Addio Katerina Petrova... Bentornata Katherine Pierce!

di Katherine Buffy Pierce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno di Katherine ***
Capitolo 2: *** Ne esiste un'altra... ***
Capitolo 3: *** Piano ***
Capitolo 4: *** Terzo atto ***
Capitolo 5: *** Fuga da Mystic Falls ***
Capitolo 6: *** Finalmente la felicità! ***
Capitolo 7: *** 4 chiacchiere con il proprio doppelganger ***
Capitolo 8: *** Elena, non ci provare! ***
Capitolo 9: *** Colpi di scena ***
Capitolo 10: *** Malfunzionamento ***
Capitolo 11: *** La vendetta offusca l'amore ***
Capitolo 12: *** Debolezza ***
Capitolo 13: *** Serata tra ragazze ***
Capitolo 14: *** Scioccata ***
Capitolo 15: *** The end ***



Capitolo 1
*** Il ritorno di Katherine ***


Passai circa un mese in quella casa, senza far niente.
Quella vecchietta continuava a protestare, ma non potevo liberarla. Era noioso stare li in quel modo, ma almeno potevo smaltire il sangue di Elena. Ci voleva qualche giorno per farlo, ma siccome non sapevo dove andare, rimasi li. Dopo aver mangiato, quel giorno, qualcuno bussò alla porta. Nascosi la vecchia nel ripostiglio e andai ad aprire.
-Ehi, Katherine.- disse Damon sorridente.
-Oh, no! Damon! Come hai fatto a trovarmi?- gli chiesi indietreggiando.
-Beh ho soggiogato persone di qua e di la e... Eccomi qui!- mi disse con lo stesso sorriso.
-Vattene via!- gli urlai contro.
-Oh, invece no!- disse cercando di entrare.
-Pensi che sia stata così stupida da nascondermi in una casa disabitata?- gli dissi sorridendogli.
-Oh. Astuta. E dove è il proprietario?- mi chiese.
-Non sono affari tuoi.- gli dissi sorridendogli ancora.
-Sai che riuscirò a entrare, Katherine!-
-Oh, signore! Mi aiuti per favore!- disse la vecchia rotolando fuori dal ripostiglio.
-Oh, bingo! Signora mi faccia entrare.- disse rivolgendosi alla vecchia, mostrando i denti.
-Oh ma è un mostro! Ragazza, chiudi la porta!- disse la vecchia spaventata.
-Avanti, mi faccia entrare.- disse Damon cercando di soggiogarla.
-E’ inutile che cerchi di soggiogarla. Ha preso la verbena.- gli dissi con un sorriso.
-Fammi indovinare, sei stata tu a dargliela?- disse Damon scocciato. Io annuii sorridendo. Mentre Damon rompeva le scatole, imbavagliai la vecchia e la lanciai nel ripostiglio, di nuovo.
-Prima o poi entrerò li dentro... E quando ci riuscirò, dopo averti dato del sangue di vampiro, ti squarcerò la gola.- mi disse facendomi rabbrividire.
-Katherine!- urlò una voce stupenda prima che potessi chiedere la porta.
-Stefan!- gli urlai appena lo vidi.
-Katherine, mi dispiace ma non posso aiutarti! Hanno rinchiuso Caroline perché non voleva arrendersi ad aiutarti e io... Beh... Mi sono arreso. Sono tutti contro di me e non posso fare nulla per aiutarti. Scusami.- mi disse abbassando lo sguardo.
-Questo significa che anche tu vuoi trasformarmi?- gli chiesi tristemente.
-Non voglio farlo. Ma devo. Perciò, esci fuori, per favore. Non ti farò del male, vedrai.- disse con un sorriso stupendo.
-Oh, io le farei male eccome!- disse Damon dietro di lui.
-No. Mi dispiace Stefan. Per quanto mi dispiaccia vedere te ed Elena in pericolo, continuerò a proteggere me stessa.- gli dissi girandomi.
-Entra, signorina!- disse la vecchia, quando entrai nel ripostiglio. Il ripostiglio aveva una finestra, fuori dalla quale si trovava Elena.
-Grazie signora.- disse Elena guardando prima la vecchia e poi me.
-Vecchia rincoglionita!- le dissi prima di darle un calcio.
Elena era già dentro. Io scappai verso la porta sul retro, ma venni fermata da lei.
-Mi dispiace Katherine.- mi disse facendomi bere il suo sangue.
-No! Elena! Non farlo, ti prego!- le urlai prima che mi mordesse.
-Scusami.- disse affondando i denti nel mio collo.
Riuscii a darle un pugno e a scappare via. Purtroppo, dopo qualche passo, mi ritrovai nella merda. Infatti, all’improvviso, arrivò un colpo basso. Molto basso.
-Bye bye, Katherine!- disse Damon all’improvviso, sbucando fuori dalla veranda della casa, puntandomi una pistola contro.
Appena fece fuoco, il proiettile non ci impiegò molto a colpire in pieno, il mio cuore, facendomi cadere a terra.
-Oh, Katherine! Mi dispiace!- disse Stefan sparando alla vecchia, che era uscita di nuovo dal ripostiglio, per poter entrare.
- Oh, Katherine!- ripeté piangendo mentre teneva la mia mano.
Elena e Damon si erano abbracciati e mi guardavano morire. Fecero lo stesso quando mi consegnarono a Silas, per fargli bere la cura presente nel mio sangue, qualche mese fa.
-Stefan.- dissi a fatica.
-Si?- disse piangendo.
-Ti amo.-
-Oh, Katherine! Io... Penso di... Amarti anche io!- disse piangendo. Furono le ultime parole che udii. Non sentii più nulla. Seppure ero riuscita ad ottenere ciò che volevo da una vita, ovvero che Stefan mi amasse, non sarei riuscita a chiudere un occhio su quello che mi avevano fatto.
 
Mi svegliai qualche ora dopo.
Mi girai alla mia destra e vidi solo Elena e Damon, ancora abbracciati.
-Stefan?- chiesi io confusa.
-Sono qui, Katherine!- disse toccandomi la mano. Io mi alzai e andai verso la vecchia. Le succhiai il sangue, per poter completare la transizione.
-Bene. Sei di nuovo un vampiro.- disse Stefan.
-Sono felice che tu non abbia fatto del male a nessuno, per completare la transizione.- disse Stefan sorridente.
Non gli risposi nulla e schizzai via a velocità di vampiro. Trovai 2 piccioncini appartati e me li mangiai... Dopo essermi nutrita per bene, tornai a Mystic Falls.
A Richmond, avevo rubato una macchina che parcheggiai davanti alla casa dei Salvatore. Feci la mia entrata in scena come quella che feci anni fa, alla casa dei Lockwood. Riuscii a entrare senza problemi, dato che la casa non era intestata a nessun essere umano.
-Ehi.- dissi entrando sorridente nel soggiorno di casa Salvatore.
-Katherine, dove sei stata?- chiese Stefan con tono di rimprovero.
-Qua e la... Non sono affari vostri...- dissi gironzolando per la stanza.
-Cosa ti succede?- mi chiese Stefan confuso.
-Volevate che tornassi ad essere un vampiro, contro la mia volontà? Beh, ora lo sono. E sono anche molto arrabbiata con tutti voi. Vi piaceva la piccola e innocente Katerina, vero? Quella umana, dolce e carina? Beh, mi dispiace avvisarvi che la più grande manipolatrice, vendicativa e stronza di tutti i tempi è di nuovo tra di voi. Katherine Pierce, è tornata!- dissi loro prima di pugnalare Damon. Scappai via con la stessa velocità di prima. Mentre correvo, piangevo. Non dovevo far vedere che ero triste, ma lo ero veramente. Però volevo vendicarmi. Sebbene amassi ancora Stefan, avrei dovuto farla pagare anche a lui. Damon, Elena e Stefan, da quel momento, si aggiudicarono i primi tre posti nella mia lista di vendetta.

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Capitolo 2
*** Ne esiste un'altra... ***


Mi rifugiai in una delle più belle ville pignorate di Mystic Falls. Era molto grande e sontuosa. Era perfino più bella di quella di Stefan e anche di quella di Klaus, quando ancora viveva a Mystic Falls. Mi godevo ogni tipo di lusso presente in quella casa, ma dopo un po’, mi annoiai. Ero sola e stanca di starmene buona e allora decisi di andare a creare scompiglio a casa Salvatore. Dopo aver guidato la “mia” bellissima Ferrari fino a casa loro, parcheggiai davanti all’entrata. Appena entrai, non vidi nessuno ma appena arrivai in soggiorno vidi Elena, Bonnie e Caroline, sedute sul divano.
-Ehi ragazze!- esclamai io con un sorriso.
-Ehi, Katherine. Come stai?- chiese Caroline, avvicinandosi a me.
-Io sto bene, Caroline. E tu? Frequenti ancora questa gente?- dissi guardando Elena, disgustata.
-So che quello che ti hanno fatto, è stato un gesto spregevole, ma c’erano in ballo due vite.- disse Caroline, cercando di giustificare il comportamento della sua amichetta.
-Non mi importa, Caroline. A me non importa degli altri. Prima vengo io, e poi ancora io. Gli altri mi servono solo per arrivare ai miei scopi...- dissi io sedendomi sul divano.
-Oh, eccola qui. Hai di nuovo messo la maschera della stronza, non è vero?- disse Caroline sarcastica ma anche dispiaciuta.
-No. Io sono Katherine. Non sono più Katerina.- le dissi sorridendole.
-Di chi è quella Ferrari rossa fiammante, la fuori?- chiese Damon, prima di entrare nel salotto.
-Ciao Damon.- gli dissi con un sorrisetto.
-Oh, Katherine.- disse Damon deglutendo. Aveva paura, eh? Bene!
Stefan entrò insieme a suo fratello, ma non mi parlò. Mi fissava con un’espressione indecifrabile.
-Cosa vuoi?- chiese Elena, rivolgendosi a me.
-Voglio quello che voglio, Elena...- le dissi con un sorriso.
-Katherine, io devo dirti una cosa. Anzi, devo dirla a tutti voi...- disse Bonnie, interrompendoci.
-Cosa c’è Bonnie?- chiese spaventata Elena.
-Avevo trovato un modo per salvare Katherine... Non doveva diventare necessariamente un vampiro!- disse Bonnie, dispiaciuta.
-Oh.- disse, sconvolta, Elena.
- Cosa hai scoperto, Bonnie?- le chiesi ansiosa.
-Ho scoperto che esiste un’altra cura.- disse Bonnie guardando me ed Elena.
-Oh. Davvero?- chiese Elena stupita.
-Si. E indovinate un po’? Ce l’ha Markos.- disse la bella streghetta, alzandosi in piedi.
-Oh. E a cosa sarebbe servita?- chiesi io confusa.
-Beh, potevamo farla prendere a Tom e poi ucciderlo o trasformarlo in vampiro, nel modo tradizionale. Non come lo ha vampirizzato Markos, con il sangue di più vampiri.- disse Bonnie. Il senso di depressione, mi assalì. Quella ragazza era geniale, ma perché non l’aveva trovato prima, questo metodo alternativo?! Se Tom fosse stato fuori gioco per l’incantesimo, io non sarei più servita a Markos e, Stefan ed Elena, sarebbero stati salvi.
Bonnie aveva un’espressione triste, mentre io ero sconvolta. Dopo che Bonnie mi diede una pacca consolatoria sulla schiena, disse che la cura si trovava nell’unica Ford Gran Torino presente nel campo dei viaggiatori. L’aveva scoperto grazie a un incantesimo in cui poteva vedere e sentire ciò che voleva in qualsiasi posto popolato da viaggiatori.
-Purtroppo che queste informazioni sono inutili, ora.- le dissi fredda.
-Questa cosa incrementa ancora di più la mia sete di vendetta... Se tu, Damon, non fossi una testa calda e avresti aspettato, ora non sarei costretta a vendicarmi. E sai quanto sono vendicativa, Damon. Peggio per voi.- dissi uscendo di casa a velocità di vampiro. Guidai spedita fino alla casa dove mi ero stabilita e iniziai a piangere, di nuovo. La verità è che, anche se non mi dispiaceva essere un vampiro di nuovo, avrei voluto ricominciare la mia vita da umana. E invece, grazie a Damon e alla sua preziosa Elena, non potevo farlo. Sapevo cosa dovevo fare. Dovevo vendicarmi. E sapevo anche come... Avrei rubato la cura a Markos. Ma non l’avrei presa, di nuovo, io. Dopo quello che avevo passato, no di certo! L’avrei fatta prendere a qualcun’altro... Qualcuno che si meriti quella fine patetica che spettò a me, mesi prima. Qualcuno che possa diventare talmente docile e debole, da poterlo manipolare e torturare ancora più facilmente. Infatti, sapevo già chi sarebbe stato quel qualcuno a cui avrei spinto la cura in gola...

