Nightmare

di svampeeta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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Capitolo 1
Le tre di notte. La maglietta di George era madida di sudore. Si svegliò di soprassalto e si rese conto di non trovarsi nel suo letto, bensì in piedi, davanti alla porta della sua stanza, con la mano appoggiata sulla maniglia. La ritrasse, indietreggiò, fino a raggiungere il muro e vi si appoggiò.
Scivolò lentamente verso il pavimento freddo e si prese la testa fra le mani. Cosa gli stava succedendo? Questa cosa andava avanti ormai da settimane: ogni notte faceva sempre lo stesso sogno, si svegliava sempre alla stessa ora e sempre nello stesso posto.
Prese la giacca di pelle dalla sedia, si infilò le scarpe e uscì di casa deciso a scoprire cosa ci fosse dietro quegli incubi.
Era una notte di marzo, il vento soffiava leggero a Bristol e faceva muovere le foglie sugli alberi, le quali emettevano un fruscio, quasi un sussurro, come se volessero dire qualcosa.
George camminava a passo svelto lungo la strada. Tutto taceva, a malapena si percepiva il rumore prodotto dalle scarpe sulla strada.
Raggiunse presto la casa di suo zio John. Un uomo sulla trentina, capelli corti castani e occhi scuri. Era alto e muscoloso. Era come un secondo padre, dopo che il suo si era allontanato da casa, sette anni prima. Si chiamava Paul. Non aveva lasciato neanche un biglietto, tutte le sue cose erano ancora in ordine, niente mancava all'appello. Si era recato in ufficio, un tardo pomeriggio e non era più tornato. Inizialmente si pensava si trattasse di un rapimento o di un allontanamento volontario, ma dopo mesi di ricerca non si era trovato niente di lui. Scomparso nel nulla, quasi evaporato.
Così George viveva con sua madre Jade, che non parlava mai di Paul. Le uniche cose che diceva erano: "Non fargliene una colpa, ha dovuto." Questo suscitava curiosità nel ragazzo, ma presto smise di pensarci. Era una donna abbastanza giovane, di esile corporatura, con i capelli corvini, lisci, che le ricadevano sulle spalle. Gli occhi verdi penetranti. Aveva un aspetto quasi regale.
Vide una luce accesa nella casa di John. Bussò ed egli gli aprì. Non sembrò sorpreso di vederlo, quasi se lo aspettava.
"John, ti devo parlare." gli disse mentre entrava in casa. Era semplice, essenziale per una persona che viveva da sola, abbastanza minimalista.
"Penso di sapere di cosa si tratti. Spostiamoci in salotto, vado a prenderti qualcosa da bere, sembri affaticato." gli rispose.
George si tolse la giacca e l'adagiò sull'attaccapanni, si scostò una ciocca di capelli dalla fronte e si sedette sul divano.
Lo zio gli porse un bicchiere d'acqua e gli fece cenno di cominciare  raccontare.
"Ormai sono settimane che faccio sempre lo stesso sogno. In realtà sogno è un eufemismo, è un vero e proprio incubo. Sembra reale. Mi sveglio nella notte, apro la porta della stanza e mi ritrovo in un tunnel. Le pareti sembrano metalliche, come se mi trovassi in un condotto dell'aria. Sento un rumore dietro di me e vedo che un uomo mi insegue. Non è proprio un uomo, è come un'ombra. Comincio a correre e giungo alla fine del tunnel dove trovo un'altra porta, la apro e vedo solo un'enorme luce bianca."
"E poi?" lo incitò lo zio.
"E poi niente. Mi sveglio di soprassalto davanti alla porta della mia camera, con la mano sulla maniglia, come se stessi uscendo. Sono sudato, come se avessi corso davvero. E sento come una voce che mi chiama in lontananza." rabbrividì al rievocare quella sensazione.
John annuì, come se quello che gli aveva detto George fosse semplicemente una conferma a quello che lui sapeva. Il ragazzo intuì che gli stesse nascondendo qualcosa.
"Ragazzo mio, è ora che tu sappia la verità."


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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Capitolo 2
George rimase pietrificato da quelle parole. Cosa non sapeva? Perché John gli nascondeva qualcosa? In che cosa consisteva la verità?
John riprese a parlare: "Vedi George, il nostro mondo non è l'unico, esiste un'altra dimensione. Tuo padre la stava esplorando, diciamo. Tutte le sere andava nel suo ufficio ed entrava nella nuova dimensione e ogni volta tornava indietro, veniva da me e mi raccontava ciò che accadeva. Ti sei mai chiesto per quale motivo tu non abbia mai visto i tuoi nonni, né materni né paterni?"
"Sono morti durante la guerra..." rispose George con un filo di voce.
"Morti durante la guerra, certo. Ma non la guerra che credi tu. Sono morti durante la Guerra del Regno. Erano i sovrani di Thorn, il regno dell'altra dimensione. Dopo la loro morte tuo padre divenne re e pochi mesi dopo nascesti tu. La situazione a Thorn non era del tutto tranquilla, così Paul e Jade, i tuoi genitori, decisero che non era più un posto sicuro dove poterti crescere, dove crescere l'erede al trono, e si trasferirono qui a Bristol. Tuo padre ogni sera tornava a Thorn per tenere sotto controllo il regno. Ma come sappiamo, sette anni fa non ritornò. Il motivo è oscuro a tutti ed è molto strano. Tuo padre ci disse che nel Regno era tornata la pace, tutto era tranquillo."
George sentiva il battito del suo cuore nelle orecchie. Nella sua mente ritornarono le parole di sua madre riferite a Paul: non fargliene una colpa, ha dovuto. Dovuto. Doveva aiutare il suo popolo a rialzarsi, doveva governare il suo regno. Tutto ciò era impossibile. Suo padre un sovrano e lui l'erede al trono?
"Cosa c'entra tutto questo con il mio incubo?" chiese il ragazzo con voce tremante.
"Quell'incubo ti è stato mandato da tuo padre. Ti sta dando un indizio per farti capire cosa gli sia successo, dove si trovi ora. Probabilmente l'ombra che ti insegue è il responsabile della scomparsa di tuo padre. La connessione tra voi due è debole, forse perché Paul si sta indebolendo." gli rispose John. La sua voce era ferma, ma nei suoi occhi si intravedevano preoccupazione, ma anche speranza.
George non ci pensò due volte, scattò in piedi e prese la sua giacca.
"George dove vai?!" esclamò lo zio.
Egli non lo sentì nemmeno. Aveva già varcato il cancello della casa e si dirigeva verso l'uscita del vialetto.
***
Jade sentì il campanello suonare. Chi poteva essere a quell'ora della notte? Si infilò la vestaglia sulle spalle e facendo attenzione a non svegliare il figlio scese al piano di sotto e aprì la porta. Vide John, suo fratello, davanti a lei.
"John, cosa è successo?" gli chiese.
"George. Non so se te ne sei accorta, ma non è nel suo letto. E' venuto da me e adesso è scappato." le rispose.
"Perché è venuto?"
"Paul gli ha mandato un messaggio attraverso un sogno. E adesso sta andando al suo ufficio. Lo vuole trovare."



