Love is all you need.

di LifeIsAMovie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** For the firts time ***
Capitolo 2: *** what's your name? ***
Capitolo 3: *** Superman ***
Capitolo 4: *** I...I love you. ***
Capitolo 5: *** I've a girlfriend! ***
Capitolo 6: *** I'm so sorry. ***
Capitolo 7: *** Yamaha R1 2011 ***
Capitolo 8: *** You love me, right? ***
Capitolo 9: *** Louis, are you crazy? ***
Capitolo 10: *** Because I love you, stupid! ***
Capitolo 11: *** What do you want? ***
Capitolo 12: *** Strowberry! ***
Capitolo 13: *** Louis Styles or Harry Tomlinson? ***
Capitolo 14: *** Perfect. ***
Capitolo 15: *** "Haylor"? No, thanks ***
Capitolo 16: *** I don't know. ***
Capitolo 17: *** Yin&Yang ***
Capitolo 18: *** We're just friends ***
Capitolo 19: *** Rain. ***
Capitolo 20: *** Adelaide (pt 1) ***
Capitolo 21: *** Adelaide (parte2) ***



Capitolo 1
*** For the firts time ***





                              For the first time


Avete mai immaginato il loro primo incontro?
Spero vi piaccia!




Il concerto migliore di sempre!
È stata una grande idea partire per l’estate con i miei amici e andare a vedere i The Script.
Amo questo pezzo ma...devo andare in bagno. Cazzo troppa birra.
-Ei Fin io devo andare in bagno- do una botta sul braccio a uno dei miei amici che annuisce per poi tornare alla canzone...secondo me non ha nemmeno capito cosa gli ho detto.
Esco dalla folla e mi incammino verso i corridoi dello stadio, non appena vedo un bagno mi ci fiondo.
Sono tutti occupati porca troia! Se non mi sbrigo rischio di farmela sotto.
Faccio avanti e indietro sul perimetro che va dalla porta del bagno al muro davanti...magari così mi deconcentro e penso ad altro.
Dai dai dai.
Mentre mi giro per riavviarmi verso il muro la porta del bagno si apre colpendomi in pieno.
-Aih!- sussulto. Anzi che non ho imprecato.
-ops- una voce roca proviene da dietro la porta, gli do un volto solo dopo che un ragazzo riccio, occhi verdi e dai lineamenti dolci sbuca fuori con aria  dispiaciuta.
-ti ho fatto molto male?- si avvicina.
-N...no- sarà stupido ma cazzo che occhi.
-però non dovresti stare dietro le porte...e queste non  sono nemmeno a norma di sicurezza- ma ora cosa dice? La colpa sarebbe mia? Bello si ma anche un po’ rompipalle.
-ma dove ti ho preso?-  senza pensarci indico le labbra...anche se in realtà mi ha preso sulla spalla.
-proprio in faccia? Oddio scusa...credevo solo...un po’ più giù- abbassa lo sguardo, forse in soggezione dato che lo sto guardando come si guarda un tramonto.
Inaspettatamente si avvicina e, vicinissimo, guarda le mie labbra in cerca di qualche livido...solo io so che lividi vorrei ora sulle mie labbra...i suoi morsi... ok basta, l’ho appena visto.
Allunga una mano e sfiora il labbro inferiore, mi tiro indietro per la sorpresa.
-ma cosa fai?-  sono un po’ sulla difensiva perché...beh...cazzo se è bello, scommetto che è etero.
-stavo solo controllando scusa- alza le mani e si tira indietro, allontanandosi ancora un po’ da me  sorride lasciando vedere delle adorabili fossette che solcano il suo viso da bambino innocente.
-quanti anni hai?- sembro un maniaco se glie lo chiedo?
-16, tu?-  cazzo è piccolo.
-18-  ma in fondo sono solo due anni.
-ti piace il concerto?- sembra impacciato, che tenero.
-si, ho sempre amato questa band...te sei solo?-
-no sono con una mia amica...tu?-
Vorrei sapere tutto di lui...anche...beh...il suo orientamento sessuale ad esempio.
-ah sei fidanzato. Con dei miei amici- metto le mani nelle tasche posando lo sguardo a terra.
-cosa? No no è solo una mia amica...ecco io...non mi fidanzo spesso- è sconveniente che io perdi il filo del discorso per guardare le sue labbra?
-beh allora meno male...cioè meno male per le ragazze che possono avere la tua attenzione...no cioè io intendevo- ok mi sono sotterrato da solo e ora è meglio stare zitto. Lui scoppia in una risatina leggera.
All’improvviso una porta si apre e un bagno si libera, aspettando che l’uomo di troppo esca da qui ci guardiamo intorno evitando lo sguardo dell’altro.
-il bagno è libero se vuoi- mi fa notare sorridente.
-si ho...ho visto. Se vuoi puoi andare prima tu- non è il momento di fare il gentil’uomo...mi sto pisciando sotto cazzo! Anche se devo dire che quelle labbra un po’ mi hanno distratto.
-no stai qui da prima di me e poi mi devo far perdonare della botta sulla spalla- tira fuori un sorriso complice. Cazzo ma allora se ne era accorto? Che figura di merda! Credo di essere arrossito, beh fatto sta che non riesco a guardarlo in faccia.
-ok allora io entro- mi precipito dentro la cabina e mi chiudo dentro.
Ma porca troia! Ma tutte io ste figure di merda?! Speriamo che la prenda a ridere.
Esco dal bagno sperando di non ritrovarlo più.
Non c’è, meno male.
Mi lavo le mani e poi torno dai miei amici, devo sbrigarmi...non voglio perdermi  altri minuti del concerto.
Ma il riccio dove sarà? Mmm però mi farebbe molto piacere rivederlo.
Mi allontano un po’ dallo specchio per specchiarmi. Mentre fisso la mia immagine per vedere come stanno i vestiti e i capelli si apre la porta e mi becca...di nuovo.
-Ma allora è un vizio!- il riccio esce ridendo dal bagno. Lo guardo dall’alto al basso.
-Non è che mi piaccia ricevere portate eh- gli faccio notare, ma sono troppo preso dalle sue labbra, dalle sue fossette e dai suoi denti perfetti per sembrare acido.
-Dipende da chi te le da no?- sorride avvicinandosi al lavandino.
-Non sei un po’ troppo impertinente per un ragazzino di 16 anni?- mi avvicino a lui.
-dici? In effetti nessuno è mai riuscito a farmi stare zitto e...a farmi chiudere la bocca- sorride...forse malizioso.
-Io ho un modo infallibile per far star zitti i ragazzini come te- sorrido anch’io poggiandomi al muro vicino al lavandino dove è lui.
-Un giorno potresti mostrarmelo-  si gira per guardarmi e sorride ancora...stavolta giuro di vederci un pizzico di malizia.
-Un giorno? Cosa ti fa pensare che io voglia rivederti?- alzo un sopracciglio e lui scoppia a ridere.
-Come va il labro?- fa un cenno delle testa verso di me, ancora con il suo sorriso.
-Vuoi controllare?- mi tiro su dal muro e mi avvicino a lui.
-Magari più tardi- si asciuga le mani sui pantaloni.
Si sistema i capelli.
-più tardi ho paura che avrò da fare- faccio la faccia pensierosa.
-io dico che troverai il tempo se tieni davvero alle tue labbra- sta volta si avvicina lui.
-e se tu tenessi almeno un po’ alle tue non ti avvicineresti così tanto-
-ci avrei scommesso- è praticamente a un centimetro di distanza da me...non me lo sarei mai aspettato da uno come lui.
-cosa?-
-che sei gay- sorride ancora.
-io non l’avrei mai detto di te- indietreggio mentre si avvicina.
-l’apparenza inganna- guardò per un attimo da un’altra parte per poi tornare a me con quel sorriso malizioso e arrogante. Per essere uno di 16 anni ha le idee chiare il ragazzino.
-hai solo 16 anni, non sei un po’ troppo piccolo per capire cosa vuoi davvero nella vita?-
-ho già provato entrambe le parti e posso assicurarti di essere gay-
-meglio per me allora. Scusa ma tutta l’innocenza di prima?- lo dico con tale naturalezza da farlo scoppiare a ridere.
Ormai sono arrivato al muro e se lui continua ad avvicinarsi io...
Sentiamo la maniglia cigolare e la porta aprirsi, lui si tira indietro sorridendo al pavimento e io mi incammino verso la porta.
Sento i suoi passi raggiungermi con una corsetta leggera per il corridoio affollato e poi la sua mano sfiorare la mia. Mi volto a guardarlo.
-che hai?- lo guardo confuso.
-non dovevi trovare il modo per farmi tenere la bocca chiusa?- sorride.
-no, ti ho detto che saresti stato zitto...non che ti avrei fatto tenere la bocca chiusa- ghigno vedendo il rossore appena nato sulle sue guance.
-fallo no?- ma che fa? Mi sfida?
-e perdermi il concerto?- lo guardo pensieroso.
-ti perderesti una delle migliori esperienze della tua vita-
-come fai a dire che lo sarà?-
-come fai a dire che non lo sarà? Almeno provaci- alza le spalle. Mi viene da ridere...è adorabile mentre cerca la sua avventura estiva.
-E la tua amica? La lasci da sola?- alzo un sopracciglio girandomi completamente verso di lui.
-L’ho lasciata che si limonava uno- alza le spalle continuando a sorridere.
-Invidioso?- faccio un cenno con la testa e lui scoppia a ridere.
-Perché dovrei? Guarda chi ho davanti-
Sorrido imbarazzato, ok ci sa fare il ragazzino.
Ci penso un po’ su prima di afferrare la sua mano e portarlo appena fuori dallo stadio.
-Non voglio perdermi il concerto...ma adoro fare nuove esperienze- gli spiego il perché non sono uscito dai cancelli dello stadio ma sono rimasto vicino alla struttura, da dove era possibile ascoltare ancora la voce del cantante.
-Che intendi per nuove esperienze? Tu non hai mai...- il riccio si blocca.
-Cosa? No con uno più piccolo di me non l’ho mai fatto. E se è per questo nemmeno con uno riccio- lo trascino nel posto più buio e isolato che sono riuscito a trovare e lo metto con le spalle al muro.
Ora non ha più quel suo sorriso tra lo strafottente e il divertito.
-Non parli più ora?- lo fisso mentre lui trattiene un sorriso imbarazzato, forse non si era mai trovato in una situazione dove un ragazzo lo teneva praticamente incastrato al muro con le mani poggiate vicino alla sua testa.
-Potrei farlo ma tanto tu mi faresti stare zitto no?- porta le sue mani dietro la schiena e si poggia al muro.
-Prima mi convinci dicendomi che mi sarei perso una delle migliori esperienze della mia vita...e poi hai paura di parlare- sorrido scuotendo la testa. –Io torno a vedere il concerto- tolgo le mani dal muro lasciandolo libero di muoversi, ma resta fermo li.
Sbatto le mani tra loro per togliere i residui di muro e la polvere. Ho perso solo tempo, ma sorrido...infondo non è così sveglio il ragazzino.
Mi giro per andarmene ma prima di girarmi del tutto sento le sue mani sulle mie guancie e la sua bocca sulla mia. È poco più basso di me quindi ha tirato solo su le spalle. Sorrido lasciandomi andare.
Ha le labbra davvero morbide.
Torno alla posizione precedente lasciandolo poggiare al muro, non lascia la mia faccia.
Sento una sua mano scendere sul collo e l’altra andare tra i capelli. C’è qualcosa di dolce nei suoi movimenti.
-ti sei deciso- sorrido vittorioso spostandomi di qualche millimetro.
-stai zitto- torna a baciarmi spingendomi verso di lui con la mano che stringeva i miei capelli.
Quel qualcosa di dolce finisce non appena sento la sua coscia strofinarsi in mezzo alle mie.  Non trattenni la risata.
-Sei sempre così diretto?-
-Solo quando ne vale la pena- sta volta è lui a sorridere e ad alzare un sopracciglio.
Scendo con le labbra e dalla mascella passo al suo collo, lo sento sospirare quando gli passo delicatamente la lingua nel punto in cui prima ho succhiato delicatamente un lembo di pelle.
-Ops, forse i tuoi non vogliono che torni a casa con...- forse sono un po’ stronzo, ma lui sorride e fa la stessa cosa che ho fatto io.
-ora siamo pari- mi guarda sorridente e io scuoto la testa. Già lo adoro.
-Che ne dici di andare via di qua?- gli sorrido ammiccando.
-Non ti dispiacerà per il concerto?- alza un sopracciglio.
-è già la seconda volta che vedo un loro concerto- alzo le spalle e lui sorride, passa sotto il mio braccio e afferrandomi per la maglietta mi trascina via.
Usciamo dai cancelli tra gli sguardi curiosi delle guardie. Mi avvicino a uno di loro per chiedergli tra quanto passerà la prossima navetta.
Torno dal ragazzo riccio seduto su una panchina ad aspettarmi, ora che ci penso non so nemmeno il suo nome.
-Come ti chiami?-
-Non è più eccitante non saperlo?- mi guarda con la coda dell’occhio e col suo solito sorrisetto.
-decisamente- alzo la testa per guardare il cielo, non mi ero accorto ci fossero tutte queste stelle.
Dopo pochissimo, come mi aveva detto l’uomo in divisa, passa una navetta, non so dove porti ma costringo il sedicenne a salirci con me. Non c’è molta gente.
Prendo posto vicino al riccio che si è messo seduto sul primo sedile libero che ha trovato.
Non voglio che sbollisca, devo trovare il modo per non perdere l’eccitazione di prima.
Sorrido pensando a cosa posso fare.
Faccio scivolare una mano dietro la sua schiena, mi guarda confuso ma non appena inizio a scendere lui capisce le mie intenzioni e si irrigidisce, sorrido soddisfatto.
Inizio a giocare con l’elastico dei suoi boxer.
-C’è gente- sussurra a mezza bocca.
-Non se ne accorgono nemmeno- sorrido.
Lascio entrare la mano e in quel momento lui si spinge tutto contro lo schienale del sedile schiacciandomi la mano.
Riesco a muoverla ma non potendo andare più giù mi vedo costretto ad accarezzarlo fino al fianco opposto, lui arrossisce.  Con la mano riesco ad arrivare solo fino all’inguine.
-Ti prego smettila- sussurra rosso.
-Sei così tenero quando arrossisci- non lo guardo e lui non guarda me ma sorrido.
-Si può giocare in due a questo gioco- non capisco cosa voglia fare ma si toglie il cardigan leggero che indossava e me lo mette sulle cosce.  Capisco tutto quando sento la sua mano passare da sotto e accarezzarmi la coscia fino ad arrivare vicino alla mia erezione, anche se leggera per il momento.
-Almeno io lo faccio da dietro- serro i denti e lui sorride soddisfatto.
-Devo avvicinarmi di più?- porta la sua mano dove non volevo arrivasse e stringe delicatamente. Trattengo il respiro per qualche secondo.
Maledetto riccio.
Tolgo la mano dai suoi boxer e premo il pulsante rosso per chiamare la fermata. Poi tolgo la sua mano con decisione e senza lasciarlo lo trascino fuori da quell’auto.
-Dove siamo?- si guarda intorno divertito.
-Guarda qui! ma ti pare normale? Io non ti ho...- indico la mia erezione ormai evidente e lui scoppia a ridere.
-Hai iniziato tu- non trattiene le risate.
-Già mi dai ai nervi- mi volto per capire dove siamo...è tutto buio e isolato ma si sente il rumore del mare in vicinanza
Sento i suoi passi e improvvisamente due mani calde e morbide mi sfiorano i fianchi da sotto la maglietta.
-Ti do ai nervi? Davvero?- sento la sua risatina dietro la mia schiena mentre le sue mani scendono, le lascia entrare entrambe nei miei pantaloni, spalanco gli occhi non appena sento una stretta sicura sui miei testicoli.
-Ma...ma che fai?- non riesco a parlare bene dal momento in cui si è messo a massaggiare.
-Non volevi questo? Ammettilo, lo volevi dal momento in cui mi hai visto nel bagno- sembra sicuro di se, ma forse sta solo buttando a caso sperando di non fare figure di merda.
-E...e tu...tu cosa...cos’hai voluto...non appena mi hai visto?-
-Non vuoi realmente saperlo- inizia a baciarmi il collo.
Toglie le sue mani da sopra le mie parti intime e io non so se essere sollevato o se arrabbiarmi.
-Vieni- mi afferra una mano, con la luce della luna riesco a vedere la spiaggia dove mi sta trascinando.
Con il cardigan che ha in mano crea una specie di asciugamano dove poterci sdraiare, ma quando si rende conto che è troppo piccolo si sfila la maglietta.
-Dai toglila e mettila qua- indica la mia di maglietta.
-No, è nuova- alza un sopracciglio e sorridendo si avvicina lentamente a me.
-tanto dovrai toglierla lo stesso- è così malizioso che anche solo il tono di voce basta per farmi eccitare, lo odio.
Lo attiro a me prendendolo dal collo e inizio a baciarlo con foga, lui si lascia subito andare.
-Sai cosa ho pensato in bagno?- sussurro  tra un bacio e l’altro.
-Cosa?- porta le sue mani sui miei fianchi per avvicinare di più le nostre erezioni.
-le mie labbra con i lividi...i tuoi lividi- ci guardiamo per un istante, lui sembra avermi capito perché prende subito il mio labbro inferiore tra i denti prima di succhiarlo con le sue labbra.
-esattamente- sussurro lasciandomi andare un sorriso.
-Sai io cosa ho pensato?- interviene dopo essersi lasciato leccare il contorno delle labbra.
-dimmi tutto- afferro le sue natiche da dentro i boxer e lui sussulta.
-esattamente questo- sorridiamo.
Mi sfila la maglietta non appena gli è possibile...infondo aveva ragione, prima o poi andava tolta.
Riprende a baciarmi il collo.
Porto la mia gamba in mezzo alle sue e lo costringo a sedersi sull’asciugamano improvvisato.
Mi guarda dal basso e sorride...l’ho già detto che ha un sorriso perfetto?
Mi abbasso su di lui mettendo una gamba tra le sue.
Sembro più esperto di quanto io lo sia davvero mentre mordo il suo capezzolo per poi passarci sopra la mia lingua e chiudere le mie labbra su di esso. Sospira cercando di trattenersi e di non far uscire gridolini troppo acuti per un ragazzo con la voce roca, mi viene da sorridere.
-Cosa...?- mi guarda per sapere chi dei due deve soddisfare l’altro per prima.
-Decidi tu- mi blocco per guardarlo negli occhi...capisce che ne ho più bisogno di lui adesso come adesso.
Si tira su costringendomi ad andare su con lui.
Sono sicuro che non andremo oltre i preliminari per questa notte.
Mi fa sdraiare sotto di lui. Sento la sua lingua scendere fino all’elastico dei boxer.
-Questi però vanno tolti- sorridiamo mentre lui mi slaccia i pantaloni  ormai troppo stretti. Una volta levati inizia a massaggiarmi le parti intime con tutti i boxer.
-Ti decidi?- non riesco a trattenermi ancora per molto.
Lui scoppia a ridere prima di togliermi anche i boxer.
-Bocca o mani?- mi chiede guardandomi.
-Come vuoi basta che ti sbrighi-
Fa un sorrisetto maligno quando si china e lascia strusciare il mio pene su tutto il suo petto e sui suoi pantaloni  per raggiungere le mie labbra.
-Sei uno stronzo lo sai?- sospiro stringendo il suo cardigan sotto di me.
-sii più gentile- mi  morde il lobo per poi leccarlo.
-Ti prego-
-così va meglio- scende di nuovo questa volta riempiendomi il petto di umidi baci lenti e caldi.
Lo afferra con naturalezza e con il pollice sfiora la punta. Non so se amarlo od odiarlo.
Quando inizia davvero sento l’impulso di stringere ancora più forte il cardigan.
-Di-dimmi...il...tuo...n-nome-
È semplicemente magnifico.
-Harry-
-Ha-Harry...- sospiro.
La mano si ferma ma non lascia la presa quando sento una nuova piacevole sensazione data dalla sua lingua. Sfiora la punta per poi andare giù, stringe le labbra come quando si gode un lecca-lecca, cerca di farlo andare il più possibile in profondità  e io ormai sono praticamente ai suoi piedi quando afferro i suoi ricci e lo spingo per aiutarlo, forse in modo troppo egoista non pensando a quanto io possa davvero aiutarlo.
-Dio...Harry sto per...sto per venire-
Io l’ho avvertito  quindi se si è preso tutto non è colpa mia.
-complimenti, sei arrivato a portarmi all’orgasmo ragazzino- ho un sorriso enorme mentre mi rilasso sdraiato sulla spiaggia. Alzo la testa per guardarlo mentre si lecca le labbra...ha...ha ingoiato.
-Ora tocca a me- mi tiro su, lo bacio delicatamente...ha fatto un ottimo lavoro.
-Non sei costretto- sorride, mi accorgo che ha ancora qualche schizzo sulle labbra e con una piccola leccata lo pulisco del tutto. Arrossisce.
-zitto- riprendo a baciarlo. –io farò qualcosa di diverso- sorrido malizioso, credo abbia capito dato che ho di nuovo le mani sul suo sedere.
Lo faccio piegare in avanti dopo avergli tolto tutto ciò che mi impediva di poter fare quello che gli avevo promesso.
Quando feci entrare due dita lui si irrigidì ma si rilassò subito dopo averle mosse.
Ha iniziato a farsi una sega? Dio è così...così...
Cerca di trattenersi ma alla fine viene con un rumore gutturale strozzato in gola.
-Tieni, rimettili- gli lancio i suoi boxer bianchi...aderenti.
Dopo aver rimesso i miei mi sdraio vicino a lui.
-Non ti credevo così in gamba pivellino- ghigno.
-Tu invece hai tutta l’aria di essere un esperto- dal tono sembra offeso.
Ma mi ha per caso dato della mignotta? No cioè...fammi capire.  Lo guardo accigliato.
-Che vorresti dire?-
-Quello che ho detto- continua a guardare il cielo.
-Mi hai dato del gigolò per caso?- mi metto seduto per guardarlo meglio e lui scoppia a ridere, ma ancora non mi guarda.
-puoi dire benissimo troia- mi guarda con la coda dell’occhio, dal suo sorriso capisco che non lo pensa davvero.
Mi metto a cavalcioni sopra di lui e inizio a fargli il solletico.
-Ripetilo se hai il coraggio- sembro minaccioso mentre lui ride e si contorce.
-Ok ok scusa- smetto e lui si riprende dalle troppe risate.
-Ti sei arreso in fretta però- mi chino per dargli un bacio...dolce. Sento la sua fatica a staccarsi quando mi tiro di nuovo su.
Sorridente capovolge la situazione senza che io me ne renda conto.
-Non è giusto però- si fa serio.
-Cosa?- sorrido accarezzandogli una ciocca riccia che gli ricade davanti al viso.
-Io non so il tuo nome-
-Indovinalo- lo lascio sdraiare sopra il mio petto, mi accorgo di una sfumatura che prima non ho colto...è così piccolo da aver bisogno di protezione e di un posto caldo in cui passare la notte, spero le mie braccia bastino a fargli da rifugio.
-Dammi un indizio- borbotta contro il mio petto.
-Inizia con la L- non so perché ma mi piace accarezzargli i capelli e lisciare inutilmente qui piccoli boccoli.
-mmm Lizzy-
-Ma è da femmina!- scoppio a ridere.
-Ei non ridere! È l’unico che mi è venuto in mente- mi da una leggera botta sul fianco per farmi smettere.
-Dai riprova-
-Lucas-
-Bello ma no-
-Liam?-
-No-
-Leon-
-Ma è un nome?- sorrido e lui sbuffa.
-Mi arrendo-
-Dai è facilissimo-
-Dai dimmelo- poggia il mento sul mio petto e mi fissa con i suoi occhioni verdi smeraldo.
-Louis- gli sorrido.
-alla francese senza dire la S?- si illumina.
-credo di si...non so se sia alla francese- sembro confuso? Non ho mai sentito il mio nome pronunciato da un francese.
-Mi piace- si gira di nuovo per poggiare la guancia.
-Anche a me piace molto Harry sai?- cerco di guardarlo, lo vedo sorridere.
Sembra più tenero, non lo capirò mai. Prima sembra impacciato, poi strafottente, poi timido e ora...è così tenero. 
-Sai, sto così bene qui con te.  È bastata una nottata per rendere questa la migliore estate di sempre- sorride mentre si stringe di più a me. Forse sono arrossito, ma sorrido perché nessuno mi aveva mai detto una cosa simile.
-Ricorderai per sempre l’estate del 2009 come l’estate in cui mi hai conosciuto?-  non smetto di sorridere mentre con il dito disegna cerchi immaginari intorno al mio capezzolo.
-Harry dovresti smetterla sai?- lo metto all’erta e lui sussurra un “ops” spostando il suo dito un po’ più giù.
-Ma che ore sono?- si tira su mettendosi a cavalcioni. Mi accorgo solo adesso dei miei tre succhiotti sul collo.  Tiro fuori il telefono dai Jeans lasciati incustoditi sulla sabbia.
-un quarto all’una- riposo il telefono sui pantaloni.
-Devo chiamare Linz – si porta una mano dietro la nuca grattandosi pensieroso.
-La tua amica?- chiedo curioso.
-Si- scende da sopra di me per cercare il suo telefono.
-Lei sa che sei gay?- lo guardo, è girato di schiena.
-Si, è l’unica...a parte te- si gira sorridendomi. Compone il numero e lascia squillare il telefono.
-Ei Linz sono io...si sto bene...lo so avrei dovuto avvertirti...- lo vedo andare in giro per la spiaggia con l’unghia del pollice in bocca.
-Non sono solo...si chiama Louis...- scommetto che è arrossito, io sorrido. –Si è bello...no dai basta...si ti dico tutto dopo...cosa? dove sono? Non so dove sono...- mentre lui continua a parlare con la sua amica sento il mio telefono squillare. Rispondo subito. È Fin.
-Ei-
-Louis ma dove diamine sei?- sembra preoccupato.
-Ho incontrato una persona e...-
-E bravo il nostro play boy! Chi è?- già gli è passata la preoccupazione?
-Uno che ho incontrato nel bagno dello stadio- alzo le spalle.
-Sei incredibile...hai la stessa capacità di attrarre i maschi come con le femmine- scoppia a ridere.
-Sono doti- mi do non poche arie.
-Ti dobbiamo lasciare solo per caso?-
-Si grazie- mi volto e vedo che Harry mi guarda aspettando che concluda la chiamata.
-Ciao Tommo-
-Ciao, ti faccio uno squillo quando torno-
Riattacco.
-Quindi i tuoi amici lo sanno?- mi chiede fissandomi curioso.
-Si, l’hanno scoperto quando mi hanno visto con uno...ma non si sono fatti problemi- alzo le spalle.
-Se era importante per te questo ragazzo magari lo hanno capito e...- abbassa lo sguardo.
-Non ho nessun ragazzo importante nella mia vita se vuoi saperlo- lo guardo divertito e lui arrossisce.
-Non...non dicevo questo...-
-Si certo, come no- mi alzo in piedi e mi stiracchio, la schiena che mi scrocchia.
Sento addosso lo sguardo curioso di Harry mentre mi incammino verso il mare.
Un’onda mi raggiunge i piedi, l’acqua non è molto fredda...potrei anche...
Inizio ad andare sempre più dentro.
-Louis?- mi volto sentendo quella voce roca chiamarmi. –dove vai?-
-Vieni? L’acqua non è tanto fredda- lo aspetto e in poco tempo mi raggiunge sorridente.
Gli prendo la mano e lo trascino in acqua con me.
-Aspetta- si blocca improvvisamente.  Lo guardo perplesso  -ho i boxer bianchi...- si guarda le mutande e io scoppio a ridere.
-Non credo sia più un problema farsi vedere no?-
-No ma...-
-Dai vieni, ci sono solo io- mi avvicino a lui senza lasciargli la mano.
Gli alzo il viso prendendo il suo mento con la mano libera. Lo costringo a guardarmi.
-Questa non è l’estate più bella che tu abbia mai vissuto?- lo vedo annuire e gli sorrido prima di lasciargli un bacio sulle labbra. Ricordo della difficoltà che aveva avuto prima a lasciare la mia bocca  e credo che la sfrutterò a mio favore.
Inizio a baciarlo e a fare piccoli passi indietro per andare più a largo e lui, quasi come i pulcini seguono la madre, inizia a seguirmi per baciarmi di nuovo. La cosa viene facilitata dai suoi occhi chiusi e dalle nostre mani intrecciate.
-Sei uno stronzo- sussurra sorridendo prima di tornare a baciarmi con più foga buttandomi le braccia al collo. Sorrido ricambiando i baci e sfruttando la leggerezza che da l’acqua gli prendo le cosce e lo tiro su.
Stringe le sue gambe sui miei fianchi e fa aderire meglio il suo petto al mio anche se è costretto ad abbassare il viso per baciarmi.
Usciamo dopo un quarto d’ora.  
Sarebbe meglio tornare dai nostri amici...ormai è tardi.
-torniamo?- gli chiedo sorridendo.
-Si sarebbe meglio- sorride a sua volta.
Ci rivestiamo e torniamo sul lungo mare isolato per trovare qualcosa che ci riporti a casa.
-I taxi a quest’ora non li troviamo, le navette nemmeno a pagarle oro...dovremmo farcela a piedi ma non ho idea di dove siamo- mi butto su una panchina.
-Io so dove siamo- mi volto per guardarlo speranzoso. –nella merda- scoppiamo a ridere e lui si mette seduto vicino a me.
-Ti va di fare una cosa illegale?- chiedo puntando gli occhi su un vecchio motorino.
-Cosa?- mi guarda curioso ma appena capisce dove voglio andare a parare si fa testo. –no no no. Tu sei pazzo! E poi come hai intenzione di metterlo in moto?-
-Trucchi del mestiere, un mio amico fa il meccanico e è un fottuto genio...basta solo collegare i fili giusti- alzo le spalle e mi avvio al motorino.
Dopo vari tentativi sento il motore partire e il mio viso si illumina di un sorriso soddisfatto mentre Harry mi guarda sbigottito, ormai aveva perso le speranze.
-Aspetta tu però non puoi tornare con...quelli- indico i succhiotti sul collo.
-cazzo è vero i miei mi si inculano!- porta una mano sul collo per coprire i segni rossi.
-Aspetta- corro verso un bar con le serrande abbassate, su un palo li vicino c’è un foulard grigio e nero e in basso un cartello con scritte parole tipo “NON TI DIMENTICHEREMO MAI”. Mi fa impressione pensare che forse apparteneva ad un morto ma...a me ora serve. Sfilo il pezzo di tessuto liscio e faccio il segno della croce. Quando torno da Harry mi chiede dove l’ho preso e gli dico una piccola bugia.
Glie lo allaccio al collo in modo da non far vedere i succhiotti e poi salgo in sella al motorino invitandolo a salire.
-Ma lo sai guidare?- mi chiede stringendosi al mio bacino.
-Ovvio che si. Dai tieniti che parto- do gas e seguo i cartelli per cercare di tornare da dove eravamo venuti.
Dopo un’oretta scorgo il mio hotel ma pria devo portare a casa Harry.
Mi da la via di dove alloggia e in qualche minuto arriviamo. Lo faccio scendere ma io non posso spegnere il mezzo sennò mi lascia a piedi e per saluto ricevo solo un piccolo bacio.
Torno veloce in Hotel, lascio il motorino spento davanti all’entrata.
Quando entro in camera tutti mi saltano addosso per chiedermi le peggio spiegazioni che a me non va di dare...domani gli dirò tutto.
Per ora voglio solo mettermi il pigiama e dormire.  
Ma nel letto mi ritrovo a rigirarmi e a pensare a quei ricci e a quel verde così intenso.
Spero di rivederlo domani.
 
Che confusione...ma cos’è?
Apro gli occhi e vedo i miei amici fare battute e ridere guardando un pezzo di carta.
Mi alzo ancora insonnolito.
-Cos’è successo?- chiedo prima di sbadigliare.
-Chi è Harry? Il ragazzo di ieri?- Fin si avvicina a me ammiccando. Gli strappo di mano il pezzo di carta e sopra ci leggo scritto un numero con il nome del  ragazzo di ieri. Sorrido scuotendo la testa...ecco perché ieri ci ha messo tanto a scendere dal motorino e cos’era quella pressione sulla mia schiena...ma dove l’avrà presa la penna e il foglio? Forse contava di farsi fare un autografo allora si è munito di materiale...che tenero.
-Allora? Com’è?- Kurt si avvicina sedendosi sul letto.
-Molto meglio di voi- ghigno.
-Vuoi del tempo per chiamarlo?-
-Grazie Christopher- l’ultimo che ha posto quella domanda caccia fuori gli altri due lasciandomi solo con il numero di Harry in mano. Prendo coraggio e lo chiamo.
-Pronto?- la sua voce è perfettamente roca anche da dietro una cornetta.
-Ei- sorrido da ebete.
-Louis? Sei tu?- la sua voce si riduce ad un sussurro.
-Si, mi sono accorto solo adesso di avere il tuo numero-
-Si ieri...non avevo il coraggio di dartelo così te l’ho nascosto nella tasca posteriore dei jeans- sorrido divertito.
-Ci vediamo oggi?-
-Louis non so quanto tu abbia dormito ma...sono le cinque e mezza...di pomeriggio-
-cazzo ma che davvero? Ho dormito così tanto?- mi guardo intorno e fuori dalla finestra.
-dopo che hai lasciato me non so cosa tu abbia fatto- si fa pensieroso.
-sono tornato in albergo e mi sono messo a dormire- lo rassicuro dolcemente.
-allora devi proprio esserti stancato ieri notte- scoppia a ridere.
-ho fatto di peggio- dico per farlo smettere di ridere e ci riesco. Lo sento bofonchiare qualcosa.
-Allora ci vediamo sta sera?-  la sua voce si avviva di nuovo.
-Sta sera io e i miei amici abbiamo intenzione di fare un falò, ti va di venire? Puoi portare anche la tua amica se vuoi-
Ti prego dimmi di si. Ti prego dimmi di si. Ti prego. Ti prego. Ti prego.
-Si, ma i tuoi amici come l’hanno presa per ieri?- sembra preoccupato.
-Bene, già vogliono la tua descrizione completa- alzo gli occhi al cielo sorridendo.
-Quindi non sarà un problema...-
-No tranquillo-
-Ok allora a sta sera...a che ora?- 
-Vi passiamo a prendere alle 8.-
-Ok...ora devo andare, ciao Lou-  credo che quello sia il mio nuovo soprannome...lo pronuncia in modo così dolce.
-Ciao Harry-
Riattacco e mi alzo dal letto per andare in bagno.
-Potete entrare! Tanto lo so che stavate origliando!- passo davanti alla porta e la apro di scatto per vedere poi i miei amici cadere a terra come pere cotte.
-Quindi verrà anche lui sta sera? Con una sua amica?-
-Si Fin, sei proprio un malato di fica oh- prendo il mio spazzolino e ci metto il dentifricio dell’hotel.
-Ti ricordo che prima anche tu...-
-La gente cambia- dico con la bocca piena di dentifricio alla menta.
 
Decidiamo di andare direttamente in spiaggia e ci mettiamo a giocare a palla e a racchettoni .
Quando sono le otto prendo la macchina di Christopher e mi avvio nello stesso posto in cui avevo lasciato Harry ieri notte.
Mi accosto al marciapiede per aspettare i due. Mi accordo che non li devo aspettare perché sono già qui e si stanno avvicinando...Harry ha un sorriso mozzafiato.
-Ciao- forse in modo troppo dolce...ma lui sorride e appena chiude lo sportello mi bacia velocemente.
-Ciao- sorride baciandomi ancora una volta. –lei è Linz- si stacca del tutto poggiando la schiena sul sedile per presentarmi l’amica nei posti dietro. Gli tendo la mano e con un sorriso gentile mi presento. Lei fa altrettanto...sembra simpatica. Metto in moto e torno dai miei amici che stanno già iniziando ad accendere il fuoco e ad arrostire qualcosa. Con loro ci sono anche altre due tipe rimorchiate oggi in spiaggia.
-Ragazzi- richiamo la loro attenzione mentre mi tolgo la maglietta. –Lei è Linz e lui è Harry-
Li lascio presentare meglio intanto mi prendo una birra fresca.
Sento un braccio sulle spalle.
-Ei che acchiappo! Non male il signorino!- Fin sorride prendendo anche lui da bere.
-Visto si? Ma non fare battute...lui non...non ne parla facilmente come faccio io- lo metto allerta puntandogli il dito contro.
-Certo, cercherò di avere più tatto- annuisce e capisco di potermi fidare di lui.
Tutti hanno da bere, tutti hanno da mangiare...tutti hanno qualcuno con cui trescare.
Tutti tranne me perché Harry non se la sente davanti ai miei amici. Non capisco che problemi abbia. Gli ho già detto che è tutto a posto e loro si sono anche dimostrati gentili e non hanno fatto nemmeno una battuta.
Comunque mi costringono a suonare qualche pezzo con la chitarra e li scopriamo la grande voce di Harry. Non credevo fosse bravo a cantare.
Che poi quando lo fa mi attizza in una maniera assurda perché nelle note alte si sforza e esce quella vena sul collo che...dio che darei per stare solo con lui anche questa notte.
Verso l’alba lo invito a fare una passeggiata e lui accetta.
Finalmente lontano da tutti posso baciarlo quanto voglio.
Lui continua a mordermi le labbra e io a stringergli i ricci tra le dita.
-Cosa ti hanno detto i tuoi dei succhiotti?-
-Si sono arrabbiati ma poi hanno decretato che alla mia età è normale avere una ragazza che...-
-Come scusa? Una ragazza?- chiedo sorridendo.
-Si insomma lo sai che non lo sanno...- abbassa lo sguardo.
-tranquillo, lo so- gli stringo la mano con la mia e mi fermo per farlo girare.
-So che ci conosciamo solo da un giorno ma...io già non vorrei lasciarti più- ammetto facendomi serio.
-Louis io...io non...mi dispiace ma...io non posso-  dai suoi occhi capisco le sue intenzioni e gli lascio la mano.
-Lascia stare, è stato bello finche è durato giusto? Allora addio- sono davvero deluso, voglio solo andarmene lontano. Sono stato un idiota a pensare che questo potesse essere l’inizio di qualcosa di migliore per me. Mi incammino per tornare dagli altri.
-Prima fammi spiegare!- lo sento urlare nella mia direzione.
Non ho intenzione di fermarmi.
-Non sono pronto a dire a tutti che sono gay e stare con te lo renderebbe ufficiale e è una cosa così bella da non poterla tenere nascosta quindi...non voglio stare con te per non dirlo a tutti. Non so se riesci a capirlo-
Mi giro, ho un’espressione alquanto dura mentre lo guardo.
-Ho capito che sei solo un ragazzino-  mi volto di nuovo e inizio a correre nella direzione opposta alla sua.
Ho deciso, non lo rivedrò più.
Voglio correre via, scappare da questa vergogna che ho per aver creduto anche per un solo istante ad una storia di una notte.
Sarà stupido ma io a quegli occhi c’ho creduto veramente.
 

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Capitolo 2
*** what's your name? ***



                                                                              What's your name?


Buona lettura!


Ma che ore sono?
Uffa non voglio svegliarmi. No non voglio nemmeno andare a quello stupido provino! A che servirebbe? Tanto non passerei e la mia vita resterà sempre lo stesso schifo.
Vorrei che tornasse l’estate...no anzi, non voglio più nessuna estate.
Mi è bastata quella passata.
Se solo rivedessi quel riccio...lo tratterei così male da farlo sentire una merda come mi sono sentito io.
Si ho esagerato con quella storia, ne sono consapevole.
Ma non è forse vero che per stare meglio bisogna prima torturarsi per bene?
Non era amore, io non amavo lui e lui non amava me e poi non mi ha fatto così male quella separazione. Infondo era la storia di una notte. Non aveva alcun valore anche se avrebbe potuto averne...ma quel ragazzo non glie ne ha dato il tempo.
-Louis!- ma che vuole ora mia madre?
Entra di corsa in camera.
-Ma allora sei sveglio? Dai sbrigati vestiti! Non vorrai arrivare tardi vero?- sembra più nervosa di me.
-Tranquilla mamma- vado in bagno per lavarmi.
Mi vesto in fretta e furia e poi di nuovo mia madre che mi chiama per farmi scendere.
Prendo qualcosa al volo da mangiare prima di salire in macchina per andare a fare quell’inutile provino.
Canticchio la canzone che canterò davanti ai giudici.
Mia madre parla e riparla ma io non l’ascolto...non è cattiveria, solo non mi va.
Arriviamo e facciamo una fila immane.
Conosco persone, ci scherzo e ci parlo tranquillamente.
Un ragazzo si avvicina non appena mia madre va a comprare una bottiglietta d’acqua nello stand vicino e mi sorride timidamente.
-Ciao- faccio un cenno con la testa ma non gli do troppa confidenza. Lui sembra incoraggiato dal mio gesto e si fa più vicino.
-Ciao, io sono Anthony, tu?- si sposta il ciuffo biondo da un lato...ma ha i capelli corti...perché lo fa?
-Piacere, Louis- gli sorrido debolmente.
-Anche tu qui eh?- si mette le mani nelle tasche dei jeans esageratamente stretti.
-Già. Senti se vuoi il mio numero devi solo chiedere- lo vedo arrossire, ma io mi sono già scocciato di vedermelo davanti.
-Me lo daresti?- alza lo sguardo.
-Ti darei anche altro- ammicco, tanto devo stare qui ancora per molto...meglio divertirmi no?
-Io...io...- sorride ma è imbarazzato.
-Non devi imbarazzarti per così poco-
-Ti stavo guardando da prima- si fa più sicuro.
-Davvero? Cosa guardavi in particolare?-
-Gli occhi- si avvicina ancora.
-C’è mia madre...- lo informo per poi vederlo tirarsi indietro e abbassare lo sguardo.
Lo vedo sbuffare.
-Potremmo andare in bagno se vuoi- lo guardo divertito mentre arrossisce ancora.
-S si-
Vedo mia madre chiamarmi, è il mio turno.
-Mi dispiace, troppo tardi...ei ma ci rivediamo! Ciao- meno male appena in tempo, non sarei riuscito ad uscire da quella situazione.  
La tensione cresce mentre mi avvicino su quel palco.
Canto e ricevo i “si” necessari per andare avanti nella sfida.
Esulto con mia madre prima di correre a cercare un bagno.
È pulito per essere attraversato da una marea di gente. Faccio quello che devo fare e esco.
Appena fuori dalla porta del bagno mi accorgo di avere le scarpe slacciate e mi inginocchio per fare un nodo veloce.
Prima che io possa tirarmi su, la porta mi prende in pieno.
Brutti ricordi.
-Ops- spalanco gli occhi nel sentire quelle parole pronunciate da quella voce.
Io non...non contavo di rivederlo.
-Ti ho fatto male? Perché non ti alzi? Ei?- mi poggia una mano sulla spalla e io mi alzo lentamente continuando a dargli le spalle...ancora non ci posso credere.
-Sembra che noi non possiamo fare a meno di incontrarci in queste situazioni- sorrido.
-L...Louis?-
-Bravo, allora te lo ricordi- mi giro e lo guardo con aria superiore.
-Che ci fai qui?- sembra riprendersi dallo stupore mentre abbassa lo sguardo sui suoi piedi.
-Quello che ci fai tu-
-Non sapevo che tu...-
-e invece- alzo le spalle.
-Ok io devo andare- si sposta verso destra cercando poi di andarsene ma io lo afferro per la sciarpetta verde che ha larga sul collo e lo costringo a girarsi.
-Non mi saluti nemmeno?- faccio il finto offeso.  Voglio solo la mia rivincita.
-Ciao- mi fa un segno con la mano seguito da un sorriso tirato.
-Oh no, io so che puoi fare di meglio- lo spingo nel bagno con me e lo porto nella prima cabina libera che trovo.
-Louis che vuoi fare?- mi guarda curioso.
-Niente...voglio solo parlarti-
-Il bagno non è il posto più privato che esista sai?- mi fa notare e devo dargli retta.
-Tu non hai mai provato nulla per me vero?- stringo la mia mano a pugno sul muro dietro la sua testa costringendolo, con il mio corpo, ad indietreggiare fino ad esso.
-N...no- abbassa lo sguardo.
-Perfetto allora- la sua aria perplessa cade lasciando il posto a una faccia sorpresa non appena poggio una mano sui suoi pantaloni stringendo forte e avvicinando la mia bocca alla sua.
-Che fai Louis? Basta- parla ma non riesce nemmeno a muovere un muscolo per togliersi da quella situazione.
Inizio a baciarlo e non appena capisco che ormai è mio spingo la sua testa in basso fino a farlo inginocchiare, all’inizio fa resistenza ma quando vede che non serve a nulla mi slaccia i pantaloni facendoli scendere con tutti i boxer. Spingo la sua testa più vicina alle mie parti intime aspettando che faccia la stessa cosa che ha fatto quella notte in spiaggia. Non devo aspettare molto per sentire la sua lingua che si muove ovunque anticipando le labbra che si socchiudono lentamente per poi arrivare alla punta e succhiare. Con la mano che tiene stretti i ricci lo aiuto a tenere il ritmo.
Sta volta senza avvertirlo gli vengo in bocca e lui ingoia come quella notte.
Lo vedo tornare su sorridendo magari aspettandosi che io faccia lo stesso. Mi avvicino alle sue labbra e con un bacio levo tutti i residui rimasti.
-Com’è che ti chiamavi?- sussurro al suo orecchio in modo duro.
Lo vedo irrigidirsi mentre mi allontano con un sorrisetto alquanto maligno sul viso.
-Ha...Harry- sembra pietrificato quando poi apro la porta per andarmene.
Ora mi sento meglio.  
Troppo stronzo? Forse...ma lui mi ha lasciato in maniera peggiore quest’estate.
-Louis!- sento il mio nome urlato da quel ragazzino fermo sulla porta del bagno, sorrido ma non mi volto e continuo a camminare.
-Coglione che non sei altro!- sta letteralmente urlando in mezzo al corridoio.
Mi volto senza nemmeno volerlo e lo vedo col volto rosso e da quel poco che riesco a vedere i suoi occhi sono lucidi. 
Mi avvio verso di lui velocemente e lo obbligo ad alzare il viso con l’indice sotto il mento.
-Che hai detto?- in realtà so benissimo cosa ha detto.
-Che sei un coglione-
-Sono stato un coglione quella sera a crederti, questo è vero-
-No! Io dicevo davvero!  Stavo davvero bene con te e quella è stata davvero una delle mie estati migliori ma...sei un coglione- spinge via la mia mano da sotto il suo mento.
-Ti sei mai pentito di avermi incontrato?-
-Si, prima nel bagno. Tu?- la sua voce si calma.
-Sempre da quella sera- porto la mia mano sul suo collo e con il pollice accarezzo la sua mascella.
-Mi dispiace Louis, io non volevo- abbassa lo sguardo posando la sua mano sulla mia e trascinandomela lungo il fianco stretta alla sua.
-Il pivellino che ci fa cascare in pieno il ragazzo più grande, chi l’avrebbe mai detto eh?- sorrido ma sono quasi malinconico nel farlo, lui alza lo sguardo verso di me puntando i suoi occhi verdi sui miei.
-Volevi davvero che tra noi ci fosse qualcosa?- sembra stupito.
-sennò perché ti avrei detto quelle cose?- con la mano libera sposto dietro l’orecchio una ciocca riccia che gli era caduta davanti al viso dispiaciuto.
-Allora perché prima in bagno hai...- non gli faccio finire la frase perché preferisco interromperlo con un bacio, ma lui si tira indietro per poi guardarsi intorno per vedere se fosse passato qualcuno.
-Ovvio- alzo gli occhi al cielo e sorrido dispiaciuto.
Non è cambiato, non cambierà mai.
Meglio se me ne vado, sto solo perdendo tempo.
-No Louis aspetta!- sento la sua presa sul mio giacchetto.
-Cosa devo aspettare? Che ti passino quelle paure del cazzo o la vergogna che provi ogni volta che ti bacio in un luogo pubblico? Anche quest’estate al falò...davanti ai miei amici!- non so perché ma mi ritrovo ad urlargli contro. Lui abbassa solo lo sguardo.
-Scusa- mi sono stancato di rincorrere le persone, davvero.
Ho altri ragazzi che...no nessuno è bello come Harry.  Nessuno ha i suoi occhi, nessuno ha il suo sorriso, nessuno ha quella capacità di farmi eccitare con poco. Nessuno è come quel ragazzo riccio che ho incontrato nel bagno dello stadio...non è il migliore, questo è vero, ma è l’unico e l’ho capito quando altri ragazzi mi si avvicinavano e io continuavo a cercare in loro dei suoi tratti, persino la voce o i modi di fare.
Sono malato. Sono completamente impazzito per un ragazzino di 16 anni che si atteggia a più grande solo per qualche esperienza fatta...ma è così tenero quando vuole.
Prima che io possa andarmene davvero lontano, prima che possa sentire il suo sguardo cadere da sopra di me, una voce stridula mi blocca. Riconosco il biondino di prima.
-Ei Louis!-
-Ei Anthony, come va?- tiro fuori un sorriso forzato…sento ancora gli occhi di Harry addosso.
-Chi era quello? Il tuo ragazzo?-
-No nessuno, solo uno che ho usato per divertirmi un po’ dato che tu mi hai lasciato insoddisfatto così- spero che Harry mi senta.
-Oh mascalzone! Se andiamo in bagno sistemo tutto io-
-No ora devo andare, sarà per un’altra volta- faccio un cenno della mano ma prima di andarmene lui mi lascia il suo numero e vuole a tutti i costi il mio.
Mi allontano da lui, tanto prima o poi lo rivedrò.
 
Siamo stati rifiutati al bootcamp, sia io che Harry.
In questa seconda giornata non ci siamo parlati molto, sia io che lui eravamo un po’ distrutti.
Ci guardiamo da lontano ma nessuno dei due osa avvicinarsi all’altro.
...
Prima che io possa andarmene richiamano il gruppo dei scartati, tra loro ci sono io...ma anche Harry e due ragazzi con cui ho parlato prima.
Sento nominare il mio e il nome di Harry insieme ad altri tre...due di loro sono i ragazzi che ho conosciuto poco fa.
Ci chiedono di risalire sul palco.
...
 
Formare un gruppo? Noi? Io non so nemmeno da dove cominciare!
Tutti hanno accettato saltando di gioia, compreso me anche se non facevo altro che pensare a come sarebbe stato passare tutto quel tempo con Harry.
Ci conosciamo da pochissimo e già ci abbracciamo come fossimo amici...è un grande inizio.
...
 
Sorvoliamo la parte in cui per una stronzata mi faccio male al piede e devo stare qualche giorno in ospedale...ma non sorvoliamo affatto sul mio rientro.
Harry mi è corso incontro, insieme agli altri, abbracciandomi per poi aiutarmi a camminare dentro la casa.
È stato dolcissimo.
...
 
Per la casa dei giudici ci siamo dovuti preparare su un pezzo bellissimo di una cantante femminile. Il pezzo è Torn e è davvero bello...Harry canta da Dio.
Ci intervistano mentre Simon cerca di prendere una decisione.
Durante l’intervista mi fisso a guardare un Harry felice e speranzoso, non abbiamo avuto tempo per stare insieme  ma vorrei davvero tanto le sue labbra ora.
Veniamo invitati a raggiungere Simon che, dopo secondi di stressante attesa, ci avvisa che siamo passati e che andremo in onda nel programma serale.
Prima che Harry si stacchi dall’abbraccio di gruppo e corri verso Simon, ci guardiamo sorridenti.
Stiamo facendo tutto questo insieme...quando insieme non credevamo nemmeno di riuscire a parlare per un’ora di seguito.
 

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Capitolo 3
*** Superman ***


          

                                     Superman

Come sempre vi auguro una buona lettura!

Ci hanno lasciato dei giorni per stare insieme prima di fare il programma.
Dei giorni per restare con Harry... e magari riuscire a parlare un po’.
...
-Harry?- rispondo al telefono, è strano che lui mi chiami.
-Ti...ti va di...venire un po’ prima?- ma che si vergogna?
-Aspettami- lo sento sorridere e riattacco subito per prendere le mie cose e costringere il compagno di mia madre ad accompagnarmi.
...
Appena scendo dalla macchina vedo un ragazzo sorridente corrermi incontro. Mi abbraccia come non aveva mai fatto prima, sorrido stringendolo a me.
Saluto il mio accompagnatore prima di seguire Harry dentro una specie di casetta.
-Mettila la- si riferisce alla borsa mentre indica un angolino ai piedi del divano. Faccio come dice.
Mi giro sorridente verso Harry che abbassa lo sguardo...lo sento sorridere.
-Perché mi hai fatto venire prima?- mi avvicino ancora di più e mi abbasso per guardarlo negli occhi, quando io alzo il viso lui fa lo stesso seguendo i miei movimenti.
-Che domande fai? Non è ovvio?- mi spinge sul divano per mettersi seduto a cavalcioni su di me.
-Non sai quanto ho desiderato questo momento...ma avevamo sempre le telecamere puntate addosso- gli passo le mani sul sedere per tirarlo più vicino e, finalmente, baciarlo.
Inizia a mordermi le labbra e a succhiarle con le sue. Ho capito che mi vuole far eccitare quando con la sua lingua passa il contorno del mio labbro inferiore per poi passare a quello superiore.
-Vuoi…adesso?- gli chiedo sperando in una risposta positiva.
Ricevo solo un verso di conferma.
Inizio a stringere più forte il suo sedere e lui si mette dritto con la schiena così che io debba alzare la testa per arrivare a baciarlo.
Gli tolgo la maglietta con il suo aiuto e, dato che sono praticamente a portata, inizio a stuzzicargli il capezzolo con la lingua e a baciargli il petto.
-L-Luois?- alzo il viso per guardarlo, è serio.
-Che c’è?-  odio essere interrotto.
-Non è…come nel bagno vero?- dal suo sguardo capisco il suo timore…in effetti sono stato un po’ troppo stronzo.
-No, piccolo- dico dolcemente, lui sorride e riprende a baciarmi portando le mani tra i miei capelli.
-Nel comodino ho il lubrificante- dice affannandosi per staccare le labbra dalle mie.
-Ottimo- sussurro prima di prendergli il labbro inferiore tra i denti per costringerlo ad avvicinarsi e a lasciarsi baciare.
Con il mio aiuto riesce a togliermi la maglietta e si china per baciarmi il collo, sorrido quando i suoi ricci mi provocano un leggero solletico.
-Puoi…puoi fare prima te? Sai, ultimamente non ho fatto altro che pensarti e ora…- mentre parla tiene la testa bassa sul mio collo, forse per non guardarmi dato l’imbarazzo.
-Mi hai pensato?- sussurro girando la testa quel poco per portare le mie labbra vicine al suo orecchio.
-mh mh- lo sento annuire timidamente.
-E come mi hai pensato?- lo stuzzico ancora un po’.
-In tutti i modi tranne che vestito- mi blocco, forse sono arrossito. Lo sento sorridere. –Ti sei paralizzato?-
-Dimmi in particolare come- mi riprendo e gli sfioro il lobo con i denti .
-Fin da piccolo il mio supereroe preferito era Superman lo sai?- tira su il volto dal mio collo e cerca di ammiccare…ma è troppo rosso per sembrare strafottente.
-Quindi mi vorresti vestito da Superman? Ma non toglie l’eccitazione uno con le mutande sopra i pantaloni?- chiedo trattenendo un sorriso divertito.
-Ma tanto poi si tolgono- mi guarda alzando un sopracciglio parlando in modo ovvio.
-E tu chi saresti? La damigella in pericolo?- mi viene da ridere ma mi trattengo.
-posso essere chi vuoi, basta che mi dai quello che voglio- il suo sguardo si fa convinto e la sua mano finisce sulle mie parti basse.
-Ei ma come siamo violenti- mi strozza le parole con un bacio e, iniziando a muovere la sua mano sopra i miei pantaloni, fa quella pressione sufficiente per non fare male ma non essendo nemmeno leggero.
-Hai mai fatto niente pensando a me?- chiedo per aumentare l’eccitazione…sono masochista lo so.
-Quasi tutte le notti da quella sera al falò- sa sempre come cogliermi di sorpresa. –E tu?-
-Si, qualche volta si-
-Solo qualche volta?- sembra esserci rimasto male.
-Ho chiamato un ragazzo con il tuo nome una volta- si blocca senza proseguire la scia di baci sul collo che stavano arrivando al petto.
-Cosa ti stava facendo?- sembra quasi geloso.
-Quello che mi hai fatto tu nel bagno e…quando sono venuto ho detto il tuo nome-
-Dio…questo mi fa eccitare- mentre mi fa un succhiotto cerca di slacciarsi i pantaloni, io lo blocco e con un movimento fluido lo porto a sdraiarsi sotto di me sul divano.
-Quanto?- sussurro iniziando a passargli le labbra e la lingua su ogni parte del suo petto.
-T…Tanto- dopo avergli slacciato i pantaloni e averglieli sfilati prendo l’elastico dei suoi boxer stretti tra i denti e li trascino giù, lo sento sorridere imbarazzato.
-D-Davvero non ricordavi il mio nome?- so a cosa si riferisce.
-Non l’ho mai dimenticato- lo tranquillizzo prima di mordergli l’interno coscia e dargli un bacio sull’inguine.
-Dov’è il lubrificante?- chiedo guardandolo negli occhi, indica un cassettino vicino. Allungo la mano per aprirlo e tirare fuori la piccola confezione, la apro e immergo due dita.
-Girati- cerco di dirlo con il tono di voce più dolce che ho e lui ubbidisce. Entro e inizio a muoverle lentamente spingendole fino a dove mie è possibile.
-Sei mai andato oltre?- chiedo curioso mentre con l’altra mano stringo il suo membro ormai duro e inizio a muoverla velocemente.
-N-no- ammette dopo qualche secondo.
Quando viene gli esce il mio nome come un grido liberatorio.
Ho la mano tutta sporca…glie la porto alla bocca e lui sorridendo inizia  a leccare le mie dita.
-Ti piace proprio eh?- chiedo divertito, improvvisamente sento un morso sull’indice. –Aioh!- sfilo il dito dalla sua bocca e lui scoppia a ridere.
-Che dicevi?- sorride strafottente e si gira per guardarmi.
-Vieni qui- allargo le braccia e lui si mette in ginocchio prima di lasciarsi stringere a me che piano piano cerco di mettermi sdraiato portandolo giù.
-Non è meglio se mi rimetto almeno i boxer?- mi chiede sorridente.
-Forse si- sorrido e aspetto che lui si rimetta almeno un indumento prima di rimettersi sdraiato di fianco a me con la testa sulla mia spalla e con la mano sul mio petto che mi accarezza.
-Di il mio nome-
-Perché?-
-Tu dillo-
-Harry-
-è da questa estate che non te lo sento dire-
Sorrido, è un sorriso dolce...quasi quanto lui.
-Louis?- ora sembra essersi fatto timido.
-Si?- cerco di rassicurarlo col mio tono di voce.
-Ma io e te...ecco...noi...noi due...stiamo insieme?- la sua paura lo spinge ad essere così incerto nel pronunciare quelle parole.
-Se tu vuoi si- continuo ad accarezzargli la testa. –Tu vuoi?- chiedo ancora dolcemente.
-Posso avere del tempo per pensarci?- ora non ha più paura della sua paura ma della mia risposta.
-Se non ci metterai tanto...ti aspetterò tutta la vita-
-Oscar Wilde- sorride.
-Bravo pivellino- mi da un leggero pizzicotto sul fianco facendomi sobbalzare un po’.
Dopo circa due minuti riprende a parlare.
-Potresti ridire il mio nome?-
-Perché?- abbasso la testa per guardarlo curioso.
-Mi piace...e poi perché ancora non riesco a crederci- si stringe nelle spalle.
-Harry, Harry, Harry, Harry, Harry, Harry...- avrei continuato se il riccio non mi avesse baciato all’improvviso con un sorriso enorme.
-Ora ci credi? Sei sdraiato mezzo nudo con il coglione che, preso dai tuoi occhi, quella sera nel bagno dello stadio, ha indicato stupidamente le labbra senza sapere che tu in realtà già sapevi che lo avevi preso sulla spalla- lui scoppia a ridere e si scastra da quella posizione per mettersi a cavalcioni su di me. Non capisco cosa voglia fare.
-C’ho pensato- si fa serio.
-Cosa?-
-Voglio stare con te- si china per baciarmi.
-Davvero?- gli prendo il viso tra le mani per allontanarlo di poco e guardarlo dritto negli occhi.
Mi basta vederlo annuire per sorridere e, senza smettere, riempirlo di svelti baci a stampo tra le sue risate.
Dopo alcuni minuti ci alziamo per mangiare qualcosa.
-Quando arrivano gli altri?- chiedo sorridendogli.
-Tra non molto- alza le spalle prima di bere del latte direttamente dalla bottiglia, quando stacca le labbra vedo delle goccioline bianche cadergli sul collo e sul petto.
Mi avvicino e dopo averlo baciato inizio a leccare le parti di pelle bagnate dalle goccioline di latte. Lo sento irrigidirsi e quando alzo lo sguardo divertito lo vedo rosso per l’imbarazzo.
Porto le mie mani dietro la sua schiena e lo stringo a me, lui poggia la testa sulla mia spalla facendomi sentire il suo respiro sul collo.
Dopo qualche secondo sentiamo un citofono, lo vedo tirarsi su di scatto ed allontanarsi repentino verso i suoi e i miei vestiti.
-Sono gli altri sbrigati- mi lancia gli indumenti e io stravolto da tutta quella fretta inizio a vestirmi.
Lui ci mette meno di me e va ad aprire mentre io mi metto la maglietta.
Lo raggiungo dopo pochissimo e saluto gli altri con molta calma.
-Ei Louis, perché sei già qui?- Niall, il ragazzo biondo e irlandese, mi da una pacca sulla spalla senza perdere il suo sorriso.
-Beh perché...- inizio a spiegare ma Harry mi si mette davanti.
-Anche lui è appena arrivato...solo cinque minuti prima. Vero Louis?- non mostra molta agitazione.
-Vero- annuisco prima di girarmi e andare di nuovo dentro la dependance.
Infondo dovevo aspettarmelo, se stiamo insieme sarà solo in segreto.
Uff.
Perché ha queste stupide paure? Perché non riesce a capire quanto è stupido quello che sta facendo? Perché non capisce che a lungo andare mi perderà con questa storia?
Ma tanto non cambia, c’ho provato anche l’altra estate.
Aveva il mio numero, dopo quella sfuriata avrebbe potuto chiamarmi e sistemare le cose...ma non l’ha fatto. È stata una sua decisione.
Odio le bugie e ora devo affogare nelle sue. 
-Louis? Vieni a farti un bagno?- Liam entra nella stanza con un costume tra le mani e un sorriso amichevole.
-No, forse più tardi- cerco di sorridergli ma capisce che fingo, si avvicina a me smettendo di sorridere e mettendo da parte i suoi atteggiamenti allegri.
-Cos’hai?- sembra davvero preoccupato.
-Nulla, non posso dirlo- alzo seccato gli occhi al cielo facendo un verso quasi schifato con la bocca.
-Quando ti va io sono qui- mi guarda in modo dolce, è davvero fantastico.
-A me va anche adesso, è che non posso- mi butto sul divano sbuffando e lui mi segue.
-A chi l’hai promesso?-
-A nessuno a dire il vero, ma se non voglio perdere una persona devo stare zitto-
-Ma non fa bene tenersi tutto dentro-
-Odio le bugie Liam- poggio la testa sullo schienale del divano.
-Dimmi solo a grandi linee la storia senza i soggetti, col solito amico...no?- sorride divertito e io faccio lo stesso scuotendo la testa. Ma è un’idea...decido di farlo.
-C’è questo mio amico che si è fidanzato oggi...cioè no...non so come dirtelo. Lui ha conosciuto una ragazza l’estate del 2009 e sono stati una sera insieme...e lui credeva davvero di poterci costruire qualcosa insieme ma lei gli ha detto di no perché non era pronta per una relazione. L’ha incontrata di recente e sono finiti a letto insieme...ora stanno insieme ma in segreto. Il mio amico odia le bugie- mi volto per guardarlo e lo vedo pensieroso con lo sguardo perso.
-Dovrebbero parlare seriamente e se si vogliono davvero bene troveranno un accordo- torna a guardarmi.
-Ma il mio amico non sa se questa tiene davvero a lui...mentre io non l’ho mai dimenticato e ce l’ho sempre in testa – cazzo…non mi sono reso conto…ho fatto un casino.
-Lo si capisce se una persona tiene a te...avete parlato o scherzato dopo aver fatto sesso?- mi guarda, ora che ha detto il “te” sembra tutto più serio.
-Si...prima e dopo...ma vedi noi...non abbiamo fatto sesso...solo i preliminari- mi guarda arrossire.
-Parla con Harry eh- mi da una pacca sul ginocchio e si alza mentre sbarro gli occhi.
-Che...che c’entra lui?- balbetto spaventato.
-Lui ne capisce più di me su queste cose- mi fa un occhiolino e esce dalla stanzetta.
Sospiro sollevato...ma forse ha capito davvero.
Mi cambio velocemente mettendomi il costume e uscendo con gli altri per non fare troppo l’asociale...che non è da me.
-Eccomi!- urlo tuffandomi a bomba in mezzo a loro che scoppiano a ridere.
-Dai giochiamo a palla- quello che parla di meno, Zayn, tira la palla intesta a Liam che si gira e lo schizza ridendo.
-Louis?- mi giro e vedo Harry in piedi sul bordo della piscina con il suo costume in mano. Abbasso lo sguardo mentre sento un leggero calore sulle mie guancie.
-Che c’è?- chiedo cercando di non guardarlo troppo.
-Mi accompagni a prendere qualcosa da mangiare così la porto fuori?- si gira sorridente e si avvia vero casa.
Mi alzo facendo forza sulle braccia per uscire e seguirlo.
Mi chiudo la porta alle spalle e prendo Harry per il braccio facendocelo sbattere contro.
-Mi dici che ti è preso?- sussurro piano, sono perplesso.
-Ma cosa?- mi guarda alzando un sopracciglio ma dopo pronuncia un “aaah” e capisco che ha capito il mio riferimento alle sue parti intime lasciate in bella vista.
-Sei geloso?- di nuovo quel tono insopportabile.
-Non mettermi alla prova ragazzino- con la mano sul suo petto lo sbatto ancora addosso alla porta.
-Sennò che fai?- sbruffone.
-Non mi piacciono le bugie- sorrido lasciandolo andare.
-Comunque io sono abituato ad andare in giro nudo...non era per fare un dispetto a te- sorridendo si mette a posto i capelli bagnati.
-D’accordo ma evita-
-Perché? Non ti piaccio?- sorridendo maliziosamente si avvicina a me che abbasso lo sguardo sorridendo e scuotendo la testa.
-Cosa faresti se girassi io nudo?-lo fisso dritto negli occhi.
-Non ti toglierei gli occhi di dosso- sorridiamo entrambi.
-E magari proveresti quel brivido che fa tremare le gambe- lo prendo in giro dandogli le spalle e aprendo il frigo per cercare qualcosa da bere.
-Non è sempre amore quel brivido che ti fa tremare le gambe-mi da una pacca sul sedere e passa oltre aprendo uno sportello in alto e trattenendo un sorriso.
Lo guardo curioso.
-Ti capisco sai?- mi volto interamente verso di lui poggiandomi al ripiano della cucina.
-Mi capisci?- sembra spaesato mentre gli allungo il braccio per farmi dare la mano e trascinarlo verso di me.
-Sai che sono stato fidanzato con molte ragazze?- lo vedo spalancare gli occhi e alzare il viso per guardarmi, sorrido dolcemente mentre porto la mano libera sulla sua testa per farlo poggiare al mio petto, lo fa senza esitare e mi stringe le braccia intorno ai fianchi e io faccio lo stesso con un braccio mentre l’altra mano gioca con i suoi ricci.
-Poi un giorno ho incontrato un ragazzo, era più grande di me e...mi sono preso la mia prima vera cotta. Le ho lasciate tutte per correre dietro a quel tipo. Un giorno poi lui si accorse di me e...iniziò a darmi corda. Li per li mi sentivo fortunato...ma solo perché non lo conoscevo bene. Iniziò ad approfittarsi dei miei sentimenti per lui e della mia ingenuità. Mi resi conto solo dopo che per lui era solo...sesso e divertimento, così decisi di lasciarlo stare ma lui per vendicarsi iniziò a prendermi in giro davanti a tutti, quei tutti ovviamente non sapevano che lui fosse gay...finche non glie lo dissi io prendendo coraggio e rispondendogli una volta per tutte. Non mi diede più fastidio e nemmeno gli altri...solo che da allora sono sempre stato molto cauto nelle storie con altre persone, erano per lo più oggetti da usare...come lui aveva usato me. Mentirei se dicessi che quella sera il mio scopo era davvero conoscerti meglio-  finalmente mi sono liberato.
-E perché dici di capirmi?-
-Perché anche io ho avuto paura di farlo sapere in giro...ma quando poi lui l’ha detto a tutti ho capito che era colpa mia se ero finito così in basso e che da quel momento sarei solo potuto risalire alla faccia di chi mi aveva fatto sentire diverso. Perché, Harry, tu sei diverso dagli altri solo per me. Ora voglio conoscerti meglio ma mi è difficile se continuiamo a tenerci nascosti- gli do un bacio sulla fronte e lui alza la testa verso di me per guardarmi negli occhi.
-Mi stai dicendo che non devo aver paura di quello che pensano gli altri?-
-Esattamente- tiro fuori il sorriso più dolce che ho.
-Se io lo dicessi...tu...tu...- poggia la fronte al mio petto per nascondersi il viso.
-Io resterei con te, ti aiuterei e supereremo tutto insieme. Ti sto offrendo un aiuto che io non ho avuto, vorrei che lo accettassi Harry.-
-E i tuoi amici?- alza di nuovo la testa.
-Li ho conosciuti dopo il trasferimento in un’altra scuola- torna ad appoggiare la testa per circa due minuti, poi si stacca e mi guarda deciso.
-Ti...ti va di dirlo a loro?- sbarro gli occhi, non credevo ci volesse così poco. –Solo a loro però...non me la sento di andare oltre-
-D’accordo riccio- gli scompiglio i capelli con un gesto affettuoso e lui sorride divincolandosi e abbracciandomi di nuovo.
-Aspetta...vestiti immediatamente- scoppia a ridere e si infila il costume a righe blu e bianche.
Gli prendo la mano e usciamo.
Sento la fatica che sta facendo Harry a tenere la mia mano davanti agli sguardi curiosi e perplessi di Liam, Zayn e Niall.
Vorrei solo aiutarlo.
Ci mettiamo seduti sul bordo della piscina, Harry incrocia le gambe abbassando la testa.
Guardo Liam che subito mi sorride vittorioso...allora aveva davvero capito? È un genio.
-Vi dobbiamo dire una cosa- parlo mentre Harry si fa sempre più teso e stringe sempre di più la mia mano.
-Cosa?- Zayn si mette seduto sulla scaletta della piscina.
-Siccome staremo tutti i giorni insieme, più o meno, da oggi in poi...sarebbe meglio dirvi subito la verità- mi volto verso Harry che sta strizzando gli occhi aspettando che passi il momento.
-Noi...- Vorrei lo dicesse lui ma ho paura che non se la senta ancora.
-Io e Louis stiamo insieme- lo sento dire tutto d’un fiato e mi volto sorpreso per guardarlo mentre tiene ancora gli occhi chiusi.
-Ok, grazie per avercelo detto...infondo ora siamo una squadra e non sarebbe bello avere segreti tra di noi- Niall non perde il suo solito sorriso.
-E tutta questa solennità per dircelo?- Zayn sorrise divertito tornando  cautamente in acqua...trovo ridicolo che ne abbia paura.
-Ne avete parlato all’ora? Sapevo che la ragazza era lui- Liam scoppiò a ridere e alzò la mano per farsi dare il cinque mentre Harry li guardava sconcertato.
-Tutto qui? Non dite altro?-
-Che dovremmo dirvi?- Niall lo guardò perplesso.
-E poi aspetta...ragazza? Io sarei la ragazza?- si gira verso di me alzando un sopracciglio chiedendo spiegazioni.
-Si sei una ragazzina- lo guardo per un attimo e alzo le spalle incurante per poi vederlo alzarsi per entrare in casa, abbasso la testa prima di sentire un “vado io” di Zayn.
 
