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di screwed up mess
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New school. ***
Capitolo 2: *** Stay away from him. ***
Capitolo 3: *** Caught. ***
Capitolo 4: *** Frustrating. ***
Capitolo 5: *** "It was only a kiss" ***
Capitolo 6: *** Smile. ***



Capitolo 1
*** New school. ***


New school.


''Le brave ragazze sono cattive ragazze che non sono state beccate.'' Io, al contrario, ero stata beccata e per questo motivo avevo speso gli ultimi due anni in un istituto femminile privato con regole rigide e persone intransigenti. Avevo iniziato il primo anno di liceo a Sidney e avevo rischiato di essere bocciata, così i miei genitori decisero di darmi una lezione. Non lo fecero con cattiveria, volevano solo ''avere indietro la loro bambina''. Mandandomi in quell'istituto riuscirono a farmi perdere tutti i contatti con le persone che conoscevo e che loro reputavano brutte conoscenze. La mia migliore amica non si era rivelata tale, dato che mi aveva lasciata dicendo solamente ''Sei cambiata.''

Dopo due anni i miei genitori si decisero a ridarmi un po' della mia adolescenza e togliermi da quella sottospecie di prigione: mi iscrissero ad un altro liceo di Sidney, apparentemente il migliore. Durante la settimana che precedeva l'inizio della scuola era stato snervante sentirsi costantemente in un sorta di prova di fiducia e, dopo essermi subita una lista di cose da fare tra cui: nuovi amici, scegliere le persone giuste ed essere gentile, e una lista di quelle da non fare come: finire in presidenza, fumare in bagno, saltare le lezioni, ero pronta per scendere dall'auto di mio padre e iniziare il primo giorno di scuola. 
Osservai quella struttura grigia che tutto sembrava tranne un bel posto. L'edificio era circondato da un giardino, eccetto per la parte frontale, in cemento. Camminavo lenta, guardandomi in giro ed osservando le persone. Estrassi dalla borsa il foglio che la scuola mi aveva dato il giorno dell'iscrizione in cui, da un lato, c'era disegnata la piantina e, dall'altro, erano scritte delle informazioni: Ridley Anderson, armadietto 23 e il mio orario scolastico. Entrai e percorsi un immenso corridoio in cerca del mio armadietto che poco dopo trovai e in cui non esitai a buttarci tutti i libri eccetto quello per la prima lezione. Ripresi in mano il foglio e lessi: storia, aula 15. Sbuffai, ero già stufa. Mi voltai e chiesi alla ragazza che aveva l'armadietto accanto al mio ''Sai dirmi dov'è l'aula 15?'' Lei mi guardò, inizialmente un po' perplessa, ma poi ''Hai storia la prima ora? Sei con me, seguimi'' disse sorridendomi. La guardai, indossava un paio di jeans e una maglietta. I capelli, biondo scuro, erano raccolti in una treccia laterale e mi osservava con due occhi chiari e truccati solo leggermente. La seguii. ''Ridley'' mi presentai. ''Lily'' rispose. Salimmo due rampe di scale. ''Eccoci'' aprì la porta dell'aula un secondo prima che la campanella suonasse. Entrai e andai verso il banco in ultima fila nell'angolo, mi sedetti e appoggiai la borsa. Lily prese posto di fianco a me. ''Com'è il professore?'' le domandai. ''Simpatico. Un tipo a posto'' rispose, poi entrambe facemmo silenzio, mentre l'aula iniziava a riempirsi di studenti. Uno di questi, in particolare, attirò la mia attenzione. Il ragazzo si sedette di fronte a me, buttando il libro sul banco e sbuffando si passò una mano tra i capelli, spettinandoli, e, solo allora, notai che erano scuri ma tendenti al rosso. ''E tu chi sei? Mi hai fregato il posto.'' mi squadrò, facendomi distogliere lo sguardo dai capelli per farlo incrociare con il suo. Aveva gli occhi verdi e puntavano sui miei, scuri. ''Una nuova'' risposi alzando le spalle, proprio nel momento in cui il professore entrò in classe e il ragazzo fu costretto a girarsi verso la cattedra.
''Benvenuti ai nuovi, bentornati a tutti gli altri'' esordì l'uomo. ''Penso che, come me, non siate contenti di ritrovarvi seduti qui questa mattina'' disse, aprendo il registro. Dopo aver concluso l'appello iniziò a raccontarci delle sue vacanze perchè, citandolo, non se la sentiva di iniziare la giornata aprendo il libro di storia.
''E così ti chiami Ridley. Bel nome'' il ragazzo di fronte a me si girò a parlarmi. ''Già'' riposi continuando a fissare un punto indefinito della lavagna. ''Che vuoi?'' domandai, vedendo che continuava a rimanere girato verso di me. ''Sono Michael, ma puoi chiamarmi Clifford'' disse e ''Non te l'ho chiesto'' risposi. Ottenni uno sguardo indifferente da parte sua. ''Sei quella nuova, devi sapere chi sono.'' Il tono freddo con cui lo disse, per poco, non mi fece venire i brividi. Poi nessuno dei due parlò.
''Io ora ho ginnastica, tu?'' Lily mi si avvicinò mentre uscivo dall'aula. Guardai il foglio e ''Inglese'' lessi. ''E' la classe qui affianco'' mi sorrise.

All'ora di pranzo trovare la mensa non era poi così difficile: bastava seguire l'ammasso di studenti. Guardai il cibo che servivano e, constatando che era uno schifo, presi solo delle patatine e una bottiglietta d'acqua. L'ultimo tavolo completamente libero era quello in fondo alla stanza, e presi posto lì. Mangiare da sola non era affatto un problema. Controllai il cellulare, ma non c'era nessun messaggio perchè non c'era nessuno che avesse potuto scrivermi per sapere come stavo. Non avevo fatto amicizia nell'istituto privato e mi ero abituata a stare in solitudine. ''Ma guarda chi c'è qui. Ti piacciono tutti i posti che piacciono a me?'' i miei cinque minuti da sola era ufficialmente finiti, interrotti da Michael. ''Era l'unico tavolo libero'' risposi continuando a guardare le patatine nel mio vassoio. Solo quando alzai lo sguardo mi accorsi che non era solo e, ormai, al tavolo con me c'erano sedute altre quattro persone. 
Cercai di finire il pranzo velocemente, senza far caso a Michael e ai suoi amici che parlavano tra di loro. Quando mi alzai presi la borsa e mi diressi verso quella che doveva essere l'uscita per il cortile sul retro. Constatai che altri ragazzi stavano fumando e mi accessi una sigaretta sperando che quella giornata scolastica finisse il prima possibile.

''Allora, com'è la nuova scuola? Hai conosciuto qualcuno?'' Mio padre sperava che le risposte fossero positive ma ''E' una scuola e no'' dissi. In realtà qualcuno avevo conosciuto, Lily, ma solo perchè, a parere mio, era troppo gentile da rifiutare di aiutare qualcuno. E poi Michael, probabilmente il più presuntuoso e scontroso ragazzo di tutta Sidney. Ma poco importava perchè decisi che con lui non ci avrei mai più parlato per rispettare ciò che i miei genitori volevano, ovvero che io facessi delle buone amicizie.






Spazio autrice.
Ciao a tutti! Dopo aver iniziato a scrivere l'ennesima ff ho deciso di pubblicarla e, cascasse il mondo, la porterò a termine. Essendo il primo capitolo e, di conseguenza, il più breve e con meno avvenimenti, non c'è molto da dire. Spero ci siano persone interessate a seguire la storia e se magari vi scappa qualche recensione non mi lamenterò!
Detto questo mi dileguo. Al prossimo capitolo!

-B.
 

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Capitolo 2
*** Stay away from him. ***


Stay away from him.



Riuscire ad aprire gli occhi e trascinarsi fuori dal letto era la difficoltà principale della giornata. ''Tesoro, dai svegliati. Papà ti porta a scuola, io vado a dormire perchè sono appena rientrata dal turno in ospedale'' mia mamma, con un tono dolce, cercava di farmi svegliare. Mi cambiai e scesi a far colazione e qundo ebbi finito, salii in macchina pronta, si fa per dire, ad iniziare un altro giorno. 
''Norwest Christian College. Pure il nome fa schifo.'' sussurrai appena entrai a scuola. Mi incamminai verso l'armadietto e prendere un paio di libri. ''Sei l'amica di Michael, tu'' per lo spavento sbattei lo sportello , invece di chiuderlo senza far troppo rumore. Un ragazzo era appoggiato all'armadietto di Lily, aveva le braccia incrociate e mi fissava. ''Non sono l'amica di nessuno'' replicai guardando i suoi occhi, azzurri come non ne avevo mai visti. Ne rimasi colpita, ma cercai comunque di non scompormi. ''Abbiamo biologia assieme ora'' il modo in cui lo disse mi diede sui nervi, perciò ''Che fortuna'' risposi sarcastica. Mi domandai, però, come lui facesse a saperlo, ma la risposta era ovvia: aveva sbirciato dal foglio con gli orari che tenevo in mano. Mi avviai verso la classe e lui mi seguì. Cercavo di camminare lontana di lui, ma il corridoio era troppo affollato e notavo che tutti fissavano me e poi lui. Feci finta di niente, continuando a camminare. Presi il mio posto in classe e iniziai a scarabocchiare sul quaderno in attesa del suono della campanella. Provai a stare attenza alla lezione, ma sentivo costantemente due occhi puntati su di me e ciò mi rendeva nervosa, anche se cercai di nasconderlo. Mi aspettavo che al termine dell'ora mi parlasse, ma, inaspettatamente, uscì dall'aula per primo senza guardare in faccia nessuno. 

