la principessa e la pantera

di goccia_chan
(/viewuser.php?uid=664628)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** l'universo ***
Capitolo 3: *** incontri ***
Capitolo 4: *** battaglie ***
Capitolo 5: *** segreti ***
Capitolo 6: *** Las Noches ***
Capitolo 7: *** Pensieri ***
Capitolo 8: *** ritorno ***
Capitolo 9: *** giornate normali per principesse anormali ***
Capitolo 10: *** allenamenti ***
Capitolo 11: *** scoperte, mostruosità e biscotti al cioccolato ***
Capitolo 12: *** sospesa sul baratro ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Tutti conoscevano la vanità della regina Rosecheena, lei era la regina dei Sayan, la più bella e la più forte tra tutte le donne del suo popolo e in virtù di questo fatto pretendeva per sé la perfezione, da sempre.
Da ragazza voleva affermarsi come la più bella donna sayan e più forte e ci era riuscita spodestando qualsiasi altra candita e affermandosi come unica donna degna di sedersi sul trono a fianco del re dei sayan, ora come moglie e madre doveva garantire una prole degna che per i sayan voleva dire maschio e forte.
Aveva già avuto un figlio, il principe Vegeta, e il piccolo cresceva bene: di gran lunga più in gamba dei suoi coetanei, combattivo, orgoglioso, sprezzante, un vero Sayan, era il figlio che voleva avere e lo aveva avuto.
Il secondo, quello che aveva appena partorito invece era una femmina.
La notizia della nuova venuta stava turbato gli animi della famiglia reale: Re Vegeta aveva preso la notizia come un affronto alla sua virilità e mentre si dirigeva verso gli appartamenti della moglie si augurava soltanto che la neonata avesse un livello di combattimento all’altezza delle sue aspettative; Rosecheena invece era in ansia, aveva visto il viso dell’ostetrica dipingersi di stupore e timore mentre lavava e puliva la neonata prima di consegnargliela avvolta nei caldi panni.
Come doveva essere sua figlia? La principessa dei Sayan?
Doveva essere forte, doveva distinguersi in battaglia e soprattutto doveva essere bella. Non si sarebbe mai accontentata di una figlia carina, voleva una figlia che tutti si sarebbe girati ad ammirare e che la sua bellezza fosse riconosciuta da ogni popolo, doveva essere tanto bella quanto letale. Come lei.

«Avanti dammela!» aveva esclamato spazientita la regina, doveva vedere con i suoi occhi se la figlia che aveva portato in grembo e per la quale aveva tanto penato era all’altezza dei suoi desideri.
L’ostetrica le porse con timore reverenziale il fagotto contenete la principessa.
La regina la esaminò: era una bella bambina dalla carnagione chiara e gli occhi verdi lucenti, era un buon inizio, ma rimase di sasso quando scoprì la testa della neonata dallo straccio con cui era avvolta: aveva corti sottili e folti capelli biondi. Biondi? Un Sayan dai capelli biondi?? Ma quando si era mai visto???

La regina ebbe un fremito, sul volto per un secondo comparve un espressione di puro terrore.

In quel momento entrò Re Vegeta, seguito a ruota dal principino, di soli tre anni, e si bloccò alla vista della nascitura: i capelli biondi per i Sayan indicavano solo una cosa, la leggenda del Super Sayan.
La tolse con malagrazia dalle braccia della moglie e la esaminò, era una bella bambina paffuta, nessuna irregolarità fisica a parte i capelli e lo starno colore degli occhi. Con calma l’avrebbe fatta esaminare, era piuttosto scettico sul fatto che una femmina potesse ambire ad essere il sayan della leggenda.
 La codina della piccola si andò a stringere attorno al polso del padre con forza, aveva un ottimo livello di combattimento degno delle più rosee aspettative del padre.
«Almeno non sarà una femmina inutile, Rosecheena hai già pensato ad un nome?»
La regina guardò la bambina pensierosa, quasi assorta  «Minami»
«E sia…» disse riconsegnando la bambina alla madre e uscendo dalla porta con una certa soddisfazione.
Il principe Vegeta  si avvicinò per osservare più da vicino la sorella che lo aveva incuriosito.

« Vegeta, questa è tua sorella Minami, insieme sarete i Sayan più forti che l’universo abbia mai conosciuto, sarete temuti e rispettati da tutti» 
E lei sarà sicuramente l’invidia di tutte le altre donne Sayan pensò ghignando con soddisfazione.
La bambina in quel momento si protese verso il fratello prendendogli con le manine un dito della mano e guardandolo con quei suoi occhioni verdi limpidi. A Vegeta sembrò una creatura estremamente fragile, in lui nacque verso la sorella un istinto di protezione e giurò su sé stesso che mai le sarebbe capitato nulla di male.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** l'universo ***