Vorrei tanto sapere cosa gli sta dicendo e perché ci stanno mettendo tanto.
-Louis rilassati- Niall mi da una pacca sulla spalla e io sospiro.
-Parli facile te. Chissà che ha- mi sdraio sul bordo piscina con le mani dietro la testa.
-Tommo? Devi andare tu- Zayn fa una corsetta verso di me per poi mettersi seduto per terra.
-Che ha?- mi tiro su per guardarlo.
-Ha paura  che per te sia ancora uno di quei ragazzini che...-
-Ok ok ho capito.- lo interrompo alzandomi e correndo dentro casa.
Il mio sguardo preoccupato a cercarlo cede il posto a uno sguardo dolce appena l’ho trovato rannicchiato su una poltrona con un cuscino tra le braccia dove nasconde la testa.
Mi avvicino con piccoli e silenziosi passi a lui.
-Stupido di un riccio- gli do una piccola botta in testa e lui alza il viso confuso.
-Che vuoi? Sono solo una ragazzina no?- si alza e si incammina verso un’altra stanza, lo seguo.
-Non ho detto questo…o almeno non lo intendevo- mi metto sdraiato sul letto mentre lui si alza scocciato per uscire anche da li. Sbuffo e lo seguo in un’altra stanza.
-Mi lasci in pace?!- si volta bruscamente verso di me.
-Dimmi che problemi hai! Cazzo, ti ho detto che stiamo insieme e che ti voglio stare vicino, non ti basta? Perché devi fare la ragazzina?- forse era meglio non urlare…ma me ne rendo conto solo adesso che guardo i suoi occhi lucidi. Forse io non so tutti i suoi problemi come ho creduto fino a poco tempo fa.
-No! Non mi basta! Tu stai con il ragazzo della sera del concerto non con quello di tutti i giorni! Cazzo ero mezzo ubriaco quella sera! Se tu mi vuoi così comprami tre pacchi di birra al giorno! Appena mostro un briciolo in più di quello che sono realmente tu non fai altro che scherzarci su e di farmi sentire inadeguato! Come faccio a stare così io?! Sono una ragazzina ok? Sono una fottuta ragazzina!- non piange per la tristezza, ma per il nervosismo e per la rabbia…che ha nei miei confronti.
-Che sei fottuto lo sapevo- perché devo buttarla sempre sul ridere? Nemmeno me ne rendo conto! Lui non sa scherzare come me su queste cose…dovrei imparare a capirlo di più.
-Con te non si può parlare, è inutile- allarga le braccia esasperato prima di prendersi le labbra tra le dita e stringendole per il nervoso.
-Ok dai scusami- cerco di avvicinarmi ma lui si sposta di qualche passo.
-Dimmi quale parte di me preferisci e giuro che lo sarò…per te sarei qualsiasi cosa- lascia cadere impotente il braccio lungo il suo fianco.
-Mi piaci ok? Queste cose preferisco tenerle sempre per me…per non fare la figura del coglione, ma tu mi piaci Harry, mi piaci davvero. Mi piaci quando fai lo sbruffone e lo spavaldo, mi piace quando diventi impacciato, quando improvvisamente ti intenerisci e quando sei dolce. Tu per me non devi diventare niente di più di quello che già sei. Mi piacciono i piccoli battibecchi e i momenti in cui devo rassicurarti…o quelli in cui addirittura le tue parole riescono ad imbarazzarmi. Tu non devi cambiare niente, perché a me piaci così, con i tuoi sbalzi d’umore e le tue stupide paure-
Non ci credo. Gliel’ho detto. Io sono riuscito a dire i miei sentimenti a qualcuno. E non un qualcuno qualsiasi.
-Vuoi essere il mio ragazzo o no?- alzo lo sguardo e lo punto dritto sui suoi occhi per poi allungargli il braccio invitandolo a prendermi la mano.
-Che domande- sbuffa e gira gli occhi esasperato per poi sorridere e prendere la mia mano che lo trascina verso di me.
Lo abbraccio prima di staccarmi e di guardarlo negli occhi.
-Quindi quante birre hai detto?- fingo una faccia pensierosa prima di sentire il suo schiaffo sulla mia spalla che mi fa scoppiare a ridere.
-Sei un coglione Lou- scuote la testa ridendo.
-Anche al telefono quel pomeriggio mi hai chiamato così- sorrido abbassando lo sguardo.
-Quando?- davvero non si ricorda?
-Quando ti ho invitato al falò- dico in maniera ovvia per farlo ricordare.
-Ma perché siamo andati ad un falò insieme? Io non mi ricordo- incrocia le braccia e alza lo sguardo pensieroso.
Spero stia scherzando.
-Quando mi hai praticamente scaricato- continuo sperando che ricordi.
-Ah si quando non hai voluto ascoltarmi e te ne sei andato lasciandomi solo in mezzo alla spiaggia!- schiocca le dita e lascia illuminare il suo viso.
-Non farmi passare dalla parte dello stronzo ora! Quella sera non lo sono stato affatto- incrocio le braccia guardandolo severamente.
-Giusto quella sera- conferma pensandoci bene.
-Quindi sono sempre stato stronzo con te?- spalanco gli occhi incredulo dopo le sue parole.
-Allora…in bagno si, nel corridoio si, fuori lo stadio si, nella navetta si, in spiaggia si, in acqua si, poi ti sei placato fino alla chiamata, e poi quando ci siamo salutati quella notte al falò- tira fuori un elenco di momenti che credevo fossero passati.
-Mi avevi appena dato due portate addosso! Eri troppo pieno di te, mi piace prenderti in giro, non volevo che perdessi l’eccitazione, mi stavi facendo impazzire ma non facevi nulla per soddisfarmi, non voler entrare in acqua per colpa dei boxer bianchi è una stronzata, solo per una battuta non sono stronzo e li hai sbagliato tu- concludo dando tutte le mie spiegazioni.
-No io ti stavo spiegando le mie paure cosa che non avrei fatto se tu per me non significavi nulla! Allora che spiegazione dai a quello che è successo in bagno?- incrocia le braccia spavaldo.
-Ero ancora incazzato con te-
-E quel tipo con la cresta bionda?- alza un sopracciglio.
-Geloso?- dico divertito e un po’ con aria superiore.
-Da impazzire- slaccia le sue braccia e le porta strette al mio collo per baciarmi, è stato tutto molto veloce ma appena realizzo cosa stia succedendo e cosa ha detto porto le mie mani sui suoi fianchi e ricambio il bacio.
Devo dire che il ragazzino è molto passionale.
-Avete sistemat…oh- veniamo interrotti da Niall che abbassa lo sguardo cercando di non disturbarci, scoppiamo a ridere.
-Si biondino- prendo la mano a Harry e lo trascino fino a Niall che poi esce con noi.
-Con cosa ceniamo?- Liam ha l’asciugamano intorno alla vita mentre si tira indietro i capelli e si avvicina a noi.
-Ho preso della carne per fare la brace, vi va?- Harry mi lascia la mano per andare subito a prendere la cena nel frigo.
-Perfetto. Quanto dobbiamo ridarti?- Zayn si appoggia sullo stipite della porta.
-Zayn tu non lo mangi il maiale vero?- Harry si volta verso di lui sorridendo.
-No-
-Ti ho preso il pollo, ti piace?-
-Si ,grazie amico- sorride facendogli l’occhiolino. – ma quanto dobbiamo darti?-
-Cosa? Nulla! Offro io- Harry sorridendo porta la carne fuori.
-No davvero, quanto ti è venuto tutto?- Liam lo aiuta a sistemare il barbecue.
-Non ve lo dico- Harry sorride ancora…mi piace vederlo così felice, resterei a fissarlo per ore.
-Lou vai a prendere le birre in frigo?- si gira per guardarmi e mi sorride.
Annuisco e mi avvio verso la cucina.
-Aspetta ma tu sei troppo piccolo per bere, tutti siete troppo piccoli per bere!- esco e li vedo ridere.
-Tu credi che io non abbia mai bevuto?- Niall si fa passare una birra.
-Capirai, sei pure irlandese- sospiro facendo scoppiare tutti a ridere.
Tutti ne prendono una bottiglia tranne Liam che ci spiega il suo problema al rene che gli impedisce di bere alcolici o roba troppo gassata.
Alla fine della serata l’unico completamente sobrio è Liam, quello che ha mangiato di più è decisamente Niall e chi ha sparato più cazzate sono io.
Però, siamo proprio un bel gruppo.
-Ragazzi, io ho sonno- Zayn si alza in piedi con la coperta sulle spalle.
-Vieni, ti faccio vedere dove dormi- Harry si alza con lui e gli fa strada verso la sua camera.
Quando torna dice a Niall e a Liam di scegliere dove dormire.
Dopo poco restiamo da soli davanti al fuoco, lo faccio sedere sulle mie gambe e lui ride divertito.
-Se non vuoi possiamo anche non essere una coppia a tutti gli effetti- sorride alzando le spalle.
-Intendi fare sesso ma senza stare insieme?- lo guardo stranito…non me lo sarei aspettato da lui.
-Me lo farei bastare, non posso obbligarti a fare qualcosa che non vuoi-
-Raccontami cosa ti è successo per essere così impaurito di quello che sei-
-Mio padre ha sempre detto che sarebbe una delusione, un dolore avere un figlio gay…così ho provato a rinnegarmi per troppo tempo. Io non voglio deluderlo, ma è quello che sono e…ho deluso già troppe volte me stesso e altri ragazzi che come me cercavano riparo in qualcuno…tutto per non deludere lui-
-Avvolte i padri dicono certe cose solo perché non conoscono i sentimenti di quella situazione, ma appena ci sono dentro cambiano subito opinione…sei pur sempre suo figlio- alzo le spalle e riesco a strappargli un sorriso.
-Tuo padre come l’ha presa?-
-Mio padre non lo sa- abbasso lo sguardo.
Tasto dolente.
-Perché?-
-Perché io…non porto nemmeno il suo cognome- alzo lo sguardo accennando ad un sorriso.
Harry sembra davvero dispiaciuto, ma non deve…non è mica colpa sua.
-Non ti ha riconosciuto?-
-Se ne è semplicemente andato. Ma ho un patrigno e per me è come un padre ormai e lui sa tutto- lo stringo più forte a me prendendo le sue gambe per non farlo scivolare.
-Vorrei avere il tuo coraggio- poggia la testa sulla mia spalla.
-Non serve, ti aiuterò a trovare il tuo- con il naso sfioro la sua guancia facendolo sorridere.
-Devi scavare a fondo- sorrise divertito.
-Non molto a dire il vero...oggi sei stato molto coraggioso- lo rassicuro ricambiando il sorriso.
-Sono le tue parole che mi rimbombavano nella testa ad avermi dato la spinta- ora sembra essersi fatto più timido.
-Allora te le dirò più spesso-
Restammo così per alcuni minuti prima che lui tiri su la testa per guardarmi.
-Perché proprio io? Cosa ti ha preso tanto di me da farti capire che hai bisogno di più che una semplice scopata?-
-Non lo so, all’inizio ho amato i tuoi occhi...poi quando, finito tutto, ti sei sdraiato sopra di me ho capito che avevi bisogno di protezione e che io avrei voluto dartela...quando ti sei mostrato più debole mi è entrata nella testa una vocina che continuava a ripetermi “proteggilo, lui ha bisogno di te come tu di lui” e allora ho deciso che dovevi essere mio-
-Mi dispiace per averti lasciato andare quella notte- si rannicchiò di più addosso a me.
-Lascia stare riccio- gli accarezzo i capelli delicatamente.
-Vuoi andare a dormire?- ormai le sue parole sono ridotte ad un sussurro.
-E lasciarti? No- lo sento sorridere imbarazzato contro il mio collo.
-Louis?-
-Si?-
-Abbiamo la piscina tutta per noi...-
-Vedi allora che sei tu che provochi?- mi giro per baciarlo e lui ridendo ricambia portando la sua mano dietro la mia testa.
-Ti va?- si stacca quel tanto che basta per vedermi annuire sorridente.
Lo faccio alzare e sollevo tenendomi alla sua maglietta.
Arrivati a bordo piscina mi spinge dentro senza nemmeno avvisarmi e scoppia a ridere.
Lo guardo dal basso accigliato.
-Sei proprio uno stronzo- lo vedo ridere e abbassarsi per mettersi seduto sul bordo.
Mi metto in mezzo alle sue gambe accarezzandogli le cosce tese.
-Tu non vieni?- lo guardo speranzoso.
-Preferirei non bagnarmi-
-Poi sarei io lo stronzo eh?- gli chiedo sorridendo mentre gli slaccio i pantaloni.
-Louis era uno scherzo...non possiamo davvero farlo in piscina- si blocca non appena stringo in cavallo dei pantaloni con la mano.
-Perché no? Non abbiamo nemmeno bisogno del lubrificante- gli sorrido e lui arrossisce.
Si lascia togliere i pantaloni e la maglietta.
Sorridendo gli do un bacio sopra il rigonfiamento dei boxer e sento il suo respiro mancare per pochi secondi.
-Sei davvero sexy con tutti i vestiti bagnati-
-Non sei nella posizione di potermi prendere in giro- alzo un sopracciglio e lui mi guarda spavaldo.
-Non ci metto niente ad alzarmi e chiudermi in bagno per...- lo blocco ancora prendendo il punto dove prima avevo lasciato un bacio tra i denti e tirandolo un po’.
-Allora fai da solo- gli lascio i boxer e mi sposto dal lato opposto della piscina appoggiandomi al bordo.
-Dai Lou non scherzare- alza gli occhi al cielo.
-Non sto scherzando ragazzino, fa da solo- faccio un cenno della testa indicando il rigonfiamento visibilmente aumentato.
-Perché dovrei quando ho te?- ora è perplesso.
-Mi hai provocato...e non si fa- sorrido vedendolo infastidito.
-Louis ti prego...non posso...aiutami...- indica scocciato le sue parti intime facendomi notare quanto si fosse attizzato.
-Fai da solo- alzo le spalle sorridendo.
-Sei fastidioso- sconfitto si tolse i boxer e iniziò a portare la mano sul suo pene.
-Pensa a me piccolo- gli faccio l’occhiolino sorridendo e lui mi fa la linguaccia.
Guardarlo mentre si fa una sega pensando a me mi sta eccitando più del normale...appena smette devo assolutamente andare la e...
I miei pensieri vengono interrotti dal suo gemito seguito da un nome...non il mio.
Sgrano gli occhi quando realizzo che il nome pronunciato è “Zayn”.
Mi avvicino velocemente a lui per farlo smettere.
-Harry!- prima che possa fermarlo è venuto pronunciando il nome che gli avevo sentito dire prima.
-Che c’è?- mi guarda sprezzante.
-Ma che...?- sono confuso. 
Non riesce a trattenersi e scoppia a ridere. Era solo uno dei suoi stupidi scherzi per farmela pagare.
-Sei un coglione!- mi giro dall’altra parte dandogli le spalle.
Lo sento scendere delicatamente in acqua e avvicinarsi a me.
-Vuoi che lo faccia da solo anche la prossima volta?- mi da un bacio sul collo prima di scoppiare a ridere.
-No perché non ci sarà una prossima volta- incrocio le braccia al petto facendolo ridere ancora di più.
-Peccato- lo sento allontanarsi e mi giro per prendergli il braccio.
-Torna qui ragazzino, non ho finito con te- lo attiro a me per baciarlo e per mordergli le labbra.
-Che vuoi fare?- sorride ancora.
-Voglio andare fino in fondo-
-N...No Louis, io non ho mai...- si allontana e abbassa lo sguardo.
-Non ridi più eh? Lo sapevo sai solo parlare. Fai tanto il grande quando invece...- sento la sua mano sul cavallo dei miei pantaloni che ormai sono come una seconda pelle per quanto l’acqua li ha stretti, poi lo sento stringere e massaggiare.
-Facciamo il contrario no? Perché non ti volti tu?- sussurra contro il mio orecchio.
-Va bene- sorrido quando si blocca...non se l’aspettava come risposta.
-Davvero?- mi guarda confuso.
-Se è questo che vuoi si- alzo le spalle incurante...infondo per me non è la prima volta.
-Per te sarebbe solo sesso vero?- si allontana ancora di qualche centimetro.
-Di certo non è amore- sorrido...sarei dovuto stare zitto anche adesso.
-Già, ci conosciamo da troppo poco. Che senso ha se non ci amiamo?- mi guarda confuso.
-Un conto è amare, un conto è volere una persona-
-E tu mi vuoi soltanto?-
-Io ti voglio così tanto da farmi male il...pene- mi controllo per non dire l’altra parola decisamente più volgare. – quando ti avvicini così- concludo sospirando quando toglie la sua mano da sopra la mia ormai evidente erezione.
-Anche io ti voglio Louis, ti voglio davvero tanto- mi stringe le braccia al collo e inizia a baciarmi deciso, ricambio subito portando le mie mani sul suo sedere.
-Vuoi aspettare un sentimento maggiore piccolo?- lo guardo addolcendo sia lo sguardo che la voce.
-Si, scusa- sussurra nascondendosi il viso sotto il mio mento.
-Tranquillo piccolo riccio- lo sento sorridere dopo il vezzeggiativo che ho usato.
-Restiamo insieme sta notte? Anche senza fare niente...ti va?-
-Devo solo...concentrarmi per...- si accorge solo adesso del mio problema in mezzo alle gambe e sorride.
-Rimedio subito- mi spinge contro il bordo e mi aiuta a tirarmi su per mettermi seduto, mi slaccia i pantaloni e li tira giù insieme ai boxer, poi prende il mio problema all’estremità e dalla punta inizia a leccarlo. Mi aggrappo ai suoi ricci con una mano mentre l’altra va dietro sul pavimento per reggermi quando inizio ad inarcare la schiena per il piacere.
Dopo essere venuto e averlo visto ingoiare per l’ennesima volta  lo tiro su dall’acqua e nel farlo non solo i nostri corpi si scontrano, lui arrossisce e io sospiro sorridendo.
Ci rivestiamo per poi andare nella dependance e sdraiarsi sul divano abbracciati il più stretti possibile per entrarci meglio.
 

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Capitolo 4
*** I...I love you. ***


           
                     


                                    I...I love you.

Spero vi piaccia.
Buona lettura!





La mia relazione con Harry è sempre più confusa, non sappiamo se essere amici con dei privilegi o fidanzati nascosti, questo confonde sia me che lui...ma non ha il coraggio di parlarne e di affrontare questo argomento.
Le settimane del programma sono passate senza litigi, facevamo i coglioni e ormai tutti amavano già la coppia “Larry”...era un’amicizia fantastica secondo loro.
Le fan aumentavano e con loro anche la nostra amicizia, tutti e cinque uniti eravamo una bomba pronta ad esplodere...eravamo e siamo al centro di ogni storia.
Non abbiamo vinto xfactor ma il dispiacere è finito non appena Simon ci ha offerto un contratto discografico con la Sony...ovviamente abbiamo accettato eccitati.
Ora dobbiamo solo farci conoscere meglio...anche se già tutta l’Europa parla dei “One direction”.
 
Siamo nel bel mezzo del tour di xfactor, ci sono tutti i cantanti che hanno partecipato a questo magnifico programma...noi stiamo creando il panico dietro le quinte con i nostri scherzi.
L’altra sera ci hanno sgridati perché abbiamo iniziato a tirarci la frutta. Stiamo anche continuando a fare i videodiary e è sempre più difficile ormai distinguere l’amicizia da un qualsiasi sentimento per quanto riguarda me e Harry.
Durante questo tour momenti di passione ne abbiamo avuti, e molti anche, ma non so se erano legati alla voglia e al desiderio o a qualcosa di più profondo che vada oltre a tutto questo.
Non vedo l’ora che questo tour finisca, si mi sto divertendo ma questa situazione con Harry non riesco più a sopportarla.
A volte lui sembra pretendere di più mentre altre volte si chiude in se stesso e mi respinge.
Comunque amo esibirmi! Lo farei per tutta la vita...ti da quella scarica di adrenalina impressionante e non finisce subito appena scendi dal palco, no, continua per un’altra buona mezzora.
I ragazzi sono fantastici e non potevo chiedere amici migliori per quest’avventura.
 
 
 
Stiamo per lanciare il nostro primo singolo e non mi sembra vero...siamo tutti molto elettrizzati all’idea.
Ci hanno anche ospitato in radio per il lancio del pezzo.
L’intervista va bene ma mi rendo conto dell’espressione di Harry quando il presentatore chiede dei “Larry”, non sa che fare, dovrei intervenire e aiutarlo...ma non saprei che dire. Ho paura di ferirlo se sono troppo freddo ma se sono troppo equivoco la gente inizierà a sospettare qualcosa.
-Siamo semplici amici- alza le spalle...non si è fatto molti problemi lui.
-Siamo semplici amici? Harry!- lo guardo fingendo una faccia sconvolta.
-Che c’è? Louis non possiamo dirlo a tutti!- lui mi ha capito e inizia a scherzarci su con me.
-Vieni qui bel riccio- mi fiondo su di lui tra le risate di tutti e mentre fingiamo di baciarci sussurro un “aspetta che siamo soli” in modo impercettibile se non per lui che arrossisce.
-Ok ok abbiamo capito, siete una coppia molto affiatata- il presentatore ride divertito dalla scenetta comica appena improvvisata.
-No seriamente, siamo molto amici- gli porto un braccio intorno al collo per stringerlo.
-Però mi sembra di aver già detto in un intervista a xfactor che lui è il mio primo amore...- Harry si fa pensieroso per poi scoppiare a ridere.
-E tu sei il mio, piccolo- gli do un bacio in guancia facendo schioccare le mie labbra. È tutto talmente teatrale che nessuno crede a quelle parole, nemmeno noi,  ma tutti scoppiano a ridere.
Alla fine del programma radiofonico veniamo trascinati in hotel cercando di schivare le fan che ci acclamano accalcate davanti alla nostra macchina.
È tutto così surreale.
Entriamo nella stanza mia e di Harry e ci buttiamo tutti sul letto sospirando felici.
-Ma ci pensate? Un singolo tutto nostro!-
-Nel documentario lo avevamo solo immaginato- Liam rispose a Niall che si stuzzicava la pancia tamburellandoci le mani.
-Il documentario lo stiamo ancora girando- ci fece notare Zayn.
-Com’è bello avere del tempo lontano dalle telecamere- Liam si tira su dal mio letto e si sistema i capelli che si è lasciato crescere.
-Già- sospiro portando le mani dietro la testa.
Niall guarda me e Harry per poi sorridere e scuotere la testa, si alza e spinge tutti fuori dalla stanza...io e Harry lo guardiamo accigliati.
-Non ci capita spesso di stare da soli- mi fa l’occhiolino e io sorrido prima di vedere Harry arrossire.
Una volta rimasti soli mi avvicino a lui seduto ai piedi del mio letto che ho unito al suo per crearne uno matrimoniale.
-Allora?- mi siedo vicino a lui.
-Cosa?- mi guarda con la coda dell’occhio.
-Ti va?- abbassa il viso e inizia a giocare nervosamente con le dita.
-Di fare le nostre cose da amici speciali?-
Annuisco, odio quando usa quelle parole per definirci.
-Io...l’altra sera sono stato con un altro- si alza e raggiunge la finestra che da sulla strada, lo guardo senza apprendere bene quello che vuole dire.
-Cosa?- mi alzo ma non mi avvicino a lui..quasi come se ci fosse una barriera messa la per tenermi lontano.
-Sono così confuso Lou, non so cosa sono per te e cosa tu sei per me...che stiamo facendo? Siamo passati dallo stare insieme all’essere amici...-
-No, ora non dirmi che sei confuso per colpa dei miei comportamenti! Io ci provo ok? Ma se possiamo stare insieme solo quando siamo da soli la colpa non è mia! E poi fammi capire, con un altro ci puoi stare e con me no? Che significa?- cerco di mantenere la calma.
-Non mi sono fatto vedere con lui. Tu ti ricordi di me solo quando siamo soli! Sennò stai con me come quando stai con gli altri- si gira per guardarmi.
-E vorresti darmi la colpa per questo? Che faccia tosta!- forse non dovrei alterarmi.
-No io...non lo so Lou, prendiamoci una pausa- alza le spalle rassegnato. Non c’è tristezza nei suoi occhi...vedo solo il nulla mischiato ad una scintilla di confusione.
-Non ci serve una pausa Harry, i problemi non si risolvono con delle pause! Anche perché tra di noi non ci potrà mai essere una pausa perché saremo costretti a vederci e a stare insieme tutti questi fottuti giorni!
Siamo amici ok? Non mi interessa da chi ti sei fatto scopare. Infondo non era niente di importante...ma ora voglio che tu venga qui perché ho voglia di fare sesso.- Lo prendo per il braccio spingendolo verso di me...la rabbia si mostra anche attraverso i miei gesti, ma non lo vorrei.
-Non mi sono lasciato scopare da nessuno brutto idiota! E ora lasciami, io non ne ho voglia- strattona il braccio per farmi mollare la presa.
-L’hai detto tu!- non devo urlare, cazzo non devo urlare e far vedere che mi fa male.
-No! Niente più di un bacio e qualche...qualche preliminare!- abbassa la testa arrossendo ancora.
-Agli altri si e a me no?- sorrido strafottente, meglio nascondere il tutto con delle battutine.
-Piantala! Vedi? Ecco perché non volevo dirtelo! La prendi a ridere senza farmi capire se ci tieni a me oppure no! Cazzo sei odioso! Ci tieni a me o no? Siamo amici o di più? Cosa provi per me? È solo sesso? Dammi delle cazzo di spiegazioni!- sta urlando come pochi, e ormai gli occhi lucidi hanno lasciato scendere le lacrime che teneva imprigionate da tempo ormai.
-Dimmi tu cosa provi! Dimmi te se è solo sesso. Dimmi se ci tieni a me o meno! Parla te per primo.- lo sfido, vorrei solo stringerlo forte ma ho una fottuta paura...non voglio essere di nuovo io quello usato.
-Chissà con quanti sei stato...e a me fai tutte queste storie per una volta!- sposta rabbioso la poltrona dove c’erano dei miei panni sopra facendola cadere.
-Dimmi cosa cazzo provi per me!- mi avvento su di lui portando il mio braccio sotto il suo collo facendolo sbattere alla finestra, lui mi fissa...non ha paura perché sa che non gli farei mai del male.
-Dimmi cos’hai ti prego- allento la pressione e addolcisco il mio tono non appena vedo altre lacrime scendere dai suoi occhi.
-Non è niente d’importante...solo...solo...mi sono innamorato di te- abbassa lo sguardo aspettando che io tolga il braccio. Indietreggio sbarrando gli occhi...non ho il coraggio di parlare.
Ora sono io a volere il suo coraggio.
-Ma non è niente d’importante , una febbre lieve che poi passa da se. I nostri soliti incontri da amici speciali, i gesti sincronizzati dei nostri rituali...e ogni carezza mi brucia e guarisce la palle. Ed’è così difficile fingere poi che sia tutto normale,è difficile riconoscere il confine tra sfogarsi e far l’amore quando poi prendi le tue cose, mi sorridi e dici “è tardi” per poi andare via! Non è niente d’importante ma sta notte non mi basta averti così e forse pensi sia incoerente, disarmante ma questa volta avrei voluto restassi qui per sempre- sono completamente spiazzato ma lui continua. –E non mi basta essere quello che ti da una mano quando fai qualche casino, sempre li se ti serve qualche consiglio e non so darne mai a me. Come un pupazzo dentro un gioco a premi tiro ad’indovinare in quale vita, in quale letto ti risvegli e vai a dormire...studio bene le mie carte, punto sempre tutto ma non vinco mai contro di te! Ma non è niente d’importante solo che non ho il coraggio di dirti addio... e tu lo trovi divertente ed eccitante. Sei come un grande attore e la comparsa devo farla io, sei sempre in guerra con il dio dell’amore e non ti arrenderai...perchè è amaro il dolore dolcissimo che da l’amore e tu non lo proverai mai!-  si lascia scivolare per terra con la schiena alla finestra e le mani tra i capelli...quasi esasperato.
-E vorrei tanto lasciarti e salvarmi la vita, ma come faccio a lasciarti se io non ti ho avuto mai?- ora sembra quasi piagnucolare mentre io non so ancora cosa fare o cosa dire...la sua dichiarazione d’amore è stata troppo veloce e cruenta e mi ha preso alla sprovvista e io...io sono così confuso e così impaurito, credevo che ad avere dei problemi fosse solo lui ma io non sono da meno. Ho una tremenda paura di amare...
Chi mi assicura che quello che sta dicendo sia vero? Chi mi dice che lui non è un altro che dice di amarmi per poi...no non voglio rischiare.
-E adesso torna pure a recitare il tuo film. Ma se per te non sono niente d’importante...almeno ti lascerò un graffio sulla pelle e spero ti resterà per sempre.- ormai non mi guarda nemmeno più in faccia.
Lo guardo spiazzato e disarmato. È sconvolgente quello che ha detto...ma io non voglio mostrarmi debole, non posso.
Indietreggio fino a lasciarlo piangere da solo nella stanza illuminata dal sole.
Quando chiudo la porta e mi giro vedo due occhi marrone chiaro che mi fissano confusi.
-Perché c’era tutto quel casino? Louis che hai fatto?-
-Non è colpa mia. Non guardarmi così Zayn!- mi passo la mano tra i capelli.
-Che gli hai detto? Perché sta piangendo così?- indica la porta da dove vengono quei singhiozzi  provocati da qualche parola tenuta dentro per troppo tempo.
-Non gli ho fatto niente!- mi bruciano gli occhi, devo andarmene di qui prima di scoppiare in lacrime come Harry.
-Non andartene! Non capisci che lui ha bisogno di te?- mi afferra il braccio impedendomi di andare via di li.
-Sono un codardo ok? Lui non ha bisogno di uno come me! Credevo di essere riuscito a nascondergli tutte le volte in cui non ero con lui per stare con altri ma non è vero! E non è importante! Non è importante che lui si sia innamorato di me! Lui ha detto che non è niente d’importante!- lui lascia il mio braccio e io corro via...voglio solo...non so cosa voglio.
Perché ho reagito così? Io tengo a lui...ma quanto?
Dio non so niente! Non voglio pensare a niente!
Maledetto.
Maledetti ricci.
Maledetti occhi.
Maledette labbra
Maledetto sorriso
Maledette fossette.
Maledetta voglia che ho di lui
Maledette le sue e le mie mani.
Mi odio, semplicemente mi odio per avergli fatto del male, mi odio per non aver impedito tutto questo, lui non doveva innamorarsi di me, io non volevo questo. Se l’avessimo finita prima tutta questa pagliacciata sarebbe stato meglio...ma lui aveva iniziato a ridere e a divertirsi con questa stupida storia degli “amici speciali” che io non me la sono sentita di buttarlo giù.
Voglio urlare. Voglio urlare e...e voglio tornare da lui per urlargli in faccia che è un coglione, che ha rovinato tutto con i suoi stupidi sentimenti.
Ma non voglio farlo stare ancora più male.
 
HARRY.
-Lasciami Zayn! Non è successo nulla di grave ok? Lasciami stare!- mi alzo di scatto urlando al mio amico che cerca solo di aiutarmi.
-Harry non devi buttarti giù per...- si avvicina ancora a me ma io gli sfuggo ancora.
-Mi aveva detto che gli piacevo...che stava bene con me, mi aveva illuso di darmi quel coraggio che mi serviva per accettare me stesso. Ma tu lo vedi qui con me mentre cerco di accettarmi insieme ai miei stupidi sentimenti? Io no! Io non lo vedo con me come aveva promesso!- mi butto sul letto esasperato e fragile, completamente fragile.
-Tornerà Harry, lo sai che torna sempre da te- sento la pressione sul letto e mi giro per vederlo seduto vicino a me.
-Sta volta no, sta volta che sa cosa provo non tornerà- porto il braccio sopra gli occhi per far andare via anche quella poca luce fastidiosa.
-Harry?- Liam si affaccia alla porta chiedendomi il permesso per entrare, gli dico che può avvicinarsi e sento di nuovo il letto cigolare.
-Sai dov’è Louis?- Zayn si gira verso il nuovo arrivato.
-No...è andato a cercarlo Niall-
-Ma cos’ho che non va? Perché Louis non si è innamorato di me? Eppure gli ho dato sempre tutto quello che voleva, facevo di tutto per lui, lo aiutavo ogni volta e lo facevo ridere quando stava male. È passato dal “mi piaci” al “mi servi per svuotare le palle” in meno di un anno! Io non lo capisco!- mi volto a pancia in giù poggiando il viso contro la coperta sgualcita.
-Non dire così Harry, magari lui ci tiene davvero a te ma non sa come dirtelo- Liam cerca di tirarmi su con il suo tono più dolce del solito.
-Non doveva dirmelo! Doveva solo evitare di sbattere la porta e andarsene mentre io ero qui in lacrime per colpa sua e con la paura di aver rovinato tutto!- porto le braccia incrociate sotto la mia fronte per non parlare contro il letto e far risultare le parole incomprensibili.
Dopo un’ora di parole rassicuranti da parte dei miei due amici nessuno si è ancora fatto vivo riportandomi Louis.
-Ragazzi non lo trovo da nessuna parte- un Niall affannato entra di corsa nella stanza con l’aria preoccupata.
-Vedete? È un coglione!- mi alzo dal letto e mi infilo le scarpe per correre a cercarlo.
-Harry ma dove vuoi andare?- Liam mi blocca prima che io possa uscire dalla stanza.
-A cercarlo. Non lo lascio la fuori da solo!- dai miei occhi deve aver capito che nemmeno con tremila persuasioni mi avrebbe impedito di andarlo a cercare.
Dove cazzo può stare?
Ti prego Louis non fare cazzate, ti prego torna qui...non m’importa quanto male mi farà vederti tutti i giorni senza parlarti ma voglio che tu torni.
Odio preoccuparmi per le persone, soprattutto se sei tu. Perché sei un coglione...ma ti prego dove cazzo sei?
Giuro che se vorrai starò in silenzio ma permettimi almeno di starti vicino e di aiutarti quando tutto ti cadrà addosso, starò in silenzio vicino a te a sostenere tutto il peso del mondo, il tuo mondo, e il mio lo lascerò crollare perché non è poi così importante se tu non vuoi farne parte. Ma ti prego dove sei?
-Louis?!- odio urlare davanti a tutti e attirare l’attenzione ma se non lo faccio non lo troverò mai.
-Ti prego brutto idiota rispondimi! Dove cazzo sei?- sono davvero preoccupato. Con un’ora chissà dove sarà andato.
-Coglione che non sei altro!- forse non dovrei urlare così, ma almeno capisce quello che provo adesso.
-Hai intenzione di urlare ancora per molto?- sento la sua voce e mi giro con le lacrime agli occhi buttandogli le braccia al collo.
-Sei un idiota! Mi sono...ci siamo tutti preoccupati! Sei proprio stupido! Non farlo mai più coglione che non sei altro!-
-Per quanto vuoi continuare ad insultarmi?- sembra impassibile.
-Fino a quanto mi pare deficiente-
-Non sei credibile se lo fai mentre mi abbracci e piangi lo sai?- sento le sue braccia attorno alla mia schiena che mi stringono...mi sento meglio.
-Non mi interessa...sei solo uno stupido-
-Ma la smetti?-
-No! Brutto idiota!- lo sento ridere e mi stacco per guardarlo indispettito. –Io mi sono preoccupato tanto e ora tu ridi? Vedi che sei solo un idiota?- mi stacco del tutto per poi dargli le spalle e incamminarmi verso l’hotel. Sento i suoi passi dietro di me che mi seguono.
Cerco di guardare dietro con la coda dell’occhio e lo vedo con la testa bassa e le mani nelle tasche.
-Non torniamo in hotel- mi blocco non appena sento il suo tocco incerto sulla mia mano per richiamare la mia intenzione.  Sembro una ragazzina alla prima cotta, tutto questo è ridicolo.
-Cosa facciamo se tu non vuoi stare con me?- abbasso lo sguardo indurendo il tono.
-Non è vero che non voglio stare con te...solo che...aiutami- sento la sua voce farsi man mano più flebile e mi giro per guardarlo mentre timidamente cerca di guardarmi.
È questo il Louis che amo.
 
LOUIS.
-Non è vero che non voglio stare con te...solo che...aiutami- sussurro timidamente aspettando che lui si giri per guardarmi cosa che io non riesco a fare.
-Come?- si avvicina lentamente.
-Credevo che fossi tu quello con la paura più grande...ma io ho paura di avere una storia seria...tu aiutami- alzo lo sguardo puntandolo sul suo e bloccandolo.
-Andiamo a vivere insieme- spalanco gli occhi e lui arrossisce.  –Si dai, passiamo più tempo insieme e vediamo come va a finire...magari sarà tutto migliore-
-Posso baciarti?- non c’ho nemmeno pensato ma quella domanda non la ritirerei nemmeno per trenta lingotti d’oro.
È semplicemente bellissimo quando arrossisce.
Annuisce e io sorrido avvicinandomi lentamente a lui, gli porgo la mano come ho sempre fatto per farlo avvicinare e senza pensarci troppo lo bacio dolcemente soffermandomi per alcuni secondi sulle sue labbra e sul loro sapore.
-Tutte le scappatelle che hai fatto...dimmi che non sono significate nulla- mi porta una mano sul collo per allontanarmi...ma cerca di non farmi male.
-Sono stato anche con una ragazza Harry...- abbasso la testa.
-Ti prego dimmi che non sono significate nulla-
-Non sono significate nulla- appena finisco di parlare sento di nuovo le sue labbra, non entra con la lingua ma prende il mio labbro inferiore tra le sue e inizia a baciarmi così.
Sembra intimorito.
-Cos’hai?- chiedo scansandomi di poco.
-Niente...davvero non è niente d’importante- si sporge per baciarmi ancora ma allontano il mio viso per impedirglielo.
-Sai che tu per me sei importante vero?-
-Ti a...ti avrei preso un regalino se avessi saputo che mi avresti detto di si all’andare a vivere insieme- scoppio a ridere scuotendo la testa...si è ritirato su bene. Lo ringrazio per non averlo detto di nuovo.
-Dammi tempo, riccio- gli scompiglio i capelli e lui scivola via da me sorridendo.
-Se non ci metterai tanto ti aspetterò per tutta la vita- ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
-Sei proprio tenero!- torno a scompigliargli i capelli tenendolo stretto per il collo con il braccio.
-No dai i capelli no!- cerca di staccarsi da me dandomi delle spinte sul fianco.
Blocco le sue mani con la mano con cui stavo rovinando la sua capigliatura e con il braccio avvolto al suo collo lo avvicino a me per baciarlo.
-Perché? Ti piace tanto quando te li tiro...- mi mette la mano sulla bocca per farmi stare zitto e arrossendo.
-Zitto idiota-
Gli mordo il palmo della mano finche non decide di toglierla, sorrido vittorioso e lui spingendomi via si libera.
-Dove vai?- mi avvicino a lui con una corsetta dopo che ha iniziato a camminare velocemente facendo enormi falcate.
-In hotel- mette le mani in tasca mentre continua a guardare davanti a se.
-Se torni in hotel giuro che non ti do più un motivo per urlare il mio nome la notte!- si blocca improvvisamente irrigidendosi.  Sorridendo copro la distanza che ha messo tra noi con altri passi.
-Questo è un ricatto Tomlinson?- si gira alzando un sopracciglio e sorridendo.
-Decisamente- annuisco divertito.
-Vediamo allora quanto tempo sai stare senza- si gira dopo avermi lanciato un’occhiata di sfida. Ricomincia a camminare svelto.
-Ricordi quanto mi sono eccitato quando mi hai chiamato per cognome quella sera...-
-Stai zitto!- non si gira ma posso scommettere la mia vita che è arrossito.
-E quando poi a xfactor mi sono messo la maglietta di superman? Per togliermela momenti me la rompevi!-
-Non ti sento, non ti sento..- iniziò a canticchiare e a fischiettare facendomi scoppiare a ridere.
-E quanto è stato bello quella volta in ascensore eh? Sai forse la prossima volta mi farò trovare vestito interamente da Superman, che ne dici?-  guardo il cielo sorridendo ma quando lo sento girarsi sposto lo sguardo su di lui sorpreso quando lo vedo rosso e con i pugni chiusi.
-Tu provaci e giuro che...-
-Che?-
Si avvicina e mi prende per mano trascinandomi in hotel. Saliamo in camera senza dire niente a nessuno, lui non parla più e io trattengo le risate per come si è bloccato e immaginando cosa volesse dirmi.
Mi spinge sul letto incurante dei vestiti lasciati la dopo essere stati raccolti da per terra insieme alla poltrona.
-Sei odioso- si avvicina. –Sei stupido- fa ancora un passo verso di me. –Sei così dannatamente eccitante con il tuo dannato sorriso strafottente- porta un ginocchio sul materasso senza però appoggiarci tutto il peso.
-Anche tu sei molto eccitante quando fai così- sorrido portando la mia mano  sulla sua coscia tesa per il muscolo contratto.  Con  una mano mi spinge dalla spalla facendomi sdraiare.  Guardo il soffitto ma in un attimo la mia vista viene oscurata, quando tolgo il panno da sopra i miei occhi mi rendo conto che è la sua maglietta. Sorrido prima di posarla da qualche parte sul letto.
-Se tu ti vesti da Superman giuro che...che ti farei andare oltre- sussurra mettendosi sopra di me...è arrossito.
-Non lo farei mai per uno scopo simile...ma solo per divertirmi a guardarti arrossire- gli sposto una ciocca di capelli ricci da davanti il viso per poi vederlo piegare le braccia tese vicino alla mia testa per arrivare a baciarmi.  Quasi come se stesse facendo delle flessioni.
Piega le gambe per mettersi a cavalcioni ma non tira su le braccia. Mentre mi bacia lo sento muovere il bacino contro il mio e spalanco gli occhi arrossendo.
Non...non può strusciarsi così...e sperare di non concludere nulla.
Amo stringergli il sedere quindi ogni volta che posso lo faccio, ma sta volta è solo per premerlo di più contro di me. Continua a fare avanti e indietro per lasciar toccare ancora di più le nostre erezioni, di nuovo mi accorgo che lo voglio davvero così tanto da farmi male.
Si stacca dalle mie labbra sorridendo e sospirando.
-Vuoi continuare ancora per molto? No sai perché io non ce la faccio- cerco di sorridere senza sospirare ma non ci riesco dato che lui continua come se stesse cavalcando un cavallo...ma più lentamente. E questo è così troppo che non so se riuscirei a sopportarlo ancora per molto senza fare niente.
-Ti prego fermo- interrompo il bacio implorandolo di smettere.
-Non ti piace?- si blocca mordendosi il labbro per l’imbarazzo.
-No...cioè si mi piace da impazzire quindi ti prego fa qualcosa di più- lo vedo sorridere e tirarsi su mettendosi dritto con la schiena e facendomi fare lo stesso prendendomi per la maglietta che subito viene buttata per terra.
Inizia ad accarezzarmi il petto lentamente mentre continua a baciarmi e a muoversi come prima solo più velocemente.
Trascino pesantemente le mie labbra sulla sua mascella e poi sul suo collo senza mai staccarmi, inizio a succhiare lembi di pelle senza pensare alle conseguenze delle nostre uscite in pubblico e delle domande certe.
-Ti voglio Harry, ti voglio da impazzire- sussurro contro la sua clavicola vedendolo rabbrividire.
Continua a muoversi a ritmo e io sento di stare per impazzire.
Porta una mano dentro i miei pantaloni e inizia a massaggiare le mie parti intime da sopra i boxer...mi sto trattenendo per non farlo voltare e togliergli i pantaloni.
Sorride divertito quando non riesco a smettere di sospirare.
Succede in meno di un attimo e non sento più il suo peso sopra le mie gambe. Apro gli occhi per vedere cosa succede e lo vedo mentre si rimette la maglietta.
-Ma che fai?- non so se essere più confuso o arrabbiato.
-Avevi detto che se tornavo in hotel non mi avresti fatto più urlare il tuo nome...volevo solo vedere quanto resistevi...e non sei durato molto- mi sorride prima di avviarsi verso la porta per andarsene.
Mi alzo di scatto e prima che lui possa uscire gli chiudo la porta mettendomi davanti, la chiudo a chiave.
-Mi hai rotto il cazzo riccio- lo spingo verso il letto.
-Peccato, io volevo romperti altro- alza le spalle facendomi arrossire.
Odio le sue frecciatine e vorrei solo farlo stare zitto.
-Ops, forse è già rotto- si volta per mettersi seduto sul letto, mi guarda con aria strafottente...odio quando lo fa apposta per farmi arrabbiare o arrossire.
-Non quanto lo sarà il tuo- mi avvicino a lui che ora è arrossito di poco, mi metto sopra di lui con le gambe ai suoi lati.
-Louis, non mi va dai- continua a baciarmi ma le sue mani sui miei fianchi non fanno altro che tenermi a una certa distanza.
-A me si...mi hai messo voglia-
-Ok, faccio qualcosa per te se vuoi ma poi possiamo stare un po’ insieme?-
-Si, te lo prometto- si lascia di nuovo baciare.
Mentre mi bacia sento la sua mano muoversi veloce e decisa per farmi venire in poco tempo.
-Sai che sei il migliore?- mi sdraio vicino a lui dopo essermi dato una rinfrescata e essermi cambiato i boxer.
-Sai che sei stupido?- si gira verso di me sorridendo.
-Sai che tengo davvero a te?- evita il mio sguardo e arrossisce.
Non se lo aspettava da me...beh in fondo nemmeno io me l’aspettavo da me.
-Anche io Lou-
Mi avvicino con il viso al suo e gli lascio un bacio dolce sulle labbra socchiuse.
-Mi dispiace per come ho reagito prima, mi dispiace anche vederti stare male per me ma soprattutto mi dispiace perché sembra che io ti usi solo...ma non è così. Tu sai che non è così vero?-
Lo vedo annuire come incantato da quelle parole.
-Non riesco a capire come tu possa avermi fatto quel “favore”- imito le virgolette con le dita – dopo che ti ho lasciato da solo a piangere quando hai detto di amarmi...Harry io non ti merito...nessuno ti merita ma io in particolare- lo vedo arrossire e abbassare di nuovo lo sguardo per evitarmi.
-Non è niente davvero- trascina le parole imbarazzato.
-vorrei poterti rispondere alle frasi di oggi ma non ci riesco...ma ti giuro che un giorno lo farò, ti chiedo solo di aspettare- ora sono io che distolgo lo sguardo dal suo bellissimo viso facendomi  rosso.
-Ti aspetterò- lui ora è diventato quello più deciso.
-Se non ci metterò tanto- sorrido concludendo la frase.
-No, ti aspetterò e basta...puoi metterci anche tutta la vita- cerca di incrociare lo sguardo e quando ci riesce le nostre labbra si piegano in un sorriso.
-È questo che mi piace di noi sai? Il modo in cui prima ci stuzzichiamo e ci prendiamo in giro per poi avere questi momenti dolci…non lo trovi divertente e bello al tempo stesso?- dopo circa tre minuti si gira per guardarmi di nuovo sorridendo.
-Lo trovo eccitante e…smielato- concludo con un alzata di spalle. Lui sbuffa.
-Sei sempre il solito, non cambierai mai- si tira su aiutandosi con la spinta delle braccia e si mette seduto con le gambe incrociate, lo seguo con lo sguardo.
-Vuoi sapere come la penso? Che tutte le volte è una gara a chi fa più lo stronzo ma non vince mai nessuno perché trovi sempre il modo di addolcire la situazione e questo mi piace…nessuno avrà mai una relazione così complicata come la nostra- sorridiamo divertiti e lui mi da una piccola botta sul petto.
-Quindi la nostra è una relazione a tutti gli effetti?- mi guarda alzando un sopracciglio.
-Non lo era già?- lo guardo divertito e lui scuote la testa sorridendo.
-Ci eravamo un po’ persi- mi fa notare sarcastico.
-Dovremmo comprarci un navigatore satellitare allora- mi alzo su per prendergli il braccio e portarlo di nuovo giù con me e stringerlo forte.
-Io ho già il mio TommoTommo- lo guardo perplesso prima di capire il gioco di parole tra “Tom” di “TomTom” e Tommo come il mio soprannome. Scoppio a ridere scuotendo la testa mentre lui incastra ancora di più la sua nell’incavo del mio collo.
-Sei pessimo nel fare le battute- dico ridendo.
-Intanto stai ridendo-
-Ma perché è stupida!- non riesco a smettere.
-Dai basta ridere- mi morde il collo per farmi smettere.
-Ei fermo!- mi scanso e lui sorride soddisfatto perché è riuscito a farmi smettere di ridere.
-E dove ti devo portare?-  
-Lontano- si stringe a me sorridendo. Lo guardo stupito dal suo tono dolce.
-Quanto lontano?-
-Sarebbe troppo chiedere di andare in un altro mondo? Sai un mondo solo nostro dove poter stare insieme anche davanti a tutti, dove non dobbiamo nasconderci per piacere alla gente che poi comprerà i nostri dischi...io vorrei...solo essere me stesso e me stesso lo sono solo con te- mi allontano per guardarlo ma la sua stretta è davvero troppo forte...ma ci riesco quel poco che basta per vederlo arrossire.
-Tu...tu hai detto che mi ami...-  abbasso lo sguardo.
-No Louis, non torniamoci più su questo argomento...ti prego- si stacca per mettersi seduto con il viso nascosto tra le mani.
-Se tu avessi saputo che non ti avrei risposto...me lo avresti detto lo stesso?- mi tiro su anche io cercando inutilmente di guardarlo.
-No...non lo so...stavo esplodendo e...in quella situazione l’avrei detto ma se stavamo così come ora non mi sarei mai azzardato.- gira la testa per guardarmi.
-Perché?-
-Perché ti conosco...vuoi fare una prova? Scommetti che so come mi risponderai?- alza gli occhi al cielo quando sorrido incrociando le braccia al petto.
-No basta preferisco non sentirtelo più dire- gli metto le mani sulla bocca per bloccarlo e chiudo gli occhi come per allontanare tutto il mondo e quelle parole che ora sembrano girargli intorno.
Toglie le mie mani con facilità prima di sdraiarsi di nuovo con le braccia sotto la testa e gli occhi rivolti al soffitto bianco.
-Non lo dirò più, quella è stata l’ultima volta- sospira, credo sia triste ora...mi dispiace vederlo così, davvero...e mi dispiace di essere io a farlo stare così.
-Mi dispiace Harry...io...-
-Zitto non balbettare ne devi inventarti scuse assurde. Quando ti innamorerai me lo dirai...anche se non sarà di me- non mi lascia finire di parlare, solo che io non volevo inventarmi scuse...volevo semplicemente dirgli che se mai mi sarei innamorato...lo avrei fatto solo di lui.

 

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Capitolo 5
*** I've a girlfriend! ***


-Sai Lou...io fossi stato in Harry ti avrei lasciato-
-Cosa?- mi giro verso Liam che pensieroso  guarda fuori dalla finestra.
-Si, insomma lui ti ha detto che ti ama e tu sei stato solo capace di scappare- sta volta mi guarda, non vuole criticarmi, lo so, ma vuole solo aiutarmi.
-Lo so...non me lo merito. Non merito di essere il suo primo amore...però, Liam, se io mi dovessi mai innamorare un giorno...sono sicuro che lo farò di lui- vedo il suo sorriso prendere il posto dell’aria preoccupata  e sento la sua mano sulla mia gamba per darmi conforto.
-Mi piace come nelle interviste cercate sempre di non sembrare troppo distaccati-
-Ci sto provando, glie lo devo- sorrido al mio amico che fa altrettanto.
-Ma non credi dia troppo nell’occhio stringergli la mano o cingergli le spalle? E poi tutti quei sguardi…-
-Liam, non ho nessun problema a farlo vedere, lo ha lui ma non si lamenta quindi credo vada bene così…no?- mi faccio serio ad un tratto.
-Sai perché ti hanno chiamato?- anche lui si fa più serio indicando con la testa la porta chiusa.
-No…ma mi fa strano che abbiano chiamato solo me, infondo siamo un gruppo- alzo le spalle guardando quasi con soggezione quella porta di legno chiaro all’apparenza leggera.
-I dei superiori- Liam scoppia a ridere ricordando il modo in cui li ho chiamati poco prima, io lo seguo ma cerco di smettere non appena la porta si apre e esce un ometto mingherlino e con gli occhiali che mi invita ad entrare. Liam si riprende e mi da una pacca sulla spalla per farmi coraggio.
-Buongiorno Louis!- vengo accolto calorosamente dall’uomo seduto dietro la scrivania.
-Buongiorno- cerco di dargli poca confidenza, non è che mi stia troppo simpatico.
-Vuoi qualcosa da bere o da mangiare?-
-No vorrei arrivare subito al punto e capire perché mi ha chiamato per venire qui da solo- gli sorrido mettendomi seduto sulla sedia davanti a lui.
-Ma come siamo impazienti-
Inizio a curiosare per la stanza e vedo più volte la scritta “Modest!” comparire su qualche quadro o su dei fogli.
-Tu sei un ragazzo molto intelligente Louis, quindi so che capirai questa nostra preoccupazione-
-Si sbrighi, come lei sa non ho tutto il giorno- gli faccio un sorrisino finto per farlo continuare più veloce.
-Tra lei e Harry c’è qualcosa?- rimango spiazzato da quella domanda…non mi sarei mai aspettato di parlare di questo argomento.
-A lei che importa?- faccio un segno con la testa che può risultare molto strafottente.
-Io ho messo dei soldi su di voi, l’agenzia ha messo dei soldi su di voi quindi ,signorino ,mi importa e come- poggia le mani con le dita incrociate sulla scrivania e prende a fissarmi sorridendo.
-Questo crea qualche problema?- poggio i gomiti sul tavolo anche io per avvicinarmi spavaldo.
-A dire il vero si. Vede se le fan dovessero scoprirlo, e le voci già sono tante, si allontanerebbero dal gruppo…e lei non vuole perdere fan vero? La band è nelle sue mani adesso.- mi porge un foglio e una penna continuando a sorridere mentre io sono sempre più indignato –Deve solo firmare, non è nulla d’importante-
-Non firmo senza leggere- afferro il foglio per leggerlo attentamente.
Lo leggo e scopro che sopra ci sono scritte solo cazzate.
-Io dovrei vedermi con un’altra ragazza? Cioè voi mi state facendo firmare un documento scritto in cui dite che io devo vedermi con una?! – non riesco a crederci, davvero sono arrivati a questo? È ridicolo! Solo perché delle fan si stanno accorgendo di noi? E Harry? Come la prenderà?
-Ti conviene firmare se non vuoi che il viaggio per te e i tuoi amichetti finisca qui- di nuovo quel sorriso, sta volta un po’ più maligno.
Deglutisco...devo firmare a tutti i costi, non voglio essere la causa della fine di questo sogno ma...tra l’album uscito e i nostri video che spopolano su youtube...loro pensano a me e Harry?
Serro i denti e mi costringo a firmare.
Ricevo tutte le informazioni possibili e immaginabili sulla mia nuova ragazza e anche tutti i dettagli della nostra storia...è stato Harry a farmela conoscere, è una sua amica.
Ricevo un “grazie” e un sorriso per poi congedarmi in silenzio e sconfitto dal mio stesso sogno.
Volevo diventare un cantante famoso, si, ma non privarmi della vita privata e sentimentale.
Esco dalla stanza e Liam si alza in piedi curioso non appena vede la mia espressione abbattuta, ma cerco di sorridergli.
-Sono fidanzato amico! Devo dirlo a casa- allargo le braccia e lui mi guarda con aria confusa.
-Cosa?-
-Devo iniziare ad uscire con una tipa che si chiama Eleanor Calder, non sono sicuro sia il suo vero nome, frequenta l’università di legge...ma non sono sicuro nemmeno che questo sia vero...è un’amica di Harry e me l’ha fatta conoscere lui, grande balla, senza contare che lavora da Hollister...quindi dovrebbe essere bella...-
-Aspetta fammi capire...ti hanno trovato una ragazza?- Liam resta ancora più incredulo di me quando ero dentro quella stanza.
-Già, a quanto pare Harry non gli va bene- prendo il giacchetto dall’appendi abiti e me lo infilo in poche e semplici mosse.
-Sanno di te e Harry?- mi segue e usciamo insieme da quel posto così odioso.
-Si e a quanto pare anche molte fan se lo immaginano e per non perdere la faccia dobbiamo inventarci scuse- alzo le spalle cercando le chiavi della macchina nelle tasche del giacchetto.
-Mi dispiace Louis, ma non possiamo fare proprio nulla per impedirgli di...-
-Non credo, a meno che non iniziamo a darlo a vedere un po’ di più e a lanciare piccoli e segreti messaggi- sorrido pensandola come un’operazione da 007.
-Lo trovi divertente?- mi guarda accigliato.
-Perché tu no? È divertente vedere degli inutili esseri umani che si scontrano con i sentimenti. Non vinceranno mai- lo guardo divertito e lo vedo rilassarsi almeno un po’.
Dentro ho talmente tanta rabbia da offuscarmi i pensieri tristi e seri.
Arriviamo a casa mia e di Harry, come promesso siamo andati a vivere insieme, ma in pratica quella casa è di tutti dato che arrivano e vanno come se fosse la loro.
Scopriamo da qualche media che il nostro album di debutto “Up all night” è primo nelle classifiche di non si sa quanti paesi, ne siamo così orgogliosi perché ci abbiamo lavorato tanto!
Ringraziamo le fan da Twitter per poi vedere che su Facebook ci hanno già pensato i manager.
-Devo dirvi una cosa- mi butto sul divano vicino a Niall e Zayn.
-Cosa?- Harry si mette seduto sopra le mie gambe con un bicchiere d’acqua in mano.
Lo vedo bere un sorso mentre riprendo il discorso.
-Mi sono fidanzato con una ragazza- le reazioni di tutti sono tra lo stupite e l’incredule mentre Harry sputa improvvisamente l’acqua che stava per mandare giù.
-Cosa?!- si tira su di scatto guardandomi mentre con la manica si asciuga la bocca.
-Si, oggi...da nemmeno due ore penso- guardo Liam cercando una conferma.
-Ma che...Louis...io...- vedo gli occhi di Harry farsi lucidi, mi alzo afferrando il suo viso tra le mani per guardarlo dritto negli occhi.
-Lo sto facendo anche per te, quindi non iniziare a piangere, io non l’ho mai vista questa e non so nemmeno se esista davvero, giurami solo che non smetterai di amarmi e che mi appoggerai sempre anche se non  capirai le mie scelte- lo vedo annuire e di nuovo mi rendo conto di quanto io non valgo nulla in confronto a lui e che davvero non me lo merito.
-Dimmi cos’è successo ti prego-  stringe le mie mani e le fa scendere dal suo viso per portarle vicino ai suoi fianchi.
-Mi stanno obbligando ad uscire con questa tipa per nascondere la nostra relazione al pubblico, per fattori di vendite. Vuoi sapere la parte più bella? È una tua amica e me l’hai presentata tu- sento le mani di Harry tremare mentre cerco di stringerle più forte, gli occhi farsi ancora più lucidi mentre cerco di dargli forza guardandolo dolcemente. In un attimo tutti gli altri sono stretti in un abbraccio intorno a noi che ci lasciamo andare.
-Vi lasciamo soli- Zayn mi da una pacca sulla spalla per poi salutarci bene prima di uscire.
-Ciao campione, buona fortuna- Niall mi stringe forte e fa lo stesso con Harry.
-Grazie per avermi accompagnato oggi- do un piccolo schiaffetto sulla guancia a Liam prima di abbracciarlo.
-Tranquillo, per amici si fa. Se avete bisogno di qualcosa chiamate- dopo aver salutato me passa a Harry che resta in silenzio quasi come se stesse ad un funerale.
Restiamo soli nella nostra casa. Lui si dirige in camera e si butta a peso morto sul letto matrimoniale mentre io lo seguo per stargli vicino.
-Quanto tempo fa hai detto che mi ami?- gli accarezzo la schiena con la mano dopo essermi messo seduto vicino a lui che era sdraiato a pancia in sotto.
-Un mese più o meno-
-Hai paura?- gli chiedo senza nemmeno pensarci.
-Si- gira la testa per guardarmi spiaccicando la guancia contro il materasso.
-Ma lo sai che lei non è niente vero? È solo finzione...tu sei importante per me Harry, non una ragazza che recita una parte-
Si alza lentamente e mette la testa sulle mie gambe.
-Tu ancora non ti sei innamorato di me però...e se non dovessi mai farlo?-
-Tu che ne sai?- gli sorrido dolcemente.
-Me lo avresti detto- sospira rassegnato.
-Te lo dirò- abbasso la testa per baciarlo.
-Non sei obbligato-
-Lo so- lo bacio di nuovo dolcemente.
-Ti amo- lo sento sussurrare contro le mie labbra prima di baciarlo di nuovo.
-Amami più forte-  lo sento sorridere mentre continuo ad accarezzargli le labbra con la lingua.
-Più di così?- mi vede arrossire e sorride.
-Più di così-
-Credo sia difficile sai? Nemmeno il mio gatto amo più di...- lo interrompo con un altro bacio e percepisco la sua risata contro le mie labbra.
-Quando faremo il tour...promettimi che non cercherai di nasconderti- mi tiro su quel poco che basta per poter guardare meglio i suoi occhi.
-Non...-
-Ssh- non gli permetto di finire la frase –E giurami adesso che mi aiuterai, io cercherò di far capire a tutti che stiamo insieme, tu aiutami ti prego-
-Questa è solo una tua vendetta personale-
-Anche la tua…o a te non interessa?-
-Lo farò-
Lo vedo sorridere.
È evidente il fatto che non so come comportarmi con lui? Insomma lo tratto come se fosse la persona più importante della mia vita e quella che amo di più ma non glie lo dico...non è molto coerente da parte mia e lui mi vede così confuso e pensa che io per lui non potrei mai provare nulla. Mi serve solo tempo.
-Dammi del tempo- sussurro sfiorando ancora le sue labbra con le mie. Lui sa di cosa sto parlando e chiude gli occhi cercando di respirare regolarmente.
-Lo so Louis, me lo ripeti sempre...so che devo aspettare e lo farò-
-Sei così meraviglioso! Io non ti merito- lo bacio con più passione rispetto a prima ma lui mi alza il viso con le sue mani e inizia a fissarmi mettendomi in soggezione.
-No...questo però non puoi dirmelo. – si tira su e velocemente si mette seduto sopra di me riprendendo il bacio da dove l’aveva interrotto.
 Sorrido divertito mentre lui cerca di avere una mia reazione quando porta le mani sotto la mia maglietta per accarezzarmi il petto.
-Perché non posso?- finalmente mi lascia parlare e smette di mordermi il labbro inferiore.
-Perché se non mi ami non puoi dirmi queste cose- sorride, sembra innocente. Ho detto SEMBRA.
-Mi metterai in punizione per avertelo detto?-  sorrido divertito mentre lui mette un finto broncio.
-Si- sento la mano che non era impegnata a reggere il suo peso  afferrarmi bruscamente le parti intime. Sussulto strizzando gli occhi.
-Ops- sembra divertito il ragazzino.
-Ti diverti?- riapro gli occhi mentre lo sento massaggiare pesantemente.
-Da morire- mi bacia il labbro inferiore prima di sorridere.
Non riesco a respirare...lo odio quando fa così.
Piega le ginocchia per mettersi seduto su di me e si leva la maglietta lasciandomi vedere i piccoli addominali che stavano nascendo per via della palestra che doveva fare durante le ore libere.
Metto le mani sui suoi fianchi massaggiandoli e facendogli capire che doveva muoversi lentamente avanti e indietro. Segue i miei suggerimenti e in poco tempo inizio a sentire i pantaloni sempre più stretti.
Si china con la schiena e avvicina le sue labbra al mio orecchio e dopo averlo torturato con la lingua e i denti  sussurra  dolcemente.
-Allora ti è piaciuto davvero tanto quella volta- sorride e io gli tiro una ciocca di capelli per farlo smettere. Lo porto davanti a me per baciarlo e alzo il bacino per sentirlo ancora di più contro di me.
-Ti prego permettimi di andare oltre- stringo l’elastico dei suoi boxer tra le mie dita.
-Louis...- si  stacca di poco e scuote la testa tenendo gli occhi chiusi.
-Ok scusa...ho capito...ma è più di un anno che andiamo avanti a preliminari e sesso orale e...-
-Lasciamo perdere va- scivola via da sopra di me e si alza dal letto prendendo la sua maglietta da per terra per poi rimetterla.
Sbuffo sbattendo la testa contro il cuscino dove ero poggiato. Ma è possibile che io debba sempre rovinare tutto? Mi ha detto mille volte che il nostro rapporto avrà un miglioramento solo quando io avrò deciso...e...se io non mi decido qui non si va oltre.
Mi alzo aiutandomi con le braccia che mi danno la spinta necessaria, scendo dal letto e vado in cucina, lo vedo affacciato alla piccola finestra mentre beve l’acqua attaccato alla bottiglia. Lo fa quando è nervoso, di solito preferisce il bicchiere. Ormai vivendo con lui queste cose le ho imparate.
Gli passo vicino facendo finta di nulla, porto una mano sotto la bottiglia e gli do una botta nel momento esatto in cui se la riporta alla bocca per bere. Vedo il liquido cadere sui suoi vestiti e lui tirarsi indietro senza ottenere molti risultati. Scoppio a ridere. 
-Ma sei matto?!- mi guarda con gli occhi spalancati, quando capisce che non riesce a farmi smettere di ridere così gira la bottiglia e inizia a lanciarmi l’acqua addosso.
-Cazzo Harry!- faccio uno scatto per evitare l’acqua ma lui mi segue e inizia ad innaffiarmi.
-Ora non ridi eh?- posa la bottiglia vuota sul piccolo bancone, vicino al lavandino.
-Io non ti ho bagnato così tanto!- mi guardo i vestiti e mi tocco i capelli per poi capire che sono davvero zuppo.
-No, infatti sai fare di meglio- ammicca facendomi l’occhiolino e andando in un'altra stanza. Resto per un attimo intontito a fissare il suo di dietro, poi scuoto la testa e mi dirigo verso di lui.
-Cosa?- lo guardo mentre si toglie la maglietta bagnata e la mette nel cestone dei panni sporchi.
-Di solito quando mi fai ven...-
-Si si ho capito il senso ma...cosa? Insomma non puoi fare queste allusioni dopo che mi hai lasciato come un cretino sul letto!- allargo le braccia cercando una spiegazione sulla sua bocca che si apre in un sorriso soddisfatto.
-Hai ammesso di essere un cretino!- si sfila anche i pantaloni molto lentamente.
-No. Ho detto come se fossi un cretino- faccio notare cercando di non guardarlo troppo.
-Tu non ti cambi?- mi guarda curioso, in effetti questi vestiti bagnati mi stanno dando fastidio.
Voglio divertirmi solo un altro po’.
Mi avvicino sorridendo e lo costringo ad indietreggiare.
-No Louis, sei bagnato dai no- finisce la frase con un sorrisino non appena la mia maglietta bagnata entra in contatto con la sua pelle. Inizio a baciarlo portando le mie mani sulle sue guance, dopo poco sento le sue che si stringono ai miei fianchi e cercano di entrare sotto la maglietta stretta e bagnata.
-Ti voglio- sussurro tra un bacio e l’altro.
-Ti voglio anch’io- sospira quasi sorridendo.
Con la bocca scendo sul suo collo. Vietati succhiotti. Devo ricordarmelo sempre.
Scendo anche con le mani e afferro le sue portandole sulle mie spalle mentre scendo ancora piegandomi sulle ginocchia. Gli tolgo i boxer e inizio a baciargli il basso ventre, successivamente con la lingua sfioro l’inguine. Lo sento sorridere eccitato.
Lo bacio delicatamente sulla lunghezza e lui quasi come una reazione mi stringe i capelli nella mano.
Con la lingua lo accarezzo delicatamente fino ad arrivare sulla punta. Lui stringe sempre di più i miei capelli.
Si sta trattenendo per non spingermi contro di lui per farmi iniziare.
Senza pensarci lo prendo in bocca cercando di mandarlo il più possibile in profondità. Lo lascio e lo riprendo non appena le mie labbra si staccano di poco dalla cappella.
-L...Louis...-
Quando devo di nuovo tirarmi indietro per farlo uscire lo faccio con i denti che scorrono piano e delicatamente, lo sento sussultare.  Sta volta non lo faccio uscire del tutto ma lascio le mie labbra sulla cappella e inizio a giocarci con la lingua.
-Louis...levati- capisco che devo levarmi se non voglio avere in bocca il suo sperma...come fa di solito lui con il mio.
Sospira mentre io lo vedo sorridendo. Sono seduto davanti a lui aspettando che si riprenda.
-Devo sciacquarmi- mi sorpassa per andare in bagno, sorrido seguendolo con lo sguardo.
-Ti serve una mano?- gli do una pacca sul sedere sorridendo vedendolo arrossire.
-Vorresti lavarmi il cazz...- alza il sopracciglio guardandomi perplesso. 
-Non essere così volgare- lo faccio stare zitto, ci guardiamo e sorridiamo.
Mi rimetto in ginocchio e apro l’acqua fredda.
-No, fredda no- velocemente cerca di creare una temperatura accettabile  aprendo anche l’acqua calda.
-Scusa- sorrido divertito...non avevo mai fatto nulla di simile, lui sembra divertito anche se è arrossito.
Con la mano bagnata torno ad accarezzarlo, poi prendo altra acqua e  la lascio cadere delicatamente sopra. Harry scoppia a ridere e io lo seguo.
-Credo sia meglio se tu lo faccia da solo- alzo il viso per guardarlo.
-Lo credo anche io- porta la mano sotto il mio mento per tirarmi su, quando cerca di baciarmi mi tiro indietro.
-Devo lavarmi...-
-Ssh, non fa niente- mi lascio baciare, è dolce ma colgo anche un pizzico di passione.
Mi lascia andare e io mi avvicino al lavandino del bagno per prendere lo spazzolino e riempirlo di dentifricio alla menta.
 
Oggi c’è la mia prima uscita con Eleanor Calder. Harry non mi ha ancora parlato da questa mattina appena si è alzato, si ostina ad andare in giro per casa come un automa.
Inizio a vestirmi dopo essermi fatto la doccia. Per il primo appuntamento devo portarla in un minigolf. Che cosa ridicola.
-Harry io vado- urlo per avvisare il ragazzo nell’altra stanza che sdraiato sul letto fissa la televisione senza guardarla davvero. Si ostina a non parlare.
Sbuffo e prima di aprire la porta per uscire scuoto la testa frustrato. Ma che crede? Che solo lui ci sta male per questa storia?
Mi fermo sul pianerottolo di casa, prendo il telefono e entro su twitter.
Scrivo un tweet che molto probabilmente mi farà ricevere qualche sgridata dai piani alti.
“Always in my heart @Harry_Styles Yours sincerely, Louis.”
Riposo il telefono mettendo il blocco e inizio ad avviarmi verso la mia macchina. Non sono pronto per questa uscita. Non voglio se fa star male Harry. Non voglio ma devo.
La vado a prendere nel punto stabilito, la vedo da lontano...dal vivo è ancora più carina che in foto, si veste anche bene.
Ha la faccia simpatica, ma allora perché ha accettato di fare una cosa così orribile?
-Ciao- entra in macchina senza guardarmi in faccia.
-Ciao- la guardo incuriosito, se solo mi guardasse le farei un sorriso.
-Dove dobbiamo andare?-
-Minigolf, sei brava?- metto la marcia e mi immetto nella corsia.
-Me la cavo- alza le spalle e finalmente mi accenna un sorriso.
Passiamo una giornata tranquilla, lei non è male...è simpatica, solare, carina nei modi e molto educata. Ma una frana per quanto riguarda il minigolf.
Il primo incontro era per conoscerci meglio, dal secondo in poi dovremmo iniziare a fare anche comparse in pubblico e a baciarci, posso solo provare ad immaginare quanto questo farà infastidire Harry.
La riporto nel posto dove l’avevo presa ma prima di salutarla devo chiederle una cosa che mi gira in mente da sta mattina.
-Scusa, tu mi sembri una brava ragazza...perché hai accettato?- non sembra sorpresa.
-Può sembrare egoista ma...mi pagano bene e la mia famiglia ora ha bisogno di soldi. Mi dispiace Louis, anche tu sembri un bravo ragazzo.- alza lo sguardo per guardarmi e accenna un sorriso amichevole che ricambio.
-No è ok...ti capisco tranquilla.-
Prima che lei possa uscire dalla macchina vediamo un flash da dietro un’auto, io sbuffo e lei mi guarda per capire cosa dobbiamo fare.
-Credo che ora si aspettino un bacio- alzo le spalle.
-Ma io e te avevamo deciso che i baci...-
-Fa niente, prima o dopo non cambia molto.- mi sforzo di sorridere e la invito ad avvicinarsi, per non farlo sembrare un bacio costruito porto una mano, quella che non infastidisce per la copertura del viso, sulla sua guancia e l’avvicino per baciarla. È un bacio veloce ma spero che gli basti per il momento.
Ci salutiamo come due semplicissimi amici.
Ora devo solo tornare da Harry e sistemare le cose con lui prima che quella foto finisca sul giornale e faccia scandalo.
Parcheggio un po’ distante da casa, odio non trovare posto.
Apro con le mie chiavi e entro sbuffando per il troppo silenzio. Di solito quando torno lui mi aspetta e mi salta addosso appena varco la soglia...ma ora non c’è.
-Harry?- lo chiamo mentre mi tolgo il giacchetto e lo poso sul divano.
-Sono in camera.- mi avvio nella stanza dove posso finalmente vederlo e lo trovo sdraiato sul letto, nudo, mentre guarda la televisione.
-Dovresti avvertirmi ogni volta.- mi avvicino a lui per baciarlo, lui ricambia distratto mentre fissa ancora il programma che stavano dando sul canale dei bambini.
-Perché?-
-Così so che faccia fare senza sembrare un’ebete.- mi metto sul letto vicino a lui.
-Ma a me piace quando sembri un ebete.- si volta per guardarmi e mi sorride, sono passi avanti dato che sta mattina nemmeno mi guardava in faccia.
-Vogliamo giocarcela alla pari?- faccio per slacciarmi i pantaloni ma la sua mano blocca i miei movimenti stringendo la mia.
-Meglio di no.- lo vedo alzarsi e mettersi un paio di boxer e la maglietta, poi spegne la tv e torna a letto mettendosi di lato per darmi le spalle, credo voglia solo riposare dato che i giorni passati siamo sempre stati in giro tra una promozione e l’altra.
-E se ti dicessi che sotto ho il costume da Superman?- ammicco per attirare la sua attenzione.
-Ti direi di utilizzarlo in un altro momento.- le parole sono quasi incomprensibili dato che si sta schiacciando la guancia con il braccio.
Sbuffo prima di girami verso di lui e mettere un braccio sopra il suo fianco per stringerlo, l’altro sotto la mia testa e lasciando poggiare la mia fronte alla sua schiena.  Dopo alcuni secondi sento la sua mano sopra la mia che stava giocando con la sua maglietta all’altezza degli addominali e poi le sue dita che si intrecciano alle mie facendomi sorridere. Gli lascio un piccolo bacio sulla schiena prima di tornare alla posizione di partenza. Lui stringe di più le dita.
-Ho solo poche richieste da  farti.- interrompe il silenzio.
-Cosa?-
-Non innamorarti di lei e non preferirla mai a me.-
-Non lo farò- mi sembra una cosa così ovvia il fatto che non lo farò che mi sembra quasi ridicolo doverglielo dire per rassicurarlo.
-Grazie Lou.- si gira verso di me tenendo sempre un braccio sotto la testa e l’altro portandolo sul mio fianco per stringermi a se. Si avvicina lentamente e con le labbra prende il mio labbro inferiore e inizia a baciarlo e a tirarlo verso di lui, quando cerco di approfondire il bacio si tira indietro...vuole solo divertirsi un po’, lo lascio fare. Sporgendo anche il labbro superiore gli lascio un bacio prima che lui riprenda a torturarmi quello sotto. Dopo poco sento anche la sua lingua che mi accarezza le labbra, non riesco a trattenermi dal sorridere.
-Ti piace torturarmi?- sussurro togliendogli il mio labbro dalla bocca.
-Mi sto solo vendicando.- mi bacia di nuovo in modo veloce ma dolce.
-Per cosa?-
-Guarda tu che mi hai fatto…questo me lo devi.-
-Che ti avrei fatto?-
-Mi hai fatto innamorare quando tu non avevi intenzione di farlo, potevi avvertirmi.- ci sorridiamo prima che lui possa tornare a baciarmi come prima.
Lo prendo alla sprovvista leccandogli le labbra ma quando provo a rifarlo lui fa lo stesso e finiamo per far scontrare le nostre lingue, finalmente mi da il permesso per rendere quel bacio più serio.
-Sai cosa mi fa impazzire?- si blocca di nuovo.
-Cosa?-
-Questo vivere a metà. È odioso, non trovi?-
-Già.- voglio baciarlo di nuovo ma appena ci riprovo mi scansa per continuare a parlare.
-E sai cos’è ancora più odioso? Il fatto che io sono completamente tuo ma tu non sei mio.-
Ok mi ha paralizzato. Cerco di parlare ma boccheggio senza emettere un suono. Sembro un idiota.
-No Louis, tu non sei mio. Una persona diventa di qualcuno quando è pronta ad amarlo e a darle il suo cuore…cosa che tu non hai fatto, quindi non ribattere e zitto.-
Sbuffo distogliendo lo sguardo dal suo, sorride…ma perché sorride?
Sento il telefono vibrarmi in tasca e lo tiro fuori per leggere il messaggio.
-Chi è?-
-Liam, ha detto se sta sera ci va di uscire.-
-A me non va, se vuoi vai tu.-  mi sorride quel poco che basta per  convincermi che forse è meglio uscire e svagarsi.
-Ok...sicuro che non vuoi venire?- mi metto seduto a gambe incrociate mentre lui si alza per togliersi la maglietta e rimetterla dove l’aveva presa. So quanto gli piace stare nudo quindi non gli dico nulla...anche perché è davvero una bella vista.
-Sicuro.- si mette seduto sul lato del letto, dove di solito dorme lui, si sistema i capelli. Ho voglia di baciarlo, ho la solita dannata voglia delle sue labbra. Mi chiedo se mi passerà mai.
Gli metto le mani sulle spalle e lo faccio mettere sdraiato, lui incuriosito mi lascia fare. Quando mi sdraio anche io, mi metto con il viso sopra il suo.
-Hai ancora la tuta di superman?- sorridiamo entrambi.
-Siccome non ti andava me la sono tolta.- continuo a scherzare.
-Peccato.- mi spinge via con le mani e io sorridendo mi sdraio a pancia in su per poi vedere il suo viso sopra il mio, ha solo scambiato le parti...ha sempre voluto avere più controllo, ma non sempre ci riesce. Decido di dargliela vinta.  Mi guarda seriamente e poi inizia a baciarmi tenendo gli occhi chiusi, faccio lo stesso.
È strano non ho mai baciato al contrario...
Chiude le sue labbra sulle mie incastrandomi il labbro inferiore, poi, staccandosi di poco ma senza smettere di sfiorarmi, porta il suo labbro inferiore a sbattere contro il mio per poi tornare a baciarmi.
Continua a fare come prima per altre volte, sento sempre il suo labbro accarezzare il mio che lo cerca insistentemente, si allontana per qualche secondo ma poi sento la sua lingua entrare e inizio a muovere anche la mia, si avvicina di più e io per baciarlo bene devo girare di poco la testa.
In tutto questo ho la sua collana che mi sbatte sulla fronte.
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-Che ti è preso?- trovo un secondo libero per parlare.
-Non lo so...mi andava.- mi da un bacio sul naso prima di sdraiarsi con la testa di fianco la mia.
-Prima non mi parli per tutta la mattinata, torno e ti comporti come se nulla fosse, mi dai le spalle e quando ti giri mi dici cose strane, poi mi baci ma sei sempre sulle tue...e ora...non mi è mai piaciuto così tanto baciarti.-  mi volto per guardarlo e lo trovo che guarda il soffitto con lo sguardo perso nel vuoto.
-Ti è piaciuto?- si volta anche lui per guardarmi.
-Hai sentito tutto quello che ti ho appena detto?-
-Scusa ero troppo preso dal...- arrossisce, sorrido scuotendo la testa prima di tirarmi su e mettermi seduto.
Dopo poco sento le sue mani che da sotto la mia maglietta si fanno largo per passare dai fianchi al mio petto, poi la sua bocca calda sul mio collo mi costringe a chiudere gli occhi per un istante interminabile.
Le sue mani salgono ad accarezzarmi il petto mentre le sue labbra si muovono ancora dietro il mio collo.
Quando le sento scendere capisco le sue intenzioni ma non ho forse per fermarlo, o più semplicemente non voglio.  Mi porta giù, facendomi mettere la testa sulle sue ginocchia mentre le sue mani si adoperano per slacciarmi i jeans, lo aiuto per sfilarmeli e poi lo sento che, con entrambe le mani, massaggia e stringe le mie parti intime ancora strette dai boxer troppo attillati.
Arrossisco quando mi fa togliere dalle sue ginocchia per scivolarmi sopra. Il mio viso struscia contro il suo petto nudo e, credo lo faccia a posta, preme contro le sue parti intime.
-Harry!- lo sgrido quando lo sento sorridere sul mio pene ma non posso dirgli altro dato che ha iniziato a baciarlo e a stringere il tessuto nero tra i denti. Lo odio quando fa così.
-Che dovrei fare con il tuo coso in faccia?- chiedo strafottente.
-Ringrazia che sto in ginocchio.- sorride ancora più divertito di prima. Sbuffo.
Lo vedo scivolare in avanti e mettersi seduto sopra le mie parti intime ormai eccitate come il proprietario. Che nervi questo ragazzino.
Inizia a muoversi sopra di me mentre mi da le spalle, quando preme di più riesco a sentire leggermente la sua apertura e mi fa impazzire.
Deve smetterla.
Gli lascio togliermi i boxer e inizia di nuovo a muoversi, ora lo sento meglio e è peggio di prima. Porto le mani sui suoi fianchi per stringermi a qualcosa. 
Lo blocco quando vedo le sue mani iniziare a togliere i suoi boxer.
-Perché lo stai facendo?-
-Perché ti voglio solo mio e voglio sentirmi più tuo.-
-Ma sono già solo tuo.- cerco di rassicurarlo ma inutilmente.
-Voglio solo farti provare quello che una come lei non potrà mai darti.- parla a fatica, per l’imbarazzo forse, ma scommetto che è sicuro di quello che dice.
È stupido quello che ha appena cercato di fare e voglio farglielo capire anche se questo significa privarmi di un piacere che cerco da quell’estate.
Lo spingo via da sopra di me e lui sembra quasi rassegnato, sapeva che l’avrei fatto.
-Sei ridicolo Harry, davvero avresti fatto questo solo per...?-  mi alzo per guardarlo mentre mi rimetto i boxer.
-Scusa.- è un sospiro lieve ma riesco a sentirlo.
-Senti io vado, quando questa pazzia ti è uscita dalla testa fammelo sapere.- mi alzo per andare in bagno.
Non voglio che sprechi così la sua prima volta, se deve essere con me deve essere speciale. L’ho desiderato per così tanto tempo che non posso permettergli di rovinarlo.
Mi infilo sotto la doccia e ci passo una bella oretta piena.
Quando esco lui è ancora sdraiato sul letto con solo i boxer addosso.
Mi vesto incurante ma prima di uscire mi piego verso di lui per lasciargli un bacio sulla spalla.
Mi chiudo la porta di casa alle spalle per raggiungere gli altri.
 