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"John, cosa è successo?"

 
 
Spazio autore:
Saaalve gente.
Questi sono i primi capitoli della mia prima fanfiction e spero vi piacciano.
Volevo ringraziarvi per le recensioni e per le visite al capitolo precedente e rigraziare soprattutto Ele, che mi ha spinto a scrivere.
Insomma, è grazie a lei se tutto questo sta venendo fuori. 

Se volete contattarmi su twitter sono @xsvampeeta

ciao 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Capitolo 3
Era ormai l'alba. Come previsto da John, George si diresse verso l'ufficio del padre. Conosceva la strada perché il padre qualche volta lo aveva portato con sè. Pensava fosse un ufficio normale: un grande ingresso e qualche stanza, ma si rese conto solo ora che Paul non gli aveva mai permesso di entrare in quella in fondo al corridoio.
Davanti a lui si stagliava un alto palazzo. Era antico, o almeno così pareva, di un colore bianco sporco, semplici finestre che scandivano i piani. Ospitava diversi appartamenti e, al piano terra, l'ufficio di suo padre. Le entrare erano separate.
Si diresse verso il portone acciaio. Non aveva la chiave per entrare, ma per qualche motivo non ne ebbe bisogno: quando appoggiò la mano sulla maniglia la serratura scattò e la porta si aprì.
Entrò lentamente, trattenendo il fiato. 'Devo trovare mio padre.' continuava a pensare.
In fondo al corridoio vide la porta della stanza in cui non era mai entrato. Si trovava lì dentro l'ingresso a Thorn?
Prima che il timore potesse invaderlo aprì la porta e si trovò nel tunnel del suo incubo, le stesse pareti metalliche. Giunse alla fine del condotto, dove era situata l'altra porta.
Nell'aria alleggiava ancora l'odore del dopobarba di suo padre. Gli parve di cadere nel vuoto per qualche secondo, fino a quando non si schiantò su una superficie fredda.
***
John e Jade arrivarono trafelati all'ufficio di Paul e si precipitarono al suo interno. Notarono subito la porta aperta, in fondo al corridoio.
"E' stato qui." disse Jade.
"E' stato qui." ripetè il fratello, come a dare una conferma.
Raggiunsero la porta ed entrarono, anche loro, nell'altra dimensione.
Atterrarono pochi metri lontano da George il quale era ancora steso a terra, dolorante per la caduta.
"George!" urlò la madre.
"Mamma? John? Cosa ci fate qui?" le rispose il ragazzo. Qui dove? Non sapeva ancora dove si trovasse. Si guardò intorno e vide una grande stanza. Le pareti erano azzurre, sembravano ghiaccio, e una grande cupola costituiva il soffitto.
"Siamo nel castello vero?" chiese George allo zio. John annuì.
Jade lo guidò verso la camera di quando era piccolo. Lui non se la ricordava. Era come se si trovasse all'esterno, in riva al mare. Il sole stava sorgendo anche all'interno della stanza.
Mentre attraversavano il lungo corridoio incontrarono una ragazza. Indossava un'armatura, doveva essere una guardia.
"Lady Jade, cosa ci fa lei qui?" chiese alla madre del ragazzo.
"Edelweiss, è un'emergenza. Paul ha mandato un messaggio in sogno a mio figlio George, forse riusciremo a trovarlo. Non è morto, ma qualcuno lo tiene prigioniero."
"Non è possibile. A Thorn regna ormai la pace. Non si è verificato alcun evento di ribellione o guerriglia. Re Paul potrebbe esse rimasto nel limbo tra le due dimensioni."
Edelweiss sembrava preoccupata. Non poteva credere che qualcosa potesse mettere in pericolo la presente situazione di pace.
Aveva più o meno diciassette anni, come George. Era abbastanza alta e snella. Aveva lunghi capelli mossi color del grano, raccolti sulla nuca in una coda di cavallo. Occhi vispi e verdi, con alcune pagliuzze dorate, che squadravano George.
Jade e John si allontanarono in cerca di altre guardie da avvisare del loro arrivo. George e Edelweiss rimasero da soli nel corridoio.
"E così tu sei George, il figlio del re?" chiese la ragazza, con aria altezzosa.
"A quanto pare... Edel, sono venuto a cercare mio padre." le rispose George.
Rimase infastidita dalla determinazione di George, ma anche dal fatto che fosse un ragazzo stupendo e che non riuscisse a smettere di guardarlo: alto, magro, con i ricci castani che gli ricadevano sulla fronte e gli occhi marroni, un po' dorati.
"Beh? Spunti fuori all'improvviso e pretendi di trovare il re? Secondo te noi di Thorn non ci abbiamo già provato? Non ci stiamo provando? E poi guardati, non mi sembri in grado di combattere se dovessi trovarti davanti al nemico. Ho cose importanti da fare. Ah, mi chiamo Edelweiss. Ciao." rispose sprezzante, e si allontanò.
George rimase deluso dal comportamento della ragazza. Cosa le aveva fatto? In fondo stava cercando solo di fare amicizia. Perché gli aveva risposto in quel modo?