PS: Se avete qualche opinione su chi dovrebbe prendere la cura, ditemelo pure! :) Grazie!

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Capitolo 3
*** Piano ***


Il giorno dopo, mi svegliai molto tardi. Avevo bisogno di riposare... Dopo essermi rinfrescata, andai a correre per poter riflettere un po’... Decisi di correre a velocità umana, per non dare nell’occhio. Presi il sentiero che iniziava dietro casa mia e iniziai a correre. Il sentiero conduceva alla vecchia casa dei Salvatore... La casa dove iniziò tutto... Ormai erano rimaste solo le rovine di quella casa che, un tempo, era molto bella. Mi sedetti su un cumulo di mattoni per riposare e ad un tratto, davanti a me, comparve Stefan. Avevo i capelli raccolti e lisci come quando Stefan mi fece i complimenti la settimana prima, per il mio abbigliamento sportivo e naturale.
-Cosa ci fai qui?- gli chiesi io guardandolo.
-Questa è casa mia... E tu?- mi chiese guardandosi in giro.
-Beh, stavo correndo. Ho preso il sentiero dietro casa mia e mi ha portato qui.- gli risposi alzandomi.
-Oh. Anche io stavo correndo.- disse guardandomi negli occhi.
-Katherine... Mi dispiace. Io non volevo farti questo.- mi disse prendendomi il braccio.
-Lo so, Stefan. Ma avete fatto un errore. Siete delle persone disgustose. Dite a me che non ho umanità? Beh, dovreste guardarvi in faccia, prima di fare accuse insensate.- gli risposi. ricominciando a correre.
-Hai ragione, Katherine. Ma non sei morta! Sei ancora qui! E se non fossi diventata un vampiro, io ed Elena saremmo morti del tutto.- disse seguendomi.
-Te l’ho già detto, Stefan. Prima vengo io... E poi voi!- gli risposi correndo via a velocità di vampiro.
Appena arrivai a casa mia, decisi di iniziare a pensare a un piano per potermi impossessare della cura. Dopo un po’ che pensavo, riuscii a progettare per bene il mio piano e, quella sera, l’avrei attuato. Erano le 21 quando uscii di casa. Mi vestii come Elena quando era umana... Ovvero come un povero agnellino indifeso. Guidai fino al campo dei viaggiatori e, dopo aver parcheggiato in un luogo in cui la mia macchina non poteva essere vista, iniziai a correre come una povera idiota umana, in giro per il campo. Intravidi Tom che stava dissanguando una giovane donna e così, mi avvicinai a lui.
-Guarda guarda! Una doppelganger! Proprio quella che cercavamo!- disse Tom, dietro di me.
-Oh, no! Ti prego Tom! Non portarmi da loro! Per favore!- gli dissi piangendo.
-Forza, muoviti!- disse Tom trascinandomi verso una tenda.
-No, ti prego!- piagnucolai io, fingendo di oppormi a lui.
-Markos, guarda un po’ chi c’è!- disse Tom portandomi dentro la tenda con lui.
-Katherine! Dove l’hai trovata, Tom?- chiese Markos guardando prima me e poi Tom.
-Era qui in giro... Deve essersi persa.- disse Tom sorridendo.
-Bravo Tom. Ora esci.- disse avvicinandosi a me, Markos.
-Bene, Katherine. Ora dovrai fare una cosa per me.- mi disse prendendomi per il collo.
-Eh no mio caro! Ora farai tu, qualcosa per me!- gli risposi lanciandolo a terra con un pugno.
-Ma che cosa?!- chiese Markos confuso.
-Oh, il tuo piano geniale è andato all’aria, vero?- gli risposi sorridendo.
-No! No!- urlò lui.
-Dammi la cura. Sono stata trasformata contro la mia volontà, dai fratelli salvatore. Voglio tornare ad essere umana!- gli dissi tirandolo su da terra.
-Oh, davvero?- chiese Markos stupito.
-Già. Non mi hanno nemmeno detto nulla. Non si fidano di me. L’unica cosa che mi hanno detto, è che tu non vuoi che io sia un vampiro...- risposi io.
Bene... L’idiota pensava che volessi prenderla io e quindi non fece storie, nel darmela. Probabilmente pensava che, una volta tornata umana, avrebbe potuto trasformarmi con il suo metodo e usarmi per l’incantesimo... E invece no.
-Oh. Già...- disse lui confuso.
-Perché non vuoi che io sia un vampiro, Markos?- gli chiesi, fingendomi incuriosita.
-Perché devo fare un incantesimo con te e Tom. Lui non è un vero e proprio vampiro. E’ umano, ma ha alcuni poteri dei vampiri. L’incantesimo funziona anche con due doppelganger umani, ma se foste umani, morireste... Perciò ho trovato questo modo per rendervi degli umani “potenziati”.- disse Markos, gironzolando in giro per la tenda.
-Quindi Tom non si nutre di sangue?- gli chiesi.
-No.- disse lui con un sorriso. Idiota... Avevo visto Tom, prima, mentre mangiava una donna...
-Ecco la cura... Prendila subito!- disse con una scintilla negli occhi, dopo aver tirato fuori una scatolina dalla tasca dei suoi jeans.
 -No. Devo fare una cosa prima. Grazie Markos.- gli dissi sorridendo, dopo aver preso in mano la scatolina che conteneva la cura.
Lui mi sorrideva a sua volta.
-Una volta tornata umana, torna qui. Ti proteggerò io dai fratelli Salvatore!- disse entusiasta.
-Ok, Markos. Grazie.- gli dissi con un sorriso prima di scappare.
Bene. Il babbeo ci aveva creduto. E l’oscar va a Katherine Pierce, pensai...
Tornai a casa e mi vestii con il mio solito abbigliamento. Misi la cura in tasca e andai a casa Salvatore.
-Stefan, Elena?! Dove siete?- urlai appena entrai.
-Che succede, Katherine?- chiese Elena spaventata.
-Markos mi ha detto che vuole ucciderci tutti! Mi ha trovata e mi ha detto che non avremmo dovuto farlo.- dissi fingendomi spaventata.
-Oh, beh... Ci difenderemo. Sei disposta a seppellire l’ascia di guerra?- mi chiese Damon.
-Non saprei... Forse...- dissi io gironzolando per il salotto.
-Dobbiamo essere tutti dalla stessa parte, se vogliamo salvarci, Katherine!- disse Damon infuriato.
-Ok. Ma non pensare nemmeno per un attimo che, quando questa storia sarà finita, io torni a fare la brava bambina.- gli dissi arrabbiata.
-Oh. Ok.- disse Damon, sfinito.
-Cos’altro ti ha detto?- chiese Stefan.
-Che ci cercherà ovunque. Perciò io direi di andarcene da qui!- dissi io dirigendomi verso la porta.
-Ok. Andiamo!- disse Damon uscendo di casa. Io fui l’ultima ad uscire. Nel momento in cui non riuscivano a vedermi, feci uno dei miei sorrisi malefici. Il mio piano stava andando a gonfie vele.
-Stefan, vai con Elena!- disse Damon prima di dirigersi verso la mia macchina.
-Cosa?- disse Stefan.
-Dobbiamo separarci! Appena uno di noi trova un posto sicuro, ci chiameremo con il cellulare!- disse Damon.
-No, tu vai con Elena. Io vado con Katherine!- disse Stefan venendo verso di noi.
-No. Elena, vieni con me! In questo modo, non ci distinguerebbero, se dovessero trovarci.- dissi io, infine.
-Ok.- disse Elena, venendo verso di me.
Appena salimmo in macchina, guidai a tavoletta fino a una cittadina, vicino a Mystic Falls. Io ed Elena trovammo una casa bianca, disabitata e ci entrammo. Dopo aver chiamato Stefan e Damon, Elena si sedette sul divano per rilassarsi un po’.
Non ci parlammo, in quell’arco di tempo. Dopo qualche minuto che ero seduta in parte a lei, decisi di passare alla seconda fase del mio piano.
-Elena, potresti passarmi la mia borsa?-  le chiesi indicando la mia borsa che era appoggiata sul tavolino alla destra di Elena. Appena si girò, le ruppi il collo e la spogliai. Io indossai i suoi abiti e la rinchiusi nel baule della mia auto.
Appena Stefan e Damon arrivarono, notarono subito l’assenza di una di noi.
-Elena, dove è Katherine?- chiese Damon guardandosi in giro.
-L’hanno presa mentre eravamo uscite per vedere se arrivavate! Io sono riuscita a scappare, ma lei è stata portata via da uno dei viaggiatori!- gli dissi io, piangendo.
Damon mi abbracciò e poi mi disse: -Tranquilla, Elena. L’importante è che tu sia riuscita a scappare.-.
-Vado a cercarla.- disse Stefan prima di dirigersi verso la porta.-
-No! Non devi esporti in questo modo, Stefan!- disse Damon arrabbiato.
-Non mi interessa. Per una volta, ha fatto gioco di squadra e quindi non possiamo lasciarla nelle mani di Markos! Pensa anche a quello che le abbiamo fatto!- disse Stefan prima di uscire dalla porta.
-Stefan è un idiota! Mette in pericolo se stesso, per quella stronza.- disse Damon furioso. Patetico. Io non gli risposi. Aspettai un attimo e poi, svelai il mio piano.
-Beh, suppongo che possiamo iniziare.- dissi io alzandomi dal divano.
-Cosa?- disse Damon confuso.
-Idiota. Pensavi che io fossi la tua dolce e patetica Elena? Beh, ti sbagli!- gli dissi con il mio sorriso malefico.
-Katherine! Brutta stronza! Dove è Elena?!- disse fiondandosi verso di me.
-Elena sta bene... Ma tu non starai bene, ancora per molto!- gli risposi dandogli un pugno, che lo stese.
-Sei una stronza! Ti odio!- disse dandomi un calcio. Dopo vari calci e pugni, riuscii ad atterrarlo e lo infilzai con il pugnale che mi ero portata da casa.
-Bene, Damon. Ora posso concludere il secondo atto del mio piano.- gli dissi pugnalandolo ripetutamente. Urlava dal dolore, ma appena le sue ferite iniziarono a guarire, feci quello che volevo fare. Gli ficcai in gola la cura. Appena lo feci, mi guardò stupito e con le lacrime agli occhi. Dopo poco, perse i sensi... Lo presi in braccio e, dopo aver tolto dal mio baule la carcassa di Elena, ci misi dentro Damon.
-Bene. Ora posso passare al terzo atto del mio infallibile piano: la tortura.- dissi parlando tra me e me, mentre partivo per tornarmene a Mystic Falls.