HARRY
Sono un idiota.
Ma come mi è venuto in mente che quello avrebbe potuto aiutarmi ad averlo solo mio? Ora se ne è andato per ubriacarsi e divertirsi con gli altri...di solito ci sono anche io quindi lo tengo d’occhio ma ora chissà cosa starà facendo.
Mi guardo un po’ di tv prima di andare a letto.
Come sono solito fare, mi spoglio e mi metto sotto le coperte completamente nudo.
Porto il cuscino sotto il braccio e giro la testa di lato per stare più comodo dormendo a pancia in sotto.
Dopo vari pensieri riesco ad addormentarmi, ma non prima di aver guardato l’ora.
Cristo sono le due e mezza, ma dove si sarà cacciato?
Improvvisamente sento una mano davanti alla bocca che mi soffoca un grido che mi nasce non appena sento qualcosa di caldo entrare in me con violenza. Gli occhi mi si inumidiscono per il dolore mentre cerco di liberarmi da quella stretta.
-Fermo.- capisco che si tratta di un Louis ubriaco e questo mi fa ancora più rabbia. Cerco di dimenarmi più forte per toglierlo ma non ci riesco. Intanto i gemiti si spengono nella sua mano.
Inizia a muoversi dentro di me come se io fossi un oggetto inanimato che non sente dolore, forse non se ne rende conto. Fa davvero male.
Non so se faccia più male il gesto di un Louis ubriaco o quello che provo mentre continua a spingersi dentro con una forza inaudita.
Sto piangendo ma non so se per il dolore delle spinte o per la delusione e la rabbia che sento.
-Dimmelo adesso che mi ami, no? Perché non me lo dici?- il suo tono duro e strafottente da ubriaco risulta ancora più odioso mentre sento le sue labbra sfiorare il mio orecchio.
Vorrei mozzicargli la mano per fargliela togliere ma i gemiti mi tengono la bocca impegnata mentre il dolore mi deconcentra da qualsiasi cosa.
-Che c’è? Non volevi sentirti mio?- sento la sua mano libera scendere sul mio sedere e inizio a pregare che non stia facendo quello che in realtà sta facendo...ha cercato di allargarmi per entrare meglio mentre continua a spingere e a farmi male.
Le lacrime escono il doppio di prima. Riesco a distinguere quelle che scendono per il dolore da quelle per le mie emozioni.
Il brutto è che da una parte provo piacere...un doloroso piacere, quando vorrei solo odiarlo.
Avrei preferito che mi facesse solo male, invece quello stronzo mi sta dando un piacere enorme.
Mi rassegno e smetto di lottare per toglierlo da li, continuo a piangere in silenzio mentre lui continua a montarmi rabbioso. Vorrei solo che finisca in fretta questa tortura, vorrei non doverlo più guardare in faccia.  Invece mi tocca amarlo. Questo è odioso.
Le mie mani hanno smesso di lottare e di graffiargli i fianchi per farlo togliere e ora sono strette al coprimaterasso mentre premo la testa sul cuscino più che posso.
 Le mie grida sono ancora strozzate dalla sua mano quando sento un suo grido liberatorio una volta venuto...dentro di me.
Mi fa schifo ma io mi faccio ancora più schifo perché lo amo.
Si sdraia esausto sul letto, lo sento respirare pesantemente.
Voglio andarmene di qui.
Mi alzo a fatica, ho le gambe che tremano, mi dirigo in bagno per lavarmi velocemente e per vestirmi prima di uscire da casa. Se avessi avuto la macchina sarebbe stato meglio.
Con l’aria fredda del mattino riesco a smettere di piangere.
Sono distrutto, logorato, schifato, indignato e...mi viene da dare di stomaco.
Vorrei solo vendicarmi e farlo stare malissimo.
Camminando mi ritrovo davanti ad un locale gay, senza pensarci entro e inizio a guardarmi intorno. Vedo gente che mi ammicca e sento delle mani che mi toccano il sedere.
-Ei smettila!- mi giro non appena sento quella voce potente alle mie spalle. Vedo un ragazzo su una ventina che stringe il polso ad uno più grande che con un espressione di dolore gli chiede scusa.
-Non devi dirlo a me, maiale.-
-Scusa.- L’uomo di età più elevata si sporge verso di me che sbarro gli occhi stupito...quel ragazzo stava difendendo me?
-Non provarci mai più.- lo strattonò violentemente per farlo allontanare, poi si girò verso di me che ancora lo guardavo stupito.
-Odio questi vecchi maniaci che vengono qui convinti di poter fare quello che vogliono con dei ragazzini solo perché sono gay. Tu no?- lo vedo sorridermi gentilmente ma ancora non ho bene chiara in mente la situazione.
-Cos’è successo? Quanti anni ha quell’uomo?- sono ancora sbigottito ma per non fare la figura dell’idiota mi costringo a parlare.
-Non ti sei sentito toccare il sedere?-  alza un sopracciglio.
-Si in effetti, era lui?-
-Si...ha una quarantina d’anni e si ostina a venire qui per provarci con i ragazzini come te.-
-Ei ho quasi diciotto anni.- ribatto accigliandomi.
-Ma sei ancora piccolo per lui, non trovi?- sorride divertito, ha un sorriso davvero bello e gentile.
-Già.- rimango a fissarlo per un po’ prima che lui torni a sorridermi e mi prenda la mano trascinandomi al bancone del bar.
-Vuoi da bere?- urla perché qui la musica è nettamente più forte che all’entrata.
-Non sono troppo piccolo?- ora sono io a sorridere divertito.
-Due birre alla spina per favore.- si rivolge sorridente al barista che mi guarda accigliato.
-Lui quanti anni ha?- mi indica con la testa.
-Tranquillo è con me.- lo rassicura e lui sembra calmarsi perché poi ci porta due boccali colmi di birra.
-Ti conosce?- gli chiedo prima di bere un altro sorso del liquido giallo.
-Sono il proprietario in effetti.- abbassa lo sguardo in soggezione e sorride...devo dire che lo trovo sempre più bello.
-Ah, wow...quindi...sei omosessuale anche tu?-
-Ma che domande fai? Non è ovvio?- scoppia a ridere posando la birra per non farla cadere.
-In effetti...- ci penso un po’ su e lui ride di nuovo.
-Tu?- si fa serio, ha gli occhi neri e riesco a vederli perché non smette di fissarmi.
-Si, anche io.- bevo un altro sorso.
-Sei venuto qui perché hai un appuntamento o sei fidanzato?-
-No, nessuno dei due a dire la verità.- bevo di nuovo prima di sbattere il boccale sul bancone in vetro.
-Hai...hai della schiuma sulle labbra.- mi fa notare quasi balbettando per l’imbarazzo.
Porto la mia mano sulle mie labbra per pulirmi ma lui mi blocca.
-Non così, ti sporchi e basta.- sfiora delicatamente la mia mano per farmela portare di nuovo giù.
Prende un tovagliolo da sopra il bancone e lo avvicina alla mia bocca ma prima che possa iniziare a togliermi la schiuma lo bacio velocemente, non so perché...forse solo perché era davvero troppo vicino o forse perché mi piace...si mi piace come ragazzo e sicuramente è più dolce di Louis.
Lui sorride divertito e posa il fazzoletto. Non so che intenzioni abbia ora che entrambi siamo sporchi di schiuma della birra.
Arrossisco sbarrando gli occhi quando con la lingua lecca le mie labbra per pulirle. Lui non smette di sorridere.
-Non sono piccolo anche per te? Quanti anni hai?- sorrido beffandomi di lui che sta al gioco.
-Ho ventidue anni.-
-E hai già un locale?-
-Soldi di papà.- alza le spalle sorridendo.
-Ah capisco.- gli sorrido anche io.
Distolgo il mio sguardo dai suoi occhi per un attimo, giusto il tempo per accorgermi che lui è ancora sporco di birra...forse si aspetta che io...faccia la stessa cosa che ha fatto lui. Infondo è colpa mia se è sporco anche lui.
Lo prendo per mano e lo porto in mezzo alla folla, nella pista da ballo.
-Che vuoi fare?- sorride ancora divertito mentre scuote la testa e segue i miei movimenti.
Scommetto che l’abbiano fatto a posta perché non appena arriva il proprietario con un nuovo ragazzo mettono un lento.
Sento le sue mani sui miei fianchi quindi immagino io debba mettere le mie braccia intorno al suo collo.
Non mi sono mai sentito così in imbarazzo e così troppo ragazza.
-Sei ancora sporco.- gli faccio notare mentre cerca di farmi muovere ma sono troppo impacciato.
-Indovina di chi è la colpa.- il suo tono è divertito mentre io arrossisco ancora.
Lo bacio imbarazzato per togliergli la schiuma dalla barbetta che gli contornava le labbra carnose.
Porta la sua testa sulla mia spalla e io faccio altrettanto, quando riconosco la canzone inizio a canticchiarla.
-Scusa.- mi allontana di poco. –Hai una bellissima voce...ma....aspetta...tu non sei per caso...io ti ho già visto da qualche parte.- mi guarda accigliato mentre cerca di capire dove mi abbia già visto.
-Tu sei Harry Styles!- i suoi occhi si illuminano.
-Si ma ti prego non dirlo a nessuno...non devono sapere che sono gay sennò esce fuori un casino. -
-Ok, stai tranquillo. Puoi cantare di nuovo?-
Canto un altro pezzo di quella canzone per farlo felice ma non sembra molto soddisfatto.
-Non ti sento quasi per niente...andiamo in un posto più silenzioso.- mi porta via di li prendendomi per mano.
Usciamo dal locale e ci dirigiamo su una rampa di scale che mi fa fare di corsa.
-Tu come ti chiami?- gli chiedo affannato.
-Kevin- non sembra affatto stanco.
-Dove siamo?- chiedo mentre lo vedo aprire la porta.
-A casa mia.- mi guarda sorridente. –Prego.- mi fa largo per farmi passare per primo. Entra in casa e accende la luce lasciandomi vedere la casa arredata in maniera ottimale.
-Hai fatto proprio casa e bottega.- mi guardo intorno. Ad un certo punto sento di nuovo le sue mani sui fianchi e il suo respiro caldo dietro il mio orecchio.
-Canta di nuovo.- ho dei brividi...è incredibile...è tutto il contrario di Louis eppure c’è qualcosa di eccitante in lui.
Inizio a cantare a bassa voce e lui mi chiede di alzare la voce mentre con le mani si infila sotto la mia maglietta per accarezzarmi il petto. Faccio quello che dice.
-Dimmi quanto posso andare avanti...non voglio essere troppo invadente.- mi fa girare verso di lui e io smetto di cantare.
-Più di così.- ammetto.
-Fino in fondo?-
-No...non l’ho mai fatto fino in fondo.- mi ricordo che è una balla enorme come il dolore che ho provato nel letto di casa mia. Solo che voglio solo dimenticarmi di quell’episodio.
-D’accordo.- mi bacia dolcemente prima di farsi più sicuro.
Mi porta in camera sua e mi lascia sdraiare sul letto, con un sorriso dolce si avvicina a me per poi mettersi sopra e iniziare a baciarmi il collo.
Mi toglie la maglietta e i jeans e toglie anche i suoi.
Con i baci scende fino ai miei boxer, li toglie e resta a guardarmi sorridente.
-Cos’hai?- ricambio lo sguardo.
-Posso chiederti di...fare la parte attiva?- sembra vergognarsi ma quello rosso sono io. Annuisco senza pensarci. Voglio provare quello che ha provato Louis.
-Hai...il lubrificante?- chiedo non appena lo vedo sdraiarsi a pancia in sotto.
-Si...ora lo prendo.- si alza e si dirige in bagno, credo.
Quando torna mi lancia la bottiglietta prima di mettersi in ginocchio vicino a me. Inizia a baciarmi mentre io cerco di aprire la confezione.
-Faccio io.- si spalma il liquido freddo sulle mani e inizia a passarmelo su tutta la mia lunghezza, sospiro facendo fatica a restare dritto con la schiena.
In un impeto di voglia lo faccio girare, siamo entrambi in ginocchio, gli levo i boxer e, mentre gli torturo il collo e la schiena con le labbra e la lingua, lascio entrare lentamente la mia erezione dentro di lui che sospira e alza un braccio per portare la mano dietro la mia testa e stringendomi i ricci si sforza per non mettersi a gattoni.
Con una mano inizio a fargli una sega cercando di andare a tempo con le spinte.
-Dio, Harry.- sento la mano bagnata e capisco che è appena venuto.
- K...Kevin.- faccio in tempo a togliermi prima di venire anche io.
Ci sdraiamo vicini, lui mi stringe a se e io arrossisco ancora.
Chissà Louis come sta adesso, se ha dato di stomaco buttando tutto l’alcol che ha in corpo...se sta male e ha bisogno di me o se sta bene e dorme beatamente soddisfatto.
Kevin inizia a mordermi  la guancia e mi distrae dai miei pensieri.
Ci addormentiamo immediatamente ma verso le dieci di mattina mi squilla il telefono e quando leggo il nome mi sento obbligato a rispondere.
-Pronto?- cerco di fare il freddo.
-Harry ma dove cazzo sei?-
-A casa di un mio amico-
Sento il tocco delicato di Kevin e mi giro per guardarlo, sorridendo mi avverte che sta andando a farsi la doccia, annuisco ricambiando il sorriso.
-Chi è? Lo conosco?-
-No, l’ho conosciuto ieri notte.-
-Dove sei stato ieri notte?-
-Tra le sue gambe- dico in modo duro.
-Cosa? Harry torna subito a casa!-
-Perché dovrei?-
-Mi dici che ti prende?-
-Louis tra noi due è finita, non chiamarmi più.- gli riattacco il telefono in faccia.
Mi fa male trattarlo così ma fa ancora più male pensare a quello che ha fatto.
Quando torna Kevin vado io a farmi la doccia.
Decidiamo di uscire e di andare a farci un giro, la sera poi devo andare in un programma televisivo e Kevin si è offerto per accompagnarmi.
Dopo tutta la mattinata in giro gli chiedo se possiamo passare un attimo a casa di Louis, lui accetta.
Scendo dalla sua macchina e mi avvicino al portone. Citofono.
-Chi è?-
-Sono io-
-Harry! Dai vieni su che tra poco andiamo agli studi.- si sente che non sa come trattarmi.
-Sono venuto per prendere le mie cose, Louis.-
-Te ne vai davvero? Ma perché? Che ti ho fatto scusa?- mi fa male sentirlo così disperato ma so che se resto quello che ne uscirà davvero distrutto sono io.
-Lascia stare, torno un’altra volta che tu non ci sei.- me ne vado e salgo di nuovo in macchina di Kevin, sbuffo e mi nascondo il viso tra le mani.
-Puoi venire a stare da me se vuoi.- sorpreso lo guardo e lo vedo sorridente mentre mi fissa con i suoi occhi dolci.
-No, non vorrei essere di troppo.-
-Non sei di troppo, nel mio letto ieri stavi alla perfezione.- sorride divertito quando mi vede arrossire.
-Grazie Kevin.-
-Di niente piccolo.- mi lascia un bacio sfuggente sulla guancia prima di rimettere in moto.


SPERO VI PIACCIA ANCHE IL VIDEO AHAHAHAHAH
FETEMI SAPERE CHE NE PENSATE.
DA QUESTO CAPITOLO IN POI INIZIERO' A METTERLI MENO SPESSO CREDO.
ALLA PROSSIMA!
P.S.
IN QUESTO CAPITOLO ODIO LOUIS.

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Capitolo 6
*** I'm so sorry. ***


È così difficile trattare male Louis, ma mi sale una rabbia assurda quando penso che se solo fosse più come Kevin la nostra relazione andrebbe a gonfie vele.
Parcheggia la moto in un piccolo spazio e mi fa scendere prima di lui.
-Dove siamo?- chiedo dopo essermi tolto il casco integrale.  
-So che non puoi farti vedere quindi ho optato per un posto un po’ appartato, spero non ti dispiaccia.- sistema i nostri caschi e lega la moto ad un palo con un lucchetto.
-Grazie.- gli sorrido prima di ricevere un bacio, poi un altro e un altro ancora.
-Dimmi quando devo riportarti sotto i riflettori.- il suo tono è dolce ma allo stesso tempo divertito mentre continua a baciarmi portando una mano sulla mia guancia.
-Fosse per me mai.- suona come una frase romantica, ma è tutt’altro. Intendevo solo il non voler rivedere Louis.
-Sei dolcissimo.- dopo altri baci mi prende la mano e mi porta sotto un salice enorme.
-Qui siamo lontani da Londra.- i rami del salice ci coprono come fosse una tenda.
-Già, ma con la moto ci mettiamo poco.- si butta a terra poggiando la testa sul giacchetto di pelle che aveva messo vicino al tronco dell’albero.
Resto per un momento a fissarlo, non mi viene naturale stare con lui, preferirei mille volte Louis ma solo perché con lui non mi sentivo troppo “ragazzina”.
Devo dire che Kevin è bello da togliere il fiato.
Si tira su con la schiena per guardarmi  e sorridendo mi allunga il braccio invitandomi ad afferrare la sua mano. Questo gesto mi ricorda tremendamente Louis quindi  lo snobbo ma per non farcelo restare troppo male mi posiziono a cavalcioni su di lui che sorride scuotendo la testa.
-Sai, quando ti ho visto entrare dalla porta del locale ho pensato che dovevi essere mio, con quel viso da bambino innocente, quelle labbra così invitanti, con i tuoi ricci scompigliati…poi quando quel vecchio ti ha toccato non c’ho visto più e mi sono sentito in dovere di proteggere una cosa così preziosa. Ma ho capito il tuo vero valore solo dopo aver guardato i tuoi occhi verdi e quando mi hai lasciato vedere quel sorriso.- divento rosso mentre con la mano destra mi accarezza i capelli che mi cadono in avanti cercando di portarmeli dietro, inutilmente.
-Quando ho capito chi fossi c’è stato un momento in cui ho pensato di lasciar perdere tutto perché sarebbe stato troppo complicato. Ma ormai non potevo, ti stavo già sognando ad occhi aperti.-
-Kevin…- cerco di bloccarlo, non voglio che vada oltre. Mi sento una merda perché io amo solo Louis e non potrei fare altrimenti.
-Lo so scusa, sto correndo troppo ma non sono abituato ad avere relazioni quindi non so come comportarmi.-
-Perché no?-
-Sai io viaggio molto, non capita mai che sto più di qualche mese in un posto se non è Londra.-
-Beh ci vivi.- mi sembra ovvio.
-No in realtà non sono originario di Londra.-
-Ecco perché hai un accento diverso!-
-Sono scozzese.- ammette sorridendo. Trovo il pretesto per divertirmi un po’.
-Quindi vai in giro con la gonnellina?- inizio a sfotterlo e lui scoppia a ridere.
-Ti piacerebbe ma no, non l’ho mai fatto e non ho intenzione di farlo. E poi si chiama Kilt.-
-Sai suonare la cornamusa?- sono ancora divertito mentre afferro la sua maglietta sopra il petto con entrambe le mani stringendole a pugno.
-No.-
-Ma che scozzese sei scusa?-
-Perché?- scoppia a ridere.
-Ma ti pare che l’unica sola scozzese l’ho preso io!?- sono divertito mentre faccio finta di essere deluso da lui che non smette di ridere.
-Se vuoi posso sempre imparare.- si fa serio e alza un sopracciglio.
-No tranquillo mi vai bene così…ma resti una sola!- scoppio a ridere sull’ultima frase e lui mi spinge giù per poi mettersi sdraiato sopra di me.
-Ripetilo ora.-
-Sei una sola.- resto a guardarlo negli occhi. E che occhi.
Sorride prima di baciarmi, sta volta non è dolce ma passionale e voglioso.
Inizia a muovere le mani lungo il mio torace, poi ne porta una sulla mia coscia e mi fa alzare la gamba per mettersi meglio in mezzo.
Quando sento che sta cercando di slacciarmi la cinta lo blocco.
-Che c’è? Non ti va?- mi guarda perplesso.
-No, cioè si, cioè non…si mi va.- sospiro decidendo di lasciarlo fare, tanto finche si tratta di lasciargli fare qualcosa va bene.
Riprende a slacciarmi i pantaloni per poi portarli giù insieme ai boxer.
Non fa quello che mi aspettavo.
Mi accarezza un po’ giusto per farlo diventare più duro poi, dopo essersi tolto anche i boxer, si mette sopra di me. Per facilitarlo piego le gambe così che lui possa mettere una mano sul mio ginocchio per reggersi dato che deve essere un po’ pendente all’indietro per farlo entrare bene.  Beh lui ha voluto quella posizione.
Inizia a muoversi lentamente con me sotto che emetto gemiti di piacere ogni volta che fa un movimento profondo e pieno. Lui sospira pesantemente e qualche volta gli esce un urletto strozzato.
Allungo le mani sulle sue cosce per poi portare sul sedere, lui sorride.
Con lui sto provando e facendo cose che con Louis non ho mai fatto perché volevo aspettare che i suoi sentimenti fossero più importanti. Eppure adesso io lo sto facendo con un ragazzo che non amo mentre penso a quello che invece amo da impazzire.
-Sto…sto per…venire.- lo avverto ma lui resta li continuando a muoversi anche dopo che sono venuto.
Si sdraia sopra di me poggiando la testa sulla mia spalla e iniziando a darmi dei baci sul collo riprende a respirare regolarmente.
Dopo un po’ che stiamo così decidiamo di tornare perché devo andare negli studi televisivi per il programma.
-Tu giri sempre con le salviettine intime?- gli chiedo mentre mi pulisco.
-Possono sempre servire.- sorride e io lo seguo scuotendo la testa fingendomi esasperato.
Dopo esserci puliti torniamo sulla moto e lui va più veloce di prima per arrivare in tempo.
Parcheggia e si toglie il casco vedendomi scendere dall’enorme moto.
-Che fai te?- gli chiedo posando il casco dove era solito tenerlo.
-Credo che andrò a casa o a contare il ricavato di ieri sera. Tenere un locale non è tutto rose e fiori.-
-O potresti accompagnarmi.- gli do un’altra opzione ma non è per infastidire Louis o altro…solo che mi sento più sicuro e protetto se entra con me.
-Ma mi hai detto che non puoi farti vedere…-
-Si lo so ma non dobbiamo per forza farci vedere insieme, cioè ci facciamo vedere da amici.-
-Allora ok.- scende e posa il casco.
Entriamo negli studi dove sono già tutti riuniti, mancavo solo io.
-Ciao, lui è Kevin. Kevin loro sono i miei amici.- gli presento l’intera squadra e lui gli sorride cordialmente venendo ricambiato.
Zayn, Liam e Niall mi guardano cercando una spiegazione, poi portano il loro sguardo a Louis che fissa il pavimento.
Ci preparano e ci buttano sotto i riflettori come se fosse la cosa più semplice del mondo. In tutto questo Kevin è rimasto a guardarmi mentre Louis non mi guarda nemmeno in faccia.
Finito il programma non faccio in tempo a tornare da Kevin che Louis mi spinge in un angolo un po’ appartato dello studio.
-Ma che cazzo fai? Chi è quello?- mi da una spinta e mi fa indietreggiare di qualche passo.
-Non sono affari tuoi- abbasso la testa parlando a bassa voce.
-Cazzo si che sono affari miei! Ieri hai detto che sei mio e adesso ti vedo con un altro e mi hai lasciato per telefono, che cazzo ti prende?!-
-Non ti ricordi proprio niente?- cerco di guardarlo ma non ci riesco, è più forte di me.  
-Che dovrei ricordarmi? So di essere tornato a casa ubriaco ma tu la mattina già non c’eri più!-
-Non ti ricordi nient’altro?-
-No.- adesso si calma anche lui.
-Beh quando ti torna la memoria fammi un fischio.- mi giro e me ne vado.
-Harry ti prego torna qui.- allunga una mano per bloccarmi. Rabbrividisco al suo tocco.
-Scusa io non riesco nemmeno più a guardarti negli occhi.- non mi volto e tengo la testa bassa, lui lascia la presa e mi lascia andare via.
Mi sento come un bambino che è stato traumatizzato.
Io ho paura di lui.
 
LOUIS.
Mentre mi incammino verso la macchina gli altri tre mi si affiancano.
-Chi era quello? Perché Harry non era con te? Che vi è successo?-
-Piantala Liam, non ho nessuna risposta.-
-Ei ma quanto sei scorbutico.-
-Liam non è così che lo aiuti- interviene Niall.
-Ti va se oggi ti teniamo un po’ di compagnia?- sta volta a parlare è Zayn.
-Come volete.-
Salgono tutti in macchina con me e andiamo a casa, ormai, solo mia.
Arrivati si mettono tutti sul divano e a me tocca prendere una sedia del tavolo li vicino.
-Voi sapete cos’è successo l’altra notte?-
-Ti sei ubriacato più del solito e andavi in giro a dire che ti eri innamorato ma non dicevi di chi. Poi hai iniziato a dire che volevi tornare a casa per stare con Harry e…eri abbastanza volgare.-  Liam mi guarda seriamente mentre io cerco di ricordarmi di più ma non ci riesco, ho la mente annebbiata e i ricordi sono persi in quella nebbia.
-Non ti ricordi nulla?- Zayn mi guarda perplesso.
-No, avevo un gran mal di testa. Mi sono alzato e Harry non c’era più. Potete parlargli voi?-
-Se non è troppo impegnato con quel fico.- Niall la butta sul ridere ma io stringo i pugni e serro i denti.
-Lo rivoglio qui.- sussurro debolmente.
-Ci penso io.- Liam si alza e riprende la sua roba.
-Dove vai?- chiede curioso Zayn.
-Niente, provo a chiamarlo.- prende il telefono dalla giacca e la riposa.
Lo vedo fare il numero e portarsi l’apparecchio all’orecchio.
-Harry, ti va di parlare un minuto?-
Sparisce in un'altra stanza per fare ritorno poco dopo.
-Non posso aiutarti Lou, mi dispiace.- si ributta sul divano.
-Perché?- sono ancora più preoccupato.
-Mi ha fatto promettere che non te lo avrei detto, ma se vuoi posso dirti che hai fatto quello che dicevi di voler fare quando eri ubriaco.-
-Cos’ho detto?-
-Che volevi essere suo e lui doveva essere tuo e poi…boh non ricordo.- Zayn si morde il labro cercando di ricordare anche lui il più possibile.
-Non guardate me, io non c’ero.- cioè io ricordo quello che ha fatto Niall ma non quello che ho fatto io…è odioso.
Restano fino a dopo cena per farmi compagnia ma poi devono andare via.
Quando resto solo questa casa mi sembra troppo tranquilla e silenziosa senza un Harry vivace che scorrazza in giro, spesso e volentieri nudo, chiamandomi e facendo battute idiote.
Mi metto seduto sulla sedia e guardando i fornelli mi ritorna in mente Harry che, in mutande, prima di andare a letto si preparava il tè perché sennò non riusciva a dormire e cercava di farmelo bere anche a me, a volte cedevo per accontentarlo. Il furbo lo offriva solo quando si sbagliava con le dosi e gli veniva di più.
Mi ricordo quando voleva farmelo bere a tutti i costi per non buttare l’eccesso e mi aveva detto di berlo così sarei riuscito a dormire meglio, io gli risposi che non volevo dormire e lui arrossì porgendomi la tazza e dicendo “Io si, quindi bevi e dormi.”.
Mi esce un sorriso involontario ma svanisce non appena mi immagino Harry che dorme nel letto con quel Kevin.
Mi manca il mio ragazzo. Il MIO, non di Kevin. MIO.
 Metto su l’acqua per il tè, nel frattempo vado in bagno per mettermi il pigiama.
Metto l’acqua calda nella tazza e poi prendo l’infuso e inizio a bagnarlo nell’acqua.
Metto un po’ di limone e dello zucchero prima di girarlo e berlo.
Mi butto sul letto prendendo tutto lo spazio possibile. Il suo odore è ovunque.
Sembra stupido dirlo adesso al nulla me ora che se ne è andato sento il bisogno di dirglielo. Ora che so com’è stare senza di lui capisco cosa provo.
-Ti amo- mi rannicchio nel suo posto e stringo forte il suo cuscino.
Riesco ad addormentarmi così.
 
Altri giorni senza Harry.
Ormai ho anche cambiato le mie abitudini, succede quando due si lasciano.
Ringrazio i manager per i giorni di riposo prima del tour, così almeno non lo vedo.
Ma io voglio rivederlo, io devo rivederlo. Non riesco a stare senza vederlo per tutto questo tempo.
Mi sento vuoto e solo anche se ho i miei amici intorno.
Rido, posso sembrare felice ma non sto bene.
Mi vesto e esco di casa sbattendo la porta.
Voglio solo farmi un giro e stare da solo.
Chissà dov’è adesso, se sta con Kevin o se sta da solo, se mi sta pensando o se non gli importa nulla di me e di come mi sento.
Chissà se tornerà mai da me.
Vedo passare una moto, precisamente una Yamaha R1 del 2011, completamente nera opaca, in sella ci sono due ragazzi, il più piccolo di statura che si trova dietro si stringe saldamente al ragazzo davanti che si ferma davanti al semaforo rosso e vicino a me che cammino proprio sul bordo del marciapiede.
Quello che guida stacca la mano dal manubrio e accarezza delicatamente una mano di quello che stringe forte la sua maglietta, poi riprende la posizione, da gas e parte non appena il semaforo diventa di nuovo verde.
D’un tratto ricordo la scena nel parcheggio dei studi televisivi, rivedo Harry che sale in sella a quella moto nera mentre Kevin gli dice di reggersi a lui.
Scuoto la testa cercando di togliermi dalla mente il pensiero che forse quei due possono essere loro.
Giro l’angolo di un palazzo e vado a sbattere contro qualcuno.
-Ei scusa amico.- alzo lo sguardo e davanti mi ritrovo Kevin, più sorridente che mai. –Ei ma sei tu! Ciao, come va?- mi lascia una pacca sulla spalla, sembra davvero piacevolmente sorpreso per l’incontro. Io no.
-Ciao. Tutto bene, te?- cerco di non sembrare troppo scontroso ma riesco solo a pensarlo mentre tocca il mio ragazzo e vorrei mollargli un pugno in pieno viso.
-Tutto bene, guarda sulla moto c’è Harry. Vallo a salutare, io tra poco torno.- mi da un’altra botta sulla spalla prima di correre via dandomi le spalle.
Ovviamente Harry non gli ha detto nulla di noi due, sennò non mi avrebbe spinto ad andare da lui.
Vedo Harry poggiato sulla moto con il casco infilato nel braccio e il telefono tra le mani, mi avvicino e mi metto davanti a lui.
-Quel Kevin sembra davvero un tipo apposto, non trovi?- metto le mani nelle tasche e inizio a guardarlo come se nulla fosse, lui alza la testa spaesato.
-Già.- tiene lo sguardo basso per non guardarmi.
-È  simpatico e molto bello anche.-
-Cosa vuoi Louis?- alza lo sguardo esasperato.
-Delle risposte Harry, solo delle risposte.- mi avvicino e lui sembra mettersi sulla difensiva, non ne capisco il motivo…non ho alcuna intenzione di fargli male e mai l’ho fatto.
Torna Kevin, sprizzante di vitalità come sempre, ad interromperci. Vorrei che sparisse ora.
-Ei amico ti dispiace se ti rubo il ragazzo un attimo?- gli poggio una mano sulla spalla sorridendogli quasi come fosse un mio vero amico.
Infondo gli ho chiesto solo un attimo quando lui mi ha davvero rubato il mio ragazzo.
-Certo. Ei ma lo rivoglio!- mi punta un dito contro continuando a sorridere.
-Contaci.- gli faccio un occhiolino, non sono molto sicuro di quello che ho appena detto.
-Aspettami a casa.- gli lascia il casco e dopo essersi guardato bene in torno si lascia baciare, distolgo lo sguardo per non guardarli. Non riesco a capire come Kevin possa sopportare tutto questo mistero, io sarei già impazzito.
Aspettiamo che il ragazzo se ne vada prima di incamminarci in silenzio. Harry si tiene distante da me quasi come se avesse paura.
Mi porta in un vicolo buio.
-Qui possiamo parlare.-
-Certo, nascosti ovviamente.- sbuffo distogliendo lo sguardo da lui.
-Dimmi cosa vuoi e poi vattene ti prego.- sembra triste ma scorgo sempre quell’impronta di paura che contraddistingue i suoi gesti e la sua voce quando è con me.
-Guardami, cosa vedi? Cosa resta di noi? Cosa riesci a vedere di noi?- mi avvicino e lui si allontana indietreggiando con cautela, quasi come se davanti a se ci fosse un animale carnivoro.
Mi fa male.
-Di noi…vedo a terra i pezzi di un amore che hai buttato via.- abbassa lo sguardo.
-Quelli sono i resti delle emozioni forti nella mia vita.- mi avvicino ancora allungandogli il braccio come sono abituato a fare. Ovviamente non lo prende ma gira la testa abbassandola.
-Mi hai lasciato un vuoto dentro che non riesco a mandare via.- continuo cercando di attirare il suo sguardo.
-Tu hai un vuoto dentro? Io per andare avanti devo ripetermi che è solo colpa mia!- sembra più deciso ma è ancora intimorito. Almeno ha alzato la testa. –In questi casi ti diventa amica anche una bugia.-
-Vuoi dire che è colpa mia? Che se stai male è colpa mia? Ma io non so nemmeno cosa ti ho fatto!-
-Tranquillo, tanto ormai il convivere con lo star male non mi pesa più.-
-Certo ora hai Kevin, no?- sembro quasi schifato mentre distolgo lo sguardo da lui, trattengo le lacrime.
Non devo piangere. Non deve vedermi piangere.
-Smettila, tanto ormai sei arrivato proprio a tutto quello che volevi tu!- lui non si fa problemi e lascia che gli occhi gli si inumidiscano.
-Ma cosa vuoi da me? Che cazzo ti ho fatto? Si può sapere?-
-Non riesco a dirtelo.- ammette abbassando di nuovo la testa.
-Scusami, per tutto quello che ho fatto, scusa!- tra poco non riuscirò più a trattenermi.
-Non fai altro che spingere sopra il mio cuore per buttarlo giù!- si porta le mani davanti al viso e scoppia a piangere.
-Ma quando passerà?- credo se lo stia chiedendo più a se stesso che a me.
Infondo è vero. Quando due si lasciano si diventa fragili e si piange subito.
-Non piangere ti prego.- mi addolcisco e mi avvicino a lui che non vedendomi non fa in tempo a tirarsi indietro quando arrivo a toccargli la spalla. Lo sento irrigidirsi e rabbrividire.
-Non…non toccarmi ti prego.- lo vedo tremare mentre piange e tolgo la mia mano dalla sua spalla. Lo fisso incredulo.
Dovrei dirgli che lo amo? Che mi manca da impazzire e che non ha nessun senso la mia vita senza di lui?
Il fatto è che vorrei dirglielo ma non ci riesco. È così snervante!
Io lo sento ancora mio e non poterlo nemmeno sfiorare, quando Kevin può toccarlo quanto e dove vuole, mi fa male.
-Mi ami ancora?- non so perché glie l’ho chiesto ma l’idea che lui possa smettere di amarmi mi terrorizza.
-Si-
-Allora perché non torni da me?-
-Perché non è così facile. Niente è mai facile come sembra.-
-Tu la stai facendo difficile!- inizio ad alterarmi di nuovo.
-Ma se non ti ricordi nemmeno quello che hai fatto!- ora anche lui mi urla contro.
Abbasso la testa e dopo qualche secondo la rialzo per guardarlo negli occhi.
-No non ci sto.- scuoto la testa. –Ti prego, non puoi andare via per un paio di occhi scuri che poi magari ti butta via dopo averti portato via dalle mie mani. Non puoi andartene via.- mi avvento su di lui e lo afferro per le braccia spingendolo contro il muro che determina la fine del vicolo.
-No ti prego, lasciami. Louis lasciami. Non mi toccare ti prego.- sembra davvero terrorizzato mentre trema come un bambino e strizza gli occhi per non vedermi, come se volesse sparire da qui.
-Perché? Perché non posso toccarti se sei mio?!- sembro arrabbiato ma sono solo disperato.
-Ti prego lasciami ho paura.- continua a singhiozzare con gli occhi chiusi.
-Hai paura di cosa?-
-Di te.- spalanco gli occhi e allento la presa ma senza lasciarlo andare.
-Di me? Perché hai paura di me? Sai che non ti farei mai del male.-
-Ma l’hai fatto! E nemmeno te lo ricordi!- si strattona cercando di liberarsi, ma ogni suo tentativo è inutile.
-Ora dimmi quello che è successo o giuro che non ti lascio andare via di qui!-
Alza la testa e vedo qualcosa nei suoi occhi che è cambiato, si è fatto più sicuro. Non so dove abbia trovato quella forza.
Mi spinge via, si porta le mani sul viso per strofinarlo e togliersi i residui di lacrime.
-Non ti ricordi davvero?- il suo tono sembra quasi sprezzante se non fosse per la scintilla di paura che ancora cerca di domare.
-No.-
-Non ti ricordi quello che è successo dopo che sei tornato ubriaco dal pub?-
-Mi ricordo che ero ubriaco, frustrato e mi ricordo che quando mi sono svegliato mi faceva male il cazzo e che tu già non c’eri più.- il mio tono è arrendevole ma la sua espressione si fa via via più dura.
Lo vedo avvicinarsi, è un po’ restio ma ci prova, una volta arrivato ad un millimetro di distanza da me sento la sua mano aperta sul cavallo dei miei pantaloni e inizia a stringere facendomi male.
-Così male?- sussurra con rabbia nel mio orecchio.
-Di più.- ammetto, ma sarei dovuto stare zitto perché stringe più forte facendomi davvero male.
-Allora così.-
Annuisco debolmente.
Poco fa sembrava un agnellino e ora sembra pronto per sbranarmi. Io non lo capisco.
-Vuoi sapere invece quanto male ho provato io?- mi fa girare e sbattere contro il muro.
Inizia a slacciarmi i pantaloni, le mani gli tremano ma riesce a farmi restare nudo.
Lo sento armeggiare con la sua lampo.
-Forse così ti ricordi.- lo sento entrare con violenza e trattengo il gemito di dolore.
-Devo dirti che ti amo o facciamo come l’altra volta?- spalanco gli occhi, ho paura di aver capito.
Dio però quanto sa muoversi bene. Lo sento respirare affannato mentre premo la fronte sul muro godendo come mai mentre lo sento muoversi facendo dentro e fuori. Esce lentamente per poi entrare con una botta decisa.
-Ora sei mio.- le parole sembrano quasi velenose.
Improvvisamente ho un flash di quella notte. È quello che temevo.
Se la memoria non mi inganna sono stato spregevole e lui non ha tutti i torti a trattarmi così.
Dio non voglio che smetta.
-Mi dispiace- riesco a sussurrare debolmente.
-A me dispiace che tu sia così largo.-
Colpito e affondato.
Lo sento venire dentro di me per poi togliersi e riallacciarsi i pantaloni.
Dio solo sa quanto mi è piaciuto…ma sa anche quanto mi dispiace per quello che ho fatto.
Lo vedo andare via dandomi le spalle incurante.
Mi rimetto i boxer e i pantaloni e mi giro per guardarlo.
-Ora dove vai?- gli urlo per bloccarlo.
-Non ti riguarda.-
-Vai da Kevin vero?-
-Quando vuoi sai anche essere intelligente.- si gira e mi fa l’occhiolino.
Lo rincorro e lo blocco di nuovo con le mani.
-Mi dispiace Harry, non volevo fare quello che ho fatto…ma ero ubriaco e non so cosa mi sia preso. Ti prego lascia quel palestrato e torna con me…io ho bisogno di te.-
-Mi fai schifo, non devi toccarmi.- mi spinge via.
-È  per quello che hai paura di me?-
-Non ho paura di te!-
-Si invece! Ogni volta che ti tocco hai i brividi e sembra che il solo contatto con la mia pelle di terrorizzi, quasi come se ti bruciassi ad ogni tocco!-
-Solo che ogni volta mi ritorna in mente il dolore e la scena e…mi dispiace io non riesco più a stare con te, non posso tornare.- si gira di nuovo e corre via lasciandomi da solo in quel vicolo.
Devo correre a casa per pulirmi.
Mi sento una merda, in vero schifo. Non volevo che Harry diventasse così, non volevo farlo stare male.
Non volevo perderlo.
 
Non ho più visto Harry da quella volta.
Mi manca terribilmente ma ora che so il perché se ne è andato non posso biasimarlo e accetto la separazione.
Io per primo volevo che la sua prima volta con me fosse speciale invece sono andato vicino allo stupro.
Mi odio mi odio mi odio mi odio mi odio.
Lo amo lo amo lo amo lo amo lo amo.
È normale vivere senza regole quando ci si lascia. I giorni sono tutti inutili e schiacciano i perché nella testa.
Ho scritto mille lettere piene di “ti amo”, ma ovviamente è un segreto che nessuno leggerà.
“Sei arrivato proprio a tutto quello che volevi tu.”
Io non volevo quello…cioè non solo quello. Lo volevo ma non mi sarei mai azzardato a fare una cosa simile, non so cosa mi sia preso…giuro che non bevo più se lui non è con me.
Vorrei credere che esista ancora un sogno nella vita mia adesso che lui non c’è più.
Sembra che gli altri non mi ascoltano, mi sono fatto più fragile e piango facilmente.
Quando due come noi si lasciano infondo non si lasceranno mai.


SCUSATE SO CHE A KEVIN AVEVO DATO UNA MACCHINA NELL'ALTRO CAPITOLO MA LO PREFERISCO SU UNA MOTO...E CHE MOTO! AHAHAHAHAHAH
SPERO VI PIACCIA ;)
COMUNQUE NON MI FA RIMETTERE IL VINE, MA SE VOLETE VEDERLO BASTA ANDARE SUL MIO TWITTER.
CIAOOOO!! https://twitter.com/theCrystalvase/status/467745569843077120

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Capitolo 7
*** Yamaha R1 2011 ***


 
Senza lui il tempo sembra passare più lento del solito.
Chissà se impazzirò.
Senza lui magari gli altri mi bastavano e potevo vivere regalandomi al momento nel letto di chi mi desidera.
Oggi Niall e lui si vedono per stare un po’ insieme...ho deciso di fargli un’improvvisata.
Ha paura di me ma non si è fatto problemi a sbattermi contro il muro.
Esco di casa, chiedo a Niall se mi dice dove si sono dati appuntamento e lui, dopo essersi fatto pregare per un p,o’, me lo dice.
Passo a prendere Eleanor per un altro incontro e ci incamminiamo nel luogo indicatomi da Niall.
Ovviamente lei sa tutto e si presta al gioco.
Lo vedo seduto su una panchina che gioca con il telefonino mentre aspetta Niall.
Stringo il braccio intorno alle spalle di Eleanor e gli lascio un bacio sulla guancia proprio davanti a lui.
Lei ride per attirare la sua attenzione e ci riesce.
-Ei ma con il tuo ragazzo?- inizia a giocare con il colletto della mia maglietta mentre io la stringo a me.
-Quale ragazzo?- dico scherzando prima di baciarla.
-Vi siete lasciati?-
-Da un po’.-
-Quindi ora sei tutto mio?-
Annuisco e la bacio di nuovo.
-Ei Lou!- vedo Niall venire verso di noi e Harry dietro che tiene la testa bassa.
-Ei ciao- saluto Niall e poi do un buffetto sulla guancia ad Harry che si impietrisce.
-Che fate qui?-
-Siamo stufi di vederci solo davanti ai paparazzi, volevamo stare un po’ da soli.- alzo le spalle mentre spiego tutto a Niall che ovviamente sa che è una balla.
-Niall io non mi sento molto bene, ci vediamo un’altra volta dai.- Harry guarda il biondino.
-Perché? Dai stiamo un po’ insieme poi vai.- forse sono troppo stronzo con lui.
Dovrei riuscire a lasciarlo andare per non fargli più del male.
-Sto male.- mi guarda fisso negli occhi indurendo lo sguardo.
-Se vuoi ti porto a casa con la macchina.- non accetterà mai.
-No, chiamo Kevin.- appunto. Che nervi quello!
Da quando mi si è fatto però ha meno paura di me.
-Che c’è, hai paura di restare da solo con me?- rido leggermente divertito.
-No- serra la mascella.
-Allora andiamo.- credo che ormai mi venga istintivo allungargli la mano anche se so che non l’afferrerà.
Eleanor sorride soddisfatta quando mi allontano con Harry al seguito.
La lascio in buone mani.
Saliamo in macchina.
-La cinta.- ha sempre il solito vizio di non metterla mai. sbuffa e se la mette.
-Con Eleanor eh?- guarda fuori dal finestrino mordendosi nervosamente l’unghia del pollice.
-Già, è ok. Te con Kevin?-
-Tutto bene.-
Restiamo di nuovo in silenzio.
-Comunque non abita molto lontano da casa nostra.-
Sorrido involontariamente quando lo sento pronunciare “casa nostra”. Lui non se ne rende conto e continua a guardare la strada.
Parcheggio la macchina in una strada un po’ nascosta e lui mi fissa spaesato.
-Dove siamo?-
-Non lo so- ammetto spegnendo la macchina.
-Ok io scendo.- cerca di aprire lo sportello ma si rende conto che l’ho bloccato.
-Ti prego Louis fammi scendere.-
-Hai ancora paura di me?- mi avvicino lentamente a lui che si irrigidisce.
-No.-
-Sincero.-
-Poco.-
-Ma non devi, io voglio solo farti stare bene.- allungo una mano sul cavallo dei suoi pantaloni e lui si irrigidisce ancora di più. inizio a massaggiarlo lentamente. Lo sento deglutire a fatica.
-Louis...- inizio a baciargli il collo e senza pensarci esco dal sedile e mi metto sopra di lui.
-Ti prego fermo.-
-Dimmi che non mi vuoi, ma devi essere sincero.- lo guardo e lui non dice nulla.
Riprendo da dove avevo lasciato.
Inizio a muovermi lentamente su di lui che impotente mi lascia fare.
Porto le mani sui suoi capelli e la mia lingua sul suo collo.
Lui tira tutto indietro il sedile lasciandomi più spazio indietro. Mi giro dandogli le spalle. Riesco a levarmi sia i boxer che i pantaloni.
-Dammelo.- sussurro voglioso.
Lo sento slacciarsi i pantaloni, mi tira a se facendomi mettere seduto sopra e spinge il bacino in su. Sussulto ma inizio a muovermi lentamente.
Lui si aggrappa hai lati del sedile e io metto le mani sulle sue ginocchia.
Lo sento tirarmi indietro e inizia a torturarmi il collo con le labbra e i denti, porto la mano sui suoi ricci iniziando a massaggiarli.
La sua mano finisce sulla mia coscia e inizia ad accarezzarmi fino all’inguine.
Cerco di stringere un punto per aiutarmi a muovere meglio, trovo solo la sua mano che è ancora stretta al sedile, stringo il suo polso e mi aiuto con le spinte.
Lui sospira e io trattengo i gemiti di piacere.
Sto godendo. Sto godendo davvero tanto.
Non voglio smettere, lo voglio ancora dentro...più dentro.
Con la mano che non stringe il sedile inizia ad accarezzarmi il pene, si muove lentamente, giusto per farmi impazzire. Non è una vera e propria sega...non lo fa per farmi venire.
Non trattengo più ne i gemini e ne tanto meno cerco di non respirare a fatica.
Lui anche si lascia andare senza curarsi del rumore. Ma più o meno lui non si sente dato che gioca ancora con la pelle del mio collo.
-Dimmi se anche Kevin ti fa godere così.- non so dove ho trovato il fiato per parlare.
-No...lui no.- anche lui parla a fatica.
Toglie la mano dalle mie parti intime e mi stringe il basso ventre per tirarmi più a se.
Poi torna a giocare  con i miei testicoli.
Sto per impazzire.
-Lascialo e torna da me.-
-No.-
-Ti piace fare la ragazzina con lui eh?-
-Stronzo.- mi stringe più forte facendomi male.
-Idiota.-
-Coglione.-
-Oddio ti odio.- sto per impazzire dal piacere.
-Ridimmelo.- stringe la presa fecendomi sussultare, ma in questo frangente mi eccita ancora di più.
-Ti odio.-
-Ricordati che questo lei non può farlo.- alza il bacino e io trattengo un urletto.
La mia mano sul suo polso inizia a vagare accarezzandogli tutto il braccio per trovare un punto dove poter spingere meglio.
Dio.
So che lui sta godendo come me perché poggia la fronte sulla mia schiena e inizia a spingerla cercando di trattenersi ma non ci riesce e allora con i denti afferra la mia maglietta per impedirsi di urlare.
Inizia ad emettere dei versi di piacere che mi fanno eccitare ancora di più.
Inizio a fare su e giù senza però lasciarlo mai uscire davvero.
-Dio Louis.-
-Ha...Harry ti prego.-
Vorrei continuare a farlo per sempre.
-Ti amo.- viene con un orgasmo non indifferente.
Ma non mi fermo, non voglio fermarmi. Lo voglio ancora.
Non mi stancherei mai di avercelo dentro.
Neanche quando vengo mi fermo, mi muovo solo più lentamente.
Mi fermo solo quando sono esausto e non ho più forse ma non mi levo da sopra di lui e non lo faccio uscire.
Mi sdraio con la schiena e poggio la mia testa sulla sua spalla che è a sua volta poggiata al sedile.
La sua mano ora è di nuovo al lato del sedile, come l’altra, e io porto le mie mani sulle sue e intrecciamo le dita.
-Ricordi quando hai detto di amarmi?-
Annuisce.
-Quando sul letto mi hai detto che non me lo avresti detto perché sapevi la mia reazione e per giocare volevi riprovarci ma io ti ho interrotto...-
-Sapevo che non mi avresti risposto.-
-Ora so cosa risponderti...riproviamo dai.-
-Ok.- sorride. –Ti amo-
-Ti amo da impazzire anche io.-
Sento che si è perso qualche battito e sorrido soddisfatto.
-Sai che questo non cambia nulla vero? Non riesco a perdonarti...l’amore in questi casi non basta.-
-Lo so, ma dovevo dirtelo...te l’avevo promesso.-
-Perché l’hai fatto? Io mi fidavo di te.- una sua lacrima scende sul mio collo facendomi venire dei brividi.
-Ero ubriaco, non l’avrei mai fatto altrimenti e lo sai.-
-È  solo colpa tua se stiamo così adesso.- si sente che è distrutto dalla voce.
-Lo so-  sospiro.
-Alcuni dicono che l’amore è una lama che ti fa sanguinare l’anima.-
Giro la testa per guardarlo e lo vedo con lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi rossi, mentre con le labbra mi da piccoli baci sulla spalla.
-Tu tieni tra le mani quella lama insanguinata.- ora mi guarda anche lui, non resisto all’impulso e lo bacio.
-Lascialo, non tornare da me ma almeno lascialo.- lo supplico mentre poggio la mia fronte sulla sua e chiudo gli occhi.
-Non posso lasciarlo.-
-Perché?-
-Perché sarebbe da stronzi e qui quello stronzo sei tu non io.-
Restiamo ancora un po’ in silenzio.
-Non credevo che il mio cuore avesse così tanto spazio per contenere tutto questo dolore e questa rabbia, senza contare anche l’amore che ho per te. Sento che sta per scoppiare.-
-Io credevo che il cuore potesse contenere solo amore.-
-Invece tu me l’hai riempito di dolore.- mi da un bacio sul collo facendomi passare un brivido di piacere su tutta la schiena.
-Ma io ti amo così tanto.- con la mano tengo la sua testa per baciarlo. Inizio ad accarezzargli i capelli dietro la nuca mentre lo spingo verso le mie labbra.
-Anche io ti amo.-
Involontariamente torno a muovere il bacino mentre ci baciamo con così tanta passione.
-Louis...- si allontana.
-Ti prego ne voglio ancora.- lo guardo supplichevole.
Cede e torna a baciarmi lasciandomi muovere sopra di lui. Quando prova piacere, invece di fare uscire rumori o sospiri, mi morde il labbro inferiore quasi a sangue.
Sento le sue mani scivolarmi sulle cosce, me le fa aprire lentamente mentre me le accarezza.
Ho ancora la mia mano dietro a sua testa a giocare con i suoi ricci e la mia bocca si muove ancora con la sua quando sento entrambe le sue mani sui miei testicoli, stringo i suoi capelli con forza. La mia mano libera cerca aiuto e la faccio scivolare sui suoi fianchi per poi lasciarla quasi sotto il mio sedere per aiutarmi a fare su e giù su di lui.
-Ti prego dimmi che mi ami- lo sento sussurrare a fatica.
-Ti amo amore mio. Ti amo Harry.- lo accontento.
-Ti amo Louis.- ripete tra i sospiri e i baci.
Quando viene mi morde il labbro, sento il sapore del sangue in bocca mentre continuiamo a baciarci.
-Scu...scusa.- mi lecca il labbro con la piccola ferita provocata dal suo piacere.
-Tranquillo tesoro.- lo bacio di nuovo ma più dolcemente.
-Louis basta, io non ti ho perdonato.- chiude gli occhi e sospira.
Lentamente mi levo da sopra di lui e mi rivesto, lui fa lo stesso prima di uscire dalla macchina.
Lo seguo e lo vedo con la testa bassa mentre singhiozza con le mani sul viso come scudo.
Mi avvicino e lo stringo forte a me.
-Una vita nuova non è facile.- sussurro al suo orecchio. –Non possiamo cancellare questo nostro amore.-
-Il mio cuore è malato e fa male perché batte solo per te...ormai è un’abitudine.-
-Tu lo sai che sono disposto a perderti, io non voglio farti soffrire.- prendo il suo volto tra le mie mani e lo costringo a guardarmi. –Io posso anche morire.-
-Non devi dirlo.-
-Come posso stare senza di te? Lasciarti è così innaturale e mi fa male.-
Si allontana e si gira dandomi le spalle.
-Viverti così non è possibile- scuote la testa rassegnato.
-Ma io non posso perderti.- allungo una mano per afferrargli il braccio. Mi avvicino a lui che continua a piangere. Non so cosa devo fare con lui.
Mi sento ancora in colpa per quello che ho fatto e vorrei punirmi da solo e dirgli addio ma non ci riesco.
-Non potrò mai amare nessun’altro lo sai. Non c’è vita senza te.- lo faccio girare di nuovo verso di me. Mi si spezza il cuore a vederlo così.
-A te serve solo uno che ti soddisfi, Louis, non cerchi qualcuno per amarlo. È solo un caso se ti sei innamorato di me...ammettilo tu non hai mai voluto davvero amarmi. Ti andava tutto bene fino a tre minuti fa  quando ero dentro di te, vero? Ma ora mi stai praticamente chiedendo di essere il mio amante! Io non ti voglio così, Louis, mettitelo in testa.-
-Non vuoi lasciarlo, non vuoi tornare da me però non ti fai problemi a scoparmi…quindi è perfetto. Resta pure con lui ma lasciami almeno qualche ora con te.-
-Smettila Louis!-
-Cosa te ne fai di lui se ti fa dormire e non ti fa sognare?-
-Fidati che non dormiamo.-
Stiamo urlando di nuovo. Odio farlo. Basta io sto male, non riesco a vederlo così. Non riesco a vederlo con un altro.
-Tutti sbagliano e io più di altri, ok? Ma perdonami! Non puoi buttare al vento una storia così!-
-Non mi fido più di te Louis! Non riesco più a guardarti e a non pensare a quello che hai fatto quella notte! Tu non sai come mi sento e cosa ho provato! Capiscimi quando ti dico che ti amo ma non vorrei più farlo!-
-Fottiti.- mi volto e mi dirigo alla macchina per andarmene di li.
-L’hai già fatto tu, non ricordi?- abbassa la testa e il tono di voce ma riesco comunque a sentirlo, mi blocco e sospiro prima di aprire lo sportello e salire richiudendolo con forza.
Me ne vado lasciandolo la.
 
HARRY.
Lo amo ma perché è così difficile perdonarlo e dimenticarmi di tutta quella storia?
Ha detto che mi ama eppure non mi ha fatto quell’effetto che ho sempre voluto provare.
Mi sento un bambino stupido e incoerente.
Prima ho paura di lui e del suo tocco ma poi me lo faccio senza problemi, dico di amarlo per poi mandarlo via, lo odio per quello che mi ha fatto ma non riesco a smettere di amarlo.
E poi non sta con Eleanor? Che stava facendo oggi con lei?
Ma come gli è venuto in mente di voler essere il mio amante? Io dovrei mettere le corna ad un ragazzo dolce come Kevin? Però in teoria già l’ho fatto e non mi sento nemmeno così tanto in colpa.
Non so dove sto andando ma le mie gambe continuano a muoversi e a portarmi ovunque ma in nessun posto.
Mi suona il telefono, vedo chi è.
Kevin…non rispondo.
Voglio solo scappare via, andarmene con lui da un’altra parte dove io possa dimenticarmi di Louis. O più semplicemente vorrei perdere la memoria o tornare indietro nel tempo per restare con Louis per sempre.
Sono stufo di dover piangere per lui, perché per una volta non è lui quello che piange?! Perché devo sempre essere io quello che perde?! Sono stanco, stanco di doverlo amare e di dover sopportare ogni suo gesto infantile.
Non dovevo cedere prima in macchina…per due volte poi! Sono stato un coglione!
In poche parole gli ho detto “Fai quello che ti pare tanto poi quando torni ti…”
Ma poi sarà vero che mi ama?
Riprendo il telefono e mi ritrovo 10 chiamate perse di Kevin e un messaggio.
Gli dico dove mi trovo e gli chiedo se può venirmi a prendere.
Mi metto seduto sul bordo del ponte, le macchine che passano mi suonano, molti credono che io voglia fare qualche pazzia. Fortunatamente nessuno mi ha ancora riconosciuto, a parte che con gli occhi gonfi e mal ridotto così non lo faranno mai.
-Harry- sento la voce di Kevin e mi giro di scatto scendendo velocemente da li, vedo il suo braccio teso verso di me e afferro la sua mano avvicinandomi a lui e salendo subito sulla moto e mettendomi il casco che mi aveva dato subito, è il suo.
-Tu il casco?-
-L’ho dimenticato a casa- alza le spalle e mette in moto. Va più forte del solito quindi sono costretto a stringermi a lui ancora più forte.
Arriviamo a casa e mi butto sul divano.
-Mi dici che hai fatto?- si mette seduto vicino a me.
-Sono un coglione, Kevin, dovresti lasciarmi e trovarti qualcun altro.- lo guardo cercando di non piangere.
-Perché?-
-Perché tu mi stai dando tanto e sei davvero un bravo ragazzo e sei stupendo davvero e…-
-Ma ami Louis.- abbassa lo sguardo.
Come lo sa?
-Si vede, sai? Da come lo guardi e da come lui guarda te, ma non capisco perché non state insieme.-
-Perché abbiamo litigato e…l’ho lasciato e continuiamo a litigare e poi lui…- scoppio a piangere, lui mi stringe a se.
-Dimmi cosa vuoi.- sussurra al mio orecchio.
-Restare con te e dimenticarmi di lui.- lo ammetto.
-Sarà difficile se dovrai vederlo tutti i giorni, ma mi fido di te Harry.- con la mano mi accarezza dolcemente la schiena.
-Non dovresti, sono così debole quando si tratta di Louis…io ci sono già cascato oggi.-
-Eppure sei qui a piangere tra le mie braccia quando saresti potuto stare tra le sue e magari ridere e scherzare.-
Non ha tutti i torti.
-Mi perdoni?-
-L’ho già fatto.- mi bacia sulla guancia prima di posare di nuovo il mento sulla mia spalla.
Si scansa e mi guarda negli occhi.
-Devo dirti una cosa io ora.- si bagna le labbra con la lingua.
-Cosa?- tiro su con il naso e lui sorride divertito.
- Devo tornare in Scozia per un po’ di tempo.-
-Non lasciami solo.-
-No, Harry, non ti lascio…quando torno se vorrai sai che casa nostra ormai è questa.- mi lascia un bacio sulla fronte e io arrossisco.
-Tra quanto parti?-
-Qualche settimana.-
-E quanto starai via?-
-Qualche mese.- prende le mie mani e inizia a giocare con le dita.
Gli butto le braccia al collo per abbracciarlo ancora. Lui non essendo preparato si lascia cadere di schiena sul divano e finisce sdraiato con me sopra. Scoppiamo a ridere.
-Mi insegni ad andare in moto?- cerco di fargli il sorriso più vero che ho.
-Certo terremoto.- mi scompiglia i capelli sorridendo e lasciandomi vedere quella dentatura perfetta.
-Andiamo?- mi metto a cavalcioni su di lui, sono impaziente.
-Ormai domani mattina, ora vai a farti una doccia che ceniamo e andiamo a ninna.-
-Mi tratti come se fossi un bambino.- incrocio le braccia.
-Un bellissimo bambino.- arrossisco e distolgo il mio sguardo dal suo.
Dopo cena ci sdraiamo sul letto pronti per dormire.
Siamo entrambi esausti per la giornata appena trascorsa.
-Che bello, oggi il locale è chiuso.- mi stiracchio per poi accoccolarmi addosso a lui che porta il suo braccio sotto la mia testa e lo piega per tirarmi di più a se.
-Perché che bello?-
-Perché è raro che io possa addormentarmi di fianco a te dato che stai sempre giù a controllare.-
-Ma mi sembra che tutte le notti però…-
-Ok ok basta non lo dire.- arrossisco e premo il mio viso contro il suo petto. Lo sento ridere.
-Buonanotte tesoro.- spalanco gli occhi e se possibile mi faccio ancora più rosso.
-Buonanotte barbone.- dico la prima cosa che mi salta in mente e lui ride.
-Veramente oggi quello che sembrava un barbone eri tu su quel ponte.- mi fa notare divertito.
-Ma tu hai la barba.- ribatto cercando di giustificarsi.
-Ok, allora buonanotte riccio.-
-Anche tu sei riccio.-
-Buonanotte occhi verdi.-
-Buonanotte occhi neri.-
Lo sento sorridere ancora prima di addormentarmi.
 
Quando mi sveglio, Kevin, non c’è. Inizio a guardarmi intorno per cercare qualche sua traccia e trovo un bigliettino sul mio comodino.
“Ben svegliato pigrone! Sono tornato alle 11 ma tu non eri ancora sveglio. Ti aspetto nel garage per la tua prima lezione. Mangia qualcosa mi raccomando.”
Sorrido e scuoto la testa prima di posare il biglietto da dove l’avevo preso.
Mi alzo, guardo l’orologio e spalanco gli occhi. È davvero così tardi?
Mi lavo e mi vesto prima di mangiare il pranzo che aveva cucinato per entrambi…ma perché non mi ha svegliato?
Mi sbrigo e appena ho finito butto tutto nel lavandino.
Sul divano c’è una giacca da motociclista nera, bianca e rossa, sorridendo la prendo e scendo di corsa le scale interne per andare in garage.
Quando scendo l’ultimo gradino lo vedo girato di spalle, ha la tuta e una canottiera bianca che lascia poco all’immaginazione. Mi blocco a guardarlo come se fossi una scolaretta in piena crisi ormonale. Non è normale.
Le sue spalle larghe e le sue braccia muscolose, il petto scolpito e i suoi fianchi che vanno a formale una V, ma anche le sue labbra carnose e la sua barbetta, i capelli scuri e ricci quasi quanto i miei, i suoi occhi neri che ricordano vagamente un cucciolo e le sue mani grandi e curate…tutto di lui mi attira come una calamita, tutto mi fa sentire impotente quando ce l’ho davanti.
Tutto di lui lascia la parola agli occhi.
Scuto la testa per riprendermi e mi infilo la giacca, faccio decisamente meno figura di lui.
Mi schiarisco la voce per richiamare la sua attenzione, ci riesco, si gira e mi sorride.
Mi avvicino a lui e lui si avvicina a me, ci incontriamo a metà strada.
-Invece ti sta bene, credevo che sarebbe stato meglio prenderti la taglia più piccola.- prende il colletto della giacca e controlla come mi sta.
-Ok che sono più piccolo di te ma ci sto provando.- scoppiamo a ridere.
-Da quando ci alleniamo insieme sei migliorato parecchio.- annuisce convinto di quello che dice.
-Già- sorrido, mi sento in soggezione se mi guarda così intensamente da capo a piedi.
-Dai andiamo. Oggi iniziamo dai comandi, non si va su strada.- mi prende la mano e mi trascina sulla moto.
-Allora perché il giubbotto?- alzo un sopracciglio.
-Volevo vedere come ci stavi.- alza le spalle.
Mi sorride mentre batte la mano sul sedile della moto.
-In sella-
Faccio come dice ma già perdo l’equilibrio..e c’è il cavalletto….è tutto dire. Mi aiuta a tenerla su.
-Ora. Qui acceleri e qui freni.- mi mostra  comandi sul manubrio. Annuisco bagnandomi le labbra con la lingua, lo faccio spesso quando mi concentro su qualcosa.
-Però prima di tutto dovremmo vedere come restare in piedi.- sorride divertito.
Mi la levare il cavalletto.
-Si ma quanto pesa- ribatto cercando di tenerla in piedi.  Lo faccio ridere.
-Aspetta. – si mette sopra la moto, dietro di me. –Questa gamba mettila a terra, con l’altra leva il cavallo e tieniti pronto a reggerla. Con me sopra è un po’ più difficile ma ti aiuto. – con la mano sfiora le mie gambe per mostrarmi quale usare, è stupido ma credo di aver avuto de brividi di piacere.
Faccio come dice ma non riesco a tenere la moto perché sono deconcentrato dal suo sospiro caldo dietro il mio collo.
-Ei attento.- per fortuna c’è lui a sostenerla.
-Scusa- che figura.
-Ti sei fatto male?-
-No, tranquillo.- giro la testa quanto posso per sorridergli.
-Stai più attento la prossima volta, terremoto.- sorride divertito.
-Rimetti le mani sul manubrio.- mi prende le mani e me le rimette dove dovevano stare. Le sfiora lentamente e per lasciarle accarezza le mie braccia coperte dal giacchetto.
Mette le sue mani sui miei fianchi.
-Riprova-
Invece di fare quello che mi ha detto, giro la testa e prendendolo alla sprovvista lo bacio. Ricambia quasi subito una volta passatagli la sorpresa.
Quando mi stacco mi scuso e torno alla posizione di partenza.
Sento le sue mani sulle mie spalle, prende i bordi del mio giacchetto e me lo sfila lentamente, lo lascio fare.
Il giubbotto cade a terra, ma non interessa a nessuno dei due.
Inizia ad accarezzarmi le braccia con le mani facendo su e giù mentre continua a baciarmi il collo e le spalle.
Anche io sono in canottiera ma lui è tutta un’altra cosa.
-Posso?- quando sussurra al mio orecchio sento altri brividi di piacere lungo la schiena.
Annuisco.
Mi leva la canottiera e poi leva la sua. Le vedo finire per terra, una sopra l’altra.
Il suo petto si scontra con la mia schiena.
Inizia a darmi baci lungo la spina dorsale, fino a dove riesce ad arrivare. Altri brividi.
-Harry io…-
-Puoi, ho detto che puoi.- non mi giro per guardarlo, ma mi fido di lui e so che non mi farà del male.
Si sfila i pantaloni quanto gli basta e mi aiuta a fare lo stesso con i miei.
-Sai come si guida questa moto?- inizia a farmi dei massaggi sulle spalle, sa che li adoro.
So come si guida, l’ho visto un milione di volte farlo.
Mi allungo, sono praticamente quasi sdraiato.
Sento prima il suo petto sopra la mia schiena e altri baci piccoli e dolci su di essa, poi lo sento entrare delicatamente poco alla volta. Istintivamente mi viene da stringere.
-Scusa- sembra preoccupato.
-No, tranquillo.- mi rilasso pensando solo alla piacevole sensazione dei suoi baci e delle sue mani che continuavano a massaggiarmi i fianchi.
Fa male ma è una passeggiata in confronto a quello che ho provato con Louis.
Prima di iniziare a muoversi sta fermo per farmi abituare. Quando gli dico che può iniziare lo fa lentamente.
Lo sento tirarsi su e scendere più verso di me con il sedere, entra tutto e sospiro.
Porta una mano sulla mia schiena, mi accarezza ma si aiuta anche a muoversi…capisco che non deve essere facile per lui sopra una moto che si tiene in equilibrio grazie ad un cavalletto e alle mie gambe che però al momento non sono molto affidabili.
Lo sento gemere di piacere insieme a me.
Torna di nuovo giù con la schiena e con una mano inizia a farmi una sega.
Veniamo insieme.
Mi lascia rimettermi seduto normalmente e mi da altri baci sul collo.
-Scusa se ti ho fatto male-
-Solo un po’ all’inizio.- ammetto, ma non mi interessa perché il dolore non è paragonabile al piacere.
-Vieni qui.- mi prende la mascella con la mano e mi gira la testa quanto possibile per baciarmi, lui abbassa la testa e mi mette la mia sulla sua spalla.
Continuiamo a baciarci per qualche minuto.
-Abbiamo sporcato la moto- dico staccandomi di poco, scoppiamo a ridere uno sulle labbra dell’altro.
-La pulisco dopo- torna a baciarmi tenendo sempre la mano sulla mia mascella, l’altra è sul mio fianco.
Una mia mano si trova sulla sua coscia e stringe l’elastico della tuta ancora calata mentre l’altra non so dove metterla a dire la verità.  Trovo una risposta quando la mano che era sul mio fianco si intreccia alla mano a cui non sapevo dare una posizione. Ora che sono strette le lasciamo inermi, poggiate sulla mia gamba.
Esce lentamente e altrettanto lentamente scende dalla moto per non farmi perdere l’equilibrio. Si rimette i boxer e i pantaloni e poi mi aiuta a scendere.
Vedo la chiazza che ho lasciato e arrossisco.
Mi rivesto di corsa.
-Tranquillo, tu vatti a fare la doccia, io ora pulisco.- mi bacia di nuovo, quando si stacca annuisco e corro di nuovo dentro casa per farmi la doccia.
Prima di chiudere la porta però mi incanto a guardare la sua schiena nuda.

https://www.youtube.com/watch?v=I3XkOquosws

CIAOOOO!!!
L'HO SCRITTO GRAN PARTE IERI NOTTE PERCHE' NON RIUSCIVO A DORMIRE E L'ALTRO PEZZO L'HO FINITO ADESSO.
SPERO VI PIACCIA ;)
ALLA PROSSIMA XX
ECCO COME MI IMMAGINO KEVIN! CHE FICO EH? AHAHAHAHAH
http://i2.cdnds.net/13/31/618x347/adam-brody.jpg

 

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Capitolo 8
*** You love me, right? ***


 
Passano i giorni su quel maledetto calendario e mi ritrovo a maledire anche il tempo più abitudinario.
Sta per iniziare il tour, questo significa che vedrò il volto di Harry tutti i santi giorni.
Non so se sia un bene o un male.
Non ci siamo più rivolti parola, anche se ci provavo lui era sempre molto freddo e distaccato…altre volte nemmeno mi rispondeva. Poi lo sentivo piangere da solo.
Finite le prove del tour, Kevin, se n’è andato in Scozia lasciando Harry a casa sua.
Ora che lui non c’è potrei benissimo riprovarci ma Harry non si lascia avvicinare. Credo voglia vedermi morto.
Ma devo parlarci, io non posso più andare avanti così. Piango da solo la notte e ho finito per appoggiarmi completamente a Eleanor che non fa altro che ascoltarmi e cercare di tirarmi su di morale.
Prima di partire devo assolutamente parlarci.
 
-Harry?- mi avvicino a lui prendendolo di sorpresa.
Si gira e mi guarda spaesato, è da un po’che non reclamo la sua attenzione.
-Devo parlarti e tu devi ascoltarmi.-
Alza un sopracciglio e incrocia le braccia.
-Tu mi ami giusto?- lo vedo annuire per farmi andare avanti. Sospiro per darmi coraggio.
-E io amo te quindi…non so perché la sto facendo così lunga e complicata, ok arrivo dritto al punto. Io non so come affrontare questo tour- mi arrendo alle parole, lui lascia cadere le braccia lungo i fianchi e addolcisce l’espressione.
-Mi manchi Louis, mi manchi da morire.- scuote la testa e preme le labbra guardando da un’altra parte.
-Ti chiedo di nuovo scusa e se vuoi posso inginocchiarmi per chiederti perdono. Mi dispiace da impazzire per tutto, rimangio tutte le parole sbagliate che ho detto e cancello i gesti orrendi che ho fatto. L’unica cosa importante adesso sei tu perché sei l’unica cosa per cui valga la pena vivere e non sto esagerando. L’altro giorno ho fatto una lista e tu sei su quasi tutte le motivazioni principali. Assurdo vero?- sorrido per la tensione mentre prego per il suo perdono.
-Ma Kevin…-
-Adesso lui non c’è. Ti prego Harry, io ho un disperato bisogno di te, ma non di te in quel senso capisci? Io ho bisogno del tuo sorriso la mattina appena mi sveglio, delle tue parole dolci e imbarazzate, dei tuoi gesti improvvisi e dei tuoi sbalzi d’umore, ho bisogno del tuo ti amo per affrontare al meglio la giornata ma soprattutto ho bisogno dei tuoi dannatissimi occhi verdi che mi guardano  perché non mi basta sognarli come ho fatto fino ad adesso.- allungo il braccio e lui afferra la mia mano, lo avvicino a me.
-Riproviamoci, ti prometto che renderò tutto migliore, ti prometto che resterò al tuo fianco e impedirò alle tue lacrime di cadere e se vorrai andartene non te lo impedirò. Oltre te non c’è nessun’altro.- poggia la fronte sulla mia, chiude gli occhi e sospira.
-Non deludermi più.-
-Cercherò di non farlo-
-Mi baci?- vengo preso in contropiede da quella proposta ma non posso tirarmi in dietro, è da troppo tempo che agogno le sue labbra.
Lo bacio dolcemente e mi rendo finalmente conto di quanto davvero mi sia mancato il mio ragazzo, le sue mani che si intrecciano alle mie, le sue labbra calde e la sua lingua che sembra giocare tutte le volte.
Finalmente sono pronto per questo tour, ora ho tutto quello di cui ho bisogno.
 
Si parte per il tour. È così eccitante!
Non vedo l’ora di salire sul palco e spaccare.
Nella macchina che ci scorta siamo tutti insieme e davanti a me c’è Harry che guarda fuori dal finestrino, ogni tanto prende il telefono e risponde a qualche messaggio, gli altri ridendo ammiccano a Kevin e lui arrossisce. Credono che io non li senta solo perché ho le cuffiette ma si sbagliano e vorrei che la smettessero di parlare di quel montato.
Dalla Scozia c’è venuto per rompere il cazzo a me. Ma ci restasse li con il kilt mentre suona la cornamusa su una montagna piena di capre.
Se non mi avesse portato via Harry avrei anche potuto dargli una possibilità.
Non mi sta neanche sul cazzo…a parte che non ce lo vorrei.
Alzo lo sguardo verso Harry e lo trovo ancora immerso nei suoi pensieri, gli accarezzo un polpaccio con il piede e lo vedo irrigidirsi ma evita di guardarmi.
Trattengo una risata.
Aspetto che gli altri si addormentino o si distraggano per poi portare il mio piede sul sedile, in mezzo alle gambe di Harry, e inizio lentamente ad avvicinarlo a lui. Quando gli sfioro le parti intime si volta spalancando gli occhi.
Sorridendo faccio più pressione e lui cerca di fermarmi senza disturbare gli altri.
È completamente rosso e io cerco ancora di trattenere le risate.
Dopo altri tentativi per fermarmi, si arrende e si rilassa socchiudendo gli occhi, mi lascia continuare.
Quando arriviamo sono costretto a smettere e a rimettermi la scarpa che avevo tolto per fare quel giochetto.
La prima data è a Watford e per arrivarci abbiamo usato solo la macchina come mezzo di trasporto.
Il primo concerto va a gonfie vele.
Per raggiungere la prossima tappa chiedo ai ragazzi di lasciarmi una macchina con Harry.
Siamo soli nei sedili posteriori, davanti a noi l’autista mi accontenta abbassando il separatore che gli impedisce di vedere i sedili dietro.
Harry dorme beatamente al mio fianco.
Faccio entrare lentamente una mano sei suoi boxer e inizio a muoverla sul suo pene. Lo sento sospirare per il piacere, si sveglia pian piano ma non apre gli occhi, mi lascia tranquillamente fare.
-Louis?- ha la voce ancora impastata dal sonno mentre cerca di trattenersi.
-Si?-
-Te l’ho già detto che ti amo?-
-Ssh- continuo a masturbarlo muovendomi  lento.
Lo porto fuori dai pantaloni per non farlo sporcare.
Dopo qualche secondo sento la sua mano dentro i miei boxer che inizia a fare quello che faccio io.
Siccome ha iniziato dopo, lui viene prima di me.
-Non volevo farti sporcare i pantaloni, scusa- sussurra arrossendo.
-Tranquillo- mi tolgo la felpa e la lego intorno alla vita cercando di coprire la macchia con le maniche.
Mi guardo la mano sporca, lui me la prende e mi porta un dito in bocca. Inizio a leccarlo per assaggiare lo sperma del mio ragazzo.
Mi fa togliere il dito dalla bocca e inizia a leccarlo lui per poi passare a tutti gli altri.
-Guarda che ho le salviettine- sorrido divertito.
-Non servono-
-Io dico di si-
Lo vedo chinarsi, mi toglie la felpa e mi fa calare sia i jeans che i boxer. Inizia a leccarmelo per “pulirlo”.
Mi è mancata anche la parte perversa di lui.
-Ora è più pulito- si tira su sorridente.
-C’è ancora qualcosa- gli abbasso la testa per farlo tornare a leccare, sta volta però mi fa un vero e proprio bocchino.
Prima sento la sua lingua e sembra sia ovunque, poi le sue labbra che si chiudono delicatamente sulla cappella e infine lo vedo leccare la punta.
Lo vedo ingoiare di nuovo e leccarsi le labbra per pulirsi.
-È  stato un ottimo risveglio, grazie- mi bacia dolcemente ma scoppia a ridere mentre lo fa e io riesco a catturare il suo sorriso con le mie labbra.
-Hai avuto anche la colazione- dico in tono divertito.
-Non potevi darmi di meglio- torna a baciarmi.
La cosa più eccitante? È che le dice seriamente certe cose.
 
Altre tappe, altri concerti, altri luoghi da visitare, stesse facce, nuovi fan, altre storie Larry che vagano su internet, altri indizi da parte nostra che comportano altre sgridate e altri restringimenti che non ci sfiorano nemmeno un po’, altre uscite con Eleanor e altre e tante risate in compagnia dei miei amici.
Tutto questo è quello che definisco un tour perfetto.
 
Sento i passi di Harry avvicinarsi, sorrido nervoso per quello che sto per fare.
Sicuramente scoppierà a ridere.
Entra e mi trova sdraiato sul letto con il viso rivolto al soffitto.
-Ei amore, vieni qui- gli sorrido porgendogli la mano, quando l’afferra lo trascino sul letto e lo faccio mettere sopra di me.
-Ciao anche a te- sorridendo si china per baciarmi.
-Ti va di fare un gioco?- cerco le sue mani e faccio intrecciare le nostre dita.
-Come si chiama?-
-Spogliami-
-Già mi piace…credo di conoscerlo sai?- sorride imbarazzato.
-Sai come si fa?-
-Credo di si…rispiegamelo-
-Devi cercare di spogliarmi tenendo gli occhi chiusi, ma nel frattempo puoi fare quello che vuoi ma puoi toccare solo i vestiti  e le labbra, il resto è offlimits-
-Posso fare anche questo?- si china e mi bacia il collo.
-Devi- lascio andare i brividi di piacere liberi sulla mia schiena.
-Prima toglimi una curiosità. Perché ti sei vestito così?-  scoppio a ridere.
-Zitto- prendo il suo collo per iniziarlo a baciare.
Chiude gli occhi e cerca di togliermi la cravatta, ci mette un po’ ma poi inizia a sbottonare la mia camicia bianca che avevo accuratamente messo dentro i pantaloni con il cavallo alto e stretti con una cinta.
-Credevo fosse più facile- ammette facendomi sorridere.
Togliermi i pantaloni gli risulta meno difficile.
Mi metto seduto e lui cerca di sfilarmi la camicia.
Quando con le mani va a cercare i boxer spalanca gli occhi.
-Louis…no…-  mi guarda preoccupato.
-Non potevi aprire gli occhi- gli ricordo sorridendo divertito prima di baciarlo di nuovo, lui abbassa lo sguardo e vede la tuta da superman che ho comprato.
-Tu sei pazzo- scoppia a ridere mentre cerca di baciarmi.
-Sono solo innamorato- sussurro dolcemente.
-E non è la stessa cosa?-
Non posso dargli torto.
Capovolgo la situazione e lo faccio mettere sotto di me.
-Manca il mantello-
-Era troppo scomodo-
-Ma così non sei credibile-
Roteo gli occhi fingendomi esasperato e allungo una mano sotto il materasso per tirare fuori il lungo mantello rosso. Lo metto e Harry scoppia a ridere.
-Contento signorino?-
-Tanto-
-Per te questo e altro- mi abbasso per baciarlo.
-Sei il mio superman?- mi guarda con i suoi occhi profondi.
-Non ti ho mai salvato- cerco di non guardarlo.
Io l’ho sempre buttato giù ma mai salvato.
-Scherzi? Mi salvi con la stessa facilita con il quale mi distruggi- cerca di incrociare di nuovo il mio sguardo.
-Lasciati salvare- riprendo a baciarlo, passo sul collo per poi torturargli il lobo.
Lo spoglio facilmente.
Mi prende il mantello e ci copre la testa, sorridiamo e mi bacia sul naso.
Inizio ad accarezzargli le parti intime da sopra i boxer, è già bello che eccitato ma voglio peggiorare.
Prendo un suo capezzolo tra le labbra e inizio a succhiarlo, poi gli passo la lingua sopra per poi disegnare cerchi intorno.
Con le labbra scendo sul suo ventre, gli bacio il rigonfiamento nelle mutande prima di togliergliele, scendo lentamente sull’inguine con la lingua, poi sui suoi testicoli e infine sul suo pene.
Mi blocco prima di farlo venire.
-Ti prego- sussurra, vuole che continui a fargli il bocchino che ho interrotto ma non ne ho alcuna intenzione.
Torno su strisciando su di lui.
-Sai cosa c’è di più bello di te con la tuta da superman?- interrompe i baci ma non i massaggi che sta facendo sopra le mutande rosse della tuta.
-Cosa?-sono curioso.
-Te senza niente addosso- sorrido imbarazzato e torno a baciarlo più coinvolgente di prima se possibile.
-Allora spogliami no?-
-Ma mi ecciti da morire vestito così-
-Prendi una decisione, ma in fretta perché io non resisto più-
Sorride e inizia a spogliarmi, cerco di aiutarlo.
Quando resto nudo mi metto seduto su di lui e lo faccio alzare.
Inizio a muovermi lentamente.
-No- mi blocca.
-Cosa?-
-Sta volta tocca a me- spalanco gli occhi mentre lui arrossisce.
Dopo un infinità di tempo mi da il permesso.  Sono felice ma non so se darlo a vedere o meno.
Prendo il viso tra le mie mani e lo bacio.
Lo faccio sdraiare a pancia in sotto e mi sdraio sopra di lui gli levo i boxer e lentamente entro poco per volta.  So la fatica che sta facendo dopo quella notte e credo di non poterlo mai ringraziare abbastanza per avermi dato un’altra opportunità.
Con una mano mi aiuto reggendomi al suo fianco mentre con l’altra accarezzo la sua schiena, con le labbra gli bacio il collo, però voglio troppo baciarlo quando inizio a muovermi con più velocità.
Poggio l’avambraccio sul letto e gli faccio girare il viso di lato per baciarlo mentre con l’altra mano gli tocco i capelli.
I miei movimenti si fanno sempre più profondi e i suoi gemiti sempre più frequenti e eccitanti.
-Ti amo- stacco per un attimo le mie labbra dalle sue.
-Ti amo da morire Louis.- finita la frase sento la sua voce uscire roca dalla gola come un grido sommesso.
Quando gli prendo la prostata una terza volta lo sento urlare di piacere.
Mi esce un orgasmo con il suo nome sulle labbra.
Mi lascio andare al suo fianco e volto la testa per guardarlo e sorridergli.
Mette la testa sulla mia spalla e si stringe forte a me.
-Ti amo- mi da un piccolo bacio sul collo.
-Ti amo piccolo mio-
-Tuo?- alza lo sguardo per guardarmi e io cerco di abbassare anche la testa per guardarlo.
-Solo mio. Hai qualche dubbio?-
-Nessuno- si stringe ancora di più a me.
-Com’è la canzone che abbiamo registrato l’altro giorno per il nuovo album?
They don’t know how special you are
They don’t know what you’ve done to my heart
They can say anything they want
Cause they don’t know us- inizio a canticchiarla piano nel suo orecchio, lo sento sorridere addosso alla mia pelle.
-Sarebbero invidiosi di quello che abbiamo noi- mi lascia un delicato bacio sul collo.
Quando si addormenta prendo il mantello di superman e cerco di coprirci entrambi, ma lo scopo principale è coprire lui per non fargli sentire freddo.
 
