il lupo e il killer

di clif
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Henry Townsheld ***
Capitolo 2: *** Jacob Black ***
Capitolo 3: *** Renesmee Cullen ***
Capitolo 4: *** South Ashfield ***
Capitolo 5: *** appartamento ***
Capitolo 6: *** benvenuto all'inferno ***
Capitolo 7: *** Eileen Galvin ***
Capitolo 8: *** prima tappa: stazione metropolitana di South Ashfield ***
Capitolo 9: *** Jacob vs il killer ***
Capitolo 10: *** salvataggio all'ultimo momento ***
Capitolo 11: *** seconda tappa: ospedale Alchemilla ***
Capitolo 12: *** Frank Sunderland ***
Capitolo 13: *** in giro per l'ospedale ***
Capitolo 14: *** Twin Victims ***
Capitolo 15: *** pura innocenza ***
Capitolo 16: *** fermata di emergenza ***
Capitolo 17: *** terza tappa: orfanotrofio Wish House ***
Capitolo 18: *** la stanza di Walter Sullivan ***
Capitolo 19: *** fermalo! ***
Capitolo 20: *** quarta e ultima tappa: catacombe di Silent Hill ***
Capitolo 21: *** in fondo al tunnel ***
Capitolo 22: *** Walter Sullivan ***
Capitolo 23: *** duello nelle catacombe ***
Capitolo 24: *** la sorpresa ***



Capitolo 1
*** Henry Townsheld ***


Neanch’io so dirvi con esattezza da quanto tempo sto correndo; i ruggiti e i versi

dietro di me, mi spingono a correre sempre più forte, sono ricoperto di sudore e di

sangue dalla testa ai piedi. Non sarei mai dovuto entrare dentro quel varco nel

muro, ma in quel momento mi sembrava la scelta migliore, come potevo

immaginare che la stanza fosse collegata a… neanch’io so come definire questo,

forse una parola ci sarebbe: inferno. Da qualche minuto ho perso di vista sia Eileen

che Frank, so di essere un vigliacco ma ho il terrore di tornare indietro; se sono

stati raggiunti da quelle creature, ormai è tardi. Credevo che esseri del genere

vivessero solo negli incubi, la mia professione mi obbliga a portarmi sempre dietro

una macchina fotografica, speravo di fotografare quegli esseri e portare le foto

alla redazione, ma ormai ho capito da tempo che non posso uscire vivo da qui. In

questo momento sto correndo (più che altro mi sto trascinando) verso il varco, ho

lasciato le foto in giro per “l’inferno” dietro vi ho scritto alcuni appunti, sperando

che possano essere utili a qualcuno. Dopo qualche minuto, vedo davanti a me il

buco nel muro, lo stesso che mi aveva fatto accedere dalla mia stanza all’inferno.

Appena tornato nel mio appartamento provo a bloccare il buco con un mobile; so

che è del tutto inutile, ma voglio guadagnare un po’ di tempo per poter lasciare un

ultimo messaggio. Spero che nessun altro sia così pazzo da comprare questo

appartamento, ma per sicurezza devo metterlo in guardia. Mi precipito verso il

salone, provare ad uscire da qui sarebbe del tutto inutile, le porte e le finestre

sono scomparse; prendo dal cassetto una penna e un foglio.

È Henry Townsheld che parla.

A chiunque voglia comprare questo appartamento,

non aprite per nessun motivo il mobile sotto il bagno…

ma un rumore proveniente dall’altra stanza lo fece bloccare per la paura. Molto

lentamente si girò: era terrorizzato ma per niente sorpreso, sapeva che “lui” lo

avrebbe raggiunto. Era immobile davanti a lui, con quel ghigno folle e

raccapricciante, mentre dalle mani gli colava del sangue fresco: Henry tremava

all’idea che quel sangue fosse di Eileen. -È giunto il momento Henry Townsheld, tu

sarai il prossimo “sacramento”-. Il giorno dopo sulla prima pagina della cronaca

nera della città di South Ashfield comparve la seguente notizia

il famoso e giovane fotografo, Henry Townsheld scomparso nel nulla, una

settimana fa, è stato ritrovato privo di vita nel suo appartamento: South Ashfield

Heights. È morto a causa di una ferita da arma tagliente, ma sul suo corpo sono

state trovate altre numerose ferite, causate da un corpo contundente. La polizia

sospetta si tratti dell’opera del famoso serial killer della città, sul corpo del

giovane  sono stati trovati questi numeri“16121” fatti con un coltello. Sono ancora

in atto le ricerche di Eileen Galvin e di Frank Sunderland, scomparsi insieme ad

Henry Townsheld.

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Capitolo 2
*** Jacob Black ***


-Mi dispiace Seth, ma ho vinto di nuovo!- Disse Jacob Black al suo amico, dopo

essere ritornato da forma lupo a forma umana. intanto Seth riuscì ad arrancare

con fatica e a raggiungere il traguardo; i due, per passare il tempo, avevano deciso

di fare una gara di corsa per tutta La push: Jacob aveva letteralmente seminato il

suo avversario. -Anf… anf… non riesco mai a batterti, dannazione, voglio la

rivincita!- Jacob sghignazzò -Non oggi, devo andare, ho un appuntamento con

Nessie- Detto questo si ritrasformò nuovamente in lupo e si diresse verso casa.

Prima di andare dalla sua amata, voleva andare a trovare un po’ suo padre: due

anni prima era morto Charlie, il migliore amico di Billy Black e padre di Bella

Swan. Billy, il padre di Jacob, era rimasto molto scosso dalla cosa; ma con

l’appoggio del figlio superò quel brutto periodo. -Ciao papà!- Gridò il ragazzo

appena entrato in casa -Ciao Jake, come mai qui? Non avevi un appuntamento?-

Rispose un uomo anziano su di una sedia a rotelle. Era appena uscito dalla

cucina: nonostante la malattia, si notava fosse un uomo forte; aveva la carnagione

tipica di un abitante della riserva e profonde fughe sul viso. -Volevo salutarti,

prima di andare- Il padre, però, fece una faccia strana -Ormai io sono vecchio,

Jake. Hai già preso la tua decisione, non c’è bisogno che torni a trovarmi ogni

giorno- Al giovane scappò una risata -Dai papà, non prendertela. E poi non mi sono

ancora trasferito, dobbiamo ancora trovare un appartamento economico e che

non sia troppo lontano da qui!- Billy fece per parlare ma venne interrotto -Prima

che tu dica qualcosa, la risposta è no! Non vogliamo alcun aiuto economico, ne tuo

ne della famiglia di Nessie: grazie lo stesso- Disse con un tono di voce leggermente

alterato; ne avevano già parlato, ma a quanto pare il padre era un po’ duro di

comprendonio. Lui e Nessie avevano deciso da tempo di andare a vivere insieme,

ma a causa degli ultimi eventi avevano deciso di far passare un po’ di tempo. Dopo

aver salutato il padre si diresse a grande velocità, ma sempre in forma umana,

verso il confine che divideva La push e il territorio dei Cullen. Appena arrivato si

mise ad aspettare, Nessie non era famosa per la sua puntualità. Oltre ad uscire

insieme, quel giorno, avrebbero discusso e avrebbe tentato di trovare un

appartamento. Passarono i minuti ma di Renesmee neanche l’ombra, la sarebbe

andata a chiamare a casa ma non aveva molta voglia di incontrare tutti quei

succhiasangue. Passò una mezz’oretta ma la situazione non cambiava; a quel

punto a Jake balenò una domanda: si sarà almeno svegliata?

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Capitolo 3
*** Renesmee Cullen ***


Dove mi trovo?! Intorno a me è tutto buio; ricordo solo una porta di legno e una

piccola stanza, che all’apparenza sembra un bagno. A quel punto un rumore

metallico mi fa voltare, dal muro è comparsa una specie di voragine e da quella

voragine sta uscendo un uomo: è ricoperto di sangue dalla testa ai piedi, persino i

suoi lunghi capelli biondi lo sono, e mostra un sorriso sadico e raccapricciante. Non

dovrei avere paura, io sono in parte una vampira, ma non riesco a smettere di

tremare e, come se non bastasse, non riesco neanche a muovermi. L’uomo

misterioso iniziò ad avvicinarsi, permettendomi di vederlo meglio in faccia: come

avevo notato, i suoi capelli sono di un particolare biondo platino che gli arrivano

quasi alle spalle, i suoi occhi sono tra il celeste e il grigio e sul mento vi è una

piccola barbetta incolta, ad occhi e croce non avrà avuto neanche 30 anni. -È

giunta l’ora, mio caro “sacramento, tra poco dovrai compere il tuo destino- Disse

avvicinandosi a me.

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Renesmee si svegliò di soprassalto in un bagno di sudore: era solo un incubo. Non

si era mai spaventata a causa dei brutti sogni, ma questo era incredibilmente

reale. Cercò di non pensarci e si diresse in bagno; dopo essersi lavata si diresse

verso la cucina, la notte prima era andata insieme alla zia (Alice) in discoteca per

questo aveva faticato non poco a svegliarsi.  In quel momento in casa non c’era

nessuno, probabilmente i genitori erano andati a caccia; subito dopo la sua

nascita, Edward e Bella (i genitori) avevano lasciato casa Cullen e si erano trasferiti

a pochi chilometri verso sud-ovest; erano ancora nel loro territorio ma avrebbero

avuto, comunque, un po’ di autonomia. Quel giorno aveva un appuntamento con

Jake, perciò preferì fare una colazione umana; prese una brioche e si sedette su

una sedia, in cucina. Appena finito di mangiare, il telefono squillò -Pronto, chi

parla?- -Renesmee, tesoro, sono mamma! Mi spieghi cosa fai ancora a casa? Lo

avevo detto a tuo padre che ti saresti svegliata tardi- Nessie non capì -Ciao

mamma, scusami ma non capisco, in ritardo per cosa?- -Non avevi un

appuntamento con Jake?- Appena sentito quella frase, Nessie divenne più bianca

di un vampiro “purosangue”; si girò verso la sveglia e si accorse che doveva

incontrarsi con lui un ora prima. Come aveva fatto a non accorgersi dell’ora?!

Aveva pensato all’appuntamento fino a pochi minuti prima! Salutò velocemente la

madre, prese i vestiti e si precipitò fuori dalla porta. In tutta la sua vita non aveva

mai corso così tanto, gli animali scappavano terrorizzati al suo passaggio e le foglie

volavano in aria come se fosse passato un colpo di vento. Nel giro di due minuti

era arrivata al luogo di incontro; Jake la stava aspettando, non serviva il potere

dello zio Jasper per capire quanto fosse incazzato. -Renesmee Carlie Cullen si può

sapere dove eri finita?!- l’aveva chiamata col suo nome completo, non era un buon

segno -Ti prego, perdonami; non ho dormito bene, a causa di un incubo e mi sono

svegliata tardi: mi perdoni?- Chiese facendo la faccia alla “gatto con gli stivali nel

film Shrek”, in pratica la stessa occhiata che faceva sciogliere Jake: infatti

funzionò. L’espressione del ragazzo passò da furiosa a confusa, da confusa a

“espressione da ebete” e infine si mise a ridere. -Vabbè, sei perdonata; dove

andiamo ora?- -Andiamo a South Ashfield, devo parlarti di una cosa-

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Capitolo 4
*** South Ashfield ***