Incontrai Lily in corridoio, mentre stavo andando in mensa a mangiare. ''Com'è andata ieri?'' domandò sorridente. ''Normale'' risposi continuando a camminare al suo fianco.
''Ti ho vista parlare con il ragazzo biondo, Hemmings, stamattina'' feci una smorfia quando sentii pronunciare quel nome ''E' un tipo strano, Ridley, non frequentarlo'' mi avvertì. Feci finta di non aver sentito quella frase. ''Gli altri come si chiamano?'' domandai mentre prendevamo posto al tavolo. ''Hood e Irwin, ma non so i loro nomi. Tutti qui li chiamano per cognome.'' Riflettei sulla frase di Lily e notai che, proprio in quel momento, tutti e quattro stavano anche loro prendendo posto ad un tavolo. Si muovevano in modo sicuro, come se la scuola fosse stata loro e, solo quando Michael fece un cenno con la testa nella mia direzione, mi accorsi di averli guardati per tutto quel tempo. Iniziai a mangiare e nè io nè Lily proferimmo parola fino alla fine del pranzo. ''Ma sei proprio sicura di non sapere i loro nomi?'' domandai. ''Sicura. Perchè?'' s'incuriosì. ''Non riesco a farmi gli affari miei'' sorrisi frugando nella mia borsa. ''Ci vediamo, ok?'' dissi alla ragazza, prima di allontanarmi dal nostro tavolo e raggiungere quello del gruppo misterioso di amici. ''Hey Clifford!'' attirai la loro attenzione ''Sigaretta?'' sorrisi alzando in aria il pacchetto. Lui guardò i suoi amici che rimasero impassibili e, nemmeno tre secondi dopo, stavamo uscendo dalla mensa.

''Bocciato, eh?'' esordii, dopo aver acceso la sigaretta. ''Si.'' rispose atono. ''Come lo sai?'' aggrottò le sopracciglia. ''Sembri più grande di tutti noi. Ho tirato a indovinare.'' Feci una smorfia. ''I tuoi amici sono scorbutici come te?'' domandai sfacciata. ''E tu sei così antipatica con tutti o con me in particolar modo?'' aspirò del fumo. Scrollai le spalle. Non avevamo fumato metà sigaretta che uno dei suoi amici corse verso di noi. ''Michael, corri dentro, c'è un problema con Luke!'' il ragazzo moro aveva il fiatone e un'espressione piuttosto preoccupata in volto. Michael sembrò già sapere di cosa si trattava dal modo in cui buttò a terra la sigaretta e corse dentro alla scuola. Io decisi di seguirlo.

''Corridoio principale!'' urlò il ragazzo al suo amico, una volta oltrepassata la mensa. E lì vidi un gruppo di ragazzi che urlavano e coprivano qualcosa. Mi avvicinaii: stavano coprendo Hemmings e un'altra persona. Realizzai che il biondo, a conti fatti, dovesse essere Luke. Michael si fece largo tra la gente e l'unica cosa che riuscì a vedere fu Luke gridare ''Vaffanculo'' ad un altro ragazzo per poi spingerlo a terra. Il biondo venne trascinato via di peso da Michael che, si vedeva, faceva fatica e tenere fermo l'amico. Lo sbattè forte contro gli armadietti e ''Datti una calmata!'' urlò, facendomi sobbalzare. Premette le mani sul petto di Luke per tenerlo fermo. Il moro si fermò di fianco a me e appofittai per domandargli ''Cosa sta succedendo?'' ma lui si limitò d rispondere ''Fatti i cazzi tuoi, Ridley'' per poi andarsene. Tornai a guardare la scena: Luke aveva il respiro accellerato, la mascella contratta e i pugni stretti, mentre guardava Michael dritto negli occhi. Quest'ultimo lo spinse contro gli armadietti ancora una volta, facendogli spalancare gli occhi. Decise infine di portarlo via da lì trascinandolo verso i bagni.
Buttai fuori tutta l'aria che avevo trattenuto inconsciamente fino a quel momento e mi accorsi che il ragazzo che poco prima era finito a terra, ora era sparito, così come il gruppo di persone che si erano raccolte in corridoio.
''Ti ho detto che è un tipo strano. Ripeto, stai alla larga da lui.'' Lily si avvicinò. Ma più lei mi diceva di stargli lontano, più io volevo sapere.

Sicuramente Luke sarebbe finito in presidenza con una sospensione. L'accaduto era l'unica a cosa a cui riuscivo a pensare mentre ero distesa sul letto prima di addormentarmi. Erano due anni che non vedevo succedere una cosa del genere a scuola e togliermi dalla testa l'espressione sul volto del ragazzo era difficile.

Quinto giorno di scuola, quinta mattinata orribile e, come previsto, Luke non si presentò a scuola. ''La smetti di farti gli affari degli altri?'' Lily scherzò quando ci incontrammo ai nostri armadietti poco prima di andare in mensa. ''Ti va di venire con me in un locale stasera?'' la sua proposta mi lasciò un po' spiazzata, non sapevo nè il motivo per cui me l'avesse chiesto, nè come avrei dovuto rispondere. ''Dai, ci divertiremo!'' cercò di convincermi. Ci riflettei su e non trovai nessun motivo valido per rifiutare, così ''Ok!'' accettai sorridente. ''Ci saranno anche le altre tue amiche?'' domandai. ''No. Loro non sono poi così'' fece una pausa ''amiche.'' ''Meglio soli che mal accompagnati'' risi.

''Mamma, domani non c'è nemmeno scuola! E poi Lily è una brava ragazza!'' la stavo pregando perchè mi facesse uscire quella sera. ''Ti accompagnerò e me la prensenterai, poi vediamo.'' Sempre meglio di un no, c'era ancora speranza. Non osai controbattere.
Andai velocemente a cambiarmi, mi truccai e poi diedi un'occhiata alla mia immagine riflessa allo specchio: mi piacevo quella sera.
''Ecco, fermati qui.'' Mia madre parcheggiò e Lily ci venne incontro. ''Piacere signora, sono Lily'' si presentò. ''Piacere, chiamami Elisabeth'' Osservai Lily, indossava dei jeans attillati, tacchi alti e grigi e un top molto carino. ''Si comporta bene a scuola Ridley?'' mia mamma iniziò con la prima domanda. ''Si. E' una brava studentessa'' mi rivolse un'occhiata e poi tornò a guardare mia madre. ''Posso chiederle se stasera Ridley può fermarsi a dormire da me?'' la ragazza sorrise. ''Beh'' sospirò lei ''posso parlare con i tuoi genitori?'' ''Certo!'' Lily compose un numero sul cellulare e lo passò a mia mamma che si allontanò da noi per poter parlare. Quando rimasimo sole la guardai ''Potevi avvertirmi'' risi. ''Non ti preoccupare, ho un pigiama in più.''
Quando mia mamma tornò le sorrisi e lei, inaspettatamente, ricambiò. ''Ecco'' ridiede il telefono a Lily ''Ci vediamo domani, Rid. Fai la brava'' e se ne andò.
Impiegai qualche secondo prima di rendermi conto che, effettivamente, mia mamma aveva appena dato il via libera. Seguii Lily dentro il locale affollato e, spintonando, riuscimmo ad arrivare al tavolo e ci sedemmo sul divano che ne circondava tre lati su quattro. ''Bevi, no?'' domandò Lily e appena feci di sì con la testa sparì, ritornando qualche minuto dopo con due bicchieri in mano e me ne porse uno. ''Cos'è?'' domandai. ''Tu bevi e fidati di me'' sorrise e così feci. Bevvi. ''Buono!'' strillai.
''Buonasera signorine'' ancora prima di alzare lo sguardo riconobbi la voce. Sbuffai e mi ritrovai Michael seduto alla mia sinistra e Luke alla mia destra. Gli altri presero posto di fianco ad una Lily palesemente inbarazzata e anche un po' irritata.
''Allora, come si sta a casa? Bene, no?'' mi rivolsi a Luke. I miei occhi, per la seconda volta incrociarono i suoi. Lo vidi prendere un lungo respiro ma non ricevetti una risposta, così girai la testa a sinistra. ''Noi non ci conosciamo, ufficialmente. Sono Ridley'' sorrisi innocentemente agli altri due che alzarono le mani in segno di saluto. ''Ashton e lui è Calum'' parlò il ragazzo. ''Non pensavo venissi in questo posto, non ti ho mai vista qui'' Michael catturò la mia attenzione così alzai le spalle ''Pensavi male'' risposi per poi finire quello che rimaneva da bere nel mio bicchiere. ''Lei è Lily'' sorrisi verso la ragazza. ''Ciao'' disse lei senza guardare in faccia nessuno dei quattro ragazzi. ''Anderson, vieni a ballare'' Luke posò una mano sulla mia gamba e, dal suo tono, si capiva che era più un obbligo che una domanda. Mi alzai e sistemai il vestito, alzandolo un po' per farlo sembrare più corto del normale. Guardai Lily che con gli occhi mi stava implorando di non lasciarla sola. ''Torno subito'' le sorrisi. ''Hemmings, andiamo?'' dissi al ragazzo, cercando di assumere un'espressione del viso neutra.







Spazio autrice.
Ciao! Ho deciso di pubblicare il secondo capitolo e se ti è piaciuto, ma anche se non ti è piaciuto, magari potresti lasciare una recensione e aiutarmi a rendere migliore il modo di scrivere o anche darmi delle idee per il seguito! 
Ad ogni modo, spero che i lettori aumentino  e che apprezzino. 
Non ho altro da dire, ci rivediamo al prossimo capitolo!