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Capitolo 4
*** Terzo atto ***


Appena arrivata in una casa abitata da una famiglia, portai Damon in una camera da letto dove lo feci distendere sul letto. Era svenuto da circa mezz’ora e non aveva ancora ripreso i sensi. Chiesi di entrare in casa, alla famiglia, fingendo che Damon stesse male. Appena mi invitarono ad entrare, li soggiogai per impedire loro di fare qualcosa contro la mia volontà.
Mentre aspettavo che Damon si svegliasse, chiamai Stefan.
-Katherine che cosa hai fatto?!- chiese Stefan arrabbiato al telefono.
-Beh, sai... Dovevo semplicemente vendicarmi...- gli risposi con menefreghismo.
-Perché hai finto di essere Elena? Dove è Damon?- chiese Stefan agitato.
-Beh, l’ho fatto per poter portare a termine la seconda fase del mio piano, Stefan. Non so dove sia Damon...- gli dissi annoiata.
-Stai mentendo! Ricordati che posso trovare casa tua in un secondo!- disse Stefan.
-Beh, sai com’è... Non sono a casa mia. Ora devo andare. Ci sentiamo Stefan!- gli dissi prima di riagganciare. Damon aveva fatto dei leggeri movimenti.
Mi avvicinai a lui e mi sedetti alla sua destra, sul letto. Dopo qualche istante, Damon aprì gli occhi ed emise un respiro forte. Scattò in avanti con gli occhi sbarrati e mi guardò.
-Bentornato, Damon!- gli dissi con un sorrisino.
-Katherine! Che cosa mi hai fatto?!- disse impaurito, Damon.
-Niente, Damon. TI ho solo reso umano!- gli dissi prima che lui potesse alzarsi dal letto per fuggire. Io lo presi e lo lanciai sul letto.
-No! No!- disse Damon spaventato,  mentre mi avvicinavo a lui.
-Oh, Damon! Ci divertiremo molto insieme!- gli dissi afferrandolo di nuovo, dopo che tentò di scappare un’altra volta. Io mi avvicinai a lui per fare un assaggio e a quel punto, Damon iniziò a urlare.
-No! Katherine, ti prego!- disse Damon con le lacrime agli occhi.
-Oh, ora hai paura? Bene, Damon! Mi sembra di essere tornata nel1864! Io vampira e tu umano... Non ti ricordi?- gli dissi, sorridendogli.
-No, Katherine. Per favore.- disse Damon piangendo.
-Tu vorresti che io ti risparmiassi la vita, senza nemmeno chiedermi scusa?- gli chiesi avvicinandomi a lui, ancora di più.
-Non avevo altra scelta! Non potevo vedere Elena e Stefan, morire!- disse lui piangendo, di nuovo.
-Oh, ma io non mi riferisco solo a quello. Tu hai sempre detto che ero una stronza e che ti ho sempre causato dolore. Beh, anche tu, caro Damon, l’hai causato a me! Ricordi quando mi hai consegnata a Silas per poter fargli prendere la cura dal mio corpo?! Beh, io si! Ricordi quando avete portato mia figlia, morente, a casa vostra, solo per farmi venire da voi, per essere uccisa? Anche questo me lo ricordo, Damon.- gli risposi mettendolo sul letto.
-E’ vero, non sono stati dei bei gesti e sono stato uno stronzo. E’ anche vero che tu ci hai chiesto scusa, da quando sei tornata. Ci hai dimostrato di essere cambiata e tutto... E quindi, scusami per tutto quello che ti ho fatto! Ma ho dovuto farlo!- disse Damon a fatica.
-Beh, è un inizio! Stanotte non ti farò del male... Mi basta così... Ora dovresti dormire un po’ Damon... Essere degli umani, comporta l’adozione di una buona alimentazione, esercizio fisico e una giusta dose di sonno.- gli dissi obbligandolo a mettersi sotto le coperte. Quella notte mi sarei divertita. Damon mi guardava atterrito, mentre lo coprivo con il lenzuolo.
-Oh, sei talmente indifeso che mi sembri un bambino innocente Damon.- gli dissi, scherzando.
-Cosa fai?- chiese quando anche io entrai nel letto con lui.
-Ti faccio compagnia, Damon. I bambini non vanno lasciati soli.- gli risposi toccandolo con un dito. Lui si girò di lato e cercò di scappare, ma io lo strinsi contro di me. Ero abbracciata a lui. Mi piaceva fare la oca cattiva, ogni tanto... Eravamo entrambi in silenzio e quindi riuscii a sentire Damon che piangeva.
-Non piangere, piccolino. Dormi.- gli dissi io ridendo.
-No.- disse tra una frigna e l’altra.
-Ho detto che devi dormire! Non ti sveglierai finché non ti chiamerò io!- gli dissi spostando il suo viso verso di me, per soggiogarlo. All’improvviso si calmò e si addormentò. Dopo qualche minuto, il mio cellulare squillò.
-Pronto?- chiesi appena risposi.
-Katherine. Sappiamo dove sei! Cosa stai facendo?!- chiese Elena arrabbiata.
-Mmm niente... Sto guardando il tuo ragazzo mentre dorme.- gli risposi divertita.
-Mentre dorme?!- chiese Stefan al telefono.
-Già... Sapete... Essere degli umani, è stancante!- gli dissi io pronta a sentire e vedere le loro reazioni. Riuscivo a vederli dalla finestra della camera... Erano nel giardino.
-Che cosa?!- disse Elena spalancando gli occhi. Io aprii la finestra e gli feci un segno.
Stefan ed Elena, appena mi videro, corsero verso di me, atterrando sul terrazzino a cui si poteva accedere dalla camera. Entrambi guardavano Damon mentre dormiva, atterriti.
-Che cosa hai fatto, Katherine?!- chiese Elena arrabbiata.
-Beh, mi sono vendicata... In parte...- le risposi con un sorriso.
-Ora, se non vi dispiace, ho sonno anche io. Buonanotte, ragazzi.- dissi loro mentre mi dirigevo al letto. Appena fui sotto le coperte, abbracciata a Damon, guardai Elena e Stefan.
-Brutta bastarda! Togli le mani dal mio ragazzo!- disse Elena arrabbiata.
-Mmm che buon odore che ha...- dissi prima di affondare i miei denti nel braccio di Damon. Lui non si svegliò... L’avevo soggiogato a non svegliarsi...
Elena e Stefan mi urlarono di smetterla, ma continuai per un altro po’...
-Ti prego, Katherine! Smettila!- disse Elena, implorante.
-La smetterò, solo quando il mio piano sarà stato portato a termine...- dissi io staccandomi dal braccio di Damon.
-Penso di essermi vendicata abbastanza con lui... Ora tocca a te, Elena.- dissi alla mia doppelganger idiota.
-Cosa vuoi da me?!- disse Elena arrabbiata.
-Oh, è molto semplice... Tu succhierai la cura a Damon e diventerai umana. E io lascerò vivere Damon in modo tranquillo, durante il suo ultimo mese di vita...- dissi loro con un sorriso.
Entrambi mi guardarono stupiti e arrabbiati e scapparono via. Probabilmente volevano pensarci... O volevano escogitare un piano per aggirare il mio... Ma era impossibile... I piani di Katherine Pierce non potevano fallire!

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Capitolo 5
*** Fuga da Mystic Falls ***


Mi svegliai la mattina dopo, molto soddisfatta. Il mio piano stava riuscendo come al solito. Damon dormiva ancora...
-Ehi, Damon. Svegliati!- dissi io dando un colpetto sul viso di Damon.
Damon sobbalzò e uscì dal letto.
-Cosa vuoi fare adesso?- chiese agitato.
-Oh, non posso rivelarvi il mio piano...- dissi alzandomi anche io.
Aprii la finestra e trovai Stefan ed Elena che mi aspettavano.
-Buongiorno ragazzi.- dissi io salutandoli con una mano.
-Damon!- disse Elena appena vide il suo ragazzo.
-Elena! Oh, Elena!- disse Damon con le lacrime agli occhi, correndo verso di lei. Io lo fermai con un pugno che lo fece cadere a terra dolorante.
-Non toccarlo!- disse Elena arrabbiata.
-Sai, Elena... Mi sono stancata di te. Non crederai sul serio che io ti ubbidisca?- dissi a lei con un sorriso.
-Allora... Accetti la mia proposta?- le chiesi facendo alzare Damon.
-Cosa mi succederà?- mi chiese Elena confusa.
-Niente, Elena... Quello che è successo a Damon. Non gli ho fatto del male... Mi sono solo divertita a fargli paura...- le dissi con un sorriso.
-Elena, fallo. Altrimenti lo ucciderà.- disse Stefan con la fronte corrugata.
-Ok.- disse la mia stupida doppelganger.
Feci in modo che il collo di Damon fosse fuori dalla casa, in modo che Elena potesse succhiargli via la cura, senza tirarlo fuori. Senza farmi vedere, mentre Elena succhiava via la cura di Damon dal suo corpo, iniettai nella schiena di Damon, il mio sangue. Il sangue di vampiro, veniva rifiutato da chi aveva preso la cura, solo quando la cura era stata già sradicata dal corpo. Feci in modo che, una volta che la cura fosse fuori dal corpo di Damon, il mio sangue gli entrasse in circolo per ritrasformarlo.
Mi ero vendicata abbastanza. Dopo che Elena ebbe finito, Damon cadde a terra.
-Oh, no.- disse Damon piangendo. Elena svenì e Stefan mi guardava arrabbiato.
Io ruppi il collo a Damon, per farlo trasformare. Stefan emise un urlo agghiacciante.
-Tranquillo Stefan. Avevo messo nel corpo di Damon, del sangue di vampiro. Ora si sta trasformando.- gli dissi io, tranquillizzandolo.
-Come?- chiese Stefan confuso.
-Riavrai il tuo fratellino vampiro...- gli dissi annoiata.
Mentre Stefan era distratto a guardare Damon, io uscii velocemente dalla casa per poi rientrare con Elena.
-No!- disse Stefan appena vide Elena dentro la casa.
-Tranquillo Stefan...- gli dissi lanciando fuori la carcassa di Damon.
-Non le farò niente.. Forse.- gli dissi chiudendo fuori i fratelli salvatore.
Dopo qualche minuto, sentii che Stefan e Damon se ne erano andati. Attesi il ritorno di Elena, guardando la tv... Dopo circa 3 ore, Elena si svegliò.
-Oh, mio Dio!- disse Elena dopo essersi svegliata.
-Bene. Ora vieni con me...- le dissi portandola da basso. Al piano inferiore c’era una mia vecchia amica... Una strega... Lucy.
-Katherine. Ti avevo detto che non volevo più avere nulla a che fare con te... Perché mi hai chiamata ancora?- mi chiese Lucy arrabbiata.
-Ho bisogno che tu faccia un incantesimo. E’ una cosa semplice che non potrebbe fare del male a nessuno.- le dissi io con indifferenza.
-Cosa vuoi?- mi chiese Lucy scocciata.
-Devi mettere un sigillo su Elena. Se qualcuno la prosciugherà, non potrà succhiarle via la cura... A parte me.- le dissi guardando Elena.
-Come?- chiese Lucy confusa.
-Lei non potrà più essere trasformata in vampiro se io non le succhierò via la cura. E solo io potrò... Il sigillo che vorrei che tu mettessi, oltre a far questo, deve impedire a chiunque prosciughi Elena, eccetto me, di portarsi via la cura dal suo corpo. Devo rispiegartelo una terza volta o hai capito?- le chiesi annoiata.
-Ok. Posso farlo... Ma cosa avrei in cambio?- mi chiese lusingata, Lucy.
-Beh, ora nulla... Però io sarei in debito con te e ti aiuterò in ciò che avrai bisogno in futuro...- le dissi avvicinandomi a lei.
-Beh, dammi il numero di telefono di Bonnie Bennet e siamo pari. Voglio chiederle delle cose riguardo un incantesimo...- mi disse con un sorriso.
-Posso dartelo io! Senza che tu debba fare quest’incantesimo!- disse Elena avvicinandosi a noi.
-Stai zitta Elena! Torna a crogiolarti nella tua vita penosa.- le dissi, girandomi verso di lei.
-Sei tu patetica, Katherine. Avevi appena ottenuto il perdono di tutti e ora ti vendichi in questo modo? Non mi sembra che ti dispiaccia essere un vampiro!- disse Elena arrabbiata.
-Senti, cara Elena... Io mi sono vendicata perché nessuno obbliga Katherine Pierce a fare qualcosa contro la sua volontà!- le dissi prima di darle un calcio che la sbatté a terra.
-Accetto, Lucy.- le dissi io con un sorriso.
Lucy ci fece sedere in cerchio. Io, lei ed Elena dovevamo prenderci per mano. Dopo qualche minuto di fruscii d’aria e candele che lampeggiavano, l’incantesimo finì.
-Bene. Ho aggiunto due clausole in più... Se Elena dovesse morire con del sangue di vampiro in corpo, guarirebbe ma rimarrebbe umana... E l’altra clausola, riguarda lo scioglimento dell’incantesimo. Solo io potrò scioglierlo- disse Lucy alzandosi.
-Ok, grazie Lucy.- le dissi con un sorriso.
-Ecco il numero.- le dissi, dandole il bigliettino con scritto ciò che le serviva.
-Grazie, Katherine. Ci vedremo ancora, prima o poi, suppongo! Buona continuazione, Katherine. Elena...- disse Lucy prima di uscire.
-Ciao Lucy. Grazie.- le dissi prima che chiudesse la porta.
-Bene bene bene,cara Elenuccia mia. Ora puoi andare. Sei libera!- le dissi aprendole la porta.
-Cosa? Non ci casco, Katherine.- disse Elena confusa.
-Non pensavo che fossi così intelligente.- le dissi prendendola in braccio.
Corsi fuori a velocità di vampiro e la misi in macchina. Guidai a tavoletta fino a Mystic Falls. Appena arrivate a casa Salvatore, entrammo in soggiorno.
-Oh, Elena! Stai bene?!- disse Damon appena la vide.
-Si.- disse lei abbracciando il suo ragazzo. Anche Stefan la abbracciò.
-Ehi Damon... Bello essere di nuovo un vampiro?- gli chiesi con un sorriso.
-Si.- disse secco.
-Come vedete, Elena sta bene.- dissi loro avvicinandomi a Elena.
-Però non potrà tornare ad essere un vampiro.- dissi io, facendoli rimanere confusi.
Dopo aver spiegato tutto, Damon disse: -Sei proprio una manipolatrice.-
-Lo so. Beh, la mia vendetta è finita qui.- dissi io avviandomi verso la porta.
-Come?- chiese Stefan confuso.
-Si.-
-Avanti. Solitamente sei più... Cattiva.- disse Stefan confuso.
-Non è vero. E’ solo che... Non trovo più molto gusto a torturare le persone... Prima era più divertente.- dissi loro aprendo la porta.
-Oh, ma guarda! Tre doppelganger in un colpo solo!- disse Markos appena aprii la porta.
-Markos!- dissi io sconvolta. Di istinto, chiusi la porta.
-Oh, cosa facciamo ora?!- chiesi io sconvolta.
-Scappiamo!- disse Stefan aprendo la porta e abbattendo Markos, prima di salire sulla mia macchina. Damon ed Elena erano rimasti in piedi al centro del salotto.
Io presi Elena a velocità di vampiro e la misi in macchina. Damon ci seguì e salì in macchina con noi. Guidai rapidissima fino al cancello della villa, abbattendo numerosi viaggiatori.
-Sembra di giocare a bowling- disse Damon, scherzosamente.
Presi la statale e mi diressi verso Richmond.
-Dove stiamo andando, Katherine?!- disse Stefan guardando la strada.
-Lontano. Markos non deve trovarci. Andiamo a Richmond e prenderemo un biglietto aereo per una meta molto lontana.- dissi loro, fissando la strada.
Nessuno parlò per tutto il viaggio. Che ci piacesse o meno, eravamo sulla stessa barca.