L’universo
 
«quella tua figlia ti da ancora dei problemi?» disse Barragan, il re dell’Hueco Mundo al termine di una riunione con Re Vegeta per la pianificazione di una nuova conquista.
«non sai quanti…»
Re Barragan e Re Vegeta si conoscevano ormai da anni, tra i due si era instaurata una sorta di amicizia, anche se nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso.
C’era rispetto tra i due e così tra i due popoli, entrambi amavano la guerra e amavano combattere, ognuno a proprio modo, ma avevano una visione comune ed entrambi traevano vantaggio gli uni dagli altri: i sayan potevano usare i garganta creati dagli arrancar per passare da un pianeta all’altro, evitandosi così viaggi interminabili con le astronavi e gli hollow potevano contare sulla sviluppatissima tecnologia sayan, utilizzata soprattutto per gli allenamenti.
«Alcuni dei miei uomini l’hanno vista combattere, mi hanno riferito che è decisamente abile con la spada»
«Già, peccato che non si impegni minimamente. Conosce perfettamente tutte le tecniche che le hanno insegnato, vale oro come stratega, è dannatamente veloce, la prima se si parla di attacchi energetici. Peccato che salti di continuo gli allenamenti del corpo a corpo e non si decida mai ad allenarsi sulla forza fisica, fa giusto il minimo sindacale»
«anche io ho dei figli piuttosto difficili»
Re vegeta scrollò la testa in segno di dissenso «il vero problema sono quei suoi dannatissimi scherzi che combina di continuo…sai cos’ha combinato ieri? Ha tinto di rosa le battelsuite di quelli della prima classe dicendomi che doveva dare sfogo al suo spirito creativo!»
Sospirando continuò «ho provato a punirla in tutti i modi: schiaffi, allenamenti estremi, l’ho mandata in terza classe, l’ho costretta a pulire i pavimenti…. e sai lei cosa ha fatto? Si è messa a fare amicizia con i sayan di terza classe e con i domestici!»
«capisco»
«se ne va sempre in giro sorridendo e parlando con tutti, non ha un minimo di rispetto verso nessuno, solo per suo fratello e in minima parte per sua madre. Quando  è nata pensavo avrebbe portato qualcosa di buono, da bambina era ribelle ma gestibile poi h pensato fosse una cavolo di fase adolescenziale.. ma niente è solo peggiorata! Tra poco compirà vent’anni, entrerà nell’età adulta e io dove gli trovo uno straccio di marito a una figlia scapestrata come quella?»
Re Barragan lo guardò pensieroso, era la prima volta che il Re dei sayan si scomponeva e sbottava in quel modo «tua moglie cosa ne pensa?»
«che tanto rimane la migliore tra le donne e anche di molti uomini nonostante non si impegni. Poi lei è tutta orgogliosa perché nelle occasioni formali, e intendiamoci solo in quelle, si comporta in modo impeccabile ed è l’invidia di tutte le altre donne »
«in più ci si è messo Freezer come gatta da pelare, abbiamo fatto un accordo qualche anno fa, dovevamo conquistare un po’ di pianeti per lui, ma quello si sta prendendo un po’  troppe confidenze, sarà anche forte ma non gli permetterò di spadroneggiare in casa mia»
Re Barragan sapeva che Freezer era pericoloso, era forte, troppo forte, e poteva contare su alcuni tra i più forti combattenti della galassia, nessuno osava opporsi apertamente a lui. Persino lui non lo avrebbe fatto, sarebbe significato guerra e nemmeno gli arrancar assieme ai sayan potevano dire di avere la vittoria in pugno.
 
Freezer dal canto suo era stato obbligato a scendere a patti con loro arrancar e sayan, assieme avrebbero potuto dargli parecchi problemi e inoltre ogni generazione sia di sayan sia di arrancar era più forte della precedente, di questo passo presto non lo avrebbero più temuto, doveva fare qualcosa doveva trovare un modo per eliminarne parecchi e non destare sospetti…

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** incontri ***


Angolo autrice
Per prima cosa volevo ringraziare chi ha letto i primi capitoli di questa storia e l’ha messa tra le seguite e le preferite,e anche chi semplicemente l’ha letta, grazie davvero! Spero che anche questo capitolo vi piaccia. Visto che entra in scena il prode Grimmjow, vi avverto che il linguaggio sarà più colorito...buona lettura!
 
 
 
Incontri
 
Vegeta scese dall’astronave e all’ingresso lì ad aspettarlo, come sempre, c’era la sorella appoggiata al muro. Appena lo vide gli sorrise e gli andò incontro «come è andata la missione?» chiese
«Fin troppo facile, avrebbero potuto mandare qualcun altro, erano combattenti di basso livello.. ma hanno preferito mandare i migliori visto che doveva essere tutto fatto entro stasera»
«Oggi c’è stata la riunione  per decidere chi parteciperà alla prossima missione guidata dal buon cagnolin Zarbon… andremo insieme!» gli fece l’occhiolino
«Non procurami problemi, sta attenta a quel che fai!» la rimproverò in modo severo, lei non gli diede peso e continuò «ci saranno anche due dei figli di Barragan… voglia di vivere»
«si chiama Ulquiorra»
«e un altro che non ho mai visto un Grimmnonsoche»
«Grimmjow….Quasi quasi mi dispiace per Zarbon, non riuscirà mai a tenervi a guinzaglio entrambi»
«Perché quando ci sono solo io cambia qualcosa?»
La fulminò con lo sguardo; non che gliene importasse qualcosa che la sorella trasgredisse volontariamente gli ordini di Zarbon o li interpretasse a modo suo, anzi era piuttosto contento che quella femminuccia andasse sempre su tutte le furie, ma puntualmente tutte le volte alla fine rimproveravano anche lui per non aver contenuto la sorella.
Porse in malo modo alla sorella un sacchettino e in tono scocciato aggiunse «comunque ti ho portato del cioccolato, visto che a te piace così tanto»
La ragazza saltò al collo del fratello abbracciandolo e sorridendogli ringraziandolo, lui se la scrollò di dosso dicendo di non volere smancerie.
Era fatto così: estremamente orgoglioso, non avrebbe mai fatto vedere quanto teneva alla sorella, anzi preferiva essere scontroso e irascibile quando lei gli dimostrava il suo affetto, ma alla fine quando lei si cacciava in qualche guaio lui cercava sempre di coprirla o lasciava correre perché sotto sotto era divertito dal carattere della sorella e le voleva bene. Era l’unica che gli regalava gratuitamente un po’ di gioia e un po’  di affetto in quel pianeta dove tutto era scandito da un rigido codice di condotta, dove non c’era spazio per i sentimenti.
In parte era orgoglioso della sorella perché  a lei di essere diversa non importava, quel modo di vivere sayan rigido e  severo, fatto di combattimenti e allenamenti le stava stretto e non faceva nulla per dissimularlo, anzi cercava di allargarlo a modo suo, trasgredendo le regole e combinando guai e spesso riusciva anche a portare una risata o un sorriso in quel vivere così grigio e cupo.
 