 
La relazione con Harry va a gonfie vele e non potrei chiedere di meglio.
Kevin non torna più a Londra e a me sembra un sogno.
Sto andando a compare un regalo ad Harry per san Valentino ma non so cosa fargli, dovrò spremermi le meningi.
Intanto gli altri lo stanno tenendo occupato.
Però c’è una cosa che mi preoccupa, ultimamente ha fatto amicizia con Nick Grimshaw, quello che presenta un canale radio, e passa molto tempo con lui…che è gay…e ci sono davvero troppe foto di loro due insieme.
Non mi preoccupo più di tanto solo perché mi fido di Harry.
Mentre cammino per la strada mi imbatto in un ragazzo.
-Scusa- alzo lo sguardo e il sorriso mi cade repentinamente.
-Scusami tu- lui invece non smette di sorridermi.
Cerco di schivarlo per andare oltre ma lui mi si piazza davanti senza perdere il ghigno.
-Chi non muore si rivede eh?- sembra meno viscido di quello che in realtà è.
-Già, che bella sorpresa.- faccio un sorriso forzato.
-Che fai in giro? Una super star come te non dovrebbe uscire così liberamente.-
-Non vedo cosa ci sia di male- alzo un sopracciglio.
Porta la sua mano tra i capelli biondi, ha sempre il solito vizio.
Si è fatto ancora più bello.
-Che stai facendo?- si avvicina a me e mi mette un braccio intorno alle spalle, sempre sicuro di se come anni fa.
-Credo che non ti riguardi- torno a camminare portandomelo dietro.
-Dai Tomlinson, siamo vecchi amici io e te!- con l’altra mano mi scompiglia i capelli ridendo. Lo blocco con la mano.
-Quando mai siamo stati amici?- lo guardo sarcastico.
-Non mi dire che porti ancora rancore! Eravamo piccoli e stupidi all’epoca!-
Scuoto la testa e scivolo via da sotto il suo braccio.
-Ora se mi vuoi scusare devo andare a fare un regalo importante- velocizzo il passo.
-Festeggi San Valentino con il tuo ragazzo?- sembra davvero divertito quando mi giro per guardarlo male.
-Non so te ma io non posso urlarlo ai quattro venti ok? Stai zitto!- lo guardo duramente per poi girarmi e continuare a camminare.
-Comunque hai sempre il culo migliore che abbia mai visto-
Mi blocco e arrossisco, lui mi viene addosso.
-Che c’è? Ti sei bloccato?- non perde il tono divertito. –Eh già…eri bello anche prima ma adesso ti sei fatto ancora più….-
-Ma la vuoi smettere?!- mi volto di nuovo per guardarlo mentre cerco di non dare troppo a vedere la tensione.
-Ma come, ti piaceva tanto quando ti facevo i complimenti-
-Ecco bravo, hai usato il tempo al passato-
Scoppia a ridere e quando io riprendo a camminare lui mi segue qualche passo indietro ma sento sempre il suo sguardo che mi scruta senza nessun problema o pudore.
Mi dispiace dirlo ma verso di lui provo ancora una profonda attrazione dal punto di vista fisico e mi è bastato vederlo adesso per capirlo.
Lo conosco e so che adesso avrà il suo sorriso strafottente e malizioso al tempo stesso.
-Io devo andare ciao- mi avvicino alla macchina.
-Tu lasceresti un amico per strada da solo?-
-Che vuoi da me, Jeff?- lo guardo esasperato.
-Per ora solo un passaggio a casa- sorride di nuovo.
-Dai sali- sbuffo.
Entro nella macchina e lui si mette nel posto del passeggero vicino a me.
-Da quanto vivi a Londra?- parlo continuando a guardare la strada.
-Da poco. Gira qua. Ancora non la conosco bene.- alza le spalle.
Arriviamo davanti a casa sua.
-Vuoi salire? Dai ti offro qualcosa- mi sorride, sta volta più amichevolmente…è questo quello che fotte di lui, non sai mai quando attacca.
-No grazie, devo tornare a casa. Come se avessi accettato-
-Ei non puoi dirmi di no!- mi sorride ancora.
-Ok ma resto poco- mi lascio convincere da quel sorriso.
Scendiamo dalla macchina insieme e saliamo le poche scale che portano nel suo condominio.
-Scusa il casino, come ti ho detto sono arrivato da poco- si gira per sorridermi mentre gira le chiavi nella serratura.
Mi lascia entrare per primo.
-Casa dolce casa- chiude la porta e posa le chiavi su uno scaffale vicino.
-Non è male…è molto luminosa- mi guardo intorno dandogli le spalle.
Sento i suoi passi e poi una sua mano si posa leggera sul mio sedere.
-Sei più eccitante di quanto mi ricordassi- sento il suo sospiro sul mio orecchio e mi irrigidisco. È stato il primo a scoprire tutti i miei punti deboli e a sfruttarli in suo favore.
-Jeff io…- cerco di scansarmi ma con la mano che non è sul mio sedere mi stringe il braccio.
-Ricordi che bei tempi quando scoprivi nuovi piaceri con me?- inizia a baciarmi il collo, socchiudo gli occhi.
La mano che era sul sedere adesso è sul cavallo dei miei pantaloni.
-Jeff ti prego smettila- cerco ancora di andarmene ma non ci riesco perché stringe ancora di più la mano sulle mie parti intime.
-Cazzo, io con te ci farei di tutto.- nel momento in cui mi morde il lobo stringe di più la mano e inizia a massaggiarmi.
-No Jeff dai-
-Che fine ha fatto quel ragazzo intraprendente ed eccitante? Louis questo non sei tu, il ragazzo con il quale stai ti ha trasformato in quello che non sei: un pappamolle.-
-No, Harry…-
-Ah allora è vero? Tu e il riccietto dagli occhi verdi? Ma non lo vedi? Ti hanno domato Louis, su tutti i fronti. Fingi di stare con una ragazza e ora addirittura hai una relazione seria con uno più piccolo di te.  Scommetto che pagheresti per avere anche una sola settimana da single.- mi fa girare verso di lui, ormai non so più come ribattere, sento che ha ragione e questo mi preoccupa.
-Io lo amo- sembro quasi impaurito.
-L’amore finisce e anche la giovinezza, dovresti divertirti finche sei in tempo. Scommetto che se eri single a quest’ora eravamo già sul mio letto.- porta entrambe le sue mani sul mi sedere e mi attira a se. Inizia a stringerlo.
Forse lo faccio per dimostrare qualcosa a me stesso e non a lui ma lo bacio. Lui sorride vittorioso e lo rende più intimo e voglioso.
-Non mi hanno domato- sussurro quasi con rabbia.
-Dimostramelo- mi afferra per le cosce e mi tira su facendomi mettere le gambe intorno al suo busto e le braccia al collo, mi sembra di essere tornato alle superiori.
Ci sdraiamo sul letto nella stessa posizione, con lui sopra di me.
Quando restiamo nudi lui inizia a muoversi sopra di me facendo strusciare le nostre parti intime.
Mentre mi fa una sega continua a baciarmi il collo.
Mi lascio sdraiare a pancia in sotto e sussulto non appena lo sento entrare completamente. Senza darmi tempo inizia a muoversi.
Una volta finito lui va a farsi subito la doccia e io resto sdraiato nel letto ancora un po’.
Quando torna lo vedo armeggiare con il telefono. Non ci faccio molto caso, mi sto distruggendo dentro.
Come ho potuto fare una cosa simile ad Harry? Lui non se la merita.
L’ho deluso di nuovo. Non riuscirò più a guardarlo in faccia
 
Torno a casa a mani vuote, non gli ho più comprato nessun regalo.
Quando entro lui mi si precipita addosso abbracciandomi e baciandomi.
-Dai Harry non sono in vena oggi- senza guardarlo negli occhi lo scanso e mi dirigo in cucina.
Mi sale un senso di colpa indescrivibile non appena vedo la cena che ha preparato per entrambi.
Una cena speciale per San Valentino.
-Che hai?- inizia a massaggiarmi le spalle per farmi togliere la tensione.
-Niente tranquillo- mi giro per sorridergli.
-Comunque è pronto, dai ho cucinato i tuoi piatti preferiti!- torna allegro e mi indica la tavola colma di roba da mangiare che amo.
-Scusa, ma non ho fame- abbasso lo sguardo per evitare il suo che si è fatto in frantumi. Lentamente mi dirigo in camera, poi in bagno e poi di nuovo in camera per mettermi sotto le coperte.
Buon San Valentino amore mio.
Sbuffo mettendomi di lato per guardare fuori dalla finestra.
-Louis? Va tutto bene?- si avvicina con il suo tono dolce, si posa sul letto e quasi impaurito poggia una mano sul mio braccio.
-Va tutto benissimo- trattengo il pianto ancora un po’, poi però una lacrima scappa dal mio controllo.
-Allora ok. Casomai possiamo scaldare tutto domani a pranzo- si alza dal letto. Odio sentirlo così affranto.
-Tu non mangi?- mi informo.
-No io…no- esce dalla stanza e inizio a lasciar scendere altre lacrime silenziose.
Mi odio. Sono un brutto coglione.
Non me lo merito, io non lo merito.
Non voglio lasciarlo per una stupidaggine simile ma se lui lo viene a sapere ne uscirà distrutto.
Cosa volevo dimostrare? Ma poi a chi volevo dimostrarlo?
Harry...
-Ei hanno mandato avanti la storia su di noi, vuoi leggerla?- si mette seduto sul letto, cerca ancora di salvare la serata.
Mi asciugo le lacrime e mi sdraio dalla sua parte. Annuisco.
Almeno questo glie lo devo.
Mi accoccolo al suo fianco e lui mentre legge mi accarezza i capelli.
Mi sento così incolpa.
 
Da quel giorno non sono più riuscito ad essere il ragazzo che si merita. Continuo ad essere freddo e distaccato e a non guardarlo negli occhi.
Cerco di stare il più tempo possibile fuori casa con Eleanor.
 
HARRY.
Tutto è andato ad affievolirsi, i momenti di passione sono diminuiti e con loro anche le litigate che alimentavano questa strana storia.
Louis ormai passa più tempo con Eleanor che con me e questo mi da sui nervi ma ormai non ci spreco nemmeno più le parole, tanto non mi sta a sentire.
Ultimamente, qualche volte, sento Kevin...Louis non lo sa ma non credo gli importerebbe qualcosa.
Mi metto seduto sul letto dopo essermi svegliato e guardo Louis che si veste velocemente.
-Dove vai?- chiedo insonnolito.
-Con Ele- mi sorride distogliendo subito lo sguardo.
-Come al solito- sbuffo rimettendomi sdraiato.
-Che vorresti dire?- nemmeno mi guarda.
-Nulla.- mi rimetto seduto per vestirmi con una tuta. –Possiamo parlare un minuto?- mi giro per guardarlo.
-Non puoi aspettare che torno sta sera?-
-Sta sera?-
-Si torno tardi, non te l’avevo detto?-
-No Louis, non mi dici mai nulla.-
-Non fare la vittima- sorride.
-Ti sto chiedendo qualche minuto per noi due, ti sembra troppo?- sono sconcertato dalle sue risposte. Mi alzo per guardarlo di nuovo.
-Non posso farla aspettare. Dai ci sentiamo.- mi bacia velocemente la guancia e corre via, prima di chiudere la porta mi urla un distratto e insignificante “ti amo”.
Troppa indifferenza.
Mi ero ripromesso che se faceva di nuovo così l’avrei lasciato.
Sta sera lo lascio.
Mi fa male ma non posso continuare ad amare qualcuno che non mi ama e ad illudermi che tutto andrà meglio più avanti.
Sta per uscire il secondo album e questo implica un altro tour. Quello passato è stato stupendo ma ora ci hanno allontanato troppo e sento che ormai hanno vinto loro.
Mi ricordo che quando gli avevo dato la seconda occasione l’avevo fatto perché non riuscivo più a stare senza di lui e ormai il mio cuore da solo non poteva più reggere tutto quell’amore soffocato dai pianti...ma ora pur avendolo vicino lo sento distante, distante da noi.
Mi sento così stupido per averci creduto di nuovo.
Passo la giornata con Zayn , Niall e Liam che cercano in tutti i modi di farmi ragionare, ma in amore la ragione non c’entra molto.
L’amore è un insieme di istinti e di gesti improvvisi fatti senza alcun motivo, è un bambino che ti prende per mano e ti dirige in un luogo felice, all’apparenza, ma che nasconde un’infinità di insidie, e devi stare attento a  non perderti e a non sbagliare. Io mi sono perso, mi sono sbagliato e, ancora una volta, sono finito in mezzo a tutti quei problemi che avrei dovuto evitare, intanto quel bambino ride di me e delle mie disgrazie, ride mentre mi vede arrancare per raggiungere il ragazzo che amo che mi fissa ma non fa nulla per raggiungermi...non mi allunga nemmeno più la sua mano per aiutarmi.
Lo amo ancora, come potrei non farlo?
Lo amo ma non mi piace più.
Devo trovare il coraggio per parlargli sta sera perché se non lo faccio finirò di nuovo col soffocare i miei sentimenti.
Una fiamma dentro il cuore brucerà ogni nuovo amore.
Ho paura della mia vita senza di lui, ci sono già passato e non è facile.
Quando rientra io ho già cenato e sto vedendo la televisione sdraiato sul divano.
Chiude la porta e si butta vicino a me.
-Ben tornato- fingo un sorriso.
-Sono stanchissimo- si stiracchia.
-Dobbiamo parlare, ricordi?- mi metto seduto per guardarlo meglio.
-Non possiamo parlare domani? Ho sonno.- si alza e si dirige in camera da letto.
-Ora mi ascolti, ho bisogno di parlarti- mi poggio sullo stipite della porta e incrocio le braccia al petto guardandolo mentre prende il pigiama.
-Mi sembra un secolo che non litighiamo più! Ormai tra noi c’è solo indifferenza.- abbasso la testa e lascio scivolare le braccia.
-Ma che dici?- mi da di nuovo le spalle per cercare l’ultima ciabatta.
-Dimmi chi sei, perché questo non sei tu! Non sai nemmeno più come accarezzarmi!- mi avvicino e gli tocco il braccio per farlo girare.
-Hai il sorriso disegnato per difenderti dalle notti che non hanno libertà.- strattona il braccio per farmi mollare la presa, si dirige in salotto e lo seguo.
-Perché vuoi nascondere il fatto che non mi ami? Fingere fa male solo a te- inizio ad urlare perché vedo che non mi ascolta.
-Ma davvero mi credi così stupido? Beh stupido è l’amore che ho per te!- disperato mi porto la mano tra i capelli portandoli indietro, trattengo le lacrime mordendomi le labbra.
-Harry io...-
-No Louis, non mi ami perché non piangi per me nemmeno adesso che ti sto lasciando-
Restiamo entrambi in silenzio.
-Hai una voglia pazza di scappare via.- scuoto la testa rassegnato.
-Harry non puoi dire sul serio.- si avvicina e sento il suo tocco sulla mia spalla.
-Il domani farà un male insopportabile, passerò notti senza sonno-
-Non mandarmi via- 
-Ma tu non mi ami e fingere il contrario non aiuta nessuno dei due.-
Vorrei poterlo stringere nel farlo andare via per lasciare un po’ di me sulla sua scia.
Lo porterò nel cuore, sapendo la sua assenza in ogni istante quanto assedio mi darà.
È un po’ come morire vedere come adesso se ne va.
-L’amore che ho per te è così tanto- lo stringo forte a me e lui fa lo stesso.
-Un altro non può chiedermi, perché un altro non sarà la vita mia. Ti ho dato l’impossibile...ho speso tutto me su di noi.-
-Non so che fare Harry...-
-Dimmi cosa provi.-
-Non lo so, non so cosa provo. È vero, mi sono allontanato molto da noi ma posso recuperare, ti prego Harry.-
-Dammi sono un ultimo bacio.- iniziamo a baciarci con rabbia.
Mi spinge sul divano per poi mettersi sopra di me.
Ricordo quando gli dissi di amarlo, ricordo quanto ero disperato, quanto avrei voluto un suo abbraccio...invece se ne era andato.
Mi blocco.
-Louis, no- porto le mani sulle sue spalle per fermarlo.
Non posso continuare ad essere debole.
-Mi mancherai- sospiro e lui si alza per mettersi seduto.
-Sei proprio sicuro di questa decisione?- fissa il pavimento  con lo sguardo impassibile.
-Tu non mi ami Louis, come posso far finta di nulla quando io ti amo così tanto?- anche io mi metto seduto sul divano.
-Perché dici che non ti amo?-
-Sembra che stai con me per abitudine...- abbasso lo sguardo e mi bagno le labbra con la lingua.
-È disarmante.- si volta per guardarmi.
-Perché non mi ami Louis? Perché ti ostini a non amarmi?!- mi butto addosso al suo petto e lo riempio di pugni mentre gli bagno la maglietta con le mie lacrime.
-Harry io ti lamo davvero- mi guarda preoccupato  prima di stringermi.
-Sento che in questa vita sto toccando il fondo. Dimmi dove sei con la mante!- mi lascio stringere e mi calmo.
-Devo dirti una cosa Harry. Io ti amo davvero...solo che...è successa una cosa e mi ha portato lontano da te- non lo interrompo, voglio sapere di più.
-Ho incontrato Jeff, il ragazzo di cui ti ho parlato...quello che mi ha fatto scoprire di essere gay, ricordi?-
-Ci sei andato a letto?-
-Mi dispiace Harry.-
Mi alzo lentamente e gli do le spalle.
-Vattene, adesso.- stringo i pugni mentre il mio tono esce più velenoso che mai.
-Harry...ti giuro è stato lui che mi ha detto “con te ci farei di tutto”e per non farmi dare del codardo ci son dovuto andare a letto. Se vuoi la colpa me la tengo ma non mi lasciare.-
-Louis vattene ho detto-
-No...Harry io non potrei amare nessun’altro.-
-Tu non sai cosa significa amare! Non sai cosa vuol dire la parola “amore”!- mi volto di nuovo verso di lui.
-Ti prego Harry...- si alza e mi stringe la mani sui fianchi.
-Avevi detto che non mi avresti più deluso. Ma io stupido che mi fido ancora di te!- inizio ad urlare e mi scanso per non farmi più toccare.
-Dannazione Harry tu non puoi...- vedo i suoi occhi farsi ludici.
-Adesso l’amore che non hai ti fa piangere?- sono quasi sarcastico.
Stringe i pugni, scuotendo la testa l’abbassa, chiude gli occhi e sospira rassegnato.
-Ti accorgerai che non hai perso niente ma solo un egoista che pensa solo al sesso. Ora me ne vado perché sennò mi viene voglia di stringerti. Scusami, lo so quanto male ti fa.-
Lo vedo aprire la porta per andarsene.
-Fermo. Me ne vado io- prendo le chiavi della mia macchina e quelle di casa di Kevin.
Voglio scappare.
Quando arrivo dentro quella casa tutto mi sembra tornato a mesi fa.
Mi siedo sul divano con le gambe strette al petto mentre piango.
Sta volta è finita davvero.
“Ti prego torna” è il messaggio che ho inviato a Kevin prima di addormentarmi.
È solo una richiesta d’aiuto.
 
“Sto tornando”
Sorrido prima di stiracchiarmi e stropicciarmi gli occhi assonnati.
Spero che questa giornata vada meglio delle altre.
Ieri sera Louis mi ha chiamato e era ubriaco da far paura, continuava a ripetermi di tornare perché gli mancavo poi si è innervosito e ha iniziato a dire che poteva farcela anche senza di me e che gli mancavo solo per quanto riguardava il sesso.
Da domani devo tornare a vederlo, a fare interviste e andare a promuovere il nuovo album in tutta l’Europa e l’America.
Sento la porta aprirsi e corro nell’ingresso. Appena lo vedo sulla soglia gli corro in contro per stare tra le sue braccia.
-Non sapevo stessi qui- mi stringe sorridente.
-Sorpresa!- allungo il collo per dargli un bacio in guancia.
Lo lascio portare i bagagli in casa e poi ci mettiamo seduti sul divano, uno di fronte all’altro.
Lui inizia a giocare con i miei polpastrelli.
-Allora? Mi dici che hai fatto?- il suo tono è serio ma mi sorride dolcemente.
-Ho riprovato a fare una storia seria con Louis, come mi avevi suggerito, ma lui mi ha tradito con uno e invece di dirmelo si è distaccato fino a che non l’ho lasciato e allora mi ha detto tutto…-
-Harry io non voglio che tu pensi che sono una specie di zerbino, che ogni volta che torni io sarò qui ad aspettarti perché non è così. Eri confuso e spaesato e andava bene, davvero, ma se devi stare con me voglio che tu lo faccia seriamente. Devi lasciar perdere Louis perché non posso vederti star male per uno che non merita nemmeno una tua ciocca di capelli.- alza lo sguardo verso il mio.
-Lo so, scusa- abbasso la testa ma continuo a fissarlo, lo vedo sorridere e mi tira a se per abbracciarmi di nuovo.
-Senti ma Nick?-
-Nick?-
-Si quello della radio…ci sono parecchie vostre foto in giro.-
-Sei geloso?- dico divertito.
-No. Assolutamente.-
-Dai ammettilo- lo stuzzico.
-Digli solo di tenere le mani a posto-
-Che senso c’è se non sei geloso?-
-Tu diglielo e diglielo anche a quell’amico tuo cantante- mi allontana per guardarmi.
Rimane a fissarmi dritto negli occhi e io mi sento in soggezione.
-Davvero Harry, non voglio che lui ti tocchi di nuovo. Ho aspettato mesi per tornare e ritrovarti e mentirei se ti dicessi che in questi mesi io non sono stato a letto con nessuno ma giuro che se tu sei pronto ad impegnarti seriamente con me io non ti tradirò mai. Tu saresti in grado di sciogliere un cuore ghiacciato da anni solamente sorridendo-
-Ho bisogno di una storia seria con te, io ho bisogno di te- abbasso la testa per non guardarlo ma lui me la fa rialzare mettendo l’indice sotto il mio mento.
-E io sono qui, ti chiedo solo di non usarmi-
-Con quanti altri sei stato quando eri via?- arrossisco un po’.
-Che ti interessa?- si stacca e socchiude gli occhi divertito.
-Dai dimmelo-
-No-
-Allora sono stati tanti-
-Uno si chiamava come te sai?-
-Uno? E gli altri?-
-Uno James, uno Albert, uno William e poi c’era…- inizia a contarli con le dita, io sbuffo e gli faccio perdere il conto interrompendolo.
-Ok basta ho capito. Smettila- incrocio le braccia al petto e metto un finto broncio.
-Sei geloso riccioletto?- mi scompiglia i capelli ridendo.
-no- gli faccio una linguaccia.
-Peccato, mi eccita la gelosia- si alza dal divano e sorridendo mi da le spalle per andare in camera da letto.
-Sono geloso da morire- si blocca e si gira con gli occhi spalancati. Sorrido malizioso.
-Davvero?- sorride di nuovo.
-Sono geloso, geloso da impazzire perché solo io posso toccarti e farti godere. Solo io posso farlo sulla tua moto.- mi alzo e mi avvicino a lui.
-Sulla mia moto ci sei stato solo tu e poi tranquillo, mi sono fatto una macchina nuova- mi porge la mano e glie la stringo lasciandomi avvicinare e scontrare al suo petto.
-E la moto?- dico con aria preoccupata…avrei voluto rifare quell’esperienza.
-Tranquillo c’è anche la moto- sorride prima di baciarmi.
-Hai detto che la gelosia ti eccita…- inizio a disegnare il contorno del suo capezzolo con il dito.
-Vieni qui- mi bacia e mi fa cadere pesantemente sul divano con lui sopra.
-Dimmi cos’altro ti eccita-
-Quando canti le note alte.-
Anche Louis una volta mi disse una cosa simile.
-Poi?-
-Non lo so, fare giochi e sperimentare- inizia a baciarmi il collo e a leccarlo.
-Bene- sorrido per il piacere.
-A te?-
Nessuno, oltre Louis, sa cosa mi eccita davvero e non me la sento di dire ad altri perché quella è una cosa nostra.
-Niente di particolare, ma vedere te sulla moto aiuta molto.- lo faccio sorridere contro il mio collo e mi accorgo che quella sensazione mi piace davvero molto.
-Ho un idea- si tira su e mi aiuta ad alzarmi dal divano.
Corre per le scale trascinandomi con lui, tiene stretta la mia mano quando apre il suo locale e entra senza accendere nemmeno la luce.
-Che vuoi fare?- mi blocco per fermarlo e aspetto che si giri.
-Voglio solo…giocare un po’.- ammicca sorridente, scuoto la testa sorridendo imbarazzato.
Mi lascia la mano per avvicinarsi a me e iniziare a baciarmi di nuovo, porta una mano sulla mia guancia e mi avvicina a lui, gli afferro il lembo della maglietta per poi poggiare la mia mano sul suo fianco.
-Aspettami qui- mi spinge sul divanetto di pelle bianca per farmi mettere seduto.
Mentre aspetto, la luce si accende per poi farsi soffusa con le sfumature viola. Mi viene da ridere per l’imbarazzo.
Non riesco più ad aspettare, mi alzo e mi dirigo verso dove Kevin è sparito. Mentre mi avvio trovo una specie di frustino e scherzosamente lo prendo, inizio a cercare Kevin.
Lo trovo mentre si guarda allo specchio sistemandosi il giacchetto di pelle nera che copre le spalle lasciate scoperte da una canottiera quasi trasparente bianca lasciata scendere in modo attillato su dei jeans neri più attillati di quella. Deglutisco a fatica.
Si accorge di me e mi sorride guardando il mio riflesso nello specchio. Mi avvicino lentamente e una volta dietro di lui lascio toccare il cavallo dei miei jeans e il suo sedere. Sorride ancora per quella pressione così delicata ma diretta.
Mi ricordo di avere ancora in mano il frustino nero, lo faccio scivolare sulla sua gamba fino alla coscia dove gli do una leggera botta.
-Ei, hai trovato un oggetto di scena- lo prende per bloccarmi.
-Oggetto di scena?- sorrido confuso.
-Si, delle volte si organizzano serate a tema e…beh quello è un oggetto di scena.- sorride imbarazzato.
-Il tuo è un locale per pervertiti , lo sai?- con la mano che non tiene il frustino inizio a massaggiargli una spalla.
-Che ci facevi qui quella sera?- gira la testa per cercare di guardarmi.
-Non lo so- lo bacio prima di sorridere insieme a lui.
Porto il frustino, ancora tenuto da entrambi, sul suo fianco poi salgo ancora e lo porto sotto il suo collo per farlo indietreggiare ancora e baciarlo.
-Andiamo- si gira e mi prende di nuovo per mano trascinandomi nel salone dove si balla e dove c’è il bancone del bar.
Sorridendo mi prende in braccio facendomi allacciare le gambe intorno ai suoi fianchi, ridendo mi morde il labbro mentre gli do piccole frustate sul sedere.
-Ma la vuoi piantare con quel coso?- ride ancora interrompendo il bacio.
-Non ti piace?- metto un finto broncio.
-Non sono per il sadomaso, ecco tutto- torna a baciarmi mentre sorrido per quello che ha detto.
Mi poggia sul bancone del bar e poggia le mani sulle mie cosce iniziando a baciarmi in modo più serio e passionale. Per divertirmi un po’,  mentre mi bacia e mi massaggia in fianchi, faccio entrare lentamente il frustino nei suoi pantaloni e cerco di farlo arrivare anche dentro i boxer. Quando ci riesco lo vedo irrigidirsi.
-Che fai?- sussurra sul mio collo.
-Continua a baciarmi- fa come gli dico ma questa volta non se la prende con le mie labbra ma con il collo.
Con il frustino inizio a fare su e giù ma lo risparmio e non lo faccio mai entrare. Lui resta sempre con la paura che io possa farlo.
-Ti ho detto che mi piace giocare e sperimentare, ora iniziamo.- mi fa sdraiare sul bancone dopo avermi tolto la maglietta e i jeans.
Lo vedo allontanarsi per tornare poi con delle bottiglie di alcolici e altre cose per i drink. Si mette in ginocchio tra le mie gambe aperte che penzolano ai bordi del bancone e inizia a prepararsi sorridente.
-Quanto sai degli alcolici?-
-Abbastanza- non lo guardo, sono sicuro che altrimenti scoppierei a ridere.
Mi lascio bendare, non riesco a non trattenermi dal ridere.
Inizia a leccarmi le labbra, poi la lingua e poi si lascia baciare.
-Questo cos’è?- si stacca ma sento ancora il suo sospiro sulle mie labbra.
Ci devo pensare per poco tempo.
-Vodka- sorrido.
-Bravo- mi bacia di nuovo, credo come ricompensa.
Sta volta a sfiorare le mie labbra è qualcosa di più duro e lungo, il sapore mi risulta più accentuato quando inizio a leccare il suo dito.
-Rum-
-Ei sei bravo. Ti meriti un premio.- mi lecca un capezzolo e io preso alla sprovvista sussulto cercando di prendergli la testa tra le mani per spostargliela, ma una volta messe le mani sui suoi capelli lo lascio fare.
Quando è arrivato il momento del terzo test, sento un liquido freddo cadermi addosso e sussulto di nuovo.
-Kevin?- cerco una spiegazione.
-Nulla mi è caduto- inizia a leccarmi tutto il petto bagnato fino ad arrivare sul collo e poi sulla mascella e infine sulle labbra.
-Sambuca- sorrido prima di tornare a baciarlo.
-Sei un piccolo alcolizzato sai?- ride di nuovo.
-Ho buttato a caso in realtà-
-Per questo ci vuole una punizione- sento una botta sulla coscia e mi ricordo del frustino lasciato incustodito sul bancone.
Serro i denti, non riesco a capire se mi piaccia o meno.
Dopo pochi secondi sento un’altra cosa fredda sulla mia pelle.  Dal rumore sembrerebbe la panna quella da spruzzare. Quando arriva a metterla fino al bordo dei boxer  poi è costretto a toglierli per mettere la panna anche sopra le mie parti intime ormai eccitate. Mi mette qualcosa di tondo in mezzo alle labbra chiedendomi di non muovermi, non devo ne masticare ne ingoiare.
Inizia a mangiarla lentamente partendo da sopra, sento le sue labbra e la sua lingua su tutto il mio petto e Dio, quanto mi piace.
Toglie la panna dalla mia erezione facendola aumentare. Con le mani stringo forte i lati del bancone quando inizia a farmi un bocchino.  Sento la sua lingua ovunque e non lo sento mai staccarsi o lasciarmi uscire dalla bocca. Sembra quasi come se ci stesse trescando.
-Ke…Kevin- vengo e pur avendolo avvertito non si sposta.
Sento di nuovo le sue labbra sulle mie che mi tolgono dalla bocca quella pallina morbida, inizia a baciarmi e mordiamo insieme l’amarena che avevo quasi torturato con le labbra mentre mi faceva il bocchino.
Sento il sapore dell’alcol mischiato a quello della panna e dell’amarena ma non sono mai forti come quello del mio sperma.
Ancora non mi toglie la benda quando mi fa girare di spalle.
Sento la sua lingua sul mio sedere e rabbrividisco un po’ per il piacere, quando entra sospiro delicatamente.
Sento più pressione su di me e capisco che è sdraiato sopra la mia schiena, mi bacia il collo e le spalle mentre si regge sul bancone per entrare e iniziare a spingere.
Sembra farlo a posta perché non arriva mai in profondità e mi lascia sempre quasi insoddisfatto. Sembra quasi ci si diverta.
Metto una mano alla fine della sua spina dorsale e lo spingo in basso, finalmente mi prende la prostata.
-Mi hai rovinato il gioco- si lamenta ma capisco che sorride.
-Torturarmi è un gioco?-
Torna a spingere ma questa volta concludendo tutti i movimenti.
Entrambi abbiamo un orgasmo.
Quando esce da dentro di me sento di nuovo la sua lingua che mi pulisce dal suo sperma e come se non bastasse poi anche le sue dita coperte da un fazzoletto umido.
Mi leva la copertura dagli occhi e mi permette di girarmi, ci mettiamo uno di fronte all’altro, io con le gambe sopra le sue, vicine ai suoi fianchi e iniziamo a baciarci, per farlo più vicino porto le mie mani sulle sue natiche e lo attiro a me.
-Dopo ti aiuto a rimettere a posto tutto- sussurro dopo aver giocato con la sua lingua facendola scontare con la mia.
-Non ce n’è bisogno, posso fare io-
-Tranquillo- smette di baciarmi e mi fa poggiare la testa sulla sua spalla. Mi dondola lentamente mentre mi tiene stretto a se.
Queste sono cose che con Louis non avrei mai potuto avere.
-Ora hai il tour- sospira rassegnato.
-Prima devo fare una specie di campagna pubblicitaria al cd.- sto ancora poggiato sulla sua spalla e tengo gli occhi chiusi lasciandomi cullare da lui e dal suo respiro.
-E ci sarà sempre Louis con te?-
-Staremo tutti insieme-
-Vorrei che tu ci fossi amico per la band ma ti prego non farmi rimpiangere il fatto di essere tornato-
-Giuro che mi terrò lontano quanto basta da lui-
-Grazie piccolo mio-
No, piccolo mio no…
-Ti amo piccolo mio-
-Tuo?-
-Solo mio. Hai qualche dubbio?-
-Nessuno-
Sospiro…credo di stare per addormentarmi.


ECCO A VOI JEFF! http://sphotos-e.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/376140_276543665733658_1510450589_n.jpg

SPERO
VI SIA PIACIUTO QUESTO CAPITOLO...ALLA PROSSIMA! XX

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Capitolo 9
*** Louis, are you crazy? ***


LOUIS
Io non ci capisco più niente!
Basta, da oggi in poi penserò solo alla band e a proseguire la mia vita il meglio possibile.
Non voglio più interruzioni sentimentali, non voglio più legami se non di amicizia.
Harry mi passa davanti e mi sorride per salutarmi, ma è uno di quei sorrisi che fa a tutti, non è il mio sorriso...quello che riservava a me era ...speciale.
Che gli sia già passata?
-Louis devo parlarti- sento una presa sul braccio che mi costringe a girarmi.
-Noi andiamo- Liam e gli altri fanno per andarsene ma Harry li blocca.
-No, potete restare- gli sorride e loro dopo essersi guardati alzano le spalle.
-Cosa vuoi?-
-Siccome sono abbastanza maturo per poter affrontare queste situazioni nel migliore dei modi, ho deciso di essere tuo amico. Ci stai? Non voglio passare davanti a te e dovermi girare dall’altra parte per non guardarti...voglio che sia una cosa da persone mature, perché dovremmo stare insieme per molto tempo.- continua a sorridermi ingenuamente.
-Tu sei pazzo- mi giro per andarmene.
-Perché non puoi darmi retta per una volta? Perché devi sempre essere quello superiore? Perché devi sempre essere te a comandare? Io ho deciso che farò così e così farò, tu puoi anche schifarmi e trattarmi come una pezza da piedi ma io ti reputo mio amico.- il suo tono rilassato viene surclassato da uno più scocciato.
Mi giro per guardarlo. Non ha tutti i torti ma cosa si aspetta da me?
-Lo capisci che preferirei essere odiato da te piuttosto che esserti amico? Essere amico tuo vorrebbe dire non essere stato niente prima e questo non posso accettarlo, perché io so cosa hai provato e cosa provi ancora per me. Non nascondere i tuoi sentimenti dietro il casco di una moto! Io non sarò mai amico tuo, Harry. Mettitelo in testa.- gli punto l’indice contro e lo guardo fisso negli occhi. Lui si tira indietro e si sistema tranquillamente i capelli.
-Benissimo. Ma non ti aspettare che io non ti saluti o cose simili.-
-Io so che mi ami, Harry e so anche quanto rancore hai dentro e lo cerchi di nascondere ma non funziona così. Vuoi fare quello maturo? Parlami! Chiariamo questa storia ma non far finta che non sia successo niente perché non lo tollero! Ti ho tradito ok? Il giorno di san Valentino ti ho tradito! Ma tu non sai quanto sono stato male e quanta paura avevo di perderti! Mi hai lasciato e va bene, lo accetto perché la colpa è stata mia ma non trattarmi come un comunissimo amico, non puoi!-
-Louis io non ti porto rancore, non è colpa tua, ne tanto meno mia, se tu non mi hai mai amato. Ora ti prego, se non vuoi farlo per me, fallo per la band e per le fan che ancora credono nella nostra amicizia.- torna di nuovo a sorridere, è insopportabile.
Lui deve stare male senza di me come io sto male senza di lui. Non voglio essere l’unico a soffrire.
-Io non ti capisco, come puoi essere amico di una persona che ami o che hai amato?- sono davvero curioso di come faccia a reputarmi un amico.
-Si chiama maturità!-
-La maturità è parlare dei problemi e affrontarli!-
-Tu parli di maturità? Tu che non riesci a mantenere le promesse più semplici, tu che hai tradito la fiducia di chi ti ama solo per una provocazione! Perché non potevi farti dare del codardo, vero? Louis io non voglio più litigare con te, sono stanco. L’amore ormai si è consumato e ha smesso anche di far male.- sembra ancora più irritato di prima.
-Mi dici perché hai gli occhi lucidi se non fa più male?- lascio scivolare la mia mano lungo il suo braccio e gli afferro la mano.
-Io credevo di poterti cambiare almeno un po’, volevo farti diventare quasi umano ma sei solo un gioco che sono destinato a perdere,solo che mi sono stufato di perdere.- delicatamente toglie la mano dalla mia stretta.
-Io non mi faccio domare ne cambiare da nessuno- abbasso lo sguardo ricordando le frasi dette da Jeff.
-Ora l’ho capito, ma avrei voluto farlo prima.-
-Ragazzi io non credo che voi dobbiate comportarvi così. Siamo un gruppo e dobbiamo comportarci come tale. Sapevo che non sarebbe stato facile avere una coppia tra noi ma quando avete intrapreso questa strada insieme dovevate organizzarvi una via d’uscita e mettervi d’accordo sul come finirla. Qui ci andiamo di mezzo tutti.- Zayn si mette tra noi, il suo tono è serio mentre ci guarda alternando gli sguardi.
-Noi vorremmo che voi facciate pace, almeno, se non nella vita privata, davanti le telecamere e i fan. So che magari vi stiamo chiedendo troppo ma...- Niall cerca di evitare i nostri occhi mentre si fa quasi imbarazzato.
-No, avete ragione, scusate. Mi sto comportando come un idiota.- scuoto la testa e sospiro per calmarmi.
-Mi dispiace Louis.- Liam mi mette la mano sulla spalla e io mi giro per sorridergli.
-Dai Harry, hai ragione tu. Siamo amici.- cerco di sorridergli e lui si accende in un sorriso sincero, i suoi occhi brillano...sta volta no perché sono lucidi. Sembra davvero felice e sono contento che lo sia.
Mi porge la mano e la stringo come segno di pace.
Quando i ragazzi ci riuniscono in un abbraccio di gruppo, io finisco con il viso di Harry davanti al mio, lo vedo arrossire e evitare il mio sguardo...io posso solo incantarmi a guardare quel sogno che ho lasciato andare.
È triste dover fingere un amicizia per far contente altre persone.
Vorrei poter tornare indietro nel tempo per dare un cazzotto in faccia a Jeff e andarmene senza aver ceduto alle sue persuasioni.
È brutto quando stai male per colpa di una persona ma è ancora peggio quando stai male per una cazzata che hai fatto tu stesso.
Ci chiamano per mettere a punto gli ultimi preparativi per il tour.
Da quel poco che ho sentito in quella sala io dovrei distaccarmi da Harry perché girano ancora troppe voci su di noi.
Ora sapremo a chi dare la colpa.
Mi viene da sorridere, se ce l’avessero detto qualche tempo fa ci saremmo opposti ma ora ne sembriamo addirittura sollevati.
La scaletta delle canzoni è pronta e noi siamo più carichi del primo tour.
 
Le interviste sono pesanti, soprattutto perché continuano a chiederci dei “Larry”.
Quando mi chiedono di Eleanor vedo Harry bagnarsi le labbra e abbassare lo sguardo.
Però è frustrante  il fatto che debba sempre essere io a smentire le voci che girano su di noi, lui non lo fa mai. Mi rende tutto più difficile.
Mi accorgo quando mi guarda durante le interviste, mi accorgo delle sue occhiate furtive mentre canto e penso a lui, mi accorgo di tutte le volte che si trattiene per non toccarmi o parlarmi più del dovuto.
Per me è altrettanto difficile.
Quante volte ho allungato il braccio per stringerlo ma mi sono costretto a fermarmi per non andare oltre il dovuto.
Quante volte avrei voluto parlargli e fare battutine al suo orecchio ma mi sono dovuto mordere la lingua.
Quante volte avrei voluto sfiorare la sua gamba per fargli capire che ero li, vicino a lui.
Quante volte avrei voluto cambiare i pezzi delle canzoni per dedicargliele, come facevamo di solito.
Non so cosa mi bloccasse di più, se lui o chi ci aveva impedito di fare tutto questo.
Quando torno a casa poi mi ritrovo foto su foto di noi due e video che fanno vedere tutti i gesti inconclusi e tutte le parole morte sulle labbra.
È così ingiusto. Lui e tutti gli altri dovrebbero sapere quanto lo amo.
Ma lui si rifiuta di capirlo e gli altri hanno una benda sugli occhi messa da noi.
Eleanor è davvero carina e inizia ad andare d’accordo anche con Harry, sembra strano ma stanno diventando sempre più amici.
Proprio adesso stanno parlando nella hall di questo albergo.
-Hai visto che bella la nuova collezione di tommy hilfiger?- vedo Ele che gli prende le mani e fa un sorriso eccitato, lui le sorride e stringe la presa.
-Si è davvero bella! Sai credo che molti dei nostri vestiti per i programmi a cui parteciperemo verranno proprio da loro, essendo una marca inglese.-
-Davvero?! Ma che fico! Ma potete tenerli poi?-
-Certo.- Harry alza le spalle ancora sorridente.
Mi avvicino e tossisco per attirare la loro attenzione, si lasciano le mani.
-Credo che nessuno l’abbia mai detto ma...la mia finta ragazza mi sta mettendo le corna con il mio ex ragazzo?-  alzo un sopracciglio e loro scoppiano a ridere divertiti.
-Si parlava di moda...cosa che tu non conosci.- reggo la frecciatina di Eleanor.
-Ma scherziamo? Bambola guarda come mi vesto!- indico il mio abbigliamento in modo ironico...sembro davvero più gay del solito.
-Lei ha un gusto molto più spiccato del tuo, è elegante e raffinata...- Harry non sembra più intimorito da me quando parla, mi fa piacere.
-Parli te? Ma guarda come vai in giro!-
-Cosa? Mi vesto semplicissimo!-
-E anche io!- ribatto incrociando le braccia al petto.
-Però sempre meglio di prima ti vesti. Tu ti ricordi come andava in giro ai tempi di xfactor?- si volta verso di Eleanor trovando ancora il sorriso.
-Si, vi seguivo. Ma nessuno di voi due si vestiva un gran che bene devo dire.- nasconde il sorriso con la mano portata delicatamente davanti la bocca.
-Senti ti ricordo che vai in giro con due paia di occhiali! Ma che ci devi fare con due paia di occhiali?- porto le mani sui fianchi guardandolo con superiorità.
-Dati i trascorsi preferisco portarne due- abbassa lo sguardo imbarazzato.
-Sei l’unico che fa cadere gli occhiali nella tazza del cesso!- scoppio a ridere ricordando quello che era successo pochi giorni prima.
-Può capitare- chiude gli occhi e si gira dall’altra parte fingendosi offeso.
Mi avvicino a lui e gli scompiglio i capelli, lo sento sorridere prima di bloccarmi la mano.
Sembriamo davvero due amici.
Mi allontano per andare al bancone del bar a prendermi un bicchiere d’acqua.
-Senti ma quando dicevate di stare insieme e di volerlo fare lontano dalle telecamere...sai quel giorno in cui io dissi di sentirmi male e lui poi si è offerto di accompagnarmi a casa....ecco...voi due...eravate seri?- lo sento da lontano e mi fa ridere il fatto che non abbia ancora capito che era solo un trucco, sembra molto imbarazzato.
-Scherzi? Harry guardalo! È gay fino al midollo!- sento Eleanor scoppiare a ridere e a me per poco non va l’acqua di traverso.
-Ma lui una volta aveva delle ragazze e...-
-Fidati, quei tempi per lui sono passati da un pezzo.-
-Mmmh-
Quando capirà che io amo lui? Quando si metterà in quella fottuta testa piena di ricci che io amo solo lui? Quando mi crederà?
-Ti ama, Harry, lui ti ama ancora- lei adesso sembra rassicurarlo, li guardo con la coda dell’occhio cercando di vedere tutti i loro movimenti.
-Perché allora ha fatto quella cazzata?-
-Perché lui è portato per fare le cazzate. Ma non vedi quanto è difficile esserti amico per lui? E credo che lo sia anche per te-
-Possiamo andarne a parlare da un’altra parte? Qui c’è troppa gente-
No se se ne vanno io non posso seguire la conversazione! Che palle dovrò origliare e odio farlo.
Li vedo alzarsi per andarsene in una stanza, credo quella di Harry perché le ha chieste lui le chiavi e poi io e Ele dormiamo insieme.
Vedo passare Niall e lo prendo per il colletto della maglietta.
-Vieni con me- lo trascino tra gli sguardi curiosi di tutti i presenti.
-Cosa c’è? Ma sei impazzito?- cerca di liberarsi.
-Devo spiare una conversazione- gli spiego trascinandolo in ascensore.
-Casomai devo origliare...una conversazione non si spia-
-Vabbè è uguale. Mi aiuti o no?- lo lascio andare una volta chiuse le porte.
-Ma chi devi spiare?-
-Eleanor e Harry.- alzo le spalle tranquillamente. Lo vedo sgranare gli occhi.
-E perché?-
-Perché ho bisogno di sapere cosa passa nella mente di Harry.-
-Chiederglielo?-
-Non me lo direbbe mai-
Le porte dell’ascensore si aprono e io torno ad afferrare Niall per un braccio per farlo muovere, sento la porta della stanza di Harry chiudersi a chiave. Mi affretto.
Ci inginocchiamo e Niall mi lascia spiare dalla serratura.
-Ci vorrebbero dei bicchieri- dico sbuffando.
-Ma fai sul serio?- mi guarda alzando un sopracciglio, sembra stupito...ma in senso non del tutto positivo.
-Dai aiutami!- bisbiglio cercando di sembrare disperato.
-Aspetta, Liam dovrebbe averne uno in camera- si alza da per terra e bussa in una stanza li vicino.
-Ei, che vuoi?- sembra insonnolito, magari lo abbiamo svegliato.
-Liam hai un bicchiere per caso?- Niall chiede senza alcuna enfasi nella voce.
-Che ci devi fare?-
-Ma che domande fai? Secondo te a che servono i bicchieri?- sbuffo girando gli occhi esasperato.
-Ah ok, l’acqua la volete liscia o gassata?- fa per rientrare per prendere il bicchiere ma la risata di Niall lo blocca.
-Ma secondo te ti ho chiesto un bicchiere per bere?- gli chiedo alzandomi e andando verso di lui.
-Scusa ma a cos’altro servono i bicchieri? E poi che ci facevi per terra davanti la camera di Harry?-
-Deve spiarlo e gli serve un bicchiere per origliare meglio.- Niall lo spiega con facilità e trattenendo ancora le risate.
-Ma ti sei impazzito?- mi guarda con la stessa faccia che aveva fatto prima Niall.
-No! Dai vi prego!- uffa perché non mi aiutano! Mi sto perdendo la conversazione.
Liam entra per prendermi il bicchiere e nel frattempo esce Zayn in mutande, si stiracchia sulla porta.
-Perché tutto questo casino?- strizza gli occhi.
-Voleva un bicchiere- Niall mi indica con la testa.
-E andare al bar no?-
-Ci avrei messo troppo...ma sicuramente meno di adesso- giro la testa pregando che Liam si sbrighi.
-Ma devi solo bere.-
-Non mi serve per bere- gli dico, possibile che nessuno capisca?
-Ma tu che ci fai in boxer a quest’ora e in camera di Liam?- Niall lo guarda dalla testa ai piedi.
Zayn spalanca gli occhi e si gratta la testa.
-Niente, che vuoi che faccia?-
-Anche Liam era in mutande, vero Louis?- Niall mi guarda e io annuisco.
-Fermi con l’immaginazione voi due. Stavamo vedendo che vestiti potevamo scambiarci- Liam esce dalla stanza porgendomi il bicchiere vuoto e io corro facendo una scivolata verso la porta.
-Si è impazzito- Liam scuote la testa esasperato.
-Scusate ma se stavate vedendo i vestiti perché sembrate appena svegli?- Niall torna ad interrogarli.
-Perché ci siamo addormentati- spiega Zayn.
-In mutande?-
-Zitti!- sussurro irritato, loro scoppiano a ridere.
Torno a fare attenzione alla conversazione di Eleanor e Harry.
-Sta risultando più difficile a me essere suo amico che a lui essere il mio. Eppure quest’idea è venuta a me! Perché io non ci riesco?- questo è decisamente Harry.
-Avete due caratteri completamente diversi. Lui avrà reagito così per non farsi vedere troppo coinvolto mentre tu non ti fai problemi a mostrare i tuoi sentimenti.- Eleanor mi conosce davvero così bene?
-A casa ho anche Kevin che mi aspetta ma...io non voglio tornare a casa. Qui c’è Louis mentre a Londra io e lui  siamo due estranei.-
-Perché voi volete essere due estranei. So che è difficile perdonare una persona per due volte ma se c’è l’amore si può.-
-Io non vorrei mai essere un estraneo per lui. Solo che Louis sembra così distante da una relazione seria e io ho paura che andando avanti quello che ci starà di nuovo male sono io-
-Il fatto che è stato uno sciocco è innegabile, non doveva cedere alle provocazioni di un idiota dimostrandosi ancora più idiota, ma guardalo, è praticamente perso senza di te! Non sai quanto è stato male per questa rottura. Ha persino pianto! Ma te lo immagini Louis che piange?-
-Ha pianto? Louis ha pianto per me?-
Che palle non doveva dirglielo.
-Che dicono?- Niall si poggia al muro incrociando le gambe.
-Che sono un idiota.-
-Io lo amo da impazzire- quella frase mi riporta alla conversazione che avevo lasciato perdere. La voce di Harry risuona più dolce del solito quando pronuncia quelle parole.
-Mi ama da impazzire- ripeto tra me e me ma anche Niall ovviamente lo sente.
-Questo era ovvio- alza le spalle.
-No, questo è magnifico- sorrido come un ebete.
-Cosa è magnifico?- Liam, sta volta vestito, si mette in ginocchio dietro di me prendendomi alla sprovvista.
-Harry lo ama- ripete Niall bevendo un succo di frutta con la cannuccia.
-Ma dove l’hai preso quello?- Liam lo guarda stranito.
-Dal tuo frigobar-
-Cosa?! Ora mi dai il tuo!-
-Troppo tardi, li ho bevuti- Niall alza le spalle incurante mentre Liam lo guarda male.
Scuoto la testa e ritorno a quei due.
-Eleanor sei davvero fantastica-
-Tu sei dolcissimo, capisco perché Louis si sia innamorato proprio di te-
-Ora che ti conosco davvero capisco che la mia gelosia nei tuoi confronti era insensata. Mi dispiace, davvero. Solo che tu sei così bella e ho temuto per un attimo che Louis...-
-Non dirlo nemmeno per scherzo, non vi farei mai nulla di simile. Siete fatti per stare insieme-
Sento un minuto di silenzio interrotto dalla risata leggera di Eleanor.
-Da quanto non baci una ragazza?- ma che domande sono?
-Da poco a dire il vero, sai le coperture e le uscite in pubblico...-
-Ma quindi sei costretto anche a baciarle?-
-Costretto è una parolona, sono pur sempre belle ragazze. Qualsiasi ragazzo vorrebbe essere al mio posto.-
-Ma tu al loro posto vorresti Louis.-
-O Kevin.- inizia a ridere mentre io stringo più forte il bicchiere.
-Vorresti dire che se io ti baciassi adesso tu penseresti ad un ragazzo?- anche lei sembra divertita.
-Possiamo sempre provare, poi te lo dico-  non smette di ridere.
Di nuovo silenzio.
No, non ci voglio credere. Si stanno baciando davvero?
No dai, no no. Io devo entrare e fermarli.
Dai ma che è? Ma ti pare che si baciano? Uffa! Ora spacco la porta per entrare!
Mi giro allibito verso Liam e Niall e mi accorgo che è arrivato anche Zayn.
-Si stanno baciando!-
-Cosa?- Niall sputa il succo mentre gli altri due spalancano la bocca.
-Ma ti pare? Guarda dalla fessura!- Zayn mi invita a guardarli.
-Non è giusto però spiare- Liam deve sempre essere il padre che ti dice cosa è giusto e cosa è sbagliato ma alla fine è sempre quello che fa le cose senza pensare...ma mai quanto me.
Inizio a guardare dalla serratura ma vedo solo le loro gambe, sono seduti sul letto che non è alla mia portata.
Improvvisamente li sento ridere di nuovo.
-Com’è stato?- Eleanor non smette di ridere.
-Niente male, davvero...ma non è la stessa cosa- già me lo immagino divertito e imbarazzato allo stesso tempo.
-Capisco, è come se io baciassi una ragazza-
-Più o meno si. L’hai mai fatto?-
-Esperienze che si fanno durante i festini-
-A che festini andavi scusa?- Harry scoppia a ridere.
-Quelli delle superiori- ride anche lei.
-Ah beh, io durante quei festini non so quante sbronze ho preso e quante canne mi sarò fatto-
-Vedi?-
Continuano a ridere ancora.
Mi rilasso appena sento Eleanor chiedergli se ha pensato a me durante il bacio e lui rispondergli di si.
Niente di importante.
-Il prossimo passo sarà fare sesso?- Harry sembra davvero divertito da quegli esperimenti ma a me questo non va per niente giù. Un bacio ok ma poi basta.
-Louis non me lo perdonerebbe mai- lei scoppia a ridere.
Ha ragione.
-Dai ovviamente scherzo, ho già fatto sesso con una ragazza...non è niente di così eccitante-
-Ei non ti permetto di discriminarci!-
Di nuovo risate.
-Sai cosa penso? Che in questo mondo si deve classificare tutto e dargli un nome… Io sono considerato gay perché amo un ragazzo ma potrei benissimo anche innamorarmi di una ragazza…non è che se io guardo il corpo femminile penso “oddio vorrei essere come lei e avere le tette”, c’è chi lo fa ma quelle sono checche isteriche, insomma se io guardo una bella ragazza come te penso che sei bella…tutto qui.- resto paralizzato dalle parole di Harry, trovo che abbia pienamente ragione.
In questo mondo si viene classificati gay in base a chi ti porti a letto, ma io potrei innamorarmi di un maschio come di una femmina . Allora che senso avrebbe mettere delle etichette?
-Io credevo che ai gay non…attizzasse il corpo di una donna.-
-No non fraintendere, non mi attizza il corpo di una donna, non quanto quello di un uomo…ma la differenza è tutta qui. È per questo che veniamo chiamati gay no? Solo che non ne trovo il motivo…insomma perché uno deve essere etichettato in base a chi gli piace? Siamo tutte persone…che amano altre persone. La gente dovrebbe capire questo…e anche mio padre.-
-Tuo padre è contro i gay?-
-Sono anormali, contro natura…una specie di minaccia per il gene umano-
-Mi dispiace Harry. Però una persona viene considerata gay quando va a letto con una persona del suo stesso sesso, quindi…-
-E quando ama una persona del suo stesso sesso e è questo che non trovo giusto, io sono libero di amare chi voglio e poi se mi piace di più il corpo di un uomo rispetto a quello di una donna non deve essere un problema per la gente. Io sono gay per quanto riguarda l’attrazione fisica, non per i sentimenti che provo.-
-Si, hai ragione.-  
Vanno troppo d’accordo quei due.
Decido di lasciar perdere e poggio le spalle alla porta, metto le braccia poggiate sulle ginocchia piegate mentre gioco con il bicchiere di Liam, me lo rigiro tra le mani.
-Non dovresti restare qua, se escono ti beccano- Zayn mi offre la mano per alzarmi, l’accetto e mi lascio tirare su.
-Ho un idea. Auguratemi buona fortuna.-
-Che devi fare?- Niall mi guarda incuriosito.
-Voglio provare a baciarlo, ne ho bisogno ora più che mai.- mi metto con le spalle al muro, vicino alla sua porta.
Tutti mi augurano buona fortuna e vanno in stanza di Liam che si è ripreso il bicchiere.
Aspetto per alcuni minuti, poi la porta si apre e Harry lascia uscire Eleanor che mi vede ma sta zitta capendo il mio gesto. Prima che si chiuda la porta entro veloce e me lo ritrovo davanti, senza dargli il tempo di capire cosa stia succedendo, lo afferro e lo bacio.
Resta spiazzato per qualche secondo ma poi ricambia il bacio. Mi mette le mani sui fianchi mentre le mie sono ancora sulle sue guance.
Quando lo sdraio sul letto con me sopra lui sembra riprendersi e si blocca subito.
-No, Louis no. Non posso, non possiamo. Siamo amici.- mi spinge via e io mi lascio andare al suo fianco.
-Me lo farò bastare- sospiro, scoppiamo a ridere senza nemmeno guardarci.
Giriamo entrambi la testa per ritrovare i nostri occhi in quelli dell’altro, lui mi sorride e io ricambio.
-Taylor Swift eh?- torno a guardare il soffitto.
-Hai visto che fiche che mi faccio eh? Ti piacerebbe, ammettilo!- scoppiamo di nuovo a ridere.
-Ma piantala!- gli do una piccola botta facendolo spostare per poco sul letto.
Stiamo di nuovo in silenzio per dei secondi, non c’è ne tensione ne imbarazzo.
-A Kevin va bene che tu ti veda con altre?-
-Sa che non è una cosa che parte da me. Gli scoccia anche se non me lo dice, ma non fa storie.-
-E gli dirai che ti ho baciato?-
-Non credo che debba saperlo-
Sorrido.
-Suona la cornamusa prima di mettersi a letto?-
-Piantala di prenderlo in giro perché è scozzese!- sta volta è lui a darmi una piccola botta.
-Verrà a vederti in almeno un concerto?-
-Non lo so, credo di si-
-Non sai quanto lo invidio. E sai chi altro invidio?-
-Chi?-
-Nick.-
-Perché?-
-Perché lui può scherzare con te e fare quello che facevamo noi davanti alle telecamere i primi tempi, io non posso più farlo. Però sai, io credo che lui mi invidi ancora di più.-
-Perché?-
-Perché io ho potuto averti e posso ancora, mentre lui no-
-E chi te lo dice che lui non può?- si gira per guardarmi, sorride beffardo.
-Te lo dico io- lo guardo anche io, gli sorrido più dolcemente.
-E tu che ne sai?-
-Io so che tu, per quanto ti ostini a nasconderlo, sei ancora mio...e lo sarai per sempre.- mi faccio serio, lui arrossisce e abbassa lo sguardo per non guardarmi.
-Ma questo non cambia le cose. Siamo amici e io non metto le corna a Kevin. Non di nuovo.- guarda il soffitto prima di tirarsi su per mettersi seduto sul bordo del letto.
-Ti amo piccolo mio- mi metto dietro di lui e gli bacio la spalla in modo dolce prima di poggiarci il mento.
-No Louis ti prego- chiude gli occhi e si lascia andare ad un sospiro.
-Dai dimmi che mi ami, lo so che mi ami...dai- inizio a dargli i baci sul collo, lui cerca di spostarsi ma non ci riesce.
-Louis io...- gli mordo delicatamente la spalla alzando con i denti il lembo della maglietta.
-Louis basta- si alza veloce dal letto lascandomi come un ebete, si gira per guardarmi...sorride ancora.
Perché sorride?
-Scusa- mi metto seduto con le gambe incrociate e abbasso lo sguardo...che palle.
Sento il suo dito sotto il mio mento che mi fa alzare la testa. Lo trovo che mi guarda sorridente come mai.
-Ti amo Boo Bear- mi impietrisco e arrossisco...era da xfactor che non mi prendeva più  in giro con quel soprannome.
Mi da un bacio a stampo, svelto ma dolce, prima di lasciarmi andare e girarsi.
Prima di chiudere la porta mi dice di richiuderla a chiave quando decido di andarmene. Mi lascia con il suo sorriso dolce.
Prepariamoci per altre interviste!

AWWWW ^-^
IL PEZZO IN CUI HARRY PALRA CON ELEANOR E' STATO ISPIRATO DA UNA MIA CONVERSAZIONE CON UN MIO AMICO GAY...SI IMPARANO MOLTE COSE ASCOLTANDO LE PERSONE. ;)
HO CAPITO CHE VENGONO CONSIDERATI GAY PER LA LORO ATTRAZIONE FISICA NEI CONFRONTI DEL LORO STESSO SESSO MA I SENTIMENTI A VOLTE VANNO UN PO' PER CAZZI LORO...INFONDO I SENTIMENTI SONO TUTTO MENO CHE RAZIONALI, GIUSTO?
OK BASTA DIRE COSE SENZA SENSO AHAHAHAHAHAH.
ALLA PROSSIMA!
BACI BACI.
 

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Capitolo 10
*** Because I love you, stupid! ***


Because I love you, stupid!





HARRY.
Tutto sembra andare nel verso giusto.
Louis sembra essersi calmato e ora riusciamo a stare anche da soli in una stanza senza sentire la tensione alzarsi fino a poterla toccare.
Al concerto di sta sera ci sarà Kevin, spero che lui e Louis non si prendano a parolacce.
Non l’ho detto a Louis semplicemente perché non saprei come dirglielo. Ho paura che la prenda male e non voglio che la serenità di questi giorni vada a farsi fottere.
La mattina andiamo direttamente dove si terrà il concerto e dico a Kevin di raggiungermi li, non voglio ne sorprese ne niente, ho paura possano dar fastidio a Louis.
 
-Il mio microfono?-
-Non ci credo che ti sei perso il microfono, Niall.- Louis scuote la testa sorridendo.
-No l’ho appoggiato da qualche parte per mangiare ma non mi ricordo dove.- Niall si gratta la testa sforzandosi di ricordare, ma lui è fatto così…se c’è il cibo non pensa più ad altro.
Mi giro e vedo Zayn con Liam che ridacchiano divertiti, scommetto che l’hanno preso loro.
-Cercalo meglio, no?- mi affianco al biondino stando al gioco.
-Ragazzi dobbiamo iniziare le prove!- sul palco sale Paul.
-Si signore!- Liam fa il saluto militare facendo scoppiare tutti a ridere.
 -Non mi sembra vero che siate tutti sul palco e non debba rincorrervi- scherza facendo finta di emozionarsi.
-Per oggi amico mio, per oggi.- Louis lo guarda e lo mette all’erta, lo vedo scuotere la testa esasperato.
-Paul ho perso il microfono- Niall si volta verso di lui quasi piagnucolando.
-Prendine uno a caso-
-No! Il mio ha la bandiera irlandese!- Niall inizia a sbattere i piedi a terra come farebbe un bambino piccolo.
-Ragazzi ridategli il microfono!- Paul ci guarda arrendevole.
-Tieni biondino- Liam gli porge il microfono e Niall lo prende contento.
-Uffa c’hai rovinato lo scherzo però- Zayn incrocia le braccia.
-Basta fare scherzi idioti e tornate a lavoro!- Paul scende dal palco non appena arriva il tecnico dei suoni e quello delle luci.
-Da quale iniziamo?- mi volto verso gli altri.
-Possiamo fare tutta la scaletta?- Louis guarda Mark, quello che si occupa delle prove.
- Ci siete?- Niall si gira per vedere se tutti i componenti della band erano arrivati sul palco.
Risposero con una specie di canzone improvvisata. Scoppiamo a ridere.
 -Dai iniziamo. Fatemi sapere quanto devo alzarvi il microfono o abbassarvelo oppure se le luci vi danno fastidio in un determinato punto. Ok? Tutti pronti? Dai.- Mark si mette dietro una consolle da dj.
-1. 2. 3…- inizio a fare il conto per l’inizio di Midnight memories ma in quel momento vedo arrivarmi davanti, da sotto il palco, Kevin. Mi blocco perché credo di avere un sorriso inebetito.
Ha i suoi soliti jeans larghi sopra e stretti sotto, la canottiera bianca e un giacchetto di pelle nero che copre le braccia muscolose.
Poso il microfono, fermo tutto e salto per scendere dal palco e correre verso di lui.
So che non dovrei per non ferire troppo Louis ma Kevin mi è mancato veramente tanto.
Gli butto le braccia al collo e vengo stretto dalla sua presa salda sulla mia schiena, mi tira su come se fossi una specie di cuscino.
-Sei arrivato!- gli do un bacio in guancia, non smette di sorridere.
-Te l’avevo promesso no?- mi mette giù ma quando cerca di baciarmi lo schivo prendendogli la mano e trascinandolo dagli altri. Lui mi segue in silenzio.
-Ei ciao Kevin!- Liam e Niall scendono dal palco per salutarlo, Zayn prima guarda preoccupato Louis e poi si avvicina anche lui.
Mentre gli altri parlano con il mio ragazzo io mi giro verso l’unico che è rimasto sul palco, lo vedo mentre parla con Mark.
Mi avvicino istintivamente a lui senza minimamente pensare a come potrà restarci Kevin.
Gli picchietto un dito sulla spalla per farlo girare.
-Ei- mi sorride ma non è convincente.
-So che non avrei dovuto farlo venire qui ma…non possiamo mai vederci e…- abbasso la testa per non incrociare il suo sguardo, sono davvero molto imbarazzato.
-Ei tranquillo. Amici, no? Dai vado a prendermi un caffè.- mi da una pacca sulla spalla prima di guardare verso Kevin e fare un cenno con la mano seguito da un sorriso per salutarlo.
Lo vedo allontanarsi e sento che un’altra piccola crepa si sta creando sul mio cuore.
Indifferenza, piena indifferenza. Forse è questo quello che intendeva lui quando gli ho proposto di essere amici.
Odio la sua indifferenza. Non gli importa davvero nulla se sto con Kevin?
Però mi ha baciato…quindi….
-Louis!- gli corro dietro per raggiungerlo, lui si volta di scatto. È più sorpreso di me.
Perché lo sto inseguendo? Che devo dirgli?
-Anche io ho voglia di caffè.- mi affianco a lui che mi sorride e iniziamo a camminare insieme.
-Dovresti andare da lui e prenderlo insieme il caffè, non con me- sembra molto rilassato.
-Non sei venuto li a salutarlo come gli altri e mi sono chiesto se…- ho ancora lo sguardo basso e intimorito.
-Cosa vuoi che faccia? Devo fingere di essere anche suo amico? Che vuoi da me, Harry?- si ferma e si volta per guardarmi, ora sia il suo sguardo che il suo tono di voce sono più seri.
-Scusa io non volevo…scusa hai ragione io non devo mettermi in mezzo.-
-No, tu ci stai in mezzo. Tu sei il centro di tutto questo…tu sei il centro di tutto, Harry. Sei il centro del mio mondo. Perché non lo capisci? Quando l’ho visto qui ho visto il mio mondo spostarsi con te e correre incontro a lui. È frustrante ok? E è ancora peggio il fatto che tu, pur non volendomi, sei qui con me invece di stare con lui! Ti prego, se non vuoi essere baciato di nuovo da me, va da lui! Corrigli in contro ancora una volta e fammi capire il contrario di quanto so.-
-Tu cosa sai?-
-Che mi ami e vorresti stare qui con me invece che con lui.-
-Ecco…io…- mi faccio ancora più insicuro.
C’ha preso in pieno.
-Dici che mi ami ma non ti fai problemi a distruggermi con i tuoi gesti. Sai cosa penso? Che dovresti fare quello che dici. Hai detto che mi ami no? Allora amami! Sotto la luce della luna o sotto il sole accecante, non importa. Amami, davanti a tutti o da soli chiusi in una stanza d’albergo…ma amami Harry, fai quello che dici per una buona volta!-  inizia a guardare nervosamente altrove.
-Come posso tornare ad amarti sapendo che i miei gesti varranno ancora meno delle parole per te?-
-Ma che ne sai di quanto valgono per me i tuoi gesti e le tue parole?-
-Mi hai tradito Louis!-
-E comunque valgono abbastanza tanto da averci potuto costruire sopra la mia felicità.-
Sono stato colto di sorpresa, di nuovo, dalle parole di Louis che ora sembra davvero nervoso.
-Io sono qui, sono sempre stato qui al tuo fianco perché ti amo. Se tu mi ami lascialo ma se non mi ami vattene e chiedimi di allontanarmi da te- sospira per calmarsi prima di guardarmi negli occhi, per la prima volta da quando si è girato per parlarmi.
-Qui non si tratta di te e di me, Louis. Qui si tratta di me e Kevin. Come posso lasciarlo dopo che mi ha aiutato di nuovo a sopravvivere senza di te? Dopo che è tornato solo per starmi vicino?-
-Tu stai con lui…perché glie lo devi?- mi guarda perplesso e confuso, sembra essersi innervosito di nuovo.
Che palle.
-Tu non lo ami ma preferisci stare con lui quando c’è un ragazzo che, per te, ha rinunciato alla propria dignità?-
-Tu non hai rinunciato a nulla-
-Io ho rinunciato al mio orgoglio e alla mia dignità stando al tuo giochetto del “siamo amici” ok? E cosa peggiore ho rinunciato a te! Ma tutto questo tu non lo guardi vero? Tu ti fissi solo sugli errori! Da adesso faccio così anche io! Hai sbagliato a farlo venire, ci sto male e voglio che se ne vada. Non rivolgermi la parola  finche non l’avrai mandato via!- si volta per andarsene, ho paura di averlo fatto arrabbiare.
-Louis fermo!- lo afferro per il braccio facendolo voltare.
È incredibile come in poco tempo sia diventato io quello più alto tra i due.
Resto a fissarlo negli occhi per dei secondi buoni prima di avvicinarmi ancora per baciarlo.
Come pensavo, non protesta, ne si tira in dietro.
Quando mi allontano scorgo un leggero sorriso sulle sue labbra. Poggio la mia fronte alla sua tenendo gli occhi chiusi.
Sembra strano ma non mi interessa se Kevin ci vede adesso.
Sento che quello che sto facendo è così giusto e non voglio ne essere interrotto ne dover dare spiegazioni a qualcuno. Come si può spiegare una cosa tanto semplice da sembrare complicata?
Infondo l’amore è una cosa semplice, siamo noi a renderla complessa.
-Questo che significa?- sembra che ha il fiatone mentre sorride.
-Credo che sia paragonabile al “ti amo”. Lo capisci meglio con i gesti o con le parole?- sorrido anche io.
-A parole è stupendo, non fraintendere, ma con i gesti è di gran lunga meglio.- sento le sue mani sul mio viso e poi le sue labbra sulle mie.
Le sue labbra…la sua lingua…dio quanto lo amo.
 -Dammi tempo per lasciarlo…devo solo prendere coraggio.- mi bagno le labbra con la lingua.
-No, non lasciarlo. Me lo rinfacceresti a vita-
-Cosa? Ma che dici?- lo guardo perplesso e confuso.
Ma che gli salta in testa? Si è impazzito?
-Lascialo perché vuoi stare con me, non perché te lo chiedo io-
Lo bacio di nuovo non sapendo cosa dire.
Forse non dovrei ma…io voglio di più.
Non mi bastano le sue labbra. O almeno non voglio che mi bacino soltanto.
-Non sai quanto ti voglio- sussurro sulle sue labbra prima di tornare a sfiorarle.
Louis si stacca e mi afferra la mano correndo verso una specie di roulotte messa li per i vestiti da cambiare.
-Non possiamo, Louis.- mi blocco prima di entrare.
-Per Kevin?-
-No, perché se ci beccano…-
-Mi interessa ancora meno di Kevin.- mi afferra per il polso e mi tira a se, allunga la mano dietro di me e chiude la porta di quella specie di armadio portatile.
-Hai detto che mi vuoi…ora devi lasciare posto ai fatti.- si allontana lentamente da me con il suo sorriso malizioso che trovo dannatamente eccitante e sexy.
Sorrido scuotendo la testa. Mi avvicino velocemente a lui per tornare a baciarlo.
Ci mettiamo sdraiati sul divano, io sono sopra di lui.
Ci sfiliamo le magliette e mentre ci baciamo sento le sue mani entrare nei miei pantaloni e i boxer per accarezzarmi il sedere. Sorridiamo.
Mi metto a cavalcioni e con la bocca inizio a scendere sul suo petto. Mi soffermo sul suo capezzolo.
Gli levo i pantaloni e ovviamente mi faccio aiutare.
Inizio a baciargli le parti intime con tutti i boxer, prendendoli con i denti e tirandoli un po’. Non sono baci casti e leggeri. Ma lui sorride e io amo vederlo sorridere.
Quando levo i boxer inizio a baciarlo nuovamente.
Socchiudo le mie labbra sulla lunghezza e poi lo lecco velocemente. Dopo aver trascinato la mia bocca sulla sua cappella inizio a leccargliela senza prenderlo in bocca.
Socchiudo le labbra e succhio la punta. Piano piano lo lascio entrare sempre di più e inizio a muovere la mia lingua dove capita. Lo lascio uscire molto lentamente assaporandomi ogni suo brivido di piacere e lasciando le mie labbra accarezzarlo mentre scivolano via. Lo faccio per altre tre volte.
Può sembrare strano ma mi piace. Mi piace il suo sapore e mi piace ingoiare e non aspetto altro che il suo sperma.
Dopo un po’ ci prendi gusto.
E poi mi piace vederlo stare bene grazie a me…mi piace vedere la sua faccia rilassata e a tratti tesa, mi piace quando inarca la schiena e è costretto a stringere qualcosa tra le mani e prego dio che siano i miei capelli.
I suoi sospiri poi mi eccitano da morire e mi spingono a continuare anche quando ho la bocca piena.
Ma appena viene, sta volta, mi afferra per i capelli e mi costringe a tornare su per lasciarmi baciare.
-Vorrei essere stronzo con te perché, andiamo, te lo meriti, ma non ci riesco…ti amo troppo- resta fisso a guardarmi mentre arrossisco lentamente.
-Posso fidarmi di nuovo di te?-
-No, non fidarti mai di un ragazzo innamorato.-
-Perché?-
-Sarebbe disposto a fare qualsiasi pazzia per far star bene la persona che ama…e di certo non ti verrebbe a dire i motivi. Puoi solo contare sul fatto che non smetterà mai di amarti alla follia e devi sempre fidarti di lui in questo caso…qualsiasi cosa succeda- mi sorride iniziando ad accarezzarmi la testa e poi a giocare con i miei capelli.
-Harry io ho bisogno di viverti, perché solo tu sei riuscito a darmi qualcosa che prima non avevo, a riempire i miei spazzi vuoti e a dar colore ai miei cieli chiusi in una scatola.-  mi lascia poggiare la testa sul suo petto nudo, come ero solito fare mentre mi accarezza i capelli.
-Vivimi Louis, vivimi senza paura ne vergogna, vivimi anche se hai tutto il mondo contro e vivimi nel buio dei nostri segreti come faresti alla luce del sole sotto gli occhi giudicanti di tutti.-
-Sarebbero solo invidiosi del nostro amore, piccolo. Loro non potranno mai avere quello che abbiamo noi.- sento le sue labbra sfiorarmi la tempia. Sorrido dolcemente a quel gesto pieno di amore.
-Secondo te il “per sempre” esiste?-
-Amore mio, è la prima parola che ho reputato vera pensando a noi due. Noi siamo come i tatuaggi lo sai? Passa il tempo ma i segni sulla pelle non se ne andranno mai e ogni volta che ne guardi uno ti torneranno in mente tanti di quei ricordi.-
-I miei tatuaggi…sono per te, lo sai?-
-Anche quelli che hai fatto quando non eravamo insieme?-
-Si, i tuoi?-
-Sono tutte conseguenze dei tuoi, non c’hai fatto caso?-
-Ti amo da morire-gli bacio il petto prima di rimettermi come prima.
-No, da morire no-
-Da vivere. Tu sei da vivere.- sorrido chiudendo beatamente gli occhi.
-Così va meglio-
Dopo qualche secondo blocca le carezze che mi stava facendo sui capelli.
-Cazzo ma dobbiamo tornare dagli altri!- sembra impanicato…io stavo per addormentarmi.
-Giusto!- mi riprendo e mi alzo di scatto per riprendere la maglietta.
-Idiota è al contrario- mi avverte scoppiando a ridere prima di prendere la sua.
-Gne gne- gli faccio la linguaccia prima di rimetterla nel verso giusto.
Mentre aspetto che si vesta punto lo sguardo sul suo telefono che si è illuminato.
Lo prendo e incuriosito vedo di chi è il messaggio.
Jeff.
Mi tremano le mani per la cosa sbagliata che sto facendo ma io gli sto dando di nuovo il mio cuore e non voglio rischiare sta volta.
Leggo il messaggio.
“Ei quando torni a Londra ti aspetto per divertirci di nuovo insieme eh? Molli quel riccetto e vieni da me.”
Leggo le conversazioni precedenti e mi rendo conto che Louis parlava molto con lui quando stavamo in giro.
C’è un messaggio che mi innervosisce più di tutti.
“Quando torno facciamo tutto quello che vuoi, tanto Harry non è un problema…e mi sembra di avertelo già dimostrato ;)”
Tolgo la conversazione e rimetto il telefono dove l’avevo preso.
Di nuovo ho puntato il mio cuore in un gioco dove non so giocare e ho perso. Ormai sono destinato a perdere.
Apro la porta e esco mentre Louis mi chiede cos’ho che non va. Non gli rispondo e me ne vado di nuovo a mani vuote..come il mio petto.
In questi casi sentirei il mio cuore battere forte per il nervoso, ma il mio cuore è li, su quel divano, che sanguina mentre Louis ci scrive, di nuovo, il suo nome sopra.  Sembra che lo stia marchiando ancora per far capire che è suo.
Torno da Kevin per rimpiazzare il mio cuore con un surrogato che mi faccia sentire un po’ meno vuoto.
Salgo sul tour bus e vado al secondo piano per prendere il mio spazzolino con il dentifricio.
Già che ci sono mi sciacquo anche il viso con l’acqua fredda.
Mi asciugo, mi guardo per un attimo allo specchio.
Non posso crederci che quello riflesso nello specchio è la stessa persona di tre anni fa.
Ricordo tutte le lotte interiori che erano iniziate non appena mi resi conto dell’attrazione che provavo per un ragazzo, ricordo la mia ingenuità tramutata quasi subito in voglia di scoprire cose nuove. Poi ricordo quando mi resi conto di essere diventato qualcosa che non sarei riuscito a fermare.
Le lotte interiori non finiscono mai ma il mio passato da “ragazzo facile” è terminato quando ho conosciuto Louis.
Sono passato dal “comandare” all’essere “comandato”.
Io voglio solo guardarmi allo specchio e vedere un ragazzo forte e felice che sorride, chiedo troppo?
Ho tutto quello che ho sempre voluto ma non quello di cui ho bisogno. E adesso come adesso io ho bisogno solo di lui e dell’appoggio dei miei genitori e della mia famiglia.
Possibile che io riesca a parlare solo con mia sorella Gemma? Ho bisogno di lei adesso.
-Harry finalmente! Ma dove ti eri cacciato?! Torna subito sul palco! Dobbiamo finire le prove!- distolgo lo sguardo dal mio riflesso quando sento la voce di Mark rimproverarmi.
-Scusa, ora arrivo- poso l’asciugamano sospirando.
-Sai dov’è Louis? Non trovo nemmeno lui-
-No, non so dov’è. Perché dovrei saperlo?- lo supero senza guardarlo negli occhi e esco di corsa da li per tornare sul palco, seduto sul prato vedo Kevin che parla ancora con gli altri e con la band.
Appena vedo che il suo sguardo si volta verso di me...beh...sorrido.
È uno di quei sorrisi che sollevano l’animo, lo rendono meno pensante.
Come ho potuto pensare di lasciarlo andare?
Corro e mi butto addosso a lui facendolo sdraiare.
Per la prima volta non mi importa di essere guardato, lo bacio.
-Harry...- mi allontana spesato.
-Non mi interessa, ci sono solo loro- lo bacio di nuovo.
Ci mettiamo seduti comodamente e lui mi prende la mano. Iniziamo a ridere e scherzare con tutti gli altri.
-Ma Louis?- Josh mi guarda senza perdere il sorriso.
-Non ne ho idea- stringo più forte la mano del mio ragazzo e abbasso lo sguardo.
-Sono qui!- da sopra il palco sento la voce dolce di Louis e alzo lo sguardo per guardarlo.
Si avvicina a noi scendendo dal palco.
-Scusate, dovevo andare in bagno...ero pieno ma ora mi sono svuotato- mi guarda ammiccando e io arrossisco capendo il doppio senso.
-Tranquillo, quando la natura chiama- Kevin cerca di sorridergli amichevolmente.
-Già, la natura- Louis ricambia il sorriso.
Credo di essere ancora più rosso.
Vedo Kevin irrigidirsi appena nota lo sguardo che Louis mi riserva da svariati minuti. Stringe ancora di più la mia mano e la porta sulla sua gamba per mostrarla più evidentemente.
-Piccolo?- mi volto per guardarlo e lo vedo più vicino del normale.
-Cosa?- sorrido non appena lo vedo avvicinarsi ancora.
-Posso baciarti?- senza darmi il tempo di rispondere mi bacia, è dolce e passionale nello stesso tempo.
Credo lo faccia per Louis. Non mi arrabbio, anche io voglio farlo impazzire.
-Noi andiamo un attimo a farci un giro- sorridendo mi scanso da Kevin e mi alzo per poi aiutare lui ad alzarsi tenendolo per mano.
Vedo tutti gli altri sorridere e scuotere la testa mentre Louis si irrigidisce sempre di più.
-Non sporcate!- Niall urla ridendo quando iniziamo ad allontanarci tenendoci per mano.
Arrossisco mentre quasi tutti, compreso Kevin, scoppiano a ridere.
-Cercheremo di non farlo!- una volta ripreso mi giro e faccio la linguaccia a Niall.
-Dove andiamo?- mi guarda sorridente mentre continuiamo a camminare senza meta.
-Sul bus?-
-Ho la macchina...potremmo...sai...è più intimo, li ci salite tutti.-
-No, la macchina no. Mi sa troppo da sveltina- lo dico ripensando a quello che era successo nella macchina di Louis.
-Ok allora andiamo sul bus.-
Lo trascino sul bus e mentre lo sportello si chiude iniziamo a baciarci.
Mi fa mettere seduto sul tavolino vicino al bancone dove teniamo gli alcolici.
-Qui ci beviamo e ci mangiamo- gli faccio notare interrompendo i baci.
-E dove andiamo allora?-
-Sul divano o sul mio letto anche se non è per niente grande e comodo-
-Sul divano- mi prende in braccio facendomi mettere le gambe intorno al suo bacino, sento le sue mani sulle cosce che mi tengono.
Gli dico dove si trova il grande divano in pelle e lui si dirige alla fine del bus.
I vetri oscurati sono una grande invenzione.
Si mette seduto con le spalle poggiate alla spalliera del divano e con me seduto sopra a cavalcioni.
Inizia a stringermi a se prendendomi dal sedere.
Gli levo la maglietta e lui fa lo stesso con la mia. Porta la bocca sul mio petto mentre continuo a stringergli i capelli tra le mie dita.
Mi slaccia i pantaloni e me li fa calare.
In pochi minuti siamo entrambi nudi e dobbiamo decidere chi fa cosa.
Senza dargli tempo afferro il suo pene e inizio a fargli una sega, lui inizia a mordere il mio capezzolo rendendo tutto più complicato.
Prima di farlo venire mi giro e mi metto seduto lentamente su di lui.
Sono io a muovermi mentre lui soffoca i gemiti sulla mia spalla. Io non so come trattenermi.
Arrivo al culmine quando sento la sua mano che si muove massaggiandomi le parti intime.
È doloroso ma piacevole allo stesso tempo e è...stupendo, dio.
-Ti amo- viene senza trattenersi ma non dentro di me, esce appena in tempo.
Mi fermo impietrito.
-Scu...scusa Harry, io non...- si rende conto di quello che ha detto e sembra più nervoso di me.
-Tranquillo- non so cosa dire ne cosa fare.
Cosa faccio ora?
Mi alzo dal divano e lui intimorito mi prende la mano.
-Non...non volevo-
Mi volto per guardarlo e gli sorrido dolcemente.
-Ei, tranquillo, ok?- mi chino per guardarlo meglio negli occhi.
-Ma tu non mi hai risposto e io so perché- stringe la mia mano tra le sue.
Ecco come farmi sentire una merda.
-Ma cosa dici?- cerco di liberarmi da quella situazione.
-Harry, tu ami Louis e si vede-
-Ma io voglio stare con te-
-Lo so, lo so ma non ha senso se ami un altro- mi guarda seriamente ma non lascia la mia mano.
-Non dirlo ok? Louis non c’entra nulla qui.- con la mano libera gli accarezzo la guancia.
-Mi dispiace Harry, credevo che stando qui sarebbe andato tutto meglio ma mi sono solo reso conto di quanto ho paura a lasciarti da solo con lui...mi dispiace Harry...non è che non mi fido ma...-
-Mi stai lasciando?- mi alzo lasciando le sue mani. –Tu mi stai lasciando dopo aver fatto sesso?-
-Lo vedi? Per te è sesso, Harry!-
-Per te anche-
-No! Per me non è sesso...all’inizio lo era ma adesso no- si alza anche lui e si mette i boxer velocemente.
-Non puoi lasciami! Io ho bisogno di te! Come faccio io se te ne vai?- sto andando nel panico più totale.
-Come hai fatto tutto questo tempo?-
-Pensavo a te! Pensavo che Louis non poteva nulla se c’eri tu con me!- sto ufficialmente nel panico.
-Ma io non ero con te e non ci sarò! Come faccio a stare tranquillo sapendoti qui con lui?-
-Tu mi stai lasciando perché sei geloso?-
-Perché sto impazzendo, Harry!- si porta le mani tra i capelli e si gira dando un calcio al divano.
-Non puoi lasciarmi ora. Io ho bisogno di te- porto le mie braccia intorno alla sua vita e lo stringo forte, gli lascio un bacio sulla schiena nuda e muscolosa.
-Per non pensare a lui- si allontana da me.
-No! No Kevin non...io sto bene con te...più di quando sto con Louis.-
-Allora perché non mi ami?- si gira per guardarmi.
-Non decido io di chi innamorarmi!-
Vuole andarsene? Bene. Può farlo.
-Mi dispiace Harry, voglio finirla qui prima di andarci troppo dentro-
-Vattene. Vattene adesso.-
È la seconda persona che mando via...per ragioni diverse l’una dall’altra.
Louis non mi amava, Kevin mi ama.
-Mi dispiace Harry.-
-Perché non puoi amarmi e restare con me?- non voglio piangere anche per lui, mi sono stancato.
-Perché ho paura che tu ritorni da Louis.- lo dice in maniera ovvia.
Una piccola bugia non può danneggiare nessuno no? In fondo è a fin di bene. Ho bisogno che lui resti con me.
-Ti amo. Ecco perché non devi aver paura di Louis. Perché ti amo e l’amore che ho per te mi tiene lontano da lui.- abbasso la testa per non guardarlo.
Mi accorgo che sono ancora nudo e approfitto del suo silenzio per mettermi almeno i boxer.
-Davvero?- mi inchioda con lo sguardo.
-Ti amo- alzo lo sguardo e lo trovo vicinissimo a me.
-Voglio crederti...ma ti prego non mi deludere-
Io ho fatto la stessa richiesta a Louis ma la cosa non si è conclusa nel migliore dei modi per me.
-Non lo farò- mi lascio abbracciare e ricambio l’abbraccio dopo pochi secondi.
Mi sento una merda ma non voglio lasciarlo andare.
-Fidati di me, Louis non sarà un problema-
Non voglio baciarlo, voglio continuare a stringerlo a me perché ho rischiato di perderlo e...ho avuto paura.
-So che non sarò mai come Louis, perché quando mi hai parlato di voi due avevi gli occhi lucidi e trattenevi un sorriso reso amaro dai ricordi anche quando mi dicevi perché vi eravate lasciati. Scegli adesso Harry.- mi allontana mettendomi le mani sulle spalle.
Devo scegliere tra ciò che amo ma mi fa star male e chi mi fa star bene senza amore. Insomma aver bisogno di una cosa è un conto...ma amarne una è totalmente diverso.
Però se ripenso a quel messaggio io...come ha potuto dirgli una cosa simile? Anche se non stavamo insieme mi logora. Potrebbe rifarlo.
Kevin invece non mi tradirebbe mai, è dolce e gentile con me. Kevin è il ragazzo perfetto, è quello che resterebbe a petto nudo sotto la pioggia solo per farti coprire.
Uno meno innamorato non avrebbe avuto problemi a scegliere Kevin.
Io non so che fare.
Amo Louis ma so che è la scelta sbagliata. Kevin è senz’altro la scelta migliore per la mia sanità mentale ma non è Louis.
Con Louis vedo una specie di paradiso infernale mentre con Kevin vedo solo la realtà, però è una bella realtà...anche se resterà legata a Louis.
Non voglio ferire Kevin, non se lo merita.
Ma poi devo per forza stare con qualcuno? Non posso stare da solo per qualche tempo?
Si questa è senz’altro la decisione migliore.
-Io...voglio stare da solo- abbasso lo sguardo per non guardarlo negli occhi.
-Ne con me e ne con lui?- leva la sue mani dalle mie spalle.
-Esatto. Ho bisogno di stare da solo-
-Ti capisco- odio sentire la sua voce rassegnata.
-Mi dispiace Kevin. Sappi che se avessi voluto stare bene avrei scelto te-
-Lo so, l’ho capito sai? Sono quello che ti aggiusta il cuore ogni volta che Louis te lo rompe. Ma non riesco a capire perché tu gli permetti di romperlo-
-Perché ho sempre la speranza che lui un giorno possa capire che...-
-Che più di così un suore non si può rompere?-
-No. Voglio fargli capire che non ha senso se ami una persona-
-Ma se sei tu il primo a dubitare del suo amore!-
-Questo è vero ma...la speranza e la realtà sono due cose lontane e completamente diverse-
-No, quello che tu speri può diventare realtà...ma sperare che Louis capisca è pura follia- si volta di nuovo dandomi le spalle per vestirsi.
Forse ha ragione...ma Louis è il MIO caso perso.
 
