Snowless

di Riddge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***


Capitolo uno

 

La macchina del padre di Billy sfreccia per i tornanti dell'Alaska.

La neve bianca continua a posarsi sul velo candido del paesaggio e Max ne rimane meravigliata, lei adora la neve e la montagna.

– Wow! Non vedo l'ora di giocare a palle di neve! – esclama Max emozionata.

– Calmati, prima dobbiamo disfare tutte le valigie – si volta verso la sua amica, – e non sono poche – le fa un mezzo sorriso per poi tornare alla strada.

Max cerca di darsi una calmata e comincia a guardare appena fuori dal finestrino per ammirare le bellissime montagne innevate. È uno spettacolo mozzafiato.

Una fermata improvvisa fa prendere un gran colpo alla ragazza seduta affianco al posto di guida.

– Ma che ti è preso? – le chiede irritata tornando più rilassata e smollando la propria cintura di sicurezza.

– Guarda! – esclama Billy indicando i due animali esattamente in mezzo alla strada.

Sembrano calmi e indifferenti nonostante ciò che poteva succedere a entrambi.

Aguzzano lo sguardo e capiscono che si tratta di due esemplari di alci e, contando le dimensioni delle corna, s'intuisce che uno dei due è maschio. È davvero imponente e non sembra voler cambiare postazione.

– Che facciamo? – le chiede perplessa Max.

– Non ne ho idea – rimane a fissarli incantata.

– Fai fare a me – l'amica si slaccia la cintura e decide di uscire dalla portiera della macchina.

Fa davvero freddo fuori, ma fortunatamente si è coperta a cipolla e non lo sente più di tanto, se non al viso: unico punto scoperto, ovviamente.

– Non fare l'idiota! – sbraita l'amica preoccupata.

– Non preoccuparti, so cosa faccio – si avvicina cautamente ai due animali.

Il maschio si mette prontamente davanti alla femmina con sguardo minaccioso e inizia a sbuffare, facendo fuoriuscire nuvole dalle narici. È davvero inquietante.

Max non si arrende, nonostante dovrebbe, e si avvicina con il braccio allungato come per farsi annusare. Purtroppo, senza farlo apposta, inizia a guardarlo intensamente negli occhi, suscitando in lui ancora più aggressività. La ragazza s'immobilizza all'istante e abbassa lo sguardo verso i suoi scarponi.

Inizia ad avere paura e trema.

Sente i passi dell'animale avvicinarsi sempre più a lei, ma per la paura non riesce a muoversi e rimane a guardare gli zoccoli entrare ed uscire dalla neve.

– Scappa, non stare ferma impalata! – la incita Billy sporgendosi fuori dal finestrino.

– Lo farei se solo riuscissi a muovermi… – le dice digrignando i denti in preda ad una crisi di panico e di nervi.

– Dai scappa! – esclama l'amica uscendo dalla sua auto. S'incammina verso Max con passo deciso, preoccupata per lei.  L'affianca e le posa una mano sulla spalla.

Gli occhi viola di Max sono spalancati e fissi sulla sua amica, – Cosa si fa? – le chiede.

– Correre! – le prende la mano e iniziano a sgambettare attraverso la neve verso la macchina, ma l'animale non si arrende e le rincorre a tutta velocità e si lancia con tutta la sua forza contro la macchina sfasciando il cofano e rompendo il vetro. Le due amiche s'immobilizzano e guardano la scena sgranano gli occhi.

L'animale torna sulla strada e, dopo aver lanciato una serie di sguardi omicidi alle due, decide di tornare dalla compagna ed uscire dalla strada.

– Beh alla fine se ne sono andati, come avevo previsto – le sorride Max, ma la sua amica le tira una sberla che le lascia la cinquina stampata sulla guancia. Immediatamente si mette una mano per massaggiarsi il punto arrossato e pulsante.

– Ahia, ma che ho detto di male? – le chiede impaurita.

– Hai visto cos'è successo?! E tutto per colpa tua! – stringe le mani in due pugni per contenere la rabbia – Guarda la macchina! Non è nemmeno mia – indica il catorcio sull'asfalto.

– Ops… beh poteva andare peggio… – cerca di sdrammatizzare sorridendole.

– Cioè? Dobbiamo solo pregare che vada ancora, perché casa nostra è ancora lontana! –

– Potevamo fare la stessa fine della tua Toyota… – l'amica non riesce a prendere l'ironia e si avvicina alla sua auto. Posa delicatamente la mano sulle ammaccature e scatta un allarme assordante.

– Spegnilo! Mi sta rompendo i timpani! – protesta Max mettendosi le mani sulle orecchie.

– Calmati – prende in mano il telecomando e preme il santo pulsante che zittisce il suono e ritorna la quiete montana.

Salgono in auto e, immediatamente, Billy infila le chiavi e accende il motore.

– Spera che vada – la fulmina con lo sguardo.

Max deglutisce rumorosamente.

– Va bene, scusami… – la guarda pentita e inizia a giocherellare con il suo bracciale.

Billy gira la chiava e inizia a sentire rumori strani – Max! – grida in preda ad una crisi emotiva.

– Calmati – diventa una specie di pallina sul sedile.

– Come faccio a calmarmi?! Siamo bloccate in mezzo alla strada, sta nevicando di brutto e non prende il cellulare! – esclama con i nervi a fior di pelle.

– Sembra molto la trama per un perfetto film horror – scherza l'amica.

– Vuoi essere la vittima, per caso? – la guarda con occhi assassini.

– Okay, sto zitta – si fa di nuovo piccola e guarda in basso.

– Brava – riprova a girare le chiavi, ma il risultato è sempre quello.

Il silenzio viene squarciato dal suono del motore, finalmente iniziano a muoversi.

– Scusami… non pensavo che finisse così… –

– Va bene… Promettimi per lo meno di non sfidare di nuovo la sorte davanti ad un animale, sono stata chiara? –

– D'accordo, scusa ancora –

– Non continuare a scusarti, ho capito – le sorride.

– Oh Billy! – l'abbraccia forte, causando quasi un altro incidente.

– Max! Lasciami – la ragazza torna al suo posto e inizia a guardare il paesaggio appena fuori.

Gli occhi quasi neri di Billy sono fissi sulla strada e sono attenti ad ogni altro movimento.

Mettono la musica nel lettore CD della macchina e iniziano a canticchiare con i finestrini chiusi, per evitare di infastidire gli animali con le loro voci, non esattamente intonate.

Le loro doti sono altre, fortunatamente.

 

* * *

 

– Eccola! – esclama entusiasta Billy parcheggiando di fronte a casa.

– Finalmente! – esce velocemente dalla portiera l'amica.

Gli scarponi affondano nella neve ancora intatta e, assieme all'altra ragazza, s'incammina con la sua valigia verso casa loro.

Attraversano il loro giardino completamente innevato.

– Non è cambiato di una virgola – dicono in coro sentendosi finalmente a casa.

Venivano sempre qui fin da piccole con i loro genitori, l'avevano comprata per venirci ogni tanto.

Entrano euforiche in casa e vengono accolte da un miscuglio di profumi e da un tepore molto cullante e una sensazione familiare che adorano.

Lasciano le valigie in salotto per poi andare a vedere le loro proprie camere.

Ognuna ne ha una privata, fortunatamente.

Tutto è stato lasciato com'era, il letto ancora disfatto, libri sparsi in giro, pupazzi, giochi di società e armadi aperti. Non erano affatto ordinate quand'erano piccole, parliamo di cinque anni fa. Avevano ancora dodici o tredici anni, ci può anche stare. Ora però sono maggiorenni e serve molto più ordine e pulizia da parte loro. Devono essere più indipendenti.

Dalla finestra di Max si vedono le montagne innevate e una parte del loro immenso giardino, alcuni alberi si stanno pian piano liberando dal lenzuolo pallido, per dar vita ai tanti fiori.

Nonostante l'estate, qui c'è molta neve come se fosse inverno. Per lo meno non si schiatta mai dal caldo e per entrambe è un gran sollievo: odiano quel periodo dell'anno.

Si butta di peso sul suo letto esausta e chiude lentamente gli occhi; disferanno le valigie il mattino seguente. Sono troppo stanche e cadono in un sonno profondo.

 



 








 

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Angolino autrice:
Saaaaaaalve! Ehm, non sono molto brava con questi angoli, quindi mi limiterò a dire poche cose: innanzitutto, come scritto nell'introduzione, questa è una storia a quattro mani, vale a dire che a lavorarci ci sono ben due persone. Ogni capitolo è scritto solo da una di noi due, ma tutta la trama e le vicende sono stante ideate da noi, e non separatamente. Ciò significa che questo primo capitolo è interamente sotto il punto di vista di Max, mentre il prossimo sarà quello di Billy, che mettero esattamente la settimana prossima (potrei anche postare due capitoli a volta, o nello stesso giorno o in due consecutivi, nel caso li voleste entrambi, Ve lo dico perché ero molto dubbiosa in ciò, per cui dite pure (: ).

Bene! Detto questo, spero che vi sia piaciuto il capitolo e che continuiate a leggere il seguito! Se avete qualcosa da dire, commenti o critiche, recensite pure, non vi mordiamo, anzi!, cifarebbe molto piacere :)

Dess

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Capitolo due

Il mattino s'infiltra in quel piccolo sprazzo tra una tenda pesante all'altra. La linea di luce corre piano lungo il parquet, dopo minuti, poi risale sul letto a poca distanza e si ferma sul piumone verde scuro, superando la metà del letto matrimoniale.

C'è una gobbetta lì nel mezzo che la luce colpisce, e questa si muove improvvisamente, cambiando dimensione.

Il rialzo continua per la lunghezza del letto, nel buio della stanza, sempre più grande, fino all'altezza dei cuscini dalla quale ciocche disordinate fuoriescono sparpagliate per il guanciale.

Il cruscotto vicino al letto segna le 6 e 59, ed i secondi vanno svelti nella loro corsa, superando la decina.

Ai piedi del letto vi sono scarpe sporche, un po' più lontano si intravvedono dei jeans sul pavimento e altro ancora: dal giaccone buttato nei pressi della porta chiusa, ai calzettoni penzolanti su una sedia. Il disordine regna nella stanza da letto di piccole dimensioni, mentre il resto degli oggetti presenti sembrano irrigiditi sotto un sottile strato di polvere.

Da sotto proviene un tonfo ed uno strillo, ma Billy si limita a rigirarsi, non svegliandosi.

L'ora da le 6 e 59 minuti e 57… 58… 59 secondi.

Un suono assordante scoppia improvvisamente nella stanza, acuto e scocciante, ma tanto è bastato a far destare la ragazza dai sogni che ha già allungato una mano a spegnere l'affare: la sveglia.

Dalla mano si estende al braccio, che va su verso la spalla resa nuda dalla maglietta scivolata sull'avambraccio, poi il collo roseo ed infine tutta la faccia.

Il processo dura un paio di secondi, poi Billy spalanca gli occhi scuri.

La prima cosa che vede è la lampada appesa al soffitto, appena scorgibile nell'oscurità che avvolge il tutto.

Sbadiglia.

– Secondo giorno, pulizie – sussurra come buongiorno, poi percepisce imprecazioni dal piano di sotto. Sbuffa, – Perfetto, colazione preparata da Max. Chissà che combina quella –.

In poco tempo Billy si ritrova in piedi ad infilarsi calzettoni puliti ed i pantaloni del pigiama, dopo aver scostato letteralmente le tende, rendendo la stanza luminosa anche grazie al vivace arancione delle pareti.

– Max! – urla scendendo le scale della casa di corsa, ma a metà mette un piede in fallo e rovina giù, con un grido acuto.

I passi dell'amica accorrono pesanti, mentre grida il nome della ragazza assieme ad un – Ch'è successo? – preoccupato. Arrivata ai piedi delle scale, ad occhi sgranati vede una Billy a terra, che si massaggia il fondoschiena urtato, con una smorfia dipinta sul viso.

– Che giornata del cavolo! – sbotta la ragazza caduta, lacrimando dagli occhi. E anche Max lacrima… dal ridere, guadagnandosi un'occhiataccia dalla mora. Poi si ricompone e le porge la mano, per tirarla su.

– Mattina superba – ghigna la ragazza con le mesh rosse.

– Taci – le ringhia contro Billy, ma un odore sgradevole le fa arricciare il naso; l'odore proviene dalla cucina, dalla quale fumo non del tutto grigio fluttua ed attraversa la porta. Allarmata, salta su e scuote l'amica in modo convulso, da sballottolarle la testa avanti ed indietro.

– Max la colazione, la colazione! – strilla affrettandosi ad entrare nella stanza, aprendo le finestre.

Max impreca facendo rimbalzare i capelli neri in preda al panico, poi tira un urlo lancinante non appena la padella prende fuoco.

– Fuoco… FUOCO! –

– L'estintore, Max, l'estintore! –, ma l'amica è troppo paralizzata, mordendosi le mani con la fronte aggrottata, tremando da capo a piedi. Dunque Billy scatta e fa una scivolata sul pavimento, frugando sotto il lavandino per estrarre l'estintore rosso.

Lo aziona e tutto il fuoco cessa, lasciando del bacon carbonizzato sulla padella.

Le due ragazze ansimano, una con l'estintore in mano, l'altra con i guanti per la cucina, con le guance arrossate e gli occhi aperti e pieni di panico. Poi essi si incontrano, gli occhi blu di Billy con quelli insolitamente viola di Max, mentre il fumo esce dalle finestre aperte ed il sudore solca la loro fronte.

Gli occhi di Billy s'induriscono in un primo istante, contraendo la mascella.

– Sei una cretina! – la rimprovera, con i capelli di un rosso mogano sconvolti, e sembrano voler prendere il posto dell'incendio appena domato.

Un attimo dopo il suo viso si addolcisce, mentre le labbra di Max s'incurvano in un sorriso.

Dapprima entrambe cercano di contenersi, ma l'assurdità di quella mattina (e forse anche alimentato dal caos di ieri, durante il tragitto) le fa scoppiare in una risata sguainata, al che si piegarono in due per le convulsioni.

