L'amicizia, alla fine, salverà anche noi

di Le Sorelle Tasse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il destino ci ha fatte incontrare ***
Capitolo 2: *** Il buongiorno si vede dal mattino ***



Capitolo 1
*** Il destino ci ha fatte incontrare ***


L'amicizia, alla finesalverà anche noi


 





-Idestinchfatte incontrare-

 





A Lucy non erano mai piaciute le feste.

Quando le sue compagne di classe Babbane la invitavano ai loro compleanni, ogni volta, si inventava una scusa su due piedi per non andarci.

Però, all’arrivo della fatidica lettera per Hogwarts, si era fatta una promessa: non avrebbe mai più rifiutato un invito ad una festa.

Sarebbe diventata meno timida e più estroversa… come tutte le ragazze che aveva sempre invidiato.

Ma come dice un noto proverbio, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… e non è facile scrollarsi la timidezza dalle spalle quando è sempre stata al tuo fianco per undici anni!

Questi pensieri turbinavano nella mente di Lucy Anderson, una ragazzina un po’ bassa ed esile come un tratto di matita, dagli occhi grigi e luminosi e i capelli castani, che se ne stava sprofondata in una poltrona della Sala Comune di Tassorosso stringendo tra le mani sottili un bicchiere di succo di zucca, mentre attorno a lei la festa prendeva vita.

Quella mattina a colazione, una sua compagna di dormitorio, Angi, era venuta da lei e l’aveva invitata a quella festa in Sala Comune, per festeggiare l’Epifania.

Lucy era pronta a formare una scusa, come di consueto, ma stavolta non lo fece.

Mormorò “Sì, verrò” con voce tremante e lasciò che Angi si allontanasse.

Com’era possibile? Lucy, fin dal suo arrivo ad Hogwarts, aveva sempre cercato di nascondersi: durante le lezioni si sedeva sempre all’ultimo banco, camminava rasente ai muri, parlava di rado.

Eppure, pensava, se Angi l’aveva invitata alla festa era perché in qualche modo la trovava una ragazza interessante.

Quindi, anche se in un primo momento pensò di fingersi malata, ci andò: forse quella serata avrebbe eliminato una volta per tutte la timidezza che l’opprimeva.

A quella festa c’erano tutti i ragazzi che aveva conosciuto di vista: oltre ad Angi, vide Alice, un’altra ragazza del suo dormitorio, Jack e Andrew, due ragazzi del loro stesso anno, e altri.

Come si divertono, pensò Lucy vedendo Angi che, tutta allegra, ballava un ballo movimentato insieme a Jack, e Alice che rideva a crepapelle insieme ad Andrew.

La ragazza sospirò e il suo sguardo percorse pigramente la stanza.

Attraverso i ragazzi che affollavano la Sala Comune, Lucy vide una ragazza che, come lei, se ne stava sprofondata in una poltrona, sorseggiando il suo succo di zucca con l’aria di chi è in mezzo alle nuvole.

La riconobbe subito: era Melanie Morgan, una studentessa del suo stesso anno, sua compagna di dormitorio.

Non appena la vide, Lucy si chiese come mai non l’avesse molto considerata dall’inizio dell’anno a quella parte.

Era come se l’avessero fatto apposta: in quei mesi, non si erano mai incrociate in dormitorio o nei corridoi, non si erano mai parlate, niente di niente.

Semplicemente si erano fatte ognuna i fatti propri.

Ma quella sera, Lucy la guardò più attentamente: anche Melanie, come lei, era di corporatura sottile, con lunghi capelli di un castano ramato che teneva raccolti in una treccia.

In un attimo, i loro sguardi si incrociarono. Gli occhi di Melanie sembravano dire: “Guarda, noi due non apparteniamo a questo mondo di feste!”. Sorrise timidamente, e vide che Melanie ricambiava.

Lucy pensò di alzarsi e di andarle incontro… quel sorriso sembrava spingerla a fare conoscenza con Melanie.

Stava per alzarsi e raggiungerla, ma vide che Melanie si era già alzata e le veniva incontro.