 
Kevin è andato via.
L’ho lasciato andare via senza un motivo apparente...ma che mi è preso?
Ora sto in balia delle emozioni senza di lui.
Sono un coglione.
Mi ha salutato come si salutano due amici e poi è salito in macchina senza dire nulla a nessuno.
Ora devo tornare dagli altri.
Un respiro profondo e affronta tutti.
-Harry! Dov’è Kevin?- Zayn mi poggia il braccio sulle spalle non appena inizio a camminare nello stadio.
Slaccio la presa e mi metto davanti a tutti per dare la notizia.
-Ci siamo lasciati- deglutisco rumorosamente.
Vedo tutti con le loro espressioni stupite e vedo Louis girarsi di scatto verso di me per guardarmi.
Non riesco a decifrare la sua espressione.
-Ma prima eravate tanto uniti!- Liam mi afferra una mano.
-Gli voglio bene e gli devo tanto...ma non lo amo- abbasso la testa ma alzo lo sguardo verso Louis che ora sembra vittorioso.
-Aspetta...spiegati meglio- Niall si avvicina a me.
-Mi ha detto che mi ama e io...beh non...non provo lo stesso per lui.-
-Ma...-
-Niente ma Niall, mi ha chiesto di scegliere e anche se avrei voluto davvero tanto restare con lui...non ho potuto-
-Scegliere tra lui e cosa?-
-Stare senza di lui- recupero in primis. Non mi va di dirgli la verità...almeno non tutta. C’è pur sempre Louis qui vicino.
Sento la mano di Zayn sulla mia spalla e mi volto per guardarlo mentre cerca di farmi sorridere.
Sento improvvisamente una mano che stringe la mia e mi accorgo che Louis mi sta trascinando via di li.
Mi porta dietro il bus e chiede a chi c’è di andarsene per lasciarci soli.
-Non piangere, non davanti a tutti e soprattutto non per lui, chiaro?- mi lascia la mano dopo avermi spinto con le spalle addosso al grande auto.
-Non stavo piangendo- ribatto tenendo lo sguardo fisso a terra.
-Ma andiamo! Ti conosco e so che ti stai trattenendo anche adesso- incrocia le braccia al petto e mi guarda con la sua aria da saputo superiore.
Chiudo gli occhi per non crollare ancora.
Il problema è che una volta sfuggita una lacrima le altre non riesci proprio a controllarle.
Mi ritrovo a piangere davanti a Louis, di nuovo.
Devo davvero smetterla di essere così fragile. Io non ero così.
-Perché piangi?-
-Perché lui mi ha detto che mi ama e io gli ho mentito dicendo che lo ricambiavo...ma l’ho fatto a fin di bene perché io ho bisogno di lui per stare bene senza di te, capisci? E senza di lui io mi sento solo e perso e...-
-No, tu l’hai fatto per puro egoismo, Harry.-
-Non so perché l’ho perso così...lui mi ha detto di scegliere tra te e lui e io adesso avrei scelto lui ma in quel momento io riuscivo solo a pensare a quanto ti amo quindi ho scelto di restare da solo perché non voglio comunque tornare con te ma...troppe cose in così poco tempo io non reggo- mi porto le mani sul viso per coprirmi.
Non riesco nemmeno a spiegarmi.
-Perché non vuoi stare con me? Prima avevamo deciso il contrario-  il suo tono di voce resta duro.
-Harry non è un problema, mi sembra di avertelo già dimostrato- ripeto il messaggio che mi ha costretto a fare un passo indietro.
-Ah, hai letto quindi. Come ti sei azzardato a leggere i miei messaggi, ragazzino?- mi prende un polso e mi fa togliere almeno una mano dal viso, ma l’altra lo segue per permettere al mio sguardo di puntarsi sicuro sul suo.
-Ora vuoi dire che la colpa è mia che leggo i tuoi messaggi? Sei indescrivibile Louis! Non mi chiedi nemmeno scusa che subito mi attacchi perché ti ho letto un messaggio!- forse non dovrei nemmeno urlargli contro.
-Sei egoista, me ne sono accorto solo ora. Sei solo un ragazzino egoista! Volevi Kevin vicino a te a costo di farlo stare male per un amore non ricambiato, mi ami ma non vuoi stare con me per paura di stare male ma intanto non ti importa se sto male io e hai anche fatto venire qui quel scozzese, senza contare il fatto che ora ti arrabbi perché cercavo di passare il tempo quando tu stavi con Kevin!- mi urla contro, più forte di quanto abbia urlato io prima.
-Non dare dell’egoista a me! Pensi sempre prima a te stesso che a me!-
La sua stretta sul mio polso si allenta fino a sparire, lascia scivolare il braccio al suo fianco e io faccio lo stesso con il mio.
Sembra essersi calmato.
-Nessuno dei due è un santo- sospira.
-L’unica differenza è che io non sono mai tornato ubriaco a casa, non ti ho mai fatto niente contro la tua volontà e non ti ho mai tradito- sorrido strafottente.
-Ti ricordo che tu la notte sei stato con Kevin ma mi hai lasciato la mattina dopo!-
-Per me era finita appena ti sei sdraiato su quel letto e puzzavi d’alcool.-
-Perché non mi hai fermato?-
-Brutto idiota dormivo e poi mi hai bloccato e chiuso la bocca con la mano!- io non posso crederci. Basta non voglio nemmeno più sprecarci le parole.
-Ok ok basta non voglio tirare fuori questa storia di nuovo. Ma che facciamo?-
-Voglio stare da solo, vattene!- mi volto e mi avvio verso lo sportello dell’auto.
-Harry torna subito qui!-
-Ma fottiti- entro dentro il bus e chiudo lo sportello rosso.
Prima di salire sulle scale che portano al piano superiore sento i passi di Louis.
-Tu leggi solo quello che vuoi leggere vero? Sai solo quello che vuoi sapere!-
Mi volto e lui mi lancia il suo telefono, con i riflessi pronti lo afferro al volo e lo guardo per cercare di capire il suo gesto.
“Ti prego non portarmi via Harry anche se puoi farlo, so che puoi farlo. Ma io ho bisogno di lui, lo amo. Ti prego non prenderti il mio uomo. Non sai quante notti lui pronuncia il tuo nome e io ci sto davvero male.
È solo un favore che ti chiedo e non sai quanto mi pesa farlo. Grazie.”
-Cosa...?- alzo lo sguardo per guardarlo perplesso.
-Me l’ha scritto qualche settimana fa il tuo amato Kevin.-
-Sei un...tu...tu lo sapevi...eppure prima tu...- resto basito.
-Se non mi sono più avvicinato tanto a te dopo quel bacio è stato per colpa di questo messaggio.-
-Ma prima non ti sei fatto problemi però!-
-Sbaglio o sei stato tu a baciarmi?-
-Che c’entra? Potevi scansarmi!-
-Non sono mica scemo!-
Sbuffo prima di girare i tacchi per andare di sopra dove sono i letti.
Mi butto nella mia cuccetta e inizio a leggere i messaggi che ha scambiato con Kevin.
L: “Non posso portartelo via, hai forse dimenticato il fatto che lui non mi vuole?”
K: “Questo è quello che cerca di dare a vedere”
L: “Comunque ok, mi terrò lontano da lui”
K: “Grazie amico”
L: “Non prenderla come una cosa personale ma noi non siamo amici. Un mio amico non mi avrebbe mai chiesto di rinunciare alla persona che amo”
K: “Beh è anche vero che un amico non mi avrebbe fregato il ragazzo appena me ne sono andato”
L: “Non farmi cambiare idea Kevin, lo sto facendo solo perché c’ho già provato ma non è andata come previsto”
K: “Lui cos’ha fatto?”
L: “mi ha baciato ma poi se ne è andato via dicendo che non poteva perché c’eri tu”
K: “ Ha avuto la forza di resisterti…per me. Lo adoro”
L: “Io lo amo”
La conversazione finisce e io rimetto il blocco al telefono prima di poggiarlo a terra per stare più comodo sul cuscino.
-Hai letto?- Louis si avvicina a me lentamente.
Alzo lo sguardo per guardarlo.
-Ti amo Harry.- si mette seduto a terra, vicino alla mia testa.
-Sono uno stupido- premo la faccia contro il cuscino.
-Qual è la tua colpa? Essere così facile da amare?- sorrido per il suo tono dolce.
-Sono così egoista e…ora lui sta male per causa mia- giro la testa per guardarlo. Stare a pancia in sotto non aiuta.
-Chiamalo e chiedigli scusa, digli di tornare perché hai bisogno di lui-
Spalanco gli occhi incredulo…quelle parole non possono davvero essere uscite dalla bocca di Louis.
-M tu…-
-Io niente, Harry, ho perso. Sono stato un idiota fin dall’inizio e è giusto che tu sia felice con qualcuno che non sia io-
-Ma io non lo amo, io amo te- mi alzo mettendomi seduto a gambe incrociate. Per poco non sbatto la testa.
-Ma lui ti fa star bene e prima o poi lo amerai-
-Sei odioso quando cerchi di fare il buonista- sbuffo e mi ributto con la faccia schiacciata sul cuscino.
-Che dovrei dirti? Quello che penso davvero così ti incasino ancora di più?- sento la sua presa sulla mia mano che ho lasciato sospesa dal letto. La stringe e io faccio altrettanto. Il suo pollice mi accarezza delicatamente fin dove può.
-Quello che vuoi- chiudo gli occhi e sospiro.
-Sai cosa voglio. Voglio che tu torni con me e che ti dimentichi di Kevin, voglio iniziare tutto da capo, voglio cancellare tutte le cose sbagliate che ho fatto, voglio le tue labbra, voglio il tuo sorriso rivolto a me di prima mattina e voglio il tuo cuore- poggia la testa sul cuscino, di fianco alla mia.
-Sai che è troppo presto per essere perdonato, vero?-
-Scherzi? È passato una cifra di tempo!-
-Non siamo nemmeno a metà tour!-
-Si ma ti ho tradito molto prima dell’inizio del tour-
-Ce l’ho con te anche perché non mi hai fatto il regalo e mi hai fatto sprecare tempo per cucinare cose che non hai nemmeno mangiato-
-Ero torturato dai sensi di colpa, come potevo mangiare quello che tu avevi preparato con tanto amore?- lo sento sorridere lievemente quando premo le unghie sulla sua pelle prima di tornare a stringergli forte la mano.
-Sei odioso-  sbuffo.
-Allora perché mi stringi la mano?-
-Perché tu stringi la mia?-
-Perché ti amo, stupido-
-Anche io ti amo, idiota-
-Vuoi stare con me finche qualche altra mia cazzata non ci separi?- scoppio a ridere più per la serietà con cui l’ha detto.
-Mi prendi sulla stanchezza, non è giusto-
-No, se così fosse te lo avrei chiesto dopo il concerto-
Restiamo per due o tre secondi in silenzio prima di spalancare entrambi gli occhi.
-Cazzo il concerto!- lui si tira su di scatto mentre io per scendere dal letto do una capocciata impressionante che lo fa scoppiare a ridere.
-Ma che ridi? Mi fa male!- mi massaggio la testa nel punto in cui ho dato la botta.
Continuando a ridere mi prende la mano e mi trascina correndo verso il palco.
-Perché ridi?- Niall lo guarda strano non appena arriviamo, loro stavano provando senza di noi.
Siccome Louis non riesce a parlare per quanto ride…devo farlo io che ancora mi massaggio la testa per il dolore.
-Ho dato una capocciata alzandomi dal letto per correre qui-
-Perché eravate nel letto?- Niall si fa ancora più curioso.
-Io ero nel letto, lui seduto per terra e stavamo…parlando tranquillamente ma poi ci siamo ricordati delle prove e…per sbrigarmi mi sono fatto male e lui non la smette di ridere-
Anche gli altri iniziano a ridere ma in modo più moderato. Io sbuffo e lascio la mano di Louis per incrociare le braccia al petto.
-Oddio vi siete persi una scena troppo bella- riesce a prendere fiato ma riscoppia di nuovo a ridere come un idiota.
-Dai dobbiamo provare- mi metto vicino alla mia asta mentre aspetto tutti gli altri. –Dai!-
Una volta davanti alle aste dei microfoni e con band che suona si riprendono tutti.
Anche se Louis ha ancora quel sorriso divertito che…dio quanto amo.

SPERO VI PIACCIA, SO CHE NON E' UN GRAN CHE MA MI SONO SBRIGATA A SCRIVERLO OGGI PERCHE' ERA DA UN PO' CHE NON MANDAVO AVANTI.
FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE, VOGLIO ANCHE DEI CONSIGLI SU COME MIGLIORARE ;)
ALLA PROSSIMA!

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Capitolo 11
*** What do you want? ***


What do you want?




Alla fine del concerto twitter è in delirio per colpa mia.
Ho cambiato le parole di Little things  e credo che alle fan sia piaciuto davvero molto.
L’ho fatta più personale citando Lou in “I’m in love with…” e credo che questo ai manager non piacerà affatto. Però non mi interessa, Louis ha sorriso e sembrava contento.
-Ma quindi voi due state insieme?- siamo appena saliti in macchina quando Liam ci guarda sorpreso.
Il mio no si mescola al suo si facendoci scoppiare a ridere.
-Decidetevi- Niall incrocia le braccia e ci guarda scocciato.
-In teoria stiamo insieme ma in pratica no- Louis allarga le braccia e sorride.
-Come all’inizio?- Zayn alza un sopracciglio.
-No. Io non voglio stare con lui ma in realtà lo voglio…solo che…è complicata. Vi basta sapere che non facciamo sesso e possiamo fare quello che vogliamo con chi vogliamo- sorrido e guardo fuori dalla finestra.
-Neanche io ne sono convinto ma lasciatecelo credere- Louis scherzando mi da una carezza sulla spalla e io lo scanso, iniziamo a bisticciare con le mani mentre ridiamo come idioti.
Quando smettiamo notiamo che gli altri ci guardano con gli occhi socchiusi e l’espressione di chi non sa spiegare ciò che vede.
-Ci prendete in giro vero?- Liam mantiene l’espressione.
-No, siamo seri. Insomma io lo so che mi ama e lui sa che io lo amo…solo che non stiamo insieme- alzo le spalle.
-Scommettiamo che appena uno dei due va con qualcun altro vi arrabbierete? Vi urlerete contro dicendo “Mi ami ma vai con altri”- Zayn si fa ancora più serio.
-Già e staremo da capo a dodici- Liam guarda fuori dal finestrino e saluta le fan.
-Dai fidatevi di noi- Louis mi mette il braccio dietro le spalle e mi stringe a se.
-Mmm- Niall ci guarda per l’ultima volta prima di guardare fuori dal finestrino.
-Liam lo sai che con i vetri oscurati non si vede? È inutile che saluti- Zayn lo guarda storto.
Scoppiamo a ridere.
-Giusto- Liam si porta la mano dietro la nuca e sorride imbarazzato.
Scendiamo veloci dalla macchina una volta giunti davanti all’hotel.
Andiamo tutti nella stanza di Zayn e Niall. Abbiamo scelto le camere a estrazione e io devo dormire da solo.
Da una parte è meglio.
-Piaciuto il concerto?- Liam si butta sul letto togliendosi le scarpe.
-Da morire- Louis mi guarda e sorride, abbasso lo sguardo sorridendo imbarazzato.
-Liam rimettiti le scarpe per l’amor del cielo!- Zayn apre veloce la finestra della stanza.
-Ei vorrei vedere te! Avevo i scarponi!- Liam gli fa la linguaccia e Zayn si butta sul letto sopra di lui io mi sposto per non farmi coinvolgere. Niall non la smette di ridere mentre Louis non smette di fissarmi.
Io non so dove guardare quindi decido di fissarmi sulla scena di lotta tra Zayn e Liam.
Anche se cerca di non essere troppo irruento e di esagerare…beh non c’è storia, Liam regna anche se Zayn gli sta seduto sopra.
Niall va a mettersi il pigiama e io annuncio che vado in camera mia per dormire un po’.
Mi chiudo la porta alle spalle e faccio un grande sospiro poggiandomi ad essa.
Devo solo aspettare un altro po’ poi potrò stringere Louis tra le mie braccia.
Mi spoglio velocemente e  mi metto sotto l’acqua bollente della doccia.
Quando esco spanno il vetro dello specchio con la mano per lasciar visibile solo il viso, prendo l’asciugamano e inizio a frizionarlo sui capelli per asciugarli almeno un po’, con un altro asciugamano mi asciugo velocemente il corpo e poi mi dirigo in camera da letto per mettermi sotto le tanto aspettate coperte.
Tutto questo con la luce della camera spenta. Sono un genio.
Domani appena mi sveglio devo rimettere tutto a posto perché ho lasciato tutto per terra.
 
Vengo svegliato improvvisamente dalla voce di un ragazzo che smadonna a voce bassa.
Riconosco la voce e sorrido ma senza girarmi, non apro nemmeno gli occhi.
Credo sia quasi caduto per colpa delle mie scarpe lasciate in mezzo alla stanza.
Sento le coperte alzarsi e una leggera pressione sul letto.
Ho ancora un brutto ricordo di quei gesti ma so che sta volta non è ubriaco.
Sento il suo braccio sul mio fianco che mi stringe a se, con la mano prendo la sua e le porto sul materasso, davanti a me, per averlo ancora più vicino. Il braccio sotto il cuscino non è molto comodo adesso ma non saprei davvero dove metterlo.
Sento il suo sospiro caldo sulla mia schiena nuda e sono per un attimo passato da dei brividi.
-Mi dispiace dirti che ho bisogno di te, ma non ho più paura di amare- mi lascia un bacio sulla spina dorsale.
-Louis?- ho la voce insonnolita.
-Dimmi amore-
-Sei vestito vero?-
-Ho i boxer, perché me lo chiedi?-
-Beh perché io no e ti vorrei chiedere di controllarti perché…ecco…-
Lo sento sorridere divertito e chiedermi scusa.
-Non è colpa ne mia e ne del mio amichetto se tu mi ecciti così tanto-
-Smettila, non stiamo insieme-
-A proposito di questo. Io trovo che sia una cazzata, sai?-
-Perché?-
-Perché ti amo e sapere che anche tu mi ami è una tortura se dobbiamo stare separati-
-Allora non ti amo-
-Dai non fare il cretino, ascoltami.-
-Ti è piaciuta la dedica di sta sera?-
-Perfetta…ma non cambiare discorso-
Sorrido divertito.
-Ti amo davvero tanto, Harry e voglio stare con te. Tu cosa vuoi?-
-Te- deglutisco a fatica, sentirlo a contatto così ravvicinato con me senza niente addosso e lui solo con i boxer…mi sta mettendo una certa voglia.
-Io sono qui, lo sai che mi hai-
-Non in quel senso…cioè non solo in quel senso- arrossisco.
Perché non mi sto zitto? L’ho fatto ridere.
Inizia a baciarmi la schiena e le spalle.
Lo sento che si struscia contro di me e mi impietrisco spalancando gli occhi.
-Louis…-
-Se vuoi smetto-
-N…No-
Sento che si muove, credo si stia solo togliendo le mutande.
Stringo più forte la sua mano quando lo sento sempre di più dentro di me.
-Ti amo, non sai quanto, Harry. Lasciami essere tuo…io sono nato per essere tuo- le sue parole sono trascinate dalla fatica.
Le sue gambe si intrecciano alle mie mentre cerca di muoversi lentamente.
Tutte le volte che facevamo qualcosa di…intimo era sempre dettato dal desiderio di possedersi e dalla voglia, mai dall’amore che provavamo l’uno per l’altro. Questa volta sembra diverso. Lui è più dolce, i suoi movimenti sono più dolci e anche le sue parole lo sono.
-T…Ti amo- senza volerlo premo le mie unghie sulla pelle delle sue mani morbide e mi lascio andare un gemito.
-Scusa…non ho nemmeno il lubrificante-
Sinceramente non m’interessa se non ha usato il lubrificante perché…è assolutamente perfetto.
I sospiri sulla mia schiena che mi procurano la pelle d’oca, la sua voce dolce che continua a ripetermi che mi ama, le nostre mani strette e le sue spinte lente ma decise…è la prima volta che ho sempre sognato ma che non ho mai avuto.
-Noi non possiamo essere amici, non lo siamo mai stati…gli amici non ti amano come ti amo io e dormono in letti separati- finita quella frase preme la fronte sulla mia schiena trattenendosi ancora.
Socchiudo le labbra lasciando sfuggire un sospiro, strizzo gli occhi. Gli sto torturando la mano.
Si muove per prendermi ancora la prostata…dio io…dio.
-Non lasciarmi mai- sospiro.
-Dio, Harry…mai-
-Louis-
-Amore mio-
-Dio, Louis-
-Harry!- preme di nuovo, forte, la sua fronte sulla mia schiena dopo avermi morso dolcemente. È così bello sapere che è venuto con il mio nome sulla bocca. Io lo faccio in silenzio con solo un rumore strozzato tra le corde vocali.
Senza pensarci un solo secondo mi giro per guardarlo in viso.
-Non ti ho perdonato-  sorrido contro le sue labbra mentre lui cerca di morderle sorridendo.
-Però ti sei fatto sco…- gli chiudo la bocca con la mano ma lui me la morde e mi costringe a toglierla.
-Sei un coglione lo sai?-
-Me lo ripeti in continuazione come faccio a dimenticarlo?- mi stringe la mano.
-Forse perché è vero?- gli sorrido strafottente.
-Sei così indecifrabile!- mi bacia a stampo prima di tornare a guardarmi.
-Perché?-
-Mi ami ma non vuoi stare con me, non mi hai perdonato ma ti comporti come se lo avessi fatto. Che problemi ti affliggono?- ride divertito e io gli do una piccola botta sul braccio per farlo smettere, ma sorrido anche io.
-Dimmi che mi ami- inizio ad accarezzargli i capelli facendomi serio.
-Ti amo- anche lui si fa serio e mi guarda dritto negli occhi.
-Mi dispiace Louis…io non ti amo davvero- abbasso la testa per non guardarlo.
Dove ho trovato la forza e il coraggio per dirglielo? Gli farà male?
-Cos…cosa?- si allontana un po’.
-Ora…sono più decifrabile?- alzo lo sguardo e sorrido mentre lui riprende a respirare.
-Sei un idiota! Sei proprio stupido!- mi da una botta in testa con la mano che prima mi stringeva la mia.
Ci guardiamo negli occhi mentre lui stringe i miei capelli. Ci scappa un sorriso sincero e torniamo a baciarci.
-Ti amo- gli mordo le labbra tirandole un po’ verso di me.
-Ti amo-
Restiamo per  po’ di tempo in silenzio con gli occhi chiusi.
-Stiamo insieme vero?- sembra insicuro.
-Si…sei qui con me, quindi si-
-Non intendo in questo senso, Harry.-
-Perché ne hai così bisogno? Che ti cambia? Tanto mi hai lo stesso-
-Voglio saperti solo mio e così non ne sono sicuro-
-Beh io non lo sono nemmeno quando stiamo insieme-
-Per una volta, Harry. Non puoi  continuare a fare lo stronzo per una volta che ti ho tradito- sembra lagnarsi.
-E appena usciti da X Factor?-
-Anche tu mi hai tradito in quel periodo-
-Non sapevo più se stavamo insieme o meno- alzo le spalle. Lui sbuffa prima di poggiare la testa sul mio petto, lo stringo forte a me come se fosse un bambino.
-Ti prego-
-Se per te è così iportante…ok, stiamo insieme- sospiro rassegnato.
-Non così però, devi esserne felice e entusiasta-
-Chiedimelo meglio in un altro momento- lo stringo ancora più forte.
-Almeno dimmi che mi ami-
-No…hai ragione te, non ha senso dirtelo.-
-Non mi dai mai retta, no? Adesso mi ascolti?!-
Sorrido divertito ma lui mi fa smettere dandomi un pizzico sul petto.
-Prima o poi te lo dirò-
-Mi stai forse imitando?- tira fuori il suo tono scherzoso.
-Non sono mica così disperato- trattengo le risate fino a quando non mi da una piccola botta sulla bocca dello stomaco.
-Sei un nano malefico- dico con fare scherzoso.
Sento i suoi denti stringersi per afferrare la pelle del mio petto e istintivamente mi tiro indietro, l’unico problema è che siamo troppo stretti l’uno all’altro.
-Dovresti tenere la bocca impegnata in un altro modo- lo scanso di poco per guardarlo sorridente, ricambia il sorriso.
Lo vedo alzarsi dal letto e non riesco a capire cosa stia facendo.
Mi fisso sul suo sedere, è…bello.
Dirgli “hai la faccia come il culo” è un complimento.
Si prende i boxer e va in bagno. Sento che ha aperto l’acqua.
Dovrei andarmi a lavare anche io.
Mi metto a guardare il soffitto perso nei miei pensieri.
Ma quanto ci mette Louis?
Chiudo gli occhi e mi porto le mani dietro la testa.
Sorrido non appena sento Louis salire dai piedi del letto, si infila sotto le coperte e sale fino a dove è interessato.
Sento la sua lingua sul mio testicolo destro che mi costringe ad aprire la bocca.
Lo sento arrivare delicatamente sul mio pene e, sempre lentamente, inizia a leccarlo percorrendolo tutto.
Riesco solo a immaginare la passione che ci sta mettendo. Sorrido.
Lo prende in bocca lateralmente e lo lascia con un bacio, fa lo stesso sulla cappella prima di leccarne la punta. Sento il suo sospiro caldo prima di tornare e prenderlo interamente in bocca.
Dio..la sua lingua..
Quando mi decido ad aprire gli occhi vedo solo il lenzuolo rialzato con lui sotto, porto una mano dove dovrebbe essere la sua testa e seguo i suoi movimenti.
Quando ha finito viene su strisciando sopra di me. Non riesco a trattenere la risata.
-Ma che fai?- gli sorrido prima di baciarlo.
-Ho tenuto la bocca impegnata come mi hai detto di fare, no?-
-Vorrei che tenessi sempre la bocca impegnata allora- sorrido malizioso e lui scuote la testa fingendosi esasperato ma lasciandosi sfuggire un sorriso.
-Sei un pervertito- continua a fissarmi sorridente.
-Io eh?- alzo un sopracciglio, lui si sposta leggermente di lato poggiandosi alla mia spalla, avvolgo il braccio intorno a lui per stringerlo a me.
Inizia a mordicchiarmi il lobo.
Porto la mano in una posizione scomoda per vedere se ha rimesso i boxer.
Inizio a giocare con l’elastico e a stringerlo quando i suoi baci e i suoi sospiri toccano punti fatali.
Entro con la mano e inizio ad accarezzarlo un po’, non posso fare molto dato che non ci arrivo bene.
-Dovremmo dormire un po’- sussurro sorridendo per un suo bacio dietro l’orecchio, si sta uccidendo per allungarsi solo per farmi impazzire, è fastidioso.
-Non ci riesco se continui a cercare di entrare con le dita nel mio…-
-Non essere volgare- lo blocco subito capendo la fine della frase.
-Tanto siamo solo io e te-
Levo la mano dai suoi boxer e la porto sul suo fianco per iniziare a massaggiarlo.
-L’altro giorno quando ti ho visto con la sigaretta accesa in bocca..ci sono rimasto male- volto lo sguardo altrove.
-È  solo una sigaretta-
-E se diventa un vizio?-
-Non lo diventerà, è solo una ogni tanto per scaricare il nervosismo-
-Preferisco che tu ti faccia una canna, fa meno male-
-Scusa tu puoi andare in giro per locali gay con Nick e ubriacarti quanto vuoi e io non posso fumarmi una sigaretta?- si alza un po’ per guardarmi.
-Che ti importa a te di quello che faccio con Nick?-
-Che ti importa a te se fumo?-
-Vabbè lasciamo stare- giro la testa per non guardarlo ma lo tengo sempre stretto a me mentre si rimette sdraiato con la testa sulla mia spalla.
-Buonanotte amore mio- mi da un bacio dolce sul collo.
-Notte- sono un po’ duro, ma odio quando mi risponde male e odio quando critica le mie amicizie.
Mi prende le guance con le dita e mi costringe a girare la testa, inizia a guardarmi, mantengo lo sguardo sul suo per non sembrare debole.
-Ho detto: buonanotte amore mio.- ripete in modo duro prima di baciarmi, poi sorride.
-Buonanotte amore- ricambio il sorriso e poi anche il bacio.
Mi lascia il viso e torniamo comodi per dormire.

BUONA LETTURA!
 

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Capitolo 12
*** Strowberry! ***


Strowberry!




La mattina, quando mi sveglio, lo vedo ancora stretto a me che dorme beato.
Oggi abbiamo la giornata libera, domani mattina partiamo per un’altra tappa.
Ci saranno anche i nostri genitori.  Mi rende ancora più nervoso vederli dopo tutte le voci che girano su me e Louis.
-Louis? Devo alzarmi. Amore devo andarmi a lavare- cerco di svegliarlo più dolcemente che posso.
Lo sento mugugnare qualcosa di incomprensibile prima di stringersi ancora a me.
-Dai Lou.- cerco di scansarlo.
-Vengo con te- si aggrappa stile coala.
Arrossisco all’idea di me e lui sotto la doccia insieme.
-Mi piacerebbe ma…-
-Niente ma, se una cosa ti piace la fai- affonda il viso nel mio petto.
-Ti stai comportando come un bambino- cerco ancora di allontanarlo.
-A proposito di bambini, sai chi si è svegliato prima di me?- continua ancora a nascondere il viso contro il mio petto. Capisco l’allusione e sorrido scuotendo la testa.
-Sei proprio scemo- lo dico sorridendo ma lui mi morde per “punirmi”.
Mi sforzo di più e riesco ad alzarmi e a scrollarmelo di dosso. Infondo sono più grande di lui.
Una volta in piedi mi scompiglio i capelli, dopo aver fatto qualche passo in direzione del bagno sento delle braccia intorno al collo e delle gambe intorno ai miei fianchi.
-Ma ti sei impazzito?- mi reggo per non cadere all’indietro, cerco di mantenere il poco equilibrio che ho.
-Voglio fare la doccia con te- piagnucola contro il mio collo.
-Un’altra volta dai- lo faccio scendere e lui sbuffa.
-Ma perché? Abbiamo la giornata libera, possiamo prenderci tutto il tempo che vogliamo- mi giro e lo vedo con l’espressione implorante. Un po’ mi dispiace non accettare.
-L’abbiamo fatto ieri notte- gli spiego credendo che lui capisca che è una cosa alquanto ovvia il fatto che a me non vada adesso. Ma in realtà non è che non mi va perché…sarei un pazzo se non mi andasse di stare nudo sotto la doccia con Louis, solo che non voglio per una serie di motivi che lui dovrebbe immaginare.
Non voglio perché già sta notte è stato uno sbaglio, perché io non voglio stare con lui e non dovrei andarci a letto insieme, poi perché sembrerebbe troppo farlo la mattina dopo e infine non voglio che lui pensi che io l’abbia perdonato con solo una notte simile e qualche parolina dolce.
-E allora?-
-Non voglio ok? Non voglio fare sesso con te, è già tanto se l’abbiamo fatto sta notte e fattelo bastare. Non ti ho perdonato e non stiamo insieme, avevo solo voglia.- sta volta uso un tono più duro per non doverlo rifiutare ancora una volta, non ce la farei.  Mi volto dandogli di nuovo le spalle e mi chiudo nel bagno.
 Mi porto le mani davanti al viso e inizio a strofinarlo per non permettere alle emozioni di dominarlo.
Dovrei tornare di la e chiedergli scusa? Aprire la porta per farlo entrare nella doccia con me? Dovrei piegarmi di nuovo e andare al suo comando quando vuole farlo? Dovrei buttare nel cesso l’ultimo briciolo di dignità che mi ha lasciato? Non sarò stato un po’ troppo duro? Infondo ieri notte era solo… amore…
Sento la porta della camera sbattere, credo se ne sia andato.
Entro nella doccia, l’acqua è piacevolmente tiepida.
Però volevo chiedergli ancora una cosa. Come ha fatto ad entrare ieri notte?
 
Penso all’offerta che abbiamo accettato, fare un film dovrebbe essere fantastico e dovremmo iniziare a girarlo tra poco. Chissà come risulteremo la sopra? Chissà se io e Louis…
Basta, nemmeno pensare al film mi distrae da lui.
Dovrei chiedergli scusa?
Si, sicuramente. Mi sono comportato da vero infame.
Insomma io volevo davvero passare tutta la mattinata con lui, infondo lo farei anche per tutta la vita, ma non voglio che pensi che ci voglia così poco per riavermi. Anche se si, a lui basta davvero poco.
Finito di vestirmi  vado in camera di Liam per cercare conforto.
Gli busso quasi timidamente e quando mi apre fa un sorriso così rassicurante da spingermi ad abbracciarlo.
Entro e gli racconto tutto, ovviamente non entro nei particolari.
C’è anche Zayn con lui. Ma Niall e Louis?
-Siete proprio strani voi due. Ma anche io avrei fatto così, non devi assolutamente lasciargli troppa corda, sappiamo tutti com’è fatto Louis.- Zayn si infila la maglietta nera che prima era sul letto.
-Ti sta bene- gli sorrido perché lo vedo specchiarsi insicuro.
-Forse è troppo larga- l’allarga sulla pancia per vedere meglio.
-Grazie, è mia- Liam scuote la testa sorridendo.
-Comunque, io che faccio?! Ho paura se la sia presa troppo.- volto il mio sguardo verso Liam che ora pensa ad una soluzione per me.
-Non gli hai detto cose da nulla, insomma gli hai detto che era solo sesso e che non ti andava più di farlo con lui e…-
-No, Liam. Ho paura che lui abbia capito che questo sia vero…ma tu sai che non è vero-
-Lo so, Harry. Vedi solo come si comporta oggi.- alza le spalle e mi guarda negli occhi per cercare di sostenermi.
-Non mi farà mai capire se gli ha fatto male quello che ho detto, è troppo orgoglioso lo sai-
 
LOUIS.
È da sta mattina che non vedo Harry. Ormai è quasi ora di cena.
Perché ha questi sbalzi d’umore incredibili? È odioso!
E io dovrei tornare da un matto schizzato come quello?! Sembra quasi abbia una doppia personalità!
L’unico problema è che amo entrambe le sue personalità.
Devo fare qualcosa. Non posso davvero lasciare che questa situazione mi sfugga di mano, non posso.
Trovo di nuovo Niall e me lo trascino via.
-Ma perché sempre io?- sembra lamentarsi arrendevole.
-Perché sei il primo che becco- gli spiego mentre cerco ancora di trascinarlo con me.
Usciamo per andare a comprare qualcosa che può servirmi.
Quando torniamo con tutto il materiale chiedo a quelli dell’hotel se posso tenere occupata una sala per un po’ di tempo.
Mi offrono la sala con la piscina interna e, ovviamente, accetto. È un bel posto.
Ci sono le luci soffuse e sembra davvero tutto molto intimo, gli ho chiesto di staccare anche le telecamere della sicurezza per quel po’ di tempo. Mi hanno detto che però non si possono avere rapporti intimi in nessun luogo che riguardi quella sala.
Ma cosa credono che debba farci?
Entro e chiudo la porta a chiave.
-Ora che devi fare?- Niall ormai sembra rassegnato al suo destino, lo guardo sorridente.
-Prendi questi e spargili un po’ dentro e fuori la piscina- gli do la busta piena di petali di rosa.
-E le candele?- inizia a spargerli un po’ ovunque facendo un bellissimo lavoro.
-Le metto dopo.- lo inizio ad aiutare anche io. –cioè non ho mai fatto una cosa simile per nessuno, e non dovrà mai venire a sapere, ok? Mi sento un rammollito.- mi passo le dita tra i capelli e sbuffo.
-Piantala, Louis. Vedi? È questo che da fastidio ad Harry. Sembra sempre che ti dispiaccia amarlo e,sai, non è bello essere amati così e sentirsi quasi in colpa. Sei solo innamorato,ok? E dovresti ringraziare il fatto che lui ti ricambi e queste cose sono il minimo che tu possa fare per farti perdonare di tutto quello che hai fatto. Goditela questa storia.-
Alzo lo sguardo per guardarlo, lo vedo fermo davanti a me che mi guarda quasi severamente. Poi mi sorride e mi da la busta vuota.
-Hai ragione, sai? La sto facendo pesare ad entrambi, se non anche a tutti voi.- prendo la busta e la riposo nella borsa, dopo avergli sorriso.
-Le candele?-
-Pensavo di metterle per formare una scritta, che dici?- incrocio le braccia cercando di immaginare il lavoro finito.
-Si, fico…ma ti bastano?-
-Proviamo- alzo le spalle e mi chino per prendere le candele.
Dopo vari tentativi,  mi viene precisa la scritta “I love you”. È anche grande come scritta.
Io e Niall ci mettiamo ad accenderle tutte con i due accendini che ho comprato.
Butto anche qualche cuscino a terra.
Alla fine di tutto ci guardiamo soddisfatti e ci battiamo il cinque.
Chiudo qualsiasi punto da dove possa uscire un po’ di luce e dopo aver mandato un messaggio a Zayn con scritto di portare qui Harry, spengo la luce e esco dalla stanza.
-In bocca al lupo- Niall mi da una pacca sulla spalla rassicurandomi con un sorriso che viene subito ricambiato.
Rientro non appena sento la voce di Zayn dire “zitto e vieni” ad un Harry scocciato.
Grazie alla luce delle candele capisco dove inizia la piscina e mi metto in piedi davanti al bordo, dando le spalle alla porta e alle candele.
So che queste cose si fanno di sera ma spero che gli vada bene lo stesso, io non potevo aspettare.
Non ho nemmeno pranzato per fare una cosa simile, ma ho preso la torta con fragole e panna che a lui piace tanto. Mi sazierò con quella.
Sento la porta che si apre e sorrido nervoso.
Ho le gambe un poco divaricate mentre tengo le mani strette tra di loro davanti al cavallo dei miei pantaloni…sembra quasi stia pregando.
O gli occhi chiusi quando lo sento  sorridere e chiudere la porta.
-Tu…- non riesce a parlare, sorrido sempre di più.
Riesco ad immaginarmelo, li, nervoso mentre cerca le parole giuste da dire.
-Hai fatto tutto questo per me?-
Mi volto per sorridergli, è così bello con la poca luce delle candele che lascia intravedere il suo dolce sorriso, sembra imbarazzato ma felice.
-Da pazzi vero?- sorrido e allargo le braccia.
-No…è da innamorati-
-Beh…si…io sono innamorato di te da molto tempo, sai?- non riesco a smettere di sorridere e lui nemmeno ma evita il mio sguardo.
-Si, qualcosa nella testa me lo diceva.- sembra divertito mentre si avvicina lentamente a me.
-Forse sono ricordi- gli allungo il braccio e lui afferra la mia mano.
-O forse solo sogni-
-No, anche io ricordo di avertelo già detto- lo avvicino sempre di più.
-Ma io ricordo di averlo sognato miliardi di volte- porta le sue mani sul mio petto.
-Questo non è un problema mio- sorrido stringendolo a me per la schiena.
-Stronzo- sorridendo si china per baciarmi.
-Ti amo, ho fatto tutto questo per te e tu mi chiami stronzo?- lo allontano divertito.
-Perché lo hai fatto dopo quello che ti ho detto sta mattina?-  si fa serio e cerca di evitare il mio sguardo abbassando la testa.
-Avevi la voce che tremava e non riuscivi a mantenere fermo il tuo sguardo, persino un bambino avrebbe capito che stavi dicendo una cazzata. So che per te è stato importante ieri notte e anche per me quindi per una volta buttiamo le maschere invece dei vestiti, ok?- lo ristringo di nuovo a me ma lui mettendomi le mani sul petto mi tiene il viso lontano dal suo.
-Quindi non ci sei cascato? Scusa io volevo solo che tu non pensassi che…- abbassa la testa.
-Lo so, ma ora io sono qui a chiederti perdono e a dirti che mi dispiace davvero per tutto. E voglio dirti che ti amo e che ti ho sempre amato, aspettavo solo te nella mia vita. Sei quel particolare che cambia una storia intera.-
Mi sorride e si lascia baciare.
-Accettami, forse era scritto che doveva andare così- sussurro al suo labbro prima di tornare a baciarlo.
Mi abbraccia, cazzo è cresciuto davvero tanto.
-Come ti è venuto in mente di fare tutto questo per me?-
-E ancora non è abbastanza- sospiro continuando a stringerlo a me.
Si stacca di scatto e lo vedo che con occhi luminosi guarda la torta, scoppio a ridere.
-La vuoi? L’ho presa per te- lo guardo sorridendo e lui si volta di nuovo per guardarmi e annuire.
Accendo la luce più bassa che c’è per creare quell’atmosfera da notte d’estate.
Ci mettiamo seduti sui cuscini che avevo messo li, prendo i piattini e le posate.
-Ne voglio tanta- allunga il piatto, sembra un bambino piccolo.
Lo vedo mangiare contento e…non mi interessa della regola che mi hanno imposto.
Devo trattenermi, questa non è un’occasione per fare sesso.
Inizio a mangiare anche io, il mio pezzo è più piccolo del suo.
-Ne voglio altra- posa il piatto e mi guarda sorridente.
Scuoto la testa mentre trattengo le risate.
Poso il mio piatto vuoto ma, invece di tagliargli una fetta, prendo una fragola e la passo sullo strato di panna.
Mi guarda e capendo le mie intenzioni sorride.
Apre la bocca mentre io avvicino la fragola. Mi diverto un po’ a stuzzicarlo allontanandola prima che lui possa prenderla tra i denti, poi con la panna gli sporco le labbra quando glie le accarezzo con il frutto.
Non riesco a non sorridere, lui anche sorride ma sbuffa ogni volta che si lascia sfuggire il boccone.
Mi prende il polso per farmi stare fermo ma per lottare mi fa sporcare le dita con la panna. Gli lascio mangiare la fragola e mi guarda con aria soddisfatta.
-Mi hai sporcato- gli faccio notare la panna sulle mie dita.
-Fosse la prima volta che ti sporchi le mani per colpa mia- ammicca e io sorrido scuotendo la testa. È un pervertito e non cambierà mia.
Mi prende la mano e la porta alla sua bocca, inizia a leccarmi le due dita sporche di panna. Ricorda molto un bocchino. Non può farmi questo.
Abbasso la testa sorridendo, non riesco a guardarlo negli occhi quando fa queste cose così…troppo maliziose.
Trascina via la mia mano facendola scivolare sul suo collo.
-Perché fai così?- tengo la mano dove me l’ha lasciata ma butto la testa all’indietro per contenermi.
-Così come?- so che non è davvero così innocente, è odioso.
-Cerchi sempre di eccitarmi in qualche modo, io sto qui solo per dirti che ti amo e non che ti voglio. Che poi, si, ti voglio ma preferisco amarti senza fare sesso che fare sesso senza amarti…capisci?- porto la mano dietro il suo collo e inizio a fare dei piccoli massaggi.
-Si, capisco amore mio- si avvicina e mi bacia dolcemente.
Quando si rimette comodo prende un’altra fragola da sopra la torta e inizia a mangiarla.
È una tentazione continua questo ragazzo. Dovrebbe smetterla perfino di respirare.
Che palle.
-Quindi non mi vuoi?- si lecca le dita sporche di fragola e panna mentre mi fissa con quello sguardo profondo che usa per mettermi alla prova.
-Sono qui per dimostrarti che so amare senza sesso- stringo i pugni quando lo vedo prendere la panna con il dito e leccarlo poi.
-Che dolce che sei- mi sorride mentre lascia uscire il dito.
-Già- sorrido cercando di non pensare a tutti i doppi sensi che trovo nelle sue azioni.
-Ei, ti ricordi la piscina di casa mia?- sembra illuminarsi mentre io mi irrigidisco.
-Si-
-Ci siamo messi insieme quel giorno-
-Già-
-Louis, ok che non vuoi farlo con me ma potresti almeno rilassarti e avvicinarti un po’? Mi sento come se avessi la lebbra.- sbuffa buttando dietro la testa e puntando le mani dietro la schiena per poggiarsi mentre tiene le gambe incrociate.
-Si ma non stuzzicarmi più- gli punto un dito contro.
-Allora mi vesto da donna- ride divertito e io gli faccio la linguaccia prima di avvicinarmi a lui.
Ci mettiamo sdraiati, lui ha la testa sul cuscino mentre io sul suo stomaco.
-Sai, ho scaricato una nuova canzone- inizia ad accarezzarmi i capelli.
-Quale?- chiudo  gli occhi.
-Uncover-
-Cantala-
-Nobody sees, nobody knows, we are a secret can’t be exposed. That’s how it is, that’s how it goes. Far from the others, close  to eachother.-
Mi si ferma per un attimo il cuore, ma conosco questa canzone. Come potrei non conoscerla?
-La conosci?-
-Si, è davvero bella-
-Se ti dico una cosa prometti che non riderai?-
-prometto- gli faccio vedere che non ho nulla di incrociato e lui sorride.
-Penso così tanto a noi con questa canzone che...l’altro giorno avevo gli occhi lucidi e...-
Mi alzo e mi metto in ginocchio vicino alla sua testa.
-Sei davvero dolce, Harry.- mi chino per baciarlo, lui mi accarezza la guancia e io per stare più comodo mi metto a gattoni.
-Il mondo può non accettarlo...ma io ho bisogno di te.- mi abbasso di nuovo e sfioro il suo naso col mio per poi sorridere entrambi.
-Dimmi che mi ami- è davvero un sussurro lieve.
-Ti amo- lo bacio a stampo.
-Ti amo- cerca di rubarmi un altro bacio e glie lo concedo. È davvero dolce.
Sorridendo mi rimetto sdraiato con la testa vicino alla sua e l’appoggio alla spalla. Lui gira la testa e mi da un bacio sui capelli, io faccio lo stesso e gli bacio la spalla.
-Cosa faccio quando vengono i miei?- sospira, sembra essersi fatto triste.
-Gli dirai la verità, gli dirai che ti sei innamorato-
-Sembra facile per te. L’unica che lo sa è mia sorella e anche lei ha paura per quando lo dirò a mio padre-
Mi giro per mettermi a pancia in sotto e per guardarlo meglio.
-Harry sei coraggioso, tu sei un leone ok? Non devi avere nessuna paura, ci sarò io con te. te l’ho promesso, ricordi?- gli da un bacio in guancia.
-Mi serve il tuo coraggio.- si gira e inizia a guardarmi dritto negli occhi.
-Ne hai più di quello che credi. Sei arrivato fin qui con le tue forze anche se c’ero io a renderti tutto più difficile, cazzo Harry sei una delle persone più forti e coraggiose che conosco. Molti lo sono perché dentro sono deboli e fingono di esserlo ma tu no, Harry. Cazzo sei riuscito a farmi cambiare, sei riuscito a farti amare da me come se niente fosse e non hai mai mollato, non ti sei mai arreso nemmeno quando io e tutti gli altri ti rimavano contro. Sei forte amore mio, tu ce la puoi fare.-
Appena finisco di parlare mi blocca il respiro con un bacio...non posso descriverlo...cioè è...wow.
-Eri tu l’obbiettivo finale, dovevo combattere per sopravvivere- mi spiega imbarazzandosi.
-Lo sono anche adesso, se tu glie lo dici noi potremo essere un tantino più liberi e un po’ più insieme. Non sarebbe bello essere fidanzati ufficialmente?- ci sorridiamo eccitati a quell’idea.
-Si, lo sarebbe- sospira senza staccare gli occhi dai miei.
Prendo il telefono dalla tasca dei jeans e metto in riproduzione la nostra canzone.
Appena parte “read all about it” iniziamo a baciarci in modo dolce ma con un pizzico di passione che con lui non può mancare mai. Bellissimo.
Iniziamo a canticchiarla tra un bacio e un altro.
-Voglio dire al mondo che ti amo- mi allontana tirandomi i capelli.
-Prima o poi lo diremo a tutti- torno a baciarlo.
-Quando nascondi qualche difetto e il pregiudizio ti stringe sul petto…Louis io…-
-Smettila. Non è un difetto ok?- mi tolgo con il viso da sopra di lui e mi metto seduto a gambe incrociate vicino alla sua testa che gira per guardarmi.
-Non intendevo nel senso nagativo…scusa-
-Hai sempre questa paura folle dei pregiudizi! Ma perché?! Che ti importa?! Tanto anche con tutto quello che la gente può dirti te non puoi cambiare, ne sei al corrente? Tu non puoi cambiare!- alzo di nuovo la mia maledetta voce mentre lui mi guarda stupito per la mia reazione eccessiva.
-Lou calmati. Non c’è bisogno di scaldarsi tanto.- si alza e si mette seduto davanti a me.
-Lo so ma…tu per me sei perfetto e sapere che non ti accetti e che vedi quello che sei come un difetto…mi fa rabbia. Se solo tu potessi vederti con i miei occhi capiresti.- abbasso lo sguardo e il tono di voce.
-Ti amo e sto iniziando ad accettare me stesso da quando ti ho conosciuto, mi sono detto “Se a lui piaccio davvero così allora non sono tanto male”.- alza le spalle.
Non gli rispondo mentre ancora cerco di evitarlo.
Non vedo quello che sta facendo ma sento che si sta muovendo.
Sento le sue dita sulla mia guancia e poi la sua risata scoppia fragorosa.
Mi passo la mano dove sento che ha lasciato qualcosa, è la panna della torta.
-Vuoi la guerra riccetto?- prendo della panna sulla torta mentre lui ridendo inizia a correre.
Quando lo raggiungo riesco a sporcargli il naso.
-Ora siamo pari- si ferma e allarga le braccia per arrendersi.
-Ora si- mi avvicino a lui r prendergli la mano.  Co un bacio gli tolgo la panna sul naso e lui mi lecca la guancia.
-Cosa sei? Un cane?- sorrido pulendomi con la manica.
-Ti pulisci anche? Strano di solito ti piace quando lecco- si allontana da me come se niente fosse.
-Cos…cosa?- mi volto per guardarlo.
-Dai che hai capito- si leva le scarpe e si inginocchia, prende un po’ di panna sul dito e lo porta alla bocca.
-Al diavolo- mi avvio velocemente vero di lui che continua a leccarsi le labbra con la panna e mi chino prendendo il suo viso tra le mani, inizio a baciarlo mentre lo faccio sdraiare sotto di me.
Non riesco più a trattenermi. Tanto non lo verrà mai a sapere nessuno che lo abbiamo fatto qui dentro.
Sorride soddisfatto, è quello che voleva fin dall’inizio.
-Fermo, voglio giocare un po’- mi blocca e mi fa mettere sotto di lui.
Ha il sorriso da bambino eccitato che…dio quanto amo quel sorriso.
Mi spoglia in pochissimo tempo, lui resta in boxer.
Con il coltello freddo mi cosparge il petto di panna.  Sorrido per il contatto con il materiale ma ho un po’ paura di tagliarmi.
Lui si diverte.
-Ora, cerca di non muoverti- sento che tocca il mio pene, capisco che sta mettendo la panna anche li.
-Sei odioso Harry.- sospiro.
-Dai dopo se vuoi puoi giocare un po’ te-
-Ti farò male- sorrido e lui si rilassa senza prendere quelle parole sul serio.
Inizia a leccarmi tutto il petto per pulirlo, mi morde i capezzoli e li lecca più volte, uno addirittura lo succhia tra le labbra.
Sorridendo arriva la punto agognato da entrambi.
Inizia a leccarlo come se fosse un gelato.
-Ti piace?- dico divertito.
-È più saporita la panna- mi guarda sorridendo e io scuoto la testa.
Sento le sue labbra che si chiudono sulla cappella una volta percorso tutto il tragitto all’indietro e poi succhiare sulla punta. Sento le sue mani sui miei testicoli.
Sono costretto ad aggrapparmi ai suoi capelli. Spero di non fargli male.
-Harry sto per…-
Lui come il suo solito resta la.
Quando si alza lo vedo che si lecca le labbra e sorrido.
-Perché lo fai tutte le volte?- lo costringo a venire verso di me.
-Perché mi piace e con la panna non lo avevo mai provato- sorride prima di baciarmi.
-Ora tocca a me- mi giro e lo faccio sdraiare, mi metto in ginocchio vicino a lui e prendo la penultima fragola rimasta sulla torta, levo con il coltello la parte verde dove ci sono le foglie.
-Che vuoi fare?- alza un sopracciglio.
-Girati- sorrido alzando tutte le sopracciglia, lui si allarma subito.
-No, Louis ma che…no!- si mette seduto e incrocia le braccia.
-Dai hai detto che potevo fare tutto…-
-Si, ma nei limiti! Non mi infilo una fragola nel culo!- sembra molto deciso.
-Ma poi te la tolgo- lo guardo con gli occhi che faccio sempre per convincerlo.
-No Lou, sta volta quello sguardo da cucciolo non funziona!- gira la testa e chiude gli occhi.
-Dai amore!- lo scuoto per le spalle.
-Amore un corno! Fallo tu no?- mi guarda con aria di sfida.
-Se lo fai…fai la parte attiva, ok?- sorrido sempre di più per convincerlo.
-Fai tutto quello che ti dico se lo faccio- mi guarda sicuro di se.
Annuisco allargando il mio sorriso il più possibile.
Sbuffa e si mette a pancia in giù, gli faccio levare i boxer mentre mi eccito per la contentezza.
-Ricordati che ti amo- gli dico prima di togliergli completamente l’intimo.
-Si si- scoppio a ridere per il tono passivo, credo sia nervoso.
Lo faccio mettere con le ginocchia piegate, a gattoni, le braccia sono a terra per far poggiare la testa.
Quando lo sfioro con la fragola si irrigidisce per poi calmarsi subito dopo…ma quando inizio a farla entrare piano piano lo sento sempre più teso.
Sorrido divertito, sarebbe da foto.
E pensa se avevo una banana…
Trattengo le risate.
Una volta soddisfatto del risultato avvicino la bocca alla fragola e cerco di morderla per mangiarla. Lui sorride e mi contagia.
Quando finisco di mangiarla inizio a leccare. Dopo poco infilo due dita e lui si stringe ad esse per un attimo.
Gli lascio un bacio sul sedere sorridendo.
Quando viene levo le dita e lo faccio girare per baciarlo.
-Visto? Non è stato male-
-Sei un idiota- sorridendo torna a baciarmi.
-Ora che vuoi fare?-
-Voglio entrare in piscina- sorride tirando fuori la sua espressione da pervertito, siccome gli ho promesso che avrei fatto tutto gli do retta e mi lascio trascinare in acqua.
Iniziamo a baciarci ma lui cammina e credo che già sappia dove vuole andare.
Quando sento un getto d’acqua capisco le sue intenzioni. L’idromassaggio.
-Harry che…?-
-Hai detto tutto, no? Zitto allora- mi spinge contro il bordo e sento il getto d’acqua potente sul mio sedere.
Mi posiziona precisamente e sento sempre di più il piacere che mi da. Lui continua a baciarmi ovunque gli capita.
È così piacevole. Non credevo.
Dio.  Non è quel piacere che ti fa mancare il respiro, quello opprimente, è quel piacere che ti spinge a voler restare li per ore, senti che stai sempre sul punto di venire…ma non vieni mai.
Mi sento vuoto quando mi allontana dal bordo e mi fa girare per dargli le spalle ma quella sensazione viene appagata da lui e dalle sue spinte controllate.
Torna a torturarmi il collo mentre si aggrappa ai miei fianchi. Ora il getto d’acqua è sul mio pene e, anche se non è piacevole come l’altra sensazione, mi piace. È come un massaggio. Tutto questo mentre sento Harry che entra e esce per poi fermarsi dentro e muoversi su e giù. Trasalgo di piacere quando mi prende la prostata.
Veniamo insieme , quando mi giro vedo lo sperma di Harry sparire nell’acqua cristallina.
Meno male che ci sono di depuratori sempre accesi.
-Ti amo così tanto- mi butta le braccia al collo e mi stringe a se.
Andando sott’acqua svicolo dalla sua stretta e mi allontano nuotando lentamente.
-Dove vai?- mi guarda perplesso.
-Bagnati i capelli, sei così bello quando hai tutti i capelli bagnati che ti cadono sul viso- rimango a fissarlo mentre sorridendo va sott’acqua per poi risalirne più sexy di prima.
Gli allungo una mano mentre con l’altra aiuto le mie gambe a farmi restare a galla, lui afferra la mano e si avvicina a me.
Iniziamo a baciarci e lui sorridendo mi porta sott’acqua. È pazzo? Vuole farmi mancare il fiato?
Torniamo su sempre attaccati l’uno all’altro.
Dopo qualche minuto usciamo e ci mettiamo sdraiati sui cuscini.
-Mi abbracci?- lo guardo mentre sta sdraiato con le braccia sotto la testa.
-Devi chiederlo?- toglie un braccio dalla posizione che aveva e lo allunga per prendermi dalle spalle e portarmi stretto al suo fianco.
Non vorrei mai uscire da qui.  


BUONA LETTURA!
SPERO VI PIACCIA, SE VOLETE POTETE DIRMI CHE NE PENSATE E DARMI CONSIGLI PER MIGLIORARE.
ALLA PROSSIMA XX
COMUNQUE LI AMO INSIEME  AHAHAHAHAHAH

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Capitolo 13
*** Louis Styles or Harry Tomlinson? ***


 Louis Styles or Harry Tomlinson?