*
 
Ormai tutte le truppe sayan inviate erano approdate sul pianeta, pronte per iniziare la conquista, Minami aveva deciso di andare in un prato poco lontano dal campo base e di sdraiarsi lì. Dovevano arrivare ancora i due arrancar, i due figli di Barragan e poi sarebbe iniziata la battaglia, di quel prato verde dove si trovava in quel momento di lì a qualche ora non sarebbe rimasto forse più nulla, sospirò, un vero peccato…
Uno squarcio si aprì nel cielo limpido e la ragazza percepì immediatamente l’aura di due persone, entrambe decisamente forti, erano arrivati, e la pacchia era finita.  Prese la sua katana che aveva lasciato accanto a sé e il suo scouter iniziò a squillare, la stavano già chiamando…
 «si?»  «DOVE DIAVOLO TI SEI CACCIATA??? MUOVITI A VENIRE QUI! Sono arrivati che cavolo stai facendo??? Mai una volta che sei dove devi essere!»
«arrivo arrivo, sono nel campo qui vicino, dai Nappa rilassati se continui ad agitarti così ti cadranno anche i baffi!» in tutta risposta quello le chiuse la comunicazione di botto, sogghignò divertita…
 
L’arrancar dai capelli azzurri era in piedi in un angolo, irritato, con le mani in tasca, si stava chiedendo per quale motivo dovevano aspettare una ragazzina, ricordare la tattica di battaglia e avere il via libera al combattere da un idiota vestito da donnetta che doveva solo supervisionare la missione per paura di rompersi un’unghia  e che e passava più tempo allo specchio e a leccare i piedi a quel lucertolone di Freezer che a combattere.
Tanto qualsiasi cosa avrebbe detto per lui non sarebbe cambiato nulla, avrebbe solo cercato qualcuno degno di combattere contro di lui, avrebbe scovato la sua preda e chiunque  si fosse frapposto tra lui e la sua preda sarebbe morto, punto.
Avrebbe giusto fatto fuori qualcuno qua e là, giusto per il gusto di portare un po’ di distruzione e divertirsi un po’, e anche per non farsi rompere troppo le palle per il fatto che faceva solo quello che voleva….ma mai avrebbe obbedito agli ordini di Zarbon, per nessun motivo.
L’ingresso della tenda da campo, allestita giusto perché Miss Zarbon non voleva stare sotto il sole, si scostò e apparve una ragazza. Grimmjow spalancò gli occhi per la sorpresa.
Era una ragazza alta più o meno fino alla sua spalla, piuttosto esile e longilinea, le gambe lunghe e affusolate, il fisico atletico. Anche il viso era piuttosto insolito: i lineamenti fini, occhi grandi e verdi incorniciati da lunghe ciglia nere; ma la cosa che più colpiva erano i capelli: lunghi capelli biondi mossi che cadevano in morbide ciocche fino a metà spalla e la frangia scalata pettinata da parte. Non era proprio niente male, non una bellezza prosperosa e dirompente come sua sorella Halibel, anche perché quella ragazza non era affatto prosperosa, era una bellezza diversa, più fine, più elegante.
Anche il suo abbigliamento era insolito: non aveva indosso la solita battel suit, portava degli attillati pantaloni di pelle neri a vita bassa infilati in stivali di pelle neri alti fin sotto il ginocchio, un corpetto nero con inciso in rosso  in alto a sinistra il simbolo della casata reale sayan e sotto di questo una maglia aderente blu scura con la manica a tre quarti e lo scollo a barca che metteva in evidenza il lungo collo sottile.
Se non avesse saputo chi stavano aspettando, se non avesse visto il simbolo sul corpetto, e non avesse notato la più assoluta mancanza di reazione da parte di tutti gli altri alla sua entrata e qualcuno gli avesse detto che quella era la principessa dei sayan lo avrebbe preso per matto. Quella ragazza non aveva nulla, ma NULLA che potesse anche solo lontanamente ricordare una donna sayan, somiglianze con il fratello ancora meno, l’unica cosa era la coda portata legata in vita. Certo aveva sentito dire che la principessa dei sayan era insolita ma lui non era uno che stava dietro ai pettegolezzi, anzi si guardava bene dallo stare lontano a stronzate per lui irrilevanti, ma così insolita…la vista di quella ragazza cha avanzava anche tutta sorridente lo lasciò non poco perplesso.
Infine notò la katana appesa a una semplice cintura al suo fianco. Ah questa era bella, usava pure una katana! Mancava solo un cartello con scritto presa per il culo per far quadrare tutto…
Sayan che usavano armi erano pochi, quelli a cui aveva visto brandire una spada ancora meno, e spesso erano degli inetti totali, però chissà perché aveva la netta sensazione che invece quella strana ragazza ne capisse qualcosa. Durante la battaglia l’avrebbe cercata, voleva vedere cosa era capace di fare.
 
Lei guardò verso di lui e gli sorrise.
 