Ridono e ridono, prendendo l'evento positivamente anche per un solo secondo e, in accordo, decidono di vestirsi ed uscire alla luce del sole per prendersi un cappuccino alla prima tavola calda che avrebbero trovato, non abbandonando il sorriso e parlando di tutto.

Il mattino iniziato male invece continua per il verso giusto, e una volta a casa ad accoglierle c’è il casino e le valige che avrebbero reclamato di essere sistemate.

Le due si rimboccano le maniche e, mettendo l'iPod sulle casse e facendo partire la loro band rock preferita, si danno da fare tutto il giorno, pronte a crollare nuovamente a letto, la sera.

 

* * *

 

Billy si guarda intorno, lanciando più volte uno sguardo alla lista che tiene nella mano sinistra. Più parole sono già state cancellate con una riga netta, indicano gli alimenti o gli oggetti che già vengono trascinati col carrello tra gli scompartimenti del mini market.

Spesso si ferma davanti a quegli specchi posti casualmente, e ancora una volta eccola a contemplare la sua immagine riflessa, con un cipiglio critico ed accigliato.

Lo specchio la riflette identica a come è: con i lunghi capelli mori solitamente tendenti al rosso e che esplodono in un’infinità di onde, gli occhi blu così scuri - che a volte le parevano diventare completamente neri -, il naso leggermente all'insù e quel viso reso infantile dalle guance piene che le ha ereditato dalla zia da parte paterna, che detesta con tutta sé stessa. E poi c’è anche il problema della sua altezza, così piccola a dispetto dei suoi quasi diciott’anni, che la tormenta ogni volta che si trova in pubblico, oppure quando va a comprare le sigarette, e continuamente viene costretta a mostrare la sua carta d’identità e gli anni effettivi. Fortunatamente Max la supera di solo pochi centimetri, se non di appena uno, e quindi con lei si sente più a suo agio. Spesso addirittura prendono in giro quelli alti, che per loro sembrano sempre troppo affusolati.

– Il pane, manca il pane – sussurra tra sé, muovendosi goffamente con il carrello. Un momento dopo questo s’impiglia in qualche tegola e lei ci va contro bruscamente, tossendo, – Accidenti –.

Pian piano il carrello si riempie, e le parole nella lista vengono tutte sbarrate.

– Maledetta Max, poteva venire anche lei ad aiutarmi – sospira, guardando dolente il carrello pieno, che oltretutto è anche pesante.

– Vai a fare la spesa da sola per favore? Io continuo a pulire casa –, le aveva detto con un sorrisone, brandendo uno swiffer impolverato, – così ci dividiamo il lavoro e facciamo prima –.

Billy si era trattenuta dal imprecare, cosa che comunque faceva quasi mai, dopo che - sempre insieme - avevano stilato la lista di cose da comprare che riempì un foglio da circa venti centimetri buoni.

– Lo stai facendo apposta, lo so che non vuoi faticare a portare la roba. E per cosa poi? Tanto prendo la macchina – le aveva risposto seccata, ma alla fine si era rassegnata ed era corsa in camera sua a prepararsi, dato che i vestiti utilizzati poc’anzi erano fradici per le palle di neve ricevuti dall’amica.

Ansimando, Billy porta le grosse buste sino alla macchina, caricandole assieme ad altre quattro, facendo oscillare l’auto per un secondo.

Entra dentro e, guardando a mala pena lo stato pessimo in cui la macchina è conciata - e per il vetro sostituito temporaneamente da della plastica trasparente apposita - mette in moto ed ingrana la marcia per uscire dal piccolo parcheggio.

Sospira per l’ennesima volta, pregando che non le succeda altro e che la giornata continui a filare liscia come l’olio ma, come tante altre volte, Billy sbaglia sempre a parlare così presto dato che, durante la via del ritorno, si ritrova costretta a pigiare il freno all’improvviso: un grosso labrador albino le ha appena tagliato la strada e si ferma, cocciuto, in mezzo posando il fondoschiena peloso sulla neve ghiacciata.

– Accidenti, accidenti e ancora accidenti! Possibile che ogni cavolo di animale debba prostrarsi ai piedi della mia stupida macchina! Cavolo! – sbotta spazientita, pigiando con forza il clacson nella speranza che l’animale scappi via spaventato. Ma questo continua nella sua posa stantuaria, con il muso diretto verso la boscaglia affianco alla strada, la coda ferma per terra e gli occhi scuri completamente spalancati. Poi apre la bocca e tira fuori la lingua, cominciando a scodinzolare come un ossesso.

Billy si porta una mano sulla fronte, cominciando a massaggiarsi le tempie, ma un’ombra scura le passa davanti e, alzando gli occhi, guarda esterrefatta l’uomo che ha appena affiancato il cane, e che allunga una mano ad accarezzargli la testa. Questo scodinzola ancora più forte.

Billy li guarda esterrefatta, poi cala il finestrino.

– Scusi –

L’uomo si volta a guardarla, ma gli occhi sono celati dagli occhiali da sole. Billy se ne accorge e lo guarda perplessa: come può qualcuno portare degli occhiali da sole quando di sole non si vede nemmeno l’ombra?

– Prego? – le chiede lo sconosciuto.

– Avrei bisogno di passare, se non le dispiace, sono un po’ di fretta – risponde allora, educata, ma si sente l’impazienza nella sua voce, quel pizzico di durezza che fa voltare la testa al cane.

– Sì, scusi –.

Qualcosa la sorprende, inchiodandola per vari secondi al sedile della macchina, con l’aria gelata che entra attraverso il finestrino calato. Il tempo di battere le ciglia ed il cane con il suo padrone con gli occhiali da sole sono già spariti, troppo in fretta.

Spalanca la bocca.

– Che cavolo!… –.

Scuotendo la testa torna in marcia, e per poco non sbanda per via del ghiaccio, che le è servito per svegliarsi ed indirizzare i suoi pensieri alla guida. Arrivata chiama Max, che accorre infagottata, aiutandola a portare dentro la spesa.

– Ehi Max –

– Uh? –

– Esiste la super velocità? –

– Certo – le risponde l’amica, e Billy le guarda le ciocche rosse dei capelli, prima di spalancare gli occhi per guardarla confusa.

– Davvero? –

– Certo che sì… nei fumetti – scuote la testa Max, – Cosa succede? –

– Ho visto un uomo sparire all’improvviso – sussurra Billy, aiutandola a sistemare il cibo che va messo nel frigo.

– Sei allucinata? – le chiede allora la corvina, scrutandola divertita con gli occhi viola, – Oppure hai fumato troppo? Te lo dico sempre che il fumo fa male –

Si becca la solita occhiataccia da Billy, che subito dopo rivolge l’attenzione sulla confezione di latte che ha in mano. L’espressione cambia, ed aggrotta la fronte.

– Può darsi –.

Guarda un secondo fuori dalla finestra, poi sistema il latte nel frigo e sente borbottare qualcosa da Max, che guarda i piselli surgelati, e alle sue orecchie arrivano parole come ‘zuppa’, ‘cena’, ‘calderone’.

– Eh no, cara mia, questa sera cucino io. Con il disastro di stamattina, fidati che ti lascio cucinare – le strappa di mano i piselli, che infila nel freezer.

Max la guarda supplichevole, ma la fulminata di Billy le fa cambiare idea e dice qualcosa a proposito del tempo, poi dello scantinato e dello sgabuzzino.

Billy l’ascolta con solo un orecchio, immersa nei suoi pensieri, anche quando le due si avviano in cantina pronte per fare un resoconto di tutto il ciarpame lasciato dentro.

Le domande affiorano prepotenti, nonostante è evidente che non dovrebbero essere affari suoi, e quegli occhiali da sole ancora la lasciano perplessa.

 

Cos’era realmente successo prima?

 
 



 








 

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Angolino autrice:
Ehmm, sì! Sono (mooolto) in anticipo! Avevo detto che avrei aggiornato settimana prossima (se, come no), ma... eccomi qui! ^__^" ero, come dire, troppo impaziente di pubblicare il secondo capitolo. Il computer mi guardava con occhietti dolci e... non ho resistito. Che ragazza debole ed influezabile!
Coooomunque, tornando alla storia, qui finalmente si viene a conoscenza dell'altra protagonista e (meraviglie delle meraviglie!) fa la sua prima apparizione uno dei due ragazzi! Ed il suo adorabile cagnolone (ho una specie di adorazione per quel cagnolone... okay, per tutti i cani in generale). Okay sì, non è molto, ma ci tenevo XD
Bene, commenti, critiche? Vi lascio alle recensioni :) ci tengo anche a ringraziare LovingLove per averci messo nelle preferite e per la sua recensione, e ringrazio anche tutti voi altri lettori silenziosi che siete venuti a dare un'occhiata!
Buon proseguimento a tutti e a presto,

Dess

 

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Capitolo tre

Billy e Max sono al tavolo in salotto, quello più grande e ampio. Il mobile è di legno scuro, decorato con motivi fantasiosi e strani, tanto che le due ragazze da piccole si divertivano sempre a capire cosa rappresentassero, come si fa con le nuvole.

– Devo ammetterlo purtroppo… – dice sconfortata Max degustando la zuppa.

Billy alza lo sguardo e la guarda perplessa.

– La tua cucina è migliore della mia… – guarda verso il piatto ormai senza nulla all'interno.

Max si è sempre sentita inferiore a Billy per molte cose: cucinare e, beh, anche su linea ragazzi. Non lo da molto a vedere, ma ci soffre davvero.

– Ehi –, le sorride l'amica di fronte a le, – lo so anche senza che tu me lo dica –

Anche Max le sorride e inizia a giocherellare con alcune sue ciocche rosse attorno al proprio dito.

– Beh la cucina non farà per me… ma non è così importante  –

– No, l'importante è trovarsi un ragazzo che sappia cucinare. Oppure avere così tanti soldi da potersi permettere il ristorante ogni giorno – scherza l'amica.

– O mangiare come i carcerati: pane e acqua. Essere vegetariani aiuterebbe, giusto? L'insalata non è difficile da fare –

– Giusto, ma trovalo tu uno disposto a vivere di verdure e cereali per amor tuo –

– Ma magari lo troverò… –, inizia a sognare ad occhi aperti, – forse lui lo è – guarda il soffitto con aria persa come se stesse guardando la cosa più bella al mondo.

– Non alludi a Dylan, vero? – le chiede Billy seccata. – Siamo venute qui apposta per evitarlo. Per fartelo dimenticare, ricordi? –

– Lo so, ma… non è così facile come credevo –, si passa le mani sui jeans di tonalità più chiara di quelli dell'amica.

– Ma non impossibile – le sorride esponendo i suoi bellissimi denti bianchi.

– Grazie Billy| – le attorciglia le braccia attorno al collo.

Dylan è stato il primo ragazzo di Max, l'unico per cui lei si era presa una gran cotta. Sembrava una bella storia, tutta rose e fiori, ma un giorno lui conobbe un'altra ragazza, Emma. Si frequentarono per tutta l'estate, lasciando Max all'oscuro di tutto, ovviamente. Lei lo amava veramente, ma lui la vedeva solo come “una delle tante”, accorgendosi poi che non era una ragazza facile… iniziò a non dargli più molto a genio. Lui voleva solo divertirsi, era un'adolescente pieno di ormoni e completamente senza un briciolo di cervello.

L'ha ferita e ancora adesso, nonostante siano passati due anni, ne patisce le conseguenze.

Nonostante le apparenze è una ragazza fragile.

 

* * *

 

Le due ragazze sono a letto da ore, ma purtroppo per vari motivi, Max non riesce a dormire e rimane a guardare fuori dalla finestra.

Tutto intorno a lei è buio e vuoto, soprattutto silenzioso.

Fuori non si distinguono quasi le altre case e il bosco fitto appena davanti: è troppo buio e non ci sono luci, solo quella della luna piena che splende nel mezzo del cielo.

Max decide di uscire per prendere una boccata d'aria e per schiarirsi un po' le idee.

S'infila un cappotto pesante (con pelliccia finta) e degli stivali molto caldi che le arrivano appena sotto il ginocchio. È pronta per uscire al freddo dell'Alaska.

Il cappello e una sciarpa di lana non mancano; se li mette immediatamente passando affianco alla stanza chiusa di Billy. Si ferma per poco e non sente nient'altro che il respiro calmo e tranquillo di chi dorme.

– Esco solo un secondo. – bisbiglia fingendo di riuscire davvero a parlare con lei.

Fuori affonda nel lenzuolo bianco innevato, reso tale solo dalla luna e s'incammina verso l'altalena.

Quel gioco era sempre stato il suo preferito.

Dà la visuale esattamente davanti agli alberi che appaiono quasi del tutto neri, a chiunque quello scenario avrebbe dato inquietudine, malinconia o tristezza, ma a lei no. Adora la natura silenziosa, soprattutto la sera, quando non si sente nulla.

Si siede sull'altalena, dopo aver scostato tutta la neve, e inizia a ciondolare nell'oscurità.

 

– Ti amo Max – la tenne sotto braccio e la baciò premendo le sue labbra su quelle della ragazza.

Erano seduti accoccolati su una panchina del parco – Ti amo anch'io Dylan… – riuscì a rispondere non resistendo all'euforia del momento.

Infilò le dita sottili nei sui ricci castani e si sciolse davanti ai suoi occhi azzurro ghiaccio, erano così magnetici e profondi – Promettimi che staremo sempre insieme – lo guardò con supplica.

– Certo piccola – le accarezzò le guance piene di lentiggini, come il naso.

Si strinsero di più, come se avessero bisogno del calore dell'altro.

 

Un ululato squarcia il silenzio e Max torna alla vita corrente con un sobbalzo, che per poco non la fa cadere giù dall’altalena. Sente delle lacrime calde scorrerle sulle guance, perciò se le asciuga immediatamente con la manica della giacca.

Non deve più piangere per quel deficiente! Se l'era ripromesso chissà quante volte, ma poi era sempre nella medesima situazione.

Intravede da lontano una figura non appartenente ad un essere umano, ma ad un animale.