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Capitolo 6
*** Finalmente la felicità! ***


Decidemmo di partire per l’Italia... Stefan e Damon avevano origini italiane e, dunque, possedevano ancora una vecchia casa nei pressi di Firenze, appartenente al loro trisnonno. Soggiogai un pilota per farci portare a Firenze con il jet privato di un riccone. Il volo durò circa 8 ore. Era molto stancante viaggiare con l’aereo...
-Vuoi delle noccioline, Elena?- chiese Damon, porgendole a Elena.
-No, grazie.- disse Elena, guardando fuori dal finestrino.
-Io si, grazie.- dissi con una risatina.
-Ecco signorina Katherine.- disse appoggiando un pacchetto di noccioline, sul palmo aperto della mia mano.
-Grazie.- dissi con un sorriso.
-Beh, Elena... Come stai? Ti piace essere di nuovo umana?- le chiesi tra una nocciolina e l’altra.
Mi fulminò con lo sguardo e tornò a guardare fuori dal finestrino.
-Beh, prego.- dissi io mangiando un’altra nocciolina.
-Ehm, Katherine. Io, sinceramente, non so nemmeno cosa stia facendo, quindi mi affido a te.- disse Stefan, ad un tratto.
-Mmm... A cosa ti riferisci?- gli chiesi con un sorrisetto malizioso. Forse voleva che lo coccolassi un po’ per proteggerlo.
-Sei tu quella che elabora sempre dei piani geniali... Devi pensarci tu, per favore...- disse Stefan, smontando la mia teoria.
-Oh. Ok. Il piano è che arriviamo in Italia... E ci rimaniamo finché campiamo... O finché Markos non ci trova, costringendoci a nasconderci in un posto ancora più lontano.- risposi io mangiando le mie noccioline.
-Non possiamo lasciare tutto e tutti a Mystic Falls! Se non ci trovano, potrebbero fare del male a Bonnie, Matt e tutti gli altri!- disse Elena, protestando.
-Quanto sei idiota, Elena. Come pensi che sia potuta sfuggire a Klaus per ben 500 anni?! Non ho mai pensato agli altri. Ho sempre pensato a sopravvivere. Io ero al primo posto e tutti gli altri, valevano meno di me. Dovresti fare lo stesso.- le risposi io alzandomi.
-Beh, se ci pensate bene, Katherine ha ragione... Però non possiamo abbandonare tutti, Kitty Kat- disse Damon con sorriso.
-Mmm. Beh, per ora rimarremo in Italia. Dobbiamo far calmare le acque prima di tornare a Mystic Falls...- risposi io finendo le mie noccioline.
-Eh va bene. Però devo chiamare Jeremy e gli altri!- disse Elena guardando Damon.
-Fallo adesso. Il telefono dell’aereo funziona. Anche se dovessero rintracciare la chiamata, l’aereo è in movimento e quindi non saprebbero dove siamo diretti, di preciso...- dissi io dandole il telefono.
-Uhm, ok.- disse Elena prendendo il telefono per comporre dei numeri.
Dopo aver avvisato tutti, Elena si riposò. Tutti noi ci riposammo, finché atterrammo in una grande prateria fuori Firenze. Avevo soggiogato il pilota a non portarci in aeroporto... Dovevamo rimanere indiscreti. Corremmo a velocità di vampiro fino alla vecchia casa di Stefan e Damon. Appena la vidi, notai che non era una casa qualunque. Era un castello! Era incredibile che in tutti questi anni, fosse ancora in piedi. Appena ci avvicinammo all’entrata, notammo una cosa... Era diventato un castello adibito come location per matrimoni ecc.
-Mi scusi, a chi appartiene questo castello?- chiese Stefan alla signora che si trovava alla scrivania, appena dentro al castello.
-Ehm, alla regione toscana. I proprietari sono morti moltissimi anni fa e non avevano eredi, perciò andò alla regione.- disse la signora confusa.
-Beh, io sono Stefan Salvatore e lui è mio fratello Damon.- disse Stefan, gentilmente.
-Oh, Salvatore?! Come la famiglia che possedeva questo castello. Oh... Se volete riprendervi la proprietà del castello, dovete passare dalla regione... Io sono solamente un’impiegata che si occupa dell’amministrazione del castello.- disse preoccupata la donna.
-Va bene. Grazie mille.- disse Stefan uscendo dal castello.
-E ora che si fa?- chiesi io.
-Io ed Elena andiamo a riscuotere ciò che ci spetta... Voi due state qui.- disse Damon con un sorriso prima di rubare una macchina nel parcheggio.
Io e Stefan facemmo un giro per i giardini stupendi di quella abitazione.
-Wow. E’ bellissimo questo posto.- dissi guardando la meraviglia che mi circondava.
-Katherine. Capisco ciò che hai fatto... Ma perché hai posto quell’incantesimo su Elena? Perché non vuoi che torni un vampiro?- chiese Stefan confuso.
-Oh. Beh... Elena non sarebbe mai dovuta diventare un vampiro. E’ meglio così per lei...- risposi io guardando il laghetto del castello.
-Si, ma lei non vuole essere umana.- disse Stefan.
-Perché tutte queste paranoie, Stefan?- chiesi io stanca di continuare quel discorso.
-Perché io voglio essere umano. Non mi hai nemmeno preso in considerazione, vero?- disse Stefan, lasciandomi spiazzata.
-Lo so, Stefan. Ma se a me o a Elena viene succhiata via la cura, non moriremo di invecchiamento precoce... Mentre tu si! A meno che non torni ad essere un vampiro...- dissi io guardandolo in quegli occhi fantastici.
-Lo so... Però avrei voluto provarci...- disse Stefan guardando in basso. Mi faceva molta tenerezza.
-Stefan... La cura non è perduta... Posso sempre fartela prendere...- dissi io con un sorriso.
-Rinunceresti per sempre all’immortalità, per un mio capriccio?- chiese Stefan con un sorriso.
-Rinuncerei a tutto per te, Stefan.- gli risposi avvicinandomi a lui.
-Oh.- disse con un sorriso compiaciuto.
-Anche sapendo che non potresti mai tornare ad essere un vampiro?- chiese Stefan curioso.
-Si. E poi, volendo, Bonnie potrebbe inventarsi un incantesimo, se ci ripensassi...- dissi io con un sorriso. Stefan mi sorrise a sua volta e si avvicinò a me, fino a baciarmi. Il bacio che mi diede fu semplice ma appassionato. Appena le sue labbra toccarono le mie, mi sentii bruciare dentro. Mi sentii finalmente viva! Dopo un istante, si staccò da me.
-Oh, Stefan.- dissi abbracciandolo. Lui mi abbracciò a sua volta e mi diede un bacio sulla testa.
-Non capisco... Non sei arrabbiato con me?- gli chiesi confusa.
-No. Capisco perché ti sei voluta vendicare. Avevi ragione a farlo. E... Quando ti ho detto che pensavo di amarti, beh... E’ proprio così...- disse lui dandomi un altro bacio.
-Oh, mio Dio.- fu l’unica cosa che riuscii a pensare. Finalmente l’amore della mia vita, era riuscito finalmente a perdonarmi e ad amarmi di nuovo come un tempo.
In quel momento, non avrei desiderato altro. Pensai subito che se fossi morta in quell’istante, sarei stata comunque felice.

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Capitolo 7
*** 4 chiacchiere con il proprio doppelganger ***