Aveva quasi raggiunto la poltrona dove alloggiava Lucy, quando inciampò nell’orlo del tappeto, svuotando su di esso tutto il succo di zucca rimasto nel bicchiere.

Fortunatamente era riuscita a reggersi al bracciolo di una poltrona, altrimenti sarebbe caduta nella pozza di succo, e Melanie dava l’impressione che se fosse caduta si sarebbe frantumata in mille pezzi, come una statuina di porcellana. Lucy scattò in piedi.

“Tutto bene?” chiese con voce timorosa.

“Sì, tutto OK… sono di una sbadataggine cronica, ormai ci ho talmente fatto l’abitudine che a volte me ne vanto addirittura!” rispose Melanie ridendo.

“Ahahah!”

Melanie si sedette sulla poltrona accanto a quella di Lucy, e iniziarono la loro prima conversazione.

“Non sono una tipa da festa” confessò Melanie, mentre le Sorelle Stravagarie esplodevano a tutto volume nella piccola radio appoggiata sul tavolino.

“Nemmeno io!” rispose Lucy, “Non mi sono mai piaciute… ma questa festa prometteva di essere diversa dalle solite babbane! Insomma, siamo ad Hogwarts!”.

“Infatti è proprio questo il pensiero che mi ha spinto a venire… pensavo di fingermi malata, avevo paura!”

“Anche io! Ma una festa magica potrebbe rivelare tantissime sorprese!”.

E mentre le due ragazzine si studiavano a vicenda, come se si vedessero per la prima volta, attorno a loro la folla di studenti si diradava.

La festa stava per giungere al termine: la radio trasmetteva le canzoni di Celestina Warbeck (‘Ci vuole qualcosa di più soft a quest’ora!’, aveva detto Angi mentre cambiava il CD), i ragazzi si ritiravano uno alla volta in dormitorio e qualcuno ripuliva la stanza con gratta e netta.

Angi, Alice, Andrew e Jack si avvicinarono a Melanie e Lucy.

Jack era tutto allegro come se avesse risucchiato quattro pinte di Whisky Incendiario, e canticchiava: “La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, il cappello alla romana, viva viva la Befana!”.

Alice gli diede una sonora pacca sulla schiena: “Ahahah! Jack, vai a dormire che è meglio! Non sapevo che il succo di zucca avesse effetti collaterali!”.

Tutti scoppiarono a ridere.

Angi si rivolse a Lucy e Melanie: “Allora, compagne di dormitorio! Vi è piaciuta la festa?” chiese loro con un sorriso. “Oh sì, bellissima, grazie!” risposero in coro le due ragazze.

“Ne sono felice! Adesso andiamo a dormire… anche tu Jack, dormi che è meglio!” rise Angi.

“Buonanotte!” disse cordialmente Alice dirigendosi verso il dormitorio.

Nella Sala Comune rimasero solo Melanie e Lucy.

“Sono contenta di averti conosciuto, Lucy!” disse Melanie, guardandola negli occhi.

Lucy notò che i suoi occhi avevano la sua stessa sfumatura di grigio. Che coincidenza!, pensò.

“Anche io, Melanie! Però caspita, è da cinque mesi che siamo nella stessa Casa, nello stesso dormitorio, frequentiamo le stesse lezioni e passiamo entrambe i pomeriggi in Biblioteca… e non ci siamo mai parlate! È proprio una brutta faccenda, la timidezza!” esclamò Lucy.

“Già… menomale che adesso ho un’amica!” rispose Melanie con un sorriso.

“Ed io posso dire lo stesso. Ho fatto bene a venire a questa festa!”

“Anche io! Buonanotte, Lucy!”

“Buonanotte Melanie”.

Mentre guardavano la Luna che illuminava le tenebre fuori dalla finestra, sia Lucy che Melanie erano felici, perché incontrarsi per loro due aveva significato salvarsi a vicenda.

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Capitolo 2
*** Il buongiorno si vede dal mattino ***


-Il buongiorno si vede dal mattino-
 


La mattina dopo Melanie si svegliò con un gran mal di testa.

