The Minecrafters II - La guerra dei due mondi

di TheHellraiser
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hellcome back to New Emerald City! ***
Capitolo 2: *** The Wither ***
Capitolo 3: *** Il fratello di dio ***
Capitolo 4: *** Si accettano scommesse ***
Capitolo 5: *** Danny ***
Capitolo 6: *** Merce di scambio ***
Capitolo 7: *** You have an army? We have a Michael. ***
Capitolo 8: *** Solo un secondo ***
Capitolo 9: *** Mi dispiace ***
Capitolo 10: *** Il discorso ***
Capitolo 11: *** Return to sender ***
Capitolo 12: *** Attacco a Dynamopolis ***
Capitolo 13: *** Il meeting ***
Capitolo 14: *** Sangue di Blaze ***
Capitolo 15: *** Il valzer ***
Capitolo 16: *** Fidati di me ***
Capitolo 17: *** Il tatuaggio ***
Capitolo 18: *** The Beginning? ***
Capitolo 19: *** The Beginning. ***



Capitolo 1
*** Hellcome back to New Emerald City! ***


ZAN ZAN ZAAAAAN! *compare dal buio con musica drammatica* Bene, sì, questo pomeriggio mi è venuta voglia di fare qualcosa, quindi ho effettivamente cominciato questa fan fiction con il mio solito intro corto e schifoso ù_ù Dunque, serviranno un po' di spiegazioni riguardo a ciò che ho messo fra i personaggi e nelle note. xD Herobrine non sarà il vero e proprio Herobrine, diciamo che gli assomiglierà ma non sarà lui, quindi ci ho messo OOC xD Ah, e questa fan fiction si svolge più o meno un anno dopo la prima :3 A parte questo, non ho null'altro da dire che non abbia già spoilerato, quindi leggete e recensite e.é/ Vai, stavolta schiaffo qui anche una bella citazione di inizio fan fiction ù_ù

Non ho paura della morte.
E' la posta che stabiliamo per
giocare al gioco della vita.
[Jean Giraudoux]

Era ormai passato un anno. Un intero anno in cui non era successo niente di strano, terribilmente pericoloso oppure entrambe le cose insieme. La vita era ormai ritornata normale per tutti. La notte infinita ormai sembrava dimenticata, sebbene ormai la leggenda dei quattro players che avevano affrontato l'Ender Dragon fosse ancora sulla bocca di tutti. E la spada di diamante di Stella continuava a starsene lì, esibita in un Item Frame, al sicuro dalle mani di qualsiasi estraneo, nell'inespresso desiderio che un giorno la player tornasse a riprendersela.

Niko continuò a camminare per la strada fatta di blocchi di carbone, trascinando i piedi distrattamente. Aveva un sacco di cose da fare, ma semplicemente non ne aveva alcuna voglia. Non sapeva perchè, ma aveva una strana sensazione. Guardò a ovest. Il vento che arrivava da là portava una strana voce. Era come se si stesse avvicinando un enorme temporale. Non sapeva spiegare bene quella sensazione. Semplicemente, era come se sapesse che stava per succedere qualcosa. Scosse la testa. Se avesse piovuto tanto meglio, non gli sarebbe servito innaffiare le carote. Per distrarsi un po', Niko decise di andare a fare una capatina al bar. Magari ci avrebbe trovato Wesk. Non era molto lontano, ma appena ci arrivò cominciò a sentire un gran casino.
-Ehi, mezza sega, non sai colpire più forte di così!? Eh!? Mia madre picchia meglio, ed è morta!- sbraitò una voce da dentro. Nemmeno un secondo dopo, un tizio venne scaraventato fuori dalla porta del bar e per un pelo non travolse Niko, che riuscì a spostarsi appena in tempo. Quella voce... Dove l'aveva già sentita? Incuriosito, entrò nel bar. Lo spettacolo che si profilò davanti ai suoi occhi fu a dir poco esilarante. Tre giovani survival, poco più che diciottenni, stavano disperatamente tentando di vincere una rissa contro... una sola ragazza. Una sola ragazza che li stava letteralmente asfaltando, perlopiù. Non sembravano navigare in buone acque. Infatti, con un pugno qui, un calcio là e una ginocchiata lì, la ragazza se li tolse di dosso lasciandoli a terra doloranti. Poi, prese un bicchiere di birra che se ne stava lì sul bancone, bevendone metà in un solo fiato.
-Bah. Fate schifo. Sembra che l'unico momento in cui ricordiate di avere le palle è quando vi beccate un calcio lì- ghignò soddisfatta, ripulendosi la bocca con il dorso della mano. Niko ci mise un millisecondo a riconoscerla.
-Stella!?- disse, esterrefatto. Era più di un anno che non la vedeva, da quando era sparita nel nulla lasciandosi dietro solo la sua spada. Lei si girò verso Niko.
-Ehi, Niko! Allora sei ancora vivo, eh? Non sei stato sbranato da qualche Enderman?- chiese, divertita. Nonostante fosse passato più di un anno, non era cambiata affatto. Appollaiato sulla sua spalla stava un lupo ormai cresciuto, che guardava Niko scodinzolando. La piastrina sul suo collare diceva a chiare lettere "Sledge". Il lupo abbaiò verso il player. Stella mise delle monete sul bancone e uscì, seguita da Niko. Lui quasi non ci credeva. Non vedeva l'ora di dare la notizia agli altri!
-Allora! Come mai sei tornata? Ti hanno scacciato dalle terre dell'ovest perchè eri persino più terribile dei mob che l'avevano invasa?- rise Niko, cercando di fare dell'umorismo. Stella sogghignò, divertita.
-Nah. A dire il vero ho un piccolo problema, ma preferirei parlarne anche con Spix e Wesk. Ah, e rivorrei la mia spada, perchè penso che ci servirà- disse Stella, camminando con le mani in tasca. Niko piegò la testa con fare interrogativo.
-Che tipo di problema?- chiese, incuriosito.
-Sai, vorrei spiegare quando ci sono tutti, così magari evito di dirlo trenta volte- sbuffò Stella. Niko fece una faccia implorante come per dire "Ti preeeego", ma Stella non desistette.
-Ok, ok, allora andiamo a casa, va bene? Wesk e Spix saranno di sicuro là. Così potrai spiegare. Penso che saranno felici che tu sia tornata- disse Niko, con un mezzo sorriso. Stella rimase un po' a pensare, prima di rispondere.
-Hm, ma davvero? Non so quanto lo saranno quando scopriranno quello che ho da dire- rispose con una smorfia - In ogni caso, sono abbastanza contenta di essere tornata a New Emerald City. Un po' mi mancava. Le terre dell'Ovest erano abbastanza divertenti, ma nulla è come casa. Spero che vi siate divertiti in quest'anno in cui non sono stata qui, perchè ora dovrò scendere all'inferno, e qualcuno dovrà accompagnarmi- concluse con un ghigno, aprendo la porta di casa.

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Capitolo 2
*** The Wither ***


Non appena aprì la porta della casa, Stella fece appena in tempo a spostarsi per evitare di venir travolta da Spix, che corse fuori dalla casa con una fetta di torta alla mano, inseguito da Wesk. Il Griefer sembrava piuttosto incazzato e brandiva la spada di diamante di Stella con aria inferocita, minacciando Spix.
-Aspetta solo che ti metta le mani addosso, e vedi cosa ti...- cominciò. Ma non appena si accorse della presenza di Stella, sembrò bloccarsi di colpo, fissando la player. Lasciò cadere a terra la spada di diamante, e piegò appena la testa interrogativamente.
-Il fantasma di Stella? Parla, apparizione!- disse, toccando la guancia di Stella con insistenza per convincerla a parlare. Stella, di canto suo, se ne rimase a guardarlo con espressione neutra.
-Hai intenzione di piantarla? Non sono uno spettro, coglione- sospirò Stella, esibendosi in un facepalm e scuotendo la testa - Piuttosto, che sta succedendo?- continuò, riferendosi a Spix che stava scappando con della torta in mano. Wesk smise di toccarle la guancia e cominciò a gesticolare verso Spix, che nel frattempo si era avvicinato al gruppo.
-Niko mi aveva fatto una torta, ma quello stronzo me l'ha mangiata tutta- bofonchiò Wesk, incrociando le braccia con espressione furiosa.
-Ehi, scusa, non l'ho fatto apposta- si giustificò Spix, offrendo a Wesk la fetta rimasta. Il Griefer squadrò Spix, poi la fetta, poi di nuovo Spix, e infine si decise a prendere la fetta e a divorarla con aria felice in un sol boccone.
-Comunque, ciao Stella. Sono secoli che non ci si vede. Come mai qui?- disse Wesk, a bocca piena, masticando la torta. Spix raccolse da terra la spada di diamante incantata, restituendola alla legittima proprietaria.
-Uh, è ancora intera? Strano ma vero. Entriamo, così vi spiego- rispose Stella, prendendo la spada di diamante e passando un dito sulla lama per assicurarsi che fosse in buono stato. Con un sorrisetto constatò che era ancora perfetta, come l'aveva lasciata, ed entrò in casa, seguita dai tre players. Si guardò un attimo intorno, dopodichè si avvicinò al tavolo e ci buttò sopra varie mappe che tirò fuori dall'inventario.
-Dunque, che succede di così grave da spingerti a tornare?- scherzò Spix, mentre Stella srotolava le carte. Indicò una in particolare, dove era raffigurato un gigantesco mostro nero a tre teste, scheletrico, che fluttuava in aria appena sopra uno strato di Netherrack.
-Beh, posso dirvelo brutalmente o preferite la versione lunga?- sogghignò, mentre i tre players erano intenti ad osservare la fotografia.
-Uhm... Versione lunga, se devo avere un infarto preferisco averlo gradualmente- disse Spix, con voce tremante. Stella sogghignò e si schiarì la voce.
-Dunque, come ben sapete me ne sono andata un anno fa per ricolonizzare le terre dell'Ovest. Beh, ci siamo riusciti, ma ovviamente un paio di teste di cazzo non si sono accontentate di aver colonizzato quella parte dell'Overworld e hanno pensato male di andare a conquistare anche il Nether. Così hanno aperto un fottuto portale e ci sono entrati. Sì, ovviamente sono scomparsi, ma in questo non c'è nulla di strano. Nessuno si preoccupò molto per loro, almeno finchè il corpo di uno di loro non fu ritrovato fuori dal portale del Nether, completamente prosciugato- spiegò Stella.
-Prosciugato?- chiese Wesk, perplesso.
-Sì, prosciugato. Come una pianta avvizzita. Gli avevano preso tutto, fino all'ultima goccia di sangue. E la cosa più strana? Sul suo corpo stavano delle strane incisioni. La pelle era molto rovinata, ma si potevano chiaramente intravedere dei disegni veramente inquietanti su tutto il suo corpo. Disegni che non avevo mai visto prima. Così i capi della città decisero di indagare su questo fatto. E mandarono me nel Nether. Credo che non vogliate sapere cos'ho scoperto- disse Stella, con una smorfia. I tre players si guardarono fra di loro.
-Ci puoi scommettere che vogliamo saperlo, invece. Chissà che figata- disse Wesk, con gli occhi che gli brillavano. Stella rise, divertita, e proseguì.
-Beh, ho trovato una fortezza, una di quelle enormi fortezze di pietra viola che stanno nel Nether, ma molto più grande delle altre. Su uno dei ponti c'era un altare veramente strano. Volevo avvicinarmi a controllare, ma c'era gente. Molta gente. Un sacco di players con armature che non avevo mai visto, che stavano intorno all'altare. Inneggiavano a qualcosa. Legato sull'altare c'era il secondo dei due players. Così sono rimasta a guardare, chiedendomi cosa avrebbe potuto succedere. Dalla fortezza è uscito un tizio con un mantello nero con un cappuccio. Non si vedeva la sua faccia, ma gli occhi sì. Erano bianchi e brillanti, e si potevano vedere anche dalla mia posizione, piuttosto lontana. Con lui è uscito un mob gigantesco, nero e a tre teste, alto almeno quattro blocchi. Il tizio si è messo a parlare, spalancando le braccia, nemmeno fosse un fottuto predicatore religioso. Ha parlato per un po', anche se non capivo cosa dicesse, e quando ha smesso il mob enorme si è avventato sul player legato e l'ha letteralmente prosciugato di tutta la sua energia vitale. Non potevo crederci. Così sono uscita dal Nether e ho riferito tutto a quegli scaldasedie che stavano a capo della città. E indovinate quindi che cosa mi hanno detto?- disse Stella, lasciando sospesa la domanda.
-Che devi smetterla di bere prima di andare in missione?- disse Niko.
-Che stavi sognando?- ipotizzò Spix.
-Che dovevi ammazzare quel coso?- rispose infine Wesk. Stella annuì, e i tre players sussultarono.
-Già, proprio così. Dopo quello che è successo con l'Ender Dragon, nessuno vuole che un gruppo di fanatici guidati da un invasato catturino players dall'Overworld per darli in pasto ad un mob gigantesco. Anche perchè sia quel mob che il tizio dagli occhi bianchi sono parte di un'altra leggenda- sospirò Stella.
-Sì, è vero. Il mob scheletro a tre teste compare in una leggenda veramente vecchia, e si chiama Wither, perchè risucchia tutto ciò che le sue vittime hanno, inclusa l'anima- disse Spix, non senza rabbrividire. Ci mancava anche questa.
-Esattamente. Quindi sono venuta qui ad avvertirvi che in caso non torni mai più, sarà perchè sono stata sacrificata al Wither. Quindi me ne andrò nel Nether il prima possibile, ma un aiuto di sicuro non mi fa schifo- sogghignò l'Hardcorer. Wesk osservò la foto.
-Quindi il Wither sarebbe questo coso?- chiese, indicandola. Stella annuì.
-Oh, fantastico. Stella, la prossima volta che ti immischi in un'altra leggenda, chiamami prima. Ho più tempo per prepararmi! Comunque, mi pare ovvio che vengo. Quando mai avrò un'altra occasione di farmi ammazzare da un mostro divoratore di anime?- rise Wesk. Niko e Spix annurono. Erano pronti per scendere all'inferno.

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Capitolo 3
*** Il fratello di dio ***


BeeeeeneH, dunque eccomi qua con un nuovo, più figo capitolo per farmi perdonare quello precedente che faceva davvero pena xD Era corto, lo so, ma non avevo tanta voglia di scrivere *coff* stavo... ehm, facendo tardi. (?)

Ovviamente, prima di entrare nel Nether, i giocatori dovettero prepararsi per bene. Tutti sapevano che non era il caso di avventurarsi in una dimensione infernale senza le adeguate risorse. Così sia Stella che Niko rispolverarono le armi che avevano utilizzato nella battaglia contro l'Ender Dragon, mentre Wesk si fabbricò della dinamite e Spix preparò un nuovo set di pozioni, prediligendo in particolar modo le pozioni di resistenza al fuoco. Il tutto non richiese molto tempo, in fondo non era la prima volta che si preparavano per una vera e propria guerra. Quando furono pronti, Stella fece per uscire, ma Niko la fermò.
-Stella, hai intenzione di dirlo a tuo padre?- chiese Niko, guardandola interrogativamente. Stella scosse la testa.
-No. Lo farei preoccupare inutilmente, e non voglio. Tanto ci metteremo un attimo, abbiamo già fatto fuori quel draghetto del cazzo, non vedo cosa potrebbe succedere di male- disse Stella, alzando le spalle.
-Stella, ti prego, non dire quella frase, ogni volta che qualcuno lo dice succede un casino- scherzò Spix.
-Comunque, il portale per il Nether di New Emerald City è stato ripristinato?- chiese Stella ai tre. Niko annuì. Era stata una delle ultime cose ad essere rimessa in funzione, ma l'avevano riparato e poteva essere acceso all'occorrenza. In quel momento era chiaramente spento, nessuno ci teneva ad avere una marea di zombie pigmen in giro per la città allo sbaraglio.
-Molto bene, allora andiamo, ma non facciamoci vedere troppo, mh. C'è gente che non sarebbe troppo felice di sapere del mio ritorno, quel bastardo di Kyle in primis- disse l'Hardcorer con una smorfia. Così, i players uscirono, dirigendosi verso il centro di New Emerald City per poi entrare nel palazzo di smeraldo. C'era molta gente, ma come al solito quasi tutti stavano lavorando o facendosi gli affari propri, quindi nessuno fece caso ai quattro players. Arrivarono indisturbati al palazzo di smeraldo, e salirono al terzo piano, che era dedicato a monumenti, statue e tour esplicativi sul Nether. Era una specie di museo, se così si poteva dire, e là c'era il portale, che torreggiava in mezzo alle esposizioni. I quattro players oltrepassarono rapidamente le postazioni informative sui vari tipi di blocchi di quarzo del Nether e ci arrivarono subito. Il portale per il Nether torreggiava, alto cinque blocchi e largo quattro, fatto di ossidiana. Stella fece un cenno a Wesk.
-Su, sbrigati, prima che arrivi qualcuno- disse, incitandolo. Il Griefer estrasse l'accendino e con un solo gesto accese il portale. I blocchi nella cornice del portale presero un colore violaceo e cominciarono ad emettere luce e strani suoni. I quattro players si guardarono e fecero un cenno affermativo, entrando poi con convinzione nel portale. Fu un attimo. I quattro players si sentirono, per un secondo, come se si trovassero in un vortice, schiacciati e sbattuti in giro dalla forza del portale, prima di risentire del terreno solido sotto i piedi. Una vampata di calore li investì in pieno.
-Beh, benvenuti all'inferno- ghignò Stella, tirando già fuori l'arco. I players si guardarono intorno, stupiti. Si trovavano su un'ampia piattaforma di Netherrack, sospesa in aria al di sopra di uno sconfinato mare di lava che sembrava ricoprire l'intero livello inferiore di quel mondo. Molti mob con spade dorate camminavano tranquillamente in gruppi, e qualche fungo spuntava qua e là. L'aria sembrava quasi una coperta, dal momento che era rovente e avvolgeva tutto come una cappa. Stella si girò verso il portale e con un solo gesto della mano frantumò uno dei blocchi e lo spense.
-Ehi, che fai!?- disse Spix, già terrorizzato. Stella alzò gli occhi al cielo, come per dire "ma non lo capisci?".
-Guarda che si può riaprire, genio. Ma non voglio che mob strani escano da qui, mentre siamo dentro- spiegò rapidamente, prima di partire in quarta verso una direzione sconosciuta. I tre players si affrettarono a seguirla, con Wesk che si guardava intorno con fare piuttosto terrorizzato stando letteralmente attaccato a Stella.
-Wesk, cos'hai? Scrostati- sbuffò l'Hardcorer, seccata. Wesk deglutì.
-Ho paura dei Ghast. Nel Nether ce ne sono tanti, so che mi stanno guardando e aspettano solo di sbranarmi- piagnucolò il Griefer. Stella sospirò. Sapeva che non c'era niente da temere, dal momento che i Ghast si potevano sentire anche a distanza per via dei versi che emettevano.
-Eddai Wesk. Al massimo, se ne vediamo uno, ti difendiamo noi- disse Niko, anche se era evidente che non era troppo convinto. I players proseguirono per la distesa di Netherrack, costellata di alti muri di Netherrack e formazioni simili a colonne, fino ad arrivare sulla cima di un mucchio di blocchi di ghiaia. Stella si mise in cima, osservando una costruzione gigantesca in lontananza. Era una fortezza enorme, grande almeno quanto New Emerald City, fatta di mattoni del Nether e Pietraluce. Davanti alla fortezza stava una specie di piattaforma fatta completamente di ossidiana, con sopra un altare fatto di mattoni del Nether. Doveva essere quello l'altare di cui aveva parlato Stella.
-Dobbiamo scendere laggiù- disse la player, convinta. Ma prima che potesse dire qualcosa, un urlo attirò la sua attenzione. Una figura, appesa su una delle colonne di Netherrack che si elevavano in quella pianura, estrasse una spada e si lanciò su di loro con un balzo. Atterrò su Wesk e cercò di colpirlo con la spada, ma quest'ultimo gli rifilò un potente calcio in pieno stomaco che lo rispedì indietro costringendolo a lasciar andare la spada. Il player cercò di raggiungere la spada, invano, strisciando, ma Niko la spinse lontano con un calcio. Stella puntò l'arco alla testa del player, con intento ben chiaro.
-Se ti muovi ti ammazzo- disse, gelida. Il player la guardò, stranito, con uno sguardo che faceva sembrare che stesse ridendo di loro. Seccata, Stella estrasse la sua spada di smeraldo e la puntò verso di lui.
-Chi sei, e perchè ci hai attaccato?- chiese Stella minacciosamente. Il player rimase a fissare la lama, immobile, senza proferire parola. Sembrava quasi fosse ipnotizzato, o non capisse cosa stavano dicendo.
-Allora, parla!- sbottò infine l'Hardcorer, seccata. Il player cominciò a mormorare qualcosa di incomprensibile, fissando Stella e guardandosi intorno muovendo gli occhi a scatti. Esasperata, l'Hardcorer alzò la spada per spaventarlo.
-Non osare toccarlo!
Una voce imperiosa si elevò al di sopra di quella di Stella, dall'alto. Stella alzò lo sguardo, appena in tempo per notare decine e decine di player appostati o appesi sul Netherrack. Non c'era player che non gli stesse puntando addosso un arco, con le frecce già incoccate. Ci mancava anche quella. Stella scorse lo sguardo lungo tutti i player che li stavano minacciando. Portavano armature d'oro con sopra degli stranissimi disegni, mai visti prima. L'unico che aveva parlato era facilmente individuabile in mezzo ai players. Era evidentemente più giovane degli altri, e anche molto più prestante fisicamente. Gli altri erano di costituzione piuttosto magra, quasi deperiti, mentre lui era ben piazzato e dai muscoli scolpiti. Stella rimase a guardarlo fisso negli occhi, per nulla intimorita. Fosse stato per lei si sarebbe buttata addosso a loro senza alcuna esitazione, ma gli altri?
-Stella...?- disse Niko, con voce tremante.
-Sono troppi, mi dispiace ragazzi- disse Stella, alzando le mani.
-Hai un piano B, vero?- sussurrò Wesk, lasciando cadere a terra le armi.
-Ci puoi scommettere. B, C, D, e pure E, non sono mai impreparata. Devo... soltanto pensarlo- disse Stella, a bassa voce. I players del Nether saltarono giù dalle loro postazioni circondando i quattro e disarmandoli. Uno di loro si rivolse a quello che aveva parlato.
-Signor principe, che ne facciamo?- chiese, squadrando Stella con sguardo eloquente. Lei gli rivolse uno sguardo rabbioso, invitandolo caldamente a smetterla di fissare. Il tizio rimase ad osservarli per un po', quasi come se fosse indeciso.
-Uhm. Direi che possiamo anche portarli in città. Il Re sarà contento di sapere che abbiamo dei nuovi prigionieri. Capitano Sten, si occupi di questi prigionieri, non devono fuggire. Li porti in prigione- disse, massaggiandosi il mento mentre pensava. Uno dei membri del gruppo, che sembrava essere il "capitano Sten", si avvicinò a loro e puntò la spada verso la schiena di Stella, invitandoli a muoversi. I quattro players, loro malgrado, furono costretti ad andare verso la fortezza, circondati dai players. Quello che sembrava essere il capo camminava in testa, guidando il gruppo di players. Scesero rapidamente verso la vicina città, passando vicino all'altare. Spix non perse l'occasione per darci un rapido sguardo. C'era sopra qualche traccia rossa, ma nulla di particolarmente eclatante. Si aspettava uno scempio, ma invece l'altare era quasi completamente pulito. Ma non ebbe tempo di fermarsi ad indagare ulteriormente, perchè furono spinti nel palazzo senza troppa gentilezza. Anche dentro il palazzo era fatto di mattoni del Nether, con qualche blocco di Pietraluce o fontana di lava in giro per le stanze per dare luce. Ben presto arrivarono in una stanza ben più grande, con i muri fatti completamente in oro e ossidiana, con tanto di quadri appesi e decorazioni a forma di Blaze incise sui muri. Dentro stava un tizio, girato di spalle, con una pesante cappa nera che lo copriva completamente.
-Mio signore? Abbiamo trovato questi players che cercavano di attaccare il castello- disse Sten, genuflettendosi. L'uomo con il mantello nero si girò verso di loro, e non appena Niko lo guardò negli occhi gli mancò il fiato. Di per sè l'uomo non era così terrificante, ma bastarono i suoi occhi a terrorizzare Niko e Spix. Erano completamente bianchi, e brillavano leggermente al buio. Ma nonostante questa particolarità, l'uomo sembrava vederci benissimo, perchè li stava guardando negli occhi.
-Uh... Sei il fratello di dio?- chiese Wesk, guardandolo con espressione interrogativa.
-Silenzio- ringhiò Sten, inferocito. L'uomo sogghignò.
-Sono il re del Nether, puoi chiamarmi "mio signore", anche se non penso che resterai in vita a lungo- ghignò l'uomo, divertito, in direzione di Wesk. Il Griefer fece una smorfia, era evidente che l'idea non lo entusiasmava molto.
-Comunque, portali in prigione. Chissà, potremo anche farli combattere nell'arena. Sarà divertente- concluse, facendo un gesto sprezzante verso Sten. Il capitano annuì e si rialzò in piedi, minacciando nuovamente i players con la spada e scortandoli verso la prigione, mentre il ragazzo che prima era a comando della piccola squadriglia di players che li avevano attaccati rimase a parlare con il re del Nether.
-Che ti è saltato in mente di parlargli, Wesk? Avrebbe potuto ucciderci- disse Spix. Wesk alzò le spalle. Sinceramente, era probabile che sarebbero morti lo stesso. Il capitano Sten li portò alle prigioni, un complesso sotterraneo composto da molte piccole stanze fatte di sbarre di ferro. I quattro players furono separati, mentre Sledge fu preso e portato via. Ci vollero ben quattro guardie per ridurlo all'immobilità, e il lupo ferì tre di loro prima di essere sopraffatto. Stella andò in una cella a sè, mentre gli altri tre furono messi nella cella accanto.
-La cosa si fa problematica- disse Spix, osservando le sbarre.
-Meno male che avremmo dovuto metterci un attimo- ghignò Wesk. Stella sbuffò, mettendosi a pensare. Erano davvero nei casini.

Ok, per chi se lo chiedesse, Wesk chiama il Re del Nether "Fratello di dio" perchè pensa che sia Herobrine. Essendo Herobrine (almeno secondo ciò che dice quella fottuta leggenda metropolitana xD) il fratello morto di Notch ed avendo Notch creato il mondo di Minecraft, Herobrine sarebbe "il fratello di dio" :P

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Capitolo 4
*** Si accettano scommesse ***


Mi sono appena accorta che nel capitolo precedente c'era tipo un erroraccio colossale ma l'ho corretto u.ù/ Anyways, ecco a voi un nuovo, epico, lunghissimo capitolo non mi andava di dividerlo in due capitoli xD

I minuti passarono nel silenzio. Stella continuava a restarsene sempre nella stessa posizione, fissando il vuoto e pensando ad un possibile piano. Niko era terrorizzato e continuava a guardarsi intorno alla ricerca di una via di fuga, Spix esaminava le sbarre mentre Wesk invece fissava le guardie con un leggero sorrisetto, come se sperasse di intenerirle e farsi aprire la porta. Improvvisamente, Stella sembrò avere un'illuminazione. Si avvicinò alle sbarre di ferro e chiamò gli altri tre players. Loro smisero di fare quello che stavano facendo, e si avvicinarono a Stella facendo attenzione a non attirare le guardie.
-Ho un piano, ragazzi. Quelli vogliono schiaffarci in un'arena a combattere... Ho intenzione di offrirmi volontaria. State pur certi che saranno troppo attenti a vedermi combattere, quindi nel frattempo voi scappate- sussurrò Stella agli altri players. Wesk fece una smorfia.
-Bel piano di merda. Ti farai ammazzare!- disse Wesk, con espressione contrariata. Stella alzò le spalle.
-E che me ne importa. Dovete andare ad avvertire mio padre, o qui è la fine. E che lo vogliate o no, porterete il culo fuori di qui e tornerete a New Emerald City- disse, con tono che non ammetteva repliche.
-...E poni il caso che noi non volessimo lasciarti andare nell'arena da sola?- chiese Spix, con sguardo serio.
-Beh, se fosse quello il caso allora potrei fare così- concluse, avvicinandosi poi alle sbarre sul lato delle guardie. Cominciò a scuoterle energicamente facendo un gran casino.
-Ehi, stronzi! Dove sarebbe la vostra arena del cazzo!? Avanti, sto aspettando! O avete troppa paura che vinca? Avete scommesso contro di me, non è vero? Forza bastardi, perchè non aprite questa cazzo di cella?- urlò sfoderando il suo tono più tracotante. Le guardie la ignorarono per qualche secondo, ma il fare di Stella riuscì rapidamente a dargli sui nervi. Uno di loro si avvicinò alla cella, puntando minacciosamente il dito verso Stella.
-Ragazzina, ti conviene smetterla, a meno che tu non voglia essere ammazzata- ringhiò, inferocito.
-Oh, è facile dirlo quando stai dall'altra parte delle sbarre... Vieni qui e combatti- replicò Stella, con un ghigno arrogante. La guardia stava per rispondere, quando improvvisamente dal piano superiore arrivò il capitano Sten.
-Voi due, sbrigatevi. Portate fuori questi quattro, l'arena è aperta- disse, indicando i quattro prigionieri. La guardia rivolse uno sguardo a Stella come per dire "aspetta e vedrai", ma rinunciò a rispondere. Aperse la porta della cella e spinse fuori Stella. L'altra guardia, invece, si occupò dei tre players nell'altra cella.
-Teneteli separati. Quella è pericolosa- disse Sten con una smorfia, riferendosi a Stella. Le due guardie annuirono, e Stella sogghignò. La temevano? Allora non erano così stupidi come sembravano. Le guardie li riportarono su, ma quando furono nel palazzo non uscirono dalla porta principale, ma presero un piccolo e stretto corridoio laterale. Il corridoio portava all'arena, un enorme edificio al di fuori del palazzo. Era molto simile all'arena di New Emerald City. Era di forma ovale, con degli spalti rialzati dai quali gli spettatori potevano assistere alle battaglie. Al centro stava un polveroso campo di battaglia con il terreno interamente fatto di Netherrack. Molte porte chiuse da grate stavano sui muri del campo di battaglia, probabilmente entrate per i combattenti. Gli spalti erano colmi di gente. Una piattaforma, sul lato sinistro, sosteneva un trono, su cui stava il re del Nether. Accanto c'era il ragazzo che aveva guidato la squadra che li aveva attaccati. Alla cintura portava la spada di smeraldo che aveva preso a Stella, poche ore prima. I quattro players, in quel momento, si trovavano dietro una delle grate.
-Allora, chi di voi vuole andare al macello per primo?- ghignò Sten, con sguardo soddisfatto. Stella, per nulla intimorita, si fece avanti.
-Vado io- disse, rivolgendo uno sguardo chiaramente di sfida a Sten. Indispettito, il capitano tirò una leva posizionata nel corridoio, e la grata si alzò. Stella guardò i suoi compagni, poi l'arena e poi la piattaforma su cui stava il re, prima di entrare nell'arena con passo lento e solenne, guardandosi intorno. Probabilmente combattere a mani nude contro chissà cosa non era la migliore delle esperienze, ma se la sarebbe cavata. O almeno sperava. Un player che stava accanto al re del Nether suonò un corno, e una delle grate dal lato opposto della posizione in cui si trovava Stella si aprì.
-Liberate la bestia!- cominciò uno degli spettatori, seguito subito dagli altri in un coro che si fece frenetico. Un mob uscì dalla grata. Stella era già pronta a combattere, e il mob corse verso di lei. Più vicino, più vicino, più vicino... Stella socchiuse gli occhi. Il mob le saltò addosso e... le leccò la faccia.
-Sledge?- chiese Stella al lupacchiotto, spostandolo da sopra di lei. Il lupo abbaiò felice. Quella era la bestia? In effetti aveva ferito più di qualcuno dei soldati del Nether, ma non avrebbe mai ferito Stella. Dagli spalti si levò una voce di delusione. Nel panico, il player che aveva suonato il corno urlò agli spettatori.
-Chiunque voglia provare a sconfiggerla è libero di farlo!- sbraitò. Oh oh, pensò Stella. Molti fra gli spettatori sfoderarono le loro spade d'oro, e si gettarono nell'arena. Stella lanciò uno sguardo a Sledge, ai suoi piedi, e il lupo annuì. Urlando, la ragazza si gettò a mani nude su uno di quelli che si stavano avvicinando, prendendolo a pugni in faccia. Sledge azzannò la sua spada, tenendolo fermo, mentre Stella lo buttò a terra finendolo con una rapida scarica di pugni al viso. Il lupo porse la spada a Stella, che la afferrò rapidamente per l'elsa e la affondò nel petto di uno degli altri che si stavano avvicinando. Quello morì sul colpo e cadde a terra riverso. Sledge balzò addosso a uno degli avversari, azzannandolo ripetutamente. Quello urlò e rifilò un colpo di spada a Sledge, ma fu ucciso prima di poter fare altro. Molti nemici cadevano sotto i colpi dell'Hardcorer, ma molti altri continuavano ad apparire, come se si moltiplicassero. Ma Stella non mollò. Lanciò istintivamente uno sguardo alla grata da cui era uscita. Stava decisamente attirando l'attenzione, e sperava che Niko, Spix e Wesk fossero riusciti a liberarsi delle guardie e scappare. Il re del Nether seguiva la battaglia con atteggiamento neutro, ma il ragazzo accanto a lui sembrava piuttosto preoccupato. Stella lo vide, con la coda dell'occhio, mentre discuteva animatamente con il padre. Dopo qualche attimo, sfoderò la spada di smeraldo e, balzando agilmente giù dagli spalti raggiunse l'arena. Il suo arrivo sembrò distrarre i combattenti del Nether, e questo diede il tempo a Stella di trafiggere quello che le stava davanti e di liberare Sledge dalla loro morsa.
-Basta con questo massacro. Stai uccidendo la mia gente e non ti permetterò di continuare!- urlò, minaccioso, puntando la spada verso Stella. Lanciò uno sguardo ai suoi uomini, che capirono l'antifona e si ritirarono. Sledge, che si stava leccando una ferita, smise immediatamente e si mise in posizione di attacco, ringhiando verso il ragazzo. Stella rimase a scrutarlo. Sì, era decisamente lo stesso che aveva guidato la squadra che li aveva attaccati.
-Non so chi tu sia in questo posto, amico, ma nessuno cerca di ammazzarmi e ne esce illeso- sibilò Stella, guardandolo negli occhi azzurri. Il ragazzo non sembrava impressionato da lei.
-Sono il principe del Nether, insignificante ragazzina. Proteggerò il mio mondo, anche se questo significherà farmi uccidere da una donna- rispose freddamente. Stella, sentendosi offesa, si lanciò di corsa verso il principe del Nether con la spada sguainata. Lui non si mosse di un centimetro, anzi, parò il fendente di Stella abilmente. Esterrefatta, l'Hardcorer cominciò a menare fendenti a raffica, puntualmente parati dall'avversario. Sembrava tranquillo e rilassato, e aveva le stesse mosse di un giocatore di scherma. Ad un certo punto, Stella cercò di menare un fendente verticale e il principe la bloccò tenendo la lama in orizzontale. Stella non mollò, continuando a premere con tutta la sua forza per spezzare le sue difese. I loro sguardi si incontrarono.
-E' inutile che mi fissi con quello sguardo da pesce lesso, ti ucciderò se questo significa riuscire ad uscire di qui- disse gelidamente Stella. Il principe del Nether sembrò sorpreso dalla freddezza di Stella, ma non fece in tempo a replicare perchè Sledge gli saltò addosso e gli azzannò un braccio. Il principe urlò di dolore e Stella ne approfittò per disarmarlo. La spada di smeraldo cadde a terra e il ragazzo si liberò dalla presa del lupo, scagliandolo in là e cercando di riprendersi la spada. Stella, con un rapido scatto, raggiunse la sua spada e la afferrò, lanciando via quella d'oro. Il suo avversario fece per arretrare strisciando indietro, ma Stella gli puntò la spada alla gola.
-Non così in fretta, pivello- disse, fredda, guardandolo negli occhi. Sledge si rialzò, malconcio, e si scosse cercando di togliersi via la polvere dal pelo, senza riuscirci molto bene. Gli spettatori, sugli spalti, smisero di incoraggiare il loro principe, e rimasero a fissarli terrorizzati. Il silenzio scese sull'arena, e il re del Nether si alzò di scatto dal suo trono per vedere cosa stesse succedendo. Si sporse verso i due ma non osò dare l'ordine di attaccare. Per un lungo istante Stella e il principe del Nether rimasero a guardarsi fisso negli occhi, finchè Stella non fece una smorfia e tolse la punta della spada dalla gola del principe, girandosi verso uno degli spalti. Sledge intuì il suo piano e balzò sulla sua spalla. Stella cominciò a correre come una forsennata verso lo spalto e non appena ci fu vicina spiccò un balzo salendoci sopra. I guerrieri del Nether sciamarono verso di lei ed altri andarono ad assistere il principe, ma ormai Stella stava già saltando sugli spalti più alti. Non appena raggiunse il muro esterno dell'arena prese bene la rincorsa e, con una mossa molto all'Assassin's Creed scalò rapidamente il muro e saltò oltre. Atterrò su una guardia che stava dall'altra parte a sorvegliare l'esterno e la trafisse con la spada, rubandole l'arco che portava nell'inventario e una decina di frecce. L'Hardcorer lanciò uno sguardo al muro dell'arena, pensando ai suoi compagni, ma decise che per il momento doveva solo cercare di allontanarsi il più possibile. Così, cominciò a correre all'impazzata lungo la pianura, lontano dalla fortezza. Nel frattempo, all'interno dell'arena, Niko, Spix e Wesk stavano assistendo alla scena, scioccati. Il principe del Nether, non appena si accorse che Stella era fuggita, abbassò lo sguardo, con il viso rosso dalla vergogna. Il re scese dalla sua piattaforma sopraelevata e si avvicinò al principe.
-Figlio, stai bene?- chiese. Il principe rimase in silenzio, affranto, così il re decise di lasciarlo in pace.
-Organizzate subito una squadra di ricerca. Riportate qui quella ragazza! Se necessario, sguinzaglierò anche lui sulle sue tracce! Avanti!- urlò ai suoi soldati. Tanto, era certo che finchè i tre players fossero rimasti ancora nelle loro mani, lei non sarebbe andata troppo lontana. Ma il principe del Nether lo fermò.
-Aspetta. Io l'ho fatta scappare e io la catturerò!- disse, rialzandosi in piedi. Il re annuì e gli consegnò una nuova spada, la seconda che avevano preso a Stella. Il principe la prese e, senza un attimo di esitazione, uscì dall'arena a cercare la player dalla spada di smeraldo.