Chissà perché la cosa non lo lasciò ancor più perplesso e c’era anche qualcos’altro che non riusciva a spiegarsi e la cosa lo fece incazzare ancora di più di quanto già non lo fosse.
 
Minami era abituata a vedere degli arrancar, le occasioni non erano mai mancate tra missioni e viaggi attraverso i garganta. Ulquiorra, o come preferiva definirlo lei,  grazie alla sua mancanza più totale di espressività, voglia di vivere, era venuto spesso a palazzo con il padre Barragan e aveva visto anche qualcun altro dei figli del Re dell’Hueco Mundo: un tipo tutto strano ed eccentrico dai capelli fucsia che una volta le aveva proposto di farsi vivisezionare, una donna silenziosa dal fisico statuario e dal seno enorme e le era anche capitato di andare in missione con tipo inquietante con una specie di acquario al posto della testa…roba da brividi..
Lui non le era mai capitato di vederlo, quindi le sembrava giusto salutarlo almeno con un sorriso come faceva di solito con tutti, anche se aveva un aspetto piuttosto imbronciato anche se sorpreso. Ma ormai lei era abituata a suscitare stupore e curiosità quindi non ci faceva più tanto caso.
Era un bel ragazzo, alto, il fisico muscoloso e asciutto (che se dalle sue parti non mancava di certo) era messo in bella mostra da una giacca corta bianca lasciata aperta. Aveva i capelli azzurri portati ingellati un po’ spettinati verso l’alto e gli occhi anch’essi azzurri, profondi. Dove cavolo l’avevano nascosto?? Peccato però che avesse una espressione da incazzato cronico..
Quando la ragazza raggiunse il tavolo dove erano radunati i due arrancar, il fratello,  Nappa e Zarbon quest’ultimo le si rivolse in tono canzonatorio con un sorrisetto malizioso «Eri andata a raccogliere i fiorellini?»
«certo, così potevo farti una bella coroncina di margherite, a te si addice» replicò Minami sfoderando un sorriso smagliante.
Stava davvero prendendo per il culo Zarbon? Grimmjow non poteva crederci, non che lui non lo facesse, anzi lui gli dava sempre della donnetta isterica tutte le volte che gli parlava, ma non era una cosa di tutti i giorni, più che per Zarbon in sé per il fatto che fosse il braccio destro di Freezer… si trovò a pensare che quella donna era davvero interessante…
 
«senti un po’ scherzo della natura, hai intenzione di combinare qualcosa di utile o continuerai a fare i tuoi comodi?» Zarbon era furioso, il suo bell’aspetto non doveva essere soggetto di scherno.
Scherzo della natura? Finalmente ciò che aspettava, sapeva che aveva fatto bene a portarsi dietro quella cosa  «dipenderà cosa avrò voglia di fare» e sorrise un po’  malignamente architettando già un modo per fare il suo scherzo…
Vegeta decise di interrompere il battibecco tra i due, sapeva che altrimenti sarebbe andato avanti per le lunghe «fa quello che devi fare, va a radunare la terza classe che tra un quarto d’ora cominciamo»
«ma la tattica?»
«è di sfondamento, fila!» dalla faccia della sorella sapeva già che ne avrebbe combinata un’altra delle sue…sperava solo che non si cacciasse troppo nei guai prima della battaglia..
 
Un quarto d’ora… più che sufficiente…
Uscì soddisfatta dalla tenda.
 
Zarbon si rivolse agli altri spiegando la tattica, era piuttosto semplice e banale avrebbero affidato il tutto alla forza di sfondamento dove i migliori erano in prima fila e via via man mano gli individui più deboli, eccezion fatta per Minami che rimaneva sempre con la terza classe, non perché fosse debole ma perché il fratello la riteneva più al sicuro nelle retrovie…
Grimmjow uscì dalla tenda imprecando e maledicendo Zarbon assicurandogli  sia che lui avrebbe fatto di testa sua quello che voleva, sia che in prima fila ci sarebbe stato solo se ne aveva voglia. Si ritrovò a vagare per il campo e ad osservare i sayan, molti soprattutto quelli di prima classe li aveva già visti, vagò ancora un po’ arrivando in prossimità di una tenda piuttosto vistosa, era quella di Zarbon, gli venne voglia di disintegrarla… poi dal retro scivolò fuori con l’aura completamente azzerata, praticamente come quando l’aveva incontrata, la principessa con un tubetto in mano... si guardarono per un istante, poi lei gli fece l’occhiolino e si portò l’indice alle labbra rosee nel gesto del silenzio e se ne andò.
Grimmjow  rise maleficamente…era maledettamente interessante…
 
Tutti i sayan erano ordinati, pronti e smaniosi di combattere, Vegeta prima di dirigersi al suo posto andò a cercare la sorella, non era stato difficile individuarla, un po’  perché si era decisa a portare la sua aura ad un livello accettabile un po’ perché era difficile non trovare la sua testa bionda in quell’ammasso di capelli neri come il petrolio. La raggiunse mentre la ragazza si stava legando i capelli in un’alta coda di cavallo.
La prese per un braccio «tieni il tuo scuoter acceso e al suo posto e chiamami se ci sono problemi chiaro?»
Minami sorrise dolcemente al fratello «non ti preoccupare»  Era seria… menomale, almeno ogni tanto lo ascoltava.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** battaglie ***


Angolo autrice
Da qui in avanti i capitoli si faranno un po’ più...caldi! e finalmente ho potuto dare sfogo al mio lato stupido….ehehe! buona lettura!
 