-Se lo dico ai miei...prometti che mi starai vicino?-
-Certo.- mi lascia un dolce bacio in guancia che mi fa sorridere.
-Mamma non dovrebbe essere un pericolo-
-Ma io non ho capito, il problema è tuo padre o quello che sta con tua madre?-
-No, mio padre. In realtà non so come la prenderà Robin.- sembra alquanto passivo, non scorgo nessuna emozione dal suo tono di voce.
-Ci sarà tuo padre?-
-Si, ci saranno tutti-
Mi tiro su per mettermi seduto e per poterlo guardare meglio, lui mi guarda perplesso.
-Ricordi il discorso che ti ho fatto sul tuo coraggio?- aspetto che annuisce per continuare. –Ecco, non scordartelo, ok? Io dirò ai miei che stiamo insieme, domani, tu lo dirai ai tuoi.-
-Nemmeno i tuoi lo sanno?- sembra stupito.
-No, volevo aspettare te-  
-Ti amo da impazzire Lou.- si alza e con un agile mossa si mette a cavalcioni sulle mie gambe e inizia a baciarmi tenendo il mio viso tra le mani. Io appoggio le mani dietro la schiena per tenermi su.
-Aspetta.- lo scanso di poco.
-Cosa?- sembra preoccuparsi.
-Ma...quindi stiamo insieme?- scoppia a ridere e torna a baciarmi, meglio di prima.
Sorridendo ricambio il bacio.
-Qual è il ricordo più squallido che hai di un ragazzo?- chiedo sorridendo.
-Vuoi davvero saperlo?-
-Si-
-Il tuo...di quella notte- abbassa lo sguardo e io smetto di sorridere, dovevo aspettarmelo.
-Altri che non riguardino me?-
-Uno mi ha toccato il culo, uno si toccava il pacco mentre si leccava le labbra e mi guardava, uno mi si è avvicinato e mi ha chiesto, davanti a tutti, se mi andava di trescare.- alza le spalle con aria pensierosa cercando nella mente altri ricordi.
-Wow. Beh meno male che io non devo chiedertelo- allungo il collo quanto posso per tornare a baciarlo, lo sento sorridere divertito.
-Te invece?- porta le mani sul mio collo e inizia a giocare con i miei capelli.
-Mmm...boh. I ragazzini che si facevano i grandi per farsi notare, credo, poi avevano paura di imboscarsi alle feste-
-Non sono squallidi, dai-
-Non li hai visti. Era squallido il modo in cui ci provavano con le ragazze solo perché credevano che così mi avrebbero fatto ingelosire. Ma a me non importava nulla di loro, quindi.- alzo le spalle come se niente fosse e lui mi da una botta sulla spalla.
-Sei un mostro, loro volevano solo significare qualcosa per te-
-Allora potevano essere un po’ più come te- lo faccio sorridere e sorrido anche io.
-Toglimi una curiosità, come sei entrato ieri notte?- si tira più avanti verso il mio petto.
-Ho corrotto la receptionist.- lo dico in modo ovvio.
-E l’hai fatto anche per farti dare questa sala tutta per noi?-
-Si-
-Come l’hai convinti?-
-Beh quella di ieri notte mi ha fatto faticare un po’ di più ma alla fine tutti vengono.-
-Come scusa? Ci sei andato a letto?!- sento che sta per alzarsi quindi lo stringo a me cingendolo per i fianchi.
-No! Dai scherzavo riccio. Non ci sono andato a letto, è una femmina!- cerco di tenerlo buono tra le mie braccia e finalmente si calma.
-Giuramelo-
-Te lo giuro amore mio, è femmina.- gli sorrido scherzoso per addolcirlo ma lui sbuffa e gira lo sguardo da un’altra parte.
-Non intendevo giura su quello!- sbuffa ancora.
-Ok ok, lo giuro non c’ho fatto nulla- gli sorrido ancora più dolcemente.
-Già non mi piaceva come ti guardava, no? Uffa.-  incrocia le braccia.
-Amore...guarda la situazione ok? Ho appena fatto l’amore con te, che sei un ragazzo, e, secondo te, io potrei tradirti con una ragazza?- cerco di farlo ragionare ma lui sbuffa ancora, poi si calma e mi guarda sorridendo.
-Hai ragione, scusa- si lascia accarezzare i capelli prima di stringermi a se.
Mi incanto a guardarlo.
I suoi capelli, quasi asciutti, sono scompigliati e gli cadono intorno al viso come per incorniciarlo, i ricci sono più definiti, i suoi occhi verdi cercano di non guardarmi per l’imbarazzo, si è fatto un po’ rosso sulle guance e sorride in soggezione lasciando intravedere quelle fossette, una più accentuata dell’altra.
Sembro quasi in adorazione di un dio dagli occhi color smeraldo.
-La smetti di fissarmi?-
-Non ci riesco- continuo a guardarlo parlando quasi a fatica, come se mi pesasse.
-Dai mi metti in soggezione- nasconde il viso contro il mio petto, sotto il collo, e si strofina quasi fosse un gatto. 
-Ma sei bellissimo.- prendo il volto tra le mani e lo allontano per guardarlo ancora.
-Lou- cerca ancora di nascondersi ma io lo tengo fisso davanti ai miei occhi. Lui chiude i suoi sorridendo.
-No non li chiudere- mi lagno.
-No mi vergogno, smettila di guardarmi così- continua a sorridere tenendo gli occhi chiusi.
-Ti ho detto che non posso, non ci riesco-
Apre poco un occhio per guardarmi e sorridere ancora.
Si alza da sopra di me e si avvicina alla piscina, mi incanto di nuovo a guardarlo, infondo è mezzo nudo, come fai a non guardare?
Fa un tuffo preciso e quando riemerge vedo i schizzi partire dai suoi capelli.
-Vuoi stare ancora qui? Ormai è tardi, Harry.- mi alzo per farlo uscire.
-Dai ancora un po’- va sott’acqua .
-Harry! Dai andiamo a letto- gli allungo il braccio per aiutarlo a uscire da li.
-No non mi va- continua a nuotare lentamente all’indietro, mentre mi fissa divertito.
Lo lascio stare e  mi rimetto sdraiato con lo sguardo verso il mio ragazzo.
Ricordo quando è iniziato tutto per un suo capriccio, io non mi fidavo, era solo sesso. 
Ma il sesso è un attitudine e quando l’ho capito sono tornato da lui.
Ho insistito così tanto, ero diventato insopportabile. Ma lo amo.
Chissà se l’ha pensato anche lui.
lo guardavo fisso e tremavo all’idea di averlo accanto e di sentirmi suo soltanto, ero li che parlavo emozionato. Ero un imbranato.
Tutte quelle domande inutili e prevedibili.
Devo scusarmi con qualche dio se lo amo? Insomma non è colpa mia. Perché se amo qualsiasi altra persona va bene ma se amo lui no? Sarebbe davvero più giusto amare qualcuno come Eleanor? Ma che cambierebbe?  
Lui è così...mio.  
È una sensazione che mi riempie il cuore e quasi lo appesantisce, è così strano perché anche se sono solo io...sento di non essere solo.
Sento che il cuore mi può scoppiare da un momento all’altro, sento il respiro che manca anche solo pensandolo e i suoi sorrisi mi riempiono l’anima.
Non so spiegare cos’è lui per me.
Se non urlo che lo amo rischio di morire.
È mio. Harry è solo mio. Lo è sempre stato e dovevo rendermene subito conto. Che idiota.
E io sono suo, sono solo suo. È una sensazione bellissima appartenere a qualcuno e non dover più portare il peso del mondo intero da solo.
È come se il mio centro di gravità si fosse spostato e ora a tenermi con i piedi per terra ci fosse solo lui.
Sorrido appena lo vedo emergere dall’acqua con la testa e buttare i capelli dietro facendo partire i schizzi.
Dio quanto è bello.  Poi con i muscoli che ha messo su di recente...boh non ho parole per descriverlo.
Lo vedo poggiare i palmi delle mani sul bordo e fare forza sulle braccia per tirarsi su e uscire.
I boxer con l’acqua sono ancora più stretti. Peccato che sono grigi e non bianchi.
-Amore? Andiamo?- si avvicina a me e si porta i capelli dietro con entrambe le mani, quasi come se si volesse fare un codino.
È troppo, davvero troppo. Ma mi merito davvero tutto questo? A chi ho fatto un favore così grande lassù per essere ripagato così?
-Non ti asciughi?- lo guardo perplesso.
-Tanto mi butto subito sotto la doccia- alza le spalle e prende la maglietta per un asciugamano.
-Come vuoi- mi metto in piedi e lo bacio velocemente.
Esce senza dare troppo nell’occhio mentre io metto tutto a posto.
Mi sbrigo e esco senza farmi vedere dopo essermi vestito. Giro l’angolo e trovo Harry a ridere e scherzare in mutande con il personale dell’hotel. Scuoto la testa esasperato.
È proprio stupido! Non doveva saperlo nessuno che c’era lui in quella stanza con me.
Mi avvio velocemente verso di lui che ride divertito con i suoi vestiti in mano.
-Harry! Che ci fai qui mezzo nudo? Dai corri in camera a vestirti, su!- lo dico come se fossi sorpreso di vederlo e lo trascino via con me.
-Scusatelo- mi giro per sorridere alle persone che lasciamo la.
-Ma che ti prende?- entra in stanza come se niente fosse.
-Che mi prende? Ma sei impazzito!? Vai in giro mezzo nudo in un hotel a 5 stelle, la piscina in teoria era chiusa per me e tu non dovevi farti vedere!- mi butto sfinito sul letto.
-Scusa- si avvicina a me, capisco che si sente in colpa.
-Sei proprio anti sgamo eh!- lo guardo con la coda dell’occhio, tiene la testa bassa e si tortura le dita con le altre dita.
-Scusa, non pensavo che...-
-Ei? Tranquillo su, speriamo solo che non abbiano capito nulla- mi tiro su e lo abbraccio da dietro poggiando il mento sulla sua spalla.
-Anche fosse?- si gira e mi fa allontanare.
-Sei tu il primo che non vuole farlo sapere- lo guardo perplesso.
-Lo so ma...dio odio dovermi nascondere anche per le cose più semplici- si gira completamente e inizia a gattonare per farmi sdraiare sotto di lui.
-Lo so, ma hai tutto quello che hai sempre sognato.-
-Si, sono un cantante famoso...ma a quanto ho rinunciato per esserlo?- si sdraia sopra di me e mette la sua testa sulla mia spalla, tra l’incavo del collo.
Arrossisco un po’.
-Ho rinunciato alla libertà di amare qualcuno, ho rinunciato a una vita normale e alla privacy.-
-Secondo me abbiamo solo che da guadagnarci. Infondo stiamo lo stesso insieme, guadagniamo tanto, andiamo in giro per il mondo e ci divertiamo. Che vuoi di più?-
-Non siamo liberi, Lou.-
-Si questa è la parte più rognosa, ma tanto non è che gli diamo un gran che retta a quelli la-
Restiamo abbracciati per un po’.
-Vado a farmi la doccia- si alza lentamente.
-Si che dopo devo andarci anche io-
-Vieni con me?- una volta in piedi mi allunga una mano e io sorridendo l’afferro lasciandomi alzare e poi trascinare nel bagno.
-Sta volta non sei stanco? L’abbiamo già fatto.- lo prendo in giro ricordando la mattina.
-Stupido- chiude la porta del bagno e si gira per baciarmi.
-Ti amo anche io- sorrido e mi scanso per spogliarmi, lui fa lo stesso togliendosi i boxer.
Entra nella doccia prima di me che devo ancora levarmi l’intimo.
Quando entro lo faccio poggiare al muro e inizio a baciarlo mentre il getto d’acqua ci scivola addosso.
-Oggi ho una gran voglia di divertirmi- sorrido e gli mordo il lobo.
-Che vuoi fare ancora?- sorride mentre gli sfioro le parti intime con le mie, con una mano afferra i miei capelli mentre poggia il gomito sulla spalla, l’altro braccio è intorno al mio collo e lo usa per aggrapparsi a me mentre io inizio a muovermi e a strusciarmi contro di lui.
Gli chiedo dolcemente di girarsi e lui lo fa subito.
-Iniziamo a farci una bella doccia eh- prendo lo shampoo e inizio a lavargli i capelli. Si mette sotto il getto dell’acqua tiepida per sciacquarsi. Io inizio a lavarmi i capelli.
-Dai ora si fa sul serio- sorrido e prendo la spugna con sopra il bagno schiuma, inizio a passargliela ovunque mentre sorride imbarazzato e divertito. Poso la spugna e inizio a massaggiarlo su tutto il corpo per insaponarlo meglio, mi abbasso e parto da sotto per fargli le gambe, poi gli passo le mani sul sedere e poi faccio dolcemente anche le parti intime, salgo e gli accarezzo le spalle, il petto e la schiena. Scherzando gli passo le mani sul viso e lui si tira indietro.
-Scemo- mi allontana ridendo prima di sciacquarsi il viso.
Una volta finito di insaponarlo lui inizia a fare da spugna umana contro di me facendomi ridere.
-Non puoi strusciarti così però...sei troppo- mi sto eccitando da morire.
Lo volto mettendolo con la faccia al muro e mentre lo bacio sulle spalle entro delicatamente in lui.
Butta la testa all’indietro poggiandola a me e iniziamo a baciarci, è un po’ scomodo ma meglio di niente.
Intanto con una mano stringe i miei capelli. Faccio velocemente dentro e fuori per farlo impazzire.
Non riusciamo quasi a baciarci per via dei gemiti  ma le nostre labbra si sfiorano e le nostre lingue si cercano lo stesso.
Gli vengo dentro mentre lui cerca ancora di riprendere fiato dopo l’urlo trattenuto.
-Aspetta- ansimo ancora per la fatica ma sorrido per l’idea che mi è venuta.
-Devo restare così?-
-Si, ti devo solo pulire un po’.-
Prendo il tubo e inizio a togliergli un po’ il mio sperma che cola, poi prendo il bagnoschiuma e lo metto per la maggior parte sulle due dita che uso più spesso con lui. Inizio a muovere la mano come se gli stessi facendo il bidet. Lo sento sorridere divertito.
Lascio entrare le due solite dita e inizio a fare quello che a lui piace tanto. Dopo un po’ prendo il tubo e lentamente lo avvicino alla sua apertura, sorridendo sospira un po’.
-Ma che fai?-
-Ssh- gli infilo il getto e lui sospira di nuovo lasciandosi sfuggire un sorriso di piacere.
-Questo è quello che hai provato con l’idromassaggio?-
-Ti piace?-
-Da impazzire-
-Descrivimi quello che provi- lo muovo di poco per vedere se posso mandarlo più in profondità.
-Piacere, delicato e non opprimente da non riuscire a respirare. È come un massaggio delicato alla prostata e...dio, sembra come se manca un tocco per venire, sempre. È un piacere che può durare per sempre.-
-Non saprei descriverlo meglio- sorrido e gli mordo la spalla.
Mentre continuo con il getto d’acqua mi faccio una sega e anche lui se la fa.
-Continuerei all’infinito ma ti prego finisci di torturarmi.-
Spingo il getto più in profondità e l’aumento.
-Dio- sospira venendo.
-Lo rifaremo, vero?-
-Senza dubbio- sorridendo si gira per baciarmi, mi fa ridere, sembra quasi sconvolto.
Ma niente in confronto alla fragola, mi è piaciuta troppo.
Ci mettiamo sdraiati sul letto  dopo esserci  “vestiti”. Io ho solo i pantaloni del pigiama e lui ha solo i boxer.
La televisione accesa ci tiene compagnia mentre siamo abbracciati a chiacchierare.
D’un tratto sento lo stomaco di Harry brontolare e, mentre lui si imbarazza, io scoppio a ridere.
-Chiamo il servizio in camera- mi allungo per prendere la cornetta, compongo il numero.
-Pizza- sento il suo sussurro.
-Quello che hanno, Harry.-
-Dai ho voglia di pizza-
-Ok, gli chiedo la pizza-
-Pronto? Dica.-
-Sono della stanza  178 e vorrei chiederle se si può avere della pizza-
-Ah lei è il signor Styles-
-Si, posso avere della pizza?-
-A quest’ora, mi scusi, ma…-
-Ok se non si può basta dirlo. La ringrazio lo stesso- faccio per riattaccare ma la ragazza dall’altra parte mi blocca.
-Vedrò che posso fare per lei, se magari è aperta qualche pizzeria qui vicino-
-Grazie piccola, sa questo fuso orario mi uccide- Harry mi da una botta sulla gamba sgranando gli occhi.
-La capisco- sembra essersi intimidita, mi diverto troppo.
-Mi dia del tu, tesoro- Harry mi da un’altra botta, un po’ più forte.
-Oh beh…- sorride un po’ da ochetta. –Anche tu allora-
-Che fai la notte quando sei da sola?- sento Harry sbuffare e trattengo le risate.
-Guardo la tv e controllo in giro-
-Non ti annoi? Vuoi un po’ di compagnia?-
-Ti ho trovato una pizzeria aperta, come la vuoi la pizza?- svia il discorso da professionista e sorrido.
-Scegli te, piccola-
-Margherita?-
-Perfetto. Grazie tesoro, sei stata fantastica.-
-Al suo servizio- sorride.
-Buon lavoro amore- riattacco e scoppio a ridere non appena vedo Harry con la faccia incazzata e le braccia incrociate sul petto.
-La pizza ora arriva- gli sorrido ma lui resta impassibile.
-Ti è piaciuto flirtare con quella?- si gira per guardarmi e mi fulmina con lo sguardo.
-Ei ho solo mantenuto alto il tuo nome di playboy.- dico divertito, ma a lui non fa ridere.
-Sei un idiota-
-L’idiota ti sta facendo portare la pizza-
-Almeno a che gusto è?- sembra scocciato.
-Margherita, ti va?-
-Si- torna a guardare “Kill Bill, volume 2”, l’unico film che abbiamo trovato a quest’ora.
Guardo anche io la televisione e vedo Uma che cerca di scappare da una tomba poi mi volto verso di lui che è rimasto incantato a guardarla.
-Amore mio!- lo prendo alla sprovvista stringendolo forte a me.
-Lou lasciami. Dai sto cercando di vedere il film!- si dimena ma io lo stringo ancora forte e gli scompiglio i capelli.
Scoppio a ridere e lo lascio andare.
-Sei uno stupido- si imbroncia ancora e torna a guardare il film che ormai è all’ultimo capitolo, il nove.
-Ma ti amo così tanto- gli do un bacio sfuggente sulla guancia e lui si gira per darmi un bacio sulle labbra.
Sorridiamo.
Quando arriva la pizza la va a prendere Harry e io cerco di non farmi vedere. C’è la signorina che era al telefono. Vuole davvero compagnia? Meglio che se ne va.
-Ei tesoro! Grazie tante, davvero. Come posso sdebitarmi?- da uno specchio vedo che si avvicina a lei, prende la pizza, sta sussurrando al suo orecchio.
-Oh tranquillo- sembra imbarazzata.
-Grazie ancora piccola mia- gli da un bacio leggero in guancia ma è troppo vicino alla bocca. Che nervi.
Chiude la porta e torna sul letto.
-Felice ora?- alzo le sopracciglia.
-Carina però eh?- apre la scatola della pizza già tagliata.
-No. Non è carina.- alzo gli occhi al cielo.
-Si invece- ne addenta una fetta.
-Vabbè-
-Vuoi?- mi offre la pizza e ne prendo uno spicchio.
-Fico questo film- dico mentre mastico.
-Questo pezzo è bello-
-Cioè tre ore di ammazzamenti e colpi di scena e a te piace il pezzo in cui si confessano tutto?-
Dopo poco lei uccide Bill e Harry ci rimane malissimo, io rido.
-Che gran figata!- mi eccito per la fine.
-Ma no!- lui c’è rimasto parecchio male.
-Però dai finisce bene- sorrido divertito dalla sua espressione scioccata.
Una volta finita la pizza lo aiuto a pulire, spengiamo la televisione e ci rimettiamo a letto.
Mi appoggio alla testiera del letto e lo cingo a me facendogli poggiare la testa sul petto.
-Harry?- continuo a giocare con i suoi capelli con la mano che lo stringe a me.
-Dimmi-
-So che è improvviso e stupido ma...devo chiederti una cosa-
-Cosa?-
-Quando si saranno calmate le acque, quando saremo un po’ meno sotto i riflettori o magari tutto questo sarà finito...ti va di...ecco...ci sposiamo?-
Si tira su velocemente e si volta scioccato per guardarmi. Sono così imbarazzato, non avrei dovuto dirlo. Che idiota.
-Scusa lo so è troppo presto per parlarne, è che non c’ho pensato e te l’ho detto appena mi è balenata intesta l’idea e...- vengo interrotto dalle sue labbra, dolci e morbide.
-Si amore mio, si ti voglio sposare, lo farei anche ora- lo dice emozionato mentre mi bacia dove capita sul viso.
-Davvero?- lo blocco prendendo il suo volto tra le mani e inizio a guardarlo dritto negli occhi.
-Certo, non devi nemmeno chiedermelo! Dio quanto ti amo!- si butta di nuovo sulle mie labbra.
-Ti amo, Harry.- ricambio il bacio rendendolo un po’ più profondo.
-Andiamo dove è legale e giuro che ci sposeremo e poi  magari potremmo anche...-
-Ei ei calmo- scoppio a ridere. –Abbiamo tempo per decidere-
-Hai ragione, scusa- si blocca imbarazzato, gli accarezzo la guancia prima di baciarlo dolcemente ma senza lingua.
-Dai ora dormi, domani dobbiamo partire- lo faccio rimettere sdraiato sul mio petto e lo stringo più forte a me mentre lui sembra voglia quasi entrarmi dentro per quanto cerca di attaccarsi. Sorrido divertito.
Poggia il braccio sul mio bacino e mi stringe dal fianco.
Prima di chiudere gli occhi lo guardo per vederlo sorridere come un bambino felice e eccitato.
Dio quanto lo amo.
 
Aspetto pazientemente che si addormenti, io non ci riesco. Continuo a pensare alla domanda che gli ho fatto e alla sua reazione.  
Ma che mi è preso? Mi sono impazzito? Non c’ho nemmeno riflettuto un attimo! Noi non possiamo sposarci. È un sogno troppo grande perfino per noi due.  
Non si sa nemmeno se riusciamo a stare insieme per un mese intero e vogliamo addirittura sposarci.
E poi, anche se tutto questo finisse, una notizia simile riporterebbe tutto a galla...ma almeno non avremo più paura di deludere qualcuno.
Torno a guardarlo mentre dorme beatamente stretto al mio braccio che si è addormentato e informicolito.
Ha un sorriso che potrebbe mangiare una banana di lato. Chissà cosa sta sognando di così bello.
Speriamo che con il tempo si dimentichi questa faccenda del matrimonio.
Che gran cazzata che ho fatto.
Vorrei davvero passare tutta la mia vita con lui ma...il matrimonio è davvero un grande passo che non so se riesco a fare e infondo non si sa nemmeno se ci arriviamo a farlo.
E se questa nostra vita non dovesse finire? Saremo costretti ad amare per sempre qualcun altro? Come posso vivere continuando a vederlo sui giornali in compagnia di ragazze belle da togliere il fiato? E Eleanor?  Per quando possa starmi simpatica non sarà mai la ragazza che amo. E se volessero di più da noi? E se io fossi costretto a sposarmi con lei? Harry?
No non voglio pensarci.
Io amo Harry e se, contro ogni aspettativa, riusciamo a stare insieme alla fine ci sposeremo. Voglio solo che sia felice e voglio davvero avere una vita fatta di momenti passati con lui.
Mi è passato il sonno.
Sono le tre di notte, cazzo che faccio ora?
Cerco di togliere il braccio dalla stretta del riccio, senza farlo svegliare.
Credo di avercela fatta. Mi dirigo sul terrazzo con il pacchetto di sigarette e l’accendino.
Ne accendo una.
-Louis?- sento Harry e allarmato cerco con la coda dell’occhio e lo vedo assonnato sulla soglia del balcone mentre si strofina un occhio.
Mi tolgo velocemente la sigaretta dalla bocca e mi giro cercando di nasconderla dietro la gamba.
-Smettila, ormai finiscila- si avvicina a me e poggia le braccia sulla ringhiera.
Riprendo a fumare mentre lo guardo.
-Ti ho svegliato io?- gli chiedo dopo due tiri.
-Si- si gira sorridendomi.
-Mi dispiace-
-Tranquillo, almeno ho visto il tuo viso- mi alluna il braccio e, mentre butto la sigaretta dal terrazzo, mi lascio avvicinare.
-Riuscirai a dormire meglio ora- metto le mani sui suoi fianchi nudi mentre lui si poggia alla ringhiera e mi accarezza le braccia.
-Decisamente- sorride prima di sfiorare il mio naso con il suo.
-Sai, continuo a pensare che non ti merito- scuoto la testa e l’abbasso.
-No, infatti non ti meriti di essere amato così tanto. Ma che ci posso fare? Sei fortunato- sorride divertito prima di baciarmi ma io mi scanso quasi subito.
-Dico sul serio Harry. Io non ti merito- lo fisso negli occhi per fargli capire che sono serio.
-Sai che in amore non ci sono meriti, vero? Che se ti innamori di una persona non conta quanto la meriti ma conta solo quanto amore riesci a dargli con un solo sguardo e,credimi, mi stai dando tanto di quell’amore che per me è quasi impossibile non amarti-
-Quasi?-
-Niente è impossibile...improbabile si- mi sorride dolcemente.
-Quindi è improbabile che tu smetta di amarmi?-
-Sai una cosa?- mi stringe forte al suo petto.
-Cosa?- mi stringo a lui.
-Tu sei come...Superman- mi sente sorridere divertito per i ricordi che mi crea quella parola e mi strattona per farmi smettere.
-Intendevo che sei speciale come lui. Cioè lui non è come gli altri supereroi, lui non si sveglia un mattino e diventa speciale, lui lo è sempre fin dalla nascita. Tu sei speciale, Lou. Sei il mio supereroe, sei il mio Superman- mi stringe ancora più forte mentre io continuo ad arrossire ad ogni sua parola.
-Non dire stronzate su- lo spingo per allontanarmi.
-Non sono stronzate- alza gli occhi al cielo.
-Dai torniamo dentro- gli prendo la mano e lo trascino nella stanza.
Una volta sdraiati sul letto lui poggia la testa sulle mie gambe.
-Sai cosa ho sognato?- sorride mentre mi diverto ancora con i suoi ricci.
-Avevi un sorriso enorme quindi penso qualcosa di bello- lo guardo con l’espressione più tenera che ho.
-Bello? Louis mi chiedevi di sposarti! Era più che bello!- sembra quasi essersi emozionato.
-Amore? Non vorrei rovinarti il sogno ma…-
-Lo so che non è roba per te, ma volevo comunque raccontartelo quindi non sentirti in imbarazzo-
-Non per quello ma…Harry, piccolo, non stavi sognando- sorrido divertito ma cerco di essere dolce.
-Cosa?- si tira su e si gira per guardarmi.
-Ti ho chiesto davvero di sposarci...ma non credo che sia stata una buona idea in effetti-
-Scherzi? Non era un sogno? Ti amo!- mi butta le braccia al collo e io mi blocco, per un attimo, per la sorpresa.
-Harry, hai sentito quello che ti ho detto?- metto le mani sui suoi fianchi per cercare di allontanarlo, riesco ma solo di poco e mi guarda felice mentre ha ancora le braccia sulle mie spalle.
-Si ma non mi interessa. Non riuscirai a farmi smettere di sorridere- sembra un bambino che ha appena fatto i carichi di zuccheri con il suo sorriso a 33 denti.
-Tu credi che sia una buona idea?-
-Non si sa nemmeno se dureremo così tanto insieme, quindi non mi preoccupo. Solo che l’idea è bellissima in se e il fatto che tu me l’abbia chiesto è magnifico. Quindi lasciami essere felice e smettila di fare il guastafeste.-
Abbasso la testa e sorrido.
Ha ragione. Godiamocela.
-Sposami- sussurro prima di baciarlo.
-Non trovi sia stupido?- sembra mi stia mettendo alla prova.
-No, assolutamente- gli sorrido.
-Ti amo- torna a baciarmi facendomi dare una botta alla testa contro la testiera del letto.
-Aih- faccio uno scatto in avanti e mi massaggio la nuca, Harry ride divertito.
-Scusa, non volevo- continua a ridere.
-Tranquillo- continuo a massaggiarmi il punto indolenzito.
-Vuoi ancora sposarmi?- vedo la sua aria quasi preoccupata, ovviamente per gioco, e scoppio a ridere.
-Certo idiota- mi butto addosso a lui facendolo sdraiare sotto di me.
Ormai il dolore è svanito quasi del tutto.
-Ti amo- sussurra debolmente mentre resta a guardarmi dritto negli occhi.  Sento le sue gambe muoversi e mi cinge i fianchi obbligandoci a stare più stretti mentre io cerco ancora di tenermi con le braccia tese ai lati del suo volto. Quando lui sorride stringendomi io arrossisco, stupidamente, per quel contatto così improvviso.
-Non ti stanchi mai?- sorrido riprendendomi.
-Mica ti ho detto o fatto qualcosa che possa...-
-Mi stai praticamente comprimendo le palle addosso alle tue-
-Non è vero! E poi non essere così volgare- gira la testa e mi morde il braccio, istintivamente lo levo e gli cado addosso  sbattendo la mia fronte alla sua. Scoppiamo a ridere.
-Tu sei matto- rido ancora e le mie labbra vengono sfiorate dalle sue.
Improvvisamente si fa serio e inizia a baciarmi, sento una scossa di piacere ovunque mentre le sue mani si intrecciano ai miei capelli e la sua lingua continua a cercare la mia. Amo i suoi baci, sono dolci ma c’è sempre un pizzico di malizia mista a desiderio.
-Non so se sai che ti amo- mi allontana di poco per poi sorridermi.
-No, non lo so...puoi ripeterlo?- ricambio il sorriso.
-Ti amo-
-Ti amo-
-I migliori “ti amo” sono questi, quelli detti in un sussurro, quelli che non devono dimostrare nulla a nessuno, quelli sinceri-
-Quindi non vorresti mai che io lo dicessi a tutto il mondo?- alzo un sopracciglio.
-Potresti anche urlarlo ma i migliori resterebbero questi- sorride prima di darmi un bacio a stampo.
-Proviamo?-
-A fare cosa?-
-A urlarlo- mentre mi guarda perplesso, mi sfilo dalla sua presa e vado sul balcone.
-Louis? Ma che fai?- mi guarda dal letto.
-Lo urlo!- mi giro per guardarlo, sorrido.
-Cosa? Ma sei pazzo?- si alza di scatto e mi raggiunge, io mi volto per guardare la città che ci ospita.
-Tu che dici?- poggio le mani sulla ringhiera.
-Tanto non ne hai il coraggio- lo sento beffeggiarmi da dietro.
-Scommettiamo?- Ghigno divertito.
-Tutto quello che vuoi- sembra sicuro di se. Sarà ancora meglio vedere la sua faccia quando l’avrò fatto.
Inizio a prendere fiato per urlare, allargo le braccia aprendo la bocca.
-Io amo...- inizio a urlare ma vengo bloccato da delle mani che mi stanno davanti alla bocca e mi trascinano indietro.
-Zitto, idiota. Vieni dentro- sembra agitato, se potessi sorriderei soddisfatto.
Mi trascina dentro e mi lascia per chiudere la finestra. Scoppio a ridere.
-Non ne avevo il coraggio eh?- mi butto sul letto con le braccia tese dietro di me per reggermi e guardarlo.
-Ma sei pazzo?! Cazzo se c’era qualche paparazzo o qualcuno che…no, cioè non ti regoli mai Louis!- si mette le mani tra i capelli e mi da le spalle sbuffando.
-Ei tu mi hai sfidato-
-Ma credevo che tu avessi l’intelligenza di lasciar perdere!- si gira scioccato verso di me.
-Dai tranquillizzati, tanto non succede nulla- gli allungo la mano e lui l’afferra lasciandosi andare. Non è più rigido come prima.
-Torniamo a dormire? Tra pochissime ore dobbiamo partire- si mette sul letto e si sdraia al suo posto, lo seguo e lo abbraccio da dietro prendendo la sua schiena come cuscino.
-L’ultima volta che stavamo così abbiamo…- mi fa notare imbarazzato e io sorrido.
-Che problema ci sarebbe?- mi avvicino un po’ di più con il bacino e mi muovo leggermente.
-Louis! Basta. Insomma oggi non abbiamo fatto praticamente altro!- mi da una gomitata leggera per farmi smettere.
-Hai ragione, basta- gli do un bacio sulla schiena e chiudo gli occhi allontanando di poco le mie parti intime da lui.
-Buonanotte amore- mi stringe ancora di più la mano portandosela vicino al cuore.
Voglio farlo impazzire. Voglio levargli il respiro per qualche secondo.
-Buonanotte mio futuro sposo, ti amo da impazzire e non vedo l’ora di vederti su quell’altare con lo smoking.-
Raggiungo il mio scopo, non respira più. Conto fino a 10 prima di sentire di nuovo la sua schiena muoversi per il grande respiro che ha preso.
Finalmente riusciamo ad addormentarci entrambi.
 
HARRY.
Mi sveglio lentamente ma, appena prendo coscienza di dove mi trovo e delle cose che ho intorno, spalanco immediatamente gli occhi e credo di essere arrossito.
So che non è colpa sua e che è una cosa più che naturale ma…
-Louis? Lou, amore…- non riesco nemmeno a muovermi perché il suo braccio è troppo stretto a me. Cerco di svegliarlo dolcemente.
-Mmm- preme il viso contro la mia schiena e si muove per mettersi più comodo. Sento che preme e si muove e…dovrebbe smetterla.
-Louis ti prego- cerco di spostarmi io tirandomi più avanti ma le sue gambe, intrecciate alle mie, me lo impediscono.
-Harry- lo sento bofonchiare contro la mia spina dorsale.
-Svegliati dai- lo strattono un po’ muovendomi avanti e indietro…anche se mi costa.
-Mmm. Perché?- ha la voce insonnolita e quasi non si capisce quello che dice, se non fosse per la situazione direi che è davvero dolce.
-Continua a dormire se vuoi ma almeno staccati-
-Mmm. No-
-Ti prego Lou. Non voglio essere esplicito e volgare quindi capisci se ti dico che non è il caso che tu resti contro di me in questo modo-
Aspetto che passi qualche secondo prima che capisca quello che intendo.
-Ops- mi lascia libero dalla sua stretta e si gira a pancia in su quasi ridendo.
-Sai, non è che non mi piaccia ma…dobbiamo sbrigarci e avere la tua erezione mattutina che mi preme contro non è un modo per farmi sbrigare- mi alzo dal letto prendendo l’occorrente per poi dirigermi in bagno mentre lui ride ancora.
 
Finiamo di prepararci e scendiamo nella Hall dove ci stanno aspettando tutti…o quasi.
Arrivato anche Zayn, che si stava sistemando i capelli, saliamo in macchina per raggiungere l’aeroporto. Dal prossimo concerto si inizieranno le riprese del film. Questo è ancora peggio dei miei genitori.
Le prime riprese l’abbiamo fatte ma riguardavano per lo più i concerti e quindi non ero nervoso.
In macchina Lou mi stringe la mano tra gli sguardi felici di tutti…mi sento osservato e in soggezione.
Non parlo molto ma ascolto le loro conversazioni e trovo che siano stupide.
La peggio l’ha tirata fuori Niall parlando dei bidet. Ha dichiarato che dovrebbero metterli ovunque perché sono una grande invenzione e che tornato in Inghilterra lo farà presente alla regina con una lettera scrivendogli anche che agevoleranno molto anche le persone più basse di statura.
Non so come ci siano arrivati a parlarne e non so nemmeno come è finita la conversazione ma la cosa preoccupate è che Louis, che tiene ancora stretta la mia mano, gli da ragione.
Comunque, ora che ci sto pensando, la cosa più traumatica è non avere sempre il tè prima di andare a dormire. Dovrei comprarmi quegli affari che attacchi alla corrente e ti fanno anche il latte. Come si chiamano? Boh, vabbè.
Siamo arrivati in aeroporto e Louis mi lascia la mano non appena ci aprono lo sportello per farci correre dentro.
Mi fermo a fare qualche foto per non deludere nessuno ma vengo letteralmente trascinato via da Paul.
Mi lascio andare, tanto non posso competere con lui.
Aspettiamo qualche minuto in una stanza da soli prima di prendere l’aereo che ci porterà a New York per uno dei nostri concerti più importanti che, ovviamente, verrà ripreso per il film.
È la prima vera “scena” che giriamo, cioè, è la prima volta che le telecamere ci riprendono mentre non cantiamo. Spero vada tutto bene.
C’hanno spiegato come funziona e ci hanno detto che, anche se è una delle prime scene fatte,  non è detto che sia la prima a essere vista sul film. Il montaggio sarà un po’ a caso e i concerti non verranno messi in ordine cronologico, ma le interviste si e in qualche modo combacerà tutto.
Sinceramente non c’ho capito una mazza ma è il loro lavoro e li lascio lavorare.
Io mi limito al canto.
La cosa più imbarazzante? Registreranno la mia famiglia e quelle di tutti. Insomma se, dopo che dico di me e Louis, ai miei gli facessero un intervista con quelli di Louis? Non sarebbe imbarazzante? Ah che stress questo film!
Dopo pochi minuti sia io che Louis ci addormentiamo sulle comode poltroncine dell’aereo.
È strano non essere così attaccati come ieri notte…ma infondo oggi è giorno e c’è troppa luce per noi.
Cazzo, mi ha chiesto di sposarlo.
Prima o poi ci sposeremo…se duriamo.
Spero di si perché sarebbe il sogno di una vita perfetta.
Louis, mio marito.
Suona meglio “Louis Styles” o “Harry Tomlinson”?
Poi ci penseremo.


QUESTO CAPITOLO MI PIACE ANCHE SE MAGARI NON E' SCRITTO UN GRAN CHE BENE AHAHAHAHAHAH
SONO DOLCISSIMI E SCUSATE NE AVEVO BISOGNO AHAHAHAHAHAHAH
SPERO VI PIACCIA, FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE E OVVIAMENTE ANCHE LE CRITICHE.
CIAO, ALLA PROSSIMA! XX

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Capitolo 14
*** Perfect. ***


PERFECT.

 
Abbiamo chiesto alle telecamere di lasciarci soli per un momento, credo che ora stiano seguendo gli altri.
-Potete venire un attimo?- metto le mani sulle spalle dei miei prendendoli di sorpresa da dietro.
-Certo- mia madre mi sorride e mi segue dentro lo spogliatoio dell’artista.
-Anche tu papà- faccio cenno di entrare anche a mio padre.
Dentro la stanza ci sono già i genitori di Louis, sembrano tutti molto perplessi quando, io e lui, ci mettiamo davanti alla porta chiusa, uno vicino all’altro. Vorrei solo stringergli la mano adesso come adesso, ma non posso.
-Cosa c’è?- la madre del mio ragazzo ci sorride perplessa.
-Dobbiamo dirvi una cosa seria- abbasso lo sguardo e sento quello di Louis addosso.
-Avrete sentito ovviamente tutte le voci che girano su di noi...ecco...- Louis cerca di iniziare il discorso ma viene interrotto dalla risata fragorosa di mio padre.
-Lo sappiamo che sono solo pettegolezzi, infondo Harry si vede con tutte quelle belle ragazze!-
-No papà, io veramente non mi vedo con nessuna di loro, o almeno non davvero- alzo un solo angolo della bocca socchiudendo gli occhi. Sono davvero nervoso.
-Ah no?- mia madre alza lo sguardo, esterrefatta.
-No, mi obbligavano ad uscirci-
Mi tremano le gambe.
-Che intendi dire?- mio padre si allarma mentre Robin cerca lo sguardo di mia madre.
-Louis?- il padrino di Louis cerca una risposta, ovviamente sa che il figlio è gay e quindi gli basta un cenno della testa per capire. La sua famiglia ora lo sa, la mia ancora si riempie la testa di domande.
Vedo Louis indicarmi e fare cenno di no per far capire alla madre che i miei non sanno assolutamente nulla.
-Anne, tranquilla, non c’è niente di preoccupate in quello che ci stanno per dire- Johannan, la madre di Louis, guarda sorridendo mia madre e sfiorandogli una mano per darle conforto.
Louis mi stringe la mano e io vorrei solo ringraziarlo, anche se in quel momento non è il caso.
-Che significa questo?- mio padre indica il nostro gesto e a me viene istintivo lasciare la presa ma Louis non me lo permette.
Nella mia testa inizio a pregarlo di lasciarmi andare.
-Io...a me...- non trovo le parole e vorrei che Louis mi prestasse le sue.
-Ti prego dimmi che non è vero- mio padre si butta a peso morto sul divano portandosi le mani davanti al viso.
-Non sono voci infondate vero?- mia madre mi guarda, ha gli occhi lucidi.
-No- abbasso lo sguardo, sto per scoppiare a piangere.
Sento mio padre alzarsi dal divano e iniziare a camminare per il poco spazio rimasto.
-Non ci credo, non può essere- inizia a sussurrare più a se stesso che ai presenti.
-Tu stai bene così, Harry? Ami davvero Louis?- mia madre mi guarda dolcemente.
-Ma che domande sono queste, Anne?! Tuo figlio ti ha appena detto che è frocio e tu gli chiedi se sta bene!?- inizia ad alzare la voce e a indicarmi con una punta di disprezzo.
-Papà...- non so cosa voglio dirgli ma sento che devo parlare. 
-Zitto! Sei una delusione!- sento le sue mani che mi spintonano contro la porta, non reagisco, non posso.
Cazzo è mio padre.
-Non si azzardi a toccarlo!- Louis, più furioso di mio padre, si mette tra noi e lo spinge lontano da me.
-Louis fermo- lo trattengo da dietro ma lui si libera dalla mia presa con molta facilità.
-Cosa credi di fare ragazzina?-
-Ma che problemi ha lei? È davvero così stupido? Sa che urlandogli contro e trattandolo male non cambierà nulla? È semplicemente ridicolo il modo in cui si sta comportando con suo figlio!-
Non so che fare, non avevo mai visto Louis così arrabbiato ne tanto meno mio padre così nervoso e deluso…per colpa mia.
-Lui non è mio figlio, è colpa tua!- credo che mio padre con queste parole abbia davvero toccato il fondo.
Vedo Louis prendere un respiro profondo.
Prima che tutti potessero intervenire, mio padre si ritrova a terra con il labbro che gli sanguina.
-Louis ma ti sei impazzito?- il patrigno lo porta fuori da quella stanza e chiude la porta lasciando dentro solo la mia famiglia.
Io sono impietrito, non riesco nemmeno a pensare cosa potrei dire o fare.
-Tu vieni via con noi- mio padre mi punta il dito contro mentre si passa un fazzoletto bagnato sul labbro.
-Non sono un ragazzino, papà- alzo gli occhi al cielo.
-Des piantala- mia madre lo sorpassa per venire da me e abbracciarmi.
-A te sta bene?- sembra sconcertato.
-Des è nostro figlio! Smettila!- continua a stringermi mentre gli urla contro. Io non la stringo anche se so che dovrei farlo.
-Des io credo che tu stia esagerando- Robin gli poggia una mano sulla spalla per calmarlo ma lui la strattona via.
-Tu non sei mio figlio- mi punta il suo sguardo dritto negli occhi, allontano mia madre.  
-Papà ti prego non puoi...-  cerco di avvicinarmi a lui ma si allontana.
Non devo, non voglio piangere davanti a lui, sembrerei ancora meno uomo ai suoi occhi.
-Non posso cambiare, ti prego non puoi dire una cosa simile. Sono tuo figlio!-
-Questo non sei tu, tu non sei mio figlio- mi allontana dalla porta e la sbatte andandosene.
-Mi dispiace tesoro- mi madre fa per avvicinarsi ma gli faccio un cenno per fargli capire che voglio restare da solo.
-Andiamo Anne- Robin la cinge a lui portandola via.
Una volta solo mi accascio con le spalle alla porta, porto la testa sopra le ginocchia che tengo strette al petto con le braccia.
Non voglio perdere mio padre, io e lui siamo sempre stati così uniti quando ero piccolo, perché deve fare così?
Io voglio che lui sia fiero di me, per quello che faccio. Insomma ho realizzato il mio sogno più grande e vorrei che lui fosse fiero per tutto quello che sto facendo e vorrei che lo fosse per quello che sono.
Non sono una brutta persona, non lo sono affatto.
Non sono un santo, è vero, ma non ho mai fatto cattiverie o azioni cattive. Io non sono una cattiva persona.
Vorrei che fosse fiero di me per la beneficienza che faccio e perché, dopo tutto, sono rimasto con i piedi per terra e ho ancora i miei ideali, vorrei che lui potesse capire quanto amore riesco a dare senza pretendere nulla in cambio, vorrei che lui fosse fiero di me per quello che sono davvero.
Tutti gli anni passati insieme e tutti i momenti padre-figlio che abbiamo passato sono svaniti nel momento in cui ha capito che amo Louis.
Ma perché? Che problema ha la gente se amo Louis? Perché a nessuno va bene?
Perché mio padre odia quello che sono?
Odio come la parola “gay”, per lui, azzeri tutto quello che è realmente una persona.
E odio piangere per un padre che non se lo merita!
Ero quasi arrivato al punto di chiedergli scusa per essere così. Volevo dirgli che mi dispiaceva, che non è colpa mia e che se fosse stato per me mi sarei scelto una vita normale, come tutti i ragazzi della mia età.
Ma sarebbe rinnegare, ancora, me stesso e l’amore che provo per Louis.
Se l’ho deluso chiedere scusa non servirà a niente.
-Harry?- la voce del mio ragazzo risuona dolce e lieve da dietro la porta.
-Vattene- cerco di non singhiozzare.
-Ti prego, so che non è andata nel migliore dei modi ma…-
-Non è andata nel migliore dei modi? Louis, mio padre non vuole più vedermi!-
Lo sento scivolare contro la porta. Ipotizzo che possa essersi messo seduto come  me.
-Questo è un suo problema-
-Vattene Louis.- non riesco a non singhiozzare anche se vorrei essere forte.
-No- ora sembra più sicuro di prima.
-Ti prego Louis, lasciami in pace-
-Non fare cazzate, ok?-
-Ok-
-Ti amo-
-Idem-
-Quando vuoi sai dove trovarmi- ora è molto più triste, sembra un cane bastonato.
Capisco quando si alza e se ne va.
Scoppio a piangere più di prima.
Non vorrei allontanarlo ma non riesco a non farlo.
Io vorrei solo…essere il figlio che mio padre ha sempre voluto. Voglio che lui sia fiero di me.
-Harry dobbiamo prepararci per il concerto- sento la voce di Niall, mi asciugo le lacrime e mi alzo per aprirgli.
Appena lo vedo, lui fa cadere il suo sorriso, lo abbraccio forte iniziando a piangere.
Lui entra con me addosso e chiude la porta con il piede.
-Che cazzo hai fatto?- mi stringe a se.
Davvero, questo ragazzo è adorabile.
-Ho detto ai miei che sono gay e che sto con Louis e mio padre…- vengo interrotto da un singhiozzo improvviso.
-Ei calmati, ok? Tuo padre l’ha presa male?- ci allontaniamo un po’ e lui mi fa mettere seduto sul divano per poi andarmi a prendere l’acqua sul tavolino.
-Non vuole più nemmeno avermi come figlio- prendo un sorso d’acqua mentre lui si mette seduto davanti a me sul divano.
-E Louis?-
-L’ha picchiato e poi i suoi l’hanno portato via e…-
-L’ha picchiato?- mi guarda e sembra tra lo stupito e il perplesso.
-Si-
-Vieni qui, dai- sento le braccia di Niall che mi stringono e la sua maglietta contro il mio viso.
-Non doveva picchiarlo, ha solo peggiorato la situazione. È uno stupido-
-Dai che si sistemerà tutto, ora però dobbiamo prepararci-
Annuisco e mi tiro su asciugandomi le lacrime.
 
Stiamo per salire sul palco, manca uno o due minuti.
-Harry, va tutto bene?- Louis mi prende la mano, o almeno ci prova.
-SI, va tutto benissimo- gli sorrido, fingendo, per poi tornare con lo sguardo davanti a me. 
-Ok, meno male- si allontana  per tornare alla sua postazione.
-TRE...DUE...- dietro di noi è partito il conto alla rovescia per catapultarci sul palco.
Come al solito verremo portati da delle pedane al centro del palco.
Quando mi giro vedo Louis sorridermi  dolcemente, distolgo subito lo sguardo e sento la pedana muoversi.
Buon concerto.
 
Passa tutto molto in fretta.
Lui ha cercato il mio sguardo per tutto il tempo e io l’ho sempre evitato.
Credo che le parole di mio padre siano arrivate più a fondo delle sue e questo mi confonde davvero tanto.
Non so più cosa sia la scelta giusta.
-Vuoi...- Niall mi si avvicina e io capisco le sue intenzioni, gli annuisco e mi lascio portare in macchina.
-Grande concerto! Wow! New York!- un Liam sovraeccitato sale in macchina seguito poi da Louis e Zayn che ridacchiano.
-Allora? Non è stato...wow!- Liam cerca l’approvazione nei volti di tutti, sembra essere l’unico a non aver colto il senso di quel silenzio in questa situazione.
-Che è successo?- Zayn si volta verso me e Niall.
-Già, vorrei saperlo anche io- Louis mi guarda, alza un sopracciglio e tira fuori la sua aria da strafottente.
Si sente solo tirato fuori e questo non lo sopporta.
-Ho litigato con mio padre- alzo le spalle ma mantengo la testa bassa.
-Ne vuoi parlare?- Liam mi guarda, quasi come farebbe un fratello maggiore.
-Non ora- gli sorrido ma torno subito a guardare fuori incupendomi.
Arriviamo in hotel.
Io dovrei dormire con Louis, abbiamo lottato tanto per queste disposizioni.
Chiedo a Niall di venire in camera mia con gli altri, per stare tutti insieme e magari così gli raccontavo meglio, a tutti, l’accaduto.
Dopo esserci lavati e preparati per la notte ci ritroviamo tutti nella nostra stanza.
-Mi dispiace che abbiate dovuto rinunciare alla festa del dopo concerto- ammetto prendendo la birra che avevamo comprato.
-Scherzi? Non andiamo a nessuna festa se tu stai in queste condizioni!- Niall afferra la sua bottiglia e inizia a bere.
-Ora ci spieghi cos’è successo?- Zayn prende la sua ma la poggia sul comodino.
-Ho detto a mio padre che sono gay- mi metto seduto a gambe incrociate sul letto. Sono davanti a Liam con la mia birra in mano.
-Cosa?- mi guardano tutti molto spaesati.
Gli inizio a raccontare tutto mentre Louis,  in piedi vicino alla finestra, guarda fuori e cerca di non prestare attenzione alla conversazione.
-Tu hai picchiato suo padre?! Ma ti sei impazzito!?- Liam si alza per rivolgersi a Louis, che istintivamente si gira per guardarlo.
-Se lo meritava- alza le spalle prima di sedersi su una poltrona messa li più per arredo che per utilità.
-Senza dubbio ma…-
-Liam, basta, ormai quello che è fatto è fatto. Mi dispiace solo per Harry che deve avere un padre simile- si porta la bottiglia alla bocca tenendola per il collo.
-Qui ti sbagli, in teoria non ho più un padre- vorrei sembrare almeno un po’ ironico mentre continuo a berci su.
-Meglio così, era solo un coglione-
-Non parlare così di mio padre!- credo che non dovrei alterarmi così contro di lui, per difendere mio padre poi.
-Perché? Credi ancora che sia degno di stima dopo oggi?-
-Non hai il diritto di giudicarlo per…-
-Lui si? Lui oggi non si è fatto scrupoli a giudicarci entrambi! E con me ok, poteva farlo, ma tu sei suo figlio! Che razza di uomo tratta così il proprio figlio!?- si innervosisce anche lui.
-Ragazzi dai non litigate- Niall si mette in mezzo.
-È  incredibile come, dopo tutto, tu lo difendi ancora!- si alza senza dar peso alle parole di Niall.
-Cazzo è mio padre!- scatto anche io mettendomi davanti a lui.
-E allora? Resta un uomo di merda!-
-Rimangiati quello che hai detto!-
-No! È la verità!-
-Piantala! Hai sbagliato anche a picchiarlo oggi!-
Ci ritroviamo, di nuovo, ad urlarci in faccia. Questi tempi ormai sembravano lontani, ma forse è solo il letto che da quella sensazione.
-Ma ti ricordi perché l’ho fatto o l’hai dimenticato?! L’hai detto a loro?!- posa la bottiglia a terra prima di tornare a guardarmi, siamo entrambi tesi e nervosi.
-No ma non dovevi farlo, potevo fermarlo da solo!-
-Ti stava mettendo le mani addosso, Harry! Mi dispiace ma non resto fermo con le mani in mano quando picchiano la persona che amo!-
-Mi ha solo spinto!-
-Dai era chiaro che non vedeva l’ora di farti male!-
-Non l’avrebbe mai fatto!-
-Sei uno stupido ingenuo!-
Chiudo gli occhi per cercare di controllarmi, ma è inutile, non ci riesco.
Senza volerlo gli sferro un destro in faccia. Lui appena si riprende mi salta addosso per la rabbia.
Prima che potessimo davvero esagerare, gli altri ci separano.
-Smettetela!- questo è sicuramente Liam.
-Siete dei ragazzini!- riconosco anche Zayn nella confusione.
Niall mi trascina via e mi fa mettere seduto sul letto mentre Louis si lascia spingere sulla poltrona da Liam.
-Ma siete idioti?!- ecco Liam che si comporta da padre, di nuovo.
-Non rompere il cazzo- Louis butta la testa all’indietro, scocciato.
-No, ora mi ascoltate, soprattutto tu Louis.- gli punta un dito contro.  –Ora vi lasciamo qui da soli, noi siamo dietro la porta così se vi riattaccate vi separiamo. Voi chiarite questa storia perché mi avete scocciato! Vi abbiamo dato fiducia, di mezzo ci andiamo tutti!- prende le chiavi della camera e esce con gli altri al seguito.
Louis si alza e va in bagno.
I primi minuti li passiamo in silenzio.
So che è colpa mia, so che sono io ad avere reagito male ma, per quanto mio padre si sia comportato da stronzo, io tengo alla mia famiglia e mi da sui nervi quando ne parlano male.
Mi avvicino alla porta del bagno che è ancora chiusa e poggio la schiena sul legno.
-Louis, voglio scusarmi. Ho reagito male, lo so, tu volevi solo aiutarmi e devo solo ringraziarti. Io non avrei mai avuto il coraggio di andare contro mio padre nemmeno se lui avesse alzato davvero le mani.
Mi dispiace se ti ho colpito prima, mi perdoni?
Il mio problema è che ti amo così tanto da aver paura, insomma la persona che amo più di ogni altra cosa al mondo non va bene a mio padre da cui ho sempre cercato appoggio. Non sai come mi sono sentito.
Ma non voglio più rinnegare me stesso, non potrei adesso come adesso. Ti amo troppo.-
Sento i suoi passi, mi scanso e mi poggio sullo stipite, piano piano la porta si apre ma lui non esce.
-Volevo solo il suo appoggio, ma non l’ho avuto, quindi, ti prego, posso almeno contare sul tuo per andare avanti?-
Sento la sua mano sfiorare la mia che avevo lasciato inerme lungo i fianchi, poi l’afferra e quando sorrido esce fuori dal bagno iniziandomi a baciare. Ho la testa girata dalla sua parte mentre con la mano mi tiene per la guancia, siamo entrambi poggiati allo stipite, io con la schiena e lui all’angolo con la spalla. La sua mano stringe ancora la mia.
-Ti amo- sorrido per quelle piccole parole uscite dalla sua bocca, ora di nuovo impegnata con la mia.
-Ti amo-
-Ho avuto una folle paura di perderti per colpa di tuo padre- si allontana da me e gira l’angolo per poi mettersi davanti.
-Non mi perderai mai-
È tenero il fatto che sia più basso di me pur essendo il più grande d’età e questa cosa mi diverte, perché così sono sempre io a vincere. Lo sollevo prendendolo in braccio e mi avvio sul letto.
Cadiamo sul materasso e scoppiamo a ridere.
-Buonanotte!- sentiamo i ragazzi ridere e capiamo che ci stanno lasciando da soli.
-No!- Louis si alza di scatto e va ad aprire la porta. –Potete restare eh. Dai qui ci sono ancora le birre- sorridendo li invita ad entrare di nuovo.
Io mi metto con la schiena poggiata alla testiera del letto, Louis è tra le mie gambe che sono aperte ai suoi lati, Niall è sdraiato davanti a noi e vicino ha Zayn che ha il braccio teso verso Liam che gli tiene la mano mentre è rannicchiato sulla poltrona.
Le bottiglie vuote di birra sono a terra e i mozziconi di sigarette sono sul portacenere che si trova sul comodino. Gli unici a non fumare siamo io e Niall ormai.
-Sapete, molti dicono che ci stiamo allontanando dalle fan- Liam continua a giocare con i polpastrelli di Zayn che non smette di sorridere.
-Che stronzate- Niall si gira di schiena.
-Un giorno dovremo tipo travestirci e andare in giro a rompere le palle alla gente- Louis ride divertito tra le mie braccia. Noi tutti lo seguiamo.
-Dai facciamolo!- Niall ancora ride ma sembra davvero entusiasta di questa idea.
-Un giorno- lo liquida Zayn sbadigliando, lo seguo sbadigliando dopo di lui.
-Hai sonno, piccolo?- Louis si volta per guardarmi.
-No tesoro, è solo che i sbadigli sono contagiosi- gli sorrido prima di sfiorargli la guancia con il naso.
Dopo di me sbadiglia anche Liam.
-No vi prego, sono fastidiosi i sbadigli!- Niall si tappa le orecchie mentre noi per scherzare iniziamo a sbadigliare per finta.
Scoppiamo a ridere mentre Niall sbuffa.
-No no no. Non mi ridere sul collo!- Louis si contorce per allontanare la sua pelle dalle mie labbra.
-Cosa?- vengo colto di sorpresa.
-Mi da fastidio…cioè ho i brividi- gira la testa per scrocchiare il collo e rotea le spalle per riprendersi.
-Non lo sapevo, scusa- sorrido costringendolo ad appoggiarsi di nuovo al mio petto.
-Guardateli che carini!- Niall sorride, credo ci stia prendendo in giro.
-Sappiate che rosico- Liam incrocia le braccia.
-Ma non viene domani Danielle?- gli chiedo sorridendo.
-Si ma stiamo un po’ in crisi…boh.- alza le spalle.
-Io invece sto davvero bene con Eleanor- Louis sembra serio e tutti lo guardano perplessi.
-Beh se è così anche io sto bene con Taylor.-
-Ma non ti ci eri lasciato?- mi guarda girando di nuovo la testa.
-Falso allarme, ansi dovrebbero uscire delle nostre foto qui a New York.-
-Non sanno più che cazzo inventarsi- Niall scuote la testa. –Te Zayn?-
Ci giriamo tutti verso Zayn ma…sta dormendo.
Liam si alza dalla poltrona e prende una coperta da dentro l’armadio, quelle che ti danno per ogni evenienza, e glie la poggia delicatamente sopra.
-Se volete vi lasciamo soli- Niall ci sorride interrompendo il nostro quasi bacio.
-No, potete restare se volete- gli sorrido evitando le labbra di Louis che stavano ancora aspettando.
Quando Louis ha girato la testa sono sicuro che gli abbia detto qualcosa che li ha fatti andare via.
Liam si è incollato la carcassa di Zayn portandolo a mo’ di principessa.
-Di nuovo soli eh- si volta mettendosi in ginocchio e mi sorride.
-Che gli hai detto per farli andare via?-
-Ho sussurrato un piccolo “grazie” e hanno semplicemente capito- alza le spalle.
Porta una mano dietro la mia schiena per reggersi senza cadermi addosso e l’altra sul mio petto per spingermi giù.
-Non voglio fare sesso, Louis.- sorrido scuotendo la testa.
-Nemmeno io- si avvicina ancora, arriva a far toccare il suo petto al mio.
-Ah no? E allora cosa vuoi fare?- non riesco a smettere di sorridere.
-Voglio solo provare a vedere che succede se…-
-Se?-
-Faccio così- con la mano che era sul mio petto inizia a scompigliarmi i capelli e con l’altra si da la spinta per alzarsi quando io cerco di ribellarmi e di bloccarlo.
Inizia a ridere mentre cerco di prenderlo per tutta la stanza, salta in piedi sul letto e mi fa la linguaccia.
Se la cava solo perché sono un po’ più goffo di lui.
-Dai prendimi, so che ti piace- sembra davvero divertito mentre fa le sue solite battutine squallide che mi fanno sorridere tra le guancie rosse.
-Preferisco Nick.- lo guardo con aria di sfida e lui sorridendo sbuffa.
-Credevo preferissi il diffusore della doccia-
-Ah ah divertente. Ma di solito preferivi prendere in bocca le banane, non le fragole.-
-E anche tu preferivi qualche altra cosa ma non ti sei lamentato nemmeno della fragola- incrocia le braccia.
-Beh tu ti dai all’idromassaggio- alzo le spalle sorridendogli come per dire “che ci posso fare” e lui trattiene le risate.
-Se l’avessi provato non rideresti- lo dice convinto puntandomi un dito contro.
Non mi trattengo e scoppio a ridere come un cretino.
-Dai superman scendi da la- gli faccio un cenno del capo trattenendo ancora le risate.
-Facciamo per un attimo che sia tu superman.-
-E tu chi sei? La damigella in pericolo?- sorrido, sta volta faccio io lo strafottente.
-Sono tutto quello che vuoi. Come mi salveresti?- si porta la mani sui fianchi e mi guarda con aria di sufficienza.
-Ti direi di buttarti tra le mie braccia e di fidarti perché non ti lascerei mai cadere- mi faccio serio avvicinandomi al bordo del letto.
-E se io non mi fidassi?-
-Guardami negli occhi- fa come gli dico e mi sorride mentre io cerco di portare avanti seriamente la nostra recita da ragazzini.
Apro le braccia e lui ridendo mi si butta addosso, riesco a prenderlo anche se barcollo un po’.
-Preferisci davvero Nick?- mi guarda mentre mi stringe le braccia intorno al collo e cerca di tenersi su.
-No…in realtà se proprio devo scegliere prendo Ed.-
-Ma la smetti?!- mi da uno schiaffo dietro il collo.  È dolce quindi gli sorrido divertito.
-Ma lui è dolce- m difendo mentre cerco di tirarlo un po’ su per prenderlo meglio dalle cosce.
-E io no?-
-Fammi pensare….mmm….no!-
-Stronzo-
-Visto? Lui non me lo avrebbe mai detto-
-Ma piantala- si china per baciarmi mentre stringe i miei capelli dietro la nuca.
Dopo un po’ lo poso per terra e mi butto sul letto sospirando, lui incuriosito si avvicina e si mette sdraiato di fianco a me.
-E ora?- gira la testa per guardarmi, faccio altrettanto e gli sorrido.
-Parliamo un po’- alzo le spalle.
-Non abbiamo già parlato abbastanza?-
-Dai scemo, parliamo di tutto e di niente…in generale-
Si tira su mettendosi a gambe incrociate, lo seguo mettendomi davanti a lui.
-Parliamo di cose…mmm…di segreti. Il tuo segreto più grande?- si eccita sorridente come mai.
-Tu. Il tuo?- ci sorridiamo dolcemente e ci prendiamo le mani.
-Noi. – mi stringe la mano. –Mmmm…so praticamente tutto di te..che ti chiedo?-
-Mmm…il posto più strano dove l’hai fatto?-
-Su un materasso ad acqua- ammette sorridendomi.
-No, ci voglio provare anche io!- inizio a battere le mani euforico e lui mi promette che un giorno lo faremo. Credo lo stia facendo solo per farmi smettere.
-Tu?- mi indica con la testa.
-Su una moto…ma anche su un bancone del bar….no la moto vince.- faccio per pensarci ancora un attimo ma quando riporto lo sguardo su di lui lo vedo che mi guarda perplesso e mi chiede una spiegazione con lo sguardo.
-No, io non ti ho chiesto con chi l’hai fatto sul materasso ad acqua- incrocio le braccia e giro la testa chiudendo gli occhi.
Non voglio parlargli di Kevin.
-Scusa tu mi avevi detto di essere vergine giusto? E la prima volta è stata con me quindi…-
Vede che le cose non quadrano e mi guarda cercando di capire ma quando si rende conto della mia faccia spalanca gli occhi e apre la bocca stupito.
-Chiudi la bocca sennò ti entrano dentro i moscerini…e non solo quelli-
-Dimmi che la tua prima volta non è stata con Kevin, ti prego.- si riprende, per modo di dire.
-Beh no, la prima volta sei stata comunque tu…ma diciamo che lui è stato il secondo tentativo, decisamente uscito meglio- serro i denti muovendo i muscoli della mia bocca verso il basso e socchiudendo gli occhi.
-Sulla moto?-
-Sulla moto- confermo.
-Sul bancone del bar- sembra incredulo.
-Con gli alcolici- sottolineo annuendo con la testa.
-Quindi il Superman…-
-No è stato bellissimo, davvero, ma non è stata la prima volta dopo…quella notte ecco.-  abbasso la testa cercando di sorridere, evito di guardarlo.
-Quale vorresti fosse stata davvero la tua prima volta?-
-Quella della sera in cui ti sei intrufolato in camera mia- alzo lo sguardo, sembro intimorito ma ho paura che ci sia rimasto male.
-È  piaciuto molto anche a me- si lascia andare ad un sorriso dolce e si china per avvicinare il suo viso al mio.
Sento il suo respiro passare attraverso i capelli che mi sono caduti sulla fronte,  poi la sua testa che tocca la mia e alla fine il suo naso che cerca il mio costringendomi ad alzarla, ho ancora i capelli davanti ma lo sento sorridere e poi le sue labbra che sfiorano delicatamente le mie ma senza baciarle, quando lui lentamente, molto lentamente, si scansa io le seguo quasi come se fossero una specie di calamita e cerco di mantenere sempre quel contatto anche se minimo.
Con gli occhi chiusi mi sporgo talmente tanto da perdere quasi l’equilibrio e sono costretto a mettermi in ginocchio, continuo a seguirlo. Capisco che vuole mettersi sdraiato, non ho nulla in contratrio…basta che mi lascia baciare quelle labbra.
Sono tipo una droga e credo che lui lo sappia e se ne approfitti. L’ha fatto anche quella notte in spiaggia, la prima notte, quando io non volevo entrare in acqua con i boxer bianchi e lui per farmelo fare mi tentava con le sue labbra e la promessa di un bacio.
Quando vengo costretto a sdraiarmi sopra di lui, sorride e si bagna le labbra con la lingua ma siccome siamo vicini sfiora anche le mie provocandomi, più di prima, la voglia di baciarlo.
Scivola da sotto di me e quando vede che mi sta perdendo si ferma per lasciarsi sfiorare la bocca ma quando credo di poterlo baciare lui si allontana ancora. Mi sento un idiota ma continuo il suo stupido gioco che spero si concluda con un bacio.
Ormai lui è con la testa fuori dal materasso e io sono convinto di averlo in pugno, prima di riuscire a baciarlo lui capovolge la situazione portandosi sopra di me.
-Ti prego- lo imploro talmente a bassa voce da non sapere nemmeno se mi ha sentito o meno.
Cerco di allungarmi per baciarlo ma non ci riesco, sembro un bambino che lotta per il suo giocattolo e quasi non scoppia a piangere.
Mi guarda dritto negli occhi e, credo, capisce il mio bisogno perché finalmente si abbassa per lasciarsi baciare. 
È il bacio più atteso del mondo credo e non avrei potuto chiedere di meglio.  È dolce, bello, sorprendentemente intimo. Mi sembra come se io fossi un tossicodipendente e che quella sia la mia dose di droga dopo un anno.
Punta le mani sul materasso per non lasciarci scivolare, la mia testa è fuori ma grazie al collo messo nella giusta posizione, all’angolo del materasso, riesco a stare comodo mentre Louis mi bacia.
Istintivamente porto le mani sul suo sedere coperto dai boxer e quel gesto rende, in qualche strano modo, il bacio più profondo e intenso.
La serie di baci non finisce mai e non voglio che finisca.
Ci stacchiamo solo per riprendere fiato ma poi continuiamo subito dopo, non so chi ne abbia più bisogno, se io o lui, ma sento che in qualche modo quello che stiamo facendo è più profondo e intimo delle nostre solite scopate.
È bello da morire.
Sento ripetutamente la sua lingua che accarezza la mia, si incontrano nel mezzo delle nostre labbra, ora vicine e ora lontane.  È dannatamente perfetto.
Mentre gli bacio il labbro inferiore lui si diverte con quello mio superiore, poi, per necessità, sono di nuovo spinto a cercare la sua lingua.
Per qualche assurdo motivo io non voglio altro adesso come adesso, mi basta baciarlo, mi basta averlo così, mio, sopra di me, mi bastano le sue labbra e quel poco di contatto che c’è tra il mio petto nudo e il suo, coperto dalla stoffa della maglietta, e nonostante tutto questa resterebbe la sensazione più bella del mondo.
Mentre lo bacio tutto il mondo sembra sparire, perdo ogni contatto con la realtà e mi circondo di emozioni che posso provare solo con lui.
Qui e adesso io sento di poterlo amare per una vita intera e se c’è vita dopo la morte lo amerò anche in quella di vita.
Tolgo le mani e le lascio scivolare sul materasso per prendere le sue che sono ancora ai miei lati. Intrecciamo le dita come se fosse la cosa più naturale del mondo.
In questo momento non ci sono telecamere, non ci sono sguardi e occhi che ci impongono il loro ideale di vita,  non c’è nessuno e nessuno ci può vedere.
In questo momento nel mio corpo non c’è che amore, è nel cuore, nella mente, mi scorre nelle vene e riempie le arterie. Sento ogni singola cellula del mio corpo piegarsi sotto quella sensazione e ambientarsi comodamente contro di lui.
Mi sento pieno ma so che potrei continuare oltre anche se ho bisogno di respirare per riprendere fiato e regolarizzare i battiti. Sono pieno e ne voglio ancora, è come la storia della doccia…manca sempre quel poco per arrivare al culmine che però non arriva mai e ti senti impotente e vorresti svuotarti piangendo, o per gioia o solo perché ne hai un dannato bisogno per far spazio ad altri baci, ad altre sensazioni.
Quando si allontana mi sento mancare il fiato, sta volta non perché me lo blocca con un bacio, ma perché cerco di baciarlo ancora solo che lui non si lascia avvicinare e questo mi crea confusione.
-L…Louis- alzo la testa, quel poco che posso, per poterlo baciare di nuovo, ma non ci riesco e mi sento di nuovo un bambino che cerca il suo giocattolo.
-Ssh- ho ancora gli occhi chiusi quando sento il suo dito bloccarmi le labbra.
Lo sento muoversi per tirarsi su, si blocca una volta che è riuscito a mettersi a cavalcioni.
-Che vuoi fare?- mi costringo ad aprire gli occhi e a far andare definitivamente via tutta la magia che mi ero creato intorno a noi.
-Stavo immaginando cose e…ho dovuto fermarmi, scusa- sorride imbarazzato mentre con lo sguardo basso cerca di non prestare troppa attenzione al mio petto.
Decido di agire e non di lasciar che lui decida per entrambi, io voglio quelle fottute labbra.
Porto la mia mano dietro il suo collo e lo costringo ad abbassarsi, ritorno a baciarlo.
Quando tutto sembra essere tornato magico come prima, o quasi, il mio telefono inizia a ricevere un messaggio dopo l’altro.
Louis cerca di tirarsi su ma io lo trattengo ancora.
-No…no Harry, rispondi…è odioso baciarti con questo baccano- lo lascio andare e sbuffo.
Allungo il braccio per arrivare al telefono che sta caricando sul comodino vicino al cuscino del letto.
Lo porto davanti ai miei occhi e lo sblocco. Ho 5 messaggi su whatsapp.
Apro l’app e scopro che sono tutti di Kevin. Sgrano gli occhi e opto per uno sguardo e fuga…il problema è che lui ora sa che sono entrato e li ho visualizzati e ci resterà male.
Il primo è un normalissimo “mi manchi” e posso accettarlo. Quelli dopo son un po’ più duri e arrabbiati…sono scritti in modo pessimo quindi credo sia ubriaco o almeno lo spero, così ho una giustificazione per quelle parole.
In uno mi da del bugiardo perché gli avevo detto che sarei restato solo, senza fidanzarmi, quando adesso mi immagina sotto di Louis a “farmi inculare”…testuali parole.
Gli altri sono solo pieni di rabbia e risentimento…a parte uno in cui mi chiede di parlare perché gli manca la mia voce.
Io non credevo di significare così tanto per lui.
-Chi è?-
Sposto lo sguardo su di Louis e gli sorrido per rassicurarlo, poi torno ai messaggi e rispondo con un “Giuro che appena ho tempo ti chiamo”.
Mi risponde subito con un “ti amo” e io mi ritrovo di nuovo spiazzato, non so che scrivergli per non farlo restare male ma restando un po’ distaccato.
“Ora riposati e non fare cazzate”.  Prima che possa bloccare il telefono e posarlo, Louis, me lo toglie dalle mani e il sorriso vittorioso che aveva scompare non appena legge i messaggi.
-Louis, io…-
-No è tutto ok. È lui che ti ha scritto e tu stai solo cercando di essere gentile come il tuo solito…infondo non si merita nemmeno di essere trattato male da te dato che è stato la tua effettiva prima volta.- mi lancia il telefono sul petto e si toglie da sopra di me.
-Piantala, lo sai che non hai motivo per essere geloso.- mi metto seduto dandomi lo slancio con le braccia.
Lo vedo prendersi una sigaretta dal pacchetto.
-La vuoi smettere di fumare?!- mi alzo velocemente dal letto e gli tolgo quella roba dalla bocca.
-Puoi chiamarlo anche adesso se vuoi- si riprende la sigaretta che era tra le mie dita e va alla finestra.
-Che coglioni che sei Louis! Sicuramente sarà ubriaco e non ha pensato a quello che ha fatto, glie ne vuoi fare una colpa? Ricordi tu che hai fatto da ubriaco? Lo chiamo 5 minuti e poi giuro che non succederà più.-
-Come faccio a scordarlo se me lo ricordi sempre e me lo rinfacci in continuazione?! E come faccio se io mi torturo ogni giorno pensando che non farò mai abbastanza per farmi perdonare da te?! –
Non voglio che urli ma da sui nervi.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio da dietro, volta la testa quel tanto che basta per lasciarsi baciare.
-MI dispiace- sussurro.
-Dispiace anche a me. Ora chiamalo e poi torna da me, ok?-
-Certo- sorrido per poi baciarlo di nuovo.
Mi allontano cercando il numero in rubrica.
-Vuoi che me ne vada? Magari sai…- mi volto e lo vedo pronto per spegnere la sigaretta.
-No, resta per favore- gli sorrido e lui ricambia dolcemente, torna a fumare e io torno al numero.
-Comunque preferisco il piccione a lui- dopo quella frase scoppio a ridere allontanando il telefono da me per non farmi sentire caso mai dovesse rispondermi.
Porto di nuovo l’apparecchio all’orecchio ma non da segni di vita, riattacco dopo tre minuti di attesa.
Proverò a richiamarlo domani, ora voglio solo stare con Louis, il mio Louis.
Optiamo entrambi per una bella dormita.

SALVEEEEE!!!
IL TITOLO E' IL NOME DI UNA CANZONE DEI SIMPLE PLAN, GRUPPO CHE AMO, PARLA DELLA RELAZIONE DIFFICILE TRA LUI E IL PADRE.
SPERO VI PIACCIA ANCHE SE NON E' MOLTO.
LA PARTE CHE PREFERISCO E CHE MI E' PIACIUTA DI PIù SCRIVERE E' IL BACIO TRA LOUIS E HARRY MENTRE STANNO SUL LETTO...SPERO PIACCIA ANCHE A VOI AHAHAHAHAAH.
NON SO MAI CHE SCRIVERE QUI SOTTO QUINDI MEGLIO CHE SMETTA....
ALLA PROSSIMA!
BACI!

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Capitolo 15
*** "Haylor"? No, thanks ***


"Haylor"? No, thanks.



La canzone di cui abbiamo fatto la cover è fantastica, l’adoriamo tutti.
È un vecchio successo di una band chiamata “Wheatus”, il cantante ha davvero una strana voce anche se è proprio forte e noi abbiamo solo cercato di renderla un po’ più nostra. Ma credo che questa sarà l’ultima cover che facciamo.
La migliore fino ad adesso è stata quella di “One way or another”, forse perché è stata l’unica ad avere un vero video realizzato da noi…ci siamo divertiti molto e i soldi raccolti sono stati dati in beneficienza.
Credo che sia stata una delle esperienze più belle di tutta la mia vita ma a renderla pesante c’era sempre Louis che sembrava dannatamente perfetto con quei bambini in Ghana e metteva davvero a rischio la mia, ormai passata, relazione con Kevin che non sembrava molto entusiasta della mia partenza. Ma io sentivo che era la cosa giusta e non mi sarei mai tirato indietro nemmeno se avesse minacciato di lasciarmi.
Ricordo che li Louis ci provò di nuovo ma lo interruppe un bambino che ci chiese di fare una partita a calcio, ovviamente accettai per allontanarmi da quella situazione di disagio, Louis era davvero troppo vicino a me, e ci scattarono anche molte foto durante e dopo la partita. Noi non volevamo tutte quelle telecamere perché sarebbe sembrato a scopo pubblicitario per noi ma erano utili per far vedere alle persone quello che c’era e che avrebbero potuto risolvere con solo pochissimi soldi.
Noi ne raccogliemmo davvero molti.
Ricordo i pianti di Zayn mentre guardava dei bambini morire in quell’ospedale e Liam che gli tirava su il morale, o almeno ci provava dato che nemmeno lui era indifferente a quelle morti, Niall cercava sempre di portare allegria a tutti e ovviamente ci riusciva, sembra nato per questo, e lo faceva con Louis che ha passato tutto il tempo che poteva a giocare con i ragazzini…li ho capito che il mio amore per lui può solo che aumentare.
Il Ghana resterà per sempre uno dei miei posti preferiti.
Ma perché ora ci sto pensando? Devo chiamare Kevin e sentire come sta perché ieri notte non è stato molto…carino ricevere i suoi messaggi disperati.
Sono solo, gli altri stanno in giro da qualche parte a fare danni. Come al solito.
-Pronto?-
-Kevin-
-Oh…Harry. Volevo scusarmi per i messaggi…io non volevo…- inizia a parlare a manetta e lo blocco.
-Non ce n’è bisogno, davvero. Voglio solo sapere come stai.-
-Sto bene, davvero, è che sono uscito con un paio di amici e sai quando ti ubriachi non pensi e mi dispiace di non essermi controllato. Davvero è tutto apposto, come sto io ora a te non deve interessare.- lo dice sorridendo e so che non c’è ne cattiveria e ne risentimento nelle sue parole. Mi fa piacere.
-Ok ti credo, ma non voglio che tu stia male perché io…-
-Non darti colpe che non hai, non l’ho mai sopportato lo sai- lo sento sorridere ancora e,di nuovo, mi rassicura.
-Mi ha fatto piacere sentirti, davvero- sospiro lasciando andare la tensione.
-Anche a me. Senti ma davvero sei stato con una di tipo 38 anni?- sembra davvero curioso e perplesso.
-Ne aveva 32- ammetto sorridendo imbarazzato.
-E tu 17-
-Esattamente- questa storia torna sempre a galla…ma perché?
-Ma scusa tu non sei gay? E Louis?-
-È decisamente più complicata di come te la immagini- dico sorridendo divertito.
-Scusa ma sono curioso- sorride anche lui, mi butto sul letto e inizio a raccontargli della mia “relazione” con  Caroline Flack.
In realtà era iniziato tutto per pura simpatia nei suoi confronti, poi a lei iniziò ad interessare altro oltre che alla simpatia e io, sempre più arrabbiato per la mia quasi non-storia con Louis, mi sono lasciato un po’ andare quasi per ribellione e da li, poi, i giornali si sono impazziti a scriverne. Per loro la storia è durata 3 mesi quando in realtà i primi due e mezzo li passavano a parlare tranquillamente.  A Louis non sembrò nemmeno dargli molto fastidio, credeva che più che altro fossimo amici e non ne voleva parlare con me  per farsi vedere geloso…questa storia non venne mai davvero archiviata dai mass media anche se la Modest continua ad appiopparmi ragazze su ragazze e tante volte non serve nemmeno il loro intervento dato che la stampa fa già tutto il lavoro.
Escono persino storie su me e Lou, la nostra  hair styling, che ha una bambina e è sposata. Queste storie sono davvero troppo ridicole per i nostri gusti e sento che Louis ogni tanto ci smadonna sopra ma non tocca mai l’argomento perché sa che è totalmente inutile, non può dare la colpa a nessuno e ne tanto meno può dirci a me e a lei non di parlarci più o di evitare uscite anche se con qualcun altro della squadra 1D. Quindi si rassegna e passa avanti.
Porto i miei pensieri a parole parlando con Kevin che mi ascolta interessato.
-Quindi tu e Louis siete sempre…-
-In una continua lotta contro noi stessi e gli altri? Si può essere definita così la nostra relazione. Nessuno dei due voleva soccombere all’altro ma insieme lottavamo e lottiamo ancora per non farci dividere. Ora è un po’ cambiata la cosa e abbiamo posato le armi, almeno quelle puntate contro di noi-
Continuiamo a parlare finche non mi chiamano per andare in palestra.
Mi ero completamente dimenticato.
Mi precipito in bagno e veloce metto dei pantaloncini bianchi e una canottiera nera, cerco di legare i capelli per raccogliere i ricci che oggi non volevano saperne di stare al loro posto. Ci vorrebbe Lou.
Corro giù dalle scale per non aspettare l’ascensore e mi avvio velocemente in palestra. Sono già tutti li a fare qualcosa.
Il mio sguardo cerca solo una persona e la trova. Mi fisso a guardarlo mentre fa il minimo indispensabile…a lui non importa un gran che. È seduto su una panca e ha le braccia in alto, le mani stringono una specie di manubrio attaccato a dei pesi. Porta lentamente giù le braccia nella posizione scorretta e l’allenatore, un bell’allenatore, si avvicina a lui per mostrargli la giusta posizione. Gli tocca le braccia scoperte e lo aiuta nei movimenti. L’altra mano è sulla schiena, Louis gli sorride ringraziandolo ma quello ancora non lo lascia. Credo di essere diventato bordeaux. Sono corroso dalla gelosia.
Louis toglie lo sguardo dalla mano di quel tipo e notandomi alza lo sguardo, mi sorride dolcemente e felice di vedermi, non gli do soddisfazioni e mi dirigo direttamente a fare il tapirulan.
Dopo qualche minuto sento arrivare qualcuno sull’attrezzo vicino al mio, mi giro e me lo ritrovo sorridente mentre mette la mia stessa velocità. Inizia a correre insieme a me.
-Ciao eh- mi sorride.
-Scusa se non ti ho salutato ma quando sono entrato eri troppo preso con l’allenatore.- non mi giro per guardarlo e mantengo il ritmo.
-Sei davvero geloso di quello? Ma andiamo è un montato palestrato e poi non è nemmeno gay.- scoppia a ridere.
-Tu faresti diventare gay pure un sasso.- la mia affermazione, uscita senza volerlo dalla mia stupida boccaccia, lo fece scoppiare a ridere con più vigore.
Sono stufo di sentirlo ridere, così mi giro per un secondo mentre cerco di mantenere l’andatura corretta per non cadere.
-Lo trovi davvero così divertente?-
-Si sei esilarante.- risponde mentre cerca ancora di smettere di ridere. Che nervi.
Spengo il macchinario e mi lascio portare giù dalla pedana.
-Vieni qui!- scende velocemente anche lui senza spegnere la macchina. Non capisco come ci sia riuscito.
Mi blocca per un braccio e mi giro scocciato.
Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra un “Ti amo” con la voce più dolce che riesce ad avere. Mi lascio andare ad un sorriso ma prima che possa ricambiare quelle dolci parole una mano me lo porta via.
-Andiamo- un altro omone, più vecchio e robusto dell’altro, lo porta via prendendolo per la spalla.
Questa sarebbe la scena che racchiude la mia intera vita, con Louis che sorridente alza le spalle mentre mi guarda e si lascia portare via. Gli sorrido ma capisco l’amarezza della situazione.
Vado a fare gli addominali ma poi Steve mi chiama per fare i pesi con le braccia. Finisco la mia seconda serie da 10 e lo raggiungo.
Inizio a contrarre e a distendere il muscolo delle braccia mentre porto su, alternandoli, pesi da 30 kg. È davvero pesante, soprattutto dopo la prima serie da 15. Ne ho altre due da fare. Che stress.
Guardo fisso davanti a me, dove c’è lo specchio che lascia vedere tutta la palestra alle mie spalle.
Vedo Niall che salta a corda e Zayn che lo guarda divertito, è davvero bravo, più in la alla mia destra c’è Liam che colpisce un sacco da box e poi poco dietro di me a sinistra c’è Louis che ride e scherza con il tipo palestrato di prima. Ma non fa mai un cazzo quello in palestra?
Dalla radio messa a bassissimo volume sento suonare le note dei “The Script” e sorrido senza volerlo.
Le note di “The first time” sono un sottofondo bellissimo anche se il tema della canzone non è molto adatto alla situazione. Ci vorrebbe un “Hall of fame” per spronarci.
Ho un bellissimo ricordo di questa band…e non ne ricordo il motivo, no…affatto. Sorrido tra me e me.
Finisco gli esercizi e mi avvicino a Niall che guarda Zayn saltare a corda.
-Quanto sta?- gli chiedo portandomi le mani sui fianchi.
-15- risponde continuando poi a contare ad alta voce.
-Wow-
-Lui ne ha fatti 30- si intromette Zayn che continua a saltare.
-E devi batterlo?- mi informo.
-Questa è l’idea- ammette sorridendo.
-Quando perdi tocca a me- sorrido, mi piace sfidarli in cose in cui sono bravo.
-25- Niall continua.
Per disgrazia di Niall inciampa a 33 e questo lo porta in vantaggio.
Prima di prendere la corda mi levo la maglietta e la poggio su qualche attrezzo.
Inizio a saltare mentre i miei due amici contano per me ad alta voce.
Sono un asso in questo gioco, sono certo di batterli.
Quando arrivo a 20 Niall si gira e chiama Louis per farmi deconcentrare, sorrido ma continuo.
Supero facilmente i 30 e poi il 33 di Zayn.
Quando Louis arriva davvero mi sento più nervoso e crollo sul 39.
-Ma non potevi arrivare prima?- Niall si gira divertito verso di Louis che sorride guardandomi.
-Non c’è storia biondino, sono più bravo di te- gli porgo la corda con un sorriso smagliante sulle labbra.
-A ognuno il suo- continuando a sorridere prese la corda dalle mie mani e accettò la sconfitta.
-Tu piccolo irlandese che ti vantavi tanto sei arrivato ultimo- Zayn si gira a guardarlo e scoppia a ridere.
-Non ero al pieno di me oggi, lo ammetto- Niall alza le mani  mettendosele davanti al viso per giustificarsi.
-Ma sentilo!- Zayn lo stringe a lui portandogli il braccio intorno al collo e poi inizia a frizionargli la mano sopra la testa.
Niall si scosta e gli fa la linguaccia.
Sono davvero carini insieme…Zayn ha sempre detto che nei confronti di Niall si sente come un fratello più grande che deve proteggerlo e questo si vede ogni volta.
Passo l’ultima mezzora con i guantoni da boxe in mano e un uomo che tiene i parapugni tra le mani e attutisce i miei colpi che diminuiscono di intensità man mano che passa il tempo.
-Fammi spazio- Louis entra nella sala dove c’è l’attrezzatura per la boxe e si infila i guantoni.
Guardo spesato l’allenatore che sorridendo si allontana fino ad uscire dalla sala e poi porto il mio sguardo confuso su Louis che inizia a saltellare con la posizione di difesa.
Mi blocco un attimo per sentire il silenzio interrotto solo dalla musica davvero bassa che proviene dalle casse in giro per la palestra.
-Chi hai corrotto sta volta?- lo guardo esasperatamente divertito.
-I ragazzi hanno allontanato Paul con una scusa e tengono impegnati tutti gli altri e qui per uno famoso farebbero di tutto.- alza le spalle sorridendo per poi tornare a battere i guantoni fra loro. Capisco che non vede l’ora di giocare un po’ e lo accontento.
Vedo se i miei guantoni sono stretti al punto giusto e li sistemo meglio. Inizio ad imitarlo ma cerco di avvicinarmi, sempre mantenendo la posizione di difesa.
Sferra lui il primo colpo ma riesco ad evitarlo.
-Strano, di solito ci prendi sempre- gli sorrido malizioso.
-E tu lo sai bene, vero?- mi indica sorridente con la testa.
-Mi vanto se dico che è vero?-
-Si ma puoi farlo- alza le spalle.
Prendendolo di sorpresa lo colpisco sulla spalla.
-Dovresti concentrarti di più.- lo incalzo credendomi un po’ meglio di lui.
-Come faccio se mi stai davanti senza maglietta?-
-Questo è per il palestrato di prima- gli sferro un altro colpo prendendolo di nuovo sul braccio.
-Aih! Ei ho detto che non c’ho fatto nulla!- si massaggia la parte colpita.
-Questo è per la scenata di ieri notte- si para ma l’impatto è forte.
-Fai sul serio?- mi guarda attraverso i guantoni.
-Questo è per tutte le volte che mi hai preso in giro- lo colpisco di nuovo.
-Harry…-
-Questo invece è per le volte che mi hai lasciato solo per stare con Eleanor.- questo è un tantino più arrabbiato e credo di avergli fatto male colpendolo sul fianco.
-Ma sono stato costretto!-
-Questo è perché una parte di me ti odia.- mi blocca il pugno tra i suoi guantoni e mi guarda perplesso.
-Come scusa?-
-Hai sentito bene. Sei odioso e insopportabile quando ti ci metti e a pensarci bene sembra che tu ti ci metta sempre e di impegno!-
Vorrei dargliene altri pensando a mio padre, sarebbero davvero forti e pieni di rabbia solo perché è colpa sua se mi sono innamorato e l’ho detto alla mia famiglia, è colpa sua se ho trovato il coraggio. Ma lui mi blocca le mani e mi guarda dritto negli occhi.
-Ti amo- sussurro senza pensarci un istante.
Lui sorride e si avvicina velocemente a me.
-Ti amo- sento i suoi guantoni prendermi il viso per farmi abbassare, mentre inizio a baciarlo lo prendo per i fianchi, non riesco a stringerlo con questi cosi, è odioso.
Per finire il bacio si allontana con il mio labbro inferiore tra i denti.
Si leva i guantoni per poi sfilare i miei, mi prende per mano e mi conduce nella sala dove sono i macchinari e gli attrezzi.
-A te i letti non piacciono proprio eh?- sorrido perché ormai ho chiare in testa le sue intenzioni.
-Non è più eccitante provare e sperimentare?- mi guarda sorridente per poi fermarsi di fronte alla panca dei pesi.
-Ma è scomoda e stretta!- mi lamento ridendo per la pessima scelta del luogo.
-Scegli te allora.-
-Ma non posso scegliere…insomma sono tutte uguali!- mi porto una mano davanti al viso, sorrido imbarazzato.
-Mi rovini sempre i giochi!- mette u finto broncio e mi lascia la mano per incrociarsi la braccia la petto.
-Se vuoi possiamo ma non…- mi interrompo quando lo vedo andare oltre me e tornare nella sala dove stavamo prima. Lo seguo e mi poggio al muro che divide le due stanze per guardare i suoi gesti.
Prende i tappetini di spugna e ne mette due file da due vicini, per stare più alti credo. Sorrido quando ne prende anche altri due piegati per fare i cuscini.
-Ora va meglio?- mi guarda soddisfatto e sperando che io posso accettare quella sistemazione.
Ma la verità è che non ne ho proprio voglia e mi dispiace che si stia adoperando tanto per nulla.
-Louis in relatà…- cerco di dirlo senza farcelo restare male.
-Non ti va, vero?- mi guarda rassegnato per poi sorridere quando annuisco.
Allunga il braccio verso di me e io gli afferro la mano, mi attira lentamente a se.
-Restiamo qui o stiamo da soli in camera? Comunque va io voglio restare da solo con te-
-Ma stiamo la maggior parte del tempo…-
-Non è vero, dopo non possiamo-
-Ok, andiamo in camera.-
Sorridendo mi lascia la mano e rimette a posto i tappetini.
Andiamo in camera nostra e, dopo esserci fatti la doccia uno a uno,  ci mettiamo seduti sul letto, uno vicino all’altro.
-Però almeno una volta in palestra me la devi- ha l’aria divertita mentre mi guarda smanettare con il telefono nuovo.
-Se tu mi fai trovare il materasso ad acqua- alzo lo sguardo e sorrido.
-Andata- si fa serio…credo che ci stia davvero pensando.
Prende il suo telefono e inizia a scorrere con il pollice.
-Harry?- alza lo sguardo e io faccio altrettanto, trattiene un sorriso mentre alza un sopracciglio e mi mostra la schermata del telefono.
Leggo un tweet su di noi.
“Harry con gli altri fa le stesse cose che fa con Louis”
-Devi dirmi qualcosa?-  incrocia le braccia al petto e sta volta alza entrambe le sopracciglia.
Scoppio a ridere scuotendo la testa e pronuncio un divertito “scemo” ridandogli il telefono.
-Hai mai visto le fan-art su di noi?- continuo a guardare lo schermo del telefonino mentre mi porto l’unghia del pollice tra i denti.
-No, che sono?-
-Disegni- lo guardo per un secondo prima di tornare alla mia ricerca.
-Ne hai alcuni?- si avvicina a me per vedere sul mio telefono quei disegni.
Li trovo e subito alcuni ci richiamano l’attenzione.
Mi volto verso Louis che sorride da pervertito mentre io credo di essere arrossito.
-Dovremmo farle queste cose-
-No, io dico di no- tolgo le immagini e, quando lui allunga il braccio per prendermi il telefono, alzo il braccio per non farglielo prendere.
-Dai voglio vederle!- cerco di arrivarci ma con l’avambraccio allontano il suo petto da me.
-Sono imbarazzanti!- commento cercando di non ridere.
-Ma se sono cose che fai nella vita reale!-
-Non tutte!-
-Devo rammentarti che hai fatto di peggio, Harry?- si blocca e incrocia di nuovo le braccia per guardarmi con aria di sfida.
-No grazie-  arrossisco evitando il suo sguardo.
Aspetto che finisce di ridere per tornare a guardarlo.
-Lou?-
-Che c’è Hazza?- cerco di fare lo sguardo tenero e lui sorride divertito.
-Ho bisogno di un tuo abbraccio- allargo le braccia per fargli spazio e lui si butta addosso a me facendomi sdraiare. Scoppio a ridere mentre lui nasconde il viso sul mio petto.
-Non hai nemmeno voluto fare la doccia insieme…ma che ti prende?- alza lo sguardo per ritrovare i miei occhi che quasi lo spogliavano con lo sguardo.
-Voglio solo stare con te a ridere e scherzare…non posso?- lo stringo ancora più forte al mio petto.
-Si, ovvio che puoi. Ma non hai mai, o quasi mai, rinunciato a una scopata.-
-Può succedere-
-Sei odioso quanto amabile e è questo che mi fotte tutte le volte- si tira su ma io lo riprendo per farlo sdraiare di nuovo su di me.
-E pensa se avevi a che fare con uno come te!- scoppio a ridere mentre lui tiene il muso.
-Io ho a che fare con me tutti i giorni!- cerca ancora di liberarsi dalla mia stretta ma non ci riesce perché ridendo lo stringo più forte.
-Si ma tu sei costretto a sopportarti io no e mi chiedo sempre chi me lo fa fare-
-La tua coscienza, perché non vuoi che io stia male senza di te-
-Sai giocare le tue carte, questo è da ammettere.- ammetto alzando le sopracciglia.
-Ti è arrivato un messaggio da…T…chi è T?- guarda lo schermo del mio telefonino poi l’espressione sul suo viso passa da curiosa e perplessa a stupita e sorpresa ma non nel migliore dei sensi immagino.
-No…non dirmi che è lei T!- mi guarda con gli occhi e la bocca spalancati, sorridendo gli prendo il telefono dalle mani.
“Ma dove diamine sei?”
Cazzo oggi dovevo vedermi con lei!
Lo spingo via per alzarmi velocemente dal letto e corro in bagno.
-Ma fai sul serio? Mi stai lasciando per andare da lei?- si mette in ginocchio tra le coperte sgualcite e mi guarda mentre cerco qualcosa da mettermi.
-Mi dispiace Lou, ma avevamo deciso di vederci oggi perché era più comodo a tutti e due- lo guardo di sfuggita mentre prendo i jeans dalla valigia ancora da sfare.
-Fa niente- si butta sul letto con lo sguardo fisso sui miei movimenti.
 
