Un Weekend Particolare

di _MakaAlbarn_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Preparativi Iniziali. Fra quanto si parte, Amici? ***
Capitolo 2: *** All'incontro. Da quanto tempo non ci si vede? ***
Capitolo 3: *** Paura sulla Giostra. Brividi lungo la Schiena e Pelle d'oca? ***
Capitolo 4: *** Soccorsi. Cosa è successo, ragazzi? (Intramezzo) ***
Capitolo 5: *** La Palestra di Sciroccopoli. Camelia, una beltà splendente? ***



Capitolo 1
*** Preparativi Iniziali. Fra quanto si parte, Amici? ***


Era una giornata particolare, quella.
Un gruppo di amici stava per riunirsi per trascorrere un weekend diverso dal solito.
C’erano proprio tutti e, ognuno di loro, proveniva da città diverse e anche molto distanti l’una dall’altra.
Un suono squillante ruppe il silenzio che regnava sulla tranquilla Alisopoli: era un Interpokè che squillava allegramente emettendo una melodia monotona ma piacevole.
La proprietaria rispose immediatamente:
-Pronto? Chi è?-
Dall’altra parte del piccolo schermo quadrato una ragazza dagli occhioni blu e folti capelli biondi urlava qualcosa di incomprensibile in tono più che eccitato.
-Ehilà, Mei!! Allora è tutto confermato per oggi, vero? Non vedo l’ora di arrivare, ma con questo volo non dovremmo metterci molto! C’è anche il professor Platan, qui con me: ha insistito perché dice che è pericoloso fare un viaggio così lungo da soli..!- e al viso corrucciato della ragazza seguì quello solare e sorridente dell’uomo in questione:
-Ciao Mei! Serena è un fuoco d’artificio all’idea di questo incontro; non vede l’ora!-
-Ne sono felice, professore!- sorrise la ragazza dall’altra parte, e in quel momento sopraggiunse una quarta persona:
-Sono loro?-
-Si!- rispose Mei, guardando quel ragazzo dai capelli blu e gli occhi color rubino avvicinarsi a lei.
-Ciao Toniiii!- urlò Serena, divertita.
Lui si avvicinò e, alzando lamano in segno di saluto, sorrise: -Ciao! Fate buon viaggio!-
-Grazie- risposero all’unisono Serena e Platan.
-Ehi, scusate ho una chiamata- disse Mei notando che l’Interpokè si illuminava, così rispose mettendo in comunicazione anche gli altri due.
-Ciao Mei! Oh, ciao Serena!- questa volta una ragazza con una lunga coda castana e occhi celesti sorrideva ai suoi interlocutori insieme ad un ragazzo dai lunghi capelli verdi e occhi blu mare.
-White! N!- esclamò Mei
-Come state? State andando ad Alisopoli??- chiese Serena col suo solito entusiasmo.
-Sì, stiamo arrivando! Abbiamo appena sorvolato Austropoli- rispose White –E voi?-
-Noi siamo quasi arrivati! Ah, Mei, ricordati che dobbiamo fare scalo a Ponentopoli: se non vi dispiace io e il professore vi aspetteremo a Sciroccopoli-
-Ma certo, non preoccupatevi!- rispose Mei con un sorriso, insieme a Toni che seguiva la telefonata senza parlare.
-Per noi non fa differenza!- rispose N, col consenso degli altri tre
-Allora a più tardi ragazzi- disse di nuovo la prima e, dopo un “a più tardi” generale, chiuse la chiamata.
Si preannunciava un pomeriggio ricco di sorprese.

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Capitolo 2
*** All'incontro. Da quanto tempo non ci si vede? ***


