Dopo il buio la luce

di Stecullen94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuova vita ***
Capitolo 3: *** Chiacchere in ospedale ***
Capitolo 4: *** Giornata strana ***
Capitolo 5: *** è possibile essere tua amica? ***
Capitolo 6: *** Parlami di te ***
Capitolo 7: *** Ti odio ***
Capitolo 8: *** Lezione di cucina ***
Capitolo 9: *** Piccola vendetta ***
Capitolo 10: *** Novità ***
Capitolo 11: *** Momento sbagliato ***
Capitolo 12: *** Rivelazioni improvvise ***
Capitolo 13: *** Scomparsa ***
Capitolo 14: *** Grazie mamma ***
Capitolo 15: *** Piccoli chiarimenti ***
Capitolo 16: *** Ci sarò io con te ***
Capitolo 17: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 18: *** Aiuto negato ***
Capitolo 19: *** Edward tira fuori la grinta ***
Capitolo 20: *** Apri la finestra ***
Capitolo 21: *** Villa Swan ***
Capitolo 22: *** Sempre uniti contro le difficoltà ***
Capitolo 23: *** Verità e punizioni ***
Capitolo 24: *** L'amore di una madre ***
Capitolo 25: *** Inferno o purgatorio? ***
Capitolo 26: *** Amore al cioccolato ***
Capitolo 27: *** Nostalgia e ........ ***
Capitolo 28: *** Leggere con gli occhi dell'amore ***
Capitolo 29: *** Sospetti ***
Capitolo 30: *** Bella l'investigatrice ***
Capitolo 31: *** Punizione?No,grazie, preferisco la mia ragazza ***
Capitolo 32: *** Litigi tra fratelli ***
Capitolo 33: *** Allarme ***
Capitolo 34: *** Shopping ***
Capitolo 35: *** Ricaduta ***
Capitolo 36: *** Ritorno e ricordi ***
Capitolo 37: *** Forza di volontà ***
Capitolo 38: *** Decisione importante ***
Capitolo 39: *** Intervento ***
Capitolo 40: *** Finalmente posso muovermi ***
Capitolo 41: *** Lettera rivelatoria ***
Capitolo 42: *** Furia ***
Capitolo 43: *** Addio ad'un piccolo amico ***
Capitolo 44: *** Superare la paura ***
Capitolo 45: *** Tutto succede anche al ballo di fine anno ***
Capitolo 46: *** Promemoria:non invitare più Walter Cullen ***
Capitolo 47: *** Attenti a quei due ***
Capitolo 48: *** Compleanno a sorpresa:riuscito ***
Capitolo 49: *** -1 Alla partenza ***
Capitolo 50: *** La mia vecchia vita ***
Capitolo 51: *** Un brutto ritorno ***
Capitolo 52: *** Insicurezze ***
Capitolo 53: *** Lutto ***
Capitolo 54: *** Ritorno a scuola movimentato ***
Capitolo 55: *** Missioni e regali ***
Capitolo 56: *** Giornata, quasi, tranquilla ***
Capitolo 57: *** Impossibile ***
Capitolo 58: *** Come una statua ***
Capitolo 59: *** Fuori dai guai solo per una volta ***
Capitolo 60: *** Ti prego,fratello,svegliati ***
Capitolo 61: *** Tutto a meraviglia, o quasi!! ***
Capitolo 62: *** Il peso del passato ***
Capitolo 63: *** Un Halloween da brivido!! ***
Capitolo 64: *** Iniziano le indagini ***
Capitolo 65: *** Qualcosa non quadra ***
Capitolo 66: *** Immaginazione o realtà?!! ***
Capitolo 67: *** Non doveva morire ***
Capitolo 68: *** Ti proteggerò ***
Capitolo 69: *** Nessuna via d'uscita ***
Capitolo 70: *** Lei è mia sorella ***
Capitolo 71: *** Coincidenze? ***
Capitolo 72: *** Richard Cullen ***
Capitolo 73: *** Sacrificarsi per amore ***
Capitolo 74: *** L'ultimo sacrificio di un padre ***
Capitolo 75: *** Tra la vita e la morte (prima parte) ***
Capitolo 76: *** Tra la vita e la morte (parte seconda) ***
Capitolo 77: *** Dubbi ***
Capitolo 78: *** Un pò di tranquillità non guasta ***
Capitolo 79: *** Ultime nubi all'orizzonte ***
Capitolo 80: *** V come Vendetta e Vuoi tu.... ***
Capitolo 81: *** Lettera di una madre ***
Capitolo 82: *** Epilogo:dopo il buio c'è sempre la luce ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                    Prologo

(Pov Edward)

D’almeno due ore ero dentro quella camera bianca dell’ospedale di Forks, ero terribilmente in ansia, perché dopo diciassette anni finalmente avevo avuto la possibilità di provare a guarire.

Appena nato mi hanno diagnosticato una grave malattia cardiovascolare dovuta al fatto che mi manca mezzo polmone destro e l’arteria destra otturata, fino ad’oggi era una malattia incurabile e rara, fino ad’oggi perché dopo essermi trasferito a Forks con i miei fratelli e mio padre, sono riuscito ad’avere delle speranze

“Edward tranquillo vedrai che andrà tutto bene” mi dice Bella stringendomi la mano e consolandomi con sguardo dolce

Bella, la mia Bella, l’unica persona che dopo i miei fratelli era riuscita a rendermi felice e a farmi ritrovare la felicità dandomi una specie di famiglia, l’unica persona che mi è stata vicino facendomi capire che non era colpa mia se mia madre era morta, l’unica che mi ha dato forza e coraggio per affrontare le mie crisi asmatiche e i dolori che mi ha portato la malattia, la persona che amo di più al mondo.

Prima che gli potessi dire qualcosa la porta si spalanca rivelando il dottor Carlisle Swan con una cartella clinica in mano, lo seguivano la moglie e i miei fratelli preoccupati , di mio padre come al solito neanche l’ombra ma di certo non potevo aspettarmi altro da lui, non era venuto neanche quando ho fatto l’operazione la scorsa settimana, perché doveva venire oggi?

“Allora?” chiesi di scatto, sempre agitato, e stringendo ancor di più la mano di Bella.

Ero o non ero guarito?



Ciaoooooooooooo!!!!!!
Eccomi con un’altra storia, lo so che con il fatto di avere tre storie in corso e con gli impegni scolastici sarà un po’ impossibile aggiornare sempre, ma prometto che ce l’ha metterò tutta a portare avanti questa storia come le altre.
Spero mi direte che ne pensate
Al prossimo aggiornamento, kiss

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Capitolo 2
*** Nuova vita ***


                                                                                                  Nuova vita


(Pov Edward)

“Fratellino svegliati e ora di andare a scuola” la voce squillante di mia sorella Alice mi risveglia

Oggi sarebbe stato il mio primo giorno nella scuola di Forks, una noiosa cittadina sempre piovosa, e la voglia di non alzarmi dal letto era tanta se solo non fosse stato per quella pazza di mia sorella che aveva come chiaro intento quello di farmi affrontare la mia nuova scuola

“Dai Aly lasciami stare” gli dico quando me la ritrovo davanti minacciosa, non sopportavo il fatto che dovessi andare a scuola, ma non perché devo studiare, cosa che mi viene facilissima con la memoria che mi ritrovo, ma perché dovrei incontrare nuovi ragazzi e trattarli male per farmi lasciare stare, e io ho sempre odiato trattare male le persone

“Non se ne parla minimamente fratellino, ora alzi quel bel culetto che ti ritrovi, ti vai a cambiare e scendi sotto a fare colazione, per poi farti accompagnare da Emmet a scuola. Sennò dirò a nostro fratello di venirti a buttare un secchio d’acqua ghiacciata per farti alzare” mi dice sempre minacciosa e poi scende sotto, io invece spaventato da quella minaccia, mi costringo ad’alzarmi contro voglia, mentre entro in bagno guardo la mia nuova camera che è immensa, le pareti sono bianche mentre il pavimento ha la moquette e per personalizzarla ho attaccato foto,poster e molte altre cose

La casa è a tre piani, al piano terra c’è il salone, la cucina, l’entrata per il garage e uno stanzino, al secondo piano ci sono tre camere, che sono una di Alice, una di mio padre e l’altra è uno studio, mentre al terzo piano ci sono due camere degli ospiti, la mia camera e quella di Emmet, la nostra nuova casa si trova in un quartiere pieno di casette abitate nella periferia della cittadina.

Dopo un paio di minuti ho già finito di fare la doccia e ho indossato una maglia a mezza manica verde, dato che siamo a metà Marzo, e dei Jeans blu scuri, poi passo un po’ di gel tra i miei capelli e prendendo lo zaino per la scuola scendo

“Ben svegliato fratellino” mi dice Em appena li raggiungo, loro quattro sono già seduti a fare colazione

Perché dico quattro?

Perché ci sono Rosalie e Jasper che sono fratelli gemelli e sono sempre stati nostri grandi amici, e poi da tre anni Rosalie e sposata con Emmet mentre due settimane fa Alice e Jasper sono ritornati dal loro viaggio di nozze

“Buongiorno a tutti” gli dico sedendomi, non sono proprio tutti perché manca mio padre, Walter Cullen, perché sarà sicuramente andato a lavoro, ma è meglio così

“Pronto per il tuo primo giorno?” mi chiede Rose con un po’ di tono ironico, tutt’e quattro sanno che il dover andare in una nuova scuola mi scoccia

“Prontissimo ad’addormentarmi durante le lezioni” gli rispondo sogghignando mentre finivo di bere il latte e mi alzavo

“Dai Em, non vuoi mica che faccia tardi” gli dico sorridendo quando lui si alza ridendo e si avvicina alla scrivania in salone

“Certo che non voglio che tu faccia tardi. Ma credo che se andassi da solo saresti più felice, o mi sbaglio?” mi chiede lanciandomi delle chiavi, ma non erano né le chiavi della sua Jeep, né della Porsche di Alice

“E queste da dove sbucano?” gli chiedo confuso e curioso mentre mi fanno cenno di andare in garage, entro in garage curioso, mentre mi guardo in giro, e poi la vedo: proprio tra le macchine dei miei fratelli, e vicino alla BMW M3 di Rosalie e alla moto di Jasper, c’è una Aston Martin v12 Vanquish grigio metallizzata, uno schianto in confronto a tutte le altre macchine che avevo visto fin’ora

“Allora ti piace?” mi chiede Alice abbracciandomi e svegliandomi dallo stato di shock in cui ero caduto

“Fantastica” sussurro facendoli ridere e poi Em mi da una pacca sulla spalla facendomi barcollare

“Muoviti sennò fai tardi, e sia chiaro poi quando torni voglio tutti i dettagli” dice e io mi giro verso di loro con gli occhi lucidi

“Grazie” gli dico e sia Alice che Rose si sporgono a baciarmi la guancia mentre Jasper mi stringe la spalla con una mano

“Di niente ne avevi bisogno ora muoviti” mi dice e io annuendo corro in macchina felice, subito la metto in moto e parto, iniziando a prepararmi psicologicamente a indossare la mia solita maschera di ragazzo introverso e indifferente, una maschera falsa che uso solo con gli altri.

Ma adesso lasciate che mi presenti come si deve: il mio nome è Edward Cullen, occhi verdi e capelli bronzei, sono nato a Chicago il 20 Giugno 1993, e tra quattro mesi faccio diciotto anni, mia madre, Elizhabet, è morta dandomi alla luce e i miei fratelli dicono che ho preso tutto da lei, mentre mio padre, Walter, è un avvocato; Sono nato con metà polmone destro e un’arteria tappata, i dottori dicono che la mia è una malattia cardiaca rara è, forse, incurabile così sto vivendo con il pensiero che potrei morire da un momento all’altro e purtroppo questa malattia, o patologia, mi fa anche avere delle convulsioni, o crisi, piuttosto forti che non mi fanno respirare e molte volte i miei fratelli hanno dovuto portarmi in ospedale.
Emmet e Alice, sono più grandi di me, con mio fratello ci passiamo dodici anni mentre con mia sorella dieci, mi hanno cresciuto loro insieme ai miei nonni e non mi hanno mai rinfacciato il fatto che se non fossi nato a quest’ora nostra madre poteva essere viva, al contrario invece fa mio padre, infatti mi odia profondamente; Sono stati i nostri nonni a dirci che qui c’è un bravissimo dottore che forse mi può curare e così eccoci qui in questa piccola cittadina e domani pomeriggio abbiamo preso appuntamento in ospedale con il dottor Carlisle Swan il migliore dell’ospedale.

La vista del cartello “ Forks High School” mi risveglia dai miei pensieri e parcheggio mentre vedo tanti ragazzi e tante macchine, quando scendo gli occhi di tutti sono puntati su di me ma io cerco di non badarci e continuo a camminare verso l’edificio ignorando gli sguardi invidiosi dei ragazzi e quelli meravigliati delle ragazze, quando arrivo in segreteria mi avvicino alla reception della scuola, intanto la signora dall’altro lato del bancone alza gli occhi

“Buongiorno sono Edward Cullen, da oggi inizio a frequentare questa scuola” dico educato mente lei continua a guardarmi, dopo poco sembra riprendersi

“Oh si certo. Ecco questo è il tuo orario, alla prima ora hai Storia, l’aula si trova proprio nell’edificio qui vicino” mi dice gentile porgendomi l’orario così la ringrazio e esco.
Sempre sotto gli occhi curiosi di tutti mi dirigo verso l’edificio e poi verso l’aula ringraziando il cielo che nessuno mi abbia fermato, appena entro faccio vedere il mio orario al professore che mi porge il libro di storia e poi mi vado a sedere all’ultimo banco nell’aula mentre la lezione inizia

. “Per dopodomani voglio che sappiate a memoria questo paragrafo che abbiamo fatto oggi” finisce il professore quando suona la campanella e io mi alzo felice che questa lezione sia finita

“Ciao Edward io sono Jessica, è un piacere conoscerti” mi dice una ragazza dai capelli lunghi marroni che prende la mia mano tra le sue, non so perché ma a primo impatto mi ha dato l’impressione di essere una persona fastidiosa

“Ciao scusa ma adesso devo andare” gli dico schivo e cerco di muovermi per raggiungere subito il mio armadietto

“Aspetta ti accompagno io e poi abbiamo molte cose da dirci” mi dice seguendomi e io m’innervosisco

“Scusa ma mi voglio sbrigare e poi non abbiamo niente da dirci” gli dico ed’esco subito a passo spedito, nel mentre respiravo e contavo fino a cento, dovevo riuscire a trattenere quella maschera, sarebbe inutile fare amicizia, innamorarsi e divertirsi se poi sai che devi andare incontro alla morte, e almeno l’unica cosa che rimpiangerò quando arriverà quel giorno sarà quello di abbandonare i miei fratelli.

Le altre tre ore prima di pranzo passano più o meno così, a Jessica non l’ho più rivista ed’è stato meglio così, nelle lezioni passate ero riuscito a sedermi sempre all’ultimo banco cosa che ha aiutato molto per sembrare invisibile, adesso sto andando verso la mensa appena entro, com’era già successo stamani tutti si voltano a guardarmi e io imbarazzato dopo aver preso una mela e una bottiglietta d’acqua vado a sedermi nel tavolo più isolato della mensa
Appena mi siedo addento la mela e i miei occhi vengono attirati dal tavolo centrale della stanza dove c’erano seduti un paio di ragazzi: tra di loro riconobbi Jessica, poi c’era un ragazzo biondo, due ragazzi mori con i capelli corti, un altro ragazzo moro solo con i capelli un po’ più lunghi e aveva la carnagione, come se fosse stato al sole giorni interi, e poi c’era una ragazza dai capelli neri e gli occhi, i suoi erano gli unici che riuscivo a vedere bene, erano castani

“Ciao scusa mi posso sedere con te, sai è l’unico posto libero?” mi chiede un ragazzo moro e dagli occhi neri avvicinandosi timido e io con un cenno gli dico che si può sedere

“Grazie. Comunque il mio nome è Ben Cheney” mi dice sorridendo timido e io rispondo al sorriso

“Edward Cullen, piacere” gli dico sorridendo, dopo poco lui si rivolge a me

“Allora come va come primo giorno?” mi chiede

“Normale” gli rispondo scrollando le spalle

“Sai Jessica Stanley, la ragazza con cui hai parlato alla fine di Storia sta andando in giro a dire di lasciarti stare e che sei brutto e maleducato” m’informa ma io scrollo le spalle un’altra volta quando una cosa nella sua frase mi fa sorprendere

“Come fai a sapere che ho parlato con lei?” gli chiedo sorpreso e lui sorride ironico

“Forse non te ne sei accorto ma abbiamo la lezione in comune” mi risponde

“Ah bene. Senti Ben quelli chi sono?” gli chiedo riferendomi al tavolo che mi aveva colpito, lui si gira timoroso

“Quelli sono i ragazzi più popolari della scuola. Il ragazzo moro con i capelli lunghi si chiama Jacob Black ed’è il capitano della squadra di basket, quello biondo vicino a lui è Mike Newton mentre gli altri due sono Tyler e Eric, la ragazza mora vicino a Jacob si chiama Isabella Swan, ma dagli amici si fa chiamare Bella, ed’è la capo cheerleader della squadra di basket e poi c’è Jessica”mi spiega e io guardo verso Isabella, in quel momento lei incontra il mio sguardo

“Capito” gli rispondo riscuotendomi e riportando subito lo sguardo sulla bottiglietta che stavo girando tra le mani

“Comunque ti avviso di stare lontano da loro e soprattutto da Isabella perché Jacob non vuole che gli si tocchi la fidanzata” mi dice mettendomi in guardia e io lo guardo curioso

“Quindi stanno insieme. E da quanto?”

“Con questo sono quattro anni” mi risponde quando suona la campanella e dopo aver salutato Ben mi dirigo a biologia.

Lì l’unico posto libero è in terza fila e io prendo quello dalla parte della finestra, subito dopo di me entra Isabella Swan che dopo aver guardato dove si metteva il suo fidanzato decide di sedersi vicino a me e non vicino a lui, quando si siede non so che dire mentre lei si gira contenta verso di me e fa per parlare quando entra il professore e fa azzittire tutta la classe.
L’ora passa in silenzio con la sola voce del professore, c’è uno strano silenzio come d’imbarazzo e timore, qualche volta sento il suo sguardo su di me e io girandomi incontro i suoi occhi color nocciola, altre volte invece io rimango ad’osservarla e lei si gira sorridendomi, un sorriso però che non riesco a ricambiare, così quando suona la campanella non finisce solo la lezione ma finisce anche il nostro gioco di sguardi, io mi alzo ed’esco prima che qualcuno possa dire qualcosa e vado verso l’ultima lezione che è inglese.

Quando a fine scuola mi dirigo verso la macchina, due file più avanti davanti alla mia c’è una Ferrari F430 rossa fiammeggiante dove appoggiata c’è Bella che bacia il suo fidanzato, per poi entrare in macchina e andarsene, io invece metto in moto per andare subito verso casa.
Durante tutto il tragitto penso a lei, ai suoi occhi nocciola, e ai capelli ma anche al sorriso bellissimo che non sono riuscito a ricambiare e la sua camminata, solo a un certo punto dopo che capisco che sto iniziando a divagare mi bloccò, non deve succedere che qualcuno mi attragga sennò e la fine nel frattempo arrivo a casa

“Sono tornato” grido entrando e mi ritrovo Alice che mi abbraccia di slancio

“Eddy com’è andata? Ti sei trovato bene? Fatto nuove amicizie?” mi chiede subito con fare da mamma, e per me Alice non era solo una sorella perché insieme a nonna mi aveva fatto da mamma

“Tutto a posto, come al solito” gli dico mentre ci raggiunge pure Emmy

“Dai ci devi spiegare tutto. Però rispondi prima ad’una domanda: hai avuto qualche attacco?” mi chiede teso, sapevo che mi avrebbe fatto quella domanda, sia lui che Alice me l’ha fanno ogni giorno pure se sono ventiquattro ore su ventiquattro con loro

“No tranquillo se fossi stato male sarei ritornato a casa o vi avrei chiamato” gli dico, pure se alla fine sospiro sconsolato, il fatto di avere una malattia del genere non mi permetteva né di fare esercizio fisico né di stancarmi troppo

“Dai Ed domani vedremo che dirà il dottor Swan” mi dice Aly abbracciandomi, quando una voce dura, acida e sarcastica proviene dall’entrata dietro di me

“Speriamo ci tolga questa cosa dai piedi almeno avremo tutti una preoccupazione in meno. Che gioia” dice e quando mi girò mio padre, occhi e capelli neri, mi passa accanto guardandomi con sguardo di fuoco, nello stesso momento che lui sta salendo le scale sento un singhiozzo provenire da Alice che abbraccia subito Jasper e vedo Emmet stringere i pugni con rabbia, speravo che questa volta si trattenesse non volevo che litigassero per me.

Però in quel momento dopo aver visto lo sguardo di mio padre il dolore ritorna, è stata colpa mia se mamma è morta lo so e da una parte sono felice di stare male perché almeno potevo soffrire e pagare la pena per aver fatto morire mia madre, proprio in quel momento il mio cuore inizia ad’accelerare i battiti e il respiro si fa affannato e ansimante, mentre ad’ogni respiro e ogni battito i polmoni e il torace mi fanno male

Ed’ecco che come se l’avessi chiamata stavo avendo un’altra crisi ,che ho da quando sono piccolo, però stranamente questa non è forte come le altre e ancora non ho perso del tutto i sensi, il dolore però aumenta mentre sento le braccia di mio fratello trattenermi nel non precipitare a terra

“Edward calmo,non è successo niente. Non è colpa tua capito, tranquillo, e prova a fare dei respiri profondi” mi dice e continua così a cantilena, però non capisco più niente, non riesco a parlare e ogni respiro mi fa desiderare di morire, sento delle lacrime uscire dai miei occhi.

Poi però non sento nient’altro, sparisce la casa, sparisce la mia famiglia, spariscono le braccia di mio fratello che mi continuano a tenere e non sento neanche più il mio corpo, non sento più niente e vedo solo buio.



Holààà!!!!!
Ecco il primo capitolo di questa storia, se c’è qualcosa che volete spiegato chiedete tranquillamente e vi risponderò.
Anticipo che nel prossimo capitolo ci sarà la prima conversazione tra Edward e Bella, quindi non perdetevela.
Ringrazio chi ha recensito e spero che mi direte che ne pensate del capitolo.
Al prossimo aggiornamento Kiss

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Capitolo 3
*** Chiacchere in ospedale ***


                                                                                    Chiacchiere in ospedale



(Pov Alice)

Ero in camera del mio fratellino d’almeno un’ora, da ieri pomeriggio, dopo che ha avuto una delle sue crisi, dorme ininterrottamente, o meglio da quello che mi ha detto Emmet, che fino a poco fa è stato qui, si è agitato per tutta la notte e quindi Em ha deciso di stare per tutta la notte con lui;  
Emmet e nonno erano gli unici che riuscivano a calmarlo e a non farlo arrivare agli attacchi gravi che finivano con una corsa in ospedale, io volevo rendermi utile ma il fatto di vedere il mio fratellino soffrire in quel modo mi addolorava e riuscivo a stargli vicino solo dopo che si era tranquillizzato In questo momento lo sto accarezzando e con una pezza bagnata gli sto togliendo il sudore dalla fronte, senza provare a svegliarlo, infatti abbiamo pensato di non svegliarlo per farlo andare a scuola, molte volte mi chiedo perché sia successa a lui una cosa del genere ma non riesco mai a darmi delle risposte, l’unica cosa che so è che non potrei mai odiare Edward solo perché nostra madre è morta per farlo nascere, non l’odierò mai e poi lui non ha nessuna colpa, e siamo venuti a Forks solo per lui, sperando che ci sia un modo per guarirlo.
Dopo poco scendo, è quasi l’una di pomeriggio, e devo preparare il pranzo, quando arrivo nel salone vedo Rose che mette una borsa del ghiaccio sull’occhio di Emmet e io mi allarmò

“Che è successo?” chiedo subito correndo vicino a loro e guardando preoccupata l’occhio nero di mio fratello

“Niente assolutamente niente” mi dice nervoso, ma so perché è combinato in quel modo

“Emmet non puoi litigare sempre con papà, anch’io da quando si comporta in questo modo lo odio, ma non posso farci niente” gli dico con un po’ di rimprovero, era sempre così, ogni volta che Edward stava male dopo qualcosa che aveva detto papà, oppure quando papà prendeva in giro mio fratello o gli diceva cose brutte, Emmet si arrabbiava e dopo aver tranquillizzato Ed, entrava nel suo studio e litigavano, molte volte sono arrivati pure alle mani

“Aly non dire niente. Non lo sopporto quando fa così” mi dice nervoso e io sospiro sconsolata, questo non è proprio il momento di mettersi a litigare, non dopo quello che è successo

“Fai come vuoi, ma sia chiaro, Edward soffre quando vede che tu litighi con papà solo per difenderlo. Quindi se solo osi parlare delle litigate oppure gli dici che quell’occhio nero te l’ha fatto lui proprio perché stavate litigando, te la farò pagare e i pugni di papà saranno niente a confronto di quello che ti farò io” lo minaccio con un’occhiataccia e poi vado in cucina

Cerco di comportami come si sarebbe comportata mia madre, appena vedeva che qualcuno litigava, o qualcun altro soffriva, cercava di consolarlo o di farlo calmare, ed’è più o meno quello che sto cercando di fare io, non voglio che Em litighi con mio padre, perché per prima cosa farebbe del male solo a se stesso, e poi farebbe soffrire Edward, e non voglio che lui soffra pure per questo, sarebbe troppo

“Sorellina mi perdoni?” la voce di mio fratello mi raggiunge quasi da dietro le spalle mentre Rose e Jasper ci guardano un po’ divertiti

“Dipende” rispondo indifferente pure se un sorriso mi nasce sulle labbra

 “E daiii!! Prometto che cercherò di trattenermi” mi dice mettendosi quasi in posizione di preghiera

“E va bene, ma sia chiaro la prossima volta non ti perdono” gli dico scoccandogli un bacio sulla guancia “E voi che fate lì? Dai subito a lavoro” ordinò agli altri così ci mettiamo a preparare.


(Pov Bella)

Ho aspettato di vederlo per tutta la mattinata ma lui non è venuto, è strano come quegli occhi verdi mi hanno attirato in mensa, e alzandomi avevo deciso di parlargli se fossi stata in classe con lui, a biologia ho deciso di sedermi vicino a lui e non a Jacob per provare a parlargli, ma le parole sono state bloccate dalla sua presenza vicino a me e così quella lezione fu inutile, nel parcheggio ho aspettato di vederlo uscire ma in quel momento è venuto pure Jacob e mi ha baciato così ho lasciato stare e me ne sono andata

“Va bene ragazze per oggi abbiamo finito” ordino alle altre ragazze che sono nel mio gruppo tifosi, due volte a settimana abbiamo la preparazione cheerleader che, preparo io dato che sono la capo cheerleader, l’allenamento, che inizia da dopo l’ultima lezione, dura un’ora massimo due e poi tutte a casa mentre l’allenamento della squadra di basket dura due ore e mezza senza interruzioni

“Bella che fai oggi pomeriggio?” mi chiede Jessica mentre ci cambiamo

“Mio padre mi ha chiesto se passo un secondo dall’ospedale, ma non so per quale motivo” gli dico imbrogliandola, non è vero che mio padre mi ha chiesto di andare da lui, ma prima senza che nessuno se ne accorgesse mi sono fatta male alla mano e dato che si sta gonfiando preferirei che me la vedesse

“Bene” mi dice ed’esce prima di me dallo spogliatoio, io mi dirigo verso l’uscita e poi verso la mia macchina senza salutare Jacob, e da un paio di giorni che non mi sento più attratta come prima da lui e questa cosa mi porta spesso a stargli lontana, soprattutto perché sta diventando una specie di bullo insopportabile, intanto pure se ci dovessimo separare io manterrò sempre la mia popolarità e anche i miei amici

“Bella aspetta” mi grida la sua voce dietro e io mi giro per vederlo correre verso di me in divisa

“Che c’è?” gli chiedo guardandolo fisso

“Non mi saluti tesoro?” mi chiede baciandomi, si aspetta che io continui, ma invece mi stacco quasi subito

“Scusa ma sono preoccupata per quello che mi deve dire mio padre, ci vediamo” gli rispondo, dicendo anche a lui quella bugia, e salendo in macchina mi allontano subito da lui.

Arrivo in ospedale dopo una quindicina di minuti e senza perdere tempo vado verso lo studio di mio padre che si trova al piano terra, quando svolto l’angolo vedo la porta dello studio chiusa con la luce rossa, segno che sta visitando qualcuno

“Ah Isabella ciao. Tuo padre sta visitando un ragazzo, ma puoi entrare. Sai ordini del dottore” mi dice Mark, collega e amico di mio padre, facendomi segno di entrare, così busso

“Avanti” sento la voce e così apro, quando entro abbasso gli occhi in imbarazzo per aver interrotto la visita che stava facendo

“Bella che ci fai qui?” mi chiede sorpreso, non sono mai andata in ospedale a trovarlo, e solo in quel momento alzo gli occhi anche per vedere chi è il paziente di mio padre

Appena vedo chi è seduto rimango scioccata, anche Lui mi guarda sorpreso sgranando gli occhi, i suoi bellissimi occhi, e com’era successo ieri non riesco più a parlare.


(Pov Edward)

Mi ero svegliato verso le tre e mezza di pomeriggio, ero ancora stanco e non avevo fame, ma dopotutto non volevo far preoccupare ancora di più Alice, quando sono sceso e ho visto mio fratello con un occhio nero mi sono preoccupato e ho capito fin da subito quello che era successo.
Ora sto andando in ospedale, Alice e Emmet hanno insistito nell’accompagnarmi ma io sono riuscito a farli rimanere a casa, pure se non ho capito come sono riuscito a non farli venire, non sono preoccupato di quello che mi avrebbe il dottore, intanto sarebbe stato lo stesso qualunque cosa mi avrebbe detto, siamo andati da tanti dottori, in Italia, Giappone, Cina, Spagna, Argentina, Brasile, Australia, e perfino in Egitto, ma niente, tutti hanno detto e ribadito che non c’è niente da fare e che sono incurabile e che, forse, solo un miracolo mi potrebbe salvare

Non sono preoccupato?

Va bene scherzo, sono super preoccupato, insomma vorrei fare sport, vorrei divertirmi, fare tutto quello che non posso fare, e vorrei vivere normalmente senza pensare che da un momento all’altro potrei morire o che mi potrebbe venire un altro attacco doloroso, perché so che pian piano non riuscirò più a sopportarlo.
Quando arrivo in ospedale non vedo l’ora di sbrigarmi e uscendo velocemente dalla macchina, quasi corro verso l’entrata, neanche mi accorgo di tutto quello che sta succedendo

“Buonasera, ho un appuntamento con il dottor Swan, dove lo posso trovare?” chiedo velocemente al signore della reception che mi guarda allibito per la velocità con cui ho parlato

“Il dottor Swan e nel suo studio, si trova due stanze a destra” mi dice riprendendosi subito e io ringraziandolo cammino velocemente, quando arrivo davanti alla porta di legno, leggo la targhetta “ Dottor Carlisle Swan”, e solo dopo aver preso due lunghi respiri busso

“Avanti” dice una voce seria e io apro la porta, intanto la persona seduta alla scrivania si alza e viene verso di me

“Buonasera dottore, sono Edward Cullen, mio fratello aveva chiamato per prendere appuntamento per oggi pomeriggio” gli dico presentandomi e in evidente imbarazzo

“Cullen? Si giusto, c’è qualcuno con te?” mi chiede guardando alle mie spalle e sorridendomi amichevolmente

“No sono venuto solo io” gli rispondo

“Bene allora siediti pure” mi risponde chiudendo la porta, e andandosi a sedere dall’altra parte della scrivania, nel frattempo lo guardo è quasi poco più alto di me, ha gli occhi azzurri e i capelli biondi corti

“Allora Edward, hai quelle analisi che avevo chiesto a tuo fratello?” mi chiede gentile sempre sorridendomi, non so perché ma m’ispira molta fiducia

“Si certo, sono in questa busta” gli dico porgendogli la busta arancione che avevo in mano, lui la prende e da dentro estrae i fogli che inizia a leggere con interesse, intanto guardo la stanza bianca, vicino alla scrivania c’è un letto con un macchinario vicino, mentre alle spalle del dottore c’è una libreria

“Edward?” mi chiama guardandomi e io ripunto lo sguardo su di lui

“Si?” mi riscuoto subito dai miei pensieri

“Quante crisi hai in una settimana?” mi chiede continuando a guardarmi mentre ci penso

“Tre volte a settimana” e lui annuisce

“Come sono?”

“Forti e dolorose” gli rispondo con un sussurro senza pensarci

“Capito, sono sempre state così o prima erano meno forti?” mi continua a chiedere mentre prende un gel dal mobiletto vicino alla libreria e accende il macchinario che solo ora capisco essere quello dell’ecografie

“Per la verità all’inizio i miei fratelli mi hanno detto che quando ero piccolo avevo delle crisi non forti e che mi riprendevo quasi subito, ma man mano che il tempo passa le crisi sono sempre più forti e mi riprendo molto lentamente” gli spiego

“Coricati un secondo sul lettino voglio controllarti bene sia i polmoni che la parte dove c’è l’arteria otturata” mi dice e io faccio come mi ha detto.

Mentre mi visita continua a farmi delle domande a cui rispondo prontamente, io guardo lo schermo e vedo tutto quello che c’è all’interno del corpo, prima visita la parte del cuore e dopo mi fa girare per guardare meglio i polmoni, tante volte avevo fatto delle visite di questo genere, quindi sapevo già come mi dovevo comportare

“Abbiamo finito. Puoi rimetterti la maglia” mi dice spegnendo l’ecografo e andandosi a sedere pensieroso, io lo raggiungo

“Allora?” chiedo agitato

“Prima di risponderti vorrei farti un’ultima domanda Edward, mi hai già detto che tutti i dottori da cui ti sei fatto visitare ti hanno detto la stessa cosa. Ma come li conoscevate tutti questi dottori?”

“Li conosce mio padre e ha detto che sono i migliori , quindi mi sono fatto visitare da loro” lui mi stava per parlare quando bussano alla porta

“Avanti” grida e quando la porta si apre io abbasso gli occhi

“Bella che ci fai qui?” chiede sorpreso

Bella?

Io alzo subito gli occhi per vedere se la ragazza che è entrata e proprio Isabella Swan, subito rimango scioccato e la guardo mentre lei fa lo stesso, poi però si riprende quasi subito e si rivolge al padre

“Scusa volevo solo dirti che sono qua fuori perché vorrei che mi visitassi la mano” gli risponde , il dottore si alza e le prende la mano controllandola delicatamente

“Tutto a posto e solo una piccola contusione ma niente di grave. Comunque Bella lascia che ti presenti Edward, è nuovo in città, pure se credo che vi siete già visti a scuola ieri”

“Si infatti ci siamo visti ieri” gli dice sorridendomi e io senza pensarci rispondo al sorriso e intanto ribussano alla porta ed’entra un’infermieri

“Dottor Cullen abbiamo bisogno subito di lei”dice frettolosamente e Carlisle annuisce

“Certo arrivo subito. Bella potresti fare un po’ di compagnia a Edward?” gli chiede

“Va bene” risponde sedendosi sull’altra sedia e continuando a sorridere

“Edward scusami per queste interruzioni, arrivo subito” mi dice mentre si avvia fuori

“Non fa niente” gli dico mentre esce e una volta che chiude la porta rimaniamo solo io e Bella dentro.

Ed’ecco di nuovo il silenzio di ieri, io mi guardo le mani mentre capisco che lei sta ancora continuando a guardarmi, intanto penso a come iniziare una conversazione, poi però come se fosse successo qualcosa inizia lei a parlare

“Per caso fai qualche sport?” mi chiede curiosa e io mi giro verso di lei sorpreso

“No, perché?” gli chiedo confuso

“Hai un fisico d’atleta, quindi mi sembrava che praticassi qualche sport” mi dice in imbarazzo come me

“No, non posso. Pure se mi piacerebbe molto” gli rispondo dandomi dello stupido per quello che avevo detto, nessuno doveva sapere che cos’avevo

“Capisco.E che cosa ti piacerebbe praticare, se tu potessi?” mi chiede un po’ dispiaciuta, io ci penso un po’ su

“Basket o tennis, ma pure il baseball e il calcio mi piacerebbero” gli rispondo sorridendo timido

“Certo che te ne piacciono di sport!!” dice ridendo e io rido insieme a lei

“E che cosa ti piace oltre allo sport?” mi chiede curiosa

“La musica, suono il pianoforte. A te ti piace qualche tipo di musica?”

“Più che altro mi piace la musica da cantare e ballare” mi risponde pensierosa, pure se nasconde un sorriso sarcastico

“Vuoi fare la cantante da grande?” gli chiedo un po’ ironico e lei sghignazza

“No, non so cosa voglio fare da grande, ma di certo non voglio fare la cantante. Tu?”

“Mi piacerebbe diventare medico” gli dico


“Sempre se arrivo all’età per potermi laureare” aggiungo nella mia testa

“Tutto a posto?” mi chiede quando vede il sorriso triste che mi è spuntato sulle labbra, e io mi riscuoto subito

“Oh si, tutto a posto” gli dico sorridendo mentre la porta si apre

“Eccomi, Bella grazie per aver fatto compagnia a Edward” gli dice sedendosi

“Di niente. Allora vado, ci vediamo domani Edward” mi dice sorridendo e uscendo

“Ok ciao” gli rispondo e dopo che la porta si è chiusa ripunto lo sguardo sul dottore

“Ora torniamo a noi. Vedi questa situazione in cui ti ritrovi si potrebbe curare, però ora sarebbe troppo tardi per darti medicine o altre cose” inizia guardandomi

“Quindi non ci sono speranze?” sospiro sapendo che era questa l’unica risposta che mi aspettavo

“No, potrebbe esserci qualche speranza, solo che se facciamo questa cura il dolore che provi nelle crisi che ti vengono continuerebbe ad’aumentare” mi dice e in quel momento lo guardo speranzoso

“Non m’interessa di provare altro dolore se posso guarire. Mi dica quello che devo fare” gli dico

“Bene, allora prima di tutto devi mangiare primo, secondo e frutta e anche i dolci se ci sono, non ti preoccupare non ti faranno né ingrassare né ti faranno male, perché per com’è il tuo corpo li brucerebbe subito e quindi non ti farà niente mangiare tanto, al contrario mangiare poco ti farà malissimo” mi dice e noto che mi sta dicendo il contrario di quello che mi hanno detto gli altri dottori

“Poi una o due ore al giorno devi fare esercizio fisico, so che il fatto di non avere tutt’e due i polmoni funzionanti ti farà stare male e venire l’asma forte, però il tuo corpo deve continuare a rafforzarsi e a crescere almeno fino a fine Giugno”

“Perché fino a fine Giugno?” gli chiedo curioso

“Hai detto che sei nato fino a fine Giugno e preferire che se si dovesse fare qualche intervento, lo si facesse dopo”

“Va bene farò tutto quello che mi ha detto”

“Edward ricordati solo due ore massime di esercizio fisico. Però ti avviso che facendo così le crisi potrebbero aumentarti e farti sempre più male”

“Non fa niente” gli dico, voglio guarire e lo farò ad’ogni costo

“Poi attento a non prendere pugni o calci nella parte del cuore o dietro sennò le condizioni potrebbero aggravarsi in un colpo, e tu potresti pure morire sul colpo” mi dice e io annuisco mentre ci alziamo e andiamo verso la porta

“E per ultimo qualunque cosa succeda o avverti qualche cambiamento dentro di te, vieni subito da me, d’accordo?”

“Va bene. Grazie” gli dico e poi esco, intanto dentro di me ricomincio a sperare che io possa continuare a vivere.




Holàààà!!!!!
Eccomi con un altro capitolo, però sia chiaro non abituatevi a questi aggiornamenti veloci, sennò potreste rimanerne delusi.
Spero mi direte che ne pensate del cappy,
alla prossima
kiss

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Capitolo 4
*** Giornata strana ***


                                                                                                 Giornata strana


(Pov Edward)

“EDWARD SVEGLIATI SUBITO” il grido di Alice mi spacca i timpani e mi fa spaventare così tanto che per poco non cado dal letto

Ok ho capito che se suona la sveglia e non mi alzo dal letto viene Alice a svegliarmi, ma gridarmi nelle orecchie secondo voi non è esagerato?

Secondo me si!!

“Alice che cavolo urli?” grido io di rimando completamente sveglio, e scusate per la parola ma quando ci vuole ci vuole

“Scusami Ed, ma ti ho chiamato per cinque volte e non mi rispondevi” mi dice lei dispiaciuta e io sospiro

“Non fa niente, però la prossima volta usa rimedi meno drastici” gli dico con un sorriso

“Va bene. Comunque buongiorno fratellino” mi dice scoccandomi un bacio sulla guancia e scende di sotto per lasciarmi il tempo di cambiarmi e sospiro

“Sperando che sia davvero un bel giorno” dico ad’alta voce a me stesso, per poi alzarmi e dirigermi in bagno.

Quando finisco di prepararmi noto di non averci messo tanto come al solito e scendo per colazione, da oggi avrei iniziato a fare tutto quello che mi aveva detto Carlisle, e l’avrei fatto bene

“EDWARD BEN SVEGLIATO” grida Emmet appena mi vede e io rimango interdetto, forse oggi e la giornata degli urli

“Buongiorno anche a te. Ma perché gridi?” gli chiedo un po’ spaventato

“Così, mi sembrava monotono darti sempre il buongiorno tranquillamente” mi dice sogghignando

“Ah ecco” sussurro mentre saluto Rose, poi mi siedo e inizio a fare colazione con un paio di biscotti al cioccolato e una tazza di latte piena

“Ed sei sicuro che davvero potresti guarire?” mi chiede Emmet circospetto, ieri quando sono tornato e gli ho detto che se seguivo questo tipo di cura potevo stare più male non sono stati particolarmente felici e ho dovuto inventarmi che se non avessi fatto questa cura, forse sarei potuto morire da un momento all’altro

“Si, se ho una possibilità per guarire, non me la lascerò scappare” gli dico

“Sicuro?” mi continua a chiedere e io sospiro scocciato

“Si. Ora scusatemi ma è meglio se vado” dico così mi alzo subito e dando una pacca a mio fratello prendo la macchina e vado a scuola.

Stavo pensando a Bella, ieri avevamo parlato ed’è stato bellissimo, poi mentre dormivo l’ho sognata che veniva verso di me e mi chiamava dicendomi di raggiungerla, avevo sempre nella mente i suoi occhi e il suo sorriso, però sarebbe stato inutile affezionarmi a lei se poi potevo non rivederla più, ed’era meglio stargli lontano, ma stranamente con lei non riuscivo a essere l’Edward freddo con gli altri, no, riuscivo a essere il vero Edward, quello normale, quello che conoscono solo i membri della mia famiglia, il vero me stesso

“Ehy Edward” la voce di Ben mi raggiunge mentre esco dalla macchina e lo vedo correre verso di me felice, ripensandoci anche con Ben ero il vero me stesso, ma non so il motivo, di solito ero sempre bravo ad’essere freddo e duro con gli altri ma con Ben e Bella non ci riuscivo

“Ciao Ben, come va?” lo saluto felice

“Tutto a posto tu? Perché non sei venuto ieri?” mi chiede mentre ci dirigiamo insieme verso la palestra e poi verso gli spogliatoi, oggi per prima ora avevo educazione fisica, un buon modo per iniziare la cura di Carlisle

“Ho avuto qualche problema, ma niente di che” gli rispondo scrollando le spalle mentre entriamo nello spogliatoio maschile

“Edward Cullen, giusto?” una voce alla mia destra mi fa voltare e davanti a me vedo Jacob Black con al suo seguito Mike Newton

“Si?” chiedo fingendo di essere ingenuo


“La maschera Edward, ricordati la maschera” ripeto dentro di me

“Piacere mi chiamo Jacob, e lui è Mike” mi dice

“Piacere” rispondo solamente e poi, senza fargli dire qualcosa,vado verso l’armadietto del mio spogliatoio insieme a Ben, che si era nascosto dietro di me mentre parlavo con Jacob

“Ed era meglio se non gli giravi le spalle in questo modo” mi sussurra per non farsi sentire

“Perché? Non ho fatto niente di male” gli dico scrollando le spalle e poi usciamo dagli spogliatoi mentre vediamo il professor Clapp parlare con le ragazze che erano già pronte, tra di loro con mia gran sorpresa vedo Bella

“Ci conviene avvicinarci, comunque io ho una giustificazione per non fare niente, quindi se non gioco non ti preoccupare” mi dice Ben mentre veniamo superati dagli altri,intanto vedo Bella guardarmi e quando incontro i suoi occhi mi mima un ciao felice

“Eccovi qui, finalmente. Forza tutti a lavoro, Jacob voglio che tu ti prepari per la prossima partita quindi fai due squadre e giocate a Basket, quelli che non vogliono invece si mettano a fare venti giri del campo. Voi ragazze invece vi dovrete dividere tra pallavolo e aerobica” ordina il professore, e io decido che fare, insomma potrei correre però non so per quanti giri posso resistere senza fermarmi, oppure potrei fare basket, intanto è solo un’ora di esercizio fisico e il dottore ha detto che non posso superare le due ore

“Ehy Cullen” mi chiama Jacob dietro di me

“Che vuoi?” gli chiedo girandomi e lui mi tira la palla tra le mani

“Fammi vedere se sai giocare a basket” mi dice avviandosi verso il campo, intanto vedo Bella guardarmi preoccupata e stranita, ci credo io ieri gli ho detto che non posso fare sport

“Non so giocare” gli dico indifferente ripassandogli la palla

“Impari. Non mi dire che hai paura di perdere?” mi dice facendo una voce falsa e in quel momento il mio orgoglio mi impedisce di dargliela vinta

“Fammi vedere che sai fare, grande capitano” lo prendo in giro raggiungendolo sul campo, e mi metto dalla parte dove ci sono solo sei giocatori, mentre tante esclamazioni seguono le mie parole, intanto vedo che tutti ci stanno guardando confusi e sorpresi mentre il professore, ad’un segno di Jacob, da il via alla partita

Era la prima volta che giocavo, che correvo, e che mi divertivo e per tutto il tempo di gioco ha avuto il sorriso sulle labbra,non sapevo giocare, e non avevo mai giocato a Basket, ma appena presa la palla mi venne facile scartare gli altri, passarla, e poi senza pensarci ho fatto pure un canestro Per la prima volta in vita mia ero davvero felice, mi sentivo come un bambino che felice continuava a battere le mani dopo aver scoperto che facevano rumore, mi sentivo stranamente bene
Quando il professore chiuse la partita mi accasciai sulle ginocchia respirando a fatica e provando a fare dei respiri normali, mentre i miei compagni che giocavano nella mia squadra esclamavano vittoriosi per aver vinto contro Jacob Black, che in quel momento, ne ero sicuro, mi stava fulminando con lo sguardo

“Cullen tutto a posto?” mi chiede il professore avvicinandosi mentre io riprendo il controllo

“Si, soffro solo d’asma, ma niente di grave” gli rispondo

“Potevi farti fare una giustificazione se non puoi giocare” mi dice con nella voce un po’ di rimprovero

“No, il dottore ha detto che devo fare almeno due ore di esercizio fisico continuo, se voglio che mi passi” gli dico, intanto vedo dietro di lui Ben che viene verso di me accompagnato da una ragazza con gli occhiali mora

“Quale dottore?” mi chiede curioso

“Swan” rispondo e lui sgrana gli occhi sorpreso per poi annuire

“Va bene, almeno due ore hai detto. Quindi ti potrei chiedere di entrare a far parte della squadra di Basket? Saresti un ottimo giocatore” mi chiede con un lieve sorriso mentre io sgrano gli occhi

“Cosa?” chiediamo io e Jacob ad’alta voce, tutt’e due sorpresi

“Quello che ho detto, ti ho visto giocare e devo dire che come prima volta che giochi, sei grandioso” dice pensieroso mentre Jacob si avvicina

“ Sta scherzando? Ci sono io” gli dice indicandosi e il professore lo guarda male

“Jacob e da due anni che giochi male, la fama ti ha dato alla testa” gli dice

“MA” gridò lui

“Niente ma, e non gridare. Allora Cullen accetti?” mi richiede io ci penso su portando poi lo sguardo verso gli spalti dove vedo Bella che mi fa cenno di si con la testa, e poi dietro le spalle di Jacob dove anche Ben mi fa segno di dire di si

“Va bene, però professore non mi posso allenare ne giocare più di due ore” gli dico ricordando le parole di Carlisle

“Non ti preoccupare, l’importante è che in quelle due orette che sei in campo giochi bene” mi dice mentre la campanella suona, così lui se ne va e nello stesso momento pure gli altri, rimaniamo solo io, Ben, Angela la ragazza con Ben che ho conosciuto proprio in questo momento, Jacob ancora sorpreso e arrabbiato, Mike e Bella che si sta avvicinando a noi

“Congratulazioni Edward” mi dice Ben dandomi una pacca sulla spalla mentre io sghignazzo

“Si congratulazioni” mi dice Angela sorridendo sincera e io non riesco a non ricambiare quel sorriso, intanto mi accorgo che Bella si è fermata proprio dietro di me

“Comunque spero solo che non diventerai tanto popolare da dimenticarti di me” mi dice scherzando pure se sento un po’ di timore

“Tranquillo guarda che sei il primo che ho conosciuto l’altro ieri e con cui ho parlato” gli dico, infatti era vero, e dopo di lui c’era subito Bella, ma prima che lui mi potesse dire qualcosa il grido di Jacob tuonò in tutta la palestra

“COME DIAVOLO TI SEI PERMESSO” grida avvicinandosi furente

“A fare che?” gli chiedo, intanto Ben e Angela si spostano subito impauriti

“Ti rendi conto di quello che hai fatto? Mi hai deriso davanti ai miei compagni e per di più il professore ha detto che sei meglio di me”continua a gridare

Ma per caso hanno dato la notizia che oggi è il giorno degli urli e io non l’ho sentita?

“Senti Black vedi di calmarti, e per tua informazione, non m’interessa molto di quello che pensano gli altri o di quello che ha detto il professore. Tu potrai pure essere famoso, ma la fama non è tutto” gli rispondo e poi gli volto le spalle andando verso gli spogliatoi

“Dove credi di andare?” mi chiede ancora urlando

“Non si vede? A cambiarmi, semplice” lo prendo in giro, e lui si avvicina velocemente

“Tu, sei nei guai” dice quasi scandendo le parole e quando si avvicina fa per tirarmi un pugno quando … ….

“JACOB FERMO” la voce di Bella giunse forte a tutt’e due mentre lei si frapponeva tra noi due

“Togliti” gli ordina

“Non puoi metterti a gridare per una sciocchezza del genere. Vai a cambiarti, stiamo facendo tardi” gli dice

“Non osare darmi ordini bellezza, e ora togliti” gli dice cercando di farla spostare

“No” continua a dire intanto io sono attento sui movimenti di Jacob, mentre vedo che Angela sta uscendo di corsa dalla palestra per chiamare un professore, molto probabilmente ha capito che le cose si stanno mettendo male

“Te la sei cercata” dice e questa volta tira un pugno verso di lei

“Attenta” grido facendola scansare e mettendomi davanti a lei, il pugno di Jacob mi arriva così forte sul naso che mi fa cadere a terra dall’impatto

Proprio bello come giorno, tra urla e pugni!!!

“EDWARD” la voce di Bella mi giunge forte, mentre sbatto a terra violentemente con la testa, e purtroppo anche con la schiena e per dieci secondi contati non riesco a respirare

“Edward mi senti?” mi chiede inginocchiandosi vicino a me, ma vedo tutto sfocato e non riesco a rispondere, solo dopo due minuti sembro risvegliarmi da quello stato di trance

“Edward?” mi richiama Bella e io mi rialzo aiutato da lei e Ben che mi fa appoggiare a lui, intanto davanti a me Jacob sorride vittorioso

“Ti avverto questo è solo un piccolo avviso, la prossima volta che mi prendi in giro la pagherai cara. Andiamo tesoro?” chiede a Bella dopo avermi minacciato, e dentro di me una tempesta di fuoco ha inizio, come può parlare a Bella in questo modo dopo che la stava per menare?

“Ma sentilo, prima ha quasi menato la sua ragazza e poi fa lo scemo” gli dico infuriato mentre mi tengo il naso che sta sanguinando, lui mi lancia un’occhiata truce

“Non intrometterti” mi dice poi in quel momento la porta si spalanca e Angela entra con il professor Molina al seguito

“Che sta succedendo?” chiede quando ci vede e si avvicina

“Niente professore, Edward è caduto mentre stava andando negli spogliatoi e credo che si sia rotto il naso” dice Jacob mentendo, intanto vedo Bella stringere un pugno arrabbiata

“Angela ha detto che stavate litigando” dice lui in modo sospettoso

“Scherzavamo” dice lui con una falsa risata

“è tutto vero?” mi chiede il professore

“Si” dico non vorrei che se gli dicessi la verità poi se la possa prendere con Bella per qualsiasi motivo

“Bene, signor Cheney accompagni il signor Cullen in infermeria. Mentre Black, Newton, Swan,Weber voi tornate in classe vi giustifico io” dice così mentre gli altri escono e vanno verso le classi Ben mi accompagna in infermeria.

Quando arriviamo l’infermiera mi fa coricare nel lettino e mi fa mettere una borsa di ghiaccio sulla testa e una pezza bagnata sul naso, che per fortuna non è davvero rotto, poi dico a Ben di andare a lezione e di non preoccuparsi e poi mi addormento.
Quando mi sveglio poco dopo apro gli occhi e vicino a me trovo Bella che mi guarda con un piccolo sorriso, io mi metto seduto e mi tolgo la borsa dalla testa mentre la pezza continuo a tenerla

“Ciao” mi dice

“Ciao” gli rispondo sorridendole

“Come stai?” mi chiede preoccupata

“Tutto bene. Tu?” gli chiedo anch’io un po’ preoccupato per lei

“Bene, comunque ti volevo ringraziare per avermi difesa” mi dice

“Di niente, e poi tu hai difeso me” gli dico

“Non è proprio vero, ma se la vuoi mettere così” mi dice scrollando le spalle e suona la campanella

“E ora di andare a lezione. A che ora siamo?”

“All’ultima prima del pranzo. Sicuro di farcela?” mi chiede preoccupata

“Certo”

“Ok allora buona lezione” mi dice sorridendomi e si allontana

“Anche a te” gli urlo dietro per farmi sentire

Se proprio oggi è il giorno degli urli, tanto vale che gridi anch’io!!!!

Le lezioni dopo passano tranquillamente, nessuno parla dell’incidente in palestra e penso che sia meglio così, e a chiunque mi chiedesse cos’avevo fatto al naso rispondevo che ero scivolato, Ben e Angela mi sono stati quasi sempre vicini e in loro o trovato degli ottimi amici, Bella invece è stata sempre con il suo gruppo e con Jacob, quindi volendo non mi potevo neanche avvicinare, non mi andava di litigare ancora con Jacob.

“Tranne quello che è successo in palestra è andato tutto bene no?”mi chiede Ben mentre ci avviamo alle macchine

“Infatti” gli rispondo ridendo, poi lo saluto e vado a casa.

Quando arrivo a casa cerco di non far notare il sangue che ancora mi esce dal naso, ma appena arrivo sono tutti in salone a guardare la tv e appena apro la porta del garage

“Ciao a tutti” dico sconfitto, mancano cinque secondi e inizierà la bufera

“Ciao Ed com’è and ….” mi sta per chiedere Jazz ma appena si gira rimane a bocca aperta

“Oh mio Dio, che hai fatto al naso?” salta su Alice venendomi a controllare allarmata, intanto si alza pure Emmy

“Cos’è successo?” mi chiede minaccioso avvicinandosi

“Niente ho sbattuto” dico subito ma lui non ci crede

“Edward smettila di dire sciocchezze e dimmi la verità” mi dice

“Ma niente” gli continuo a dire

“Rissa?” mi chiede facendo finta di niente e io annuisco

“Va bene, lascia stare non voglio sapere niente” dice tappandosi le orecchie e facendomi ridere, ma non mi accorgo che la tessera ,che tutti i giocatori di basket della nostra scuola hanno per confermare l’entrata in squadra, mi cade dalla tasca del giubbotto

E spero che per oggi nessun’altro si metta a urlare …. ….

“EDWARD SEI ENTRATO NELLA SQUADRA Dì BASKET SCOLASTICA E NON ME LO DICI?!!!”

Come non detto!!!!



Holààà!!!!!!
Ciao eccomi con un altro capitolo , spero che vi piacia e intanto voglio ringraziare le due splendide persone che stanno recensendo e tutti quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti, ricordate e seguite, pure se siamo ancora all’inizio.
Spero che mi direte che ne pensate alla prossima Kiss

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Capitolo 5
*** è possibile essere tua amica? ***


                                 È possibile essere tua amica?


(Pov Edward)

Ormai sono passati quattro giorni da quando sono arrivato a Forks e mi sto abituando alla perfezione a tutto, anche al tempo sempre piovigginoso, a scuola va tutto bene, oggi ho i primi allenamenti di basket e l’unica cosa che mi preoccupa e quella di avere Jacob vicino,non voglio avere a che fare con un’altra rissa, ieri Ben mi ha invitato a studiare a casa sua e ho scoperto, con mia grande sorpresa, che abita ha sole cinque case di distanza nel mio quartiere, quindi lo posso raggiungere tranquillamente a piedi.

A scuola si è sparsa molto la notizia del mio incidente in palestra, è una notizia falsa perché è stato Jacob a semi-rompermi il naso, ma ho preferito dire così perché non volevo cacciarmi nei guai e anche perché sarebbe stato pressante essere ricoperto dagli sguardi di tutti solo per questo motivo, già era difficile essere freddo con gli altri figuriamoci poi se tutti ti guardano perché hai sfidato il più popolare della scuola

“Ciao Ben” saluto alzando la mano

Ero appena arrivato a scuola e quando sono sceso ho notato subito Ben che mi aspettava vicino all’entrata della scuola, intanto mi guardavo intorno per vedere se c’era Bella, che dal giorno della palestra sta sempre con Jacob, anche a biologia si è seduto con lui è questo mi fa pensare che forse ho sbagliato qualcosa dato che non mi guarda neanche come faceva i primi giorni

“Ciao Ed, ti aspettavo” mi dice quando gli passo vicino ed’entriamo insieme nell’edificio

“Non l’avevo capito” gli dico ironico facendolo ridere, ed’ecco gli sguardi di tutti puntati sul sottoscritto, è questa è la cosa che odio di più, forse, forse odio la cosa così tanto che l’odio potrebbe essere più forte di quello che mio padre ha nei miei confronti

“Comunque ho una notizia da darti” mi dice guardandomi di sottecchi

“Quale?” gli chiedo mentre entriamo nell’aula di spagnolo, la professoressa e già dentro e sta per iniziare la lezione, e io e Ben ci sediamo in fondo mentre io aspetto che mi parli

“Isabella Swan” mi sussurra solamente cercando di non farsi sentire e io rimango stranito

“Isabella Swan?” gli chiedo sorpreso

Che c’entra Bella in tutto questo?

“Si, proprio lei” annuisce con un piccolo sorriso

“E che c’entra?” gli chiedo sempre stranito, avevo la sensazione che le cose stavano iniziando a prendere una piega diversa dal normale, e quando stamattina l’ho detto a Emmet, lui mi ha risposto ridendo dicendomi che la scuola sicuramente mi aveva già stressato

“Quando sono arrivato si è avvicinata a me, e mi ha detto di dirti una cosa?” continua a sussurrarmi

“Che cosa?” continuo impaziente, se non si sbriga divento pazzo

“Di dirti che all’ora di pranzo ti aspetta dietro la palestra, perché ti vuole parlare …. …. …. In segreto!!!” mi dice sempre sussurrando, forse anche con il chiaro intento di non farsi sentire da qualche compagno

“Che?” chiedo sorpreso e non mi accorgo di aver alzato la voce me ne accorgo solo quando tutti si girano verso di me e la professoressa Wolf mi manda un’occhiata di rimprovero

“Cullen, vuoi dire qualcosa?” mi chiede

“No professoressa,mi scusi” rispondo mentre gli altri sghignazzano, se lo sa Emmet si farà sicuramente un sacco di risate

“Potevi trattenerti” mi dice Ben trattenendo le risate

“Ah, ma stai zitto” gli dico guardandolo male e seguendo veramente la lezione, pure se anch’io cerco di trattenermi dal ridere.

Quando finisce la lezione mi separo da Ben e vado verso il mio armadietto, per tutta la lezione ho pensato a cosa volesse dirmi Bella di tanto importante da dirmela in segreto, ed’era proprio strano che lei mi volesse parlare in segreto, intanto arrivo quasi al mio armadietto quando mi accorgo che, davanti appoggiato al muro, mi aspettava Jacob guardandomi ironico

“Cullen” mi saluta acido

“Black” ricambio il saluto fermandomi davanti a lui, mentre vedo che vicino a lui c’è tutto il gruppo, tranne Bella, cosa che mi sembrò alquanto strana

“Sai che oggi ci sono gli allenamenti vero?” mi chiede sfottendomi

“Certo che lo so”

“E sai anche che come capitano non ti darò tregua?” mi chiede sempre con lo stesso tono e io mi guardo intorno, portando lo sguardo da un’altra parte

“Purtroppo si,ma non ti preoccupare, so resistere” gli dico iniziando a sfotterlo anch’io e lui mi manda un’occhiata omicida

“Bene comunque non sono venuto per parlarti di questo” dice scrollando le spalle e avvicinandosi di più, adesso che si è avvicinato noto che è due centimetri più alto di me, e questa cosa non mi fa piacere

“Sentiamo da cosa mi devo tenere lontano questa volta?” gli chiedo ironico

“Dalla mia ragazza” dice ringhiando e io rimango sorpreso

“Scusa?” gli chiedo infatti per la prima volta gentile

“Quello che ho detto. Stai lontano da Isabella oppure sono guai” mi dice puntandomi un dito contro

“Per tua informazione se io le sto o non le sto lontano, non sono affari che ti riguardano” gli rispondo spingendo via la sua mano e lui continua a guardarmi

“Sai com’è, uomo avvisato … “ mi dice scrollando le spalle e se ne va mentre io rimango immobile, fermo nel corridoio, solo dopo pochi minuti sembro riprendermi e sbrigandomi mi dirigo alla prossima lezione.

Quando suona anche la fine dell’ultima lezione prima del pranzo mi alzo di scatto e velocemente esco dall’aula, poso i libri e a passo veloce e controllando che nessuno mi segui esco dall’edificio, quando arrivo dietro la palestra non la vedo e mi appoggio ad’un albero per aspettarla, mentre guardo il cielo nuvoloso

“Edward!!” la sua voce mi raggiunge e quando mi giro la vedo venire verso di me felice, è vestita con una maglietta viola e i jeans blu

“Bella!!” la saluto anch’io felice e lei inaspettatamente mi abbraccia lasciandomi stupefatto

“Sono felice che tu sia venuto” mi dice staccandosi

“Non sapevo che fare” gli rispondo scrollando le spalle mentre lei si siede appoggiata all’albero

“Vieni” mi dice facendomi segno di sedermi vicino a lei

“Come mai hai chiesto di vedermi?” gli chiedo sedendomi e guardandola pensierosa

“Così, con il fatto che Jacob è diventato più possessivo ho preferito non venirti a parlare per evitarti problemi con lui” mi dice guardando il muro davanti a noi e io guardo le mie mani

“Sai sei strano” mi dice guardandomi sorridente e io alzo gli occhi sorpreso

“Perché?” gli chiedo infatti

“Jessica il primo giorno aveva detto che eri maleducato ma dalla prima volta che ci siamo parlati non mi sei sembrato ne maleducato ne antipatico, solo che noto che tranne con il tuo amico sei sempre freddo con gli altri. Perché?” mi chiede curiosa

“Sono così” gli dico sospirando e scrollando le spalle, nessuno doveva sapere quello che avevo sennò sarebbe stata la fine

“E poi in ospedale mi avevi detto che non potevi fare sport, e il giorno dopo invece sei entrato nella squadra di basket” constata ancora

“Diciamo che tuo padre mi ha consigliato di fare molto sport, perché solo in questo modo potrei guarire il mio asma” gli dico con una piccola verità e lei mi sembra preoccupata

“Ma ne sei proprio sicuro, che non ti faccia più male” mi continua a dire guardandomi allarmata

“Così dice il dottore” gli dico mettendo le mani dietro la testa, poi lei scuote la testa come se avesse un pensiero negativo e si gira di nuovo sorridente, nel frattempo suona la campanella per avvisare che ricominciano le lezioni

“Sai volevo incontrarti anche per chiederti una cosa” mi dice raggiante mentre ci avviamo insieme verso l’edificio

“Cosa?” gli chiedo sorridendo mentre lei si ferma davanti a me

“Stamattina e anche ieri, mi domandavo se sarebbe possibile essere l’amica del ragazzo più misterioso della scuola. A lei dispiacerebbe?” mi chiede fintamente seria e trattenendo le risate, e per stare al gioco faccio mezzo inchino

“Non mi dispiace, anzi mi farebbe un immenso piacere, cara Isabella” le rispondo per poi ridere dopo

“Oh ma grazie, e a proposito chiamami Bella” risponde ridendo e dopo di che camminiamo veloci, per andare ognuno alla propria lezione.

“Quindi fammi capire da oggi tu e Isabella siete amici?” mi chiede Ben quando usciamo dall’ultima lezione, nel frattempo ci raggiunge pure Angela

“Così sembra” gli dico ridendo alla sua faccia corrucciata

“Finite le lezioni per oggi,finalmente” ci dice Angela avvicinandosi, da quando l’ho conosciuta anche lei si è unita al nostro piccolissimo gruppetto e mi fa piacere soprattutto dopo che Ben mi ha detto che è innamorato di lei

“Per noi. Il signorino qui ha gli allenamenti” dice Ben indicandomi scherzosamente

“Fino alle sei e con Jacob tra i piedi, che bellezza” dico ironicamente e loro ridono poi ci salutiamo e io vado verso la palestra, quando entro non c’è ancora nessuno ma credo che siano tutti negli spogliatoi ancora

“Ehy Ed” mi chiama una voce femminile che ormai ho imparato a riconoscere, infatti mi giro e vedo Bella che mi saluta mentre esce dagli spogliato

“Ehy” la saluto di rimando e poi entro negli spogliatoi.

Quando entro vedo tutti i giocatori cambiarsi e prepararsi, stranamente nessuno mi guarda e questo mi fa sospirare di gioia, dopo che metto la divisa della squadra, che è a righe verticali che si alternano dal bordeaux al bianco, esco insieme agli altri e aspettiamo il professore Clapp che è anche l’allenatore della squadra.
Mentre aspettiamo guardo Bella che si allena insieme alle Cheerleader, mente la loro allenatrice batte le mani a ritmo, nel frattempo arriva il professore

“Ragazzi forza ad’allenarsi” ordina

“Ma coach manca il capitano” dice un ragazzo dallo sguardo blu e i capelli neri, che si trova tra me e Mike, che stranamente mi guarda gentile e non come quella mattina che mi guardava male

“Jacob non viene, ha chiamato dicendo che lui non ha bisogno di allenarsi” dice sbuffando e poi senza farci dire altro ci manda in campo.

L’allenamento è uguale alla partitella che ho fatto l’ultima volta, con l’eccezione che a causa dei polmoni e dell’asma mi sono dovuto fermare due volte prendendo dei respiri veloci per poi ricominciare a giocare, intanto le ragazze se n’erano ma con mia sorpresa Bella era rimasta a guardarmi felice e un po’ preoccupata quando mi fermavo

“Va bene ragazzi per oggi abbiamo finito” ordina il mister e noto che abbiamo fatto due ore intere, menomale che ci aveva fermato il mister sennò avrei continuato senza accorgermene e non voglio sapere che sarebbe potuto succedere se avessi continuato

“Cullen non mi ribadisco mai e se lo faccio è raro, ma lo devo dire se tu volessi avresti un’ottima carriera in questo sport” mi dice annuendo

“Grazie mister,ma lo faccio solo per divertimento” dico in imbarazzo e lui dopo aver annuito un’altra volta felice se ne va

“Lo devo ammettere sei stato davvero molto bravo per essere solo il tuo primo allenamento” mi dice lo stesso ragazzo di prima avvicinandosi
“Grazie” rispondo

Ok,mo posso sapere dov’era finito il mio essere freddo?

“Comunque sono Richard Danner” mi dice porgendomi la mano

“Edward Cullen” gli dico stringendogliela e dopo di che andiamo verso gli spogliatoi a cambiarci.

Dopo aver salutato tutti esco dalla palestra e mi avvio verso la macchina, mentre in mano tengo il borsone dove avevo le cose del basket, lo zaino invece l’avevo posato in macchina prima di entrare in palestra, nel frattempo vedo Bella venirmi incontro

“Tutto a posto?” mi chiede guardandomi e incamminandosi insieme a me

“Certo. Tu?” gli chiedo girandomi verso di lei

“Tutto bene, la prossima settimana c’è la quart’ultima partita del campionato, quindi mi sa che dal prossimo allenamento per tutt’e due sarà dura” mi dice sorridendo sarcastica

“Non credo che mi farà giocare, insomma già gli ho detto che non posso giocare per tanto tempo, poi mi devo pure fermare per respirare e poi sono appena entrato” gli dico scrollando le spalle

“Comunque ti sei guadagnato il rispetto della squadra” mi dice quando abbiamo raggiunto le nostre macchine, che per la prima volta mi accorgo che le abbiamo parcheggiate vicine

“Sono ancora all’inizio, non credo” sospiro

“Credimi guarda che Jacob ci ha messo due mesi per parlare con qualcuno di loro, e conoscere i loro nomi e cognomi, e anche per farsi fare i complimenti dall’allenatore. Mentre tu hai guadagnato il loro rispetto in solo una piccola partitella, non è una cosa da tutti” mi dice felice

“Se lo dici tu. Comunque è ora di andare. Ci vediamo domani” gli dico salutandola quando improvvisamente lei mi prende la mano e mi mette un biglietto dentro

“Questo è il mio numero” mi dice e poi sale in macchina e se ne va.

Arrivo a casa dopo un paio di minuti, felicissimo per quello che era successo, ma mentre sto aprendo la porta il mio corpo si paralizza e un dolore mi prende da dentro, il cuore batte velocemente e il respiro ricomincia a farmi male, però il dolore continua a farsi più forte e mi sento come soffocato, non riesco più a respirare, un’ultima fitta dolorosa all’ennesimo respiro che cerco di fare e barcollo sbattendo forte la testa al muro e perdendo i sensi.



Holààààà!!!!!
Ok rieccomi, che vi posso dire di nuovo?!!!
Non saprei, comunque spero mi direte che ne pensate perché sono terribilmente in ansia per l’interrogazione di Storia dell’Arte programmata per domani e quindi non so se sono riuscita a fare bene il capitolo. Alla prossima Kiss

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Capitolo 6
*** Parlami di te ***


                                                   Parlami di te


(Pov Edward)

Quando ripresi coscienza non sapevo dove mi trovavo ma l’odore mi sembrava diverso da quello della mia camera, prima di aprire gli occhi aspettai di riprendere il buon uso di tutte le parti del corpo intorpidite, non sapevo quanto avessi dormito ma sicuramente quasi un giorno intero come le altre volte, quando riaprì gli occhi vidi un’immagine sfocata vicino a me, pian piano che la vista cominciava ad’abituarsi vidi che quella figura era una ragazza dai capelli neri con la testa tra le braccia, mentre dormiva appoggiata al mio letto

“Bella?!!” sussurrai piano, non sapevo cosa mi avesse spinto a pronunciare il suo nome ma la speranza che potesse essere lei mi rendeva felice, subito spostai la mano tra i suoi capelli e l’accarezzai

Solo in quel momento mi resi conto che non era Bella ma Alice, la mia sorella adorata, che molto probabilmente era rimasta con me, in quel momento mi accorsi di essere in una stanza d’ospedale e dalla tapparella abbassata della finestra vedevo la luce entrare, segno che fosse o mattina o pomeriggio, poi mia sorella si agitò, segno che si stava svegliando, e io mi girai verso di lei

“Edward?” chiese confusa e ancora intontita dal sonno

“Ben svegliata sorellina” gli dissi sorridente, ma le parole faticarono a uscire dalla mia bocca, lei si riscosse subito e mi guardò con occhi spalancati prima di abbracciarmi

“Oh fratellino non sai quanto ci hai fatto preoccupare quando ti abbiamo visto svenuto davanti alla porta, non lo fare mai più” mi disse continuando ad’abbracciarmi

“Va bene Aly scusa” gli dico con una mezza risata

“Comunque Emmet dovrebbe arrivare a momenti” mi dice sospirando, rimettendosi seduta

“Comunque che è successo?” gli chiedo mettendomi seduto, volevo sapere cos’era successo dopo che sono svenuto e che ci facevo in ospedale

“Ecco vedi a un certo punto ci siamo preoccupati perché ancora non eri tornato e avevi detto che tornavi alle sei un quarto ma poi alle sei e mezza non eri arrivato e quindi Emmet aveva deciso di venire a scuola a vedere se eri ancora lì e ……”


Inizio Flashback
ore 18:30

“Strano che Edward non sia ancora tornato” disse Emmet improvvisamente disturbando il silenzio che si era formato

“Forse l’allenatore ha deciso di tenerli ancora un altro po’ ad’allenarsi” gli dice Rosalie che stava leggendo una rivista

“Non credo, Ed non può fare esercizio per più di due ore” gli dice Jasper

“Potrebbe essersi trattenuto un po’ con i suoi nuovi amici” pensa Alice, speranzosa che il fratello si fosse fatto qualche amico

“Si ma dovrebbe arrivare o perlomeno credo” dice sempre Emmet.

Passò una mezzoretta e di Edward ancora nessuna traccia, Alice l’aveva pure chiamato ma il telefonino risultava spento e lei come tutti gli altri era sempre più preoccupata, solo dopo pochi minuti Emmet si alzò di scatto e prese le chiavi della macchina

“Vado a scuola e se è ancora lì lo tiro dalle orecchie, non può farci preoccupare in questo modo” dice ma Alice lo blocca guardando fuori la finestra

“è arrivato” esclama felice e non più preoccupata ma quando oltrepassa Emmet e apre la porta un grido di terrore inonda tutta la casa

“EDWARD NO” gridò alla vista del fratello inerme ai suoi piedi e mentre Emmet la precedette velocemente fiondandosi dal fratello, Alice si trattenne a Rose per non svenire

“Ed svegliati, Ed” gridò Emmet scuotendolo, ma nessuna risposta proveniva dal più piccolo dei fratelli

“Emmet portiamolo in ospedale” gli disse Jasper e aiutando l’altro ragazzo a portarlo salirono in macchina e corsero velocemente verso l’ospedale.

Quando arrivarono chiesero subito del dottor Swan, che per fortuna era ancora lì, e appena venne chiamato andò subito a visitare il ragazzo

“Dottore allora? Sta bene vero?” chiede velocemente Alice mentre il dottore esce dalla camera

“Ora si, sta riposando. Purtroppo questa crisi è stata brutta e per poco non ci rimetteva davvero la vita, ma per salvarlo questa cura dovrà sempre essere continuata” gli spiega

“Ma sicuro che guarirà? Ci potrà garantire che se avrà una prossima crisi non succederà niente di quello che è successo adesso?” gli chiede Emmet

“Non posso garantirvi niente, questa è l’unica cura che può guarirlo, pure se doveva essere iniziata da un anno dopo che le crisi sono iniziate” continua a spiegargli

“Ma gli altri dottori avevano detto che non ci sono cure” interviene Jasper un po’ sorpreso

“Gli altri dottori si sbagliavano, non è il primo caso che abbiamo di questa malattia, forse è il primo caso su un ragazzo che ci ha vissuto da quand’era bambino, ma non il primo in assoluto. Ora scusatemi ma ho delle visite da fare, se volete potete entrare. E preferirei che stesse in ospedale fino a dopodomani sera” gli dice cordiale e poi si allontana mentre i ragazzi entrano nella stanza

Fine Flashback

“Ed’eccoti qui” finisce con un piccolo sorriso intanto si apre la porta rivelando Emmy che mi guarda sorridente

“Eddy finalmente ti sei svegliato” mi dice mentre si siede ai piedi del mio letto

“Proprio così. Sono tornato per torturarti” gli dico macabro nascondendo un piccolo sorriso

“Oh no,aiuto sorellina, Eddy mi vuole mangiare” dice facendo una vocina da spaventato che mi fa ridere

“Ma che mangiare, voglio solo bere il tuo sangue” scherzo non nonchalance

“Ma che sei scemo” mi dice Alice ridendo e io faccio finta di essere offeso

“Perché lui no?” gli chiedo indicando Emmet

“Si ma tu vieni subito dopo” “Ehy” ribattiamo insieme offesi per poi ridere.

Stiamo un altro po’ insieme ridendo e scherzando e evitando le cose serie, chiamano pure Jasper e Rosalie per vedere come stavo e scusandosi che non sono venuti ma non volevano disturbarmi, ma io li tranquillizzo, quando è ormai metà pomeriggio la porta si apre rivelando … Bella

“Ciao Bella” la saluto subito, voltandomi felice mentre lo stesso fanno i miei fratelli

“Ciao Ed” mi dice imbarazzata dalle altre due persone e io mi appresto a fare le presentazioni

“Bella loro sono i miei fratelli Alice e Emmet, ragazzi lei e Isabella una mia amica di scuola” li presento con un piccolo gesto della mano

“Ciao Bella siamo molto felici di conoscerti” gli dice Alice abbracciandola e lasciandomi scioccato mentre mio fratello ripete le sue stesse parole

“Anch’io, comunque scusatemi non volevo disturbarvi, vi lascio da soli” dice avviandosi verso la porta ma prima che io possa bloccarla interviene Alice

“Non ti preoccupare noi ce ne dobbiamo andare, anzi mi faresti un piacere se tieni un po’ di compagnia a questo combina guai” gli dice Alice e io le mando un’occhiata minacciosa

“Ehy ti ho sentito” gli dico offeso e lei mi scocca un bacio sulla guancia

“Lo so. A domani fratellino, spero di rivederti Bella” gli dice e sparisce dalla vista

“Il solito folletto pestifero, be fratellino ci vediamo. Bella spero ci rivedremo” dice anche Em e poi sparisce pure lui.

“Siediti” gli dico sorridendole e lei fa come gli ho detto

“Stai bene? Mi sono preoccupata quando non ti ho visto a scuola e poi ho saputo da Ben e Angela che eri in ospedale” mi dice preoccupata

“Tranquilla sto bene, ho avuto solo un piccolo malore” gli dico

“Sono felice che adesso stai bene” mi dice sorridendo dolce

“Com’è andata a scuola?” gli chiedo e lei sospira

“Male ho litigato con Jacob, Jessica mi ha fatto incavolare e Tyler, Eric, Lauren e Mike non riesco più a sopportarli. Infatti ho saputo di te solo perché mi sono seduta con Ben e Angela per la prima volta” mi dice sorridendo mesta

“E perché è successo tutto questo?” gli chiedo confuso e lei mi guarda con i suoi occhi color cioccolato

“Così non riesco più a sopportarli, non so forse mi conviene lasciare Jacob e non frequentare più nessuno di loro” dice pensierosa, riesco a capire che sta nascondendo qualcos’altro, ma non voglio indagare oltre, non sono il suo ragazzo ……… Magari lo fossi!!!!

Cosa? Che ho detto?

Ok sono completamente impazzito, vero che lei è bella, anzi bellissima, che la vorrei toccare, però preferirei baciarla, che vorrei stare sempre con lei ma dire che vorrei essere il suo ragazzo mi sembra un po’ presto, constatando anche che io potrei pure morire e farla soffrire e forse non sono neanche il suo tipo

“Ehy mi ascolti?” la sua voce mi richiama dai miei pensieri mentre io riporto lo sguardo su di lei

“No scusa pensavo ad’altro” gli rispondo in imbarazzo

“Va bene ma che non capiti più” mi dice minacciosa

“Tranquilla dicevi?” gli chiedo curioso

“Che una volta che ci troviamo potremmo parlare, insomma nessuno dei due conosce molto dell’altro, quindi approfittiamone e conosciamoci meglio” mi dice sorridente e io le do ragione

“Giusto chi inizia?” gli chiedo

“Scegli tu” mi dice scrollando le spalle, e io penso in fretta anche per trovare un modo per nascondergli la mia malattia

“Inizia tu, prima le signore” gli dico sorridendo un po’ ironico

“Ok. Allora mi chiamo Isabella Swan, sono nata il 13 Settembre 1993 qui a Forks, è sono imbranata, timida, scherzosa, solare e curiosa, mio padre Carlisle Swan e il medico di questa cittadina mentre mia madre Esme Swan è un’arredatrice, e per finire sono figlia unica. Fino alle medie sono sempre stata una persona riservata, cosa che però non sono più da quando ho iniziato il liceo. Nel primo liceo sono entrata a far parte della squadra delle cheerleader, e da allora ne faccio parte, sono fidanzata con Jacob Black, pure se la nostra relazione sembra che stia scomparendo. E da quel momento sono stata una delle più popolari della scuola” finisce di raccontarmi sorridendomi

“Bene, ora tocca a me vero?” gli chiedo sorridendo

“Si. Inizia” mi risponde con un gesto della mano

“Mi chiamo Edward Cullen, sono nato a Chicago il 20 Giugno 1993, in teoria il mio essere me stesso si divide in due parti: da una parte c’è il ragazzo solare, curioso,intraprendente, dolce e affettuoso mentre dall’altra c’è il ragazzo freddo, introverso, serio e riflessivo, e la maggior parte delle volte sono dominato sempre da questo carattere. Mia madre Elizhabet Cullen è morta dandomi alla luce, mentre mio padre Walter Cullen fa l’avvocato e mi odia proprio perché mia madre è morta. Ho due fratelli Emmet e Alice, con mio fratello mi passo dodici anni mente con mia sorella dieci. Non ho mai avuto amici perché le persone appena scoprivano che avevo l’asma forte diventavano miei amici solo per pietà, ci siamo trasferiti qui perché ci hanno informato che qua c’è un bravissimo dottore che forse saprebbe curarmi” finisco e quando la guardo vedo che ha le lacrime agli occhi

“Bella tutto a posto?” gli chiedo preoccupato e allarmato

“Si scusa” mi dice asciugandosi gli occhi

“Hai dimenticato di dirmi che sei anche molto emotiva” gli dico per smorzare un po’ quell’aria che si era creata, infatti lei fa una mezza risata

“Scusa solo che non ho mai pensato che qualcuno non avesse mai conosciuto la propria madre” mi dice prendendomi una mano

“Scusami se ti ho fatto piangere la prossima volta mi trattengo” gli dico dispiaciuto, non volevo che fosse triste per me

“Non preoccuparti, anzi scusami tu, mi sono fatta prendere un po’ troppo dall’emozione” mi dice sorridendomi dolce

“Piagnucolona” la prendo in giro e lei mi fa la linguaccia per poi mettersi a ridere

“Comunque quando potrai uscire?” mi chiede guardandosi intorno

“Domani sera, quindi ritornerò a scuola dopodomani” gli rispondo, nel frattempo bussano alla porta e compare la testa di Carlisle Swan

“E tu che ci fai qui?” chiede guardando sorpreso la figlia

“Sono venuta a trovare Edward” risponde solamente

“Bene. Edward come ti senti?” mi chiede guardandomi da vicino alla porta

“Ora bene” rispondo

“Ottimo allora io torno a casa ma se hai bisogno non esitare a farmi chiamare. Bella ti conviene tornare a casa o farai preoccupare tua madre” gli dice e poi se ne va

“Va bene. Edward vado se riesco passo domani sennò ci vediamo a scuola” mi dice dandomi un bacio sulla guancia

“Oppure potremmo parlarci” gli dico guardando il mio cellulare sul mobiletto

“Giusto ci potremmo pure sentire per telefono. Ci vediamo ciao” dice aprendo la porta sempre sorridente

“Ciao” gli dico.

Appena la porta si richiude io rimango da solo, la luce ormai se n’era andata da un po’ e l’unica luce accesa era quella della lampadina sul mobiletto, mi distesi e pensai alla bellissima ragazza che avevo conosciuto

“Edward” una voce maschile, quella di mio fratello mi fece riaprire gli occhi per vederlo vicino a me

“Che ci fai qui?” gli chiedo confuso mentre lui si siede

“Ti faccio compagnia fino a domani mattina, ne io e ne Alice vogliamo che tu stia da solo così per stasera sono venuto io” mi dice

“Ma puoi andare se vuoi” gli dico, non volevo costringerlo a stare con me

“Non scherzare, comunque mi dispiace ma è da ieri che ho sonno quindi buonanotte” dice incrociando le braccia e addormentandosi

“Buonanotte” gli dico e seguendo il suo esempio mi addormento anch’io.



Holàààà!!!!!
Ed’eccomi un’altra volta a rompervi le scatoline.
Piccola curiosità: vorrei sapere che ne pensate per il momento di Edward e Bella nella mia storia, e poi vorrei sapere se per caso vi piacerebbe se mettessi un pov Emmet. Spero mi risponderete al prossimo aggiornamento Kiss

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Capitolo 7
*** Ti odio ***


                                                    Ti odio


(Pov Emmet)

“Fratellone svegliati” la voce di Alice mi fa svegliare dal mio bellissimo sogno, ma come al solito ogni volta che sogno una cosa bella mi svegliano sempre

“Che vuoi Aly? Vedi di sparire ho sonno” gli dico, solo in quel momento mi ricordo di essere in ospedale

“Devi tornare a casa, papà ha detto di chiamarti ti vuole parlare” mi dice e io apro gli occhi guardandola confuso

“Papà? E che vuole?” gli chiedo puntando gli occhi sul mio fratellino che dorme tranquillo

“Non lo so” mi dice scrollando le spalle e facendomi alzare

“Vado, se succede qualcosa chiama” gli dico salutandola

“E tu vedi di non prenderlo a botte” mi dice minacciosa

“Questo non te lo garantisco” gli dico con una linguaccia ed’esco prima che possa dire qualcosa.

Non so cosa mi vuole dire ma non m’interessa particolarmente, insomma che dovrebbe volere dal bellissimo, fantastico, meraviglioso, incredibile
( NdA: Emmet finiscila) ................ 

Insomma che vorrebbe dal sottoscritto Emmet Cullen, primogenito e ex campione di basket?

Solo prendere un paio di pugni, logico!!!

“Sono a casa” grido per farmi sentire quando sono arrivato, Rosalie mi viene incontro e mi abbraccia

“Bentornato, come sta Edward?” mi chiede baciandomi

“Bene stava dormendo. Mio padre?” gli chiedo guardandomi in giro

“Nel suo studio” mi dice

“Bene allora salgo” gli dico e poi salgo al piano superiore.

Quando arrivo davanti alla porta busso e senz’aspettare risposta entro, lui è seduto alla scrivania che mi guarda dopo aver annuito, segno che è compiaciuto che io sia andato dopo che mi ha chiamato

“Che vuoi?” gli chiedo freddo

“Parlarti semplice, siediti” mi dice indicando la sedia, ma io rimango alzato vicino alla porta

“Grazie ma preferisco stare alzato. Ora puoi dirmi perché mi hai chiamato?”

“Semplice ti volevo avvisare della mia decisione di andarcene da qui” mi dice lasciandomi stupito

“Cosa?” gli chiedo di scatto

“Non mi piace Forks, non ho abbastanza clienti” mi dice appoggiandosi allo schienale della sedia

“E non pensi a noi?” gli chiedo arrabbiato, mi piace vivere qua e piace pure a Alice, Rosalie e Jasper, e sembra che Edward si stia abituando a vivere in questo posto

“Certo che ci penso. Andremo a vivere a Los Angeles, tu e Alice vi potrete trovare un lavoro e lo stesso vale per Jasper e Rosalie” mi dice e come al solito nel discorso di famiglia non inserisce Edward, cosa che mi fa infuriare

“E a Edward non ci pensi?” gli chiedo tirando un pugno al muro

“A chi?” mi chiede facendo il finto tonto

“A tuo figlio, insomma ti devo ricordare che siamo qui per lui? Anzi ora che ci penso non t’interessa, insomma non ti sei mai preoccupato per lui” gli dico acido e lui si alza venendomi incontro

“Non dovresti dire così Emmet, vi ho fatto andare da tanti dottori e tutti hanno detto che non c’è speranza, quindi è meglio andare in un posto più bello dove può morire in pace, che qui, in mezzo alla pioggia” mi dice ma le sue parole mi irritano di più

“Non è vero questo, perché sai che il dottore di questa cittadina ha detto che c’è speranza che si salvi e tu per questo te ne vuoi andare” gli dico accusandolo e lui si irrigidisce

“Che stai dicendo? Credi che io abbia detto ai medici dove vi ho mandato di dirvi che non c’erano speranze?” mi chiede irritato

“Si, è questo quello che intendo. Da quand’è nato tu hai sempre cercato un modo per farlo morire e dato che ha quella malattia, hai pensato bene di sfruttare questa cosa a tuo favore” continuo ad’accusarlo, dopo aver sentito il dottor Swan ci ho pensato molto e ho pensato che mio padre potesse aver organizzato tutto

“Stai delirando, non so chi ti abbia messo in testa una cosa del genere” dice ridendo sprezzante e io apro la porta per andarmene

“Comunque sappi che non ti permetterò di fargli del male, e che né io e né gli altri verremo con te” gli dico e poi chiudo la porta.

Quando scendo sento la musica del pianoforte di Edward provenire dal salone e curioso scendo veloce le scale, a parte lui nessuno la sa suonare in casa, o meglio l’unica persona che lo sapeva suonare oltre a Edward era mia madre, ma adesso lei non c’è e Eddy è diventato l’unico musicista di casa

“Ragazzi posso sapere chi ha imparato a suon… … Edward?” mi blocco quando vedo mio fratello suonare il pianoforte sotto gli sguardi di tutti

“Ciao fratellone, buongiorno” mi dice fermandosi e sorridendo

“Che ci fai qua? Non dovevi uscire stasera dall’ospedale?” gli chiedo confuso guardando anche gli altri

“Si, ma il dottor Swan ha detto che sto benissimo e mi ha fatto tornare a casa a patto che non mi stancassi” mi risponde scrollando le spalle

“Bene fratellino, continua pure a suonare, non vedo l’ora di sentirti” esclamo e mi siedo insieme agli altri sul divano, mentre le note riprendono a vagare per casa.


(Pov Bella)

Stavo andando in mensa insieme agli altri, mentre Jessica non la finiva di parlare e Jacob mi teneva sempre dalla mano, e se provavo a lasciargliela lui me la stringeva sempre più forte

“Jess la finisci di parlare” gli dice Mike quando ci sediamo in mensa, pure se io rimango in piedi indecisa se sedermi con loro o no

“Comunque Bella mi devi dire perché ieri pomeriggio non mi hai risposto” mi dice invece Jacob guardandomi e ignorando gli altri

“Non sono affari che ti riguardano” gli rispondo indignata e lui si alza

“Certo che lo sono insomma sei la mia ragazza e voglio sapere dove vai” mi dice cercando di baciarmi ma lo scanso

“Finiscila Jacob, non t’interessa, non puoi costringermi a dirti dove sono stata” gli dico e lui si fa minacciosa

“Sei stata a casa di Cullen vero? Ti ho detto di stargli lontano, tu sei solo la mia ragazza” mi dice minaccioso e io mi irrito di più

“Non sono stata con lui è adesso finiscila di farmi l’interrogatorio” gli dico quasi ad’alta voce e lui mi tira uno schiaffo che fa ammutolire tutta la sala

“Ti ho già detto di stargli lontana e ora dimmi subito dove sei stata” mi dice mentre io mi tocco la guancia che si sta facendo rossa

“Non t’interessa e da oggi considera la nostra relazione finita” gli dico e mi allontano per poi andare velocemente in bagno a sciacquarmi la faccia dove delle piccole lacrime stavano scendendo

Non sono addolorata perché l’ho lasciato anzi mi fa un’enorme piacere, solo che da oggi mi disprezzeranno tutti e poi non pensavo che lui arrivasse al punto di tirarmi uno schiaffo

“Bella stai bene?” appena mi giro alle mie spalle vedo Angela Weber che mi guarda dispiaciuta

“Si grazie” gli dico sorridendole

“Vieni a sederti con me e Ben” mi dice prendendomi dal braccio e trascinandomi, quando ritorno in mensa gli occhi vengono puntati su di me mentre mi siedo

“Grazie” dico a tutt’e due riconoscente

“Di niente. Sicura di stare bene?” mi chiede Ben sorridendo amichevole

“Si, tutto a posto”

“Mi dispiace che vi siete lasciati” mi dice Angela e io scuoto la testa

“A me no. Solo ora capisco che non siamo fatti l’uno per l’altra ed’è meglio così” gli dico, intanto il telefonino di Ben suona e lui risponde felice

“Pronto?” risponde subito e dopo la risposta dall’altra parte del telefono si mette a ridere

“Che sei scemo, comunque ti avviso che domani non si viene a scuola” dice Ben, domani sarebbe giovedì ma dato che c’è stato un problema di tubature è arrivata la notizia dal preside che domani non si viene a scuola

“Ma con chi sta parlando?” sussurro a Angela, pure se forse ho capito “Credo con Edward” mi risponde lei e io continuo ad’ascoltare Ben “Vuoi che oggi pomeriggio vengo a portarti i compiti oppure te li do direttamente dopodomani?” gli chiede ironico e cerco di sentire la voce dall’altro lato del telefono “Come vuoi. Ci sentiamo ciao” e chiude la chiamata per poi riconcentrarsi sul suo pasto. Alla fine delle lezioni vedo verso la mia macchina mentre tutti mi guardano male, ho bisogno di parlare con qualcuno di questa cosa, con qualcuno di cui mi fido e quindi, dopo essere entrata in macchina, decido di prendere il telefonino per mandare un messaggio


                                    Ho bisogno di parlare con il mio migliore amico, domani sei disponibile?
                                     Se si a che ora vuoi e dove vuoi. Baci Bella


Solo quando invio il messaggio e parto per andare a casa mia, sento il mio cuore battere forte mentre le mani mi tremano, non so perché ma è da un paio di giorni che ogni volta che parlo di lui oppure gli parlo il mio cuore inizia a battere all’impazzata.

Quando arrivo a casa noto che né mamma e né papà ci sono, così mi fiondo subito in camera mia e mi distendo sul letto, mentre penso a lui, al suo sorriso, ai suoi occhi verdi, e delle lacrime ricominciano a scendere quando penso alla conversazione di ieri dove lui mi ha detto di non aver conosciuto sua madre
Quando me l’ha detto avevo la voglia di stringerlo a me, ma poi mi sono trattenuta, intanto la suoneria del mio telefonino mi fa spaventare ma appena mi riprendo dallo spavento prendo subito il cellulare per leggere il messaggio


Migliore amico disponibile, vediamoci domani a casa mia, anzi t’invito a pranzo. I miei fratelli vanno a Seattle a fare delle cose e non saranno a casa prima di sera e mio padre ha un colloquio di lavoro per tutto il giorno. Sai dove abita Ben?

La domanda mi lascia un po’ confusa ma io gli rispondo, sapevo dove abitava Ben perché un giorno Jacob aveva detto che quella casa era di uno dei più sfigati della scuola 

                                   Si. Abiti da quelle parti?

Risposta inviata, ora aspetto, intanto sento la porta di casa aprirsi e io scendo per vedere mia madre entrare

“Ciao mamma” gli dico abbracciandola

“Ciao tesoro. Com’è andata a scuola?” mi chiede entrando in cucina e io la seguo

“Normale, comunque domani non si va perché devono aggiustare le tubature della scuola” gli dico

“Bene e quindi penso che andrai dal tuo ragazzo come sempre” mi dice sorridendomi, pure se da una parte so che non né è felice perché secondo lei e papà il mio ex ragazzo non fa per me, e io se prima mi mettevo a ridere ora gli do pienamente ragione

“No, sai ho capito che non siamo fatti l’uno per l’altra e l’ho lasciato” gli dico scrollando le spalle

“Oh tesoro mi dispiace” mi dice davvero dispiaciuta abbracciandomi

“Non fa niente. Comunque domani sono stata invitata a pranzo da un amica” gli dico per non farla preoccupare, non vorrei che dicendogli amico pensasse che abbia lasciato Jacob per lui

“Ah capito. Bene così ti divertirai” mi dice

“Si infatti, scusa ma ora vado a finire di fare i compiti” ed’ecco l’ennesima bugia per nascondermi, corro in camera e noto che mi è arrivato il messaggio che aspettavo


Si abito cinque case più avanti, ma tranquilla ti aspetto davanti al cancello così mi vedi. Allora ti aspetto domani Baci Edward

Ero felice che fosse disponibile, e che volesse parlare con me, quando chiusi il messaggio sperai che arrivasse subito il giorno dopo.

(Pov Edward)

Non riuscivo a staccare gli occhi dal telefonino per la felicità e il solo sapere che domani sarebbe venuta mi elettrizza, quando poso il telefono bussano alla porta

“Avanti” grido quando la porta si apre e rivela mio padre,io mi alzo di scatto dal letto confuso

“Papà che ci fai qui?” gli chiedo stranito

“Ti volevo dire che la prossima settimana partiamo” mi dice freddo

“Cosa?” chiedo scioccato, non voglio partire, non adesso che forse potrò guarire e essere felice

“Quello che ho detto”

“Perché?” gli chiedo arrabbiato

“Semplice è inutile stare qua e poi non ti servirà a niente vivere quindi perché stare in questo stupido posto” dice facendomi raggelare

“Non è stupido. E poi io voglio vivere” continuo a gridare e lui sembra compiaciuto di questa cosa

“Dai non ti arrabbiare è meglio cosi” mi dice e io mi siedo di scatto sul letto quasi senza voce

“No”

“Comunque hai il tempo di salutare se devi” mi dice e infuriato gli grido contro

“Ti odio, hai capito? Ti odio” gli grido prima che esce e lui dopo avermi sorriso mi risponde facendomi immobilizzare di colpo

“Anch’io” mi risponde e esce ridendo, mentre io non so più che dire.

Tanti pensieri mi girano in testa, pensieri riguardanti i miei fratelli, Bella,Ben, la cura che devo fare, la squadra di basket, Forks, Chicago e anche delle foto che avevo visto di mia madre mi ritornano in mente.
In quel momento la porta si spalanca e compare Alice che spaventata viene subito ad’abbracciarmi mentre compare anche Emmet che si unisce mentre le lacrime fuoriescono dai miei occhi

“Non voglio partire” gli dico fra i singhiozzi

“Non partiremo Ed. Non partiremo” mi dice Emmet e nella sua voce leggo un po’ di rabbia, forse si prospetta un’altra sua litigata con nostro padre

“Ma papà …” cerco di dire

“Papà te l’ha fatto a posta, gli abbiamo detto che non vogliamo partire” mi dice Alice, e io li stringo per averli un po’ più vicini.



Holààà!!!!
Eccomi con un nuovo capitolo, per chi potrebbe pensare che forse nel prossimo capitolo ci potrebbe essere il bacio, purtroppo devo negare la cosa. Vi aspetto al prossimo capitolo Kiss

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Capitolo 8
*** Lezione di cucina ***


                                                                                                       Lezione di cucina

 

(Pov Edward)

“Mi raccomando fratellino, non rovinare casa” mi dice Emmet mentre aspetta che gli altri si sbrighino

“Tranquillo quando arriverete stasera ritroverete la casa così com’è” gli dico un po’ ironico

 “Certo, come no” risponde annuendo fintamente pensieroso, intanto ci raggiungono gli altri, Alice subito mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia

“Vedi di non fare danni” mi dice

“Ma non ho capito, perché mi dite sempre di non rovinare casa, se io non ho mai fatto niente?” gli chiedo fintamente offeso

“Sei il più piccolo è logico che potresti far esplodere casa” mi risponde scrollando le spalle

“Andatevene e non fatevi più vedere, via” gli dico girando la testa da un’altra parte

“Ci vediamo stasera, stai attento” mi dice Em dandomi una pacca e poi entrano tutti in macchina e se ne vanno.

Quando chiudo la porta noto che con gran piacere è tutto pulito merito di mia sorella e di mia cognata così vado sopra a vestirmi, prima che arrivi Bella, quando arrivo sopra metto una camicia azzurra e un pantalone nero, poi passo del gel sui capelli e li rendo un po’ più vivaci e infine scendo sotto a suonare un po’.
Dopo un paio di minuti esco e mi appoggio al cancello della casa, ma prima che mi possa rilassare tranquillo vedo una macchina rossa più o meno davanti a casa di Ben, e appena capisco che è lei alzo una mano per farmi riconoscere.


(Pov Bella)

Questa mattina ero agitata, è vero non è proprio un appuntamento e siamo solo amici ma la cosa mi agitava lo stesso, ci avevo messo due ore a scegliere cosa mettere e alla fine optai per un pantalone marrone e una maglietta scollata viola, i capelli che avevo lavato ieri sera li avevo lasciati liberi di cadere sulla spalla, e poi avevo messo solo un po’ di cipria

. “Mamma io vado. Ci vediamo stasera” gli dico prendendo le chiavi della macchina

“Stai attenta” mi dice ma io non la sento perché sono già uscita, subito metto in moto e parto.

Da qui al posto dove abitano Edward e Ben sono due chilometri e quindi non è né tanto lontano e neanche tanto vicino, quando arrivo lì davanti all’inizio non vedo nessuno ma poi vedo una figura che da lontano mi saluta con la mano subito rimetto in moto e mentre mi avvicino vedo che Edward.
Quando mi fermo davanti casa sua un sorriso spunta sulle mie labbra mentre lui viene ad’aprirmi galantemente la portiera

“Che galante che sei” gli dico prendendolo in giro mentre chiude la portiera

“Grazie, tutto frutto di lunghi anni” mi dice con metà inchino e facendo una mezza risata lo abbraccio di slancio

“Sono felice di rivederti” gli dico baciandogli una guancia

“Anch’io, non vedevo l’ora che arrivassi. Dai entriamo” mi dice in imbarazzo mentre mi fa cenno di seguirlo, e mi fa entrare per prima dentro casa

“Vieni ti faccio fare prima un giro veloce della casa” mi dice e così felice lo seguo.

Prima partiamo dal salone, la cucina, e il piccolo giardinetto dietro casa, poi il piano di sopra e poi l’ultimo piano, quando entrò nell’ultima camera capisco che è la sua

“E questa è la mia stanza” mi dice , io curiosa mi avvicino alla libreria dove ci sono molti libri di diversi generi, vicino ci sono anche due porta cd con musica di tutti i tipi, poi mi giro a vedere dov’è e lo trovo seduto sul letto che mi guarda

“Non pensavo che ti piacesse molto leggere” gli dico sedendomi anch’io e continuando a guardare la stanza

“Diciamo che è un piccolo hobby che faccio quando non so che fare” mi dice scrollando le spalle

“E da tutta la musica che c’è, immagino che il pianoforte in salone è tuo, vero?” il grande strumento nel salone è stato quello che mi ha più colpito

“Infatti, prima era di mia madre, ma poi è diventato mio” mi dice un po’ triste e mentalmente mi do della scema per aver toccato quel tasto

“Che si mangia per pranzo?” gli chiedo di scatto per cambiare argomento e lui mi guarda confuso

“Per la verità non so che ti piace e quindi ho pensato di cucinare quando arrivavi tu” mi dice spettinandosi i capelli

“Bene allora andiamo a cucinare e già mezzogiorno” gli dico trascinandolo per le scale velocemente quando arriviamo sotto lo faccio passare e questa volta è lui a trascinarmi, la cucina è dipinta di un rosa pallido con i mobiletti di legno e al centro c’è un tavolo rettangolare sempre in legno

“Che si mangia?” mi chiede pensieroso

“Che potremmo cucinare?” gli chiedo guardandomi in giro in cerca di ingredienti

“Potremmo fare una torta al cioccolato” mi dice prendendo un libro di cucina

 “Ci metteremo molto anche per il tempo di cottura” gli dico, pure se l’idea mi attira moltissimo

“Il tempo che cuciniamo anche le altre cose, che apparecchiamo e mangiamo dovrebbe essere pronta” mi dice scrollando le spalle

“Va bene, per primo propongo pasta al forno, mia madre mi ha insegnato a farle velocemente” gli dico e lui annuisce compiaciuto

“E per secondo carne e patatine” finisce e dopo aver preso due grembiuli ci mettiamo a cucinare.

Io mi metto a fare la pasta mentre Edward la torta, la carne e le patatine per ultime,mentre mi metto a fare il sugo vedo Edward che guarda la farina come se non sa che fare

“Chef Edward sa che per usare la farina la deve aprire prima e dopo mettere la quantità giusta in quel recipiente?” gli chiedo sghignazzando

“Chef Bella non si preoccupi so come si usa, stavo solo guardando quanta quantità ne devo mettere. Lei dubita delle mie qualità per caso?” mi chiede fintamente offeso

“No, ma dalla sua espressione sembrava tutto al contrario” gli dico rimettendomi a cucinare

“Per sua informazione una volta ho fatto una ciambella con mia sorelle ed’è uscita molto bene” mi dice aprendo il pacco di farina e io continuo a prenderlo in giro

“Oh mi scusi, la prego non mi punisca” lo guardo con sguardo preoccupato pure se la mia voce dice tutt’altro

“Mi dispiace ma la sua punizione sarà durissima” mi dice e io fermandomi lo guardo prendere una manciata di farina, all’inizio non capisco che vuole fare ma appena capisco indietreggio subito

“Non lo fare” gli dico e di scatto prendo la bottiglia del latte che mi serve per fare la besciamella

“Mi dispiace ma questa è la punizione che ti aspetta” mi dice e mi tira addosso la farina ricoprendomi tutta di bianco

“EDWARD CULLEN TE LA FACCIO PAGARE” gli grido e lo bagno con il latte in meno di un secondo ci ritroviamo in mezzo a una battaglia alimentare, io intanto mi ero impossessata della farina colpevole Alla fine ci ritroviamo tutt’e due a terra che continuiamo a ridere, mentre siamo circondati da latte, farina, uova e molte altre cose, io sono piena di uova e farina e anche di un po’ di sugo mentre Edward e pieno di uova, farina, sugo e un po’ di cioccolata dalla testa ai piedi

“Riprendiamo a cucinare” gli dico mentre mi alzo, lui intanto fa lo stesso

“Ok ripuliamo dopo” dice e riprendiamo a cucinare tranquillamente.

Dopo tre ore piene e tutto pronto, nel frattempo che le cose si cucinano noi puliamo e apparecchiamo, solo dopo che è tutto pronto ci sediamo e ci mettiamo a mangiare

“Signorina Swan la pasta è davvero deliziosa, i miei migliori complimenti” mi dice mentre io mi metto a ridere pure se nel frattempo arrossisco per il complimento

“Grazie, e menomale che è venuta bene, sennò avrei ammazzato il capo della rivolta alimentare” gli dico con una linguaccia

“Allora la prossima volta dico al capo di continuare a farla arrabbiare, sai è molto curioso di vedere che gli fai” mi risponde trattenendo le risate

“Gli dica che sarò molto felice di dimostrarglielo in modo pratico” gli dico e non resistendo più ci mettiamo a ridere.
Poi mangiamo tranquillamente per tutto il pranzo, puliamo i piatti e poi ci sediamo insieme sul divano, o meglio io mi siedo sul divano mentre Edward suona qualcosa al pianoforte

“Sei bravissimo” gli dico battendo le mani e lui mi raggiunge dopo aver fatto un inchino

“Grazie ma mi sa che adesso sia arrivato il momento di parlare, sbaglio o mi hai detto che avevi bisogno di parlare con qualcuno?” mi chiede sedendosi con me

“Infatti ti volevo dire di quello che è successo ieri” gli dico un po’ triste

“Allora parla ti ascolto” mi dice tornando serio e io gli racconto tutto, però non gli dico dello schiaffo, non so perché ma qualcosa mi dice che se glielo dico va subito a picchiare Jacob

“Mi dispiace molto” mi dice triste abbracciandomi e io mi stringo forte a lui, ora che gli ho detto tutto mi sento rilassata

“Non fa niente, è meglio così” gli dico quando ci stacchiamo e lui mi guarda corrucciando una fronte

“Bella posso chiederti che hai fatto alla guancia, e da stamattina che l’ho notata più gonfia e rossa ma non ti ho chiesto niente” e io lo guardo stupita per un minuto, non pensavo se ne sarebbe accorto, subito mi riprendo e abbasso gli occhi imbarazzata

“Diciamo che Jacob non si è limitato a urlarmi contro” gli rispondo e lo vedo irrigidirsi

“Vuoi dire che ti ha picchiato?” mi chiede e quando alzo gli occhi vedo che è furente e le sue mani si stringono a pugno “Si ma non è niente” gli dico subito mentre lui si avvicina ancora di più accarezzandomi la guancia gonfia

“Ti fa male?” mi chiede dolce e in quel momento mi manca l’aria, non per la domanda, ma per la vicinanza dei nostri visi, i nostri nasi quasi si sfiorano e una scarica elettrica mi invade

“No” sussurro senza voce, lui di scatto batte le palpebre e si allontana

“Scusa non so che mi è preso” mi dice rosso dalla vergogna, intanto l’elettricità se ne andata

“Non fa niente. Non pensavo ti preoccupassi per me” gli dico dolce e sorridendogli per fargli capire che non me l’ha sono presa

“Certo che mi preoccupo per te, sei mia amica” mi dice abbassando gli occhi

“Grazie”

“Se vuoi vado a picchiarlo” mi dice battendo il pugno nel palmo della mano sinistra e io mi metto a ridere buttandomi su di lui “Non fa niente, la prima che lo deve picchiare sono io” gli dico e dopo ci mettiamo a vedere un film scelto a caso.
Quando è arrivata sera non vedo già l’ora che arrivi domani, intanto Edward mi apre la portiera per farmi entrare e io continuo a sorridergli

“Grazie e buonanotte. Ci vediamo domani” gli dico baciandolo sulla guancia e sedendomi in macchina

“A domani e buonanotte” mi risponde con un occhiolino e chiude la portiera, così a malincuore avvio la macchina e parto verso casa, continuando a guardarlo finché non scompare dallo specchietto, pure se continua a rimanere nel mio cuore.



Holàààà!!!!!!!!
Eccomi con un nuovo capitolo mi dispiace per il lungo ritardo ma internet mi funziona poco e niente, che spero vi piacia e recensirete, spero di
postare presto l’altro, alla prossima Kiss

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Capitolo 9
*** Piccola vendetta ***



Ps: piccola sorpresa nello spazio dell’autrice

                                                                 
                                                                             Piccola vendetta


(Pov Edward)

“Cullen sono molto contento di vedere che sia riuscito a mettersi subito alla pari con gli altri, e soprattutto sono molto contento di quest’ottima interrogazione” mi dice il professore di storia, sorridendomi orgoglioso, quando suona la campanella
La seconda ora era finita e dopo aver salutato il professore, che aveva avuto la bruttissima idea d’interrogarmi, esco dall’aula di storia, felice di aver preso un buon voto, con Bella che a un certo punto si mette a ridere

“Perché ridi?” gli chiedo stranito, non mi sembra di aver fatto qualcosa di strano

“Niente pensavo alla faccia del prof quando rispondevi tranquillamente alle sue domande” mi dice continuando a ridere, effettivamente ogni volta che rispondevo il professore mi guardava con la bocca aperta e gli occhi sbarrati, forse pensava che non sapevo niente, ma le mie risposte l’ho avranno sorpreso

“Guarda che non sapevo niente, non so come gli ho risposto” gli dico arrossendo un po’ per l’imbarazzo

“Certo, certo” dice annuendo sarcastica

“Edward” e io sto per ribattere , quando una voce mi chiama, non è quella di Ben ma mi sembra una voce conosciuta e quando mi giro vedo Richard Danner, un mio compagno di squadra, venirmi incontro

“Richard” lo saluto sorridendo, forse mi voleva ricordare che oggi c’erano gli allenamenti oppure che lunedì c’è la semifinale di coppa contro i Miami Heat una delle squadre più forti di questo campionato

“Ti volevo ricordare che oggi abbiamo gli allenamenti per la partita di lunedì e il mister vuole provare dei nuovi schemi” mi dice dopo aver salutato con un cenno della mano Bella

“Ok grazie per avermelo ricordato” gli dico mentre ci dirigiamo insieme nell’aula di matematica dato che in questa lezione siamo insieme

“Di niente. Spero che questa volta riusciremo a vincere, l’anno scorso siamo riusciti ad’arrivare in finale ma proprio i Miami Heat ci hanno battuto fin dai primi periodi e l’unica cosa che siamo riusciti a vincere è stato il campionato. Se quest’anno abbiamo un po’ di fortuna vinceremo tutto” mi dice un po’ sconsolato

“E come mai l’anno scorso avete perso? Vero che quella squadra è forte però anche voi eravate forti da come mi avete detto” gli chiedo curioso

“Eravamo in forma quel giorno ma purtroppo un nostro compagno si scocciava e ha lasciato il campo quand’eravamo alla fine della partita dicendo che loro erano troppo forti e sarebbe stato inutile continuare a giocare perché ci saremmo umiliati” dice sospirando intanto raggiungiamo la classe dove davanti alla porta ci aspettano Ben e Angela

“Com’è andata?” chiede Angela a me e a Bella

“A meraviglia, Edward ha fatto scintille in classe” dice ridendo e tre paia di occhi mi guardano confusi mentre io lancio un’occhiataccia a Bella

“Il professore mi ha interrogato” dico sedendomi con Ben mentre Bella e Angela si mettevano nel banco davanti a noi e Richard in quello alla mia destra

 “E com’è andata?” mi chiede Ben, mentre sta entrando la professoressa

“Tutto bene, l’ha lasciato scioccato” risponde Bella al mio posto continuando a sghignazzare

“Ma quanto sei bravo, allora la prossima ora vieni con me così lasci scioccata la professoressa di arte” mi dice Richard facendoci ridere

“Tranquillo per quello ci sono Bella e Angela” gli dico ricevendo due sguardi omicidi dalle ragazze, e un misto di risate dagli altri finché la professoressa non inizia a spiegare.

Quando suona un’altra volta la campanella ci dirigiamo insieme al nostro nuovo tavolo dove non siamo seduti solo noi cinque ma ci sono anche Patrick Doncas, Ronald Tunner e Mark Smith, altri tre compagni di squadra, nonché i tre più forti della squadra insieme a Richard e Jacob Al tavolo non si fa altro che parlare della partita e del nervosismo in ognuno di noi, tifosi e giocatori, e soprattutto del nervosismo del mister che molto probabilmente ci riempirà di esercizi, per come dicono, Bella invece per tutta l’ora sta zitta a guardare verso il tavolo dei più popolari dove c’è Jacob che ci guarda truce

“Ehy tutto a posto?” gli chiedo piano per non farmi sentire dagli altri e lei mi guarda con un sorriso triste

“Si pensavo” mi risponde per poi entrare nei discorsi degli altri, le conversazioni riprendono normalmente e felicemente finché la campanella non suona e ci dividiamo per andare alle proprie lezioni.
Alla fine di tutte le lezioni vado con Bella verso la palestra quando Ben mi raggiunge sorprendendomi

“Dove vai?” gli chiedo confuso

“A vedere gli allenamenti, non so che fare sennò. Solo che una decina di minuti prima che finiscono me ne devo andare” mi dice scrollando le spalle

“Come vuoi. Ehy scimmietta vedi di tifare per me, chiaro?” gli chiedo con finto tono minaccioso e lei dandomi un piccolo scappellotto alla testa si mette a ridere

“Mi dispiace ma io tifo al plurale e l’unica cosa che mi sentirai dire sia agli allenamenti che alle partite sarà: Forza Spartans” dice alzando un pugno ridendo, poi lasciamo Ben agli spalti e andiamo ognuno ai propri spogliatoi, il mio è ancora vuoto ma molto probabilmente gli altri staranno arrivando

“Ehy Edward già qui?” mi chiede Mark entrando insieme agli altri, dopo una decina di minuti

“Certo, mi piace anticipare” gli dico scrollando le spalle e gli altri sorridono felici, quando noto che tra loro non è presente Jacob, come aveva fatto nel primo allenamento a cui ho partecipato Intanto indosso la maglia della squadra, che è verde con le strisce bianche e al centro c’è la faccia di un lupo giallo, aspetto che gli altri si preparino e poi raggiungiamo insieme il mister che ci aspetta al centro del campo, sbattendo piedi e mani convulsamente come atto di nervosismo, e nello stesso istante noto che le ragazze si stanno già allenando

“Avete ritardato di dieci minuti è questo non va bene, spero che le prossime volte arriviate più puntuali” ci rimprovera

“Ci scusi” rispondiamo tutt’insieme

“E Jacob dov’è?” chiede irritato

“Non lo sappiamo, ma ha detto che sarebbe venuto” risponde Mike un po’ nervoso

“Lasciamo stare, tutti in campo. Iniziamo con i passaggi” ordina e tutti ci prepariamo.
Pure se questa è la seconda volta che partecipo agli allenamenti mi sembra di giocare da sempre, quasi non mi accorgo di quello che faccio ma ascolto solo le grida del mister e faccio quello che voglio fare

“Newton più veloce, Jhonson guarda dove tiri” continua a gridare e sento molti sospirare ai rimproveri dell’allenatore.

Quando finiamo due ore dopo ci sediamo tutti sugli spalti ad’aspettare le comunicazioni del mister riguardanti la partita e la formazione titolare, nel frattempo cerco di prendere aria il più possibile dopo che alla fine non riuscivo più a respirare e stavo per svenire davanti a tutti, per mia fortuna nessuno se ne è accorto

“Ed tutto a posto?” la voce di Bella mi distoglie dai miei pensieri e quando mi giro verso la mia destra la vedo venire verso di me

“Si certo” gli rispondo sorridendo

“Ehy squadra” la voce fastidiosa di Jacob ci raggiunge mentre lui entra in palestra sorridente, Bella agitata si mette più vicino a me

“Ma dove diavolo eri finito? Il mister quando ha visto che non c’eri è diventato furioso” gli grida Richard arrabbiato

“Dai ragazzi sono abbastanza forte da farvi vincere” gli dice tranquillo

“Come l’anno scorso?” gli chiede Mark guardandolo male e Jacob sbianca ma prima che possa dire qualcosa arriva il professore che appena lo vede diventa rosso di rabbia

“Black dove sei finito? Il capitano deve dare il buon esempio alla squadra ed’essere sempre presente” lo rimprovera furibondo

“Suvvia mister vinceremo e poi non mi serve allenarmi” gli risponde mettendosi seduto

“Lascia stare. Allora ragazzi ho pensato molto a come dobbiamo essere lunedì, la tattica sarà sempre quella equilibrata in tutti i casi” ci dice e noi annuiamo

“Ma mister anche lo scorso anno era questa la tattica eppure non riuscivamo a fare neanche un punto” gli dice un altro nostro compagno, Oliver Sandler

“Vero Sandler. Ma non era la tattica che ci faceva perdere” gli dice convinto e sicuro

“Che intende?” gli chiede Jacob curioso

“Che c’era un giocatore sbagliato nella formazione, un giocatore che non valeva e non vale a niente” gli risponde freddo

“E chi?” chiedono solo i titolari spaventati su chi avrebbe perso il posto per le prossime partite di coppa e campionato

“Il playmaker della squadra” dice e tutti si irrigidiscono guardando Jacob che guarda sconvolto il mister

“Cosa? Ma sono io il più forte” gli dice alzandosi in piedi

“No, e dall’anno scorso che dovevo toglierti dalla squadra ma non l’ho fatto e adesso è arrivato il momento giusto. Questo ruolo è molto importante, e se il playmaker sbaglia, sbaglia pure la squadra ” gli dice guardando noi

“E come sarà la formazione e chi sarà il playmaker della squadra?” gli chiede arrabbiato

“La formazione sarà questa. Richard Danner sarà la Guardia Tiratrice, Mark Smith il Centro, Oliver Sandler sarà l’Ala Grande, Patrick Doncas l’Ala Piccola, mentre il playmaker della squadra sarà … … Edward Cullen” finisce guardandomi e io rimango fermo come una statua, guardando l’allenatore sorpreso, in quel momento non sento neanche Bella che mi chiama per come mi sono irrigidito
 Insomma, io che fino a pochi giorni fa non sapevo neanche giocare mi ritrovo improvvisamente a ricoprire il ruolo più importante della squadra? Incredibile

“Ma mister io non ho esperienza e poi non merito di essere messo come titolare al posto degli altri” gli dico alzandomi appena riprendo la parola

“La mia scelta è stata giusta. Se qualcuno non è d’accordo con me, me lo dica adesso” dice guardando il resto della squadra che prima si guardano tutti negli occhi e poi si voltano a guardarmi

“Mister anche per noi è un’ottima idea” gli dice Richard alzandosi

“Sei nuovo, però in questi due giorni hai giocato con grande classe pure se hai qualche problema al respiro. È sei l’unico che può ricoprire quel ruolo tranquillamente” mi dice Ronald

“Bene. Il giorno della partita decideremo chi sarà il capitano e ora tutti a casa” ordina e noi facciamo come detto.

Gli unici che sono in silenzio negli spogliatoi siamo io e Jacob, lui perché è proprio furioso con tutti e soprattutto con me, e io perché sono ancora sorpreso per il ruolo che mi è stato assegnato, poi quando sono pronto saluto tutti e raggiungo Bella che mi aspetta vicino alla porta della palestra, quando la raggiungo mi abbraccia evidentemente felice

“Congratulazioni, sono felice per te” mi dice ridendo e io rispondo all’abbraccio

“Grazie, solo che non ci credo” gli dico

“Ti abituerai alla cosa” mi dice scrollando le spalle

“Non credevo che certa gente potesse cadere così in basso” dice acida una voce e quando ci giriamo vediamo Jacob venirci incontro

“Che vuoi Black?” chiediamo io e Bella insieme guardandolo male

“Niente. Solo che non pensavo che tu, Bella, potessi cadere così in basso, guarda frequenti i più sfigati della scuola e hai deciso di lasciare la popolarità. Sei un caso impossibile” gli dice maligno e vedo Bella sussultare mentre vedo i suoi occhi farsi lucidi, io intanto inizio ad’arrabbiarmi quando mi ricordo del fatto che l’aveva menata

“Lasciala stare “ gli dico, nessuno doveva osare prenderla in giro

“Tu stai zitto. Ti avevo detto di stare lontano dalle mie cose e oltre a rubarmi la ragazza mi hai rubato anche il mio posto. Vergognati, sei solo un fallito, anzi no, sei l’ombra di un fallito che diventa popolare giocando sporco” mi dice acido e io rimango confuso, quando la rabbia s’impossessa di me

“Vergognarmi? Sei patetico, io non gioco sporco al contrario tuo, io non abbandonerei mai la mia ragazza o la mia squadra per fare quello che voglio, io non sono egoista come te” gli dico anch’io un po’ acido

“Ripeti quello che hai detto” mi dice minaccioso avvicinandosi

“Certo grande Jacob. Anzi sai che ti dico?” gli chiedo pure se non volevo veramente una risposta per continuare

“Cosa?”

“Scendi dal piedistallo e impara a vivere! Il mondo non sa che farsene di persone patetiche e false come te” gli dico e poi prendendo Bella per mano gli volto le spalle

“Dove credi di andare? Vai dalla mamma a piangere perché ti hanno preso in giro?” mi chiede ridendo e io mi blocco, molto probabilmente Bella se ne è accorta perché sento la sua mano stringere convulsamente la mia

“Stai zitto” gli grida arrabbiata, ma lui la ignora e continua a parlare

“Oppure tua madre non ne vuole che sapere di te, sai fallito come sei può essere che non sia orgogliosa del figlio che ha. E forse non esce proprio perché non vuole farsi riconoscere come tua madre, ecco perché non la vedo mai in giro” continua a dirmi, ma in quel momento non l’ascolto più, mentre i pensieri ritornano su mia madre

“Ora finiscila” grida Bella lasciando la mia mano e tirandogli uno schiaffo

“Ehy guai a te se mi tocchi un’altra volta. Comunque Cullen scusami non mi ricordavo che tua madre fosse morta, sei sicuro che è morta normalmente? Può anche essere che si sia suicidata perché non gli piacevi e lei non ti voleva più vedere. Oppure forse ti ha abbandonato perché può essere che lei è …”

“ORA BASTA” grido non facendogli finire la frase e avanzo verso di lui

“Che c’è?” mi chiede facendo il finto tono

“Finiscila di parlare di mia madre. E ora sparisci” gli dico trattenendo i pugni

“Sennò?” mi chiede prendendomi in giro e gli tiro un pugno che lo fa cadere a terra

“Sennò questo. Andiamo Bella” gli dico prendendola per mano e allontanandomi verso la macchina, quando arrivo alla macchina Bella mi abbraccia senza preavviso e solo in quel momento mi accorgo che delle lacrime mi stanno uscendo dagli occhi

I pensieri di mia madre mi ritornarono in mente, chissà che avrebbe detto di tutto quello che sta succedendo, oppure che avrebbe fatto lei al posto mio, ma soprattutto se fosse viva sarebbe orgogliosa di me?

“Ed calmati. Non pensare a quello che ti ha detto quel deficiente, tua madre ti vuole bene e te ne ha sempre voluto, e sono sicura che in questo momento è molto orgogliosa di te” mi dice accarezzandomi i capelli mentre continua ad’abbracciarmi, solo in quel momento mi accorgo che siamo seduti a terra

“E se avesse ragione? E se mia madre si fosse pentita di avere un figlio come me, un figlio che non l’ha fatta vivere?”

“Finiscila lei ti vuole bene, e te ne vorrà sempre” mi dice continuando a stringermi

“Grazie Bella” gli dico mentre continuo a essere stretto dalle sue braccia.



Holààà!!!

“Ciao, eccomi di nuovo a stressarvi, sono molto contenta di tutte le recensioni che sto ricevendo, non pensavo che questa storia potesse piacere a qualcuno e ….”


“Autrice certo che questa storia piace a tutti, ci sono anch’io dentro”

“Emmet che ci fai tu nello spazio dell’autrice?”

“Sono venuto a salutarti e a salutare tutte le persone che stanno seguendo la storia. Sai non è che tu parli molto”

“Senti vedi di andare via dobbiamo chiudere”

“E dai posso finire io al tuo posto? Comunque gli altri mi hanno mandato a chiederti se possono intervenire qualche volta nei prossimi capitoli nel tuo spazio, come ho fatto io”

“Va bene Em, ma adesso muoviti, ti faccio chiudere. E vai a dire agli altri che accetto la loro proposta, sempre se va bene anche hai nostri cari lettori”

“Ok. Allora grazie per aver letto questa storia e spero di risentirvi tutte al prossimo capitolo, come spero di leggere le vostre recensioni. Un bacio da me”

“Grazie Emmet sei un tesoro. Alla prossima”

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Capitolo 10
*** Novità ***


                                                                            Novità

 

(Pov Edward)

Stavo facendo un sogno, dove pioveva e io ero in mezzo alla strada che guardavo una persona davanti a me che si avvicinava e che si stava per togliere il cappuccio, ma quando la persona si tolse il cappuccio la sveglia mi fece svegliare e il sogno svanì.

Riaprì gli occhi intorpidito e ancora assonnato, per sveglia avevo messo il telefonino non riuscendo più a sopportare le gridate o le minacce di mia sorella, subito il mio sguardo andò al borsone sportivo posizionato vicino alla sedia della scrivania e mi ricordai dell’importanza che avevo preso il giorno prima nella mia nuova squadra, quando sono ritornato a casa per fortuna ero riuscito a nascondere gli occhi rossi e non avevo detto a nessuno dell’entrata in squadra, ma solo perché avevo la voce roca e non volevo che pensassero mi fosse successa qualcosa, in quel momento mi arrivò un messaggio


                      Buongiorno, come stai? Vieni vero? Per fortuna è sabato e domani non si viene. Ci vediamo a scuola baci

Bella!!!
Solo lei mi mandava messaggi di prima mattina, gli mando la risposta con scritto che si andavo e che stavo bene, e poi mettendo il telefono in tasca raggiungo i miei fratelli in cucina con un sorriso che rimane sulle mie labbra

“Buongiorno a tutti” grido evidentemente felice devo dire, strano come un messaggio mandato da una persona che per te è importante ti cambiasse la giornata già dalla mattina

“Buongiorno Edward, come mai così allegro di prima mattina?” mi chiede Em circospetto e io scrollo le spalle mentre mi siedo vicino a lui

“Così. Che si dice di nuovo?” chiedo curioso

“Niente di che, solite cose. Tu hai qualche novità? Ieri non abbiamo parlato molto” mi chiede Alice sedendosi anche lei

“Per la verità si” gli dico con un po’ d’imbarazzo

“E non ce l’ha dici? Avanti spara” dice Emmet battendo una mano sul tavolo felice

“Ok. Allora mi hanno preso come titolare nella squadra di basket e lunedì ci sarà la mia prima partita di debutto e per di più è una semifinale di coppa, e vorrei che veniste a vedere la partita” gli dico tutto in un fiato, loro prima mi guardano sorpresi e increduli, ma subito dei sorrisi felici e orgogliosi si formano sulle facce di tutte

“Ma bravo il mio fratellino, e non c’è lo potevi dire ieri sera?” mi chiede mio fratello dandomi una pacca sulla spalla mentre Alice mi abbraccia e Jasper mi fa ok con la mano

“Scusate ma ancora non ci credevo”

“Va bene ti perdoniamo, ma ora vai sennò fai tardi” mi dice Rosalie mi accompagnano fino alla porta del garage quando dalle scale giunge la voce di mio padre

“Ragazzi fermatevi vi devo comunicare che stasera abbiamo ospiti” ci dice guardandoci, e come al solito quando guarda me mi guarda con disprezzo

“E chi sono?” gli chiede Emmet guardandolo serio

“è una mia collega, che voglio farvi conoscere. Ci conosciamo da tre anni e ora è arrivato il momento che vi conosciate” ci dice dirigendoci alla porta

“E perché ce l’ha presenti solo oggi?” gli chiede Alice confusa

“Perché tra tre mesi sarà mia moglie” ci risponde lasciandoci scioccati e se ne va, solo dopo pochi minuti mi riprendo dalla notizia e scappo in macchina perché sto facendo tardi per scuola.
Quando arrivo la campanella è suonata ormai da un paio di minuti e corro veloce verso la classe di biologia, quando entro sia il professore Molina che i miei compagni mi guardano confusi

“Cullen ti sembra questa l’ora di arrivare?” mi chiede sorpreso mentre io punto il mio sguardo in quello preoccupato di Bella che aspetta che mi sieda vicino a lei

“Mi scusi professore, ho avuto dei problemi a casa” gli dico e vado a sedermi con Bella

“Ciao” gli dico sorridendole quando il professore ha ricominciato a spiegare

“Ciao. Tutto a posto?” mi sussurra

“Si, tutto bene” gli rispondo e poi seguiamo la lezione, non che m’interessi molto ma è l’unico modo per non pensare alla notizia che ci aveva dato mio padre, insomma già è brutto non avere una madre, figuriamoci se poi all’improvviso ti vengono a dire che tra tre mesi avrai una matrigna a tutti gli effetti.

Almeno forse vorrà dire che rimarremo qui a Forks e non partiremo, oppure dovremmo partire per forza?

“Edward ci sei?” la voce di Ben interrompe i miei pensieri mentre insieme a Bella mi passano una mano davanti agli occhi

“Cosa?” chiedo subito risvegliandomi e solo in quel momento noto che la classe è vuota

“Come cosa? E da dieci minuti che la campanella è suonata e non riuscivamo a risvegliarti” mi dice guardandomi un po’ male, ma capisco che li ho fatti preoccupare, non mi ero neanche accorto del suono della campanella

“Scusatemi stavo pensando” gli dico alzandomi e insieme usciamo dalla classe

“Sicuro di stare bene? Sei un po’ strano” mi sussurra Bella mentre Ben ci precede verso la classe di inglese, quando entriamo ci sediamo subito, solo che Ben si deve sedere con Angela nel banco davanti e quindi dietro rimaniamo io e Bella

“Si, sono solo un po’ preoccupato” gli rispondo non riuscendo a trattenermi

“Perché?” mi chiede guardandomi e io gli spiego quello che è successo stamattina, e gli dico anche che forse dovrò partire

“Ma non te ne andrai vero?” mi chiede triste, e io le sorrido dolce, non sarei andato da nessuna parte, non ora che la mia vita stava iniziando ad’avere un senso

“No, non me ne voglio andare. E neanche i miei fratelli vogliono lasciare Forks” la rassicuro, era strano come cambiavano le cose tra noi, un giorno era lei a rassicurarmi e il giorno dopo invece ero io a rassicurarla

“Sei preoccupato per questo matrimonio?” mi chiede curiosa

“Si perché non so se vuol dire che dobbiamo partire per forza o che dobbiamo restare” gli dico, pure se non dico l’altra parte dei miei pensieri, ma lei se ne accorge e mi prende una mano

“Non c’è solo questo sotto, vero?” mi chiede guardandomi, intorno a noi si era creata una bolla d’aria che ci aveva isolati da tutto e da tutti, e succedeva solo quand’eravamo io e lei insieme

“No. Non ho mai avuto una madre. E fino ad’adesso erano mia nonna e Alice a farmi da madri, ma mi preoccupa il fatto di avere una matrigna, e soprattutto sono preoccupato di non potermi preparare psicologicamente. Insomma prima non so che sta con mio padre e poi quando lo so, scopro che diventerà la mia matrigna tra tre mesi” gli dico sfogandomi

“Quindi deduco che non ne sei contento” constata con poco sarcasmo

“Niente affatto. Non voglio vedere una persona che neanche conosco prendere un posto importante nella mia famiglia e non vorrei che questa persona mettesse in pericolo la nostra situazione in famiglia” e la vedo annuire

“Capito. Ma se non impari a conoscerla non potrai mai sapere se può essere un bene o no” mi dice

“Lo so” sospiro sconsolato, insomma non posso pensare che questa persona possa mettere in pericolo la nostra famiglia, dovevo solo aspettare e conoscerla e forse poi si vedrà

“Andrà tutto bene” mi dice sorridendomi dolce e di nuovo le cose cambiano

“Cullen, Swan, non per interrompervi ma vorrei che mi spiegaste cosa ho appena finito di dire” ci chiede il professore di inglese guardandoci severo e noi ci guardiamo preoccupati mentre davanti Ben e Angela se la ridono

Prometto che gliela farò pagare!!!!!

Dopo l’ora d’inglese che per fortuna poi è andata bene, io e Ben ci siamo diretti nell’aula di Storia dell’Arte per poi alla fine di queste lezioni andare in mensa dove ci aspettavano gli altri;
Alla fine del pranzo io sono andato agli allenamenti dato che questo era l’ultimo giorno prima della partita, allenamenti in cui è mancato Jacob, per la prima volta ho provato il mio nuovo ruolo ed’è andato tutto bene con l’allegria dei miei compagni e la felicità del mister.

Finiamo verso le sette di sera, io però avevo già finito dalle quattro, solo che sono rimasto in palestra a guardare gli altri e a sentire l’allenatore che mi voleva far vedere come avrei dovuto giocare in base ai suoi schemi , quando uscimmo insieme dalla palestra la maggior parte dei miei amici erano stanchi e quasi non si reggevano in piedi e ci siamo salutati subito per poi andarcene ognuno a casa propria. Arrivai davanti casa mia mezz’ora dopo perché c’era traffico e subito vidi una Ford fucsia davanti alla porta di casa, segno che la nostra ospite era arrivata, scesi dalla macchina e mi diedi una veloce sistemata ai capelli che erano bagnati dal sudore e mi avvicinai a passo lento vicino alla porta,non volevo entrare ma dovevo, almeno l’avrei fatto per i miei fratelli e anche per mio padre, ma prima che potessi aprire la porta, questa si apre rivelando Rose che mi guarda confusa

“Ehy Ed non entri?” mi chiede sorridendomi mentre dal salone sentivo provenire delle voci

“Si, certo” gli rispondo sorridendole e entro, quando vado in salone nessuno si accorge del mio arrivo e vicino a mio padre vedo una signora con i capelli neri, gli occhi sono grigi e vengono ricoperti da un paio di lenti, è poco più alta di me da quello che mi sembra di notare, in quel momento Emmet mi vede e viene verso di me sorridendomi

“Ehy Ed bentornato. Comunque ti presento Tanya Denali, Tanya lui è mio fratello Edward” dice presentandoci velocemente ma non so per quale motivo

“Salve” sussurro educatamente, intanto vedo lo sguardo di mio padre mandare scintille verso noi due e io guardo Alice che mi fa segno di lasciarlo stare

“Ed ti do quindici minuti per fare una doccia veloce e scendere a cenare” mi ordina Alice sorridendo e facendomi segno con la mano

“Va bene, mi sbrigo subito” gli dico e poi salgo velocemente in camera.

Quando entro in camera il mio occhio cade subito su una foto che avevo sul comodino che rappresentava la mia vera madre mi avvicino e la prendo tra le mani guardandola, io e mia madre ci somigliamo molto, ho i suoi stessi capelli, i suoi stessi occhi e ha detta dei miei fratelli ho il carattere quasi molto uguale al suo, insomma io sarei la sua fotocopia ma solo che in forma maschile

Subito però distolgo i miei pensieri da quella foto e vado a farmi velocemente una doccia mentre un forte crampo mi prende lo stomaco, stranito penso che sia perché non ho mangiato tanto in mensa ma in quel momento non avevo davvero fame, optai subito per una camicia azzurra e un pantalone nero e poi scendo sotto, raggiungendo gli altri che si erano già seduti. I
o siedo a capotavola dall’altra parte mentre davanti a me come al solito c’è mio padre, alla mia destra invece c’è Alice e vicino a lei Jasper che è vicino a mio padre, alla mia sinistra invece c’è Emmet, poi Rosalie e tra lei e mio padre Tanya, la maggior parte del tempo sto in silenzio ad’ascoltare e qualcosa nella voce di Tanya non me l’ha fa piacere, sembra come se stesse dicendo delle bugie oppure che faccia finta di essere buona

“Edward Cullen vedi di calmarti, non la conosci bene e non la puoi giudicare!!!!”

Mentre penso questo mi accorgo di aver sospirato per errore ed’Emmet si gira verso di me confuso guardandomi stranito ma prima che possa dire qualcosa gli faccio cenno di lasciare stare

“Edward?” mi chiama mio padre improvvisamente e io lo guardo subito “Si?” chiedo confuso, non è mai stato gentile con me

“Posso sapere perché non parli? Non mi sembra che qualcuno ti abbia tagliato la lingua” mi dice ironico pure se continua a guardarmi male, mi sembrava strano che tutto ad’un tratto fosse gentile con me

“Dimmi Edward che vorresti fare da grande?” mi chiede Tanya gentile sorridendomi

“Non lo so, ci devo ancora pensare” gli rispondo gentile per poi guardare il piatto davanti a me, non avevo fame per niente

“E dimmi come prima settimana qua a Forks come ti sei trovato?”

“Bene” rispondo solamente e poi ricominciano a parlare tra loro.
Arriviamo più o meno alla fine della cena quando a un certo punto mi sento soffocare, mi sembrava di essere stretto nella mano di un gigante, era come se i miei polmoni si stessero restringendo e in quel momento mi ritornarono dei crampi allo stomaco e la testa inizia a girarmi Avevo bisogno di aria!!!

“Arrivo subito” cerco di dire alzandomi e esco velocemente per poi fiondarmi subito fuori

L’aria fresca mi da un po’ di sollievo e il giramento di testa sparisce completamente, i polmoni però sembrano ancora stretti in una morsa di ferro e mi siedo appoggiandomi alla macchina, non mi sembrava una delle mie solite crisi perché di solito erano più veloci e non riuscivo a respirare tanto che perdevo il respiro anche per alcuni secondi

“Edward stai bene?” la voce allarmata di mio fratello mi giunge subito mentre lo vedo avvicinarsi e mettersi in ginocchio davanti a me mentre mi tiene dalle spalle, io gli faccio segno di no, pure se a stento avevo sentito la sua voce

“Riesci a respirare?” mi chiede preoccupato mentre lo vedo prendere il telefonino

“No” riesco a rispondergli e poi lo vedo parlare al cellulare ma non riesco a sentire che dice, poi mi fa alzare e mi tiene da un braccio

“Ti accompagno in camera, il dottore Swan sta arrivando” mi dice e solo adesso capisco che aveva chiamato Carlisle Swan, poi mi faccio trascinare in camera pure se non continuo a capire niente.



Holàààà!!!

“Che bel saluto, mi piace. Mettilo sempre almeno distingui la storia dal nostro spazio”

“Emmet sei di nuovo qui? Comunque perché nostro?”

“E dai sei stata tu a decidere che dallo scorso capitolo ci saremmo stati pure noi. E non ti preoccupare ci sono pure gli altri, o meglio non sono proprio tutti perché sono impegnati”

“Orso la finisci di parlare?”

“Edward ci sei pure tu finalmente”

“Autrice mo mi offendo”

“Dai Em, è naturale che sia felice di sentire Edward, e poi lui ha più diritto di te dato che è il protagonista della storia. Parlando di protagonisti Bella dov’è?”

“Ha da fare, ma ti manda a dire che dalla prossima ci sarà pure lei”

“E gli altri?”

“Tutti impegnati, si uniranno dal prossimo, ma tranquilla ci siamo solo noi due. Vero Eddy?”

“Vero Emmy. Comunque autrice mi puoi dire che farò nel prossimo capitolo?”

“Niente di che, ci saremo noi due che parleremo”

“EMMET!!!!”

“Che ho detto

“Non devi svelare niente del prossimo capitolo e guai a te se lo fai un’altra volta”

“Va bene, va bene. E ora di chiudere?”

“Si, è ora di chiudere. Edward questa volta saluta tu”

“Ok”

“Ma …”

“Niente ma”

“Uffi!!!”

“Allora che posso dire?........ Ci sentiamo al prossimo capitolo, e speriamo di vedere delle recensioni sennò io e Emmet ci arrabbiamo, vero?”

“Verissimo fratellino”

“Alla prossimissima e molti baci”

“Eddy mi raccomando quando c’è Bella non lo dire sennò ti potrebbe uccidere. Comunque salutoni anche da me”

“Grazie per i saluti ragazzi. Spero il capitolo vi piacia, e al prossimo capitolo”

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Capitolo 11
*** Momento sbagliato ***


                                                                                                      Momento sbagliato


(Pov Edward)

“Allora dottore?” chiede mio fratello preoccupato, il dottor Swan è arrivato da una decina di minuti e appena entrato in camera mia ha iniziato a visitarmi subito

Siamo da una quindicina di minuti in camera mia, Emmet non mi ha mai lasciato da solo dopo che mi ha portato su, e nel frattempo è venuta a farmi compagnia anche Rosalie , Jasper invece si comporta come mia sorella che preoccupata alterna i momenti per stare anche giù finché l’ospite non se ne va, pure se capisco chiaramente che lei vuole restare con me, io invece da quando è arrivato Carlisle mi sono sentito un po’ bene, forse perché mi ha fatto fare un po’ di ossigeno, ma almeno adesso riesco a parlare

“Sta bene, è solo troppo affaticato. Considerando che domani è domenica io consiglierei una giornata intera di riposo” consiglia mentre mi sorride gentile, io rispondo al sorriso e poi vedo il colore dei suoi occhi che è uguale a quello della figlia, subito distolgo lo sguardo un po’ imbarazzato

“Meno male. Ci dispiace se sapevamo che non era una cosa tanto grave non l’avremmo disturbata” gli dice Emmet porgendogli una mano

“Avete fatto bene invece, poteva essere un’altra crisi, qualunque cosa succeda chiamatemi. Comunque Edward passa da me martedì pomeriggio, voglio controllarti e vedere come va con la cura” mi dice girandosi e sorridendomi sempre gentile

“Va bene” gli rispondo in po’ affaticato e lui annuisce

“Bene, allora direi che posso andare” dice prendendo la valigetta e avviandosi verso la porta

“Aspetti l’accompagno” gli dice Rosalie seguendolo

“Rose avvisa tu Alice e Jasper, e digli di non salire che Edward sta dormendo” gli dice Emmet mentre Rose, annuendo, chiude la porta

“Bene, almeno non è niente di grave. Ora vedi di dormire hai bisogno di riposo. Se hai bisogno di me, sono in camera e poi scendo” mi dice e fa per uscire

“Aspetta Em” lo fermo, dovevo parlare assolutamente con lui, di solito ogni fine settimana ci riunivamo e ci raccontavamo di come ci siamo trovati durante la settimana, ma ora dovevo parlare solamente con lui

“Che c’è?” mi chiede confuso avvicinandosi, mentre io mi metto seduto

“Devo parlarti” gli dico solamente e lui si siede sul mio letto continuando a guardarmi confuso

“Parliamo domani. Ora è meglio se riposi” mi risponde

“Ti prego Em, è da tanto che non parliamo solo noi due da soli. Insomma una chiacchierata tra fratelli ci vuole qualche volta” lo imploro con un po’ di tono scherzoso

“E tu vuoi parlare adesso?” mi chiede sorridente e io annuisco con la testa

“Tu sei pazzo” mi dice sghignazzando e io faccio una mezza risata

“Anche tu, e soprattutto Alice” gli rispondo mettendomi a ridere pienamente e lui si unisce alla risata, menomale che dovevo dormire

“Comunque di cosa dobbiamo parlare?” mi chiede dopo un po’ mentre si asciuga le lacrime con la mano io faccio lo stesso

“Per la verità non saprei da dove iniziare” gli dico imbarazzato e scrollando le spalle mentre guardo le mie mani che tengono il lenzuolo

“Bene allora inizio io. Te l’avrei chiesto domani ma dato che dobbiamo parlare te lo voglio chiedere adesso. Cosa ne pensi di Tanya?” mi chiede, e lo guardo sorpreso, aveva preso in pieno una delle cose che gli volevo dire e molto probabilmente lui aveva già capito che io gli volevo parlare pure di questo

“Non saprei, è la prima volta che la vedo e che gli parlo, però non m’ispira molta fiducia” gli dico e lui annuisce

“La stessa cosa vale per me. Appena l’ho vista non mi ha ispirato fiducia, anzi ti dirò mi sta un po’ antipatica pure se l’ho appena conosciuta” mi dice serio

Vorrei provare a conoscerla ma appena l’ho sentita parlare qualcosa dentro di me mi dice di starle lontano” gli dico e senza accorgermene porto una mano sul cuore e Emmet sorride stringendomi una gamba

“Il tuo cuore ti dice di starle lontano. Le uniche donne che hai conosciuto e con cui hai stretto un fortissimo legame sono Alice,nonna e Rosalie, logico che non ti fidi di qualcun altro. La stessa cosa ti succedeva a scuola, ecco perché la maggior parte delle volte sei sempre indifferente e gelido con chi non conosci” mi dice guardandomi intensamente, e io so che ha ragione e annuisco un po’ sconsolato, non mi piaceva per niente essere un’altra persona, però il pensiero di una mia imminente morte mi impedisce di essere davvero chi voglio essere

“Ed ascoltami – continua, facendo in modo che io lo guardassi negli occhi- non pensare che da un momento all’altro potresti morire, non pensare a noi e a non farci preoccupare. Ma devi essere felice come nonostante tutto lo sei stato in questi giorni. Ci siamo accorti che stai cambiando fratellino, prima del nostro arrivo a Forks evitavi sempre tutto e tutti e ti preoccupavi solo per noi, ma da quando siamo qui ti sei fatto qualche amico, ti stai divertendo e stai facendo la vita che noi abbiamo sempre voluto conducessi nonostante questa tua malattia. So che vivrai sempre con questo pensiero nella mente, ma per una volta chiudi gli occhi e pensa ad’un futuro felice, non ti preoccupare di quello che è successo in passato e continua a vivere” io lo guardo sorpreso, non avevo mai sentito un discorso tanto lungo ed’emozionante da parte sua

“Mi hai lasciato a bocca aperta” gli dico e lui sogghigna

“Ne sono felice. Comunque come va con la tua ragazza?” mi chiede incrociando le braccia e io lo guardo confuso, scioccato e sorpreso

“Ragazza? Io non ho nessuna ragazza” ribatto pure se sono sicuro di essere un po’ rosso

“Sicuro? E quella ragazza che è venuta a trovarti in ospedale? Bella si chiama vero?”

“Si. Ma siamo solo amici” gli dico subito riabbassando gli occhi

“Si certo. Ma dai vostri sguardi io ho visto altro” mi dice guardandomi di sottecchi e arrossisco molto di più

“Non c’è altro, punto” ribatto ancora

Ma magari ci fosse qualcos’altro!!.... Edward Cullen datti una calmata subito, se non vuoi che tuo fratello capisca!!

“Se lo dici tu? È fidanzata?”

“Era, stava con l’ex capitano della squadra di basket” sospiro

Ma perché devo parlare di Black anche quando non c’entra niente in certi momenti?

“Ti piace?” mi chiede guardandomi, odio gli interrogatori

“Si” sussurro e sposto lo sguardo, mi conviene dire la verità se non voglio che mio fratello capisca da se la verità

“Quanto?” mi chiede alzandosi e avvicinandosi alla libreria, dandomi le spalle

“Molto- e lui annuisce, io però mi riscuoto subito prima di pensare a lei- Aspetta non dovevamo parlare di lei. Ti volevo dire un’altra cosa” ribatto imbronciato

“Va bene, scusa. Comunque dimmi” mi dice facendo una mezza risata

“Voglio andare a Chicago” gli dico di botto e lui si irrigidisce e mi guarda con occhi sorpresi!

“Cosa? Pensavo ti piacesse vivere qui” sussurra scioccato

“Ma io voglio vivere qui. Voglio solo andare a Chicago a vedere il posto dove sono nato, insomma una settimana dopo la mia nascita siamo andati dai nonni a Beverly Hills e non siamo mai tornati a Chicago, e io non l’ho mai potuta vedere. E poi voglio andare a trovare mamma è l’unico modo con cui potrei avere un contatto con lei per la prima volta da quando sono nato” gli dico, volevo vedere com’era Chicago,volevo andare al cimitero a trovare mia madre, volevo avere un contatto diretto con lei, non solo un contatto fatto di ricordi da parte degli altri

“Ne sei sicuro?” mi chiede guardandomi dubbioso

“Si e non cambierò idea” “E quando vorresti andare?” mi chiede curioso è un po’ nervoso

“Mercoledì. Già da mercoledì siamo nelle vacanze di pasqua e torniamo il martedì di due settimane dopo, cioè quasi a metà Aprile” gli dico, avevo già programmato tutto e potevo andarci tranquillamente con la macchina, sarei stato lì per due giorni e poi sarei tornato e avrei passato il resto delle vacanze tranquillamente con gli altri

“Mercoledì? Ma non ti sembra troppo presto?” mi chiede di scatto

“No, non voglio aspettare fino a giugno” gli dico

“Edward capisco che hai bisogno di andarci e ci sentiamo in colpa per non averti mai portato, ma è meglio se aspetti, insomma solo da una settimana hai iniziato questa cura e non sappiamo ancora se ti potrebbe succedere qualcosa, considerando anche che da quando siamo qui le tue crisi sono molto più forti delle altre” mi dice guardandomi e io guardo in basso cercando anche di reprimere uno sbadiglio

“Ci penserò” gli rispondo e lui mi sorride

“Bene,ora dormi ne hai bisogno. Ci vediamo domani mattina, e mi raccomando non fare sogni strani” dice scompigliandomi i capelli e facendomi un occhiolino, io dopo aver capito a cosa stava alludendo divento tutto rosso

“EMMET!!!” grido mentre lui esce ridendo dalla stanza, e dopo aver riso anch’io, per la stupidità di mio fratello, riesco ad’addormentarmi subito.

Quando mi risveglio il giorno dopo un grosso tuono mi fa alzare subito dal letto spaventandomi, e io guardo scocciato il cielo pieno di nuvole grigie pronte a far piovere, però annoiandomi a stare a casa mi vesto subito e scendo pronto a fare un giro con la macchina

“Buongiorno a tutti” esclamo salutandoli e poi avviandomi verso la porta senza neanche fare colazione, non avevo tanta voglia di mangiare, Alice intanto mi guarda dubbiosa

“Dove vai?” mi chiede raggiungendomi

“A fare un giro con la macchina. Non vi preoccupate ritorno tra mezz’ora” gli dico scrollando le spalle e dandogli un bacio sulla guancia, poi salutando gli altri con una mano esco ed’entro subito in macchina.

Durante il tragitto decido di andare al parco più grande che c’è in paese e che per di più si trova a pochi chilometri da casa, quando arrivo l’aria fresca mi percuote insieme a un piccolo venticello che muove le foglie degli alberi, intorno a me ci sono tante famiglie, madri e padri che parlano con qualche amico o che puliscono i figli che si sporcano, bambini che giocano felici con la palla è anche qualche coppietta che si dedica alle coccole, intanto mi avvicino alla fontana che è posta proprio al centro del parco;
A un certo punto mi sento tirare il pantalone e quando abbasso gli occhi vedo un cucciolo di Labrador, che mi arriva quasi fino al ginocchio,color beige, scodinzolarmi

“Ciao, che ci fai qui?” gli chiedo abbassandomi mentre lo accarezzo, intanto noto che non ha nessun collare e che ha una zampa ferita

“Non ce l’hai un padrone?” gli chiedo prendendogli la zampa delicatamente e lui come se avesse capito la mia domanda fa un piccolo gemito mentre mi guarda, e nei suoi occhi vedo la tristezza, un senso di dispiacere mi pervade mentre continuo ad’accarezzarlo, molto probabilmente l’hanno abbandonato sennò non era ridotto così, poi continuando a guardarlo lo prendo in braccio e gli sorrido mentre lui ricomincia a scodinzolarmi felicemente

“Allora da oggi sarò io il tuo padrone” gli dico e lui abbaia felice leccandomi tutta la guancia

“Ok ora basta. Sei un maschio, quindi ti chiamerò … … Axel. Ti piace?” gli chiedo dubbioso, Emmet mi ha detto che mamma , quand’era bambina, aveva avuto un dalmata di nome Axel,ma due mesi prima che mamma si sposasse Axel è morto investito da un camionista ubriaco, intanto il cucciolo tra le mie braccia abbaia felice mentre inizia a piovere forte.
Sto per camminare verso la macchina, quando appena prima di riuscire a muovermi sento una voce provenire da dietro la fontana, e subito mi blocco riconoscendo la sua voce, Bella

“Lo so che mi ami” sento dire da una voce maschile che riesco a riconoscere, è quella di Mike, Axel inizia ad’abbaiare ma io gli faccio cenno di stare zitto

“Stai buono!!” gli dico e faccio il giro della fontana per evitare che Mike la possa importunare, ma appena li vedo rimango paralizzato, sono tutt’e due abbracciati che si baciano, subito indietreggio senza farmi vedere e tenendo stretto il cucciolo corro verso la macchina, cercando di cancellare quell’immagine dalla testa.




Holàà!!!!!

“Salve a tutti. Sono felice delle recensioni dello scorso capitolo e mi fa piacere che abbiate potuto recensire. Vero Em?”

“…”

“Emmy?”

“… …”

“Emmet che hai?”

“… … …”

 “Edward qualche problema?”

“Si, Emmet non parla”

“Emmet che c’è che non va?”

Sono triste”

“E perché Em?”

“Perché l’autrice ci abbandona”

“Ma che sei scemo, non vi abbandono , solo martedì non potrò postare ma gli altri giorni si”

“Emmet ma mi spieghi perché devi fare delle tragedie inutili?”

“Bella, non intrometterti nella mia disperazione”

“Autrice?”

“Si Jasper?”

“Ma mi sbaglio o questa volta non hai mantenuto la promessa che ci hai fatto?”

“Lo so mi dispiace ma fino a oggi sono stata molto impegnata”

“E quando credi di postare il prossimo cappy?”

“Spero prima di martedì oppure mercoledì”

“Emmet la finisci, non ti capisco prima sei triste e poi salti dalla gioia? Tu non sei normale”

“Ma Rose, hai visto che sono stato bravo in questo capitolo?”

“Finiscila orso. Però devo ammettere che ci hai stupito, non sapevo fossi così serio”

“Quante cose non sapete di me, io sono intelligentissimo”

“Certo, se tu sei intelligente, allora le mucche volano”

“Logico le mucche aliene potrebbero volare”

“Emmet piantala”

“Emmet guarda che non ti inserisco nella conversazione del prossimo capitolo”

“No non farmi questo”

“A cuccia!!”

“Grazie Rosalie”

“Di niente. Comunque a chi tocca chiudere oggi?”

“Se non vi dispiace do la parola a Bella”

“Fai pure”

“Grazie, prego Bella”

“Ok, allora ragazzi speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e che recensirete”

“Comunque Eddy devo dire che sei stato molto bravo in questo capitolo?”

“Emmet dobbiamo chiudere”

“Grazie Em anche tu sei stato molto bravo”

“Edward non ti ci mettere pure tu”

“Grazie. Comunque voglio giocare anch’io con Axel”

“Ok”

“RAGAZZI FINITELAAAAA”

“Ops, scusa”

“Bene. Allora alla prossima, e avviso che le conversazioni saranno solo con Edward e Emmet, solo qualche volta aggiungerò gli altri. Ci sentiamo Kiss”

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Capitolo 12
*** Rivelazioni improvvise ***


                                                         Rivelazioni improvvise


(Pov Bella)

Stranamente domenica è passata velocemente, e adesso mi ritrovo a scendere dalla macchina per iniziare una nuova giornata di scuola “Ciao Bella” una voce mi raggiunge appena scendo dalla macchina, e quando mi giro vedo Angela venirmi incontro

 “Ciao, come va?” gli chiedo abbracciandola

“Tutto bene. Tu? Pronta per questo pomeriggio?” mi chiede mentre ci avviamo insieme verso scuola in mezzo a decine di studenti che gridano e che non vedono l’ora che arrivi oggi pomeriggio per quella che hanno definito “la partita della vendetta”, intanto noto come sempre molti festoni rossi e bianchi circondare tutta la scuola

“Si, pronta per prendere il possesso delle cheerleader” gli rispondo un po’ ironica

“Cosa difficile considerato che ogni volta che vedono i giocatori fanno il tifo a modo loro” mi dice, mentre entriamo dentro l’edificio, quando entro vedo tutti gli studenti guardarmi curiosi e io rimango confusa da tutti quegli sguardi

“Ma perché mi guardano tutti?” chiedo ad’Angela mentre entriamo nell’aula di Francese, e da quando mi sono lasciata con Jacob che nessuno mi guarda in questo modo

“Pensavo lo sapessi” mi dice scrollando le spalle e sedendosi io faccio lo stesso

“Cosa dovrei sapere?” gli chiedo confusa

“Insomma si dice in giro che tu e Mike stiate insieme” mi dice guardandomi di sottecchi, e io apro la bocca senza sapere che dire Newton me l’avrebbe pagata cara e amara!!!!

“No, non è possibile. Quel deficiente, aspetta che lo prendo e gli rompo il naso” biascico infuriata

“Quindi immagino che non è vero” constata lei con un piccolo sorriso

“Certo che non è vero. Ieri ero andata al parco a fare un giro e vedo lui che mi viene incontro, così lui si mette a parlare e mi dice che ora che non sto con il suo amico vuole che io stia con lui, ma io lo rifiuto e lui mi bacia, appena mi sono accorta che l’ho baciato, l’ho respinto e gli ho tirato uno schiaffo per poi andarmene” gli racconto velocemente e sempre arrabbiata

“Ah ecco, mi sembrava strano che tu lo baciassi senza dire niente” mi dice mentre il professore entra, io intanto divento rossa perché prima di accorgermi che era Mike quella persona stavo pensando di baciare Lui

“Bella tutto a posto?”mi chiede vedendo che non gli dico niente

“Si pensavo” mi riscuoto

“Non mi hai detto tutto su quello che è successo durante il bacio vero?” mi chiede facendo un piccolo segno di accenno

“Vedi ieri quando Mike mi ha baciata all’inizio non l’ho respinto perché ..” ma mi blocco, m’imbarazza tanto quello che stavo per dirgli, ma lei intuisce un’altra volta e finisce la frase al posto mio

 “Perché pensavi fosse Edward. Giusto?” mi chiede sorridendo felice

“Si. È costantemente nei miei pensieri, e ogni volta lo immagino con me, che ridiamo, che scherziamo oppure solo che ci scambiamo solo un abbraccio” confesso

“Sei proprio innamorata” mi scherza pure se nella sua voce sento solo pura felicità

“Si, e so che con lui sarà molto diverso, è anche più bello, di com’era con Jacob” gli dico

“Swan vieni, sei interrogata” mi chiama il professore all’improvviso e io sospirando scocciata raggiungo la cattedra del professore.

Quando suona la campanella, esco velocemente con Angela , e sempre velocemente vado verso l’aula di Matematica impaziente di rivederlo.
A metà strada lo vedo venire verso di noi con Ben e io sorrido felice non vedendo l’ora di vedere il mio sorriso preferito sulle sue labbra, ma quando mi guarda il sorriso mi si congela sulle labbra, i suoi occhi verdi non trasmettono quella gioia che dimostravano quando mi guardava, e nessun sorriso compare sul suo volto, che in quel momento mostrava un’espressione di totale indifferenza

“Buongiorno ragazzi” li saluta Angela

“Buongiorno Angela, Bella” ci saluta Ben mentre Edward ci fa cenno di saluto con la mano, non vorrei che questa indifferenza fosse dovuta alla notizia del mia possibile relazione con Newton

Ma è possibile che sia geloso?!

“Allora Ed, sei pronto per il tuo grande debutto?” gli chiede Angela e in quel momento penso al fatto che questa sua reazione potrebbe essere dovuta al nervosismo per la partita, insomma questa è la sua prima partita e per di più gioca da titolare, non è una cosa che accade sempre

“Un po’ di nervosismo ce l’ho, ma cerco di non pensarci” gli risponde sorridendo, ma non è un sorriso vero, lo conosco ormai, quello è un sorriso triste e amareggiato, e non è dovuto alla partita ma ad’altro

“Bella entriamo sennò facciamo tardi” mi scrolla Angela e noto che i ragazzi sono già dentro l’aula

“Si” gli dico e lei si avvicina al mio orecchio

“Alla fine di quest’ora mentre andate a Biologia parlagli” mi sussurra e poi entriamo dentro.


(Pov Edward)

La guardo entrare in aula e sedersi davanti con Angela, prima quando non ho risposto al sorriso mi è sembrata dispiaciuta, ma da ieri non so più che pensare e ne che fare con lei, e poi tutte le voci che si sono diffuse a scuola mi hanno confuso ancor di più

“Ehy Ed, tutto a posto?” mi richiede Ben per la centesima volta da quando sono arrivato a scuola

“Si te l’ho detto prima. Tutto a posto” sbuffo incrociando le braccia e appoggiandomi alla sedia

“E che pensi di fare con Bella?”

“Non lo so, sono confuso”

“Perché non gli parli di questa cosa mentre andate a biologia?” mi chiede guardandomi mentre il professore spiega

“Non saprei come iniziare. Insomma non voglio che pensi che io sia geloso di lei, e non saprei come dirglielo” gli dico guardando avanti

“Devi provarci Ed, si vede che questa cosa ti mette a disagio, e lei c’è rimasta male quando non hai ricambiato il sorriso” mi dice guardandomi serio

“Ci proverò” sospiro

“Ci riuscirai” mi dice sorridendo e poi seguiamo la lezione.

Quando finisce la lezione ci alziamo e aspettiamo le ragazze e poi ci separiamo subito per lezioni diverse, io e Bella camminiamo in silenzio, l’uno di fianco all’altra, senza dire una parola, quasi non respiriamo, poi mi convinco che questo silenzio è solo una grande scemata e quindi prendo un grosso respiro pronto a parlare

“Scusa” diciamo io e Bella all’improvviso e fermandoci in mezzo al corridoio ci guardiamo sorpresi

“Per cosa?” chiediamo un’altra volta insieme inconsciamente, e un mezzo sorriso compare sul volto di tutt’e due

“Aspetta un secondo. Perché mi hai chiesto scusa?” mi chiede prendendo subito la parola sicuramente per evitare che possiamo ridire le stesse cose

“Perché mi sono comportato male con te prima. Vedi ieri ero al parco e per sbaglio ti ho vista baciarti con Newton, e non so che mi è preso da quel momento” le confesso e la vedo arrossire un po’

“Non ti devi scusare di niente, sono io che dovevo dirtelo. Ma vedi tra me e Newton non c’è niente, anzi l’ho respinto subito, ma credo che tutta la scuola sta pensando ad’una nostra relazione” mi dice con gli occhi abbassati

“Mi dispiace che quello scemo di Newton ti abbia importunata se lo sapevo, invece di andarmene venivo a picchiarlo” gli dico facendola ridere

“Sai sono felice che abbiamo chiarito”

“Anch’io, però devo dirti una cosa importante” sospiro, ieri sera ho deciso di dirgli della malattia che ho, e so che comunque vadano le cose lei non mi abbandonerà mai, o almeno spero

“Cosa?” mi chiede curiosa

“Non adesso però. Parliamone oggi pomeriggio dopo la partita. Ti dispiace?” gli chiedo e lei mi guarda stranita e confusa

“No, va bene” mi dice e dopo corriamo verso la lezione di biologia.

Alla fine delle lezioni corro insieme a Bella in palestra, che intanto stava già iniziando a riempirsi di studenti, professori, genitori e amici, io entro subito nello spogliatoio e mi cambio insieme agli altri, tutto è in silenzio se non fosse per qualche movimento che provoca rumore, e stranamente non parla neanche Black

“Ragazzi siete pronti?” la voce del mister interrompe il silenzio e tutti ci alziamo

“Si, pronti” rispondiamo

“Bene. Avete scelto il capitano?” chiede ancora e io rimango perplesso, ora che ci pensavo non sapevo chi era il capitano

“Si mister. E siamo convinti della nostra scelta” gli dice Mark

“Bene. E chi è?” chiede curioso e tutti si girano verso di me, all’inizio non capisco ma appena comprendo quegli sguardi, e vedo Richard mettermi in mano una fascia bianca, rimango sorpreso

“Io?” chiedo sorpreso e loro annuiscono, sto per dire qualcos’altro quando il mister ci blocca

“Bene, ottima scelta. Ora tutti in campo e vincete” ci dice e tutti andiamo in campo, quando entriamo un boato ci acclama, gli avversari sono già in campo, con le loro divise nere, subito incontro lo sguardo di Bella che grida il nome della nostra squadra

“Ehy Edward non credi che prima della partita devi fare un piccolo discorso d’incoraggiamento alla squadra?” mi chiede Oliver divertito e io mi riprendo subito mentre tutti si mettono in semicerchio per ascoltarmi

“Si giusto. Allora non conosco ancora bene questa squadra come non conosco quella degli scorsi anni, ma io vi prometto di mettercela tutta pur di far vincere la squadra. Noi siamo forti e ce l’ha possiamo fare, però dobbiamo crederci perché solo in questo modo possiamo darci una carica. Quindi mettiamocela tutta e qualunque cosa succeda non perdiamo mai la speranza” incito

“SI!!” gridano tutti alzando i pugni in aria mentre i tifosi continuano a gridare, e poi vado al centro del campo insieme agli altri quattro titolari mentre i nostri avversari si mettono davanti a noi aggressivi.


(Pov Bella)

Ormai siamo alla fine dell’ultimo set e la partita è ancora in parità, io continuo a gridare insieme alle altre pure se non distolgo i miei occhi da Edward che sta giocando benissimo, per tutta la partita è stato fondamentale alla squadra e tutti i canestri che la nostra squadra ha fatto sono stati per opera sua

“FORZA SPARTANS VINCI PER NOI, LA TUA SQUADRA È PIENA D’EROI” continuo a gridare insieme alle altre, intanto la voce del cronista parla sopra di noi

“Siamo entrati negli ultimi quindici secondi di questa partita e se nessuna delle due squadre fa canestro si andrà a dieci minuti supplementari” dice e io rivolgo di nuovo lo sguardo al campo quando rimango sorpresa

“Attenzione, la palla arriva al playmaker degli Spartans che riesce a portarsi avanti”

“Forza Edward” grido io intanto mancano solo dieci secondi “Ecco che arriva nell’area dei tre punti, tira, e la palla entra a canestro mentre l’arbitro fischia la fine della partita.

"GLI SPARTANS PASSANO IN FINALE GRAZIE AL CANESTRO FATTO DAL PLAYMAKER E CAPITANO EDWARD CULLEN” grida alla fine e io salto mentre tutta la squadra circonda Edward per congratularsi, i tifosi sono in delirio dalla felicità, all’improvviso incontro i suoi occhi verdi guardarmi e lo vedo che mi fa cenno di andare da lui così corro e mi butto tra le sue braccia felice

“Congratulazioni, sapevo che ce l’avresti fatta” gli dico felice e lui ride mentre mi stringe

“Grazie per aver creduto in me” mi dice mentre anche i tifosi ci circondano

“Vatti a cambiare puzzi” gli dico spingendolo divertita, ma lui mi prende per la mano

“Vieni con me. Ti devo parlare” mi dice, così sgattaioliamo tra tutti i ragazzi che stanno festeggiando e usciamo di corsa fuori dalla palestra dove per nostra sfortuna sta piovendo

“Ed mi dici dopo quello che mi devi dire. E poi sta piovendo ti sembra normale ammalarci?” gli chiedo un po’ ironica ma lui rimane serio

“Bella è arrivato il momento che tu sappia la verità” mi dice e io annuisco

“Parla” gli dico

“Vedi io non soffro solo d’asma. Il mio asma è caratterizzato dall’assenza di mezzo polmone e di un’arteria otturata, che m’indeboliscono molto e che quasi ogni giorno mi portano ad’avere delle crisi. Tutti i dottori da cui mi sono fatto visitare mi hanno detto che non c’è niente da fare e che pian piano che creso mi posso avvicinare sempre di più alla morte” mi dice guardandomi negli occhi e io rimango paralizzata mentre la pioggia continua a bagnarci

“Cosa? Stai scherzando vero?” gli chiedo scioccata, non era possibile una cosa del genere, stentavo a crederci, non poteva essere vero, non riuscivo a pensare al fatto che lui potesse morire

“No. Mi dispiace non avertene parlato prima ma avevo paura che tu saresti diventata mia amica solo per pietà. Ma sono passate due settimane ormai e mi sembra giusto dirtelo” mi spiega, ma il pensiero che lui aveva paura del fatto che non potessi essere sua amica solo per questa malattia mi fece male

“ Come potevi pensare che io ti sarei rimasta vicino solo per pietà? Credi la nostra amicizia superficiale? Pensavo ti fidassi di me” dissi le ultime due parole quasi a sussurro per la tristezza, il fatto che lui non si fidasse mi amareggiava

“Io mi fido di te, ma avevo paura Bella, non ho mai avuto amici perché tutti provavano sempre pietà di me e questa cosa non mi piaceva e quindi ho preferito chiudermi in me stesso e non relazionarmi mai a nessuno. Ma mi fido di te, credimi” mi dice ma io nego con la testa e incontro il suo sguardo, per poi voltargli le spalle e nascondere le lacrime che mi stavano scendendo dagli occhi, intanto mi sono allontanata di dieci passi

“No,perché se tu ti fossi fidato di me non mi avresti detto la bugia dell’asma , ho sempre pensato che sotto la storia dell’asma ci fosse altro e avevo ragione. Ma ora Edward voglio sapere il vero motivo per cui non mi hai detto niente. Perché non mi hai detto niente, e perché non me l’hai voluto dire?” gli chiedo gridando con la voce roca, menomale che dentro c’è la musica sennò ci sentivano e menomale che piove almeno nascondo meglio le lacrime

“Perché avevo e ho paura” e io rimango sorpresa

“Paura di cosa?” gli chiedo confusa quasi girandomi

“PAURA DI PERDERTI” mi grida e io rimango paralizzata “Cosa?” gli chiedo scioccata, stava davvero dicendo quello che ho sempre sognato?

“ Bella io … Io ti amo” mi dice e il mio cuore batte all’impazzata, non poteva essere vero

“Davvero?” gli chiedo girandomi di scatto e lo vedo stringere i pugni, all’inizio non capisco ma poi vedo il suo respiro accelerare e capisco che c’è qualcosa che non va

“Si davvero” mi dice a fatica e sviene inerme, io subito corro da lui allarmata

“Edward? Edward che hai?” gli chiedo prendendolo tra le braccia

“Bella … chiama tuo … padre” mi dice e chiude gli occhi mentre il suo respiro si fa sempre più lento

“Edward, ti prego parlami, Edward”lo scrollo ma niente non si muove e io grido aiuto, il telefonino l’avevo lasciato ad’Angela per sbaglio

“Ti amo anch’io, ma ti prego svegliati” gli dico vicino all’orecchio, le lacrime scendono copiose insieme alla pioggia che si è fatta più forte, intanto sento il rumore di un’ambulanza avvicinarsi

Possibile che qualcuno si fosse accorto di quello che stava succedendo e avesse chiamato l’ambulanza?

“I soccorsi stanno arrivando ma ti prego dimmi che stai bene. Ti prego” continuo a scuoterlo intanto il suo respiro si fa sempre molto più lento quasi fino a scomparire

“EDWARD SVEGLIATI!!!”



Holàà!!

“Autrice ma siamo arrivati a metà storia?”

“Certo che no Em, siamo ancora all’inizio”

“E perché questo aggiornamento lampo?!"

“Volevo farmi perdonare del ritardo”

“Io ti avevo già perdonato”

“Grazie Edward”

“Dato che non abbiamo molto da dire posso chiudere io questa volta?”

“Va bene Emmet. Edward per te va bene?”

“Certo”

“Grazie fratellino. Allora non vedo l’ore di leggere le vostre recinsioni e al prossimo capitolo. Bacissimi”

“Orso la finisci? Guarda che se a me mi ammazza Bella a te ti ammazza Rosalie”

“Ma finiscila Eddy. E poi non sono io quello che scappa nel prossimo capitolo”

“EMMET”

“Ops, scusa mi è scappato”

“Che non accada più”

“Autrice chiudiamo?”

“Si. Alla prossima e spero il capitolo vi piacia. Kiss”

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Capitolo 13
*** Scomparsa ***


                                                                  Scomparsa


(Pov Edward)

Mi risvegliai in una stanza bianca il giorno dopo, ormai sapevo che era una camera d’ospedale, dopo giorni che venivo sempre ogni volta che stavo male riconoscevo subito il luogo, mi guardai in giro per vedere se c’era qualcuno ma non trovai traccia di nessuno della mia famiglia.
Mi sedetti e pensai a quello che era successo: la scuola, la partita e la mia prima vittoria, le grida di Bella per quello che gli avevo detto e … … Oh no, non posso aver davvero confessato i miei sentimenti a Bella!!!!

Mi odierà ancora di più adesso, ma perché sono stato così stupido? Non riuscirei più a parlargli questo è sicuro, e poi sono stato male davanti a lei, chissà che avrà pensato in quel momento, ma proprio in quel momento dovevo stare male?

Ma che sono scemo

Troppi pensieri mi vorticavano nella testa, tanto che avevo voglia di gridare per tranquillizzarmi, ma ora ho bisogno di pensare in tutta tranquillità e per farlo potrei anticipare il mio viaggio, sarebbe meglio, pure se sarebbe scortese non avvisare nessuno. Ma non voglio che ci sia qualcun altro che mi odi, devo pensare a qualcosa per parlare con lei e scusarmi, ma dovevo pensarci da solo.

Subito mi alzo dal letto ed’esco dalla camera constatando che per mia fortuna non c’è nessuno e così vado a passo spedito verso l’uscito, nascondendomi ad’ogni piccolo movimento, una volta uscito prendo un taxi e vado subito verso casa mia, dovevo prendere la macchina senza farmi vedere .
Faccio in tempo a nascondermi dietro il muretto che vedo le macchine dei miei fratelli uscire di corsa, molto probabilmente in ospedale si sono accorti che sono sparito e li hanno chiamati, così mi butto subito dentro il garage prima che si possa chiudere e appena si chiude io sono dentro;
Quando entro dentro casa dal salone vedo Axel venirmi incontro e io lo accarezzo felice, poi sempre con lui che mi segue prendo uno zainetto e ci metto dentro qualcosa per il viaggio per ultimo prendo le chiavi della macchina

“Vieni con me?” chiedo ad’Axel aprendogli la portiera del passeggero e lui scodinzolandomi salta dentro, io entro dall’altro lato e dopo aver messo in moto do un’ultima occhiata al mio cane che si è seduto sul sedile e mi guarda.
Poi metto in moto, prima sarei andato a Chicago solo per salutare mia madre, ma poi avrei deciso in strada in quale altro posto andare.


(Pov Bella)

“Bella?” la voce di mia madre mi raggiunge mentre sono in salone e la vedo venire verso di me

Solo un’oretta fa sono tornata a casa, perché mio padre mi aveva costretta, ma la mia mente era rimasta lì ad’aspettare notizie sulla salute di Edward, non potevo credere a tutto quello che mi aveva detto, e forse l’unica cosa a cui potevo credere era il fatto che lui ricambiasse i miei sentimenti, ma qualcosa dentro di me mi diceva che stava per succedere qualcosa

“Si mamma?” gli chiedo cercando facendole un piccolo sorriso, quando sono tornata a casa lei non era ancora arrivata e io mi sono appisolata sul divano per non pensare a niente
“Tesoro ha chiamato tuo padre. Ha detto di andare subito in ospedale” mi dice preoccupata e io mi alzo subito all’armata

“Vado subito” gli dico e prendendo velocemente il giubbotto esco velocemente da casa.

Quando arrivo in ospedale entro di corsa e vado subito al piano dove avevano messo Edward, appena arrivo vedo mio padre parlare con mio zio, Charlie Swan, capo della polizia, e vicino a loro i fratelli di Ed, la sorella aveva il viso bagnato dalle lacrime “Papà” lo chiamo allarmata avvicinandomi e lui si volta verso di me con sguardo preoccupato mentre lo stesso fanno gli altri

“Bella eccoti. Devo farti qualche domanda” mi dice zio sorridendomi dispiaciuto e io rimango confusa

“Perché?” gli chiedo stranita, intanto mi guardo intorno e vedo gli occhi di tutti puntati su di me, solo in quel momento mi accorgo che vicino alla famiglia del mio amore ci sono anche Ben, Angela e tutti gli altri ragazzi della squadra

“Bella?” mi richiama mio padre ma questa volta con tono un po’ più severo e io lo guardo confusa, se è serio vuol dire che è successo qualcosa di grave

“Si?” chiedo guardandoli uno per uno

“Edward è scomparso. Tu ne sai niente?” mi chiede ma in quel momento il mio cuore si frantuma, ecco perché tutti mi guardano, forse pensano che io sappia dove sia andato, ma non lo so, non lo posso sapere

E poi perché se ne andato?

