questa non è la fine

di Aandyy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** AVVISO ***
Capitolo 3: *** primo capitolo ***
Capitolo 4: *** secondo capitolo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


PROLOGO
 
 
 
 
 
-non ci posso credere hai davvero accettato di unirti a loro?-  chiese sconvolta la ragazza.
-è una grande opportunità per tutti noi, potremo fare ciò che vogliamo senza che loro intervengano- rispose gelido e composto il ragazzo.
-certo, e a quale prezzo, essere i loro cani da guardia?!?- replicò lei, sbattendo un pugno sulla scrivania alla quale era seduto il ragazzo, non riuscendo a contenere la rabbia.
-ormai ho preso la mia decisione, e tu devi accettarla senza fare polemiche, come tutti gli altri- concluse, con tono che non ammetteva repliche, e puntando il suo sguardo di ghiaccio in quello della ragazza.
-come desidera,… capitano- sputò la ragazza, come se fosse un insulto, per poi voltarsi e uscire dalla stanza sbattendo la porta con poca grazia.
Tanta era la rabbia per quella decisione, che non riuscì a controllare alcune saette che nascevano dai suoi pugni serrati.
 
 
 
 
 
Qualche giorno dopo.
Ormai tra le varie ciurme, ma anche tra i civili, non si parlava d’altro. Tutti erano increduli, non riuscivano a capacitarsi della notizia.
 
 
Nell’arcipelago Sabaody.
Il rumore di un martello caduto a terra fu l’unica cosa che si sentì dopo che Shakuyaku diede la notizia.
-nell’arcipelago non si parla di altro- aveva affermato dopo minuti di completo silenzio.
Il giovane capitano voltò lo sguardo verso l’uomo che l’aveva salvato ed aiutato a crescere, sia fisicamente che mentalmente, trovandolo con una maschera di puro stupore e sgomento.
Nessuno dei due si capacitava di ciò che avevano appena udito.
 
 
In un punto impreciso dell’oceano.
Il ragazzo era steso sul ponte, al sole, con il suo immancabile cappello arancione a coprire gli occhi dalla luce, nel tentativo di dormire.
Aveva già chiuso gli occhi, e pregustava il momento in cui la sua mente avrebbe smesso di pensare, per abbandonarsi ad un sonno privo di sogni, quando il rumore di passi, che si avvicinavano, lo distrassero.
Avvertì distintamente l’ombra di qualcuno corpirlo dal sole, ma lui continuò ad ignorarlo sperando che se ne andasse presto credendolo addormentato, ma non fu così.
-hai sentito l’ultime notizie? Nostro padre mi ha appena informato.-
Il giovane intuendo che la conversazione non sarebbe finita tanto presto, si spostò il cappello dagli occhi per poter vedere il suo caro amico dalla testa ad ananas, sbuffando svogliatamente.
-no quale sarebbe questa notizia?- si poteva percepire chiaramente il tono scocciato.
-la marina ha deciso il nuovo membro della ciurma dei sette.-
-uhm, chi ha deciso di diventare un cane della marina?- chiese mostrando un sorrisetto di scherno pensando al pazzo che aveva tradito i propri ideali, unendosi alla marina.
Sorissetto che però gli si gelò non appena sentì il nome della ciurma.
-i pirati Heart.-
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore: salve spero vi faccia piacere sapere che sono tornata con la continuazione di di nuovo insieme. Inizio con la premessa che non ho idea di quando riuscirò ad aggiornare i capitoli. Spero ci sia qualcuno ancora interessato alla storia, e spero che questa vi piaccia come la prima.
Adesso passando al capitolo se non si è capito, all’inizio il dialogo è tra Liv e Law, poi passiamo a Rufy con la sua ciurma eRayleigh per arrivare in fine ad Ace e Marco.
Bhè detto questo spero di avervi icuriosito e di trovarvi al prossimo capitolo