Si blocca immediatamente e cerca di capire di quale si tratta.

Sente un altro ululato e, stavolta, è più vicino.

Quindi riesce a capire di che animale si tratta.

La percorrono, per tutto il corpo, delle ondate di brividi al solo pensiero di avere un lupo a pochi passi da lei. Ha la fobia dei predatori, dei carnivori in generale.

Lo vede avvicinarsi maggiormente a lei e sente una specie di ringhio pieno di rabbia.

Appoggia i piedi sulla neve e inizia a indietreggiare verso la porta, ma si accorge che più passi fa e più ne fa anche lui. Lo stesso vale per la velocità, ma è ovvio che il lupo sia più veloce di lei.

Continua a camminare all'indietro, ma lo sguardo è fisso davanti a sé, verso il suo fedele rivale. Sente l'adrenalina scorrerle nelle vene che le dà più forza, ma il corpo freme ad ogni passo.

Finalmente percepisce un qualcosa di duro alle sue spalle e capisce che si tratta della porta d'ingresso. L'animale è lontano e, fortunatamente, ha il tempo di entrare e chiudere la porta.

Entra di corsa in camera sua sbiancata dalla paura e getta tutto il vestiario in più a terra per tornare sotto le coperte al caldo. Vuole solo cacciare dalla mente l'immagine del lupo nero e dei suoi ringhi minacciosi.

Per sua grande sfortuna il letto è molto vicino alla finestra, da cui si vede dettagliatamente l'ombra del grosso animale. È molto più grande di qualunque altro lupo visto nei documentari.

Si gira dall'altra parte e si addormenta con gran forza di volontà.

Il lupo intanto è fuori in giardino che la guarda con i suoi occhi gialli, è davvero inquietante.

Max ne è all'oscuro e riesce a prendere sonno.

 
 
 



 








 

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Angolino autrice:
Hello everyone! Un altro aggiornamento veloce veloce per me, e anche per voi :) la scuola è iniziata hip hip hurrà e con lei una nuova sessione di estenuanti verifiche... Ma animo! Manca poco alle vacanze estive, perciò rimbocchiamoci le maniche (per chi studia) e guadagnamoci queste vacanze!
Passando al capitolo, si ritorna dal punto di vista di Max. Una normale cena, un po' di passato da dimenticare e... woah, cos'è quello, un lupo? E che ci fa un lupo sotto casa loro?!
Heh ragazze, qui si parla di soprannaturale, non è un caso se ci ritroviamo qui!
Ringrazio ancora chi ci legge e LovingLove e simo_jelsey che ci hanno messo nelle preferite. Aspettiamo un commento! Di qualsiasi tipo, le recensioni non mordono, ve lo dico io! :)
Alla prossima!

Dess

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Capitolo quattro

– Esco solo un secondo – bisbigliano alla sua porta, il più silenziosamente possibile, ma ciò basta a far alzare Billy dal letto, pronta ad aprirla.

È notte fonda, quale potrebbe essere il motivo che ha spinto Max ad uscire a quest’ora?

La risposta è facile; Billy la intuisce all'istante e si blocca, non aprendo la porta… anzi, si mette contro essa, l'orecchio premuto.

Sente i suoi passi leggeri scendere le scale, poi la porta d'ingresso sbatte, chiudendosi, e per Billy quello è un suono malinconico, triste, doloroso. Non tanto per la porta, più per chi l'ha aperta e chiusa.

Appoggia la schiena contro la porta e sospira, affranta.

Dylan, quel maledetto.

Dylan che, dopo mesi, è di nuovo riuscito ad intromettersi nella vita della sua più cara amica.

Stringe i pugni mentre la rabbia sale, assieme ai ricordi, ricordi brutti, risalenti a tempo fa.

Ricorda le lacrime di Max, il suo dolore, il suo cuore spezzato.

Ricorda lo sguardo terrorizzato di Dylan, sotto i suoi occhi.

Apre e chiude le mani, dirigendosi verso il letto.

Ricorda perfettamente invece sé stessa, accecata dal furore, accecata dalle lacrime di Max. È stata l'unica volta nella sua vita, l’unica volta ad esser stata presa tanto dalla rabbia da non vederci più. Ma se lo era meritato, pensa con fermezza.

Poi ricorda lo sguardo spaventato di Max, che la trascinava via supplicandola, che non ne valeva la pena, che Billy si sarebbe fatta male alla mano che già doleva. E lei si era sfoga, parlando per la prima volta dopo che aveva aggredito il verme, dopo averlo picchiato… già, Billy aveva picchiato qualcuno. E lo aveva addirittura insultato lei, che non diceva mai parolacce, gli aveva rivolto un insulto talmente orrido, e così poco appropriato detto dalla ragazza, che Max si era messa addirittura a sorridere.

Billy si infila tra le coperte e chiude gli occhi, dopo aver preso a pugni leggeri il guanciale, per calmarsi.

Un ululato squarcia improvvisamente il silenzio della notte, e lei si limita a guardare la luna piena dalla finestra, con grandi occhi malinconici.

– Che bella – sussurra, prima di chiudere occhio.

Quando la porta principale viene sbattuta, ed i passi affrettati di Max salgono in camera propria, Billy già dorme, già sogna. Ma, se il giorno dopo le chiederanno se la notte prima sarebbe stata meglio passarla da insonne, lei avrebbe immediatamente risposto di sì.

Il sonno è turbolento, la sua fronte aggrottata è imperlata di sudore, le labbra di Billy tremano.

Billy è in preda ad un incubo.

 

* * *

 

Vestita nel modo più pesante possibile - ma stando attenta a non mettere troppe cose - con la schiena poggiata stancamente sullo schienale del sedile passeggero, Billy guarda fuori dal sostituto del vetro con attenzione, attenta alla strada.

Al volante c’è Max, che canticchia la canzone che esce fuori dalle casse della macchina, un po’ stonata, ma serena. E Billy, oltre a guardare per lei la strada, la guarda un po’ preoccupata, perché l’ultima volta che ha guidato, Max aveva quasi tamponato una motocicletta.

Scuote la testa e decide di fidarsi, poi alza il volume.

– Dici che riusciremo ad esplorare tutto il bosco? –

– Penso poco, è grande per un giorno solo – sospira lei, stringendo le mani attorno alla cintura.

Billy e Max cominciano a parlare, riempiendo il silenzio che solo la musica non riesce, ridendo come sempre, scherzando come sempre, e qualche volta prendendosi in giro, come sempre.

Da lontano si vede quella Toyota un po’ malconcia sfrecciare per l’autostrada, lungo il pendio della montagna, sulla neve ghiacciata. E il mondo fuori da essa è veloce, il bosco è un’immagine sfocata, dinamica, di un unico colore verde chiazzato di bianco dalla neve.

Il rumore delle gomme sull’asfalto ghiacciato è strano; schiacciano anche la neve, marcano il loro passaggio, come una lunga traccia, che presto si sarebbe persa.

– Ti va di giocare a palle di neve dopo? – propone Max con un sorriso, virando a destra.

– Ma è un gioco per bambini –

– A me ieri non sembrava che ti dispiacesse –

Billy si volta a guardarla, aggrottando la fronte, poi scoppia a ridere e nella sua risata trascina anche Max.

– Mi hai fregata, brutta babbuina –

Piomba un silenzio che dura solo pochi secondi, nella quale Max guarda l’asfalto bianco della strada, poi scoppia a ridere, stringendo il volante. – Io sono una babbuina? Ma come osi, stupida gorilla! –

Questa volta è Billy a guardarla con finta offesa, sistemandosi la giacca con fare snob e dando un leggero pugno sulla sua gamba.

Max ride.

– Ma come osi tu! Gorilla, mi hai dato della gorilla. Ma dico, razza di cetaceo mutante! –

– Cetaceo a me? Ippopotamo obeso mezzo elefante! –

Scoppiano tutte due in una nuova risata, piegandosi in due, con le lacrime agli occhi.

– Ma non esiste! –

– Sì che esiste! –

– E dimmi dove, allora, geniaccio? –

Max ghigna in direzione dell’amica, sicura di sé, ammiccando con le sopracciglia.

– Nei fumetti –.

Scoppiano per l’ennesima volta a ridere, poi tornano a parlare tranquillamente, cambiando canzone con una degli Skillet, che a loro piacciono tanto.

Sono sempre state così, loro due, amiche fin da quando sono piccole, dopo essersi incontrate giusto il primissimo giorno di scuola, e da quel giorno non si sono mai separate, mai. Hanno sempre riso insieme, fatto le peggior cavolate del mondo insieme, e una volta si erano ritrovate in punizione insieme, dopo aver fatto uno scherzo a quel presuntuoso del loro ex compagno, mettendogli i vermi nel pranzo.

Poi c’è anche quella volta che erano andate alle prime montagne russe. Si erano sentite talmente male che erano diventate verdi come alieni e, all’unisono, si erano piegate in due a vomitare.

– Cosa cucini stasera, Billy? –

– Nel freezer dovremo avere delle cosce di pollo, ti va se le friggo? –

– Cosce di pollo… – si ferma a pensare Max, quasi con la bava alla bocca.

– E meno male che volevi diventare vegetariana – la deride Billy… ma la risata di trasforma presto in un grido acuto.

Per chissà quale ragione, Max sembra abbia pestato bruscamente il freno, sbandando sulla strada, scivolando in un cerchio senza fine, finché non finiscono contro il ciglio della strada, violentemente, e la macchina si ribalta una… due… quattro volte.

– Max, Max! – grida Billy nel panico, a testa in giù.

– Oh mio Dio, oh mio Dio, scusa! –

Sentono qualcosa, un rombo improvviso, e la portiera di Billy si apre all’istante.

– Max, esci, esci! – grida smollando la cintura di sicurezza e rotolando nella neve, svelta, terrorizzata.

Incespica, facendo grandi passi per la neve alta, e con forza prende la mano di Max, che sta uscendo dalla macchina con una certa difficoltà. Si allontanano mentre, sotto i loro occhi, la macchina prende fuoco.

 

La paura, il panico, il terrore si aggirano nella sua mente, mentre con le mani si tiene la testa, ed il suo cervello rischia di scoppiare.

Solo neve, senza macchina, tagliate fuori, a miglia dalla città.

– Si può sapere perché cavolo hai frenato? – sbotta guardando arrabbiata Max, che le sta accanto con le ginocchia strette tra le braccia.

– Io… io… – balbetta, in modo incomprensibile, con la voce tremante.

Solo neve, senza macchina, tagliate fuori, a miglia dalla città.

Billy non lo crede possibile, non vuole crederci.

– Mi sembrava di aver visto… di aver visto… – ma Max torna muta, mentre strizza gli occhi velati dalle lacrime, incredula.

Lei aveva visto, lo aveva fatto, due occhi gialli le avevano attraversato anche solo per un secondo la strada all’improvviso e lei, sorpresa, aveva frenato… fino a questo.

– Di aver visto niente! Sulla strada non c’era niente, Max! Neve, solo neve –, Billy geme in uno spasimo emotivo.

– Mi dispiace, mi dispiace Billy –

La disperazione cala nei loro animi, rodendole pian piano. La solitudine si fa notare, si fa pesare, mentre il freddo e la paura fa loro accapponare la pelle.

All’improvviso, Max sente dei singhiozzi levarsi nell’aria e, stupita, guarda Billy rannicchiata su sé stessa, a piangere. La guarda incredula: Billy piange poche volte, è sempre stata Max la piagnucolona, la maggior parte delle volte, ma Billy mai.

– Billy… – si avvicina a lei, mettendole un braccio lungo le spalle incurvate.

– Va bene, va tutto bene – cerca di rassicurarla.

– Max ho paura –, la voce le trema, come il corpo scosso da singhiozzi, e tutto le sembra pensante, troppo pensante, oppure come se fosse rinchiusa in una stanza troppo piccola, e a lei mancasse il respiro.

Billy è claustrofobica, lo è sempre stata fin da piccola, e in quel esatto momento le sembra tutto così tremendamente stretto.

Max la guarda, addolcita, e la stringe in un dolce abbraccio.

Billy si calma diminuendo i singhiozzi, sentendo Max, la sua più cara amica, starle vicino. E la cosa le sembra anche strana, dato che i soliti ruoli si sono scambiati.

Poi tossisce, per i troppi singhiozzi e per il freddo.

– Vuoi un po’ d’acqua? –

– Acqua? –

– Sì – risponde lei tranquillamente, ed il rumore di una zip che scende fa alzare gli occhi scuri di Billy, che adesso sembrano quasi neri.

Sposta lo sguardo sullo zaino nella quale la mano di Max fruga, uscendone con una bottiglia di acqua. Poi guarda la macchina carbonizzata sull’altro lato della strada, e torna a guardare Max, che le sorride nonostante il viso rigato da lacrime secche.

– Ma quando?… –

– Prima, avevo pensato bene di prendere lo zaino dai sedili posteriori –

Billy continua a guardarla, poi afferra la bottiglietta e beve l’acqua ghiacciata, mentre i singhiozzi si estinguono totalmente, e le lacrime cessano.

L’abbraccia, Max, di slancio.

– Oh Max, cosa farei senza di te? –

– Me lo chiedo anche io, cosa farei io senza di te – si abbracciano, poi si prendono per mano e, Max con lo zaino in spalla, guardano la strada.

– Se seguiamo la strada riusciremo ad arrivare in città – sentenzia Billy, indicando l’asfalto.

Max annuisce e insieme s’incamminano, ma purtroppo dopo poco il tempo s’imbruttisce, ed una bufera di neve si abbatte su di loro, facendo imprecare la ragazza con le mesh.

– Accidenti, che si fa ora? –

– Cerchiamo un riparo nel bosco –.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


Capitolo cinque


– Andiamo da questa parte – Max le prende la mano e si addentrano nel bosco.

Iniziano a tornarle alla mente gli stessi occhi per cui poco fa ha fatto quell'incidente.

Certo che quell'auto non le è molto simpatica, prima l'alce ed ora il fuoco.

– Scusami ancora per l'auto… - guarda verso il basso per l'imbarazzo – Non so cosa mi sia preso, ma… - viene scossa da alcuni brividi al solo ricordo di quel gigantesco lupo.