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Capitolo 5
*** Danny ***


Ciao fans! *si atteggia a pino il pinguino* Sì, dai, scrivo un bel po' perchè ho ispirazione, quindi preparatevi ad essere tartassati di capitoli finchè avrò idee fighe(?) u.u Non so se dovete essere contenti o pensare al suicidio, mah xD Nel primo caso divertitevi a leggere, nel secondo sappiate che c'è un girone dell'inferno che vi sta aspettando u.ù SI' FINIRETE NEL NETHER MUHAHAHAHA *coff* #muchlove.
 
Già dal primo istante in cui uscì nella sconfinata pianura di Netherrack, il principe del Nether capì che cercare Stella sarebbe stata un’impresa semplice. Fuori, esaminando il punto in cui Stella era caduta dopo la sua fuga e aveva ucciso la guardia, notò immediatamente delle tracce di sangue sul terreno. In effetti sia Sledge che Stella erano feriti, e anche piuttosto gravemente, quindi non lo stupiva che uno dei due perdesse così tanto sangue da lasciare una traccia. Meglio per lui, in fondo, perchè questo significava che avrebbero dovuto fermarsi presto per darsi una sistemata e riposare. Il principe del Nether avanzò nella pianura, sicuro di sè. Non aveva paura, tanto conosceva il Nether come le sue tasche e sapeva quali fossero i luoghi in cui qualcuno poteva tendere un agguato. Nonostante si aspettasse ogni tipo di trappola da parte della Harcorer, nulla sbarrò il suo cammino. Proseguì per svariate centinaia di blocchi, indisturbato, finchè ad un certo punto in lontananza non vide una piccola sagoma seduta a terra. La sagoma scura se ne stava in mezzo ad una larga conca di Netherrack, e sembrava si stesse riscaldando vicino ad una fiamma accesa. Si avvicinò lentamente, alle sue spalle, cercando di coglierla di sorpresa, ma fu lui ad essere colto di sorpresa da una voce.
-Fai solo un altro passo e sarà l'ultimo, amico- disse una voce a lui ben nota, da dietro di lui. Il principe, realizzando di essere stato fregato, si girò e vide dietro di sè Stella, che gli puntava contro il suo arco con una freccia già pronta ad essere scoccata. La ragazza si avvicinò cautamente al principe del Nether e lo costrinse a darle la spada. Quello, seppur a malavoglia, si rassegnò a cedere l'arma. Incuriosito, guardò verso la sagoma che aveva visto prima, e realizzò troppo tardi che c'era solo Sledge. Emise un verso di disapprovazione, senza proferire parola. Era già la seconda volta che si faceva fregare da Stella, e non erano passati nemmeno venti minuti. Questo lo faceva sentire in una pesante situazione di inferiorità, si stava sentendo incredibilmente stupido e incauto. Insomma, come diavolo aveva fatto? Stare attenti era la regola base. Stella ripose l'arco e continuò a tenere in mano la sua spada di diamante.
-Su, muoviti, scendiamo- ordinò imperiosamente. Il ragazzo rifilò un'occhiataccia a Stella, ma non potè fare altro che ubbidire... Non era nelle condizioni di ribellarsi, dal momento che non aveva nemmeno un'arma. Stella sembrava avere i nervi a fior di pelle, pronta a scattare al suo minimo tentativo di disarmarla, quindi lui reputò più saggio lasciar perdere. I due scesero nella conca, e Sledge accolse Stella scodinzolando. Tutt'altro trattamento fu riservato al principe del Nether, e l'unica cosa che ricevette fu un ringhio sospettoso. Stella si sedette accanto al fuoco e fece mettere il principe dall'altra parte delle fiamme, dove potesse tenerlo d'occhio, posando poi a terra la spada in una posizione facilmente raggiungibile. Dopo averl squadrato il loro prigioniero per un'abbondante manciata di secondi, Sledge si avvicinò a Stella e guaì. La ragazza sorrise, accarezzandolo e tirando fuori della carne marcia dall'inventario per nutrirlo. Era ferito, ma la carne bastò a curarlo rendendolo nuovamente sano e scattante. L'unica traccia di lotta che rimaneva su di lui era la polvere sul suo pelo, mentre invece Stella non sembrava essere proprio al massimo. Fece una smorfia, e il principe del Nether la guardò, incuriosito. Non riusciva a capire quale fosse il problema, dal momento che tutte le ferite che si potevano vedere erano superficiali o non gravi. La risposta gli arrivò quando guardò le gambe di Stella. Una profonda ferita le attraversava la coscia, e non si accingeva a smettere di sanguinare. Stella non aveva nulla con cui fasciarla, e non sembrava stare bene.
-Se non fermi il sangue rischi di morire- disse il principe del Nether, visibilmente stupito. Si chiedeva come avesse fatto Stella a saltare così agilmente con quella ferita.
-Credi che non lo sappia? Chiudi quella cazzo di bocca- ringhiò Stella di rimando. Non sapeva cosa fare, e questo la rendeva ancora più nervosa. Il principe del Nether, con nonchalance, strappò un lembo dal suo ampio mantello e lo diede a Stella.
-Usa questo- le disse, porgendoglielo. Sledge rimase in allerta, guardandolo con diffidenza, mentre Stella aveva un'espressione stupita.
-E perchè mi stai aiutando?- chiese, con sospetto. Allungò la mano verso il lembo, prendendolo con un gesto "mordi-e-fuggi" e usandolo per fasciarsi sommariamente la ferita. Il principe del Nether alzò le spalle.
-In fondo mi hai sconfitto, penso che meriti almeno di non morire dissanguata. Comunque se non la curi in fretta ti andrà in cancrena mezza gamba- disse, osservando da lontano la ferita. Stella annuì, sospirando. Lo sapeva già, ma tanto fra non molto pianificava di darci un'occhiata più approfondita. Ora voleva riposarsi. Il silenzio scese nuovamente, interrotto solo dal crepitare delle fiamme e dai versi di qualche Ghast lontano.
-Come ti chiami?- chiese ad un certo punto Stella, incuriosita - Non penso che il tuo nome di battesimo sia "principe".
Il principe del Nether si limitò a rispondere con una smorfia.
-Rideresti se te lo dicessi, non è un nome proprio adatto ad un principe- continuò, rimanendo a fissare le fiamme.
-Non mi sembra che tu sia nella posizione di rifiutarti- disse Stella, quasi divertita. Il principe sbuffò.
-Umpf. Ma prometti di non ridere, va bene?- disse, puntando un dito verso l'Hardcorer con fare accusatorio.
-Giurin giurello- ghignò Stella.
-...Danny- bofonchiò il principe. Stella piegò la testa, interrogativamente.
-E che c'è da ridere?- chiese, guardandolo. Danny le restituì lo sguardo, alzando le spalle.
-Insomma, non è proprio un nome maestoso... Tu?- le disse, incuriosito.
-Stella. Il mio compagno invece è Sledge- rispose Stella. Sledge, sentendo il suo nome, scodinzolò felice, ma non emise versi.
-...Mi ucciderai?- chiese Danny dopo un po'. Stella alzò le spalle.
-No, non credo. Se avessi voluto ucciderti l'avrei fatto nell'arena- rispose, dando delle pacche distratte sul pelo a Sledge per togliere la polvere. Danny la guardò, incuriosito.
-Dici sul serio? E perchè? Non mi sembri una che si fa problemi ad ammazzare qualcuno, se davvero lo vuole- chiese. In fondo, Stella aveva ucciso decine di players nell'arena, ma aveva risparmiato lui.
-Non mi sembri pericoloso. Secondo me non saresti mai capace di uccidere qualcuno. Quindi, non vedo perchè dovrei farti fuori. Questo non toglie che verrai con me per un po', perchè non mi fido a lasciarti andare così- rispose Stella, alzandosi in piedi. Anche Sledge si rialzò, e Stella fece un gesto imperioso a Danny.
-Dove andiamo?- chiese, alzandosi e spegnendo le fiamme.
-Vedrai. Ora non prenderti troppa confidenza, damerino- rispose Stella, tornando acida come al solito. Danny annuì, senza rispondere. Stella cominciò a camminare in una direzione a lui sconosciuta, zoppicando un po', mentre dietro di lui stava Sledge, che stava bene attento a non farlo scappare. Camminarono per un po'. Stella non sembrava molto affaticata e non aveva segni di stanchezza. L'unica cosa che faceva intuire che aveva combattuto erano le ferite e la sua andatura, non proprio perfetta. La meta non era molto lontana, infatti dopo poco arrivarono fino al portale del Nether spento da cui Stella e gli altri erano arrivati. Stella accese il portale, avvalendosi di un po' di lava. Danny rimase a guardare le frame viola lucenti, esterrefatto.
-Woah. Cos'è?- chiese, avvicinandoci la mano.
-Come? Vivi nel Nether e non hai mai visto uno di questi?- replicò Stella, ancora più stupita del principe.
-Beh, avevo visto queste costruzioni ma... Mai accese. A cosa serve?- disse, ancora non soddisfatto.
-E' un portale per l'Overworld. Adesso io me ne torno a casa, e tu vattene pure in direzione fanculo, non mi interessa. Ho già perso troppo tempo- rispose sbrigativamente l'Hardcorer. Per fermarsi a riposare aveva perso minuti preziosi, e chissà come stavano i suoi compagni.
-E com'è l'Overworld? Ne ho sentito parlare da mio padre- insistette Danny,
-Ma non sai proprio nulla? E' il mondo da dove provengo. Hai presente... Erba? Maiali? Mucche? New Emerald City? Ah, ma che sto a spiegare. Dovresti vedere per capire, ma dubito che ti fidi abbastanza per passare dall'altra parte. Se proprio sei in vena di farti ammazzare dai miei compagni passa pure... Non mi interessa- rispose Stella, prima di entrare nel portale e scomparire, in viaggio per l'Overworld. Danny rimase immobile, fissando il portale. Allora era quello il mondo che suo padre voleva invadere. Non l'aveva mai visto in vita sua ma... Beh, perchè non provare. Tanto, al massimo si sarebbe fatto ammazzare. Un solo combattente non avrebbe fatto differenza. E, con questo pensiero, entrò nel portale.

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Capitolo 6
*** Merce di scambio ***


Ok gentaglia, so che vi avevo promesso che vi avrei tempestato di capitoli(?), ma ultimamente c'avevo uno scazzo incredibile addosso e non mi andava di scrivere niente. xD Vorrà dire che mi rifarò con questo capitolo, enjoy! xD

La prima sensazione da cui il principe del Nether fu investito appena arrivò nell'Overworld fu quella di un crescente gelo. Non aveva mai provato quella sensazione, in fondo aveva passato tutta la vita in mezzo alla lava, e adesso si ritrovava nella Taiga, uno dei biomi più freddi e inospitali dell'Overworld. Si guardò intorno, cercando di ignorare la sensazione di freddo e di riprendersi dall'effetto schiacciamento che il portale del Nether aveva su tutti i players. Starnutì un paio di volte. Faceva davvero freddo. Si guardò attentamente intorno, cercando di capire dove fosse. Non aveva mai visto i blocchi di smeraldo che componevano la stanza, ma vedendo le esposizioni con i blocchi del Nether si sentì rassicurato. Almeno quelli li conosceva. Non aveva armi, ma finora non c'erano nemici, forse avrebbe potuto cavarsela. Non c'era traccia di Stella nei dintorni, così decise di prendere la prima scala verso il basso che trovò, scendendo al piano terra. Uscì dal palazzo di smeraldo, e una folata di vento gelido lo investì. Un forte e incontrollabile brivido percorse il suo corpo con violenza. Una strana sostanza morbida e farinosa copriva il terreno. Che era? Non l'aveva mai vista prima. Non perse tempo a chiedersi cosa fosse, o meglio, non ebbe tempo per farlo, perchè un Hardcorer notò immediatamente la sua presenza. Lanciò l'allarme, e immediatamente un nugolo di players sciamò fuori dalle case, armi alla mano, e circondarono Danny. Il principe, spiazzato, rimase immobile per un attimo, ma poi si mise in posizione di combattimento. Uno di loro urlò qualcosa, puntandogli una spada addosso, ma Danny non capì cosa stesse dicendo.
-Co... Cosa...?- disse, con la voce debole come un sussurro. Sentiva uno strano torpore lungo tutto il corpo, come se fosse un chilometro sott'acqua, lontanissimo da quello che stava succedendo in quel momento. L'Hardcorer che gli aveva parlato piegò la testa interrogativamente.
-Ehi, ci sei?- gli chiese. Danny lo guardò con sguardo stralunato, mentre il gelo lo attanagliava sempre più prepotentemente. Aprì la bocca per rispondere, ma non riuscì a dire nulla. Boccheggiò un secondo, e poi divenne tutto buio. Cadde a terra, sulla superficie dura della strada di carbone coperta di neve fresca. Non era svenuto, ma non riusciva a muovere un muscolo, nè ad aprire gli occhi. Sentì gli Hardcorer discutere fra di loro per qualche attimo.
-Duncan, che ne facciamo di questo tizio? Non è dei nostri, nè di nessuna delle fazioni che conosco. Guarda com'è vestito. Secondo te è morto?- chiese uno.
-No, è ancora vivo, non vedi? Respira. Però... Oh, cazzo, boh, non lo so. Portiamolo da Michael, è lui che fa la legge qui, no? Deciderà cosa farne di questo tizio- replicò un altro.
-Ma... Sei sicuro? C'è Stella da Michael, potrebbe non prenderla bene se li interrompiamo- rispose di nuovo il primo.
-Non importa, tanto dobbiamo basterà un secondo, se ci dice di portarlo in prigione lo facciamo, altrimenti lo uccidiamo e basta. Su, aiutami- disse infine il secondo. Danny, che era ancora a terra senza poter muovere nemmeno un muscolo, si sentì sollevare di peso da tre uomini, che lo trascinarono per un buon pezzo continuando a chiacchierare fra di loro. Dopo vari minuti, infine, sentì bussare ad una porta.
-Sì può sapere chi cazzo è?- replicò una voce piuttosto infuriata.
-Michael, sono Duncan, abbiamo un prigioniero e vorremmo un parere rapido su cosa farne. Non sappiamo a che fazione appartenga- rispose quello che stava parlando prima. La porta si aprì, e Danny venne trascinato in un luogo più caldo.
-Ehi, ma che cazzo... Danny?- disse una voce, che Danny riuscì ad identificare come quella di Stella - Si può sapere dove l'avete trovato e cosa gli avete fatto?
Duncan alzò le spalle.
-Boh, stava gironzolando fuori dal palazzo di smeraldo, poi ad un certo punto è caduto per terra. Non so cos'abbia, ma giudicando da quanto è vestito... Beh, direi che sta congelando- rispose l'altro Hardcorer. Michael esaminò rapidamente il ragazzo e lanciò uno sguardo a Stella. Lei annuì, e Michael ordinò ai tre Hardcorers di andare via. Michael e Stella rimasero a lungo in silenzio, finchè la voce di Michael non si fece finalmente sentire.
-Stella, è il tuo ragazzo? No, perchè in questo caso credo che potrei fargli presente il fatto che possiedo una spada di diamante incantata e un'intera taiga dove è tranquillamente possibile occultare un corpo- disse Michael, con tono più gelido della neve della taiga. Stella si avvicinò a Danny, inerme a terra.
-No papà. E' il principe del Nether, è venuto fin qui passando attraverso il portale, come ti stavo dicendo- disse Stella, osservando Danny. Il giovane ragazzo si limitò a seguire la discussione, senza poter fare molto altro. Il calore del fuoco lo stava lentamente riscaldando, e cominciava già a sentirsi meglio. Il freddo stava sparendo esattamente com'era arrivato.
-Beh papà... Non so che vogliano fare questi, ma devi aiutarmi. Non me ne frega un cazzo del Wither per il momento, dobbiamo salvare gli altri prima che sia troppo tardi- sospirò Stella, spostando lo sguardo sul fuoco che ardeva nel caminetto di mattoni. Danny aprì piano gli occhi, muovendo appena le dita intorpidite dal freddo. Gli sembrava strano che non l'avessero ancora ucciso. Forse stavano aspettando che si svegliasse. Decise di rimanere fermo, tentando di fingersi ancora svenuto, ma proprio in quel momento Michael si girò e lo vide.
-Ehi, questo damerino è sveglio. Lo interrogherò per bene- ghignò Michael, alzandosi in piedi e scrocchiandosi le nocche. Danny, intuendo il pericolo che si avvicinava, scattò in piedi - per quanto di scatto si potesse parlare, visto che era ancora mezzo rincretinito dal gelo e si gettò su Michael. Quello rimase esterrefatto per un secondo, stupito dalla reazione pronta del principe, e rovinò a terra trascinando Danny con sè. Stella si alzò immediatamente in piedi sfoderando la spada, incerta se intervenire. Ma le poche energie mancarono subito al guerriero del Nether, che in breve fu sopraffatto da Michael, molto più possente e in forze di lui. L'Hardcorer lo alzò di peso, schiacciandolo contro il muro e tenendolo in posizione, premendo il braccio destro contro la sua gola.
-Brutto figlio di puttana, mi hai fatto venire un mezzo infarto- disse Michael, ansimando. Danny non disse nulla, rimanendo a fissare negli occhi Michael.
-Non dici nulla, eh? Vediamo un po'... E così sei il principe del Nether. Che mi dici dei piani che hanno i tuoi amichetti?- chiese di nuovo l'Hardcorer, cercando di intimorire Danny. Lui rimase in silenzio, senza muoversi di un millimetro, continuando a tenere lo sguardo letteralmente inchiodato negli occhi di Michael, facendogli chiaramente capire che non aveva paura.
-Bah... Fottiti. Vuoi sapere una cosa? Non sto a parlarci, qui con te. Non mi sprecherò a convincerti. Non so cosa tu sappia di noi Hardcorer, ma forse ti interesserà questa piccola informazione... se durante la Grande Guerra gli Hardcorer erano sempre in grado di sciogliere la lingua ai nemici, un motivo c'è... Sappi che ti frusterò a sangue, poi ti appenderò agli alberi della taiga e aspetterò che durante la notte arrivino i ragni delle caverne a divorarti. Sai, seguono la puzza del sangue, e fidati, non morirai subito, anzi. Io me ne starò appostato su un albero lì vicino, a guardarti implorare che io li scacci, e a quelo punto riderò e ti sputerò in faccia! Bastardo!- ringhiò Michael, continuando ad elencare tutte le torture che venivano usate dagli Hardcorer sulle spie durante la Grande Guerra. Stella se ne stava impassibile, sembrava aver capito che in quel momento era il caso che lasciasse stare Michael.
-Io non temo il dolore, i guerrieri del Nether sono forgiati nel fuoco e nel calore della lava, non abbiamo paura di voi!- replicò infine Danny, stufo di sentire Michael. Quello, stupito, rimase in silenzio per un secondo.
-Non temi il dolore? Interessante. E' quello che dicevano anche le spie, un attimo prima di essere lasciati a cuocere a fuoco lento nelle mani dei nostri torturatori! Nessuno, amico, e ti dico nessuno, rischia di uccidere MIA FIGLIA e la scampa. Per cui, poi non lagnarti se ti apro dalla gola in giù a spadate- sibilò Michael, con tono crudele. Danny deglutì, cercando di stare calmo. Sarebbe stato capacissimo di farlo, ne era certo. Michael lo lasciò andare giusto un attimo, prima di afferrarlo per la gola e cominciare a trascinarlo via, quando Stella lo fermò.
-Papà... Lascialo a me un secondo, ci penso io, ok?- disse la ragazza, posando una mano sulla spalla del padre. Michael rimase stranito per un attimo. Non capiva perchè lo stesse facendo.
-Stella, ha già cercato di ucciderti due volte, e gli caverò gli occhi con le mie mani per questo- ringhiò Michael, ancora deciso nel suo proposito.
-Senti papà, è l'unico prigioniero che abbiamo, se proprio vorrai ucciderlo fallo dopo. Se il Re del Nether sa che l'abbiamo ucciso, darà Niko, Spix e Wesk in pasto al Wither ancora prima che possiamo attaccare. Lascia che ci parli, ok? Tanto, siamo in mezzo a New Emerald City, non farà stronzate- sbuffò la ragazza, come se stesse cercando di spiegare a Michael un concetto troppo difficile per lui. Lui rimase a pensarci un attimo, e infine sospirò lasciando andare Danny e spintonandolo via. Aprì la porta, ma sulla soglia si fermò come se avesse avuto un ripensamento. Si avvicinò, e puntò un dito verso Danny, a due millimetri dalla sua faccia.
-Stammi a sentire, stronzetto, sappi che se osi fare del male a Stella non ci sarà un solo fottuto buco in questo cazzo di universo in cui potrai nasconderti, perchè sappi che ti troverò, e quando lo farò cenerai con le tue interiora. Intesi!?- sbottò l'Hardcorer, e senza aspettare risposta uscì sbattendo la porta. Stella tirò un sospiro di sollievo.
-Cazzo. Per un pelo non faceva fuori l'unica merce di scambio che ho- sbuffò la ragazza. Danny la guardò, imbronciato.
-Ehi, guarda che sono qui- brontolò, offeso per essere stato definito "merce di scambio". Stella alzò le spalle.
-Qui o chissà dove, sempre merce di scambio resti, visto che sei stato così intelligente da seguirmi- rispose Stella, con una smorfia. Danny sospirò. Non si sentiva per niente a suo agio, era capitato male. In fondo, si aspettava che i compagni di Stella fossero molto simili a lei, ma Michael... L'aveva spaventato. Si vedeva che era il padre di Stella, ed era certo che se non fosse stato per lei chissà che cosa gli avrebbe fatto.
-L'unica cosa che non capisco è perchè continui a risparmiarmi. E' umiliante, almeno ammazzami!- brontolò Danny. Stella scoppiò a ridere.
-Ma ti puzza così tanto il vivere?- sogghignò Stella, guardando la neve che si stava lentamente depositando su tutto, fuori dalla finestra. Danny fece una smorfia.
-Beh, sai, sono un guerriero, mi hai risparmiato la vita tre volte, e non è passata nemmeno un'ora- sbuffò Danny, irritato. La situazione era umiliante.
-Immagino che non ci sia modo di farti parlare, hm?- chiese Stella ad un certo punto, continuando ad osservare la neve. Danny rimase interdetto per un attimo, cercando di capire cosa intendesse dire.
-Ah, non intendo niente di perverso. Spero per te che non l'abbia pensato nemmeno per un secondo, perchè potrei tranciarti le palle- ringhiò Stella, con tono ostile. Danny scoppiò a ridere.
-Ma no, non era questo a cui stavo pensando. Tuo padre è... terrificante. Perchè è tuo padre, no? O ho capito male?- chiese, piegando leggermente la testa con fare interrogativo. Stella annuì.
-Già. E' un po' irruento, a volte, ma... beh, mi vuole bene, non sopporterebbe mai che qualcuno mi faccia del male. Se mi aveste ucciso, penso che se ne sarebbe entrato nel Nether da solo per sterminarvi- rise Stella, divertita al pensiero.
-Ma non hai paura della morte?- chiese Danny, stupito da quanta ilarità metteva nella discussione.
-No. In fondo di qualcosa morirò, no? E non sarebbe nemmeno la prima volta che rischio di lasciarci le penne, quindi in un certo senso ci sono abituata. Spade in alto, armature pronte, avanti Hardcorer! e il più forte sopravviverà. E' sempre stato così e sempre sarà, perchè averne paura?- chiese Stella in una domanda retorica, guardando Danny negli occhi. Ora sembrava molto meno stanca rispetto a prima, pensò Danny. Si vedeva che era di fibra forte.
-Ma è inutile che te lo dica, tanto alla fine probabilmente mi toccherà ucciderti. Tanto vale che ti dica che la morte è orribile e buia come un abisso, così avrai paura di me quando sarà il momento- ghignò l'Hardcorer, con un cenno sprezzante della mano, girandosi nuovamente verso la finestra. Il principe rimase in silenzio, osservando la ragazza.
-...Vogliono usare il Wither per attaccarvi, per questo lo stanno nutrendo- disse Danny, ad un certo punto, interrompendo il silenzio. Stella riportò lo sguardo su di lui, con un punto interrogativo negli occhi.
-Il Wither. Mio padre vuole invadere l'Overworld. La nostra generazione ha passato anni a cercare Teschi di scheletro Wither per poterlo spawnare. Ma ora è troppo debole, e devono nutrirlo con l'energia vitale dei players perchè possa diventare potente. Ma... Oh, avanti, ti ho già detto abbastanza, che cazzo. Chiama tuo padre, torniamo nel Nether così potrai riprenderti i tuoi amici e ricominceremo a combattere- replicò Danny, tutto di un fiato, girandosi per sfuggire allo sguardo di Stella. Lei rimase esterrefatta.
-E per quale motivo me l'hai detto?- chiese, comprensibilmente stupita.
-Adesso siamo pari- sospirò Danny, rigirandosi un lembo del mantello fra le dita - E in più... Non credo che i tuoi amici meritino di morire. Chi... Chi sfida persino la morte per ottenere la libertà, merita di ottenerla. Anche se io...
Danny si interruppe di colpo, e Stella socchiuse gli occhi cercando di capire cosa avesse voluto dire. Avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma non l'aveva fatto.
-Che cos'è che non mi stai dicendo?- chiese, incuriosita.
-Nulla- rispose Danny, rifuggendo lo sguardo di Stella - Adesso andiamo, prima che cambi idea e cerchi di ucciderti di nuovo.
Sul viso di Stella apparve un mezzo sorriso.
-Bah. Come vuoi. Muoviti, su. Sledge, vieni- disse l'Hardcorer, fischiando e richiamando il cane. Sledge si avvicinò ai tre, e uscirono assieme.

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Side Notes: Ecco, penso che già si capisca quale sia la mia OTP di questa fan fiction, anche se Michael non ne sarà molto felice u.u" Anyways, avendo scritto questo capitolo in un momento in cui il mio cervello non è completamente connesso, spero si capisca tutto ò_ò"

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Capitolo 7
*** You have an army? We have a Michael. ***


Siccome a quanto pare la fila dei miei fans si sta rimpinguando *parolone complicato* mi sono messa a lavorare più alacremente del solito sul capitolo xD Non che ci voglia molto, diciamo che sono piuttosto pigra D: Non so perchè, ma ora ogni volta che penso a Michael mi viene in mente la musica di Darth Vader come sottofondo, non so come si chiama, non sono un'appassionata cultrice di Star Wars xD Avrei tantetantetante idee per tantitantitanti possibili seguiti (o prequel *risata malvagia convinta del fatto che nessuno capirà di cosa parlo*), ma sono tantotantotanto pigra, quindi è probabile che la serie si concluderà con questa fan fiction, per vostra fortuna. xD Mi aspetto che qualcuno mi risponda "I understood that reference" in risposta al titolo, che è la mera modifica di una citazione degli Avengers xD Iron Man <3 Ma ora basta divagazioni, vah, è il momento del prossimo capitolo! u.ù/