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Capitolo 2
*** AVVISO ***


Salve...so che forse mi credevate morta,e molto sicuramente non ci sarà più nessuno a seguire questa storia, ma io ci provo lo stesso. È passato più di un anno da quando ho pubblicato il primo, ed ai me, unico capitolo della storia, ma ho avuto diversi problemi personali, che non sto qui a raccontare, che mi hanno tenuto parecchio occupata, togliendomi tempo e voglia di scrivere, ma in compenso ho letto un sacco di storie! Comunque senza divagare troppo, volevo solo avvisarvi, a quelle povere anime pie che mi hanno seguito ed aspettavano la continuazione di "di nuovo insieme", che sono tornata, per finire quello che avevo iniziato, per voi per non deluderti, si spera, e per concludere quella che è stata la mia prima storia. Perciò spero di trovare qualcuno quando pubblicherò il prossimo capitolo, ma se così non fosse mi assumo tutte le colpe, e ringrazierò comunque chi mi ha seguito prima della mia sparizione. Un bacione e tutti xx!!!

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Capitolo 3
*** primo capitolo ***


 
 
 
 
 
 
 
PRIMO CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
-Padre vi prego lasciatemi andare!-
-Ace ragiona, non puoi lasciare la nave di nostro padre!- intervenne Marco, preoccupato dalla folle idea del fratello, che ormai non riusciva più a pensare lucidamente.
Ace da quando qualche giorno prima aveva appreso la notizia del nuovo membro della Flotta dei 7, era come impazzito. Non riusciva a concepire come Trafalgar avesse potuto accettare un incarico del genere.
Per di più le notizie su come avesse ottenuto quel posto erano disparate, ed una più raccapricciante dell’altra. La più gettonata di tutte riguardava l’aver inviato centinaia di cuori di pirati, al Governo Mondiale. Ma la cosa che più lo sconvolgeva, era sapere che allo stermineo di tutti questi pirati aveva contribuito anche la sua Liv.
Ormai il capitano degli Heart ed il suo vice, era tra i pirati più temuti, non solo per le vicende di Marineford, che aveva contribuito ad aumentare le taglie di tutti i pirati che ne avevano preso parte, compreso il fratello, ma anche per la loro crudeltà.
Law aveva rafforzato i suoi poteri, e stando alle notize che rilasciava la Marina, ora che era immune alla loro giurisdizione, sembrava provarci gusto ad utilizzare in pieno il suo frutto, accompagnato sempre dalla sua fedele vice, che non sprecava mai occasione per dimostrare a tutti quando in quei due anni fosse migliorata, trasformandosi sempre di più in una brutta copia del suo capitano, cancellado ogni traccia della ragazza che aveva abbracciato solo due anni prima.
 
Ma Ace non poteva accettare questo repentino cambiamento.
Per questo adesso si ritrovava nella cabine di suo padre, con Marco a seguito, per convincerli a lasciarlo andare a cercare Liv.
 
-figliolo non posso lasciarti andare alla ricerca di uno dei sette- ribadì il padre, ancora vivido il ricordo di cosa fosse successo l’ultima volta che aveva lasciato andare Ace.
-padre non potete vietermelo!- gridò il ragazzo, dopo aver sbattuto un pugno contro la scrivania difronte a lui, lanciando uno sguardo ardente di rabbia all’uomo che aveva dinanzi.
-Ace ma perché non capisci!?- inruppe esasperato Marco –dopo quello che è successo due anni fa come puoi anche solo pensare di andare da solo in giro per il nuovo mondo, quando ci sono Teach ed Akainu che non aspettano altro che un passo falso tuo o di nostro padre!- esplose, non capendo come il fratello potesse essere così stupido da non pensare a quanto rischioso fosse andarsene da solo.
-bene se è solo questo il problema, partirò con la seconda flotta- sentenzio il giovane ammiraglio,ostinato più che mai a partire.
-non metterò a rischio la vita dei miei uomini per un tuo capriccio Ace, siamo riconoscenti a Trafalgar e Liv per averci aiutati a salvarti, ma hanno fatto la loro scelta, diventando cani del governo, rinnegando gli ideali di noi pirati!- fece irritato Barbabianca, alzandosi in tutta la sua grandezza –la seconda flotta non andrà da nessuna parte, questa è la mia decisione!- sentenziò, senza ammettere repliche, scatenando l’ira di Ace.
-troverò un modo per andare che tu voglia o no!-
E gridate queste ultime parole, Ace uscì come una furia dalla cabina del padre, fregandosene dei richiami di Marco, della porta sbattuta con rabbia, rifugiandosi il più lontano possibile da tutti i suoi compagni.
Lui avrebbe raggiunto Liv anche a costo di deludere la sua famiglia.
 