-B.

 

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Capitolo 3
*** Caught. ***




Caught.




Poco dopo mi ritrovai in mezzo ad una marea di gente che ballava e saltava seguendo la musica. Inizia a muovermi anche io nonostante Luke non mi avesse ancora raggiunta e, quando finalmente arrivò, mi avvicinai al suo orecchio per farmi sentire. ''Sicuro di essere in grado di saper ballare con una come me?'' Non rispose e sentii le sue mani posarsi sui miei fianchi, per poi tirare il mio bacino contro il suo. ''Possiamo passare direttamente al dopo, se vuoi.'' No capii se fosse per il contatto nei nostri corpi o per le sue labbra che stavano sfiorando il mio orecchio, ma ebbi un brivido che trovai stranamente piacevole. Deglutii e mi girai dandogli la schiena. Presi il controllo delle sensazioni che provavo e, finalmente, riuscii a divertirmi e agitai i fianchi, alzai le braccia in alto, ballai. Ballai con Luke esattamente contro di me per un paio di minuti, finchè non finì la canzone e dissi al biondo che dovevo tornare da Lily perchè l'avevo lasciata sola. 
Mi feci largo per tornare al tavolo e, quando ci arrivai, la vidi che stava ridendo, così come Michael, Calum e Ashton. Inclinai la testa e assunsi un'espressione interrogativa. ''Oh Ridley! Vieni a bere! Abbiamo preso un po' di cose anche per te e'' Lily fece una pausa ''Chi era con te?'' rise. Mi sedetti sul divanetto e sospirai. ''Quanto ha bevuto?'' domandai guardando tutti i bicchieri vuoti sul tavolo. ''Vuoi fare la predica? Avanti, bevi!'' Michael indicò quattro bicchieri pieni. ''Spero che due siano per me.'' Luke era tornato e prendendo posto vicino ad Ashton. ''Due a testa! Forza Ridley!'' Lily urlò nel mio orecchio e io la spinsi via ridendo.
Finì il primo bicchiere e prima di accorgermene anche il secondo era vuoto. Era più facile e meno stressante parlare con quei ragazzi dopo che avevano bevuto. ''Siete simpatici!'' disse Lily sorridendo come un'ebete. Io sospirai e appoggiai la testa sulle gambe di Michael, che mi guardò e gli feci la linguaccia. ''Hai il piercing sulla lingua!'' strillò. ''Te ne sei accorto solo ora?'' risi. ''Io no'' intervenne Lily ''Lo sapevo ma non ho detto nulla perchè, senza offesa Ridley, ma a me non piace'' ''Apprezzo la sincerità da alcool'' dissi e tornai a guardare Michael, quando iniziò una delle mie canzoni da discoteca preferite e mi alzai in piedi, non prima di aver sbandato contro il tavolino e rischiato di finire addosso a Calum. ''Adoro questa canzone!'' ''Nessuno vuole ballare, dolcezza'' Michael mi tirò di nuovo verso il divano e finì in braccio a lui. Sbuffai, ma comunque non mi mossi da lì. ''Dove vai?'' Calum rivolse la sua attenzione a Luke che si alzò dal divanetto. ''A fumare'' rispose con un'alzata di spalle, ma evidentemente mentì perchè quando Lily esordì con ''Dobbiamo tornare a casa'' lui non era ancora tornato. 
Lily impiegò una vita solo per alzarsi in piedi. ''Ti ricordi almeno dov'è?'' Ashton rise, prendendola per un braccio per far sì che rimanesse in equilibrio sui tacchi. ''Non sono ubriaca, so dove abito'' lo fulminò con lo sguardo, ma a quel punto io scoppiai a ridere ''Non sono ubriaca'' le feci il verso. ''Ok, cercate di arrivare dove dovete arrivare senza farvi prendere sotto o mi sentirò in colpa. Non troppo, ma mi sentirò in colpa'' Calum ci salutò. Sorrisi ad Ashton e agitai la mano verso Michael che mi mandò un bacino volante: la prova che aveva bevuto troppo. In quel momento arrivò Luke. ''Dov'eri sparito?'' lo interrogarono i suoi amici. Lo squadrai e mi avvicinai a lui ''A scopare'' feci una pausa. ''La prossima volta rivestiti con calma e chiudi bene i jeans'' sussurrai prima di andarmene, non volevo che gli altri sentissero cosa avevo appena detto.


Dopo aver percorso un po' di strada con i tacchi, io e Lily li levammo riuscendo, finalmente, a camminare più velocemente e dritte lungo i marciapiedi. ''E' questa!'' urlò fermandosi di fronte ad una casa ''Ce l'abbiamo fatta!'' rise. Al quarto tentativo di infilare la chiave nella serratura aprì la porta ed entrammo. ''Shhh'' disse, ma fece più rumore lei dicendolo che la porta chiudendosi. La seguii al piano di sopra e, quando arrivammo in camera sua mi buttai sulla brandina che, dedussi, aveva preparato sua madre per me. Lily mi lanciò in faccia un pigiama e andò in bagno. Mi cambiai più velocemente che potessi e mi sistemai nel letto aspettandola e quando arrivò spense la luce. ''Buonanotte'' disse con la faccia spiaccicata al cuscino. ''Mmhh'' risposi.



''Cazzo!'' Mi svegliai all'improvviso dopo l'esclamazione di Lily. Mi guardò ''Scusa, sono inciampata contro qualcosa'' andò a tirare su le tapparelle e aprire le finestre. ''Mi sono svegliata due minuti fa. E' l'una e mezza, ho fame'' Per essersi svegliata da poco parlava velocemente, al contrario, io riuscii solo a mugugnare per poi mettermi a sedere sulla brandina. Decisi di trascinarmi in bagno per lavarmi la faccia. ''Tieni. So che ti serve.'' Lily mi passò una pastiglia per il mal di testa e sorrise. La presi e scesi a mangiare. ''Buongiorno ragazze!'' la madre ci accolse in cucina ''Sono Anita, piacere'' ''Ridley'' sorrisi sedendomi a tavola e un minuto dopo sparì lasciandoci da sola a fare colazione.
''Allora'' Lily aveva ancora la bocca piena di cereali ''Che avete fatto tu e Luke quando siete andati a ballare?'' Sbuffai e appoggiai il mento sulla mano, rimescolando il caffè nella tazza. ''Niente. Assolutamente nulla, non preoccuparti'' alzai le spalle. ''Comunque non sono male, dopotutto'' ''Erano ubriachi! Eri ubriaca!'' ''Non urlare che mia madre ci sente!'' mi ammonì. ''In ogni caso ho ragione e tu lo sai.'' le sorrisi puntando il cucchiaino nella sua direzione.




Lunedì. Iniziava, così, la mia seconda settimana di scuola. Stavo camminando per il corridoio ed ero da sola, o almeno così pensavo. Ero uscita dalla classe durante la seconda ora dicendo di star male e di dover andare in infermeria, la verità era che non volevo partecipare ad una interessantissima -si fa per dire- lezione di inglese. Vidi Luke girare l'angolo e venirmi incontro. Lo salutai agitando la mano in aria e sorridendo sperando di dargli, in qualche modo, fastidio. Lui rimase impassibile continuando a camminare nella mia direzione ed iniziai ad arretrare quando, una volta di fronte a me, capii che non si sarebbe fermato. Mi obbligò ad arretrare fino a quando la mia schiena colpì il muro e allora fu costretto a non avanzare più. ''Che ti prende?'' dissi, spingendolo indietro, ma lui tornò verso di me tirando un pugno al muro, sfiorando la mia testa. Sobbalzai e il mio respirò accellerò, così come fece il mio battito cardiaco quando i miei occhi incontrarono i suoi e notai in quello sguardo un sentimento che non riuscii a decifrare. ''Che cazzo di problemi hai?'' esclamai. ''Hai fumato erba?'' aggiunsi subito dopo, notando il rosso che gli contornava le iridi e stonava con l'azzurro dei suoi occhi. ''Tu non hai detto a nessuno che ho scopato l'altra sera, vero? E nemmeno con chi, giusto?'' chiese minaccioso. ''Chi ti ha picchiato?'' evitai la domanda ponendone una a mia volta dopo aver notato il taglio sul labbro. ''Rispondi!'' mi urlò contro sbattendo il pugno sul muro ancora una volta. Sbattei le palpebre e, a quel punto, strinsi i pugni anch'io, sicura che mi sarei lasciata sulla pelle i segni delle unghie. ''No, cazzo, no! L'ho detto così! Era una supposizione! Non ho visto nulla, porca puttana!'' urlai a mia volta, sperando che se ne andasse. Con la coda dell'occhio vidi il pugno vicino alla mia testa aprirsi e trasformarsi in una mano che cercava un appigglio contro il muro. Mi concentrai sulla faccia di Luke che, improvvisamente, diventò pallida. Chiuse gli occhi e li riaprì un paio di volte. ''Stai bene? Luke?'' se prima gli avevo urlato contro ora la mia voce uscii come un sussurro. ''Portami fuori. Ho bisogno d'aria'' ordinò e io a mala pena lo sentì. ''No. Devi andare in infermeria'' cercai controbattere ma non riuscii a comandare al mio corpo di muoversi, ero nel panico e non sapevo cosa fare. ''Portami fuori'' s'impose e ormai, non sapendo più cosa fosse giusto fare, obbedii. Gli portai un braccio attorno al mio collo e, faticosamente, arrivammo in giardino, dove lo aiutai a distendersi sull'erba. Chiuse gli occhi e prese delle boccate d'aria. Mi sedetti di fianco a lui e guardai il petto di Luke che, piano piano, riprese un ritmo regolare e con il suo anche il mio. ''Luke'' sussurrai perchè avevo paura di disturbare ''Cosa ti è successo?'' Lui aprì gli occhi ''Lascia stare'' sospirò prima di richiuderli. 
Lo osservai in silenzio per almeno un minuto: aveva anche ripreso colore in volto e a vederlo lì disteso sembrava innocuo, totalmente diverso dalla persona che poco prima mi aveva quasi tirato un pugno. ''Anderson'' la voce di Luke mi riportò alla realtà ''Non ho fumato erba'' affermò. Non gli credetti neanche per un secondo. ''Non sono qui per giudicarti. Puoi fare quello che vuoi e poi sarei l'ultima persona adatta per fare una predica, visto quello che ho fatto io.'' Mi distesi di fianco a lui e chiusi gli occhi. ''Ma tu sembri una ragazza apposto, un po' scorbutica, ma apposto. Non ti credo.'' ''Secondo te perchè sono qui?'' domandai. ''Ti sei trasferita?'' ''Ho sempre vissuto qua'' risposi. Luke rimase in silenzio e capii che aspettava che continuassi a parlare, così presi un bel respiro. ''Quando ero in terza media mi è successa una cosa, che non sto qua a raccontarti, fatto sta che quando ho iniziato il liceo, uno dall'altra parte della città, sono accadute tutta una serie di cose tra cui amici poco affidabili, un periodo di cambiamento, un po' di casini'' feci una pausa, non gli avrei mai raccontato tutta la verità. ''Fatto sta che i miei per darmi una raddrizzata mi hanno mandata per due anni in un istituto femminile privato. Quest'anno hanno deciso di darmi una seconda possibilità, chiamiamola così, ed eccomi qua'' Aspettai la risposta di Luke a lungo. ''Allora non dovresti parlare con me, immagino che Lily ti abbia già detto di starmi alla larga'' ''Devo sbattere la testa almeno una volta prima di accorgermi di star andando contro un muro'' risi alla mia stessa frase e quando riaprii gli occhi vidi Luke appoggiato su un gomito, girato verso di me, che strappava dei fili d'erba. ''Perchè parlano tutti così di te?'' chiesi e lui si irrigidì. ''Credo sia ora di tornare dentro'' disse alzandosi e capii di aver fatto la domanda sbagliata.