I tre uscirono, ma non appena furono fuori dalla porta notarono con un certo stupore che almeno una ventina di Hardcorer era radunata intorno alla porta, formando un semicerchio, tutti con le armi in pugno. Non appena videro Stella rimasero per un attimo a guardarla, poi guardarono Danny, poi nuovamente Stella. Infine, il loro sguardo si rivolse verso Michael, che capeggiava in mezzo agli Hardcorer, stringendo in pugno la sua famosa spada con Fire Aspect. Stella lo guardò, con un punto interrogativo negli occhi. Michael alzò le spalle, rinfoderando la spada, e così fecero tutti gli Hardcorer.
-Eravamo pronti ad intervenire, nel caso a questo coglione venisse qualche idea strana- disse con nonchalance, come se fosse la cosa più naturale e scontata dell'universo. Stella scosse la testa, ma non commentò.
-Possiamo tornare nel Nether, papà. Ma credo che non dovremmo andare in tanti, potrebbe essere troppo pericoloso- disse Stella. In fondo non andavano là per combattere, e in ogni caso anche se gli fosse toccato tirare fuori di lì Niko, Spix e Wesk con la forza, sarebbero bastati pochi Hardcorer. Michael annuì, aveva capito. Con un gesto della mano lasciò che il gruppetto se ne andasse per i fatti suoi, tanto non servivano nemmeno altri uomini: con l'umore che aveva adesso, Michael avrebbe potuto anche abbattere l'intero Nether da solo. Così Stella, Michael, Danny e Sledge entrarono nel palazzo di smeraldo, attraversando poi il portale e tornando nel Nether. Non appena tornarono, Stella non poté fare a meno di provare una forte sensazione di fastidio per via del calore, ma Michael non fece una piega. L'espressione sul suo volto era dura e fredda come quella di una statua, sembrava una macchina per uccidere. Per un secondo, Stella si chiese se durante la Grande Guerra tutti gli Hardcorer avessero avuto quell'aspetto. In fondo, era questo che si stava preparando, una guerra. Cruenta, forse. Disastrosa, probabilmente. Sanguinaria, sicuramente. Se c'era un grossissimo errore che il Re del Nether aveva fatto, era quello di cercare di uccidere Stella, perchè così facendo era riuscito a far incazzare Michael. E avere contro Michael incazzato era decisamente molto peggio che ritrovarsi addosso l'intero esercito Survival. Un Pigman zombie incuriosito si avvicinò a Michael, ma non fu una buona idea. L'Hardcorer gli rifilò una rabbiosa spadata in mezzo alla fronte, buttandolo giù dalla piattaforma di Netherrack e facendolo cadere nella lava. Stella, avendo capito che era il caso di sbrigarsi, si mise a fare da guida a ritroso verso il palazzo del Nether assieme a Danny. Nonostante tentasse di metterci meno tempo possibile, l'ira di Michael sembrava aumentare ad ogni passo, in un crescendo che lo faceva assomigliare sempre di più ad un Blaze infuriato. Danny deglutì. Sperava che le guardie non cercassero di bloccarlo, o sarebbero stati guai. Non appena giunsero in vista del palazzo, Stella fece per indicare a Michael un possibile modo per entrare senza fare troppi danni, ma Michael proseguì dritto verso il portone principale senza farsi troppi problemi. Alcune guardie accorsero, e non appena videro Michael cercarono subito di fermarlo.
-Chi sei!? Che cosa v...
La guardia non riuscì a concludere la frase, perchè Michael le rifilò un cazzotto nei denti che bastò a farlo crollare a terra. L'altro rimase esterrefatto.
-Sono qui per parlare con il carissimo signor-testa-di-cazzo che si fa chiamare Re del Nether- disse Michael, con il tono più gelido che la guardia avesse mai sentito. Stava per replicare qualcosa, ma non appena vide Danny ci pensò su un altro paio di volte, prima di decidersi finalmente a lasciar entrare il terribile Hardcorer, Stella e Danny. I tre proseguirono nel palazzo indisturbatamente, seguiti da Sledge, mentre la guardia si infilò in un corridoio secondario per poi correre sbraitando dalle altre guardie, avvertendole che c'erano degli intrusi. Forse, se avesse aizzato tutte le guardie del palazzo contro Michael, sarebbero riusciti a sconfiggerli. Decine di guardie sciamarono fuori dai corridoi, dalle stanze, dall'arena e persino dei guerrieri in riposo uscirono dalle loro case, armi alla mano, per rispondere all'appello. In breve, il palazzo fu pieno di soldati, che cercavano di raggiungere i quattro prima che arrivassero dal re. Ma ormai era troppo tardi, perchè non passarono nemmeno tre secondi prima che Michael facesse irruzione nelle stanze del Re del Nether. Nella stanza stranamente non c'erano guardie, ma solo il padre di Danny, che stava sorseggiando una bevanda imprecisata e guardava fuori dalla finestra, verso l'enorme mare di lava che stava oltre. Non appena sentì la porta sbattere, si girò in tutta calma, stranamente non preoccupato per il guerriero Hardcorer appena entrato. Quello rimase interdetto vedendo il Re del Nether, come se fosse rimasto scioccato e non si aspettasse di vederlo. Piegò la testa con fare interrogativo.
-E tu quando saresti risorto? La prossima volta dovrò assicurarmi di ucciderti meglio- disse, indispettito. Danny non capiva.
-Papà, non è mica Herobrine- sussurrò Stella. Michael annuì, allora tutto si spiegava. Danny continuava a non capire, ma preferì non chiedere, gli affari di Michael non lo riguardavano e sinceramente non ci teneva minimamente a conoscerli, sapendo com'era fatto Michael dubitava che i suoi affari fossero tutti rose e fiori. Il Re del Nether continuava a sembrare non preoccupato.
-Hm? Di solito ci si fa annunciare, prima di parlare con il Re- rispose il Re del Nether con nonchalance, squadrando Michael in tutta tranquillità. Michael, irato dalla risposta ironica del Re del Nether, si avvicinò a lui con aria bellicosa, trattenendosi a malapena dal rifilargli un colpo di spada. Indicò Danny.
-Ehi, stronzo, non so cosa tu pensi di fare con i miei guerrieri, ma sappi che sono qui per fare uno scambio. Questa checca per i miei. Oppure, se preferisci, posso sempre passare alle maniere forti e scuoiare il tuo intero popolo per farci la tappezzeria di casa mia- ringhiò l'Hardcorer, facendo ben intendere che se fosse stato necessario sarebbe passato alla seconda opzione senza alcun problema. Il Re del Nether rimase impassibile, spostando il suo sguardo sul principe ignorando completamente Michael.
-Ti sei fatto catturare da lei? E chi è questo tizio?- chiese a Danny, con tono di voce completamente neutrale, guardandolo negli occhi. Il principe distolse lo sguardo dagli occhi bianchi del padre, chiaramente imbarazzato. Sembrava si sentisse tremendamente in colpa per il suo chiaro fallimento.
-Ehm... E', o almeno penso che sia, il capo del loro pop...- cominciò Danny, appena un secondo prima di essere brutalmente interrotto da Michael.
-Io sono Michael, capo della fazione degli Hardcorer, e ti ordino di piantarla di ignorarmi prima che io ti uccida- ringhiò l'Hardcorer, sempre più nervoso. Stella posò una mano sulla spalla del padre, per invitarlo a calmarsi prima che accadesse l'irreparabile. Stella sapeva benissimo di cosa era capace l’Hardcorer, e sapeva ancora meglio che la forza di suo padre era sconfinata, e non l’aveva sfoderata tutta nemmeno quando aveva combattuto contro l’orda dei mob. In fondo, aveva appreso le tecniche segrete di combattimento riservate soltanto al capo degli Hardcorer. Michael la guardò per un lungo istante, prima di socchiudere gli occhi e prendere un ampio respiro cercando di controllarsi. Era evidente che mancava poco perchè scoppiasse, letteralmente, e chissà che cosa avrebbe fatto. Stella aveva visto combattere suo padre, qualche volta, e sapeva molto bene che non era affatto il caso di tirare troppo la corda, perchè forse nemmeno il Wither sarebbe riuscito ad ucciderlo o fermarlo, altrimenti. Il Re, però, sembrava di tutt'altro parere, si divertiva a farlo innervosire. Rimase immobile per un attimo, scorrendo lo sguardo degli occhi candidi come perle lungo i players, come se stesse ponderando attentamente le sue opzioni.
-Uhm. Sinceramente, siete solo in due nell'intera fortezza, e non credo che siate nella posizione di dare ordini o dettare condizioni... Ma in questo momento non ho voglia di combattere né di chiamare lui, per cui penso che vi lascerò la vostra piccola illusione di poterci distruggere, mi fingerò terrorizzato e vi restituirò quei tre idioti in cambio del nostro principe- rispose il Re, con tono piatto e incolore. Non una sola sfumatura espressiva trasparì dal suo modo di parlare. Danny rimase in silenzio, senza intervenire.
-Il principe sarà lieto di accompagnarvi alle prigioni. Dopo, siete pregati di spostare la vostra insopportabile e inutile presenza in qualche altro mondo, noi siamo occupati con i progetti della vostra imminente distruzione. E sì, caro capo della fazione Hardcorer, questa è una palese dichiarazione di guerra- concluse il Re del Nether, girandosi poi nuovamente verso la finestra e riprendendo a ignorarli senza farsi il benché minimo problema. Michael rimase esterrefatto e si lanciò in avanti per colpire il Re del Nether, ma Stella e Danny lo fermarono. Non era il caso, avrebbero scatenato uno scempio. Con non poca rabbia, Michael uscì dalla stanza con la stessa gentilezza di una tempesta, seguendo Danny che faceva del suo meglio per camminare velocemente verso le prigioni. Non gli sembrava affatto una buona idea far aspettare Michael, visto che sembrava ancora più arrabbiato di quando erano arrivati, se possibile. In breve scesero nei sotterranei. Non c'erano guardie, perchè tutte erano ancora radunate in giro per i corridoi, pronte ad attaccare nel caso Michael facesse qualche disastro. Stella si guardò intorno, individuando in breve i tre players, che erano ancora chiusi in una delle celle. Danny sospirò.
-Ecco, qui ci sono i vostri compagni, prendeteli pure e uscite. Io... Io devo parlare con mio padre. Immagino che la prossima volta che ci incontreremo, saremo avversari- disse a bassa voce, guardando Stella. I due rimasero ad osservarsi per un lungo istante, dopodichè Danny si girò e tornò da dov’era venuto. Stella rimase immobile a fissare la direzione in cui Danny se n’era andato, sospirando. Già, era probabile che avrebbero dovuto affrontarsi di nuovo, ma non era quello il momento di pensarci. Michael e Stella si avvicinarono alla cella. Non appena Spix si accorse di loro, si avvicinò alle sbarre.
-Stella!? Michael!? Che cosa ci fate voi qui?- chiese, chiaramente stupito. Anche Wesk e Niko si avvicinarono. Michael fece una smorfia.
-Bah, muovetevi, non abbiamo molto tempo- sbuffò Michael, avvicinando la spada alle sbarre. Prese un ampio respiro e, con un solo movimento rapidissimo del braccio, menò un fendente in diagonale che tagliò perfettamente in due la porta della cella, facendola cadere a terra pesantemente. I tre players rimasero esterrefatti. Aveva tagliato in due del ferro con una semplice spada! Come aveva fatto? Lanciarono uno sguardo a Stella, ma lei gli fece capire che era il caso che si sbrigassero. I tre players non erano ben messi, ma si sbrigarono a tenere dietro a Stella e a Michael. I cinque uscirono dalle prigioni. Le guardie erano appostate lungo i corridoi, in fila, stringendo le loro armi. Li stavano fissando con sospetto, ma non fecero nulla per attaccare. Almeno il Re del Nether aveva rispettato l’accordo. Proseguirono, uscendo dal palazzo ed entrando nelle pianure di Netherrack appena fuori. Non appena furono certi di essere abbastanza lontani dalla fortezza per non temere attacchi a sorpresa, si fermarono.
-Ragazzi, state bene? Vi hanno fatto qualcosa?- chiese Stella, con tono quasi preoccupato. Wesk sfoderò un sorrisino e fece segno di “ok” con il dito.
-Da dio. Quei tizi si sono incazzati parecchio quando sei scappata, soprattutto quello Sten. Sembrava nervosetto. Alcune guardie dicevano che ci avrebbero sacrificato al Wither- commentò il griefer, alzando le spalle come se non gliene importasse.
-Già, quelli lo considerano come una specie di dio. Si sono persino messi a pregare, quando sei scappata. Pregavano il Wither perché ti riportasse indietro e garantisse il trionfo al loro popolo- disse Niko, annuendo. Stella fece una smorfia. Non solo erano dei fanatici, non credevano semplicemente che il Wither fosse un’arma. Lo credevano un vero e proprio dio, e questo poteva essere un grosso problema. Questo significava che probabilmente sarebbero stati disposti a tutto pur di proteggerlo, in caso di guerra. Stella ponderò attentamente la situazione. Al momento, stando a quanto aveva detto Danny, il Wither era forte se affrontato da un solo combattente, ma non ancora abbastanza da poter essere usato contro l’Overworld. Bastava che non gli avessero permesso di prendere altri prigionieri mentre radunavano di nuovo tutti i players, come era successo l’anno prima, e avrebbero facilmente potuto sconfiggerli. Davvero sarebbe stato così facile? Mah.
-Stella, a cosa pensi?- chiese Spix, vedendo l’Hardcorer che se ne stava assorta nei suoi pensieri.
-...C’è qualcosa che mi sfugge- disse Stella, pensando – Devono nutrire il Wither per poterlo usare, però il piano non mi sembra un granchè. Insomma, adesso che sappiamo, di sicuro non faremo entrare i nostri guerrieri nel Nether. Allora con cosa pensano di nutrirlo?
I players rimasero in silenzio. In effetti era una gran bella domanda. Il presunto piano del Re del Nether sembrava avere delle grosse lacune. Niko stava per esprimere un’opinione, ma fu zittito da Michael.
-Ehi, bastardo, ti ho sentito, esci di lì- ringhiò, in una direzione sconosciuta. Ci fu qualche secondo di silenzio, dopodichè un soldato ben noto ai quattro uscì da dietro una delle colonne di Netherrack.
-Sten?- chiese Spix, stupito. Li aveva seguiti? Eppure prima erano ben certi di non avere inseguitori. Il guerriero del Nether ansimava un po’, segno che doveva aver corso molto. Probabilmente non li aveva seguiti fin dall’inizio, ma li aveva rincorsi dopo.
-Per fortuna non siete ancora usciti dal Nether- disse, con la voce stanca – Ho un messaggio per voi, dal nostro principe. È per te, ragazza- concluse, allungando un foglio a Stella, sempre sotto lo sguardo vigile di Michael, che era pronto a scattare ad ogni più piccolo segno ostile da parte del player del Nether. Stella prese il foglio e lo aprì. Non c’erano molte parole, era evidente che il messaggio era stato scritto di fretta.
 
Stella,
So che forse non dovrei farlo, ma mi vedo costretto a chiedere il tuo aiuto. Non mi perderò in troppe spiegazioni. Vi prego, dovete attaccare la nostra fortezza. Un diversivo, se così si può dire. Ho appena finito di parlare con mio padre. Ha intenzione di sacrificare alcuni dei miei al Wither. Persone innocenti, più che altro quelli che sono rimasti feriti nella battaglia contro di te e i più vecchi, perché ha detto che li ritiene “non essenziali”. Non sei obbligata a farlo, non ti nascondo che attaccarci costituirebbe un pericolo non indifferente sia per te che per i tuoi guerrieri, ma non so a chi altro chiedere questo favore. Soltanto un piccolo diversivo, per guadagnare tempo, e forse riuscirò a convincere mio padre a non farlo. Fallo per quei poveri innocenti.
Danny
 
La breve lettera si concludeva così, senza altro. Sten rimase in attesa.
-Allora, che cosa devo dire?- chiese dopo un po’, notando che avevano finito di leggere.
-Dì a quella checca che non ci pensiamo nemmeno. È sicuramente una trappola- ringhiò Michael. Stella soppesò la situazione per un istante. C’era l’indubbia possibilità che fosse una trappola, era ovvio. Ma... Danny non sembrava tipo da tendere trappole, se avesse voluto sfidarla l’avrebbe fatto apertamente, era l’unico fra i guerrieri del Nether che aveva abbastanza onore per farlo. Sospirò.
-Dì a Danny che mi dia un quarto d’ora di tempo, dopodichè attaccherò- disse a Sten. Il capitano annuì, lanciando uno sguardo ai cinque prima di correre di nuovo in direzione della fortezza del Nether.
-Ma Stella, sei impazzita?- disse Niko, strabuzzando gli occhi.
-No. Se me la gioco bene, riuscirò ad intimorirli, e un esercito impaurito è un esercito sconfitto. E poi, aiuterò degli innocenti. Toccata e fuga. Se volete, voi andate- disse, ma non fece in tempo a finire la frase che fu già interrotta da Michael.
-Ma te lo scordi. Non ti lascerò attaccare da sola quella fortezza. Noi verremo con te- disse l’Hardcorer, con un tono che non ammetteva repliche. Spix fece per protestare, ma un’occhiataccia di Michael lo fece tacere. Wesk fremeva dalla voglia di combattere, e Niko sospirò. L’idea di combattere di nuovo contro i guerrieri del Nether non lo entusiasmava.

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Capitolo 8
*** Solo un secondo ***


ATTENZIONE SPOILEEEEEEEEEER... Preparatevi a piangere, cari, in questo capitolo accadrà qualcosa che non vi piacerà xD No ok, non è proprio spoiler ma diciamo che si può intuire, e siccome c'è qualcuno *COFFCOFFNIKOCOFFCOFF* che si lamenta se faccio anche solo qualche piccola allusione ad uno spoiler... beh. xD *Fine spoiler*

Ai cinque bastarono pochi minuti per rimettersi un po' a posto. Le condizioni fisiche e gli armamenti di Niko, Spix e Wesk non erano proprio delle migliori, ma per un raid veloce bastavano e avanzavano. E poi, c'era Michael, che con tutto il suo armamentario bastava abbondantemente a calibrare la potenza totale del gruppo. Dopo una decina di minuti spesi a preparare una strategia, i cinque tornarono alla fortezza del Nether. Non gli servì circospezione nell'avanzare, perchè in giro per il Nether non c'era più nemmeno un guerriero. Sembrava fossero tutti scomparsi, anche se Stella aveva una mezza idea riguardo al luogo in cui potevano trovarsi in quel momento. Non appena arrivarono nei pressi della fortezza, cominciarono a sentire uno strano brusio, come se molte persone stessero chiacchierando fra loro sottovoce. Si nascosero dietro una colonna di Netherrack, e Stella si sporse un po' per vedere cosa stava succedendo. Davanti all'altare erano radunati moltissimi guerrieri del Nether, esattamente com’era successo la prima volta che era entrata lì. Stavano per compiere il sacrificio. Non c'era traccia di Danny o del Re del Nether, ma in compenso quel luogo pullulava di guerrieri affaccendati in danze rituali e preghiere. L'altare era ora illuminato da una luce soffusa che proveniva dal basso di colore rosso, quasi come se sotto l'altare ci fosse ora della lava.
-Ragazzi, io mi avvicino un po' per vedere cosa succede. Se lancio una freccia verso di loro, significa che è ora di attaccare- sussurrò Stella, che voleva seguire più da vicino il rituale per intervenire in caso di bisogno. I quattro annuirono, sebbene fosse evidente che Michael non era molto entusiasta all'idea di lasciarla andare da sola. Stella ripose le spade e tirò fuori l'arco. Non era il suo, visto che le era stato sequestrato dai guerrieri del Nether quando era stata catturata, ma era sempre meglio di niente. Michael la fermò, vedendola prendere l'arco. Tirò fuori il suo e glielo porse.
-Prendi questo e non quella merda- disse semplicemente. Stella sorrise e annuì, dando al padre l'arco che aveva preso alla guardia e prendendo al suo posto l'arco di Michael. Prese un ampio respiro e cominciò ad avanzare fra il Netherrack, tentando di avvicinarsi sempre di più. Non ci furono particolari problemi, anche se ad un certo punto un guerriero del Nether quasi si accorse della sua presenza, voltandosi verso di lei, ma presto lasciò perdere permettendole di avanzare indisturbata, o quasi. Avanzando piano, Stella riuscì ad arrivare fino ad una decina di metri dal gruppo di players, e lì si nascose dietro un unico blocco di Netherrack, stando bene attenta a non farsi scoprire. Non appena si nascose, un boato orrendo che sembrava provenire dall'interno del palazzo scosse ogni cosa. Stella rabbrividì involontariamente, sporgendosi per guardare. Tutti i guerrieri del Nether smisero improvvisamente di fare quello che stavano facendo, e si girarono verso il portone principale che si stava spalancando lentamente. I quattro players, più distanti di qualche decina di metri, prepararono le armi. Sapevano che presto avrebbero dovuto attaccare. Dal portone uscì un gruppetto di guerrieri del Nether con armature d'oro, che circondavano un secondo gruppo di player che camminavano stancamente, trascinandosi a fatica. Molti erano feriti, alcuni anche gravemente, e riportavano sul corpo gli stessi segni che Stella aveva visto sui corpi prosciugati delle prime vittime del Wither. Ecco cos'erano, simboli rituali. Non riusciva a capirne il significato, ma di sicuro non era affatto quello l'importante in quel momento. I guerrieri scortarono i feriti fino all'altare, legandoceli sopra. Loro non tentavano di reagire, ma uno di loro stava piangendo sommessamente, e altri si tenevano fra di loro come se cercassero di darsi coraggio. Niko sentì come una fitta al cuore nel vederli, era evidente che si credevano spacciati e avevano perso ormai ogni speranza. Il Re del Nether era stato davvero crudele. Come si suol dire, parli del diavolo e spuntano le corna, infatti non passarono molti secondi prima che una figura completamente vestita di nero uscisse dal portone. Stella lo riconobbe immediatamente per via degli occhi bianchi e lucenti. Al suo fianco destro stava Danny, mentre a sinistra stava un guerriero che nessuno aveva mai visto prima. Danny indossava una tuta da cerimonia attillatissima, che fece restare Stella a bocca aperta per un istante. L’Hardcorer scosse la testa lasciando perdere il fisico di Danny, concentrandosi invece sul Re del Nether. Quest’ultimo spalancò le braccia, zittendo la folla che continuava a chiacchierare. Danny si guardò istintivamente intorno, come se stesse cercando qualcuno, e Stella intuì che stava cercando di capire se loro fossero nei paraggi.
-Uomini!- cominciò il Re del Nether, con tono solenne e possente, facendo una lunga pausa per creare tensione – Quest’oggi abbiamo perso tre valide offerte al nostro dio. Mi sono visto costretto a riconsegnarli ai guerrieri dell’altro mondo, perché il loro capo minacciava di uccidere degli innocenti se non l’avessimo fatto!
Un boato di approvazione si alzò dalla folla. Certo, pensò Spix, come se lui in quel momento stesse facendo qualcosa di molto diverso.
-Ma non dovete temere! La rinascita del nostro dio non si farà attendere ancora a lungo. Questi eroici guerrieri hanno deciso di sacrificare le loro vite al posto di quelle delle offerte che avevamo guadagnato con tanto sudore, per permettere a lui di manifestarsi in piena potenza!- proseguì il Re del Nether, indicando il gruppo di vecchi e feriti. Un altro boato si alzò dalla folla, mentre “gli eroici guerrieri” sembravano quelli meno contenti della rinascita del Wither.
-Quindi... Non indugiamo oltre!- disse di nuovo, aprendo di più le braccia. Stella incoccò una freccia, tirando l’arco al massimo. Era quasi il momento. Doveva aspettare ancora un secondo.
Solo un secondo.
La tensione dell’attimo era persino palpabile, tutti erano tesi quasi come la corda dell’arco di Stella.
Solo un secondo .
Il Re del Nether si spostò di lato, e dal portone uscì un mob enorme con tre teste nere, scheletrico, che fluttuava a pochi centimetri da terra. Gli occhi sulle tre teste erano spenti, grigi. Danny si guardò intorno, sempre più allarmato.
Solo un secondo.
 Il Wither si avvicinò alle vittime del sacrificio, mentre i guerrieri tutto intorno esultavano e inneggiavano al grosso mob che consideravano loro dio.
Adesso.
Nell’esatto istante in cui Stella sciolse la presa sulla corda, la freccia partì con la stessa velocità di una stella cadente e andò a conficcarsi nella spalla del Re del Nether. Quest’ultimo non poté fare a meno di urlare di dolore, distraendo il Wither dal suo macabro compito. La ragazza sfoderò la spada.
-All’attacco!- urlò ferocemente, cominciando a correre verso il gruppo. Niko, Spix, Wesk e Michael uscirono dai loro nascondigli di colpo, gettandosi sui players con furia. L’ordine era di disarmarli soltanto, per quanto possibile, e di cercare di liberare i prigionieri. Almeno avrebbero potuto scappare. I guerrieri del Nether ci misero un po’ a metabolizzare cosa stava succedendo, ma non appena capirono di essere stati attaccati di sorpresa sfoderarono le loro armi più che immediatamente, cominciando subito a combattere. In breve tempo tutti e cinque furono circondati da nemici, mentre il guerriero mai visto aiutava il Re del Nether ad estrarsi la freccia dalla spalla e Danny seguiva la battaglia, non senza timore per la sorte dei cinque guerrieri dell’Overworld e i prigionieri. Michael fu il primo a raggiungere l’altare, mentre un paio di guerrieri tentavano di colpirlo. Ne buttò giù uno con un calcio e colpì l’altro con la spada, di piatto in modo da non ucciderlo. Quello crollò a terra senza emettere un solo verso, e Michael tagliò le corde che imprigionavano i feriti sull’altare.
-Presto, ripieghiamo!- urlò Stella. Wesk, con un verso che sembrava molto ad un ringhio, balzò fuori dal gruppo di nemici che lo assediavano e cercò di stenderne il più possibile a pugni, mentre Niko e Spix preferivano una tattica di squadra. Sledge mordeva, sbranava, artigliava e faceva tutto il possibile per aiutare i players. Avendo capito che i cinque erano lì per aiutarli, i feriti fecero del loro meglio per aiutarli e ripiegare in fretta verso le pianure di Netherrack, seguendo l’ordine di Stella.
-Non... Non è possibile... Non lasciateli scappare!- urlò il Re del Nether, a cui la sconfitta quasi certa bruciava ancora di più che non la ferita – Uccidili! – disse al Wither, indicando i cinque players. Il mob emise uno stranissimo suono, simile ad un respiro asmatico ed identico a quello che facevano i Blaze. Lentamente, fluttuò verso Michael, che era il player più vicino a lui. La sua bocca spenta si aperse in un ghigno vuoto quando si rese conto del fatto che Michael era troppo occupato a combattere per accorgersi di lui.
-Michael, attenzione dietro!
L’urlo attrasse l’attenzione di Michael che si accorse immediatamente del Wither, balzando indietro ed evitando per un pelo di essere divorato. Strinse la spada con entrambe le mani e, con un colpo ben piazzato, colpì il braccio destro del Wither cercando di staccare una delle teste, ma senza riuscirci. Il Wither non lo attaccò più, ma si girò. Aveva riconosciuto la voce che aveva urlato, come del resto tutti in quel luogo. L’intero popolo del Nether smise di combattere improvvisamente.
-Il principe... Il principe ha tradito!- urlò il guerriero che stava accanto al Re del Nether, indicando Danny – Il principe ha tradito! Ha aiutato il nemico!
Danny rimase immobile, guardando suo padre. Il suo sguardo – per quanto di sguardo si potesse parlare – fu come una freccia in pieno petto per il giovane. Puro odio.
-No, io non... Io...- mormorò Danny, cercando di pensare ad una giustificazione credibile. Ma quella frase cominciò ad essere ripetuta da più e più voci nel gruppo.
Il principe ha tradito.
In un attimo, la battaglia riprese così come aveva smesso, con una fondamentale differenza: ora anche Danny era nel mirino dei guerrieri, con la sola colpa di aver tentato di evitare un massacro. Danny era inerme, continuava a mormorare qualcosa con lo sguardo fisso di fronte a sé. Non riusciva a capacitarsi di come questo fosse potuto succedere. Non aveva tradito, aveva solo cercato di risparmiare vite innocenti. Perché sembrava così... sbagliato? Il guerriero accanto al Re estrasse la spada d’oro con un ghigno, avvicinandosi a Danny con aria soddisfatta. Danny non si mosse di un centimetro, guardandolo. Quello alzò la spada, pronto a colpire.
-Ehi, stronzo! Tieni giù quelle cazzo di mani, non provarci nemmeno a danneggiare le proprietà di mia figlia senza il suo consenso!
Una potente voce maschile si fece largo fra il casino fino a raggiungere il guerriero del Nether, seguita subito dopo da un colpo di spada e dalle ustioni tipiche provocate da una spada con Fire Aspect. Michael diede una potente spallata in pieno petto al guerriero, scaraventandolo contro il muro come se fosse un fuscello. Porse la mano a Danny, totalmente incurante dell’inferno intorno a loro.
-Alzati, se resti qui ti uccidono- disse con un ghigno. Danny rimase esterrefatto.
-M... Michael? Ma perché...?- cominciò, ma fu interrotto subito dall’Hardcorer.
-E che cazzo! Credi che Stella mi perdonerebbe se lasciassi che succeda qualcosa alla sua roba senza muovere un dito? Alza quel culo e usciamo, fai meno dom... AH!- urlò Michael, sentendo una fitta al braccio. Era stato colpito. Si girò e con rabbiosa potenza menò un unico fendente verticale, che aperse uno squarcio nei corpi dei tre guerrieri che lo stavano assaltando, lasciandoli a terra. Ora non poteva usare un braccio.
-Papà!- urlò Stella, bloccata dall’altra parte della piccola piazzola, con fin troppi nemici in mezzo. Il Wither, sentendo l’odore del sangue della preda che gli era sfuggita prima, si avvicinò con inesorabile lentezza, come se non esistesse altro che Michael.
-Smh! Come se avessi paura di te, bastardo!- ringhiò. I guerrieri fecero largo intorno al Wither lasciandogli la strada spianata verso Michael, in modo che potesse arrivarci più facilmente. Danny non sapeva cosa fare.
-Che minchia guardi, checca! Vai, forza! Io ti sto dietro- disse il capo Hardcorer, puntando la spada verso il Wither usando il braccio sano e al tempo stesso spingendo Danny verso le pianure. Danny lo guardò negli occhi per un secondo.
-Ma non è vero- disse. Michael lo guardò per un attimo, con sguardo meno freddo del solito, prima di dargli un ultimo spintone che lo fece cadere al di là della fence che separava la pianura. Wesk corse verso Danny, spingendolo via verso le pianure. Stella, al contrario, lasciò da parte ogni precauzione ed estrasse entrambe le spade, mietendo vittime e cercando di avvicinarsi al padre. Michael sogghignò.
-Avanti, puttana, vieni qui e combatti, o forse non hai le palle!?- urlò al Wither, mentre quello continuava ad avvicinarsi.
-Papà!- urlò di nuovo Stella. Niko e Spix guardarono Michael, e lui gli rivolse uno sguardo eloquente. I due players corsero rapidamente verso Stella e la presero, trascinandola via, mentre lei faceva del suo meglio per continuare ad avanzare. Il Wither, ormai a portata, allungò le sue due teste verso l’Hardcorer tentando di colpirlo, ma quello saltò schivandolo. Le braccia del Wither, però, distrussero il pavimento. Cadendo, Michael si aggrappò ad uno dei bordi della buca che si era creata, ma notò che il Wither stava cercando di afferrarlo e ci stava pure riuscendo.
-Vaffanculo, preferisco la lava piuttosto che aiutarti a uccidere mia figlia- disse, rifilandogli un ultimo, rabbioso colpo di spada prima di lasciare la presa, un secondo prima che il Wither lo raggiungesse. Michael volò giù senza fare nemmeno un suono, cadendo infine nella lava. Stella era come paralizzata. Non riusciva a crederci. Di colpo divenne come se fosse una statua, rigida e immobile, senza opporre più resistenza, come se aspettasse di vedere suo padre riemergere dalla lava. Ma la superficie del fluido bollente rimase immobile, senza nemmeno incresparsi, mentre i guerrieri del Nether esultavano.
-NOOOOOOO! PAPÀÀÀÀÀÀÀ!- urlò l’Hardcorer, gettandosi nella direzione in cui Michael era scomparso. Danny, capendo l’antifona, alzò di peso Stella prendendola in braccio, e assieme a Wesk, Niko, Spix, Sledge e il gruppetto di feriti corse in direzione del portale dell’Overworld, mentre Stella continuava a dibattersi, urlare come un’ossessa e picchiare Danny perché la lasciasse andare. Il principe del Nether non riusciva a crederci. Era solo colpa sua se Michael era morto. Era stato lui a chiamarli. E il più forte guerriero dell’Overworld non avrebbe combattuto mai più. E il bello era che c’era voluto solo un secondo di distrazione.
Solo un secondo.
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Ok, ora siete autorizzati ad odiarmi. c:

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Capitolo 9
*** Mi dispiace ***


Ebbene sì, Michael è morto xD Ma non piangiamo la sua eroica(?) morte, andiamo avanti, e vediamo come si svilupperà la storia u.u *discorso poco convincente di commiato a Michael* No dai srsly, vi prometto quasi solennemente che sarà vendicato (?) Spero che il prossimo capitolo vi piaccia, non è che ci siano molte battaglie xD Ah, avviso già che certe descrizioni che farà Stella possono essere... crude. °A° Evviva la legge spiccia di NEC (?) Come al solito spero che si capisca tutto, perché io ho tutto nella mia mente e so come funziona la cosa, per cui potrei dare per scontato dei dettagli piuttosto importanti D: Avvertite se qualcosa non si capisce bene. xD

Ogni più piccola cosa, ogni movimento, ogni respiro sembrava troppo pesante, in quel momento. Era come se qualcuno avesse preso un gigantesco schiaccia-mosche e li avesse colpiti ripetutamente. Non c'era guerriero nel gruppetto, chi per un motivo e chi per l'altro, che non si sentisse distrutto. Il gruppo riuscì a stento a trascinarsi a New Emerald City respingendo le insistenti forze dei guerrieri del Nether e chiudendo il portale dietro di loro. Fu tutto più difficile rispetto all'andata, sia per l'assenza di Michael sia per il fatto che Stella se ne stava ferma a fissare il vuoto, in braccio a Danny, senza muovere un dito o combattere. Ma quando finalmente riuscirono ad uscire, la prima cosa che trovarono fuori ad accoglierli fu il gruppo di Hardcorer che Michael aveva lasciato lì prima di entrare. Li guardavano perplessi, indecisi se attaccare o no, e le domande fioccavano.
Cos'è successo, là?
Chi sono questi tizi?
Che ha Stella?
E il capo? Dov'è Michael?

