat fosse completamente nuda in copertina!?"- chiese incrociando le braccia e fingendo di essere alquanto infastidita. Christoph la osservò per un momento con espressione smarrita, cercando più volte lo sguardo di Castle, che lo rassicurò delle intenzioni per nulla guerrafondaie di Kate, facendogli un sorriso e socchiudendo gli occhi.
- "Beh, è vero, io sono il grafico, ma creai quella copertina su richiesta esplicita di Richard. Quindi diciamo che se cerca un colpevole, detective, di certo non sono io!"- rispose divertito Christoph, lasciando una pacca amichevole sulle spalle di Castle.
- "Perdonatemi, ma adesso vi devo proprio lasciare, ho delle bozze grafiche da visionare. Richard, mi raccomando, non sparire di nuovo, fatti vedere più spesso e...magari porta di nuovo la detective con te.."
- "Smettila di fare il cascamorto con la mia fidanzata e vai a lavorare..!" gli disse Castle con un tono tra il serio e il divertito, mentre l'uomo, dopo averli salutati, si allontanò.
- "Meglio che andiamo da Gina, prima che qualcun'altro si avvicini a te e ci provi spudoratamente. In quel caso, penso che potrei prenderlo a pugni!"- affermò lo scrittore, simulando un'espressione infastidita che suscitò la risata di Beckett.

Giunsero davanti ad un altro ufficio. Sulla porta chiusa, spiccava una targhetta con su scritto "GINA COWELL - PRESIDENT OF BLACK PAWN PUBLISHING".Kate pensò a quanto fosse altisonante e auto celebrativa quella targa sulla porta, e non potè far a meno di sorridere quando le venne in mente che, già che c'era, Gina avrebbe potuto anche scrivere "President of United States of America".
Castle notò il sorriso ironico sulle labbra della detective, ma non le chiese nulla, intuendo quali fossero i suoi pensieri in merito a quella dicitura appesa alla porta.
Bussò un paio di volte con le nocche contro il legno e insieme entrarono nell'ufficio.

- "Finalmente Richard! Cominciavo a pensare che ti fossi dimenticato persino la strada per arrivare qui."- lo accolse Gina con un'espressione sarcastica sul volto. Al suo fianco era seduta anche la sua agente Paula, che gli lanciò uno sguardo disinteressato.
- "Buonasera anche a voi signore! Noto con piacere che siete sempre così gentili ed accoglienti con colui che, grazie ai suoi libri, vi paga da vivere ogni mese."- disse Castle con tono deciso, mentre chiudeva la porta dietro di sè. "E' venuta anche Kate e abbiamo una certa fretta, quindi, se non vi dispiace, vorrei sbrigare rapidamente questa faccenda tanto urgente."-
- "Salve detective"- esclamò Gina porgendole la mano e mostrandole un sorriso tirato. Beckett salutò entrambe le donne in modo cordiale, reggendo il loro sguardo inceneritore e non interrompendo il contatto visivo. Era una cosa che sapeva fare benissimo per via del suo lavoro: mai distogliere lo sguardo, mai mostrare indecisione o debolezza, mai mostrare all'avversario i propri punti deboli. Aveva a che fare ogni giorno con i peggiori criminali della città di New York e riusciva ad avere sempre la meglio, figurarsi se si fosse lasciata intimidire da due ochette dal make-up impeccabile e rimpinzate di botulino da capo a piedi.
-"E' un piacere avere qui anche la Detective Beckett. Hai fatto bene a portare anche lei, Richard. Anzi, a dire il vero, vorremmo discutere di una situazione che riguarda proprio voi due."- affermò Gina, continuando ad osservare intensamente la coppia seduta davanti a lei. Castle la guardò, per un pò, con aria interrogativa..non riusciva davvero ad intuire quale fosse l'argomento di cui Gina volesse parlare non solo con lui, ma anche con Kate. Che cosa centrava Beckett con i libri, le scadenze, i tour promozionali, le feste e tutti gli altri argomenti di cui parlavano solitamente lui e la sua editrice?
