Nascosta dietro una maschera.

di Ramosa12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prolugue ***
Capitolo 2: *** "Non puoi farmi del male biondo,nessuno può farmene." ***
Capitolo 3: *** per ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria ***
Capitolo 4: *** "A me non fa paura nessuno,e hai ragione: Io non sono come Jason." ***
Capitolo 5: *** "Lei non doveva essere debole, era una promessa che si era fatta." ***
Capitolo 6: *** "Per una volta,in vita sua,non si sentì sola." ***
Capitolo 7: *** "Quella mocciosa era capace di mandarlo fuori di testa." ***
Capitolo 8: *** "Perché Thalia era morta dentro, tanti secoli fa." ***
Capitolo 9: *** "Altro che riformatorio,avrei bisogno di un buon manicomio invece" ***
Capitolo 10: *** "Era stata legittima difesa, lo giurava" ***
Capitolo 11: *** "Il guaio più grande (e bello) della sua vita" ***
Capitolo 12: *** "E Thalia doveva trovare la forza di dimenticarlo" ***



Capitolo 1
*** Prolugue ***


Nascosta dietro una maschera

Prolugue





La Stanford University, il primo settembre, era piena di ragazzi pronti -o almeno alcuni- per ricominciare l'anno scolastico.
C'erano studenti carichi di valige,altri che si fermavano a parlare con i vecchi compagni di stanza o chi andava a passo spedito verso la segreteria per ritirare le chiavi della propria stanza.
Thalia Grace ,invece, non faceva parte di nessuna delle tre categorie.
Sedeva sul sediolino dell'auto di  del padre guardando con occhi furiosi sia l'uomo che l'edificio che le era davanti.
-Dimmi perché lo sto facendo?-strinse i denti la ragazza,incrociando le braccia sotto al seno e stringendo forte le dita affusolate in un pugno.
-Perché tu vuoi diventare una persona importante proprio come me.-rispose il padre come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
"Si,proprio io una persona importante,io che non riesco nemmeno a dire una frase senza dire sciocchezze o che non apro la bocca se non per ficcarci una sigaretta."pensò lei con rabbia.
-L'accademia militare in confronto a questo sarebbe stata una passeggiata.-disse la ragazza guardando fuori al finestrino della Lamborghini nera lucida.
-Hai scelto tu il college,non dare la colpa a me.-si difese l'uomo freddamente.
-Ma non pensavo mica alla Stanford come college!-strillò lei guardano in modo l'uomo.
-Senti, la Stanford è il più importante college della California,da lì sono usciti veri geni,e questa scuola potrebbe aiutarti a farti un futuro Thalia,lo capisci vero?-disse l'uomo stanco del comportamento immaturo della figlia.
-E tu capisci che quello non è il mio posto?!Dì la verità mi stai spendendo lì solo perché non vuoi che tua figlia,la figlia del più grande avvocato del mondo,sia considerata come una criminale e piromane che è stata per due anni in un riformatorio sperando che suo padre la venisse a prendere o a trovarla?
Sai cosa ho passato lì?Ti è mai venuto in mente quanto io abbia sofferto?!Immagino che a te di me non ti sia importato neanche lontanamente.-
Era stata per due anni in quello che veniva considerato il carcere minorile crescendo da sola.
Aveva subito insulti,prese in giro,botte dai bulli più grandi.
Si era creata una corazza,una corazza da dura,una corazza che nessuno poteva abbattere.
Ma dietro questa barriera si nascondeva la vera Thalia,la Thalia che si era ripromessa di non mostrare a nessuno.

-Un'altra volta non davi ad appiccare incendi per la città,ora vai che ho del lavoro da sbrigare.Sto perdendo tempo.-rispose l'uomo con aria indifferente.
-Ti odio,mamma aveva ragione su di te.-mormorò lei prima di scendere dall'auto e sbattendo forte la porta.
Afferrò poi il suo trolley nero in policarbonato e la borsa nera di pelle dal cofano,e iniziò a camminare con aria sicura di sé verso il college che le era di fronte.
La struttura era molto antica,ricordava un vecchio castello,e grandi prati verdi si espandevano per tutto il territorio.
"Ah perfetto ci mancava solo la casa per vecchi,che ci trovano bello in Stanford io non lo so" pensò Thalia roteando gli occhi.
Si avviò verso l'arcata dove vi era la porta di ingresso attirando l'attenzione di tutti gli studenti.
Probabilmente erano gli shorts troppo corti e la maglietta nera dei Guns N' Roses che indossava o semplicemente qualcuno si era ricordato del suo passato da piromane.
In fondo era comparso su tutti i giornali.
Lanciò un' occhiataccia ad una ragazza che la stava guardando con curiosità e la poverina scappò via terrorizzata.
"In fondo stare qui non sarà male,probabilmente mi divertirò anche più del dovuto."sorrise maligna al solo pensiero.

***

Luke Catellan sorrise ad una ragazza che lo guardava maliziosamente.
Ricambiò lo sguardo facendole l'occhiolino e continuò a camminare affiancato da Percy Jackson,un suo migliore amico.
-Quest'anno c'è la spassiamo.-commentò Percy e Luke annuì.
-Le matricole quest'anno sono una più bella dell'altra.-aggiunse il ragazzo passandosi una mano tra i capelli biondi.
Quel giorno un bellissimo sole splendeva tra i cieli azzurri privi di nuvole sui prati verdi del college,come del resto era quasi sempre in California.
-Ne ho adocchiate due o tre che sono una più bella dell'altra.-disse Percy guardandosi introno.
-Oh guarda la punk!Non è male no?-indicò poi.
Una ragazza dai lunghi capelli corvini e gli occhi blu elettrico camminava con aria disinvolta per i prati del college.
Aveva la pelle chiara e le gambe magre erano fasciati da uno shorts nero a vita alta.
-Niente di speciale,una come tante,secondo te Drew uscirà con me?-domandò invece il biondo facendo spallucce.
-Si credo di si,ma so che sta frequentando uno che sta alla Columbia di New York.-rispose Percy guardando l'amico con gli occhi verde mare.
-Lo sanno tutti che le relazioni a distanza non funzionano.-rise Luke di gusto.
-E che ne sai scusa?A volte durano anche.-
-Lo so perché Drew non ne un tipo fedele e poi, quando eri fidanzato con quella Rachel che era a New York,ti ricordi come è finita?Lei ti ha tradito con quel Octavian.-roteò gli occhi il biondo mentre apriva la porta delle segreteria per ritirare le chiavi del loro appartamento.
-Ma quella era un'altra storia,lo sapevano tutti che tra noi non poteva durare.-ribatté Percy ringraziando la segretaria subito dopo per avergli dato le chiavi.
-La storia è la stessa invece,nessuno riesce a resistere alle proprie tentazioni,proprio per questo odio i fidanzamenti: li trovo troppo stupidi.-confessò apertamente il biondo mentre percorreva i corridoi di pietra della scuola.
-Luke guarda che a volte trovare amore in un'altra persona è bello.-sorrise Percy scombinandosi ancora di più i capelli corvini.
-Per ora non ho nessuna intenzione di innamorarmi.-chiarì Luke aprendo poi la porta del loro appartamento.
Peccato però, che non sapeva ancora quante cose sarebbero successe in un solo anno.


Angolo autrice:
Ecco la famosa Thaluke che avevo accennato nella mia altra storia.
Allora qui come coppia fondamentale ci sarà la Thaluke (ma no non lo avevamo capito?!vi starete chiedendo ahaha)e ci sarà un leggero accenno di Percabeth.
Il capitolo è molto breve ma perché un prolungo.
Passiamo al capitolo.
Allora si vede inizialmente una Thalia più ribelle e un po' 'bulletta' potremmo dire?
Poi c'è Luke che tutto preso tra i suoi pensieri tra Drew e relazioni a distanza.
Beh spero che la storia vi piaccia!
Bacii Ramosa 

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Capitolo 2
*** "Non puoi farmi del male biondo,nessuno può farmene." ***


  
Nascosta dietro una maschera

 "Non puoi farmi del male biondo,nessuno può farmene."




Thalia entrò nel suo appartamento guardandosi intorno, con una certa aria di curiosità che la circondava.
"Niente male,meglio del riformatorio sicuro."pensò mentre si chiudeva la porta alle spalle.
-Saresti la mia coinquilina?-domandò una voce fin troppo femminile.
Era una ragazza della sua età con lunghi capelli neri piastrati, occhi azzurro cielo e indossava un vestito corto rosso fuoco che metteva in risalto le lunghe gambe abbronzate.
-Se ho le chiavi della stanza credo proprio di si.-rispose burbera Thalia posando la valigia sul letto opposto al suo.
-Non c'è bisogno di essere così acide.-ribatté la ragazza mentre ripiegava ordinatamente i vestiti nel suo armadio laccato bianco -volevo essere semplicemente gentile,comunque sono Silena.-
-Thalia e se dobbiamo essere sincere di te non me ne importa un tubo!-esclamò prima di chiudersi in bagno e sbattere forte la porta.
Non vedeva gentilezza ormai che erano anni e sinceramente non la voleva neppure più sentirla quella parola.
Anche quella,come del resto tutti i sentimenti positivi,si era nascosta dietro alla sua maschera al riparo di tutti e tutto.
Tutti conoscevano la Thalia ribelle, masochista, testarda, orgogliosa, manipolatrice e fredda come il suo cuore.
A nessuno si era mai importato di conoscere la vera Thalia e lei aveva deciso di non mostrarla a nessuno.Punto.
-Scusa Emh Thalia,non potresti uscire da lì?Devo posare i miei cosmetici- strillò la voce di Silena.
-Tranquilla Barbie esco subito,non sia mai che i tuoi trucchi si  dovessero offendere!Meglio evitare!- la derise Thalia uscendo da lì è iniziando a sistemare le sue cose.
-Mi hai fatto un complimento tesoro,almeno Barbie è perfetta,non come te.Aspetta un attimo io ti conosco! Tu non sei Thalia Grace,la piromane?E poi vieni a me a fare la predica che mi aggiusto e mi faccio bella quando tu sei stata in un riformatorio?Ma fammi il piacere- ribatté la ragazza scrutandola come se fosse un alieno.
-E fa attenzione che posso sempre incendiarti il letto o meglio:i trucchi!-urlò Thalia mentre Silena si chiudeva in bagno.
"Ci mancava solo la Barbie,che ho fatto per meritarmi questo?!Clarisse almeno era un po' più simpatica!Ma soprattutto ha la puzza sotto il naso!Dei che nervi."pensò mentre sistemava disordinatamente i vestiti nell'armadio.
Si mise alzata sul letto coperto da un piumone bianco e iniziò ad attaccate poster sulle pareti azzurrine.
Poi arrivò il momento delle foto,cioè della foto.
Era una foto di un bambino biondo piccolo che abbracciava una bambina mora.
Erano lei e suo fratello, Jason.
Era più piccolo di lei di un anno e ora era ancora al liceo con la fidanzata Piper.
Poggiò la fotografia incorniciata sul comodino e si stese sul letto incrociando le braccia dietro la testa.
-Non potresti toglierti quelli che si definiscono anfibi sporchi dal letto?Che schifo Dei.-esclamò Silena uscendo dal bagno solo in intimo.
-È il tuo letto?-domandò Thalia guardandola male e togliendosi la maglietta che indossava, per poi mettersi una che lasciava libera una spalla mostrando,così,il piccolo tatuaggio con delle ali da angelo che era alla base del collo.
Si intrecciò i capelli in una treccia sul lato opposto al disegno inciso sulla sua pelle pretendendo,poi,il sul cellulare e metterlo nella tasca destra dello shorts.
-No ma...-cercò di parlare lei ma Thalia la interruppe.
-E allora fatti i cazzi tuoi.-urlò forte uscendo dalla stanza e camminando per i corridoi del college.
Era così nervosa che il primo che l'avesse guardata male gli avrebbe spaccato la faccia direttamente con un pugno forte.
Si aggirava per l'istituto senza una meta,forse cercava qualcuno che avesse un pacchetto di sigarette a portata di mano oppure doveva andare lontano da quella stanza,e soprattutto lontano da Silena barbieinconfrontoamenonèniente Beauregard.
Sicuramente era la prima cosa,aveva bisogno di fumare ma il pacchetto era nella stanza e non aveva intenzione di fare marcia indietro.
-Avete una sigaretta?-domandò Thalia non appena passarono due ragazzi.
-Perché non torni a casa dalla mammina?- la derise uno dei due.
Era alto,in confronto a lui Thalia era una puffa,capelli biondi e due occhi magnetici azzurri.
Azzurri come il cielo in primavera,azzurro come il mare più calmo.
-Forse dopo,ma ti ho fatto una domanda c'è l'hai si o no?!- rispose in malo modo la ragazza guardando con gli occhi elettrici il biondo.
-Lasciala stare Luke,tieni c'è le ho io- disse l'altro estraendo dalla tasca un pacchetto di Marlboro.
Era della stessa età del biondo,aveva dei capelli ribelli corvini e due occhi verde mare.
Passò una sigaretta a Thalia e quando la ragazza se la portò alle labbra gliela accese.
-Grazie e biondo fatti una vita,nemmeno i più asociali sono così acidi.-disse lei mentre espirava il fumo della sigaretta proprio in faccia al ragazzo.
Adesso si sentiva meglio,più libera dai problemi.
-Porta rispetto mocciosa,sono più grande di te.-esclamò quel ragazzo,Luke, avvicinandosi minaccioso a lei.
-Ma di cervello ti supero, biondo.-ribatté Thalia mentre guardava dritta negli occhi lui.
Non aveva paura,non l'aveva mai avuta in vita sua,ma in confronto a lui si sentiva debole come non mai.
E non le era mai capitato,neanche con i bulli più forti di lei.
Si era fatta massacrare di botte dai ragazzi più grandi perché aveva parlato male di loro.
Però in quel  momento, sotto quello sguardo,il suo stomaco era in subbuglio e il cuore batteva forte.
Come se la forza di combattere fosse sotto zero, come se non avesse più la forza di continuare a lottare.
Quel ragazzo era stato capace di farla sentire debole, come non mai.
Ma per orgoglio non abbassò mai lo sguardo.
-Chiudi la bocca mocciosa non voglio farti male.-
-Non puoi farmi del male biondo,nessuno può farmene.E poi non ne avresti il coraggio- sputò in faccia Thalia mentre aspirava altra nicotina.
-E chi te lo dice che non picchio le donne?Se sono stronze come te le picchio volentieri- rise di gusto Luke e guardando in modo malizioso la ragazza.
In fondo non era male rispetto a come l'aveva vista quella mattina.
Capelli neri corvini che le arrivavano alle spalle tagliati irregolari,occhi blu elettrico e magra come un grissino.
-Dai Luke lasciala stare ha solo chiesto una sigaretta,non ha fatto niente di male.-cercò di fermare la lite tra i due che non smettevano di guardarsi male.
Sembrava che si stessero uccidendo con gli occhi.
-No Percy la mocciosa deve imparare l'educazione- disse Luke afferendo il polso di Thalia e facendole cadere la sigaretta a terra.
-Oh il biondo mi ha fatto il dispetto!- rise forte Thalia imitando la voce di una bambina che avrebbe fatto invidia a Bellatrix Lestrange stessa.
Luke portò più vicino a lui stringendole forte il polso.
-Ma che fai?!Lasciami!- urlò lei cercando di sottrassi dalla presa di acciaio.
-Chiedi scusa mocciosa- disse Luke nel suo orecchio facendole venire una serie di brividi lungo tutta la schiena.
-Perché dovrei?Solo perché sono riuscita a tenerti testa?-chiese strafottente la ragazza e lui strinse ancora di più il polso facendole venire fitte tremende in quella zona.
-Luke lasciala le stai facendo male- si intromise Percy ma lui lo guardò male.
-Sta zitto Percy,non devi intrometterti-
-Hai problemi di rabbia Biondo?Sai perché conosco un buon centro per pazzi cani rabbiosi come te- lo derise lei.
-E tu non hai bisogno di un bel centro per te dove ricoverarti?- ribatté lui.
-Adesso basta!Mi lasci si o no!?Non ti ho fatto niente di male!- esclamò Thalia tirando un pungo forte proprio sulla guancia del ragazzo.
Sorpreso,Luke lasciò la presa di Thalia e si portò istintivamente la mano sulla guancia.
-Stronza- sputò e lei gli fece la linguaccia.
-Provami a sfiorare di nuovo e giuro che ti ammazzo!- minacciò prima di correre via di lì.
Corse più veloce che poteva fin quando non trovò uno sgabuzzino delle scope e si chiuse dentro strisciando a terra.
"Sei grandissima Thals,davvero,sei qui da meno di ventiquattr'ore e già ti sei fatta un nemico.Wow hai superato il tuo record" pensò mordendosi il labbro inferiore e osservando il polso.
Le faceva un male cane e in quella zona era tutta rossa,sicuramente le sarebbe rimasto il livido.
L'accarezzò nonostante il dolore e poi spostò un bracciale di pelle nero doppio che aveva sull'altra mano per coprire quel segno.
Sospirò e rimase lì a contemplare l'oscurità e la polvere che l'avvolgeva, immersa nei suoi ricordi.

***

-Chi si crede di essere quella mocciosa?!Mi ha fatto salire i nervi giuro!- esclamò Luke stendendosi sul letto del suo appartamento.
-Si ma tu sei stato esagerato Luke!Potevi risparmiartelo la presa al polso- disse Percy.
-Ma lei mi ha dato un pugno e pure forte.Nessuna ragazza può colpire così- si lamentò lui e l'amico sbuffò.
-Ma come puoi essere così fortemente ottuso?Sai chi era quella?- chiese Percy e Luke scosse la testa -Thalia Grace la piromane che è stata per due anni in un riformatorio è ovvio che si sappia difendere,tu non le fai mica paura.-
-Quindi è una piromane...mm interessante,come lo sai questo fatto?-domandò il biondo e Percy alzò gli occhi al cielo.
-È apparso su tutti i giornali ma tu sai leggere solo riviste di calcio?-sbuffò e Luke rise fortemente.
-Ma se neanche tu leggi i giornali che ti dai a fare tante arie?!Chi te l'ha detto?-
-Jason è suo fratello- rispose sorridendo Percy.
-Davvero?Sorellina aggressiva non trovi?- chiese il ragazzo e l'amico annuì.
-Beh tra di noi si è appena aperta una guerra,e solo uno ne sarà il vincitore-disse Luke e Percy lo guardò allarmato.
I giochi erano iniziati e nessuno dei due aveva intenzione di mollare la presa per primo.