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"Secondo te noi di Thorn non ci abbiamo provato? Non ci stiamo provando?"

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


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Capitolo 4
"Jade è impossibile! Come facciamo a trovare Paul? I territori del regno sono vastissimi!" John si muoveva freneticamente nella stanza.
"Sono sicura che Paul sa che adesso ci troviamo al castello. Manderà un altro segnale a George."
***
George era sul balcone. Da quel punto del castello poteva contemplare tutto il paesaggio. Il mare azzurro e la spiaggia candida, le colline verdi e le vigne, le casette del popolo, il suo popolo. Cominciava ad assimilare la cosa, anche se gli sembrava tutto così strano, impossibile.
"Ehilà" disse una voce alle sue spalle.
George si girò e si trovò davanti un ragazzo, alto e snello. Aveva i capelli biondi, lisci, pettinati verso l'alto, gli occhi chiari. In un angolo del labbro inferiore compariva un anellino nero. Indossava un paio di jeans stretti e una maglietta nera. Doveva avere più o meno la sua età.
"Io sono Luke, tu dovresti essere George, giusto?" gli sorrise.
"Ciao Luke, esatto io sono George. Tu vivi qui vero?" gli rispose George.
"Certo che vivo qui! E' un bel posto sai? Scusami, ma adesso devo proprio scappare. Se ti va, più tardi puoi passare dall'armeria, magari ti insegno qualcosa." gli strizzò l'occhio. Geroge non ebbe neanche il tempo di rispondergli, Luke si era già allontanato.
Poco dopo incontrò suo zio John, il quale gli fece fare un giro del castello. Era davvero enorme. Si sarebbe sicuramente perso, perciò si fece accompagnare all'armeria.
Aprì le pesanti porte rosse e vide circa una ventina di giovani ragazzi, chi si esercitava con i pesi, chi con i sacchi da boxe, chi sferrava colpi di spada. Era una grande sala quadrata, dai muri grigi. Sembrava un vero e proprio centro di addestramento: le attrezzature per i pesi, i sacchi da boxe rossi, i tappeti per i combattimenti, la schiera di armi argentee e il tiro a segno.
In un angolo della sala scorse Luke ed Edelweiss intenti a duellare con le spade.
Si avvicinò e li salutò: "Ciao Luke, ciao Edelweiss."
La ragazza si girò verso di lui, ma poi si diresse verso il tiro a segno.
"Bel caratterino vero?" gli disse Luke, sorridendo.
Luke fece fare qualche esercizio a George come riscaldamento, dopodichè gli insegnò come usare una spada. Era decisamente la sua arma preferita e tutte le ragazze cadevano ai suoi piedi quando lo vedevano duellare.
"Ehi G niente male! Devi avere qualche dote naturale. Un altro paio di lezioni con il re della spada e vedrai che le ragazze arriveranno anche da te!"
George rise. Luke era davvero simpatico, quasi il migliore amico che non aveva mai avuto prima.
"Quindi tu e Edelweiss... cioè... state insieme?" chiese timidamente il riccio.
"Ovvio che no. Edel è come una sorella per me, siamo cresciuti insieme. Ammetto che sia una bella ragazza, con un carattere interessante, certo, ma non potrei mai stare con lei." sorrise a George e continuò: "Tu invece?"
"Io? Beh si è una bella ragazza, ma non certo il mio tipo. E poi mi odia." rispose George, quasi imbarazzato.
Il biondo continuava a rivolgergli un sorriso spavaldo, come se potesse leggere i suoi pensieri.
Poco dopo George rientrò nella sua stanza. Adesso il cielo sulle pareti era scuro, cosparso di piccole stelle. Si adagiò sul letto e cadde immediatamente in un sonno profondo.
Durante la notte, dalla stanza di fronte, John sentì George gridare e si precipitò da lui.
Il ragazzo era seduto sul letto, la fronte imperlata di sudore.
"Incubi?" gli chiese lo zio.
"Due. So dove si trova mio padre. E Luke è in pericolo."

 




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"Io sono Luke, tu dovresti essere George, giusto?"