Poi improvvisamente un'idea gli balenò in testa.
No. Oh no.
Non può essere. Non era possibile.
Gina non poteva veramente voler parlare di quell'argomento adesso, in presenza di Kate.
-"Ormai siete prossimi alle nozze e avremmo dovuto discutere di questi particolari già alcuni mesi fa. Ma non c'è problema se lo facciamo adesso."- affermò la bionda con un falso sorriso sulle labbra. Si spostò verso l'estremità della scrivania, aprì un cassetto ed estrasse un foglio dal suo interno.
-"Particolari? Di quali particolari sta parlando?"- chiese sottovoce Kate a Castle, che tentò di rassicurarla posandole una mano sul ginocchio, accarezzandola con dolcezza. Lo scrittore aveva ormai intuito quale sarebbe stato il tema della discussione, ma ne ebbe la completa certezza quando la sua ex-moglie fece scivolare sulla superficie liscia della scrivania un foglio, lo ruotò verso di loro e glielo porse.
Beckett riuscì soltanto ad intravedere qualche parola scritta su quel pezzo di carta che aveva l'aspetto di essere un contratto. "Prenuptial Agreement" furono le uniche parole che riuscì a leggere. Erano stampate in cima e al centro del documento, con uno stile chiaro e ben visibile che, pensò la detective, serviva di certo ad incutere soggezione al malcapitato a cui era diretto. Rimase sorpresa e silenziosa per alcuni minuti; avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma la voce sembrava averla abbandonata. Non ebbe nemmeno il tempo di mettere in ordine le proprie idee, che sentì la mano di Castle abbandonare il suo ginocchio e voltandosi verso di lui, lo vide alzarsi di scatto dalla sedia.
-"Dimmi che non mi hai chiamato solo per questo motivo!"- chiese lo scrittore con un tono di voce più alto del normale e con un'espressione contratta sul volto. Non ricevette risposta. "Era questa la situazione tanto urgente di cui dovevamo parlare? Mi hai chiamato facendomi fiondare qui, solo perchè volevi che firmassimo uno stupido contratto pre-matrimoniale?"
-"Richard stammi a sent.."
-"Starti a sentire? Sono anni che sto a sentire le tue stronzate e per anni ho dovuto sorbirmi ogni tua stupida lamentela su ogni cosa che facevo e che non ti andava mai bene. Ma ora mi sono davvero stufato Gina..."
-"Richard ma non capisci? E' una precauzione che la casa editrice vuole adottare per tutelarti! E poi è una cosa che abbiamo fatto anche noi prima di sposarci. Non sarebbe una novità per te..Non fare tanto il melodrammatico. " disse la bionda cercando di sdrammatizzare.
- "A me non serve alcun tipo di tutela, soprattutto non la tua. Sai quando avrei avuto bisogno di tutela? Quando decisi di sposarti. Lì avrei avuto bisogno di qualcuno che mi avvertisse e mi dicesse che stavo per fare la più grande cazzata della mia vita..."
-"Rick calmati" intervenne decisa Beckett. Non aveva mai visto lo scrittore così agitato prima d'ora, forse solo durante il rapimento di Alexis, anche se, il sentimento che l'aveva invaso in quei momenti non era stata rabbia, bensì disperazione. "Perchè non ne discutiamo a casa con calma? E se dovrò firmare qualcosa per me andrà ben.."
-"KATE! Ti prego, non è il momento! E poi tu non devi firmare proprio un bel niente."- affermò Castle voltandosi verso di lei ancora con lo sguardo segnato dall'ira. La detective notò come i suoi bellissimi occhi azzurri fossero diventati improvvisamente più scuri e profondi, proprio come gli succedeva quando facevano l'amore e la passione li travolgeva. "Aspettami fuori, adesso ti raggiungo."