– Non preoccuparti. Piuttosto la prossima volta non frenare così bruscamente, finisco per rimetterci il collo con te – cerca di scherzare vedendo l'espressione sconvolta e piena di angoscia dell'amica. Di sicuro nemmeno la sua è delle migliori, sono scosse entrambe per l'accaduto.

Max si stringe tra le braccia per cacciare via quell'immagine agghiacciante e tornare alla sua amica, cercando di aiutare pure lei. Per lei la felicità di Billy è più importante della sua.

– Non hai tutti i torti, scusami ancora – le sorride stringendo la mano alla sua amica.

– Smettila Max, piangerci addosso non ci aiuterà a tornare indietro – lascia la stretta dalla sua mano, ma il tono le esce troppo scontroso di quanto voleva.

Il volto della corvina glielo fa capire immediatamente, ma nessuna delle due vuole parlare. Cala il silenzio attorno a loro, si sentono solo i loro passi nella neve.

Billy non voleva dire ciò che ha appena sottolineato, o comunque con quel tono di polemica. Lei le vuole davvero bene, ma è stanca, spaventata e infreddolita, non riesce a ragionare.

– Qui credo sia perfetto – dice fredda Max indicando sotto ad un albero, senza nemmeno guardarla.

– Okay – la segue – Dove ci sistemiamo? La neve è ovunque –

– Lo so, ma almeno è riparato in caso di altra neve… – inizia a tremare dal freddo. Guarda verso il basso e la vista viene annebbiata dalle lacrime.

– Scusami… non faccio altro che casini, combino sempre disastri. Ora moriremo di freddo ed è tutta colpa mia!… – scoppia a piangere e tutte le lacrime le scorrono sulle guance. Billy l’abbraccia all’improvviso e le accarezza la testa con movimenti leggeri e rassicuranti.

– Non stiamo per morire, idiota –

– Billy!… ­– inizia a singhiozzare – Mi dispiace di tutto… –

– La pianti di scusarti? Non è colpa tua, capito? Abbiamo solo paura, ma ce la caveremo, okay? – la guarda negli occhi, risoluta, allontanandola dall’abbraccio ed asciugandole le lacrime. – Calmiamoci, okay? – le sorride.

– Certo! – riesce a tornare più tranquilla e le ammicca un sorriso sincero.

Si guardano intorno e iniziano a gustarsi la vista, il paesaggio e la neve candida. È davvero bello e cercano di godersela perché è ancora presto e chiaro. Nello zaino di Max ci sono dei panini per entrambe, ma che possono bastare solo come pranzo.

 

– Sta calando la notte, – sussurra la rossa guardando la fitta coltre di alberi.

– Fa freddo… – Max si stringe contro Billy, che le passa un braccio attorno alle spalle. Sospirando tira nuovamente fuori il cellulare, – Purtroppo non vanno nemmeno i cellulari… – ammette malinconica.

– Okay, l'importante è stare calme ed essere positive – cerca di farsi coraggio, ma il gelo la coglie e inizia a gelare. Si stringono in un abbraccio freddo per la neve sui loro indumenti.

Non sono molto calde e hanno bisogno di calore, ma come? Tremano per il freddo e i loro stomaci non fanno altro che brontolare: fanno una specie di concerto straziante.

Le loro forze le abbandonano dopo ore e ore di cammino nel bosco. Sono stravolte e cadono abbracciate sul velo morbido e bianco. Chiudono gli occhi e iniziano ad addormentarsi ma sanno in cuor loro che, se non verranno salvate in tempo, potrebbero non svegliarsi più.

Sono troppo stanche per resistere e il sonno diventa pesante, entrambe si abbandonano ai sogni.

 

* * *

 

Un ragazzo dai capelli neri si avvicina curioso alle fonti di quel gradevole odore annusato da una elevata distanza. Viene attratto e affianca entrambe le ragazze, ma il suo non è un gesto d'aiuto, ma tutt'altro. Inizia a sbavare come un cane rabbioso e, proprio nel momento in cui i suoi denti cercano di addentare il braccio di quella più vicina a lui, una forza sovrumana lo sbatte contro un albero. Un altro ragazzo dai capelli più chiari si materializza davanti alle due amiche in modo da proteggerle dall'altro.

– Cosa cazzo fai? – ringhia uno.

– Nulla di cui dovresti preoccupare! – si rialza in piedi pulendosi il giubbotto di pelle dalla neve bianco latte. Ma l’altro ragazzo lo prende improvvisamente per il bavero, avvicinando le loro faccia.

– Non ti credo –

– Taci, fratellino – gli fa un mezzo sorriso beffardo.

– Siamo gemelli, so cosa ti passa per la testa – si guardano con occhi demoniaci.

La tensione tra i due viene squarciata dal rumore dei denti sbattuti delle due ragazze sdraiate.

Il ragazzo dai capelli più chiari, quasi dorati, si volta preoccupato verso le due capendo la situazione.

– Gray, portiamole a casa – intanto prende tra le proprie braccia lo scricciolo raggrinzito dai capelli mori.

– Mi stai dicendo che le mie due quasi prede le dovrei portare a casa nostra? – grugnisce irritato Gray.

– Cerca di fare l’umano, almeno per una volta – gli ringhia contro il gemello, gelido.

– Taci! – esclama Gray.

Si avvicina maggiormente all'altra ragazza che le sembra familiare, anche troppo.

Vedendola così fragile e minuta gli fa scattare dentro una sorta di pietà. La prende tra le braccia e la sente fare una specie di effusa felina. Le mani di Max stringono forte il tessuto liscio del giubbotto e il calore del corpo del ragazzo inizia a riscaldarla pian piano.

– Sbrighiamoci – esclama non appena distoglie lo sguardo dalla ragazza e si butta, quasi letteralmente, in una corsa contro il tempo.

– Vuoi fare una gara? – chiede un istante dopo.

– Risparmia il fiato e muoviti –.

Stark guarda a sua volta la ragazza che tiene in braccio, ed aggrotta la fronte guardandole il viso troppo arrossato.

Deve sbrigarsi se vuole salvarla, non vuole che un’altra persona muoia a causa sua.

Non per la seconda volta.

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


Saalve! *Prepara uno scudo molto, mooooolto resistente* ehm sì, sono tremend... leggermente in ritardo. Lo so, lo so! E' passata quanto, una settimana, di più? Non ho avuto proprio il tempo di aggiornare, tra la gita con la scuola e altre faccende varie, sono imperdonabile! *si inchina in cerca di perdono*
Ora però siamo tornate, e il capitolo è tutto per voi! Ci vediamo... hmm, in fondo?

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Capitolo sei

Il sole che filtra dalla finestra desta bruscamente Billy dal suo sonno, che si siede di scatto a guardarsi intorno. Dapprima non capisce, forse per il sonno che ancora s’aggira tra i suoi desideri, ma qualcosa la sveglia completamente, ritrovandosi spaesata: quello non è il bosco.

Tasta il tappeto sulla quale è seduta, un tappeto caldo dai motivi complessi e soffice al tatto. Poi il rumore di un fuoco scoppiettante le arriva alle orecchie e s‘accorge di essere proprio davanti ad un camino; all’improvviso si accorge di non aver freddo. Anzi, lei sente addirittura caldo, un caldo piacevole, che le fa arrossare le guance già tanto piene.

Sente qualcosa muoversi al suo fianco ed uno sbuffo le sfiora la mano. Abbassa lo sguardo e vi trova il muso di un labrador albino, che alla luce del fuoco sembra dorato, e strabuzza gli occhi.

– Ma dove sono finita? – sussurra confusa, distogliendo lo sguardo dal cane.

Sul divano più vicino vi nota Max, sonnecchiante sotto a delle coperte dall’aria calda, molto calda.

Aggrotta la fronte e piano si alza per non svegliare il cane, ma questo apre gli occhi, sbadigliando. Billy lo accarezza dolcemente, porgendogli le sue scuse per averlo svegliato ma il cane le sorride, o almeno lei pensa che lui - o lei - le abbia sorriso.

Si alza seguita a ruota dal labrador, che prende a scodinzolare e tira fuori la lingua.

– Ma che bel cane che sei – sorride lei, accarezzandolo una seconda volta.

Billy si guarda le mani e nota di non avere più i guanti, e di conseguenza di non avere ne la giacca, cappello e sciarpa, e quest’ultima la trova sulla poltrona scarlatta alla sua destra.

Senza prestare attenzione al resto, infilando anche gli scarponi che devono averle tolto, lasciando un bacio sulla fronte a Max, Billy esce fuori da quella che presume sia la sala, inoltrandosi nel lungo corridoio. Alla sinistra di questo vi sono le porte conducenti alle stanze, mentre alla destra è esposto al paesaggio innevato, grazie alle grandi vetrate che occupano quasi interamente il lungo muro.

Si ferma a guardare il bosco candido di neve, mentre il cane appoggia il muso sul vetro creando un grosso alone sfocato.

Billy ride e torna a camminare, entrando nella cucina.

Rimane a bocca aperta data la grandezza della stanza e del suo arredamento forse un po’ troppo sofisticato, con tutte le superfici di marmo bianco e le credenze e gli armadi di un legno molto scuro ed elegante, semplici, mentre le pentole e le padelle sono appese sopra il lavandino, ma non ad asciugare.

Il tavolo in mezzo è circolare e dello stesso colore degli altri mobili, scoperto, come le sedie senza cuscino.

– Dov’è il tuo padrone bello? – chiede la ragazza, accarezzandogli il capo, mentre il cane scodinzola gaio, con la lingua di fuori.

Billy vede la porta di servizio e la apre, trovandosi fuori in un prato completamene bianco e intatto, mentre a pochi metri gli alberi spuntano sempre con più frequenza, formando il bosco.

Si stringe tra le braccia ed esce, affondando il piede nella neve vergine, cominciando a guardarsi intorno mentre grosse nuvole condensate si formano ogni volta che respira.

– Dove siamo? –

Il cane salta nella neve, giocando, e Billy sorride prima di fare un giro attorno alla casa.

Non vede macchine ne bici attorno, e si chiede se il padrone di casa non sia in realtà dentro a dormire. Potrebbe anche darsi, infondo che ore sono?

Billy guarda l’orologio.

– Cielo, sono le dodici del pomeriggio – strabuzza gli occhi.

Dunque dov’è il signore che si era tanto disturbato dal portare lei e la sua amica dentro in casa propria, evitandole la morte per assideramento?

Billy starnutisce; il cane comincia ad abbaiare, correndole intorno, mordendole il maglione e tirandola verso un punto del bosco, con forza.

– Ehi –.

Poi questo torna a correre, inoltrandosi nella fitta vegetazione verde e Billy, terrorizzata dall’eventualità di perderlo e subire l’ira del proprietario, si mette ad inseguirlo.

– Accidenti, perché doveva scappare nel bosco? – esclama correndo, incespicando, cercando di non inciampare.

Operazione inutile, dato che dopo circa venti metri affonda la faccia dritta nella neve.

Billy sente il viso gelare non appena lo tira fuori dalla coltre bianca, dove ha appena lasciato l’impronta del suo nasino.

Se lo tasta, sentendo di averlo battuto da qualche parte, mentre sente il sangue bollire in fretta per scaldarla, e di conseguenza spera che nessuno la veda perché, dato il suo solito pallore, sarebbe sembrata un bel pomodoro maturo. Invece un’altra volta Billy si ritrova a sperare le cose troppo in fretta, dato che una mano munita da perfette dita lunghe e affusolate le appare davanti.

– Ehi, tutto okay? –

Billy annuisce ed accetta l’aiuto, e questo l’aiuta ad alzarsi.

– Sì, grazie mille –, poi alza lo sguardo e per poco non le cade la mascella. ma poi si ricorda subito che fuori fa un freddo allucinante e prende a battere i denti, non distogliendo lo sguardo dall’uomo che l’ha appena aiutata.

Lo guarda ad occhi sgranati, ricordandosi perfettamente il viso, nonostante sia nascosto per metà da occhiali talmente scuri da impedirle la vista degli occhi nascosti. Poi si ricorda del cane, un bel labrador albino, e, facendo un veloce calcolo, capisce in fretta che sia quel cane che l’uomo davanti a lei sono gli stessi che le avevano intralciato la strada solo il giorno innanzi.

– Sei pazza a voler uscire con solo quel maglione mentre qui ci sono circa dieci gradi sotto zero? – la rimprovera incredulo, guardandola battere i denti e tremare da capo a piedi.

Billy arrossisce all’improvviso, poi sente il cane abbaiare e correre in loro direzione. Dunque con un cenno del capo lo indica e dice: – Il cane è scappato all’improvviso è sono corsa a cercarlo senza pensarci –.

L’uomo annuisce e la precede, con il cane dietro, e Billy li segue.

Dopo un lungo silenzio, decide di romperlo, interrotto solo dal battere dei suoi denti.

– Io sono Billy, e ti ringrazio tanto per aver portato me e la mia amica sotto il vostro tetto. Però andremo via subito, appena lei si sveglia… –

– Restate almeno per il pranzo –

– Okay, fino a pranzo e… –

– Niente da fare, per i prossimi quattro giorni saremo ingabbiati dalla tempesta di neve –.

Billy aggrotta la fronte e non sa se essere irritata o grata per la notizia. Uno perché lui l’ha interrotta ben due volte e non le ha minimamente accennato il suo nome, due perché si è offerto di dare loro alloggio per altri quattro giorni, dato che uscire nel bosco con una bufera di neve sarebbe stato pari al pensiero di uno completamente folle.

Come se l’uomo davanti a lei fosse capace di leggere nel pensiero, gira la testa di tre quarti e le dice il suo nome.

– Piacere Stark – sussurra.

Questi arrivano finalmente davanti alla casa e lei nota che altri passi si sono aggiunti a quelli suoi lasciati nella neve.

Entrano nella cucina e Billy scorge i capelli di Max, scompigliati, sulla soglia per il corridoio. Sembra pietrificata.

– Si è svegliata anche l’altra ragazza, bene –.