 
 
 
 
 
 
 
-dobbiamo trovare Ace-
-Rufy abbiamo appena superato l’isola degli uomini pesce, dobbiamo continuare sulla Rotta Maggiore e andare avanti con ilnostro viaggio, non possiamo tornare indietro a cercare tuo fratello!- Nami cercò di far ragionare il suo capitano, mentre con tutta la ciurma, decidevano come proseguire il loro viaggio nel nuovo mondo.
-non continueremo il viaggio prima di aver trovato mio fratello e cercato Liv- ribadì Rufy, con la sua solita calma e testardagine, tale da non ascoltare la sua navigatrice.
 
Proprio quest’ultima, ormai esasperata, sbotto, non riuscendo a mantenere la calma, fumante di rabbia.
-non sappiamo dove siano Barbabianca e la sua ciurma, come puoi chiederci di tornare indietro per cercarli!?!-
-ho ancora la vivre card di Ace, non sarà difficile trovarlo- insistette Rufy, mandando su tutte le furie Nami.
-come fai ad essere sicuro che siano nel nuovo mondo, potrebbero benissimo stare ancora dall’altra parte della linea rossa- intervenne Sanji, cercando di fermare Nami, dall’aggredire il loro capitano.
 
-di sicuro saranno passati anche loro oltre la linea rossa- a rispondere fu Robin, riflessiva e razionale come sempre –hanno avuto tutto il tempo per riprendersi dopo Marineford- iniziò a spiegare –e non scordiamoci che Barbabianca è uno dei quattro imperatori, e qui nel nuovo mondo hanno più potere e pù alleati-
-Rufy sei sicuro che tuo fratello vorrà aiutarci a cercare la vostra amica?- chiese Zoro, all’oscuro del profondo legame che univa Rufy e Liv, ma soprattutto quello tra la ragazza ed Ace.
-se c’è qualcuno capace di cercare su ogni isola per trovare Liv, quello è Ace- mormorò Rufy, ripensando a l’ultima volta che aveva visto il fratello e Liv, due anni prima, dopo il salvataggio di Ace da Marineford.
 
Calò il silenzo nella stanza, tutti avevano notato come Rufy fosse diventato improvisamente serio e pensieroso. Anche se non conoscevano nulla su Liv, e Rufy aveva parlato di lei solo dopo che Shakuyaku aveva annunciato l’unione dei pirati Heart alla Flotta dei 7, bastava osservare il loro capitano per comprendere quanto tenesse a quella ragazza.
 
-non credo che un cambio di rotta possa essere un problema- aveva quindi interrotto il silenzio Zoro, dando supporto al suo capitano, per partire alla ricerca del fratello.
-se un’amica del capitano ha bisogno del nostro aiuto saremo pronti a darglielo!- aggiunse Francky, dando man forte allo spadaccino.
Pian piano tutta la ciurma si unì ai compagni, sostenendo Rufy, aspettando solo la reazione di Nami.
Quest’ultima, tra qualche borbottio mal celato, alla fine, sbuffando si unì al gruppo –se il nostro capitano ha deciso così, allora salperemo alla volta della Moby Dick!-
 
 
 
 
 
 
 