I due cominciarono a correre tra gli alberi fino a raggiungere l’autostrada -non

possiamo raggiungere South Ashfield senza passare per le zone abitate, dobbiamo

raggiungere il nostro obbiettivo con mezzi più umani- Disse Jake, tornando in

forma umana mentre Nessie gli passava i vestiti. South Ashfield era una città di

medie dimensioni che si trovava poco dopo Settler; anche se più soleggiata, è

addirittura meno famosa di Forks. L’unico evento che la rende famosa, trall’altro

in senso negativo, è un serial killer: uno psicopatico che uccide le persona di

questa città e la polizia dopo 25 anni non lo ha ancora preso. Appena arrivati a

Forks, si misero sul ciglio della strada aspettando che passasse un taxi (il mezzo

naturale era sicuramente più veloce, ma sarebbe stato difficile spiegare la

presenza di un lupo gigante per le strade della città). Durante il viaggio, il taxi era

passato dopo pochi minuti, Jake perse la pazienza e chiese a Nessie il motivo di

questo viaggio -Ho visto, sul giornale, un annuncio di un appartamento economico

in vendita proprio in questa città- Rispose lei tutta contenta -Ma non avevi detto

che l’appartamento lo avremmo scelto insieme?- Ribatté, leggermente scocciato,

Jake -Lo so tesoro, ma il prezzo era davvero bassissimo e non ho saputo resistere,

inoltre potremmo passarci li un giorno prima di decidere- Dopotutto era una

buona idea, potevano fermarsi lì per la notte e poi, casomai non gli fosse piaciuto,

sarebbero tornati a Forks. Il taxi si fermò a causa di un avaria -Scusatemi, non so

cosa abbia questo motore, comunque qui davanti c’è la metropolitana: in pochi

minuti vi porterà proprio agli appartamenti  South Ashfield che state cercando-

Dopo aver salutato e ringraziato l’autista, i due si diressero alla stazione. -Com’è

quest’abitazione?- Chiese Jake mentre era intento ad osservare il paesaggio fuori

dal finestrino -Non l’ho mai visto neanche io, ma mi è stato detto che è un

appartamento confortevole, seppur modesto- dopo pochi minuti, i due giunsero

alla loro fermata e si diressero in strada. - South Ashfield Heights: eccolo è

questo!- Urlò tutta allegra Nessie, appena si fermarono davanti un edificio di

mattoni rossi. Il palazzo era leggermente vecchio, da come si vedeva da fuori; era

alto all’incirca 8 piani, i quali contenevano quattro appartamenti ognuno. Arrivati

davanti al portone, bussarono; passò qualche secondo e davanti a loro comparve

un uomo sulla quarantina, con i capelli biondi e appena un accenno di barbetta.

-Desiderate?- Chiese incerto, guardando prima lei e poi lui -Salve, sono Renesmee

Cullen. Ho telefonato l’altro giorno, siamo venuti per vedere quell’appartamento-

Appena finito di parlare, l’espressione dell’uomo cambiò -Si, ma certo! Come ho

fatto a dimenticarlo? Prego entrate, piacere James Sunderland!- Disse porgendo la

mano ai due -Scusate un secondo, devo andare a cercare le chiavi

dell’appartamento: lavoro qui da una settimana e non ricordo ancora bene le

cose- Continuò mortificato. -Il vecchio portiere è andato in pensione?- Chiese

distrattamente Jake -No. In realtà mio padre, Frank, è scomparso senza lasciare

traccia, una settimana fa-. Senza aggiungere altro, James prese le chiavi

dell’appartamento e gli fece strada. I corridoi erano grigi ma carini -Mi sa dire

quando è stato costruito questo palazzo?- Chiese Nessie, guardandosi intorno

-Ha, circa, quarant’anni. Mio padre lavorava qui, praticamente, da quando è stato

costruito- Rispose prima di fermarsi davanti a una porta di metallo verde. -Potete

rimanere qui per tutta la notte, se vi servisse qualcosa, chiamatemi- Disse loro

gentilmente. -Spero per voi che non crediate alle leggende e alle superstizioni-

Aggiunse, invece, sottovoce: senza sapere che i due lo avevano sentito molto

bene.

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Capitolo 5
*** appartamento ***


-Cosa?! In questa casa ci sono morte 3 persone e ci sono scomparse 2?!- Chiese tra

lo sconvolto e l’incazzato Jake -Si! Non è fantastico? Il serial killer di South

Ashfield, che ha ucciso 16 persone, in questa casa ha commesso 3 dei suoi cruenti

delitti- Jake era sconvolto, come poteva Nessie esserne affascinata?! Ora capiva

come mai il prezzo di quell’appartamento fosse così basso: chi avrebbe mai avuto

il coraggio di viverci?  Nessie era a conoscenza della cosa e glielo aveva tenuto

nascosto -Ti prego tesoro, so quello che vuoi dire, ma anche se fosse vero, io sono

per metà un vampiro mentre tu sei per metà un lupo: il nostro caro assassino non

ha speranze!- In effetti, a parte la cosa raccapricciante di trovarsi nello stesso

luogo in cui c’erano state tre mutilazioni, loro non correvano alcun pericolo

-Vabbè, tanto sarà per una sola notte: ti sei informata su ciò che è successo qui?-

Le chiese Jake, anche se sapeva benissimo la risposta: Nessie era totalmente

innamorata delle storie horror e macabre. -Ovviamente! I primi due omicidi sono

avvenuti nello stesso momento, erano due coniugi che abitavano qui circa 10 anni

fa. Una mattina, Il custode ritrovò i loro corpi mutilati dentro il letto- prima cosa

da fare se si fossero trasferiti li: buttare il letto e comprarne un altro. -L’atro

omicidio, invece è avvenuto qui circa una settimana fa. L’inquilino precedente è

stato trovato assassinato nel salotto. Era un fotografo, insieme a lui sono

scomparsi la sua ragazza e il precedente custode, ma di loro non si sa ancora nulla-

Il vecchio custode era il padre di James Sunderland. -Ma come fanno a sapere che

questi omicidi sono commessi tutti dalla stessa persona? Potrei capire la

connessione tra le tre vittime di questo appartamento, ma cosa li accomuna agli

altri omicidi?- Chiese Jake: a questo tanto valeva informarsi. -Da quel che ho letto,

sul corpo di tutte e 16 le vittime è stato trovato una specie di segno- Dopo

quell’ultima informazione, i due decisero lasciar perdere il discorso e uscirono per

fare una passeggiata nei dintorni.

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Dopo aver fatto un “sopralluogo” del quartiere, i due innamorati tornarono

nell’appartamento: era ormai notte fonda. -Cosa dici? Lo prendiamo?- Chiese

Renesmee, infilandosi nel letto (lo stesso dove era stata trovata quella coppia)

-Sembra carino, domani mattina ne riparliamo, ok?- Le rispose dopo averla

raggiunta -Ora dormiamoci un po’ su- -Ok, ma domani devo dirti anche un'altra

cosa, una bella cosa…- Detto questo i due finirono tra le braccia di morfeo. A notte

fonda Renesmee si alzò per andare in bagno: sapeva quale fosse la porta giusta,

ma non vi era mai entrata. Appena acceso la luce, rimase allibita: il bagno era la

stessa stanza che aveva sognato lei la notte prima. Le varie cose e i vari oggetti

erano posti negli stessi punti, l’unica differenza era che quella dell’incubo era più

tetra e macabra. A quel punto chiuse la porta e si voltò verso il piccolo mobiletto

posto alla sua sinistra: nel sogno li vi era un piccolo passaggio da dove era entrato

“quel tizio strano”. Senza fare troppo rumore (per non svegliare Jake) prese il

mobile e lo spostò. Rimase allibita quando dietro di esso trovò il varco. Presa dalla

curiosità decise di entrare -Tanto cosa potrò mai rischiare?- Disse Scomparendo

nel buio. -Benvenuto… “sacramento”-


 

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Capitolo 6
*** benvenuto all'inferno ***


Jake si svegliò di colpo: era agitato, e questa agitazione gli impediva di dormire. si

mise seduto sul suo lato del letto per poter guardare fuori dalla finestra: il cielo

stellato era stupendo, soprattutto con la luna piena. Si voltò verso il lato di

Renesmee per vedere se fosse sveglia, ma rimase sorpreso quando vide che il letto

era vuoto. Si era alzata senza che lui se ne accorgesse? Si girò verso destra e

notò, dalla porta socchiusa del bagno, la luce accesa. -Nessie sei li dentro?- Chiese

lui, il suo odore era presente ma flebile: segno che, almeno fino a pochi minuti

prima, lei era li. Aprì la porta ma all’interno non vi era nessuno; solo in un secondo

momento si accorse di un mobile spostato e di un varco nel muro. Il primo

pensiero fu cosa ci facesse la quel passaggio, ma subito dopo un'altra domanda gli

balenò in testa -Nessie sei la dentro?!- Urlò il più forte possibile Jake. Senza

pensarci due volte ci fiondò dentro anche lui. Lo stretto corridoio era tutto

spigoloso e umido, la sua stazza gli permetteva a malapena di strisciare: quel

passaggio sembrava fosse stato costruito per un bambino. Dopo qualche metro, il

cunicolo cominciò a piegarsi verso il basso: come era possibile che ci fosse una

cosa del genere e in 40 anni nessuno se n’era mai accorto?! Questo era il pensiero

che affollava la mente di Jake, oltre al chiedersi dove fosse finita Nessie. Dopo

circa un quarto d’ora, e un chilometro di strada (circa), Jake raggiunse la fine del

tunnel. Intorno a lui vi era il buio totale; sembrava normale, dato che era notte,

ma qualcosa non lo convinceva. Provò ad usufruire dei suoi sensi da lupo, strinse

gli occhi e tentò di mettere a fuoco la zona: quello che vide lo lasciò di sasso. I muri

intorno a lui erano incrostati e ricoperti di sangue e ruggine. Subito piombò nel

terrore più profondo: che quel sangue fosse di… No! Doveva rimanere lucido.

Cercò di lasciar perdere quella visione raccapricciante e di concentrarsi meglio sul

resto dell’ambiente; dopo qualche secondo di ragionamento identificò il luogo in

cui si trovava: era nella stazione metropolitana di South Ashfield. Dal poco che

riusciva a vedere, era riuscito ad associare quel luogo alla stazione che aveva usato

quella mattina. Stava per urlare il nome di Renesmee, quando venne interrotto da

uno strano verso proveniente dall’ombra. Si girò e potè notare una piccola sagoma

nell’ombra: era di piccole dimensioni, avanzava a quattro zampe con passo lento,

doveva essere sicuramente un cane. Ma quando la creatura gli fu abbastanza

vicina, Jacob rimase senza parole: era, effettivamente, un cane; ma aveva degli

occhi iniettati di sangue, i muscoli che gli uscivano dalla pelle e una lingua

talmente lunga che gli arrivava a terra. Il “cane” fece qualche passo verso di lui,

poi inaspettatamente cominciò a ringhiare e gli balzò addosso. Jake portò un

braccio davanti al viso in riflesso incondizionato e il mostro lo morse, con l’unico

risultato di scheggiarsi le zanne. -Non so cosa tu sia, ma non serve neanche

trasformarsi per feccia del genere- Detto questo, assestò un poderoso pugno nello

stomaco della creatura, che le spezzò diverse costole e la fece accasciare a terra:

morta. A quel punto si avvicinò alla carcassa e la esaminò, era senza ombra di

dubbio una creatura sovrannaturale, ma non capiva come potesse trovarsi lì. Dove

era finito? Che fosse finito all’inferno?

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Capitolo 7
*** Eileen Galvin ***


Dopo un po’ la zona divenne leggermente più visibile; si trovava in uno dei corridoi

sotterranei della stazione. Si mise subito a cercare Renesmee, tentò di trovarla

tramite l’odore ma si accorse che era come fuori uso: la colpa era sicuramente di

quella strana oscurità che ricopriva tutto. Mentre percorreva i lunghi corridoi

sotterranei, sentì un forte urlo; era l’urlo di una donna ma non era Nessie. Non

doveva essere lei. Si precipitò per le scale e raggiunse il piano da dove

provenivano le urla. Infondo al corridoio vide una figura rannicchiata tra il

pavimento e il muro: era la ragazza che aveva gridato prima, degli strani uccelli

(anche quelli non erano normali) la stavano beccando su ogni parte scoperta del

corpo, mentre schizzi di sangue finivano sul pavimento. Senza pensarci due volte,

Jake, andò ad aiutarla. Scacciò via i due volatili ed aiutò la ragazza a rialzarsi: avrà

avuto poco più di vent’anni, indossava dei jeans corti e una magliettina rosa,

entrambi sporchi di terra e sangue. -Grazi..e ti devo la vita, se non fossi arrivato in

tempo quei due mostri mi avrebbero dilaniato la carne- Gli disse la ragazza, con

una calma innaturale. -Dovere. Piacere, mi chiamo Jacob Black, per gli amici Jake.