Nota anche un’altra persona nella stanza, una persona ben alta, dai capelli neri e gli occhi del medesimo colore, con solo una canotta addosso e dei jeans, poi gli scarponi.

Prima che questo si giri verso di lei, a Billy viene la pazza idea di strillargli come non facesse a soffrire il freddo, ma gli occhi dello sconosciuto si voltano a guardarla scocciato, e per un attimo ella scorge un bagliore giallo nei suoi occhi, uno di quelli che ti mettono la pelle d’oca, minacciosi, di una belva, pronto ad ucciderti all’istante. Guarda Max e capisce il suo sguardo sconvolto, probabilmente anche lei ha scorto ciò che a Billy ha fatto accapponare la pelle.

Il silenzio cade nella stanza, un silenzio opprimente, e Billy si guarda intorno con un po’ di timore, forse spaventata.

Non le piacciono quegli occhi, quelli del ragazzo, e cerca disperatamente di allontanarsi dal suo campo visivo, ma non sa come muoversi.

Poi guarda Stark e osserva la sua mano tirare indietro la zazzera castano chiaro, ma sente che il suo sguardo è rivolto al ragazzo con i capelli neri; è esasperato, forse anche irritato, o almeno niente che prometta nulla di buono.

Poi il freddo spiffera nella stanza, attraverso la porta ancora aperta, e Billy starnutisce. Il silenzio si rompe, e Stark sembra accorgersi solo ora della sua presenza nella stanza, sua e di quella di Max, che si è avvicinata all’amica.

Stark si schiarisce la voce e posa un sacchetto, che Billy prima non gli aveva visto, sul tavolo. Decide di fare le veci del ragazzo, chiamandolo Gray e dicendo che sono fratelli. E così anche Billy e Max si presentano, timorose dal palese scontro tra i due fratelli, mentre l’uomo di nome Gray resta comunque in silenzio, senza proferire parola. E poi esce da quella stanza, borbottando qualcosa tra sé, e Stark prepara la tavola, sotto lo sguardo delle due ragazze.

Billy aggrotta la fronte.

 

* * *

 

La neve cade fitta, il vento genera sibili sinistri tra gli spifferi delle finestre e delle porte, ma nella casa il caldo domina, tant’è che Billy e Max sono quasi costrette a stare senza maglione. Ma i brividi continuano a scuoterle, e non per il freddo: le due ragazze sono agitate, ansiose, forse provano paura.

Nessuno c’è in casa, tranne loro due. I due ragazzi sono usciti nel bosco, nonostante il tempaccio, con il cane senza nome al loro seguito.

Max si è presa la libertà di farsi un bagno, dato che Billy lo aveva già fatto innanzi fa, e quest’ultima si trova rannicchiata davanti al camino della stanza del ragazzo di nome Stark, con i capelli gocciolanti, il viso illuminato dal bagliore delle fiamme attizzate, ed i capelli prendono profonde sfumature rosse, facendoli sembrare incandescenti.

Billy sospira e si guarda intorno, soffermandosi ad osservare il grande letto al centro della stanza, con il piumone scarlatto ed i cuscini color crema.

Stark le ha dato la sua stanza, in assenza di altre per gli ospiti, a sua disposizione, e lei aveva accettato dopo essersi opposta, dicendo che il tappeto giù nel salone sarebbe stato più che perfetto. Ma alla fine lui la costrinse, quasi rabbioso, e lei dovette annuire sconcertata da tanta insistenza.

– E Max? – aveva però chiesto, e Gray aveva parlato per la prima volta, facendole sapere che lui è in possesso di una voce acuta e fin troppo minacciosa. Forse era anche arrabbiato, perché scoccò al fratello, somigliante forse solo nel taglio del viso, un'occhiata capace di rivoltare lo stomaco dalla paura.

Billy sospira e si alza a prendere la giacca, piegandola come un cuscino, e poi si sdraia sul tappeto.

– Non so se è stata una buona idea lasciare che Max dorma da quell'altro. Avrei preferito stare in cucina piuttosto – sussurra stanca tra sé, mentre l'ululato del vento la culla come una dolce sinfonia al violino.

Poi pensa a Max, rilassata nel suo bagno di bolle, e si chiede se non fosse stato il caso di dormire con lei: sicuramente avrebbe avuto difficoltà a dormire con tutto questo sibilare e ululare, lei odia ogni cosa che le ricordi anche solo qualcosa di aggressivo, di selvaggio. Ciò spiega anche il perché prima, venendo a conoscenza di dover condividere stanza con il più strano dei due fratelli, lei abbia dato uno strillo tutt'altro che basso, e Billy sa che Max aveva ricordato la furia muta di Gray, visibile attraverso gli occhi.

Ma, prima di pensare di alzarsi ed accomodarsi nella stanza dello strano, per dormire con Max, Billy s'addormenta quasi all'istante vicino al camino scoppiettante, come se gli avvenimenti di quei soli due giorni le siano ricaduti addosso pesantemente, portandola al completo sfinimento.

 

È buio fuori e Stark decide di rientrare a casa propria, lasciando nella ciotola di Bells un po' di carne fresca, frutto di un quarto della sua caccia.

Ora è sazio, la sua sete placata, ed è più calmo e tranquillo.

Guarda fuori un attimo e, scrutando lo spicchio di luna visibile, cerca Gray attraverso il filo che li lega dalla nascita, quel maledetto gemello. Lo tiene d'occhio, essendo lui spoglio di ogni qualsivoglia umanità, e dista chissà quanti chilometri da Stark, ma non irraggiungibile.

Dannato sacco di pulci, Stark non ha voglia di stare a fargli da babysitter, ma deve, è un suo compito per non farli scoprire. Quello l'ultima volta aveva rischiato di sbranare quel uomo, così sfortunato a trovarsi nella strada di Gray, che ultimamente aveva acquisito il potere di potersi lasciar andare quando più voleva, anche durante il giorno.

Micidiale e tanto stupido, come possono essere così diversi?

Stark sbuffa e si passa una mano tra i capelli, salendo in camera sua.

Apre la porta e la prima cosa che vede è la ragazza, quella Billy, rannicchiata dinanzi al camino ed una fiammella tremolante, il resto del fuoco che probabilmente attizzava la stanza. La osserva, con il viso coperto quasi da tutte quelle onde scure, sdraiata sul tappeto.

Stark aggrotta la fronte perplesso, chiedendosi del perché quella ragazza sia così testarda. Le aveva dato la stanza, perché occupare il tappeto?

S'inginocchia davanti al fuoco, vi aggiunge del legno e ravviva il fuoco, che illumina in parte tutta la stanza. Poi prende Billy in braccio e si alza, ascoltando il lento battito del cuore ed il respiro pesante, segno che sta dormendo profondamente.

La distende sul letto e la copre con le coperte scarlatte, e lei si muove, stringendo la mascella e afferrando il bordo del cuscino.

Stark non finisce di osservarla, mentre lentamente si spoglia ed indossa nuovi vestiti, prima di sdraiarsi anche esso sul grande letto.

Chissà il perché, ma questa Billy lo incuriosisce, con le guance piene e due occhi magnifici, profondi. Sembra così piccola ed indifesa, un cucciolo, con quell'aria fragile e al contempo dura.

Sbuffa e si gira di spalle, guardando il muro color nero, con strani disegni argentati, ed aspetta di sentire i passi di Gray sulla neve davanti a casa, per chiudere gli occhi. E si concede di pensare, per un po', alla ragazza che si muove alle sue spalle.

Anche Lisa si muoveva tanto nel sonno, e mugugnava sempre, riempiendo a quel modo le notti con lui, dato che non dorme mai, perché non ne ha bisogno.

Sente Gray sistemarsi sotto in sala, sporco e dall'odore di muschio, vicino al camino spento, in forma umana.

Poi questa volta il silenzio domina i suoi pensieri, sentendosi leggero, e chiude gli occhi per le prossime ore, fino all'alba.

La mano di Billy si allunga e gli tocca la schiena, e quel contatto aiuta la serenità.

Fuori la burrasca continua.

 
 
 
 



 








 

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Angolino autrice:
Eccoci qui! Nell'ultimo capitolo ci siamo lasciati dopo aver dato un piccolo scorcio dei due fratelli, ma piccolo piccolo, che portano al riparo le due ragazze. Pensavate che le avremmo lasciate morire? Non siamo così cattive!
Ora, invece, sappiamo addirittura il nome del cane... ma quanto è bello? No davvero, se qualcuno ha un cane come Bells, vi scongiuro, portatemelo! Non lo riavrete più indietro!
...facciamo cadere un velo pietoso sulla parentesi cane. Comunque, scherzi a parte, torniamo dal punto di vista di Billy, che si sveglia improvvisamente in una casa a lei sconosciuta, scopre che le hanno portate al caldo e che sono in mezzo al nulla. E che (ma che mondo piccolo) l'adorabile cane e il proprietario sono proprio quelli che un paio di giorni fa lei ha scontrato proprio per strada. Coincidenze? Adesso sappiano quali sono i loro nomi, abbiamo una cornice sul rapporto che scorre tra i due fratelli per niente simili, e che Gray è un tantino assetato di sangue, e decisamente inquietante. Ma chi non lo è tra i due?
Bene, commenti, critiche? Vi lasciamo alle recensioni :)
Ci tenevo a ringraziare le anime pie che ci hanno messo nelle seguite e nelle preferite, e tutti coloro che sono passati a leggere fino al capitolo precedente... davvero, grazie!
Al prossimo aggiornamento!

Dess

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***


Chiedo venia! Mi dispiace! Sono di nuovo in un incommensurabile ritardo, e non ci sono scusanti che tengano... la prossima siete autorizzati a bruciarmi, croce sul cuore.
Ma bando alle cance, ora passiamo al capitolo... mi ritroverete alla fine...

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Capitolo sette

Gray inizia immediatamente a sentire caldo e a spogliarsi, rimanendo solo in boxer.

La presenza di Max in camera sua lo disturba a tal punto da non riuscire nemmeno ad entrarci, per cui decide di addormentarsi sul divano. Non sarà comodo come il suo letto, ma per lo meno è distante dalla ragazza. Non che gli abbia fatto qualcosa in generale.

Si sdraia sul mobile e rimane per un po' con gli occhi fissi sulla finestra che dà sulla tempesta, colei che ha rilegato in casa loro le due mocciose. Continua a maledire il tempo e l'umanità del gemello per averle portate nella loro dimora.

Per Stark non è stato così un duro colpo come per lui.

A Gray non importa nulla di nessuno, se non di se stesso.

Non si è mai innamorato, non ha mai provato alcuna emozione per nessuno e non vuole nemmeno cominciare.

Chiude gli occhi lentamente e si abbandona sul bracciale.

I capelli ricci gli ricadono sul tessuto ricamato, lasciando cadere qualche goccia d'acqua per la neve sciolta.

Le guance sono scavate e l'espressione è sempre dura, nonostante stia dormendo. Se non fosse per la sua carnagione olivastra sembrerebbe malato per il viso troppo magro.

 

« Perché Billy ed io non potevamo condividere una stanza? Perché Gray e Stark, essendo fratelli, non hanno scelto di dormire insieme? Perché tutte queste combinazioni? Perché proprio io con quel maniaco? » inizia a pensare Max non riuscendo a dormire.

Sapere che sta nello stesso letto in cui ha sempre dormito quel Gray non la conforta molto, per cui di dormire non se ne parla nemmeno.

La stanza è buia, senza contare una piccola parte illuminata dalla luce lunare che filtra dalla finestra chiusa. La luna è ancora piena, come l'altra notte, e lo sarà ancora per una sera.

Le basta allungare di poco il collo per poterla vedere dettagliatamente, ma distoglie immediatamente lo sguardo per le immagini agghiaccianti che le riporta alla mente. Quei due occhi gialli, quel lupo nero, quegli ululati e quei ringhi pieni di rabbia. Rabbrividisce immediatamente e inizia a coprirsi fino al collo con le coperte, purtroppo impregnate del suo odore. Una puzza di selvaggio e di muschio. Sarebbe anche confortante per lei, perché adora il bosco e la montagna, se non fosse che ha la fobia di tutto ciò che è minaccioso e selvaggio.

Alcuni animali, soprattutto i carnivori, le suscitano paura e terrore, tanto da non riuscire quasi a muoversi se ce ne avesse davanti uno. Fortunatamente c'è sempre stata Billy accanto a lei, ma stavolta si sente sola e persa.

Chiude gli occhi; troppo stanchi per lasciarli ancora aperti e si abbandona sul letto enorme per uno scricciolo come lei.

Inizia ad addormentarsi ma tutto il suo corpo è in tensione, come se fosse sempre pronto per fuggire  al primo rumore sospetto.

Si stringe la coperta tra le mani e le sue narici vengono pervase da quell'odore originale che, dopo il primo momento, inizia a sembrarle quasi gradevole.

Sta respirando il suo odore, quello del ragazzo dallo sguardo inquietante.

Anche il suo nome non è molto confortante.

Si lascia trasportare dai sogni, senza più nulla di razionale e pare più serena e rilassata.

 

* * *

 

La luce del sole, il poco che riesce a farsi largo tra le nuvole grigie e innevate, percorre tutta la superficie del corpo imperlato di sudore di Max.

Si sveglia di soppiatto sedendosi sul lenzuolo completamene zuppo.

Il respiro è affannoso e i capelli sono incollati alla sua fronte.

Si passa le mani sugli occhi stanchi per cercare di togliersi dalla mente l'incubo appena fatto.

Correva per tutto il bosco inseguita da quel lupo nero enorme e all'ultimo è stata attaccata e buttata sul velo di neve. I denti le azzannavano gambe e braccia, lacerando la carne e i vestiti.

– Basta! – esclama in preda ad una crisi.

Si fa strada sulle sue braccia la pelle d'oca per la paura provata al solo ricordo del sogno.

Inizia a tremare – Giorno – una voce maschile improvvisa la fa sobbalzare e lanciare un urlo straziato. Cade giù dal letto in preda al panico e, dal rumore di passi verso la “sua” stanza, intuisce che anche gli altri due hanno sentito il suo grido.