Sarà che non sono abituata a tutta quella musica, pensò.

Stiracchiandosi, si guardò intorno. Tutte le ragazze dormivano, ovviamente. Chi si sarebbe svegliato presto, quando non c'era scuola, tranne lei?

Ma ormai Melanie ci era abituata. Anche a casa sua era la prima a svegliarsi. Non che fosse difficile, visto che viveva sola con sua madre...

“Com'è andata la festa?” chiese una voce flebile dal buio.

La Tassorosso sobbalzò. “Be... bene.” balbettò, senza sapere a chi rivolgersi.

“Ahah, scusa se ti ho fatto paura. Sono alla tua destra.”

Melanie voltò la testa. Nel letto di fianco al suo, una ragazza le sorrideva gentilmente.

“E... Emily, giusto?”

“Sì. E tu sei Melanie, se non erro.”

La giovane annuì. “Come mai non sei venuta ieri?”

“Avevo la febbre. Ma penso che mi sia passata.”

“Come mai non sei in Infermeria?” domandò dopo un po' Melanie, cercando qualcosa da dire.

“Per un po' di febbre? No, non ne valeva la pena. Comunque, non trovi che dovremmo svegliare queste pigrone? Non voglio passare l'Epifania in un letto a guardarle dormire!”

Detto questo, saltò giù dal letto. Arrivata alla finestra, la spalancò senza pensarci su due volte. “Su dormiglione, c'è la neve!”

Melanie corse a guardare fuori. Era vero, candidi fiocchi scendevano dal cielo ricoprendo di bianco l'intero parco di Hogwarts.

Com'erano belli... Nella sua città, vicino al mare, la neve non c'era mai, per questo Melanie ne era tanto affascinata.

Un tonfo la fece voltare di scatto. Alice, a terra, guardava storto Emily che rideva a crepapelle.

“Ti diverte così tanto farmi cadere dal letto?!”

“Aahah, era l'unico modo per... Ahah... Per farti svegliare... Ahah.”

“Mmm... cos'è tutto 'sto baccano?” biascicò Angi, ancora mezza addormentata.

“Alice è caduta dal letto. Ma sai... è così sbadata!” mentì Emily.

“Giuro che se ti prendo t'ammazzo, Collins!” esclamò Alice.

“Non fare la dura, Bennett, lo sanno tutti che sono la tua migliore amica.” ribatté l'altra con un'espressione da angioletto innocente dipinta sul volto.

In tutto quel casino, nessuna si era accorta che anche Lucy si era svegliata. Nessuna, tranne Melanie.

Quest'ultima si avvicinò alla nuova amica e sussurrò: “Buongiorno, dormito bene?”

“Abbastanza... Ma cos'è successo?”

“Oh, niente. Emily ha buttato giù dal letto Alice.”

“Ragazze, solo io ho fame? Andiamo a fare colazione, vi prego!” si lamentò Angi.

E quelle parole, chissà come, riuscirono a fermare la -quasi- lite tra le due Tassorosso.

“Chi arriva ultima mangia una fetta di torta in meno!” urlò Alice, già fuori dalla porta del dormitorio.


Melanie non era mai stata un asso nella corsa, né le era mai piaciuto particolarmente quello sport. Ma correre per i corridoi per Hogwarts, le aveva dato un senso di libertà assoluta.

Perché, per la prima volta, si stava divertendo con delle ragazze senza il blocco della timidezza. E sapeva che in quel cambiamento c'era lo zampino di Lucy.

Forse l'essersi confidata con una persona, senza paura, l'aveva aiutata a combattere quella riservatezza e quell'introversia che da sempre la caratterizzavano.

Fatto sta che quando, finalmente, le ragazze arrivarono in Sala Grande e si sedettero per la colazione, Melanie si lasciò andare ad una risata liberatoria che presto contagiò anche le altre.

“Emily mangia una fetta di torta in meno!” annunciò Alice quando tutte si furono calmate.