Tu invece chi sei? Come sei finita qui?- Chiese lui -Mi chiamo Eileen, Eileen Galvin;

Sono finita in questo posto tramite uno strano buco nel muro del bagno, insieme

al mio fidanzato Henry e al custode Frank Sunderland- Era la fidanzata del vecchio

inquilino, ecco dove erano finiti: forse non era il caso di dirgli che il fidanzato era

morto. -Non so da quanti giorni sto qua, ma io e il mio ragazzo avevamo preso in

affitto quell’appartamento. Una notte nel bagno ho trovato quel dannatissimo

buco nel muro e allora io ed Henry abbiamo chiamato il custode per chiedere

spiegazioni; lui ci disse che non sapeva ci fosse una cosa del genere lì. Non so

perché ma Henry ci convinse a vedere cosa ci fosse dall’altra parte del tunnel e da

lì è iniziato l’inferno. Appena messo piede qua, il varco si è richiuso e come se non

bastasse ho perso di vista Henry e il signor Sunderland da giorni, ormai- Quindi

quello, più che un varco, era un portale. -Ascolta Eileen, anche a me è successa la

stessa cosa; hai per caso visto una ragazza di circa 20 anni (l’aspetto che dimostra

Renesmee) con i capelli ricci e castani?- Chiese lui speranzoso -Non, credo che

siano giorni che non vedo nessuno. Poco fa, però, ho visto una figura aggirarsi per i

corridoi della stazione, ma sembrava un bambino più che una ragazza adulta- Jake

rimase un po’ deluso da questa risposta, ma si riprese quando vide la ragazza

incamminarsi verso le scale. -Aspetta, dove stai andando?- A quella domanda

Eileen si voltò sorpresa -Sto andando verso la fermata della metro, l’ombra che ho

visto andava in quella direzione: forse anche lui è un disperso che ha bisogno di

aiuto- Effettivamente Jake era un mutaforma, il suo compito era proteggere gli

umani dalle creature sovrannaturali, come i vampiri ma anche come quei mostri

che infestavano il posto. -È pericoloso, vengo anche io con te- Disse, dopotutto

non sapeva dove andare e forse seguendo quella strada avrebbe trovato la sua

Nessie.

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Capitolo 8
*** prima tappa: stazione metropolitana di South Ashfield ***


Salirono per qualche rampa di scale, finchè non arrivarono al piano interessato.

-In che direzione è andato il bambino?- Le chiese Jake guardandosi intorno -è

andato da quella parte, verso la metro A- Rispose lei, cominciando a correre verso

la loro meta. Superarono un paio di corridoi finchè non sentirono un fortissimo

verso provenire da dietro di loro. -Non ti fermare! Corri, Qui ci penso io!- Disse lui

ponendosi tra Eileen e il mostro, a quel punto la ragazzo rimase un po’ titubante

ma poi decise di ascoltare l’ordine e scappò. Non averla lì era un vantaggio per

Jake; se l’avversario si fosse dimostrato più ostico del previsto, si sarebbe

trasformato senza problemi. Il mostro gli si posizionò davanti: era un enorme

verme bianco, di quasi 10 metri; la pelle era viscida e umida, dalla punta della coda

fino alla bocca, la quale era composta da una fila di denti aguzzi. La creatura provò

ad azzannarlo con un velocissimo scatto, ma Jake fu più veloce e gli saltò sulla

testa. Il mostro cominciò a muoversi cercando di farlo cadere, ma Jacob lo afferrò

per il collo e lo strattonò spingendolo contro il muro. L’impatto sfondò la parete e

fece finire i due contendenti dentro una stanza; il mostro tentò di riprendersi ma

Jake lo uccise, affondando il braccio dentro il suo collo. Dopo essersi ripulito, fece

per raggiungere Eileen, ma fu distratto da un pezzo di carta posto sul tavolo. Si

avvicinò per guardarlo meglio e notò che era una fotografia. La foto raffigurava un

enorme edificio bianco, ci mise qualche secondo a capire che fosse un ospedale.

Prendendola in mano, sentì dei segni dietro; la girò e si accorse che dietro c’era

scritto qualcosa.

Memorie di Henry Townsheld. Pagina 1

Non avrei dovuto farlo, ho commesso un errore. ho detto ad Eileen di aver preso in

affitto quell’appartamento per la vista, ma in realtà volevo scoprire qualche cosa

sul serial killer di South Ashfield. Il secondo errore l’ho commesso quando sono

voluto entrare dentro quel passaggio; ero sicuro che fosse un passaggio che

conduceva al nascondiglio del killer, il piano era fotografarlo e portarlo alla

redazione: non mi sarei mai aspettato che invece conduceva in un’altra

dimensione. “la curiosità a volte uccide” non esiste frase migliore per descrivere

ciò che ho fatto; se non dovessi uscire di qui non posso prendermela con nessuno,

ma non sopporterei che Eileen oppure il custode Sunderland paghino per la mia

imprudenza. Non so se tu che stai leggendo questo messaggio sei uno di loro, ma

in ogni caso ti avviso che ho lasciato altri messaggi in giro, spero ti possano

tornare utili. Che dio mi perdoni per quello che ho fatto.

Henry Townsheld prima di morire aveva lasciato degli appunti, ma non aveva

specificato dove fosse il continuo. A quel punto Jake ebbe un illuminazione, girò

nuovamente la foto e si mise ad osservare l’ospedale: forse si trovava lì. In ogni

caso, questa cosa rimaneva in secondo piano: trovare Nessie era la sua priorità.

Infilò la fotografia nella tasca dei pantaloni e si diresse verso Eileen. Chissà se

aveva trovato il bambino? Dopo aver svoltato un paio di volte, raggiunse una

porta di metallo. La aprì e la visione che gli si parò davanti lo lasciò di stucco

-EILEEN!-

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Capitolo 9
*** Jacob vs il killer ***


Era colpa sua: avrebbe dovuto raggiungerla subito invece che mettersi a leggere

quegli appunti. Eileen era riversa a terra in una pozza di sangue, il suo cuore

batteva ancora ma era molto debole. -Eileen stai bene?!- Le chiese avvicinandosi

per vedere lo stato in cui si trovava. -Cough… cough… aiutami Jake, non voglio

morire- La conosceva appena, ma non potè non rammaricarsi a quelle parole

-Tranquilla sopravvivrai. Ora andiamo a cercare gli altri e usciamo da qui tutti

insie…- -No! Non riesco più a muovere neanche un muscolo… ti prego Jake, ti

chiedo soltanto una cosa- Guardò il ragazzo con occhi imploranti -Cosa?- Chiese lui

tenendola, cercando di non farle male -Salva Henry… ti prego… ti chiedo solo

questo…- Jake guardò la ragazza un po’ titubante -Va bene… lo salverò, ma tu devi

venire con no…- ma venne interrotto da un rumore sordo: era un battito del cuore

di Eileen… l’ultimo. Senza dire una parola si rialzò e fece un passo indietro,

rimanendo a guardarla: era incredibilmente dispiaciuto; l’ultimo desiderio di

Henry era che Eileen si salvasse, ma non si era avverato. Doveva trovare subito

Nessie: non voleva fare la loro stessa fine. -Brutta scena la morte. Vero,

sacramento?- Jake si voltò di scatto per vedere chi avesse parlato: davanti a lui vi

era un uomo con i capelli biondi e lunghi, indossava un impermeabile blu,

ricoperto di sangue. -Sei stato tu?- Chiese con un ringhio -è stato atroce, ma

necessario- Jake ringhiò nuovamente -Dov’è Nessie?! Tu ne sai qualcosa?!- Gridò

fuori di se -La ragazza con i capelli castani? Stai tranquillo , sta bene… per ora-

Jake ringhiò ancora, ancora e ancora; finchè le sue dimensione

crebbero a tal punto da squarciare la maglietta (i pantaloni aveva fatto in tempo a

toglierseli) e la sua pelle si ricoprì di una folta pelliccia arancione. L’uomo davanti a

lui non si scompose -Sei un licantropo… che seccatura- Disse solamente. Era

sicuramente il serial killer di cui si parlava in giro, anche se non capiva cosa lo

collegasse a quel posto. -fatti sotto, botolo di pelo- Gridò aprendo le braccia. Dalle

maniche tirò fuori due pistole e le puntò contro Jake. Il licantropo non cercò

neanche di evitare i proiettili: sicuro che non li avrebbe neanche sentiti. Grosso

errore. Jake sentì una fitta all’altezza del fianco e un rivolo di sangue macchiò il

pavimento: i proiettili, non solo erano andati a segno, ma erano anche entrati

piuttosto in profondità. Dalla sua bocca partì un ringhio di dolore seguito da una

specie di guaito. -Tutto bene cucciolo?- Gli chiese, facendolo incazzare ancora di

più; a quel punto Jake fece un balzò e arrivò alle spalle del killer. L’uomo non fece

in tempo a girarsi che Jake gli saltò alla gola: strappandogliela.  Jake riatterrò sulle

zampe, senza trasformarsi, mentre guardava il corpo dell’uomo accasciarsi a terra.

-Non è stato poi così difficile ora non mi resta che trovare Nessie e  poi…- Ma si

interruppe notando la scena davanti a lui. -Ahahahahah!- L’uomo cominciò a

ridere senza ritegno, mentre si rialzava come se nulla fosse. Si voltò e, Jake ,potè

notare che la ferita alla gola era scomparsa del tutto -Mio caro sacramento, tu non

puoi uccidermi… perché io sono già morto-

 

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Capitolo 10
*** salvataggio all'ultimo momento ***


-Cosa cazzo sei?!- Gridò Jacob al suo avversario. -Non ho voglia di dirtelo, e poi a te

cosa cambierebbe? Tanto tra poco morirai- Gli rispose; puntandogli, nuovamente,

le pistole contro. Nell stesso istante in cui partirono i colpi, Jake si mosse verso

sinistra ma venne colpito ad una zampa. -Ormai se spacciato- Gridò puntandogli la

seconda arma al petto; la ferita non gli permetteva di muoversi 3… 2… 1… BUUM!

Intorno a lui si fece il buio. Era morto? Il proiettile gli aveva trapassato il cuore?

Non riusciva a sentire nulla, il suo corpo era come paralizzato e intorno a lui non

riusciva a scorgere niente.


È stato ritrovato, circa un ora fa, il cadavere di una donna nella stazione

metropolitana di South Ashfield. Grazie alla carta di identità, è stata identificata:

si tratta di Eileen Galvin, 22 anni; la ragazza scomparsa circa due settimane fa

insieme ad Henry Townsheld e Frank Sunderland. Sul corpo della ragazza è stato

trovato, inciso, il seguente codice “17121”…


furono quelle parola a fargli aprire gli occhi. Non era morto, era soltanto svenuto.

Si trovava sdraiato su di una panchina, mentre l’abitacolo, in cui si trovava,

tremava. Si voltò verso la fonte di quelle parole vide una radio abbandonata sul

pavimento. A pochi metri da essa vi era una figura in piedi che lo guardava: era un

bambino, avrà avuto all’incirca 7 anni, aveva dei biondi capelli a caschetto e degli

occhi verde acqua, indossava un maglione a righe nere e bianche e dei jeans. -Tu

chi sei?- Gli chiese Jake, dopo essersi messo in piedi, a quel punto si accorse di

avere i pantaloni ma non la maglietta: segno che lo scontro con quell’uomo non

era stato solo un sogno. -Mi chiamo Walter Sullivan, ti ho salvato appena in

tempo- Rispose, riferendosi al duello. -Come hai fatto a salvarmi?- Gli chiese

nuovamente, rendendosi conto che fosse una cosa alquanto improbabile -quando

sono arrivato, lui se n’era già andato: forse non era interessato ad ucciderti… per

ora- Rimase sorpreso dalle parole del bambino, ma un sobbalzo lo fece distrarre.