Sulla Moby Dick erano ormai giorni che il comandante della seconda flotta non si univa al resto della ciurma, ma rimaneva giorno e notte nella sua cabina.
Da quando aveva discusso con il padre e con Marco, Ace non aveva fatto altro che pensare a come lasciare la nave, per cercare Liv.
Viaggiare con lo striker per i mari del nuovo mondo era troppo pericoloso, in piùinquesti due anni lui, così come il padre, suo fratello Rufy e Liv stessa, erano diventati dei bersagli per tutti i pirati, la marina ed i civili stessi, che non perdevano tempo ad avvisare il quartir generale della marina più vicino, non appena uno di loro veniva avvistato su qualche isola.
Di certo non poteva rubare una nave al padre, già era infuriato per la sua idea di cercare Liv, se avesse osato tanto avrebbe rischiato di scatenare la furia del padre, e questo non rientrava nei suoi piani.
Tra la miriade di pensieri che vorticavano nella sua mente, un chiodo fisso non lo lasciava, da quando Marco lo aveva avvertito dell’accaduto, una sola domanda continuava a tormentarlo, senza però trovare alcuna risposta.
Non riusciva proprio a spiegarsi il perché, perché Law avesse accettato di unirsi alla flotta dei 7? Perché Liv, che odiava con tutta se stessa la marina, dopo che le avevano ucciso i genitori, per non farli parlare delle scoperte fatte sulla clonazione dei frutti del diavolo, dopo che l’avevano perseguitata per tutta l’infanzi, come poteva acconsentire alla scelta del suo capitano? Law aveva sempre tenuto in considerazione la sua opinione, allora perché non l’aveva fatto anche quella volta? O forse Liv non si era ribellata, ma anzi aveva accettato di buon grado quella decisione?
Tutte quelle domande e nessuna risposta lo stavano facendo impazzire, arrivando al punto di non resistere più.
-MALEDIZIONE!!!- sbotto, scagliando un pugno ad un tavolo che fungeva da scrivania, lasciando un vistoso solco, segno della sua frustrazione, scaraventando a terra tutte le carte nautiche, il giornale e gli eternal pose che ne occupavano la superfice.
-hai intenzione di distruggere l’intera nave o ti fermi solo alla tua cabina?-
Si voltò di scatto, incontrando la figura di Marco poggiata allo stipite della porta, con braccia incrociate al petto, mentro lo scrutava con aria annoiata, e leggermente contrariata.
-cosa vuoi?- chiese con astio Ace, sperando che l’amico non fosse venuto da lui solo per fargli una qualche ramanzina sul suo comportamento degli ultimi giorni.
-niente ci chiedevamo se fossi morto nella tua cabina- iniziò atono –non ti fai vedere da giorni, e tu non sei tipo da rinunciare facilmente al cibo e alla compagnia- concluse, lasciando trasparire un po’ di preoccupazione per l’atteggiamento del compagno.
-non sono in vena di compagnia ultimamente- snocciolò Ace, senza dare molte spiegazioni.
-perché non riesci ad accettare che Liv possa essere cambiata in questi due anni? cosa ti fa credere che lei non sia felice che il suo capitano sia uno dei sette?- chiese a quel punto Marco, sbalordito da quanta ostinazione mostrasse Ace.
-potrà pure essere cambiata, ma non accetterebbe mai di servire le stesse persone che hanno ucciso i suoi genitori, non collaborerebbe mai con gente come Akainu!- Ace più parlava, più il suo tono aumentava di livello e di rabbia –cavolo quel verme non aspetta altro che il momento per vendicarsi di Liv e Rufy per avermi salvato, come potrebbe mai accettare degli ordini da lui!?!-
Marco rimase a boccaperta guardando Ace mentre sfogava tutta la sua rabbia, il suo disappunto per quella scelta, ma anche tutta la preoccupazione e la frustrazione nel sentirsi impotente difronte a tutti i pericoli che la sua amata Liv poteva incontrare.
Il comandante della prima flotta da tempo sospettava che l’apprensione che Ace dimostrava nei confronti di Liv e Rufy fosse frutto di altro, oltre al legame che li univa, adesso aveva avuto le sue conferme.
Ace non riusciva ad accettare che per salvare la vita a lui, il fratello e Liv si fossero messi contro gli ammiragli della marina e il governo intero, e l’idea din non essere con loro per salvarli o aiutarli in caso di difficoltà lo logorava dall’interno.
Fu allora che Marco finalmente capì cosa spingeva Ace a voler partire a tutti i costi.
-Ace tu saresti stato il primo a metterti contro il mondo intero pur di salvare la vita a Liv, e sai che sia lei che tuo fratello sarebbero disposti a mettere a rischio le proprie vite altre mille volte, pur di salvare la tua- e mentre parlava si avvicinava al moro, guardandolo dritto negli occhi, per leggerci una qualsiasi reazione    -fanno parte di due ciurme molto potenti, Rufy ha dei compagni che mai lo abbandonerebbero, e Law, di lui si possono dire tante cose, ma di certo non è uno che abbandona i suoi compagni nel momento del bisogno, puoi stare certo che non lascierebbe mai che accada qualcosa a Liv- cercò di rassicurarlo, notando come, dopo quelle parole, Ace si fosse un minimo calmato.
-adesso forza, dobbiamo trovare un modo per convincere nostro padre a farti salpare- concluse, dando una pacca sulla spalla di Ace e regalandogli un sorriso d’incoraggiamento, trovandosi difronte lo sguardo stupito di Ace, che non si sarebbe mai aspettato il supporto di Marco.
 