 
LOUIS.
È la seconda volta che mi ritrovo a spiare Harry quando è con una ragazza, solo che sta volta è un tantino diverso.
Taylor non sa che Harry è davvero gay, sa solo che serve per smentire le voci che si sono sparse..ecco perché potrebbe realmente provarci con lui che, ingenuo com’è, non se ne accorgerebbe e gli darebbe anche via libera senza volerlo.
Ho chiesto a Lou di portare fuori Lux e di uscire con Harry e Taylor, lei ridendo ha accettato dicendo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per la coppia di amanti sfortunati, inutile dire che l’ho guardata esasperato.
Con loro c’è anche il marito di lei. Più gente c’è e meglio è.
Solo che cazzo Harry è un pericolo con i bambini e a lei piacerebbe ancora di più.
Quel ragazzo ha un istinto paterno naturale.
Il poveretto che è con me in questa missione è Zayn che non fa altro che sbuffare e chiedermi di tornare in hotel per riposare.
Siamo dietro una macchina nera, nascosti, mentre Harry camminando ride e scherza con Taylor che sembra quasi imbarazzata.
-Ma li vedi? Sembrano una coppia al primo appuntamento!- sono nervoso e vorrei andare li e baciarmi Harry davanti a tutti ma porca troia non posso!
-Se è il primo appuntamento in teoria non sono una coppia- Zayn è calmo, anzi, calmissimo e ogni cosa che dice sembra che sia ovvia e sensata in confronto alle mie…ma da una parte è così.
-Piantala di contraddirmi Malik!-
-Ok ok- alza le mani e sorride scuotendo la testa, forse mi crede davvero pazzo.
Vediamo Lou con la bambina avvicinarsi ai due e la mia mente esulta come quando Harry si spoglia per andare in bagno a lavarsi. Cerca una scusa per avvicinarsi a loro e attacca bottone presentandosi alla biondina.
Harry fa subito sfoggio delle sue qualità di babysitter prendendo in braccio Lux e iniziando a giocarci.
È odioso per quanto è perfetto.
-Dobbiamo intervenire, lei già lo guarda come una leonessa guarda un antilope zoppa.- mi giro verso Zayn che mi guarda scandalizzato per quelle parole e mima un “cosa?” con la bocca mentre si acciglia e socchiude gli occhi.
-Louis…ti svelo un segreto: Harry è gay!- lo dice come se fosse una rivelazione.
-Zayn…ti svelo un segreto: io me lo scopo!- lo imito prima di tornare a guardare le coppie che si addentrano nel parco.
-Intendevo dire che non devi aver paura di quella li!-
-Senti amico, se Perrie uscisse con uno te che faresti?-
-Ma lei è femmina!-
-Non posso comunque spiarli?- alzo un sopracciglio e incrocio le braccia al petto.
-No!-
-Mi stai facendo perdere tempo, Malik, andiamo- lo prendo per la manica del giacchetto e lo costringo a seguirmi dentro Central Park.
Stanno guardando le foche…ma si può essere più stupidi?! Le foche!
-Giusto con le foche lei poteva..-
-Sai, credo che siano leoni marini- Zayn piega la testa di lato scrutando meglio gli animali che sono a una distanza notevole da noi e interrompe la mia quasi offesa.
-Dobbiamo avvicinarci, qui non si vede niente!- inizio ad incamminarmi lentamente in avanti ma poi mi accorgo che Zayn non mi segue e mi giro per capire cosa stia facendo.
Lo ritrovo ancora con la testa di lato che scruta gli animali nell’acqua.
-no, sono certamente foche.- rimette la testa dritta e convinto le indica annuendo.
-Ma chi se ne frega?! Andiamo!- lo prendo per la giacca e lo trascino. Lui sbuffa scocciato.
Ci mettiamo due file dietro di loro che sono intenti a guardare lo spettacolo delle foche, abbiamo due giornali in mano per coprirci il volto.
Alla vista di quegli animali, Taylor, sembra più eccitata di Lux, il che mi da da pensare…
Non ha mai visto una foca? Strano basta che si guarda allo specchio e…
-So che stai facendo cattivi pensieri su di lei ma piantala, non ti ha fatto nulla di male- Zayn sembra davvero esasperato, è stufo di stare qui a spiare una finta coppia di cantanti contornati da stupidi fotografi pagati per vendere quelle foto a tutte le riviste in circolazione.
-Mi dici che senso ha spiarli se poi ti ritroverai la loro uscita sul giornale?-
-Ma magari ci sono cose che nelle foto non…-
-Ma perché tu credi che Harry ti metterebbe le corna con Taylor Swift?-
-No ma…-
-Andiamocene in hotel dai.- sembra quasi implorarmi e io sto per cedere fin quando non vedo i due alzarsi e allontanarsi dalla piscina.
-Ti prego Malik, è per farmi stare più tranquillo.- uso la mia espressione da bambino bastonato e lui finisce per acconsentire sbuffando.
-Voglio essere pagato- mi segue nella stradina del parco che stanno percorrendo, a pochi metri da noi, la coppia in provetta.
Cerco di capire cosa si stanno dicendo ma la maggior parte del tempo la passano in silenzio finche Harry non gli chiede se gli sono piaciute le foche.
-Si, sono state carinissime- sembra una bambina sovraeccitata.
Mi giro verso di Zayn e la imito facendo un espressione buffa e muovendo le mani come un dinosauro gay…come muovono le mani i dinosauri gay? Ma poi non hanno le mani i dinosauri…e non si sa se sono gay.
Zayn non riesce a trattenersi e scoppia a ridere, Harry si blocca e io subito spingo Zayn dietro dei cespugli coprendogli la bocca con la mano. Quando Harry si gira dietro di lui non c’è più nessuno e io sono libero di tirare un sospiro di sollievo.
Ritorniamo sui nostri, cioè sui loro, passi.
-Ti vanno delle noccioline?- è di nuovo lui che parla.
-No grazie- lei gli sorride troppo dolcemente.
-Povera sennò si ingrassa.- sussurro acidamente a Zayn.
-Non rivolgermi la parola, avrò i capelli ancora pieni di rami e foglie varie, ti odio- si leva una foglia da sopra la spalla.
-Non è colpa mia se ti metti a ridere!-
-Tu mi hai fatto ridere!-
-Ok ok scusa-
Ritorno a loro.
-Si in effetti, non ti dispiace vero?- lui le sorride e le lascia vedere le mie fossette.
Si avvicina a un carretto e compra le tanto aspettate noccioline. Conoscendolo avrà preso quelle tostate per non doverle sbucciare.
La ragazza indossa un orribile maglione con sopra una volpe. Ma come cazzo si veste?  Bah.
-Possiamo tornare in hotel? Ho un disperato bisogno di farmi una doccia!- mi volto e vedo Zayn affaticato ed esausto con la schiena curva e i piedi che li trascina a fatica sul brecciolino.
 -Tranquillo, tra un po’ andiamo. Ma non ti sembra strano che non ci abbiamo ancora riconosciuti?- torno alla coppietta felice che ride e scherza mentre lei tiene in braccio la piccola Lux…povera, deviata in questo modo fin dall’infanzia.
-Scherzi? Ci mimetizziamo con la boscaglia grazie a te!- alza la voce e io trattengo una risata mentre lui si leva una foglia dai capelli, ormai, non più perfettamente alzati.
 -Non fare il melodrammatico ora!-
-Louis, se uno scoiattolo non mi ha preso per un albero è solo perché cammino!-
-Che ne sai? Magari ci sono dei scoiattoli che hanno visto “Il signore degli anelli”-
-Lou, davvero, non mi fai ridere.-
Dopo averlo guardato bene, e capendo le sue vere condizioni, decido di ascoltare l’ultima conversazione per poi tornare in hotel.
-Certo che hanno messo su davvero una bella squadra di fotografi, eh- Harry butta nel cestino la busta vuota che prima conteneva le noccioline, poi invita Taylor a mettersi seduta su una panchina per poi seguirla e mettersi vicino a lei.
-Ma si aspettano un bacio o cosa?- lei si volta verso di lui che alza le spalle quasi da menefreghista.
-Sinceramente io non me la sento. Non sono il tipo che bacia subito al primo appuntamento , tanto meno se è finto. Scusa- le sorride e la guarda con la coda dell’occhio mentre si scrocchia le dita che aveva tenuto in tasca per tutto il tempo.
-Ma resterà una cosa…finta?-
-Si, insomma non è cattiveria, tu mi piaci ma…non sono pronto per una relazione, sono molto impegnato e immagino che anche tu lo sia, no?- mi piace come se la cava il ragazzo.
-Magari più in la…-
-Si, più in la-
Ma questa non vuole proprio capire? Lui non si metterà mai con lui!
-Ei, quella ti si vuole fregare il ragazzo!- Zayn mi da una botta sul braccio.
-Grazie Zayn, non me ne ero reso conto, sai?- lo guardo con un espressione che sprizza ovvietà da tutti i pori.
-Ma ti immagini se la biondina riesce a…-
-Non pensarci nemmeno! Harry è mio!- mi altero un po’ e Harry gira la testa di scatto verso di noi, Zayn fa in tempo ad abbassarmi spingendomi per la testa. Vediamo Harry scuotere la testa sorriendo e tornando a guardare davanti.
-Che c’è?- Taylor è incuriosita dal sorriso divertito del riccio.
-Niente, credo di aver visto due scoiattoli che litigavano-
-Amico, mi sa che c’ha visti- Zayn mi guarda accigliato e io spalanco gli occhi e la bocca fingendomi stupito.
-Ma no? Tu dici? Andiamo va- faccio per girare i tacchi quando sento la risata leggera di una ragazza seguita a quella inconfondibile di Harry. Mi volto e li vedo mentre lui gli fa il solletico sui fianchi e lei ride divertita ma non ci pensa nemmeno a spostarlo.
-Che stronzo- sussurro spalancando gli occhi per la sorpresa.
-Ei è il tuo ragazzo-
-Mi sono preso un figlio di puttana, salvando la madre.-
-E lui che dovrebbe dire di te?-
-Io non faccio queste cose!-
-Rovinagli la festa invece di parlare, no?-
-Sei un genio!- mi illumino e cerco qualche idea per rovinare il momento.
Ho una grande idea!
Vedo un netturbino passare e lo chiamo dalla mia parte facendo dei segni silenziosi.
Gli chiedo se, dietro compenso se vuole, può disturbare quei due in qualunque modo gli venga in mente.
Il tipo è un genio perché inizia a spazzargli i piedi, a buttargli le foglie addosso e a far volare la spazzatura dal cestino.
Ma questo peggiora solo la situazione. Harry e Taylor si alzano ridendo dalla panchina per allontanarsi mentre Harry la sorregge e la porta con se.
A fine appuntamento hanno ricevuto dei schizzi da parte delle foche, Taylor è stata “picchiata” da Lux, un’oca ha inseguito Taylor, un ragazzo ha provato a rapinarli e addirittura abbiamo fatto braccare l’uomo della modest ,che gira sempre con loro, da una vecchia che gli chiedeva indicazioni. Ma niente, sembrano più amici di prima.
Lui l’accompagna alla macchina e nella strada gli prende segretamente la mano per poi girarsi per sorriderle, lei ovviamente ricambia il sorriso.
Si fermano davanti alla macchina della ragazza, sono uno di fronte all’altro e sono davvero troppo vicini per i miei gusti, anche se Zayn dice di no.
-Allora ci vediamo, alla prossima- Harry le sorride amichevolmente prima di abbracciarla e di lasciarle un bacio in guancia.
-Alla prossima riccio- lei ricambia l’abbraccio e sorride imbarazzata al bacio.
-Spero sia presto- si stacca e gli fa l’occhietto.
-E che fine ha fatto la tua vita impegnata?- scoppia a ridere passandogli la mano su tutto il braccio.
-Magari riesco a ritagliare qualche ora- alza le spalle trattenendo un sorriso che però scoppia lasciando vedere le fossette.
-Magari- lei sembra imbambolata mentre lo fissa.
-Ciao tesoro- ora a dargli un bacio in guancia è lei, prima di salire sull’auto.
-Ciao piccola- Harry sorridendo le chiude lo sportello della macchina e la guarda andare via.
Ormai non mi interessa più se mi vede o meno, anche perché tanto ormai lo sa.
Si avvicina a noi con le mani nelle tasche dei jeans e il suo sorriso spavaldo e vittorioso, inizia a camminare al nostro fianco come se nulla fosse per la strada dell’hotel.
-Simpatica, non trovate?- ci sorride.
-Si, davvero molto- ricambia Zayn.
-Come una zappa sui piedi- rispondo in modo burbero mentre mi costringo a guardare altrove.
-Sei geloso Tomlinson?- mi sorride quasi volesse sbeffeggiarmi.
-Perché dovrei? La mia ragazza è più bella e più simpatica.- allungo il passo per distaccarmi da quei due, ma soprattutto da Harry.
Non vedo l’ora di tornare in hotel e far vedere chi è che comanda ad Harry, non sopporto quando alza così tanto la cresta.
Odio quando fa queste cose per farmi rosicare e ci riesce sempre e….cazzo è odioso!
Lui è mio e non deve azzardarsi a svendersi così come una prostituta. Mi da fastidio cazzo!
È sempre pronto a vendere il suo amore appena quei pezzenti della Modest glie lo ordinano.
Vorrei solo non sentirmi un burattino nelle loro mani, vorrei essere libero senza qualcuno che tira i fili per farmi allontanare dalla persona che amo.
 
Siamo in albergo e, finalmente, posso stare da solo con il mio ragazzo.
-Vieni qui- lo prendo per la camicia jeans e lo faccio mettere seduto sul letto.
-Cosa c’è?- non smette di sorridermi e questo non mi aiuta.
-So che ti sei comportato così per farmi ingelosire ma non farlo mai più. Lo odio- gli punto un dito contro, sono più serio che mai mentre lui continua a sorridere.
-E tu? Che diritto hai di spiarmi?-
-Ne ho e come caro il mio Styles! Tu sei troppo con tutti e è impossibile che una ragazza non si innamori di te e io volevo evitare questo ma ormai, secondo me, quella è cotta! E tu non sai quanto questo mi dia fastidio.- a ogni parola divento sempre più nervoso.
-Louis io credo che tu stia esagerando. Ci siamo divertiti, tutto qui. Ora, per favore, mi dai un bacio? Mi sei mancato da morire.- mi guarda dolcemente trattenendo il sorriso, che si mostra non appena io, rassegnato, mi avvicino al letto per chinarmi a baciarlo.
-Grazie amore- mi butta le mani al collo e mi trascina sul letto con lui mentre riprende il bacio.
-Ti amo e odio pensare che tu possa essere di qualcun altro anche se per un solo istante, questo pensiero mi logora perché io ti sento così mio e scoprire che non lo sei…-
-Ssh, io sono tuo, solo tuo. Non sai quanto mi piace sentirtelo dire.- sorride premendo le nostre fronti una volta avermi buttato di lato.
Ho il busto rivolto verso di lui, le gambe sul suo corpo, la testa sul suo braccio, la sua mano gioca con i miei capelli e mi stringe a se, lui anche è un po’ girato verso di me e con l’altro braccio tiene il mio per un maggior contatto.
-Sei mio, sei solo mio.- gli sussurro sorridente prima di baciarlo dolcemente e di sfuggita.
-Mamma mi ha mandato un messaggio prima dicendomi che stava parlando con papà per farlo ragionare, lo sta convincendo a chiamarmi per parlarmi di nuovo-
-Cosa ti aspetti che ti dica?-
-A questo punto nulla, ma vorrei che mi dicesse che per lui vado bene anche così e che comunque sia è fiero di me, anzi, voglio che mi sgridi perché sono uscito con una persona che non amo per far felici altre persone e che lo faccia perché non è quello che mi ha insegnato, perché non sto camminando a testa alta senza nascondere quello che sono, perché sto nascondendo me stesso al mondo e perché sto mandando a puttane i miei principi. Voglio che mi sgridi perché sto mentendo a tutti e sto facendo star male te.-
-Sai che non succederà mai?-
-Mi piace sognare- sorride, ma è un sorriso amaro. Odio vederlo così afflitto, vorrei fare qualcosa per tirargli sul il morale ma parlare con il padre, dopo l’ultima volta, non se ne parla.
-Se vuoi te le dico io queste cose, ti faccio io da padre- faccio per alzarmi per imitare Des ma Harry scoppia a ridere e mi stringe per non farmi muovere.
-Non ci provare, non voglio andare a letto con te e dover pensare a mio padre, è strano e mi fa schifo…giuro che se lo fai non avrò nemmeno più il coraggio di baciarti.- mentre lo dice ride come un idiota e io sono felice di questo.
Mi incanto a guardarlo ridere…è così bello.
-Quindi ti immagineresti tutte le volte il faccione di tuo padre?-
-Esattamente-
-Ok allora è meglio non farlo-
-Bravo Tommo-
Ancora non smette di ridere anche se molto meno rispetto a prima.
Stiamo per baciarci quando il suo telefono squilla irritante.
Ci sciogliamo e lui si mette seduto per concentrarsi sul telefono.
-Cazzo, Louis?- mi mette una mano sulla gamba mentre guarda, sorpreso e al tempo stesso nervoso, il telefono, che non smette di suonare, e me la strattona per chiamarmi.
-Chi è?- mi tiro su anche io e lo guardo curioso.
-Mio padre-

SCUSATE PER L'ATTESAAAAA!!!
SONO ANDATA A VEDERE IL CONCERTO DEL 28 E NON MI SONO ANCORA RIPRESA BENE AHAHAHAHAHHAH
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI PIACCIA, ALLA PROSSIMA!
BACI XX

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Capitolo 16
*** I don't know. ***


SCUSATE SE VI HO FATTO ASPETTARE TANTOOOO!
SPERCO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA PERCHE' L'HO SCRITTO UN PO' IN FRETTA OGGI AHAHAHAHAH
ALLA PROSSIMA! XX


 

I don't know.



HARRY.
-Papà- porto l’apparecchio all’altezza dell’orecchio per sentire un suo impacciato “ciao”.
Louis indica la porta avvertendomi dalla sua uscita, annuisco e alzo silenziosamente la mano per salutarlo.
Apprezzo il fatto che voglia lasciarmi da solo per avere una privacy apparente con mio padre.
-Ciao- ripeto sussurrando indeciso.
-Tua madre ti ha detto che avrei chiamato, vero?-
-Mi ha solo detto che stava cercando di convincerti a chiamarmi- mi bagno il labbro inferiore con la lingua.
Sono davvero nervoso ma non voglio che questo si senta nella mia voce.
-C’ho pensato e , Harry, io vorrei che tu facessi la cosa migliore per te stesso.- anche lui sembra nervoso ma io mi rilasso facendo un sospiro di sollievo.
Sapevo che non poteva davvero essere così ottuso da odiarmi per come sono, sapevo che è un uomo migliore di quello che ha dato a vedere in quella stanza.
-Sono felice che tu dica questo- essendo più rilassato riesco anche a sorridergli. Se fosse qui vedrebbe quanto vale per me la sua approvazione.
-Per questo penso che tu debba lasciar perdere Louis.-
Spalanco gli occhi e lascio cadere la mascella.
-Come scusa?- scuoto la testa pregando di aver sentito male.
-Lui non fa per te- riprende più sicuro.
Mi ero illuso, lui non mi approverà mai, non approverà mai la mia vita.
Mi ero davvero illuso che lui potesse accettare questo? Lui che cambiava canale se, anche per sbaglio, vedeva un film su dei gay in tv? Lui che camminando per strada cambiava direzione se vedeva due ragazzi anche solo tenersi per mano?
Lui non mi accetterà mai.
-Papà io credo che…-
-Harry tu sei un bel ragazzo, sei intelligente e molte ragazze vorrebbero averti al loro fianco. Perché buttarti così? Io so che sei più di questo. Louis non ti merita, ti ha portato su una brutta strada, questo non sei tu. Io rivoglio mio figlio. Non eri felice con Felicity? Stavi bene con lei, no?-
-Papà io credo davvero che tu non…-
-No, lasciami finire di parlare.  Io voglio la tua felicità, quindi, ascoltami quando ti dico che con lui non saresti mai felice, questa è solo una crisi dell’età e quando capirai sarà una bella botta per il tuo amico. Meglio finirla subito per non farlo stare male, no? Dammi retta figliolo.- sembra davvero un padre apprensivo da come parla.
-Tu non capisci…-
-No io capisco benissimo, sono emozioni nuove e va bene che tu faccia esperienze ma prima o poi ti accorgerai che è sbagliato e…-
-Papà piantala!-
-Harry io voglio solo farti ragionare. Perché non mi ascolti?-
-Perché non…io non…- di nuovo non mi permette di difendere l’amore che racchiudo in me stesso.
-Io volevo essere carino e farti aprire gli occhi. Ora facciamo così: o me o Louis. Se continui a stare con lui puoi anche scordarti di avere un padre.-
Non ho il tempo di ribattere che la telefonata termina.
Scioccato mi lascio andare a peso morto sul letto, come se il peso dei miei pensieri mi portasse giù, in un mare quasi immenso e delimitato solo dalle parole di Louis e di quelle di mio padre.
Da una parte ho Louis che mi sorride e tende il suo braccio verso di me, dall’altra ho mio padre che cerca di “aprirmi gli occhi”.
Che devo fare? Non voglio restare senza padre, infondo ce n’è solo uno…mentre magari potrei innamorarmi davvero ancora una volta e magari di qualcuno che vada bene a tutti.
Ricordo quando Louis mi disse come la pensava sull’amore, ricordo ogni singola parola.
“è un completo annullamento di se stessi e io non voglio annullarmi per qualcuno. Lo trovo ridicolo. Perdere la propria identità come individuo per assumerne una di coppia, andiamo non sembra una specie di minaccia? Io non cambio per nessuno, posso mettere la testa a posto ma non cambierò mai.”
Lui non cambierà mai.
 Eppure con me un po’ è cambiato, no?
Un completo annullamento di se stessi…
E se avesse ragione? Se io mi fossi davvero annullato stando con lui?
Ora io non penso più come “Harry Styles” ma come un ragazzo fidanzato. Questo intende con annullamento? Il dover cambiare le proprie idee e le proprie prospettive per andare a favore della coppia?
Però ora che ci penso  lui non l’ha mai fatto, non ha cambiato le proprie prospettive per andare a nostro favore.
Si ostina a prendermi in giro, mi segue lo stesso anche se non vorrei, fa il bambino quando non ottiene ciò che vuole, è fermamente convinto che “Louis Tomlinson” ragioni alla perfezione e non prova nemmeno ad annullarsi per pensare come un ragazzo fidanzato.
Quindi se lui non si è annullato…non è innamorato?
Ma no! Mi ha dimostrato di esserlo in quella sala con la piscina, sul letto quando mi ha chiesto di sposarlo e…
Ma infondo che ci vuole a prendere delle candele profumate con dei petali di rose? Che ci vuole a mettere due parole dolci in fila?
Io per primo, quante volte ho passato momenti più o meno dolci con Kevin pur pensando a Louis? E se qualcuno ci avesse visto in quei momenti ci avrebbe preso per la coppia perfetta.
Che devo fare?
La mia vita è un susseguirsi di scelte fatte per accontentare gli altri, mai me stesso.
Se io lasciassi Louis tutti sarebbero più felici. Tutti, tranne chi ci conosce davvero bene.
I ragazzi ci rimarrebbero male, così tutti coloro che ci seguono per il tour. Però ne guadagnerà il rapporto con mio padre e la mia famiglia e anche la Modest e l’intero quartetto di manager ne sarebbero felici e magari, che so, potrei anche smetterla di vedermi con gente che non sopporto.
Ma quanto soffriremo io e lui per questa separazione?
Ma il pensiero più forte e che mi mette più paura è quello che mio padre possa avere ragione.
Per un periodo della mia vita ho creduto di essere bisessuale ma quando ho incontrato Louis per la prima volta ero davvero convinto di essere gay. Ma sono stato con altre ragazze prima delle mie esperienze gay…
Dovrei provare a scoprire, di nuovo, me stesso? E se davvero avesse ragione mio padre? Che dico a Louis se improvvisamente mi trovassi davvero bene con una ragazza che mi dia tutto quello di cui ho bisogno?
E se, anche amando una ragazza, io scoprissi che comunque sia l’amore della mia vita rimarrà sempre Louis? Lui mi rivorrebbe dopo essere stato lasciato per questo motivo?
E se fossi semplicemente solo gay? Mio padre dovrebbe accettarlo per forza.
Voglio levargli la sete con il prosciutto e se proprio non riesco a farlo saprò di più sul mio conto.
È tutto di guadagnato.
Dovrei lasciare Louis per provare a mio padre che ha torto o perché ho una crisi esistenziale come quando avevo 15 anni?
Mi sento uno stupido ragazzino.
-Posso entrare?-
Quando sento quella voce ho un tonfo al cuore, sia per la sorpresa che per le emozioni che mi provoca anche solo saperlo fuori dalla porta.
-Si- resto immobile a guardare il soffitto con le braccia aperte sul materasso.
Louis entra quasi intimorito dal mio atteggiamento impassibile.
Sto solo cercando le parole adatte per spiegargli la situazione.
-Come è andata?- non riesco a vederlo ma credo che stia in piedi di fronte a me.
-Alla grande-
-Davvero?-
Mi metto seduto per guardarlo e annuisco cercando di essere convincente, lui si mette seduto vicino a me e poggia la sua mano sulla mia coscia per poi sorridermi dolcemente. Ricambio meglio che posso, ma ora come ora non è il massimo che io possa dargli.
Prima che lui possa parlare mi fiondo sulle sue labbra per poi portarlo a sdraiarsi sotto di me.
Lascio scivolare le mani sotto la sua maglietta per accarezzargli i fianchi e aggrappandomi ad essi per iniziare a muovermi su di lui strusciando il più possibile i nostri corpi.
Lui sorridendo mi lascia fare.
Voglioso e quasi rabbioso porto la mia bocca sul suo collo, senza però mai lasciare la sua pelle.
I miei baci sono quanto di più voglioso ci possa essere al mondo ma al tempo stesso anche pronti per dimostrarmi cosa sono io davvero. Un qualunque individuo con voglie e istinti puramente naturali, qualcuno che ha fatto tacere le sue ragioni e le ha rinchiuse in una parte remota del suo io interiore pregandola di farle restare li finche la storia d’amore non sia finita.
Un amore può finire in diversi modi: il primo è il più semplice per entrambi e include la fine del sentimento reciproco per entrambi, il secondo modo fa star male solo uno dei due che ancora ama l’altro che l’ha lasciato, il terzo è il più triste dato che l’amore che c’è non basta per tenere in forze la coppia e pur amandosi si viene costretti a lasciarsi, il quarto e l’ultimo è di gran lunga il più doloroso dato che prevede la rottura per colpa di un terzo individuo, in questo caso, il nostro caso, la storia finisce ma l’amore continua ad aumentare più potente che mai reso forte dal desiderio, dalla nostalgia e dal pensiero di quella persona che nonostante tutto ancora ti aspetta e ancora ti ama…e è una vera tortura sapere di essere amato da chi ami ma non poter comunque far nulla, arrivare al punto di preferire che l’altro non ti ami per soffrire entrambi di meno.
Questi pensieri stanno rendendo i miei baci più scuri e giuro di non aver mai voluto così tanto il corpo di Louis. È quasi squallido il modo in cui mi sto immaginando noi due insieme ora.
Ho così tanta rabbia adesso dentro di me.
Gli levo la maglietta e lui fa lo stesso con la mia. Senza aspettare altri baci gli sbottono i pantaloni e glie li calo con anche i boxer al seguito.
Prima di sedermi su di lui gli massaggio poco le parti intime.
Mi sdraio sopra di lui poggiando la schiena al suo petto.
Lo sento entrare, sono io a muovermi mentre Louis mi fa una sega muovendo velocemente la sua mano sulla mia erezione.
Viene poco dopo di me ma ovviamente mi sono tolto prima che potesse farlo.
Sto per circa due minuti sul letto per cercare di riprendere fiato prima di prendere dei vestiti nuovi e entrare nel bagno per levarmi il nostro sudore sulla pelle.
Una volta dentro la doccia scoppio a piangere come un bambino viziato.
 
Quando esco Louis non c’è.
Anche io ho una mezza idea di andarmene a fare un giro da solo.
Mentre mi metto le scarpe la porta si apre e vedo Louis vestito e lavato che mi sorride come al suo solito.
-Devi chiamare più spesso tuo padre- si butta a peso morto sul letto.
“Non sai quanto hai torto”
Penso tra me e me tornando ai miei lacci.
-Ei sei stato pazzesco e non dici nulla? A quest’ora di solito ti saresti vantato della tua performance.- si mette a gambe incrociate sul letto per potermi scrutare meglio.
Ma davvero non capisce? Ero pura rabbia e agonia su quel letto.
Era il mio modo per dirgli addio.
-Va tutto bene?- mi guarda con il suo sguardo curioso e credo anche un pizzico preoccupato per il mio silenzio.
Mi volto silenzioso a guardarlo, vedo che il suo sorriso si incupisce e sento gli occhi bruciarmi con un intensità assurda. Se di solito l’acqua spegne gli incendi, perché, ora che ho gli occhi inondati di lacrime che non voglio far scendere, sento che mi bruciano? E il suo sguardo non mi aiuta.
Vedo la sua testa iniziare a muoversi e le sue labbra pronunciare piccoli e disperati “no” che però sono morti sulla sua lingua che desidero così ardentemente da non sentir più solo gli occhi bruciare ma tutto il corpo.
-Devo Louis.- cerco di evitare il suo sguardo ma mi è impossibile.
-No che non devi. Non per tuo padre. No. Io…tu non puoi…no ti prego.- chissà cosa gli sta passando per la testa.
-Hai mai pensato di poter vivere una vita diversa da questa?- gli blocco la testa tra le mie mani e fisso ancora di più i miei occhi sui suoi.
-Si ma sapevo che sarebbe stata una merda- i suoi occhi si inumidiscono, ma non piange. Louis non piange.
-Perché?-
-Perché non sarei stato con te o almeno non così-
-Sto solo cercando di fare la scelta giusta- mi bagno le labbra con la lingua ma in quel momento sento un sapore diverso, dal salato mi rendo conto che delle lacrime sono scese ad inumidirmi il viso avvampato dal desiderio di averlo ancora con me.
-E perché credi che sia questa?-
-Non credo che sia questa, io non ne ho la più pallida idea di quale sia, Louis! Voglio trovare di nuovo me stesso e capire se ha ragione mio padre o se ho ragione io-
-E se avesse ragione tuo padre?-
-Vorrà dire che tornerò da te con più consapevolezza di me stesso, ma in ogni caso tornerei da te. Voglio capire se davvero si può amare una volta sola nella vita e se l’amore ha davvero sesso.-
-E se trovassi qualcuno che ami più di me?-
-Non lo so, non ne ho idea…sto praticamente andando contro l’ignoto aprendo il mio cuore a chiunque voglia entrarci.-
-Io voglio entrarci- scorgo una piccola lacrima sfuggita al suo controllo. Non dovrei sorridere ma Louis piange per me e davanti a me…è bellissimo anche se fa male.
-Tu già ci sei e giuro che ti incatenerò per non farti uscire-
-Mi sono già incatenato da solo-
Dopo quelle parole scorgo un'altra lacrima che abbandona il cielo dei suoi occhi proprio come una goccia di pioggia, sento forte il desiderio di baciarlo, almeno per l’ultima volta.
Avvicino il mio viso al suo, lentamente per vedere se lui è d’accordo con me su quel mio gesto addirittura disperato. È Louis a colmare velocemente la poca distanza rimasta.
Le nostre lingue non sono mai andate così tanto in simbiosi.
Affogo in questi attimi di puro smarrimento di qualsiasi senso tranne che del tatto.
Non sento nulla, solo ronzii lontani. Non vedo nulla se non un rosso reso acceso dal desiderio che si fa largo, di nuovo, dentro me.
È lui ad interrompere questo momento reso perfetto dalla tristezza di un addio forzato.
-Sai cosa mi ricordano le tue lacrime?- sorride tra le lacrime, è a dir poco bellissimo così impacciato come mai prima.
-Cosa?- sorrido anche io, più amaramente perché so che un’altra sua parola dolce e l’asciarlo andare sarà tutt’altro che facile.
-La rugiada, sai, quella che si posa sulle foglie di quel bel verde primaverile. I tuoi occhi prendono una lucentezza impressionante e, si, mi ricordano da morire quel verde.-  
-Ti amo- sospiro cercando di trattenere altre lacrime.
-Avrei preferito che tu non lo dicessi…perché non puoi dirmelo se alla fine stai dando retta a tuo padre e non a quelle parole-
-Mi dispiace Louis.- lascio andare il suo volto e mi alzo per andarmene dalla stessa stanza in cui ho ammesso e giurato a me stesso di essere solo suo.
-Aspetta!- Louis salta fuori dal letto bloccandomi prima che io possa aprire la porta.
Mi volto per guardarlo. Gli occhi lucidi hanno lasciato spazio ad un cielo pieno di nuvole scure e cariche di emozioni forti e contrastanti tra loro.
Capisco che ora lui voglia dire la sua e, magari, urlarmi contro che sono un idiota per cercare di farmi cambiare idea, ma è inutile.
-Io non riesco a credere che tu stia dando retta a tuo padre dopo tutto quello che ha fatto. Tu non puoi lasciarmi per questo!-
-Non so che fare Lou. Ti prego cerca di capirmi, non è facile avere un padre deluso da quello che sei e un ragazzo altrettanto deluso per quello che fai.-
-Mi hai deluso solo perché credevo che tu fossi più forte di così. Perché mi avevi detto che ero la tua forza, il tuo coraggio, ma ora, ora quelle parole le stai lasciando volare fuori dalla finestra! Capisci come mi sento? Mi sento inutile!-
-Tu ricordati solo che ti amo, ok? Ricordati che comunque sia qualsiasi cosa tu farai avrà un riscontro sui miei sentimenti e sul mio umore.-
-È ridicolo.- sussurra lasciando la presa e girando la testa da un’altra parte per non farsi guardare mentre trattiene le lacrime.
Si porta le mani sul viso e si asciuga le lacrime strofinandole e tirando la pelle ai lati.
-Non puoi lasciarmi così. Non ci credo che mi stai lasciando per questo, non voglio crederci.- scuote la testa.
Mi fa male vederlo così, davvero. Ma che posso farci? Dovrei fregarmene di mio padre?
-Mi dispiace.- cerco di avvicinarmi a lui ma si scansa tirandosi indietro.
-Non è vero, non ti dispiace, altrimenti non l’avresti fatto!- i suoi occhi accusatori mi bruciano addosso e sento che quello sguardo lo sognerò in eterno sentendomi morire dentro.
-Perché non riesci a capirmi?-
-Perché, cazzo, hai accettato ti sposarmi!-
Non è arrabbiato, è distrutto e deluso e questo mi fa il triplo del male che avrei sentito se fosse stato arrabbiato.
-Papà crede che mi faccia bene stare lontano da te per capire chi sono davvero.- abbasso lo sguardo, mi sento feccia in questo momento.
-Quello che ti ostini a non capire è che noi due non staremo mai lontani! Ci arrivi o no che comunque vada facciamo parte di un gruppo e che quindi dobbiamo stare sempre e costantemente insieme?!-
-Potrei riuscire a mantenere le distanze da te volendo.-
-Beh cerca anche di riuscire a non guardarmi più per il resto della tua esistenza.- lo vedo voltarsi e lasciarsi cadere a faccia avanti sul letto.
-Come potrei non guardarti più? Io ti amo.- cerco di avvicinarmi, non volevo una rottura netta, volevo solo del tempo per pensare.
-Oh no, tu ami tuo padre molto più di me e ami più le sue opinioni che quello che siamo- ha un sorriso amaro quindi decido di lasciarlo solo per un po’, non voglio continuare e finire per litigare in maniera più incivile.
Lascio la stanza e vado in quella di Niall che ha iniziato a fare le valige per ripartire.
Dimenticavo dei pochi giorni di pausa che c’hanno concesso.  Per fortuna anche lontano dalle telecamere per il film.
-Ei Styles.- mi apre la porta con disinvoltura sorridendomi amichevolmente.
-Ei, sta notte posso…posso restare qui?- non so perché ma mi vergogno.
-Successi casini con Louis?- il suo sguardo si fa subito preoccupato.
-Abbiamo preso una pausa- alzo le spalle sedendomi a peso morto sul letto rifatto del biondo.
-E perché?- smette di piegare i vestiti e si mette seduto vicino a me. È in boxer…a quest’ora? Tra poco dobbiamo scendere per la cena.
Dio ho passato tutto il pomeriggio al parco.
-Sto cercando di capire se mio padre ha ragione.-
-Harry sono anni che stai con soli maschi ok? E anni che continui questo tira e molla con Louis. Scusa ma se non sei gay io non so cos’altro tu possa essere.- la schiettezza di Niall mi fa sorridere, ha ragione da vendere il biondino.
-Sono stato anche con alcune ragazze anni fa e non so se ricordi…-
-La vecchia? Harry quella era un uomo mancato.-
Scoppio a ridere e Niall ne sembra felice.
-Ok senti, nessuno ti può obbligare a fare niente, tanto meno noi o tuo padre, prova a frequentare delle ragazze se è questo che vuoi ma non cercare di cambiarti perché ti ritroverai con dei tagli sul polso, te lo dico io.-
-Quanto sei tragico Niall! Non ho alcuna intenzione di tagliarmi, semplicemente tornerò ad essere quello che ero.-
-Non sai quant’è difficile.- Niall sospira dandomi una pacca sul ginocchio.
-Posso farti una domanda?- mi volto per guardarlo e lo vedo intento a sistemarsi alcuni bracciali.
-Dimmi tutto.- torna a guardarmi sorridente.
-Tu non hai mai avuto il desiderio di provare qualcosa di nuovo?-
-Intendi dire se ho mai preso in considerazione l’idea di andare seriamente con un ragazzo?-
-Si-
Lo vedo farsi pensieroso, poi un sorriso spunta luminoso sul suo viso pallido e tremendamente dolce, quasi innocente…anche se di innocente non aveva molto. Da quella bocca uscivano per la maggior parte parolacce e imprecazioni anche quando non erano strettamente necessarie.
-Oh, beh, sempre quando vedo te.- mi si butta scherzosamente addosso facendomi cadere sdraiato sul lettone, la sua mano tra le nostre bocche mentre io cerco di non ridere e di scansarlo. Mi si è appiccicato tipo piovra.
Si stacca facendo finta di essere sconvolto e con il fiatone.
-Dio Harreh, ma cosa sei?-
Scoppio a ridere senza curarmi di dire nulla, con Niall basta anche questo.
-Sei un idiota!- prendo un cuscino a glie lo spalmo in faccia facendolo quasi cadere dal letto.
-Ei guarda che non ti bacio più se mi fai male!- mi punta un dito contro facendo finta di essere offeso, non riesco a smettere di ridere come un idiota.
-No amore, scusa.- poso il cuscino e gli sfioro delicatamente la guancia, lui rilassa l’espressione e sorride da idiota facendomi ridere ancora di più.
Quanto posso adorarlo?
Sentiamo bussare la porta e Niall sbuffa.
-Stiamo amoreggiando qui dentro! Lasciateci soli!- trattengo la fragorosa risate che sento nascermi dal petto mentre la risata dietro la porta esce fragorosa.
Ma è più di una risata. Sono Liam e Zayn.
-Possiamo farvi compagnia o avete bisogno di privacy?- dice Zayn divertito.
-Che ne dici ricciolone? Li facciamo entrare?- annuisco sorridente e Niall va ad aprire con una corsetta veloce.
Apre la porta e Zayn gli di butta addosso  con un dito puntato contro.
-Sono geloso, non farlo mai più!- lo sguardo severo di Zayn incrocia quello stranito di Niall.
-Ei!- Liam da una pizza dietro la nuca di Zayn fingendosi offeso.
-Niall sei una troia.- incrocio le braccia al petto chiudendo gli occhi indignato.
-E Zayn è il pappone- conferma Liam sedendosi al mio fianco.
-Voi siete le mie troie quindi?- Zayn si illumina divertito.
-Si, ma ne manca una. Dov’è Louis?- Liam si volta verso di me che abbasso lo sguardo per evitare il suo.
-In camera credo.- alzo le spalle.
-Perché non è qui?-
-Liam sei proprio stupido.- Zayn si avvicina a noi e si mette tra me e il ragazzo perplesso.
-Cos’è successo?- Zayn mi mette un braccio intorno alle spalle e mi stringe a se.
-Ci siamo presi una pausa.- sforzo un sorriso nella sua direzione.
-Oddio scusa, non…- Liam mi mise una mano sulla gamba. Sembra davvero preoccupato.
-Tranquillo.- gli sorrido di rimando e lui sembra tranquillizzarlo.
-Quindi ora ho tre troie?- Zayn si volta verso Niall che annuisce sorridente.
-Aprirò un grande business! Diventerò ricco!-
-Montato- Liam incrociò le braccia al petto.
-Tu sei il mio preferito Li.- Zayn levò il suo braccio dalle mie spalle e si sporse per abbracciare Liam, lo accarezzò delicatamente sulla guancia a cui non era poggiata la sua e sorridendo si fece perdonare.
-Bene bene, questa me la lego.- fece Niall avvicinandosi al letto, vicino a me.
-Ma tu hai me!- gli allaccio le mani intorno al busto, fin dove riesco ad arrivare, e lo attiro sul letto vicino a me.
Finiamo abbracciati come prima, sdraiati e uno sopra l’altro mentre ridiamo come idioti.
-Il mio ricciolone!- Niall mi scompiglia i capelli prima che io lo lasci andare.
-Ricciolone?- sento una voce diversa, che non appartiene a nessuno in quella stanza, volto lo sguardo sulla porta e appoggiato allo stipite c’è Louis che sorride con le braccia incrociate al petto e gli occhi leggermente arrossati.
-Si, perché è diventato un cristone di due metri!- si giustifica Niall.
-Non esageriamo.- dico sorridendo e tirandomi su a sedere.
-Posso?- Louis che chiede di entrare in stanza degli altri? Lo stesso Louis invadente, spiritoso e vulcanico?
-E devi chiederlo?- Niall alzò un sopracciglio invitandolo ad entrare. Anche a lui parve strana quella domanda fatta da Louis.
-Lou, vuoi essere la mia troia?- Zayn lo guardò con sguardo implorante e Louis si girò verso Liam per chiedere spiegazioni.
-Vuole aprire un nuovo business.- gli spiegò il ragazzo calmo e pacato.
-Nuovo? È il più vecchio del mondo!- disse scoppiando a ridere Louis. Mi fa bene vederlo ridere, non so esattamente il perché in effetti. Dovrei odiare quel sorriso perché, beh, quando due si lasciano…
Ma noi non siamo stati una coppia come tante. Mi fa bene e basta vederlo felice anche senza di me.
Ma io sono qui che lo guardo e mai stare così lontano da lui mi ha reso così felice.
Capisco che posso continuare a prendermi cura di lui e a farlo stare bene anche da una distanza apparente.
Capisco che posso farcela se solo lui si sforza anche solo un po’ di stare bene in mia presenza.
Lo ringrazio di non perdere mai il sorriso.
In un attimo vedo Louis annuire e Zayn tirarlo contro di lui per abbracciarlo e dandogli il ben venuto nella sua nuova squadra.
-Lui è Niall, conosciuta da tutti come la ragazza dal fascino irlandese. Dove c’è una birreria c’è lei- Zayn inizia a presentare a Louis le sue colleghe.
Ho già detto che amo il tempo in compagnia di questi animali?
-Lui è Liam dall’incredibile muscolatura, se ti piacciono le ragazze mascoline faresti bene a scegliere lei, ogni volta mette così tanto amore e dolcezza che non sai più se sia sesso o…-
-Ok ok ho capito!- Liam gli porta una mano davanti alla bocca ridendo e quasi arrossendo.
-E lui?- Louis mi indica incuriosito, Liam lascia la bocca libera a Zayn che ci pensa un po’ su prima di parlare.
-Harryette! L’indomabile chioma riccia è l’idea da stringere e tirare in momenti di pura passione!-
Arrossisco ripensando a quando Louis stringeva davvero i miei capelli quando facevamo sesso.
-Perché solo io ho un nome da donna?- tiro su lo sguardo cercando di riprendermi.
-Perché sei l’unico a cui posso darlo! Andiamo come lo chiamo Liam da donna?- il ragionamento di Zayn non fa una piega.
-E io?- Louis si porta la mani sui fianchi sfidando con lo sguardo il pensieroso Zayn.
-Louisa! La nana sexy dalla dolce voce! Il culo più bello di Londra e dintorni.- Zayn incrociò le braccia soddisfatto e mai descrizione mi sembrò più vera. Arrossii di nuovo.
-Grazie per avermi dato del nano.- disse scherzosamente rilassando le braccia lungo i suoi fianchi.
Niall mi diede un pizzico sul fianco e io saltai girandomi dalla sua parte per vendicarmi.
Sento lo sguardo di Louis addosso ma so che va bene così, che ridendo e scherzando possiamo andare avanti anche se non insieme come coppia, ma pur sempre insieme.
Ci chiamano per la cena nella sala pranzo dell’hotel e Niall, l’unico che non è pronto, deve correre a vestirsi.
Credo che Louis l’abbia fatto apposta a mettersi lontano da me a tavola, ma in fondo glie ne sono grato.
Amici ok, ma magari mantenendo i nostri spazzi per non impazzire.
La cena è ottima ma non mangiamo molto dato che dopo ci aspetta una festa di arrivederci per New York.
Ci torneremo senz’altro ma andiamo sempre a qualche festa prima di andare via da un posto.
 

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Capitolo 17
*** Yin&Yang ***



                             Yin & Yang




Bella festa, davvero. Stupenda.
Ma andassero tutti a fanculo!
Cosa credeva Louis? Che facendomi ingelosire sarei tornato da lui? Che i pensieri di mio padre valessero meno dei suoi?
Io ci tengo a mio padre, cazzo! Anche se è un odioso idiota omofobo e non mi interessa perché troverò senz’altro qualcuno che mi ama come Louis. Ne sono certo.
E forse è per questo che mi sono svegliato con una biondina tra le lenzuola. So di non averci fatto nulla.
Sono ancora convinto di essere gay. Perché non dovrei esserlo?
A parte che anche essere bisex non mi farebbe schifo.
Come diceva un amico bisessuale di Kevin: ogni buco è trincea.
Forse aveva anche ragione.
Basta, non devo più bere così tanto. Mi sono addirittura portato a letto una e non sono nemmeno sicuro che sia maggiorenne.
Ma l’ho fatto per scoprire la mia sessualità no? Solo che non ricordo un cazzo e potrei anche essermi bloccato per colpa dei sentimenti che provo per Louis.
A guardarla bene, però, è carina.
Oh ma andiamo! Uno a vent’anni dovrebbe aver capito in che squadra gioca! Perché io no?
Sono stato con delle ragazze, è vero, ma da quando ho detto a Louis di essere gay mi ci sono sentito davvero. A parte che avrei fatto di tutto per una scopata con lui, quella notte.
La domanda è una e semplice, Harry, ti faresti mai questa ragazza al tuo fianco?
No. No perché amo Louis.
Anzi si! Si perché voglio vendicarmi per tutte le volte che mi ha fatto male e perché magari così riesco a dimenticarlo!
No Harry, così non va! Non devi farlo per Louis ma perché un ragazzo della tua età lo farebbe senza problemi .
Mi metto seduto tra le coperte bianche. Come al solito sono completamente nudo, sbircio per vedere se lo è anche lei ma no, lei non è nuda. Ha ancora l’intimo addosso.
Ricopro sbuffando il corpo liscio e bianco della ragazza poi, quasi per sbaglio, guardo il mio telefono.
Ho dei messaggi da leggere ma sinceramente non mi interessano. Ho solo un gran bisogno di andare in bagno.
Mi sto pisciando sotto.
Louis vuole l’Harry stronzo? Avrà l’Harry stronzo.
Ma perché poi ci sto pensando mentre faccio pipì?
Dopo essermi lavato le mani inizio a guardarmi nello specchio, sistemandomi i capelli come meglio posso.
Ho un succhiotto sul collo e una striscia di rossetto poco sotto. Ma che diamine…? Magari l’ho bloccata in quel preciso istante.
Sento dei rumori provenire dall’altra stanza, lenzuola che si muovono, letto che cigola e piedi scalzi che fanno pochi passi.
-Harry?- la sua voce è dolce e melodiosa, non acuta e a tratti quasi isterica come quella di Louis.
-Sono in bagno- avverto con voce atona.
La vedo comparire da dietro lo stipite della porta, con un sorriso enorme e gli occhi grandi accesi di allegria. Manco fosse un film horror.
Io non sono mai stato stronzo, mi divertivo a fingere di esserlo con Louis.
Che palle! Non voglio pensare a lui. Non voglio!
-Buongiorno- mi sorride ancora più raggiante e io non so davvero cosa fare o cosa dire per liquidarla.
-Buongiorno- cerco di sorriderle altrettanto allegramente ma non credo di esserci riuscito.
Torno a guardare la sua immagine nello specchio e la vedo avvicinarsi. Sento le sue braccia intorno ai miei fianchi e la sua guancia morbida contro la mia schiena, è molto più bassa di me.
-Sono contenta che ieri non siamo andati oltre- sento le sue labbra posarsi al centro, sulla mia spina dorsale.
-Io oggi devo partire- le faccio notare girandomi, lei non molla la presa.
-Possiamo sempre tenerci in contatto- mi guarda dal basso con due occhi color caramello niente male.
-Prometti di non parlarne mai a nessuno? Amiche, twitter, stampa…sai queste cose qui- gli accarezzo piano le braccia nude e gli sorrido per rassicurarla.
Sono un fottuto idiota.
-Certo- annuisce convinta e credo che a questo punto si meriti una specie di premio, no? Mi chino per sfiorarle le labbra con le mie.
Diciamo che, ecco, non mi ha fatto proprio schifo ma…preferisco di gran lunga la bocca di Louis o quella di Kevin.
-Ti do il mio numero, perché io non avrò mai il coraggio di cercarti- mi avverte ridendo dolcemente e allontanandosi da me per tornare sul letto.
Annuisco poco convinto e la seguo per andare a cercare il mio telefono. Lo trovo a terra tra i miei jeans, al lato del letto.
Glie lo lancio distrattamente sul materasso e gli cade vicino.
Se lei appunterà quel numero nella mia rubrica…questo significa che devo essere IO a cercarla e devo farlo per forza per non farla stare male. E io non voglio farla stare male primo perché non è da me e secondo perché sappiamo tutti che una donna incazzata è più pericolosa di un paparazzo con scatti “Larry” tra le mani, potrebbe spifferare la storia a tutti e la copertura di Taylor salterebbe e la Modest! mi farà una lavata di testa impressionante.
Vorrei tanto sapere cosa sta facendo Louis in questo momento.
 
Scendiamo una volta esserci fatti una doccia e esserci vestiti. Lei ha quelli della sera prima, alquanto succinti ma ha 18 anni e chi sono io per dirgli come deve andare vestita?
Tiene stretta la mia mano che  è distrattamente consapevole di quel contatto.
Quando scendiamo, bagagli in spalla e sicurezza alle calcagna, mi rendo conto che Louis non c’è. Non è nella hall con il resto della squadra.
-Buongiorno- possibile che Liam parla veloce anche di prima mattina e dicendo una cosa semplice come “buongiorno”?
-Ei- ricambio il sorriso, è spento, come il suo.
-Lei chi è?- Lou, la parrucchiera, si avvicina incuriosita a me mentre cerca ancora di far dormire la bambina stretta al suo petto.
-Lei emmm, lei è…- cazzo che figura di merda, avrei dovuto leggere il nome con il quale ha salvato il suo numero.
-Bonnie- la ragazza allunga la mano e va a stringere amichevolmente quella di Lou.
-Giusto, Bonnie, lei è Bonnie!- cerco di riprendermi ma faccio solo per provocare agli altri un attacco di ridarella che, per educazione, non possono lasciarsi sfuggire.
-Andiamo? Dai Louis è già in macchina!- Paul inizia a farci strada verso la porta girevole del grand’hotel ma io mi blocco per chiedergli, con lo sguardo, un minuto da solo con la ragazza che ho appena scoperto chiamarsi Bonnie.
Se la situazione fosse stata diversa, a quest’ora, sarei corso in macchina dal mio Lou lasciando tutto e senza voltarmi indietro.
-Magari quando torno qui ti richiamo- lo dico prendendo quelle parole quasi seriamente.
-Si. Ci conto- mi sorride, ma un velo di tristezza le è appena calato sul viso.
-Ei? Ho il tuo numero, ti contatto appena posso- sono troppo buono per abbandonare qualcuno, neanche fosse un cane. Gli sollevo la testa da sotto il mento con l’indice e gli sorrido rassicurante prima di costringermi di nuovo a baciarla. Questa volta lei non si accontenta di uno sfioramento di labbra e cerca di mettermi la lingua in gola, letteralmente. Che ragazzo sarei se non lasciassi fare?
Continuo sempre a pensare che i baci di Louis siano i migliori.
Paul mi esorta pazientemente ad uscire e io gli do retta ma prima di lasciare la ragazza la saluto con un “Ciao piccola” e un sorriso triste sulle labbra. No non era triste perché mi dispiaceva lasciarla, era un sorriso triste perché sono un fottuto coglione e mi sono approfittato di una ragazza per dar retta a mio padre. Io non sono questo. O almeno non lo sono più.
Appena entro, in macchina, si crea un silenzio quasi opprimente. Era Louis quello che stava parlando prima che entrassi.
-Divertito ieri notte?- si gira con un tono da schiaffi e la faccia da…dio vorrei solo ammazzarlo di botte e poi baciarlo fino a restare senza fiato.
-Molto più di te che eri intento a flirtare con quel cameriere- alzo le spalle incurante e torno a guardare i vetri oscurati del finestrino.
-Almeno io mi ricordo il suo nome- ok questa frecciatina l’ha tirata fuori perché, sicuramente, qualcuno gli ha detto qualcosa. Guardo male Liam e Niall. So che sono stati loro.
Un punto per Tomlinson.
-Spero sia corto perché urlare il suo nome a letto poi sarà più difficile, non credi?- alzo un sopracciglio in tono di sfida. Sento Niall trattenersi dal ridere e poi vedo Liam dargli una leggera gomitata sul fianco.
-Fidati, anche se il nome è lungo me lo farà urlare lo stesso- mi sorride, è un sorriso finto e nasconde, senza riuscirci, acidità.
Sto per rispondere ma Zayn mi tira un calcio sulla caviglia e io mi rendo conto del comportamento immaturo che stiamo avendo entrambi.
Infondo eravamo partiti con il piede giusto nella camera di Niall. Cos’è andato storto?
-Scusa- mi schiarisco la gola e accenno un sorriso in direzione di Louis che sembra stupirsi di quella parola.
-Tranquillo, ho iniziato io- anche lui cerca di sorridermi senza lasciar trasparire alcuna emozione negativa.
 
Passano i giorni, passano più o meno due o tre mesi. Ma chi se ne frega di quanto tempo è passato da quando non tocco più il corpo di Louis? Non lo sto più facendo nemmeno per sbaglio. Entrambi cerchiamo di tenerci a una discreta distanza. Stiamo sempre insieme ma mai questa parola è stata meno azzeccata. Non ci parliamo, non ci guardiamo e sembriamo andare tacitamente d’accordo.
Ho scritto a Bonnie, certo che l’ho fatto, non sono un mostro. Solo un idiota. L’ho trovata davvero allegra, simpatica e deliziosa. Problema? Non è Louis.
Ma infondo nessuno di quelli che mi porto a letto lo è.  Intendo sia maschi che femmine.
Ebbene si, ora posso dire che la teoria “Ogni buco è trincea” è dannatamente vera quando vuoi toglierti dalla mente dei fottutissimi occhi celesti tendenti ad un dannatissimo grigio.
Per la gioia di qualcuno, mi sono lasciato con Taylor, o almeno così mi hanno detto. Lei sembra esserci rimasta male e mi ha perfino dedicato una canzone dove dice che sono un errore. Ammetto che, forse, portarmela a letto non sia stata proprio una manovra da scienziato. Ma davvero c’aveva creduto? Eppure non sono mai stato in grado di recitare.
I tatuaggi sul corpo di Louis sono aumentati e anche io ne ho aggiunto qualcuno, ma niente di eclatante.
Il tour continua e io sono sempre più stanco di fingere che tutto questo mi vada bene e che mi scivoli addosso come acqua fresca in estate. Più che altro è lava bollente.
Grazie papà.
 Be almeno mi telefona quasi tre o quattro volte a settimana per sapere come sta “il mio orgoglio”. Così mi chiama.
Io non lo capisco, preferisce che suo figlio si distrugga dietro storie di una notte piuttosto che vederlo felice con l’uomo della sua vita? Ma chi l’ha detto che Louis è l’uomo della mia vita? Magari è un altro uomo o magari, per qualche fottuto scherzo del destino, l’uomo della mia vita è Kevin.
Kevin, Kevin, Kevin. Chissà come sta adesso, cosa fa e se quel locale lo sta arricchendo come ha fatto fino a qualche tempo fa. Dovrei cercarlo. No, magari è meglio di no.
Prendo in mano la bottiglia di scotch e verso il liquido giallognolo nel bicchiere che contiene due cubetti di ghiaccio ormai sciolti. Lo butto giù tutto d’un fiato. Se Ed fosse qui mi direbbe di passare alla birra. Lui sostiene sempre la birra. Ma io ho decisamente bisogno di qualcosa di più forte.
-Andiamo! Non puoi stare qui a bere come un alcolizzato di cinquant’anni!- sento le braccia di Niall tirarmi su di peso, facendomi alzare dallo sgabello posizionato davanti al pianoforte. Si, ho un pianoforte a coda in casa. È bello ed elegante e…nero.
Devo smetterla di bere.
-Come sei entrato?- cerco di tornare in me, infondo una bottiglia di whisky non è tanto se sai reggere l’alcol. E io in questi ultimi tempi ho imparato eccome a reggerlo.
-Tenere le chiavi sotto i cespugli non è molto originale, sai?- mi prende un braccio e me lo fa portare intorno alle sue spalle.
-Andiamo non sono ubriaco, Nì!- cerco di liberarmi dalla presa e lui, quasi per dimostrare il contrario, mi lascia andare. Barcollo un po’ ma non è niente di grave.
-Che stavi facendo?- mi domanda seguendomi passo passo pronto per reggermi casomai rischiassi di cadere.
-Suonavo e pensavo. Sai che sono tre mesi che non faccio l’amore con Louis?- sorrido prima di portarmi la bottiglia, presa velocemente dal pianoforte prima di lasciare la stanza, alla bocca. Ne escono solo poche gocce e ci resto davvero male. L’ho finita. Scendo le scale per prenderne un’altra e posare quella vuota. Ci penserà scuramente Niall a buttarla.
Mentre scendo le scale a chiocciola, aperte da entrambi i lati e di un legno all’apparenza rovinato e scuro, Niall mi sorregge per i fianchi. Crede davvero che io non ce la faccia?
Quando sbaglio ad appoggiare il piede lo ringrazio mentalmente per non aver lasciato la presa sui miei fianchi.
Una volta al piano terra guardo fuori dalla porta finestra e mi stiracchio guardando il sole illuminare la grande piscina incastrata nel terreno e poi vedo la “vera casa” dove effettivamente vivo quando voglio stare da solo e in santa pace. Questa è una specie di diramazione della casa, dove tengo strumenti e cose per passare il tempo.
-Dai ti porto a casa e ti fai una doccia eh- Niall cerca di trascinarmi fuori di qui ma mi impunto.
-Facciamoci il bagno!- mi volto verso di lui e gli sorrido raggiante.
-Ma piantala! Hai talmente tanto alcol addosso che rischieresti di affondare peggio del Titanic!- mi fa girare e apre la porta finestra per farmi uscire.
Che palle ci sono altre scale. Ma come mi è saltato in mente di comprare questa casa?
Una volta arrivato a toccare l’erba che circonda le strutture, grazie all’aiuto di Niall, mi sdraio a terra con lo sguardo rivolto al cielo.
Mi piace Los Angeles, si, mi piace molto.
-Andiamo Harry!- Niall sbuffa chinandosi su di me. Gli sorrido impercettibilmente.
-Dai voglio stare un po’ all’aria aperta, che c’è di sbagliato?- mi lagno un po’ ma poi vedo Niall sdraiarsi di fianco a me e sorrido soddisfatto.
-Come stai Haz?- non mi guarda e io non guardo lui ma si capisce che è davvero preoccupato per me.
-Lui mi chiamava sempre così quando scherzavamo sul letto. Mi diceva “sei stupido Haz” e poi sorridendo mi baciava- sospiro. Non so perché l’ho detto ma ho paura che forse ha ragione Niall, ho bevuto troppo.
Mi manca il mio Boo.
È incredibile quanto le cose vadano di pari passo. Quando manca l’alcol manca anche Louis.
Però quando l’alcol c’è Louis no e, invece, quando l’alcol non c’è lui è presente.
Ok basta non riesco a ragionare.
-Ti manca tanto?- amo il suo tono comprensivo e l’accento lo rende ancora più dolce.
-Si, ho paura che vivrò ancora a lungo- trattengo un sorriso. So che è un accenno di una pessima battuta ma, di nuovo, non ho pensato a cosa dicevo.
Lui pare pensarci un po’ prima di capire il senso della frase, ma comunque sia non ride e mi sprona a parlare seriamente.
-Hai mai chiesto allo Yin se gli manca lo Yang?- che cazzo di esempio.
-Hai bevuto davvero tanto Harry- Niall sembra prendermi in giro ma io dico sul serio anche se è un po’ improbabile l’elemento di paragone.
-Tu sai cosa significa quel simbolo vero? Sai i diversi significati che ha?- mi volto per guardarlo. Cerco di fare il serio adesso.  Vorrei solo non aver bevuto tanto da non rendere le mie riflessioni veritiere agli occhi di uno completamente sobrio.
-Bene e male- Niall mi guarda con aria ovvia.
-Tenebre e luce, luna e sole, passivo e attivo e poi ancora scuro e chiaro, giorno e notte, freddo e caldo e tanti altri opposti tra cui il nulla da cui scaturisce la vita e il tutto che si esprime in nulla. Quando lo Yang raggiunge il suo massimo apice comincia, inevitabilmente, lo Yin. Come ti ho detto prima, il girono e la notte, ricordi? Quando il buio più totale arriva, lo Yin, comincia la sua discesa e lo Yang comincia la sua ascesa.  Sono parti complementari di un unico essere, capisci? Si completano. Lo Yang non esisterebbe senza Yin e viceversa. È difficile da spiegare ma io senza di Louis mi sento perennemente invaso dallo Yin, dalle tenebre, dall’oscurità, dal male, dal freddo. Semplicemente mi manca lo Yang, mi manca la luce, il bene, il calore che può seguire solo un terribile freddo.  Così come il giorno non può esistere senza la notte, io non posso esistere senza Louis. Lo so che credi che io sia ubriaco Niall ma parlo sul serio, non sono ubriaco a tal punto da non saper pensare, anche se vorrei esserlo-
Mi becco un’occhiata stupita seguita subito dopo da un sorriso dolce e rassicurante.
Senza pensarci riapro la bocca per un’ultima spiegazione. Credo che lo stia dicendo più a me stesso che al biondino.
-Lo yin e lo yang diminuiscono e crescono: sono complementari, si consumano e si sostengono a vicenda, sono costantemente mantenuti in equilibrio. Se uno dei due manca o cresce l’equilibrio del mondo va a puttane, come il mio- sorrido amaramente prima di ritrovarmi stretto tra le braccia del mio amico.
-Sai che puoi riaverlo, vero? Sai che non ti rifiuterebbe mai se tu tornassi?-
-E buttare al vento il rapporto con mio padre? Niall, io fin da piccolo ho sempre cercato la sua approvazione per ogni cosa. Sono cresciuto così, se lui non approva quello che faccio io devo migliorarlo finche non gli va bene e mi dica che è orgoglioso di me-
-Anche se questo vorrebbe dire peggiorare? Tu migliori la situazione dal suo punto di vista ma, guardati, ti stai lasciando andare e ne io ne gli altri ti lasceremo fare questo. Io dico che lo Yin dovrebbe darsi una mossa e riprendersi lo Yang. Non credi?- si stacca di poco per guardarmi con un sopracciglio alzato.
-No, non posso tornare da Louis e dirgli che ho bisogno di lui. Andiamo, io mi sputerei in faccia!-
-Tu non ami te stesso quanto lui ama te- si separa del tutto dall’abbraccio e si alza per aiutarmi a rimettermi in piedi.
-Mi sono comportato da stronzo vero? Intendo non parlandogli e non guardandolo in faccia- mi lascio alzare per poi trascinare i piedi fino alle altre scale che conducono dentro la vera casa.
Sto iniziando ad odiare le scale.
-Si un po’ si- mi aiuta a salire anche l’ultimo gradino ma davanti a noi c’è un’altra scalinata. La prossima volta ci penso 10 volte prima di comprarmi una casa.
-Harry la prossima volta che ti compri casa vengo con te, così evito di fartene prendere una con tutte queste stupide scale- sembra avermi letto nel pensiero.
Lentamente e in silenzio, rotto solo dai miei sghignazzamenti, mi porta in bagno, mi spoglia e mi fa mettere dentro la vasca.
-Cazzo Horan! È fredda!- cerco di non imprecare mentre un getto di acqua fredda mi bagna i capelli e le spalle.
Ghigna divertito prima di mettere l’acqua a una temperatura più accettabile ma non comunque calda.
-Sta sera esci con me? Dai sei l’unico single!- lo prego con lo sguardo e lui sbuffa prima di illuminarsi e lasciarsi andare in un sorriso. Annuisce convinto prima di lasciarmi in bagno da solo dicendomi che mi avrebbe aspettato in salotto.
Forse è per colpa della mia pigrizia ma non penso a cose particolarmente profonde o serie mentre mi lavo. Penso semplicemente ai miei movimenti, a quello che faccio e a come, chiedendomi il perché di alcuni gesti.
Forse semplicemente non voglio pensare a niente di importante.
Quando esco dal bagno trovo Niall intento a guardare la televisione. Sento una voce femminile parlare di me da dietro una scrivania. Mi fermo per guardarla senza attirare l’attenzione di Niall che sicuramente avrebbe cambiato.
La conduttrice mostra alcune mie foto mentre esco ubriaco da un locale, sono in compagnia di Nick e c’è altra gente che non ricordo vicino a noi.
Mi stanno praticamente dando del viziato che pensa solo a divertirsi mentre dovrebbe impegnarsi per il tour.
Ma si fottessero.
-Niall- mi avvicino a lui che sembra trasalire.
-Harry- subito e in maniera impacciata cambia canale, ma sa che ormai ho visto. Mi si legge in faccia.
-Voi la pensate così? Secondo voi mi sto comportando da bambino viziato che non sa apprezzare la fortuna che ha avuto?-
-No, ovvio che no. Noi ti conosciamo e sappiamo che non sei così- si alza dal divano e mi raggiunge con passo veloce.
-Ma tutti lo pensano vero? A parte voi, tutti quelli che mi vedono dall’esterno lo pensano-
Non voglio dare l’impressione sbagliata, non l’ho mai voluto. Odio essere raffigurato come la diva della situazione, davvero è odioso. Sto solo passando un periodo difficile e vorrei che la gente non inventasse voci su di me, io vorrei solo essere visto per quello che sono.
Prendo il telefono che trovo sul tavolino davanti la tv e entro immediatamente su twitter.
Leggo commenti di gente che mi da del viziato, ragazzino e montato, poi, quasi per pietà, leggo pensieri di persone che cercano di difendermi come possono, cercano di capirmi e mi sostengono.
Ho già pianto una volta per i commenti cattivi della gente e non voglio farlo di nuovo e apparire fragile come in quel documentario.
-Harry, tranquillo ok? Non ne vale la pena prendersela per delle notizie così false e infondate-
-No, non sono infondate. Io mi sto davvero comportando così e la situazione non giustifica il mio comportamento. Se fossi stato un ragazzo qualsiasi avrei potuto farlo, ma devo abituarmi ad essere un personaggio pubblico e devo capire che queste cose non posso farle. Dio mi sono comportato da bambino immaturo- mi porto le mani tra i capelli bagnati e in quel momento mi ricordo di essere nudo e appena uscito dalla doccia.
-Tu sai della fortuna che hai avuto, non devi rendere conto a nessuno. Siamo ragazzi normali e sbagliamo anche noi-
-Si ma mentre un ragazzo qualunque può sbagliare, noi non possiamo permettercelo- gli faccio notare indicando spazientito il televisore.
-Quindi sta sera  non si esce?- alza entrambi i sopraccigli e mi toglie il telefono dalle mani.
-Ne ho comunque bisogno- faccio notare.
Non posso permettermi una nottata lucido, non posso proprio stare su un letto con i pensieri che vagano liberi. Mi dispiace per l’immagine che sto dando ma non posso.
 
Niall è rimasto con me per tutto il giorno e mi ha accontentato ogni volta che gli chiedevo qualcosa, tranne il bere.
Quando usciamo ad aspettarci troviamo una macchina nera con i finestrini oscurati, al suo interno c’è Nick e, davanti nel posto del guidatore, l’autista a cui faccio cenno di non scendere perché, andiamo, so aprirmela da solo una portiera.
Nick saluta allegramente Niall e ci avverte che Ed ci aspetta nel locale dove stiamo andando. Niall sembra tirare un sospiro di sollievo e so il perché. Non gli piace particolarmente Nick.
-Oggi le tue mire?- Nick mi guarda divertito e malizioso. Si aspetta la solita risposta.
-Non credo di averne per sta sera- alzo le spalle prendendolo alla sprovvista. Niall tira un sospiro di sollievo.
Dopo essere usciti dalla macchina mi avvicino all’orecchio di Niall in modo che Nick non possa sentire.
-Lasciami bere ma tienimi d’occhio, non voglio ritrovarmi nel letto di qualcuno domani mattina- Niall sembra rilassato dalle mie parole.
Infondo voglio solo divertirmi senza altri scandali. Gli ho chiesto di aiutarmi e lui sembra esserne davvero felice.
Dopo un’ora siamo tutti e quattro ubriachi persi, seduti sul divano del locale, davanti a noi un cimitero di bottiglie vuote e bicchieri sparsi sul tavolo in vetro al centro del divano circolare. Vicino a noi altra gente che non conosciamo ma sembriamo abbastanza intimi grazie all’alcol.
-Harry! Non hai il coraggio di baciarti Nick!- una voce femminile, trascinata pesantemente dall’alcol ma restando comunque fastidiosamente acuta, mi sfida accompagnata dagli occhi divertiti e dalla pupille annebbiate.
Sento le risate intorno a me. Anche Ed ride.
Alzo un sopracciglio, porto la mano aperta sulla guancia di Nick e l’avvicino a me. Lui sorride, il solito sorriso da idiota ubriaco. Senza pensarci lo bacio tra le urla di approvazione e fischi di incoraggiamento degli altri.
Quando il bacio cerca di farsi più deciso sento una stretta sulla mia spalla che mi allontana repentinamente dalla bocca del conduttore radiofonico.
Mi volto e vedo lo sguardo preoccupato di Niall, gli sorrido ringraziandolo mentalmente per avermi fermato. Senza pensarci mi fiondo su di lui per abbracciarlo, stringendogli le braccia intorno a collo.
-Sei geloso biondino?- lo stringo davvero forte e lui scoppia a ridere.
-Tremendamente- scherzando mi appoggia la scena da film ma poi quando lo lascio respirare si fa di nuovo pensieroso.
-Brindiamo!- alzo, senza pensarci, un bicchiere pieno di qualcosa di cui non ricordo nemmeno il nome e gli altri urlano prima di tracannare il liquido nei loro bicchieri.
Mi accorgo solo adesso che Niall non beve.
Dopo quelli che a me sembrano dieci minuti, Niall, mi porta via da quel locale dove la situazione stava degenerando. So che dovrei ringraziarlo, e una parte nascosta di me lo fa anche, ma non posso far a meno di lamentarmi per essere stato portato via dal mio divertimento.
So che domani non ricorderò nulla e è questo quello che mi conforta. Il non ricordare è la cosa più piacevole del mondo quando hai solo ricordi felici che ti rendono triste.
Ovviamente Niall mi porta a casa salendo su un taxi. Non smetto di lagnarmi e di dire che voglio tornare nel locale ma non faccio nulla per farlo e al mio corpo va quasi bene essere stato trasportato lontano da li.
Domani mattina ringrazierò Niall.
Ci pensa lui a pagare e è sempre lui a fare le veci di padrone di casa.
Mi aiuta di nuovo a salire tutte quelle scale e, di nuovo, mi fa accomodare nella vasca.
Impreca mentre mi riveste, impreca come prima quando mi ha spogliato. Io rido.
Mi costringe a bere una quantità industriale di caffè per farmi riprendere e altrettanta acqua.
Mi lascia da solo soltanto quando deve andare urgentemente al bagno.
Sono seduto sul divano e guardo con sguardo assente il telefono, vengo risvegliato da un messaggio di Bonnie. Senza riflettere prendo il mio Iphone e la chiamo.
-Harry!- sembra davvero felice.
-Non cercarmi più, non chiamarmi- la voce è sicuramente alterata dalle bevande alcoliche che ho ingurgitato prima.
-Harry, sei ubriaco?- sembra restarci davvero male ma la mia mente non riesce a soffermarsi su quelli che sembrano piccoli dettagli.
-Sono innamorato, chiaro? Io amo solo lui! Lasciami in pace! Io amo solo il mio…- vengo interrotto da uno strattone che mi porta via il telefono dalla mano. Mi giro e vedo Niall che interrompe la chiamata.
-Perché?- gli chiedo mentre una lacrima si posiziona al lato del mio occhio.
-Perché non puoi prendertela con una povera ragazza, perché non puoi dirlo a chiunque, perché deve restare un segreto per adesso e sai quanto questo infastidisca anche me ma Louis adesso non vorrebbe di certi dirlo al mondo intero- spegne il mio telefono e se lo mette in tasca.
Non riesco più a trattenermi e scoppio a piangere. In un nanosecondo mi ritrovo stretto tra le braccia del biondo che si è seduto vicino a me con uno scatto agile.
-Sh, non preoccuparti. Sono qui, chiaro? Non sei solo, non lo sei mai stato-
-Lo amo così tanto, perché mi sono innamorato di lui? Perché non potevo amare una come Bonnie?-
-Me lo stai chiedendo davvero? Harry, Louis non è paragonabile a nessuno!- sento dal suo tono di voce che cerca di tirarmi su di morale. Con scarsi risultati.
-Vero? L’ho sempre sospettato che fosse speciale. Lui è il mio superman- inspiegabilmente mi lascio andare e rilasso tutti i muscoli che inconsapevolmente si erano tesi per i singhiozzi.
 