Angolo autrice:
Ecco qui il primo vero capitolo di questa storia.
Grazie mille per le due recensioni che ho avuto,davvero siete state dolcissime *.*
Non so se aggiornerò una mia storia prima di pasqua quindi ve gli faccio ora.
Buona pasqua a tutti!
Passiamo al capitolo.
Eh eh colpo di scena,la compagna di stanza è Silena!
Inizialmente avevo pensato ad Annabeth ma poi mi è saltata in mente lei e bam mi è piaciuto questo.
Annabeth comparirà ma tra un po',non posso lasciare Percy solo no?
La guerra della Thaluke ha inizio,chi sarà il vincitore?
E vabby ora devo andare!
Bacii Ramosa <3

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Capitolo 3
*** per ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria ***


Nascosta dietro una maschera

 "Per ogni azione corrisponde una reazione uguale e contaria"

 



Thalia si svegliò nel suo letto stordita.
Sentiva dentro al bagno Silena che era sotto la doccia e canticchiava allegramente.
Sbuffò e si rigirò nel letto borbottando parole in una lingua straniera.
Portò il cuscino sulla testa prima di alzarsi dal letto e stropicciarsi l'occhio.
-Barbie vuoi uscire?Sai anche io dovrei lavarmi- esclamò Thalia prendendo a pugni la porta.
-Si scusa vai Thalia- rispose con strana gentilezza Silena e uscendo da lì in accappatoio.
La ragazza vi entrò chiudendosi a chiave e iniziando a liberarsi della canottiera e dell'intimo.
Si legò i capelli in uno chignon alto ed entrò nella cabina doccia sperando in un po' di calore.Aprì l'acqua e un urlò squarciò la tranquillità mattutina.
-È gelata!Barbie hai finito tutta l'acqua calda?!- urlò lei sotto al getto freddo e Silena dall'altra parte della porta rise fortemente.
-Scusami Grace,ma sai avevo bisogno di calore e poi un'altra volta ti svegliavi presto!- disse la ragazza uscendo dalla stanza pronta per andare a colazione.
Thalia,nonostante il gelo,incominciò a lavarsi imprecando di tanto in tanto contro la Barbie stronza e l'acqua fredda.
-Giuro che se me la ritrovo davanti oggi le spacco la faccia- mormorò una volta uscita dalla doccia più congelata che bagnata.
Avvolse il corpo magro in un asciugamano e uscì dal bagno iniziando a prepararsi.
Indossò degli shorts neri e una camicia a quadrettoni rossi e neri legandola appena sopra l'ombelico.
Mise ai piedi gli anfibi neri e un cardigan nero per coprirsi dal freddo mattino che incombeva quel giorno sulla California,anche se era un posto tipicamente caldo aveva anche i suoi momenti gelidi da far venire la pelle d'oca.
Si truccò con un po' di eye-liner nera sulla palpebra mobile e rossetto bordeaux sulle labbra carnose lasciando i capelli corvini legati in un chignon disordinato.
Afferrò la borsa di pelle e il cellulare prima di uscire dal monolocale chiudendo,poi, la porta a chiave.
Si incamminò per i corridoi fino ad arrivare alla mensa che,con gran sorpresa,si accorse che era già piena.
Prese dal bancone un cornetto e una tazza caffè avviandosi poi ad un tavolo libero.
La mensa era nella confusione più totale e probabilmente era l'unica zona di tutto il college non antica.
Aveva vari tavoli in legno di ciliegio e panche per ognuno.
Ricordavano i tradizionali tavoli da pic-nic.
Sospirò e iniziò a mangiare distrattamente.
Almeno mangiava qualcosa che si poteva definire 'commestibile' al riformatorio neanche così si poteva chiamare così il cibo.
Eppure,nonostante tutto,preferiva essere in carcere che lì.
Alla Stanford c'erano tutte persone viziate e montate che si credevano i potenti della situazione.
Persone che ti facevano subito alzare i nervi con scherzi pessimi come finire tutta l'acqua calda.
In riformatorio,invece,c'era gente normale, cioè normale non era il termine giusto ma persone vere.
Vere perché avevano vissuto da persone umili,da ragazzi umili.
Ragazzi che avevano lottato per magari comprarsi un pezzo di pane o si mettevano nei guai con la legge per vendere droga e riuscire a vivere.
Peccato che Thalia amasse giocare con il fuoco non per quelle ragioni.
-Guarda chi si rivede,ciao mocciosa- la salutò una voce dietro di lei.
Luke Castellan era proprio vicino a lei pronto per il secondo round tra i due, infondo si era appena aperta una guerra.
E forse sarebbe stata la guerra più terribile di tutti i tempi.
Dietro di lui l'intera squadra di football guardava in modo famelico la ragazza.
-Guarda quanto sei scemo biondo,se siamo nello stesso college è ovvio che ci si rivede sempre.Idiota- rispose Thalia e qualcuno iniziò a ridere sotto i baffi.
Si alzò e iniziò a camminare verso l'uscita della mensa ma Luke le bloccò il braccio.
-Sta a attenta a quello che fai mocciosa,non te l'ho ancora passata per il pugno di ieri- mormorò il ragazzo e sul volto della ragazza si aprì un sorriso divertito.
-Che c'è ti metti paura che qualcuno sappia che una ragazza ti abbia dato un pugno sulla faccia?- domandò ridendo lei.
-Sta zitta-
Thalia si scostò dalla presa di lui e si alzò in piedi su una panca.
-Sapete una cosa?Io Thalia Grace ho dato un pugno a Luke Castellan che si è fatto male!Tra un po' frignava come una femminuccia,ridicolo!- urlò ad alta voce lei e tutti risero forte prendendo in giro il ragazzo.
-Ci si vede biondo!- disse mentre li passava davanti con un sorriso stampato sul volto.
"Giuro che avrò la mia vendetta Grace,lo giuro sullo Stige."pensò Luke guardando con gli occhi azzurri iniettati di rabbia che usciva dalla mensa con aria disinvolta e sicura di se.

***

Sapete quando si inizia una nuova scuola e gli insegnanti si presentano dicendo il solito copione,per tutta la mattinata, e tu sei lì a sorridere e annuire senza nemmeno capire cosa stia succedendo?
Perfetto questo visse Thalia durante tutta la mattinata.
"Salve sono la signora Doods e sarò la vostra insegnante di matematica e economia ."
O:"Buongiorno studenti sono il signor Brunner e sarò il vostro professore di latino e greco."
Insomma la solita noia che ti viene voglia di crollare a dormire sui banchi.
E poi già il primo giorno una valanga di compiti ti investe e tu non sai come incominciarli o finirli.
Oppure è una giornata così no che tu ti scocci addirittura di aprire il libro e metterti magari a studiare Odissea,anche se alla fine quell'opera la sai a memoria.
La giornata della ragazza fu esattamente quella.
Non era mai stata portata per la scuola,odiava frequentarla,e ogni volta che seguiva anche una sola lezione finiva per addormentarsi sul banco mentre il professore cercava di svegliarla.
Ma quel giorno,diversamente da tutte le scuole che aveva frequentato,era rimasta sveglia seguendo di tanto in tanto la lezione e alcune volte se si trattava di professoresse rimbambite fare qualche battuta sarcastica.
E poi ogni volta che camminava qualcuno la fermava per dargli i complimenti per aver messo in imbarazzo Luke Castellan.
Però sapeva che la vendetta del biondo sarebbe arrivata e anche molto presto,se lo sentiva.
Si incamminò verso il monolocale con dei volumi esagerati,più pesanti di un pensatoio,stretti tra le mani affusolate e le unghie smaltate di nero.
Quando vi entrò buttò i libri sul letto togliendosi le scarpe distrutta.
Si tolse il cardigan e lo buttò per aria sbottonando poi la camicia indossando una maglia più leggera,uno shorts chiaro e le scarpe più comode.
Studiare al sole con una bella giornata che era uscita non era una cattiva idea.
Afferrò i libri e un pacchetto di Marlboro uscendo poi dalla stanza lasciando quel disordine.
Se Barbie le aveva fatto fare la doccia con acqua fredda perché non farle trovare un leggero disordine in stanza?
Si sedette su un prato e lesse distrattamente il libro di fisica non capendoci niente.
"Per ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria"
Ma cosa voleva dire?
Rilesse più volte la pagina sottolineando le parti più importanti ma ancora non capiva.
Improvvisamente un getto di acqua fredda le arrivò proprio dietro la schiena.
Luke Castellan,soprannominato il biondo,aveva un tubo verde in mano dove usciva acqua gelata.
"Seconda doccia fredda della giornata,grandissima Thals"pensò la ragazza correndo lontano dal ragazzo che era intento ancora a mirarla con il tubo.
-Bastardo!Chiudi quella cosa!-strillò la ragazza zuppa dalla testa ai piedi.
-Scusa Mocciosa ma la vendetta è un dolce che va servita fredda e guarda qui come è fredda.-rise il ragazzo ricevendo un occhiataccia da parte di lei.
Afferrò il libro di fisica,bagnato anche esso,e adesso capiva il significato di quelle parole.
Se lei faceva provocato Luke con le parole lui aveva risposto con un azione contraria,usando però il modo più freddo e congelato di tutti.


Angolo autrice:
Salve gente!dovrei dire buonanotte ma fa lo stesso.
Allora ho aggiornato presto vero?
Tra poco,cioè domani o dopodomani aggiornerò anche Love heals the broken.
Il capitolo è quasi pronto quindi :)
Beh tra Luke e Thalia si è in piena guerra eh?
Ho scelto una frase di fisica perché qualche giorno fa parlai di quell'argomento con un ragazzo e devo dire mi ha fatto venire voglia di scriverci su qualcosa.
Si inizia a scoprire qualcosa del passato di Thalia e piano piano si capirà sempre di più.
Ringrazio le persone che stanno seguendo e recensendo questa storia,grazie mille!
Ora vado
Bacii Ramosa

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Capitolo 4
*** "A me non fa paura nessuno,e hai ragione: Io non sono come Jason." ***


Nascosta dietro una maschera

"A me non fa paura nessuno,e hai ragione:
Io non sono come Jason."




Thalia chiuse la porta della stanza sbattendola fortemente.
Si tolse le scarpe di tela,ormai zuppe, e i vestiti rimanendo in solo intimo.
Si sciolse i capelli imprecando contro chiunque le venisse in mente.
'Giuro che se qualcun altro oggi mi fa un altro bagno lo ammazzo con le mie stesse mani' pensò buttando per aria il libro di fisica e cambiandosi per la terza volta in una giornata.
Indossò dei leggins neri e una maglietta a casaccio e iniziò ad asciugarsi i capelli corvini.
Era così arrabbiata con Luke che se l'avrebbe provato di nuovo a provocarla in quella maniera lo avrebbe strangolato.
Intanto serviva una buona idea per mettere in ridicolo il biondo,uno scherzo che l'avrebbe ricordato a vita.
Cosa le dicevano sempre i fratelli Stoll,amici del riformatorio?
"Se non funziona l'insulto prova con uno scherzo di scena che gli faccia venire i brividi per la paura e se non funziona nemmeno questo prova con le mani,sei abbastanza forte per spaccargli la faccia".
Ma cosa poteva mai fare ad un ragazzo come Luke Castellan?
Se l'insulto e la presa in giro non funzionavano cosa poteva fare?
Doveva essere qualcosa di forte che per davvero gli facesse venire la pelle d'oca per la paura.
-Oh miei Dei che porcile!-strillò Silena entrando nella stanza e notando il disordine che Thalia aveva lasciato.
-Barbie che succede?Per un po' di disordine ti ha bloccato la crescita?non era mio volere!-si finse dispiaciuta lei mentre posava i vestiti nel cesto dei panni sporchi.
-Grace dobbiamo convivere per un anno,quindi penso che dovresti essere più matura e non essere così disordinata- ribatté Silena sedendosi con grazia sul suo letto.
Thalia rise fortemente.
-Io la matura?E tu?Non puoi finire tutta l'acqua e poi lasciare a me quella fredda!-esclamò tra le risate amare la ragazza.
-Tesoro era uno scherzo,non prendertela.-disse la Barbie e lei la guardò male.
-Vado a fumare Barbie,e tra l'altro anche questo era uno "scherzo"-
Afferrò un pacchetto di sigarette e,indossando gli anfibi,uscì dall'appartamento recandosi nuovamente verso i giardinetti.
Il cielo iniziava già a tingersi di colori come l'arancio e il giallo.
Il tramonto era su tutta la California.
Sospirò e si accese una sigaretta e,appoggiata ad una colonna,iniziò a fumare osservando il cielo.
Alcune volte in riformatorio, quando aveva bisogno di se stessa e di stare da sola,guardava dalla piccola finestra dietro le sbarre il cielo.
In ogni momento della giornata.
All'alba,al tramonto e specialmente quando nella notte scura le stelle scintillavano in alto.
Era sempre stata incompresa da tutti,specialmente da suo padre.
Sua madre la conosceva a mala pena e l'unico modo per stare bene era quello di giocare con il fuoco.
Amava quando qualcosa sotto i suoi occhi blu bruciasse e il fumo le penetrasse fin dentro i polmoni.
Sentii l'adrenalina scorrerle nelle vene e la voglia di benessere giungerle fin in infondo al cuore.
Aspirò un altro po' di nicotina e schiacciò,poi,con il piede la sigaretta orami giunta al termine.
-Mocciosa ti fa male fumare lo sai?-disse la voce di Luke avvicinandosi a lei.
Una perfetta t-shirt azzurra gli fasciava il torace e il jeans scendeva morbide sulle gambe.
Eppure,nonostante tutto l'odio che Thalia provasse per lui,doveva ammettere che quel ragazzo riusciva quasi a toglierle il respiro con il fisico perfetto e i capelli corti biondi.
Ma quasi,si intende.
-E a te che te ne importa se io mi rovino o no la salute?-ringhiò la ragazza seccata.
-Di te non mi importa niente,figurati.Ho saputo che tuo fratello è Jason Grace?Interessante,sai lo conosco-la provocò il ragazzo con il suo solito sorriso strafottente sulle labbra.
-E tu che ne sai di Jason?-esclamò sorpresa lei mostrando per pochi secondi,quasi difficile da notare,nei suoi occhi la paura più totale.
Ma Luke riuscì a notarlo e capì che la grande Thalia Grace aveva anche lei i suoi tasti fragili.
-Che c'è ci tieni a tuo fratello?Non gli faccio mica del male,siamo molto amici e mi chiedo come possiate essere fratelli.Lui non è come te.-le parole del ragazzo le giunsero al cuore.
Aveva ragione,Jason era gentile e diverso da lei.
Lei era fredda come il ghiaccio.
-A me non fa paura nessuno,e hai ragione:io non sono come Jason-sputò acida Thalia e andandosene ma Luke la bloccò al muro.
-Scappi sempre Grace?Secondo me io ti faccio paura.-rise Luke e Thalia cercò di svignarsela da lui.
Per lui era diventata il suo nuovo gioco,ma lei non glielo avrebbe permesso.
-Ti ripeto biondo,io non ho paura di nessuno,tanto meno di un biondo tinto-disse lei guardandolo negli occhi.
-Mmh certo,oh andiamo Grace non fare la coraggiosa,lo sappiamo tutti che sei una codarda-
-E tu che ne sai di me?-domandò la ragazza stringendo i pugni.
Se Luke le voleva far perdere la pazienza ci stava riuscendo.
-Abbastanza per capire che sei una piromane e stata in riformatorio-
-Chi te l'ha detto?-domandò preoccupata Thalia sperando che non fosse stata Silena.
-Le voci girano Grace e comunque ci vediamo in giro mocciosa,ho l'allenamento di Calcio e non posso saltarlo-salutò Luke prima di andare verso i campi di calcetto.
E in quel preciso momento, con il cuore ancora a mille, le venne in mente un'idea al di poco geniale.
Aveva lo scherzo perfetto.

***

 
Luke entrò nello spogliatoio vicino ai campetti di calcio e si spogliò indossando la divisa della squadra presa dall'armadietto.
Eppure non riusciva a togliersi gli occhi elettrici di Thalia.
Amava prenderla in giro,farle scherzi di pessimo gusto,vederla arrabbiata.
Mise ai piedi le scarpe con i tacchetti e si stiracchiò leggermente.
-Ehi Luke- lo salutò Nico di Angelo entrando in spogliatoio già cambiato.
-Nico- ricambiò lui passandosi una mano tra i capelli biondi e alzandosi leggermente il ciuffo.
-Oggi il mister come ogni primo giorno ci ammazzerà- sospirò Nico guardando Luke con gli occhi neri come la pece.
-Già,che ne dici di organizzare qualcosa con Jason,Annabeth e Piper?-domandò poi il biondo e in quel momento entrò Percy con un'aria assonnata e abbattuta.
-Si è magari anche Leo- aggiunse il moro buttando per aria il borsone e sedendosi su una panchina in legno.
-Si perché no,non dirmi che ti andata male con qualche ragazza?- ridacchiò Luke guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Percy.
-Con chi?- chiese dopo curiosamente mentre sul volto si dipingeva un sorriso malandrino.
-Con una ragazza ma lei ha detto che era fidanzata e ha girato suoi tacchi e se n'è andata.Dice che era nella squadra di calcio-
-Come si chiama?- domandò Nico disordinandosi i capelli neri.
-Silena Beauregard,mi sembra che sia la compagna di stanza della Grace-
-È fidanzata con Cherles scemo!-esclamò Nico ridendo forte.
Luke,invece,non ascoltò più la loro conversazione.
E così ora sapeva quale fosse la camera di Thalia,e lui è Silena erano molto amici quindi sarebbe stato facile entrarci,se voleva.
-Andiamo in campo va- disse ancora un Luke pensieroso.
***


Thalia,mentre tutta la squadra di football si stava facendo la doccia,entrò nello spogliatoio e si guardò in torno -manco fosse una ladra-.
Un sorriso divertito le si dipinse sul volto e,cercando di non fare rumore,gironzolò per il luogo dove si era intrufolata.
Sapeva che aveva poco tempo,ma doveva trovare i vestiti del biondo.
Notò,appoggiati su una panchina,una maglia azzurra e lo stesso jeans che indossava quel giorno il ragazzo.
Si avvicinò trattenendo una risata e afferrò velocemente i vestiti di Luke e scappò via di lì.
Appena uscì scoppiò a ridere fortemente e mise i vestiti proprio vicino alla porta dell'ingresso degli appartamenti,che era proprio dall'altra parte dello spogliatoio.
Oh si che sarebbe stata una vendetta con i fiocchi.
Si nascose dietro un cespuglio e aspettò che la parte più divertente arrivasse mentre teneva il cellulare a portata di mano.
Un urlo partì sul posto del crimine e Thalia rise forte portandosi una testa all'indietro.
Luke,con solo un asciugamano sui fianchi,uscì dallo spogliatoio con aria irritata guardandosi in torno.
-Dove sei mocciosa!-esclamò poi -Lo so che sei stata tu!-
Camminò per tutto il cortile mentre tutti gli ridevano dietro e Thalia riprese tutto con il telefono mordendosi il labbro per non scoppiare a ridere.
Non appena il biondo afferrò i vestiti il suo amico,Percy,lo raggiunse cercando di trattenersi una risata e li fece cenno di andare in camera.
-Dov'è la stanza della piccola peste?-domandò sottovoce un Luke arrabbiato mentre Percy scosse la testa divertito.
La vendetta di Luke sarebbe arrivata,e molto ma molto presto.


Angolo autrice:
*ride come una pazza*
Che scherzo che ha fatto Thalia a Luke!
Rido io al posto vostro!
No seriamente non so dove mi sia uscita quest'idea giuro,non avevo proprio idea quale potesse essere lo scherzo lo scherzo di Thalia e alla fine è uscito questo.
Ringrazio yoo_bro e mimi3316 per aver recensito il capitolo scorso e alle persone che hanno inserito la storia tre le preferite/ricordate/seguite.
Davvero grazie!
Ora però sparisco.
Bacii!!
ps il titolo fa schifo lo so :)

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Capitolo 5
*** "Lei non doveva essere debole, era una promessa che si era fatta." ***


Nascosta dietro una maschera 

"Lei non doveva essere debole,era una promessa che si era fatta."





Dedico l'intero capitolo a yoo_bro.
grazie tesoro,senza di te, i tuoi appoggi non saprei come fare!
grazie per continuare ad incoraggiarmi,
Grazie mille,con tutto il cuore.




Luke Castellan non aveva mai avuto così sete di vendetta  come ne aveva quel giorno.
Quella mocciosa, piccola peste, diavolo o come si volesse soprannominare quel piccolo mostro, era riuscita a metterlo in ridicolo davanti a tutti.
Ora,ogni volta che passeggiava nei corridoi,tutti gli ridevano alle spalle facendo imbestialire ancora di più il giovane.
Gli serviva qualcosa,qualcosa che riducesse la piccola Grace alle lacrime agli occhi e distruggendola dentro.
Non serviva umiliarla,era inutile con lei,sapeva come rispondere alle provocazioni delle persone e tutto sommato era cresciuta in un riformatorio.
Eppure una parte di lui voleva sapere il suo passato.
Sapere i suoi problemi e tutto,ma poi si ricordò che lei era il nemico e col nemico non si doveva socializzare.
Sospirò mentre si avviò a lezione sperando di trovare nel corridoio Silena e chiederle le chiavi del suo appartamento.
Sapeva che lei non avrebbe rifiutato.
Erano migliori amici da una vita.

-Ehi Luke- lo salutò una voce alle sue spalle.
"Come si dice?Parli del diavolo e le spuntano le corna" pensò girandosi e salutando Silena con un bacio sulla guancia.
-Ti stavo cercando sai?-informò il biondo scrutandola con gli occhi azzurro cielo.
In fondo Silena non poteva essere soprannominata una brutta ragazza -coi capelli neri e gli occhi azzurri-peccato solo che era fidanzata con un suo compagno di squadra.
E poi sarebbe stato strano stare con lei.