 
 
 
 
 
Angolo Autore: mi scuso per il capitolo corto, e per la presenza di eventuali errori, ma se rileggevo un’altra volta avrei cancellato tutto per ricominciare di nuovo.
Questi primi capitoli saranno un po’ noiosi e corti, ma solo fin quanto non entreremo nel vivo della storia, ovvero tra il terzo-quarto capitolo.
Niente spero di non annoiarvi troppo e ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** secondo capitolo ***


 
 
 
 
 
 
 
SECONDO CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
Sulla Thousand Sunny erano giorni che regnava il caos.
Francky ed Usop ammergiavano con vari attrezzi per la manutensione della nave, seguiti da Chopper, creando un piacevole sottofondo di risate, risate che però innervosivano Nami, già parecchio sotto pressione per la ricerca, ancora senza alcun risultato, della Moby Dick.
Zoro e Sanji, quando non erano impegnati ad allenarsi con le spade o a cucinare preparando stuzzichini e delizie per Nami e Robin, battibeccavano per una cosa o l’altra, aumentanto sempre più il nervosismo di Nami.
Robin, seduta all’aparto con un libro a farle compagnia ed a poca distanza Brook che strimpellava una nuova sonata, accompagnata dalla sua voce.
L’unico che sembrava estraniato da tutto era Rufy.
Seduto sulla prua, lo sguardo rivolto all’oceano, immerso nei suoi pensieri.
Sapeva del sacrificio chiesto alla sua ciurma, soprattutto a Nami, ma nel profondo sentiva che doveva trovare Ace, per poi cercare Liv insieme.
 
 
 
 
 
-proprio non capisco cosa vuole nostro padere!- sbraitò Ace, mentre rientrava nella sua cabina, dopo essere stato per l’ennesima volta dal padre.
-dice che se sono da solo non mi lascierà mai andare, poi gli chiodo di lasciarmi andare con la seconda flotta, ma non vuole coinvolgerre i suoi uomini in questa storia, di cui è convinto dovrei restarne fuori pure io- continuò a lamentarsi con un Marco che, esasperato anche lui, non sapeva proprio cosa inventarsi per convincere il padre a lasciar andare Ace.
Capiva la preoccupazione del primo a lasciare da solo un membro della sua ciurma, a maggior ragione se questi fosse proprio Ace, ma quest’ultimo non voleva demordere.
Marco non riusciva a capire perché tanta preoccupazione, ma non aveva mai visto così agitato l’amico, neanche quando il fratello si era trovato in pericolo, mentre adesso fremeva dall’impazienza di partire.
-Ace agitandoti ed innercosendoti non concluderai niente- cercò di calmarlo.
-deve pur esserci un modo!- sbotto frustrato. Ace non riusciva più a ragionare dopo l’ulteriore no del padre, e più passavano i giorni, più la sua agitazione aumentava.
In tutto ciò il pensiero sempre fisso su Liv.
 
 
 
 
 
 
 
Due settimane.
Tanto era trascorso da quando la notizia di Law, come nuovo membro della Flotta dei 7, era stata rilasciata.
Ace stava lentamente iniziando a perdere le speranze per una sua partenza, mentre Rufy finalmene dopo giorni di viaggi, fermandosi su ogni isola sotto il controllo di Barbabianca, per chiedere informazioni, avevano finalmente ottenuto ciò che volevano.
Solo poche ore, e Rufy avrebbe finalmente rivisto suo fratello.
 