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


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Capitolo 5 
Subito Jade si precipitò nella camera del figlio. Paul aveva mandato il suo segnale.
"Mio padre è in una grotta. E' debole, non riesco a capire se sia ferito, ma è vivo. Luke invece era sulla spiaggia e qualcuno lo ha portato con sé. Probabilmente lo condurrà nello stesso luogo in cui tiene prigioniero mio padre." disse George.
Tremava, aveva paura. Adesso che non c'era Luke cosa avrebbe fatto? Sua madre gli accarezzò una guancia. Cercò di tranquillizzarlo: "George, li troveremo entrambi. Domani mattina inizieranno le ricerche. Adesso cerca di dormire." gli diede un bacio sulla fronte e, insieme a John, lasciarono la stanza.
Il ragazzo si girò e rigirò nel letto per qualche ora finché non fu sicuro che sua madre e suo zio stessero dormendo.
Scivolò lentamente giù dal letto e con passo leggero uscì dalla sua camera. Attraversò silenziosamente il corridoio e giunse all'armeria. Prelevò dall'armadio un completo simile a quello di Luke e una spada. Dopodiché cercò l'uscita.
Indietreggiò fino alle porte rosse quando qualcuno gli battè su una spalla.
"E tu cosa ci fai qui?" domandò Edelweiss.
"Vado a cercare mio padre, e Luke. Se la cosa non ti disturba, ovviamente." le rispose George.
La ragazza lo fissò per alcuni secondi dritto negli occhi. Luke era anche suo amico e il padre di George era il suo re. Doveva fare qualcosa, non poteva restarsene con le mani in mano.
Proprio mentre George la oltrepassava per raggiungere l'uscita lei esclamò: "Vengo con te!"
"Perché?" chiese il ragazzo, senza girarsi per guardarla.
"Beh mi sembra ovvio. Tu hai bisogno di me. Non sai nemmeno dove sono le grotte e non conosci il regno. E poi due guerrieri sono più forti di uno solo."
A quel punto George si girò verso Edelweiss. Aveva ragione. Aveva bisogno di lei.
"Va bene. Adesso usciamo di qui." le disse.
La ragazza lo condusse verso l'uscita, attraverso una strada secondaria dove nessuno avrebbe potuto scoprirli. Ma non appena varcarono il cancello del castello una guardia li scorse e lanciò l'allarme.
Una sirena cominciò a suonare. Era fortissima e insopportabile.
"Corri!" urlò Edelweiss a George.
Le guardie inseguivano i due ragazzi, ma ne persero le tracce quando raggiunsero il bosco.
George e Edelweiss si erano arrampicati abilmente su un albero. Nessuno dei due parlava. Respiravano piano per non farsi scoprire.
Quando furono certi di essere rimasti da soli la ragazza parlò: "Scendiamo. Qua ci troverebbero subito. Conosco un posto dove possiamo trascorrere la notte."
George annuì e la seguì. Poteva fidarsi di lei? Non sembrava interessata a fare amicizia. Eppure lo aveva aiutato ad uscire dal castello. I loro obbiettivi erano gli stessi: salvare suo padre e Luke.
Dopo pochi minuti di cammino giunsero davanti ad una grande quercia. Doveva essere molto antica date le dimensioni del tronco. Il ragazzo sollevò lentamente lo sguardo: tra i possenti rami dell’albero c'era una grande casa.
"L'ha costruita mio padre." disse Edelweiss, prima che George potesse fare alcuna domanda.
"E'..?" chiese il ragazzo con un filo di voce.
"Morto? No. Semplicemente non l'ho mai conosciuto. Se ne andò quando mia madre rimase incinta. So davvero poco di lui. L'unica cosa che mi è rimasta è questa casa sull'albero."
I due ragazzi si arrampicarono lungo il tronco fino a giungere al primo piano della casetta. Era vuoto, al centro una piccola scala. Il secondo piano invece era meglio arredato: un divano e una piccola poltrona, un tavolo e un fornello, una dispensa.
"Vieni spesso qui?" chiese George.
La ragazza annuì. "E' un posto tranquillo, nessuno ne è a conoscenza. Tranne me, te e mia madre."
E se Edelweiss stesse cominciando ad aprirsi? Forse George si poteva fidare.
La ragazza si stese sul divano e indicò la poltrona al ragazzo. Non appena adagiò la testa sul cuscino, si addormentò.
George la guardava. Osservava i suoi lineamenti delicati, i suoi lunghi capelli. Era tanto bella quanto letale.
<
***
Jade si catapultò nella camera del fratello.
"John, sveglia! I ragazzi. Sono scappati."
John sgranò gli occhi e balzò giù dal letto.
"Jade preparati. Dobbiamo trovarli." disse.
***
"George." sussurrò la ragazza. "George svegliati."
Il ragazzo aprì gli occhi e incontrò quelli verdi di Edelweiss.
"Sogni? Incubi?" continuò lei.
"Messaggi. L'ombra stava interrogando mio padre. Ha bisogno di una ragazza. Dice che è molto forte, ha dei poteri strani. Luke è tenuto prigioniero nella stessa grotta, ma era accasciato in un angolo..." rispose George.
"Li troveremo, te lo prometto. L'unico complesso di grotte nel regno sono le Grotte Grigie. Non sono molto lontane da qui, basta oltrepassare quella collina."
George si alzò dalla poltrona, prese la spada e lanciò a Edelweiss la sua.
"Partiamo." disse. Con la luce dell'alba che gli attraversava i ricci, la spada lucente in mano, sembrava un guerriero dell'antica Grecia.
 


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Spazio autore:
Salve a tutti c:
Volevo ringraziarvi per le recensioni e per le visualizzazioni aw
Volevo dirvi di ritornare al capitolo 3. Avevo, come al solito, postato la gif a fine capitolo ma sono talmente svampeeta (letteralmente) che ho messo la gif del personaggio sbagliato. quindi Edelweiss non è lei (?) ma quella che ho messo adesso. Detto questo vi saluto,
Ciao 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