-Mei, allora che facciamo?- chiese Toni, avvicinandosi.
-Beh, dobbiamo aspettare White e N, nel frattempo perché non stiamo a casa mia? Devo ancora preparare delle cose da portare, ti spiace?-
-No, figurati- rispose il moro, seguendola verso casa sua.
Appena arrivati, Mei cominciò a sistemare cose apparentemente a caso da gettare a raffica nelle sua borsa.
Toni, invece, rimaneva appoggiato allo stipite della porta a fissarla divertito.
-Puoi sederti, Toni- disse Mei senza voltarsi e il ragazzo obbedì al comando senza batter ciglio: prese la sedia più vicina e vi si sedette; di lì a pochi minuti, però, qualcuno suonò il campanello. I due ragazzi si guardarono, poi corsero di sotto per andare ad aprire.
Dietro alla porta due figure alte e dalla corporatura asciutta sorridevano.
-Ciao, Mei!- esclamò White, mentre N già stringeva la mano di Toni.
La ragazza sorrise per poi abbracciare l’amica
-White! Finalmente! Avete fatto buon viaggio?-
-Abbastanza, grazie!- rispose N al posto suo, cingendo la vita di White col braccio
-M-ma allora… v-voi..?- balbettò la prima, alzando un dito tremolante contro la coppia, che assunse un’espressione del tipo “forse ci eravamo dimenticati di dirvelo”.
Mei si riprese velocemente, per poi urlare entusiasta e piombarsi fra le braccia dell’amica:
-Ahhh! Congratulazioni, White!! Quanto siete teneri, piccioncini miei!!-
-Grazie, Mei!- rispose la ragazza, felice –E a te come va in campo amoroso, eh?- chiese poi, schiacciando l’occhiolino e dando delle piccole gomitate nel fianco di Mei.
-Beh, è tutto come al solito..- disse l’altra, fissando il basso per nascondere il rossore delle sue guance e congiungendo nervosamente gli indici davanti al naso.
White rise, seguita da N; Toni invece rimaneva in silenzio e questo preoccupò Mei, che però decise di non dargli troppo peso.
-Beh allora possiamo cominciare ad andare..?- chiese N, un po’ per impazienza e un po’ per smuovere la situazione di imbarazzo che si era creata fra i due amici.
-Sì, dai! Se Mei ha finito, possiamo anche andare!- sorrise White, dando una pacca sulla schiena dell’amica, che stava ancora ricontrollando il contenuto della sua borsa.
Di lì a pochi minuti, i quattro ragazzi si trovavano già a metà strada, felici al pensiero che mancasse davvero poco per riabbracciare la loro cara amica Serena.
Puntuali come sempre, erano arrivati a Sciroccopoli alle 15.10 e, proprio in quel momento, videro in lontananza una ragazza, scortata da un’altra persona, che agitava la mano mentre correva verso di loro.
A quella scena la riconobbero subito:
-Serena!!- urlò Mei, correndo verso l’amica, mentre gli altri tre dietro di lei facevano la stessa cosa.
Ora erano davvero al completo e, dopo i convenevoli ed una breve pausa al centro Pokemon, il gruppo di amici si spostò in direzione del luna park della città.
 

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Capitolo 3
*** Paura sulla Giostra. Brividi lungo la Schiena e Pelle d'oca? ***


-Wooooow!!- urlò Serena alla vista del parco, sgranando gli occhi –Ma è grandissima!!-
-Cosa?- chiese incuriosito il professor Platan
-Ma la ruota panoramica, no?!- rispose Serena un po’ scocciata –Voglio salirci!!- aggiunse poi, con gli occhi che ancora le brillavano.
-Ricordi il nostro primo giro su quella ruota panoramica?- chiese White, appiccicandosi al braccio di N –Era bellissimo, vero?-
-Ma eravamo ancora rivali, tesoro..!- rispose il ragazzo, scompigliandole i capelli.
-Ti accompagno io, Serena- propose il professore, quasi coprendo il discorso degli altri due.
-Sì, evviva!!- esclamò la bionda, correndo a comprare i biglietti.
-Nel frattempo io ed N andiamo a fare un giro al Teatro Musical- disse White
-E voi, ragazzi?- chiese Platan agli altri due
-Io rimango qui intorno, magari faccio un salto in palestra e saluto Camelia- disse Mei
-Anche io..- affermò Toni convinto, avvicinandosi a lei.
-Allora ci ritroviamo più tardi davanti al centro ok?- disse White
-Perfetto!- confermò Mei e, detto ciò, il gruppo si sciolse lentamente.
 