BATTAGLIE
 
 
I sayan si riversarono sulla città più vicina in massa e si abbatterono su di essa come un fiume in piena distruggendo tutto ciò che gli si parava di fronte, in pochi minuti di tutto ciò che fino a un attimo prima era esistito ormai rimaneva solo il ricordo. Avanzando nella conquista del pianeta incontrarono l’esercito nemico e la vera battaglia ebbe inizio. Gli alieni non erano in grado di volare e così la maggior parte dello scontro avveniva a terra. Una volta che la battaglia entrò nel vivo Grimmjow si alzò in volo abbandonando le prime fila nonostante gli ammonimenti del fratello Ulquiorra.
Adesso era il momento di andare a verificare di persona cosa era in grado di fare la ragazza. Si diresse in direzione delle retrovie e cercò la sua aura, o la sua reiatsu, come erano più soliti chiamarla gli arrancar. La trovò e si mise ad osservarla.
Non era come gli altri Sayan a cui aveva visto impugnare una spada, non menava fendenti a destra e manca colpendo disordinatamente tutto quello che stava lì attorno, come se più che una spada impugnasse una clava. Sembrava danzasse, una danza pericolosa e mortale. Passava da un nemico all’altro e li abbatteva con un solo colpo preciso, una precisione quasi chirurgica e subito passava a quello successivo. La lama della Katana passava di avversario in avversario implacabile, fulminea senza lasciare scampo, lei scivolava aggraziatamente come se ballasse e cambiasse partner ogni volta velocemente, lasciando dietro di sé una scia di corpi esanimi e senza vita.
 
Rise di gusto. Finalmente l’aveva trovata…aveva trovato la sua preda.
 
Sentì un irrefrenabile desiderio di combattere contro la ragazza, voleva gustarsi il combattimento con lei, voleva assaporare ogni singolo colpo, voleva deliziarsi degli inutili tentativi che avrebbe fatto per difendersi di fronte alla sua forza, voleva godersi appieno la sua vittoria, voleva guardarla dall’alto al basso e vedere il terrore nei suoi occhi mentre stava per infliggerle il colpo finale. Ma ora non poteva, sicuramente avrebbero tentato di fermarlo...doveva costringerla ad un combattimento con lui.
Molto bene, si sarebbe goduto anche la caccia. Amava quei momenti, si sentiva un vero cacciatore pronto a sopraffare la preda e più la caccia era difficile, più la preda opponeva resistenza, più si divertiva, più si sentiva vivo.
 
Minami si accorse che il ragazzo dai capelli azzurri la stava osservando, ma continuò a combattere come se niente fosse, voleva solo finire alla svelta. Si accorse che poco lontano da lei c’era un aura più forte della altre e capì che stava mettendo in difficoltà parecchi dei suoi compagni, doveva abbatterlo, non voleva che qualcuno dei suoi ci rimettesse la pelle per una smania di conquista de Freezer.
 
Anche Grimmjow dall’alto si accorse dell’alieno che stava respingendo gli attacchi dei sayan, per il momento si sarebbe accontentato di lui.. scese nella sua direzione, pronto allo scontro ma quando ormai l’aveva raggiunto vide il filo di una lama passare sulla gola della sua vittima momentanea. Minami ci aveva già pensato, lo aveva già ucciso.
«Ehi donna quella era la mia preda!»
«E allora la prossima volta corri più veloce così la raggiungi prima degli altri la tua preda!» ma che cavolo voleva questo adesso?  Prima la fissa mentre combatteva, poi si aspetta che si tiri indietro dal farlo perché quello deve batterlo lui! Per lei poteva far fuori tutti quelli che voleva anche al posto suo, che gli veniva a parlare di prede a fare? comunque era meglio levarsi dai piedi, non aveva certo intenzione di ingaggiare uno scontro con lui in mezzo a una battaglia..
Dopo quella risposta Grimmjow era fuori di sé dalla rabbia, voleva farla a pezzi e voleva farlo ora.
Purtroppo per lui parecchi nemici lo assaltarono e pur che ci mise pochi secondi a liberarsene la ragazza era già sparita e l’aura azzerata.
«cara la mia principessa, non hai ancora capito con chi hai a che fare…scappa pure fin che vuoi… rendi solo la caccia più eccitante»
Tornò al suo posto con una gran foga di distruggere tutto ciò che gli si parava di fronte.
 
*
 
La prima battaglia era conclusa e l’esercito nemico si era momentaneamente ritirato.  I sayan avevano un po’ di tempo per rifocillarsi, congratularsi tra di loro e anche per riposare un po’.
Minami decisi di andare a farsi un bagno, aveva visto un laghetto poco distante da lì, ed era abbastanza vicino all’accampamento per sentire in diretta la reazione di Zarbon al suo scherzo...era tutto il giorno che aspettava quel momento, chissà se le era riuscito come sperava…
Arrivò al lago, si spogliò ed entrò in acqua. Finalmente, che bella sensazione, l’acqua le accarezzava il corpo accaldato dalla battaglia refrigerandolo e rimuovendo la polvere e il sangue nemico dalle sue membra… si sentiva come purificata dalla battaglia, dalle vite che aveva preso. Sospirò…  “se non fossi nata sayan chissà che vita avrei vissuto, forse sarei riuscita a stare lontana dalla distruzione, forse avrei potuto evitare di prendere delle vite…”
 