Beckett non riuscì a replicare a quello che le sembrò a tutti gli effetti un ordine ben preciso da parte di Castle. Le sembrò tutto alquanto bizzarro, essendo solitamente lei quella che impartiva comandi sia al distretto che a casa. Era lei la detective, ma quella situazione la stava mettendo non poco in imbarazzo e, a dire il vero, cominciava a sentirsi anche un tantino inadeguata. Agli occhi degli altri, in quell'istante, non era altro che una donna che stava tentando di accalappiare il riccone di turno, in modo da poter godere di una vita piena di agi fino alla fine dei suoi giorni. Ma non era affatto così. Lei lo sapeva. E soprattutto, lo sapeva anche Castle. Continuò a fissare intensamente lo scrittore negli occhi, finchè non fece un cenno di assenso col capo e uscì dalla stanza. Una volta fuori dall'ufficio di Gina, chiuse gli occhi, prese un bel respiro profondo e rimase appoggiata con la schiena al freddo legno della porta.
-"Non dovevi permetterti di fare una cosa del genere! Questi non sono affari che ti riguardano Gina."
-"Certo che mi riguardano Richard! Se quella prima ti sposa e poi ti lascia in mutande, questo posto e tutta la tua brillante carriera vanno a farsi benedire! Come fai a non rendertene conto?"
-"Innanzitutto porta rispetto quando parli di Kate! Tu non la conosci e non hai alcun diritto di poter dire o anche soltanto pensare queste cose. Il fatto che tu sia stata mia moglie e che fossi interessata solamente al mio denaro, non fa della donna che sto per sposare una persona avida e vuota come te. Se solo avessi avuto un pò di buon senso, avresti chiesto il mio parere prima di tirare in ballo anche lei...ma stiamo parlando pur sempre di te, no?"-
-"Nessuno t'ha chiesto di portare qui anche la tua cara detective, ma ormai si sa, non fai più nemmeno mezzo passo senza di lei! Inoltre, mio caro, non sono io la prima ad aver preso una decisione e a spiattellarla su tutti i giornali senza chiedere nemmeno il parere del mio agente."-
-"Oh Dio, lo sapevo che non vedevi l'ora di rinfacciarmelo! e finalmente adesso ne hai avuto l'opportunità"- affermò Castle con un sorriso ironico mentre, esasperato, alzava le mani al cielo "Abbiamo sbagliato, ok? Avevi ragione, avrei dovuto avvisare almeno Paula, ma ormai è successo. Non mi pare sia stata una cosa così scandalosa o eclatante, quindi mettiamoci una pietra sopra."-
Dopo alcuni istanti di silenzio, lo scrittore, ancora alterato per la discussione appena terminata, porse bruscamente il contratto a Gina e si rivolse a lei assumendo un tono più pacato: -"Comunque questo puoi tenerlo. Non mi serve" e l'editrice gli strappò letteralmente il foglio dalle mani.

Beckett era rimasta appoggiata con la schiena alla porta dell'ufficio per tutto il tempo. Quando si accorse che dall'interno della stanza non proveniva più alcuna voce, capì che la discussione era terminata. Si staccò dal legno freddo e si allontanò un pò, aspettando che Castle uscisse. Quando lo scrittore fu fuori, le si avvicinò con un sorriso tirato sul volto e gli occhi ancora un pò scuri per il nervosismo, le prese la mano e le sussurrò: "Andiamo."

----------------------

► E finalmente abbiamo scoperto di cosa Gina volesse parlare con così tanta urgenza! Bastarda lei..eh?
Commenti, critiche e suggerimenti sono sempre ben graditi. Nel prossimo e ultimo capitolo vedremo come reagiranno Castle e Beckett e come risolveranno la faccenda! Baci :)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Mine Greater Good ***




CAPITOLO 4 - Mine Greater Good: Il mio bene più grande

Raggiunsero la macchina in silenzio, lasciando che il fresco venticello che soffiava quella sera su New York spazzasse via dalle loro menti quei pensieri disordinati e confusi che la discussione appena terminata aveva suscitato ad entrambi.
Salirono in auto e Beckett si voltò verso lo scrittore: -"Rick, perchè non ce ne torniamo a casa, così possiamo parlare con calma?"