“Non è possibile!! È uno scherzo vero?” gli chiedo, intanto sento che le lacrime stanno iniziando a uscire

“No, e per questo vorremmo sapere se tu ne sai qualcosa. Insomma siete amici e forse ti ha detto qualcosa del genere” mi spiega mio zio ma io nego con la testa

“Bella ti prego è importante. Se sai qualcosa diccela” mi implora mio padre, e in quel momento capisco perché ci sono anche altri nostri compagni di classe, avevano chiamato tutti i ragazzi che hanno avuto uno stretto contatto con lui

“Non so niente” gli rispondo singhiozzante e Angela si avvicina subito a me abbracciandomi

“Non è da lui fare una cosa del genere. Deve essergli successo qualcosa, non se ne può essere andato senza un motivo” sussurra Alice

“Siete tutti qui?” gli chiede mio zio guardandoli

“No, manca nostro padre che è a lavoro. E poi mio cognato, ma quello è per colpa mia, dieci minuti fa l’ho mandato a casa metti caso dovesse tornare” gli spiega Emmet

“Ha mai fatto accenno a qualche partenza?” continua a chiedergli

“Si, ieri parlava di voler andare a Chicago, ma pensavo di avergli fatto cambiare idea” gli risponde pensieroso

“Non andrà a Chicago” interviene la ragazza bionda che sta consolando Alice

“Che intendi?” gli chiede curioso mentre tutti noi la guardiamo

“Intendo che tuo fratello usa troppo la testa. Sa che andremo a cercarlo a Chicago e pure se ci andrà, sono sicura che scapperà subito da lì, pur di non farsi prendere” dice guardando tutti noi negli occhi, e io mi ritrovo ad’annuire inconsapevolmente alle sue parole perché quello che aveva detto era vero

“Infatti se ci andrà sarà solo per poco. Non si fermerà per molto tempo, perché lui sa che sicuramente lo cercheremo” affermo anch’io convinta

“Mi potete dare una sua foto? La metteremo in giro e anche nelle posti vicini”

 “Si certo, ma ce l’abbiamo a casa. Se vuole venire con noi” gli dice cortese Alice e mio zio annuisce, poi si volta a guardarmi

“Bella se ti viene in mente qualcosa chiamami” mi dice e io annuisco

“Charlie dobbiamo fare in modo di trovarlo subito” gli dice mio padre serio

“Ci proveremo. A Chicago ci potrebbe essere qualcuno che lo può fermare?” chiede di nuovo ai fratelli Cullen

“Si una nostra ex vicina se abita ancora lì” gli risponde Emmet

“Provate a contattarla” gli dice e loro annuiscono

“Carlisle, Bella, vi saluto iniziamo con le ricerche” ci dice e poi insieme agli altri se ne va

“Papà inizio pure io, forse non si è allontanato, oppure potremmo andare a Chicago” inizio a farneticare ma lui mi sorride comprensivo

“Tesoro stai calma. Domani vai a scuola e l’ultimo giorno prima delle vacanze e poi tranquillizzati lo troveranno” mi dice con le mani sulle mie spalle

“No, lo voglio cercare” gli dico testarda, dovevo trovarlo a tutti i costi

“Fai la brava e vai a casa”

“Ma papà” mi lamento

“Niente, ma, signorina, ora fila a casa” mi dice autoritario e io mi sto per allontanare quando un pensiero improvviso entra nella mia mente

“Papà?” lo chiamo, anche lui si stava allontanando

“Dimmi” mi dice confuso

“Come sta?” gli chiedo preoccupata e lui sospira sconsolato

“Ti risponderò come ho risposto ai suoi fratelli. È meglio se lo troviamo subito” mi dice e se ne va prima che io gli possa dire qualcosa, io subito mi allarmo, quello non era un buon segno.

“Amore mio, dove sei finito?” sospiro a bassa voce, poi corro in macchina e giro per tutta la città per vedere se forse si trova da quelle parti, mentre nel frattempo continuo a mandargli messaggi e a chiamarlo sperando che mi risponda.
Arrivo verso tarda sera a casa, ma prima che possa scendere dalla macchina vedo una figura venire verso di me, all’inizio credo che possa essere lui, ma quando scendo dalla macchina e mi avvicino vedo i capelli lunghi, e solo quando me lo ritrovo davanti scopro che è Jacob

“Che ci fai qui?” gli chiedo arrabbiata, dopo tutto quello che ha combinato i giorni precedenti non lo volevo più vedere

“Sono venuto a consolarti, insomma il tuo ragazzo è sparito e io ero preoccupato per te” mi dice con un sorriso strafottente, quanto lo vorrei prendere a pugni in questo momento

“Certo come no. Ma adesso te ne puoi tornare tranquillamente a casa tua” gli dico acida e sto per aprire la porta quando lui mi prende il polso

“Aspetta devo solo dirti una cosa” mi dice tenendomi stretta e poi tirandomi verso di lui mi stringe fra le sue braccia

“Lasciami” gli dico cercando di dimenarmi ma lui continua a sorridere

“Vai a dire al tuo ragazzo di non tornare, perché da domani tutta la scuola saprà quello che non vuole che sappiano” sussurra e io m’irrigidisco sorpresa

“Come fai a saperlo?” gli chiedo con voce strozzata

“Diciamo che dopo la partita, io e Mike, vi abbiamo spiato. E un’altra cosa digli che farò in modo che lo odino tutti” mi dice sempre con il sorriso strafottente sulle labbra

“Sei uno stronzo” gli sussurro irritata

“Tesoro non si dicono queste cose e per farti perdonare mi devi dare un bacino” mi dice e appena finisce di parlare mi ritrovo con le sue labbra sulle mie, subito lo spingo indietro e gli tiro uno schiaffo fortissimo

“Sei un deficiente, ora vedi di andartene” gli grido ed’entro subito in casa per poi andare in camera mia di corsa.
Mi sdraio sul letto mentre con il cellulare in mano continuo a chiamarlo e a mandargli messaggi, fu solo dopo mezz’ora che mi arrivò la sua risposta e il sorriso felice fece posto ad’un sorriso triste quando lessi quello che c’era scritto


Bella ti prego lasciami stare, so che ho avuto una reazione idiota ma non riuscirei a spiegarti il motivo in questo momento.
Ti prego non chiamarmi e non mandarmi più messaggi.
Non tornerò o almeno non subito,ma ti prego fino ad’allora fai finta che non sia successo niente, che io non ti abbia detto niente;
FAI FINTA CHE IO NON SIA MAI ESISTITO, CHE NOI DUE NON Ci SIAMO MAI INCONTRATI.
E ti prego non fare cose insensate e pericolose, non preoccuparti per me e pensa solo alla tua vita.
Forse un giorno ci rivedremo e spero mi perdonerai, comunque nonostante tutto
Ti Amo e ti amerò sempre.
Baci Edward



Holà!!

“Ehy autrice come stai? Mi mancava molto il seguito di questa storia”

“Ciao Em, grazie sto un po’ meglio, pure se scrivere con la mano sinistra mi infastidisce prometto che almeno un capitolo alla settimana lo posterò”

“Se lo dici tu, ancora però non ho capito come hai fatto a romperti la mano”

“Credimi neanche io l’ho capito. Comunque prometto che posterò almeno una volta a settimana e se riesco anche due dato che avrò la mano ingessata fino a metà Agosto”

“Non ti preoccupare l’importante e che posti”

“A proposito dov’è Edward?”

“è andato a fare un giro con Bella, ti saluta comunque”

“Grazie. Allora ci sentiamo al prossimissimo capitolo. Alla prossima”

“Baci”

“Em?”

“Che c’è? Mi diverto a dirlo”

“Vabbé lasciamo stare”

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Capitolo 14
*** Grazie mamma ***


                                                                       Grazie mamma


(Pov Edward)

Verso mezzogiorno del giorno dopo ero a Chicago, avevo fatto solo una fermata per riposare e per sgranocchiare qualcosa, il pieno mi era bastato e stava ancora continuando a bastare, cosa che mi ha tolto un po’ di tempo perso in meno.
Quando entrai in città pensai a come si arrivava alla mia vecchia casa, da una parte potevo chiedere indicazioni ma non mi andava tanto di presentarmi perché se i miei fratelli avessero chiamato a qualcuno in città e quella persona sa che sono qui loro potrebbero venire subito usando l’air jet di papà, sempre se riescono a prenderlo di nascosto.
Alla fine,però, e quando Axel abbaia,sicuramente annoiato, decido di fermarmi davanti a una frutteria a chiedere indicazioni, faccio scendere pure Axel e lo prendo dal guinzaglio e mi avvicino a un signore, con un grembiule e un cappello bianco, che stava sistemando una cassetta di mele

“Mi scusi?” attiro la sua attenzione e lui si gira verso di me sorridendomi, sembra un uomo gentile dalla faccia

“Posso fare qualcosa per te giovanotto?” mi chiede cortese e da una carezza pure ad’Axel che gli scodinzola vedendo delle cose da mangiare vicino a lui

“Si mi servirebbe un’indicazione, sono nuovo e non mi so orientare” gli dico leggermente in imbarazzo

“Ho notato subito che sei nuovo di qui, non ti ho mai visto in giro, pure se la tua faccia mi sembra molto familiare. Comunque chiedi pure” accenna continuando a guardarmi e non lo fa solo lui perché anche tutti i clienti stranamente si voltano a guardarmi come se io gli ricordassi qualcuno, e forse dentro di me so già chi è quel qualcuno

“Si certo, vorrei sapere dove si trova Villa Masen” gli dico confuso

“Certo, vedi quella casa grande e bianca? Ecco quella è villa Masen o meglio era villa Masen” mi dice e mi segnala una casa a due piani a dieci metri di distanza,da lontano si vedevano le pareti bianche, la raffinatezza delle mura e il cancello nero, che precedeva sia la casa che il giardinetto davanti

“Perché era?”chiedo confuso

“Vedi il signor Masen da due anni ha messo in vendita la casa ed’è stata comprata da un’altra famiglia” mi spiega

“Capisco e sa il cognome di questa famiglia?” gli chiedo curioso, Emmet mi aveva detto che casa era ancora di nostra proprietà, com’è possibile che sia venduta?

“Tang, o Sgang, o Wan. Non mi ricordo, eppure è un cognome corto”

“Ok, grazie non fa niente” sospiro deluso e sto per andarmene, quando l’uomo mi ferma

“Ma posso sapere perché t’interessa?” mi chiede evidentemente curioso, intanto sento ancora molto sguardi addosso prima che possa intervenire, una donna un po’ grassa venne verso di noi, non era giovane e aveva una retina a tenere i capelli neri, pure se erano corti, dedussi che era la moglie dell’uomo

“Caro puoi venirmi ad’aiutare?” gli chiede gentile non accorgendosi di niente

“Certo, stavo solo dando delle indicazioni a questo giovanotto e sarei venuto ad’aiutarti” gli risponde facendo un piccolo cenno verso di me e per la prima volta la donna mi guarda, dopo un po’ la vedo sgranare gli occhi sorpresa

“Santo cielo, non è possibile” sospira scioccata e sia io che il marito siamo confusi, nel frattempo mi accorgo che nella voce ha un accento francese

“Tutto a posto Greta?” gli chiede l’uomo

“Tu sei Edward, il figlio di Elizhabet e Ryan Masen, vero?” mi chiede e sia il marito che tutte le persone che prima mi stavano guardando, rimangono sorpresi e senza parole

“S-si” confermo in imbarazzo e la donna mi abbraccia intanto Axel ringhia nel tentativo di far allontanare la donna

“Io sono Greta Lowood, sono stata la governante di casa Masen e mi occupavo sempre dei tuo fratelli e di tutta la tua famiglia fino a quando sei nato” mi spiega con occhi lucidi, io intanto capisco perché mi ha riconosciuto e ha reagito in quel modo

“Non ci credo, pensavo che abitaste a Beverly Hills ormai” dice incredulo il signor Lowood, mentre sento il mio nome da tutte le parti

“Per la verità da un po’ ci siamo trasferiti in un paesino dalle parti di Seattle, si chiama Forks. Comunque sono venuto solo io, volevo vedere la mia vecchia casa” gli dico scrollando le spalle

“Mi dispiace che tu non la possa vedere, ma almeno fuori è rimasta com’è sempre stata. Non so se poi è stata cambiata dentro” mi dice dispiaciuta

“Non fa niente, ora è meglio che vada” gli sorrido

“Non vuoi fermarti a mangiare qualcosa? Oppure vuoi riposare?” mi chiede premuroso ma io nego con la testa

“No grazie, dobbiamo andare. Spero di rivedervi un giorno” dico e salutandoli esco

“Lo spero anch’io” riesco a sentire prima di salire in macchina e partire verso il cimitero.

Il cimitero è dall’altra parte della città e per arrivarci ho dovuto superare numerosi edifici e scuole, tutta la gente camminava a piedi invece di usare le macchine ma nonostante ciò il traffico c’era lo stesso, intanto pensavo alla mia vecchia casa e pensai a come poteva essere il dentro, conoscendo mio padre doveva essere tutto raffinato e di classe ma sicuramente doveva essere un luogo vivace per come descrivevano i gusti di mia madre,
Quando arrivai al cimitero mi sorprese molto l’immensità, era circondato da delle sbarre di ferro e al centro c’era un grosso cancello nero con ai lati due colonne dove sopra c’erano due angeli in cemento nero che guardavano in alto con gli occhi chiusi mentre le loro ali erano stese come a prendere il volo, un po’ però mi fecero venire i brividi e oltrepassando il cancello guardai la terra per non alzare lo sguardo, e subito iniziai a cercare quello che stavo cercando;
La tomba di mia madre si trovava cinque file più avanti dal cancello, era bianca e sopra il suo nome era ancora ben segnato con lettere nere, sotto la data della nascita e della morte mentre vicino c’era una sua foto

“Ciao mamma” sussurro inginocchiandomi davanti alla lapide, un leggero venticello portò via delle foglie posizionate a terra

“Mi dispiace di non averti portato nessun fiore ma la prossima volta cercherò di rifarmi, pure se credo che in questo momento sei arrabbiata con me dato che ho fatto una cosa che non dovevo fare, però avevo voglia di vederti e poi non sono riuscito a trattenere la mia vigliaccheria” continuo a parlare intanto mi guardo intorno per vedere se c’è qualcuno, ma non c’è nessuno, neanche il cinguettio di un uccellino.

“Sai mamma ho tanta voglia di conoscerti ma non posso purtroppo. Ti conosco solo da quello che mi hanno detto di te e che continuano a dirmi ma non mi basta, io ti vorrei qua vicino a me, guardarti negli occhi, abbracciarti, parlarti, vorrei vedere chi mi ha messo al mondo, chi ha dato la sua vita per me e sapere se mi vuoi ancora bene dopo quello che ti ho fatto; Mi sono sempre chiesto se tu sapevi che saresti potuta morire, insomma possibile che tu sapevi già da prima che potevi morire se io nascevo? E quando hai saputo che ero un maschio sapevi anche dei problemi che avrei avuto? Scusami se ti sto facendo delle domande a cui non puoi rispondere ma mi voglio illudere che almeno mi stai sentendo, che capisci quello che provo nel non averti conosciuto. Perché io, mamma, ci spero ancora che un giorno potremmo conoscerci, che potremmo parlare da madre a figlio, che potremmo stare insieme e consolarci mentre camminiamo in mezzo agli alberi, ma chi lo sa forse ci rivedremo molto presto, oppure fra un altro paio di anni, ma ci rivedremo ne sono sicuro, forse anche domani o dopodomani dato che rischio di morire ogni giorno. Ma ti prometto che continuerò a vivere come ho sempre fatto, che cercherò di non far preoccupare gli altri e che starò attento, insomma ti prometto che cercherò di vivere pienamente ogni giorno della mia vita” quando finisco noto una piccola lacrima scendere e non me ne vergogno anzi sono felice che cadrà sulla terra così forse riuscirà a toccarla

“Ti voglio chiedere un grande favore, so che non puoi fare niente ma spero che riuscirai a infondermi un po’ di coraggio per affrontare tutto, ho paura di morire e non so come potrei reagire se un giorno scopro che mi manca poco da vivere, ma voglio coraggio soprattutto per riuscire a fronteggiare papà, per calmare Emmet e Alice quando sto male, voglio trovare il modo di rendere tutti voi orgogliosi di me, ma soprattutto voglio coraggio per parlare con Bella. Ho fatto due grossi sbagli e credo che in questo momento mi odia a morte, il primo è stato due giorni fa quando le ho rivelato il mio amore per lei e, sicuramente, così ho rotto la nostra amicizia; il secondo è stato ieri quando gli ho mandato il messaggio con scritto di dimenticarmi, ma non ho capito cosa mi ha portato a scrivergli una cosa del genere e di questo me ne pento. Vorrei averla davanti e chiederle scusa ma so che non ci riuscirò ed’è per questo che ho bisogno di te, non so che fare, non so che mi dirà e ne che farà, ma ho bisogno di lei, perché è l’unica che fino ad’adesso ha dato un senso alle mie giornate, l’unica che è riuscita ad’aprire una porta nella stanza buia e cupa in cui mi ero, e ne sono tutt’ora, rinchiuso. Ora è meglio che vado, ancora non ho deciso se tornare subito a casa o andare in un altro posto” finisco alzandomi e continuando a guardare la foto

“Secondo me, dovresti tornare a casa con me” una voce femminile mi riporta completamente alla realtà, e quando mi giro stupito la vedo davanti a me, con i capelli neri che le ricadono sulle spalle e gli occhi che mi guardano tra il severo e il felice

“Che ci fai qui?” gli chiedo senza parole e lei sorridendomi si butta tra le mie braccia

“Per fortuna avete un velocissimo Air Jet” mi dice sghignazzando

“Già” sospirò mentre vedo mio fratello e mia sorella vicino al cancello che stanno giocando con Axel

“Sei stato un’imprudente potevi farti male, o stare male. E poi come ti è saltato in mente di scappare come se niente fosse?” mi chiede severa e incrociando le braccia

“Mi dispiace” sospiro, non so che dirgli, è stato tutto troppo veloce

“E sia chiaro non dirmi più di far finta che non esisti chiaro? E poi non puoi pretendere che io ti odi se non ti ho ancora detto niente” mi dice un po’ scherzando e io la guardo confuso, e molto probabilmente mi è venuta fuori una faccia stramba dato che si è messa a ridere

“Che intendi dire?” chiedo stranito e lei sbuffa un po’ scocciata, ma poi il suo sguardo si fa di nuovo dolce e mi prende le mani tra le sue

 “Che ti amo, scemo, che non posso vivere senza di te, che mi hai cambiata, che solo da sabato ho capito cosa provo per te e che sei un deficiente perché non mi dai mai tempo di spiegarti le cose” finisce scherzando

“Però io ti vorrei spiegare una cosa” gli sussurro avvicinandola a me e abbracciandola forte

“Che cosa?” mi chiede facendo incontrare il suo sguardo con il mio, un’elettricità ci tiene legati e pian piano le nostre labbra si avvicinano

“Questo” gli sussurro e la bacio.

Molti dicono che il primo bacio non si scorda mai, che è meraviglioso, indimenticabile, io concordo pienamente!!

L’aria intorno a noi era una dolce melodia, sembrava che ci libravamo in aria pure se non ce ne accorgevamo, i nostri cuori battevano all’unisono e i nostri respiri si univano all’aria, quando ci staccammo la guardai intensamente e la strinsi ancor di più a me

“Ti amo” le sussurrai

“Ti amo” mi disse e poi mano nella mano ci dirigemmo verso l’uscita.

Di solito è strano che il primo bacio avvenga in un cimitero ma forse le cose devono andare in questo modo, forse è stata mia madre a volere che ci baciassimo davanti alla sua tomba, ma la cosa non mi turba per niente anzi ne sono felice, subito però mi fermo e volto subito lo sguardo verso la tomba

“Grazie mamma” sussurro, non so se Bella mi ha sentito ma sono sicuro che mia madre mi abbia sentito, perché lei sarà sempre con me e i miei fratelli.



Holàà!!!

“Ciao autrice”

“Ehy Ed. Emmet?”

“Presente”

“Bene avete qualcosa da dire?”

“Si”

“Bene,dite”

“Spero di leggere molte recensioni in questo capitolo sennò mi offendo”

“Ok Em grazie. Ed tu devi dire qualcosa?”

“Stessa cosa che ha detto Yoghi e alla prossima”

“Bene grazie per la velocità. Alla prossima Kiss”

"Ehy Yoghi a chi?"

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Capitolo 15
*** Piccoli chiarimenti ***


                                            Piccoli chiarimenti

 

(Pov Edward)

“EDWARD ANTHONY CULLEN, COME DIAVOLO TI SEI PERMESSO?”

Abbiamo appena oltrepassato il cancello del cimitero quando l’urlo di mia sorella mi raggiunge e lei e Emmet mi vengono incontro con sguardo minaccioso, io guardo Bella preoccupato mentre lei alza le spalle

“Mi dispiace ma ora te la vedi tu” mi sussurra

“Traditrice” gli dico a voce bassa e punto lo sguardo su Alice che si è fermata davanti a me con sguardo omicida

“Senti sorellina non è successo niente insomma mi avete trovato no?” cerco di dirgli innocentemente mentre Bella trattiene le risate

“Non è successo niente? Ma ti rendi conto che ci siamo preoccupati a morte, nessun biglietto, né una telefonata, scompari così senza dire niente. E se ti fosse successa qualcosa? Se avessi avuto un’altra delle tue crisi? Se facevi un incidente? Come pensi che l’avremmo saputo?” continua a sgridarmi e continua così per un altro paio di minuti, quando alla fine si ferma per respirare

“Dai Aly sto bene, e poi ti preoccupi troppo, insomma se mi fosse venuta una crisi mi sarebbe già venuta” gli dico cercando accuratamente le parole, meglio stare attenti con le parole in questo momento

“Non vuol dire di certo che te ne devi andare in giro come niente fosse” replica

“E va bene, mi dispiace di avervi fatto preoccupare. Ora possiamo andare?” gli chiedo un po’ scocciato e mi dirigo verso la macchina

“Dove credi di andare?” mi chiede Bella confusa e io la guardo

“A casa, e poi dove l’avete parcheggiato l’air jet?” gli chiedo non vedendolo in giro, ora che ci penso l’air jet non può entrare in città come se fosse una macchina

“Nello spiazzo prima di entrare in città. Dobbiamo andare con la macchina fino a lì” mi spiega Em e io annuisco per poi entrare subito in macchina con Axel e gli altri che prendono subito posto

“Non vi chiedo come avete fatto a prenderlo perché ho capito che papà non ne sa niente. Comunque io torno con la macchina” gli dico mentre metto in moto, qualcuno doveva pur riportare la macchina in paese, e la volevo riportare io

“Va bene. Bella non ti dispiace tornare con Alice sull’air Jet vero? Sai vorrei fare due chiacchiere con mio fratello in privato” dice Emmet a Bella che è seduta davanti con me

“No va bene” gli risponde quasi subito

“Grazie” gli risponde sorridendole

“Per la verità preferirei che Edward tornasse con noi” interviene Alice pensierosa

“E dai sorellina mica scappo, torno a casa con voi” gli dico

“Infatti Aly e poi ci sono io che lo controllo” gli dice Emmet sghignazzando

 “Certo, ci sei tu a rompermi la testa” gli dico scherzando e lui inizia a ridere, seguito dagli altri

“Comunque Bella uno di questi giorni vieni a cena da noi, va bene?” ci interrompe subito Alice e in quel momento m’irrigidisco Non per Bella, ma il fatto che molto probabilmente ci sarà pure mio padre mi mette i brividi

“Non saprei” gli dice Bella un po’ in imbarazzo

“E dai!! Eddy diglielo pure tu” mi sprona

“Aly c’è papà a casa” gli dico un po’ serio, chissà cosa potrebbe combinare per mettermi in imbarazzo davanti a lei

Ho sempre pensato che potesse cambiare, che forse un po’ di bene me ne vuole, ma ormai non ci credo più e pure se non mi piace e se mi fa male saperlo lui mi odia e io non posso proprio farci niente

“E non rompere!! Papà non farà assolutamente niente c’è Emmet che lo rende mansueto” dice scocciata pure se leggo un po’ di dubbio nella sua voce

“Tranquillo Ed ci penso io” mi dice mio fratello risoluto

“E va bene!! Che ne dici, vuoi venire uno di questi giorni? In tanto in un modo o nell’altro li dovrai conoscere bene” dico alla mia ragazza scrollando un po’ le spalle

“Ci penso” mi dice sorridendo, e io riporto subito gli occhi sulla strada

“Fratellino gira a destra” mi dice Emmet e io giro , appena svolto l’angolo vedo l’aereo di mio padre parcheggiato davanti a noi, il colore verde scuro non mi è mai piaciuto, anzi tante volte mi sono messo a parlare con Emmet sul ridipingerlo di un altro colore.
Scendiamo tutti dall’auto e ci avviciniamo, intanto si sta facendo sera, Axel è il primo a salire sull’aereo seguito da Alice

“State attenti” mi dice Bella baciandomi, quanto vorrei baciarla per sempre

“Tranquilla andrà tutto bene. Ci vediamo domani pomeriggio” gli dico, con la macchina ci mettiamo un giorno ma con l’aereo solo due o tre ore

“Fatti sentire se ti mando un messaggio” mi minaccia e io sghignazzo

“Certo, sarà fatto madame” gli dico con un mezzo inchino e lei ridendo entra per poi chiudersi lo sportellone alle spalle, io giro e vado verso la macchina quando vedo mio fratello seduto al posto del guidatore sull’auto

“No caro mio, guido io” gli dico a braccia incrociate e con un piccolo broncio

“Invece di fare la rima,vedi di salire subito sulla tua macchinina, intanto guido io, e poi ci aspetta una bella chiacchieratina” dice chiudendo lo sportello e io entro dall’altra parte sbuffando

“Però non è giusto” gli dico mentre metto in moto

“Finiscila è super giusto che guidino i più grandi” mi dice trattenendosi dal ridere e io rimango in silenzio.

Trattengo il silenzio almeno finché non entriamo in autostrada per vedere se capisce che ce l’ho con lui, poi però scocciato che neanche lui dica niente inizio a parlare

“Ok ora basta. Mi devi qualche piccola spiegazione Emmy e so che tu me la puoi dare meglio di come me la potrebbe dare Alice” gli dico guardandolo e lui annuisce

“Certo, chiedi pure” mi dice

“Prima domanda: perché la nostra vecchia casa si chiama Villa Masen invece di Villa Cullen?” gli chiedo, non gli ho mai chiesto perché avesse un altro nome al posto del nostro cognome ma ora sono proprio curioso

“Per colpa di papà. Diceva che Chicago non era una città degna di sapere il suo cognome e quindi quando abitavamo a Chicago dovevamo portare il cognome di nostra madre, così per questo motivo la villa che si doveva chiamare Cullen si chiama Masen” mi spiega

“Ma non ha senso. Allora perché abbiamo ripreso il nostro vero cognome dopo?” gli chiedo confuso

“Colpa mia e di Alice, ci siamo ribellati e dovunque andavamo ci presentavamo con il nostro vero cognome e d’allora papà pure se involontariamente ha lasciato questa questione stupida del cognome”

“E secondo lui, qual’erano le città più degne di sapere il suo cognome e chi era?” gli chiedo portando lo sguardo sulla strada e appoggiandomi con un gomito al finestrino aperto

“New York, Roma, Parigi, San Paolo, Mosca, Londra, Tokyo, Berlino, Pechino, Madrid, Buenos Aires e Città del Capo” mi elenca

“Città molto importanti e famose” rifletto “

Per questo per lui erano, e sono tutt’ora, le più degne. Essere il più famoso in una di queste città vuol dire essere ricco e famoso, e papà questo vuole, vuole essere famoso e avere tanti soldi” continua a spiegarmi, in trent’anni ha avuto tutto il tempo possibile per capire com’è papà e ci è riuscito alla grande

“Perché sorridi?” mi chiede sorridendomi e guardandomi per un secondo, solo in quel momento mi accorgo che inconsciamente mi è apparso un sorriso sulle labbra

“Niente pensavo. Comunque che mi dici del fatto che la casa sia stata venduta?” gli chiedo guardandolo attentamente e sulla sua faccia vedo un’espressione confusa e sorpresa

“Come venduta?” mi chiede e io gli spiego della chiacchierata con i signori Lowood e di quello che mi hanno detto, per poi svelarmi che la signora è stata la loro governante

“Greta, la nostra Greta. Per me, e Alice, è stata come una seconda madre, badava sempre a noi quando nostra madre usciva o stava male. Suo marito invece, il signor Jack, era il giardiniere di casa e stava con noi ventiquattr’ore su ventiquattro ” mi dice e nella voce sento affetto verso quella coppia

“E papà?” gli chiedo curioso, subito la sua espressione cambiò, diventando dura e fredda

“Niente. Non c’era mai a casa, lo vedevamo solo mezz’ora per pranzare e cenare, poi usciva e non lo rivedevamo più fino al giorno dopo”

“Ma lavorava no?” gli chiedo confuso, possibile che mio padre era proprio com’è adesso?

“Si ma solo di mattina e metà pomeriggio. Poi di sera non sappiamo dove andava e lo rivedevamo direttamente al pranzo del giorno dopo. Pure se ora ho capito perché non lo vedevamo quasi più” mi dice facendo una piccola allusione che io capisco al volo

“Intendi dire che già allora stava con Tanya?” salto su mettendomi subito dritto sul sedile e lui annuisce

“Quando l’ho vista di persona mi sono ricordato di averla vista quando avevo sei anni. E già allora papà ce l’aveva presentata come la sua segretaria” sospira

“Ed’Alice la conosceva?” gli chiedo sorpreso

“No. Solo io ma non me la ricordavo dato che l’avevo vista solo una volta” mi continua a spiegare

“E mamma? Sapeva che papà …” non riuscivo a finire la frase, forse perché non riuscivo a pensare che mio padre non amava mia madre o a qualcosa del genere, ma per mia fortuna mio fratello capì al volo

“Non lo so. Mamma ci trattava sempre bene, ci coccolava, ci sgridava, ed’era molto affettuosa con tutti, era la migliore del mondo. Ma non so se mamma sapeva che papà amava un’altra” mi dice e io sospiro appoggiandomi di nuovo allo schienale

“Quindi poteva pure saperlo” esclamo

“Forse si. Vedi Eddy, l’unico difetto, sempre se si può chiamare così, e che mamma è sempre stata molto buona e perdonava sempre tutti. Ad’esempio, se un giorno avesse incontrato la persona che tre giorni prima aveva cercato di ucciderla lei tranquillamente l’avrebbe perdonato e l’avrebbe tolto dai guai. Quindi se mamma avesse scoperto, o no, quello che faceva papà sicuramente avrebbe fatto finta di non pensarci e avrebbe continuato ad’amarlo pure se lui non l’amava” finisce di spiegarmi e io rifletto su tutto quello che mi ha detto

“Ok, va bene, cambiamo argomento. Perché papà a Forks si fa chiamare Walter invece che Ryan?” gli chiedo di scatto cambiando argomento, se fossi andato a pensare a mia madre e mio padre non sarei mai riuscito a liberarmi dei pensieri su di loro

“Secondo te? Stesso motivo del cognome, solo che il nome ha voluto cambiarlo solo per Forks” scrolla le spalle

“Che bel padre che ho. Ritiene tutti inferiori a lui, wow” dico sarcastico e Emmet si mette a ridere per il mio tono, alla fine mi unisco pure io alla sua risata

“Vuoi sapere altro?” mi chiede dopo un po’ evidentemente curioso, e sto per chiedergli se sia loro che mamma già sapevano di quello che avrei avuto una volta nato

“No niente, per oggi basta” gli dico invece scuotendo la testa, non mi andava di sapere altro, per il momento questo bastava, e poi stranamente e senza aspettare che mio fratello dicesse qualcosa mi addormentai.

Non so esattamente quanto tempo è passato da quando mi sono addormentato, ma a un certo punto dei clacson mi fanno spaventare e quando di scatto riapro gli occhi mi ritrovo sbalzato fuori dalla macchina, e dopo numerose capriole involontarie dovute allo sbalzo prendo in pieno con il guardareil e per un paio di minuti perdo completamente i sensi.
Subito riapro gli occhi quando sento delle sirene in avvicinamento e nel farlo guardo la macchina che si è sfracellata contro un’altra, sotto la macchina riesco a notare il corpo di mio fratello pieno di ferite, subito cerco di alzarmi ma il corpo non risponde ai miei comandi e quando mi muovo un dolore lancinante mi pervade per tutto il corpo mentre non riesco a sentire tutta la parte destra del mio corpo

“EMMET” lo chiamo mentre ormai sento l’ambulanza e la polizia vicine, ma oltre a questo non riesco ne a sentire ne a vedere niente, l’unica cosa che vedo e il corpo di mio fratello inerme, non so se ci sono feriti gravi nell’altra macchina.
L’unica cosa che riesco a vedere è la mano di mio fratello che si muove leggermente, e un sospiro speranzoso esce dalle mie labbra mentre perdo nuovamente i sensi.




Holà!!!!

“Autrice però sei cattiva. Come puoi farci una cosa del genere?”

“Scusa Emmy non l’ho fatto a posta. È la storia che lo richiede”

“Non è giusto”

"Dai Emmy, vedrai che mi farò perdonare”

“Se lo dici tu”

“Tranquillo. Spero di leggere qualche vostra recensione e al prossimo cappy Kiss”

“Ma lo volevo dire io”

“Emmy a cuccia”

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Capitolo 16
*** Ci sarò io con te ***


                                                                                                                  Ci sarò io con te



(Pov Alice)

“Alice grazie per avermi accompagnato a casa” mi dice Bella

Eravamo arrivate con la macchina davanti casa sua dopo che avevamo lasciato l’Air Jet, ora che so che mio fratello sta tornando a casa sono molto più tranquilla

“Di niente, e poi è grazie a te se Edward sta tornando” gli dico riconoscente, se non ci fosse stata lei non saprei se saremmo riusciti a convincerlo

“Ma se non ci foste stati voi non avrei saputo come raggiungerlo. Comunque tu dici che sta andando bene il loro viaggio ?” mio chiede preoccupata e io la guardo confusa

“Si, perché?” gli chiedo

“Non so, ho una strana sensazione, come se questa sensazione mi vuole dire che gli è successo qualcosa” mi dice mettendosi una mano sul cuore, e io rimango sorpresa, è la stessa sensazione che ho io

“Forse ti sembra che vuol dire questo, oppure è solo la stanchezza” gli dico sorridendole incoraggiante ma lei non mi sembra sicura e prende il telefonino dalla tasca

“Ti dispiace se chiamo qui? Così li senti pure tu” mi chiede e io le faccio cenno di chiamare

“Se ti fa stare più tranquilla” gli dico e la guardo mentre fa il numero e porta il cellulare all’orecchio

“Pronto Ed?” la sento dire ma vedo la sua faccia scurirsi dopo poco

“Mi scusi ma lei chi è?” la sento chiedere preoccupata e io mi raddrizzo

“Cosa?Quando?” subito mi allarmo, con chi stava parlando?

“In quale ospedale?” chiede con le lacrime agli occhi e io accendo subito il motore pronta a partire

“Va bene grazie” dice fra i singhiozzi e poi si gira verso di me “Che è successo?” gli chiedo mentre anche la mia voce si incrina

“Hanno avuto un incidente in autostrada e li hanno portati subito all’ospedale di Chicago che era quello più vicino” mi dice e io l’abbraccio

“Bella ascoltami io vado subito a casa a prendere mio marito e mia cognata. Vuoi venire, oppure quando arrivo e m’informo delle condizioni ti chiamo?” le chiedo mentre prendo il cellulare per chiamare casa, intanto cerco di asciugarmi gli occhi dalle lacrime e cerco di tranquillizzarmi

“Vengo anch’io” mi dice e io metto in moto mentre Jasper risponde al telefono

"Alice siete arrivate?” mi chiede subito

“Fatti trovare al cancello insieme a Rosalie” gli dico e chiudo subito mentre aumento la velocità.


(Pov Emmet)

Mi risveglia in un letto e solo quando mi sedetti e dopo aver notato, che avevo ancora i vestiti che nascondevano le fasciature dei vari tagli e graffi capì che ero in ospedale, e riconobbi subito che ospedale era.
Non mi ricordavo molto dell’incidente, ricordavo la macchina che ci veniva incontro a grande velocità, ricordavo di aver spinto mio fratello fuori dalla macchina per evitare l’impatto che ormai non si poteva evitare e per ultimo mi ricordavo anche di quando mi ero buttato io dalla macchina un secondo prima dell’impatto e di aver perso subito i sensi, ma poi non ricordavo bene il resto di quello che era successo; I pensieri andarono subito su mio fratello e mi alzai di scatto, cosa che mi procurò dolore alla testa e al fianco sinistro, mi guardai intorno vedendo che nei lettini vicini lui non c’era e uscendo velocemente dalla stanza bloccai un’infermiera che stava passando

“Mi scusi?” la chiamai subito e lei si giro a guardarmi

“Si? Posso fare qualcosa per lei?” mi chiede gentile e io continuo a guardarmi intorno

“Si. Sto cercando il ragazzo che era con me, dovrebbe essere stato pure lui ricoverato” gli dico ma lei mi guarda dispiaciuta

“Mi dispiace ma il mio turno è iniziato adesso e quindi non posso aiutarla. Ma provi a chiedere a qualche dottore o alla reception” mi dice e se ne va, io intanto cerco di trovare qualche infermiere o dottore.

Alla fine, non riuscendo a trovare qualcuno che era già qui da prima che arrivassimo noi, scendo alla reception, che si trova al piano terra, almeno lì dovranno avere qualche informazione su mio fratello

“Mi scusi più o meno un’oretta fa dovrebbe essere arrivato un ragazzo reduce di un incidente sull’autostrada. Mi può dire dov’è stato mandato?” chiedo alla signore e lei mi guarda confusa prima di annuire e mettersi a cercare sul computer dopo un po’ alza gli occhi su di me

“Trovato è stato portato velocemente al pronto soccorso, giusto mezz’ora fa” mi dice e io mi allarmo subito

“Grazie” rispondo velocemente e corro verso il piano di sotto dove si trova il pronto soccorso, conosco tutto di quest’ospedale perché è il posto dove siamo nati io,Alice e Edward, quando arrivo non vedo nessun dottore in giro ma inizio a cercare lo stesso, non vorrei che Ed avesse avuto una crisi grave durante l’incidente, dovevo trovarlo a qualsiasi costo.


(Pov Bella)

È da più di un’ora che siamo ritornati sull’aereo,è da più di un’ora che ho il cuore come in una morsa di ferro per la preoccupazione, per fortuna però Alice annunciando che siamo quasi arrivati mi ha dato un po’ di sollievo sennò sarei potuta svenire da un momento all’altro

Ma possibile che ogni volta che ci allontanavamo capitava sempre qualcosa a uno di noi due?

Sono seduta sul sedile vicino al portellone mentre vicino a me ci sono Alice e Rosalie, anche loro molto preoccupate, e alla guida Jasper e nel sedile del secondo guidatore mio padre,prima di ripartire l’avevo chiamato per avvisarlo e lui mi ha detto di aspettarlo che voleva venire soprattutto per vedere in che condizioni era Edward e se per caso con l’incidente fosse peggiorato qualcosa, inutile dire che quando ha detto in quel modo mi sono allarmata di più

“Siamo arrivati” sento dire da Jasper e prima di poter dire qualcosa sento l’impatto contro la terra per poi vedere tutti alzarsi e scendere

“Io vado dal meccanico a vedere in che condizioni è la macchina. Appena sapete le loro condizioni chiamatemi” ci dice Jasper e dopo aver salutato Alice chiama un taxi e se ne va

“Bella andiamo” mi sento chiamare da mio padre e quando mi giro li vedo entrare in un altro taxi, chissà come mai non me n’ero accorta.


(Pov Jasper)

Era assurdo, era tutto molto assurdo!! Non era possibile che ogni volta che accadeva qualcosa subito dopo ne accadeva un’altra, mi sembrava tutto molto strano.

Avevo sedici anni quando ho conosciuto Alice a Beverly Hills dove abitava con la sua famiglia, da quattro anni, e da subito c’è stata una grande attrazione tra di noi, un mese dopo avevo conosciuto tutta la sua famiglia: i suoi nonni che erano molto simpatici e apprensivi, Emmet, che era della mia stessa scuola e classe, e il piccolo Edward che aveva quattro anni;
Anche Rosalie si è trovata bene con loro, poi dopo un paio di mesi abbiamo conosciuto il padre , non l’ho mai detto a nessuno ma da subito il padre mi è sembrato antipatico, e con l’arrivo del padre ci hanno raccontato dell’odio che provava verso il più piccolo e delle crisi che aveva quest’ultimo per la sua malattia.
Ancora adesso non riesco a credere a come un padre possa odiare il proprio figlio e, come detto all’inizio, tutto questo mi sembra molto assurdo.
Nel frattempo ero arrivato dal meccanico e appena entrai vidi subito l’Aston Martin di Edward, danneggiata solo da un lato

“Mi scusi posso fare qualcosa per lei?” mi chiede un ragazzo raggiungendomi e pulendosi le mani

“Si, quell’Aston Martin Vanquish è di un mio caro amico e vorrei sapere quant’è danneggiata” gli dico mentre ci avviciniamo e mi accorgo che il lato danneggiato non è quello del guidatore ma quello del passeggero

“Come vede sono danni piuttosto riparabili quindi basta poco e si rimette a posto, per fortuna che la bomba non è scoppiata” sospira all’ultimo e io rimango scioccato

“Bomba? Quale bomba?” gli chiedo subito sorpreso, quando abbiamo preso la macchina nessuno ci ha detto che c’era una bomba dietro

“Proprio sotto il sedile del passeggero c’era una bomba, per fortuna non era stata posizionata bene e si sono dimenticati di accenderla sennò sarebbe stata la fine!” mi dice

“Va bene, grazie per l’informazione. Comunque vorrei sapere entro quanto potrà essere pronta?” gli chiedo cercando di togliere la sorpresa dalla voce, ne avrei parlato con calma con Emmet e senza farci sentire da Edward

“La prossima settimana potete venire a prenderla” mi risponde soddisfatto

“Ok. Grazie” e così dopo essere uscito vado verso l’ospedale.

(Pov Bella)


Eravamo arrivati in ospedale da poco, subito Alice, accompagnata da mio padre, era andata alla reception a chiedere informazioni e io sono rimasta vicino all’entrata insieme a Rosalie ad’aspettarle

“Bella vado a vedere che dicono” mi dice preoccupata, non riuscendo più ad’aspettare, e va subito verso di loro che stanno aspettando che le altre persone si sbrighino

“Ok, va bene” rispondo e mi guardo intorno, sperando di vederlo comparire.

Fu dopo poco che lo vidi, stava ridendo con suo fratello e non si era ancora accorto di me, appena lo vidi mi preoccupai subito quando vidi il suo braccio destro immobilizzato, al petto, con delle fasce che gli ricoprivano tutta la parte del torace mentre il suo giubbotto era solo appoggiato sulle sue spalle, ma appena lo vidi fermarsi e guardarmi gli andai incontro di corsa

“Bella!!” sospiro felice quando lo abbracciai pure se nella sua voce lessi un po’ di dolore , infatti era conciato piuttosto male e aveva pure la testa fasciata

“Mi sono preoccupata, stai bene?” gli dico tenendogli la mano libera

“Si, tutto a posto. Posso tornare a casa a patto che stia a riposo” mi dice mentre suo fratello sbuffa e io mi giro verso di lui guardandolo per la prima volta in questo momento

“Certo proprio tutto a posto. Insomma, avere tre costole e un braccio rotto, avere quasi una commozione celebrale e aver rischiato la vita per una crisi più forte del previsto, se consideri tutto questo che va tutto bene, allora non sai di certo cosa vuol dire rischiare la vita” sbuffa esasperato e sia lui che io ci mettiamo a ridere

“Edward, Emmet” la voce di Alice ci raggiunge mentre lei abbraccia subito i fratelli, Rosalie fa quasi lo stesso solo che, come io ho fatto con Edward, non si stacca da Emmet e Ed guarda stupito mio padre

“Dottor Swan?” sussurra confuso, e mio padre gli sorride incoraggiante

“Edward per un colpo di fortuna ho parlato con il dottore che ti ha soccorso e mi ha detto tutto … anche della crisi” gli dice

“Di nuovo?” gli chiede Alice allarmata guardandolo e lui annuisce preoccupato

“Credo di si. Però io non mi sono accorto di nulla” dice alzando le spalle e subito dopo una smorfia di dolore gli compare sul viso, io intanto continuo a guardarlo sempre preoccupata e lui mi stringe a se dalla parte non rotta

“Jasper?” chiede Emmet e gli stiamo per rispondere quando la sua voce ci precede

“Sono qui” risponde solamente avvicinandosi

“Bene, meglio se torniamo a casa” dice Alice e tutti annuiamo.

“Edward in viaggio ti scrivo che cosa devi prendere finché le ossa non saranno di nuovo a posto” gli dice mio padre e lui annuisce sorridente

“Va bene grazie” intanto vediamo le altre ragazze allontanarsi

“Scusate ma dobbiamo andare un secondo in bagno. Arriviamo” ci dicono allontanandosi e mentre Emmet e Jasper si allontanano con mio padre, non accorgendosi che noi siamo rimasti indietro, Edward si ferma

“Sei stanco?” gli chiedo preoccupata mentre lui prende il telefonino da una tasca del pantalone che ora noto essere tutto tagliato

“Non badarci mi hanno dovuto mettere un paio di punti sulla gamba destra, per fortuna non si è rotta sennò era la fine” mi dice , avevo notato che zoppicava ma non pensavo che si fosse pure fatto altri tagli

“Meglio se andiamo sennò tra un po’ inizierai a sentire dolore” gli dico, avevo imparato che dopo poco che erano state fatte, sia le fratture che le ferite iniziavano a fare male

“Si ma prima volevo far leggerti questo” mi dice e mi porge il cellulare e dopo averlo guardato leggo il messaggio


Ho appena saputo che hai avuto un incidente, spero che ti sei ferito gravemente.
Comunque guai a te se porterai altri guai in famiglia dopo tutto quello che hai combinato, sarei più felice se non torni a casa, ma non posso fare molto contro i tuoi fratelli.
Con disprezzo papà


Capivo perfettamente quanto odio c’era in quelle parole, quante accuse ingiuste si celavano dietro.
Guardai subito quegli occhi verdi che mi avevano ipnotizzata fin dall’inizio e li vidi tristi e pieni di dolore, non solo dovuto alle ferite lo sapevo bene, subito lo strinsi a me piano e cercai di infondergli coraggio e tranquillità

“Mi è arrivato quando mi sono incontrato con Emmet sotto. Non gli e l’ho fatto vedere ho preferito chiuderlo subito, però forse è meglio se non vado a casa così evito che i miei fratelli si possano mettere a litigare con lui, e poi almeno non dovranno preoccuparsi ogni giorno per me” mi dice triste e prima che possa continuare gli chiudo la bocca con un bacio

“Shh, non dire sciocchezze, ora torni a casa. E non ti preoccupare da oggi ci sarò io con te e ci sarò sempre” gli dico e poi continuo a stringerlo

“Ed, Bella, andiamo” ci chiama Jasper e vedo Alice e Rosalie che li hanno già raggiunti, io mi stacco e lo prendo per la mano e insieme andiamo verso di loro

“Davvero?” mi chiede con un sussurro

“Si, da oggi ci sarò io e non ti abbandonerò mai” gli dico

“Grazie” mi dice facendomi fermare

“Ti amo” gli dico sorridendogli e baciandolo.




Holààààà

“Scusatemi per il ritardo ma non riesco proprio a postare due capitoli a settimana”


“Autrice ti adoro. Finalmente hai rimesso un mio Pov”

Autrice sono curioso di leggere il prossimo capitolo ora. Sono sicuro che ci sarà qualche novità in più”

“Tranquillo lo leggerai presto”

“Bene, ci vediamo al prossimo cappy”

“Certo e mi raccomando recensite”

“Vi aspettiamo alla prossima”

“Kiss”

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Capitolo 17
*** Primo appuntamento ***


                                          Primo appuntamento


(Pov Bella)

Sono passati quattro giorni dal rientro a Forks, è per fortuna sembra andare tutto bene, fino a ieri stavo mattina e pomeriggio a villa Cullen con Edward che non poteva muoversi e solo da ieri pomeriggio può alzarsi dal letto e anche uscire.
Oggi poi ha una visita, da mio padre, all’ospedale e mi ha chiesto se lo potevo accompagnare e dato che il suo braccio ancora non è aggiustato perfettamente guido io, ecco perché in questo momento sono davanti a casa sua, sulla mia Ferrari, che lo guardo mentre mi sta raggiungendo

“Buongiorno amore” mi dice sorridente mentre sedendosi mi da un bacio, ancora la nostra relazione non era ufficiale in paese, ma sono sicura che appena la gente saprà ci saranno un sacco di pettegolezzi

“Com’è andata la nottata?” gli chiedo, mentre metto in moto, guardando la piccola fasciatura al braccio

“Male” mi dice sospirando e io corrugo la fronte, di solito la sera se non riusciva ad’addormentarsi mi mandava un messaggio per vedere se ero sveglia

“Ma non mi hai mandato un messaggio” lo accuso con un piccolo broncio

“Ma non ho detto che non sono riuscito a dormire” mi dice sghignazzando e io non capisco

“Allora perché … …?” gli chiedo sempre confusa,guardandolo con la coda dell’occhio

“Mi mancavi troppo. Però poi ti ho pensato e mi sono addormentato” mi dice dolce e io sorrido raggiante

“Ma grazie ne sono onorata di essere sempre nei tuoi pensieri. Comunque com’è il programma di oggi?” gli chiedo mentre mi fermo ad’un semaforo

“Allora: ora andiamo da tuo padre e poi vorrei uscire un po’ con la mia ragazza” mi dice mettendo un indice sul mento e facendomi ridere

“Ma anche adesso stiamo uscendo insieme” gli dico scherzando, so cosa intende

“Lo so. Ma io dico passeggiate mano nella mano, casomai mangiamo un gelato, come prima uscita insieme” mi dice scrollando le spalle

“E tu che ne sai se io voglio uscire con te?” gli chiedo fintamente indignata e lui mi guarda sorpreso per poi sorridermi ironico

“Hai ragione ancora non ti ho chiesto se ti va di uscire” mi dice pensieroso

“Allora chiedimelo” gli dico ghignando

“Bene. Miss Swan posso avere il piacere di un appuntamento con lei,dopo aver fatto visita a suo padre?” mi chiede ironico e serio al tempo stesso e io faccio finta di pensarci su, pure se so già che rispondere

“Con molto piacere signor Cullen. E dove mi vorrebbe portare?” gli chiedo

“Proponga lei” mi dice con un cenno della mano e io ci penso, potremmo andare a mare

“Passeggiata sulla spiaggia. Va bene?” gli chiedo e lo guardo confusa mentre lo vedo irrigidirsi

“Per la verità opterei per qualcos’altro” mi dice sempre scherzando ma mantenendo la posa rigida, io lo guardo confusa però faccio finta di non averlo notato e opto per altro

“Allora parco, se non le dispiace essere in mezzo alla gente” gli rispondo

“Accetto, non mi dispiacerà essere in mezzo alla gente e poi vedrà che non noterò neanche la loro presenza” mi dice ritornando a sorridere e poi in macchina si crea un po’ di silenzio, che viene interrotto solo quando arriviamo davanti all’ospedale

“Se non vuoi venire dentro non fa niente, puoi restare fuori” mi dice dolce mentre entriamo mano nella mano e io faccio segno di no con la testa

“Io entro, voglio stare con te e mio padre me lo consente” gli dico risoluta

 “Va bene, però non sei obbligata” finisce di dirmi mentre bussa

“Nessun obbligo” rispondo scrollando le spalle e lo bacio velocemente mentre la porta si apre e rivela mio padre sorridente

“Edward, Bella, entrate” ci dice facendoci accomodare “Vi aspettavo. Edward iniziamo subito con le visite” gli dice e quindi ci avviciniamo al lettino

“Va bene” sospira e poi si toglie la felpa e si stende sul lettino.

Io assisto in silenzio alla visita e guardo prima lo schermo e poi il suo viso concentrato mentre gli tengo la mano, mio padre stranamente non dice niente e non vorrei che fosse una cosa negativa questa, Edward invece come me guarda prima lo schermo, poi le nostre mani unite e il mio viso, quasi in contemporanea

“Ok. Puoi alzarti” gli dice dandogli della carta per asciugarsi sia il petto che la schiena, io intanto gli faccio da assistente e lo aiuto a infilarsi la felpa e poi ci sediamo davanti alla scrivania “Allora?” chiede Ed agitato e papà sospira prima di rispondere

“Non ci sono cambiamenti, e di certo non potevamo averne solo dopo tre settimane. Comunque Ed per lo sport come sei messo?” gli chiede prendendo dei fogli

“Ho lasciato la squadra. Ieri ho mandato mio fratello a dare le dimissioni, non riuscivo a continuare, pure se mi piaceva” gli risponde, sapevo pure io che ieri Emmet era andato a consegnare la lettera di dimissioni della squadra, e pure se ne sono dispiaciuta anch’io credo sia meglio averla lasciata

“Capito, però vedi di fare almeno un’ora di movimento al giorno” gli dice mentre continua a leggere i fogli

“Va bene” sospira e mi guarda, io gli sorrido incoraggiante

“Potete andare. Qualunque cosa succeda chiama” gli dice mentre usciamo

“Ok. Grazie” risponde e dopo chiudiamo la porta. “Speravo ci fosse qualche novità ma non fa niente” mi dice scrollando le spalle

“Dai stai tranquillo. Vedrai che si risolverà tutto” gli dico abbracciandolo e dopo c’incamminiamo verso il parco decidendo di lasciare la macchina parcheggiata in ospedale dato che la nostra meta non è tanto distante.


(Pov Edward)

“Ora mi spieghi una cosa?” gli chiedo quando ci sediamo su una panchina

“Cosa?” mi chiede appoggiandosi a me con la testa

“Sei preoccupata che molto probabilmente quando ritorneremo a scuola tutti ti odieranno e tu non sarai la più popolare?” gli chiedo, e da un po’ che mi faccio questa domanda nella testa

“Perché dovrei?” mi chiede confusa guardandomi negli occhi e raddrizzandosi

“Hai lasciato il più popolare della scuola per metterti con uno degli sfigati. Tu che dici?” gli dico ironico e lei mi guarda minacciosa

“Non dirlo più. Primo l’ho lasciato perché mi sono accorta di amare un altro, secondo voglio essere conosciuta per la vera me e terzo ho sempre odiato quando i popolari chiamano sfigati i più deboli” mi dice minacciosa

“Lo so, però a parte me non hai tanti amici” sospiro neanche a me piaceva come venivano trattati i deboli

“Ascoltami non ti devi preoccupare. Io ho te, che sei il mio ragazzo, Ben e Angela che è la mia migliore amica. Il resto non m’interessa” dice scrollando le spalle

“E se io muoio?” gli chiedo guardandola e la vedo sussultare prima di rispondermi

“Non morirai” mi dice soltanto rabbuiandosi e io lascio stare il discorso, non volevo rovinare questa giornata

“La luna e le stelle sono niente in confronto alla tua bellezza” gli sussurro dolce e lei sorride per poi guardarmi negli occhi

“Scemo” dice baciandomi di scatto e di nuovo mi sento al settimo cielo, come ogni volta che mi bacia

“Ti amo” gli sussurro, ed’era vero.


(Pov Emmet)

“Ma perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere?” chiede Alice riscuotendomi dai miei pensieri

Eravamo in salone, solo io e lei, da un po’ e parlavamo di quello che aveva saputo Jasper dal meccanico

“Secondo te?” gli chiedo ironico guardandola

“Ma è incredibile. Non pensavo arrivasse a tanto” mi dice e vedo una lacrima scendergli dagli occhi

“Vieni qua” dico tirandola nel mio abbraccio

“Non riesco a credere che potesse fare una cosa del genere” singhiozza

“Aly ti ricordi quello che ho promesso a mamma il giorno del suo funerale?” gli chiedo e lei mi guarda

“Si, pure se non bene” mi risponde con un sussurro

“Gli ho promesso che qualunque cosa fosse successa con papà, avrei preso in mano la famiglia e avrei fatto la cosa giusta” ricordo a voce, quella è stata una delle ultime promesse fatte a mia madre, e per me sono importanti

“E quindi che vuoi fare?” mi chiede ma prima che possa rispondere la porta si apre e rivela mio padre

“Oh ragazzi, non pensavo di trovarvi a casa” ci dice e si avvia verso le scale

“Aspetta dobbiamo parlare” gli dico facendo scendere mia sorella, era da quando siamo arrivati che gli volevo parlare ma lui non si fa mai trovare

“Di cosa?” mi chiede entrando in salone e guardandoci con un piccolo sorriso in faccia

“Sappiamo che sei stato tu a mettere la bomba nella macchina di Edward” gli dico avvicinandomi di più

“Non avete nessuna prova” dice

“Vero ma lo sappiamo. Insomma non è la prima volta che fai in modo che possa morire” “Non capisco di che parli” mi risponde indifferente

“Non farmi ridere. Ti spolvero la memoria eravamo a Bevery Hills e lui aveva cinque anni e quel giorno eravamo al mare. Ti dice niente?” gli dico reprimendo la furia che stava esplodendo dentro di me

“No. Dovrebbe? Comunque vi avviso che da domani Tanya verrà a vivere qui”dice sempre indifferente, e no io quella non la voglio qui

“Vai al diavolo!! E sappi che da oggi questa non sarà più casa tua” gli dico, doveva andarsene, solo così forse saremmo stati più felici

“Ma non mi fare ridere, questa è casa mia” sottolinea freddo alla fine

“Non da oggi. Ora vai a fare le tue valige, prendi la tua futura moglie e andatevene” gli dico stringendo i pugni e lui si avvicina

“Qui comando io” grida, Alice intanto ci osserva spaventata e vedo comparire dalla cucina anche Jasper e Rosalie

“Non m’interessa, questa famiglia non può essere più triste a causa tua” gli grido in faccia

“Non hai nessun diritto di parlare, capito?”

“io ho tutti i diritti che voglio. E ora vattene” continuo a rispondergli a tono

“NO” questa voce non proviene da mio padre, o da mia sorella, e quando mi giro vedo mio fratello in piedi vicino alla porta, con dietro Bella , che ci guarda preoccupato, ma è quello che ha detto che mi ha sorpreso

“Che intendi con no? Lo sai bene che non possiamo continuare così” gli dico guardandolo e sento Alice alzarsi

“Emmet” mi richiama come per dirmi di abbassare la voce, ma io lo stavo già facendo, non avrei mai gridato contro mio fratello

“Lo so, ma non voglio che se ne vada” dice abbassando la voce e aumentando il respiro

“Ma non vedi come ti tratta? Vuoi continuare in questo modo?” gli chiedo confuso e in un secondo me lo ritrovo fra le braccia

“Ti prego. Pure se si comporta male, o è cattivo, è sempre nostro padre. Ti prego per me è importante che resti” mi dice singhiozzando, e in quel momento capì perché non voleva che lo cacciassi
Non si stava comportando come un padre, non lo stava trattando bene, però sicuramente per lui è l’unica persona che a parte me e Alice ha conosciuto mia madre pure se non l’amava “

Ed, io voglio che siate felici” gli dico mentre il suo volto era ancora sulla mia spalla

“Lo so, e ti ringrazio. Ma ti prego dagli solo una seconda chance” sussurra sempre singhiozzando e in quel momento mi viene una stretta al cuore a vederlo in questo modo

“Facciamo così. Ti do tempo solo fino a Giugno, ma se fino a quel momento non ti sarai comportato bene te ne dovrai andare” gli dico e lo vedo andarsene, intanto sento Edward stringersi di più a me con le mani e il suo respiro diminuire

“Emmet aiutami” sussurra mentre sento il suo corpo cedere

“Respira, va tutto bene, non ti succederà niente. Fa male?” gli sussurro all’orecchio e vedo Bella avvicinarsi di corsa e prendergli la mano

“Si, tanto questa volta” riesce a dirmi e in quel momento mi preoccupo

“Vuoi che chiamiamo il dottor Swan?” gli chiedo, in un modo o nell’altro l’avrei chiamato lo stesso

“No” mi sussurra soltanto

“Va bene, lo chiamo più tardi ma ora stai tranquillo e non ti agitare” e come faccio ogni volta che ha queste crisi lo cullo e cerco di tranquillizzarlo.



Holàà!!!
Ok non mi uccidete, so che ho fatto un enorme ritardo e spero non mi ucciderete pure se me lo merito. So anche che forse aspettate una delle conversazioni che mettevo ma per problemi di tempo per questo capitolo non faccio in tempo a metterli. Spero recensirete e ringrazio chi ha recensito fin’ora. Alla prossima Kiss

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Capitolo 18
*** Aiuto negato ***


                                                                                                    Aiuto negato


(Pov Edward)

Dolore,dolore e ancora dolore!!

Questo era quello che sentivo finché non ebbi perso i sensi, ricordo le facce di Emmet e Bella che mi parlavano allarmati, dopo un po’ ero riuscito pure a sentire mia sorella, poi mi sono sentito trasportato e dalle vibrazioni che sentivo capivo di essere in macchina e molto probabilmente mi stavano portando in ospedale.
Non so bene per quanto tempo persi i sensi, ma quando socchiusi gli occhi vidi molta luce nella stanza e una figura sfocata davanti a me, il tempo di riadattare la vista e vidi Bella preoccupata mentre mi guardava, quando si accorse del sorriso che mi era spuntato sulle labbra mi sorrise

“Ehy” mi salutò accarezzandomi il braccio

“Ciao piccola” le sussurro con la voce un po’ roca, intanto mi guardo in torno per vedere se c’è traccia dei miei fratelli

“Sono fuori” mi dice precedendo la mia domanda

“Ok” rispondo solamente sedendomi, quando ho sentito mio fratello gridare contro mio padre non so che mi è preso, insomma come mi era saltato in mente di difenderlo?

“Stai bene?” mi chiede dopo aver visto che non prendevo parola

“Ora si, com’è la diagnosi?” gli chiedo curioso

“Troppo stress, mio padre dice che certe tue crisi sono dovute anche alle forti emozioni e non solo alla stanchezza. Però poi ci sono anche i casi che non sono dovuti alle emozioni o alla stanchezza” mi dice preoccupata

“Capito” gli rispondo soltanto ricordando tutta la litigata tra mio padre e mio fratello

“Che hai?” mi chiede un po’ in allarme

“Niente. Pensavo” dico soltanto scrollando le spalle e facendogli un piccolo sorriso

“Al fatto che hai difeso tuo padre?” mi chiede stringendo la mia mano tra le sue, intanto la guardavo sorpreso, era straordinario come potesse capirmi al volo

“Si, non so che mi è preso” ammetto

“Può essere che in quel momento pensavi ad’altro. Forse pensavi a come sarebbe stato se tuo padre avesse cercato di diventare buono e non ti avesse odiato” sussurra guardandomi negli occhi

“Non mi sono mai messo contro mio fratello” penso dispiaciuto, era la prima volta che dicevo qualcosa contro di lui

“Succede, e non ti preoccupare, lui ti ha già perdonato” mi dice sorridendo

“Potresti farlo entrare per favore? Gli vorrei parlare” gli dico e lei annuisce mentre si alza

“Va bene. Io aspetto fuori” mi dice dandomi un bacio e poi esce, solo dopo pochi secondi entra mio fratello sorridente mentre si avvicina

“Fratellino ben svegliato” mi dice sedendosi ai piedi del letto, io gli sorrido imbarazzato

“Em senti ti volevo chiedere scusa per quello che è successo ieri” gli dico abbassando gli occhi

“Perché?” mi chiede confuso e io lo guardo

“Per aver difeso papà” gli dico solamente e lui sospira, io alzo gli occhi per guardarlo e lo vedo guardare verso il basso e poi sospira un’ultima volta prima di parlare

“Non hai fatto niente di male Eddy. Vero ti sei messo contro il tuo fratellone per difendere … … nostro padre. Però è una cosa buona quello che hai fatto perché da una parte hai dimostrato di saper dare un’opportunità anche a chi non se lo merita, eppure se non sono contento che hai dato a papà questa, chiamiamola, chance non fa niente” mi dice e mi guarda, io intanto non capisco, dovrebbe rimproverarmi, dirmi che ho fatto male, e invece dice che ho fatto bene?......

Questo non può essere mio fratello, o meglio, questo non può essere mio fratello quando si parla di papà

“Fratellone stai bene?” gli chiedo e lui ride

“Guarda che sei tu quello che sta male tra noi due” sbuffa con un mezzo ghigno

“Lo so. Ma non puoi dire che ho fatto bene, se io stesso fino a poco fa mi facevo colpe per questo motivo” gli dico confuso

“La scelta migliore sarebbe stata quello di cacciarlo da casa, ma con te le cose diventano imprevedibili” mi dice enigmatico, ignorando quello che gli avevo detto

“Che intendi?” chiedo confuso e reclinando leggermente la testa

“Facciamo finta che siamo in un tribunale durante un processo, il giudice sta per emettere il verdetto finale sull’imputato, tuo cliente, e tu sei l’avvocato difensore … Mi segui?” mi chiede guardandomi anche se leggermente scosso mi riprendo subito, pure se ancora non ho capito dove vuole arrivare

“Si, continua”

“Fino a quel momento l’accusa ha convinto il giudice, è tu sembri non avere nessuna prova per contraddirla e salvare il tuo cliente, è su quanto detto non hai prove che possono smentire. Poi però quando il giudice sta per dare il verdetto, tu l’ho interrompi e salvi sia situazione che l’imputato con una prova che non è mai stata identificata” finisce e mi guarda, non ho capito tanto bene l’esempio ma forse sono riuscito a comprendere il significato

“Intendi dire che io faccio, e dico, sempre il contrario di quello che dovrei fare?” gli chiedo sempre confuso, non avevo capito tanto

“Come ti ho già detto sei imprevedibile, non si sa a chi dai la colpa o chi difendi, se qualcuno dovesse leggere i tuoi pensieri non ci capirebbe niente” mi dice sghignazzando all’ultimo e io sorrido un po’ in imbarazzo, non mi ero mai accorto di questo fatto, io di solito reagisco in base a quello che dice il mio cuore

“Non sono normale vero? Sono anormale” chiedo più a me che a lui e lui mi guarda per poi prendermi dalle spalle e fissarmi negli occhi

“Sei tu, e questa è la tua normalità. E poi pensa che anche i grandi scienziati del passato erano anormali” mi dice prima serio e poi ritornando a sorridere e io mi metto a ridere

“Per la verità erano matti” gli dico continuando a ridere, solo lui poteva far uscire un discorso del genere

“Allora anche tu sei matto” mi dice sghignazzando e io lo guardo perplesso

“Ma non ero anormale?” chiedo sarcastico

“Facciamo sia l’uno che l’altro” mi dice pensoso e poi ci fissiamo negli occhi per poi rimetterci a ridere, nel frattempo entra Alice

“Che avete da ridere?” ci chiede sorridente avvicinandosi

“Niente” gli rispondo subito ed’Emmet si avvicina all’orecchio

“Invece Alice è più pazza che matta” mi sussurra all’orecchio e io mi metto a ridere, lei invece ci guarda minacciosa

“Guarda che ti ho sentito e tu non ridere” dice fintamente offesa

“Dai Aly non puoi mica negarlo” gli dice Em e lei lo fulmina con lo sguardo

“Senti chi parla” dice sbuffando, e poi mi da un bacio sulla guancia

“Ha ragione però, pure tu lo sei” gli dico con una linguaccia e lui mi guarda minaccioso

“Ritira subito quello che hai detto” dice scherzando, ma prima che possa dire qualcosa mia sorella l’ho prende dall’orecchio e lo tira verso la porta

“Ehy lasciami” esclama cercando di togliersi dalla sua presa e lei, lasciandolo, apre la porta per poi guadagnarsi un’occhiataccia da mio fratello

“Emmet c’è Bella fuori. E poi dobbiamo andare a casa, ti ricordo che papà vuole che oggi faccia una cena speciale per il trasferimento di Tanya a casa nostra, e tu mi devi accompagnare” gli dice soltanto e lui cambia subito espressione e annuisce

“Giusto. Eddy noi andiamo se hai bisogno chiama” dice e in un secondo sento la porta sbattere senza che io possa dire niente, ma non ho neanche il tempo di pensare che la porta si riapre

“Avete chiarito?” mi chiede la sua voce mentre si avvicina sorridendomi

“Si, tutto a posto” gli rispondo e lei si siede vicino a me sul letto prendendomi la mano

“Si è arrabbiato?” mi chiede abbassando lo sguardo e esaminando la mia mano tra le sue, la vedo un po’ preoccupata, pure se nei suoi occhi leggo un po’ di timore e curiosità

“No, non si è arrabbiato” gli dico e poi gli racconto di quello che ci siamo detti fino all’arrivo di mia sorella

“Non siete stati troppo sul serio” mi dice con un piccolo sorriso e io sogghigno

“Infatti. Comunque mi spieghi che hai?” gli chiedo accarezzandole la guancia, non è il suo solito umore questo, dopo poco alza gli occhi e mi guarda intensamente

“C’è una cosa che vorrei chiederti riguardo a ieri, riguardo a quello che è successo quando ti ho parlato di una cosa, e di quello che ho sentito dire da tuo fratello ieri pomeriggio” Ieri quando ,dopo poco, siamo andati a casa mia, entrando abbiamo sentito mio fratello iniziare a parlare con mio padre e da lì abbiamo sentito tutto il discorso nascosti dietro al muretto del garage

“Chiedi pure” gli dico e lei mi guarda un po’ con timore

“Però so che ti arrabbierai, quindi forse è meglio se non te la chiedo” mi dice scuotendo la testa e facendo un leggero sorriso

“Invece non mi arrabbierò promesso. Ma tu chiedimelo” e la guardo, so che mi vuole chiedere, e sono pronto a risponderle pure se il ricordo è doloroso.


(Pov Bella)

Non sapevo che fare!!!
Sapevo che molto probabilmente era doloroso per lui ma da una parte volevo sapere, volevo capire per poi aiutarlo ad’affrontare le difficoltà!!
E dopo aver visto la sua reazione alla parola mare, e quelle cose dette da suo fratello al padre, ho capito che c’è qualcosa di grosso sotto.

“Sicuro?” gli chiedo tenendogli sempre la mano destra

“Si” mi risponde sicuro, facendo il mio sorriso sghembo preferito

“Edward …. Che è successo quando avevi cinque anni? Perché hai paura del mare?” gli chiedo subito e lo sento irrigidirsi

“è giusto che tu lo sappia, devi saperlo” sospira prendendo un bel respiro, io intanto gli stringo la mano

“Cosa?” gli chiedo e lui abbassa lo sguardo

“Vivevamo a Bevery Hills ormai da cinque anni, e quel giorno stavamo andando a mare, era il primo giorno da quando nostro padre si è riunito a noi, eravamo solo io, Alice, Emmet e mio padre -inizia a raccontare- Ero felice di andarci ma purtroppo il mare era molto mosso e quindi non potevo fare il bagno, pure se avevo i braccioli. Sono riuscito a convincere i miei fratelli a rimanere e gli dissi che avrei giocato sulla sabbia, e loro hanno accettato così mia sorella era andata a prendere i miei giochi in cabina mentre Emmet stava andando a sistemare bene la macchina, ero rimasto solo io con mio padre sotto l’ombrellone. Mio padre era seduto a leggere e io continuavo a guardare le onde del mare, poi non so perché ma alza gli occhi su di me e mi dice di andare sul bagnasciuga, io mi preoccupo e gli chiedo di mettermi i braccioli ma lui dice di no, che mi avrebbe controllato e se mi fosse successo qualcosa sarebbe arrivato subito. Così incoraggiato, e senza niente che mi avesse potuto aiutare, mi avvicino all’acqua” la sua voce si fece più incrinata e la sua mano strinse più la mia, ma non accennava a parlare, come bloccato dallo shock

“Cos’è successo dopo?” gli chiedo e lui si risveglia dal trance, continuando a guardare in basso

“Quando sono arrivato sul bagnasciuga ho guardato per un po’ le onde e poi ho abbassato gli occhi, subito avevo notato una conchiglia e mi sono abbassato per prenderla, la presi ma prima di potermi raddrizzare mi sentì travolto dall’acqua e sbattuto sulla sabbia, ma la forza dell’onda fu tanto potente che mi sentì risucchiato dall’acqua. Subito avevo iniziato a chiamare mio padre, pure se l’acqua non me lo consentiva, ma quando rivolsi lo sguardo all’ombrellone lui stava posando un libro a terra e se ne stava andando verso il lido, intanto l’onda mi aveva risucchiato e mentre annaspavo cercando di rimanere a galla continuavo a chiamarlo pensando che sarebbe arrivato ma peggioravo la situazione dato che bevevo acqua. Poi … poi mi venne una crisi e in quel momento non respirai più mentre le onde continuavano a travolgermi, subito iniziai ad’andare a fondo, ma non riuscivo più a chiamare aiuto, per colpa della mancanza d’aria, e poi il mare mi aveva trasportato tanto lontano dalla spiaggia che sicuramente nessun’altro mi avrebbe sentito. L’ultima cosa che mi ricordo di quel giorno era l’acqua che mi aveva circondato completamente,la mia perdita di forza e poco dopo qualcosa di forte prendermi e trascinarmi ….” la sua mano strinse di più la mia e vidi delle lacrime iniziare a uscire dai suoi occhi verdi, subito lo strinsi tra le braccia

“Shh tranquillo sei qui adesso, sei al sicuro” cercavo di consolarlo e di fargli coraggio, lui però sembrò non calmarsi

“Quando riaprì gli occhi vidi mio fratello sopra di me spaventato e tutto bagnato che continuava a chiamarmi, ho scoperto il giorno dopo che è stato lui a salvarmi, e Alice che piangeva vicino a me stringendomi la mano, di mio padre neanche l’ombra. Da quel giorno non andai più a mare” finì e solo in quel momento iniziò a calmarsi veramente, io continuavo a stringerlo

“Sai qual è la cosa che mi ha fatto più male in quel momento?” mi chiede guardandomi e io nego, pure se forse ho capito

“No. Cosa?” chiedo accarezzandolo

“Aver visto mio padre allontanarsi nonostante io lo chiamassi, aver visto che mentre io chiamavo aiuto lui si allontanava incurante” mi dice e riprende a essere scosso dai singhiozzi

“Ehy calmati sei qui adesso, sei con me, sei vivo, e questo è l’importante” gli sussurro abbracciandolo un’altra volta

“Ancora adesso stento a crederci. Non ho mai pensato che mio padre mi odiasse fino a quel momento, ma da quel giorno ho capito che l’unico sbaglio che ho fatto è stato quello di continuare a vivere” dice e io m’irrigidisco, non riesco proprio a pensare che lui possa morire, sarebbe una cosa impossibile, inesistente, se io vivo lui deve vivere, è sarà sempre così

“No. Non devi dire queste cose, tua madre ha voluto dare la sua vita per la tua ed’è stato un gesto bellissimo, che forse qualcuno non riuscirebbe a fare pur amando profondamente il proprio figlio. Non devi farti condizionare da quell’uomo, perché lui questo vuole, sa come stai e come ti senti e sta continuando a renderti la vita impossibile, ma ognuno ha la propria vita da condurre e da vivere” gli dico guardandolo e lui annuisce

“Fino a quel giorno non ho mai pensato al fatto che la morte di mia madre l’avessi causata io, pensavo solo ad’essere felice e a divertirmi pure se sapevo di stare male” mi dice con un piccolo sorriso

“E deve essere sempre così. Tu meriti la felicità Edward, non devi continuare a nasconderti dietro a qualcuno che non sei, e soprattutto non devi sentirti arrabbiato se sei felice, perché è questo che vorrebbe tua madre, che tu sia felice” continuavo a sussurragli

“Non voglio che le persone mi siano amiche solo per pietà. Non vorrei che tornando a scuola tutti sapessero di quello che ho sennò sarebbe l’inferno. Nella scuola di Bevery Hills è stato così, da quando tutti hanno saputo della malattia o mi stavano lontani, o diventavano amici perché sapevano che non avrei avuto amici” mi spiega guardandomi

“Sai una cosa?” gli chiedo guardandolo sorridente

“Cosa?” mi chiede curioso

“Conosco tre persone, e forse qualcuna di più, che se ne fregherebbero altamente di quello che hai, e che vorrebbero vedere solo il vero Edward Cullen” gli dico sorridendogli dolce e lui ricambia il sorriso

“Hai ragione almeno a loro dovrei parlargli della malattia” dice annuendo, dopo il rapporto di amicizia che si era creato fra loro, e soprattutto fra lui e Ben, sarebbe stato giusto dirglielo invece di far diffondere la notizia da Jacob

“Non gli devi parlare subito. Aspetta di ritornare a scuola e lì parlerai con i nostri amici. Comunque …” gli dico, ora che ci pensavo sapevo che tranne Mike e Jacob nessun’altro della squadra mi avrebbe odiato

“Comunque cosa?” mi chiede confuso

“Sappi che io mi sono innamorata del vero Edward, di quello che ho conosciuto, a scuola di vista e in una stanza d’ospedale , quello che quasi da subito è diventato il mio migliore amico e con cui ho fatto una lotta di cibo, di quello scemo che sono dovuta andare a prendere a Chicago per rivelargli i miei sentimenti, di quella persona timida, coraggiosa, estroversa, simpatica,divertente, romantica, protettiva e buona che ha popolato fin da subito i miei pensieri e che mi ha fatto fare le scelte giuste, di quel principe con gli occhi verde smeraldo e i capelli rossicci tutti scompigliati, del suo sorriso sghembo e di tutti i suoi movimenti e le sue espressioni, e che cerca di affrontare tutte le situazioni, pure se difficili a testa alta. Io di questa persona ne sono completamente innamorata e non m’interessa niente di quello che ha perché gli starò sempre vicino” quando finisco alzo lo sguardo, che avevo abbassato, e lo vedo sorridermi dolce e al tempo stesso un po’ confuso

“Grazie cucciola” mi dice e mi bacia subito, quando ci stacchiamo lo guardo intensamente negli occhi

“Ascoltami bene, qualunque cosa accada ti ho promesso che ci sarei stata io con te, e manterrò la mia promessa, perché tu sei troppo importante per me e vedrai che insieme affronteremo qualsiasi difficoltà e che in qualsiasi momento avrai bisogno di aiuto io ci sarò e non ti negherò mai il mio aiuto. Qualunque cosa succede saremo sempre insieme”

“Sempre, è una promessa” mi sussurra stringendomi a se

“Ti amo” sospiro felice che la situazione si stava di nuovo calmando

“Io di più”



“Holà!”

“Autrice come hai potuto non mettermi nello scorso capitolo?”

“Scusa Emmy non ho potuto. Problemi di tempo”

“Ma scusa i problemi di tempo ci saranno anche in queste settimane vero?”

“Si Ed. Purtroppo fino al sette settembre non posso promettere che riuscirò a postare una volta ogni settimana, ma ci proverò”

“Bene. Comunque come lo imposterai il prossimo cappy?”

“Non lo so. Non so se fare direttamente il ritorno a scuola o qualche altro giorno di vacanza”

“Potresti chiedere alle nostre care lettrici?”

“Ci stavo appunto pensando”

“Chiedo io. Ciao a tutti,come avrete letto abbiamo bisogno di un consiglio: a voi piacerebbe leggere qualche altro giorno di vacanza oppure il primo giorno di rientro a scuola?”

“Spero rispondiate così speriamo che l’autrice possa postare almeno la prossima settimana se non può proprio fare due volte a settimana o di più”

“Comunque speriamo vi piacia il cappy. Alla prossima Kiss”


“Ragazzi questa volta è venuto davvero un bel saluto”

“Infatti, proprio bello”

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Capitolo 19
*** Edward tira fuori la grinta ***


                                      Edward tira fuori la grinta


(Pov Edward)

Sono passati solo due giorni dalla mia ultima crisi, ieri pomeriggio sono tornato a casa, accompagnato dalla felicità di Bella e dei miei fratelli, fino ad’adesso non ho visto né Tanya né mio padre, e pure se da una parte sono sollevato, dall’altra sono confuso, pensavo che con il trasferimento sarebbero rimasti a casa per sistemarsi ieri.
Purtroppo oggi ci saranno dato che ho deciso di invitare Bella a cena nel modo che potesse conoscere bene i miei fratelli e i miei nonni, che con nostra grande gioia, sono arrivati ieri da Bevery Hills per le vacanze di Pasqua, poi il giorno dopo pasquetta partiranno e andremo poi a trovarli in estate;
Parlando dei miei nonni si chiamano Edward e Sharon Masen: mio nonno, da cui ho preso il nome, è un professore e insegna Matematica al Liceo, mia nonna, invece, insegna alle Elementari, sono stati loro a crescere me e i miei fratelli dopo la morte di nostra madre, ecco perché siamo felici del loro arrivo

“Eddy che fai?” la voce di Jasper mi richiama mentre lo vedo affacciarsi dalla porta della mia camera e guardarmi curioso

“Niente mi rilasso, perché?” gli chiedo scrollando le spalle

“E da un paio di minuti che busso e vedendo che non mi rispondevi mi stavo preoccupando” mi dice naturalmente, come se fosse stato inutile chiedergli una cosa del genere

“Ah, scusa non me ne sono accorto” gli dico un po’ in’imbarazzo e lui sogghigna

“Non fa niente. Senti ti volevo chiedere se ti andava di venire con me e Alice a fare un giro, poi dobbiamo andare a prendere i miei genitori all’aeroporto e quindi ne approfittiamo” mi dice e io rimango sorpreso, non sapevo che venivano pure i signori Hale

“Non sapevo che i tuoi arrivassero oggi” gli dico confuso e lui rimane interdetto per poi mettersi una mano in faccia

“Giusto, scusa ci siamo dimenticati di avvisarti, ma dopotutto quello che è successo ci è passato di mente” mi dice con mezza risata e io mi unisco a lui

“Non fa niente. Comunque no grazie e poi tra un po’ devo iniziare a prepararmi per passare a prendere Bella” gli dico

“Va bene, allora a dopo” mi dice e chiude la porta mentre io mi alzo dal letto. Intanto penso a quello che mi devo mettere, una camicia nera dovrebbe andare bene con un pantalone bianco, oppure potrei optare per altro, ma devo sempre vestirmi elegante sennò mia sorella sono sicuro che mi strozzerà

“Ehy fratellino” la voce di mio fratello mi arriva veloce facendomi spaventare e quando mi giro lo vedo felice

“Emmet, cavolo, mi hai fatto prendere un colpo” gli dico mettendomi una mano sul cuore, ancora non mi era arrivata un’altra crisi per mia fortuna, quindi perché me la deve far arrivare lui?

“Scusami. Senti vado un secondo, con Rose, nonno e nonna, al supermercato qua vicino per prendere una cosa. Dovremmo assentarci solo per pochi minuti, vuoi venire?” mi chiede veloce e sempre allegro, quasi non riesco a capire quello che dice

“No Em, tra un paio di minuti devo passare a prendere Bella per poi venire qui. Quindi preferisco prepararmi”

“Va bene. Allora ci vediamo tra pochissimo” dice e se ne va.

Alla fine opto per le cose che avevo già scelto e inizio a scendere sotto, intanto a metà strada incontro il mio cane che scodinzolante mi viene incontro e scende con me, chissà se Bella è nervosa, insomma conosce i miei fratelli ma non conosce i miei nonni e poi ci sono pure i signori Hale, e poi ci saranno mio padre e Tanya e molto probabilmente con loro sarà sicuramente a disagio

“Edward” la voce acida di mio padre mi arriva alle spalle, e quando mi volto lo vedo che mi guarda

“Si?” chiedo, per fortuna riesco a nascondere la preoccupazione

“Lo fai a posta?” mi chiede e io non riesco a capire

“Cosa?” gli chiedo confuso, perché in questo momento mi sto pentendo di non essere andato con i miei fratelli da qualche parte?

“A starmi in mezzo ai piede. Ti avevo detto di non portare altri problemi, eppure li stai portando. E per di più oggi viene quella ragazza, non capisco che ha di così speciale per te, insomma una cosa del genere me l’ha potevo aspettare solo da te, logico che non ti sarebbe mai piaciuta una ragazza ricca e famosa. Ma ora che ci penso è la persona giusta per te dato che è una ragazza patetica e insignificante e come te non sarà mai degna del nome Cullen” mi dice maligno e io rabbrividisco alle sue parole, in quel momento due reazioni mi pervadono, la prima e la tristezza perché mio padre ha detto queste cose, l’altra e la rabbia perché ha insultato la MIA RAGAZZA!!

“Non osare parlare di lei in questo modo, non ne hai nessun diritto” gli dico arrabbiato, e intanto Axel abbaia verso mio padre

“Posso fare quello che voglio, e posso fare quello che voglio anche con le persone. Sei patetico, che mi vorresti fare? Non sei mica tuo fratello, anzi mi chiedo che fine abbia fatto il tuo essere uomo, sei ancora un ragazzino immaturo e vigliacco, e sarai per sempre così. Sarà un’inutile perdita di tempo conoscere una persona che molto probabilmente e più immatura di te, non so come si fa a lasciare una persona famosa per uno sfigato” mi dice ridendo con aria di supremazia

“Non parlare di lei in questo modo. Puoi insultarmi, puoi prendermi in giro, puoi farmi tutto quello che vuoi ma a lei l’ha devi lasciare fuori da tutto questo” gli grido

“Ma guardalo come difende quella poveretta” dice ridendo e io mi irrito ancora di più, intanto vedo Tanya arrivare e prendere mio padre dalla spalla

“Caro lascialo stare, vedrai che capirà un giorno che quella ragazza e insignificante, pure se credo che con chiunque si metterà sarà sempre una perditempo. Poi devi lasciarlo divertire insomma può essere che questo sarà il suo primo e unico amore dato che non ci sono speranze” dice e mi lascia a bocca aperta

“Come fa a sapere della mia malattia?” grido contro mio padre e lui continua a ridere

“Gli e l’ho detto io, doveva sapere chi avrebbe conosciuto”

“Avevamo detto che doveva rimanere un segreto personale” continuo a gridargli e lui continua a ridere

“Ma è personale, ti ricordo che diventerà mia moglie. Comunque è meglio se ti sbrighi a prendere la tua ragazza sai stai facendo tardi” mi dice e io guardo l’orologio appeso al muro, ha ragione sto facendo tardi e dopo averli guardati un ultima volta mentre ridono, esco velocemente seguito da Axel.


(Pov Bella)

“Tesoro, sei pronta?” la voce di mia madre mi arriva chiara alle mie spalle, e io mi giro per guardarla

“Si. Come sto?” gli chiedo in imbarazzo, non sapevo che mettermi e alla fine avevo scelto una gonna di jeans e un top verde, lei sorride e mi accarezza

“Sei bellissima. E poi non ti devi preoccupare, per lui sei sempre bella” mi dice e io le sorrido, ancora non lo conosceva di persona ma gli avevo promesso che in questi giorni sarebbe venuto a cena, intanto vedo mio padre comparire dalla porta della mia camera

“Bella vorrei parlare un secondo con te” mi dice entrando e lo guardo confusa

“Va bene” gli dico e mi seggo sul letto, intanto mia madre esce

“Vi lascio soli” dice e si chiude la porta alle spalle, io intanto guardo mio padre in piedi davanti a me

“Di che mi devi parlare? Mi devi parlare di Edward per caso?” gli chiedo curiosa e lui prende la sedia della mia scrivania e si posiziona davanti a me

“Si ti devo parlare di lui, l’altro ieri ti ricordi che vi avevo detto che non c’era nessuna novità?” mi chiede e io annuisco preoccupata,

“Si, perché?” gli chiedo confusa

“Quando l’ho visitato ho notato che qualcosa era cambiato” mi dice con lo sguardo puntato nel mio e io mi allarmo

“E perché non ce l’hai detto?” gli chiedo subito

“Perché ancora non si può stabilire se questo cambiamento è una cosa positiva o negativa. Però ho bisogno di un favore da parte tua” mi dice e io annuisco confusa

“Vedi ho capito che certe crisi che gli vengono sono dovute anche da certi stati umorali, che vengono fuori da un’emozione forte” mi dice e io lo guardo sorpresa

“In che senso?” gli chiedo, non capivo cosa intendeva dire

“Ti faccio un esempio, quando sei agitata, oppure molto felice o molto arrabbiata il cuore ti batte forte, vero?” mi chiede sorridendomi

“Si, però ci sono volte che sembra spezzarsi” gli dico pensandoci

“Ecco. L’unica cosa che ti chiedo e di fare in modo che lui non si agiti troppo, non possiamo privarlo delle sue emozioni, ma lo possiamo aiutare prima che gli arrivino le crisi” mi spiega

“E quindi io che dovrei fare?” gli chiedo curiosa, avrei fatto di tutto per aiutarlo e per stargli vicino

“Stagli vicino come stai facendo sempre, se per caso ti dovessi accorgere di una sua imminente crisi fallo tranquillizzare subito, e soprattutto non ti fare prendere dal panico in quel momento. Devi pensare che se tu sei spaventata per lui, lui lo sarà ancor di più” continua a spiegarmi e io annuisco

“Ma come faccio a capire quando gli sta per venire una crisi?” gli chiedo preoccupata

“Prima di svenire il suo respiro aumenta, non riesce a parlare, prende un colorito pallido e alla fine il suo corpo cede, in caso di svenimento è meglio portarlo subito in ospedale” mi dice e in quel momento sento un clacson sotto casa, segno che è arrivato

“Capito. Ma ora devo andare” gli dico un po’ in imbarazzo, era strano pensare che mentre parlo con mio padre sotto c’è il mio ragazzo che mi aspetta

“Vai tranquilla, ho finito” mi dice baciandomi sulla fronte e poi prendendo la mia borsa vado verso la porta mentre lui si alza

“Un’ultima cosa Bella” mi richiama e io lo guardo confusa

“Dimmi” gli dico annuendo

“Amalo e continua ad’amarlo, lui ti ama e farebbe tutto per te. È il ragazzo giusto per te e tu per lui sei la persona giusta. Amatevi e affrontate ogni difficoltà come se foste un’unica persona, e sono sicuro che vi amerete per sempre e che il vostro amore crescerà sempre di più” mi dice sorridendo e con le lacrime agli occhi lo abbraccio

“Grazie!” gli dico e poi veloce esco da casa.

Quando esco lo vedo aspettarmi davanti alla sua macchina con la portiera del passeggero aperta, subito lo guardo e ricambio il suo sorriso per poi abbracciarlo di slancio

“Ti amo” gli dico senza preavviso e poi lo bacio, quando ci stacchiamo lui mi guarda confuso

“Mi sa che devo venirti a prendere spesso da ora in poi, se poi alla fine mi accogli così ne varrà la pena” mi dice ghignando

“Mi sei mancato” gli dico sorridendogli, non riuscivo a scherzare in questo momento, dopo quello che mi ha detto mio padre, lo voglio sentire solo più vicino

“Anche tu” mi dice e poi mi ribacia.


(Pov Edward)

Stavamo cenando ormai, o meglio avevamo iniziato a mangiare il primo,io e Bella siamo arrivati solo da un’ora e in quell’ora è riuscita a conoscere tranquillamente tutti, tranne mio padre e Tanya che sono arrivati da pochi minuti.
Ai due poli del tavolo ci sono mio padre e Emmet, io sono alla sinistra di mio fratello e vicino a me c’è Bella, poi Jasper, Alice e Tanya che è seduta alla destra di mio padre, alla destra di mio fratello invece ci sono Rosalie, il signore e la signora Hale e i miei nonni, a parte Tanya nessuno in questa stanza sopporta mio padre
A un certo punto vedo gli occhi di mio padre trafiggermi e poi guardare Bella e in quel momento stringo forte la mano di Bella che mi guarda confusa, io cerco di calmarmi per non farmi prendere dal nervosismo, e lui mi sorride e si rivolge alla mia ragazza

“Allora Isabella parlaci un po’ ti te. L’unica cosa che mio figlio si è degnato di dirmi è stato solo che sei la figlia del dottor Carlisle Swan” per la verità non gli e l’ho detto io, e se poi lui mi odia e non mi fa parlare che altro gli dovrei dire?

“Per la verità non c’è molto da dire su di me” dice in imbarazzo, e lui sorride ironico senza farsi vedere

“Per la verità papà devi sapere che se tu ti fossi degnato di essere a casa un’ora fa l’avresti conosciuta così come l’hanno conosciuta gli altri” gli dico guardandolo negli occhi, pure se riesco a notare le occhiate di ammonimento da parte dei miei fratelli e dei nonni

“Lo so, ma non tutti sono liberi come te e perdono tempo. E poi non devi intrometterti in una discussione che non ti riguarda” mi dice pulendosi con il tovagliolo

“Dato che la ragazza con cui stai parlando è la mia ragazza, la questione mi riguarda, pure dato che sei mio padre” sottolineo, intanto sento Bella stringermi la mano e Emmet che a bassa voce mi dice di non rispondere troppo

“Isabella dimmi, che vorresti fare da grande?” gli chiede ignorandomi, e pure se mi irrita lascio stare e guardo Bella che si è girata verso mio padre

“Non lo so, sono ancora indecisa” gli risponde solamente e io continuo a stringerle la mano, solo che questa volta lo faccio per fargli forza

“Tua madre che lavoro fa?” gli chiede e quando lo guardo vedo che mi lancia un’occhiata di fuoco alla parola “madre”

“L’arredatrice, si occupa sia dell’arredamento delle casa, che dei luoghi di cerimonia” gli spiega, io intanto abbasso gli occhi

“Capisco” dice annuendo e beve un sorso di vino

“Comunque Isabella, si dice in giro che tu eri fidanzata con un giocatore famoso, mi sembra che si chiami …. …. Jacob Black, giusto?” gli dice Tanya, e qui arriva la mia occhiata di fuoco

“Ehm … proprio famoso non è. Comunque si, fino a cinque settimane fa stavo con lui” gli dice in imbarazzo diventando rossa, e con la coda dell’occhio guarda me che le sorrido rassicurante

“E perché l’hai lasciato? Insomma un sacco di ragazze sarebbero state felici al tuo posto” gli dice

Chissà dove mio fratello ha messo il suo fucile da caccia, in questo momento mi servirebbe!!!!!

“Tanya scusami se vi interrompo, ma credo che questi siano fatti personali. E se proprio vuoi sapere il motivo basta che vai in qualche negozio qua a Forks e chiedi. Sono sicuro che te lo direbbero molto volentieri” gli dico con finto tono gentile, e vedo Bella lanciarmi un’occhiata di ringraziamento

“Edward chiedi subito scusa. Non è modo di comportarsi questo” mi dice mio padre e io lo guardo tranquillo

“Hai perfettamente ragione,non è educato fare domande sulla vita privata delle persone al primo incontro, sarebbe da maleducati” gli dico e lo guardo eloquentemente

Cavolo Edward, da quando parli in questo modo con tuo padre?

“Hai ragione non è tanto educato. Ma dato che sei mio figlio voglio vedere quali persone frequenti” fa cenno con la mano e io scuoto la testa

“Non ti è mai importato fino ad’adesso, quindi non vedo il motivo di preoccuparsi” gli dico, lui intanto sta per rispondere

“Bene prendo il secondo” grida Alice alzandosi e mentre tolgono tutti i piatti io continuo a guardare mio padre

“Edward per favore non litigate” mi sussurra Bella preoccupata

“Non ti preoccupare” gli dico soltanto, non gli avevo detto che prima di andarla a prendere avevo litigato con mio padre, e non lo sapevano neanche i miei fratelli, intanto vedo Rosalie e Emmet alzarsi da tavola dopo che il secondo fu portato

“Un attimo di attenzione prego, dobbiamo fare un annuncio importante” dice Emmet felice, e noi li guardiamo curiosi

“Ora? Ma non potete aspettare che finisca la cena?” chiede mio padre scocciato e Emmet gli lancia un’occhiata di fuoco

“Potremmo ma preferiremo farlo adesso” gli dice e poi guarda Rosalie che gli sorride

“Bene volevamo annunciare a tutti che se tutto va bene tra nove mesi ci sarà un nuovo arrivo ….. ” dice Emmet e mentre li guardiamo sorpresi, Rose si gira verso di noi

“Sono incinta” ci dice felice e tutti ci alziamo per fargli le congratulazioni, contenti per quella notizia
. Poi ci risediamo più felici di prima e mentre Rose inizia a parlare delle cose per il bambino con Alice, sua madre e nonna, Jasper parla con suo padre e nonno, non so di quale notizia, e Emmet inizia a raccontare a me e Bella quello che ha già programmato per il piccolo

“Vedrai che gli farò fare, tu mi aiuterai sia chiaro e anche tu Bella, vedrete intanto potrò iniziare a parlargli della caccia o delle cose meccaniche almeno quando sarà più grande verrà in giro con me” per la verità non capisco molto di quello che dice perché certe sono frasi sconnesse, ma sono felice che lui sia felice

“Non capisco perché tutta questa felicità” la voce acida di mio padre irrompe nella felicità di tutti, facendo in modo che resti solo un terribile silenzio

“Che intendi?” gli chiede Emmet guardandolo male

“Capisco che ci sarà un nuovo arrivo, ma non capisco tutta questa felicità per una cosa da niente” dice scrollando le spalle e io inizio a irritarmi

“Niente sarà per te. Ma quella cosa che tu chiami niente sarà l’amore più grande per due persone che si amano, e per tutti quelli che gli vorranno bene” gli dico serio guardandolo e lui fa una mezza risata

“Sembri proprio uno di quei saggi che parla solo dell’amore, ma non mi fare ridere” mi dice ridendo

“Hai ragione perché devo parlare con te di queste cose se tu non sai neanche cosa vuol dire amare” gli dico e guardo il piatto davanti a me mentre l’aria si fa, inaspettatamente, gelida

“Perché tu lo sai? E ti ho già detto di non intrometterti in queste discussioni” dice sprezzante e io lo guardo

“Per il momento si e sono felice di saperlo, e comunque questo è un argomento in cui ti sei intromesso tu, quindi non fare il signor perfezionista” gli dico scrollando le spalle, Emmet intanto mi guarda sorpreso, sicuramente non pensava che avessi questo coraggio a parlare in questo modo

“Non ti permetto di parlarmi in questo modo. Sono sempre tuo padre, ed’esigo rispetto” dice arrabbiato alzandosi

“Sei mio padre solo quando ti conviene, sennò te ne freghi altamente” gli dico

“Me ne frego? E posso sapere chi ha fatto in modo che i migliori dottori ti visitassero?” mi chiede strafottente e a quel punto mi alzo anch’io

“I migliori? Quei dottori li hai pagati sicuramente tu per farmi fare una falsa diagnosi” alzo la voce e tutti mi guardano scioccati, Emmet intanto si alza pronto a intervenire

“Ma non farmi ridere. Non puoi dare la colpa ad’altri se stai per morire” mi dice ridendo

“Io non sto dando la colpa a nessuno, o meglio la sto dando solo a te. Perché dovresti fare in modo che io stia bene se mi puoi togliere dai piedi tranquillamente, insomma lo sanno tutti, ormai, che mi odi” gli grido

“Ma finiscila di dire queste cavolate” mi risponde e mi fulmina con lo sguardo, intanto si avvicina verso la mia parte

“Non sono cavolate, questa è la verità. Logico che mi odi non sono mica il figlio di chissà quale re o principe, e di certo non faccio le cose che vuoi tu, e poi tu stesso oggi hai detto che sono immaturo, insignificante e che non sono degno del nome Cullen. Ma almeno io non farò mai quello che hai fatto tu” gli dico e avanzo pure io

“E che avrei fatto io?” mi chiede ormai siamo fermi l’uno di fronte all’altro

“Amare un’altra persona e rovinare la vita a chi ti amava davvero” gli dico quasi a sussurro e lo vedo stringere i pugni

“Io non ho mai amato nessun altro prima di tua madre, ed’è logico che dopo che lei è morta mi sono trovato un’altra che mi potesse amare” mi dice con un sorriso falso

“ E secondo te è logico voler uccidere la propria moglie nel momento stesso che sta dando alla luce il tuo terzo figlio?” gli chiedo quasi senza voce, era una piccola cosa che avevo scoperto a Chicago prima di ritrovarmi con Emmet in ospedale, pure se non sapevo che verità è nascosta dietro, so com’è morta mia madre

“Questa è un’accusa grave, io non ho ucciso proprio nessuno, la morte è una cosa naturale lo dovresti sapere, e poi come avrei fatto?” mi chiede ridendo un’altra volta sprezzante

“Sai una cosa? Non te lo dico. Tu non meriti di ricordare quel giorno, non meriti neanche di ricordare i giorni e gli anni prima di quel momento. Non hai mai amato, però per qualche motivo la mia nascita ti ha dato fastidio, non so perché ma non voglio chiedertelo oggi e né mi va di sapere momentaneamente. Ma sappi una cosa, da oggi ti terrò costantemente sott’occhio” gli dico e poi senza dire nient’altro esco dalla cucina, per poi uscire in giardino e sedermi sul prato

Non riuscivo più a stare lì, sentivo chiaramente la confusione e la sorpresa, la tristezza e quel po’ di felicità che ancora era rimasto, ma era troppo per me, non volevo svelare niente ma mi sono fatto prendere dalla rabbia , e sapevo anche che avrei dovuto dare molte spiegazioni ai miei fratelli e a Bella.
Solo dopo pochi secondi sento dei passi leggeri e veloci raggiungermi, e quando mi giro la vedo che si siede vicino a me sorridendomi e poi stringendomi nel suo abbraccio

“Non dovevo reagire in quel modo. Mi sono fatto prendere dall’ira” gli dico mentre iniziano a uscire i sensi di colpa

“Tranquillo per il momento è tutto passato, non dire niente” mi dice accarezzandomi e poi mi bacia, appena le nostre labbra si incrociano un senso di tranquillità mi pervade e mi fa calmare.




Holàà!!!!!
Ok so che molto probabilmente mi vorrete uccidere per il ritardo che ho fatto e spero che questo capitolo mi faccia scusare, purtroppo però non riuscirò più a postare fino agli inizi di settembre, forse riuscirò a postare qualche capitolo, sennò poi prometto che da settembre in poi proverò a postare anche due volte a settimana, spero di riuscire a postare presto il prossimo cappy alla prossima Kiss

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Capitolo 20
*** Apri la finestra ***


                                               Apri la finestra



(Pov Bella)

“Tesoro io sto uscendo, hai bisogno di qualcosa? Intanto torno subito” la voce di mia madre mi giunge squillante alle orecchie mentre mi affaccio dalla porta della mia camera

“No mamma, grazie” gli dico e poi ritorno dentro, era un bellissimo pomeriggio …..

Cioè, proprio bellissimo no perché sta piovendo!!

Però il fatto che da li a poco avrei rivisto il mio ragazzo mi faceva andare al settimo cielo, e le giornate brutte diventavano bellissime in confronto, mi sarebbe solo bastato vedere i suoi occhi verdi, e il suo sorriso, e mi sarei pure bagnata dalla testa ai piedi pur di abbracciarlo e baciarlo
Ok, come mi ha detto Angela ieri quando ci siamo viste, sono proprio innamorata cotta!!!

Non riesco proprio a stare ferma, prima sono in bagno a truccarmi, poi mi vesto mentre nello stesso momento penso ad’altri vestiti da mettere che potrebbero starmi meglio, e un minuto dopo sono affacciata alla finestra a pensare a lui e a guardare la pioggia scendere, e pochi secondi dopo ricomincia il giro … ricontrollo il trucco, mi faccio un’altra pettinatura, provo altri vestiti, ritorno alla finestra e poi si ricomincia il giro all’infinito …..

Mo molto probabilmente voi direte: che è successo alla popolarissima, si fa per dire, Isabella Swan per farla essere così agitata?

Semplice, tra un’ora esatta il mio ragazzo verrà a conoscere la mia famiglia e dopo andremo, solo noi due, a mangiare fuori e così passeremo la nostra prima serata romantica, e io mi sto semplicemente chiedendo cosa dovrei mettermi per la serata, con il mio ex ragazzo non abbiamo mai fatto una cosa del genere e quindi sono del tutto impreparata, ed’ecco che mentre i pensieri vorticano nella mia testa mi suona il telefonino

“Pronto Angy?” rispondo, forse qualcuno di voi stava pensando che al telefono ci potesse essere il mio principe azzurro cosa del tutto normale dato che ormai so parlare solo di lui, ed’era quello che speravo anch’io, ma il fatto che è stata la mia amica a chiamarmi non mi dispiace

“Ehy Bella come va?” mi chiede, leggo un po’ di divertimento nella sua voce

“Tutto bene” gli dico semplicemente, omettendo il fatto che sono davvero impazzita

“Sicura? Dalla voce mi sembri agitata” mi dice, e sono sicura che senza farsi sentire sta ridendo

“E va bene, sono molto agitata. Non so che devo mettermi, e poi come mi dovrò comportare quando saremo solo noi due?”gli dico tutto d’un fiato e lei ride

“Devi essere semplicemente tu, lui ti ama per quello che sei non per quello che sembri. Comportati come ti comporti sempre quando sei insieme a lui e non ti preoccupare ,qualunque cosa succeda, l’importante e che vi amiate” mi dice rassicurante

“Grazie, secondo te che dovrei mettermi?” gli chiedo sedendomi più tranquilla sul letto, anzi coricandomi sul letto

“Quello che vuoi. Puoi pure andare in pigiama ma te lo sconsiglio” mi dice con un tono scherzoso

“Grazie mi è proprio servito questo consiglio, quasi quasi vengo a scuola in pigiama” gli dico scherzando e lei ride di più

“Non ti conviene, sennò sono sicura che Edward ammazzerebbe tutti quelli che ti guarderanno” e a quella frase rido anch’io

“Ora che mi ci fai pensare lui ne è capace se vuole, meglio evitare allora” continuo a ridere, sarebbe capace di tutto, pure se ci sono cose che è meglio se evita

 “Infatti. Ora scusami ma devo chiudere. Volevo solo vedere come stavi” mi dice gentile

“Grazie, ci sentiamo” gli dico e poi chiudo il telefonino e lo metto sul comodino vicino alla foto che ritrae noi due abbracciati seduti sotto un albero del parco.

Guardo la foto solo per pochi minuti e dopo riprende l’agitazione, possibile che non riesco a stare tranquilla? Subito riprendo il giro, solo che mo il giro è diverso: sedersi a pensare sul letto, scegliere altri vestiti, riguardare la foto, guardare il desktop del computer dove c’è un’altra nostra foto, guardare il telefonino per vedere se è arrivato qualche suo nuovo messaggio e una volta che ci sono guardo anche lì le foto che ritraggono noi, provare a leggere un libro che non ho mai terminato, e provare a farmi nuove acconciature ….
Al mio terzo giro però lo squillo del telefono mi fa fermare e al suo terzo squillo dopo aver controllato il numero che è quello di Rosalie, rispondo

“Pronto?” rispondo un po’ confusa, forse e lui che mi chiama con il cellulare di sua cognata, ma il pensiero svanisce quando una voce femminile inizia a parlare

“Bella, Edward ha avuto un’altra crisi, questa volta è più grave del solito, lo stiamo portando velocemente in ospedale” mi dice tutto d’un fiato e io rimango scioccata

“Cosa? Vi raggiungo subito” gli dico velocemente e chiudo.

Subito prendo le chiavi e corro verso la macchina, il pensiero di quello che ha detto Rosalie mi fa venire i brividi, inconsciamente mi esce qualche lacrima dagli occhi e l’angoscia prende il sopravvento, il pensiero di una sua possibile morte mi pervade la mente;
“Grave” questa è stata la parola che mi ha fatto spaventare di più, e speravo di non sentirla mai parlando della sua salute, purtroppo non è stato così e ora sto premendo l’acceleratore sperando di essere in ospedale in pochi minuti.

Non ho pensato a quanto tempo ci ho messo nell’arrivare in ospedale, ma il mio primo pensiero quando sono scesa dalla macchina è stato sul raggiungerlo velocemente, in meno di due minuti ero già al terzo piano, dove c’è il reparto di mio padre, e appena entro dalla porta vedo i suoi fratelli davanti alla porta della sala operatoria, subito mi avvicino, la prima che mi vede e Alice che viene subito ad’abbracciarmi

“Dov’è Edward?” gli chiedo preoccupata mentre le lacrime gli scendono copiose dagli occhi

“L’hanno portato subito in sala operatoria, la crisi è stata più grave del previsto” mi dice e anch’io inizio a piangere e l’abbraccio, intanto vedo Emmet fare avanti e indietro davanti alla porta della sala, mentre Rosalie e Jasper sono seduti apparentemente tranquilli.
Passa un’ora prima che mio padre esca dalla porta ,e tutti ci alziamo preoccupati, intanto ci guarda mentre ci sistemiamo in semi cerchio

“Allora? Come sta?” gli chiede Emmet e mentre lo guardiamo, mio padre abbassa gli occhi per poi rialzarli su di noi

“Mi dispiace non ce l’ha fatta!!” dice riabbassando gli occhi e sento il mio cuore spezzarsi in tanti pezzettini che non potranno mai essere riattaccati

“Intende dire che è morto?” gli chiede Jasper incredulo, non riesco più a pensare , sono come paralizzata

No, no …

“Purtroppo la crisi è stata molto grave e molto diversa dalle altre. Quando l’avete portato era già in uno stato di coma” spiega, tristezza e dolore si sentono nelle sue parole ..

Non può essere ….

“Ho cercato di fare tutto il possibile per salvarlo” continua a dirci Non lui … no

“Non abbastanza” sospira Emmet e si sente risentimento nella sua voce ..

Non doveva finire così …
Sento Alice crollare in ginocchio vicino a me e Emmet accorre subito ad’abbracciare la sorella, mentre anche Jasper abbraccia sua sorella

Edward perché?.......

Subito i pensieri ritornano a girare su di lui, su tutto quello che stavamo passando, non può essere morto, stanno solo scherzando questo è solo uno scherzo, lui è vivo, deve essere vivo, e se lui non è più vivo perché io lo sono? Devo morire anch’io, dobbiamo stare sempre insieme, dobbiamo amarci, sposarci, avere dei bambini e solo quando saremo vecchi potremmo morire, ma sempre insieme, io non sono nulla senza di lui

“Non è morto, non è morto” ripeto mentre piango e sento le braccia di mio padre stringermi

“Mi dispiace tesoro” mi dice e sento piangere anche lui

Perché amore mio? Perché non mi hai aspettato? Perché non sei rimasto con me? Perché proprio tu?

“Edward, Edward, Edwaaaaard noooooo” grido e poi continuo a piangere mentre il mondo intorno a me svanisce e io perdo i sensi...........
 
                            
                                …………………………………………………………..

“Nooooooooo” grido mettendomi seduta di scatto, subito mi guardo intorno, sono nella mia camera mentre fuori sta piovendo forte, l’orologio segnala le otto di mattina

Possibile che sia stato tutto un sogno?

Il pensiero della sua morte adesso mi fa più male, il mio cuore batte velocemente e io mi guardo intorno per cercare un indizio qualsiasi, che mi dica che lui è ancora vivo e che quello era solo uno stupido incubo, in quel preciso istante mi arriva un messaggio e con mio sommo piacere e felicità vedo che è da parte sua 

                                         
                                                    Ciao amore mio, dolce buongiorno
                                           Sei sveglia in questo bellissimo e piovoso giorno? 
                                                  Apri la finestra, una sorpresa ti aspetta ;
                                         E se per sbaglio ti ho svegliato spero di essere perdonato, 
                                             Perdonami principessa per questo risveglio improvviso.. 
                                          Ma è una cosa così importante e farò sì che un  sorriso   
                                                               verrà sul tuo bel viso!!!!!!
                                                                         Baci e bacetti
                                                                                           Tuo Edward


Il mio ragazzo è pazzo!!!

Perché secondo lui dovrei aprire la finestra a quest’ora del mattino, mentre fuori diluvia?

Intanto lo faccio lo stesso, evidentemente curiosa di quello che ha combinato quel pazzo, mentre apro la finestra chiudo gli occhi e quando sento che è completamente aperta apro gli occhi e ………

“Aaaaaaaah” un grido mi esce dalla bocca quando lo vedo seduto sul ramo davanti alla mia finestra e dalla paura cado all’indietro mentre lo vedo entrare tutto zuppo dalla testa ai piedi

“Buongiorno amore mi fa piacere sentire i tuoi toni soavi di prima mattina, però speravo in qualcosa di più dolce” mi dice prendendomi dalla mano e alzandomi dolcemente, ci vogliono solo due secondi per collegare tutto e pensare al fatto che il mio bellissimo ragazzo è in camera mia, per fortuna che stamattina mamma e papà sono andati a Port Angeles a sbrigare una cosa

“Edward, cavolo, mi hai fatto prendere un infarto” gli dico dandogli uno scappellotto in testa e lui si mette a ridere mentre io metto il broncio, pure se mi viene difficile resistere alla sua risata

“E tu hai rotto il mio timpano con il tuo grido. Non mi dire che vuoi far parte del coro della scuola?” mi dice scherzando

“Idiota, guarda che io sono intonata per tua informazione” gli dico con una linguaccia “

Cucciola scherzavo. Mi perdoni?” mi chiede facendo il mio sorriso sghembo

“No”, amore mi dispiace ma non te la do vinta

“Ti pregooo” mi dice implorante

“Noo”

“Pleaseeeee”

“Nada!!” scuoto la testa pure se un sorriso mi compare sulle labbra

“Dai amore perdonami, non volevo rovinarti la sorpresa.” mi dice alla fine scherzando e gli giro le spalle

“No, non ti perdono, hai pure rischiato di farti male e poi sei tutto bagnato, ti potrebbe venire la febbre” gli dico

“E dai cucciola mi mancavi molto e poi sono venuto a farti compagnia dato che i tuoi non ci sono” mi sussurra abbracciandomi e già non vedo l’ora di baciarlo

“Suonare il campanello?” gli chiedo ironica guardandolo con la coda dell’occhio, i suoi capelli sono tutti appiccicati alla fronte e i suoi vestiti aderiscono perfettamente ai suoi muscoli, bellissimo come sempre

“Ci ho provato per ben dieci volte ma non aprivi e mi sono anche messo a gridare , ma poi ho pensato che stavi ancora dormendo e sono salito su questa quercia che per fortuna e proprio vicino alla tua camera” mi dice scrollando le spalle, e in quel momento mi ricordo di tutto il sogno e mi ritornano le lacrime agli occhi mentre mi giro di scatto e lo abbraccio

“Bella che hai? Perché piangi?” mi chiede allarmato mentre mi stringe a se

Lui non è morto, è qui vicino a me, e lo sarà sempre!!

“Amore ti prego, che è successo?” mi chiede prendendo il mio viso tra le mani e guardandomi allarmato per poi ristringermi a se

“Niente .. ho solo fatto … un brutto sogno” gli dico singhiozzando, la paura di quel sogno è ancora nei mie pensieri e sono sicura che ci rimarrà sempre

“Raccontamelo ti prego, forse ti può aiutare” mi dice mentre si siede sul mio letto e io mi seggo in braccio a lui

“Va bene” gli rispondo e poi gli racconto di tutto il sogno senza omettere nessun particolare fino all’arrivo del suo messaggio

“Ho avuto tanta paura, non sapevo più che fare, non riuscivo a credere che tu fossi morto, e quando mi sono svegliata avevo ancora paura e speravo di cercare qualcosa che mi dicesse che tu eri vivo” gli dico mentre vengo scossa da una nuova crisi di pianto lui intanto cerca di calmarmi

“Cucciola tranquilla, era solo un brutto sogno, sono qui, siamo qui e non ci lasceremo mai”mi sussurra e poi mi bacia, appena ci baciamo mi sento più sicura e tranquilla, quando ci stacchiamo capisco che avevo bisogno proprio di un suo bacio per ritrovare la tranquillità

“Ti amo” gli dico accoccolandomi di più sul suo petto

“Io di più, comunque ti sto bagnando tutto il letto” mi dice in imbarazzo e io rido

“Non fa niente” gli dico mentre ci alziamo

“Invece fa qualcosa. Non voglio che ti venga la febbre” mi dice stringendomi

“Non m’interessa, l’importante è che stiamo sempre insieme” gli sussurro ad’occhi chiusi

“Non riesco a stare lontano da te neanche un attimo. Tu hai tutto di me, hai il possesso del mio cuore e dei miei pensieri, le mie labbra hanno il diritto di sfiorare solo le tue e le mie braccia di abbracciare romanticamente solo te, i miei occhi vedono solo buio quando tu non ci sei e il mio udito non riesce a non sentire la tua voce per più di dieci minuti” mi dice e un sorriso raggiante mi spunta sulle labbra e ci baciamo un’altra volta quando la porta di sotto si apre

“Bella tesoro sei sveglia? Siamo a casa” la voce di mio padre ci raggiunge mentre sento dei passi salire le scale e io guardo Ed spaventata

“Oh cavolo, non possono essere già qui. Nasconditi nell’armadio” gli dico spingendolo verso l’armadio

“Ma piccola non ci entro la dentro. Vedi è stretto” mi dice entrando dentro

“Si che ci riesci” e mentre la porta si apre chiudo l’anta dell’armadio

“Ahio” lo sento esclamare

Scusami amore, pure se te lo meriti per lo spavento di prima!!

“Bella buongiorno” mi saluta mio padre entrando

“Ehy papy buongiorno. Non dovevate essere a Port Angeles?” gli chiedo e resto appoggiata all’armadio per evitare che si apra

“No abbiamo cambiato idea. Ma come mai hai il letto bagnato?” mi chiede confuso

“L’ho bagnato per sbaglio mentre bevevo un bicchiere d’acqua, infatti stavo per togliere le lenzuola così si asciugavano” gli spiego scrollando le spalle e lui mi guarda confuso

“ Va bene, noi siamo giù comunque” mi dice e chiude la porta dopo che annuisco.
Appena la porta si chiude mi sposto nel modo che Edward possa uscire dall’armadio e quando esce mi guarda offeso

 “Amore ma oltre al timpano mi vuoi fa fuori anche il naso? Basta dirlo sai?” mi dice con un broncio e io lo guardo dolce

“Scusami amore, non è mia intenzione, perdonami” gli dico abbracciandolo e lui sorridente mi bacia “

Va bene, comunque è meglio se vado” mi dice avviandosi verso la finestra io intanto gli prendo la mano

“Aspetta, ti devo chiedere una cosa” gli dico facendolo fermare e lui mi guarda curioso

“Cosa?”mi chiede confuso e curioso

"Tu vuoi che io sia felice?” gli chiedo e lui mi accarezza

“Si, certo, logico” risponde subito facendomi felice

“E faresti qualsiasi cosa per me pure se ti preoccupa?” gli chiedo

“Certo cucciola, che devo fare?”

“Bene allora per domani sera non prendere impegni, sei invitato a cena” gli dico sorridendogli e lui mi guarda dubbioso, per poi sorridermi

“Dove scusa?” mi chiede curioso

“Qui a casa mia” gli dico e qualcosa nel suo sguardo mi dice che sta iniziando a capire

“Perchè?” mi chiede sempre curioso, forse non ha capito bene quello che intendo dirgli, pure se una cenetta romantica si potrebbe fare in questi giorni

“Logico, ti presento i miei”




Holààà
“Eccomi qui a rompervi di nuovo. Come avevo detto nell’ultimo cappy non sarei riuscita ad’aggiornare fino ai primi di settembre, infatti è stato così”


“Ehy autrice finalmente un altro cappy, devo dire che la storia mi è
mancata”

“Davvero? Quanto sei caro Eddy”

“Anche a me è mancata molto, però devo dire che fino a metà capitolo mi è venuto un infarto”

“Anche a me, ti prego non farci scherzi simili o potremmo morire”


“Soprattutto tu Eddy”

“Zitto orso”


“Ragazzi non iniziate. Bene ho mantenuto la mia parola, l’aggiornamento sarà una volta, massimo due, a settimana”

“Speriamo di leggere qualche commento”

“Speriamo davvero”

“Al prossimo cappy kiss”

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Capitolo 21
*** Villa Swan ***


                                                                                                    Villa Swan


(Pov Edward)

Il giorno della cena era arrivato subito, quando Bella mi ha detto che voleva presentarmi sua madre, dato che suo padre più o meno lo conosco, ho accettato subito però non pensavo che sarei stato così tanto agitato, di solito riuscivo a rimanere tranquillo, tranne oggi.

Lei mi ha detto di essere solo me stesso, ma riuscirò a essere davvero me stesso?

L’unico aiuto lo potrei ricevere da mio fratello in questo momento dato che ci siamo solo noi due in casa,e poi Alice e Jasper sono partiti ieri per New York dato che Jasper aveva ricevuto delle offerte di lavoro, pure se sono sicuro che non le accetterà, però non è neanche parte del mio carattere chiedere aiuto su questo tipo di cose, come il vestirsi, quindi sono due le opzioni: vado a casa della mia ragazza sapendo più o meno cosa fare oppure senza sapere neanche cosa posso dire e come posso comportarmi?

Quale opzione ho scelto?..... Nessuna,per il momento preferisco vestirmi e sistemarmi e quando sarò pronto sceglierò una delle due opzioni!!

Per prima cosa fare una doccia, seconda volta che la faccio in una giornata, poi un po’ di gel sui capelli per renderli più vivaci, pure se ha detta dei miei fratelli i miei capelli sono indomabili, e poi un jeans bianco con una camicia rossa
Forse però è troppo appariscente … … ma avete qualcos’altro da suggerire?!!
Quando sono sicuro di cambiare camicia sento la porta aprirsi e il tempo di girarmi vedo Emmet appoggiarsi allo stipite della porta con un sorriso ironico

“Che c’è?” gli chiedo curioso

“Stavo pensando che forse ti occorre una visita dall’otorino. E da una decina di minuti che busso senza avere una tua risposta” mi dice scrollando le spalle

“Non ti sentivo, forse ero troppo preso dai miei pensieri” gli dico un po’ rosso dall’imbarazzo

“Oppure dai tuoi vestiti. Sono d’accordo con te sul mettere una camicia, ma rossa non ti sembra troppo appariscente” mi dice avanzando verso l’armadio a muro

“Stavo appunto pensando la stessa cosa. Tu che consigli?” gli dico togliendomi la camicia

“Prova questa” mi dice porgendomene una nera, questa è una delle ultime camice che mi ha voluto comprare Alice, la riconosco perché ha ancora attaccato il cartoncino con il prezzo

“Così va bene?” gli chiedo dopo aver sistemato le maniche e lui si siede sul mio letto

“Stai molto meglio così, non sono Alice ma riconosco quando il colore sta bene o male per un certo evento” risponde annuendo, e io con mezzo sorriso mi seggo vicino a lui

“Allora, a cosa devo questa visita?” gli chiedo curioso, non credo che sia venuto solo per vedere come mi sono vestito

“Ti volevo chiedere una cosa riguardo a una questione su cui io e Rosalie abbiamo parlato ieri” mi dice guardando fuori la finestra

“Dimmi” gli dico ancora più curioso di prima, ieri l’avevo visto un po’ strano

“Vedi io e Rosalie abbiamo deciso di andarci a fare due settimane fuori Forks, sia per staccare un po’ la spina e sia perché in questi giorni c’è troppa tensione in casa e non vorremmo che facesse male anche al bambino” mi spiega e a me sembra un’ottima idea, quello che non capisco e cosa mi vuole chiedere

“E io che c’entro?” gli chiedo infatti

“So che dopodomani inizia la scuola e Alice e Jasper non torneranno prima della prossima settimana, però preferiremmo partire dopodomani e vorremmo che venissi con noi” mi dice guardandomi e io rimango sorpreso, davvero mi stava chiedendo di andare con lui?

“Em so che se vengo voi siete pure più sicuri che io possa stare bene, ma non voglio. Non voglio assentarmi troppo da scuola e non mi va di stare due settimane lontano da Bella e dai miei amici” gli dico alzandomi

“Ma se dovessi avere una crisi come farai?” mi chiede alzandosi pure lui

“Non ti preoccupare me la caverò da solo”

“Allora aspetteremo che ritorni Alice, non è un problema” dice avviandosi verso la porta, ma io lo blocco subito

“No Em, avete bisogno tutti di staccare la spina, di stare lontano da papà e Tanya. E poi Alice non saprebbe neanche lei che fare se mi dovessi sentire male” gli dico subito e lui si gira a guardarmi

“Ed non ti voglio costringere a venire con noi, però non ti lasceremo da solo con papà e Tanya” mi dice severo

“Non ti preoccupare e se proprio non ci riesco, vedo se qualche mio amico è disposto ad’invitarmi a casa sua” gli dico e lui si fa pensieroso

“Prometti?” mi chiede guardigno

“Prometto, e poi pure tu hai bisogno di stare a riposo psicologicamente” gli dico sorridendogli e lui mi guarda sorpreso e curioso

“Che intendi?” mi chiede e io abbasso gli occhi

“So che hai paura che tuo figlio possa nascere con la mia stessa malattia e che Rose possa morire com’è successo a mamma, non succederà, lo sai bene, però la paura c’è sempre. D'altronde anch’io avrei paura se al posto loro ci fossero Bella e mio figlio, solo che c’è una piccola eccezione, forse non ci sarà questo genere di possibilità per me” gli dico serio pure se aggiungo un po’ d’ironia alla fine, il tempo di rialzare gli occhi e lui mi abbraccia

“Non ti succederà niente” mi dice guardandomi negli occhi e io annuisco

“Però stai attento” mi dice staccandosi dall’abbraccio

“Tranquillo andrà tutto bene. Comunque vado sennò faccio tardi” gli dico e prendendo il telefonino inizio a uscire dalla camera lasciando dietro mio fratello

“Edward?” mi richiama e io lo guardo subito

“Che c’è?” gli chiedo curioso

“Grazie” mi dice solamente sorridendo e sorridendogli di rimando esco.


(Pov Bella)

Ma quando accidenti arriva? Ormai sono le otto e veni, e lui doveva essere qui alle otto e dieci

Sono seduta da mezz’ora in salone ad’aspettare il suo arrivo, di solito è puntuale, mio padre intanto sta finendo di leggere il giornale e mia madre è in cucina a sistemare le ultime cose per la cena, guardo mio padre tranquillo

“Papà?” lo chiamo, volevo chiedergli se oggi potesse non parlare della sua malattia dato che Edward è suo paziente

“Tranquilla tesoro oggi farò finta che lui non è mio paziente e non parleremo di cose mediche riguardo al suo problema. E poi non lo conosco tanto bene e voglio conoscerlo meglio, insomma è pur sempre il ragazzo di mia figlia” mi dice sorridendomi e io lo ringrazio con lo sguardo, come al solito riesce sempre a capirmi

“Bella, non è ancora arrivato?” mi chiede mamma comparendo dalla cucina e io scuoto la testa

“No, ma non preoccuparti arriverà a momenti” gli dico e infatti appena finisco di parlare suona il campanello e di corsa vado ad’aprire. Quando apro lo vedo davanti a me sorridente con un mazzo di rose, la prima cosa che faccio è quella di baciarlo prima di farlo entrare

“Hai ritardato, lo sai vero?” gli chiedo ironica

“Solo di quindici minuti e poi scusami c’era fila dal fioraio” mi dice scrollando

“Dai entra, comunque grazie per i fiori” gli dico sorridendogli mentre li stavo prendendo, ma lui li tira subito indietro lasciandomi confusa

“Ehy non sono mica per te. Devo pur dimostrarmi carino agli occhi di tua madre” mi dice e io mi metto a ridere

“Ruffiano” gli sussurro all’orecchio e lui ride mentre prendo i fiori per metterli in un vaso, poi gli faccio strada per il salone.


(Pov Edward)

Bene, ero arrivato, non sapevo che portare e ho optato per un mazzo di fiori per la signora, pure se non credo che sarà tanto gradito ma almeno non mi sono presentato a mani vuote

“Mamma, papà vi presento Edward il mio ragazzo” dice Bella formalmente mentre i suoi genitori ci raggiungono

“Edward è un piacere conoscerti in ambiti diversi” mi dice il signor Swan porgendomi la mano

“Grazie dottore anche per me” gli rispondo felice

“Sia chiaro da oggi voglio essere chiamato Carlisle” mi dice

“Va bene” annuisco e vedo sua madre porgermi la mano anche lei

“Bella ci ha parlato molto di te. Sono davvero felice d’incontrare la persona che ha reso mia figlia così felice” mi dice sorridendomi affettuosamente, con un sorriso che fa scattare qualcosa di diverso dentro di me, una specie di calore e sicurezza mi pervade e l’ansia sembra scomparire

“Grazie” gli rispondo solamente ancora confuso per quella strana sensazione

“Bene ora che le presentazioni sono state fatte che ne dite di andare tutti a tavola” ci dice Carlisle e noi ci dirigiamo verso la cucina.

Appena seduti la signora Swan ci ha subito servito il primo che consisteva in un piatto di lasagne, io sono seduto alla destra di Carlisle, mentre vicino a me c’è Bella e davanti a me sua madre

“Allora Edward che cosa facevi quando eri a Bevery Hills?” mi chiede il padrone di casa

“Niente di che. Più che altro andavo solo a scuola e per il resto ero sempre a casa, ho provato pure a creare una band però non ha avuto molto successo” gli spiego

“Capisco. Che scuola frequentavi?” mi chiede guardandomi

“Un liceo privato” gli rispondo subito

“Privato? Quindi deve essere stata dura frequentarlo” constata

“Si tanto” gli dico e poi guardo Bella che annuisce come per assicurarmi che sta andando tutto bene

“E dimmi Edward, quale università vorresti frequentare una volta finito il liceo?” mi chiede Esme gentile, ed’ecco che il calore mi pervade un’altra volta, non riesco a riconoscere questa sensazione

“Vorrei fare medicina” gli rispondo

“Quindi tra un paio di anni potrei averti come collega. In cosa ti vorresti specializzare?” mi chiede Carlisle

“Chirurgia o pediatria” gli rispondo

“Capisco, dovrai stare attento dato che la vita delle persone sarà in mano tua” mi dice e io annuisco

“Sai Edward mi ricordo che Bella da piccola diceva che voleva fare la pediatra e torturava sempre i suoi bambolotti rompendoli e riaggiustandoli” mi racconta sua madre

“No mamma” si lamenta Bella che è diventata rossa

“E alla fine veniva da me e diceva: papà mi operi il bambolotto che si e rotto?” finisce ridendo e mi aggiungo pure io alla sua risata

“Ma proprio questo gli dovete raccontare? E tu finiscila di ridere” fa esasperata e mi punta un dito contro

“Vuoi che gli raccontiamo quella dell’olio?” gli chiede Carlisle

“Dell’olio?” gli chiedo confuso guardandoli

“No, quella no” si lamenta e si nasconde con la testa dietro la mia spalla

“Quand’è successo di preciso che non mi ricordo?” chiede Carlisle a sua moglie e lei ridendo si volta verso di me

“Aveva sei anni ed’eravamo in estate. Devi sapere che noi quell’estate eravamo andati in vacanza dai miei genitori che hanno una villa vicino Miami. Quel giorno Bella aveva fatto il bagno nella loro piscina e gli ho raccomandato di andarsi a lavare i capelli per togliere il cloro, dopo un po’ la sentiamo gridare che i suoi capelli sono tutti unti e non si pettinano e quando l’ho raggiunta vedo sulla vasca da bagno l’olio da cucina, è stata per una settimana con i capelli all’aria” mi racconta

“è stata un’esperienza bruttissima” mi dice Bella e io sghignazzo

“C’è anche stata quella volta che si è addormentata in piedi in mezzo a una festa”

“Oppure quando mangiando una fetta di torta si è fatta tutta la faccia di cioccolato”

“La finite per favore?” chiede Bella a tutt’e due mentre io cerco di calmare le risate

“Ma dai Bella sono scene così carine” gli dice Carlisle

“E poi non le stiamo mica raccontando ad’un estraneo” gli dice Esme

“Menomale” sospira Bella mentre mi riprende la mano che aveva lasciato per nascondersi.

Fu solo in quel momento che mi resi conto a cosa erano dovute quelle sensazione, solo in quel momento capì perché non le avevo mai provate, perché io non ho mai avuto dei genitori, e quel calore, quella sicurezza, che danno sempre i genitori oggi mi è stata data inconsapevolmente dai signori Swan, è adesso mi sono accorto di aver visto una madre è un padre in loro , ed’è una sensazione bellissima.


(Pov Bella)

“Signori Swan è stato un piacere conoscervi” dice il mio ragazzo salutando i miei genitori

Subito dopo cena siamo stati due ore e mezza a parlare in salone e mia madre ne ha approfittato anche per fargli vedere qualche mia foto di quand’ero piccola

“Il piacere è nostro, spero ci verrai a trovare presto” gli dice mia madre abbracciandolo

“Spero di rivederti presto Edward, non ti voglio vedere solo in ambiti medici” lo saluta mio padre e poi l’ho accompagno alla porta

“è andata bene” gli dico sorridendogli

“Menomale, sai ero un po’ preoccupato” mi dice in imbarazzo e io faccio una mezza risata

“Tranquillo sei stato molto bravo, pure se potevi evitare di ridere sulle mie disgrazie” gli dico con un piccolo broncio e dopo aver riso mi bacia

“Non ti preoccupare non lo dirò a nessuno, ci vediamo domani” mi dice mentre lo abbraccio

“Si. Stai attento e non andare veloce in strada” gli raccomando

“Tranquilla. Buonanotte e fai tanti bei sogni” mi dice baciandomi un’altra volta

“Saranno davvero belli dato che ci sarai sicuramente tu come ogni sera. Tu mi sognerai?”

“Certo, non posso non sognarti. A domani” dice e poi lo guardo entrare in macchina e partire.

Dopo che vedo la macchina lasciare il vialetto di casa entro dentro e raggiungo mia madre in cucina che sta finendo di pulire

“Ti aiuto” gli dico subito e la raggiungo a lavare i piatti

“Se ne andato?” mi chiede guardandomi

“Si. Come ti sembra?” gli chiedo

“Sai mentre lo stavi salutando io e tuo padre ne abbiamo parlato velocemente, e siamo arrivati alla stessa conclusione” mi spiega

“Quale?” gli chiedo curiosa

“è davvero un bel ragazzo. È dolce,gentile,educato,simpatico e sembra molto sicuro sulle sue scelte. E poi ti ama, lo si legge dai suoi occhi quando ti guarda, dal suo sorriso quando ti sorride. E poi il modo in cui ti guarda è molto protettivo, e sono sicura che sarebbe pronto a farti da scudo in qualunque momento e contro chiunque” mi dice continuando a guardare i piatti che sta lavando

“E questa è una cosa brutta?” gli chiedo interrogativa e lei ride

“No certo che no, è molto coinvolto da te ed’è pure molto premuroso nei tuoi confronti, e tu stai sempre vicino a lui, quando si muove tu ti muovi, come se foste due calamite. È una cosa bella perché dai vostri movimenti e dal vostro modo di comportarvi quando c’è l’altro si capisce che vi amate veramente” mi dice e io la guardo felice

“Aspetta questo è il tuo modo per dire che tu è papà lo accettate?” gli chiedo con una piccola risata

“Questo è il modo per dire che lui è la persona giusta per te e che si lo accettiamo. Lui e tutt’altra cosa in confronto al tuo ex, ti farà sempre felice e ti starà sempre vicino ne sono sicura. Bella non te lo fare scappare, è davvero la persona giusta per te” mi dice ed’esce dalla cucina per andare a prendere la scopa

“Si lo è . E lo amo fino alla follia”sospiro felice




Holààà!!
“Eccoci di nuovo qui con un altro capitolo. Non so se ve ne siete accorti ma in una parte del capitolo ho preso spunto da Eclipse”

“Autrice eccoci ancora con questa storia, voglio ringraziare chi sta ancora continuando a recensire”

“E anche chi sta leggendo solamente e ci ha messo nelle seguite, preferite e ricordate”

“Infatti grazie. Be ci vediamo al prossimo aggiornamento”

“Speriamo di leggere altri vostri commenti”

“E buon inizio scuola per chi ricomincia da questa settimana. Kiss”

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Capitolo 22
*** Sempre uniti contro le difficoltà ***


Sempre uniti contro le difficoltà


(Pov Edward)

“Mi raccomando stai attento” mi dice mio fratello abbracciandomi quando lo accompagno all’uscita

Ieri è passato in fretta e siamo già ad’oggi, così sto salutando Rosalie e Emmet e subito dopo vado a scuola, che purtroppo ricomincia oggi, con l’accordo dei genitori di Bella dormirò a casa loro, a partire da oggi, finché non torneranno Alice e Jasper

“Tranquillo, vedete di rilassarvi bene” gli dico scherzando mentre abbraccio Rose, intanto vedo Emmet allungarmi una busta

“Tieni sono i soldi per la gita se il preside ha deciso di farla ancora” mi dice e io prendendola gli sorrido grato, tre giorni prima delle vacanze il preside ha annunciato che molto probabilmente al nostro ritorno si sarebbe fatta una gita di una settimana a Roma, di questo abbiamo esultato tutti

E guai a chi dice che non posso andare perché sto male!!

“Grazie Em, ma per l’autorizzazione non saprei come fare” gli dico un po’ imbarazzato

“Tutto risolto, ho parlato con il preside e lui ha detto che ti devi far fare un certificato medico scritto, quindi chiedi al dottor Swan, è questo certificato verrà preso come autorizzazione” mi dice dandomi una pacca sulla spalla, e io ne sono felice

“Allora cercherò di farmelo fare il prima possibile” gli sorrido grato e poi li vedo entrare in macchina e partire.
Appena richiudo la porta salgo in camera a preparare la valigia in caso si dovesse andare in gita e anche per avere qualche vestito da mettermi ogni giorno per andare a scuola, in meno di quindici minuti e già pronta e la porto in macchina

“Axel andiamo” grido e lo vedo salire in macchina, mi sarei fermato prima a casa Swan a prendere Bella e ne approfittavo per lasciare Axel dato che la signora Swan mi ha ordinato di portare pure lui, invece di lasciarlo con mio padre.
Dopo una quindicina di minuti sono davanti casa Swan e vedo Bella e sua madre venirmi incontro

“Buongiorno Edward” mi saluta Esme abbracciandomi mentre Bella fa uscire Axel

“Buongiorno signora. La ringrazio ancora per l’ospitalità” gli dico cortese mentre scendo la valigia e saluto Bella

“Questo è il minimo che posso fare per il ragazzo di mia figlia. Comunque dammi la valigia ci penso io a sistemartela, voi andate sennò fate tardi” dice sorridendoci e prendendo la valigia dalle mie mani

“Va bene grazie” la ringrazio ed’entro in macchina

“Ciao mamma a dopo” la saluta Bella e sale pure lei

“Buona giornata ragazzi. Vieni dentro Axel” ci saluta e poi entra insieme al cane in casa mentre noi partiamo

“Oggi tutti sapranno della nostra relazione” mi dice Bella pensierosa, mentre io le prendo una mano

“Meglio così, almeno sanno che sei mia” gli dico un po’ serio e un po’ ironico e lei ride

“Ma sentilo, da oggi sono io che devo stare attenta alle ragazze che ti gireranno in torno, non sei mica tu che ti devi preoccupare” mi prende in giro e questa volta tocca a me ridere

“Si vedrà chi dovrà stare attento all’altro” gli dico prendendola in giro e lei mi da un bacio sulla guancia

“Sulla guancia? Ma io lo volevo sulla bocca” gli dico con un piccolo broncio

“Se fai il bravo appena arriviamo ti darò un bellissimo bacio” mi provoca

“Affare fatto” dico subito e poi ci rimettiamo a ridere, non riusciamo proprio a stare seri per più di dieci secondi.

Continuammo a ridere per tutto il tragitto finché non ci mancò il fiato per le troppe risate, quando parcheggiai avevamo finito di ridere solo da una decina di minuti e scesi dalla macchina eravamo ritornati di nuovo normali

“Allora il bacio quando arriva?” gli chiedo impaziente mentre faccio il giro della macchina e la raggiungo, una volta chiusa la portiera mi guarda dolce e si avvicina

“Adesso” mi sussurra e poi mi bacia, solo l’assenza d’aria e il fatto di essere a scuola fanno in modo che finiamo di baciarci e camminando mano per mano, sotto gli sguardi sorpresi di tutti, ci dirigiamo verso le nostre prime ore di lezione, per sfortuna le prime tre ore ce l’abbiamo divisa

“Bene entro Arte mi aspetta. Meglio se ti sbrighi o fai tardi a Spagnolo” mi dice baciandomi quando l’accompagno davanti alla porta

“Vado subito tranquilla” gli dico dolce e poi sorridendole e aspettando che entri in classe mi dirigo verso l’edificio di Spagnolo, ma mentre cammino noto che tutti quelli che mi guardano hanno uno sguardo triste, compassionevole e sarcastico, cosa che mi lascia alquanto confuso.

Lo stesso sguardo che ritrovo,a parte il silenzio innaturale, e quando entro in classe e vado a sedermi vicino a Ben, che al contrario degli altri non mi guarda, e non dice niente quando mi seggo vicino a lui

“Ehy Ben, come va?” gli chiedo sorridendogli ma lui non mi da nessuna risposta anzi guarda fisso la lavagna mentre la professoressa sta entrando, scrollando le spalle alla non risposta del mio amico mi appoggio alla sedia e guardo fuori la finestra

“Perché non me l’hai detto?” la sua voce mi proviene a sussurro mentre la prof spiega e sorpreso mi giro verso di lui, di che cosa stava parlando?

“Non ti ho detto cosa?” gli chiedo sorpreso

“Che sei malato” mi sussurra di scatto guardandomi circospetto, e ad’un tratto lo shock mi paralizza

“Come … fai … a … saperlo?” cerco di chiedergli e lui sospira e guarda in avanti

“Stamattina Jacob e i suoi hanno sparso la notizia , però non sapevo se credergli o no. Ma da come hai reagito credo che per la prima volta ha detto la verità” dice sorridendo amaro e in quel momento capisco tutto: ecco perché il silenzio, ecco perché quegli sguardi

“Te lo volevo dire una volta ritornati dalle vacanze ma quell’idiota mi ha preceduto. Mi dispiace non volevo lo sapessi in questo modo” gli dico sospirando , non sapevo se avere più paura del fatto che tutti sapessero della mia malattia oppure che i miei amici abbiano saputo la verità in modo diverso
Perché se l’ha saputo Ben, l’avranno saputo anche Richard, Patrick e Mark che sono i miei altri migliori amici.

“Non voglio sapere tutto di certo, avrei preferito saperlo da te, dato che sono il tuo primo migliore amico, ma è lo stesso. Voglio solo sapere quant’è grave” mi dice guardandomi, per la verità essendo davvero il mio migliore amico gli dovevo delle spiegazioni come gliele ho date a Bella però le dovevo dare a tutti

“Quando saremo in mensa al nostro tavolo con gli altri vi spiegherò tutto” gli prometto e lui annuisce soddisfatto per poi tornare a seguire la lezione.
Il mio segreto era stato scoperto, quello che non volevo accadesse si è avverato e sono sicuro che tutto cambierà e si trasformerà nell’inferno proprio come a Bevery Hills, e tutto solo per colpa di una persona … …


(Pov Bella)

Quando sono entrata in classe tutti mi hanno guardato curiosi, e qualche ragazza anche invidiosa, pure se nel loro sguardo vedevo anche altro che non riuscivo a capire cosa fosse.
Tutta la prima ora passò in silenzio, alla seconda invece non sono riuscita a vedermi con Edward e pure se un po’ triste sono andata nell’aula di geografia dove Angela mi aspettava sorridente seduta al nostro banco

“Ciao Bella congratulazioni” mi dice abbracciandomi e facendo una mezza risata, sapevo a cosa si riferiva

“Grazie. Allora come va?” gli chiedo sedendomi

“Tutto bene, mio padre ha deciso di andare in Brasile per le vacanze estive. Ne sono felice almeno potrò rivedere i miei cugini” mi racconta felice e io le sorrido contenta

“Sono contenta per te” gli rispondo e dopo la vedo diventare seria

“Devo chiederti una cosa” mi dice e io mi preoccupo, cosa sarà successo per averle fatto cambiare l’umore?

“Dimmi” gli dico subito

“Vedi Jacob sta facendo girare la voce che Edward è malato e potrebbe morire da un momento all’altro. È vero?” mi dice e rimango scioccata, quel lurido cane rognoso aveva davvero detto la verità a tutti

“No, non può essere” sussurro, mentre penso alla reazione che potrà avere il mio ragazzo

“Quindi è vero?” mi chiede preoccupata ma io non le rispondo, anzi mi alzo subito e corro fuori dall’aula per cercarlo, non vorrei che per la preoccupazione gli sia venuta una crisi.
Sicuramente sarà sconvolto e amareggiato, conoscendolo potrebbe pure non essere andato alla prossima lezione, dovevo trovarlo, solo io potevo aiutarlo a tranquillizzarsi ,lo sapevo, solo con me avrebbe esposto pienamente le sue paure
Perché le cose devono sempre succedere improvvisamente?
Perché quel deficiente non si poteva fare gli affari suoi?


(Pov Edward)

Alla fine della prima ora sono andato dietro alla palestra, all’albero dove io e Bella siamo stati una delle prime volte, quando lei mi aveva chiesto di vederci lì in segreto, e lì mi sono addormentato.
Quando mi risveglio noto che ormai è l’ora di pranzo e che ho saltato tre lezioni, il tempo di parlare con gli altri era arrivato velocemente però non mi sentivo davvero pronto per spiegargli tutto
Non posso credere che sia successa una cosa del genere, non dopo che ho provato a nascondermi agli occhi di tutti, non quando mi sembrava di vedere per la prima volta una luce di speranza e di felicità ……..
Prima d’incontrare Bella la mia vita era come in un tunnel buio senza uscita, e l’unico aiuto per continuare a vivere era solo una piccola ventata d’aria fresca che riuscivo ad’avere tramite i miei fratelli, solo da quando sono venuto in questa cittadina e ho incontrato Bella, nel tunnel è comparsa una piccola luce, che pian piano si è fatta sempre più grande, e insieme al vento mi aiuta a cercare l’uscita, che ero riuscito a intravedere, ma ora l’unica cosa che vedo in quel tunnel è il buio che mi circonda è quella piccola luce che mi chiama e mi dice di raggiungerla ……

“Edward” la sua voce mi risveglia dai pensieri e appena alzo gli occhi vedo la mia ragazza fiondarsi tra le mie braccia per poi guardarmi arrabbiata

“Che succede?” le chiedo, molto probabilmente Angela gli aveva detto che tutti ormai sapevano

“Che succede? Mi hai fatto spaventare scemo, ti rendi conto di quanto mi sono preoccupata, ti ho cercato per tre ore intere ho pure pensato che avessi avuto una crisi e che eri da qualche parte svenuto” sbraita e in questo momento mi viene quasi da ridere per la sua faccia, forse riuscirò ancora a camminare con quella poca luce, forse posso ancora trovare la felicità

“Tranquilla ho cercato solo un posto dove stare tranquillo e mi sono addormentato. Mi dispiace di averti fatto preoccupare” la rassicuro abbracciandola forte, mi era mancata, non potevo davvero starle lontano

“Stai bene?” mi chiede preoccupata

“Si. Ho promesso a Ben che avrei detto tutto sia a lui che agli altri in mensa” sospiro mentre c’incamminiamo mano nella mano

“Ne sei sicuro?” mi chiede sempre preoccupata e io le sorrido per rassicurarla

“Si. È mio dovere dirglielo ed’è giusto che sappiano, e poi ormai lo sanno tutti” gli dico scrollando le spalle e intanto ci avviciniamo verso la porta della mensa, dalla parte di fuori, io però mi fermo

“Se non te la senti, non fa niente” mi dice stringendomi forte e accarezzandomi i capelli

“Devo. È giusto che l’ho faccia” sospiro e poi prendo un bel respiro pronto ad’affrontare la situazione

“Che c’è Cullen, hai paura?” la voce strafottente di Black mi raggiunge ironica mentre lo vedo comparire davanti a me ridendo insieme al suo gruppo

“Black togliti dai piedi” gli dico acido, non sono aggressivo però vorrei tanto spaccargli la faccia in questo momento, intanto sposto Bella dietro di me per farle da scudo

“Come siamo arrabbiati, non ti è piaciuta la sorpresa? Mi è sembrato giusto che tutti sapessero” continua ridendo

“Non sono affari tuoi” gli dico di scatto e lui finisce di ridere

“Invece si che lo sono. Non ti conveniva tornare in questa scuola, anzi ti conveniva andartene direttamente da questa città” dice sprezzante, trattengo a stento la rabbia e intanto sento Bella tenermi dalla mano per farmi evitare, ne sono sicuro, di fare pazzie

“Ancora che fai il bulletto? Ma non ti stanchi mai di essere così idiota, di essere sempre al centro dell’attenzione?” gli chiedo con sarcasmo acido

Ok non vi spaventate dalle mie reazioni, ma in questo momento non sono proprio io!!

“Attento a come parli” mi minaccia puntandomi un dito davanti in fare provocatorio

“Vedi di andartene” gli dico soltanto e cerco di passare tenendo stretta Bella dalla mano destra, quando lui mi blocca prendendomi il braccio sinistro, e prendendomi di sorpresa mi tira un pugno in faccia, così velocemente che non me ne accorgo in tempo per fermarlo.
E poi mi ritrovo circondato da tutti gli altri mentre Bella, che come me è stata presa di sorpresa, viene trattenuta da Mike e Tyson, e Jacob si avvicina di più a me

“Lasciatelo stare” grida cercando di liberarsi

“Lasciala andare, non ti ha fatto niente” gli dico minaccioso e lui ride

“Non prendo ordini da un marmocchio. E poi dovete pagarla tutt’e due, solo che sono un gentiluomo e quindi sistemo prima te e poi lei” dice minaccioso

“Sei proprio uno stronzo” gli dico e gli tiro un calcio che lo colpisce direttamente allo stomaco, non ha solo lui il fattore sorpresa

“Come ti .. permetti. Te la faccio pagare” grida e in un secondo ci ritroviamo a rotolare a terra ognuno schivando i colpi dell’altro, pure se faccio fatica a fare in modo che non mi prenda in modo diretto nei posti che mi ha raccomandato Carlisle, finché tutt’e due non sbattiamo la testa alla quercia più vicina
Ripresomi dalla botta in testa mi alzo più lentamente rispetto a Jacob e questo mi fa andare in svantaggio, così che Black mi prende per il collo e mi blocca al tronco dell’albero

“Mi piace questa determinazione che hai, peccato che l’ho vista solo adesso” mi prende in giro mentre sento il respiro mancare per la stretta della sua mano e incontro gli occhi allarmati di Bella

“Lascialo gli fai male” grida disperata ma lui fa finta di niente

“Vediamo se dovessi tirarti un calcio potresti ancora vivere. Però preferisco strangolarti, non so se Bella te l’ha mai raccontato ma quand’ero alle medie sono stato tre mesi in carcere minorile perché avevo picchiato a sangue un ragazzo” mi dice ridendo e in quel momento pur nonostante la mancanza d’aria lo guardo con disprezzo

“Aspetta che sappiano tutto quello che hai fatto e vedrai che non finirai in carcere solo per tre mesi, soprattutto adesso che hai raggiunto la maggiore età” gli sussurro e lui aumenta la stretta, intanto sento che il mio respiro sta aumentando, pure se sto soffocando, e il corpo mi fa male e mi sembra di essere trafitto da delle lame di ferro, e al posto dei colori inizio a vedere solo delle figure nere

“Ma nessuno lo saprà e tu sarai morto” dice e continua a ridere quando ad’un certo punto vedo qualcosa scaraventarsi su di lui e quattro figure nere si aggiungono alla figura che mi aveva salvato dalla stretta di Black, poi mentre cado a terra vedo una figura venirmi incontro correndo ma riesco a capire chi è quella figura, pure se nel mentre mi sento ancora soffocare

“Edward mi senti?” la sua voce mi raggiunge però la sento ovattata

Ti prego fai che non perda i sensi, ti prego fai che non perda i sensi, non voglio abbandonarla, devo resistere, devo farlo per lei

“Edward, rispondi” mi richiama e in quel momento sento il soffocamento diminuire pure se ho ancora il resto del corpo dolorante

“Bella … sei … tu?” la cerco bene, non vorrei che la mia mente mi stesse facendo degli scherzi

“Si sono io. Riesci a respirare? Ho mandato Angela a chiamare aiuto ma tu parlami ti prego”

Angela? Quindi una di quelle figure che avevo visto era lei?

“Chi … è … stato?” cerco di chiedergli sperando che capisca, e lei fortunatamente mi capisce

“Ben, Richard, Mark e Patrick. Vedendo che non arrivavamo si sono preoccupati e sono usciti fuori a cercarci” mi spiega, intanto sento il soffocamento sparire e sono più libero di respirare mentre sento più nitida l’abbraccio di Bella che mi stringe a se

“Ci sei Ed, mi senti? Non sei svenuto vero? La crisi è passata?” mi chiede preoccupata

“Si” riesco a sussurrare finalmente libero pure se la stanchezza mi entra in tutte le parti del corpo, il dottor Swan aveva ragione se voglio riesco a controllare le mie crisi però come ha detto lui più sono dolorose e più avrò bisogno di aiuto per bloccarle e Bella mi ha aiutato

“Se vuoi dormire dormi, non ti preoccupare ci pensiamo noi. Mio padre sta arrivando è stato Ben a chiamarlo” mi dice e io annuisco, forse l’uscita del tunnel non sarà tanto lontana se andrà tutto bene

“Grazie … Ti amo” gli sussurro e sto per addormentarmi quando sento il suo ultimo sussurro

“Affronteremo sempre insieme le difficoltà, saremo sempre uniti” mi sussurra e sento le sue labbra sulle mie mentre mi addormento tra le sue braccia e sento delle voci raggiungerci.

Per la prima volta avevo superato una crisi senza svenire e lo dovevo solo alla mia ragazza!!!




Holàà!!!!

“Autrice sono tanto tristeeeeeeeeeee!!!!!”

“E perché Em?”

“Perché nello scorso capitolo abbiamo avuto solo due recensioniii, e io che pensavo di aver fatto bene la mia parteee”

“Em non puoi pretendere che le persone perdano tempo a recensire quando già lo perdono per leggere i capitolo. Anzi li dobbiamo ringraziare che perdono un po’ del loro preziosissimo tempo a leggere i capitoli”

“Giuste parole Eddy. Em non ti preoccupare l’importante è che questa storia piacia”

“Infatti, be ci vediamo al prossimo cappy e speriamo di leggere i vostri commenti. Mi raccomando non pensate a quello che ha detto Emmet certe volte non ci pensa e speriamo non vi offenderete, ognuno di noi ha i suoi impegni e nessuno può pretendere molto dagli altri”

“Completamente d’accordo con Edward. Ci sentiamo al prossimo cappy”

“Va bene perdono tutte. :) Kiss”

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Capitolo 23
*** Verità e punizioni ***


                                                                                              Verità e punizioni


(Pov Bella)

“Allora ragazzi voglio sapere chiaramente cos’è successo” ci ordina il preside Io,Richard,Ben, Mark,Patrick e Angela con Jacob, Mike e tutto il resto della loro banda, siamo in presidenza d’almeno una decina di minuti, Edward, che si era addormentato, è stato portato in infermeria, mentre i nostri genitori dovrebbero essere qui a momenti

“Vede professore,noi ragazzi stavamo camminando tranquillamente e abbiamo visto che Bella e Edward stavano male così siamo andati ad’aiutarli ma mentre li aiutavamo sono arrivati gli altri che poi sono venuti a chiamarla” gli spiega Jacob cercando di ingannarlo

“Ma a me è stato detto che lei stava picchiando il signor Cullen” gli dice appoggiandosi allo schienale della sedia e io guardo Black sorridendo trionfante, sapevo che il signor Greene aveva capito cosa potrebbe essere successo veramente

“Per la verità è all’inverso, io stavo aiutando Bella e lui dopo essersi ripreso ha pensato che gli volessi fare del male e mi ha aggredito, e per difesa cercavo di tenerlo fermo al tronco” dice cercando di rigirare il coltello dalla parte del manico

“Capisco” dice e dopo chiude gli occhi pensieroso, in quel momento vengo accecata dall’ira, non può credere davvero a Jacob, pensavo avesse capito che io e Edward eravamo le vittime e che se non fosse stato per i nostri amici a quest’ora potevamo essere in ospedale oppure potevamo essere morti

“Ma professore non può credere ha una cosa del genere” gli dice subito Ben scattando in avanti mentre parlando precede gli altri

“Infatti. Jacob è un bugiardo, Edward non farebbe mai una cosa del genere” gli dico io e lui mi guarda

“Signorina Swan si calmi, non sto facendo nessuna accusa sul signor Cullen. Però non mi è ancora chiara la situazione, qual è stato il motivo di questo litigio?” mi chiede e mi guarda, sa che io so la risposta, sa che io non dico le bugie come Jacob e che non avrò nessuna difficoltà a dire la verità ma non posso …

Ho promesso al mio ragazzo che non avrei detto a nessuno il suo segreto e non voglio tradire la sua fiducia!! Ma fortunatamente prima che possa dire qualcosa la porta si apre rivelando i miei genitori e dietro quelli degli altri

“Bene signori accomodatevi tutti” dice facendo segno con la mano, nella stanza c’è un grande tavolo ovale che il preside usa per le riunioni con i professori, in questo momento vedo tutti sedersi e vedo anche entrare i professori, il preside aveva deciso di mandare gli studenti a casa, quindi di fargli saltare le ultime due ore, nel modo che anche i professori potessero partecipare a questa riunione, nel frattempo vedo gli occhi di mio padre e di mia madre guardarmi preoccupati mentre si sono seduti alla destra del preside davanti a loro c’è Billy Black il padre di Jacob, e solo all’ultimo noto entrare anche Walter Cullen con la futura moglie e poi era stato anche chiamato mio zio Charlie dato che è il capo della polizia

“Bene come ben sapete vi abbiamo convocati qui per un litigio avvenuto tra i vostri figli” dice guardando sia i miei genitori che quelli di Edward, o meglio quello

“Mi scusi signor Greene ma io avrei da fare quindi potremmo sbrigarci?” gli chiede il signor Black e vedo il preside un po’ innervosito

“Anch’io avrei da fare quindi se possiamo velocizzare la riunione sarebbe meglio” dice il signor Cullen e io non mi stupisco, sapevo che era qui solo per fare bella figura e non per il figlio

“ Certo. Allora ragazzi voglio che adesso raccontate tutto davanti ai vostri genitori e ai professori. Signor Black può raccontare di nuovo quello che ha raccontato a me?” chiede il preside a Jacob e lui fa come detto ripetendo le stesse parole di prima e dicendo che la colpa non era sua ma di Edward

“Bene la riunione è finita, mi sembrava strano che mio figlio avesse potuto fare una cosa del genere. Quindi non vedo il motivo di questa buffonata, sapevo che un nuovo ragazzo avrebbe potuto combinare un guaio del genere” dice subito il padre di Jacob e io mi irrito ma prima che possa dire qualcosa interviene mio padre

“Veramente signor Black credo che il racconto di suo figlio sia molto bello però non vero” lo interrompe subito mio padre sorprendendomi e l’altro lo guarda scocciato

“Che intende dire? Che mio figlio è un bullo?” chiede irritato

“Mio fratello intende dire che suo figlio è stato mandato in carcere minorile per aver strangolato un ragazzo della sua età solo perché non gli aveva dato i soldi” gli dice mio zio intervenendo, da una parte porta fortuna avere un parente poliziotto

“Quello è stato solo un errore e poi non l’ha fatto apposta” gli dice e vedo mio padre sospirare per poi rivolgersi al preside

“Comunque se non le dispiace signor preside vorrei sentire le testimonianze anche degli altri ragazzi e credo che lo vogliano anche le altre persone in questa stanza” e vedo tutti annuire

“Sono d’accordo con il signor Swan, vorremmo sapere tutti che hanno fatto i nostri figli se la rissa è stata solo tra i due ragazzi” dice il signor Smith perplesso

“Vedete la rissa è stata, si, tra i due ragazzi però i vostri figli sia nel bene che nel male hanno collaborato” gli spiega sospirando un po’ tranquillo

“Quindi, ragazzi potremmo sapere anche che è successo dal vostro punto di vista?” chiede gentilmente la professoressa Goff guardando gli altri e loro annuiscono

“Signor Cheney ci spieghi, cos’è successo quando lei e i suoi amici siete usciti e avete visto la rissa?” dice il preside a Ben, e vedo Ben che prende un sospiro e inizia a parlare

“Ci saremmo dovuti incontrare tutti in mensa come sempre al nostro tavolo, però quando siamo arrivati Bella e Edward ancora non c’erano e quindi ci siamo seduti ad’aspettarli, poi Jacob ha gridato per tutta la mensa, che se sentivamo qualche rumore non ci dovevamo muovere e insieme ai suoi amici è uscito dalla mensa. Vicino al nostro tavolo c’è una finestra così quando ad un certo punto abbiamo sentito gridare e abbiamo riconosciuto la voce,guardando bene dalla finestra abbiamo visto i nostri due amici in pericolo e così siamo corsi ad’aiutarli” gli spiega, e quando mi guarda io gli faccio un sorriso di ringraziamento

“ E poi che è successo?” chiede il preside allibito come tutti gli altri presenti nella stanza

“Quand’ho visto Jacob che soffocava Edward mi sono arrabbiato e mi sono scaraventato subito su Jacob” gli dice e lo vedo un po’ rosso

“Noi l’abbiamo seguito subito, liberando prima Bella che era stata bloccata da Mike e Tyler e dopo abbiamo gli altri tre del gruppo e nel frattempo abbiamo mandato subito Angela ad’avvisare i professori” spiega Richard

“Appena mi hanno detto di andare a chiamare aiuto ci sono andata subito e per fortuna ho trovato subito il signor Banner che subito ha dato l’allarme a tutti gli altri professori” gli dice Angela e vedo il professor Banner annuire

“Posso affermare, appena la signorina Weber mi ha detto quello che stava succedendo gli ho detto di dirlo pure agli altri mentre io accorrevo sulla scena della lite” ci racconta

“Ci può dire cos’ha visto appena è arrivato?” gli chiede mio zio precedendo il preside che rimane un po’ confuso prima di riprendersi, mi sa che mio zio si è dimenticato che non siamo alla centrale di polizia

“Appena sono arrivato ho visto il signor Black bloccato dal signor Danner e dal signor Cheney mentre il signor Smith e il signor Doncas avevano bloccato temporaneamente il signor Newton, il signor Crowley e il signor Ramon. E solo a un metro di distanza c’erano la signorina Swan, che era evidentemente scossa, e il signor Cullen che era svenuto tra le braccia della ragazza” spiega pure lui, e in quel momento arrossisco un po’ dall’imbarazzo per come ha spiegato la mia posizione e quella del mio ragazzo

“Comunque sta di fatto che mio figlio non ha picchiato nessuno e che è lui la vittima” dice Black senior

“Mi dispiace deluderla signor Black ma credo che suo figlio ne sia capace, e poi tra questi ragazzi l’unico che mi sembra poterlo fare è proprio lui” gli dice il signor Weber e in quel momento rimango perplessa non l’avevo mai sentito parlare in situazioni del genere

“Lei sta accusando mio figlio? Come si permette!! Mio figlio è un ragazzo educato e non è colpa sua se quell’altro ragazzo l’ha aggredito” gli dice furente alzandosi e il preside si alza subito

“Signor Black la prego si sieda” gli dice ma non sembra ascoltarlo

“Per la verità adesso toccherebbe a mia figlia parlare dato che ha visto iniziare tutta la rissa e dato anche che gli sarebbe potuto succedere qualcosa” dice mio padre serio guardando il preside e lui annuisce per poi guardarmi insieme al signor Black, ancora alzato, e a tutti gli altri

“Certo, signorina Swan ci può raccontare?” mi chiede gentile e io annuisco, prima pero prendo un bel respiro per tranquillizzarmi

“Stavamo arrivando in mensa tardi perché ci siamo fermati a parlare durante il tragitto e avevamo accelerato il passo.
Quando stavamo per raggiungere la porta della mensa Jacob si è parato davanti a noi è abbiamo iniziato a parlare, però ce ne stavamo andando subito, non abbiamo parlato molto, ma mentre passavamo io mi sono ritrovata subito bloccata da Mike e Tyler mentre Edward e Jacob si stavano picchiando” ammetto alla fine, non volevo dire che pure lui rispondeva ai pugni di Black ma dovevo

“Quindi ammette che il signor Cullen ha lottato contro il signor Black?” mi chiede il preside un po’ perplesso dal mio racconto

“Si ma non ha iniziato lui e poi era più un attacco di difesa se capisce cosa intendo” non stava combattendo per fare del male a Jacob ma solo per difendersi, vero qualche pugno è riuscito a darglielo lo stesso, ma per il resto si è solo difeso

“Capisco. E potrei sapere di cosa avete parlato con il signor Black per arrivare ad’una rissa?” mi chiede guardandomi e io punto lo sguardo a terra, non potevo dirglielo

“Mi dispiace non posso” gli dico e Jacob sorride trionfante a parte me, lui, i nostri amici e mio padre, nessun’altro in questa stanza, sa della malattia di Edward, neanche mia madre

“Signorina Swan la prego, è l’unico modo per capire cos’è successo davvero” mi dice gentile e vedo tutti guardarmi curiosi e un po’ amareggiati dalla situazione

“Non posso, ho promesso” gli dico continuando a guardare a terra quando sento mio padre avvicinarsi al mio orecchio

“So che gliel’hai promesso ma dire la verità è l’unico modo per fare in modo che nessuno l’accusi di aver aggredito Black” mi sussurra e io annuisco

“Inutile saperlo, sappiamo benissimo di chi è la colpa, ed’è inutile perdere ancora tempo” dice il signor Black indignato ed’ecco il motivo in più per cui non potrò mantenere la promessa

“Signor Black per favore la smetta di accusare il ragazzo di mia figlia quando neanche lei sa qual è la verità e suo figlio non c’è la vuole dire” interviene mia madre gentilmente

“E poi signor Black accusando il signor Cullen di una cosa che non ha fatto, lei accusa pure mia figlia e questo non glie lo posso permettere” gli dice mio padre tornandosi a sedere

“Signor Black porti pazienza” gli dice il preside e rimane alzato

“Sbrighiamoci” brontola e si siede

“Signorina Swan allora? Ci può dire di cosa avete parlato per aver fatto accadere una rissa?” mi richiede ma mentre sto per rispondere la porta alle mie spalle si apre e una voce mi precede

“Professor Greene mi dispiace interromperla ma credo che sia giusto che questa risposta la dia io” sento dire dalla sua voce e quando mi giro lo vedo raggiungermi, era un po’ pallido rispetto a prima e i lividi sulla faccia si vedevano chiaramente

“Oh signor Cullen vedo che si è svegliato. Comunque prego ci spieghi” gli dice gentilmente e quando Edward si posiziona vicino a me gli prendo subito una mano e la stringo forte

“Ne sei sicuro?” gli chiedo preoccupata guardandolo e guardando anche il suo labbro che perde ancora un po’ di sangue

“E ora che tutti sappiano. Stammi vicino” mi dice e poi vedo che gira lo sguardo su suo padre che lo guarda con un sorriso ironico

“Sempre” gli sussurro e poi voltiamo insieme lo sguardo sul preside

“Allora, possiamo sapere che è successo” dice il signor Black scorbutico e dopo averlo guardato annuisce

“Come credo vi avrà già detto Bella stavamo andando insieme in mensa quando l’abbiamo incontrato e sempre come vi ha detto abbiamo parlato, anzi erano per lo più battutine acide, non erano parole, poi quando stavamo cercando di passare ci hanno fermato ed’è stato da lì che sono iniziati i pugni” racconta

“Capisco, ma ora vorrei sapere su cosa si riferivano quelle battute, qual è stato l’argomento scatenante in tutto questo?” chiede il preside guardandoci e vedo Edward aprire la bocca per parlare

“Mi dispiace professore ma non credo che Edward e Bella diranno la verità, e poi quest’argomento è stato molto discusso per tutta la mattinata e forse qualche voce dovrebbe essere arrivata anche a voi” gli dice Jacob guardandoci trionfante

“Per la verità in questa stanza non mi è arrivata nessuna voce e quindi non so che cosa riguarda, quindi potreste essere così gentili da spiegarci” e in quel momento si forma il silenzio
Un silenzio preoccupato e imbarazzato da me e Edward, un silenzio curioso da tutti gli altri e un silenzio trionfante da Jacob e company.

“Sono malato” dice tutto d’un fiato Edward sorprendendoci e io lo guardo subito, aveva davvero trovato il coraggio di svelare tutto, nella stanza tutti rimangono scioccati tranne mio padre, Jacob e il padre di Edward

“Si può spiegare meglio signor Cullen?” gli chiede il preside completamente scioccato

“Sono nato senza un polmone e un’arteria del cuore, e man mano che cresco questa malformazione peggiora fino a farmi avere delle crisi forti ogni settimana e togliendomi sempre un po’ di energia in più” spiega e io gli stringo la mano convulsamente

“Ma cosa centra tutto questo con la rissa di oggi?” gli chiede sempre il preside

“Vede quello che adesso ho svelato doveva rimanere un segreto, un segreto che sapevano solo i membri della mia famiglia e che poi avrei svelato ai miei amici, ma Jacob lo ha svelato a tutti” gli continua a raccontare

“E quindi deduco che quando vi stavate dirigendo verso la mensa il signor Black vi ha fermato per dirvi quello che voi sapevate ormai da tre ore, giusto?” gli chiede mio zio annuendo con la testa come se avesse capito tutto

“Ma chi ha iniziato per primo la rissa? Voglio dire chi ha dato il primo pugno?” ci chiede il preside e in quel momento mentre guardo Edward che è ammutolito di colpo, incontro anche gli occhi delle altre persone dove vedo anche degli occhi lucidi, tra cui quelli di mia madre che ha appena preso un fazzoletto
Poi guardo Jacob che ha appena finito di sorridere e ci guarda preoccupato, so che non vuole che noi non sveliamo la verità , però è giusto che venga punito il colpevole e non l’innocente

“Ha dare il primo pugno è stato il ragazzo alla sua sinistra” dico guardando il preside e noto lo sguardo del mio ragazzo che è un po’ perplesso, mentre noto che Jacob ci manda delle occhiate di fuoco

“Bene,signor Black è tutto vero?” chiede il preside guardandolo severo mentre Billy Black sbianca di colpo

“Certo che no. Non potrei mai fare del male a due ragazzi” gli dice cercando di discolparsi ma le sue parole tremano mentre parla

“Dalle versioni che ci hanno dato i ragazzi tutto coincide, l’unica cosa che non coincide è stata la sua versione dei fatti” gli dice mio zio anche lui severo

“Quindi signor Black mi ritengo in obbligo a sospenderla per due settimane da scuola per aver iniziato una rissa che non ci sarebbe dovuta essere” sentenzia il preside alla fine e io lo guardo, da una parte ne sono felice ma dall’altra preferirei che fossero più di due settimane, poi il signor Greene si gira verso di noi

“Signor Cullen per quanto riguarda lei la sospenderò solo per un giorno, mentre lei signorina Swan può stare tranquilla dato che non ha preso parte alla rissa. Per quanto riguarda tutti gli altri nessuno verrà sospeso, ma solo perché avete dimostrato una vera amicizia nel salvare i vostri amici” dice prima a noi e poi agli altri sorridendoci orgoglioso

“Mentre anche i signori Newton,Crowley e Ramon saranno sospesi, per due giorni solo per aver collaborato nella rissa e non aver fatto in modo che non si venisse alle mani”dice rivolgendosi agli altri e facendo scomparire il sorriso, intanto vedo mio padre guardarci felice mentre si alza e ci viene incontro

“Bene, ringrazio le famiglie per essere venute. Ah signor Black sappia che se ci sarà un’altra rissa in questa scuola e lei è uno dei due partecipanti sarà espulso” finisce di dire e così ci congeda tutti.

Io, Edward,Ben,Richard,Mark,Patrick e Angela usciamo tutt’insieme da scuola mentre i nostri genitori parlano dietro di noi, tutto sommato alla fine è andato tutto bene e Jacob è stato punito, il padre di Edward invece se ne andato subito senza neanche guardare il figlio in faccia

“Allora ci vediamo dopodomani” dice Ben a Edward salutandolo

“Ovvio, devo pur sempre venire a scuola” gli dice dandogli il cinque

“Almeno è andato tutto bene” sospira Angy felice e tutti annuiamo

“Devo ammettere che prima che entrassero i nostri genitori ho pensato che il preside credesse a Black” ammette Mark

“Era impossibile, doveva credere per forza a noi” gli dice Richard e poi si allontanano con i loro genitori

“Ragazzi andiamo” ci dice mio padre guardandoci rilassato, uscendo da quella stanza lo stress che avevamo accumulato se ne andato per fortuna

“Si. Noi prendiamo la macchina e vi seguiamo” gli dico e loro annuiscono mentre noi andiamo verso l’Aston Martin, dopo che l’abbiamo raggiunta Edward si gira di scatto verso di me e mi abbraccia

“Grazie di tutto” mi sussurra stringendomi e in quel momento una grandissima felicità mi pervade mentre sono stretta al suo corpo

“Te l’ho detto che ti sarei stata accanto” gli rispondo e poi restiamo abbracciati, sperando di poter rimanere in quel modo per sempre!




Holààà

“Ciao a tutti e grazie per le meravigliose recensioni dello scorso capitolo”

“Non ci credo, non ci credo. Autriceeee non ci credono”

“A cosa non credi Em?”

“Abbiamo superato le cento recensioniiii, che bellooo”

“Infatti, speriamo che le nostre carissime lettrici ci aiuteranno a crescere ancora con le recensioni allora”

“Ma sempre da dire qualcosa avete?”


“E tu sempre che t’intrometti sei?”

“Em guarda che ti tolgo”

“No,no, va bene scusami”

“Allora alla prossima”

“Speriamo di postare presto il prossimo cappy”

“Kiss”

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Capitolo 24
*** L'amore di una madre ***


                                         L’amore di una madre


(Pov Edward)

Di solito restare a casa il giorno dopo invece di andare a scuola mi faceva piacere, ma mi riferisco ai tempi di Bevery Hills, ora invece mi scoccia e mi preoccupa.
So che oggi non ci saranno ne Black e i suoi ma il fatto che Bella sia da sola mi preoccupa molto, pure se devo pensare che prima di incontrami lei stava con Black e riusciva a proteggersi da sola, comunque non sarebbe restata da sola dato che con lei c’erano Angela, Ben e gli altri.
Poi però c’è anche il motivo che m’imbarazzo a stare a casa sua ,senza che lei ci sia, con sua madre, insomma non sono uno di famiglia, quando mi hanno chiesto di venire a stare da loro momentaneamente avevo detto di no però la testa dura di Bella e dei miei fratelli mi hanno convinto ad’accettare, ed’ecco perché in questo momento sono nella camera, che per il momento è diventata mia, e mi sto vestendo per poi scendere sotto con Axel, quando ad’un certo punto bussano alla porta

“Avanti” rispondo seduto sul letto ancora mi dovevo mettere la maglietta e quindi ero a petto nudo, quando la porta si apre vedo Esme venirmi incontro con un vassoio

“Buongiorno Edward” mi dice gentilmente entrando “Buongiorno” rispondo educato

“Ti ho portato la colazione. Per la verità pensavo che stessi ancora dormendo” mi dice porgendomi il vassoio con sopra una tazza di latte e biscotti e cornetti di ogni genere

“Grazie, ma non doveva disturbarsi, sarei sceso io” gli dico in imbarazzo

“Nessun disturbo, anzi per me è un piacere. Hai bisogno di altro?” mi chiede sempre gentile, ho sempre una strana sensazione quando mi parla, le sue parole mi confortano e mi riserva lo stesso sguardo pieno d’amore che riserva a sua figlia, e io non riesco a capire come mai, perché dovrebbe comportarsi così con me se io per lei sono ancora una specie d’estraneo?

“No grazie” le rispondo subito e prima di andarsene mi da un bacio sulla fronte per poi uscire, inutile dire che questo gesto mi ha lasciato confuso.

Subito mi riprendo dallo stato di confusione e dopo aver finito di mettermi la maglietta mangio qualche biscotto, o meglio all’inizio era qualche biscotto ma poi per quanto erano buoni li ho mangiati tutti, poi dopo aver finito di sistemarmi prendo il vassoio e scendo sotto

“Signora grazie, era davvero tutto buono” mi complimento raggiungendola in cucina e lei mi sorride

“Mi ha fatto piacere che ti siano piaciuti i miei biscotti, ne ho fatti altri anche per oggi pomeriggio per quando arriva Bella se dopo ne vorrai ancora” mi dice grata e poi la vedo prendere la borsa

“Edward io esco, hai bisogno di qualcosa?” mi chiede mentre la vedo prendere una giacca, io intanto la raggiungo

“L’accompagno” le dico e prendo il mio giubbotto “Pensavo volevi restare a casa, ma se ti fa piacere, allora te ne sarei grata” dice gentilmente mentre io prendo le chiavi della mia macchina

“Mi andava di uscire, e almeno in questo modo posso essere utile” le dico mentre ci dirigiamo alla mia macchina.

Durante il tragitto fino al supermercato chiacchieriamo del più e del meno sulle notizie di questi giorni, su tutto quello che riguarda la politica, cosa che io odio, ma anche su altre cose lo spettacolo e varie. Arriviamo davanti a un supermercato grande quanto un palazzo, l’unico edificio grande che ho visto a Forks prima d’adesso, o meglio è un po’ fuori la cittadina, il colore delle pareti e solo giallo , appena entro nel parcheggio subito trovo posto e poi scendiamo e ci dirigiamo insieme verso l’entrata, il nome è “Acquashop”

“Vengo sempre qui a fare la spesa, come Bella viene sempre qui a comprare vestiti e film. In tutto ha quatto piani ed’è pieno di negozi vari, c’è anche il cinema e due sale giochi” mi spiega la signora mentre entriamo, appena entrati la bellezza dell’interno mi attira, è come essere in un acquario …
Tutto risplende come se le cose sono sott’acqua, le pareti sono di color mare e ci sono disegnati fondali marini e pesci, sul pavimento, color muschio, ci sono disegnate stelle marine e ricci e davvero come essere dentro l’acqua, e poi ogni piano tranne il primo gira a cerchio, proprio al centro ci sono le scale mobili in ogni piano, mentre il tetto che risplende per merito delle luci fa sembrare che tutto si muove

“Wow” sospiro ammirato ed’ Esme vicino a me fa una mezza risata

“Sapevo che ti sarebbe piaciuto non per niente è il luogo preferito della mia famiglia e di tutte le altre persone” mi dice mentre avanziamo verso la sua destra dove c’è l’ipermercato

“Non pensavo che a Forks ci fossero cose di questo genere” gli dissi stupito, in questi giorni ci sarei tornato con Bella, eccome se ci sarei tornato

“Per la verità questo territorio e di Seattle non di Forks” finisce di spiegarmi

“mi sembrava strano!!!!” pensai ma solo dalla risata della signora capì di averlo detto ad’alta voce, cosa che mi fece imbarazzare non poco.