– Max stai bene? – si avvicina Billy all'amica ancora col sedere a terra e il viso terrorizzato.

– S… sì, tutto a posto... – balbetta vedendo l'espressione irritata di Gray.

L'aiuta ad alzarsi in piedi – Forse è meglio che tu faccia una bella doccia, sei tutta sudata – le sorride l'amica.

– Giusto – la guarda con gratitudine.

– Mi stai dicendo che hai bagnato il mio letto con il tuo sudore?! – chiede con sguardo disgustato Gray avvicinandosi al suo letto disfatto.

La ragazza guarda a terra, ma non riesce a evitare di guardare la sua strana tenuta da notte.

I muscoli delle braccia sono illuminati dalla luce del sole e gli dà un aria angelica, tutto il contrario di com'è veramente. Senza parlare poi del petto e dell'addome, anche lì non scherza. Sembra quasi una statua in marmo, muscoli scolpiti e sguardo intenso. Sono due gemelli davvero divini, sembrano quasi i bronzi di Riace. Bellezze fuori dal comune.

Le mani grandi e forti accarezzano le lenzuola e il cuscino fradici con sguardo duro, i muscoli sono tesi come per trattenersi. Lancia ad entrambe le ragazze uno sguardo d'odio, ma ne lascia una gran parte solo e soltanto a Max, per poi uscire dalla stanza con passo svelto e pesante.

– Scusami… – riesce a dire impaurita guardando verso il basso.

Il tono è troppo debole per riuscire ad essere ascoltato da un orecchio umano, ma Gray riesce ad udirlo e sorride tra se e se.

Adora suscitarle quella paura e tensione palpabile.

Passando affianco alla camera del fratello torna più serio e iniziano a guardarsi negli occhi con odio e risentimento – Cosa? – fa Stark con sguardo di rimprovero.

– Nulla che ti debba interessare – cerca di andarsene nel più velocemente possibile da lui, ma il gemello non la pensa allo stesso modo e gli afferra il braccio.

– Che vuoi? – esclama cercando di divincolarsi.

– Cos'hai fatto? – chiede di nuovo.

– Nulla, quella Max urla incessantemente – cerca di metterla sul ridere – Datti una regolata! - riesce a togliere il braccio dalla morsa gelida.

Lascia il ragazzo sulla soglia della sua camera andando verso la cucina per sgranocchiare qualcosa da mangiare.

 

L'acqua la rinfresca e sciacqua via i ricordi e le immagini. È al sicuro con Billy e con quel ragazzo dai capelli dorati, di cui non ricorda molto il nome.

Non è mai stata brava a ricordarsi i nomi della gente, solo con Billy è stato semplice.

Sono diventate immediatamente amiche, da piccole non potevano rimanere separate per troppo tempo. Appunto per questo i loro genitori hanno deciso di trasferirsi tutti in un'unica casa.

Sente la porta del bagno aprirsi e chiudersi in poco tempo, ma era sicura di aver usato la chiave per essere più sicura. Spegne l'acqua ed apre le ante della doccia per afferrare l'asciugamano appena fuori e metterselo su. Non avendo le curve molto accentuate l'asciugamano non rimane molto fisso al petto.

Sente un abbaio non appena mette i piedi umidi sul pavimento gelido e sobbalza impaurita, poi vedendosi un bellissimo esemplare di labrador albino davanti a se, s'inginocchia per accarezzarlo sulla cute e il collo morbido – Ma che bel cane – gli sorride.

Immediatamente vede nella sua bocca il suo reggiseno, l'unico che ha – Me lo daresti? – chiede gentilmente allungando la mano verso l'indumento, ma all'ultimo momento il cane fa un balzo ed esce dalla porta iniziando a correre nei corridoi della casa.

Max cerca di tenergli testa nonostante scivoli dappertutto a causa dei piedi nudi e tenendosi l'asciugamano – Fermati ti prego! – esclama stanca.

Stark e Billy guardano la scena divertiti e non trattengono le risate, mentre Gray non appena gli passa davanti le afferra con la mano l'unica cosa che copre il suo corpo umido e nudo.

La ragazza si ferma immediatamente per evitare di rimanere senza nulla indosso davanti a lui – Lasciami! – sbraita – Gray lasciami andare! Devo acchiapparlo! – esclama.

– Perché mai? – chiede divertito.

– Ha preso il mio reggiseno! – arrossisce dicendoglielo.

Il ragazzo la squadra per bene – Non credo che ti serva –

Il rossore in volto non è solo per l'imbarazzo, ma anche per la rabbia che le suscitano quelle parole dette da un ragazzo – Ma che stai dicendo?! – cerca di dargli una sberla, ma lui le immobilizza il polso. I loro corpi sono più vicini e Max riesce a sentire il calore del suo sul proprio.

La mano di Gray tiene ancora stretto il tessuto e non ha intenzione di lasciarlo. Lei con la mano libera cerca di tenere l'asciugamano stretto sul suo corpo per evitare di rimanere nuda davanti a lui.

– Lasciami ti prego – gli occhi neri del ragazzo iniziano a schiarirsi dandogli uno sguardo più inquietante e, perciò Max inizia a tremare dalla paura e pronuncia balbettando il nome di Billy.

L'amica si avvicina immediatamente ai due e l'aiuta a separarsi dal colosso.

– Finiscila, non le vedi che le fai paura? – esclama tirandogli uno schiaffo sulla guancia, lasciandogli la cinquina rossa.

Gray rimane per un attimo con lo sguardo sul parquet, per poi guardare le due ragazze con sguardo pieno d'ira. Gli occhi gialli le scrutano intensamente e inizia ad avvicinarsi alle due con fare minaccioso.

Max guarda Billy impietrita e spaventata mentre in cerca di aiuto si stringono vicendevolmente la mano.

Stark si mette immediatamente in mezzo e immobilizza brutalmente il fratello, costringendolo a fermarsi.

– Basta! – esclama inferocito. Gli prende le braccia e lo atterra, ma la posizione non dura, perché il ragazzo si ribella facendolo allontanare da lui. Iniziano a fronteggiarsi guardandosi con occhi pieni di sfida e di risentimento verso l'altro.

Le due rimangono con gli occhi sgranati davanti a quella scena.

Gray viene nuovamente bloccato appena decide di ritornare all'attacco contro le due.

– Lasciami! – ringhia scalpitando come un animale in gabbia.

Non appena libero dalla morsa esce velocemente dalla porta e inizia a correre nella neve sbattendo la porta dietro di se.

Il labrador si avvicina ai piedi ancora gocciolanti di Max e posa a terra il reggiseno per poi andarsene. La ragazza lo prende in mano, ma è impensabile riuscire a indossarlo tutto pieno di saliva – Uffa, e ora quale posso mettermi? - chiede irritata.

– Vieni con me – l'accompagna verso il bagno Billy.

Guardano di sfuggita il ragazzo ancora immobile a fissare il punto dove prima c'era suo fratello. Non ha nemmeno un graffio dopo quello scontro, come anche l'altro, ha solo il fiatone per l'energia usata fino a quel momento.

 

* * *

 

La giornata scorre monotona in quella villa nel bosco: Max si arrangia mettendosi li stessi vestiti senza il reggiseno; Billy si guarda intorno pensierosa non lasciando mai l’amica; Stark rimane indifferente limitandosi a dare loro i pasti necessari; mentre Gray continua a non tornare a casa. L’atmosfera che alleggia tra di loro è strana, e tutti quanti se ne sono accorti.

La giornata continua a questo ritmo lento, fino al calar della sera.

Nessuna discussione sembra voler smuovere Stark, che alle richieste delle due ragazze continua a rispondere con lo stesso monosillabo negativo, risultando un disco rotto. È insopportabile, così indifferente, anche dopo ciò che è successo sembra non dare importanza all'incolumità di Max. Non gli frega di ciò che potrebbe accaderle, ma fortunatamente Gray non è ancora dell'idea di condividere la stanza con una ragazza.

Max non riesce ancora a dormire e rimane sveglia a guardare il decoro della stanza del ragazzo.

Ci sono diversi poster attaccati alla parete in legno: rock star, immagini di lune, di lupi e diversi animaletti intagliati in legno. Rimane ammirata da tutto ciò che la circonda e quasi meravigliata dal ragazzo in questione. Non poteva credere che tutto questo era voluto da lui.

Un ululato squarcia il silenzio e la fa sobbalzare. Gattona verso la finestra appena sopra il suo letto e vede lo stesso lupo nero. Il manto è inumidito dalla neve, ma pare morbido e setoso.

Il muso è aguzzo e gli occhi sono gialli intenso. Nota una cicatrice sull'occhio destro; molto vecchia si direbbe dal colore bianco. Gli dà un aspetto ancora più temibile e pauroso.

Deglutisce rumorosamente e, respirando sul vetro, inizia a creare aloni di condensa. Con la manica della felpa cerca di vederci meglio, ma non appena il vetro torna specchiabile il lupo non c'è più e sente la porta di casa aprirsi e sbattere. Gray è tornato, ma come la sera precedente rimane in salotto a dormire.

 
 
 
 
 



 








 

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...Ben ritrovati!
Questo, aimé, è un semi capitolo di passaggio... lo so, anche io li odio i capitoli di passaggio, ma certe volte sono così necessari... In ogni caso! Lo scorso capitolo ci siamo lasciati dal punto di vista di Billy, risvegliatasi in una casa sconosciuta, barricata nel folto del bosco (non chiedetemi come ci arrivi l'elettricità, perché io non lo so!), dopo una notte burrascosa. Ha conosciuto i propetari - e quell'amore di un cane - scoprendo che i due sono meno normali di quanto vogliano far sembrare... o almeno, solo Stark pare voglia preservare una certa normalità. Gray è inquietante sotto tutti i punti di vista, che andremo a scoprire passo passo (a nostro rischio e pericolo).
Ora invece abbiamo confermato la sua più completa disponibilità! Ma vogliategli bene, mi spiace solo che nei primi momenti sembri così indisposto, ma è davvero un caro ragazzo, ha anche lati positivi su!
Bene, per tutti i commenti, di qualsiasi genere, lasciate pure una recensione, io e l'altra autrice ve ne saremo davvero grate :D
Ringrazio ancora BookAholic e simo_jelsey che ci hanno messo nelle preferite, boscaiottolo e vik1 che ci hanno messo nelle seguite, e la gentilissima simo_jelsey che ci ha recensito lo scorso capitolo, e i lettori silenziosi che si sono fermati a dare un'occhiata.
Alla prossima! (si spera in un veloce aggiornamento)

Dess

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***


Capitolo otto

Gray, quel Gray, continuava a pensare rabbiosamente Billy, guardandosi nervosamente le scarpe affondate nella neve.

– Entra in casa – le aveva detto poco fa Stark, distaccato, dopo aver dato un veloce sguardo al cielo nuvoloso, scuro e che non prometteva per niente nulla di buono.

Billy aveva annuito, ma contrariamente è rimasta fuori, stretta nel cappotto pesante, e la sciarpa che le copre metà del viso. L'altra metà invece è leggermente arrossata ma lei non se ne cura come sempre, essendo troppo impegnata ad insultare, senza essere volgare, lo 'strano', così ormai lo chiama il ragazzo scontroso.

Ne ha abbastanza di quel ragazzo, neanche un po' di cordialità nei confronti suoi, ma soprattutto in quelli di Max! Insomma!

– Maledetto ragazzo –.

Billy si china a raccogliere un po' di neve, che stringe tra le dita scoperte, e scaglia via la palla di neve deforme, che non fa più di due metri.

Non lo sopporta, non sopporta il suo comportamento. Già non sopporta il modo in cui le si rivolge Stark, quel ragazzo gentile ma anche troppo freddo ed indifferente, che le impedisce di capire quel che pensa veramente, il che la irrita non poco. Ma Gray, quel Gray!, così maleducato e sempre infuriato. Ma per quale motivo poi? Non lo capisce.

Sbuffa e lancia una seconda palla di neve, che cade un po' più lontana della prima, creando un bel solco nella neve bianca.

Grugnisce ed entra in casa, togliendosi le scarpe per poi portarle a mano su, nel secondo piano verso la camera di Stark.

Billy ha un po' di paura, paura per Max, lei da sola nella stanza dello 'strano', così selvaggio, e ha paura che le succeda qualcosa.

Digrigna i denti e spalanca la porta, pensando di trovarci dentro Stark pronto per dormire.

Al pensiero arrossisce; sa che ieri notte Stark aveva dormito accanto a lei, perché la mattina aveva  trovato il cuscino con un solco nel mezzo, sformato, e le coperte calde, anche se lui non c'era. E non c'è neanche ora, perché la stanza è vuota, ma il camino è attizzato.

Si volta di nuovo a guardare il corridoio e sposta gli occhi blu a guardare la porta del bagno chiusa, dalla quale è possibile sentire il rumore dell'acqua che viene usata.

– Starà facendo un bagno, glielo dico dopo – sussurra dunque, entrando nella stanza ed aggirandosi nei dintorni.

Non è che Billy abbia paura anche di Stark - anche se deve ammettere che molte volte le mette soggezione - ma le sembrava giusto, quella è casa sua e lui le ha disposto il proprio letto per la notte. Però ha scoperto che in realtà Max dorme da sola, in quella camera da letto sconosciuta, e le sembra ingiusto: in una camera grande e sconosciuta completamente da sola, in un letto tanto grande - presume - per lei, senza la benché minima compagnia. Gray dorme in salotto, a quanto pare, mentre Billy poteva contare anche un poco sulla compagnia, seppur pressoché assente, dell'uomo di nome Stark.

E se Max fosse sempre stata in preda agli incubi? Non se lo sarebbe perdonato facilmente, erano state insieme sempre, e dovrebbero esserlo anche adesso, in una casa sconosciuta in mezzo al bosco, inchiodate da una tormenta.

Per questo Billy decide di dormire con la migliore amica, perché lei ha bisogno di lei, ma deve dirlo a Stark, per una questione di correttezza.

E così aspetta, in silenzio, in piedi nella grande camera da letto, che Stark arrivi.