-"No, avevamo dei piani e voglio rispettarli."-
-"Castle, non fare il bambino. Da Remy's possiamo andarci un'altra volta. E poi non è evitando di discuterne che risolveremo questa faccenda."-
-"Io non sto evitando proprio niente! Ho solo detto che voglio cenare fuori con te! Questa giornata è già stata uno schifo totale, non voglio che finisca col peggiorare ancora!"- le rispose ancora visibilmente nervoso.
-"Pensi davvero che riusciremo a goderci la serata dopo quello che è successo? Per favore Castle.."-
-"Ne parleremo più tardi, una volta arrivati a casa, ok? Adesso ho fame!"- e Kate decise di non controbattere e di lasciare che Rick si calmasse. Era ancora arrabbiato e continuare a forzarlo avrebbe portato inevitabilmente ad un litigio.

Una decina di minuti dopo arrivarono da Remy's, presero posto nel locale abbastanza affollato, ordinarono i soliti panini e li mangiarono in silenzio.
Da quando stavano insieme capitava spesso che rimanessero in silenzio.
Avevano imparato a parlarsi tramite il silenzio.
Amavano rimanere in silenzio ad ascoltare la presenza dell'uno accanto all'altro.
Preferivano comunicare con il silenzio da quando i loro gesti, i loro sguardi e i loro sorrisi avevano sostituito molte parole.
Ma in quel momento, a Kate, quel silenzio sembrava così assordante e insopportabile. Avrebbe preferito parlare, fargli domande, esprimersi, dirgli che avrebbe fatto tutto, avrebbe firmato anche quello stupido contratto pre-matrimoniale, pur di sposarlo al più presto e di diventare sua moglie. Era una cosa che desiderava con tutta sè stessa. Lo amava così tanto, così come non aveva mai amato nessun'altro uomo in vita sua. Avrebbe voluto dirglielo, non glielo diceva mai abbastanza, avrebbe voluto dirgli così tante cose in quell'istante..ma non fu necessario. Rick le poggiò una mano sul fianco, destandola dai suoi pensieri e la attirò più vicino a sè, cingendole la vita con amore e regalandole uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Per il momento non sarebbe stato necessario usare le parole. Si erano parlati così, con il silenzio, ancora una volta.
La loro cena trascorse velocemente ed entrambi riuscirono a tranquillizzarsi un pò. Finiti i loro cheeseburgers, Castle si diresse verso la cassa per pagare il conto e poi insieme uscirono dal locale, avviandosi verso l'auto, desiderosi di porre fine a quella giornata.

Entrati nel loft, notarono che Martha e Alexis non erano in casa. Avevano lasciato un post-it giallo attaccato al frigo su cui c'era scritto "Io e nonna andiamo a mangiare una pizza. Buona serata."
Kate sorrise dopo averlo letto: ormai le due rosse erano diventate, insieme a Rick, la sua famiglia. Voleva molto bene ad Alexis e Martha era diventata una seconda mamma per lei, nonostante i loro caratteri fossero così diversi.
Non si accorse della presenza di Castle alle sue spalle, il quale le circondò dolcemente la vita con le braccia e poi l'attirò a sè, facendo aderire la schiena della donna al suo petto. Con la mano destra le spostò i capelli, facendoli ricadere tutti sulla spalla sinistra e cominciò a baciarle il collo, lasciandole sulla pelle tanti piccoli baci.
-"Castle, mi avevi promesso che avremmo parlato una volta arrivati a casa..."- disse Beckett, facendosi poi sfuggire un gemito causato dalla dolcezza con cui il suo uomo le stava accarezzando i fianchi e baciando la pelle appena sotto l'orecchio destro. -"Non pensare di riuscire a distrarmi in questo modo.."
-"Non mi sembra ti dispiaccia.."- affermò lo scrittore, mentre continuava la sua dolce tortura.
-"Rick, sono seria. Ti prego, parliamone."- e detto questo Kate si voltò in modo da poter osservare Castle dritto negli occhi. Rimasero così per alcuni secondi, in piedi in cucina, l'uno perso nello sguardo dell'altro, fino a che lo scrittore si avventò con foga sulle sue labbra, per poi riprendere a baciarle nuovamente il collo, questa volta con più veemenza e passione.