Nessuno rispose alle domande degli Hardcorer, perchè non c'era un solo guerriero che avesse anche solo la forza di parlare. Non appena capirono quanto la situazione fosse grave, gli Hardcorer smisero di fare domande e chiamarono fuori altre squadre, perchè si occupassero dei guerrieri appena tornati dal Nether. Un gruppo prese in consegna Stella, un altro Danny, un altro ancora i feriti e un quarto si occupò dei tre players appena recuperati, dispensando cure e coperte a tutti. Stella continuava a starsene in silenzio, senza proferire parola e senza smettere nemmeno per un attimo di fissare il nulla, come se sperasse che da un momento all'altro Michael respawnasse davanti a lei. Danny, preoccupato, voleva restare con lei, ma gli Hardcorer non avevano alcuna intenzione di lasciare il principe del Nether da solo con Stella. Così, Danny si rassegnò ad andare con loro, per farsi dare una sistemata. Non ci volle molto per gli Hardcorer per capire che probabilmente il loro capo non sarebbe più tornato. Più tardi, alcuni Creative capeggiati da Kyle si avvicinarono a Danny, Spix, Wesk e Niko.
-Ehi, voi. Dov'è Michael? Qualcuno dovrà rispondere di tutto ciò, non ho alcuna intenzione di entrare in guerra con un popolo soltanto perchè quello ha fatto di testa sua- ringhiò il capo Creative, inferocito. I tre players non si stupirono particolarmente della reazione di Kyle, dopo essere stati a New Emerald City per un considerevole ammontare di tempo avevano capito fin troppo bene che Kyle tendeva più a cercare di pararsi il culo che a risolvere i problemi. Danny, di canto suo, non riusciva a crederci. Avendo capito che Niko, Spix e Wesk non gli avrebbero risposto, il capo Creative se ne andò verso la casa di Michael, aspettandosi di trovarlo lì.
-...Ragazzi, ma fa sempre così? Sarà il caso che vada a vedere, se si mette a fare così con Stella sono guai- disse Danny ai tre. Sì, nel senso che i guai glieli avrebbe procurati lui, conosceva il capo Creative da soli dieci secondi e gli stava già sul cazzo. Riteneva inaccettabile che, a fronte di una guerra, l'unica cosa che volesse fare fosse andare a lagnarsi, e perlopiù con una ragazza a cui era appena morto il padre.
-Già, sarà il caso, o Stella lo squarta e lo appende alla porta di casa senza pensarci due volte- disse Wesk tentando di fare dell’umorismo, ma senza riuscire ad essere convincente per via del tono fin troppo abbattuto che aveva. Niko annuì facendo capire a Danny che era una buona idea, anche se Danny non era effettivamente certo della reazione che Stella avrebbe avuto alla sua vista. In fondo, era stato lui a richiamarli indietro, ed era colpa sua se Michael era morto. Non indugiò ulteriormente, e nonostante le proteste degli Hardcorer si fece strada fino alla casa di Michael. Anzi, quella che era di Michael, visto che il legittimo proprietario ormai non ci avrebbe fatto ritorno. Raggiunse Kyle appena in tempo, un attimo prima che raggiungesse la casa.
-Ehi, tu- disse il principe, chiamando Kyle. Quello lo ignorò completamente, bussando con forza alla porta. Da dentro, nessuno rispose. Kyle continuò a bussare ininterrottamente, sperando che questo facesse in modo che Stella aprisse la porta. Questo fece innervosire Danny, che si avvicinò e lo spintonò.
-La pianti di rompere?- sbottò, seccato. Kyle rimase esterrefatto dai modi del principe.
-E tu chi diavolo sei? Michael travestito? Beh, sappi che hai fatto un gran casino, tu e tua figlia dovrete...- cominciò, ma fu interrotto quasi immediatamente da Danny.
-Se non la smetti immediatamente, ti pianto la spada nello stomaco- ringhiò Danny, facendogli capire che era meglio che stesse zitto – Michael è morto, testa di cazzo. E non osare nemmeno pensare di andare ad infastidire Stella.
Sul viso di Kyle comparve un’espressione ancora più stupita di quella di prima, se possibile. Michael... Morto? Non riusciva a crederci, il capo degli Hardcorer era stato ucciso. Beh, ai suoi occhi non era nient'altro che un problema in meno, anche se ancora stentava a credere che qualcuno fosse davvero riuscito ad uccidere Michael, dal momento che aveva sperimentato di persona il fatto che era una vera e propria macchina da guerra riversata in un corpo umano.
-Michael è morto? Beh, questo significa che posso esiliare nuovamente quella, visto che porta solo guai!- urlò Kyle, in preda alla rabbia. Danny ci rimase malissimo.
-Ma com’è possibile che tu sia così stupido!? È morto suo padre e vuoi esiliarla!?- sbottò il principe.
-Ehi, non credo che tu sia il capo di una delle maggiori fazioni della città!- replicò Kyle. Senza un attimo di esitazione, Danny estrasse la spada e la puntò a pochi centimetri dal viso di Kyle.
-Fra poco non lo sarai nemmeno tu. Vattene- disse il principe, con voce gelida e tagliente come una folata di vento del nord. Kyle deglutì, guardando la lama della spada, poi Danny e poi di nuovo la lama. Si era già preso un colpo di spada un anno prima per lo stesso identico motivo, e non ci teneva affatto a ferirsi di nuovo. Vedendo che il principe faceva sul serio, decise che per il momento era il caso di battersela, se non voleva ritrovarsi senza naso. Ovviamente, non si risparmiò in quanto ad insulti, ma quelli non facevano né caldo né freddo a Danny, tanto ormai quella giornata non poteva andare peggio. Quando il capo dei Creative si decise finalmente a sparire, Danny ripose la spada e diede una leggera spinta alla porta, che stranamente era aperta.
-Stella? Sono Danny, sto entrando- disse. Attese risposta per un attimo, ma siccome nessuno disse nulla decise di entrare lo stesso. Richiuse la porta dietro di sé, riconoscendo immediatamente la stanza in cui si trovava. Era il soggiorno, lo stesso in cui si era ritrovato quando si era risvegliato dal congelamento. Non c’era nessuno, così decise di dare un’occhiata nelle altre stanze, con crescente preoccupazione. Dov’era finita Stella? Fortunatamente, dopo qualche minuto di ricerche la ritrovò nella camera. Danny tirò un sospiro di sollievo, per un attimo aveva temuto il peggio. Stella non si mosse di un centimetro, era seduta sul letto abbracciandosi le ginocchia e guardava fuori dalla finestra, come se fuori ci fosse qualcosa che solo lei riusciva a vedere.
-Stella?- disse Danny, avvicinandosi a lei. La ragazza distolse lo sguardo dalla finestra per portarlo su Danny, con un’espressione interrogativa negli occhi vuoti. Era davvero in uno stato terribile. Aveva un’espressione gelida, come una statua di marmo.
-Va... Va tutto bene?- chiese, con tono titubante. Non voleva sembrare invadente, ma era piuttosto preoccupato. Sapeva che probabilmente la ragazza stava provando un grande dolore.
-Secondo te?- bofonchiò Stella, riprendendo a fissare la finestra. Beh, se non altro era un passo avanti, aveva detto qualcosa. Danny sospirò, sapeva di aver fatto una domanda piuttosto stupida.
-Mi... Mi dispiace per Michael- mormorò Danny, rigirandosi fra le mani un lembo del mantello. Stella si girò a guardarlo, stavolta sembrava già più presente di prima.
-Ti stai scusando. Non farlo. È un segno di debolezza e non è colpa tua- disse l’Hardcorer, alzando le spalle. Sciolse la sua posizione in stile bambina disadattata e si alzò in piedi, cominciando a camminare per la stanza a passi lenti, come se stesse cercando di scacciare il dolore. Sembrava riuscirci piuttosto bene, o almeno se soffriva non lo dava più a vedere. Danny sentiva le parole affluire nella sua mente, ma per qualche motivo non riusciva ad esternarne nemmeno una. Aprì appena la bocca, come se aspettasse che le parole uscissero da sole, ma purtroppo non fu così e dovette pensare attentamente a cosa dire.
-Sì invece. Sono stato io a richiamarvi, se non l’avessi fatto adesso al mio posto ci sarebbe Michael. Avrei dovuto saperlo, non è la prima volta che...- cominciò, fermandosi di colpo a metà frase. L’interruzione non sfuggì a Stella, che guardò Danny con aria incuriosita.
-Non è la prima volta che... cosa?- chiese, fissandolo con sguardo indagatore. Danny guardò altrove sperando di sfuggire allo sguardo dell’Hardcorer, ma fu tutto inutile. Si sentiva così terribilmente in colpa che anche se non la guardava negli occhi poteva sentirsi il suo sguardo addosso.
-Niente- farfugliò, evitando la domanda.
-Danny- lo incalzò Stella, cercando di farlo parlare. Il principe del Nether si lasciò andare ad un pesante sbuffo. Non ce la faceva più.
-Vuoi saperlo? E va bene. Vi ho richiamati perché pensavo che vedendovi lottare così per degli innocenti, i nostri guerrieri si sarebbero rivoltati contro mio padre. Speravo che avrebbero capito che stanno diventando degli invasati e che questa guerra sarà un massacro. Volevo evitare che altro sangue fosse sparso inutilmente. Ma a quanto pare, il mio popolo non prende molto bene chi cerca di salvare vite- rispose Danny, cercando di essere il più evasivo possibile. C’era un’altra storia dietro a tutto questo, ma non voleva raccontarla a Stella. Sapeva che non avrebbe capito, perchè a quanto pare fino a quel momento nessuno c'era mai riuscito. Lei lo guardò negli occhi.
-Mi stai nascondendo qualcosa- disse, avvicinandosi sempre di più a lui. Danny indietreggiò.
-No, non è vero- disse, mettendosi sulla difensiva.
-Ehi, mi hai già fatto ammazzare mio padre, non puoi negarmi anche una semplice risposta- disse Stella, che ormai aveva messo da parte la depressione per cercare di scoprire cosa Danny non le stava dicendo.
-Non puoi far leva sul mio senso di colpa, è un colpo veramente troppo basso- disse il principe, che ormai stava cominciando a cedere.
-Invece posso e lo farò. Dai, dimmi! Anche prima che andassimo nel Nether stavi per dire qualcosa, voglio sapere cosa. Altrimenti piango e sarà solo colpa tua. Mi farai stare male- continuò Stella, avendo capito che la strada del senso di colpa era la migliore. Danny si girò, dandole la schiena e facendo del suo meglio per ignorarla, ma non ci riuscì. Stella aveva colpito nel segno, se c’era qualcosa che Danny non riusciva proprio a sopportare era il senso di colpa. Sospirò nuovamente. Aveva scelto la peggior persona con cui iniziare una discussione sul suo passato.
-Io... E’ una storia lunga e dovrei spiegarti un sacco di cose- disse infine, in un ultimo debole tentativo di convincerla a desistere.
-Ho tempo- replicò Stella, avendo ormai capito che aveva vinto e che lui avrebbe parlato. Danny scosse la testa, abbassando lo sguardo.
-Innanzitutto... Devi sapere che nel Nether, è molto raro che il principe sia effettivamente il figlio del Re. Non è una carica ereditaria. Quando il Re muore, al suo posto subentra il principe, che provvederà ad eleggere un nuovo principe che gli succederà alla sua morte, e così via all’infinito. Il principe del Nether non viene propriamente eletto... Quando deve essere scelto un nuovo principe, possono presentarsi molti candidati, di qualsiasi ceto. Tutti i candidati vengono chiusi nell’arena per una settimana... E l’unico che sopravvive alla fine di quella settimana viene eletto principe- spiegò Danny, facendo una pausa per assicurarsi che Stella avesse capito. La ragazza annuì.
-Una specie di enorme deathmatch- commentò. Danny annuì.
-Già, proprio così. Ovviamente, quando mio padre è diventato Re, anche io ho partecipato alla battaglia. Volevo diventare principe, no? Il punto è che... beh, hai presente quel guerriero che mi ha accusato? Ecco, lui era il mio migliore amico. Partecipò anche lui alla battaglia, perché voleva diventare principe. Non la tiro per le lunghe, perché è una storia che non mi piace, ma fatto sta che noi due e un’altra ventina di guerrieri partecipammo alla battaglia per il posto di principe. Me la sono cavata piuttosto bene, ma il punto è che... Quando alla fine ci siamo ritrovati contro, io e lui... Non volevo ucciderlo. Non potevo farlo. Insomma, uccidere il mio migliore amico per il posto di principe? Che si fottesse quella roba. Combattemmo e lui rimase gravemente ferito, ma non lo uccisi. Alla fine della battaglia, quando ci portarono fuori, nessuno riusciva a credere che io lo avessi risparmiato. Insomma... Avevo infranto la regola principale della battaglia, non avevo combattuto fino alla morte. Mi accusarono di tradimento e di aver violato la legge. Mi portarono davanti a mio padre, che decise che avendo effettivamente vinto potevo diventare principe ma... Che avrei anche dovuto essere punito per aver infranto una delle leggi più sacre del nostro popolo- continuò Danny, massaggiandosi le tempie. Stella rimase in silenzio. Già immaginava come sarebbe andata a finire la storia. Capiva la logica di quelli del Nether, il loro popolo era basato su una mentalità in stile “il forte schiaccia il debole”, si vedeva anche dal loro modo di combattere, quindi azioni come quelle di Danny erano inaccettabili, sia legalmente che moralmente.
-...Punito?- chiese Stella. Non voleva infierire, ma l’argomento la incuriosiva. Danny sospirò. Forse spiegarlo a parole non era il miglior modo per farle capire. Così, si slacciò il mantello lasciandolo cadere a terra, e si tolse la parte superiore della tuta da cerimonia, girandosi per far sì che Stella vedesse la sua schiena.
-Oh... Mio... Ma che cazzo?- mormorò Stella, portandosi involontariamente la mano davanti alla bocca. La schiena di Danny era percorsa da una moltitudine di segni, più o meno evidenti e spessi, che Stella riconobbe come cicatrici. Erano tantissime, di varie dimensioni e varie profondità.
-Fui condannato alla fustigazione, e sono già stato fortunato perché normalmente la pena per il tradimento è la morte. Mio padre decretò che avrei dovuto essere frustato pubblicamente fino a che avrei resistito. In pratica, fino allo svenimento. Ah, ovviamente se avessi finto di svenire per far sì che smettessero prima, avrebbero continuato fino alla morte- spiegò Danny. Stella non poteva crederci. Era stato frustato a sangue per aver salvato il suo migliore amico. La legge a New Emerald City era la più crudele di tutto l’Overworld, ma se non altro... almeno punivano duramente solo chi era colpevole di reati molto gravi.
-Non... Non ho mai visto una cosa del genere. Cioè, mi hanno raccontato di una cosa che è successa una volta che ha quasi fatto scatenare una guerra fra Survival e Hardcorer, ma... Beh. Almeno quelli erano stati puniti per un crimine grave- disse. Era senza parole.
-Che cosa era successo?- chiese Danny. Stella socchiuse gli occhi, come se stesse cercando di ricordare.
-Una volta, qui a New Emerald City, viveva una ragazza solitaria, cioè che non aveva fazione. Questa ragazza era... ecco... particolare, diciamo che le mancavano tre dita della mano destra, quindi non poteva impugnare una spada per difendersi, ed era venuta a New Emerald City per cercare protezione. Gli Hardcorer la accolsero, ma un giorno tre dei nostri ubriachi marci la stuprarono e la uccisero. Non puoi nemmeno immaginare la reazione di mio padre quando l’ha scoperto. Era da poco capo degli Hardcorer. Quei tre furono portati al suo cospetto per essere giudicati, e mio padre decretò che fossero castrati ad asciate e poi lasciati in mano al nostro popolo, che ne facessero ciò che volevano. Gli Hardcorer... Beh, già siamo noti per essere piuttosto sanguinari, ma fra le nostre regole morali c’è anche quella di non fare assolutamente del male a chi non si può difendere. Per aver infranto questa regola, i tre furono crocifissi alle mura di New Emerald City, torturati e bruciati vivi. Mio padre fu accusato di essere un dittatore e di esercitare una specie di regime del terrore da parte dei Survival, ma diciamo che quando l'intera fazione Hardcorer si dichiarò disposta a combattere per Michael i Survival capirono che non era il caso di andare a farsi ammazzare- spiegò Stella. Danny annuì. Se lo meritavano. Fare del male a degli innocenti che non si possono difendere era il peggiore dei crimini, secondo lui. Stella allungò una mano verso la pelle sfregiata della schiena del principe, sfiorando una delle cicatrici con la punta del dito. Danny rabbrividì istintivamente, ritraendosi.
-Se potessi evitare mi faresti un favore... Fanno male se le tocchi, anche se sono ormai vecchie. Non so perché siano così sensibili, ma non farlo- disse. Stella non smise. Provava una strana sensazione, accarezzando la schiena ferita di Danny e sentendolo rabbrividire.
-...Danny... Sei troppo buono per vivere in un popolo come il tuo... Persino come il mio. Sei più umano di tutti noi Hardcorer messi insieme- sospirò Stella, decidendosi finalmente a smettere di toccare le cicatrici di Danny. Lui si girò, guardandola interrogativamente. Non capiva se fosse un complimento o un insulto.
-Spero che tu non voglia venire in guerra con me. Non voglio che tu sia presente quando staccherò quella cazzo di testa a tuo padre e la darò in pasto al Wither- disse l’Hardcorer, scuotendo la testa e guardando Danny negli occhi. Ora che l’argomento era implicitamente ricaduto sulla morte di Michael, Stella sembrò stare improvvisamente molto peggio. Continuarono a guardarsi per svariati secondi, e dopo un po' Stella si girò di scatto verso la finestra, evitando lo sguardo di Danny. Sentì che gli occhi si stavano riempiendo di lacrime e sbattè più volte le palpebre, cercando di scacciarle. Stava facendo del suo meglio per dirsi che stava andando tutto bene, che Michael aveva fatto tutto questo per salvarla e che quindi sarebbe andato tutto bene, ma non ci riusciva. Era pur sempre suo padre, l'unico su cui aveva sempre potuto contare, era stato lui a difenderla sempre e comunque. Più volte si erano ritrovati solo contro tutti da quando sua madre era stata uccisa da quel Creeper. E quando era stata esiliata, Stella sapeva che anche se era lontana avrebbe sempre potuto contare su Michael, ma ora? Certo, c'era Niko, o Spix, o Wesk, ma non era la stessa cosa. Danny restò a guardarla, era incerto su cosa fare e il silenzio stava diventando imbarazzante. Appoggiò una mano sulla spalla destra di Stella, e lei si girò.
-Che hai da guardare? Non aspettarti che pianga o stronzate simili- disse l'Hardcorer, guardandolo negli occhi senza abbassare lo sguardo. Danny continuò a guardarla negli occhi, sapeva che stava soffrendo molto, ma sapeva perfettamente che se gliel'avesse chiesto, lei avrebbe negato tutto. Così, si limitò ad avvicinarsi e ad abbracciarla. Per un attimo Stella rimase immobile, stupita dal gesto del principe del Nether, ma dopo qualche attimo si strinse a lui, appoggiando la testa sul suo petto.
-Non mi aspettavo che lo facessi. So che sei forte... E' questo che am... Apprezzo di te- disse Danny, stringendo a sè Stella. Lei lo guardò, perplessa, ma proprio in quel momento Wesk fece irruzione nella stanza senza farsi troppi problemi.
-Ehi, Ehi Stella, abbiamo...- disse, interrompendosi non appena vide i due - Oh, scusatemi, ho interrotto qualcosa?- rise poi, facendo per uscire. Stella, imbarazzata, si ricompose immediatamente.
-No, non hai interrotto proprio niente. Cosa c'è?- chiese, lanciando uno sguardo killer a Wesk per far sì che si togliesse quel sorrisino complice dalla faccia.
-...Vieni, c'è qualcuno che vuole parlarti- disse semplicemente Wesk. Danny gli rifilò uno sguardo ancora più killer di quello che gli aveva lanciato Stella. Wesk alzò le spalle, sogghignando, e tutti e tre assieme uscirono.

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Capitolo 10
*** Il discorso ***


Noto un crescente odio per Kyle, chissà perchè (?) Anyways, non ho grandi cose da scrivere qua e vi posto direttamente il capitolo - anche se è un po' più corto del solito xD -, solo una piccola cosa: cerco qualche comparsa per i prossimi 1-2 capitoli xD Se qualcuno vuole candidarsi... *suono di grilli in sottofondo* ...No ok, seria ora, se qualcuno vuole candidarsi mi lasci il nome del personaggio e la fazione. :P

Uscendo, Stella provò ad indovinare chi avesse chiesto di poterle parlare. Il suo primo pensiero ricadde su Kyle. Nonostante Danny l'avesse scacciato, era ugualmente riuscita a sentirli - principalmente per il fatto che Kyle aveva battuto sulla porta per un consistente lasso di tempo - e sapeva che la stava cercando. Tuttavia, questo pensiero svanì non appena uscirono, perchè invece che trovare qualcuno di conosciuto, tutto ciò che videro furono due ragazzi feriti, dagli abiti laceri, che impugnavano delle armi sporche di sangue e continuavano a guardarsi intorno con aria preoccupata e alquanto esausta. Stella guardò Wesk, come per dire "che succede?", ma Wesk alzò le spalle. Non lo sapeva nemmeno lui, in fondo quei due gli avevano solo chiesto di parlare con il capo degli Hardcorer. Visto che Michael era chiaramente impossibilitato ad ascoltarli, Wesk aveva pensato che Stella fosse la persona migliore da cui portarli. Non appena la videro, i due la guardarono, perplessi.
-Sei tu il capo...- cominciò il primo, ma fu immediatamente interrotto dall'altro.
-Hardcorer! Hardcorer! Ci serve il vostro aiuto! Ignorate questi tizi, non abbiamo tempo da perdere!- urlò il secondo indicando il primo. Quest'ultimo si arrabbiò e stava per rifilargli un colpo di spada, ma bastò uno sguardo di Stella per convincerlo a non farlo. Entrambi sembravano molto tesi, e Stella non potè fare a meno di chiedersi che cosa fosse successo.
-Piantatela. Piuttosto, che cosa volete? Il capo degli Hardcorer non... non è disponibile al momento, ma potete riferire a me, sono sua figlia- disse Stella, incrociando le braccia e rimanendo a guardarli. I due si fissarono per un attimo, come se stessero aspettando che l'altro parlasse per primo. Infine, fu quello che aveva parlato per primo a cominciare.
-Io... Io appartengo alla fazione Survival. Sono qui in veste di messaggero, per chiedere l'intervento militare dell'esercito Hardcorer. Arcadia è stata attaccata, strani guerrieri provenienti dal Nether ci hanno invaso durante la notte. Non so per quanto potremo resistere- disse con voce affranta, abbassando lo sguardo. Stella lanciò uno sguardo a Danny. I guerrieri del Nether avevano attaccato? Di già? Tuttavia, prima di fargli domande decise di ascoltare anche il secondo.
-Cosa? Anche voi?- disse il secondo, parlando con il Survival.
-Come sarebbe a dire ANCHE voi?- chiese Stella, tanto perplessa quanto preoccupata. La situazione stava prendendo una piega preoccupante. Il secondo player si girò verso Stella.
-Sì, io sono qui per il suo stesso motivo. Dynamopolis è stata attaccata da degli invasati che sono usciti dal Nether urlando come pazzi... Il nostro capo mi ha mandato qui nella speranza che gli Hardcorer ci aiutassero- disse il secondo. Nel sentire quelle parole, Wesk sbiancò letteralmente e si gettò addosso a Stella.
-Stella! Stella! Dobbiamo andare a Dynamopolis! Ti prego! Devo salvare la mamma! Non posso lasciarla in mano a... quelli!- sbraitò Wesk, con le lacrime agli occhi. Stella tentò di ragionare con tutta la freddezza possibile. E così il Re del Nether aveva detto la verità, la guerra era iniziata. E anche piuttosto violentemente. Come mossa d'inizio non era stata poi così male, sapendo che a New Emerald City il portale del Nether era sorvegliato, avevano preferito attaccare partendo da altri portali, in particolare quelli di Arcadia, capitale dei Survival, e Dynamopolis, capitale del regno Griefer. Entrambe le fazioni ora erano venute a chiedere aiuto a loro... Ma non potevano aiutare entrambi. Stella posò una mano sulla testa a Wesk per farlo smettere. Invece no, dovevano almeno provarci. Ma scindere l'esercito in due non era una buona idea, avrebbero rischiato di farsi annientare. In quel momento, Stella capì che doveva fare una scelta. Aiutare prima i Survival, rischiando di perdere Dynamopolis, o andare dai Griefer con il rischio di perdere Arcadia? Entrambi i popoli erano maestri del combattimento, quindi non sapeva proprio come decidere. Ci pensò su un attimo.
-Uhm. Com'è la situazione a Dynamopolis?- chiese al Griefer.
-Ci stanno assediando, ma per ora le mura resistono... Solo che sono sempre di più e non so quanto potremo andare avanti. Si moltiplicano, quegli stronzi!- ringhiò il Griefer, chiaramente innervosito per via dell'attacco.
-E Arcadia?- chiese poi Stella al Survival.
-Il portale del Nether di Arcadia è situato dentro la prima cerchia di mura... Abbiamo subito gravi perdite, la parte rimasta della popolazione si è rifugiata nel castello del capo, a centro città, dietro la seconda cerchia, ma quelli aumentano, ha ragione il Griefer. La situazione è critica- commentò il Survival. Anche lui sembrava chiaramente incazzato con il popolo del Nether. Stella ci pensò su ancora un po'.
-Ok, ho capito. Lasciatemi parlare con i miei uomini. E' probabile che andremo prima ad Arcadia, visto che la situazione là sembra molto peggiore. Spero che Dynamopolis resista- sospirò Stella. Wesk rimase in silenzio, ma quando Stella lo guardò si limitò ad annuire. Stella gli sorrise appoggiandogli una mano sulla spalla. Si aspettava uno sguardo tradito, invece il Master Griefer sembrava aver compreso la sua decisione, nonostante dietro le mura di Dynamopolis ci fosse la sua stessa madre, in pericolo.
-Raduna tutti gli Hardcorer in piazza. Cercherò di convincerli a combattere- disse Stella, precipitandosi nella piazza principale della città assieme a Danny e ai due messaggeri. Le bastò attendere solo qualche minuto, e in un attimo decine di Hardcorer lasciarono tutto ciò che stavano facendo e corsero in piazza per sentire l'annuncio di Stella. Persino i due messaggeri si stupirono della loro prontezza nel rispondere all'appello. In pochi minuti la piazza fu colma di Hardcorer, accorsi per vedere cosa stesse succedendo. In breve accorsero anche Niko, Spix e Kyle, attirati dal casino che c'era in piazza. Stella, in piedi sulla piattaforma rialzata che serviva a fare gli annunci o a proclamare le condanne per i crimini, si schiarì la voce guardando il popolo degli Hardcorer. Per un attimo pensò che quello non era il suo posto, che lì avrebbe dovuto esserci Michael, ma scacciò rapidamente il pensiero. Era il momento di dimostrare che se Michael si era battuto per salvarli, un motivo c'era.
-Hardcorer!- urlò Stella al gruppo. Gli Hardcorer si zittirono di colpo, guardandola con attenzione. Stella esitò un attimo, ma proseguì.
-So che forse oggi non dovrei essere qui a parlarvi come se fossi il vostro capo, ma è una necessità imposta da un pericolo che si è appena manifestato in tutta la sua potenza. Questi due messaggeri sono qui con una richiesta d'aiuto. Il popolo del Nether ha promesso una guerra all'Overworld, e oggi ha cominciato a mantenere questa promessa attaccando Arcadia e Dynamopolis! Griefer e Survival chiedono l'aiuto dell'esercito Hardcorer. Non vi nascondo che mi sono già scontrata con i guerrieri del Nether, e so quanto sono potenti. Noi siamo Hardcorer, abbiamo vinto la Grande Guerra e nemmeno l'orda di mob è riuscita a domarci, ma se parteciperemo a questa guerra non posso garantirvi che tornerete a casa sani e salvi, a rivedere le vostre mogli, i vostri figli e i vostri parenti. Questa guerra non è la vostra, non è nè degli Hardcorer, nè dei Survival, nè dei Griefer e nemmeno dei Creative. Questa guerra... Questa è una guerra fra me e quel bastardo del Re del Nether, che ha ucciso Michael e ora vuole prendere ciò che è nostro! Il nostro mondo! La terra su cui camminiamo, le case in cui viviamo, l'aria che respiriamo! Forse, se non fossi entrata nel Nether, a quest'ora quei guerrieri se ne starebbero ancora là dentro. Stando alla pace che è stata stipulata dopo la Grande Guerra, noi a questo punto dovremmo intervenire, ma... Non vi nascondo che se attaccassimo... New Emerald City rimarrebbe incustodita. Non posso chiedervi di lasciare senza difese le nostre case, la nostra città, se voi non lo volete. Quindi, vi chiederò... Chiunque voglia restare a New Emerald City e non attaccare alzi la mano. Nessuno lo biasimerà e non gli sarà fatto nulla- urlò Stella agli Hardcorer. Loro continuarono a rimanere in silenzio, guardandosi. Un chiacchiericcio cominciò a diffondersi nell'enorme gruppo. Stella rimase in attesa. Non era nervosa, sapeva che non sarebbe servito a niente, preferiva mantenere la calma e dimostrare sicurezza. In fondo, non si aspettava tutto quel sostegno, era già stata esiliata una volta e non si sarebbe stupita se gli Hardcorer avessero scelto la via della ragione e avessero lasciato perdere. Ad un certo punto, una voce si levò dal gruppo.
-Ti aspetti davvero che qualcuno lo faccia!?- sbraitò qualcuno di non meglio precisato. Stella rimase perplessa. Non capiva che cosa intendeva. Che qualcuno faccia... cosa? Partecipare alla guerra? Subito, un'altra voce rispose alle sue inespresse preoccupazioni.
-Già! E chi se ne importa se non torneremo a casa!
-La tua guerra è anche la nostra!
-Gli Hardcorer non si abbandonano mai... Saremo con te!
-MA SIETE TUTTI IMPAZZITI!?
Una voce che per Stella era fin troppo familiare si alzò sopra tutte le grida degli Hardcorer. Kyle era salito sul piccolo palco e guardava l'esercito Hardcorer con sguardo indignato.
-Siete pazzi! Volete lasciare New Emerald City senza guardia, per seguire questa invasata!? E' tutta colpa sua e di Michael se la guerra è cominciata! Ed è stata lei a portare qui quelle spie!- sbottò il capo Creative, indicando Danny. Il principe del Nether stava per rifilargli un colpo di spada, ma uno sguardo di Stella lo trattenne. Il gruppo di players non gli rispose, come se stesse aspettando che continuasse a parlare.
-Questa è stata pure esiliata per aver fatto ammazzare mio figlio! Vi aspettate davvero che sarà diverso con voi? Vi manderà al massacro! E per quanto mi riguarda, non porterò la mia fazione ad Arcadia!- disse, rimarcando il concetto. Sperava di convincere gli Hardcorer a non lasciarlo lì da solo con la sua fazione.
-Scusami, vecchio, e quando mai qualcuno te l'ha chiesto?
Una vocetta giovane rispose a Kyle, facendolo restare malissimo. A parlare era stato un bambino con una spada di legno, che se ne stava in prima fila assieme ai suoi genitori.
-Già, infatti! Che diavolo vuoi?
-Stella ci ha salvato dall'Ender Dragon, tu invece non hai mai fatto un cazzo per questa città!
-Sai solo lagnarti e rompere a Michael! Adesso te ne stai qui ad accusarla perchè ti fa comodo avere qualcuno che ti para il culo, eh!?
-Non abbandoneremo Stella, Arcadia e Dynamopolis solo perchè tu hai paura!
-Dimettiti, coglione! Non hai nessuna fiducia nella tua fazione!?
-Esatto, penso che i Creative sappiano difendere New Emerald City mentre siamo via!
-L'unico che non ci crede sei tu, levati dalle palle!
-Noi combatteremo, e vinceremo!
-Possiamo farcela!
-Stella, saremo con te!
Sempre più voci si alzarono dal gruppo, assieme alle spade di chi aveva parlato. Tutti, ad uno ad uno, estrassero le loro armi, e invece che alzare le mani alzarono le spade, in un messaggio forte e chiaro. Avrebbero comabattuto. Fino alla morte, se fosse stato necessario. Sarebbero rimasti con Stella fino alla fine. Stella sorrise, sinceramente rincuorata. Sfoderò la spada di smeraldo, alzandola in alto nel cielo, e un raggio di sole la colpì facendola brillare. Kyle non riuscì a replicare, esterrefatto dalla risposta compatta e irriverente dell'esercito Hardcorer.
-...Allora andiamo a spaccare il culo a quei bastardi!- urlò Stella. In tutta risposta, tutti gli Hardcorer urlarono come un solo uomo.
-NOI SIAMO LEGGENDA!- sbraitarono all'unisono. Stella ordinò all'esercito di andare a prepararsi. Sospirò, sollevata. Ora, la prossima tappa era Arcadia. Stella e Danny raggiunsero Niko, Spix e Wesk.
-Stella, dobbiamo prepararci anche noi?- chiese Niko. Stella annuì, avviandosi nuovamente verso casa. Era arrivato il momento di combattere.

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Capitolo 11
*** Return to sender ***


Iniziamo spiegando che il titolo viene da un'altra delle challenge xD Continuiamo dicendo che... Oh my, qualcuno si è effettivamente reso disponibile per il massac... *coff* l'eroica battaglia ù_ù Non preoccupatevi, non soffrirete poi così tanto (?) Il capitolo comincerà ad Arcadia dal punto di vista dei Survival, perchè non mi andava di scrivere e taglio un po' di roba inutile è più figo così e devo allenarmi a rappresentare quello che fanno i miei personaggi anche da altri punti di vista (eh?) Anyways, penso che divagherò deliberatamente postando direttamente il capitolo (?)

Erano ormai passate ore da quando la piccola divisione Survival aveva cominciato a combattere. Ore intere, senza nemmeno un attimo di riposo, a scagliare frecce, colpire i guerrieri del Nether e a tentare di impedire che le forze avversarie riuscissero a passare oltre la seconda cerchia di mura e quindi a conquistare definitivamente Arcadia. Già, Arcadia, la città più grande della pianura di Skyblock, nonchè orgoglio dei Survival Player, stava rapidamente cedendo sotto gli assalti furiosi dei guerrieri del Nether. Di certo il fattore sorpresa era stato determinante nello svolgimento della battaglia, ma ora i Survival non avevano tempo per biasimarsi o per sperare in un miracolo: dovevano combattere e basta. E quella piccola squadra, in particolare, non aveva nemmeno il diritto ad un cambio, perchè non c'era guerriero che non fosse impegnato in battaglia. Molti erano già caduti, e molti ancora sarebbero morti nel corso di quella battaglia. Non era pessimismo, era realismo: semplicemente, sapevano che era così.
-Ehi, Mister. Pensi che Steve ce l'abbia fatta?
Mister fu distratto dalla voce del compagno, e sembrò come svegliarsi di colpo da uno stato di sonno. Era esausto. Sospirò, accarezzando il lupo che stava vigile accanto a lui.
-Non lo so... Dannazione. Molto probabilmente è solo stato catturato da quei bastardi, chissà cosa gli è successo- disse, stringendo fra le mani una ciocca di pelo del lupo. Quello mosse appena la coda. Anche lui era stanco, aveva fatto la sua parte nella battaglia e non ce la faceva più, ma era pronto a seguire il suo padrone se fosse stato necessario. Del resto, avevano passato l'intero giorno a correre sul camminatoio delle mura su cui ora stavano riposando.
-Secondo te moriremo?- chiese di nuovo il primo. Sembrava vagamente depresso, come se non ci sperasse nemmeno più. In fondo, ad ogni attacco i guerrieri del Nether mietevano nuove vittime, e le forze stavano cominciando a scarseggiare per tutti.
-Non so nemmeno questo, Mike, ma devo dirti che... ATTENZIONE!- urlò Mister, dando una spinta a Mike. Appena un millesimo di secondo dopo, una spada d'oro passò a pochi centimetri dalla gola di Mike, sbagliando il fendente di pochissimo. Mister, Mike e i loro compagni balzarono in piedi senza esitare un secondo, colpendo simultaneamente con spade e frecce i guerrieri del Nether che stavano cercando di arrampicarsi sulle mura. Erano poco più di una decina, contro loro quattro. Mister si sporse per colpire uno dei guerrieri mentre Mike dava prova della sua abilità con l'arco, scagliando frecce che colpivano immancabilmente il bersaglio mortalmente. In pochi secondi, il raid fu respinto e i guerrieri rimanenti fuggirono. Mister si accasciò a terra, sospirando, mentre il lupo gli leccava la faccia per ripulirla da sangue, sporco e sudore. Mike gli porse la mano.
-Continueranno così finchè non ci avranno ammazzato... Questa guerriglia è fottutamente logorante, e loro lo sanno- brontolò uno degli altri due Survival, ormai rassegnato alla sua fine. Se stavano ancora combattendo, era solo perchè non volevano lasciare i superstiti in mano ai guerrieri del Nether. Forse resistere non era una buona idea, ma c'era ancora la possibilità che arrivassero i Griefer o gli Hardcorer, anche se era comunque molto improbabile. Nessuno in quella squadra sperava davvero che il messaggero fosse riuscito ad oltrepassare illeso la cerchia degli avversari. I gatti di Mike miagolarono sommessamente, cercando di risollevare il morale al gruppetto. Mike li accarezzò con un sorriso.
-Vedrete che ce la faremo, dai- disse il Survival. Improvvisamente, il lupo sembrò risvegliarsi di colpo, e si mise in piedi sui merli del muro abbaiando all'orizzonte. Mister si sbrigò a toglierlo di lì, nel timore che venisse colpito.
-Italo! Che diavolo fai!? Ti colpiranno!- lo rimproverò. Il lupo, però, continuava ad abbaiare ininterrottamente verso una direzione sconosciuta. Mike guardò in quella direzione, cercando di capire a cosa stesse abbaiando. Notò delle piccole figure all'orizzonte, che si stavano avvicinando con crescente velocità rivelandosi sempre più grandi e sempre più numerose. Erano decine e decine.
-Ehi, Mister, guarda, cavalleria in avvicinamento- disse Mike, invitando Mister a guardare in quella direzione. Mister cercò di aguzzare la vista per capire chi fossero, mentre il loro numero continuava ad aumentare. Non appena furono ad una discreta distanza, uno di loro si alzò in piedi appoggiandosi sulla sella del cavallo, violando almeno tre leggi della fisica, e scagliò una freccia verso di loro. La freccia attraversò l'aria e, precisa come un fucile da cecchino, si piantò nella schiena di uno dei guerrieri del Nether che cercavano di arrampicarsi sulle mura. Tutti i guerrieri del Nether vicini si girarono contemporaneamente nella direzione da cui era arrivata la freccia. Il cavaliere che l'aveva lanciata si lasciò di nuovo cadere in sella, e tutti gli altri cominciarono a sbattere violentemente le loro spade di piatto sulle armature, creando un boato metallico assordante.
-Oh mio dio, con loro c'è Steve! Sono...- Mister si fermò, con la voce in preda all'emozione. Si girò verso l'interno della città e urlò a tutti gli altri.
-Sono arrivati gli Hardcorer!- urlò, con tutta la voce che aveva nei polmoni. La voce si sparse con la stessa rapidità di un segnale radio, seguita da urla di gioia dei Survival.
-Mister, dobbiamo andare ad aprirgli il portone principale, o non riusciranno mai ad entrare- disse Mike, scorrendo lo sguardo sulle mura. Mister lo guardò negli occhi.
-Ma è un suicidio- rispose, con tono serio. Mike alzò le spalle.
-E chi se ne importa. Allora, vieni con me o no?- chiese nuovamente, preparandosi a saltare giù dalle mura con i due gatti dal pelo argenteo. Mister rise.
-Ci puoi scommettere, amico- rispose, sfoderando nuovamente la spada. Mike guardò i due gatti.
-Silver, Blaze, pensate di riuscire a distrarli per un attimo senza farvi ammazzare?- chiese agli animali. Quelli, in risposta, fecero le fusa e si lanciarono giù dalle mura, atterrando in mezzo ai guerrieri del Nether e fuggendo via subito dopo. Anche Italo, senza nemmeno un attimo di esitazione, li seguì. I guerrieri del Nether, stupiti, si misero a rincorrere le creature, lasciando campo libero. I due Survival si buttarono giù dalle mura riportando solo lievi danni, mettendosi subito a correre verso il portone principale di Arcadia. Non passò molto prima che altri guerrieri si accorgessero di loro.
-Ehi, voi! Fermi! Fermi o vi ammazzo!- urlò uno di loro. Mike estrasse l'arco e incoccò una freccia, prendendo bene la mira.
-Sayonara, amico- ghignò, scoccando la freccia. La piccola arma trapassò la gola del guerriero, uccidendolo e facendolo cadere a terra. Immediatamente gli altri si lanciarono sul Survival.
-Vai, Mister! Apri il portone! A questi ci penso io!- urlò Mike. Mister esitò un attimo ma annuì, mentre Mike indietreggiava continuando a scoccare frecce precise come fusi sui soldati che si stavano avvicinando, e nessuna andò a vuoto. Tanto non aveva problemi di frecce, il suo arco poteva contare su Infinity, e grazie a Flame anche un colpo di striscio recava grossi danni. Mister continuò a correre, circondato da guerrieri che spuntavano da ogni parte e cercavano di ostacolarlo, ma Mister si limitò a correre oltre. Non appena arrivò al portone, abbassò la leva un attimo prima di essere sopraffatto dai nemici, che lo circondarono e gli saltarono addosso. Non appena il pesante portone si aprì, Arcadia divenne improvvisamente più caotica. Il fiume dei cavalieri Hardcorer si riversò in città, guidato da Stella, scagliando frecce sui nemici e regalando colpi di spada a destra e a manca. Fregati dallo stesso elemento sorpresa che avevano utilizzato per sopraffare i Survival, i guerrieri del Nether non furono in grado di reagire immediatamente. I Survival sciamarono immediatamente fuori dalla seconda cerchia di mura, partecipando al combattimento, forti della presenza degli Hardcorer. I guerrieri del Nether erano molti di più, ma gli Hardcorer e i Survival erano più forti. Subito dietro ai cavalieri arrivarono anche i fanti dell'esercito Hardcorer, capitanati da Wesk che non lesinò di certo sulla dinamite, nuclearizzando in blocco interi gruppi di guerrieri del Nether senza pietà. Ma l'elemento che riuscì a stupire di più i guerrieri fu Danny. Non furono pochi a riconoscerlo, e non appena lo vedevano restavano talmente stupiti da non riuscire ad attaccarlo, e quei pochi secondi spesso gli erano fatali. Spix e Niko, di canto loro, avanzavano con la loro solita tattica di squadra: Niko in prima linea faceva il grosso del lavoro, mentre Spix finiva gli avversari a pugni, potenziato dalle pozioni di forza, o curava Niko con le splash potions di rigenerazione. Dopo pochi minuti di battaglia, la situazione era già praticamente rovesciata a favore dei Survival e degli Hardcorer, almeno finchè non accadde un imprevisto. La voce del capitano della squadra del Nether si elevò sopra il casino.
-Liberate i Ghast!- urlò con tutto il fiato che aveva, un attimo prima di essere ucciso da una freccia infuocata di Mike. Immediatamente, dal portale del Nether uscì una decina di mob enormi, simili a spettri, che cominciarono a colpire ogni player, nemico o amico, con delle palle di fuoco esplosive. Uno di loro volò verso la squadra di Wesk e quello, appena lo vide, rimase paralizzato.
-G... Ghast!- urlò, terrorizzato. Il suo peggior incubo era ora materializzato di fronte a lui, e stava per fare fuoco. Stella si accorse di questo, e spronò il cavallo al galoppo verso Wesk, incurante dei guerrieri del Nether schiacciati sotto gli zoccoli dell'animale. Il Ghast sparò la palla di fuoco, ma Stella si mise in posizione e facendo leva sulla sella del cavallo spiccò un balzo, sfoderando la spada e colpendo in pieno la palla di fuoco un attimo prima che raggiungesse Wesk.
-Knockback, brutto bastardo!- urlò la player, inferocita. Vedendo uno degli Hardcorer sotto di lei gli fece un gesto che andava verso l'alto. Lui capì e lasciò atterrare Stella sulle sue spalle, dandole un'ulteriore spinta per farla saltare più in alto. Questo le permise di arrivare all'altezza del Ghast, che si era portato nel suo raggio d'azione mentre cercava di schivare la palla di fuoco che Stella gli aveva rilanciato indietro. Con un solo, rabbioso colpo di spada, Stella tranciò in due lo spettro, che si dissolse con un urlo straziante lasciando cadere a terra soltanto una lacrima candida. Wesk non disse nulla, limitandosi a guardare Stella come se provenisse da un altro pianeta, con sguardo pieno di riconoscenza. Non ebbero tempo per parlare, però, perchè la battaglia non era ancora finita. Gli altri Ghast furono rapidamente uccisi dal nugolo di frecce scagliate da Hardcorer e Survival. Senza più armi, i guerrieri del Nether ripiegarono rapidamente verso il portale, lasciando la città e scappando verso la loro fortezza. Hardcorer e Survival esultarono, Arcadia era salva. Uno dei Survival si avvicinò al messaggero e a Stella.
-Ehi, salve! Tu devi essere il capo degli Hardc...- cominciò, ma fu immediatamente zittito da Stella.
-Ti prego, so che ci sei molto grato, ma anche Dynamopolis è stata attaccata e non abbiamo tempo qui- disse l'Hardcorer, rimontando a cavallo. Il Survival rimase esterrefatto.
-Va bene, noi... Non credo di avere molta scelta se non lasciarvi andare. Ma ti prego, prendi alcuni dei miei guerrieri- disse quello che doveva essere il capo Survival, indicando un gruppetto di Survival che si stava rimettendo un po' in ordine. Stella si fermò un attimo a guardarli. Sembravano stanchissimi.
-...Sinceramente, penso che ora l'unica cosa di cui hanno bisogno i tuoi guerrieri sia il riposo. Dobbiamo elaborare una tattica, però. Pensi di poter essere a New Emerald City per quando torneremo? Porta anche alcuni dei tuoi, vorrei parlare di tutto questo, dobbiamo essere preparati- disse Stella, annuendo al capo Survival. Quello sorrise.
-Va bene. Ci rivedremo, Hardcorer- disse il capo Survival, tornando poi dai suoi uomini a sbraitare ordini. Danny si avvicinò in sella ad un cavallo nero.
-Stella, dobbiamo già ripartire per Dynamopolis?- chiese Danny. Stella si limitò ad annuire, spronando poi il cavallo a partire nuovamente al galoppo. Ogni secondo che perdevano poteva significare altre vite stroncate dai guerrieri del Nether. Non avevano tempo per stare a parlare.