-Che bellooo!- urlò Serena agitando le braccia e aspettando che il professore si avvicinasse –Si sbrighi, professore!! Perderemo il giro!!-
-Arrivo, arrivo, Serena!- rispose lui con un sorriso sincero e, dopo poco, salirono sulla ruota panoramica.
Si sedettero l’uno di fronte all’altro e il giro cominciò. La cabina si sollevò lentamente finché dopo alcuni minuti i due si ritrovarono a circa 50 metri da terra; praticamente a metà del giro.
-Non è emozionante, professore??- esclamò Serena, spingendosi contro il vetro per guardare dall’alto le luci della città.
-Sì, è vero!- rispose lui tranquillo, mentre si guardava intorno di tanto in tanto.
-Vorrei che non finisse mai, questo gi-  ma la ragazza fu interrotta da un rumore fortissimo e la cabina cominciò per qualche ragione ad oscillare pericolosamente
-Ma che cosa sta succedendo?!- esclamò Platan guardando fuori, finché riuscì a scorgere dei Pokemon proprio sopra le cabine: un gruppo di Unfezant selvatici stava ripetutamente colpendo i ganci a cui erano appese.
Serena si fece prendere dal panico e si raggomitolò urlando “Aiuto!”
-Serena!- la voce del professore le aveva fatto aprire gli occhi di scatto, giusto qualche secondo prima che la sua vista si oscurasse di nuovo: vide Platan avvicinarsi a lei, poi sentì solo le sue braccia stringerla e la sua mano costringerla a tenere la testa contro il suo petto –Stai tranquilla, andrà tutto bene, andrà tutto bene!!- le urlava; e non sapeva nemmeno lui se per convincere lei o se stesso.
Serena emise solo un “sì” a mezza voce prima che dei brividi cominciassero a scuoterla da capo a piede, nonostante la presa salda dell’uomo le fosse non di poco aiuto.
La cabina, però, continuava ad oscillare e la forza dei colpi al debole gancio aumentava sempre di più. Dopo pochi di quei colpi il gancio cominciò a sgretolarsi e la piccola struttura circolare entro la quale erano confinati i due si sbilanciò; la porticina si spalancò e, nemmeno cinque secondi più tardi, precipitò nel vuoto: Serena, probabilmente, avrebbe fatto la stessa fine se non fosse stato per la prontezza di Platan che, nonostante l’inclinazione della struttura, riuscì a trattenerla per il braccio e a stringerla nuovamente a sé.
-Serena … ascoltami bene!- cominciò, ma non poté finire la frase che il gancio cedette, facendo precipitare la cabina.
Una caduta da 50 metri da terra, un tempo interminabile prima dell’impatto.
Platan, ancora pieno di volontà, riuscì ad uscire dalla cabina in volo insieme alla sua compagna e, con prontezza, cavò di tasca una pokèball.
La mossa che più gli sembrava azzeccata fu chiedere l’aiuto di Charizard, infatti fu un secondo, un attimo brevissimo, e l’imponente Pokemon si librò nell’aria come un fulmine a ciel sereno.
Fu in quel momento che i due ragazzi riuscirono miracolosamente a salvarsi, atterrando sul dorso del fidato Pokemon del professore e, dopo pochi minuti, a toccare nuovamente terra.
-Professore…?- chiese Serena, riaprendo gli occhi lentamente –C-cosa è successo?-
-Stai tranquilla, ora è tutto passato..- rispose lui, tenendola ancora in braccio.
 

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Capitolo 4
*** Soccorsi. Cosa è successo, ragazzi? (Intramezzo) ***


Soccorsi. Cosa è successo, ragazzi?
 
Sotto gli sguardi sconcertati della gente lì attorno, Platan rimaneva accovacciato tenendo Serena fra le braccia e il suo Charizard era lì, proprio vicino a lui, che sfregava il muso sulla guancia della ragazza come per infondergli coraggio.
In quel momento sopraggiunse l’infermiera Joy insieme ad Audino, che portò immediatamente Serena al centro Pokemon.
Non le era successo nulla, e per fortuna nessuno era ferito, ma lo spavento preso aveva fatto perdere i sensi alla ragazza, che venne con tempestività adagiata su un lettino dell’infermeria e portata nel reparto superiore, seguita dal professore.

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Capitolo 5
*** La Palestra di Sciroccopoli. Camelia, una beltà splendente? ***


La palestra di Sciroccopoli. Camelia, una beltà splendente?
 