-"L'unica cosa che voglio adesso è fare l'amore con te.."- e cominciò rapidamente a sbottonarle la camicia.
-"Rick...Rick per favore.."-
-"Kate, ho bisogno di te. E' da quando sono uscito da quel dannato ufficio che ho bisogno di sentirti mia..ti prego. Dopo parleremo, te lo prometto.."- e riprese a baciarla con fervore. Mentre le mani di entrambi vagavano senza fermarsi un attimo sul corpo del proprio partner, si avviarono verso la camera da letto.


-"R..Rick, ti amo, ti amo....così....tanto"- sospirò Beckett, invasa dal potente orgasmo che il suo uomo le stava regalando. Castle continuò ancora un pò a muoversi dentro di lei con ritmo frenetico, finchè dopo alcune spinte, non si lasciò andare anche lui a quel piacere che poco prima aveva provato la sua donna. Restò in silenzio per alcuni minuti, ancora affannato e ansante, con il capo poggiato al petto di Kate che gli massaggiava dolcemente la testa e i capelli con la mano sinistra. Dopo un pò si sollevò sulle braccia, la baciò dolcemente, uscì delicatamente da lei e le si stese accanto, supino.
-"Hai sentito tutto quello che ci siamo detti, vero?"- le chiese improvvisamente.
-"Beh, si, tu urlavi così tanto..era impossibile non sentire."-
-"Mi dispiace, non volevo alzare la voce, soprattutto non con te."- le disse con tono amareggiato . "E' solo che...ero così arrabbiato, se solo avessi capito prima di cosa Gina voleva parlare io non ti avrei chiest..."
-"Ehi. Ehi, guardami."- lo pregò Kate e gli afferrò il viso tra le mani "Entrerei in quell'ufficio insieme a te altre mille volte, se solo me lo chiedessi di nuovo. Non è colpa tua.."-
-"Ma lei ti ha messo in imbarazzo per il semplice gusto di farlo! E a me questa cosa non è andata giù. Non doveva permettersi. Non doveva dire tutte quelle cose.."- affermò passandosi una mano sul volto.
-"Beh, nemmeno tu ci sei andato tanto leggero con lei, a dire il vero.."-
-"Kate, non è questo il punto! Il fatto è che era un argomento privato e delicato, che, se mai un giorno avessimo voluto affrontare, l'avremmo fatto, ma solo noi. Tu ed io. Nessun altro."- le spiegò Rick alzandosi e poggiandosi su un lato, in modo da poter guardare Beckett negli occhi.
-"Ok, ma visto che c'è stato fatto presente, adesso dobbiamo discuterne. Castle, sposarti è l'unica cosa che voglio e non permetterò che delle stupide questioni economiche rovinino tutto. Non capisco perchè tu non me ne abbia parlato prima, dato che è una cosa che hai già fatto in occasione del tuo precedente matrimonio.. avremmo potuto sistemare la faccenda tempo fa. Se quello che vogliono è che io firma quel contratto, lo farò. Non ho alcun problema nel farlo. Davvero."-
-"Dannazione, è proprio questo il punto Kate! Qui stiamo parlando soltanto di quello che vogliono loro. LORO. Non di quello che voglio io!"- urlò lo scrittore ad alta voce. "E il fatto che io e Gina abbiamo firmato quel contratto ai tempi del nostro matrimonio, non centra assolutamente niente con NOI. Tu non sei come lei!" Fece una sosta, la fissò con i suoi profondi occhi azzurri e poi aggiunse con tono più pacato: "A te non è mai importato niente dei miei guadagni, dei party esclusivi, dei VIP e delle celebrità. Tu sei quella che quando le faccio un regalo troppo costoso mi sgrida e mi fa promettere di non farlo più. Sei quella che preferisce andare a cena da Remy's piuttosto che in un lussuoso ristorante. Sei quella che preferisce indossare jeans e camicia in modo da non attirare troppo l'attenzione su di sè..."-
Castle fece  l'ennesimo profondo respiro di quella giornata stressante, mentre Beckett continuava ad osservarlo con gli occhi umidi per la commozione e uno sguardo pieno d'amore e dolcezza, finchè lo scrittore non riprese a parlare: -"Io non voglio che il nostro matrimonio parta già dal presupposto che sia destinato a finire. Non voglio che tu firmi nessuno stupido accordo. Non voglio che ogni singolo momento della nostra vita insieme, sia limitato da clausole economiche scritte su un insignificante pezzo di carta. Io non voglio questo per noi..