...Ooook, so che come fine capitolo è una cosa rapidissima, ma volevo dare l'idea del fatto che devono fare moooolto in fretta oppure potrebbero non trovare più una Dynamopolis da aiutare x'D Spero che vi piaccia. :3

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Capitolo 12
*** Attacco a Dynamopolis ***


Ok fans, so che non ho risposto alle vostre recensioni e mi scuso immensamente (si può dire? mah), ma provvederò a farlo al più presto xD Insomma, se voi perdete tempo a leggere e recensire questa schifezza, meriterete pure che vi risponda x'D Anyways, prima di trovarmi una folla(?) di fans a inseguirmi con torce e forconi per via del ritardo, vi sgancio qui il capitolo xD Come quello di prima, questo partirà da Dynamopolis e non direttamente dal punto di vista degli Hardcorer xD *ripetitiva* Aspettatevi una bella (forse?) sorpresa.

-AL RIPARO!
Un urlo attraversò l'aria, seguito immediatamente da una potente esplosione di dinamite. Il gruppo di guerrieri del Nether fu lanciato indietro, ma purtroppo l'attacco suicida del Griefer non riuscì a mietere tante vittime quante aveva sperato. In quel momento critico, circondato dai nemici, l'unica soluzione possibile gli era sembrata quella di farsi saltare in aria, per tentare di portare con sè più nemici possibile. Ora del Griefer non restava praticamente nulla, fatta eccezione per un cratere. I Griefer restanti ripiegarono in fretta, cercando di salvarsi dall'incessante pressione dei guerrieri del Nether, che non sembravano per nulla intimoriti nonostante la potente esplosione.
-Iris! Hai ancora dinamite!?- urlò uno dei Griefer ad un'altra, indicando le sue tasche. Dovevano assolutamente tirarsi fuori da quel casino, o i guerrieri del Nether li avrebbero sopraffatti a velocità supersonica. Erano molti più di loro, molto meglio armati e molto, ma molto meno impauriti dalla possibilità di una morte imminente. Ogni Griefer di quel piccolo gruppetto maledì almeno un milione di volte il Nether, tutti i suoi mob e ogni cosa ad esso correlata, continuando a correre verso il campo aperto. Non potevano di certo rientrare nelle mura di Dynamopolis, adesso, o avrebbero portato dentro anche un fiume di guerrieri del Nether. Erano usciti per aiutare un compagno che era rimasto nelle mani del nemico, ferito, ma ora si ritrovavano in mezzo agli avversari, con due membri della squadra morti e il ferito che si era fatto esplodere. La situazione non poteva peggiorare, evidentemente. Iris rovistò rapidamente nelle sue tasche mentre continuava a correre, trovando un ultimo candelotto di dinamite. Lo lanciò al compagno che correva dietro di lei, e quest'ultimo lo accese lanciandolo in mezzo al mucchio di guerrieri del Nether. Sfortunatamente, uno di loro lo respinse utilizzando la spada come se fosse una mazza da baseball, rimandandolo indietro. Il candelotto di dinamite esplose addosso al Griefer che l'aveva lanciato, dilaniandogli un fianco e buttandolo a terra.
-Eddie!- urlò una delle ragazze in testa, protendendosi verso di lui per aiutarlo, ma le altre due la trascinarono via. Era evidentemente spacciato, e se non volevano fare la stessa fine anche loro dovevano muoversi. I guerrieri del Nether si gettarono sul Griefer inerme finendolo a colpi di spada. Questo permise agli altri di guadagnare un altro paio di metri davanti al grosso del gruppo, ma in breve si trovarono di nuovo inseguiti.
-Ragazze, ho un'idea!- sbraitò la ragazza che prima aveva cercato di salvare il Griefer, indicando un albero lì vicino - Saliamo su quello! Almeno riusciremo a combattere meglio, ne porteremo con noi il più possibile!
Le due dietro annuirono, e così continuarono a correre verso l'enorme albero che si profilava di fronte a loro, coperto di liane. Spiccarono un balzo, tutte e tre contemporaneamente, e si attaccarono alle liane, cominciando a salire verso le fronde dell'albero. I guerrieri del Nether, che non avevano idea di come salire visto che non avevano mai visto un albero in tutta la loro vita, rimasero a terra, rimuginando su come tirarle giù di lì.
-Uff... Ragazze, state bene?- chiese la meno giovane delle tre, scostandosi una ciocca di capelli da davanti al viso. Era una Griefer da moltissimi anni, ma non aveva mai visto un tale esercito, ad eccezione di quello degli Hardcorer.
-Sì... Diciamo che ho visto di peggio. Mary?- scherzò Iris, rivolgendo lo sguardo verso l'ultima delle tre. Lei annuì, facendo capire che stava bene, mentre esaminava una ferita superficiale che aveva riportato alla coscia durante la fuga.
-Dannazione. Mi seccherebbe perdere questa guerra. Non posso mica morire così, senza salutare mio figlio- sbuffò la Griefer più anziana, guardando i guerrieri del Nether che stavano ancora discutendo sul da farsi.
-Hai un figlio, Annie? Non lo sapevo- chiese Mary, distogliendo lo sguardo dalla ferita - Tutto ciò che ho io è un gatto - continuò, con tono scherzoso. Annie sospirò, tirando fuori dalle tasche le sue ultime cariche incendiarie e rigirandosele fra le mani.
-Sì, ho un figlio Griefer un po' pazzo, si chiama Wesk. E' l'esatta copia di suo padre, mi ha fatto diventare matta quando era piccolo. Chissà adesso dov'è- sospirò infine, con tono improvvisamente più triste. Scosse la testa, lasciando perdere l'argomento, e si sporse un po' dal blocco su cui era seduta per scagliare una carica incendiaria sui guerrieri del Nether assiepati sotto l'albero. Qualche urlo di dolore eccheggiò nella pianura, e subito gli altri guerrieri si gettarono prontamente su quelli che avevano preso fuoco cercando di spegnerli prima che morissero, ma con scarsi risultati. Due di loro morirono immediatamente, mentre gli altri tre furono finiti da una rapida scarica di frecce da parte di Mary. Iris, di canto suo, prese in prestito della polvere da sparo da Annie e usando una manciata di schegge di legno, craftando alla bell'e meglio una cosa a metà fra una stella pirotecnica e della dinamite. Poi, prese una piccola striscia di corteccia secca e, usandola come miccia, accese la carica lanciandola in mezzo al gruppo. La carica esplose sparando le schegge come se fossero proiettili, danneggiando gravemente tutti i guerrieri in un certo raggio. Stufi di essere attaccati senza reagire, i guerrieri del Nether cominciarono la scalata verso la cima dell'albero.
-Arrivano! Dobbiamo respingerli!- disse Iris, staccando un blocco di legno dal tronco dell'albero e lanciandolo giù sulla testa del guerriero del Nether più vicino a loro. Mary riprese in mano il suo arco, mentre Annie riprese a lanciare cariche incendiarie sui guerrieri del Nether, ora più facili bersagli. I guerrieri del Nether, dal basso, cominciarono a scagliare frecce verso le tre players, costringendole a ripararsi dietro il fogliame senza poter più attaccare. Quando stavano per essere ormai raggiunte, dei blocchi di TNT innescati si schiantarono contro il tronco, provocando un'enorme esplosione che spazzò via i guerrieri del Nether appesi al tronco.
-Ehi, guardate!- disse Iris - Ci stanno dando manforte dalla città!
Annie guardò le mura di Dynamopolis, ancora totalmente barricate con i Griefer in cima che lanciavano giù blocchi di TNT innescata contro gli aggressori.
-No, non sono stati loro, le bocche dei cannoni sono ancora chiuse! Ma allora...?- si chiese Annie.
-Ehi, guardate là!- disse Mary. Un cavallo si stava avvicinando ad altissima velocità. Sopra, stava una ragazza in armatura di diamante con dietro un ragazzo dai capelli biondi sparati da tutte le parti. Quest'ultimo portava con sè non pochi candelotti di dinamite, e li usava per farsi strada mentre la ragazza teneva le redini del cavallo.
-Stronzi, lasciate in pace mia madre!- urlò il ragazzo biondo, facendosi riconoscere immediatamente da Annie.
-Wesk!? Ma come...?- disse, esterrefatta. Iris e Mary non aspettarono nemmeno un attimo in più, buttandosi giù dall'albero come se non ci fosse un domani e atterrando su dei guerrieri del Nether restando illese, procurando però non pochi danni agli sfortunati su cui erano cadute.
-Mamma! Salta!- urlò Wesk. Annie non esitò ancora e si lanciò a sua volta, afferrandosi alle liane per attutire la caduta. Altri guerrieri a cavallo arrivarono immediatamente, facendo saltare su le tre ragazze e ripartendo al galoppo verso le fila del provvidenziale esercito Hardcorer. Appena furono lì, Wesk scese unendosi al gruppo dei fanti Hardcorer.
-Ehi, tu sei la famosa Stella?- chiese Mary.
-Hm?- chiese Stella di rimando, perplessa - Sì, perchè?
Mary rimase in silenzio per qualche secondo, squadrandola attentamente, scuotendo infine la testa.
-Niente, ti dirò dopo. Ora dobbiamo andare, Dynamopolis ha resistito fino ad adesso, è il momento di ricacciare indietro gli invasori!- disse Mary, sfoderando la spada. Lei, Iris e la madre di Wesk si unirono ai fanti Hardcorer, con somma felicità di quest’ultimo che non vedeva l’ora che ci fosse un po’ di tranquillità per poter parlare con lei liberamente.
-Attacchiamo, capo?- chiese uno degli Hardcorer a Stella. Quest’ultima alzò la spada di diamante in direzione dei guerrieri del Nether, che ora sembravano completamente dimentichi di Dynamopolis e correvano verso di loro come un sol uomo.
-Hardcorer, CARICA!- urlò la ragazza. Gli Hardcorer urlarono di rimando, spronando i cavalli verso il nemico. Le due orde si avvicinarono sempre di più, fino a scontrarsi in pieno campo aperto con un gran fragore di armi. I Griefer si lanciarono dalle mura di Dynamopolis, scendendo a dare manforte agli Hardcorer attaccando le retrovie dei guerrieri del Nether per non rischiare di colpire gli Hardcorer con la loro dinamite. Le forze del Nether, stavolta, erano molto più compatte di prima, e distruggerli non era affatto facile, sebbene la potenza di Griefer ed Hardcorer insieme fosse non indifferente. I guerrieri del Nether continuavano ad uscire dal portale, sciamando fuori a decine e continuando ad ingrossare le fila, sebbene l’esercito Hardcorer continuasse a mietere vittime. Wesk e Annie combattevano fianco a fianco, davanti ai fanti Hardcorer, spianando la strada con la loro dinamite, mentre Mary e Iris erano salite a cavallo con due intraprendenti cavalieri Hardcorer e lanciavano cariche incendiarie per cercare di infliggere danno a più nemici possibile in modo che potessero essere finiti dagli Hardcorer. La battaglia continuava ad infuriare, e non fu affatto rapida come quella di Arcadia. Le cose si complicarono ulteriormente quando i guerrieri del Nether cominciarono a tirare fuori dai loro inventari un sacco di spawn eggs di dubbia natura. Altrettanto in fretta li lanciarono in ogni direzione, spawnando mob arancioni dal respiro metallico, che volavano sparando palle di fuoco in rapida successione su qualsiasi player ostile e bruciando tutto al loro passaggio.
-Stella! Sono Blaze, attenzione! Dobbiamo ucciderli in fretta o decimeranno l’esercito!- urlò Danny, indicando uno dei mob. Stella era immobile. I Blaze. L’unico mob che non riusciva a combattere. Si ritrovò in mezzo al combattimento, pietrificata, a fissare un gruppetto di mob  che stava combattendo contro gli Hardcorer. Non riusciva a colpirli o a combatterli, non ce la faceva. Il portale del Nether smise di buttar fuori guerrieri del Nether, mentre i Griefer e gli Hardcorer continuavano a combattere incessantemente. Nessuno badò a quel player senza armatura che, in mezzo ai guerrieri del Nether, stava prendendo la mira con l’arco. Un Blaze spostò l’attenzione su Stella, ma non fece in tempo a sparare una palla di fuoco che la sua testa fu trapassata da una freccia che lo uccise sul colpo.
-Tzè, che credi di fare, stufa ambulante!? Guai a chi tocca mia... mia figlia!- urlò l’arciere in mezzo ai guerrieri del Nether. Tutti gli Hardcorer si girarono istantaneamente, un attimo prima di vedere un uomo balzare fuori rabbiosamente dal gruppo di players per gettarsi addosso ai Blaze rimasti per finirli a colpi di spada. Stella continuò a rimanere esterrefatta, ma stavolta per la sorpresa. Il guerriero senza armatura che era uscito dal portale assieme ai guerrieri del Nether... Era Michael!? Pareva quasi non essere lui, senza la famosa armatura in diamante con Thorns III. Però, faceva ugualmente la sua bella figura in combattimento. Passata la sorpresa, Stella continuò a combattere con ancora più furore. La sconfitta dei Blaze e l’inaspettata apparizione di Michael sembrava aver inaspettatamente rincuorato gli Hardcorer, che ora combattevano come un sol uomo. Notando l’energia di questi ultimi, anche i Griefer continuarono a combattere con sempre più forza. Senza più rinforzi, i guerrieri del Nether cominciarono a cedere rapidamente sotto i colpi dei due eserciti, e in pochi istanti divennero molti meno di prima. Tentarono di ripiegare, ma la fanteria Hardcorer si parò davanti a loro, obbligandoli a restare nell’Overworld. Con la loro forza, i due eserciti ebbero rapidamente ragione anche di quell’ultimo gruppo di guerrieri. Solo i capitani furono lasciati in vita, e portati di fronte a Stella per vedere cosa farne. Ma Stella era occupata in tutt’altro.
-Papà!? Pensavo fossi...!?- disse Stella, esterrefatta, scendendo da cavallo e avvicinandosi al padre. Non aveva più l’armatura e le ustioni coprivano gran parte del suo corpo, ma era senza dubbio Michael.
-Tsk. Gli Hardcorer non muoiono mica così facilmente. Ho nuotato fuori, ecco tutto. La mia armatura mi ha protetto... Ma purtroppo è andata distrutta- disse Michael con voce ferita, pensando alla sua amata armatura dispersa. Anche Danny, Niko e Spix raggiunsero Michael, stupiti quanto Stella, mentre Wesk era tutto occupato ad abbracciare e salutare sua madre, salva.
-Ehi, Annie! Quanto tempo!- rise Michael, non appena vide la madre di Wesk.
-Ciao, Michael. Che, sei stato masticato e risputato dall’inferno?- scherzò la Griefer. Michael fece una smorfia.
-Diciamo che ho dovuto nuotare fuori dalla lava, dopo esserci caduto per tirare fuori dai guai il mio futuro genero- ghignò divertito. Stella gli rifilò un pugno al fianco.
-SPERO CHE TU STIA SCHERZANDO!- sbraitò, inferocita. Danny, di canto suo, preferì non esprimersi, ma un rossore evidente apparve sul suo viso.
-Mi pare ovvio che sto scherzando, che ci provi solo quello lì, lo scuoio vivo- rise Michael, come se fosse una cosa perfettamente normale.
-Ancora non ci credo, ragazzi. Michael, sei vivo? Dici sul serio?- disse Wesk, toccandogli la faccia per assicurarsi che non fosse un fantasma.
-Sì, sono vivo, ma se tu non la pianti fra poco non lo sarai più- sbuffò l’Hardcorer, infastidito – Comunque, sentimentalismi a parte, New Emerald City è a posto? Avrò tempo per raccontarvi tutto quando saremo a casa. Avete già discusso tutto questo?- chiese, sparando domande a raffica. Stella si diede una pacca sulla fronte.
-Oh, già! Annie, chiunque sia il capo dei Griefer, potreste gentilmente dirgli che venga a NEC per una piccola discussione riguardo a questo problema?- chiese Stella. Annie rise.
-Ragazza, il capo dei Griefer... Ce l’hai davanti- rise, divertita.
-...Cosa!?- disse Wesk, esterrefatto.
-E certo. Perché credi che ci conosciamo? Mica siamo amanti, anche se un pensierino potrei far...- cominciò Michael, prima di essere zittito da una gomitata di Stella.
-Michael, non sei cambiato di una virgola, hm? Comunque, andiamo. Iris, Mary, venite con me, dobbiamo andare a NEC, ma prima dobbiamo avvertire gli altri che andiamo- disse, avviandosi verso l’esercito Griefer. Stella e Mary si lanciarono uno sguardo. Chissà che voleva dirle? Probabilmente per saperlo avrebbe dovuto aspettare di tornare a New Emerald City.
 
NdA: Ok, sto capitolo mi fa schifo D: Sarà tutto spiegato nel prossimo. Riguardo al fatto che Michael sia nuotato fuori: l’ho sperimentato con un’armatura con gli stessi enchant di Michael, e si può effettivamente nuotare nella lava per un po’. xD Altre spiegazioni al prossimo, più figo capitolo :P
{Stella.

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Capitolo 13
*** Il meeting ***


L’ultimo non era proprio il massimo, ma con questo capitolo mi rifarò! u.ù/ (Ceeerto.) Qui ci saranno tantetantetante spiegazioni, e [No spoiler] (?) So che in questo periodo non scrivo molto bene, ma sto mandando avanti un po’ di fan fic contemporaneamente (che probabilmente non posterò mai LOL sì, sono strana) il che significa che il mio cervello è in un frullatore, spiacente. x’D Sì, ho decisamente troppe idee tutte nello stesso momento ._.” ma che posso farci :’)

Non appena arrivò a New Emerald City, l’esercito Hardcorer fu accolto dalla fazione Creative, che in loro assenza si era data da fare per tenere le difese a massimo regime e... organizzare una specie di party di bentornato. Tuttavia, mentre con la prima cosa erano già molto in avanti, avendo ricoperto più del 90% delle mura con un secondo strato protettivo in ossidiana, la seconda era ancora in alto mare, dal momento che gli organizzatori della festa erano riusciti a finire in una maxi-rissa di gruppo per decidere il colore dei tappeti in lana con cui tappezzare i pavimenti del luogo della festa. La rissa si era conclusa con la vittoria di un certo Matthias, che era quindi riuscito ad imporsi decidendo per dei tappeti neri e rossi, colori simbolo degli Hardcorer. [NdA: No, non sono milanista. xD] La stanza era pronta, ma mancavano le cibarie. Gli Hardcorer, di canto loro, avevano passato più di un giorno e mezzo a combattere ininterrottamente, e ora tutto ciò che volevano era riabbracciare le loro famiglie e fiondarsi a dormire fino alla prossima battaglia, che viste le premesse probabilmente sarebbe arrivata molto presto. Così, appena arrivati, Stella lasciò che gli Hardcorer se ne andassero per i fatti loro, riunendosi con gli altri capifazione al piano più alto del palazzo di smeraldo. Il piano più alto, infatti, era composto da un’unica stanza dalle pareti di smeraldo con delle ricche decorazioni e lanterne di pietrarossa, con un tavolo al centro. Quella era la sala in cui si ritrovavano le più importanti autorità dell’Overworld per discutere di problemi di fondamentale importanza. E fu proprio lì che cominciò il meeting fra i capifazione. Ogni capo fazione aveva con sé uno o due dei suoi squadriglieri più fidati, che in questo caso erano anche quelli che avevano dato di più durante le battaglie e per questo potevano fare un rapporto più completo sulle forze del nemico. Il capo dei Survival, “Winter”, aveva portato con sé Mister e Mike, Annie aveva portato Mary e Iris, mentre Kyle non aveva nessuno, dal momento che nessuno dei Creative eccetto Spix aveva partecipato alla guerra. Stella, di canto suo, visto che era capo temporaneo degli Hardcorer, aveva portato la sua intera squadra più Danny, visto che comunque tutti loro erano stati nel Nether e sapevano come funzionavano le cose. Fu proprio il capo Survival ad aprire la discussione.
-...Annie, Kyle, Michael. Da quanto tempo non ci si trovava tutti assieme, eh?- disse, lanciando uno sguardo complice agli altri tre.
-Già, non ci si rivede dall’affare delle Sentinelle. È stato piuttosto divertente, quella volta- ghignò Michael.
-...Tu e io abbiamo ricordi molti diversi di quella storia. Comunque, non siamo di certo qui per rivivere i vecchi ricordi... Abbiamo un grosso problema, a quanto pare- commentò Kyle.
-Dì un po’... Ti chiamano ancora Winter?- chiese Annie al capo Survival. Lui rise e annuì.
-A questo punto mi chiedo persino se qualcuno si ricordi il mio vero nome... Ma non importa. Una volta tanto, Kyle ha ragione. Penso che dovremmo passare la parola alla qui presente... Stella? Ti chiami Stella, no? Quella che ha ucciso l’Ender Dragon, o mi sbaglio?- disse Winter, interessato, con una vaga sfumatura di rispetto nella voce. Tutti guardarono Stella. Lei si schiarì la voce, e cominciò.
-Bene... Un po’ di tempo fa, i rappresentanti delle terre dell’Ovest mi hanno chiesto di indagare su delle misteriose sparizioni di Survival Player dall’Overworld. Indagando, ho scoperto che nel Nether c’è un intero esercito capitanato dal Re del Nether che vuole invadere l’Overworld, e intende utilizzare il Wither per farlo. I player catturati servivano a scopo nutritivo per il Wither, che per arrivare a piena potenza ha bisogno di nutrirsi di sangue e energia vitale. Danny, qui presente, è il figlio del Re del Nether- spiegò Stella. Gli altri rimasero attenti, a parte Kyle che stava mormorando qualcosa guardando Mary in cagnesco. Quella, di canto suo, l’aveva visto ma lo stava ignorando completamente.
-Cosa sappiamo della loro tattica?- chiese Winter, cercando di riassumere tutto ciò che sapevano.
-Beh, per quanto ho visto, sono degli invasati totali. Contano sul numero più che sulla forza dei singoli, e non hanno paura di niente, nemmeno della dinamite- rispose Annie, pensando al gruppo che aveva affrontato nella recente battaglia.
-E’ vero. Non hanno paura di morire, si buttano sui nemici cercando di infliggere più danno possibile per essere uccisi, ma non hanno una grande organizzazione. Solo due o tre capitani per esercito... O almeno, questo è tutto ciò che abbiamo visto- proseguì Mike.
-E non dimentichiamo il fatto che possono spawnare mob del Nether. Danny, sai perché non attaccano loro? Insomma, tendenzialmente i Blaze dovrebbero attaccare ogni cosa, ma non lo fanno. Cosa differenzia i tuoi guerrieri dai nostri?- chiese Michael a Danny. Danny ci pensò su un po’.
-Se devo essere sincero, non lo so. Anche perché funziona solo con certi mob. Ad esempio, i Ghast ci attaccano, per questo li usiamo solo come ultima ratio- disse il principe del Nether, alzando le spalle. Sinceramente, aveva sempre preferito combattere per conto suo invece che mandare al macello mob che non c’entravano nulla, anche se erano mob ostili.
-E perché non hanno ancora usato il Wither?- chiese Kyle, facendo sentire la sua voce.
-Probabilmente è ancora inattivo. Forse, con questi attacchi miravano a prendere dei prigionieri con cui nutrirlo- ipotizzò Iris, sulla base di ciò che aveva detto Stella prima. Stella annuì. Sembrava uno scenario piuttosto dettagliato, per aver affrontato soltanto due battaglie. Tutto sommato, i guerrieri del Nether non sembravano per nulla temibili, una coalizione di players di tutte le fazioni avrebbe potuto liberarsi di loro facilmente.
-Dunque, cosa proponete?- chiese Annie. Già, in effetti era quello per cui erano lì, un piano decente.
-Secondo me, dovremmo prendere delle spade, entrare nel Nether e ammazzarli tutti- brontolò Michael, che ce l’aveva ancora con il Re del Nether perché aveva cercato più volte di uccidere Stella.
-Per me è meglio attirarli fuori, invece. Giocheremo in casa, ci sono molte cose che loro non conoscono di questo mondo- intervenne Mary. In effetti, i guerrieri del Nether non erano in grado di reagire di fronte a molte cose, ad esempio non sapevano scalare un albero.
-Mi pare un’ottima idea, ma come faremo ad uccidere il Re e il Wither? Finora non si sono ancora mostrati al di fuori del Nether- ribattè Winter.
-Beh, sarà semplice. Quando avremo eliminato il grosso dell’esercito, uccidere il Wither e il Re sarà facile. Ho un conto personale in sospeso con quei due- ringhiò Michael. Tutti risero.
-Allora è deciso... Dirò ai miei di tenersi pronti. Per ora direi che basta sigillare i portali del Nether finché non saremo pronti, poi li attireremo fuori- disse Annie, facendo per uscire.
-Sarà un massacro- commentò Kyle, contrariato, ma nessuno lo ascoltò davvero. Tutti pensavano alla festa che si sarebbe tenuta a momenti a opera dei Creative. Avevano tutti bisogno di riposo, quindi la festa era proprio l’ideale per rilassarsi. Uscirono dal palazzo di smeraldo, facendo una pausa mentre gli ultimi preparativi erano in corso. Ormai era scesa la sera, e il cielo cominciava a diventare rosso per il tramonto, con il sole che assomigliava ad un enorme quadrato del colore del sangue. Stella andò da Michael, era ancora curiosa di sapere come avesse fatto a rimanere incolume dalla lava, ma quando arrivò lo trovò con Kyle e Mary.
-No, non può restare qui- ringhiò Kyle, indicando Mary. Stella, stupita, si avvicinò per capire cosa stesse succedendo.
-E chi lo dice, tu? Non ci sono leggi che le vietino di restare. Il fatto che abbia lasciato la tua cazzo di fazione non la rende una traditrice- replicò Michael in risposta. Beh, erano appena tornati e già Michael era riuscito a litigare con Kyle. Se non fosse stato per la guerra in corso, probabilmente si sarebbe potuto dire che fosse tutto tornato perfettamente normale.
-Ehi, che succede?- chiese Stella, avvicinandosi al gruppo.
-Succede che Michael vuole far entrare un’altra traditrice a New Emerald City- sbuffò Kyle, infastidito. Michael alzò gli occhi al cielo.
-Non ascoltarlo, dice stronzate come al solito. Mi chiedo perché nessuno ti abbia ancora ucciso- disse Michael senza farsi troppi problemi. Kyle ci rimase malissimo.
-Oh, Stella. Prima non sono riuscita a parlarti...- disse Mary, ignorando i due capifazione che continuavano a litigare – Io sono Mary, e sono un’Hardcorer come te. Volevo chiederti il permesso di entrare a New Emerald City, avevo saputo che avevi sconfitto l’Ender Dragon, e per questo mi pare che la tua parola abbia un certo peso qui ma... A quanto pare, questo non vuole sentire ragioni- continuò, indicando Kyle che sbraitava addosso a Michael che, di canto suo, guardava da tutt’altra parte facendolo arrabbiare ancora di più.
-Mary, eh? E perché Kyle non ti lascia entrare a New Emerald City?- chiese Stella. Mary aprì la bocca per rispondere, ma fu preceduta da Michael.
-Perché lei era una Creative, ma li ha lasciati... In seguito ad un incidente- spiegò Michael – Conoscevo sua madre, e anche... piuttosto bene. Diciamo che potreste essere parenti, ma lasciamo perdere- tossicchiò Michael.
-Scusa un secondo, papà, ci sono altri parenti illegittimi di cui non so nulla?- chiese Stella, stupita. Mary rise.
-Ehi, non è colpa mia se gli Hardcorer hanno un sacco di charme. Ma ne parleremo un’altra volta, ok? Del resto non lo so nemmeno io. Maaaa, lasciamo perdere, la cosa sta diventando compromettente. Comunque, Mary è la figlia di una creative che rimase uccisa durante la costruzione dei sotterranei di New Emerald City. Imputò la colpa a quelli che erano con lei, perché fuggirono via per salvarsi lasciandola in balia di tre Creeper, che la uccisero. Per questo diventò Hardcorer e lasciò la fazione di questo idiota. Come puoi immaginare, lui si incazzò parecchio. Ma siccome qui a New Emerald City ognuno è libero di stare nella fazione che vuole, autorizzo la tua permanenza qui- concluse Michael, guardando con un ghigno Kyle che ormai stava fumando di rabbia ma non osava replicare, perché sapeva che Michael avrebbe potuto farlo tranquillamente in mille pezzi.
-Grazie- disse Mary. Michael sorrise, come a dire “non c’è di che”. Così, i tre si avviarono verso la piazza principale, chiacchierando fra di loro.
-Dimmi un po’, papà, come hai fatto a sopravvivere alla lava?- chiese Stella, che era ancora sinceramente stupita.
-Se devo essere sincero pensavo di morire, ma l’armatura mi ha protetto. Ho aspettato qualche secondo per essere sicuro che nessuno mi stesse guardando e sono riemerso, nuotando fuori. Non immagini nemmeno che male, visto che comunque ho dovuto nuotare per un tratto anche senza armatura. Ma mi è toccato stringere i denti e andare avanti, come del resto mi hanno sempre insegnato a fare. Dopo qualche ora ho deciso di darmi un’occhiata in giro per vedere se avessi potuto ridurre le fila di quegli stronzi, ma quando li ho visti uscire nell’Overworld mi sono incuriosito e mi sono mescolato a loro. E così mi sono ritrovato a combattere a Dynamopolis. Penso che per questa botta di culo dovrò ringraziare il nostro patrono per il resto della mia vita- rise Michael. In effetti aveva avuto moltissima fortuna, non erano pochi quelli che cadevano nella lava e non riemergevano più. Michael cinse le spalle di Stella con il braccio destro, in un gesto affettuoso.
-E poi, dovevo pur sempre restituirti quel mezzo infarto che mi hai fatto venire quando sei andata nell’End senza dirmelo- ghigno Michael. Stella, arrabbiata, gli rifilò un pugno, e Mary rise.
-Sapete, si vede che siete molto uniti- disse Mary, con una nota di tristezza quasi impercettibile nella voce. Michael cinse anche a lei le spalle con il braccio sinistro.
-Sai, per quanto ne so, se adesso Shailene potesse vederti sarebbe orgogliosa di te. Ti ho visto combattere e sei una vera guerriera, si vede che hai preso da m... ehm, da tuo padre- disse Michael, correggendosi all’ultimo.
-Beh, non è proprio vero, mio padre era un Creative... almeno per quanto ne so- rise Mary, divertita.
-Prima o poi dovrai farmi un elenco di tutte le relazioni che hai avuto, papà. No, giusto per sapere con quanti dovrò dividere l’eredità- disse Stella, trattenendo una risata.
-Comunque, lasciando perdere queste cose compromettenti, spero che abbiate intenzione di partecipare alla festa. Vi farà bene un po’ di relax, non nascondo di certo il fatto che fra poco si scatenerà un casino- sospirò Michael. I guerrieri del Nether avevano fatto la loro mossa, ora stava all’Overworld contrattaccare.
-Non preoccuparti, sono pronta, sarò in prima linea con voi Hardcorer, sempre se posso- disse Mary, quasi imbarazzata a chiedere a Michael di poter far parte a tutti gli effetti degli Hardcorer.
-Mi pare ovvio che puoi, hai dimostrato di essere all’altezza dei più potenti guerrieri dell’Overworld. Comunque, Stella... Alla festa vedi di non bere tanto se c’è quel Danny in giro, ok? Non mi fido di lui- ringhiò Michael, agitando il pugno di fronte a sé come se stesse strozzando un Danny invisibile. Stella scoppiò a ridere.
-Eddai, papà. Lo sai che di solito non bevo tanto- rise Stella. E così, continuando a chiacchierare, i tre arrivarono nella piazza principale, dove stavano per cominciare i festeggiamenti.