Io e Stefan passammo il pomeriggio insieme, nel grande parco che circondava il suo castello. Elena e Damon arrivarono circa due ore dopo con degli addetti del municipio di Firenze. Dovevano fare delle verifiche al castello, per passare la proprietà, ai fratelli salvatore... Stefan e Damon entrarono con gli addetti per firmare delle carte, mentre io ed Elena rimanemmo fuori a passeggiare... Insieme.
-Quindi... Tu e Stefan...- disse Elena interrompendosi.
-Come fai a...?- dissi io, scioccata.
-Saperlo? Beh, Damon vi ha sentiti e mi ha detto tutto. Katherine... So che quello che hai fatto, l’hai fatto per vendetta, ma...- disse Elena prima che la interrompessi.
-Non l’ho fatto proprio per vendetta. Con Damon, si. Per fargli vedere di cosa sono ancora capace di fare... Ma con te no. Elena... Ammettiamolo... Da vampiro sei ancora più patetica di quando sei umana. E poi, ora, sei più... Tu. Elena, tu non saresti dovuta diventare un vampiro... Diciamo che ciò che ti ho fatto, è un favore... Anche se mi sono un po’ vendicata da quella volta che tu hai fatto lo stesso con me, causando la mia morte...- le dissi guardando la mia doppelganger negli occhi.
-Oh. Ma io preferivo essere un vampiro, Katherine!- disse scocciata.
-Lo so. Ma scommetto che ti mancava, almeno un po’, essere di nuovo umana... Poter essere di nuovo normale...- le risposi io.
-E’ quello che vorresti tu, vero? Perché non ti prendi la cura?- chiese Elena avvicinandosi a me.
-Perché io ho più di 500 anni e non è giusto che sia umana... Tu hai solo 19 anni ed è giusto che ne dimostri 19 e che tu sia umana. Ho trascorso la maggior parte della mia lunga vita da vampira... Essere umana, per me, è una cosa inutile. Avrei voluto ricominciare da capo, ma io ho anche un passato. Ho molti nemici e, essendo umana, non potrei difendermi da loro.- le risposi con un sorriso.
-Oh. Quindi tu non mi odi?- disse Elena curiosa.
-No. Perché sapevo che, prima o poi, sarei dovuta diventare un vampiro. E diventando un vampiro per colpa tua, mi ha permesso di regalarti la tua umanità, Elena. Ciò che ti contraddistingue da quegli esseri umani egoisti e manipolatori... Come me!- le risposi con un sorriso.
-E... Tu mi odi?- le chiesi io.
-No. Ho capito che mi hai ridato indietro la mia umanità per farmi un regalo... Ti ringrazio... Però... Sai... Se io dovessi stare con Damon, non voglio diventare una vecchia e, poi, morire.- disse Elena piagnucolando.
-Vedi, Elena... E’ questo quello che non capisci. La tua vita non deve girare intorno a una ragazzo e basta. Sei giovane, bellissima e in salute. Fatti nuovi amici e nuove conoscenze, possibilmente non sovrannaturali! Lasciati alle spalle Mystic Falls e tutti i casini che ti sono successi! Sai che puoi avere una vita piena anche da umana?- le dissi io con entusiasmo.
-Su questo ti do ragione, ma siccome sono una doppelganger non potrò mai vivere tranquillamente... E poi perché io dovrei lasciare Damon e gli altri e tu no?- disse Elena confusa.
-Il tuo sangue con la cura, e con l’incantesimo che ti ho fatto, non servirebbe a nulla... Saresti al sicuro... Io non posso lasciare nessuno perché è con me che è iniziato tutto. Se non ci fossi stata io, Damon e Stefan, non sarebbero qui ora. Puoi avere dei bambini, Elena. Un marito, una casa e magari un cane!- le dissi sorridendole.
-Non dovresti buttar via la tua vita per stare con un vampiro. Stefan, se potesse essere al tuo posto, farebbe di tutto!- le dissi ancora.
-Sai, Katherine... Ci ho pensato anche io, ma sono troppo innamorata di Damon per lasciar perdere tutto.- mi disse fermandosi su una panchina del giardino.
-Quindi sei sicura che vorresti tornare ad essere un vampiro?- le chiesi io confusa.
-Si. Tanto sarei in pericolo anche come vampira. Tutti mi vogliono morta! Un po’ come te, insomma!- mi disse con un sorriso.
-Allora... Amiche?- mi chiese lei con un sorriso.
-Sai, mesi fa, non mi sarei mai aspettata che mi facessi questa domanda. Ma... Si. Amiche!- le dissi io con un sorriso.
Guardando Elena, riuscivo finalmente a rispecchiarmi. Non solo per il nostro aspetto identico, ma anche per chi eravamo. Lei stava iniziando a diventare più Katherine Pierce e io iniziavo a diventare più Elena Gilbert. Ad ogni modo, Elena non voleva rimanere umana... Forse avrei potuto prendermi la cura da Elena... Stefan ed io ci amavamo e ero sicura che mi avrebbe apprezzato ancora di più, se fossi stata umana... Ma anche se lo fosse stato lui.

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Capitolo 8
*** Elena, non ci provare! ***


-Ragazze, abbiamo finito. Il castello è di nuovo nostro!- disse Stefan sorridendoci, dietro di noi.
-Oh, ok.- rispose Elena con un sorriso. Stefan mi guardava imbambolato. Quanto era dolce.
-Entriamo?- chiese Stefan dandomi la mano.
-Certo.- gli risposi con un gran sorriso. Elena ci seguiva da dietro. Ogni tanto la guardavo... Ci guardava in modo strano.
-Ehi, tesoro.- disse Damon alla vista di Elena.
-Spostati Damon.- disse Elena scocciata.
Che cosa le prendeva? Un momento prima era innamoratissima di Damon e ora era arrabbiata con lui senza motivo? Forse aveva il ciclo.
-Wow.- disse Damon confuso, dopo che Elena gli passò davanti arrabbiata.
-Che le prende?- chiese Stefan confuso, a Damon.
-Non lo so. Non sono io la persona con cui ha passato tutto il pomeriggio...- disse Damon, guardandomi con un sorrisetto.
-Cosa stai insinuando? Io non le ho detto nulla. Mi ha detto che ti ama ecc, ma non mi ha detto nulla di brutto su di te... Non saprei cosa ha...- risposi io, innocentemente.
-Oh. Allora cosa ha?- chiese Damon confuso.
Oh, che palle. Tutti a preoccuparsi per Elena... Come sempre, d’altronde! Chissà cosa le era preso. Era scocciata solo con Damon. Però lanciava strane occhiate a me e a Stefan...
-Elena, cosa hai?- le chiesi, trovandola in un salone del castello.
-Niente. Non so che mi prende.- disse confusa Elena.
-Saranno gli ormoni.- le risposi con un sorriso.
-Non so. Sento strane sensazioni... Sensazioni che provavo quando ero umana...- disse guardando il pavimento.
Ovvero? Che sensazioni provava quando era umana? Non mi ero mai preoccupata molto di Elena, quando era umana. Mi stava parecchio antipatica.
-Cioè?- le chiesi confusa.
-Beh, sento che non provo più gli stessi sentimenti che provavo quando ero un vampiro... Ma provo gli stessi sentimenti che sentivo quando ero umana... La prima volta...- disse sempre con lo sguardo basso.
-Vorresti dirmi che non ami più Damon?- le chiesi confusa. Ok che era diventata umana... Ma i sentimenti non cambiavano in questo modo!
-No... Beh, non so. Sono sempre stata attratta da Damon anche quando ero umana ma i miei sentimenti verso di lui non erano così intensi come...- disse interrompendosi.
Come?! Come quelli che provava per Stefan quando era umana?!
-Aspetta aspetta. Mi stai dicendo che provi lo stesso amore potentissimo che provavi per Stefan quando eri umana?!- le chiesi confusa e arrabbiata.
-Beh, penso di si. Oh, Katherine non so perché sento queste cose.- disse toccandosi la testa con entrambe le mani.
-Ma è impossibile! Voglio dire... Anche io sono tornata umana, ma i sentimenti che provavo prima, non erano mica cambiati!- risposi io scocciata.
-Lo so... Ma io non so per quale motivo, quando diventai un vampiro, smisi di amare Stefan e mi innamorai di Damon. Penso che stia succedendo il processo inverso.- disse Elena confusa.
-No. No. E’ impossibile.- dissi io. No! Proprio quando Stefan mi aveva dichiarato il suo amore per me, Elena tornava ad amarlo?! E se lui... Avesse scelto lei? Ero, e sono tuttora, molto più carina di Elena, ma lui aveva sempre preferito me a lei, prima di quel momento. Non potevo permetterle di portarmi via Stefan.
-Stai tranquilla, Katherine. Cercherò di reprimere ciò che provo per lui. Ora che voi state insieme e vi amate reciprocamente, non farò nulla per separarvi.- disse lei, rassicurandomi.
-Lo spero, Elena. Lo spero.- le risposi infastidita.
-Pensi che... Lui sceglierebbe me?- chiese incuriosita.
-Non lo so. E non voglio nemmeno scoprirlo!- le dissi prima di prenderla al collo.
-Se proverai a separarci, giuro che la cura non verrà mai più estrapolata dal tuo corpo, dato che ti ucciderò!- le risposi arrabbiata. Elena respirava a fatica e cercava di divincolarsi. Non le avrei fatto male. Se non ce ne fosse stato bisogno. Ma dovevo essere sicura di farle paura per non perdere Stefan. In fondo in fondo, però, speravo che Stefan lo scoprisse e scegliesse me anziché lei. Ma avevo paura. Elena Gilbert non poteva portarmi via la mia felicità, di nuovo. L’avrei impedito... Ad ogni costo.

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Capitolo 9
*** Colpi di scena ***


Il giorno dopo mi alzai nel migliore dei modi: abbracciata a Stefan. Avevamo passato una notte bellissima insieme. Non avevamo fatto l’amore, ma ci eravamo semplicemente coccolati e questo mi bastava. Ero rilassata e felice, finalmente. Quando scendemmo la grande scalinata del castello, per andare a fare una passeggiata nel centro di Firenze, vidi Elena seduta su una panchina del grande parco che circondava il castello... Da sola...
-Stefan, aspetta un attimo.- gli dissi prima di raggiungere Elena.
-Ehi. Che succede?- le chiesi io confusa.
-Ho lasciato Damon. Posso reprimere i miei sentimenti per una persona, ma non posso fingere di amarne un’altra. Non sarebbe corretto ne per me ne per lui...- disse Elena osservando il bellissimo laghetto, di fronte a noi.
-Oh. Capisco. Beh, hai fatto la scelta giusta. Damon come l’ha presa?- le chiesi guardandola negli occhi.
-Male. Se ne è andato furioso... E’ per questo che sono qui fuori da sola, preoccupata a riflettere. Ho paura che possa fare del male a qualcuno.- disse lei guardandomi.
-Oh, ok. Mi spiace Elena. Ora devo andare, perché Stefan mi aspetta.- le dissi, alzandomi dalla panchina.
-Vorrei che Bonnie e Caroline fossero qui. Ho bisogno di qualcuno con cui possa parlare.- disse lei fissando il lago.
-Beh... Se vuoi... Uhm... Insomma, io non sono esperta di queste cose da teenager ma, se vuoi, puoi parlarne con me, dopo.- le dissi io indecisa. Volevo veramente sentire le sue lagne?
-Oh, grazie Katherine. Sento che sta nascendo una bella amicizia tra noi.- mi disse prima che me ne andassi. Le risposi con un sorriso. Pensai subito “Bella amicizia che durerà solo se tu non vorrai rubarmi Stefan, piccola ragazzina patetica”.
Io e Stefan viaggiammo, con una macchina piuttosto piccola che aveva noleggiato, fino al centro di Firenze, dove visitammo il centro storico. Era veramente bella l’Italia. In 500 anni ci ero stata solo un’altra volta, ma di passaggio. Quando raggiungemmo il duomo di Firenze, notai un volto familiare tra la folla: Markos. Lui mi fissò, ma non riuscì a vedere che anche io l’avevo notato.
-Stefan, dobbiamo scappare. Markos ci ha trovati.- gli bisbigliai nell’orecchio con un finto sorriso, per non mostrare a Markos, che l’avevo visto.
Stefan mi bisbigliò a sua volta di comportarmi in modo naturale e di avviarci verso la macchina. Dopo un’estenuante ora di cammino in cui io continuavo a tenere sott’occhio Markos, raggiungemmo l’utilitaria noleggiata da Stefan. Stefan guidò a tavoletta fino al castello, solo dopo essersi assicurato che nessuno ci seguisse.
-Elena, dobbiamo andarcene da qui! Markos ci ha trovati!- urlò Stefan appena entrò nel castello.
-Come ha fatto?! Oh, no.- disse lei portandosi le mani alla testa.
-Dove è Damon?- le chiesi io mentre Stefan metteva in macchina le poche cose che avevamo preso in Italia.
-Non lo so. Non è ancora tornato!- disse Elena agitata.
-Cosa facciamo Stefan?- gli chiesi io confusa.
-Damon non corre rischi e, in più, sa badare a se stesso. Ora dobbiamo scappare!- disse Stefan facendoci segno di uscire.
Io ed Elena montammo in macchina mentre Stefan chiudeva il castello. Una volta giunti in autostrada, una macchina ci tamponò. La nostra Fiat Punto, sembrava essere fatta di burro. Tutto il paraurti posteriore era distrutto. Markos ci tamponò ancora una volta, ma questa volta lo fece di lato. La macchina si ribaltò e, a causa delle condizioni delle lamiere dell’auto, eravamo intrappolati. Elena, fortunatamente, stava bene.
-Katherine, scappa e porta Elena con te!- disse Stefan mentre apriva un buco dal suo lato per uscire. Purtroppo io ero intrappolata.
-Non riesco a uscire! Portala via tu! Una volta che voi due sarete passati da quel buco, ci passerò anche io.- gli dissi spingendo un pezzo di lamiera verso l’esterno. Stefan mi diede un bacio velocissimo e portò via Elena a velocità sovrannaturale.
-Bene, bene, bene.- disse Markos appena, anche io, riuscii a uscire dalla macchina.
-Uno su 3... Non è male...- disse con aria annoiata.
Cercò di farmi del male, causandomi un aneurisma, ma non ci riuscì.
-Idiota. Sarò anche morta una volta, ma riesco a sopportare quel piccolo e insignificante dolore.- gli dissi prima di infilzarlo con un pezzo di lamiera che spuntava dalla macchina. Scappai via alla stessa velocità di Stefan e raggiunsi alla svelta l’aeroporto. Cercai il jet più bello che trovai e, per mia fortuna, intravidi Elena, all’interno del jet, dal finestrino. Appena entrai, non mi feci subito vedere... Aspettai nascosta dietro alla parete del bagno per sentire cosa si stavano dicendo.
-Elena, perché mi stai facendo questo? Perché ora?!- chiese Stefan esasperato.
-Non lo so Stefan! I sentimenti che provavo per te da umana, sono riaffiorati, ora che sono di nuovo umana!- disse Elena, quasi urlando.
-Tu... Tu... Mi ami?- chiese Stefan indeciso.
-Si, Stefan. E so che mi ami anche tu.- disse lei avvicinandosi a lui.
-No, Elena. Non più. Io amo Katherine.- disse Stefan con fermezza.
Oh, Stefan. Quanto lo amavo?!
-Che cosa?! Hai scordato cosa ti ha fatto?!- chiese Elena arrabbiata.
-No, Elena. Ma ci sono passato sopra. Katherine ha dimostrato di essere maturata moltissimo. Molto più di te.- disse Stefan arrabbiato.
-Eh, già Elena. Sei proprio patetica lo sai?- le dissi io facendo la mia entrata in scena.
-Katherine?- disse lei spaventata.
-Si. Io. Quella che tu volevi diventasse tua amica. Sai che gli amici non si comportano così? Brutta patetica ragazzina, immatura, eterna indecisa e bastarda!- le dissi con rabbia.
-No, Katherine. Scusami... Io volevo solo che Stefan lo sapesse.- disse lei cercando una giustificazione.
-Oh, davvero? Quindi se lui ti avesse amato ancora, l’avresti ripreso con te, portandomelo via dopo quello che ci siamo dette?!- le dissi avvicinandomi a lei.
-No, io...- disse agitata.
-Si invece. Ero cambiata per te. Per farmi perdonare da te. Ora, con te, tornerò ad essere la vecchia Katherine... Stronza, manipolatrice e... Vendicativa!- le dissi prima di saltare addosso. Elena urlò dal terrore prima che le feci bere il mio sangue e che, allo stesso tempo, io bevevo il suo. Dopo qualche istante, entrambe, perdemmo i sensi.