Continua a guardarsi intorno, osservando le pareti scure distrattamente, per poi avvicinarsi a guardare sopra il camino dei modelli di coltelli che prima non aveva notato, o forse non ne era stata affascinata.

Li guarda, questi coltelli, non provando neanche a sfiorarli dato il loro aspetto piuttosto affilato, ma continua ad ammirarli, ignorando il caldo soffocante che la circonda, essendo a pochi passi dal camino.

Poi si fa un altro giro e vede gli occhiali scuri poggiati sul comodino vicino al letto, l'unico, in modo disordinato, che la fa aggrottare la fronte. Insomma, Billy pensa che a quei occhiali Stark ci tenga tanto, dato che li indossa ogni santo giorno, anche con poca luce, nascondendo gli occhi neri come la pece, che aveva visto solo la sera scorsa, quando lui era entrato in camera così silenziosamente che non lo aveva neanche notato, ma che al cigolio del letto l'aveva destata all'istante. E lei aveva preso ad osservare i suoi occhi, che le mostrava senza problemi, mentre si erano scambiati quelle poche battute.

– Perché hai i miei occhiali in mano? –

Billy sobbalza e li lascia cadere sul comodino, presa alla sprovvista. Poi si gira e si ritrova davanti il viso di Stark, incorniciato dai capelli gocciolanti, più scuri di quanto non lo sono veramente. Poi torna a guardare gli occhiali, ma alla fine si siede sul letto.

Scuota le testa e reprime la voglia di scoppiare in una risata isterica; deve aver preso gli occhiali inconsapevolmente, mentre ricordava il fondo infinito dei suoi occhi.

– Stark, io vado a dormire da Max – sussurra, e sta anche per aggiungere altro, prima che la vista del ragazzo le mozzasse la voce: appena alzato lo sguardo, nota che Stark le sta davanti mezzo gocciolante... e mezzo nudo!, difatti a solo un asciugamano come 'indumento'.

– E perché vorresti andare a dormire da Max? – le chiede invece lui, avvicinandosi e chinandosi davanti a lei, per guardarla dritta negli occhi.

Billy deglutisce nervosamente, ritrovandosi davanti gli occhi scuri di Stark, che la guardano intensamente, cosa che in quei pochi giorni non aveva fatto. E rimane muta, non dice più una parola. Che sia per la paura? Oppure il nervosismo?

Sicuramente niente di tutto ciò. Dunque perché?

 

– Allora? – continua lui, senza distogliere lo sguardo. Ma Stark poi allunga una mano a prenderle il viso tra due dita, perché sa che prima o poi lei avrebbe voltato gli occhi.

Poi la rabbia lo incendia, mentre dentro di sé maledice suo fratello Gray, quel maledetto bastardo.

Non sa perché vuole a tutti i costi quella ragazzina, più volte in quei pochi giorni si era sorpreso a guardarla, di nascosto, e per più volte si era dato dell'emerito idiota. Perché? Quella Billy, cos'ha così di speciale da renderlo così?

Forse, sì, perché lui non è indifferente all'aspetto della ragazzina, con quei lunghi capelli che sono un'esplosione di onde fitte, di uno colore bello, che molte volte vedeva prendere fuoco, sotto i rari raggi del sole, che le incorniciano quel viso forse da angelo, da bambina, e quei suoi occhi blu. Ma anche l'altra ragazza è bella, guarda anche lei, ma perché allora Billy?

E ancora questo lo rende furioso, tanto che con uno scatto fa stendere la ragazza sul letto, e lei trattiene il fiato.

È sempre muta, non parla, come se le fosse sparita la voce, e i suoi occhi sono spalancati. E c'è confusione nel suo sguardo, tanta confusione, ma anche un velo di terrore.

– Non puoi andare a dormire da Max, hai capito? – le sussurra, mentre lentamente la sovrasta con il suo corpo, guardandola ad esattamente due palmi dal suo sguardo.

Billy deglutisce, e finalmente parla.

– Perché? –

– Devi restare qui –.

Deciso, Stark è deciso a tenerla con lui, tant'è che con uno scatto va a sfiorare le labbra di Billy, e lui sente distintamente il battito del suo cuore accelerare.

– Stark – bisbiglia pianissimo, ma in realtà quella è una domanda.

Lui le risponde con un secondo bacio, mentre le sue mani si infilano sotto la maglietta della ragazza, e attraverso i palmi sente la sua pelle d'oca, al contatto freddo del ragazzo.

Ghigna: Billy non sembra contrastarlo, però esita.

– Cosa c'è? – le chiede allora, mentre i vestiti superiori di lei cadono ai piedi del letto, – Non lo hai mai fatto? – le chiede poi stupidamente, ma gli occhi blu dicono altro, sembrano aver più paura di prima, ma ancora non combatte.

Sembra una preda così facile. Ma è veramente una preda?

E Stark continua ad accarezzarle il corpo, dolcemente, senza fretta, assaggiandolo mentre sente Billy ansimare alle sue attenzioni.

Perché sta facendo questo? Niente, non si sa dare una risposta valida.

La vuole? Se così non fosse stato, allora perché quei pochi contatti gli incendiano il corpo?

La vuole con sé, non l'avrebbe ceduta a Gray, per motivi ancora sconosciuti a lui.

Che avesse in realtà a che fare con Fionna? Ma sono passati così tanti anni.

Ma Stark continua e insieme, spogli, si uniscono sotto il piumone scarlatto, spingendo i corpi contro l'altro. E non si cura delle invisibili lacrime di Billy, mentre la possiede avidamente.

 

Nel letto grande, di nuovo sola, ma questa volta la metà di Stark è fredda, rifatta.

Billy non ha dormito. È successo veramente ciò che aveva passato durante la notte?

Fare sesso con Stark, è successo sul serio?

Billy si rigira nel lettone, ricordando ancora il modo in cui Stark era uscito durante la notte, rivestendosi come se non fosse successo niente, non rivolgendole uno sguardo, nonostante sapesse che fosse sveglia. Niente, il solito Stark, quello freddo, che aveva conosciuto in quei giorni. Ma lo Stark della sera precedente, da dove proveniva?

Lei non voleva andare da Max? E perché allora era rimasta in quella camera, passando la notte con il proprietario?

Le parole le erano mancate alla vista di quei occhi che, come vedeva dal comodino vuoto, sono di nuovo celati dietro a due lenti scure.

– Che idiota – si insulta da sola, guardando la grande stanza, seduta e coperta solo dal piumone che sa della notte appena lasciata alle spalle.

Ma alla fine sbuffa e, come aveva fatto Stark, si riveste con nuovi vestiti, quasi indifferentemente, come se non fosse successo niente.

Infondo cos'era, una notte di sesso? Normale, quante di quelle notti aveva passato?

Forse Billy avrebbe dovuto aspettarselo: un uomo e una donna sconosciuti non dormono insieme, anche se quello le ha offerto alloggio. Qualcosa sarebbe scoppiato alla fine, com'era successo sempre in passato.

Quindi scende, senza pensarci oltre, ma torna su a vestirsi con la giacca e la sciarpa, trovando il pacchetto di sigarette lasciato nella tasca, quasi dimenticato e, uscendo fuori alla luce del sole mattutino, si accende una sigaretta.

 

* * *

 

Il cane, che si chiama Bells, è appena uscito con Stark per la solita passeggiata dopo pranzo, e nella casa rimangono solo Billy, Max e… c'è anche Gray? Non lo sa, comunque sarebbe stato meglio che non ci fosse, così le due amiche avrebbero potuto passare altro tempo insieme, nel salone pieno di libri, e li avrebbero letti uno ad uno, divertendosi come sanno solo loro. Le avrebbe parlato di tutto, con Max parlava sempre di tutto, l'avrebbe confortata, tolto qualche paura e scherzato, prima di parlare della notte innanzi. Sì, Billy avrebbe fatto così. Sembrano secoli che le due non parlano, in realtà avevano avuto così pochi problemi che la loro vita era banale sotto così tanti punti di vista, che loro avevano sempre passato il tempo a cercare di fare qualcosa di bello, e c'erano sempre riuscite. E forse lo avrebbero fatto anche ora, con un po' di coraggio e convinzione.

Così, convinta, si reca verso il soggiorno e vi trova Max… che scappa via, senza neanche averla vista. E Billy si blocca un istante, seguendo con lo sguardo la scia della ragazza, andata su per le scale, come un fulmine. E qualcosa anche non va.

Entra nel soggiorno completamente illuminato, che sembra sempre lo stesso di tre giorni fa, con il fuoco scoppiettante nel camino… e Gray in piedi al centro, con i pugni serrati. E allora Billy capisce, capisce all'istante l'accaduto: Gray deve aver infastidito un'altra volta la sua amica, e la cosa non poteva continuare oltre. Così la rabbia comincia subito a bollire dentro di lei e, ignorando gli occhi neri del ragazzo che luccicano di uno sgradevole color giallo, s'accanisce contro di lui, irata, con gli occhi sbarrati.

– Ti diverti a spaventarla? – ringhia, arrivandogli davanti, così che il ragazzo la guardi scocciato.

– Di cosa parli? –

– Lo sai perfettamente –.

I due si guardano in cagnesco, in guerra contro l'altro, e l'aria tra loro è carica di tensione, elettrizzata.

Billy si trattiene dal alzare le mani, perché si considera una persona civile, non un animale. Non come Gray che muore dalla voglia di prenderla a calci.

Sì, Max pure lo fa arrabbiare, ma per lei il discorso è completamente diverso; lui si diverte con lei, una piccola ragazzina che si spaventa per un nonnulla. Ma questa Billy… lei, le poche volte che gli ha rivolto la parola… Deve sempre trattenersi dal volerla picchiare.

Non la sopporta, non che sia odiosa, ma è così… neanche trova le parole. Non le piace, neanche i suoi sguardi, pieni di rabbia.

E ora sono davanti, a fronteggiarsi.

– Vuoi forse dirmi come mi devo comportare? – ribatte.

– Esatto –, lo sfida con lo sguardo.

Ma la risata del ragazzo la spiazza. Una risata priva di ironia, tagliente, minacciosa. A Billy s'accappona la pelle, ma non indietreggia.

– Una bambina come te? –

– Ad un idiota come te, certamente –

Gray prima la guarda, poi rivolge uno sguardo in alto, ed infine lo scintillio giallo dei suoi occhi neri si fa più intenso, ed il ghigno malvagio si disegna sulle sue labbra.

– E dimmi, com'è stato ieri notte Stark? –, prende Billy alla sprovvista, che sgrana gli occhi, prima di stringere le labbra.

E questa volta è Gray a rimanere allibito, mentre gli si avvicina di un passo e la sua mano, completamente aperta, si scontra con la sua guancia, facendogli girare la testa.

Billy si prende la mano, che le duole, e ora lo guarda impassibile, nonostante dentro di se sia furiosa.

E lui come fa a saperlo? E come si permette soprattutto?, pensa.

– Devi smetterla con Max, le mie questioni non centrano niente – però è testarda, ma gli occhi di Gray sono completamente gialli adesso, selvaggi, come una belva desiderosa di sangue e, sopraffatta all'istante dal terrore, indietreggia di qualche passo, mentre Gray viene scosso in tutto il corpo da spasimi.

– Come hai osato? – ringhia lui, piegandosi un poco in avanti, digrignando i denti in un ringhio basso.

Billy indietreggia ancora.

Cosa gli succede?

– Gr-Gray… come osi tu piuttosto! –

Ma il suo polso viene stretto in una morsa, e presto prende subito a dolere, a fare un veramente male. E stringe i denti dalla sofferenza, cercando di uscire da lì, dalla mano che la stringe, la mano di Gray.

E tutto succede in fretta, ma quei pochi attimi le rimangono impressi nella mente come un brutto incubo, di cui si libererà difficilmente: Gray si piega due, mostrando denti aguzzi, mentre sempre più le stringe il polso, ed il corpo sempre più pervaso da scossoni che sembrano procurargli dolore, mentre i suoi occhi sono sempre puntati su di lei… occhi gialli che splendono in modo pauroso, terrificante. Ma alla fine lui la lascia e sente un grosso tonfo, mentre cade all'indietro guardandosi il polso livido, ed infine alza gli occhi a guardare Gray… tenuto schiacciato sul pavimento da Stark, sbucato da chissà dove.

– Cosa cazzo volevi fare fratello? –

– Voglio ammazzarla… mi ha picchiato… Stark ammazzo anche te se non mi lasci andare – ringhia e cerca di liberarsi da lui, dando strattoni brutali, che non sembrano aver successo. Anzi, Stark aumenta la presa e gli molla un pugno tra le costole. Billy sente il respiro di Gray mozzarsi, per poi restare fermo con il dolore evidente sul volto.

E poi Stark si alza a guardarla, ma ha di nuovo quei maledetti occhiali addosso, e lei non riesce a scorgergli gli occhi neri, che la stanno guardando.

– Vieni in cucina – l'aiuta ad alzarsi una volta avvicinato e lei, senza tornare a guardare Gray in agonia, si lascia condurre gentilmente nell'altra stanza, su una sedia. E Stark la raggiunge avvicinando una sedia, con un impacco di ghiaccio in una mano.

Le guarda il polso e lei glielo porge lentamente, così lui lo prende in mano gentilmente e vi appoggia su il ghiaccio, che le da subito sollievo.

– Cos'era? – domanda con un filo di voce ancora tremante, chiudendo gli occhi.

Cosa sarebbe successo se non fosse arrivato Stark a fermarlo? Billy sa che sarebbe successo qualcosa. Gray sembrava così… anormale, e faceva paura, fa paura. Le trema ancora la mascella, ha ancora la pelle d'oca e di tanto in tanto brividi di terrore la ripercuotono, ancora e ancora.

E sa anche che avrebbe potuto essere ammazzata… Gray voleva quello.

– Non ci pensare. Piuttosto, fa tanto male? –

Billy scuote la testa, – Stark, cos'era? –

– Ho detto di lasciare perdere – l'ammonisce, scrutandola serio attraverso gli occhiali, ancora che le tiene il ghiaccio sul polso, che si è gonfiato.