-Oh e come mai?- sbatté le ciglia lei stringendo poi le labbra.
-Mi servivano le chiavi del tuo appartamento,non puoi prestarmele?- domandò Luke facendo il suo sguardo da cucciolo che non gli si addiceva proprio.
-Perché?-sorrise maliziosa lei.
-Devo fare una piccola vendetta alla tua compagna di camera ti prego prometto che non toccherò niente di tuo- spiegò Luke e Silena annuì prendendo le chiavi dalla borsa e mettendole nelle mani del ragazzo.
-Vendicati anche per me tesoro,ci vediamo- disse prima di girare sui tacchi vertiginosi e andare in direzione della sua aula.
Oh si che la vendetta sarebbe avvenuta e il piano era perfetto.
Camminò a passo veloce verso la classe di economia sedendosi vicino a Percy che aveva già la testa sul banco mentre sbadigliava fortemente.
-Ho le chiavi- disse Luke mentre aspettavano il professore.
-Quali chiavi?-domandò accigliato Percy.
-Dell'appartamento della peste,oggi mi vendicherò- rispose lui passandosi una mano nei capelli disordinandoli.
-E auguri- augurò Percy sbadigliando non sapendo nemmeno di che argomento stesse parlando il suo amico,troppo assonnato per pensarci.
-E tu mi aiuterai- sorrise divertito Luke e il povero ragazzo scattò sedendosi composto appoggiando la schiena allo schienale.
-A fare che?- domandò allarmato il ragazzo.
Lui lo sapeva,lo sapeva e come,quando c'era di mezzo una vendetta Luke non era affatto lucido.
Combinava più guai che risate e finiva sempre male.
Ma sapeva che quella volta,qualsiasi sarebbe stata la sua vendetta,Thalia avrebbe risposto così male che rischiava di finire nei pasticci anche lui,ne era certo.
-Devi distrarre la mocciosa,darmi il tempo di infilarmi nella sua stanza- rispose con un sorriso malandrino lui.
-Non in quel senso vero?-
-Quanto sei scemo!Fai qualsiasi cosa basta lei non debba varchi quella fottuta porta e finché non ti squilla il cellulare- ribatté roteando gli occhi Luke,chiedendosi perché aveva un amico così stupido.
Ma qualcuno con più sale in zucca no eh?
-Ma che devi fare?-domandò ancora Percy -Luke,perché non la lasci in pace,andrete avanti così e non la finirete più.-
-Io non mi arrendo e sinceramente dopo la cosa dello scherzo che mi ha fatto l'altra volta la deve pagare.-ghignò lui.
-Ma se finirete sempre così fino a ferirvi,vi state facendo male a vicenda e uno di vuoi resterà gravemente ferito- lo avvertì Percy e Luke ne era consapevole.
Sapeva che stava giocando col fuoco e quando si giocava con esso non finiva mai bene.
Si finiva sempre bruciati,ma dare la soddisfazione alla mocciosa di essere la vincitrice non esisteva proprio.
Doveva esserlo lui,punto.
-Forse si ferirà lei,non per forza io.-sputò Luke e l'amico sospirò.
Era ormai una battaglia persa il biondo.

 
***

 
Luke sospirò e,facendo attenzione che nessuno lo guardasse,si intrufolò nella stanza di Silena e Thalia.
Ovviamente non ci fu bisogno di distinguere chi fosse la parte di chi:una parte era il paradiso celestiale e un'altra l'inferno più infuocato.
Si capiva subito quale fosse quella di Thalia no?
Si avvicinò al suo letto e notò le coperte nere e rosse che lo ricoprivano in un modo disordinato,come se la ragazza non avesse avuto molto tempo per sistemarlo,e sul piccolo comodino bianco una foto incorniciata faceva bella mostra.
Senza pensarci due volte Luke l'afferrò osservandola con gli occhi azzurri.
Erano lei e Jason da piccoli ,e Thalia sembrava così indifesa e dolce.
Forse lo era da piccola,forse lo era veramente.
Vedeva nei suoi occhi elettrici la felicità e la voglia di vivere quella che non vedeva più splendere in quelle iridi.
"Forse il riformatorio l'ha cambiata,o c'è una ragione per cui è diventata così" pensò prima di riposare quella foto e gironzolando per la stanza.
Notò i poster dei Green Day e Guns 'N Rose che spiccavano sulle pareti azzurrine e l'armadio,al suo interno,era disordinatissimo come se fosse appena passato un ciclone.
Scosse la testa divertito:quella ragazza non finiva mai di stupirlo.
Ora sapeva cosa poteva distruggere e aveva capito a cosa Thalia tenesse veramente.
E dopo questo si mise a lavoro.

***

 
Mentre Luke si divertiva come un pazzo a combinare pasticci,o almeno così pensava,Percy era impegnato a bloccare una Thalia piuttosto arrabbiata cercando di non farla arrivare al suo appartamento.
-Emh Thalia!aspetta ti volevo chiedere una cosa!-esclamò di nuovo il ragazzo e lei si girò sbuffando sonoramente.
-Cosa cavolo vuoi?!-urlò la ragazza incrociando le braccia sotto il seno e scrutando con gli occhi azzurri elettrici il povero ragazzo.
Percy ebbe improvvisamente un lampo di genio-Ecco volevo chiederti se ti andava di fumare insieme.-
Thalia sbuffò sonoramente :-E perché dovrei fumare qualcosa con te?-
-Volevo conoscerti meglio,Luke ti giudica ma secondo me te tu sei una persona eccezionale dentro di te.-mentì lui ma sapeva che quelle parole erano vere.
Quelle parole non erano state una semplice scusa per non farla andare in camera ma sapeva che aveva l'occasione di conoscere quella ragazza così misteriosa.
'Dai mille segreti' la definì.
-Andiamo a fumarci una sigaretta.-sorrise Thalia e Percy trovò il suo sorriso il più tenero di tutti.
Non capiva perché Luke provasse tanto odio verso lei,in fin dei conti non era male.
Passeggiarono,camminando fianco a fianco,per i corridoi fino a raggiungere il cortile e sedersi sui prati verdi e illuminati dal sole caldo.
Thalia cacciò fuori il pacchetto di sigarette e ne offrì una a Percy.
-L'altra volta hai offerto tu- rispose al occhiata perplessa di lui.
-Oh comprendo,peccato che non te la sei nemmeno goduta-  rise il ragazzo lei annuì incrociando le gambe e iniziando a fumare distrattamente.
-Allora come ti trovi alla Stanford?-domandò lui cercando di rompere il ghiaccio.
-Di merda tu?-disse lei cacciando fuori il fumo e Percy rise divertito.
-di merda anche io-
Thalia buttò la testa all'indietro tenendo la sigaretta l'indice e il medio,chiedendo poi gli occhi.
-Ti senti bene?-chiese il ragazzo notando il comportamento della ragazza.
-Si solo che ho avuto un giramento di testa,credo che sia la stanchezza- spiegò lei e riprendendo a fumare.
-Mmh prova a rilassarti e respirare profondamente,ti aiuta,davvero...-
-Percy sei fidanzato?- la domanda di Thalia fece rimanere perplesso il ragazzo che la guardò accigliato.
-No tu,Grande Thalia Grace- rise Percy e lei le diede un buffetto sulla spalla.
-No per tua informazione la Grande Thalia Grace non è fidanzata,visto che trova l'amore stupido- ribatté lei sbattendo le palpebre e lanciando lontano il mozzicone della sigaretta.
-Davvero trovi...?-non riuscì a finire la domanda che gli squillò il telefono.
"Il segnale"pensò e così scattò in piedi.
-Scusa ora devo andare,Luke mi cerca.Ci vediamo Grande Thalia Grace- salutò Percy correndo verso i dormitori e lasciando Thalia come una scema lì.
Era strano Luke non si era ancora vendicato.
Si alzò e si avviò verso il suo appartamento con la testa con mille pensieri,soprattutto riguardo la conversazione che aveva avuto con Percy.
Perché lei odiava l'amore?
Perché odiava che qualcuno l'amasse?

Sinceramente non era molto coerente con se stessa,in quanto era diventata una piromane per quello.
Scacciò la testa cercando di allontanare tutti quei brutti pensieri e aprì la porta.
In quel preciso istante Thalia avrebbe tanto preferito morire.
Cuscini sparsi per il pavimento e letto disordinato,la maglietta dei Green Day era diventata uno straccio in mille pezzi e sui suoi poster c'era scritto con pennarello indelebile a scritta cubitale 'revenge' :vendetta.
Ma la cosa che fece scoppiare un singhiozzo a Thalia fu la foto di lei e Jason sporcata con il pennarello azzurro,sempre indelebile,e la sua faccia tagliuzzata e cancellata era attaccata con uno spillo alla parete.
In torno alla faccia del piccolo Jason erano disegnati corna e baffi mentre dentro una nuvoletta stile fumetto "Ti odio Thalia,fai schifo".
Luke Castellan si era dato da fare,si era dato da fare colpendola sulle sue debolezze.
Jason era forse l'unica persona che amava veramente e la maglietta dei Green Day era stato un regalo di sua madre prima che morisse e che lei andasse in un riformatorio.
Si passò una mano nei capelli mentre una lacrima solitaria si faceva strada lungo la sua guancia pallida.
Strinse la foto in pugno e prendendo l'accendino dalla tasca e la bruciò.
Troppa debolezza era richiusa in essa e lei non doveva essere debole,era una promessa che si era fatta.
La osservò bruciare sotto i suoi occhi mentre il fuoco distruggeva la carta tenendola nell'angolo per non bruciarsi.
Amava quando le cose prendevano fuoco,sentiva l'odore del fumo fin dentro i polmoni e quando essa finì la buttò nel cestino schiacciando col piede per far cessare il fuoco.
Ripulì la stanza buttando sia i poster che la maglietta,decidendo che quel giorno avrebbe contatto il padre minacciandolo di avere quella roba entro un giorno.
Sistemò il letto e uscì dalla stanza alla ricerca di Castellan.
Oh l'avrebbe ucciso,ormai il fuoco scorreva nelle sue vene.
-Castellan!-urlò non appena lo vide nel corridoio vuoto e in fretta e in furia lo prese per il colletto della polo e,bloccandolo al muro,gli puntò un braccio al collo.
-Dammi una buona ragione per cui non dovrei ucciderti.-esclamò la ragazza ma Luke l'afferrò per i fianchi capovolgendo le posizioni.
-Piaciuto lo scherzetto Grace?-domandò con un sorriso malizioso e Thalia lo guardò negli occhi con le iridi iniettate di sangue.
-Oh così tanto che avevo le lacrime agli occhi.-ribatté lei cercando di liberarsi a lui ma Luke le bloccò con la mano i piccoli polsi sopra la testa.
-Mmh immagino Grace.-sospirò mentre scrutava la ragazza che aveva di fronte.
Thalia era certamente più bassa di lui di una decina di centimetri ma la bellezza che c'era in quella piccolezza era infinita.
-Luke!Lasciami!-esclamò lei quasi all'estremo delle forze.
Era stanca di essere sottomessa da tutti,stanca di trattenersi lacrime e tutto quello che aveva dentro.
Dal suo canto Luke rimase sorpreso,l'aveva chiamato per nome!
Era così bello come usciva il suo nome dalle labbra,così melodioso e così dolce che gli venne la pelle d'oca,anche se erano urla di protesta.
-Thalia,Thalia,mia piccola Thalia quando imparerai il rispetto verso le persone?-domandò con voce odiosa lui.
-Quando tu mi lascerai andare!-rispose strafottente lei ribellandosi alla sua presa.
Odiava essere bloccata, odiava essere con le spalle al muro.
Ogni volta che c'era finita andava sempre male,tornando ferita o ricoperta di sangue.

-Chiedi prima scusa Grace-ribatté lui accarezzando con la mano libera i capelli neri della ragazza.
Erano così morbidi sotto al suo tatto che Luke sospirò mordendosi il labbro inferiore.
-Mai,mai chiederò scusa a te e ora ho da fare Castellan,ci vediamo!-salutò lei con un sorriso malefico e prima che Luke potesse ribattere dicendo che non poteva muoversi,Thalia gli lanciò un forte calcio negli stinchi e lui gemette dal dolore.
E poi Thalia corse,corse cercando di dimenticare lo sguardo e il tocco del ragazzo che le era entrato fin e sotto la pelle.


Angolo Autrice:
Eccomi qui!
Ringrazio prima di tutto le persone che seguono,davvero grazie!
Passiamo al capitolo:
Luke si vendica,vi aspettavate una vendetta del genere?
E Thalia?Vi aspettavate una reazione del genere da parte sua?
Sinceramente ho amato scrivere l'ultima parte,volevo interrompere molto prima il capitolo ma ho detto 'C'è poca Thaluke in questo capitolo,non va bene!'
Ahahahha!
Dico davvero, è forse il capitolo più lungo che io abbia mai scritto!
Ora però scappo.
Bacii e grazie Ramosa!

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Capitolo 6
*** "Per una volta,in vita sua,non si sentì sola." ***


Nascosta dietro una maschera
"Per una volta,in vita sua,non si sentì sola."

 




Thalia sbuffò sonoramente mentre batteva,come se portasse il ritmo,il piede destro a terra.
-Ho detto:che voglio quella roba che ti ho chiesto entro stasera- ripeté Thalia furiosa.
Okay uno che sarebbe entrato in quel momento avrebbe pensato "Thalia Grace vuole farsi di droga stasera" ed invece stava solo minacciando il padre di portargli gli oggetti che Luke Castellan gli aveva praticamente distrutto.
-Thalia,figlia mia,capisci che io sono a lavoro?-chiese stancamente l'uomo.
-E tu capisci che ho bisogni di quelle cose?-ribatté lei osservando il tramonto che brillava dalla sua finestra.
-Thalia cosa ci dovresti fare con dei poster di tanto urgente?-domandò il padre con voce atona.
Come se non gli importasse più di tanto di una figlia.
-Coprirci le pareti azzurrine che ci sono in questa stanza?-disse con un tono sarcastico la ragazza per poi sbuffare sonoramente.
-Facciamo così:domani voglio questa roba e se non la vedo arrivare io me ne vado da questa scuola lasciando un piccolo incendio- minacciò Thalia e il padre dall'altra parte della cornetta deglutì.
-No no tranquilla domani avrai tutto,ci sentiamo a domani- salutò Zeus prima di riattaccare.
Thalia lanciò il telefono sul letto e si sedette posando le mani suoi palmi della mano. 
In che guaio si era cacciata?
Manaccia a lei che si era messa contro quel biondo maledetto.
Cosa aveva fatto di male per essere stata trattata così?
Maledisse mentalmente il giorno in cui lo aveva incontrato,si era rovinata.
Improvvisamente il telefono squillò di nuovo e con uno sbuffo se lo portò all'orecchio.
-Papà se hai intenzione di...-cercò di parlare Thalia ma venne interrotta da una voce a lei conosciuta.
-Che mi fai Thals?Mi ammazzi?-rise la voce cristallina di Jason Grace nel suo orecchio.
-Jazz,miei dei!come stai?-esclamò lei al settimo cielo,adorava troppo il suo 'fratellino' anche se in realtà,per quanto lei fosse più grande di lui di un anno, Jason in fatto di maturità, la superava.
-Bene sorella,dove sei?Mi manchi!-rispose lui e la ragazza si immaginò che stesse sorridendo.
Era da due anni che non vedeva Jason,quando era in riformatorio lui non veniva mai a farle visita e dopo esserne uscita suo padre l'aveva mandata subito in un college nella speranza che lei iniziasse a 'studiare'.
Sembrava che il destino li volesse a tutti i costi separarli.
-A Stanford, il nostro caro padre mi ha mandato qui,tu?-domandò un po' seccata da quelle parole.
-Affacciati alla finestra- disse Jason e Thalia si precipitò verso essa.
Con la mano alzata in segno di saluto,Jason Grace sorrideva smagliante nel cortile.
Peccato che accanto a lui c'erano Luke e Percy e altre persone che non conosceva.
-Pazzo- mormorò lei sorridendo da orecchio a orecchio.
-Ti ho sentito sai!?-ribatté lui e solo in quel momento la ragazza si ricordò che erano ancora a telefono.
-Scusa mi ero dimenticata che eravamo ancora al telefono- si giustificò abbassando la voce e osservando il volto del fratello illuminato dai raggi del sole che stava tramontando.
-Tranquilla,non mi vieni a salutare?-chiese Jason sorridendole da fuori.
-Certo arrivo,dammi un secondo.ricambiò il gesto riattaccando e indossando lo shorts nero,un pullover in filo bianco dello stesso Jason -avrà avuto anche quindici anni quando era andata in carcere ma certamente si portava più grande di lei-e  le vans bordeaux.
Iniziò a correre come una pazza per i corridoi con un sorriso stampato sul volto.
Non appena arrivò nel cortile si guardò intorno e appena vide Jason si trattenne le lacrime che per le emozione stavano per scendere degli occhi elettrici.
Era circondato da tutti i suoi amici ma lei non se ne importò,in quel momento voleva correre solo tra le braccia spalancate del fratello.
Corse con il cuore a mille verso di lui e con uno slancio si lanciò tra le sue forti braccia e Jason la strinse a se alzandola da terra.
Thalia gli strinse forte il collo con le braccia esili assaporando l'odore dolciastro del fratello.
Rimasero così per quelle che parvero ore,abbracciandosi come se non ci fosse un domani poi vennero interrotti da quella voce odiosa di Luke Catellan,che ricevette dei commenti poco carini nella mente della ragazza.
Jason rimise Thalia a terra e le schioccò un bacio sulla guancia guardandosi negli occhi.
-Mi sei mancata sorellina- rise Jason e lei lo guardò male.
-E da quando io sarei diventata la sorellina?!Fino a prova contraria la più grande sono io!-si finse offesa lei per poi scoppiare a ridere.
Accarezzò i capelli biondi del fratello e poi gli sorrise raggiante.
-Mi sei mancato anche tu.-continuò poi dolcemente -Chi la famosa Piper?-cambiando subito il tono di voce e ritornando la solita e vecchia Thalia.
-Ehm Thalia ecco è lei Piper e lui è il mio migliore amico Leo- presentò Jason un ragazzo con i tratti elfici e una ragazza fin troppo carina.
-Tu devi essere Piper!miei dei,sei anche meglio di come ti ha descritta questo coso qua.-commentò lei ridendo e porgendole la mano che l'altra strinse.
Jason,intanto,era diventato rosso per l'imbarazzo.
-È un piacere conoscere la famosa sorella di Jason- sorrise Piper scostando con la mano destra una ciocca di capelli scura che le era finita sugli occhi.
-Aspetta un attimo Grace!Questo non è il mio pullover!?-esclamò Jason mentre osservava l'abbigliamento della sorella e tutti risero,compreso Castellan che stava scrutando Thalia con gli occhi carichi di rabbia.
Le sue parti basse erano ancora visibilmente offese.
-Ma andiamo tutte le sorelle si mettono i vestiti dei propri fratelli,quindi-ribatté ridendo lei.
-Comunque ora devo andare Jazz,ho delle cose da fare e ti lascio un po' con i tuoi amici-disse dopo poco Thalia sentendosi a disagio tra tutte quelle persone.
-Non vuoi uscire con noi?-domandò Jason come se non volesse lasciarla in quel momento.
-No no,sono un po' stanca e poi non sono ancora abituata ad uscire,sai dopo tanto tempo-mentì Thalia spudoratamente.
Uscire con il nemico?Manco morta.
E poi sentiva una stana sensazione dentro di se come se uscire con quelle persone l'avrebbe ferita,e anche molto.
-Va bene ti vengo a trovare presto-la salutò lui baciandole dolcemente la guancia e stringendola di nuovo in un abbraccio.
-ti voglio bene-mormorò la ragazza prima di voltarsi e camminare a passo veloce verso i dormitori,sentendo lo sguardo malefico di Luke su di lei.