Passammo un’ora intera dentro l’ipermercato, Esme ha voluto prendere un sacco di cose sia per pranzo che per cena e anche per risparmiare la spesa del giorno dopo, quando uscimmo il carrello, che stavo portando io, era pieno di buste

“Va bene qua abbiamo finito. Che ne dici vuoi fare un giro?” mi chiede sempre gentile

“Va bene” le dico e poi iniziamo a girare per tutti i piani, non sono state poche le volte che mi fermai davanti a un negozio o semplicemente per ammirare il luogo da piani diversi, e questo fatto sembrava fare piacere alla signora che mi sorrideva compiaciuta

“Ciao Edward” a un certo punto una voce, che per sfortuna riconoscevo, mi chiamò e quando mi girai confermai i miei sospetti, era Tanya, stranamente senza mio padre

“Tanya” la salutai gentile, di certo non ero un tipo scortese

“Allora oggi niente scuola eh? Comunque non pensavo di vederti qui” mi dice ignorando Esme

“Ho accompagnato la signora Swan a fare la spesa. Comunque Signora Swan le presento Tanya la futura moglie di mio padre” faccio le presentazioni e Esme mi sorride mentre Tanya fa una faccia disgustata

“Piacere, comunque Edward io e tuo padre ti volevamo dire una cosa, l’abbiamo da poco detto ai tuoi fratelli e mi sembra giusto che tu la sappia” mi dice freddamente e io pure se m’incuriosisco rimango distante

“Dimmi” le rispondo indifferente, era strano che i miei fratelli non mi avessero chiamato per dirmi qualcosa, ieri poi quando gli ho detto della lite mi hanno minacciato che appena tornavano mi strozzavano perché non sono stato attendo

“Vedi io e tuo padre abbiamo deciso di spostare la data del matrimonio, abbiamo deciso di sposarci alla fine del prossimo mese” mi spiega e io annuisco, che si sposino basta che lascino in pace la mia famiglia

“Va bene, grazie per avermelo fatto sapere” le dico e faccio per voltarmi quando sento la sua mano sulla mia spalla

“Un’altra cosa tesoro, so che non ti piace il fatto che diventerò tua madre però sappi che m’impegnerò per fare in modo che tu possa essere felice nei tuoi ultimi mesi di vita” mi dice e mi lascia completamente scioccato, che stava dicendo?

“Che cosa … vuoi dire?” le chiedo guardandola , intanto vedo Esme preoccuparsi

“So che non hai avuto una madre e capisco che averla proprio alla fine della tua vita non ti piacia, però non ti preoccupare ti starò sempre vicina. Non è colpa tua se tua madre ti ha fatto nascere malato e credo che avrebbe pure potuto evitarlo, insomma l’avrebbe dovuto sapere già dal terzo mese ma invece ti ha dato questa vita complicata, secondo me non è stata una brava madre, ma non ti preoccupare da oggi ti starò sempre vicina e sarò la madre perfetta per te” mi dice e la vedo sorridere, però capisco che dietro al suo sorriso non ci sono parole che provengono dal cuore

“Non hai nessun diritto di parlare così di mia madre” le dico arrabbiato ma appena finisco la frase, come se mi fosse stato infilzato un coltello, una fitta dolorosa mi arriva diretta al cuore, tanto che mi sembra di svenire da un momento all’altro

“Non ti preoccupare, vedrai che da quando ritornerai a casa starai bene” mi dice e in quel momento altre fitte in tutto il corpo non mi permettono di risponderle, sapevo che le crisi mi venivano due volte a settimana ma di solito non sono a giorni consecutivi e poi adesso ho paura di questi attacchi, ho davvero tanta paura che se chiudo gli occhi non li potrò più riaprire , ho paura di smettere di vivere e farei ogni cosa possibile per evitare che mi vengano delle crisi così forti

“Edward stai bene?” la voce della signora Swan mi arriva ovattata mentre vedo Tanya allontanarsi, non sono ancora svenuto ma so che tra poco succederà, sto male, ed’ecco che mi arriva l’ennesima fitta che questa volta mi toglie il respiro, non sto più respirando sto annaspando in cerca d’aria, come quando stavo per annegare quand’ero piccolo, e non ero più in piedi anzi ad’ogni fitta crollavo

“Edward rispondimi, ti prego, stai bene?” la voce della signora mi richiama mentre sento accorrere altri passi, solo quando sento una botta alla testa e mi ritrovo disteso vedo le luci del tetto in modo sfocato, mentre sono circondato da delle figure nere, intanto sto ancora annaspando in cerca d’aria, vorrei alzarmi, correre finché non trovo un po’ d’aria ma non ci riesco, vorrei dire qualcosa, vorrei chiedere aiuto, ma non riesco a fare neanche questo, nel mentre che perdo i sensi riesco a sentire le sirene di una ambulanza in avvicinamento,

Può essere davvero questa la mia fine?!!

Non so quanto tempo è passato da quando ho perso i sensi ne mi ricordo dov’ero o cos’è successo, mi ricordo solo un gran dolore che mi ha preso in tutto il corpo e l’assenza d’aria che mi faceva soffocare, quando apro gli occhi mi ritrovo disteso in un letto e la risposta fu facile: mi ritrovavo di nuovo in ospedale

“Menomale ti sei svegliato” solo in quel momento mi accorgo della presenza di Esme alla mia destra che mi guarda sollevata

“Che è successo?” le chiedo sedendomi e tenendomi la testa che mi fa un po’ male

“Sei stato male, anzi malissimo, ti agitavi anche dopo essere svenuto” mi spiega e io annuisco

“Capisco, mi dispiace solo averla fatta spaventare” le dico in imbarazzo possibile che le mie crisi non mi potessero venire in altri momenti, uffa mi devono venire solo quando sono in un momento imbarazzante, non è giusto

“Non dirlo neanche. Appena sei stato male ho fatto chiamare subito l’ambulanza e ti abbiamo portato qui, mio marito è uscito da poco perché l’hanno chiamato per un urgenza” mi continua a spiegare

“Quant’ho dormito?” le chiedo, pure se era inutile, di certo un’ora

“Sei ore, infatti adesso sono le quattro e mezza” mi risponde lasciandomi confuso, non poteva essere, non potevo davvero aver dormito così tanto dopo una crisi

“Strano” sospiro soltanto e poi la vedo sedersi sulla sedia alla mia destra

“Posso chiederti una cosa su quello che è successo prima? So che non sono affari miei e che non è il momento però vorrei che mi rispondessi” mi dice preoccupata e io annuisco

“Certo” chissà che mi doveva chiedere

“Quando la futura moglie di tuo padre ti ha detto quelle cose sul fatto che tua madre poteva abortire dato che molto probabilmente aveva già saputo che tu saresti nato malato, tu gli hai creduto?” mi chiede interrogativa e io rimango sorpreso, era una domanda che mi facevo io stesso da un po’ di tempo

“Per la verità non lo so, mi faccio la stessa domanda da un po’ di anni” gli rispondo confuso guardando le lenzuola bianche del letto

“Edward ascoltami. Sono sicura che tua madre pure se aveva già saputo che tu avresti avuto questo tipo di problemi ha voluto darti lo stesso il modo di vivere, perché malato o no, ognuno ha il dovere di vivere pure se solo per pochi minuti. E sono sicura che tua madre ha voluto proprio questo, ha voluto farti vivere pure se sapeva che tu una volta nato saresti potuto morire da un momento all’altro. Non so com’è morta, ma sono sicura che finché non ha emesso l’ultimo respiro ha desiderato che tu continuassi a vivere e che avessi una vita felice” mi dice e quelle parole mi arrivano come una ninna nanna nel cuore, erano parole dolci piene di comprensione e di sicurezza

“Grazie davvero” sussurro riconoscente sorridendogli

“So che è strano sentirsi dire queste cose da qualcuno che non conosci bene. Ma se sono parole dette con il cuore anche uno sconosciuto potrà diventarti conosciuto. Sappi che ti sto parlando come parlerei a mia figlia, perché sia tu che lei dovete trovare la felicità e l’amore. E sia chiaro, se hai bisogno di qualcosa, di qualunque cosa, non esitare a venire da me e chiedermelo” mi dice e con una mano mi accarezza la testa

Ora capivo, lei fa tutto con il cuore, ma non con un cuore normale ma con un cuore da mamma!!!

“Davvero signora Swan, non so come ringraziarla” le dico quando sento delle lacrime bagnarmi le guancie

“Non mi devi ringraziare, tu sei diventato come un figlio per me, so che non potrò mai sostituire la tua madre naturale, e di certo non voglio, ma da quando ti ho conosciuto ho visto qualcosa di diverso in te e quel qualcosa mi ha fatto capire che solo tu puoi far felice mia figlia. E da oggi voglio essere chiamata Esme” finisce e poi mi abbraccia

Provare qualcosa di nuovo è bello, conosco l’amore o meglio ho imparato a conoscerlo, conosco l’amore fraterno, ma oggi per la prima volta ho conosciuto l’amore materno, per la prima volta ho capito cos’è l’amore materno, Esme me l’ha fatto vedere tramite le sue parole e tramite il suo abbraccio e ne sono stato felice, onorato.
Quando ci stacchiamo dall’abbraccio rimane il silenzio, uno strano silenzio, ma non è imbarazzo quello che c’è nell’aria questo è solo un silenzio di pensieri, finché la porta non si spalanca completamente e rivela la mia ragazza bianca in volto con sguardo terrorizzato

“Edward” sussurra e in un secondo la stringo tra le braccia, adesso solo lei mi mancava, solo lei voglio, ed’è lei quella che,con il suo amore, mi sta concedendo di farmi una vita felice

“Io sono fuori” ci dice Esme uscendo mentre continuo a stringere Bella nel mio abbraccio

“Ehy piccola” la saluto appena la porta si chiude, lei intanto sta iniziando a singhiozzare

“Ho avuto paura, quando mia madre mi ha chiamato e mi ha detto che sei stato male non sai come mi sono sentita, ho aspettato con ansia la fine della scuola. Mi sono preoccupata tantissimo” mi dice continuando a piangere e io inizio ad’accarezzarla

“Tranquilla ora sto bene, ed’è andato tutto bene” cerco di calmarla cullandola e solo dopo un po’ mi guarda negli occhi, e io mi perdo nel suo sguardo color cioccolato

“Ti amo troppo, non ti posso perdere, se ti dovesse succedere qualcosa ne potrei morire, lo vuoi capire?” mi dice ancora piangendo, e io mi rattristo non volevo che piangesse per me

“E io ti amo troppo per lasciarti andare, voglio stare solo con te, tu sei la mia vita adesso” gli sussurro e poi la bacio, era impossibile restare senza le sue labbra per un giorno intero, era impossibile non amarla, non accarezzarla e non averla davanti, semplicemente per me era impossibile pensare alla mia vita senza lei.
Ma dentro di me qualcosa mi avvisava che ci sarà qualcosa che allontanerà me e Bella forse per un po’ di tempo, spero ardentemente di sbagliarmi




Holàà!!
“Eccomi di nuovo qui con un altro cappy”

“Ehy siamo di nuovo qui, ammetto che il cappy mi è piaciuto, pure se alla fine mi è venuto un piccolo brivido”
“Non dirlo a me, comunque autrice ci saranno tradimenti in questa storia?”
Em non rispondi tu questa volta?”
“Hai detto che non posso anticipare niente, non voglio essere menato”
“Dai a questa domanda puoi rispondere, non anticiperai niente”
“Allora, mi rispondete?”
“Tranquillo Eddy in questa storia non ci sarà nessun tradimento, e i nostri protagonisti non metteranno mai fine alla loro storia. Si sa pure nella lontananza si ama”
“Emmet non ho detto di anticipare”
“Cosa ho ……. Ops scusa ho sbagliato a dire l’ultima frase vero?”
“Si”
“Sorry”
“Comunque tranquill non ci saranno tradimenti, ci sentiamo al prossimo cappy ”
“Bye, spero di leggere altre vostre recensioni”
“Kiss”

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Capitolo 25
*** Inferno o purgatorio? ***


                                                       Inferno o Purgatorio?


(Pov Edward)

“Dai Ed, vedrai che sarà una giornata normalissima senza problemi” mi dice incoraggiante continuando a guardarmi mentre guido

“Se lo dici tu” borbottai continuando a tenere gli occhi fissi sulla strada

Stavamo andando a scuola, contro il mio volere, non mi andava proprio di andarci dopo tutto quello che era successo l’altro ieri, non sopportavo l’idea che ora tutti gli altri mi avrebbero visto in modo diverso, ma si sa che il passato ritorna sempre

“Andrà tutto bene, ci sarò io con te. Non ti succederà niente” mi continua a rassicurare mentre entravamo nel parcheggio della scuola

“Non sono preoccupato per quello che diranno, lo sai” gli dico sconsolato mentre scendiamo dalla macchina, potevano dire tutto quello che volevano contro di me ma avevo paura dei pensieri che sicuramente sarebbero stati pieni di compassione

“Lo so, ma non devi scoraggiarti ancor prima di entrare nella battaglia” mi dice venendomi ad’abbracciare,aveva ragione non dovevo arrendermi, arrendersi non faceva proprio parte del mio carattere

“Ho vissuto con sguardi di compassione e pietà puntati su di me,e ora che tutti sanno quello che ho, ora che tutti sanno della mia salute, io … …” non riuscivo a finire la frase, non riuscivo ad’ammettere quello che solo da due giorni avevo ammesso a me stesso

“Tu cosa?” mi chiese guardandomi intensamente con un sorriso sempre incoraggiante, in una coppia non ci dovevano essere segreti questo era diventato il nostro motto, e lo sarebbe stato sempre pure se questo avrebbe distrutto il mio orgoglio

Ma potevo davvero ammettere alla mia ragazza di aver paura di tutto quello che penseranno di me, riuscirò davvero a confessargli che ho paura di morire, io che ho sempre cercato di essere il più forte, posso davvero ammettere una cosa del genere?

“Niente” sapevo che non sarei riuscito a dirglielo, sapevo che non sarei mai stato abbastanza coraggioso

“Edward, dimmelo” mi ordina severa, e non resisto, e impossibile resistere ai suoi occhi color cioccolato

“Ho paura, Bella, paura di quello che diranno gli altri quando mi vedranno, paura di perderti, paura di morire. Ho solo paura, pure se mi sento un’idiota ad’averne” sospiro

“Non sei un’idiota, è normale averne in questi casi” mi accarezza e io le sorrido

“Non voglio che cambi tutto” le dico e lei mi bacia, un bacio profondo e poco casto

“Non accadrà. E se dovesse accadere affronteremo tutti, e tutto, insieme” mi sussurra per poi riprendermi a baciarmi mentre io la stringo a me dalla vita, non volevo che finisse di baciarmi, non volevo staccarmi dalle sue labbra, ma purtroppo ci staccammo quando sentimmo la campanella

“Dobbiamo andare a lezione” sussurro e lei annuisce

“Andiamo” e prendendole la mano iniziamo a correre verso l’aula d’inglese.

Quando entriamo il professore non si accorge di noi e continua a spiegare mentre diciotto paia d’occhi mi osservavano, ignorai quegli sguardi, pure se sentivo benissimo quello che esprimevano e con Bella andammo a sederci nel banco dietro a Ben e Angela che ci sorridevano.
Una volta seduti abbasso gli occhi mentre sfoglio il libro che ho appena preso con una mano, e con l’altra tengo quella della mia ragazza, pur non facendoci caso riesco lo stesso a sentire la pressione nella stanza e riesco ancora a sentire degli sguardi su di me, mentre con la coda dell’occhio confermo quello che pensavo, mi stanno guardando tutti

“Non pensarci” mi sussurra Bella stringendomi la mano e io annuisco guardando la lavagna, meglio cercare di non farci caso se non voglio uscire dall’aula come ho fatto molte volte a Bevery Hills

“Andrà tutto bene” sussurro a me stesso

“Tutto bene” ribadisce Bella che mi aveva sentito e poi cerco di prestare attenzione al professore.

“Lezione finita. Ed dobbiamo andare a Spagnolo” mi dice Ben stiracchiandosi dopo che è suonata la campanella e tutti ci alziamo

“Certo Ben” sospiro ironico, quanto mancava alla fine delle lezioni?

“A proposito Bella, gli assistenti sociali hanno accettato la richiesta di adozione che i tuoi genitori gli avevano fatto due mesi fa?” gli chiede Angela mentre io e Ben ascoltavamo, lui era attento, io invece non ero curioso dato che avevano chiamato ieri per dare la notizia ai signori Swan, dopo che eravamo tornati tutti dall’ospedale

“Si. Vanno domani a Seattle a prendere la mia nuova sorellina” le risponde entusiasta, dato che la madre non poteva avere figli avevano deciso di adottare una bambina di quattro anni, la richiesta è stata accolta e domani i signori Swan andranno a prendere il nuovo membro della famiglia, inutile dire che io non ne sapevo niente fino a ieri

“Congratulazioni. Sapete già come si chiama la piccola? O dovete dargli un nome voi? E sai già com’è di aspetto? E la camera è pronta?” le chiede Angy entusiasta

“Il nome ce l’ha già. Si chiama Alyson. Di aspetto neanche i miei genitori sanno com’è. La cameretta è davanti a quella dei miei genitori” le risponde sempre felice

“Comunque prima che voi arrivaste il preside ha dato l’annuncio che la gita che dovevamo fare a Roma non si farà più lì, ma a Barcellona” ci informa Angela, dopo che ebbero parlato di altre cose sulla bambina, mentre usciamo dalla stanza

“Roma, Barcellona, è lo stesso basta che ci siano negozi” dice Bella strofinandosi le mani soddisfatta e io mi metto a ridere

“Come se già non hai tanti vestiti. Dovresti aprirti un negozio di vestiti con Alice e Rosalie, ma solo per vendere tutti i vestiti che avete” gli dico ridendo e lei mi guarda con sguardo omicida

“Senti signorino vedi di non parlare, aspetta che andiamo a Barcellona e vedrai quello che comprerò anche per te” mi dice puntandomi un dito contro, mi sa che sono in un bel guaio

“Ti pregoo, non ti ci mettere pure tu dopo mia sorella” la supplico subito, ma proprio della degna alleata di mia sorella mi dovevo innamorare?

“Si vedrà. Comunque quando sarà la partenza?” chiede

“Partiamo il cinque e ritorniamo il dodici maggio” ci dice Ben, e io lo guardo sorpreso, non avevo mai partecipato a una gita di dieci giorni

“Allora divertimento assicurato” sghignazzo felice mentre avanzo con Ben, le ragazze invece ci seguono da dietro

“Puoi contarci. Ho saputo che solo per quest’anno, nel centro di Barcellona hanno fatto una specie di mausoleo del terrore. Mio cugino è andato e mi ha detto che è morto dalla paura pure se si è fatto tante risate” mi racconta ridendo e io mi unisco a lui

“Allora sarà il primo posto dove andremo” gli dico continuando a ridere mentre ricevo delle occhiate minacciose

“Scordatelo, noi non entriamo” mi dice Bella con un’occhiataccia

“Va bene fifona” la prendo in giro e aumento l’ilarità di Ben e Angela

“Fifona? Io? Non sai con chi stai parlando caro signor Cullen. Ma vedrà che le farò cambiare idea” mi dice con un broncio e io mi fermo a guardarla

“Questo è un modo per dirmi che quindi entra con noi, cara Miss Swan?” la prendo in giro e lei mi fulmina

“Ovvio, e alla fine vedremo chi avrà avuto più paura” e fa per superarmi quando prendendola da un braccio la stringo e la guardo, i suoi occhi invece trasmettono la confusione del momento

“Non fare la monellina, e ora dato che mi hai risposto male dovrai subirne le conseguenze” le dico seducente e la bacio, mentre noto che Ben e Angela si sono dileguati, molto probabilmente per lasciarci qualche minuto da soli

“Se questa è la punizione, ti tratterei sempre male” mi sussurra e sogghigno “E a me farebbe molto piacere punirti ogni giorno” le sussurro invece io

“Romeo,Giulietta, vi volete muovere?” la voce scherzosa di Richard ci raggiunge e quando ci giriamo lo vediamo con Ben, Angela e Mark, che ci saluta

“Arriviamo” gli grido di risposta

“Pure se solo per un ora mi mancherai”sospira accarezzandomi il petto, l’ora di adesso ce l’abbiamo separata purtroppo

“Anche tu. Ci vediamo a geografia” le dico e poi la ribacio per dirigerci dopo verso gli altri

“Allora avete finito di sbaciucchiarvi? Vi ricordo che tra cinque minuti dobbiamo essere ognuno nelle prossime classi” ci ricorda Mark prendendoci in giro e sia io che Bella gli facciamo la linguaccia

“A dopo” mi sussurra

“Fai la brava”le dico facendole l’occhiolino e lei arrossisce un po’

“O che doolci, quanto vorrei continuare a guardare questa scena. Ma non vorrei che mi venisse il diabete” recita Richard facendoci ridere

“Muovetevi non voglio sentire altre parole fino alla classe” gli ordino, fintamente offeso, e mi allontano verso l’edificio di geografia con loro che mi seguono ancora ridendo

“Eddy, edduccio, sei proprio cottuccio. Eddy, eddino,non fare l’offesino, amore vero è questo qua, e un giorno tu e Bella andrete a … non te lo diciam” bene erano riusciti nell’impresa di farmi diventare rosso, ecco un’altra cosa che gli farò pagare

Ora mi chiedo, ma da dove gli è uscita questa canzone?

“Dai Ed, ammettilo che ti è piaciuta la nostra canzone” mi dice Ben appoggiandosi alla mia spalla prima che possa entrare nell’aula

“Per la verità mi stavo chiedendo da dove vi è uscita sta cavolata” gli dico ironico e tutti mi guardano offesi

“Questo è un inno per te, inventato sul momento” mi spiega Mark precedendomi nell’entrare e fermandosi sulla porta

“Davvero? Oh grazie mi avete fatto proprio commuovere” li prendo in giro e poi Richard mi da uno scappellotto in testa

“Finiscila, non sai apprezzare la vera arte” mi rimprovera con un piccolo sorriso.
Solo in questo momento mi accorgo che sono riuscito a fregarmene di tutti quelli che passavano o che mi guardavano, ero troppo preso dalla mia ragazza e dai miei amici per pensare a quello che potrebbero pensare gli altri di me, questa si che è una cosa bella

“E comunque apprezza di più le nostre canzoni” mi dice Ben, stavo per rispondergli quando una voce ci raggiunse alle spalle

“CULLEN,CHENEY,DANNER,SMITH, CHE FATE ANCORA FUORI?!! SUBITO IN CLASSE” più che voce questo è l’urlo del professore che ci fece spaventare

“Si signore” rispondemmo subito e in pochissimo tempo eravamo già ai nostri posti in fondo all’aula, con Richard e Mark che erano dietro al nostro banco.
Mi sembra inutile dire che , sia per colpa delle risate represse subito appena ci siamo seduti e sia per la punizione che il prof ci ha dato perché non siamo riusciti a trattenerci dal ridere, per quell’ora non pensai a nient’altro che il divertimento.
Quando suonò la campanella uscimmo di corsa dall’aula e subito ci rimettemmo a ridere per la faccia del prof quando ci ha puniti, la punizione equivale a un tema di geografia che gli dobbiamo portare la prossima volta che abbiamo lezione

“Cavoletti, non mi sono mai divertito così tanto in classe” dice Ben non riuscendo a trattenere le risate

“Ci credo fino all’altro anno eri una specie di secchione. Ma da quest’anno ti mettiamo a posto noi” gli dice Mark tutto rosso in volto

“Mi sa che con l’arrivo di Edward tutto è cambiato in meglio” dice Richard sorprendendomi, infatti mi blocco sorpreso a guardarlo a bocca aperta

“Cosa?” gli chiedo e mi guardano tutti e tre confusi

“Dai Ed, non mi dire che non te ne sei accorto. Con Jacob le cose sono sempre state noiose e brutte, e dovevamo sempre ridere alle sue battute se eravamo con lui, a parte che non ci piaceva il suo comportamento. Con te è diverso, è più facile scherzare e divertirsi e tutt’altra cosa rispetto a prima” mi spiega

“Infatti ed’è meglio così. Comunque sbrighiamoci non vogliamo mica farci sgridare anche dalla professoressa di spagnolo” ci dice Mark e dopo un secondo di silenzio ci rimettiamo tutti a ridere

“Certo che no. Voi iniziate ad’andare, io passo a prendere il libro e vi raggiungo” gli dico allontanandomi

“Ok e cerca di sbrigarti” mi dice Ben

“E non andare a trovare la tua ragazza sennò ritardi sicuramente, e poi intanto la incontri in classe quando arrivi” mi consiglia Mark sarcastico

“Hai capito Romeo?” mi riprende in giro Richard

“Ma state zitti” gli rispondo facendogli la linguaccia

“Ah Eddy?” mi richiamano tutti e tre insieme e io mi giro per vederli semi abbracciati

“Si?” chiedo confuso e anche un po’ spaventato, so già cosa sta per succedere mentre li vedo prepararsi per un’altra canzoncina

“Eddino miooo, dove vaiii, non andare dooove tu saiii, sennò poi non ti sbrigherai e in punizione diii nuovo finiraiiii. Ma se tu vaii, proprio liii, salutaciii la cara Bellaaaa e digli pure a lei di non fare tardiii, e mi raccomando ritorna da noiiiii , con o senza la tua caara pulzella, e poi insieme ancora per un’altra noiosa lezioon ” ed’ecco che come sospettavo hanno ricominciato con un’altra canzone

“Ma finitela stonati” gli dico e me ne vado, pure se appena mi allontano da loro ricomincio a ridere, ma si possono avere amici più stupidi di così?

Non ci metto tanto a fare il tragitto fino al mio armadietto, per fortuna anche adesso che non c’erano gli altri riuscivo a non far caso agli sguardi di tutti, e tranquillamente e cercando di reprimere le risate riesco a prendere il libro

“Eddy?” una voce che conosco un po’ bene mi fa girare alle mie spalle dove vedo Jessica con un altro gruppo di ragazzi dietro

“Si?” chiedo confuso, e dal primo giorno, da quando l’ho trattata male, che non mi rivolge mai la parola pure se riuscivo a vedere i suoi sguardi che sembravano volermi attirare a lei

“Volevamo dirti che ci dispiace molto per la tua malattia e che siamo disposti ad’aiutarti se hai bisogno di aiuto, almeno avresti un altro po’ di amici in più e non ti farebbe male” mi dice sorridendomi ma capisco benissimo

Negli occhi di tutti loro riuscivo a leggere chiaramente che stavano facendo tutto senza volerlo, ma solo per farmi capire che potevano essere gentili se volevano e che avevano pietà di me, ormai riconoscevo sia sguardi che sorrisi, e quelli esprimevano tutto a parte gentilezza e amicizia vera

“Grazie, ma potete benissimo lasciare stare. Non m’interessa, e poi ho già degli amici” gli dico gentile e poi mi allontano
Emmet e Jasper mi hanno sempre detto che con me è difficile nascondere le cose perché capisco subito l’emozione che c’è dietro, ma d’altra parte cosa si aspettavano dal fatto che sguardi come questi ce li avevo puntati addosso ogni giorno nella mia vecchia scuola?
Però a pensarci bene è meglio aver detto la verità almeno posso stare più tranquillo, e poco importa di chi mi odia, io voglio vivere la mia vita, con le persone che amo, finché non sarà giunto il momento della mia morte

“Ragazzi finitela, siete completamente stonati” urla la voce di Bella e solo in quel momento mi accorgo di averli quasi raggiunti

“Ma Bella anche tu devi apprezzare le nostre canzoni” gli dice Mark innocente

“Prometto che se non la finite vi ritrovate senza corde vocali in meno di un secondo” li minaccia ma prima che gli possano rispondere i ragazzi mi vedono

“Eccoti finalmente, la tua ragazza stava diventando isterica” dice Richard e Bella si gira per poi buttarsi felice tra le mie braccia

“Ciao” la saluto baciandola

“Ciao” mi sorride ma solo dopo un colpo di tosse mi accorgo che senza volerlo abbiamo premuto play per un’altra canzoncina,a cui per nostra sfortuna e imbarazzo si aggiunge anche Angela

“tra rose e fior nasce l'amore,Edward e Bella si vanno a sposar; Lui dice si,lei dice si e con un bacio la festa finì, ma dopo un pò si sente uee perché sono nati 3000 bebè” cantano tutti insieme

“RAGAZZI VOLETE FINIRLA?!!!”

Forse in fondo, in fondo, non sarebbe stato l’inferno come a Bevery Hills, forse sarebbe stato il Purgatorio.




Holàààà
“Sono contenta, sono molto contenta, sono super contenta, sono mega contentaaaa”

“Scusate per il delirio dell’autrice ma non sappiamo cosa le è preso tutto d’un tratto”
“Autrice stai bene? Perché stai saltellando da tutte le parti?”
“Non potete immaginare la mia grandissima felicità, ho visto il terzo trailer italiano di Braking Dawn”
“Ah ecco allora perché prima ti sei commossa, mi ero preoccupato”
“Io non vedo l’ora che arrivi il sedici novembre”

“Ci credo. Tu sarai lo sposo”

“Non è per questo”
“Ragazzi non iniziate, vado subito a rivedermi il traileeeeer”
“Ok allora chiudiamo noi. Grazie per aver letto questo capitolo e speriamo di leggere le vostre bellissime recensioni, alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 26
*** Amore al cioccolato ***


                                                   Amore al cioccolato



(Pov Bella)

Sono molto emozionata dal fatto che tra pochissime ore conoscerò la mia nuova sorellina, siamo tornati adesso da scuola ma i miei genitori arriveranno verso l’ora di cena quindi ora io e Edward ci mettiamo a sistemare la camera della nuova arrivata e sul tardi prepariamo la cena così quando arriveranno i miei genitori e mio zio Charlie con sua moglie Renee, sarà tutto pronto
Appena entrati vado subito a dare un’occhiata alla camera e noto che è tutto a posto, forse mia madre l’ha sistemata stamattina quando ero a scuola, così abbiamo solo due cose da fare, compiti e cena, quando scendo vedo il mio ragazzo seduto sul divano mentre accarezza Axel e io mi seggo vicino a lui

“Non dobbiamo sistemare niente nella camera della piccola” gli dico poggiando la mia testa sulla sua spalla

“Una cosa in meno, almeno” mi dice circondandomi con un braccio e facendomi appoggiare al suo petto, rimasi nel suo abbraccio per non so quanto tempo, felice di stare tra le sue braccia mentre venivo cullata dal battito del suo cuore

“Che cosa dobbiamo preparare per cena?” mi chiede curioso mentre io apro gli occhi e rimanendo sempre nella posizione di prima li punto su di lui

“Avevo pensato di fare Maccheroni e formaggio, e poi di secondo tortino di verdure e le patate. Per la verità non so se fare qualche dolce per dessert, tu che dici?”

“Che non vedo l’ora di poter rimangiare la tua deliziosa torta al cioccolato” mi sussurra e io gli sorrido, gliel’ho fatta solo una volta il giorno prima di Pasqua e gli è piaciuta molto

“Allora farò pure la torta così ti farò felice. Però mi dovrai dare una mano” gli dico puntandogli l’indice sul naso “Certo, sono hai suoi ordini” mi dice ridendo

“Ma prima dobbiamo fare i compiti” gli dico e mi alzo per prendere sia i miei libri che i suoi, quando ritorno lui mi guarda male

“Potevi almeno chiedermi il permesso prima di alzarti” mi dice con un broncio mentre mi aiuta a mettere i libri sul tavola

“Mi scusi signor Cullen se me ne sono andata dal suo abbraccio, le prometto che la prossima volta chiederò il permesso prima di alzarmi” gli dico a cantilena e lui mi fa la linguaccia

“Antipatica” mi prende in giro e io alzo gli occhi

“Scemo” gli dico e poi iniziamo a fare i compiti, iniziando con matematica.

I compiti secondo me li dovremmo fare sempre insieme, perché lui mi aiuta molto in matematica, biologia,chimica, fisica e spagnolo, mentre io l’aiuto molto, pure se lui è già bravo di suo, in letteratura inglese, storia e filosofia, siamo un mix perfetto anche quando facciamo i compiti e questa cosa mi piace molto.
Dopo una mezzoretta abbiamo finito, o meglio, io ho finito ma lui deve anche fare un tema di geografia di tre pagine che gli è stato dato come punizione ieri, certo che potevano pensarci prima di mettersi a ridere in classe, e adesso si sta mettendo a farlo mentre io lo guardo appoggiata a un gomito

“Scusa tesoro,ma sono davvero così interessante con la testa su un quaderno?” mi chiede alzando gli occhi su di me e io faccio una mezza risata

“Sei sempre interessante. Comunque vado un secondo in cucina” gli dico alzandomi e poi voltandogli le spalle vado in cucina, quando arrivo prendo due bicchieri di vetro e ci metto del succo di pesca e prendo un po’ di patatine dal pacchetto che abbiamo comprato ieri pomeriggio, per poi portarli in salone

“Che bel servizio”mi dice mentre prende uno dei due bicchieri

“Ho pensato che fare una specie di spuntino sarebbe stato utile” gli dico scrollando le spalle e risedendomi

“Hai proprio pensato bene” mi risponde ghignando e io ridacchio

“A che punto sei?”

“Mi mancano due pagine” mi risponde e poi ritorna a scrivere. Mi diverte guardarlo mentre fa compiti, e mi diverte il fatto che mentre continua a scrivere la sua faccia prende espressioni diverse come se fosse un terribile rompicapo, che neanche i più bravi professori di matematica riescono a risolverlo, la sua calligrafia poi è impeccabile, d’altronde come può non esserlo?

“Finito” annuncia contento dopo una piccola altra mezzoretta e solo in quel momento mi riscuoto, accorgendomi che sono rimasta per tutto il tempo in silenzio a guardarlo

“Bene e ora, dato che sono le sei, direi di iniziare a cucinare” gli dico alzandomi e lui mi segue in cucina dopo aver posato i nostri libri hai loro posti

“Io che devo fare?” mi chiede mentre mi aiuta ad’allacciare il grembiule, non volevo di certo sporcarmi

“Mi farai solamente d’assistente. Questo vuol dire che devi stare qui” gli dico baciandolo e poi prendo due recipienti

“Come vuole, Miss Swan” mi dice e lo vedo mettersi sull’attenti

“Finiscila, comunque per favore mi prendi la ricotta in frigo?” gli chiedo mentre inizio ad’aprire le uova, intanto con la coda dell’occhio lo guardo che si muove

“Ecco la ricotta”mi dice subito ricomparendo al mio fianco

“Grazie” gli rispondo sorridendogli e poi inizio a mescolare tutto con le verdure, aggiungendoci pure un po’ di latte.

Per tutto il tempo che cucino regna solo il silenzio, io intenta a preparare tutto, lui a fare quello che gli dico e guardarmi finché non riceve un nuovo ordine, ma la situazione non c’imbarazza e poi “il silenzio vale più di mille parole” e il nostro è fatto di parole non dette a voce ma a pensiero.
Stavo facendo la crema del cioccolato per la torta quando mi sentì stringere dai fianchi e,pure se presa di sorpresa, appoggiai la mia testa al suo petto

“Smetterò di pensarti quando il venerdì sarà mercoledì,quando il sole e la luna saranno un unica cosa,quando i colori saranno un unico colore sulla tavolozza del pittore,quando il mondo sarà un unico stato e quando smetterò di amarti” mi sussurrò nell’orecchio e prima che potesse allontanare la bocca dal mio orecchio lo baciai di scatto

“Ti amo, tanto, tanto, tanto” gli dico

“Lo so” sospira felice e mi guarda intensamente

“Vuoi provare?” gli chiedo alludendo al recipiente con la crema

“Con molto piacere” mi sussurra maliziosamente e ridendo immergo l’indice nell’impasto per poi darglielo direttamente in bocca “Com’è?” gli chiedo quando mi lascia il dito

“Dolce e amaro al punto giusto. Ottimo” annuisce e io scuoto la testa divertita

“Ora mi potresti lasciare? Non è che mi va di fare la torta se tu mi stai attaccato così” gli dico, ed’era la verità, in quel momento ero combattuta, da una parte volevo continuare a stare nel suo abbraccio ma dall’altra parte volevo continuare a fare la torta

“Va bene, allora vado in salone. Se hai bisogno chiamami” mi dice e poi esce, io invece rimango a guardare la porta da dov’è uscito solo dopo un mi riscuoto e riprendo a cucinare.

Dopo aver infornato la torta prendo una busta con le patate e dopo averle lavate prendo un coltello e inizio a tagliarle, a un certo punto mentre tagliavo una patata, l’ortaggio mi scivola dalle mani e per sbaglio mi taglio con il coltello

“Ahia” grido e lascio di scatto l’oggetto affilato mentre vedo il taglio sulla mano che inizia a perdere sangue e mi paralizzo, il sangue degli altri non mi faceva senso, il mio si invece ma solo se ne esce tanto, come adesso

“Bella tutto a posto?” sento la voce di Edward chiamarmi preoccupata e lo sento alzarsi velocemente, ma non riesco a rispondergli mentre il sangue continua a scorrere davanti ai miei occhi e mi viene un senso di vertigini

“Bella?!!” la sua voce mi giunge allarmata mentre sento le sue braccia circondarmi mentre stavo per svenire, fu solo quando vidi i suoi occhi che persi i sensi pure se non completamente.

Mi sentì trasportata e adagiata su qualcosa di soffice sentivo la mano ferita bruciare e qualcosa di liscio avvolgerla, poi per non so quanto tempo sentì solo lo scorrere dell’acqua e dopo mi sentì ripresa in braccio e la mia testa venne poggiata sopra qualcosa da dove sentivo provenire della musica e poi mi addormentai completamente.
Quando iniziai a risvegliarmi notai che quello che pensavo fosse musica, in realtà era il battito di un cuore, e subito riaprì gli occhi felice, vidi le sue braccia avvolte intorno a me e mentre io ero seduta sulle sue gambe, le mie erano state distese sul divano.
Subito alzai gli occhi sul suo viso e lo vidi dormire con la testa appoggiata allo schienale del divano, subito sorrisi e decisi di non spostarmi per non svegliarlo, in quel momento il mio occhi cadde sulla fasciatura che mi avvolgeva la mano destra, ecco cos’era quella sensazione che avevo alla mano prima di addormentarmi, solo una persona poteva aver fatto una cosa del genere, e se non era stato mio padre, di certo era stato il mio ragazzo.

“Ehy piccola” la sua voce roca mi raggiunse e subito lo riguardai che mi sorrideva

“Mi dispiace averti svegliato” gli dico

“Non fa niente. Stai bene?” mi chiede preoccupato e io gli accarezzo una guancia, poverino l’avrò fatto preoccupare molto

“Si. Scusami se ti ho fatto preoccupare” gli dico e mi metto dritta mentre lui si raddrizza ma senza farmi spostare di un solo centimetro

“Non ti devi scusare, sono cose che succedono, e poi io l’ho fatto sempre. Comunque non ti preoccupare ho fatto io tutto il resto del lavoro e ho anche apparecchiato” mi dice e io gli sorrido grata, ma siamo sicuri che lui sia davvero reale?

“Grazie, e grazie anche per avermi medicata” gli dico baciandolo

“Non è niente. Comunque è meglio se dopo ti fai controllare il taglio da tuo padre, mi sa che deve essere messo qualche punto di sutura” mi spiega e io annuisco per poi rimettermi meglio nel suo abbraccio.

Restiamo abbracciati finché non sentiamo una macchina entrare e subito ci alziamo, finalmente erano arrivati, appena alzata sistemai bene le maniche della maglietta che avevo alzato momentaneamente mentre Edward faceva lo stesso con la sua camicia e poi tenendoci per mano andiamo ad’aprire la porta mentre vediamo i miei scendere dalla macchina

“Ciao ragazzi” ci salutano mentre io li raggiungo, il mio ragazzo mi segue un po’ a distanza, come a cercare di lasciarci il più possibile d’intimità familiari, non voleva ancora capire che facendo parte del mio cuore faceva pure parte della famiglia

“Allora? Dov’è?” gli chiesi impaziente, tremavo dall’emozione

“Calma tesoro” mi disse mi madre mentre mio padre apriva la portiera di dietro

Appena fu aperta da dietro uscì una bambina di quattro anni, i suoi capelli erano rosso fuoco e raccolti in due treccine, il suo viso era a forma di cuore, e io suoi occhi blu come il mare, sembrava una bambola, era la più bella bimba che avessi mai visto, ed’era la mia sorellina

“Isabella, Edward, vi presentiamo Alyson. Alyson loro sono Isabella, tua sorella, e Edward, il suo ragazzo” ci presentò mio padre e la piccola ci fece un grandissimo sorriso

“Ciao” disse felice e mi guardò negli occhi, subito l’abbraccia

“Ciao sorellina, sono felice di fare la tua conoscenza” le dico sorridendole, e solo dopo mi accorgo che mio padre sta parlando con il mio ragazzo, subito Edward si gira verso di noi e abbassandosi allunga una mano verso la piccola

“Piacere di conoscerti Alyson” gli dice sorridendole e lei contenta gliela stringe.

Dopo essere rientrati facciamo fare il giro della casa alla piccola e poi tutti insieme andiamo in salone a parlare dopo che arrivano i miei zii ci spostiamo in cucina per la cena, che per fortuna finisce bene e arriviamo al momento dei dolci, dove io metto la torta, e mamma mette invece i pasticcini che hanno portato gli zii

“Buona questa torta Bella, è ottima” mi fa i complimenti mio padre

“Grazie” gli rispondo cortese è la prima volta che mangiano qualcosa di mio

“A me piace tanto tanto, poi in questi giorni me la rifai vero?” mi chiede la mia nuova sorellina e io le annuisco felice

“Ti piace?” chiedo poi a Edward e lui mi guarda facendomi l’occhiolino

“La rima è composta, la parola si accosta, ovvio è la risposta” recita con un sussurro e io faccio una mezza risata “Sei sempre il solito” gli dico dandogli una leggera pacca sulla gamba

“Grazie. Senti mi potresti dare anche un pasticcino alla crema per favore?” mi chiede facendomi lo sguardo da cucciolo indifeso e subito prendo il dolcino

“Però te lo do io” gli dico e gli accosto il dolce alla bocca che si apre mordendone metà, l’altra metà la mangio io

“Grazie è davvero molto buono”

“Allora fai i complimenti alla pasticceria dato che non li ho fatti io” gli dico ridendo e lui ride insieme a me, senza farci notare dagli altri

“Scema” mi dice

“Come te” rispondo facendogli la linguaccia e iniziamo a ridere più forte mentre gli altri ,che fino a questo momento non si erano accorti di quello che facevamo o parlavamo, ci guardarono allibiti.




Holàà!!
“Ed’eccoci con un nuovissimo capitolo. Ogni volta che posto un capitolo rileggo sempre tutta la storia, e sto notando con mio grande piacere che nonostante tutto sta andando proprio come voglio che vada”

“Anche a me fa piacere che sta andando tutto bene, e ormai ho capito che certe volte alterni i capitoli e non è male come idea”
“Ma se alterni può voler dire che nel prossimo capitolo ci potrebbero essere brutte notizie?”
“No non può voler dire per forza questo, però voglio mettere sempre qualcosa in più alla storia, in teoria il prossimo capitolo è quasi pronto ma in pratica lo potrei postare dopo un altro capitolo perché prima di postare ho sempre nuove idee sul capitolo e quindi lo devo sempre rifare”
“Quindi pure se ci dai qualche anticipazione, non è sicuro che riguardi il capitolo dopo? E potrebbe riguardare anche un capitolo che sarà più in la nella storia?”
“Esatto Emmet se do un’anticipazione, la do su com’è basata la storia ma poi può essere che quell’argomento che avevo anticipato lo potrei mettere nei capitoli futuri e non subito in quelli dopo”
“Ok, allora non ti chiediamo niente riguardo al prossimo cappy, speriamo solo di ritornare presto”
“Certo. Allora alla prossima”
“Kiss. E nel prossimo capitolo mi potresti pure mettere sai?”
"Vedrò se accontentarti. Bye"

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Capitolo 27
*** Nostalgia e ........ ***


                                                                                                                  Nostalgia e ……….


(Pov Emmet)

Da quando siamo partiti è passata solo una settimana,una settimana di relax completo oserei dire, in teoria abbiamo deciso di rimanere altre due settimane, fino agli inizi di Maggio, ma i fatto è che ho nostalgia di Forks, anzi per la verità mi mancano i miei fratelli, Alice tornerà domani sera a Forks, Jasper ha avuto un sacco di offerte lavorative, però non ha accettato nessun lavoro e poi sapeva che se avrebbe accettato Alice sarebbe diventata triste perché non sarebbe potuta stare vicino a Edward in questi mesi di cure.
Per quanto riguarda il mio fratellino l’ho sentito tre giorni fa, mi ha raccontato tutto quello che è successo in questi giorni, di come si è trovato a scuola dopo tutto quello che è successo, del nuovo arrivo nella famiglia Swan e mi ha dato la notizia che quando noi arriveremo lui il giorno dopo partirà per la gita, però sembra che ci sia qualcosa che mi sta nascondendo, e ho la sensazione che questa cosa riguardi mio padre, e poi non mi ha detto neanche se ha avuto delle crisi, ogni volta che glielo domando devia la domanda, forse perché non mi vuole fare preoccupare o vuole evitare che lo sgrido perché non sta attento, come quand’è successo dopo che mi ha raccontato della rissa
Quando quella sera l’avevo chiamato per avvisarlo che eravamo arrivati in città, e lui mi ha detto della rissa, mi è venuta subito voglia di rimettere le valigie in macchina e di ripartire per Forks, ma ho cercato di mantenere la calma, un sacco di sensazioni mi avevano pervaso in quel momento … ….


Inizio Flashback

Eravamo appena arrivati in città e ci dirigemmo verso il centro per trovare l’albergo,una volta arrivati andammo nella nostra camera

“Finalmente. E ora godiamoci queste settimane di riposo” semi-grido buttandomi sul letto dopo aver appoggiato le valigie sui divanetti della stanza, ormai erano le dieci di sera

“Vedi di rialzarti mi devi dare una mano con le valigie” mi sgrida Rosalie e sbuffando mi rialzo

“Va bene, però prima concedimi di fare qualche telefonata” gli dico e lei capisce subito infatti mi annuisce e si siede vicino a me, io intanto prendo subito il telefonino

“A chi chiamo prima?” le chiedo indeciso su chi chiamare dei miei fratelli

“Ti conviene chiamare prima Ed, dato che dovrà andare a letto presto per scuola” mi dice pensierosa e io annuisco, Alice avrebbe aspettato un altro paio di minuti, e compongo il numero

“Pronto Em?” la sua voce mi risponde serena e io sorrido almeno sembra felice

“Pronto Eddy, volevo avvisarti che siamo arrivati in città e che il viaggio è andato tutto bene” gli dico subito e lo sento sghignazzare

“O ne sono felice, Rose sta bene?” mi chiede e io guardo mia moglie che mi guarda curiosa pure se dalla mia risposta capisce che mi ha chiesto

“Si sta bene. Com’è andato il rientro a scuola?” gli chiedo curioso mentre mi alzo e mi dirigo alla finestra

“Il rientro? È …. be, si è andato bene ….. tutto sommato” lo sento sospirare ma c’è qualcosa che non mi convince dal suo tono di voce, qualcosa che mi fa pensare che in realtà sia successa qualcosa

“Dimmi, è successo qualcosa?” gli chiedo preoccupato, sento Rose alzarsi e venirmi vicino

“No … o meglio … qualcosa è successo. Ma niente di preoccupante” dice subito dopo aver esitato e in quel momento m’insospettisco di più, non sapeva mentire se mi voleva dire davvero la verità “Eddy, dimmi che è successo” gli dico sospirando

“Vedi, un mio compagno ha detto a tutti della mia malattia e all’ora di pranzo c’è stata una rissa tra me e lui. Ci siamo dati un paio di botte, anzi secondo Bella e i miei compagni, sarei potuto morire se non fossi stato salvato dai miei amici, e poi ho avuto una crisi,che solo grazie a Bella ho superato. Poi siamo andati tutti in presidenza e sono venuti tutti i genitori dei partecipanti alla rissa e alla fine si sono decise le punizioni, e io domani non andrò a scuola perché sono stato sospeso solo per un giorno” mi spiega tutto d’un colpo, ma io non capivo più niente, appena ho sentito la parola rissa e botte mi è quasi venuto un infarto

Rissa?
Botte?
Morire?
Crisi, superata?
Genitori?
Punizioni e sospensioni?
Possibile che tutto questo sia successo mentre io guidavo in autostrada?
Possibile che mio fratello non sa stare fuori dai guai neanche per un giorno?

“Em ci sei? Stai bene?” mi chiede preoccupato mentre vedo Rosalie tenermi la mano, io le faccio segno di allontanarsi e lei fa come le ho detto

“Eddy?...” lo chiamo calmo

“Si Emmy?” mi chiede terrorizzato, sa bene che quando lo chiamo così ,dopo che ha fatto qualcosa che non deve fare, significa solo punizione o ramanzina

“POSSO SAPERE PER QUALE STRANO MOTIVO NON SAI STARE FUORI DAI GUAI NEANCHE PER UN SECONDO? INSOMMA DA QUELLO CHE MI HAI DETTO HAI RISCHIATO DAVVERO DI MORIRE E TU ME L’HO DICI COME SE FOSSE QUALCOSA DA NIENTE?”

“Ma Emmy davvero non è successo niente di molto grave …. E poi è tutto passato e non c’è bisogno che ti preoccupi o che ti arrabbi” mi dice e sento la sua voce tremare, nostra sorella sarà pure la più pericolosa quando si arrabbia ma io non sono da meno

“EDWARD ANTHONY CULLEN PROVA SOLO UN’ALTRA VOLTA A METTERTI NEI GUAI QUANDO NON CI SONO IO E TI PROMETTO CHE APPENA LO VENGO A SAPERE PRENDO SUBITO LA MACCHINA E VENGO A FORKS, E CI SARANNO AMARE PUNIZIONI SE DOVESSI RITORNARE IN QUESTE CIRCOSTANZE” lo minaccio e lo sento deglutire

“Va bene fratellone … scusa” mi dice e io sorrido soddisfatto, anche da piccolo quando si voleva far perdonare dopo una sgridata mi chiedeva scusa in questo modo e non riuscendo ad’essere arrabbiato con quella piccola peste gli facevo passare tutto senza punizioni

“Sei perdonato, ma questa è l’ultima volta che ti perdono” gli dico fintamente serio e senza farmi sentire sghignazzo

“Va bene, ora è meglio se chiami Aly sennò si preoccupa” mi dice e io annuisco

“Si. Lei sa della rissa?”

“No l’avrei chiamata dopo aver parlato con te, infatti ti stavo per chiamare” mi spiega e io annuisco

“Ok non gli dirò niente pure se dopo mi devi dire la reazione che ha avuto. Salutami Bella e i suoi genitori”

“Si e tu salutami Rose, ciao” finisce di dirmi e chiudo, io intanto scivolo seduto contro il muro e mia moglie mi arriva vicino curiosa

“Mi sa che se Ed continua a cacciarsi nei guai, morirò per infarto solo per gli spaventi che mi fa prendere lui” gli dico e poi mi metto a ridere seguito a ruota da lei.

Fine Flashback


Ancora adesso sto ridendo per quel giorno, vorrei sapere anche che espressione ha avuto mio fratello quando l’ho sgridato, e poi ancora non mi ha detto che reazione ha avuto Alice.
“Emmet vieni in acqua?” mia moglie mi chiama mentre io la vedo uscire dall’acqua, in questi giorni a San Francisco fa talmente caldo che sembrano giornate estive, ecco perché siamo a mare

“Arrivo” le rispondo e la vedo rientrare in acqua, ancora la sua pancia non si può vedere dato che è ancora al primo mese, ma non vedo l’ora che si veda, ancora mi sembra strano che tra otto mesi diventerò padre e non vedo l’ora di diventarlo.
Mi alzo da sotto l’ombrellone e la raggiungo in acqua e lei inizia a schizzarmi, lo stesso faccio io dopo essermi ripreso dalla sorpresa momentanea, se fosse stato in un altro momento l’avrei presa in braccio e l’avrei buttata di peso sott’acqua ma adesso che è in queste condizioni non ci penso neanche

“Era ora che venissi, mi spieghi che stavi facendo?” mi chiede guardandomi male e io le faccio una linguaccia

“Niente di che, stavo solo prendendo un po’ d’ombra” gli dico e mi abbraccia

“Em devo dirti una cosa” mi dice alzando la testa e guardandomi

“Dimmi” le dico senza pensarci

“Vedi mi fa piacere essere qui e rilassarmi, però vorrei tornare a Forks, ho nostalgia di casa, e poi mi mancano sia i tuoi fratelli che mio fratello. Non credo di riuscire a sopportare San Francisco per altre due settimane” mi dice e io la prendo in braccio

“Bene allora andiamo” gli dico uscendo dall’acqua e lei mi guarda interrogativa

“Dove?” mi chiede tenendosi stretta a me

“A casa logico, facciamo subito le valigie e partiamo. E poi non vedo l’ora di dare qualche punizione al mio caro fratellino” gli dico ridendo e andiamo verso l’ombrellone a prendere le nostre cose, così dopo aver preso le valigie nell’albergo partiremo subito.


(Pov Edward)

“Fratellone posso provare anche la tua pizza?” mi chiede Aly, stavamo cenando e ,dato che mancava Carlisle che è a lavoro, io e Bella siamo andati in pizzeria, così adesso stiamo facendo cena a basa di pizza

“Certo, tieni” le dico e gli do la mia fetta con le patatine

Per me Alyson è come una sorellina tutta da coccolare, mi sa che quattro giorni fa non è stata solo Bella a trovare una sorellina ma anch’ io, e poi Alyson fin da subito si è legata sia Bella che a me tanto che adesso mi chiama fratellone

“Amore non è che potrei avere metà della tua fetta di pizza, dato che la piccola mi ha rubato un pezzo?” gli chiedo scherzando e vedo sia Bella che Alyson ridere mentre Esme ci guarda amorevolmente

“Non se ne parla, guarda che se mangi tanta pizza ingrassi e io non voglio che il mio ragazzo sia grasso” mi dice prendendomi in giro e io la guardo male

“Va bene signoria Swan, questo vuol dire che da oggi non ci saranno più baci per lei” le dico e mi giro da un’altra parte, non m’imbarazza parlare di questo davanti alla signora Swan perché intanto lei ride, m’imbarazzerebbe dire una cosa del genere davanti al dottore invece, intanto Bella sgrana gli occhi

“Noo,ti prego. Ti lascia tutte le fette che vuoi ma ti prego non puoi non baciarmi più” mi dice supplicando, ma non riesco a capire se fa sul serio o è solo un’altra presa in giro, intanto squilla il telefono

“Vado io” dice Esme mentre noi annuiamo “Va bene dai ti perdono ma non dire più una cosa del genere” le dico e la bacio

“Bravii” grida Alyson battendo le mani, ogni volta che ci baciamo fa così, ma non abbiamo capito perché, intanto vedo Esme rientrare in cucina

“Edward ti vuole mio marito al telefono” mi dice e io mi alzo ringraziandola, intanto Bella mi segue preoccupata

Sono confuso, perché Carlisle mi avrà chiamato adesso?

“Pronto?” rispondo

“Edward sono Carlisle. Senti ti devo parlare, potresti venire subito in ospedale?” mi chiede serio e io mi confondo di più

Perché vuole che vada in ospedale subito se poi potevamo parlare tranquillamente al suo ritorno?

“Va bene” gli rispondo e poi chiudo, giro gli occhi su Bella che vicino a me era riuscita ad’ascoltare la conversazione, un misto di paura mi pervase, solo di una cosa si poteva parlare in ospedale, e per quanto riguarda me, so già di cosa dobbiamo parlare…………



Holàà!!
“Ed’eccoci con un altro capitolo. Chissà cosa dovrà dire Carlisle a Edward. Secondo voi che gli dirà? So che è un capitolo piccolo ma spero vi piacia lo stesso, non ho  avuto molto tempo per motivi scolastici. Ma spero di riuscire a fare bene i prossimi”
“Ottima domanda. Ora sono davvero curioso di leggere il prossimo capitolo”
“Anch’io, spero soltanto che non sia niente di brutto”
“Si scoprirà tutto nel prossimo cappy”
“Quindi speriamo di postare presto”
“E speriamo che recensirete”
“Alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 28
*** Leggere con gli occhi dell'amore ***


                                  Leggere con gli occhi dell’amore



(Pov Edward)

“Avanti” Sono appena arrivato in ospedale e subito mi sono diretto nello studio del dottore, prima di bussare però ho intimato a Bella di aspettarmi qua fuori e di non entrare pure lei, e pure se controvoglia ha accettato

“Dottor Swan sono Edward” gli dico entrando e lui alza gli occhi su di me facendomi un sorriso d’incoraggiamento, intanto faccio un ultimo sorriso a Bella prima di chiudere la porta

“Vieni, siediti pure” mi dice cordialmente mentre mi accomodo davanti a lui

“Di cosa mi deve parlare?” gli chiedo subito cercando di essere il più educato possibile e lui sospira appoggiandosi allo schienale della sedia e chiudendo gli occhi

“Dimmi prima una cosa. Quando hai fatto la tua prima visita dopo che sei nato, sai cos’hanno detto i dottori che ti hanno visitato ai tuoi nonni?” mi chiede e io ci penso, sia mio nonno che mio fratello mi avevano detto una volta quello che gli era stato detto subito dopo che hanno scoperto quello che avevo

“Si,che molto probabilmente è una malformazione,e che non potevano garantire che riuscissi a rimanere in vita” gli risposi subito e lui annuì pensieroso

“Quindi …. Se si è formato davvero … è solo da poco tempo” pensò fra se ad’alta voce e io aggrottai le sopracciglia confuso

“Mi scusi non capisco” gli dico imbarazzato e lui mi guarda confuso per poi fare una mezza risata

“No scusami tu. Vedi dalle ultime analisi che hai fatto la scorsa settimana, sono uscite tracce di un possibile tumore polmonare, certo non è sicuro ma non vorrei che fosse proprio questo che ti sta facendo aumentare le crisi e le sta rendendo più pericolose” mi spiega, ma non capisco più molto, questo vuol dire che oltre a questa specie di malattia rara ho pure un tumore che potrebbe portare anche alla morte sicura

“Tumore? …. Ma .. ma non c’è modo per curarlo, non si può fare niente?” gli chiedo subito mettendomi più dritto sulla sedia, non può essere vera una cosa del genere

“Edward stai tranquillo” cerca di calmarmi mettendosi davanti a me e scuotendomi piano

“Ma … Io … Insomma … Non …” non so neanche io cosa sto cercando di dire, il mio cervello è andato in totale blackout e non capisco più niente

“Concentrati e respira, mi senti? Respira e cerca di tranquillizzarti” mi dice guardandomi e aspettando che mi calmassi, solo dopo pochi minuti riesco a riprendere almeno il controllo dei miei pensieri

“Ok, sono calmo” sospiro e cerco di mantenere la tranquillità

“Bene ascoltami. Prima di tutto ho detto che non è sicuro che ci sia questo tumore. Comunque tumore, o no, dovrai fare sempre due operazioni a distanza di un anno” mi spiega e io annuisco, due operazioni, una molto probabilmente sarebbe stata dopo il mio compleanno

“Ma si riuscirà a sistemare tutto?” gli chiedo ormai sconfortato, che non c’erano speranze l’ho sempre pensato

“Si vedrà. Se questo tumore c’è davvero allora nella prima operazione cercherò di toglierlo e anche di vedere se riuscirò a sistemare qualcosa e nella seconda si vedrà se fare un trapianto di polmone e un bypass. Per un ragazzo della tua età saranno operazioni molto pericolose però o facciamo così oppure arriverà il momento che non potremmo più agire” continua a spiegarmi e io ascolto in silenzio, di sicuro mi aspettava l’inferno

“Ma basteranno due operazioni?” gli chiedo curioso e lui si alza

“Non sono sicuro che basteranno, si vedrà dopo la prima operazione. Comunque voglio sempre lasciarti il tempo di un anno per riprenderti prima di un’altra operazione”

“Per quando sarà fissata la prima?” gli chiedo alzandomi anch’io

“Fine Giugno inizi Luglio, non voglio che sia molto lontana, ed’è meglio almeno ho ancora un po’ più di tempo per controllarti. Siamo a fine Aprile ormai, non ti preoccupare vai pure in gita e poi quando torni si vedrà bene l’impostazione dell’operazione e tutto il resto. Comunque dovrò parlare con i tuoi fratelli quando torneranno a Forks” mi dice e poi si rigira verso di me

“Va bene” rispondo monotono, ormai sono perso nei miei pensieri

“Adesso ritorna a casa. Ci vediamo domani mattina a colazione” mi dice e mi sorride sempre incoraggiante, un sorriso che ricambio mentre esco dalla stanza.

Quando esco non capisco più niente, mi sembra tutto così strano, potrei avere un tumore e si è già parlato delle mie future operazioni, strano come tutto cambia velocemente, ero felice e forse quella felicità c’è ancora ma sicuramente è nascosta da qualche parte, vero non è sicuro niente riguardo al tumore ma se ce l’ho davvero che succederà?

“Edward? Amore?” solo ora mi riprendo dai miei pensieri e vedo Bella davanti a me preoccupata, sono sicuro che soffrirà pure lei appena glielo dirò, ma lei lo deve sapere

“Edward perché piangi?” mi chiede allarmata e solo in quel momento mi accorgo di stare davvero piangendo, e senza pensarci mi butto subito tra le sue braccia.


(Pov Bella)

Ci fermammo davanti all’ospedale per alcuni minuti e lui mi spiegò tutta la situazione, non riuscivo a credere a quello che mi diceva ma sapevo che mio padre non gli avrebbe mai mentito, e poi c’è ancora un po’ di speranza, niente è perduto.

Lo guardavo negli occhi attentamente per riuscire a capire quali emozioni lo stavano pervadendo ma la sua espressione era indecifrabile, non esprimeva niente, solo il vuoto si vedeva nei suoi occhi.
L'avevo visto piangere solo due volte, la prima è stata dopo la litigata con Black, dove quello stronzo ha preso in giro sua madre, la seconda e quando inconsciamente si è buttato tra le braccia del fratello per proteggere il padre, pure se sapeva che stava sbagliando, furono tutt'e due dei colpi dolorosi per il mio cuore perchè sapevo che soffriva soprattutto in quei momenti, è anche questa volta mi fece male vederlo piangere tra le mie braccia in ospedale.

Da quel momento nessuno di noi due parlò, lui sicuramente perso nei suoi pensieri, io aspettavo che dicesse qualcosa come segno di qualche sua reazione, voglio che mostri le sue reazioni non che si celi dietro ad’una maschera come ha fatto il primo giorno di scuola, appena l’avevo visto mi era sembrato misterioso e fu anche per curiosità che m’interessai molto a lui.

“Edward?” lo chiamai guardandolo con la coda dell’occhio dato che stavo guidando verso casa, ma lui non batté ciglio come se neanche si fosse accorto che io l’ho chiamato. Arrivati spensi il motore della mia ferrari, dato che abbiamo deciso di usare la mia macchina , ma invece di scendere metto subito la sicura agli sportelli, lui non sembrò neanche accorgersene

“Edward?” lo richiamai impaziente e con uno sbuffo presi il suo viso e lo girai verso di me in modo che mi guardasse, non continuò a dire niente e quindi toccava a me parlare

“So quello che stai pensando ma non è sicuro, so che sei preoccupato ma non abbandonare la speranza, so che hai paura ma ci sono io con te. Non darti per vinto solo perché ci potrebbe essere la possibilità di un tumore, non è sicuro, e pure se c’è sai che mio padre farà in modo che tu guarisca. E poi non hai mai mollato, perché devi mollare adesso?” gli dico, dovevo essere forte per me, ma soprattutto per lui

“Scusa” mi risponde sospirando e chiudendo gli occhi,sorpresa lo guardo confusa,mentre vedo che inizia a parlare.


(Pov Edward)

“Scusa” fu questa l’unica cosa che riuscì a dire dopo quegli interminabili minuti di silenzio, avevo sentito tutto quello che mi aveva detto, ma soprattutto l’ultima frase che mi aveva detto mi aveva colpito in pieno .

Vero ho sempre cercato di essere forte fino ad’adesso, lo facevo per i miei fratelli, per lei, per chi credeva in me e mi voleva bene, ero pronto a tutte le verità possibili e pericolose, ma se davvero ero pronto, perché adesso che ho saputo una verità, ancora non sicura, mi sono paralizzato e non riesco più a trovare la speranza?

“Per cosa?” mi chiede confusa, avevo chiuso gli occhi per non vedere la sua espressione dopo che gli avrei detto quello a cui stavo pensando fino ad’adesso, sapevo che l’avrei ferita dicendoglielo

“Per tutto. Non doveva andare in questo modo, non devi preoccuparti pure tu,non devi soffrire per me, non devi stare male solo perché io sto male. Sapevo fin dall’inizio che il fatto che facessimo coppia ti avrebbe fatto soffrire, un conto era d’amici ma un conto è adesso” e riaprendo gli occhi guardo verso il basso non riuscendo a guardarla

“Che stai dicendo? Che stai cercando di dirmi?” mi chiede nella voce sento un po’ di terrore misto alla paura di prima

“Che è meglio se noi due ci lasciamo. Potrei andare in qualche altra scuola il prossimo anno, i miei fratelli non dovranno venire con me dato che avrò raggiunto i diciotto anni, almeno non soffrirai e mi potrai pure odiare” sospiro, era meglio così non deve soffrire per me e se poi un giorno dovessi morire …..

“Stai scherzando vero?” mi chiede scioccata e io sospiro un’altra volta

“No, è meglio così. Potrai essere felice e stare bene, potrai stare tranquilla e trovarti un ragazzo migliore, e non dovrai più soffrire per me e io …….. be, io starò bene” sapevo benissimo che lasciandola avrei sofferto, ma non mi preoccupo per me, la mia vita è questa, io mi preoccupo per lei, stavo per rialzare gli occhi quando la sua mano mi colpisce forte fino a provocare un rumore leggero in macchina

“SEI UN’IDIOTA” grida infuriata e quando alzo gli occhi ,con la guancia dolorante, la vedo col viso rigato da lacrime, mi faceva molto più male vederla piangere

“Bella…” cercai di dire ma lei non mi lasciò finire

“Sei uno scemo, come solo puoi pensare che per una cosa del genere la nostra storia debba finire?” grida ancora

“Ma Bella è meglio così per te” sussurro e lei stringe il pugno per evitare, ne sono sicuro, di ridarmi un altro schiaffo

“Non è meglio così per nessuno dei due. Soffrirò, Edward, soffrirò se ci lasceremo, e so che pure tu soffrirai, io ti amo e tu pure, abbiamo sempre detto che è questa l’unica cosa che conta. Come fai a pensare che io ti possa dimenticare? Come fai a dire che potrò trovare un ragazzo migliore?” continua a gridare e io non so che rispondere, tutte le parole che avevo detto prima si stanno ritorcendo contro di me e io stesso non riesco a credere a quello che ho detto prima

“L’ho faccio per te” gli dico cercando di essere convincente, cosa del tutto inutile, all’improvviso mi trovo schiacciato allo sportello mentre lei, tenendomi inchiodato lì con le mani, mi guarda ancora più infuriata di prima

“Io ho scelto te” scandisce minacciosa e io continuo a guardarla, non voglio spezzare il legame dei nostri sguardi

“Lo so, ma io ti farò soffrire” gli scandisco anch’io mentre mi permette di rimettermi seduto bene

“Non m’interessa” mi risponde incurante e io rimango perplesso, perché voleva soffrire?

“A me invece interessa, e non ti voglio rovinare la vita con i miei problemi” ribatto

“FINISCILA” grida appena finisco di parlare, i suoi occhi mi guardano trafiggendomi

“NO, la finirò solo quando capirai quello che è giusto per te” grido di risposta io, menomale che ci sono i finestrini alzati sennò la signora Swan sarebbe uscita, preoccupata dalle nostre grida

“Ora stammi a sentire, io ho scelto te, io amo te, io voglio vivere la mia vita con te, e niente m’impedirà di farlo, ne la tua malattia e ne la tua testardaggine, chiaro?” grida ancora e mi punta un dito contro

“Soffrirai” gli dico e lei chiude gli occhi, spezzando quel legame fatto fino ad’adesso dai nostri occhi “Non m’interessa” mi risponde sbuffando

“Forse con me non potrai mai avere una famiglia” ci riprovo

“Si vedrà” ribatte solamente incrociando le braccia, e poi dice che sono io quello testardo

“Forse tuo padre mi manderà in altri luoghi per la guarigione e in quel caso staremo lontani e potrebbe essere per sempre” ritento, nessuno dei due si sarebbe arreso lo sapevo

“Ti seguirò dovunque andrai” mi risponde, solo un’ultima cosa mancava ma dirlo sarebbe stato meschino, però devo farlo per lei se serve

“Potrei morire da un giorno all’altro” gli sussurro tetro e lei spalanca subito gli occhi, sono stato meschino, so che ho usato il suo punto debole per quanto riguarda me

“Non è sicuro e poi …….” comincia a dirmi indifferente ma poi la vidi bloccarsi mentre vedevo le lacrime ,che si erano fermate, ricominciare ad’uscire dai suoi occhi

“E poi?” gli chiedo per farla continuare e lei mi guarda per poi buttarsi addosso a me, iniziando a menarmi, pure se non dava colpi forti, mentre piangeva

“E poi la devi finire di dire una cosa del genere ….. Io ti amo, punto e stop, non osare lasciarmi …. So che anche tu non vuoi lasciarmi e che lo fai per me ma …. SE VUOI CHE IO SIA FELICE DEVI RESTARE CON ME E AMARMI” mi grida alla fine e io la lascio fare, aveva bisogno di sfogarsi

“Ma …” cerco di dirgli ma lei mi blocca un’altra volta

“E NON VENIRMI A DIRE CHE LO FAI PER ME, SE PER STARE CON TE DEVO SOFFRIRE MI STA BENE. Ma non dire mai più una cosa del genere, hai capito? Non la dire mai più” mi dice continuando a piangere e bloccandole le braccia la stringo a me cullandola, la sto facendo soffrire troppo solo in questo modo che per altri motivi, e lei non si merita di essere infelice

“Va bene piccola, scusami, non dirò mai più una cosa del genere. Perdonami” le sussurro cullandola

“Non voglio più pensare al fatto di poterti perdere in qualsiasi modo. Voglio solo stare con te ed’amarti ogni giorno” continua a piangere

“Starai sempre con me. Sempre” gli dico baciandogli la fronte, e in quel momento ,senza riuscire a trattenerle, delle lacrime mi escono dagli occhi e scivolando dal mio viso finiscono sulla sua fronte, Bella alza subito la testa e mi guarda un po’ confusa e poi con sguardo dolce

“Stai piangendo?” mi chiede sorridendomi dolce e subito scaccio le ultime lacrime

“No, guarda che sei tu quella piagnucolona tra noi due. E poi erano lacrime di stanchezza, sai com’è, dovremmo andare a letto dato che ci dobbiamo svegliare presto” gli dico ma lei scuote la testa e si ributta di nuovo tra le mie braccia per poi guardarmi intensamente

“Non nascondermi i tuoi sentimenti, gli altri ci possono cascare, ma io no,ormai ti conosco. E non nasconderti dietro ad’una stupida maschera, non devi essere qualcun altro , tu mi, ci, piaci per quello che sei fin dal primo giorno” mi dice e io rimango sorpreso, allora davvero si era accorta di tutto quello che tentavo di fare

“Non sapevo che fossi una brava lettrice” gli dico prendendola in giro

“Ora lo sai” risponde soltanto e io la guardo serio prendendole la testa tra le mani

“Amami!!” non è un ordine il mio, ma solo una supplica, e se prima mi guarda confusa poi i suoi occhi ritornano lucidi

“Sempre” risponde e mi bacia, un bacio che racchiude tutta la paura e la tensione avuta fino ad’adesso, un bacio che viene un po’ ricoperto dal sapore delle nostre lacrime

“Sai una cosa?” mi sussurra mentre continua a baciarmi

“Cosa?”

“Io leggo con gli occhi dell’amore” mi sussurra dolce e in quel momento un sorriso mi esce spontaneo mentre le nostre labbra non accennano a staccarsi

“Insegnami come si fa” gli dico soltanto e questa volta sorride lei

“Inizieremo da quando vorrai tu” mi sussurra staccandosi

“Da ora” gli dico e mi rimpossesso delle sue labbra finché non ci addormentammo, in macchina, abbracciati e ancora bagnati dalle nostre lacrime.

Volevo imparare ad’amare sempre di più, sto provando diversi amori da quando sono qui, ma adesso mi sento pronto a capire e leggere l’amore




Holàà!!!

“Purtroppo non ho una bella notizia da dare”

“Nooo, come non è bella? Non mi dire che sospenderai la storia?”

“No certo che no!!!!”

“Forse la brutta notizia e che siamo arrivati alla metà della storia? O che manca poco alla fine?”

“No Ed. Non siamo neanche arrivati alla metà della storia e già pensi alla fine? Mi dispiace ma siamo ancora lontanissimi sia dalla fine che dalla metà”

“Oh bene. E allora qual è questa brutta notizia?”

“Il fatto che fino a Domenica della prossima settimana non potrò postare il cappy”

“Nooooooooo.”

“Perché non potrai?”

“Perché vado in gita. E fino a Sabato saremo in Toscana, quindi finchè non torno non potrò postare, ma se riesco Domenica trenta dovrei riuscirci”

“Vabbè l’importante è che la storia continui”

“Infatti. Bene allora care lettrici ci vediamo al prossimo aggiornamento”

“Spero mi perdonerete per questo fatto del ritardo del prossimo capitolo”

“Alla prossima. Kiss”

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Capitolo 29
*** Sospetti ***


                                                                                                       Sospetti


(Pov Edward)

Per tutto il tragitto fino a scuola non abbiamo più parlato di quello che è successo ieri sera, nè vogliamo ritornare a discutere, intanto tra due ore a casa ritornano Alice e Jasper e Emmet mi ha chiamato dicendomi che tornava oggi pomeriggio, e infatti ho le valige in macchina, Bella sarebbe venuta a cena da me anche per salutarli, ma il fatto che non saremmo più potuti stare per tutto il giorno vicini ci addolorava.

“Spero che oggi i ragazzi non ricomincino con quelle canzoncine, sono imbarazzanti” dice sospirando e io sghignazzo

“Tranquilla forse era solo per quel giorno” gli dico tenendo sempre gli occhi sulla strada pure se qualche volta li sposto su di lei per vederla tenere la mia mano tra le sue

“Speriamo” dice mentre entriamo nel parcheggio, quando parcheggiamo li vediamo vicino alle scale ad’aspettarci mentre ci salutavano con le mani

“Forse è meglio se scappiamo” sussurro a Bella mentre ci incamminiamo, li guardavo e le loro espressioni innocenti non promettevano nulla di buono, intanto lei si gira verso di me terrorizzata

“Ci conviene iniziare a correre la vedo male questa cosa” mi dice e stiamo per tornare indietro quando ….

“Edward, Bella, dove andate?” ci chiama Ben e li vedo correre verso di noi

“Addio amore mio, sappi che ti ho sempre amato” gli sussurro baciandola subito mentre venivamo circondati

“Anch’io. Ragazzi che succede?” gli chiede un po’ impaurita e loro fanno un sorriso a trentadue denti

“Vi aspettavamo, dovete sentire una cosa” ci dice Mark

“Cosa?” gli chiedo io chiudendo gli occhi di scatto, perché non sono andato a casa ad’aspettare i miei fratelli?

“La nostra nuova canzone. Pronti ragazzi? Via” comanda Richard

“perché, perché, ogni giorno con voi è la stessa storia, e tanti baci vi date che noi più ci ricordiam, ma c’è una cosa, chee ora ci chiediam.. Chissà, chissà, se davvero ancora non l’avete fatto, e moo non rompete il cavolo, perché si sa, voi a letto andrete un po’ più in là” se il buongiorno si vede dal mattino allora in questo momento preferirei essere messo sotto da una macchina, ma almeno che facessero delle rime decenti

“Allora vi è piaciuta?” ci chiede Angela mentre attendono la nostra risposta, io intanto guardo Bella che è diventata rossa come un pomodoro

“Ragazzi?” li chiamiamo insieme mentre ci scambiamo uno sguardo d’intesa

“Si?” chiedono ingenui “Iniziate a correre”li minaccio e poi inizia l’inseguimento che però si ferma quasi subito, pure se riesco ad’acchiappare tranquillamente Ben

“E dai Ed mollami” mi supplica ridendo mentre cerco di stritolarlo, intanto tutti gli studenti che passavano ci guardavano curiosi, molto probabilmente penseranno che siamo ubriachi

“Non ci penso minimamente” gli rispondo ridendo anch’io, però poi lo lascio andare avrei fatto la mia vendetta su tutti nello stesso momento

“Comunque buongiorno eh?” gli dice Bella sarcasticamente

“Perché si deve dire per forza di mattina?” gli chiede Mark ironico con le braccia incrociate

“Se lo volete dire di sera decidete voi, ma di solito si dice” li prendo in giro e ricevo delle occhiatacce

“Molto simpatico” mi scimmiottano “Grazie molto gentili” gli ridico e loro si mettono a ridere

“Guarda, guarda, chi abbiamo qui” una voce gelida mi raggiunge alle spalle, la voce purtroppo la riconosco e sorpreso spalanco gli occhi, per poi girarmi subito, e come sospettavo Jacob Black è davanti a me con il suo gruppo dietro, ma che ci fa lui qui?

“Tu, ma non dovresti essere qui” gli dico balbettando, era stato sospeso per due settimane non per tre giorni, era impossibile che fosse già qui

“Sai com’è, con un bel po’ di soldi si può comprare tutto. Certo per la polizia sono sempre un combina guai bugiardo ma per la scuola mio padre è riuscito a convincere preside e professori”

“Solo? O è stato usato anche qualche altro trucco?” gli chiedo circospetto, sapevo che era impossibile che sarei riuscito a non vederlo per un bel po’ di giorni

“Be con i soldi mio padre ha pagato anche un dottore e si è fatto fare un certificato dove dice che sono malato di mente. Certo è falso ma la scuola non può sapere qual è la verità. Ormai in questo mondo basta avere un po’ di soldi e si può fare di tutto” dice ridendo sprezzante

“Quindi ora tutti i professori pensano che tu abbia problemi mentali” penso ad’alta voce

“E se dovessimo di nuovo ritornare in una lite io non finirò più nei guai, anzi ci potresti finire di più tu” e mi lancia un occhiata di fuoco, se dovesse succedere qualche lite tra noi due da ora in poi sarò in torto, a meno che non si scopra la verità

“E ora che vuoi?” gli chiedo indifferente, sapevo già cosa voleva, e intanto sento la mia ragazza prendermi la mano

“Niente di che, ero in giro e volevo vedere come ve la passavate voi sfigati, a proposito come sta andando questa quarta giornata da quando tutti sanno?” e ride seguito a ruota dai suoi, intanto tutti gli studenti si stavano riunendo intorno a noi, molto probabilmente si aspettavano un’altra rissa

“Non credo t’interessi” gli dico gelido, era solo per colpa sua se ora tutti sapevano

“Mi sa di si, comunque ieri sera ho saputo che potresti avere un tumore, è tutto vero?” mi chiede e in quel momento rimango paralizzato dalla sorpresa, come faceva a sapere una cosa del genere se io e Bella l’abbiamo saputo proprio ieri sera?

“Che tumore?” chiede Patrick confuso guardandomi come gli altri

“Non è sicuro, e poi tu come fai a sapere una cosa del genere?” gli chiedo sempre gelido e lui continua a ridere sprezzante

“Diciamo che vi ho sentito parlare mentre uscivate dall’ospedale, ero li per farmi fare il falso certificato e ho sentito voi due che ne parlavate” ora che ci penso mi sembrava di aver visto Black mentre uscivo dall’ospedale ma l’avevo data come una cosa dovuta allo shock mentre Bella non se ne proprio accorta

“Ci hai spiato quindi” dice Bella gelida al mio posto, molto probabilmente se fosse stato qualcun altro ci avrebbe lasciato perdere, ma era logico che avendo avuto l’occasione ci avesse spiato, è questa era una cosa che mi faceva irritare

“Vattene Black” gli dico, non volevo che finissimo un’altra volta in una rissa

“Tranquillo, non penserai mica che ho voglia di fare un’altra rissa vero? E poi come ti ho già detto io sono coperto sei tu che sei scoperto e facilmente punibile” sbuffa, ma gli fa proprio piacere provocarmi?

“Vedremo a chi darà ragione il preside” gli dico di scatto, non posso pensare che il signor Greene abbia creduto facilmente a Black, è una cosa inconcepibile

“Il preside? Ah vero tu forse non lo sai, ma ti avviso che il preside ha avuto un infarto verso le due di mattina e l’hanno ricoverato d’urgenza in ospedale, non si sa per quanti giorni dovrà starci” mi spiega indifferente ma pure se ne sono rimasto basito, la cosa mi puzza

“E tu come fai a saperlo?” gli chiedo difensivo, questa storia non mi piace

“Aspettate un secondo, per la verità si dice che il preside ha la febbre non che ha avuto un infarto” s’intromette Oliver mentre tra tutti gli altri studenti c’è sconcerto

“Io invece ho sentito che è stato coinvolto in un agguato e che stamattina è dovuto andare alla centrale di polizia per dire quello che ha visto” dice un’altra ragazzina

“Invece io ho sentito che ha avuto dei problemi di famiglia” dice un altro

“E io ho sentito che doveva accompagnare la moglie a Seattle” a quel punto sono completamente confuso, Bella ha il mio stesso sguardo, mentre sento tutti gli altri blaterare quello che hanno sentito, ci sono pure quelli che pensavano che non fosse successo niente al preside e che fosse in presidenza

“A parte gli scherzi, io ho sentito che si è voluto prendere dei giorni di ferie” dice Ben a un certo punto

“E io che voleva stare in giro con qualche sua amante, pure se non sapevo che ne avesse” continua a dire un altro studente, intanto sento Black ridere maligno mentre veniamo circondati da un gran vociare

“Silenzio” grido a un certo punto, non riuscivo più a sentire tutto quel rumore, e al mio grido tutti si acquietano

“Calmo,non t’innervosire” mi sussurra Bella all’orecchio mentre la sento accarezzarmi la schiena e finalmente ritorno a rilassarmi

“Ora capisco che l’assenza del preside ha confuso tutti però questo non vuol dire che dobbiamo mettere il naso nei suoi affari, l’unica cosa certa e che deve interessarci di più è che il preside non è a scuola” dico cercando di calmare le acque, ribadisco quanto detto prima: la prossima volta mi faccio mettere sotto da una macchina

“Come fai a saperlo?” mi chiede Ronald (Nda: se non vi ricordate chi è leggete il capitolo 9)

“Semplice entrando nel parcheggio non ho visto la sua macchina” gli rispondo scrollando le spalle era l’unica cosa strana che ho notato mentre entravamo

“Che vista” mi prende in giro Mark e io gli lancio un’occhiataccia, degna del “faremo i conti dopo”

“A proposito ho un’altra novità da darti” mi dice gelido e io lo guardo di nuovo, sentiamo che altro ha da dire

“Dimmi” gli dico, ma non se ne può andare invece di restare qui e rompere

“Sono stato invitato al matrimonio di tuo padre, sai sono molto amici con mio padre e quindi gli è sembrato giusto invitarci” mi dice solamente e pure se resto normale davanti a tutti dentro mi sento confuso e sorpreso

“Non pensavo che tuo padre fosse amico del mio” gli dico acido, e pure se nolente ho voluto sottolineare “mio”

“Be io non pensavo che tuo padre non ti avesse ancora cacciato da casa” mi risponde ridendo e rimango completamente spiazzato

Che ha detto?

Cacciarmi da casa?

“Cosa?” chiedo insicuro, forse ho solo capito male

“Quello che ho detto. Un giorno li ho sentiti parlare e gli ho sentito dire che non vede l’ora di cacciarti da casa però ha detto che deve aspettare … non so cosa, non mi ricordo” mi spiega e qualcosa mi dice che sta dicendo la verità, in teoria questi davvero possono essere i pensieri di quello che ha il mio stesso sangue

“Questa conversazione sta durando troppo. Su tutti alla larga da qui” dice all’improvviso Bella ,e come se fossero stati riscossi da una specie di sonno tutti gli studenti che ci guardano se ne vanno, credo che abbia fatto in questo modo per non far capire a nessuno quello che c’era con mio padre, pure se credo che ormai lo sappiano tutti a Forks

“Che c’è non mi dici niente? Per caso il gatto ti ha mangiato la lingua oppure sei diventato muto tutto a un tratto?” mi chiede Jacob prendendomi in giro

“Black vedi di andartene pure tu, non costringermi a prenderti a pugni” gli dice aggressiva e lui inizia a ridere malignamente

“Ma come vi ho già detto da oggi crederanno solo a me quindi…” ci ribadisce e io mi riscuoto dal torpore iniziale

“Bella andiamo, non perdere tempo con lui” gli dico prendendola dal braccio e tirandola indietro

“Che c’è paura?”mi chiede continuando a ridere, ma non c’è un modo per tappargli la bocca?

“Nient’affatto, solo che sono molto impegnato per sentire le tue sciocchezze” gli dico e mi allontano con Bella dietro e i ragazzi che iniziano a seguirmi

“Un’ultima cosa, ho un messaggio da parte di tuo padre” grida e io mi giro di scatto fermandomi

“Black se non la finisci andrò molto volentieri in galera pur di darti un paio di pugni e calci. Quindi spero per te che questo non sia uno scherzo” gli dico subito minaccioso

“Non è uno scherzo. Lo vuoi sapere?” mi chiede

“Muoviti” gli dico sospirando, almeno dopo si toglierà dai piedi

“Dice esattamente: < Dì a quello ,che purtroppo devo chiamare figlio, che, dopo che ha trattato male la mia futura moglie, non avrà nessuna cosa positiva da parte mia e che non mi dispiace affatto per tutto quello che gli sta succedendo. E digli anche che mi dispiace che il preside abbia creduto a lui e non a te>” recita e dalle parole che ha usato capisco benissimo che questo sia un messaggio di mio padre, solo lui poteva usare delle parole fredde in questo modo

“Ti è piaciuto?” mi chiede sfottente e intanto mi inizia a girare la testa e il respiro inizia a diminuire

“ ti prego fa che non sia un’altra crisi” penso dentro di me, mentre sento il mio corpo paralizzarsi, ti prego no, non ancora

“Ora sparisci Black” gli dicono Bella, Richard e Ben insieme, intanto non riesco a capire perché mi si è paralizzato il corpo, non riesco proprio a muoverlo ne riesco a muovere un singolo dito, questa non è una delle mie solite crisi, cosa mi sta succedendo?

“Ed stai bene?”mi chiede Bella girandosi verso di me preoccupata, sto sudando ,mi sento tutto bagnato, oppure sono lacrime, non capisco più niente non riesco a fare più niente, quando una fitta improvvisa mi lacera dentro fino a farmi crollare tra le braccia di Bella

“Ed che hai? Ragazzi andate subito a chiamare qualcuno” grida agli altri e sento molti passi correre verso direzioni inverse, mentre mi sento appoggiato a terra pure se Bella mi tiene tra le braccia

“Bella… aiutami…. fa … male” cerco di dirgli mentre altri fitte dolorose mi pervadono tutto il corpo e vengono scosso da gemiti e tremori

“Ci sono io tranquillo, cerca di respirare e di non perdere i sensi” mi sussurra pure se sento dalla sua voce che è in preda all’ansia, ma ne sono sicuro questa volta non riuscirà ad’aiutarmi come ha fatto una delle ultime volte

“Non … ci… riesco” cerco di dirgli la voce ridotta a meno di un sussurro, e le fitte continuano a non darmi tregua, ma non voglio chiudere gli occhi, non voglio abbandonarmi al dolore, devo resistere per lei

“Bella tieni. I ragazzi stanno arrivando con i professori e l’infermiera” sento dire dalla voce di Angela, e poi vedo la mano della mia ragazza passarmi una pezza bagnata su tutto il corpo

“Bella?” cerco di chiamarla e lei mi guarda subito

“Dimmi” mi dice allarmata e io nonostante tutto cerco di sorriderle per rassicurarla, sentivo le mie forze cedere, sapevo che da un momento all’altro avrei perso i sensi, e forse anche per sempre, però avevo bisogno di un’ultima cosa

“Baciami” la supplico e sento le sue labbra darmi un casto bacio sulle mie, se dovevo morire almeno sarei potuto morire in pace

“Grazie” gli sussurro e lei mi sorride rassicurante, e poi un’altra fitta più forte delle altre mi attraversa e mi fa gridare

 “Edward? Edward che succede?” mi chiede subito allarmata, ma è finita non riesco più a parlare e tutto si sta facendo nero

“Edward rispondimi” mi richiama ma non riesco a rispondere, l’unica cosa che sento prima di perdere completamente i sensi e una voce femminile che, pure se sconosciuta, dentro di me invece credo di conoscerla




Holàà
“Eccomi di nuovo qui dopo la bellissima gita che ho fatto e che mi ha completamente distrutto”

“Ed’eccoci di nuovo qui dopo questa lunghissima pausa pronti a ritornare con altri nuovi misteri e capitoli”
“Strano, mi chiedo di chi sia la voce finale”
“Per questo anch’io”
“Comunque siamo felici di essere ritornati e grazie a chi ha recensito e a chi ha voluto continuare a seguirci”
“Ci sentiamo al prossimissimo cappy”
“Non mancate e speriamo recensirete questo cappy”
“Secondo voi di chi è la voce finale?”
“Alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 30
*** Bella l'investigatrice ***


                                                                                       Bella l’investigatrice


(Pov Bella)

Non so da quanto tempo sono in ospedale, ad’aspettare che mio padre uscisse dalla stanza, non capivo cos’era successo, era tutto confuso, prima Black con le sue parole disprezzanti, poi sento la mano di Edward scivolare dalla mia stretta e quando mi giro lo vedo disteso a terra agonizzante, quelle poche parole dette, il suo grido, l’arrivo dei professori e dopo pochi minuti l’arrivo dell’ambulanza;
Io salgo sull’ambulanza riuscendo a convincere i professori, al nostro arrivo in ospedale mio padre ci raggiunge subito, seguo di corsa i dottori dentro il pronto soccorso e mi intimano di stare fuori mentre entrano tutti dentro, l’ultima cosa che ho visto prima della chiusura della porta era la faccia ancora agonizzante di Edward.
Non avevo chiamato ancora nessuno, ma solo perché volevo prima sapere com’è la situazione, certo da quello che è successo non sembra per niente rassicurante ma continuo a sperare che vada tutto bene

“Bella?” la voce di mia madre mi raggiunge e quando mi giro la vedo venire verso di me con la piccola Aly che mi guarda sorridendo

“Che ci fate qui?” gli chiedo, come facevano a sapere che ero in ospedale?

“Prima che arrivasse l’ambulanza tuo padre mi ha avvisato. Certo è passate un’ora da quando mi ha chiamata ma la piccola stava dormendo e non la volevo svegliare” mi dice per scusarsi di non essere venuta subito mentre la mia sorellina mi viene in braccio e mi abbraccia

“Non fa niente. Anzi ti avrei chiamato dopo che sapevo come stava” gli dico io mentre ci risedevamo, strano che è passata solo un’ora, a me è sembrato passasse un’eternità

“Come sta Eddy?” mi chiede innocentemente la piccola e io le sorrido, ci conosceva solo da poco, è già si era affezionata molto non solo a me ma anche a lui

“Sta bene non preoccuparti” la rassicuro, lei era l’ultima che si doveva preoccupare, è una bambina deve essere sempre felice

“Sicura? E allora perché è in ospedale?” mi richiede tenace “Si è sentito male, è papà gli ha detto di venire qui in ospedale che vuole visitarlo” gli dico

“Va bene” dice soltanto laconica, e poi resta in silenzio pensierosa. Passano solo un paio di minuti quando vedo mio padre uscire dalla stanza e venirci incontro, subito mi alzo e lo guardo preoccupata, non riuscivo a capire se la sua faccia esprimeva preoccupazione o altro

“Allora?” gli chiedo subito e lui sospira prima di guardarmi serio

“Questa crisi è stata molto più forte del previsto. Menomale che i soccorsi sono arrivati quasi subito, qualche minuto in più di ritardo e poteva finire male, molto male” mi risponde, e in quel momento non sapevo che rispondere, se solo i professori e l’ambulanza fossero arrivati tardi, forse a quest’ora Edward sarebbe potuto essere ………

“Ma perché le crisi stanno diventando più violente?” gli chiede mia madre preoccupata come me, mentre tiene in braccio la piccola

“Tutto questo è per colpa del tumore?” gli chiedo invece io subito

“Ascoltatemi. Man mano che Edward cresce i suoi organi ne risentono, ma, invece di poter andare a migliorare, per colpa di questa malattia peggiorano e così le speranze che possa resistere sono poche. Più queste crisi sono violente, più il suo corpo ne risente, ecco perché da oggi voglio tenerlo costantemente sotto controllo ogni giorno. Il tumore per il momento sappiamo solo che molto probabilmente è benigno e quindi pure se continua a crescere lentamente possiamo cercare di tenere in mano la situazione” ci spiega

“Ma in quale parte del corpo si trova?” gli chiedo curiosa, pure se un’idea ce l’ho

“Sull’altro polmone” conclude e io lo guardo allarmata

“Cosa? Ma quindi …. No aspetta così rischia di morire subito, no papà dovete provare a bloccarlo subito” cerco di dirgli, se il tutto stava avvenendo sull’unico polmone intero che aveva questo voleva dire che più il tumore cresceva, più aveva probabilità di morire anche per colpa di quest’altra malattia

“Bella, ascoltami, farlo adesso significherà metterlo ancor di più nel pericolo” mi dice e lo guardo confusa, che differenza c’era tra il farlo subito e il farlo dopo?

“Ma che stai dicendo? Perché dopo secondo te sarà fuori pericolo?” mi arrabbio, non mi sono mai arrabbiata con lui ma adesso c’è la vita del mio ragazzo in mezzo

“Bella in questi due mesi lo prepareremo, te l’ho detto ogni giorno lo seguirò e quasi ogni giorno dovrà fare una visita diversa. Se lo portiamo adesso in sala operatoria potrebbe non resistere all’intervento, soprattutto dopo una crisi violenta. Dobbiamo aspettare questi due mesi Bella, lo dobbiamo fare per fare in modo che il suo corpo sia pronto a tutto” continua a spiegarmi e pure se restia annuisco, per poi riguardarlo

“Posso vederlo?” gli chiedo, non riuscivo più a capire quello che diceva, in soli pochi minuti abbiamo parlato anche di quella che potrebbe essere la sua futura morte, e non ce la faccio più, voglio vederlo

“Entra, ma meglio se non lo svegli” mi dice e annuendo sparisco subito dentro la porta della stanza.

Quando entro mi avvicino subito al letto e guardo il suo volto finalmente rilassato, mi seggo sulla sedia vicina e gli prendo una mano tenendola tra le mie, sapevo benissimo che una volta che si sarebbe risvegliato e gli sarebbero state spiegate le cose, avrebbe ripreso a dirmi che era meglio se non stavamo insieme, ma sapevo che non ne era tanto convinto da rimanere determinato su questa stupida idea.
Per stemperare la preoccupazione che ritornava dentro di me, iniziai a canticchiare qualche ritornello di qualche canzone, mentre i miei pensieri si concentrarono su qualcosa che si poteva organizzare per il futuro, avevo promesso a Edward di aiutarlo a superare la paura del mare e appena sarebbe stato il momento giusto riuscirò ad’aiutarlo, poi in quel momento pensai alle ultime conversazioni che abbiamo avuto con Black, e m’indispettisco.
Così mi alzo e dopo aver dato un bacio sulla fronte al mio ragazzo esco dalla stanza sperando di trovarci ancora mio padre, e per mia fortuna è ancora fuori con la piccola mentre mia madre sta parlando al telefono, molto probabilmente ha chiamato i fratelli di Ed

“Papà posso chiederti una piccola informazione?” gli chiedo subito abbassando la voce per non farmi sentire da qualcun altro

“Dimmi” mi dice subito avvicinandosi e mi continuo a guardare intorno

“Senti sai se il preside Greene è stato ricoverato?” gli chiedo, c’erano un sacco di dubbi a scuola e adesso ero proprio curiosa

“Si me ne sono occupato io stamattina alle sei appena sono arrivato in ospedale” annuisce serio, e io rimango confusa la maggior parte delle persone diceva che era stato ricoverato verso le quattro di mattina

“E senti. Come sta? Sai si parla molto di lui a scuola pure se ci sono voci diverse su quello che gli è accaduto” gli dico

“Per fortuna sembra che si stia già riprendendo. È stato fortunato che quel proiettile si sia conficcato nella gamba” e alla sua risposta rimango ancora più perplessa, ma non era stato ricoverato per infarto?

“Proiettile?” gli chiedo stranita

“Si. Qualcuno l’ha sparato mentre usciva da casa. O meglio questo è quello che dice la polizia”

“Ok” sussurro e poi continuo a pensare, Black appena arrivato aveva saputo subito che il preside non c’era, per di più il preside non avrebbe accettato un certificato falso, ma stranamente quella mattina è stato sparato, a scuola si sono diffuse varie notizie, false, ma so già chi ha subito diffuso la notizia ed’è una ragazza che purtroppo conosco bene….

“Bella tutto a posto?” mi richiama mio padre preoccupato e confuso e io lo abbraccio

“Si tranquillo. Mi raccomando controlla Edward e qualunque cosa succeda chiamami. Io ritorno a scuola” gli dico e inizio a correre, pure se nel mio petto sento un vuoto incolmabile, come se il mio cuore fosse rimasto nella stanza a stringere ancora la mano della persona che amo.

Quando arrivai a scuola subito mi diressi in mensa e li aspettai che le altre due ore rimanenti passassero, nel frattempo continuavo a canticchiare e tenevo il telefono in mano nel modo che se mio padre mi avesse chiamato avrei risposto subito, ma credo che poco dopo e senza accorgermene mi addormentai con la testa tra le braccia.

“Bella, bellina, svegliati è mattina. Il sole è sorto da un bel po’ e di svegliarti cercherò” la voce dei ragazzi mi risveglia dal mio sonnellino e quando alzo lo sguardo li vedo ridere

“Ma invece di addormentarti non potevi venire in classe?” mi chiede Angy e io scuoto la testa ridendo

“Come sta Ed?” mi chiede subito Ben preoccupato senza che io gli possa dire qualcosa, e subito gli spiego come stanno le cose

“Capito. È perché tu sei tornata? Pensavo stessi con lui” mi chiede Mark

“Devo fare una cosa” gli rispondo e quando vedo la persona che sto cercando mi allontano da loro, fino ad’arrivare davanti a Jessica Stanley

“Guarda, guarda chi si vede. La mia ex amica” dice falsamente, non è mai stata mia amica neanche quand’eravamo nello stesso gruppo

“Stanley. Sei stata tu a diffondere la notizia che il professore non è a scuola?” gli chiedo subito incrociando le braccia e lei alza le spalle indifferente

“Certo che si. Jacob mi ha chiesto gentilmente se gli facevo questo favore e io ho accettato, così ho subito sparso la voce in meno di cinque minuti. Comunque hai fatto male a lasciare un ragazzo fantastico come Jake” mi dice indignata e io scrollo le spalle

“Se ti piace sposatelo. Io ho trovato qualcuno che è più bello e più fantastico di lui” dico indifferente e lei ride

“Certo. Proprio fantastico, con una malattia del genere dovrebbe stare a letto e non muoversi e poi le malattie rendono brutte le persone” mi risponde e io le lancio un’occhiata di fuoco

“Ah si? E senti per caso fanno anche ingrandire il cervello delle persone? Sai com’è, te la consiglio” gli dico gelida, guai a chi osava prendere in giro il Mio Ragazzo!!!

“Molto simpatica Swan davvero. Ma non ti conviene fare molto la spiritosa, un giorno tu, Cullen, e i vostri stupidi amici la pagherete cara” minaccia e poi si allontana raggiungendo quello che un tempo era anche il mio tavolo

“Tutto a posto?” il tempo di rigirarmi e rivedo Angy dietro di me

“Si. Scusami ma ora voglio andare da una parte” le dico e dopo aver salutato anche i ragazzi che stavano mangiando mi allontano velocemente e senza farmi vedere dai professori riprendo la macchina e me ne vado da scuola.

C’è qualcosa che non mi convince in quello che è successo al preside, e poi mi sembra che dietro a tutto questo ci sia qualcuno di più importante, e poi che io sappia il preside non ha nemici, ecco perché, con la mia fedele ferrari, sto correndo verso la stazione di polizia dove spero di trovare qualche altra notizia Bella l’investigatrice va all’attacco!!!

E non è la prima volta in questi anni….

Quando arrivo vedo un gruppo di poliziotti uscire dall’edificio, subito scendo e mi dirigo verso la porta quando entro la prima cosa che faccio e vedere se mio zio è in caserma

“Mi scusi, il signor Swan è nel suo studio?” chiedo alla prima persona che mi si avvicina

“Si, signorina. Vuole qualcosa?” mi chiede gentile sorridendomi, avrà più o meno l’età del fratello di Edward, è robusto, moro con gli occhi azzurri

“Si dovrei parlargli” gli dico solamente e lui mi fa cenno di seguirlo, quasi subito arriviamo davanti alla porta del suo studio

“Aspetta vedo se è libero. Chi devo dire che lo vuole?” chiede prima di entrare e io mi affretto a rispondere

“Isabella Swan, sua nipote” gli dico soltanto ed’entra, subito lo vedo uscire e mi fa cenno di entrare così entro nello studio, la stanza è grande quanto quella di mio padre, ed’è piena di libri a una mappa grande sulla parete centrale e davanti c’è una grossa scrivania in legno marrone scuro

“Bella che piacere vederti. Ma come mai questa visita?” mi chiede abbracciandomi e dopo mi fa sedere

“Ho bisogno di alcune informazioni su una persona” gli dico e lui sospira serio

“Bella sai che non possiamo diffondere la privacy delle persone” mi dice solamente e io annuisco

“Lo so ma ti prego ho bisogno di sapere tutto quello che sai su una persona” lo supplico, volevo sapere il più possibile su quella persona, conosco solo il suo nome e non conosco nient’altro di lei è qualcosa mi dice che c’entra qualcosa con tutto quello che sta succedendo da quando i Cullen sono arrivati in città

“Dimmi il nome” sospira sa che cercherei in mille modi possibili di fargli dire qualcosa

“Tanya Denali” e lui gela sul posto prima di riprendersi

“Ehm…. Bene. Su di lei non c’è molto da dirti. Posso solo dirti che è stata l’ex moglie del tuo preside, si sono lasciati diciassette anni fa perché si diceva che lei aveva un’amante da dodici anni. Ma poi non posso dirti altro” mi spiega subito e cerca di non guardarmi negli occhi, capisco subito che mi sta nascondendo qualcosa

“Zio dammi altre notizie” gli dico subito e lui sospira, penso che si sia convinto dalla sua espressione ma subito mi ricredo

“Mi dispiace Bella non posso dirti altro”

“Ti prego” lo supplico, dovevo saperne di più, qualcosa mi dice che lei abbia avuto anche qualche rapporto con la famiglia Black, e qualunque esso sia non mi fido per niente

“No Bella. Comunque adesso è meglio che vai, tra poco arrivano persone che in teoria potrebbero essere importanti” dice finendo con il fare le virgolette con la mano, pure se non ne capisco il motivo

“Va bene, grazie lo stesso” gli rispondo sconsolata, mi sa che l’unico che mi farà felice oggi sarà solo Edward quando si deciderà a svegliarsi. Infatti è proprio da lui che sto andando in questo momento, sono rimasta senza di lui per molto tempo oggi, pure se il massimo sono tre ore.
Quando arrivo in ospedale non mi sorprendo che davanti alla sua stanza non ci sia nessuno, i suoi fratelli forse ancora devono arrivare, e di corsa entro rimettendomi nel posto dov’ero seduta prima di andarmene, quando gli presi la mano i suoi occhi si spalancarono felici

“Eccoti finalmente” mi sussurra sorridendomi e mettendosi subito seduto, mi perdo in quegli occhi verde smeraldo, ne rimango completamente affascinata ogni volta che lo guardo, e poi mi butto nel suo abbraccio

“Finalmente. Mi hai fatto preoccupare un’altra volta questa settimana, potresti evitare di farmi preoccupare tanto sai?” gli chiedo ironica e ridendo, e pure se all’inizio rimane confuso e perplesso poi si unisce anche lui alla risata quando capisce che sto scherzando

“Dove sei stata di bello? Mi sono svegliato dieci minuti fa e non ti ho vista, pensavo fossi andata a scuola però qualcosa mi diceva che era impossibile” mi spiega pensieroso, ma se si è svegliato dieci minuti fa perché mio padre non mi ha chiamato?

“E che cos’era che ti diceva che non ero andata a scuola?” gli chiedo guardandola sorpresa “

Ormai inizio a conoscerti bene, e so che non mi avresti mai lasciato da solo e poi a un certo punto sentivo la tua mano tenermi la mia prima di sentire la tua voce” mi dice richiamando i ricordi di prima

“Ma se prima mi sentivi perché non ti sei svegliato?” gli chiedo confusa e lui mi guarda con occhi confusi e preoccupati

“Non ci riuscivo” risponde enigmatico e io mi ributto nel suo abbraccio

“Lascia stare, l’importante è che adesso sei sveglio” gli dico

“Eh si, menomale” sospira ridendo e poi lo guardo seria

“Ed c’è una cosa che non ti ho mai detto apertamente e se te la dicevo, la dicevo in modi diversi. E ora te la voglio dire originalmente” gli dico seria

“Che cos’è?” mi chiede confuso

“Ti prometto che ti starò sempre accanto, e che non ti lascerò mai” dico subito e lo bacio, continuiamo il bacio per almeno un paio di minuti

“Ehy, ehy, piccioncini non si fanno queste cose in ospedale” una voce scherzosa si sente dalla porta seguita da quattro voci che ridevano, e imbarazzati ci giriamo per vedere Emmet, Alice, Rosalie e Jasper

“E no, da oggi non avrò più pace” fa finta di disperarsi Ed mentre si alza

“Certo fratellino da oggi non avrai più pace e poi devo ancora decretare la tua punizione per la rissa” gli dice Emmet tra il serio e scherzoso, mentre anch’io mi avvicino

“Per la verità, le punizioni, dato che c’è anche la mia” dice minacciosa Alice e ridiamo tutt’e tre

“Sono felice che siate ritornati” gli dice soltanto e poi abbraccia i due fratelli, mentre io andavo a salutare gli altri due.

Finalmente i fratelli Cullen erano tornati!!!




Holààà
“Ok lo so che ho fatto un’enorme ritardo ma vi prego di perdonarmi. La causa è sempre per motivi scolastici, e sarà la stessa causa che molto probabilmente non mi farà postare fino a domenica 20, o meglio in teoria sabato sarebbe libero però vado al cinema a vedere Braking Dawn, siiiiiiii”

“Autrice così mi deludi, ho aspettato tanto il mio ritorno e adesso mi dici che molto probabilmente questa settimana non potrai postare?”
“Lo so, scusa Em”
“Dai Emmy, l’autrice ce la sta mettendo tutta per continuare la storia e noi dobbiamo appoggiarla, non è di certo facile fare due interrogazioni ogni giorno alternandole con i compiti in classe”
“Grazie Ed almeno tu mi capisci”
“Vabbè dai l’importante è che posti, e poi non mi posso lamentare se il giorno che potresti postare vai a vedere un film dove ci siamo noi, ma soprattutto ci sono io. Quindi spero di sentirvi sia in questo che nel prossimo cappy mie care recensioniste”
“Infatti e speriamo di leggere altre bellissime recensioni da parte vostra”
“Alla prossima e per chiunque andrà al cinema dal 16 buona visione di Breaking Dawn”
“Kiss”

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Capitolo 31
*** Punizione?No,grazie, preferisco la mia ragazza ***


                                                              Punizione? No,grazie preferisco la mia ragazza


(Pov Edward)

Inizio Flashback

Il giorno dopo andai a scuola dato che stavo bene, ma sapevo benissimo che mi aspettava una dura punizione appena arrivato a casa, avevano deciso di darmela il giorno dopo invece di darmela subito in ospedale, così quando entrai in casa mi ordinarono di andarmi a sedere in salone e nel silenzio mi sedetti sul divano centrale mentre mio fratello e mi sorella si misero in piedi davanti a me, con sguardo minaccioso aggiungerei

“Allora, oggi come ben sappiamo ci siamo riuniti per un fatto semplicissimo, giusto sorellina?” chiede Emmet retorico voltandosi verso di lei

“Giusto. Allora Ed c’è qualcosa che vuoi dire prima che decideremo la tua esecuzione?” mi chiede minacciosa, e vedo Jasper e Rosalie trattenersi dal ridere, avrebbe fatto ridere anche me se solo quello sguardo non fosse diretto al sottoscritto

“Ehmm….. Vi voglio bene ragazzi” ok lo so che questo modo per addolcire i miei fratelli è vecchio, però perché non provarci?!!

“Non pensare di riuscire a farla franca in questo modo” mi dice Alice guardandomi un po’ divertita mentre arrossisco dall’imbarazzo

“Bene. Allora praticamente potremmo iniziare con il vietarti le uscite pomeridiane e serali per due settimane fino al giorno prima dell’inizio della gita” dice Em pensieroso e io rimango scioccato

“Ma, no, non è giusto” gli dico subito, non uscire sarebbe equivalso al fatto che sarei potuto stare con Bella solo a scuola, non posso permetterlo

“Tu non obbiettare, se fossi stato più attento e più tranquillo tutto questo non sarebbe successo. E comunque oltre al fatto di non poter uscire dovrai aiutarci nei lavori di casa quando te lo chiederemo, senza obiettare” mi rimprovera Aly severa e guardo in basso

“Ma…..” cerco di dire subito, uffa ma non era stata colpa mia se era iniziata quella rissa

“Signorino non parlare e non complicare la situazione, ti avevamo avvisato già prima di partire di stare attento e tu guarda caso in quello stesso giorno finisci in una rissa, non si fa così Eddy, non si fa proprio così” mi rimprovera questa volta Emmet, ma perché quando vogliono sanno essere severi?

“Ma ragazzi non è giusto non è stata colpa mia. Vero ho continuato e non sono riuscito a fermare la situazione mentre stava per peggiorare, ma non è colpa mia” cerco di giustificarmi, dietro alla mia reazione c’era la mia autodifesa e nello stesso momento volevo difendere la mia ragazza

“Lo sappiamo, però sei stato il secondo protagonista di questa rissa. Hai rischiato di morire e potevi anche rischiare l’espulsione dato che i Black qua a Forks sono famosi per incastrare le persone a parole. Ti è andata bene che quel giorno fossero tutti dalla tua parte, preside compreso” mi spiega Em e io annuisco, so bene che quella è stata solo fortuna

“Ora vai in camera Ed. Non ti voglio vedere in giro prima dell’ora di cena” mi ordina Alice e ,annuendo sconfitto, mi alzo e mi dirigo nella mia camera.

Fine Flashback

Da quel giorno è passata quasi una settimana e ormai siamo agli inizi di Maggio, sto letteralmente impazzendo a restare in casa pure il pomeriggio, con Bella ci vediamo a scuola e poi ci sentiamo al telefono sia di pomeriggio che di sera ma questo non mi basta, non posso stare con lei solo la mattina ormai mi ero abituato a vederla anche di sera e di pomeriggio e ad’averla sempre accanto, non è giusto i miei fratelli sono dei dittatori
Proprio per questo è da due giorni che non gli parlo, anzi gli tengo il broncio, e purtroppo per me loro lo trovano assai divertente, infatti riescono sempre a trovare un modo per farmi parlare, cosa che non sopporto perché ci riescono sempre.
Oggi poi appena sono tornato a casa avevo ripreso ad’essere arrabbiato con loro ma invece di dispiacersi o chiedermi scusa mi sono venuti addosso facendomi il solletico e facendomi ridere, certo che però potevano darmi una punizione più leggera se continua così diventerò matto in meno tempo possibile;
Fu in quel momento che, guardando fuori dalla finestra il cielo, che per la prima volta sembrava meno nuvoloso, mi venne un’idea, non l’avevo mai fatto, però sembrava eccitante e ci avevo già pensato a scuola solo che non ero sicuro della cosa.
Ma adesso ne ero sicuro e dato che avevo già sistemato tutto, il piano sarebbe stato facilissimo : sono al terzo piano, vicino alla mia camera c’è una quercia, i miei fratelli sono sotto con la televisione accesa e non mi sentono, ho le chiavi della macchina in tasca perché non le ho volute posare e ho lasciato la macchina fuori dal cancello, tutto pronto per la mia fuga, certo poi ne avrei pagato le conseguenze ma vale la pena provarci.


(Pov Bella)

“Bella quando ci viene a trovare Eddy?” la voce della mia sorellina mi raggiunge allegra mentre entra in camera mia con dei fogli in mano e io le sorrido

“Dobbiamo aspettare piccola, ha fatto il monello ed’è stato punito” gli dico io un po’ scherzando, però povero il mio amore so benissimo che non resisterà molto a lungo e ne io resisto a stare senza di lui per quasi tutta una giornata

“Peccato gli volevo far vedere i miei disegni” dice un po’ dispiaciuta e poi scompare subito dalla mia visuale, io rimango perplessa quando dei leggeri rumori contro la finestra mi fanno alzare curiosa, avvicinandomi non vedo niente e quando apro la finestra sento solo un silenzio innaturale, sto per richiudere quando…..

“Ehy principessa sono qui” la sua voce mi chiama ridendo e io mi affaccio subito per vederlo davvero sotto la mia finestra che mi guardava

“Che ci fai qui?” chiedo sorpresa

“Ho pensato di venirti a trovare pure se onestamente vorrei fare una passeggiata con te. Che ne dici ti va?” chiede scrollando le spalle e invece di rispondergli chiudo la finestra e prendo subito un giubbotto per poi fiondarmi dalle scale

“Mamma io esco” grido con tutto il fiato che ho

Chi se ne frega se è fuggito dalla punizione, chi se ne frega se a mia madre sono sembrata una pazza, l’importante e che lui adesso sia qui davanti a me con il suo sorriso sghembo, da farmi togliere il respiro, e sempre con quel sorriso mi accoglie tra le sue braccia

“Vedo che accetti. Andiamo” mi sussurra scherzoso mentre lo bacio

“I tuoi fratelli si arrabbieranno molto” gli dico entrando nella macchina

“Lo so, ma sto impazzendo a stare la dentro” mi dice scrollando le spalle e io rido

“Allora dove vuoi andare?” mi chiede felice e io ci penso prima di rispondere, era ora che conoscesse il mio posto segreto che molto probabilmente da oggi sarebbe diventato nostro

“Conosco un posto che sicuramente ti piacerà” gli dico soltanto e poi gli do tutte le indicazioni necessarie.


(Pov Edward)

Quello è il paradiso.
Quell’immensa distesa verde che è davanti ai miei occhi non può essere naturale, non possono essere veri tutti questi fiori e questi alberi, per sottofondo a quello spettacolo c’era il cinguettio degli uccelli, e per la prima volta vedevo un posto che era preso bene dal sole

“Ti piace? Questa è la mia radura, oltre a te nessuno la conosce” mi dice Bella trascinandomi nel bel mezzo del posto mentre io continuo a guardare incantato intorno a me

“è bellissimo questo posto” rispondo e lei ride dalla mia espressione e dalla mia voce, molto probabilmente gli sembrava strano che fossi rimasto in questo modo

“Sono contenta che ti piacia. Se vuoi da oggi potrà essere anche tua. Il nostro piccolo segreto” mi dice mentre ci sediamo e io annuisco

“Non pensavo esistessero posti del genere a Forks, ma sono felice di sbagliarmi” gli dico solamente mentre mi sdraio e lei si appoggia sul mio petto

“Il tuo cuore….” dice solamente chiudendo gli occhi e io rimango confuso

“Il mio cuore, cosa?” gli chiedo sussurrando e lei ride

“Pure se malato batte forte, sembra inarrestabile” continua a parlare pensierosa e io le sorrido emozionato

“Ci credo, qui ha la migliore medicina che possa esistere” gli dico accarezzandole i capelli e stringendola più a me

“Per tre anni ho pensato che la persona che mi stava accanto fosse davvero il mio principe, ma solo da quando ti ho visto mi sono accorta di essere stata completamente cieca” sussurra e approfittando del fatto che lei non mi vede, sorrido felice

“Non te ne fare una colpa, io prima di conoscerti ho passato tutti i giorni attendendo di morire e non pensando al fatto di essere felice” gli dico colpevole, solo la morte c’era nei miei pensieri prima di vederla, ero cosciente che sarei dovuto morire e che non dovevo stringere amicizia con nessuno se volevo evitare che le persone soffrissero, restiamo abbracciati per un’altra oretta mentre vediamo che il cielo sta iniziando ad’oscurarsi

“Guarda si sta già facendo buio” dice dispiaciuta mentre ci alziamo, ma prima di alzarmi prendo un sasso appuntito, volevo fare una cosa

“Ormai è il tramonto. Un’altra giornata sta finendo, ma non ho paura se ci sei tu con me” gli dico cingendola con un braccio e trascinandola verso l’albero più vicino e centrale

“Che vuoi fare?” mi chiede curiosa e mi guarda mentre faccio un cuore con dentro la mia iniziale e il segno più

“Voglio incidere i nostri nomi nel modo che resteranno insieme per sempre nel nostro posto segreto” gli dico e gli porgo il sasso, e tutta contenta aggiunge la sua iniziale nel cuore e sotto le iniziali la parola “forever”

“Così è molto meglio” dice soddisfatta e io rido per l’espressione

“Davvero molto meglio. Che ne dici principessa andiamo in qualche ristorante per cena, o vuoi ritornare a casa?” gli chiedo, volevo che accettasse l’idea di restare fuori e mangiare insieme, ma qualunque sua decisione mi andava bene, e poi sono già scappato da casa quindi tanto vale godermi tutta la serata

“Cena insieme logico” mi dice stringendomi un braccio e baciandoci ci dirigiamo verso la macchina.


(Pov Bella)

Edward era proprio riuscito a trovare il migliore ristorante qua a Forks, un ristorante che stranamente non conoscevo, avevamo appena finito di cenare, o meglio ci dovevano ancora portare il dolce e stavamo aspettando, nel frattempo parlavamo di varie cose, e qualche volta parlavamo di argomenti passati pure se io cercavo sempre di non toccare l’argomento della scuola a Bevery Hills, per quello avrei aspettato che fosse pronto lui a parlarmene

“Ecco il dolce” ci disse la cameriera comparendo d’improvviso, aveva i capelli biondi lunghi fino ai fianchi e gli occhi viola,mi sembrava una specie di strega dalla faccia, e mentre io mi riprendevo dallo spavento iniziale Edward la ringraziò ridendo, cosa che m’irrito molto, era da tutta la serata che quella aveva messo gli occhi sul Mio ragazzo

“Che hai da ridere?” gli chiedo curiosa e irritata mentre la guardavo che si allontanava

“Niente, niente. Stavo solo immaginando l’immagine di quella poveretta tra le tue grinfie” mi dice iniziando a mangiare pure se continua a ridere rischiando di strozzarsi, e un sorriso spontaneo mi viene

“Non c’è niente da ridere. Hai visto come ti guarda? Se non ci fossi io a quest’ora ti sarebbe già saltata addosso” gli dico sempre irritata, si vedeva dallo sguardo che gli voleva fare, e la cosa che più m’irritava a che nonostante tutto quella pensava fossi sua amica o una sua parente lontana più piccola di lui

“Gelosa?” mi chiede curioso e sarcastico e io lo fulmino

“No, certo che no” gli dico tenendogli il broncio e iniziando a mangiare, ma come faceva a pensare a una cosa del genere?

Non ero gelosa, no, ero solo terribilmente gelosa, se avessi visto quella cameriera guardarlo un’altra volta in quel modo gli avrei strappato tutti i capelli fino a farla restare pelata oppure gli avrei tirato qualcosa in testa e l’avrei fatta finire in ospedale

“Mi piaci quando fai così, sei divertente e molto attraente” mi dice la sua voce all’orecchio mentre mi abbraccia da dietro, non mi ero accorta che si era alzato

“Non sono gelosa, e sono arrabbiata anche con te. Non è che fai qualcosa per far capire a quella civetta starnazzante che tu sei già occupato con la sottoscritta” gli dico evitando il suo bacio e alzandomi, non mi andava più di mangiare lì e ne ci saremmo più tornati, lui intanto mi guarda sorpreso mentre mi vede avanzare verso la casa

“Ehy aspettami” mi grida dietro e lo vedo prendere il giubbotto e quasi inciampare nella fretta di raggiungermi, sorrido senza farmi vedere gli volevo dare una piccola punizione prima di perdonarlo, intanto mi avvicino alla cassa dove c’è Lei

“Ci faccia il conto” le ordino poco cortese e lei annuisce indignata, intanto il mio ragazzo mi raggiunge, e la “cara”cameriera alza i suoi occhi civettuoli su di lui

“Ecco il conto” gli dice porgendoglielo e facendo finta che io non esista e m’irrito sempre di più quando vedo che oltre al conto c’è un bigliettino con un numero così mentre li sta prendendo do una gomitata al mio ragazzo che preso di sorpresa fa cadere i biglietti a terra

“Ahio, posso sapere che ho fatto?” mi chiede in modo che posso sentire solo io, quasi mi dispiace per lui poverino, ma non gli dico niente e prendo i biglietti a terra, a lui porgo il conto mentre il biglietto con il numero lo strappo davanti agli occhi della cameriera che, notandolo per la prima volta sul suo cartellino, si chiama Marge

“Scusa cara Marge ma questo numero non serve, abbiamo già preso il numero del ristorante ” gli dico a tono con finta gentilezza e lei mi guarda male

“Senti cara questo numero non l’ho mica dato a te” mi dice indignata e intanto sento Ed sospirare, ora aveva capito perché ho reagito in quel modo

“Lo so, però l’hai dato al Mio ragazzo e dato che so che significa o preferito sottolineare la questione” gli dico minacciosa e mi guarda sorpresa

“Ma davvero, è strano che stiate insieme”dice pensierosa e provocatoria e io sto per rispondergli quando sento Ed prendermi dalla vita e trascinarmi dopo avergli dato subito i soldi

“Grazie per la cena” dice soltanto frettoloso e mi trascina fuori, pure se sono ancora irritata non mi oppongo, è meglio così

“Bella, amore, calmati” mi dice facendoci fermare e mettendosi davanti a me

“Calmarmi? Ma hai visto quella civetta starnazzante come ti guardava? Quanto vorrei tirargli quei bei capelli uno per uno” mi sfogo subito e continuo a blaterare altre cose senza senso mentre lui mi guarda curioso e confuso, alla fine del mio sproloquio aspetto che mi dica qualcosa

“Civetta starnazzante? È questa da dove ti è uscita?” mi chiede iniziando a ridere un’altra volta

“Così” gli dico soltanto diventando rossa dall’imbarazzo e abbassando la testa, a un certo punto mi abbraccia forte

“Mi spieghi come facevo a dirgli qualcosa se tra me e lei c’è l’angelo più splendente e luminoso che esista e che mi priva della vista ogni volta che è con me?” mi chiede dolce e io sorrido, forse ho esagerato ad’arrabbiarmi con lui prima

“Scusami non volevo farti male con quella gomitata” gli dico davvero dispiaciuta e gli accarezzo la parte dove l’avevo colpito, intanto lo sento sorridermi

“Non mi hai fatto niente pure se mi hai preso di sorpresa. Comunque in tutto questo ho dimenticato di chiederti una cosa” mi dice e lo vedo arrossire mentre lo guardo

“Cosa?” gli chiedo curiosa e raggiante

“Chiudi gli occhi” mi dice e pure se impaziente faccio come dice, lo sento staccarsi dal mio abbraccio e poi spostarmi i capelli di lato, sento qualcosa di leggero sfiorarmi il collo mentre lui mi fa girare e poi i miei capelli ritornano al loro posto

“Ora puoi guardare” mi dice e apro gli occhi confusa che lui non sia più davanti a me ma dietro, subito mi tocco il collo e sentendo una specie di catenella, guardo il mio riflesso sulla finestra di una casa davanti a noi e vedo che intorno al collo ho una collanina in oro bianco;
Abbassando gli occhi prendo il cuore di colore zaffiro, dei piccoli diamanti di vetro marcano i contorni del cuore e al centro, nella parte centrale del cuore, scritto con una scrittura argentata, che si intonava con i piccoli diamanti e si vedeva sullo sfondo di color zaffiro, una scritta era ben definita “più della mia stessa vita”,nella parte di dietro c’erano le nostre iniziali con sotto scritto "i love you”

“Ti piace?” mi chiede impaziente da dietro e io mi giro con le lacrime agli occhi

“Grazie è bellissimo. Ma ti sarà costato troppo” constato subito pensierosa e lui mi alza il viso facendomi perdere nei suoi occhi

“Non è importante. Senti Bella, so che la risposta potrà essere ovvia però vorrei chiedertela lo stesso” mi dice in imbarazzo e allontanandosi mi porge una rosa blu, però non capisco da dove l’ha presa, ma pure se curiosa sono più curiosa di sapere che mi deve chiedere

“Vorresti ….” Inizia a chiedere però con un po’ di esitazione, aveva detto che la risposta sarebbe stata ovvia, quindi perché si è bloccato?

“Dimmi” lo incito curiosa di sapere, e pure se senza motivo il mio cuore iniziava a battere all’impazzata

“Insomma, stiamo insieme da un mese ormai e quindi la risposta dovrebbe essere positiva, però può essere che non lo sia quindi…..”

“Mi vuoi chiedere questa cosa, per favore?” gli chiedo subito gentile mettendo a termine il suo sproloquio e lui mi sorride

“Certo, vorresti essere….” ma in quel momento fu interrotto dallo squillo del suo telefonino, lui mi porge uno sguardo di scuse e guarda il cellulare

“I miei fratelli” dice soltanto chiudendo la telefonata e poi riguardandomi

“Ti stanno chiamando da tanto ormai, potresti pure rispondergli” gli dico, questa è la trentesima chiamata che gli fanno in solo tre ore

“Intanto poi torno a casa”dice scrollando le spalle mentre io stringo la rosa tra le mie mani

“E intanto sei già qui e non ti lascerò andare se prima non mi chiedi quella cosa” gli dico un po’ minacciosa per poi ridere insieme a lui

“Hai ragione” annuisce

“Allora?” gli chiedo sempre più impaziente

“Bella vuoi essere la mia dama al ballo di fine anno?” mi chiede subito arrossendo e dopo un secondo mi metto a ridere, chissà cosa mi aspettavo

“Certo che si idiota. Con chi dovrei andare secondo te? Con la cameriera del ristorante?” gli dico abbracciandolo di scatto e ridiamo insieme

“Tanto per sapere”

“Sciocco era logico che venissi con te” lo rimprovero e lo bacio

“Giusto” annuisce soltanto continuando a baciarmi.


(Pov Edward)

Ormai era mezzanotte quando tornai a casa, sapevo di aver fatto un ritardo incredibile e i miei fratelli si sarebbero certamente infuriati, entrai in casa cercando di fare il più silenzio possibile, le luci erano tutte spente segno che molto probabilmente stavano dormendo, quando chiusi la porta le luci si accesero improvvisamente

“Guarda, guarda chi è tornato” la voce minacciosa di mio fratello mi raggiunge e quando mi giro lo vedo sulle scale con le braccia incrociate

“Ciao fratellone, come va?” gli chiedo innocente, strano che non ci fosse anche Aly

“Tutto a posto. Tu? Fatto un bel giretto senza risponderci al telefonino” io stavo per rispondergli quando dei passi che stanno scendendo le scale mi attirano e vedo mia sorella, in camicia da notte, scendere le scale e guardarmi male

“Edward” mi chiama severa e io la guardo intimorito facendo un passo indietro pure se mi ritrovo subito con le spalle alla porta

“Si sorellina?” le chiedo con voce tremante, sapevo che mi dovevo preoccupare più di lei che di Emmet

“Eddy” mi chiama questa volta calmo, e deglutì a fatica

“Si Emmy?” chiesi anche a lui con voce tremante, loro si guardarono negli occhi e poi mi guardarono con occhi di fuoco

“EDWARD CULLEN SEI IN GROSSISIMI GUAI!!”



Holàààà
“Ed’eccomi qui di nuovo con un altro capitolo di questa storia, più carica che mai”

“Ed’eccoci qui dopo la stupenda giornata di ieri al cinema. Dai autrice dicci che siamo stati bravi”
“Non siete stati bravi, ma fantastici”
“Grazie, siamo felici che il film ti sia piaciuto”
“E a voi care recensioniste è piaciuto Breakign Dawn?”
“Aspettiamo come al solito i vostri bellissimi commenti sul capitolo”
“E per chi l’ha visto vorrei sapere come vi è sembrato il film di Breaking Dawn. Per me è stato fantastico e per voi?”
“Alla prossima. Kiss

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Capitolo 32
*** Litigi tra fratelli ***


                                                                                               Litigi tra fratelli


(Pov Alice)

E altri due giorni sono passati dalla nuova punizione di mio fratello, praticamente gli abbiamo allungato i giorni fino a una settimana dopo del suo ritorno dalla gita, e se lo meritava dato che quel giorno ci ha fatto morire dalla paura, e pensare che stavamo proprio parlando di liberarlo dalla punizione, di certo questo non gliel’ho abbiamo detto sennò andava a finire che si metteva a piangere..
Non è che ci piace molto metterlo in punizione ma deve capire che noi vogliamo solo la sua sicurezza, e che non può mettersi sempre nei guai. Secondo tutti sono una sorella iperprotettiva ma lo faccio solo per lui, non voglio rischiare di perdere mio fratello dopo mia madre, soprattutto se lei ha dato la sua vita per farlo nascere, e ho giurato proprio davanti alla sua tomba che mi sarei presa cura del mio fratellino appena avrei potuto farlo

“Alice?” la voce di mio marito mi chiama dalla nostra stanza, mentre io sono ancora rinchiusa in bagno a finire di truccarmi

“Dimmi” gli rispondo solamente e vedo la sua testa sbucare da dietro la porta

“Quando sei pronta andiamo. Sei proprio sicura di voler venire?” mi chiede, ieri avevamo deciso che io e Jasper saremmo andati dalla polizia a parlare della bomba che hanno messo nella macchina di mio fratello, vero che è passato quasi un mese ma dopo tutto quello che è successo finalmente abbiamo trovato il tempo di andarci

“Certo che si. Inizia a scendere ti raggiungo subito” gli rispondo frettolosamente e lo vedo scomparire mentre io finisco di mettermi la matita e dopo aver dato una spazzolata ai capelli vado a mettermi gli stivali, fu mentre ero seduta nel letto che dopo aver bussato alla porta entrò mio padre

“Papà che ci fai qui?” gli chiedo subito confusa, è sempre stato raro vederlo per noi figli, ma da una parte è un bene

“Dovrei parlarti Alice” mi dice solamente sedendosi e io annuisco per e aspetto che mi dica qualcosa

“Dopo ne parlerò con tuo fratello. Comunque ormai ho deciso che dopo il mio matrimonio partiremo” mi dice e io sospiro scocciata, l’avevamo già affrontato questo argomento

“Uffa abbiamo già detto di no” gli dico sempre scocciata

“Ma il mio è un ordine. E se non venite vi porterò via con la forza” mi dice sorridendo ironico

“Con la forza? È come vorresti fare?” gli chiedo sorpresa, chissà che ha in mente

“Se dite ancora di no, ve lo farò scoprire. Ma è molto meglio se dite subito di si” continua a ordinare e nei suoi occhi vedo una luce maligna che mi mette i brividi

“Sai qual è la nostra risposta” gli dico soltanto e mi dirigo alla porta per uscire

“Spero per voi che tuo fratello, essendo quello che dovrebbe avere più cervello, accetti sennò…….”

Non sento oltre, chiudo subito la porta e scendo le scale velocemente, sapevo che pure se l’avessi fatto continuare non avrebbe mai finito quella minaccia però non mi andava neanche di sapere cosa volesse fare e poi perché dovrei sentire qualcosa del genere se io e mio fratello ci siamo sempre opposti alle sue decisioni

“Jasper andiamo” lo chiamo senza fermarmi, pur non volendo ero rimasta turbata dalle sue parole, e senza volerlo stavano spuntando dei sospetti su quello che potrebbe fare

“Tutto a posto?” mi chiede quando entra anche lui in macchina, mi guarda dubbioso e preoccupato

“Si. Sbrighiamoci” gli dico soltanto e poi mi appoggio al sedile, sono sicura che adesso sarebbe andato da Emmet ….


(Pov Emmet)

“Che ha Alice?” mi chiede Rosalie dopo che vediamo la macchina uscire dal cancello

“Ottima domanda” gli rispondo un po’ perplesso

L’avevamo vista scendere quasi come una furia e chiamare Jasper, era troppo seria, e poi di solito saluta anche quando va solamente in giardino, non credo che sia solo il fatto che devono andare dalla polizia che l’ha resa in questo modo, forse c’è altro sotto

“Mi è sembrata preoccupata, o forse è solo la mia immaginazione” dice facendo una mezza risata alla fine

“Può essere. Comunque sei pronta? Non voglio fare tardi” gli dico subito, oggi Rose aveva la prima ecografia del mese, è di certo non volevamo tardare

“Non ancora. Vado un secondo a sistemare il trucco e arrivo” mi dice e si allontana, e io mi seggo con un sospiro, ora che ci penso oggi Ed aveva il compito di matematica,le prime due ore, e dopo l’interrogazione di storia, infatti ieri ha approfittato della punizione per studiare al suo ritorno da scuola, chi dice che le punizioni non possono essere anche amiche dei ragazzi?

“Emmet” ed’ecco che la voce che odio mi chiama, mentre la sua figura si ferma proprio davanti a me

“Che cosa vuoi?” gli chiedo scortese, come dice Ed se fossi stato un’animale a quest’ora ringhiavo

“Dirti che non accetto un no come risposta. Ho preso la mia decisione e che voi lo vogliate o no verrete con me” mi dice solamente e per la prima volta da quando l’ho sentito avvicinarsi alzo gli occhi su di lui

“Dove dovremmo venire? Sia chiaro se è ancora la questione della partenza noi non veniamo” gli dico subito e mi alzo lanciandogli uno sguardo che spero gli faccia paura

“Andiamo a Roma. Non mi va più di andare a Los Angeles, comunque ho già prenotato i biglietti per tutta la famiglia, partiremo a fine Giugno . E come ho già detto vi conviene venire senza fare storie” mi spiega e poi prende una sigaretta dalla tasca dei pantaloni, ora ho capito perché Alice si è comportata in quel modo

“Sennò che fai?” gli chiedo ironico e lui mi sorride

“Lo scoprirai. Allora la tua risposta, che fai parti e convinci tutti a partire?” mi chiede e io faccio finta di pensarci su

“Certo….” gli dico con un sorriso e lo vedo illuminarsi “Bene. Vedo che non è stato difficile convincerti” si compiace annuendo a se stesso

“Certo che no” finisco subito con un sorriso di scherno e lui s’irrigidisce e mi guarda con rimprovero

“Stesso sangue, sempre decisi su quale sia la cosa giusta per voi e per chi vuole bene. Ecco perché tua madre è morta, ma non me ne lamento. A proposito ci sposeremo il 25 Maggio” dice e io mi irrito, lui è l’unico che non può parlare di nostra madre, soprattutto in questo modo

“Non parlare di lei, non ne hai il diritto” gli ringhio contro e lui ride

“Speravo di potervi convincere normalmente ma mi sbagliavo. Vorrà dire che userò la forza” pensa a voce e prima che io possa dire qualcosa è già uscito

“Aspetta, che vuoi fare?” gli chiedo uscendo subito e raggiungendo la macchina nel vialetto, ma faccio solo in tempo ad’arrivare vicino che la macchina parte, e mentre sto per ritornare dentro la porta si chiude alle mie spalle

“Emmet sono pronta andiamo” dice mia moglie e io sospiro un’altra volta per poi andare in macchina quando il telefono squilla e rispondo subito

“Si pronto?”

“Pronto Emmet? Sono Carlisle” mi dice la voce che riconosco subito essere quella del dottore, però in quel momento mi preoccupo

“Ah dottor Swan, è successo qualcosa a mio fratello?” gli chiedo subito allarmato

“No,no, non ti preoccupare. Però vorrei parlare subito con te e tua sorella” mi dice e io sospiro un po’ sollevato, chissà che ci deve dire

“Mi dica, mia sorella non è con me ma gli riferirò il messaggio” gli dico subito

“Per la verità preferirei parlarvi di persona” mi dice sospirando e io annuisco pure se so che non mi può vedere, intanto sto entrando in macchina

“Va bene. Allora io sto accompagnando mia moglie in ospedale per l’ecografia, si ricorda? Ne avevamo parlato con lei su quale ginecologo consigliarci” gli ricordo era stato lui a consigliarci quando abbiamo scelto da chi far seguire la gravidanza

“Si, si mi ricordo. Se hai tempo dopo passa nel mio studio allora. E per tua sorella?” mi chiede sospirando “Gli dirò di raggiungermi lì e poi la raggiungiamo insieme” gli rispondo subito mentre faccio cenno a Rose di chiamare Alice, e lei capisce subito e annuisce

“Bene. Allora vi aspetto qui” mi dice e chiude la conversazione

“Sta chiamando” mi dice Rosalie porgendomi il telefono mentre con la macchina entro in strada, e solo dopo pochi squilli sento la voce vivace di mia sorella

“Ehy fratellone che vuoi?” risponde ridendo

“Aly hai finito dalla polizia?” gli chiedo subito

“Si stiamo appunto per entrare in strada perché?” chiede curiosa e quasi mi metto a ridere se non fosse per la serietà di quello che gli devo dire

“Vai in ospedale, ci vediamo lì”

“Perché? È successo qualcosa a Ed?” e nella sua voce leggo una nota d’allarme, molto probabilmente anche lei ha iniziato a pensare che Ed è stato di nuovo male

“No,no. Ma il dottor Swan ci vuole parlare” gli rispondo subito e senza aggiungere altro chiudo e mi concentro sulla strada.


(Pov Alice)

“Non ti ha detto altro su quello che ci deve dire?” gli chiedo per la quarta volta da quando ci siamo incontrati qui in ospedale

Siamo seduti fuori lo studio ad’aspettare che ci chiami,dato che prima di noi c’è ancora un paziente, Rose ci ha ordinato di venire da lui mentre lei si faceva visitare “la salute del bambino è importante quanto quella di vostro fratello” ci ha detto per convincerci a venire subito, Jasper è rimasta con lei mentre Emmet pure se nolente, dato che voleva assistere pure lui, mi ha trascinato fino a qui

“No, non mi ha detto altro” dice un po’ nervoso

“Ne sei sicuro?” gli richiedo in ansia

“Si. Però finiscila con queste domande sono già nervoso” dice esasperato

“Scusa” gli dico triste e comprendo che ha ragione sono troppo stressante certe volte

“Non è colpa tua, anzi scusami se ti ho risposto in questo modo” mi consola mentre mi scompiglia i capelli e mi fa ridere

“Emmet, Alice, potete entrare” ci chiama in quel momento il dottor Swan e annuendo ci alziamo per poi entrare nel suo studio

“Allora di che ci deve parlare?” gli chiedo subito e mio fratello mi lancia un’occhiata di ammonimento per intimarmi di essere meno ansiosa e di lasciarlo parlare

“Mi dispiace di avervi disturbato, però come ben sapete tra due giorni c’è la partenza per la gita e vi dovrei chiedere un favore” ci dice congiungendo le mani e guardandoci serio

“Ci dica. Cosa dovremmo fare?” gli chiede Emmet

“Vorrei che convinceste vostro fratello a non andare in gita, vero la prima volta che l’avevo visitato avevo detto che poteva andarci benissimo in gita però dopo gli ultimi avvenimenti preferirei che non si allontanasse da Forks”

“Sarebbe meglio. Però vede questa è la sua prima gita scolastica in tutti questi anni, e credo che sarà difficile convincerlo a non partire” gli risponde Emmet e io lo guardo male, se non deve andare in gita non ci va punto e stop

“Dottor Swan non si preoccupi faremo di tutto per non farlo andare in gita” dico invece io ricevendo un’occhiata perplessa di Em

“So che l’ho farete, e so anche che sarà difficile proibirgli la gita, però ve lo sto chiedendo per il suo bene” ci dice continuando a guardarci

“Non si preoccupi sarà fatto” gli dico sicura, sarei riuscita a convincere Eddy a non partire

“Cercheremo di convincerlo” gli dice Emmet ancora dubbioso e io continuo a guardarlo male, ma che ha in testa oggi?

“Bene, e per i soldi non vi preoccupate, se Ed dovesse rimanere vi ridarò io i soldi che avete perso” ci promette e lo guardiamo confusi, non deve fare una cosa del genere

“No, no, non si preoccupi, ne abbiamo di soldi e non c’interessa di averli persi. E poi se li perdiamo, li perdiamo solo per il bene di nostro fratello” dice subito Emmet e io annuisco

“Infatti. E poi lei sta già facendo molto per noi” lo ringrazio mentre ci alziamo tutt’e tre

“Non mi dovete ringraziare, è il mio lavoro” ci sorride e poi ci salutiamo per uscire dallo studio.


(Pov Emmet)

Una volta fuori cade il silenzio fra noi due, capivo benissimo quello che diceva il dottore, però so che mio fratello farà di tutto per andare in gita, non per niente fa parte della nostra famiglia, ma mia sorella si ostina a tenerlo ancora sotto controllo come se fosse un bambino di quattro anni: Pure se è malato non possiamo negargli la libertà e il divertimento

“Emmet sia chiaro Ed non andrà in gita se questo è il volere del dottore” mi dice minacciosa mentre percorriamo il corridoio verso il piano dove ci sono Rose e Jazz

“Alice sia chiaro, Ed farà quello che vuole pure se noi non vogliamo” gli dico invece io, non sarebbe servito a niente negargli qualcosa, avrebbe fatto esattamente il contrario di quello che gli dicevamo

“Non starai dicendo davvero? Emmet se non te ne sei ancora accorto nostro fratello è malato, e le sue condizioni non sono di certo buone” si ferma e mi guarda male e io faccio lo stesso, certo che in confronto a me è davvero un folletto, anche Eddy la supera

“Me ne sono accorto, e cerca di capire che pure se malato non gli possiamo negare la libertà e il divertimento, e sai benissimo che non ci ascolterà” gli dico invece io

“Non m’interessa lui non partirà, finchè non starà bene lui non andrà da nessuna parte a meno che non lo dica il dottore” mi dice e io mi irrito, come faceva a non capire

“Aly non è un bambino di tre anni, ha quasi diciotto anni” la sgrido, è proprio testarda

“Lo so, ma è mio fratello” risponde offesa e chiudendo gli occhi

“Ma non lo devi trattare come se avesse bisogno di aiuto per ogni singola cosa” le ribadisco

“Con te certe volte è inutile ragionare” sbuffa e s’incammina un’altra volta seguita da me

“Anche con te. Sei senza speranze” gli dico sbuffando

“Anche tu” mi dice soltanto e poi continua a camminare in silenzio.


(Pov Edward)

“Mi prometti che ora che vai a casa ti misuri la febbre e ti metti a letto?” gli chiedo preoccupato mentre sto guidando

“Va bene. Però non ti preoccupare ora sto bene” mi rassicura quasi sbuffando

 Per tutta la giornata è stata un po’ strana, e poi quasi alla fine dell’ultima ora, mentre avevamo educazione fisica, mi è svenuta tra le braccia, in quel momento subito mi spaventai e prendendola in braccio l’ho portata velocemente in infermeria, dove fortuna volle che il termometro era rotto e l’infermiera era andata velocemente a comprarlo, quindi sono rimasto con lei finché non ha ripreso i sensi e quando l’infermiera è arrivata mi ha ordinato di portarla a casa e di non farla sforzare

“Non mentire. Sei bianca come un fantasma, e si vede che sei debole” la rimprovero, ho paura che svenga un’altra volta, e poi si vede che sta male, ha pure i brividi di freddo

“Sei troppo apprensivo” sussurra per non farsi sentire, ma io la sento lo stesso

“Anche tu lo sei con me. Comunque tieni il mio giubbotto” gli dico mentre con la mano lo prendo da sedile dietro e glielo porgo

“Grazie. Comunque spero che sia passeggera non voglio rimanere a casa mentre voi siete in gita” mi dice e se lo mette sulle spalle mentre fa un piccolo broncio

“Tranquilla se per quel giorno non ti è passata, non parto neanche io e rimango a farti compagnia” gli dico sorridendole, è troppo buffa

“Non ti preoccupare per me. Ti devi divertire, non restare con me se dovessi rimanere qui”

“Ti passerà ne sono sicuro. Domani sarai di nuovo in ottima forma” l’incoraggio felice e lei mi guarda divertita

“Certo che mi passerà” ride.

Appena arriviamo davanti a casa Swan la sorreggo fino all’entrata e poi ,dopo che sua madre ci ha aperto, l’accompagno in camera sua e la faccio distendere mentre sua madre porta il termometro e le medicine, nel frattempo ne approfitto per giocare un po’ con la piccola Ally; Solo dopo un’oretta e quando vedo che sta un po’ meglio e si è addormentata decido di lasciare casa sua e di ritornare alla mia.
Arrivo tranquillo, non si arrabbiano se gli dico il vero motivo per cui sono stato fuori casa per un’ora, quando invece dovevo già essere a casa a fare i compiti e tutto quello che dicono loro, quando arrivo a casa trovo un silenzio innaturale mentre vedo Emmet e Alice tenersi il broncio a vicenda

“Successo qualcosa?” chiedo confuso a Rose e Jazz mentre loro sono divertiti

“Non preoccuparti piccolo litigio tra fratelli, e da stamattina che non si parlano più” mi dice Jasper con una pacca sulla spalla

“Sai una cosa Ed?” mi chiede Rose un po’ ironica dopo che si è avvicinata e io la guardo confusa

“No, cosa?” chiedo curioso

“Mi sa che solo tu puoi riuscire a farli riappacificare” mi sussurra e io guardo il divano dove sono seduti, Emmet e seduto alla sinistra di Alice mentre in mezzo a loro c’è ancora uno spazio libero, e annuendo mi vado a sedere in mezzo a loro

“Ehm, ehm.. Ragazzi non mi chiedete com’è andato il compito?” chiedo innocente guardando verso Emmet

“E Storia?” richiedo questa volta guardando Alice, ma loro non accennano a girarsi

“E non mi salutate neanche? Bene, mi ritengo offeso” e facendo un finto tono offeso incrocio le braccia, intanto il mio pubblico ride, e con la coda dell’occhio vedo le espressioni dei miei fratelli cambiare e poi guardarmi con gli occhi, mentre senza farmi vedere sorrido trionfante

Dieci ….
Nove ….
Otto …, vedo le loro gambe che si mettono dritte
Sette …
Sei …, li sento sospirare
Cinque …
Quattro …., le loro braccia si muovono, e le mani si aprono
Tre …., i loro occhi continuano a guardarmi sicuri
Due …
“Ti vogliamo bene fratellino” e dopo dieci secondi vengo circondato dalle braccia dei miei fratelli, in un secondo mi metto a ridere

“Anch’io ragazzi”

E poi sono loro quelli più maturi, no?




Holàààà!!!!!
“Eccomi e scusatemi per il grande ritardo, spero mi potete perdonare. Purtroppo i problemi sono sempre quelli scolastici aggiunti a quelli familiari. Spero di poter postare presto il prossimo cappy”

“Ehy autrice, ho una barzelletta da raccontare. Posso?”
“Va bene Em. Ed per te va bene?”
“Certo, basta che sia piccola”
“Tranquillo. Allora un’automobilista viene fermato dalla polizia, e il poliziotto chiede al guidatore: “ La cintura?”; Il guidatore risponde “Non ne ho bisogno grazie, i pantaloni mi stanno già stretti””
“Carina”
“Simpatica”
“Allora qualche anticipazione?”
“Posso solo dire che nel prossimo capitolo succederà qualcosa di brutto, poi non dico altro”

“Brutto?? O noooo. Spero di leggere subito il prossimo cappy sono curioso”
“Anch’io. Comunque grazie a tutte per le recensioni”
“Al prossimo cappy che spero di postare presto”
“Kiss”

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Capitolo 33
*** Allarme ***


                                                                                                      Allarme


(Pov Edward)

Inizio Flashback

“State scherzando vero?” chiesi spaventato,non poteva essere vero

“Vorrei scherzare Ed, ma purtroppo non è uno scherzo, credici.” mi dice mio fratello desolato

Ormai era sera ed’eravamo a tavola a mangiare, tutti tranne papà e la futura moglie, e mi avevano appena detto quello che gli ha detto il dottor Swan, sono rimasto scioccato dalla richiesta, pensavo che per la prima volta potevo comportarmi come uno studente che può andare in gita, ma invece sono rimasto di nuovo fregato dalla mia malattia

“Ma…. No, vi rendete conto di quello che state dicendo?” dissi di scatto arrabbiato, davvero pensavano li avrei ascoltati? Sarei andato pure di nascosto in gita se non me l’avessero permesso

“Si Edward. Ed’è la cosa migliore per te” mi risponde mia sorella irremovibile, io li guardavo confuso, stranito

“Scordatevi che resto a casa, è la mia prima gita, per la prima volta posso comportarmi da persona normale e guardare un posto Europeo in pace, invece che per le visite, come ho sempre desiderato” li guardo e mi soffermo soprattutto su mio fratello che è seduto vicino a me

“Molto probabilmente anche il prossimo anno ci sarà una gita di questo genere Ed” cerca di farmi capire Emmet, ma questo era uno dei problemi, il tempo era un problema per me

“E chi ti garantisce che ci arrivo al prossimo anno? Chi ti garantisce che potrò stare meglio di così?” grido furioso alzandomi di scatto, volevo divertirmi, avevo già programmato cosa visitare quando ci avrebbero lasciato da soli, non vedevo l’ora di visitare la città con i miei amici e specialmente con Bella

“Ed, capisco che la cosa non ti faccia piacere, ma se starai male lì come farai?” mi chiede Emmet pacato, alzandosi e fronteggiandomi, non mi piaceva quando prendevano le cose con calma

“Eddy sai che non ti priveremo mai del divertimento, pure se in questi giorni l’abbiamo fatto con la punizione, ma è per il tuo bene, aspetta solo fino a Giugno e se andrà tutto bene faremo le vacanze estive in Europa dovunque vuoi tu e faremo venire pure Bella” mi promette Alice, non avevo detto ancora a nessuno quello che mi aveva detto il dottor Swan, solo Bella lo sapeva, solo noi tre sapevamo che poi avrei dovuto fare un’altra operazione il prossimo anno

“Aspettare….” penso dubbioso e chiudo gli occhi, se si riusciva a sistemare tutto durante la prima operazione sarebbe stato bello, e se potrò continuare a vivere sarebbe fantastico, ma perché aspettare?

“Allora?” mi chiede subito Alice

“Fallo pensare” l’ammonisce Jasper mentre sento Emmet sedersi, solo dopo un paio di minuti riapro gli occhi e li guardo uno per uno

“E va bene non partirò, ma guai a voi se non mi farete andare alle gite dell’anno prossimo e quest’Estate, se sarò ancora in vita, deciderò io con chi fare le vacanze e dove farle, quindi non rompete” gli dico e poi lascio la cucina, con lo stomaco ormai chiuso dalla tristezza.

Fine Flashback

Pensare a quel giorno mi fa ancora rabbia, quella stessa sera chiamai Bella per accertarmi delle sue condizioni e per dirle della mia non partenza, subito mi disse che sarebbe rimasta ma, pure se c’ho messo tre ore, sono riuscito a convincerla a partire.
Ed’ora sono all’aeroporto, ho voluto accompagnarla io, all’inizio dovevano venire logicamente anche i signori Swan ma poi hanno preferito salutarla a casa, e sono sicuro che hanno fatto così per farci restare un po’ soli

“Se vuoi rimango con te. Non ti voglio abbandonare” mi dice triste abbracciandomi mentre stiamo per raggiungere gli altri, anche i miei amici, Ben in particolare, ci sono rimasti male ieri quando gli ho detto che non partivo

“No piccola, vai e divertiti” gli dico stringendola a me, mi mancherà moltissimo ne sono sicuro, ma credo che per una settimana, forse, riuscirò a stare senza lei

“Ti voglio sentire per messaggio ogni giorno, e anche per telefono se è possibile” mi ordina sicura e io rido della sua espressione corrucciata

“Va bene, non ti preoccupare” gli dico e continuo a stringerla, perché sembrava che il mio cuore, già malridotto di suo, si stava spezzando in mille pezzi?

“Ti mancherò vero?” mi chiede e vedo delle lacrime iniziare a uscire dai suoi occhi

“Moltissimo, e io?”

“Moltissimissimo. Non voglio partire senza di te” singhiozza e si rifugia nel mio abbraccio

“Ci vedremo presto, sarà solo una settimana” la consolo

“Conterò giorni, ore e minuti, per vedere quanto manca per ritornare da te” continua a piangere e io prendo il suo viso tra le mani

“Ogni volta che ti manco alza lo sguardo e ricordati che siamo sotto lo stesso cielo,e ricordati che pure se siamo lontani di corpo non lo siamo di cuore” gli sussurro fissandola intensamente

“ Vicini di cuore” ripeté guardandomi e lasciandole il viso le faccio spostare lo sguardo sulla collanina che le ho regalato e che si mette ogni giorno, intanto sento i professori chiamare tutti i ragazzi che si erano sparsi per l’aeroporto, segno che dovevano partire.
Mentre ha ancora gli occhi abbassati, da cui vedo le lacrime che riescono, la riabbraccio a me e avvicino la mia bocca al suo orecchio.

“Mi mancherai moltissimo, sarà dura restare senza di te per una settimana, però ricorda che tu non sei sola. Ti ho affidato il mio cuore quando mi sono innamorato di te, e ora tocca a te prendertene cura,mentre lui continuerà a battere dentro al tuo” quanto vorrei partire, andare con lei, ma non posso, ho dato la mia parola

“Lo custodirò gelosamente, e ricordati che il mio,invece, è nelle tue mani”

“Fatti sentire” le dico staccandomi e baciandola

“Anche tu, è stai attento” mi sussurra mentre le nostre labbra si toccano, ogni volta che la bacio è come se vedessi il paradiso, come farò a non toccarla per sette giorni?

“Vai e divertiti. Hai tutto? Anche in valigia?” le chiedo preoccupato

“Si, tranquillo. Mi manchi solo tu” e dopo che mi bacia per l’ultima volta la vedo raggiungere gli altri con lo zaino in spalla.

Seguo i suoi movimenti e dopo che ha fatto vedere il biglietto mi guarda un’altra volta e mi manda un bacio mentre io le faccio l’occhiolino, aspetto lì finché non vedo l’aereo, quello che penso sia il loro aereo, partire.
Solo dopo un po’ decido di lasciare l’aeroporto e triste mi dirigo verso la macchina, per oggi avevo deciso di prendere la macchina di Emmet,a un certo punto mentre ero entrato in strada, che stranamente in quel momento era vuota, mi sentì come se qualcosa non andava, era come se tutto il mio corpo mi stesse dicendo di stare attento a quello che facevo, e sentivo degli strani formicolii da tutte le parti cominciando dalle mani;
Tanto per essere sicuro presi il telefonino e composi il numero di Carlisle, volevo essere sicuro che non fossero avvertimenti per un’altra crisi, fu mentre stavo aspettando la risposta che all’improvviso sia gambe che braccia si paralizzarono di colpo, la vista iniziava a offuscarsi e solo dopo aver perso il controllo della macchina la mano con cui stavo guidando si liberò dalla paralisi e così cercai di evitare l’impatto contro il muretto di lato;
Purtroppo l’impatto avvenne, pure se sbattei violentemente la testa al volante, le altre parti del corpo, che erano ancora paralizzate, non sembravano aver subito danni

“Edward?!” la voce del dottore rispose al telefono che nell’impatto mi era scivolato ai piedi, purtroppo però non riuscivo a muovermi e neanche a parlare, la vista intanto stava completamente scomparendo mentre una fitta mi arrivò dritta al cuore

“Edward?!!” la voce ora mi pareva preoccupata ma non riuscivo a capire più bene quello che diceva, so soltanto che a un certo punto non capì più niente e mentre guardavo le macchie di sangue, cadermi dalla testa sui pantaloni ,persi i sensi.


(Pov Carlisle)

“Edward, ci sei?” richiesi, mi stavo preoccupando nel non avere una sua risposta

Sapevo che a quest’ora doveva essere di ritorno dall’aeroporto dopo aver accompagnato mia figlia, ma non sapevo dove poteva essere adesso, così chiusi la chiamata forse non mi poteva parlare o era caduta la linea.
Solo dopo una quindicina di minuti mi decisi a chiamare a casa sua, se fosse stato per la linea o per altro mi avrebbe richiamato, e non mi sembrava un ragazzo che fa certi scherzi

“Pronto?” mi rispose una voce femminile

“Pronto, buongiorno sono il dottor Swan” risposi educato

“Ah dottor Swan buongiorno. Vuole che le passi mio marito o mia cognata?” mi chiede sempre gentile

“No grazie, per caso Edward è tornato?” chiedo con un po’ d’ansia

“No mi dispiace, e da un po’ che proviamo a chiamarlo per chiedergli se passava a prendere delle cose del supermercato, ma non ci risponde” mi dice dispiaciuta, e io mi preoccupo, ancora non era tornato?

“Capisco, quando torna fatemi chiamare” mi raccomando

“Va bene. Arrivederci” mi risponde e chiude, appena chiudo un sospiro mi esce e mi appoggio alla sedia, a quest’ora doveva già essere a casa e non può essere ne con Bella ne con i suoi amici dato che sono partiti da sedici minuti

“Dottor Swan è appena arrivato un ragazzo in gravi condizioni, venga presto” mi dice un’infermiera aprendo subito la porta, e io mi alzo subito e la seguo.
Appena raggiungo la sala operatoria guardo chi è il ragazzo, e dopo un minuto di shock, mi avvicino al lettino e mi rivolgo all’infermiera che mi aveva chiamato

“Vada subito a chiamare casa Swan e gli dica che il fratello è stato portato qui” gli ordino e lei esce subito.


(Pov Emmet)

Da quanti minuti eravamo arrivati in ospedale, cinque, dieci, o di più!!

Sto camminando davanti alla sala operatoria da quando sono qui, sono molto preoccupato, non pensavo che sarebbe andata a finire in questo modo e se lo sapevo sarei andato con lui in macchina, Alice intanto e seduta in braccio a Jasper e sta piangendo mentre Rose cerca di alzarle il morale.
Già mi ero preoccupato quando il dottore aveva chiamato a casa per parlare con Ed, e poi dopo minuti la chiamata dall’ospedale che ci ha fatto precipitare qui, la mia macchina era stata portata dal meccanico,pure se non c’erano danni gravi, ma quello era il mio ultimo interesse in confronto alla salute di mio fratello

“Emmet” una voce femminile mi arriva alle spalle e quando mi giro vedo la signora Swan con la figlia raggiungerci

“Buongiorno” rispondo educato

“Come sta Edward? Appena ho saputo sono venuta subito” mi spiega preoccupata, e io le sorrido grato, sapevo che è anche merito suo se Edward in questo periodo è stato felice

“Non lo sappiamo ancora” gli rispondo soltanto monotono e guardando la porta della sala operatoria

“Ma com’è successo?” mi chiede prendendo in braccio la figlia

“Non lo sappiamo. Abbiamo saputo solo che chi ha chiamato l’ambulanza è stato un guidatore dell’altra corsia” gli spiego e lei annuisce per poi avvicinarsi a Alice. Io intanto riprendo a fare avanti e dietro sempre più impaziente, quando finalmente la porta si apre e il dottor Swan ci raggiunge

“Allora?” chiediamo tutt’insieme mentre si toglie i guanti

“Ha subito un leggero trauma cranico …” dice soltanto ma capisco che c’è qualcosa che non va

“E poi? Sta bene vero?” gli chiede subito Alice precedendomi e lui ci guarda triste

“Mi dispiace ragazzi non pensavo che una cosa del genere sarebbe successa subito. Vero per non farla succedere si doveva provare a curare la malattia fin da quando è stata scoperta però non è stato così e quindi dovevo stare più attento” sospira e io sbarro gli occhi, che stava dicendo?

“Mi scusi ma credo di non capire” sussurro e scrollo la testa

“Quando questo genere di malattia inizia a diventare grave, accade che a un certo punto il corpo della persona si paralizza e che quindi il malato non si può più muovere” ci spiega e intorno a me si crea il silenzio

“Intende dire che mio fratello sarà paralizzato per sempre?” chiedo incredulo

“No, non per sempre. Solo finché non sarà operato molto probabilmente. Ma come vi ho già detto l’operazione si deve fare a Giugno per forza, non si può fare prima” continua a spiegarmi, perché sembra che le parole si siano bloccate in gola?

“E cosa si deve fare?” chiede Jasper al mio posto, menomale che certe volte c’è lui

“Lo voglio tenere in ospedale fino all’operazione, purtroppo in seguito a questa paralisi ,oltre che ci sarà un indebolimento del corpo molto più forte rispetto a prima, ci sarà anche l’assenza continua di fame e sonno, e questo implicherà il fatto di fargli numerose flebo. L’unica cosa che per il momento può fare tranquillamente è quella di parlare e vedere, pure se man mano che s’indebolirà queste cose che può ancora fare andranno a scomparire” finisce di spiegarci e sento Aly crollare a terra, scossa dalle lacrime, e Rose che mi abbraccia da dietro

“Carlisle non si può fare altro per lui?” gli chiede Esme, pure lei con le lacrime agli occhi

“No, l’unica cosa che posso fare e seguirlo giorno per giorno senza sosta. Comunque vorrei che qualcuno di voi resti con lui tutto il giorno, non voglio che resti da solo” ci dice e io annuisco per poi guardarlo

“Va bene. Possiamo entrare?” gli chiedo e lui annuisce

“Si” mi risponde e così prendendo Alice la trascino insieme a me verso la stanza.

Quando entriamo lo vedo subito, man mano che mi avvicino vedo che la sua pelle è bianco pallida mentre i suoi occhi non sono più di quel verde splendente di una volta, subito apre gli occhi e ci guardo stanco accennandoci un sorriso debole

“Non lo dite a Bella, si deve divertire” ci dice subito e io annuisco, intanto Alice si è seduta vicino a lui e lo accarezza piano

“Non glielo diremo tranquillo, però quando tornerà lo deve sapere” gli dico e mi seggo anch’io vicino a lui, vedo i suoi occhi spostarsi dubbiosi su noi due

“Che c’è Ed?” gli chiede Alice confusa e vedo una lacrima uscire dagli occhi di mio fratello

“Non mi lascerete da solo adesso che sto male, vero?” ci chiede innocentemente

“Certo che no” gli risponde Alice rimettendosi a piangere

“Mai” gli rispondo invece io, mentre per la prima volta  una lacrima esce anche dai miei occhi.

Non ho mai pianto per nessuno, anzi l'unica volta che ho pianto è stato solo al funerale di mia madre, poi per il resto non ho più versato neanche una lacrime, e adesso, dopo diciasette anni, l'ho fatto per mio fratello.



Holààà

“E rieccomi qui. Dal prossimo capitolo i Pov si alterneranno da Bella ai fratelli Cullen. Nel prossimo capitolo vedremo all’inizio Bella nel suo terzo giorno di gita e poi ……. Ma ci saranno anche capitoli un po’ commoventi anche sull’infanzia dei fratelli Cullen, e li vedremo all’opera con Edward. Come si comporteranno Emmet e Alice con il fratello? Come andrà la gita di Bella? E come si comporterà lei quando ritornata in paese saprà quali sono le condizioni dell’amato? E soprattutto riuscirà Edward a sopravvivere fino a Giugno? Se volete dare una risposta, seguite i prossimi capitoli”
“Autrice che bella introduzione per i prossimi capitoli, mi complimento. Comunque tanti auguri”
“Buon compleanno autrice. Devo dire che con questo capitolo mi sono un po’ commosso”
“Senti ma nella storia non si parlerà della seconda operazione?”
“Allora prima di tutto grazie per gli auguri. Secondo si che si parlerà, ma della seconda operazione si parlerà solo dopo la prima. Ora dobbiamo solo aspettare”
“Va bene, allora ci vediamo al prossimo capitolo. E grazie per le bellissime recensioni”
“ Speriamo di leggere i vostri commenti”
“Alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 34
*** Shopping ***


                                                                                                        Shopping



(Pov Bella)

“Allora ragazzi, come avevamo già deciso in questi altri tre giorni sarete liberi. Ma con delle condizioni: primo, si esce alle nove e si torna in albergo entro le sette di pomeriggio; Secondo, nessuno dovrà mai andare in giro da solo, e se qualcuno si perde o ci sono problemi chiamateci; Terzo, solo perché siete liberi, e qui non vi conosce nessuno, non vuol dire che dovete combinare disastri e se lo veniamo a sapere i colpevoli non parteciperanno alle prossime due gite. Tutto chiaro?” ci chiede la professoressa, siamo tutti fuori l’albergo e stiamo aspettando che i prof ci lascino definitivamente

“Si” rispondiamo in coro e poi con un cenno ci lasciano andare, io sono con Ben e Angela, e insieme decidiamo di andare verso La Rambla

Ieri, e l’altro ieri, abbiamo fatto delle guide turistiche con i professori, ma tutti aspettavamo questo momento con ansia, prima anch’io non vedevo l’ora di essere libera per girare Barcellona, ma adesso non vedo l’ora di tornare a casa

“Ragazzi è ora delle compere” grida Angela trascinandomi sulla strada

“Vedete di non comprare tante cose, non voglio andare in giro trasportando milioni di buste” si lamenta Ben e noi ridiamo

“Ma non lamentarti almeno hai qualcosa da fare” gli dico io prendendolo in giro, mentre mi fermo davanti a un negozio di vestiti

“Si certo,come no” dice sarcastico

“Bella guarda quel vestito giallo, come ti sembra?” mi chiede subito Angy indicandomi il vestito giallo esposto in vetrina, era un vestito lungo, tutto compatto, e le spalline, che giravano intorno alle spalle, erano a palloncino

“Carino. Ti piace?” gli chiedo stupidamente, era chiaro che gli piacesse, lo stava guardando con ammirazione

“Moltissimo. Ho deciso lo prendo per il ballo di fine anno” dice tutta contenta, e prendendomi dalla mano entra dentro

“Senza speranze” sento dire da Ben prima che la porta si chiuda.

Mentre vedo Angela provare il vestito, e cercare le scarpe, mi guardo intorno curiosa, fu quando guardai davanti a me che rimasi affascinata: era un vestito blu, arrivava fino alle ginocchia e aveva una specie di cintura, sempre blu, sui fianchi le spalline invece erano quelle che si legavano intorno al collo,ne sono sicura quel vestito è perfetto per me

“Bella. Ehy sveglia” solo dopo un paio di minuti mi riscuoto e vedo Angy passarmi una mano davanti agli occhi

“Dimmi” gli dico subito e lei sbuffa mentre vedo che tiene delle buste

“Ho detto che possiamo uscire, sempre se tu non devi prendere qualcosa” mi dice e cerca di guardare cosa ha preso la mia attenzione

“Ti dispiace aspettarmi, voglio provare subito quel vestito” gli dico e mi allontano senza sentire la sua risposta, quando entro in camerino ho pure delle scarpe nere con il tacco che mi ha dato la commessa

“Angy come ti sembra?” gli chiedo dopo un po’ uscendo e lei mi guarda sorpresa, io intanto mi giro verso lo specchio

“Ti sta benissimo. Vedrai che lascerai Edward imbambolato con questo vestito” dice scherzando e io sorrido mi stava davvero benissimo, l’avrei messo al ballo di fine anno per il mio cavaliere, e poi devo dire che il vestito si abbina meravigliosamente alla cuore della collana

 “Lo prendo” sentenzio subito e in una quindicina di minuti sono già fuori il negozio gongolante mentre tengo stretta a me la busta

“Guarda tu. Mi raccomando e al primo negozio che vedono escono fuori con quattro buste” si esaspera Ben e io rido

“Guarda che nessuno ti ha obbligato a stare con noi” lo rimprovera Angela, intanto entriamo tra le bancarelle mischiandoci alla folla, camminando mi guardo intorno e un sacco di cose mi attirano, specialmente una bancarella dove vendono braccialetti e cinturini

“Arrivo subito, vado a vedere quegli scoiattoli” ci dice Angela andando nella bancarella di fronte, mentre io continuo a guardare i cinturini, e ne prendo uno blu scuro dove sopra c’è scritto “ti amo” in spagnolo

“Cuànto cuesta?” chiedo alla signora anziana davanti a me, non credo che se avessi parlato nella mia lingua mi avrebbe capito, la signora mi guarda amorevolmente e me lo prende dalle mani

“Los costos de 5 “ mi risponde, e io annuisco, non costava molto e per fortuna avevo fatto il cambio di soldi

“ok, voy a tomar” gli dico per farle capire che lo prendevo, ma prima che lo potesse mettere nella bustina gli e ne porgo un altro uguale

“aquì està a usted y gracias” mi dice porgendomi la busta con i cinturini e ringraziandola mi allontano con Ben in cerca di Angela, che è completamente scomparsa

“Perché ne hai presi due?” mi chiede curioso e io lo guardo con fare ovvio

“Mi sembra ovvio, uno l’ho preso per il mio ragazzo” gli rispondo, lui mi aveva già regalato qualcosa d’importante ma io non avevo ancora trovato niente che gli potesse andare bene, e pure se è una cosa minima in confronto al regalo che mi ha fatto lui, ci tengo lo stesso a farglielo

“Ma dov’è finita?” esclama preoccupato e anch’io continuo a guardarmi intorno

“Forse ha visto qualcosa ed’è entrata in un negozietto” gli dico ci avviamo verso uno dei vicoli

“Meglio cercarla”

“Facciamo così. Tu la cerchi da queste parti e io partendo da questo vicolo guardo in tutti i negozi. Tra massimo una quindicina di minuti ci vediamo davanti alla statua di Colombo in fondo alla Rambla” gli dico e annuendo si allontana mentre io prendo il telefonino che ha iniziato a squillare

“Pronto?” rispondo subito, senza neanche guardare il numero

“Tesoro,sono io. Come stai?” la voce dolce di mia madre mi arriva felice e io sorrido

“Tutto bene. Voi?” gli chiedo subito, da quando sono qui solo una volta li ho sentiti, almeno loro si sono fatti sentire al contrario del mio ragazzo

“Tutto a posto. Come va la gita? Da oggi vi lasciano liberi vero?” mi chiede sempre contenta “Si, va tutto bene. Ho già fatto qualche acquisto”

“Bene. A proposito ti saluta Alyson. E ti saluta anche tuo padre, è da quando sei partita che è giorno e notte in ospedale per lavoro” mi dice e sento la tristezza nella sua voce, e io m’incuriosisco, come mai mio padre è stato per tre giorni interi in ospedale?

“Capito, salutameli. E comunque, per caso hai notizie del mio ragazzo? Mi ha promesso che ci saremmo sentiti ed’è da quando sono arrivata che provo a chiamarlo ma ha il telefono sempre chiuso” gli chiedo un po’ arrabbiata, aveva promesso che ci saremmo sentiti, e pure se lo chiamo io lui ha il telefono chiuso, possibile che solo perché me ne sono andata per una settimana si è già dimenticato di me?

“No, Bella, l’ho sentito ieri per vedere come stava” mi dice solamente dopo un attimo di silenzio, e oltre che ha preoccuparmi m’insospettisco, perché mi ha risposto dopo un po’?

“Perché è stato male? È adesso sta bene?” gli chiedo subito preoccupata, omettendo la perplessità, era inutile avere dubbi e poi m’interessa più la sua salute che l’esitazione di mia madre

“Si, sta bene. Ma tuo padre vuole che si riposi e che non si muova da casa. Ma non ti preoccupare, anzi ieri mi ha detto di salutarti quando ti sentivo” mi dice pure se nella sua voce sento sempre tristezza, ma che stava succedendo lì a Forks?

“Va bene, poi proverò a richiamarlo. Ora devo chiudere”

“Va bene, mi raccomando stai attenta” si raccomanda subito

“Ok, tranquilla” gli dico e poi chiudo stranita

Mio padre che è da tre giorni in ospedale senza tornare a casa, mia madre che ha esitato prima di rispondermi sulla salute del mio ragazzo, Edward ha il telefonino chiuso e, pure se acceso, ogni volta che lo chiamo non mi risponde, ma che sta succedendo?
Mentre cammino ,ancora in sovrappensiero, qualcuno mi prende il braccio e mi fa fermare, subito un sorriso mi compare pensando che siano i ragazzi

“Ehy non avevamo detto che ci vedevamo davanti alla statua?” gli chiedo girandomi, ma il sorriso si gela quando davanti a me vedo Black

“Ciao tesoro” mi saluta solamente sorridendomi e io indietreggio

“Che vuoi tu?” chiedo fredda

“Vieni con me” mi dice soltanto e con la forza mi trascina in un vicolo buio

“Lasciami idiota” gli grido e spero che qualcuno intervenga, ma sembra che nessuno ci nota

“Tranquilla coniglietta” mi dice e mi sbatte contro un muro

“Lasciami” gli continuo a gridare, perché nessuno sentiva le mia grida?

“Tranquilla tra poco ci divertiremo” e bloccandomi mette le sue labbra sulle mie, qualcosa mi fa pensare a quello che potrebbe fare mentre vedo le sue mani andare sotto la mia felpa, e cerco di allontanarlo

“Ho detto di lasciarmi deficiente” gli grido e mollandogli uno schiaffo lo sposto, solo che per colpa della mia goffaggine inciampo e sbatto violentemente la testa contro il muro

“Ora sei tutta mia” sento dirgli

“Edward … … aiutami” solo il suo nome mi esce dalle labbra mentre vedo Black avvicinarsi e riposare le labbra sulle mie, e da lontano vedo qualcosa di nero avvicinarsi frettolosamente


(Pov Alice)

“Alice?” la voce di mio fratello mi arriva alle mie spalle mentre io chiudo un po’ la finestra

“Dimmi” gli rispondo guardandolo, come ha detto il dottore non riesce proprio a muoversi e infatti se siamo lontani da lui ci guarda con la coda dell’occhio

“Ho sete” mi dice solamente mentre mi avvicino e sospiro sconsolata

“Eddy io ti faccio bere lo sai, però prima oltre che hai vomitato sei pure svenuto” gli dico, ricordandomi quello che era successo due ore fa

“Voglio riprovarci, non voglio che il mio corpo vinca” mi dice testardo, già la voce ha iniziato ad’affievolirsi rispetto a tre giorni fa, e io suoi occhi si stanno schiarendo

“Va bene, ma se poi stai male, ti accontenterai delle flebo” gli dico e metto un po’ d’acqua nel bicchiere, poi prendo la sua testa e gliela alzo con una mano mentre con l’altra inclino il bicchiere

“Allora?” gli chiedo preoccupata quando allontano l’acqua e, mentre continuo a tenergli la testa alzata, chiude gli occhi per poi riaprirli subito

“Aly ….busta” dice subito e velocemente gli metto la busta davanti alla bocca che, in un secondo, ributta fuori tutto

“Te l’ho detto io” cerco di scherzarci mentre lo faccio distendere ma la sua risposta viene bloccata dalla porta che si apre velocemente

“Che è successo?” chiede Emmet allarmato

“Ha riprovato a bere” gli spiego e lui sospira un po’ sollevato

“Cavolo, mi stava venendo un infarto quando vi ho visti in quel modo” dice soltanto, mentre vedo comparire anche Rosalie e Jasper che viene ad’abbracciarmi

“Come va?” ci chiede in generale Rose

“Come ieri e stamattina” gli rispondo solamente mentre vedo che il mio fratellino sta girando gli occhi

“Mi serve un foglio” dice e ci fa rimanere sorpresi, io guardo Emmet preoccupata e sorpresa

“E a che ti serve?” gli chiede lui completamente allibito

“Devo scrivere una cosa importante” ci risponde e ci sorprende, non può muoversi, è paralizzato dalla testa ai piedi, eppure vorrebbe scrivere?

“Ma Ed non ….” cerco di ricordargli pure se non riesco a finire la frase

“Lo so che non posso muovermi. La scriverete voi per me, frase per frase, appena mi verrà l’illuminazione” ci spiega e ci guarda supplicante

“Che dobbiamo fare?” gli chiede Jasper avvicinandosi pure lui al letto dopo aver preso una penna e un foglio, spuntato da chissà dove

“Scrivete le frasi che vi dico quando mi usciranno” ci dice soltanto e annuiamo, non ci costava niente scrivere per lui almeno ci possiamo rendere utili

“Ok. Ma ci dici cosa devi scrivere?” gli chiede Emmet anche un po’ divertito e Ed accenna un sorriso

“Una poesia” risponde solamente e mentre io e Rose ci guardiamo sorridendo, dato che avevamo già capito cosa voleva fare, Emmet rimane sorpreso

“E per chi?” gli chiede confuso

“Per Bella, logico no?” chiede perplesso e noi ridiamo mentre Em inizia a ridere con un minuto di ritardo.

E mentre ridiamo mi rendo conto che l’unico che non ride è proprio il mio fratellino che ci guarda felice per quanto gli è possibile, e ora capisco, lui la poesia la vuole scrivere davvero, però ha approfittato della situazione per alleggerire l’atmosfera
Come al solito pensa prima a noi che a lui, ma le cose stanno cambiando e l’unica cosa che posso fare è stargli vicino come fanno gli altri.


(Pov ???)

“E ora che si fa?”

“Lasciamolo stare, sta già male di suo” rispondo, la mia voce risuona nel buio della stanza, mentre vicino si sentono le onde del mare agitato

“Secondo me, dobbiamo fare in modo che la situazione peggiori”

“Per me lo possiamo lasciare così intanto sta già male di suo e potrebbe morire”

“Calmatevi o tutto sotto controllo. Se l’operazione gli dovesse andare bene, userò il mio asso nella manica” penso a voce, sicurissimo, non l’avrebbe passata liscia per quello che mi ha fatto

“Dici davvero che verranno?”

“Si. Si verranno tutti e sei” rispondo convinto

“E saranno davvero guai grossi”

“Molto grossi, non avrà pace”

“Ragazzi ora basta parlare, ora dobbiamo fare altro invece che pensare a quel moscerino insignificante” e inizio a ridere, qualunque cosa succederà non è importante perché è già tutto pronto anche per dopo, sempre se ci sarà



Holààà!!!!
“Ed’eccomi prometto che in queste vacanze proverà ad’aggiornare più spesso. E ringrazio chi mi ha seguito fino ad’adesso, secondo voi di chi sarà l'ultimo pov?”