...Ok, dovevo rifarmi invece è ugualmente brutto x’D Spero almeno che sia divertente u.u” Stay Aggron, stay Qwlifish! (cit.) Ci si vede al prossimo °>°

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Capitolo 14
*** Sangue di Blaze ***


*compare dal nulla all'improvviso* OH MY GAWD(?) GENTE 40 RECENSIONI POSITIVEEEEEEE *^^^^^^^* Di questo passo potrei persino arrivare a 50 *^* E fu così che nessuno recensì mai più. No dai, spero di no, se arriviamo almeno a 50 do budino gratis a chi ha fatto la cinquantesima(?) Non è che questa sia corruzione, assolutamente no, come potete pensare questa sbagliatissima cosa u.ù *allunga budino ai fans senza farsi vedere dagli admin* Beh, se non posso proprio corrompervi con del buon budino, spero almeno di poterlo fare con il prossimo capitolo u.u Divertimento e angst, il mix perfetto (?)
NdA: Chiedo scusa in anticipo per l'eventuale mancanza di spazi o errori di battitura, la mia tastiera sta lentamente crepando.

Con l'arrivo degli Hardcorer i preparativi per la festa erano proseguiti molto più velocemente, i Creative avevano visto quanto erano stanchi e quindi avevano deciso di prodigarsi per far cominciare presto la festa e farli svagare un po'. Infatti, per quando Michael, Stella e Mary erano arrivati in piazza, loro avevano già preparato tutto, con tanto di cibarie, tavoli imbanditi, addobbi di ogni tipo e persino una piccola banda messa su alla bell'e meglio. La luce del tramonto rendeva il tutto più pittoresco, anche se presto sarebbe diventato buio e allora la vera bellezza della città si sarebbe rivelata. New Emerald City, in effetti, dava il meglio di sé di notte, in termini estetici. I Creative corsero dagli Hardcorer, stanandoli dalle loro case dove si erano rifugiati a dormire e trascinandoli letteralmente in piazza con loro. In un attimo, il centro della città fu stracolmo di gente, e la festa cominciò subito. I quattro capifazione si riunirono a festeggiare fra di loro, in un'atmosfera che sapeva molto di "bei vecchi tempi andati". Stella rimase non poco incuriosita, rendendosi conto che benché conoscesse una consistente parte delle imprese di suo padre, c'erano ancora un sacco di cose su di lui che non sapeva. Avrebbe dovuto farsi raccontare tutto prima o poi, ma ora preferiva non disturbarlo, così decise di andare alla ricerca degli altri. Trovò Niko e Spix intenti in una gara a chi mangia di più contro Wesk, che di canto suo stava divorando una quantità industriale di torta. Duncan non faceva nemmeno in tempo a passargli una nuova torta, che Wesk l'aveva quasi già finita.
-...Ragazzi, è meglio che lasciate perdere subito prima che vi umili di brutto- rise Stella, guardando Spix che cercava di mangiare ancora una fetta ma era in evidente "overdose da cibo". Niko resisteva ancora, ma l'esito della gara era piuttosto chiaro. Spix lasciò lì la sua fetta di torta, alzandosi in piedi maldestramente dal suo posto e cercando di appoggiarsi su Stella per sostenersi. Quella, di canto suo, si spostò e Spix non cadde per un pelo, capendo che era il caso che si reggesse sulle sue gambe. Dopo qualche minuto, anche Niko lasciò perdere, e Wesk balzò sul tavolo danzando come un pazzo e lanciando la torta rimanente in giro.
-KA-BOOOOOM, Wesk vince! Wesk vince! Inchinat... Oh, ciao Stella!- disse, notando Stella. Scese dal tavolo con un solo salto e smise di lanciare torta in giro a caso, ripulendosi rudemente la bocca con l'avambraccio.
-Non riesco sinceramente a capire come faccia a mangiare così tanto- brontolò Niko, pieno come un uovo, indicando Wesk che continuava a sbracciarsi felice urlando in faccia a Stella. Lei alzò le spalle.
-Beh, quando sono tornata a casa, la prima cosa che ho visto è stato Wesk che cercava di aprire Spix a colpi di spada perchè gli aveva rubato della torta... Questo fa capire molte cose- ghignò l'Hardcorer. I quattro cominciarono a camminare tranquillamente in mezzo alla folla, mettendosi in parte per lasciare spazio ai prossimi concorrenti della gara. Niko sospirò, massaggiandosi la pancia strapiena.
-Stella, pensi di partecipare all’attacco?- chiese Spix, dopo svariati secondi di silenzio. Stella sembrò pensarci su un po’, poi scosse la testa in un gesto incerto.
-Ancora non lo so. Di sicuro voglio ammazzare il Re del Nether ma... Sono anche preoccupata per Danny. Insomma, potrebbe non prendere molto bene la vista della morte di suo padre, e non vorrei doverlo uccidere- sbuffò Stella – Ma non mi sembra questo il momento di pensarci, che cazzo. Siamo ad una festa, no!? Allora dobbiamo divertirci!
Wesk annuì divertito lanciando un urlo selvaggio e mettendosi a correre verso una tinozza d’acqua in cui erano disposti dei premi da pescare con una canna da pesca, e ci si buttò dentro deliberatamente sguazzando fra i premi e provocando l’ira di un giocatore che era appena riuscito a pescare uno smeraldo. I tre scoppiarono a ridere.
-Promemoria: alla prossima festa, abbandoniamo Wesk in qualche locanda lungo la strada o teniamolo al guinzaglio, oppure ci esiliano tutti da qui- rise Niko, vedendo Wesk che sventolava allegramente lo smeraldo davanti al player infuriato. Stella non poté fare a meno di ridere. Sebbene fossero nel bel mezzo di una guerra, in quel momento quasi non si sentiva. L’atmosfera era leggera, tutti si divertivano, e nessuno pensava davvero al pericolo che stava incombendo dal Nether e la cui potenza cresceva ogni giorno di più. Stella sorrise fra sé pensandolo. Almeno era un buon segno, significava che i guerrieri credevano in loro, sapevano di potercela fare, e per questo sapevano anche di potersi permettere un po’ di relax extra. La festa dei Creative era arrivata proprio al momento giusto, in fondo, e anche Stella si sentiva rilassata.
-Ehi, ragazzi! Avete mai provato il sangue di Blaze?- chiese Stella ad un certo punto, con un tono di sfida. I tre la guardarono, perplessi. Non ne avevano mai sentito parlare.
-Come, non lo sapete? Il sangue di Blaze è la bevanda degli Hardcorer. Un mix di roba alcolica, non so che ci mettano dentro, i baristi di New Emerald City hanno una specie di ricetta segreta che si tramanda fra di loro. Lo chiamano così perché berlo è come cercare di ingurgitare lava- ghignò la ragazza. I tre si guardarono nuovamente fra di loro, stavolta più preoccupati.
-Questa sarebbe una sfida?- disse Niko, titubante. Il tono di Stella lasciava presagire un seguito che li avrebbe lasciati a cadere ubriachi marci su uno dei tavoli presenti alla festa. Stella sogghignò e annuì.
-Ehi, ehi, ehi. Sangue di Blaze? Come lava? Sinceramente, il mio buonsenso mi sta urlando di rispondere...- cominciò Spix.
-SIIIIIIIIIII! GARAAAAAAA!- sbraitò Wesk, balzando fuori dalla tinozza d’acqua e tornando dal gruppo.
-...No, non era questo che il mio buonsenso mi stava urlando di dire, ma beh... Penso che potrei... Provare- mormorò Spix con un filo di voce. Niko lo guardò come per dire “sei pazzo!?” ma ormai era troppo tardi. Stella afferrò Niko per un braccio e lo trascinò verso il più vicino dei bar – ovviamente tutti aperti per via della festa – seguito a ruota da Wesk e da Spix, spinto da quest’ultimo. Scelsero un tavolo qualsiasi e si sedettero. Ben presto arrivò uno dei baristi, grande amico di Stella, a prendere le loro ordinazioni.
-Benvenuti all’Black Emerald Spirit, che prendete?- chiese, con tono divertito. Con notevole orrore Niko si accorse dello sguardo esilarato del barista, che lasciava già presagire che sarebbero usciti distrutti da lì.
-Certo, Peter. Sangue di Blaze, quattro- disse Stella, mettendo delle monete sul banco. Peter scosse la testa e le spinse nuovamente indietro.
-Eddai, per la figlia del capo offre la casa. È festa, no? Comunque, arrivano fra poco!- disse il barista, andando verso il bancone. Stella rise e riprese le monete sul tavolo, rimettendole in tasca. Wesk continuava a battere un pugno sul tavolo, ansioso di cominciare la gara, mentre Spix stava implorando ogni dio conosciuto di essere salvato e Niko seguiva con sguardo alquanto preoccupato le mosse del barista, che mischiava alcolici in quattro bicchieri. La loro ordinazione arrivò subito, e già il suo aspetto era tutto un programma. Servito in bicchieri neri – probabilmente di ossidiana – con strane decorazioni, la bevanda di colore arancione semitrasparente riluceva leggermente, lasciando intravedere dei granellini grigi che fluttuavano nel liquido. Stella prese allegramente il bicchiere e lo vuotò in un sorso. Vedendo che Stella lo beveva con così tanta facilità, Spix non si fece alcun problema ad ingurgitare completamente il contenuto del bicchiere senza precauzioni. In un secondo, si sentì come se qualcuno gli avesse lanciato una carica incendiaria nello stomaco.
-BRUCIAAAAAAAAAA!- urlò, cercando disperatamente di far entrare aria fresca nella sua bocca utilizzando un tovagliolo come ventaglio, mentre Stella e Wesk si stavano spanciando dalle risate. Niko preferì attaccare il bicchiere per gradi, bevendolo a piccoli sorsi. Il sangue di Blaze bruciava ugualmente, ma era comunque sopportabile e non l’aveva ancora ridotto come Spix, che si stava rotolando sul pavimento nel tentativo di spegnere il bruciore dell’alcool. Wesk non sembrò avere particolari problemi, anzi. Espresse un unico commento.
-Avete mai provato a mettere questa roba nei cannoni? No, dico sul serio- rise divertito, sia per la sua stessa battuta sia per Spix, che stava letteralmente morendo. Vedendo che avevano finito, il barista si avvicinò nuovamente.
-...Ok, immagino che ora vogliate solo tre bicchieri di sangue di Blaze e un secchio d’acqua. O magari una bara va bene?- rise il barista. Evidentemente doveva essere abituato a vedere scene del genere. Stella alzò un pollice in segno di “ok” e riconsegnò i bicchieri vuoti al barista, che si affrettò ad andare a riempirli. Stella rise, per nulla intimorita dalla gara appena cominciata. Nel frattempo, mentre tutti si divertivano, c'era qualcuno che se ne stava in disparte senza partecipare, e quel qualcuno era Danny. Il principe del Nether, infatti, non stava partecipando alla festa, ma se ne stava in parte osservando degli Hardcorer che ballavano una danza stranissima ed esilarante. Ci aveva provato ad unirsi alla festa, ma dopo pochi minuti si era reso conto che non si stava divertendo per nulla, anzi, sentiva solo il desiderio di andarsene da lì. Nonostante avesse ormai deciso di stare dalla parte dell'Overworld, si sentiva terribilmente fuori posto. Guardandosi intorno vedeva solo sconosciuti che lo guardavano con sospetto, che per quanto potesse essere involontario lo faceva sentire un traditore. Perchè in fondo era questo che pensava di essere. Non era né un Hardcorer, né un guerriero del Nether, era solo un traditore e non avrebbe mai più fatto parte pienamente di una delle due fazioni. Certo, fra gli Hardcorer c'era Stella e comunque tutti sembravano averlo accolto, ma Danny non riusciva comunque a scacciare questa fastidiosissima sensazione. Diverso, era diverso. Lui aveva vissuto fra i Blaze, non sapeva cosa fosse la notte e la vita del suo popolo era sempre girata intorno alla legge del più forte. Nell'Overworld invece sembrava tutto così strano, così equo, così... civile, e lui era come un barbaro in mezzo ad un popolo di colti. Sospirò, restando a guardare il gruppo di Hardcorer dal suo angolino, senza muoversi. Chissà dov'era Stella. Lei sembrava l'unica che fosse anche solo minimamente interessata ad aiutarlo, o perlomeno a lasciarlo in vita. Michael sembrava non aspettare altro che un'occasione per saltargli addosso e farlo in mille pezzi, mentre Kyle era il tipico politicante che pensava prima alla salvezza del suo culo piuttosto che a quella del suo popolo. D'altro canto, sebbene Stella di primo impatto fosse sembrata un'antisociale stronza, aveva dato prova di essere leale e senza timore. Era tornata indietro ad aiutare i suoi amici e non aveva esitato ad attaccare la loro fortezza per difendere delle persone innocenti. Danny sospirò. Persino pensare a Stella gli dava la depressione, non si sentiva per nulla alla sua altezza, anche se in fondo lei era l’unico pensiero che gli dava ancora conforto. Il principe del Nether si alzò dal suo angolino, risoluto, deciso ad andare a cercare quella che probabilmente era la sua unica isoletta di pace in quella città a lui ostile: Stella. Gironzolò per svariati secondi nell’enorme piazza. Sapeva che probabilmente l’avrebbe trovata con Niko, Spix o Wesk, cosa che gli rendeva indubbiamente più facile la ricerca, ma comunque era piuttosto difficile trovare quattro persone in quella marea di gente. La fortuna, però, gli diede una mano. Dopo qualche minuto di ricerche, passò per caso vicino al Black Emerald Spirit, attirato da un notevole casino intorno ad un tavolo. E fu proprio lì che trovò Stella, Wesk, Niko e Spix, anche se gli ultimi tre sembravano più morti che altro. Spix sembrava definitivamente deceduto, immobile a terra; Niko era piegato in una stranissima posizione e sembrava in preda a forti dolori allo stomaco, mentre infine Wesk era addormentato, ubriaco marcio, sullo stesso tavolo su cui si era svolta la sfida. Stella, invece, ballava e cantava allegramente con un gruppo di altri Hardcorer, con un bicchiere di sangue di Blaze alla mano, chiaramente ubriaca. Sembrava si reggesse in piedi a fatica, dal momento che si faceva sorreggere da un altro Hardcorer che di canto suo sembrava ben felice di poterla sorreggere. Preoccupato per il suo stato, Danny rimase un attimo lì a guardare, facendosi infine avanti.
-Ehi, Stella? Stai bene?- chiese, avvicinandosi a lei e scacciando l’Hardcorer che le stava accanto con un semplice sguardo infuriato. Stella lo guardò per qualche attimo, con sguardo interrogativo, poi gli scoppiò a ridere in faccia. Era proprio andata. Danny decise che era meglio che la riportasse a casa, prima che scoppiasse qualche casino o peggio, che tornasse a casa con qualcun altro. Il solo pensiero fece rabbrividire Danny non si sa per quale motivo, che decise di riportarla via prima che fosse tardi.
-...Sarà meglio che ti porti a casa, o crolli qui- disse, buttandola sul ridere e prendendo Stella per un braccio e tirandosela dietro. Stella, di canto suo, continuava a ridere come una pazza, spargendo sangue di Blaze ovunque. Con non poche difficoltà Danny riuscì a portarla fuori dal bar e ad allontanarsi dal grosso della folla, cominciando a dirigersi verso la casa di Stella. Se solo l’avesse visto Michael probabilmente l’avrebbe ucciso, ma Danny decise che valeva ugualmente la pena correre il rischio e scortare Stella fino a casa. Lei camminava a passi pesanti trattenendo con difficoltà le risate, sembrava che qualcuno le avesse fatto un trattamento al gas esilarante. Notando che camminava con difficoltà, Danny la sorresse, aiutandola. Stella lo guardò, perplessa.
-Quindi, adesso sarebbe il momento in cui andiamo a casa mia, ci spogliamo e ci diamo dentro come se non ci fosse un domani?- chiese la ragazza, guardando Danny con sguardo vacuo. Il principe del Nether rimase completamente spiazzato dalla domanda di Stella.
-...Chi sei tu, e che cosa ne hai fatto della vera Stella?- replicò Danny, esterrefatto. Mai si sarebbe aspettato una domanda del genere da Stella. Lei rise nuovamente, lasciandosi definitivamente andare senza reggersi più in piedi. Danny traballò per un attimo.
-Ma dai, non fare tanto il difficile. Sei così tremendamente figo, principe- rise, toccando la guancia di Danny con la punta di un dito. Danny continuava a fissare la strada di fronte a sé per distrarsi, ma la cosa era piuttosto difficile. Non rispose, ma Stella non prese molto bene il suo silenzio. Lo obbligò a prestarle attenzione, pizzicandogli un braccio.
-Eddai principe, sei venuto a salvarmi da loro e adesso non mi vuoi? Lo sai che mi piaci tanto tanto tanto tanto, io non ti piaccio? Piango- disse, con tono profondamente deluso. Danny scosse la testa, sbuffando. Ma chi glielo stava facendo fare, esattamente?
-Non ho mica detto che non mi... Oh, ecco, senti, sei ubriaca e non sai quello che dici, per cui adesso andiamo a casa e tu dormi- brontolò Danny, prendendo in braccio Stella che ormai non sembrava essere in possesso di facoltà motorie sufficienti per camminare. Stella si abbandonò contro il suo petto, fissando il vuoto di fronte a sé.
-...In vino veritas, figone. Piantala di fare il coglione- rispose Stella offesa. Senza aspettare ulteriori risposte da parte di Danny, lo baciò. Danny si fermò per un istante, stupito dalla reazione di Stella e socchiudendo appena gli occhi, ma il sapore di alcol che aleggiava nella bocca di Stella gli bastò a ricordargli che non era giusto, e a farlo staccare immediatamente. Stella lo guardò, stranita.
-Ehi, smettila, te l’ho detto di stare buona. Non sai quello che fai, se fossi lucida non lo faresti mai- brontolò imbarazzato. Non era affatto il tipo di andare con una ragazza ubriaca, specialmente una come Stella, sapeva che non appena sarebbe stata abbastanza lucida l’avrebbe ucciso. Finalmente arrivarono fino alla casa di Stella, e Danny spalancò la porta entrando e portando Stella nella sua camera, appoggiandola sul suo letto.
-Ecco, adesso dormi, ne hai un gran bisogno, fidati- disse. Non vedeva l’ora di defilarsi, non sapeva per quanto avrebbe effettivamente potuto resistere. Ma no, che si stava dicendo? Doveva farlo. Scosse la testa. Stella rimase lì, guardandolo con sguardo incuriosito.
-Eddai però, come sei noioso- sbuffò la ragazza, imbronciata. Danny sospirò di sollievo, sembrava aver capito che era il caso di desistere. Si girò per andarsene, ma Stella lo richiamò.
-Non resti?- chiese, guardandolo di sottecchi con occhioni dolci, come se stesse cercando di convincerlo. Danny incrociò le braccia. Ma allora non aveva capito niente? Danny non avrebbe mai potuto approfittare di lei, sia per il fatto che era lei in sé sia per il fatto che era una cosa veramente disonorevole, se voleva una donna doveva conquistarla e non usare l’alcol come metodo persuasivo.
-No, me ne vado prima che mi salti addosso- brontolò, visto che ormai ancora un po’ e lei sarebbe passata a metodi meno ortodossi. Stella scosse la testa.
-Intendo a dormire, fammi compagnia- disse Stella. Danny ci pensò un attimo, ma non riuscì a dire di no a quello sguardo, e sospirando decise di restare con lei. Si tolse il mantello e lo gettò via, mettendosi poi disteso accanto a Stella chiudendo gli occhi e cercando di non pensare a dove si trovava.
-...Domani mattina mi ucciderai, lo sai? Mi chiedo come farò a convincerti del fatto che non abbiamo fatto niente- mormorò Danny infine, guardando Stella. Lei si era già addormentata, russando leggermente e stando abbracciata a Danny. Lui sorrise quasi involontariamente, Stella addormentata sembrava molto meno terribile. Le accarezzò piano il viso, per non svegliarla, prima di mettersi a dormire anche lui.

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Capitolo 15
*** Il valzer ***


OMFG, tantetantetante recensioni... Mi dispiace se non ho risposto, fans, ma ce ne sono millemila e per il momento non ho molta voglia D: Ma prometto che lo farò presto u.u Ingannate pure l'attesa con il prossimo capitolo (che probabilmente sarà orrendo visto che oggi avevo addosso uno scazzo incredibile ma ho deciso di scrivere comunque) x'D

Danny sbadigliò, stiracchiandosi. Nonostante avesse passato una consistente quantità di tempo tra sogni improbabili ed inconsci pensieri di morte, aveva dormito piuttosto bene. Sapeva che probabilmente sarebbe morto non appena Stella si sarebbe svegliata, ma comunque decise di passare i suoi ultimi minuti di vita nel relax. Allargò le braccia per incrociarle dietro la testa, ma facendo questo urtò accidentalmente qualcosa di freddo e liscio, irrigidendosi immediatamente. Continuò a scorrere le dita sulla cosa fredda e liscia, accorgendosi quasi immediatamente che si trattava di una spada.
-Buongiorno, mio caro suicida- disse una voce che a Danny era fin troppo nota. Con orrore spostò lo sguardo alla destra del letto, accorgendosi solo in quel momento che seduto sul comodino stava Michael, e che la cosa che aveva toccato era la sua spada di diamante. Danny cominciò a sudare freddo. Ok, Stella non gli avrebbe mai creduto e l'avrebbe ucciso, ma Michael era già un altro conto. Era doppiamente morto. Anzi, era morto tre volte tanto. Fece per dire qualcosa, ma Michael si posò l'indice sulla bocca facendogli segno di stare zitto.
-Ehi, la prossima frase che uscirà dalla tua fottuta bocca farà meglio ad essere qualche cazzata da colto scrittore, filosofo e pensatore perchè sarà definitivamente incisa sulla tua tomba- disse Michael con un sorriso apparentemente serafico e bonario ma che in realtà significava morte.
-Posso spiegare- fu tutto ciò che uscì dalla bocca del terrorizzato Danny. Michael scosse la testa.
-Come ultime parole non sono un granchè- sospirò Michael, con sguardo profondamente deluso e facendosi scrocchiare le nocche. Danny rimase a fissarlo, implorandolo con lo sguardo di essere lasciato in vita, ma proprio in quel momento Stella si svegliò sbadigliando. Si stirò senza troppi problemi e inizialmente non si accorse del due accanto a lei. Dopo essersi strofinata abbondantemente gli occhi, si abbandonò nuovamente sul cuscino.
-Che cazzo... La testa mi sta scoppiando. Mi sa che ho bevuto troppo, ma almeno non ho combinato casini...- disse, un attimo prima di spostare lo sguardo e di accorgersi di Danny. Nel vederlo, rimase come pietrificata, come se la sua mente stesse immaginando tutti gli scenari possibili che potevano essere accaduti da quando aveva perso completamente il controllo di sé stessa per via dell'alcol. Danny boccheggiò, cercando di pensare ad una frase di spiegazioni abbastanza comprensibile da fare in modo che Stella non lo uccidesse, tentando nello stesso momento di scacciare dalla sua mente l'immagine di Michael che correva allegramente per New Emerald City con la sua testa infilata sulla spada di diamante. Ma non riuscì a fare nessuna delle due cose, e così Stella rimase a fissarlo con quella faccia pietrificata e Michael continuò a parlargli con un tono di voce così mellifluo e falsamente dolce che se avesse avuto un'etichetta ci sarebbe stato scritto "Made in China".
-Bene, Stella, hai qualcosa di dire a sua discolpa oppure posso anche ammazzarlo senza problemi? Non lo uccido tanto, solo un pochino, così se vuoi puoi finirlo tu- disse Michael con un ampio sorriso, alzandosi in piedi e pregustandosi già il momento in cui avrebbe fatto volare Danny dalla porta di casa - ovviamente mentre era chiusa - a calci.
-Stella, ti scongiuro, aiutami, ti posso giurare su tutto quello che vuoi che non abbiamo fatto niente- piagnucolò Danny, che non sapeva come giustificarsi dal momento che era quasi certo che Stella non ricordasse nulla, e Michael non sembrava affatto disposto ad ascoltare la sua versione. Stella rimase a fissarlo per un lungo istante. Danny non riusciva a capire che cosa stesse pensando dal momento che la sua espressione era neutra, ma sperava sinceramente che lo aiutasse, perchè almeno nella sua mente essere ucciso da Stella sarebbe stato molto più breve e meno doloroso che essere fatto a pezzi da Michael. Sorprendentemente, Stella sembrò considerare poco invitante l'idea di poter uccidere Danny solo dopo che fosse passato sotto i poco ortodossi metodi di suo padre, quindi decise di aiutarlo. Scosse la testa, guardando Michael.
-Lascia, papà, ci parlo io- disse, indicando a suo padre la porta. Michael guardò Danny, poi Stella, poi nuovamente Danny e ripeté il processo ancora per un paio di volte, prima di sospirare pesantemente ed andarsene. Danny rimase stupito di quanto Michael avesse effettivamente rispetto della volontà di Stella: si vedeva che smaniava dalla voglia di farlo fuori per averlo trovato con lei, ma comunque non appena lei gli aveva chiesto di lasciarla parlare, lui aveva acconsentito senza troppe proteste. Ma ora aveva un altro problema, doveva dare una spiegazione credibile a Stella prima di essere fatto in un milione di pezzi. Stella rimase a fissarlo per qualche secondo, e inaspettatamente lo ignorò accoccolandosi nuovamente accanto a lui e chiudendo gli occhi. Danny rimase stupito.
-Come? Non mi vuoi morto? Non mi minacci? Non mi farai in un milione di pezzi? Non mi castrerai ad asciate?- chiese, esterrefatto. Stella fece una smorfia disinteressata.
-Tanto il danno l'ho già fatto e ho troppo mal di testa. E comunque penso che mio padre sia già più che sufficiente- bofonchiò Stella, nascondendo la faccia nel cuscino facendo chiaramente capire che non era il caso di infierire. Era evidente che non credeva affatto che non avessero fatto niente, anzi, sembrava del parere completamente contrario. Però, alla luce di questo fatto, Danny continuava a non capire perchè non volesse farlo fuori, "ho mal di testa" sembrava una scusa piuttosto debole per una che era fuggita da un'arena con una coscia lacerata.
-Guarda che prima stavo dicendo sul serio, non abbiamo fatto niente- rispose Danny con aria offesa. Come poteva anche solo sospettare questo? Beh, di certo il fatto che si fosse risvegliata vicino a lui poteva dare idee sbagliate, ma qualunque cosa Stella avesse pensato si era sbagliata di grosso. Credeva davvero che fosse capace di un colpo così basso? Nei suoi confronti, oltretutto? Già non avrebbe mai potuto farlo nei confronti di una ragazza qualunque, figuriamoci se ne fosse stato capace quando si trattava di Stella. L'Hardcorer uscì dalla sua tana-cuscino, puntando lo sguardo su Danny.
-Dici davvero? Ma sul serio? Saresti disposto a guardarmi negli occhi e a giurarlo?- rispose Stella, con tono alquanto scettico. Danny rimase a guardarla per qualche secondo, in completo silenzio. Certo che l’avrebbe fatto. E pure volentieri, se questo fosse servito a fare in modo che lei gli credesse.
-Sì, te lo giuro, e potrei giurartelo un altro milione di volte, visto che è la verità- disse infine, senza spostare lo sguardo dagli occhi di Stella. Lei continuò a guardarlo in silenzio.
-...So che non saresti mai capace di farlo, volevo solo vedere se avresti avuto il coraggio di giurarmelo- rise infine Stella, mettendosi a sedere sul letto e abbracciandosi le ginocchia e guardando Danny con un mezzo sorriso. Il principe del Nether rimase stupito, quella ragazza ne sapeva una più del diavolo.
-Ah, a proposito, grazie per avermi portato a casa prima che combinassi qualche cazzata. Mi dispiace solo essermi persa il ballo finale- sospirò la ragazza, spostando lo sguardo fuori dalla finestra. La tiepida luce del sole del mattino le accarezzò il viso, facendo risaltare i suoi occhi azzurri come l'oceano. Danny rimase a guardarla per qualche attimo con un sorriso sul volto.
-Di che ballo parli?- chiese, incuriosito. Stella scosse la testa, spostando nuovamente lo sguardo su Danny.
-Alla fine di ogni festa, a New Emerald City, la banda suona un valzer, e si balla in coppia. Io faccio schifo a ballare, ma di solito è abbastanza divertente, ed è pieno di figoni che mi chiedono di ballare con loro- rise Stella, scuotendo la testa con una risata. Danny sospirò ridendo, pensando alla scena di Stella che ballava con poca grazia facendosi trascinare in giro da qualche altro guerriero a tempo di valzer. Sospirò, alzandosi in piedi e porgendo una mano verso Stella.
-Beh, non l'hai perso del tutto, si può ballare anche senza musica... Mi concede questo ballo, gentile donzella?- disse Danny, con un mezzo sorriso. Stella scoppiò a ridere, prendendo la mano di Danny e alzandosi.
-Gentile donzella? Questa cazzata da dove l'hai tirata fuori? Comunque ti ho avvertito che non so ballare, e se ridi ti lincio- rispose Stella con un mezzo sorriso. Danny sorrise e annuì. Stella si avvicinò, mettendosi in posizione vicino a Danny e seguendo i suoi passi. Sorprendentemente, il principe del Nether sembrava conoscere piuttosto bene i passi di valzer, e nonostante non ci fosse la musica se la cavava niente male, riuscendo a guidare Stella abbastanza bene da riuscire ad abbozzare una danza abbastanza aggraziata da far sembrare che stessero volteggiando. Stella chiuse gli occhi, stringendosi a Danny e lasciando che la guidasse, ed era come se in realtà ci fosse la musica come sottofondo. Si sentiva come se stesse davvero ballando durante la festa della sera prima, e per qualche ragione il fatto che il suo compagno fosse Danny la faceva sentire felice. Anche prima, quando si era resa conto di essersi svegliata vicino a lui, in fondo aveva pensato che fra i vari possibili compagni con cui avrebbe potuto passare la notte, Danny le sembrava il meno terribile. Non riusciva a darsi una spiegazione per questo suo pensiero - anzi, ne aveva una, e faceva del suo meglio per pensare che non era effettivamente possibile - e questo la disturbava profondamente. Ma ora, non era il momento di pensarci, no? Si sentiva leggera, fra le braccia di Danny, come se improvvisamente le fossero spuntate le ali e potesse volare, se solo l’avesse voluto. Socchiuse nuovamente gli occhi, incontrando lo sguardo di Danny che la guardava con un sorriso. Se solo li avesse visti Michael, chissà che avrebbe detto. Stella sospirò piano, e Danny si fermò.
-Siamo stati così terribili?- rise il principe del Nether, senza decidersi a lasciar andare la presa su Stella. Lei rise.
-Ma no, dai, di solito sono peggio, non mi aspettavo che sapessi ballare il valzer- sorrise Stella, divertita. Danny arrossì un po' per l’implicito complimento, spostando lo sguardo con fare imbarazzato ed evitando di guardarla negli occhi.
-Non... Non è nulla di che, me l'aveva insegnato la mamma. Mi diceva che l’onore più grande di un uomo si poteva vedere dal modo in cui trattava le donne, e io le chiedevo sempre di insegnarmi come essere romantico con loro- disse Danny, ricordando sua madre con un sorriso.
-Si vede che qualcuno ti ha fatto una bella lezione su come comportarti con le donne, in fondo credo che abbia più onore tu da solo che non il tuo intero popolo- rise Stella, divertita. Era la pura verità, Danny sapeva come essere romantico, sebbene Stella fosse praticamente refrattaria a quella roba doveva ammettere di essere impressionata. Nonostante conoscesse Danny solo da pochi giorni, doveva ammettere – anzi, avrebbe dovuto ma non l’avrebbe mai fatto – che un po’ era riuscito a fare colpo su di lei. Gli Hardcorer rispettavano le donne, certo, ma Danny era tutto un altro conto. Non c’era termine di paragone, fra i modi di fare suoi e quelli degli altri ragazzi Hardcorer. I due rimasero in silenzio per un attimo, guardandosi negli occhi.
-...Danny...- cominciò Stella, bloccandosi subito dopo come se avesse in mente un concetto ma non riuscisse ad esprimerlo.
-...Cosa?- chiese Danny, incuriosito da che cosa Stella stesse cercando di dire. Continuarono a guardarsi per secondi che sembrarono anni, mentre il silenzio continuava ad imperare, rovinato solo un po' da una voce in sottofondo che era facilmente riconoscibile come quella di Kyle che stava urlando qualcosa a Michael fuori, ma così forte da farsi sentire anche dentro. La verità era che nemmeno Stella sapeva bene come esprimere il concetto che aveva in testa, era più abituata a far parlare la sua spada che non a cercare di mettere in fila delle parole che non fossero insulti. E poi, quando mai in vita sua aveva fatto un discorso come quello che stava cercando di far uscire dalla sua bocca in quel momento? Presumibilmente mai. Così, invece di mettersi a rispondere con parole che non aveva mai usato e probabilmente avrebbe continuato a non usare, Stella preferì rispondere a Danny baciandolo, e stavolta senza alcolici ad indurla a farlo. Danny rimase non poco stupito, ma stavolta non si staccò da Stella perchè sapeva che era lei che lo stava baciando e non una specie di concentrato di Sangue di Blaze come la sera prima. Danny chiuse gli occhi assaporando il momento, e non potè fare a meno di chiedersi se Stella si ricordasse effettivamente ciò che era successo la sera prima. Decise di lasciar perdere, non voleva che il suo primo bacio fosse anche l'ultimo, visto che quasi sicuramente Stella l'avrebbe ucciso. Dopo qualche secondo i due si staccarono, ma rimanendo comunque vicini, e Danny schiuse appena le labbra per dire qualcosa.
-Stella, io...- cominciò, ma Stella posò un dito sulle sue labbra.
-Silenzio, non rovinare tutto- disse la ragazza ridendo sommessamente. Danny sorrise. Già, aveva ragione lei, era meglio che stesse zitto. L'atmosfera fu comunque rovinata da un urlo che attraversò l'aria.
-MICHAEL, NON LO PUOI FARE!- urlò una voce molto familiare. Stella strinse i denti e sbuffò.
-Kyle, cazzo, un giorno o l'altro io lo faccio a pezzi- ringhiò la ragazza, estremamente seccata dal capo Creative che continuava a rovinare le sue giornate, in una maniera o nell'altra. Ciononostante, l'urlo di Kyle bastò a ricordare a Stella che il Nether la stava aspettando e presto avrebbero dovuto partire. Danny era ancora fermo lì, immobile come un baccalà a fissare Stella che raccoglieva il suo equipaggiamento lasciato in giro. Lei se ne accorse.
-Beh, che c'è da fissare? Andiamo, forza. Abbiamo un attacco che ci aspetta- disse, attaccando le due spade alla cintura ed indossando l'armatura di diamante. Danny scosse la testa, divertito.
-Non ti smentisci mai- disse, con un mezzo sorriso. Nonostante il piccolo momento di dolcezza, Stella sembrava tornata la solita guerriera indomabile di sempre, e la cosa non dispiaceva a Danny.
-Mi sembra ovvio. Ora andiamo, di certo tuo padre non si ucciderà da solo- sogghignò Stella.