-Dove siamo?- Chiese, guardandosi intorno per la prima volta -Siamo sulla

Metropolitana- Ecco perché sembrava che l’abitacolo si stesse muovendo. -Dove è

diretta?- Chiese nuovamente, tralasciando il fatto che una metro non potesse

muoversi senza conducente (cosa cazzo era quel posto?) -è diretta a Silent Hill: più

precisamente all’ospedale Alchemilla!- A quelle parole Jake si illuminò –Per caso è

questo l’ospedale?- Chiese tirando fuori dalla tasca la foto che aveva trovato

prima. -Esatto è proprio quello!- Confermò il piccolo. -Scusami se te lo chiedo, ma

to come fai a sapere queste cose?- Chiese infine, notando che il bambino

sembrasse tutto fuorché un comune bambino -Semplice, io sono nato qui!- Disse

senza aggiungere altro.

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Capitolo 11
*** seconda tappa: ospedale Alchemilla ***


La metro continuò il suo viaggio per una ventina di minuti. Se si fosse trasformato

in lupo sarebbe arrivato molto prima, ma non poteva farlo davanti a Walter: anche

se quel bambino era strano e ed era possibile che lo sapesse già. Finalmente il

mezzo si fermò. -L’ospedale e qui davanti, non ti puoi sbagliare- Gli disse Walter

-tu non vieni?- -No, preferisco aspettarti qui, spero che troverai la persona che

cerchi- Era sempre più convinto che nascondesse qualcosa, ma decise di lasciar

perdere, per ora. -Allora a dopo!- Disse fiondandosi per le scale. Dopo qualche

rampa, raggiunse l’uscita: intorno a lui vi era il buio più totale. Si concentrò

nuovamente e riuscì a mettere a fuoco l’ambiente che gli stava intorno. Davanti a

lui vi era una strada e dall’altra parte c’era l’ospedale. Attraversò la strada

correndo, conscio del fatto che nessuna macchina sarebbe passata, ma si fermò

notando poco distante un negozio di vestiti -Forse potrei prendere in prestito

qualcosa- Pensò. Ruppe la vetrina e prese lo stretto indispensabile, in fondo quella

dimensione era disabitata: lasciò comunque delle banconote sull’asfalto. Prese

delle all stars rosse e una camicia nera. Dopo averle, indossate entrò nel giardino

dell’ospedale: nonostante l’apparenza, era un ospedale molto grande, aveva

quattro piani ed era incredibilmente ampio. Questa città era veramente

inquietante: Nessie mi aveva accennato al fatto che la sua famiglia fosse rimasta

coinvolta in terribili episodi che riguardavano questo posto, in particolar modo suo

zio e sua cugina*. Senza aggiungere altro, entrò dentro la hall dell’edificio: come

sospettava, non c’era nessuno. Nessuno, oltre i mostri. Davanti a lui comparvero

due enormi cani, dello stesso tipo che aveva incontrato nella stazione. Dopo

averne uccisi una decina, senza trasformarsi (non voleva distruggere nuovamente i

vestiti), raggiunse l’ascensore: in  effetti non sapeva neanche cosa cercare. Non

aveva idea di dove fosse Nessie, forse doveva cercare gli appunti di Henry

Townsheld e sperare che lo avrebbero aiutato a trovare il modo per sconfiggere

quell’uomo. Decise di ispezionare di cominciare ispezionando il piano superiore.

Mentre l’ascensore saliva, Jake cominciò ad elaborare un piano per sconfiggere

quel tipo, salvare Nessie e uscire da li: ma non gli venne in mente niente. Continuò

a rimanere concentrato per qualche altro secondo finchè non udì un forte rumore

proveniente dal primo piano: era il rumore di uno sparo, che fosse quell’uomo? Si

chiese Jake. Appena le porte dell’ascensore si aprirono, Jake si fiondò verso

l’origine dello sparo. Svoltò l’angolo e si ritrovò il cadavere di un uccello/mostro a

terra. Davanti alla carcassa, vi era un uomo con in mano una pistola, ancora

fumante. Per un attimo pensò che fosse il serial killer che cercava, ma

avvicinandosi potè notare che non era lui. Era un uomo piuttosto anziano, con la

barba e i capelli bianchi. Appena alzò lo sguardo vero Jacob, gli puntò contro la

pistola: preso dal panico. -Calmo! Non sono un nemico, mi sono perso anch’io,

come te, in questo posto- Disse cercando di calmarlo, conscio del fatto che in quel

momento fosse terrorizzato e fuori di se. L’uomo sembrò calmarsi, infatti abbassò

l’arma e disse con voce dispiaciuta -Scusami, ma ho i nervi a fior di pelle. Piacere

mi chiamo Frank Sunderland-.

*Si riferisce ad Emmett e Alessa: per eventuali chiarimenti, guarda i due titoli precedenti

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Capitolo 12
*** Frank Sunderland ***


-Frank Sunderland?- Chiese Jake mentre l’uomo annuì -Tu sei il vecchio custode,

l’uomo che è scomparso insieme a Henry Townsheld ed Eileen Galvin circa due

settimane fa, il padre di James Sunderland!- Annuì nuovamente ma si fermò

sentendo l’ultima affermazione -Come fai a conoscere James?- Chiese con

espressione confusa -è diventato il nuovo custode di quel palazzo, dato che te sei

scomparso. L’ho conosciuto ieri pomeriggio, quando io e la mia ragazza siamo

andati ad affittare un appartamento: è molto preoccupato per te- A quelle parole,

l’uomo si rabbui. -Comunque sarà meglio uscire da qui; in questo posto, oltre che  i

mostri, gira pure un serial killer: ho avuto la sfortuna di incontrarlo- Frank lo

guardò negli occhi per qualche secondo, poi fece un impercettibile sorriso, un

sorriso amaro -Anch’io lo incontrato, ma non solo qua dentro, anche fuori da

questo posto- Jake rimase sorpreso -Il nome di quell’uomo è Walter Sullivan, la

sua storia non è collegata all’appartamento di South Ashfield Heights solo perché

vi ha compiuto degli omicidi. Quando 40 anni fa, andai a lavorare come custode in

quella serie di appartamenti appena edificati, nell’appartamento in questione vi

abitava la famiglia Sullivan. Erano due coniugi molto poveri; circa 37 anni fa lei

rimase in cinta, a quel punto cominciarono delle liti furibonde tra i due per il fatto

che non avrebbero potuto sfamarlo. Una notte di 36 anni fa, abbandonarono

l’appartamento senza dire nulla; a quel punto decisi di andare a vedere dentro  e

trovai un bambino di poche ore con ancora attaccato il cordone ombelicale: il

signor Sullivan aveva fatto partorire la moglie in casa e poi erano scappati

abbandonandolo. Chiamai subito un ambulanza preoccupato per il piccolo, ma

fortunatamente stava bene. Quella fu la prima e ultima volta che vidi il piccolo

Walter, ma mi tenni informato sui suoi spostamenti. Nei suoi primi anni di vita ha

cambiato molti orfanotrofi, fino a che non lo mandarono alla Wish House*: un

orfanotrofio presente a Silent Hill. Qualche anno dopo venne adottato e per anni

non seppi più nulla di lui. Non so dirti cosa gli successe in quegli anni, e 15 anni fa

cominciarono gli omicidi di Walter Sullivan: meglio noti come “gli omicidi del serial

killer di South Ashfield”.- Aveva avuto molte informazioni, ma queste rivelazioni

gli insinuarono anche due dubbi: Cosa gli è successo? Come mai ha lo stesso nome

di quel bambino che lo aveva salvato prima? In quel momento si ricordò a chi

assomigliasse il bambino: assomigliava proprio al serial killer; avevano gli stessi

occhi, lo stesso colore di capelli e lo stesso sguardo un po’ infantile. Decise di

lasciar perdere per il momento il bambino e di chiedere a Frank un’altra cosa

-Dimmi un ultima cosa, Frank; da quello che mi hai detto, Walter dovrebbe avere

circa 36 anni, ma allora come è possibile che prima, quando lo incontrato, ne

dimostrava poco più di 20? Tu sai come è possibile?- A quel punto il volto del

vecchio custode divenne ancora più tetro, se possibile -Credo di saperlo, anche se

mi sembra tuttora assurdo. In realtà gli omicidi di Walter si sono fermati 11 anni

fa: lui si suicidò- Jake rimase senza parola -Nonostante ciò gli omicidi non si sono

fermati, la polizia ha sempre pensato ad un emulatore e, a dir la verità, fino a poco

fa lo pensavo anch’io. Ma quando ho visto Walter in questa dimensione non ho

avuto più dubbi: è proprio Walter Sullivan e ha lo stesso aspetto di quando aveva

25 anni, cioè al momento della sua morte-.

*la Wish House è l’orfanotrofio da dove è scappata Laura, nella storia precedente (La strega e il mostro)

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Capitolo 13
*** in giro per l'ospedale ***


Quindi la frase che gli aveva detto tu non puoi uccidermi… perché io sono già

morto era vera; in ogni caso l’interrogativo rimaneva: cosa cazzo era? Non poteva

essere un vampiro, altrimenti lo avrebbe notato subito, allora era qualche altra

creatura di cui non conosceva l’esistenza: in fondo li vi erano ogni genere di

mostro. Comunque, qualunque cosa fosse, lo avrebbe costretto a dirgli dove si

trovasse Nessie. -La ringrazio signor Sunderland, mi è stato molto utile. Avrei un

ultima domanda, per caso ha visto Henry Townsheld poggiare una fotografia da

qualche parte?- A quella domanda l’uomo lo guardò stralunato: in effetti era un

po’ fuori luogo -Non saprei dirti, però l’ho visto lasciare qualcosa nell’ufficio del

direttore: perché mi chiedi questo? Lo hai visto per caso?- Gli chiese speranzoso,

probabilmente era in pensiero per quei due poveri ragazzi: anche se li aveva

appena conosciuti, stavano attraversando insieme “l’inferno”. A Jake dispiacque

informarlo della situazione -In realtà ho solo trovato un suo promemoria: Henry

Townsheld è morto da giorni ormai, mentre Eileen Galvin è morto quasi due ore

fa- Non era bello dire certe cose e Jake si maledisse subito anche per il modo in cui

lo aveva detto, senza il minimo tatto. Tra i due calò il silenzio, un silenzio profondo

e imbarazzante; a spezzarlo fu il signor Sunderland -Vieni, ti accompagno

nell’ufficio del primario- Disse con una faccia inespressiva. Jake lo seguì, l’uomo si

incammino per il corridoio dal quale era venuto lui e raggiunse l’ascensore

-L’ufficio si trova al piano terra, andiamo- Disse facendogli cenno di entrare

nell’ascensore. Tornarono al piano di partenza e si diressero verso il corridoio

frontale. In fondo ad esso vi era una porta di legno con una targa in oro -Dottor

Michael Kauffman-. Appena aperta la porta Jake si ritrovò davanti ad uno

spettacolo raccapricciante: anche i muri di quella stanza erano ricoperti di sangue

e ruggine (come il resto dei corridoi) ma la cosa più spaventosa era riversa sulla

scrivania; li vi era lo scheletro marcito di un uomo*. Jake trattenne a stento un

conato di vomito, mentre Frank si voltò da un’altra parte, disgustato. -Scusami, ti

dovevo avvisare prima, su ciò che avresti trovato qui dentro- Disse mortificato

l’uomo. -comunque, credo che quello che cerchi si trovi sulla scrivania- Neanche a

farlo apposta si sarebbe dovuto avvicinare a quello schifo: chi sarà mai stato quel

cadavere? Probabilmente non lo avrebbe mai saputo e talaltro non gli interessava.

Si avvicinò allo scheletro, ma solo quel tanto che bastava per trovare ciò che

cercava: infatti trovò accanto al braccio (o almeno ciò che ne rimaneva) del morto

una pezzo di carta rettangolare. Lo afferrò con non poca riluttanza e si mise ad

esaminarlo.