“Autriceeeee Eddy è andato in vacanza con Bella e mi ha lasciato da soloooo”
“Dai Em, Edward ritornerà presto”
“Lo so, ma mi mancaaaaaa”
“Scusate per Emmet. Spero di leggere le vostre recensioni e Buon Natale a tutti”
“Autrice non mi prendere in giro. Comunque buon Natale a tutti”
“Alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 35
*** Ricaduta ***


                                                                                         Ricaduta


(Pov Bella)

Strano come avessi perso il senso delle cose, come poi non mi sono più accorta di nulla su quello che stava succedendo,su come non avessi più avuto la minima reazione al bacio di Black, pure in questo momento non sento niente, anche se sotto di me sento qualcosa di morbido invece che di ruvido come il pavimento, sicuramente mi avrà portata da qualche altra parte dove avrebbe potuto usarmi a suo piacimento.
La paura mi bloccava, non riuscivo a muovermi, ad’aprire gli occhi, non volevo vederlo mentre mi faceva del male e so che non riuscirò a sfuggirgli questa volta, poi all’improvviso sento una voce dentro di me, una voce che mi fa ribattere il cuore che pensavo si fosse fermato


“Mi mancherai moltissimo, sarà dura restare senza di te per una settimana, però ricorda che tu non sei sola” recitò la sua voce nella mia testa e,come se fossi tornata indietro di tre giorni, vedo il suo volto davanti al mio che mi sorride triste e incoraggiante, i suoi occhi mi fissano con l’intento di darmi coraggio, quel coraggio che sono sicura stava cercando anche per se stesso, e le sue mani che mi accarezzavano delicatamente Io non sono da sola, lui è con me, è dentro di me, e finché ci ameremo saremo sempre insieme nonostante la lontananza, così presa dalla sicurezza dei miei pensieri apro gli occhi per poi rimanere confusa: che ci faccio in una stanza d’ospedale?
Subito mi metto seduta, e mi guardo intorno, dove noto che su gli altri letti ci sono altri malati, non riuscivo a spiegarmi il motivo per cui ero lì, possibile che forse è stato tutto un sogno?

“Bella, finalmente” la voce di Angela mi arriva sollevata dalla porta mentre sento Ben chiamare i professori “Angy che è successo?” gli chiedo mentre lei si avvicina

“Non ti ricordi?.... Black ti stava per violentare, ma per fortuna Richard e la sua nuova ragazza stavano passando da lì e hanno sentito le tue grida” mi spiega e ora capisco, ancora una volta qualcuno mi aveva salvata, e se stavo bene era solo grazie ai miei amici

“Capito e Black? Che fine ha fatto?” gli chiedo curiosa mentre mi alzo dal letto, per fortuna sono ancora vestita, e quindi vuol dire che non devo restare per la notte in ospedale

“L’ha scampata come sempre. I professori dicono che non abbiamo prove e che può essere che tu hai solo sbattuto la testa e comunque hanno deciso che ne parleranno il giorno dopo il nostro rientro a scuola” finisce di spiegarmi e io sospiro, come al solito se la cava alla grande

“Be, almeno è andato tutto bene” sospiro mentre noto che nella sedia vicino a me ci sono le cose che avevo comprato

“Infatti. Stai bene?” mi chiede preoccupata, e io le sorrido ringraziandola della domanda, so che è molto preoccupata per me insomma se non fosse stato per Richard a quest’ora Black mi aveva già violentata

“Si. Comunque che ore sono?” gli chiedo mentre vedo che fuori il cielo inizia a scurirsi

“Ormai sono le otto di sera, hai dormito tanto. Il dottore dice che è per lo shock, comunque abbiamo già chiamato i tuoi genitori” mi dice e io mi spavento, se lo sanno i miei genitori può essere che adesso lo sa anche ….

“Oh no!” sospiro terrorizzata

“Che c’è?” mi chiede spaventata e io la guardo

“Ti rendi conto di quello che potrebbe succedere? Se la notizia arriva a Edward …… Miseraccia se lo viene a sapere, non solo farà di tutto per venire qua, ma sono sicura che pur di voler uccidere Black si caccerà nei guai” gli spiego, spero solo che quando lo verrà a sapere i suoi fratelli riusciranno a fermarlo prima che faccia qualche pazzia

“Bella sei incredibile” mi dice Angela iniziando a ridere e io la guardo confusa “Che hai?”

“Ma ti rendi conto: sei stata quasi violentata, sei in ospedale, e ti preoccupi che Ed possa venire qui e cacciarsi nei guai solo perché vuole uccidere Black?” continua a ridere e pure se imbarazzata le sorrido, io non sono normale, ma non ho mai detto di esserlo

“Comunque tu dov’eri finita?” gli chiedo subito cambiando argomento e lei mi guarda dispiaciuta

“Scusa e che avevo visto un negozio interessante e mi sono dimenticata di avvisarvi che entravo, ma non l’ho fatto apposta”

“Però non lo fare più” gli dico solamente e lei annuisce

“Signorina Swan” la professoressa entra nella stanza seguita da Ben

“Professore” saluto con un cenno, guardando verso il basso

“Come sta?” mi chiede

“Bene, grazie”

“Sia chiaro la prossima volta stia attenta” mi rimprovera e io annuisco

“Va bene, mi scusi” rispondo e intanto mi alzo definitivamente e prendo le mie cose

“Ho parlato con i suoi genitori, hanno mandato a dirle di chiamarli appena si sentiva bene” finisce di dirmi e poi esce seguita da noi.

Usciti chiamo subito mia madre che, appena mi risponde, inizia subito a farmi un milione di domande su come stavo, e altre mille raccomandazione, intanto Ben e Angela ridono della mia faccia che sicuramente fa vedere l’esasperazione

“Va bene, starò più attenta te lo prometto” sospiro scocciata, ma perché l’hanno chiamata per dirglielo

“Tesoro stai più attenta mi raccomando. Comunque mi sono appena ricordata di darti il messaggio che mi ha detto di dirti Edward” mi dice e io mi blocco, un messaggio da parte sua? E perché non mi ha chiamato? Oppure, perché non mi ha scritto?

“Quando l’hai sentito?Che ti ha detto?” gli chiedo subito mentre ci sediamo sul taxi che ci riporterà all’albergo

“Subito dopo che ti ho chiamato sono andata a trovarlo. Comunque ti manda a dire di ascoltare la canzone “Domani”dei Finley” mi risponde subito e io rimango un po’ confusa, chissà perché mi manda a dire di ascoltare questa canzone “Va bene.

Come sta? Gli è venuta qualche altra crisi?” gli chiedo e la sento sospirare

“Non ti preoccupare c’è tuo padre con lui. Ora devo andare mi chiama la piccola. Stai attenta mi raccomando” e appena finisce di parlare mi chiude la telefonata mentre io rimango imbambolata, perché mi ha risposto in quel modo?

Devo tornare a Forks a tutti i costi, forse mi fanno partire se compro un biglietto, oppure chiedo a mio padre se mi viene a prendere o se mi da il permesso di tornare subito da sola….
Ma devo tornare assolutamente a Forks, sta succedendo qualcosa di brutto, lo sento!!
Quando arriviamo entriamo in silenzio e dopo aver preso le chiavi della camera, io sono solo con Angela in camera, salgo le scale in silenzio finché, preoccupata del mio silenzio, Angela mi guarda

“Bella è successo qualcosa?” mi chiede quando entriamo e si siede insieme a me nel mio letto

“Sono preoccupata per Edward” ammetto sospirando e lei mi prende una mano

“Perché? Che gli è successo?” mi chiede subito e io gli spiego tutto

“Vedi penso che gli è successo qualcosa di grave però, sicuramente, ha detto a mia madre di non dirmi niente, perché sennò è impossibile che non mi ha ancora chiamata e che mi manda a salutare tramite mia madre invece di chiamarmi lui” finisco di spiegargli velocemente

“Capito, o forse può essere che ti preoccupi troppo e che è per questo che ti sembra tutto strano” mi dice e io sospiro un’altra volta

“Può essere” dico soltanto però non ne sono convinta, secondo me è davvero successo qualcosa

“L’hai sentita la canzone?” mi chiede per cambiare un po’ discorso, e infatti come uno scatto prendo subito il mio telefonino e vado su youtube

“No,non ancora. La vuoi sentire con me?” gli chiedo e lei annuisce mentre io trovo la canzone, e mentre mi concentro la musica si diffonde


"Quante volte ancora troppe volte ti dovrai svegliare e leggere i saluti che ti scrivo prima di partire?
Quanti quei momenti in cui hai bisogno della mia presenza e cerchi dalla tua finestra la mia auto in lontananza?
Ma stasera non c’è sappi che rivolgo ogni mio pensiero a te
Domani ripartirò ricorda di non dimenticare, mille o più chilometri non potranno scioglierci
Domani ripartirò inutile dire che fa male, ma rende incantevole ogni istante che passo con te
Forse a volte avrai dipinto tele senza alcun colore spazi bianchi dove raccontare questo tuo dolore
Forse è dalle lacrime che nasce l’opera migliore, forse quei dipinti tu non me li vorrai mai mostrare
Ma non chiedo il perché sappi che rivolgo ogni mio pensiero a te
So solo che un luogo non c’è dove tu sia assente, sei costantemente viva in me
Domani ripartirò ricorda di non dimenticare, che mille o più chilometri non potranno scioglierci
Domani ripartirò inutile dire che fa male, ma rende incantevole ogni istante che passo con te
Sognami che io farò lo stesso e ci potremmo rincontrare In un mondo di cui nessun altro sa le coordinate ti darò la chiave , lì ti aspetterò
Lì ti cercherò, li ti aspetterò
Domani ripartirò ricorda di non dimenticare che mille o più chilometri non potranno scioglierci
Domani ripartirò inutile dire che fa male, ma rende incantevole ogni istante che passo con te."

Più che la musica mi piacevano molto le parole della canzone, ed’erano perfette per noi in questi giorni, e poi mentre ascoltavo la canzone immaginavo lui davanti a me che cantava

“Ehy che fai piangi?” la voce gentile di Angy mi fa aprire gli occhi, mentre mi accorgo che davvero sto piangendo

“No, mi sono solo un po’ emozionata” gli rispondo mentre mi asciugo e alzandomi mi alzo dal letto e mi affaccio dalla finestra

“Arrivo subito, vado da Ben a riprendermi il telefonino che per sbaglio gli ho lasciato e ritorno subito” mi dice e annuisco mentre la sento uscire, intanto fisso le stelle luminose e aprendo la finestra sento un venticello fresco

“Se sono salva non è solo merito dei ragazzi ma è anche stato merito tuo, perché tu sei sempre con me” sussurro guardando il cielo e sperando che senta le mie parole, davanti agli occhi mi compare la sua faccia sorridente e senza accorgermene alzo una mano verso le stelle

“Bella che fai? Dobbiamo scendere” la voce della mia amica mi ridesta dai miei pensieri e io mi giro subito verso di lei

“Arrivo” gli dico e rigirandomi verso la finestra guardo un’altra volta le stelle

“Quattro giorni. Solo quattro giorni e sarò di nuovo da te amore mio” sussurro e poi esco dalla camera, spero solo che questi giorni passino in fretta.


(Pov Emmet)
Il mattino dopo

“Buongiorno” la voce di mia moglie mi arriva allegra mentre entro in cucina, il tempo di fare colazione e avrei dato il cambio a Alice in ospedale

“Buongiorno, il latte l’ho fatto adesso bello caldo” mi dice baciandomi ma appena prendo la tazza e la porto alle labbra il telefonino squilla: Alice

“Pronto sorellina?” rispondo subito

“Emmet vieni subito. Edward ha una specie di crisi o qualcosa del genere, ti prego vieni” mi supplica e la sento piangere mentre in sottofondo sento dei gemiti di dolore, intanto mollando la tazza mi alzo e facendo segno a Rose che gli avrei spiegato subito dopo corro verso la macchina

“E il dottor Swan?” gli chiedo preoccupato

“Sono appena andati a chiamarlo. Ti prego sbrigati” continua a dirmi e sento la sua voce un po’ incrinata

“Sto arrivando” dico soltanto e poi premendo l’acceleratore parto in quarta per l’ospedale. Quando arrivo mi dirigo di corsa verso la camera di mio fratello, e entrando subito vedo solo degli infermieri che tengono mio fratello attaccato al macchinario dell’ossigeno, e vicino mia sorella che tiene la mano di mio fratello

“Emmet” mi chiama e la sento sollevata quando si accorge di me, io intanto mi avvicino di corsa e solo in quel momento mi accorgo che dall’altra parte del lettino vicino alla testa di mio fratello c’è il dottor Swan che sta sussurrando qualcosa a mio fratello

“Che è successo?” chiedo appena il dottor Swan si alza e mi guarda

“Possiamo dire che è una crisi causata da un attacco di panico. Purtroppo sempre grave date le circostanze ma poteva andare di peggio”mi spiega

“Ma un attacco di panico causato da cosa?” gli chiedo serio e confuso

“Un incubo, qualche pensiero o ricordo che lo coinvolge troppo e che non è bello. Quando ho detto che non sarebbe riuscito a dormire, intendevo il fatto che i suoi sogni sarebbero sempre stati incubi che non l’avrebbero più fatto dormire tranquillo” mi spiega e io annuisco

“Però questo ha aggravato di un altro po’ le sue condizioni, vero?” gli chiede Alice e lui annuisce

“Dobbiamo stare attenti. Se succede di nuovo chiamatemi” ci dice e poi si allontana seguito dagli infermieri

“Dottore e l’ossigeno?” gli chiedo indicando la mascherina che ha ancora mio fratello e lui mi sorride leggermente

“Verrò a togliergliela io, per il momento lasciamogliela” mi dice e poi scompare mentre io mi seggo sulla sedia

“Alice esci fuori a prendere un po’ d’aria e a riposarti,ci sono io ora. Anzi se vuoi torna pure a casa, e poi viene fra qualche oretta” dico a mia sorella e pure se esitante lei annuisce e esce

“Emmy” la sua voce mi raggiunge debole mentre abbasso gli occhi e lo vedo guardarmi con occhi semichiusi

“Ehy fratellino, ci hai fatto spaventare” gli dico scherzando e pure se nascosto dalla mascherina vedo un debole sorriso spuntargli

“Ho sognato …” inizia a dirmi ma un colpo di tosse lo blocca, sempre un po’ più debole proprio come ha detto il dottore

“Cosa?” gli chiedo per farlo continuare, l’unico modo per tranquillizzarsi dopo aver fatto un incubo era quello di parlarne

“Che Bella moriva e tu ed’Alice mi raggiungevate e vi arrabbiavate dicendomi che anche lei era morta a causa mia com’è successo a mamma” mi racconta e io sospiro

“Ed lo vuoi capire che non è stata colpa tua se mamma è morta, tu non centri assolutamente niente, chiaro? Finiscila di colpevolizzarti, e poi Bella sta bene,si sta divertendo e tra pochi giorni vi rivedrete” cerco di rassicurarlo, poteva sembrare forte quanto voleva, però è sempre il più insicuro in certi casi

“Emmet ma davvero mi avete perdonato?” mi chiede e io gli accarezzo la fronte

“Certo scemo, e da diciassette anni che ti abbiamo perdonato, quindi tranquillizzati e non pensarci più” gli sorrido incoraggiante e poi chiude gli occhi sicuramente stremato

“Emmet?” mi chiama ad’occhi chiusi e io lo guardo

“Dimmi” gli dico per fargli capire che l’ascoltavo

“Rivoglio Bella”



Holàààà
“Ed’eccomi qui con un altro capitolo. Anticipo solo che nel prossimo cappy Bella ritornerà a Forks. E adesso, dato che anche Emmet è andato in vacanza, vi saluto e spero di leggere i vostri fantastici commenti. Alla prossima e Buon Anno”

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Capitolo 36
*** Ritorno e ricordi ***


                                                                                      Ritorno e ricordi


(Pov Emmet)

“Dottor Swan, potrei farle una domanda?”

Stavo andando di nuovo in camera da mio fratello, ma prima di arrivare vidi Carlisle uscire e venirmi incontro salutandomi, erano passati tre giorni da quando Ed ha avuto l’ultima crisi e mi era venuto uno strano dubbio in testa

“Certo chiedi pure” mi risponde cortese mentre si ferma a guardarmi

“Ha detto che ci sono problemi fisici. Ma con il fatto che sta peggiorando, potrà avere pure problemi mentali? Ad’esempio dire cose strane, oppure la sua mentre ritorna a essere quella di un bambino?” gli chiedo curioso, da come mi aveva spiegato era una malattia fisica però sapevo, anche un po’ per esperienza, che certe malattie fisiche portavano anche a grossi problemi psicologici

“Ottima domanda, e per fortuna posso darti una risposta esatta adesso. Vedi dallo stesso giorno che è stato ricoverato ho iniziato a fare numerose ricerche, anche per informarmi di più su un argomento di cui ho sentito parlare poco, ma comunque ne ho fatte molte, ho chiamato anche molti dottori ,che avevano avuto esperienza con qualche loro paziente tanti anni fa, e ne ho parlato con loro. Da tutto questo è emerso, oltre a quello che vi ho detto, che ,man mano che il paziente sta in ospedale e il suo corpo inizia a indebolirsi, la sua mente inizia a regredire alla mente di un bambino. Ma di questo ancora non ci dobbiamo preoccupare, ancora è passata una settimana da quand’è qui dentro, diciamo che dovremmo iniziare a preoccuparci più o meno verso metà Giugno” mi spiega pensieroso e io annuisco

“Dottore ma l’operazione potrà essere pericolosa per lui?” gli chiedo subito e lui mi guarda triste, subito mi preoccupo, di solito è rassicurante

“Emmet ti rispondo sinceramente. Fino ad’oggi non l’ho voluto dire chiaramente perché c’era tuo fratello o Bella davanti a me quando lo dicevo, ma mi sembra giusto che tu sappia la verità” dice sospirando

“Quale?” gli chiedo terrorizzato, con Carlisle abbiamo avuto tutti delle speranze per quanto riguarda Edward ma ora….

“Quest’operazione ,dopo tutto quello che è successo, potrà essere difficile, non per spaventarti, ma dobbiamo contare sulla forza fisica di tuo fratello. Se facciamo l’operazione adesso, come ho già detto, potrebbe andare malissimo,per questo abbiamo preso la decisione di farla tra un mese…..” inizia ma si blocca non sa se proseguire

“Ma allora qual è il problema?” gli chiedo appoggiandomi al muro

“Il problema è la preparazione. Il fatto che tuo fratello abbia iniziato a lottare contro la malattia da quand’è qua, non aiuta, so che siete stati consigliati male, però mo sarà molto più difficile. Il suo fisico non è molto pronto per una cosa del genere, ecco perché spero che resista fino a Giugno” finisce di spiegarmi

“Quindi mi sta dicendo che se il suo fisico non regge, lui potrebbe ….” non riuscì neanche a finire la frase, per la paura di quello che avrei detto

“Se il suo fisico non regge, tuo fratello potrebbe morire anche prima dell’operazione” finisce la frase al posto mio, meno male che non ne abbiamo parlato davanti a Ed e Alice

“Ma ha detto che molte altre persone hanno avuto questa malattia. Le loro operazioni come sono andate?” gli chiedo subito senza abbandonare la speranza, ma lui invece di rispondermi abbassò gli occhi e io capì lo stesso

“Capito..” rispondo solamente guardando da un’altra parte

“Emmet questo non vuol dire di certo che dobbiamo abbandonare le speranze. Anzi dobbiamo sperare che possa andare sempre meglio” e io annuisco, intanto vedo un’infermiere correre verso di noi

“Dottor Swan è richiesta immediatamente la sua presenza in sala operatoria” gli dice subito

“Arrivo. Emmet passo più tardi a controllare tuo fratello prima di andare all’aeroporto. Ma se succede qualcosa fammi chiamare” mi dice e mentre annuisco lo vedo allontanarsi velocemente, intanto la porta dietro di me si apre e la faccia di Rosalie compare

“Emmet vieni, Edward si sta iniziando ad’agitare e non so come calmarlo”mi dice, oggi pomeriggio lei è venuta con me in ospedale, e abbiamo dato il cambio a Jasper e Alice, che ci raggiungeranno più tardi

“Subito” dico soltanto ed’entro, il dottore è stato chiaro ieri dovevamo fare in modo che non si agitasse per cercare di evitare ulteriori crisi

“Stava dormendo, appena ha iniziato ad’agitarsi sono venuta a chiamarti” mi dice mentre io mi avvicino e stringo il braccio di mio fratello,la paralisi non gli permetteva nessun movimento ma i suoi gemiti di dolore si sentivano benissimo

“Eddy calmati, non è successo niente, è solo un incubo, tranquillo è tutto a posto” cerco di rassicurarlo mentre gli accarezzo la testa

“Non …” cerca di dire sempre scosso da gemiti, da quello che sapevo i suoi incubi erano gli stessi che ha avuto tre giorni fa

“Tranquillo è solo un sogno, solo un sogno” gli ripeto, e lo vedo calmarsi poco a poco

“Solo …. un … sogno” sussurra a se stesso e poi apre gli occhi lentamente

“Vedi è tutto a posto” gli dico incoraggiante e lui mi fa un piccolo sorriso, sta per chiedermi qualcosa quando la porta si apre all’improvviso, subito guardo chi è, e con mia grande sorpresa si tratta di …… mio padre?

“Tu che ci fai qui?” gli chiedo subito alzandomi lui ci sorride ironico dalla porta

“Sono venuto a vedere come vanno le cose” dice scrollando le spalle e io rimango spiazzato

“Ma davvero?” chiedo ironico mentre vedo Tanya comparire al suo fianco

“Dai Emmet non fare così. È vostro padre, mi sembra logico che si preoccupi” dice lei e io la fulmino con lo sguardo

“Tanya prima di tutto stanne fuori. Secondo quello che dovrebbe essere mio padre è solo un’egoista, ipocrita, idiota e bast..”

“Emmet!” mi sgrida mia moglie prima che possa finire la parola, e ha ragione non si dicono parolacce in presenza di minori e qui c’è ne sono due, uno e mio fratello e l’altro è mio figlio

“Vedo che hai una grande considerazione di me, ma sono pur sempre tuo padre” mi dice ridendo e io lo guardo male

“Dico davvero che ci fai qui?” gli chiedo gelido

“Sono venuto a dare un’occhiata, ma vedo che state benone quindi posso tornare tranquillamente a casa. Comunque dopo domani arrivano i parenti di Tanya che come ben sapete parteciperanno al matrimonio, quindi spero li tratterete bene” ed’ecco che la rabbia arriva alle stelle, intanto vedo Rosalie che cerca di distrarre Edward in altri modi pur di non fargli sentire quello che nostro, sfortunatamente, padre potrebbe dire

“E secondo te io mi preoccupo dei tuoi stupidi ospiti, quando ho altro di più importante a cui pensare” gli chiedo arrabbiato , ma che ha in quel cervello?

“Vattene da qui” gli dice subito la voce di mia sorella mentre la vedo comparire con Jazz, da dietro di lui, intanto papà resta spiazzato

“Alice ciao, almeno spero hai sentito tutto” gli dice fintamente gentile

“Si ho sentito tutto, e ora voglio che tu te ne vada da qui, con la tua cara moglie” gli dice gelida, era la prima volta che la vedevo rispondere in questo modo a nostro padre

“Aly” sento Ed chiamarla e con la coda dell’occhio lo vedo sorridere verso nostra sorella che subito si precipita da lui

“Eccomi, te l’ho detto che sarei tornata presto” gli dice baciandolo sulla fronte e io sorrido davanti alle loro espressioni è da quando sono qui che non li vedo felici come lo sono adesso

“Che quadretto commovente, sarebbe bello restare qui a guardarvi per sempre, ma credo che il per sempre non si possa usare in questi casi vero?” fa Tanya fintamente commossa per poi girarsi verso mio padre, io intanto capisco a cosa allude

“Hai ragione cara mi sa che in questi casi non si può usare nessuna parola temporale lunga” dice ridendo e in quel momento m’incavolo come si deve

“Come vi permettete” sussurro gelido, sono sicuro che la mia espressione si è indurita

“A fare cosa?” chiede papà fintamente innocente

“Uscite da qui, subito” dice al mio posto Jasper, forse per evitare che esplodessi completamente

“Non si urla, e non si litiga, in ospedale. Quindi se proprio dovete ,uscite subito” dice Rosalie

“Va bene, va bene, ce ne andiamo. E noi che siamo passati per una visita di cortesia,se sapevamo di questo vostro comportamento non venivamo” dice fintamente indignato

“Era meglio se non venivate proprio” gli dico io e dopo avermi guardato male escono dalla stanza.

Poi mi giro e vedo Alice parlare allegramente mentre Ed l’ascolta, credo che abbia fatto così in modo che tutt’e due si distraessero,poi vedo Jasper prendere quel foglio e scrivere quello che gli aveva sussurrato Ed, e da quando ci ha chiesto il foglio che ci fa aggiungere ogni giorno una nuova frase, intanto fuori vedo il cielo che sta iniziando a oscurarsi, segno che ormai siamo al momento del crepuscolo

“Manca poco” afferma Ed chiudendo gli occhi e facendo un piccolo sorriso, guardando la sua espressione mi fa tornare indietro nel tempo, quando nostra madre aveva annunciato che mancava poco alla sua nascita

“A cosa?” gli chiediamo io e Aly confusi, tutti lo stiamo guardando curiosi, pure se io sono anche un po’ preoccupato

“Mancano poche ore” continua a dire enigmatico e io mi avvicino

“Eddy per cosa mancano poche ore?” gli chiede Jasper e lui apre gli occhi di scatto, subito rimango senza fiato i suoi occhi …… sono completamente cambiati!!!

“Bella sta tornando!!” dice sorridendo come solo gli era concesso, e io sospiro, per fortuna non era quello che stavo pensando

“Certo, e vi rivedrete presto” lo rassicura Alice anche lei sollevata, mi sa che io e lei abbiamo fatto lo stesso pensiero, perché quel giorno, di tanto tempo fa, non solo ci ha portato una bella notizia ma anche una brutta ………


Inizio Flashback

“Alice, Emmet scendete siamo arrivati” ci dice nonna Sharon

Io scendo subito, e prendo mia sorella per mano, anche perché ha dieci anni, e dato che io ne ho due in più la devo sorvegliare, nonno e nonna ci raggiungono subito e insieme entriamo dentro l’ospedale

“Se non correte potete andare in camera da vostra madre, voglio parlare un secondo con il dottore che farà nascere vostro fratello” ci dice nonno

“Va bene, però andiamo da mamma” gli dice Alice e poi mi tira, subito raggiungiamo il terzo piano e la camera dove si trova nostra madre da una settimana

“Mamma” gridiamo insieme felici, lei ci guarda amorevole

“Tesorini miei” ci saluta felice mentre abbassa la testa per darci un bacio

“Stai bene?” gli chiedo io preoccupato, il suo viso è diventato pallido e mi sembra che sta più male di ieri

“Sto benissimo non vi preoccupate” ci dice e poi la vediamo prendere un bicchiere e bere il liquido che c’è dentro

“Che cos’è?” gli chiede Aly e lei ci sorride come sempre

“Una medicina, vostro padre me l’ha portata ieri sera e mi ha detto di berla che ci farà bene” dice e con la mano si accarezza il pancione

“Ma perché papà non viene?” gli chiede  Alice, ogni volta che lo chiedeva a me io non rispondevo, che gli dovevo dire? Che nostro padre non ci vuole bene?

“Vostro padre è impegnato con il lavoro, piccoli. Non vi preoccupate, vi vuole bene” ci rassicura ma io non le credo

“Si, certo” sussurro

“Emmet!!” mi rimprovera con lo sguardo ma poi vedo il suo viso farsi sofferente e subito mi allarmo

“Mamma che hai?” gli chiedo subito andandogli più vicino

“Manca poco. Il vostro fratellino sta per nascere” e parlandoci ci prende le mani e le mette sul pancione

“Davvero?” gli chiede Alice subito felice, ma come per risposta a questa domanda sentiamo un colpetto sotto le nostre mani

“Sentite, vi sta salutando” sussurra e noi ridiamo al secondo colpetto che sentiamo

“Gli siamo simpatici” afferma Alice

“Certo, vi vuole già bene, e spero gli e ne vorrete anche voi” ci dice lei

“Gli vorremo sempre bene” gli rispondiamo in coro e lei ci fa uno dei suoi sorrisi splendenti, mentre i suoi occhi verdi ci guardano trasmettendoci amore

“Alice esci a vedere se da queste parti c’è un dottore? Stai attenta e non allontanarti” si raccomanda subito prima che Aly annuisce e esce, io la guardo confuso ,di solito manda me

“Tesoro ascoltami. Non so se dopo che vostro fratello nascerà io ci sarò ancora, ma ….” Inizia a dirmi ma io la blocco subito

“Mamma che stai dicendo? Certo che ci sarai” la rimprovero, non poteva non esserci

“Tesoro ascoltami e non interrompermi. Come ti ho già detto non so se dopo ci sarò. Però mi devi fare una promessa, importante” mi dice e io annuisco, capisco perché ha mandato Aly fuori, voleva parlare solo con me e non fare preoccupare lei

“Dimmi” rispondo soltanto

“Qualunque cosa succeda, promettimi che proteggerai Alice e Edward, sei il più grande e so che ce l’ha puoi fare” mi dice e io annuisco

“Ma papà? Hai detto che lui ci vuole bene?” gli dico io per ricordargli quello che ci aveva detto, e lei sospira preoccupata

“Hai già capito la verità Em, non per niente l’hai capita tu, da solo, l’anno scorso e me l’hai detto uno dei tanti giorni che tu eri ancora in ospedale. Proteggili pure da lui, molto probabilmente sarete solo voi tre, gli unici su cui potrete contare sono solo i vostri nonni. Capito?” mi chiede e io annuisco

“Si. Ma tu ci sarai” gli dico determinato e lei sorride

“Sarò sempre nei vostri cuori” mi dice accarezzandomi ma prima che possa dire qualcosa entrano i dottori che la portano via.

Passano tre ore da quando hanno portato mia madre in sala parto, siamo seduti nelle sedie davanti alla stanza dove portano i bimbi appena nati, pure se l’entrata da qui non si vede, nonna e seduta in mezzo a noi che ci dice di stare tranquilli mentre nonno sta facendo avanti e dietro per il corridoio, all’improvviso esce un dottore e subito ci alziamo

“Allora come stanno?” chiede subito mio nonno “Mi dispiace la signora è morta” ci dice e mentre io rimango scioccato, Alice inizia subito a piangere e si abbraccia a nonna

“Com’è successo?” sento chiedere ma è l'unica cosa che sento, non riesco a credere, che lei, la persona migliore del mondo, quella che mi faceva sempre le coccole, che pure se mi rimproverava poi scherzava sempre con me, che pure dopo che è nata mia sorella mi dava sempre tutto l’amore che poteva, e che è stata giorno e notte con me in ospedale quand’ero ricoverato sia morta, mi aveva avvisato prima ma io non ci credevo non può essere

“Emmet?” mi chiama Alice un po’ confusa è la prima volta che mi vede piangere e poi si butta anche tra le mie braccia mentre nonna abbraccia pure me, io mi scanso subito e guardo il dottore

“Il bambino come sta? Come sta mio fratello?” gli chiedo subito e sospira, io lo guardo serio

“Il bambino è vivo. Però le sue condizioni sono gravi, e non so per quanto riuscirà a vivere” ci dice e nonno si alza subito dalla sedia dove si era seduto

“E non si può fare niente per lui?” gli chiede subito

“Questa che ha colpito il piccolo, è una malattia rarissima. Non so se si può fare qualcosa” ci dice dispiaciuto , non poteva morire anche lui, almeno lui deve restare in vita, non voglio che muoia

“Emmet dove stai andando?” mi chiama nonno ma io vado direttamente dall’altra parte della porta e senza fermarmi entro nell’ostetricia

Quando entro vedo tutte le infermiere girare intorno a una incubatrice, dove dentro vedo un bambino, piccolissimo, che si muove, i pochi capelli che si vedono sono biondicci, ma subito capisco che è lui quando mi avvicino, mia madre un giorno mi aveva fatto vedere una sua foto di quand’era appena nata, e questo bambino le assomigliava in modo incredibile

“E tu che ci fai qui? Non può entrare” mi dice un infermiera e io la guardo triste

“La prego mi faccia restare, quello è mio fratello” gli dico indicandolo e lei mi guarda triste e annuisce

“Va bene, ma faccio un’eccezione solo per te” mi dice e mi fa avvicinare, mi dice che se voglio posso toccargli la manina se metto la mano dentro un buco e io lo faccio, appena gli tocco la manina il piccolo smette di muoversi e vedo le sue labbra formare una specie di smorfia

“Visto ti ha riconosciuto. Mi puoi dire qual è il suo nome, così lo scrivo per farlo riconoscere” mi dice sempre gentile, io intanto continuo a guardarlo, sono diventato per la seconda volta fratello maggiore, e ora che mamma non c’è più devo mantenere la mia promessa

“Edward. Edward Anthony Cullen”rispondo e felice continuo ad’accarezzargli la manina, sono sicuro che man mano che i giorni passeranno assomiglierà sempre di più a nostra madre, ma non gli vorrò bene solo per questo, gli vorrò bene soprattutto per che lui è……. Il mio fratellino!!!

Fine Flashback

“Terra chiama Emmy” la voce di Alice mi entra nelle orecchie mentre io mi risveglio dal torpore dei ricordi

“Dimmi” rispondo subito e vedo Jasper e Rosalie disperarsi

“Mentre tu dormivi è passato il dottor Swan. Ha detto che la situazione è sempre la stessa” mi dice e mi guarda come a rimproverarmi che non ero attento

“Va bene. Stavo pensando”

“E la prossima volta stai più attento” mi grida nell’orecchio, io intanto guardo Ed, non mi ero accorto che si era addormentato

“Da quanto dorme?” gli chiedo e lei sbuffa

“Allora vedi che  dormivi. Da dieci minuti” risponde sbuffando e sedendosi

“Bene” rispondo soltanto e poi mi seggo anch’io, non pensavo di riuscire a ricordarmi bene quel giorno, e invece l’ho ricordato perfettamente.


(Pov Bella)

Finalmente stavamo prendendo le valigie, e tutt’insieme stavamo uscendo dal gate, è stato un viaggio piuttosto tranquillo, e non vedevo l’ora di arrivare, Angela e Ben ridono e dicono che semmai non vedo l’ora di baciare Ed, e pure se smentisco mi dico che hanno ragione, non vedo l’ora di vederlo

“Bella ci sono i tuoi genitori” mi dice Angy e io li vedo salutarmi, mentre io inizio ad’andargli incontro, pure se sono triste, pensavo che veniva pure Lui a prendermi all’aeroporto

“Sorellona” grida Ally venendomi in braccio, e io la stringo forte, mi era mancata molto pure lei

“Ciao, piccola” gli dico felice e poi raggiungiamo i miei genitori, dopo i saluti andiamo verso la macchina

“Sei felice di essere tornata?” mi chiede papà e io gli sorrido

“Molto, e non vedo l’ora di tornare a casa” gli dico felice, mentre lo vedo un po’ stanco, forse è per i troppi turni, ma gli chiederò tutto quando sarò a casa

“E non vedi l’ora di baciare Eddy vero?” mi chiede Ally innocente e io arrossisco, non ha torto

“Si, pure per questo” dico un po’ in imbarazzo e li sento ridere

“Dai, ora che sei tornata lo puoi vedere sempre” mi dice mia madre, e io annuisco, anche a lui devo fare numerose domande

“Non possiamo passare un secondo da casa Cullen? Così lo saluto?” gli chiedo dopo che abbiamo posato la valigia in macchina e prima che entriamo

“Tesoro Edward non è casa” mi dice mamma triste e io non capisco, ma se è stata lei a dirmi che Ed era rinchiuso in casa

“E ora che tu sappia la verità” mi dice mio padre e io lo guardo confusa

“Che è successo?” chiedo preoccupata, allora avevo ragione che dietro c’è qualcosa d’importante

“Vedi la mattina che sei partita, Ed stava tornando a casa ma a un certo punto ha fatto un incidente” mi spiega e io sbarro gli occhi

“Un incidente?” gli chiedo allarmata

“Si, però non ha ricevuto nessun danno dall’impatto, solo che…” s’interrompe forse per vedere che stavo facendo, ma io stavo pendendo dalle sua labbra

“Continua ti prego” lo supplico ormai con le lacrime che stavano spuntando

“Il suo corpo si è paralizzato completamente. Bella le sue condizioni si sono aggravate subito, e ora è in ospedale che non può muoversi e peggiora di giorno in giorno” mi spiega, un sacco di emozioni mi pervadono

“Perché nessuno mi ha detto niente? Ma vi rendete conto, io mi stavo divertendo mentre la persona che amo sta male ed’è in ospedale” grido, perché non me l’avevano detto

“Bella, Edward voleva che tu ti divertissi” mi dice mia madre e ci credo, per lui la mia felicità veniva sempre prima

“Non m’interessa. Dovevo saperlo, e se fosse morto, che avreste fatto?” continuo a gridare

“Bella calmati” cerca di dirmi mio padre e io apro subito lo sportello della macchina

“Portami subito da lui” gli ordino e poi entro, intanto prendo un fazzoletto.

Ecco perché tutto quel mistero, non ci credo, io mi divertivo mentre lui stava male, no, non è giusto, e poi lui deve stare bene non male, e nonostante tutto mi è stato vicino quando avevo bisogno di lui mandandomi dei messaggi tramite mia madre.
Sto arrivando amore, manca poco e sono di nuovo da te.



HOlàà!!
Ed’eccomi qui, sperando di essere stava almeno un altro po’ veloce,anticipo che nel prossimo cappy vedremo Bella e Edward riunirsi da come si nota già in questo capitolo. Alla prossima e Buon anno

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Capitolo 37
*** Forza di volontà ***


                                                                                  Forza di volontà



(Pov Bella)

Siamo appena arrivati in ospedale e senza aspettare che la macchina si fermasse mi sono fiondata subito fuori, e ora sto correndo disperatamente cercando di non scontrarmi con infermieri e malati, ma anche con le famiglie di quest’ultimi, che appena li sorpassavo mi gridavano di non correre in ospedale.
Ora che ci penso non ho neanche chiesto a mio padre qual è la sua stanza,tanto presa dalla preoccupazione che solo adesso mi accorgo che sto girando a vuoto, senza sapere dove andare, sento la voce dei miei genitori chiamarmi e quando mi giro li vedo farmi cenno di raggiungerli

“Seguimi. Però stai tranquilla” mi ordina mio padre e mentre annuisco li seguo,sono ancora arrabbiata con loro però non ho voglia di gridargli contro

“Tesoro, so che sei arrabbiata con noi. Però devi pure capirci” mi dice mia madre guardandomi mentre camminiamo, intanto Ally si sta addormentando in braccio a lei

“Volevo essere informata, già non volevo partire senza di lui, era un vostro dovere informarmi” dico sempre arrabbiata, nonostante tutto mi sono divertita in gita, però pensavo che lui stesse bene

“Noi tutti volevamo che tu stessi tranquilla, avevi bisogno di una piccola pausa. Edward me ne ha parlato il giorno prima della partenza dopo che ti sei addormentata, mi aveva detto che non vedeva l’ora di partire così potevate rilassarvi tutt’e due” mi confessa, ma non dico niente e continuo a guardare davanti a me, a un certo punto, infondo al corridoio del terzo piano, vedo una porta spalancarsi e una figura uscire velocemente, ma mi basta solo un’occhiata per capire che quella figura che si sta avvicinando è Emmet

“Dottor Swan” chiama mio padre avvicinandosi di corsa

“Che succede?” gli chiede e io mi allarmo “Un’altra crisi” gli dice soltanto e poi corrono insieme verso la stanza, io intanto li seguo velocemente, ma appena mi avvicino sento solo dei gemiti di dolore e gli infermieri mi intimano di restare fuori con mia madre

“Non ti preoccupare, ce l’ha farà” mi rassicura mia madre abbracciandomi, ma le parole non mi escono di bocca, tutto si è bloccato, le lacrime che vorrebbero uscire non escono più, non riesco ad’esprimere le mie emozioni, mi sembra tutto inutile

“Vieni un po’ fuori a prendere un po’ d’aria” sento dire dalla voce di Rosalie mentre la vedo uscire con Alice nel suo abbraccio, subito mi alzo e appena Alice mi vede mi abbraccia

“Bella, finalmente sei tornata” dice soltanto

“Come sta?” gli chiedo subito ma guardo Rose

“Tra poco ti faranno entrare” mi dice soltanto e io annuisco, poi mi avrebbe detto mio padre in che condizioni si trovava e quanto è realmente grave

”Non vedeva l’ora che tornassi, sarà felicissimo che sei già qui” mi dice Alice mentre mi sorride, il suo viso è segnato dalla stanchezza, segno dei giorni passati in ospedale e della preoccupazione

“Anch’io sono felice di poterlo rivedere” gli dico soltanto mentre nel frattempo la porta si apre

“Lasciamolo riposare. Intanto vi vorrei parlare” sento dire da mio padre mentre esce con Emmet e Jasper che lo seguono

“Allora?” chiedo subito e tutt’e tre si girano, quasi sorpresi di vedermi davanti a loro, forse si erano dimenticati che sono tornata

“Gli abbiamo dato un po’ di sonnifero così può dormire tranquillamente” risponde papà, e io sto per aprire la porta quando sento la sua mano bloccarmi

“Aspetta Bella. Prima vorrei parlare con voi” mi dice e mentre io lo guardo confusa tutti gli altri si avvicinano

“Ma…..” cerco di obbiettare ma una sua occhiata severa mi fa subito cambiare idea, però voglio entrare non voglio perdere altro tempo “Sedetevi vi prego” ci dice indicando le sedie vicino a noi e automaticamente ci sediamo con gli occhi puntati ancora su di lui

“Tornato nel mio studio, dopo aver controllato vostro fratello oggi pomeriggio, ho chiamato un mio amico dottore che sapevo aveva avuto anche lui a che fare con questo tipo di malattia” inizia a spiegarci e con solo queste parole ha preso la mia totale attenzione così come, ne sono sicura, ha preso l’attenzione degli altri

“E che le ha detto?” gli chiede Alice interrompendolo prima che potesse continuare

“Abbiamo parlato molto del fatto della paralisi, e lui mi ha detto che anche il suo paziente aveva avuto questo problema, ma che solo in tre giorni era riuscito a riprendersi subito, e poteva di nuovo muoversi” continua a spiegarci e un sorriso mi spunta sulle labbra, e vedo spuntare dei sorrisi anche sui visi di Alice e Emmet

“Ma ormai è una settimana che è così. Come può riprendersi?”Gli chiede subito quest’ultimo

“Ci stavo giusto arrivando. Vedete parlando con lui, ho capito che dipende tutto dalla forza di volontà, le medicine non possono aiutare in questi casi, può aiutare solo il fattore psicologico” finisce di spiegarci e io ho capito quello che intende dire, deve essere Ed a voler guarire, è inutile dargli medicine varie se poi non vuole guarire

“Quindi ci sta dicendo che è stato proprio Ed ha dare inizio alla paralisi?” gli chiede confusa Rosalie

“Più che lui, è stato il suo corpo, già stanco e indifeso di suo, ma quello che sto cercando di farvi capire e che dipende tutto da Edward. E ,come ho detto a Emmet oggi pomeriggio, dipende anche dal suo fisico” finisce di dirci e mentre gli altri annuiscono, io mi alzo subito

“Però il suo corpo si sta già indebolendo velocemente”sussurra Aly di nuovo triste e io mi giro subito verso di lei

“Non dobbiamo perdere le speranze” dico senza accorgermene e tutti mi guardano confusi, pure se ,dopo poco, riesco a leggere una strana luce nei loro occhi, sembra …….. felicità?

“Bella ha ragione, Edward ce l’ha può fare. E dopo l’operazione starà meglio” dice Emmet alzandosi e io rimango confusa, forse papà non gli ha ancora detto che si dovranno fare due operazioni a distanza di un anno

“Ah giusto, vi dovevo parlare anche a proposito dell’operazione” dice subito mio padre riprendendo subito la nostra attenzione

“Riguardo a cosa?” gli chiedo velocemente, se non si muovono a farmi entrare giuro che mi metto a gridare

“Vedete vorrei chiedere a questo mio amico se potrebbe venire per il giorno dell’operazione. Non vi dovete preoccupare sarò sempre io a operare vostro fratello, ma dato che lui ha un po’ di esperienza vorrei che venisse e che gli desse un’occhiata prima dell’operazione. Però volevo sapere che ne pensavate, non è d’obbligo che venga, quindi posso chiamarlo, o è meglio di no?” gli chiede guardandoli ma li vedo subito guardare verso mio padre felici

“Dottore la vita di nostro fratello è completamente nelle sue mani, e, sia lui che noi, ci siamo fidati completamente di lei. Quindi se questo vostro amico può aiutarlo, chiamatelo pure, l’importante è che nostro fratello possa vivere” gli dice Emmet

“Vi ringrazio. E poi preferirei farlo vedere, perché è anche la prima volta che insieme a questa malattia si è verificato pure un tumore” dice lui annuendo e io sgrano gli occhi, mi sono dimenticata di dire a mio padre che il mio ragazzo non ha detto niente del tumore ai fratelli, infatti cinque paia d’occhi guardarono mio padre sorpresi

“Tumore? Quale tumore?” gli chiede subito Emmet scioccato, e mio padre mi guarda sorpreso mentre io faccio un piccolo colpo di tosse in evidente imbarazzo

“Edward non vi ha detto che ho riscontrato delle tracce di tumore, per fortuna benigno, sull’altro polmone?” chiede ma guarda sempre me e io nego con la testa

“No, non ce l’ha detto. Ma da quant’è che l’ha saputo?” gli chiede subito Alice preoccupata, amore mio hai fatto una grossa scemata non dicendoglielo

“Da due settimane” gli risponde

“Appena guarirà e starà di nuovo bene, gli conviene diventare invisibile se non vuole che scateni una tempesta” sussurra minaccioso Emmet

“Dai Em, lo sai com’è. Non voleva farvi preoccupare ulteriormente, certo doveva dircelo, ma ormai le cose sono andate così” gli dice Jasper battendogli sulla spalla, io intanto mi rialzo di nuovo ormai impaziente

“Papà …” lo chiamo soltanto e lui lanciandomi solo un’occhiata, mi sorride divertito

“Vai, ti ho trattenuta fin troppo” mi dice ridendo

“Bella?” mi chiama questa volta Emmet mentre ormai stavo aprendo la porta, e con un piccolo sospiro mi giro verso di lui

“Dimmi” gli dico e lui mi guarda serio

“Lo troverai completamente cambiato da quando sei partita. Ma qualunque cosa succeda ricordati che lui è sempre il nostro Edward” mi dice soltanto preoccupato, forse lo preoccupa quello che potrei pensare sul fratello appena lo vedrò

“Non ti preoccupare, qualunque cosa succeda, lui sarà sempre il Mio Edward” gli dico sorridendogli e poi dopo aver preso un lunghissimo sospiro entro.

Entro piano, per non svegliarlo se sta ancora dormendo, e appena lo vedo il mio corpo emette un sussulto, Emmet ha ragione, non sembra più lui: è più magro del solito, pallido come un fantasma, sul viso padroneggia l’espressione di dolore, potrebbe sembrare una statua per com’è fermo se non fosse per i suoni sforzati che gli escono per respirare e per i movimenti, quasi irregolari, del petto ad’ogni presa d’aria.
Appena mi avvicino mi seggo sulla sedia e facendo sempre piano gli prendo una mano pure se ora che ci penso non credo che sentirà la mia stretta per colpa della paralisi, non voglio che si svegli, però da una parte vorrei che si svegliasse e mi parlasse dopo tanto voglio risentire la sua voce;
Quando a un certo punto mi giro verso il suo viso, che pure se sofferente è sempre bellissimo, resto paralizzata a guardare sorpresa due occhi neri come la pece

“Ah” mi esce dallo spavento e lascio subito la sua mano mentre, la mia la porto al petto, quando scioccata capisco che sono i suoi occhi

“Ehy…. Scusa non volevo spaventarti” mi dice a fatica, e io mi do mentalmente della cretina per come ho reagito

“Non… non è colpa tua. Pensavo che dormissi” gli dico riprendendogli la mano, dopo che il momentaneo spavento è sparito

“Mi sono svegliato appena ho sentito la porta chiudersi, ma non capivo se era entrato qualcuno. Comunque se ti sei spaventata lo capisco, non sono proprio un bello spettacolo ora” mi dice scherzando pure se in quegli occhi neri riesco a leggere chiaramente la tristezza

“Mi sei mancato” gli dico, non volevo dirgli altro perché sapevo che poteva interpretare le mie frasi in modo diverso da come volevo le interpretasse

“Anche tu, ogni giorno sempre di più” mi dice

“Dovevo saperlo, era mio diritto sapere che il mio ragazzo è in ospedale, non dovevi dire ai miei di non dirmi niente” lo rimprovero e abbassa gli occhi

“Volevo che ti divertissi, che non ti preoccupassi” mi dice solamente e io lo guardo dolce

“Non lo fare più,intesi?” gli chiedo non spostando i miei occhi dai suoi, lui intanto mi fissa e mi fa un debole sorriso, mi sa che è il massimo che può fare, pure se mi manca moltissimo il sorriso che rivolge solo a me

“Baciami” sussurra e prima che possa dire altro mi fiondo sulle sue labbra, aspettavo solo il momento giusto, e finalmente dopo tanto che aspettavo potevo di nuovo ritrovare le sue labbra

“Non vedevo l’ora di tornare” gli sussurro

“Mi sei mancata amore mio” mi dice per risposta al mio sussurro e sorridendo mi stacco

“Allora com’è andata la settimana?” gli chiedo subito felice, mi è bastato ritrovarlo per sentirmi di nuovo me stessa

“Monotona, e la tua? Raccontami” mi dice solamente e annuendo inizio a raccontargli, omettendo però il fatto Black

“Almeno ti sei divertita, avevi bisogno di tranquillizzarti” dice ma sono sicura che non voleva dirlo a voce, perché appena finisce di parlare mi guarda sorpreso, e dal suo sguardo capisco la domanda

“Si amore, l’hai detto a voce” rispondo alla sua domanda muta e sghignazzo

“Mi fai un piacere?” mi chiede questa volta a voce e io annuisco subito

“Certo”

“Nel cassetto di questo mobiletto c’è un foglio piegato, potresti prenderlo?” mi chiede e senza lasciargli la mano apro il cassetto, subito trovo il foglio piegato e prendendolo chiudo il cassetto

“Non l’ho scritta io, perché …. Be come vedi non posso. Ma le parole sono mie, sono uscite tranquillamente dalla mia mente” mi dice sorridendomi ma io non capisco

“Che intendi? Che vuoi che faccia?” gli chiedo confusa e sento una risata smorzata

“Devi leggerla, questa è una poesia per te” mi dice solamente e io lo guardo sorpresa, poi subito riporto gli occhi sul foglio e inizio a leggere nella mia mente:


Farò della mia anima uno scrigno per la tua anima,
del mio cuore una dimora per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle canta l'eco delle campane;
Ascolterò il linguaggio della tua anima come la spiaggia ascolta la storia delle onde.


“Allora ti piace?” mi chiede dopo un po’ mentre io continuo a guardare il foglio, un sorriso mi esce spontaneo quando lo guardo

“Grazie, è bellissima” gli dico con la voce rotta dall’emozione e lui mi sorride

“Sono contento che ti piacia” mi dice ma la sua espressione cambia subito mostrando un po’ di dolore

“Tutto a posto?” gli chiedo subito allarmata

“Credo di si. È da stamattina che mi sento strano” mi dice confuso guardando in basso, ma non capisco bene cosa sta guardando

“In che senso?” gli chiedo e stringo la sua mano destra che non avevo lasciato neanche mentre leggevo

“Non lo so, e come se ….” Inizia a dire ma viene interrotto da un grido smorzato che esce dalle sue labbra, subito mi alzo e sto per andare a chiamare mio padre se non fosse stato per la sua voce che mi blocca subito

“Aspetta, non è niente” mi supplica e io mi riavvicino

“Non è niente?? Ma stai male!!” lo rimprovero ma sospirando mi risiedo sulla sedia e gli prendo la mano

“Lo so, ma stranamente ora sento la mia ….. mano?” mi dice confuso come me

“In che senso la senti?” chiedo stranita e mi guarda perplesso

“Nel senso che mentre sento tutto il mio corpo bloccato, sento solo la mia mano destra libera, e quel senso di stranezza che avevo da stamattina se ne andato” mi spiega ma io rimango sempre confusa

“Forse sei stanco e ti sembra” sospiro, ma che stava succedendo?

“Bella?” mi chiama allarmato e felici subito dopo pochi secondi e io lo guardo

“Dimmi” gli rispondo per fargli capire che l’ascoltavo

“Ci riesco, pure se solo quella. … ci riesco” continua a sussurrarmi e mi guarda felice

“A fare che?” chiedo subito ma prima che la sua voce mi risponda riesco a capire, la sua mano, quella che sto tenendo, si muove tra le mie e stringe la mia mano

“La mia mano …. Riesco a muoverla”




Holàà!!!
Eccomi con un nuovo capitolo, mi dispiace che neanche questa volta ci sono le conversazioni, ma i ragazzi ritorneranno dalle vacanze dal prossimo capitolo. Ringrazio per i commenti e spero di rileggerne tanti anche per questo capitolo, e con queste semi-belle notizie vi lascio. Alla prossima kiss

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Capitolo 38
*** Decisione importante ***


                                                                                           Decisione importante


(Pov Bella)

“Ed apri la bocca!”

“No” la sua risposta decisa mi arriva roca, mentre io cerco di dargli la medicina per la febbre, che , come aveva previsto mio padre, gli è arrivata due giorni dopo il mio arrivo

“Apri la bocca, la devi prendere” gli dico decisa, con la febbre aveva preso un po’ di colore, ma sono sicura che dopo ritornerà ad’essere di nuovo pallido

“Non ci penso minimamente” mi risponde un’altra volta, e ,se non fosse stato per la paralisi, sono sicura che avrebbe girato la testa dall’altra parte

“Edward Cullen smettila di fare il bambino e apri quella bocca” lo sgrido, ma possibile che doveva comportarsi in questo modo ogni volta che non vuole qualcosa?

“No, non mi piace” e io sbuffo esasperata

“Edward, dopo lo sai che ti faranno la flebo, e poi nello stesso tempo dovrai prendere altre medicine dopo, quindi invece di fare il bambino piccolo, fai il bravo” lo tratto come un bambino, già gli unici liquidi che prendeva erano quelli con la flebo, ma almeno le medicine potrebbe prenderle

“Dammi l’acqua. Senz’acqua non la prendo” mi dice e io lo guardo scontrandomi con degli occhi neri, l’acqua gliela potrei dare ma sei poi vomita subito è inutile, e voglio evitare che stia ancora più male

“Ne abbiamo già parlato ieri con Emmet e Alice” gli ricordo, da quando sono qui ci siamo divisi i turni, mentre io sono a scuola Alice e Jasper faranno la mattina, poi il pomeriggio finché non ritorno da scuola ci saranno Emmet e Rosalie, e poi io fino alle undici di sera, dopodiché mi darà subito il cambio Emmet fino alla mattina

“Amore ti prego” mi supplica e io guardo subito da un’altra parte, non dovevo cedere

“Ancora nessuna sensazione da qualche parte del corpo?” gli chiedo cercando di cambiare discorso e lo vedo un po’ perplesso prima che inizi a rispondermi

“Niente. Mi sa che il mio corpo ha voluto concedermi solo una piccola grazia” dice ironicamente, con un po’ di tristezza nella voce, e io faccio una mezza risata per cercare di alleggerire l’atmosfera

“Non ci dobbiamo dare per vinti, vedrai che otterremo dei buoni risultati” gli dico subito con tono supremo, e mi guarda confuso

“Dobbiamo?” mi chiede scettico, capisco che è scettico dal suono della sua voce, sennò non si potrebbe capire quali emozioni lo pervadono

“Certo, dobbiamo. Insomma quante volte ti devo dire che affronteremo insieme tutto quello che succederà?” gli chiedo esasperata, ancora non si voleva mettere in testa che io l’avrei aiutato a lottare contro la sua malattia, pure se sto bene

“Ma come …” cerca di chiedermi e sento sempre che sta diventando più perplesso

“Intanto per aiutarti devo darti quella medicina. Quindi apri la bocca” gli dico riprendendo la pillola che avevo posato su un tovagliolo nel comodino

“Ho detto di no. Devi darmi l’acqua” si riprende subito

“Amore starai male dopo” gli dico ormai arresa, era impossibile fargli fare una cosa se non voleva farla

“Ti prego voglio riprovare a bere. L’ultima volta che ci ho provato è stato la mattina dopo il tuo ritorno, e forse dopo due giorni è cambiato qualcosa, ti prego” mi supplica triste e io lo guardo, mi sembrava strano vedere il nero al posto del verde smeraldo, come mi sembrava strano vedere un ragazzo come lui immobile in un letto

“Ma…” cerco di ribattere ma poi mi blocco non riuscendo a trovare un modo per fargli cambiare idea

“Ti prego. Se non te la senti di vedermi vomitare chiama tuo padre o qualche infermiere, ma ti prego” continua a supplicarmi, ma quando mi rendo conto di quello che ha detto lo guardo male, come può solo pensare che chiami qualcuno solo perché non voglio vederlo star male?

“Capito, ora proviamo a prendere la medicina con l’acqua. Ma se non va come speriamo, dalla prossima volta la prenderai senz’acqua, promesso?” gli chiedo severa e lui mi guarda deciso.

Prima prendo la pillola e la poso sulla sua lingua nel modo che quando beve la può mandare giù, poi gli alzo la testa mentre gli dico di tenere con la mano, quella funzionante, la busta che gli potrebbe servire in caso di vomito, e poi prendendo il bicchiere glielo poggio sulle labbra e piano ,come se stessi dando da bere a un bambino, lo inclino

“Come va?” gli chiedo preoccupata quando allontano il bicchiere dalla bocca

“Tienimi la testa alzata…. Per favore” mi dice chiudendo gli occhi e facendo dei respiri profondi

“Stai bene?” gli richiedo posando il bicchiere e prendendo la busta, ora che ci penso devo pure pensare al fatto che ha la febbre

“Busta …” dice soltanto e comprendendo al volo quello che vuole dire, gliela metto subito davanti alla bocca, appena finisce lo faccio distendere

“Riposati” gli dico mentre lo copro bene, stava tremando fino ad’adesso, e poi gli prendo la mano mentre lui me la stringe

“La … prossima volta …. farò il bravo” mi dice stanco guardandomi con la coda dell’occhio e io gli sorrido

“Te l’avevo detto, tu non mi ascolti” gli dico pure se non mi andava di prenderlo in giro, intanto accenna un sorriso e richiude gli occhi stremato.

Dopo una decina di minuti penso che si sia addormentato, e ne approfitto per sistemare l’acqua ai fiori che ci sono sul tavolo di fronte al letto, mentre li sistemo noto i giornali che hanno portato ieri i nostri amici quando sono venuti a trovare Edward, come immaginavamo, in città si era già diffusa la notizia del fatto che era ricoverato in ospedale, e ieri a scuola i ragazzi mi avevano chiesto se potevano venire a trovarlo, di certo non gli ho voluto dire di no

“Bella?” sento la sua voce, ridotta a più che un sussurro, chiamarmi e subito mi giro verso di lui

“Dimmi” rispondo alla sua chiamata sorridendogli

“Hai promesso che mi avresti aiutato ad’affrontare il mare, è ancora valida questa promessa?” mi chiede e riesco a sentire un lieve sarcasmo pure se nascosto dalla stanchezza

“Sempre valida” gli rispondo avvicinandomi

“Comunque le vacanze dove le faremo?” mi chiede nuovamente e io rimango interdetta, abbiamo parlato del fatto che le vacanze le avremmo passate insieme, o meglio insieme ma con le nostre famiglie, però il posto ancora non l’abbiamo deciso

“Poi ci pensiamo, ora riposa” gli dico tranquilla, cercando di dargli tranquillità, subito richiude gli occhi

“Amore?” mi richiama mentre non faccio in tempo ad’allontanarmi

“Si?” chiedo riguardandolo

“Baciami!!” mi chiede dolce e ,come non detto, lo bacio subito, quando ci stacchiamo mi sorride leggermente

“Contento?” gli chiedo ironica

“Si, moltissimo” mi risponde soltanto e poi si addormenta veramente, nel frattempo mi seggo e appoggiando la testa sul letto, vicino alle nostre mani intrecciate, mi addormento.


(Pov Carlisle)

Ero appena ritornato nel mio studio, e subito avevo iniziato a controllare delle cartelle mediche, nel frattempo sto pure aspettando una chiamata dall’Alaska, sperando che il mio amico Eleazer mi possa dare nuove informazione sulla malattia di Edward.
La situazione mi preoccupava molto, ma non mi sembrava giusto far allarmare molto di più quei ragazzi, dovevo avere altre notizie e fare altre ricerche per poter stabilire le vere condizioni, e per il momento ne avevo ancora poche, dopo poco il telefono squilla e rispondo subito

“Pronto Carlisle, sono Eleazer” mi dice la voce e io mi faccio attento posando i fogli sulla scrivania

“Stavo aspettando la tua chiamata. Allora che mi dici?” gli chiedo subito, certo è scortese da parte mia reagire in questo modo, ma dovevo sapere tutto subito

“Impaziente come al solito. Comunque ho esaminato attentamente la cartella clinica del ragazzo” mi conferma e io annuisco

“Che ne pensi?”

“Che è meglio non rimandare l’operazione, so che sto negando le mie vecchie affermazioni, ma in questo caso è molto meglio fare l’operazione subito. Mi dispiace solo averti avvisato in ritardo” mi dice e io mi faccio più attento

“Quindi mi stai dicendo di fare l’operazione in questi giorni?” gli chiedo poco convinto, non mi rassicurava il fatto di fargli l’operazione con il fisico combinato in quel modo

“Si. Comunque io arriverò domani mattina con l’aereo e se vuoi ne potremmo parlare tranquillamente di persona. Intanto però parlane con la famiglia, di solito anch’io avrei aspettato ma le condizioni del ragazzo impongono un intervento veloce” mi spiega

“Non ti preoccupare, stasera ne parlerò con la famiglia” gli dico

“Carlisle non ti nascondo che quest’operazione è pericolosissima per un ragazzo della sua età, ma se vogliamo che viva si deve fare” mi dice dispiaciuto

“Non ti preoccupare lo so, e tu mi hai dato una mano nelle mie vecchie ricerche. Domani pomeriggio parleremo di persona sullo svolgimento dell’operazione” lo rassicuro, dovevo farlo, non potevo lasciare che una giovane vita si spegnesse in questo modo

“Va bene, allora ci vediamo domani” mi dice

“Ok, e grazie ancora” gli dico e poi chiudo sospirando, intanto mi rialzo e mi dirigo verso la camera di Edward per controllare come sta, pure se prima chiedo a un’infermiere di chiamare a casa Cullen.

Quando arrivo li trovo tutt’e due addormentati con un leggero sorriso sulle labbra, e mi viene una stretta allo stomaco pensando che potrei essere io a causare il loro dolore se qualcosa dovesse andare storto; Non posso permettere che l’intervento vada male, so che Bella potrebbe morire dal dolore, pure se è ancora giovane, ma non voglio che mia figlia soffra, e non voglio che Ed muoia, se dovesse morire mi riterrei l’unico responsabile della sua morte e mi prenderei le mie responsabilità

“Dottor Swan?” la voce sorpresa di Emmet mi arriva alle spalle e quando mi giro lo vedo sulla porta con sua sorella

“Siete già qui?” gli chiedo sorpreso, saranno passati solo cinque minuti da quando ho chiesto che li chiamassero

“Per la verità quando abbiamo ricevuto la chiamata eravamo già qui” mi risponde Alice e io annuisco

“Tutto a posto?” mi chiede Emmet e annuendo mi dirigo fuori la stanza

“Venite fuori vi devo parlare” gli dico e loro mi raggiungono fuori.


(Pov Bella)
 … … … … … … … … … … … … …

“Isabella!!” una voce femminile mi chiama dal mio sogno, ma non la riconosco

“Isabella svegliati” fu in quel momento che mi accorsi di non essere più in ospedale, e aprendo gli occhi mi accorsi di essere su una spiaggia

“Dove sono?” chiedo pensierosa ma non so a chi

“Ben svegliata” mi dice una voce e quando giro lo sguardo sul mare vedo una figura vestita di bianco, ma non riesco a vederla bene in viso perché è piuttosto lontana

“Chi sei?” gli chiedo spaventata, dove mi trovavo? E dov’era Edward?

“Sono una signora che ti osserva da tre mesi. E aspettavo questo momento per parlarti” mi dice gentile e come confortata dalla sua voce mi tranquillizzo, riesco a notare più o meno lo stesso affetto di mia madre nella sua voce

“Ok, ma di cosa?” gli chiedo curiosa

“Vorrei parlarti di Edward” mi dice soltanto e subito mi riattivo, come fa a conoscere Edward?

“Come … “ cerco di chiedergli ma le parole mi muoiono in gola quando la figura inizia ad’avvicinarsi

“Vedi io l’ho conosco, pure se l’ho potuto vedere solo per cinque secondi contati. Come hai notato tu se vuole riesce a mettere una maschera finta per non far vedere come si sente, ma nonostante tutto non ha tutta quella forza che tutti voi pensate che abbia. Tu sei stata una delle uniche che se ne accorta, lo so, però ti volevo parlare, in questo momento nel suo cuore alberga la paura, il terrore, che si contrappongono alla speranza che gli state dando volendogli bene” mi dice preoccupata e io annuisco

“Si, certo. Ma perché mi sta dicendo questo?” gli chiedo confusa e la figura sospira mentre continua ad’avvicinarsi piano piano

“Edward crollerà prima o poi, Bella, e non solo fisicamente ma anche psicologicamente, l’unica cosa che posso fare io è quella di stare a guardare, sperando che Emmet e Alice gli stiano sempre vicino. Ma per non crollare lui ha bisogno soprattutto di te, so che te lo dimostra poco, ma se tu non ci fossi, se voi tre non ci foste, a quest’ora poteva pure non esserci. Riesci a capire quello che ti dico?” mi chiede e fu in quel momento che riuscì a vedere i suoi capelli bronzei, lunghi fino a metà schiena, mentre il suo volto era ancora coperto dal buio della lontananza, ma si stava avvicinando

“Si” gli rispondo

“Bella quello che ti sto chiedendo e di continuare a fare come stai facendo adesso, di stargli sempre vicino e di aiutarlo ad’affrontare le sue paure, di essere sempre la sua guida per portarlo fuori dalla tristezza e dal dolore. Lo continuerai a fare vero?” mi chiede e solo in quel momento vedo finalmente il suo viso, subito guardo sorpresa i suoi occhi verdi per poi guardare il suo volto a forma di cuore

“Si lo farò” rispondo sicura ancora sorpresa, non ci credo, quella donna assomigliava in modo incredibile a Edward, pure se i suoi lineamenti sono più dolci!!!

“Grazie, sono davvero felice che Edward abbia trovato te, lo stai trasformando in meglio e lo stai aiutando molto, sei proprio la ragazza giusta per lui. E ti prego fai capire al mio leoncino che io sarò sempre nel suo cuore, e che ho apprezzato molto la sua visita, pure se non deve più allontanarsi in quel modo da tutti voi” mi dice sorridendomi dolce e poi Elizhabet Cullen scompare da davanti a me, mentre io inizio a risvegliarmi.
                                                                           

                                                                                 … … … … … … … … … … … …

“Bella, svegliati?” la voce di mia madre mi arriva chiara e riapro subito gli occhi per vedere Edward che mi guarda sorridendo, mamma vicino a me alla mia destra, Emmet e Alice dall’altra parte del letto e noto che Alice ha in braccio mia sorella e mio padre vicino a me ma dall’altra parte, comunque che strano sogno, non so che pensare

“Si, è successo qualcosa?” chiedo subito risvegliandomi dal torpore e subito Ed mi stringe la mano

“Dottor Swan, che deve dirci?” gli chiede Edward continuando a guardarmi

“Ho parlato con quell’amico di cui vi avevo raccontato ….” inizia a dirci e dalle facce di tutti noto che solo io e il mio ragazzo non sappiamo cosa ci deve dire

“Novità?” gli chiedo interrompendolo

“Mi ha detto che l’operazione si deve fare subito” dice e il sangue mi si gela nelle vene, come subito?

“Subito?” gli chiede Ed storcendo la bocca e sento Emmet sospirare

“Si,mi ha detto che nelle tue condizioni non si può aspettare, e che è molto meglio farla prima” gli spiega e sento la sua mano stringere di più la mia, io lo guardo e cerco di rassicurarlo con lo sguardo

“E quando si dovrebbe fare?” gli chiedo io subito

“A questo punto, preferirei farla dopodomani” ci dice e io annuisco insicura, perché è tanto vicino quel giorno?

“Ed noi pensiamo che sia meglio se si faccia dopodomani, ma la decisione è tua” gli dice Emmet e vedo Alice stringere di più Aly mentre gli si inumidiscono gli occhi

“Io … non…” cerca di dire, ma le parole non gli escono dalla bocca, molto probabilmente per la sorpresa, intanto continuiamo tutti a guardarlo, chi curioso della risposta, chi preoccupato o triste

“Tesoro se vuoi pensarci, fallo tranquillamente non ti vogliamo mettere fretta” gli dice mia madre in modo materno e io sorrido mentre mio padre si appresta a darle ragione

“Infatti, se vuoi ti do due o tre giorni,o una settimana, per pensarci” gli dice pure

“Ed non è un obbligo, se vuoi provare ad’aspettare fino a Giugno ci proveremo, e il dottor Swan ti terrà d’occhio ogni giorno come ha fatto fino ad’adesso” lo rassicura Alice, io non sapevo che dire, io stessa avevo paura di quello che gli avrei potuto dire

“Fratellino,prenditi il tempo che vuoi, pensaci. Faremo quello che vuoi” gli dice Emmet abbassandosi vicino alla sua testa e stringendogli il braccio, subito riporto gli occhi sul suo viso e lo vedo che mi guarda

“Tu che dici?” mi chiede senza mostrare nessuna espressione, nei suoi occhi vedevo la voglia di fare l’operazione, di poter guarire subito, ma vedevo anche esitazione, aveva paura di farsi operare subito, in quel momento mi ricordai le parole di sua madre e fissandolo negli occhi gli sorrido

“La decisione è tua. Sappi solo che io sarò sempre con te” gli rispondo dolce e lui mi sorride

“Edward se non te la senti possiamo rimandare” gli dice mio padre

“No” esclama sicuro con la sua voce e io lo guardo confusa

“No cosa?” gli chiedo e gli stringo anch’io la mano

“Voglio fare subito l’intervento, dopodomani va benissimo” dice sicuro

“Sicuro?” gli chiedono Emmet e Alice quasi in sincrono

“Si” gli dice e capisco che è davvero sicuro

“Bene, domani parlerò anche con l’anestetista che ti dovrà addormentare” annuisce mio padre, io intanto continuo a guardarlo quando lui riporta i suoi occhi su di me

“Stammi vicino” mi dice e io gli sorrido

“Sempre”




Holààà
“Ed’eccomi qui con questo nuovo capitolo, spero che piacia, devo dire che ci ho messo un bel po’ per fare questo capitolo, colpa delle troppe/poche idee che mi affollavano la mente”

“Ciao autrice”
“Bella?”
“Ehilà autrice, mi piace come sta andando la storia?”
“Alice? Ma voi che ci fate qui?”
“Ti rispondo io, qualcuno ha richiesto anche loro,e quindi da oggi saranno con noi nei capitoli”
“Che c’è Emmy, problemi?”
“Lascialo stare tesoro, è scocciato che non c’è Rosalie”
“E allora io che dovrei dire? Jazz ha detto che non veniva perché dopo vado a fare shopping”
“Tu sei fissata con lo shopping”
“E tu con le scommesse”
“Amore che ne dici di lasciarli stare?”
“Ci sto. Autrice ti conviene chiudere prima che dicano qualcos’altro”
“Ok, grazie Ed accetto il consiglio. Alla prossima e spero che lascerete dei commenti”
“Kiss”

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Capitolo 39
*** Intervento ***


                                                                                       Intervento


(Pov Bella)

“E se dovessi morire?”

“Non morirai”

Mancavano venti minuti all’operazione che sarebbe stata fatta proprio questo pomeriggio, appena sono uscita da scuola sono subito corsa qui per stare un po’ con lui e per rassicurarlo

“Secondo te se muoio potrei rivedere mia madre?” mi chiede sempre perso nei suoi pensieri, ogni volta che mi faceva una domanda del genere era come se una freccia trafiggesse il mio cuore

“Si… ma non devi morire. Devi ritornare qui” gli dico accarezzandolo, non potevo credere che tra poco avrei dovuto salutarlo, forse per l’ultima volta

“Ehy non essere triste per me, devi sempre essere felice” mi sorride e io sorrido di rimando, pure se il mio è un sorriso insicuro e poco rassicurante

“Non lo sono” gli rispondo cercando di essere più forte e lui mi accarezza la mano

“Vorrei fare una cosa dato che la voce mi funziona” mi dice e mi guarda con la coda dell’occhio, io intanto lo guardo curiosa

“Cosa?” chiedo e mi guarda sorridendo

“Vorrei cantare un piccolo pezzo di una canzone” mi dice e mi lascia sorpresa, davvero voleva cantare in un momento del genere?

“E che cosa vorresti cantare?” gli chiedo sempre confusa, pure se da una parte sghignazzo, la musica ce l’aveva sempre in testa

“I just can’t stop loving you, la conosci? E di Michael Jackson in duetto con Siedah” mi spiega e io annuisco, un tempo la sentivo anch’io era una delle mie preferite

“Si” gli rispondo anche a voce

“Allora ne cantiamo un pezzetto insieme?”

“Va bene, però siamo in ospedale, non dovremmo” gli ricordo e lui fa un cenno incerto con la bocca

“E dai mica gridiamo e non mettiamo la musica” mi implora e io alzo le spalle

“D’accordo” gli dico e poi prendo un pò di respire mentre lui inizia a canticchiare:


Edward:
“Each time the wind blows I hear your voice so I call your name...
Whispers at morning
Our love is dawning Heaven's glad you came You know how I feel
This thing can't go wrong I'm so proud to say I love you
Your love's got me high I long to get by
This time is forever
Love is the answer”


Bella:
“I hear your voice now
You are my choice now
The love you bring
Heaven's in my heart At your call I hear harps,
And angels sing
You know how I feel
This thing can't go wrong I can't live my life without you" 

I just can't hold on 

I feel we belong 

My life ain't worth living If I can't be with you

(Insieme)
I just can't stop loving you I just can't stop loving you
And if I stop...
Then tell me just what will I do …………


“Grazie. Ti prometto che quando uscirò da qui la canteremo tutta” mi promette sorridendomi

“E io ti ricorderò la promessa” gli dico sorridendogli mentre la porta dietro di me si apre

“Ehy cantanti vi sembra ora per un concerto?” ci chiede Em entrando insieme alla sua famiglia, erano pure arrivati i nonni quando gli hanno detto dell’operazione

“Cantare stempera la tensione” gli dice Edward e io confermo

“Certo come no” dice ironico mentre gli altri ridono

“Come ti senti?” gli chiede Alice avvicinandosi,e dietro di lei gli altri la seguono

“Sto bene” risponde da bravo bugiardo, pure se fino ad’adesso non ne ha voluto parlare o ha fatto finta di niente, so che ha paura, e pure i suoi fratelli non sembrano convinti dalla sua risposta

“Faremo finta di crederti” gli dice suo nonno

“Ehy Ed mi raccomando, non provare neanche per un momento a morire quando sarai la dentro, oppure ti prendo a calci” gli dice Emmet minaccioso, pure se si capisce benissimo che scherza e nel frattempo Rose abbassandosi gli diede un bacio sulla guancia, da sotto la maglietta gli si intravedeva un po’ di sporgenza

“E guarda che devi tornare, non vorrai mica lasciare tuo nipote senza uno zio, vero?” gli chiede sorridendogli e Ed fa una mezza risata

“Certo che no” gli risponde sghignazzando

“E poi ancora mi devi ridare la rivincita alla play” gli dice Jasper ridendo

“Intanto ti batterò” gli dice sicuro e tutti noi ridiamo, quando finiamo di ridere mio padre entra seguito a ruota da Eleazer, appena ci vede sorride a tutti rassicurante e poi si avvicina pure lui

“Edward sei pronto?” gli chiede e Edward annuisce, solo in quel momento mi rendo conto che il tempo è passato velocemente

“Bene allora possiamo iniziare ad’andare” gli dice e nel frattempo entrano altri due infermieri

“Uscite un secondo per favore” ci dice sempre mio padre e noi annuiamo, e mentre indietreggio non tolgo gli occhi dai suoi neanche un momento.

Ci mettono solo una decina di minuti a prepararlo e quando lo fanno uscire per portarlo in sala operatoria lo seguiamo, mentre cammino cerco di rimanere sempre nella sua visuale per fargli capire che sono con lui, a un certo punto vedo che sussurra qualcosa a mio padre chiamandolo, ma pure se vicina non riesco a capire cosa

“Fermatevi un secondo” ordina mio padre agli infermieri prima che varcassero la porta che ci avrebbe separato, Edward si rivolge verso di me con lo sguardo e capisco che mi deve dire una cosa

“Bella, qualunque cosa succeda non ti preoccupare, non posso dirti di non piangere, so già che non lo faresti” mi dice serio e io annuisco

“Devi tornare da me” gli ordino accarezzandolo e stringendogli la mano buona

“Baciami” mi dice senza rispondere al mio ordine e io subito lo bacio pure se quel bacio mi sembrò come un addio

“Ti amo” gli dico e lui mi sorride

“Pure io. Cercherò di tornare da te il più presto possibile” mi promette e io annuisco

“Io sono qui che ti aspetto” gli sussurro e dopo un ultimo bacio gli infermieri lo portarono via da me, mio padre si girò verso di me e mi abbracciò

“Farò tutto il possibile, non ti preoccupare” mi assicura e io annuisco mentre vedo anche lui scomparire. Appena la porta si chiude sento qualcuno abbracciarmi e girandomi vedo Angela davanti a me, dietro di lei c’erano Ben, Richard, Mark e Patrick, e poi c’erano mia madre, mia sorella e i miei zii, restai sorpresa quando li vidi qui

“Siamo arrivati un po’ in ritardo purtroppo” dice Ben scrollando le spalle, forse lo voleva salutare anche lui, subito mi rigiro verso la porta e senza staccare gli occhi da essa mi siedo, sperando che andasse tutto bene.


(Pov Alice)

Era dentro da soli quindici minuti e già mi sembrava essere passata un’ora, non riesco a pensare che lui è la dentro, non posso pensare che potrebbe fare la stessa fine di mamma, non posso pensare che potrei perdere un fratello.
Mi tornano in mente tanti ricordi di quand’era solo un bimbetto, mi ritornano in mente quei giorni che io tornavo dal liceo e lui mi saltava in braccio felice che fossi tornata, tutti ricordi belli e spensierati, tra questi c’è ne uno, di quando lui aveva quattro anni, che mi è entrato proprio dentro al cuore in una maniera incredibile


Inizio Flashback

“Alice mi raccomando, noi usciamo ma qualsiasi cosa chiamaci” si raccomandò mio nonno quel pomeriggio, dovevano andare a una riunione importante, e dato che Em era fuori io dovevo badare al piccolo Eddy che stava dormendo sul divano

“Tranquilli” li rassicuro e dopo che la porta si chiude vado nel piccolo salone della casa

Mio fratello sta dormendo tranquillo sul divano e mentre passo gli rimbocco le coperte per non fargli venire freddo, poi mi allontanai e lavai il pavimento che prima era stato gentilmente decorato dai miei fratelli mentre giocavano, subito pensai alle grida di mia madre quando per sbaglio facevamo qualcosa che non dovevamo, e iniziai a ridere piano. In quell’istante la tristezza però mi raggiunse e li pensai a tutto: sono passati solo quattro anni da quando lei non c'è più, quattro anni da quando le litigate contro nostro padre sono più frequenti, ma anche quattro anni lunghi per Edward che è stato male ogni settimana per colpa della sua malattia.

“Sorellona pecchè piangi?” una vocina dolce mi arrivò vicino mentre Eddy si posizionava curioso davanti a me, subito mi asciugai le lacrime e gli sorrisi

“Non stavo piangendo” mi discolpo ma lui nega con la testa

“Ti invece. Pecchè?Ti ho fatto qualcosa?” mi chiede con ancora quella parlata tipica di un bambino

“No, tu non centri niente” gli dico subito sedendomi sul pavimento dove si è appena seduto lui

“E alloa pecchè sei triste? Ti mancano mamma e papà?” mi richiede sempre curioso e faccio una mezza risata, non volevo che si preoccupasse per me, dovevo cercare di cambiare discorso

“Pochino si. Ma non è niente” gli dico invece contrariamente ai miei pensieri e lui mi guarda pensieroso

“Pensi che potrò vedele mamma un giolno?” mi richiede e io apro subito gli occhi sorpresa, speravo che quel giorno arrivasse il più lontanamente possibile

“Si, un giorno” gli rispondo soltanto e mi guarda triste

“Aly tutti i miei amichetti hanno una mamma,pecchè io no?” mi chiede con le lacrime agli occhi e io lo abbraccio subito

“Ognuno di noi è diverso, e certe volte succedono cose che non dovrebbero succedere” gli dico asciugandogli le lacrime e lui mi sorride incertamente

“Sai, fosse papà tonnerà un giolno e ci poltelà da mamma” mi dice ingenuo, non può sapere che nostro padre non lo vuole neanche vedere, non può ancora capire com’è nostro padre, e per il momento non lo deve sapere, non possono infrangersi brutalmente i sogni di un bambino

“Tu non preoccuparti, l’importante e che ti ricordi che mamma è sempre qua dentro” gli dico e gli indico il cuore, pure lui mi imita mettendosi una mano sul cuore e poi mi sorride furbamente

“E poi io ho tre mamme” dice convinto e io rimango sorpresa

“A si? E chi sono?” gli chiedo

“Be mamma che è in cielo è la prima, poi nonna pecché mi fa un po’ da mamma, e tu pecchè sei mia sorella” mi dice e fa finta di contare con le manine

“E sai una cosa? Non ti abbandonerò mai” gli dico felice e lui mi abbraccia, mentre io inizio a stringerlo forte

Fine Flashback

Doveva vivere per forza, doveva tornare da noi e sorriderci, farci divertire e nello stesso tempo farci diventare furiosi, in quel momento mi alzai e senza ascoltare Jasper che mi chiamava mi diressi verso una finestra aperta nel corridoio e guardando il cielo misi le mani in posizione di preghiera

“Ti prego mamma, fai che vada tutto bene e che ritorni vivo da noi. Stagli vicino la dentro, e non lo abbandonare, voglio solo che mio fratello ritorni da noi, solo questo” pregai mentre sentivo delle lacrime scendere, solo lei adesso poteva aiutarlo.


(Pov Emmet)

“Tranquillo lo sta operando il Dottor Swan, vedrai che andrò tutto bene” mi rassicura Rosalie e io annuisco non tanto convinto, avevo paura che non reggesse per tutta l’operazione, avevo una fottuta paura che non ce l’avrebbe fatta

“Lo spero” gli risposi solamente e guardai tutti, i suoi amici erano seduti dall’altra parte preoccupati, non pensavo che sarebbero venuti, come non pensavo sarebbe venuto il capo della polizia con sua moglie, per quanto riguarda Esme sapevo che sarebbe venuta con la piccola, e i miei nonni non sarebbero di certo stati ad’aspettare una nostra chiamata sulle condizioni di nostro fratello

Come al solito non c’era lui, quel grandissimo stronzo che non è altro, ma che mi aspettavo?
Che fosse cambiato qualcosa?
Certo che non può essere cambiato niente, è troppo occupato per il suo nuovo matrimonio, invece che preoccuparsi per suo figlio.
Ancora mi chiedo perché mia madre l’ha sposato, ancora mi chiedo cos’ha spinto mia madre a non chiedere il divorzio quando già le cose si mettevano male per loro, e ancora mi chiedo perché non riusciamo a mandarlo davvero fuori casa per sempre.
Sospirai sconfitto e mi appoggiai al muro e continuando a guardare in giro, mi girai verso la porta, non potevo sperare che fosse già finito tutto,vero?

“Ce la farà” sussurro una voce impercettibilmente e quando guardai alla mia sinistra davanti a me vidi Bella con il viso tra le mani, vero che noi stavamo soffrendo, ma molto probabilmente lei stava soffrendo più di noi, molto probabilmente fra tutti e lei quella che non potrà davvero resistere alla sua morte se dovesse andare male …….
Eh no, che cavolo di pensieri sto facendo?
Andrà tutto bene, tutto bene, punto e basta!!!
Cercai di rassicurarmi il più possibile ma poi riguardai verso la porta e senza pensarci un pensiero mi venne spontaneo: “Mamma aiutalo
”.

(Pov Bella)

Ormai erano passate sei ore da quando ci siamo salutati, e non avevo smesso di pensare e quello che ci siamo detti prima di adesso, più il tempo passava e più mi sembrava che le cose potessero andare male, perché nessuno usciva da quella porta?
Angela e mia madre mi hanno ribadito di stare tranquilla e rilassata, di non preoccuparmi che lui è forte e ce l’avrebbe fatta, ma queste parole non mi rassicuravano tanto, dovevo vederlo, dovevo assicurarmi di persona che stesse bene

“Bella dove vai?” mi chiese Ben confuso ma senza rispondergli andai verso la porta e feci per aprirla se non fosse stato per la mano di mio zio che mi bloccò subito

“No Bella,non puoi” mi disse e io lo guardai sorpresa, perché non potevo?

“Lasciami per favore, devo entrare” gli dico e mi scrollo la mano di dosso pure se subito mi riblocca

“Bella, no” mi rimprovera e io mi arrabbio, perché no? Perché non potevo fare quello che volevo?

“Io devo entrare, devo” gli dico soltanto

“Capisco che sei preoccupata e che sono dentro da sei ore, ma devi stare qui come tutti noi” mi dice serio e cerca di allontanarmi

“Lasciami devo entrare, ha bisogno di me” gli dico subito ma mi sento bloccata e poi mi ritrovo seduta sulla sedia di prima circondata da tutti

“Devo andare” gli dico forte e le lacrime iniziano a fuoriuscire

“Bella non puoi andare” mi dice mia madre cercando di farmi ragionare

“Si invece, ha bisogno di me, gli devo stare vicino” gli dico iniziando a singhiozzare e cercando di alzarmi ma vengo riseduta subito

“Bella ascoltami, l’unica persona di cui ha bisogno adesso è tuo padre e adesso è con lui. Datti una calmata, non puoi entrare, puoi solo aspettare come stiamo facendo tutti noi” mi dice mia zia

“No” grido e mi alzo subito

“Bella?” la voce di Alice mi chiama e quando la guardo vedo che non sono l’unica a piangere, e mi do della stupida perché non sto soffrendo solo io, pure lei sta soffrendo molto per suo fratello

“Alice io ….. mi dispiace” gli dico amareggiata perché non ci avevo pensato prima, perché certe volte faccio l’egoista?

“Ce la farà” mi dice mentre si avvicina e poi mi abbraccia, e in quel momento iniziai a piangere.

Solo dopo altre due orette mio padre uscì dalla porta e ci venne incontro, subito ci alzammo tutti ansiosi, e mentre lo accerchiavamo , sperai dentro di me che fosse andato tutto bene

“Allora?” gli chiese Emmet e ci guardò uno ad’uno prima di rispondere

“State tranquilli è vivo. Siamo riusciti a togliere il tumore e per fortuna sembra che non abbia infettato nessun’altra parte del corpo, quindi non dovrebbe più manifestarsi. Per quanto riguarda il resto, come avevamo previsto, non ho potuto fare tutto quello che potevo in una sola operazione, ma ho cercato di fare in modo che almeno potesse respirare di più e ho cercato di liberare l’arteria ma era meglio evitare di andare più affondo per il suo bene. Ora dobbiamo solo aspettare di vedere come va, e poi se tutto va secondo i piani l’anno prossimo potremmo fare l’ultimo intervento” ci dice ma nella mia mente solo la parola “vivo” scoppiava di energia

“Per le crisi?” gli chiede Jasper, nessuno sta ancora esultando

“Pensiamo che fossero causate dal tumore, ma non posso garantire niente, posso solo garantire che se ci sono saranno deboli” ci spiega e noi annuiamo

“La paralisi?” gli chiede Alice

“Dovrebbe essere scomparsa, dobbiamo vedere al suo risveglio come reagirà il suo corpo. È stato un intervento molto lungo per un ragazzo della sua età e molto probabilmente il suo corpo si è destabilizzato, quindi ci vorranno almeno due settimane per farlo recuperare completamente” finisce di spiegarci

“Possiamo vederlo?” gli chiedo io subito e lui mi sorride

“Tra poco lo porteranno fuori, è inutile portarlo in terapia intensiva” finisce di dirci

“Dottor Swan, grazie, davvero molte grazie” lo ringrazia Em quasi piangendo

“Ho fatto il mio dovere, e poi è meglio non cantare vittoria troppo presto” gli dice battendogli una mano sulla spalla

“Jazz hai sentito? È vivo, è vivo” si rallegra Alice buttandosi tra le braccia del marito

“Ehy non gridare” la rimprovera e nello stesso tempo vedo anche gli altri esultare felici,mentre io inizio a piangere di gioia, scaricando la tensione del momento e dei giorni passati.

Passa mezz’ora e la porta si riapre di nuovo, subito mi fiondo verso il letto seguita dagli altri, nel frattempo mia padre che lo stava seguendo mi sorrise felice, e le infermiere lo fermarono proprio davanti a me, alla bocca aveva attaccato l’apparecchio dell’ossigeno

“Edward apri gli occhi” gli dice mio padre e io confusa lo guardo, ma non era ancora sotto anestesia? Subito lo riguardo e vedo le sue palpebre stringersi e poi aprirsi, ancora sotto effetto anestetico si guardò intorno confuso

“Edward?” lo chiamai subito, tra tutti ero l’unica che riusciva a parlare perché gli altri stavano piangendo, intanto lui girò i suoi occhi su di me e mi guardò intensamente

“B.. Bella?” mi chiamo insicuro e io gli sorrisi annuendo, purtroppo con quella mascherina davanti alla bocca non potevo capire che forma stavano prendendo le sue labbra ma mi bastava guardare i suoi occhi che mi sembravano stessero ritornando sul colore verde

“Ti ho aspettato come promesso” gli dico

“Ti amo” mi dice soltanto, lasciandomi sorpresa, non pensavo che la prima cosa che mi avrebbe detto una volta fuori era questa, e poi sempre sotto anestesia si addormenta, così le infermiere ricominciano a portarlo verso la camera e dopo aver visto tutti seguirlo le parole della canzone di molto prima mi ritornarono in mente

“I can’t stop loving you” sussurro in modo impercettibile, eh si amore mio io non posso stare senza di te e ora che sei di nuovo con me non ti lascerò mai più.




Holààààà
“Ed’eccoci qui con questo, spero emozionante, capitolo”
“Non per qualcosa ma a me sono venute le lacrime agli occhi”
“Wooow la grande Alice che piange!!! Che cosa incredibile”
“Emmet le vuoi prendere?”
“Ragazzi per favore non iniziate”
“Ma ha iniziato lui”
“Sempre colpa mia eh?”
“Si, sempre”
“Ragazzi basta, Edward e Bella?”
“Eccoci”
“Scusa per il ritardo, stavamo facendo una cosa”
“Si, si. So io che cosa stavate facendo d’importante …. Ahahah”
“Emmet !!”
“Stai zitto Yoghi”
“Vedi che sei sempre tu? E poi dite che sono io”
“Ragazzi mi costringete a chiudere questo capitolo!”

“Care lettrici spero che il capitolo vi sia piaciuto e che commenterete”
“Vi aspettiamo alla prossima”
“Sperando che l’autrice posti presto”
“Kiss
“Bravi ragazzi, vedo che sapete collaborare. Alla prossima”

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Capitolo 40
*** Finalmente posso muovermi ***


                                                                         Finalmente posso muovermi


(Pov Bella)

“Mamma sono a casa” grido appena chiudo la porta, sono appena tornata da scuola e tra pochissimo vado subito in ospedale, intanto mia sorella corre verso di me

“Bentornata, vuoi qualcosa per merenda?” mi chiede comparendo dal salone

“No grazie, vado a posare lo zaino e poi esco subito” le rispondo sorridendole e lei annuisce felice

“Bella, anche oggi vai a trovare Edward vero?” mi chiede Ally mentre sale insieme a me

“Si” gli rispondo solamente

“E quando si sveglierà posso venire anch’io a trovarlo?” mi richiede sedendosi sul mio letto quando entriamo

“Certo che puoi, vedrai che sarà felice che lo vai a trovare” la rassicuro, sono passati solo tre giorni dall’intervento ma ancora non si è svegliato, mio padre ha rassicurato tutti dicendoci che era normale e che appena sarà pronto si sveglierà da solo

“Bene, perché gli ho fatto un regalo” mi dice felice e mentre sto riprendendo le chiavi della macchina alzo di scatto la testa

“Ma certo come ho fatto a dimenticarmene?” mi dico dandomi una manata sulla testa, con tutto quello che era successo mi ero completamente dimenticata del regalo che gli avevo fatto

“Grazie per avermelo ricordato piccola”gli dico mentre prendo il regalo dal cassetto della scrivania e ,dopo averle lasciato un bacio sulla testa, esco velocemente dalla camera

“Salutamelo” mi grida con la sua vocina

“Va bene. Mamma io vado” dico rivolgendomi a mia madre ma senza aspettare risposta esco.

Ogni giorno è sempre stato così, appena tornavo da scuola subito correvo verso l’ospedale, e mia madre e mia sorella mi vedevano solo per due secondi, ma non posso farci niente.
Da quando ha fatto l’intervento sono un po’ più rilassata, forse perché so che per un po’ non rischierà la vita, certo la malattia c’è ancora e per quella dobbiamo ancora aspettare ma intanto abbiamo fatto qualche passo avanti.
Mio padre lo sta monitorando ogni giorno e dice di essere soddisfatto dei risultati che sta facendo il suo corpo, pure se non smette di aggiungere che la guarigione completa sarà un bel po’ lunga, d’altro canto io non vedo l’ora che si svegli e che mi rivolga i suoi sorrisi, così come non vedo l’ora di poter risentire la sua voce e di perdermi nei suoi occhi.

“Bellina ci sei?” una voce maschile mi giunge forte all’orecchio mentre appena mi giro sorpresa mi trovo Em davanti

“Aaaaaah. Oh Mio Dio,Emmet mi sono presa un colpo" gli  dico tenendomi una mano sul cuore mentre in quel momento mi accorgo che inconsciamente sono già arrivata in ospedale

“Scusa, e che sembrava dormissi, e da tre minuti che sei ferma qui in questa posizione” mi dice ridendo e io sbuffo mentre esco dalla macchina

“Ci sono novità?” gli chiedo un po’ impaziente e lui sospira

“Nada, nessuna novità. Ma in fondo mio fratello è anche un dormiglione, non per niente prende da suo fratello” dice e fa finta di auto complimentarsi mentre io rido

“Si, si, come no” lo prendo in giro

“Dai ti lascio libera di salire, sennò poi impazzirò ad’ascoltarti” mi riprende in giro e io lo guardo confusa

“E tu non sali?” chiedo infatti

“No devo andare a casa a vedere delle cose, torno più tardi” risponde scrollando le spalle

“Va bene, allora se succede qualcosa ti chiamo”gli faccio presente e mi allontano

“E mi raccomando non combinate disastri se si sveglia” mi grida dietro e un po’ arrossisco, ma come fa ad’arrivare sempre a questo punto? Quando arrivo nella sua stanza entro subito senza neanche guardare se c’è qualcuno, subito riprendo il mio posto, cioè la sedia vicino al letto

“Ciao amore” lo saluto dandogli un leggero bacio sulle labbra, ieri gli hanno tolto il macchinario dell’ossigeno, intanto stringo la sua mano tra le mie e lo guardo, mio padre ha detto che pure se non è in coma non si può sapere quando si sveglierà ma dice che parlargli potrebbe fargli bene

“Più tardi devo dire ai tuoi fratelli quello che mi hanno detto i professori e il preside. Infatti stamattina mi hanno detto che ti avrebbero fatto fare degli esami per vedere se puoi passare all’ultimo anno, di certo te li faranno fare dopo che uscirai dall’ospedale. Casomai se prima di fine Giugno starai bene e sarai fuori da qui potremmo pure andare al ballo di fine anno. Sai oggi Richard per sbaglio ha tirato una pallonata in faccia a Ben, poverino dopo aveva il naso rosso, mentre la professoressa di matematica mi ha sgridato perché non ero attenta….” gli racconto mentre con una mano gli accarezzo la testa

“Ma non è assolutamente vero - continuo - io ero attenta solo che qualche volta, vabbè più di una, pensavo a te. Allyson ha detto che quando ti sveglierai verrà a trovarti e ti saluta” finisco di dirgli e poi sospiro, ma quanto ci avrebbe messo a risvegliarsi?

“Ah giusto. In questi giorni eravamo tanto presi dall’intervento che mi sono dimenticata di raccontarti che ho sognato tua madre, e ho sognato che mi diceva di dirti che la tua visita gli ha fatto piacere pure se non devi più allontanarti da noi. Certo era solo un sogno ma sembrava che tua madre fosse davvero lì davanti a me per dirmi quelle cose” gli racconto anche del sogno, ma non sono sicura che mi stia davvero sentendo

“Edward? Sei sveglio?” lo scuoto lentamente sulla spalla, ma come al solito nessuna risposta, vorrei correre da mio padre e chiedergli se davvero sta bene e se davvero si sveglierà quando si sentirà pronto

“Sai ieri sera pensavo a quello che è successo a Barcellona, prima o poi te lo dovrò dire, non ti ho detto tutto perché stai male. Ma ti prometto che quando starai bene e se mi prometterai che non farai pazzie ti dirò quello che devi sapere prima che lo vieni a sapere da altri” penso ad’alta voce, prima o poi gliel’avrei dovuto dire, non potevo tenergli nascosto quello che mi stava per fare Black, e sono sicura che una volta fuori da qui chiunque potrà dirglielo, forse lo stesso Black in persona però con altre bugie

“Sai ti ho preso pure un regalo, ti prometto che appena ti svegli te lo do, anche per ringraziarti dello splendido regalo che mi hai fatto. Un giorno però vorrei ritornare a Barcellona con te, ma prima di tutto dobbiamo pensare alla tua salute” gli finisco di dire mentre mi tocco il cuore della collana, non lo mai tolta e mai la toglierò

“Hai detto che vuoi sempre farmi felice, ma per essere felice voglio che ti svegli. Capito? Ti devi svegliare” sussurro e poi riprendo la sua mano tra le mie.


(Pov Emmet)

“Alice finiscila” cerco di ordinarle,ci ha costretto ad’andare in qualche negozio di vestiti in giro qui a Forks, questo sarebbe il suo modo di festeggiare

“E dai Em, un’altra mezzoretta e poi andiamo in ospedale, e poi dobbiamo festeggiare, non possiamo mica stare con le mani in mano” mi dice allegra mentre tira Jazz da una parte all’altra, Rose invece per la prima volta sta ferma appesa al mio braccio

“Non vuol dire di certo che per festeggiare dobbiamo comprare Aly. E poi ti devo ricordare che come fratelli maggiori abbiamo dei doveri dato che nostro fratello ci ha tenuto nascosta una cosa importantissima della sua salute” le ricordo mentre continua a saltellare

“Lo so, lo so. Però per il momento pensiamo a comprare, insomma ci servono nuovi costumi estivi, e se Edward riuscirà ad’andare alla festa di fine anno avrà bisogno di un ottimo vestito da sera” continua a ridere e guardo la faccia di Jasper che non è per niente invidiabile

“E Jazzy non ti preoccupare, vedrai che si calmerà quando avrà finito i soldi” gli dice Rosalie e io rido

“Grazie per l’informazione sorellina” le dice scocciato e io bacio Rose

“Stai prendendo proprio da me” gli dico ancora ridendo

“Ah Emmet a proposito. Stamattina nostro padre ha lasciato un biglietto dove c’era scritto che noi dobbiamo partecipare per forza al suo matrimonio che come ben sai si terrà tra cinque giorni. Che dobbiamo fare?” mi chiede Aly curiosa e preoccupata al tempo stesso

“Ma certo mo ci sarà il suo matrimonio, come diavolo ho fatto a non pensarci? Forse non me ne sono ricordato perché mio fratello è stato male ed’è anche stato operato” sbotto spalancando le braccia

“Ma Emmet, io credo che dovremmo andare ….” mi dice insicura e senza pensarci la guardo male, come fa a dire che dobbiamo andare al matrimonio di quel …….. Vabbè lasciamo stare!!!

“Aly se vuoi andarci vacci, ma io me ne frego altamente sia di lui che di sua moglie” dico imbronciato, come fa quell’uomo ad’avere ancora del potere su di noi non lo so

“Almeno andate solo in chiesa voi due” mi dice Jasper e io sbuffo

“Certo,perché a me importa di quello, quando ho altro a cui pensare” gli rispondo

“Ma …. È nostro padre” mi riprende Alice e io la guardo male

“Padre? Non mi sembra di aver mai avuto un padre da quando sono nato” le dico duro perché si ostinava a stare dalla parte sbagliata certe volte

“Ma è pur sempre l’uomo che ha amato vostra madre” mi dice Rosalie e io inizio ad’avanzare per allontanarmi

“Quell’uomo non è niente per me, è non lo sarà mai. Ha voluto farsi gli affari suoi invece di pensare alla famiglia? Bene, ma con me ha chiuso” finisco mentre continuo a camminare segno che non ne voglio più parlare.


(Pov Edward)

Quando aprì gli occhi fui subito sorpreso dalla troppo luce nella stanza e dovetti richiuderli pure se mi sembrava che niente nel mio corpo volesse ubbidire agli ordini impartiti.
Pure se in modo confuso iniziai a ricordare il momento in cui uscì dalla sala operatoria e vidi Bella, mi ricordo che sono rimasto sorpreso dal fatto di ritrovarmela di fronte con gli occhi arrossati finchè non mi sono riaddormentato sotto anestesia, non ho fatto alcun tipo di sogno ne prima e ne dopo.
Dopo qualche minuto in cui ho capito di essere davvero nel mio corpo, e davvero vivo, mi decido a riaprire gli occhi, mi guardo intorno per vedere se c’è qualcuno, ma stranamente non c’è nessuno, pure se è strano dato che mi è sembrato di sentire la voce della mia ragazza prima. Solo in quel momento mi accorgo di poter sentire il mio corpo, prima mi sembrava sempre di essere solo una testa volante, poi una testa volante ma con una mano che si muoveva a malapena, ma adesso, adesso riesco a sentire tutto il mio corpo;
Subito provo ad’alzare un braccio e ci riesco, poi apro la mano, e infine pure se ancora stanco e sotto pressione mi seggo, subito rimuovo le mani e mi guardo intorno, mai una stanza d’ospedale mi sembrava più luminosa di questa.

“Edward?!!” la voce di Bella mi chiamò sorpresa e quando mi girai la vidi guardarmi con gli occhi sbarrati, per poi fiondarsi tra le mie braccia,riuscì a sentire quel contatto tranquillamente, potevo sentire il suo profumo, accarezzare i suoi capelli, baciarla, toccarla, tutto senza fare sforzi

“Oh Edward, finalmente” sussurra felice e vedo una lacrima rigarle il volto, subito l’asciugo

“Visto, sono di nuovo qui” gli dico felice e rimasi interdetto dalla mia voce, rispetto a quando ero paralizzato ora usciva più forte e sicura

“Non vedevo l’ora che ti svegliassi” mi dice accarezzandomi una guancia e baciandomi, cavolo quanto mi erano mancati questi contatti

“Fratellino sei sveglio” la voce allegra di Alice mi arriva forte mentre la vedo entrare con gli altri al seguito, mentre Bella si sposta per fargli spazio

“Aly, ragazzi” li saluto felice, mi erano mancati pure loro, Alice e Rosalie sono le prime ad’abbracciarmi seguite da Jasper

“Era ora che riaprissi gli occhi” mi dice quest’ultimo scherzando

“Eddy quanto ci sei mancato” mi dice Emmet pure se sento una nota scherzosa nella sua voce

“Vi avevo detto che sarebbe andato tutto bene” gli dico con una linguaccia, in quel momento sentì il mio stomaco brontolare insieme a un senso di fame farsi sempre più forte

“Vado a chiamare il dottor Swan, così vediamo se ti possiamo dare qualcosa da mangiare” mi dice Aly e io annuisco mentre esce velocemente

“Emmet , vieni qui” gli dico chiamandolo e confuso si avvicina, sentivo il mio corpo debole, ma volevo provare a fare un’ultima cosa

“Che vuoi fare?” mi chiede Bella mentre prendo il braccio di mio fratello, e mi metto seduto con le gambe a terra

“Voglio provare una cosa” dico soltanto e mentre continuo a tenermi forte e dopo un piccolo sforzo sono in piedi

“Ed non dovresti alzarti” mi dice Emmet rimproverandomi

“Solo tre passi” gli dico io e mentre mi tiene sottobraccio faccio qualche passo, non mi ricordavo fosse così bello camminare, stavo camminando, finalmente potevo davvero muovermi e non stare più fermo

“Edward vieni a letto adesso” mi dice Bella preoccupata, io sto per risponderle di aspettare un altro po’, ma un piccolo giramento di testa mi fa evitare la risposta e mi fa capire di non mettere ancora più sotto sforzo il mio corpo

“Dai, vedrai che piano, piano, potrai fare qualche passo in più” mi dice Rose quando mi seggo

“Certo, però non devi sforzare il corpo” mi dice Bella abbracciandomi e io annuisco

“Ma Alice si è persa?” chiede Jasper confuso guardando verso la porta

“Meglio se andiamo a cercarla” gli dice Rose e insieme escono, subito Em prende il telefonino dalla tasca

“Avviso i nonni che ti sei svegliato e torno” mi dice come a scusarsi e io annuisco felice mentre esce.

“Tieni, aprilo adesso che non c’è nessuno” sussurra la mia ragazza porgendomi un pacchetto e guardandola confuso lo apro

“Grazie ma non dovevi” gli dico sorridendogli mentre da dentro estraggo un laccetto con una scritta sopra, subito lo metto al polso destro

“Non è niente in confronto a quello che mi hai fatto tu” mi dice felice e sorpreso vedo la collana che le ho regalato, non pensavo la mettesse sempre

“Grazie piccola” gli dico e la bacio

“Sono felice che sei qui vivo” mi dice solamente mentre si appoggia al mio petto

“ E io sono felice di potermi di nuovo muovere, e di essere di nuovo qui con te” gli dico mentre una lacrima solitaria mi solcava il viso, finalmente ero di nuovo io.



Holàààà
“Ed’eccoci qui con un altro capitolo”
“Certo e vi ringraziamo per le recensioni dello scorso cappy”
“Ehy…. Ma autrice? Non dici niente?”
“Si,scusatemi e che stavo pensando a come poter impostare il prossimo capitolo”
“Nessuna idea?”
“No, no,qualcuna c’è l’ho, tranquilli”
“Ottimo, almeno siamo sicuri che entro la prossima domenica potremo rileggere un altro capitolo”
“Ovvio, ma Emmet e Alice?”
“A litigare nell’altra stanza, quindi è meglio se chiudiamo prima che arrivino”
“Ok. Allora speriamo che questo capitolo vi piacia”
“Che recensirete, e che continuerete a seguirci”
“Alla prossima”
“Kiss”
“Emmet?”
“Che volete? Non potete mica chiudere senza di me”

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Capitolo 41
*** Lettera rivelatoria ***


                                                                                   Lettera rivelatoria

 


(Pov Bella)

“Ciao amore” grido felice entrando di corsa nella stanza, oggi è venerdì è questo vuol dire che domani potrò stare tutto il giorno con lui

“Oggi siamo felici eh?” mi chiede sarcastico

“Perché non dovrei esserlo?” gli chiedo fintamente confusa avvicinandomi

“Non ho mai detto questo” risponde scrollando le spalle e io lo bacio velocemente

“Mio padre è passato?” gli chiedo alzando le tapparelle della finestra

“Si, venti minuti fa” mi dice riparandosi gli occhi dalla luce

“Che ha detto?”

“Solite cose. Se va tutto bene la prossima settimana mi fa uscire, sempre se gli prometto di stare a riposo a casa per un’altra settimana” mi dice mentre io mi seggo sul suo letto

“E poi? Cosa devi fare per il corpo?” gli richiedo, perché dovevo sempre fargli mille domande e lui mi rispondeva a pezzi?

“Ancora non mi ha detto molto. Mi ha detto soltanto che devo muovermi di meno” mi dice e sospira scocciato, io intanto sghignazzo

“Per te è una tortura, vero?” gli chiedo ironicamente e lui mi sorride

“Sono stato due settimane paralizzato, e ora posso muovermi pochissimo. È davvero una tortura” mi dice e poi fa una mezza risata pure se il suo tono è molto scocciato

“Guarda il lato positivo, per le vacanze sarai in forma e potrai divertirti” gli dico accarezzandolo e improvvisamente ricambia espressione

“Certo, e quest’estate è solo nostra” mi sussurra e io gli stringo la mano

“Solo nostra? Pure se ci saranno i miei genitori e i tuoi fratelli?” gli chiedo sarcastica e lui mi guarda perplesso e poi confuso

“Be … quello è solo un dato di parte” risponde e si passa una mano dietro la testa, segno che è un po’ imbarazzato

“Ehy, non ti preoccupare. In un modo o nell’altro l’estate sarà nostra” gli dico

“Allora, dove si va di bello? I miei fratelli mi hanno detto che avevate già deciso, ma non mi avete detto niente” mi dice impaziente e io annuisco, io e i miei genitori avevamo deciso la prima località, però doveva essere una sorpresa per Edward, la seconda abbiamo deciso di deciderla con Ed

“Non te lo posso dire, questa è una sorpresa, e poi non è sicuro. Comunque non è proprio deciso il luogo dove andremo” e lui mi guarda dubbioso, molto probabilmente sta cercando di capire se sto dicendo la bugia o la verità

“Sai non sei una brava attrice, comunque farò finta di crederci. Potremmo sceglierlo adesso il luogo” mi dice e io annuisco felice

“Allora a te dove piacerebbe?” gli chiedo subito

“Non lo so, tu dove vorresti andare?” mi chiede guardandomi dubbioso e io ci penso un po’ su, i posti dove volevo andare erano tanti, ma non potevo andare da tutte le parti

“Dato che saremo in estate mi piacerebbe andare in posti esotici, però non me ne viene in mente qualcuno” penso a voce dubbiosa e vedo pure che lui è pensieroso

“Potremmo andare a Melbourne in Australia” mi dice improvvisamente e io ci penso su

“Potrebbe andare. Ma preferirei Canberra” gli dico e pure lui si fa pensieroso, ma nonostante tutto sempre di posti australiani parlavamo

“E se facessimo Melbourne,Sidney e Canberra?Così facciamo le città più importanti” mi chiede improvvisamente e io continuo a pensarci, sarebbe bellissimo e poi le nostre famiglie potrebbero permetterselo

“Per me va bene, però dobbiamo dirlo alle nostre famiglie” gli dico felice e lui annuisce

“Quando vedo i miei fratelli glielo dico” risponde sicuro e io rido

“Lo sai che molto probabilmente non riusciranno a venire” gli ricordo, oggi Emmet e Alice sarebbero andati, accompagnati da Rose e Jazz, al matrimonio del padre e poi anche al ristorante, certo ci sono stati numerosi litigi in questi giorni però poi sono arrivati a questa decisione

“Lo so” mi dice e lo vedo rabbuiarsi, in questi giorni mi aveva detto che da una parte vorrebbe andarci pure lui, ma sia io che i suoi fratelli glielo abbiamo proibito, sia per la salute che per un fattore psicologico

“Ehy che è questa faccia?” gli chiedo strofinandogli i capelli e lui mi sorride, pure se non è un sorriso vero

“Non è niente” mi risponde solamente, ma so che sta mentendo.


(Pov Edward)

Volevo andare, fino ad’oggi mi sono sempre detto che non me ne deve fregare niente, che devo farmi gli affari miei, ma il fatto è che non ce la faccio, in un modo o nell’altro dentro di me sento qualcosa che mi fa interessare di quello che fa mio padre pure se lui ….

“Edward?” la voce della mia ragazza mi chiama seria mentre il sorriso che gli avevo fatto scompare e io sospiro, so che riesce a capire quando mento, lei non è una brava attrice ma neanche io lo sono con lei

“Te l’ho già detto, non so perché ma vorrei andare” sospiro scocciato e lei continua a guardarmi intensamente

“Stai male, sei in ospedale, e devi solo rilassarti” mi ripete e sbuffo, sono le stesse cose che mi hanno ripetuto i miei fratelli in questi giorni

“Lo so, lo so. Non c’è bisogno che me lo ripeti pure tu” gli dico continuando a sbuffare e lei spalanca gli occhi, sorpresa da come gli ho risposto

“Che c’è? Siamo nervosi oggi pomeriggio?”mi chiede subito dopo divertita e sospiro dispiaciuto, lei non centra niente

“Scusa” le dico e la guardo dispiaciuto

“Non preoccuparti non è niente” mi dice e mi da un leggero bacio sulle labbra, e in quel momento gli squilla il telefonino

“Pronto Angy?” risponde dopo avermi mandato uno sguardo di scuse per l’interruzione e io le sorrido facendo segno che non fa nulla

“Vuoi che vengo?” chiede preoccupata dopo poco e io la guardo confuso, chissà che era successo

“Non ti preoccupare, sto arrivando” dice subito e posando il telefonino si alza

“Che è successo?” le chiedo preoccupato mentre mi bacia

“Ha litigato con Ben, stava piangendo poverina. Vado da lei a tranquillizzarla e a parlarne. Passo più tardi” mi spiega mentre la vedo uscire

“Non ti preoccupare e salutamela” le dico e lei mi sorride prima di chiudere, bene mi sa che passerò il pomeriggio da solo, non ce l’ho con Angela perché mi ha tolto l’unica compagnia che potevo avere, però non mi va di stare da solo oggi, in quel momento un’infermiera entrò nella stanza

“Un ragazzo ha portato questa per te” mi dice gentile porgendomi una lettera

“Grazie” rispondo confuso e poi guardo la lettera, non c’è scritto il mittente, subito la apro e mi metto a leggerla:


Non vorrei mai scriverti ma devi sapere una cosa importante su quello che è successo a Barcellona.
Per caso la nostra cara Bella ti ha detto che l’ho violentata oppure non ti ha ancora detto niente?
Se non te l’ha detto sappi che mi sono divertito moltissimo a toccarla e a sentirla piangere e gridare, pure se dopo mi è sembrato che volesse farlo ancora, si è pure fatta male poverina, pure i tuoi amici lo sanno, ci guardavano mentre io la maltrattavo, mi sembra strano che non ti abbiano detto niente.
Sappi solo che appena ne avrò l’occasione lo farò di nuovo è stato troppo bello.
Con disprezzo Black


Rimango per più di dieci minuti a fissare quella lettera come se si potesse incendiare da sola e cancellare quelle parole, non potevo credere a quello che c’era scritto , è impossibile, non è tollerabile, non può essere, come ha potuto …..
Come diavolo si è permesso a violentare la mia Bella?
È perché non mi è stato detto niente?
Pensavo si fosse divertita, tranquillizzata, mi aveva detto che non c’erano stati problemi, eppure ora mi arriva una lettera di questo genere, ora capisco perché evitava certi argomenti sulla scuola, voleva evitare che io le potessi chiedere di Black!!!

“Devo trovarlo” penso a voce mentre la mia voce mi risulta più fredda, appena l’avrei trovato l’avrei preso di botte e calci e gli avrei fatto sputare sangue per quello che ha fatto, non m’interessava niente se poi sarei stato arrestato.

Ma non sapevo dove trovarlo, non so dove abita, e mo la scuola è chiusa, non se ne parla neanche di chiamare Bella o i miei amici, con loro avrei parlato più tardi, poi mi ricordai l’ultima conversazione che avevamo fatto ……. Ma certo lui è stato invitato al matrimonio!!!!!
Subito mi alzai e senza farmi vedere mi sbrigai a uscire dall’ospedale, l’avevo già fatto una volta, solo che adesso non stavo scappando da Forks, e proprio come quella volta riuscì a uscire velocemente, certo il corpo mi faceva male e dato che sono solo in pigiama sto prendendo troppo vento, ma non m’interessa ora devo trovare solo quello stronzo.
Camminai cercando di restare nei posti meno visti e più passibili nel modo di non dare nell’occhio e per mia fortuna ci riuscì alla perfezione, Emmet era riuscito solo a dirmi il nome della chiesa ma non mi aveva detto quello del ristorante, certo qui a Forks non c’erano molti ristoranti e chiese per matrimoni però saperlo era meglio, arrivai in uno spiazzo dove c’era una chiesa e vidi una signora anziana pulire all’ingresso

“Mi scusi, per caso qui c’è stato un matrimonio?” chiedo gentile e la signora mi sorride gentile pure se rimane confusa dal mio abbigliamento

“Si giovanotto, mezz’ora fa però. Sei uno degli invitati per caso?” mi chiede divertita, forse stava pensando che fossi un invitato che ,ricordatosi del matrimonio in ritardo, è venuto in pigiama, be….. l’idea poteva sembrare davvero quella!!!

“Si. Per caso sa dove festeggeranno?” le chiedo sempre cortese e un po’ divertito

“Certo ma non credo ci puoi arrivare a piedi. È un po’ lontano da qui. Comunque è l’unico ristorante sulla spiaggia, si chiama Quileutes food ” mi dice e io sospiro pure se rimango un po’ perplesso

“Quileutes?” chiedo confuso, non ho mai sentito un nome del genere, che strano nome per un ristorante

“Conosci le leggende del luogo?” mi chiede un po’ confusa dal fatto che non sapevo niente

“No, per la verità non le conosco ancora” le rispondo imbarazzato e lei semi-ride

“Be vedi di conoscerle, certe cose in questo paese sono legate a quelle leggende” mi dice e io annuisco

“Va bene, e grazie ancora” le rispondo e poi mi allontano, dopo un po’ trovo un taxi, e dato che non ce la faccio più a camminare chiedo al taxista se mi può portare al ristorante.

Dopo una decina di minuti sono arrivato sul luogo, il guidatore mi dice che devo seguire il piccolo sentiero davanti a me e io lo ringrazio dicendogli che poi l’avrei pagato, pure se lui mi ha detto che mi avrebbe lasciato stare questa volta.
Subito andai lungo il sentiero e dopo poco riuscì a sentire voci e musica, segno che mi stavo avvicinando, iniziai ad’avvicinarmi velocemente ma appena intravidi il ristorante inciampai e mi ritrovai in pochi secondi a terra, si vede che il mio fisico deve ancora curarsi, non riesco a muovermi agilmente come prima, velocemente mi rialzai e ricominciai a camminare, appena arrivai al limitare del bosco vidi le persone ballare e cantare sulla sabbia mentre tra tutte vedevo i due sposi che danzavano, e stranamente mi prese una specie di angoscia a guardarli volteggiare.
Fu in quel momento che mi accorsi che, senza vedermi, verso di me stava venendo Black, mi nascosi bene dietro a un albero e lui si appoggiò a quello stesso albero mettendosi a fumare, nel vederlo la furia che cercavo di reprimere scoppiò un’altra volta e decisi di farmi vedere

“Che grande scocciatura” borbottò e io sogghignai mentre uscivo da dietro all’albero

“Che c’è Black? La festa non è di tuo gradimento?” gli chiedo acido e lui si gira verso di me sorpreso, solo dopo pochi minuti mi sorride con sguardo di supremazia

“Cullen che grande onore vederti, vedo che alla fine sei venuto” mi dice e mi lancia un’occhiataccia, io intanto faccio una mezza risata

“Credo che tu sappia anche il motivo” gli dico gelido mentre gli faccio vedere la lettera, lui subito fa una risata divertita

“Vedo che ti è piaciuta la mia lettera. Come ti è sembrata? Mi dispiace però non averti scritto bene i particolari” mi dice e una specie di ringhio ,o qualcosa di gutturale per me irriconoscibile al momento, mi uscì dalle labbra semi chiuse

“Non ti preoccupare quello che hai scritto basta e avanza” gli rispondo gelido e lui continua a ridere mentre si toglie la giacca

“Dai non fare così, voglio spiegarti bene quello che è successo, voglio raccontarti di quando gli ho tolto la maglietta, o di quando lei mi ha chiesto di farlo ancora pure se stava piangendo dal dolore e dal dispiacere di deluderti” mi dice e inizia ad’avvicinarsi, io intanto chiudo gli occhi cercando di trattenere quella furia che ormai si era impossessata di me, solo una piccola parte razionale, che mi era rimasta in corpo,mi diceva di non prenderlo a pugni

“Non m’interessa” dico mentendo a lui e a me, vorrei sapere tutto ma da una parte ho paura di scoprire tutto quello che è successo

“Sicuro? Non t’interessa di come cercava di sfuggirmi mentre la facevo mia, o di come sono stato tanto forte che si metteva a gridare il tuo nome sperando che andassi ad’aiutarla?” mi chiede provocandomi, e in quel momento è come se una freccia mi oltrepassasse la testa, li vedevo: vedevo Black che la toccava contro il suo volere, e lei che mi chiamava piangendo,

“Stai zitto” sussurro mentre mi prendo la testa tra le mani, non riuscivo a sentire e vedere quelle immagini, erano troppo reali, troppo forti

“In un modo o nell’altro è diventata mia. E mi piacerebbe molto risentire il suo corpo sotto il mio mentre io entro in lei, mi piacerebbe risentire i suo gemiti di terrore, o di piacere. Eravamo solo io e lei in una via nascosta, mentre io la facevo mia, solo e soltanto mia” mi ripete e un brivido mi percorre, perché non chiudeva quella bocca?

“Finiscila” ripeto lasciandomi la testa e riportando le mani lungo i fianchi mentre inizio a riguardarlo, so che se continua in questo modo non potrò più trattenermi “Mia, solo mia” mi ripete a sussurro e in quel momento non ci vedo più dalla rabbia

“ORA BASTA” grido e in soli tre secondi Black è davanti a me inginocchiato, tossendo inizia a rialzarsi

“Non dovevi farlo” mi minaccia e lanciandomi un’occhiata di fuoco mi viene addosso, per colpa del fisico però non riesco a schivarlo agilmente e lui mi blocca contro un albero, mentre dei brividi mi pervadono

“Hai paura adesso? Che c’è ti sei fatto la bua?” mi chiede ironico e io lo guardo male mentre inizia a ridere

“Lasciami” gli dico soltanto e facendomi forza riesco a togliermi dalla sua presa

“Oh ma come sei bravo!! Hai imparato per la tua ragazza? O dovrei dire per la mia ragazza?” mi chiede sempre sarcastico e io lo guardo male mentre stringo i pugni

“Non la devi più toccare” gli dico e lui ride

“Già fatto ed’è stato bello, non sai com’è stato farlo con lei, stupendo” mi dice e mi prende in giro, se qualcuno mi sta sentendo mi aiuti prima che uccida davvero Black

“Io….” sussurro ormai al colmo della razionalità, avevo salutato la mia parte razionale, cosa che non avrei mai voluto fare

“Tu cosa?” chiede provocatorio e lo guardo male, sarebbe stata la sua fine

“TI UCCIDO” grido e subito gli vado contro……………






Holààà!!!!
“Nooo, perché l’hai fatto finire in questo modo? Ora sono molto curiosa per come andranno le cose”
“Anch’io sei ingiusta. Ma Edward non si farà male vero?”
“Sempre il solito incosciente, eh fratellino?”
“Incosciente io? Senti chi parla. Comunque sono curiosissimo di cosa succederà ora” “Ragazzi buona sera anche a voi. Comunque vi posso solo dire che il prossimo capitolo, che logicamente è la continuazione di questo, sarà un po’ più movimentato di questo”
“E nel prossimo dobbiamo stare soprattutto attenti a Ed”
“Perché scusa?”
“Come? Non lo sai? Nel prossimo sarai incazzato nero con tutti noi, e intendo pure Bella”
“EMMET, QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE DI NON ANTICIPARE NIENTE A MENO CHE NON TE LO DICA IO?”
“Scusa”
“Sempre il solito”
“Comunque ringraziamo tutti voi che ci state seguendo e chi commenta”
“E aggiungiamo che questo capitolo lo dedichiamo a Sabryepenny che ci segue con i suoi fantastici commenti fin dal primo capitolo, e speriamo continuerà a farlo”
“Ragazzi grazie per la vostra partecipazione. Spero che il capitolo piacia e di leggere i vostri commenti”
“Alla prossima”
“Kiss. Ehy per la prima volta l’ho detto io, ed’è forte dirlo”
“Vedo che stai imparando fratellino, continua così”
“Ragazzi dopo i saluti non continuate a parlare o l’autrice ci ammazza”
“Scusa autrice
“Bene. Bye bye”

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Capitolo 42
*** Furia ***


                                                                                                 Furia


(Pov Edward)

“Io ti distruggo, come ti sei permesso di toccarla, ti farò pagare cara quello che gli hai fatto” continuo a gridare mentre continuo a tirargli pugni,lui intanto sembra divertito dalla situazione

Purtroppo però a un certo punto mi dovetti fermare per riprendere fiato e energia e quindi lui accolse tranquillamente l’occasione e inizia a contrattaccare, mentre cercando di difendermi provo a riprendere fiato, la lettera era caduta a un paio di metri da noi

 “Che mi vorresti fare moscerino?Non puoi farmi niente” mi dice ridendo, e prendendolo di sorpresa lo rimando a terra e ricomincio a colpirlo

“Sei uno stronzo, idiota, deficiente, cane, antipatico, pallone gonfiato, presuntuoso, e tutti gli insulti che conosci fatteli a te stesso” gli dico urlando, ora mi aveva veramente scocciato e fatto incazzare

“Dai nanetto, mi stai dicendo che non vuoi davvero sapere quello che è successo tra noi?” mi chiede ridendo

“Stai zitto” gli dico e mi ritrovo di nuovo a terra mentre lui mi guarda dall’alto

“Oh ma come siamo coraggiosi, è davvero un peccato che ormai nessuno ti potrà più far notare una cosa del genere” mi canzona e io non capisco dove vuole arrivare

“Fammi alzare” gli dico invece pure se sempre confuso dal suo modo di comportarsi, e come per magia lui mi fa alzare

“Prego, alzati pure” mi dice ma so che sta nascondendo qualcosa, circospetto mi alzo e mi guardo intorno pensando che avesse qualche complice

“Che stai architettando?” gli chiedo infatti ma senza girarmi

“Assolutamente niente, comunque mi dispiace non aver potuto continuare il combattimento” mi dice ridendo e confuso mi giro verso di lui mentre lo vedo uscire di corsa dalla tasca un coltellino , subito riesco a schivarlo pure se mi prende di striscio la guancia e prendendogli il polso glielo giro così forte che il coltellino cade a terra

“La pagherai cara” sibila contro di me e poi cerca di riprendere l’arma con l’unica mano sana, pure se non glielo consento

“Non pensarci neanche” gli dico gelido e lo spedisco a terra con un calcio in pieno stomaco

“Come ti sei permesso” sussurra tossendo e io ghigno

“Che c’è piccolo? TI sei fatto la bua?” gli chiedo con sarcasmo e nascondendo un ghigno, ormai la mia parte razionale se ne completamente andata

“Ti sistemo” mi dice e si rialza subito pure se traballante, io intanto sono tranquillo, non potrà farmi niente in quelle condizion

i “Certo piccolo, come vuoi tu” dico ridendo, gli faccio fare solo quattro passi, prima di rispedirlo a terra, mi misi a ridere mentre mi avvicinavo e gli misi un piede sul petto come lui aveva fatto con me prima

“Fammi alzare” mi ordina e io lo guardo fintamente sorpreso

“Ti sei già stancato? Non mi dire che la bua ti fa tanto male” gli dico preoccupato e lui mi guarda in cagnesco, stavo pensando di ributtarmi a menarlo ma in quel momento il pensiero di quello che avrebbe potuto dire la mia ragazza mi venne in mente: lei non avrebbe voluto che diventassi aggressivo!!!

“Dove stai andando? Tutto qui quello che sai fare?” mi provoca mentre io inizio ad’allontanarmi dandogli le spalle, dovevo cercare di ritrovare la calma, non volevo che Bella pensasse che io sia un tipo aggressivo

“Lascia stare” gli rispondo soltanto mentre continuo a camminare

“Eh no, tu non vai da nessuna parte” grida e quando mi giro noto che ha anche ripreso l’arma che era stata buttata a terra prima

“Lascia stare, è inutile combattere ora” gli dico rispondendogli calmo, stavo cercando il modo esatto per non perdere il controllo

“Stai scherzando? Io non lascio perdere nulla. E comunque non ora che possiamo decidere di chi sarà la ragazza, pure se è chiaro che sono io dato che sicuramente con me si è divertita a farlo” mi risponde e mentre mi viene addosso mi blocco mentre la furia che cercavo di reprimere stava iniziando a venir fuori, e addio alla parte razionale che cercavo di recuperare in quel momento il pensiero era diventato unico: uccidere Jacob Black!!!

“Non osare …” gli sibilo mentre schivandolo e poi prendendolo dal braccio gli tiro un calcio proprio al centro del petto, e mentre lui si accascia io prendo il coltellino che stava ricadendo a terra Era inginocchio davanti a me che tossiva, vedevo pure un po’ di sangue uscirgli dalla bocca e le parti dove l’avevo colpito diventare di rosso scuro, subito alzai il coltellino sulla sua testa

“Che stai aspettando? Fallo, voglio vedere se davvero ne hai il coraggio” mi scimmiotta ridendo, sapeva benissimo che io non avrei potuto avere davvero il coraggio che pensava, ma subito alzai la mano per colpirlo, mi sa che questa volta si sbagliava

“Fermati Ed” subito una voce familiare gridò mentre fu seguita da una mano che bloccò subito la mia a quasi cinque centimetri dalla testa del mio avversario, e poi mi sentì spostato di peso, ancora arrabbiato mi girai e vidi Emmet dietro di me, sicuramente è stato lui a spostarmi e bloccarmi

“Non fare pazzie fratellino, vuoi finire nei guai?” mi chiede severo mentre io cerco di liberarmi, intanto vedo Black alzarsi e guardarmi strafottente, intanto l’arma era caduta a terra un’altra volta

“Lasciami” inizio a gridare mentre le possenti braccia di mio fratello mi circondano prendendo il posto delle mani

“Scordatelo, non ti farò fare cose di cui potresti pentirti” mi dice e io continuo a dimenarmi nel tentativo di sfuggirgli e di avventarmi un’altra volta sull’avversario

“Tu ora vattene” sento Jasper che grida a Black, e mentre lo vedo scappare, Jazz prende la lettera da terra e la legge

“No, non lasciarlo andare. Emmet lasciami” grido un’altra volta e nel tentativo di liberarmi cado a terra a carponi,quasi subito mi rialzo e faccio per prendere la strada che ha fatto Jacob ma mio fratello mi trattiene dal braccio

“Non provarci” mi minaccia soltanto e vedo Jazz porgergli la lettera

“Edward che ci fai qui? E come hai fatto a ferirti?” in quel momento sento la voce di mia sorella e quando mi giro la vedo avvicinarsi velocemente

“Alice” la saluto soltanto

“Ma non dovresti essere qui” inizia a rimproverarmi e sbuffo

“Aly basta, non sono un bambino” le dico subito e poi mi rigiro verso Emmet che sospirando mi guarda comprensivo

“Edward, Bella stava per essere violentata ma non è successo, i tuoi amici sono riusciti a salvarla” mi spiega e io lo guardo sorpreso, quindi loro sapevano di quello che era successo?

“E non mi avete detto niente?” gli chiedo guardandoli male, pensavo che lo sapessero solo Bella, i suoi genitori e i nostri amici, ma se lo sanno pure i miei fratelli perché a me non hanno detto niente?

“Non volevamo che stessi male” mi dice Alice

“Cioè, non solo sono stato su quel cavolo di letto per tre settimane e ci dovrò stare, ma solo adesso ho saputo che, mentre pensavo che la persona che più amo al mondo fosse felice e tranquilla, invece era stata quasi ………. Dovevo saperlo” sbotto subito

“Edward ragiona, stavi male e non volevamo farti peggiorare” sussurra mia sorella e lancio anche a lei un’occhiata di fuoco

“Non m’interessa, non potete trattarmi come se fossi un bimbo di tre anni, va bene sono stato male, ma questo non vuol dire che non mi dovevate dire niente” grido un’altra volta, avevo già detto che la mia parte razionale se ne completamente andata?

“Cerca di capire nessuno di noi voleva che tu stessi più male di quanto stavi, e di certo non volevamo che avresti cercato un modo per fare qualche pazzia” mi dice questa volta Emmet facendo attenzione alle parole che usava

“Lo sappiamo abbiamo sbagliato, ma l’abbiamo fatto per te” mi dice Alice accarezzandomi ma io scanso subito la sua mano

“Ed’è qui che sbagli Alice, dovete finirla di trattarmi come se fossi piccolo e di tenermi sempre sotto controllo, sono grande me la posso cavare da solo. Vi voglio bene, ma non potete sempre starmi dietro, non è più possibile una cosa del genere , certe volte mi chiedo se avreste mai il coraggio di lasciarmi da solo anche per un mese intero, ma da solo nel vero senso della parola. Anzi certe volte mi sembra che non abbiate neanche fiducia in me … ” gli dico sbottando un’altra volta e mi guarda seriamente dispiaciuta

“Eddy lo sai che non cambierà mai il nostro modo di trattarti” mi dice Emmet

“Lo so, ma vorrei che mi lasciaste più spazio libero ve ne sarei grato” sbuffo

“Fratellino ci puoi scusare vero?” mi chiede Alice triste e io la guardo, in teoria li avevo già perdonati però non mi va di dirglielo subito, insomma voglio avere una piccola vendetta, pure se mi sento un’idiota ad’aver gridato contro di loro

“Ci devo pensare” gli dico pensieroso e poi inizio a correre verso il bosco

“Dove vai?” mi chiedono subito tutt’insieme

“A fare un giro, e non cercatemi” gli grido contro e poi mi inoltro nel bosco.

Corsi per un bel paio di minuti, solo che mi dovetti fermare per colpa dei limiti del mio fisico, non vedo l’ora di riprendermi completamente, quindi approfittando del fatto che molto probabilmente ero lontano dal ristorante mi seggo su un tronco caduto in mezzo a uno spiazzo verde chiaro, mentre ormai sta iniziando a farsi sera.
Ancora non riuscivo a togliermi dalla testa le immagini della mia fantasia che mi mostravano Bella che veniva violentata, era un massacro ricordarmele ma non accennavano a lasciare la mia mente, intanto iniziai a cercare di riprendere pazienza e razionalità, sperando di riuscirci.
Rimasi lì per un bel po’ di tempo tanto che dopo non si vedeva quasi niente per tutto il buio che c’era, e il silenzio veniva spezzato solo dal vento e dai gufi, a un certo punto pensai che forse li ho fatti preoccupare abbastanza e così decisi di ritornare in ospedale a stare al calduccio, sperando sempre di ricordarmi la strada, appena iniziai a fare dei passi per tornare indietro sentì qualcosa di forte muoversi dietro a dei cespugli e dopo un po’ vidi una figura a me familiare

“Edward?” mi chiamò felice e preoccupata e io la guardai mentre veniva verso di me

“Che ci fai qui?” chiedo subito sorpreso e circospetto mentre mi compariva davanti

“Sono venuta a cercarti, sono stata in ansia per tutto questo tempo, non sapevo dov’eri e ti ho cercato da tutte le parti” mi dice e vedo i suoi occhi rossi, in questo momento vorrei abbracciarla forte ma prima dobbiamo chiarire

“Perché non mi hai detto niente?” gli chiedo a bruciapelo era inutile girarci intorno e lei guardò in basso

“Mi dispiace, te l’avrei detto dopo che saresti uscito dall’ospedale” mi risponde soltanto

“Bella voglio sapere perché non mi hai detto niente e ne me l’hai mandato a dire con i tuoi” gli ridico

“Non volevo che facessi qualche pazzia, stavi già male, era inutile che venissi da me se non era successo nulla. Questo era quello che pensavo quando non sapevo che eri in ospedale, ma adesso mi pento di non averti detto nulla” mi spiega e io annuisco

“Sai vero che hai sbagliato? Sai che essendo il tuo ragazzo avevo il diritto di saperlo?” gli chiedo arrabbiato e lei annuisce

“Eh sai vero che anch’io avevo il diritto di sapere che tu eri in ospedale?” ribatte subito e la guardo sorpreso prima di risponderle

“Si vero, ma una volta che saresti tornata l’avresti scoperto, mentre tu avresti potuto tenermi nascosto questo segreto anche per sempre” la faccio ragionare ma lei non accenna a guardarmi

“Te l’avrei detto” ribatte subito e io mi avvicino per poi alzarle il mento e guardarla negli occhi

“Ma non avrebbe cambiato le cose. Avevamo deciso che ci saremmo detti la verità, e vero io ho sbagliato e non lo nego, ma non puoi dirmi che me l’avresti detto quando invece avresti pure avuto paura a dirmelo” le dico e lei mi guarda sorpresa

“Mi dispiace” mi dice triste e vedo delle lacrime uscirle copiose dagli occhi, subito gliele asciugo e poi la stringo a me

“Ma mi spieghi come faccio ad’arrabbiarmi con te? Mi sembra impossibile” gli chiedo quasi scherzando e fa una risata smorzata

“Meglio per me” mi dice e io sghignazzo “Lo sai vero che ti devi far ancora perdonare?” le chiedo sciogliendo l’abbraccio e lei annuisce imbarazzata

“Troverò il modo” mi assicura e io le sorrido, per poi sospirare stanco, certo che ora che sono più rilassato i dolori alle braccia e alle gambe si fanno sentire

“Stanco?” mi chiede un po’ ironica

“Mi sa di si” annuisco poco convinto e lei nega con la testa ridendo

“Sei un testone non dovevi andartene dall’ospedale, hai fatto preoccupare pure mio padre” mi rimprovera e sospiro scocciato, non cambierà mai, ma va bene così

“Va bene, va bene, scusami tanto” le dico prendendola in giro e lei borbotta

“Antipatico, io mi preoccupo per te e tu non ci pensi alla tua salute” continua a rimproverarmi e in quel momento la guardo, non potevo pensare al fatto che quel cane gli stava per fare male

“Stai bene ora?” le chiedo subito accarezzandole una guancia e lei mi guarda sorpresa, prima di capire la ragione del mio cambio d’umore

“Si, non mi ha fatto del male, tranquillo” mi rassicura e mi accarezza pure lei

“Menomale sennò l’avrei ucciso davvero” le dico e lei ride

“Non fare pazzie, e comunque che ne dici se torniamo in ospedale così ti fai controllare quel taglietto sulla guancia e il resto dei graffi, e poi hai preso pure vento e ti sei stancato troppo …..” inizia a dire preoccupata e io alzo gli occhi al cielo per poi bloccarla subito con un bacio

“Va bene mammina, ma stai tranquilla” le dico e dopo che mi ha ordinato di appoggiarmi a lei per fare la strada fino alla macchina penso ai miei fratelli, forse avrei fatto finta di non averli perdonati per due giorni almeno mi posso scontare qualche giorno della punizione che mi avevano dato
.
 



Holàààà!!!!
“Ed’eccoci con questo nuovo capitolo che spero piacia e che commenterete”

“Ciao a tuttiiii!!! Ok, è ora alzi la mano chi pensava che Ed avrebbe ucciso Black!!”
“Io lo pensavo, pure se mi va bene lo stesso come sono andate le cose”
“Io non so, però meglio così almeno non finirà nei guai con la polizia”
“Dai ragazzi la finite? Comunque autrice, mi sembra ho il capitolo l’hai cambiato completamente da come doveva essere?”
“Hai indovinato Ed. Il capitolo questo capitolo l’avevo finito giovedì e quindi l’avrei potuto postare in serata, ma per sbaglio l’ho cancellato e quindi ho dovuto cambiare tutto da capo, cambiando molte cose”
“Allora ecco perché stavi per metterti a gridare quel giorno”
“Infatti, avevo fatto le cose diversamente, c’era pure il pov di Emmet, e credo che questo capitolo non sia venuto proprio come volevo”
“Cosaaaaaa????? Noooooo perché l’hai cancellatoooo perchèèèèèè proprio il capitolo dove avevi messo anche meeee??!!”
“Emmy te l’ha detto ha sbagliato e ha cancellato tutto”
“E questo ha comportato anche i cambi di discorsi e cose in più o in meno”
“Va bene dai, ora basta, è tempo di chiudere”
“Ok ma non c’è nessun anticipo per il prossimo capitolo?”
“No, non dico niente mi dispiace”
“Uffa”
“Vabbè alla prossima”
“Sperando che commenterete”
“Bye, bye”
“Kiss”

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Capitolo 43
*** Addio ad'un piccolo amico ***


                                                                                                     Addio ad’un piccolo amico



(Pov Edward)

Non ci credo, non ci credo, non ci credo, non ci credooooooooo……….
Finalmente posso ritornare a casa, non vedevo l’ora che arrivasse questo giorno, ed’è arrivato finalmente.
Certo pensavo che mi avrebbero fatto ritornare a casa di mattina e non a metà pomeriggio, ma è lo stesso, l’importante è tornarci, stranamente però non ho sentito ne i miei fratelli che la mia ragazza ancora, è questo è strano, molto strano.
Certo Bella di mattina ha scuola, ma di solito alle quattro e mezza è qui da me, mentre i miei fratelli o vengono, o mi chiamano, invece oggi l’unica persona che ho visto è stato solo Carlisle, chissà perché…..

“Ehy fratellino” la voce di Emmet mi fa mettere seduto di scatto dallo spavento, mentre lo vedo tutto contento entrare da solo

“Allora è proprio vero: parli del diavolo e spuntano le corna” sospiro dandomi una calmata e lui mi guarda perplesso mentre si avvicina

“Cosa?” mi chiede infatti

“Niente, lascia stare. Allora per quale motivo non vi siete fatti sentire oggi?” gli chiedo mentre mi seggo e lui mi passa i vestiti che mi aveva fatto portare Alice da casa, dopo che ieri mi ha ordinato di mettermi quello che diceva lei

“Ti siamo mancati eh?” mi chiede ironico e lo guardo male, ancora non gli avevo detto che li avevo perdonati e questo mi divertiva, certo che certe volte arrabbiarsi è utile

“Per niente, soltanto che mi chiedevo come mai oggi non eravate in mezzo ai piedi” gli dico facendogli una linguaccia e questa volta è lui a guardarmi male

“A parte gli scherzi, ora ho finito di parlare con Carlisle” mi dice e io lo guardo

 “E quindi?” gli chiedo, avevo già parlato con Carlisle prima, è sicuramente le stesse cose che ha detto a me le avrà dette anche a lui

“E quindi niente. Dopodomani ritornerai a scuola, certo non ti dovrai stancare, e farai quello che ti diranno di fare i professori per passare l’anno” mi dice soltanto e io alzo gli occhi al cielo, le stesse cose che già sapevo

“Lo so, lo so. Per fortuna Ben e Bella mi hanno portato i compiti e le cose da fare sui libri, almeno so già cosa studiare” gli dico mentre mi alzo dopo essermi vestito e poi prendo il borsone che fino ad’oggi usavo per metterci dentro vestiti e cose mie

“Vuoi che te lo porti io?” mi chiede preoccupato e io nego con la testa

“Non pensarci neanche” gli dico ghignando e poi lo supero veloce e impaziente di uscire dalla struttura

“Ah, a proposito abbiamo detto a Bella di rimanere a cena stasera” mi avvisa e rimango un po’ spiazzato

“Avete parlato con Bella?” gli chiedo subito, insomma io non l’avevo ancora vista e loro addirittura l’hanno invitata a cena?

“Si glielo abbiamo chiesto ieri sera” mi dice e sospiro allora non l’hanno sentita oggi

“Perché non è venuta?” gli chiedo, mentre poso il borsone in macchina, sperando che lo sapesse

“Non lo so” mi risponde e sospiro sconsolato, pensavo sarebbe venuta a prendermi, forse ho fatto qualcosa che non dovevo fare

“Ok” dico a sussurro e entro in macchina a testa bassa non accorgendomi del sorriso vittorioso che era appena comparso sulle labbra di mio fratello.

Nessuno dei due parlò durante il tragitto, io ero troppo impegnato nell’ammirare ,felice, le strade e le case, certo non sono niente di che, però dopo tutti questi giorni in ospedale mi sembra meraviglioso poter di nuovo uscire, in questo momento potrebbe pure mettersi a piovere ma niente eliminerebbe la felicità che sto provando in questo momento, ormai i giorni in ospedale sono solo un brutto ricordo

“Guarda, guarda. Se fosse un giorno normale penserei che tu stia pensando a qualcosa di molto erotico dato il sorrisone che stai facendo” sbotta subito Emmet divertito e io divento subito rosso, pure se una cosa nella sua frase mi lascia confuso

“Se fosse un giorno normale? Perché questo non è un giorno normale?” gli chiedo divertito cercando di togliere l’imbarazzo

“Certo che no, oggi ritorni a casa, dopo tanto tempo” mi dice lanciandomi uno sguardo eloquente, come a dirmi che è una cosa logica

“Vero è da quasi un mese intero che non sono a casa” dico pensieroso, spero soltanto che dopo il matrimonio non hanno deciso di cambiare niente

“Tranquillo la tua camera è normale come al solito, luminosa, ariosa, e allegra” mi rassicura e io sogghigno, certo se la mia camera non è in quel modo …. Allora non è la mia camera!!!!

“Come al solito” dico ridendo e lui si unisce a me

“Alice non vede l’ora che ritorni, credimi ho fatto fatica per farla rimanere a casa” mi dice sospirando esasperato e continuo a ridere pure se da una parte il pensiero di quello che avrebbe potuto fare, dopo il mio ritorno, mi fa paura

“Quasi, quasi, voglio ritornare in ospedale” dico più spaventato che preoccupato e lui ride

“Tranquillo dalla tua parte hai tre persone che ti aiuteranno sicuramente con lei, se poi, vuoi aggiungere pure la tua ragazza, allora siamo in quattro” mi risponde e io scrollo le spalle

"Vabbè non potreste fare molto” esclamo e lui sbuffa

“Se vogliono arrivare a te dovranno passare sul mio corpo” dice serio e io alzo gli occhi esasperato

“Esagerato, non fare il melodrammatico” gli dico infatti mentre la macchina prende la strada che porta verso casa

“Ehy sei il mio fratellino, e ho il diritto di proteggerti da tutti” dice continuando a fare il serio

“Va bene ho capito” gli dico per evitare che potesse dire altro, ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che certe volte mio fratello potesse essere davvero serio, insomma mi sembra strano che non abbia detto qualcosa di divertente o qualche altra battuta….

“Comunque lo sai qual è il colmo per uno che soffre di amnesie?........L’ho scordato” dice velocemente e io lo guardo stralunato

“E ti pareva” sospiro esasperato, era meglio godermi il fatto che era serio fino alla fine

“Cosa?” mi chiede confuso mentre entriamo dal cancello, e la mia cara casetta mi appare davanti agli occhi in tutta la sua bellezza, ripeto se dico cose strane è perché sono immensamente felice di essere uscito dall’ospedale

“Niente lascia stare” gli rispondo e quando si ferma esco rapido dalla macchina, in soli cinque minuti ho già preso il borsone e aspetto mio fratello davanti ai gradini

“Ti muovi?” chiedo impaziente e lui sghignazza “Si tranquillo, ma prima devo fare una cosa” mi dice e,prima che potessi girarmi confuso, i miei occhi vengono ricoperti da una benda che m’impedisce di vedere

“Emmet che stai facendo?” chiedo sorpreso e un po’ irritato, posso sapere per quale motivo devo entrare in questo modo?

“Tranquillo e fai quello che dico io” mi dice soltanto e prendendomi da un braccio mi trascina dentro.

Mi trascina velocemente in casa e dopo che ha chiuso la porta, continua a trascinarmi velocemente, credo, verso il salone, appena ci fermiamo sento solo il silenzio e poi Emmet venirmi dietro per togliermi la benda

“Ecco fatto” dice mentre la toglie e io sbuffo mentre inizio a riaprire gli occhi “Posso sapere che stai …. “ inizio a dire

“Bentornato a casa” gridano delle voci che mi bloccano e che mi fanno spalancare gli occhi dalla sorpresa, di certo non mi aspettavo di trovare i miei amici, Bella, Esme con la piccola, Alice, Jasper e Rosalie, sotto un manifesto di bentornato

“Che sta succedendo?” chiedo ancora perplesso quando Bella viene verso di me sorridente

“Come non lo vedi?” mi chiede ironica e mi bacia, mentre vengono a salutarmi anche gli altri

“Finalmente, non vedevo l’ora che uscissi dall’ospedale” mi dice Ben abbracciandomi

“E un piacere rivederti amico” mi dice invece Richard abbracciandomi nello stesso momento

“Anche per me è un piacere” gli dico felice mentre abbraccio pure Mark, Angela e Patrick

“Sono felice che tu stia bene” mi dice invece Esme gentile mentre viene ad’abbracciarmi

“Grazie, mi fa molto piacere rivederla e la ringrazio ancora per essere sempre venuta a trovarmi” le rispondo, in questi giorni veniva sempre con la piccola, o nel primo pomeriggio o in mattinata

“Per me è stato un piacere” mi ridice sorridente e poi si allontana mentre Alyson mi salta in braccio

“Adesso che sei fuori dall’ospedale potrai giocare sempre con me vero?” mi chiede e io la guardo divertito

“Certo, quando potrò verro a giocare con te”le rispondo e lei mi guarda male

“Allora devi giocare sempre con me pure la sera” mi ordina con il dito puntato verso di me e rido

“Ma di sera devi dormire” le ricordo

“Allora non dormirò” dice e incrocia le braccia facendomi ancor più ridere mentre la madre viene a prenderla

“Tesoro lascia respirare Edward” le dice anche lei ridendo e poi la prende consentendomi di salutare chi mi mancava

“Finalmente da oggi potrò riposarmi con Alice, sai è stata troppo iperattiva in questi giorni” mi dice Jazz facendomi ridere

“Molto spiritosi davvero, comunque Ed ti ho preso dei vestiti nuovi, e anche un vestito da sera per il ballo di fine anno” mi dice stringendomi

“Alice lascialo, così lo soffochi” gli ricorda Jasper e gli lancio un’occhiata di ringraziamento

“Solo uno? Ma se avrai svaligiato una decina di negozi” dice Emmet perplesso mentre lei si stacca e gli fa la linguaccia

“Tu chiudi il becco” gli risponde mentre io abbraccio Rose

“Menomale sei tornato, sennò chi li sopporta questi due?” mi chiede ironica e io sogghigno

“Lo vorrei sapere anch’io!! Comunque come state” le chiedo gentile riferendomi anche alla piccola sporgenza che si intravedeva

“Tutto bene, ieri pomeriggio ho fatto la visita dato che ho iniziato il terzo mese, e sta andando tutto bene” mi dice sorridendomi e io annuisco

“Bene” le rispondo soltanto e poi sento Emmet avvicinarsi al mio orecchio

“Ti ricordi quello che ti ho detto in macchina?” mi chiede e io annuisco

“Si perché?” chiedo curioso e lui si guarda intorno, mentre vedo Bella venire verso di me

“Allora io ti proteggerò, da tutti ma c’è un’eccezione” mi dice sconfitto e lo guardo ancora più curioso

“E quale sarebbe l’eccezione?” gli chiedo mentre prendo la mano della mia ragazza, lui mi guarda triste

“Nostra sorella” sospira e dopo poco scoppio di nuovo a ridere, certo l’unica persona che Emmet non sarebbe mai riuscito a bloccare è proprio nostra sorella, come ho fatto a non pensarci?

“Prendi fiato, non vorrai mica ritornare in ospedale” mi sussurra Bella anche lei divertita dalla situazione

“Che intendi dire Emmet?” gli chiede Alice minacciosa e lui fa un passo indietro

“Assolutamente niente” gli dice e io continuo a ridere come un pazzo, solo dopo una decina di minuti la smetto di ridere e guardo Bella, che continua a guardare la scena divertita

“Ma l’idea di questa festicciola a chi è venuta?” le chiedo e lei diventa rossa e abbassa gli occhi

“A Bella!!” rispondo tutti gli altri insieme e io le sorrido mentre mi riguarda

“Pensavo fosse una cosa carina” mi dice

“Grazie” le dico e poi la bacio.

Tutti gli ospiti stanno più o meno altre due orette con noi e poi se ne vanno, intanto Alice e Rose sono andate in cucina per preparare la cena e Jasper e Emmet sono impegnati in un’accesa battaglia alla playstation, io invece sono seduto al pianoforte con Bella vicino, mi era mancato anche il mio caro strumento musicale, nel frattempo fuori il tempo è cambiato un’altra volta diventando nuvoloso, e purtroppo si è messo pure a piovere

“Sei sempre bravissimo” mi dice quando finisco di suonare e la ringrazio con un sorriso, mentre perplesso la guardo che si alza

“Dove vai?” le chiedo e lei mi rivolge un sorriso di scuse

“Ad’aiutare in cucina” mi dice solamente e poi si allontana mentre io continuo a fissarla, dite che è maleducato fissare la propria ragazza?

“Eddy vuoi giocare? Jasper sta rompendo” mi dice Emmet e Jazz ride

“Certo perché è la quinta volta che vinco” gli ricorda e Em grugnisce

“Ora che ci penso, Axel dov’è finito?” gli chiedo guardandomi intorno quando sono arrivato non l’ho visto

“Prima che arrivaste voi era con noi, forse è uscito in giardino” mi risponde Jasper pensieroso

“Ora che ci penso e da quando siamo tornati che non lo vedo. Ed’è strano,di solito è il primo a saltarti addosso quando torni a casa” dice anche Emmet pensieroso e io li guardo perplesso , intanto sento dei passi scendere le scale, per poi veder comparire mio padre e sua moglie sulla porta del salone

“Noi ceniamo fuori” dice a tutti Tanya mentre mio padre mi guarda neutro

“Vedo che sei tornato, ma non provare a creare di nuovo guai,se devi dare proprio fastidio dallo a casa, e non inventarti la scusa dell’ospedale” dice soltanto e poi ci da le spalle e se ne va seguito dalla moglie, mentre Emmet, che si era alzato per rispondergli, veniva prontamente bloccato da mio cognato, che ricevette la seconda occhiata di ringraziamento da parte mia per aver evitato che qualcosa potesse andare male, dopo, che mi accerto che mio fratello si è calmato, guardo fuori dalla finestra e vidi quattro figure sulla strada, sembrava che stessero guardando verso di me, ma non riuscivo a capire chi erano, restai a fissarle finché non si allontanarono

“Ed dove stai andando?” mi chiede Emmet mentre scappo verso la porta, volevo vedere chi erano quelle figure

“Controllo una cosa è arrivo” dico subito senza prendere il giubbotto e uscendo velocemente, subito arrivai nel punto esatto dove avevo visto le figure, ma non vidi niente, ero solo circondato da un po’ di nebbia e dalle luci di certe case del quartiere.

Stavo iniziando ad’incamminarmi verso casa quando sentì l’abbaiare del mio cane subito sorrisi, fu in quel momento che davanti a me vidi due punti gialli venire verso di me, rimasi confuso ma subito dopo compresi che quella era una macchina;
Però prima che avvenne l’impatto mi sentì buttato a terra dall’altra parte della strada nel mentre sentì un rumore forte, appena riguardai nel punto dove mi trovavo prima vidi una massa di peli bianca distesa a terra, la macchina invece era scomparsa, mi alzai velocemente e sempre velocemente mi avvicinai e mi inginocchiai vicino a lui

“Axel” lo chiamai prendendolo in braccio, il suo sangue stava bagnando copiosamente il suo pelo e ora anche la mia camicia

“Axel” ritentai scuotendolo e lui apri un occhio

“Ehy, non mi abbandonare piccolo” gli sussurrai e alzando lentamente la testa mi leccò debolmente , per poi richiudere gli occhi

“Axel,sveglia dai, non te ne andare” lo supplicai ormai avevo le lacrime agli occhi pure se la pioggia le nascondeva bene, perché nessuno usciva a vedere che era successo? Possibile che nessuno avesse sentito il rumore dell’impatto?

“EMMET” chiamai gridando, ero bloccato, non riuscivo a fare niente, ripensavo ancora a quello che è successo poco fa, poi riuscì a sentire dei passi venire verso di me frettolosi

“Edward?” sentì la voce di Bella che subito si bloccò appena vide il sangue, spero che non svenga

“Edward? Che succede?” chiede la voce di mio fratello allarmata mentre si avvicinava seguito da Jasper , quando si fermarono e capirono chi avevo in braccio, si bloccarono scandalizzati

“Dobbiamo portarlo subito dal veterinario” gli dico e lui annuisce

“Speriamo che non sia troppo tardi” mi dice, Jasper intanto si abbassa e prende il cane dalle mie braccia, forse per consentirmi di alzarmi, e lo vedo che lo controlla, certo mi sono dimenticato che lui aveva esperienza come veterinario

“Mi dispiace Ed, ma è inutile” mi dice solamente e mi guarda mentre mi alzo

“Intendi dire che è morto?”gli chiedo irritato e pure se nolente annuisce

“No, impossibile” nego con la testa e un sorriso incredulo mi compare tra le labbra “Edward andiamo dentro dai” mi dice invece Emmet ma io non mi muovo

“No, non è morto” grido e in quel momento mi sentì circondato da delle braccia, non cercai neanche di capire chi era perché la riconobbi subito, e mi stupì del fatto che era ancora qui pure se c’è sangue

“Mi dispiace” mi sussurrò soltanto e non disse altro, ha ragione non serve a niente parlare in certi casi, però in questo momento vorrei solo capire chi era il guidatore della macchina, e poi chi erano quelle figure?





Holààà!!!!
“Ok, se non mi uccidete prometto che per domenica prossima avrete un altro capitolo, forse anche prima se non sarò molto impegnata. Comunque secondo voi il capitolo è troppo pesante? Spero che mi risponderete così vedrò di migliorare il prossimo”
“Io invece ti uccido, nooo il mio povero e piccolo cagnolinoooooo”
“E pensare che siamo alla prima morte della storia”
Che intendi con prima morte Em? Vuoi dire che più avanti ce ne saranno altre?”
“Si certo”
“Scusa Emmy ma, perché l’autrice sta prendendo un bastone e sta venendo verso di te con sguardo famelico?”
“EMMEEEEEEEEEEEEEEEET QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE CHE NON DEVI DIRE NIENTEEEEEEEE”
“Ma non lo faccio apposta, mi scappa”
“Certo, certo, Emmy”
“Tu stai zitto”
“Per punizione non sarai nel prossimo spazio dell’autrice”
“Noooooo, non farmi questo”
“Ok ragazzi penso che sia meglio chiudere su questa scena pietosa”
“Confermo Aly. Speriamo di leggere dei vostri commenti e che la story vi piacia”
“Alla prossimissima”
“Kiss”

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Capitolo 44
*** Superare la paura ***


                                                                                Superare la paura


(Pov Edward)

Fu una strana sensazione svegliarsi il giorno dopo sul mio letto, nella mia camera, senza sentire infermieri che correvano in corsia, lettini trasportati velocemente, e sirene d’allarme delle camere, anzi mi sembra tutto irreale.
Ieri sera, dopo che siamo rientrati, mio fratello ha voluto seppellire Axel nel giardino, mentre Bella mi ha trasportato fino in camera e mi ha infilato forzatamente dentro la doccia, alla fine è rimasta come previsto, ma molto probabilmente mi sono addormentato prima che se ne andasse, perché l’unica cosa che mi ricordo era la mia testa appoggiata sulle sue gambe mentre mi accarezzava.
Oggi pomeriggio usciamo insieme, non so dove mi vuole portare, ma mi ha detto che dovevo fare una cosa con lei dopo che sarebbe tornata da scuola

“Eddy se per caso sei sveglio, mettiti addosso cose estive, si muore dal caldo” sento gridare dalla voce di mio fratello, e pure se rimango un po’ perplesso, poi rido mentre mi alzo e mi avvicino al cassettone, dove dovrei avere un paio di mutande, dico dovrei perché non c’è assolutamente niente qua dentro, neanche un paio di boxer, pure se li uso poco e niente

“Aliceeee” grido chiamandola, di sicuro lei centra qualcosa se si parla di vestiario

“Dimmi fratellino” mi dice comparendo, uno strano sorriso gli compare tra le labbra e questo mi rende sospettoso

“Posso sapere perché non ho nessun paio di mutande nel cassetto?” gli chiedo tra il confuso e l’esasperato, mentre lei si avvicina e mi passa un costume rosso

“Perché ieri te le ho volute lavare tutte. Vorrà dire che per oggi ti metterai il costume, però ha detto Emmet di non rovinarglielo” mi risponde scrollando le spalle e uscendo dalla mia camera velocemente, mentre io guardo il costume tra le mie mani, e da quand’ho quattro anni che il costume lo metto solo per la spiaggia, da quel giorno non ho mai più fatto il bagno, avevo paura pure della vasca, menomale che esiste la doccia

Dopo aver messo una t-shirt blu e un paio di pantaloni a ¾ bianchi, inizio a scendere raggiungendo tutti in cucina, il primo che intravedo e Jasper che sta ridendo per una battuta che sicuramente avrà fatto mio fratello

“Buongiorno a tutti” dico sbadigliando, forse sono ancora un po’ assonnato, pure se mi sento più vispo che mai

“Ehy Ed sai qual è il colmo per un medico?...... essere paziente” mi dice subito mio fratello ,appena mi vede e sbuffo

“Ma queste battute le cerchi su internet?” gli chiedo divertito mentre mi seggo vicino a lui

“Così mi offendi! Pensi che non sappia fare battute a modo mio?” mi chiede indignato

“Non dico questo” gli rispondo scrollando le spalle

“Eddy per il tuo ritorno ti ho fatto le frittelle, con lo sciroppo sopra” mi dice Alice posizionando il piatto davanti a me e mentre mi versavo il latte nella tazza

“Grazie, ma non mi volete far ingrassare vero?” gli chiedo ironico e lei mi fa la linguaccia

“Divertente Eddy, ma almeno ti faccio mangiare cose migliori da quelle dell’ospedale” mi dice dandomi le spalle

“Su questo non c’è dubbio” affermo anch’io e poi continuo a mangiare, sentendo i discorsi tra gli altri

“Eccomi, ho preso il giornale” dice Rosalie entrando felice e dopo aver dato il giornale a mio fratello si siede vicino a me

“Rose dopo vieni con me a fare la spesa?” gli chiede Alice sedendosi anche lei vicino a Jasper dall’altra parte

“Certo, non saprei che fare a casa” le risponde mentre cerco di leggere gli articoli in prima pagina

“Ehy sentite un po’ qua” ci chiama Emmet e lo guardiamo tutti

“Successo qualcosa?” gli chiede Jasper e lui annuisce continuando a leggere

“Sono stati rivenuti due corpi dentro un cassonetto dell’immondizia qua a Forks. Da quello che si sa, erano due bancari, e si sospetta che l’omicidio sia avvenuto verso mezzanotte e non c’è nessun testimone” ci spiega e io lo guardo curioso

“Più o meno dove?” gli chiedo

“Vicino all’unica discoteca che c’è qui a Forks” mi risponde e rimango perplesso

“Ma di solito dove ci sono le discoteche c’è anche tanta gente. Come fa a non esserci nessun testimone?” gli chiedo subito

“Forse perché oggi è un giorno lavorativo, sia per chi lavora, che per gli studenti” mi risponde Alice eloquente

“Ma questo non spiega molto. Insomma mi sembra impossibile che non ci sia nessun testimone” le rispondo

“E poi sicuramente la polizia sta indagando anche su quell’altro caso nel frattempo, e forse sono collegati” dice Jasper pensieroso e mi giro subito verso di lui

“Quale caso?” chiedo infatti

“Non te l’abbiamo detto?” mi chiede Emmet perplesso e io nego

“Due giorni prima che tu uscissi dall’ospedale è stato trovato il corpo di un imprenditore sulla riva del fiume Sol Duc” mi spiega Jasper

“Strano che non sia stata trovata ancora nessuna traccia” dice Rosalie e poi continuano a parlare tutt’insieme.

Però è strano che in un paesino come Forks succedano cose del genere, insomma chi mai se lo sarebbe aspettato? Questo pensavo quando ritornai in camera mia, incredibile che una cosa del genere sia successa in questo paese, e non solo per una volta ma due.

“Eddy andiamo usciamo pure noi. Vuoi venire?”mi chiede Emmet comparendo in quel momento

“No Em, grazie ma preferisco stare a casa” gli rispondo gentile e lui mi sorride

“Come vuoi. Se succede qualcosa, o hai bisogno di qualcosa, chiama” si raccomanda e dopo che annuisco esce, solo dopo una quindicina di minuti sento la macchina allontanarsi dal vialetto, in quel momento, appena presi i libri che mi servivano per studiare, il telefonino suonò, e guardando il display sorrisi al nome che comparve

“Pronto principessa?” rispondo subito felice, non pesavo che mi avrebbe chiamato

“Ehy, come va?” mi chiede felice

“Tutto bene, tu?” le rispondo mentre mi seggo alla scrivania

“Assonnata, non volevo venire a scuola, ma per il resto tutto bene. Ti sei svegliato ora, o stavi facendo qualcosa?” mi richiede e sento delle voci, che riconosco, parlare in sottofondo

“Per la verità stavo prendendo i libri per prepararmi bene per le verifiche. E tu non dovresti essere in classe?” le chiedo curioso, la terza ora dovrebbe essere iniziata da un paio di minuti ormai

“Ho deciso di saltare la lezione, e gli altri hanno un’ora buca” mi risponde, e io rimango un po’ perplesso, non pensavo che saltasse di suo proposito le lezioni

“Ehy aspetta un momento. Da quand’è che salti le lezioni tu?” le chiedo confuso e divertito e lei ride

“Da quando ho capito che perderne una non fa male” mi risponde sempre ridendo e sono sicuro che in quel momento avesse scrollato le spalle

“Stai avendo delle cattive influenze” gli dico prendendola in giro e la sento sbuffare

“Non fa niente, e poi avevo voglia di sentirti” mi risponde soltanto e questa volta sbuffo io, pure se da una parte mi fa piacere

“Comunque ci vediamo dopo, ora voglio concentrarmi bene sui libri” le dico subito, volevo parlarle però mi conveniva anche studiare sennò rischio che il prossimo anno io e Bella saremo separati dalle lezioni

“Va bene, e ricordati che appena esco da scuola ti vengo a prendere” mi ricorda

“Va bene, ma mi dici dove dobbiamo andare?” le chiedo curioso e la sento sogghignare

“Mi dispiace ma è un segreto. A dopo, baci” risponde frettolosa e chiude lasciando un’espressione più che perplessa sulla mia faccia, solo dopo un po’ mi metto a ridere, non riuscirò mai a vincere contro di lei, poi guardai i libri davanti a me e prendendo un bel respiro incominciai a studiare.

(Pov ??)

“Capo i nostri ragazzi ci hanno mandato un preavviso, a momenti dovrebbe arrivare una chiamata dall’America” mi dice il mio braccio destro

“Abbiamo fatto bene a mandare quei tre in visita al posto, almeno avranno sicuramente trovato un buon nascondiglio per noi. E almeno potremmo occuparci da vicino della persona che dobbiamo eliminare” dico pensieroso pure se un sorriso sadico mi compare sulle labbra

Sono uno delle persone più potenti della malavita, tutti sanno chi sono e cosa faccio, e soprattutto tutti mi venerano, nessuno può opporsi a me se non vuole che uno dei miei lo faccia fuori, o che io lo mandi in rovina

“Capo ma secondo te è una richiesta ragionevole? Non credo che dobbiamo fidarci di quel Cullen, insomma da quello che ne so ha la nostra stessa reputazione” mi dice e io alzo una mano come a fermare le sue parole

“Tranquillo, c’è stato chiesto un favore, ma questo non vuol dire che dopo il favore ce ne torneremo qui e lo lasceremo stare” gli spiego, una volta completata la missione, farò in modo che quel paese e i paesi vicini diventino miei

“Agiremo subito dopo la chiamata?” mi richiede impaziente mettendo una mano sulla pistola

“Agiremo quando lo vorrò io, pure tra un anno se non voglio occuparmene subito” gli spiego scocciato, quante altre volte gli dovrò ripetere le stesse cose?

“Mio signore, la vogliono al telefono” mi dice un altro mio schiavo e io annuisco alzandomi, e sorrido avvicinandomi alla cornetta, vediamo che dice il mio, caro e non, amico americano


(Pov Edward)

“Allora mi vuoi dire dove andiamo?” le chiedo quando la raggiungo in macchina, e lei mi sorride baciandomi

“No, non se ne parla” mi risponde e mette in moto dopo aver allacciato la cintura

“E dai!!! Se non me lo dici scendo subito dall’auto mentre si muove” mi lamento e la guardo supplichevole

“No, e non ci provare” mi risponde ridendo mentre da più velocità alla macchina

“Ti lamenti tanto della mia velocità alla guida. Ma tu pure se acceleri corri come una lumaca” le dico guardando il tachimetro, e lei sbuffa

“Non lamentarti sulla mia guida” mi minaccia e io la guardo male, se guidavo io si lamentava della mia guida

“Tu ti lamenti della mia” le dico sbuffando e mi guarda con fare eloquente

“Ci credo, vai a una velocità di pericolo mortale, e non metti neanche la cintura. Guarda che pure se il capo della polizia è mio zio, questo non vuol dire che non può ritirarti la patente” continua a dirmi come se fosse una cosa logica e sbuffo un’altra volta

“Va bene, va bene” le rispondo incrociando le braccia ma sembra che non vuole lasciar perdere il discorso

“E poi non voglio pensare che un giorno potremmo ritrovarci schiantati contro un albero, insomma potresti pure andare un po’ piano sai?” continua a lamentarsi

“Ehy, ehy, stop con i commenti sulla mia guida ora” dico alzando le mani come a ripararmi e lei inizia a ridere, mentre io mi rilasso al suono della sua risata è sempre bello sentirla ridere

“Siamo arrivati” dice fermando la macchina vicino a degli alberi e scendiamo dall’auto

“Che facciamo qui?” gli chiedo curioso

“Aspetta tra poco lo saprai. Ora mettiti questa” mi dice porgendomi una benda con dei cuoricini rossi, e io la guardo confusa

“Cuoricini?” chiedo anche divertito, e lei diventa rossa

“Be….. Ti amo” dice scrollando le spalle e poi venendomi dietro mi lega la benda, e mi prende la mano

“Non ti preoccupare” mi sussurra prima di baciarmi e io le sorrido

“Tranquilla con te camminerei a occhi chiusi sul fuoco” le rispondo e la sento sorridere mentre inizia a tirarmi.

Camminiamo sul terreno spianato, pure se qualche volta, o io o lei, inciampavamo su rami o sassi, pian piano sento anche degli scrosci d’acqua, finché non sento la terra farsi più morbida e più calda, e l’acqua sempre più vicina

“Togli la benda” mi dice lasciandomi la mano e sfiorandomi la testa, appena sento la benda scivolarmi apro gli occhi e davanti mi ritrovo un mare leggermente mosso, subito guardai Bella in cerca di spiegazioni

“Ti avevo promesso che ti avrei aiutato, e ora siamo qui” mi dice e capisco dal fatto che si sta spogliando che si è messa sicuramente d’accordo con i miei fratelli dato che mi hanno fatto mettere il costume, rimango a fissarla come un’ebete, il suo corpo è ancora più bello di quello che pensavo

“Non posso” nego con la testa riprendendomi da quella bellissima visione e lei mi guarda ,sicura e determinata, mentre venendomi dietro mi spinge a fare dei passi avanti

“Si che puoi” sussurra e mi tira verso il bagnasciuga, più mi avvicino e più inizio a rallentare la camminata, appena sento l’acqua sotto i piedi mi blocco completamente

“Spogliati” mi sussurra e io faccio come ha detto pure se non accenno a muovermi da dove sono, in quel momento la mia mente ritornò a quel giorno lontano , riuscivo ancora a ricordare l’acqua che mi circondava e la paura di affogare

“No,non lo posso fare. Bella non ci riuscirò” gli dico girandomi velocemente verso di lei e prendendola dalle spalle

“Edward puoi, ce la devi fare” mi sorride e anche lei mi prende le spalle

“No” nego e guardo da un’altra parte

“Si invece” mi dice prendendomi la testa tra le mani

“E se non ci riesco?” le chiedo insicuro

“Se fai così mi costringi a fare una cosa che non voglio fare” mi dice e mi lascia mentre si dirige dentro l’acqua

“Dove vai?” le chiedo subito, solo a vederla circondata dall’acqua stavo andando in panico

“Bella dove stai andando?” le richiedo non ricevendo risposta, solo quando l’acqua la ricoprì fino quasi al collo si girò verso di me sorridendomi

“Faccio una nuotata” mi dice soltanto e si allontana

“Bella? Bella torna indietro!!” grido chiamandola, non riuscivo a pensare al fatto che si stesse allontanando e che potesse essere in pericolo

“Ed l’acqua è bellissima” grida

“Non parlare, respira e non bere l’acqua” grido un’altra volta, non riuscivo a muovermi eppure vorrei subito raggiungerla, si allontanò così tanto che non la vidi chiaramente da dov’ero

“Ti prego torna indietro” la chiamo preoccupato ma non ricevo risposta anzi la vedo agitarsi e qualcosa mi fa temere il peggio

“Aiuto non riesco più a muovermi, Ed aiutami” grida e in quel momento sbarro gli occhi, lo sapevo che non doveva allontanarsi

“Respira, cerca di rimanere a galla, sto arrivando” le dico e mi guardo intorno frenetico, ci sarà pure qualcosa che posso fare per aiutarla

“Ed aiuto non respiro” grida e poi non la sento più gridare mentre la vedo affondare

“Bella” grido di scatto e senza pensarci mi butto subito in mare, nuotando velocemente raggiungo il punto ma non la vedo più, e mi agito nel cercarla

“Bella!!” la chiamo, a un certo punto mi senti prendere la spalla e preso dal panico mi voltai di scatto, per vedere la mia ragazza che rideva della mia faccia

“Eccomi qui, io sono viva, e tu ce l’hai fatta” mi dice scherzando, pure se leggo un po’ di orgoglio verso di me

“Cavolo, mi hai fatto spaventare, non lo fare più” la rimprovero

“E dai dovresti ringraziarmi invece, guarda dove sei” mi dice senza scherzare e io mi guardo intorno, ha ragione il bagnasciuga e ben lontano da dove siamo, e l’acqua non sembra volermi dominare

“Io sono davvero ….” cerco di dire sorpreso e lei mi guarda felice

“Si Ed sei davvero dentro l’acqua” mi dice sorridendomi e in quel momento mi manca il respiro

“Oh cavolo” sussurro e la testa inizia a girarmi vorticosamente, tanto che mi sembra di sprofondare

“No, no, Edward guardami e stai calmo, tranquillo e respira” mi dice e mi tiene su con le braccia, io intanto guardo i suoi occhi e cerco di fare come mi ha detto

“Bene bravo, ora stai tranquillo, e andiamo insieme verso riva” mi dice e mi sento trascinare, non riesco a capire quello che sto facendo, più che altro sono una statua di marmo,non posso aver fatto una cosa del genere, e mentre nuotavamo la mia mente ritornò completamente a quel giorno
                                                                             .............................……………………………….

“Papà guarda una conchiglia” grido girandomi ma non alza nemmeno gli occhi,perché non mi guarda mai mentre lo chiamo, gli ho fatto qualcosa di male?
Così senza pensarci mi abbassai a prenderla, era bella, tutta rosa, voglio regalarla a mia sorella, però in quel momento vidi l’onda raggiungermi e buttarmi a terra, e non so come mi trascina dentro ….
Ho paura, non riesco a respirare e ad’aprire gli occhi, voglio uscire, dove sono i miei fratelli?
E il mio papà dov’è? ……
Eccolo ora lo vedo, è ancora seduto, ma perché ancora non si è accorto di me?

“Papà aiuto” riesco a gridare, il mare è cattivo, non ci voglio più venire ….. eccolo sta venendo ma ….. perché se ne sta andando? Forse non mi vede

“Papà, sono qui, aiutami ti prego” grido un’altra volta sperando che mi veda ma non si vuole girare, se ne sta andando, e sto continuando a bere acqua, voglio i miei fratelli, voglio…….. voglio la mia mamma!!!

“Emmet, Alice, papà, nonni……… Mamma aiutami” continuo a gridare ma ad’un certo punto non riesco più a respirare, sento qualcosa di duro sul mio cuoricino, e mentre chiudo gli occhi vedo qualcosa venirmi incontro, non capisco cos’è, forse è la mia mamma che mi viene a prendere per portarmi con se, vidi una piccola luce bianca e una voce, femminile, a me sconosciuta chiamarmi, non so perché ma credo di conoscerla

“Arrivo mamma” penso e mentre mi addormento sento qualcosa prendermi fortemente …………..

“Edward, svegliati!! Dai fratellino svegliati”

Qualcuno mi sta chiamando, ma io voglio andare da mamma e solo adesso posso vederla, però mi sembra di riconoscere questa voce, forse mi conviene aprire gli occhi

“Ti prego Eddy apri gli occhi” mi dice un’altra voce, e ora li riconosco, sono quelle dei miei fratelli, allora li posso aprire tranquillamente gli occhi, così li apro per vedere davanti a me le facce dei miei fratelli

“Ben svegliato fratellino” mi dice Emmy sospirando e sorridendomi e io gli sorrido mentre guardo Aly che continua a piangere, va bene mi sa che mia mamma può aspettare ancora per un bel po’……
                                                                                  …………………………………………..

“Edward svegliati” la voce sicura della mia ragazza mi fece ritornare al presente, e quando aprì gli occhi mi vidi disteso sulla sabbia e Bella davanti a me preoccupata

“Ehy che è successo?” le chiedo sedendomi mentre mi abbraccia

“Sei svenuto in acqua, pensavo fosse una crisi” mi dice come a rimprovero e io le sorrido divertito

“Stavo pensando a quel giorno. Comunque non credo che mi arriveranno da subito le crisi, forse un altro mesetto o due potrò stare tranquillo” le rispondo

“Non dovevo costringerti a provarci” mi dice triste e io nego con la testa, ha fatto bene invece, e subito mi alzo prendendole la mano

“Invece mi hai aiutato” le dico, ora il mare non mi fa più paura, e male che vada vorrà dire che sarà il momento di incontrare mamma

“Davvero?” mi chiede insicura e io annuisco, e senza esitare ritorno in acqua e mi giro verso di lei allargando le braccia

“Visto? E ora che ne dici di abbracciarmi?” le chiedo divertito ma senza muovermi da dove sono, e ridendo corre per poi buttarsi verso di me e farci finire tutt’e due sott’acqua

“Grazie” le dico quando riemergiamo e la stringo a me “Te l’avevo promesso” mi sussurra

“Allora grazie per aver mantenuto la promessa” le sussurro di rimando baciandola, un bacio dolce e salato ma al tempo stesso fantastico.