LOUIS
I giorni di riposo ho deciso di passarli a casa con la mia famiglia. Con me c’è anche Eleanor, per rendere il tutto un po’ più vero.
Su un programma di pettegolezzi sono uscite diverse foto di Harry in compagnia di Nick e altra gente. In tutte era rigorosamente ubriaco. Ormai i globuli rossi si lasciano trasportare da tutto l’alcol che ha dentro.
Non mi permetto nemmeno più di star male per un individuo simile, non posso star male per una persona che non conosco. Quello, semplicemente, non è il mio Harry.
Ma solo dio sa quanto mi preoccupo per lui e quanto prego perché quella parte innocente che ha rinchiuso da qualche parte dentro se stesso rivenga fuori.
Quella volta in cui mi disse di essere solo mio adesso sembra lontana anni luce e sbiadita da tutte le scopate che si sarà fatto nell’arco di questi tre mesi. Solo sul palco lo riconosco, solo li sopra è veramente lui; ma li non mi guarda neanche per sbaglio. Preferisco così che fingere di essere amici di vecchia data.
Ormai le testate scandalistiche dei giornali non fanno altro che parlare di lui come se lo conoscessero. Mi da sui nervi. Loro stanno giudicando Harry Edward Styles il ragazzo di cui mi sono innamorato quando, in realtà, quello che fa casini è Harry Styles il ragazzo dei one direction.
Vorrei andare li da lui e dargli tanti di quei schiaffi da rifargli mettere tutti i neuroni al posto giusto in quella testa bacata che si ritrova.
Se tornasse lo riprenderei, è ovvio che lo farei, ma ai miei sto continuando a dire il contrario cercando di autoconvincermi senza riuscirci un gran che bene.
C’era un motivo se non mi volevo innamorare, c’era e io dovevo fidarmi della parte razionale di me che a quei tempi mi gridava di scappare da quel ragazzo riccio ed espansivo che si prendeva libertà e a mano a mano anche tutto me stesso.
Mi ricordo quando faceva lo stronzo e mi piaceva, mi piaceva la sua finta aria di bimbo innocente che spariva non appena mi scaraventava sul letto. Mi piaceva quando cercava di essere più stronzo di me a volte riuscendo anche a farmi arrossire.
Ma amo quando sorride imbarazzato abbassando la testa e scuotendola lievemente. Amo quando si morde le labbra per il nervosismo e per trattenersi dal fare qualcosa di cui potrebbe pentirsi. Amo quando arrossisce per colpa di una battuta o una frase detta con malizia. Amo quando mi abbraccia eccitato per la promessa di una giornata passata insieme a divertirci. Amo il suo strano modo di aggiustarsi i capelli. Amo quando decide che fare lo stronzo non porterà a niente e allora si lascia andare diventando dolce e tenero. Amo quando me la da vinta per non continuare a discutere e a me va bene così anche se so che avrebbe potuto contraddirmi in mille altri modi differenti. Amo quando mangia il gelato e si sporca il naso. Amo la sua genuina curiosità.
Odio quello che sta mostrando di se al mondo.
È colpa di suo padre se sono lontano da tutto questo, da lui.
I miei mi hanno lasciato da solo con Ele e le mie sorelle che non fanno altro che giocare con le barbie, parlare di cosa da ragazze o mettersi lo smalto. Quindi quando decido di allontanarmi dal salotto nessuno ci fa tanto caso.
Prendo il telefono e cerco il numero che non ho mai avuto il coraggio di cancellare. Me l’aveva dato quando tutto andava bene, quando quella rivelazione non aveva scombinato la mia e la sua vita.
Forse adesso l’aveva addirittura cancellato.
Lascio squillare per qualche secondo, poi dall’altra parte sento dei rumori quasi impercettibili e poi la sua voce.
-Pronto?-
Cerco di riprendermi per riordinare le idee.
-Ciao, sono Louis. Posso parlarti?- forse non avrei nemmeno dovuto dargli del tu.
-Louis, cosa vuoi?- sembra sorpreso e dal suo tono sento un accenno di disprezzo.
-Vorrei chiederti se hai visto di recente le notizie che girano su tuo figlio e, se si, perché non fai nulla per aiutarlo e per impedirgli di rendersi ridicolo- di nuovo penso che non avrei dovuto dargli del tu.
-Non fa nulla di male, se si diverte chi sono io per impedirgli di farlo?-
-Io spero che mi stai prendendo per il culo. Des, tuo figlio si sta uccidendo lentamente. Forse tu non lo vedi perché sei troppo preso a gioire del fatto che non stia con me e perché credi che si possa morire soltanto con il corpo ma, ti giuro, che se solo prestassi un po’ più di attenzione noteresti che Harry non sta affatto bene e che sta morendo dentro. Lei vuole questo?- stringo forte la mano in un pugno e inizia a tremare piano.
-Sei davvero convinto di valere così tanto per lui? Svegliati, non sei nessuno per mio figlio. Solo una cotta passeggera data dalla confusione di tutto quel tempo che passate insieme- non è la prima volta che uno Styles mi affondi con solo poche parole mirate e precise al centro del petto.
-Credo che ti stia sbagliando. Ero molto di più di questo per tuo figlio e lei lo sa. Che ti costa ammetterlo?- la voce mi trema per il colpo subito ma non voglio dargliela vinta.
-Mi dispiace Louis, mi dispiace per te. Sarebbe meglio che tu ti disilludessi subito per stare meno male- è odioso perché sembra davvero dispiaciuto per me.
-Se a Harry succedesse qualcosa, ricordati, che sarà solo colpa tua. Se tornerà da me e io non lo rivorrò lui sarà distrutto e stai pur certo che non verrà a piangere da te. Riconoscerà che schifo di padre ha avuto- riattacco senza nemmeno aspettare una sola parola di dissenso. Non la reggerei.
Ora chiamo Niall, dopo che l’ho mandato a controllarlo gli devo tremila favori.
 
 

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Capitolo 18
*** We're just friends ***


SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE. LO SO C'HO MESSO TANTO E NON E' NEMMNO UN GRANCHE COME CAPITOLO. SOLO CHE SONO PARTITA PER DUE SETTIMANE E POI L'ESTATE E' SEMPRE STATA PIENA E IMPEGNATIVA, NO? AJAHAHAHAHAH
SCUSATE ANCORA IL RITARDO. XX
 


                                            We're just friends.  




Quei pochi giorni di pausa che c’hanno concesso sono appena finiti e già dobbiamo fare un’intervista prima di riprendere il tour, il tutto mentre lavoriamo al nuovo album. È stressante.
Dovremmo rivederci tutti in aeroporto per poi andare insieme alle registrazioni del programma tv.
Quando esco da casa dei miei trovo una macchina ad aspettarmi per portarmi dagli altri. Mi sono mancati tutti anche se ci siamo sentiti in continuazione tra messaggi e chiamate. Beh ovviamente non con Harry.
 
In aereo ci risono tutti, dai tecnici alla band di supporto che abbiamo scelto, che io ho presentato per farla scegliere.  Mi sono subito piaciuti appena ho ascoltato le loro cover su youtube e poi sono ragazzi che si vogliono divertire, come noi, sono anche simpatici e pieni di talento.
Harry è l’ultimo ad arrivare, oltre alle solite borse ora ne ha anche di enormi sotto gli occhi stanchi e assonnati. Sembra una specie di zombie, se fossimo in uno di quei stupidi film dove si preannuncia l’estinzione umana tutti noi dovremmo scappare da lui o ucciderlo. Sorrido prendendo in considerazione la seconda ipotesi.
Già, zombie.
È quasi rilassante vederlo dormire per tutto il viaggio. Finalmente si riposa un po’.
-Quanto ha dormito questi giorni?- sussurro nell’orecchio a Niall che mi sta seduto vicino e lo guarda preoccupato come me.
-Poco e niente. Anche se riuscivo a farlo restare a casa aveva sempre con se qualche bottiglia. E, cazzo Louis, ha pianto per una notte intera- sposta lo sguardo su di me mentre continua a sussurrare cose che non riesco ad afferrare. Il mio Harry è ancora la, ma non so perché voglia reprimerlo con quella caricatura di una diva.
Ha pianto. Magari era solo ubriaco e gli è scappata qualche lacrima. Non può piangere dopo quello che è successo, io dovrei piangere, non lui. Lui non ha il diritto di piangere.
-Grazie per essere stato con lui- sorrido dolcemente a Niall prima di rilassarmi sullo schienale e tornare a guardare pensieroso il corpo inerme del piccoletto cresciuto troppo in fretta tra musica, sesso e rimpianti.
Dispiace un po’ a tutti svegliarlo ma siamo arrivati e non possiamo ritardare, la tabella di marcia non ce lo permette.
Entriamo dove si terrà l’intervista. Non è live quindi abbiamo tutto il tempo per prepararci.
-Louis tu ti siedi qui, poi Liam e Niall, Harry tu qui prima di Zayn- un uomo dal sorriso finto, quasi quanto i suoi capelli, ci indica le postazioni.
Io ovviamente lontano da Harry. Ma è strategico perché non diamo nell’occhio se ne manca uno in mezzo a dividerci. Forse sotto sotto sono dei geni.
-Perché non mi prendete direttamente un’altra poltrona?- sbuffo sforzandomi di fare dell’ironia. Ricevo solo occhiatacce e risolini da parte della band.
Vedo un sorriso amaro spegnersi sul nascere dalla faccia di Harry.
-Ricordatevi di dire solo lo stretto necessario- un altro tipo ci avverte con aria minacciosa mentre finiscono di prepararci per la registrazione.
-Intesi?- subito dopo mi punta un dito contro. Ma forse non sa che ormai non ce n’è più bisogno di farmi stare zitto.
-Signor si signor capitano!- porto una mano in fronte stile saluto militare creando altri risolini sommessi . Fisso Harry che si limita a scuotere la testa guardando verso i suoi piedi.
-Iniziamo!- una voce fuori campo urla mentre viene tutto sistemato per le riprese.
L’intervistatore inizia a fare una serie di domande e battute a cui fingo di ridere, preferisco lasciar rispondere gli altri alle domande.
-So che questa domanda è trita e ritrita ma se ne parla così tanto che non possiamo non chiedervelo. Cos’è Larry?- la mia attenzione viene reclamata senza preavviso e sposto gli occhi da l’intervistatore a Harry che non parla mentre si morde il labbro inferiore. Le cose non sono cambiate di molto, sono sempre io quello che deve prendere in mano la situazione e smentire sempre tutto.
-I fan chiamano me ed Harry Larry Stylinson, credono che stiamo insieme in una relazione segreta ma io e Harry non stiamo insieme. È un’ingenua bugia-
Almeno non in questo momento vorrei aggiungere ma mi trattengo. Sarebbe troppo anche per me.
-Tu cosa ne pensi, Harry?- quest’uomo sembra sempre di più una serpe.
-Quello che ha detto lui. Siamo amici- alza tristemente le spalle mentre parla con il suo tono profondo e le parole escono estremamente lente mentre cerca di far finire il più in fretta possibile quel momento imbarazzante.  
-E cosa ne pensa la tua ragazza?- si rivolge di nuovo a me.
-Niente lei…la prende bene- alzo le spalle. Non so proprio come rispondere.
-L’hai conosciuta grazie a Harry, vero?-
-Si è uno dei motivi per il quale mi ci sono avvicinato- in teoria non sto mentendo.
-A voi piace Eleanor?-
Tutti annuiscono sorridenti senza capire bene che piega stia prendendo l’intervista.
-Meglio lei che altre- è un piccolo sussurro ma non scappa all’orecchio esperto dell’intervistatore che guarda Harry come se avesse detto la rivelazione del secolo. Mentalmente ci starà già scrivendo una storia sopra, molto ben elaborata immagino.
-Che intendi dire?-
-Niente di particolare, lei va bene- accenna un sorriso, spiacevolmente spento.
-Dal tono  non sembra-
-Harry è solo stanco- interviene prontamente Liam cercando di aiutare quello che si è messo nei pasticci con questa storia. Non capisco perché non interrompano le riprese e dicano di tagliare queste scene.
-Troppe uscite eh? Abbiamo visto le tue foto in compagnia di modelle e belle ragazze! Dopo la rottura con la Swift ti sei dato alla pazza gioia!-
-Già, la rottura con Taylor- non riesco a capire se sia un sorriso sarcastico o uno sbuffo mascherato con un sorriso.
-Ne deduco che non è finita in buoni rapporti-
-No, non ci parliamo e neanche ci guardiamo in faccia e è strano perché capita di stare nella stessa stanza…- anche lui si rende conto di aver detto troppo.
Io mi sono un attimo congelato.
-E l’ha presa così male?-
Rispondo io prima di dare il tempo a qualcuno di farlo.
-Magari è stata lasciata per i motivi sbagliati- ipotizzo trattenendo un accenno di sorriso sgarbato.
-O semplicemente non ha capito i miei motivi- azzarda con il tono di voce più alto.
-Forse non riesce a credere come una terza persona possa influenzare così tanto la tua vita da dirti chi devi amare- mi volto per guardarlo con la mia aria da ragazzino superiore che, lo so, Harry odia.
-Quella persona è importante per me!-
-E tu sei importante per…- stavo per dire “me”. Cazzo devo controllarmi.
-Per chi? Dillo- sembra pronto per alzarsi e attaccarmi al muro con un cazzotto.
-Non per uno che non accetta come sei realmente!- cerco di girare alla larga dal discorso.
-Ragazzi?- Niall cerca di mettersi in mezzo ma entrambi lo guardiamo male. L’intervistatore sembra soddisfatto della piega che ha preso la sua, altrimenti noiosa, intervista.
Vedo Liam guardare oltre le telecamere chiedendosi, come me, perché non stiano smettendo di riprendere.
-E se io non fossi così? Che farebbe se io non fossi chi crede che io sia?- stringe i pugni sopra le ginocchia ma mi guarda ancora con rabbia.
-Ti amerebbe lo stesso, cazzo! Vuoi capire che, indipendentemente da chi tu sia o da chi fingi di essere, ti ama? È il contenuto quello che conta!- mi alzo furioso dal divano e lancio un cuscino oltre la telecamera, due persone riescono a schivarlo. Mi scuso con lo sguardo.
-Quante volte hai detto solo questo mese che è tutta una stronzata e un’enorme bugia? Quante volte l’hai scritto su twitter? Eh?- si alza anche lui ma più lentamente e cercando di mantenere la calma, cosa che io non tendo mai a fare.
-Tu credi davvero che l’abbia scritto io? Potrò anche essere stronzo ma, cazzo, non ti farei mai nulla di simile!- ormai i toni sono elevati e non capisco perché nessuno ci blocca.
-L’hai smentito così tante volte…- abbassa la testa, lo sguardo e il tono di voce. Sembra quasi un agnellino.
-Cosa avrei potuto fare?- mi addolcisco anche io.
-Restarmi affianco e impedirmi di lasciarmi andare. Di cambiare persona ogni fottuta sera. Perché non sei rimasto con me, Lou? Io avevo ancora bisogno di te- la sua voce trema in svariati punti che coincidono con il tremolio delle mie gambe.
-Mi hai detto quelle cose e…- abbasso lo sguardo, non ho il coraggio di guardarlo in faccia.
-Ti ho detto che avevo bisogno di tempo per capire chi sono davvero, no che non volevo più vederti-
-Ti ho concesso tutto il tempo del mondo. Sai che ti aspetto, non potrei fare altrimenti- sorrido con un filo di amarezza mentre prego per non vederlo piangere.
-Dammi solo altro tempo, ok? Solo un altro po’ di tempo-
-E se ti innamorassi di nuovo? Io che faccio se una ragazza arriva e ti porta via da me? Lei andrebbe anche bene a tuo padre-
È strano come tutto stia venendo fuori da questa intervista che sicuramente verrà cancellata e rifatta più avanti, o semplicemente tagliata.
-Ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? Più scontrati ma il senso è quello. È da quella sera che io penso solo a te e ora tu credi davvero che io possa dimenticarti così facilmente?- fa un passo nella mia direzione tra gli sguardi delle poche persone rimaste.
Liam, Niall e Zayn li hanno mandati fuori quasi tutti per farci avere almeno un minimo di privacy.
-L’amore è strano e il cuore volubile e la mente…hai già visto quanto può essere condizionata. Cazzo sei passato dal “ti voglio sposare” al “ti lascio” in pochi giorni!- alzo di nuovo lo sguardo verso di lui. Ha gli occhi lucidi ma credo che i miei non siano da meno.
-Fidati di me Lou. Dacci fiducia. Io e te possiamo farcela, io lo so- sento le sue mani calde che stringono le mie, ad un tratto, i muscoli, che non sapevo di aver irrigidito, si distendono per lasciarmi andare a una rilassatezza inadeguata alla situazione.
-Continua a parlarmi, continua a ridere con me, ti prego. Promettimi di non comportarti come se non esistessi- sono le ultime parole che riesco a dire prima di sentire la voce di qualcuno urlarci che dobbiamo smetterla subito e che dobbiamo tornare al lavoro.
Tutto torna composto come prima.
Riprese tagliate, accordi fatti e conduttore avvisato dei tasti caldi.
Si ricomincia tutto da capo con nuove domande.
Durante l’intervista, Harry, mi sorride più volte e la mia mente torna ai bei vecchi tempi di quando ero libero di sussurrargli un “ti amo” e di ridere orgoglioso e soddisfatto se lui mi rispondeva con un “ti amo anche io”.  Il mio cuore si riempie con le sue labbra che mimano un “te lo prometto” invisibile ma importante e pieno di significato.
Prima di entrare in macchina veniamo presi da parte per sentirci urlare contro rimproveri sul nostro comportamento. Io sbuffo e Harry cerca di trattenere una risata, tipo suo quando è nervoso.
Vaffanculo.
Appena giriamo le spalle all’uomo che ci stava sgridando, do una pacca sul culo di Harry che, capendo il motivo, scoppia a ridere fragorosamente.
La prima cosa che mi dice appena saliti in macchina è un “Quando siamo diventati così rammolliti?” facendomi ridere perché, sinceramente, non lo so nemmeno io.
Eravamo i tipi che si prendevano a parolacce, si facevano i dispetti e più volte litigavamo per non ammettere l’evidenza. Che cazzo è successo a quei ragazzini?
L’amore fa crescere. Non siamo rammolliti, siamo maturati.
Forse dovrei dirglielo ma credo che lo sappia già da se.
-Parla per te, femminuccia- gli lancio uno sguardo divertito e lui mi da un leggero cazzotto sulla spalla. Ma cazzo ha le mani il triplo delle mie!
-Sei un gigante e ancora ti ostini a picchiare un ragazzo piccolo e esile come me?- alzo un sopracciglio incrociando le braccia al petto.
-Il mio fragile Lou!- addolcisce lo sguardo e tutti gli altri tre si puntano sorpresi su di noi, più su di lui.
-Non sono fragile! Sono solo meno sviluppato di te! Accidenti sei tu che sei…troppo!- sbuffo spazientito e gesticolo platealmente rischiando anche di beccare Zayn in pieno volto.
-Troppo? E da quando è un difetto?- ora il suo sguardo lancia la parola “sfida” da ogni sfumatura di verde che si ritrova.
-Non ho mai detto che lo sia! Non mettermi in bocca parole che non ho detto!- gli punto l’indice contro e aggrotto le sopracciglia prima di alzarle entrambe.
Mi pento di quello che ho detto non appena vedo balenare sul suo volto un’espressione divertita e so che è pronto per fare dell’ironia.
-Ti prego non dirlo- prendo a massaggiarmi, spossato, la fronte tenendo gli occhi chiusi, mi rassegno al fatto che tanto lo dirà.
-Cosa non dovrei dire? Che non è l’unica cosa che ti metterei in b…-
-Ok basta così!- per fortuna sento la voce di Liam sovrastare quella di Harry fino a farlo zittire del tutto.
-Ti ringrazio- sospiro mentre Harry e Niall scoppiano a ridere. Sinceramente non so il perché.
-Io ormai non vi faccio nemmeno più domande sul cosa state facendo. Tanto ogni volta cambiate modo di comportarvi tra voi- Liam ci guarda per un secondo prima di spostare la sua attenzione sulla strada.
-Aw! Lì ti amo!- gli butto le braccia al collo e lui si rilassa ricambiando l’abbraccio e liquidandomi con un “si, si, anche io” detto a mezza bocca.
Forse è scomodo ma mi addormento contro la sua spalla mentre cerco di non guardare troppo insistentemente Harry che ride e scherza con Zayn e Niall.
Amo quando prendono le macchine in cui entriamo tutti e cinque.
 

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Capitolo 19
*** Rain. ***


                                                                            Rain.      

L'HO SCRITTO OR ORA PER NON FAR PASSARE ANCORA TUTTO QUEL TEMPO AHAHAHAH SPERO CHE VI PIACCIA ANCHE SE E' FATTO UN PO' DI CORSA E SICURAMENTE CON QUALCHE ERRORE. PERDONATEMI!
BUONA LETTURA!




In radio c’è Billie Jean di Michael Jackson e sembriamo degli idioti mentre balliamo e cantiamo a squarcia gola, Harry ride.
Zayn fa gli ultimi pezzi in cui il re del pop urla di più mentre Liam improvvisa una base di beat boxer e Niall schiocca le dita a tempo mentre ondeggia con le spalle insieme a me che canto iniziando anche ad imitare il cantante defunto.
Harry ha riso per la durata di tutta la canzone e anche dopo, quindi più di 4 minuti sicuro. È bello vederlo ridere.
-Come pretendiamo che la gente ci prenda seriamente se facciamo queste stronzate?- Niall lo dice cercando di scandire bene le parole nella risata, una missione quasi impossibile per chi ride di tutto petto, come lui.
-Ormai non m’interessa nulla di quello che pensa la gente se non sono fan- alzo le spalle e Zayn mi propone un “cinque”, il che significa che è assolutamente d’accordo con me.
-Allora con Eleanor?- Liam mi riporta alla vita reale in cui io faccio finta di essere fidanzato con una ragazza per paura di cosa possa pensare la gente del mio orientamento sessuale.
-Tutto bene, starò con lei quando torno a casa, sarà un modo per farci vedere insieme. Voi?-
-Beh, come sai, io e Danielle abbiamo definitivamente mollato - mi fa notare con garbo quello che mi sono scordato, forse per l’abitudine di vederli insieme.
-Già, scusa, mi ero dimenticato che…-
-Tranquillo, credo sia l’abitudine- mi sorride amichevolmente e so che davvero non se l’è presa.
-Già. Te?- mi volto verso l’unico fidanzato.
-Non credo possa venire, è impegnata molto anche lei- alza le spalle, allarga le braccia mostrando i palmi verso l’altro e alza un angolo della bocca in un mezzo sorriso. So che gli pesa il fatto di non vederla molto.
Niall, dalla postazione davanti alla mia, mi tira un piccolo calcio sullo stinco e io lo guardo pronto per urlargli un “ma sei matto?”, solo che poi con la testa indica alla mia sinistra, dove Harry è impegnato a guardare il suo riflesso nel finestrino oscurato. Capisco che è pensieroso, si lascia perfino sfuggire un sospiro.
Ha il mento poggiato sul palmo della mano, le dita premono sulla pelle soffice delle guance, il gomito puntato sullo sportello, vicino al vetro. L’altra mano è tra le cosce rilassate e strette nei jeans, le caviglie incrociate, le vecchie converse, che non gli vedevo da tempo, fanno sfoggio di loro e del tempo che le ha usurate.
Poggio la mano, quasi impaurito, sulla sua coscia che si scontra piacevolmente con la mia, stranamente, senza creare imbarazzo e tensione.
Sembra trasalire a quel contatto e volta repentinamente la testa, gli sorrido leggermente e lui tira su gli occhiali da sole neri.
-A che pensi?- probabilmente non sono neanche affari miei.
-Al nuovo album, siamo già a tre, non è pazzesco? - per quanto la sua voce esprima vero interesse per quell’argomento, sono certo che non pensava a questo.
-Si, lo so, Harry, è pazzesco- lascio andare, se non vuole dirmi a cosa pensa chi sono io per obbligarlo a farlo?
Torna nella medesima posizione, non prima di essersi sistemato i capelli.
Sospiro rassegnato. Ormai sono passati i tempi in cui mi diceva quello che gli passava per la testa, anche la cosa più inutile e stupida. E forse, ho paura, sia meglio così.
I giorni sono passati molto velocemente, e ancora più veloci sono passate le settimane. Il Tour è agli sgoccioli, siamo a più della metà di concerti fatti.
Vorrei poter fermare il tempo, vorrei poter decidere io in che direzione debba andare la mia vita, vorrei tornare indietro e schivare con destrezza tutti gli errori che mi hanno portato lontano da Harry, vorrei recuperare quegli attimi per non sprecare nemmeno un solo secondo di vita insieme, vorrei così tante cose, vorrei essermi dichiarato in quella stanza d’albergo mentre lui piangeva rannicchiato a terra, vorrei non essere tornato ubriaco a casa quella notte, vorrei essere libero.
Harry aveva ragione, possiamo permetterci tutto e avere tutto, ma la libertà non ce la ridarà indietro nessuno.
La libertà di andare in giro mano nella mano con la persona che si ama, la libertà dei sentimenti, la libertà di poter dire tutto quello che ti opprime al mondo intero, la libertà di non doverti sempre e costantemente mostrarti felice, anche se non lo sei, agli occhi della gente.
D’altro canto amo questa vita, sono riconoscente a tutti quelli che mi hanno permesso di viverla e amo viverla con loro, con Zayn, Niall, Liam e Harry.
I pro superano i contro, ma non d’intensità.
Veniamo scortati in aeroporto.
Aeroporti, hotel, macchine, dietro le quinte, palchi. Ecco i luoghi in cui ho passato più tempo in questi anni.
Non dovrei neanche lamentarmi. Non sono un irriconoscente, ma ci stanno questi pensieri quando ti senti giù.
Aspettiamo l’aereo in una stanzetta lasciata libera per noi.
Le telecamere ci riprendono dormire.
Quando mi sveglio trovo Harry in piedi davanti alla finestra che fissa la pioggia sbattere sul vetro.
Mi avvicino lentamente.
-Che fai?- mi affianco a lui.
-Secondo te chi vince?- non si preoccupa nemmeno di guardarmi.
-Ma che dici?-
-Le goccioline sul vetro, secondo te chi vince?- mi ripete, insistendo.
Guardo il vetro e capisco cosa intende, puntavo sempre su una goccia quando ero in macchina, da piccolo. Solo che puntualmente questa si univa ad un’altra goccia, andava più veloce per poi fermarsi e farsi superare dalle altre. Allora mi arrabbiavo e tiravo giù il finestrino per poi ritirarlo su e vedere le gocce vecchie spazzate via e le nuove che si depositavano sul vetro. Ricominciavo di nuovo la sfida.
-Questa. Tu?- ne indico una assecondandolo in questo gioco infantile.
-Questa- ne indica una sopra la mia.
Dopo qualche secondo la mia supera la sua e io esulto mentalmente mentre lui scuote la testa.
Un minuto dopo, la mia non è scesa ma ha continuato la sua strada per dritto e la sua scendendo ha inglobato interamente la mia. Era come se avessero deciso di incontrarsi a metà strada andando anche contro tutte le leggi della fisica.
Lo vedo sorridere e scuotere la testa.
-Non vale, è una mossa scorretta!- mi lamento indicando il vetro e la corsa ancora in atto.
-È strano, ho sempre creduto che tu avessi raccolto la mia vita, non il contrario- sospira tenendo lo sguardo fisso sulla goccia più grande di tutte che continua la sua discesa, sfidando il vento e il fatto che sia più pesante delle altre. Le probabilità che vinca sono scarse.
Resto spiazzato da quell’affermazione. Ci ha paragonato a delle gocce che corrono su una superfine liscia come quella di una finestra. Lui si è paragonato alla goccia che soccombe a quella più grande e prepotente che la ingloba senza nemmeno pensarci.
-Se vince mi concedi una notte con te, se perde mi rassegno al fatto che non possiamo lottare contro il vento che ci sbatte contro- sussurro, per nulla sicuro che il mio tono di voce non risulti spezzato e ansioso.
Si volta a guardarmi, lo sguardo indagatore di chi non crede di aver capito davvero il senso di quelle parole.
-Non vincerà mai, le altre sono più piccole e più favorevoli a tagliare il vento-
-Ma è la più pesante, la gravità dovrebbe portarla giù più velocemente- voglio davvero che quella goccia vinca.
-Quando cadrà si schianterà, con un rumore sordo e insopportabile- non sono più sicuro che l’argomento sia la goccia.
-O magari si adagerà delicatamente e vivrà li, fino alla fine dei suoi giorni, nella pace assoluta- ipotizzo, di certo più ottimista di lui.
-No, perché la gravità che prima la facilitava nella vittoria sarà la sua rovina-
-In quel caso sarà il vento a sostenere il peso, evitando lo schianto-
Restammo zitti fino a che la gara silenziosa non finì.
Mi resi conto in quel momento che non c’era nessuna goccia che soccombeva all’altra. Semplicemente si univano perché da sole non ce l’avrebbero mai fatta.
Ma noi saremmo davvero stati in grado di sconfiggere il vento e la gravità per poi riportarle a nostro favore? Saremmo sopravvissuti o ci saremmo schiantati lasciando solo una scia destinata a sparire dietro di noi? Avremmo perso o vinto la corsa?
-Bene- il ragazzo al mio fianco sospirò quasi impercettibilmente.
 
Mi sembra di essere stato sballottato fino al sedile di questo aereo e ho un mal di testa incredibile.
La pioggia sta via via lasciando il posto alle chiare nubi che lasceranno intravedere il pallido sole.
I Simple Plan risuonano nelle cuffiette con “This song saved my life” e io sono completamente rilassato aderendo allo schienale comodo della poltrona in pelle.
Amo viaggiare in prima classe.
-Lou? Stai dormendo?- sento una mano dalle dimensioni discutibili scuotermi delicatamente il braccio poggiato flaccidamente al bracciolo. Apro un solo occhio e appena ne trovo un paio verdi a scrutarmi mi costringo ad aprire anche l’altro.
-Harry…- mi tiro su mettendomi in maniera più consona per la sanità della mia spina dorsale.
-Lou- la sua voce roca risuona stranamente dolce. Non dovrebbe esserlo.
-Cosa c’è?- mi stropiccio gli occhi che sono sicuramente arrossati.
-Devi spegnere qualsiasi dispositivo elettronico tu abbia tenuto acceso fino ad adesso e devi allacciarti la cintura- sorride. Riesco solo a fissarmi sulle sue fossette.
Faccio come dice e lui segue i miei movimenti.
Dopo secondi di silenzio riesco a decidermi e a prendere parola.
-A cosa stavi davvero pensando in macchina?-
-Non all’album- sorride amaramente, non è riuscito nel suo intento di nascondermi i suoi veri pensieri.
-Me ne ero accorto-
-Nick vuole rivedermi per rifare le nostre solite uscite…e stavo semplicemente pensando a cosa fare-
-Non ci andrai, vero?- lo guardo pregando di non averla fatta apparire troppo come una supplica.
-Tu non vuoi che io ci vada?- i suoi occhi su i miei iniziarono a bruciare di un’intensità spaventosa.
Mi sentii in soggezione ma ero deciso a non lasciarlo più andare ad una di quelle serate autodistruttive.
-Sinceramente preferirei di no, ma la vita è tua-
Non finimmo di parlare perché l’aereo atterrò nel migliore dei modi e noi fummo portati alla vita reale.
Quel giorno registrammo qualche strofa per il nuovo album e ci dedicammo alle prove per il concerto che avremmo dovuto fare quella sera. Non c’era tempo per riposare ne per parlare seriamente delle propri vite.
Il concerto andò bene, meno del solito ero riuscito a tenere lo sguardo lontano da Harry.
Sui social avrei sicuramente trovato qualche foto con una battutina mentre guardo silenziosamente e da lontano il ragazzo riccio.
Me ne sbatto se sono critiche, sorrido se sono favorevoli.
Nella mia camera d’albergo riesco finalmente ad avere un po’ di privacy. Ho chiesto ai ragazzi se la stanza singola avrei potuto averla io, non si sono dimostrati contrari. Sono fantastici.
Una volta sotto le coperte il sonno lasciò il posto all’inquietudine.
La goccia aveva vinto, ce l’aveva fatta. Noi invece? Avremmo fatto altrettanto?
Quando avremmo passato la notte insieme?
Se quell’anonima goccia c’era riuscita, perché noi no? Cosa avevamo noi meno di lei?
Il vento non ci avrebbe fermato, la gravità ci avrebbe aiutato…ma poi? Lo schianto era davvero inevitabile?
Avremmo potuto abbandonarci al vento e lottare contro la gravità…ma Dio solo sa quant’è difficile andare contro a qualcosa o a qualcuno che ti ha aiutato in precedenza.
Decisi che se Harry avesse accettato la proposta di Nick mi sarei lasciato schiacciare dalla gravità, mi sarei schiantato portandolo con me come quella stupida goccia.
Se Harry scegliava Nick e le sue serate io cosa potevo fare se non farmi da parte?
Ma le due gocce si possono separare una volta unite? E, se si, quanto si sarebbero portate via una all’altra? Forse quel tanto che basta per rimanere impresse per sempre una nella memoria dell’altra per tutta la vita.
Inevitabilmente qualcosa di Harry mi apparterrà per sempre, così come un frammento di me sarà per sempre suo. È una cosa spaventosamente inevitabile.
Due gocce si rincorrono nel freddo di un corta e inutile vita, due gocce si incontrano a metà strada, quasi a deciderlo, percorrono gli ultimi istanti insieme lottando contro il vento e lasciandosi aiutare dalla gravità, dietro di loro solo una silenziosa scia destinata a sparire senza essere ricordata. Avranno due scelte davanti: concludere la loro vita insieme e rischiare il tutto e per tutto, rischiare di schiantarsi, oppure prendere strade diverse ma consapevoli che ormai dentro di loro ci sarà per sempre qualcosa dell’altra.
Tutto dipendeva da Harry, io la mia scelta l’ho fatta.

 

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Capitolo 20
*** Adelaide (pt 1) ***


 

                                                                       ADELAIDE

                                                                     (parte 1)



 Holaaa!! Spero vi piaccia, anche questo l'ho scritto tra ieri sera e sta mattina. Scusate se ci sono degli errori ma adesso che ho un po' di ispirazione cerco di sfruttarla ahahahahahah
Buona lettura!





Odio profondamente il sole che mi sbatte in faccia i suoi raggi di prima mattina.
Se è per questo ho scoperto anche di odiare il risveglio in un letto vuoto.
Che agonia doversi svegliare con una sveglia del cazzo e un avviso di chiamata da parte di Paul.
Vorrei tipo urlare un “Arrivo, che coglioni che siete” ma non sarebbe il caso…giusto?
Ho almeno il tempo per farmi una doccia?
Se non ce l’ho, lo trovo.
Mi vesto con ancora i capelli bagnati, mi lavo i denti e scendo di corsa le scale, non ho voglia di chiudermi in ascensore e sopportare un probabile sguardo di una probabile persona che probabilmente si chiede se sia davvero io.
Arrivato mi viene detto che sono tutti a fare colazione e che mi stavano aspettando.
Quando entro in sala mi dicono di andare direttamente a sedermi e che la colazione me l’avrebbero portata al tavolo.
Hotel a 5 stelle.
-Buongiorno- cerco di sorridere a tutti ma il sonno me lo impedisce. Credo che i muscoli facciali stiano ancora dormendo.
-Buongiorno Lou- tra tutti i “buongiorno” e tra tutti i sorrisi che ricevo, uno in particolare attira la mia attenzione. Forse è la voce o forse sono le fossette. Non saprei proprio dirlo.
-Ei- gli sorrido di nuovo prendendo posto di fianco a lui e a Zayn.
Il tavolo è grande e circolare, ricoperto da una tovaglia di seta bianca, i tovaglioli, anch’essi  di seta, sono giallo ocra e piegati delicatamente e alla perfezione.
-Ecco a lei, signore- un cameriere dal sorriso gentile mi porge il piatto della mia colazione e io sono sbalordito quando, con i suoi guanti bianchi, mi mette davanti un piatto di tutto quello che amo mangiare di mattina.
Cereali. Io amo i cereali. Altro che la colazione tipica inglese. I cereali sono il futuro!
Il pane tostato non fa per me.
-Mi sono preso la libertà di chiederli al posto tuo, spero non ti dispiaccia- Harry mi sorride timidamente e io, dopo aver liquidato il cameriere con un “grazie” seguito da un sorriso, mi volto per guardarlo chiedendogli una spiegazione silenziosa.
-So che ti piacciono più delle cose salate e quando saresti arrivato non avresti dovuto aspettare. Tutto qui- alza le spalle e torna alle sue uova strapazzate.
-G…grazie- balbetto perché, andiamo, è normale secondo voi? Non dovrebbe comportarsi da ragazzo premuroso, non con me.
Mi rivolge un altro sorriso, sincero ma senza denti e le fossette meno accennate del solito.
-Oggi possiamo andare da qualche parte, magari a visitare i posti più belli…facciamo i turisti, vi va?-
-Liam, i turisti non girano con una scorta alle calcagna- gli fa notare prontamente Niall, cercando di restare garbato. Ma non è da lui.
-Era per fare qualcosa di normale!- ribatte lui.
Mentre si apre un acceso dibattito sul cosa fare in quella mattinata, la mano di Harry si posa sulla mia gamba per richiamare attenzione. Mi volto e di nuovo non c’è bisogno di parlare, mi risponde con un sussurro appena udibile.
-Ti va di andare a fare un giro? Insomma…da soli-
Dire che sono sorpreso è dire davvero, davvero, poco.
-E dove vuoi andare?- cerco di riprendermi dallo shock e bisbiglio come lui.
-A visitare qualche posto nuovo. Adelaide è bellissima-
Dette quelle parole torna a guardare gli altri, si schiarisce la gola per farli zittire e poter parlare tranquillamente senza dover urlare.
È incredibile quanto casino riescano a fare in tre.
-Io e Louis andiamo a farci un giro, ora lo diremo a Paul per avvertirlo. Voi cosa volete fare?- è incredibile come sia riuscito a sottolineare il fatto che siamo SOLO io e lui, in modo del tutto velato poi.
Liam ci guarda spaesato, Zayn sembra incuriosito mentre Niall, beh lui semplicemente è sovraeccitato con i suoi occhi spalancati che sprizzano gioia. Secondo me, se potesse, si metterebbe a ballare l’ulah sul tavolo.
-Ora decidiamo- l’unico in grado di parlare è Zayn.
-Ok, ci vediamo dopo- Harry si pulisce la bocca delicatamente con un angolo del tovagliolo per poi adagiarlo sul tavolo e alzarsi senza fare rumore. Io non mi alzo perché sono troppo impegnato a guardare e studiare ogni suo movimento…sembra elegante.
Mi riprendo quando sento la sua mano afferrare la mia, situata mollemente al lato della ciotola, e mi trascina via con lui. Ho il tempo di girarmi verso il tavolo e salutare gli altri.
Ma che gli prende?
Vediamo Paul che parla con qualcuno alla reception e gli da delle indicazioni sulla sicurezza, ci avviciniamo e Harry gli picchietta un dito sulla spalla. Ora sembra un bambino.
-Si?- si gira e ci sorride appena ci mette a fuoco.
-Paul, io e Louis vorremmo fare una passaggiata…da soli-
-Harry sai che…-
-Per favore. Paul, per favore-
Vedo i sguardi che si scambiano e non so perché ma l’omone cede di botto.
Quando ci salutiamo sento Harry sussurrargli un “grazie per avermi capito”.
Usciamo dall’hotel, rigorosamente scortati.
Abbiamo accettato di essere seguiti dalla sicurezza fino a che le acque non si calmano e noi possiamo girare tranquilli.
Passiamo tutto il tempo in silenzio se non per scambiare qualche battuta con gli uomini che ci seguono.
Arriviamo fino all’area pedonale sulle sponde del fiume e li, finalmente, abbiamo il permesso per stare da soli.
Dall’altro lato della sponda vediamo un parco con una piccola foresta, dal nostro lato, invece, spiccano i palazzi che creano la bellissima città.
-Grazie per aver accettato e non avermi, ecco, mandato a quel paese- sorride imbarazzato guardando per terra e mordendosi il labbro.
-In realtà hai fatto tutto da solo. Mi hai trascinato tu fuori da quella sala- gli faccio notare passandomi la lingua tra le labbra secche.
-Non ti sei opposto- alza lo sguardo e gira la testa verso di me, ma continua a tenerla piegata in avanti mentre mi sorride.
-Perché avrei dovuto?- alzo un sopracciglio.
-Magari per paura, che ne so- non smette di sorridere e questo mi riempie il cuore. Gli occhi si beano di quella visione.
-E di cosa? Non mi stuprerai mica!- sorrido divertito.
-Non ne sarei così convinto…- sembra quasi…ammiccare.
-Come scusa?- scuoto la testa.
Vorrei aver capito male…da una parte.
-Sai, con la barbetta e tutto il resto…-
-Ok ok ho capito- lo blocco e lui ride divertito. Credo di essere diventato rosso sulle guance.
Cominciamo a camminare e la direzione dei nostri passi la sceglie lui.
Attraversiamo un ponte e ci ritroviamo nel parco, dietro di noi una boscaglia piena di sentieri.
Harry si mette seduto, la schiena poggiata ad un albero, le gambe piegate, le braccia sulle ginocchia e le dita incrociate, lo sguardo fisso sulle piccole increspature del fiume…è così bello.
Mi avvicino a lui prendendo posizione al suo fianco, incrocio le gambe e inizio a giocare con i fili di erba verde e fresca.
-Non mi hai davvero, ecco, preso sul serio…vero?- Harry volta la testa per guardarmi, io d’altro canto lo stavo già facendo.
-Riguardo cosa?- non lo seguo. Dovrei?
-Lo stupro- vede la mia espressione disorientata perciò riprende a parlare –Stai tenendo una distanza notevole e…che ne so, tu hai una mente contorta- sorride mentre mi vedo costretto ad abbassare la testa per non fargli vedere il rossore che brucia sulle mie guance.
-Ripeto, so che non lo faresti mai- dico, prima di alzare la testa e guardare dritto davanti a me.
Sull’altra sponda si iniziano a vedere persone che camminano, corrono o vanno in bici. È passato perfino qualcuno con i pattini.
In un attimo mi ritrovo con la schiena poggiata violentemente a terra, le sue mani a tenermi i polsi al lato della testa, le sue braccia tese sono l’unica cosa che impedisce ai nostri corpi di collidere e il suo viso è tremendamente troppo vicino al mio.
Giuro che il verde dell’erba non è nulla in confronto a quello dei suoi occhi.
-Cristo, se io fossi un altro a quest’ora ti avrei già baciato- ha i denti serrati mentre i suoi occhi vagano sul mio volto, cercando quel particolare che gli permetta di andare oltre.
-Perché se fossi un altro? Io un altro non lo vorrei- balbetto insicuro mentre cerco di non guardare troppo le sue labbra schiuse a chiedere un bacio.
-Dio, Louis, ripetilo- chiuse gli occhi per dei secondi interminabili, continuando comunque a soffiare il suo alito caldo sulle mie labbra.
-Voglio solo te, Harry. Se volessi essere baciato, cercherei sempre e solo le tue labbra. Un altro non lo voglio- non so esattamente perche lo assecondo.
-Lou…- deglutisce a fatica, noto il suo pomo d’Adamo fare un movimento lento e, dio, è così allettante.
-Mi manca il tuo sapore sulle labbra, mi manca svegliarmi e trovarti dall’altro lato del letto, mi manca la tua pelle, il sapore che sento nella mia bocca quando vieni. Mi manchi Lou. Mi manchi da morire, ho un senso di vuoto enorme- Ok non sto più capendo niente. Non dovrebbe dirmi queste cose, non è giusto, io sono stato male per una sua scelta, è colpa sua, solo colpa sua.
-Harry non…- balbetto ma che potrei dirgli? Nulla che già non sappia.
Sentiamo una bambina in lontananza dire “mamma guarda! Che stanno facendo? Si amano?” e la madre rispondergli con un seccato “non guardare e andiamo via”.
Harry sorridere sospirando e io mi schiarisco la voce per cercare il coraggio di allontanarlo.
-Mi dispiace ma…-
Harry si alza allontanandosi da me per tornare alla posizione di prima.
-Non dire nulla ok? Ho capito come vanno le cose, solo una notte per svuotarti le palle e poi amici come prima- preme le labbra una sull’altra prima di lasciarsi uscire un sorriso amaro.
-Ma che dici? Ti sei impazzito? Userei qualcun altro per svuotarmi le palle, come dici tu- improvvisamente sono…furioso perché, di nuovo, non ha capito un cazzo e io…dio io che ancora ci perdo tempo!
-Sbaglio o hai detto che un altro non lo vuoi?- mi guarda, è di nuovo sulla difensiva.
-E questo non dovrebbe farti capire qualcosa?-
-Che non hai mai trovato nessuno che ti soddisfacesse come me? Cosa? È una specie di premio il tuo?- odio quando attacca per paura che io possa fargli del male, lo odio.
-Sei un coglione, Harry! Sei un fottuto coglione! Io me ne vado- mi alzo, mi pulisco i pantaloni quanto meglio posso e faccio per andarmene.
-Lou…- sento la sua mano afferrare la mia, mi volto sperando di ricevere le scuse che mi merito.
Resta solo a fissarmi dal basso con i suoi occhi verdi e limpidi. Scorgo la preghiera dietro al pentimento e decido di restare. Lo conosco, non lo diceva per farmi stare male.
La sua mano non lascia la mia nemmeno dopo qualche minuto che sono seduto di fianco a lui, in religioso silenzio.
Le sue dita giocano con le mie e quando le sue unghie iniziano a pizzicarmi lievemente i polpastrelli mi ritrovo a trasalire ripensando a quando lo faceva la mattina per farmi svegliare o dopo aver fatto l’amore per avere la mia attenzione.
-Sembriamo una di quelle schifose coppie sui programmi di Mtv, sai quelli del tipo “sconfiggi le tue paure e provaci con il ragazzo che ti piace”, oppure “Possiamo essere più che amici?” o peggio ancora quella roba ridicola del “Mi sono pentito a lasciarti, ti rivoglio indietro”. Che cosa triste, non avrei mai immaginato la mia vita come un reality show- sussurro piegando le labbra in una smorfia di disgusto.
-Io quelle coppie le trovo carine ma…noi non ci siamo mai friendzonati- volta la testa per guardarmi mentre continua con il suo lavoro sulle mie dita.
-In realtà tu l’hai fatto, quando ti sei messo con Kevin per la seconda volta e mi hai proposto di restare amici e…in quella stupida intervista dove c’è uscita qualche parolina di troppo- gli faccio notare senza cercare in alcun modo di sembrare sarcastico o in cerca di una lite.
-Naah. Sai chi ho davvero friendzonato?-
-Chi?- in realtà non mi alletta molto sapere chi ci ha provato con lui.
-Nick- ammette trattenendo una risata dopo aver visto la mia espressione di disgusto a quel nome.
-E fa che ci rimanga nella friendzone. Intesi?- gli punto l’indice della mano libera sulla spalla spingendolo leggermente. Si lascia ancora andare alle risate prima di riprendersi e fare uno sguardo dolce.
-Aww il mio Lou geloso!- lascia perdere le mie dita per darmi un pizzicotto sulla guancia, neanche fosse mia zia.
-Dio, Harry i tuoi cambi di umore mi fanno venire il mal di testa!- sbuffo schiaffeggiandogli la mano per farlo smettere di stringere.
-Non so mai come comportarmi con te- alza le spalle prima di rilassarsi con la schiena contro il tronco.
-Dì semplicemente che sei un pazzo psicotico e facciamola finita, ok? Ti continuerei ad amare come se fossi normale- la butto sul ridere riuscendo perfino a dirgli un “ti amo” celato, ma forse neanche tanto.
-M come siamo simpatici Lou! Che hai mangiato sta mattina? Uova e sarcasmo?- mi fece una linguaccia con tanto di occhi serrati. Sorrisi.
-Idiota, dovresti sapere cosa ho mangiato dato che qualcuno non si è fatto i cazzi suoi, no?- incrocio le braccia al petto.
-Scusa se volevo solo essere gentile!- mise il broncio prima di lasciarsi andare ad un sorriso e poi un’aria furba gli balenò in viso.
Ormai lo conoscevo, sapevo a cosa si sarebbe aggrappato.
-C’è un solo cazzo che mi farei, Lou…ed’è il tuo- vuole vedermi sconfitto, lo so…non vuole farmi eccitare, vuole solo vincere questa specie di battaglia.
-Scommetto invece che, frustrato sessualmente come sei, ti faresti anche Nick e la sua mandibola da cavallo-
Scoppia a ridere fragorosamente e mai suono mi è sembrato più bello.
-Louis, quello che ha l’aria di essere stato in astinenza qui se te- mi fa notare elegantemente.
E devo dargli ragione, cazzo. Lui ogni sera ne cambiava uno o una…io restavo fedele alle sue mani.
Ma, andiamo, sono Louis Tomlinson e non l’avrei mai ammesso.
-E tu che ne sai? Jeff è stato molto disponibile…-
Lo vedo irrigidirsi di colpo. Ok la mia è stata una mossa sleale.
-Vorrei vederlo…hai una sua foto?- vedo il suo volto rabbuiarsi e capisco di esserci andato troppo pesante, che con la storia di Jeff, lui, non c’ha ancora fatto i conti. L’ha semplicemente accantonata, non risolta, come avrebbe dovuto fare.
-Harry…- vorrei informarlo che è una cosa insana e masochista ma lui sembra davvero convinto a volerlo vedere.
-Ti prego, solo una foto. Vorrei capire cosa ti ha spinto a tradirmi, perché l’amore non è bastato- sembra, di nuovo, un piccolo cucciolo indifeso e io, con tutti i miei sensi di colpa, come posso negargli una semplice richiesta?
Tiro fuori il telefono e scorro tra i numeri che ho in rubrica, lo trovo. La foto che ho messo glie l’ho scattata una mattina, l’ultima che abbiamo passato insieme. È tra le lenzuola bianche che ci avevano visti complici in un rapporto puramente carnale, la schiena poggiata alla testiera del letto, il petto, lasciato per la maggior parte nudo, era bianco e i capelli scompigliati e biondi lasciavano capire quanto li avessi stretti quella notte. Stava fumando la sua sigaretta e stavamo sorridendo, erano rari i momenti in cui ci permettevamo di mostrarci amici oltre che semplici e anonimi corpi in cerca del piacere. Comunque il suo sorriso, le sue labbra strette attorno alla sigaretta, le piccole grinze ai lati della sua bocca e quelle che gli contornavano gli occhi…quella mattina pensai che fosse più bello che mai e che si meritava una foto. Dicendoglielo lo feci scoppiare a ridere ma si lasciò fare la foto, poi mi costrinse a farmene fare una con il suo cellulare.
Chissà se aveva ancora quella mia foto salvata sul suo telefono.
Era bello, si, ma non aveva dei ricci castani, non aveva gli occhi di quel verde…soltanto, non era il mio Harry.
-Oh, beh…ti avrei tradito anche io-
-Come scusa?- mi prese in contropiede.
-Beh è indubbiamente uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto. L’avrei fatto anche io…se fossi stato meno innamorato di te, Lou- alza le spalle e mi ridà il telefono, non prima di aver cancellato il suo numero dalla mia rubrica.
-Ma che fai?- non so se sorridere o arrabbiarmi.
-Chiamala folle gelosia, chiamala pazzia, chiamala un allontanarti dalla tentazione, non mi interessa. Non voglio che tu lo riveda, è troppo…e io non posso competerci e…-
-Ei, ssh, no, Harry piantala di dire queste cose, chiaro? È un bel ragazzo ma non è te, capisci? Io ti amo, Harry- velocemente mi metto in ginocchio tra le sue gambe e gli afferro il volto tra le mani, mentre parlo cerco di non fargli abbassare lo sguardo.
Lo sento trafficare con la mano in tasca e subito dopo, mentre io ancora sono perso nei suoi occhi, mi porge il suo telefono.
So cosa vuole che faccia e non farei altro che ringraziarlo per questo gesto.
Scorro nella rubrica fino a trovare quel nome che mi provoca uno strano prurito nel sottopalla, tipo irritazione. Con soddisfazione premo “elimina” e Harry non si perde il mio sorriso incontrollato.
-Grazie- sussurro mentre lui prende ad accarezzarmi l’avambraccio.
-Non esiste nessuno oltre te, Louis. Non c’è mai stato nessun’altro, ne nel mio prima, ne nel mentre e tanto meno ci sarà nel dopo-
Se fossimo in un film direi qualcosa ad effetto, tipo “non ci sarà un dopo nella nostra storia” e avrei iniziato a baciarlo come mai prima per far intendere che noi non ci lasceremo mai. Che, in quanto gocce, abbiamo preso la decisione di restare unite e sperare nella benevolenza del vento.
Però non posso, perché questo è già un “dopo” e fa male da morire ammetterlo.
-Vale anche per me, Harry- lo dico perché so che è fottutamente vero.
 

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Capitolo 21
*** Adelaide (parte2) ***



               

                              Adelaide (parte 2)


Ok, ho appena deciso che questo è l'ultimo capitolo di questa storia!
l'ho scritto per la maggior parte adesso infatti credo che ci siano alcuni errori, poi ricontrollerò.
Spero vi piaccia e...ALLA PROSSIMA STORIA!
Buona lettura.








Il suo viso è così fottutamente vicino al mio che mi fa sperare in un futuro senza un “dopo”.
Le mie mani sono sul suo petto e stringono ancora il telefono, le sue si sono spostate solo da pochi secondi sui miei fianchi. Sono ancora in ginocchio in mezzo alle sue gambe, piegate come al solito.
Si lascia ancora di più andare con la schiena contro la corteccia dell’albero mentre tiene gli occhi puntanti insistentemente nei miei.
-Louis?-
Ogni volta che parla mi soffia il suo alito caldo sulle labbra e è così disarmante.
-Si?- mi costringo a rispondere anche se in maniera sommessa.
-Se io ti baciassi ora, tu che faresti?-
Non può averlo detto con così tanta facilità, non ci sarei riuscito mai nemmeno io.
Dovrei rispondergli con un violento “ti darei uno schiaffo e me ne andrei, stronzo” ma non posso, non sarebbe la verità.
-Non lo so-
-Possiamo fare una prova? Poi se per te va bene lo faccio- ha la faccia di uno che vuole fregarti e lo sta facendo.
Si è appena assicurato più di un bacio.
-Così me ne daresti due- gli faccio notare cercando di non perdere la nota di sarcasmo.
-Davvero? Ops…beh, farò uno sforzo- sorride, credo pensando al “grande sforzo”.
Sorrido divertito. Da una parte è tenero, dall’altra totalmente eccitante.
Si avvicina ancora di più e sento, finalmente, le sue labbra sfiorare le mie.
-Ragazzi? Dovremmo andare-
Mai tempistica fu più sbagliata.
Mi tirai frettolosamente indietro cadendo sul posteriore e guardai l’uomo, in piedi, davanti a noi.
Mi copre il sole.
Vedo Harry sospirare rassegnato per quel quasi-bacio. Voleva davvero così tanto baciarmi?
Sembra davvero molto deluso e spossato, per via di quell’interruzione.
-Mi dispiace avervi interrotti ma dobbiamo andare- l’uomo mi sorride gentilmente e io lo rassicuro con un sorriso allegro, o almeno ci provo.
-Tranquillo, non stava succedendo assolutamente niente. Era una cosa da nulla-
Harry è dietro di noi che cammina a testa bassa e con le mani nelle tasche dei jeans impossibilmente stretti.
Lo sento sbuffare e capisco di averlo ferito, di  nuovo, con le mie parole dette senza pensare e a scopo di depistaggio.
-Scusa- sorrido di nuovo all’uomo della sicurezza lasciandolo andare di qualche passo avanti mentre io indietreggio verso Harry.
Si sistema i capelli e lascia cadere la mano lungo il fianco.
-Ei- gli sfioro il dorso della mano con le dita, lui cerca di prendermela  ma io la ritiro, quasi scottato.
Gli esce un sorriso, quasi uno sbuffo. Sapeva che avrei reagito così ma questo non l’ha fermato dal provare.
-Mi dispiace, io…- sono nel caos più totale.
-Tranquillo, so perché dici quelle cose e perché ti ritiri quando ti tocco…ma non riesco a smettere di pensare che faccia dannatamente male. Un tempo eri tu quello che non voleva nascondersi-
Sospirai malinconico pensando alla verità di quelle parole.
Io non volevo nascondermi, non lo volevo neanche adesso. Solo che adesso non c’era nulla per cui nascondersi, giusto?
Non c’è più un imbarazzante “noi” da dover nascondere.
-Tieni, il tuo cellulare- faccio di tutto per non guardarlo negli occhi, lui mi aiuta cercando di fare lo stesso.
Arriviamo in hotel e i bodyguard si dileguano appena mettiamo piede in ascensore.
La tensione tra noi due è tangibile ma il viaggio dura relativamente poco e io tiro un sospiro di sollievo non appena vedo le porte aprirsi.
In silenzio mi incammino verso la porta della mia stanza.
-Ei-
Mi volto velocemente e lo vedo che mi guarda con un mezzo sorriso, inutile dire che è sessualmente stimolante.
-Dobbiamo…finire quel discorso, ricordi?-
Ricordo eccome, ma non credevo volesse riprenderlo.
 Annuisco.
-Un posto tranquillo?- chiede, decisamente più in soggezione dato che lo sto guardando fisso da quando mi sono voltato.
Gli indico la porta della mia stanza. Annuisce convinto prima di avvicinarsi ancora.
Lo faccio entrare e, mentre chiudo la porta, si mette seduto ai piedi del letto.
-Mica ti mangio!- sorride con il suo tono divertito e strafottente.
-Magari mi stupri- alzo un sopracciglio, tornando al gioco di prima.
Scoppia a ridere di cuore, piegandosi in avanti con il busto. Decido di avvicinarmi e, non appena mi siedo di fianco a lui, cerca di interrompere le risate.
Si schiarisce la voce prima di tornare a fare il serio.
-Se avessi voluto l’avrei fatto prima, al parco- mi fa notare ironicamente.
-Allora? Di che volevi parlare?- cambio argomento guardandolo, impaziente.
Trattiene per un attimo il respiro poi si rilassa e torna a guardarmi.
-La notte che hai vinto…- lo blocco con uno sguardo truce.
“La notte che hai vinto” mi fa sentire un uomo che approfitta del corpo di un giovane, solo per una notte.
Io voglio solo approfittarmi del suo amore e svuotare il cuore del mio.
-Tu non sei un gioco a premi, Harry, vorrei che tu lo capissi. Tra l’altro non so nemmeno a cosa pensavo quando ho fatto quella proposta, puoi anche dimenticarla se la vedi come una costrizione- lui non può sapere quanto mi c’è voluto a pronunciare queste parole senza balbettare e pregarlo di baciarmi ora, di consumare quella notte subito.
-Mi vuoi o no, Louis? Sono stufo di averti sempre a metà- ora è più sicuro, lo sento dal tono di voce e lo vedo nei suoi occhi.
-Tu non mi hai mai avuto a metà!- cerco di difendermi come posso da quell’accusa infondata.
-Ah no? Quell’estate ero stato palesemente una botta e via, quando ci siamo messi insieme non volevi neanche ammettere di amarmi o peggio ancora non lo facevi affatto e, cristo, mi tradivi!-
-Ok ma poi…-
-Poi cosa? Se tu fossi stato completamente mio non avresti sentito il bisogno di essere di qualcun altro, non trovi?- si calma e torna alle sue solite frecciatine.
-Credevo fossero cose passate- ammetto, abbassando lo sguardo, colpevole.
-Credi che cancellare un fottuto numero mi abbia aiutato a cancellare quello che ho provato?-
-No ma…-
-Comunque non sono venuto qui per litigare. Devi solo dirmi se quella notte la vuoi, perché io la sogno da quando ci siamo lasciati-
Odio quando non mi fa finire le frasi.
-Se magari mi fai parlare!- mi alzo irritato e gli do le spalle.
Prendo un respiro profondo ma non mi volto, non ne avrei il coraggio.
-Sta a te decidere. Se una sera busserai alla mia porta, sai che è sempre aperta. Io ti aspetto-
Sento le sue braccia stringersi intorno alla mia vita, circondandomi del tutto. La sua guancia poggia sulla mia spalla e il suo respiro sfiora la pelle sensibile del mio collo.
Inaspettatamente mi fa girare, si allontana e mi prende delicatamente una mano. Senza distogliere lo sguardo dal mio mi trascina sul letto. Quando si toglie le scarpe capisco che devo fare lo stesso.
Una volta steso sul letto mi obbliga a fare lo stesso, tirandomi di fianco a lui.
-Voglio solo stringerti a me, sono notti che non dormo, da solo non sono più abituato- cerca di stringermi a lui ma io sento quel contatto così dannatamente sbagliato in questo momento.
-Ti prego, solo qualche minuto, poi puoi cacciarmi via- ha già gli occhi chiusi mentre lo dice.
Mi lascio andare appoggiando la testa sulla sua spalla, il suo braccio mi cinge lungo la schiena e posa la mano sul mio fianco.
Metto una mano sul suo petto e lui porta la sua a stringerla, piega la testa per poggiarla alla mia e a me viene istintivo mettermi ancora di più a pancia in giù, attaccato a lui e, con la gamba libera dal peso del mio copro, copro le sue cosce piegandocela sopra.
È una fortuna che lui riesca a dormire immobile, a pancia in su e con un ragazzo avvinghiatogli stile polpo.
Vorrei poterlo stringere così per sempre.
Vorrei…
-Vorrei restare così per sempre, sai? Con il tuo respiro a cullarmi, la tua mano sul petto, stretta alla mia, e…il tuo viso così vicino. Credo che in questi casi il paradiso possa attendere e passare al secondo posto-
È un sussurro appena udibile ma al suo monologo toglifiato aggiunge anche un piccolo grande “ti amo”.
 
-Andiamo su! Non siete qui per oziare!-
La voce è sicuramente quella di Niall che da dietro la porta imita il tono da usare in un fottuto campo di addestramento.
-Forse è ora di tornare alla realtà- sussurra Harry nel mio orecchio. Lo sento sorridere.
-Quale? Quella in cui facciamo finta di essere amici o quella in cui fingi di essere etero per tuo padre?- non volevo sembrare un completo stronzo, davvero, ma mi è uscito male il tono.
-Quella in cui ti sbatti Eleanor invece di farti le seghe pensando a me- mi strattona leggermente, a quanto pare si diverte a battibeccare.
-E chi ha detto che penso a te?- cerco di tirarmi su ma le sue braccia mi tengono stretto.
-Quindi è vero che ti fai le seghe?- mi guarda divertito e io sbuffo spingendolo via.
-Allora?! Louis ti vuoi sbrigare!?-
-Arriviamo!- risponde Harry per entrambi.
-Cosa…? Harry? Ma che…? O mio dio siete tornati insieme!- sembra eccitato.
Io e Harry ci guardiamo con gli occhi spalancati e ci affrettiamo a contraddirlo con dei veloci “No non fraintendere”.
Mentre ci rimettiamo le scarpe sento lo sguardo di Harry puntato su di me.
-Potremmo farlo, sai? Intendo…tornare insieme-
Quando mi volto, spiazzato da quelle parole, per guardarlo lui volta subito lo sguardo e prende a guardare per terra.
-E tuo padre? E il mio orgoglio? Harry io non meritavo di essere lasciato, non quella volta, non in quel modo…capisci? Tu…potresti rifarlo- sono calmo mentre cerco di esprimere almeno una parte delle mie stupide preoccupazioni.
-Hai ragione, scusa-
Stupido che sei, avresti potuto riaverlo. Sei uno stupido, Louis! E tu, Harry, perché cazzo non lotti per quello che vuoi?
Usciamo dalla stanza e ritroviamo gli occhi indagatori di Niall puntati su di noi.
-Non farti film mentali, stavamo dormendo- Harry sorride mentre spintona giocosamente il biondo.
Abbracciati, perché lui non riesce a dormire senza di me. Ok non dovrei pensarlo.
Sentiamo il telefono di Harry squillare e lui rispondere con uno sbuffo.
Mi concentro sulla sua chiamata.
-Pronto? Ei. Si…certo…si, ovvio- dopo poco si volta a guardarmi.
Inizia a torturarsi il labbro inferiore con i denti, lo fa quando è nervoso o indeciso.
-Poi ti faccio sapere ok? Non lo so Nì, poi vedo…Ok, ciao. Si anche io, ciao-
Chiamata corta ma intensa eh?
Nì…Nick? Sempre in mezzo quello.
Non gli chiedo nulla, non sarebbero affari miei alla fine, mentre ci dirigiamo in ascensore e poi nel bus con il resto della band.
 
HARRY.
Quando Nick mi ha chiamato non pensavo che volesse sentirmi per uscire quella stessa sera, dopo il concerto.
Sarebbe arrivato tra poche ore e poi saremmo usciti per andare a bere qualcosa in quei locali che conosce solo lui.
Il punto è: io ci voglio davvero andare?
Sinceramente preferirei di no, ma la vita è tua.
Quando disse quelle parole non mi aveva nemmeno guardato in faccia. Capisco che Louis abbia una gelosia innata verso Nick ma è semplicemente ridicolo.
Dal tono di voce sono riuscito anche a capire la solennità delle sue decisioni.
Se io esco con Nick, questa sera, Louis non me lo perdonerà mai.
Dovrei mandare a puttane tutto? Lasciare Louis è mortale, l’ho già provato.
Ma mio padre? Che faccio con lui? Che gli dico? “Guarda pà, mi dispiace deluderti, ma il tuo più grande incubo si è avverato: tuo figlio preferisce un cazzo a una vagina.” Sarebbe divertente, poi, vedere la sua faccia…ma poi non sarebbe affatto divertente andare in ospedale perché ha avuto un infarto.
Uscita con Nick o vita con Louis? Una vita lontano da Louis e piena di conquiste notturne o una vita stabile e piena d’amore con Louis? Beh ci sono molti più aghi sul piatto della bilancia a favore di Louis e decisamente più lance spezzate dalla sua parte.
Ma ora non dovrei pensarci, decisamente no.
Devo concentrarmi sul palco, non posso permettermi distrazioni.
 
Mi sento uno schifo mentre mi preparo per uscire con il presentatore radiofonico. Mi sento una merda mentre varco la porta della mia camera d’hotel per rendermi “uomo” agli occhi di mio padre.
Mi sento un verme, sporco e traditore mentre esco lasciando qui Louis.
-Ei! Finalmente sei qui!-
Ci salutiamo da buoni e vecchi amici e lui mi fa entrare in macchina aprendomi lo sportello.
Mentre salgo alzo lo sguardo e, affacciato alla finestra che fuma, scorgo Louis. Mi blocco un attimo a guardarlo mentre Nick impaziente mi sprona ad entrare del tutto e a chiudere lo sportello.
Dalla finestra esce una seconda persona che riconosco come Zayn, lo abbraccia forte a se prima di lasciarsi passare la sigaretta…ma scommetto che non è una sigaretta e scommetto che Zayn è li per consolarlo con quella merda che a entrambi, di recente, piace fumare.
No, non posso lasciarlo li. Non posso lasciarlo indietro.
-Scusa Nì, sta sera passo- esco dalla macchina senza staccare gli occhi dalla visione sul balcone e lo lascio li, imbambolato, a guardarmi andare dal ragazzo che amo.
-Harry ma che…?-
-Scusa, poi ti spiego- gli urlo mentre inizio a correre per tornare all’interno dell’hotel.
No, non glie lo avrei spiegato.
Tutti mi guardano confusi mentre premo parecchie volte e velocemente il bottone per chiamare l’ascensore.
Occupato. Cristo va lentissimo!
Fanculo!
Inizio a correre per le scale spaziose.
O immagino ancora sul balcone a fumarsi quella merda, mi sale un nervoso opprimente. Ho paura di fare troppo tempo.
Abbiamo sempre fatto di uno sbaglio un dramma, ma ora basta, non possiamo andare avanti così.
Abbiamo fatto dell’amore un arma, ce la puntiamo addosso piangendo. Ricordo quando eravamo ancora la cosa più bella che l’altro aveva. Ora se ci guardiamo cosa vediamo? Frammenti di un amore troppo importante per poterlo buttare.
Inizio, affannato, a bussare violentemente alla sua porta. Mi apre uno Zayn perplesso che appena vede la mia espressione si fa subito da parte per lasciarmi entrare.
Mi fiondo dentro e lo vedo davanti alla finestra aperta, mi da le spalle.
-Louis- sussurro mentre cerco di riprendere fiato.
Lui si gira di scatto e lascia cadere la canna al suolo, Zayn si affretta a prenderla e a spegnerla.
-Io vi lascio soli- mi volto per vederlo andare via e lo ringrazio con un cenno del capo.
-Cosa vuoi? Non dovevi uscire con Nick?- sembra alquanto scazzato.
-Ti avevo promesso una notte, ricordi?- non so perché ma mi esce un sorriso che subito cerco di rimandare indietro.
-Harry, non mi basta una notte- sbuffa cercando di distogliere lo sguardo dalla mia figura che si impone davanti a lui.
-Non ho solo una notte da offrirti- mi affretto a dire.
Lo vedo passarsi una mano sul viso e voltarsi per non guardarmi.
-Mi hai sempre detto “tanto non cambi” ma sai cosa? Tu non sei cambiato e l’hai data vinta a quei bastardi!- lo vedo innervosirsi sempre di più.
-Louis…-
-No! Cristo! Ma sei davvero così stronzo o lo fai apposta? Che cazzo hai preso la mia vita per una giostra?!-
Spero davvero che parli sotto l’effetto della canna, perché non posso crederci che sia lo stesso ragazzo con cui ho dormito oggi pomeriggio. Non così incazzato e…risentito.
-Non so se ti amo da impazzire o se sono impazzito per amarti! E so che quando perdi la tua metà non ne esci mai intero…lo so ma…cazzo! Io non so se sto rincorrendo un sogno o scappando da un incubo…lo capisci?- il nervosismo gli ha generato un pianto pieno di singhiozzi sconnessi e a me si spezza il cuore a vederlo così visibilmente distrutto.
Mi avvicino repentinamente a lui e gli blocco il volto tra le mani, lo costringo a guardarmi e con i pollici gli porto via quelle piccole lacrime che gli rigano il viso, la sua espressione deformata in una smorfia stanca e abbattuta.
-Sono qui, Lou. Non ti lascio…non lo farò più finche non sarai tu a cacciarmi via e in quel caso dovrai costringermi a calci in culo, chiaro? Stare senza di te sarebbe solo un arrancare per la sopravvivenza e scusa se ho permesso a mio padre di farci questo. Scusami- tengo gli occhi puntati nei suoi, ancora lucidi ma rinfrancati dalle mie parole.
-Amami, ho bisogno che tu mi ami, ti prego-
Io…lui…dio, quanto lo amo.
Ti amo Louis, ti ho sempre amato e il tempo ha solo rafforzato i miei sentimenti. Ti amo da morire.
Usare le parole non basterebbe, non ci penso molto prima di baciarlo.
-Questa notte la ripeteremo per tutta la vita, ogni notte sarà la nostra notte- gli sussurro dolcemente prima di mordergli il lobo dell’orecchio destro.
-Hai cambiato le mie notti- sospira dolcemente prima di baciarmi il labbro inferiore.
-Come?- non riesco a capire il senso della sua affermazione, ma magari è solo il suo profumo che mi stordisce.
-Hai cambiato le mie notti. Sai, uno riesce ad essere se stesso solo di notte, nel proprio letto, prima di dormire mentre di giorno hai una perenne maschera che cambia emozioni al posto tuo e quella maschera non si può togliere ne cambiare. La notte solo riuscivo ad essere me stesso e solo la notte mi permettevo di stare male e di piangermi addosso per tutti gli errori e i rimpianti…da quando ti conosco le mie notti sono diverse, a volte migliori, a volte peggiori, ma comunque diverse e ti ringrazio per questo, ti amo anche per questo. Tu hai cambiato le mie notti di tormenti in notti d’amore-
-Tutte le volte penso di non poterti amare di più, ma poi dici queste cose e…cristo mi rendo sempre conto che sbaglio. Ti amo e non vedo l’ora di amarti di più- sospiro sulle sue labbra calde.
Lo vedo sorridere e io con lui.
-Non farmi sognare sta notte- con un piccolo salto incrocia le sue gambe intorno ai miei fianchi e io sorridendo lo afferro per le cosce sode.
-Farò di meglio: ti farò vivere in un sogno- riprendo a baciarlo e lo sento sorridere mentre preme le sue labbra sulle mie.
Riesco a mettermi seduto ai piedi del letto, lui riesce a mettersi in ginocchio, a cavalcioni sopra di me.
Iniziamo a levarci anche i vestiti oltre che le maschere.
-Mi farai impazzire- quasi gemo mentre si muove ondeggiando sopra la mia erezione e mi fa un doloroso succhiotto sul petto.
-Almeno giocheremo ad armi pari- alza le spalle sorridendo.
Una volta nudi riesco a girarmi e a posizionarmi sopra di lui, lo faccio sdraiare.
Inizio dolcemente a baciargli l’inguine e l’interno coscia, lo sento docile sotto il mio tocco e questo mi piace.
Quando inizio a baciargli anche le parti intime lui trattiene il respiro per dei secondi.
-Ti ero mancato?- sorrido guardando la sua erezione pulsare sotto i miei occhi.
-Da impazzire-
-Sai che non ti farò alcun bocchino, vero? Voglio che sia interamente merito dei miei movimenti, nessun aiuto- continuo a salire, sta volta gli lecco l’ombelico, poi passo ad un capezzolo per poi vendicarmi e fargli un succhiotto dove lui l’aveva fatto a me prima.
-Ti prego- sussurra debolmente e con gli occhi chiusi.
Non voglio neanche perdere tempo per prepararmi, infondo sono sempre pronto per lui, non ne ho poi così bisogno.
Una volta essermi messo in ginocchio sopra di lui, prendo in mano la sua erezione e la posiziono per poi calarmi lentamente.
I suoi respiri si fanno affannosi e il mio istinto mi dice di togliermi di li.
Fa male, fa fottutamente male.
Una volta lasciato entrare interamente, mi permetto di aspettare qualche secondo per abituarmi.
-Harry? Ti amo-
Sorrido perché era esattamente quello di cui avevo bisogno, il rimedio contro ogni male.
Inizio a muovermi lentamente, non mi alzo, semplicemente ruoto il bacino su di lui che stringe violentemente i miei fianchi per non impazzire.
-Mi ami Louis?- ho un disperato bisogno di sentirmelo dire.
-Ti amo- strizza gli occhi e trattiene un gemito.
-Io ti amo tanto, tesoro- stringo le sue mani sui miei fianchi e mi si mozza il respiro non appena tocco il mio punto.
Devo costringermi ad arrancare per riavere l’ossigeno nei miei polmoni.
-Oddio Lou- stringo le sue mani e lui intreccia le sue dita alle mie.
Lo aiuto a sollevare la schiena dal materasso e a mettersi seduto, mi porto le sue mani sulle labbra e inizio a baciarle ma non mi accorgo che lui le ha sostituite con le sue labbra dal momento che ogni mio senso sembra amplificato e dormiente nello stesso momento.
Lo sento contro di me, è ovunque, ma è quel troppo che rende ciechi e ti senti sommerso; lo vedo davanti a me ma la mia vista è appannata dal piacere; lo sento gemere ma i rumori sono ovattati e lontani neanche fossi sotto l’effetto di qualche droga; sento il suo odore, la stanza è piena del suo odore, o forse lo sono solo le mie narici…probabilmente è quella la droga che mi anestetizza i sensi.
È tutto in un piacevole e opprimente “troppo”.
Le nostre mani sono ancora intrecciate mentre spingo la mia fronte sulla sua e lui cerca di non farsi spingere indietro, le nostre bocche aperte che ormai nemmeno di sforzano più di contenere gemiti e sospiri, sento i suoi penetrare nella mia bocca e invadermi di un calore indecente.
Quando lo sento lasciarmi una mano per iniziare a masturbarmi subito lo blocco.
-No…voglio godere solo per te dentro di me, voglio qualcosa di puro e non di forzato…magari quello dopo-
Annuisce e torna a stringermi la mano.
Faccio un ultimo movimento mentre raggiungiamo insieme il limite.
Entrambi cerchiamo di respirare mentre l’orgasmo ce lo impedisce. Arranchiamo per cercare l’ossigeno nella bocca dell’altro.
Una volta finita l’ondata di piacere, i nostri respiri sono così irregolari da sembrare ancora più impuri dei nostri pensieri fino a qualche secondo prima. Cerchiamo di regolarizzarli basandoci su quello dell’altro e guardandoci dritti negli occhi.
Mi bacia il naso e io lo arriccio sorridendo al suo tocco, anche lui sorride mentre capovolge la situazione e si posiziona sopra di me.
Esce lentamente, anche se non vorrei,  e si abbassa sulla mia erezione per fare un lento ed estenuante bocchino.
Una volta arrivato al limite sento che potrei dormire per due giorni interi tanta è la mia stanchezza.
-Promettimi che non ci lasceremo più- si sdraia di fianco a me e volta la testa per guardarmi.
-te lo prometto- ne sono più che convinto.
Preme il suo petto al mio fianco e io lo stringo inverosimilmente a me, la sua gamba si piega sopra le mie e la sua mano inizia ad accarezzarmi il petto, io l’afferro con la mia che non è impegnata a stringerlo per il fianco.
-Ce la faremo insieme- la sua voce si affievolisce piano piano.
-Si amore. Diamogli quello che vogliono per adesso, un giorno avremo la nostra rivincita- gli lascio un bacio sulla tempia.
-Tu non lasciarmi mai più-
-Preferirei morire che stare senza di te-
-Questo è per sempre-
-Questo è il nostro per sempre-
Ci addormentammo con un “per sempre” incastonato tra le labbra come un diamante in una grotta buia, una grotta dove la verità sarebbe sempre stata celata, ma che comunque c’era…se solo si voleva cercare bene, se solo la gente avrebbe voluto cercare meglio l’avrebbe vista.
Prima o poi avremmo vinto noi, bastava solo fidarsi del “per sempre”.
 

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