Io voglio...voglio fare l'amore con te ogni giorno, voglio poter crescere i nostri figli, voglio invecchiare insieme a te, voglio trascorrere al tuo fianco tutti i giorni della mia vita da qui sino alla morte. Voglio tante cose Kate, ma nessuna di queste è scritta in quel contratto.
E nel caso in cui un giorno tu dovessi stancarti di me, cosa che spero non accadrà mai, non mi importerà se tu vorrai prenderti tutto...i soldi, la casa, la Ferrari....Non mi importerebbe e non farebbe alcuna differenza: in ogni caso io resterei un uomo povero Kate, perchè avrò perso per sempre il mio bene più grande: tu!"-
Beckett rimase a fissarlo per alcuni secondi col viso rigato dalle lacrime.
Castle l'aveva fatto. Ci era riuscito. Di nuovo.
Ancora una volta l'aveva stupita e lasciata senza parole, ancora una volta le aveva confessato il suo amore e dimostrato quanto quel sentimento che lui provava per lei, fosse così forte da poter annullare qualsiasi altra cosa.
Kate si ritrovò a pensare quanto fosse cresciuto e maturato lo scrittore dal loro primo incontro, ma allo stesso tempo fu felice del fatto che non avesse perso quel lato bambinesco che tanto le piaceva di lui. Amava la sua indole fanciullesca, la sua genuinità e spensieratezza, il suo essere sognatore ed ottimista, la sua inarrestabile immaginazione e irriverenza, quel suo sorriso euforico e raggiante.. dopotutto era ciò che l'aveva fatta innamorare follemente di lui.
Ma amava ancor di più quel suo lato nascosto, quel lato di lui che conoscevano in pochi. Quel lato che le mostrava nei momenti più difficili e durante le loro confessioni più intime. Quel suo essere dolce, affettuoso e protettivo con la sua famiglia, il suo essere un padre presente e responsabile, la sua caparbietà e testardaggine che tanto aveva odiato durante la loro collaborazione e che invece adesso aveva imparato ad apprezzare, la sua gentilezza e fedeltà, il modo in cui la fa ridere, la fa sentire amata, protetta, al sicuro;
la sua natura riflessiva e profonda che fa capolino quando ripensa ai momenti più amari della sua adolescenza e che lascia spazio, subito dopo, alla consapevolezza di essere diventato, grazie a quegli eventi, una persona migliore..
- "Sei un uomo meraviglioso Rick.."- esclamò ad alta voce Kate, senza nemmeno rendersene conto, ancora scossa e visibilmente emozionata a causa di quei pensieri che la stavano travolgendo e che aveva, finalmente, deciso di cacciare fuori. "Sono così felice di poterti avere al mio fianco, così fortunata che tu sia entrato a far parte della mia vita in maniera imprevedibile.."
-"Beh, all'inizio non mi sembravi tanto entusiast..."- cercò di ribadire con tono scherzoso Castle, ma si zittì quando vide Beckett lanciargli uno sguardo tra il minaccioso e il supplichevole. Gli stava chiedendo di non interromperla. Sapeva bene che per Kate non era cosa facile esprimere i sentimenti tramite le parole. E a lui questo non era mai importato: gli bastava un suo piccolo gesto, vederla sorridere ad una sua battuta, una sua carezza, un suo sguardo, un suo bacio a fior di labbra, un "ti amo" sussurrato mentre facevano l'amore.. tutto questo gli bastava per capire che era il suo modo di dimostrargli quanto lo amasse.