Holàààà!!!
“Ok, lo so, ho ritardato. Ma sono molto impegnata in questi giorni e mi è stato difficile postare fin da subito il capitolo. COmunque chi di voi domani si prenderà il dvd di breaking dawn? Io non vedo l'ora”

“Autrice rieccoti finalmente”
“Ed’eccoci finalmente anche noi”
“Sono sorpreso di quante persone leggono questa storia, ma sono molto contento che vada tutto bene”
“E a nome dell’autrice ci scusiamo per non aver risposto alle vostre recensioni, ma sempre per questioni lavorative e impegnative non si è fatto niente”
“Autrice ma Emmet?”
“Vi ricordo che nell’altro capitolo l’ho messo in punizione e in questo non c’è”
“Giusto, non ci pensavo. Vabbè vorrà dire che staremo più tranquilli”
“Infatti. Speriamo che il capitolo vi piacia e commenterete”
“Ragazzi non lo prendete sempre in giro, certe volte mi fa pena quando lo trattate così. Comunque alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 45
*** Tutto succede anche al ballo di fine anno ***


                                           Tutto può succedere anche al ballo di fine anno



(Pov Edward)

“Non vedo l’ora che arrivi stasera” sbottano Angela e Bella raggiungendoci insieme, io e Ben intanto le aspettavamo davanti alla mensa.

Finalmente dopo un mese, e cinque giorni, sono di nuovo a scuola con i miei amici, fino a stamattina sono stato impegnato con le verifiche, e dopodomani avrò la risposta, ce l’ho messa tutta e spero che i risultati siano positivi, perché sinceramente non mi va di rifare l’anno

“E io non vedo l’ora che arrivi domani. Vestirmi come un pinguino mi mette i brividi” mi sussurra Ben e sogghigno mentre le ragazze ci guardano truci

“Guarda che ti abbiamo sentito” gli dice Angela minacciosa

“E tu non ridere” mi riprende Bella puntandomi un dito contro, e alzo le spalle

“Non ci penso minimamente” le dico prendendola in giro e lei mi fa la linguaccia prima di entrare in mensa, subito gli corro dietro e gli prendo la mano mentre tutti puntano gli occhi su di noi, ancora siamo la novità del momento sia dentro, che fuori, scuola

“Chissà forse quest’anno qualcuno ti potrà rubare il posto di reginetta, eh Bella?” le dice Richard quando ci sediamo al tavolo e lei gli sorride divertita

“Poco male, non fa niente” gli risponde scrollando le spalle e io sogghigno un’altra volta dopo che mi guarda e mi fa l’occhiolino

“Chissà se qualcuno riuscirà a rubare il posto di re a Black” dice Mark pensieroso

“Non credo che qualcuno ci riuscirà. Pure se spererei di si” gli dice Ben e Angela guarda verso Bella

“E forse il titolo di reginetta lo potrebbe prendere Jessica, pure se non se lo merita” sussurra alla mia ragazza

“Be, vorrà dire che saranno una bella coppia” le risponde e inizia a ridere, seguita a ruota da Angela, e da me che avevo sentito al contrario degli altri

“Angela ma hai fatto qualcosa al tuo ragazzo?” la chiama Patrick ridendo e vedo Ben sbuffare

“Io niente, e lui che si lamenta” risponde e inizia a spiegargli quel comportamento, io intanto mi avvicino all’orecchio della mia ragazza

“Allora mi dici come sarà il vestito?” le chiedo, non mi aveva ancora detto niente, ne sul colore e ne sul modello

“Lo scoprirai stasera” sorride

“Guarda che se non me lo dici, non vengo” la minaccio e lei ride

“Come vuoi. Vorrà dire che ci andrò con Paul” mi dice pensierosa e io la guardo sorpreso, e mo chi è questo?!

“Chi sarebbe Paul?” chiedo curioso e lei mi guarda seria

“Non te l’ho detto? È un mio carissimo amico” mi dice felice e strabuzzo gli occhi, ma se è un suo carissimo amico perché non me ne ha mai parlato?

“E non me l’hai mai detto perché …?” le chiedo un po’ ironico, mentre lei mi guarda perplessa “Forse perché non c’è ne stato il bisogno” dice scrollando le spalle e la campanella suona.

Subito ci dirigiamo alle lezioni pure se ho dei dubbi su questo fantomatico ragazzo, insomma non me ne ha mai parlato e ora spunta improvvisamente, non so neanche che aspetto ha questo

“Ben mi serve un piacere” gli dico avvicinandomi mentre entriamo nell’aula di arte, dopo esserci separati dalle ragazze

“Dimmi tutto” mi dice sicuro e io sorrido, sono felice di sapere che posso sempre contare su qualcuno

“Vedi vorrei che facessi una cosa nella prossima ora …” inizio a dirgli e gli spiego tutto, lui nella prossima lezione aveva lezione con Angela mentre io e Bella siamo a storia

“Capito, quindi vuoi che chieda ad’Angela informazioni su questo tipo?” mi chiede per essere sicuro e io annuisco

“Si per favore” riconfermo e lui mi guarda sicuro

“Tranquillo alla fine della prossima ora saprai tutto quello che vuoi sapere” mi rassicura

“Grazie” gli sorrido e poi seguiamo la lezione che la professoressa sta iniziando a spiegare.

L’ora dopo passa tranquillamente e ne a me che a Bella passa in mente di parlare di questo fantomatico ragazzo, o meglio credo che lei non ci stia pensando, non ne sono sicuro perché per tutta l’ora è stata pensierosa

“Saluto Angela e arrivo” mi dice mentre si allontana per salutare l’amica dopo che siamo usciti dalla classe

“Ti aspetto davanti la macchina” le dico subito e dopo che annuisce mi allontano, il tempo di uscire dall’ingresso e sono subito affiancato da Ben che si avvicina guardigno

“Ho le informazioni che mi hai chiesto” mi sussurra in tono agente segreto e se non fosse stato per la serietà del momento mi metterei a ridere

“Dimmi” gli rispondo mentre guardo avanti, come lui, non volevo destare sospetti in qualcuno, sennò possono essere capaci di credere che stiamo architettando qualcosa

“Angela non mi ha voluto dire quasi niente. Però sono riuscito a capire che ha 21 anni, è biondo, occhi castani, alto 1.70” mi dice sempre a bassa voce e sospiro non pensavo avesse amici così grandi, forse mi devo preoccupare

“Grazie ti devo un favore” gli dico sorridendogli e lui nega con la testa

 “Di niente. Ora vado ci vediamo stasera” mi dice e dopo una pacca sulla spalla si allontana, dopo poco raggiungo la macchina e mi seggo dentro aspettando che Bella si muova, solo dopo un’altra decina di minuti si siede vicino a me

“Scusa, ci siamo messe a parlare” si scusa e le sorrido

“Non fa niente, ho solamente aspettato dieci minuti in più” le rispondo sorridendole mentre metto in moto, appena partiti inizia a parlarmi della giornata di shopping che ha progettato con sua madre, mia sorella e mia cognata, e Allyson mentre io, Jazz e Emmet staremo a casa

“Ah giusto, ecco cosa mi sono dimenticata di dirti” dice improvvisamente bloccando il suo sproloquio e io la guardo confuso, non è che mi vuole dire qualcosa su questo Paul??

“Cosa?” le chiedo insicuro e si gira verso di me sorridendo

“I miei vorrebbero che domani sera tu e i tuoi fratelli veniate a cena da noi. L’invito sarebbe esteso pure a tuo padre, ma gli ho detto che molto probabilmente non verrà” mi spiega e io ci penso, credo che un giorno si dovrà fare una cena tra le nostre famiglie solo che non mi aspettavo così presto

“Per me va bene, devo dirlo solo ai miei fratelli. Stasera ti do la risposta” le rispondo e lei annuisce tutta contenta, si vede a vista d’occhio che ci tiene, e quindi credo che la proposta sia partita da lei e che i suoi genitori, gentili e fantastici come sempre, abbiano voluto invitare la mia famiglia per questo

“Ottimo, ottimo,ottimo…… Allora ti stavo dicendo riguardo a sabato …… “ e dopo aver esultato ricomincia a parlarmi di shopping mentre io inizio a ridere.
Tutto il tragitto dura in modo spensierato, io che continuo a ridere per quello che dice la mia ragazza, e lei che continua a parlare, quasi, quasi, potrebbe sembrare la sosia di Alice, se non fosse per il fatto che lei non stressa quanto mia sorella

“Verso che ora mi passi a prendere?” mi chiede quando ci fermiamo e io la guardo

“Il ballo inizia alle otto, quindi alle sette e mezza sono qui” le dico e lei annuisce

“Sono felice del fatto che stai bene e che puoi venire con me al ballo di fine anno” mi dice sorridendomi e io sposto per un secondo lo sguardo

“Be forse saresti stata felice pure se non ci fossi stato io” dico pensieroso ma non mi accorgo di averlo detto a voce, e quando alzo gli occhi la vedo perplessa

“Che intendi?” mi chiede confusa e io nego subito

“Niente lascia stare” dico frettoloso, ma dopo pochi secondi un’espressione di consapevolezza si dipinge sul suo volto per poi lasciare posto a un sorriso stranito

“Ho capito, stai pensando a Paul, vero?” mi chiede sospettosa e faccio finta di essere sorpreso

“No certo che no. Insomma perché dovrei pensare ad’un amico sconosciuto, a cui forse potresti essere interessata??!” finisco ironico imbronciandomi e lei mi guarda seria prima di prendermi le mani

“Ti devo confessare una cosa importante” dice e mi guarda e io annuisco pure se deglutisco

“Ti ascolto” gli dico a sussurro, va bene ,se adesso dice che ama questo qui, mi suicido e almeno faccio felice mio padre

“Lo amo. Amo i suoi occhi luminosi, le sue labbra, il suo naso, il suo viso, i suoi sofficissimi capelli, le sue mani e le sue possenti braccia, amo le sue gambe scattanti e amo la sua voce bellissima. Ne sono completamente innamorata di questa persona” mi dice e continua a guardarmi mentre io sposto per un momento lo sguardo, forse se mi butto contro un albero con la macchina muoio subito, appena scende ci provo

“Capito” sospiro sconsolato, sento che il mio cuore si sta fermando completamente, lei mi guarda confusa

“Non vuoi sapere il nome di questa persona?” mi chiede perplessa e io sospiro

“Hai detto che si chiama Paul” scrollo le spalle e lei nega lasciandomi confuso e sorpreso

“No. Si chiama Edward Cullen. Lo conosci per caso?” mi chiede ironica e mentre rimango immobile il mio cuore ricomincia a battere

“Credo di si, e sono sicuro che si sta chiedendo chi sia questo Paul” gli rispondo solamente e lei ride

“Gli rispondo subito. Ha 21 anni, è laureato in economia ed’è sposato. E per di più e mio cugino, il figlio della sorella di mia madre” mi spiega e io scuoto la testa per poi mettermi a ridere, ma come ho fatto ad’essere così scemo?!!

“Ma che cavolo vado a pensare” sospiro battendomi una mano in testa e lei ride

“lo vorrei sapere anch’io, davvero pensavi che potessi amare un altro?” mi chiede perplessa

“No, però dopo che hai detto il suo nome improvvisamente mi sono spaventato in mensa” le dico e lei scuote la testa

“Scemo, ci sei solo tu dentro di me” mi dice e ci baciamo

“Non fare tardi, ti aspetto qui alle sette e mezza” le dico mentre scende

“Tranquillo è stai attento” mi dice e poi la guardo entrare, solo dopo che mi accerto che sia entrata, accendo la macchina e parto
.

(Pov Bella)

Benissimo, è dalle quattro che sono qui ed’è da quattro ore che cerco di dare delle modifiche al mio vestito, certo mi piace, se non mi piaceva non l’avrei preso in gita, però mi sembra troppo banale e semplice da indossare con il cuore della collanina;
Forse se aggiungo il cerchietto blu che mi aveva regalato mia nonna può andare bene, oppure fare i capelli a coda,oppure mettere un fermaglio con il fiore sempre blu, oppure ……

“Bella?” mi chiama improvvisamente mia madre e salto dallo spavento

“Si mamma” rispondo e mi affaccio dalla porta, pure se non ce ne bisogno dato che lei è sotto

“Tesoro Edward è arrivato” mi dice e il mio cuore fa una capriola mentre velocemente mi giro verso la mia sveglia e noto che non sono le sette ma le sette e mezza in punto

“Digli di aspettare dieci minuti” le grido e poi richiudo velocemente, menomale avevo già messo il trucco e il vestito, e sono già sistemata, manca solo qualche particolare.

Alla fine opto per il fermaglio con il fiore blu, intanto i capelli li avevo fatti mossi dopo la doccia, e quindi decido di metterli tutti che sporgono sulla spalla sinistra con il fermaglio che li blocca da sopra, e dopo aver preso la mia pochette corro fuori, stando attenta a non cadere con i tacchi

“Sono pronta” grido scendendo e vedo il mio ragazzo venirmi incontro dal salone,non pensavo fosse entrato

“Sei bellissima” mi dice guardandomi ammirato e sorrido pure se un po’ imbarazzata, mentre anch’io lo guardo dalla testa ai piedi nel suo smoking nero

“Grazie anche tu” gli rispondo mentre mi porge la mano, appena gli arrivo davanti mi stringe a se e mi bacia

“Sei pronta?” mi chiede sussurrando e annuisco leggermente mentre mi porge la rosa bianca e me la mette al polso, subito lo guardo adorante e poi mi tiene la mano

“Signora noi andiamo, la riporto a casa entro le tre” dice a mia madre che è appena comparsa sorridendoci

“Va bene, e divertitevi” ci dice e dopo che la salutiamo ci dirigiamo alla macchina, di solito se era Black a dire ai miei genitori che mi riportava a casa entro le tre loro mi guardavano allarmati e gli dicevano di portarmi prima inventando ogni scusa possibile, si vede che di Edward si fidano

“A proposito ho detto ai miei fratelli per domani sera” inizia a dirmi mentre entra in strada con la macchina, e lo guardo curiosa, spero abbiano accettato, mi farebbe molto piacere se si facesse questa cena

“Bene, è quindi?” chiedo impaziente

“Quindi va bene, vengono con molto piacere. Solo che c’è un piccolo problema” inizia a dirmi sospirando sconsolato e lo guardo preoccupata

“Quale?” chiedo e mi metto dritta

“Viene pure mio padre, ha sentito mentre lo dicevo ai miei fratelli e ha deciso di venire pure lui” mi dice continuando a sospirare e rimango sorpresa, non pensavo venisse, da una parte sono pure preoccupata

“Andrà tutto bene, tranquillo” lo rassicuro, non permetterò a nessuno di rovinare la cena domani, e se questo vuol dire opporsi a suo padre, lo farò con molto piacere

“Lo so. E che non vorrei finisse come quella cena a casa mia” mi dice e mi ricordo perfettamente cos’era successo perché è stata la prima volta che ho cenato da loro, infatti mi ricordo bene il litigio con suo padre e lui che va subito fuori dopo un po’, mentre io, subito ripresa dalla sorpresa della sua reazione, decido di raggiungerlo subito fuori e tranquillizzarlo

“Non succederà. Non lo permetterò, anzi non lo permetteremo” gli ribadisco, sono sicura che domani sera tutti vorremmo evitare un’ennesima litigata, e spero che anche Emmet riuscirà a stare calmo

“Quello che mi domando, è il perché voglia venire” mi dice improvvisamente irritato e metto la mia mano sul suo braccio

“Non pensarci, non farci caso,certo ci potrà essere un motivo preciso, ma non ci dobbiamo rovinare la serata. Questa è la nostra sera e non dobbiamo pensare a niente all’infuori di noi” gli dico per tranquillizzarlo e sospira prima di guardarmi con la coda dell’occhio e sorridermi

“Hai ragione, questa è la nostra sera, non dobbiamo pensare a niente di brutto e concentrarci sul nostro presente” dice più a se stesso che a me e sorrido felice, niente e nessuno può rovinare questa giornata, in quel momento mi accorsi che eravamo arrivati.

Era tutto ornato e irriconoscibile, e sembrava ci fossero più studenti del solito, subito sentì l’adrenalina salirmi in corpo e ,quando il mio cavaliere mi aprì la portiera, lo guardai raggiante e in meno di un secondo stavamo camminando a braccetto verso l’entrata

“Tema della festa: ballo reale. Wow che fantasia” commenta ironico e rido,quest’anno avevano scelto un tema poco originale, ma una festa è sempre una festa “Meglio di quello dell’anno scorso” gli dico mentre ci fermiamo per la foto, e appena il fotografo ce la fa, lui mi guarda curioso mentre ci dirigiamo all’entrata

“Perché? Qual’era il tema?” mi chiede

“Era un tema sugli animali. E ci siamo dovuti vestire con i costumi di carnevale, per sicurezza” gli rispondo ridendo ricordandomi quel giorno, io quell’anno mi ero vestita da leonessa, pure se mi volevo vestire da coniglietta, ma è stato il mio ex ragazzo a decidere per me

“Ok, hai ragione, meglio quello di quest’anno” commenta perplesso e rido della sua espressione

Quando entriamo veniamo completamente circondati da tutti i ragazzi che ballano, vediamo pure qualche professore divertirsi, girando lo sguardo vedo Jessica parlare con Lauren abbarbicata eccessivamente a Tyler, un paio di metri di distanza e vedo Erick al posto del dj, spero che in questa serata non gli salti in mente di affrontarsi con Ben, dato che anche a lui piace Angela

“Bella ci sei?” mi chiama Edward mettendomi una mano davanti agli occhi e subito mi riscuoto e lo guardo

“Cosa? Che? Dimmi tutto” dico subito e lui ride

“Non mi stavi ascoltando vero?” mi chiede ironico e abbasso la testa imbarazzata, che figura!

“Scusa” gli sussurro pure se forse non mi ha sentito per la musica alta

“Non fa niente. Ti avevo chiesto se, ti va di raggiungere gli altri?” mi richiede e annuisco, così ci dirigiamo verso il mio nuovo gruppo che si trovava dall’altra parte della sala

“Ehilà, finalmente siete qua” ci dice Mark alzando un bicchiere

“Ti sei già ubriacato? Guarda che siamo ancora all’inizio della festa” gli dice Edward prendendolo in giro

“Non è ubriaco, è solo diversamente normale” lo prende in giro Richard e Mark lo guarda male

“State zitti voi due. Comunque stasera potrò finalmente dichiarare il mio amore alla persona che amo” dice serio e non sappiamo se crederci

“E chi sarebbe?” gli chiede Patrick confuso come tutti noi

“Appena l’incontrerò lo saprò e glielo dirò. E ora scusatemi ma vado a cercarla” dichiara e pure se traballante si allontana

“Ben e Angela?” chiedo a Richard

“Sono voluti uscire fuori. Comunque scusatemi ma vado a cercare la mia dama, a dopo” ci dice e si allontana di fretta, in quel momento mi soffermo sul tavolo del buffet e mi perdo nei pensieri tra tutte quelle cose, mi riscuoto solo quando sento Edward toccarmi la spalla


“Dimmi” gli dico girandomi e lo vedo porgermi la mano destra

“Principessa, mi vuole concedere l’onore di questo ballo?”mi chiede con il mio sorriso sghembo e io annuisco

“Con molto piacere” rispondo felice e insieme entriamo in pista mentre il dj mette un ballo lento.

A un certo punto la voce del preside interrompe la musica e fa fermare tutti

“Ragazzi e ragazze, dato che sono le undici e ora di eleggere il re e la reginetta del ballo” dice e tutti gridano felici “Allora il re e la regina di questo ballo sono, con un massimo di 500 voti…………. Edward Cullen e Isabella Swan” dichiara e tutt’e due ci giriamo sorpresi a guardarlo, impossibile che davvero fossimo noi

“Salite dai” ci chiama quando vede che non ci muoviamo, e pure se un po’ insicuri lo raggiungiamo sul palchetto, dove ci mette delle coroncine in testa e ci porge un microfono

“Che posso dire, di non certo non mi aspettavo una cosa del genere. Sono davvero felice che mi abbiate votato” dico ancora perplessa mentre tutti applaudono, dopo che anche Edward ringrazia, dobbiamo riaprire le danze, così ricominciammo a ballare.

Ballammo per molto tempo, lui che mi sussurrava cose dolci, e io accoccolata tra le sue braccia, ci siamo fermati solo per dieci minuti quando abbiamo visto Ben e Angela, ma poi siamo ritornati subito in pista, non mi è mai piaciuto ballare, ma credo che da oggi amerò ballare i lenti se avrò sempre Edward come accompagnatore

“Sai è quasi l’una, e io avevo promesso che ti avrei riportata per le tre a casa. Abbiamo ancora due ore” mi dice quando ci fermiamo e ci allontaniamo dalla pista, uscendo fuori a prendere una boccata d’aria

“Aspettiamo ancora un po’, non possiamo lasciare subito il ballo, e poi siamo le persone importanti della serata” gli dico riferendomi anche alle nostre coroncine

“Come vuoi. Non pensavo che avrei mai partecipato a una cosa del genere”commenta a un certo punto e pure se non mi vede sorrido

“Invece sei qui” gli dico fintamente sorpresa e ride

“Si, sono qui. Pure se l’operazione che dovrò fare l’anno prossimo mi preoccupa moltissimo” mi dice e sento una nota stonata nella sua voce, non posso permettere che questa serata si rovini

“Ehy, che abbiamo detto mentre venivamo? Che non avremmo pensato a niente di brutto. Quindi non pensarci” gli dico chiudendogli la bocca con un dito e mi guarda con un sorriso di scuse

“Hai ragione, scusa” risponde e appoggio la testa al suo petto rilassandomi completamente.

Però ,dopo poco, decidemmo di ritornare dentro e cercare i nostri amici per stare un po’ con loro, ma ,quando iniziammo a salire i gradini verso l’entrata, vedemmo Patrick venirci incontro di corsa chiamandoci

“Che succede?” chiediamo quasi in sincrono mentre lui si ferma

“Ben, è un po’ ubriaco, e stava parlando con noi quando Erick si è avvicinato e ha fatto delle avance ad’Angela. A quel punto si è arrabbiato e hanno iniziato a litigare” ci spiega subito e mi allarmo, sapevo che sarebbe successo qualcosa del genere

“Dove sono?” gli chiede Ed e lui ci fa cenno di seguirlo mentre velocemente entriamo, subito vediamo la maggior parte degli studenti racchiusi a semicerchio e ci facciamo largo tra loro

“Stai lontano da lei” sentiamo gridare Erick mentre superati tutti li vediamo, sono tutt’e due a terra pieni di lividi

“No, stai tu lontano da lei” gli dice Ben, e veloce raggiungo Angela che sta chiedendo ai due contendenti di smetterla

“Finitela” interviene Edward mettendosi tra loro, spero solo che non arrivi ai pugni anche lui, non voglio che si faccia male e che potrebbe danneggiare il cuore che è già danneggiato di suo

“Vedi di allontanarti dalla mia ragazza capito” grida Ben facendo finta di non aver sentito

“E se non lo faccio che fai?” gli chiede l’altro

“Ti mando di corsa all’ospedale” gli risponde e cerca di aggredirlo, se non fosse stato per Edward che l’ha bloccato subito, ci sarebbe riuscito

“Basta Ben, calmati” gli ordina cercando di farlo ritornare in se, e Richard e Mark vanno in suo aiuto e tengono loro Ben

“Ma bravo,davvero bravo” sentiamo esclamare una voce mentre delle mani battono, subito Black compare davanti a noi

“Vedo che sei riuscito a fare qualcosa di utile. Però tanto per farti sapere, qualcuno di voi la deve pagare,insomma avete attaccato voi per primi” dice sprezzante e lo guardo male, quant’è viscido

“Ma non farmi ridere” gli risponde Edward con una mezza risata, mentre si avvicina pure lui

“E da quando sei qui che sei sempre tra i piedi, ma non potevi startene dov’eri?” gli chiede fronteggiandolo e non so che fare, non voglio che si faccia male

“Mi dispiace che pensi questo, ma non ti preoccupare, due anni e non ci rivedremo più” gli risponde e il deficiente lo guarda in cagnesco

“Sta di fatto che dovete pagarla. Insomma non si nega niente a uno del mio gruppo. E se la ragazza che vuole fa parte del vostro gruppo, allora l’avrà” gli dice freddo e provo ad’avanzare se non fosse per la mano di Angy che mi tiene ferma, preoccupata come non mai

“Lurido cane, non parlare così della mia ragazza capito?” grida di nuove Ben dimenandosi, e sorprendendoci tutti riesce a liberarsi e ad’andare subito all’attacco

“Fermo” gli dice Edward bloccandolo un’altra volta, ma l’impatto questa volta è troppo forte e tutt’e due cadono a terra, Ben però si rialza subito ma bloccato subito dal mio ragazzo

“Stai fermo Ben, ti sta solo provocando” gli grida, ma lui continua ancora a dimenarsi e a raggiungere Black anche solo con le mani

“Tranquillo, lo calmo io” dice quest’ultimo e appena finito di parlare fa partire un calcio in direzione dei ragazzi, subito chiudo gli occhi per non guardare, e appena sento delle grida li riapro e vedo i due distesi completamente a terra, e se non fosse stato per Edward che si è mosso subito, per poi aiutare Ben a rialzarsi, mi sarei messa a gridare

“Ancora mi sorprendo della tua agilità, ma tranquillo questa è un’altra cosa che regoleremo un giorno” gli dice sprezzante e si allontana tirando Erick dal braccio, appena si allontanano tutti raggiungo velocemente il mio cavaliere

“Scusami e grazie” gli dice Ben prima di essere circondato da Angela

“Niente, ti dovevo il favore” gli risponde soltanto e poi si gira verso di me

“Stai bene?” chiedo preoccupata

“Si, mi ha soltanto sfiorato non preoccuparti” mi dice e vedo una piccola linea bianca sulla guancia, io sospiro tranquilla

“Menomale” gli dico, prendo la corona che era caduta a terra nell’impatto e dopo avergliela messa in testa lo abbraccio, la serata è ancora nostra.



Holàààà!!!!!
Eccomi di nuovo qui, mi dispiace ma sempre per tempo i dialoghi non potranno essere in questo capitolo. Spero di leggere i vostri commenti e ringrazio tutti quelli che stanno continuando a seguire la storia. Molto probabilmente riuscirò a postare o sabato o domenica prossima dato che in questi giorni vengono a prendersi il computer per sistemarlo, il massimo di ritardo che potrò fare sarà solo quello di due settimane, ma spero di poter postare per domenica. Alla prossima Kiss

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Capitolo 46
*** Promemoria:non invitare più Walter Cullen ***


                                              Promemoria: non invitare più Walter Cullen



(Pov Edward)

“Ehy Ed mi potresti prestare una tua cravatta, le mie sono tutte a lavare per colpa di Aly” mi chiede Emmet mentre scende le scale e mi viene incontro

Tra mezz’ora dobbiamo essere a casa Swan, e sono impaziente di vedere come andrà la serata, spero bene dato che c’è pure mio padre, ma non voglio essere così sicuro su certe cose

“Certo. Colore?” gli chiedo alzandomi dal divano e posando la rivista sportiva che stavo leggendo, io sono già pronto e impaziente li attendevo

“Marrone, grazie” mi dice e annuendo vado sopra in camera mia, appena entro vado subito verso i cassetti e prendo la cravatta richiesta mentre dietro di me sento la porta chiudersi, subito mi giro confuso, la finestra non era aperta e quindi non può essere colpa del vento

“Emmet sei tu?” chiedo divertito, sicuramente è qualche suo scherzo

“Ehy Em, tieni la cravatta” gli dico ma non sento nessuno e così apro la porta,o meglio cerco di aprire la porta, ma stranamente è chiusa a chiave

“Emmet, dai apri questa porta” gli dico, ora sto iniziando ad’arrabbiarmi, perché non apre?

In quel momento mentre sto di nuovo per parlare sento i motori delle macchine e vado verso la finestra, da lì vedo i miei fratelli andarsene

“Ragazzi, dove andate?” cerco di chiamarli senza successo, ma loro non possono sentirmi, perplesso mi appoggio al muro quando sento la porta aprirsi e tutto diventa nero di colpo;
Vedo delle figure nere entrare e una tira verso di me un oggetto, quando mi arriva ai piedi con un tonfo noto che è una pistola, subito, e inconsciamente, la prendo e guardo perplesso le figure davanti a me, la stanza è ancora buia e l’unica luce che c’è proviene da una piccola candela

“Chi siete?” chiedo subito e loro ghignano spostandosi di lato e al centro apparve mio padre, lo riconobbi solo per la poca luce dell’unica candela che c’è in questa stanza, sto per muovermi verso di lui quando sento qualcosa stringermi le caviglie e i polsi subito vedo delle catene immobilizzarmi, e dalle mani ,che ancora stringono la pistola, inizia a uscire del sangue, però non esce solo dalle mani, ma anche da gambe, braccia, viso, e grosse macchie di sangue iniziano a macchiarmi la camicia

“Che sta succedendo?” chiedo spaventato a tutte quelle figure ma non parlano e neanche mio padre accenna a parlare, preso dalla rabbia stringo la pistola, ferendomi ancor di più con le catene che mi stringevano i polsi, e per sbaglio premo il grilletto.

Subito un sonoro Bang riempie la stanza e tutti iniziano a ridere,l’arma mi cade a terra e guardo intorno per vedere dove ho colpito, ma non c’era nessuna traccia del proiettile, subito le luci si riaccendono e di scatto richiudo gli occhi, li apro piano e davanti a me c’è solo mio padre

“Complimenti, sapevo che li avresti uccisi prima o poi” mi dice acido sorridendomi e io lo guardo confuso

“Che intendi?” chiedo ma lui non mi dice niente, in quel momento guardai a terra e vidi una pozza di sangue sotto i miei piedi, o meglio aveva ricoperto completamente il pavimento, io continuavo a perdere sangue,ma questo non può essere mio, così guardai dietro e rimasi completamente scioccato

“No” mi uscì dalle labbra guardando i miei fratelli e la mia ragazza a terra sanguinanti e bianchi cadaverici

“Che hai fatto?” chiedo rivolgendomi all’altra persona nella stanza e lui ride

“Io niente è stata solo colpa tua” mi dice e prende una pistola dalla tasca, subito indietreggio ma una fitta al cuore mi fa crollare a terra, no ti prego, fai che non si mettano pure le crisi nel mezzo adesso

“Hai ucciso tua madre, e ora hai ucciso pure loro, spero che tu ne sia contento. Ma non credere che continuerai a vivere, perché questa è la tua fine” dice e si avvicina, io non riesco più a muovermi e il respiro ormai inizia a mancarmi completamente

“Addio” sussurra e preme il grilletto   

                                                     .................................……. ……………………………………..

“Edward, Ed svegliati” sento una voce chiamarmi, ma dove sono?

“Ed sveglia, è solo un brutto sogno” mi ridice quella voce e in quel momento la consapevolezza si fa strada nella mia testa … Allora niente di quello che ho sognato è reale, io sono vivo, le persone a cui voglio bene sono vive e non sono stato io ad’ucciderle

“Emmet” lo saluto riaprendo gli occhi e sospirando nel suo stesso momento

“Era ora, mi stavo preoccupando. Guarda che non è che, solo perché sei tornato alle tre e mezza dal ballo, puoi dormire per tutta la giornata e poi tra un’ora dobbiamo essere a casa Swan” mi spiega e subito mi alzo di scatto

“Non pensavo che avrei dormito così tanto, va bene ora inizio a prepararmi” gli dico alzandomi e lui annuisce

“Bene, comunque ho preso in prestito la tua cravatta grigia, se per te non c’è problema” mi dice e io sospiro

“Tranquillo prendila pure, io intanto mi metto una camicia marrone e i jeans, non preoccuparti non mi serve” gli rispondo e felice esce dalla stanza,subito scuoto la testa ancora scossa da quell’incubo

Nota per me: non andare a letto troppo tardi alla vigilia di un giorno importante, sennò c’è il rischio di incubi!!

Velocemente mi alzo e inizio a vestirmi, ho solo un’ora di tempo, nel frattempo accendo lo stereo per svegliare di più il cervello che in questo momento è ancora sonnolento, chissà se pure Bella si è svegliata così tardi…………..


(Pov Bella)

“Oh no, no,no no” esclamo allarmata mentre metto la gonna, come ho fatto a fare così tardi?

“Tesoro calmati” mi dice mia madre, ridendo, dietro di me

“Mamma come puoi dirmi di calmarmi? Tra cinque minuti saranno qui e io devo ancora sistemarmi per bene” le dico allarmata, certo ieri sera siamo tornati tardi ma non dovevo permettermi di dormire fino ad’adesso

Nota per me: non organizzare più giorni importanti, dopo un giorno altrettanto importante!!!

“Capito, con te non si può ragionare” dice esasperata e m’indigno, certo che si può ragionare, e che ora sono in enorme ritardo

“Mamma!!” faccio con voce offesa e in quel momento suonarono il campanello, subito ritornai nel terrore

“Oh no, sono già qui e mo che faccio?” dico di nuovo nel panico più totale e mia madre si mette a ridere

“Andiamo ad’aprire Ally” la chiama e mia sorella si alza con la sua bambola dal mio letto

“Va bene” le risponde e la raggiunge, subito sorrido alla vista del vestitino viola che le avevo preso, e sono felice che gli piacia anche il bambolotto che gli ha voluto prendere Edward

“Sbrigati” mi dicono insieme e escono mentre io finisco di mettere le scarpe e una t-shirt scollata bianca.

Subito corro in bagno a sistemarmi i capelli e, dato che sono ancora sotto forma del cuscino, mi faccio la coda, e prima di mettermi un po’ di trucco mi rilavo il viso, quando sto per uscire dal bagno bussano alla porta “Un attimo” dico forte e vado veloce verso la porta che avevo chiuso a chiave, appena apro la porta mi trovo Edward davanti

“Ciao principessa” mi saluta subito ridendo e subito lo guardo confusa

“Che hai da ridere?” gli chiedo e incrocio le braccia, provocando ancor di più la sua improvvisa ilarità

“Non so se l’hai notato, ma hai messo la maglietta capovolta” mi dice indicandomi e abbassando gli occhi vedo che il disegno,di un cagnolino dentro un cuore, è girato in dentro

“Ecco ci mancava solo questa” sbuffo e mentre vado veloce in bagno lo sento ridere, solo dopo che sistemo la maglietta ,e che mi assicuro che non ho nient’altro messo al contrario, esco dal bagno e vedendolo seduto sul mio letto mi seggo vicino a lui

“Vedo che la foto di ieri sera ha attirato la tua attenzione” gli dico divertita mentre lo vedevo assorto e lui ghigna spostando gli occhi su di me e posando la cornice a cuore sul mio comodino, alla fine del ballo, a ogni coppia, hanno dato la foto che avevamo fatto all’entrata

“Non mi aspettavo la mettessi in una cornice a cuore” mi dice evidentemente sorpreso e io scrollo le spalle

“Perché tu dove l’hai messa?”gli chiedo e lui prende il suo portafoglio dalla tasca dietro del suo pantalone, per poi aprirlo e farmela vedere

“Ho deciso di portarla sempre con me. E poi ho moltissime altre nostre, e tue, foto in giro per la mia camera” spiega

“E io che pensavo di essere l’unica ad’avere così tante tue foto. Siamo pazzi” gli dico incredula, pure se da una parte scherzo, forse mi dovevo aspettare una cosa del genere da lui

“Per te posso concordare, ma ti faccio presente che è colpa tua se sono pazzo anch’io” mi dice e si gira verso di me, subito rimango confusa

“Vorresti dire che è per colpa mia se sei pazzo?” gli chiedo offesa e incrocio le braccia e lui ride

“Certo che è colpa tua, se tu non fossi la figlia del dottor Swan e non abitassi qui a Forks di certo non ci saremmo incontrati…… o almeno credo” dice finendo pensieroso e rimango ancora più confusa

“Mi sa che ho perso il filo del discorso” gli dico stralunata e lui sghignazza

“Lascia stare poi ne riparleremo. Comunque ti va se in questi giorni usciamo noi tre?” mi chiede e io sto subito per rispondergli felice quando una cosa nella sua frase mi lascia confusa ….. perché ha detto tre?

“Tre?” gli chiedo difatti e lui mi guarda serio

“Ti ricordi di Marge, la cameriera di quel ristorante che ti ha fatto arrabbiare? Ecco gli ho chiesto se domani gli va di uscire con noi e ha detto di si”mi spiega lasciandomi a bocca aperta, lui ha chiamato a quell’oca per chiederle di uscire? ….. Ma che cavolo di storia è questa???

“Cosa? Che cosa hai detto?” gli chiedo alzandomi di scatto e guardandolo furente, come ha potuto aver invitato quella strega e perché poi?

“Dai tesoro non ti scaldare” mi dice con voce calma e alzandosi pure lui, intanto chiudo velocemente la porta e lo riguardo subito

“Calmarmi? Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai invitato quell’oca, quando invece ti dovevi dimenticare di lei, e per di più sono sicura che quella ti starà appiccicata ogni minimo secondo e farà in modo che tu vada a letto con lei” gli grido furibonda, ecco perché ho voluto chiudere la porta, almeno non ci sentono da sotto

“Tesoro sei proprio pazza” mi dice dopo un momento che è rimasto un po’ interdetto, e dopo un momento che a me è sembrato lungo

“Io, ma se sei stato tu a invitare quella” gli dico e lui si mette a ridere mentre mi abbraccia, subito però mi scanso e lo guardo male mentre sospiro

“Stavo scherzando non la potrei mai invitare, non ti ricordi che ti ho detto quel giorno?” mi chiede e io sospiro mentre mi seggo di nuovo sul letto

“Che sono l’unica luce dei tuoi occhi” riassumo e lui mi guarda confuso

“Per la verità non era proprio così la frase, ma, si, il senso è quello” dice e poi sogghigna per non so quale pensiero

“Andiamo dritti al punto per favore” gli dico alzando gli occhi, mi deve una spiegazione, e annuendo si inginocchia davanti a me e mi prende le mani, stavo per scansarlo un’altra volta ma la sua stretta forte mi fa desistere

“Come vuoi. Sicuramente mi sono espresso male, ma quando ti ho detto in quel modo scherzavo. Pensavo avessi fiducia in me” mi dice e pure se il suo viso si mostra ironico, nei suoi occhi leggo sofferenza

“Mi fido di te” gli dico e calmandomi gli accarezzo la guancia mentre l’altra mia mano è ancora stretta nella sua

“Bella, come posso farti capire che ti amo?” mi chiede facendo finta di non sentirmi

“Non c’è il bisogno che me lo dimostri, so che mi ami” gli rispondo sicura, maledetta gelosia!!

“Se lo sai….. Allora non avrai problemi ad’accettare” mi ridice subito allegro e rimango spiazzata

“Mi stavi prendendo in giro?” gli chiedo subito

“Si amore,è da quando ho detto il nome, che non dovrò mai più nominare, che ti prendo in giro” mi dice sghignazzando e gli do uno scappellotto in testa

“E io che mi stavo sentendo una strega maligna” gli dico sospirando, e lui mi accarezza

“Per la verità sul fatto dell’appuntamento non scherzavo. Dico davvero, il giorno lo scegli tu però” mi dice e gli sorrido di nuovo

“Solo noi due?” gli chiedo per essere sicura che non mi prendesse di nuovo in giro

“No, saremo sempre in tre” mi dice eloquentemente e sbarro gli occhi

“Edward” lo chiamo a rimprovero e lui ride

“Dai come fai a non capire? Anche al nostro primo appuntamento eravamo in tre” mi dice continuando a ridere e rimango spiazzata un’altra volta, ma se eravamo solo noi due quel giorno?

“Ho capito, hai la febbre” sentenzio e lui ride ancor di più per poi calmarsi e guardarmi serio

“Non ho la febbre, sei tu che non capisci. Sia la scorsa volta, la prossima, ogni giorno che siamo stati, e staremo insieme, siamo stati sempre in tre” mi spiega e sento mia madre chiamarci e dirci che è pronto

“Arriviamo. Allora chi è il terzo” gli chiedo mentre mi alzo seguita da lui

“Semplice. Siamo: io, l’amore e te” mi dice e scrolla le spalle come fosse una cosa ovvia, io invece dopo un attimo di smarrimento mi metto a ridere e l’abbraccio di slancio

“Andiamo sotto scemo, e la prossima volta vedi di essere più chiaro” gli dico baciandolo e poi lo tiro dalla mano

“Guarda che sei tu che non mi hai capito subito” mi dice e mentre alzo gli occhi scendiamo velocemente le scale.

Appena raggiungiamo il salone vado subito a salutare gli altri, anche il signor Cullen con la moglie pure se non ne ho voglia, finiti i convenevoli ci andiamo ad’accomodare al tavolo da pranzo, subito ricominciano a parlare degli eventi degli ultimi giorni qui in paese e io e Ed li ascoltiamo mentre continuiamo a tenerci dalla mano

“Mio fratello sta indagando a fondo su questo caso, ma non si trovano indizi” risponde mio padre a Jasper che gli aveva chiesto come stava lavorando la polizia sugli omicidi degli ultimi giorni

“Non si è mai visto niente del genere qui in paese, e la prima volta che non si trovano subito gli assassini” commenta mia madre sedendosi anche lei

“Dai non angustiamo questa cena, anzi parliamo di altro” dice Alice allegra, ha ragione perché dobbiamo rovinare questa prima cena tutt’insieme?

“E chissà perché so già di cosa vuoi parlare” sospira Emmet esasperato e sia io che Edward e Jasper sghignazziamo

“Emmy zitto. Credimi non vedo l’ora che arrivi sabato almeno potrò godermi una giornata di pieno shopping senza voi maschi tra i piedi” gli dice accusatoria e ridiamo

“E io che centro?” scatta subito Ed confuso

“Tu centri sempre Eddy” commentiamo io,Emmet e Alice in sincronia, subito ci guardiamo perplessi, di certo non ci aspettavamo di dire la stessa frase nello stesso momento

“Carlisle non è che per caso ha qualche medicina da somministrargli così non se la prendono sempre con me?” chiede ironico a mio padre e lui ride

“Non credo, ma posso informarmi” gli dice inaspettatamente e lo guardo male

“Papà sei un traditore” gli dico e poi ci mettiamo a ridere tutt’insieme

“Comunque mi stavo dimenticando di informarvi, che stamattina ho fatto i biglietti per l’Australia” ci informa subito e lo guardo a bocca aperta

“Davvero?” chiede Ed al posto mio e lui annuisce

“Vi avevo avvertito che li avrei fatti in questi giorni” risponde “Allora poi ci dica quanti soldi le dobbiamo dare per i nostri biglietti” gli dice Emmet

“Non preoccuparti” gli risponde tranquillamente mentre Alyson batte le mani

“Si, non vedo l’ora di salire sull’aereo” dice felice e rido

“E io non vedo l’ora di vedere tutti quei negozi di shopping” commenta Alice sognante

“Alice” la richiamiamo scatenando l’ilarità dei miei genitori.

Continuiamo a mangiare così tra risate e scherzi, e pensare che prima ero nervosa per questa cena, l’unico punto freddo è il signor Cullen , con consorte, che sono seduti e continuano a squadrare sia me che il mio ragazzo, e appena sentì il signor Cullen schiarirsi la gola subito iniziai a sudare freddo, spero che non succeda niente di brutto

“Dottor Swan davvero un’ottima cena, ma ancora non capisco, come mai ci ha invitato? Insomma é da poco che ci conosciamo” chiede fintamente mentre il silenzio più totale riempie la stanza

“Sono felice che gli piacia la cena. Comunque mi sembra logico, insomma prima o poi sarebbe dovuto succedere, non dimentichiamo che le nostre due famiglie, pure se si sono conosciute solo da tre mesi, sono accomunate da una cosa bellissima” dice eloquentemente e appena capisco a cosa si riferisce mi giro verso di Ed che mi sta guardando con sguardo dolce

“Non riesco a capire, insomma non credo che il mio matrimonio sia molto legato alla sua famiglia” gli dice facendo sempre il finto tonto e di nuovo ci giriamo verso di lui

“Logico che con il suo matrimonio non centra niente. Io sto parlando dell’amore che c’è tra i nostri figli” gli risponde subito aprendo le mani e poi richiudendole

“Oh giusto, non ci pensavo. Comunque devo dire che sua figlia è davvero una brava ragazza, pure se ha fatto delle scelte strane” gli dice portandosi il bicchiere alla bocca e io abbasso gli occhi, sta per succedere qualcosa, non so perché ma ho una strana sensazione

“Che intende con scelte strane?” gli chiede confuso e lui scrolla le spalle, mentre è la moglie a rispondere

“Ad’esempio se io fossi stata al posto di sua figlia non credo che avrei scelto un ragazzo con dei problemi, anzi avrei scelto un ragazzo in salute, ricco è molto famoso” gli dice e mi sento stringere la mano mentre vedo Ed chiudere gli occhi

“Calmo” gli sussurro

“All’amore non si comanda” gli dice mia madre

“Sta di fatto che  credo che mio figlio non sia la persona che possa stare al fianco di vostra figlia” gli dice prima che Tanya possa dire altro, intanto vedo sia Emmet, seduto davanti a noi, che Edward scattare

“No Ed” gli sussurro subito facendolo sedere e lo stesso fa Rosalie con suo marito, meno male che abbiamo avuto la stessa idea sennò sarebbe scoppiata la guerra

“Sa signor Cullen, ho avuto modo di guardare suo figlio in questi tre mesi e sono sicuro che non ci sia persona più giusta di lui. E poi basta guardarli e si capisce che sono fatti per vivere insieme” gli fa notare mio padre segnalandoci , sono così tanto felice di come ci sta proteggendo che vorrei subito andare ad’abbracciarlo

“Forse ha ragione, è il destino che decide le nostre vite, ma le consiglio di stare molto attento con sua figlia non vorremmo mica che gli succedesse qualcosa di brutto …” afferma, e capisco benissimo a cosa allude, l’hanno capito pure gli altri, infatti Alice ha girato subito lo sguardo verso Jasper e Emmet è stato di nuovo bloccato da Rosalie

“Sono felice di constatare che si preoccupa per mia figlia, ma vede dopotutto non corre guai, pure se li combina”gli risponde mia madre e in quel momento la guardo offesa, come può dire questo di me?

“Bene, comunque spero che il ragazzo non vi abbia dato ulteriori problemi dopo quelli che vi ha già dato” gli dice, non vuole terminare il discorso, e sono sicura che lo sta facendo per fare arrabbiare Ed davanti ai miei

“Edward non ci da nessun fastidio, anzi quando può ci aiuta molto. È un ragazzo d’oro, educato e simpaticissimo” gli dice mia madre e mentre ci guarda dolcemente prende la piccola in braccio

“Ma davvero? Strano avrei detto tutto il contrario. Ho sempre pensato che fosse un bulletto .. ” fa pensieroso e una stretta forte alla mia mano, mi fa capire che il mio ragazzo sta decisamente perdendo la pazienza, mentre io rimango perplessa … come fa a pensare che lui possa essere un bulletto, se non farebbe male neanche ad’una mosca?

“Mi creda è tutto il contrario, è pure molto altruista e coraggioso, nonostante tutto quello che sta passando” risponde questa volta mio padre

“Potrebbe essere pure una maschera, non si sa mai cosa potrebbe celarsi dietro … ecco perché vi dico di fare attenzione” li avverte e in quel momento sono io che perdo la pazienza, come può dire queste cose su un figlio che non ha voluto neanche conoscere?

“Basta” grido alzandomi e ho tutti gli occhi puntati addosso

“Bella seduta per favore” mi dice mia madre e vedo Ed guardarmi con uno sguardo di ammonimento e di avvertimento verso lo stare attenta

“No, non starò zitta ad’ascoltare mentre si sta prendendo in giro il mio ragazzo, non si possono fare commenti del genere su una persona che non si vuole conoscere” dico e continuo a guardare il signor “freddezza”

“Isabella cara, adesso sei confusa, ma non devi sottovalutare il discorso, è solo da tre mesi che vi conoscete e forse non vi conoscete neanche bene” mi dice e continuo a guardarlo male

“Perché lei lo conosce? Si è mai interessato alla vita che conduce suo figlio? Oppure se ne è sempre interessato solo se le conveniva?” l’aggredisco con la voce e sento mio padre alzarsi

“Bella tesoro calmati” mi dice ma io nego

“Infatti cara devi stare calma, pure se credo che non è nella tua natura dato che sei molto volubile, e di solito le ragazze volubili sono inaffidabili ….. Ma comunque non si aggrediscono le persone più grandi di te ” mi dice Tanya e in quel momento è Edward ad’alzarsi, il viso mostra pienamente la rabbia del momento

“Non ti permettere più di criticare la mia ragazza” le dice quasi ringhiando

“Edward ti ho già detto mille volte che non devi rispondere così a tua madre …” ed’ecco la goccia che fece traboccare il vaso, non so bene come, quando, e in che modo è successo, ma sta di fatto che in un secondo si scatenò la tempesta: Emmet balzò subito dalla sedia ma venne prontamente bloccato da Jasper, che fece un’immensa fatica a tenerlo fermo, mia madre strinse la piccola nel modo che non sentisse niente, Alice intanto, sotto consiglio di Jasper, si era avvicinata a Rosalie che teneva Emmet dalla mano per farlo desistere dal suo intento e Edward ……. Be se dice qualcos’altro sicuramente sarebbe esploso!!!

“Vi prego manteniamo la calma” dice mio padre subito cercando di calmare le acque, ma senza risultato, tutti hanno le stesse posizioni di prima

“Non capisco perché vi scaldiate tanto, ormai siamo sposati, ed’è logico che lei si vostra madre, sarà la persona che da ora in poi dovrete trattare come tale” dice mentre si alzando pure loro due quando ….

“BASTA” grida subito Ed scattando come una molla e ritrovandosi subito davanti a lui

“Ed non farlo” dico mentre lo vedo stringere i pugni

“C’è qualcosa che devi dirci caro?” gli chiede Tanya fintamente gentile per poi ridere “Non mi chiamare caro – le dice subito furioso e poi si gira verso suo padre- e che ti sia ben chiaro il fatto, lei non è e né sarà mai mia madre. Non m’interessa niente se ti sei voluto risposare, se te ne frega di noi, se stavi con questa fin da quand’era bambino Emmet. Non puoi pretendere che io consideri questa qui mia madre, e non la considererò mai. Per me non è niente, niente” gli dice furioso

“Non ti permettere” lo minaccia e nella stanza risuonò il rumore di uno schiaffo, fu solo un secondo quando Emmet, mandando al diavolo le mani che lo tenevano, assalì suo padre

“Tu, brutto pezzo di …. Come diavolo ti sei permesso? Non osare più toccare mio fratello, hai capito?” grida saltandogli addosso e con un pugno lo fa arrivare quasi a terra, io intanto cerco di darmi una calmata sennò avrei aggredito anch’io il signor Cullen

“Tu non osare toccarmi” gli dice mentre riprende l’equilibrio

“Io faccio quello che voglio” risponde a tono ma prima che possa fare solo un passo Ed si frappone tra i due

“Basta, smettetela ” dice subito e come per miracolo si fermano tutt’e due

“Togliti dai piedi” gli ordina suo padre minaccioso

“Allora le vuoi proprio prendere eh?” chiede Emmet ironico, ma non si muove, resta fermo a guardare suo fratello che si è appena girato verso il padre

“Ti devo fare i miei complimenti” gli dice ironico e tutti lo guardiamo confusi

“Per cosa?” chiede signor freddezza, anche lui confuso

“Per aver rovinato una serata speciale. I miei complimenti, ci sei riuscito benissimo, era questo che volevi vero? Congratulazioni per la bellissima impresa. Ancora mi chiedo come faccio ancora a considerarti mio padre, sei solo un’idiota” gli dice acidamente

“Non ti permettere sai?” gli dice e gli punta il dito contro mentre Em fa per attaccarlo un’altra volta

“A fare che? Intanto la cosa più brutta che potessi dire l’hai detta tre mesi fa, quindi ora posso dirti quello che voglio. Ad’esempio posso dirti tranquillamente che ti odio, intanto tu l’hai già fatto” continua a dirgli freddo e suo padre sghignazza

“Sono felice che impari la lezione, e comunque sappi che quest’affetto è sempre reciproco”

“Bene” dice solmanete e poi guarda i miei genitori dispiaciuto

“Signori Swan, mi dispiace per quello che è successo” gli dice e poi esce dalla cucina, prima che i miei possano rispondere

“Ehy aspetta” gli dico subito e velocemente lo raggiungo alla porta d’entrata

“Stai bene?” gli chiedo mentre gli faccio segno di sederci sulla panchina di fuori, una volta seduti sospira

“Scusa” mi dice solamente e capisco che si riferisce a quello che è successo pochi secondi fa, io nego con la testa

“Non è successo niente. Fa male?” gli chiedo e gli tocco la guancia rossa, lui per un secondo mugugna ma subito riapre gli occhi e mi guarda

“Sai le ferite visibili sono meno dolorose di quelle invisibili. Tutto sommato sto bene” dice con voce ferita subito lo accarezzo e poi lo stringo forte mentre appoggia la testa sul mio petto

“Ti prometto che supereremo pure questa insieme” gli dico solamente continuando ad’abbracciarlo mentre sento la mia maglietta bagnarsi, vederlo soffrire mi faceva più male di quanto potessi pensare, e mentre lui soffriva anch’io soffrivo insieme a lui.

Promemoria: non invitare più Walter Cullen!!




Holàààààà
“Eccomi qui con un nuovissimo capitolo. Alla fine il computer non è stato riparato e quindi il ritardo è dovuto ad’altro e non a riparazione, questo solo per dirvi che se dovessi fare ritardi lunghissimi di mezzo c’è la riparazione del pc. Comunque ho notato che più faccio tardi e più faccio capitoli lunghi, e non so se questa cosa sia un bene o un male”

“Vedila come vuoi, ma sono contento di essere di nuovo qui”
“Autrice qualche anticipazione per il prossimo capitolo?”
“Be …. Non saprei se darvi anticipazioni, non sarebbe giusto”

“Ti pregoooooo, ti scongiurooooo”

“E daii solo una piccola informazione”
“Piccolissima”

“Va bene, va bene. Allora se tutto va come spero e il capitolo riuscirà a uscire come voglio be ….. sarà meglio preparare le risate in anticipo perché cercherò di fare un capitolo divertente dove i nostri protagonisti principali …. Be lo scoprirete”

“Ok, bene allora spero ti sbrigherai con il prossimo capitolo”
“Non vedo l’ora di leggerlo”
“Speriamo di leggere i vostri fantastici commenti”
“Alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 47
*** Attenti a quei due ***


                                                                                             Attenti a quei due



(Pov Bella)

“Ah proposito, sei riuscita a convincere Ed a festeggiare il compleanno?” mi chiede la voce di Angy al telefono, è d’almeno mezz’ora che parliamo, con il fatto che la scuola ieri è finita spero che ci vedremo lo stesso qualche volta

“No non ne vuole sapere. Ma poi ho parlato con i suoi fratelli e ci siamo messi d’accordo per organizzargli la festa. Infatti prima ho anche chiamato i ragazzi per chiedergli di aiutarci con le preparazioni” le rispondo, mancavano solo dieci giorni al suo diciottesimo compleanno, è doveva essere festeggiato assolutamente

“Capito, se hai bisogno di una mano ricordati che ci sono anch’io” mi dice e io sorrido grata

“Grazie,non ti preoccupare. Con il fatto che la scuola è finita riusciremo a preparare tutto in dieci giorni tranquillamente, e Ben mi ha dato l’idea di fare un video con le sue foto da quand’è nato, se riesco poi ne parlo con Emmet e Alice e vediamo” le spiego e sento una voce femminile chiamarla

“Ha avuto un’ottima idea, per qualunque cosa sono a disposizione. Comunque scusami ma mia madre chiama” “Non fa niente. Ci sentiamo ciao” le dico e poi chiudo la chiamata; Emmet e Alice sono stati felicissimi quando gli ho detto quello che volevo fare e mi hanno dato subito la loro disponibilità, e così ci siamo divisi i compiti: loro si sarebbero occupati del ristorante, della preparazione del menu, insieme a mia madre che si è offerta di aiutarli, io mi sarei occupata delle decorazioni e degli inviti, mentre ai ragazzi ho chiesto di occuparsi della musica e del video che gli vogliamo fare; In tutto questo c’è solo un problema: non so cosa regalargli!! Insomma cosa potrei prendergli di bello e speciale?
Non so neanche che gli vogliono regalare gli altri!!

“Sorellona è arrivata questa per te” mi dice la piccola entrando e porgendomi una lettera

“Grazie” le rispondo e quando lei esce io la apro
:

Non so come, quando e perchè, ma un giorno mi sono svegliato e mi sono innamorato di te.
Ed’è per questo che sono sotto, per stare con te tutto il resto del giorno.
Se accetti di uscire con me ti prometto che passerai la serata più bella che c’è.
Su che aspetti, giù dal letto, ti sto aspettando con voglia di coccole e affetto!!

  

Appena finì di leggere la lettera iniziai a ridere, certe volte non capisco da dove gli escano frasi del genere, per fortuna ero già vestita dato che avevo voglia di andare a casa sua, ma vedo che non c’è ne bisogno.

“Mamma, papà, io esco con Edward. Ritorno stasera verso mezzanotte” li saluto passando dal salone e mio padre mi guarda sorridente

“Va bene tesoro, e state attenti” mi dice premuroso e dopo che annuisco, esco velocemente, subito vedo la sua Aston Martin in posizione d’uscita e senza pensarci entro velocemente

“Ciao amore” mi saluta appena entro

“Ciao mio principe” lo saluto di rimando e lo bacio quando si stacca mi guarda felice

“Allora pronta?” mi chiede un po’ ironico e annuisco

“Dove andiamo?” gli chiedo curiosa mentre esce dal cancello

“Ho pensato di andare ad’ “Acquashop”. Vero che ci sono stato solo una volta ma la strada la ricordo perfettamente” mi spiega e subito mi rallegro, speravo di ritornarci, e sono più felice che ci sto andando con il mio ragazzo

“Ottimissima idea” salto subito su e lui ride.

Mentre la macchina corre per strada mi chiede di raccontargli bene quello che è successo ieri pomeriggio, quando sono andata a fare compere con sua sorella, sua cognata e mia madre, io gli racconto tutto, di tutti i negozi che ha svaligiato Alice, del gelato che Alyson ha pensato bene di spalmare sulla panchina e del fatto che sono inciampata mentre tornavamo alla macchina

“Ti sei fatta male?” mi chiede preoccupato

“No, per fortuna mi sono tenuta a mia madre e non sono caduta, sennò mi avresti trovato con un bel bernoccolo” gli rispondo sospirando e lui ride

“Imbranata” mi dice soltanto e gli lancio un’occhiata truce

“Combina guai” ribatto e lui sbuffa

“Non sempre. Comunque non so se te ne sei accorta, ma siamo arrivati” mi dice e spegne la macchina, confusa guardo subito fuori e constato che ha ragione, non mi ero accorta che eravamo arrivati

“Finalmente” sospiro felice e appena mi apre la portiera piombo subito fuori, per poi prendergli la mano di scatto

“Allora che ti piacerebbe fare?” mi chiede e ci penso un po’ su prima di rispondergli prontamente, e girandomi verso di lui gli sorrido allegra

“Ho un’idea” gli dico e poi lo tiro verso l’entrata, una volta entrati lo tiro velocemente verso il primo negozio che troviamo che è di elettrodomestici

“Che vuoi fare?” mi chiede quando gli lascio la mano e mi dirigo verso un commesso

“Mi scusi vorrei una cassetta da 56 minuti. Dove le trovo?” chiedo al commesso e lui mi guarda dispiaciuto

“Mi dispiace, ma ci sono quelle da 60”

“Eh no, io devo registrare un disco da 56 minuti” dico offesa e poi mi allontano sbuffando, subito raggiungo il mio ragazzo che ridacchia

“Sai fare di meglio?” gli chiedo divertite e si fa subito serio

“Guarda e impara” mi dice e si allontana, dopo un po’ lo vedo tornare con un telefono senza fili in mano, e si avvicina a un altro commesso

“Mi scusi mi può spiegare la funzione di questo telefono?” gli chiede, e io lo guardo confusa, che sta architettando?

“Certo, questo telefono ha una portata di 100 metri” gli dice subito e Ed lo guarda confuso

“Ah, allora posso telefonare solo a quelli del palazzo di fronte? Be grazie ma non mi serve più” risponde e ridà il telefono al commesso basito, per poi venire verso di me allargando le braccia

“Allora?”chiede sarcastico e gli faccio la linguaccia

“Non male, principiante” gli rispondo e poi riprendendolo per mano, e poi vado verso il banco informazioni

“Mi scusi vorrei delle informazioni su un tostapane” le dico gentile e l’uomo dall’altra parte mi sorride gentile

“Certo, può chiedere alla commessa” mi risponde e lo guardo confusa

“Ah, li fa lei i toast?” gli chiedo innocentemente e mentre lo lascio stranito Ed dietro di me ride, subito però mi fa cenno di aspettare mentre prende un videoregistratore e si avvicina alla commessa

"Che marca e' la Mivar?" "E' una marca italiana"

"Come sarebbe italiana? Finisce per R" gli dice indignato e posa subito il videoregistratore, quando viene verso di me decidiamo di andare all’ipermercato e questa volta è lui a iniziare, seguito da me va verso il banco della macelleria e fissa intensamente i coltelli con cui il dipendente sta tagliando la carne

“Mi scusi, le posso chiedere un favore?” chiede triste e il commesso lo guarda preoccupato, io invece confusa

“Si, mi dica” gli risponde prontamente e Ed continua a sospirare senza spostare gli occhi dal coltello che sta usando

“Sa dove sono gli antidepressivi?” chiede sempre triste e il commesso fa una faccia allarmata mentre rimane scioccato, subito rido per la faccia e poi decido che è il mio turno.

Subito mi allontano con sguardo vacuo, come se stessi cercando qualcosa, cosa non vera, e continuo così per un paio di minuti, quando a un certo punto una voce femminile annuncia una notizia e subito mi prendo la testa tra le mani

“Noo, ancora quelle voci!!! Lasciatemi stare” grido e corro mentre sento tutti gli sguardi addosso, solo dopo un po’ mi fermo

“Ma quanto siamo bravi, ora ho un’ultima idea” sento dire da Ed e poi va verso il banco informazioni

“Mi scusi, sono veramente deluso. La pubblicità dice che i Rotoloni Regina durano all’infinito. Ma se durano all’infinito,perché ne ho finito un pacco intero solo in una settimana?” gli chiede e il dipendente non sa che rispondergli, diverse erano le opzioni, poi si avvicina e mi tira verso il reparto sveglie, li prende una sveglia e subito capisco che vuole fare così insieme impostiamo una decina di sveglie sullo stesso orario, ridendo corriamo fuori e appena usciamo sentiamo i trilli e vediamo i dipendenti correre a spegnere le sveglie

“Andiamo in quel negozio di vestiti. Ho due idee” gli dico tirandolo, faccio cenno a Edward di aspettarmi vicino ai camerini mentre io mi nascondo tra i vestiti, a un certo punto, per mia fortuna, una signora si avvicina

“Prendimi, prendimi” dico muovendo il vestito rosa di nascosto e sento la signora correre dalla commessa spaventata mentre io esco subito per non farmi notare

“E io che dovrei fare?” mi chiede ridendo e subito gli spiego che deve fare, così velocemente entra nel camerino

“Mi scusi?” lo sento chiamare una dipendente e esce la testa fuori, la signora, un po’ confusa, dato che qui si vendono solo vestiti da donna, si avvicina

“Mi dica” gli risponde gentile e io trattengo un ghigno

“Senta ma in questo bagno non c’è la carta” gli dice confuso e sembra che la commessa voglia piangere

“Ma questo non è un bagno” dice scandalizzata e lui esce velocemente e confuso

“Ecco perché non c’è neanche il wc. Mi scusi allora” le dice e esce sotto gli sguardi perplessi di tutti, quando lo raggiungo fuori non trattengo più le risate

“Questa mi è piaciuta” gli dico prendendolo a braccetto e andiamo a sederci sul bordo della fontana al centro del piano

“E ora?” mi chiede curioso e io alzo le spalle prima di guardare una locandina del cinema, subito spalanco gli occhi felice

“Non ci credo, rifanno ,Remember me al cinema. Amore andiamo a vederlo? Ti prego” lo supplico girandomi verso di lui felice, ne avevo sentito parlare, non ho neanche il dvd, e l’unica volta che sono andata a vederlo, il mio ex ragazzo,mi ha portato nella sala vicino con la forza e mi ha fatto vedere un film horror

“Va bene, se ci tieni” mi dice scrollando le spalle e alzandosi mi fa salire sulle sue spalle

“Si tenga forte signorina, dobbiamo fare due scale mobili per salire al terzo piano” mi dice e inizia a camminare velocemente.

Quando arriviamo davanti alla biglietteria io vado a prendere subito i biglietti mentre lui i popcorn e le bibite, per mia fortuna la prossima proiezione è tra cinque minuti, così mi sbrigo subito

“Ecco, possiamo andare” mi chiama Edward raggiungendoci e poi entriamo in sala, i nostri posti sono nella fila centrale e questo ci permette una buona visione

“E dopo che facciamo?” gli chiedo quando ci sediamo, lui intanto posa la sua bibita nel porta-bibita, mentre la mia la tengo in mano

“Il film dura due ore, tra due ore sarà ora di cena. Direi di mangiare la pizza, poi ci facciamo un giro in macchina e ti riaccompagno a casa” mi spiega tutto il programma

“No, dopo la pizza dobbiamo andare in sala giochi” gli dico subito con un piccolo broncio e lui sbuffa divertito

“Va bene, come vuoi” risponde e prende la mia mano, sto per dirgli altro, quando le luci si spengono e sullo schermo appare la pubblicità, subito la mia bocca si chiude ermeticamente e da quel momento ci fu solo silenzio … ….. ….. …….

“Ehy piagnucolona basta, è finito” mi consola mentre usciamo dal cinema, le lacrime continuano ancora a scorrere mentre penso alla scena finale

“Non posso, è tristissimo” piagnucolo e lui sospira esasperato mentre mi asciuga le lacrime

“La prossima volta andiamo a vedere una commedia” risponde e, con sua grande felicità, sorrido

“Come se a te non è piaciuto avermi tra le braccia per quasi un’ora e venti minuti” gli dico ironica e lui sghignazza, all’inizio eravamo mano nella mano, ma quando ho visto Tyler andare incontro a quei ragazzi, mi sono nascosta subito tra le sue braccia, e ci sono rimasta fino alla fine, infatti ha pure la maglietta bagnata dalle mie lacrime

“Be devo dire che questo ha avuto i suoi vantaggi” risponde e prendendo una manciata di popcorn, che non abbiamo finito, gli e li butto addosso

“Ehy” esclama offeso e gli faccio la linguaccia

“Impari” gli dico e gli e ne butto ancora, per poi mettergli il contenitore a cappello

“Vieni qui diavoletto che non sei altro” grida togliendosi il cartone e poi inseguendomi, subito però riesco a scappargli

“Sei lentissimo” lo prendo in giro e lui mi guarda male

“Ah si? Aspetta che ti prendo” mi minaccia e poi continua a inseguirmi, alla fine però i miei piedi mi tradiscono, e nell’evitarmi la caduta, mi prende subito in braccio

“Ora sei mia” mi dice con sguardo maligno e subito cerco di scappargli “No lasciami” continuo a gridare, e tutti quelli che passano ridono della scena

“Solo se mi dai un bacio” sussurra e io mi blocco pensierosa, per poi guardarlo

“Affare fatto” rispondo e subito lo bacio, quando ci stacchiamo andiamo verso una pizzeria qui vicino e ordiniamo due tranci di piazza ciascuno, e una porzione di patatine

“Delizia delle delizie” commenta felice e io lo guardo male

“Pensavo di essere io la tua delizia” gli dico minacciosa mentre ci sediamo

“Ma tu sei molto più deliziosa di tutti” mi risponde mentre morde il primo pezzo e io lo fisso, è bellissimo pure mentre mangia

“Ehy principessa, posso sapere che guardi?” mi chiede improvvisamente scuotendomi, e io subito mi riprendo

“Niente, pensavo” gli dico mentre con un dito gli tolgo una macchia di pomodoro che ha vicino alla bocca, per poi portarmi il dito macchiato in bocca

“Grazie. Ma non mangi?” mi chiede curioso e guardo il mio trancio ancora intero

“Certo che mangio” gli rispondo subito facendo il primo boccone.

Quando finiamo di mangiare iniziamo ad’andare verso la sala giochi e mi racconta di come ha passato la mattinata, per poi aggiungere che i suoi fratelli erano ancora contenti del fatto che ha passato le verifiche che gli permetteranno di fare l’ultimo anno in modo giusto

“Credimi per tutta la mattinata a raccomandarmi di non stancare troppo il mio bravissimo cervello, è stato snervante, mi sembrava di essere ancora nel periodo prima l’operazione” mi dice offeso e rido mentre entriamo nella sala

“Dai non te la prendere. E poi pensa che in questo modo ti sei sicuramente salvato da tutte le punizioni a cui eri destinato” gli ricordo e una strana luce gli passa dagli occhi

“Hai ragione, chissà se ….” Inizia a pensare con fare birichino ma subito gli do una manata in testa

“Non fare lo scemo. Comunque ti va se giochiamo prima a bowling?” gli chiedo felice mentre mi fermo davanti alla pista e lui annuisce

“Va bene, ci sto” mi dice e dopo aver pagato, io non ho potuto neanche cacciare una moneta dal portafoglio, andiamo in pista ci mettiamo le scarpe e iniziamo a giocare.

Inutile dire che alla fine vinse lui, per me è stata la seconda volta che ci ho giocato, ma per lui è la quarta, dato che giocava qualche volta con suo fratello nella città dove vivevano prima, alla fine facemmo anche gli altri giochi e Ed volle pure fare basket, che consisteva nel centrare sempre un cerchio, alla fine solo con una partita riuscì a guadagnare duemila punti e quindi decidemmo di vedere che c’era per premio

“Cosa ti piace?” mi chiede mentre guardiamo i premi e io guardo intensamente tutto quello che c’era, tra tutti c’era un leone di peluche, con una coroncina in testa, e aveva uno sguardo tenerissimo, e al collare aveva una coperta, rossa, messa tipo superman con sopra disegnato un grosso cuore, ma da lontano non riuscivo a capire che c’era scritto

“Vorrei il leone” gli dico supplichevole e annuisce felice mentre si rivolge al dipendete che felice lo prende subito

“Ecco a voi” ci dice porgendomelo, subito lo stringo nel mio abbraccio, è morbidissimo, e velocemente vado a leggere cosa c’è scritto nel cuore
“ amami se ne hai il coraggio, perché io ho già trovato il coraggio di amarti”

“Ehy andiamo, sta iniziando a farsi tardi” mi dice prendendomi dalle spalle, e butto un’ultima occhiata al bancone dove vedo il dipendente mettere dei soldi nel portafoglio

“Ed gli hai dato tu quei soldi?” chiedo perplessa e scrolla le spalle

“Ci volevano molti più punti e quindi ho deciso di comprarlo” mi spiega e arrossisco pure se sono felice che abbia voluto farmi un regalo del genere

“Grazie, ma non era importante” gli dico

“Certo che era importante” risponde quasi offeso e prima di continuare il tragitto mi bacia.

Quando salimmo in macchina gli feci promettere che saremmo ritornati insieme, e solo quando fui sicura della sua risposta partimmo, nel frattempo mise un cd e subito la musica si diffuse per tutta la macchina, io intanto stringevo il leoncino con un braccio e con l’altra mano tenevo la sua,e non so se fu per la musica, per la macchina o per il fatto che ero stanca ma poi mi addormentai ….

Quando mi risvegliai sentì solo silenzio e subito riaprì gli occhi, non ero più nella macchina, ma in camera mia, guardai la sveglia e vidi che erano le otto di mattina?
Ma quanto cavolo ho dormito?

Qualcuno, molto probabilmente mia madre, mi ha messo il pigiama, mentre sicuramente è stato il mio ragazzo a salirmi, vicino avevo il leone mentre sul comodino vidi una lettera,sotto invece c’era il dvd di Remember me, subito confusa presi la lettere e la lessi: 

 

 

Ciao amore mio,ben svegliata!!!
Ti sei addormentata in macchina e non avevo il coraggio di svegliarti,così ti ho portato io in camera, spero che non ti arrabbierai per questo.
Spero anche che il tuo sia stato un buon risveglio, e che il piccolo leone ti abbia fatto una buona compagnia, sarei tentato di salire stanotte in camera tua, ma è meglio di no!!
Quando ho visto che ti sei addormentata mi sono fermato alla prima videoteca nella strada e ti ho preso il dvd, spero che ti faccia piacere.
Ci sentiamo quando ti svegli, ti amo moltissimo!!
Tuo, per sempre, Eddy!!! 

 

  Che dolce che è, quasi, quasi lo chiamo subito, ma non vorrei svegliarlo, ma da una parte non voglio aspettare, e poi voglio ringraziarlo

“Che ne dici Eddy, lo chiamiamo?” chiedo al leone prendendolo in braccio, mi è uscito spontaneo chiamarlo Eddy dopo aver letto la lettera, e poi il leone è coraggioso, e lo è pure lui!!

“Va bene chiamiamolo” mi rispondo da sola e prendo subito il telefonino, spero che sia già sveglio non voglio svegliarlo io

“Pronto principessa?” risponde dopo il quinto squillo, con la voce assonnata, e io sorrido felice ....  è sveglio!!!!!  





Holàààààà
“Eccomi con questo capitolo, premetto che non è venuto come volevo venisse, infatti non è venuto molto divertente, ma se avessi provato a ricambiarlo chissà quanto altro tempo ci avrei messo”

“Ehy autrice, mi spieghi da dove ti è venuta l’idea del leone?”
“Semplice, anch’io ho un leoncino che ho chiamato Eddy”
“Davvero? Grazie autrice così mi onori”
“Le ragazze?”
“A fare shopping, finalmente Alice si è tolta dai piedi”
“Autrice tanto per sapere, ma nella storia quando racconterò dei tempi di Bevery Hills?”
“Be dobbiamo aspettare la partenza per il viaggio turistico”

“Quindi presto?”
“Si”
“Bene, allora vi salutiamo”
“Alla prossima”
“Kiss

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Capitolo 48
*** Compleanno a sorpresa:riuscito ***


                                               Compleanno a sorpresa: riuscito



(Pov Edward)

Era pomeriggio da un bel po’ ormai, di solito amo il pomeriggio, ma oggi lo odio,come odio questo maledetto giorno,non sono neanche uscito per evitare contatti con il mondo di fuori e per evitare gli auguri, purtroppo però ho dovuto ascoltare gli auguri dei miei fratelli, che me li hanno fatti per forza, e quelli dei miei nonni.
Ancora non ho sentito Bella, strano pensavo che lei sarebbe stata la prima a farmi gli auguri pur sapendo che mi sarei arrabbiato, e poi non mi ha neanche chiamato e non mi risponde al telefono, non vorrei che per sbaglio avessi detto qualcosa che non dovevo in questi giorni e si fosse arrabbiata, no ma che sto pensando….
Subito il mio sguardo cade sulla foto di mia madre e come se avessi preso una scossa mi alzo subito e la prendo tra le mani, tutti quelli che l’hanno conosciuta dicono che sono davvero la sua fotocopia e che non prendo niente da mio padre, da una parte sono felice di questa cosa ma dall’altra ……
Tante volte ho pensato al fatto che mia madre, dopo aver saputo che mio padre la tradiva, ha deciso di tradirlo, e che quindi io sono nato dalla sua relazione con un altro uomo, e forse è per questo che mio padre mi odia, ma mia madre non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere e io ci credo, ogni volta che ci penso una strana sensazione mi dice che lei non ha nessuna colpa se mio padre mi odia, che la colpa è solo ed’esclusivamente mia. Insomma se io non fossi nato i miei fratelli sarebbero stati felici e senza preoccupazioni, senza preoccuparsi di nostro padre, e mamma sicuramente avrebbe divorziato da mio padre e poi si sarebbe innamorata di qualcun altro e dopo essersi risposata sarebbe andata a vivere una nuova vita con Emmet e Alice, insomma avrebbero avuto una bellissima vita ma invece sono arrivato io: ho ucciso mia madre, ho fatto litigare i miei fratelli con papà e per colpa di questa malattia siamo andati da tutte le parti del mondo ………
Ancora non capisco come facciano ad’amarmi!!!

“Perché mi hai abbandonato, perché non mi hai portato con te??” sussurro alla foto pure se so che non mi può rispondere, in quel momento provo soltanto rabbia e tristezza

“Perché mi hai fatto nascere? Dovevo morire io al posto tuo, se tu ci fossi stata, se tu non mi avessi fatto nascere, forse a quest’ora eri felice, lo sarebbero stati i miei fratelli. Non dovevo nascere, non dovevi abbandonarci in questo modo” grido ancora verso la foto prima che con un colpo d’ira la scaravento a terra, la cornice si rompe con un forte tonfo mentre i pezzi di vetro si sparpagliano per tutto il pavimento sotto i miei occhi mentre m’inginocchio sui pezzi di vetro che scricchiolano sotto il mio peso ….

“Mi dispiace è colpa mia, mi dispiace, mi dispiace …. ” continuo a ripetere con le lacrime agli occhi mentre guardo la foto dove mia madre guarda verso di me sorridente, sembra che con gli occhi mi voglia dire che non fa niente, che non è arrabbiata con me, che mi perdona, ma non ne posso essere sicuro, mio padre fa bene ad’odiarmi … sono un mostro, sono un diavolo che porta disperazione da tutte le parti, non dovrei neanche esistere!!

“Edward?” sono tanto preso dai miei pensieri che solo in quel momento mi accorgo di mio fratello che è davanti a me preoccupato mentre mi tiene dalle spalle

“Scusa Em, scusami non volevo” gli sussurro e lui mi stringe subito mentre continuo a chiedergli scusa

“Non è colpa tua, tu non centri niente, niente” mi dice comprendendo subito perché gli stavo chiedendo scusa, non mi potevo riferire alla cornice, quella si può ricomprare, non mi riferivo al fatto che l’ho fatto preoccupare, lo faccio sempre, ma mi riferisco al fatto che per colpa mia ha perso una madre, e una mamma non si può comprare come se fosse un oggetto che vendono al mercato.

Non so bene per quanto tempo siamo restati inginocchiati sul pavimento, ma a un certo punto Emmet si stacca e mi sorride enigmaticamente mentre mi fa alzare

“Bene e ora che abbiamo fatto i sentimentali, che ne dici se andiamo a farci un giro in macchina?” mi chiede e lo guardo male

“Non voglio uscire” gli dico subito incrociando le braccia

“E daiiiii, almeno se non vuoi uscire facciamo una specie di festicciola in casa solo tra fratelli, ci stai?” mi chiede innocentemente e io sbuffo

“Va bene raggiungiamo gli altri allora” gli dico e sto per sorpassarlo quando mi blocca

“Fermo li e vatti a vestire bene” mi ordina e continuo a guardarlo male

“Ma se è solo una festa in casa”gli dico confuso e lui mi spinge in bagno

“Non m’interessa, ordine di Alice”finisce di dire e poi chiude la porta mentre sospiro sconfitto.

Dopo aver messo una camicia nera e un paio di pantaloni bianchi decido di scendere, stranamente però sembra che stia per accadere qualcosa, pure se è una sensazione che ho più o meno da quattro giorni ma che mi preoccupa sempre, quando raggiungo il salone non vedo nessuno dei miei fratelli e mi giro intorno confuso

“Ragazzi, ci siete?” chiedo confuso, pure se mi sa che sto parlando con l’aria, a un certo punto vedo una fascia venirmi incontro e legarsi subito intorno ai miei occhi

 “Che cosa?” chiedo

“Tranquillo” mi dice Emmet e poi mi sento prendere in braccio di peso

“Lasciami, Emmet lasciami” ripeto cercando di sfuggirgli ma non ci riesco, sono come legato sulla sua spalla

“Ehy tranquillo, mica ti vogliamo uccidere” sento dire da Alice e mi sento trasportato per poi essere messo su qualcosa di morbido, capisco che sono in una macchina solo dal motore delle portiere

“Potevate portarlo in un altro modo” li sgrida Rosalie che è vicino a me da come sento la voce

“Non sarebbe venuto. Jaz puoi andare” sento dire da Alice che è sicuramente messa davanti mentre dall’altro mio lato c’è Emmet, molto probabilmente

“Dove stiamo andando?” chiedo irritato, non mi piaceva essere trattato come un sacco di patate, e poi non sono mica un bambino, e poi odio non vedere dove sto andando

“Tra poco lo saprai” mi dice Em e sbuffo mentre sento la macchina muoversi, li sento parlare felici e solo quando sento la macchina fermarsi le voci si spengono

“Bene, Ed vieni” mi dice Emmet tirandomi dalla mano, almeno non usa la sua superforza, sento gli altri che ci precedono, lo capisco dai passi, tranne Jasper che mi sta dietro come per evitare che scappassi, mentre avanziamo sento in lontananza il rumore dell’acqua, ma non è un rumore come quello del mare, improvvisamente sento mio fratello lasciarmi la mano e allontanarsi insieme a Jazz

“Ehy” dico subito offeso

“Togli la fascia” mi grida Rosalie divertita e appena tolgo la fascia ……

“Buon compleanno” gridano tutti mentre battono le mani, subito guardo sorpreso tutti loro, per poi guardare il posto dov’ero, eravamo nella parte di fuori del ristorante, vicino c’era una piscina e poi si distendeva un’ernorme spazio con tavolini, vicino a una parte del muro c’era pure una scala in pietra che girava come quelle di un castello, subito riguardai davanti a me, non riuscivo neanche a dire una parola mentre tutti si avvicinavano a farmi gli auguri

“Ed non dici niente?” mi chiede Ben ironico, mentre gli altri ridono

“Si, che non mi avete dato ascolto” gli rammento e lui mi fa la linguaccia

“Non brontolare, e poi è solo colpa della tua ragazza se c’è questa festa?”mi dice e solo in quel momento mi accorgo che non è neanche tra tutti loro

“Ah proposito, sapete dov’è?” gli chiedo subito guardandomi intorno circospetto, e lui ride, mentre noto che ci sono anche i signori Swan e il capo della polizia, e c’era anche qualche altro ragazzo di cui non mi ricordavo ma che forse hanno voluto invitare, per il resto ci sono tutti i ragazzi della squadra con le proprie ragazze e qualche mio altro amico

“Girati Romeo” mi prende in giro Richard e appena mi giro vedo Bella scendere dalla scala in pietra di prima, con un abito verde che si legava dietro al collo e che finiva con una forma ondulata, i capelli sciolti su un fianco e il cuore blu era più sgargiante su quel vestito

“Ciao amore” mi sorride mentre le vado incontro

“Ciao, non mi hai risposto per tutta la giornata” le rispondo rimproverandola

“Ero impegnata nel prepararti questa festa” mi dice abbracciandomi

“Grazie” le sussurro e mano nella mano ci dirigiamo verso gli altri dove subito ci raggiungono dei flash

“Ottimo e ora che la sorpresa è stata svelata direi di iniziare con la festa” grida Emmet e in un secondo tutto si illumina e inizia la musica.

La prima cosa che faccio è quella di mettermi a ballare con Bella, per poi passare a mia sorella e poi tutti quelli a cui andava di ballare con il festeggiato, chi non ballava era seduto ai tavoli a mangiare o era vicino al tavolo del buffet per lo stesso motivo, alla fine mi fermai pure io per mangiare pure se continuavo a essere inseguito da mia sorella che mi faceva ogni tipo di foto con tutti

“Vieni, è ora della torta” mi dice Bella correndomi vicino e poi tirandomi verso il tavolo dalla parte opposta a quello del cibo, appena mi fece posizionare sotto un arco con vicino il pallone dei diciotto anni, i camerieri portarono una grossa torta quadrata con dentro due foto: uno dove avevo più o meno cinque mesi, e l’altra dove avevo tredici anni.

“Ancora non ho capito perché mettere due foto di anni diversi” dice Emmet facendoci girare tutti

“Semplice, una quand’è piccolino e si affaccia sul mondo reale, l’altra quando è a quasi un passo dall’essere un ragazzo, e oggi invece diventerà quasi un giovane adulto” gli spiega Angela precedendo mia sorella

“Prima facciamo le foto” grida Alice e così iniziammo a fare tutte le foto possibili e immaginabili con la torta, alla fine accesero tutte le candeline della torta e dopo avermi detto il consueto “esprimi un desiderio” spensi tutte le candeline sotto gli applausi di tutti.

Restai al mio posto finché non finì di mangiare la torta e poi raggiunsi Bella che stava parlando con sua zia Renee

“Mi devo congratulare con te Bella, hai organizzato davvero un’ottima festa” le disse mentre io mi avvicinavo

“Grazie, ma il merito è stato anche degli altri che mi hanno aiutato” le risponde, la solita modesta

“Ma tu ci hai pensato, e non mi hai voluto dare ascolto” le dico prendendola dalla vita di sorpresa e subito si gira prima spaventata, e poi rasserenata

"Ci tenevo che festeggiassi” risponde abbracciandomi ma prima che possa dirle altro la voce di Emmet ci raggiunge

“Ragazzi tutti qui forza, Edward vieni muoviti” mi dice tirandomi e mentre tiro Bella ci fa raggiungere il centro del semicerchio che hanno formato gli altri, in quel momento capisco il motivo

“Avete fatto un video?” chiedo confuso mentre lo schermo iniziava a illuminarsi

“Logico, e ora guarda” mi dice e subito le immagini di quand’ero piccolo riempiono lo schermo: ci sono tutte le foto fino ai miei sedici anni, qualcuna buffa, qualcuna più seria, e con sottofondo qualche musichetta, alla fine c’è qualche foto mia con Bella e i miei amici e poi tutti i ragazzi che a tipo intervista mi fanno gli auguri, alla fine tutti applaudono e io li ringrazio solo che non riesco a dire altro perché la mia ragazza annuncia subito che è l’ora dei regali.

Per regali ne ho ricevuti di vari: un orologio, un set completo per lucidare l’auto, un’Ipod, qualche libro, qualche giubbotto in pelle, dei biglietti omaggio per il cinema e altri posti, una fotocamera Nikon e una videocamera, uno stereo con potentissimi autoparlanti,un abbigliamento completo, inutile dire chi me l’ha regalato, e infine delle chiavi …..

Appena le presi in mano guardai Bela, era lei che me le aveva date, e lei mi sorrise divertita, mentre si riavvicinava e io la guardavo curioso

“Che significa?” le chiedo curioso e confuso e lei ride

“Ti ricordi che ci avevi detto che la tua casa di Chicago era stata venduta?” mi chiede mentre vedevo i signori Swan sorridermi felici

“Si perché?” le chiedo pure se forse iniziavo a capire

“Be l’avevamo comprata noi …. E quindi dato che è casa tua potrai andarci quando vuoi” mi dice semplicemente e io sgrano gli occhi

“Davvero?” le chiedo

“Davvero, e poi dentro non abbiamo toccato niente, pure se l’abbiamo comprata, alla fine non l’abbiamo mai usata ed’è rimasta come lo era prima” mi spiega e subito la faccio volteggiare prima di riempirla di baci

“Grazie, grazie” le dico e poi mi volto verso i signori Swan che ci stanno raggiungendo

“Speriamo ti faccia piacere” mi dice Esme e io sorrido grato

“Si grazie, è un regalo bellissimo” rispondo davvero riconoscente, forse non riuscivano a capire quanto significasse per me una cosa del genere, in quel momento mi venne dietro Emmet

“Bene e ora c’è un’altra grandissima sorpresa” mi dice e poi mi fa girare subito alla mia sinistra dove vedo un ragazzo venirmi incontro, i suoi capelli sono sul castano chiaro e appena si avvicina vedo i suoi occhi verdi, più chiari dei miei, e mentre credo di conoscerlo mi sorride divertito

“Ehy Eddy, finalmente ci rivediamo” mi saluta e dalla sua voce riesco a riconoscerlo definitivamente

“Jack? Jack sei davvero tu?” gli chiedo completamente scioccato e felice mentre mi fa l’occhiolino

“In carne e ossa, fratello” mi risponde e subito mi butto ad’abbracciarlo

“Sono felicissimo di rivederti” gli dico mentre lo abbraccio e poi ridiamo insieme

Jack Arper, mio migliore amico dell’asilo, delle elementari e del primo anno delle medie, proviene da Londra ma fino a undici anni ha vissuto a Bevery Hills, poi è dovuto ritornare in Inghilterra per motivi di famiglia e d’allora non ci siamo più sentiti, è stato il mio primo vero amico e per me è sempre stato come un fratello, non mi ha mai trattato bene solo perché stavo male e mi diceva sempre di non pensare a quello che dicevano gli altri, è per di più io lo chiamavo anche Emmy perché quando ci si mette si comporta come la parte ironica di Emmet

“Certo che è da tanto che non ci vediamo, per fortuna stavo già tornando in America quando ho ricevuto la chiamata di tuo fratello con la richiesta di partecipare al compleanno” mi spiega e rivolgo un’occhiata di ringraziamento ai miei fratelli

“Per quanto starai?” gli chiedo e lui sospira “Non lo so, devo vedere che decidono i miei genitori” mi dice, lui sarebbe diventato maggiorenne a Ottobre e quindi è ancora sotto la sorveglianza dei genitori

“Vieni ti presento gli altri”gli dico presentandogli prima Bella, e poi tutti gli altri, noto che Ben guarda gelosamente Jack, ma può essere che me lo sono immaginato

“Ragazzi c’è ancora un’ultima cosa da fare”grida Mark dopo le presentazioni e insieme a Richard, Ben, Emmet e Jack mi trasportano di peso verso la piscina

“No, state fermi” dico quando capiscono che vogliono fare, ma non faccio in tempo a finire di parlare che subito vengo circondato dall’acqua, quando riemergo tutti si mettono a ridere e appena esco la mia ragazza si inginocchia vicino a me

“Spero che questa festa ti sia piaciuta fino ad’adesso” mi dice e le sorrido riconoscente

“Moltissimo, grazie” le rispondo e lei mi sorride

“Tanti auguri amore mio” mi sussurra e mi bacia sotto gli applausi e le risa di tutti.

Alla fine non è stato tanto brutto fare una festa del genere,forse la prossima volta dovrò pensarci due volte prima di dire di no.




Holàààà

“Ehy chi è arrivata? Sono di nuovo qui, e sono ritornata alleluia!!!!! E comunque non sto postando perché mi è arrivato il computer, ma perché mi sono scocciata e pure se sto usando un computer che non potrei usare non m’interessa, mi mancava molto questa storia, come mi mancavano le vostre recensioni che spero ci saranno. Aggiungo che avendo dovuto rifare il capitolo è venuto diversissimo da quello che avevo iniziato a scrivere ma spero vi piacia lo stesso e ………….. ”
“Ehy autrice rieccoci qui, finalmente”
“Si non vedevo l’ora di ritornare”
“Devo dire che a me il capitolo è piaciuto”
“Anche a me, pure se non mi hai fatto parlare molto. Al posto di Emmy”
“Ehy guarda che io sono più importante”
“Ragazzi non iniziate”
“Ma non avevo finito di parlare, ragazzi mi devo arrabbiare”
“No, no, scusa”
“Continua pure”
“Grazie vorrei aggiungere che come avevo già detto in passato in questa storia ci sarà di tutto tranne il tradimento nella coppia principale, quindi non vi aspettate un triangolo amoroso con il nuovo personaggio comparso”
“Oh bene, questo risponde a dei dubbi che stavo iniziando ad’avere”
“Ok, dai ci sentiamo nel prossimo aggiornamento”
“Che spero di riuscire a postare prestissimo”
Speriamo di ricevere delle recensioni, e speriamo che non ci abbiate abbandonato solo per il lungo ritardo!”
“Alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 49
*** -1 Alla partenza ***


                                                                                                              -1 Alla partenza



(Pov Edward)

“Ed a che punto sei con la valigia?” mi chiede mia sorella entrando in salone

“Mi mancano solo alcune cose e ho finito” gli rispondo

“Alice ma dobbiamo portarci pure cose così scomode?” sento chiedere da Jasper dal piano di sopra

“Certo che si, quante volte ve lo devo ripetere, ci potranno servire” grida per risposta e vedo entrare in salone Rosalie che mi guarda esasperata

“Aly datti una calmata, noi partiamo tra quattro giorno. Domani parte solo Ed” gli dice tirandola a sedere

“Lo so ma deve essere tutto pronto. Tu l’hai fatta la borsa per il bambino?” le chiede alzandosi e sia io ,che mia cognata, sospiriamo esasperati

“Si, ma mica nasce a quattro o cinque mesi” le risponde come se stesse parlando con una pazza, pure se come dico, e ripeto, sempre mia sorella è da manicomio, e per di più mi sa che ha bisogno d’una rinfrescata sul fatto ,che se la situazione non è grave, i bambini non nascono a quattro mesi, anzi se la situazione è grave i dottori fanno procedere all’aborto di solito …. Ma questa è una cosa che odio profondamente: che senso ha concepire un figlio se poi, pure se quello è ammalato, si vuole abortire?

“Non m’interessa, devi farti trovare preparata. Voglio vedere quello che hai preso” le dice e poi tirandola scompaiono velocemente dal salone, lasciandomi un po’ stupefatto.

Ok, sicuramente vi potreste chiedere perché si comporta in questo modo?
E soprattutto vi potreste chiedere perché io parto ,da solo, domani quando abbiamo deciso di fare le vacanze in Australia tutt’insieme: ed’ecco a voi la spiegazione….

L’altro ieri, il giorno dopo il mio compleanno, felice non vedevo l’ora di andare a vedere la casa che non ho mai conosciuto, così divertiti dal mio comportamento i miei fratelli mi hanno consigliato di andare a fare quattro giorni a Chicago prima della partenza per Sidney, io ne ero felicissimo e ho accettato subito, però, avendo paura che mi potesse venire una crisi e in consenso con i signori Swan, la mia ragazza ha consigliato di venire con me: inutile dire che così sono ancora più felice……
Per Alice invece….
Be quando ha saputo che mancava pochissimo alla partenza per l’Australia, ha dato di matto e per cercare di calmarla gli altri hanno fatto le valigie prima del previsto, dato che il giorno della partenza è stato postato il giorno dopo il mio ritorno da Chicago, loro avevano almeno quattro giorni per finire le valigie, ma per colpa di Aly le devono finire entro stasera.

“Ehy fratello, dov’è Mister Hyde?”mi chiede Emmet entrando di soppiatto e io rido per come l’ha chiamata, e da ieri che l’ha chiama in questo modo

“Di sopra con tua moglie caro Yoghi” gli rispondo prendendolo in giro, fra tutti noi e quello che sopporta di meno la situazione, e pensare che è il più grande

“Stai zitto Bubu. E comunque tu non devi andare dai tuoi amici?” mi chiede facendomi notare che ore sono, e terrorizzato mi accorgo che sto per fare tardi, anzi tardissimo, l’appuntamento era fissato per le nove, e ora sono le nove e quarantacinque ….. Ma si può sapere come ho fatto a non accorgermene?

“Cavolo,grazie Em” gli grido mentre corro in camera e velocemente mi metto una polo, per fortuna i jeans li avevo già messi, poi sempre velocemente saluto tutti e corro in macchina

E solo in quel momento mi ricordo che avevamo deciso con Bella che sarei passato a salutarla prima di raggiungere gli altri, dato che sicuramente non ci potremmo vedere per tutta la serata, dopo essermi dato dell’idiota, prendo il telefono e la chiamo

“Sei in ritardo vero?” mi chiede appena risponde, ma non sembra arrabbiata, anzi divertita direi

“Si, Alice ci sta facendo impazzire a casa e ho perso di vista il tempo che passava” le dico scusandomi mentre accelero un po’ di più

“Vorrà dire che ci vedremo domani” dice dispiaciuta e subito divento triste anch’io, mannaggia a me!!!

“Vuoi che passo velocemente?” le chiedo rallentando e pronto a fare un’altra strada se dice di si, lei intanto ci pensa un po’ su

“No lascia stare, e poi potremmo rimediare in questi giorni che saremo soli” mi risponde e io sospiro

“Come vuoi” le rispondo un po’ deluso, volevo che mi rispondesse di passare subito da lei

“Ehy, so che vorresti che ti dicessi di venire subito qui da me, ma voglio che raggiungi subito gli altri . Lo sai che, pure se siamo nella stessa stanza, se non mi stai vicino mi manchi da morire. Ma voglio che ti sbrighi” mi spiega dolce e pure se non mi può vedere annuisco

“Ok, ho capito” rispondo, alla fine mi sa che quello più deluso sono io e non lei

“Adesso ti lascio guidare, mi raccomando stai attento” mi raccomanda e sorrido, quando fa così sembra che io sia suo figlio e non il suo fidanzato

“D’accordo. Ti amo”

“Anch’io” mi risponde e poi chiude.

Alle dieci in punto scendo davanti all’osteria dove abbiamo deciso di incontrarci, non so se sono ancora qui però, insomma ho fatto un’ora di ritardo, se sono qui mi ammazzeranno di sicuro

“Ma ti sembra l’ora di arrivare questa?” mi chiede Mark facendomi sobbalzare, non mi ero accorto che erano seduti nel tavolino fuori il locale

“Stavamo pensando che ci avessi dato buca” mi dice Ben mentre mi seggo tra lui e Jack, sono rimasto sorpreso quando Richard mi a detto di chiedere anche a lui se voleva venire, insomma lo conoscono solo da tre giorni ..

“Scusatemi ragazzi, non avevo visto l’orario” gli rispondo un po’ in imbarazzo e mi guardano tutti curiosi

“Bella?” mi chiede Richard precedendo gli altri e io sogghigno,sapevo che avrebbero subito pensato a lei

“Ma magari fosse stato per lei” rispondo ridendo e sento gli occhi di Jack guardarmi divertiti

“Dalla tua espressione direi che è stata colpa di qualcuno dei tuoi fratelli” dice pensieroso e rimango contento del fatto che non ha perso quella specie di telepatia che aveva con me, quando succedeva qualcosa lui era l’unico che capiva subito il problema,e pure se l’argomento era serio cercava sempre di metterci un po’ di ironia sopra

“Direi che hai indovinato, mia sorella ci sta rompendo la testa con questo fatto del viaggio” sospiro esasperato e sento Ben circondarmi con un braccio

“Almeno, ora, sei qui” mi dice e sghignazzo

“O certo, dalla padella alla brace” rispondo ridendo e loro mi guardano male

“Ehy che osi insinuare?” mi chiede Rich minaccioso

“Niente, assolutamente niente”gli rispondo dopo aver chiesto, a un cameriere che passava, un bicchiere di birra

“Ti fermi sempre a un bicchiere vero?” mi chiede Mark con espressione sicura

“Per forza, già non dovrei bere neanche la birra, ma se devo allora solamente una” gli ricordo, Carlisle era stato chiaro su questo fatto: la malattia non è passata completamente finché non ci sarà l’operazione, e fino ad’allora non devo fare cose che possono danneggiare sia il cuore che i polmoni

“Fino a quando starete via per le vacanze?” mi chiede Patrick dopo un po’

“Fino a fine Luglio”rispondo e poi ci mettiamo a parlare d’altro, per la verità gli altri chiedono sia a me, che a Jack, cosa combinavamo insieme prima che ci separassimo, così gli abbiamo raccontato qualche cosa che abbiamo fatto insieme

“Casomai dopo che torni potremmo fare un picnic, prima che inizi la scuola” pensa Ben improvvisamente e con un’espressione stranissima, il suo sguardo mostra un po’ di gelosia, come l’ha mostrata alla festa, e poi sembra che voglia cambiare velocemente discorso

“Ottima idea, Jack tu ci sei ad’Agosto?” gli chiede Richard distogliendolo dalla conversazione con Patrick

“Credo di si” risponde, e spero che ci sarà perché ne sarei felicissimo

“Logicamente dovremmo aggiungere pure le ragazze, sennò ci sbranano” ricorda Mark a Ben e lui annuisce

“Logico”

“Jack vedi di trovarti una ragazza, almeno non starai da solo” dico divertito e lui sbuffa,prima di ridere

“Tranquillo ho i miei metodi per conquistare” mi risponde e mi guarda mentre alza un braccio e lo piega verso di lui, subito mi metto a ridere

“Che bei muscoli” lo prende in giro Mark

“Grazie, grazie, ne vado fiero” dice facendo scoppiare ancora di più l’ilarità del momento

“Ma noi conquistiamo con le canzoni” ricorda Patrick e gli altri sogghignano

“Perché siete cantanti?” chiede Jack curioso

“No, principianti che s’inventano canzoncine stupide” li prendo in giro e mi guardano male

“Guarda che dovresti essere onorato di far sempre parte delle nostre canzoni” mi dice Ben

“Me ne fate ascoltare una?” chiede subito, quello che da oggi considererò il mio ex migliore amico

“Ma sei pazzo, non pensateci minimamente” ordino agli altri mettendo da parte la birra che stavo bevendo

“E dai non preoccuparti” mi canzonano gli altri

“Dai ragazzi lasciamo stare per oggi” dice Ben improvvisamente e lo guardo con ringraziamento, se potessi mi metterei a piangere dalla felicità

“Ma Ben, non rompere” gli dicono gli altri, pure se all’improvviso il mio amico mi sembra strano, non è da lui evitare di cantare qualche canzoncina con cui mi può prendere in giro senza offendermi

“Jack prima hai detto che ti piaciono le gare vero?” gli chiede e cerco di capire dove vuole arrivare

“Si, esatto, pure se non ne faccio mai. Perché?”

“Be ti propongo una sfida a biliardino” gli dice indicandoglielo mentre si alza di scatto e lo seguiamo tutti a ruota, ma che gli è preso?

“Va bene, la posta in palio?”gli chiede raggiante,gli piaciono le sfide ma non partecipa mai, ma se gli e ne viene proposta una direttamente, l’accetta come niente fosse

“Faremo tre partite. Chi perde dovrà bere sette bicchieri di whisky e pagare per tutti per almeno una settimana intera. Ci stai?” gli chiede e noi altri rimaniamo confusi

“Ben sei matto, sette bicchieri di alcool fanno malissimo” lo riprendo ma Jack mi blocca con la mano

“Tranquillo Eddy, andrà tutto bene” mi rassicura e pure se dubbioso li guardo iniziare a giocare.

Jack vinse tre partite su due e Ben fu costretto da se stesso a bere sette bicchieri micidiali, alla fine pensavo svenisse subito per quanto era diventato pallido….. alla fine non è svenuto ma adesso stiamo uscendo dal bagno, io e lui, e mentre lo trascino lui si abbandona completamente a me

“Sei stato un’idiota, ti avevo avvertito” lo rimprovero e lo guardo male pure se lui sembra non capirmi

“E daiii .. non è … successo niente” biascica scosso da singhiozzi mentre il suo viso si fa rosso scuro

“Noooo, sei solo ubriaco” lo prendo in giro divertito mentre raggiungiamo gli altri che si alzano subito

“Mi dispiace Ben, forse era meglio se perdevo io”gli dice Jack veramente dispiaciuto e io scuoto la testa, menomale che avevano detto che sarebbe andato tutto bene

“Era proprio quello che volevo …” biascica ma,a parte me, nessun’altro l’ha sentito, mentre io lo guardo curioso al massimo

“Andiamo ti accompagno a casa” gli dice Richard prendendolo sottobraccio, era venuto pure lui con la macchina, Ben intanto non sente più niente e si lascia trasportare

“Mi puoi dare un passaggio?” gli chiede Patrick

“Certo. Ragazzi ci vediamo. Ed mi raccomando non combinare guai” mi ordina ridendo e poi se ne vanno

“Eddy meglio che vai,si è fatto tardi e domani devi partire. Jack vieni ti accompagno con la moto” gli dice dopo avermi dato una pacca sulla spalla

“Ehy stai attento e fatti sentire, ora che ci siamo ritrovati non voglio perdere tue notizie” mi dice Jack abbracciandomi e io annuisco

“Stanne certo. Ci vediamo” e dopo averli salutati parto anch’io con la macchina.

Solo che vado verso casa di Bella, è tutto buio quindi stanno dormendo tutti, e una volta arrivato a casa sua, come ho già fatto tante volte, salgo sull’albero e poi entro in camera sua, per fortuna lascia sempre la finestra aperta,quando entro la vedo rannicchiata sotto un lenzuolo mentre stringe il pupazzo che le ho regalato tra le mani.
Se dovessero entrare i signori Swan mi prenderebbero come un ladro, ma non posso evitare di sedermi sul letto vicino a lei, e accarezzarla lentamente, non vedo l’ora di partire e stare solo con lei per quattro giorni, in quel momento sul suo viso compare un bellissimo sorriso e improvvisamente stringe la mia mano al posto del pupazzo: subito penso che si sia svegliata ma invece continua a dormire, tranquilla, come un angelo ……. Be lei è il mio angelo!!!!
Dopo un’oretta che sto con lei, Bella inizia ad’agitarsi improvvisamente, forse sta avendo un incubo, e vorrei svegliarla quando mi lascia sorpreso

“Edward … Edward ….. Ti prego resta con me, non puoi andartene in questo modo ….Edward ti prego, ti prego ..” continua a dire e la voce si alza man mano che mi chiama, dai suoi occhi iniziano a uscire delle lacrime e subito le bacio una guancia

“Sono qui, piccola sono qui con te. No ti abbandonerò mai e poi mai” la rassicuro sperando che mi possa sentire e come se davvero mi avesse sentito si calma e inizia a sorridere raggiante.

Resta calma per tutto il resto del tempo che sto con lei, ma dopo un po’, quando vedo che si sono fatte le tre di notte, decido di andarmene

“Ti amo Edward” dice improvvisamente mentre sto per scavalcare la finestre e la guardo subito emozionato, può essere che io popolo sempre i suoi sogni ormai?

“Anch’io piccola” sussurro avvicinandomi subito ..

Non m’interessa se domani morirò di sonno e farò guidare Bella al mio posto, ma finché non saranno le sei resterò qui con lei e la sorveglierò come se dovessi fare da scudo a un fiore mentre sta arrivando una terribile tempesta.




Holàààà!!!!!!
“Ed’eccoci qui con un nuovo capitolo, che stranamente è arrivato molto prima del previsto”

“Avvisiamo che questo è un capitolo di passaggio più che altro”
“Pure se c’è qualcosa d”interessante all’interno”
“Chissà cosa succederà all’arrivo di Edward a Chicago?”
“Secondo voi potrebbe succedere qualcosa d’interessante? Sono aperte le scommesse”
“Ehm ehm.. Ora posso parlare?”
“No, abbiamo detto che presentavamo noi”
“Si ma non allunghiamo molto questo discorso, dai”
“Ho capito oggi è meglio se sto zitta”
“Brava autrice!!!”
“Alla prossima e speriamo di leggere le vostre recensioni”
“kiss”
"E per punizione nel prossimo capitolo metterò solo uno di voi così imparate che non mi dovete togliere dal mio spazio personale"
"Cosa????Nooo!!!!"

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Capitolo 50
*** La mia vecchia vita ***


                                                                                                               La mia vecchia vita


(Pov Edwad)

“Manca poco” sussurro sia a me stesso che a Bella

Dopo dieci ore di viaggio continuato, finalmente eravamo quasi arrivati in città, Bella ha dormito per tutto il tempo pure se siamo partiti alle sette di mattina, io non ho provato sonno neanche un po’, pure se non ho dormito, e per far piacere a Bella ho dovuto guidare lentamente, sennò saremmo arrivati a Chicago in otto ore massimo

“Non vedo l’ora di vedere la città” dice ancora insonnolita, mi sa che gli farebbe bene una bella doccia fredda per il risveglio, non ho voluto dirgli niente del fatto che sono stato con lei fino alle cinque e mezza, non mi va che lo sappia

“Ma se l’hai vista quando sei venuta a prendermi con i miei fratelli” le ricordo e lei si fa pensierosa prima di girarsi verso di me

“Si, ma ero troppo preoccupata per te, e quindi non ho prestato attenzione alla città” mi risponde e scrolla le spalle con fare ovvio

“Non vedo l’ora” dico soltanto appena vedo i primi edifici della città, le chiavi di casa sembravano muoversi impazienti, come se non vedevano l’ora d’inserirsi nella toppa della porta

“Aspetto questo momento da due mesi” dice improvvisamente, mentre stiamo entrando in città, le rivolgo uno sguardo confuso prima di riportare lo sguardo sulla strada

“In che senso?” le chiedo curioso, non capivo se intendeva che non vedeva l’ora di vedere la città oppure altro

“Nel senso che non vedevo l’ora di stare sola con te” mi dice mentre rimango intontito per due secondi, solo dopo un po’ capisco

“Credimi la cosa è reciproca” le rispondo sorridendole

Dopo un po’ imbocco la strada che porta a casa mia e dopo aver passato il negozio dei Lowood, domani passerò a salutarli, arrivo davanti al cancello nero della casa, subito mi stupisce il fatto che il giardino sia in buone condizioni, forse il signor Lowood ha ancora accesso alla casa e quando può viene a curare le piante

“I miei genitori avevano ragione, questa casa è bellissima”dice improvvisamente Bella

“Non sei mai venuta?” le chiedo confuso, pensavo che almeno una volta ci fosse stata

“No mai” risponde mentre scendiamo e poi ci dirigiamo verso l’interno Il giardino non è tanto grande, come mi aspettavo, è pieno di rose e fiori di ogni tipo, ci sono pure degli arrampicanti che circondano qualche colonna della serranda laterale della casa

“Mi piaciono queste rose, poi ne voglio prende qualcuna” dice pensierosa mentre rimane dietro di me, io invece sto inserendo la chiave nella porta in mogano, e dopo uno scatto entro per fermarmi subito

Appena metto il piede oltre la soglia un misto di emozioni mi pervadono, mentre sento uno strano calore circondarmi, è come se avessi vissuto per anni in questa casa, faccio qualche passo e i miei occhi raggiungono il salone, che fa anche da sala pranzo, al suo centro, tra un divano rosso e un caminetto in muratura, un pianoforte nero fa la sua bellissima apparizione, sopra un tappeto circolare marrone.
Subito raggiungo l’oggetto, impolverato come il resto delle cose, e appoggiando una mano su di esso vengo percosso da brividi che sembrano volermi coccolare, mi ritrovo a sorridere come un’ebete mentre penso a mia madre, che circondata dai suoi due figli, si mette a suonare felice della sua vita, in quel momento provai ad’immaginare di essere lì a suonare con lei, ma mi sembrava di essere solo una figura nera sopra un bellissimo arcobaleno.
Triste mi allontano dal pianoforte e vado a vedere la cucina, sempre in stile classico,pure li posso immaginare mia madre che canta mentre cucina e ride mentre prepara qualche suo buonissimo dolce, subito distolgo lo sguardo e mi concentro sulle scale che portano al piano di sopra: dove trovo quattro stanze e uno studio, che fa anche da biblioteca personale
Su due porte ci sono i nomi dei miei fratelli, quindi capisco che sono le loro stanze, una è la stanza matrimoniale, che non ho il coraggio di vedere, e vicino c’è lo studio, alla fine, dopo aver dato un’occhiata alla camera di mio fratello, vedo che sulla porta della camera vicina c’è scritto “Edward” …

Il mio nome, quella sarebbe dovuta diventare la mia camera, solo mia, sarebbe stata la stanza che avrei amato,dove avrei potuto soffrire, arrabbiarmi e gioire, e fare tutto quello che volevo Entrando vidi subito le mura verdi e il pavimento azzurro, attaccato al muro c’era un lettino per bambini, in legno chiaro, con un materassino azzurro, di lato c’erano delle mensole che tenevano alzati dei peluche a forma di animale, vicino al lettino c’era il fasciatoio e vicino un armadio sempre in legno chiaro, mi sedetti su una poltroncina a forma di panda e continuai a guardare tutta la stanza

“Eccoti, non ti trovavo” la voce della mia ragazza mi fa sobbalzare mentre la vedo portare lo sguardo per tutta la camera

“Scusa” le dico ma sono sicuro che non mi sente mentre la vedo girare

“Questa stanza è molto più bella delle altre”dice e capisco che le ha viste tutte, intanto mi alzo e la raggiungo da dietro

“Doveva essere mia” le dico e lei mi stringe a se

“Per quello che so io: è ancora tua” mi dice e dopo averla baciata decidiamo di andarci a sedere sul divano

“Sai ci ho pensato molto in questi giorni” le inizio a dire e lei mi guarda curiosa

“A cosa?” mi chiede mentre si appoggia al mio petto e io la circondo con un braccio

“Voglio raccontarti com’era la mia vecchia vita” le dico e lei mi guarda subito preoccupata

“Ne sei sicuro?” mi chiede e io la guardo negli occhi, lei mi ha raccontato tutto di lei, ed’è ora che io faccia lo stesso

“Si, almeno potrai capire bene perché avevo quel carattere all’inizio e perché Jack sia il mio unico amico” le spiego

“Ti ascolto” mi dice annuendo e io inizio a raccontarle

“Non so bene come iniziare, ma ci proverò – inizio – Fino a sei anni non ho mai pensato molto alla malattia che avevo, anzi quando stavo male mi dicevano che era solo per un po’ di febbre, ma il fatto di vedere tutti i bambini con le loro mamme mi faceva sentire un estraneo. Fu al primo anno delle elementari che io e Jack diventammo amici, lui giocava sempre con tutti però il fatto che io stavo in disparte l’avrà reso curioso e quindi abbiamo iniziato a fare amicizia …”

“Aspetta un secondo – m’interrompe e la guardo curioso – Non avevi detto che conoscevi Jack fin dall’asilo?” mi chiede e io sogghigno

“Si ma non andavamo nello stesso asilo, e giocavamo solo qualche volta se ci vedevamo al parco. Ma siamo diventati amici in prima elementare” le spiego mentre cambiamo posizione e sono io ad’appoggiarmi al suo petto

“Continua” mi intima e io annuisco

“Quindi abbiamo fatto amicizia. L’anno dopo mi venne detto che avevo un’influenza che non se ne voleva andare mai e che era per questo che mi portavano da tanti dottori, ma non ci pensavo, ero ancora piccolo non potevo capire la gravità della cosa, però negli anni dopo notai che tutti mi evitavano appositamente e non capivo perché …”

“E quando hai scoperto che non era un’influenza ma una malattia rara?” mi chiede presa dal racconto

“Quinta elementare. Non capivo perché tutti si allontanassero da me, l’unica persona che mi stava vicino e che giocava con me era solo Jack, poi un giorno passando davanti lo studio di mio nonno, lo sentì parlare con mia nonna della malattia, in quel momento capì e in lacrime corsi dai miei fratelli, loro pure se addolorati confermarono tutto ma mi dissero di non pensarci. Ma da quel momento capì che tutti sapevano, perché mi evitavano come quando uno ricco evita un poveraccio che chiede l’elemosina” finisco e alzo gli occhi sul suo viso, la vedo concentrata su di me mentre la sua mano inizia ad’accarezzarmi

“E poi che è successo?” mi sussurra per farmi capire che mi sta seguendo e rincuorato dalla sua attenzione continuo il racconto

“Poi arrivarono le medie. Il primo anno lo passai con Jack e il fatto della malattia non pesava, come pesa adesso, ma gli ultimi due anni Jack non c’era è d’allora …. Iniziò l’inferno – in quel momento presi un bel respiro prima di continuare e poi iniziai – Gli ultimi due anni avevo cercato di farmi qualche amico, ci riuscì, o meglio era quello che credevo, entrai in un gruppo e stavo sempre con loro pure se mi sembrava di essere sempre tagliato fuori. Mi ordinavano di fare le cose al posto loro, li dovevo coprire finendo in punizione al posto loro, mi sfruttavano ma pur di stare con qualcuno avrei fatto qualsiasi cosa, e poi ..“ li mi fermai incapace di continuare, quello che stavo per dire era una cosa che non riuscivo proprio a sopportare

“Continua, non puoi fermarti” m’incoraggia è ha ragione

“Vedi io certe volte non li ascoltavo e loro ne approfittavano per picchiarmi. Così un giorno, mio fratello e mio nonno, preoccupati da tutti i lividi che mi vedevano sopra, decisero di parlare con il preside e così poi sfociò una rissa tra me e quelli che consideravo degli amici, solo che quel giorno mi venne una crisi e solo dopo essermi ripreso mi vergognai di sapere di essere svenuto davanti a tutti. Il giorno dopo tornai a scuola e d’allora tutti risero di me e mi evitavano come se avessi la peste” finì, da quel momento iniziò il mio inferno personale

“E gli ultimi tre anni di liceo?” mi chiese stringendomi di più e continuando ad’accarezzarmi per tranquillizzarmi

“Ero freddo, non parlavo con nessuno, allontanavo tutti e per di più gli altri continuavano a ridere e prendermi in giro, ogni giorno tornavo a casa incazzato mi buttavo sul letto e gridavo al cuscino tutto il mio odio, ero intrattabile pure con i miei fratelli e m’incazzavo con loro pure se non mi facevano niente, fu in uno di quei giorni, dopo essere tornato da scuola, che mi sentì veramente perso …… “


Inizio Flashback

Mancano ancora tre mesi alla fine di questa stupida scuola, tre anni prima che finisca completamente, non capisco perché ci devo andare ancora, intanto prima o poi morirò e quindi perché andare a scuola se non mi servirà a niente?

“E dai Eddy, mica stai andando in prigione” mi prende in giro mio fratello mentre ci fermiamo davanti scuola

“Sarebbe meglio” borbotto prima di salutarlo velocemente

Cammino a testa bassa, senza fermarmi, senza pensare a questi stupidi deficienti che fanno parte della mia scuola, sanno solo combinare guai e alcolizzarsi per il resto sono inutili

“Ehy Cullen come vanno le tue giornate con il tuo paparino?” mi chiede uno ridendo ma faccio finta di niente, sarà pure una città ma qui si sa tutto in soli due giorni,e ora sanno tutti che mio padre mi odia

“Piccolo l’hai preso lo sciroppo?”

“Stai attento a non prendere una storta, non vorremmo che svenissi”

“Cullen deciditi a trovare una ragazza prima che la tua vita sia finita”

“Smettetela” sbotto gridando e poi corro dentro la mia classe, ultimo banco quello meno visto Ed’ecco che entrano tutti, le loro occhiate maligne su di me e poi l’entrata della professoressa che mi guarda pietosa, stessa scena di sempre

“Cullen stai bene? Hai bisogno di qualcosa?” mi chiede premurosa, fa sempre così

“No” dico duro e irritato, sono tutti odiosi quando fanno così

Le lezioni passano tutte nello stesso modo, i prof mi fanno sempre le stesse domande, lo stesso sguardo di quegli idioti che dovrei considerare miei compagni, e con un sospiro di sollievo accolgo la campanella per fine lezioni di oggi
Esco velocemente dalla classe e corro verso l’uscita, devo tornare a casa a piedi e non voglio fermarmi neanche un secondo qua dentro, per sbaglio sbatto contro uno studente dell’ultimo anno

“Stai attento nano” mi sgrida irritato

“Ehy è Cullen” mi indica un suo amichetto come se fossi un’animale dello zoo

“E dimmi dove stavi correndo? Che c’è hai trovato la ragazza? Oppure hai scoperto che hai poco da vivere e vuoi provare il gusto della corsa?” mi chiede divertito

“Lasciami in pace” gli dico

“Ehy tranquillo, voglio solo offrirti il piacere della mia amicizia, insomma stai sempre da solo” mi prende in giro

“Non mi serve nessuno” gli dico e poi mi allontano velocemente

“Non potrai fare così per sempre, prima o poi finirai male” mi grida dietro ma non l’ascolto mentre corro verso casa.

Quando arrivo vado in camera mia senza salutare nessuno e dopo essere affondato nel cuscino le lacrime iniziano a scorrere, non posso continuare in questo modo, non posso farcela, non sopporto più niente e nessuno;
Non voglio più vivere, voglio morire, fatemi morire in questo momento, datemi un po’ di pace e un po’ di pietà, in quel momento mi alzo e corro alla scrivania dove da dentro prendo un coltellino che avevo rubato a mio fratello tempo fa.
Mi specchio in quella piccola lama mentre metto la punta in direzione del mio cuore, essendo già malandato di suo potrò morire subito, in quel momento però penso alla mia famiglia che, inconsapevole di quello che stavo per fare, erano sotto a fare qualcosa ma … potevo davvero abbandonare la mia famiglia?
Potevo davvero affondare quella lama nel mio cuore e porre vita alla mia vita?
Ero davvero tanto coraggioso, o tanto stupido, da fare una cosa del genere?
Fu in quello stesso istante che una fitta al cuore mi fece inginocchiare e, nella caduta, il coltellino mi graffio solo di striscio il polso dell’altra mano, poi altre due fitte forti mi fecero crollare a terra, forse le mie preghiere sono state ascoltate e morirò adesso in questo modo, ma niente è sicuro..


Fine Flashback

“E così svenni completamente. Mi svegliai due ore dopo, quella fu l’unica crisi di cui non si accorsero i miei fratelli, e decisi di lasciar perdere il suicidio, intanto prima o poi sarei morto di mio quindi sarebbe stato inutile” finì di raccontarle e quando la guardai la vidi con occhi sgranati che mi fissava, mi raddrizzai mentre mi seguiva con lo sguardo

“Ti volevi suicidare?” mi chiede incredula e io annuisco imbarazzato

“Sei pazzo. Non dovevi neanche provarci” mi sgrida e io abbasso gli occhi mentre si butta tra le mie braccia

“Bella ….” la chiamo preoccupato perché sta iniziando a piangere

“Non posso pensare al fatto che stavi per ucciderti, insomma se lo dovessi fare adesso ne morirei” mi dice e la stringo

“Ma ora sono vivo” le dico

“Mi dispiace per quello che hai passato” dice coprendo quello che ho detto

“Non preoccuparti, per il momento sembra tutto finito” le rispondo accarezzandola e mi fa stendere sul divano per poi coricarsi sul mio petto

“Ma da oggi ci sarò sempre io con te” mi dice felice baciandomi il naso e ridendo

“Infatti credo che non tenterò più il suicidio” le rispondo divertito e mi guarda male

“Provaci e ti uccido io” mi risponde e prima che possa dire altro la bacio profondamente mentre la mia mano s’infila repentina sotto la sua maglietta

“Vorrei provare a fare una cosa, ma sono maldestro” cerco di dirle in imbarazzo e lei sogghigna

“Anche per me è la prima volta, tranquillo” mi dice mentre mi bacia il collo

“Ti fidi di me? Sei sicura che non ti farò del male?” le chiedo mentre mi sbottona i pantaloni

“Sicurissima. Tu mi desideri?” mi chiede sensuale e iniziai a toglierle la maglietta.

“Tantissimo” le rispondo

“E allora muoviti” mi dice baciandomi con foga

In soli due minuti eravamo tutt’e due nudi sul divano, in un vortice di passione, che ci amavamo in un modo grandioso, per me era il paradiso sentirmi Bella dentro, mi dava un piacere inconfondibile, dalle nostre labbra uscivano solo gemiti d’amore, la mia ragazza condusse tutto mentre io la baciavo e la mordevo e alla fine fu mio il turno di entrarle dentro, più continuavo e più ne volevo ancora ……. Be il resto di quello che facemmo lo lascio alla vostra immaginazione, sperando che non sia tanto casta da non avere tanta fantasia.

Alla fine ci rilassammo stremati per due minuti, Bella di nuovo stretta tra le mie braccia sopra di me, con lei era iniziato e con lei sarebbe dovuto finire, speravo che un giorno sarebbe accaduto ma non pensavo che il giorno fosse stato tanto vicino

“Stiamo andando alla grande, e tu sei bravissimo” mi dice baciandomi e facendomi capire che potevamo riprendere

“Tu sei grandiosa e ti amo sempre di più” le rispondo in tutti i sensi e poi continuammo ad’amarci su quel divano ormai pieno di passione




Holàààààà
“Ed’eccomi con un altro capitolo che sono riuscita a postare prima del previsto”

“Autrice ancora non capisco perché hai messo solo me”
“Perché gli altri sono in punizione caro Jaz, e poi Bella e Edward non avrebbero mai parlato in questo capitolo, e Emmet e Alice li avrebbero presi in giro per sempre”
“Si questo è vero”
“E guai e te, se li prendi in giro tu”
“Tranquilla non ci penso minimamente, però ora posa quel bastone”
“Bravo Jazzy. Bene, ragazzi ci sentiamo alla prossima, sperando di postare presto. Comunque se volete leggere qualche scena particolare che forse potrei non inserire più avanti, basta che mi avvisate così avrò anche qualche pensiero per i prossimi capitoli. Ad’esempio volete capitoli che parlano di tutti i giorni delle vacanze in Australia e Chicago?”
“Fateci sapere, pure se io consiglierei di fare solo due giorni visti bene di vacanza in Australia e poi il resto dei giorni in sintesi”
“Dai ci sentiamo alla prossima, e spero di leggere come sempre i vostri bellissimi commenti”
“Kiss”

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Capitolo 51
*** Un brutto ritorno ***


                                                              Un brutto ritorno



(Pov Edward)

“Eddy è ora di alzarsi” grida mia sorella da fuori la mia camera Subito scatto in piedi prima di sospirare esasperato, siamo qui in Australia da due settimane, e da due settimane mi sveglia sempre in questo modo, ma secondo me non si ricorda che siamo in vacanza

“Alice” mi lamento facendole capire che sono sveglio e la sento ridere

“Buongiorno anche a te fratellino” risponde sempre gridando e poi la sento allontanarsi, molto probabilmente sta andando nella sua stanza, vicino alla mia Io ho una camera singola, con letto matrimoniale, vicino alla mia stanza c’è la stanza di Alice e dall’altra parte quella di Bella, che dorme con la sorellina, davanti alla stanza di Bella c’è quella dei suoi genitori e poi quella di mio fratello
Questa è la nostra penultima settimana di vacanza,e alla fine della prossima saremo di nuovo a Forks, o meglio i signori Swan saranno a Forks, mentre io, la mia famiglia, e Bella,forse, andremo a Bevery Hills dai miei nonni per un’altra settimana

“Fratellone sei sveglio?” mi chiama la voce di Ally appena dopo aver messo un paio di pantaloncini, subito felice vado ad’aprirle e lei mi sorride facendo ondeggiare la gonna della salopette mentre stringe forte il suo bambolotto

“Giorno piccoletta” la saluto baciandole la fronte e poi la faccio entrare

“Bella si sta vestendo e mi ha detto che se volevo potevo venire a trovarti dato che Alice ti ha svegliato” mi dice mentre si accomoda sul letto

“Hai fatto bene, avevo bisogno di un po’ di compagnia” le rispondo mentre cerco una maglietta nella valigia, come sospettavo mia sorella mi ha portato quasi tutto il mio armadio

“Mamma e papà stamattina vogliono andare al museo, ma io non vado con loro perché esco con Emmet e Rose che mi hanno chiesto se volevo andare in giro con loro” mi spiega improvvisamente

“Lo so, me l’ha detto Bella ieri sera. Come so che Alice e Jasper andranno a fare un giro in una delle piazze principali” rispondo e mi seggo vicino a lei

“Infatti e poi raggiungiamo te e Bella a mare” finisce battendo le mani, oggi ci siamo prefissati di stare a mare tutta la giornata e vogliamo mantenere questa decisione

“E poi domani andremo tutt’insieme all’acquario” le ricordo e ride

“Si finalmente” risponde subito mentre bussano alla porta e ridendo vado ad’aprire

“Buongiorno, pronti per scendere a fare colazione?” chiede subito Bella appena gli apro

“Buongiorno anche a te” le dico ironico baciandola mentre veniamo raggiunti dalla piccola

“Dove sono mamma e papà?” gli chiede

“Qui” risponde la voce del dottor Swan mentre ci raggiunge con la moglie, subito Ally va in braccio al padre

“Buongiorno” diciamo in coro io e Bella mentre Esme ci viene ad’abbracciare

“Emmet è passato a informarci che ci aspettano sotto. Quindi direi di raggiungerlo”ci informa Carlisle e insieme scendiamo con l’ascensore Quando arriviamo nella sala della colazione subito raggiungiamo gli altri al nostro tavolo, nostro perché ce l’hanno assegnato come fanno con ogni turista

“Holà!!” ci saluta Emmet dopo che prendiamo le cose dal tavolo del buffet

“Buongiorno anche a voi. Alice non è che potresti cambiare tipo di sveglia? Sai sei piuttosto stressante quando gridi sempre” le dico subito e mi guarda male

“Guarda che se non grido tu non ti svegli e potresti dormire all’infinito” mi rimprovera mentre morde un cornetto

“Ma non può cambiare il modo?” le chiedo con voce esasperata e lei nega

“Scegli tu. O ti sveglio io oppure ti fai svegliare da Emmet che se non ti sveglia da fuori potrebbe intrufolarsi e buttarti un secchio d’acqua in testa” mi spiega e ci rifletto, meglio una gridata che una doccia, non voluta, di prima mattina

“Se vuoi mi sveglio prima e vengo a svegliarti” mi dice Bella e io la ringrazio con lo sguardo

“Non preoccuparti, a questo punto è meglio Aly” sospiro “Ehy guarda che mi offendo” mi riprende Emmet sbuffando

“Tesoro credimi, sono d’accordo sul fatto che sia meglio Alice come sveglia” gli dice Rosalie sogghignando “Sei una traditrice” continua a sbuffare e poi continua a mangiare, sempre facendo il finto offeso

“Non mangi?” mi chiede improvvisamente la mia ragazza dopo un po’, e guardo confuso la tazza di latte che avevo preso

“Per la verità non ho voglia di fare colazione” le rispondo veritiero, stranamente non mi sento in forma, forse per i brutti sogni che avevo fatto oppure …. No, non voglio neanche pensarci!!

Quando finimmo, o meglio quando finirono, di mangiare ci alzammo tutti e andammo a prendere le nostre cose, alla fine ci dividemmo e io e Bella andammo a piedi verso la spiaggia, dove siamo riusciti a prenotare un posto per mettere il nostro ombrello e il resto

“Dai, andiamo subito in acqua” mi dice raggiante dopo che abbiamo sistemato tutto ma, contrariamente alle sue aspettative, mi tolgo i vestiti e mi seggo sulla sabbia

“Vai pure amore, io resto qui” le dico e lei mi guarda male mentre si toglie la maglietta

“Antipatico, muovi quel sedere” mi ordina ma nego con la testa mentre i miei occhi vengono rapiti dal suo corpo.

Ormai è da due settimane che non abbiamo più fatto sesso perché ci sono i genitori di Bella e non voglio farmi castrare dal dottor Swan, dato che potrebbe avere tutto il necessario per farlo, ma è da molto che non vedo il momento di poterla riavere dentro di me

“Ed mi vuoi rispondere?” mi chiama subito pizzicandomi una guancia, e cerco di non fare più pensieri erotici mentre mi concentro sul suo viso

“Dicevi?”chiedo stralunato e mi guarda offesa mentre si siede sulle mie gambe

“Ti stavo parlando di quello che potremmo fare oggi pomeriggio per non annoiarci, però mi devi ascoltare”mi spiega

“Dimmi, ti ascolto”

“Pensavo che potremmo fare un’escursione sottomarina” dice pensierosa

“Che bello, balleremo con i pesci” la prendo in giro e lei sogghigna

“Certo facciamo un po’ di festa con loro” continua la presa in giro

“Bene, allora vorrà dire che suonerò con Sebastian, e credo mi farà suonare la chitarra, dato che con le chele si trova meglio alla batteria” continuo a scherzare

“E io coccolerò Flounder, pure se potrei far ingelosire Ariel e farla rimanere sola con il padre nel castello” fa pensierosa e faccio finta di offendermi

“Ehy, guarda che tu devi coccolare solo me” dico autoritario e sbuffa

“Decido io chi coccolare” risponde guardandomi male, pure se trattiene a stento un sorriso

“Ah si? Brutta streghetta” e inizio a solleticarla.

Alla fine, esausta, si appoggia al mio petto, la testa sulla mia spalla e il bacino tra le mie gambe, motivo per cui sto per ricominciare a fare sogni erotici

“Mi manchi” sussurra e capisco cosa intende

“Anche tu. Ma a Forks sarà come adesso”le ricordo, anche in America ci saranno i suoi genitori e i miei fratelli, e non abitiamo nella stessa casa

“Non proprio come adesso, perché ora possiamo fare una cosa” mi dice baciandomi e alzandosi di slancio, io la guardo interrogativo

“Che intendi?” chiedo confuso di questa sua improvvisa vivacità e lei mi tira su prendendomi dalla mano

“Vieni con me” mi dice e inizia a correre mentre continua a tirarmi. Arriviamo davanti al bagno delle donne quando entra, dopo pochi minuti si affaccia e mi tira dalla mano per poi entrare insieme in una toilette

“Bella?” la chiamo confuso mentre blocca la porta e si gira verso di me sensuale

“Se davvero mi vuoi, prendimi adesso” mi dice e inizia a baciarmi mentre le sue mani vanno fino al mio costume, lo stesso fanno le mie mani che iniziano a slacciarle la parte di sopra In pochi minuti torniamo a fare quello che aspettavamo da due settimane, nel nostro nuovo vortice di passione e amore ….

“Se potessi rifare il mondo metterei il tuo sorriso al posto del sole,il tuo sguardo al posto del cielo, la tua voce al posto del vento, e ti assicuro che sarebbe un mondo da favola” le sussurro nell’orecchio

“Ma che bello, per fidanzato ho un poeta” mi prende in giro e rido

“Mo l’hai capito?” chiedo ironico e sbuffa

“Che sei scemo” borbotta mentre continua a tenere la testa sul mio petto

Eravamo tornati in spiaggia da una mezz’oretta ormai, e la mia ragazza si è tranquillamente appoggiata a me, mentre siamo distesi sulla sabbia soffice, intanto tutte le persone che c’erano prima se ne sono andate, non so perché, ma ormai siamo rimasti solo noi e qualche coppia nel lido

“Vado a fare una passeggiata sugli scogli. Vuoi venire?” le chiedo mentre mi alzo e lei mi guarda pensierosa, quando siamo ritornati in spiaggia mi è venuta voglia di passeggiare sugli scogli ma per far felice la mia ragazza sono rimasto un po’ con lei

“No, no, vai tu io ti guardo. E poi per quanto sono imbranata cadrei subito” mi dice sorridendo imbarazzata

“Ok, torno subito” le rispondo baciandola velocemente e lei annuisce per poi intimarmi di stare attento.

Sento i suoi occhi fissarmi per tutto il tempo che mi avventuro tra gli scogli, come per assicurarsi che non mi succeda niente, ma che mi dovrebbe succedere?
Quando mi fermo alla fine del percorso roccioso,mi giro a guardarla e la rassicuro con un sorriso mentre in lontananza vedo che pure le coppie che erano al lido se ne sono andate.
Faccio solo in tempo a girare lo sguardo sull’acqua quando improvvisamente un dolore atroce mi prende tutto il petto e mi fa mancare l’aria, inizio ad’ansimare, ma mi manca la forza, e le mie gambe cedono alla seconda fitta lancinante …

Il mio corpo si sbilancia verso l’acqua e nel cadere dentro la testa sbatte violentemente contro uno scoglio, subito cerco di ritrovare le capacità motorie ma non riesco più a muovermi, poi un’altra fitta mi fa perdere completamente i sensi mentre sento qualcosa afferrarmi.


(Pov Bella)

Lo tenevo d’occhio costantemente, avevo paura che cadesse e sbattesse contro uno scoglio, anzi alla fine mi sono pure alzata per raggiungerlo
Quando ,improvvisamente, l’ho visto accasciarsi su se stesso e poi sbilanciarsi verso il mare, ho capito subito che c’era qualcosa che non andava e appena lo visto entrare nell’acqua mi sono subito tuffata al salvataggio.
Appena raggiungo il punto m’immergo e semi-aprendo gli occhi riesco a prenderlo dal braccio prima che vada ancora affondo, subito lo tiro su e inizio a nuotare verso la spiaggia, per poi tirarlo, con un po’ di fatica, sul bagnasciuga

“Svegliati, svegliati” sussurro convulsamente mentre gli faccio il massaggio cardiaco, il problema e che non lo sento più respirare

“Apri gli occhi, ti prego” continuo a dirgli e fermandomi mi giro in cerca d’aiuto quando improvvisamente vedo una figura familiare entrare nel lido

“Papà” chiamo sperando che si giri, ma sicuramente non mi sente dato che siamo lontani e c’è il rumore della musica

“Papà!!” lo richiamo gridando e lo vedo voltarsi per poi correre verso di noi, subito mi rigiro verso il mio ragazzo e riprendo con le tecniche di rianimazione che conosco

“Sta arrivando Ed. Papà è arrivato, resisti” gli dico sperando che mi senta

“Bella che è successo?” mi chiede mio padre inginocchiandosi subito e iniziando a fargli il massaggio cardiaco al posto mio

“Si è sentito male”gli dico ma ho capito cosa potrebbe essere successo e non è difficile da capire, intanto gli prende il polso

“Allora?” gli chiedo subito ma la sua espressione è corrucciata

“Il battito è lento, appena mi hai chiamato ho mandato tua madre a chiamare l’ambulanza ma ……. Stai con lui arrivo subito” mi dice e si allontana velocemente

“Edward?” lo chiamo subito sperando che mi possa rispondere ed’è in quel momento che mi accorgo della ferita che ha sulla testa

“Apri gli occhi, devi aprirli” sussurro e gli faccio il respiro bocca a bocca, ho paura di poterlo perdere da un momento all’altro, ho paura che il suo cuore smetta di battere

“Svegliati, amore ti prego, non farmi questo” sussurro ancora ormai le lacrime si sono completamente impossessate dei miei occhi e in quel momento, dopo avergli ripreso il polso, non sento più il suo cuore

“Questo è uno scherzo, no, non puoi farmi questo, non puoi” ripeto mentre davvero mi accorgo di non sentire più il cuore e cerco di rianimarlo,è solo uno scherzo … anzi no, è un brutto sogno e tra poco mi risveglierò, devo risvegliarmi!!!

“Aiuto!!” grido subito mentre la mia testa crolla sul suo petto, subito sento dei passi frettolosi e appena alzo la testa vedo mio padre con una bomboletta d’ossigeno, attaccata ad’una mascherina, che gli mette subito sulla bocca

“Dove l’hai presa?” chiedo tremolante

“La teneva nascosta il padrone del lido per casi d’emergenza” mi risponde

“Lui … è vivo vero? Ti prego dimmi che è vivo” lo supplico stringendo di più la mano del mio ragazzo

“Si, è vivo” mi risponde e sospiro iniziando a tranquillizzarmi mentre vedo l’ambulanza fermarsi e gl’infermieri scendere …





Holààà!!!!
“E con questo capitolo ritorniamo all’attacco”

“Dove si trova l’autrice”
“Per punizione del fatto che ha ritardato l’abbiamo legata nella stanza accanto”
“Ora mi chiedo, cosa succederà nel prossimo capitolo?
“Ehmmm... ragazzi che ci fa Lei qui?”
“L’ho liberata io”
“Cavolo Alice. Andiamo Ed, corriamo”
“Ragazze dove sono i due maschi?”

“Avevano da fare. Ma autrice mi spieghi perché ci hai messo tanto se questo capitolo era già pronto?”
“Doveva essere già pronto. Solo che, la prima volta il computer mi ha cancellato il capitolo perché per sbaglio non l’avevo salvato, e man mano che lo riscrivevo mi accorgevo sempre che c’era qualcosa che non andava e quindi cancellavo e ricominciavo”
“Possiamo dire che questo capitolo è stato maledetto quindi. Comunque puoi darci qualche anticipo sul prossimo capitolo?”
“Nessun anticipo anche perché il prossimo potrebbe essere un capitolo dove succederà qualcosa di brutto, sempre se mantengo i pensieri di adesso comunque …”

“Capito. Allora alla prossima care lettrici e speriamo commenterete e spezzerete la maledizione che questo capitolo potrebbe aver messo sul prossimo”

“Alice finiscila. Speriamo di tornare presto”
“Computer e idee permettendo”
“Kiss”
“Eccovi qui!!! Se vi prendo vi faccio a pezzi”
“Emmy pensi che dobbiamo scappare?”
“Si dobbiamo scappare Eddy”

“Aiutoooooooo

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Capitolo 52
*** Insicurezze ***


                                                                    Insicurezze



(Pov Bella)

“Devi entrare”

“Te l’ho già detto, non posso” mi risponde

“Ma perché?” chiedo disperata

Siamo da mezz’ora in ospedale, appena arrivati mia madre ha chiamato Emmet e gli altri, però stranamente non sono ancora arrivati, io intanto sto cercando di capire perché mio padre non si muove ad’entrare nella stanza

“Bella questo non è il mio ospedale, non posso fare niente. Se mi vietano di entrare,devo stare fuori” mi dice un’altra volta, ma continuo a non capire, insomma pure lui è un dottore

“Ma papà metti caso fanno qualcosa che non devono? Oppure Ed ha un’altra crisi? Solo tu puoi aiutarlo” gli ricordo, non credo che questi dottori possano fare qualcosa

“Devi avere fiducia, vedrai che starà bene. Il momento più brutto l’ha passato” cerca di tranquillizzarmi mia madre, ma io nego “Non l’ha passato. Finché non gli sistemerete il cuore e i polmoni,lui lotterà sempre fra la vita e la morte” gli dico e delle calde lacrime cominciano a rigarmi il volto

“Non piangere ce l’ha farà, ne sono sicura” mi abbraccia mamma

“Sono inutile. Gli prometto che affronteremo tutto insieme e poi, appena sta male, mi spavento e non riesco più a fare niente, niente” ripeto singhiozzando, perché non riuscivo ad’aiutarlo per davvero?

“Invece non è vero” mi risponde subito mio padre, con molta serietà nella voce, subito lo guardo confusa mentre s’inginocchia davanti a me

“Che intendi?” gli chiedo e mi guarda severo

“Non sei un medico, non puoi curarlo, quello è compito mio e degli altri dottori. Ma tu gli stai sempre vicina, sai sempre come tirarlo su di morale, lo ami, soprattutto, e questa è una cosa importante e poi sa che può sempre contare su di te, sa che ci sei e che non l’ho abbandonerai mai. Non te ne accorgi, ti potranno sembrare sciocchezze, ma gli stai dando un grande aiuto, più di quanto ne potrebbe chiedere” mi consola e gli sorrido

“Bella ricordati che l’amore può guarire ogni cosa, e il vostro è un grande amore” mi dice mia madre e sto per rispondere a tutt’e due quando all’improvviso sentiamo dei passi veloci, e quando mi giro vedo gli altri raggiungerci

“Come sta?” chiede subito Emmet preoccupato guardando me e papà

“Non lo sappiamo ancora” gli risponde prontamente e loro intanto si seggono sulle altre sedie mentre Aly vola tra le braccia di nostro padre

“Ma cos’è successo?” ci chiede Jasper, e noi gli spieghiamo tutto

“Ma pensavo che le crisi fossero finite” dice Alice in preda al panico appena finiamo di spiegare

“Per la verità avevo detto che ci sarebbero state, ma comunque pensavo leggere, anch’io sono stato colto di sorpresa dopo che Bella mi ha spiegato tutto” le spiega papà

“In un modo o nell’altro ci deve essere sempre qualcosa che rovina tutto. Possibile che il termine pace nella nostra famiglia non esista più?!” borbotta Emmet guardando a terra, ma nessuno gli risponde, nessuno sa cosa deve rispondere a questa supposizione

“Bella?” sento la voce di mia sorella chiamarmi e quando mi giro a guardarla la vedo con le lacrime agli occhi, subito mi preoccupo, che gli sarà successo?

“Ehy che c’è?” le chiedo subito mentre mi viene in braccio e continua a piangere sulla mia spalla

“Edward starà bene vero?” mi chiede e io l’accarezzo mentre un sorriso mi spunta sulle labbra “Certo che starà bene” la rassicuro, lei era l’unica che non si doveva preoccupare

“Davvero?” mi chiede accennando un sorriso

“Si. E vedrai che quando usciranno i dottori ed’entreremo ci accoglierà sorridente” continuo a rassicurarla e mi sorride mentre mi abbraccia forte

“Ti credo” dice soltanto e intanto vedo tutti guardarci sorridenti della nostra scenetta.


(Pov Edward)

Ho sonno, molto sonno!!
Vorrei poter dormire all’infinito, ora si che mi sento rilassato,so che c’è qualcosa che non quadra, so che è strano ritrovarsi in una stanza buia, ma mi sento bene, come se niente mi potesse fare del male.
Non mi ricordo cosa stavo facendo prima di addormentarmi, forse non stavo facendo proprio niente, oppure ero seduto a guardare la tv oppure …. Bo non saprei!!

“Edward” all’improvviso una voce femminile, che mi sembra di riconoscere, mi chiama e aprendo velocemente gli occhi mi giro velocemente per vedere da dove proviene la voce, ma non vedo nessuno

“Tesoro” mi richiama e mi sembra sempre familiare, come se l’avessi già conosciuta quella voce

“Chi sei?” chiedo al vuoto intorno a me, ma dove sono?

“Piccolo mio” mi dice soltanto e sento una carezza sulla mia testa, subito mi giro dietro ma non vedo nessuno

“Dove sei? Fatti vedere” ordino e sento la voce singhiozzare

“Mi dispiace ma ancora non mi puoi vedere” mi dice e rimango confuso

“Dimmi chi sei, ti prego” supplico, o meglio, è l’istinto che mi dice di supplicare

“Lo scoprirai ma non è ancora arrivato il momento che tu lo sappia. Sono qui solo per avvisarti che da oggi ci saranno momenti difficilissimi e che devi essere forte” mi dice mentre fermo completamente la testa, era inutile cercarla, e le sue parole mi lasciarono confuso

“Che vuoi dire?” chiedo un po’ spaventato da quello che ha detto

“Non posso dirti altro, mi dispiace”

“Ti prego, dimmi tutto” dico di nuovo supplichevole e la sento ridacchiare

“Sei proprio come tuo fratello. Ora vai, devi andare” mi dice dolce ma nego

“No,prima mi devi rispondere” dico risoluto mentre vedo un vortice che si apre sotto i miei piedi e inizia a risucchiarmi

“Non posso dirti altro, sappi solo che veglierò sempre su di te” mi dice e in quel momento capisco, forse ho capito chi è

“No aspetta, dimmi la verità, ti prego spiegati” grido di nuovo al buio

“Ti voglio bene piccolo mio” sento solo sussurrare e poi non sento più niente mentre il sonno s’impossessa di me


                
…. ….. …..

Quando ripresi i sensi aprì piano gli occhi per accertarmi di non essere più nel luogo di prima, ma subito li aprì tutt’e due quando ,davanti a me, vidi il volto sollevato di Bella

“Ben svegliato” mi sussurra felice

“Ciao” la saluto soltanto e poi con il suo aiuto mi metto seduto

“Ti senti bene?” mi chiede preoccupata e io annuisco mentre la prendo tra le mie braccia e mi ricordo di tutto quello che era successo

“Si ora si. È stata una crisi vero?” le chiedo sicuro e annuisce preoccupata

“Si, è nel cadere hai avuto pure un leggero trauma cranico” annuisce dispiaciuta

“Ma ora sto bene” le dico facendole il solletico con il naso

“Ehy piccioncini, non si fanno queste cose in ospedale” sento dire dalla voce di mio fratello e quando mi giro, rosso in volto per l’imbarazzo, li vedo entrare tutti

“Emmet sono affari loro, lasciali stare” gli dice Alice dandogli una manata sulla spalla, e guardo la mia ragazza, che a sua volta mi guarda, se sapessero che l’abbiamo già fatto ci prenderebbero in giro

“Ehy guarda che sono anche affari miei, insomma devo sapere come va sessualmente mio fratello” sbuffa e sento il dottor Swan tossire nervosamente, cosa che mi fa imbarazzare ancor di più

“Ragazzi la finite?” gli dice Jasper esasperato, nel mentre Allyson mi viene in braccio

“Ora stai bene?” mi chiede felice e la bacio affettuosamente annuendo, e mentre mi viene ad’abbracciare anche Esme vedo Rose che guarda tutti imbarazzata e felice

“Rose tutto a posto?” le chiedo e lei mi sorride

“Certo che sta bene, perché non dovrebbe?”dice subito Emmet andando ad’abbracciarla

“Forse perché è incinta idiota” gli risponde Alice sbuffando

“Per la verità credo che Rosalie vorrebbe dire qualcosa a tutti voi” ci dice Carlisle guardandola felice e Rosalie annuisce

“Cosa?” le chiede Jasper

“Il piccolo sta bene vero?” le chiede Emmet, e capisco che neanche lui sa cosa ci deve dire

“Cos’è successo?” le chiede subito Alice andandole vicino e lei ride

“Tranquilli stiamo tutti e tre bene” ci dice ridendo e in quel momento sospiro ,anch’io sollevato, insieme agli altri, quando un piccolo particolare nella sua frase mi fa rimanere scioccato

“Tre?” chiediamo io e Emmet insieme, allora non è sfuggito neanche a lui e lei ci guarda tutti radiante

“Aspetto due gemelli” ci dice e rimaniamo tutti con il fiato sospeso “Due?” gli chiede Emmet bianco come un lenzuolo e lei annuisce

“Avrai vita dura caro” gli risponde ridendo e lo bacia

“Avrò due figli.. Evviva” grida prendendola velocemente in braccio e facendola volteggiare, subito andiamo tutti a congratularci

“Due, due, due” ripete Alice e io rido

“Ehy sorellina aggiusta il disco mi sa che si è rotto” la prendo in giro ma invece di rispondermi si fionda su Rose

“Vieni con me, ho visto un negozio di vestiti qua vicino, andiamo” le dice e la tira velocemente via

“Alice è impazzita” sbuffa Jasper e poi le segue, forse per cercare di calmare sua moglie

“Ehy lascia stare mia moglie” sbuffa Emmet e va pure lui alla loro rincorsa, mentre ridiamo tutti

“Vado a cercare i dottori per farmi dare delle informazioni” ci dice Carlisle

“Aspetta vengo con te” gli dice Aly correndo a prendergli la mano e poi li vediamo scomparire

“Vi lascio da soli” ci dice Esme e non faccio in tempo a intimargli di rimanere che scompare pure lei

“Stiamo impazzendo tutti” mi dice Bella e sbuffo divertito, ha perfettamente ragione “Io ti ho detto perché sono impazzito” le dico divertito e mi sorride triste

“Ho pensato che fossi morto” mi dice e la guardo sorpresa mentre cercavo di capire a cosa si riferisse

“Che?” le chiedo

“Quando ti ho tirato fuori dall’acqua. Per un po’ il tuo cuore ha smesso di battere, se non fosse stato per papà non ti saresti salvato” mi dice e una lacrima le scorre sulla guancia, subito l’asciugo e la bacio

“Non pensarci è passato, sono qui” le dico ma nega con la testa

“Ho pensato che … che saresti morto, che non avrei più potuto toccarti, baciarti, vedere il tuo sorriso. Ti ho promesso che ti sarei stata sempre vicina ma non ci riesco, in un modo o nell’altro tu combatti sempre da solo e io non so come aiutarti” mi dice piangendo e la stringo forte per poi costringere i suoi occhi a guardarmi

“Ascoltami. Tu sei una persona fantastica, non è vero che non mi stai vicino, che non mi aiuti, non potevamo prevedere una cosa del genere siamo solo esseri umani. Non dire che sei inutile perché è un grosso sbaglio dirlo, se tu non ci fossi, molto probabilmente avrei cercato di morire numerose volte da Marzo ad’adesso, ed’è solo grazie a te ,e al fatto che mi ami, che ho ancora un po’ di speranza e non voglio perderla, né voglio perdere te” cerco di rassicurarla, non deve essere triste, non deve soffrire per colpa mia

“Cercherò di fare meglio di come ho fatto fino ad’adesso” mi promette ma nego con la testa e poi la bacio

“Non mi devi promettere niente” le dico e mi sorride

“Invece si” mi risponde

“Tu mi ami? Vero o falso?” le chiedo divertito e lei mi guarda allibita prima di sorridere divertita

“Vero. E tu?” mi chiede subito e faccio finta di pensarci

“Ma certo che si” le rispondo divertito e la ribacio

“Ma la smetti, possibile che mi baci sempre?” mi chiede fintamente esasperata

“Ho fame di te” le rispondo sensuale facendola arrossire e poi mi metto a ridere

“Finiscila idiota” mi dice e mi da un leggero scappellotto sulla spalla

“Ehy” sbuffo fintamente offeso e ride per poi darmi un bacio sul naso , intanto la porta si apre e rivela mio fratello

“E gli altri?” gli chiedo girandomi verso di lui, appena vedo il suo viso serio e affranto mi allarmo subito

“Emmet è successo qualcosa?” chiede Bella al posto mio e lui sospira

“Che succede?” gli chiedo

“Nonna è morta” mi dice subito e rimango pietrificato

“Cosa?” chiedo con un soffio e Bella mi stringe subito a se.

E in quel momento non riuscì ad’accorgermi che quel mondo che avevo costruito piano,piano, stava incominciando a sgretolarsi …





Holàààà!!!
“Ok scusatemi per l’enorme ritardo ma ho moltissimi problemi in famiglia e non ho potuto postare il prima possibile, mi dispiace”

“Autrice era ora, non vedevo l’ora di leggere questo capitolo”
“Autrice io mi aspettavo di peggio”
“Be quella cosa molto brutta che volevo far accadere l’ho spostata per i capitoli più avanti, ma in compenso ce ne un’altra brutta. E Per di più ho due notizie importanti da darvi”
“Quali? Belle o cattive?”
“Sia bella che cattiva”
“Prima quella cattiva”
“Va bene. Allora per gli stessi problemi che ho accennato sopra, molto probabilmente non potrò postare fino a fine mese se non di più.”

“Nooooooooooo”

“E quella bella qual è?”
“Be …. La storia continuerà e non sarà sospesa per sempre, io cercherò di continuare a scrivere nei momenti liberi se ne avrò, e cercherò di vedere se potrò postare (cosa che non garantisco). Sennò vorrà dire che quando tornerò cercherò di postare i capitoli almeno due a settimana”

“Be almeno un po’ mi conforti, però non è giusto”
“Almeno ci vediamo al prossimo aggiornamento”
“E speriamo che le nostre lettrici continueranno a seguirci pure se faremo questo bruttissimo ritardo”
“Scusatemi ma non posso farci niente,credetemi”
“Non preoccuparti. Vabbè Alla prossima”
“Speriamo di leggere i vostri commenti”
“E che questo capitolo vi piacia “

“Kiss”

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Capitolo 53
*** Lutto ***


                                                                                                                                      Lutto



(Pov Emmet)

“Grazie per essere venuti”

Questa era l’unica cosa che dicevo da quand’ è finito il funerale, sorriso finto stampato in faccia, mano che si allunga verso chi le brama e parole affettuose per far capire che il vederli ci consola

Vicino a me c’è la mia famiglia che fa le stesse cose che faccio io, Alice poi sta ancora piangendo come una fontana mentre continua a guardare il posto dov’è stata sepolta nonna pochi minuti fa, nonno ha la mia stessa espressione mentre qualche volta mi da una pacca sulla spalla come a dirmi di farmi forza, mentre Jasper e Rosalie, spalla a spalla, accettano le condoglianze parlottando con qualcuno, dato che c’erano anche nostri amici con cui stavamo quando abitavamo ancora qui

“Mi dispiace per tua nonna, era la persona più generosa della città” mi dice un signore barbuto abbracciandomi e baciandomi, e dopo che lo ringrazio va verso mia sorella, in quel momento vidi avvicinarsi i signori Swan, che avevano finito con mio nonno

“So che te l’abbiamo già detto dato che eravamo insieme fino ad oggi, ma credici ci dispiace tantissimo per tua nonna pure se non la conoscevamo” mi dice Esme e sorrido grato, le loro parole non mi hanno mai irritato come invece hanno fatto le parole che provenivano da altre persone

“Grazie” dico ma più riconoscente del solito, spero che abbiano capito che il mio ringraziamento si riferisce anche ad altre cose importanti

“Senti per te va bene se passiamo anche da tuo padre e sua moglie oppure passiamo oltre?” mi chiede il dottore e sospiro, dopo Jasper c’erano pure i due deficienti, logicamente mio padre è venuto solo per salvarsi la sua reputazione da ex-vedovo e genero

“Come volete, non vi preoccupate” gli dico e annuendo vanno subito ad abbracciare mia sorella

Solo dopo due orette finiamo con tutti e possiamo finalmente tornare a casa, subito entro nella macchina di nonno seguito dagli altri, io e nonno davanti, con me alla guida, e gli altri tre dietro. Il viaggio prosegue nel totale silenzio interrotto solo dai singhiozzi di Aly che non ha ancora smesso di piangere, sentirla piangere mi irrita, tutti stiamo soffrendo ma non stiamo piangendo come lei da due ore senza sosta, fu solo quando mi fermai davanti casa che la mia pazienza esplose

“Alice basta, non puoi continuare a piangere per sempre” sbotto e la guardo, subito mi guarda spaesata e confusa

“Emmet calmo” mi chiama nonno a rimprovero perché mi sono rivolto in questo modo a lei, Rose e Jazz invece mi guardano male ma nello stesso momento comprensivi, ma non ci faccio caso e continuo a guardare mia sorella

“Non la riporterai indietro con le lacrime, finiscila, noi tutti stiamo male ma non piangiamo per due ore, anzi cerchiamo di sorridere. Nessuno di noi ha pianto, nonno non l’ha fatto e ne ha tutto il diritto, io non l’ho fatto e in confronto a te sembro un’insensibile” la rimprovero e la prima volta che mi rivolgo in questo modo a lei, ma non so cosa mi è preso

“Io …” cerca di dire ma continua a piangere e non riesce a parlare, quindi sbuffo infastidito e scendendo subito dalla macchina vado veloce verso la porta, più continuava a piangere e più aumentava la mia rabbia

“Emmet ragiona, nonna è stata come una madre per lei dopo la morte di mia figlia. È come aver perso di nuovo una madre” mi dice nonno raggiungendomi, mentre entravo, per evitare che potessi comportarmi ancora male

“Lo so, però non è l’unica a soffrire e poi sono sicuro che l’unica persona che può avere davvero il diritto di piangere in questo momento non lo sta facendo “ gli dico subito mentre, forse, capisco perché mi sono irritato

“Dici che sta bene?” mi chiede Rose entrando nel discorso e guardo verso le scale che portano sopra, nella sua camera, nella camera che non ha voluto lasciare in questi giorni e che non ha voluto lasciare neanche oggi per il funerale, menomale che c’è Bella con lui, e menomale che i signori Swan sono voluti venire con noi, permettendo a Bella di poter stare con Edward e distrarlo

“Non credo” gli rispondo, nonna è stata una figura di riferimento soprattutto per lui che non ha mai conosciuto sua madre, e poi quel giorno in ospedale ………..


Inizio flashback

“Che succede?” mi chiede allarmato e non so come rispondergli, come posso dirgli una cosa dolorosa? Come posso farlo soffrire ancor di più?

“Nonna è morta” subito butto fuori la risposta, è stato più facile dirglielo velocemente ma ora mi pento, questa è una cosa che avrei dovuto dirgli piano , con delicatezza

“Cosa?” sospira scioccato mentre Bella lo abbraccia di scatto, guardo il suo volto ma non riesco a cogliere nessuna emozione , come se all’improvviso fosse diventato una statua

“Jasper è andato subito a prenotare i biglietti” dice all’improvviso Rosalie entrando nella stanza con Alice fra le braccia, da che eravamo tutti felici ora siamo tutti a terra …. Le cose brutte accadono sempre insieme!!

“Spero trovi subito l’aereo” gli dico eravamo gli unici parenti ormai

“Edward, ti prego dimmi qualcosa” sento Bella supplicarlo all’improvviso, subito lo guardo ed’ ha la stessa espressione di prima, indecifrabile, un po’ però inizia a preoccuparmi …. Ma in quel momento capisco, non ci farebbe mai vedere quanto soffre, o meglio non lo farebbe vedere davanti a tutti

“Alice, Rose, potete uscire per favore?” chiedo cortesemente, all’inizio non capiscono ma poi, dopo che gli faccio cenno di guardare Edward, annuiscono

“Non è vero” un sussurro impercettibile mi arriva alle orecchie mentre la porta si chiude, subito mi giro e vedo mio fratello alzarsi

“Cosa?” chiedo io avvicinandomi tanto che sono davanti a lui

“Mi stai, anzi, mi state prendendo in giro” mi dice con un accento ironico e cupo

“Lo sai che non potremmo mai prenderti in giro su una cosa del genere” lo rimprovero e scuote la testa mentre inizia a sfogarsi contro il mio petto

“Non è possibile!! Tu e i tuoi stupidi scherzi, non sai che non si fanno scherzi del genere?” continua a sfogarsi e non lo fermo, sarebbe inutile

“Ed fermati” gli dice Bella preoccupata ma gli faccio cenno di lasciarlo stare, era giusto che si sfogasse

“Non è giusto, non è giusto, non è giusto, non è …” ripeté finché la voce non si affievolì e crollò in ginocchio

“Edward?!” subito ci preoccupammo, pensavamo che fosse un’altra crisi, ma fortunatamente non fu così

“Emmet io non ci credo” mi dice, guardandomi con occhi lucidi, prima di rifugiarsi tra le braccia della sua ragazza

“Ci devi credere fratellino” gli dico prima di mettergli una mano sulla schiena e accarezzarlo

Fine flashback

(Pov Bella)

“Amore vuoi qualcosa?” gli chiedo premurosa mentre continuo ad accarezzargli la testa che è sul mio grembo

“No” sussurra solamente continuando a guardare fuori dalla finestra, sulla sua faccia rimane sempre dipinta un’espressione seria e angosciata, ormai e da quando è arrivata la notizia che ha questa espressione

Non pensavo che si sarebbe comportato in questo modo, mi aspettavo di vederlo con le lacrime agli occhi o qualcosa del genere, ma non pensavo che ,arrivasse al punto di non avere più reazioni e di non andare neanche al funerale

“Ti va di parlarne?” chiedo di nuovo, volevo farlo parlare, volevo che si sfogasse, volevo sentire di nuovo la sua voce, nel frattempo sentiamo la porta di casa aprirsi

“Sono tornati!” afferma mentre continua a guardare fuori, non so cosa sta fissando, può essere che non sta neanche guardando qualcosa in particolare, in quel momento entrano Emmet e Alice, la quale ha ancora gli occhi rossi

“Come va?” chiede con voce flebile mentre ci raggiunge velocemente, Emm invece si avvicina piano guardando preoccupato l’espressione del fratello

“Come al solito direi” dice soltanto mentre Aly prende la testa del fratello tra le braccia e se l’appoggia sul petto

“Stavo cercando di farlo parlare” gli dico sistemandomi meglio e prendendogli la mano

“Fratellino dicci qualcosa ti prego” lo implora Alice ma nessuna reazione arriva, solo dopo un paio di minuti vediamo Edward che sembra riscuotersi

“io ….” dice solamente e ci guarda insicuro, io intanto sto cercando di capire che vuole dire

“Tu cosa?” gli chiediamo insieme e si alza dalle braccia della sorella

“Voglio scendere” dice soltanto e deciso si dirige verso la porta, subito, confusa, mi alzo per seguirlo cercando di capire che vuole fare

“Ne sei sicuro? Ci sono persone sotto” gli dice Alice e annuisce

“Devo, mi sono comportato male in questi giorni” risponde e poi ci sorride, un sorriso bello e sincero, quel sorriso che mi fa sempre battere il cuore ogni volta che lo vedo

“Hai perfettamente ragione. Allora dire di scendere” dice Emmet sorridendo anche lui

“Ma mi dici che ti passa per la testa all’improvviso?” gli chiedo divertita dal suo cambio d’umore e sento una risata strozzata


(Pov Edward)

Vorrei sapere anch’io che mi passa per la testa, caro amore mio, ma in questo momento ho così tanti pensieri che, se andassi da uno psicologo, quello strapperebbe la laurea e andrebbe a lavorare i campi.
Penso a nonna, penso a mamma, penso al fatto che vi sto facendo preoccupare, forse è proprio il fatto che vi voglio vedere felici che mi fa reagire, che ha cambiato totalmente i miei pensieri negli ultimi secondi, non posso essere triste a lungo, non posso rendere tristi voi

“Ah non lo so, questo lo devi chiedere al mio cervello” rispondo scrollando le spalle e poi mi decido ad uscire, quando scendo subito mi concentro sulle voci è per mia fortuna non ci sono più tante persone come in questi giorni

M’irritava il fatto che venissero tutti qui a ricordare una persona morta, le persone vanno ricordate e ammirate da vive non da morte, che senso avrebbe sennò?

“Guarda, guarda, chi si è degnato di scendere” sento dire da una voce, ma non mi giro, intanto so chi è

“Pensavamo che fossi talmente occupato da non degnare nessun’altro” mi dice l’altra voce, era da quel giorno a casa di Bella che non mi dicevano niente, ma sapevo che prima o poi sarebbero tornati a rompere

“E io pensavo che voi foste talmente intelligenti da non venire, invece avete dimostrato che non sapete neanche cos’è l’intelligenza” risponde Em al posto mio

“Ma tu perché ti intrometti sempre? Fatti gli affari tuoi” gli risponde nostro padre guardandolo male

“E voi perché non ci lasciate in pace? Stiamo tanto bene senza di voi” ribatto pure se non sono molto sicuro di quello che ho detto, e mi guardano male

“Vedi di stare attento, pure il tuo momento si sta avvicinando” mi dice Tanya minacciosa mentre rimango perplesso

“Che intendi?” gli chiedo “Lo scoprirai tranquillo” mi risponde invece lui

“Andiamo caro, è inutile stare qui” lo abbraccia e poi se ne vanno, mentre in quel momento mi ritornano in mente le parole di quella voce che ho sentito prima di risvegliarmi dopo la crisi

“ E vedi di non far finta di stare male adesso” mi dicono ridendo mentre se ne vanno, quanto li odio, e solo in quel momento mi accorgo che tutto il dialogo è avvenuto sotto gli occhi di tutti

“Che stronzi” dice Emmet quasi ringhiando mentre io fisso subito la porta d’entrata in imbarazzo , ecco perché non volevo scendere in questi giorni, sapevo che mi sarei sentito a disagio e che nello stesso momento mi sarei irritato

“Dove vai?” mi chiede Bella mentre la prendo dalla mano e corro verso la porta dovevamo uscire subito, non volevo stare sotto gli sguardi di tutti però volevo che lei stesse con me, ma appena aprì la porta mi ritrovai Jack davanti

“Tu che ci fai qui?” gli chiedo appena mi rendo conto che è davvero lui, intanto mi guarda confuso

“Ho saputo di tua nonna e sono voluto venire” mi dice scrollando le spalle e con un piccolo sorriso, non saprò mai cosa mi è preso in questo momento fatto sta che, nel mentre continuo a tenere la mia ragazza, mi butto ad abbracciarlo

“Grazie” gli dico mentre delle strane sensazioni mi pervadono, perché improvvisamente penso che questo potrebbe essere il mio ultimo anno di vita?




Holààààà

“Ed’ eccomi qui finalmente, con questo capitolo annuncio che la prima parte è finita, dal prossimo inizieremo con la seconda parte. Quanto sarà lunga? Be…… dovrebbe essere più lunga della prima

“Autrice vogliamo ringraziare tutte le care lettrici che ci hanno seguito fino ad adesso ……”
“Sia quelle che hanno commentato e quelle che hanno solo messo la storia tra le preferite, ricordate e seguite”
“E che ci hanno sostenuto e che ci hanno aspettato nonostante i numerosi ritardi”
“Grazie”
“Bene, ora non so dire quando posterò il prossimo capitolo perché per tutta l’estate dovrò viaggiare per ospedale e ospedale e non so quando riuscirò a scrivere e postare ….. Ma per ringraziarvi di aver letto fin qui lascerò un piccolo spoiler della seconda parte alla fine ….. Intanto Emmet, che ne dici di dare qualche anticipazione sulla seconda parte?
“Con molto piacere. In questa seconda parte ci saranno numerose domande a cui rispondere …”
“E quali sarebbero?”
“1) Quali pericoli aspetteranno Edward?... 2) Qual è il vero motivo perché il padre lo odia… 3) Chi morirà?.... 4) le cose potranno mai andare bene?.. 5) Edward riuscirà a superare anche la prossima operazione? .. E infine riuscirà l’amore di Edward e Bella a resistere a tutti gli ostacoli che si troveranno davanti? ..... E perdi più ci saranno anche moltissimi scontri con Jacob ma anche moltissime scene emozionanti ...”
“Woow quante domande”
“La risposta si può dare solo continuando a leggere”
“Speriamo che a morire non sarà uno dei Cullen o degli Swan”
“Come dice Rosalie le risposte si possono dare solo leggendo”
“Bene allora al prossimo capitolo e non mancate”
“Comunque voglio aggiungere che nel prossimo capitolo saremo a settembre”
“Alla prossima”
“Kiss”
“Adesso è ora dello spoiler”



Spoiler!!!!!

Dove mi trovo?
Che ci faccio in questa galleria buia?
Sono così perso in questi pensieri che non mi accorgo della figura che è spuntata dietro di me, subito mi volto, spaventato che possa essere qualcuno dei miei inseguitori, ma vedo solo una donna vestita di bianco

“Chi sei?” le chiedo mentre guardo i suoi capelli rossi ondeggiare, subito sul suo viso compare un sorriso materno

“Tesoro ti ho aspettato per tanto tempo” mi dice mettendosi una mano sul cuore e in quel momento capisco

“Sei .. davvero tu?” chiedo titubante, non volevo farmi prendere dalle illusioni lei è morta, e per vederla dovrei morire anch’io ma …. Aspetta, non è che sono morto vero?

“Si mio piccolo leoncino” mi dice aprendo le braccia, pochi secondi e mi ritrovo nel suo abbraccio con le lacrime agli occhi

“Io … non vedevo l’ora di vederti. Ho aspettato tanto questo momento” le dico piangendo e lei mi accarezza, illusione o no a me sembra tutto reale

“Anch’io tesoro, anch’io” mi bacia, e solo in quel momento penso alla mia famiglia, a Bella, subito alzo gli occhi di scatto, mancano solo loro in questo momento perfetto

Ne ho passate tante, ho visto il mio mondo quasi perfetto crollare e poi ricostruirsi piano per poi ricrollare un’altra volta, ho pianto e gridato, ho riso, ho amato e odiato, ho rischiato ogni giorno di morire e in ogni momento pensavo a quanto volessi mia madre vicino a me, ma ora una strana preoccupazione attanaglia il mio cuore

“Dove mi trovo? Sono morto?” le chiedo e nega dispiaciuta

“Non ancora, ma devi fare una scelta” mi dice enigmatica e io mi allontano

“Quale scelta?” chiedo spaventato, perché qualcosa mi dice che saprò scegliere?

“Devi decidere se vivere o morire” mi dice solamente mentre le parole rimbombano nella testa…

Vivere o morire?!!

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Capitolo 54
*** Ritorno a scuola movimentato ***


                                                                                                                                         Ritorno a scuola movimentato


(Pov Edward)

Alla fine sia Luglio che Agosto passarono velocemente, l’ultimo mese di vacanza lo passai qui a Forks con i miei amici, pure se, il picnic che avevamo organizzato, non fu più fatto per vari motivi e quindi abbiamo passato tutto il mese tra mare e casa.
Io non avevo più intenzione di allontanarmi dalla cittadina, ogni qualvolta mi allontanavo accadeva sempre qualcosa, e i miei fratelli si sono sentiti costretti a restare con me, pure se gli ripetevo sempre che ormai ero maggiorenne e potevo restare da solo, ma come al solito se ne fregavano

“Fratellino ha chiamato Bella, ha detto di ricordarti che sei a cena da loro stasera, e che te lo ricorderà anche in macchina” mi grida Emmet e sbuffo mentre guardo il calendario intristito …. Domani il mio amore avrebbe fatto il compleanno e io non sapevo ancora che regalargli!!!
Ne ho pensate di tutti i colori per farmi venire delle idee, ma niente, ho chiesto aiuto ai genitori, ma mi hanno risposto che non possono aiutarmi, ho chiesto ad Angela, ma non mi ha saputo rispondere, e non andrei mai a chiedere qualcosa del genere a mia sorella

“Edward non dormire e muoviti, tra mezz’ora devi essere a scuola” mi grida Alice bussando alla porta e sbuffo un’altra volta, viene a disturbarmi pure se sono già sveglio e pronto da un pezzo

“Si, si, vado” le rispondo e mi alzo prendendo sia lo zaino che le chiavi appena apro me la ritrovo davanti con sguardo innocente

“Buon inizio, e stai attento” mi dice abbracciandomi , quando arrivo sotto anche gli altri vengono a salutarmi e ad augurarmi una buon inizio scuola

Quando entro in macchina sospiro scocciato, non voglio andare a scuola qualcosa mi dice che i tempi di Bevery Hills non sono più lontani come speravo, ne avevo parlato con Bella e lei mi ha rassicurato che era solo una sensazione dovuta a quello che era successo e che dovevo stare calmo sennò mi sarei sentito male In meno di quindici minuti ero davanti casa sua, uscì quasi subito dalla casa, dietro di lei c’era Esme che, appena mi vide, mi salutò e dopo aver ricambiato il saluto mi concentrai sulla mia ragazza che aveva appena chiuso lo sportello

“Buongiorno mio principe” mi disse baciandomi “

’Giorno vita mia ” risposi mentre mettevo in moto e partivo

“Sai sono felice che quest’anno avremo tutte le lezioni insieme” mi dice sorridente, l’anno scorso dato che io sono arrivato a Marzo non potevamo averle tutte in comune, mentre per quest’anno il padre di Bella ha voluto chiedere alla scuola di metterci insieme a tutte le lezioni

“Si, e anche Angela, Ben e Jack hanno la maggior parte delle lezioni con noi” le dico, sono rimasto molto sorpreso quando Jack mi ha annunciato che i suoi genitori si erano trasferiti definitivamente qui a Forks, a Luglio, non pensavo che saremmo andati di nuovo nella stessa scuola

“A proposito di Angela. Ieri sera mi ha chiamato per dirmi che aveva sentito dire che ci sarebbe stato un nuovo alunno dell’ultimo anno” mi informa e ne rimango curioso, chissà chi è stato il genio che è voluto venire in una cittadina del genere

“Allora vorrà dire che grazie a Jack e a questo nuovo arrivo io non sarò più sotto gli occhi di tutti” dico entusiasta mentre un sorriso mi compare sul volto, non vedevo l’ora che arrivasse questo momento

“Che sei scemo” afferma ridendo e scuotendo la testa, subito mi unisco alla sua risata mentre arriviamo davanti scuola.

Quando scendiamo vediamo tutti gli studenti tristi davanti al portone, almeno non sono l’unico che non voleva venire, nella parte più vicina alla porta c’erano i nuovi arrivi, quelli dei primi anni, mentre i ragazzi dell’ultimo anno, come noi, si tenevano a debita distanza, forse sperando che la campanella non si sarebbe mai messa a suonare

“Ecco i ragazzi” mi dice mentre alza una mano per salutarli, subito guardo verso la sua direzione e li saluto anch’io

“E adesso che siete arrivati pure voi, possiamo dire che siamo al completo” dice Richard mentre ci avviciniamo e subito ci salutiamo

“Meno male che siete arrivati, almeno avete tolto l’attenzione dal sottoscritto” mi dice Jack ridendo

“Ehy non ti lamentare, questa è la sfortuna di essere i nuovi arrivati” rispondo facendogli la linguaccia

“Comunque notizie dell’altra new entry?” ci chiede Mark, io e Bella scuotiamo subito la testa, lo sapevamo solo da poco non potevamo avere novità, mentre gli altri si facevano pensierosi

“Io ho sentito che viene da una città” dice Patrick sedendosi sul bordo di un vaso “Invece a me è arrivata voce che è un poco di buono” ci dice Angy

“Sono solo voci non ne potete essere sicuri” gli dico alzando le spalle, intanto vedevo Ben guardarmi stranito

“Ehm.. Ed?” mi chiama un po’ spaventato e scioccato al tempo stesso, io intanto mi allarmo

“Che c’è?” chiedo subito e indica dietro di me

“Girati” mi dice soltanto ma non faccio in tempo a girarmi che mi ritrovo Jessica Stanley tra le braccia

“Cosa?” chiedo a voce allontanandola subito, intanto vedevo la faccia di Bella diventare rossa

“Oh amore mio quanto mi sei mancato” mi dice tentando di abbracciarmi un’altra volta ma subito la blocco allontanandola un’altra volta

“Mi sa che tu mi hai confuso con qualcun altro” le dico scioccato e cercando di trovare un po’ di lucidità, intanto gli altri erano paralizzati dalla sorpresa e Bella …. Be se prima era rossa ora gli sta uscendo il fumo dalle orecchie!!!

“Non potrei mai confonderti amore mio, tu sei la mia vita, sei stato coraggiosissimo ad affrontare Black, quando ho saputo ne sono rimasta affascinata e mi sono subito innamorata. Sono anche la creatrice del tuo fan club” mi racconta con gli occhi che tra poco diventano a cuoricino, come quelli dei cartoni animati, e solo in quel momento mi accorsi che tutte le ragazze mi guardavano affascinate

“Sei pazza” le dico, vero che già al mio arrivo avevo “affascinato” tutti, ma poi li avevo allontanati con la mia freddezza e soprattutto dopo che avevano scoperto la mia malattia

“Pazza di te” dice e fa per baciarmi, per fortuna faccio in tempo a schivarla e all’improvviso un urlo mi rompe i timpani

“STANLEY LASCIA STARE IL MIO RAGAZZO IMMEDIATAMENTE” d’accordo che sono abituato alle gridate della mia ragazza ma non pensavo urlasse in questo modo davanti a tutti

“Swan nessuno ti da il diritto di darmi ordini” le dice e vedo Bella stringere i pugni

“Osa toccare un’altra volta il MIO ragazzo e te la vedrai con me” la minaccia e l’altra ride

“Lui sarà mio ricordatelo, anzi è già mio” le dice e in quel momento la vedo brutta, per fortuna faccio in tempo a fermare Bella che stava andando all’attacco

“TU, BRUTTA OCA, PROVA A TOCCARLO E GIURO CHE TI STRAPPO QUEI CAPELLI UNO PER UNO CHIARO?!!” grida dimenandosi dalle mie braccia ma non la lascio

“Ah si? Allora dimostrami adesso quello che sai fare” la provoca

“Bella lasciala stare, calmati” le dico invece io, ma non accenna a fermarsi

“Edward lasciami… LASCIAMI SUBITO” continua a gridare e tutti continuano a guardare la scena curiosi dell’esito, subito guardo i miei amici e li vedo ancora in trance

“Ragazzi, non vorrei mai disturbarvi lo sapete, ma in questo momento avrei bisogno di una mano” gli dico risvegliandoli dal trance, non avevo mai visto Bella arrabbiata in questo modo

“Avanti Swan, io sono qui” gli dice ancora

“La vuoi piantare?” mi arrabbio io, fu in quel momento che Bella mi scivolò dalle braccia, cercai di trattenerla dal braccio ma ,nella furia, il suo gomito mi arrivò diretto al petto, proprio nel punto sbagliato, e, a causa dell’impatto, lasciai il gomito per poi ritrovarmi inginocchiato a tossire

“Ed tutto a posto?” mi chiese Angela raggiungendomi subito mentre tossivo, nello stesso tempo si avvicinarono pure Jack e Ben mentre gli altri erano occupati con Bella, non avevo notato che erano intervenuti pure loro

“Tutto a posto” le rispondo sincero, l’impatto non era stato così forte da potermi dare grossi problemi, pure se ancora continuavo a tossire

“Bella basta” le dice Richard

“Stanley vattene” dice Mark all’altra che vedo sbuffare “A dopo caro” mi dice facendomi l’occhiolino, io però faccio finta di niente mentre Jack mi aiuta a rialzarmi

“TE NE VUOI ANDARE CRETINA” gridò di nuovo Bella e finalmente la Stanley se ne andò, intanto Angela vedendo che, a parte l’improvvisa tosse, stavo bene raggiunse l’amica

“Calmati ora sai che quella provoca sempre, la conosci meglio di me” le dice e lei annuisce per poi guardare verso di me e spalancare gli occhi

“Oh mio Dio …. Edward stai male?” dice raggiungendomi subito

“Tranquilla sta bene, solo una gomitata in un punto dolente e un po’ di tosse, per il resto non credo rischia qualcosa” dice Patrick un po’ ironico guadagnandosi una mia occhiataccia

“Scusami non volevo, non pensavo che avrei reagito in quel modo, solo che quando l’ho vista tra le tue braccia non ci ho visto più, mi dispiace non volevo farti male, scusa …” dice impaurita e agitata e subito la circondo con le braccia

“Basta, calmati, so che non l’hai fatto apposta, e poi sto bene, non c’è bisogno che ti scusi sono cose che capitano” le dico e annuisce poco convinta, in quel momento suonò la campanella e imprecai, ma non poteva suonare prima che succedesse tutto questo?