 
***
 

Thalia osservò il cibo della mensa davanti a sé con aria disgustata.
Solo l'odore le face chiudere lo stomaco e storcere il naso,possibile che sia in riformatorio che lì,  il cibo dovesse fare sempre praticamente schifo?
-Si concordo fa schifo ma osservandolo non credo che lo migliorerai più di tanto- commentò una voce femminile dietro di lei.
Una ragazza bionda e dagli occhi grigi le si sedette accanto, sorridendole.
-Annabeth,Annabeth Chase- si presentò la bionda porgendole la mano che Thalia strinse di malavoglia.
-Thalia Grace-sospirò l'altra ritornando a guardare il mangiare che era davanti a se.
-Lo sanno tutti chi sei,certo che hai coraggio a metterti contro Luke Castellan,mai nessuno è riuscito ad umiliarlo prima di te- informò la bionda buttando giù un boccone di pasta.
Se poi si poteva chiamare 'pasta'...
-Perché avete tutti paura di quello scimmione preistorico?- domandò curiosa Thalia guardando accigliata la ragazza che mangiava accanto a lei.
-oh perché è popolare e può metterti tutti contro,perciò hai avuto coraggio- rispose sorridendo la bionda portandosi,poi, una ciocca riccia bionda dietro l'orecchio.
-Io non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno,tanto meno da un biondo tinto- sbuffò lei iniziando a mangiare il 'cibo'.
-Che hai fatto di così orribile per meritarti il suo odio?-chiese poi Annabeth guardandola negli occhi elettrici.
Thalia si sentì subito a disaggio,come se avesse tremila telecamere puntate contro mentre si faceva la doccia.
Resa no l'idea?

-Ho risposto alle sue provocazioni- disse semplicemente la mora giocando con il cibo con la forchetta.
-Fa attenzione,è pericoloso come ragazzo- l'avvertì Annabeth e Thalia annuì consapevole.
Sapeva che si stava esponendo ad un pericolo troppo grosso.
Lei era solo un topolino caduta nella trappola di Luke.
-Come mai tutta questa attenzione verso me stasera?- domandò all'improvviso leggermente acida Thalia.
-Beh ecco,ti ho vista sola seduta qui e quindi non so,visto che lo sono anche io...-rispose timidamente lei sorridendo leggermente,quasi imbarazzata.
-Ah bene,almeno se dobbiamo fare i cani solitari facciamoli insieme- scherzò la mora cercando di non far pesare la cosa alla ragazza.
In fondo era stato un pensiero carino sedersi accanto a lei.
-Quindi sei a Stanford per diventare...-cercò di cambiare discorso Annabeth e Thalia roteò gli occhi.
-per volontà di mio padre te?-
-Architettura.-rispose pronta lei e Thalia rise leggermente -ti ci vedo come architetto sai?-
-aahahha, si?-rise anche Annabeth e la mora annuì.
-Bene allora ora vado,ci vediamo domani?-disse Annabeth e Thalia accettò.
-Stesso posto,stessa ora no, ma stessa scuola- e dopo questo anche la mora si alzò e si avviò verso la sua stanza.
Per una volta,in vita sua,non si sentì sola.


Angolo autrice:
Lo so sono in un ritardo mostruoso e ultimamente aggiorno solo di sera tardi.
Ma non ho avuto proprio tempo di scrivere.
Ringrazio le quattro persone che hanno recensito lo scorso capitolo.
Grazie mille *.*
Poi passiamo al capitolo.
Io amo scrivere di Thalia e Jason,sono troppo teneri :3
E infine compare Annabeth.
Ora vi starete chiedendo:"Ma se ci avevi detto che veniva da un'altra scuola?"
Ecco ho avuto una botta di testa mentre andavo a scuola e quindi ho deciso di farla stare anche lei alla Stanford.
Ma ora c'è una domanda da un milione di dollari:Thalia si aprirà con Annabeth,oppure si terrà tutto dentro?
Non lo so nemmeno io quindi non faccio la misteriosa :')
Beh vi saluto con un ringraziamento che viene dal cuore!
Bacii Ramosa

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Capitolo 7
*** "Quella mocciosa era capace di mandarlo fuori di testa." ***


Nascosta dietro una maschera

"Quella mocciosa era capace di
mandarlo fuori di testa."




Luke rise all'ennesima battuta di Leo Valdez mentre si portava una sigaretta alle labbra carnose.
-Certo che tua sorella ha un caratterino- gli sfuggì dalle labbra di Percy rivolgendosi a Jason che posò sul tavolo in legno massello il bicchiere di birra che aveva in mano.
-Si è sempre stata un po' testarda e ribelle-sospirò lui mentre Piper poggiò la testa sulla sua spalla -Ma se la conosci bene non è così male,è più dolce e più insicura di quello che pare-
-Si hai ragione,ieri ci ho scambiato due parole e devo dire che non è male- concordò Percy spegnendo la sigaretta e posandola nel portacenere.
-Dolce un cazzo,è un mosto- ribatté invece Luke aspirando il fumo e facendo ridere tutti.
-Ha una brutta storia alle spalle,cerca solo di difendersi- cercò di difenderla Jason -È come un cane,non mostra subito l'addome-
-È facile dire che è una brutta storia alle spalle,difendila pure Jazz ma per me quella mocciosa è una strega fatta in persona- sbuffò Luke buttando giù un bicchiere di birra. 
-Ti ricordo che esistono anche streghe buone.Tipo quelle di Hogwarts- scherzò Leo facendo scoppiare a ridere Nico.
-Hai sempre avuto una cotta per Emma Watson- lo derise Nico e Leo gli diede un pugno sulla spalla.
-Stai scherzando?È bellissima,ha delle tet...-si interruppe Leo guardando la porta del locale che si era appena aperta.
Thalia Grace entrò accompagnata da uno sconosciuto mentre rideva e si sedeva su uno sgabello vicino al bancone.
-Parli del diavolo e le spuntano le corna- mormorò Leo e gli altri lo guardarono perplessi.
"Se Jason sa che è venuta qui a bere o a fare altro l'ammazza" pensò il ragazzo osservando Thalia che beveva ridendo con quel ragazzo.
Non lo riconosceva ma sapeva che Jason,chiunque avesse invitato chi,avrebbe picchiato quel povero ragazzo che ci stava provando spudoratamente con Thalia.
Ma non poteva tenerlo nascosto,non al suo migliore amico.
-Emma Watson qui?ti sei rincoglionito amico?- domandò sarcastico Charles poggiando un braccio sulle spalle di Silena che si accucciò sul suo petto.
-Non Hermione Granger,Thalia è lì vicino al bancone- lo corresse il latino e tutti si girarono in quella direzione.
La ragazza sedeva vicino a quel misterioso corvino stringendo in una mano una bottiglia di qualche alcolico pesante e nell'altra una sigaretta che fumava distrattamente mentre buttava giù quella bevanda.
Luke notò la mano del ragazzo che era sulla sua coscia e la gelosia lì si montò dentro.
Solo lui poteva toccare la mocciosa, torturandola.
-Chi è quello!?-ringhiò Jason,non preoccupandosi che la sorella fosse più che poco lucida.
-È al college con noi,credo.L'ho visto in qualche corridoio,mi sembra che sia Ethan Nakamura- rispose Percy e Luke scattò in piedi seguito a ronda da Jason.
-Jason tua sorella è libera di fare quello che vuole- provò a fermarlo Nico ma i due ragazzi erano già partiti in quarta verso loro.
-Ma non di ubriacarsi- ribatté Jason e Leo gli afferrò un polso.
-Ti ricordo che anche tu stai bevendo-disse ma Jason si scostò dalla presa.
-Birra non whisky.-e detto questo Jason raggiunse Luke che era quasi arrivato da i due.
-Thalia-salutò Jason e poi guardò in direzione di Ethan -Ciao-
Thalia,con gli occhi lucidi,si alzò in piedi avvicinandosi a Luke e barcollando leggermente -Biondo anche tu da queste parti?-domandò mentre sorrideva ubriaca.
-Grace che ne dici di mettere giù quella bottiglia?-provò invece il ragazzo afferrando il polso di lei e cercando di togliere di mano la bottiglia che stringeva forte.
-Noo e perché?Sono venuta qui per distrarmi perché dovrei smettere di bere-disse bevendo un sorso di whisky che si era portata nell'altra mano.
Luke a questo punto gliela strappò di mano e la tenne alta per non farla prendere alla ragazza.
-Nakamura quanto ha bevuto?-chiese mentre Thalia si lamentava imprecando e saltando nel vano tentativo di afferrare la sua amata bottiglia.
-Due o tre bottiglie di whisky e vodka-rispose facendo spallucce Ethan e Jason ringhiò nella sua direzione.
-Ma se è entrata cinque minuti fa?-esclamò il ragazzo mentre Luke posava la bottiglia sul bancone tenendo ferma Thalia per i polsi che continuava a dimenarsi.
-Ma prima siamo andati in un altro locale ma il barista trovava che Thalia avesse bevuto troppo e non le voleva vendere più niente di alcolico,e visto che lei voleva continuare a bere siamo venuti qui-rispose Ethan in un tono neutro,quasi indifferente.
-Bevuto troppo?È ubriaca fracida!-scattò Luke e Thalia gli cinse il collo con le braccia magre,quasi per calmarlo.
-Ho voglia di ballare Biondo,che ne dici?-gli sussurrò maliziosa lei nel suo orecchio, e avvicinando il bacino al suo facendo sussultare il ragazzo.
-Non mi approfitto di ragazze ubriache,Mocciosa-disse Luke afferrandole il bacino e allontanandola leggermente da lui.
Quella mocciosa era capace di mandarlo fuori di testa.
-Che dovevo fare?-domandò Ethan scattando sulla difensiva.
-Portarla al college sarebbe stata un'idea brillante-rispose sarcastico Jason mentre Thalia,anche se sorretta dalla presa di Luke,le iniziarono a tremare le gambe.
-Mi fa male la testa,gira tutto!-rise osservando con una smorfia il viso di Luke.
-Grace stai bene?-domandò preoccupato il ragazzo tenendola per i fianchi.
-N-no-non riuscì a finire la frase che quasi cadde a terra svenuta.
Per fortuna Luke l'afferrò prima che cadesse stendendola poi sul pavimento in legno.
-Che cazzo hai fatto Ethan?Potevi pur fermarla!È addirittura svenuta!-urlò Luke alzandosi in piedi e aggredendo il ragazzo ma venne fermato da Percy e Charles che lo afferrarono per le braccia.
-Non ne vale la pena Luke-disse Percy.
-Gli devo spaccare la faccia a quel idiota!Lasciatemi!-esclamò il biondo.
-Vattene Nakatura,prima che veramente ti uccida con le mie mani-ringhiò Jason e il ragazzo annuì uscendo dal locale di corsa.
-Bastardo.-sussurrò Luke guardando in direzione di Thalia che dormiva rannicchiata a terra priva di sensi.
Tremava leggermente e il ragazzo suppose che fosse per il vestito troppo corto che indossava.
Sul suo viso c'era calma e tranquillità e Luke non poté far almeno di sorridere.
-Che facciamo con lei?-domandò Nico.
-La dobbiamo portare al college.Silena ti dispiace se Charles dormirà una notte con te?-chiese Luke ritornando serio e Silena sorrise felice.
-Ovvio che no!-rispose stringendo il petto del fidanzato.
-Percy che ne dici invece se dormi in camera di Nico?Fate uno pigiama party non so-chiese questa volta rivolgendosi verso il suo migliore amico.
-Si certo,ma perché tutti questi spostamenti?-domandò invece il ragazzo mentre Luke prendeva in braccio Thalia mettendo un braccio sotto le ginocchia e un altro sotto la schiena.
-Perché Grace dormirà nella nostra stanza,Perce-informò il biondo ricevendo occhiate perplesse dai compagni -Jason sarebbe molto più sicuro se dormisse con me,non è vero Jazz?-
-Si in effetti si,in confronto a Nico o a Charles,tra i ragazzi al college mi fido più di te-concordò Jason passandosi una mano nei capelli imbarazzato.
-Bene-mormorò Luke uscendo dal locale e posando la ragazza sui sediolini posteriori della sua auto e guidando verso il college.
Sarebbe stata una notte molto,ma molto, lunga.

***

 
Thalia si rigirò tra le coperte azzurre leggermente infreddolita.
Sbadigliò fortemente e quando aprì gli occhi,mostrando quelle iridi blu che in intimorivano chiunque le ammirasse,si guardò intorno capendo che quella non era certamente la sua stanza.
Si alzò lentamente suoi gomiti e scosse la testa per togliere da davanti gli occhi i capelli corvini.
'Ma dove cazzo sono?'pensò scostando lentamente la coperta che la copriva e mettendosi seduta.
La testa le incominciò a girare fortemente dandole il senso di nausea e perciò chiuse gli occhi stringendoli forte.
Quando gli riaprì si accorse che non indossava i suoi vestiti.
Le sue gambe sode mancavano delle calze e notò,poco distante da lei,il tubino nero che aveva indossato la sera precedente poggiato sulla sedia della scrivania.
Si alzò in piedi con il cuore che le pompava a mille e il sangue scorreva nelle sue vene.
Che cazzo aveva fatto la sera prima?
Non si ricordava nulla.
I piedi nudi percorsero la stanza camminando sulla moquette azzurra e la gola era secca.
Non aveva mica fatto...?
No,era impossibile.
Osservò la sua figura allo specchio.
Il trucco nero era praticamente andato lasciando la sensazione che fosse stata presa a pugni ma del rossetto bordeaux c'era ancora traccia segno che non aveva ancora baciato nessuno.
Si morse il labbro sudando freddo.
Ma qualcuno avrebbe potuto approfittare di lei anche senza baciarla?
Sentiva il corpo tremarle leggermente e osservò la maglietta nera che le arrivava fino a metà coscia.
-Tranquilla Grace.Non ti ho fatto niente-disse una voce alle sue spalle facendola sussultare leggermente e si girò di scatto.
Quella non poteva essere la stanza di....Luke Castellan?




Angolo autrice:
E ho aggiornato con un capitolo schifosissimo!
Volevo aggiornare questo mercoledì,il mio compleanno,ma visto che devo andare a fare una visita al cuore non posso farlo :(
Poi domani devo andare a danza e quindi oggi è stata la scelta :)
Prima di tutto grazie mille per le recensioni,significa tanto per me (mi sto facendo ripetitiva)
Allora Thalia e Ethan?
No scordatevelo,mai e poi mai li shipperò.
Mi serviva il cattivo e così lui ha fatto il cattivo.
Ahahah :)
Ohh amiamo tutti Luke gelosone *.*
Semidei miei oggi sono di poche parole quindi
Bacii ramosa12

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Capitolo 8
*** "Perché Thalia era morta dentro, tanti secoli fa." ***


Nascosta dietro una maschera

"Perché Thalia era morta dentro tanti secoli fa"



 


Thalia si sentì morire per un istante.

Aveva dormito nel letto di Luke Castellan,nella sua stanza e con lui dentro.

E lui logicamente se ne usciva con un 'Non ti ho toccato tranquilla,hai solo preso una sbornia e io ho avuto un attacco di pietà e ti ho salvato dalla strada'.

Parlava facile lui:  non era mezzo nudo nella stanza della persona che odiava di più al mondo.

Strinse i pugni e, mentre il cuore le pompava a mille, guardò con odio Luke.

-Perché sono qui biondo?-ringhiò Thalia acida.

-Ho fatto un favore a tuo fratello,la prossima volta bevi di meno,Mocciosa.-spiegò Luke accendendosi una sigaretta e avviandosi verso la finestra.

-Sto parlando con te Castellan!Per una volta in vita tua ascoltami mentre parlo!-esclamò Thalia presa da un attacco di rabbia.

-Che ti devo dire Grace?Hai solo dormito nel mio letto e non abbiamo fatto niente di male, ma se vuoi possiamo pure recuperare se ci sei rimasta così male.-disse lui camminando verso lei e sussurrandole  le ultime parole nell' orecchio, malizioso.

-E perché sono mezza nuda Castellan?-chiese lei cercando di non ascoltare le ultime parole del ragazzo e ignorando i brividi che le percorevano per tutta la schiena.
Brividi che non sarebbero dovuti esistere.

-Ti ho solo cambiato Grace,sai ieri notte eri come una bambola.Non ti ho per niente sfiorata,ci tengo alla mia amicizia con Jason e certamente non me la farò rovinare per colpa di una ragazza viziata come te.- spiegò lui espirando altro fumo mentre gli occhi blu elettrici di Thalia diventarono sempre più scuori,più tempestosi.

-IO VIZIATA?-urlò lei mentre Luke si allontanava da lei per spegnere la sigaretta nel posacenere e per poi guardarla accigliato.

-TU SEI UN VIZIATO LUKE CASTELLAN, NON IO, TU!PENSI CHE IL MONDO GIRI INTORNO AI TUOI PIEDI?- continuò lei esplodendo e si avvicinò a lui tirando pugni sul petto muscoloso del ragazzo -PENSI SOLO A TE STESSO, MA SEI UN EGOISTA SENZA CERVELLO!-

Luke le afferrò i polsi e glieli portò dietro la schiena, bloccandola -Si Grace?Se sono io egoista tu cosa sei?Sei una falsa Grace, ecco cosa sei, pensi di poter far pena a tutti con la tua storiella. Fai la dura senza un motivo. Scatti in difensiva subito, all'istante.Io proprio non ti capisco sai?-

Le parole di Luke arrivarono dritte al cuore di Thalia.

Erano state come piccole lamette che avevano ridotto il suo cuore, già rotto, ancora peggio.

Perché dietro la maschera da dura Thalia era fragile: fragile come una foglia.

Fragile come ogni persona al mondo.

Una piccola lacrima cadde sulla sua guancia candida e quando Luke la notò si sentì morire per un attimo.

Vederla piangere, per parole dette senza scopo di carriveria era la cosa più brutta al mondo.

Peggio di una ferita di guerra e per sbaglio lasciò la presa dei suoi polsi.

-Thalia io non volevo...-ma troppo tardi, lei aveva afferrato di fretta e in furia la sua roba uscendo dalla stanza correndo.

Correndo via da lui.

Luke, ancora stordito, si sedette sul suo letto accarezzando la coperta dove poco prima la ragazza aveva dormito.

Era così tranquilla e dolce mentre dormiva che il solo ricordo gli riscaldava il cuore distrutto.

Distrutto per una piccola lacrima che era scesa da quei occhi così tempestosi.

Perché alla fine Thalia era peggio di una tempesta: con i suoi lampi e tuoni riusciva a portare con se solo dolore e distruzione.

Eppure Luke non poté non pensare alle parole che gli aveva detto, parole vere, perché in fondo aveva ragione:lui era un egoista, un egoista che nemmeno quando sua madre andò in un manicomio lui le fu accanto.

Aveva sempre pensato prima a se stesso e al suo divertimento, non  a qualcun altro veramente.

Si morse il labbro inferiore e si avvicinò al cassetto dove afferrò una foto.

Una foto felice dove tre persone, due adulti e un bambino, giocavano felici in un giardino illuminato dalla luce primaverile.

Mery Castellan stringeva suo figlio di ormai cinque anni in grembo mentre il padre,Ermes Castellan, di fronte a loro sorrideva felice.

Luke accarezzò il volto della donna trattenendo le lacrime che, dispettose, stavano per uscire dall' iridi azzurre.

Pochi anni dopo Mery Castellan, dopo il divorzio col marito, perse completamente il senno e così fu ricoverata in un manicomio costringendo Luke ad andare a vivere a casa di un padre completamente assente.

Sospirò e riposò la foto sul comò mentre dal cassetto pescò un bracialetto con delle borchie rigirandoselo tra le dita.

Quel braccialetto della ragazza che aveva ridotto in lacrime.

Luke lo strinse in un pugno sentendo un lieve dolore per le punte delle borchie.

Ripensò a quello che Jason aveva detto su di lei in passato.

Dopo che era morta la madre Thalia era cambiata, più fredda più insensibile, e quando aveva quindici anni già aveva incominciato a fumare e bere.

Poi la notte prima dei suoi sedici anni,Thalia fece succedere un incendio in una piazza.

La ragione non si sapeva, si sapeva solo che dopo Thalia incominciò a giocare sempre di più col fuoco causando altri tre incendi e poi fu mandata in riformatorio.

Nemmeno Luke riusciva a capire perché dentro a quella ragazza c'era così tanto odio, sofferenza e dolore.

Osservò ancora una volta il bracciale che aveva in mano stringendolo di più in un pugno.

Avrebbe letto una volta e per tutte quel libro così misterioso, ma allo stesso tempo così pericoloso, di Thalia Grace, ne era più che certo.

 

***

 

Pugni, schiaffi e calci.

Una ragazzina di quattordici anni era stesa a terra circondata da ragazzi pronti a completare il loro lavoro.

Un altro calcio non tardò ad arrivare mentre la ragazza gemette dal dolore che fece ridere ancora di più i bulli.

-Che c'è Grace?Ti è morta la mammina?-rise uno di loro.

-Oh aspetta è morta perché era stanca di avere una figlia inutile come te.- disse un altro molandole un calcio nelle costole.