Memorie di Henry Townsheld. Pagina 2

Per il momento sono ancora vivo, ma non so ancora per quanto ce la farò. Ho

perso di vista Eileen da qualche ora (non oso pensare a ciò che le possa essere

successo), in questo momento mi trovo con il signor Sunderland. Sto cercando di

scoprire qualcosa su Walter Sullivan; da quello che ho scoperto, dopo essere stato

all’orfanotrofio Wish House, è stato adottato da una certa Dahlia Gillespie: una

donna abitante di Silent Hill. È un essere spietato; tra le sue vittime vi sono anche

due gemellini di 6 anni. Da quello che mi ha detto il vecchio custode, Walter è

morto, quindi è riuscito a tornare in vita in qualche modo. Non so cosa sia

diventato ne come abbia fatto, ho recuperato alcuni suoi libri e appunti ma le

uniche cose che ho trovato trattano di “21 sacramenti” e testi riferiti alla “santa

madre”. Approfondirò le ricerche: sempre se non morirò prima.


*si tratta del cadavere di Michael Kauffman: l’uomo morto in “il gigante e la bambina”


 

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Capitolo 14
*** Twin Victims ***


Neanche questo secondo promemoria gli era molto d’aiuto: pazienza, avrebbe

provato con il terzo. Voltò la foto per vedere dove fosse stata scattata: era

raffigurata una grande villa in mezzo al bosco, ma nessun indizio che lasciasse

intendere dove fosse quel posto. Frank si avvicinò anche lui per vedere -Questa è

la Wish House!- Sentenziò sicuro. -Intendi l’orfanotrofio presente a Silent Hill? Sai

come raggiungerlo?- Chiese Jake, forse c’erano ancora delle speranze. -Si trova

poco fuori città: ti accompagno, se vuoi!- Avrebbero preso nuovamente la

metropolitana e avrebbe recuperato il “bambino”: che , talaltro, gli doveva delle

spiegazioni. Infilò la nuova foto in tasca e si diresse con il custode fuori dall’ufficio,

ma… BOOOOOOM!!!! I muri tremarono a tal punto che fecero cadere il signor

Sunderland a terra. -Cosa succede?! È un terremoto?!- Urlò l’uomo in preda al

panico -NO! È come se qualcosa avesse dato un forte colpo dal piano di sotto!-

Rispose sicuro Jake, aveva sentito chiaramente la vibrazione partire dal

pavimento. -Presto usciamo!- Gridò, fiondandosi per i corridoi: qualunque cosa

fosse, era meglio uscire prima che li avesse raggiunti. Arrivò a grande velocità nella

sala di ingresso, seguito dal custode; ma proprio li, un secondo colpo aprì un buco

davanti a loro. Dal cratere uscì un braccio, bianco e secco che afferrò Jake e lo

spinse di sotto. -Jake!- Urlò il signor Sunderland, cercando di afferrargli la mano

prima che “quella cosa” lo trascinasse giù. Purtroppo fu troppo lento e l’arto

sprofondò nuovamente sottoterra portandosi dietro il mezzo-lupo. Jake cadde a

terra rumorosamente; senza dargli il tempo di rialzarsi, la creatura lo colpì

nuovamente facendolo volare contro un muro. In quel momento la luce

proveniente dal piano di sopra colpì l’essere, mostrandone la natura. Poggiava

sulle lunghe e secche braccia bianche (era privo degli arti inferiori), il corpo

enorme e rotondo era ricoperto da una folta pelliccia nera mentre dal collo (o

quello che doveva essere un collo) spuntavano due piccole teste con sembianze

infantili. -È abbastanza grosso, forse è il caso di ritrasformarmi- Disse togliendosi i

vestiti (non voleva rubarne altri) e tornando nuovamente in forma lupo: tanto

Frank Sunderland non lo avrebbe potuto vedere da lì. La creatura emise un verso

simile a delle unghie sfregate su di una lavagna; talmente fastidioso che fece

arricciare il pelo di Jake;  a quel punto il mostro, approfittando della distrazione

dell’avversario, si fiondò su di lui. La creatura aveva una forza pazzesca, tanto che

Jake riuscì a resistere con parecchia fatica al colpo, ma si riprese subito e gli saltò

sulla schiena azzannandolo; la creatura urlò nuovamente, questa volta per il

dolore, ma non si scoraggiò e cominciò ad agitarsi, per far cadere Jake a terra.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Intanto il custode Sunderland cercava di guardare dal buco, creatosi sul

pavimento, ciò che stava succedendo sotto di lui. Sentiva i versi e il rumore dei

colpi, ma non riusciva a vedere niente. Ad un certo punto, però, sentì un piccolo

rumore avvicinarsi: era un rumore di passi, proveniente da dietro di lui. Quando il

rumore si fece vicinissimo, all’improvviso si interruppe: qualcuno era dietro di lui.

-Sei invecchiato, mio caro Frank- Il custode non si voltò neanche, sapeva benissimo

a chi appartenesse quella voce -Anche tu sei cresciuto molto, Walter!-


altra mia storia in corso: a tutto reality efp

Siete pronti per un nuovo reality? Ancora di più se questa volta si svolgerà su una nave?

alcuni dei nostri concorrenti + altri 4 nuovi concorrenti si affronteranno in un reality mai visto

prima d'ora! Da una nazione all'altra, pronti sempre a fare le peggiori sfide! Divisi in "Squali"

e "Delfini" i nostri amici saranno pronti a passare sconvolgenti settimane nell'Oceano 

costretti a stare con i loro peggior nemici! Poi, per chi si è perso qualcosa, non

preoccupatevi: Ci sarà il dopo show di Dalhia_Gwen, condotto da Bleinley e Josh a tenervi

informati su tutto e sempre pronti alla risata! In questofantastico reality voi e ripeto voi potrete

scegliere infine il vincitore! Cosa manca per renderlo perfetto? Ah, è vero! Mancate voi! Cosa

aspettate?

"Clif's story" vi augura: Buona lettura

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Capitolo 15
*** pura innocenza ***


Il pavimento cominciò a ricoprirsi di schizzi rossi: Jake continuava ad azzannare il

mostro, procurandogli ferite profonde; mentre lui si fiondava continuamente

contro il muro, facendo sbattere Jacob. Dopo qualche minuto, in cui i due

continuavano ad attaccarsi nella stessa maniera, Jake decise di ricorrere ad un

trucco: vecchio ma efficace. Quando il mostro fece per caricare per l’ennesima

volta, Jacob saltò giù dalla sua groppa e lo mandò a sbattere contro il muro. La

creatura si accasciò sulla zampa destra, mentre Jake tornò alla carica e gli saltò alla

gola. Dopo qualche minuto e qualche litro di sangue versato, era riuscito a

decapitare la testa del mostro. -Finalmente c’è lo fatta- Sospirò rivestendosi.

Appena finito corse verso le scale per tornare dal custode Sunderland al piano di

sopra. Le ossa si stavano già riaggiustando (merito del DNA di lupo). -Signor

Sunderland! Ecc…- Ma si interruppe vedendo l’uomo accasciato a terra.

Esattamente come Eileen Galvin, era riverso a terra in una pozza di sangue -Brutto

bastardo!- Gridò Jake: aveva capito benissimo chi fosse il colpevole. Notò sul petto

dell’uomo un codice inciso con un arma da taglio “18121” e una lettera accanto. La

afferrò titubante e lesse sul retro “per il sacramento: meglio noto come Jacob

Black” la aprì e ciò che vi trovò lo lasciò di sasso. All’interno c’era una foto di una

ragazza priva di sensi, riversa in un luogo buio e sconosciuto: la cosa peggiore,

però, era che la ragazza sembrava proprio Nessie. Anzi non sembra: era lei, senza

ombra di dubbio. -Amore mio dove sei?!- Cominciò a gridare, perdendo del tutto

la calma. Dove si trovava? Cosa le era successo? Erano questi, gli interrogativi

senza risposta che aleggiavano nella mente del licantropo, in quel momento. Dopo

qualche secondo di paura, capì che non era il momento di piangersi addosso e che

doveva mettersi a cercare Nessie: e l’unica persona che poteva aiutarlo lo stava

aspettando alla stazione della metropolitana. Guardò un ultima volta il corpo del

signor Sunderland (come in segno di saluto) e si diresse a grande velocità verso la

sua meta. Uscì correndo dall’ospedale e si diresse nuovamente alla stazione. Ad

aspettarlo davanti le porte scorrevoli del mezzo, vi era Walter Sullivan; il bambino

che aveva lo stesso nome del serial killer. -Sali subito sulla metro. Mi devi dire

dove si trova l’orfanotrofio Wish House e soprattutto, voglio sapere tu chi sei!- Gli

ordinò con uno sguardo che non ammetteva repliche o bugie: aveva capito

benissimo che quello non fosse un semplice bambino, ma non aveva ancora capito

cosa fosse. -Io sono Walter Sullivan, ho meglio, sono ciò che rimane della sua parte

pura ed innocente. 11 anni fa, Walter, strappò la parte della sua anima che

conteneva bontà perché credeva che lo rendesse debole: quella piccola parte

prese delle forme concrete ed umanoidi… divenne ciò che hai davanti-

Sicuramente, se non avesse saputo già dell’esistenza dei licantropi e dei vampiri

non avrebbe mai creduto a quelle parole: ma a quel punto nulla lo avrebbe

lasciato sorpreso. -Se sei veramente una parte di lui, saprai che cosa ha in mente

di fare e dove ha nascosto Renesmee!- Il ragazzino si intristì -Proprio perché sono

una parte di lui, non posso dirti tutto; cercherò di aiutarti come meglio posso, ma

non posso dirti dove ha portato quella ragazza, mi dispiace- Jake stava per

mettersi a gridare per la rabbia e per la frustrazione, ma venne interrotto da un

rumore sinistro ed inquietante SSSSSSSKKKKKKKKRRRRRRRREEEEEEEKKKKKKK!!!!!!

Era il suono delle ruote che strusciavano sui binari: come se qualcuno avesse tirato

il freno mentre la metro correva a folle velocità. -Cosa sta succedendo?- Chiese

Jake al “piccolo Walter” guardandosi intorno, a quel punto le luci cominciarono a

traballare fino a che si spensero del tutto. -Cosa sta succedendo?!- Ripeté

nuovamente, questa volta più forte. Il bambino si guardò intorno e poi sospirò -Lui

è qui!- Affermò con un forte senso di paura nella voce.

 

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Capitolo 16
*** fermata di emergenza ***


-Ti riferisci a Walter?!- Urlò Jake, cercando di superare il rumore che stava facendo

in quel momento la metro: il bambino annuì. A quel punto il mezzo si fermò del

tutto; Jacob guardò fuori dal finestrino e vide che si trovavano sopra il bosco, su

un ponte posto a 50 metri di altezza. Se fossero stati costretti a saltare, per lui non

sarebbe stato un problema ma non poteva dire la stessa cosa di “Walter Junior”:

minimo si sarebbe sfracellato al suolo. BOOOOOM un colpo fece tremare tutto il

vagone; era stato talmente forte, che per un attimo Jake aveva temuto di

precipitare giù nel dirupo. I due non ebbero il tempo di rialzarsi che una seconda

scossa li fece ricadere a terra -Cosa succede?!- Questa situazione lo avrebbe fatto

uscire di testa. Il bambino si rimise in piedi in fretta e si affacciò al finestrino,

fissando i vagoni di fondo. -Sta facendo esplodere i vagoni!- Gridò spaventato.

Quel bastardo aveva intenzione di ucciderli entrambi. Stava per trasformarsi

quando -Lascia perdere, è tutto inutile! Hai già potuto appurare di non essere alla

sua altezza!- In quel momento si sentì lo scoppio di un altro vagone: tra loro e

Walter ne rimaneva solo uno. -Allora dovremmo morire senza fare nulla?!- Sbottò

infuriato Jacob. -Intendevo dire che per ora non possiamo vincere, ma un modo

c’è. Non posso dirti come fare, ma lo scoprirai se leggerai l’ultimo promemoria di

Henry Townsheld. Lo ha nascosto nella camera 431 dell’orfanotrofio Wish House.