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Capitolo 6
"John, come li troviamo?" chiese Jade preoccupata. Era spaventata da tutta questa situazione. Suo figlio era scappato per trovare Paul e Luke, ma non sapeva in quali pericoli poteva imbattersi.
"Ha detto che ha sognato una grotta, no? Le Grotte Grigie." le rispose il fratello, cercando di tranquillizzarla. L'abbracciò e sentì che tremava.
***
Il bosco era un luogo quasi fatato. I primi raggi dell'alba attraversavano le foglie e facevano brillare le gocce di rugiada mattutina. Si sentiva il profumo dell'erba umida, il cinguettio degli uccellini. Regnava la pace, o almeno, così pareva.
Edelweiss faceva strada a George: era abituata a camminare per i boschi. Lui invece no, faticava a tenere il suo passo, ma cercava di non darlo a vedere.
"Edelweiss a che punto siamo?" chiese, quasi senza fiato.
"Non manca molto." rispose tranquilla la ragazza.
'Non manca molto. L'ha detto anche un'ora fa.' pensò George.
Il ragazzo si fermò di colpo. Vide tutto nero, poi alcune figure che via via diventavano sempre più nitide: una visione.
Luke era inginocchiato per terra, il solito sorriso spavaldo sulle labbra. Ma si vedeva che stava soffrendo: aveva ombre scure sotto gli occhi, il viso pallido, soffocava un grido. Davanti a lui una figura femminile. Non era molto alta, magra, capelli color castano chiaro e lisci, lunghi fino alle spalle, sguardo malvagio.
"Dai Luke, dimmi dov'è, dimmi dov'è lei." disse la ragazza con voce suadente.
"Sono bello, non pazzo." le rispose.
Lei lo guardò ancora più intensamente e Luke gridò di dolore.
"George! Cosa è successo?" chiese Edelweiss.
"Una visione. A quanto pare i messaggi possono giungermi in altri modi, oltre che in sogno. Era Luke. Una ragazza, non so chi fosse, lo stava torturando. Vuole sapere dov'è lei." le rispose George, tremante.
"Lei chi?" domandò.
"Non lo so, una ragazza. Probabilmente la stessa ragazza che vuole trovare l'ombra che interrogava mio padre."
Edelweiss non capiva. Cosa poteva saperne Luke?
Ad un tratto i due ragazzi sentirono un rumore fortissimo, come un tuono, e caddero a terra. Videro una ragazza avvicinarsi velocemente a Edelweiss. George scattò in piedi e le pose davanti.
"Tu sei la ragazza della visione." le disse a denti stretti.
"Chiamami pure Kate, caro." rispose lei. "Adesso fammi passare."
"No." rispose George.
Kate sfilò un coltello dalla tasca, sorridendo compiaciuta.
"No!" urlò Edelweiss. E poi come una grande luce, un'esplosione.
George si ritrovò a terra, Edelweiss di fianco a lui, Kate era sparita.
"Edelweiss cosa hai fatto?"
"Non lo so."
"Molto bene, pensate di salvare me, adesso?" chiese una voce alle loro spalle. Era Luke.
I due ragazzi corsero verso di lui.
"Come ci hai trovati?" gli chiese George.
"Ho seguito Kate." sorrise, poi perse i sensi.
***
"Jade prendiamo i cavalli. Arriveremo prima." disse John.
"Va bene. Ma se fosse una trappola? Se le visioni mandate a George fossero soltanto illusioni?" domandò la sorella.
"E se invece non lo fossero? Noi siamo armati, siamo adulti e forti. Tu sei la regina. Abbiamo i nostri poteri e sappiamo come usarli."
"George no. Lui non lo sa. Non sa di avere alcuni poteri e non sa come svilupparli e usarli." Jade continuava a pensare di aver commesso un errore tenendo suo figlio fuori da tutta questa storia, fuori dal suo regno.
"Sono sicuro che è in buone mani." la rassicurò il fratello, pensando a Edelweiss.
***
Luke riprese coscienza dopo qualche minuto. George lo portò all'ombra di un albero, mentre Edelweiss riempiva le borracce al ruscello vicino.
"Allora? Tu e Edel?" domandò Luke.
"Sei appena scappato da una psicopatica che non faceva altro che torturati e tu pensi a cosa potrebbe essere successo tra me e Edelweiss?" rispose George.
Luke fece spallucce.
"Beh.." continuò. "Non è successo proprio niente. Non so se il fatto che ultimamente non se la stia prendendo con me, sia un buon segno o semplicemente una tattica per potersi avvicinare di più e staccarmi la testa a morsi."
"Se non l'ha ancora fatto probabilmente non ha intenzione di farlo. Si, inizialmente è un po' dura, restia, ma lo fa con tutti. E' un po' diffidente." gli rispose Luke, volgendogli un sorriso.
Videro Edelweiss avvicinarsi. Si sedette con loro.
"Luke, devi raccontarci tutto." disse.
"Ecco, ero sulla spiaggia, mi piace molto guardare il mare di sera, e ad un tratto ho sentito qualcuno alle mie spalle. Mi sono girato e mi ha colpito. Sentivo delle voci, ma non riuscivo a capire dove fossi. Quando mi sono risvegliato ero solo, insieme a Kate. Mi ha torturato, voleva sapere.
"Cosa esattamente?" lo incalzò George.
"Vuole sapere dov'è lei."
"Lei chi?" chiese l'altro ragazzo.
Luke indicò Edelweiss.



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"Dai Luke, dimmi dov'è, dimmi dov'è lei."
Spazio autore:
Eccomi qui 

Scusate per il leggero ritardo. Ho notato che nessuno si caga questa storia cwc
Non so quando riuscirò ad aggiornare perché ultimamente ho davvero poco tempo per scrivere e il capitolo 7 è ancora in fase di stesura.
Comunque non abbandonatemi e shippate Gedelweiss con me.
A presto 
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