Si sentì un terribile 'crak' mentre dagli occhi elettrici dell'adolescente caddero lacrime calde.

Lacrime perché ormai non sapeva che fare, piangeva per il dolore.

-Sei inutile Thalia Grace. Inutile come un calzino.-le sussurrò in un orecchio il più grande che sembrava essere il capo.

Poi altri pugni e calci non tardarono ad arrivare rovinando il corpo giovane della ragazza.

Un corpo ormai lacerato da lividi e graffi.

Poi quando la fine della tortura sembrava essere arrivata il capo della banda dei bulli pestò la mano della ragazza portandoci tutto il suo peso.

Per una volta la ragazzina, Thalia, urlò tra le lacrime.

Urlò con l'anima mentre il gruppo dei bulli rideva sulla sua voce.

Un calcio le arrivò direttamente in faccia per farla tacere.

Altro sangue perse dalla bocca e per una volta Thalia alzò lo sguardo.

-Ti prego.-sussurrò con gli occhi blu spenti. Senza vita.

-Te lo meriti stronza.-rispose il capo e poi tutto successe troppo velocemente.

Un ragazzo di quindici anni, afferrò il boss per la maglia scagliandolo contro il muro, cosa che bastò a spaventare i bulli e a farli correre lontano.

Poi prese a stile sposa la ragazza e Thalia, prima di svenire, notò gli occhi azzurri.

Azzurri come i cieli d'estate.

-Grazie...-sussurrò prima di svenire nelle braccia sicure del ragazzo.

 

Dagli occhi di Thalia caddero altre lacrime.

Lacrime tristi, sofferte e piene di dolore.

Perché Thalia era morta dentro, tanti secoli fa.

Morta per il poco amore, morta per la sofferenza che aveva vissuto.

La sua camera del college era nel buio, tapparelle abbassate, letto in disordine e vestiti buttati per aria e poca luce che filtrava dalla finestrella del bagno di quella giornata ancora esitiva.

Ma Thalia non trovava niente di così magnifico in quella giornata.

Era sul suo letto, le spalle al muro, le giocchia strette in petto mentre un piumone bianco la copriva.

E poi lacrime che uscivano dagli occhi elettrici come gocce di pioggia che cadono dalle nuvole scure.

Aveva una tristezza dentro mentre nella sua mente i ricordi regnavano.

Ricordi tutti sofferti, nessuno che valeva la pena di chiamare ricordo.

Sentiva ancora sulla sua pelle i calci e pugni di quei ragazzi che le avevano rovinato la vita.

Poi le parole di Luke le erano ancora in testa ferendola ancora di più.

Strinse forte le ginocchia al petto mentre quelle risuonavano nel suo cervello come eco in una grotta.

"Si Grace? Se sono io egoista tu cosa sei? Sei una falsa Grace, ecco cosa sei, pensi di poter far pena a tutti con la tua storiella. Fai la dura senza un motivo. Scatti in difensiva subito, all'istante"

Aveva ragione, Luke Castellan aveva regione.

Lei era falsa, una falsa che non era mai riuscita ad essere se stessa davanti agli occhi degli altri.

Nascosta sempre dietro quella maschera bianca, bianca perché era vuota e fredda come il ghiaccio, che lei si ostinava a portare preferendo essere  considderata la cattiva della situazione e quella che non aveva bisogno di aiuto.

Luke aveva ragione, nessuno mai l' avrebbe capita veramente.

Eppure, a volte, desiderava essere aiutata una fottuta volta e non rimanere quella invisibile che nessuno si accorgeva della sua presenza.

Strinse ancora di più le giocchia al petto con lo sguardo vuoto.

-Thalia?-chiamò la voce dolce di Annabeth entrando nella stanza della ragazza.

Ma la corvina non le dedicò nemmeno uno sguardo, osservando il muro dipinto d'azzurro difronte a lei.

-Oh Thalia...cosa ti è successo?-chiese la voce preoccupata dell'amica sedendosi accanto a lei e prendendole la mano.

-Come sei entrata?-domandò invece lei con voce spezzata.

-Ho chiesto a Silena il favore di aprirmi la porta..ma Thals che succede?-rispose la bionda accarezzandole i lunghi capelli corvini.

Ma quel punto, Thalia esplose in un pianto isterico tra le braccia di Annabeth che la strinse forte a sé.

-Ehi va tutto bene ci sono io Thals, non ti preoccupare, ora ci sono io e non ti lascio.-le sussurrò dolcemente.

Thalia si aggrappò alla maglia della ragazza mentre i singhiozzi rieccheggiarno nella stanza.

-Okay che ne dici se vado a prenderti un bel thé e ne parliamo dopo? Però voglio sapere il nome del colpevole di chi ti ha ridotto così che se lo trovo gli spacco la faccia.-propose Annabeth e lei annuì regalandole un piccolo sorriso.
Un sorriso vero, da amica vera.

-Nessuno Annie, solo ricordi brutti.-sospirò lei guardandola negli occhi e Annabeth le stampò un bel bacio sulla fronte.

-Torno subito eh.-avvisò lei prima di uscire dalla stanza e protandosi  -per sicurezza- la copia di chiavi della ragazza.

 

 

***

 

Luke desiderava tanto in quel momento di essere uno dei maghi di Harry Potter e magari sparire,grazie ad un incantesimo, da quella stanza.

Era con alcuni amici al bar del college, tutti intenti a parlare di cose come il compito in classe di fisica o di come la squadra di football avesse vinto il torneo.

Eppure lui non riusciva a seguire uno di quei discorsi.

Aveva la testa persa tra quegli occhi elettrici impressi nella sua mente.

Quella lacrima che cadeva ancora dagli occhi temestosi, era come una scena che non finiva mai di ripetersi nella sua mente.

Una scena dove i sensi di colpa regnavano.

Perché lui non pensava veramente a Thalia come una falsa, ma in quel momento di rabbia gli era sfugito dalle labbra.

Non voleva ridurla alle lacrime.

-Volete sapere l'ultima?-chiese Silena mentre sorseggiava il suo thé freddo.

-Spara.-esclamò Nico stoppando un attimo di armeggiare il suo IPhone.

-La Grace si è chiusa in stanza.Ha chiuso tutto. Tapparelle, porta. Ho provato ad entrare e ho ricevuto come risposta uno "Sparisci barbie" e poi la camera?vogliamo parlare dello stato della camera?-continuò Silena scrutando con gli occhi azzurri Luke che al nome 'Grace' era scattato sull'attenti.

Manco fosse un militare.

Aveva capito benissimo che centrava anche lui se Thalia si era ridotta in quello stato.

-Che le sarà successo?- domandò Percy scioccamente.

-Non lo so...mi dispiace solo di essere stata così dura con lei, in fondo è la mia compagna di stanza. Saremo dovute andare d'accordo.- sospirò la ragazza riggirandosi tra le mani sottili la tazza.

-Stai tranquilla Sil, non ne hai colpe.- le disse dolcemente Charles accarezzandole i lunghi capelli neri.

-Si ma...-si interruppe lei osservando lo sguardo dei ragazzi -Luke e Percy- che si era posato su una ragazza che era appena entrata nella caffeteria.

Si voltò per guardare e la riconobbe subito: Annabeth Chase.

La stessa ragazza che era venuta a chiederle, poche ore prima, di aprirle la porta di camera.

-Chi è quella?Un angelo o chissà cosa?- balbettò Percy con la bocca spalancata.

-Non sbavarci troppo Perce.- lo derise Luke e Percy lo guardò imbrociato.

-E' Annabeth Chase.- precedette Silena alle domande del ragazzo, che le sorrise grato -Primo anno, genio in tutte delle materie e...amica di Thalia Grace.-disse con cautela lei le ultime parole.

-Come lo sai?-domandò d' istinto Luke guardando poi la ragazza che stava ordinando qualcosa al bancone.

-Oggi mi è venuta a chiedere perché Thalia fosse stata tutta la giornata chiusa in stanza e io le ho risposto che non lo sapevo nemmeno io il motivo, poi mi ha chiesto il favore di aprirle la porta della stanza e glielo ho fatto.-spiegò lei con lo sguardo basso.

-Ma ho sbirciato al suo interno.-continuò poi incontrando lo sguardo di Luke preoccupato -Non stava certamente bene Thalia,guardava un punto fisso, fazzoletti per tutta la camera. Solo con un po' di luce che filtrava dalla finestra del bagno. Ma per il resto era nel buio pesto. Spero che Annabeth l'aiuti.- disse terminando con un mezzo sospiro preoccupato.

Alla fine si era affezionata a quella ragazza ribelle che era sempre pronta a dire la sua.

-Silena?-chiamò con voce tremante Luke.

-Si Luke?-

-Credo di essere io la causa dei problemi di Thalia.-


 Angolo Autrice:


Ehi semidei!Come va?
Si lo so sono sparita da un bel po' ma sapete prove saggio, saggio, esibizione di danza, connessione internet morta, una piccola vacanza beh mi hanno preso leggermente.
Talmente tanto che scrivere due parole voleva dire tantissimo :/
Ho notato che tipo non aggiorno questa storia da un mese e mezzo e non sapete come mi dispiace.
diciamo che mi sto affezionando anche a questa mia storiella, e poi c'è la Thaluke *-*
Insieme alla percabeth è una delle mie coppie preferite.
Forse perché la loro storia è così...così triste *scoppia a piangere*
Okay stop...ne succedono un po' di tutte eh in questo capitolo eh?
Si scopre un pochino il passato di Luke e Thalia e vi sfido a indovinare perché Thalia è diventata piromane.
Devo dire che tendo a scrivere sempre disgrazie nelle  mie storie...scrivere una bella storiella dove gli unicorni vomitino arcobaleni no eh?
Pooi Percy vede per la prima volta la nostra bella Annie :3
Amarli è fin troppo poco.
Beh spero che mi perdoniate per il disastroso ritardo *pensa al coniglio bianco col panciotto e al suo "E' tardi! E' tardi!"*
Scusatemi anche per questo, in questi giorni ho una fissazione per Alice e lo stregatto e ovviamente il cappellaio.
E' meglio che vi saluti se no qui qualcuno mi uccide oggi.
Bacii e aggiornerò prestissimo (Parola grossa da dire)

Ps: vi lascio due gif che ci ho messo due giorni solo per trovarle :3


 


Amiamo tutti Thalia che in questa gif è la dolcezza
*-*



E Luke Castellan
La bellezza fatta in persona
:3

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Capitolo 9
*** "Altro che riformatorio,avrei bisogno di un buon manicomio invece" ***


Nascosta dietro una maschera

"Altro che riformatorio,avrei bisogno di un buon manicomio invece"





-Credo di essere io la causa dei problemi di Thalia-

-Cosa?- esclamò Silena sbarrando gli occhi azzurro cielo. 
-Credo che Thalia si sia chiusa in camera per colpa mia - ripeté Luke abbassando lo sguardo e torcendosi le mani.
Si sentiva così colpevole nei confronti di quella ragazza che avrebbe voluto tanto sparire dalla faccia della terra.
Quella ragazza l'aveva ucciso interiormente, peggio di un virus mortale.
Era entrata in posti che nessuna donna era mai riuscita a stare: nel suo cuore.
Aspettate un attimo, stop coi film mentali.
Luke non poteva amare.
Luke non sapeva amare, per il suo passato.
Eppure avrebbe tanto voluto riuscirci senza cambiare ragazza ogni giorno.
Quella piccola mocciosa era riuscita a farlo uscire così pazzo che ora credeva nell'amore. 
'Che sciocchezza' pensò Luke tornando serio per un attimo.
-Per quale ragione Luke?Cos'è successo la sera scorsa quando lei è venuta a dormire da te?- domandò dolcemente la ragazza poggiando la sua mano sulla sua, facendolo tornare alla realtà.
-La mattina dopo,quando si è svegliata,mi ha urlato contro che si era arrabbiata che l'avessi cambiata e poi mi ha urlato contro che io ero un bugiardo viziato....e così mi sono difeso e lei ha cominciato a piangere e poi se ne andata.Mi sento così in colpa Sile- terminò il ragazzo guardando negli occhi la mora.
Silena gli sorrise,stringendogli la mano, e gli accarezzò i biondi capelli che ricoprivano disordinatamente la sua fronte.
Era questo il bello di Silena, sembrava antipatica, la solita ragazza tutto trucco e senza cervello, ma in verità lei c'era sempre per tutti e Luke l' sarebbe stato riconoscente a vita per tutto quello che aveva fatto per lui.
Era stata la sorella che non aveva mai avuto.
-Oh Luke quando imparerai a controllare la rabbia e a capire di chiudere la bocca qualche volta?Le persone si posso anche ferire se usi parole troppo offensive.
E non starci male, vedrai che Thalia ti perdonerà, non so come, ma vedrai che lo farà- lo incoraggiò Silena baciandogli dolcemente la guancia sporcando, involontariamente, la guancia di rossetto rosso.
-Oh Dei scusa.-si scusò poi, afferrando un tovagliolino di carta e pulendogli il volto sporcato.
-Grazie di esserci sempre Sil, senza di te non so come farei- sorrise Luke e lei ricambiò il gesto.
-Emh scusate se disturbo, voi per caso siete gli amici di Jason Grace?- domandò la ragazza bionda di prima, Annabeth Chase, avvicinandosi al loro tavolo.
-Oh ciao Annabeth, si comunque lo conosciamo.- rispose cordiale Silena mentre si legava i lunghi capelli neri in una coda alta.
-Oh emh non è che potrei avere il suo numero di cellulare?-chiese timidamente lei poggiando per un attimo due bicchieri che sembravano contenere qualcosa di caldo al suo interno.
-E come mai?- disse Percy, e dal tono freddo che usò quasi Luke gli rise in faccia .
E meno male che non era lui l'innamorato dopo la rottura con Rachel.
-Volevo parlare con lui della sorella ma se vi da tanto peso non fa niente, ruberò il numero a Thalia mentre dorme.Non c'è problema- rispose lei su tono e stava per riafferrare le sue bevande che Luke la fermò.
Sentire quel nome l'aveva fatto scattare come un soldato.
-No aspetta!Ecco a te.-esclamò, scrivendo velocemente il numero del ragazzo sopra a un fazzolettino che era sul tavolo.
-Grazie mille.-gli sorrise la bionda girandosi e andandosene.
-Perché l'hai fatto?Che ne sai che stava raccontando la verità?-domandò col broncio e le braccia incrociate Percy.
-Togli quel broncio dalla tua faccia Jackson, non è mica cosi che la conquisterai- gli diede un pugno scherzoso sul braccio facendo ridere gli amici.


***
 

Thalia Grace era stanca.
Stanca di essere sottomessa al padre, al fratello e a lui.
Lui e suoi maledettissimi occhi azzurri che la riuscivano sempre a conquistare.
Come potevano solo due piccole cose farla sentire inferiore?Thalia era ancora lì a domandarselo come una cretina.
Ma era stufa di dover eseguire gli ordini degli altri, stufa che a nessuno importasse di lei.
Afferrò uno zaino dall'armadio buttandoci dentro il più stretto necessario: vestiti e intimo di ricambio, spazzolino e soldi.
Lo chiuse e poi si recò in bagno per preparasi e appena fu pronta, con lo zaino in spalla, si richiuse la porta alle spalle correndo via dal quel college che l'aveva cambiata.
Che lui l'aveva cambiata.
Quando mai Thalia Grace si era divertita a litigare con una persona con gli scherzi come due bambini immaturi?(Di certo lei e Luke lo erano sicuramente).
Aveva sempre preferito usare la violenza e finire la questione lì.
Era così che era sopravvissuta in riformatorio dagli altri ragazzi che, per tutte le risse che aveva causato, quasi rischiava di restare chiusa dentro a quel posto per altri anni.
Ma al padre bastò, in quelle occasioni, cacciare il suo bel portafoglio magico e pagare facendola rimanere solo i due anni per aver causato un incendio, e al padre stava bene così.
Meno la vedeva e meno lei aveva la possibilità di rovinargli la perfetta vita.
Non era mai nessuno a trovarla in riformatorio, a parte qualche volta Jason, ma con gli studi non poteva esserci sempre.
Anche se, una volta uscita, pensava che recuperare la vita di prima sarebbe stato facile, ma si accorse ben presto che aveva preso solo un abbaglio.
Era stato più complicato di quanto pensasse perché era sempre tentata dalla sua vecchia vita.
Forse adesso si spiegava come mai dei carcerati una volta usciti davano di pazzi e ri-uccidevano o magari rubavano.
Perché in carcere -o nel suo caso in riformatorio- non avevano fatto altro per covare odio verso le persone e non pentirsi dei propri errori e, Thalia, aveva odiato così tanto suo padre lì dentro che sarebbe stato facile per lei fare un bel falò con la sua bellissima Lamborghini.
Ma per pena non lo faceva, o per compassione fate voi, vi lascio libera scelta.
Si sedette alla prima fermata del bus che trovò e sospirò pesantemente prendendo dalla tasca laterale dello zaino il suo fiducioso pacchetto di sigarette che, sembrava, che quando lei ne avesse bisogno lui ci fosse sempre.
Come se addirittura la sigaretta un altro po' parlava nella sua mente con frasi tipo: "Fumami fumamii".
Thalia quasi rise per le sciocchezze che stava pensando.
' Altro che riformatorio, avrei bisogno di un buon manicomio invece' pensò la ragazza mentre giocava col l'accendino.
Accese la sigaretta e fumò distrattamente pensando perché avesse lasciato così d' improvviso il college.
In un primo momento credeva di averlo fatto per ripicca nei confronti del padre ma più ci pensava più credeva sempre meno a quella versione.
L'aveva fatto per paura che le ricapitasse quello che le era successo al liceo?No, ormai si era creato intorno a lei quell'alone di forza che nessuno mai avrebbe mai distrutto.
Allora perché l'aveva fatto?Perché aveva preparato la borsa senza nemmeno pensare ad Annabeth che era andata addirittura al bar per comprarle qualche schifezza per consolarla?
Poi pensò a lui.
Come poteva essere sempre al centro dei suoi pensieri?Come poteva essere il protagonista della sua vita se lo odiava con tutta l'anima?
Ma era sicura di odiarlo?Era proprio certa di non provare nulla per quel ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli biondi con sempre un sorrisetto strafottente dipinto sempre sul volto?
L'amava?
Che sciocchezza, ovvio che no.
Thalia non amava nessuno, e mai nessuno avrebbe amato lei.
Lei non meritava una cosa così felice come l'amore e la felicità, meritava solo di stare sola con le sue sigarette e basta.
Non aveva bisogno di nessun altro.
E quanto si sbagliava, aveva bisogno di qualcuno che l'aiutasse a scappare dall'oscurità che la circondava.
Pestò il mozzicone finito e attese un altro po' il pullman.
'Mi serve un posto dove andare però' pensò distrattamente pensando a qualcuno che l'aiutasse con la sua fuga ma niente, non le veniva in mente nessuno.
Poi come un lapsus le venne in mente un nome, il nome perfetto per chi aveva voglia di divertirsi come lei.
'Ethan Nakamura' si disse nella sua mente e velocemente digitò il suo numero sulla tastiera.
Ethan, aveva un appartamento in città, e non vivendo nel college come ogni altro studente, pensò che potesse darle una mano.
Almeno per pochi giorni per poi partire lontano dalla California e andare chissà dove.
-Pronto?-domandò la voce rauca del ragazzo dall'altra parte del telefono.
-Ethan?-chiamò quasi -quasi eh- timida lei.
-Thalia!A cosa devo la tua chiamata?- domandò Ethan felice come un bambino.
-Sono scappata dal college.Ho bisogno di un posto dove stare e divertimento.Ci stai?-propose Thalia diretta senza troppi giri di parole.
-Ovvio dove ti passo a prendere?-chiese lui.
-Ti raggiungo io a casa tua.Inviami il posto via messaggio, ci vediamo Eth.-disse lei riattaccando.
E non appena ricevette il messaggio che attendeva raggiunse l'appartamento del ragazzo a passi veloci.
Inconsapevole del casino che si stava andando a cacciare.