L’orfanotrofio si trova 500 metri a nord dell’ultima fermat…- Venne interrotto

dall’ennesimo rumore di esplosione, l’ultimo scoppio: lui era dietro la porta

-Presto salta!- Senza avere il tempo di capire il senso della frase, Jacob vide il

ragazzino aprire uno dei finestrini: la corrente che entrava era fortissima. -Che

cazzo fai?! Vuoi morire?!- Gridò il mezzo lupo, cercando di fermarlo -o salti oppure

affronti Walter! E se ti interessa salvare la tua amata ti conviene la prima opzione-

Jake tentò di ribattere ma fu nuovamente interrotto dal ragazzino -Eccolo! Sta

arrivando!- Urlò indicandogli la porta del vagone appena inclinata da un pugno.

-SALTA!- Gridò un ultima volta “Walter Junior” prima che la porta si sfondò del

tutto. In un attimo intorno a lui si fece buio. L’aria colpiva violentemente ogni

parte del suo corpo: all’ultimo secondo si era deciso a saltare, da un’altezza di 50

metri. Non capì per quanto tempo rimase sospeso in aria, ma ad un certo punto

sentì i suoi piedi toccare qualcosa che scricchiolava. Era atterrato in piedi su un

letto di foglie in mezzo al bosco. Alzò lo sguardo e vide la carrozza, dove poco

prima si trovava, esplodere: appena in tempo!  A quel punto però si ricordò di una

cosa che lo fece sobbalzare -Walter dove sei?!- Gridò guardandosi intorno, nel

tentativo di trovarlo (il Walter bambino). All’improvviso sentì una voce, ma era

come se provenisse dalla sua testa -Jake sono Walter. Ti sto parlando

telepaticamente, essendo in parte spirito sono in grado di farlo, sto lasciando delle

tracce in modo che LUI segua me; tu intanto vai alla Wish House e recupera il

promemoria- Jake tentò di richiamare la sua attenzione -Walter, aspetta!- Ma

ormai non rispondeva più: doveva essersi allontanato. Ebbe l’impulso di andarlo a

cercare; spirito o no, rimaneva pur sempre un bambino, ma si fermò dando a

Nessie la precedenza. Avrebbe scoperto il modo per sconfiggere Walter Sullivan e

avrebbe salvato sia Nessie che il piccolo Walter: questo almeno era il piano.

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Capitolo 17
*** terza tappa: orfanotrofio Wish House ***


Stava correndo, in forma lupo, per il fitto bosco che costeggiava la città. Si era

tolto i vestiti e aveva usato la cinta per legarseli ad una zampa. Sentiva in torno a

se numerosi versi, non erano di animali ormai aveva capito cosa abitasse in quella

dimensione: erano versi di mostri affamati. Dopo qualche minuto, cominciò a

scorgere una luce in mezzo al buio della foresta, si avvicinò e vide che proveniva

da un edificio: “l’edificio”. Era una villa molto grande, i muri erano di un grazioso

color rosa; aveva circa cinque piani , con una decina di camere per ognuno, le

finestre erano decorate con dei fiorellini e con dei piccoli balconcini. Intorno vi era

un immenso giardino, ben curato, con al centro un’immensa fontana e dei cespugli

di varie forme. In una sola parola: era un luogo sospetto. Un orfanotrofio, così ben

mantenuto, al centro di un bosco, sembrava un enorme paravento per qualche

cosa. Forse era troppo sospettoso, ma giravano strane voci su questo posto, si

diceva che a finanziarlo fosse una strana setta di malati che cercava di inculcare il

proprio credo ai bambini orfani; fino a poco fa credeva fosse solo una diceria; ma

vedendo cosa era diventato uno dei bambini che vi abitava, stava cominciando a

cambiare idea. Si ritrasformò nuovamente e si rivestì più in fretta che potè:

intorno a lui vi era il più assoluto silenzio. Si avvicinò all’enorme porta di legno,

anch’essa incredibilmente curata, e la aprì con estrema delicatezza. L’interno era

l’esatto opposto dell’esterno: l’ingresso era enorme e spazioso, con enormi scale

in marmo che conducevano ai dormitori; insomma, sarebbe stato fantastico se

non colasse d’ovunque del sangue e i muri non fossero ricoperti dalla solita

ruggine. A rompere quell’atmosfera di silenzio fu un fastidiosissimo verso

proveniente da dietro la porta, la stessa che Jake aveva appena passato. Quel

suono gli ricordò incredibilmente il verso della creatura che aveva incontrato

nell’ospedale: ma questo non era possibile, perché gli aveva staccato la testa. Ma

la sua sicurezza crollò, quando la creatura in questione sfondò la porta parandosi

davanti al licantropo: in quel momento si ricordò che il mostro aveva due teste e

lui gliene aveva staccata solo una -Rimedio subito!- Affermò spavaldo,

ritrasformandosi nuovamente in lupo. La creatura era ricoperta di lividi (a causa

del colpo che aveva subito prima) e aveva un enorme buco grondante di sangue

(ciò che rimaneva di uno dei due colli) così indebolita sarebbe stato semplice. Il

mostro tentò di afferrarlo con una delle due zampe; ma questo fu uno svantaggio,

perché dovete passare tutto il peso del suo corpo su di un unico arto. Jake riuscì a

schivare l’arto e si fiondò sull’altro, strappandoglielo e facendolo cadere in terra.

Ormai non era più in grado di rialzarsi e tentò di difendersi con la zampa

rimastagli, non era più in grado neanche di girarsi: sarebbe bastato aggirarlo e

avrebbe avuto tutto il tempo di ucciderlo, senza che la creatura potesse fare

niente.

 

angolo autore

chiedo scusa in anticipo per la scarsa lunghezza dei capitoli.
mi farò perdonare cercandodi rendere frequenti gli aggiornamenti.
sto creando una pagina facebook  riguardante la mia serie:
il nome è "twilight silent hill efp". Bye-Bye

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Capitolo 18
*** la stanza di Walter Sullivan ***


Il mostro fece un ultimo disperato tentativo di colpirlo con la zampa rimastagli, ma

Jake evitò tutti i colpi senza alcun problema. A quel punto decise di porre fine alla

sfida, fece un balzo laterale e azzannò un fianco della creatura. Essa cominciò a

gridare per il dolore, ma Jacob non allentò minimamente la presa e le fece un

profondo squarcio. A quel punto balzò sulla testa rimastale e gliela staccò di netto.

La creatura, senza il minimo rumore, si accasciò a terra e ricoprì il pavimento di

sangue nero. -ORA è morto!- Disse Jacob tornando nuovamente umano, ma in

quel momento non poteva perdere tempo, doveva assolutamente trovare Nessie e

l’unico modo per farlo era leggere gli ultimi appunti lasciati da Henry Townsheld.

Si diresse lungo le scale di marmo per raggiungere il piano superiore: la stanza in

questione era la 431, perciò doveva arrivare al quarto piano. Superò il primo, poi il

secondo e poi il terzo; più saliva e più i piani diventavano grotteschi e

raccapriccianti. Il quarto era a dir poco inquietante: l’intonaco dei muri era

completamente a terra, lasciando scoperto una parete piena di sangue (quasi

fosse fatta di carne) e il buio che ricopriva i corridoi era ancora più profondo delle

altre volte. Un po’ a fatica, riuscì ad orientarsi e a dirigersi verso il corridoio giusto;

superò una decina di stanze finchè non  si fermò davanti la porta con su scritto il

numero giusto. la stanza era piuttosto piccola, ma anche graziosa: vi erano due

lettini con delle coperte celesti e, accanto ad essi, dei comodini in legno; notò

subito che c’era qualcosa di strano, era l’unica stanza “normale” di tutto

l’orfanotrofio. Si avvicinò al cassetto notando una foto poggiata su di esso, ma

quando la prese in mano si accorse che non era ciò stava cercando. La foto era

molto vecchia, mentre Henry era rimasto intrappolato in quella dimensione

neanche 2 settimane prima, perciò non poteva averla scattata lui. Nonostante ciò,

decise ugualmente di esaminarla; la fotografia ritraeva una ventina di bambini in

fila, davanti l’obiettivo. Tra di essi Jake riuscì a scorgere Walter (fu facile, dato che

conosceva già il suo aspetto da bambino), era imbarazzato e teneva  lo sguardo

basso; accanto a lui vi era un bambino di poco più piccolo di lui: aveva dei grandi e

tondi occhiali da vista ed era intento a tenergli la mano. Sul retro della fotografia

vi era una firma infantile che diceva “Walt e Vinc: amici per sempre” quella doveva

essere la vecchia cameretta di Walter Sullivan; ma nonostante se ne fosse andato

da molti anni, le sue cose erano rimaste lì: probabilmente, essendo quella una

dimensione creata da lui, le cose assumevano la forma dei suoi ricordi. Comunque

quello non era il momento per riflettere su certe cose: doveva trovare il messaggio

di Henry e con esso avrebbe trovato il modo per fermare Walter Sullivan.


 

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Capitolo 19
*** fermalo! ***


Cominciò a cercare per la stanza: a terra vi erano numerosi giocattoli sparsi;

probabilmente, in quella stanza dormivano Walter ed il suo amico Vinc. Dopo aver

cercato in entrambi i cassetti, pensò di guardare sotto il materasso: li vi trovò dei

disegni (fatti, probabilmente, da Walter) e una foto. Era riuscito a distinguerla dai

fogli, con non poca difficoltà. La prese in mano e notò che era completamente

nera, cosa aveva scattato? Comunque la cosa più importante erano gli appunti. La

girò e lesse.

Memorie di Henry Townsheld. Pagina 3

Alla fine mettermi ad indagare ha dato i suoi frutti: ho fatto due importantissimi

Scoperte, leggendo il libro sui “21 sacramenti”. La prima e che Walter non è

realmente morto: ha solo diviso il suo spirito dal suo corpo; quello che ho

incontrato in questo luogo era la sua anima, per questo non è possibile ferirlo ne,

tanto meno, ucciderlo. L’unico modo per fermarlo è trovare il suo corpo, staccargli

la testa e bruciarlo; purtroppo non so dove sia e in ogni caso non sono in grado di

affrontare i mostri che si stanno riversando per le strade. In ogni caso è necessario

fermarlo: sulla precedente vittima hanno trovato il seguente codice “15121” (Il

promemoria non è aggiornato) ho capito che in realtà è un errore di grafia; quello

non è un “1” ma un “/” perciò c’è scritto “15/21”, ha completato 15 dei 21

sacramenti. Non so se quello che c’è scritto sul libro sia vero, ma in tal caso non

deve assolutamente completarli. Che tu sia Eileen, oppure il signor Sunderland o

chiunque altro… ti prego: FERMALO!

Ma come? Certo! Doveva trovare la tomba di Walter Sullivan e bruciarne i resti.

Però in quel caso non avrebbe mai scoperto dove si trovasse Nessie; forse dopo

aver trovato la tomba lo dovrebbe ricattare e fargli dire dove fosse Renesmee, e

solo dopo, bruciarla. In ogni caso doveva trovare prima la tomba e poi avrebbe

deciso cosa fosse meglio fare. Non fece in tempo a formulare nessun altro

pensiero che il soffitto cominciò a crollare e il terreno tremò: cos’altro ancora

stava succedendo? Subito cominciò a correre prima di rimanere sepolto dalle

macerie. Uscì di corsa dalla Wish House, appena prima che l’edificio crollasse: dato

che questa era una realtà alternativa doveva essere stato sicuramente Walter a

farlo crollare, forse nel tentativo di rallentarlo.  Lasciò perdere le sue congetture

per dirigersi verso Walter Junior: sicuramente lui sapeva dove fosse sepolto il

corpo del suo “se stesso”. A passo da lupo, cominciò a correre per il bosco:

intendeva raggiungere la città e tentare di trovare Walter telepaticamente (come

aveva fatto lui prima). Saltò l’ultimo arbusto e si ritrovò nell’asfalto buio e

macabro; era lontano dall’ospedale, ma non riusciva a sapere dove fosse con

precisione. “Walter mi senti?” Pensò Jake, tentando di rintracciarlo “Anf… anf…

Jake, mi trovo a Lindsey Street… anf… stai atte… ZACK… AARRGGHH!!” Dopodiché

calò il silenzio: cosa cazzo era successo?! Perché Walter era agitato e come mai alla

fine aveva urlato? Gli era successo qualcosa di brutto? Senza pensarci, si avvicinò a

una fermata del bus e vi lesse le strade. Neely street… Sanders street… Lindsey

street! Eccola!
 