Appena incontrai Lily le raccontai dell'accaduto e di cosa io e Luke avevamo parlato. Smisi di parlare giusto in tempo, quando Michael, Calum e Ashton si sedettero al nostro tavolo. ''Allora, com'è la vita?'' Ashton guardò Lily e poi me ed entrambe alzammo le spalle. ''Dov'è Luke?'' m'informai. ''E' uscito prima.''
Ma Luke non si presentò a scuola quella settimana e ogni volta che chiedevo una spiegazione nessuno sapeva darmela.



''Ridley, per favore, mangia in fretta che poi sparecchio e vado a fare il turno in ospedale.'' Mia madre si preoccupava sempre di arrivare in orario al lavoro e metteva sotto pressione anche me. ''Mamma, calmati, è presto'' dissi. Lei si sedette di fronte a me e sospirò. Mi accorsi che aveva la testa altrove e volevo saperne il motivo, ma aspettai che parlasse lei per prima. ''Sai, Rid, in ospedale c'è una donna'' s'interruppe, e vidi malinconia e un velo di tristezza sul suo volto. ''E' una donna bellissima, ma è in coma da un anno e mezzo ormai. Coma irreversibile.'' Aveva catturato tutta la mia attenzione. ''Suo figlio la viene a trovare ogni giorno e passa molto tempo con lei, praticamente tutta la giornata, eccetto quando è a scuola. Deve avere più o meno la tua età.'' ''Mi dispiace, mamma. Ma tu cosa ci puoi fare?'' E come se non mi avesse sentito proseguì. ''Ultimamente sta lì anche la mattina, è uno strazio vederlo così.'' Fu questa frase a mettermi maggiormente sull'attenti. ''Mi descrivi questo ragazzo?'' domandai. ''Cosa ti importa?'' rimase perplessa dalla mia domanda, ma insistii. ''E' un bel ragazzo, alto, biondo'' ''Occhi chiari? Ha un piercing?'' mi alzai di scatto dalla sedia. ''Credo di si. Credo, non mi ricordo! Ridley che ti prende?'' ''Mamma, devi portarmi a lavoro con te.'' dissi senza riflettere. La implorai e insistetti fino a che lei non disse di sì, così salimmo in macchina dirette all'ospedale. Il tragitto fu insopportabile e continuavo a dimenarmi sul sedile mentre mia mamma perdeva la pazienza e non riusciva a capire il mio strano comportamente. Fu solo quando arrivai lì, davanti a quella stanza indicata da mia madre che ebbi la conferma della mia teoria a dir poco avventata: quel ragazzo era Luke.





Spazio autrice.
Et voilà, il terzo capitolo! Forse forse si incomincia a capire un po' qualcosa (molto poco), le cose diventeranno interessanti nel prossimo capitolo!
Volevo ringraziare tutti per le recensioni ricevute..continuate a seguire la storia e a dirmi la vostra opinione!:)
Detto questo, c'era una cosa che volevo fare ma non avevo avuto tempo e, dopo che me l'ha chiesto una da voi, ho deciso di darmi da fare e farmi aiutare dalla mia migliore amiche che (ringraziate lei ahahah) ha trovato due foto e così posso mostrarvi, finalmente, i volti di Ridley e Lily.


Ecco la nostra Rid:



Ed ecco la nostra Lily:


Adesso finalmente sapete come sono fatte! ahahahahahah
Provvederò anche a fare un banner per la storia, quando la scuola mi darà un po' di tregua.
Se volete seguirmi su twitter sono: @nyctophilja
Al prossimo capitolo!

-B.
 

 

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Capitolo 4
*** Frustrating. ***



Frustrating.