 
***


-Non sarà di certo un hotel a cinque stelle ma si può fare no?-l'accolse Ethan mostrandole il suo buco di appartamento.
La stanza era piccola, quasi soffocante, pittata di un rosso tendente al bordeaux e bottiglie di vetro, cartoni di pizze,e vestiti -e chissà cos'altro- erano dispersi ovunque mentre un pesante odore di alcol riempiva l'ambiente.
Un divano era posto al centro di essa con una televisione di fronte e un tavolino per caffè in mezzo mentre, in un angolo remoto del buco, c'era un piano cottura inutilizzato .
In tutta la casa c'era solo un misero balconcino coperto da pesanti tende nere e una piccolina finestrella nel piccolo e caotico bagno.
Sperò solo che non ci fossero topi o scarafaggi.
Al solo pensiero le percorse un brivido per tutto il corpo.
-Mh certo,come mai vivi qui e non in una bella casa?-domandò Thalia posando lo zaino ai piedi del divano e afferrando una bottiglia di quello che pensò che fosse Vodka dal tavolino.
-Perché spendo i miei soldi in altro.-rispose lui malizioso e afferrandola da dietro baciandole il collo.
-Si si va bene ma distanza okay?Con 'divertimento' intendevo solo bere Ethan.Nient' altro-chiarì lei sedendosi sul divano e continuando a bere da quella bottiglia.
-Come voi- fece spallucce lui sedendosi accanto a lei e poggiando i piedi sul tavolino posto di fronte.
-Sto parlando seriamente Ethan- affermò Thalia guardandolo negli occhi neri.
-Ho capito, non ti sfiorerò nemmeno un petalo fiorellino ma ti dovrai arrangiare visto che di solito dormo sul divano letto, quindi ci toccherà dormire insieme.-spiegò lui e Thalia annuì mentre il ragazzo accendeva quel catorcio di televisione che provocava un fastidioso ronzio.
Poggiò la testa sul bracciolo del divano e, in balia del alcol, prese sonno.
Sapeva che stare con quella persona l'avrebbe riportata sulla cattiva strada, ma, per ora aveva solo bisogno di non sognare di nuovo quel ragazzo che le aveva rubato il cuore.

 
***


-Svegliati andiamo ad una festa.-disse Ethan scuotendola furiosamente e tenendo all'altra mano una bottiglia di rum.
Oltre ad essere terribilmente ubriaco era anche fatto, e questo non faceva che peggiorare le cose, aveva un terribile odore di alcol addosso.
Come se avesse bevuto decine di bottiglie alcoliche nelle ultime ore.
Era da due giorni in quella casa e ancora Thalia non aveva trovato il modo di andarsene da lì.
Quelle piccole pareti sporche sembravano quasi soffocarla, e quando cercava di scappare si accorgeva che la porta era chiusa a chiave e che le chiavi erano nei pantaloni che Ethan indossava.
-iI si, ti raggiungo dopo, lasciami il bigliettino sul tavolo con l'indirizzo.-ne approfittò Thalia, così sarebbe stato un ottimo modo per scappare da quel posto e andare da qualche altra parte nel mondo.
-HO DETTO CHE TI DEVI ALZARE.ORA.-urlò Ethan scaraventando la bottiglia addosso alla ragazza e tirandoli uno schiaffo.
Schegge di vetro volarono ovunque e colpirono il volto di Thalia facendolo sanguinare, mentre un livido violaceo-scarlatto si formava sulla sua guancia.
-Ma sei impazzito?-strillò lei.
Non ci sarebbe ricaduta mai.
Non avrebbe mai a nessuno di toccarla in quel modo violento, a meno che...il ragazzo del liceo e Ethan non fossero la stessa persona.
Quasi le scappò una risata, non era possibile.
Ethan non poteva essere quel tizio.
Eppure quegli occhi freddi, senza alcuna emozione, e il tono di alto di Ethan le erano famigliari...E se la sua intuizione fosse stata vera?
No, non poteva aver ragione.
Quello non poteva essere lo stesso ragazzo che aveva subito al liceo e poi tra mille ragazzi proprio lui?Nah era impossibile, non poteva essere finita nella tana del lupo.
'Stupida Thalia!Quante volte ti devo dire che non bisogna mai fidarsi troppo delle persone?!' disse una vocina nella sua testa.
'Ti pare il momento della ramanzina?La situazione è critica e tu fai la maestrina?' si rispose da sola mentalmente.
Ora ne era certa, il manicomio non gliel' avrebbe tolto nessuno.
Indietreggiò, quasi con timore, cercando di non fare notare la sua preoccupazione, ma il ragazzo la raggiunse con estrema facilità.
E poi la conferma le arrivò dritta al cuore peggio di un pugnale.
-Pensavi che mi fossi dimenticato di te, stronzetta?- le sussurrò nell'orecchio.
Oh merda.



Angolo autrice:

Ehilà...emh forse avrete voglia di tirarmi coltelli o non so che altro, ma datemi la possibilità di spiegare.
Beh posso dire che l'estate mi ha presa molto, e quella che doveva essere una vacanzina a casa di mia cugina si è trasformata una vacanza vera e propria.
Trasformandosi nel sogno più bello di tutta la mia vita.
E così, non avendo computer dove poter scrivere, mi accontentavo dei promemoria del mio cellulare.
Ma più scrivevo lì sopra più cancellavo le frasi che scrivevo.
Anche accedere su EFP mi costava fatica, leggevo ogni tanto quella fanfiction per poi recensirla dopo settimane.
Tutto questo perché ero troppo presa dalla mia vacanza, dimenticandomi dei piani estivi che mi ero fatta, cioé finire Love heals the broken e ricomiciare a scrivere We aren't perfect.
Ma niente di tutto questo è accaduto e mi sono trovata molto indietro con le mie storielle da quattro soldi.
Poi, quando il primo settembre  ero  ritornata a casa, mi ero subito messa a scrivere ma non era come prima.
Mi ero arruginita cosi tanto che solo scrivere due parole mi faceva sentire così male che mi passava la voglia.
Addirittura mi era sfiorato il pensiero di cancellare le storie che mi avevano reso felice durante l'anno o il mio account.
Ma ho trattento, dicendo 'non è giusto, ho sacrificato così tanto per queste storie che non posso abbandonarle'.
Mi si stringeva il cuore il solo pensiero di farlo.
Poi un giorno d'ottobre, notando che le mie storie ormai non avevano più l'attività di una volta, con recensioni e piccoli commenti, ho sentito il bisogno di rimettermi in gioco.
E tutto grazie alle recensioni che mi avevate lasciato in passato.
Così poco alla volta ho ricominciato a scrivere mettendo fine al mio blocco dello scrittore, e più scrivevo e più mi ri-innamoravo del mio grande amore:la scrittura.
Quando scrivo sono così felice che sembra che con essa possa raggiungere ogni cosa.
Poi oggi, essendo malata (manco è iniziata la scuola e io ho già i decimi di febbre), mi sono posta l'obbiettivo di aggiornare e l'ho fatto.
Mi dispiace solo presentarmi dopo più di tre mesi d'inattività con un capitolo del genere, non ne vado moolto fiera.
Consapevole di aver scritto cose migliori.
Non risponderò alle recensioni dello scorso capitolo perché non ci sono scuse da parte di un'autrice che  risponde dopo secoli.
Ma vi ringrazio, e non smetterò mai di farlo per l'appoggio che mi date ogni volta che lasciate anche quelle poche parole.
Spero che il capitolo vi piaccia, e capirò se c'è l'avrete con me.
Perdonatemi,
baci Ramosa.
Ps: vi lascio la foto di come immagino Ethan, con le gif ho avuto un problema con Tinypic e quindi appena mi rifunzionerà le metterò :(



Ethan Nakamura.

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Capitolo 10
*** "Era stata legittima difesa, lo giurava" ***


Nascosta dietro una maschera

"Non era stata legittima difesa, lo giurava"




Lacrime.
Suoni confusi.
Sangue. Fin troppo sangue.

Era successo così velocemente che nemmeno Thalia era riuscita a capire il perché si fosse messa in quel casino.
Ethan era steso ai suoi piedi con del sangue che gli colava da una ferita e forse privo di vita.
E lei era lì.
Seduta, rannicchiata su se stessa con le lacrime che scendevano dai suoi occhi azzurri e un pezzo di vetro tra le sue mani.
Non poteva averlo ucciso, quella non poteva essere la realtà.
Si diede un pizzico sul braccio sperando di sognare, forse l'incubo peggiore della sua vita, ma quella era la pura realtà.
-Ehtan...-sussurrò tra le lacrime confusa.
Prese dalla tasca dei jeans il telefono di lui componendo il 911.
Le mani le tremavano e non ne capiva nemmeno il perché.
Era stata per legittima difesa, lo giurava.

Ma con i suoi precedenti, nessuno mai l'avrebbe creduta.
-Il 911, qual è l'emergenza?-rispose la voce di una donna al telefono.
Thalia non aveva nemmeno la forza di parlare per le lacrime e i singhiozzi.
Ma si fece coraggio.
-Un ragazzo è ferito. Non lo so forse è morto. La prego mi aiuti.-mormorò singhiozzando.
Non era stata colpa sua. O almeno così credeva.
-Perde molto sangue?Dove si trova signorina?-domandò la donna quasi preoccupata per lei.
La preoccupazione non le serviva, aveva bisogno di una telecamera che confermasse la sua versione.
Non voleva tornare lì...ma questa volta non ci sarebbe stato il buon riformatorio con qualche bullo.
Bensì la galera.
Fatta di persone che avevano ucciso proprio come lei.
Di persone senza cuore che magari l'avrebbero uccisa a suon di botte.
La morte che certamente di meritava.
Dopo questa non sarebbe stato facile continuare la sua vita.
Come se già non lo fosse normalmente.
- Perde sangue dal fianco. c-credo che si sia tagliata una vena principale. Sono in un vicolo vicino alla discoteca Flower. Fate presto la prego- singhiozzò lei e, rischiò di far cadere il telefono dalle sue mani per la paura.
-Arriviamo subito, nel frattempo se hai un pezzo di stoffa stringilo forte sul fianco per evitare che fuoriesca troppo sangue.-disse la donna e Thalia annuì consapevole che nessuno la potesse vedere.
Perché nessuno aveva visto niente.
-Graz-ie -disse con filo di voce riattaccando.
Afferrò il giubbotto del ragazzo facendo, con le mani tremanti, quello che aveva detto la donna della centralina.
Lo strinse forte con le mani sul fianco di lui e poi si rannicchiò su se stessa guardando il corpo di Ethan.
Non l'aveva fatto con cattiveria.
Lui voleva ucciderla dopo quello che le aveva fatto.
Dopo che l'aveva rotta per una seconda volta.
-Mi dispiace...-sussurrò lei.
Nessuno l'aveva sentita, nessuno poteva vederla, e poi vide.
Vide una piccola telecamera puntata tra le mura della parete di fronte a lei.
Ehtan aveva registrato tutto.
Voleva umiliarla anche davanti i suoi amici, ma qualcosa era andato per il verso sbagliato.
Sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene.
Qualcuno avrebbe riso spensierato alle sue suppliche o alla sua morte.

Si osservò le mani e notò quanto erano sporche di sangue non suo.
L'aveva ucciso con le sue stesse mani come si era promessa da piccola.
"Un giorno vi ucciderò con le mie stesse mani".
E l'aveva fatto.

Aveva ucciso Ethan con le sue stesse mani.

 
***
 

L'ambulanza arrivò poco dopo.
Thalia non vedeva altro che persone che scorrevano davanti agli occhi.
Era in trance.
Sentiva parole come "E' ancora vivo!" o "Soccorrete la ragazza, è sotto shock!".
Stringeva le ginocchia al petto come per proteggersi mentre una mano la scuoteva piano piano .
Forse uno dei soccorsi.
Si accorse che guardava fisso un punto da quando aveva cercato di guarire Ethan.
Ma a lei non ci aveva ancora pensato nessuno.
-THALIA!-esclamò una voce, ma lei la percepì come un sussurro, lontana.
Eppure al sono di quella voce,girò lentamente il capo con gli occhi lucidi.
-Luke...-mormorò.
Stava discutendo con dei poliziotti che lo vietavano di andare sul posto del crimine.
Gli vietavano di andare da lei.
-Vedete!Mi conosce!Ora con permesso.-affermò cagnesco lui e poi corse nella sua direzione inginocchiandosi accanto a lei.
-Thals, che è successo?- domandò lui dolcemente togliendole i capelli da davanti gli occhi e accarezzandole la fronte imperlata di sudore.
Perché Thalia stava sudando nonostante il gelo pungente di quella sera, sudava freddo.
La sola presenza di Luke, la fece sentire meglio, al riparo da tutto quello che le stava accadendo
Al sicuro da tutto.
Poi dalla bocca di Thalia uscirono parole confuse, senza senso.
-Luke...te lo giuro... non sono stata io...mi voleva uccidere!C'è la telecamera...non voglio andare in carcere ti prego,Luke- poi altre lacrime scesero dalle sue iridi tempestose.
Indicò la mano tremante la piccola videocamera marcata Son
y che era tre le piccole mattonelle del muro.
Anche Luke l'aveva vista.
-Thals, tranquilla, ci sono io e non ti abbandono okay?-disse lui prendendole la mano e sporcandosi anche lui di sangue.
Poi si alzò e si avviò verso un poliziotto forse per riferirgli le cose dette da Thalia.
Da lontano lo vide annuire e raggiungerla.
Cercò tra le mura e poi si girò verso il ragazzo che intanto si era inginocchiatoio di nuovo ai  loro piedi.
-Vedremo se la sua versione è giusta signorina, ora che ne dice se ci segue in commissariato?-propose, per modo di dire, guardando nella direzione di Thalia che si degnò di alzare gli occhi arrossati.
-Non vede che non riesce nemmeno a parlare?Secondo lei è capace di venire in commissariato per una serie di domande che non sarebbe nemmeno in grado di rispondere?-prese le sue difese Luke.
-Sto semplicemente eseguendo il protocollo, ne sono addolorato- rispose indifferente l'uomo.
-Me ne sbatto del suo protocollo!Le lascerò tutto quello che vuole per contattarci: numeri di telefono, indirizzo del college, e-mail, il numero di mio padre,ma la prego ci lasci tornare al college e riposare. Domani o dopodomani, appena si sentirà pronta di parlare, verremo da voi per rilasciare la dichiarazione. E’ troppo scossa in questo momento- continuò Luke e Thalia vide annuire il poliziotto.
-D'accordo, ma mi scriva su questo foglio tutto quello che mi serve per contattarvi. 48 ore per venire in commissariato, non un minuto di più- disse e il ragazzo, scrisse quello che aveva promesso sul quel pezzo di carta.
-Arrivederci- salutò poi educatamente Luke e ritornò dalla sua piccola grande Thalia.
Si sedette di fronte a lei,sorridendole incoraggiante.
Eppure, anche se fosse in uno stato di confusione, Thalia dovette ammettere inconsciamente quanto fosse bello quel ragazzo che le stava davanti.
Gli occhi così azzurri che le ricordavano il cielo in primavera, quel sorriso bianco che le faceva provare una strana sensazione dal basso ventre, le labbra che lo rendevano così irresistibile.
Si torturò le mani sporche di sangue.
Non si sarebbe mai perdonata quello che aveva fatto.
Aveva quasi ucciso, anche se involontariamente, un ragazzo.
Questa volta l'aveva combinata grossa, più grossa dell'incendio che aveva fatto con un accendino.
La questione di Ethan, gli aveva lasciato il segno e, ora era lui a stare in un letto d'ospedale rischiando la vita. 
Per difendersi o no era stata colpa sua.
-Che ne dici se c'è ne torniamo a casa?-domandò Luke accarezzandole il volto segnato dalla furia di Ethan prima che accadesse quello che era accaduto.
Voleva scappare e invece era successo un guaio.
Non fece altro che annuire.
Poi Luke la prese in braccio e le si aggrappò a lui come se fosse un panda affondando la testa nella sua spalla.
Profumava di un odore che le piaceva, che la tranquillizzava facendola sentire al sicuro.
Era un miscuglio tra fumo e menta, abbastanza comune, eppure all'olfatto di Thalia sembrò unico.
-La ragazza ha bisogno di cure.-affermò un' infermiera affiancando il ragazzo che stava uscendo dalla zona rossa.
-Mi occupo io di lei- rispose invece Luke portandola via da quel vicolo che la stava soffocando.


 
***
 
Dieci minuti più tardi Thalia si trovò stesa sul letto del suo superman rannicchiata.
Aveva sporcato anche lenzuola di quel sangue che non era suo e bagnato il cuscino di lacrime.
-Luke, fammi capire bene: Thalia ha ferito accidentalmente Ethan per difendersi?-chiese Percy da fuori la porta.
-Ma Dio Jackson!Abbassa la voce che è sotto shock non sorda. Comunque ,per la millesima volta, sì. C'è un video che lo prova- sbuffò Luke.
-E dimmi perché avrebbe dovuto farlo?Ethan si mette paura anche solo guardare la sua ombra- ribatté il ragazzo.
-Senti non lo so, okay? Ora che ne dici di andare a dormire da Nico o da chi vuoi tu?Devo badare a Thalia ora quindi sparisci dalla mia vista- esclamò il biondo con un diavolo per capello.
Possibile che Percy fosse così ottuso?
E questa volta la legge degli angoli non valeva.
Era ottuso nel vero senso della parola.
-Eh vabbe’. Se hai bisogno di qualcosa sono da Nico- salutò Percy, dandogli una pacca sulla spalla e una volta che Percy ebbe svoltato il corridoio ritornò nella sua stanza.
Thalia era lì, stesa tra le sue coperte, e piena di sangue.
Suo o no andava curata.
Prese la valigetta che aveva preso in precedenza del pronto soccorso e le si avvicinò sedendosi, poi, accanto a lei.
-Ehi- disse sottovoce togliendole davanti gli occhi i capelli corvini.
-Quella ferita alla fronte ha bisogno di punti, sai?-continuò poi osservando la ferita.
In fondo studiava medicina.
-N-non voglio andare in ospedale- mormorò lei con voce tremante.
-Te la curo io, tranquilla. So come farlo- informò lui.
Thalia alzò le spalle indifferente.
Passò restanti dieci minuti a curare le ferite di Thalia che Ethan le aveva procurato.
Un istinto di rabbia percosse il corpo di Luke.
Il solo pensiero che qualcuno avesse toccato Thalia in quel modo lo uccideva.
-Che ne dici di fare una doccia?Tranquilla non spierò dalla fessura della serratura, non sono così morto di figa- rise lui cercando di risollevarle il morale.
Cosa troppo dura da fare.
Thalia scosse la testa.
Non aveva per niente la voglia di alzarsi eppure Luke fece tutto il contrario di quello che aveva risposto lei.
La prese in braccio e la portò in bagno facendola sedere sul bordo della vasca.
Aprì  l'acqua e mentre essa scorreva dietro di loro, prese la maglia di Thalia e pian piano la spogliò.
Non aveva cattiva intenzione, voleva solo farla sentire più pulita di quanto non si sentisse ora.
Farla sentire meglio.
Buttò i vestiti nei panni sporchi, lasciando solo l'intimo sul mobile.
Poi fece entrare Thalia nell'acqua tiepida e dolcemente la lavò.
Prima i capelli, poi il corpo fragile.
Usò un tatto leggero, cercando di non farle troppo male.
Non ci furono parole, nessuna affermazione contro tutto quello.
Solo perché Thalia si sentiva al sicuro sotto quel tocco.
Una volta che la fece uscire notò l'acqua leggermente rossastra e come l'aveva lavata con tranquillità così l'asciugò.
Le fece indossare il suo intimo e una sua maglia nera, e dopo aver cambiato le lenzuola ormai sporche, la riportò sul letto.
Thalia non aveva proferito parola.
Stava ferma, con lo sguardo fisso della parete dipinta di verde scuro.
-So che forse ti chiedo troppo, ma ne vuoi parlare?A volte aiuta-chiese Luke e sorprendentemente Thalia annuì.
Si sedette affianco a lei prendendole la mano.
La ragazza si schiarì dal suo canto la voce.
-Tutto è incominciato quando avevo quattordici anni- incominciò Thalia, e Luke non capì perché li stesse parlando di una cosa successa tanti anni prima, ma decise che era meglio non interromperla -m-mia madre era appena morta.
Non parlavo con nessuno a quel tempo, me ne stavo tutto il tempo con le cuffie nelle orecchie a piangere.
Ma poi un giorno tre ragazzi più grandi di me mi presero di mira- una lacrima solitaria fece strada sulla sua guancia.
-Iniziarono a picchiarmi, prendermi in giro e io ero troppo debole per ribattere.
Così per vendicarmi incendiai le loro auto o meglio, quelle dei loro genitori- un piccolo sorrisetto sadico le si dipinse sul volto mentre Luke le si stese accanto -E finì poi in riformatorio .Sai ,sei la prima persona a cui faccio sapere perché ho fatto quel macello quella sera- disse infine Thalia guardandolo negli occhi.
Eppure mentre raccontava quella storia, non aveva fatto altro che sorridere maligna, e a volte qualche lacrima scendeva dai suoi occhi.
-Ma questo cosa c’entra con questa sera?-chiese confuso Luke.
-Fammi finire- rispose lei guardandolo storto - qualche settimana fa sono scappata perché questo posto mi stava facendo uscire pazza. E così andai da Ethan.Mi teneva chiusa in casa, bevevo e fumavo come una pazza.
Poi oggi mi ha detto che lui era uno di quella banda e che sarebbe finita male se non fossi andata alla festa con lui- Luke le strinse forte la mano, come per darle coraggio e poi incominciò a giocare distratto con l'anello di metallo di lei al pollice -Solo che poi la cosa è andata male.
Mi ha portata in quel vicolo e ha iniziato a picchiarmi e...-non completò la frase che scoppiò a piangere.
Luke l'afferrò per le spalle agitandola leggermente, cercando il suo sguardo -Thals, è successo quello che sto pensando?-
Lei annuì leggermente rannicchiandosi vicino al petto di lui, mentre lacrime calde caddero dai suoi occhi.
Non capiva perché aveva raccontato tutto quello a Luke, non se ne spiegava il motivo.
Sentiva il bisogno di sfogarsi, e questa volta i pugni o calci non sarebbero serviti.
-Che è successo poi?- chiese timoroso Luke accarezzandole la schiena magra.
-Dopo che aveva finito mi ha detto che mi voleva uccidere a suon di mazzate. Oh Luke,non dimenticherò mai quel suo sguardo freddo e pieno di odio e così men-mentre mi teneva ferma al muro ho afferrato un pezzo di vetro e l'ho ferito. Luke te lo giuro non volevo- finì lei stringendo forte la maglia di lui in un pugno.
-Ti credo, credo in te e nella tua storia e Ethan finirà in carcere te lo prometto. Abbiamo le prove no?E' stata legittima difesa stai tranquilla- la consolò lui -Ora devi riposare però, dormo nel letto di Percy, se hai bisogno svegliami-
Ma prima che potesse alzarsi Thalia le afferrò il polso fermandolo -Resta- una semplice parola che fece perdere un battito.
Si stese sul letto coprendo entrambi con le coperte verdi e stringendo Thalia a sé.
Eppure, mentre chiudeva gli occhi, non riusciva a  capire come erano finiti dagli scherzi allo dormire insieme nel giro di tre giorni.
Ma tutto quello, lo sapeva, non sarebbe durato molto.