NdA: Schifo. Perdonatemi. x'D

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Capitolo 16
*** Fidati di me ***


Comincio dicendo che gente, mi dispiace per non aver postato un emerito cazzo per tutte le vacanze, ma se non ero in ferie in posti dimenticati da dio e da internet ero al lavoro e quindi uiiehnwuhruihoiuerhm D: Spero che mi perdonerete u.u" Perchè lo farete, vero? Vero? Comunque, se non altro ora mi è tornata un po' di ispirazione (e con un po' intendo che non riesco a decidermi se cominciare una fan fiction sui demoni, una che è un misto fra Hunger Games e Tron, una su Bioshock o una su Borderlands D:) e quindi posso ricominciare a scrivere <3 Se non altro c’è stata una buona notizia, è uscita la 1.8 *^* Sì, questo potrebbe significare un seguito di questa roba
 
Nonostante fosse ancora mattina, non appena i due uscirono si accorsero che gli abitanti della città erano diventati un'unica caotica massa, che si muoveva indistintamente per tutta New Emerald City. C'erano player diversamente affaccendati in giro per la città, per la maggior parte occupati in attività che avevano a che fare con l'imminente attacco. In particolare, i Creative si stavano occupando della sala museo sul Nether, rimuovendo le esposizioni e portandole via, in modo che se si fossero trovati a combattere in quella stanza il materiale non si sarebbe rovinato, mentre invece gli Hardcorer erano tutti occupati a rinnovare il loro armamentario, dal momento che erano sempre stati (e continuavano ad essere) la principale forza militare dell'Overworld e quindi avrebbero dovuto farsi carico della maggior parte dei combattimenti. Truppe di supporto stavano arrivando da ogni parte dell'Overworld e anche la più piccola delle colonie stava dando il suo contributo in soldati, e quando non potevano fornire uomini allora portavano rifornimenti. L'atmosfera era carica, ma non tesa. Era evidente che i guerrieri non avevano affatto paura, visto che avevano già vinto due battaglie e sapevano di potercela fare. Stella andò subito a cercare suo padre, per unirsi agli Hardcorer nella battaglia imminente, ovviamente seguita da Danny. Come si aspettavano, trovarono Michael tutto intento a litigare con Kyle, mentre decidevano quale stendardo di guerra sarebbe stato il più appropriato da portare con l'esercito di New Emerald City. Totalmente incuranti della presenza di Stella e Danny, i due continuarono per svariati minuti. Michael voleva portare quello degli Hardcorer, mentre Kyle voleva portare quello dei Creative.
-...Scusatemi, e perchè non portate entrambi?- intervenne Danny ad un certo punto, più che stufo di sentirli litigare. I due guardarono Danny per un attimo, stupiti di non averci pensato.
-Beh, strano ma vero... hai ragione- commentò Michael. Era un evento straordinario, Michael aveva dato ragione a Danny. Anche Kyle sembrava d’accordo con Michael e Danny, il che rendeva l’evento in sé ancora più straordinario.
-Papà, a che punto siamo con i preparativi?- chiese Stella. Michael si grattò il mento guardandosi intorno per qualche attimo, come se stesse ponderando attentamente cosa rispondere.
-Abbiamo quasi finito, non vi preoccupate. Presto potremo attaccare senza problemi e schiacciare quegli idioti- rispose il capo Hardcorer, alzando le spalle. Il fatto che nel Nether ci fosse un intero esercito più il Wither ad aspettarli sembrava un problema completamente irrilevante per Michael e gli altri guerrieri di New Emerald City. Tuttavia, Stella aveva una strana sensazione. Si sentiva come in pericolo, non riusciva davvero a capacitarsi che la guerra stesse per concludersi dopo nemmeno due giorni di battaglie. Insomma, i guerrieri del Nether non potevano essere davvero così stupidi. Pensandoci, era la stessa sensazione che aveva avuto quando erano appena tornati dalla trattativa con il Re del Nether. E in quel momento capì che di sicuro lui aveva un piano. Guardò suo padre, ma non disse nulla. Era sicura che loro avrebbero potuto farcela, la forza combinata di tutte le fazioni dell’Overworld sarebbe di sicuro bastata a sconfiggere i guerrieri del Nether. La sensazione, però, restava. E le impediva di concentrarsi per l’imminente combattimento. Decise di farsi una passeggiata per schiarirsi per bene le idee, quindi salutò Kyle, Danny e Michael e si avviò verso il palazzo di smeraldo. Rimase per un po’ al piano terra, accanto alla fontana. C’era un certo viavai, ma tutto sommato era sempre meno incasinato del resto della città. Il faro era acceso come al solito, riflettendo l’immagine di Stella. Lei rimase semplicemente lì a pensare in tranquillità, per quanto di tranquillità si potesse parlare visto che le si stava annodando il cervello nel tentativo di capire quale mossa avesse in mente il Re del Nether per fregarli. Chiuse gli occhi, cercando di mettersi nei panni del Re, ascoltando lo scroscio dell’acqua della fontana. Quando finalmente riuscì a raggiungere la concentrazione, le venne in mente un’idea, ma era già troppo tardi. Un tonfo rovinò la sua concentrazione, seguito da un urlo. Un guerriero corse giù dalle scale, ma una freccia lo colpì in pieno alla schiena, facendolo rotolare giù. Un altro guerriero in armatura dorata scese dalle scale guardandosi intorno, e appena vide Stella la riconobbe subito.
-La Hardcorer?- disse, stupito di vederla, quasi come se l’avesse trovata in casa sua invece che a New Emerald City. Anche Stella lo riconobbe, era l’ex migliore amico di Danny, quello che al rituale aveva cercato di ucciderlo, ma non perse tempo con i convenevoli. Scattò in piedi e corse fuori dal palazzo mentre altri guerrieri del Nether scendevano dal piano di sopra.
-Allarme! Allarme! I guerrieri del Nether attaccano!- urlò, correndo per la città in modo da avvertire più Hardcorer possibili. Allora aveva pensato bene, quelli avevano attaccato a sorpresa. I guerrieri Hardcorer reagirono prontamente come un sol uomo, afferrando la prima cosa che si trovarono a portata di mano. Asce, picconi, secchi, blocchi di pietra, bastoni, ogni cosa era improvvisamente diventata un’arma nelle mani degli Hardcorer inferociti che, in mancanza di vere armi, tentavano di raggiungere le loro case per prendere in mano qualcosa di serio e di contenere gli invasori nello stesso momento. Facendosi largo fra la folla, Stella riuscì a raggiungere Danny, Michael, Niko, Spix e Wesk.
-Stella, da dove diavolo sono arrivati questi tizi?- sbottò Michael, incazzato, reggendo la spada in diamante che si portava sempre dietro. Stella estrasse la spada, pronta a combattere.
-Penso che siano usciti dal portale che c’è nel palazzo di smeraldo. Non riesco a capire come cazzo si possa fare una cosa così stupida... Si faranno massacrare a centinaia- disse Stella a denti stretti, irata per non essere riuscita a prevedere prima una mossa del genere. Michael si accorse che stava per lanciarsi nella mischia, e la prese per un polso bloccandola. Stella lo guardò, perplessa.
-No, non andare a farti ammazzare. Segui... Il percorso- disse Michael, prendendo una cosa luccicante dalla tasca e porgendola verso Stella. Lei guardò la mano di Michael, smarrita, come se non capisse perché lo stava facendo. Poi, scostò la mano del padre con un gesto deciso.
-No papà, non lo farò mai, scordatelo, uscirò da New Emerald City con la spada spezzata o coperta di sangue nemico, non voglio scappare- ringhiò con decisione. Michael le rifilò l’occhiata più seria e disperata Niko, Spix e Wesk avessero mai visto. Mise la cosa luccicante nella mano di Stella, stringendola per un lungo istante.
-Sono serio, Stella. Prendi questo imbecille, seguite il percorso e uscite da questa città. È una trappola per topi. Per ora resistiamo, ma ho seri dubbi riguardo a quello che possiamo fare. C’è la seria possibilità che New Emerald City cada, se continuiamo di questo passo. Vai a Dynamopolis, è la città più sicura che sia rimasta, per adesso. Non uscire di lì finché non arriverò io... Se arriverò. Avrei voluto venire con te personalmente, ma questo qui conosce il Nether ed è la nostra unica fonte di informazioni... Preferisco salvare lui. Ora vattene, questo è un fottuto ordine dal tuo fottutissimo capofazione- replicò Michael. Stella scosse la testa, ma fu costretta ad accettare l’oggetto luccicante e ad eseguire l’ordine di Michael. Intorno, i guerrieri del Nether cominciavano a fare sempre più pressione sull’esercito Hardcorer, rompendo le linee e sciamando verso le periferie della città. Danny guardò Stella, come a chiederle cosa volesse fare.
-Voi tre, con me, siete sacrificabili- disse il capo Hardcorer a Spix, Niko e Wesk.
-Come, scusa?- disse Niko, ma uno sguardo gelido di Michael bastò a zittirli. Wesk piagnucolò qualcosa di indecifrabile guardando Stella con uno sguardo che le spezzò il cuore. Deglutì piano, estraendo una carica incendiaria dalla tasca, come se non sapesse cosa dire.
-...G-Grazie per avermi salvato da quel Ghast, Stella- disse, sconsolato. Poi le rivolse un ultimo sguardo, e si gettò nella battaglia assieme agli altri tre, con Michael che ruggiva parole non adatte ad un pubblico di bambini verso i guerrieri avversari. Stella ripose la spada e corse via con Danny al seguito, avanzando verso le mura di New Emerald City e scalandole rapidamente. Un gruppo consistente di guerrieri del Nether notò i due, e si lanciarono subito al loro inseguimento. Stella e Danny si lanciarono dalle mura cadendo dall’altra parte, nella neve alta e fresca della taiga. Partirono di corsa.
-Danny, stammi dietro, testa bassa e passa per gli stessi punti in cui passo io- disse Stella, come se sapesse esattamente come muovere ogni passo in quel luogo. Danny capì che probabilmente quella procedura le era stata spiegata decine e decine di volte, quindi decise di non fare domande. Corsero nella taiga fra gli alberi carichi di neve, in un paesaggio che sembrava tutto uguale. I guerrieri del Nether gli stavano immediatamente dietro. Saltarono oltre alcuni tronchi caduti, e improvvisamente Stella si abbassò, spezzando un filo da inciampo teso fra gli alberi. Da un punto imprecisato della boscaglia partì una raffica di frecce che colpirono alcuni guerrieri in piena fronte, alla gola o al petto, uccidendoli sul colpo. Continuarono a correre in una foresta che sembrava non finire mai.
-Salta!- disse Stella ad un certo punto, spiccando un balzo che sembrava degno di un professionista. Anche Danny saltò, ma gli inseguitori non riuscirono a fare lo stesso. Il terreno crollò come se fosse stato fatto di cartapesta, aprendosi sotto i loro piedi e facendoli cadere dentro. Il suono che ne seguì non fu molto piacevole, ma Danny riuscì a capire che qualcosa li aveva appena impalati. Mancava ormai poco al confine della taiga, e Stella tirò una leva. Dei lacci sottili ma resistenti caddero dagli alberi, e Danny notò di sfuggita che formavano dei cappi. I guerrieri del Nether, troppo impegnati a concentrare la loro attenzione su Stella per accorgersi della trappola, ci finirono addosso in pieno, spostando i fili. Dei contrappesi caddero dai rami, spostati dalla tensione del filo, cadendo a terra e tirando i lacci, che per reazione tirarono su anche i guerrieri intrappolati, impiccandoli. Stella aprì finalmente la mano rivelando l’oggetto luccicante, che altro non era che una pozione dal colore azzurro. Apparentemente era identica all’acqua, ma il suo colore rilucente diceva il contrario. Stella bevve la pozione e lanciò la bottiglia fra gli alberi, dietro di sé. Strani tagli umidi comparvero sui lati del collo della ragazza, e improvvisamente Danny capì. La fine della taiga era vicina, e stava per cominciare l’oceano.
-Stella, cos’hai in mente?- chiese Danny, preoccupato. In fondo era nato nel Nether, era più abituato ad oceani di lava che di acqua, e l’idea di dover nuotare nell’oceano non lo entusiasmava nemmeno un po’.
-Fidati di me- rispose semplicemente Stella. La foresta si aprì improvvisamente di fronte a loro, rivelando una distesa d’acqua e un dirupo.
-Oh cazzo!- urlò Danny. Gli venne istintivo da fermarsi, ma decise di fidarsi del piano di Stella e di saltare. I due balzarono nello strapiombo e caddero nelle gelide acque oceaniche. L’impatto per Danny fu quasi traumatico, e lo sbalzo di temperatura gli fece venire improvvisamente un forte mal di testa. Si sentì trascinare sotto, e capì che Stella stava affondando in acqua per via della pesante armatura. La sua mente gli disse di aiutarla, ma ormai erano già sotto. Arrivarono più in giù, fermandosi solo quando toccarono il fondale. Danny si agitava in acqua, e sentiva i polmoni che gli stavano come per scoppiare. Si guardò intorno alla ricerca di Stella, e lei lo prese facendolo girare verso di lei, posando la sua bocca su quella di Danny. Lui all’inizio rimase perplesso, ma quando riuscì finalmente a respirare capì che lei gli stava passando l’aria. I guerrieri del Nether si fermarono sullo strapiombo, guardando giù in mare, aspettando ad archi puntati che Stella e Danny riemergessero. Dopo circa mezzo minuto si stufarono e decisero di tornare indietro verso New Emerald City per dare manforte ai loro compagni, lasciando via libera ai due nascosti. Stella e Danny attesero qualche minuto, sia perché la situazione non gli dispiaceva, sia perché dovevano essere certi di essere al sicuro. Riemersero quando l’effetto della pozione stava per svanire, e nuotarono verso una vicina porzione di sabbia abbastanza in basso per poter essere raggiunta. Esausti, si trascinarono sulla sabbia, lasciandosi cadere a terra. Stella guardò Danny e sorrise appena, togliendosi l’armatura e gettandola sulla sabbia, lasciando che i vestiti si asciugassero un po’. Danny, si canto suo, si scosse come un cane spruzzando acqua ovunque, ottenendo l’unico risultato di inondare Stella di acqua e sabbia, facendosi appiccicare i vestiti alla pelle. Stella se ne rimase lì inerte per un attimo.
-Sexy- fu l’unico commento che fece dopo un po’ guardando Danny con una mezza risata. Danny inizialmente non capì, poi spostò lo sguardo sui suoi vestiti e scoppiò a ridere.
-Lo dici perché lo pensi o solo per tirarmi su di morale, visto che è tipo la venticinquesima volta che rischiamo di morire in due giorni?- rise il principe del Nether.
-Entrambi- rispose Stella, scuotendo gli stivali di diamante perché ne uscisse l’acqua. Dalla sua faccia, Danny capì che lei aveva già pensato ad un piano.
-Scommetto che non hai alcuna intenzione di andare a Dynamopolis, vero?- disse Danny. A Stella venne da ridere, ma represse l’istinto.
-Ovviamente no. Ho intenzione di tornare nel Nether e di uccidere il Re. Forse questo convincerà quei bastardi a rientrare- sbuffò Stella, rialzandosi in piedi e rimettendosi l’armatura. Improvvisamente, non sembrava più tanto stanca. In fondo, avevano solo poco tempo, riposarsi era un lusso che non potevano concedersi. Anche Danny si rialzò, dandosi delle vigorose pacche sulle gambe in un ultimo tentativo di levarsi di dosso quanta più acqua possibile.
-Bene. Ovviamente verrò con te, se devo andare a Dynamopolis da solo mi perdo- disse il principe in tono fintamente ingenuo. Stella scosse la testa ridendo e indossando l’elmo.
-Non sei credibile, nemmeno un po’. Andiamo, dai, ho dell’ossidiana, forse riusciremo a costruire un portale che ci spawni in un punto non proprio improponibile.
Danny annuì. Stavolta non potevano sbagliare.

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Capitolo 17
*** Il tatuaggio ***


Salve fans! *suono di grilli in sottofondo* Ehm. Oggi mi sento piuttosto ispirata e pure abbastanza contenta, visto che ho trovato la seconda pistola leggendaria su Borderlands 2 in soli 4 giorni, il che ha dato un boost al mio umore e quindi alla mia ispirazione xD Hornet e Unkempt Harold, per chi fosse pratico del gioco (?) Se leggete le risposte alle recensioni... Sì, qualcuno morirà. No, non Kyle. Vi piacerebbe. +_+ Ma non vi dico chi perchè sono una brutta persona e vi lascerò la suspence. Anyways, ciò che succederà in questo capitolo (capirete a che mi riferisco) NON verrà spiegato all'interno di questa fan fiction, perchè si suppone che getti le basi per un seguito (che non so se farò, al massimo vi terrete la suspence per sempre(?)) di questa roba xD Spero che non sia così orribile. òAò

Conoscendo la loro sfiga, i due erano già psicologicamente pronti per farsi una nuotata nella lava, ma stranamente il portale fu abbastanza generoso con loro, e decise di farli spawnare su una collina di Netherrack, a nemmeno 500 blocchi dalla fortezza dei guerrieri del Nether. In giro non c'era quasi nessuno, fatta eccezione per i pigman zombie. Stella non rimase stupita. Evidentemente, i guerrieri del Nether dovevano aver concentrato tutte le loro forze su New Emerald City, visto che dividere l'esercito era già costato due sconfitte per la loro fazione, prima ad Arcadia e poi a Dynamopolis. Stella si chiese come se la stessero cavando a New Emerald City, ma lasciò perdere in fretta. Preoccuparsi non avrebbe di certo aiutato l'esercito Hardcorer, anzi. Avrebbe solo contribuito a distrarli, e non potevano permettersi distrazioni, nè tantomeno un fallimento. Danny estrasse la spada, e Stella prese l'arco. Avanzarono con prudenza giù per la collinetta di Netherrack, cercando di non farsi sentire dalle poche sentinelle rimaste di guardia sulle mura. Si avvicinarono alla fortezza, e Stella prese la mira incoccando una freccia. Mirò a una delle sentinelle che erano di pattuglia, prese un respiro profondo e scoccò la freccia. Com'era prevedibile la freccia colpì in pieno la sentinella, che cadde a terra con un tonfo sordo. La sentinella che era al suo fianco se ne accorse, ma non fece in tempo a dare l'allarme. Stella scoccò un'altra freccia prima che la guardia potesse dare l'allarme e la colpì in pieno, e quella cadde giù dalla parte esterna del muro. Stella lanciò uno sguardo a Danny. Avevano solo pochi secondi prima che i guerrieri rimasti all'interno della fortezza si accorgessero che c'era qualcosa che non andava, quindi dovevano fare molto in fretta. Si lanciarono di corsa verso il portone principale e Danny ci si buttò contro in pieno. Il portone, che evidentemente non era stato chiuso abbastanza bene, cedette allo spintone di Danny e si spalancò con violenza. Il rumore del ferro risuonò per tutto il palazzo, e immediatamente delle guardie accorsero per vedere cosa fosse successo. Non fecero nemmeno in tempo ad accorgersi di loro che Stella le abbattè a frecciate ad una ad una, man mano che uscivano. Era ben chiaro che ormai chiunque fosse dentro il palazzo doveva averli sentiti, ma a loro non importava. Il largo cortile interno della fortezza era deserto, e continuava a restare tale. Non c'era nessuno, una perfetta scena in stile "cespuglio-che-rotola", se non fosse stato per la terribile afa e la tensione che c'era nell'aria, che costringevano i due a stare all'erta. Stella incoccò un'altra freccia, pronta a scattare alla prima apparizione di un avversario. Avanzarono cautamente, nonostante fossero quasi certi che non ci fosse nessuno all'interno. Stella aveva già pagato la sua sconsideratezza una volta, ignorando che il Re del Nether aveva sempre un piano di riserva. Forse anche un piano di riserva alla riserva. L'Hardcorer deglutì, stringendo più forte la mano sull'arco. I suoi compagni... Se solo si fosse resa conto di cosa stava per succedere, giusto un attimo prima. Forse avrebbero vinto in un attimo, e ora non si sarebbe ritrovata con Danny nel Nether tentando una missione suicida. Danny si accorse del suo stato d'animo dal suo sguardo, e la guardò sorridendo per incoraggiarla. Stella ricambiò lo sguardo, e un sorriso appena accennato apparve sulle sue labbra. Annuì per far capire a Danny che stava bene, e che non doveva preoccuparsi per lei. Il principe lasciò perdere un attimo tutto ciò che si trovava intorno a lui e appoggiò una mano sulla spalla di Stella, per poi riprendere in mano la spada facendole cenno di seguirlo. Stella lo lasciò andare avanti e lo seguì, perchè in fondo lui conosceva quel palazzo molto meglio di lei. Da quando erano entrati non si erano detti nemmeno una parola, completamente presi nei loro pensieri. Fu Danny a rompere quel silenzio, mentre camminavano in uno dei corridoi del palazzo, immersi nella semioscurità che aleggiava ovunque.
-...Fra poco dovremmo arrivare nel giardino di mio padre, è dove sta di solito quando deve pensare a cosa fare. Se... Se dovrete combattere, sappi che mio padre tende a tenere la difesa scoperta a sinistra, è sbilanciato quando combatte- disse Danny a bassa voce. Stella si accorse dello strano tono nella voce di Danny.
-Danny, non sei obbligato ad assistere- gli disse, ma non in tono di rimprovero, più di compassione. Era un gran bastardo, ma era pur sempre suo padre, e l'idea di vederlo passato a fil di spada non doveva poi essere un granchè. Lui scosse la testa.
-No, Stella, non preoccuparti per me. Sto bene. Se lo merita, lo so. Il fatto che sia mio padre non implica affatto che io stia dalla sua parte- rispose, con decisione. Stella annuì, se lui diceva che era ok allora non avrebbe insistito ulteriormente. Proseguirono, e in breve si trovarono alla fine di quel corridoio. Non appena entrò nella stanza che stava alla fine del corridoio, Stella rimase esterrefatta. Nella piccola stanza con i muri di Pietraluce e Ossidiana stavano decine e decine di piante. Un morbido tappeto d'erba copriva il terreno - cosa che Stella non aveva mai visto nel Nether - e fiori spuntavano qua e là. Le liane si arrampicavano in tranquillità sui muri, e alcuni esemplari di alberi dell'Overworld decoravano il tutto. Per un attimo Stella si chiese da dove venissero quelle specie di piante visto che al massimo nel Nether cresceva qualche fungo, ma non appena vide chi si aggirava fra quelle piante la domanda gli scomparve immediatamente di mente. Era proprio il Re del Nether, che passeggiava fra gli alberelli guardandoli con sguardo affettuoso. Sembrava ci avesse messo molta cura, nell'occuparsi delle piante. Forse più di quanta non ne avesse messa nell'occuparsi di Danny. Lui ci mise un attimo ad accorgersi di loro, quasi come se sapesse che sarebbero arrivati. Alzò lo sguardo, puntandolo negli occhi di Stella. Un sorrisetto apparve sul suo viso. Non sembrava affatto preoccupato, anzi.
-L'Hardcorer. Come stanno i tuoi amici?- disse con tono canzonatorio. Stella strinse la mano sull'elsa della spada, ancora nel suo fodero. Non rispose. Non voleva fare il suo gioco. Lo faceva apposta, ne era sicura. Voleva solo sconcentrarla.
-Io ti ucciderò, fottuto stronzo!- ringhiò infine, estraendo la spada di smeraldo dal fodero e lanciandosi su di lui correndo attraverso il giardino. Il Re del Nether estrasse la spada a sua volta, parando il fendente di Stella e spingendola indietro. Stella cominciò a colpire furiosamente il Re del Nether, ma lui era più abile di quello che sembrava, e parava i colpi di Stella con un ritmo che la stupì non poco. Ma in fondo era il Re, e anche se non conduceva personalmente l'esercito era sicuramente un potente guerriero. Stella tentò un affondo, ma il Re del Nether la respinse di nuovo e menò un potente fendente verso il suo petto. Stella balzò indietro e la lama della spada del Re cozzò contro l'armatura, emettendo scintille e producendo un suono assordante che sembrò quasi rimbombare all'interno del torace della ragazza. Lei si ritrovò fuori asse per un attimo, ma quell'attimo bastò al Re del Nether. Si lanciò nuovamente in avanti, stavolta puntando alla gola di Stella, che era l'unico punto vitale lasciato scoperto dalla possente armatura. Stella cercò di rimanere in piedi per un secondo, ma realizzò subito che era meglio lasciarsi cadere, e non oppose resistenza. Il Re del Nether rimase completamente spiazzato dalla mossa. Non appena Stella arrivò abbastanza in basso, si diede una spinta tendendo tutti i muscoli, e ritornando su di colpo. Il Re non fu abbastanza veloce per parare il fendente, e Stella gli rifilò una stoccata giusto all'altezza della spalla. Lo squarcio che ne seguì fu devastante, e probabilmente Stella sarebbe riuscita a staccargli il braccio se lui non si fosse spostato abbastanza prontamente. Il Re rimase a guardare la profonda ferita che Stella gli aveva inferto, quasi come se non riuscisse a crederci. Lei, una qualunque guerriera dell'Overworld, gli aveva quasi tranciato un braccio. Stella rimase a guardarlo in posizione di guardia, ansimante. I muscoli le facevano male, quello che aveva appena provato era un colpo molto faticoso. Il Re del Nether sembrò inferocirsi improvvisamente. Lanciò un urlo lacinante e si lanciò su Stella senza curarsi di essere colpito. I fendenti cozzavano contro l'armatura emettendo suoni simili a centinaia di urla graffianti. Stella non sapeva come difendersi bene dai colpi, che arrivavano da tutte le parti. Si concentrò al massimo, seguendo i movimenti della mano destra del Re, che impugnava la spada. E in quel momento si accorse di Danny. Stella aveva pensato che in tutto quel tempo se ne fosse rimasto fermo a guardarli. E invece no. Non appena vide l'occasione, colpì il Re del Nether dritto allo sterno, sul lato sinistro. Il suo punto debole. Il Re non se ne accorse in tempo, però, e rimase impotenta mentre il ferro della spada di Danny gli trapassava la carne. Lasciò andare la spada e portò le mani sulla ferita, come se questo potesse riuscire a fermare il sangue in qualche modo. Lanciò uno sguardo tradito verso Danny, come se non riuscisse a credere che lui, suo figlio, l'avesse tradito. Guardò Stella, poi Danny, poi nuovamente Stella, e realizzò che era spacciato. O forse no. Aveva ancora una possibilità. Si gettò su Danny e lo colpì con una potente spallata in mezzo al petto, buttandolo di lato. Prima che Stella potesse reagire, il Re del Nether corse via lungo il corridoio principale della fortezza. Stella si avvicinò a Danny, aiutandolo a tirarsi su.
-Grazie, mi hai salvato la vita- disse la ragazza, guardando il principe con un mezzo sorriso. Lui sorrise, ma il sorriso fu interrotto da un violento colpo di tosse. Il petto gli faceva un male bestiale.
-Stai bene?- chiese Stella, preoccupata per lui.
-Sì, non preoccuparti, va tutto bene. Dobbiamo inseguire mio padre- disse, raccogliendo da terra la spada che il Re aveva lasciato cadere. I due si lanciarono all'inseguimento del padre di Danny, anche se non c'era pericolo di perderlo, visto le ingenti quantità di sangue che stava perdendo, che formavano una traccia sul terreno che era ben visibile. Nonostante fosse ferito, tuttavia, il Re del Nether riusciva ancora a correre, e anche molto più velocemente di loro. Raggiunse in breve una stanza che stava su un lato del castello, con il portone riccamente decorato e intagliato, con inserti in oro. Lui entrò senza curarsi di chiudere la porta, e passando di lì Stella vide un piccolo recipiente con dentro della lava. Una ciotola per le offerte?
-Stella, qui c'è...- cominciò Danny. Stella annuì, lo sapeva. Non persero ancora tempo, ed entrarono nella stanza. Una vampata di calore li investì in pieno, avvolgendoli come se fosse una cappa. Lo spettacolo che si mostrò di fronte ai loro occhi era qualcosa che avrebbe potuto tranquillamente essere messo in una storia dell'orrore. La stanza era di media grandezza, completamente fatta di ossidiana e oro. Non c'erano lampade, ma la stanza era illuminata dalla lava, che era ovunque. Lungo il perimetro della stanza stava un'enorme vasca, che raccoglieva la lava che sgorgava copiosa dalle pareti. Nella parte più distante della stanza, c'era l'ultima cosa che Stella e Danny avrebbero voluto affrontare. Il Wither. Se ne stava semplicemente lì, ad occhi chiusi e con le braccia incrociate al petto, come se dormisse. Di fronte a lui c'era un piccolo altare di ossidiana largo un blocco, ed era lì che stava il Re del Nether. Sembrava posseduto da qualche demone. Il mantello e la parte superiore della veste erano strappate completamente, lasciando intravedere il busto del Re, solcato dalle ferite che Danny e Stella gli avevano inferto, e che stavano ancora sanguinando. Sebbene gli occhi fossero completamente bianchi, lo sguardo che aveva era completamente folle, quasi estatico. Spalancò le braccia, illuminato dai bagliori della lava, e solo in quel momento Stella si accorse dell'enorme tatuaggio che il Re aveva sulla schiena. Era come un asso di picche, che aveva dentro disegnato un teschio dalle orbite vuote. Aveva già visto quel tatuaggio, ma dove? Il Re del Nether scoppiò a ridere convulsamente, come se fosse impazzito. Quando si girò, Stella avrebbe potuto giurare di avere davanti un demone.
-Ragazzina... Anzi, Stella... Figlia di Michael. In fondo, sapevo che saresti venuta qui, cercando di uccidermi. Non c'è riuscito tuo padre sedici anni fa, ma a quanto pare ti ha mandato a finire il lavoro- ghignò il Re del Nether, come se fosse completamente ovvio di cosa stesse parlando. Stella rimase perplessa. Finire il lavoro?
-Si può sapere di che cazzo parli!?- sbottò Stella, confusa e irata allo stesso tempo. Il Re del Nether scosse la testa, deluso dalla risposta di Stella.
-Come immaginavo. Evidentemente Michael è ancora il solito potente guerriero. Così potente... Da reggere questo segreto per così tanti anni? Sì, sì. Non ti ha detto niente, eh? Niente!? Chiedigli se sa qualcosa di questo- continuò, come se stesse parlando da solo, indicando il tatuaggio sulla sua schiena - Ce l'aveva anche Danny, più piccolo... Ma forse è andato via, vista la cazzata che ha fatto anni fa... Ma queste... Queste le ricorderà sicuramente- concluse, tendendo le mani verso Stella. Era difficile vedere nella penombra, ma sulle braccia del Re del Nether erano chiaramente visibili delle bruciature, che percorrevano interamente i suoi avambracci, e coprivano anche buona parte del petto. Stella era sempre più confusa. Perchè lui si aspettava che lei ne sapesse qualcosa? Di che segreto stava parlando? Cos'era che suo padre le aveva tenuto nascosto? Lanciò uno sguardo smarrito verso Danny, ma anche lui sembrava non avere idee riguardo cosa era successo.
-Già, dovevo sospettarlo. Siamo scomparsi nell'oblio. Nessuno ci ricorda più. Forse... Nessuno ha nemmeno mai saputo qualcosa di noi. Ma Stella... Anche se vincerete questa guerra, cosa che è alquanto improbabile... Divertiti a pensare quanto sia stato divertente bruciare all'inferno. E chiedi a tuo padre quanto sia stato divertente stare a guardare- concluse, ridendo da solo come se avesse fatto la battuta più esilarante dell'universo. Poi tossicchiò e si ricompose, girandosi verso il Wither.
-Bene, caro Wither. Come vedi, ho qui per te gli strumenti della tua rinascita e della mia vendetta... Ammazza questi due, e saziati del loro sangue- ghignò il Re, spalancando le braccia come se stesse facendo un discorso di fronte ad un enorme pubblico. Il Wither aprì gli occhi e si sciolse lentamente da quella posizione statuaria. Si guardò intorno per una manciata di secondi, mentre il Re del Nether già si pregustava il momento in cui il Wither li avrebbe uccisi. Ma a quel punto, accadde qualcosa. Qualcosa che nessuno in quella stanza si sarebbe mai aspettato. Il Wither guardò il Re per un lunghissimo istante, e non appena sentì la puzza del suo sangue si avventò su di lui e lo afferrò.
-Ma che...!? Devi uccidere LORO, stupido animale! Non ME!- urlò il Re verso il Wither, inferocito, colpendolo con entrambe le mani perchè lo lasciasse andare. Infatti, quello lo lasciò andare in breve. Il Re del Nether cadde a terra, ma ormai era troppo tardi. Tentò di rialzarsi, ma in breve si accorse che il suo corpo stava come perdendo vita. La pelle stava diventando sempre più grigia, come una foglia che si accartocciava. I muscoli persero tono e divennero rinsecchiti, la pelle sempre più simile alla carta invece che ad un corpo umano. Il Re spalancò la bocca per urlare, ma non uscì alcun suono. La pelle si rinsecchì definitivamente, e il Re cadde a terra, ridotto a poco più che uno scheletro secco. Il grosso tatuaggio si intravedeva ancora sulla pelle, mentre le bruciature erano ormai divenute invisibili. Gli occhi del Wither divennero improvvisamente più rossi, e l'intero mob cominciò a lampeggiare di luce bianca.
-Attento!- urlò Stella a Danny, buttandolo di lato e riparandosi dietro la vasca che conteneva la lava. Il Wither cominciò a pulsare di luce sempre più forte, e infine rilasciò una potente esplosione che spazzò via l'intera stanza. Stella e Danny riportarono gravi danni, ma erano vivi. Il Wither li osservò per un attimo, quasi disinteressato, e fece per avventarsi su di loro.
-Fermo!- disse Danny. Il Wither si fermò per un secondo, interdetto. Voleva ascoltare.
-Ehm... Ricordi... Ricordi quelli che ti tenevano prigioniero?- continuò il principe. Sembrava aver avuto un’idea. Il Wither rimase immobile, e Danny lo prese come un sì.
-Possiamo portarti da loro. Sono succulenti, sai! E potrai vendicarti, visto che ti hanno tenuto prigioniero e ti hanno fatto false promesse. Devi... Devi solo lasciarci vivere per il tempo necessario per portarti da loro!- concluse. Il Wither ponderò attentamente l’opzione. Guardò Danny negli occhi, ma lui non ebbe nemmeno una minima esitazione. Infine emise un verso. Era un sì. Avevano un patto. Stella guardò Danny, e lui annuì piano. In un istante, lei capì che cosa avesse in mente. Portare il Wither nell’Overworld poteva significare la morte, ma scatenarlo contro l’esercito del Nether li avrebbe obbligati a collaborare con l’esercito dell’Overworld per ucciderlo. Era l’unica possibilità che avevano, e doveva funzionare. E così, i due con il Wither al seguito si diressero verso il portale del Nether che dava su New Emerald City. Potevano farcela. O meglio, dovevano assolutamente farcela. Sempre che a New Emerald City fosse rimasto qualcuno.