Billy lo guarda, ma resta in silenzio.

– Faceva paura –

– Fa paura a tutti – le risponde come ieri sera, con un tono enigmatico.

– Tutti –.

Alla fine Billy scuote la testa e guarda fuori dalla finestra, osservando la neve bianca, in cerca di un aiuto, di un po' di lucidità. Ma un'altra domanda pende sulla sua lingua, che vuole essere pronunziata, quasi con prepotenza.

– Cosa abbiamo fatto ieri? –

Si guardano ancora, ma per la prima volta è lui che distoglie lo sguardo.

Già, cosa avevano fatto ieri sera? Semplice sesso no?

– Non c'è niente tra noi –

– Lo so che non c'è niente tra noi, però mi vuoi, hai desiderato il mio corpo – lo guarda insistentemente. Ma alla fine sbuffa e butta la testa all'indietro. A cosa sta andando incontro?

– Hai ragione, desidero il tuo corpo –.

La mano di Stark le stringe delicatamente il polso, che ha diminuito notevolmente il proprio gonfiore, e toglie il ghiaccio per poi spalmarci sopra una crema che evidentemente serve agli infortuni, e glielo benda, in modo che stia al caldo.

Billy si alza e se ne va dalla stanza, mentre avverte che vuole andare a dormire, senza cena.

Stark la guarda e sbuffa frastornato, prima di uscire fuori dalla casa velocemente, maledicendo mentalmente il gemello, che non si è mosso dal soggiorno.

Affonda i piedi nella neve mentre cerca di pensare, e l'abbaiare del cane lo rincorre. Si volta ed aspetta Bells, il suo grosso labrador dalla pelliccia quasi bianca, e si china ad accarezzarle la testa affettuosamente.

Bells scodinzola e tornano in marcia, camminando l'uno accanto all'altro nella neve.

Contemporaneamente Billy si infila sotto le coperte, affondando il viso nel cuscino di Stark.

Morfeo la rapisce all'istante, ma i sogni per lei quella notte non saranno svegli:

Gray;

dolore;

sangue.

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***


Capitolo nove

Nella stanza di Gray c'è sia movimento che sensi di colpa.

Max nonostante la paura verso quello strano e inquietante ragazzo, le dispiace privargli la possibilità di stare nel proprio letto. I casi sono diversi: la odia a tal punto da non riuscire a starci nemmeno vicino, gli fa proprio ribrezzo oppure...oppure pensa che il divano in salotto sia più comodo del suo letto.

« Non mi dovrebbe importare nulla di lui! Non si merita un briciolo della mia comprensione! Non fa altro che prendermi in giro o farmi paura» inizia a pensare imprecando contro il cuscino.

« Però magari se lo lasciassi dormire in camera si ammorbidirebbe e non mi odierebbe… quindi che faccio? » si mette a gambe incrociate sul materasso morbido e inizia a guardare la porta chiusa , dalla quale sarebbe passata per andare da Gray. Decide con grande forza di volontà di andare verso il corridoio illuminato solo dalla luna piena ancora alta in cielo. I piedi nudi si muovono incerti sul parquet liscio e freddo.

Le pareti della casa sembrano infinite e abbastanza vuote, non c'è neanche una foto di famiglia; niente di niente.

Finalmente arriva ad una scala che porta al salotto.

Si aggrappa saldamente alla ringhiera in legno massiccio non vedendo quasi nulla per la scarsa luminosità. Finite le scale inizia a camminare con le mani in avanti, come si fa nella casa degli specchi al Luna Park, per tastare tutto ciò che potrebbe farla inciampare o ferire in qualche modo.

Sembra tutto tranquillo e senza ostacoli e i suoi occhi iniziano ad abituarsi al buio. Pensando che ormai avesse preso la mano abbandona le braccia lungo i fianchi, ma all'ultimo colpisce qualcosa col ginocchio e, perdendo l'equilibrio, cade letteralmente su qualcosa di duro che sembra muoversi con vita propria. La ragazza inizia a tastare con le mani. Le sue dita fredde vengono riscaldate dal tepore del corpo della persona sotto il suo dolce peso. Intuisce che il ragazzo in questione non porta nulla se non dei boxer; le mani percorrono tutta la superficie del suo petto e dell'addome abbastanza pronunciati. Gray si sveglia di colpo ma nel primo momento rimane incantato a guardarla, grazie alla sua fedele vista sopraffina. Ammira il suo viso curioso e perfetto; nemmeno un'imperfezione della pelle. Sembra quasi fatta di porcellana: per il colore e per lo scarso calore che emana dal suo piccolo e fragile corpo.

La osserva come se non avesse mai visto un essere umano prima di allora.

Riesce a vederle il colore particolare delle sue iridi: un viola intenso, quasi indaco. Rimane affascinato dai diversi giochi di luce lunare sui suoi capelli neri come i suoi. Gli piace vedere le curve compiute da alcune sue ciocche lungo il suo corpo e la felpa arancione sgargiante.

Il sorriso non le manca mai e ne rimane attirato, darebbe tutto se stesso per essere felice e spensierato come lei. Vorrebbe restituirle quel sorriso, ma c'è qualcosa che lo ferma; il giuramento fatto a se stesso, quello di non affezionarsi a nessuno. Non vuole causare dolore a qualcuno, non più. Non vuole più deludere.

– Che ci fai qui? – chiede acido tornando con lo sguardo solito.

– Scusami per essere inciampata su di te… non era per questo che sono venuta qui… – inizia ad agitarsi.

–Non hai risposto alla mia domanda – digrigna i denti irritato, ma non sembra voler cambiare posizione.

– Ehm… volevo che tu tornassi in camera tua, com'è giusto che sia – bisbiglia.

– Max, o come cavolo ti chiami, è meglio che tu torni in camera ed io rimango qui!...e poi chi sei tu per decidere per me? –

– Dico solo che tu dovresti dormire sul tuo bel letto comodo e passare sopra al disgusto che provi per me –

– Non mi disgusti, è solo che… –

– Che…? – chiede curiosa.

– Detesto le ragazza come te e non voglio avere alcun contatto di qualsiasi genere –

Nessuno dei due che dire e il silenzio inizia a regnare sovrano nella casa buia.

– Non pensavo di suscitare così tanto odio in così poco tempo da una sola persona… mi dispiace se per te è stata così dura sopportarci – cerca di ritornare a sorridere e continua a parlare – Non preoccuparti questa è l'ultima notte per me e Billy… –

– Allora ti lascio qui, come vuoi tu – gli fa l'occhiolino per poi cercare di tornare in piedi, ma una morsa le tiene il braccio e la fa tornare stretta a lui. La stringe tra le sue forti braccia e non le da scampo, Max rimane sorpresa da quella sua strana reazione, ma non si oppone. Dopo il primo momento inizia a piacerle quel contatto e sente il corpo di Gray tremare, come se avesse freddo. Ha solo bisogno di qualcuno vicino, gli manca il fratello. L'abbraccia forte e la tiene stretta al suo petto come per farla sentire al sicuro o per proteggerla. Ma da chi? Lui, insieme al suo gemello, è l'essere più pericoloso al mondo.

La ragazza è scandalizzata, ma allo stesso tempo confortata da quella vicinanza con lui.

Chiude gli occhi appagata e inspira quel profumo ormai solito a lei. Si abbandona sul petto e viene cullata dal respiro tranquillo e rilassato del ragazzo che appare addormentato.

Lei non lo sa ma sta dormendo con un assassino. Qualcuno che, quando ha la possibilità, riuscirebbe a uccidere addirittura una persona senza distinzione di sesso o di età. Quando la bestia si impossessa di lui non può più ragionare con lucidità. Potrebbe assassinare anche suo fratello, senza volerlo. Il lupo che vive in lui non sa cosa sia l'amore o la fratellanza. Quando ha fame o si arrabbia non si arrende davanti a nulla.

Le mani di Max si aggrappano al corpo nudo di Gray come se fosse l'unico appoggio saldo al terreno durante una caduta.

Il ragazzo la stringe forte come se avesse bisogno di quel contatto e non riuscisse quasi a lasciarla andare via. Gli manca quel contatto col fratello.

Erano sempre così affiatati e inseparabili da giovani, prima di quella maledetta sera in cui tutto è cambiato. Anche lui sente la sua mancanza, ma non vuole darlo a vedere per evitare di fare una figura del debole con Stark.

Non si era mai accorto di quanto patisse questa privazione di affetto e contatto, ma ora ne è certo, perché quel sentimento si è risvegliato in lui.

Gli occhi di Gray sono così tanto concentrati su Max da impedirgli di chiuderli per quasi tutta la notte. Inizia ad accarezzarle alcune ciocche nere e farle girare attorno al proprio dito, ma poi decide di addormentarsi senza lasciare la presa sul suo piccolo corpicino.

 

* * *

 

Il sole del mattino sveglia dolcemente la piccola Max che inizia ad aprire lentamente gli occhi e tuffarsi in un nuovo giorno: l'ultimo a casa dei gemelli.

Si stropiccia gli occhi per poi mettere a fuoco ciò che ha davanti sgranandoli per lo stupore e la paura . Le mani poggiano sul petto caldo e privo di alcuna veste di Gray e le sue braccia le stringono la schiena non permettendole alcun movimento.

Inizia a ricordarsi ciò che era accaduto la sera per darsi una spiegazione senza doverlo svegliare.

Non l'ha voluta lasciare andare, magari l'odio che prova per lei si sta pian piano dileguando; inizia a pensare soddisfatta.

Comincia a guardare il suo viso rilassato e in pace col mondo, non l'ha mai visto così sereno.

I capelli ricci neri gli ricadono sugli occhi chiusi e inizia ad accarezzarli.

Sono così soffici e morbidi al tatto da non riuscire a smettere di tastare.

Vede comparire per un millesimo di secondo un sorrisetto sulle sue labbra rosa, per poi spegnersi e prendere la sua solita smorfia disgustata e innervosita.

Apre di scatto gli occhi e Max decide di ritirare le mani dai suoi capelli per lo sguardo assassino di Gray – Che stavi facendo? – digrigna i denti.

– Io?… ehm nulla di che in realtà… – inizia ad arrossire per l'imbarazzo, ma cerca di non farlo vedere girando il viso da tutt'altra parte.

– Okay… potresti levare il tuo dolce peso dal mio corpo? – chiede irritato.

– In realtà sei tu che mi tieni avvinghiata a te! – puntualizza indicando le braccia del ragazzo attorno alla sua schiena.

Senza esprimere altri commenti toglie le mani all'improvviso facendole quasi perdere l'equilibrio – Ora sei libera di andare – sorride beffardo.

Max si dilegua a testa bassa per l'imbarazzo dirigendosi verso la cucina: vuole sdebitarsi in qualche modo con loro, perciò vuole preparare qualcosa di sfizioso per colazione.

 

– La colazione è pronta! – esclama orgogliosa del fatto di non aver bruciato nulla.

Non riceve alcuna risposta e inizia a insospettirsi, perciò esce dalla stanza per arrivare al salotto vuoto – Ma dove sono tutti? – chiede sconsolata. Dei passi al piano di sotto la prendono alla sprovvista e sorride – Billy, sei tu? –  

– Esco a fumare, poi arrivo – dice scendendo dalle scale con un pacchetto di sigarette e un accendino in mano.

– Va bene, avrai tanta fame vero? – le chiede avendola affianco.

L'amica rimane perplessa e alza un sopracciglio. – Perché me lo chiedi? – si avvicina alla porta.

– Avrei cucinato per tutti e quattro, ma ci siamo solo noi due – le sorride.

– Ah… capisco, ma sì – esce dalla casa poco dopo averla salutata.

Bells si avvicina quatto, quatto al tavolo da dove proviene un odorino squisito.

Inizia ad abbaiare emozionato e a scodinzolare affianco alla ragazza seduta a mangiare due quarti della colazione preparata da lei.

– Hai fame piccolo? – chiede un po' addolorata, sapendo che tutto ciò che ha preparato gli farebbe solo male e lei non se lo sarebbe mai perdonato.

– Mi dispiace, ma non posso darti nulla – cercando di sdrammatizzare gli sorride – Non preoccuparti, Stark ti porterà qualcosa di più sano – gli accarezza la testa e il muso morbido.

Risponde con un abbaio di disapprovazione, per poi allontanarsi afflitto.

« Ora ho anche l'odio da parte di un cane, che fortuna! » inizia a pensare col morale a terra.

Convinta di sistemare la situazione s'incammina verso la cucina per cercare all'interno dei diversi armadietti qualche cibo per cani, ma non trova nulla. Davvero strano non trovare cibo per cani in una casa dove c'è un cane!

 

Dopo aver fatto la colazione come si deve, le due amiche iniziano a vestirsi più pesanti, con i cappotti recuperati nelle diverse stanze; senza parlare poi dei guanti, sciarpe e cappelli di lana.

Sono pronte per il ritorno a casa mentre i due gemelli per fare da accompagnatori privati.

– Forse mi mancherà questa casa – sorride malinconica Max uscendo dalla porta per ultima.

– Non pensare di ritornarci prima di qualche anno – l'ammonisce Gray immediatamente.

– Sempre gentile, vedo – gli sorride dandogli una pacca scherzosa sulla spalla.

I due ragazzi si mettono immediatamente in marcia appena prima delle due insieme a Bells.

Si iniziano ad addentrare nel bosco fitto e innevato come se lo conoscessero meglio delle loro tasche, è quasi impressionanti per Max e Billy.

Rimangono a guardare in tutte le direzioni con inquietudine e insicurezza.

L'ultima volta che erano passate di qui stavano quasi per morire assiderate e per la fame, perciò è comprensibile il loro comportamento.

– Non vi allontanate per nessun motivo da noi, perché è molto facile perdersi qui! – le informa Stark senza nemmeno voltarsi. Non sentono alcuna risposta ma non ci fanno affatto caso e continuano a camminare lungo il sentiero candido.

Si sentono i passi affondare nella neve e alcuni uccellini canticchiare da un ramo all'altro.

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