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Capitolo 7

"M-me?" balbettò Edelweiss. Era esterrefatta. Per quale motivo volevano proprio lei?
"Edel, tu hai dei poteri, come tutti gli abitanti di Thorn. Tuttavia, per qualche motivo sono molto più potenti. Poco fa, ad esempio, sei stata in grado di generare un'esplosione in modo da costringere Kate a materializzarsi altrove. E potresti fare tante altre cose. Per questo vogliono te: vogliono poter controllare e attingere dal tuo potere." rispose Luke.
"Aspetta. Questo vuol dire che anche io ho dei poteri?" lo interruppe George.
"Certo. Tu in particolare, essendo figlio del re e della regina. Sei potente tanto quanto Edel."
"E allora perché non vogliono catturare anche me?"
"Non lo so. Probabilmente hanno un piano."
Edelweiss si alzò in piedi. "Ho bisogno di stare un po' da sola." disse.
Si diresse verso il ruscello, si sedette nell'erba e introdusse i piedi nell'acqua. che scorreva lenta e fresca.
Non riusciva a credere a quello che le aveva appena detto Luke. Come poteva avere dei poteri particolari? Sua madre era semplicemente una contadina. Suo padre? Non sapeva niente sul suo conto: come si chiamasse, che spetto avesse, perché se ne fosse andato. Che del sangue reale scorresse nelle sue vene? Non ne aveva la più pallida idea. Non sapeva nemmeno come utilizzare quei poteri e si sentiva tremendamente in colpa: a causa sua Luke era stato torturato, George si trovava in pericolo, così come il re.
"Posso..?"
Edelweiss annuì e George si sedette accanto a lei. Era stato Luke a spingerlo ad andare da lei, ma in realtà non sapeva che cosa dirle. Tra i due calò il silenzio, fino a quando la ragazza disse: "Mi dispiace."
"Non è colpa tua." le rispose George, cercando di tranquillizzarla.
"E invece si. E' colpa mia se Luke è stato torturato, se tu e tuo padre siete in pericolo."
"In realtà non sappiamo per quale motivo tengano prigioniero mio padre, ma qualunque esso sia non è colpa tua."
Una lacrima rigò la guancia di Edelweiss, George gliela asciugò dolcemente. Rimasero a guardarsi negli occhi per un tempo che ai due parve infinito, dopodiché George si alzò e protese la sua mano verso la ragazza, in modo da aiutarla ad alzarsi, e tornarono da Luke.
Non appena li vide arrivare, mano nella mano, fece un sorrisetto a George.
"Beh? Abbiamo intenzione di ripartire?" disse.
George annuì. Desiderava risolvere al più presto questa storia. Voleva salvare suo padre e tenere al sicuro i suoi amici.
Fino a qualche giorno prima era un normalissimo ragazzo di Bristol: aveva qualche amico, frequentava un istituto superiore come tutti i ragazzi della sua età. Mai si sarebbe sognato di essere il principe di un’altra dimensione e di possedere poteri speciali, che non sapeva nemmeno come sfruttare.
“Luke, avrei bisogno di qualche lezione. Sai, non ho mai utilizzato i miei poteri.” Disse George.
Il biondo gli sorrise, come se stesse aspettando solo che gli venisse chiesto di combattere. Si voltò e cominciò a incanalare tutta la sua energia in modo da formare una enorme sfera d’acqua.
George strabuzzò gli occhi e gridò a Edelweiss: “E adesso cosa faccio?”
“Non lo so, improvvisa!” fu la risposta della ragazza.
George chiuse gli occhi e immaginò di costruire mentalmente una barriera, in modo tale che l’acqua non potesse colpirlo. Riaprì gli occhi e vide che davanti a lui si ergeva un muro d’acqua che imperversava, ma senza riuscire a travolgerlo.
“Ce l’hai fatta!” esclamò Edelweiss.
George le sorrise, dopodiché si voltò di nuovo in direzione di Luke, intento a dominare la sua bomba d’acqua. Il riccio chiuse ancora una volta gli occhi e nel giro di pochi secondi, il biondo si ritrovò completamente bagnato.
“Non male pivellino.” disse a George, sorridendo.
“Ragazzi, mi dispiace interrompere i vostri giochi, ma adesso dobbiamo davvero andare.” disse Edelweiss.
Luke e George le si avvicinarono e i tre ripresero a camminare lungo il sentiero.


Spazio autrice:
Saaalvee
Dopo un tempo che sembrava interminabile (?) rieccomi con il nuovo capitolo,scusatemi se è cortino.
Vorrei dedicarlo a Rain che c'è sempre per me e mi ha spronato a continuare, a Night che ieri sera ha fatto supporto morale aw e a quegli stronzoni dei miei amici. Li amo. mentre aggiornavo sono venuti sotto casa mia per farmi gli auguri.

guardate: http://svampeeta.tumblr.com/image/92911977001
Anyway non so quando riuscirò a pubblicare il nuovo capitolo, perché lunedì parto cwc
Ah e per chi volesse, sto pubblicando anche su Wattpad: mi chiamo svampeeta lol
Cagatemi dai
Ciao <3

P.S.: ammirate lo strafighissimo banner che ha fatto Rain.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


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Capitolo 8

Jade e suo fratello John cavalcavano nel bosco. Volevano chiudere al più presto tutta questa faccenda: ritrovare i ragazzi e salvare Paul.
“Riesco ad avvertire le tracce dei poteri di George” disse Jade. “Devono essere passati di qui poco tempo fa.”
John si guardò intorno, dirigendosi verso il sentiero.
“Di qua!” disse alla sorella.
***
George, Luke ed Edelweiss camminavano lungo la stradina che si snodava all’interno del bosco. Riuscivano a intravvedere le imponenti montagne dove si trovavano le grotte, oltre gli alberi.
George guardava Edelweiss, che camminava poco lontano da lui. La trovava bellissima, con il sole che illuminava i suoi capelli e gli occhi, quegli occhi in cui avrebbe potuto perdersi, che sarebbe rimasto a contemplare per ore e ore, la pelle chiara che la faceva sembrare così delicata. Ma George sapeva che Edelweiss era un’ottima guerriera e che probabilmente se ne era innamorato.
La ragazza si accorse dello sguardo di George su di lei e arrossì lievemente.
Luke si avvicinò all’altro ragazzo e sottovoce, con un sorrisetto sulle labbra, gli chiese: “Ti piace, vero?”.
“Le farfalle nel mio stomaco che si svegliano ogni volta che parlo con lei dicono di si. Ma non credo di piacerle” rispose George.
“Beh l’hai vista arrossire, no? Se fosse stato qualcun altro a guardarla, probabilmente si sarebbe ritrovato con un pugno sul naso” l’amico gli sorrise.
Qualche ora dopo i tre ragazzi decisero di fermarsi. Stava diventando buio, troppo rischioso per proseguire verso le grotte. Accesero un fuoco e mangiarono qualcosa delle loro provviste.
George raccontò qualcosa di Bristol e della sua vita ai due amici, finché non sentirono il rumore di zoccoli dietro di loro. Estrassero le spade, pronti a difendersi.
Riconobbero una voce a loro familiare.
“E’ mia madre” disse George.
Appena lo vide, Jade scese dal suo cavallo e corse ad abbracciare il figlio.
“Ragazzi” disse John. “avreste potuto cacciarvi in qualche guaio.”
“Beh, in parte lo abbiamo già fatto” rispose Luke. Raccontò di come Kate lo avesse rapito e torturato affinché egli gli rivelasse dove si trovasse Edelweiss, raccontò dei poteri della ragazza. Probabilmente chi aveva rapito il re lo aveva fatto con l’intento di condurre George ed Edelweiss da lui. 
Qualche ora più tardi tutti dormivano, tutti tranne George. Il ragazzo si alzò e si diresse verso un  punto vicino del bosco, dove gli alberi si aprivano e lasciavano intravvedere il cielo.
Poco dopo sentì qualcuno alle sue spalle, si girò e vide Edelweiss, con le braccia strette al petto per mantenere il calore.
“Posso sedermi?” gli chiese. George annuì. “Guardavi le stelle?” continuò.
George la guardò negli occhi, quella sera li trovava ancora più belli e luminosi.
“Si” le rispose avvicinandosi.
“E adesso?” domandò Edelweiss, quasi sussurrando.
“Adesso non ne ho più bisogno, tu sei la stella più bella.”
Le si avvicinò ancora un po’ e la baciò.
“E questo per che cos’era?” gli chiese la ragazza, sorridendo e cercando di nascondere il rossore nato sulle sue gote.
“Non lo so, penso di essere innamorato di te. Ma se vuoi possiamo fare come se non fosse successo nulla.”
“E se non volessi? Se invece preferissi ricordare tutto questo?”
“In questo caso, allora, potresti diventare la mia principessa.”
Detto ciò George cinse Edelweiss in un abbraccio e i due si addormentarono così, l’uno nelle braccia dell’altra sotto quello squarcio di cielo.
 