Il resto della giornata passò quasi normalmente, certo sono stato sotto gli occhi di tutti, cosa che fece aumentare la mia seccatura, e poi Bella continuava a scusarsi e a lanciare occhiate di fuoco a tutti quelli che mi guardavano, con i ragazzi ci incontravamo sempre tra ogni lezione, ma mi sembrava molto strano il comportamento di Ben quando c’era Jack, prima o poi avrei dovuto chiedergli spiegazioni .
Alla fine, non so come, arrivammo al termine della giornata scolastica e felici ci dirigevamo alla macchina, gli altri se n’erano già andati, non pensavo che ormai ci fossero altre nuove sorprese

“Allora che ti piacerebbe avere domani per regalo?” le chiedo divertito, pure se da una parte spero risponda per davvero

“Da te assolutamente niente” mi dice ridendo

“E daiiii” la imploro ma continua a ridere

“Nooo” dice scherzando e stavo per dire altro quando …

“Ehy Cullen” mi sentì chiamare all’improvviso e subito mi bloccai, non so perché mi girai pure se avevo riconosciuto la voce

“Black da quanto tempo” lo presi in giro mentre guardavo anche il suo gruppetto, al quale prima apparteneva anche Bella

“Chi non muore si rivede no?” mi chiede ironico, intanto sento la mia ragazza stringermi la mano nervosa, mentre io rimango impassibile ormai sono abituato a queste battute

“Allora come mai qui?” chiedo deviando la sua risposta

“Volevo presentarti un nostro nuovissimo acquisto” mi risponde scrollando le spalle

“E chi è?” chiede al mio posto Bella, nel frattempo vedo un ragazzo un po’ più alto di Black spuntare, la corporatura è un po’ robusta ed è moro, però non riuscì a vedere i suoi occhi, ma qualcosa mi dice che lo conosco

“Ti presento Clive Corrigan, e il nuovo arrivo della scuola. Anche lui viene da Bevery Hills” mi spiega e nel mentre l’altro mi guarda sarcastico, appena incrocio i suoi occhi color ghiaccio il mio cuore perse dei battiti ...... No, lui no!!!!!!!!

 “Tu … tu non puoi essere qui” sussurro allarmato, Bella mi guarda preoccupata le avevo raccontato tutto della mia vecchia vita ma non le ho mai detto il nome di quello che mi aveva sempre sotto controllo e che mi picchiava di nascosto e con il quale ho avuto la mia unica rissa che poi è finita con una delle mie crisi

“Nanerottolo non pensavo che fossi ancora vivo” mi dice e poi fa una risata cattiva, che supera addirittura quelle di mio padre e di Black

“Vieni Clive andiamocene da domani potrai torturarlo quanto vuoi” gli dice e si allontanano ridendo

“Edward, ehy rispondi” mi chiama Bella ma mi sento come bloccato, non so come faccio ancora a respirare, e all’improvviso un giramento di testa mi fece vacillare

“No, no Ed, tranquillo cerca di respirare non agitarti” mi implora trattenendomi per poi farmi sedere appoggiato alla mia macchina quando la raggiungiamo

“Bella è lui …” le dico soltanto quando mi ritorna un po’ di aria nei polmoni, lei mi guarda confusa ,so che ancora non ha capito

“Chi?” mi chiede infatti

“Il capo del gruppo … al liceo e alle medie” le dico soltanto e sbarra gli occhi spaventata ora ha capito, nel frattempo però continuo a tremare, non so perché mi fa quest’effetto, forse il ricordarsi come mi trattava mi spaventa davvero tanto

“Ehy calmati vedrai che passerà tutto, non ne devi aver paura” mi dice abbracciandomi, ma come fa a trovare tutta questa sicurezza?

“ Sai mi diceva sempre
prima di trascinarmi in bagno e picchiarmi” le dico ironico, avevo fatto un grandissimo errore, non dovevo cercare di farmi degli amici in quella stupida scuola

“Non pensarci quello è solo il passato” mi dice e inizia ad accarezzarmi

“Io…” iniziai a dire ma una fitta al cuore mi bloccò vietandomi di respirare

“Edward che …Oh no, no amore non scherzare” mi dice allarmata appena si accorge del respiro diminuito di colpo e inizio a tossire come se stessi soffocando

“Sto … bene” cerco di dirle alla fine , non voglio stare male adesso, no non voglio

“Prendi dei bei respiri e togli tutti i pensieri dalla testa come ti ha sempre detto papà” mi ricorda e poi mi fa appoggiare sul suo petto mentre eseguo gli ordini, pian pianino mi calmo e riesco a respirare normalmente

“Visto che puoi farcela? Devi solo stare calmo. Ora stiamo qui, ti rilassi e poi vieni a cena da me com’era già stabilito e nessuno penserà al fatto che stavi per avere un’altra crisi forte” mi sussurrò cullandomi come se fossi un bambino, era la seconda volta che riuscivo a bloccare una crisi grazie a lei, solo lei può fare dei miracoli con me, o almeno credo

“Ti amo tanto scimmia” le dico appena ritrovo il possesso della parola

“Anch’io mio leone” mi dice ridendo di come l’avevo chiamata, non dovevo pensare a niente di preoccupante , potevo stare tranquillo tra le sue braccia senza pensare a niente, ma alla fine un pensiero mi fece scattare terrorizzato ….

Cosa gli regalo domani????




Holàààààà
“Salve a tutti, come vanno le vacanze?”
“Speriamo bene, e per fortuna sono riuscita a postare quasi subito il capitolo Yeaah”
“Ehy guarda che siamo noi quelli che dobbiamo esultare perché hai postato”
“Siamo così tanto felici di aver letto tutti quei commenti nello scorso capitolo, davvero grazie”
“Ma perché ringraziate sempre? Siete davvero strane voi ragazze”
“Ma stai zitto”
“Comunque Eddy che regalerai a Bella nel prossimo capitolo?”
“Non lo so, mo vado a parlarne con l’autrice e poi non te lo direi”
“Vieni con me tesoro andiamo a parlarne con calma. Ragazzi a voi la chiusura”
“Antipatici. Comunque sono curioso di sapere, secondo voi lettrici che cosa gli regalerà ?”
“Aspettiamo le vostre risposte”
“E nel frattempo ci salutiamo sperando di risentirci nel prossimo capitolo”
“Kiss”

Ding Dong: notizia di servizio
“Per problemi con il computer l’autrice non può rispondere a nessun commento dalla scorsa settimana. Si scusa moltissimo e promette che dalla prossima settimana cercherà di rispondere a tutti”

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Capitolo 55
*** Missioni e regali ***


                                                                                                                                    Missioni e regali


(Pov Bella)

“Tanti auguri Bella” mi grida Alyson entrando di corsa in camera mia, per fortuna sono già sveglia sennò mi sarebbe venuto un infarto

“Grazie tesoro” le dico baciandola mentre nel frattempo entrano anche i miei genitori

“Tesoro mio auguroni” mi dice mamma abbracciandomi e piangendo emozionata e l’abbraccio forte sperando che smetta, mi sento un po’ imbarazzata

“Mamma dai” le dico e papà si mette a ridere per poi farmi gli auguri

“Non pensare che, solo perché ora sei maggiorenne, potrai fare quello che vuoi. Hai ancora delle regole da rispettare signorina” mi dice un po’ serio e sbuffo divertita

“Bella sei proprio sicura di non voler nessuna festa?” mi chiede mamma e io nego, avevo vietato a tutti di organizzarmi una festa di compleanno, non mi va di festeggiare la mia vecchiaia

“Dai dategli il regalo” dice la piccola battendo le mani e ridiamo, poi mio padre prende dalla tasca due fogli, che solo dopo riconosco essere due biglietti aerei

“Non sapendo che regalarti abbiamo optato per prenotarti un viaggio nelle vacanze di Natale a New York. Partirete il 29 dicembre e tornerete il 3 Gennaio” mi dice consegnandomeli mentre io li guardo bramosamente, poi però rimango stranita da una sua parola …

“Partirete?” chiedo confusa e sghignazzano

“Si, tu e Edward, soli soletti” mi dice mia madre dolce e subito li abbraccio di slancio felice

“Grazie, grazie,grazie” grido felice mentre li stringo

“Prego. Però sia chiaro, l’avete fatto o no, voglio che stiate attenti e che prendiate le giuste precauzioni” mi dice mio padre passando dal felice al serio, intanto spero di non essere diventata rossa non voglio di certo dirgli

“papà stai tranquillo l’abbiamo già fatto” “Tranquillo” mi limito a rassicurarlo e spero che non si veda l’imbarazzo

“Bene, ora finisci di vestirti sennò fai tardi. E comunque abbiamo deciso che ,se vuoi, domani puoi non andare a scuola” m’informa mia madre e dopo averle risposto che ci penserò, idea allettante, decido di finire di prepararmi In pochi minuti sono già nella mia Ferrari pure se mi sembra strano riprendere a guidare la mia macchina, ieri sera, prima che ritornasse a casa sua, Edward mi ha detto di andare con la mia macchina a scuola ma, pure se non mi ha spiegato il motivo, io mi sono limitata ad annuire

Guardiamo il lato positivo stiamo insieme a scuola e dopo potremmo fare una bella passeggiata soli soletti, e poi oggi è il mio giorno quindi tutti i miei desideri dovrebbero essere esauditi, peccato che ancora non me ne vengono in mente Appena arrivo a scuola vedo Angela che corre ad abbracciarmi, dietro vedo anche gli altri che mi guardano sorridenti e si avvicinano mentre tutti gli altri studenti puntano gli occhi su di me

“Auguri Bella” mi dice Angy felice e divento rossa

“Grazie, ma ti ricordo che nessun’altro se lo deve ricordare” gli scorsi anni, essendo una dei popolari, Black costringeva tutti a farmi gli auguri e chi non lo faceva …. Be non so cosa gli accadeva!!

“Ops, scusa” dice ma capisco che non le dispiace davvero e intanto vengono anche gli altri a farmi gli auguri, menomale che gli avevo detto che potevano evitare di farmeli

“Ma ancora non capisco perché non hai voluto festeggiare” mi dice Ben e scuoto la testa sorridendo

“Perché non voglio festeggiare il mio invecchiare, insomma sono un anno più vicina ad avere i capelli bianchi e le rughe … Brrr” dico spaventata e si mettono a ridere

“Se ci fosse Eddy si metterebbe a ridere” dicono e in quel momento mi accorgo realmente di chi ho intorno e del fatto che lui non è ancora qui

“A proposito, non è ancora arrivato?” chiedo velocemente

“No, forse oggi farà tardi. Pensavamo venivate insieme come sempre” mi risponde Jack e annuisco sconsolata

“Tranquilla, non ti preoccupare” mi dice Angy e in quel momento sentiamo la campanella in lontananza, segno che dobbiamo entrare e che il mio ragazzo sta facendo un’enorme ritardo.

Ok, ora penserete che sicuramente sarà arrivato in ritardo ma il punto è che non è arrivato né alla prima, né alla seconda, ora e io sto letteralmente impazzendo a chiedermi che fine abbia fatto ..
L’ho chiamato, nessuna risposta, gli ho mandato un messaggio, niente, ho chiamato i suoi fratelli, neanche loro hanno risposto, e i ragazzi continuano a non sapere niente, così penso al fatto che potrebbe avere avuto una crisi ma se fosse stata grave mio padre mi avrebbe chiamato …

“Ehy Bella, ci sei?” mi chiama Angela passando una mano davanti ai miei occhi e solo in quel momento ritornò alla realtà

“Si dimmi” dico di scatto

“Ti ho chiesto perché non mangi” mi risponde sorridendomi, ha capito quello che ho, e nel frattempo mi ricordo di essere in mensa con gli altri

“Non ho fame!” rispondo ed è la verità, mi si è chiuso completamente lo stomaco nel pensare che Lui non è venuto e che non accenna a rispondermi, mi sto seriamente preoccupando, in quel momento vedo degli accenni di sorriso sulle labbra di tutti e ne rimango confusa

“Perché ridete?” chiedo infatti e subito ritornano seri e si guardano male l’uno con l’altro

“Non stavamo ridendo” ribatte Ben e sto per dire qualcosa quando suona di nuovo la campanella,

“Bene e ora di andare” gridano alzandosi velocemente e scappando, letteralmente, fuori dalla mensa e sbuffo irritata, questa stupida campanella suona sempre quando non deve suonare, adesso io ho storia, che è l’unica lezione dove sono da sola dato che il mio compagno di banco si è assentato.

Alla fine di quella noiosissima lezione arriva il momento dell’ultima ora, dopo di che andrò direttamente a casa del mio ragazzo a vedere per quale razza di motivo non è venuto, davanti alla classe vedo Ben e Angela, la quale si avvicina consolatoria

“Dai vedrai che biologia ti farà distrarre un po’”mi dice ma non ne sono sicura, in classe Angela si siede vicino a me lasciando Ben da solo al loro banco, intanto entra il professor Molina, dato che ieri è ricominciata la scuola, questa è la sua prima lezione dell’anno con noi

Durante la lezione ci spiega quello che dovremmo studiare durante l’anno, tra anatomia e geologia, tutti siamo felici per quanto riguarda lo studio del corpo umano e lo sarebbe stato soprattutto il mio ragazzo se fosse qui.
Per tutta la lezione nessuno accenna a parlare e io ho gli occhi puntanti su quello che dice il prof, in quel momento guardo un secondo l’orologio e mi accorgo che mancano solo due minuti alla fine delle lezioni e felice inizio a prepararmi, a un certo punto bussano alla porta e il bidello entra con un mazzo di rose rosse in mano

“Mi scusi professore dovrei consegnare queste rose alla signorina Swan” gli dice e all’accenno stupito del professore si avvicina e me le porge

“Grazie” dico imbarazzata mentre noto tutti guardarmi stupiti e scioccati, subito punto gli occhi sui fiori e attaccato vedo un foglietto che dice 

                                                                                                                                            
                                                                       Quando esci vai a casa tua

Stupita alzo gli occhi e sento la campanella suonare per l’ultima volta nella giornata, il professore, ancora basito, ci congeda tutti e mentre io mi alzo velocemente gli altri continuano a guardarmi basiti

“Salutiamoci qui, mi sa che devi andare a casa tua velocemente” mi dice Angela, maliziosamente, abbracciandomi appena siamo uscite e poi vado nella mia macchina, quando entro noto che nel sedile ci sono un paio di scarpe rosse e sotto un biglietto 


                                                                  Esprimi un desiderio


Questo dice e mentre metto in moto penso a quello che vorrei di più al mondo, se ci pensate la risposta è facile anche per voi, però ancora mi chiedo che ci fanno delle scarpe sulla mia macchina ….
Spero di scoprirlo!!
Quando arrivo a casa quasi non riesco a entrare per quante cose ho nelle mani tra zaino, rose e scarpe, i miei genitori non sono a casa quindi molto probabilmente mio padre e in ospedale e mia madre sarà andata a fare qualche spesa
Appena salgo in camera poso tutto sul letto e riprendo il telefonino ma inutilmente dato che, pure se provo a chiamarlo per chiedergli se questa e opera sua, lui non risponde, subito sospiro ,e penso al biglietto che mi diceva di tornare a casa, alzo gli occhi verso la finestra e rimango sorpresa da quello che vedo: un vestito rosso fiammeggiante, con legature intorno al collo, è appeso alla finestra

“Ma cosa?” chiedo a me stessa alzandomi di scatto, subito tocco il tessuto e vedo il vestito finire a palloncino probabilmente sulle ginocchia, in quel momento un biglietto scivola a terra


                                                          Ora indossa questo abito, e nel frattempo pensa a chi ami molto.
                                                  Poi vai in bagno la persona più bella del mondo ti sta aspettando lì dentro..



Cioè il mio ragazzo è in bagno e io prima di vederlo devo mettere questo vestito?....
Perché? So che è pazzo ma chissà perché è nel mio bagno, nel frattempo mi vesto per assecondarlo e felice corro subito nel bagno, quando entro accendo la luce ma non lo vedo

“Edward?” lo chiamo e guardando davanti a me vedo un biglietto attaccato al mio enorme specchio


                                                 Pensavi a me vero? 
                                                   Be mi dispiace deluderti ma io parlavo di te.
                                                     Ora guardati per un secondo allo specchio e poi guarda nel cassetto del tuo comodino...
                                                                               E mi raccomando premi play


Solo in quel momento, dopo aver alzato gli occhi, mi accorgo di una bellissima ragazza, in rosso, che si riflette nello specchio e se non fossi stata cosciente di essere da sola penserei che ci fosse un’altra qui con me, una lacrima mi scende quando capisco che davvero mi considera bellissima, subito corro ad aprire il comodino, non vedo l’ora di vederlo, e trovo un piccolo registratore, che non ho mai avuto, senza pensarci lo faccio partire: all’inizio si sente la colonna sonora di Mission Impossible e poi parte la sua voce ....

“Buonasera Signorina Swan. La sua missione, sempre se deciderà di accettarla, è quella di trovare un tesoro molto importante, sotto c’è una macchina che l’aspetta e l’agente l’accompagnerà nel luogo giusto. Appena arriverà dovrà cercare un ragazzo, il tesoro ce l’ha lui, il suo aspetto è caratterizzato da capelli bronzei e occhi verdi, comunque credo che per lei sarà facile capire chi è una volta arrivata. Questo messaggio si autodistruggerà tra dieci secondi……” subito guardo l’oggetto, che ha iniziato a fare dei rumori, con la paura che davvero esploda, quando alla fine risento la sua voce

“Stai ancora pensando ai dieci secondi? … Lasciali stare e sbrigati a raggiungermi” dice ridendo e rido anch’io.

Quando scendo, con mia sorpresa e emozione, vedo una limousine davanti al mio cancello e il guidatore mi apre la portiera, non so proprio che dire, non mi aspettavo una cosa del genere e forse inizio a capire perché non è venuto a scuola.
Chissà cosa potrebbe aver combinato, e io che gli avevo raccomandato che non volevo nessuna sorpresa e nessun regalo, e ora spero che non abbia speso molto, insomma già noleggiare una limousine costa molto figuriamoci se poi combina anche altro, in quel momento vedo la macchina fermarsi davanti alla spiaggia

“Signorina siamo arrivati” mi dice il guidatore e ringraziandolo scendo dalla macchina per poi cercare con lo sguardo dove devo andare In quel momento vedo delle luci rosse provenire dalla sabbia e decido di avvicinarmi, man mano che mi avvicino vedo che le luci formano un cuore gigantesco e al centro di quello c’è una tovaglia rossa piena di petali rossi e bianchi, sopra ci sono anche dei piatti coperti e dei pacchetti , m’inginocchio sulla tovaglia e vicino a un bicchiere vedo un biglietto


                                                             Ora caccia agli indizi, devi trovare sei biglietti.
                                                       Iniziamo, davanti a te ci sono dei piatti da portata,
                                                        annusa l’odore e vedi se riesci a sentire anche il mio di odore ..
                                                           quando lo trovi apri il piatto, dentro c’è l’altro indizio.


Bene devo fare questa specie di caccia al tesoro, ha detto che sono dentro il cuore quindi dovrebbe essere facile, poi fisso i piatti e li annuso, a un certo punto sento un odore dolce, ho già capito che, il piatto che devo aprire, è quello centrale, infatti trovo un biglietto rosso… 

                                                    Baciami come fa la rugiada sui fiori la mattina, baciami come a primavera.
                                                         Ora esprimi il tuo secondo desiderio, e poi guarda sotto il piatto


Cosa potrei desiderare ancora?....
Tutto quello che voglio ce l’ho, e un desiderio l’ho già espresso, quindi che potrei desiderare?...
Alla fine penso a qualcosa d’importante che voglio mi accada nel futuro e poi sorridente e sicura alzo il piatto per poi leggere il biglietto, sempre di colore rosso


                                                       Bruciami come fa il fuoco con la legna del camino, bruciami come l’estate
                                                   Ora devi dire ad alta voce la prima canzone d’amore che ti viene in mente e che ti piace. 
                                                     Il prossimo indizio è scritto su un petalo di rosa


“Te amo mas” questa è la canzone che mi piace assolutamente da quando l’ho sentita, questa è una delle canzoni che ho fatto mie da quando sto con te, poi guardo spaesata tutti quei petali ….
Dovrò cercare attentamente per notare una minima traccia del petalo giusto.
Alla fine lo trovo ma, non è un petalo vero, è un foglietto a forma di petalo, ed è pure fatto bene infatti l’avevo scambiato per un petalo vero se non fosse per la rigidità della carta, però devo sforzarmi per leggere la calligrafia che è stata scritta in modo molto piccolo questa volta


                                                  Prendimi tra le tue braccia come una bambina, prendimi così come foglie d’autunno.
                                                       Ora devi iniziare ad aprire i pacchetti, inizia da quello più piccolo


Guardo il pacchetto vicino a me, non è troppo piccolo ma, rispetto agli altri sembra minuscolo, quando lo scarto dentro ci trovo un braccialetto in argento puntato di tanti punti blu e rossi, solo dopo che l’ho metto mi accorgo che i punti formano la scritta “Ti amo” e dopo essermi un po’ emozionata, guardo nello scatolino in cerca del prossimo biglietto, che ho trovato subito

            Ti amo alla mattina quando la rugiada si posa fina, ti amo al pomeriggio fino a quando batte il meriggio,
                                     ti amo alla sera in tutte le stagioni compresa la primavera, ti amo per sempre con il cuore e con la mente.
                                         Ora apri quello vicino dalla parte destra (come hai notato tranne questo tutti gli altri sono grandissimi),
                                                                                             veloce….


“Abbi pazienza, non so neanche cosa stai combinando” borbotto sperando che mi possa sentire mentre con una furia, che non è da me, mi butto subito ad aprire l’altro.
All’interno ci trovo un album ma non è vuoto, all’interno ci sono tutte le foto che abbiamo fatto da quando ci siamo conosciuti fino a oggi, comprese sia quelle più buffe che quelle più romantiche, arrivo a metà album quando mi accorgo che il resto delle pagine sono vuote, ma sulla prima pagina vuota c’è il prossimo biglietto


                      Bianco bianco, nero nero, io ti amo per davvero, con il cuore e con la mente, io ti amo follemente...
                                come un angelo sei arrivata è il mio cuore hai conquistato.
                      In quest’album ci sono i nostri momenti da quando ci siamo conosciuti,
                                 ti prego soltanto di completare durante l’anno l’ultima metà di questo album.
                                                 Intanto apri l’altro pacco, aprilo mentre sei alzata

Cavolo se lo amo, in questo momento se solo potessi lo farei sapere a tutto il mondo, subito prendo il terzo pacco e mi alzo, ricordandomi che dentro ci sarebbe stato l’ultimo biglietto, con il cuore che batte forte lo apro, ma una volta aperto …. dentro ci trovo solo un biglietto

                                            Ti amo quando fai la bambina ti amo quando fai la cattiva.. ti amo quando piangi..
                                                                     ti amo quando sorridi... ti amo quando sei giù....
                                                           ma il vero motivo per cui ti amo è...perché...TU SEI TU
                                                                                         I love you!!! …
                                                                                                               Ora girati, sono qui!!!


Appena leggo mi giro subito mentre le luci si spengono, poi dopo pochi minuti si riaccendono, riformando il cuore, e ora non sono più sola qua dentro perché davanti a me è comparso un angelo bellissimo tutto vestito di bianco, va bene non esagero, ha solo la parte superiore di colore bianco mentre i pantaloni sono neri appena vede che lo fisso sorpresa mi sorride

“Ho pensato che non ci sarei entrato in quel pacco ecco perchè è vuoto.Comunque Signorina Swan le faccio le mie congratulazioni per essere arrivata fino a qui. Ma la missione non è ancora finita” mi dice e allunga una mano verso di me mentre fa il mio sorriso preferito, subito mi butto fra le sue braccia

“Pensavo di essere arrivata alla fine della missione” gli dico mentre mi stringe e iniziamo a ballare un lento, pure se senza musica

“Per la verità manca ancora qualcosa” mi risponde furbo, dopo un po’ che continuiamo a dondolarci ci fermiamo e andiamo a sederci sulla tovaglia, io mi appoggio al suo petto mentre lui con un braccio toglie il coperchio da un piatto, su questo c’è una torta, al cioccolato e panna, con la forma di un cuore

“Woow. È questa da dove arriva?” gli chiedo davvero sorpresa e mi guarda amorevolmente

“L’ho fatta io, volevo fare qualcosa di speciale per te, e spero di esserci riuscito” mi dice e subito lo bacio ringraziandolo, poi prende un coltello e mi fa segno di tagliarla, così faccio e dopo la mangiamo

“Ti è venuta benissimo” gli dico dopo che ingoio il primo pezzo e mi sorride in imbarazzo

“Le tue sono molto più buone di questa. E poi l’ho fatta anche in ricordo dei vecchi tempi. Ti ricordi quando abbiamo fatto la lotta alimentare nella mia cucina?” mi chiede e mi metto a ridere, ricordandomi di com’eravamo conciati alla fine

“Si, tu eri buffissimo” gli ricordo

“Ehy, guarda che tu sembravi la moglie dello scienziato pazzo” mi dice fintamente offeso, io intanto lo trucido con lo sguardo, ma dopo poco riscoppiamo a ridere

“Guarda, è già il tramonto. Un’altra giornata sta per finire” constata sconsolato e mi amareggio anch’io pensando che questa meravigliosa giornata ormai è finita

“Be guardiamo il lato positivo, siamo insieme” gli dico riprendendo a sorridere e lui si fa contagiare, all’improvviso mi viene una stramaledette voglia di andarmene da sola con lui, di andare lontano da questa città, in un posto dove non ci conosce nessuno e dove non saremo sempre giudicati per quello che faremo

“A che pensi?” chiede curioso e mi giro di scatto per averlo di fronte

“A una cosa che mi piacerebbe fare” gli rispondo intanto m’inginocchio sulle sue gambe

“Che cosa vorresti fare?” chiede curioso e mi butto sul suo petto, sorpreso perde l’equilibrio e cadiamo distesi sulla sabbia, poi stando attenta a non fargli male mi alzo appoggiandomi sugli avambracci e lui sotto di me diventa curioso

“Fuggiamo. Andiamocene da Forks per sempre” gli dico e mi guarda incredulo

“Davvero te ne vorresti andare? Davvero ti separeresti dalla tua famiglia?” mi chiede, l’ho lasciato davvero di stucco

“Certo che me ne voglio andare, certo i miei genitori e i miei amici mi mancheranno, ma ormai sono maggiorenne e posso fare quello che voglio … e poi voglio stare con te” gli dico mentre ci rimettiamo seduti

“Sei già con me” mi dice dolce accarezzandomi una guancia e lo guardo imbronciata

“Intendo un’altra cosa. Voglio stare con te ventiquattr’ore su ventiquattro, andare dove vai tu e sapere che sarai per sempre mio” sussurro e fa una mezza risata, forse per stemperare l’atmosfera

“Facciamo prima ad andare a Las Vegas e sposarci non credi?” mi chiede e inizia a ridere, seguito subito da me, ma la risata dura poco e poi ritorniamo seri

“Sarebbe meglio. Ho sempre paura che tu mi possa lasciare, che potresti andar via da me in solo pochi minuti” gli rivelo e nei suoi occhi leggo un’espressione triste

“Finché vivrò, finché il mio cuore continuerà a pulsare, ti prometto che sarò tuo per sempre” e mi bacia dolcemente, un bacio poco casto ma che finisce subito con mio dispiacere e disappunto, guardando la mia espressione si mette a ridere

“Non ti ho dato il permesso di allontanarti” lo rimprovero, pure se sono felice della sua promessa, intanto prende due bicchieri e ci versa dello champagne

“Lo so, ma prima dobbiamo brindare. Comunque sono lieto di annunciarle che ha trovato il tesoro, ora se lo potrà tenere, e ha completato la sua missione” mi porge il bicchiere e facendomi riappoggiare al suo petto mi bacia la fronte

“Ah si? E cosa potrò tenere ?” gli chiedo

“Il mio cuore, pure se l’ha sempre avuto da quando ci siamo conosciuti, oggi le volevo ricordare che è ancora suo” mi dice e sorrido più felice di prima

“Allora mi dica, a cosa brindiamo?” chiedo alzando la mano

“A te, al tuo compleanno e ….” si blocca e incrocio il suo sguardo dolce

“E a noi” concludo io e sorride raggiante

“Si a noi” dice risoluto e, dopo aver fatto tintinnare i bicchieri,mi bacia appassionatamente.




Holàààà
“Maledetta connessione a internet che non funziona mai”
“Emmet calmo, l’importante è che siamo qui”
“Infatti e poi il capitolo mi ha dato un mucchio di problemi, ogni volta sembrava sempre più brutto di come lo scrivevo prima, e dopo l’ultima rimodifica ho deciso di lasciarlo così”
“Per me è venuto bene. Ovviamente aspettiamo di sapere com’è dalle nostre care lettrici”
“Autrice ma Edward non farà nessun’altro sport?”
“Be questo solo Carlisle lo può dire”
“Come sarà il prossimo capitolo?”
“Se quello che voglio fare mi convince, allora il prossimo capitolo sarà un bel po’ movimentato”
“Ti posso chiedere un favore?”

“Certo”
“Ti prego voglio leggere un’altra scena carina tra me e Edward nei capitoli”
“Ti prometto che se aspetterai fino a Ottobre (nella storia intendo) vedrai una scena sentimentale tra i due maschi Cullen”
“Siiii Evvivaaaaa”
“Autrice meglio chiudere?”
“Si prima che Em si metta a cantare. Spero di leggere molti commenti e che mi perdoniate per questo enorme ritardo”
“Ci sentiamo alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 56
*** Giornata, quasi, tranquilla ***


                                                                                                             Giornata, quasi, tranquilla



(Pov Edward)

“Mi potreste rispiegare come mi avete convinto a prendervi?” richiedo esasperato

Sono passati quindici giorni dal compleanno di Bella e come ogni giorno sarei passato a prenderla per andare a casa se, e ripeto se, non fosse stato per i miei due migliori amici che hanno voluto approfittare del passaggio, così che oggi la mia ragazza sarebbe andata a scuola con la sua macchina

“Di solito approfitto del passaggio di Ben, dato che non ti ho mai voluto disturbare, e poi ammettilo che sei felice” mi dice Jack giocoso, per la verità non so come mi sento, da una parte sono felice perché sono con loro ma dall’altra triste, perché non c’è Bella

“Mi dispiace ma ti romperemo l’anima finché la mia auto non sarà di nuovo riparata, o finché a Jack non gli verrà ricomprata l’auto” cerca di consolarmi Ben e adesso sono più felice di essere con loro, e da quando è arrivato Jack che mi sembra strano e con tutto quello che è successo non abbiamo potuto parlarne, però devo trovare un modo per parlare in privato con lui

“Comunque chi è che ha fatto gli esercizi di matematica?” ci chiede Jack e qualcosa mi dice che non li ha fatti

“Io si ma scordati che te li passo. E la terza volta questa settimana” lo rimprovero e mi fa la linguaccia

“Antipatico. Ben me li passi tu?” gli chiede supplichevole e vedo Ben, seduto davanti con me, irrigidirsi subito aggrotto la fronte ma cerco di non darlo a vedere

“Solo per questa volta te li passo, ma dalla prossima fatteli da solo. Comunque a che corsi vi vorreste iscrivere quest’anno?” chiedo cambiando discoro e Ben mi guarda grato, pure se gli faccio capire che dobbiamo parlare

“Stavo pensando di iniziare a giocare a pallanuoto” mi dice Jack, quest’anno la nostra scuola avrà pure una squadra di pallanuoto e Jack, dato che era un buon giocatore nella sua vecchia scuola, ha deciso di iscriversi

“Io forse mi iscriverò al corso di scienze pomeridiano, almeno posso migliorare i miei studi e poi ci saranno anche delle gare scientifiche” risponde invece Ben

“Angela mi sembra che ha detto che si iscriverà sicuramente a questo corso” mi ricordo e annuisce

“Si, ma io non ne sono sicuro come lei, da una parte vorrei fare qualche sport pure se non ne sono capace”

“Ognuno è capace di fare qualcosa. Comunque potresti provare Basket ci sono pure gli altri” gli dice Jack, mi sembra una buona idea dato che anche gli altri nostri amici fanno parte della squadra di Basket

“Ci devo pensare” gli risponde guardando fuori

“E tu e Bella?” mi chiede subito Jack e scrollo le spalle

“Io non so se posso, devo parlare con il dottor Swan. Comunque Bella credo che voglia fare i corsi di disegno, oppure riprendere il suo posto da capo cheerleader, ma questa volta di tutte le squadre” gli dico, intanto arriviamo davanti scuola, quando scendiamo dalla macchina mi squilla il telefono e guardo chi è

“Ragazzi andate avanti, vi raggiungo subito” gli dico e li vedo avviarsi verso l’entrata, dove ci sono gli altri

“Pronto dottor Swan” rispondo subito e preoccupato, non mi chiama mai a quest’ora

“Pronto Edward, scusami se ti disturbo ma volevo parlarti un secondo, cercherò di essere veloce comunque” mi dice serio e io annuisco mentre vedo Bella salutarmi da lontano

“Certo mi dica” gli rispondo mentre alzo un braccio per salutarla

“Vedi è da quando sei tornato da Bevery Hills che non ti visito, e quindi vorrei visitarti al più presto, che ne dici di oggi pomeriggio dopo che esci da scuola?” mi chiede e ci penso due secondi, ha ragione ormai è da tanto che non mi visita e ieri me ne hanno parlato pure i miei fratelli

“Si va bene, dottore comunque le vorrei chiedere una cosa” gli dico subito prima che dica altro, intanto vedo la mia ragazza avvicinarsi

“Chiamami Carlisle, comunque dimmi” mi dice

“Per il fatto degli sport, come sono messo?” gli chiedo e lo sento sospirare, intanto Bella mi ha raggiunto

“Ciao” mi soffia Bella appena mi abbraccia e rispondo con un bacio mentre aspetto la risposta

“Ne potremmo parlare solo dopo la visita, per il momento non ti posso dire niente al riguardo” mi risponde e sospiro sconsolato, voglio fare qualche sport ma mi sa che non potrò fare niente

“Ok grazie. Allora ci vediamo oggi pomeriggio” rispondo

“Certo, buona giornata” mi risponde e poi chiude, intanto incontro lo sguardo curioso di Bella

“Tuo padre. Com’è andato il tuo arrivo a scuola da sola?” gli chiedo e mi sorride

“Noioso, domani mi passi a prendere pure se ci sono altri coinquilini con te. Tutto a posto?” mi chiede poi riferendosi alla chiamata

“Si, vuole solo visitarmi e da tanto che non lo fa” gli rispondo mentre camminiamo verso gli altri, pronti per un’altra giornata.

“Grazie, grazie, mi hai salvato. Ti adoro” mi dice Jack abbracciandomi quando usciamo dall’aula di matematica, alla fine della seconda ora

“Jack giù le mani dal mio uomo” gli dice Bella facendolo spostare e sghignazzo divertito mentre Angela si mette a ridere

“Ehy spostati, tu l’abbracci sempre” risponde offeso e mi prende l’altro braccio, e iniziano a tirare da due parti diverse, e non so se ridere o piangere perché sono la loro vittima

“Ben aiutami ti prego” imploro, nascondendo il divertimento, ma quando mi giro lui non c’è più

“Ben” lo chiama Angy anche lei confusa e i due litiganti si fermano perplessi, lasciando libere le mie povere braccia

“Ma quando siamo usciti era insieme a noi” constata Bella e sospiro sconsolato

“Vado a cercarlo. Piccola ci vediamo direttamente in classe” le dico baciandola e con un cenno saluto anche gli altri due mentre me ne vado.

Arrivo nei pressi della biblioteca scolastica quando, vicino alle scale che portano di sopra, sento delle voci che riconosco, subito svolto l’angolo e vedo Black, con il suo gruppo, maltrattare un ragazzino del primo anno

“Forza dammi i tuoi soldi o la passerai brutta” lo minaccia, nessuno dei presenti fa qualcosa perché sicuramente non vorranno mettersi contro di lui, ma m’irrito profondamente e decido d’intervenire

“Ehy Black, non ti ha mai detto nessuno che non si minacciano le persone” grido arrabbiato, l’ultima volta che abbiamo avuto una specie di scontro è stato il giorno d’inizio scuola, d’allora ho sempre evitato d’incontrarlo o di incontrare il suo sguardo

“Ehy Cullen. Dove sono le tue guardie del corpo?” chiede sarcastico e faccio finta di ridere mentre mi trovo un po’a disagio sotto gli occhi di tutti, ancora sono una specie di novità per loro

“Hanno altri impegni. Non sono mica come le tue che l’unica cosa che sanno fare è quella di seguirti e di baciarti le scarpe” rispondo e mi ghiaccia con lo sguardo mentre ,vicino a lui, Mike e Clive fanno un passo avanti in modo minaccioso

“Fermi!! Sai rompiscatole mi fa piacere che non ci siano così se voglio picchiarti posso farlo tranquillamente, nessuno dei qui presenti parlerà e tu ti ritroverai da solo” mi risponde gelido e cerco di non pensarci mentre un brivido mi attraversa la schiena

“Solo come sempre” dice invece Clive, la sue parole sono ghiaccio in confronto a quelle di Black, e senza pensarci mi porto una mano sotto la spalla destra

“Che c’è non dici niente?” mi prende in giro Black sghignazzando e solo dopo poco mi riprendo dal mio torpore

“Tranquillo stavo pensando a cosa dirti, ma non so che parola usare, meglio evitare non vorrei stancare il tuo cervellino” lo prendo in giro e mi faccio i complimenti da solo per aver reagito in questa maniera “Sai ieri pensavo alla gita in Spagna. Quando ho avuto Bella tra le braccia, non vedo l’ora di poterla usare un’altra volta, tutta mia e tu non potrai farci niente” e in quel momento, pure se so che sta blaterando per farmi incazzare, stringo i pugni

“Non conviene farmi arrabbiare, ti ricordo che io e te abbiamo un conto in sospeso dallo scorso Giugno” gli dico gelido, in quel momento suona la campanella ma io, Black, Corrigan, Newton, e qualche altro del loro gruppo, rimaniamo fermi

“E credi davvero che io mi lasci battere da te pivello?” mi chiede ironico

“Se non mi sbaglio,quella volta, stavo per ucciderti” gli dico e vedo un lampo attraversargli gli occhi, ecco ora uscirne vivo sarà un miracolo

“Ti riduco a pezzi” dice con rabbia e con lui avanzano anche gli altri due

“Ehy tre contro uno non è valido” dice una voce che riconosco subito

“Ecco perché siamo qui” dice un’altra voce che conosco e appena guardo dietro vedo Jack e Ben avvicinarsi, alla fine si è deciso a farsi trovare,pure se il suo sguardo è a disagio, cosa che capita ogni volta che Jack e vicino a lui

“Oh ecco qui due guardie del corpo” li prende in giro Newton

“Simpatico. Allora Edward tu tieniti Black, io prenderò Corrigan e tu Ben prendi Newton” ordina Jack, io lo guardo interrogativo e Ben annuisce involontariamente

“E a che serve?” chiede Black confuso, distogliendo gli occhi da me “Così ognuno ha il proprio avversario per tutto l’anno” scrolla le spalle per rispondere alle nostre occhiate

“Hai fatto proprio quello che volevo” dice Black e faccio solo in tempo a girarmi quando lo vedo lanciarsi contro di me

“Non pensarci minimamente” gli dico schivandolo e vedo Clive che cerca di venirmi addosso, Jack lo blocca subito

“ Ehy ho detto che ognuno ha il proprio avversario e se non batti me non lo potrai toccare” gli dice arrabbiato

“Moscerino tieniti pronto, sistemo lui e poi vengo da te” mi dice minaccioso mentre cerco di bloccare un altro attacco di Black, se Bella viene a sapere di quello che sta succedendo due sono le cose che mi potrebbe fare:

O mi ammazza!!
O si preoccupa e poi mi ammazza!!!

In tal caso sono fortunato che le lezioni sono ricominciate da pochi minuti e che da queste parti non passa mai nessuno nelle ore di studio

“Ben tieni d’occhio Netwon” gli dico e poi inizio a contrattaccare ……..

“Quello che è successo oggi non lo saprà nessuno e non avviseremo neanche le vostre famiglie. Ma non voglio più che succedano cose del genere chiaro?” ci sgrida il preside arrabbiato, alla fine siamo stati fortunati con lui

“Si signore” diciamo in coro

“Bene potete andare” ci congeda e usciamo

Vi state chiedendo cos’è successo nel corso della rissa?
Semplice … Con il trambusto che facevamo, per la prima volta in vita sua, la bibliotecaria è uscita a vedere cosa stava succedendo e vedendoci è corsa a chiamare il preside che, furente, ci ha trascinato nel suo ufficio

“Ehy Cullen, la prossima volta farò sul serio” grida Black lanciandomi con la promessa di una futura sfida e poi si allontana, nessuno di noi tre ribatte

“Peccato mi stavo divertendo” borbotta Jack e poi ci saluta per dirigersi velocemente verso la sua classe

“Ben dobbiamo parlare” dico subito girandomi verso di lui, che distoglie subito lo sguardo dal mio

“Di cosa?” mi chiede impassibile

“Di te. Ho notato il tuo comportamento con Jack e vorrei saperne il motivo” gli dico e lui continua a guardare da un’altra parte

“Non c’è niente da dire. E poi mi comporto normalmente” ribatte e scrolla le spalle

“Ben ti prego se c’è qualcosa che non va dimmelo, sei mio amico” lo imploro, non volevo litigare, ma la cosa ormai era evidente a tutti

“Non c’è niente” ripete un’altra volta ma per un secondo riesco a incrociare il suo sguardo e in quel momento capisco, pure se mi sembra assurdo che davvero pensi una cosa del genere

“Non mi dire che pensi che, solo perché ora c’è lui, tu non sei più il mio migliore amico” do voce ai miei pensieri, me ne aveva parlato Bella tre giorni fa, e quel giorno gli risi in faccia, non potevo credere davvero a una cosa del genere

“Cavolo non ci posso credere – continuo incredulo quando vedo che non mi risponde ,e capisco che la mia constatazione è falsa – Ben sei impazzito? Come fai a credere a una cosa del genere? Insomma tu sei stato una persona importante per la mia ambientazione una volta arrivato, è mi hai dato un grandissimo aiuto d’allora. Tu e Jack siete degli amici impareggiabili, non potrei cambiarvi per nessun motivo al mondo” gli spiego e mi guarda dubbioso, solo dopo pochi secondi il suo sguardo mostra imbarazzo

“Scusa hai ragione, e che quando ci hai detto che voi due eravate, e siete tutt’ora, grandi amici ho subito pensato che ormai non avessi più bisogno di me. E poi noi ci conosciamo ancora da poco mentre con Jack siete stati insieme molti anni e …” inizia a blaterare ma subito si blocca quando vede il mio sguardo minaccioso

“Ora ascoltami. Non voglio più sentire cose del genere, tu sei mio amico è questo non cambierà mai, certo ci conosciamo di più con Jack, ma qualche volta neanche lui può sapere come mi sento o cosa sto pensando, quindi non metterti in testa strane idee e se ti scopro a pensare cose del genere ti prendo a calci chiaro?” finisco ma con un po’ di tono ironico

“Ok scusa, ti prometto che sarò un bravo amico e che cercherò di sopportare Jack … e ti prometto anche che cercherò di coprirti le spalle da Newton” mi dice e mi metto a ridere per il tono che ha usato

“Questo è un buon inizio” dico quando finisco di ridere vedo che mi allunga una mano, e rimango perplesso

“Amici?” mi chiede senza darmi una risposta al suo gesto e scuoto la testa

“Non lo eravamo già?” chiedo ironico e lui sorride debolmente

“In teoria si” risponde e subito gli stringo la mano

“E ora non per metterti fretta, ma ci conviene andare nelle nostre classi” gli rispondo serio e subito iniziamo a correre

“Ah Ed?” mi chiama prima di andare dalla parte opposta alla mia, io mi fermo e lo guardo

“Grazie” finisce e poi si allontana.

Vi risparmio tutti i dialoghi della giornata, basti sapere che, una volta ritornato in classe, sia il professore mi sgridò per il ritardo, la mia ragazza era preoccupata ma, una volta che le ho spiegato tutto e che le ho detto che con Ben era tutto a posto, mi sorrise felice e orgogliosa, e per tutta la giornata pensai che forse tutto si sarebbe rimesso a posto …

Ma non potevo ancora sapere che, delle persone stavano architettando qualcosa che avrebbe fatto nuovamente crollare il mio mondo, forse in maniera irreparabile.




Holààà
“Salve a tutti sono Carlisle. I ragazzi si sono presi una vacanza, quindi sia in questo, che nel prossimo, capitolo ci sarò io. L’autrice è molto impegnata con visite di parenti e altro, e quindi non ci può essere neanche lei ma vi fa sapere che cercherà di postare il più presto possibile. Questo è un capitolo tranquillo, quindi non succederà niente di nuovo, ma l’azione inizierà dal prossimo capitolo. Spero di leggere i vostri commenti, alla prossima”
“Ps: all’autrice fa schifo questo capitolo quindi prego chi vuole recensire, di dirle che non è tanto brutto. Grazie”

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Capitolo 57
*** Impossibile ***


                                                                                        Impossibile



(Pov Edward)

Settembre alla fine riuscì a finire tranquillamente, niente crisi, niente litigate e niente incidenti, a parte Black logicamente, forse quelle terribili sensazioni che sentivo, e sento tutt’ora, dentro di me sono solo sciocchezze dovute all’ansia , forse Bella ha ragione anche su questo, mi faccio troppe storie mentali

“Eddy sei sicuro di non voler venire?” mi chiede Alice raggiungendomi in salone, voleva andare a Port Angeles con Rosalie per comprare gli ultimi acquisti per i bambini, mio fratello e mio cognato sono stati costretti ad andare con loro, ma io avevo la scelta libera

“Certo Ali, e poi più tardi mi devo vedere al parco con Bella” le rispondo scrollando le spalle, non mi sarei mai perso un’uscita con la mia ragazza e nessuno me l’avrebbe impedito

“Uffi sei cattivo, volevo fare un po’ di shopping con il mio fratellino” si lamenta imbronciandosi e sogghigno

“Dai ti prometto che qualche volta verrò con te” le rispondo e incrocio le dita dietro la schiena, forse uscirò con lei nella mia prossima vita e non in questa, ci potete scommettere

“Non dire bugie, intanto non ti credo. Comunque promettimi che qualunque cosa succeda ci chiamerai” mi ordina seria e annuisco mentre l’abbraccio

“Nana noi siamo pronti” annuncia Emmet scendendo con Rosalie al braccio, per fortuna la gravidanza stava andando tutto bene e i bambini sarebbero dovuti nascere i primi di Dicembre, la cosa strana e che ancora non mi hanno detto come vorranno chiamare i bambini, l’hanno detto solo agli altri due

“Lo vedo orso e menomale, almeno questa volta non ci hai impiegato un’eternità” risponde e gli fa la linguaccia

“Ragazzi potreste non iniziare a scannarvi per favore?” interviene Jazz

“Mi sa che è impossibile” sghignazzo

“Eddy zitto” dicono insieme i miei cari fratelli e alzo le mani sconfitto mentre faccio quattro passi indietro “Dai meglio andare” dice Rose precedendomi

“Si sennò poi torniamo tardi” si rifà serio Emmet e poi, dopo avermi salutato, se ne vanno, sospirando salgo in camera mia, era meglio non stare in salone sennò avrei potuto incontrare mio padre e la strega

Appena entro in camera accendo il computer e nell’attesa infilo subito una maglietta e un paio di jeans , quando mi seggo alla scrivania decido di girare un po’ per internet, tanto per passare l’attesa, e poi alla fine controllo la casella postale dove c’è un’ email di mio nonno, l’ora di spedizione è di ieri sera:

Ciao nipote,
come va? Stai, state bene?
Aspetto da un paio di settimane vostre notizie, ma voi non me ne fate arrivare quindi credo vada tutto alla grande, come dite voi giovani. Volevo informarti che ieri sera guardando in un album di ricordi ho trovato un biglietto indirizzato a te da parte di tua nonna, in questo foglietto però c’era scritto solo un nome: Edward Parker, era un amico, e anche compagno di scuola, di tua madre, ma è morto, vittima di una sparatoria, un anno prima che tu nascessi ..
Per il resto non so chi sia, e non credo che tu lo sappia, e non so perché questo biglietto è indirizzato a te ma, sicuramente, sarà roba del passato …
Non pensarci molto, con affetto il tuo nonnino preferito


Appena finisco di leggere spedisco una veloce risposta dove scrivo che stiamo tutti bene e che, per curiosità, farò qualche ricerca su questa persona e poi mi metto a cercare, inizio cercando il nome, ma solo dopo penso al fatto che ce ne saranno migliaia di persone che si chiamano in quel modo, e infatti mi trova più di duemila risultati
Cerco di limitare le ricerche mettendo la data di quand’è morto, ma in questo modo trovo solo venti risultati, ma diavolo, possibile che tutti quell’anno dovevano morire, se mi metto a cercare persona, per persona, non lo troverò mai prima di stasera e poi non so neanche il suo aspetto, oppure che lavoro stava facendo prima di morire
Poi in quel momento mi ricordo una cosa, se era compagno di scuola vuol dire che pure Lui lo conosceva, così, pure se non voglio, mi dirigo nello studio di “ Mr freddezza” come lo chiama sempre Bella

“Avanti” dice dopo pochi minuti che busso e ,solo dopo essermi promesso di non venire più a parlargli, decido di entrare

“Ciao” sospiro rimanendo sulla porta e riesco a vedere subito il suo sguardo sorpreso prima che lo sguardo gelido ritorni al proprio posto

“Che vuoi?” mi chiede duro, bene forse oggi posso risparmiarmi qualche battuta su di me

“Chiederti un’informazione” dico prendendo coraggio e non lasciandomi scoraggiare da quello sguardo, che per un minuto è assomigliato al mio

“Dimmi , l’importante è che te ne vai subito” mi dice e rimango stupito, wow la prima volta che mi ascolta

“Vorrei sapere se conosci un certo Parker” dico curioso, e mi guarda dubbioso prima di mettersi un indice sul mento, in fare pensieroso

“Parker hai detto? … Ne ho conosciuti molti, non sai dirmi altro?” mi chiede e noto interesse nella voce, quando lo riguardo ritrovo un altro sguardo al posto di quello duro e freddo, solo riservato a me, con la mano intanto mi fa segno di sedermi sul divano vicino alla porta

“Non saprei, se non mi sbaglio è morto nel 1991 e anche lui abitava a Chicago” gli rispondo, non voglio dirgli dell’email di nonno, e poi è così strana questa situazione che vorrei continuasse ancora un po’

“Ora che ci penso mi sembra di aver già sentito questo cognome, ma può essere che mi sbaglio. Davvero non sai altro?” mi chiede e sento il suo sguardo come se premesse contro di me, intanto sentiamo una macchina nel vialetto e, dato che sono sicuro che è la strega, mi appresto a lasciar stare il discorso

“Non fa niente, grazie lo stesso” dico e mi alzo subito, sto quasi per aprire la porta quando la sua mano mi tiene dalla spalla e mi giro verso di lui confuso e spaventato, ci fissiamo negli occhi e nel suo vedo una strana luce, sto per dire qualcosa quando …

“Cosa sta succedendo qui?” chiede la voce della racchia, e subito ci riscuotiamo mentre la porta si apre del tutto

“Niente di importante, stavo solo sgridando il ragazzo” dice ritornando ad essere quell’uomo burbero e freddo che è sempre stato

“Capisco. Caro adesso credo che tu te ne possa andare da questo studio,dato che non è un'ospedale. O hai bisogno di qualcosa?” mi chiede fintamente gentile ma lascio perdere la sua voce e mi decido ad uscire

“No grazie” dico soltanto ma, mentre sto chiudendo la porta, riesco a notare preoccupazione e paura negli occhi di mio padre, quegli occhi che sono, di nuovo, fissi nei miei finché non chiudo la porta.

Ora dico: ma che diavolo è successo? Non solo sono venuto a parlare con mio padre, quando non l’ho mai fatto in vita mia, ma per la prima volta vedo un uomo diverso da quello che conosco, possibile che lui sia davvero preoccupato per me?

“Ma che cavolo vado a pensare. Meglio se vado a fare un giro con la macchina” mi dico a voce e, dopo aver preso giubbotto e chiavi, mi fiondo nella mia amatissima macchina.

Chissà forse ora le mucche inizieranno a volare, gli asini a cantare e gli ippopotami a ballare, oppure adesso mi chiamerà Jack dicendomi che l’intera Inghilterra è affondata in un solo secondo, oppure Bella che mi dirà di aver incontrato per strada il gatto con gli stivali ….
Ma tutta questa storia è impossibile, insomma mio padre che parla civilmente con me e, non solo, mi guarda dispiaciuto e preoccupato al tempo stesso… no, non è possibile, ok tutto ad un tratto sto diventando matto, lo sapevo che la mia malattia poteva portare pure altre conseguenze ma non pensavo che mi facesse diventare matto fino a questo punto ….
In quell’istante suonò il telefono facendomi trasalire

“Pronto” risposi con voce roca, non ho neanche guardato di chi è il numero

“Ehy fratello non mi dire che stavi ancora dormendo?” mi chiede la voce scherzosa di Jack

“Non credo ti possa interessare. Comunque come mai hai chiamato?” gli rispondo divertito e ride della mia voce

“Così ,non sapevo che fare” risponde annoiato e questa volta rido io

“Come al solito” ribadisco

“Ehy guarda che mi offendo se dici così” mi risponde offeso, mentre tutta la confusione che avevo in testa inizia a sparire momentaneamente

“Ah ma stai zitto” gli ordino e poi ridiamo insieme

“Comunque grazie per avermi concesso questa breve dialogo ma ora devo fare una cosa. E comunque a parte gli scherzi ti ho chiamato per ricordarti che tra una settimana esatta, precisamente l’8, faccio il compleanno e quindi ti ricordo di non prendere impegni” mi dice minaccioso e sbuffo divertito

“Ah giusto non mi ricordavo questo piccolo particolare, be devo vedere se riesco a spostare tutti gli appuntamenti che ho preso per quel giorno” gli dico facendo finta che l’avevo dimenticato

“Scemo. Vedi di esserci o vengo a prenderti con la forza, hasta la vista amigo” e subito chiude la chiamata, dopo essermi assicurato che davvero la chiamata è chiusa butto il telefono sul sedile e accendo la radio, solo dopo aver messo uno dei miei cd preferiti, quello dei Finley.

In quel momento guardai se avevo delle macchine dietro, ma l’unica macchina che vidi era una Mercedes nera che stava quasi completamente attaccata a me, gli feci cenno si sorpassarmi dato che stavo facendo un giro e non dovevo per forza andare veloce, ma quella non accennò a farlo, così scrollai le spalle e continuai a guidare tranquillamente.
Alla fine decisi di svoltare verso il mare, la macchina continuava a seguirmi, ma, sicuramente, pensai che doveva fare quella strada il problema è che non capivo perché non mi superava dato che c’era la strada libera, così feci inversione e ritornai indietro, nel passare di fianco alla macchina vidi che c’erano delle persone incappucciate e vestite di nero, sembravano le stesse persone che, ormai, vedevo dalla morte di Axel …
Stupidamente pensai che sicuramente avrebbero continuato ad andare dritti, invece, pure la macchina fece inversione e mi seguì.
Accelerai fino a raggiungere i centoventi chilometri, ma con disappunto pure la macchina iniziava ad andare veloce, così alla fine raggiunsi i centocinquanta e svoltai su una strada che conduce dentro il bosco, feci tutte le curve in velocità e poi, quando arrivai dall’altra parte, ripresi la strada per la cittadina, la macchina ancora dietro..
Riuscì a seminarla solo grazie alla velocità e alle numerose case che c’erano prima dei negozi, mi fermai dietro al negozio di alimentari, e sospirando chiusi la radio per darmi un po’ di pace, in quel momento il telefonino suonò un’altra volta, e dopo aver guardato chi è risposi subito con il sorriso sulle labbra

“Pronto piccola?”

“Ehy, che fai?” mi chiede e capisco che sta sorridendo, e come al solito la sua voce mi fa dimenticare tutto

“Stavo giocando a Formula Uno. Tu?” gli dico scherzando, non mi va di dirle subito quello che è appena successo

“Sono bella e rilassata sul mio letto. E ho subito pensato a chiamarti” mi risponde

“Sai oggi pomeriggio devo raccontarti delle cose proprio assurde” gli dico ridendo fra me e me

“Ah si? Senti… riguardo a oggi pomeriggio, mi sa che non potremmo uscire” mi dice dispiaciuta e subito ritorno serio

“Perché? È successo qualcosa?” le chiedo e la sento sospirare

“Be di certo sai già che uno dei miei peggiori difetti è il fatto di essere tremendamente imbranata” mi ricorda intanto dall’altra parte del telefono sento numerose voci

“Si certo è una delle cose che amo di te. Comunque dove sei? Perché ci sono tutte queste voci se sei nel tuo letto?” le dico subito, non sembravano voci che cantavano quindi..

“Ecco, non sono a casa” finisce di dire e sospira e subito mi preoccupo

“E allora dove sei?” chiedo mentre cerco di capire

“Tu non ti arrabbiare però..” mi supplica

“Va bene, ma seriamente mi sto preoccupando, quindi dimmi dove sei” le dico subito

“In ospedale” risponde e il mio cervello va in totale black-out, come anche il mio cuore

“Co… come in ospedale? Che ci fai lì? Che è successo?” chiedo subito mentre con la mano faccio partire il motore della macchina

“Devi stare tranquillo però. Stamattina sono caduta dalle scale, colpa di un piede che ho messo male, e mi sono slogata un braccio. Non è niente di grave, infatti non me l’hanno neanche ingessato, ma papà mi vuole tenere in ospedale fino a domani mattina” finisce di spiegarmi e sono un po’ sollevato dal fatto che non si sia fatta niente di grave, intanto il mio cuore riprende ad avere battiti regolari

“Ok. Dieci minuti e sono li” le dico mentre entro in strada

“Edward non ce ne bisogno, davvero sto bene” mi dice

“Ci vediamo tra poco. Tu stai davvero bene?” le chiedo deviando la sua frase, voglio andare da lei e accertarmi con i miei occhi che stia davvero bene, non penserà di certo che l’abbandoni da sola in un letto d’ospedale?

“Si tranquillo e guida piano, non c’è fretta” ribadisce ma sento dalla sua voce che sorride

“Ok, a tra poco piccola” le dico, sorridendo anch’io, e dopo aver chiuso la chiamata accelero ancor di più sperando, anche, di non ritrovare quella macchina che m’inseguiva, un’altra volta


(Pov Emmet)

“Emmet se vuoi puoi andare a posare le buste” mi dice Rose, realizzando il mio più grande desiderio da quando siamo qui “Va bene” dico rinvigorendomi e Alice sbuffa prima di sorridere divertita

“Vai e muoviti, noi ti aspettiamo al bar” mi dice e sghignazzo per il tono che ha usato

“Vuoi una mano?” mi chiede invece Jazz ma nego subito

“No vado e torno” rispondo e poi mi allontano di corsa, facendo subito le numerose vie che conducono alla mia macchina e da quando siamo arrivati qui, e hanno iniziato subito a comprare, che non vedevo l’ora di posare le buste in macchina, in questo momento vorrei che Eddy fosse qui, almeno potrebbe essere utile portando pure lui le buste.

“Finalmente un po’ di riposo per le mie povere braccia” penso a voce e mi massaggio i muscoli, pure se in realtà non fanno male, rimango per un minuto appoggiato, con la schiena, allo sportello della macchina dopo che l’ho chiuso e guardo le persone che camminano sui marciapiedi della cittadina.

Dopo poco decisi di ritornare dagli altri ma, mentre stavo per attraversare la strada, una macchina nera si fermò davanti a me, i finestrini si abbassarono e vidi due pistole puntate contro di me ..
Non feci neanche in tempo a muovermi che sentì prima due spari e poi qualcosa attraversarmi tutto il corpo, e, mentre crollavo a terra, sentì la macchina nera ripartire e numerose urla, alla fine vidi tutto buio e non capì più niente ……




Holà!!
“Ed eccoci qua, in ritardo certo, ma l’importante è che ci siamo.”

“Edward? Ma tu che ci fai qui? Non dovevi essere ancora in vacanza?”
“Papà, ciao anche a te. Comunque mi scocciavo e quindi io e Bella siamo voluti tornare subito”
“Si infatti, gli altri invece torneranno nel prossimo capitolo”
“Credo però che se Emmet torna, poi si va a suicidare, insomma visto che gli succede?”
“Edward non parlare così di tuo fratello”

“Scusa mamma”
“Credo però, che il massimo che può fare, sia quello di non lasciare in pace l’autrice finché non lo farà svegliare. Sempre se vive”
“Carlisle non ti ci mettere pure tu”
“Be non so voi ma adesso sono curiosa di sapere cosa succederà nel prossimo capitolo. Insomma chissà come la prenderà Eddy questa faccenda”
“Be, non so l’Edward della storia, ma io la prendo piuttosto bene”
“EDWARD”
“Va bene,va bene, scusate. Il fatto è che, se non c’è Emmet, devo cercare di buttare anch’io qualche battuta,per non rendere questo spazio noioso”

“L’autrice ci informa che prima di venerdì non potremmo leggere niente, perché è impegnata con i recuperi scolastici”
“Comunque nel prossimo capitolo ci saremo tutti in questo spazio”
“Infatti sarà divertente”
“Dai è ora di chiudere”
“Ok, be speriamo il capitolo piacia e che ci farete sapere cosa ne pensate”
“Scusateci ancora per il ritardo, promettiamo che davvero non faremo più cosi tanti giorni di ritardo senza alcun motivo valido”

“Alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 58
*** Come una statua ***


NdA: le parti scritte in nero sono sia pensieri o sia dialoghi avvenuti prima, o nello stesso momento, che la persona li sta pensando …. Ma credo capirete meglio leggendo il capitolo


                                                                                                                                        
                                                                                                            Come una statua


 
(Pov Edward)

Che sta succedendo?
Perché improvvisamente vedo tutto nero?
Insomma mi ricordo che fino a pochi minuti fa ero con Bella, ma ora non capisco più niente … perché ….


“Sei sicura di stare bene?”
“Si tranquillo, te l’ho detto e poi ho convinto mio padre a mandarmi a casa. Insomma è inutile che mi tiene qui se il braccio lo riesco a muovere e se la botta alla testa non mi ha causato nessun danno”
“Sei una piccola diavoletta, dovresti ascoltarlo, ci preoccupiamo per te”
“Lo so, piccolo, ora però mi potresti riportare a casa?”
“D’accordo ma ….”
“Cosa?”
“Niente mi sta vibrando il telefono, rispondo un attimo e sarò subito da te”
“Non preoccuparti”


“Apri gli occhi”

“Pronto?”
“Edward, sono Jasper”
“Ehy Jaz, pensavo mi rispondesse Aly non tu”
“Alice ti voleva chiamare ma non ha potuto. Comunque ti volevo informare che stiamo tornando velocemente a Forks. Tu dove sei?”
“Come mai state tornando così presto? Sono in ospedale”
“In ospedale? Che ci fai lì? Ti è successo qualcosa?”
“No, tranquillo. Bella ha avuto un piccolo incidente, ma niente di grave”
“Menomale almeno voi state bene”
“In che senso?”
“Aspettaci lì, stiamo venendo anche noi”
“Ok, ma che è successo? Rose sta male? Tutto a posto?”


“Edward svegliati, per favore”

“Eddy sono Jack, ti prego se riesci a sentirmi apri gli occhi”


“Lei sta bene, ma …. Edward, hanno sparato a Emmet”
“Cosa?”
“Era andato a posare le buste in macchina, ma non è più tornato, alla fine sono andato a vedere che succedeva e ho visto un’ambulanza e i poliziotti. Noi gli siamo dietro, lo stanno portando a Forks velocemente”
“…….”


“Svegliati”

“Pronto Ed mi senti?”
Sparato a Emmet ….


“Ora basta, devi svegliarti”

Fu in quel momento, subito dopo aver sentito qualcosa di forte colpirmi alla guancia, che aprì di scatto gli occhi, davanti a me vidi Bella e Jack, tutt’e due apparentemente sollevati, in quel momento riuscì anche a notare che Jack stava allontanando la mano, prova che mi ha colpito lui

“Ma che è successo?” gli dico sedendomi di scatto

“Potevi essere più delicato sai?” gli dice Bella sarcastica mentre mi aiuta ad alzarmi da ….. un lettino? Intanto lui sbuffa

“Si, così mi toccava continuare a sentire i tuoi lamenti” la prende in giro

“Ah, ah, ah, davvero molto divertente” risponde acida e Jack inizia a ridere

“Grazie sono onorato di essere il vostro pagliaccio preferito” dice, ma lui che ci fa qui in ospedale?

“Ora basta, mi potreste spiegare che ci facevo sul pavimento?” gli chiedo prima che potessero dire altro e mi guardarono dubbiosi

“Diciamo che avevi voglia di dormire e hai voluto approfittare del pavimento usandolo come letto” mi dice Jack, e capisco che non ha proprio voglia di fare il serio, ma questo ormai l’avevo capito dalla chiamata di poche ore fa

“Jack fai il serio. Non ti ricordi niente?” mi chiede Bella dopo aver rimproverato il mio amico, che tra non molto sarebbe diventato il mio ex amico se continuava così

"Si, ero venuto a trovarti ma tu mi avevi avvisato che eri riuscita a convincere tuo padre a farti uscire e quindi ce ne stavamo andando …ma non mi ricordo che è successo dopo” gli dico e in quel momento guardo la stanza che mi circonda accorgendomi che è lo studio del dottor Swan, e quando ci sono arrivato?

“Sei svenuto è sei rimasto senza sensi per ben due ore, mio padre non poteva assisterti e così ho chiesto a Mark, il collega di mio padre, di portarti qui e ….” inizia a spiegarmi

“E dopo poco ha chiamato me per chiedermi di raggiungervi in ospedale” conclude per lei Jack, mi sa che, forse, è ritornato serio

“Ok” dico ancora confuso, questo non spiega perché sono svenuto, forse ho avuto una crisi e non la ricordo

“Davvero non ti ricordi niente?” mi chiede subito Bella, confusa come me, cos’è che devo ricordare?

“No, cosa devo ricordare? Non riesco a spiegarmi perché sono svenuto, ma non mi sembra che mi sono dimenticato qualcosa” le rispondo e sospirano dispiaciuti

“Non ti ricordi della chiamata che hai ricevuto mentre stavamo per uscire?” chiede Jack … be ora che ci penso mi sembra che sia successa una cosa del genere

“Forse, ma mi dite che devo ricordarmi?” gli chiedo, arrivavo prima a ricordarmelo se me lo dicevano loro

“Ti aveva chiamato Jasper, ti aveva detto che stavano venendo in ospedale” continua a dirmi Bella e in quel momento mi ricordai …


“Lei sta bene, ma … Edward, hanno sparato a Emmet”
  Sparato a Emmet …


“Emmet…” sussurrai sconvolto mentre mi ricordai tutta la conversazione, ora capivo, sicuramente sono svenuto appena Jasper me l’ha detto

“Se l’è ricordato” informa Jack a Bella, lei lo guarda male

“Davvero? Non me ne sono accorta sai?” gli risponde acida, c’è qualcosa di strano di solito non parlano mai così tra loro, ma forse sono io quello stranito e quindi mi sembra che si stiano comportando stranamente …

“Bella, sai come sta?” gli chiedo subito prima che Jack dica altro, subito ripunta gli occhi nei miei e leggo delle emozioni che non mi piacciono: timore, paura, dolore e tristezza

“Si è passata poco fa mia madre a informarci” mi avvisa mentre Jack va verso la porta

“Io sono fuori” ci informa e leggo il chiaro intento di lasciarci da soli, pure se non capisco perché

“Allora?” chiedo subito per farla continuare, intanto si siede vicino a me e mi prende la mano

“Quando l’ambulanza è arrivata era già troppo tardi, mio padre non ha potuto fare molto …”mi dice e lascia in sospeso il discorso per farmi capire bene quello che ha detto, ma avevo capito perfettamente e tutto iniziò a ruotarmi intorno mentre le parole raggiungevano dolorosamente anche il mio cuore

“Intendi dire che è …… morto?” riuscì a chiedergli spaventato dalla mia stessa frase

“No, non è morto. Però è in coma, e non sappiamo se si sveglierà” mi informa e deglutì faticosamente, non so dire se mi sarei sentito meglio se mi avesse detto che era morto …. Ma in ogni modo è sempre doloroso

“Portami da lui … per favore” le dissi piano e annuendo mi fece alzare.

Durante il tragitto non parlammo, io non riuscivo a dire niente, conscio che se mi fossi messo a parlare non avrei retto e sarei crollato davanti a tutti, la mia ragazza invece credo che lo faceva appositamente, sicuramente ha capito che ho bisogno di questo ……
In pochi minuti arrivammo al piano di chirurgia, e quando svoltammo verso le camere vidi il dottor Swan camminare verso di noi, solo quando alzò gli occhi e ci vide si fermò

“Ragazzi stavo appunto per raggiungervi . Esme mi ha informato che eri ancora senza sensi, Edward, e quindi stavo venendo” mi dice e annuisco

“Papà ma come sta Emmet? Si sveglierà vero?” chiede Bella al posto mio e gli lancio un’occhiata di ringraziamento, io non sarei riuscito a chiederglielo

“Non lo sappiamo, può essere che si sveglierà. Ma le sue condizioni erano critiche, possiamo solo sperare che si svegli” ci informa e mi guarda con uno sguardo fiducioso

“Posso vederlo?” gli chiedo e annuisce

“Certo, fuori la camera ci sono gli altri, quindi la riconoscerai subito. Io vi raggiungo tra un paio di minuti” e ci allontaniamo.

Appena siamo arrivati vedo Alice che piange stretta a Jasper mentre Esme cerca di consolarla, vedere Alice in quel modo mi fece male come se mi avessero dato una pugnalata, invece Rose sicuramente era dentro, mentre, vicino alla madre, Allyson stava giocando con Jack, ecco dov’era finito ….
Dopo aver dato un’ultima stretta a Bella la lascio, e mi fermo davanti a mia sorella mentre nessuno dei presenti dice niente

“Ehy non piangere, guarda che è forte come un orso” le dico, e sussulta spaventata prima di accorgersi che sono io

“Edward …” sussurra soltanto e poi me la ritrovo fra le braccia che piange, la stringo ma non dico altro, sarebbe inutile, in quel momento esce Rose dalla stanza, anche il suo volto deformato dalla quantità di lacrime scese, ma ciò nonostante mi sorride debolmente

“Avevo ragione a pensare che la voce era quella tua” mi dice e le lacrime ricominciano a sgorgare mentre con un braccio mi preparo ad abbracciare la mia seconda sorella, che prontamente accoglie l’invito, solo dopo un po’ di minuti mi guardarono e si staccarono dal mio abbraccio

“Vai da lui” mi dissero insieme e annuì, pure se mi spaventava entrare, subito mi girai verso Bella, che era rimasta dietro di me a fissarmi, e allungai una mano verso di lei

“Vieni con me?” le chiesi rispondendo alla sua domanda inespressa, e annuendo mi prese la mano, con lei niente mi faceva paura era la mia unica ancora di salvezza, l’unica che poteva salvarmi dal cadere nel dirupo.

Quando entrammo rimasi sbigottito dal vedere una persona come mio fratello immobile in un letto, pure se coperto si vedeva mezza fasciatura che gli prendeva metà spalla sinistra e metà petto, mi avvicinai piano come se avessi paura di svegliarlo, pure se l’unica cosa che volevo era proprio quella di svegliarlo Forse ora capivo come si sentivano i miei fratelli quando io ero su quel lettino, forse ora capisco cosa provavano, ma la situazione è troppo incredibile per sembrare reale ..
Non è possibile che uno come lui, forte, vivace e divertente, potesse diventare una specie di statua immobile, dove l’unico movimento che si può vedere è quello del petto. In quel momento mi accorsi di essermi seduto sulla sedia, Bella dietro di me con le mani appoggiate sulla mia spalla, non sapevo che dire, non sapevo che fare, l’unica cosa che potevo fare era quella di guardarlo e sperare che prima o poi si svegliasse

“Lui è forte, ce l’ha deve fare. Non è debole come me” sussurrai all’improvviso e Bella mi circondò con le braccia

“Sono sicura che ce l’ha farà, lui è forte come te, e se tu non molli, lui non può mollare” mi sussurra e poi mi abbandonai al suo abbraccio, l’unico che era ancora in grado di trattenere il mio crollo
           
                                        ………

“Dai Eddy devi dire il mio nome”
“Emmet lascialo stare non lo dirà mai”
“Stai zitta Alice. Su Eddy dì E..m..m..e..t”
“Semmai orso Yoghi”
“Alice stai zitta”
“Otto Oghi”
“Che hai detto Eddy?”
“Otto Oghi”
“Mi sa che da oggi quello sarà il tuo nuovo nome”
“Ma davvero Aly? Non l’avevo capito, e per colpa tua non imparerà mai il mio nome”
“Quanto sei bambino. Eddy mi dici chi è L'Orso Yoghi?”
“Emet è orto Oghi”
“Visto ha detto il tuo nome”
“Alice, Edward, vi adoro”
“Grazie fratellone lo sappiamo”
“Ti tappamo ellone”




Holàà

“E adesso eccoci di nuovo qua…”
“Pure se non possiamo portare novità…”
“Un po’ più strana del solito questa parte sarà…”
Perché adesso tutt’insieme noi siam”
“Ecco ringraziamo i ragazzi per questa rima, e bentornate da parte nostra”
“Sperando che il capitolo vi sia piaciuto”
“E che pure se piccolo sia bello”
“E come era stato promesso questa volta siamo tutt’insieme”
“Certo che siete tutt’insieme, e poi mi era anche stata richiesta una cosa del genere, mi dispiace solo che il capitolo non sia lunghissimo come speravo, ma se lo allungavo avrei dovuto aggiungere anche il prossimo capitolo ma questa cosa non mi piace perchè vorrei che il prossimo sia un bel pò lungo”
“AUTRICE, SEI TORNATA”
“Certo che si Emmy, sono di nuovo qui a tenerti d’occhio”
“Autrice mi sei mancata per tutto agosto”
“Grazie Ed sei un tesoro”
“Ti sono piaciute le rime iniziali? Siamo riusciti a convincere pure Carlisle”
“Si con la forza mi avete convinto”
“Siete degli idioti, mi avete imbrogliato il papà”
“Stai zitta Aly”
“Emmet non parlare così a tua sorella”
“Infatti Emmy lasciala stare”
“Jasper non prenderlo in giro pure tu”
“Grazie Rose, ti adoro”
“Autrice?”
“Si?”
“Ma non possiamo dare nessun anticipo del prossimo capitolo?”
“No Bella ancora no, però stavo pensando ….”
“Cosa?”
“Di mettere un piccolo spoiler, di quello che succederà un po’ più avanti, nel prossimo capitolo”
"Cooooosa??"
“Ehy è da quando sei così buona?”
“Emmet stai zitto”
“Autrice davvero nessuno di noi si aspettava una cosa del genere, insomma solo uno spoiler hai messo fino ad adesso”
“E se anticipavamo qualcosa ci prendevi a bastonate”
“Be… diciamo che dopo aver visto l’ultimo trailer di Breaking Dawn parte 2 mi sento molto più buona e felice”
“Allora è meglio approfittarne”
“Comunque io ho un’idea”
“Quale Emmet?”
“Facciamo così, saranno le nostre lettrici a dirci se vorranno o no uno spoiler di quello che succederà un po’ più avanti”
“Si potrebbe fare, e poi aspettiamo moltissimo i loro commenti”
“Va bene allora la decisione aspetta a voi care lettrici”
“Ci raccomandiamo”
“E ora ci dobbiamo salutare”
“Aspetta le ragazze vogliono chiudere con la rima, quindi salutiamo prima noi ragazzi”
 “Si, be alla prossima…… e comunque: autrice ne parleremo nel prossimo capitolo di come mi hai ridotto nella storia”
“Tranquillo Emmet ne parleremo con calma e poi ho già deciso cosa ti succederà e non provare a chiedermi niente perché non te lo dirò”
“Uffa …..”
“ Allora alla prossima”
“Sperando di postare presto”
“Non mancate al prossimo capitolo”
“Kiss…”
“Ragazze a voi”
“Adesso è giunta l’ora che il capitolo finisca qua …”
“Ma non vi preoccupate presto ritorniam …”
“Sperando che questo spazio vi abbia fatto nascere un piccolo sorriso…”
“Noi ci rivediam nel prossimo capitolo”

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Capitolo 59
*** Fuori dai guai solo per una volta ***



                                                               Fuori dai guai solo per una volta



(Pov Edward)

“Voglio uscire”
“Prima finisci di fare i compiti, sennò Alice si arrabbia"
 “Ma Emmy, lei non è a casa, e prometto che li finirò stasera”
“Dai Eddy devi solo completare due tabelline, niente di grave”
“Ma tu non li fai mai i compiti”
“Ma io sono più grande, e poi riesco sempre a farli all’ultimo”
“Ok ho capito……. Ciao fratellone vado a giocare con Jack”
“Ed torna qui, Alice mi ammazza se quando torna vede i compiti non finiti”
“Tranquillo troverò una scusa per salvare tutt’e due. Ciaooooo”
“Edward!!!! …. Cavolo è meglio se vado a comprare delle protezioni …”

                                                                                                 ………………………………………….

“Allora ragazzi, per la prossima volta voglio il riassunto di Amleto, più i commenti, in inglese” ordina il professore mentre tutti ci apprestiamo ad uscire dall’aula, ora mi aspetta solo l’ultima ora della giornata che è Educazione fisica

Quando esco dall’aula, con Bella al mio fianco, tutti i ragazzi mi guardano, ormai non ci faccio più peso, però, ormai, è da due settimane che si è aggiunto un motivo in più al loro guardarmi.
Sono passate solo due settimane da quando mio fratello è stato sparato, sono stato per una settimana intera nella stanza con mio fratello, ma alla fine, tutti, sono riusciti a convincermi a farmi uscire dall’ospedale e a ritornare a scuola.
Mio fratello non ha avuto ancora nessun miglioramento ,o peggioramento, e non so se è una cosa buona, il dottor Swan continua a dirci che possiamo solo aspettare, ma mi sono completamente scocciato di aspettare, non posso continuare a vedere Alice e Rosalie piangere come due fontane, non voglio arrivare in ospedale e sentire sempre le stesse cose Il fatto è che mi manca da morire, mi mancano le sue battute, i suoi abbracci incoraggianti, le sue risate, le sue sgridate … eh si, anche le sue punizioni mi mancano, mi manca davvero tanto e se per farlo svegliare devo morire io, morirei seduta stante …

“Edward? Ed ma ci stai ascoltando?” in quel momento la voce di Ben mi riscuote e vedo tutti i miei amici che mi guardano perplessi, Bella invece mi stringe la mano

“E voi quando ci avete raggiunto?” chiedo confuso, pensavo che ci vedevamo direttamente in palestra

“Edward siamo arrivati” mi dice Bella riscuotendomi del tutto dai miei pensieri e in quel momento mi accorgo che eravamo all’entrata della palestra, ok questo vuol dire che ero completamente preso dai miei pensieri da non essermi nemmeno accorto di dove stavo andando

“Capisco che è noioso stare a scuola, ma almeno potresti svegliarti all’ultima ora sai?” mi dice Jack divertito, non se l’è presa del fatto che non sono andato al suo compleanno, certo mi dispiaceva però mi sa che fino ad oggi non riuscivo a ragionare bene, in quel momento anche gli altri si misero a ridere

“Ah, ma state zitti. Stavo solo fingendo, certo che sapevo dove stavo andando” sbuffai divertito mentre, abbracciando la mia ragazza, nascosi la testa fra i suoi capelli in modo che nessuno vedesse che stavo sorridendo

“Si certo. Secondo me stavi fantasticando su Bella” dice Mark ridendo

“Certo, sennò su chi doveva fantasticare, anzi sicuramente stava cercando di immaginare se stesso, e Bella, in atteggiamenti molto erotici” gli da corda Ben

“Molto probabile, e credo che fosse arrivato alla parte dove Bella gli avrebbe detto -Oh Edward perfavore fammi ..... 
” stava iniziando a dire Jack ma lo fermai

“JACK!!” gridai scandalizzato, non potevo credere che stesse entrando in questi dettagli proprio davanti a tutti, nel mentre Bella si girò e si rifugiò, imbarazzata, tra le mie braccia

“Che c’è? Stavo dicendo -Oh Edward,perfavore fammi dormire perchè sono molto stanca-
” finì di dire e mentre gli altri iniziarono a ridere, io mi stavo maledicendo per non avere un martello grosso (tipo quello dei manga) per menarli tutti quanti

“Che seccatura non poterli prendere a pugni” sussurrai a Bella che sghignazzò contro il mio petto, e poi mi guardo in modo malandrino

“Tranquillo ci penso io” mi rassicura e poi si gira verso gli altri con un cipiglio severo

“Che vuoi fare?” chiedo confuso ma non mi da risposta e continua a guardare gli altri ridendo

“Ragazzi finitela, se solo fossi in questi atteggiamenti con Edward, resterei senza dormire anche per giorni interi, pur di non bloccare quei momenti” dice sicura lasciando tutti, me in primis, completamente allibiti, non pensavo potesse dire una cosa del genere

“Ma .. Bella” balbetto sorpreso, mentre ridendo mi prende una mano e mi trascina in palestra

“A dopo le chiacchere, ora andiamo sennò il professore ci squarta” ordina per poi baciarmi e andare nello spogliatoio femminile.

Per mia fortuna mentre ci cambiavamo nessuno di loro mi fece domande sul comportamento di Bella, ma sicuramente perché c’erano anche altri studenti, quando uscimmo dagli spogliatoi sia ragazzi, che ragazze, andarono ad accerchiarsi intorno al professore mentre io dovetti andare a sedermi sugli spalti dato che non potevo prendere parte alle attività, così ascoltai tutto da seduto
Di solito mi portavo un libro, o le cuffie, dato che non potevo fare niente ma quel giorno le dimenticai , e dovetti fare da spettatore mentre si dividevano a gruppi e iniziavano a svolgere le attività assegnate dal professore, i miei amici, facendo parte della squadra di Basket, si erano organizzati per fare una piccola partitella con qualcun altro mentre Bella e Angela hanno deciso di unirsi alle altre ragazze per giocare a pallavolo.
Osservavo la mia ragazza in tutti mi movimenti che faceva, certo ha rischiato di inciampare un bel paio di volte in solo pochi secondi, ma amavo molto la sua imbranataggine , e poi, più è imbranata, più la posso proteggere: quindi è un punto a mio favore!!
Cavolo però che noia, voglio fare qualcosa, non voglio stare fermo in quest’ora, non è giusto, voglio correre, giocare, divertirmi e liberare la mia mente da pensieri che stanno cercando di ritornare a galla
A un certo punto vidi il bidello che entrato chiamava il professore, e lui, dopo aver raccomandato a tutti di fare i bravi, uscì dalla palestra, io avevo iniziato a guardare il gruppo che giocava a basket, distraendomi dalla mia ragazza

“Stai zitta cretina” a un certo punto l’urlo della mia ragazza mi fa voltare verso di lei, e la vedo avanzare verso la Stanley che sicuramente stava spettegolando con le sue amiche “

Swan non sai che non si aggrediscono in questo modo le persone? E poi stavo parlando di cose mie che a te non interessano” la rimprovera e mentre tutti si fermano a guardarle io mi alzo e vado verso di loro, prima che si scateni qualche guerra

“Stavi parlando del MIO ragazzo, e per tua informazione la cosa mi riguarda MOLTISSIMO” grida un’altra volta, ed ecco a voi la mia leonessa che ritorna in campo, per guaio degli altri aggiungerei

“Il tuo ragazzo? Ancora con questa storia Swan? Quante volte devo dirti che Eddy è il mio amoruccio patatuccio?” ribatte e mi lancia un’occhiata mielosa, ok qualcuno ha un sacchetto? Mi sa che devo vomitare …

“Ma Jessica, capisco che è un ragazzo bellissimo, ma credo che è meglio evitare dato che non è in condizioni buone” le dice Lauren cattivamente

“Ma dai, non m’interessa, baderò io a lui finché starà bene” le risponde mentre raggiungo Bella che sta completamente perdendo le staffe

“Lasciale stare, non fa niente, sai che stanno facendo tutto questo solo per provocarti” le sussurro ma sembra non sentirmi

“Cullen non immischiarti nei loro affari” mi giunge la voce di Black che puntualmente appare con i suoi amichetti, ma perché devo avere questa lezione in comune con loro?

“Black fatti gli affari tuoi” gli dico tagliente, ormai la pazienza era persa con lui

"Jessica per favore la finiamo, vorrei fare quattro chiacchere con Cullen” dice Black all’oca e lei acconsente cedendo, mentre Bella, dopo essersi calmata, prende la mia mano in modo possessivo

“Io e te non ci dobbiamo dire proprio niente” dico invece io, intanto tutti ci guardano e solo all’ultimo mi sono accorto che i miei amici si sono avvicinati

“Invece si, volevo solo parlare amichevolmente” dice beffardo e sorrido freddamente

“Amichevolmente? Black tu puoi essere tutto, tranne che amichevole” rispondo

“Ma perché devi fare lo scontroso? Sto solo cercando di essere gentile” ribatte sarcastico

“Ah si? E perché?” chiedo, pure se so già la risposta

“Insomma gli amici si vedono anche nel momento del bisogno” mi dice sornione e sto per iniziare a ridere solo che mi trattengo

“Be non credo di averne bisogno in questo momento” dico e sto per voltarmi

“Si dice in giro che molto probabilmente tuo fratello non si sveglierà più, è vero?” mi chiede Clive bloccandomi e subito ritorno a guardarlo

“La cosa non t’interessa” ribatto

“Peccato, mi interessava sapere quando fosse il suo funerale” dice e sorride in modo brutale

“Ehy tieni a freno la lingua” ordina Jack minacciosamente mentre mi affianca

“Arper fatti gli affari tuoi, non stiamo parlando con te” ribatte Black, e vedo Jack pronto a rispondere se solo non l’avessi fermato io

“Lascia stare Jack, non perdere tempo con questi due pavoni che l’unica cosa che sanno fare è solo quella di fare i prepotenti quando sono solo dei vigliacchi” intervengo sprezzante

“Ma sentilo, noi vigliacchi? Ma almeno noi abbiamo una famiglia” mi risponde Black trafiggendomi con lo sguardo, pensava davvero che in questo modo avrei abbassato le mie difese?

“Si davvero una bellissima famiglia, se poi vi permettono questi comportamenti” dico mentre lo guardo anch’io negli occhi

“Tu, moscerino insignificante …” inizia a dire Black avanzando in modo minaccioso, vedo i ragazzi avanzare ma gli faccio cenno di fermarsi mentre faccio in modo che Bella mi stia dietro, ben al sicuro

“Moscerino insignificante? Meglio così, sai almeno non sono uno stupido pallone gonfiato so tutto io” ribatto con un sorriso strafottente

“Cullen stai attento a quello che dici, o potresti fare la stessa fine di tuo fratello” minaccia mentre sento il mio corpo che si irrigidisce

“O peggio, chissà …. ” continua Clive, che rompiscatole che erano

“Sentite ve l’ho già detto all’inizio, ma dato che avete la testa vuota ve lo ripeto: Non Sono Affari Vostri” sillabo alla fine scocciato, e per mia fortuna in quel momento suonò la campanella, così ci voltammo tutti per andarcene

“Aspetta un secondo, io e te non abbiamo finito” mi dice Black e mi volto mentre, con lo sguardo, dico agli altri di andarsene

“Ok ora basta, dite quello che volete, ma poi lasciatemi in pace” dico subito, mentre sento che rimangono tutti a guardarci

“Sai ho sentito in giro che tuo padre ha tradito tua madre per trent’anni, solo che mi chiedevo come ha fatto insomma o è stato un perfetto bugiardo oppure ….” iniziò a dire Black e corrugai la fronte mentre cercavo di capire dove voleva arrivare con quel suo discorso

“Oppure cosa?” chiesi curioso di quello che stava dicendo

“Oppure anche tua madre l’ho tradiva da tanto” finì e mi guardò, mentre nella testa mi ritornava una vecchia conversazione fatta con mio fratello mentre tornavamo da Chicago

“Primo lei non ha mai tradito nessuno, secondo ora che avete detto la vostra enormissima cazzata, me ne vado molto volentieri” dico

“Aspetta, guarda che non è finita qui, per oggi ti lasciamo andare ma la prossima volta saranno guai per te” mi dice, ma prima che possano dire altro vedo veloce verso gli spogliatoi, con Bella che mi segue come un’ombra, in soli dieci minuti sono già diretto verso la macchina dopo aver salutato tutti

“Edward, aspetta un secondo” mi ferma Bella e la guardo confuso

“Dimmi”

“Tutto a posto?” mi chiede accarezzandomi e gli sorrido incoraggiante, come facevo a calmarmi in solo pochi secondi quando c’era lei?

“Certo che si, solo che voglio andare subito in ospedale” le rispondo

“Però prima mi fai un piccolo piacere?” mi chiede con un sorriso furbesco e la guardo curioso

“Certo, dimmi” rispondo e la vedo allontanarsi di almeno un paio di passi, lasciandomi confuso, poi apre le braccia e mi sorride con un piccolo broncio

“Ho tanta voglia di coccole, mi potresti abbracciare?” mi chiede e mentre inizio a ridere mi fiondo subito a stringerla

“Stai diventando troppo viziata” le dico mentre la bacio

“Colpa tua che mi coccoli sempre” mi risponde sorridendo, solo che ci dovemmo staccare per colpa del mio telefonino

“Pronto Alice?” risposi a mia sorella velocemente, ora doveva essere in ospedale quindi …

“Edward vieni subito in ospedale” mi dice e stringo forte Bella al mio fianco

“Perché?” chiesi quasi senza fiato e Bella se ne accorse perché continuò a stringermi più forte

“So che è ancora presto, ma a  Rose si sono appena rotte le acque” …
                                                                                                        

                                                                                           …………………………………

“Emet, ma come naccono i bimbi?”
“Ehm … allora….”
“Emmet ti muovi a rispondere, non vedi come ti guarda?”
“Alice fammi concentrare. Be i bimbi li portano le cicogne”
“Ma Aly ha detto di no, e ha detto anche che non naccono neanche dai fiori o dalle api o dalle verdure”
“Sorellina ti strangolo”
“Alloa Emet dai”
“Allora, vedi Eddy, quando due persone si vogliono molto bene, succede che il papà da un semino alla mamma e da questo semino nasce un bambino”
“Wow che storia Emmet”
“Fai silenzio. Allora Eddy capito?”
“Edward rispondi”
“Piccolo stai male?”
“Edward??!!”
“Emet, Aly …”
“Che c’è?”
“Alloa io non tono un bimbo”
“Come?”
“Che intendi?”
“Io non tono un bimbo, tono una piantina”




Holààààà
“Ed eccoci tornati. E per iniziare auguro un buon anno scolastico a tutti”

“Capitolo tranquillino devo dire”
“Ma autrice non si vedono bene i sentimenti di Edward. Pensavo mancassi al mio fratellino”
“Tu non mi manchi mai Emmet”
“Zitto”
“Ma perché siamo solo noi?”
“Perché non voglio allungare questo spazio dato che alla fine ci sarà lo spoiler. Comunque anticipo che potremmo vedere i veri sentimenti di Edward nel prossimo capitolo”
“Aaaaah. Be io vorrei fare una domanda alle nostre care lettrici”
“Fai pure Ed”
“Riguarda i nomi. Allora secondo voi come si chiameranno i figli di Emmet e Rosalie. Oppure che nome vi piacerebbe che venisse loro dato?”
“Speriamo rispondiate”
“Autrice il prossimo capitolo quando?”
“Arriverà presto tranquillo”
“Però a una condizione, ci devono essere almeno tre recensioni in questo capitolo, sennò posteremo il più tardi possibile”
“Emmet non fare il cattivo”
“Non ascoltate Emmet, ci rivediamo presto al prossimo capitolo. E avvisiamo che anche nel prossimo capitolo ci potrebbe essere qualche altro ricordo ”
“Bene allora alla prossima,a Edward presenti tu lo spoiler questa volta”
“Kiss…… E aggiungo che vorremmo scusarci con sabryepenny (che ringraziamo ancora perchè ci segue fin dal primo capitolo) per non aver revisionato bene lo spoiler prima di mandarlo. Speriamo ci perdoni e ora ……..”

Spoileeer:

Chissà da quanto tempo sono in questo posto, forse da giorni, settimane oppure mesi, non mi ricordo neanche più l’odore dell’aria fresca.
L’unica luce qua dentro proviene solo da una luce debolissima, ma l’accendono solo quando mi vengono a trovare, e quindi non ho mai tempo per capire dove mi trovi, da quando sono qui l’unica cosa che riesco a fare è solo quella di parlare, pure se lentamente non riesco neanche a fare più quello.
Sono bloccato su un pavimento in cemento, con le mani e i piedi legati, per di più in questi giorni le persone che mi devono tenere sotto controllo ne approfittano e ogni sera, ogni dannatissima sera, mi vengono a trovare procurandomi ancora più ferite: ormai sono sicuro di avere una gamba rotta, come anche un paio di costole, sempre rotte, più ferite, tagli e lividi da tutte le parti …. Ah dimenticavo, ormai le crisi mi stanno venendo ogni giorno sempre più forti, tra una crisi e l’altra passano massimo cinque ore.
Se i miei fratelli mi vedessero sono sicuro che si preoccuperebbero non solo per le ferite, o le ossa rotte, ma anche per il fatto che sono molto denutrito, disidratato, infreddolito e sonnolento ….
Ma, per quest’ultima cosa, non posso farci niente, quando provo a riposarmi, tra una crisi e l’altra, quegli stronzi vengono a prendermi a calci.

“Eccoci qui, piccolo bastardo, siamo tornati” mi dice una voce, quella voce, e quando apro gli occhi lo vedo avvicinarsi con sguardo omicida

“Tornati a divertirvi eh?” chiedo ironico, ormai l’ironia era l’unica forma di difesa che mi era rimasta per provare a sottrarmi dall’abisso in cui ormai ero caduto

“Per la verità ero venuto a vedere se per caso eri morto, o se avevi provato a scappare, cosa che non mi sembra possibile” dice divertito

“Lasciatemi stare. Non so perché sono qui, ma non proverò a scappare perché voi potreste sempre prendervela con la mia famiglia, e li dovete lasciare stare” dico digrignando i denti

“Guarda che sono i nostri capi che decidono, quindi vedi di starti buono o potrei sperare che mi dicano di ucciderti subito. Per quanto riguarda la tua famiglia, ci siamo divertiti con loro, soprattutto mi ha divertito quello che abbiamo fatto la scorsa settimana” dice ridendo e rimango sorpreso, è già passata una settimana da quel giorno?

“Stai zitto, avete ucciso una povera bambina innocente e avete buttato il suo cadavere contro il muro come un sacco di patate. Mi fate schifo, siete solo dei luridi vermi” sussurro infuriato e la sua espressione diventa gelida mentre si avvicina

“Ehi mostriciattolo, attento a chi dai del verme, soprattutto se quello ti può uccidere subito” dice e dopo avermi scaraventato contro il muro con un calcio, prende la sua pistola puntandomela contro ….

“Giù le mani da mio figlio” sento gridare mentre la porta sbatte violentemente contro il muro, ma pure se non riesco a vedere perché è tutto buio, riesco a riconoscerne la voce mentre un sorriso, pure se debole, mi compare sul volto…….

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Capitolo 60
*** Ti prego,fratello,svegliati ***


                                                                    Ti prego, fratello, svegliati



(Pov Bella)

“Non riesco a capire, è ancora troppo presto” dico preoccupata mentre siamo in sala d’aspetto

Siamo qui solo da mezz’ora, Alice e Jasper sono con Rosalie in sala travaglio mentre Edward è seduto vicino a me, con la testa tra le mani, inutile dire che è preoccupato, ho chiamato mio padre che aveva il pomeriggio libero e sta arrivando, pure se lui non è un ginecologo almeno può entrare e vedere che sta succedendo

“Si questo è vero. Però in molti casi di gravidanza gemellare succede” mi risponde Edward dopo poco, non pensavo mi rispondesse

“Stai bene?” gli chiedo premurosa e sospira per poi guardarmi

“Credo di si …” risponde e lo abbraccio, cosa potevo dire? Se solo avessi detto qualcosa non so come potrebbe interpretarla

“Vedrai che staranno bene” sospiro e annuisce distratto

So benissimo che pure se non lo dimostra dentro è completamente distrutto, insomma scopre che qualcuno lo sta spiando, suo fratello va in coma, e sua cognata deve partorire due gemelli a solo sette mesi, queste non sono di certo cose che capitano sempre insieme

“Sai cosa mi preoccupa davvero?” mi chiede dopo un po’ e lo guardo subito

“Cosa?” dico per fargli capire che lo sto seguendo, intanto si alza e va verso una finestra

“Mi preoccupa che uno dei due bambini possa nascere con qualcosa di grave, mi preoccupa la salute di Rose, se lei dovesse morire Emmet ne soffrirebbe moltissimo, così come anche Alice e Jasper, e infine mi preoccupa il fatto che Emmet non si svegli il solo pensarlo mi fa uscire di testa eppure una parte di me sa, spera, che lui si sveglierà…….” sussurra disperato e mi viene una stretta al cuore nel vedere la sofferenza sul suo bellissimo viso

“Edward amore, si sveglierà e si sistemerà tutto vedrai, fidati” gli dico e vado ad abbracciarlo

“Non voglio illudermi, non voglio continuare a sperare, è inutile, è impossibile” mi dice e affonda il viso nell’incavo del collo

“Non è inutile, non devi dire così, si deve sempre sperare pure se tutto va a rotoli” sussurro e gli accarezzo la testa, dentro di me sapevo che prima o poi avrebbe reagito così, solo che non sapevo quando e come

“Ho paura di entrare nella sua camera un giorno e di vederlo freddo e immobile, ho paura che anche lui mi possa abbandonare, così come ha fatto nonna, come ha fatto …. “inizia a dirmi ma poi si blocca, so già chi stava per dire prima di bloccarsi

“Non succederà, non deve succedere. Lui non ti abbandonerà mai, e se l’ho farà vorrà dire che era destino …. Ma sono sicura che si sveglierà” sussurro ancora e da una parte sono felice che stia dimostrando i suoi sentimenti, c’erano quei momenti dove lui sembrava sempre quello forte, ma tra di noi è proprio lui quello insicuro su tutto, solo che non lo vuole dimostrare

“Come fai a esserne sicura?” mi guarda confuso e scrollo le spalle

“Ah non lo so, chiamiamolo sesto senso ” gli dico per cercare di smorzare l’aria triste, è ci riesco infatti fa una mezza risata

“Hai proprio un sesto senso strano” mi risponde e questa volta sono io a ridere

“Ragazzi?” in quel momento sentiamo la voce di Alice e quando ci giriamo la vediamo con Jasper che viene verso di noi

“Allora?” chiediamo subito sciogliendo il nostro abbraccio

“L’hanno portata adesso in sala parto, hanno voluto accelerargli la dilatazione, ma i dottori non vogliono che assistiamo anche noi” ci dice Jasper

“Ma è successo qualcosa?” ci chiede Alice guardandoci, e soffermandosi soprattutto sulla faccia del fratello

“No tranquilla”

“Tutto a posto” rispondiamo insieme, ma mi accorgo che Edward non è sembrato sicuro mentre lo diceva e questo, di certo, non è sfuggito neanche a Alice, che infatti sorride e va ad abbracciare il fratello

“Vieni qua testone” gli dice abbracciandolo

“Aly, davvero, è tutto a posto” le dice cercando di districarsi dal suo abbraccio, ma la sorella lo strinse di più

“Finiscila di dire bugie, se da piccolo eri bravo, ora non lo sei più nel dirle” lo rimprovera bonariamente, e mi emoziono un po’ nel guardarli

“Fazzoletto?” mi chiede Jasper distraendomi, ma quando mi giro a guardarlo vedo che ride felice, e capisco che mi ha preso in giro

“Ehy non ti ci mettere pure tu” gli dico facendolo ridere, mentre anche Alice e Edward iniziano a ridere un po’ rilassati, e alla fine mi unisco anch’io.


(Pov Edward)

Aspettammo per un’altra mezz’ora in sala d’attesa, inutile dire che si respirava solo ansia, a noi si era unita anche la signora Swan con la figlia, mentre il dottore era riuscito ad avere l’accesso in sala parto

“Voi siete i parenti della signora Cullen?” la voce del dottor Bringley, il ginecologo di Rose, ci fa trasalire, e subito gli andiamo in contro

“Si. Come sta?” gli chiede subito Jasper, mentre prendo subito la mano di Bella e la stringo

“Sta bene, solo stanca, ma sta bene” ci dice e tiriamo mezzo sospiro di sollievo, ancora non ha detto tutto

“E i bambini?” chiede subito Alice

“La bambina è sana come un pesce, respira bene quindi abbiamo deciso di non intervenire con l’incubatrice, solo se vediamo dei problemi lo faremo, lo stesso vale per il bambino. Per il resto dobbiamo vedere come reagiranno in questi giorni, potrebbero avere sia problemi fisici, che psicologici, ma non si manifesteranno subito” ci rassicura

“Menomale” sospira Aly, davvero rilassata per la prima volta in questi giorni, Bella intanto si stringe a me felice mentre Jasper ringrazia il dottore

“Quando li possiamo vedere?” gli chiede dopo avergli lasciato la mano

“Vi verrà a chiamare l’infermiera” risponde e poi se ne va

“Si, evviva sono zia” grida Alice saltando, letteralmente, in braccio al marito

“Congratulazioni” si congratula Esme con noi, mentre io mi giro verso la mia ragazza

“Vedi, te l’avevo detto” mi dice e ridendo la prendo fra le braccia

“Devo ricordarmi di dare più fiducia al tuo sesto senso” le dico ridendo

“Vedi di non sottovalutarmi più” mi rimprovera e poi mi bacia, è bellissimo quando sembra che vada tutto bene, sono felice che stiano bene, solo dopo quindici minuti ci fanno entrare in camera dalla neo mamma

“Rose congratulazioni” gli grida Alice mentre l’abbraccia

“Li avete visti?” ci chiede stanca, mi sento in colpa a disturbarla quando invece dovrebbe riposare

“Ancora no” gli risponde Jazz mentre sia io, che Bella, gli facciamo gli auguri, finalmente dopo due settimane riesco a leggere la gioia nei suoi occhi, quanto vorrei che ci fosse pure lui …..

“Ma sicuramente saranno bellissimi” le dice Bella mentre mi riscuoto, in quel momento bussarono alla porta ed entrano due infermiere con una culla ciascuna

“Permesso, vi abbiamo portato i nuovi arrivi” ci dice la prima infermiera, appena fermano le culle vicino al letto ci affacciamo tutti a vedere i bambini.

Rimasi completamente affascinato dai due bambini, erano piccolissimi, ma bellissimi, sicuramente erano gemelli eterozigoti dato che dalla bambina spuntava solo qualche ciuffo biondo, mentre il bambino aveva i capelli castani, pure se per il resto erano più o meno uguali

“Sono bellissimi” sospirammo tutti facendo ridere la nuova mamma

“Prendeteli coraggio, gli hanno già dato da mangiare le infermiere, per il momento il dottore vuole che eviti di dare loro il mio latte. Quindi prendeteli tranquillamente” ci disse e gongolante Alice prese prima il maschietto

“Vieni qui tesoruccio della zia” sussurrò prendendolo stretto tra le braccia, Jasper dietro di lei la guardava attentamente, forse per fare attenzione ai movimenti che faceva

“Edward, prendila” mi disse Rosalie pure se indugiavo nel prendere la piccola, avevo paure di farle male, però alla fine cedetti e la presi delicatamente

“Ehy ciao” le dissi stringendola piano, che strano tenere un neonato tra le braccia, è una cosa bellissima, poi la piccola è pure morbidissima ed era, anche, poco più grande della mia mano

“Rose sono stupendi tutt’e due” gli dice Bella che mi guarda affascinata, solo in quel momento mi ricordo di una cosa importante …

“Allora, adesso che sono nati, potrei sapere per favore quali sono i loro nomi?” chiedo a Rosalie, ero l’unico della famiglia a non saperlo e questo non mi piaceva

“Certo. Si chiamano Elizhabet e Eddy Cullen” annuncia felice, mentre io mi sento mancare la terra da sotto i piedi per alcuni secondi, Bella se ne accorge perché si stringe a me come se fosse una cosa naturale, per fare in modo che nessuno si accorga del mio vacillamento

“Dei nomi bellissimi per due bambini stupendi” commenta Alice con le lacrime agli occhi e riesco a notare l’occhiata che manda verso di me

“Ehy hai dimenticato il secondo nome del piccolo” gli dice Jasper offeso e Rose si mette a ridere

“Il suo secondo nome sarà Jasper, lo sai, solo che sarà separato dalla virgola” gli risponde e anche gli altri ridono alla faccia buffa di Jazz, in quel momento entrarono anche i signori Swan

“Permesso, volevamo fare le congratulazioni alla mamma” dice Esme avvicinandosi subito a Rose, mentre Allyson raggiunge Bella, che prontamente la prende in braccio

“Rosalie congratulazioni, sono davvero dei bambini bellissimi” gli dice invece Carlisle

“Grazie” risponde a tutt’e due, so benissimo che ancora non ho detto niente, ma non so che dire, insomma sapevo che molto probabilmente la bambina avrebbe avuto il nome di mia madre ma il maschio…… ok è sicuro che ne sono rimasto molto sorpreso!!!

Certo non è il mio nome intero, è solo l’abbreviazione, ma quello è il nome con cui mi parlava sempre lui, solo lui mi chiamava così ogni giorno, mentre mia sorella lo faceva solo nei momenti di piena dolcezza, lui lo faceva sempre: per prendermi in giro, per rimproverarmi, per chiamarmi, per proteggermi e per molte altre cose ….

“Ehm fratellino ti voglio bene, ma vorrei tenere la mia nipotina ora” mi distrae Alice, e confuso gliela faccio prendere mentre mi accorgo che il piccolo è tra le braccia della madre

“Oh scusa Alice ….” le rispondo e, ancor prima di capire i miei movimenti, mi ritrovo ad uscire velocemente dalla camera, sotto gli sguardi perplessi di tutti, e a correre verso la Sua camera …

Non so perché questa reazione, ma è come se sentissi la necessità di andare da lui, la necessità di voler stare con lui, quello stesso sentimento che avevo sempre da bambino quando mi mancava, quel sentimento che, fino a otto anni, mi faceva rifugiare nel suo letto in piena notte. Aprì di scatto la porta della camera e quando lo vidi, sempre immobile, ci rimasi male, non so perché ma speravo di trovarlo sveglio, ma perché non si svegliava ancora?

“Ehy, ciao. Sai sei appena diventato papà di due stupendi bambini” gli dico sedendomi nella sedia vicina, e con troppa allegria nella voce…

“I piccoli sono bellissimi, sono stupendi, pure se sono nati prematuri, Alice ha subito voluto prenderli in braccio e mi sa che se non la blocchiamo i bambini saranno in grave pericolo con lei ..” gli racconto e quasi sghignazzo, mi sarei dovuto battere per avere la precedenza sui miei nipotini, già lo sapevo, ma naturalmente nessuna risposta da lui, nessun movimento, niente, e non so perché ma in quel momento la mia rabbia, nascosta da giorni, esplose ….

“Cazzo Emmet, ti vuoi svegliare? Credi che sia bello dormire così tanto mentre noi siamo preoccupati? Non puoi continuare a stare in quel cazzo di letto; Tua moglie ha bisogno di te, i tuoi figli hanno bisogno di te, Alice e Jasper hanno pure bisogno di te. Cavolo pensi che sia facile vederti su quel letto, forse non lo sai, o non ci pensi, ma se tu non torni la nostra famiglia è persa, non è bello tornare a casa ogni giorno e vedere sempre tutti distrutti, è tutto malinconico ormai . Ma a te non te ne frega vero? Ti piace scherzare, prendere sempre in giro, ma in questo momento non t’interessa di come si sentono tutti – sbottai – Sai non ti ho mai detto una cosa, ma ora te la voglio dire come si deve, vedi Em io …. Io ti voglio bene!!! Ma che dico, ti voglio un casino di bene, mi manchi, cavolo, sei sempre stato l’unico davvero dalla mia parte, mi hai sempre capito, protetto, non ti facevi mai prendere dal sentimentalismo, sapevi sempre risollevare il morale, è sei sempre stato l’unico ad aiutarmi e a starmi vicino durante le mie crisi. Emmet sei mio fratello, sei una delle persone più importanti del mondo e non posso pensare di perderti, non posso pensare alla mia vita senza di te, sei uno degli unici che vorrei avere sempre vicino. So di non avertelo mai detto, so che ho sempre dato per scontato il fatto che lo sapessi, ma ti voglio bene, e voglio che ti svegli, voglio ancora ridere delle tue battute e prendere in giro Alice con te, voglio ancora fare quelle lunghe parlate con te, che certe volte duravano fino alla due di sera, e raccontarti di Bella, della scuola, dei miei amici e di come mi sento; Voglio sentirti ridere, voglio continuare a sentire i progetti futuri che avevi organizzato per te e i piccoli, voglio che ti svegli e che mi dici che andrà tutto bene, che tutto si risolverà nel migliore dei modi. Cazzo Emmet, potrei buttarmi pure da un grattacielo se solo me lo chiedessi…. Ti prego torna da me, ti prego fratellone non posso continuare a stare senza di te ….. ” finisco mentre delle lacrime escono dai miei occhi, ho buttato tutto fuori, tutto, non pensavo di riuscire a dire tutto questo a qualcuno che non fosse la mia ragazza Spossato lasciai cadere la testa sul letto, tra le braccia, avevo detto tutto, spero che davvero riesca a sentirmi, non credo di riuscire a ripetere le stesse cose un’altra volta, non me lo permetterei mai di ridire tutto, di far vedere di nuovo il mio vero stato d’animo, non voglio che le persone abbiano un motivo in più per preoccuparsi di me.

“Guarda che, in famiglia, sono sempre io a dire qualche parolaccia, quindi vedi di non rubarmi il posto” subito riaprì gli occhi di scatto, no, sto immaginando tutto, non può essere vero ….

“Non è che mi potresti ripetere tutte le cose che hai detto, sono troppe da metabolizzare in un solo secondo” ripeté la voce, stanca, molto stanca, e subito alzai veloce la testa per poi scontrarmi con due occhi marroni …. Non poteva essere vero!!!

“Sei davvero tu?” balbettai speranzoso, non ci credo…. “No sono un fantasma” dice ironicamente e non so come faccia

“Sei sveglio?” ripeto ancora in trance, perché mi sembra del tutto innaturale la cosa?

“Ed sei un pappagallo per caso? Stai tranquillo non dirò a nessuno del tuo sentimentalismo improvviso” mi ripete scherzando mentre continua a muovere solo mani e bocca, e le lacrime che poco prima avevano iniziato a scendere, e che poi si erano bloccate, ripresero il loro flusso

“Sei qui, sei qui, sei qui, sei qui …” ripeto e senza pensare al fatto che gli potrei fare del male, mi butto ad abbracciarlo

“Scusa ma da quando sei così piagnucolone?” mi chiede

“Stai zitto idiota” lo rimprovero mentre continuo ad abbracciarlo, a un certo punto sento la sua mano sulla testa

“Comunque, tanto per farti sapere, anch’io ti voglio bene fratellino” mi sussurra e dentro di me ringrazio che mio fratello si sia svegliato.




Holààà
“Ed eccoci qui”

“Autrice io mi sono ….”

“Si Emmet ti sei svegliato”

“Evvivaaaaa”
“Orso non rompere i timpani”
“E tu stai zitta nana”
“Ehy dillo di nuovo e ti meno”
“Alice per una volta potresti lasciarlo stare”
“Ma possibile che in un modo o nell’altro dovete sempre litigare?”
“Ma ha iniziato lei, rompe sempre”
“Perché tu fai l’idiota”

“Ehy ma nessuno mi calcola oggi? Guardate che mi offendo!!”
“Tranquillo amore ci sono io a coccolarti”

“E anch’io. Comunque speriamo che recensirete”
“Si, alla prossima”
“Kiss”
“Aly zitta”
“Tu zitto”
“Finitela”

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Capitolo 61
*** Tutto a meraviglia, o quasi!! ***


                                                                                       Tutto a meraviglia, o quasi!!



(Pov Edward)

Dal risveglio di mio fratello passò una settimana, è finalmente, sia lui che i bambini, erano a casa, è pensare che altri due giorni ed è finito pure Ottobre, il tempo vola certe volte.
Il giorno che si è svegliato, dopo che mi sono accorto che era vero, sono corso a chiamare la mia famiglia e appena li ho avvisati sono corsi tutti da lui, tranne Rose che non si poteva muovere, che però si è rifatta il giorno dopo, ma Carlisle, per evitare che si stancasse dopo un parto lungo e faticoso, aveva concesso a Emmet di poter uscire almeno due volte al giorno dalla camera, così che potesse vedere sia moglie che figli

“Folletto lasciami in pace con mia figlia, chiaro?” sentì sbraitare Emmet, era tornato solo da due giorni ma si sentiva com’era cambiata l’aria dal suo ritorno, logicamente però non si doveva muovere troppo, per almeno un’altra settimana, nel modo che la guarigione potesse andare bene

“No, la tieni da dieci minuti, è ora la voglio tenere io” si lamentò Aly, l’avevo detto che, una volta portati a casa i bimbi, lei sarebbe impazzita, a quanto pare anch’io, come Bella, riesco a prevedere certi eventi

“Alice perché, invece, non tieni Eddy?” le chiese Rose, pur di fermare la litigata che stava per scatenarsi

“Ok Rose, con molto piacere” trillò allegra

“Ehy perché non l’hai chiesto a me?” sentì Jasper offeso e Rosalie rise, così come risi io che mi ero fermato sulle scale

“Perché dovevo far star buoni i bambini. E io che pensavo di aver portato a casa solo due bimbi” rispose ridendo e, non riuscendo più a trattenermi, scoppiai in una sonoro risata

Ecco, questa è la mia famiglia, con due componenti in più certo, ma sempre mia, queste sono le persone che, non cambierò mai pure se qualcuno mi desse la possibilità di cambiare completamente la mia vita

“Oh, Elizhabet non senti anche tu una voce familiare?” sentì chiedere mio fratello, mentre io fermavo le risate, molto probabilmente la piccola fece un piccolo vagito perché li sentì ridere tutti

“Zietto, guarda che ti abbiamo riconosciuto. Perché non scendi dai tuoi adorati nipotini?” sentì trillare Alice più allegra e a quel punto non mi potei più nascondere a spiarla

“Eccomi” sospirai divertito entrando nel salone e guardandoli tutti, Emmet era alzato con la piccola sulla spalla, mentre vicino a lui c’era Jasper che guardava offeso la moglie, perché gli aveva rubato il nipotino, Rosalie invece si era seduta, sicuramente ancora stanca dato che non si era ripresa bene, mentre mia sorella cullava il piccolo

“Tutto a posto?” mi chiese Jaz sorridendomi, e io scrollai le spalle, lo sapeva, ormai era da una settimana che andava tutto a meraviglia

“Eddy pensavo, capisco che sono troppo piccoli, ma qualche volta potresti pure prenderli in braccio sai?” mi dice Aly, da quando sono nati li ho presi solo una volta in braccio, ma non vorrei fargli del male prendendoli “Infatti, io ancora non ho potuto avere questo piacere di vedere mio fratello con i miei figli in braccio, guarda che così mi offendo eh” borbotta Em mentre mi si avvicina

“Dai ragazzi, lo sapete il motivo, voi siete abituati, io invece l’unica bambina che ho tenuto in braccio è stata Allyson quando eravamo in vacanza” gli ricordo, e poi Allyson mica era leggera come questi piccoletti

“Se fai così, chissà come ti comporterai quando avrai dei figli tuoi” mi dice Jasper e lo guardo confuso, avere dei figli miei? Per la verità non ci ho mai pensato, anche perché non è sicuro che io ci arrivi ad averli

“Jaz non affrettare le cose, Ed andrà prima all’università, è meglio così poi si potrà sistemare e poi avere una famiglia tutta sua” dice Alice sorridendomi mentre sono sicuro di arrossire, ma non ne possono parlare quando non ci sono?

“Ragazzi lo state mettendo in imbarazzo. È poi vi ricordo che, se non fosse stato per lui, ieri sera i piccoli non si sarebbero addormentati ” sospira Rosalie esasperata, è l’unica che mi aiuta davvero a tenere a bada questi tre pazzi, ricordandomi anche che la sera precedente, su richiesta di mio fratello che non ce la faceva più, avevo suonato un pezzo al pianoforte per far addormentare i due nanetti

“Questa volta concordo con mia moglie, pure se lui ha solo suonato per calmarli mica li ha toccati. È poi adesso lo voglio attento” dice Em e quando lo guardo vedo che mi fa segno di prendere la piccola dalle sue braccia, subito lo guardo confuso e spaventato

“Emmy per la verità ….” cerco di dire, ma subito mi blocca mentre mi fa il chiaro segno di prendere la piccola

“Ed zitto e prendila” sbotta soltanto e sospirando mi accingo a prendere la bambina in braccio, cavolo non mi ricordavo fosse così piccola e leggera

“Vedi la piccola ti adora di già” scherza Emmet ridendo dopo che Elizhabet prese il mio dito, con cui la stavo accarezzando, nella sua piccola manina

“Ehy la piccola adora anche me, se è per questo” borbotta Jasper, ancora offeso, pure se un sorriso divertito gli compare tra le labbra

“Jaz, amore, non penserai mica di prendermi il posto di zia migliore vero?” gli chiede Alice minacciosamente e a quel punto riattacchiamo a ridere, mentre Rose va a riprendere per sicurezza il figlio, per evitare gli scatti d’ira della neo zia

“Ah ragazzi quanto mi siete mancati” sbotta Emmet continuando a ridere e in quel momento mi blocco e lancio un’occhiata complice agli altri

“Tu no!!!” gridiamo insieme, ma le nostre risate vengono interrotte dai pianti dei piccoli, che si sono spaventati

“No, piccola, dai, scusami” supplico la bambina, che per mia fortuna si calma quasi subito, mentre Eddy continua a piangere così forte che sembra abbia un microfono davanti alla bocca

“Cavolo che polmoni che ha questo bambino” dice Rose incredula è pensare che, pure se sono nati prematuramente, in certe occasioni sembrano bambini nati al giusto mese

“Forse da grande farà il cantante” dice Alice speranzosa, quello era stato anche il suo sogno da ragazza

“Mi dispiace sorellina ma diventerà un grandissimo tennista o calciatore, o giocatore di baseball” la incalza Emmet

“Emmet sai che non voglio diventi uno sportivo, perché potrebbe pure farsi male seriamente, e comunque farà quello che vorrà” gli dice Rose mentre riesce, miracolosamente, a calmare Eddy

“Secondo me potrebbe pure diventare un avvocato, o un poliziotto” dice invece Jasper, intanto mi seggo ma senza mollare la presa dalla piccola che si è accoccolata al mio petto

“Invece Elizhabet?” chiedo entrando nel discorso e mi guardano dubbiosi prima di pensarci

“Per quant’è calma, al contrario del fratello, potrebbe fare la scrittrice” pensa Jazz

“No, le insegnerò a diventare una brava stilista e poi apriremo un negozio insieme”

“No Alice scordatelo, mia figlia non sarà una patita della moda come te. Se la metti così, la terrò a casa mattina e sera, senza fartela vedere” sbotta Emmet e Alice lo guarda male

“Ma stai zitto,parli così solo perché sei un maschio” borbotta e guardo Rosalie, che nel frattempo si era seduta vicino a me con Eddy che dormiva beato, solo che quando la guardo vedo che mi fissa pensierosa

“Rose che c’è?” le chiedo confuso e lei si riscuote

“Scusa, stavo pensando che mi piacerebbe che lei diventasse una pianista” dice con un sorriso sulle labbra, mentre io mi blocco, come tutti gli altri, incapace di parlare

“Ma certo, sarebbe un’ottima idea, così potrebbe seguire le orme della nonna e dello zio, che bello” dice Aly felice saltellando sullo stesso punto, e anche Jasper sembra felice della cosa

“Un’ottima idea davvero” sospira Emmet concordando, mentre anche lui mi guarda, uno sguardo di supplica come se mi chiedesse di fare qualcosa di speciale per lui: subito capisco cosa

“Emmet, Rose, se volete, un giorno, sarò felice di insegnare alla piccola, anzi ai piccoli, a suonare se lo vorranno e se lo vorrete” dico entusiasta, sarebbe bello se questa tradizione del pianoforte andasse sempre avanti in generazioni

“Ottimo” sospira Emmet felicissimo

“Eddy ora mi daresti Lizzie?” mi chiede Alice dopo poco e la guardo divertito, poi lancio uno sguardo ai miei nipotini e la riguardo

“Scordatelo, da ora in poi, potrai toccare i bambini solo se non li avrò in braccio io” le dissi con una linguaccia e lei mi guardò male

“Siete cattivi” sbotta, fintamente offesa, e va in cucina pure se dopo un po’ sentiamo una leggere risata, ricoperta da quella forte di Emmet che fino ad adesso era rimasto sorpreso

“Fratellino sei un mito” dice ridendo, risata a cui poi ci aggiungiamo anche noi.
  
 ……. …………

Il giorno dopo


Cavolo che sonno che ho, non ho dormito per niente, dopo che i bambini avevano deciso di fare un bel concerto per tutta la serata, ho rischiato seriamente di addormentarmi durante le prime quattro ore e in mensa non ho neanche toccato cibo per quanto sono stanco

“Signor Cullen?” mi chiama il professore, apro gli occhi di scatto ricordandomi che sono in classe di biologia, è che per mia fortuna questa è la penultima ora

“Si professore?” chiedo riprendendomi e dopo aver guardato Bella che mi guarda divertita, e stranita, al tempo stesso

“Potrebbe dirmi di cosa stavo parlando?” mi chiede serio con voce da rimprovero, intanto vado in confusione : cavolo era meglio stare attento

“Fecondazione eterologa” mi suggerisce a bassa voce Bella, e per fortuna, mentre io la sento il prof no perché è impegnato a guardare me

“Della fecondazione eterologa” dico subito e per ringraziamento stringo la mano della mia ragazza, dopo la ringrazierò come si deve

“Bene, è mi può dire di cosa si tratta” mi chiede sempre il professore ma questo per fortuna lo sapevo di mio dato che leggo, e che ho, ogni libro riguardante la medicina a casa

“La fecondazione eterologa si verifica quando il seme, o l’ovulo, provengono da un soggetto esterno alla coppia che vuole avere un figlio, però non è accettata, quasi, da nessuna parte questo tipo di fecondazione” rispondo e Banner mi guarda curioso, pure se leggo un sorrisetto compiaciuto sulle sue labbra

“Bene, ma la prossima volta stia più attento” mi riprende e poi si gira e continua a spiegare

“Grazie” mi rivolgo a Bella e le do un bacio veloce, intanto mi sorride

“Di niente dottorino mio. Vedo che pure se non segui in classe, a casa studi” mi prende in giro e sghignazzo leggermente

“Be, sai sono un genio incompreso” le dico e la faccio ridere, per fortuna ride piano, mentre in quel momento sento una sensazione molto conosciuta e fastidiosa

“Ehy che c’è? Sei diventato serio di colpo” mi chiede preoccupata e la guardo dubbioso

“Devo fare la pipì” sussurro e mi guarda prima di sogghignare un’altra volta

“Wow che finezza, allora muoviti prima di fartela addosso” mi dice e annuisco velocemente mentre riporto lo sguardo sul professore

“Professore per favore posso andare in bagno, è urgente” dico subito e lui accenna senza proferire parola meno male perché, non l’avrei sentito dato che sono letteralmente scappato dalla classe.

Quando finisco di fare, quello che devo fare, mi dirigo verso la porta ma quella si apre di colpo e in meno di un minuto mi ritrovo con la testa schiacciata al muro e le mani tenute strette dietro alla schiena

“Finalmente soli, eh moscerino?” mi dice la voce di Clive, subito riapro gli occhi e cerco di guardarlo pure semi viene difficile

“Ti ha mandato Black vero?” gli chiedo, mai che mi lascino in pace vero?

“Lui non centra, non sono il suo cagnolino. Io faccio quello che voglio, e come lui aspiro a diventare il migliore di questa scuola” mi dice maligno e faccio una mezza risata

“Se è per questo non preoccuparti, ci stai riuscendo alla grande” ridacchio leggermente, non devo pensare a lui come quando eravamo nell’altra città, sennò mi farei prendere dalla paura senza alcun motivo

“Stai zitto, non ti conviene parlare soprattutto nelle condizioni in cui ti hanno messo” mi dice e rimango confuso da quello che ha detto: chi mi ha messo in cosa?

“Che intendi? Di chi parli?” chiedo subito, il braccio destro mi stava facendo male per quanto lo stava stringendo

“Sappi solo che sei dentro una cosa molto grande, una cosa dalla quale sarà difficile che ne uscirai vivo. Ma ora ho detto troppo, insomma non volevo parlarti di questo, volevo solo la mia vendetta personale dopo cinque anni che l’aspettavo” mi dice e ride malignamente mentre digrigno i denti, sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa del genere, ma non pensavo che avrebbe riusato un bagno come luogo per torturare la sue vittime

“Lasciami” sussurro, mentre la paura inizia a prendere il sopravvento, non voglio che vada a finire come tutte quelle volte, non voglio che si riaprano altre vecchie ferite del passato

“Sai quella volta non ho potuto fare niente, ma ora si che posso” continua a dirmi mentre con uno scatto fulmineo mi butta a terra, e dopo aver sbattuto la testa rimango intontito per un bel po’ mentre lo sento parlare

“Sei stato solo molto fortunato ma questa volta nessuno mi vieterà di finire il mio lavoro” finisce di dire mentre mi butta un calcio proprio in pieno stomaco

“Piantala” sussurro soffocando un grido, se solo fossi in piedi e lui non mi sovrastasse in questo modo, gliela farei pagare cara

“Non ci penso minimamente” ridice e poi ritira un altro calcio, ma perché non sono rimasto in classe?

“Lasciami andare, se qualche professore viene a saperlo finirai nei guai” gli dico, pregando dentro di me che smetta, ma so che non lo farà mai, lo conosco troppo bene

“Professori che però riuscirò a corrompere, insieme ai miei genitori, con dei soldi. Nessuno ti aiuterà più in questa scuola Cullen, ora sei solo e lo sarai sempre” dice malignamente, con una voce che mi fa venire i brividi per poi dire la sua frase preferita…

“Ora si balla nanerottolo”

No,no,no,no,no quella frase no, ti prego, non voglio ritornare a quei tempi, non voglio ricordarmi tutto il dolore che avevo e che non riuscivo a sopportare, non voglio, non adesso che sembra andare tutto bene, non adesso che potevo essere di nuovo felice.
È in quel momento, dopo un altro calcio, sentì i miei polmoni stringersi e il respiro che iniziava a diminuire, e delle fitte mi facevano soffocare mentre le grida di dolore che cercavo di reprimere, scomparvero colpa dell’assenza d’aria

“Che c’è piccolo? Non dici niente?” lo sento prendermi in giro, ma pure la visuale si sta sfuocando, cavolo ancora poco e sono sicuro perderò i sensi

“Ehy non rispondi, non fare il maleducato” ride freddamente, e per mia fortuna si blocca, solo che non si bloccano le fitte dovute ai miei cari attacchi freddi, certe volte le crisi le chiamo in questo modo dato che mi fanno anche sentire freddo

“Sai che ti dico? Lascio stare, insomma perché prendermi una possibile colpa quando tu, in un modo o nell’altro, morirai comunque? Tranquillo continuerò a prenderti a calci e a pugni ma ci penseranno gli altri a ucciderti completamente” dice continuando a ridere e poi, dopo aver spento la luce del bagno esce, sbattendo la porta mentre la campanella suona e io inizio a perdere conoscenza mentre una figura conosciuta si blocca nella mia mente, come se l’avessi davanti agli occhi

“Bella ti prego aiutami …” dico inconsciamente, con quelle poche parole che riesco a dire, non voglio soffocare

“Bella … liberami … sto soffocando” cerco di dirle, ma non accenna a muoversi, resta lì, ferma a guardarmi triste

“Bella … aiuto” ridico ma niente, non viene da me, e intanto non riesco neanche più a respirare e sento le palpebre chiudersi definitivamente

“Bella …” dico e poi il buio mi inghiotte mentre l’immagine scompare dalla mia mente…….




Holààààà!!!
“Ok, spero vi sia piaciuto il capitolo”
“Autrice ti strozzerei a volte”
“Perché Emmy?”
“Come perché? Perché mi attiri sempre fino alla fine del capitolo, e poi mi lasci di sasso a chiedermi : e adesso che succederà?”
“Vero autrice, confermo anch’io”
“Aaaaah”
“E non guardarmi in quel modo”
“Comunque pensavo mettevi un altro capitolo in ospedale, casomai dove informavo tutti del risveglio di Emmet”
“Be per la verità credo che tutti si aspettavano questo, ma poi ho pensato che mi sarebbero serviti più fuori dall’ospedale che dentro è quindi ho voluto mettere una scena familiare ricominciando da Casa Cullen direttamente”
“E poi come al tuo solito finisci con un po’ di azione”
“Infatti. Comunque autrice, Edward non ha mai delirato in questo modo durante le sue crisi”
“Be se vi ricordate Carlisle aveva avvisato che sarebbero ritornate forti, è vedremo molte altre volte Edward che parla mentre sta delirando, soprattutto più avanti nella storia dove ci saranno davvero scene toccanti e commoventi”
“E riguardo al prossimo capitolo che puoi dirci?”
“Non vi anticipo niente, anzi solo il titolo del capitolo che sarà: - il peso del passato-”
“Bene allora fino al prossimo capitolo fantasticherò su questo titolo, pensando a cosa ci potrà essere”

“E spero lo faranno anche le nostre lettrici, perché sono curiosa di vedere secondo loro di cosa si potrà parlare”
“Forse di Clive, dato che Edward ha pensato certe cose su di lui”

“Non dite niente”
“Scusa”
“Allora, alla prossima”
“E speriamo di leggere i vostri commenti”
“kiss”

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Capitolo 62
*** Il peso del passato ***


                                                                         Il peso del passato 

 

 
(Pov Emmet)

“Emmet tieni Eddy, devo cambiare Elizhabet” mi dice mia moglie, porgendomi il piccolo di casa tra le braccia, per mia fortuna non piange sennò sarebbero stati guai

“Certo tesoro” le rispondo, per mia fortuna non ci sono neanche Alice e Jasper sennò avremmo litigato su chi deve prendere il bambino …
Loro non sono a casa perché, la mia dolce e pestifera sorellina, è voluta andare a pranzo fuori con suo marito, per festeggiare il fatto che stiamo tutti bene, ormai sono fuori da due ore, pure se sono sicuro che torneranno da un momento all’altro, insomma sono quasi le quattro

“Sai stavo pensando al nome del piccolo” mi dice Rose mentre cerca di cambiare Lizzy, che però continua a muoversi

“Non ti piace Eddy?” le chiedo deluso, avevamo scelto insieme i nomi e sapeva, anche, quanto io ci tenevo a dargli il nome, in questo caso nome abbreviato, di mio fratello, peccato però che la legge non consente di dare il nome dello zio, al nipote, a meno che lo zio non sia morto, cosa a cui non voglio pensare

“No,no, il primo nome va benissimo. Io parlavo del secondo” mi risponde e mi manda un’occhiata veloce per vedere la mia espressione, intanto sospiro sollevato

“Eddy Jasper Cullen” ribadisco pensieroso, a dire la verità anche a me non piace come sta il secondo nome con il primo, ma non volevo dare dei dispiaceri a mia moglie e a mio cognato

“Non suona bene, mentre Eddy Cullen suona molto meglio, quindi pensavo….” inizia a dirmi ma si blocca pensierosa, e subito intervengo

“Ehy ne avevamo già parlato, i nomi saranno separati dalla virgola, quindi il bambino si chiamerà solo ,e soltanto, Eddy” le dico, mentre sentiamo la porta di casa aprirsi

“Siamo tornati” grida Alice e quando entra in salone si fionda su Rose e Lizzy “Ciao amore della zia, vieni da me?” le chiede e poi la prende subito

“Sorellina non si saluta?” le chiedo ironico e lei mi guarda fugacemente

“Ciao Emmet” dice soltanto e riporta l’attenzione su mia figlia

“Lasciala stare, sai che è così” entra Jasper mentre sbuffo sonoramente

“Com’è andato il pranzo?” chiede Rose

“Tutto bene grazie, posso?” mi chiede Jasper, tendendo le braccia al piccolo, e annuisco, almeno lui non me lo toglie dalle braccia come fa una certa nanetta di mia conoscenza

“Due minuti e poi tutt’e due nelle culle, chiaro?” ordina Rosalie sedendosi vicino a me, e ne approfitto per stringermela addosso

“Va bene” rispondono tutt’e due, e mentre li guardo un sorriso enorme si stampa sul mio volto: sta andando tutto bene!! Io sto bene, i bambini sono nati e stanno bene, Rose non ha fatto la stessa fine di mia madre, Alice non sta soffrendo più d’almeno due settimane, Jasper è sempre dalla mia parte e Edward non ha più nessuna crisi da settembre ….
Ops stavo dimenticando anche che, mio padre, non si fa più vedere pure se abita in questa casa, meglio di così non può andare…. Che tranquillità!!!

“Emmet perché sorridi?” mi chiede Alice curiosa, ma prima che io possa rispondergli suona il telefono

“Vado io” dico subito, almeno non devo svelare i miei pensieri

“Oh mio dio” esclamò subito Aly, e prima di alzare la cornetta la guardai subito confuso, che gli è preso?

“Che c’è Aly?” gli chiede Rose confusa, e mia sorella gli da velocemente la bambina tra le braccia

“Mi sono dimenticata che domani è Halloween. E Edward mi aveva chiesto se gli potevo sistemare il vestito da vampiro che ha preso l’altro ieri con Bella. Devo sbrigarmi, dev’essere lavato, e poi devo trovare dei trucchi per renderlo più vampirizzato e poi devo preparare anche i vestiti per noi, domani sera faranno una festa in piazza e ci saranno anche le giostre, e noi non possiamo, non, partecipare. È meglio se mi sbrigo” ci spiega velocemente e faccio solo in tempo a metabolizzare le cose, che subito scompare dalla mia visuale

“Ehm , Emmet?” mi chiama Jasper guardandomi divertito, molto probabilmente la mia faccia sta dimostrando un’espressione più che perplessa

“Dimmi?” gli chiedo mentre ho la decenza di chiudere la bocca, che senza accorgermene avevo spalancato

“Rispondi al telefono, sta ancora squillando” mi dice sghignazzando e mi riscuoto subito per poi rispondere velocemente

“Pronto?” chiedo, pure se ancora sono con i pensieri verso quella pazza

“Emmet, sono Bella” mi dice con urgenza è i miei pensieri si focalizzano subito sulla sua voce angosciata, e agitata, al tempo stesso

“Ciao Bella, è successo qualcosa?” le chiedo preoccupato, se non mi sbaglio, ora, dovrebbero essere alla lezione dell’ultima ora, d’almeno dieci minuti

“Edward è stato male, siamo appena arrivati in ospedale” mi dice velocemente mentre rimango paralizzato dalla sorpresa

“In che senso è stato male? È stata una crisi? Qualche rissa?” gli chiedo subito, intanto vedo Jasper che, dopo aver posato il piccolo nel carrozzino, prende di scatto le chiavi della sua macchina

“Non lo so, l’hanno trovato svenuto in bagno e subito hanno avvertito me, io ho chiamato subito mio padre che è venuto con l’ambulanza. Ma non so cos’è successo” sussurra e la sua voce inizia a farsi singhiozzante, così decido di lasciarla in pace

“Pochi minuti è siamo lì” le rispondo e poi chiudo

“Andiamo?” mi chiede Jasper e annuisco mentre saluto velocemente Rose

“Avvisa tu Alice, digli anche di aspettare a casa” dico a mia moglie

“Ok, state attenti” mi risponde e poi andiamo subito verso la macchina.

Restammo in silenzio per tutto il tragitto, sapevo che ancora non era tutto finito però ormai le crisi non gli venivano da un mese e quindi pensavo che stesse andando tutto bene, oppure forse non è stata una crisi ma qualcuno, sicuramente i bulli, gli hanno fatto del male ….. insomma l’hanno trovato in bagno, cavolo, qualcosa deve pur essere successa!!!

“Emmet, siamo arrivati” m’informa Jazz mentre entriamo nel parcheggio, e, ancor prima che la macchina abbia tempo di fermarsi, scendo

“Jazz inizio ad andare” grido a mio cognato, mentre corro verso l’entrata, stando attento a non sbattere con le persone davanti, non mi fermai neanche alla reception e proseguì verso il pronto soccorso

“Mi scusi” chiamai un’infermiera, molto giovane devo dire, che mi stava passando vicino, e lei mi guardò

“Si? Posso aiutarla?” chiese gentile sorridendomi

“Si cerco un ragazzo, è arrivato da pochi minuti scortato dal dottor Swan. Mi può dire dove posso trovarlo?” le chiedo e lei si fa pensierosa

“Con il dottor Swan ha detto? …. Ah si, vada in fondo a sinistra, la camera è quella alla sua destra” mi spiega e, dopo averla ringraziata, cammino verso il posto indicato.

Quando arrivo busso subito, dall’interno sento solo provenire dei lamenti e delle voci che parlano, vorrei aprire subito la porta ma decido di aspettare finché, finalmente, la porta non si aprì

“Emmet, sei arrivato, entra” mi dice Carlisle spostandosi, quando entro vedo Edward che si agita sul lettino e Bella che lo accarezza, forse nel tentativo di calmarlo

“Carlisle come sta?” gli chiedo mentre mi avvicino ai ragazzi, nel frattempo sto cercando di capire cosa sta sognando mio fratello se si agita così tanto

“Ti mentirei se dicessi che sta bene. Dalle analisi fatte quando l’hanno portato, abbiamo notato che ha preso una brutta botta alla testa, forse dovuta alla caduta a terra. Per quanto riguarda il resto: è stata una crisi” mi spiega

“Lasciami …. Non voglio… fammi uscire …” in quel momento riuscì a sentire bene quello che diceva mio fratello, e lo guardai curioso, che sta blaterando?

“Edward, sei al sicuro, tranquillo” lo supplica Bella evidentemente disperata, sicuramente questa è la prima volta che lo vede così agitato

“No… ti prego … no…. Fammi uscire… non voglio” continua a lamentarsi, agitandosi sempre di più

“Più o meno, è da quando l’abbiamo portato qui, che dice sempre le stesse cose” m’informa il dottore, e mi rendo conto di aver già vissuto una situazione del genere in passato, solo non mi ricordo per quale motivo e quando

“Edward sono Emmet, calmati non c’è nessuno che ti vuole fare del male” gli dico mentre gli vado completamente vicino

“Bella tu non sai proprio niente di quello che è successo?” chiede Carlisle alla figlia, e lei lo guarda disperata

“No papà, eravamo alla fine dell’ora di biologia quando è dovuto scappare in bagno, lo può confermare pure il professore, quando è suonata la campanella non era ancora tornato, è ,pure se preoccupata, ho pensato che forse aveva incontrato qualche nostro amico, che aveva ora buca. Così ho deciso di aspettarlo davanti alla classe dell’ultima ora, ma il bidello mi venne a chiamare dicendomi che mi voleva il preside, e che hanno trovato Edward svenuto in bagno. Così ti ho chiamato e poi l’ho raggiunto e sono stata con lui” racconta

“Non mi puoi costringere …. Non farò del male alle persone ….. Ora lasciami andare …” blatera ancora mio fratello, ma questa volta sembra più deciso, più impaurito

“Chi ti deve lasciare? Edward chi è che ti sta ostacolando?” gli chiede Carlisle e lo guardo confuso: davvero pensa che gli risponderà?

“ Clive …” rispose in un sussurro rispondendo anche alla mia domanda inespressa: Clive? Perché mi sembra di conoscerlo questo nome?

“Che c’entra lui? È stato lui ha farti del male in bagno?” gli chiede subito Bella, passando dalla disperazione alla rabbia più totale, ma Edward non si agita più, vittima del sonno e della stanchezza

“Bella chi è questo ragazzo?” gli chiede Carlisle curioso “ Il nuovo arrivo della scuola, ha fatto subito amicizia con Black” risponde solamente: nuovo arrivo?

“Ed non mi ha detto niente di questo nuovo arrivo” dico confuso, di solito mi dice tutto, a parte quella volta che non mi ha detto che gli avevano diagnosticato un tumore

“Forse perché aveva paura di dirtelo …” mi risponde esitante, e la guardo dubbioso

“Bella, Ed ti ha detto che io conosco questo ragazzo?” le chiedo e lei annuisce

“Forse il nome non ti dice niente, ma si lo conosci”

“Se ci dici anche il cognome, forse Emmet se lo ricorda” dice il dottore e lei sospira

“Corrigan” dice e capì tutto

“Clive Corrigan, lui è nella vostra scuola?” chiedo di scatto con rabbia, a Beverly Hills si era salvato, era riuscito a non finire in un carcere minorile solo grazie alle numerose conoscenze che avevano i suoi genitori, sennò lui e la sua famiglia sarebbero decisamente stati in guai molto grosso dopo quello che avevano fatto alla mia famiglia

“Si, Edward non te l’ho voleva dire, pensava avresti reagito male, pure se non ne so il motivo” mi risponde e mi guarda curiosa, pensavo che una volta lasciata quella città né io, e né Edward, avremmo dovuto più sentire parlare di lui : ma come al solito la fortuna è dalla nostra parte!!

“Che cosa ti ha raccontato di quel periodo?” le chiedo e mi seggo sul letto, vicino alla gamba di mio fratello

“Mi ha detto in generale com’era stata la sua vita, a scuola e a casa, mi ha detto come lo trattavano i suoi compagni, e mi ha detto anche che Clive era il capo del gruppo a cui si era unito dopo che Jack se n’era andato. Ma poi non si è soffermato molto sui particolare, né io volevo saperli dato che non volevo farlo soffrire” mi dice e sospiro, sapevo che sicuramente non gliel’avrebbe detto, ma ora che ci penso io sono l’unico che lo sa, anzi anche mio nonno lo sa

“Bella ti sei mai chiesta perché Edward è terrorizzato a morte da Clive?” le chiedo e lei aggrotta gli occhi

“Be perché era quello che lo picchiava solo perché lui non faceva mai quello che gli ordinava ….” mi dice pensierosa

“Questo è solo il motivo minore, lui non si fermerebbe mai neanche davanti a una pistola.”

“Che intendi con motivo minore? C’è ne un altro?” mi chiede corrugando la fronte senza capire, e annuisco

“Forse non te l’ha detto perché non vuole che ti preoccupi più del dovuto, ma devi sapere!! Vedi quello che adesso ti sto per raccontare è stato il motivo principale per il quale Clive stava per finire in carcere, il motivo che ha fatto in modo che Edward riuscisse a confessarmi tutto …. È anche uno dei tanti motivi per cui siamo venuti qui a Forks” le spiego, nel frattempo vedo anche il dottor Swan sedersi su una sedia e così mi giro anche verso di lui con lo sguardo

“Racconta” sussurra Bella incitandomi

“Eravamo nell’Aprile del 2004, Eddy aveva quasi finito la seconda media. Sapevo che dopo Jack, forse, si era fatto qualche nuovo amico, o almeno lo speravamo, ma lui non ci raccontava mai niente, ogni volta che gli chiedevamo di scuola, faceva in modo di evitarci, come se avesse commesso qualche grave delitto, o qualcosa del genere. Poi un giorno di metà Aprile non potei andare a prenderlo a scuola, perché in casa stava girando l’influenza e quindi dovevo aiutare mia nonna a curare sia il nonno che Aly, così gli chiesi se poteva tornare a piedi e accettò tranquillamente ma …. “ mi bloccai, pensare a quello che era successo mi faceva ancora fremere di rabbia: verso Ed, perché non mi aveva detto niente, verso me stesso, perché non ho potuto proteggerlo, e verso quel bastardo di Corrigan ..

“Ma?” m’incitò Bella, sempre più curiosa, lo vidi dalla sua espressione, che aveva capito, che era arrivato il momento cruciale

“Ma non tornò a casa, non lo vedemmo per ben due giorni consecutivi, eravamo preoccupati e la polizia di Beverly Hills aveva iniziato solo da solo un giorno le ricerche. Poi il secondo giorno, verso sera, bussarono alla porta e quando aprì.. Me lo ritrovai davanti con una brutta ferita alla testa, i vestiti strappati e lividi nelle parti visibili, non feci neanche in tempo a pronunciare il suo nome che mi si catapultò tra le braccia ….”

“Una ferita alla testa? Ecco perché ha quella piccola cicatrice sul cranio” pensò il dottor Swan, sicuramente l’avrà vista oggi mentre gliela controllava dopo la botta

“Si infatti” confermai

“Ti disse subito cosa gli era successo?” mi chiese subito Bella, preoccupata, incitandomi velocemente con le mani

“Si, senza che io potessi dirgli niente, mi confessò tutto: Clive gli aveva detto se andava con lui dopo scuola e lui, non potendo rifiutare, dovette accettare. Mi disse che erano andati in una casetta abbandonata, e che lì Corrigan chiuse la porta, per poi iniziare a picchiarlo, con un bastone, solo perché Edward non aveva voluto picchiare un ragazzino e prendergli i soldi. Alla fine, Corrigan, se ne andò ma chiuse la porta a chiavi è, mentre era notte fonda, al buio della stanza ebbe una crisi forte …. Quando si risvegliò, il giorno dopo, si accorse che era tardo pomeriggio così ruppe una finestra e ricordandosi la strada, riuscì a ritornare. E poi mi confessò anche il resto delle cose su quel gruppo” finì di raccontare

“E poi?” mi richiese Bella e la guardai confuso

“Cosa?” gli chiesi infatti

“Insomma, dopo che ti ha confessato tutto, che hai fatto?” mi chiese curiosa

“All’inizio cercai di calmarlo, non volevo gli venisse un’altra crisi, e poi, dopo averlo curato, ne parlai con la mia famiglia. Nonno quindi convocò un avvocato e denunciammo Clive Corrigan, in tribunale tutti i punti erano a nostro favore, ma quel bastardo si salvò solo grazie a soldi e grazie ad avvocati più bravi del nostro. Mi ricordo che alla fine della sentenza, ebbi quasi una rissa con il fratello maggiore di Clive,Afton, aveva insultato mio fratello e quindi mi sono fatto prendere dalla rabbia e l’ho aggredito, per fortuna però mi hanno bloccato, sennò sarebbe finito in ospedale” finì di spiegare e Bella stava per dirmi altro quando ci bloccò una voce a noi conosciuta

“Sono stato uno sciocco” sussurro quella voce, e subito ci girammo verso l’occupante del letto

“No, eri solo spaventato” lo consolò Bella accarezzandolo mentre si sedeva

“Immagino che se vi avessi detto tutto, poi non sarebbe successo tutto quello che, invece, è successo” dice e mi guarda imbarazzato mentre sbuffo divertito

“Esattamente” gli dissi e lo guardai un po’ male, prima di fargli la linguaccia, alla fine è andata com’è andata, non si può cambiare niente e non posso dargli la colpa se aveva paura

“Edward non ti affliggere troppo sul passato, lo ricorderai, però devi fare in modo che non ti condizioni o ti potrebbe portare a farti del male” gli consigliò Carlisle e lui annuì impercettibilmente, solo in quel momento mi accorsi di una figura vicino alla porta

“Jazz? Da quanto sei dentro?” gli chiedo divertito, poverino non gli abbiamo dato retta

“Ho sentito tutto il racconto, e comunque Alice mi sta tartassando di messaggi. Che ne dite se ritorniamo a casa?” ci chiese e guardò il dottore

“Si, direi che hai ragione. Edward mi raccomando fino a domani mattina stai a riposo” si raccomandò e poi dovette uscire, dato che si era trattenuto troppo con noi

“Emmet posso cenare da voi? Sai non mi va di lasciare da solo questo testone” mi chiese Bella e io risi mentre Edward prese un’espressione offesa

“Ehy testone a chi?” borbottò

“Certo che si Bellina” le dissi nello stesso momento mentre ci alzavamo

“Domani entriamo nella casa infestata vero?” sentì Edward sussurrare a Bella, mentre uscivamo, rimanendo dietro di noi

“Certo che si, domani dovrà essere un Halloween spaventoso” rispose tetra lei e lui rise

“Bene, mia cara, vedrai che io sarò il primo a farti spaventare” disse, con tono tetro anche lui, e poi con la coda dell’occhio li vidi baciarsi

“Jasper mi sa che, massimo cinque anni, assisteremo a un matrimonio” scherzai io ridendo, risata a cui si unì mio cognato, mentre i piccioncini …. Be loro continuavano a fare i romanticoni a suon di bacetti …. Tipico no?!!




Holààà
“Ed eccoci di nuovo qui”
“Con un capitolo che ci ha fatto impazzir”
“Scusate se neanche risposto vi abbiam”
“Ma poco tempo per postare in questi giorni si ha”
“Sperando che il prima possibile ritorniam”
“Una piccola cosa vi diciam”
“Nel prossimo capitolo ci sarà …”
“Un colpo di scena che vi potrebbe far preoccupar”
“Ma non temete, lo vedrete”
“Nel prossimo capitolo se seguirete”
“Ora alla prossima, vi dobbiam salutar”
“E di leggere i vostri commenti speriam”
“Ora chiudiamo questa bella canzon”
“Che ci è costata molta attenzion”
“E sperando che, della canzoncina, non vogliate il bis”
“Vi salutiamo con un bel …”
“Kiss”

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Capitolo 63
*** Un Halloween da brivido!! ***


                                                                                                                       Un Halloween da brivido!!



(Pov Edward)

“Alice, dove hai messo il mio mantello?” grido dalle scale

Ormai era pomeriggio inoltrato, e dopo aver fatto quel po’ di compiti che avevo, sono corso a prepararmi per la serata, ma logicamente qualcosa mi doveva pure mancare ….

“Nel tuo armadio” grida mia sorella di rimando, e per la seconda volta vado a rovistare nel mio armadio, che stranamente era rimasto intoccato da mia sorella

“Guarda tu se un vampiro può andare in giro senza mantello” borbotto, ieri sera avevo sistemato tutte le cose da una parte ,così che poi non avrei fatto tardi, il resto delle cose le avevo trovate, e certe le avevo già messe, ma per forza mi doveva mancare qualcosa …

“Ed posso entrare?” bussa Emmet alla porta, e sospirando sconfitto mi seggo sul letto

“Si, entra pure” dico e lo vedo entrare con un ….. vestito da Shrek???!!!

“Oh cavolo!!” esclamo quando lo vedo, per poi scoppiare a ridere, ok lo so che non dovrei: ma vedere mio fratello con due orecchie, grosse, verdi come la faccia, e con un vestito, marrone e beige, che lo faceva assomigliare a una specie di mongolfiera…. Be è piuttosto esilarante

“Ehy non voglio nessun commento e possibilmente vorrei che, tu, non ridessi” sbuffa e goffamente mi raggiunge sul letto, mentre non riesco a bloccare le risate che, tra poco, mi faranno andare in completa assenza di ossigeno

“La finisci?! Alice ha voluto farmi vestire in questo modo, perché non vuole che i bambini possano aver paura del loro papà: ma io dico, sono appena nati e ancora non vedono i colori” continua a sbuffare e, vedendo che non ho ancora finito di ridere, mi tira uno scappellotto in testa

“Ahi, va bene, sto zitto” borbotto facendolo ghignare

“Ottimo” sospira vittorioso e lo guardo truce

“Comunque, che vuoi?” gli chiedo e vedo che mi porge una specie di tovaglia lunga, di colore nero e rosso

“Credo che questo sia tuo, l’ho trovato nella cameretta dei bambini” mi dice divertito e, solo dopo che lo tocco, riconosco che è il mio mantello

“Nella cameretta?” dico confuso

“Si, forse sei passato a guardare i piccoli, e ce l’avevi in mano” dice scrollando le spalle e subito mi ricordo: stamattina quando stavo sistemando velocemente le cose, prima di andare a scuola, avevo sentito un leggero lamento e quindi sono andato nella seconda stanza davanti alla mia, a controllare i piccoli ….

“Certo, ora ricordo. Grazie Em” gli dico alzandomi contemporaneamente a lui “Bene il mio lavoro qui è terminato.

"Ora vado a finire gli ultimi preparativi su di me” finisce di dire e, cercando di imitare una delle mosse di Superman, esce di corsa dalla mia camera.

Dopo un paio di minuti sono già pronto, avevo comprato pure del finto sangue, che ho provveduto a spalmarlo ai lati della bocca e anche sulla mia camicia bianca, che avevo sistemato accuratamente dentro i pantaloni neri mentre, per creare un vero look da vampiro, dovevo affidarmi a … ALICE!!!
Ecco, l’idea che ora devo scendere e farmi truccare da lei, mi mette i brividi, ma è l’unica, oltre Rose, che ci sa fare con i trucchi in questa casa, così prendendo il mio mantello sotto braccio, l’avrei messo a lavoro ultimato, scendo verso la camera di mia sorella dove, spero di no, si sarebbe tenuto il mio funerale

“Alice sono venuto per il trucco, posso entrare?” chiedo alla porta della sua camera, mentre dentro sentivo degli strani rumori

“Entra pure” mi dice è, una volta dentro, mi ritrovo in mezzo al caos più totale: i vestiti erano tutti sparsi per la camera, tipo tappeto sui pavimenti, i trucchi sparpagliati su letti e comodini, le scarpe, nello stesso modo dei vestiti, è qualcuna era appesa pure ai quadri, credetemi, per uno come me, questa è una foresta selvaggia

“Ehm, Aly, volevi creare un’atmosfera paurosa in questa camera? Perché, credimi, ci sei riuscita” sussurro mentre guardo una scarpa che, non si sa come, resta appesa allo specchio della camera

“Molto spiritoso, siediti sul letto che arrivo” dice sarcastica, la sua voce proviene dal bagno, dopo che mi seggo continuo a guardarmi intorno, quando vedo un mucchio di paglia sulla sedia, ci metto solo poco tempo a capire che quel mucchio di paglia sporge da una maglietta

“Mi so mimetizzare bene, vero?” chiede la voce di mio cognato spaventandomi, infatti ,dopo poco, vedo quella paglia muoversi e la testa di Jasper uscire da sotto un grosso cappello blu, anch’esso pieno di paglia

“Jaz ma come hai fatto a prendere tutta quella paglia?” gli chiedo cercando di non fargli capire che mi ero spaventato

“Merito di mia moglie, ha svaligiato un intero negozio. E ora stavo aspettando che si decidesse a uscire dal bagno, credo che abbia dormito la dentro ” dice ridendo e si siede vicino a me

“Guarda che ti ho sentito” sbuffa mia sorella raggiungendoci, lei ha un vestito da strega, senza maniche e di colore viola, che finisce alle ginocchia, la faccia invece l’aveva resa più scura, con qualche finta ruga

“Wow Alice, hai stile” commento sorridendogli, e lei mi guarda confusa

“Non so se prenderlo come complimento, o presa in giro, ma grazie” dice baciandomi e poi vedo che prende dei trucchi per me

“Aly mi potresti fare una specie di effetto ombra in viso? Così da sembrare più tetro” le chiedo e si fa pensierosa

“Posso provarci, ma prima mi concentro sulle cose sicure” dice sorridendo e poi si mette al lavoro, prendendo prima il borotalco e la cipria

“Aly non esagerare nel farmi pallido sennò se mi viene una crisi voi non ve ne potrete accorgere” dico scherzando ma, da parte sua, ricevo un’occhiataccia

“Fratellino non è divertente” borbotta dopo che ha finito, e poi si abbassa a prendere anche le altre cose

“Ora voglio metterti un po’ di nero intorno agli occhi. Hai fatto bene a non metterti il gel nei capelli, così ora te li sistemo io” mi dice e poi continua il lavoro.
Dopo neanche dieci minuti ha già finito e ringraziandola esco dalla camera, metto il mantello, che mi arriva fino ai polpacci, e scendo in salone ad aspettarli: saremmo usciti insieme pure se io avrei deviato per andare a prendere Bella

“Vado io” grido quando sento suonare alla porta, vicino alla porta c’erano delle ciotole piene di cioccolata e caramelle, sicuramente per i bambini che verranno a fare “dolcetto o scherzetto”, ma non credo che adesso siano loro: da quello che mi ha raccontato Bella, con il fatto che c’è la festa e le giostre, i bambini passano dalle dieci di sera in poi.
Ma ,quando apro, rimango perplesso dal non veder nessuno davanti alla porta, forse ho solo immaginato che qualcuno avesse suonato, quando, involontariamente, abbasso gli occhi e, sullo zerbino, vedo un pugnale con sopra un foglietto :

  
                                                                                                 Per Edward Cullen: “Tienilo sempre con te”

Questo c’era scritto sul foglietto, e perplesso mi giro la piccola arma tra le mani: il manico è di bronzo, con delle rifiniture in oro, mentre la lama, sottilissima e appuntita, è di argento, pure se più che argento, sembra un colore che va sull’azzurro;
Curioso mi guardo intorno, cercando di capire se è uno scherzo, oppure se c’è qualcuno nei dintorni, ma non c’è nessuno

“Ehy Ed, chi è?” chiede la voce di mio fratello, e ,girandomi di scatto, metto subito l’arma nella tasca dietro dei pantaloni e, guardo mio fratello che scende con il piccolo Eddy

“Sicuramente qualcuno che ha voluto fare uno scherzo” dico scrollando le spalle e vado a prendere in braccio mio nipote, il quale ha un vestito da pipistrello, nero, con delle ali sporgenti

“Visto? Alice ha voluto vestire pure loro, poverini” sbuffa semi-divertito

“Però l’ha vestito bene, Ely com’è vestita?” gli chiedo

“Nello stesso modo, solo che il vestito è di colore viola, non so come ha fatto Alice a trovarlo di quel colore” dice perplesso e in quel momento scende anche Rose, vestita da diavolo, con la piccola in braccio

“Rose stai bene” le dico mentre ci raggiunge e mi sorride

“Grazie, anche tu non stai male, anzi sembri un perfetto vampiro” mi dice sorridendomi e faccio una specie d’inchino, pure se goffamente dato che ho un bambino in braccio

“Ma grazie” le dico e in quel momento compaiono pure gli altri

“Dai andiamo” dice Aly, così dopo aver dato il bambino al padre, sono il primo a uscire e a raggiungere la mia macchina, appena inizio a fare retromarcia per uscire dal garage, vicino al cancello mi sembra di vedere delle figure nere, ma sono sicuro di sbagliarmi …

In quindici minuti sono già davanti casa di Bella, pure se dovrei correre più piano in strada prima che, qualcuno di mia conoscenza, mi possa fare la ramanzina, e dopo pochi secondi che busso, vedo spuntarmi la faccia, verde, della signora Swan

“Oh ciao Edward, prego entra, Bella è quasi pronta” mi dice mentre noto il suo vestito da signora Frankestein, tutto verde con delle linee gialle sul petto

“Signora Swan, anche lei si è vestita?” chiedo divertito e guardo i capelli raccolti sotto una parrucca viola

“Oh si, io e mio marito abbiamo deciso di vestirci da Mr e Mrs Frankestein” dice ridendo e poi mi dice di aspettare in salotto

“Buona sera Edward” mi saluta il dottore, anche lui vestito tutto di verde, scendendo e mi alzo subito dal divano

“Buona sera signor Swan” saluto e con un suo cenno ci sediamo tutt’e due “Bel vestito, non pensavo che anche tu e Bella vi vestisse a tema” mi dice sorridendo, quasi ridendo

“Diciamo che è un’idea che è venuta a sua figlia quella dei vestiti a tema”

“Capisco. I bambini tutto a posto?” mi chiede interessato

“Si tutto a posto, la prossima settimana mio fratello li deve portare in ospedale dal pediatra” gli dico e annuisce

“Capisco, casomai in questi giorni passiamo a trovarvi, è da un po’ che non vedo tua sorella, tua cognata e i bambini” fa pensieroso

“Ne saranno felici, comunque oggi vi potreste pure incontrare durante la festa” gli dico sorridendo mentre sento dei passi correre sulle scale

“Ciao fratellone” grida Allyson venendo tra le mie braccia

“Ciao piccola, o ma come sei vestita bene” le dico quando guardo il suo vestito da fantasma

“Grazie, volevo vestirmi così, è divertente essere un fantasma” mi dice sorridendo e sia io, che il dottore, ridiamo

“Eccomi” sento annunciare da una voce dolcissima, e quando mi giro vedo la mia ragazza sull’entrata del salone: il suo vestito, rosso e nero, si ferma a palloncino un po’ più sopra del ginocchio, le mezze maniche arrivano fino ai gomiti, al centro del vestito c’è attaccato un fiocco nero, i suoi capelli sono tutti liberi sulla spalla destra, e il suo volto è pallido come il mio, pure se ha un filo di trucco in più

“Wow, sei magnifica” sospiro e pure se non si nota, sono sicuro, che sia arrossita “Grazie, io stentavo a riconoscerti. Sembri un vero vampiro, se solo non fosse per gli occhi” dice ridendo mentre vado ad abbracciarla

“Credo che possiamo iniziare ad andare” le dico e con gli occhi guardo il dottore che annuisce

“Certo andate, ci vediamo lì. Ma mi raccomando, state attenti” ci avverte e poi usciamo.

Durante il viaggio parliamo dei vari vestiti che incontriamo sulla strada, Bella mi chiede anche dei piccoli, pure se li vede ogni giorno dato che il pomeriggio o io sono sempre da lei, o lei è sempre da me

“Non vedo l’ora di entrare nella casa infestata” mi dice Bella allegra, appena scendiamo dall’auto, la piazza è tutta illuminata e varie maschere ci camminano intorno oppure sono ferme alle bancarelle, mentre un po’ più in la ci sono le giostre luminose

“Ho saputo da Ben, che fanno entrare anche i bambini dai quattro anni in su, però devono essere accompagnati” le dico e la stringo a me con un braccio, mentre camminiamo tra la folla

“Si lo so, Allyson entra con un suo amico, e vengono accompagnati dalla madre dell’amico. Pure se i miei non erano contenti che lei entrasse nella casa” spiega e sbuffa, evidentemente anche lei è contraria

“Dai tranquilla, può essere che non entrano più, come può essere che entrano quando ci siamo anche noi dentro, e quindi possiamo controllare anche noi la piccola” la calmo e ci avviciniamo a una bancarella piena di mostriciattoli per fare scherzi

“Ti mangio tuttoooooooo” mi dice muovendomi un serpentello davanti al naso e mi metto a ridere

“Ma finiscila, i serpenti a me non fanno niente, sono un vampiro potentissimo” le dico e sbuffa divertita

“Certo,certo, vampirastro dei miei stivali. E dimmi, cosa sai fare di così grandioso?” mi chiede e ci allontaniamo

“So leggere nel pensiero per esempio” le rispondo vittorioso e mi guarda male prima di ridere

“Ah si? E dimmi, a cosa sto pensando?” mi chiede curiosa e guardandola faccio finta di pensarci

“Al fatto che sei fortunata ad avere un ragazzo come me?” le chiedo e fa finta di pensarci

“Acqua” risponde e scrolla le spalle

“Al fatto che mi ami?”

“Acqua”

“Che non vedi l’ora di entrare nella casa infestata con me?”

“Ancora acqua” dice divertita

“Ma certo, che vuoi un bacio da me?!” sbotto all’improvviso

“Hm … No” dice ma tentenna, e solo dal sorrisetto che gli è spuntato sulle labbra, capisco che questa volta ho indovinato

“Ehy avevo indovinato” sbuffo fintamente contrariato

“Ah, e va bene, questa volta hai indovinato. Contento?” mi chiede e la bacio profondamente prima di risponderle

“Questa volta si” le sussurro

“Scemo, ora muoviti, non vedo l’ora di entrare nella casa infestata. Solo a pensarci mi vengono i brividi” dice entusiasta mentre inizia a tirarmi

“Tesoro stai interpretando una vampira, non un fantasma, quindi non dovresti avere brividi” dico scherzando e sbuffa, pure se lo vedo che è divertita

“Finiscila di fare lo scemo, oppure entri da solo” mi minaccia e poi andiamo verso la casa.

La casa, da quello che mi hanno raccontato, ha due piani: sotto un salone, una biblioteca e una cucina e sopra due camere più un bagno, fuori è ricoperta di ragnatele e rampicanti e davanti alla porta c’è uno, travestito da Tristo Mietitore, che dobbiamo pagare per entrare

“Pago io per tutt’e due” dico prima che la mia ragazza prenda i suoi soldi, solo due persone per volta potevano entrare, è, una volta usciti noi, sarebbe toccato a qualcun’altro

“Ma Ed paghi sempre tu per me” sussurra

“Lo so, è non m’interessa, per te comprerei tutto il mondo” le dico e mi accingo a pagare

“Potete entrare, è ricordate: Lasciate ogni speranza o voi che entrate” dice Tristo in modo tenebroso e spalanco gli occhi, dopo aver riconosciuto anche una frase della Divina Commedia

“Mi scusi signor Tenebra, ma non credo di voler lasciare fuori le speranze. E poi sono un vampiro, potremmo essere quasi parenti, se riuscissi a capire com’è il tuo vero aspetto, e tu che fai: invece di consolarci, ci inciti a spaventarci ? Ok, vedo che la falce ti ha dato alla testa” scherzo mentre Bella, che ride, mi tira dentro

“Ma lascialo stare poveretto”

“Ma hai sentito come parlava? Sembrava che dovesse recitare un requiem. Brr davvero pauroso” scherzo e Bella continua a ridere.

Quando entriamo c’è solo una piccola candela, il resto è illuminato dai vari effetti speciali, tipo le zucche che volano o, i fantasmi, che compaiono dai quadri, o anche delle voci femminili che fanno, credo, un sortilegio

“Ehy guarda. Quello specchio si chiama Bloody Mary” mi indica e insieme ci riflettiamo sopra, pure se non accade niente

“La leggenda dice che: se di sera, possibilmente a mezzanotte, fai tre giravolte, davanti a uno specchio, e dici per tre volte il nome Bloody Mary, il suo fantasma ti comparirà davanti pronto a prendersi la tua vita” legge in un’iscrizione li vicino

“Voglio provarci” dico e dopo aver fatto come dice aspetto ma, vedendo che non succede niente, sto quasi per spostarmi sconsolato quando vedo lo specchio cambiare colore

“Ehy guarda” dico a Bella che, subito, sposta la sua attenzione dai coltelli volanti, spero che siano finti, non vorrei ritrovarmi infilzato

“Ha cambiato colore” constata pure lei ma, quando avviciniamo di più i nostri volti, una faccia insanguinata compare sullo specchio facendoci spaventare

“AAAAAAAAAAAAAAH” grida Bella è terrorizzata si nasconde dietro di me, mentre la faccia scompare subito e io inizio a ridere

“Ahahahahah, cavolo Bella ti dovevi vedere” dico ridendo e mi dà un pizzicotto

“Non me l’aspettavo” dice fintamente offesa e poi prendendola per mano ci dirigiamo verso le scale che portano sopra, appena saliamo sul secondo gradino, questo si trasforma in uno scivolo che ci fa cadere, io prendo direttamente a terra con il sedere, e prendo pure un colpo allo stomaco da parte della mia ragazza dato che mi è caduta sopra

“Tesoro, ti amo lo sai, ma, per favore, potresti togliere il tuo gomito dal mio stomaco?” le chiedo innocentemente

“Oh scusa” mi dice e si sposta sul pavimento, subito mi alzo e l’aiuto ad alzarsi per poi, facendo molta attenzione, iniziare a salire, saliti iniziammo a prendere uno dei due corridoi, e mentre camminavamo un fantasma, con la testa staccata, ci comparve davanti

“Io sono il fantasma della casa, e vi mangerò dopo avervi fatto a frittata” sbottò arrabbiato e si diresse verso di noi correndo, io presi Bella per mano e scappammo

“Mi dispiace fantasmino, ma mi servo ancora intero” gli grido

“Ehy senza testa, siamo da questa parte, prova a prenderci” lo chiama invece Bella, mentre subito entriamo in una stanza

“Dici che ci raggiungerà attraverso i muri?” le chiedo mentre guardo la camera, che noto essere quella di un bambino, ci sono vari peluche da tutte le parti, pure se è piena di polvere

“Edward guarda, dei topi che ballano la samba” mi chiama ridendo e perplesso guardo, per l’appunto, quegli animaletti, ma credo che siano finti, sennò posso dire, che è la prima volta, che vedo dei topi ballare

“Vuoi giocare con me?” sentiamo dire da una voce, che inizia a ripetere la stessa frase in continuazione, e vediamo che proviene da una culla posta all’angolo della stanza

“Ma cosa?” mi chiedo confuso mentre mi avvicino e sporgendomi vedo una bambola, tutta vestita di bianco, che continua a parlare

“Ed non c’è un modo per spegnerla? Mi sta mettendo paura” dice Bella che si stringe alla mia schiena e decido di prendere il bambolotto

“Dai, da dove ti spegni tu?” sbuffo ma appena lo giro, la sua testa diventa bianca, dalla bocca escono delle gocce di sangue e i suoi occhi sprizzano fuoco

“Ti voglio uccidereeeeeee” dice, anche con un cambio di voce molto brutto

“AAAAAAAAAH” gridiamo, questa volta mi sono spaventato pure io lo ammetto, e nello stesso tempo lascio cadere la bambola nella culla

“Eccovi vi ho trovato” dice una voce appena conosciuta, e quando ci giriamo vediamo, il nostro nuovo amico, fantasma venirci incontro

“Ancora tu, ma vai ad attaccarti la testa invece di seguirci” gli grida Bella mentre corriamo

“Vai nell’altra camera” mi grida una volta fuori è, sempre correndo, entriamo nell’altra stanza

“Mi sa che quel fantasma non ci lascerà stare, almeno questa sembra una camera tranquilla” le dico quando, dalla finestra compare uno scheletro

“Ecco degli ospiti, vi aspettavo” dice felice “Come non detto” sbuffo esasperato, e Bella si stringe al mio braccio pronta a scappare

“Se risolvete due indovinelli, sarete salvi miei cari giovincelli. Ma se sbagliarli, pure solo uno, saprete: gridate aiuto perché nei guai finirete. Accettate la sfida?” ci chiede avvicinandosi

“Va bene” rispondiamo in coro, dopo esserci guardati negli occhi

“Bene, prima domanda: Dracula e Frankestein giocano a carte, chi vince?” questa è facile, me l’aveva detta una volta Emmet
 
“Dracula perché bara” rispondo subito e lo scheletro batte le mani, facendo molto rumore aggiungerei

“Bene seconda domanda: cosa devi fare quando vedi un mostro verde?” ci chiede e ci pensiamo su, quando …

“Io vi mangiooooo” il nostro caro amico senza testa torna a farci compagnia

“Risposta sbagliata. La risposta esatta era: devi aspettare che maturi. Ma avete perso”

“No aspetta, non abbiamo dato noi la risposta” mi lamento, ma inutilmente dato che lo scheletro ha tirato una cordicella

“Ok e mo che dovrebbe succedereeeeeeeeeeeeeee” grido alla fine, quando una botola si apre sotto di noi e ci fa cadere dentro , perché non imparo a stare zitto?
Alla fine finiamo sopra qualcosa di viscido e appiccicoso

“Che schifo, questa è melma verde” borbotta Bella alzandosi e cercando di togliersi questa cosa

“Almeno ci ha attutito la caduta” le dico mentre noto che siamo finiti in una cantina, dove delle bottiglie di vino fanno rumore tra di loro

“Giusto, andiamo quella dovrebbe essere l’uscita della cantina” dice felice, ma, appena muoviamo un passo, una mummia compare dietro di noi

“Oh fantastico, ci mancava solo Mr- tutto il giorno in bagno-Mummia” sbuffo mentre sfuggo alla sua presa

“Ehy Carta Igienica ambulante, invece di dare fastidio, pulisci sto schifo” le dice Bella tirandogli contro quella cosa verde, e lo stesso faccio io, per poi correre verso l’uscita quando si ferma, molto probabilmente stordita

“Ottima mossa” mi complimento ma subito ci accorgiamo di non essere nel salone, ma di nuovo al secondo piano della casa

“Bene, speriamo di non incontrare il signor Ectoplasma” dice mentre camminiamo stretti

“Ti immagini se mo spuntano degli zombie?” le chiedo divertito e lei ride insieme a me quando, come se davvero li avessi chiamati, dalla porta ,da dove siamo spuntanti noi, escono dieci grossi zombie, con una specie di carne tritata che gli esce dalla bocca

“Ed amore, la prossima volta, non fare supposizioni” mi rimprovera Bella rabbrividendo, e mi prometto che, una volta fuori, mi cucirò la bocca

“Ciao amici svampiti, mi dispiace ma non possiamo stare con voi, ora dobbiamo proprio andare. Bye bye” li saluto velocemente e ricomincio a correre, mentre loro, ci corrono dietro.

Solo, che sfortunatamente, mi dimentico della scala stregata e questa volta, la scala si trasforma in uno scivolo quando arriviamo alla sua metà, così che ruzzoliamo a terra come sacchi di patate

“Non andate via, vi perderete il party, dove il vostro sangue sarà l’ospite d’eccezione” ci dice un vampiro spuntando dalla cucina, molto somigliante a Dracula, e iniziammo subito ad alzarci, mentre dal salone comparve l’amichetto Licantropo

“Carneeeee” ringhia avvicinandosi tutto peloso, gli Zombie si sono fermati dietro di noi mentre davanti a noi compaiono il fantasma senza testa, lo scheletro ballerino e la mummia, ancora a pois verdi

“Restate con noiiii” dicono tutt’insieme e Bella si rifugia nel mio abbraccio

“Aiutooo. Ti prego amore, salvami” grida spaventata e la stringo a me, mentre mi rivolgo al vampiro

“Ehy zio Dracula, ma tu non dovresti aiutarci invece di starci contro? E poi scusa pensavo che tu, e il gattino, foste nemici eterni, non amici per la pelle” cerco di sfuggirgli con le parole ma, siccome continuano ad avvicinarsi, decido di prendere una decisione poco coraggiosa ….

“Bella, tesoro, mi dispiace ma lo devo fare” le dico e prendendola in braccio inizio a correre verso il fantasma, che per fortuna attraverso per poi uscire dalla porta

“Cavolo che paura. Ehy piccola siamo fuori” dico dolce a Bella dopo essermi ripreso, e lei, ancora stretta al mio collo, mi guarda e poi si guarda intorno, per poi iniziare a ridere

“Cavolo, ho avuto paura come una bambina” ride mentre la faccio scendere dalle mie braccia

“Be anch’io se è per questo” sbuffo un po’ irritato, non pensavo che avrei avuto così tanta paura

“Dai, cucciolo, alla fine con te vicino non ho avuto tanta paura. Sei il mio cavaliere senza macchia e senza paura” sussurra accarezzandomi

“Togli il senza paura è sono d’accordo con te” le dico e la bacio, mentre ci dirigiamo verso l’uscita del giardino, in quel momento rivedo il Tristo Mietitore

“C’è il mio amico” dico divertito

“Chi?” mi chiede confusa ma le faccio segno di stare attenta

“Ehy Tristolino noi siamo usciti illesi, non ci volevano la dentro” lo saluto ridendo e poi ci allontaniamo

“Ti sei fatto un nuovo amico eh?” chiede divertita, continuando a stare abbracciata a me

“Che spero di rivedere il più lontano possibile” aggiungo scherzoso mentre ci avviamo alla fontana della piazza, subito ci sediamo sul marmo della fontana e ci guardiamo intorno, pure se il mio cuore sta ancora battendo all’impazzata

“Dopo facciamo un giro di tutte le bancarelle vero?” mi chiede supplichevole

“Certo, e andiamo pure su tutte le giostre “ le garantisco

“Giovanotti volete dei portafortuna magici?” ci chiede una strega avvicinandosi

“No grazie” le risponde Bella gentile e lei se ne va, mentre, il mio sguardo, si posa sul cancello della casa stregata dove vedo quelle figure nere di prima vicino a due bambini e una donna, subito, però, vedo le figure allontanarsi con la bambina, che solo grazie al vestito, riconosco essere …..

“Allyson?” dico sorpreso alzandomi di scatto

“Edward che c’è? Ehy, ma quella non è mia sorella? È chi sono quelli con lei?” chiede confusa e preoccupata, mentre io mi giro verso di lei e le prendo la mano

“Andiamo” le dico e, prendendola di sorpresa, iniziamo a correre verso di loro

“Ed ma cosa succede?” mi chiede spaventata e la guardo fisso, prima di sospirare

“Bella, ascoltami, vai subito a chiamare la polizia, i tuoi genitori, chi vuoi tu, ma chiedi aiuto. Credo, che quelle figure, sono quelle che mi seguono ogni giorno, come ti avevo già detto” le spiego e la vedo spaesata

“Cosa? Come fai a esserne sicuro? È che vogliono da mia sorella?” mi chiede confusa e allarmata

“Bella non c’è tempo, ne parleremo dopo. Ora vai a chiamare aiuto” le ordino

“Va bene, ma stai attento” mi dice e poi corre, mentre io inizio a correre nella direzione che potrebbero aver preso loro.

Arrivo fino al limite del marciapiede, urtando contro tutti quando sento il pianto di una bambina, e girandomi vedo Allyson che viene portata via con forza

“Lasciatela” grido verso di loro e quando la piccola mi vede si sbraccia verso di me, mentre una delle figure la prende in braccio e, insieme, iniziano a correre

“Fratelloneee” grida la piccola, mentre io continuo a inseguirli, non devono portarla via, devo riuscire a raggiungerla

“Lasciate la bambina” continuo a gridare ma non accennano a fermarsi, non so dove stanno andando, ma devo provare a bloccarli, devo riuscirci

“Fratellone ti prego, aiutami. Non voglio stare con loro” grida ancora la piccola.