Note dell'autrice:

Buonsalve gentee!
Come va?Spero a tutti voi super bene.
Come al solito, nella mia noia domenicana, ho deciso di aggiornare.
Prima di dirmi: EHI ASPETTA!PERCHE' HAI INIZIATO COSI' UN CAPITOLO, NON HA SENSO!!
Lasciatemi spiegare.
Ho deciso di evitare descrizione di quello che è accaduto nello scontro tra Ethan e Thalia, scegliendo di fare dei flashback nel futuro.
Anche perché ora non pensiate che Thalia sia salva dalla galera.
Accadrà un guaio e Thalia finirà nei guai.
Ma per ora nessuno spoiler ahah, se mai provate ad indovinare voi in una recensione.
Approposito di voi!
Grazie mille per il vostro supporto, siete stupende/i in tutto quello che mi scrivete.
Le vostre frasi, i vostri appoggi, il sorriso che mi fate comparire sul volto ogni volta che mi scirvete sia una recensione che in privato.
Grazie per avermi cambiato la vita.
Non potrò mai ringraziarvi abbastanza, davvero.

Prima di andarmene vorrei ringraziare la mia dolce beta.
Grazie di tutto Carm.

Ora devo andare.
Ci si vedee,
Bacii vostra Ram <3


Ps ecco a voi le vostre  gif *-*

 


La nostra piccola grande Thalia. <3





Thalia and Luke, amiamoli *-*

 

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Capitolo 11
*** "Il guaio più grande (e bello) della sua vita" ***


Nascosta dietro una maschera

"Il guaio più grande (e bello) della sua vita"





Luke Castellan poteva dire di aver dormito con tantissime ragazze nella sua vita, ma nessuna delle tante volte entrava nella categoria: "Ho dormito abbracciato a Thalia Grace e senza fare niente".
E come prima volta nella sua vita era stato fantastico, nelle linee di massima si intende.
Aveva dormito con Thalia rannicchiata al suo petto e il cuore finalmente pieno.
La ragazza riusciva a riempire quella voragine che aveva nel cuore.
Quella voragine che aveva provato a colmare, senza risultati, andando con tante ragazze e sballandosi per giorni.
O almeno fino a quella notte.
Fin dal momento in cui aveva visto Thalia, Luke aveva capito che sarebbe stato il guaio più grande (e bello) della sua vita.
Ed infatti i guai non erano tardati ad arrivare.
Quella mocciosa dai capelli corvini era stata l'unica che con il suo orgoglio e la sua testardaggine fosse riuscita a mettergli i piedi in testa e farlo sentire male per qualcuno.
E quando la sera prima l'aveva vista ricoperta di sangue e lo sguardo vuoto, si era sentito morire.
Come se il mondo avesse smesso di girare e avesse iniziato a precipitare verso il vuoto assoluto dell'Universo.
Ma quando finalmente Thalia si era addormentata tra quelle sue braccia capì finalmente che lei era tutto quello che voleva.
Con quei baci che aveva le lasciato sulla sua fronte fredda e mentre la mano calda accarezzava quella schiena magra, Luke aveva finalmente capito quanto uno scherzo possa averlo coinvolto fin a quel punto.
La suoneria del suo telefono lo fece ritornare alla realtà e si sbrigò a rispondere, prima che essa potesse rovinare il sonno di Thalia.
Si alzò svogliatamente dal letto con il cellulare in pugno, e una volta vicino alla finestra rispose al rompiscatole mattutino: Jason.
-Ehi Jas...-nemmeno il tempo di salutare che la furia, peggio della sorella, iniziò a urlare, costringendolo a allontanare il telefono dall'orecchio per paura di perdere un timpano.
-LUKE CASTELLAN!Sei un uomo morto sappilo- iniziò il ragazzo -Per quale cazzo di motivo non mi hai detto di mia sorella?Lo sai che mio padre ha un diavolo per capello?Se Thalia non è dalla parte del giusto viene sbattuta in cella di nuovo, e niente riformatorio stavolta-
-Lo so Jas, ma ieri tra una ferita e l'altra ho dimenticato di dirtelo. Vuoi vederla?- cambiò discorso lui per non avere un'altra ramanzina dal quel biondo pazzo.
Ne andava della salute delle sue povere orecchie.
-Me lo chiedi pure? Dove sta?In camera sua?-chiese il ragazzo con voce preoccupata.
-No, da me, ma ora sta dormendo...comunque se vuoi venire sei il benvenuto, anche perché volevo scendere a comprare qualcosa per la colazione- informò Luke aprendo leggermente la tenda bianca e osservando il cortile del college.
-IN CAMERA TUA? Luke te lo giuro, sei morto, e non sto scherzando- strillò, di nuovo -Eh va bene, salgo le scale e arrivo- disse con un tono dolce , pensando alla sorella.
-Hai detto per caso salgo le scale e arrivo?-accigliò le sopracciglia folte Luke.
-Luke, parli troppo sappilo- e detto questo Jason riattaccò per poi, qualche secondo ripresentarsi alla porta del biondo.
"Datemi la forza di sopportarlo" pensò Luke col sorriso sulle labbra.
      
                                                 ***

 
-Ehi Thals!- una voce del tutto famigliare, urlò nelle sue povere orecchie svegliandola dal suo incubo.
Si risvegliò in una pozza di sudore e le guance bagnate per le sue stesse lacrime.
L'aveva ri-sognato, dopo la seconda volta che Thalia si era riaddormenta,  Ethan.
Aveva rivisto i suoi occhi freddi mentre la picchiava, aveva rivisto quegli occhi neri sbarrati al momento in cui lei l'aveva pugnalato.
E come la sera prima, si sentì morire per la seconda volta.
Il cuore pulsava forte mentre rivedeva nella sua mente Ethan cadere ai suoi piedi sanguinando e mentre stringeva forte le mani sul punto della ferita.
Si portò le mani sopra agli occhi stringendoli, come per cancellare quelle immagini.
-Chiunque tu sia, vattene- disse poi rivolgendosi alla voce che prima l'aveva svegliata dal suo ennesimo incubo della sua vita.
-Oh okay, ma non dirti che non ti vengo a trovare- parlò di nuovo la  voce maschile e la ragazza trovò una punta di offesa nella sua voce.
Tolse prima una mano e poi l'altra dai suoi occhi sbattendoli leggermente, sorpresa di sentire la voce del suo caro Jason.
-JAZZ!- strillò saltandogli addosso e facendo cadere entrambi a terra, ridendo come due cretini.
Eppure Thalia per un momento si dimenticò tutto, e le sembrò quasi di essere ritornata bambina, quando Jason la svegliava così ogni giorno.
Era il loro cosiddetto rito rompersi le ossa alla mattina.
-Come stai principessa del dark?- domandò  stringendola forte a sé.
Erano stesi a terra, con le gambe avvolte nel piumone azzurro di Luke, ed entrambi felici di riessere insieme.
-Non chiamarmi così- minacciò  lei - Chi te l'ha detto?- 
-La polizia ha chiamato a casa oggi Thals, papà sta di matto. Sto pensando vivamente di trasferirmi qui- rispose Jason con un tono di ironia nella voce.
Jason con sua sorella era diverso.
Non era il cinico ragazzo freddo della scuola.
Era quello che guardava positivo, quello che c'era sempre stato per Thalia.
La sua unica famiglia.
-Mh, immagino. Jason, ho paura- confessò lei rannicchiandosi contro il suo petto.
-Lo so piccola, ma devi essere forte.E poi ci sono io, no?Finché io ci sono io nessuno ti rifarà del male, okay?-
Thalia sorrise a quelle parole.
Come faceva Jason a vedere sempre la luce nel buio?
Nemmeno lei, ormai ci riusciva più.
Sentiva solo una grande confusione intorno a lei, che vorticava come se la volesse divorare.
Non aveva più lacrime da versare, e i sensi di colpa regnavano nella sua testa.
Per quanto volesse fare la forte, Thalia Grace era arrivata al limite delle sue forze.
Anche se Ethan si era comportato in quel modo, non meritava tutto quello.
E se lei avesse troncato la vita di un ragazzo che voleva diventare qualcuno?E lei con un insulso pezzo di vetro, gli aveva rotto la vita.
Certo lui aveva fatto prima con la sua, ma non si meritava nemmeno lui quella fine.
-Ethan?-domandò con voce sottile quasi per paura di scatenare la rabbia del fratello.
-Non nominarlo nemmeno quel...non so nemmeno come definirlo. Comunque penso che sia andato in shock ipolvenico o chissà cosa. Ma davvero Thals, non ci pensare- rispose Jason stringendo i denti.
"Parli facile tu eh" pensò lei abbracciando il busto del fratello.
-Luke dovrebbe ritornare coi cornetti, se vuoi salto scuola e resto qui con te, dici?-propose lui e Thalia scosse la testa.
-Devi studiare Jazz, non fare il mio stesso errore okay? Devi diventare uno potente. Dai almeno tu la soddisfazione a nostro padre- disse lei sorridendogli e alzandosi dal suo petto e lui la seguì a ronda.
-Come vuoi- sorrise e Thalia, con fatica, ricambiò il gesto.
-Ti voglio bene fratellino- sussurrò poi abbracciandolo forte, come se fosse l'ultima.
-Anche io principessa del dark- ricambiò il gesto lui sorridendo contro la sua spalla.
-Oh scusate...ho interrotto qualcosa,vero?- domandò Luke con una busta di cornetti in mano ed entrando dalla porta facendo scogliere l'abbraccio fra i due.
Thalia osservò il suo supereroe sempre più affascinata dalla bellezza che emanava quella sorte di Dio greco.
"Smettila Thals, sembri per davvero un'adolescente alle prese coi i suoi primi ormoni" si rimproverò morsicandosi il labbro.
-No tranquillo, me ne stavo andando- disse Jason e, dopo aver scoccato un bacio sulla guancia della sorella e una pacca sulla spalla di Luke se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.
-Ti ho preso qualche vestito nel caso non volessi stare con i miei- sorrise Luke lanciandole una borsa nera.
Thalia coi riflessi pronti, l'afferrò al volo,e dopo aver mormorato un sottile grazie,  corse in bagno a prepararsi.
Si mise i jeans strappati, le vans boredeaux e si truccò pesantemente agli occhi.
Si lasciò la maglia nera di Luke e afferrò sempre una felpa del ragazzo dello stesso colore delle scarpe e uscì dal bagno, trovando Luke facendo il letto.
-Ti piacciono i miei vestiti eh?- rise lui.
-Taci-borbottò lei cercando di trattenere una risata e accomodandosi sulla scrivania e iniziando a giocare coi suoi capelli.
-Come vanno i punti?-domandò poi Luke avvicinandosi e accarezzandole con delicatezza i punti di sutura che le aveva messo la sera prima.
-Abbastanza bene-mentì Thalia.
"Non è vero mi fanno un male cane" pensò ma non voleva dare ancora più peso di quanto già non lo fosse.
-Dovremo disinfettarlo- informò il ragazzo osservando ancora quel suo stupido taglio sulla fronte.
-Poi ci pensiamo, ora ho una fame- si lamentò lei con la sua solita  aria da bambina.
-Ti ho preso un cornetto- rispose Luke a pochi centimetri dal suo volto.
Sarebbe bastato poco che le loro labbra si fossero sfiorate, e mentre si fissavano negli occhi, Thalia si sentì mancare l'aria.
Notò da quella vicinanza anche il più piccolo neo sulla sua fronte e, nascosto tra i capelli biondi, addirittura un piccolo brufolo che tentava di coprire col ciuffo.
Sentiva una strana sensazione nel profondo del suo cuore come se la sola sua presenza riuscisse a tranquillizzarla e agitarla allo stesso tempo.
-Potrei regalartela questa felpa, sai?-mormorò lui facendo ancora una volta, far perdere Thalia in quegli occhi azzurri.
-Regalarmela?-ripeté lei aggrottando le sopracciglia con aria buffa.
-Ti sto regalando la mia felpa preferita, Mocciosa, Preditene cura- rispose Luke baciandole la fronte.
-Ne sono onorata biondo- sorrise la ragazza, con un velo di malinconia nel riutilizzare quel soprannome.
Sembrava essere passato un secolo al posto di due settimane al massimo.
 -Ma in cambio della felpa, ti regalo il mio bracciale di pelle preferito.Non me lo perdere- rise lei poi togliendosi dal polso sottile un piccolo braccialetto di pelle.
Prese il polso di Luke e con le mani fredde accarezzò una cicatrice che aveva sul dorso della mano destra e poi glielo legò con delicatezza.
-Natale è arrivato un po' troppo presto secondo me- rise Luke contagiando anche Thalia.
-Beh in effetti assomigli un po' ad un elfo sai, Luke?- fece lei mettendo le mani dietro le orecchie e facendole diventare un po'  a sventola - Ora sei perfetto -
-Oh ma smettila- disse ancora ridendo, afferrandole i polsi.
C'era uno strano alone d'elettricità che avvolgeva entrambi, e nessuno dei due riusciva ad allontanarsi dall'altro.
Come due calamite le loro iridi si rincontrarono.
Azzurro cielo contro la tempesta elettrica.
Giorno contro notte.

E due cuori che pulsavano veloci, quasi allo stesso ritmo.
Pian piano le loro labbra si avvicinarono per poi sfiorarsi prima delicatamente, quasi timide. Ma quello stupido bacio si trasformò ben presto in altro.
Le loro labbra si muovevano con foga e passione, e Luke lasciò perdere i polsi candidi e si dedicò alla sua schiena, accarezzandola sotto la felpa.
Thalia dal suo canto, strinse le sue mani dietro il collo di lui stringendo qualche ciocca di capelli biondi.
I cuori di entrambi presero a battere ad un ritmo sopra-umano, e Thalia sentì le farfalle invaderle lo stomaco.
Assaporò quelle labbra che avevano quell'odore tipico di Luke: menta e tabacco fresco, forse perché aveva fumato da poco, ma la cosa non le importò più di tanto.
Sentiva come se il tempo si fosse fermato e le mani di Luke le stavano provocando non pochi brividi elettrici lungo la colonna vertebrale.
E si sentiva felice.
Come se la preoccupazione che aveva accumulato in quella nottata fosse diminuita, o per lo meno dimezzata.
Luke era riuscito a mettere pace nel suo cuore con quel semplice bacio.
Quel profumo e quelle labbra erano il suo calmante.
Quando si staccarono per riprendere aria i loro occhi si rincontrarono e con il fiato pensante si scambiarono un altro bacio casto sulle labbra ancora gonfie.
Ma Thalia si allontanò da lui toccandosi delicatamente le labbra.
Le cose fra loro non potevano cambiare proprio ora, Luke non poteva diventare più di un suo amico.
Non poteva trascinare anche lui nei guai, insieme a lei.
-Di-dimenticati questo bacio, Luke- disse con voce tremante Thalia distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
-S-si meglio- concordò anche lui visibilmente imbarazzato.
"Ecco ho rovinato di nuovo tutto, ora che stavamo per essere amici, sono riuscita a rovinare il rapporto che stavamo costruendo. Stupida Thalia!" pensò lei dandosi mentalmente uno schiaffo sulla fronte.
-Ci sono i cornetti lì, penso che sia ora di mangiarli- cambiò discorso Luke e Thalia annuì avvicinandosi alla piccola busta da pasticceria bianca e afferrandone uno a caso,iniziandolo a mangiare distrattamente.
Un improvviso silenzio cadde fra i due, si sentiva solo il rumore dei denti che tagliavano il cibo in bocca.
-Grazie di avermi aiutato...-se ne uscì Thalia,decidendo di rompere quella bolla di timidezza che si era creata fra loro.
-Non avrei mai potuto lasciarti lì- le sorrise Luke, ma lo bussare della porta lo distrasse costringendolo ad andare ad aprire.
-Sarà Percy, tranquilla- la rassicurò lui ed aprì la porta della camera del college.
-Percy, hai le chiav...-Luke si interruppe notando due figure che non erano decisamente Percy.
Due uomini alti, il doppio di lui, in una divisa blu si pararono davanti ai suoi occhi.
-Thalia Grace?-domandò uno di loro, la voce scura.
-Sono qui...ma vuoi chi siete?- rispose lei dietro al biondo guardando confusa i due poliziotti.
Il cuore ricominciò a battere più forte di prima e sudare freddo.
No no no... quei due non la stavano per arrestare!
Lei non aveva fatto nulla di male. Aveva aggredito Ethan, difendendosi, ma c'erano le prove,no? 
Doveva calmarsi o avrebbe peggiorato la situazione.
Luke l'afferrò da dietro la mano, incoraggiandola.
-Thalia Grace, è in arresto per l' aggressione di Ethan Nakamura- disse l'altro spingendo via Luke.
Il più massiccio dei due si avvicinò alla ragazzo bloccandola al muro.
-Non sono stata io!- strillò lei con voce tremante.
Sentiva come se il suo cuore fosse stato schiacciato da un pneumatico di un carrarmato e sentiva quasi la sensazione di scoppiare in un pianto isterico.
Per una volta che non aveva combinato guai da sola, non poteva finire in carcere.
E figuriamoci se Ethan sarebbe morto durante il suo coma, dieci anni di pena sicuramente non  gliele avrebbe tolto nessuno.
Si ribellò dalla presa dell'uomo, divincolandosi senza risolvere niente.
Lui aveva già stretto le manette ai polsi da dietro la schiena.
-Ma è stata aggredita lei!E' stata legittima difesa la sua!- cercò di difenderla Luke perso dal panico.
-Non ci sono prove a dimostrarlo- disse uno dei due osservando con occhi curiosi il biondo.
Thalia, dal suo canto, piantò i piedi a terra nel tentativo di fermare il poliziotto che la stava trascinando, senza alcun risultato.
-La prego!Per una volta che non combino casini!-supplicò lei invanamente.
-Mi dispiace signorina, ho l'ordine di portarla in caserma- rispose lui continuando a trascinarla a peso morto.
Poi, quasi a fine corridoio,la ragazza si girò nella direzione di Luke guardandolo con occhi che quasi le supplicavano di aiutarla.
 Luke capì quanto fosse terrorizzata e il leggero tremolio del suo corpo e il suo respiro pesante, ma un'altra cosa attirò la sua attenzione: le labbra  rosee di Thalia gli stavano mimando qualcosa.
"Proteggi Jason" riuscì a capire.
Possibile che riusciva a pensare al fratello in una situazione simile? 
I poliziotti stavano per uscire, portando Thalia in centrale, ma Luke riuscì a fermare uno dei due. 
-Senza prove? Ma non c'era un video a dimostrare la sua innocenza?- domandò lui facendo voltare di nuovo l'uomo nella sua direzione.
- Il video è stato rubato questa notte, stiamo facendo di tutto per recuperarlo. Nel frattempo non ci sono prove a dimostrare l'innocenza della signorina. Arrivederci, ragazzo. - spiegò svelto lo sbirro , prima di rigirarsi e raggiungere il collega. 
Luke sbarrò gli occhi, il cuore che pompava a mille.
Sapeva che Thalia, per quanto forte poteva essere, non sarebbe resistita molto in carcere.
Strinse i pugni conficcando le unghie nelle carne.
Chi era quello stronzo che voleva incolpare Thalia? E soprattutto chi stava proteggendo Nakamura?
-Luke ma che succede?-domandò Percy, entrando nella porta ancora spalancata accompagnato da Silena.
La ragazza poggiò una mano dalle dita sottili sulla spalla di Luke, cercando di rassicurarlo vedendolo in uno stato di shock.
Il biondo guardò gli amici, per poi ritornare a fissare lo sguardo fisso il corridoio dove poco prima c'era Thalia, con gli occhi lucidi e terrorizzati.
-Thalia, l'hanno arrestata. L'hanno arrestata Perce- rispose con voce rotta Luke e lo sguardo perso nel vuoto.