 
 
 
 
Ace dopo aver cacciato Marco dalla propria cabina, aveva ceduto alla stanchezza, procuratagli dallo stress degli ultimi giorni, abbandonandosi finalmente al sonno.
Strano come lui, che mai aveva avuto problemi col sonno, adesso trovava difficile chiudere gli occhi, rilassarsi e stringersi tra le braccia di morfeo.
Strano come ogni volta che le palpebre si abbassavano, l’unica cosa che riusciva a vedere fosse Liv.
Quando erano bambini, spensierati e sempre allegri, o quando l’aveva vista in mezzo a tutti quei pirati a Marineford, prima di perdere i sensi, ma di gran lunga i ricordi che più lo tormentavano erano gli ultimi giorni passati insieme, quell’unico bacio.
Era sprofondato in un sonno così profondo, per quanto tormentato, che neanche il trambusto proveniente dal ponte fu in grado di svegliarlo.
 
 
 
 
 
 
 
-Marco devo parlare con Ace!- Rufy e la sua ciurma ancora non ci credevano che finalmente avevano raggiunto la Moby Dick.
Il giovane capitano non aveva perso tempo, senza chiedere di Barbabianca, aveva fermato la prima faccia conosciuta, chiedendo frettolosamente del fratello.
-Rufy cosa ci fai qui?- chiese perplesso Marco, non aspettandosi un incontro con il fratello di Ace, per giunta ritrovandolo così frettoloso ed impaziente.
-ho bisogno di Ace è urgente!- continuò imperterrito Rufy.
-che sta succedendo qui?- Marco e Rufy erano così inmersi nel loro scambio di battute da non accorgersi dell’arrivo di Barbabianca sul ponte.
Entrambi si voltarono verso il nuovo arrivato, la ciurma di cappello di paglia rimase affascinata dalla maestosità del celebre Edward Newgate Barbabianca,forse il più forte e temuto tra i quattro imperatori.
Rufy, che già avevaavuto l’onere di combattere e conoscere il capitano della Moby Dick, non perse tempo con le formalità, ed armato con la sua solita schiettezza, si rivolse all’uomo.
-Ace deve venire con me- dichiarò con calma e convinzione, non era una richiesta, sapeva bene che anche il fratello era inquieto per gli ultimi eventi, ed era più che convinto di non trovare obbiezioni da parte di Barbabianca.
Convinzioni che però furono smentite in un batter d’occhio.
-non lascerò che uno dei miei comandandi lasci la mia nave per seguire un’altra ciurma- rispose lapidario Newgate –men che meno per andarsi ad immischiare nelle faccende di uno dei sette-
 
 
 
Mentre Barbabianca e Rufy dibattevano sul ponte, Marco sgattaiolò sottocoperta, dirigendosi di tutta fretta, verso la cabina di Ace.
Giunto alla porta, non si fece problemi a spalancarla, facendo irruzione all’interno della stanza, catapultandosi sul corpo addormentato di Ace.
-Ace svegliati! Accidenti apri gli occhi!- iniziò a chiamarlo a gran voce, squotendolo per un braccio, sperando di svegliarlo senza perdere troppo tempo.
Ace dopo qualche altro richiamo e scossone, finalmente decise di aprire gli occhi, non molto felice di quell’irruzione che, dopo giorni di insonnia, aveva interrotto il suo sonno.
-accidenti Marco che vuoi? Lasciami dormire in santa pace!- sbraito scrollandosi di dosso il compagno di ciurma.
-maledizione Ace alzati, sul ponte c’è tuo fratello che sta discutendo con nostro padre!-
A quelle parole, fu come ricevere una secchiata di acqua gelida, Ace scattò come una molla, talmente veloce che Marco, preso in controtempo, fu sbalzato a terra, mentre Ace come una furia si accingeva a correre verso il ponte della nava, da dove sentiva distintamente la voce del padre e del fratello discutere.
 