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"E se non volessi? Se invece preferissi ricordare tutto questo?"


 
Spazio autrice:
Salve gente
Eccomi con il nuovo capitolo. Mi scuso se il capitolo è corto e per l'assenza ew

C'è solo una cosa da dire: GEDELWEISS.
Dovrei riuscire ad aggiornare tra una settimana.
A presto 

-Svamp
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


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Capitolo 9

A svegliare George ed Edelweiss fu Luke: “Insomma ragazzi, non fate i dormiglioni.”
Il riccio si alzò scrollandosi la terra dai pantaloni e allungò la mano alla ragazza che, con uno sbadiglio, la usò per aiutarsi a mettersi in piedi.
Luke sorrise a George, il quale gli sorrise a sua volta. Non c’era bisogno di parole: Luke aveva già capito tutto.
I tre ragazzi raggiunsero Jade e John, intenti a caricare gli zaini con le provviste sui cavalli.
“Buongiorno” disse la regina con un sorriso. “Avete dormito bene?”
George non fece neanche in tempo ad aprire bocca che Luke rispose al suo posto.
“Io discretamente: niente è più comodo del mio letto a palazzo. Tuttavia, penso che i nostri cari amici Edel e G abbiano passato una nottata più che discreta.” E fece l’occhiolino all’altro ragazzo, che scoppiò a ridere, così come fece Edelweiss.
George ammirava Luke. Lo trovava molto simpatico, di bell’aspetto, sempre con la battuta pronta. E poi era un amico leale, aveva lasciato che Kate lo torturasse piuttosto che mettere in pericolo lui e Edel. Bastava un solo sguardo per fargli capire ogni cosa. Non sopportava nemmeno il pensiero di poterlo perdere.
Ripensò alla sua vita a Bristol: non aveva mai avuto un migliore amico, ma ora c’era Luke, nessuna ragazza faceva a gara per uscire con lui, ma adesso aveva Edelweiss. Non poteva desiderare di meglio. Inoltre era a un passo dal rivedere suo padre. All’idea di riabbracciarlo dopo così tanto tempo si sentiva talmente elettrizzato che avrebbe potuto toccare il cielo con un dito.
Anche se in parte si trovavano in pericolo, andava tutto bene.
Poco dopo ripresero il viaggio verso le grotte. Luke si avvicinò a George.
“Cosa avete fatto ieri sera, da soli, in mezzo al bosco?” gli chiese con un sorrisetto.
“Beh, ecco, io non riuscivo a dormire, allora sono mi allontanato per guardare le stelle, senza nessun Luke Hemmings russante di sottofondo.” I due risero.
“Poco dopo” riprese “ è arrivata Edelweiss e si è seduta di fianco a me. A quel punto, quando l’ho guardata negli occhi, non ce l’ho più fatta, le ho detto tutto ciò che provo e l’ho baciata.”
“E poi?”
“E poi le ho detto che avremmo potuto fare finta che non fosse successo niente, ma lei ha rifiutato, sembrava felice. Dopo l’ho abbracciata e ci siamo addormentati.”
“E adesso state insieme?”
“A dire la verità non lo so.”
Proprio in quel momento gli passò di fianco la ragazza e gli diede un leggero bacio sulla guancia.
“Probabilmente si” gli disse il biondo.
Luke, come al solito, sorrise. Era davvero felice per l’amico. Sin dal primo momento aveva capito che tra i due sarebbe nato qualcosa: George era innamorato perso di Edelweiss, bastava fare caso a come la guardava, e la ragazza era stata tradita dai suoi stessi occhi, che si illuminavano alla vista del riccio, sebbene si comportasse in modo brusco nei suoi confronti.
Qualche istante dopo Jade e John raggiunsero il figlio.
“Ciao mamma, ciao zio” le disse George.
“Ciao George” rispose la madre. “Allora, raccontaci di questa Edelweiss.”
“Beh, lei è una ragazza stupenda. Non solo esteticamente, ma anche caratterialmente. Certo, all’inizio è stata un po’ dura con me, ma trascorrendo del tempo con lei sono riuscito a comprendere anche gli altri tratti della sua personalità. E’ fantastica, davvero. Sarebbe una principessa perfetta.”
Jade gli sorrise, ripensando a quando anche lei e Paul avevano l’età di George.
***
Paul ansimava all’interno della grotta. L’aria era umida e ogni giorno che passava sentiva l’energia abbandonare lentamente il suo corpo, tuttavia sapeva che suo figlio era ormai vicino. I capelli e la folta barba si erano imbiancati, le mani erano ossute e pallide, così come il viso.
Non temeva la sua sorte, aveva un grande coraggio. Non gli importava se sarebbe morto o meno. Piuttosto era terrorizzato dall’idea che un simile uomo malvagio potesse impossessarsi dei suoi poteri, di quelli di sua moglie, suo figlio e di Edelweiss.
Kate era seduta in un angolo, un ghigno le attraversava il viso. Si compiaceva sempre di più, mano a mano che il re si indeboliva.
“Paul, vecchio mio, quale onore godere della tua compagnia. Purtroppo il tuo tempo sta per scadere e io incanalerò tutti i tuoi poteri. Inoltre mi è giunta voce che tuo figlio George, Jade e Edelweiss stanno accorrendo in tuo soccorso. Funziona tutto secondo i miei piani, presto possiederò poteri pari a nessun uomo in tutte le dimensioni” disse l’uomo, dall’altra parte della grotta.
“Non ho paura di te. I ragazzi sono in gamba e anche se dovessi morire, saranno loro a fermarti.” Tossì. “Sei un uomo avido, Ben” disse il re. “E lo sei sempre stato.”
 