Luke alzò lo sguardo che poco prima teneva fisso sulla donna distesa in quel letto d'ospedale e il mio corpo di paralizzò quando i suoi occhi incrociarono i miei. Si alzò dirigendosi verso la porta e in quella frazione di tempo sperai che non iniziasse ad urlarmi contro, anche se aveva tutte le ragioni per farlo. Chiusi gli occhi, pronta alla reazione, qualsiasi sarebbe stata, ma quando li riaprì Luke era a qualche metro da me che camminava lungo il corridoio. ''Luke!'' gridai, forse troppo per l'ambiente in cui mi trovavo. Non mi diede retta e proseguì. Agii d'impulso seguendolo fino a quando non lo vidi sparire dietro una porta di ferro e non ci pensai due volte ad aprirla. Mi ritrovai all'esterno, sulle scale antincendio. ''Che cazzo ci fai qui?'' Era arrabbiato e dovetti ammetterlo a me stessa che, in quel momento, se mi avesse tirato un pugno me lo sarei ben meritato. ''I-io'' balbettai. Cosa avrei potuto dire? Scusa non mi faccio mai gli affari miei, ma ero un po' preoccupata per te? ''Anderson'' il suo tono divenne improvisamente calmo, non per molto. ''Anderson!'' ripetè con rabbia, riscuotendomi. Io però non risposi, non sapevo cosa rispondere. Tirò un calcio alla protezione di ferro delle scale urlando ''Merda!'' prima di sferrare un pugno e poi un'altro ancora contro la ringhiera, anch'essa di ferro. ''Ti fai male!'' urlai, ritrovando finamente la voce, ma tremava, proprio come le mie mani, le mie gambe, tutto. Tutte le azioni che avvennero dopo le feci per instinto: lo presi per i polsi, bloccandolo, e lo spinsi contro la porta facendo appello a tutta la forza che il mio corpo potesse avere in quel momento. ''Luke!'' l'aria che avevo nei polmoni si esaurì con quell'urlo che era come uno sfogo perchè stavo avendo paura e mi sembrava di non aver più la situazione sotto controllo anche se non avevo mai nulla sotto controllo. Mi concentrai sul suo volto. Era sudato e respirava affannosamente. La situazione era, più o meno, come quella della settimana prima nel corridoio della scuola, solo che chi cercava di tenere Luke fermo e inchiodato alla porta ero io e non Michael. Quando urlai il suo nome smise di tenere i muscoli delle braccia contratti, così decisi di mollare la presa lentamente e, come se improvvisamente gli mancassero le forze, strisciò la schiena contro la porta fino a ritrovarsi seduto e terra con le gambe al petto e mi sedetti di fianco a lui. ''Chi te l'ha detto?'' chiese in un sussurro. ''L'ho saputo per caso'' risposi. Ci fu silenzio a lungo, mentre Luke continuava a fissare un punto indefinito davanti a sè e non spostò lo sguardo nemmeno quando ruppe quel silenzio che stava iniziando a diventare fastidioso. ''Vogliono portarla via da me'' si sentiva dalla voce che stava cercando di non piangere, non poteva lasciarsi andare così, non davanti a me. ''Come possono portare via la madre ad un figlio?'' continuò e fu allora che notai i suoi occhi riempirsi di lacrime. ''La porteranno via. Resterò solo, Ridley. Se ne andrà via da me per sempre'' Più parlava e più mi sentivo confusa. Chi voleva portargliela via?
In quel momento Luke mi ricordò molto un bambino spaventato. Volevo fare qualcosa, ma qualsiasi mia azione sarebbe stata inutile. Aveva ormai le guance bagnate quando decisi di circondargli le spalle con un braccio, pentendomi, subito dopo, di averlo fatto. ''Vieni con me'' disse alzandosi e porgendomi una mano, ma nel prenderla notai una cosa. ''Le nocche, Luke. C'è sangue.'' Lui non si interessò nemmeno a guardare prima di pulirsi sui jeans scuri.
Lo seguii per i corridoio, ma esitai non appena ci ritrovammo davanti alla porta di una stanza. ''Non posso'' scossi la testa perchè entrare in quella stanza per me avrebbe significato invadere uno spazio intimo, privato, tra Luke e sua madre. Ero totalmente fuori posto e in quel momento me ne resi ancora più conto. ''Forza, entra'' mi prese la mano e mi lasciai portare all'interno della camera d'ospedale. Arrendendomi a quello che Luke voleva facessi, guardai la donna distesa sul letto. Perchè mi aveva portata lì? Sua mamma era bella, davvero bella e quando lui le si avvicinò notai la somiglianza tra i due e venne spontaneo domandarmi se i bellissimi occhi azzurri del ragazzo era gli stessi della mamma. Mille domande avevo in testa ed era tutte parecchio sconfusionate, così l'unica cosa che dissi con la voce che faticava ad uscire fu ''Come?'' Alludevo al come fosse successa una cosa del genere, ma in quel momento tutto il coraggio che possedevo mi aveva abbandonata e riuscire a pronunciare quella domanda per intero mi sembrò uno sforzo enorme che non riuscii a fare. Luke sospirò guardando a terra. Odiai vedere quell'espressione di tristezza sul suo volto e mi venne voglia di abbracciarlo, ma rimasi ferma in piedi dove mi trovavo, rendendomi conto che forse il vero Luke Hemmings era quello che avevo di fronte al momento e non quello che camminava ogni giorno nei corridoio della scuola al quale nessuno, se non i suoi migliori amici, osava avvicinarsi.
''Un anno fa, quasi due ormai, i miei genitori erano in macchina e stavano tornando da un viaggio'' dovetti avvicinarmi a lui per sentirlo, tanto parlava piano. ''Io li stavo aspettando a casa dei nonni che mi avevano ospitato perchè mi venissero a prendere, ma non sono mai arrivati'' contrasse i muscoli delle braccia e strinse i pugni. ''E tuo padre?'' mi venne spontaneo domandarglielo, ma appena lo feci ebbi paura della risposta. ''E' morto.''
Quella risposta mi colpii dritta al petto. Era come se fossi Luke, era come se fosse successo a me. Mi sentii terribilmente dispiaciuta, ma più di tutto mi colpì il modo in cui lo disse, atono, come se fosse successo ad un personaggio poco importante di un film: incredibile come il tono di voce, l'atteggiamento, tutto di Luke cambiasse così all'improvviso. Mi cedettero le gambe e sforzandomi arretrai fino a raggiungere la porta: volevo uscire da lì, avevo bisogno veramente di andarmene. Che atteggiamento agoistico, Luke aveva il diritto di sentirsi così, io no. Io cosa c'entravo? Eppure non potevo fare a meno di provare quelle sensazioni, forse rafforzate dall'espressione del ragazzo mentre mi guardava. Aveva dolore puro negli occhi.
Ruotai la maniglia della porta e uscii dalla stanza seguita da Luke. ''Dobbiamo trovare mia madre'' affermai, quasi fosse una scusa per il fatto che me ne volessi andare da lì. Lui non si oppose, limitandosi a camminare di fianco a me fino a quando non la trovammo. Lei spalancò gli occhi ''Vi conoscete?'' ''Siamo a scuola assieme'' Luke fece un rapido gesto indicando me e poi lui. ''Mamma potresti...'' lascia in sospeso la domanda per mostrarle il dorso della mano del ragazzo. ''Certo, seguitemi'' sorrise e mi tranquillizzai per il fatto che non avesse chiesto spiegazioni. Nessuno dei tre parlò mentre mia madre disinfettava e fasciava la mano di Luke e io la guardavo trafficare, mentre la mia mente di persi in altre mille domande. Come si chiama tua mamma, Luke? Sei da solo? Con chi vivi? Tutte cose che avrei voluto sapere. Non fiatai. ''Andate a casa. Rid, ci vediamo stasera'' ''Ma io'' il biondo cercò di controbattere e mia mamma lo fermò ''Va' a casa, Luke'' Ebbi come l'impressione che avessero già avuto una conversazione simile, ma non mi intromisi.

''Così lei è tua mamma'' disse lui quando uscimmo dall'ospedale ''Già'' mi misi le mani in tasca e fino a che non arrivammo davanti a casa tra noi due l'imbarazzo era assolutamente percepibile. ''Vieni a scuola domani, Luke. Non puoi fare troppe assenze'' ''Non lo so'' rispose girandosi e prendendo la strada verso casa sua.



Sperare che l'atteggiamento di Luke nei miei confronti cambiasse dopo quello che era successo all'ospedale si rivelò totalmente stupido e ne ebbi la conferma quel lunedì stesso. Il sollievo di incontrarlo di nuovo in corridoio venne, quasi subito, sostituito dalla delusione. La prima volta che ci incrociammo mi passò di fianco come se fossi invisibile, mentre la seconda volta, a pranzo, quando tutti eravamo seduti allo stesso tavolo, mi lanciò un'occhiataccia che mi fece quasi venire i brividi. Decisi di lasciar perdere e non rivolgergli la parola e cercai di trattenermi anche il giorno seguente, quando il suo silenzio snervante venne sostituito da battutine nei miei confronti.
Era mercoledì e dopo aver pranzato uscii con Michael in giardino a fumare. Feci leva con le braccia per sedermi sul muretto alto e accesi la sigaretta. ''Arriva Luke'' mi avvertì il ragazzo ''Vuoi che me ne vada?'' mi guardò. Michael sapeva che io ero a conoscenza della storia di Luke. ''No. Stai pure'' lo rassicurai. ''Hey'' Il biodo si fermò esattamente di fronte a me. ''Così adesso mi parli?'' inclinai leggermente la testa di lato cercando di capire cosa gli passasse per a testa, ma non ci riuscii, come sempre. Lui ridacchio e mi sfilò la sigaretta dalle labbra. Alzai gli occhi al cielo quando aspirò una boccata di fumo. ''Dai Anderson, non fare l'antipatica'' affermò separandomi le gambe che, a causa del muretto, erano a penzoloni e ci si piazzò in mezzo. ''Allontanati'' dissi a denti stretti. ''Luke, smettila di fare il coglione'' Michael cercò di allontanarlo da me con un gesto della mano, ma lui si scansò. ''Ci lasceresti soli un momento?'' il biondo guardò l'amico e gettò a terra la mia sigaretta. ''E' tutto a posto. Ci vediamo dopo'' sorrisi e se ne andò. ''Bene, ora siamo solo io e te'' e prima che mi potessi spostare, posò le mani sui miei fianchi. Cercai di ignorare tutte le sensazioni che il mio corpo stava provando. Vedendo, dopo la mia reazione, il sorrisino soddisfatto comparire sul suo volto ''Non mi fai nessun effetto'' dissi, scandendo bene le parole e così feci anche mentre, guardandolo negli occhi aggiunsi ''Forse mi fai schifo.''
La campanella doveva essere suonata a giudicar dal sempre minor numero di studenti che si trovavano nel cortile. Luke si irrigidì e strinse la presa sui miei fianchi. Continuai a guardarlo fino a quando mi accorsi che, se non me ne fossi andata, sarebbe successo l'inevitabile. Lo spinsi via e saltai giù dal muretto. ''Ci vediamo, eh?'' dissi frettolosamente, dirigendomi verso l'ingresso dell'istituto. ''Ci vediamo a biologia!'' sentii Luke urlare poco prima che la porta si richiudesse alle mie spalle. Dannato lui e quel suo bel faccino. Inspirai ed espirai cercando di controllare il battito cardiaco. Forse prima non avrei avuto problemi a stare così vicino a qualcuno, ma in quel momento, con Luke, avevo sentito lo stomaco in subbuglio e maledissi l'eccitazione provata sentendo il suo corpo sfiorare il mio.
Più però pensavo all'ultima cosa che lui mi aveva detto e più mi suonava come poco rassicurante. Non avevo affatto voglia di parlarci, ma l'occhiata che mi indirizzò durante l'ultima ora mi fece capire che non avevo via di scampo. 