 
 
 
-ma è importante! Dobbiamo trovarla prima che gli succeda qualcosa!- continuava a gridare Rufy.
-ho già sbagliato in passato, rischiando di perderlo, non lascerò che accada di nuovo!-ribattè Barbabianca.
Ormai gli animi erano ben scaldati da ambo le parti. Nami e Robin cercavano di mettere un freno al loro capitano, prima che combinasse uno dei suoi guai, e scatenare l’ira di Barbabianca non era nei loro piani, ma proprio non voleva cedere.
-Rufy che ci fai qui?-
L’arrivo di Ace sul ponte smorzò un po’ la tensione, attirando gli sguardi su di lui, evitando l’imminente risposta del fratello verso il padre, ormai al lmite della sopportazione.
-hai saputo pure tu di Liv? Non possiamo stare con le mani in mano!- il più piccolo tra i due non perse tempo in giri di parole, arrivando dritto al sodo, provocando un ghigno di vittoria nel maggiore.
Ace sapeva che anche il fratello non sarebbe stato fermo ad osservare, mentre Liv con Trafalgar si immischiavno con feccia come la Flotta dei sette, ed ora che se lo ritrovava di fronte, vedeva limpido il modo per salpare ed andare alla ricerca di Liv.
-sapevo che anche tu non saresti stato convinto di questa storia- iniziò Ace –sono giorni che cerco un modo per salpare e cercare Liv, tu sai qualcosa?- continuò speranzoso di ricevere nuove notizie.
-no, non so nulla, quando abbiamo saputo della notizia eravamo ancora a Sabaody con Rayleigh e neanche lui sembrava molto convinto-
Ace rimase un po’ deluso, sperava che il fratello avesse più informazioni, ma questo non smorzò la sua speranza di partire con lui, non ebbe modo di rispondere, che Rufy continuò.
-sono qui per chiederti di unirti a me e cercare Liv, insieme riusciremo a trovarla!-
Il ghigno di Ace si allargò, sempre più fiducioso.
I due fratelli infatti si girarono verso Barbabianca, impassibile come sempre, consapevole che l’arrivo di Rufy aveva solo aumentato la vogli in Ace di partire, ma determinato più che mai a non cedere, o almeno non tanto facilmente.
A prendere parola fu Ace –padre, adesso non hai più scusanti, posso partire con mio fratello e la sua ciurma, non sarò solo e non rischierò la vita di nessuno della tua ciurma- asserì con una nuova luce negli occhi.
Barbabianca tremò internamente guardando lo sguardo di Ace, riconoscendo al suo interno la stessa forza e determinazione di quando, anni prima, gli aveva chiesto di cercare Marshall D. Teach e vendicare Satch, lo stesso sguardo che sapeva, non si sarebbe spento fino a quanto non avrebbe ottenuto il suo scopo.
 
 
 
 
 
 
 
Nel frattempo, sull’isola Zo.
-sei sicuro che sia una buona idea lasciarli da soli?- chiese la ragazza, mentre al seguito del suo capitano, si inccamminavano verso il sottomarino.
-Liv ultimamente metti un po’ troppo spesso in dubbio le mie decisioni- ribbattè il ragazzo.
-non lo farei se le tue decisioni non fossero così assurde- rispose con lo stesso tono asciutto del capitano.
-stiamo andando su di un’isola che non esiste su nessuna carca nautica, meno siamo più possibilità di riuscita abbiamo, è già tanto che vieni anche tu-
-come se ti dispiacesse la mia presenza- lo punzecchiò la ragazza, ottenendo in risposta uno dei soliti ghigni di Law.
Quest’ultimo era consapevole che per quella missione, non avrebbe voluto nessun’altro al suo fianco se non Liv.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE: piccola nota, volevo informarvi che la storia narrerà le vicende di Punk Hazard a grandi linee, ma ovviamente non sarà fedele all’anime, per ovvi motivi quali la presenza di Liv ed Ace nella storia, in più sono ancora indecisa se far succedere qualcosa tra Liv e Trafalgar, o lasciare il loro rapporto a quello tra capitano e vice, senza nessun intrallazzo, voi cosa suggerite? Dopo questo piccolo avviso, ringrazio ancora una volta chi legge la storia, soprattutto chi la mette tra le seguite, prefrite o ricordate, ed ovviamente ringrazio chi perde un po’ di tempo per lasciare un suo pensiero e recensire.
Spero che continuiate a seguire la storia e di non annoiarvi o deludervi.
Per chi vorrà ci vedremo al prossimo capitolo!

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