Facciamo due chilometri correndo ma, mentre io sto per sentire la stanchezza, loro non cedono, la piccola continua a fare il mio nome quando, a un certo punto, sentiamo le sirene della polizia e una di quelle persone, mentre continua a correre, punta una pistola contro di me e spara….
Il proiettile mi colpisce la gamba, per fortuna non mi trapassa l’osso ma un dolore fortissimo mi pervade mentre continuo a correre, sento la gamba cedere ma non devo mollare, non quando c’è nel mezzo una bambina in pericolo, pure se la gamba inizia a farmi male e la stanchezza della corsa si fa sentire, e, solo quel momento, mi accorgo che le figure hanno raggiunto il loro scopo: quello di raggiungere una macchina nera

“Fratellone aiutooo” grida Allyson mentre viene messa con forza dentro la macchina, e con uno scatto raggiungo la macchina mentre sta per partire, solo che, appena cerco di saltare sul cofano, la macchina scatta velocemente in avanti e io mi ritrovo disteso a terra

“Allysoooon” la chiamo inutilmente, le sirene della polizia sono più vicine ma ormai la macchina è scomparsa dall’orizzonte, in un moto di disperazione inizio a dare pugni al cemento freddo della strada, mentre nel cielo un fortissimo temporale preannuncia la pioggia, che inizia subito a cadere

“Non ce l’ho fatta, non ce l’ho fatta” se solo fossi stato più veloce, se solo mi fossi accorto prima che quella bambina era Ally, se solo non avessi rallentato dopo che il proiettile mi aveva colpito

“Edward, Edward stai bene? ” la voce del capo Swan mi scuote mentre me lo vedo comparire davanti preoccupato

“S..sto bene” cerco di dire pure se mi sento ghiacciare, pure se la gamba mi fa male, non deve preoccuparsi per me, non sono io quello che è stato portato via

“Non dire sciocchezze stai tremando è…. è sei pure ferito, fammi vedere la ferita” mi rimprovera e poi prendendomi la gamba esamina la ferita

“Io … sto … bene”

“Non sarò un dottore, ma mi sa che ci vuole qualche punto” constata

“S.. sto bene” ridico soltanto e in quel momento, in un secondo di lucidità, noto che sta prendendo un telefonino dalla tasca, e che sta chiamando qualcuno

“Carlisle? Sono Charlie, scusa ti sto chiamando con il telefonino di servizio. Mi dispiace ma non siamo arrivati in tempo ….” gli dice sconsolato, e nel sentire quelle parole tremo ancora di più mentre le lacrime iniziano a uscire velocemente dai miei occhi

“Si è qui con me è solo ferito alla gamba, a vedere la ferita mi sa che gli dovrai mettere qualche punto … ma per il resto è solo molto scosso” gli spiega e continua a guardarmi mentre inizia ad alzarsi e mi porge una mano, solo che, appena cerco di alzarmi, un’altra fitta alla gamba mi fa ritornare a carponi sul pavimento

“Dille di non preoccuparsi, ora ci sono io con lui…. Anzi perché non andate tutt’e tre a casa mia? Così parleremo di quello che è successo e vedremo subito cosa fare, anzi una volta che ci sei, dillo pure ai fratelli di Edward di venire con voi …. Bene ci vediamo lì tra pochissimo” finisce e chiude subito la chiamata

“Allyson!!” dico soltanto quando incontro i suoi occhi

“La troveremo non preoccuparti. Charles porta un giubbotto, o qualcosa del genere, per il ragazzo” ordina “Dobbiamo cercarla, forse non sono andati ancora tanto lontani” gli dico con voce smorzata, mentre il telefono inizia a suonare

“Scusami un attimo. Pronto? Ah Carlisle, dimmi ….. ok, si forse è meglio, ma gli altri ci devono aspettare a casa mia ok? Bene siamo qui” dice e in quel momento l’altro poliziotto gli porge una giacca, che subito mi mette sopra

“Stanno arrivando Carlisle, Bella e Emmet. Gli altri ci aspettano a casa mia. Vieni alzati, se stai così ti verrà una polmonite” mi dice ma arretro le braccia

“Dovete trovarla” dico iniziando a singhiozzare, non devono pensare a me, io sto bene, perché non corrono? Perché stanno qui?

“Edward ascoltami: cercarla adesso è inutile. Si saranno nascosti bene, e il tempo non ci consentirà una buona visuale, inizieremo con le ricerche domani mattina, ma ora dobbiamo vedere come agire, cosa fare” mi spiega

“Non m’interessa, dovete trovarla, potrebbe essere anche troppo tardi. L’ho riconosciuta troppo tardi, non sono riuscito a raggiungerla in tempo, non sono riuscito a ….SALVARLA!!!!” grido e vengo scosso da singhiozzi più forti

“Edward calmati, nessuno ti ritiene responsabile di quello che è successo” mi dice e in quel momento nonostante le lacrime, il temporale e la voce dell’altro agente che è con Charlie, riesco a sentire una macchina che frena bruscamente dietro di noi ….

“Non ce l’ho fatta, non sono riuscito a salvarla, è solo colpa mia, è solo colpa mia se gli succede qualcosa, mia, mia, mia …” continuo a piangere, a gridare, al diavolo il dolore, il freddo, non sono riuscito a salvare la mia sorellina …

“EDWARD”

Bella … è arrivata!! Come farò a guardarla in faccia, come potrò chiederle scusa per quello che è successo?

“Edward? Edward!!” mi chiama mentre la sento correre verso di me, e poco dopo la vedo inginocchiata davanti a me, i suoi occhi, rossi dal pianto, mi guardano preoccupati

“Mi dispiace” le dico soltanto abbassando gli occhi e chiudendoli

“Edward guardami, ti prego” mi supplica ma nego, non posso, non voglio

“Mi dispiace” ripeto come un automa e sento le sue braccia circondarmi mentre mi stringe al suo petto

“Non è colpa tua, sono sicura che ce l’hai messa tutta” mi dice anche lei singhiozzando, ma come fa a non gridarmi contro?

“Mi dispiace … non ce l’ho fatta … mi dispiace… è solo colpa mia … mi dispiace … non ce l’ho fatta … ” ripeto mentre continuo a piangere tra le sue braccia, subito però mi scosto dalle sue braccia e mi rialzo, barcollando, velocemente

“Edward dove vai?” mi chiede preoccupata e senza pensare alla gamba che mi fa male, cerco di correre verso il punto dov’è sparita la macchina

“Fermo, dove vai, non puoi fare niente adesso” mi dice la voce di Emmet mentre mi prende dal braccio

“Lasciami Emmet, devo trovarla …. Dobbiamo salvarla” gli dico e mentre cerco di liberarmi dalla sua stretta vedo Carlisle raggiungermi e guardarmi negli occhi

“Basta Edward, ora come ora, l’unica cosa utile è quella di tornare a casa, di curarti, e poi di spiegarci tutto, solo così potremmo salvarla” mi dice e poi mi abbraccia, un abbraccio caldo e paterno, un abbraccio pieno di fiducia e coraggio, un abbraccio che mi dà una nuova forza mentre le lacrime riprendono ad attraversarmi il viso, insieme alla pioggia ….
Ti troverò piccola Ally …

“ALLYSOOOOON”




Holàààà
“Ok lo so che volete uccidermi per l’enorme ritardo ma credetemi sono stata molto impegnata, e ha una grandissima colpa anche internet perché non mi dava la connessione, e poi questo capitolo mi è venuto anche complicato da scrivere.
All’inizio poi doveva essere diviso in due parti, ma dato che ho fatto un ritardo di quasi due settimane ho deciso di mettere due capitoli insieme;
I ragazzi invece sono in una breve vacanza ritorneranno nel prossimo capitolo.
Tornando a questo aggiornamento, in questo capitolo sono successe due cose importanti è ora che succederà nel prossimo capitolo?
Abbiamo solo visto la reazione iniziale di Edward, mentre le emozioni degli altri si vedranno nel prossimo capitolo.
Anticipo solo che Edward e Allyson si vedranno, non subito , ma si rivedranno.
Che ne dite me lo lasciate un commento? Be alla prossima e grazie a chi mi sta seguendo.
Kiss
Ps: Buone vacanze e se tutto va bene potresti postare in questi giorni, sennò alla prossima settimana
Bye

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Capitolo 64
*** Iniziano le indagini ***


                                                                                                                                     Iniziano le indagini



(Pov Edward)

“Siamo arrivati” ci informa Charlie appena parcheggia nel vialetto della sua casa, io e Bella siamo con lui mentre Carlisle e Emmet, con la macchina del primo, sono andati a casa Swan dove il dottore voleva prendere il necessario per ricucirmi la ferita

Quando scendemmo dalla macchina notai, che vicino alla macchina di mio fratello e di mio cognato, c’era anche la mia quindi, quasi sicuramente, l’avranno portata qui o Alice o Jasper

“Ed vieni” mi chiama Bella prendendomi dalla mano e tirandomi verso la porta che suo zio aveva appena aperto

“Eccoci” annuncia Charlie e davanti a noi spuntano Renée e Alice, la quale mi viene ad abbracciare

“Stai bene?” mi chiede fissandomi e faccio un mezzo accenno

“Carlisle e Emmet dove sono?” ci chiede Renée

“Sono andati a prendere delle cose a casa nostra” le risponde Bella mentre mi tira verso il salone dove troviamo Jasper, pensieroso vicino alla finestra che da sul vialetto, e Rosalie, vicino alle carrozzine dei bambini che, per fortuna, stanno dormendo mentre vedo Renée uscire dal salone

“Esme dov’è?” chiede Charlie e ci fa segno di sederci, così Bella mi trascina verso il divano e poi si appoggia a me, mentre continua a tenermi la mano

“In bagno … ” risponde Rosalie ma, pure se non conclude la frase, tutti capiamo

“Sono arrivati” ci avvisa Jasper distogliendo, per la prima volta da quando siamo arrivati, gli occhi dalla finestra e guardando Charlie che va ad aprire la porta

“Vieni a metterti seduta” sentiamo dire da Renée apprensiva mentre accompagna Esme che, da come si nota anche dagli occhi rossi e gonfi, è davvero in ansia, il trucco che aveva in faccia è stato tolto molto probabilmente dall’acqua

“Mamma?” la chiama Bella sedendosi di scatto e Esme alza subito gli occhi e ci guarda

“Siete qui” dice sorpresa e sollevata al tempo stesso e poi viene ad abbracciare tutt’e due, rimango confuso però da come si è rivolta a Bella, infatti la guardo stranito

“Quando sono andata a chiamare aiuto ho chiamato zio e poi ho incrociato subito i tuoi fratelli. Poi, però, gli ho chiesto di avvisare mamma e papà e sono corsa sperando di trovare te e la piccola, solo che Emmet mi ha seguito e bloccata, per evitare che potesse succedere qualcosa anche a me, intanto le macchine della polizia ci stavano superando. Insieme siamo tornati verso la piazza, Emmet ha chiamato papà che gli ha detto che ci stava cercando, così dopo esserci visti abbiamo deciso di raggiungervi” mi spiega e ora capisco perché Esme era preoccupata anche per l’altra figlia

“Bella devo dire che tu i guai te li cerchi proprio come mio fratello. Non potevi aspettare vero? .. Certo che no, devi provare a cacciarti nei guai” borbotta Emmet divertito entrando insieme a Carlisle, mentre Esme ci lascia e si siede insieme a noi sul divano, alla mia sinistra

“Emmet certo che tu gli affari tuoi mai, eh?” gli chiede ironica e lui scoppia a ridere

“Certo che hai un bel caratterino” dice divertito mentre dietro di lui vediamo Carlisle e Charlie parlare a bassa voce, per poi guardarci e fermarsi subito

“Ragazzi volete qualcosa da bere?” chiede a tutti Renée mentre vediamo Charlie andarsi a sedere pensieroso mentre Carlisle cercava delle cose nella sua ventiquattr’ore

“Io berrei volentieri qualcosa, tanto per riscaldarmi, ora che ha cominciato a piovere fa più freddo” dice Emmet strofinandosi le braccia addosso

“Credo che tutti vorremmo qualcosa da bere sai fratellone?” gli dice Alice sarcastica e lui sbuffa divertito

“Giustamente, ditemi pure cosa volete” dice Renée e tutti gli dicono quello che vogliono

“Bella, Edward?” ci chiede e guardo Bella, lei di rimando mi guarda e capisce, non riesco a parlare è come se la mia gola fosse bloccata da un qualcosa d’insuperabile

“Vanno bene due tazze di cioccolata calda. Grazie zia” le risponde sorridendole e lei annuisce

“Bene vado a prepararle” dice e va in cucina mentre vedo Carlisle posizionarsi vicino a me

“Intanto ti curo la ferita” mi dice rispondendo alla mia domanda inespressa è solo in questo momento mi ricordo della ferita che ho alla gamba, se solo il pantalone fosse stato bianco credo che si sarebbe visto il sangue

“Io vado ad aiutare Renèe” dice Esme e si allontana solo dopo aver dato un bacio sulla fronte sia a me che a sua figlia

“Alice andiamo anche noi ad aiutare. Emmet stai attento ai piccoli” gli dice Rosalie con il chiaro intento di allontanare mia sorella, tutti sappiamo che Alice non sopporta bene il sangue, meno lo vede e meglio è

“Vai anche tu” dico a Bella, dopo che se ne sono andate tutte, e sapendo che, anche lei, non sopportava la vista del sangue, ma, sorprendendomi, mi strinse la mano e si appoggiò alla mia spalla

“Non ci penso minimamente, non ti lascio da solo” sussurra

“Edward distendi la gamba” mi ordina il dottore e allungo la gamba sul divano

“Papà non gli fare tanto male” si raccomanda Bella mentre mi stringe a se da dietro e vedo tutti gli altri sorridere inteneriti

“Tranquilla tesoro. Gli faccio l’anestesia prima di cucirlo” dice Carlisle sorridendo e sicuro di dover usare i punti, e infatti ha perfettamente ragione dato che, quando mi alza il pantalone, spunta una ferita di, almeno, dieci centimetri da cui sgorga ancora sangue

“Oh che bella ferituccia” scherza Emmet mentre Carlisle prende una siringa con già il liquido, quello dell’anestesia, dentro

“Io direi di iniziare a parlare adesso che non ci sono le donne …..” ci dice Charlie guardandoci pure se poi guarda un po’ perplesso Bella, che lo guarda esasperata

“Devo andare per forza di là, vero?” chiede anche triste e lui annuisce

“Preferirei” risponde soltanto e si alza “Se mi vuoi chiamami e vengo subito” mi dice baciandomi e poi va pure lei in cucina

“Allora Charlie, credi di riuscire a organizzare subito le pattuglie?” gli chiede Carlisle, che sta iniziando ad ormeggiare con il filo “Si questo è sicuro, il punto è che non abbiamo nessun punto d’inizio” dice scuro in volto

“Scusate ma la bambina era con un amichetto e sua madre, giusto? Quindi forse si potrebbe interrogare questa signora” constata Jasper sedendosi sul bracciolo del divano

“Ma non credo gli abbiano detto qualcosa di importante. Il fatto è che Allyson non ha detto niente quando la prendevano dalla mano e la portavano via, forse solo dopo si è accorta chi erano e si è spaventata” dice Charlie

“Intendi dire che lei li poteva conoscere?” chiede Emmet

“O forse hanno mentito, hanno fatto finta di essere noi, vestiti in tutt’altro modo da come lei sapeva, e sono riusciti pure a convincere la donna” dice Carlisle guardandoci tutti e fermando le mani solo per pochi secondi

“Appena sarà mattina inizieremo subito le ricerche. Partiremo dalla piazza e faremo tutta la strada a piedi per vedere se, per pura fortuna, nello scappare potrebbe esserci qualche indizio utile. Nello stesso tempo farò in modo che ci sia almeno una pattuglia in ogni strada che esca da Forks. Edward hai visto che macchina era?” mi chiede Charlie e annuisco, è sempre la stessa macchina ….

“Una Mercedes nera” rispondo solamente e mi guardano pensierosi

“Non ti ricordi altro? Ad esempio se avesse qualcosa di rotto, o la targa, sennò sarà difficile distinguerla” mi chiede

“No, e poi credo che non sia solo una ma, che c’è ne siano, molte altre” spiego e sento i loro sguardi premere su di me, mentre io guardo assorto la ferita che pizzica

“Molte altre macchine nere? Quindi qui si tratta proprio di un gruppo, è forse bello grosso?” mi chiede Emmet ma per risposta scrollo le spalle, non so niente

“Capo Swan, crede che non siano usciti già da Forks mentre noi parliamo?” chiede Jasper

“Non ti saprei dire, proverò comunque anche a contattare altri commissariati” assicura mentre vedo Carlisle finire di cucirmi e prendere garza e cerotto dalla valigia

“Edward tieni a riposo la gamba almeno fino a domani pomeriggio, così assicuriamo una completa cicatrizzazione” si raccomanda e annuisco

“Carlisle avete una foto della piccola così da poterla dare alle pattuglie per aiutare la ricerca?” chiede Charlie

“Si, te l’ha faccio dare da Esme ora che torna. Credi che l’abbiano rapita per avere soldi?” gli risponde mentre chiude tutto

“L’ipotesi di un riscatto non è da sottovalutare” dice soltanto

“Perché ci possono essere altre ipotesi?” chiede Emmet

“Edward, Bella mi ha raccontato mentre eravamo in macchina e vi raggiungevamo che, una volta ti è sembrato che, quelle figure ti seguissero” mi dice Carlisle sedendosi sul divano e vedo lo sguardo di mio fratello incenerirmi, non gli avevo detto niente per non farlo preoccupare, ma mi sa che poi si arrabbierà ben, bene

“Si ma solo quella volta. Ed è stato nello stesso giorno che hanno sparato a Emmet” ricordo

“Per questo pensi che siano di più?” mi chiede Jasper “La mia è solo un’ipotesi, ma credo che le tre cose siano collegate” dico solamente

“Collegate? Ma se sono collegate, allora quelli dove vogliono arrivare?” chiede Carlisle a Charlie, mentre una mano la mette sulla mia spalla stringendola

“Non saprei abbiamo, troppi, pochi indizi. Dobbiamo indagare affondo e anche sbrigarci” dice pensieroso come sempre

“L’importante e che vi sbrighiate, voglio che mia figlia ritorni a casa” dice Carlisle solamente e lui annuisce, mentre un senso d’irrequietezza m’invade, perché sto iniziando a sentirmi a disagio con loro?

“Capo Swan mi scusi, posso andare un secondo in bagno?” chiedo cercando di non far trapelare l’ansia dalla mia voce

“Certo, sali le scale, è la prima porta che ti trovi davanti” mi sorride e annuisco ringraziandolo. A passo lento e dolorante arrivo verso le scale mentre, passando davanti alla cucina, vedo tutte le donne sedute al tavolo, molto probabilmente si saranno dimenticate delle cose da bere

“Mamma mi dispiace, potevamo fare qualcosa” sento dire da Bella e capisco che anche loro stanno parlando dell’accaduto

“No tesoro, e se ci aveste provato potevate farvi molto male oppure essere rapiti pure voi. Tu e Edward non avete nessuna colpa, tu sei corsa subito a chiamare aiuto, lui invece a corso moltissima strada per cercare di fermarli, avete fatto tutto il possibile” sento Esme che la rassicura, mentre io resto fermo sul primo gradino della scala

“Bella non ti preoccupare, ora ci penserà tuo zio” dice sua zia

“Infatti, e poi hai altro a cui pensare, non si perdonerà l’ho capito dai suoi occhi quando l’ho abbracciato ..”dice Esme, e capisco che sta parlando di me

“Si sente in colpa perché non l’ha potuta salvare” risponde solamente e, dalla voce, capisco che ha abbassato gli occhi preoccupata, ormai conosco ogni suo gesto

“Infatti Bella, so che anche tu stai soffrendo, ma tu sei l’unica persona che lo può mantenere in piedi mentre mantieni in piedi anche te stessa” le dice Esme “Lo so, lo amo sempre di più e ho bisogno sempre di stare accanto a lui. Mi sono promessa che gli starò sempre vicino e sarà così per sempre, nessuno mi potrà mai separare da lui” dice seria e sorrido mentre penso ai suoi occhi da cerbiatto su di me …

“Che ne dite andiamo di la?” chiede Alice riportandomi di scatto fuori dai miei pensieri e io mi appresto a salire, senza sentire le risposte.

Quando arrivo nel bagno mi do una rinfrescata al viso che, stranamente, era caldo pure se io sentivo molto freddo, in quel momento sentì il telefonino vibrare nella mia tasca e lo presi indifferente, non avrei risposto, solo che rimasi curioso dal numero che era sconosciuto e così risposi:

“Pronto?” chiesi subito ma non ricevetti nessuna risposta dall’altro capo del telefono

“Ehm pronto? Chi è?” provai a richiedere ma nessuno rispose

“Edward? Tutto a posto?” mi fece sobbalzare la voce di Bella dall’alla porta mentre la chiamata veniva chiusa, e io guardavo confuso la porta che si apriva e che rivelò la mia ragazza

“Ciao” le dissi sorridendole e abbandonando quello stato di confusione, chiunque era al telefono avrebbe richiamato

“Ciao, scusami ma pensavo stessi male, non sentivo nessun rumore” mi dice sorridendomi e abbracciandomi

“Scusa, stavo pensando” le rispondo stringendola

“I tuoi fratelli stanno andando a casa, e anche i miei se ne stanno andando. Così zio potrà iniziare a pensare per le indagini. Non dobbiamo preoccuparci, sono sicura che la troveranno” mi dice mentre usciamo mano nella mano e sto per dirle qualcosa quando mi viene un forte giramento di testa e sento il mio cuore rallentare

“Ehy sicuro che sia tutto a posto?” mi chiama Bella mentre cerco di farmi forza, non devo crollare, devo resistere

“Si …” sussurro ma in quello stesso istante una fitta al petto mi fa sbilanciare e subito mi appoggio, in ginocchio, alla ringhiera delle scale

“Ed? Papà!” lo chiama Bella mentre la costringo ad aiutarmi nell’alzarmi e poi nell’appoggiarmi un po’ a lei

“Che succede?” sento chiedere da Carlisle pure se la voci iniziano ad arrivarmi lontane

“Edward sta male” gli risponde soltanto ma, mentre sento dei passi veloci che iniziano a raggiungerci, il respiro mi si blocca in gola e l’ultima cosa che vedo sono i gradini delle scale farsi sempre più vicini…..





Holààà
“Ragazzi vi prego nooo, riscriverò il capitolo ma non fatemi postare questoo”

“Autrice stai zitta, questo capitolo va più che bene, non c’è bisogno che tu lo riscriva”
“Intanto questo è un capitolo di passaggio, infatti è anche corto rispetto agli altri e non accade niente di nuovo…. Aspettate, volevo dire quasi niente”
“Perché quasi?”

“Be quella chiamata a cui non ha risposto nessuno dove la metti?”

“Ah giusto”
“Siete proprio sicuri che il capitolo vada bene?”
“Sicurissimi, non preoccuparti”

“Care lettrici ora dobbiamo chiudere perché non abbiamo molto tempo come al solito, ma aspettiamo i vostri commenti”
“E vi promettiamo di tornare presto”
“bye bye”
“kiss”

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Capitolo 65
*** Qualcosa non quadra ***


                                                                                                                                 Qualcosa non quadra



(Pov Emmet)

“Emmet puoi andare ad aprire per favore?” la voce di mia moglie mi arriva forte dalla cucina

“Va bene” rispondo sbuffando, pensavo che potesse andare qualcun altro ad aprire, mi alzo e mi dirigo verso la porta ma, appena uscito dal salone, vedo mia sorella scendere velocemente e guardarmi sorpresa

“Non pensavo stessi andando tu” mi dice e capisco che anche lei si stava dirigendo alla porta

“La febbre gli è scesa?” chiedo invece io ..

Sono passati due giorni dalla notte che hanno rapito la piccola Allyson, e per di più quel giorno mio fratello ha anche avuto una crisi, con la conseguenza di una febbre altissima, dovuta al freddo e alla pioggia

“No, è sempre alta, dovremmo chiamare il dottor Swan per sicurezza” mi dice preoccupata

“Aly lo sai che non mi va di disturbarlo in questi giorni. Chiameremo un altro dottore” le dico mentre sta per aprire la porta

“Lo sai che non si fa visitare da nessun’altro da quando si è fatto visitare da Carlisle” mi dice e prima che possa ribattere apre la porta lasciandoci completamente sorpresi

“Dottor Swan? Che ci fa lei qui?” chiediamo insieme sorpresi quando ci compare davanti, alle nostre espressioni risponde la sua un po’ divertita

“Scusate ragazzi stavo passando da qui ,dopo essere stato alla centrale di polizia, e ho pensato di venire a visitare Edward. Spero di non disturbare” ci dice mentre Alice lo fa entrare

“Nessun disturbo, anzi pensavamo di chiamarla. Mi dia la giacca” dico cortesemente per poi appenderla

“Ci sono problemi?” ci chiede preoccupato mentre iniziamo a salire insieme “La febbre non vuole scendere, e poi non ha dormito per niente per quanto stava male” gli spiega Alice

“Gli avete dato anche quelle medicine che vi avevo consigliato di dare se la febbre non si fosse ancora abbassata?” ci chiese pensieroso

“Si, ieri mattina, all’inizio si è abbassata ma, poi, si è rialzata di colpo” gli dico mentre siamo quasi arrivati alla camera

“Alice potresti venire ad aiutarmi con i bambini?” sentiamo chiedere da Rosalie, dal piano di sotto

“Vai ad aiutarla. Ci siamo noi con Ed” le dico e lei, annuendo poco convinta, se ne va, intanto apro la porta della camera

“Potremmo provare con un iniezione …. Ma prima voglio vederlo” mi dice e poi volto lo sguardo verso il letto dove, un groviglio di coperte, ricoprono mio fratello dalla testa ai piedi

“Edward, c’è il dottor Swan” lo avviso e vedo la coperta muoversi per, poi, vedere la testa di mio fratello uscire da quell’involucro

“Dottore come mai qui?” chiede con voce roca mentre i suoi occhi, lucidi, lo guardano trafficare nella valigetta

“Ciao anche a te Edward. Diciamo che ho pensato di farti una visita dato che stai male ” gli dice facendogli un sorriso affettuoso mentre mi avvicino anch’io al letto

“Una visita? Ma non sto male” si lamenta con un piccolo broncio

“Vede dottore, come gli avevo detto, mio fratello non sta male …. Infatti non ha vomitato fino ad adesso senza neanche dormire un po’” lo prendo in giro e mi guarda male mentre Carlisle ci guarda divertito

“Be … forse un pochino” dice intimidito e gli lancio un’occhiataccia

“Un pochino?” ribadisco sempre ironico e lo faccio sbuffare

“E va bene, hai vinto tu” borbotta e torna a nascondersi sotto le coperte mentre, io e Carlisle, ci mettiamo a ridere

“Cattivi … prendere in giro un malato come me, non si fa cosi” continua a borbottare mentre ci diamo una calmata

“Dai Ed fatti visitare” gli ordina Carlisle, scherzoso, e poi lo vedo ormeggiare con i vari strumenti

“L’ultima volta che hai bevuto?” gli chiede mentre prende un termometro elettronico

“Stamattina, ma subito dopo ho rimesso” risponde fissandolo

“In questi due giorni hai avuto qualche specie di crisi?” gli chiede serio

“No, nessuna, almeno per il momento” rispondo al suo posto, gli dico e poi decido di uscire per evitare che mio fratello si possa imbarazzare per qualcosa

“Se mi volete sono fuori” dico a tutt’e due e loro annuiscono, però quando esco decido di lasciare la porta semichiusa, così che, io possa sentire il dottore se mi chiama e mi appoggio al muro

“Dottore le posso chiedere una cosa?” sento dire da mio fratello

“Certo Edward, dimmi pure” risponde cordiale e sbuffo divertito, chissà perché ma, a mio fratello, viene sempre voglia di chiedere qualcosa se non ci siamo noi in giro

“Come fa a stare calmo e tranquillo? O meglio, sento che in realtà è molto preoccupato, ma come fa a sembrare rilassato?” lo sento chiedere innocentemente e sospirando decido di allontanarmi di più, non sarebbe giusto ascoltare una conversazione del genere …. Be se mi vogliono, sono sotto!!!


(Pov Edward)

So che molto probabilmente gli avevo fatto una domanda scortese, insomma non dovrebbero neanche essere affari miei, ma sono rimasto incuriosito dal suo modo di comportarsi, dal suo modo di farsi vedere, mentre io stesso l’avevo visto angosciato e preoccupato due sere prima

“Vedi Edward si deve sempre avere speranza, dobbiamo sempre credere che tutto vada bene invece che cadere nel più totale pessimismo…. È io sto sperando, spero che tutto vada bene, è pongo la mia totale fiducia nella polizia, e, poi, non posso neanche permettermi di essere triste, sennò farei angosciare Esme e allarmare Bella, e non sarebbe giusto …. Come padre e marito, è anche come uomo di casa, devo prendermi cura di loro e non voglio che cadano nella più totale malinconia” mi spiega e per un po’ penso alle sue parole ….

Speranza …. Per la verità questa parola non è mai esistita dentro di me, ho sempre saputo che sarei dovuto morire, pure se non quando, tutt’ora penso che questo sia il mio ultimo anno di vita ….
Ma riflettendoci bene, il dottore ha ragione, non è giusto far preoccupare le persone a cui vogliamo bene … e credo di saperne qualcosa su quest’ultima frase.

“Non pensarci su Edward, ti sentiresti ancora più male, e rifletterci con la febbre alta poi non è un bene. Ognuno ha i propri pensieri, c’è chi la pensa in un modo e chi in un altro, alla fine siamo tutti diversi di carattere ..” mi riprende bonario

“Dottor Swan?” lo chiamo indeciso, vorrei fargli una domanda che mi preme, ma non sono sicuro di volerne sapere la risposta … sempre se me la darà

“Dimmi Edward”

“Posso farle una domanda?” chiedo imbarazzato e lui sorride divertito

“Me la stai già facendo” scherza per smorzare la tensione che si stava creando, mentre uno sbuffo esce dalle mie labbra

“Ehm .. si certo..” rispondo imbarazzato e decido di lasciare stare la domanda mentre lui mi guarda di nuovo serio

“No Edward” sospira sedendosi sul letto, quasi vicino a me, e io lo guardo perplesso

“Cosa?” chiedo infatti

“Non ce l’ho con te. Non è colpa tua se mia figlia è stata rapita … e pure se lo è, hai cercato di salvarla e questo mi fa capire quanto tieni alla mia famiglia” risponde alla mia domanda inespressa e sospiro, un po’ sollevato nel sapere questo

“Ok” dico soltanto questo mentre Carlisle appoggia la mano destra sulla mia testa, all’inizio penso che sia per controllare la febbre, ma rimango sorpreso quando sento la mano muoversi sulla mia testa

“Forse non te lo dimostro, ma tu sei come un figlio per me credimi … E poi hai fatto felice mia figlia, mia moglie, anzi tutta la mia famiglia e non potevo chiedere di meglio … Comunque andranno le cose sappi che io sarò sempre dalla tua parte” mi dice confidenzialmente

“Ma, se quelle persone hanno rapito Allyson solo per arrivare a me? Lei non può stare dalla mia parte” ribatto e mi sorride, un sorriso malinconico e speranzoso

“Se quelle persone vogliono te, vorrà dire che ti proteggeremo, per quanto riguarda mia figlia… te l’ho detto prima, spero che la trovino” risponde e continua ad accarezzarmi mentre sento i miei occhi riempirsi di lacrime, tutto questo è troppo … non merito tutto quest’amore!!

“E non iniziare a pensare che non ti meriti tutta la felicità che hai avuto o che hai, sennò mi arrabbio” mi minaccia quasi severo, però sta scherzando, mentre io rimango un po’ confuso …. Certo che lui è davvero il padre di Bella, ha il suo stesso potere

“Ma come…” cerco di chiedergli infatti, tale padre tale figlia …

“Come faccio a capire quello che pensi? Ti avevo già risposto …” mi dice e ci penso un po’ su, ma non trovo nessuna risposta…

“Edward tu per me sei un figlio, non sei solo il mio futuro genero …” mi dice e rimango colpito da quella parola ripetuta : come un figlio

“Grazie ..” dico soltanto mentre le lacrime iniziano a sgorgare, non riuscendo più a trattenerle, e subito vengo tirato nel suo abbraccio


(???)

“Vai a controllarla, dicono … ma perché non ci vanno loro, sono loro che la devono controllare” borbotto mentre cammino verso la cantina

Sono stati fortunati a trovare questa casa per i loro piani, e nella cantina mettono le vittime ….
Sono qui da un paio di mesi e hanno già fatto numerose vittime, di cui i resti sono depositati ancora la sotto e mai ritrovati.
La porta fa rumore mentre la apro, dietro c’è solo buio e silenzio, anzi ora che mi concentro sento solo dei lievi singulti , ora capisco le parole che una volta mi diceva Lui: parole saggie, amichevoli, parole che ti consigliavano, bonariamente, di non seguire la strada che lui è stato costretto a seguire …
Avevamo solo un’unica salvezza noi tre, ma quella salvezza è andata persa ugualmente per degli stupidi errori che si potevano evitare, eravamo attaccati ad un unico filo: ma è stato tagliato, spezzato ….
E ora ci ritroviamo a questo misero punto!!!

“Chi sei?” ed ecco la voce della nuova arrivata che è riuscita a trovarsi un buco pulito qua dentro, riesco a capire questo solo da una luce debolissima che proviene da una candela in fondo alla stanza, che possiamo solo accendere noi quando entriamo

“Non te lo dico. Stai bene?” chiedo incurante

“Io… voglio la mia famiglia” piange e non so che dire, gli altri ridono a questa scena ogni volta che la vedono piangere

“Non preoccuparti presto qualcuno verrà a farti compagnia” gli dico, la decisione è stata presa ormai e se tutto va come prevedono, in poco tempo questa cantina ospiterà un’altra persona viva

“Chi sarà?” mi chiede sempre piangendo, non riesco a vederla bene, ma so che è rannicchiata su se stessa

“Una persona che conosci, e a cui vuoi molto bene” le rispondo solamente e poi spengo la lucetta

“No, ho paura del buio, non lasciarmi sola” grida piangendo ma faccio finta di non sentire e chiudo la porta, non sentendo più niente dato che la stanza è insonorizzata

“Mi dispiace” sussurro leggermente tra me e me mentre mi dirigo verso l’uscita di casa.


(Pov Edward)

“Sei sicuro di stare bene?”

“Amo te l’ho detto, tuo padre con quella puntura ha fatto un miracolo, domani mi tengono ancora a casa. Ma dopodomani, quando ricomincia la scuola, ci sarò anch’io” rispondo

Alla fine, dopo che Carlisle mi ha fatto la puntura, mi sono addormentato e ho dormito per altre due ore, al mio risveglio non mi sentivo più male,….. certo che il dottor Swan fa miracoli!!

“Domani passo, mi sei mancato moltissimo oggi, ma non volevo lasciare mia madre a casa da sola. Avevo pensato di passare stasera, ma non voglio disturbarvi, quindi ci vediamo domani mattina” mi dice e sorrido, è da un’ora che parliamo al telefono senza sosta

“A proposito ho un favore da chiederti?” le dico mentre mi seggo sul letto e un sorriso mi compare sulle labbra, chissà se capisce che sto scherzando

“Dimmi” risponde soltanto

“Però mi rispondi seriamente?” le chiedo sempre divertito, alleggeriamo un po’ l’atmosfera

“Sbrigati o vengo li” si agita e rido dentro di me

“Ti manco, vero o falso?” le chiedo trattenendo le risate

“Vero, com’è vero che sei scemo. Comunque ho parlato con Emmet, dopodomani pomeriggio vengo con voi in ospedale … e poi, per la verità, domani sto tutto il giorno con voi” mi avvisa

“Tuo padre te l’ha già detto vero?” le chiedo preoccupato e sospira

“Si, ed è per questo che voglio venire” mi risponde

Oggi, dopo che mi ha fatto calmare, mi ha detto che c’era qualcosa che non quadrava con le mie crisi e quindi ha deciso di farmi fare delle analisi dopodomani in ospedale, pure se poi si dovrà aspettare una settimana prima dei risultati

“Va bene piccola” le rispondo mentre sento la voce di sua madre in sottofondo, che la chiama per mangiare

“Ora vado, ci sentiamo dopo per la buonanotte” mi promette e annuisco, di solito sono io a fargli ogni sera questa promessa

“Certo, ti amo”

“Ti amo al quadrato” mi risponde e poi chiude, mentre sento qualcuno bussare

“Avanti” grido ma non risponde nessuno quindi, pure se sono un po’ stanco, ok mi devo riprendere questo è vero, vado ad aprire, pure se poi non trovo nessuno davanti a me.

Ma una strana sensazione mi dice di abbassare gli occhi infatti, detto fatto, trovo un bigliettino ai miei piedi, penso che sia uno scherzo dei miei fratelli ma, appena ne leggo il contenuto, capisco che è una cosa seria …..

                                                                          
                                      Non uscire mai senza il pugnale, è il tuo e non lo devi mai perdere ti può salvare la vita in due modi molto importanti ….
                                                                                                E stai attento al nero…. la verità si sta avvicinando……. 
                                                                                                          E non fare indagini, cadrai solo nei guai



“Edward se vuoi mangiare scendi, è pronto” la voce di mia sorella mi distrae dalla scritta .... quale verità???

“No grazie Aly, non ho fame” grido in risposta mentre con uno scatto vado ad aprire un cassetto della mia scrivania e , da dentro una custodia argentata, per non farlo vedere dai miei fratelli, esco l’arma ….. Solo in quel momento mi accorgo che, inciso in piccolo e con una grafia in oro sulla lama azzurra, c’è scritto
   

                                            da Richard Cullen e Edward Parker a Edward Cullen : fanne buon uso 

Edward Parker? Lo stesso nome di cui avevo chiesto informazione a mio padre ….
E chi è Richard Cullen?? Non conosco nessuno della mia famiglia che si chiama in quel modo ……
So solo, che l’ultimo è il mio nome, quindi quest’arma è di mia proprietà?
E di che verità parlava il biglietto?
E, soprattutto, chi è che mi sta mandando questi biglietti?
E senza accorgermene il mio mondo stava ormai per perdere i pezzi per, poi, arrivare alla distruzione totale.






Holàààà
“Eccoci qui, e scusateci per l’enorme ritardo, ma impegni scolastici ci hanno proibito di postare…. E poi questo capitolo non voleva proprio uscire”

“Salve a tutti, finalmente siamo tornati”
“Bene e ora direi di parlare un po’ del capitolo”
“Be possiamo dire che qua ci sono degli indizi importanti però voglio mettere in chiaro una cosa: Edward non è stato adottato per qualunque cosa voi possiate pensare”
“Poi abbiamo scoperto che Edward Parker è davvero collegato con Edward, e chissà per quale motivo …”

“E infine quella voce misteriosa che parlava di tre persone legate a qualcosa … o a qualcuno”

“E non dimentichiamoci del pugnale …. Si è detto che sarà utile per molti motivi ..”
Ok ragazzi ora calmatevi si scoprirà tutto presto. E comunque volevo avvisare che per dei problemi temporali e non, la storia è stata un po’ accorciata, be non di tanto da finire tutto in poco tempo…. Mi dispiace ma dovrete ancora sopportarmi molto”

“E vi preghiamo di non ammazzarla, sennò chi la continuerà la storia?”
“Speriamo di postare presto”
“E ci scusiamo di non aver potuto rispondere a nessuno”
“Aspettiamo i vostri commenti”
“Kiss”
“Ps: chi ha visto Breaking Dawn? Io l’ho trovato eccezionale e voi?”
“Autrice, come dici sempre tu, dopo i baci non si scrive più”
“Mi dispiace per te Emmy, ma io posso”
“Cattiva”

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Capitolo 66
*** Immaginazione o realtà?!! ***


                                                                                     Immaginazione o realtà?!!



(Pov Edward)

“Non so che fare” borbotta Bella mentre entriamo in macchina appena usciti da scuola

“Devi decidere tu, ma secondo me devi andare da lei, insomma se ti ha chiesto aiuto c’è un motivo” le dico mentre metto in moto e, solo dopo aver salutato i miei amici da lontano, parto

Mentre stavamo uscendo dalla classe di astronomia, con Angela e Jack, Marika una nuova amica delle ragazze, ci ha raggiunto e ha chiesto, a Bella e Angela, se potevano andare a casa sua perché aveva bisogno dei loro consigli: solo che non ha spiegato su cosa……

“Ma io voglio venire con te in ospedale” si lamenta e il caso volle che quest’aiuto richiesto piombasse proprio oggi, certo neanch’io voglio andare in ospedale senza di lei, con lei mi sentirei più al sicuro ma non voglio che abbandoni le sue, uniche, due amiche solo per me

“Amo ascoltami, non puoi dividerti in due. E poi Marika è sembrata disperata quando è venuta da voi, quindi può essere che c’è qualcosa di serio dietro …. Ed è giusto che tu stia anche con loro, e poi scusa ma da quant’è che non passi un pomeriggio tra ragazze, come dite voi?” le chiedo alla fine, è da quand’è iniziata la scuola che non la vedo stare più con Angi, mentre solo da qualche settimana si è aggiunta pure Mari, ma, non so, se c’è un motivo che l’ha spinta ad aggiungersi al nostro gruppo

“Dagli inizi di settembre. Quindi dici che devo andare da lei?” mi chiede e credo, che da una parte, stia sperando che la supplichi di venire con me ma lo sa che, se in mezzo c’è un motivo per farla felice, io sceglierò sempre quello che penso sia giusto per lei

“Esatto devi, anzi, ora ti accompagno io, poi passo a prendere i miei fratelli e, dopo che finisco in ospedale passo a prenderti, così stai un altro paio di minuti con me” programmo e mi guarda felice e triste nello stesso tempo

“D’accordo, però devi promettermi che starai tranquillo, e che dopo mi dirai tutto” mi dice frettolosa

“Promesso, ma ricordati che i risultati me li daranno la prossima settimana” le ricordo semi ridendo

“Lo so, ma voglio sapere lo stesso tutto” sbuffa facendomi ridere ancora di più, risata a cui poi si aggiunge pure lei ……

Dopo averla accompagnata vado verso casa per prendere i miei fratelli, dato che ci tengono così tanto a venire, e ora dico: mi bastava andare solo con Bella, oppure da solo, ma perché devono venire pure loro?
Appena arrivo davanti al cancello vedo Emmet aspettarmi, per poi salire quando mi fermo

“Andiamo, Aly non viene sono riuscita a convincerla. Bella?” mi chiede dopo aver risposto alla mia domanda inespressa, ma che si notava dalla mia espressione confusa

“Problemi tra amiche, quando esco dall’ospedale passiamo a prenderla e l’accompagniamo a casa sua” gli spiego invece io mentre metto in moto e lui si concentra a guardare fuori dal finestrino dopo avermi mandato una veloce occhiata che sembrava esprimesse nervosismo o tristezza

“Emmet per caso devi dirmi qualcosa?” gli chiedo subito

“Forse si, ma lascia stare non mi va di parlarne” sbuffa nervoso e lo vedo che si rabbuia un po’, per la verità è da ieri che, ogni volta che siamo insieme, e da soli, si comporta in modo strano con me

“Sicuro?” gli chiedo guardandolo con la coda dell’occhio

“Sicurissimo, pure se qualcuno di mia conoscenza continua sempre a tenermi segrete delle cose che, peraltro, dovrei sapere per poterlo aiutare” dice irritato sempre guardando fuori, e questa volta sono io a sbuffare, riconoscendomi anche la colpa della sua rabbia

“Em, io …” cerco di parlare ma subito mi blocca lanciandomi uno sguardo di fuoco

“Non ti capisco più, siamo sempre stati complici, uniti, tu il cervello e io il braccio destro. Ti ho sempre sostenuto, difeso, incoraggiato e tu che fai? … Mi nascondi le cose, ecco che fai, non mi dici niente del tumore, del ritorno di quel bastardo di Clive e per di più non mi dici niente, neanche, del fatto che qualcuno ti sta inseguendo, pure se hai detto che lo pensi soltanto…… Insomma mi spieghi come cavolo faccio ad aiutarti se non mi dici le cose importanti come facevi una volta?” sbotta irritato

“E dai Emmy non è successo niente di grave” ribatto, mentre svolto per la strada che va verso l’ospedale

“Niente di grave? Cazzo Ed, è se quelle persone ti avessero rapito ,quel giorno, quando ti inseguivano? E se quella volta Clive, invece di lasciarti in bagno ridotto male, ti avesse ucciso? Ed come cavolo la metti la questione, insomma mi parli di tutte le numerose cazzate che esistono e, quelle più importanti, quelle che riguardano te, me le tieni nascoste” grida di nuovo e sbuffo esasperato

“Non è successo niente, e poi non volevo farti preoccupare, e sapevo che per Clive te la saresti presa così tanto che, se ti girava, mi rinchiudevi in casa e non mi mandavi neanche a scuola” spiego

“Non ripetere quello che hai detto” ringhia facendomi sobbalzare

“Cosa?” gli chiedo guardandolo con la coda dell’occhio e vedo il suo volto rosso

“Non ripetere che non mi devo preoccupare o ti meno. E da quando sei nato che mi preoccupo per te, che ti curo e proteggo, quindi non provare a dire quello che hai detto chiaro?” grida mentre fermo la macchina nel parcheggio dell’ospedale

“Ma fratellone…” mi lamento facendogli lo sguardo da cucciolo, per addolcirlo un po’, ma stranamente questa volta non sembra funzionare

“E non mi guardare in quel modo, questa volta sono veramente incazzato con te… e non basterà uno sguardo come questo a farti perdonare” mi rimprovera uscendo dalla macchina e, dopo essere rimasto un po’ interdetto, lo raggiungo di corsa, dato che sta camminando velocemente

“Non mi perdoni neanche se ti chiedo scusa?” gli chiedo usando questa volta uno sguardo ferito, sperando che si senta un po’ in colpa per avermi sgridato
“No, ti perdonerò solo quando non mi terrai le cose nascoste, insomma è giusto avere dei segreti ma non segreti che minacciano la propria vita ….. Salve abbiamo un appuntamento con il dottor Swan, è libero?” chiede subito alla signora delle reception che ci guarda sorridente

“Certo, è nel suo studio” annuisce e, dopo averla ringraziata, ci dirigiamo verso lo studio, in quel momento intravediamo Carlisle parlare con un medico, con la porta aperta dietro di lui

“Si mi serve urgentemente adesso, tra un po’ dovrebbero arrivare … Anzi no, sono già arrivati. Ragazzi ben arrivati” ci saluta appena ci vede e l’altro dottore ci sorride

“Dottor Swan buonasera” rispondiamo io e Emmet in coro, mentre il mio occhio cade sul collega, dovrebbe essere anche lui sulla cinquantina, ha i capelli neri e gli occhi castani

“Vi presento il dottor Price, è il miglior radiologo e cardiologo di questo ospedale. Tony ti presento Emmet e Edward Cullen, il ragazzo di cui ti parlavo” ci presenta mentre guardo confuso Carlisle … ha detto cardiologo??

“Piacere di conoscervi. Carlisle vado subito a vedere se c’è una stanza disponibile sia per i raggi che per l’elettrocardiogramma ” gli dice e, dopo averci salutato, si allontana

“Ragazzi entrate” ci invita, intanto, Carl

“Elettrocardiogramma?” gli chiedo mentre entriamo, non mi preoccupavo dei raggi, ma se dovevo fare anche una visita al cuore, vuol dire che ci sono problemi grossi

“Tranquillo, ti avevo avvisato che volevo fare delle visite complete, e quindi si farà tutto oggi…. Su, coraggio, iniziamo” mi incita.

E così passai quasi tutto il pomeriggio tra macchine di vario tipo, alla fine mi mancava solo l’elettrocardiogramma, dato che la stanza si era liberata solo adesso

“Edward inizia a entrare e inizia a spogliarti” mi dice Carlisle così entro, solo mentre mi sto spogliando mi ricordo di una cosa, e guardo Em che è entrato con me

“Emmet mandi un messaggio a Bella con scritto che non ho ancora finito? Non vorrei che pensasse mi sia dimenticato di passarla a prendere” gli dico mentre mi seggo sul lettino

“Tranquillo ci penso io, anzi se vuole passo a prenderla velocemente e la porto a casa” mi risponde, forse un po’ gli è passata l’irritazione, mentre entra anche Carlisle che si avvicina a me

“Pronto?” mi sorride mentre accende il macchinario vicino al letto “Si” rispondo solamente mentre mi distendo e lui inizia ad attaccarmi gli oggetti del macchinario su braccia, petto e caviglie

“Bene, allora Edward, ho pensato di farti una visita cardiologica completa, quindi dovrai rimanere attaccato almeno per venti minuti così che noi possiamo analizzare ogni tuo battito. Rilassati, e se ti può far sentire meglio pensa che stai facendo i raggi, noi ora usciamo e spegniamo pure la luce, devi stare nel silenzio e nella tranquillità più totale, ma se dovesse succedere qualcosa, o ti senti male chiamaci subito e interrompo subito la visita chiaro?” mi spiega serio e, dopo aver tirato un sospiro di coraggio, annuisco

“Chiaro” e vedo Emmet iniziare a uscire mentre prende il telefonino dalla tasca

“Bene, allora devi stare rilassato e tranquillo, non entrare in agitazione e ricordati che, per qualsiasi problema soprattutto se si tratta di una crisi, io sono qui fuori dalla porta quindi basta anche che tu faccia un minimo rumore e vengo subito” si raccomanda un’altra volta e poi spegne la luce e esce fuori.

La luce proviene solo dalla finestra vicino al letto, ma non riflette molto, per il resto e tutto buio a parte le luci rosse del macchinario qui vicino , non so perché ma il restare quasi nel buio mi inquieta molto
Così decido di chiudere gli occhi e di fare dei bei respiri, devo resistere per venti minuti, non è troppo, non ho paura del buio, posso starci tranquillamente e poi Carlisle mi ha rassicurato di essere qua fuori in caso avessi bisogno di lui

“Edward” dopo qualche minuto sento due voci, sconosciute, chiamarmi, così apro di scatto gli occhi ma non vedo nessuno

“Edward” mi richiamano da un punto indefinito, sicuramente non sono vere, insomma in questa stanza non c’è nessuno e fuori ci sono Carlisle e Emmet, no, non mi può succedere niente, sono al sicuro

“Non preoccuparti, tra poco sarai nostro, e non ti servirà più fare queste cose” dissero e continuo a guardare intorno velocemente quando, ai bordi della finestra aperta compaiono due figure nere….. aspettate, ma prima la finestra era chiusa!!! “Immaginazione, è solo immaginazione” inizio a ripetere a bassa voce, e richiudo gli occhi, devo stare tranquillo

“E, quando ti avremmo, ci pregherai di farti morire” sussurrarono minacciosi

“Non siete veri, non siete veri” dico

“Ne sei proprio sicuro?” mi chiede una terza voce, anch’essa sconosciuta ma più sicura e agghiacciante, e quando apro gli occhi vedo due occhi color ghiaccio vicino a me

“Proprio sicuro?” gli fanno eco le altre due voci

“Non siete reali, no, siete solo illusioni” ripeto a me stesso, a parte me non ci può essere nessuno qua dentro adesso

“Sai non vedo l’ora di esaminare il tuo corpo con questa bella lama” mi ridice quello vicino a me, e sobbalzo quando sento qualcosa di freddo, e pungente, toccarmi il petto

“C..cosa?” sussulto e ridono

“Sei nei guai piccolo verme, e non vediamo l’ora di divertirci con te, e di torturarti fino alla tua morte” mi dice una delle due figure alla finestra, e poi sento una mano prendermi il volto, per poi farmi scontrare con gli occhi più freddi che abbia mai visto ……. Superano addirittura quelli di Clive

“E dopo morirai, così com’è morta tua madre, così com’è morto quell’altro bastardo, e li raggiungerai molto presto ….. Ci vediamo presto piccolo, inizia già a contare i pochi giorni che ti rimangono di vita” sussurra ma non se ne va, anzi stringe di più la presa sul mio volto e, mentre sento il macchinario vicino fare degli strani rumore, cerco di uscire da quella presa

“Lasciami, lasciami” sussurro e li sento ridere “Non ti agitare, stai calmo” continuano a ridere ma, io, continuo ad agitarmi, so che è inutile e in quel momento, in un secondo di lucidità, grido quello che dovevo già gridare prima …

“Emmet, Carlisle ….” li chiamo gridando, mentre gli altri tre continuano a ridere, vi prego venite …..


(Pov Emmet)

“Edward era tranquillo vero?” mi chiede Bella mentre raggiungiamo il reparto

Appena uscito dalla stanza l’avevo chiamata per vedere che voleva fare, e lei mi ha detto, anzi ordinato, di andare a prenderla perché non vedeva l’ora di rivedere Ed

“Normale, ma non era troppo in agitazione” gli rispondo e lei mi guarda dubbiosa

“Ma mio padre non vi ha detto niente riguardo alle visite?”

“No, ha detto che tutte le visite saranno pronte tra quattro giorni, poi le esaminerà meglio e alla fine ci dirà” scrollo le spalle e in quel momento raggiungiamo la stanza, dove Carlisle sta parlando con un altro collega

“Alla fine sei venuta lo stesso eh?” dice ironico a Bella, appena la vedi, e sogghigno

“Certo che si, tra quanto finisce?” gli chiede subito, e mi lascia allibito, possibile che fa sempre domande riguardo a Ed?

“Tra sette minuti finisce” ci dice e ci sediamo tutt’e tre quando ….

“Emmet, Carlisle ..” un grido spaventato ci fa sussultare , velocemente entriamo nella stanza, e appena accese le luci, Bella si precipita da mio fratello che si agita sul letto, mentre il macchinario è completamente staccato

“Edward che succede?” chiede Bella, mentre cerca di farlo calmare, io sto per avvicinarmi al letto quando noto una cosa strana ….. come mai la finestra è aperta??

“Sono qui… sono qui” sussurra sempre in agitazione e sposto lo sguardo su di lui, mentre Carlisle spegne il macchinario

“Di chi parli?” gli chiedo, ma la voce risulta più dura del previsto

“Quelle persone ….” risponde solamente mentre inizia a rilassarsi tra le braccia di Bella e lo guardo dubbioso, prima di capire la sua risposta

“Ma non c’era nessuno quando siamo entrati” gli dico subito

“E, purtroppo, questo è l’unico piano che non ha la scala antipanico” aggiunge Carlisle e io vado ad affacciarmi alla finestra: ha ragione, questo piano non si può raggiungere in nessun modo, a meno che non si è bravi ad arrampicarsi con mani e piedi, però risulterebbe difficile

“Papà chiama zio” sussurra Bella, ormai anche lei spaventata, mentre continua a stringere a se Edward che, ora che lo guardo bene, è bianco come un lenzuolo

“Ed sei sicuro che erano loro, che erano reali?” gli chiedo inginocchiandomi davanti a lui che mi fissa dubbioso e spaventato, prima di rispondere

“Io …. Non lo so” sussurra flebilmente e poi nasconde il viso tra le braccia della sua ragazza

“Per sicurezza chiamiamo zio, anche solo per tranquillità ma chiamiamolo” ridice Bella e io guardo Carlisle che annuisce

“D’accordo vado a chiamarlo” ci dice e corre subito fuori mentre sento dei singulti provenire da mio fratello

“Ehy stai tranquillo, è tutto a posto” gli dice Bella coccolandolo

“Hanno detto che … mi tortureranno e poi …che mi uccideranno ..” ci svela e in quel momento e, pure se colto da un improvviso moto di rabbia verso quelli, reali o no che siano, inizio ad accarezzargli la testa

“Non ti faranno niente, assolutamente niente” lo rassicuro, ma in quel momento non potevo sapere che, questa frase che ho pronunciato con sicurezza e affetto, presto si sarebbe rivelata come una bugia … presto sarebbe diventata una promessa infranta involontariamente ..





Holàààà
“Ok, odio la connessione a internet che non ha preso per ben una settimana, la odiooooooo”

“Credimi autrice anch’io odio questa connessione che hai”
“Autrice scusa se disturbo questo tuo momento di irritazione, ma non dovevi fare un annuncio importante?”
“Si infatti Ed, grazie per avermelo ricordato. Volevo solamente dire che, dato che questa settimana sarò impegnate e che venerdì dovrò partire per un’operazione … be se va tutto bene dovrei tornare nelle vacanze di Natale, ma non vi assicuro la data precisa perché non so quando tornerò, e se quando torno avrò internet per postare o devo aspettare che si riconnetta, comunque prometto che, dal prossimo capitolo posterò sicuramente una volta a settimana”
“Ottimissimo, pure se ci mancherai. Comunque autrice tornando al capitolo, quanto capitoli ci vogliono prima che Edward venga …. Be sai cosa”
“Pochissimi Emmet, davvero pochi e comunque riguardo agli spoiler messi dovevo fare un avviso”
“Dici”
“Volevo dire che gli spoiler che ho messo sono sintesi dei capitoli, quindi quando arriveremo ai capitoli che ho spoilerizzato, le parole saranno quelle che ho scritto ma non saranno tutte vicine, perché ho solo preso dei piccoli pezzi di due capitoli per spoilerizzare ….. quindi quando arriveremo a quei momenti non aspettatevi quello che già avevo scritto, perché sarà del tutto diverso”
“Sintesi dei capitoli quindi”
“Di due per l’esattezza, dato che ho messo due spoiler diversi”

“Ok grazie per l’informazione e ritorniamo un’altra volta al capitolo….., Possiamo dire che in questo capitolo c’è una frase indizio, cioè una frase molto importante che potrebbe aiutare a capire la verità, se la volete scoprire prima di Edward si intende …”
“Chissà se qualcuna delle nostre lettrici è riuscita a scovarla, se si ditecelo siamo curiosi di vedere quanto siete brave ad indagare”

“E dobbiamo anche dire che nei prossimi capitoli ci sarà qualche altro indizio…… e logicamente noi vorremmo sapere cosa ne pensate dei capitoli, con i vostri commenti, e ci piacerebbe sapere se avete qualche supposizione ”

“Autrice possiamo dare soltanto un altro piccolissimo indizio?”
“Permesso accordato”
“Bene, allora tenete a mente questa frase: Tutto ruota intorno a Edward, e a prima della sua nascita”

“Bene piccolo indizio dato. E ora ci salutiamo”
“D’accordo alla prossima, e speriamo commentiate”
“Kiss”

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Capitolo 67
*** Non doveva morire ***


                                                                                                                    Non doveva morire


(Pov Bella)

Alla fine sono passati due giorni da quello che è successo in ospedale, eravamo tutti in ansia, tutti preoccupati per Allyson, per Edward..
La polizia non ha ancora trovato nessuna traccia dei rapitori della piccola, e quello che è successo in ospedale sembra essere solo una pura illusione… pure se dentro di me credo di sapere che, quello che è successo, è reale.. sennò Ed non avrebbe reagito in quel modo.
Ora sono appena arrivata a casa Cullen, i ragazzi mi hanno invitato per cena, però dovevo venire da loro nel primo pomeriggio e non potevo rifiutare, ordine di Aly, ma sicuramente è anche l’ordine del mio ragazzo, so quanto ci tiene che stia con lui per tantissimo tempo

“Bella sei arrivata, entra” mi grida Alice tirandomi per il braccio, dopo che ho suonato Subito vengo scaraventata nel salone della casa, e trovo Rosalie che gioca con il piccolo Eddy, la prossima settimana i bambini compiranno un mese di vita eppure sono così piccoli che non sembrano neanche veri

“Ciao Bella” mi saluta e le sorrido

“Ciao Rosalie, Eddy” li saluto baciandoli sulle guance

“Edward tra poco scende … credo” dice Alice pensierosa alla fine e la guardo confusa

“Perché credi?” chiedo infatti e mi fa le spallucce mentre ci sediamo pure noi due sul divano

“Be vedi … Ed si è svegliato un’oretta fa e, approfittando del fatto che ancora non eri arrivata, Emmet ha voluto parlargli di quella cosa….” mi dice eloquentemente e capisco

“Quindi avete deciso oggi di dirgli del fatto che, mio zio, gli vuole assegnare una specie di scorta per tenerlo al sicuro?” gli chiedo, l’hanno deciso dopo che siamo tornati a casa dall’ospedale, ma non sapevo quando gli e l’avrebbero detto

“Si, e non l’ha presa bene, infatti prima che arrivassi tu, lui e Emmet stavano, e credo stanno ancora, litigando” sospira sconsolata e solo in quel momento mi accorgo che in un carrozzino c’è la piccola Lizzie che dorme

“Ah ecco dov’era l’altra” dico distraendomi per un secondo, prima di riconcentrare la mia attenzione su quello che stava succedendo

“La cosa strana è che, ancora, nessuno dei due si sia messo a gridare” sospira invece Rose

“Jasper è con loro?” chiedo mentre mi alzo dal divano

“Si stava cercando di calmarli, ma, pure se non sentiamo gridare, non credo ci sia riuscito” mi dicono

“Dite che posso salire, o mi mangiano?” gli chiedo divertita e loro ridono, io sono l’unica persona con cui Edward non riuscirebbe a gridare o che non riuscirebbe a sfiorare malamente neanche con un dito

“Tranquilla puoi andare, credo che hai uno scudo speciale sempre pronto, anzi mi sa che sei l’unica ad averlo” mi risponde Rosalie divertita

“Allora vado” gli dico e faccio finta di inspirare per infondermi coraggio

“Aspetta vengo con te, così vedo a che punto sono” mi dice Alice e saliamo insieme.

Durante il tragitto mi chiede di mia madre, su come sta, e gli rispondo che è sconvolta e sta malissimo del fatto che non si trova la piccola “Poverina, forse posso capirla, anch’io mi sentirei male se mio figlio dovesse venire rapito” mi dice triste e subito mi blocco, non pensavo mi potesse dire una cosa del genere, insomma mi immaginavo Rosalie dirmi una cosa del genere ma lei ….. non è che per caso nasconde qualcosa?

“Figlio? Alice aspetti un bambino?” le chiedo subito e lei mi guarda sorpresa

“No ancora no, pure se vorrei, ma ….” si blocca titubante mentre ci fermiamo al terzo piano

“Ma?” chiedo curiosa

“Be, io e Jasper abbiamo deciso di adottare un bambino, e ieri, dopo sette mesi, ci hanno chiamato: la nostra richiesta di adozione è stata accolta e, la prossima settimana, andremo a prendere il bambino…. Ecco perché ho voluto che venissi a cena da noi, oggi volevo annunciare la notizia a tutti” mi racconta e la guardo felicissima

“Oh mio Dio, Alice è bellissimo, congratulazioni tesoro” le dico abbracciandola subito e ridiamo insieme

“Grazie, non vedo l’ora di vederlo. E mi raccomando non dirlo a nessuno, neanche a Edward, fino a stasera” mi confessa mentre qualche lacrima le riga il volto

“Tranquilla non parlerò, sai già com’è e chi è?” chiedo curiosissima e abbassando la voce

“Si è un bambino di cinque anni, si chiama Christian. Ha gli occhi marroni e i capelli rossicci, sua madre è morta, è stata uccisa davanti a lui da dei ladri, quando aveva due anni e suo padre non l’ha mai conosciuto, e poi non ha nessun’altro parente” mi spiega e provo molto dispiacere per quel piccolo: poverino, chissà quanto ha sofferto nel vedere la madre uccisa

“Poverino” sospiro ma non riesco a dire altro interrotta da un urlo

“EMMET HO DETTO DI NO!!!” l’urlo del mio ragazzo si sente forte e chiaro, è nella sua voce riesco a leggere chiaramente sia la rabbia, che l’esasperazione, del momento

“Andiamo a vedere che sta succedendo” mi incoraggia Alice, riprendendosi subito, e subito ci dirigiamo alla porta

Appena entriamo vedo Emmet e Edward fronteggiarsi uno davanti all’altro, non si notano neanche quei nove centimetri di altezza che separano tutt’e due di solito, il primo è teso e respira molto fortemente, forse per trattenere la voce, Edward invece, ha lo sguardo freddo e stringe convulsamente i pugni; In quel momento mi accorgo di Jasper, in mezzo ai due, che cerca di separarli

“Dai ragazzi parliamone tranquillamente” dice, pure se non viene ascoltato dai due fratelli che, senza accorgersi di noi, ricominciano la conversazione di prima

“Edward avrai delle guardie che ti seguiranno, è questo non si discute” sbuffa Emmet ma Ed nega con la testa

“Ho detto di no, non voglio essere seguito” dice digrignando i denti

“Ma mi potresti ascoltare per questa volta? Perché non mi dai retta” si lamenta Em, mentre, per trattenere le grida, si siede sul letto con la testa tra le mani

“Io non ti do retta? Ti ho sempre dato retta, ma non puoi sperare che accetti un fatto del genere, è inconcepibile” sbotta Ed

“Edward calmati, parliamone tranquillamente” si rimette in mezzo Jasper

“TRANQUILLAMENTE? È da un’ora che ne parliamo tranquillamente e non siamo arrivati a nessun risultato” grida un’altra volta

“Forse perché non vuoi pensare razionalmente alla situazione di pericolo in cui ti trovi?” si arrabbia un’altra volta Em

“Pericolo? Ma non hai sentito che dicono? Quella è stata solo una mia illusione, è impossibile che ci fossero delle persone li dentro” sussurra incazzato e sospiro esasperata, ovviamente in città tutti hanno saputo questo fatto, è ,per tutti, tranne me, mio padre e mio zio, il mio ragazzo ha solo sognato che ci fossero quelle persone

“Edward finiscila, non me ne fotte niente di quello che dicono le altre persone, a me interessa soltanto che tu sia al sicuro e se per essere al sicuro devi farti controllare 24 ore su 24, allora verrai controllato” semi grida Em, rialzandosi dal letto

“Io dico di no, punto e basta” sbuffa in risposta

“Edward non essere un testone come al tuo solito” sussurra Alice, però riesco a sentirla solo io dato che sono vicino a lei “Ed ti devo ricordare la discussione che abbiamo avuto in macchina due giorni fa? Ti ricordo che sono ancora un po’ arrabbiato con te … e vorrei che mi facessi il favore di fare quello che ti chiedo” gli dice Emmet e vedo Edward aprire la bocca per rispondere

“Ma che è tutto questo casino?” ma al posto della sua voce ne sentiamo una femminile, conosciuta pure se odiata, infatti appena mi giro vedo Tanya Cullen entrare nella camera

“Tanya esci fuori da questa camera, non puoi entrare” dice Edward, freddo, girandosi verso di lei

“Edward, caro Edward, questa è anche casa mia adesso, quindi posso fare quello che voglio” risponde fintamente gentile

“Certo, puoi fare quello che vuoi ma fuori da questa camera” ribadisce ma Tanya fa finta di niente e si dirige verso la scrivania sotto i nostri sguardi allibiti e nervosi

“Che camera spaziosa devo dire, certo se fosse più seria potrebbe essere bellissima. Ad esempio potresti togliere quella chitarra, quei cd musicali e la televisione, e potresti anche eliminare questo computer …” inizia a parlare

“Tanya stiamo parlando privatamente, quindi esci fuori da qui” la interrompe Emmet, anche lui nervoso per vari motivi

“Non mi sembra che stiate parlando privatamente con altre tre persone che vi ascoltano qua dentro” sospira continuando a guardarsi intorno

“Sono affari che non ti riguardano, quindi esci” ripetono insieme Emmet e Edward, almeno su questo punto vanno d’accordo, io intanto mi avvicino al mio ragazzo prendendogli la mano, sperando di servire come calmante sia adesso che dopo…. Nel frattempo Tanya prende la foto della madre di Edward

“Oh ma che bella questa foto… Certo che davvero ti assomigli con tua madre, peccato che sia morta … ma se voleva farti nascere doveva morire” dice e rimango confusa dalle sue parole, noto che anche Edward ne rimane confuso mentre Emmet e Alice rimangono sorpresi da quelle parole

“Che intendi?” chiede Ed

“Tuo padre mi ha raccontato che era meglio se tua madre non avesse più figli… eppure ci ha voluto provare forzatamente, per qualche strano motivo, e quando hanno scoperto che era rimasta incinta i dottori gli avevano dato una bassa percentuale di vita dopo il parto, anzi si pensava anche che tu saresti morto ancor prima di nascere …. E forse solo così si sarebbe salvata tua madre” racconta lasciandoci scioccati

“Non è vero, mia madre non era malata” si lamenta Edward e lo guardo dispiaciuta, però subito lo abbraccio per infondergli forza

“Tanya ma che cavolo stai dicendo?” sbotta Emmet e Alice la guarda male, qualcosa dai loro occhi mi fa intuire che quella donna ha detto una bugia bella e grossa, ma non credo che Ed l’abbia intuito

“Ragazzi tranquilli, ormai Edward è grande e deve sapere la verità, non potete nascondergli tutto quello che riguarda vostra madre nel periodo della sua ultima gravidanza. Comunque scusatemi ma mi aspettano a una cena di lavoro con vostro padre” dice e poi esce, solo dopo aver fatto una grossa risata

“Che cretina, ma possibile che racconta sempre frottole? Mamma non sarebbe dovuta morire” sbotta Emmet furioso, e lo guardo di scatto

“Emmet, come fai a saperlo? Sai qualcosa che io non so?” gli chiede Alice subito sorpresa, mentre si avvicina a Jasper

“Eh? No cosa te lo fa pensare?” esclama con voce tremante, segno che sta nascondendo qualcosa

“Emmet?” lo richiama Alice e il fratello sospira sedendosi

“E va bene, vi dirò quello che so” sbotta e tutti lo guardiamo, pure Edward che di scatto fissa il fratello intensamente

“Tutto quello che sai” precisa minaccioso guardandolo e Em annuisce sconfitto mentre prende un bel respiro

“Mamma era al quinto mese di gravidanza, era il 18 Febbraio, e io lei e papà, stavamo andando in ospedale per la visita mensile di mamma, di solito andava pure un loro amico con loro in ospedale però morì a fine dicembre, ma questa è un’altra storia ….” Inizia a raccontare

“E io dov’ero?” chiede subito Alice interrompendolo

“Era mattina tu eri a scuola, mentre io non sono andato perché avevo mal di testa ma, dato che la governante aveva preso un giorno di vacanza, non potevo rimanere a casa e quindi sono dovuto andare con loro” gli spiega

“Chi era quest’amico che andava con loro in ospedale?” gli chiede invece Ed interessato e lo guardo confusa, mi sta nascondendo qualcosa?

“Non mi ricordo come si chiamava so solo che ha vissuto in casa con noi per quasi tre mesi ma, due giorni dopo Natale, è morto nel mezzo di una sparatoria” spiega e sento Edward irrigidirsi

“Sparatoria hai detto?” chiede flebilmente

“Si ma Ed, vuoi sentire il resto del racconto?” gli chiede un po’ innervosito dall’interruzione

“Si scusa”

“Bene, allora quel giorno andammo in ospedale. Mamma, contrariamente al volere di papà, mi fece entrare nella stanza e mi spiegarono che la visita che gli dovevano fare serviva per vedere se riuscivano a individuare dei problemi nel bambino. Alla fine sono risultati dei problemi sia per quanto riguarda te, che mamma ma, il dottore, assicurò che l’unico che era a rischio morte eri tu, solo tu ..” ribadisce stringendosi la testa tra le mani

“Ma…. Allora, perché mamma è morta?” chiede Alice, con delle lacrime che iniziano a sgorgargli dagli occhi

“Non lo so, mamma ha passato gli ultimi quattro mesi nel terrore di scoprire che il bambino era morto, che i dottori la costringessero a un cesareo di emergenza perché il bambino ormai non respirava più. Eppure lei era sana, tranquilla, mi raccontava che sognava noi tre giocare in un parco con lei…. Ma quel giorno, il giorno della nascita, quando tu, Alice, sei uscita dalla camera lei sembrava sicura di dover morire, sicura che non avrebbe potuto vedere il suo terzo figlio … Non doveva morire, non doveva” continua a raccontare ma sento la voce incrinars, e, in quel momento, anch’io inizio a piangere nell’immaginarmi tutto l’accaduto: una madre che sogna di stare sempre con i suoi figli ma sa che non potrà mai più vederli crescere,e tre bambini, i quali non avevano mai avuto una figura paterna, all’improvviso si ritrovano senza una figura materna e senza sapere il vero motivo della sua morte…

“Io pensavo fosse morta di parto, nonno, il giorno dopo la sua morte, mi aveva raccontato che cose del genere potevano succedere improvvisamente” balbetta Alice ma Emmet scuote la testa sorprendendoci

“Emmet c’è qualcos’altro che dobbiamo sapere?” chiede Edward serio ma, guardandolo, capisco che sta trattenendo la voglia di piangere e urlare, così lo stringo ancora più forte a me

“Il dottore che ti ha fatto nascere ha detto che mamma non era morta di parto, ha detto solamente che c’erano state delle complicazioni …. Ma il fatto strano è, che il suo sguardo, sembrava volesse esprimere gioia e poi, nonno, non ha potuto vedere il corpo di nostra madre fino al giorno dopo e dopo di che ho sentito che diceva a nonna che mamma aveva le parti visibili tutte ricucite…. Come se l’avessero sparata o gli avessero fatto dei segni profondi con un coltello” spiega riluttante e lo guardiamo scandalizzati, non ci credo ….

“Emmet, perché non ce l’hai mai detto? Perché ci hai tenuto a l’oscuro di tutto questo?” gli chiede Edward stringendo i pugni

“Calmati, calmati” gli ripeto nell’orecchio, ma sento che non fa effetto

“Gli avevo promesso che vi avrei protetto da tutto e tutti, che nessuno vi avrebbe fatto del male … ma non potevo svelarvi una cosa del genere, non potevo venirvi a dire che forse mamma non era morta di parto, che forse l’avevano uccisa, io stesso stento ancora a crederci e poi …. E poi tu, Edward, non dovevi venire a sapere una cosa del genere, eri troppo giovane per sapere la verità mentre, Alice, tu sei troppo dolce e debole non volevo provocare a nessuno dei due ulteriore dolore …. Mi dispiace ragazzi” spiega e continua a stringersi la testa quando, a un certo punto, vedo Alice, completamente in lacrime, correre ad abbracciarlo

“Ti voglio bene fratellone” gli dice stringendolo sorrido, commossa per quella scena, pure se il sorriso svanisce subito appena vedo Edward crollare in ginocchio

“Edward?!” lo chiamo allarmata, per paura di una crisi, e m’inginocchio davanti a lui ma, sollevata, noto che non si tratta di nessuna crisi e lo abbraccio forte appena noto delle lacrime uscirgli dagli occhi

“Ehy tranquillo” cerco di calmarlo e inizio ad accarezzargli anche la testa mentre lui mi stringe con tutt’e due le braccia …


(Pov Edward)

“Vuoi qualcosa?” mi chiede Bella inginocchiandosi davanti a me

Eravamo tutti in salone d’almeno qualche ora, sentivo Alice e Emmet parlare in disparte come se mi stessero nascondendo qualcos’altro, ma non m’interessava molto quello che si dicevano ..
La notizia di una possibile uccisione di mia madre mi ha lasciato .. sconvolto, insomma da quello che mi dicevano lei era una persona gentile, amorevole, chi mai avrebbe potuto ucciderla?

“No grazie” rispondo alla mia ragazza, le mie uniche parole da quando Emmet ci ha raccontato quello che sapeva, e proprio per questo, negli occhi dei miei fratelli, leggevo la paura che non parlavo come se fosse stato per colpa loro, perché sono arrabbiato con loro

Ma non sono arrabbiato con loro adesso, forse un po’ deluso perché per anni mi sono sempre incolpato della morte di mia madre e, adesso, “forse” non è davvero colpa mia… o forse la colpa è sempre mia, insomma forse è tutto collegato con la mia nascita.

“Edward” mi chiama Emmet avvicinandosi e lo guardo normalmente

“Che c’è?” chiedo mentre si inginocchia davanti a me

“Ha chiamato il dottor Swan, ha detto che le analisi sono pronte, però gliele devono ancora dare, e poi passa da noi a darcele e a parlarne” mi dice e annuisco, strano, però, non avevo sentito suonare il telefono …

“Vado a fare un giro fuori” annuncio subito di scatto e li vedo guardarmi confusi mentre Bella mi prende subito la mano

“Ed non …” inizia a dire mio fratello con una smorfia, e lo guardo male

“Emmet ti prego, ho bisogno di stare un po’ da solo. Prometto che torno subito” lo supplico, non ho voglia di arrabbiarmi, di piangere, di urlare, voglio stare solo da solo e nel silenzio più totale

“E va bene, ma solo per questa volta” concede scrollando le spalle mentre si avvicina pure Aly

“Stai attento chiaro?” si raccomanda e annuisco abbracciandola … mica possono sapere che ho un pugnale nella tasca dei pantaloni

“Vuoi che venga anch’io?” mi chiede invece Bella e nego sorridendole

“No tranquilla, basta che mi aspetti qui” le rispondo e la bacio, però questo è un bacio troppo breve

“Torna presto e stai attento” mi ordina accompagnandomi alla porta e, dopo averla baciata un’altra volta, esco.

Decido di non prendere la macchina e di farmi una camminata a piedi, la giornata sembra tranquilla pure se la luce del giorno sta per lasciare spazio al buio della notte, siamo al crepuscolo uno dei momenti più belli della giornata …
E, durante il tragitto, mi guardo intorno sorridendo alla vista dei bambini che stanno rientrando in casa con i loro giocattoli, dei cani che si mettono dentro le loro cucce, sorrido alla vista dei signori che escono dalle loro macchine e che abbracciano le mogli all’entrata della propria casa e assaporo l’odore del cibo che proviene dalle cucine ….
È tutto così buono, è tutto così …
..... perfetto!!!

“Oh guarda, guarda, chi abbiamo trovato” esclama una voce sprezzante alle mie spalle e ,quando mi giro, vedo due figure nere ferme dietro di me

“Chi siete?” chiedo di scatto indietreggiando, ma vado a sbattere su altre due figure

“Come chi siamo? È pensare che ci conosciamo da qualche mese ormai” ridono le persone dietro di me

“Perché mi seguite? Dov’è la bambina che avete rapito? E che volete da me?” chiedo subito mentre continuano a ridere

“Quante domande, possiamo solo dirti che i nostri capi hanno qualcosa in sospeso con te. Per quanto riguarda la bambina, non preoccuparti, la vedrai prestissimo” mi dice la figura più alta

“Felix non gli dire tutte queste informazione” gli disse quello vicino

“Alec bloccalo, gli dobbiamo far fare una piccola dormitina” dice la stessa figura a un altro, ma non ho i riflessi pronti e, in quel momento, sento una delle due figure bloccarmi le braccia dietro alla schiena

“Lasciatemi andare, lasciatemi” gli grido mentre cerco di dimenarmi

“Santiago prendi la benda per la bocca, io provvedo ad addormentarlo”

“Agli ordini, ma, Demetri, muoviti con quel gas soporifero” sento sbuffare il quarto mentre vedo una macchina posizionarsi vicino a noi

“Lasciatemi, lasciatemi subito” dico ma mi bloccano anche la testa e Demetri mi mette una mascherina sulla bocca

“Tranquillo, tra poco ti risveglierai vicino alla bambina” sento dire da Alec, credo

“Credimi nanerottolo, non vedo l’ora di torturarti come si deve” mi dice Felix mentre sento il gas entrarmi prepotentemente dentro .. e in quel momento penso alle persone che amo:

Emmet e Alice: i miei pazzi fratelli, saranno preoccupati del non vedermi ritornare e poi si arrabbieranno gridando che avevo bisogno di una scorta, ma, pure se non lo sapranno mai, li adorerò sempre per quello che hanno fatto per me, perché, colpa mia o no che mamma è morta, mi hanno sempre sostenuto e protetto;
Esme e Carlisle : che per me sono come dei genitori a tutti gli effetti, mi hanno accolto e mi hanno trattato bene e mi hanno anche amato, devo dire che mi mancheranno i biscotti della signora Esme e le cure del dotttore;
Rosalie, Jasper, Elizhabet e Eddy: spero che stiano bene, soprattutto i piccoli, mi mancherà non suonargli qualcosa per farli addormentare;
Bella, l’amore della mia vita, la persona più importante per me, sarà lei a mancarmi più di tutti e, se dovessi salvarmi da tutto questo, spero di restare con lei per sempre, non posso stare senza di lei ma se rapendomi, lasceranno stare lei e la mia famiglia va bene, l’importante e che lei stia bene e che sia felice …..
Bella amore mio, non so se tornerò, ma sappi che ti amerò e che starò sempre con te in ogni modo, sappi che ti amerò qualsiasi cosa accada ……
Questi furono i miei ultimi pensieri prima che il buio, che avevo temuto per tutti questi anni, mi accolse tra le sue braccia….


(Pov Carlisle)

“Dottor Swan” mi chiama il mio assistente mentre entra nel mio studio con dei fogli tra le mani

“Si Mark?” chiedo guardandolo e lui mi porge i fogli “Sono arrivate le analisi che voleva” mi avvisa e sospiro, finalmente le analisi di Edward sono arrivate

“Grazie” gli dico e si congeda mentre io guardo i fogli, dopo sarei passato a casa Cullen a portarglieli ma prima li voglio guardare qui …

Però, dopo aver guardato le analisi, il sorriso mi si congela appena leggo i risultati …… Non è possibile!!!!!





Holàààà
Ed eccomi qua, dopo una bella settimana a letto, non ho molto da dire, solo di stare attenti agli indizi veri e falsi in questo capitolo, il momento cruciale pian piano si avvicina e i ragazzi sono in vacanza purtroppo quindi non abbiamo nessuna aggiunta da parte loro. Spero che il capitolo vi piacia e che recensirete, per il resto ci vediamo al prossimo capitolo e Buon Anno!!! Kiss
PS: volevo informare che al contrario di quello che pensavo la storia nella mia mente si è un pò più allungata, quindi, di conseguenza, non so dirvi di preciso quanti capitoli mancano alla fine, sappiate solo che sono ancora tantucci.... mi dispiace ma mi dovrete sopportare ancora per moltissimo tempo bye bye

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Capitolo 68
*** Ti proteggerò ***


                                                                                                                   Ti proteggerò


(Pov Bella)

“Emmet, è fuori da tanto ormai” constato preoccupata

Era da almeno tre ore che, il mio ragazzo, era uscito, aveva detto che sarebbe tornato subito, ma non si è fatto neanche sentire… forse era meglio se andavo con lui

“Lo so, sto prendendo in considerazione l’idea di andare a cercarlo, pure se questo lo farà infuriare” borbotta Emmet mentre continua a fare avanti e indietro nel salone della casa

“Forse sta tornando, non è da lui dire una cosa e farne un’altra” sussurra Alice fiduciosa, ma preoccupata, che è seduta vicino a me con le braccia incrociate

“Ho paura che gli sia successo qualcosa” esclamo, è da due ore che ho una strana sensazione che mi attanaglia il cuore, ma non so come descriverla

“No Bella, no, vedrai che torna, forse ci sta facendo solo un piccolo dispetto” cerca di tranquillizzarmi Rosalie circondandomi con un braccio, ma anche la sua voce è insicura

“Ok ora basta, vado a cercarlo” sbotta Emmet arrabbiato e poi si dirige a passo di carica verso la porta del garage, ma viene prontamente bloccato da Jasper

“Emmet calmati, se vai a cercarlo si arrabbierà con te, e peggiorerai solo le cose… abbi fiducia”

“Jasper, cavolo, è da tre ore che è uscito, e aveva detto che sarebbe tornato subito….. mi spieghi perché ancora non è tornato, perché sinceramente sto temendo il peggio” grida e i bambini, che dormivano nelle loro culle, iniziano a piangere per lo spavento

“Emmet” esclamano Alice e Rosalie, guardandolo male, mentre li raggiungono “Scusate” sussurra e si siede sull’altro divano nella casa, mentre un’idea mi viene in mente e prendo subito il telefonino

“Chi chiami?” mi chiede Jazz

“Forse è con Jack o Ben” gli dico e loro mi guardano speranzosi mentre chiamo

“Pronto cognatina” mi risponde Jack divertito, e sbuffo per nascondere una risata, dato che per lui, Edward è come un fratello, allora io sono la sua cognatina-sorellina

“Ciao scemo, ho bisogno di un’informazione” gli dico subito mentre le ragazze si siedono vicino a me con i bambini in braccio

“Chiedi pure”

“Per caso il mio ragazzo è con te?” gli chiedo subito

“No Bella, perché? Non dovevate passare la giornata insieme?” mi chiede confuso

“Si infatti sono a casa sua, ma è uscito da un paio d’ore e ancora non è tornato, quindi pensavo fosse venuto da te” gli rispondo sconsolata, e sento anche gli sbuffi degli altri

“No mi dispiace, ma se lo vedo ti avviso, o avviso lui che lo cerchi” mi risponde e sorrido grata, è bello avere sempre qualcuno su cui contare

“Grazie Jack, casomai chiamo Ben e vedo se è con lui” gli dico ma la sua voce m’interrompe

“Bella non può essere con lui…… Ben torna fra tre ore da Port Angeles” mi risponde Jack, frantumando le mie speranze

“Vero non ci avevo pensato, ok grazie comunque” gli rispondo e dopo averlo salutato chiudo, per poi fare un segno negativo agli altri che sospirano sconsolati

“Mi sa che ci toccherà aspettare” sospira Jasper ricevendo un’occhiataccia dal cognato e dalla moglie, a nessuno va di aspettare

“Aspettare un paio di cavoli. Jasper vieni con me, andiamo a cercarlo con la macchina, ragazze restate qui e se torna chiamateci….. Giuro che mi sentirà quando lo trovo” minaccia incazzato e poi tira, letteralmente, Jasper verso il garage senza darci l’occasione per replicare

“Bella?” mi chiama Alice e la guardo curiosa, mentre lei mi guarda con occhi lucidi

“Per caso hai anche tu la mia stessa sensazione?” mi chiede e la guardo apprensiva “Intendi la paura che gli sia davvero successo qualcosa e che non tornerà a casa? Si ce l’ho anch’io, ma voglio essere fiduciosa che andrà tutto bene” le rispondo e, appena vedo che le lacrime iniziano a sgorgargli dagli occhi, l’abbraccio forte

“Basta Aly, non succederà niente, non piangere…. È poi, metti caso Edward è scomparso, non puoi farti vedere in questo modo…. Pensa anche che tra una settimana avrai un figlio d’accudire, non puoi disperarti in questo modo” le dice Rosalie, non sapevo che sapesse pure lei del bambino

“Lo so, scusatemi, è stato solo un momento di debolezza” sussurra cercando di riprendersi, e io le sorrido comprensiva .. so cosa sta provando, ma non lo voglio provare, non adesso … prima devo assicurarmi che Edward stia bene
.

(Pov Edward)

“Fratellone, fratellone svegliati”

Sento una voce chiamarmi dal buio, strano mi sembra di conoscerla, o forse sto solo sognando, forse è solo un sogno e, quando mi risveglierò, mi ritroverò a dormire su una strada con i miei fratelli che mi guardano incazzati perché non sono ancora tornato a casa

“Dai fratellone svegliati ti prego” sento la voce piangere, ma questa volta è una voce molto più vicina, molto più preoccupata e così decido di riaprire gli occhi …

Appena sveglio subito noto il buio che mi circonda, vedo solo una piccola luce provenire da un angolo della stanza, ma è solo grazie a quella piccola luce che riesco a riconoscere subito la bambina davanti a me

“Alyson?” esclamo abbracciandola

“Finalmente ti sei svegliato” mi dice piangendo e si stringe di più a me, oh piccola quanto mi sei mancata

“Stai bene? Quelle persone ti hanno fatto del male?” le chiedo subito preoccupato e, con mio grande sollievo, nega con la testa

“No, mi hanno solo messa qua dentro al buio, però a me fa paura il buio” mi dice e continua a piangere

“Shh, non piangere, non sei più da sola ci sono io” le sussurro

“Voglio andare da mamma e papà, voglio giocare con te e Bella.. e poi voglio mangiare cose buone, non solo pane e acqua, e non voglio avere freddo” si lamenta e stringo i denti per non urlare di rabbia ….. qui bastardi me la pagheranno cara, non si può trattare così una bambina

“Ti prometto che ti proteggerò, e che ti porterò a casa ….ma prima di tutto devi smetterla di piangere” le dico e lei annuisce sorridendomi, intanto provo a muovere le gambe ma, subito noto che sono legate, e, infatti, quando vado a constatarlo con le mani noto che c’è un grosso filo di ferro a legarle e inoltre vedo un pezzo di pantalone strappato da dove noto un taglietto

“Te le hanno legate loro, così non ti puoi muovere, però dicevano anche che poi ti avrebbero rotto qualcosa… non ho capito che hanno detto … poi ti hanno fatto male con un coltellino e hanno preso il tuo sangue su un pezzo del tuo pantalone e l’hanno strappato e poi ti hanno anche tagliato i capelli, ma solo un taglietto ” mi racconta e, pure se confuso e sorpreso, sbuffo infastidito….. se solo mi fossi portato il telefonino avrei potuto subito chiamare la polizia, avrebbero intercettato la chiamate e sarebbero venuti a tirarci fuori…

In quel momento anche il mio naso si risvegliò completamente e, un forte odore di morte e sangue, m’invase così, come, un freddo istantaneo mi fece tremare

“Che è questo odore?” chiesi più a me stesso che alla piccola, che nel frattempo avevo strinto forte per riscaldarci tutt’e due

“Qui dentro ci sono molte persone che dormono” mi risponde Aly ma, dal suo tono e anche dal fatto che sento solo il silenzio, capisco che quel dormono, non significa riposare …. Ma nel senso che sono morti, che sono dei cadaveri!!

“Tante tante?” gli chiedo restio e terrorizzato, non mi piace il fatto di essere circondato da morti

“Si tantissime, sai certi fino a stamattina erano svegli e dicevano ai cattivi di lasciarli uscire, ma loro non volevano e poi li hanno portati fuori, e quando sono entrati stavano già dormendo” mi racconta e il sospiro mi si strozza in gola

“Sai che ti dico? Dobbiamo trovare un modo di uscire” constato

“Come?”

“Troveremo un modo” gli dico e sentiamo una porta aprirsi

“Io non ci scommetterei…” dice la voce di Felix e improvvisamente la stanza si illumina tutta e stringo il viso della piccola al petto appena mi accorgo della scena cruenta che rappresenta questa stanza: aveva ragione, qua dentro ci saranno almeno una quindicina di cadaveri, certi in decomposizione, altri ancora circondati da sangue fresco

“Dove siamo?” chiedo fissando i miei occhi sul suo volto, sennò avrei potuto vomitare da un momento all’altro

“Non te lo dico, non ti deve interessare…. Ti basti sapere che questa stanza potrebbe essere la vostra tomba” dice ridendo e, quasi, ringhio alla sua risata

“Brutto bastardo, ti sembra divertente rinchiudere delle persone e ucciderle?” quasi gli grido contro

“Io lo trovo divertente, però non mi sento soddisfatto …. Sai come potrebbe essere maggiore la mia soddisfazione?” mi chiede sorridendomi malignamente e lo guardo confuso…… cioè uccidono tante persone e lui non si sente soddisfatto? Ma non è umano!

“Quale?” sussurro titubante, spaventato dal suo sorriso, un sorriso così maligno che forse anche Clive si spaventerebbe davanti a lui “Fare del male alla preda d’onore …. Allontana la bambina” mi ordina subito gridando e lo guardo incazzato, nessuno mi separerà da lei finché siamo qua dentro

“Scordatelo” rispondo a tono e vengo trucidato con lo sguardo mentre si avvicina

“Va bene, ora ti faccio vedere cosa succede se non si ubbidisce ai nostri ordini” mi dice e vedo che fa partire un calcio verso di noi, subito allontano Alyson e prendo il calcio dritto nello stomaco

“Visto? Così impari. Ma sappi che questo è niente in confronto a quello che ti succederà… preparati a piangere dal dolore nanerottolo” mi sussurra nell’orecchio mentre cerco di riprendere a respirare, cavolo che male, e io che pensavo non facesse tanto male prendere un calcio nello stomaco….
Quanto mi sbagliavo!!

“Edward stai bene?” mi chiama la piccola e sento le sue manine sulla fronte, stavo per risponderle se non fosse stato per una fitta dolorosa al cuore, che mi fece mancare l’aria completamente…. Cavolo ora no!!

“Fratellone” sento chiamarmi, ma non riesco a rispondere, non riesco proprio a respirare, perché questa volta mi sento peggio delle altre volte?

Che mi sta succedendo?

“Edward.. fratellone rispondi” risento la vocina, ma ormai è troppo lontana per risponderle, per tranquillizzarla, per dirle che va tutto bene e che non le succederà niente…..


(Pov Bella)

“Edward…. Edward … No, no”

“Bella.. Bella svegliati” sento una voce chiamarmi, cosa succede? Subito apro gli occhi e mi accorgo di Rosalie che mi guarda preoccupata, solo in quel momento mi ricordo di essere a casa Cullen, anzi in questo momento sono coricata sul divano di casa loro

“Tranquilla era solo un sogno” mi dice Alice dall’altra parte del divano, subito mi tocco la fronte sudata e le guardo angosciata

“Ho sognato qualcosa riguardo a Edward, ma non mi ricordo cosa, ricordo solo che alla fine lui aveva una crisi e io stavo correndo per aiutarlo … ma non riuscivo a raggiungerlo” racconto, mentre delle lacrime cercano di sgorgarmi dagli occhi …… ormai era da troppo tempo che era fuori, forse mi sono addormentata proprio mentre l’aspettavo

“Ti sentivamo, lo chiamavi in continuazione” mi sorride Rose e la guardo imbarazzata, chissà cos’altro potrei aver detto

“Emmet e Jasper?” chiedo subito

“Stanno tornando, non l’hanno trovato” mi risponde invece Alice, e quando la guardo noto i suoi occhi rossi

“Jasper ha chiamato pure tuo zio, sta venendo pure lui…. Mentre quindici minuti fa ha chiamato tuo padre, sta venendo a portare le analisi” mi spiega Rosalie e annuisco

“Quindi nessuna novità” constato sconsolata mentre sento delle macchine frenare davanti casa…. Sono arrivati!!

“Vado ad aprire” dice subito Alice e corre verso la porta, appena la apre sento le voci di Emmet e Jasper parlare con mio zio, quindi è arrivato pure lui

“Salve capo Swan”

“Ciao zio” esclamiamo io e Rosalie insieme, alzandoci dal divano

“Buonasera ragazze” ci saluta e Emmet lo fa accomodare sulla poltrona “Emmet, ha chiamato Carlisle, sta venendo a portarci le analisi” lo informa Alice, ma Emmet annuisce soltanto senza dire niente

“Allora ragazzi, nel frattempo che aspettiamo mio fratello, che ne dite di raccontarmi tutto quello che è successo oggi?” chiede a tutti mio zio, e annuendo Alice inizia a raccontargli …

Decidono di raccontargli anche della madre e Emmet rivela anche a lui quello che ha rivelato a noi, Charlie ascolta attento senza perdere neanche una parola di quello che gli viene detto, alla fine del racconto si butta pensieroso sullo schienale della sedie e poi ci guarda

“Sembrava che l’avessero uccisa?” richiede sospettoso e Emmet annuisce

“Si l’ho sentito dire da mio nonno” gli risponde

“Se volete, pure se sono passati diciotto anni, potrei occuparmi del caso. Certo ormai il caso sarà chiuso, ma posso indagare privatamene e se davvero c’è stato un omicidio, e troviamo i colpevoli, allora si potrà andare in tribunale …..” pensa a voce e io lo guardo male, si certo voglio che si sappia la verità ma, pure se sembro crudele, in questo momento voglio solo pensare a trovare il mio ragazzo …

“Scusate se ve lo dico ma …. Non potremmo basarci sull’altra questione?” sussurro imbarazzata e mi guardano tutti, prima che Emmet annuisca

“Bella ha ragione, ora abbiamo un problema più importante” conferma e si siede anche lui

“Credo lo sappiate: le ricerche, a meno che non ci siano testimoni, dovranno iniziare dopo ventiquattr’ore “ e sospiriamo tutti, lo sapevamo, ma io speravo anche che, essendo mio zio e sapendo della situazione in cui si trovava Edward, potesse sveltire le operazioni

“Capisco, ma non si potrebbe lo stesso fare qualche ricerca?” chiede Jasper

“Jasper, ha ragione il signor Swan, se Edward tornasse entro mezzanotte, allora avremmo scomodato la polizia per niente e distoglieremo una parte degli agenti dalle ricerche sulla bambina” gli dice Alice comprensiva, nonostante sia preoccupata ha ragione ma, forse sarò egoista, voglio che le indagini inizino subito….
Secondo me gli è successo qualcosa di brutto ….. me lo sento!!
In quel momento suonarono il campanello e Rosalie andò ad aprire, molto probabilmente era mio padre per le analisi, spero che almeno quelle siano buone… chissà forse una buona notizia in questa giornata

“Buonasera ragazzi… Charlie? Che ci fai qui?” chiese sorpreso dopo averci salutato e così Emmet spiegò anche a lui quello che era accaduto

“Ed'ecco perché mi hanno chiamato, e gli stavo anche spiegando che, non essendoci testimoni come nel caso della bambina, non possiamo iniziare subito le ricerche” finisce di spiegargli zio

“Ma Charlie non è da lui rimangiarsi una cosa che dice e poi …..” si blocca e vedo il suo sguardo incupirsi, lo conosco perfettamente questo sguardo: c’è qualcosa che non va!!

“Poi cosa?” gli chiedo alzandomi e mettendomi davanti a lui che, sospirando, passa una cartella a Emmet che dubbioso la apre

“Le analisi non sono buone” ci dice soltanto e tutti tratteniamo il respiro, mentre l’aria si raggela e io, Em e Aly, lo guardiamo impietriti

“Che vuoi dire?” chiedo spaventata, che vuol dire che non sono buone?

“Il cuore non riesce più a ricevere tutto l’ossigeno necessario, e il polmone destro non può fare il lavoro di due polmoni, ecco perché le crisi stanno diventando sempre più forti a questo punto non possiamo aspettare più Giugno o Luglio per l’operazione, dobbiamo fargliela il più urgentemente possibile sennò …..” ci spiega e rimaniamo imbambolati aspettando che finisca ma ci guarda per vedere se lo seguiamo

“Sennò cosa?”

“Sennò potrebbe morire, se l’arteria otturata dovesse scoppiare e nessuno se né accorge, potrebbe esserci un’emorragia, e se il cuore non riceve più ossigeno rischiamo anche peggio” finisce di spiegarci e in quel momento suonarono di nuovo alla porta, l’unica che riuscì a muoversi per andare ad aprire fu di nuovo Rosalie, ma quando tornò, con occhi spaventati, aveva solo un pezzo di stoffa insanguinato, una ciocca di capelli, e un foglietto nelle mani… in quel momento fu il mio cuore a perdere dei battiti, quando capì di chi erano i capelli e di chi poteva essere il sangue.

“Ma cosa?”

“Rosalie c’è scritto qualcosa nel biglietto?” dissero zio Charlie e Emmet insieme scattando in piedi

“C’è solo scritto …..
ora il ragazzo è nostro, non vediamo l’ora di torturarlo ” lesse e, mentre sentì Alice crollare in ginocchio, io quasi non svenni ….. Torturarlo??? No!!!!!

“Bene a questo punto è inutile aspettare tante ore, direi di iniziare subito le ricerche, e trovando lui troveremo pure la piccola, oppure sarà all’inverso” sento dire da mio zio mentre lo sento trafficare con il telefono di servizio

“Bastardi” esclama Emmet incazzato nero mentre vedo che ha preso il pezzo di stoffa tra le mani e vedo anche Rosalie correre verso le carrozzine da dove, i bambini avevano appena iniziato a piangere

“Edward… fratellino” singhiozza invece Alice ancora in ginocchio, ma questa volta è tra le braccia di Jasper, che sicuramente aveva cercato di evitare che crollasse e che non sapeva che dire, ancora scioccato dal biglietto

“Charlie per favore fai del tuo meglio, non voglio perdere tre figli lo sai” sento dire da mio padre e sentendo la sua voce mi riscuoto e poi corro tra le sue braccia che, dopo quelle di Edward, mi fanno sentire al sicuro e mi danno speranza

“Troveremo anche lui, tranquilli saranno tutt’e due salvi” esclama zio e io inizio a singhiozzare …..
Te lo prometto amore mio, ti ritroveremo in qualunque posto tu sia!!!!!




Holàààà

“Autrice odio questi pezzi di m……”
“Emmet niente parolacce”
“Scusate ma mi fanno incazzare, come si sono permessi a prendere il mio Eddy”
“Emmet ha ragione, come diavolo si sono permessi”
“Bella calmati anche tu…. Aspettate, Edward dov’è?”
“Autrice non lo sappiamo, questo lo sai solo tu, l'unica cosa che ora sappiamo è che Charlie si impegnerà sia nelle ricerche di Edward e Alyson sia nell'indagare sulla morte di Elizabeth Cullen”
“Non intendevo nella storia scemo”
“Ah scusa, è dovuto andare in bagno quindi non può partecipare a questa chiusura”
“Autrice ma ci saranno scene cruente?”
“Ci saranno delle scene brutte, o bruttissime, ma non so come le scriverò”
“Ok, e ora aspettiamo il prossimo capitolo”
“E io che pensavo di vedere prima un altro litigio tra Edward, Black e Clive, prima di tutto questo”
“Oh, Bella tranquilla, per quello ci sarà prima un litigio con Bella, e poi ce ne sarà uno più brutto quando …..”
“Emmeeeeeeeet non spoilerareeee cavolo”
“Scusa autrice non l’ho fatto a posta…. No, no aspetta posa il bastone….. Aiutoooooooooooo”
“Emmeeet ti ammazzooooooooooo …….”
“Be scusateci per questa parte finale e grazie per i vostri bellissimi commenti nel capitolo precendente. Speriamo recensirete ancora, e alla prossima”
“Kiss”
“Emmet torna quiiii …”
“Aiutoooo……”

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Capitolo 69
*** Nessuna via d'uscita ***




                                                                        Nessuna via d’uscita




(Pov Bella)

Stavo andando a scuola due giorni dopo non volevo andarci ma, dopo aver passato tutta la domenica in camera mia in pieno sconforto, mio padre e mia madre, mi hanno costretta perché, secondo loro mi sarei distratta ma non possono immaginare che invece sarà peggio, soprattutto se devo dare la notizia ai nostri amici, non me l’ha sono sentita ieri sera di chiamarli e dirglielo…..
sarebbe stata una cosa troppo dolorosa…
Ma adesso, sicuramente già da stasera tutta Forks saprà di quello che è successo, tutta Forks saprà che Edward Cullen è stato rapito quasi nello stesso modo di Alyson Swan..
così che le persone, pure se non ti calcolano, si avvicineranno per conforto solo per metterci la faccia, sennò se ne sarebbe fregata altamente

“Bellaaa, hey Bella” sento chiamarmi e vedo Angela e Marika venirmi incontro felici è da venerdì pomeriggio che non le vedo, ma mi sembrano cambiate e poi c’è qualcosa di strano nello sguardo di Marika

“Ciao ragazze” le saluto e subito mi accorgo di averle salutate tropo tristemente, menomale che non se ne sono accorto

“Bella, Marika ci deve annunciare una cosa importante” mi dice Angela e guardo Mari curiosa

“Davvero, cosa?” le chiedo e le sorrido, forse qualcosa sul nostro dialogo avuto mercoledì a casa sua

“Ho deciso, che pure se potrebbe andare male, oggi pomeriggio mi confesserò a Jack” ci annuncia e sono veramente felice per lei, aveva conosciuto Jack quest’estate in spiaggia, quando noi non eravamo ancora tornati, e appena ha saputo che sarebbe venuto nella nostra scuola e che era nostro amico, ha deciso di unirsi anche lei al gruppo chissà… forse se non fosse stato per Jack ora avrei solo Angela come vera amica

“Davvero?”

“ Sono davvero felice per te” sbottiamo insieme noi due e poi l’abbracciamo in contemporanea con sotto le sue risate mentre, come se l’avessimo chiamato, ci appare Jack quasi alle spalle

“Buongiorno ragazze” saluta sorridente e rispondiamo con un sorriso tranne Marika che arrossisce come un peperone, mi chiedo come farà a confessarsi se non riesce neanche a salutare solamente

“ Giorno Jack, com’è andata la domenica?” chiede Angela cortese e insieme ci avviamo verso l’entrata dove vedo anche gli altri che si sbracciano per salutarci mentre ci avviciniamo a loro

“Tranquilla, anche troppo dovrei dire, avevo un appuntamento…. Che, non so perché, è stato annullato senza che il sottoscritto lo sapesse” borbotta e mi guarda con la coda dell’occhio, io di riflesso lo guardo interrogativa e Mari sussulta alla parola appuntamento

“Con un ragazza?” gli chiede Mark intromettendosi ma, visibilmente, curioso e l’interessato sbuffa

“No con il mio, ora ex, migliore amico …. L’ho pure chiamato ma non mi risponde” sbotta e sussulto spaventata, riprendendo il pieno possesso della realtà, bloccandomi in mezzo a tutti

“Edward? Be ora che ci penso e da venerdì sera che non lo sento. Però è strano che non sia venuto, vi eravate messi d’accordo per qualche tiro a baseball senza stancarvi” pensa Ben, logico che ancora non lo sanno, di solito l’unico giorno in cui non circolano piene informazioni è la domenica, quindi difficilmente l’avrebbero potuto sapere subito

“Ehy Bella, non è che per caso l’hai rapito? Guarda che, solo perché avete passato quasi tutto sabato insieme, non vuol dire che puoi avere il suo pieno possesso” mi rimprovera scherzando Patrick e accenno un sorriso mentre penso a come dirgli la verità

“No, davvero Bella, Edward che fine ha fatto? Pensavo che sareste venuti insiemi” mi chiede Jack e guardo il pavimento, come faccio a dirglielo?

“Non mi dire che ha saltato la scuola? Se è davvero così allora è un super mito” scherza Richard seguito dalle risate degli altri

“Naa,secondo me arriva in ritardo, non lascerebbe mai Bella da sola” dice convinto Jack, con il consenso di Ben, e ritornando a scherzare con loro mentre io mi perdo nei pensieri riguardo alla sua ultima frase ….

Sola, lui non mi lascerebbe mai sola, non se sapesse che sono in difficoltà, o se sto male o solamente se ho bisogno di un suo abbraccio ma io, io invece l’ho lasciato solo….
Solo ad affrontare la sua malattia, solo contro quei bastardi che hanno rapito lui e mia sorella, è adesso, è ancora solo, chissà dove mentre quelle persone gli potrebbero fare male, potrebbero addirittura ucciderlo…
e io non sto facendo niente, sono venuta a scuola, scherzo con i nostri amici ma non sto facendo niente per trovarlo……
Sono un’egoista!!

“Bella?? Bella che hai?” mi chiama Angela allarmata, scuotendomi dalle spalle, è subito mi riprendo dai miei pensieri per ritrovarmi con le lacrime agli occhi, mentre tutti gli studenti si fermano intorno a noi incuranti della campanella che sta per suonare

“Stai bene?” mi chiede Marika, anche lei allarmata e preoccupata come gli altri e non so come rispondergli, vorrei dirgli che non sto bene, che mi sento completamente a pezzi e non per la stanchezza, ma non riesco…. Non riesco proprio a parlare

“Bella è successo qualcosa?” mi richiede Angela, e credo che tra poco mi porteranno tutt’e due in infermeria per come mi stanno guardando, decido di spostare gli occhi per un secondo ma faccio un errore, perché, incontro quelli cupi di Jack: forse ha capito…. Infatti ..

“Bella dov’è Edward? È stato male? Un’altra crisi?” mi chiede preoccupato ma mantenendo la serietà e nego impercettibilmente

“Parla ti prego… C’entra Edward? Avete litigato, è stato male o sei tu che stai male, ma diccelo” m’implora Ben, perdendo anche lui la pazienza è decido di parlare

“Edward è ….” Inizio a dire ma mi blocco, perché è così tanto difficile dirglielo?

“Cosa?” mi chiedono questa volta tutt’insieme e li guardo negli occhi, sono realmente preoccupati , poi richiudo gli occhi e inghiotto a vuoto prima di parlare

“Sabato pomeriggio è scomparso ….. l’hanno rapito” svelo e non sento più niente, subito riapro gli occhi e li vedo immobili come statue, con gli occhi sgranati, ma non solo loro, anche il resto degli studenti si è fermato per tutto il corridoio a guardarci

“Stai scherzando vero?” mi chiede subito Jack riscuotendosi e guardandomi spaventato e, dopo aver negato con la testa, inizia a indietreggiare, sconvolto, per poi sparire velocemente tra la folla

“Jack, aspetta” gli grida dietro Marika che, dopo avermi lanciato uno sguardo dispiaciuto e addolorato, si allontana velocemente per raggiungere Jack

“Ma intanto la polizia l’ho troverà subito, non c’è nessun motivo di disperarsi” dice subito Mark, mentre si riprendono tutti

“Si infatti, vedrete che in poco tempo sarà di nuovo qui a scuola” gli da man forte Richard, stringendo Ben dalle spalle, e ci guarda fiducioso mentre Angela mi viene ad abbracciare

“Andrà tutto bene” mi rassicura, forse è questa la rassicurazione che voglio in questo momento… perché sinceramente non so se riuscirò a resistere nel saperlo in pericolo…


(Pov ??)

Un’altra giornata in questo postaccio, che bella cosa dovrei dire, ma i miei pensieri sono tutt’altro che positivi su questa casetta… si una casetta, le persone più minacciose tra tutte hanno deciso di sfruttare una misera casetta per i loro loschi piani e per uccidere ….
Certe volte mi chiedo se sono sani di mente!!!
Tutti pensano che io sia sempre stato un loro alleato ma non è così, mi tengono qua dentro, con via libera, pur sapendo che potrei confessare tutto alla polizia e liberare i due ostaggi… ma questa libertà non è vera, perché so che se dovessi fare qualcosa che non piace mi ucciderebbero subito….
Sono di nuovo davanti alla porta della cantina, non devo entrare questa volta perché mi vogliono tenere lontano da quello nuovo, ma non posso fare a meno di stare li davanti, sarei tentato di fare dei passi per aprire la porta se non fosse per dei passi che stanno scendendo le scale dal secondo piano

“Che stai facendo?” mi chiede la voce di una delle guardie, Afton, che mi guarda male

“Assolutamente niente, stavo riposando un po’ i piedi” mento e lui mi viene vicino guardandomi male

“Non provare ad entrare i nostri padroni non vogliono che tu entri, quindi non disubbidire” mi ordina e sbuffo

“Non prendo ordini da te”

“Da me no, ma da Aro, Caius e Marcus si” dice maligno e m’irrigidisco al nome di quei tre che da diciotto anni stanno rovinando la mia vita, iniziando dall’uccisione del mio migliore amico

“Un giorno me la pagherai” lo minaccio ma senza successo, si mette a ridere

“Certo certo, ora fammi passare devo andare a controllare i prigionieri…… Sai i padroni hanno dato nuovi ordini, è da domani Felix si potrà divertire con il nuovo arrivato” mi svela e entra nella cantina, io, invece, rabbrividisco …. Vogliono andare subito sul pesante?!!

“Devo fare qualcosa, a costo di svelare la verità, ma devo fare qualcosa” dico tra me e me e guardo la porta mentre, dall’altra parte sento solo un tonfo e il pianto di una bambina ….. che sta succedendo?


(Pov Edward)

“Fratellone sei sicuro che ce ne andiamo oggi?” mi chiede Alyson mentre io cerco di aprire l’unica finestra della stanza

Ho passato un bel po’ di ore a cercare una via di fuga e, dopo tanto cercare e anche grazie alla pochissima luce che c’è, abbiamo trovato una finestra completamente barricata da cui non entra neanche un filo di luce, ci credo che non l’avevo notata, e, dopo aver strisciato fino a essa sono riuscito ad alzarmi, pure se le caviglie sono sempre legate dal filo di ferro

“Sicuro no, ma ci riusciremo” gli rispondo mentre esamino la finestra, sentendo delle barre sotto le mani in quel momento mi ricordo dell’arma che ho nella tasca ma, appena sto per mettere la mano nella tasca la porta si apre …

“Che combini?” mi chiede la guardia e lo guardo male mentre riporto la mano davanti, nessuno deve sapere del coltellino, potrebbe essere la mia unica speranza di salvezza..

“Non sono affari tuoi” rispondo subito e sbuffa irritato

“Credimi, non c’è nessun modo di uscire da qui… fuori da questa stanza ci sono altre guardie sia dentro che all’esterno, verresti preso comunque” spiega e metto Alyson dietro di me mentre si avvicina

“Sai, non pensavo riuscissi ad alzarti, be credo che dovrò bloccarti in un altro modo” sbotta esasperato e, senza che me ne accorgessi subito, mi prende dalle spalle per poi scaraventarmi a terra

“No fratellone” sento gridare da Aly, subito mi rimetto seduto per alzarmi ma, appena riapro gli occhi, trovo una pistola puntata verso la bambina

“Non puntarla” gli grido contro e lui ride

“Metti le mani dietro alla schiena, oppure la bambina farà compagnia agli altri ospiti della stanza” minaccia e so che sta parlando seriamente, così faccio come mi ha detto e lo sento trafficare quando viene dietro di me

“Se solo potessi te la farei pagare cara” sbotto freddo facendolo ridere

“Ma non puoi, sei solo un debole” dice ridendo e inizia ad allontanarsi, subito guardo la bambina

“Aly vieni qui” la chiamo subito, non vorrei che le sparasse lo stesso, e lei fa come le ho ordinato per poi abbracciarmi stretto

“Bravi state stretti, godetevi questi ultimi momenti” dice malignamente e poi esce, lasciandoci di nuovo emersi dal buio, non totale, ma sempre scuro e tenebroso

“Stammi sempre vicino e non ti allontanare da me, allontanati solo se quelle persone mi devono fare del male, chiaro?” le chiedo e sento la sua testolina sotto il mio mento, appoggiata al mio petto

“Si, chiaro” mi risponde solamente e, pure se non posso abbracciarla, ci pensa lei con le sue fragili braccine a darmi un po’ di forza..





Holààààà
“Devo dire che odio scrivere questi capitoli con Edward e Bella separati, ma sono necessari”

“Devo dire che odio che in questo capitolo non ci sono indizi importanti”
“Sbagliato Em almeno un indizio c’è”
“Davvero? Allora rileggo subito il capitolo”
“Comunque mi voglio scusare con voi lettrici per aver fatto un capitolo piccolo e noiosetto, ma diciamo che questo è uno dei tanti capitoli di passaggio”
“Autrice sono felicissimo dei commenti avuti nello scorso capitolo, ma anche della popolarità che sta avendo questa storia…. E ringrazio tutte voi miei care lettrici”
“Si infatti vi ringraziamo e vi diamo appuntamento al prossimo capitolo”
“Qualche anticipazione?”
“Nessuna, è poi ancora non l’ho impostato bene il prossimo quindi … nada”
“Uffa, va bene alla prossima”
“E speriamo di leggere qualche commento”
“Kiss”

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Capitolo 70
*** Lei è mia sorella ***


                                                                                                             Lei è mia sorella



(Pov Emmet)

“Pronto parlo con la polizia di Forks?”

“Si, mi dica”

“Buongiorno, mi chiamo Emmet Cullen. Vorrei parlare con il Capo Swan se è disponibile”

“Mi dispiace, ma in questo momento è occupato”

“Ah.. va bene. Comunque può avvisarlo che l’ho chiamato per quell’informazione …. Gli dica che mi sono ricordato il nome di quella persona di cui mi ha chiesto ieri”

“Certo, non si preoccupi”

“Grazie” sbuffo e chiudo il telefono

Ormai è passata una settimana, e tre giorni, dall’accaduto la polizia ancora non è riuscita a trovare ancora nessuna traccia che possa condurre ai rapitori, niente neanche un indizio sbagliato… e poi, all’improvviso ieri sera, il signor Swan mi chiama chiedendomi di ricordarmi il nome della persona che aveva fatto nascere mio fratello ….
All’inizio non mi ricordavo niente ma, dopo averci pensato e ripensato, senza dormire per tutta la nottata sono riuscito a ricordarmi quel nome... non so perché gli interessa, ma forse può aiutare nelle indagini

“Emmet hai parlato con Charlie?” mi chiede Rosalie venendomi incontro, mentre i bambini dormivano tranquilli nella loro cameretta

“No, occupato. Alice e Jasper quando scendono?” gli chiedo mentre la osservavo incantato dal bellissimo vestito che si era messa, oggi è un giorno importante per mia sorella e mio cognato e quindi ci hanno chiesto, nonostante tutto, di vestirci eleganti o meglio, mia sorella ce l’ha chiesto

“Arrivano. Sai sono preoccupata per Aly, è dimagrita tantissimo in solo una settimana, piange quasi sempre, e sono preoccupata che non riesca a reagire come dovrebbe ora che arriverà il piccolo” si sfoga mentre mi abbraccia ..

Le do perfettamente ragione da quando lui è scomparso, Alice è caduta nella più totale depressione .. non mangia, non dorme, piange sempre e sembra più indifesa e debole del solito, insomma diciamo che se la batte con Bella, proprio a pari merito

“Vedrai appena vedrà il bambino si riprenderà subito, e poi ci siamo noi a sostenerla” le dico e mi guarda dubbiosa

“Che c’è?” le chiedo subito e sbuffa con una specie di sorriso

“Emmet, da quando è scomparso Ed, voi due siete come due perfetti zombie” mi dice e sospiro arrendendomi, ha ragione anche su questo… diciamo che sapere mio fratello in pericolo mi scombussola così tanto che, certe volte, non riesco neanche a ragionare

“Mi dispiace, hai ragione, ma non riesco a pensare di stare lontano da mio fratello con il rischio di non poterlo più vedere” le dico e mi appoggio alla ringhiera delle scale

“Anch’io sono preoccupata per lui, lo sai che anche per me è un fratello. Ma ci dobbiamo fare forza, e stare tutti uniti fino alla fine” dice facendomi rimettere completamente dritto mentre, in quel momento sentiamo Jasper scendere velocemente

“Ragazzi ha chiamato l’assistente sociale, sono quasi davanti casa” ci dice preoccupato e venendoci davanti, solo ora noto che è tutto sudato

“Ecco un altro iper agitato. Jazz tranquillo vedrai che il piccolo si troverà bene con noi” dice Rose esasperata e sogghigno, poverina oggi deve consolare tutti e pensare che ancora i bambini non si sono svegliati, sennò sarebbe distrutta

“Vuoi un po’ di camomilla?” gli dico divertito e mi guarda truce

“Ahah, molto divertente Em, davvero” dice ironico e semi-rido, mentre sentiamo una macchina fermarsi davanti casa, mi sa che sono arrivati

“Sono arrivati?” sento chiedere da mia sorella e mi giro a guardarla, ha gli occhi fissi sulla porta mentre si tiene alla ringhiera, ha indossato una camicia e una gonna sembrerebbe normale solo se non fosse per le pronunciate occhiaie sotto gli occhi e per il sorriso triste, a risponderle però non siamo noi ma il campanello

“Arrivo” grida Jazz e si avvia velocemente mentre Alice, mettendo su il suo miglior sorriso, si ferma alla mia destra

“Coraggio sorellina” le dico e le stringo la spalla con una mano, mentre vediamo la porta aprirsi per far passare una donna con i capelli biondi raccolti, in un vestito blu che si ferma alle ginocchia

“Buongiorno signori” dice raggiante e rispondiamo cortesemente

“Buongiorno, il viaggio è andato tutto bene? Prego entrate” le chiede Jasper cortese, mentre dietro le gambe della signora noto una testolina che inizia a comparire e sorrido quando incontro due occhi marroni che guardano spaventati

“Si grazie, tutto bene” risponde mentre anche Alice va a salutarla e poi la vedo inginocchiarsi e sorridere al bambino

“Ciao Christian, benvenuto nella tua nuova casa” gli dice e vedo il piccolo spostarsi e avanzare, velocemente, verso Alice, tutt’e due con un sorriso raggiante

“Ciao” dice solamente e le da una mano che mia sorella stringe subito

“Bene, che ne dite di andare in salone, mentre io faccio vedere a Christian la sua cameretta?” ci dice alzandosi e prendendo il bambino dalla mano

“Certo” dico invece io mentre faccio segno di spostarci, e poi ci ritroviamo tutti seduti

“Jasper, non hai dimenticato qualcosa?” gli dice mia moglie guardandolo eloquentemente e lui diventa subito rosso

“Ah si giusto… Signora Kate Denali le presento mia sorella Rosalie e suo marito Emmet Cullen” fa subito le presentazioni e rimango perplesso…Denali??... bah sarà solo una coincidenza

“Piacere. Signor Hale, l’ultima volta che ci siamo visti mi aveva chiesto se avevamo notizie del padre del bambino” dice seria e lui annuisce mentre io mi metto sull’attenti

“Si, ne avete trovate per caso?”

“Da quello che abbiamo capito, il bambino è stato concepito da una relazione durata solo una notte … però non sappiamo altro, pure se le persone che erano vicine alla madre, per modo di dire, ci hanno detto che il padre è un malvivente” spiega

“Capisco, be semmai dovreste saper altro …” inizia a dire mio cognato

“Vi faremo sapere” conclude la signora Denali e in quel momento sentiamo Alice e Christian raggiungerci

“Eccoci, ho fatto fare un veloce giro della casa a Christian” ci dice felice e sorrido intenerito, era ora che sorridesse in quel modo

“Allora… ti piace la tua nuova casa?” gli chiese la signora e lui annuisce

“Si, è molto bella” dice soltanto e sorridiamo mentre io mi alzo e Alice mi sorride, mentre capisce subito quello che voglio

“Christian ti presento Emmet e Rosalie, i tuoi nuovi zii” ci presenta e faccio un mezzo inchino

“Felice di conoscerti piccoletto” gli dico e lui mi guarda timoroso, nascondendosi dietro la nuova madre

“Sei troppo grosso” pronuncia subito e rido mentre Rose, vicino a me lo guarda amorevole

“Tranquillo, è mansueto” gli dice dandomi una pacca sulla testa all’improvviso

“Ahio” borbotto e la guardo male mentre gli altri ridono

“Bene, allora posso andare adesso” ci dice e si alza, la salutiamo tutti ma, a un certo punto, si blocca davanti a una foto che abbiamo su un mobile

“Signora Denali, tutto a posto?” le chiede Alice confusa tanto quanto noi, e scostandomi di poco noto che sta guardando l’unica foto che dobbiamo tenere per forza, contro il nostro volere: quella che ha come protagonisti nostro padre e Tanya vestiti da sposi

“Questa signora si chiama Tanya Denali vero?” ci chiede e rimaniamo ancora più perplessi

“La conosce?” le chiedo io e lei mi guarda triste

“Si è la mia sorellina”

“Sua sorella, non sapevamo avesse sorelle, insomma della sua famiglia non ha invitato nessuno che chiamasse sorella o fratello” dice subito Alice, completamente spiazzata

“Si lo so, io abito con mia cugina Carmen, suo marito Eleazer, e mio marito Garret a New York. È da vent’ anni che non si fa sentire” ci dice sconsolata

“Da vent’anni? Posso chiederle come mai?” le chiedo

“Avevamo litigato, lei frequentava delle persone che non ci piacevano e quindi gli ho detto di non stare più con quei tipi loschi, ma non ci voleva dare retta, ci diceva che era divertentissimo stare con loro…. E l’ho minacciata, se stava con loro non doveva più entrare nella nostra casa, così non la vedemmo più dal giorno dopo” ci raccontò e una lacrima le scappò dagli occhi ..

“Si vuole sedere?” le chiede Rose cortese e lei nega con la testa

“No grazie e scusatemi. Io vado non voglio rovinare questo momento felice, comunque, pure se non è giusto, vi consiglio di stare attenti alle persone che frequenta lei, sono tutto tranne che raccomandabili e gentili” ci dice e poi si dirige veloce verso la porta

“Aspetti…. Mi scusi, per caso sa i nomi di qualcuno di questi individui?” le chiedo subito e mi guarda non capendo … io invece spero che sappia qualche nome, perché può pure essere che Tanya e mio padre, pure se spero di no, c’entrino nella storia del rapimento

“Se non mi sbaglio un giorno le ho sentito dire il nome, Caius, ma non ne sono sicura” ci dice e poi si congeda velocemente, lasciandomi perplesso a fissare la porta

“Scusami mamma, posso chiederti una cosa? …. Aspetta posso chiamarti mamma?” ci riscuote la voce del bambino e mi giro a guardarli

“Certo che puoi. Comunque dimmi” le dice felice riabbassandosi all’altezza del bimbo

“Quando ci siamo visti mi avevi detto che avrei avuto due nuovi zii o sbaglio?” le chiede e vedo Alice paralizzarsi, così Jasper risponde subito al piccolo

“No piccolo, hai perfettamente ragione, solo che l’altro zio in questo momento non è a casa, poi lo conoscerai” gli dice Jasper

“Scusatemi vado un secondo in bagno” ci dice subito Alice, e sento la sua voce incrinarsi mentre scappa in bagno

“Christian, vieni andiamo a vedere se Eddy e Elizabeth si sono svegliati, così te li faccio conoscere” gli dice Rosalie distraendolo e lo porta su mentre vedo Jasper fissarmi

“Emmet, senti prima che tu prova a richiamare Charlie, mi dici il nome? Sono curioso” mi dice subito e lo guardo confuso prima di capire che si riferisce al dottore di cui Charlie mi aveva chiesto

“Aro Volturi” dico e non so perché ma il suo nome mi fa rabbrividire mentre sento il telefono squillare…


(Pov Bella)

“Bella tutto a posto?”

“Si Angy”

“Stai ancora piangendo?” mi chiede triste e subito cerco di scacciare le lacrime.

Siamo a scuola e questa è la quinta volta che corro in bagno a piangere, è più forte di me non riesco a non pensare a lui e poi ogni cosa, in questo maledetto luogo, sembra ricordarmi lui, così come casa mia, casa sua e tutti i posti di Forks dove siamo stati

“Scusa” le dico e mi abbraccia, dopo poco riusciamo dal bagno

“Capisco che è difficile, ma devi mantenere la calma… Dai mancano solo due ore alla fine delle lezioni. È tra quattro settimane siamo nelle vacanze di Natale, quindi riuscirai a rilassarti meglio a casa” mi dice e io annuisco, non convinta, in quel momento vediamo Marika correre verso di noi

“Ragazze non sapete che è successo” ci dice e la guardiamo confuse

“Cosa?” chiediamo e solo in quel momento vediamo i suoi occhi rossi

“Black e Corrigan hanno picchiato Patrick durante quest’ora e gli hanno provocato un trauma cranico fortissimo da quello che ho sentito dire dall’infermiera. Però il preside non può prendere provvedimenti contro di loro, o meglio non subito” ci dice Marika e noi rimaniamo spaventate, ecco perché prima avevo sentito un’ambulanza vicino a scuola

“Che stronzi, povero Patrick, la devono pagare” dice Angela arrabbiata, sono sicura che i ragazzi saranno furiosi e lo sarebbe pure Ed, insomma hanno fatto del male a un nostro amico

“Bella dove vai?” mi gridano appena inizio a correre verso il giardino della scuola, sono sicura di trovarli lì

“Bella stai attenta” mi sento dire da una voce che conosco molto bene, quella del mio ragazzo, ma quando mi giro non lo vedo e così riprendo la mia corsa, molto probabilmente è stata solo la mia immaginazione

Quando arrivo a destinazione noti di avere ragione, infatti li vedo che fumano così mi avvicino incazzata

“Ciao piccola” mi saluta ma subito gli tiro uno schiaffo fortissimo

“Tu, bastardo, come ti sei permesso a fare del male a un mio amico?” gli grido contro

“Ehy calmati piccola, non penserai davvero che sia stato io”

“Certo che si” grido ancora tirandogli un altro schiaffo ma subito mi blocca il polso e lo stringe forte

“Calmati, piccola cretina, non è che , solo perché sei disperata per quello che è successo al tuo ragazzo, devi venire a dare la colpa agli altri”

“Infatti e poi non capisco come fai a disperarti, io me la sto spassando nel saperlo vittima di qualcuno” mi dice Corrigan, quell’altro deficiente

“Siete due idioti. Vi prometto che un giorno dirò a mio zio di arrestarvi tutt’e due” gli dico

“Calmati, tranquilla noi non vogliamo trattarti male invece” mi sussurra Black e fa per baciarmi, solo che mi scanso subito

“E non toccarmi stupido” e in quel momento immagino Edward che, vedendo la scena, si butterebbe all’attacco non solo, perché hanno fatto del male a un suo amico, ma anche per venire a difendermi

“Ehy Black mollala” sento dire da una voce maschile ma questa volta è quella di Jack che si avvicina con gli altri, pure se noto che manca Ben

“Non la passerai liscia per quello che hai fatto a Patrick?” lo minaccia Mark

“Sempre difensori della giustizia eh? Ma state tranquilli, piano piano finirete tutti k.o.” risponde a tono Black

“Non vi adagiate sugli allori” dice questa volta Richard

“Ragazziiii” ci chiama Ben bloccandoci tutti e noi ci giriamo, mentre notiamo che i cretini se ne vanno scocciati, idioti

“Che c’è Ben?” gli chiede Jack e lui si ferma davanti a noi, completamente scosso dovrei aggiungere

“Il trauma cranico era più grave del previsto, e c’era anche un’emorragia interna, mi ha chiamato pochi secondi fa sua madre per dirmelo” ci spiega e lo guardiamo spaventati

“Quindi lo operano?” gli chiede subito Angela e lui nega con la testa

“Che intendi?” chiedo per la sua risposta e lui mi guarda per poi abbassare gli occhi, subito capisco come gli altri ….
Patrick è …





Holàààà

“Ok eccoci qui con qualche nuovo indizio”


“Devo dire che le nostre lettrici deducono molto bene, ne sono entusiasta”

“Alice tu ne sei sempre entusiasta”

“Ma stai zitto”

“Ragazzi non iniziate. Devo dire che all’inizio non mi veniva questo capitolo, ma sono felice di constatare il contrario”

“Però ci hai lasciati senza Pov Edward”

“Tranquilla Aly, nel prossimo capitolo vedremo come sta … pure se ho dei cattivi presentimenti”

“Ehy guarda che sono io quella che predice il futuro”

“Oh be, questa volta sono stato io. Comunque aspettiamo le vostre recensioni anche in questo capitolo”

“Ci sentiamo al prossimo capitolo che spero di postare prestissimo, e non mancate”

“Si, guai a voi se mancate”

“Kiss”

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Capitolo 71
*** Coincidenze? ***


                                                                                                                              Coincidenze?



(Pov ??)

“Guai a te se provi ad andare la dentro” mi minacciò Felix e dopo avermi dato un’ultima occhiata chiuse, con un botto, la porta d’entrata

Era passata un’altra settimana, pure se quest’ultima è stata molto dura per me, ogni giorni mi mettevo seduto sempre vicino alla porta della cantina e ogni cinque minuti, precisi, sentivo sempre o dei pianti, o gemiti di dolore, o le risate di quei bastardi che si divertivano a fare del male al ragazzo ….
E adesso approfittando del fatto che, stranamente, non c’è nessuno nella casa decido di entrare e di affrontare quello che i miei occhi vedranno: prima però decido di mettermi un passamontagna, non voglio farmi vedere in viso, poi prendendo un respiro entro nell’oscurità.

“Chi sei?” la voce disperata della bambina mi arriva flebile mentre scendo le scale, la noto vicino al muro inginocchiata vicino al corpo del ragazzo, il piccolo viso è sia pieno di graffi e rosso dalle lacrime che, forse, avevano appena smesso di scorrere dall’ultima visita delle guardie: cioè tre minuti fa ..

“Non vi farò niente” sussurro soltanto e poi mi avvicino al corpo del ragazzo, come scottata la bambina si sposta velocemente e si attacca impaurita al muro, ma non ci faccio caso facendo perdere i miei occhi sull’altro corpo..

Più lo guardavo più mi sentivo male, vedere il suo volto pieno di tagli e lividi così come il corpo, pure se notavo anche delle ferite aperte, sicuramente appena fatte, che ancora perdevano sangue, senza accorgermene gli accarezzai la fronte ma subito la ritirai appena lui si mosse al tocco

“Mamma … sei tu?” chiese flebile, ma solo dagli occhi chiusi, capì che era in uno stato d’incoscienza, in quel momento lo vidi anche annaspare, non riusciva a respirare, e cercai di aiutarlo alzandogli la testa….

Alla fine notai anche che aveva una brutta ferita sulla testa, spero che non gli abbia causato qualche commozione celebrale ….
Poi però senti un’auto avvicinarsi alla casa e decisi che dovevo andarmene subito, ma prima mi rivolsi alla bambina

“Vi stanno portando da mangiare?” le chiesi duro e lei fece un piccolo cenno

“Non sempre, e quando ce lo portano, il fratellone vuole che mangi pure il suo pane” mi disse e così capì anche perché lo vedevo molto magro, denutrito, e pallido….

Ci credo che ancora non si è ripreso dopo la sua visita giornaliera, ma non dissi più niente alla bambina e mi diressi verso le scale quando la sua voce mi bloccò…

“No, ti prego non ci lasciare da soli… mamma ho bisogno di te… mi fa male tutto… dobbiamo uscire … non voglio più stare qua dentro” si lamentava ancora dolorante ma, pure se volevo restare, non potevo sennò quelli avrebbero ucciso prima me e poi loro, ne ero certo

“Tranquillo, troverò un modo per farvi scappare… ma fino a quel momento resisti e cerca di non morire” sussurrai e sperai mi sentisse, dovevo trovare un modo per farli uscire di qui alla svelta …. E forse sapevo come fare!!

(Pov Bella)

“Bella, per favore quando siamo lì sorridi, so dove stiamo andando ma non potevamo rifiutare… anzi non so neanche come abbiano trovato la forza per invitarci, per come stanno soffrendo, ed è giusto che stiamo tutti uniti” mi riprende mia madre mentre, con la macchina, entravamo nel giardino di casa Cullen Ieri sera, quando Emmet ci ha chiamato per chiederci se volevamo andare a cena da loro il giorno dopo, quasi pensavo stesse delirando, insomma perché invitarci?

“Tua madre ha ragione Bella, tutti stiamo soffrendo, però dobbiamo stare uniti” mi dice papà mentre usciamo dalla macchina e sospiro sconfitta: vani erano stati i miei tentativi per non venire

“Ho capito, però non vi prometto niente” gli dico e poi suoniamo, appena la porta si apre un vortice, di nome Alice, mi abbraccia di slancio per poi guardarmi confusa

“Oh Bella ma come ti sei ridotta?” mi chiede con disappunto e lo stesso faccio io

“Senti chi parla. Se continui così tra poco scomparirai” le dico e mi guarda dispiaciuta per poi scrollare le spalle e farci entrare, quando entriamo in salone vediamo Rosalie con i bambini e Christian che gioca con Jasper, ma appena ci sente entrare si gira verso di noi

“Buonasera Rosalie, Christian, Jasper” li saluta mio padre mentre mia madre li va ad abbracciare, abbiamo conosciuto Christian cinque giorni fa quando, Alice e Jasper, sono venuti a casa nostra per presentarcelo

“Alice sono arrivati?” sento gridare da Emmet, dal piano di sopra pure se sento i suoi passi scendere

“Si fratellone” gli risponde soltanto mentre ci raggiunge e subito si blocca davanti a me, quando mi giro rimango colpita: anche lui è peggiorato fisicamente …

“Buonasera Bella, Esme, Carlisle” ci saluta uno per uno e rispondo al sorriso

“Ciao Emmet… vedo che, per evitare svenimenti, devo fare delle flebo anche a te e a tua sorella” li rimprovera mio padre e loro gli sorrisero divertiti

“No no, io sono in gran forma” sbotta subito e in quel momento suonano alla porta mentre io vado a sedermi vicino a mia madre sul divano

“Capo Swan? Come mai da queste parti?” sentiamo chiedere dalla voce sorpresa di Em e subito mi alzo di scatto insieme agli altri, se mio zio è qui può essere che …

“Ho delle novità per voi e ho preferito portarvele di persona. Posso entrare?” sentiamo chiedere “Si certo, venga” lo fa entrare Emmet.

Dopo i saluti e i convenevoli ci accomodiamo tutti, io però rimango con gli occhi fissi sui fogli che ha in mano, fogli che, peraltro, apre e li poggia sul tavolino: tra questi fogli vedo anche una mappa e poi vedo che prende anche un foglietto piccolo dalla tasca

“Allora che novità ci sono?” gli chiede subito mio padre e Charlie ci guarda tutti

“Allora posso iniziare con il parlare di Aro Volturi.. Lui non è un medico, né è laureato in medicina, da quello che sono riuscito ad avere come informazione è che, la mattina di quel 20 Giugno, il dottore, il signor Berney, che doveva far partorire tua madre non si trovava quindi, questo Aro, si è presentato, con dei suoi presunti colleghi, e ha detto che lo mandava il dottore Berney al posto suo…. Subito dopo aver scoperto questo ho chiamato l’ospedale di Chicago per farmi dare il numero del dottore giusto, ma questi mi hanno detto che il signor Berney l’avevano ritrovato morto in casa sua quella sera stessa” ci spiegò e rimanemmo con la bocca aperta, tutti quanti

“Intende dire che questo Volturi ha …” inizia a chiedergli Alice completamente scioccata

“Probabilmente si. Emmet, Alice, voi non sapete se vostra madre, o vostro padre, si frequentassero con persone poco raccomandabili, oppure se erano bloccati in qualcosa di terribile?” chiese loro che prontamente scossero la testa

“Signor Charlie, per caso avete scoperto qualcosa su quella persona di cui vi abbiamo parlato?” gli chiese Jasper ma io, e i miei genitori, non capimmo a chi si riferisse, mentre gli altri si

“Mi sono voluto informare sulla famiglia di Aro e ho scoperto che ha un fratello che si chiama Caius, quindi molto probabilmente dovrebbe essere lui la persona di cui vi parlava la signora Denali”

“Per caso siete riusciti a scoprire anche altro?” gli chiede mia madre e lui annuisce con la testa e prende il bigliettino di prima

“Prima che venissi qui è arrivato questo biglietto che dice .. è inutile che fate qualcosa, non li troverete, ma il pomeriggio dell’8 dicembre, verso le 18.00, fatevi trovare sulle rive del fiume Sol Duc, se volete anticipate, ma non ritardate oppure una vita potrebbe spezzarsi”  lesse e sgranai gli occhi.. che significava?

“Charlie per te cosa intende? Potrebbe essere una trappola?” gli chiede mio padre e lui sospira

“Potrebbe essere un modo per andare li e chiederci un riscatto, però che senso avrebbe mandare un biglietto a noi? … Oppure qualcuno ci sta aiutando volontariamente a trovare i ragazzi, però in questo caso non mi spiego perché non ci ha detto subito dove si trova il nascondiglio ..” pensa perplesso e cerco di scervellarmi pure io

“E se questa persona sta cercando di aiutarci nei limiti? Se non potesse svelare tutto perché sennò verrà uccisa e quindi ci manda un bigliettino del genere?” chiedo subito e tutti mi guardano perplessi e pensierosi

“Può darsi ma questo non spiega perché dobbiamo aspettare due settimane prima di andare li” mi dice Emmet

“Mettiamo per ipotesi che questo Aro sia il capo di quelli che hanno rapito Ed e Ally, sicuramente l’ordine di rapimento è partito da lui e quindi forse lui li vorrà vedere di persona .. ma se non è qui? Se mettiamo caso arriverà proprio l’8 pomeriggio? … Essendone il capo, molti dei suoi uomini, andranno a prenderlo e quindi il posto sarebbe più libero per ..” cerca di spiegarci Jasper ma viene interrotto dalla voce di Emmet

“Per una via di fuga, per scappare” finisce in sussurro

“Questa è sempre un ipotesi… comunque sia, l’ipotesi della trappola non è neanche da buttare… tutto è possibile quando si ha a che fare con gente di questo tipo” scrolla le spalle Charlie

“Comunque non è l’unico bigliettino che mi è arrivato” prosegue e lo riguardiamo curiosi

“Ce n’era pure un altro?” gli chiedo e lui annuisce

“Si, è arrivato stamattina solo che ….. sopra c’è scritto solo un numero” ci spiega lasciandoci perplessi

“Che numero?” gli chiede Emmet e lui lo guarda fisso

“0” risponde soltanto

“Forse non centra niente con questo caso” borbotta Alice “Sarà, noi comunque continueremo a indagare e a fare appostamenti per tutta la cittadina, non possiamo mollare solo perché c’è scritto che fino all’8 non possiamo fare niente” sbotta nervoso e poi lo vedo alzarsi immediatamente

“Charlie, dove vai?” gli chiede mio padre alzandosi pure lui e, il suo sguardo, viene ricambiato da un’occhiata seria e sicura

“Riprendo il mio lavoro, le indagini non devono essere lasciate neanche per un minuto …. Buona serata ragazzi, Carlisle” ci saluta e esce frettolosamente, in quel momento vedo mio padre farsi pensieroso

“Carlisle che hai?” gli chiede mamma, appena papà scatta verso la sua giacca

“Mi sono ricordato che una mia collega, Louise Parker, ha lavorato a Chicago tanto tempo fa, forse anche lei ha sentito parlare di questo Aro Volturi” dice e lo vedo prendere le chiavi della macchina, mentre rimango colpita dal cognome …… mi sembra di averlo già sentito, ma non mi ricordo dove..

“Ma dove stai andando?” gli chiedo io alzandomi

“Un minuto in ospedale, mi sono ricordato che lei ha il turno serale oggi, vado e torno subito, datemi solo il tempo di avere informazioni. A tra poco” ci dice e anche lui corre fuori sbattendo violentemente la porta

“Emmet, non credi che tuo nonno possa sapere qualcosa in più riguardo a queste persone?” gli chiede Rosalie che in quel momento stava cullando il figlio

“Non credo ma posso provare a chiederglielo” dice a tutti e poi si dirige verso il giardino, con il telefonino in mano

“Mamma quando si mangia?” chiede Christian e lo guardiamo tutti amorevolmente, poverino è rimasto ad ascoltarci senza lamentarsi di niente

“Appena torna Carlisle tesoro, ma vieni che ti do un pezzo di pane, così mi aiuti anche ad apparecchiare ” gli dice Alice e poi lo tira verso la cucina

“Aspetta Alice, vengo ad aiutarti” le dice mia madre alzandosi

“Bella puoi tenere Lizzie mentre faccio mangiare Eddy?” mi chiede Rosalie mentre sentiamo la piccola singhiozzare dalla culla

“Certo” le rispondo prendendo la piccola fra le braccia e chiudo gli occhi pensando alla mia sorellina …..


(Pov ?)

“Hai sentito gli ordini del capo?” mi chiede allegro Alec e io lo guardo interrogativo

“No, che ha detto?” chiedo mentre, non so come mai, ma ci dirigiamo insieme verso la cantina

“Possiamo uccidere la bambina” mi dice solamente e mentre entriamo veniamo raggiunti da Felix e Demetri, pure se io mi irrigidisco subito per la risposta

“E che volete da me?” gli chiedo raggelato

 “Devi aiutarmi a tenere fermo il ragazzo…. Per oggi non possiamo più torturarlo” mi dice Demetri e scendiamo, io come al solito mi metto il passamontagna, per sicurezza

“Tranquillo Richard se non vuoi guarda come uccidiamo la bambina puoi anche chiudere gli occhi” ride Felix e sussulto al sentire il mio nome, era da un po’ che non lo sentivo …

Per la prima volta da quando vengo qua dentro, vedo il ragazzo sveglio che, con le spalle al muro, ci fissa duro e freddo, la bambina invece ci guarda spaventata

“Dai tranquilli sono pronto per essere pestato da voi, mi sembrava strano che ancora non eravate arrivati” sussurra, ma pure se debole si sente fortissima l’ira nella sua voce “

Ritieniti fortunato, questa volta non siamo qui per te” dice Demetri .. Così in meno di un secondo io e Felix ci ritrovavamo davanti al ragazzo, mentre Alec e Demetri prendevano con la forza la bambina, che iniziò a strillare

“Fratellone… Edward” iniziò a piangere

“Lasciatelo guardare, deve vedere tutto quello che succede” ci dice Alec intanto vedo il ragazzo cercare di scattare, ma senza successo dato che non riesce a muoversi e che Felix l’ha spinto violentemente contro il muro

“Fai piano” gli grido irato e il mio compagno mi guarda male

“Smettetela, saluta la bambina moccioso” dice solo Demetri e mi concentro sul volto del ragazzo, impaurito e bianco

“No …. Lasciatela” grida ma in ritardo, mezzo secondo dopo il rumore di un proiettile si dissolve per tutta la stanza e non si sente più nessun pianto  …..





Holàààà
“Ok non uccidetemi, lo so non lo dovevo fare, ma non uccidetemi please”

“Autrice come hai potuto fare una cosa del genere?”

“Lo so Em, scusami”
“Povera piccola… mi dispiace moltissimo”

“Alice stai iniziando ad allagare la stanza…”
“Il solito insensibile

“Ragazzi vi prego… be io non ho molto da aggiungere su questo capitolo, solo che le settimane nella storia stanno correndo per arrivare super velocemente al fatidico giorno… un giorno che però contiene molte domande…. Cosa succederà l’8??”

“Ottima domanda Autrì, ma devo dire che sono rimasto deluso dall’aver avuto solo una recensione nello scorso capitolo, anzi ringrazio molto quell’angelo che ha commentato”
“Anch’io, però Emmet come dice sempre l’autrice, non possiamo sempre pensare che tutti possano recensire sempre la storia, e poi dobbiamo essere grati e tutti quelli che ci stanno seguendo in ogni modo possibile”
“E va bene, però se mi volete nel prossimo spazio dell’autrice dovete almeno mettere tre recensioni, sennò non vi assicuro niente”
“EMMET”
“Autrice è inutile che cerchi di rimproverarmi, non cambio idea”

“Con te non si può proprio ragionare… vabbè ragazze ci sentiamo al prossimo capitolo e speriamo che questo vi sia piaciuto”

“E che ci seguirete e non ci ucciderete per come è finito questo, alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 72
*** Richard Cullen ***


                                                                                                                             Richard Cullen



(Pov Edward)

Sto male, tanto male, mi sento bruciare e nello stesso tempo ho freddo, mi sembra di essere nel confine tra caldo e ghiaccio, non provo neanche ad aprire più gli occhi, sarebbe inutile, non vedrei niente e l’unica persona che davvero mi premeva guardare qua dentro ormai non c’è più, esiste solo il suo corpo disteso vicino al mio …
Se avessi le braccia e le gambe libere non esiterei a cercare di scappare, però sono anche bloccato dalle ferite e dalle ossa, non so cosa mi faranno oggi, dieci minuti fa, dopo la loro ultima visita, li ho sentiti parlare di un qualcosa che riguardava il fuoco ….
Che ironia .. io brucio e loro parlano di fuoco.
Sento dei passi avvicinarsi, strano non avevo sentito la porta che veniva aperta, forse sono anche sordo ma è impossibile se ora sento camminare, sento la persona che è arrivata vicino a me, spero però che non sia uno di quegli idioti, non ce la farei a sopportare ancora i loro calci, o pugni, per il momento

“Guarda tu, ti hanno fatto un’altra ferita in testa da come vedo” sospira la voce una voce che mi sembra di conoscere non solo, perché la sento ogni giorno qui da quando hanno iniziato a picchiarmi, ma mi sembra di conoscerla anche da prima .. solo che non riesco a collegarla con nessuno

“Metà della colpa è anche mia però se tu sei qua, se solo tanto tempo fa fossimo stati attenti…” sussurrò quella voce, ma parlò con tono così basso che potrei pure aver capito male

“Da … quanto … sono … qui?” gli chiedo flebilmente, ma non apro gli occhi, non voglio ancora vedere niente

“Tre settimane , però conosco un modo per farti uscire tra una settimana esatta, solo che ti devi fidare di me” mi dice e sento qualcosa di freddo premere sulla mia testa

“Ma tu… chi sei?” gli chiedo ma sento solo un sospiro

“Oggi prenderanno il corpo della bambina e faranno in modo che la polizia lo trovi, vogliono fargli capire che non potranno mai fare niente contro di loro” mi spiega cambiando discorso e apro gli occhi di scatto

“Cosa?” gli chiedo e non so come mi esce un mezzo urlo, mentre sento qualcosa bagnarmi le guance, se gli Swan vedono il corpo della bambina saranno distrutti dal dolore … Carlisle, Esme … Bella!!!

Subito giro la testa alla mia sinistra e allungo una mano fino a toccare i suoi capelli, fare questo movimento mi costa un certo sforzo ma non posso pensare che oggi me la porteranno via definitivamente

“Il suo corpo inizierà a decomporsi, qua sotto molto velocemente i corpi si rovinano ecco perché c’è questa puzza” mi spiega la voce ma non ci faccio caso e con quelle poche energie che ho accarezzo quei capelli ancora soffici

“Ma … perché .. siamo qui?” gli chiedo io riappoggiando la testa a terra e guardando dall’altra parte

“Dovevano arrivare a te in ogni modo possibile” risponde solamente e aggrotto le sopracciglia, pure se so che non mi può vedere bene, ma subito penso a una cosa importante: dovevo far sapere a Bella che io sono ancora vivo, che sto bene, e forse so come fare…..

“Fammi un piacere … vedi il laccio che ho attaccato al polso? .. Bene attaccalo alla piccola …. Voglio che lo trovino …. Così da fargli capire che io sono ancora vivo” gli sussurro e, con mio sollievo, lui fa quello che gli ho detto, ormeggiando con il bracciale che mi aveva regalato la mia ragazza, e lo fa appena in tempo dato che, poco dopo, la porta si apre di scatto

“Bene Alec, Santiago, occupatevi della bambina. Io, Felix e Afton ci occupiamo del ragazzo” sento dire dalla voce di Demetri….

Signori e signori ecco a voi le mie guardie preferite ..

“Che gli dovete fare? Non sono ancora passati quindici minuti” dice quello che ormai potrei considerare una specie di amico

“Il capo ha dato il suo ordine, quando arriveranno la prossima settimana lo vogliono vedere con il nostro timbro” dice solamente e sento quattro mani tirarmi in su, mentre un’altra mano mi mette una benda

“Mi dispiace piccoletto, ma non potrai vedere la luce del sole “ mi disse Felix e rabbrividì di terrore alla sua frase, appena messo in piedi, me li slegarono per permettermi di camminare, ma appena provai a muovere un passo subito barcollai

“Ah perfetto, non sai neanche camminare” mi schernì Afton ma mi trattenni dal rispondere, già era doloroso sopportarli qua sotto, figurati ora che sono completamente bendato

“Muoviamoci” ci ordinò Demetri e iniziammo ad andare.

Camminai con fatica per tutto il tragitto che dovevo fare, avevo la respirazione completamente debole e il dolore, insieme agli occhi coperti, di certo non aiutava, per la verità non potevo proprio usare il verbo camminare, casomai il verbo strisciare, dato che dovetti trainare la gamba destra dato che non riuscivo proprio a muoverla

“Adagiatelo qui” ordinò una voce che non riconobbi, e senti le mani che mi stringevano lasciarmi per farmi crollare a terra con un pugno dietro la testa, per fortuna non persi completamente i sensi

“Bene, ora alzategli la maglia dalla parte del fianco destro, spero per voi che almeno mi avete lasciato un piccolo spazio per questo marchio” ridisse severamente la voce e mi sentì alzare la maglietta, subito collegai: timbro, maglia, fianco …. Non vorranno mica?

“Tranquillo ci avevamo già pensato, ci entra perfettamente il marchio” sento ringhiare Felix

“Aspettate, non è meglio aspettare che si addormenti, sarà troppo doloroso” gli dice il mio amico

“Richard fatti gli affaracci tuoi oppure ti chiudiamo la dentro con lui …. Charles ti vuoi muovere con quel fuoco” lo minaccia Afton e sento un ferro sbattere vicino a me, e poi sento il fumo del fuoco vicino al mio naso

“Bene, tenetelo fermo non si deve muovere mentre lo marchio” dice quello di cui ora conosco il nome… e all’improvviso, come qualcosa che ti arriva forte contro, mi sentì bruciare completamente e non potei evitare di gridare

“AAAAAAAAAAAH”


(Pov Bella)

“Bella? Bella?” sentì chiamarmi mentre uscivo dalla chiesa insieme ai miei amici , subito mi girai e vidi mia zia Renee sbracciarsi verso di me

“Ma Bella, perché è qui tua zia? Pensavo venissi con noi al cimitero” mi dice Angela guardandomi confusa

“Infatti, non so perché è qui” le rispondo guardandola mentre vedo i ragazzi che continuano a guardare la tomba del nostro amico che viene portata nel cimitero qui vicino ..

Alla fine, dopo una settimana di coma, Patrick non ce l’ha fatta, sembrava che tutto si risolvesse per il meglio ma, un’improvvisa emorragia celebrale, di cui nessun dottore se n’era accorto, è peggiorata così tanto da ucciderlo in modo fulmineo

“Forse hanno qualche novità delle indagini” dico speranzosa e la vedo venire velocemente verso di noi

“Bella per fortuna sei uscita… ci sono delle novità importanti” mi dice ma solo in quel momento mi accorgo che ha gli occhi rossi e il volto rigato da lacrime

“Ma perché hai pianto? Che è successo?” le chiedo preoccupata e allarmata

“Hanno trovato tua sorella …” mi dice solamente e subito un sorriso di pure gioia mi compare sul volto, mentre mia zia sospira

“Morta” finisce la frase e mi sento ghiacciare completamente … Ally no………

………………..………

“Sorellona?” mi sento chiamare e subito apro gli occhi per trovarmi mia sorella davanti

“Alyson sei tu … sei viva.. stai bene” grido felice abbracciandola e quando la guardo la vedo meglio di come pensassi la potessi trovare

“Sorellona io non posso più stare con te” mi dice solamente triste e la guardo confusa

“Perché? Certo che puoi” le dico subito ma nega con la testa

“No, no… Sorellona devi dire a zio di ritrovare Edward” mi dice solamente e in quel momento mi ricordo del fatto che lei era insieme al mio amore, così subito mi riscuoto

“Lui sta bene vero? Ti ricordi qualcosa del posto in cui eri?” le chiedo ma lei nega

“No, però il fratellone non stava bene, dovete trovarlo” mi dice e poi la vedo scomparire

“Ma cosa?” chiedo perplessa

“Ora devo andare.. ti voglio bene e dillo pure a mamma e papà…. E di a Eddy che lo ringrazio per come ha cercato di proteggermi” mi dice e poi non la vedo più ..

“Alyson” la chiamo gridando ma niente, ora sono sola nel buio …
…….

“Alyson …. Edward .. … devo trovarlo”

“Isabella ti prego svegliati”

“Bella, piccola ti prego”

Sento delle voci supplicarmi ma dove sono?
Inizio a ricordarmi … tutto, ma queste persone prima non erano con me, che mi abbiano riportato a casa o in ospedale?

“Papà…. Mamma ?” chiedo insicura mentre apro gli occhi e subito ritrovo le loro facce davanti a me mentre mamma mi abbraccia

“O tesoro, almeno tu stai bene” mi dice piangendo e inizio a piangere anch’io, mentre mio padre mi spiega

“Sei svenuta appena zia ti ha dato la notizia e mi hanno chiamato, così ti abbiamo portato in ospedale” mi spiega serio, e guardandolo capisco che ha pianto pure lui

“Il suo corpo dove si trova?” gli chiedo e sospira sconfitto “All’obitorio … però c’è qualcosa che devi vedere” mi dice mio padre e poi mi prende una mano, mi mette qualcosa e la chiude a pugno

Subito sento qualcosa di lungo, il tessuto sembra cuoio, e, dopo aver guardato mio padre curiosa, subito porto lo sguardo sulla mano che ho aperto, e il mio cuore perde un battito: questo è il bracciale di Edward, quello che gli ho regalato ….

“Quando zio ha visto il corpo la prima cosa che ha notato e che la bambina aveva un bracciale, e si è ricordato subito che il giorno del rapimento lei non né aveva, così, dopo aver visto la scritta incisa, ha capito di chi era e a chi è indirizzato ….. Lui pensa che i due siano stati insieme fino alla scorsa settimana, prima che la piccola morisse, e pensiamo che sia stato Edward a metterlo al polso della piccola per mandarci il segnale che lui è ancora vivo ..” mi spiega e inizio a piangere più forte … lo so amore mio … lo sento che sei ancora vivo

“Carlisle, digli anche l’altra novità” lo esorta mia madre, che sta ancora piangendo, e papà annuisce guardandomi

“Forse hanno trovato il nascondiglio di quegli stronzi… e se è così devono solo decidere se seguire il bigliettino che gli è stato mandato o se andare subito “ mi spiega e lo guardo furente.. ci stanno ancora pensando?

“Certo che devono andare, non devono seguire quello stupido bigliettino… potrebbe essere troppo tardi aspettare un’altra settimana” sbotto e lui sospira

“Bella stai calma, non so cosa decideranno, ma stai tranquilla riavrai Edward .. vivo” dice e mi guarda “Lo devono ritrovare entro la data stabilita dal bigliettino ma, se metti caso non lo troveranno, ce la metterò tutto per andare io stessa a cercarlo” dico risoluta e loro mi guardano incapaci di parlare: sanno che lo farò davvero!!

O mi riportano Edward, o andrò io a prenderlo!!!


(Pov Richard)

“Brucia … fa male” si lamenta Siamo ritornati in cantina da un’oretta ormai e da quel momento lui continua a gemere dal dolore, sento l’odore della sua pelle ustionata e, come già sapevo, non posso mettergli neanche qualcosa di freddo sopra …. Loro vogliono che soffra!!

“Shh, tranquillo, vedrai che passerà” mento ma lo faccio più per me che per lui, non riesco più a sentirlo gemere in questo modo, sentirlo mi lacera dentro

“Non è vero… e poi, se passerà, sicuramente dopo avrò una crisi o qualcosa del genere” mi dice dolorante e arrabbiato al tempo stesso

“Dai non dire così, vedrai che uscirai presto” cerco di consolarlo e gli accarezzo la testa, all’improvviso sento la testa girarsi verso di me ma pure se non lo vedo, sento i suoi occhi fissarmi

“Perché mi tratti così? Perché sei gentile con me?” mi chiede in un momento di lucidità e sospiro

“Sono stato costretto a fare delle cose che non volevo fare per salvare le persone che amavo, ho dovuto lottare per difenderle ma non ci sono riuscito, sono stato imbrogliato, o dovuto far finta di odiare pure se non era vero e ho dovuto mentire a tutti per il bene delle persone a me care…. Diciamo che questo è il mio modo di riscattarmi” gli spiego ma so che lui mi chiederà sicuramente altro se riuscirà a parlare, so che dovrò raccontargli la verità, o meglio quella verità che so io … poi per il resto ci sarebbero delle lettere indirizzate a lui dove gli vengono spiegate bene le cose….

“Come ti chiami veramente?” mi chiede subito e lo guardo pure se so che non mi può vedere

“Richard, ma tu mi conosci con un altro nome, un nome falso….. “ gli dico solamente ma, prima che possa riparlare, lui mi interrompe

“Walter Cullen, così ti fai chiamare falsamente vero?” dice solamente e rimango sorpreso

“Tu sai chi sono io?” gli chiedo subito e, improvvisamente, sento una sua mano prendere la mia e stringerla debolmente

“Mi sembrava di riconoscere la tua voce, soprattutto ogni volta che ti arrabbiavi per difendermi, mi sono sempre chiesto il motivo…. Diciamo che ho avuto dei dubbi su di te da quando ti sono venuto a chiedere di Edward Parker, e in cuor mio speravo che tu non mi odiassi davvero” mi spiega flebilmente e rimango sorpreso… ha lo stesso acume che aveva mia moglie!!

“Immagino che ora tu voglia sapere… ma sappi una cosa io non ne so così tanto da poterti spiegare il tutto, né ho abbastanza tempo materiale…. Comunque a casa, in un cassetto, c’è l’indirizzo di un mio amico che sapeva tutto, io e tua madre gli abbiamo affidato delle lettere che poi dovrai leggere tu per capire tutto ..” gli spiego subito e gli stringo la mano di rimando

“Va bene.. ma ora … voglio sapere” sussurra e così, annuendo tra me e me, iniziai a raccontare

“Diciamo che tutta questa storia iniziò veramente nel Luglio del 1992, tre mesi prima che tu venissi concepito ….” ……..




Holàààà
“Ed ecco a voi un gran colpo di scena”
“Wow che stress questo capitolo, non so come abbia fatto ad uscire”
“Finalmente scopriremo un po’ di verità, pure se so che non sarà tutta finchè non verranno lette le lettere”
“Ma almeno scopriremo perché Richard Cullen si è sempre comportato in questo modo….. E poi sono ancora curiosa di conoscere questo Edward Parker”

“E, scusami se anticipo autrice, nel prossimo capitolo faremo un bel viaggetto nel passato, con un colpo di scena con i fiocchi alla fine del capitolo....quindi non perdetevelo”
“Ti scuso Em, solo per questa volta,  e ringrazio le nostre lettrici per le scorse recensioni”

“Non vedo l’ora che arrivi il prossimo”
“Be allora non perdiamo tempo a chiudere, prima chiudiamo e prima il capitolo potrebbe arrivare”
“Alla prossima, aspettiamo le vostre recensioni”
“Kiss”

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Capitolo 73
*** Sacrificarsi per amore ***


                                                                                                               Sacrificarsi per amore

 




(Pov Richard)


Inizio Flashback

20 Luglio 1992

“Edward grazie per essere venuto, accomodati” dico al mio ospite, alias migliore amico, facendolo sedere sul divano del mio studio, che avevo nel bel mezzo della città

L’avevo chiamato stamattina presto mentre venivo allo studio, dovevo parlargli di una cosa che mi premeva da molto e che non sono riuscito a tenere segreto a mia moglie

“Richard andiamo al sodo, tutto a posto? Quando mi hai chiamato ho pensato fosse successo qualcosa a te o alla tua famiglia” mi chiede preoccupato e diniego con la testa

“No, non preoccuparti stanno bene, ho altro di cui parlarti” gli dico e lui si rilassa visibilmente

“Dimmi” dice subito e prendo un respiro profondo

“Elizabeth ha scoperto tutto, ho dovuto dirgli tutto” svelo velocemente e lui mi guarda con occhi sgranati capendo subito la gravità della cosa

“Richard, cavolo, avevi promesso…. Sapevi che se avessi svelato una cosa del genere l’avresti messa nei guai, così come anche i bambini” mi dice arrabbiato e ha ragione: per undici anni ho cercato di nascondere dal pericolo la mia famiglia e ora tutto sta per essere buttato all’aria

“Lo so, lo so, ma lei lo sapeva già… non so come ha fatto a scoprirlo, ma ieri me ne ha parlato e non ho potuto fare altro che ammetterlo…. Però adesso ho bisogno del tuo aiuto, se Tanya dovesse scoprirlo, lo farebbe sapere subito ad Aro e company, e non voglio mettere Lizzie e i ragazzi nei guai” gli sussurro per evitare di poter farmi sentire da Tanya, mia segretaria, con cui però devo fingere di avere una relazione con cui sto tradendo mia moglie…..odiavo comportarmi in questo modo, odiavo dover far finta di odiare i miei figli e di non amare mia moglie, ma se non avessi fatto così, Tanya avrebbe fatto uccidere Lizzie e i bambini … e nessuno li deve toccare!!

“Calmati, se dovessero venire a saperlo sarebbe un grossissimo problema…. Facciamo così, ora vado a casa, e tu chiudi subito lo studio e rincasi immediatamente, nel frattempo pensiamo a cosa fare velocemente” mi dice e si alza subito

“Ok e per qualsiasi idea fammi sapere” gli dico e lui annuisce

“Contaci amico” mi dice dandomi una pacca sulla spalla e poi esce subito mentre sorrido del suo saluto …

Edward Parker è il mio migliore amico dalle elementari, è sempre stato mio compagno di classe, e lo è stato pure di mia moglie al liceo, all’università invece, mentre io facevo giurisprudenze lui ha fatto scienze investigativa, però siamo rimasti comunque molto amici … anzi è solo grazie a lui se, io e la mia famiglia, siamo ancora vivi

“Richard amore, dove te ne stai andando?” mi dice Tanya entrando in quel momento, con il suo comportamento da cretina...

L’ho conosciuta quattordici anni fa, l’anno dopo il mio matrimonio, mi ha fatto da segretaria fin dall’inizio ma sapevo che provava interesse per me, non sapevo però che fosse con cattivissime compagnie: fin da subito mi ha chiesto di lasciare Elizabeth sennò l’avrebbe uccisa, ma non ho mai trovato il coraggio di dire a mia moglie che qualcuno voleva ucciderla, però, poi, con la nascita di Emmet e il mio continuo amarli ho dovuto fingere di essere separato in casa da lei … pure se è chiaramente una bugia

“A casa, voglio parlare alla mia quasi ex-moglie del divorzio” mento facendole illuminare gli occhi, menomale che sono bravo a mentire, ieri, dopo essere stato scoperto, la mia cara consorte mi ha detto di far finta di preparare le carte del divorzio….

Questo finto processo però doveva durare fino a giugno, per la fine delle scuole, e dopo saremmo fuggiti lontani dall’America “Bene era ora, così posso dire a Aro che presto potrai essere dei nostri” mi dice e mi bacia, ma io non dico niente e poi mi allontano subito da lei, uscendo velocemente ……

25 Luglio 1992

“No, non ci cascheranno mai in questo inganno” sbotto irritato nel bel mezzo della mia camera da letto, mentre mia moglie mi guarda dispiaciuta e seria

“Richard con te ha funzionato e forse funziona pure con me” cerca di farmi ragionare lei

“Ti rendi conto di quello che dici, Edward ti ricordo che stava con Irina, la sorella di Aro, la donna che è morta in una rapina …. Se tu dovessi agire secondo questo tuo piano, allora verrai messa sotto piena sorveglianza da tutti, così come lo è Edward” grido pure se poi me ne pento dato che sento la porta aprirsi… solo che il pensare al motivo in cui Edward è stato immischiato in quei loschi affari mi fa rabbia: l’amore l’aveva rovinato, infatti, per fare in modo che la sua fidanzata, uscisse da quella banda aveva fatto un casino di indagini, in cui io l’avevo aiutato …. Ma, quegli stronzi, dopo la morte della donna lo hanno preso di mira, pensando fosse successo a causa sua e d’allora deve stare attento a come si muove ..

“Perché gridate?” ci chiede Alice la nostra piccola, va bene non tanto dato che ha nove anni, mentre si stropiccia gli occhi

“Niente tesoro, non preoccuparti e torna a dormire, domani hai scuola” le dice mia moglie baciandola e poi l’accompagna in camera sua mentre io mi seggo ..

Mi ha proposto di far finta di stare con Edward, dato che deve far finta di essere separata da me, io non avrei nessun problema mi fido del mio amico ma ….. il problema non è tanto piccolo come si possa pensare

“Richard” mi sento chiamare e poi la vedo inginocchiarsi davanti a me e scrutarmi con i suoi occhi verde smeraldo, mentre mi prende un senso di debolezza

“Ho paura che scoprano tutto e che vi uccidano… Mi assicuri che andrà tutto bene?” le chiedo prendendole il viso tra le mani e lei mi fa un sorriso rassicurante

“Si te lo prometto e poi, una volta arrivato Giugno, faremo subito le valigie e partiremo.. Andremo in Italia, o a Londra, in Giappone persino, ma niente e nessuno potrà farci del male e, se vuole, potrà venire pure Ed “ mi dice speranzosa e vengo contagiato dal suo umore

“Hai ragione, andrà tutto bene, deve andare tutto bene” le dico e poi guardo le nostre fedi con sicurezza, manterrò fede alla mia promessa e la proteggerò a costo della mia vita …. …

15 Settembre 1992

“Posso entrare?” sentì la voce di Edward affacciarsi dalla porta d’entrata, lasciata aperta dai bambini che erano in giardino

“Certo entra” gli dice Lizzie cortese e lo fa accomodare

“Allora novità dalle parti alte?” gli chiedo subito, ormai era da quasi due mesi che continuavamo con il nuovo inganno del divorzio e della storia d’amore di Ed e Lizzie

“Ci sono cascati in pieno in questo inganno e pure Tanya ti crede, illusa, se continua così arriveremo fino a Giugno tranquillamente e poi… Addio Volturi ” scherza sia serio che divertito, e noi ridiamo

“Che bellezza” sospiro felice, dieci mesi e poi potrò finalmente essere un vero padre e poter dare tutto l’amore che voglio ai bambini

“Allora mia cara amante, che ne dici se ci appartiamo nella tua camera?” le chiede Edward, scherzando, e mia moglie ride pure se resta al gioco

“Va bene, tesoro mio, però fai attenzione a come parli c’è il mio consorte presente… ed è molto geloso e possessivo” mi prende in giro e la guardo male

“Hai ragione….. Allora Ricky non ti dispiace se approfitto di tua moglie quando ci sei anche tu, vero?” mi chiede sempre divertito e guardo male anche lui

“Finiscila idiota ” sbotto ma poi ridiamo tutt’e tre……..

18 Ottobre 1992

“Pronto?”

“Richard sono Edward, ti volevo avvisare che quella lettere per la polizia l’ho già finita di scrivere: sopra ho scritto tutte le cattiverie e le violenze che hanno fatto quei bastardi in tutti questi anni” m’informa serio e rimango sorpreso

“Come? È già pronta? Ma avevi ancora nove mesi di tempo” sbotto divertito

“Smettila cretino, comunque per il momento la faccio tenere a mio fratello Benjamin, almeno in caso mi succede qualcosa ce l’avrà lui e così potrà darla alla polizia” mi spiega e annuisco, era una scelta ragionevole, Benjamin, suo fratello, era anche mio amico solo che nessuno dei cattivi lo conosceva e poi lui abitava in Egitto e solo per poco tempo veniva qua a trovare suo fratello

“E quando gliela darai?” gli chiedo era da due mesi che non lo sentivo, quindi non sapevo quando sarebbe tornato a Chicago

“Verrà ad Aprile, per pasqua, domani te la porto così la terrai tu fino a quel giorno” mi dice e sospiro esasperato, perché è sempre così previdente in certe cose?

“Va bene ho capito, casomai se anch’io scriverò una lettera la darò a lui…. Ma ad Aprile sia chiaro” lo prendo in giro alla fine e sbuffa prima di mettersi a ridere

“Simpatico, comunque la telefonata sta durando molto, meglio se chiudo. A dopo” mi saluta e poi chiude mentre vedo Lizzie venire verso di me, con le mani strette in grembo e i capelli bronzei tutti arruffati, come se avesse corso per chilometri

“Richard c’è un piccolo problema” mi dice nervosa con gli occhi lucidi

“Problema? Quale problema?” chiedo subito e lei mi sorride debolmente

“Tranquillo niente di preoccupante, o almeno per me è un bellissimo problema” finisce di dirmi

“Tesoro dimmi” cerco di farla continuare e tira un sospiro forte

“Verso fine Giugno, quando partiremo, dovremo stare attenti e stare vicino sempre a degli ospedali” mi dice sorridendo raggiante ma non capisco che voglia dire

“Che succederà verso la fine di Giugno?” le chiedo ancora più preoccupato

“Be, mi sa che in quel periodo dovrò partorire il tuo terzo figlio” mi dice solamente e rimango completamente basito dalla notizia…. Sarò padre per la terza volta????

“Dici davvero?” le chiedo insicuro, forse ho capito male

“Si, lo so che ora la notizia stravolgerà tutti i piani che abbiamo fatto ma ti prometto che cercherò anche di partorire il bambino nel mezzo dell’Oceano, pur che tu non mi chieda di abbandonarlo o di abortire …. “ inizia a parlare a raffica ma subito la blocco con un blocco

“Ma che dici stupida? Io voglio questo figlio con tutto me stesso, sarà soltanto un altro componente in più nella nostra famiglia” gli dico e poi ci baciammo felici e emozionati … non potevo pensare che la felicità sarebbe durata ancora per poco ……..

27 Dicembre 1992

Sono passati tre mesi da quando Elizhabet mi ha comunicato la notizia ma, non potevo pensare a come sarebbero andati gli eventi: fin da subito abbiamo dovuto far pensare a tutti che il figlio non fosse mio, ma che è frutto di un’altra relazione, dato che ancora non abbiamo divorziato e un concetto inconcepibile ma se dicevo che è mio, rischiavamo grosso…
Edward è da Ottobre che vive con noi, sotto mio consiglio, dobbiamo mantenere le apparenze e sarebbe visto come una cosa normale se il vero padre vivesse con la madre del bambino, pure se questa deve ancora separarsi e ha due figli….. in compenso però abbiamo deciso che sarà lui il padrino del nascituro..
Parlando del piccolo/a io e Elizhabet siamo sicuri che sia maschio, così come Emmet, solo Alice spera sia una bambina, ma per me sarebbe lo stesso solo che, nella visita ,che abbiamo fatto a metà Dicembre, l’ostetrica ha pensato che ci potrebbero essere dei problemi, speriamo di no ma, comunque, a metà Gennaio avremo la prossima visita

“Ho scoperto tutto” sbotta Tanya, entrando irata nel mio studio, subito la guardo sorpreso e spaventato… ma che dice?

“So che il figlio è tuo, e non di quello scemo, ma non preoccuparti lo abbiamo già sistemato … Mentre per quanto riguarda te e tua moglie vi uccideremo subito dopo la nascita del bambino, lui verrà con noi e lo terremo come sacrificio, appena sarà più grande, e il resto dei tuoi figli morirà con voi” minaccia adirata e poi esce lasciandomi con il cuore a pezzi ..
Come ha fatto a scoprirlo? … e in quel momento il telefono inizio a squillare e vidi sul display il numero di mia moglie

“Richard… hanno ucciso Edward” mi disse soltanto piangendo e in quel momento non potei fare altro che piangere anch’io…..

1 Marzo 1993

Rientrai presto a casa quella mattina, sicuramente i bambini erano ancora a scuola dato che non si sentiva niente, ormai con il fatto che tutti avevano saputo dell’inganno non dovevo più mentire, però non sapevo più come fare per evitare che la mia famiglia morisse ..

“Sono a casa” dissi sperando che mia moglie mi sentisse e non fosse uscita, da Dicembre le evitavo di uscire a qualsiasi costo mentre io dovevo uscire per andare, per forza, da Tanya

“Elizabeth?” la chiamai preoccupato salendo le scale ma poi sentì la sua voce cantare dalla cameretta che dovrà essere del bambino, così l’aprì piano per sentire la sua voce

“Dormi amore mio, ora sognerai, tanti bei sogni sempre tu farai… Non ti preoccupare se svegliandoti non mi troverai, sempre vicino a te sarò e tu lo sai…. Dormi vita mia, dormi mia creatura, tu che così piccolo hai l’anima così pura, o tesoro mio soffrirai e già lo sai, ma non preoccuparti perché i tuoi fratelli non ti lasceranno mai … O vita mia, sappi solo che, il tuo papà, proteggerà anche te, tu che sei così piccolo e buono è sei il mio più grande tesoro… E quando un giorno mi vorrai riveder chiudi gli occhi e ci riuscirai, ma ora angelo mio, non pensarci, e continua a sognar, vola con la fantasia e stai lontano dalla realtà, vola con gli angeli nel cielo blu ma poi torna da me che ti aspetto qua giù … Non ti preoccupare se svegliandoti non mi troverai, sempre vicino a te sarò e tu lo sai .. E sai anche che, non smetterò d’amarti, mai …” finì di cantare mentre si accarezzava il pancione, l’ho sentita un sacco di volte cantare una ninna nanna ai nostri figli, ma questa è diversa, è triste…….

“Amore?” la chiamo avvicinandomi e mi scontro con i suoi occhi pieni di lacrime, so già a cosa sta pensando … nell’ultima visita che ha fatto, l’ostetrica gli ha detto che nel bambino, si ora sappiamo che è un maschio, è stata riscontrata una malattia molto grave e ci hanno detto che molto probabilmente potrebbe nascere morto oppure morire pochi giorni dopo la nascita, mentre invece lei sarebbe sopravvissuta tranquillamente… ma io e mia moglie non ci vogliamo credere tutt’ora, vogliamo solo sperare che vada tutto bene

“Voglio scrivere una lettera indirizzata a lui, così se non ci sarò quando crescerà leggerà la lettera e capirà perché non ci sono… anzi dovresti scriverla pure tu” mi dice soltanto mentre mi inginocchio davanti a lei e annuisco, ha ragione, ora ad Aprile verrà Benjamin e gli voglio consegnare la lettera di Edward, così casomai ne approfitterò per dargli anche quella mia e di Elizabeth

“Va bene” gli dico e lei mi sorride e mi fa specchiare nei suoi bellissimi occhi

“Voglio chiamarlo Edward” mi dice solamente e lo guardo confuso e sorpreso

“Come tuo padre?” gli chiedo quasi divertito ma lei nega

“No, in onore di un nostro grande amico” mi dice e mi emoziono alle sue parole, così tanto che poi la bacio subito e avvicino la bocca al pancione

“Ehy guarda che da oggi avrai un nome importantissimo, quindi vedi di fare il bravo, capito Edward Cullen” scherzo, quasi a rimprovero, e poi bacio anche la pancia dove dentro c’è il mio piccolino

“Richard, lui non morirà, me lo sento lui riuscirà a sopravvivere pure se la malattia gli farà patire le pene dell’inferno, riuscirà ad essere felice” mi dice di nuovo in lacrime mentre mi stringe a se …. Si piccolo tu devi vivere ……

20 Giugno 1993 mattina presto

“Loro sono qui”

“Lo so, ho visto Tanya mentre salivo”

Ormai Elizabeth era ricoverata da giorni in ospedale, e io andavo a trovarla o di mattina presto oppure in tarda sera, pur di non incrociare i miei figli, tutt’e due avevamo paura di quello che sarebbe successo a noi ma soprattutto ai piccoli

“Sono sicura che troveranno un modo per entrare in sala parto, mi uccideranno lì e poi si prenderanno Eddy, ma… Richard devi fare in modo di proteggere i bambini a qualunque costo” mi dice e annuisco

“Entrerò in sala parto e farò in modo che non tocchino il bambino, poi fuori ci saranno i tuoi genitori per quanto riguarda Emmet e Alice” la rassicuro e poi la bacio sulle labbra

“Mi raccomando proteggili, proteggilo” mi ordinò e annuendo uscì dalla stanza ….. ….

“Dai amore, dai che è quasi fuori” cercai di farle forza mentre lei continuava a spingere d’almeno due belle orette, non voleva proprio uscire il piccolo

“Richard vuoi stare zitto? Aaaaaah “ urlò e poi …

“Uèè, uèè” un flebile pianto riempì tutta la saletta per almeno un secondo mentre io mi concentravo a guardare un bellissimo bambino che veniva adagiato sul petto della madre che piangeva, si vedevano pochissimi capelli chiari sulla testolina, mentre gli occhietti erano chiusi

“Amore mio, sei qui, stai bene” pianse felice e piansi anch’io abbracciandoli tutt’e due, menomale il parto era andato tutto bene e le infermiere ci guardavano felici pure se a parte due infermiere, gli altri mi sembrava di averli già visti …. Solo non so dove!!