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Capitolo 20
*** quarta e ultima tappa: catacombe di Silent Hill ***


Più veloce della luce, cominciò a sfrecciare per le strade della città: aveva

memorizzato le indicazione per paura di perdersi. Ormai mancava poco, bastava

che svoltasse l’ultimo angolo e si sarebbe ritrovato a Lindsey Street, eppure aveva

paura di arrivare; temeva di sapere cosa avrebbe trovato. I suoi dubbi ebbero

subito conferma: al centro della strada vi era un piccolo corpo rannicchiato, poco

illuminato . si avvicinò per essere sicuro che fosse proprio lui, e rimase senza

parole quando le sue paure si fecero concrete. Walter (si riferisce, nuovamente, al

Walter bambino) stava a terra con il corpo ricoperto di lividi e tagli: accanto a lui,

scritto con il sangue, vi era un nuovo codice “19121” anzi “19/21”. -Walter, tutto

bene?!- Chiese Jake, prendendo delicatamente il piccolo tra le braccia -Cough… mi

ha ucciso Cough… è arrivato ad uccidere la sua parte buona perché la riteneva

inutile Cough…-ad ogni colpo di tosse, gli usciva un rivolo di sangue dalla gola

-Walter tu sai dove è sepolto il “tuo” corpo? Ti prego dimmelo!- Il bambino si

schiarì la voce, con un certo sforzo, e disse -è sepolto nel cimitero sotterraneo di

Silent Hill: in via Nathan Ave- il corpo del piccolo cominciò a tremare e poi si

illuminò. Jake sgranò gli occhi -Non ti preoccupare, io sono uno spirito, sto

solamente ascendendo in cielo: aspettando che “il resto di me” mi raggiunga- A

quel punto il corpo del piccolo scomparve in una sfera di luce “Spero che tu riesca

a salvarla… addio Jake” furono le parole che Jacob sentì disperdersi nell’ aria. Non

era riuscito a salvare neanche lui, ma Nessie l’avrebbe salvata: non avrebbe mai

permesso che quel bastardo le facesse del male. Stava per andarsene, quando vide

a terra una piccola collanina: doveva essere di Walter Junior, la raccolse e se la

mise in tasca. Si ritrasformò nuovamente in lupo e si diresse verso la sua ultima

meta: il cimitero di Silent Hill. Numerosi mostri sbucarono dai vicoli adiacenti alle

strade: cani mostruosi, uccelli demoniaci e lombrichi giganti. Riuscì ad evitarli tutti

e raggiunse la sua meta, o almeno quella che doveva esserlo. Di fronte a lui vi era

un edificio che aveva tutta l’aria di un museo. -Ma dove cazzo è quel cimitero?!-

cominciò a distruggere tutto l’interno dell’edificio, per la frustrazione. Appena

riuscì a recuperare un minimo di calma, si accorse di aver completamente

demolito l’intero museo: quadri e vasi antichi erano ridotti in pezzi mentre le

statue le aveva completamente sbriciolate, persino alcuni muri erano crollati.

Tornò nuovamente umano e si accasciò a terra, in una pozza di sudore; era

esausto, sia fisicamente che mentalmente, non sapeva più cosa fare. Stava per

cadere nella più totale disperazione quando… -Cosa diavolo è?- Da dietro il muro

crollato, intravide qualcosa; si avvicinò e potè notare una stanza nascosta, con una

specie di pozzo al centro -Forse è l’entrata per il cimitero, per esserne sicuro devo

verificare- detto questo, saltò nell’ignoto.
 

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Capitolo 21
*** in fondo al tunnel ***


Atterrò dentro un tunnel umido e zuppo. L’unico rumore che si sentiva intorno  lui

erano le piccole gocce che cadevano dal soffitto; andando a tentoni cominciò a

percorrere lo stretto cunicolo: ignaro di cosa lo avrebbe aspettato alla fine. Dopo

diversi metri, il corridoio si fece più ampio e sui muri vi era delle torce accese;

sembrava una caverna. Continuò a camminare, finchè non si ritrovò dentro

un’ampia sala: intorno a lui vi erano diverse celle, forse quella era la vecchia

prigione e Walter era stato seppellito nel cimitero insieme agli altri detenuti.

Cominciò a girare alla cieca, in cerca del cimitero, ma quel luogo era un vero e

proprio labirinto: le celle erano tutte uguali, per non parlare dei corridoi, erano

tutti grigi e tetri. Senza darsi per vinto, continuò a cercare finchè non giunse

davanti a una porta di marmo con incisa davanti una croce. Sicuramente era

l’accesso per il cimitero, senza pensarci si trasformò nuovamente in lupo e balzò

sulla porta per sfondarla, ma l’unico risultato fu farle una crepa, una crepa che si

rimarginò subito. Lasciò perdere la forma in lupo e pensò ad un modo di aprirla; si

avvicinò di più la porta e si mise a fissare la serratura: aveva una forma piuttosto

bizzarra, assomigliava vagamente ad un grifone (che fantasia), eppure era sicuro di

aver già visto qualcosa del genere. ci pensò ed ebbe l’illuminazione: aveva la

stessa forma del ciondolo che gli aveva lasciato Walter Junior. Si mise a frugare

nella tasca dei pantaloni e tirò fuori l’oggetto in questione. Lo avvicinò alla

rientranza e potè notare che avevano la stessa identica forma; con molta

delicatezza infilò l’oggetto nella serratura, subito sentì un rumore TLACK! Afferrò

la maniglia e notò con sollievo che la porta si era aperta. Tentò di entrare, ma si

fermò guardando in basso: al posto del pavimento vi era un enorme strapiombo

senza fondo. Jake tornò indietro ed afferrò una torcia, si rimise davanti il precipizio

e ci lanciò l’oggetto: usando la luce della torcia, voleva vedere quanto fosse

profondo. La torcia cadde velocemente nel buco, finchè la luce non scomparve…

era un “tantino” alta, ma per lui non era importante. Si posizionò, questa volta

senza trasformarsi, e saltò giù nel buio. Provò ad atterrare in piedi, ma la strana

forma del pavimento non glielo permise. Dopo essersi rialzato (era caduto di

chiappe) cercò di vedere l’ambiente attorno a lui: purtroppo però non riusciva a

scorgere niente, neanche con i suoi sensi da lupo. Provò a tastare per terra e notò

che il pavimento era ricoperto da oggetti di varie forme e dimensioni, l’unica cosa

che li accomunava era la loro durezza. FLASH! L’accendersi delle luci, mostrò a

Jacob l’ambiente circostante. Era finito dentro un enorme stanza: il soffitto era a

cupola, il pavimento era ricoperto di croci e, solo in quel momento, Jake capì cosa

fossero gli oggetti che ricoprivano terra… Ossa! Intorno a lui era pieno di resti

umani. Alzò lo sguardo nel tentativo di scacciare quelle macabri visioni e per

scoprire chi avesse acceso la luce; intravide, a quel punto, una lapide posta più

distante dalle altre, con un corpo riverso sopra. Sulla lapide vi era scritto “Walter

Sullivan” ma in quel momento la sua attenzione era tutta concentrata sul corpo

Immobile. Era stramaledettamente famigliare e, anche se tentava in tutti i modi di

non pensarci, era la fotocopia di… fece qualche passo in avanti, titubante, e cercò

di scorgere meglio il viso di quella persona. -NESSIE!!!- Era proprio lei, era ancora

viva? Senza pensarci due volte, cominciò a correre verso la sua amata ma… BANG

un proiettile schizzato proprio davanti il suo naso, lo fece fermare. -Tranquillo 

Sacramento Jacob Black, è ancora viva!- Dall’ombra uscì l’uomo che aveva acceso

la luce e l’artefice ci tutto quello che stava accadendo lì: Walter Sullivan. -Ora

calmati, è soltanto svenuta. Fino a che un ultimo tassello non andrà al suo posto,

non la ucciderò- Sghignazzò sadico. Jake ruggì privo, ormai, del benché minimo

controllo -Cosa cazzo vuoi?! A cosa ti serviamo noi?! Spiegamelo!- Ruggì tremante;

stava per perdere il controllo, ancora un po’ e si sarebbe trasformato senza

volerlo: non gli era mai successa una cosa del genere, neanche quando era

giovane, neanche quando era intenzionato a proteggere Bella. Walter per la prima

volta, perse il suo sorriso sadico e inquietante e disse -Va bene, tanto tu tra poco

non ci sarai più, ti racconterò la mia storia…-

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Capitolo 22
*** Walter Sullivan ***


Walter si mise, con passi lenti e regolari, tra Jake e la sua tomba -Non ricordo

praticamente nulla del mio primo anno di vita, i miei ricordi cominciano da quando

avevo circa un anno: cioè quando mi hanno trasferito all’orfanotrofio Wish House.

Li il direttore, Gimmy Stone, insieme ai suoi sottoposti ci inculcarono gli

insegnamenti della loro fede: la religione dell’Ordine. Se ti opponevi in qualche

modo, venivi severamente e barbaramente punito; nonostante ciò, all’epoca a  me

non interessava proprio nulla di tutte quelle cosa; oltre a me c’era anche il mio

compagno di stanza che era refrattario alla loro fede: aveva circa due anni in meno

di me, lo conobbi a quattro anni; ci chiamavamo per diminutivi, lui mi chiamava

Walt, mentre io lo chiamavo Vinc, anche se il suo nome completo in realtà era

Vincent Smith*1. A cinque anni venni adottato da una sacerdotessa della setta,

quella fu l’ultima volta che vidi la Wish House e Vinc. La donna, in questione, si

chiamava Dahlia Gillespie*2 e fu per me la persona che si avvicinava di più ad una

madre. Dalla Wish House, andai a vivere nella cattedrale nascosta della setta di

Silent Hill, li mia “madre” mi andava a trovare praticamente ogni giorno. Mi

Raccontava un sacco di cosa, scoprii di avere una sorellastra*3, ma le cose di cui

mi parlava di più riguardavano la loro religione. A differenza delle volte precedenti

mi applicai per recepire quegli insegnamenti, più per amore verso di lei che per

altro. Mi spiegò che lei credeva in un Dio, una Santa Madre*4 che avrebbe

portato il paradiso nel mondo. Imparai a memoria tutto quanto, in special modo il

passo dei 21 sacramenti, ma non mi interessava più di tanto: non mi serviva niente

dal loro Dio, io avevo già una mamma che mi voleva bene. Purtroppo però in un

mondo orrendo come questo, le cose belle durano poco; scoprii questa cosa a

sette anni, quando mi avvisarono che mia madre era stata uccisa. A quel punto

venni affidato, insieme ad una bambina di nome Claudia Wolf*5, agli

insegnamenti di Leonard Wolf*6(il padre di Claudia) e a Gimmy Stone. Dato che

mia madre Dahlia aveva fallito nel tentativo di far rinascere il dio, decisero di

affidare il lavoro a due giovani e promettenti talenti. Noi. Devi sapere che esistono

due modi per far rinascere la Santa Donna, o trovare un incubatrice idonea,

oppure completare il rito dei 21 sacramenti. Da quel giorno Claudia venne

addestrata da suo padre Leonard ad espandere i suoi poteri psichici, nel caso gli

fossero tornati utili per trovare e catturare l’incubratrice; io invece venni

addestrato da Gimmy Stone per sradicare i sentimenti inutili  come i sensi di colpa,

nel caso avessi titubato davanti ad una vittima, in questo modo nacque quello che

tu chiami Walter Junior. Dopo diversi anni, quei due erano riusciti ad addestrarci

come si deve, forse fin troppo: Claudia usò la sua nuova carica di sacerdotessa per

fare rinchiudere in manicomio il padre, mentre io uccisi Gimmy Stone, dando così

via al primo sacramento. Dopo qualche anno mi resi conto che, pur addestrato, un

semplice uomo non avrebbe mai potuto ambire a far rinascere Dio; così decisi di

usare il rito letto nel libro dei 21 sacramenti e divisi la mia anima dal mio corpo; in

questo modo diventai immortale, feci credere alle persone che fossi morto ed ebbi

una minima parte del potere della Santa Donna: il controllo sulla dimensione

demoniaca dell’Otherworld*7.- Finito di parlare tirò nuovamente fuori le pistole e

le puntò su Jake -Gimmy Stone, il primo sacramento; Bobby Randholf, il secondo

sacramento; Sein Martin, il terzo sacramento;  Steve Garland, il quarto

sacramento; Rick Albert, il quinto sacramento; George Rosten, il sesto sacramento;

Billy e Miriam Locane, il settimo e l’ottavo sacramento; William Gregory, il nono

sacramento; Erik Walsh, il decimo sacramento; il mio corpo in carne ed ossa,

l’undicesimo sacramento; Peter Walls, il dodicesimo sacramento; Sharon Blake, il

tredicesimo sacramento; Toby Archbolt, il quattordicesimo sacramento; Joseph

Schreiber, il quindicesimo sacramento; Henry Townsheld, il sedicesimo

sacramento; Eileen Galvin, il diciassettesimo sacramento; Frank Sunderland  e

Walter Junior il diciannovesimo sacramento… benvenuti miei cari, tu sei il

ventesimo e lei il ventunesimo sacramento: preparatevi ad essere sacrificati!-



*1 personaggio della storia “la strega e il mostro”

*2 antagonista della storia “il gigante e la bambina”

*3 coprotagonista della storia “il gigante e la bambina”

*4 sta parlando del dio Samuel. Walter ha scambiato la Santa Madre per la madre vera.