Angolo autrice:
Salve a tutti miei dolci e cari semidei.
Come al solito sono in un ritardo mostruoso e solo io posso aggiornare all'una di notte.
Ma, non aggiornando da tanto, e visto che lunedì dovrei partire, passando domani (o oggi vista l'ora?) a fare valige e valigette, ho deciso che era meglio che aggiornare ora.
Che Afrodite mi dia la forza di sistemare altri vesititi.
A parte questa parentesi che non interessa a nessuno sinceramente, volevo ringraziarvi per chi avesse recensito lo scorso capitolo.
Non risponderò alle recensioni del vecchio, perché mi pare un po' inutile a questo punto ma alle nuove recensioni grantisco di farlo.
Ovviamente spero che questo capitolo vi piaccia, anche perché è un po' più lungo dei miei soliti.
Giusto per farmi perdonare di quest'assenza improvvisa.
Se ne vedono di tutti i colori in questo capitolo eh?
Da un Luke pensieroso a due fratelli pazzi.
Amo troppo scrivere momenti su Thalia e Jason *-*
E poi le parti più agfshsabsaf del capitolo, cioé il bacio.
Non pensate che quei due mo si metton insieme, ne devono passare di tutti i colori u.u 
E poi l'arresto, chi di voi se lo sarebbe aspettato?
Vorrei fare un ringraziamento speciale a voi che ci siete sempre.
Con le vostre recensioni, piccoli commenti o che aggiungete questa storia nelle seguite.
Ora però vorrei farvi una domanda.
Ho fatto un trailer orribile  per questa storia, e stavo pensando di pubblicarlo su youtube.
Non so, quanti di voi vorrebbero qualcosa, di non solo scritto ma anche visivo?
Se vi piace poi l'idea, penso che lo farò con tutte le mie altre storie,anche perché devo dire che è abbastanza divertente.
Ho detto abbastanza eh!
Beh spero che il capitolo che abbiate letto vi sia piaciuto, e vi auguro un Buon Anno e anche se  in ritardo, spero che abbiate passato sia una buona e felice Vigilia e sia un bel Natale in famiglia.
Grazie di tutto mie lettrici <3
Vi amo ogni giorno di più!
Baci e tanti abbracci,
vostra Ram <3


ps Ecco a voi le vostre gifs *-*

 
Lo amo *-*


Luke e Thalia *-*

 
                                       Thalss *-*                                                                                                                 
E lei è la mia Silena.
Trovo Lucy Hale perfetta nei suoi panni.
 
           

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Capitolo 12
*** "E Thalia doveva trovare la forza di dimenticarlo" ***


Nascosta dietro una maschera

 

"E Thalia doveva trovare la forza di dimenticarlo"






Faceva freddo.

Lo sentiva  scorrere nelle vene, un freddo che partiva dal suo cuore già ghiacciato da tanto.

E quella piccola cella non l'aiutava.

Le pareti in pietra, così come il pavimento, le sembravano  quasi che la stessero soffocando.

Opprimendola nei sensi di colpa.

Eppure nel buio pesto della minuscola stanza, Thalia Grace si strinse ancora di più le ginocchia al petto, piangendovi sopra.

Piccole lacrime mischiate al trucco pesante, scorrevano silenziose sul suo volto, illuminate dalla tiepida luce della luna che filtrava dalla finestrella sbarrata.

Cercò di farsi più piccola stringendosi nella felpa di Luke, quasi nascondendosi dalle ombre che le perseguitavano.

Ethan con il suo ultimo sguardo prima di cadere a terra, ferito.

Il padre con lo sguardo pieno di rancore per quello che aveva fatto, anche se non era stata veramente lei.

Sua madre fantasma che la guardava con lo sguardo carico di preoccupazione e delusione.

Delusione...

Quando era piccola odiava le delusioni.

Odiava deludere  gli altri , che se stessa e odiava che qualcuno la deludesse.

Forse era per questo che aveva pochi amici, aveva paura di perderli.

Perderli per stupidaggini o cose simili, ma quando era con Luke sentiva che non poteva avere delusioni.

Eppure lei aveva deluso lui.

Lo sapeva, se lo sentiva.

In fin dei conti era stata lei a cacciarsi nei guai.

Doveva per forza scappare dal college? Ora che stava per avere una vita "normale" se la stava facendo scappare via.

Ed era in carcere.

Sapeva benissimo che non ce l'avrebbe fatta.

Ma non sapeva che fare oltre che piangersi addosso.

"Oh, andiamo Thalia! Dove sei finita? Dove è finita quella parte combattiva te?!" disse una vocina dentro di lei, che non la fece che singhiozzare di più.

"E' morta quando ho quasi ucciso Ethan" rispose ma si sentì ancora più stupida. Perché era stata davvero una stupida!

Con le dita sottili si sfiorò le labbra, sentendoci ancora le pressione di quelle di Luke.

Sentiva già quella mancanza che le spezzava il cuore.

Voleva lui, ma non doveva affondare con lui.

Era meglio che Luke  stesse lontano dalla sua vita.

Era meglio per tutti e due.

E Thalia doveva trovare la forza di dimenticarlo.

 

                                           ***

 

-Dai Luke, tra te e Jason non so chi devo consolare per primo!- esclamò Leo mettendosi le mani nei capelli ricci, ma ricevette, come risposta, solo occhiatacce da parte di Silena e Piper.

-Dei...Luke avevi detto che c'era un video- soffiò Jason, guardando un punto della parete della stanza di Silena.

-Qualcuno l'ha rubato- rispose con voce debole il ragazzo stringendo forte il cuscino di Thalia, la sua Thalia.

Sentiva l'odore dei suoi capelli o del profumo della sua pelle candida come la neve.

La sentiva accanto, solo che non c'era, nemmeno il suo fantasma.

E sentiva la voragine di nuovo aperta.

Quel vuoto che lo divorava.

Quel buco nero dentro di lui che risucchiava tutte le cose belle della vita.

E Thalia lo era, era una delle cose più belle accadute nella sua vita.

Voleva salvarla, salvarla dallo schifo del carcere, dai “bulli”.

Bulli...

Perché quella parola non gli era nuova?

E finalmente ricordò.

Ricordò quel giorno dove una ragazzina di quattordici anni, coi capelli neri e gli occhi elettrici sommersi nelle lacrime, pregava di essere salvata.

Ricordò di come l'aveva presa in braccio e di come lei fosse svenuta tra le braccia.

Ricordò l'ospedale e ricordò Thalia.

Quella che era poco più di una bambina, tanto dolce prima di finire in riformatorio.

Si accarezzò le nocche sotto il cuscino, la stessa mano con cui aveva dato il pugno a Ethan a quindici anni.

E sorrise tristemente a quel ricordo, accorgendosi da quanto tempo conoscesse quel piccolo terremoto di Thalia.

-Chi sarà mai stato?- domandò Nico sedendosi accanto a Luke e mettendogli una mano sulla spalla.

-Un amico coglione di quello stupido di Nakamura, sicuro- strinse i denti Charles.

-Ragazzi, non vi dico che quella pazza mi manca, è più di una settimana che non è in questa stanza ed è fin  troppo pulita- sospirò Silena stringendo la mano del suo fidanzato.

-Già- concordò con lo sguardo spento Luke.

-E' stata colpa mia- se ne uscì invece Annabeth, che in quella settimana di assenza di Thalia si era unita di più al gruppo.

-Che dici Annabeth!Tu non centri niente!- esclamò Percy.

"Quel coglione, quando decide di buttarsi senza fare l'avvocato difensore?Si vede lontano un miglio che anche Annabeth è attratta da lui. Stupida testa d'alghe!" pensò Luke sorridendo leggermente.

-Se io non l'avessi abbandonata in stanza, lei non se ne sarebbe mai andata- rispose invece la bionda guardando male il povero ragazzo dagli occhi verdi.

-Annie, tu non centri niente, devi dormire tranquilla- la consolò Piper abbracciandola.

-Ma...-

-Niente ma bionda!Dobbiamo trovare una soluzione per essere le ancore di Thalia, non piangersi addosso!- urlò Leo richiamando il silenzio.

Odiava quando uno si lamentava senza risolvere mai un bel niente.

-Ha ragione Leo- sorrise a tutti Piper poggiando una mano sulla spalla del fidanzato -Sappiamo tutti che Thalia non  resisterà a lungo lì dentro. Dobbiamo trovare una soluzione-

-Trovare il colpevole e rompergli le ossa che ne dici?- propose Jason stringendo i denti.

-Trovare un modo per lasciarla uscire da lì e farle avere un processo degno!- disse  Piper guardando in direzione di Annabeth che capì al volo cosa intendesse.

-Si e come?Per la polizia è già fin dentro i guai-  borbottò Nico guardando la bionda un po' innervosito dalla sua presenza.

-Non chiedetelo a me, io non capisco niente di sta roba- si difese Silena, lavandosene le mani.

-Forse non so, se Thalia avesse un buon avvocato, potrebbe uscire dal carcere pagando una cauzione e avere un processo. Ma dovrebbe sempre stare con la polizia, non potrebbe uscire al college e magari lavorare per la biblioteca o il bar fino al processo. Ma è già qualcosa no?Noi intanto troveremo il video e magari scagionarla!- sorrise incoraggiante la bionda.

-E se non troviamo il video?In carcere ci va comunque, e Ethan farà da gatto morto- disse la parte negativa Nico.

E ti pareva...

-Positivo ragà forza!- esclamò Leo facendo ridere un po' i compagni, ricevendo un'occhiataccia da parte di Nico.

-Daaii Nicuccio!Non guardarmi così!Sei tu che fai sempre l'uccellaccio del mal augurio!- disse tra le risate Leo, ricevendo sguardi "mortali" da parte del ragazzo dark.

-Non chiamarmi Nicuccio!E poi sono solo razionale- si difese, facendo ridere ancora di più i ragazzi.

-Okay, torniamo un attimo seri. Che vogliamo fare con questione Thalia?- chiese Charles poggiando un braccio sulle spalle di Silena.

-Ma vostro padre è avvocato non abbiamo risolto la parte 'trovare avvocato'?- domandò a Jason, Silena, con aria perplessa.

-Si potrebbe fare, ma non  sappiamo se lui ne abbiamo la certezza che lui si prendi questo incarico- rispose lui sorridendole.

-Jason prova a convincerlo! Forse per Thalia lo fa, e forse non lo so, uscirebbe da lì!Tuo padre è un grande, lo sappiamo tutti- cercò di convincerlo Piper.

Chi meglio della sua Piper poteva convincerlo a parlare con il padre?

Era come se quella ragazza avesse una sorta di lingua ammaliatrice.

Ma Jason l'amava per questo.

L'amava per la sua semplicità, per la sua tenacia. E per essere diversa dalle altre. Perché Piper lo era, lo era veramente.

Non era quel tipo di ragazza che si preoccupasse del suo aspetto fisico o di un'unghia rotta.

Non era come Silena, bensì l'opposto.

E in quella semplicità era riuscita a fare breccia nel  suo cuore. 

-Non è questo Pips, è che anche se non lo vuole dar a vedere, mio padre è distrutto anche lui. Posso provarci ma non vi prometto niente- sospirò lui con aria afflitta.

E un brillo di speranza si accese negli occhi dei ragazzi.

 

 ***
 

Zeus Grace si sedette su quella piccola sedia della sala visite del carcere.

Vestito in giacca e cravatta, aspettò con impazienza, tamburellando le dita sul tavolo davanti col vetro, che i poliziotti conducessero sua figlia da lui, buttando ogni tanto qualche occhiata all'orologio di marca.

Sua figlia...

In tutti quegli anni che Thalia era stata in riformatorio, Zeus non era mai andata a trovarla.

E si sentì un po' in colpa.

Eppure se prima scrutava la figlia con delusione, ora era veramente distrutto.

Ma questa volta non per avere una cattiva luce dai suoi clienti, era distrutto per il destino che era toccato alla figlia.

Non riusciva a dormire la notte o a mangiare, perfino Jason se ne era accorto.

E quando la sera prima il figlio, ritornando a casa, gli aveva proposto di essere l'avvocato di Thalia, in un primo momento lui aveva rifiutato.

Non c'è l'avrebbe fatta a reggere lo sguardo della figlia o vederla nello stato pietoso in cui stava vivendo.

Si rigirò la fede nuziale tra le dita ricordandosi il sorriso della sua cara moglie.

Gli era apparsa in sogno quella notte, convincendolo ad andare dalla figlia in carcere.

E ad una sua vocazione, il signor Grace non si era tirato indietro.

Per quanto gli costasse ammettere, sentiva la mancanza della donna che aveva sposato e quella della piccola Thalia che girovagava in casa ancora col pannolino.

Quei piccoli momenti che c'erano tra loro in famiglia, in quella famiglia che era perfetta e pazza a modo suo, in cui ne sentiva la mancanza.

Quando tutto era ancora normale, senza guai come quelli.

Sorrise al ricordo di quando Thalia imparò per la prima volta a dire "Papà", si era emozionato così tanto che per la prima volta una lacrima aveva solcato il suo volto.

Oppure quella volta in cui Thalia si era rotta il ginocchio...quelli si che erano bei tempi.

Quei giorni in cui c'era la sua cara metà, quella donna con cui passare tutta la vita che l'aveva lasciato, volando in cielo per uno stupido e ingiusto incidente d'auto.

Tirò su col naso prima di piangere per colpa dei ricordi.

Era lì per la figlia, non per una seduta di rinfresco di memoria.

-Papà?- chiamò sorpresa la figlia mentre si sedeva sulla sedia di fronte a lui.

Sapeva che si aspettava tutti, tranne che lui.

-Thalia- le sorrise l'uomo osservandola negli occhi così simili ai suoi, ma la ragazza abbassò subito lo sguardo giocando sotto al tavolo con le dita.

-Sono sorpresa nel vederti qui, non mi sei mai venuto a trovare in riformatorio. Pensavo che mi odiassi, che non fossi la figlia perfetta- commentò lei con una punta di amarezza nella voce.

" Lo so" pensò Zeus sentendo il cuore perdere un battito a quelle parole.

-Ho sentito il bisogno di venire a vedere come stavi- rispose lui.

-Oh ma certo!Per pulirti la coscienza dai sensi di colpa, comunque sto benissimo- 

Bugia.

E il signor Grace lo sapeva, insomma, era pur sempre sua figlia!

-No Thalia, davvero. Per quanto per te sia difficile capirlo io ti voglio bene. Sei mia figlia, la mia bambina. La stessa bambina che piangeva nel bagno di casa se litigavamo, solo per il suo orgoglio e per non mostrarsi debole. Tu hai una cosa che non io non ho, figlia mia. L'essere forte. Nonostante tutto tu hai sempre camminato a testa alta e io questa cosa l'ho persa col tempo...- sorrise incoraggiante ma quel sorriso si spense troppo presto.

Thalia singhiozzò -Hai detto veramente che mi vuoi bene?- ripeté non credendo a quelle parole, pizzicandosi il braccio.

Sperava solo che quello non fosse un sogno.

-Oh Thalia, è ovvio che io te ne voglia! Quale padre non vuole bene al proprio figlio?E' l'orgoglio che impedisce di dirlo. Ma a volte bisogna mandare tutto a quel paese per le persone che si amano. E io sono stanco di nascondermi e di farmi odiare da te- rispose lui.

Thalia finalmente alzò lo sguardo cogli occhi immersi nelle lacrime.

Quanto avrebbe voluto Zeus rompere quel fottuto vetro che li divideva.

Quanto avrebbe voluto asciugare quelle gocce salate o magari stringere in un abbraccio la sua bambina.

-Ti voglio bene anche io, papà- singhiozzò lei  e le lacrime che scendevano come una fontana aperta, dagli occhi blu.

-TEMPO!- esclamò una guardia mettendo le manette alla figlia.

-Papà ti prego...- mormorò nei singhiozzi ma prima che potesse finire la frase, la trascinarono di peso, via da lì.

Zeus Grace scattò in piedi battendo i pugni sul tavolo, una lacrima solcava il viso che aveva la sua storia.

-Ti salverò da questo schifo piccola mia, fosse l'ultima cosa che faccio- esclamò sapendo che la figlia non poteva ascoltarla.

Troppo distante. Di nuovo.

E dette quelle parole l'uomo afferrò la sua ventiquattr'ore e uscì dalla piccola saletta col cuore che batteva forte.

Sua figlia sarebbe uscita da lì, il prima possibile.

E detto questo, sperò che l'angelo di sua moglie sorridesse dall'alto, orgoglioso di quella parole.

"Ti amo, Adelen" pensò prima di asciugarsi l'ultima lacrima e salire sulla sua Lamborghini e sfrecciare via, tra le strade della California.


Angolo autrice:

Buona domenica a tutti voi, semidei!
Beh devo dire che sono passate solo due settimane e io ho aggiornato, un vero record in questo periodo!ahaha.
Che dirvi, se non rigraziarvi sempre.
Siete quel sempre che mi aiuta a scrivere e che mi incoraggia nei messaggi o recensioni.
Siete quelle piccole lettrici che con anche solo 11 parole sapete farmi sentire fiera di quel che scrivo.
Davvero, vi ringrazio per quelle piccole cose.
Passando al capitolo, che rispetto all'altro non succede niente di veramente UAU!
Vediamo una piccola Thalia (L'amore mio *va a piangere in un angolino*) alle prese coi sensi di colpa con un velo di maliconia che la ricopre.
Poi ci sta la nostra banda di pazzi, mi sono troppo divertita a scrivere Leo e Nico.
E un Luke alle prese con la memoria, non è l'amoreee? :3
Ed infine incontriamo di nuovo Zeus Grace, che rispetto al primo capitolo sembra che davvero si interessi della vita della figlia.
Ragà dite quello che volte, ma Zeus pentito è qualcosa di asajshajdh *-*
Per quanto riguarda al trailer, ragazzi non c'è l'ho fatta, era tr
Come sempre spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento,
Bacii vostra Ram<3

ps ecco le gif *-*

Thaluccia *-*

 

              
 

Piccoli momenti tra una piccola Thalia e Zeus *-*
non sapevo quale scegliere e ho messo tutte e tre ahahahha

 

 

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