Vedere il professore che se ne andava in fretta assieme agli altri studenti mi fece perdere l'ultima speranza che conservavo di non rimanere in classe da sola con Luke. Raccolsi velocemente la mia borsa da terra, avviandomi verso la porta che mi si chiuse in faccia. La mano di Luke era ancora sulla maniglia quando ridacchiai per il nervoso. ''Cosa vuoi fare, Hemmings, uccidermi?'' buttai lì, girandomi verso di lui. ''Voglio solo parlare'' disse con fare innocente. ''Anche io. In effetti dovresti togliermi un paio di dubbi.'' Buttai la borsa a terra con noncuranza e incrociai le braccia. ''Sentiamo'' sospirò. Avrei voluto tenere un tono calmo, ma proprio non ci riuscii. ''Perchè cazzo dei fare così?! Ti comporti da stronzo con me! Mi parli a mala pena, mi mandi occhiatacce e poi quando ti gira diventi anche sopportabile! Sei frustrante! E io che in ospedale ho anche avuto compassione per te! Hai paura che gli altri vedano che anche tu sei un essere umano con dei sentimenti?! Perchè Luke, hai un comportamente del cazzo!'' Io gesticolavo, ormai presa dal nervoso, ma lui continuava a guardarmi impassibile. ''Io sono così, non come mi hai visto in ospedale. Mi hai solo preso in un momento del cazzo mentre ero là e ti sei fatta un'idea sbagliata'' Il tono calmo che usò mi diede ancora di più sui nervi. ''Bugiardo!'' gli urlai contro. ''Okay ascoltami...'' ma non lo lasciai finire ''E smettila ti stare così calmo fingendo che il fatto che io ti stia urlando contro non ti faccia nulla!'' gridai. Lo spinsi, ma si riavvicinò subito. Adesso era veramente arrabbiato. ''Ho questi momenti in cui sono incazzato e non riesco a controllarmi e se non lo facessi anche per il resto del tempo sembrerei un fottuto psicopatico! Capisci?! Ho un problema! Non mi so controllare quando sono arrabbiato e mi succede dall'incidente! E ringrazia Dio di essere femmina o ti avrei già presa a pugni con il tuo comportamento del cazzo!'' Adesso era lui che mi stava urlando contro e mi fece sentire come una bambina, piccola e indifesa che veniva sgridata dal papà. Avrei voluto scappare via da quello sguardo arrabbiato puntato su di me. Ero spaventata e me ne resi conto. Lo ero perchè avevo appena avuto la conferma che Luke, in un certo senso, era come aveva detto Lily: pericoloso.





Spazio autrice.
Hola! Com'è il capitolo? Dai che da adesso si fa tutto più interessante! Non ho molto da dire questa volta tranne che ringraziare chi ha recensito e la mia migliore amica che è la mia fan numero uno ahahahahah ma apparte le cavolate spero vi sia piaciuto e spero lo recensiate!
Non credo di poter riuscire a postarne un altro entro la settimana perchè sono sommersa da interrogazioni e verifiche quindi nonappena avrò un attimo di tempo mi metterò a scrivere!
A presto,

-B.

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Capitolo 5
*** "It was only a kiss" ***



"It was only a kiss"





Eravamo entrambi ancora in silenzio mentre ci guardavamo negli occhi e io iniziai a tremare. Luke, evidentemente, se ne accorse perchè sussurrò un timido ''Scusa''. Provò ad avvicinarsi ma d'istinto feci un passo indietro urtando con la schiena la porta. Avrei dovuto andarmene da lì, allontanarmi da lui, ma c'era qualcosa che mi tratteneva. ''Ridley, non sono arrabbiato. Non ti farò nulla. Ho detto delle cose che non dovevo dire.'' Sembrava sinceramente dispiaciuto e mi venne un groppo alla gola seguito da un'impovvisa voglia di piangere, ma non potevo. Io non piangevo mai. ''Hey'' appoggiò una mano sulla mia guancia e, grazie a quel gesto, riuscii a riconoscere lo stesso ragazzo che avevo intravisto in quell'ospedale. Respirai a fondo e Luke sorrise: ora non ero più così spaventata, aveva un sorriso troppo dolce per farmi sentire in pericolo. ''Non dovevo dirtelo in quel modo, ti ho terrorizzata'' ''Sto bene'' affermai freddamente spostandogli la mano dalla mia guancia. Guardò in basso per un paio di secondi, prima di fare due passi nella mia direzione e abbracciarmi. Non realizzai subito cosa fosse successo e mi ci volle un po' per decidermi a ricambiare quella stretta. Chiusi gli occhi e respirai il suo profumo mentre il mio stomaco ricominciava a contorcersi. Ormai stavo in piedi perchè c'era lui a reggermi e quando l'abbraccio si sciolse mi sentii un pochino vuota. Volevo stare ancora così vicino a lui, volevo stringerlo a me, nonostante poco prima avrei voluto allontanarmici. Nel tempo in cui ci eravamo conosciuti era riuscito ad incasinarmi il cervello con quei suoi comportamente strani, tanto da rendere anche i miei, di comportamenti, così strani. E non solo la mia testa era un casino, lo erano anche i miei sentimenti perchè io, al cuore che batteva fortissimo quando stavo vicino ad un ragazzo, non ci ero abituata. ''Rid'' Luke catturò il mio sguardo che fino a poco prima era fisso sul pavimento.
Forse lo volevo dal primo momento in cui l'avevo visto , forse anche lui lo voleva o semplicemente fu il miscuglio di tutte quelle emozioni che ci spinse ad avvinarci fino a quando le nostre labbra si incontrarono per la prima volta. Luke prese l'iniziativa e approfondì il bacio mentre, appoggiando la mano dietro la mia schiena, fece in modo che mi avvicinassi ancora di più a lui. Mi allontanai poco prima che la porta alle mie spalle si aprisse e Lily parlasse alle mie spalle. ''Ti ho cercata ovunque! Ti sei dimenticata che devi venire da me a studiare?'' Ma io continuavo a guardare Luke negli occhi senza riuscire a capacitarmi di ciò che era appena successo. ''Ho interrotto qualcosa?'' ''No'' mi affrettai a dire, girandomi verso di lei. ''Ti aspetto fuori!'' sorrise Lily, ma aveva capito qualcosa, nonostante facesse la finta tonta. Aspettai che richiuse la porta e tornai a guardare Luke. ''Sarà meglio che vada eh'' bisbigliai, affrettandomi a prendere la borsa da terra.



Lily parlava, mi spiegava matematica e io ogni tanto accennavo con la testa per farle capire che stavo seguendo, ma era l'esatto contrario. Lei non tardò ad accorgersene. ''Ok, adesso dimmi che ti prende perchè non hai ascoltato nulla di quello che ho detto'' sbuffò spazientita. Cercai di guardare il suo quaderno per capire quale argomento stava cercando di spiegarmi, ma lei lo chiuse di scatto. ''Equazioni?'' buttai lì. ''Ridley Anderson, potrei cortesemente sapere cosa o chi ti tiene la mente così impegnata?'' Avrei voluto dirle la verità. Avrei voluto parlare di Luke, del bacio, di quello che mi aveva detto, di come mi faceva sentire ogni volta che stavo con lui, ma non dissi nulla. ''Sono stanca'' scrollai le spalle mentre la mia mente continuava a tornare indietro al momento esattamente prima a quello cui Lily entrasse in aula. Lei fece una smorfia mentre mordicchiava la penna. ''Mi prometti una cosa?'' ''Si'' sorrisi. ''Se c'è qualcosa, qualsiasi cosa che non va, che ti preoccupa, che ti succede, me lo dici, ok?'' La guardai annuendo, sapendo che non avrei potuto mai mantenere la promessa.



Forse Luke era pentito di ciò che aveva fatto. Senza il forse, lo era sicuramente. E io, nel letto, alle sette di mattina del giorno dopo, continuavo a pensare a cosa avrei dovuto fare se lo avessi incontrato a scuola, ma non riuscii a prendere una decisione finchè non lo vidi e capii che lui mi avrebbe ignorata. Nessuno sguardo, nessun 'ciao', nessuna sigaretta fumata assieme nel cortile della scuola, niente di niente. Spesi la mattinata con Lily e un paio di lezioni con Calum, ma io e Luke non ci avvicinammo l'uno all'altro neanche per un solo istante. Ero immersa, forse per la prima volta nella mia vita, nel libro di letteratura quando il mio telefono si illuminò e lessi il messaggio.
-Dove sei? L.
Non serviva neanche pensarci un minuto su chi fosse il mittente del messaggio.
-A casa, sto studiando.
-Vieni al parco, adesso.
Nessun 'per favore' o 'ti andrebbe' no, perchè Luke era pur sempre Luke e anche se ci eravamo ignorati tutto il giorno a lui non cambiava. Non ci pensai su e corsi a vedermi allo specchio per controllare il mio aspetto e quando mia mamma, vedendomi uscire, mi chiese ''Dove stai andando?'' Io risposi ''A fare un giro.'' Infilai il cellulare in tasca e iniziai a camminare, ma più camminavo più accelleravo il passo e presto finii per correre. ''Perchè correvi?'' Bella domanda, Luke. ''Mi tengo in allenamento, Hemmings.'' risposi col fiatone, cercando di sembrare convincente. Vidi l'espressione sulla sua faccia, stava cercando di non ridere. ''Cosa c'è?'' domandai quando ripresi un po' di fiato. ''Avevo bisogno di parlarti e farti vedere una cosa'' Luke si morse il labbro inferiore, nervoso. La mia attenzione venne attirata dal suo piercing e quando tornai a guardarlo negli occhi, notai che si era accorto di dove la mia attenzione era stata catturata poco prima. Mi schiarii la voce e imbarazzata chiesi ''Allora, andiamo?'' Ci avviammo, ma non sapevo dove volesse portarmi e ogni volta che glielo chiedevo lui cambiava discorso. ''Luke'' quando pronunciai il suo nome mi pentii immediatamente. ''Quel bacio'' ebbi comunque il coraggio di continuare. ''Non è significato nulla per te, vero? Non ci siamo nemmeno parlati oggi quindi credo che sia solo una cosa così. Ho ragione?'' Non sapevo cosa aspettarmi, ma avrei preferito qualsiasi cosa rispetto al silenzio che si creò tra noi due, dovuto alla non risposta di Luke. Quando ci fermammo, capii dov'eravamo arrivati: davanti al cancello del cimitero. Mi venne voglia di scappare e quando mi guardò io scossi la testa per fargli capire che non avevo intenzioni di entrarci, lì dentro. ''Entriamo'' disse, come se il mio pensiero non contasse nula. ''Perchè?'' domandai percorrendo il vialetto e tirai un sospiro di sollievo quando Luke andò a sinistra, anzichè a destra. ''Ti prego, non chiederlo, perchè non saprei darti una risposta sensata. Volevo solo che tu venissi qui con me.'' Quella frase mi spiazzò. Mi sarei aspettata di tutto da lui, ma non quello. ''Eccoci'' Ci fermammo davanti a una lapide bianca, circondata da fiori di ogni genere. Mi chinai e lessi: Andrew Hemmings. Non andai oltre nella lettura perchè odiavo le frasi scritte sulle lapidi. Trovavo che non esprimessero nulla del vuoto, del dolore, dei ricordi, della vita di chi ora giaceva nella bara. Preferii dare un'cchiata rapida alla foto. ''Se lo avessi saputo avrei portato almeno un fiore'' mormorai. ''Tranquilla, meglio così, è già pieno di questi stupidi fiori.'' Luke era in piedi alle mie spalle. ''Vivi da solo?'' chiesi, alzandomi in piedi. ''Con mia zia. Vedi Ridley'' fece una pausa e sospirò infilandosi le mani in tasca. Quando riprese a parlare stava guardando a terra. ''E' da un anno che io e mia zia andiamo in tribunale. La famiglia, dalla parte di mia mamma, vuole staccarle il respiratore, ma io...'' si fermò di nuovo ''Io non voglio.'' E in quel momento capii che ciò aveva detto giorni prima Luke, effettivamente, un senso ce l'aveva. ''Hai detto che te la porteranno via, ti riferivi a questo.'' Lo guardai mentre, impercettibilmente, annuiva. Sapevo benissimo quanto lui stesse soffrendo, l'avevo passata anch'io una cosa simile, un dolore simile. ''Scusa, volevo solo dirtelo, tutto qui, anche se tu non ci puoi fare nulla.'' Si avvicinò e rimase in piedi, di fianco a me. Odiavo non essere di aiuto per qualcuno e vedere Luke in quello stato faceva sentir male anche me. Promisi a me stessa e di fronte alla tomba di suo padre, che io Luke l'avrei aiutato ad ogni costo, nonostante non ci conoscessimo da così tanto tempo, ma del resto, in quel momento della mia vita, non avevo nessun altro se non Lily, lui, i suoi amici, che ormai erano anche miei, e la mia famiglia. Luke stava attraversando un vero e proprio inferno nel momento della sua vita in cui non doveva avere nessuna preoccupazione se non quella di divertirsi fino allo sfinimento, eppure era lì, da solo, con un peso sulle spalle difficilmente sopportabile. Mi promisi che per stargli vicino avrei sopportato tutti i suoi sbalzi di umore, le arrabbiature, i commenti inopportuni, perchè ne valeva la pena. Quando spostai lo sguardo dalla lapide al suo volto, notai che si stava rapidamente passando una mano sulla guancia. ''Andiamo?'' mi esortò cercando di sorridere, ma il risultato su solo una smorfia.