“Dai, per questa volta la risparmiamo.” provò a salvarla Angi.

“Mmm... Ok, ma solo per questa volta!” acconsentì l'altra, afferrando il primo dolce che le capitò sotto mano.

“Buongiorno!”
“Che bei pigiamini.”

Due voci maschili fecero voltare le ragazze. Andrew e Jack si stavano avvicinando al loro tavolo, la divisa già addosso.

“Ah-ah. Divertente Jack.” rispose sarcastica Alice.

“Non è colpa nostra. Non abbiamo potuto cambiarci per... questioni di priorità.” si giustificò Angi.

“Ovvero?” chiese Andrew, curioso di conoscere le 'questioni di priorità'.

“Il nostro stomaco reclamava cibo.” spiegò Emily, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. I due scoppiarono in un'allegra risata.

“Allora, che si fa oggi?” domandò poi Andrew.

“Si scende giù in giardino, ovviamente. C'è la neve!”

“Lo sai che odio la neve, Angi. E odio il freddo.” protestò Jack.

“Invece deve essere meravigliosa. Da me, però, non c'è mai...” si intromise Melanie.

Tutti la guardarono stupiti per un attimo. Da quando erano arrivati a Hogwarts, la Tassorosso non aveva mai partecipato ai loro discorsi, a meno che non fossero proprio loro a chiederle qualcosa.

“Oh, sì... sì, la neve è bellissima.” assicurò Lucy. “Potrebbe... piacerti, Jack.”

“Sentito, Jackie?”

“Non chiamarmi così, Emily. I miei nervi potrebbero non reggere.” la minacciò scherzosamente il ragazzo.

“E comunque va bene... Ma solo perché lo dice Lucy!*”

E, mentre le ragazze andavano a cambiarsi, Melanie rivolse un sorriso di ringraziamento all'amica che era arrossita, dopo quello che le aveva detto Jack.

Sapeva quanto le era costato andare contro la sua timidezza solo per aiutarla a convincere il giovane.

Per questo, si promise, per quello che Lucy aveva fatto per lei e solo per lei, avrebbe sempre, sempre aiutato la sua nuova amica. Qualsiasi cosa fosse successa.


Era ufficiale: Melanie amava la neve!

Era meravigliosa! Così bianca, pura e... fredda.

Era come se qualcuno, dal cielo, volesse dire “Ehi, guardate cosa vi mando! E poi non dite che l'inverno fa schifo!”.

“È fantastica, non trovi?” le chiese Lucy, avvicinandosi.

“Una delle cose più belle che abbia mai visto.” rispose in sussurro l'altra.

“Ti faccio vedere una cosa, Melanie.”

Lucy aprì la mano sinistra, rivolgendo il palmo al cielo, e aspettò che un fiocco di neve si poggiasse sul guanto lilla.

Poi estrasse la bacchetta con l'altra mano e, puntandola contro il fiocco, recitò l'incantesimo di pietrificazione.

“Ho scoperto che, oltre a immobilizzare le cose, le induriscono anche.” disse con una nota d'orgoglio nella voce.

“Tienilo tu, questo. Grazie all'incantesimo non si scioglierà, né si romperà tanto facilmente. Ma devi rinnovarlo, ogni tanto. Non sono così brava da far durare gli incanti per molto tempo.”

“È... è bellissimo.” balbettò Melanie imbarazzata, prendendo delicatamente il regalo. “Gr... grazie.”

“Di niente.” si schermì Lucy.

Le due ragazze rimasero in silenzio per un po', in soggezione.

Poi delle palle di neve le colpirono. Qualcuno rise.

“Allora? Si fa questa sfida?” chiese Andrew alle due.

Le Tassorosso si guardarono un po' incerte, prima di buttarsi a capofitto nella lotta.





* In questo pezzo, Jack non pensa chissà che cosa di Lucy, semplicemente il fatto che lei solitamente non parla e invece quella volta l'ha fatto, convice Jack.

P.S. Questa storia racconta solo com'è nata la nostra amicizia: il resto è puramente fantastico e inventato di sana pianta!

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