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Capitolo 10
*** Malfunzionamento ***


Mi risvegliai ancora sull’aereo. Non ero per terra, ma ero seduta su un sedile. Appena riaprii gli occhi, mi resi conto di come mi sentivo in quel momento. Normale. Nulla era cambiato! Ero ancora un vampiro. Riuscivo a sentire il battito cardiaco del pilota, i respiri di Stefan ed Elena e perfino il segnale acustico emesso dai pulsanti, in cabina di pilotaggio, alla pressione di alcuni tasti. Riuscivo a vedere i contorni nitidi di ogni cosa... Non mi sentivo come quando Elena mi aveva fatto ingoiare la cura, quasi un anno prima.
-Cosa è successo?!- esclamai io alzandomi dal sedile.
-Katherine, calma. Come ti senti?!- chiese Stefan alzandosi con me.
-Uguale a prima... Qualcosa non ha funzionato!- dissi io, confusa.
-Elena?- chiesi io guardando entrambi.
-Io sono di nuovo un vampiro.- disse lei stupita.
-Beh, meglio così. Sei patetica anche da vampiro e, molto probabilmente, dovremo continuare a salvarti anche da vampiro, ma almeno i sentimenti che provi verso Stefan se ne sono andati... Non è vero?!- chiesi io a quella faccia da pesce lesso.
-Beh, per ora no. Anche quando sono diventata vampiro, la prima volta, ci è voluto un po’ per non provare più nulla per lui...- disse Elena, innocentemente.
Forse ero troppo fissata per la questione Stefan. Dovevo smetterla di comportarmi come una ragazzina in preda a scompensi ormonali. Io amavo Stefan e lui, finalmente, amava me e non Elena.
-Ok... Non riesco a capire cosa sia successo...- dissi io sedendomi sul divanetto in parte al frigobar del jet.
-Neanche io, Katherine. Come è possibile?!- disse Stefan, confuso.
-Forse... Non ha funzionato perché io, una volta, avevo già preso la cura... E quindi...- dissi io guardando Stefan ed Elena.
-Oh, si! Può darsi!- disse Elena mostrando un accenno di espressione su quel viso perfetto, come il mio.
Del resto, non ero triste di non essere tornata umana. La mia vita da vampira era sempre stata molto più interessante e felice, rispetto a quella umana. Mi ero riabituata ad essere una vampira, ormai, e ne ero felice.
-Deve essere così...- disse Stefan abbracciandomi. Ci baciammo per qualche minuto quando mi ricordai che c’era anche Elena a guardarci.
-Fa male, vero?- le dissi con un sorrisetto.
-Kath, per favore.- disse Stefan con tono di rimprovero.
-Ok... Comunque, penso che la cura esista ancora... Però ora scorre tra le mie vene da vampira... Quindi, anche se qualcuno mi prosciugasse per prendere la cura, non morirei.- dissi io sorridendo.
-Probabile! Come facciamo a sapere se è vero?- chiese Stefan confuso.
-Io non me la riprendo! Anche perché anche io l’ho già presa una volta, quindi non funzionerebbe nemmeno su di me.- disse Elena prima di prendere un pacchetto di noccioline che, puntualmente, le rubai.
-Grazie gemellina!- le dissi con un sorrisetto. Elena mi guardò male e ne prese un altro, senza dire nulla.
-Potrei provare io!- disse Stefan con una scintilla di desiderio negli occhi.
Come?! No! Finalmente eravamo felici e lui voleva esporsi in quel modo?!
-No! Sei forse impazzito?!- gli dissi io, sconvolta.
-No. Perché- disse Stefan, innocentemente.
-Beh, ora che Markos cerca noi e la cura che non sa e non sospetterebbe mai, dato che sono un vampiro, che scorra nelle mie vene, vuoi esporti in questo modo?!- gli dissi io, quasi urlando.
-Sai quanto io abbia sempre desiderato essere un umano, Katherine. E poi, tu potresti proteggermi.- disse lui con gli occhioni dolci. Lo odiavo quando faceva quello sguardo... Sapeva benissimo che, guardandomi in quel modo, avrei ceduto a qualsiasi cosa.
-Ehm, cosa?- gli dissi io, distratta da quello sguardo.
-Katherine ha ragione, Stefan! Quando Markos se ne sarà andato o sarà morto, allora potrai anche diventare un umano, ma ora no. Devi aiutarci a difenderci e a uccidere Markos.- disse Elena con tono autoritario.
-Grazie del supporto, Elena.- le dissi passandole davanti.
-Eh va bene. Ma, Katherine, promettimi che mi permetterai di tornare umano, una volta che tutto questo sarà finito.- disse Stefan accarezzandomi il viso.
-Ok. Ma perché vuoi tornare umano a tutti i costi? Non ti va di vivere una lunga e felice vita con me?- gli chiesi con tristezza.
-Certo, Katherine. Ma potremo vivere una lunga vita felice insieme anche se io fossi umano.- disse lui con un sorriso.
-Ok, ma... Penso quasi che tu dovessi scegliere tra me e la cura, sceglieresti la cura. Sembra quasi che ti importi di più di diventare umano, piuttosto che essere il mio ragazzo.-
-No, Katherine. Ti amo. Te lo prometto. Non ti lascerò mai.- disse dandomi un bacio.
Speravo che fosse vero... Però, purtroppo, avevo quel dubbio. Speravo davvero che non mi avesse mentito.

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Capitolo 11
*** La vendetta offusca l'amore ***


Eravamo appena atterrati a Richmond quando il senso di angoscia riapparve. Ero preoccupata per tutta la faccenda di Markos e per Stefan... E se non mi avesse più voluta, una volta umano? Sapevo che prima o poi, sarebbe tornato, davvero, umano.
Appena arrivati a casa, non trovammo nessuno... Io Stefan ed Elena ci domandavamo che fine avesse fatto Damon e cercammo di contattarlo in ogni modo possibile. Dopo qualche ora, arrivò una chiamata sul cellulare di Stefan...
-Pronto?- chiese Stefan, rispondendo.
-Sono io Stefan.- disse Damon al telefono. Cavolo, avere di nuovo il mio super udito era proprio un vantaggio!
-Damon! Dove sei?! Ti stiamo cercando! Come stai?!- chiese Stefan preoccupato.
-Sto bene... Sono ancora in Italia... Ho appena scovato il nascondiglio di Markos... Da domani, non ci disturberà più.- disse Damon prima di riagganciare.
-Pronto? Damon? Dannazione!- disse Stefan prima di tirare il telefono contro il muro.
-Stefan, calma.- gli dissi io, carezzandogli la schiena.
-No, Katherine. Non ci riesco. Finirà per farsi ammazzare!- disse lui, arrabbiato.
-Damon è impulsivo e sappiamo che non riesce a controllarsi spesso, ma questa volta penso che sappia quello che faccia.- dissi io, continuando ad accarezzarlo.
-Mmm, dici? Lo spero, Kath.- disse lui, sorridendomi.
-Elena, te ne potresti andare adesso?- disse Stefan continuando a guardarmi negli occhi.
-Come?- disse lei, incredula.
-Mi hai sentito. Vai via. Io e Katherine vogliamo rimanere soli.- disse lui, sorridendomi. Elena sbuffò offesa e se ne andò. Stefan, a quel punto, iniziò a baciarmi.
-Oh, Stefan. Mi piaci. Così deciso... E freddo con quell’idiota di Elena.- dissi io, facendo una pausa. Stefan non si fermò... Sembrava un animale! Continuava a baciarmi, fino ad arrivare al collo. Ad un certo punto sentii che pronunciò: “Scusami”. Dopodiché, iniziò a succhiarmi via la cura dalle vene, facendomi perdere i sensi.
 
Quando mi risvegliai, mi sentii ancora bene. Ero ancora una bella vampira potente. Stefan era steso in parte a me, privo di sensi. Sentii il suo cuore che iniziava a battere come un cuore umano. Dopo mezz’oretta circa, si svegliò.
-Bene bene bene. Ben svegliato.- dissi io tenendogli giù il petto con la mia scarpa con tacco a spillo.
-Oh, ha funzionato! Oh, si! Lo sapevo!- disse lui con un sorriso.
-Ah si? Allora dimmi cosa provi, sentendo questo.- dissi prima di iniziare a premere il mio tacco a spillo sottilissimo contro il suo stomaco. Continuai a premere finché il mio tacco non entrò  nella sua carne. Stefan urlò dal dolore, facendo scendere dalle scale Elena.
-Cosa gli stai facendo?!- disse Elena, una volta che vide la scena.
-Si è preso la cura senza volermi chiedere niente... Ora assaporerà a fondo la sua vita umana.- dissi io, premendo ancora più a fondo, scatenando un altro urlo angosciante.
-Lascia stare il mio Stefan!- disse Elena prima di saltarmi addosso. Io la evitai, abbassandomi, facendo si che si scaraventasse contro il muro. Elena era svenuta per la botta presa contro il muro. Che idiota.
-Ti prego, Katherine. Scusami. Sul fatto che ti amavo, però, non stavo mentendo.- disse lui a fatica.
-Mmm non so più cosa credere ora, Stefan. So solo che la vendetta acceca qualsiasi altro mio sentimento... Perfino l’amore. Brutto bastardo egoista.- dissi io strappando via il tacco dalla sua carne, molto velocemente. Stefan urlò di nuovo, mentre io mi sedevo sul divano. Appena riuscì ad alzarsi, venne verso di me e mi baciò. Io lo lasciai fare e, dopo poco, lo spinsi contro il muro.
-Katherine, per favore. Io ti amo!- disse lui, con le lacrime agli occhi.
-Sai Stefan, sono stufa di tutti voi. Dite a me che pugnalo alle spalle ogni persona che conosco ma, da quando sono tornata, mi sembra che siate voi quelli che pugnalano alle spalle. Siete delle persone egoiste, prepotenti e cattive. Come me, d’altronde. Però io sono molto più bella, vendicativa e furba di tutti voi messi assieme. Siete patetici. Stefan, anche io ti amo... E ora passeremo un po’ di tempo insieme!- gli dissi io, prima di fargli un sorrisino.
-Come?- chiese lui, confuso. Non gli risposi... Lo attaccai e basta. Iniziai a mangiarmelo un po’... Dopodiché lo portai via dove nessuno avrebbe potuto trovarlo facilmente. Nessuno si prendeva gioco di Katherine Pierce. Nemmeno il suo vero amore.