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Capitolo 18
*** The Beginning? ***


*compare dal buio dopo 21367862783 secoli* Sì, ho una giustificazione. Avevo cominciato Skyrim, non è che potessi semplicemente abbandonarlo lì, insomma, avevo gente da Fusrodahare (?) u.ù Perdonatemi, anche se probabilmente questo capitolo sarà orribile quindi mi incenerirete lo stesso (?) xD Prima o poi comincerò a postare capitoli con un certo ritmo, promesso <.< Anche perchè finalmente mi è venuta in mente una potenziale trama sensata e dettagliata per un seguito, e potrei postarlo, ammesso di avere ancora dei fans che non mi hanno mandati affanculo stufi della mia incostanza x°D Vabbeh, ci schiaffo qui il solito titolo preso da una challenge e buon divertimento.

Il Wither sembrava propenso a seguire Danny, cosa che lasciò Stella non poco perplessa. Insomma, quel coso era pur sempre un enorme mob che avrebbe potuto ucciderli in un colpo, ma nonostante questo aveva accettato il patto con Danny. Eppure, probabilmente non gli sarebbe servita la guida di Danny per uscire di lì, perchè ovviamente il Wither li aveva visti uscire dal portale dopo l'incursione alla fortezza per liberare gli ostaggi, e non poteva essersene dimenticato così in fretta. Stella guardò il Wither, che stava continuando a fissare intensamente Danny mentre lo seguiva. Si stava avvicinando gradualmente al principe del Nether mentre fluttuava, non per un particolare motivo, ma semplicemente perchè lui volava leggermente più velocemente di quanto Danny camminasse; e più si avvicinava, più cresceva un debole bagliore che usciva da sotto la divisa di Danny, più precisamente all'altezza del petto. Non volendo allarmare il Wither avvicinandosi a Danny, Stella decise semplicemente di rimandare a più tardi le domande. Uscirono dal portale, rientrando nell'Overworld con il potente mob al seguito. Lo sbalzo di temperatura lo colse impreparato, facendolo restare esterrefatto. Il Wither rimase immobile per qualche attimo, fissando il fiato delle due teste supplementari che si condensava in piccole nuvolette, probabilmente non riuscendo a spiegarsi cosa stesse succedendo. Il mob fu però distratto da Danny.
-Ehi. I player gustosi sono tutti qui fuori, puoi andare ad ucciderli- disse, fingendosi entusiasta. Il Wither emise un verso simile a quello di un Blaze che fece trasalire Stella, e si lanciò fuori sfondando il muro di smeraldo senza alcuna esitazione. Con la rottura del muro, tutti i suoni della battaglia ancora in corso aggredirono prepotentemente Danny e Stella, ma quelli non si lasciarono impressionare. Ora dovevano solo pensare a combattere il Wither, assieme a tutti gli uomini dell'esercito del Nether. Si sporsero dal buco che il Wither aveva lasciato nel muro, per vedere cosa stesse succedendo. Il Wither stava fluttuando al di sopra di entrambi gli eserciti, come se stesse ponderando cosa fare. Tutti smisero istantaneamente di combattere, alzando lo sguardo al cielo. I guerrieri del Nether, tuttavia, non pensarono nemmeno per un secondo di attaccare il Wither, anzi. Ricominciarono a colpire gli Hardcorer furiosamente, convinti che il Wither fosse stato mandato per aiutarli. Anche gli Hardcorer ricominciarono a combattere per difendersi, con la battaglia che stavolta era resa ancora più difficile dal Wither. Il mob, infatti, dopo alcuni secondi di attenta riflessione, si mise a scagliare teschi esplosivi contro gli Hardcorer, scendendo di tanto in tanto per afferrare qualche guerriero fra le sue zampe e risucchiarne l'energia vitale.
-Cazzo! Non è così che doveva andare- disse Stella, mordendosi un labbro così forte da farlo sanguinare. Lanciò uno sguardo a Danny, che diceva già da solo cosa avesse intenzione di fare. L'Hardcorer estrasse l'arco e incoccò una freccia, puntando verso il Wither che continuava a mietere vittime. Prese un ampio respiro, socchiudendo gli occhi. Era agitata, tesa, e non sapeva cosa fare. Il loro piano era fallito miseramente, e ora doveva rimettere le cose a posto.
-Aspetta- disse Danny, posandole la mano sulla spalla. Stella abbassò l'arco e si girò verso Danny. Lui si appoggiò la mano sul petto, e dopo qualche attimo di esitazione prese qualcosa da sotto la sua maglietta. Qualcosa di brillante. Aprì la mano, rivelando a Stella un ciondolo fatto con una gemma, appena poco più piccola del palmo della mano di Danny. Era a forma di stella con quattro punte, e sembrava brillare di luce propria, quasi come se fosse davvero la scheggia di un astro. Danny la guardò per un attimo, poi prese la mano di Stella e ci mise il piccolo ciondolo. Stella guardò la gemma attentamente. Doveva essere quella a brillare, prima, quando il Wither si era avvicinato a Danny involontariamente.
-Questa... Questa è la Stella del Nether, una gemma preziosa che si dice protegga da tutti i mali. So che non sei tipo da superstizioni, ma spero ti porti fortuna. In fondo stiamo combattendo il più grande male che io abbia mai visto- mormorò piano Danny, abbassando lo sguardo. Stella sorrise appena, sfiorando la mano di Danny con le dita, quasi a darsi coraggio con quel breve contatto.
-Grazie. Non morire nella battaglia, mi raccomando, se sei sopravvissuto a mio padre allora il Wither sarà uno scherzo- rise Stella sommessamente. Danny stava per replicare, quando delle urla li distrassero. I due si girarono di colpo, e videro che il Wither sembrava aver improvvisamente cambiato idea, e ora stava attaccando i guerrieri del Nether, senza alcun motivo apparente. Stella rimase a guardare il Wither, poi guardò Danny, e infine la Stella del Nether.
-Ehi, funziona- dissero i due in coro, mentre la pietra continuava a mandare un leggero bagliore dal petto di Stella. Era per questo che il Wither aveva preferito seguire Danny invece che attaccarlo, allora. Apparentemente, quella pietra proteggeva davvero dal male. Forte della nuova, inaspettata arma, Stella si lanciò giù dalla torre con un urlo, estraendo la spada. Cadde in pieno su un guerriero del Nether che stava sotto, uccidendolo sul colpo e gettandosi nella mischia. I guerrieri del Nether, vedendo che la loro arma si era inaspettatamente rivoltata contro di loro, andarono nel panico e lasciarono immediatamente perdere gli Hardcorer per lasciarsi prendere completamente dal terrore.
-Hardcorer! Attaccate il Wither, dobbiamo distruggerlo!- urlò Stella a squarciagola dalla folla, per farsi sentire fra la folla. Gli Hardcorer urlarono tutti assieme in risposta, come un sol uomo, e batterono le spade di piatto contro le armature provocando un gran fragore. Si gettarono urlando sul Wither, che finalmente si accorse della presenza degli Hardcorer, come se il dolore delle ferite l'avesse improvvisamente reso immune allo strano effetto della Stella del Nether. Stella lanciò uno sguardo verso Danny, ancora al primo piano della torre, e lui annuì. Si sporse dalla voragine nel muro, per rivolgere un appello ai suoi uomini.
-Guerrieri del Nether! Il Re è morto, e la sua stessa arma ora si rivolta contro di noi! Non continuate più con questa guerra insensata e non abbiate paura di lui! L'esercito dell'Overworld lo sta combattendo, ma non possono sconfiggerlo da soli. Alzate le vostre spade, combattete e difendete le vite dei vostri compagni, il vostro mondo e il loro! Attaccate!- urlò Danny, alzando in alto la sua spada d'oro, prima di gettarsi giù a sua volta per combattere contro il Wither. I guerrieri del Nether rimasero inizialmente straniti da ciò che aveva detto Danny, ma guardando verso il Wither capirono che ciò che lui stava dicendo era vero. Gli Hardcorer non stavano combattendo solo per l'Overworld o per le loro proprie vite, ma anche per il Nether e per le vite dei suoi guerrieri, perchè il Wither ormai non era più un'arma del Nether. Era incontrollabile e cieco, colpiva tutti senza alcuna distinzione, e se avesse ucciso tutti gli Hardcorer poi si sarebbe gettato sul guerrieri del Nether. Quella guerra non vedeva più un mondo contro un altro, ma due mondi uniti, che dovevano reggersi a vicenda per evitare di scomparire. Non appena realizzarono questo, i guerrieri del Nether non esitarono un secondo. Si gettarono a loro volta verso il Wither colpendolo con tutto ciò che gli era rimasto a disposizione e ogni stilla di energia che ancora avevano in corpo. Il Wither si trovò circondato da una moltitudine di guerrieri che combattevano, impedendogli di scappare via. Stella si era distolta dalla mischia giusto un secondo, per andare a cercare suo padre, Niko, Wesk e Spix. Trovò Michael appena un po' distante da lì, intento a scagliare frecce contro una delle teste del Wither con precisione millimetrica. Non appena la vide, Michael smise immediatamente di tirare con l'arco e balzò giù dalla sua posizione sopraelevata per raggiungere Stella.
-Stella. Non so come o cosa cazzo tu abbia fatto, ma sta funzionando- rise Michael con un tono di voce esausto ma estatico. Era ferito in più punti del corpo e sanguinava copiosamente, ma sembrava stare in piedi tranquillamente come se non fosse successo nulla. Una testolina grigia spuntò da dietro Michael, abbaiando allegramente.
-Sledge! Stai bene!- disse Stella entusiasta, carezzando la testa del lupo -Ma dove sono Niko, Wesk e Spix?
Michael indicò un punto nella mischia, e vide Niko e Wesk che collaboravano per cercare di fare in modo che il Wither non si sollevasse in volo. Solo in quel momento, guardando il Wither, Stella si accorse che c'era qualcosa che non andava. Il mob era insolitamente fermo, e stava fluttuando a mezz'aria con totale noncuranza di cosa stesse succedendo vicino a lui. Cominciò a lampeggiare di bianco con sempre più rapidità, ma quando Stella si accorse di cosa stava per succedere ormai era troppo tardi.
-ATTENZIONE!- urlò, un attimo prima che una specie di vento tagliente si sprigionasse dal Wither, spazzando via tutte le frecce e i player che aveva addosso. Il vento gli rimase come attaccato addosso, e quando Michael cercò di scagliare una freccia quella si limitò ad essere spazzata via dallo scudo. Il Wither sembrava essere provato dal combattimento, ma era ancora vivo e perfettamente in grado di attaccare. Si girò verso Stella lentamente, con gli occhi bianchi pieni di ira, mentre la Stella del Nether brillava sempre più forte. Stella indietreggiò istintivamente, portando una mano alla cintura ed estraendo la spada. Il Wither fluttuò lentamente verso di lei, con il tempo che sembrava quasi scorrere a rallentatore mentre i player si alzavano, ancora storditi dall'effetto dirompente dello scudo del Wither. Il mob lanciò un teschio esplosivo simile a quelli che aveva lanciato fino a poco prima, con l'unica differenza di essere blu, veloce come un proiettile verso l'Hardcorer. Stella si girò istintivamente dall'altra parte, parando con la spada, e sentì un'esplosione seguita da un guaito. Attese per dei secondi un dolore che non arrivò. Una folata d'aria la investì, probabilmente l'onda d'urto dell'esplosione, ma nulla la toccò. Aprì lentamente gli occhi, sciogliendo la posizione, continuando a non capire cos'era successo finchè non vide il corpicino immobile a terra. Piccolo, bianco candido ad eccezione di una ferita aperta e sanguinante che gli squarciava a metà il fianco. Sledge. Quando lo vide, Stella si sentì improvvisamente mancare il fiato. Michael, accanto a lei, alzò una mano di fronte a sè ma non riuscì a dire nulla, ancora incapace di metabolizzare cosa avesse fatto il cane. Non riusciva a capacitarsi di come il lupo avesse potuto muoversi così velocemente, balzando all'ultimo secondo di fronte a Stella per intercettare il colpo diretto a lei. Il Wither sembrava quasi soddisfatto a guardare Stella, mentre correva dal lupacchiotto per accertarsi delle sue condizioni. Si inginocchiò accanto a lui, e Sledge mosse appena la coda.
-Dai, piccolo, forza. Alzati, ce la fai. Dopo la battaglia andiamo a correre nella taiga e cacciamo conigli, ok? Però ti prego, rialzati- disse Stella, con voce che sembrava quasi un piagnucolio, sollevando Sledge e rimettendolo in piedi. Le zampette però non ressero, e Sledge ricadde su un fianco, incapace di restare in piedi. Agitò piano la coda di qua e di là, abbassando le orecchie ed emettendo un guaito, quasi a scusarsi con Stella di non riuscire ad alzarsi, e poi non si mosse più, restando immobile a terra mentre il sangue continuava a sgorgare copioso dalla sua ferita. Il Wither emise una risata che sembrava provenire dalle stesse fondamenta dell'inferno e fece per sparare un nuovo teschio, ma prima che potesse farlo spuntò Danny da dietro di lui.
-Non di nuovo, mostro!- urlò il principe, estraendo la spada e conficcandogliela nella schiena. Il Wither lanciò un ruggito di dolore, scuotendosi per cercare di scacciare Danny, ma quello se ne stava solidamente attaccato alla spada senza alcuna intenzione di lasciarla andare. Stella, sentendo la voce di Danny, si riprese finalmente dallo shock, e si rialzò estraendo entrambe le spade. Una luce feroce pervadeva i suoi occhi, tale che persino Danny si spaventò guardandola. Incrociando il suo sguardo, il Wither smise improvvisamente di scuotersi e ruggì verso Stella.
-Io ti uccido- sibilò con voce gelida, lanciandosi subito dopo verso il Wither, caricandolo senza alcuna paura di lui. Spiccò un salto portandosi allo stesso livello della testa del Wither, e menò un fendente con entrambe le spade, colpendogli una delle due braccia e tranciandola di netto. Il Wither lanciò uno stridio terribile che costrinse tutti i player intorno a lui a distrarsi dal combattimento per coprirsi le orecchie, tanto forte e fastidioso era quel suono, ma Stella non si distrasse minimamente. La testa rotolò nella polvere mentre il pezzo del braccio del Wither che vi era rimasto attaccato si contorceva, come se fosse una coda di lucertola staccata. Il Wither usò il braccio che gli restava per intercettare Stella a mezz'aria con un potente colpo, scagliandola a terra. Fece per colpirla di nuovo, ma lei rotolò in parte evitandolo per un pelo. Si rialzò in piedi prontamente, ansimando appena per la fatica. Sinceramente non aveva sperato nemmeno per un secondo di riuscire a ferire seriamente il Wither, in fondo anche Michael ci aveva provato ma senza successo. Spostò lo sguardo sulla spada di diamante, poi sulla testa del Wither che ancora giaceva a terra, e improvvisamente capì. Smite V, era stato quello a fare la differenza. Mentre le spade di Michael erano incantate con Sharpness, la spada di Stella portava su di sè Smite, che era riuscita a ferire molto più gravemente il Wither rispetto a Sharpness, visto che era un non-morto. Il Wither però non sembrava averlo capito, e cercò di colpire Stella nuovamente, come se considerasse il colpo precedente come poco più che un frutto della fortuna. Stella saltò, evitando la testa del Wither e atterrandoci sopra. Il Wither cercò di scrollarsela di dosso agitando il braccio di qua e di là, ma Stella piantò la spada nella seconda testa del Wither, riuscendo a stargli attaccato. Aspettò per lunghi secondi, e quando il Wither spostò la testa pericolosamente vicino al suo petto, Stella approfittò della spinta per lanciarsi contro il Wither e trapassargli il petto da parte a parte. Il Wither, stanco di continuare a prenderle dalla guerriera, la morse con la sua seconda testa e la strappò via come se fosse poco più che una spina nel fianco. Stella lanciò un urlo di dolore e lasciò andare la spada istintivamente. Il Wither la lanciò via, contro il muro del palazzo di Smeraldo, e Stella cadde a terra pesantemente. Si rialzò a fatica, cercando di tamponare il morso che le aveva squarciato la carne. Notò subito che non stava sanguinando, per qualche strano motivo. Il Wither emise una risata, e finalmente Stella capì cosa le avesse fatto. Era la stessa cosa che era successa al Re del Nether, quando il Wither l'aveva afferrato. Stella spostò lo sguardo sulle sue mani, e vide che la pelle stava cominciando a diventare sempre più bianca, in contrasto con i vasi sanguigni che ora si stavano annerendo, diventando sporgenti. Le stava riuscendo sempre più difficile respirare e i suoni si facevano sempre più attutiti. Stava... appassendo. Danny rimase interdetto per un attimo, ma non perse ulteriore tempo. Corse verso il Wither, e raccolse la spada di diamante di Stella che era caduta a terra. Non sapeva davvero cosa stava facendo, nè perchè lo stesse facendo, ma era l'unica possibilità che aveva di salvare Stella.
-Ehi, bastardo! Non toccare Stella!- urlò Danny. Il Wither si girò verso di lui di scatto, solo per vederlo spiccare un balzo. Non fece in tempo a reagire, e Danny gli rifilò un potente colpo di spada, che gli staccò di netto la testa principale dal resto del corpo. Il corpo del Wither, ora senza testa, venne improvvisamente preso da convulsioni e crollò a terra. Gli occhi bianchi smisero di emettere luce, e dopo qualche attimo anche il corpo smise di muoversi. Danny, con la spada ancora alla mano, rimase lì, ancora scioccato da ciò che aveva fatto. Guardò la spada, poi il Wither, e infine lasciò perdere entrambi per correre da Stella. Lei lo guardò, esterrefatta, mentre il suo viso riprendeva colore e tornava al suo aspetto normale.
-Quindi... Quindi è finita? Abbiamo vinto, davvero?- mormorò Danny a Stella.
-Credo... Credo che adesso siamo pari- disse Stella con un filo di voce, mentre il corpo del Wither si dissolveva lentamente, come se si stesse sbriciolando.
-Uh, a dire il vero te ne devo ancora una...- disse, ma si interruppe quando Stella si avvicinò a lui e lo baciò. Danny rimase interdetto, lanciando uno sguardo preoccupato a Michael, ma quello si limitò a sogghignare, alzando un pollice in segno di ok. Danny strinse a sè Stella.
-Non è ancora finita- mormorò lei, girandosi verso il gruppo di guerrieri del Nether. Erano tutti stanchi e provati, e guardavano il Wither con uno sguardo che avrebbe potuto spezzare il cuore a chiunque. Il dio in cui avevano creduto adesso era polvere, il loro Re era morto, e si trovavano in mezzo a guerrieri che fino a poche ore prima volevano uccidere, in un mondo che non era il loro. Erano sperduti, e già stanchi di quella guerra che era stata breve ma aveva preso centinaia di vite, in nome di una causa che ormai nessuno di loro sapeva argomentare davvero. Alcuni di loro guardavano i vicini Hardcorer, come a dire "cosa aspettate, adesso ammazzatemi e facciamola finita", come se in qualche modo sperassero di essere puniti per il disastro che ora realizzavano di aver aiutato a compiere. Stella guardò Danny. Ora era il suo momento, doveva raccogliere i cocci di ciò che suo padre aveva lasciato, e rimetterli insieme in una nuova, migliore vita. Il principe del Nether sospirò stancamente, ancora esausto per la battaglia. Si allontanò da Stella per avvicinarsi ai suoi uomini.
-Guerrieri del Nether. Siamo stati usati in nome di una guerra che non era la nostra, per massacrare gente che non aveva alcuna colpa. Molti sono morti, molti altri però sono ancora qui, ed è per questo che dobbiamo continuare ad andare avanti. Per ogni singolo compagno che è rimasto in vita, dobbiamo continuare per la nostra strada e ricostruire ciò che è stato lasciato da questa guerra devastante. Non disperatevi se vi sentite sconfitti, se pensate di essere dei mostri: aprire gli occhi e vedere la verità fa sempre male. Non per questo dobbiamo lasciar perdere tutto- disse, spostando poi lo sguardo verso Michael, che lo stava guardando - Noi del Nether non pretendiamo di cavarcela senza una punizione, ma chiediamo la pace. Non vogliamo combattere ancora contro l'Overworld. Di violenza inutile ce n'è già stata abbastanza.
Un sorriso di approvazione comparve sul viso austero di Michael, che si avvicinò a Danny.
-Propongo di riunire i capifazione in più presto possibile per stipulare un nuovo trattato di pace. Ma prima... Cazzo. Andiamo tutti a farci un bagno e a mangiare, penseremo poi a queste stronzate diplomatiche. Hardcorer, rimettetevi in sesto. Poi penseremo a seppellire i morti e a cominciare a rimettere a posto le cose- sbuffò Michael. Gli Hardcorer urlarono tutti all'unisono la loro approvazione, e si ritirarono nelle loro case, abbandonando a terra le armi improvvisate che avevano preso all'inizio dell'attacco. I guerrieri del Nether, invece, rimasero quasi stupiti da quanto in fretta Michael avesse risolto le cose. Probabilmente, si aspettavano di essere giustiziati o cose del genere, mentre invece lui non sembrava affatto intenzionato a vendicarsi. Dopo parecchi secondi, un Hardcorer spuntò dalla porta della sala comune, guardando i guerrieri del Nether.
-Beh? Avete intenzione di sedimentarvi lì, o venite con noi a mangiare?- chiese. I guerrieri del Nether si guardarono fra di loro, e infine lanciarono uno sguardo a Danny. Il principe del Nether annuì con un sorriso, e i guerrieri del Nether abbandonarono le armi a loro volta, per andare a mangiare con gli Hardcorer. Solo Michael, Stella e Danny rimasero fuori, nella piazza di New Emerald City, e calò un lungo silenzio. Stella si avvicinò al corpo del cane ancora a terra, sollevandolo gentilmente.
-Mi dispiace per il tuo lupo- disse Michael, scorrendo le dita fra il pelo soffice di Sledge. Stella staccò il collare dal lupacchiotto senza vita allacciandoselo poi alla cintura, e si avvicinò alla statua che rappresentava Sledge a grandezza naturale, costruita quando loro erano tornati trionfanti dall'End. L'Hardcorer posò il corpo del lupo sul piedistallo della statua, restando a guardarlo per una manciata di secondi.
-Addio, amico- sussurrò Stella, trattenendo a fatica una lacrima che combatteva per uscire. Si voltò dall'altra parte, lasciando il corpicino sul piedistallo e dirigendosi verso Michael con uno sguardo accusatorio.
-Papà. C'è qualcosa che devi dirmi? Tipo, sai, a proposito del Re del Nether?- chiese, guardando Michael fisso negli occhi. Lui rimase perplesso per un attimo, guardando Stella interrogativamente.
-Tipo cosa? Che intendi?- chiese, perplesso. Sembrava sinceramente stranito dalla domanda di Stella.
-Tipo non so, che intendesse dire quando mi ha detto di chiederti se "era stato bello stare a guardare mentre bruciava all'inferno". O perchè avesse un tatuaggio di un asso di picche. O magari anche perchè smaniasse dalla voglia di ucciderti- disse Stella, elencando con voce contrariata tutti gli elementi su cui il Re del Nether aveva gettato sospetti. Michael si irrigidì improvvisamente, cambiando espressione in un secondo. Il suo sguardo si perse nel vuoto, fissando l'erba rovinata, come se fosse in un altro mondo.
-Io... Io credo di aver bisogno di un attimo per organizzare il discorso, ok? A-andate a mangiare, dopo ti spiegherò tutto con calma.- mormorò il capo Hardcorer. Stella era perplessa. Non aveva mai visto Michael così agitato, e quindi decise di concedergli un po' di tempo per calmarsi prima di parlarne. Lanciò uno sguardo a Danny, e i due entrarono nella sala comune di New Emerald City, mentre Michael se ne rimase nella piazza, solo, a fissare la pavimentazione farfugliando frasi incomprensibili.

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Capitolo 19
*** The Beginning. ***


Oh, dio, felicitazioni(?), a quanto pare non siete scomparsi tutti çAç *commossa* Dovrò premiarvi con un finale beeeeeeeeeeeeello (?), ma mi sa che per il premio allora dovrete aspettare la prossima fan fiction, perchè questo finale farà schifo, vi avviso già, molto in stile Lo Hobbit x°D So che non si dovrebbe fare, ma vi prego, abbiate pietà, non potevo mettere assieme nella stessa fan fic due cose che non c'entrano un cazzo (e che accadono una mesi dopo dell'altra). Prometto però che comincerò presto la prossima, così almeno c'è un po' di continuità fra le due storie. :3 Vabbeh, a voi il capitolo, spero vi piaccia, anche se è ovviamente abbastanza corto visto che è il finale xD *lancia capitolo ai fans* NO, IL TITOLO NON E' LO STESSO DEL CAPITOLO SCORSO, CI SONO DUE CHALLENGE SEPARATE SUL WITHER JHEMRUWOHRMUHERM *coff*

Stella era curiosa come non mai, e per tutta la cena si limitò a maltrattare un pezzo di carne di pecora con le posate invece che mangiare. Danny rimase ad osservarla attentamente mentre mangiava la sua parte di carne che gli era stata portata dagli Hardcorer, sebbene nemmeno lui avesse tutta quella fame. Era stanco e ancora teso, sebbene si sentisse soddisfatto per la vittoria appena conseguita. Gli bastava guardare Hardcorer e guerrieri del Nether che mangiavano allo stesso tavolo perchè gli si scaldasse il cuore, ma quando vedeva l'espressione di Stella non poteva fare a meno di provare una certa sensazione di gelo. Non che lei non fosse felice per la vittoria, semplicemente a Danny sembrava che fosse un po'... sottotono. Insomma, avevano ucciso il Wither e posto fine ad una guerra, si sarebbe aspettato che Stella fosse un po' più felice del risultato, ma invece sembrava stranamente pensierosa. Forse ce l'aveva con suo padre, o almeno questo era ciò che Danny pensò, visto che comunque lui gli aveva tenuto nascosta una cosa importante - di qualsiasi cosa si trattasse - e Stella avrebbe avuto tutto il diritto di essere almeno un po' arrabbiata con Michael. O forse era solo stanca per la battaglia, anche se Danny non era del tutto convinto da questa ipotesi, visto che l'aveva vista combattere e sapeva che lei non era tipo da lasciarsi buttare giù da un po' di stanchezza. Lui si avvicinò a Stella, toccandole una spalla, e lei si scosse all'improvviso lasciando perdere il pezzetto di carne, come se fino a quel momento si fosse trovata in un altro mondo.
-Stella, non hai toccato cibo- disse Danny, preoccupato dall'insolito silenzio di lei. La ragazza si limitò a scuotere la testa vigorosamente.
-Non ho fame. Hai finito? Usciamo- si limitò a dire Stella, constatando che Danny aveva finito di cenare. I due uscirono, lasciando che gli altri guerrieri finissero di cenare per i fatti loro. Quando uscirono, notarono che fuori non c'era un cane, letteralmente. Michael era scomparso e non c'era più nemmeno un guerriero in giro per la città, visto che tutti erano andati a mangiare. Solo Annie stava girando per la città, passeggiando senza una ben precisa meta, probabilmente per rilassarsi dopo la battaglia. Stella si guardò intorno per qualche attimo, e poi decise semplicemente di chiedere ad Annie se avesse visto suo padre. I due si avvicinarono a lei, e quando la Griefer li notò gli rivolse un ampio sorriso materno.
-Come siete carini insieme. Avete già finito di cenare?- disse con una certa disinvoltura, interrompendo la sua passeggiata per parlare con Stella e Danny.
-Sì, appena poco fa, ma ora devo fare una chiacchierata con mio padre. L'hai mica visto?- chiese Stella, fingendosi disinteressata, come se la questione fosse di poca importanza. Annie, tuttavia, colse immediatamente le sfumature del suo tono di voce, e la guardò con sguardo eloquente. Stella capì immediatamente che Annie sapeva dove fosse Michael, ma la cosa sembrava turbarla non poco, per qualche ragione.
-Mitch? Di cosa vuoi parlargli?- si limitò a rispondere Annie, evitando la domanda con nonchalance, come se stesse parlando di cose di poco conto, anche se in fondo entrambe sapevano che non era così, anche se Stella non capiva cosa Annie le stesse nascondendo. Perchè non voleva dirgli dov'era Michael?
-...Del Re del Nether. Che sta succedendo, Annie?- chiese Stella, stufa di quello scambio di battute fin troppo ipocrite per i suoi gusti. Entrambe stavano fingendo che la questione fosse poco importante, anche se sapevano perfettamente che non era così, e nessuna delle due amava quel gioco.
-Niente, niente. E' solo che...- disse, facendo poi una pausa. Ci pensò attentamente per parecchi secondi, finchè Stella non si decise ad incalzarla.
-Che...?
-Non penso che siano cose che vorresti scoprire, Stella. Dico davvero- mormorò Annie, abbassando lo sguardo. Allora, anche Annie sapeva di quella storia. Stella la guardò interrogativamente. C'era qualcosa che stava succedendo lì intorno, Stella lo sapeva e lo sentiva fuori dal suo controllo, e questo non le piaceva nemmeno un po'. Il fatto di essere all'ignaro di tutto la faceva sentire vittima degli eventi, sensazione che odiava. Tuttavia, più accenni faceva a quella famosa questione, e più questa sembrava diventare intricata e oscura, dal momento che nessuno sembrava aver voglia di parlarne. Qualunque cosa fosse successa fra Michael, Annie e il Re del Nether, non sembrava essere affatto piacevole, nè tantomeno una piaga da andare ad incrudire dopo anni. Nonostante questo, Stella voleva sapere, per quanto brutto fosse ciò che era successo. Aveva ormai vent'anni, e non aveva intenzione di restarsene all'oscuro dei fatti ancora per molto.
-Sì, invece. Dov'è papà?- chiese nuovamente Stella, con voce che si stava facendo sempre più nervosa. Annie sospirò pesantemente, scuotendo appena la testa.
-Mitch non è qui, e dubito che lo troverai. Poco fa è arrivato da noi con uno sguardo... Che non vedevo da anni nei suoi occhi. Ha preso da parte Winter e gli ha detto che "non siamo ancora al sicuro", al che Winter è impazzito di colpo. Entrambi poi hanno preso su le loro armi e se ne sono andati al galoppo. Stella, fidati. So cosa sono andati a fare, e so anche che non li rivedrai a meno che non siano loro a voler tornare- disse Annie, con tono di voce che sembrava fin troppo affranto anche per lei. Stella rimase a guardarla, scioccata. Michael... se n'era andato. Aveva preso e se n'era andato. Le aveva mentito. Per un attimo, Stella non rispose, non sapendo cosa dire. Non le uscivano le parole di bocca. La situazione era davvero grave al punto di costringere Michael a mentirle e a scappare via dalla città, verso qualche sconosciuto luogo? Annie si avvicinò a Stella, posandole una mano sulla guancia, ma lei si ritrasse scacciandola brutalmente, quasi d'istinto.
-E allora spiegami, che aspetti? Com'è che qui tutti sanno cos'è successo tranne me? Al sicuro da che cosa? Cosa c'è di così terribile da obbligare il guerriero più forte che conosca a ripararsi dietro una balla per scappare con la coda fra le gambe!? Spiegamelo, davvero, perchè io non capisco. Non capisco e non riesco a immaginare cosa possa aver spinto mio padre e Winter a partire allo sbaraglio, tra l'altro a guerra appena finita!- sbottò Stella, chiaramente irata. Annie continuò a guardarla, e dal suo sguardo Stella capì che lei non era insensibile al suo dolore, anzi. Capiva perfettamente cosa stesse provando, ma nonostante tutto continuava a sforzarsi di stare zitta.
-Stella. Io, Mitch, Winter e Kyle siamo diventati capifazione per un motivo. Non pensare mai che Mitch non sia un eroe, non tenga a te o abbia intenzione di tradirti. Tuttavia, non posso biasimare la sua decisione, nè contraddirla. Non sarò io a spiegarti cosa successe, perchè non sarebbe corretto. Deve essere Michael a spiegartelo, quando sarai pronta. Tu devi sapere e saprai, so che Mitch vuole che tu sappia. Quindi, devi solo aspettare. Accetterò di spiegarti tutto ciò che è successo solo in un caso... Solo ed esclusivamente se Mitch morirà prima di potertelo dire. Fidati, forse ti sembrerà solo una scappatoia, ma visto quello in cui lui e Winter si sono appena imbarcati... Fidati, la loro morte non è uno scenario così poco plausibile. Sono successe cose, cose che nessuno di noi vorrebbe ricordare, ma so che Michael ti dirà tutto. L'ha promesso sulla tomba di tua madre- concluse Annie. Senza aspettare ulteriori risposte da Stella, se ne andò semplicemente, con passo deciso, anche se era evidente che stava trattenendo una lacrima. Danny. che aveva preferito non interferire nel discorso fino a quel momento, si decise finalmente a rivolgersi a Stella.
-Va tutto bene?- chiese debolmente, vedendo lo sguardo sconvolto dell'Hardcorer.
-No, non va affatto tutto bene. Cinque minuti fa ero felice per la guerra vinta, e ora non solo scopro che mio padre sta andando a morire, ma che non posso far nulla per fermarlo- disse Stella, con tono di voce duro e freddo come il marmo. Danny non sapeva cosa dire, non c'era parola che non gli potesse sembrare tremendamente banale. La situazione faceva schifo, ed entrambi lo sapevano fin troppo bene. Tuttavia, nessuno dei due poteva fare niente per migliorarla, e Danny aveva capito fin troppo bene che questa sua impotenza nei confronti degli eventi la stava uccidendo.
-Senti. Tuo padre è un guerriero formidabile, e con lui c'è anche Winter. Abbi fiducia in loro, so che torneranno. Se la caveranno, vedrai. Loro hanno un compito, noi abbiamo il nostro. Dobbiamo rimettere a posto le cose, senza pensare al passato, perchè Michael ti sta coprendo le spalle, anche se ancora non sappiamo da cosa. Quando tornerà e avrà sconfitto questo qualcosa, ci faremo spiegare tutto. Non demordere così, dai. Sai bene che Michael non ti mentirebbe mai senza una ragione, di sicuro le cose si rimetteranno a posto- disse Danny, rivolgendo un sorriso a Stella. Lei annuì, anche se non sembrava molto convinta. Non voleva lasciare la sua fiducia in Michael così, perchè Danny aveva ragione. Stando a quello che aveva detto Annie, Michael li stava proteggendo, e quindi aveva tutto il diritto di prendere e andarsene così di corsa, rimandando le spiegazioni a dopo. Stella fece per rispondere, quando un guaito che veniva da fuori dalle mura la distrasse. Posò un dito sulle labbra, facendo segno a Danny di stare zitto, e si avviò verso l'esterno. Fuori, fra l'erba, stava un piccolo animaletto dal pelo argenteo, e rovistava con il naso fra l'erba in cerca di qualcosa. Era magrolino, quindi probabilmente cercava del cibo.
-Ehi, piccolo- disse Stella a bassa voce. L'animaletto si girò, rivelando di essere un cucciolo di lupo. Guardò Stella interrogativamente, ma non sembrava ostile nei suoi confronti.
-Hai fame? Vieni, ti daremo da mangiare- gli disse Stella con un ampio sorriso. Il lupetto ci pensò su un po', e poi scodinzolò felice, avvicinandosi alla ragazza con fare docile. Stella sorrise, accarezzandogli la testolina. Prese in braccio il lupacchiotto, avviandosi nuovamente verso la sala comune, per trovare qualche osso di pecora da dare al lupo.
-Mi piaci, piccolo. Ti chiamerò Lucifer- disse Stella, toccando il naso umido del lupo con un dito. Il lupetto abbaiò, sembrando felice alla prospettiva del suo nuovo nome. Coccolando il lupo, finalmente Stella si rilassò un po'. Si disse che doveva fidarsi, e lasciar fare a Michael. Era un guerriero potente, e ci sapeva fare, quindi lei non aveva di che preoccuparsi. Forse.
 
E so il male che sto per fare ma il furore in me è più forte della ragione.
E il furore è la causa delle peggiori sciagure nel mondo.
[Euripide]

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