“Ciao angioletto” lo saluto non facendo caso agli altri ma, all’improvviso il bambino interruppe subito il suo pianto e sembrò andare in apnea, subito andai nel panico

“Che succede?” gridammo io e Lizzie, no, ti prego, non deve morire..... subito l’infermiera ci prese il bambino tra le braccia, e lo portò di corsa fuori con l’altra infermiera … ma che stava succedendo, perchè lo stavano portando via?

“Bene era ora che quelle dannate si portassero via quel mostriciattolo, ora abbiamo dei conti in sospeso con voi” disse la voce del dottore che aveva fatto nascere il bambino e subito, dopo aver visto i suoi capelli lunghi neri, capì chi era ….. Aro Volturi!!

“Tranquilli non siamo qui per i vostri figli, a loro ci penseremo piano piano, anzi per il neonato potremmo fare pure una piccola eccezione per un paio di giorni” disse l’altro infermiere, che poi si scoprì essere Caius

“Ci ucciderete subito vero?” gli chiese Elizabeth determinata, sapevamo cosa ci sarebbe aspettato, ma poi lei mi guardò speranzosa e mi ricordai della promessa fattagli

“A meno che non avete qualche proposta, si” rispose Aro e ci puntò addosso una pistola mentre vicino a lui vidi spuntare Tanya

“Aspettate, vi voglio offrire un patto” gli dissi subito, pure se a malincuore per quello che avrei dovuto abbandonare

“Quale? In cambio di cosa?” mi chiese Marcus curioso e io riguardai mia moglie che annuì sorridente, sapeva cosa stavo per fare

“In cambio della vita dei miei tre figli, vi prometto che gli starò sempre lontano, che un giorno sposerò Tanya, che se dovessi vederli in pericolo di morte non cercherò di salvarli e soprattutto che cercherò di odiarli sempre e di stargli lontano e di seguirli .. E se devo cambierò pure nome dato che voi fate così” gli dissi e li guardai fissi negli occhi

“Bene accettiamo, ma per il neonato aspetteremo solo diciotto anni, a meno che lui non muoia prima” mi disse Caius e cercai di trattenere le urla….. come solo diciotto anni? Dovevano essere moltissimi ….

“Allora da oggi ti dovrai far chiamare Walter, o Ryan, Cullen … pure i tuoi figli dovranno conoscerti con questo nome” mi ordinò Aro

“Per quanto riguarda la donna…. Ragazzi uccidetela” ordinò Marcus e la guardai per l’ultima volta

“Ti amo” mi disse solamente ma con i suoi occhi mi mandava anche un altro messaggio, quello stesso messaggio che ormai mi ripeteva sempre …. Proteggili…

“Sempre” le risposi solamente e poi chiusi gli occhi quando vidi le pistole, con i silenziatori già incorporati, puntarsi contro di lei e nel mentre io trattenni le lacrime …….

Ormai l’avevo capito che da quel giorno la mia vita sarebbe stata un totale inferno!!!

Fine Flashback

“E questo è tutto… da quel giorno, nonostante fossi distante da te, nonostante dovessi far finta di odiarti, ti ho sempre seguito, ti ho sempre amato…. Mi dispiace averti detto tutte quelle cose, ma non è vero che ti odio, né che ti odiavo, ti ho sempre amato, sei sempre stato il mio piccolino” gli dissi continuando a stringergli la mano

“Allora… era vero … quello che pensavo” mi disse ma capì dalla voce che, pure se stanco, stava anche piangendo …

“Edward io ti ho detto tutto quello che so a pezzi, però la vera testimonianza è nella lettera del mio amico, che ha suo fratello in Egitto, lui ha pure quella di tua madre e la mia… devi leggerle, devi capire prima di poter far arrestare Aro e vivere tranquillo nel futuro” gli finisco di spiegare e lo vedo che si muove verso di me, a un certo punto, e non so come abbia fatto, me lo ritrovo completamente tra le braccia

“Grazie, grazie per aver fatto in modo che non mi facessero del male, grazie per il fatto che non mi odi davvero…. Grazie che mi ami nonostante tutto” singhiozza sulla mia spalla e lo stringo a me

“Ed dimmi, hai con te il coltellino che ti ho mandato?” gli dico gliel’avevo dato per protezione, gliel’avevo comprato ancor prima che lui nascesse… certo se fosse stato una femmina non gliel’avrei dato logicamente..

“Si, nella scarpa, era l’unico modo per non farglielo vedere…. Infatti mi sa di essermi tagliato un po’ anche il piede…. Ma intanto sono tutto rovinato, un taglio in più non mi fa niente” mi dice ironico e poi si riaccascia a terra, sfinito e dolorante

“Allora tieni la mia pistola, me l’aveva regalata Edward quando abbiamo iniziato a lottare insieme contro Aro, ma non l’ho mai usata… So che forse non riuscirai ad usarla ma tienila per sicurezza.. e per quanto riguarda le guardie, non verranno a disturbarti sempre, da stasera, per loro ormai sei morente e stanno aspettando l’arrivo di Aro, il quale poi ti darà il colpo di grazia…. Ma non preoccuparti so già come farti scappare devi solo avere pazienza e resistere per qualche altro giorno” gli dico mentre mi alzo, ma prima gli do un bacio sulla testa, ormai quasi piena di sangue, come il resto del suo corpo dovrei aggiungere …

“Ti prometto che resisterò, ma non mi abbandonare” mi dice soltanto mentre lo sento addormentarsi

“Mai, io e tua madre non ti abbandoneremo mai, ma ora devo uscire….. Torno presto promesso” gli dico e poi esco mentre mi appresto per andare ad inviare un ultimo biglietto …… ormai mancano solo pochi giorni!!!!





Holàààà

“Oggi l’autrice non commenterà, ma sono felice di questo aggiornamento quasi lampo”
“Anch’io Emmet, devo dire poi che, leggendo il capitolo, mi sono emozionata nel capire tutto quello che è successo”
“E noi che odiavamo il signor Cullen… mi sa che ci dobbiamo ricredere”
“Infatti…. Be ragazze vi aspettiamo al prossimo capitolo”

“E ci dispiace non aver potuto rispondere alle vostre ultime recensioni, ma rimedieremo subito con le prossime…. Sperando sempre che commentiate e ci fate sapere cosa ne pensate”
“Alla prossima
“kiss”
"Eccomi ragazzi sono tornata per la parte dei saluti" 
"Ehm autrice .... "
"Per la verità abbiamo già chiuso"
"Cosa?? è menomale che vi avevo detto di aspettarmi"
"Scusaaaa"

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Capitolo 74
*** L'ultimo sacrificio di un padre ***


                                                                                                    L’ultimo sacrificio di un padre



 

(Pov Emmet)

“Emmet?” mi sento chiamare e mi giro velocemente verso la finestra di casa, mentre vedo mia moglie affacciata che mi guarda

“Dimmi Rose” le dico mentre mi alzo dal gradino e mi avvicino a lei, pure se resto fuori

“Senti io, Alice, Lizzie e Eddy tra poco usciamo, sono riuscita a convincere Aly a uscire” mi informa e sospiro annuendo, almeno qualcuno cerca di svagarsi oggi, se fanno tutti come faccio io sono sicuro che si deprimeranno in poco tempo

“Va bene, Jasper e Christian?” gli chiedo per capire se vanno con loro o no

“Restano qui a casa con te… e poi Jasper potrebbe essere utile per darci informazioni talora tu scappassi come una furia se chiamassero per dirci che hanno salvato Ed” mi dice un po’ guardigna e ha ragione …

Oggi è il giorno che stavamo aspettando tutti, l’8 dicembre, Charlie ci aveva avvisato che molto probabilmente sarebbero entrati in azione verso il primo pomeriggio, come diceva il biglietto, ed ora erano le quattro di pomeriggio, non sapevo che fare da una parte volevo trovare un modo per andare anch’io a salvare mio fratello ma dall’altra….
So che molto probabilmente non potrò…

“Giusto” dico soltanto e lei mi bacia per poi allontanarsi..

“Zio Emmet?” mi sento chiamare in quel momento da Chris, non mi ero accorto che era uscito

“Dimmi” gli rispondo subito abbassandomi alla sua altezza, per lui ero ancora un gigante, e ha ancora un po’ paura di me, ma per fortuna si sta lentamente abituando

“Perché siete tutti strani oggi?” mi chiede curioso e sorrido alla domanda, poverino sicuramente gli siamo sembrati dei pazzi da stamattina

“Non siamo strani, sai queste stranezze che noti di solito sono molto normali nella nostra famiglia” gli dico facendolo ridacchiare ma poi mi guarda serio

“Dai zio, voglio saperlo” mi incita e sbuffo divertito

“Non è niente Christian davvero, stiamo solo aspettando una chiamata importante… ma tu non preoccuparti” gli dico pure se per riflesso sto per accarezzarlo sulla testa non lo faccio, ancora non si fida di me e voglio evitare di spaventarlo

“Capito, allora torno dentro a giocare con papà” mi dice sospirando e poi entra, dopo poco però la porta viene riaperta da mia moglie e mia sorella

“Emmet sia ben chiaro, noi usciamo, ma se sai qualcosa, pure se minima, ci chiami subito, oppure ti ritrovi sulla luna con il sedere dolorante… tutto chiaro?” mi minaccia Alice puntandomi il dito contro e sospiro sconfitto

“Si capitano” sbuffo, pure se leggermente divertito, e poi saluto pure i piccoli.

Alla fine rimango un altro poco fuori ma poi decido di rientrare, Jasper sta leggendo un libro a Christian, mi sembra che è la storia del Re Leone, seduti sul divano mentre io passo e vado a prendermi un bicchiere d’acqua , quando rientro in salone mi seggo sullo sgabello del piano, quanto vorrei che questa giornata fosse già passata… ho come il presentimento che sarà una giornata lunga, molto lunga…


(Pov Edward)

“Ehy piccolo moccioso, non mi dire che stai dormendo?”

“Lasciami … stare” sussurro

Sarò pure stanco e infreddolito, dolorante, bruciato, e agonizzante quasi, ma questo non placherà la rabbia che sento crescermi dentro ogni volta che li vedo.. è solo per colpa loro se non ho potuto avere una madre, un padre

“Però devo dire che hai la pelle dura, è la prima volta che vedo qualcuno vivere per così tanto tempo, nonostante tutto quello che gli facciamo” dice e sento un po’ di incredulità nella sua voce

“Appena … sarò fuori…. Ve la farò pagare” sbotto e lui, velocemente, mi viene a prendere dal collo per poi scaraventarmi sulle scale, nell’impatto, però, sento una fortissima fitta al fianco…. Bene, mi sa che ci ho guadagnato un’altra costola rotta

“Piccolo bastardo, non ti conviene scherzare con i predatori… sei solo una piccola preda indifesa e credimi quando ti dico che questo sarà il tuo ultimo giorno di vita, domani ti uccideranno quindi oggi ti potrei lasciare stare…. Ma dato che mi hai risposto in questo modo….. be ti ricorderò chi è che comanda tra noi” mi dice e lo sento prendere qualcosa per poi puntarmela addosso

“Felix, lascia stare mio figlio” sento gridare da mio padre mentre la porta si spalanca

“Figlio? Vuol dire che gli hai svelato tutto?... sai credo che i nostri capi ti uccideranno per questo” dice divertito e sento i passi di mio padre raggiungermi

“Non preoccuparti, morirò solo quando mio figlio sarà fuori da questo posto maledetto” gli urla contro e a un certo punto lo sento prendermi dai fianchi e mettermi in posizione seduta

"Posto maledetto eh? Nessuno di voi due ne uscirà vivo” disse Felix e poi sentì uno sparo nella stanza, subito chiusi gli occhi aspettandomi di nuovo quel grandissimo dolore che ormai provavo sempre, ma invece del dolore sentì qualcosa di pesante cadermi sulle gambe……. e, pure se con dolore, capì cos’era….

“No papà”


(Pov Carlisle)

“Dottor Cullen” la voce di Mark mi scosse dai miei pensieri, stavo aspettando la chiamata di mio fratello per dirmi che avevano trovato Edward, ma forse è ancora troppo presto

“Si Mark”

“La vogliono al telefono….. gli passo la chiamata sulla seconda linea” mi disse solo il mio collega affacciandosi dalla porta e, dopo aver annuito, prendo la cornetta del telefono

“Sì pronto?” chiesi confuso

“Carlisle sono Charlie, noi stiamo per partire ora dalla stazione di polizia e vorrei che preparassi un’ambulanza da far venire subito con noi” m’informa velocemente serio e sospiro

“Sarà fatto in pochi secondi… però Charlie, voglio,devo, venire anch’io” gli dico subito, era da una settimana che ci pensavo e sono giunto a questa conclusione, devo andare pure io non posso aspettare…

“Carlisle non vorrei, però tu puoi venire ma solo in qualità di dottore ……. Emmet che ci fai tu qui?” lo sentì esclamare sorpreso, come lo rimasi io, come mai era li?

“State andando vero? Allora vengo anch’io” lo sentì rispondere duro e sentì mio fratello sospirare

“Emmet tu no, è pericoloso”

“Non resterò fermo ad’aspettare un’altra volta, Edward è il mio fratellino, ed’è mio dovere trovarlo e proteggerlo” lo sentì sbottare e decisi di intervenire prima che mio fratello perdesse la pazienza

“Charlie non riuscirai a convincerlo del contrario, fallo venire starà in macchina” intervenni subito

“Va bene, va bene, ma perché sono troppo buono?..... Emmet vieni in macchina con me….. Carlisle ho mandato le coordinate per venire sul luogo con l’ambulanza tramite fax….. Ci vediamo lì” lo sentì ordinare e sorrisi sapeva essere buono e duro al tempo stesso, è un fratello eccezionale

“Ok a tra poco” salutai e poi chiusi sospirando e presi il foglietto che mi era arrivato stamattina e che mi aveva lasciato molto confuso dopo averlo letto
 

                  Sono sicuro che non riuscirò a salvarmi però voglio che salviate il ragazzo, voglio che per salvarlo usiate i miei organi e il mio sangue se possono servire ….
                                             Salvatelo e grazie per tutto quello che avete fatto per lui e che spero continuerete a fare
                                                                                                                                                                            R.C.


Qualcosa mi dice che questo biglietto mi è stato mandato dalla stessa persona che ci ha aiutato nelle indagini, sicuramente, e se parlasse di Edward, be si… ci possono essere delle possibilità in più di salvarlo se gli facessimo un trapianto di polmone ….
Però prima dobbiamo trovarlo


(Pov Edward)

“Papà, papà rispondimi” lo chiamai spaventato mentre lo toccavo, non può abbandonarmi pure lui, non può

“Ops mi sa che ho fatto qualcosa di orribile vero?” scherzò Felix ma cercai di lasciare stare il suo tono

“La pistola” mi disse all’improvviso mio padre per farmi capire che era sveglio

“Cosa?” chiesi confuso e mi scontrai con i suoi occhi scuri

“Uccidilo” e capì di non aver sentito male, voleva davvero che io lo uccidessi?

Davvero credeva che sarei riuscito a premere il grilletto della pistola che mi aveva dato?

“Non ce la farò” gi rispondo sicuro ma lo sento muovere la testa

“Si…. Uccidilo” mi dice soltanto e lentamente prendo la pistola che avevo nascosto nei pantaloni, certo nel fare tutti questi movimenti mi sentì malissimo….
Ma non era niente in confronto allo spavento che avevo preso quando l’avevo sentito accasciarsi su di me

“Ascoltami, so che non hai mai sparato quindi…. Prima di tutto falla scattare, poi prendi la mira e spara, senza esitare” mi dice e annuisco, faccio come dice mentre Felix mi guarda divertito e sprezzante, sa che non ce la farò…

“Sai Richard dovevi allenarlo se volevi farlo sparare”ride e guardo mio padre tristemente …. Non riuscirò mai a sparare, non potrei mai togliere la vita ad’una persona, pure se questa è cattiva

“Edward… non lo ascoltare …. Premi quel grilletto … sbrigati” mi incita e guardo la figura davanti a me mentre punto l’arma

“Non mi dire che sai come si spara” mi schernisce l’idiota, ma non riesco a sparare, non ho abbastanza coraggio per sparare

“Edward spara… se non lo uccidi non potremmo mai fuggire e poi pensa a quello che hanno fatto a tua madre, e pensa al male che potrebbero fare a Emmet, Alice, ai bambini e …. E alla tua Bella” m’incoraggia ancora e spalanco gli occhi: potrebbe fare del male a tutti loro e poi …. E poi io devo ritornare a casa, devo tornare dalla mia famiglia, dal mio amore

“Bella…. Amore mio non preoccuparti … ci vedremo presto” sussurrai più per convincermi che per altro e poi, pure se sapevo che mi sarebbe rimasto sempre sulla coscienza, premetti il grilletto ……….


(Pov Bella)

“Come io non posso andare? Io devo andare” gridai mentre guardavo, incazzata, Jasper Lui, con Rosalie, Alice e i bambini, sono venuti poco fa qui a casa mia, per dirci che mio padre ha mandato a dire tramite Emmet che stava andando pure lui in qualità di medico….

Appena me l’hanno detto stavo già per correre verso la macchina ma, mi hanno detto che, non posso andare

“Bella è pericoloso, stai qua con noi” mi dice mia madre

“Ma no, no e poi no …. Non posso lasciarlo, gli ho promesso che sarei stata sempre vicino a lui, non posso aspettare qui che lo trovino, devo vederlo con i miei occhi” quasi grido

“Bella siamo già molto preoccupati per lui…. Poi pensa che pure quel testone di mio marito è voluto andare, e ci ha reso più preoccupati …. Quindi ti prego, almeno tu, resta al sicuro” cerca di farmi ragionare Rosalie e sospiro sedendomi sul divano di casa mia ……. Ti prego fai che stia bene, ti prego fai che sia vivo, ti prego ….

“Jasper per caso Emmet ti ha detto dove si trova il luogo?” sentì chiedere da mia madre

“Vicino alle rive del fiume Sol Duc, così come diceva il biglietto… ma se trovano pure il posto dove lo tenevano dicono che è meglio” spiega mentre sento Alice sedersi vicino a me e abbracciarmi

“Non preoccuparti, andrà tutto bene” mi dice, pure se sento un po’ di insicurezza nella sua voce, ma nonostante questo l’abbraccio forte e ricomincio a pregare dentro di me …..


(Pov Richard)

Nonostante la ferita alla gamba riuscì a sentire bene lo sparo, così come sentì il corpo di Felix cadere pesantemente e, anche come, sentì la pistola cadere dalle mani di mio figlio forse per orrore … o per terrore

“L’ho ucciso” afferma inutilmente e sono orgoglioso di quello che ha fatto, certo essendo suo padre non lo dovevo incitare o permetterglielo, ma non c’era alcun modo di salvezza

“Non pensarci, dobbiamo muoverci” gli dico subito e mi alzo traballante, per poi aiutarlo ad’alzarsi

“Papà non riesco a muovermi, mi fa male tutto e …. Mi gira fortemente la testa” si lamenta mentre sento il suo corpo vacillare ma lo trattengo

“Edward non arrenderti, ormai siamo alla fine…. Ho avvisato la polizia, sanno dove trovarci… però dobbiamo uscire da qui al più presto” spiego e cerchiamo di salire le scale

“D’accordo” sussurra prendendo un bel respiro….

Spero davvero che riesca a resistere …


(Pov Emmet)

“Capo Swan, quanto ci vuole ancora?” chiedo impaziente affacciandomi tra i sedili anteriori, credo sia la quinta volta che faccio la stessa domanda

“Tranquillo dovremmo essere vicini, datti una calmata” mi dice burbero e, se non fossi preoccupato, la scena mi sembrerebbe divertente

“Comunque la informo che io scendo” dico subito e ricevo un’occhiataccia da parte sua

“Scordatelo è pericoloso, già è tanto che ti ho fatto venire” borbotta e sospirai scocciato “Senta posso capire tutto, ma non mi potete dire di non scendere, insomma si tratta di mio fratello, devo esserci assolutamente” imploro

“No, no e poi no” mi dice mentre nel frattempo sentiamo, oltre che alle sirene delle altre tre macchine della polizia, anche le sirene dell’ambulanza

“Siamo arrivati” ci dice l’assistente di Charlie mentre si sta per fermare

“Lei sa che io scenderò lo stesso” gli faccio presente e lui sbotta

“Senti sono già preoccupato, fai quello che vuoi, ma se vedi che la situazione è pericolosa ti allontani senza fare storie” mi ordina e annuisco mentre, in lontananza, sento il rumore di uno sparo e poi un grido, una voce che conosco benissimo e che mi fa balzare velocemente fuori dall’auto …..


(Pov Richard)

“Cavolo non ce la faccio” si lamenta chiudendo di scatto gli occhi mentre, dopo essere usciti dalla casa, siamo riusciti a raggiungere il boschetto che conduce al fiume

Per fortuna non c’è molta luce sennò Edward ne sarebbe rimasto accecato dato che è al buio da quattro settimane senza vedere la luce, io invece continuo a vederlo chiaramente trattenendo sempre l’orrore nel vederlo sanguinante e spezzato fisicamente, e forse anche psicologicamente

“Ci siamo quasi, su tra poco sarà tutto finito” ribadisco e per fortuna sento il rumore dell’acqua avvicinarsi

“Non ce la faccio, non ce la faccio… sono stanco, voglio solo chiudere gli occhi e non aprirli più …. Voglio solo morire” dice la sua voce incrinatasi, ma io rimango comunque raggelato da quello che ha detto

“Non lo dire più, non dire che vuoi morire, tua madre è morta per salvarti, io ho dovuto comportarmi da bastardo per mantenervi in vita …. E non ti permetto di dire queste cose” lo rimprovero mentre lo trascino, finalmente siamo arrivati ma,nel mentre, sento il suo corpo cedere completamente per fortuna lo prendo subito e lo faccio sedere, intanto sento delle sirene in lontananza …. Stanno arrivando

“Scusa” sussurra solamente abbandonandosi completamente sulla mia spalla e lo faccio appoggiare al tronco di un albero, dopo averlo abbracciato stretto…. Devo fare solo un’ultima cosa per salvargli completamente la vita

“Edward ti ricordi tutto quello che ti ho raccontato? Dopo lo dovrai raccontare tu a Emmet e Alice… Ti ricordi anche delle lettere? Di dove sono?” gli chiedo subito mentre prendo la pistola, che avevo recuperato prima di lasciare la casa

“Si, perché?” sussurra stanco, quasi senza voce, ma non apre gli occhi, mentre gli do un bacio sulla testa, il secondo e ultimo bacio che gli ho dato da quando è nato

“Mi raccomando vedi di sopravvivere …. Devi vivere una vita normale ma soprattutto felice” gli sussurro all’orecchio e poi mi punto l’arma al cuore

“Ma cosa ….. NO, NON LO FARE” grida subito dopo aver aperto di scatto gli occhi

“Tranquillo sarò sempre vicino a te, però questo è l’unico modo per salvarti ….. Addio figlio mio” lo saluto e chiudendo gli occhi, pieni di lacrime, penso a lei ………. Elizabeth, amore mio, sto arrivando finalmente!!!

“Papà non farlo!!”


(Pov Edward)

Perché … perché questo fa più male di tutti i colpi inflitti fin’ora?
Perché il mio cuore sembra quasi pronto a distruggersi completamente?
Perché mi manca completamente il fiato mentre vedo il suo corpo accasciarsi al suolo?

“Papà, no no no no” esclamo e cerco di alzarmi per raggiungerlo, ma non ci riesco, non riesco più a muovermi, riesco solo a sbilanciarmi e cadere di fianco facendomi ancora di più del male

“Da questa parte forza” sentì delle voci e sperai con tutto me stesso che non fossero le guardie, ma non ci feci molto caso

“Papà ti prego svegliati, non mi abbandonare” singhiozzo, perché ….

“Lo sparo è provenuto da questa parte” sento altre voci ma la stanchezza mi pervase e mi lasciai andare …

“Papà ….” sussurro chiudendo gli occhi stanco ….

“Edward ….” mi sentì chiamare da due voci molto conosciute ….


(Pov Emmet)

“Edward”  lo chiamai mentre subito uscì dalle parti vicino al ruscello, avevo superato tutti i poliziotti, sono sicuro che Charlie dopo mi ammazzerà

“Edward” lo chiamai di nuovo e poi rimasi scioccato quando vidi mio padre in una pozza di sangue e mio fratello, bianco come un cadavere e pieno di sangue dalla testa ai piedi, abbandonato al suolo

“No…no…NO” gridai spaventato e subito corsi verso di lui: più mi avvicinavo e più lo vedevo ridotto male, più mi sembrava morto…. Ma l’urlo di poco fa era il suo, quindi forse siamo ancora in tempo per salvarlo

“Edward …. Fratellino … ti prego dimmi che sei ancora qui” supplicai prendendolo tra le braccia mentre sentivo tutti gli altri raggiungerci ma non ci badai

“Rispondimi ti prego, non puoi abbandonarci così, ti prego svegliati” gli dissi ma non lo scrollai avendo paura di fargli ancora più male di com’era ridotto

“Emmet, Edward” sentì chiamarci da Carlisle mentre lo vidi raggiungerci e inginocchiarsi vicino a noi, mentre un suo collega faceva la stessa cosa con mio padre

“Dottor Swan la prego, mi dica che è ancora vivo” lo guardai mentre lo esaminava velocemente

“Se non ci sbrighiamo morirà in pochissimo tempo, quasi non respira …. portate urgentemente una barella, sbrigatevi” gridò ai suoi colleghi mentre sentì il mio cuore congelarsi …. NO!!!

“Emmet …. Sei tu?” mi sentì chiamare flebilmente e guardai subito mio fratello che aveva leggermente aperto gli occhi

“Edward, sono io davvero” gli dissi subito, forse Carlisle si sbaglia, insomma se mi parla è una buona cosa no?

“C’è … mamma” sussurra flebilmente mentre sento il suo respiro affievolirsi e sgranai gli occhi …. No

“Ed non pensare minimamente di chiudere gli occhi…. Capito?” lo strinsi ma sbagliai dato che vidi una smorfia di puro dolore sul suo volto

“Ma c’è …. Mamma… mi sta sorridendo” dice guardando davanti a se e sentì le lacrime salirmi agli occhi

“Allora salutamela, l’importante è che stai con noi” gli dico cercando di darmi una calmata

“Emmet …. Dov’è Bella?” mi chiese e finalmente vidi i suoi occhi guardarmi realmente e gli sorrisi

“Ti sta aspettando” risposi incoraggiante e vidi un sorriso debole spuntargli sulle labbra

“Bella… Emmet …. Non abbandonatemi ….” sussurro soltanto e poi chiuse gli occhi abbandonandosi completamente sulle mie braccia

“Edward ….. Edward …. Fratellino apri gli occhi, ti prometto che sarò,saremo, sempre con te ma guardami …. Non fare così, svegliati, ti prego … Eddy ti prego …. Rispondimi!!!” lo chiamai scuotendolo leggermente ma non ricevetti più nessuna risposta

“Emmet calmati… Vedrai riusciremo a salvarlo” sentì la voce di Carlisle mentre fummo raggiunti dalla barella …

Resisti fratellino, resisti …





Holà
“Ok  ora sono sicura ci picchierete per il ritardo”

“Non dire così autrice, secondo me ti sgrideranno soltanto per questo grandissimo ritardo, e poi non credano vogliano rovinarmi il mio bel viso ... sarebbe un peccato”
“Grazie Emmet, comunque questa volta il vero problema è stato il computer, oltre al capitolo che non voleva venire”
“Be ma almeno siamo qui, con questo capitolo che spero vi abbia suscitato qualche emozione particolare”

“Comunque speriamo ci perdoniate ancora”

“E sperando che commenterete, ci sentiamo al prossimo capitolo promettendo che non faremo tardi o tardissimo”

“Alla prossima”
“kiss”

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Capitolo 75
*** Tra la vita e la morte (prima parte) ***


                                                                                            Tra la vita e la morte (prima parte)




(Pov Bella)

“Bella vuoi qualcosa dal bar?”

“No .. grazie”

Quanto tempo è passato da quando siamo arrivati in ospedale?
Da quanto tempo sono seduta qua fuori, ad’aspettare che mio padre esca dalla sala operatoria per darci delle buone notizie?
Ancora mi rimbombano i ricordi di prima: la chiamata di Emmet, la nostra paura e la corsa in ospedale ….


Inizio Flashback

“Jasper ancora niente? Neanche un messaggio?” gli chiesi preoccupata rientrando in salone, alla fine sono rimasta con loro ad’aspettare

“Niente” mi rispose e mi rimisi seduta ad’aspettare, in teoria dovrebbero essere già arrivati quindi…. Come mai non ci chiamano?

“Forse ci sono delle complicazioni” rispose Rosalie al mio pensiero inespresso, ma in quel momento il mio pensiero ricevette anche un’altra risposta: lo squillo del cellulare di Jasper…

“Pronto Emmet?” rispose subito ed io mi alzai subito di scatto guardandolo mentre il suo viso cambiava espressione

“Come? Si va bene ….. Arriviamo subito” disse frettoloso e poi si alzò pure lui guardandoci preoccupato ..

“Hanno trovato Edward …….Però è in condizioni gravissime, lo stanno portando in ospedale” ci avvisò e rischiai di svenire ….. in gravissime condizioni? ….. No!!!!

“Allora che stiamo facendo ancora qui? Muoviamoci” quasi gridai fiondandomi verso la porta

“Ragazzi lasciatemi i bambini, ci penso io a loro” disse mia madre a Alice e Rosalie che, pensando fosse la cosa giusta, baciarono i loro figli, che si erano addormentati durante l’attesa

“Esme se succede qualcosa ci chiami mi raccomando” le disse Alice e mia madre annuì

“Non preoccupatevi … e fatemi sapere” la rassicurò e poi ci dirigemmo velocemente verso la macchina di Jasper

“Jaz non ti ha detto altro a parte questo?” gli chiese Rosalie mentre metteva in moto

“No, ha detto che poi ci avrebbe spiegato tutto dopo di persona” rispose e poi, nell’abitacolo dell’auto, regnò solo il silenzio.

Arrivammo in ospedale più o meno in quindici minuti, subito appena parcheggiato, io e Alice, uscimmo di corsa dalla macchina quasi in contemporanea e corremmo verso l’entrata ma, appena girai gli occhi sull’entrata del pronto soccorso, dove vicino c’era un’ambulanza aperta , subito mi bloccai quando vidi Emmet scendere con mio padre e una barella portata velocemente dentro …. L’unica cosa che riuscì a intravedere fu solo uno chioma ramata, che avrei riconosciuto ovunque

“Sono lì” avvisai Alice prendendola per il braccio e iniziai a correre verso Emmet che stava per entrare anche lui velocemente, mio padre invece era già scomparso

“Emmet!” lo chiamò Alice e lui si girò subito verso di noi fermandosi titubante

“Alice, Bella, l’ho stanno portando ora in sala operatoria … andiamo” ci avvisò e subito entrammo seguendo gli infermieri, in quel momento mi accorsi che anche Jasper e Rose ci avevano raggiunto

“Allora spiegaci tutto” lo spronò Jasper ma lui ci guardò titubante

“Tra poco” ci disse solamente e poi regnò un’altra volta il silenzio, mente perdemmo completamente di vista gli infermieri..

Fine Flashback

“Rosalie?” la chiamai sussurrando, era seduta tra me e Alice, metti caso avessimo avuto bisogno di lei

“Dimmi” mi rispose gentile


Quanto tempo è passato?” le chiesi

“Un’ora” rispose solamente e alzai gli occhi guardandomi intorno, Alice aveva gli occhi chiusi con la testa appoggiata su una mano, mentre con l’altra stringeva quella di Rosalie, Jasper e Emmet invece stavano parlando a bassa voce appoggiati alla finestra davanti a noi

“Emmet?” sentimmo chiamare Alice dopo un paio di minuti, io mi girai subito verso di lei che, da dopo che eravamo arrivati, fissava per la prima volta il fratello

“Dimmi” le rispose quest’ultimo girandosi verso di noi

“Per caso c’è qualcos’altro che non hai voluto dirci prima?” le chiede seria

“Niente” le rispose subito, troppo velocemente però … quindi c’è qualcosa di nascosto ancora

“Emmet, ti prego, il giorno in cui è scomparso Edward ci avevi promesso che ci avresti sempre detto tutto” lo supplicò e lo vidi titubare

“Alice davvero non c’è niente … ”

“Emmet diglielo” lo interruppe subito Jasper, allora a lui gliel’ha raccontato?

“Cosa state nascondendo?” chiese Rosalie a tutt’e due con un tono che non ammetteva repliche

“Quando l’abbiamo trovato … be diciamo che non c’era solo il corpo di nostro fratello in quel luogo” si rivolse a Alice e lo guardai confusa …

“In che senso?” chiesi al posto di Alice

“…. C’era un altro corpo … era quello di nostro padre Alice” ammise chiudendo di scatto gli occhi ma rimanemmo tutti con il fiato sospeso……. Cosa??

“Di nostro padre? Co …. Come di nostro padre? Che ci faceva lui lì? ” gridò subito Alice alzandosi e si alzò pure Rosalie per tranquillizzarla

“Alice calmati” le disse il fratello serio e lei lo guardò male

“Prima dimmi perché nostro padre era lì…. Lui che centra con tutto questo?” le chiese arrabbiata

“Alice non lo so, non lo posso sapere, so solo … che stava per morire durante il tragitto in ospedale” rispose nervoso passandosi una mano tra i capelli

“Come stava morendo?” chiese la sorella terrorizzata per poi svenire tra le braccia di Rosalie, facendoci spaventare

“Alice” esclamammo scattando verso di lei

“Alice mi senti?” la chiamò Jasper mentre Emmet andò subito a chiamare un’infermiere

“Alice tesoro, su cerca di riprenderti” la chiamò pure Rosalie mentre io la guardavo preoccupata, povera Alice certo che pure per lei le cose sono state durissime in questi giorni ..

Nel frattempo Emmet ritornò con un infermiere che, insieme a Jasper e Rosalie, portò subito Alice via, forse in una stanza dell’ospedale aspettando che si riprendesse

“Che casino” sospirò Emmet, mettendosi le mani tra i capelli, una volta che ci fummo seduti, subito lo guardai e gli sorrisi sbattendogli una mano sulla schiena

“Vedrai che andrà tutto bene” lo consolai, pure se io stessa non né ero tanto sicura ….. stavo dicendo quelle stesse cinque parole che vorrei sentirmi dire dalla persona che amo, dall’unica persona che potrebbe davvero darmi coraggio e fiducia

“Più che a me, questo lo devi dire a te” mi scherzò Emmet guardandomi e sobbalzai alla sua frase, come fa a sapere che stavo pensando a questo?

“Che intendi?” feci la finta tonta

“Bella smettila di pensare che Edward non potrebbe più tornare tra noi …. Devo dire che stare con lui ti ha fatto male, ti ha passato tutto il suo negativismo ..” scherzò alla fine, pure se lessi nostalgia nei suoi occhi

“Non stavo pensando a quello” mi difesi subito incrociando le braccia al petto ma lui mi sorrise di nuovo e capì di non averlo convinto

“Si certo, come no ……. Edward ti ha mai raccontato della sua prima e ultima gita che ha fatto in tutta la sua vita?” sviò subito il discorso e lo guardai confusa

“No, perché?” gli chiesi subito, cosa centrava questo?

“Sai quella fu la prima volta che riuscì a vedere quant’era pessimista nei confronti della sua malattia …… La prima volta che iniziai a capire per davvero come si sentiva mio fratello” mi spiegò e io ne rimasi incuriosita …. Pure se, ora che ci penso, sono sempre incuriosita da tutto quello che riguarda Edward

“Emmet ti va di raccontarmi com’è andata?” gli chiedo e lui mi sorride annuendo, dovevamo pur passare il tempo in qualche modo

“Era al suo secondo anno di liceo e la sua scuola aveva organizzato una gita di tre giorni a Santa Monica …… Edward non era mai voluto andare in gita, né noi lo volevamo mandare per paura delle crisi, ma stranamente quella volta mio fratello ci costrinse a mandarlo e, per farlo felice, decidemmo tutti di accontentarlo pure se io sapevo quant’era dura per lui stare con i suoi compagni dal giorno in cui avevano scoperto quello che aveva .,.” iniziò a raccontarmi con lo sguardo che andava a perdersi nel vuoto e aspettai che continuasse

“Lo lasciammo partire, lui sembrava felice e tranquillo, non sembrava avesse problemi con tutti quei ragazzi, quella sera stessa lo sentimmo per chiedergli com’era andato il viaggio è, per la prima volta da quando non era con noi, lo sentì veramente felice. Poi però, il giorno dopo, ricevemmo una chiamata dalle sue professoresse che ci informarono che aveva avuto una crisi ed’era stato ricoverato ….. e volevano che andassimo a prenderlo”

“Perché?” lo interruppi subito, perché le sue professoresse volevano che andassero a prenderlo loro?

“Forse per sicurezza. Sta di fatto che, però, andai solo io lasciando tutta la famiglia a casa, credimi sono stato in allarme per tutto il tragitto, speravo che non si sentisse male per una volta che si divertiva, ma come al solito le speranze erano vane …. Così arrivai li preoccupato e, quando entrai nella stanza dove stavano tenendo mio fratello, lo vidi alla finestra con le spalle verso la porta così……”


Inizio Flashback

“Edward stai bene?” gli chiesi subito appena lo vidi ma non ricevetti risposta

“Eddy?” lo richiamai confuso e lui si girò appena

“Emmet perché sono qui?” mi chiese soltanto lasciandomi confuso

“Perché volevi venire a vedere Santa Monica, semplice no?” scherzai ma non capì fin da subito quant’era importante il discorso

“No non intendo questo intendo … perché sono vivo?” riformulò la domanda facendomi sussultare

“Ma che razza di domanda è?”gli chiesi di scatto

“Emmet sinceramente, perché sono ancora vivo? Come mai ancora non sono morto?” mi richiese con tono grave e lo guardai con gli occhi sgranati

“Edward ma che stai dicendo?” gli richiesi non capivo bene dove volesse andare a parare, o meglio forse da una parte avevo capito però non volevo ammetterlo … insomma discorsi del genere non dovrebbero uscire da un ragazzino di quindici anni

“Non fare finta di non capire, so che hai capito” rispose duro e sospirando sconsolato mi appoggiai sul tavolino vicino a me

“Mi spieghi allora perché vorresti, da come ho capito, essere morto?” sospirai e continuai a guardarlo pure se lui non si voltava verso di me

“Volevo essere completamente felice, avevo messo da parte tutta la rabbia che provavo contro quella ciurma di idioti solo per venirmi a rilassare, per far tranquillizzare pure voi facendomi vedere felice … però …” mi spiegò sussurrando ma non concluse la frase

“Cosa?” gli chiesi curioso

“N…. niente lascia stare” tremò e mi feci più serio

“Edward!!” lo chiamai quasi a tono di rimprovero, ma lui non mi rispose, continuando a guardare fuori, o meglio … io credevo che guardasse fuori

“Finisci la frase” lo richiamai avvicinandomi, e sussultò, forse non si aspettava che mi fossi avvicinato

“Lascia stare” mi disse subito ma la voce lo tradì

“Muoviti” lo riprendo e lo sento sospirare

“Però … per una volta avrei voluto provare a sentirmi vivo, senza pensare ai problemi, senza pensare a niente o a nessuno…. Ma come al solito è impossibile, non potrò mai essere felice … Non potrò mai vivere --- ” svela singhiozzando e, senza che se ne accorga, lo prendo per le spalle e lo giro verso di me per poi stringerlo al mio petto

“Non dire così, andrà tutto bene, devi pensare positivo” gli dico accarezzandogli la testa

“Morirò Emmet …. Potrei morire domani, dopodomani, tra due mesi o un anno persino, non vivrò mai abbastanza da potermi fare una vita… semplicemente io sono destinato a morire” sbotta cercando di districarsi dal mio abbraccio ma non glielo consento

“Non dire cazzate Ed, non ti succederà assolutamente nulla, io non lo permetterò” gli dico soltanto ma non gli do tempo di controbattere che lo stringo più forte.

Fine Flashback

“E poi?” gli chiesi non appena ebbe finito di raccontare e lui scrollò le spalle sorridendo

“Niente, poi lo riportai completamente a casa e quel discorso cercai sempre di non riprenderlo e di non farglielo riprendere” finì e non dissi nulla mentre giravo lo sguardo sulla porta che ci separava dalla sala operatoria ricordandomi di tutto quello che mi ha raccontato della sua vita passata, ha sofferto così tanto, eppure, non si sa come, è riuscito a trovare un po’ di volontà per continuare a vivere ……………..

Alla fine passarono cinque ore, ero rimasta seduta al mio posto senza muovermi, Emmet ha iniziato ad’agitarsi, muovendosi per tutto lo spazio disponibile, lo stesso si può dire di Alice che, dopo essere ritornata da noi due orette fa, si è seduta continuando a guardare il pavimento mentre Jasper e Rosalie sono stati chiamati da mia madre, perché aveva bisogno di un po’ d’aiuto con i bambini

“Bella” mi sentì chiamare a un certo punto e quando mi girai vidi Jack, Ben, Angela, Marika e Richard che mi raggiungevano preoccupati

“Scusaci non siamo riusciti a liberarci prima” mi disse Angela mentre, io mi alzavo e li raggiungevo sorpresa, non pensavo venissero

“Confermo, il mio allenatore di pallanuoto mi ha completamente rotto oggi, non voleva liberarmi… giuro che questa sarà la prima e ultima volta che mi alleno di sabato” borbotta Jack irritato incrociando le braccia

“E io lo stavo aspettando” mi dice Marika sospirando

“Ragazzi aspettate un attimo ….. voi che ci fate qui?” gli chiesi bloccandoli prima che anche Ben e Richard si giustificassero e loro mi guardarono inorriditi, come se avessi confessato un delitto

“Siamo qui per Edward logicamente” mi disse Jack e mi superò per andare a salutare Emmet e Alice

“Forse sarebbero potuti non venire loro, ma io mi sentivo in dovere,lui è mio amico” mi dice Ben scrollando le spalle

“Non parlare solo per te, Edward è nostro amico …. E poi non vediamo l’ora di strapazzarlo di coccole appena lo rivediamo, è poi dovremo farlo anche da parte di Mark, dato che non c’è in questi giorni” scherza Richard e gli altri sogghignano e io gli sorrido debolmente, da una parte sono grata che siano venuti

“Allora qualche notizia?” mi chiede Angela e io nego mentre ritorno al mio posto, solo che non mi seggo, e in quel momento mi accorgo anche che, alle spalle dei miei amici compaiono i miei zii

“Novità?” ci chiede mio zio, ancora in divisa, raggiungendoci

“Nessuna ancora, ma come mai sei qui?” ripeto anche a lui stringe le spalle

“Volevo venire ad’avere notizie di persona, e poi non c’è molto da fare, ho lasciato dei poliziotti li al luogo incriminato, ma scommetto che non vedranno arrivare nessuno” ci spiega e si avvicina pure Emmet

“Capo Swan stavo pensando però che è strano che non ci fosse neanche una guardia” gli dice pensieroso e zio lo guarda dubbioso

“Per la verità una guardia c’era, ma era morta, quelli della scientifica stanno cercando di risalire al suo dna …. L’abbiamo trovata nella cantina della casa, insieme ad’altri corpi in decomposizione” finisce di spiegarci e sgrano gli occhi … ha detto in decomposizione?

“Ma non avete altri indizi che vi possano condurre a tutto il gruppo criminale?” gli chiede Alice e lui nega

“Nessun’altro oltre quello che sappiamo. Ma forse Edward ci potrà aiutare con le indagini appena starà bene, sicuramente lui ha visto, o saputo, qualcosa” risponde convinto pure se io vorrei che Edward non si ricordasse del periodo che è stato la dentro, sicuramente sarà stato bruttissimo e doloroso e non voglio che soffra …. Ancora!!

“Emmet, Bella, Alice” in quel momento la voce di mio padre ci fa sussultare e girare subito, subito lo riconosco nella sua veste verde e senza perdere tempo mi avvicino veloce a lui che nel frattempo ha chiuso la porta

“Papà allora?”

“Carlisle sta bene vero?” esclamiamo insieme io e Emmet, mentre Aly stringe la mano a suo fratello e gli altri si piazzano dietro di me, che sono concentrata sull’espressione di mio padre: un’espressione triste, malinconica, abbattuta ……. Non mi dire che …

“Come sta?” chiede anche mio zio e lui abbassa gli occhi a terra, e per la seconda volta in questa giornata mi sento svenire …. Non può essere

“Papà ….” lo richiamo e lui sospira

“Ce l’ho messa tutta ma le condizioni erano critiche ormai…” dice solamente e sento le lacrime salirmi agli occhi, che vuol dire?

“Sia più chiaro per favore” gli dice subito Emmet che improvvisamente è sbiancato

“Papà … lui non è morto,vero?” gli chiedo sussurrando e improvvisamente vedo mio padre guardarmi confuso, ma con un nuovo sguardo

“Certo che non è morto, però nonostante le sue condizioni critiche ho dovuto operargli pure l’arteria otturata, e gli ho fatto un trapianto di polmone, mettendogliene uno nuovo al posto di quello dimezzato ……… Però lo dovrò tenere sotto costane osservazione, non posso sapere come reagirà il suo corpo a tutto questo, senza contare che ho dovuto risistemare alcune ossa rotte nel modo che poi si possano riaggiustare meglio” ci spiega e quasi crollo in ginocchio mentre sento il mio cuore che ricomincia a battere

“Per il resto? Com’è la situazione complessiva?” riprende aria Em mentre vedo Alice con gli occhi lucidi

“Quasi tutte le costole rotte, il braccio destro rotto, un lieve trauma cranico, varie ferite e tagli in quasi tutte le parti, e soprattutto c’è un taglio bruttissimo sul piede, che molto probabilmente non lo farà camminare per almeno un mese, e poi c’è una strana bruciatura al fianco, tra altre ferite” riferisce e lo guardo spaventata ….. Edward!!

“Dove l’avete trovato il polmone per il trapianto?” gli chiede Emmet confuso e mio padre lo guarda tranquillo

“Dato che era morto, abbiamo dovuto approfittare di vostro padre, facendogli delle analisi velocemente per vedere se andava bene, il suo è risultato l’unico compatibile con Edward” ci spiega e rimango sorpresa …. Suo padre gli ha salvato la vita per la prima volta, da quello che so io!!

“Quando lo possiamo vedere?” gli chiede Alice cercando di non pensare a quello che ha detto il dottore

“Tra poco lo sposteremo in terapia intensiva, lo vogliamo tenere sotto controllo finchè non si sveglierà , e comunque vi verrò a chiamare io pure se potrete vederlo solo due alla volta” conclude e lo guardo confusa

“In che senso finchè non si sveglierà? Non si è già risvegliato come nello scorso intervento?” gli chiedo, quando l’ho visto uscire dopo quell’operazione mio padre l’aveva chiamato perché lui era sveglio

“Questa volta è diverso” sospira e lo guardiamo confusi

“In che senso?” gli chiede questa volta Jack

“Vedete, Edward ora si trova in quello che chiamiamo coma di secondo grado, non è grave, però potrebbe dormire ininterrottamente per massimo due settimane …… sempre se va tutto bene, sennò la situazione potrebbe aggravarsi” ci spiega e non so se preoccuparmi o risollevarmi …… almeno non è coma grave da come dice!

“Ci potrebbero essere problemi psicologici o fisici dopo?” si informa Emmet e lui annuisce

“Dobbiamo prima pensare al periodo che è stato sotto stretto dolore in tutti i sensi, sicuramente questo influirà molto su di lui, per quanto riguarda il coma, pure se leggero, potrebbe influire ma sempre leggermente, sarà più l’anestesia che influirà sul fisico una volta sveglio” finisce di spiegarci e poi ritorna dentro a ricontrollare Edward

“Sarà malandato …. Però almeno è ancora vivo” esclama Emmet guardando subito Alice, raggiante, per poi stringerla

“Bella” mi chiama lei districandosi un po’ dal fratello e quando la guardo, con le lacrime che escono dai nostri occhi, lei tende una mano verso di me per poi abbracciarmi e riprendere a piangere

“Visto? Lo sapevo che sarebbe stato bene” ci dice Emmet stritolandoci mentre anche gli altri festeggiano …..


(Pov Edward)

Mi sento fluttuare, mi sembra di essermi districato di molti metri dal suolo, mi sento bene stranamente, non ho più nessun dolore e sento un’energia inesauribile dentro di me in questo momento nessuno mi potrebbe prendere se solo ci provasse, potrei fare tutta l’America correndo se solo sapessi dove sono

“Edward tesoro” mi sento chiamare dolcemente, strano questa voce la riconosco ma ho paura ad’aprire gli occhi, non voglio ritrovarmi in balia di quei mostri

“Quindi questo sarebbe il mio omonimo?” chiede una voce maschile, ma non la conosco, mi è totalmente sconosciuta

“Fratellone?” mi sento chiamare da una vocina e sono tentato ad’aprire gli occhi per davvero questa volta, soprattutto dopo che sento anche l’abbaio di un cane

“Figliolo svegliati” mi grida una voce ma questa volta spalanco gli occhi per poi vedere mio padre davanti a me

“Papà sei qui” sussurro e corro ad’abbracciarlo mentre lui mi stringe a se ridendo

“Momentaneamente si, comunque non essere scortese e saluta gli altri” mi rimprovera bonariamente e subito mi giro alle mia spalle per incontrare gli occhi di una piccola bambina

“Fratelloneeee” grida e subito mi preparo per prendere di slancio Alyson

“Piccola stai bene?” le chiedo subito stringendola, e trattenendo le lacrime di commozione nel rivederla

“Ora si, si sta bene qui” mi dice sorridendo e la stringo forte baciandola sulla fronte mentre vedo una figura bassa correre verso di noi …. Abbaiando

“Axel!!” mi abbasso a salutarlo felice e lui mi lecca la faccia, cavolo quanto mi era mancato il mio cucciolo

“Alyson vai a giocare con Axel” dice mio padre riavvicinandosi a noi e lei annuisce

“A dopo” mi dice dandomi un bacio sulla guancia e subito mi rialzo

“Ci stanno aspettando” mi dice e poi mi spinge a camminare, quando vedo una figura avvicinarsi a noi: appena vicino noto che è un uomo, sulla trentina, ha gli occhi blu mentre i capelli sono su un castano biondo

“Finalmente posso conoscerti di persona Edward junior” scherza e lo guardo sorpreso mentre mio padre ride….. Junior? Allora ho capito chi è…

“Edward” chiama mio padre a rimprovero, ma non è diretto a me, e sorrido divertito “Sta zitto Richard, devo dire che se non fossi morto ce la batteremmo alla pari in bellezza, ma era logico che tu dovessi diventare bello … insomma hai il mio nome” scherza un’altra volta e mi sembra che il suo carattere sia uguale a quello di Emmet, almeno un po’

“Però se tu fossi stato vivo, a quest’ora avresti perso la tua bellezza” lo prendo in giro e mi guarda con una finta occhiataccia, sta per dire qualcosa però mio padre lo blocca

“Edward non abbiamo tanto tempo e lui la deve vedere, ne ha il diritto” gli dice serio e l’amico annuisce

“Chi devo vedere?” chiedo curioso

“Basta che guardi davanti a te” mi dice e lo guardo stranito, poi guardo davanti e vedo una figura venirmi incontro

“Credimi non vedeva l’ora di vederti” mi dice affettuosamente

E mentre la figura si avvicinava la vedevo più chiaramente, vedevo i suoi capelli ramati cadere fluidamente fino ai gomiti e scontrarsi in chiaro contrasto con il suo vestito bianco, riuscì a vedere i tratti dolci e amorevoli del suo volto e soprattutto, una volta che fu solo a pochi passi da me, incontrai i suoi occhi verde smeraldo … come i miei!!

“Tesoro ti ho aspettato per tanto tempo” mi dice mettendosi una mano sul cuore e sorridendomi dolcemente, solo in quel momento fui pienamente consapevole di chi avevo davanti

“Sei davvero tu … questa volta?” chiedo incredulo, certo poco fa ho visto tre persone morte, quindi non dovrei stupirmi …. Ma è così strano vederla davanti a me, dopo anni che ho aspettato di incontrarla, di vederla, toccarla…

“Si, leoncino mio” mi dice e apre le braccia, un chiaro invito ad’andare da lei, un chiaro invito a darci un secondo vero contatto da quando sono nato

“Edward vai da lei, ti ha aspettato così tanto, così come hai aspettato tu” mi incita mio padre e decido di rischiare, se è solo un sogno mi risveglierò deluso, però non posso non cogliere questo momento ….. così mi ritrovo subito nel suo abbraccio

“Non .. non vedevo l’ora di vederti” singhiozzo mentre le lacrime iniziano a sgorgare, mentre lei mi accarezza…. Sarà solo un sogno però mi sembra tutto reale!

“Sono qui con te ora, non ti ho mai lasciato, sono sempre stata con te” mi sussurra baciandomi la fronte e la guardo negli occhi, nei miei stessi occhi

“Dove sono? Sono morto?” le chiedo e nega facendo un mezzo sorriso

“Non ancora, devi fare la tua scelta” mi dice stringendomi e, pure se non mi stacco, la guardo confuso

“Quale scelta?” le chiedo curioso e sorride amaramente


“Devi scegliere se venire con noi, o ritornare indietro …… Devi scegliere se vivere o morire” mi dice solamente e le sue parole mi rimbombano nella testa ……….





Holàààà
“Autrice ora voglio delle scuse con i fiocchi”
“Emmet lo so, ma non è colpa mia, sono i professori che in questo periodo rompono e mi fanno impegnare”
“Non m’interessa hai ritardato di nuovo, se continui così nel prossimo capitolo non vengo, già sono triste perché nello scorso capitolo abbiamo ricevuto solo una recensione… quindi vedi di non farmi arrabbiare”
“Emmet ora stai a cuccia, e spero di essermi fatta perdonare da tutte voi con questo capitolo che, come avrete letto, continuerà nel prossimo”
“Così come spero di leggere le vostre recensioni …. Comunque autrice stavo pensando perché casomai non sposti gli aggiornamenti a sabato o domenica, sicuramente ti verrà facile e puoi trovare più tempo?”
“Sai Emmet, credo che tu abbia ragione”
Bene allora vorrà dire che dalla prossima settimana ci vedremo in ogni weekend, salvo imprevisti”
“Bene al prossimo capitolo”
“Nel prossimo capitolo potremmo vedere Edward parlare con sua madre e qualche piccola sorpresa ma, non vi dico altro..... Vi aspettiamo…. Kiss

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Capitolo 76
*** Tra la vita e la morte (parte seconda) ***


                                                                      Tra la vita e la morte (parte seconda)



(Pov Bella)

“Bella entra prima tu” mi dice Alice dopo che mio padre ci da il permesso di entrare in terapia intensiva

“Alice no, vai prima tu, ne hai bisogno anche più de me” le dico prima io e poi Emmet sarebbe entrato con lei, loro avevano più diritto di vederlo prima di me

“Non discutere, e muoviti ad entrare sennò ti trascino dentro” mi minaccia Emmet mentre vedo mio padre guardarci un po’ divertito dalla porta

“Va bene, grazie” gli dico e poi mi affretto ad entrare, papà mi fa segno di seguirlo e, senza dire niente, faccio come mi dice

“Bella appena lo vedi non pensare al fatto che è in coma, pensa solo che sta dormendo ma che, nello stesso tempo, ti può sentire … Parlagli, raccontagli tutto quello che vuoi, puoi pure cantare se pensi che gli possa fare bene, ma non scoraggiarti se non dovesse svegliarti subito, o se senti degli strani rumori dalle macchine, andrà tutto bene è, sono sicuro, che si sveglierà” mi dice mio padre affettuosamente e sorrido, il primo vero sorriso che faccio in tutta questa giornata, sono speranzosa e determinata ad aiutare il mio ragazzo a svegliarsi

“Siamo arrivati, ora puoi entrare” mi dice mentre ci fermiamo subito fisso la porta, l’ultimo ostacolo che mi separa da lui, e una scarica di adrenalina mi pervade mentre prendo un profondo respiro e apro la porta ….

Appena entrata il primo suono che sento è un bip ripetuto regolarmente, più degli strani rumori che provengono dagli altri macchinari collegati tutti all’unico paziente di quella stanza, subito gli occhi si spostano sull’occupante del letto e le mie gambe, che all’inizio si erano irrigidite, percorrono quei pochi passi che ci separano da lui …
Una volta avvicinata gli prendo subito la mano sinistra, stando attenta alla flebo e a non toccare gli altri fili, noto che dalle parti scoperte si notano solo fasce e cerotti, mentre il braccio destro è completamente immobilizzato al petto, papà l’aveva detto che era pieno di ferite e tagli, e, poi, mi concentro sul suo volto, sul suo bellissimo volto che, nonostante le ferite, le occhiaie e la mascherina dell’ossigeno, continua a mantenere la sua bellezza ..
Evitando di toccargli la benda che gli circonda la testa, passo la mia mano tra i suoi capelli accarezzandolo mentre, con un po’ di divertimento, noto che gli è cresciuta un po’ di barba, certo non si nota più di tanto ma, per lui che non la sopporta, sapere di averla sarà una catastrofe..

“Più tardi passerà un’infermiera per fargli la barba, è l’unica cosa che può essere fatta, la testa e le altre parti del corpo non voglio che vengano toccate finché non si iniziano a cicatrizzare bene le ferite” mi spiega papà vedendomi soffermata anche su delle macchie di sangue che ricoprivano certe ferite visibili

“Posso fargliela io la barba?” gli chiedo subito con un po’ di gelosia, nessuna donna lo deve toccare, nessuna a parte me, sua sorella, mia madre e sua cognata

“Va bene però un’infermiera ci deve essere lo stesso” mi dice e lo sento divertito, sicuramente ha capito il perché della mia reazione

“E va bene” sospiro affranta mentre mi seggo nella sedia vicino al letto, sempre senza lasciargli la mano

“Ti lascio da sola con lui, mi raccomando, e ricordati che fuori ci sono Alice e Emmet” mi dice e poi esce mentre annuisco e continuo a guardare Edward

“Visto sono di nuovo con te. Non potrai mai liberarti di me” scherzo mentre guardo il macchinario del cuore e capisco che, molto probabilmente, il suono del cuore e il suo respiro, pure se debole, saranno gli unici rumori che mi faranno sperare nel suo risveglio …..


(Pov Edward)

“Devo decidere subito?” chiedo a mia madre ancora sconvolto da quello che ha detto: non voglio lasciarla ma non voglio neanche lasciare Bella

“Hai tutto il tempo che vuoi momentaneamente, ma sappi che, mentre qui il tempo ti sembra passare normale, nella realtà una nostra ora vale a un loro giorno” mi spiega Edward S.

“Quindi se io dovessi stare qui per, mettiamo caso, quattordici ore, in realtà saranno due settimane?” chiedo confuso e annuiscono tutti

“Quando dormi il tempo passa veloce per il dormiente ma lento per quelli svegli e lo stesso per chi è in coma solo che, per quest’ultimo, c’è il rischio che non si svegli proprio” mi dice mio padre e nel mentre sento una pressione forte sulla mano sinistra, subito la guardo velocemente ma non noto niente di strano

“Tutto a posto tesoro?” mi chiede mamma

“Si, credo di si”

“Bene e ora che ne dite di arrivare subito al dunque?” chiede il mio omonimo

“Per favore Richard fallo tacere” si esaspera mia madre e mi metto a ridere mentre papà mena l’amico

“Ancora mi chiedo dove ti abbia trovato. Menomale che alla fine non sei più potuto essere il padrino di Edward” sbotta divertito e lo guardo a bocca aperta

“Cosa?” chiedo sorpreso e loro mi guardano divertiti

“Oh vero tu non lo sai, ma sappi che i tuoi genitori mi hanno scelto per farti da padrino, credimi ne sono stato onorato… ma purtroppo le cose sono andate diversamente”

“Menomale” aggiungerei lo prende in giro mamma e mentre la guardo mi ricordo di un piccolo particolare

“Ma nonna? Perché non è anche lei qui?” chiedo subito, anche lei era morta e Elizhabet mi guarda dolcemente per poi accarezzarmi la testa

“Perché lei è morta tranquillamente, in cuor tuo sai che lei è morta felice e che ora è in un posto migliore…. Ma noi siamo, più o meno, morti davanti ai tuoi occhi, quasi, … Se per tua nonna ti sei arreso all’evidenza, per quanto riguarda noi non hai mai accettato la cosa e noi siamo qui per fartela capire” mi spiega dolce e io la guardo confuso

“Che intendi? “ chiedo e vedo mio padre avvicinarsi

“Hai sempre pensato a come sarebbe stata la tua vita se noi fossimo stati ancora vivi, se non ci fossero stati quei cattivi, e soprattutto se non fossi stato malato, così ora te la voglio mostrare …. Sei pronto? ti mostrerò come sarebbe stato un tuo giorno da diciottenne con noi vivi, senza cattivi e senza malattia” mi chiede mentre mi prende una mano e io annuì incuriosito, in pochi secondi mi addormentai…
    
….. ……………………………………….

Quando riaprì gli occhi mi ritrovai in una camera da letto, precisamente coricato sul letto, subito riconobbi la camera, era la mia, quella che doveva essere la mia se fossi abitato a Chicago ……
Aspettate un attimo, vuol dire che io sono a Chicago?
E come ci sono finito?

“Edward amore, è ora di alzarsi” sento chiamarmi e subito scatto in piedi…quella voce, non è possibile…

Subito mi precipito fuori dalla porta e corro verso la cucina per poi fermarmi e notare la figura di mia madre che cucina, non è possibile …

“Mamma?” la chiamo confuso e lei si gira verso di me sorridendomi con in mano la scatola del latte

“Tesoro buongiorno” mi saluta e si avvicina a baciarmi sulla fronte

“Sei viva, sei qui?” domando senza pensarci e mi guarda stranita

“Certo amore, è successo qualcosa? Mi sembri strano” mi dice preoccupata e mi accompagna verso una sedia

“No, no sto bene, ho solo fatto un brutto sogno” gli rispondo, è se davvero fosse stato tutto un sogno quello che ho vissuto fino a ieri?

“Me ne vuoi parlare?” mi chiede premurosa ma, prima che io possa dire qualcosa, sento una voce molto familiare gridare

“Emmet Cullen stai zitto oppure ti prendo a calci” grida e poi vedo Alice spuntare sulla porta incavolata

“Che è successo questa volta?” chiede mia madre sospirando ma sempre sorridendo felice

“Emmet dice che, dato che non è mai successo, ingrasserò e non mi entrerà più il mio abito da sposa” si lamenta Aly facendo una voce piagnucolosa mentre sento la risata di mio fratello raggiungerci

“Aly tesoro hai 28 anni, non puoi credere ancora a tutto quello che dice” le spiega mamma con un cipiglio severo

“Infatti Aly, pure se il tuo fratellone ha ragione” sbotta Em raggiungendoci in cucina e avvicinandosi al tavolo per prendere un biscotto mentre mamma si avvicina a lui minacciosa

“E tu signorino non pensare di poter continuare ancora in questo modo, sennò dirò al tuo allenatore che, pure se hai 30 anni, sei stato messo in punizione e non potrai giocare” lo rimprovera dandogli una cucchiaiata in testa

“Ma … mammaa” piagnucola

“Buongiorno Eddy” mi saluta subito Alice e mentre mi abbraccia io la stringo fortissimo, sogno o no mi era davvero mancata…

“ ‘Giorno Aly” la saluto scoccandole un bacio e lei mi guarda sorpresa, così come Emmet

“Eddy stai bene? Da quando rispondi ai baci, e agli abbracci, di Alice senza lamentarti?” mi chiede

“Che male c’è? Ha scoperto improvvisamente di volermi molto bene” gli fa la linguaccia Alice e rido mentre staccandomi da lei corro ad abbracciare pure lui, sarà strano ma mi sono mancati moltissimo …

“Mamma chiama un medico, Edward sta male” dice Emmet sorpreso e cerca di districarsi dal mio abbraccio

“Ma se siete così tanto carini” ci dice mentre Alice entra nell’abbraccio

“Ehy piovre staccatevi” grida Em e iniziamo a ridere

“Buongiorno a tutti” ci sovrasta una voce e quando mi giro vedo mio padre, sorridente, sulla soglia

“Ciao papà” lo salutano i miei fratelli e Alice corre ad abbracciarlo … Ma da quando loro si comportano così con lui?

“Dai sedetevi la colazione è pronta” ci avvisa mamma e in pochi minuti siamo già tutti seduti a servirci e a parlare, o meglio io ascolto soltanto

“Alice devi dire a Samuel che voglio continuare a parlare di quello che stavamo discutendo la scorsa volta, oppure non ti sposa” dice mio padre a Aly che stava parlando con mamma dei suoi ultimi corsi all’accademia per diventare stiliste

“Va bene, Emmet lascia stare il mio cornetto” lo sgrida dandogli una manata sulla mano e lui la ritira offesa

“Aly ma tu non stavi parlando del tuo futuro da stilista? Quindi continua a parlare e stai zitta” le dice sarcastico

“Si ma tu non puoi rubare il mio cornetto, e se lo fai un’altra volta dico a Victoria che stavi per tradirla solo perché eri ubriaco” gli dice furba

“Aly non osare…. Mamma Alice mi tratta male” cambia subito tono

“Alice non minacciare tuo fratello, Emmet non rubare il cornetto a Alice” li rimprovera solamente mentre penso a quello che hanno detto: Emmet è un giocatore di baseball professionista ed è fidanzato con una certa Victoria, mentre Alice, che è una futurissima stilista, si dovrà sposare con un certo Samuel …. Ok ma allora che fine hanno fatto Rosalie e Jasper

“E dimmi Alice, come si chiama la ragazza con cui flirtava tuo fratello?” si intromette mio padre nel discorso e mamma lo guarda male

“Richard non ti ci mettere pure tu” lo sgrida

“Si chiama Rosalie Hale, e, suo fratello gemello, Jasper era il mio ex ragazzo al liceo” risponde mia sorella non ascoltando mia madre

“Be se non altro, al contrario del mio fratellino io riesco a trovarmele le ragazze” mi pende in giro Em e lo guardo male

“io ce l’ho la ragazza” sbotto improvvisamente facendo zittire tutti che poi mi guardano sorpresi, ora che ci penso: io non ho una ragazza in questo mondo, o almeno non credo

“Cosa? È perché non me l’hai mai detto?” sbotta Alice sorpresa

“Eddy, insomma, sono il tuo fratellone e non mi dici le cose importanti?” fa il sofferente Emmet

“Figliolo congratulazioni, posso sapere il nome della fortunata?” mi chiede mio padre incuriosito e mamma mi prende una mano

“Tesoro sono felicissima per te. Come si chiama?” mi sorride affettuosamente e le sorrido grato, mentre penso a cosa rispondergli

“Si chiama Isabella Swan” rispondo solamente e gli altri sgranano gli occhi sorpresi: che ho detto?

“Cosa? Edward stai scherzando vero? Di nuovo? Cioè quella ragazza non solo viene qui in estate da una cittadina sperduta ma per di più, non solo ti fa innamorare di lei ma, ti fa anche soffrire. E tu ora mi vieni a dire che state insieme?” sbotta Emmet arrabbiato e mi guarda male

“Emmet non gridare, se stanno insieme vuol dire che si amano” lo riprende mia madre

“Pensavo che ti piacesse Serena” mi dice Alice un po’ dispiaciuta e la guardo confusa

“Serena è la sorella più piccola di un anno di Jack vero?” ci chiede mio padre e loro annuiscono mentre rimango sempre sorpreso… Jack ha una sorella?

“Emmet mi spieghi perché hai gridato? Si è sentito il tuo urlo fino a fuori” scherza una voce alle mie spalle e quando mi giro vedo il mio padrino camminare verso di noi con una donna vicino

“Meglio non saperlo zio Edward, comunque Eddy dobbiamo andare sennò tu fai tardi a scuola e io agli allenamenti” mi dice Emmet alzandosi e io annuisco seguendolo in piedi

“Papà la macchina non mi funziona bene, tu e zio mi potete accompagnare all’accademia prima di andare allo studio?” gli chiede Alice e loro annuiscono

“Bene, Irina mi puoi aiutare a sistemare alcune cose oggi?” chiede mia madre a quella che per me è una sconosciuta e questa annuisce

“Bene allora, a dopo” saluta Emmet e lo seguo subito, dopo aver salutato mia madre ma …. Vado a sbattere contro la porta e subito vedo tutto nero ………
 
…………………………..

“Edward” mi sento chiamare e quando riapro gli occhi mi ritrovo in piedi nel punto esatto di prima, allora quello era davvero un sogno

“Hai visto? Questa sarebbe potuta essere un’altra tua vita, non sembrava triste” mi dice mio padre e io lo guardo annuendo

“Era tutto perfetto” dico solamente e mi sorridono

“Edward la perfezione non esiste, si può solo pensare di essere perfetti ma non lo si è mai” mi dice mamma mentre rifletto: una vita in quel modo sarebbe bella, però mancava qualcosa… qualcosa d’importante …

“Amore svegliati ti prego, non ce la faccio più, ho paura che non ti sveglierai mai” sento dire da una voce nella mia testa e sento di nuovo la mia mano che viene stretta

“Cosa?” sobbalzo impaurito, eppure quella voce mi sembrava di riconoscerla

“Questa è Bella. Ogni cosa che ti dice ora la puoi sentire” mi dice mio padre e io mi riconcentro sulla voce

“Mi manchi, manchi a tutti veramente, papà aveva detto che massimo una settimana e ti saresti svegliato ma stai ancora dormendo, ho paura di perderti…. Ti prego torna da me, ti prego, so che sarà difficile la tua convalescenza, però ti prego torna da me” e la sento singhiozzare ….. No Bella!!!

“Per loro è già passata una settimana da quando sei in coma, sono molto preoccupati” continua a spiegarmi papà : mi manca anche lei, mi mancano tutti, però se dovessi svegliarmi non potrò rivedere più mia mamma, mio padre…

“Edward, amore, un giorno noi ci rivedremo, però ora devi scegliere quello che dice il tuo cuore” mi abbraccia mia madre e singhiozzo al pensare che, il mio cuore, mi diceva di abbandonare lei e di raggiungere Bella

“Mamma io.. “ cercai di dirle ma venni bloccato dai singhiozzi e dalle lacrime che uscivano dai miei occhi; non voglio dirle addio

“Lo so amore, è una giusta decisione questa” mi dice capendo i miei pensieri e la guardo dispiaciuto

“Mi dispiace” le dico e lei nega con la testa sorridendomi

“Non devi, non devi dispiacerti per una cosa che ti farà felice. E poi questo non è un addio ma un arrivederci, un giorno, presto o tardi che sia, ci rivedremo e voglio che quel giorno che ci ritroveremo sarai felice della vita che hai passato” mi bacia sulla fronte e poi sento le braccia di mio padre circondarci

“Figliolo continua a restare forte in questo modo, si sempre te stesso e ricordati che noi saremo sempre con te qualunque cosa accada” sussurra lui e continuo a rimanere tra di loro quando, all’improvviso, un’atroce mal di testa mi colpisce insieme a delle fortissime fitte al braccio e in tutto il corpo ..

“Ma cosa?” sobbalzo un’altra volta spaventato, mentre le gambe mi cedono e mi ritrovo a carponi

“Non preoccuparti piccolo mio, andrà tutto bene” mi dice mamma dandomi un ultimo bacio in fronte, ma continuo a spaventarmi… perché mi sento così male

“A presto Edward” mi salutano insieme e poi l’unica cosa che continuai a sentire fu qualcosa stringermi la mano sinistra, mentre vidi tutto nero e persi i sensi….

Quando iniziai a riprendere conoscenza, oltre che ha un grandissimo dolore, c’era pure un fastidioso bip che continuava a ronzarmi nelle orecchie, ma non potevano spegnerlo?
Però non capisco, ora dove sono?

“Non lasciarmi amore mio, non posso vivere senza di te, ti prego prova ad aprire gli occhi, a rispondermi” sento una voce in lontananza ma riesco subito a riconoscerla, mi sembrava di essere completamente in fondo a un abisso

“Sai stavo pensando alla prima volta che ci siamo incontrati, non ci siamo parlati subito… eppure mi hai colpito fin dal primo momento, strano sai …. Pensare a tutto quello che è successo da quel giorno, io con la persona sbagliata e tu che per un po’ sei stato come un amico per me …..” racconta quella voce mentre cerco di risalire da quell’abisso in cui mi trovo e mi sembra di riuscirci, pure se ancora non riesco a risponderle …

“Eppure fin dal primo momento qualcosa mi diceva che eravamo legati, una sensazione sicuramente, ma non avevo sbagliato, e poi quando mi hai detto della tua malattia… be da quel giorno ho avuto una grandissima paura di poterti perdere, di non poter più vivere senza di te” continua a raccontare e piano piano la sento meglio, così come sento meglio il dolore e i bip che continuano a suonare

“Abbiamo sempre lottato insieme, ti sono sempre stata accanto e non potevo chiedere di meglio, hai sempre avuto paura di rovinarmi la vita ma, non è mai successo, anzi più mi consentivi di starti accanto più ero felice ed ora questo ….” la sentì singhiozzare e questa volta la sentivo davvero, come la sentivo stringermi la mano, dovevo solo riuscire a superare il dolore e trovare la forza di aprire gli occhi

“Appena sei scomparsa mi sono sentita persa, è stato come se, il mio cuore, si fosse staccato completamente da me, come se più niente avesse un senso…. Fino a una settimana fa, fino a quando non mi hanno detto che ti avevano trovato… certo d’allora sei in coma, ma so, spero, che ti risveglierai, perché non possiamo lasciarci, non voglio perderti” mi dice e sento qualche goccia cadere sulla mia mano, a un certo punto, forse dopo minuti, riuscì a sentire la mia mano, mentre l’altra era bloccata, stavo provando a riprendere completamente il controllo del mio corpo e ci potevo riuscire ma avevo bisogno di aiuto ….

“Amore quando pensi di ritornare da me? Da noi?” mi chiese e risentì una stretta alla mano mentre capì che solo con lei sarei riuscito a risvegliarmi …

“Ho capito perché non esiste un me senza un te, perché quando ti guardo perdo il respiro, perché il non vederti mi fa sentire male e perché se ti vedo vado al settimo cielo, ma la risposta è semplice mi sembra banale, e tu lo sai che ti amerò e nessuno ci separerà mai” la sento sussurrarmi e inizio a risentire il suo buonissimo profumo ….. parlami ancora amore

“Sai i tuoi nipotini stanno aspettando il loro zietto, e poi devi conoscere il nuovo piccolo Hale. Alice e Emmet stanno venendo sempre sai? E se ne vanno solo perché ci sono sempre io con te” continua a raccontarmi e nel mentre sento il dolore ingigantirsi, mentre ho qualcosa di fastidioso sulla bocca ……. Amore pure se sto per soffrire tu continua a parlarmi per favore..

“E poi tra dieci giorni sarà pure Natale, il nostro primo Natale insieme, e guarda come lo dobbiamo passare …. Ma non m’interessa l’importante è che ti svegli” continua a parlarmi e gli e ne sono grato perché sento la testa sopraffatta dal dolore ormai…. Non ce l’ha faccio più, forse è meglio se mi fermo, che non cerchi di risponderle

“Ti prego amore torna presto, e se non hai la forza necessaria prendila da me, ma torna” mi supplica e, dopo averla risentita triste, decido di riprovarci non devo mollare …. Ce l’ha devo fare

“Papà dice che sicuramente mi stai sentendo, ma non riesci a trovare la forza per tornare, ma sono sicura che tornerai, non puoi mollare amore, non puoi. So che ci saranno altre sfide appena ti sveglierai, che si dovranno risolvere altre cose, ma ce la faremo, sempre insieme” m’incoraggia e in quel momento, non so come, ma riesco ad aprire leggermente gli occhi, vedo tutto sfocato ma, vicino a me, noto qualcosa di colore marrone scuro

“B…la” mormoro indistintamente ma non sento la mia voce e né la sente lei, forse e anche colpa di quello che ho sulla bocca, così provo a muovere leggermente la mano e stringo leggermente la sua

“Ma cosa?” la sento esclamare sorpresa e vedo il colore marrone lasciare spazio a un viso e a due occhi che subito mi guardano sorpresi …. Devo riparlargli, deve capire che sono di nuovo qui…

“Be…la” ridico un po’ più forte ma non riesco a parlare chiaramente pure se questa volta mi sembra che mi ha sentito

“Edward ….. Oh mio Dio, Edward” mormora e sento la sua voce tremare mentre velocemente si posiziona bene davanti a me …. Ottimo almeno adesso ho una bellissima visuale, sfocata, del suo viso

“Be …lla” la richiamo per farle capire che ci sono davvero e vedo qualcosa rigarle il volto, maledizione se solo potessi alzare la mano

“Amore mio, sei davvero qui, amore ti sei svegliato” singhiozza accarezzandomi leggermente ma inizio a sentirmi stanco, forse ora posso dormire un po’, ma la vedo allontanarsi leggermente

“No..n la…sci..armi” sussurro e lei nega con la testa mentre si riavvicina

“Mai e poi mai, ho solo chiamato mio padre con il pulsante” mi sussurra baciandomi sulla fronte

“So.. nno” confesso cercando di sorriderle e lei mi fa il suo bellissimo sorriso

“Dormi allora, ci vediamo tra un po’ quando arriva mio padre” mi dice soltanto e mentre sto per chiudere gli occhi cerco di dirle un’ultima cosa

“Ti …. amo” mormoro, spero mi abbia sentito e a conferma sento un altro bacio sulla fronte e un’altra stretta alla mano

“Anch’io” la sento rispondere, felice, e dentro di me sorrido ……. Lo so!!!!





Holààààà!!
“Ok devo dire che non sapevo come far risvegliare Edward e se farlo risvegliare subito o aspettare qualche capitolo, spero che così vada bene”

“Per me va benissimo, logicamente poi le nostre adorate lettrici ci diranno”

“Solo tu Em?”
“Oh yeah, oggi solo io”
“Spero che il capitolo vi sia piaciuto”

“Ma perché devi sempre chiudere subito ogni volta che ci sono io?”
“Emmet stai buono. Comunque se metti caso non ci dovessimo sentire entro Pasqua vi faccio gli auguri già da adesso. Alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 77
*** Dubbi ***


                                                    Dubbi




(Pov Emmet)

 “Alice sei pronta?” la chiamo impaziente, dovevamo essere da Edward dieci minuti fa ma, ancora, mia sorella non si vede

“Sto arrivando” la sento gridare e sbuffo, ho sempre odiato quando ritarda, figuriamoci poi in questi giorni che Ed è in ospedale

“L’avevi già detto dieci minuti fa” grido un’altra volta e sento Jasper ridere dal salone, Rose invece è in camera con i bambini “Emmet arrenditi, la conosci da 28 anni, ormai la dovresti conoscere” mi dice Jazz e lo guardo male

“Zio, mamma sta arrivando” mi supera Christian e gli sorrido, poverino è arrivato solo da un paio di settimane eppure già ci vede comportarci da pazzi

“Sono pronta andiamo” mi dice Alice e sbuffo un’altra volta

“Finalmente, pensavo di dormire in piedi” le dico acido e mi guarda male

“Finiscila esagerato e andiamo” replica e sto per dirle altro quando il telefono mi vibra in tasca, subito guardo il nome sul display e mi preoccupo quando leggo il nome di Bella

“Pronto Bella?” rispondo subito

“Emmet, Edward si è svegliato” mi dice velocemente ma subito blocco le sue parole nella mente mentre un’espressione di totale sorpresa si dipinge sul mio viso, si è svegliato …. “

Cosa? Quando?” le chiedo subito e vedo Jasper e Alice guardarmi confusi e preoccupati “Pochi minuti fa, mio padre lo sta visitando” mi dice con voce rauca è capisco che sta dicendo la verità …

“Arriviamo” dico solamente mentre un sorriso, felice e vittorioso, si dipinge sul mio volto, almeno ora posso andare subito in ospedale senza aspettare una grandissima rompiscatole..


(Pov Bella)

Si è svegliato, non ci credo, il mio Edward si è svegliato, è di nuovo con me, staremo di nuovo insieme menomale che non ho perso le speranze che sono state ricompensate in questo modo con il suo risveglio, ho potuto rivedere di nuovo i suoi bellissimi occhi e risentire la sua bellissima voce …
Forse questo è un sogno o un’illusione forse ho sentito male, quella non era la sua voce, e forse il movimento della mano è stato solo un riflesso ….. ma io ne sono sicura, quella era senza ombra di dubbio la sua voce, l’ho sentita chiaramente, pure se era flebile: mi ha chiamato, mi ha detto di non lasciarlo, ha detto di amarmi …

“Bella?” mi sento chiamare e mi alzo subito dalla sedia su cui mi ero seduta

“Papà allora?” gli chiedo avvicinandomi alla porta e aspettando, impaziente, di poter rientrare dentro

“Tutto a posto, sembra che il coma non gli abbia causato problemi psicologici, meglio, così almeno ci dovremmo preoccupare solo del fisico e del dolore che gli susciterà ricordare il mese che ha passato al buio” mi spiega mentre mi fa segno che posso entrare

“Ho avvisato Emmet e anche i miei amici, e mamma” lo informo mentre entro con lui alle mie spalle

“D’accordo” mi risponde mentre si avvicina al letto e io faccio lo stesso rimettendomi al mio solito posto

“Li ha riaperti gli occhi dopo che mi avete fatto uscire?” gli chiedo subito e lui mi sorride

“Si, e ha continuato a chiamarti” mi dice perso nei ricordi di poco fa mentre sorrido e riprendo la mano del mio ragazzo

“Bel..la” mi sento chiamare e subito lo guardo mentre lo vedo dischiudere piano gli occhi

“Ciao” lo saluto felice, mentre mi abbasso alla sua altezza dopo avergli dato un bacio sulla fronte

“Vi lascio soli, se succede qualcosa chiamami” mi avvisa papà e io annuisco mentre guardo i miei occhi preferiti

“Em..met e Aly?” mi chiese rocamente

“Stanno arrivando” gli risposi e mi sedetti vicino a lui che spostò un po’ la testa per seguirmi bene

“Pa..pà?” mi chiese e, pure se forse mi sarei sbagliata, mi sembrava di aver visto una leggera luce di speranza nei suoi occhi…. Solo che mi chiedo perché mi abbia chiesto di lui

“Fratellino” improvvisamente sentimmo la voce di Alice, ancor prima che gli potessi rispondere, mentre la porta si apriva rivelando i due fratelli

“Aly” la salutò Ed e quest’ultima si fiondò quasi completamente su di lui

“Finalmente, sei di nuovo qui, non preoccuparti non ti accadrà più niente da oggi ci saremo noi” singhiozzò mentre continuava a baciargli la fronte, mi faceva troppa tenerezza vedere Alice con le lacrime agli occhi e vedere lo stesso negli occhi di Emmet, solo che subito se le asciugò e fece un sorriso grandissimo

“Alice si è appena svegliato, lascialo respirare” la rimproverò facendola spostare, pure se anche lui lo strinse leggermente nel suo abbraccio

“Sono….felice …. di …. rivedervi” li saluta debolmente sorridendogli, pure se non si nota bene con la mascherina

"Non farlo più hai capito? La prossima volta non uscirai da casa se non ci rassicuri che tornerai subito chiaro?” lo rimprovera Aly che sta ricominciando a piangere

“Scusa…. Non piangere” la supplica mentre vedo Emmet prendere una sedia e sedersi dall’altro lato del letto per poi attirare Alice tra le sue braccia

“Se proprio devi piangere almeno non farti vedere dagli altri cara mammina?” la scherza e, sia io che lei, sorridiamo

“Mam..mina?” sento chiedere da Ed, confuso e sorpreso, e lo guardo stralunata, vero lui non può sapere dell’adozione

“Oh… vero Eddy non lo puoi sapere. Allora ti diamo una bella notizia, la qui presente Alice il giorno della tua scomparsa voleva darci la notizia che aveva adottato un bambino e che sarebbe arrivato quella stessa settimana …. Quindi ora hai un altro bel nipotino da coccolare” gli racconta subito Emmet velocemente e ho paura che il mio ragazzo non abbia capito, sicuramente confuso anche dalla morfina e tutto il resto, ma, quando mi giro, lo rivedo sorridere

“voglio..conoscerlo” gli dice

“Certo lo conoscerai presto gli abbiamo anche parlato di te” lo tranquillizza Alice e poi, lui, ritorna serio e vedo che fissa Emmet

“Em … papà? È … morto … vero?” gli chiede debolmente e i fratelli abbassano gli occhi, lo stesso faccio io solo che non può vedermi se non gira gli occhi

“Si” risponde solamente Emmet, diretto come sempre in ogni notizia del genere

“Non … è colpa … sua. Lui… mi ha … salvato, ci ha … sempre amato” dice tutto d’un fiato e lo guardo sorpresa e confusa, così come gli altri due, di certo non mi aspettavo che dicesse una cosa del genere

“Che stai dicendo, lui ti, ci, ha sempre odiato” sbotta Emmet un po’ nervoso e fa spostare la sorella dal suo abbraccio

“Era in quella casa …. È stato con me…. fino alla fine … non mi ha mai abbandonato …e … mi ha raccontato … tutto” spiega ma sento la sua voce affievolirsi, segno che si sta stancando troppo

“Può pure averti imbrogliato” dice Emmet più a se stesso ma lo sentiamo tutti e sia io, che Alice, lo guardiamo male

“Non è vero…. “ ribatte Ed e gli stringo la mano che avevo ancora tra le mie

“Ed … non…. Esco un secondo, torno subito” si alza improvvisamente Emmet e velocemente esce, so che per lui sarà impossibile crederci, né hanno passate così tante per colpa del padre che credo abbia molti dubbi: ma io, pure se non so che pensare, mi fido di Edward e so che non direbbe mai una cosa del genere se non fosse vera

“Che testone, e poi dite che sono io. Lo raggiungo, tesoro vedi di riposare un po’ e non preoccuparti se non rientriamo subito” lo bacia Alice sulla fronte e poi esce pure lei alla ricerca del fratello

“Bella?” mi chiama e rigiro subito lo sguardo su di lui

“Dimmi” gli sorrido

“Tu … mi credi?” mi chiede e gli sorrido incoraggiante

“Certo che si, come sempre. Non preoccuparti per lui deve solo ragionarci un po’ su, non avete avuto una vita facile, ed è normale che abbia dubbi” lo rassicuro e lo accarezzo sulla testa, sempre delicatamente per non rischiare di fargli del male

“Quando… starò un po’ … meglio, vi racconterò… tutto” mi promette e annuisco, so già che, in un modo o nell’altro, ci dirà tutto

“Lo so, ma ora riposa, sei stanco e stai male quindi riposati” lo rassicuro un’altra volta

“Non preoccuparti… e tu … vedi di non stare sempre qui dentro …. Non voglio che ricoverino .. anche te” mi dice e sento un po’ d’ironia nella sua voce così decido di scherza un pochino

“Fatti gli affari tuoi, decido io cosa fare e, per tua informazione, ho deciso di restare in ospedale con il mio ragazzo” gli dico e gli faccio la linguaccia facendolo sghignazzare, solo che, al posto della mezza risata gli esce un piccolo grido di dolore che mi fa preoccupare

“Non farmi … ridere… mi fa male… tutto” borbotta e faccio un mezzo sorriso, non ci avevo pensato che scema

“Scusami. Però ora dormi” gli ridico

“Sarai davvero qui… quando mi risveglierò?” mi chiede e annuisco

“Certo, e poi quando starai meglio ti aspetta una bella notizia che ti darò io al posto di mio padre” gli anticipo, i giorni scorsi avevamo deciso che gli avremmo parlato del fatto che non era più malato appena si sarebbe ripreso completamente dall’anestesia e il dolore sarebbe un po’ diminuito in modo che potesse capire perfettamente

“Ok, allora cerco di dormire…. A dopo angelo mio” mi saluta sorridendomi e lo bacio leggermente sulla fronte

“A dopo amore mio, e non preoccuparti se hai bisogno sono qua vicino a te” lo saluto e poi lo vedo chiudere gli occhi.

Di certo non pensavo che quella  sarebbe stata l’unica volta che poteva dormire senza un pieno dolore e senza incubi.





Holààà

“Ed’eccoci qui pure se in grandissimo ritardo”
“Autrice è un piacere ritornare”
“Si lo è, però devo avvisare che questo lunghissimo ritardo è solo l’inizio degli altri lunghissimi ritardi… Ormai la scuola sta finendo, e con interrogazioni e preparazione agli esami non c’è più molto tempo disponibile, quindi scusateci già in anticipo”
“Ma noi non demordiamo. E ogni volta che avremmo un minimo spazio di tempo continueremo a scrivere e a postare”
“Non abbiamo altro da aggiungere, se non che ci dispiace non poter rispondere alle vostre recensioni e che quando potremmo lo faremo…. E anche che ci dispiace che il capitolo sia venuto piccolo in confronto agli altri”
“Bene allora spero di leggere comunque le vostre recensioni sempre se vi va di commentare”
“Alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 78
*** Un pò di tranquillità non guasta ***


                                                                                      Un po’ di tranquillità non guasta





(Pov Edward)

 ……………….

“Ehy piccolo moccioso, non mi dire che stai dormendo?”

“Lasciami … stare” sussurro

“Felix, lascia stare mio figlio”

“Nessuno di voi due ne uscirà vivo” disse Felix e poi sentì uno sparo nella stanza, subito chiusi gli occhi aspettandomi di provare dolore ma, quando aprì gli occhi, vidi altro

“No papà” …….

“La pistola” mi disse all’improvviso mio padre

“Cosa?” chiesi confuso e mi scontrai con i suoi occhi scuri

“Uccidilo” sentì il suo ordine

“Edward spara… se non lo uccidi non potremmo mai fuggire e poi pensa a quello che hanno fatto a tua madre, e pensa al male che potrebbero fare a Emmet, Alice, ai bambini e …. E alla tua Bella” m’incoraggia ancora e spalanco gli occhi: potrebbe fare del male a tutti loro ..

“Bella…. Amore mio non preoccuparti … ci vedremo presto” sussurrai più per convincermi che per altro e poi premetti il grilletto…


……………………..


(Pov Bella)

“Va bene Aly appena si sveglia lo informo che tra un po’ verrai a fargli conoscere il piccolo, ora torno da lui” la saluto e poi chiudo la chiamata e mi accingo a rientrare in camera.

Sono passati cinque giorni da quando si è svegliato, mio padre l’ha tenuto per due giorni interi in terapia intensiva prima di assegnargli un’altra camera, da quando si è svegliato, Emmet e Jasper, mi hanno convinto a fare dei turni di guardia per sorvegliarlo, turni a cui poi si erano voluti aggiungere pure i nostri amici Il mio vero turno, vero perché alla fine io sono sempre qui pure se non dovrei per non stancarmi, è iniziato da due ore e finirà verso le dieci, dove poi mi darà cambio Emmet per la notte.
Quando entro nella stanza vedo il mio malatino che dorme ancora, mio padre dice che sta iniziando a migliorare velocemente e, pure se lo tiene quasi sempre sotto morfina per il dolore, lo si può notare dal fatto che parla meglio, anche perché ora è senza mascherina, a meno che non sta malissimo, in quel caso parla come cinque giorni fa

“Non voglio….. scusa, era l’unico modo” sento sussurrare e, guardando subito verso il letto, noto Edward iniziare ad agitarsi

“Mi dispiace…. Scusami” continua a sussurrare, nel volto solo una piena espressione di dolore, e subito lo raggiungo

“Edward!!” lo chiamo scuotendolo leggermente per non fargli male, ma non accenna a svegliarsi

“Non posso farlo… è sbagliato” continua a sussurrare e lo vedo stringere la mano, quella libera, convulsamente, cosa mi aveva detto papà: fai in modo che non si agiti per nessun motivo!!!

“Edward svegliati, è solo un sogno, svegliati” ripeto e lo scuoto un’altra volta, per fortuna, questa volta, mi sente e apre gli occhi scatto per poi, guardarmi terrorizzato

“Bella?” chiede di scatto, forse pensa che anch’io sono nel suo sogno e gli sorrido

“Si, però sono quella reale” gli dico sorridendo e gli do un leggero bacio sulle labbra, mi ricordo che, tre giorni fa quando l’ho ripotuto baciare sulle labbra, appena ci siamo sfiorati non ci volevamo neanche più lasciare, pure se abbiamo dovuto

“Tutto a posto?” gli chiedo staccandomi e mi guarda

“Si … era solo un sogno” risponde ma non sembra molto convinto da quello che ha detto

“Mi vuoi dire che stavi sognando?” gli richiedo e mi guarda dubbioso per poi guardare altrove, quanto vorrei sapere cosa sta pensando in questo momento

“Ho sognato il mio ultimo giorno in quel posto” risponde solamente e riprendo la sua mano tra le mie, di quei giorni, rinchiuso la dentro, ci ha raccontato solo, ma senza entrare nei dettagli, della giornata che è riuscito a fuggire con suo padre, pure se secondo me deve ancora aggiungere qualcosa su quel giorno, così come dovrà raccontarci dei giorni prima

“Ehy, lo sai che è tutto a posto ora vero?” lo faccio voltare verso di me, i suoi movimenti sono ancora lenti ma è normale nelle condizioni in cui si trova, la cosa positiva è che, almeno, certe fasciature, tra cui quelle sulla testa, gli sono state tolte

“Si,si lo so” risponde e mi sorride sghembo mentre m’incanto a guardarlo, ogni giorno, pure se ferito, mi sembra sempre più bello del giorno prima, e il suo sorriso risplende sempre sul suo viso insieme ai suoi occhi

“Ha chiamato Alice” lo informo subito per distogliermi la voglia di baciarlo, ancora, dalla testa e lui mi guarda ironico

“Ha chiamato Alice? Sicura che non è una scusa per evitare di baciarmi?” mi chiede scherzoso e lo vorrei prendere a pugni se non fosse che è ancora debole

“Finiscila cretino, ha chiamato per davvero, ha detto che tra poco verranno in ospedale” lo informo e gli faccio la linguaccia a cui lui risponde con una mezza risata …. Seguita subito dopo da un mugugno contrariato

“Uffa quante volte devo dire a tutti di non farmi ridere? Se rido sembra che un trattore mi passi sopra” borbotta e sghignazzo pronta a prendermi la rivincita

“Un trattore? Amore, ma quando sei stato schiacciato dal trattore?” lo prendo in giro e sbuffa guardandomi esasperato

“Era solo un modo di dire Bella” sbotta e mi metto a ridere

“Lo so, idiota”

“Scema” ribatte subito e fa una mezza risata mentre io continuo a ridere tranquilla…..

“Comunque ancora non mi hai detto di quella sorpresa che mi avevi annunciato il giorno che mi sono svegliato” mi ricorda e lo guardo sorridente, ancora non gli abbiamo detto niente né del polmone né della malattia che non c’è più

“Mi dispiace ma finché non mi daranno il permesso non potrò dirti niente” dico e guardo da un’altra parte per non guardare la sua faccia da cucciolo bastonato

“Ti prego, sono curiosissimo” mi implora

“No no” dico convinta

“Ti prego, pensa che dovrò stare ancora altri cinque giorni a letto, senza potermi alzare, ti sembra una cosa bella? Almeno, forse questa sorpresa mi allieterà le giornate così che possano passare velocemente” mi dice e lo guardo con la coda dell’occhio, non mi farà cedere

“No scordatelo, e poi sono sicura che sarà all’inverso”

“Guarda che se fai così farò lo sciopero dei baci” mi dice e lo guardo scioccata…. Cosa?

“Cheee?” sbotto infatti, non può dire seriamente, non dopo che siamo stati staccati per un mese

“Quello che ho detto” sbuffa e mi guarda male come per darmi colpa dello sciopero, be mica gliel’ho detto io di farlo

“Non puoi” gli dico solamente e lui fa un mezzo ghigno

“Allora dimmi la sorpresa” e alla fine so che cederò se continuiamo così ma, quando sto per rispondere, la porta si apre salvandomi in tempo ….

“Ciao fratellino, guarda chi ti abbiamo portato” saluta Emmet entrando con in braccio Eddy e dirigendosi velocemente verso il letto, dietro di lui spunta Rosalie con la piccola Lizzie

“Sorpresa, sapevamo quanto ci tenessi a rivederli e, dopo il consenso del dottor Swan, te li abbiamo portati” gli dice Rosalie mentre Emmet aiuta Edward a tenere Eddy con il braccio sinistro, purtroppo ancora per una settimana deve tenere fermo il destro, l’unica sfortuna e che lui ha sempre fatto tutto con quel braccio infatti lo stiamo imboccando noi quando deve mangiare

“Grazie ragazzi” sussurra solamente mentre saluta anche la nipotina, era da l’altro ieri che chiedeva di rivederli, come se fosse stata vitale una cosa del genere

“E di che? Guarda che mancavi pure a loro” gli dice Rose e sorrido mentre dalla porta vedo entrare Jasper con dietro Alice e Christian…. Bene è arrivato il momento della presentazione!!

“Ehilà” saluta Jasper

“Ciao Eddy, Bella” ci saluta nello stesso momento Alice prendendo il piccolo dalla mano e avanzando di più verso di noi

“Alice, Jasper” salutiamo in contemporanea e vedo Ed sorridere verso il piccolo

“Ehm Aly, non voglio niente di formale” aggiunge subito quando vede la sorella prepararsi a parlare, così lei lo guarda male

“E io che mi ero preparata il discorso… va bene. Allora Christian ti presento zio Edward, Eddy lui è il tuo nipotino” dice subito Alice sorridendo felicissima, mentre Ed si sistema meglio sul letto, e Christian sorride timido

“Felice di conoscerti Christian, allora come ti trovi a casa?” gli chiede gentile

“Bene…” dice solamente pure se apre la bocca per aggiungere altro, ma alla fine lascia stare

“D’altronde come potrebbe stare male con noi?” s’innalza Emmet, sorridendo compiaciuto, e sbuffo divertita

“A cuccia Yoghi, nessuno ha chiesto il tuo intervento” lo riprende giocosamente Edward e sto per aggiungere qualcosa pure io quando la voce del piccolo mi precede

“Come lo hai chiamato?” chiede sorpreso e Ed lo riguarda subito sorridendo

“Yoghi, lui è l’orso yoghi. Non te l’hanno detto?” gli chiede “No, è perché?” richiede curioso con un nuovo sorriso sulle labbra

“Per scherzare, così fa anche meno paura no?” scherza e fa l’occhiolino a Emmet che lo guarda male

“Fratellino ti conviene stare zitto sennò vedrai quanto farò paura” lo minaccia, però i suoi occhi lo tradiscono : era da tanto che non scherzavano in questo modo

“Zio yoghi. È buffo” dice il piccolo e ridiamo tutti alla sua affermazione

“Oh si, se vuoi posso pure dirti altri nomi, però devi avvicinarti, non ci deve sentire nessuno” gli dice Edward e vedo Christian mollare subito la mano della madre e dirigersi verso il letto, una volta vicino lo aiuto a sedersi vicino allo zio così che possa avvicinare l’orecchio

“Emmet mi sa che non avrai più pace” lo prende in giro Jasper

“Ed guarda che te la farò pagare cara” lo minaccia, rosso in volto, lasciando perdere Jasper

“Alice servirebbe fare un video per l’espressione che ha tuo fratello in questo momento” scherzo anch’io

“Infatti, ma non sapevo che avremmo scherzato su di lui” mi dice e ridiamo, nello stesso momento sentiamo ridere Chris

“Sono belle, poi però ne voglio sapere altre” gli dice e Edward si fa pensieroso

“Be per il momento non né so nessun’altra, ma appena mi verranno in testa sarai il primo a saperlo” gli risponde

“Allora mi volete dire questi nuovi nomi” sbotta Emmet e vedo zio e nipote guardarsi complice

“Naaaa” rispondo insieme e ci mettiamo tutti a ridere…

“Ahi ragazzi la finite di farmi ridere”

“Così impari a prendermi in giro con il mio nuovo nipote”

“Emmet stai zitto”

“Stai zitto tu”

“No tu caro yoghi”

“Finiscila Simba” ……..





Holàààà

“E finalmente siamo tornatiiiiiiii siiiiii”

“Emmet sono felice che tu sia felice, e anch’io sono felice che siamo tornati, ma non gridarmi nell’orecchio”

“Scusa Eddy è che sono al settimo cielo, finalmente siamo qui”

“Pure se il mese del ritardo non è finito”
“Stai zitto, comunque dato che non c’è l’autrice annuncio a tutti che, forse, nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa per tutti”
Ah si lo sapevo anch’io, ma non è sicuro”
“Sicuro o no, non vedo l’ora di ritornare”

“Stai già pensando al prossimo capitolo?”
“Certo che si”
“Sei senza speranze, spero che il capitolo, pure se tranquillo, vi piacia e che ci facciate sapere”

“E mi raccomando, vi aspettiamo. Alla prossima, kiss”

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Capitolo 79
*** Ultime nubi all'orizzonte ***


                                                                                                             Ultime nubi all’orizzonte





(Pov Edward)

“Daiii, ti prego”

“No” “Please”

“Ho detto noooo”

“Ma mi scocciooo”

“Finiscila”

Era d’almeno un’ora che andavamo avanti così, io mi scoccio a stare a letto, insomma ormai sto meglio posso provare a muovermi ma la mia cara ragazza, invece, continua a dirmi che devo stare fermo a letto

“Ma guarda che le gambe le posso muovere” riprovo

“Hai un taglio sotto un piede che non è ancora guarito” mi risponde e sbuffo, certo che quando ci si mette è davvero tremenda

“Va bene, va bene, ho capito” sbuffo e mi lancio di schiena sul cuscino, dimenticandomi di schiena e costole che iniziano a farmi male

“Vedi che non stai bene” dice come risposta al gemito che mi è appena uscito dalle labbra, odio quando mi fanno male in questo modo, forse hanno ragione, meglio non muoversi tanto

“Non è giusto io sono sempre coricato, solo, ferito e dolorante e voi invece girate quanto volete e non pensate al fatto che vorrei almeno sfogarmi un po’” borbotto girando gli occhi verso la finestra

“Eddy non puoi, te l’ha detto pure mio padre che è meglio se stai seduto insomma sei stato per due settimane in coma e le tue condizioni non sono ancora buone. Hai subito un lungo intervento, ossa riaggiustate, quasi una commozione cerebrale, ti hanno rimesso a posto pure alcuni organi e hai anche subito un trapianto … “ mi spiega e sospiro, lo sapevo già, quando a un certo punto mi rendo conto di una parola che non avevo sentito fin ora….. Trapianto?

“Aspetta un secondo” la blocco prima che possa continuare a parlare e mi alzo leggermente con un gomito mentre riporto gli occhi su di lei

“Cosa?” mi chiede perplessa, aggrottando la fronte

“Hai detto trapianto?” le chiedo insicuro e la vedo sbiancare

“No, non l’ho detto hai sentito male sicuramente” risponde subito e stringo gli occhi, ok qua c’è qualcosa che puzza… è, di certo, non sono io!!

“Bella” la chiamo per fargli capire che non ci casco e lei sbianca ancor di più prima di alzarsi velocemente

“Oh cavolo, mi sono dimenticata che devo fare una commissione veloce per mia madre. Amore non ti preoccupare torno tra un paio di minuti, tu non ti alzare e non muoverti per nessun motivo” mi raccomanda e dopo avermi baciato velocemente si dirige verso la porta

“Amore aspe…” cerco di dirle ma vengo interrotto dal fatto che lei non è più davanti a me ed esasperato mi riappoggio ai cuscini sospirando, tanto vale provare a fare un sonnellino, quando all’improvviso mi rendo conto di una cosa ..

Se non c’è Bella, nessuno mi controlla;
Se nessuno mi controlla, io sono libero di fare quello che voglio;
Quindi io posso alzarmi!!

“Oh yes!!” sbotto felice rimettendomi seduto velocemente, preferisco tralasciare la parte dove dico un sacco di maledizioni per il dolore che mi sono provocato, e allungo una mano verso il giacchettino blu che mi avevano messo ai piedi del letto qualora avessi avuto freddo

“Ok Edward ora riprendi il coraggio che hai nascosto chissà dove e alzati” mi dico sospirando e prendendo una stampella, che avevo vicino al letto, mi alzo molto lentamente non prima però di aver preso una cosa importante dal cassetto dove l’avevo nascosto agli occhi di Bella, questo regalino me lo sono fatto portare stamattina da Emmet e avevo intenzione di darlo uno di questi giorni alla mia ragazza. Appena mi alzo sento un senso di nausea assalirmi e inizia a girarmi la testa ma non mi arrendo, niente e nessuno m’impedirà di fare qualche passo verso la libertà, o meglio verso il non stare sempre a letto

“E adesso passo per passo, lentamente” mi ridico a voce, così cercando di trattenere i gemiti di dolore che mi escono ogni volta che faccio un passo vado verso l’uscita, spero solo che Bella non torni adesso, o che non passi Carlisle sennò sono morto.

“Evviva” esclamo appena metto un piede fuori dalla porta e mi guardo intorno, in giro vedo solo gli infermieri occupati, tutto tranquillo nessuno sembra accorgersi di me e poi è normalissimo per quanti malati ci sono io posso tranquillamente nascondermi tra loro… Bella, amore mio, non tornare subito mi raccomando.


(Pov Emmet)

“Ho capito. Allora diglielo, non possiamo più tenerglielo nascosto è ora che lui sappia del trapianto” dico seriamente a Bella

Stiamo parlando al telefono da qualche minuto ormai, mi aveva chiamato preoccupata del fatto che Edward stava per sapere del trapianto di polmone, non è che noi non glielo vogliamo dire solo che abbiamo paura della sua reazione una volta che apprende che ha il polmone di nostro ….
Di nostro padre dentro di lui!! Più ci penso più non riesco ancora a credere al fatto che in realtà lui ci amasse ci ha trattato malissimo in tutti questi anni, e soprattutto ha trattato malissimo Eddy, come faccio a credere al fatto che lui ha fatto tutto per noi?
Come faccio a credere che lui ci ha salvato la vita facendo finta di odiarci?
Certo Edward è riuscito a raccontarci tutta la storia l’altro ieri, so che non ci direbbe mai una bugia, e io mi fido di lui ma seriamente non so cosa pensare pure se tutto potrebbe iniziare ad avere un senso adesso ma non ….

“Emmet? Emmet ci sei?” mi sento chiamare all’improvviso e mi ricordo con chi stavo parlando

“Si scusa, stavo pensando. Dicevi?” rispondo subito e la sento sospirare

“Che hai ragione, è meglio dirglielo. Vuoi che vi aspetto così glielo diciamo tutti insieme?” mi chiede, vorrei tanto andare ma se ci penso forse è meglio non andare oggi ….. Insomma credo che Edward oggi vuole dargli quel regalo…

“No diglielo tu, basta che poi mi fai sapere se succede qualcosa….. Solo ti posso chiedere una cosa?” gli chiedo subito

“Certo dimmi”

“Scusa se te lo chiedo ma…. Tu lo ami davvero? Insomma pensi che questa è una cosa seria oppure per te è solo momentanea?” gli chiedo subito voglio rassicurarmi sul fatto che lei lo ama davvero, sennò in caso contrario devo bloccare mio fratello

“Si Emmet lo amo sul serio, credimi se penso al futuro posso vedere più o meno la nostra vita: laureati e sposati e forse, se va tutto bene, anche con figli. So che forse sembra troppo presto ma, se Edward mi chiedesse già da adesso di sposarlo in futuro io gli risponderei subito di si.. Lo amo troppo e non posso pensare alla mia vita senza di lui” mi risponde e sorrido felicissimo, era quello che volevo sentirgli dire

“Sono felice che dici questo. Mi raccomando fammi sapere come va poi. A dopo” la saluto e chiudo subito senza neanche sentire la sua risposta, non vedo l’ora di sentire mio fratello stasera, chissà cosa mi dirà

“Emmet perché sorridi come un’ebete?” sento la voce di mia sorella dietro di me e la guardo male “Non sono affari che ti interessano nana” le rispondo ed esco subito dalla cucina dove mi ero rifugiato a parlare con Bella …. Spero davvero che vada tutto bene, in tutti i sensi intendo.


(Pov Edward)

“Edward …. Edward figliolo mi senti” mi sento chiamare

Ma cosa…

“Edward apri gli occhi forza” mi dice la voce e faccio come dice per poi ritrovarmi davanti il volto di Carlisle

“Carlisle?” chiedo per assicurarmi che sia lui mentre sospira con sollievo

“Per fortuna ti sei svegliato, mi hai fatto spaventare” mi sgrida e mi aiuta a mettermi seduto sul lettino mentre mi accorgo di essere di nuovo nella mia camera

“Che cos’è successo?” gli chiedo perplesso, insomma non mi ricordo di essere tornato in camera

“Diciamo che gli infermieri hanno trovato un paziente coricato in un corridoio e mi hanno chiamato urgentemente” mi dice è colpevole abbasso lo sguardo

“Scusa pensavo potessi muovermi liberamente ormai, più o meno” mi scuso e lo sento sospirare

“Edward c’è un motivo se ti dico di non muoverti o di muoverti poco. Se vuoi camminare fallo con qualcuno vicino non rischiare più di farti del male sennò la prossima settimana non potrò mandarti a casa per passare il Natale” mi spiega severo e sgrano gli occhi alle sue parole

“Cosa?” gli chiedo sorpreso infatti e mi sorride felice

“Sai stai migliorando così tanto, nonostante tutto, che ho pensato di mandarti a casa un po’ prima del previsto sempre se mi prometti che farai quello che ti dico io e che starai a riposo” mi dice e sorrido

“Certo, assolutamente, tutto quello che vuoi, ascolterò sempre, promesso” blatero subito e ride

“Bene, ora che ci siamo accordati vado a riprendere il mio giro di visite, vengo più tardi a cambiarti le fasciature e vedi di fare il bravo” mi ordina dandomi una leggere pacca sulla spalla e poi si volta quando mi ricordo di una cosa

“Carlisle” lo chiamo subito e lui si gira curioso

“Dimmi” risponde

“Per favore potresti non …” inizio a dirgli

“Tranquillo Bella non saprà niente né della fuga né dello svenimento” mi rassicura bloccandomi, mentre mi fa l’occhiolino, e sospiro felice

“Grazie” gli dico e mentre lo vedo uscire mi ricordo di un’altra cosa

“Carlisle!” lo richiamo subito con emergenza e vedo la sua testa ricomparire di nuovo

“Dimmi” mi ripete è, questa volta, sospiro agitato, molto agitato….

“Ti potresti avvicinare? Devo chiederti una cosa…..”


(Pov Bella)

Tutti mi hanno dato il consenso nel dirglielo, tutti nel vero senso della parola, devo solo entrare nella camera e dirgli quello che gli devo dire, sono sicura che ne sarà felice però sono preoccupata quando saprà di suoi padre, insomma ancora non ha digerito bene neanche il fatto che è morto ….

“Ehy amore sei tornata” mi sento salutare e quando alzo gli occhi rimango sorpresa, non mi ero accorta di essere tornata

“Co…. Edward?” domando insicura mentre lui mi guarda con divertimento misto a confusione

“Sennò chi? La fata turchina?” mi prende in giro e si mette ben seduto sul letto

“Ah ah molto simpatico, pure se con un paio di ali non staresti male di certo” ribatto e vado da lui per sedermi sul suo letto

“Tutto a posto?” mi chiede accarezzandomi la guancia e gli sorrido

“Si perché?”

“Ti vedo un po’ preoccupata” mi dice e sbuffo

“Certo che non puoi evitare di leggermi vero?” gli chiedo scherzando

“Naaa, per me sei come un libro aperto, pure se in questo momento non riesco a leggere una pagina” sghignazza e lo stesso faccio io per poi prendere la sua mano tra le mie

“C’è una cosa che devi sapere, e che ancora non ti abbiamo detto” lo informo subito e vedo i suoi occhi fissarmi straniti

“A parte il marchio? Che c’è per caso mi è spuntata una coda?” mi chiede divertito e sbuffo esasperata

“Potresti fare il serio, è una cosa importante” lo rimprovero leggermente mentre continuo a giocare con la sua mano e lo vedo un po’ irrigidirsi

“Brutta o bella?” mi chiede e lo guardo di scatto perplessa

“Cosa?”

“Dico è una brutta notizia o una bella?” mi richiede e gli sorrido

“Può essere tutt’e due le cose , non so come la prenderai dopo gli ultimi eventi” gli dico

“Dimmi tutto” mi dice subito e sospirando continuo a giocare con la sua mano

“La mattina del giorno che ti hanno salvato, tuo padre, aveva mandato una lettera a mio padre con scritto che qualora lui fosse morto dovevano usare i suoi organi per salvarti e curarti, e così hanno fatto. Certo di tuo padre hai preso solo il polmone, ecco perché prima ho quasi detto trapianto. Sono pure riusciti a sistemarti l’arteria e il cuore, infatti mio padre pensa che quasi sicuramente non avrai più problemi e crisi” gli spiego ma non accenno a guardarlo

“Il polmone di mio padre?” mi chiede insicuro

“Si”

“Niente più crisi?” mi fa un’altra domanda e sorrido, questa era la migliore notizia che io avessi mai sentito dopo che l’ho visto risvegliarsi dal coma

“Esatto” sussurro

“Più …. Niente” lo sento sussurrare con voce incrinata, subito lo guardo e vedo delle lacrime scendergli dagli occhi, così gli sorrido dolce e facendo attenzione lo attiro tra le mie braccia e lo stringo al petto

“Ehy tranquillo, è tutto a posto, starai bene. Non dovrai più preoccuparti di niente” gli sussurro accarezzandolo e lo sento singhiozzare

“Posso continuare a vivere con voi, non devo più aver paura di chiudere gli occhi la sera, io….. “ singhiozza e lo stringo di più a me

“Però calmati dai” gli ridico e si alza subito dal mio abbraccio per poi guardarmi mentre ancora le lacrime scendono dai suoi occhi

“Sai cosa vuol dire tutto questo?”

“No cosa?” gli chiedo curiosa

“Che una volta che avrò preso quelle lettere, una volta che Aro e company saranno sistemati in prigione ….. e una volta che sistemerò Black e company a scuola, così da non darci più fastidio, tutto sarà finito” mi dice e nego con la testa

“Non finito, solo messo da parte, meriti di essere felice amore” gli dico accarezzandolo

“Posso chiederti una cosa?” mi chiede e mi prende la mano che avevo appoggiato sulla mia gamba

“Dimmi” lo esorto e lo sento sospirare

“Certo sicuramente ti aspetterai un’altra domanda, forse la dai per scontata…. Ma voglio farti sapere che puoi sempre cambiare idea insomma se un giorno non mi dovessi più amare puoi sempre lasciarmi pure se spero non accada mai e se iniziano davvero a sistemarsi le cose almeno potremmo essere più sereni, insomma ora che so che ci sono solo delle ultime nubi da superare sono sicuro di potercela fare, e voglio davvero chiederti una cosa del genere perché ci tengo molto…” inizia a blaterare e non capisco molto di quello che dice

“Edward” lo richiamo e mi fissa subito mentre mi porge uno scatolino quadrato e mi fa segno di aprirlo: quando lo apro ci trovò dentro due anelli a fascia in argento, quelli che di solito si usano quando una ragazza e un ragazzo si mettono insieme

“Ti amo e te lo voglio chiedere lo stesso, pure se so che forse è inutile chiedertelo, però ci tengo. Bella quando finiremo il liceo vuoi venire a vivere con me?” mi chiede e sorrido emozionata, è la seconda volta che mi sembra mi stia per chiedere se lo voglio sposare e per la seconda volta rimango sorpresa, certo non che voglia affrettare le cose: so solo che se mi dovesse chiedere di sposarlo gli risponderei subito di si …

“Certo che si idiota, lo davo già per scontato che saremmo andati all’università insieme e avremmo vissuto insieme” inizio a ridere e poi lo abbraccio di slancio, sempre senza fargli male

“Chiedere non costa niente” mi risponde e poi mi bacia, cavolo quanto lo amo

“Ti amo” dico basandomi sul mio ultimo pensiero

“Lo so” sussurra solamente mentre continua a baciarmi.





Holàààà
“Ed eccoci tornati dopo una lunga mancanza”
“Finalmente non vedevo l’ora, credimi appena ho saputo che il capitolo stava per essere postato sono scappato dal mare per venire subito qui”
“Infatti fa troppo caldo, però il lavoro ci chiama e noi siamo arrivati”
“L’autrice dov’è?”
“Eccomi qua ragazzi, vi sono mancata?”

“Oh yes, non vedevamo l’ora di tornare tutti”
“Oh bene. Emmet ma perché stai gocciolando?”

“Ho fatto una bella corsa per raggiungervi dalla spiaggia”

“Ah capito, a proposito di sgocciolare, ormai con la storia siamo proprio agli sgoccioli, pure se ho deciso anche di mettere degli extra a fine storia, ormai siamo vicini alla fine”
“Nooo non vogliooooo”
“Qualche anticipazione per il prossimo capitolo?”
“Nessuna, posso solo dirvi che probabilmente farò un salto temporale arrivando direttamente a gennaio o a febbraio, ma comunque ci sto ancora pensando”
“Bene allora non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo”

“Mi raccomando fateci sapere che ne pensate”
“Alla prossima”
“Kiss”

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Capitolo 80
*** V come Vendetta e Vuoi tu.... ***


                                                                           V come Vendetta e Vuoi tu….



(Pov Edward)

 “Zio pronto per la scuola?” mi chiede Christian entrando lentamente nella mia camera mentre io nel frattempo sto mettendo una felpa nera che nello scivolare ricopre le mie ferite

“Certo sono pronto” gli rispondo, finalmente da oggi posso uscire da casa, da solo è tranquillamente, ho passato le ultime quattro settimane a letto pure se tornato a casa due giorni prima Natale e Carlisle mi ha consigliato di non ritornare subito a scuola, infatti essa è iniziata tre giorni fa è solo da oggi posso uscire

“Lo dico a zio così ti accompagna?” mi chiede e gli sorrido facendogli cenno di sedersi sul mio letto, cosa che fa subito, stranamente lui con me non è tanto timido come lo è con gli altri

“No no, uso la mia macchina” gli rispondo mentre con gli occhi guardo la nuova foto che ho sul mio comodino vicino a quella di mia madre e dei miei fratelli: in questa nuova foto ci sono io che tengo in braccio Christian e Lizzie mentre vicino a me, Bella tiene in braccio Eddy, e siamo tutt’e cinque davanti al nostro albero di Natale.

“Ma perché sei tanto felice?” mi chiede pensieroso e rido mentre vado a prendere lo zaino per poi metterlo in spalla

“Perché rivedrò i miei amici” gli rispondo solamente prendendolo in braccio e uscendo dalla camera.

Ormai sono guarito quasi completamente, le mie ossa sono di nuovo al loro posto ben saldate, la maggior parte delle cicatrici ormai sono libere è senza problemi, l’unico problema è che qualche volta mi viene un brutto mal di testa, ma Carlisle dice che è per colpa della bruttissima commozione cerebrale che avevo avuto…. L’unica cosa che è rimasta ben visibile è il timbro sul fianco ma cerco sempre di non pensarci.

“Ragazzi io vado” urlo a tutti mentre faccio scendere il piccolo dalle braccia

“Ok Eddy, mi raccomando stai attento” mi urla Alice dalla cucina

“Tranquilli” rispondo e poi mi fiondo subito fuori e l’aria fredda di Gennaio m’invade piacevolmente mentre respiro a pieni polmoni, che bello poterlo dire, e mi dirigo verso la mia macchina

“Ehy piccola, da oggi si riparte” la saluto mentre mi metto al volante, faccio partire il motore e accendo la radio….

Dopo una quindicina di minuti arrivo al parcheggio scolastico, nessuno sa che oggi ritornavo a scuola e infatti gli occhi di quasi tutti gli studenti che ci sono nel parcheggio vengono puntati su di me immediatamente, io quasi mi metto a ridere soprattutto quando incontro gli occhi scioccati dei miei amici … è della mia ragazza, neanche lei lo sapeva

“Hello boys” li saluto ridendo mentre avanzo verso di loro, che mi guardano ancora come se fossi un fantasma

“Non mi hai detto che ritornavi a scuola” mi accusa subito Bella con uno sguardo minaccioso, quindi definitivamente mi metto a ridere e lancio un occhiolino a Ben, solo lui sapeva che tornavo oggi

“Per la verità la frase è: non ci hai detto che ritornavi a scuola” mi dice Jack avvicinandosi e lo tiro sotto braccio

“Va bene, scusatemi la prossima volta mando gli annunci per televisione” gli dico mentre prendo Bella dalla mano e mi tiro i ragazzi dietro verso scuola sempre sotto gli occhi basiti di tutti… oh si, questo si che è un bel rientro a scuola!!

“Signor Cullen, sono molto felice di vedere che si è ripreso. Spero che la sua guarigione sia andata bene” mi dice il professor Banner quando entro in aula

“Grazie professore, si è andato tutto bene” gli rispondo sorridendogli e poi vado a sedermi al mio banco con Bella, non è che mi piaccia avere così tante attenzioni, insomma sono sempre io, però il fatto di rivedere tutti dopo quasi due mesi interi mi rende sopportabile verso tutto e tutti

“Ehy Ed” mi chiama Ben dietro di me una volta che la lezione è iniziata e io mi giro lentamente insieme a Bella, pure se lei sta ridendo

“Dimmi” rispondo subito guardando però confuso la mia ragazza che scrolla le spalle sempre ridendo a bassa voce

“All’ora di pranzo ci sarà una bella sorpresa per te” mi dice sogghignando e pure se rimango perplesso non chiedo altro mentre seguo la lezione.


(Pov Charlie)

“Capo Swan abbiamo avuto una segnalazione della banda Volturi, ci hanno informato che hanno trovato uno dei loro covi tra il nostro confine e quello di Seattle… E se abbiamo fortuna i capi dovrebbero essere lì proprio in questo momento” mi avvisa Charles entrando di botto nel mio ufficio e rischiando di inciampare e sbattere il naso sul pavimento

“Quante volte ti ho detto di non correre” sbuffo irritato e perplesso, ma tutti a me sono capitati i pazzi

“Mi scus..” cerca di dire

“Lascia stare, vai subito a organizzare tutte le pattuglie che abbiamo pronte, invece” lo interrompo

“Si, subito” dice ed esce velocemente

“Non correre” gli grido un’altra volta ma questa volta mi sa che non ha sentito, così sbuffando premo il bottone del ricevitore

“Si capo” risponde subito Nelson

“Ho bisogno che chiami subito la polizia di Seattle, facci dare il permesso per arrestare dei criminali nei loro confini e vedi se per caso possono aiutare anche loro con le loro pattuglie” gli ordino

“Subito signore” esclama e interrompo la chiamata, se tutto va bene oggi sarà un giorno da ricordare.


(Pov Emmet)

“Chi è la principessina del papà? Eh, chi è?” gioco la mia piccolina che fa dei rumorini mentre le cambio il pannolino, mentre il fratello dormiva ancora beatamente nella sua culla

“Ma come siamo teneri oggi” mi prende in giro una voce familiare e faccio una specie di ringhio

“Sparisci nana” scherzo guardandola sorridente, ormai da quando Edward è tornato a casa siamo tutti più rilassati e felici, c’è un’aria diversa ora

“Ma quanto sei antipatico” mi dice e mi fa spostare mentre prende in braccio Lizzie, io la guardo offeso

“Ehy” ribatto subito ma non continuo a brontolare perché lei mi fa segno verso la porta, incuriosito guardo e vedo un piccolo pacco

“L’ha portato poco fa il postino, il pacco è per Edward mentre la lettera attaccata sopra è per noi due. Non l’ho ancora letta, lo volevo fare solo con te” mi dice e incuriosito prendo sia il pacco che la lettera

“Allora direi di leggerla” dico mentre esco e vado nella camera di Ed per poggiare il pacco sul suo letto e, sempre lì, ne approfitto per sedermi sul letto e aprire la lettera mentre anche Aly mi raggiunge sul letto e guarda pure lei la lettera ormai aperta


Cari Emmet e Alice,
il mio nome è Benjamin, non so se vostro padre vi ha mai parlato di me comunque io sono uno dei suoi migliori amici e anche il fratello di Edward Parker, forse ne avete sentito parlare di lui.
Comunque verso fine Novembre mi è arrivata una lettera di vostro padre che mi chiedeva di mandare le tre lettere per vostro fratello entro i primi di Gennaio.
Infatti sono tutt’e tre nel pacco, pure se non se c’è altro dentro perché non l’ho mai aperto.
Spero comunque che stiate tutti bene e lasciatemi dire che sono molto dispiaciuto della situazione in cui vi siete trovati.
Spero un giorno di potervi sentire o vedere di persona….
Cordiali saluti Benjamin Parker


“Pensavo dovessimo andare fino in Egitto a prenderle. Infatti stavo aspettando che Edward si ristabilisse in modo che potessimo andare” dico perplesso, non mi aspettavo una cosa del genere

“Meglio almeno vi ha risparmiato la fatica” scherza lievemente mia sorella pure se i suoi occhi sono diventati un po’ tristi come ogni volta che si nomina nostro padre

Mi sembra ancora difficile pensare che lui si voleva far odiare da noi solo per proteggerci, e ancora adesso sono arrabbiato del fatto che, se lui ci avesse confessato tutto forse niente di quello che è successo sarebbe accaduto, forse né io, né i miei fratelli, avremmo sofferto più di tanto ma è inutile pensare al passato ora …. Pure se pensare a questo fa comunque male!

“Chissà cosa ci sarà scritto in quelle lettere” dice pensierosa e incuriosito anch’io guardo la scatola

“Non lo so, ma prima è il dovere di Edward leggere. Poi se vorrà le leggeremo anche noi” le dico sicuro ora vedremo cosa succederà quando arriva.


(Pov Edward)

“Vi odio” brontolo mentre mi trascinano chissà dove Le lezioni sono finite poco fa e ora in teoria dovremmo andare in mensa per pranzare ma, pure se questo vale per tutti, si vede che oggi non vale per me dato che , i miei adorati amici, hanno deciso di bendarmi e trascinarmi chissà dove

“Si anche noi ti vogliamo bene” mi risponde Richard

“Dai siamo arrivati” mi consola Bella pure se la sento sorridere felice

“Ma almeno mi dite dove stiamo andando?” chiedo sbuffando, lo sanno che non amo le sorprese

“No, e poi siamo quasi arrivati” mi dice e continuano a tirarmi quando a un certo punto si bloccano e mi tolgono la benda

“Ragazzi siamo davanti alla mensa. Che c’è di speciale?” gli chiedo confuso guardandoli e alzano le spalle

“Sappi solo che per colpa tua abbiamo organizzato il tutto nelle ultime due ora quindi non lamentarti se non è venuta bene” mi dice Jack mentre Bella mi abbraccia da dietro e mi spinge verso la porta

“Apri dai” m’incitano e sospirando, dopo avergli lanciato un’ultima occhiataccia, apro la porta

“Bentornato” mi circondano le urla di tutti gli studenti battendomi le mani, sorpreso guardo pure tutti i palloncini che sono stati collocati per tutta la sala e il grandissimo manifesto con su scritto
“bentornato super Edward”

“Ma cosa?” chiedo sorpreso mentre mi sento spingere ancora più dentro

“Pensavi che non saresti mancato a nessuno vero? Ti sbagli invece, sei mancato a tutti … quasi” mi dice Angela dandomi un bacio sulla guancia

“Super Edward?” chiedo sempre curioso guardando Bella e Jack soprattutto

“Senti hai resistito a quegli assassini, sei tornato dopo essere scomparso per due mesi.. e poi sei sempre stato l’unico che ha sempre affrontato Black e i suoi… sei un eroe per tutti, e lo eri ancor prima di ottobre” mi dice Ben

“Ma…” inizio a dire ma Bella m’interrompe subito baciandomi “Ora finiscila di lamentarti e vai a salutare tutti” mi dice sorridente e poi mi tira verso tutti gli altri che iniziano a salutarmi con abbracci e baci … chi si aspettava una cosa del genere? Io di certo no.

“Cavolo grazie a tutti, davvero grazie” dico ad alta voce in modo che tutti mi possano sentire soprattutto guardando i miei amici, mentre passo velocemente la mano sugli occhi per togliere quelle poche lacrime di commozione che stavano per uscire

“Amore sei tornato finalmente” sentì gridare dall’altra parte della stanza, subito riconobbi la prima voce che non mi sarebbe mancata affatto .. cioè quella di Jessica Stanley che stava correndo verso di me

“Ecco ci risiamo” sentì borbottare da Jack e pure io sospirai con lui mentre preoccupato guardavo Bella, sorpreso però sentì pure i sospiri degli altri ragazzi presenti nella stanza

“Vedo che ormai nessuno la sopporta” sogghigno ma, prima che Jessica possa raggiungermi completamente, e prima che Bella possa fare qualcosa, una voce odiosa interrompe i festeggiamenti

“Cullen non pensavo di rivederti da queste parti” mi dice Black avanzando verso di me con i suoi amichetti

“Sai com’è, chi non muore si rivede” lo prendo in giro usando la stessa battuta che lui usava con me ogni volta

“Dici bene, allora com’è stata la tua lunga vacanza dopo Halloween?” mi chiede invece Clive

“Molto movimentata devo dire e anche pericolosa. Di certo non come fare una vacanza alle Hawaii lì sarebbe molto più rilassante” scherzo, perché devo prendere le cose che dicono sul serio, ogni volta ci sono sempre rimasto male .. ma ora è il momento di cambiare

“Non pensare che, solo perché sei sfuggito alla morte, tu possa essere considerato forte … sei sempre una mezza calzetta” mi dice Black con voce fredda e socchiudo gli occhi, pure se continuo a sorridere

“Io non ci penso affatto, anzi mi sembra strano che tu abbia pensato una cosa del genere, non sapevo sapessi pensare” rispondo e lo vedo avanzare verso di me

“Abbassa il tono moscerino, non ti conviene scherzare con me” sbotta e vedo Jack e Mark avanzare, subito li blocco con le mani mentre faccio spostare leggermente Bella

“Sennò che fai mi prendi a pugni? Sai Black usare le mani non è una cosa di cui andare fieri” gli dico mettendo un piede avanti per fargli capire che non mi sarei tirato indietro

“Per te, per me è il modo di comandare” mi dice e questa volta viene completamente verso di me

“Davvero? Allora spero non ti dispiaccia se io faccio questo” gli dico sorridendo ancor di più mentre, approfittando del fatto che si è avvicinato ancor di più, gli tiro una ginocchiata a sorpresa nello stomaco per poi prendergli un braccio e girarglielo quasi tutto

“Allora che ne dici?” gli chiedo continuando a tenergli stretto il braccio e vedo Clive avanzare pure lui verso di me

“Su fallo, rompimi il braccio, così poi vedremo chi è il cattivo” mi dice gemendo sotto la stretta da una parte sarei tentato di romperglielo ma, io non sono lui, così di scatto lo butto contro Clive che, dato che è stato preso di sorpresa, cade all’indietro insieme all’amico

“Potete dire tutto quello che volete, fare tutto quello che volete, ma d’ora in poi nessun’altro soffrirà per colpa vostra, nessun’altro si sentirà minacciato da voi … E soprattutto da domani io vi terrò d’occhio, quello che hai sentito ora non è niente in confronto a quello che potrò farvi” gli dico seriamente e credo che la mia voce sia anche diventata fredda mentre, sorprendentemente, vedo una strana luce nei loro occhi… sarà paura?

“Non sei un eroe” mi schernisce Clive e sorrido amaramente

“Infatti e né lo voglio essere. Sono solo un ragazzo, una persona che ha dovuto vivere con disagi, malattie, un ragazzo che pensava di non meritare l’amore delle persone, e anche facile d’aggirare da persone come voi. Sono solo un ragazzo che in solo diciott’anni ha dovuto vivere una situazione che voi sicuramente non immaginate e che, anzi, avete contribuito a peggiorare. Ma non mi fate più paura, ho visto mio padre e mia madre morire per colpa di persone che sono come voi e non voglio che accada più niente del genere. Se per bloccarvi devo sembrare un altro bullo, va bene, ma almeno avrò il piacere di bloccarvi” gli dico e nella stanza non si sente più niente, do un’occhiata in giro e vedo tutti sorpresi e intimoriti dalle mie parole tranne Bella che mi sorride orgogliosa e viene da me prendendomi la mano

“Ma questo non accadrà, non sarai un bullo solo perché li vuoi bloccare, e io ti aiuterò, fino a Giugno faremo in modo che non ci siano altri attacchi di violenza da parte loro” mi dice e poi mi abbraccia mentre felice la stringo di più sapevo che su di lei posso sempre contare

“Noi logicamente vi aiuteremo” ci dicono Jack e Ben insieme mentre anche gli altri annuiscono in appoggio

“Grazie ragazzi” sussurro a bassa voce e solo Bella mi sente dato che mi bacia subito

“Allora che aspettiamo … La nostra rivoluzione inizia ora… Al mio tre scatenate l’inferno” grida Jack e lo guardo sorpreso

“Uno” dice e nei volti di tutti vedo un sorriso strano mentre Bella inizia a ridere sulla mia maglietta

“Due” continua subito e vedo Black e Corrigan alzarsi subito confusi mentre si univano alla loro combriccola

“Tre… Adesso” gridò e in un secondo vidi del cibo volare da tutte le parti verso i bulli che, solo dopo aver capito che stava succedendo, iniziarono a scappare dalla mensa

“Ehy dove andate non abbiamo ancora finito” gridò Mark mentre io iniziai a ridere come un matto e guardai la mia ragazza che mi fece l’occhiolino prima di allontanarsi leggermente da me

“Che fai?” gli chiedo sorpreso e un po’ offeso non volevo che mi lasciasse

“Guarda… Ehy Stanley” chiamò e alzai gli occhi, mi sembrava strano che ancora non avesse detto niente sul fatto che Jessica stava venendo a salutarmi

“Che vuoi Swan?” gli chiese in modo brusco

“Perché non raggiungi Black? Credo che siete una coppia davvero imbattibile insieme” la prende in giro e in quel momento vedo che Angela gli passa un pezzo di torta al cioccolato, presa chissà dove, e che tiene nascosta dietro la schiena

“Non sono affari tuoi, pensa solo a stare lontana dal mio dolce Eddy” le dice ma non fa in tempo a chiudere la bocca che si ritrova in faccia la cioccolata che gli cade pure sul vestito

“Ops scusa mi è scappata … E per la cronaca è il mio ragazzo ” le dice perfidamente e lì riscoppio a ridere mentre vedo Jessica urlare e scappare dalla mensa

“Brava Bella” gli dice Marika mentre lei viene di nuovo ad abbracciarmi e tutti gli altri ridono

“Sei tremenda”

“Lo so, ma è anche per questo che mi ami” mi dice sorridendo

“Ovvio, è sarà anche per questo che diventerai mia moglie” le dico stringendola e subito mi guarda sorpresa mentre tutti si fermano di botto

“Cosa?” si scosta leggermente e quasi rido per la sua espressione, ma non voglio rimandare quello che volevo fare a Natale

“Certo perché, se ancora tu non l’avessi capito, diventerai una Cullen” le dico prendendole le mani mentre la vedo completamente sconvolta … spero in positivo

“Io la futura signora Cullen?” mi richiede sorpresa e decido di fare quello che ormai volevo fare da Natale così m’inginocchio e dalla tasca dei miei pantaloni prendo una piccola scatoletta

“Isabella Swan, so che forse ti sembrerà troppo presto oppure ti sembrerà una cosa da matti e prometto di aspettare anche dopo l’università, pure se vorrei che accadesse subito però ripeto posso aspettare. Ma se prometto di amarti ogni singolo secondo della mia vita, se prometto di amarti ogni giorno sempre di più e di cercare di renderti felice nonostante le difficoltà, mi concederesti lo straordinario onore di diventare mia moglie e rendermi la persona più felice del mondo? Bella mi vuoi sposare?” le chiedo mentre nello stesso momento le metto l’anello al dito aspettando impaziente la sua risposta

Vedo nei suoi occhi un sacco di sentimenti, la sua bocca è ancora sul sorpreso mentre sento l’aria raffreddarsi e non si sente neanche un minimo rumore, forse è ancora troppo presto, forse ho sbagliato forse

“SI” sentì pronunciare e subito alzai gli occhi sorpreso, davvero aveva detto di si?

“Come scusa?” le chiesi infatti e lei mi sorrise con le lacrime agli occhi mentre si inginocchiò davanti a me

“Si, si, si” mi ripete abbracciandomi di slancio mentre io inizio a ridere, insieme a lei, sia per sollievo che per felicità

“Ti amo” le dico subito prendendogli il viso e guardando i suoi bellissimi occhi cioccolatosi pieni di lacrime di gioia “Anch’io amore mio” mi dice e ci baciamo con passione mentre intorno a noi scoppiano urla e applausi …. È ora di cambiare vita, è ora di essere felici finalmente!!




Holàààà
“Ed eccoci qui finalmente con un capitolo maledetto, è stato complicato scriverlo”
“Emmy non l’hai scritto tu, comunque spero vi sia piaciuto e che possiamo avere il vostro perdono sull’enormissimo ritardo che abbiamo fatto”
“Sai che ti dico? Che questo capitolo lo inserisco tra i miei preferiti”
“Ben detto Aly, chissà quando Edward lo dirà a noi fratelli che si sposa… Eh Eddy?”
“Emmy non sono io che scrivo, non so cosa dirà l’autrice”
“Ok ok cattivone. Non vedo l’ora di vedere Edward che parla di persona con Aro…”
“Emmet”

Ecco come al solito non sai tenere la bocca chiusa”

“Tu zitta”

“Ragazzi non iniziate. Allora ci vediamo al prossimo capitolo sperando che continuerete a seguirci”
“Kiss”

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Capitolo 81
*** Lettera di una madre ***


                                                                                            Lettera di una madre



(Pov Edward)

“Ragazzi che giornata faticosa, ma comunque sono felice di aver sistemato quegli imbecilli” dice Jack mentre usciamo tutt’insieme da scuola

“Come darti torto, oggi è stato proprio movimentato, diciamo che l’anno sta iniziando bene” dice Richard mentre prende le chiavi dal suo giubbotto

“Però Eddy potevi risparmiartela la scena romantica” scherza Mark

“Siete solo gelosi” scherzo facendogli la linguaccia mentre stringo la mano di Bella

“Oh certo, proprio…” inizia a dire Jack e Bella lo guarda male

“Che vorresti dire?” gli chiede minacciosa e lui indietreggia mentre gli altri ridono

“Assolutamente niente, comunque ci vediamo domani ragazzi, mi stanno aspettando a casa” ci dice allontanandosi

“Si certo fifone a domani” lo prendiamo in giro ridendo e nel frattempo saluto anche gli altri che si allontanano per poi fermarmi e salutare Bella con un bacio

“Ci sentiamo più tardi” mi dice Bella dopo il bacio

“Certo, a dopo” le rispondo e poi ci separiamo per andare alle nostre rispettive macchine, non mi piace mai separarmi da lei ma, almeno da oggi, ho davvero la certezza di poterla rivedere.

Non faccio neanche in tempo ad accendere il motore che mi squilla il telefonino in tasca così, mentre con una mano inizio a muovere il volante, con l’altra rispondo al telefono senza guardare chi mi sta chiamando

“Pronto?” chiedo subito e sento subito una voce familiare

“Edward? Sono Charlie Swan” mi sento dire e subito scatto sull’attenti sempre, però, facendo attenzione alla strada

“Ispettore salve, mi dica, è successo qualcosa?” chiedo subito non capita tutti i giorni di ricevere una chiamata dall’ispettore della polizia

“Prima di tutto volevo sapere come stavi. Ho saputo poco fa dai tuoi fratelli che hai ricominciato la scuola” mi dice amichevolmente

“Sto bene grazie mi sono ripreso alla grande pure se qualche volta ho un leggero mal di ossa, ma tutto sommato sto bene” gli rispondo
“Ottimo ne sono felice” mi dice e sento vera sincerità nella sua voce

“Grazie ma, mi scusi, ha detto che ha parlato con i miei fratelli?” gli chiedo curioso

“Oh si avevo chiamato per comunicare a tutti voi una cosa ma, appena ho saputo che tu eri a scuola, ho avvisato solo loro e gli ho detto che ti avrei chiamato io personalmente” mi spiega

“Capisco, mi dica allora” gli dico e lo sento sospirare

“Volevo avvisarti che abbiamo preso Aro, Caius e Marcus Denali”

“Cosa? Davvero?” gli chiedo sorpreso, sapevo che li stavano cercando ma non pensavo che li trovassero così presto

“Si, ora sono qui in centrale nella stanza degli interrogatori e sia io, che i tuoi fratelli, pensavamo …. Che volessi parlarci di persona” ammette ma sento un tono sconsolato e preoccupato nello stesso tempo

“Potrei?” gli chiedo curioso, non ho mai pensato al fatto di parlarci di persona, quindi non mi sono proprio soffermato su questa possibilità soprattutto perché, l’incontrarli, avrebbe significato la mia morte

“Non concedo a tutti questa possibilità ma per te posso fare un’eccezione soprattutto perché so quello che ti hanno fatto passare…. Solo, ti avviso, non ammetto liti e il tempo a disposizione sarà pochissimo” mi spiega serio e ci penso su: cosa potrei mai chiedere a dei pazzi assassini?

“Quando potrei venire?” gli chiedo nel frattempo

“Anche subito, entro domani pomeriggio, poi verranno mandati nella prigione di Seattle”

“Capito, allora .. sto arrivando” gli dico, meglio prima che dopo

“Bene, ci vediamo qui ” mi dice e poi chiude la chiamata, nel frattempo, invece di prendere la strada per casa mia, prendo quella per la centrale di polizia mentre compongo il numero di mio fratello che risponde dopo qualche minuto

“Ehy Eddy, fammi indovinare stai andando alla centrale di polizia vero?” mi chiede subito e rimango perplesso per poi sogghignare leggermente, era ovvio che sapesse le mie mosse

“Si infatti ti volevo avvisare ma vedo che lo sai già”

“Si e ti dirò che, mentre gli altri sono a casa, io sto raggiungendo la centrale, ci vediamo lì” mi dice e poi chiude il telefono senza neanche farmi rispondere, quindi anche lui sta venendo, forse ci vuole parlare anche lui?
In solo quindici minuti mi ritrovo davanti alla centrale di polizia e mentre esco dalla macchina noto sugli scalini mio fratello, con Carlisle e Bella, che mi aveva mandato un messaggio per dirmi che veniva in centrale con suo padre

“Com’è andato il rientro Eddy?” mi chiede Emmet un po’ giocosamente e lo guardo male

“Non chiamarmi Eddy, comunque dov’è Charlie?” chiedo guardandolo

“Ci aspetta dentro” mi risponde Carlisle invece e insieme entriamo, appena metto piede dentro noto subito Charlie parlare con un collega per poi farci segno di raggiungerlo

“Sei proprio sicuro di volerci parlare?” mi chiede Bella preoccupata, attaccata al mio braccio, senza farsi sentire dagli altri, mi giro a guardarla e la vedo un po’ spaventata dalla situazione

“Si, non ti preoccupare qui siamo circondati dagli agenti di polizia” scherzo mentre raggiungiamo finalmente anche noi due Charlie che ci aspetta pazientemente insieme a Emmet e Carlisle, che l’hanno appena raggiunto

“Ispettore” lo saluto una volta raggiunto mentre Bella lo abbraccia leggermente

“Edward è un piacere rivederti in piedi” mi dice dandomi la mano che stringo subito con la mia “Anche per me è un piacere rivederla” gli dico sorridendo leggermente

“Bene, smettiamola con questi convenevoli, passiamo all’azione” ci interrompe subito Emmet e sospiro esasperato, almeno io provo a essere gentile

“Bene direi di toglierci questo sassolino dalla scarpa. Carlisle per caso vuoi entrare pure tu? Oppure ascolti da dietro la vetrata insieme a Bella?” chiede al fratello e Carlisle mi guarda leggermente prima di rispondergli

“No Charlie, sento da fuori insieme a Bella” gli risponde

“Ok come vuoi, allora seguitemi” ci dice e lo seguiamo fino a una porta blindata, poi manda Bella e Carlisle attraverso la porta accanto a questa, mentre io e Emmet aspettiamo fuori impazienti e continuiamo a fissare la porta blindata

“Ehy Ed” mi chiama Emmet e lo guardo leggermente prima di risponderli

“Dimmi” gli dico ma non sento niente a parte un sospiro dopo qualche secondo

“Niente… lascia stare” mi dice enigmatico e sto per dirgli qualcosa quando, invece, ci raggiunge Charlie

“Allora ragazzi mi raccomando mantenete la calma e state tranquilli, dentro ci sono quattro dei miei agenti per qualsiasi cosa, i tre sono legati solo ai piedi quindi mantenetevi a una distanza che non vi possono raggiungere con le mani .. io ora entrerò nell’altra stanza appena siete pronti aprite la porta ed entrate” ci spiega guardandoci attentamente

“Va bene, grazie Charlie” gli risponde Emmet e con un ultimo accenno se ne va nella stanza

“Tieni queste” mi dice appena Charlie sparisce dalla nostra vista, subito abbasso gli occhi e vedo che mi porge due lettere mezze aperte

“Cosa?” gli chiedo solamente guardandolo e sospira

“Ti ricordi quelle lettere che dovevamo prendere in Egitto? Ecco Benjamin ce le ha spedite. Così ho deciso di portartele. Io e Alice volevamo aspettarti per leggerle ma non ce l’abbiamo fatta e comunque sono indirizzate soprattutto a te…. Quella di papà poi la sai già perché praticamente è tutta la storia come te l’ha raccontata lui, aggiunge solo qualche particolare in più…. E se vuoi saperlo alla fine per salutarti ha usato le stesse parole con cui ti ha detto addio prima di uccidersi ” mi spiega e subito prendo le lettere dalle sue mani per poi guardare subito alla fine della lettera di mio padre e accorgermi che sono davvero le stesse parole che ha detto prima di spararsi e che non dimenticherò mai
:“Tranquillo sarò sempre vicino a te, però questo è l’unico modo per salvarti…. Addio figlio mio”

“Perché me le stai dando ora, invece di aspettare che torniamo a casa?” gli chiedo incuriosito e lui sospira

“Pensavo volessi leggere quella di mamma almeno prima di parlare con quei bastardi, ma fai come vuoi…” scrolla le spalle facendo l’indifferente , io invece abbasso gli occhi e guardo verso la l’altra lettera, e poi guardo mio fratello che sta guardando da tutt’altra parte

“Senti Em… potresti” inizio a dirgli imbarazzato ma subito mi interrompe

“Chiamo un secondo Rosalie tu intanto se vuoi leggila, arrivo subito” mi dice e si allontana subito, lo posso ancora vedere però sono felice che abbia capito che voglio stare da solo mentre leggo la lettera, poi prendendo un bel respiro abbasso gli occhi e li fisso sulla lettera:

 
Mio piccolo Edward,

Se stai leggendo questa lettera allora vuol dire che purtroppo io non ci sono più, ma anche che tu sei grande e spero che sei riuscito ad affrontare le difficoltà con cui hai dovuto vivere per colpa nostra.
È difficile pensare al fatto che, a parte questi nove mesi che sei dentro di me, non potrò mai vederti, baciarti o abbracciarti, e so che anche per te non è stato sicuramente facile, l’aver saputo la scorsa settimana che molto probabilmente saresti nato morto o che potresti morire ancor prima che tu cresca mi addolora tantissimo, ma so che se stai leggendo questa lettera allora sei vivo, è forse la tua malattia non c’è più.
Credimi non ti avrei mai voluto lasciare ma purtroppo la vita ci riserva sempre sorprese, ostacoli imprevisti, dobbiamo sempre fare i conti con le nostre azioni e i nostri pensieri ma se, al nostro fianco, abbiamo le persone giuste, quelle che ci amano fino in fondo, allora si può affrontare il tutto;
Alla fine il sapere che ti sto lasciando con tuo padre e i tuoi fratelli mi rasserena un po’ perché so che loro farebbero di tutto per te, so che ti amano fino in fondo, forse non penserai questo di tuo padre ma sappi che lui ti, vi, ama siete tutto per lui e sono sicura che continuerà a sacrificarsi per voi se vi vede in pericolo se pensi che abbia sbagliato, che si sia comportato male pensa che è anche il modo in cui mi sono comportata io: io che potevo far finta di niente e non mettere né tuo padre né voi nei guai, io che ho lasciato orfani di madre tre bambini, di cui uno appena nato…..
Gli errori che ha fatto tuo padre sono niente in confronto ai miei, lui almeno vi è rimasto vicino, io no, io sono solo riuscita ad abbandonarvi invece di cercare di mettere a posto le cose forse le ho anche peggiorate e non mi perdonerò mai per questo ..
Ricordati però che nonostante tutto non vuol dire che io non sia vicino a te, io sono sempre lì a guardarti pure se non mi puoi vedere, sicuramente sarai un ragazzo fantastico e meraviglioso, sicuramente potrai avere tanti amici e potrai trovarti una bellissima ragazza che, spero, ti ami con tutta se stessa…
Pure se sei ancora qui dentro di me, so che le tue decisioni future saranno giuste, dettate dalla bontà, dal coraggio e dall’amore, e dentro di me credo pure che avrai una forza unica pure se, ricorda, soffrire davanti agli altri non vuol dire essere deboli, molte volte ho ripetuto questo a tuo padre: ma lui è sempre stato un testone e si è preoccupato sempre degli altri invece che di se stesso, ma alla fine chi sono io per criticarlo se anche io sono come lui?
In questi giorni, mentre penso a te e al tuo futuro ti vedo come un ragazzo gentile, affidabile, forte, altruista e simpatico, con occhi verdi e capelli bronzei proprio come i miei, dato che tutt’e due i tuoi fratelli hanno preso gli occhi e i capelli di tuo padre, ti penso a scherzare con i tuoi fratelli mentre tornate a casa, oppure che torni a casa tardi facendoci arrabbiare o, anche, ti penso mentre chiedi consigli a tuo padre e a tuo fratello per il tuo primo appuntamento :una realtà ben diversa da quella che potrebbe essere, ma questo è il mio sogno per te, per voi, un sogno dove egoisticamente mi voglio includere anch’io…
Edward, tesoro, ti voglio scrivere le stesse parole che ti dico a voce ora che ancora sei dentro di me: non mollare mai, abbi sempre fiducia in te, nella tua famiglia e in chi ti ama, abbi pazienza, speranza, cerca di saper perdonare anche, pure se questo è molto difficile da fare, ma soprattutto continua ad andare avanti nonostante le difficoltà, e se non ci riesci da solo non avere paura di chiedere aiuto… e ricordati che io sarò sempre con te.
Ci sono un sacco di cose che vorrei ancora scrivere e dirti ma prenderei troppo tempo e non ho tante ore per fare questo, sappi solo che ti ho sempre amato fin da quando ho saputo di aspettarti e che, nonostante tutto, continuerò ancora a farlo…. E non provare a darti la colpa per la mia morte o cose del genere sennò appena ci rincontreremo, spero il più tardi possibile, avrai tante botte sul culetto, così come facevo con Emmet quando combinava qualche guaio, e mi raccomando tienili un po’ d’occhio quei combina guai.
A proposito ricordati anche quest’ultima cosa: qualunque cosa succede non guardare mai indietro, lascia stare il passato, e concentrati soprattutto al pensare al presente e al futuro.

 Ti voglio bene angelo mio, con affetto la tua mamma.

“Anch’io ti voglio bene” singhiozzo mentre le lacrime continuano a scendere e a bagnare il foglio, non sapevo cosa aspettarmi dalla sua lettera, ora che ci penso fino a qualche mese fa non pensavo neanche che lei mi avesse scritto una lettera e soprattutto non immaginavo il suo contenuto: cioè tanto amore per me…..

“Ehy fratellino” sento la voce di Emmet e nello stesso momento mi sento circondare da due braccia mentre la mia testa viene spinta verso il petto di mio fratello, alzo brevemente gli occhi per incontrare i suoi e li vedo lucidi ma nello stesso tempo premurosi

“Emmet…” dico soltanto vorrei cercare di dire altro, ma non so neanch’io che cosa, così avvolgo pure io le mie braccia intorno a lui e lo stringo

Non so bene per quanti minuti restiamo in questa posizione, io a piangere e bagnargli la maglietta e lui continuando a stringermi e accarezzandomi i capelli , so solo che, proprio Emmet, a un certo punto mi stacca e mi guarda negli occhi asciugandomi un po’ di lacrime con le dita

“Allora che ne dici di andare a parlare con quei luridi bastardi? O meglio non è che io gli voglia dire qualcosa, ma almeno li vorrei vedere in faccia così che li possa sputare” mi chiede ghignando e non posso far altro che rispondere al sorriso anch’io

“Va bene… andiamo” dico deciso rispondendo anche al sorriso, non volevo domandare niente a quei bastardi ma anche solo il fatto di poterli vedere di persona senza rischiare la vita mi faceva incuriosire.

Lasciai entrare mio fratello per primo mentre continuavo a guardare la porta, secondo mamma devo lasciare stare il passato, e così farò se servirà davvero … ora entrerò li dentro, li guarderò, se mi va gli chiederò qualcosa e poi richiuderò la porta alle mie spalle e per me questo cassetto diventerà chiuso…
Nel mio presente, e nel mio futuro, ci sono solo Bella, Emmet, Alice, Jasper e Rosalie, Elizabeth, Eddy e Christian, i signori Swan, i miei amici e in modo diverso ci saranno sempre i miei genitori…
Prendo un ultimo respiro mentre entro per chiudere definitivamente la parte più brutta del mio passato

Da oggi io, Edward Cullen, figlio di Elizabeth e Richard Cullen, due persone meravigliose, fratello di Alice e Emmet Cullen e fidanzato di Isabella Swan, ho deciso di iniziare a guardare il futuro in modo diverso, non potrò scordare il passato ma continuerò a vivere al massimo delle mie possibilità e delle mie volontà sapendo che al mio fianco potrò sempre trovare un appoggio fidato è con la speranza che ora si apra una nuova e bellissima fase della mia vita.




Holàààà

“Ok è con quest’ultimo capitolo possiamo considerare chiusa la nostra storia”

“Autrice mi stai dicendo che questo è l’ultimo capitolo della storia?”
“Si Emmet”
“Quindi il prossimo sarà l’epilogo?”

“Si Eddy”
“Quindi poi non torneremo più?”
“Mi dispiace ma si voi non ci sarete più”
“Ma non avevi detto che mettevi anche degli extra?”
“Non credo di riuscire a metterli, comunque con l’epilogo, che spero di postare entro due settimane, la storia verrà definita completa se poi deciderò di mettere qualche extra si vedrà”
“Capito quindi noi due dobbiamo salutare definitivamente adesso?”

“No nel prossimo capitolo saluterete con me alla fine”
“Benissimo”
“Ok ma per ora chiudiamo. Nostre care lettrici grazie per averci seguito fino alla fine di questa storia, speriamo il capitolo vi sia piaciuto e speriamo anche che commenterete”
“Scusatemi come sempre per il ritardo e ci sentiamo all’epilogo”
“Alla prossima”
“kiss”

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Capitolo 82
*** Epilogo:dopo il buio c'è sempre la luce ***


                                                                            Epilogo: dopo il buio c’è sempre la luce




(Pov Bella)


“Quindi papà ha parlato con quei cattivoni?”

“Si ci ha parlato” rispondo solamente

“Ma poi che è successo?” e rido delle domande della mia piccola, ma curiosa, Emily che, da due giorni, vuole sapere tutta la storia da quando ci siamo incontrati io e suo padre fino ad adesso…

Sono passati 14 anni da quando abbiamo finito il liceo è da quando Edward ha deciso di chiudere il cassetto del suo passato definitivamente, le nostre vite hanno continuato a rimanere intrecciate nonostante le strade che abbiamo preso rischiavano di separarci, ma tutto è andato bene …
Io sono diventa una scrittrice famosa, per anni sono stata indecisa sul cosa fare ma poi ho capito cosa faceva davvero per me è, pure se ci sono stati alti e bassi in questo mio percorso, con l’aiuto di tutti i miei cari sono riuscita anche a scrivere qualche libro che è andato benissimo;
Edward, intanto, si era laureato in Medicina a 23 anni, all’università di Harvard e dopo tre anni è riuscito ad avere la specializzazione in Pediatria, realizzando così uno dei suoi sogni, ed ora è uno dei più bravi pediatri della città di Chicago..
Si avete capito bene, ho detto proprio Chicago….
Ci siamo trasferiti qui 6 anni fa dopo che Edward ha trovato lavoro nell’ospedale della città, così ora abitiamo nell’ex Villa Masen che, di conseguenza, è diventata Villa Cullen, abitare qui a Chicago purtroppo non mi consente di vedere i miei genitori, e i miei cognati, se non nelle vacanze, sempre se Ed riesce a prendersi qualche giorno di ferie e quindi possiamo andare a Forks sennò vengono tutti qui.

Nel frattempo, due mesi dopo la laurea di Edward, ci siamo sposati in una chiesetta nella periferia di Seattle, non è stato proprio un matrimonio in grande, abbiamo solo invitato i nostri pochi amici oltre che i nostri parenti, ma è stato comunque uno dei giorni più belli della mia vita, invece la luna di miele l’abbiamo trascorsa alle Bahamas per due mesi interi ma poi, appena ritornati, mio marito ha dovuto rimettersi al lavoro sui libri per la specializzazione, mentre nel frattempo, per avere soldi, facevamo dei lavoretti part-time.

Poi dopo solo due anni è nato, il nostro primo angelo, Richard Carlisle Cullen, un bimbetto con capelli ramati e occhi marroni, sarebbe un perfetto mix tra i due genitori se non fosse per i lineamenti del viso che sono paterni al massimo, Richard, o Ricki, è sempre stato molto tranquillo pure se, qualche volta, è un pieno di energia alla massima potenza..

“Mamma?” mi chiama mia figlia e io mi riscuoto subito dai miei pensiero per poi abbassare lo sguardo e vedere gli occhi, verde smeraldo, di mia figlia fissarmi curiosi

Emily Elizabeth Cullen invece è nata tre anni dopo il fratello, ed è esattamente il contrario di quest’ultimo, vispa e curiosa fin dall’inizio è raro vederla stare ferma anche solo per pochi minuti, Edward si mette sempre a ridere qualunque cosa combina e io mi ritrovo sempre a essere il genitore cattivo della situazione, pure se ,quando ci guarda con quel visino dolce, è impossibile sgridarla

“Cosa tesoro?” le chiedo mentre passo una mano tra i suoi capelli ramati come quelli del padre, non per niente Emmet scherza sul fatto che, se il padre era come sua madre ma al maschile, era logico che dovesse avere una figlia che gli assomigliasse

“ Ma mi stai ascoltando?” mi chiede mentre sta seduta impaziente sul divano e sto per risponderle quando sento dei piccoli passi dietro di me

“Mamma?” mi sento chiamare da una vocina dolce e sorridendo mi giro a guardare il mio piccolo Sam che mi guarda con occhi teneri mentre con le manine si tiene al bracciolo della poltrona

“Piccolo pensavo stessi giocando con tuo fratello” gli dico mentre lo raggiungo e lo prendo in braccio

“Ricki si è messo a leggere quindi sono sceso” mi dice solamente mentre si accoccola tra le braccia e sorridendo lo stringo

Samuel Edward Cullen ha solo due anni eppure ancora non siamo riusciti a capire a chi assomiglia, come aspetto è sempre un mix, capelli marroni e occhi verdi ma con delle sfilature marroni vicino alla pupilla, il carattere, invece, sembra una via di mezzo tra il fratello e la sorella, cioè molto curioso ma anche molto tranquillo

“Ora continui a raccontarmi?” mi chiede subito Emily appena mi riseggo sul divano

“Ok ora cosa vuoi sapere?” gli chiedo divertita mentre vedo gli occhi di mio figlio concentrarsi attentamente, si è proprio come sua sorella e suo padre

“Il vostro matrimonio” mi dice solamente mentre prende la sua bambola preferita tra le braccia, ama moltissimo le bambole e le barbie infatti nella letterina per Babbo Natale ha voluto a tutti i costi sottolineare che voleva almeno due bambole e una barbie

“Mamma ma Babbo Natale avrà ricevuto le nostre lettere vero?” mi chiede Sam prima che possa iniziare a parlare e lo guardo teneramente, manca solo una settimana a Natale, è, come ogni anno ormai, le nostre famiglie ci raggiungeranno quattro giorni prima Natale e poi Emmet, pure se sbuffante, si travestirà da Babbo Natale e consegnerà i regali a tutti

“Certo che le ha ricevute, anzi secondo me i vostri regali sono già nella slitta” gli dico

“Storia, storia, storia” si lamenta invece Emily e sbuffo divertita ma nel frattempo mi cade lo sguardo sull’orologio a pendolo e vedo che sono le sette e mezzo di sera, questo vuol dire che, tra una mezzoretta massimo, mio marito è a casa… ma vuol dire anche che devo iniziare ad apparecchiare e preparare la cena

“Emi perché non vai a vedere che fa Richard in camera sua e, caso mai, gli dici di scendere…. Poi continuerò la storia, ma tra poco torna papà e io devo preparare la cena” gli dico mentre faccio sedere Sammy sul divano e in contemporanea io mi alzo

“Va bene” mi dice solamente e, con ancora la sua bambola tra le braccia, salta dal divano e inizia a correre

“Non correre sulle scale” la richiamo subito mentre sparisce completamente dalla mia vista e sospiro scuotendo la testa, spero che inizi a calmarsi un po’ prima o poi, nel mentre vedo di sottecchi Sam scendere dal divano mentre va a prendere il suo dinosauro di peluche e sorrido mentre mi dirigo verso la cucina.

Stranamente, per la prima volta in questi otto anni, passano quindici minuti in tranquillità, butto un’occhiata al salone e vedo il mio piccolo che gioca con le macchine pure se continua a tenere stretto il suo dinosauro di nome Dino, così finisco di sistemare bene il tavolo e mi decido a buttare una chiamata ai miei figli più grandi

“Richard, Emily, scendete” li chiamo ma non sento niente in risposta è un po’ mi preoccupo, hanno sempre risposto alle chiamate, pure se per caso erano solamente in bagno

“Ricki.. Emi..” ricomincio a richiamarli ma all’improvviso sento dei passi frenetici scendere le scale per poi vedere piombare improvvisamente i miei figli che si puntano il dito contro

“Mamma ,Richard dice che non m’insegnerà mai a giocare a basket” inizia subito Emily

“Non è che non le voglio insegnare ma è ancora troppo piccola e poi non mi faceva leggere” ribatte il fratello che, nei suoi soli otto anni, ama così tanto leggere che si fa fuori almeno due o tre libri a settimana

“Voglio imparare adesso, e se fai così non t’insegnerò mai a giocare a pallavolo” risponde facendo il broncio e sghignazzo in silenzio

Basket, pallavolo e baseball, sono sport normali eppure sono i preferiti dei miei tre figli: Ricki guarda sempre le partite di Basket con suo padre e, per di più, al suo quinto compleanno aveva voluto regalato un pallone da Basket con cestino compreso, Sam invece sembra che stia diventando una specie di appassionato del baseball e quest’anno ha voluto chiedere a Babbo Natale proprio una mazza da Baseball, Emily invece non so come mai gli piace la pallavolo ma, da qualche mese, ci dice che vuole entrare a far parte di una squadra di pallavolo, forse mi sa che è colpa dei cartoni che guarda su questo genere

“Emily, Richard, basta dai, possibile che dovete litigare appena ne avete l’occasione?” gli dico e quando mi guardano abbassano gli occhi

“Scusa” dicono insieme

“Bene, Emily ti va di aiutarmi in cucina?” le chiedo e lei mi sorride subito

“Certo” mi dice e posa la bambola nel suo passeggino per poi avvicinarsi al frigo

“Richard se vuoi puoi leggere un altro po’, però leggi in salone così dai un’occhiata a tuo fratello” gli dico e lui annuisce felice

“Sicuro pure se non mi va più di leggere, ma stai tranquilla terrò completamente d’occhio il mio fratellino” mi dice e ritorna in salone mentre sorrido intenerita, Richard ama completamente suo fratello, certo vuole molto bene anche a sua sorella ma sembra avere una specie di preferenza per il piccolo, chissà forse è l’amore del fratello maggiore di cui ci ha sempre parlato Emmet?

“Allora Chef Emily abbiamo solo quindici minuti di tempo per preparare e infornare una torta prima che arrivi tuo padre. Sei pronta?” le dico e lei si mette sull’attenti

“Certo che si” risponde subito mentre prende un cucchiaio di legno e io vado ad aprire il frigo per gli ingredienti..



Pov Edward)

“Lizzie promesso appena venite suoniamo insieme un nuovo spartito”

“ Evvai zio, non vedo l’ora” risponde mia nipote tutta felice mentre sogghignando mi appoggio allo schienale della sedia del mio studio

“Bene ora che ne dici di mollarmi e di andare a cenare così non dobbiamo continuare a sentire tua madre che ti chiama?” scherzo è da quindici minuti che parliamo, più che altro mi ha voluto raccontare come sta andando il suo secondo anno al liceo è, di come, si diverte a prendere in giro il gemello

“Va bene, allora ci vediamo tra un paio di giorni” mi dice contenta

“Certo, salutami tutti” le rispondo

“Ok, ciao” mi saluta e poi chiude la chiamata mentre io inizio a chiudere il mio computer però soffermandomi prima sulle tre foto dello sfondo del desktop che rappresentano, una i miei figli insieme, l’altra io e Bella, e nell’altra i miei fratelli con i miei nipoti nel giorno della nascita della piccola Susan, la secondogenita di Alice e Jasper, che è nata un anno dopo la nascita dei gemelli, e dopo l’arrivo di Christian nella famiglia.

“Ehy Edward è ora del cambio con Roger e Adam” mi dice Michael, il mio segretario e amico, aprendo la porta

“Si sto andando, hai bisogno di un passaggio?” gli dico mentre prendo il giubbotto e la mia ventiquattr’ore

“No grazie, a proposito poco fa ha chiamato Jack Arper, mi ha detto di dirti che non puoi parlare ininterrottamente per quindici minuti e non rispondere alle sue chiamate” mi dice scherzando e rido, è sempre il solito, pur essendo diventato un avvocato, bravo anche, il suo carattere è sempre quello

“Lo so ma stavo parlando con mia nipote, comunque non preoccuparti sono riuscito a mandargli un messaggio, ci sentiremo domani” scherzo mentre esco dal mio studio e lo chiudo a chiave

“Buonasera signori” sento salutarci e girandomi vedo Roger appoggiato alla porta del suo studio, Roger praticamente è il pediatra che sta di guardia notturna quando io e Shelley, l’altro mio collega, torniamo a casa dalle otto di sera fino alle otto di mattina, oppure nelle pause pranzo, oppure nelle vacanze o la domenica, certo io sono sempre a disposizione, così come Shelley, ma almeno possiamo tornare un po’ a casa

“Roger, passa una buona serata, ci vediamo domani” lo saluto e sorridendo ci risaluta per poi rintanarsi nello studio mentre io e Michael entriamo in ascensore

“A proposito capo ricordati che domani in mattinata dovrebbero venire i signori Milligan per sapere i risultati di Tod” mi ricorda all’improvviso e annuisco, domani ho una giornata completamente piena

“Lo so”

“Ricordati anche che hai promesso ai signori Barnes che saresti passato a controllare la figlia dato che gli hai detto che è meglio se non la escono”

“Ehy lo so tranquillo, non sono così vecchio da dimenticarmi le cose” scherzo mentre usciamo

“Per ora, comunque ci vediamo domani, buonanotte” mi saluta e alzo gli occhi alla sua risposta

“Buonanotte” lo saluto ed entro in macchina per poi partire e immergermi nelle strade caotiche, e innevate, della città.

Da una parte è strano pensare a tutto quello che è successo, e a come le cose sono cambiate, 14 anni fa non pensavo neanche di poter vivere e invece, ora, eccomi qua: ho una moglie bellissima, tre figli fantastici, una famiglia che amo, abito nella mia città natale e per di più mi sono laureato e ora sto facendo il lavoro dei miei sogni… meglio di così non può andare…

Certo in questi anni ci sono stati pure i colpi di scena al di fuori della nostra famiglia: Ben e Angela si sono trasferiti in Argentina, Jack durante uno dei suoi casi da avvocato ha conosciuto una ragazza, Cassie, e si sono sposati l’anno scorso, tutti gli altri miei amici hanno anche fatto progressi in quello che avevano scelto ….
Oh, è se vi interessa Jacob Black e Clive Corrigan in questo momento si trovano in carcere a scontare i loro vent’anni di prigione, diciamo che sono diventati dei perfetti ladri e assassini in giro per gli Stati Uniti ma, per fortuna, li hanno presi..

Be più o meno questa è una super sintesi di quello che è successo in questi quattordici anni ma diciamo che ho riassunto bene, l’importante è che tutto vada bene e che non ci siano problemi irrisolvibili, poi per il resto basta vivere la vita giorno per giorno, ok si, sto parlando un po’ come facevo tanto tempo fa a causa di quella malattia, però ora che ci penso da una parte devo essere grato al fatto di essere stato malato, certo ho rischiato la vita giorno per giorno, ma se non fosse stato per questo forse non sarei mai andato a Forks perché i miei fratelli avevano sentito parlare di uno dei migliori dottori degli Stati Uniti…

All’improvviso mi riscuoto dai miei pensieri notando anche di essere arrivato davanti casa e così aprendo il cancello parcheggio dentro il garage, di certo non voglio che la mia cara Aston Martin si rovini, e accosto la macchina vicino alla Ferrari di mia moglie, non le vogliamo proprio cambiare queste macchine, per poi uscire e entrare in casa

“Ciao famiglia” grido appena entro e tolgo il giubbotto appendendolo all’appendiabiti

“Papà” sento gridare dai miei figli più piccoli mentre li vedo sbucare dalla porta del salone e corrermi incontro ma, mentre Emily è più veloce ad abbracciarmi, Sam cerca di raggiungermi velocemente, pure se traballante, così, per aiuto, lo prendo da una mano e tiro pure lui nell’abbraccio

“Ehy cuccioli, avete fatto i bravi oggi o avete fatto impazzire la mamma?” scherzo mentre mi alzo con tutt’e due in braccio e vado verso il salone

“Emy ha fatto impazzire mamma, ha voluto apere tuta la storia di quando vi siete conottuti” mi dice Sam mentre faccio scendere Emily

“Conosciuti non conottuti” lo correggo sorridendo

“Eh che ho detto io?!” risponde incrociando leggermente le braccia e aggrottando le sopracciglia, e mi metto a ridere

“Papà mi vuoi raccontare del vostro matrimonio al posto di mamma?” mi chiede invece la mia principessa

“No dai Emy non ancora è da tutto il giorno che rompi… ciao papà” l’ammonisce il fratello uscendo in quel momento dalla cucina seguito dopo poco dalla madre

“Ricki le parole” lo riprende quest’ultima mentre lo abbraccio

“Dai voglio sentire la storiaaaa” si lamenta di nuovo e sogghigno

“Ora no dobbiamo andare a mangiare, quindi tutti a lavarsi le mani” ordina mia moglie mentre si avvicina in tono autoritario, pure se sorride apertamente

“Si signora” rispondono tutt’e tre e faccio scendere Sammy dalle braccia per poi vederlo correre al seguito dei fratelli, dopo di che mi giro verso Bella che subito mi bacia

“Bentornato caro” mi dice e sorrido mentre la ribacio

“Quanto mi piace avere questo tipo di bentornato ogni volta” le rispondo sincero e la faccio un po’ ridere

“Mamma, papà, quante volte vi devo ricordare che potete solo baciare me e non baciarvi tra di voi?” ci sentiamo chiedere da una voce seria e alziamo gli occhi esasperati mentre ci giriamo a guardare la nostra bimba con le braccia incrociate e un tenero broncio sul viso

“Se è per questo Emy io sono il più grande quindi ho tutto il diritto di prendere i loro baci” dice Richard scherzando e guadagnandosi un’occhiataccia dalla sorella

“No, semmai è all’inverso io sono la più piccola e quindi ho più diritto io” risponde

“Ha solo quattro anni è già parla di diritto?” scherzo, ridendo, con Bella cercando anche di non farmi sentire

“Eh si siamo proprio messi bene” mi risponde lei

“Allora io ho più diritto di tutti ad avere tante coccole dato che sono il più piccolo” dice Sammy entrando velocemente e fiondandosi subito verso di me che, abbassandomi, lo prendo subito in braccio

“Hai perfettamente ragione” risponde Bella baciandolo e prendendolo dalle mie braccia

“Non è vero” rispondo gli altri due imbronciandosi e ridendo mi butto verso di loro

“Oh non fate così, venite qui che vi coccolo quanto volete voi” scherzo mentre acchiappo Richard, e me lo metto sulla spalla mentre cerco di prendere la sorella

“Dai papà mettimi giù” si lamenta Ricki mentre prendo la sorella sottobraccio che subito si mette a ridere, nel frattempo, per un breve secondo, vedo sul mio pianoforte la foto mia e di Bella nel giorno del matrimonio: lei con un abito bianco lungo e con una fascia blu che fa il giro del sotto petto, io con uno smoking nero che la tengo stretta a me..

“Papi ti prego, fammi scendere” dice invece Emily scuotendomi dall’immagine e io rido mentre sento le risate di Bella e Sam in sottofondo

“Dai pagliacci andiamo a mangiare prima che si raffreddi tutto” dice lei andando verso la cucina e io la seguo mentre faccio scendere Ricki ma continuo a tenere la sorella

“Papà ma perché Richard ha il nome del nonno che non conosciamo?” mi chiede Emily mentre andiamo in cucina

“Be … perché di solito certe persone mettono il nome del padre ai loro figli” gli spiego mentre la faccio sedere sul suo seggiolone tra Ricki e Bella, mentre io mi seggo tra i miei due figli maschi

“Com’era nonno Richard?” mi chiede Sam e vedo Ricki guardarmi subito interessato mentre mia moglie sorride sedendosi anche lei dopo aver messo i piatti pieni davanti a noi

“Vostro nonno era una persona forte, certo non saprei mai dirvi com’era davvero non ero sempre insieme a lui ma era pure molto buono e soprattutto molto coraggioso… ecco era una specie di eroe” finisco guardandoli e loro rimangono concentrati sulle mie parole

“Ma come mai non sei mai stato tanto con lui? Se era buono perché non ci stavi insieme?” mi chiede Richard e lo guardo con un sorriso triste

“Sono successe un sacco di cose quando ero giovane, cose molto brutte che non hanno permesso a me e vostro nonno di stare insieme… però so che mi voleva bene nonostante tutto” gli dico e incrocio gli occhi di Bella che mi guarda amorevole e orgogliosa, come lo è sempre stata in tutti questi anni

“Per colpa dei cattivoni?” chiede Emily e io guardo la mia famiglia perplesso per poi concentrarmi su mia moglie che alza le spalle sorridendo

“Si per colpa di quei cattivoni piccola, sai quando ti ho detto prima che papà per un po’ di tempo è stato molto male a causa loro? Ecco vostro nonno ha salvato papà da quei cattivi” le risponde e vedo i miei figli con una luce d’ammirazione negli occhi

“Allora nonno è un supereroe” dice Sam alzando le mani felice e ridiamo tutti

“Bene ciurma ora che abbiamo constatato questa cosa, che ne dite di iniziare a mangiare?” scherzo

“Certo” rispondono tutt’e tre insieme e poi iniziano a mangiare Io intanto incrocio gli occhi di mia moglie che mi sorride, ed ecco lì che rivedo tutto quello che ho sempre visto in questi anni: l’amore, la forza, la sincerità, la dolcezza e la speranza che mi hanno dato sempre la forza di andare avanti nonostante le difficoltà che ci sono state….

Alla fine hanno ragione quando dicono che bisogna sempre avere speranza e forza di andare avanti, dopo il buio davvero ci può essere la luce … anzi no…. Dopo il buio c’è sempre la luce.
 Io sono stato così fortunato d’averla trovata e ho avuto il coraggio di seguirla finché non mi ha portato in un posto del tutto nuovo, in un posto pieno d’amore.

“Ti amo” mimo con le labbra e di risposta mi manda un bacio con la mano

“Anch’io” risponde mentre con le dita fa un piccolo cuore, e poi abbassiamo gli occhi sui piccoli, e tremendi, angeli che mangiano e scherzano tra di loro….
Chissà forse un giorno potremmo avere un altro angelo, forse un giorno per completare il tutto potremmo farli felici prendendogli un cagnolino, dato che lo chiedono sempre non cambierei mai niente di tutto quello che è successo perché in questo momento, così come spero per il futuro, tutto è così …. Perfetto.



Inizio Flashback

13 Maggio 2025

“Vuoi tu Edward Cullen prendere come tua legittima sposa la qui presente Isabella Swan, per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?”

“Si, lo voglio”

“Vuoi tu Isabella Swan prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Edward Cullen, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?”

“Si, lo voglio”

“Potete scambiarvi gli anelli e le promesse nuziali”

“Bella so che le cose non sono state facili per noi, ma so anche che insieme siamo riusciti a superare le difficoltà. Mi sei sempre stata vicino, sostenendomi e facendomi sentire veramente amato, ma ora è il momento di ricambiare il favore. Certo non posso prometterti che tutto sarà rose e fiori ma posso prometterti che ti amerò ogni secondo sempre di più in ogni singolo giorno della nostra vita, quindi …… Io, Edward, prendo te, Isabella, come mia sposa promettendo di amarti, onorarti, di essere sempre al tuo fianco, di darti una casa sicura, di proteggerti, di curarti e di restare sempre al tuo fianco finché morte non ci separi… è anche dopo”

“Edward diventare tua moglie per me è il sogno più bello che potessi mai realizzare, ma soprattutto sapere di stare sempre al tuo fianco mi rende piena di gioia, hai detto bene prima, abbiamo affrontato un sacco di difficoltà e siamo riusciti a superarle.. Mi hai fatto vivere una favola, però una favola reale, e so che questa è la realtà, ma so anche che il mio amore per te non avrà mai fine e che riusciremo ad andare sempre avanti insieme. Ti ho amato dalla prima volta che ti ho visto e so che sarà sempre così, quindi ….. Io, Isabella, prendo te, Edward, come mio sposo promettendo di amarti, curarti, di farti trovare sempre una casa accogliente e piena d’amore, di continuare a essere la luce che ti, ci, ha guidato fino ad adesso e di restare sempre al tuo fianco finché morte non ci separi”

“Bene, allora con il potere conferitomi dalla Chiesa vi dichiaro marito e moglie. Lo sposo può baciare la sposa”

“Ti amo”

“Ti amo e ti amerò per sempre”


Fine Flashback
 


                                                                           The End...



Holaa
“Ed ecco che siamo finalmente giunti alla fine di questa storia, ci ho messo un bel po’ per fare bene questo capitolo quindi spero che vi piacia”

“Devo dire che ormai sapevamo di essere alla fine ma mi dispiace moltissimo che la storia sia finita, comunque nonostante tutto ringraziamo le nostre care lettrici per averci seguito e sopportato fino ad adesso”
“Sperando che possiate lasciarci delle ultime recensioni, ne sarei davvero felice”
“Grazie di nuovo a tutte per averci seguito fino ad adesso e anche sopportato i numerosi ritardi”

“Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto”

“Kiss”

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