''Vuoi entrare?'' domandai una volta arrivati di fronte a casa mia. ''Non disturbi'' lo rassicurai vedendo la sua indecisione. ''Ok.'' Mia mamma era in cucina a leggere e quando ci vide sorrise. ''Hey tesoro! Perchè non mi hai avvertito che veniva Luke?'' ''Sono solo di passaggio, tra poco vado via'' il biondo sorrise, cordialmente. ''Vado di sopra, vi lascio soli'' ma prima di salire le scale, mia madre mi lanciò un'occhiata che corrispondeva al suo: ti tengo d'occhio, signorina. Risi divertita e andai a sedermi sul bancone della penisola in cucina. ''Domani usciamo?'' Spalancai gli occhi, presa alla sprovvista dalla domanda. ''Intendevo io, te, Ash e tutti gli altri'' rise e io accettai entusiasta. Lo guardai. Avrei voluto baciarlo proprio in quell'istate, ma al solo pensiero diventai nervosa, a differenza sua che spostò le mie gambe per piazzarsi in mezzo, proprio come aveva fatto quel giorno nel cortile della scuola. ''C'è mia mamma di sopra'' sussurrai sfiorando le sue labbra. ''Non stiamo facendo nulla di male'' sorrise ''per ora.'' ''Luke'' ridacchiai io, ancora più nervosa. Lo allontanai un po' da me. ''Posso farti una domanda stupida?'' chiesi e quando lui annuì gliela porsi. ''Com'è baciare una con il piercing alla lingua?'' Luke sembrò divertito dalla mia domanda. Diminuì la distanza tra di noi, appoggiò una mano sulla mia schiena e io, per reazione istintiva, strinsi le mani attorno al bordo del bancone di marmo. ''Mmmhh non lo so'' Mi diede un leggero bacio sulle labbra, ma io non volevo lasciarmi andare così. ''Non credi che per darti una risposta sicura dovrei riprovarci?'' Non dissi nulla, ma quando mi lasciò un bacio sul collo resistere fu impossibile. Gli presi il volto tra le mani e lo baciai. Così cedetti, ma non mi pentii di essermi lasciata andare perchè era solo la seconda volta che io e Luke ci baciavamo, ma sembrava che per me fosse diventata una cosa indispensabile. ''Stramaledettamente eccitante'' sussurò quando il baciò finì. Lo guardai interrogativo e ''Il piercing'' sorrise. Sentii un rumore di chiavi e spinsi Luke lontano da me prima di saltare giù dal bancone. ''Hey papà!'' lo salutai con un largo sorriso ''Lui è Luke, un mio amico'' Posi l'accento sull'ultima parola, sperando che non iniziasse a fare battute o domande sconvenienti. ''Ciao Luke!'' Rispose lui tranquillamente.




Quella mattina ero di buon umore, e lo si poteva capire dal tono squillante in cui dissi ''Buongiorno!'' una volta raggiunti tutti gli altri, prima di entrare a scuola. ''Ridley!'' Michael sorrise mi abbracciò inaspettatamente e io non potei fare altro che ricambiare. Luke mi lanciò un'cchiata e sorrise soddisfatto quando il suo amico si allontanò da me. Aveva però il viso stanco e sembrava non dormisse da giorni, il che, probabilmente, era vero. ''Come mai così presto stamattina?'' m'interrogò Calum. ''Evento da segnare sul calendario!'' rise Ashton. ''Stupidi'' sbuffai, per poi rivolgermi a Lily. ''Andiamo al McDonald oggi a pranzo? E' venerdì.'' Lei accettò entusiasta. ''Ah! E così non ci invitate a pranzo?'' Michael fece finta di offendersi. ''Tanto non ci vediamo stasera?'' buttai lì. ''Stasera?'' ''Scusa Lily, mi sono dimenticata di dirtelo.'' sorrisi. ''Lily, ti passo a prendere perchè non credo che tu sappia dove vogliamo andare.'' Le propose Ashton e lei accettò. ''Vuoi che ti passi a predere? Non c'è problema.'' Stavolta era Michael che si rivolgeva a me. ''Alle nove devi essere pronta'' si raccomandò prima di avviarsi verso l'ingresso della scuola. Aspettai che gli altri se ne andassero prima di rivolgermi a Luke. ''Stai bene?'' Ma lui non mi ascoltò. Aveva lo sguardo perso nel vuoto mentre finiva la sua sigaretta. ''Sto bene'' rispose infine, quando la buttò a terra, ma il suo sguardo era ancora fisso su un punto indefinito. ''Non è vero'' affermai, piazzandomi davanti a lui per costringerlo a guardarmi. ''Anderson, sto alla grande! Cazzo, lasciami in pace, porca puttana!'' urlò e se ne andò, lasciandomi lì da sola.




 

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Capitolo 6
*** Smile. ***


 

Smile.






L'avevo vista la rabbia, la stanchezza, in Luke quella mattina. Dal modo in cui se ne andò dopo avermi urlato contro, stringendo i pugni e camminando a passo svelto, sveltissimo.
E io non riuscivo a stare ferma sulla sedia e di seguire la lezione non se ne parlava. Se quella mattina mi ero svegliata di buon umore, Luke avevo provveduto a farmi ricredere.
-Tieni d'occhio Luke.
Scrissi un messaggio a Michael mentre io e Lily stavamo andando a pranzo.
-Lo faccio sempre. Fu la risposta.
-Come quella volta in corridoio?
-Mi avevi distratta tu e le tue sigarette.

Sorrisi leggendo la risposta.



Dopo aver buttato in aria l'armadio avevo, all'ultimo momento, trovato un bel vestitino da mettere. Era corto, dovetti ammetterlo, e per quella ragione, mio padre mi guardò male prima che uscissi. Ma ero bella quella sera, e ne ero a conoscenza perchè non mi era mai mancata l'autostima. L'unica differenza era che le altre volte in cui uscivo, mi vestito così per attirare l'attenzione di tutti, ma non quella sera. L'unica attenzione che mi importava di ricevere era quella di Luke. Sorrisi a Michael quando salii nella sua auto, ma lui non ricambiò e fece una smorfia. ''Vieni vestita cosi?'' ''Qual è il tuo problema?'' risposi seccata accendendo una sigaretta e abbassando il finestrino. Lui non rispose e per i primi due minuti ci fu silenzio. ''Sai quanta brutta gente potresti rimorchiare?'' Non capii se era serio o se mi stava prendendo in giro, così decisi di buttarla sul ridere. ''Intendi gente che si presenta come ti sei presentato tu? Ah si, brutte persone quelle!'' sorrisi, ma lui no e capii che non stava scherzando. ''Senti, quella volta mi ero fatto un'idea sbagliata di te, ok?'' ''Cioè? Cos'hai pensato?'' Gli rivolsi tutta la mia attenzione in attesa della risposta. ''Pensavo tu fossi una stronza e si...beh'' ''Una puttana? Che se la faceva con chiunque? Che ero la nuova arrivata ma tu hai pensato di sapere già che tipo ero?'' Avevo iniziato ad essere irritata, anche se Michael non mi aveva definito così esplicitamente era come se lo avesse fatto. ''Ridley'' ''Pensavi che io ci stessi provando con te?'' Alzai la voce e mi dimenai sul sedile. Potevo accettare che lui avesse pensato che fossi una stronza perchè, bisogna ammetterlo, quello era il mio obiettivo, ma non altro. ''Cazzo, ho avuto solo una prima impressione sbagliata, rilassati!'' ''Troia, Michael! Ecco cos'hai pensato di me!'' E la conversazione finì lì perchè lui rimase in silenzio e io rivolsi, per tutto il resto del viaggio, lo sguardo fuori dal finestrino. 