-Toni! Mei!- una figura elegante e dai capelli corvini e lunghissimi quanto lisci si avvicinò, scendendo elegantemente dalla lunga passerella illuminata e lasciando i fotografi sconcertati –Da quanto tempo, ragazzi!-
Avvicinandosi, li condusse lungo tutto il palco:
-Cari spettatori, un attimo di silenzio, vi prego! Vorrei che la vostra attenzione si posasse per qualche istante su questi due giovani allenatori! Loro sono Mei e Toni, ed hanno battuto me e la mia squadra di Pokemon, nonché tutte le altre nella regione di Unima, molto tempo fa!- i flash delle macchine fotografiche si arrestarono all’unisono e la musica di sottofondo calò di volume.
-Ricorderete tutti perfettamente il Team Plasma, dico bene?- continuò Camelia –Come ben sapete, dopo la loro disgregazione alcuni degli ex-seguaci hanno comunque continuato la loro lotta, perseguendo gli ideali che si erano prefissati…- Camelia sorrise, in direzione dei due giovani, poi aggiunse: -Ma se oggi viviamo in un mondo onesto e senza più soprusi verso i Pokemon a causa di quei malfattori lo dobbiamo a loro due e al ristretto gruppo che ha collaborato con loro perché la pace tornasse a regnare!-
In quel momento uno scrosciante applauso risuonò in tutto l’edificio.
-M-ma Camelia, n-non era necessario!- disse Mei a bassa voce, leggermente in imbarazzo
-Figurati, siete troppo modesti, ragazzi miei! Mi sembra più che giusto ringraziarvi ancora! Se non fosse stato per voi, Unima non sarebbe un posto sicuro come lo è ora!-
-E ora, se volete scusarmi...- aggiunse la donna, in direzione del pubblico
-Vorrei assentarmi per parlare con loro, riprenderemo la sfilata più tardi!-
E, detto ciò, Camelia condusse i due ragazzi nel retro del palco scenico.
-Allora, ragazzi!- cominciò –Vi trovo bene! Avete già sfidato la Lega, non è vero?-
-Beh sì,- rispose Mei –eppure non sono riuscita a battere il campione! Toni invece è stato formidabile!-
Il ragazzo si grattò il capo, in imbarazzo, poi sorrise: -D-Dai, Mei, non esagerare! È stata solo fortuna, se dovessi battermi di nuovo non sarei per nulla sicuro di vincere!-
-Ma ormai sei il Campione!- sorrise Camelia, complimentandosi –Hai fatto un ottimo lavoro, ma anche tu, Mei!-
-Penso che orma sarà ancora più difficile battermi alla Lega!- ammise lei, schietta
-E perché?-
-Beh…- guardò Toni, poi sorrise un po’ in imbarazzo –Lui è troppo forte per me…-
-Ma che dici, Mei?- esclamò lui, in risposta all’affermazione della ragazza –Non dire sciocchezze, sai bene che potresti battermi a occhi chiusi!-
Ma prima che l’altra potesse ribattere, Camelia esplose in un sorriso sincero: -Quanto siete carini, ragazzi! Fate davvero una bella coppia, voi due!-
Ma ancor prima che i due realizzassero quanto fosse evidente il rossore sui loro visi, un’assistente di Camelia irruppe trafelata nella stanza:
 -Signorina Camelia, mi dispiace disturbarla, ma purtroppo tempo che i suoi ospiti debbano andarsene! Sono appena stata chiamata dall’infermiera Joy del centro Pokemon che mi ha chiesto di loro due: ha detto che è urgente!-
L’espressione atterrita di Camelia si contrappose allo sguardo preoccupato che si scambiarono Mei e Toni:
-Perdonaci, Camelia, ma sarà meglio andare!- disse Toni, d’accordo con Mei
-Vengo con voi!- la donna si alzò dalla sedia e, presa anch’essa dall’agitazione, si mise a seguire i due ragazzi correndo fuori dalla palestra.
 
Ancora non sapevano cosa li attendeva, ma una cosa era certa: era sicuramente successo qualcosa di grave, se li avevano chiamati con tanta urgenza, e il fatto che avessero chiamato dal centro Pokemon non rincuorava certo i tre giovani. Tra i mille interrogativi, percorsero in fretta e furia la strada verso il centro.
 

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