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Capitolo 12
*** Debolezza ***


-Katherine, basta! Per favore lasciami!- disse Stefan all’ennesima tortura inflitta sul suo splendido corpo.
-Oh ma io mi sto solo divertendo un po’, Stefan...- dissi io, accarezzandolo ancora con il bastone di ferro che feci scottare sul fuoco del camino di quel cottage.
Stefan continuò a urlare e a piangere.
-Basta. Ti... Ti prego.- disse lui, esausto. Mi faceva quasi pena...
-Mmm credo che possa bastare, si.. Per ora... Che ne dici di fare un riposino?- chiesi io sollevandolo con una mano.
-Katherine perché mi fai questo? Io ti amo.- disse lui, piangendo.
-Se mi amassi veramente, non ti saresti preso la cura dal mio corpo solo per un tuo capriccio.- dissi io, arrabbiata.
-E questo dovrebbe farti riflettere. Appena sono tornato umano non sono scappato via da te. Tu mi hai fatto del male e, subito dopo, sono venuto da te a baciarti e a dirti quanto ti amo. Se ti avessi usato per avere la cura e basta, non avrei fatto nulla di tutto questo.- disse lui, a fatica.
-Il problema Stefan è che non so più se crederti o meno... Non ti facevo così bugiardo ed egoista.- dissi io, facendolo sdraiare sul letto.
-Devi credermi, Katherine! Io... Io ti amo! Sul serio!- disse lui, guardandomi negli occhi.
-Mmm bene... Proviamo a vedere se menti, allora!- dissi io, con un sorriso.
Appena capì cosa stavo per fare, sbiancò in viso.
-Ora mi dirai cosa provi veramente per me. Mi ami o mi hai usata solo per avere la cura?- chiesi io, impaziente di sentire la risposta.
-Ti ho usata per avere la cura. Ma quello che provo per te non è semplice attrazione. Penso di essermi innamorato di te.- disse lui, con uno sguardo impaurito.
-Mmm bene. Dici di essere innamorato di me, eh? Una persona innamorata di un’altra persona non la tradisce nel modo in cui hai fatto tu, non trovi? Anche se l’idea di prendere la cura era nata prima dell’amore che provi per me. Ora ho la conferma che sei un bugiardo... E sai una cosa? Io sono una bugiarda, manipolatrice egoista... Non ne serve un altro!- dissi io, facendo dei graffi sul suo petto nudo.
Stefan iniziò ad urlare ancora e ancora... Musica per le mie orecchie.
-Ora dormi un po’.... Domani ti spetta un’altra giornata di torture!- dissi io con un sorrisino.
-Non riesco... Mi... Mi fa troppo male.- disse lui, piagnucolando.
-Eh va bene... Ma non farmene pentire.- dissi io, facendogli bere qualche goccia del mio sangue in modo da curarlo solo parzialmente. Non doveva guarire del tutto... Doveva sentire dolore.
 
La mattina dopo mi ritrovai accoccolata contro di lui. Stefan dormiva ancora e con un braccio mi cingeva la vita. Ad un certo punto iniziò ad agitarsi e a parlare nel sonno.
-Mmm. No. Elena vattene.- disse lui, con un’espressione sofferente.
Io rimasi a guardarlo in silenzio perché volevo sentire cosa diceva. Ero sicura che stesse dormendo... Il suo battito cardiaco era troppo basso per poter essere sveglio.
-No, per favore Katherine.-
Ecco che entravo in scena io. Ero molto curiosa di sapere cosa avrebbe detto adesso.
-Katherine io ti amo. Io...- disse prima di svegliarsi.
-Buongiorno Stefan.- dissi io con un sorriso.
-Oh. Pensavo fosse un incubo.- disse lui, tornando alla realtà.
-Pronto per essere torturato?- chiesi io, iniziando a far pressione sul suo braccio per romperlo.
-Si.- disse lui, semplicemente.
-Come?- chiesi io, confusa.
-Non mi importa se mi torturi. Non più! Puoi farmi quello che vuoi, Katherine. Sono tutto tuo.- disse lui, confondendomi le idee.
-Stefan, cosa...- dissi io prima di essere interrotta da lui.
-Hai capito bene. Tu sei la donna che amo e non mi importa di quello che vuoi farmi. Baciami.- disse lui, avvicinandosi a me.
-No.- dissi io, spostando la testa.
-Lo so che non ti piace torturarmi. So che la tentazione di baciarmi in qualsiasi momento della giornata, è forte... Perciò, baciami!- disse lui, prendendomi e lanciandomi sul letto. Di colpo me lo ritrovai sopra che mi baciava appassionatamente. Per quanto io fossi offesa dal suo gesto di prepotenza del giorno precedente, non mi opposi. Stefan era furbo e intelligente. Sapeva benissimo quale era la più grande debolezza di Katherine Pierce: lui.

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Capitolo 13
*** Serata tra ragazze ***


Questo capitolo sarà un po' idiota ma mi serve per introdurre una nuova storia ahah buona lettura!!! ;)

Era passato un anno da quando io e Stefan avevamo iniziato ad essere una coppia vera e propria. Molte cose erano cambiate nelle nostre vite e nelle vite di chi conoscevamo... Damon aveva ucciso Markos e i viaggiatori, dimostrandoci delle sue grandi abilità di vendetta e di imprese eroiche. Purtroppo era un povero citrullo! Dopo essere stato rifiutato da Elena, a causa del suo innamoramento improvviso per Stefan, è tornato con lei. Elena si sentì abbandonata da Stefan e andò a lagnarsi con Damon che, da vero idiota, la riprese con se. Elena mi odiava e io odiavo lei. Quella stronza voleva rubarmi il ragazzo e, non essendoci riuscita, iniziò ad essere invidiosa di me e ad odiarmi. Caroline ed io diventammo molto amiche in quell’anno... Anche Bonnie iniziò a socializzare parecchio con me e questo fece infuriare moltissimo Elena l’ameba. Quel giorno mi recai a casa di Caroline con un pigiama, lo spazzolino e qualche vestito. Non sapevo perché dovevo portare queste cose, ma Caroline mi disse che dovevo averle per quella sera. Probabilmente voleva che le tenessi un po’ di compagnia...
-Ehi! Stasera dormi qui! Avvisa Stefan che non torni a casa...- disse Caroline entusiasta appena entrai in casa sua.
-Lo sa già... Avevo intuito che mi fossi dovuta rimanere qui da te... Come mai quest’avvenimento?- chiesi io, appoggiando la borsa sul divano.
-Ho organizzato un pigiama party! Ok, è da ragazzine! Però, finalmente, nessuno psicopatico ci vuole morti e allora possiamo essere un po’ più spensierate!- disse Caroline gironzolando per casa con il sorriso stampato in faccia.
-Oh, è il mio primo pigiama party.- dissi io ridendo.
-Lo so! E’ per questo che l’ho organizzato... Abbiamo 18 anni... Non siamo poi così vecchie...- disse lei ridendo.
-Certo. Se non per il fatto che tu, realmente, ne hai 21 e io 542... Sono solo dettagli questi!- dissi ridendo anche io.
-Oh, ovviamente sarà una serata di sole donne e non saremo sole!- disse lei, guardandomi in modo strano.
-Oh, chi hai invitato?- chiesi io preoccupata.
-Bonnie e... Elena?- chiese lei quasi in tono interrogativo
-Oh, no Caroline! Io e lei ci odiamo... Soprattutto lei odia me...- dissi io, infastidita.
-Lo so... Però stavate diventando amiche tempo fa! Potreste riconciliarvi un pochino!- disse lei senza guardarmi negli occhi.
Io non le risposi nemmeno. Era inutile... Non capiva che io ed Elena non ci sopportavamo minimamente.
-Sa che ci sono anche io?- chiesi io, guardandola mentre preparava i letti per la serata.
-Mmm no.- disse lei preoccupata.
-Caroline! Io me ne vado!- dissi io irritata.
-No, ti prego!- disse lei, supplicandomi con quegli occhioni dolci. Rimasi li e decisi di accontentarla... Non lo facevo per riconciliarmi con Elena, ma lo facevo per Care...
Dopo qualche minuto arrivò Bonnie.
-Ehi, Bonnie!- disse Caroline dopo aver aperto la porta d’ingresso.
-Ciao Caroline! Ciao Kath!- disse lei abbracciandoci sorridente.
-Ciao Bon-Bon. Pronta per stasera?- chiesi io sorridente.
-Certo! Dove è Elena?- chiese Bonnie guardandosi in giro.
-Dietro di te!- disse Elena sbucando dietro a Bonnie. Non mi aveva ancora notata...
-Ciao Elena, entra!- disse Caroline sorridendole.
-Ehi Bonnie!-
-Elena sei così carina vestita così!- disse Bonnie guardandola.
-Ciao Elena.- le dissi io con il mio sorriso ambiguo.
-Katherine? Che ci fa qui?!- chiese Elena furiosa.
-Calma stronza. Anche io sono stata ingannata.- le dissi andando verso il soggiorno.
Mi sedetti in soggiorno a sgranocchiare qualche patatina mentre le altre 3 rimasero in cucina a bisticciare. Dopo un po’ arrivarono e, Caroline e Bonnie, si sedettero lontane da me per fare in modo che io ed Elena stessimo sedute vicine.
-Allora! Come iniziamo questa bella serata?- chiese Caroline sorridendo.
Nessuno di loro si decideva e allora io mi alzai a prendere la bottiglia di vodka che Caroline aveva conservato per dopo. La aprii e iniziai a berne un po’.
-Tenete. Per rompere il ghiaccio.- dissi io porgendo la bottiglia a Elena.
-Oh...- disse Caroline un po’ confusa. Elena la bevve tutta e mi diede la bottiglia vuota.
-Esibizionista- sussurrai io.
-Beh, dato che tra poco sarete entrambe brille, potremo iniziare a divertirci sul serio!- disse Bonnie ridendo.
Caroline propose di fare uno stupido gioco chiamato obbligò-verità. Presero la bottiglia di vodka che Elena aveva finito e la fecero girare.
-Oh! Elena, tocca a te! Obbligo o verità?- chiese Caroline sorridendo.
-Mmm... Verità.-
-Mmm... Devi dirci chi è il più bravo a letto tra i fratelli Salvatore!- disse Caroline ridendo.
-Caroline!- esclamarono Elena e Bon-Bon.
-Devo proprio rispondere?- chiese Elena un po’ infastidita.
-SI!- disse Caroline quasi urlando.
-Stefan.- ammise Elena guardandomi con la coda dell’occhio. La sua reale risposta, molto probabilmente era Damon, ma aveva risposto Stefan solo perché io ero li.
-Oh! Wow!- disse Caroline dopo aver riso con Bonnie.
-Tu Katherine, cosa risponderesti?- chiese Bonnie ridendo.
-Damon.- dissi io fingendo e guardando Elena con un sorriso.
Piccola stronza.
-E’ strano... Elena dice di preferire Stefan, quando ultimamente l’ha fatto solo con Damon... E Katherine fa lo stesso ma con i fratelli invertiti...- disse Caroline guardandoci male.
-Beh, evidentemente a Damon, Elena, non fa lo stesso effetto che gli facevo io. Con me probabilmente si impegnava di più perché sono più sexy.- dissi guardando Elena e sorridendole di nuovo. Mi guardò torva e ruppe il bicchiere di vetro che aveva in mano.
-Sei la solita bastarda.- disse guardandomi male.
Le risposi con un ghigno e lasciammo entrambe perdere.
-Ok... Cosa facciamo ora?- chiese Caroline ignorando la nostra piccola lite.
-Che ne dite di un film divertente?- chiese Bonnie.
-Hai in mente qualcosa?- le chiesi io.
-Si. Twilight! Ahahah!- disse Bonnie facendoci ridere tutte. Mentre ridevamo, io ed Elena ci fissammo involontariamente. Ci guardammo per un attimo senza emozioni e poi lei si girò tornando alla sua espressione da lagna.
-No dai, a parte scherzi. Che film guardiamo?- chiese Caroline.
Io ed Elena non avevamo idee perciò Bonnie e Caroline decisero di cambiare genere e di guardare un film horror.
Dopo aver mangiato, ci accomodammo tutte sul divano a guardare il film scelto da Caroline e Bonnie. Era veramente cruento e creava molta suspense. Io ero di nuovo vicino a Elena e dopo essermi spaventata per aver visto una scena, mi girai verso di lei e mi accoccolai contro di lei coprendomi gli occhi con i suoi capelli. Non potevo credere a quello che avevo fatto. Elena era rimasta immobile e quando mi scostai, mi fissò stupita.
-Scusami.- le dissi abbassando lo sguardo.
-In 500 avrai commesso cose peggiori di queste e ti spaventi così?- chiese Elena guardandomi.
-Beh, si. Non mi piacciono gli horror...- ammisi io abbassando di nuovo lo sguardo.
Elena sorrise e si girò a guardare il film. Dopo il film, Caroline e Bonnie parlarono un po’ con me ed Elena e poi decidemmo di metterci a letto.
-Io dormo con Caroline!- urlò Bonnie sdraiandosi sul letto di Caroline.
Io ed Elena avremmo dovuto dormire nello stesso letto?!
-No, dai. Bonnie... Per favore...- disse Elena implorandola.
-No, io e Caroline abbiamo deciso così! Ci siamo coalizzate!- disse Bonnie prima di mettersi a ridere con Caroline.
Elena si girò verso di me per guardarmi.
-Caroline, per favore.- le dissi anche io.
-No, puoi scordartelo Katherine!- disse Caroline continuando a ridere con Bonnie.
Dato che eravamo già pronte, io ed Elena ci infilammo sotto le coperte, una accanto all’altra. Che cosa strana.
-Notte ragazze!- urlarono Caroline e Bonnie... Io ed Elena ricambiammo e ci sdraiammo sul fianco, dandoci le spalle e senza dirci una parola.