Ma adesso la detective, nuda e bellissima, era seduta di fronte a lui, gli aveva chiesto di fare silenzio e di lasciarla parlare, poiché si sentiva finalmente pronta a trasformare quei suoi gesti d'amore in parole.
-"Ti amo! Ti amo come non ho mai amato nessun'altro. Amo Rick, quello dolce, premuroso, testardo, passionale, generoso, serio e pigro...e amo Castle, quello egocentrico, chiacchierone, impertinente, sfacciato, megalomane, malizioso e insopportabile. Non potrei far a meno di nessun aspetto del tuo carattere, perchè ognuno di questi, siano essi positivi o negativi, fanno di te la persona straordinaria che sei e che amo con tutta me stessa... E come potrei mai stancarmi di te? Del tuo sorriso e dei tuoi sguardi che mi fanno sentire unica al mondo, delle tue braccia forti che mi stringono e mi rassicurano in ogni momento della giornata, delle continue attenzioni che mi rivolgi... e perchè no, anche delle tue teorie bizzarre sulla CIA o sugli zombie che rendono un pò più divertente il mio lavoro. Come potrei mai stancarmi dell'amico che mi ha afferrata mentre precipitavo nel baratro, del mio partner coraggioso sempre pronto a salvarmi la vita e che ha buttato giù ogni muro io tentassi di costruire e dell'uomo che pazientemente ha atteso che fossi pronta ad accettare i miei sentimenti e che ricominciassi a vivere? Penso che non riuscirò mai a stancarmi di te.."-
Rimasero abbracciati l'uno all'altro al centro del letto per lunghi minuti, osservandosi negli occhi ormai umidi per via delle lacrime, sussurrandosi parole dolci all'orecchio e sfiorandosi con i corpi nudi.
- "Sapevo che non era una buona idea sposare uno scrittore.."- affermò sottovoce Kate all'improvviso.
- "Perchè dici questo?"- le chiese Castle mentre continuava ad accarezzarla lentamente le spalle e la schiena.
- "Perchè ogni volta che ci capiterà di discutere o litigare in futuro, tu riuscirai sempre a cavartela usando la tua bravura con le parole ed io, non riuscendo a tenerti il broncio per lungo tempo, te la darò sempre vinta. E sai che dartela vinta è la cosa che più odio al mondo, non fa altro che ingigantire ancor di più il tuo ego già di per sè smisurato.."- sbuffò Kate fingendosi infastidita.
- "Detective, sai bene che la parlantina non è l'unica arma di cui dispongo per farmi perdonare. E tu stessa pochi secondi fa, hai stilato un elenco niente male di tutte le mie qualità. Ah, e non dimenticare che potrò sempre ricorrere al mio irresistibile charme e alle mie doti da playboy.."- rispose Castle ammiccando, mentre maliziosamente cominciò a posizionarsi sopra il corpo nudo di Beckett. -"Non hai via di scampo, mia cara.."-
- "Allora playboy, penso che sia tempo di ricorrere a queste tue innumerevoli doti, perché la lista delle cose di cui devi farti perdonare è molto, molto lunga."-
- "Oh, ma allora non c'è tempo da perdere. Bisogna provvedere all'istante!"- e in pochi secondi il suono delle loro risate lasciò posto a sospiri e gemiti e alla consapevolezza ormai certa che l'amore che provavano l'uno per l'altro era il loro bene più grande.






----------------------
► Diabete portami viaaaaaa! Ahahah ultimo capitolo della mia prima storia molto fluff e zuccheroso.
Alla fine le cose tra i due si sono chiarite e...tutto bene quel che finisce bene. 
Spero di aver suscitato un pò del vostro interesse con questa FF, mi accontento anche solo di una briciola della vostra curiosità..Nel caso io ci sia riuscita, sappiate che ne sono davvero felice. In caso opposto, mi scuso per avervi annoiato. Basta farmelo sapere e vi prometto che non succederà più! xD
Che altro dire...se vi va, lasciate un commento (positivo o negativo che sia)!
Baci

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2532240