Grimmjow la stava cercando, fermamente intenzionato a costringerla a combattere contro di lui, come aveva osato quella donna a rispondergli a quel modo, a trattarlo come un deficientee un incapace! L’aveva intravista mentre si dirigeva lontano dall’accampamento, meglio ancora…era il momento di seguirla.
Arrivò in prossimità del lago e la vide mentre era immersa nell’acqua fino al collo, azzerò la sua reiatsu, voleva coglierla di sorpresa. Si guardò attorno con circospezione assicurandosi che non ci fosse nessuno nei dintorni e cercò di avvicinarsi senza fare rumore, ma quando guardò di nuovo verso il lago lei non c’era.
Il filo di una lama si appoggio alla base del suo collo.
«cerchi qualcuno?»
Lei era lì dietro di lui che gli puntava contro la sua arma…come diavolo aveva fatto ad accorgersi di lui? E come aveva fatto lui a farsi fregare in quel modo? Possibile che lei non avesse fatto un minimo di rumore?
Il ragazzo si voltò e la vide: era bagnata, in intimo (ovviamente non aveva fatto in tempo a rivestirsi del tutto) e con un espressione beffarda sul viso. Sembrò leggergli nel pensiero perché rispose alla domanda che si era appena fatto mentalmente « sai se un’aura come la tua scompare all’improvviso qui vicino è difficile non accorgersene, se mi avessi seguita dall’accampamento senza l’aura sparata a mille e non fossi così rumoroso magari ci saresti anche riuscito a cogliermi di sorpresa»
«devo riconoscere che sei brava donna, ho fatto bene a sceglierti come mia preda, mi farai divertire parecchio»
«punto uno mi chiamo Minami, non donna, vedi di ricordartelo. Punto due non sono la preda di nessuno. Hai pensato di potermi sottovalutare...hai sbagliato di grosso»
«sei tu che mi stai sottovalutando, donna»
Scattò in avanti agguantando con una mano la lama della spada, lei tentò di muoverla ma lui era troppo forte fisicamente rispetto a lei e con l’altra mano le afferrò la mascella e la sbattè contro il tronco di un albero.
Si avvicinò a un soffio dal suo viso guardandola negli occhi verdi con i suoi, azzurrissimi, quasi accecanti.
«guarda che io non sono un sayan. Non pensare di potermi trattare come uno di loro, tu sei la mia preda e io voglio che tu lotti contro di me.» poi il suo viso cambiò espressione « Vedi di non farmi arrabbiare, se non ti batterai con me potrei fare molto peggio dell’ucciderti e potrei anche trovarci gusto» disse l’ultima frase facendo scorrere lo sguardo sul corpo praticamente nudo della ragazza, ed era vero combinarci qualcosa di diverso dal combattere non gli sarebbe dispiaciuto per niente.
 
Questo era troppo, passi che la considerava una preda, passi che la stava spiando ma la minaccia che lui si sarebbe appropriato del suo corpo proprio no, gli tirò uno schiaffo a mano aperta in pieno viso con tutta la forza che aveva e facendosi anche male alla mano, cosa che si guardò bene dal far vedere.
 
Una reazione del genere fece sorridere sadicamente Grimmjow, più la preda si agitava, più opponeva resistenza, più lui si eccitava. Le strappo di mano la spada gettandola lontano, con una mano prese entrambi i polsi immobilizzandoli sopra la testa della sayan. Le scostò i capelli dal collo si abbassò andando a sfiorare col suo viso il collo della ragazza che arrossì violentemente. Grimmjow inspirò a fondo, assaporando l’aroma della principessa «ma che buon profumo» disse con sorriso malizioso. Minami cercò di divincolarsi ma invano, lui era troppo forte e la stava tenendo incollata a quello stramaledettissimo albero. Le passo lentamente la punta della lingua sul collo, dall’incavo della spalla fino al lobo dell’orecchio, giocando un po’ con la lingua con quest’ultimo e infine mordendolo. A lei scappò un mezzo gemito che tentò di soffocare il più possibile.
«vedo che questo gioco ti piace di più» disse Grimmjow suadente e con quel suo sorriso malizioso stampato in faccia.
Questo era davvero troppo, era furiosa, non si sarebbe fatta trattare in quel modo da nessuno. Tentò di nuovo di divincolarsi e di liberare le braccia, lui decise di non farsela scappare e di tenerle gli arti superiori immobili con ambe le mani…finalmente aveva campo libero, non poteva ripararsi…gli sferrò una ginocchiata all’inguine che lo fece impallidire, le lasciò andare le mani e si accasciò a terra maledicendola con i peggiori epiteti possibili. Un’occasione del genere non le sarebbe ricapitata… Minami ne approfittò per raccogliere la spada rivestirsi alla mano peggio e fuggire verso l’accampamento, lasciando l’arrancar dolorante al suolo.
 
Percorse in fretta la strada per tornare all’accampamento. Ripensò a quello che era appena successo e non riusciva proprio a spiegarsi il comportamento di Grimmjow. Prima la spiava e la seguiva, poi le tendeva un agguato e le diceva che la considerava la sua preda e finiva per molestarla. Non c’era veramente un senso logico, non capiva se quell’arrancar ragionasse col culo o con la testa. Anche perché se lei avesse detto al fratello quello che Grimmjow le aveva appena fatto probabilmente sarebbero successe due cose: Vegeta avrebbe tentato di sbudellare su due piedi il ragazzo e inoltre si poteva dire addio per sempre alla pace tra arrancar e sayan.
Quell’idiota dai capelli blu era pazzo o completamente senza cervello?
Meglio tenere nascosto l’accaduto per il momento. Doveva solo non rimanere sola per un paio di giorni al massimo, tempo di finire la missione, così lui non si sarebbe più azzardato tanto. Ripensò a come lui le si era avvicinato e si portò istintivamente una mano al collo. Ripensò alla sensazione della sua lingua umida che le sfiorava il collo. Arrossì. Pensò che mai nessun ragazzo le si era avvicinato a quel modo, non aveva mai provato una sensazione simile.
“ma che vado a pensare, tanto quel maniaco non l’ho visto per anni prima di adesso, dopo questa missione spero di non rivederlo più per altrettanti!”
 