Michael non aveva ancora spento il motore dopo aver parcheggiato che io ero già scesa dall'auto per dirigermi verso il locale. Entrai e, in fondo, vidi Luke e Calum seduti ad un tavolo che ci aspettavano. Il mio passo era svelto verso di loro e poco prima che li raggiunsi Michael mi urlò un ''Ridley, cazzo!'' attirando l'attenzione di tutti. Come se niente fosse presi posto di fianco al biondo e sbuffai. ''Cosa succede?'' Calum domandò al suo amico che, nel frattempo, mi aveva fulminata con lo sguardo. ''Niente'' risposi io. Guardai alla mia destra e Luke sembrava essere tornato di buon umore. ''Scusa, per oggi'' mi sussurrò, ma non risposi. L'essermi infuriata con Michael mi aveva fatto tornare in mente il modo in cui ero stata trattata quella mattina stessa dal ragazzo che ora, seduto di fianco a me, sorrideva sperando che io lo ricambiassi.
Aspettammo che anche Ashton e Lily ci raggiungessero e poi ordinammo. ''Perchè ci avete messo così tanto?'' il sorriso malizioso di Calum gettò la mia amica nell'imbarazzo più totale. ''Quando sono arrivato non era ancora pronta. Non pensare sempre male!'' Ashton tirò un pungo sulla spalla dell'amico. 



''Chi vuole un altro giro?'' domandai sorridendo. Inutile dire che l'alcool aveva i suoi effetti positivi su di me, perchè, con Luke, ci avevo persino fatto una conversazione. Che poi quest'ultima riguardasse quello che stavamo bevendo era un altro discorso. ''Io basta'' ''Anche io'' ''Femminucce'' risi, pronta ad ordinare qualcos'altro da bere. ''Femminucce niente, Rid. Basta anche tu'' Luke era serio e io mi spazientii. ''Ma quanti padri che ho! Prima Michael e il vestito, ora tu e il bere!'' sbuffai. E mentre Lily cercava di sviare l'attenzione iniziando una nuova conversazione, sentii la mano del biondo posarsi sulla mia coscia. Feci un leggero balzo a causa del solletico provocato da quel contatto e quando la sua mano iniziò a risalire spalancai gli occhi. Luke rise divertito dalla mia espressione e io, vedendo quel sorriso, non potei fare a meno che ridere. ''Ma che diavolo succede?'' Lily aggrottò le sopracciglia. ''Niente, continuate pure! Cosa stavate dicendo?'' Mi finsi interessata alla conversazione mentre, discretamente, cercavo di spostare la mano del ragazzo.

''Prima vado un secondo in bagno'' Annunciaii dopo che Ashton aveva proposto di andare in una discoteca non troppo lontana da dove ci trovavamo. La mia amica mi accompagnò perchè ''noi andiamo sempre in bagno in coppia!'' Dopo essermi sistemata il trucco ripassai il rossetto. Notai Lily che mi fissava attraverso lo specchio. ''Si?'' la esortai a parlare. ''Cosa succede tra voi due?'' ''Noi due chi?'' ''Tu e Luke'' Sistemai le mie cose nella borsetta per prendere tempo. Non sapevo cosa dirle. Mi risultava piuttosto facile mentire alle persone, ma non volevo, non volevo mentire all'unica amica che avevo. Mi costrinsi però a dire ''niente'' alzando le spalle e sorridendo. Il punto era che, diavolo, non lo sapevo nemmeno io cosa stava succedendo. Ci frequentavamo? Sicuramente no. Non eravamo mai usciti assieme, non ufficialmente. E perchè tenevamo questa cosa, qualsiasi cosa fosse, nascosta ai nostri amici? Forse però a me, in fondo, stava bene così.




''Vieni con me a ballare!'' Lily era talmente vicina al mio viso che per un attimo pensai che mi baciasse, cosa che, calcolando la quantità di alcool che aveva ingerito da quando eravamo in discoteva, poteva benissimo capitare. Guardai il gruppo di amici alle nostre spalle. Decisi di assecondarla e lasciarmi trascinare in mezzo alla gente e poco dopo persi di vista gli altri. Pensai a Luke, che non sapevo dove fosse e l'idea che potesse essere in qualsiasi posto di quel locale a ballare con qualcun'altra iniziò a farsi largo nella mente. Dopo essere stata un po' con Lily e prima che me ne potessi rendere conto, ero già alla sua ricerca. Tirai un sospiro di sollievo quando, avendolo cercato ormai dappertutto, lo vidi appoggiato al muro, poco distante dalla porta d'ingresso, mentre trafficava con il cellulare. Appoggiai una mano sopra lo schermo del telefono per attirare la sua attenzione. Mi guardò e, in un attimo, l'oggetto che aveva in mano sparì nella sua tasca. ''Che ci fai qui da solo?'' urlai più che potei per sovrastare la confusione. ''Stavo aspettando che finissi di ballare con Lily'' Afferrò la mia mano e mi fece avvicinare a lui. Pensavo mi baciasse, in realtà mi chiese ''vieni fuori?'' parlandomi all'orecchio.



''Perchè siamo usciti?'' ''Cos'è successo con Michael?'' Alzai gli occhi al cielo. Non mi andava proprio di parlarne. ''Nulla'' scossi la testa. ''Ridley'' disse lui. ''Luke'' risposi io. ''Anderson non prendermi per il culo'' ''Hemmings hai intenzioni di baciarmi prima della fine della serata?'' E sapevo che, con quella domanda, Luke si era già dimenticato di voler sapere l'accaduto tra me e il suo amico. E Sapevo anche che, finalmente, ero riuscita ad essere di nuovo la ragazza sfacciata che con Luke non ero mai ben riuscita ad essere. 
Il biondo, che stava in piedi di fronte a me, rimase un paio di secondi con le sopracciglia alzate per lo stupore causato da ciò che avevo appena detto. ''Allora?'' lo esortai, perchè io, di un suo bacio, ne avevo veramente voglia. ''Se proprio insisti'' rispose svogliato, avvicinandosi a me. ''E allora ti fotti!'' lo spinsi via, ma quanto scoppiò a ridere mi resi conto che mi stava prendendo il giro. Ma, per quella sera, eravamo destinati a non baciarci. E come potevamo? Lily spuntò fuori dalla discoteca canticchiando, seguita da Calum che le diceva di fermarsi perchè era ubriaca. Le andai in contro e le misi un braccio attorno alla vita. ''Ashton ti riporta a casa adesso, ok?'' Smise di cantare e ''Si!'' strillò per poi aggiungere ''prima che io vomiti sarebbe meglio.''
Michael e Ashton ci raggiunsero sul marciapiede. ''Ash, trattala bene, ok?'' ''Agli ordini capitano!'' In quel momento, però, non reputai Ashton l'affidabilità in persona.



''Ridley, amica mia, quante volte ti dovrò dire che mi dispiace?'' ''Non chiamarmi amica mia. Perchè non sono né tua né, tanto meno, amica'' 
Mi ero tolta le scarpe e distesa sui sedili posteriori dell'auto di Michael perchè era stato talmente insistente che dovetti cedere e farmi accompagnare a casa da lui. Ma non facevo altro che rispondergli male da quando aveva messo in moto la macchina. Non ero più arrabbiata con lui, ero solo infastidita, ma conoscendomi, l'indomani mi sarebbe passato tutto, ma questo lui non lo sapeva e quindi continuava ad insistere.
''Ok, Mike. Hai vinto tu. Siamo di nuovo amici!'' sbuffai. L'auto si fermò di fronte a casa mia e mi infilai le scarpe. ''Non trattarmi come un fottuto bambino'' replicò, senza però alzare la voce. Feci per aprire la portiera ma Michael parlò di nuovo. ''Comunque grazie. Per quello che hai fatto a Luke.'' Lo guardai, aspettando che continuasse perchè non mi era chiaro cosa volesse dire. ''Ogni tanto, quando ci sei tu in giro, ride. Come stasera, al bar. Non lo vedevo ridere così di gusto da tanto tempo. Non so che effetto tu abbia su di lui, ma è senz'altro positivo'' Ascoltai attentamente le parole di Michael e aspettai qualche secondo prima di rispondere. ''E' scorbutico anche con me.'' ''E' così dall'inicidente. Non cambierà da un giorno all'altro, ma credimi quando ti dico che da quando ti conosce sorride più spesso.''


Quella sera andai a dormire con le parole di Michael che continuavano a tornarmi in mente. Ero, in un certo senso, lusingata che Luke stesse -stando a ciò che mi era stato detto- meglio con me. Forse io potevo veramente, in qualche modo, aiutarlo. Sentivo, tuttavia, che quello che facevo non era abbastanza, anzi, era poco e niente.





 

Vi lascio con una foto di Luke :*



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