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Capitolo 14
*** Scioccata ***


Eccomi qui dopo parecchio tempo con un nuovo capitolo... Questo capitolo è piuttosto diverso dai soliti... Qui succede una cosa molto strana tra Katherine ed Elena. Ho voluto provare a cambiare le carte in tavola, anche se non so se continuerò su questa strana strada. Spero vi piaccia ;) Grazie a tutti quelli che leggeranno!

Durante la notte, mi agitai come non mai! Tirai un sacco di calci a quell’antipatica di Elena. La sentivo brontolare e controbattere con altri calci, ma io li schivavo prontamente. La mattina dopo, quando mi risvegliai, mi sentivo strana. Ero appiccicata a qualcuno e stringevo le mie braccia attorno all’esile corpo di quel qualcuno. Notai che anche io venivo abbracciata da quella persona. Solo dopo qualche istante mi ricordai che quella persona era Elena Gilbert! Rimasi immobile per qualche istante fin quando anche lei si svegliò. I nostri battiti cardiaci erano accelerati e i nostri respiri erano affannati.

-Che cosa è successo?- chiese Elena senza lasciare la presa su di me.

-Non lo so...- dissi io staccandomi da lei. Non eravamo più abbracciate, ma eravamo comunque vicine. Rimanemmo ferme a guardarci negli occhi senza interrompere il contatto visivo. Elena iniziò a riavvicinarsi a me per sfiorare il mio viso.

-Che cosa stai facendo?- chiesi io confusa.

-Non ti avevo mai vista così... Tranquilla, innocente e indifesa.- disse lei con uno strano sguardo.

-Non farti venire in mente strane idee, Elena.- dissi io agitata.

Elena continuava a fissarmi e, anche se mi dispiace ammetterlo, anche io facevo lo stesso. Da quando era così bella? Da quando iniziavo ad apprezzare la mia doppelganger?

-Ehi! Che succede qui?- chiese Caroline piuttosto confusa.

-Ehm, niente. Ci siamo svegliate abbracciate.- disse Elena scocciata.

-Oh, wow! Che cosa strana. Su, muovetevi! Vi aspetto da basso!- disse Caroline con un sorriso prima di andarsene da camera sua.

Elena ed io rimanemmo nel letto a fissarci per qualche istante dopodiché, entrambe con un’espressione imbarazzata, decidemmo di raggiungere Caroline e Bonnie.

La mattinata proseguì velocemente e il pomeriggio lo trascorremmo a Richmond, in un centro commerciale. Una volta tornate a Mystic Falls, ognuno tornò a casa sua.

Ovviamente io ed Elena abitavamo nella stessa casa... Vuota!

-Katherine? Hai visto Damon?- chiese Elena dopo essere tornata in soggiorno.

-No. Tu hai visto Stefan?- chiesi io confusa.

-No... Forse sono usciti insieme...- disse lei senza nemmeno credere a quello che stava dicendo.

-Non penso... Magari è successo qualcosa...- dissi io, osservando la mia bella doppelganger. Bella? Da quando la consideravo bella?

-Quindi siamo sole...- disse lei imbarazzata.

-Già.- replicai io con un sorrisetto malizioso.

Quel sorrisetto scatenò qualcosa di imprevisto... Elena mi venne velocemente incontro e mi diede un bacio sulle labbra.

-Che cosa?!- chiesi io sconvolta.

-E’ da un po’ che sento di provare qualcosa per te, Katherine. Sei bella, forte, sicura di te e... Oggi quando ci siamo svegliate abbracciate e abbiamo avuto quel momento, ho avuto la conferma di quel che provo davvero... Penso che tu mi piaccia. Wow. E’ strano averlo detto a qualcuno.- disse lei imbarazzata.

-Io...- riuscii solamente a pronunciare io.

Elena mi fissava preoccupata mentre mi lasciavo cadere sulla poltrona del soggiorno.

No... Era impossibile! Elena ed io ci odiavamo troppo per poter provare qualcosa l’una per l’altra e poi non eravamo lesbiche! Io avevo ucciso suo fratello e avevo tradito tutti loro più volte... Non poteva succedere una cosa del genere.

-Di qualcosa, ti prego.- disse lei sedendosi sul bracciolo della poltrona sulla quale ero seduta io.

-Mi prendi in giro? Elena, tu mi odi!- dissi io sbottando.

-No... Pensavo di odiarti, ma in questi mesi, quando mi guardavi beh... Mi sembravano sguardi che non rivolgi ad una ragazza qualunque.- disse lei giustificandosi.

-Ma quali sguardi?- chiesi io infastidita.

-Non lo so, Katherine. Non chiedermi in continuazione perché provo questo sentimento per te o se è uno scherzo. E’ così e basta.- disse Elena alzandosi e urlando arrabbiata. Mi fissava con sguardo torvo e mi faceva sentire in colpa. Io mi sentivo in colpa per aver ferito i sentimenti di Elena Gilbert? Forse mi ero bevuta il cervello.

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Capitolo 15
*** The end ***


Passò circa una settimana da quando Elena Gilbert si era dichiarata. Durante quei lunghi sette giorni, evitai Elena il più possibile. Stefan e Damon erano tornati in Italia per poter sistemare il loro castello di famiglia e per assumere un manutentore e un custode. Quella sera decisi di rilassarmi un po’ e di fare un buon bagno caldo nel bagno di camera mia. Dopo aver spento l’acqua, mi rilassai e mi lasciai sommergere dalla schiuma al profumo di lavanda. Dopo qualche istante sentii un rumore ed emersi velocemente dall’acqua.
-Elena? Sei tu?- chiesi io preoccupata che potesse essere davvero lei.
Nessuno rispose. Cercai di rilassarmi di nuovo, ma sentii un altro rumore e vidi che le tende della porta finestra si muovevano anche se le finestre erano chiuse. A quel punto uscii subito dalla vasca e riuscii ad afferrare la persona che era entrata a disturbarmi.
-Elena! Lo sapevo che eri tu! Che cosa vuoi?!- chiesi io arrabbiata mentre tenevo la sottile gola della mia doppelganger schiacciata contro una parete.
-Volevo solo parlare un po’ con te e, beh... Ti ho anche vista nuda.- disse lei con un sorriso malizioso. Un sorriso che era solito presentarsi sul mio viso, non sul suo. Quel sorrisetto non mi fece arrabbiare, anzi. La lasciai andare e tornai nella vasca.
-Allora, di cosa vuoi parlare?- chiesi io con lo stesso sorriso che fece lei un attimo prima.
-In verità volevo vederti e voglio sapere perché mi eviti.- disse lei sedendosi vicino alla vasca.
-Prova a farti due domande Elena! Sei una lesbica che ha perso la testa per me. Il che è piuttosto normale dato che sono una ragazza irresistibile... Ma io non ricambio quello che tu senti per me e, anzi... Continuo ad odiarti.- dissi con un sorrisino.
Elena rimase di stucco, per un attimo.
-Non è vero. La mattina in cui ci siamo svegliate abbracciate, non sembrava che mi odiassi, anzi...- disse lei replicando lo stesso identico sorrisino che le avevo fatto io un attimo prima.
Non le risposi nemmeno e la cacciai via. Forse aveva ragione! Cavolo. A Mystic Falls ci sono troppi inciuci. Io stavo con Damon e Stefan, lei è stata con Stefan e poi con Damon, mentre io, attualmente, sto di nuovo con Stefan. E ora?! Elena deve proprio farsi passare tutti? Perché non le sono iniziate a piacere Bonnie o Caroline? Forse davo l’impressione di essere una lesbica. Non sapevo cosa fare. Sapevo solo che era più facile fuggire da Klaus per 500 anni, piuttosto che continuare ad immischiarmi in nuove relazioni amorose.
Mi vestii e iniziai a scendere al piano di sotto per rilassarmi un po’. Non appena entrai in soggiorno, vidi Elena sdraiata sul divano, nuda. La mia doppelganger mi fissava senza fare una parola. Non sapevo cosa fare! Era una ragazza molto bella, beh come me del resto; però era pur sempre una ragazza e io ero innamorata di Stefan.
Mentre la fissavo confusa, la porta d’ingresso si aprì e Damon e Stefan varcarono la soglia vedendo tutto. –Che cosa sta succedendo qui?!- chiese Damon sconvolto. Elena si rivestì alla velocità della luce e scappò via con Damon alle calcagna in cerca di spiegazioni. Stefan mi guardò confuso e io gli risposi con nonchalance:
-Sono irresistibile anche per le donne, a quanto pare!-
 
Sono passati ormai 5 anni da quello strano avvenimento e io e Stefan non potevamo essere più felici di così. Per circa 3 anni siamo stati a caccia di un’altra cura per il vampirismo ed eravamo riusciti a trovarla in Kenya da uno sciamano che la teneva nascosta, credendo fosse solo un cimelio. Per me era difficile tornare ad essere umana, ma era quello che volevo; che noi volevamo. Io e Stefan abbiamo avuto un bambino bellissimo di nome Andrew e che amiamo alla follia. Sono una persona del tutto diversa da quella che ero 10 anni prima e tutto questo è possibile anche grazie a Stefan. Per quanto riguarda Elena e Damon, beh… Sono ancora insieme anche se lui non ha mai capito fino in fondo perché Elena si era presentata nuda in casa Salvatore quella volta. Erano ancora una coppia di ripiego, ma andavano d’accordo e andavano bene come babysitter quando io e Stefan avevamo da fare. Io e Caroline diventammo due giornaliste di successo (anche grazie alla mia bravura nel mettere fuori gioco quelle sciaquette delle nostre colleghe), mentre Bonnie iniziò a viaggiare in giro per il mondo con Matt Donovan guadagnandosi da vivere con strani numeri e spettacoli di magia della strega con il suo “assistente” dagli occhi blu. Quei due erano finiti insieme! Pazzesco, ma è così. Damon e Stefan aprirono un museo nel loro castello italiano e traevano profitto da li. Per quanto riguarda me, beh… Anche se ero umana ero la unica e sola Katherine Pierce, sopravvissuta, intelligente e astuta di sempre.

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