 
Grimmjow, dopo essersi ripreso dalla sonora ginocchiata ed essersi rialzato in piedi a fatica col fiato corto, tornò all’accampamento deciso più che mai a farla pagare a quella dannata ragazzina che per poco non gli aveva distrutto la virilità. La trovò seduta a terra, intenta a mangiare in compagnia di alcuni sayan che a giudicare dalle corazze dovevano essere di terza classe. C’erano due uomini quasi identici con i capelli a palma, uno con i capelli lunghi fino ai piedi e due donne dai capelli corti. Minami si girò a guardarlo, era veramente incazzato, ma lei era decisa a far finta di niente e continuò a mangiare. Grimmjow si abbassò urlandole in faccia «GUARDA CHE IO E TE NON ABBIAMO ANCORA FINITO!»
 
Un urlo di puro terrore e disperazione esplose risuonando per tutto il campo.
 
Minami mollò il piatto e si mise a ridere a crepapelle. Era valsa la pena aspettare tanto, e dall’urlo il suo scherzo era riuscito alla perfezione. 
I sayan che erano lì non avevano fatto troppo caso allo sbraitare di Grimmjow, l’avevano attribuito a uno dei tanti scherzi che combinava la ragazza, ma dopo aver sentito quell’urlo si voltarono vero di lei e uno dei due dai capelli a palma, quello con la carnagione un po’ più scura dei due le parlò «mi sa che stavolta l’hai combinata grossa eh? sbaglio o quello era Zarbon?»
Minami voleva rispondergli ma non riusciva a smettere di ridere.
Videro arrivare Zarbon trafelato, a petto nudo, sconvolto, i capelli ancora bagnati e...biondi.  Un biondo chiaro quasi giallo, erano decolorati. Minami aveva messo un potente decolorante per capelli nel preziosissimo shampoo di Zarbon!
I sayan scoppiarono a ridere, chi più rumorosamente, chi tentava di soffocare le risate ma nessuno riusciva a trattenersi alla vista di Zarbon incazzato nero con i capelli decolorati. Persino Grimmjow che fino a un momento prima aveva come pensiero fisso quello di spaccare la faccia alla ragazza, se ne dimenticò, iniziando a sghignazzare anche lui.
«tu maledettissima ragazzina, tu mi hai rovinato! Stavolta non la passerai liscia, ti ammazzo!» Zarbon tirò un pugno nella direzione della biondina ma venne bloccato. Vegeta  era lì, serio che stringeva il braccio di Zarbon.
«come fai a dire che è stata mia sorella?»
«e me lo chiedi anche??? È ovvio che è stata quella vipera!»
«l’hai vista per caso?» Vegeta era calmo, risoluto. Zarbon incredulo. Il principe dei Sayan era assolutamente consapevole che era opera della sorella, ma la conosceva abbastanza bene da sapere anche che non era il tipo da farsi beccare in flagrante.
«qualcuno ha visto per caso Minami entrare o uscire dalla tenda di Zarbon?»
Tutti tacquero.
“ cazzo Grimmjow stamattina mi ha visto eccome! Spero solo che taccia” questo era il pensiero fisso di Minami, che Grimmjow tacesse il fatto che l’aveva vista sgattaiolare fuori dalla tenda di Zarbon e anche con il tubetto di decolorante in mano. Se parlava era nei guai per davvero, nemmeno suo fratello avrebbe potuto tirarla fuori stavolta.
Lei lo osservò, si stava ancora trattenendo dal ridere sguaiatamente, ma non dava l’impressione di uno che volesse spiattellare tutto su due piedi…perché?  Ok, lui non era uno esattamente lineare, ma la ragazza continuava a non capire, anche se le faceva molto comodo il silenzio dell’arrancar.
Zarbon se ne andò, fuori di sé dalla rabbia, che aumentava sempre di più ogni qual volta che un sayan lo incrociava e non riusciva a trattenersi da una risata.
Vegeta si rivolse alla sorella «io e te facciamo i conti più tardi»
«dai devi ammetterlo, è stato un colpo di genio!»
Il fratello le rivolse uno sguardo di rimprovero che non ammetteva repliche, era arrabbiato, molto arrabbiato. Stavolta forse era andata un po’ troppo oltre.
Vegeta se ne andò, lei si alzò da terra e fece per seguirlo. Grimmjow appoggiò una mano sulla spalla della ragazza e la attirò a sé, sussurrandole all’orecchio «adesso mi devi un favore»

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** segreti ***


Segreti
 
 
«Dodorian non mi interessa se non è il piano che avevamo stabilito, voglio che quella maledetta ragazzina sia fatta fuori domani! CHIARO?!?!»
«Zarbon, Freezer non sarà contento »
« mi ha già detto che non gli interessa , basta che ne facciamo furi il più possibile! Stavolta non la passerà liscia costi quel che costi!»
 