Spazio autrice:
Sbeeeem rieccomi c:
Cosa posso dire su questo capitolo? Beh, CHI E' BEN? Deheh io lo so.
Anyway forse riuscirò ad aggiornare per sabato prossimo. Nell'attesa, cagatemi il capitolo.
ciao ciao 

-Svamp

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


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Capitolo 10

“Un uomo” disse George. “Ho visto un uomo. Era con mio padre, nella grotta. E’ debole. La visione era poco chiara, non ho potuto sentire niente di ciò che dicevano. ”
Camminavano da qualche ora quando George ricevette il messaggio.
“Dobbiamo proseguire, ma dovete anche fare esercizio, sviluppare i vostri poteri, tu ed Edelweiss in particolare” gli disse John.
Edelweiss si irrigidì. Fino a qualche giorno prima non immaginava di possedere poteri particolari. Certo, era brava con la spada, conosceva come controllare e utilizzare i poteri che tutti gli abitanti di Thorn possedevano, ma non conosceva i suoi. Aveva scoperto di essere in grado di fare smaterializzare le persone sotto il suo volere, ma c’era ancora molto altro a lei sconosciuto.
George si accorse della sua preoccupazione e le prese la mano per tranquillizzarla. Ma anche lui era pensieroso: era sicuro di non conoscere a fondo questa storia dei poteri. La famiglia reale possedeva doti particolari, ma Edelweiss non ne faceva parte. Come mai anche i suoi poteri erano così tanto ambiti?
Continuarono lungo il sentiero e uscirono dal bosco, ma occorreva loro ancora qualche altro giorno di cammino prima di raggiungere le Grotte Grigie: dovevano ancora superare il lago. Sembrava tutto così semplice, chi aveva rapito il re voleva essere raggiunto.
Improvvisamente sentirono un forte rumore e una nuvola di polvere si alzò davanti a loro.
“Non vi stancate mai, eh?” era Kate, un ghigno sul viso.
George digrignò di denti. Aveva avuto modo di sapere quanto potesse diventare spietata quella ragazza.
“Regina Jade, potreste consegnarmi suo figlio e la ragazza, risparmiandovi così immensi dolori. Insomma, non è così difficile” continuò.
George avanzò verso di lei. Avrebbe voluto andare via con lei, evitare spargimenti di sangue, ma avrebbe lasciato Edelweiss sola. Perciò estrasse la spada e attaccò Kate, la quale sembrava non aspettare altro ed estrasse il pugnale dalla cintura.
Accadde tutto così velocemente che Luke non fece in tempo a correre in aiuto di George, Kate lo aveva già colpito al fianco. Cadde a terra, ferito.
“George!” urlò Edelweiss e si concentrò per fare smaterializzare la ragazza. Ci riuscì.
Corse verso il suo ragazzo, esaminò la ferita e poi il terreno circostante. Si avvicinò ad un cespuglio, staccò qualche foglia e prese l’acqua dalle provviste.
Nessuno parlava. John, Jade e Luke la guardavano stupiti. Ecco un altro potere di Edel: la medicina.
In pochi secondi creò, non si sa bene come, una specie di intruglio, che sparse sulla ferita sanguinante. Lo squarcio nel fianco di George cominciò a guarire e a rimarginarsi.
Il ragazzo guardò il punto in cui vi era stata la ferita e poi Edelweiss e la baciò.
“Come ci sei riuscita?” le chiese.
“Non lo so” gli rispose la ragazza. “Qualche nuovo potere curativo” rise.
“Ehi amico, non farmi mai più questi scherzi” Luke si avvicinò a George e lo aiutò ad alzarsi.
Sul far della sera raggiunsero il lago e decisero di accamparsi lì per quella notte. Consumarono qualcosa delle loro provviste e presto si addormentarono tutti. Tutti tranne George.
Andò a sedersi presso la riva del lago. Ripensò a quello che era successo quella mttina, alla paura che aveva provato. Non di morire, ma la paura di non potere più vedere Edelweiss, la sua principessa. L’amava. L’amava davvero.
“George” lo chiamò la madre alle sue spalle e si sedette al suo fianco.
“Mamma, lo so che non mi hai detto tutto riguardo i nostri poteri e quelli di Edelweiss. Tu sai il motivo per cui chi ha rapito mio padre vuole impossessarsene.”
Jade annuì lentamente.
“Vedi, esiste un’antica profezia. Questa dice che verrà un giorno in cui un ragazzo o una ragazza, di origini non reali, dotato o dotata di enormi poteri, salverà o distruggerà il regno di Thorn. Questo perché un uomo malvagio cercherà di assomigliare a un dio” gli spiegò.
“In questo caso la ragazza è Edelweiss e l’uomo malvagio dovrebbe essere l'ombra del mio primo incubo, l'uomo della visione di oggi, colui che ha rapito papà. E vuole incanalare tutti i nostri poteri, quindi assomigliare a un dio. Ma perché Edelweiss dovrebbe fare una scelta? Voglio dire, è un uomo malvagio. L’unica soluzione è ucciderlo.”
“George, le profezie non sono mai chiare.”
 
Spazio autrice:
Saaaalve
Sto aggiornando in fretta per andare al mare lalala
Volevo solo scusarmi se negli ultimi capitoli non sto aggiungendo le gif dei prestavolo, ma sono in vacanza e ho solo la chiavetta di internet ed è un po' lenta ew

Se riesco le aggiungo appena torno a casa
Dovrei aggiornare tra una settimana
A presto
-Svamp

 

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