*5 antagonista della storia “la strega e il mostro”

*6 personaggio della storia “la strega e il mostro”

*7 la dimensione che Jake sta attraversando.

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Capitolo 23
*** duello nelle catacombe ***


Ormai giunto a limite, Jake si ritrasformò senza tener conto degli abiti che aveva

indosso. era giunto il momento! Doveva uccidere Walter una volta per tutte,

anche se non era facile: l’unico modo per sconfiggerlo era distruggere i suoi resti in

carne ed ossa, ma quei resti erano protetti dal Walter fortissimo ed immortale.

Senza preavviso il killer puntò le due armi sull’avversario e fece fuoco, ma Jacob

aveva capito lo spirito scorretto dell’avversario, infatti non si fece prendere alla

sprovvista e lo aggirò. Walter capì le intenzioni del lupo e tentò di frapporsi tra lui

e la tomba; ma seppur più forte, Jake era più veloce: non avrebbe potuto fermarlo.

fece per balzare sulla lapide (Nessie era leggermente più in la, in questo modo non

avrebbe corso il rischio di ferirla) quando una forza misteriosa lo trattenne e lo

scaraventò lontano. Nel giro di un secondo tornò in piedi e si accorse di due

presenze estranee: erano due persone, entrambe con una carnagione pallida, la

prima era una ragazza piuttosto giovane, con una magliettina rosa, il secondo era

un uomo di età avanzata, con i capelli e la barba bianca. Quei due gli ricordavano

qualcuno e quando i loro occhi si incontrarono ne ebbe la conferma -Eileen!

Signor Sunderland!- I due si misero davanti a Walter per fargli da scudo, mentre

guardarono Jake con occhi vitrei. -Sono in grado di catturare le anime di chi è

morto nel mio Otherworld e trasformarle in fantasmi sotto i miei comandi-

Rispose alle sue domande mentali, indicandogli i due al suo fianco. A quelle parole

, Jake fece un verso che significava “Ti pentirai di usare i morti come armi: tra poco

capirai come ci si sente ad essere come loro” Detto questo Jake partì nuovamente

all’attacco. Eileen e il Frank Sunderland gli andarono addosso ma, fantasmi o no, li

fece letteralmente sbalzare via, poi con passo felino balzò a pochi metri dal suo

avversario e… BANG! -Ti sei dimenticato che anchio sono in grado di attaccare?-

Jake cadde a terra sanguinante: gli aveva sparato ad una zampa. Tentò di rialzarsi

ma venne fermato da numerose braccia che lo inchiodarono a terra; con un po’ di

fatica riuscì a guardarsi intorno e si accorse che il numero di fantasmi-burattini era

aumentato -Spero che non ti dispiaccia, ho deciso di invitare qualche altro amico-

Sghignazzò sarcastico. Intorno a lui vi erano tutte le vittime degli omicidi di quel

folle, vittime che ora erano diventati carnefici. -Sei pronto a diventare il ventesimo

sacramento, Jacob Black?- Fece per avvicinarsi a lui con la pistola puntata sul suo

cuore, ma un forte rumore dietro di lui lo fece voltare: qualcuno aveva distrutto la

sua tomba. -Tu invece sei pronto a morire, brutto stronzo?!- Sghignazzò Nessie

tenendo un fiammifero sospeso sulla salma del diretto interessato -Ti ringrazio per

aver perso tempo a parlare della tua vita, in questo modo mi hai dato il tempo di

riprendermi- Approfittando di questo attimo di distrazione, Jake si liberò e saltò

addosso a Walter: in questo modo lo avrebbe tenuto occupato anche se non

avrebbe potuto dargli il colpo di grazia. A quel punto Renesmee lanciò il

fiammifero sul corpo -NOOOOOOO!!!!!!- Urlò, disperato per la prima volta,

Walter. La tomba prese fuoco come per magia, tra le urla del killer; -Abbiamo

bruciato la tomba, perché non muore?!- Chiese frustrato Jake, notando che Walter

non accennasse a scomparire -Finchè il mio corpo non viene corroso del tutto,

posso rimanere ancora in vita… e state certi che userò i secondi che mi restano per

uccidervi!- Puntò la pistola al cuore di Nessie; durò tutto un attimo: lo scatto di

Jake che si frappose tra Nessie e Walter, il rumore del colpo e poi il buio…

Questa mattina è stato trovato il corpo di un uomo all’ospedale Alchemilla di

Silent Hill, la vittima sembra essere Frank Sunderland, il vecchio custode

scomparso a South Ashfield. Non molto distante sono state rinvenuti altre due

persone: Renesmee Cullen e Jacob Black: la prima è stata ritrovata priva di sensi

ma senza ferite gravi, mentre il secondo… riversava in condizioni critiche, ma ora è

fuori pericolo. I due sono stati trasferiti all’ospedale di Forks.

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Capitolo 24
*** la sorpresa ***


-Jake… Jake… Jake… JAKE!!!- L’urlo lo costrinse ad aprire gli occhi, fu difficile per lui

mettere a fuoco, probabilmente aveva tenuto gli occhi chiusi per parecchio tempo.

Dopo qualche secondo riuscì a distinguere le immagini sfuocate che gli si paravano

davanti, era in una piccola stanza con le pareti bianche, alla sua destra vi era una

flebo collegata al braccio invece alla sinistra vi era seduta Nessie, aveva un sorriso

a trentadue denti e le lacrime agli occhi. -Jake, mio dio stai, bene!- Urlò

fiondandosi tra le sue braccia, lui dopo un primo momento di confusione ricambiò

l’abbraccio -Dai Nessie non piangere, lo sai che non mi piace vederti così e poi non

c’è ne bisogno, io sto bene- La ragazza sciolse l’abbraccio e si asciugò il viso

-veramente tesoro, sei rimasto in uno stato di come per tre giorni- A quelle parole,

Jake sgranò gli occhi: aveva dormito per 3 giorni?! Ma cosa era successo intanto a

Nessie?! E Walter che fine aveva fatto?! Renesmee, come se gli avesse appena

letto nel pensiero gli rispose -Dopo che mi hai fatto da scudo, e di questo dopo

dovremmo parlare, Walter a cercato di darti il colpo di grazia, ma fortunatamente

il suo corpo era stato del tutto consumato dalle fiamme, così Walter è scomparso

insieme al resto dei fantasmi- Finì di raccontare lei. A quel punto Jake si guardò

intorno per la prima volta: sembrava proprio la stanza di un ospedale, ma non

riusciva a capire dove fosse con precisione -Dove mi trovo?- chiese nuovamente lui

con un filo di voce. Nessie prese velocemente dal comodino un bicchiere d’acqua e

glielo porse -Appena fuori pericolo, la mia famiglia è riuscita a farci trasferire

nell’ospedale di Forks: sia loro che il branco sono qua fuori- -Cosa intendi per

“farci”?- -Tranquillo sto bene, ho dovuto stare soltanto un po’ a riposo- Disse

tranquillizzandolo. -Comunque alla fine ho deciso di comprare l’appartamento- Se

ne uscì lasciando il compagno senza parola -Tranquillo, non intendo abitarci, ma in

questo modo nessun’altro rischierà la vita, entrando dentro il portale nel bagno-

-Per un attimo ho temuto che fossi impazzita, hai fatto bene ha comprarla, ma ora

dovremo tornare  a vivere alle nostre precedenti abitazioni- Sul viso di Nessie ci fu

una serie di espressioni ed emozioni differenti: prima mise il broncio per il primo

commento del ragazzo ma poi si sciolse in un sorriso -Per quanto riguarda quello,

aspetta di finire la convalescenza e avrai una bella sorpresa- Non ebbe il tempo di

chiedere a cosa si riferisse che dalla porta entrarono tutto il brando al completo e

James Sunderland: Il figlio del vecchio Frank nonché nuovo custode degli

appartamenti di a South Ashfield. Era stato proprio quest’ultimo a dare l’allarme

notando la sparizione di Jake e Nessie: a Jake dispiacque molto per lui, non era

riuscito a salvare suo padre mentre lui aveva fatto tutto il possibile per aiutarlo.

Nonostante ciò era venuto perché era preoccupato per la sua salute, e Jake non

potè che ringraziarlo.


Due giorni dopo…

-Nessie, ora posso aprire gli occhi?- Appena uscito dall’ospedale, Nessie aveva

portato Jake fuori città per la sorpresa. -Ecco ora puoi aprirli- Senza farselo

ripetere due volte, Jake eseguì “l’ordine” e rimase a bocca aperta. Davanti a lui vi

era una villa, anzi, una reggia circondata dal bosco: era di un colore panna, con il

tetto rosso, in confronto la Wish House sembrava una baracca. -Ti piace?- Chiese

Renesmee aprendo la porta. -è enorme! Mi piace un sacco, era questa cosa che mi

volevi dire la settimana scorsa?- -No, la casa l’ho comprata solo l’altro giorno, la

cosa che volevo dirti è molto più importante- A quelle parole Jake cominciò a

preoccuparsi: cosa gli voleva dire? Era una cosa grave? Nessie lo fece sedere sul

divano, accanto a lei -Jake tu mi ami?- Che domanda gli faceva? -Certo tesoro, non

potrei immaginare neanche un attimo senza di te; sono quasi morto quando

Walter ti aveva rapito: voglio vivere con te per il resto dell’eternità, noi due per

sempre- A Nessie si illuminarono gli occhi -E se per caso fossimo in tre?- Gli

sussurrò all’orecchio. Gli ci volle un po’ al licantropo per assimilare la frase -Ne…

Nes… Nessie tu se… sei in…- -Si Jacob… sono INCINTA!-

 

Eccoci finalmente giunti anche alla fine di questa storia. Scusate il ritardo ma nell'ultimo

periodo mi sono dedicato alla realizzazione di un altra mia storia. ringrazio tutti coloro 

che hanno seguito la mia storia, Leo e Cinthya Brandon che hanno recensito alcuni 

capitoli e ancora una volta ringrazio in modo particolare serve. ci risentiamo nella

prossima storia. Bye-Bye

 

le storie:
-il gigante e la bambina (conclusa)
-la strega e il mostro (conclusa)
-la strega e il mostro: missing moments (conclusa)
-il lupo e il killer (conclusa)
-il lupo e il killer: missing moments (in corso)
-il vampiro e il viaggio (in lavorazione)

 

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