 
*
 
 
«ti rendi conto di quello che hai combinato???»
«non farla tanto lunga, era uno scherzo»
«guarda che Zarbon un giorno o l’altro ci prova davvero ad ammazzarti! E se questa storia non va giù a Freezer? Ci hai pensato?»
«figurati se quello si preoccupa di una tinta malriuscita del suo lecchino! E tanto prima o poi Freezer cercherà comunque di farci fuori, ce l’ha scritto in faccia!»
Fratello e sorella erano entrambi nella tenda da campo di Vegeta, che si squadravano torvi. Poi Minami sorrise e si avvicinò al fratello tirandogli una live gomitata al braccio «eddai, tanto lo so che sotto sotto anche tu l’hai trovato divertente!»
«per niente»
«non venirmi a dire che non ti è venuto da ridere nemmeno un pochino» dicendo l’ultima parola con fare da bambina.
Vegeta si lasciò sfuggire un mezza sorriso «ok hai vinto, non so da dove ti saltino fuori certe idee, ma questa devo ammettere che ti è riuscita bene… MA RIMANI COMUNQUE UNA ZUCCONA!» e le diede uno scappellotto dietro la testa. Lei gli fece una linguaccia e se ne andò, contenta di aver fatto pace col fratello.
 
Ora doveva sistemare solo l’altra questione…
Benché si fosse ripromessa di non stare più sola con Grimmjow, in questo caso non poteva proprio, non poteva rendere la questione di dominio pubblico...doveva trovarlo da solo. Sbuffò, stavolta gliel’aveva fatta, quel maniaco l’aveva fregata.
Ci  avrebbe pensato con calma. Decise di andare a mangiare qualcosa, dopotutto quando Zarbon era comparso aveva mollato lì il suo pasto per ridere a crepapelle, poi aveva seguito Vegeta; doveva mettere qualcosa sotto i denti.
Tornò al luogo di distribuzione delle cibarie e mentre prendeva  un altro pasto notò un po’ di gruppetti di sayan, per lo più di prima classe che mangiavano in compagnia, infine solo, in un angolo, Grimmjow. Il ragazzo era seduto isolato da tutti gli altri, intento a consumare il suo pasto con la sua solita faccia accigliata. Nonostante ritenesse l’arrancar un maniaco insopportabile in quel momento gli dispiacque per lui. Maledisse lei e la sua sindrome da infermiera…
 
Grimmjow alzò lo sguardo, stupito, Minami si era seduta di fronte a lui e si era messa a mangiare.
«cos’è non sai più stare lontana da me?» disse il ragazzo dai capelli azzurri con un sorriso malizioso.
Minami con tutta calma deglutì il boccone che aveva in bocca, appoggiò le posate e iniziò a parlare a raffica «ho la sindrome da infermiera depressa. Infermiera perché quando vedo un povero disadattato che mangia tutto solo senza un amico al mondo che se ne sta seduto con la faccia imbronciata non posso fare ameno di andare da lui e depressa perché ti assicuro che non provo alcun piacere nel farlo. Sono solo suscettibile ai casi umani»
«senti donna ma certe stronzate da dove ti escono? E poi guarda che io da solo ci sto benissimo!»
Minami alzò gli occhi al cielo e continuò, era la sua occasione per parlargli da solo senza correre troppi rischi «comunque volendo riprendere il discorso di oggi, io non ti devo niente. Io ho taciuto sul tuo comportamento...discutibile e tu sul mio scherzo a Zarbon, siamo pari»
Grimmjow le rivolse un sorriso sadico «veramente mi devi anche un altro favore»
«Da quando ho tutti questi debiti con te?»
«Non ti sei dimenticata qualcosa al lago?»
Lei fece mente locale, cosa aveva dimentic…..! ma certo «lo scouter!» «e va bene accidenti a te! Che cavolo vuoi?»
«cosa voglio? Non farmi ripetere le cose donna…combattere contro di te»
«e tu non farmi ripetere che mi chiamo Minami, non donna! perché proprio io? Ci tieni così tanto ad essere preso a calci?» era furiosa, quell’individuo era insopportabile! Lei aveva appena avuto un atto di gentilezza nei suoi confronti, si era seduta con lui a mangiare e quello le aveva appena detto che per lui era carne da macello. Lo avrebbe preso a calci sul serio adesso visto che ci teneva così tanto.
 
Finalmente aveva ottenuto quello che voleva, sfoderò la sua spada per colpirla, lei balzò indietro e si mise in posizione d’attacco. Finalmente.
Cercò di colpirla un paio di volte con un pungo ma lei li schivò entrambi e gli rifilò un calcio in pieno volto
«sei lento micione…» Minami aveva un ghigno soddisfatto, lo stava facendo incazzare di brutto. Più era incazzato più le sue mosse erano prevedibili e anche più facili da schivare. Certo lei era veloce, ma se lui la prendeva, bhe non sarebbe tornata a casa tutta intera di sicuro.
Grimmjow le si avventò addosso sferrando un colpo energetico che loro chiamavano cero ,la ragazza schivò anche quello. Ma quanto diavolo è veloce? Minami mandò a segno un secondo calcio dritto allo stomaco. Lui si mosse di poco. Si era veloce ma a livello di forza fisica lui era nettamente superiore, i calci che lei mandava a segno non erano particolarmente forti.  Grimmjow fece una finta: simulò  un pugno ma tentò di mandare a segno un calcio.
Troppo prevedibile.
Minami si abbassò e ruotando su sé stessa rifilò l’ennesimo calcio all’unica gamba con cui si stava sorreggendo l’arrancar facendolo finire a terra. Grimmjow era a terra incazzato, ma anche eccitato da quella battaglia, non solo riusciva a tenergli testa ma era anche riuscita ad atterrarlo; la sua preda gli stava proprio dando soddisfazione. Era ora di fare sul serio.
Ulquiorra arrivò, silenzioso. Si frappose tra i due avversari, guardò il ragazzo dai capelli azzurri e con voce calma e pacata riprese il fratello «Grimmjow tu riesci a combinare casini anche quando non fai nulla»
«levati dai piedi, stronzo!»
Minami ghignò soddisfatta.
«fossi in te non riderei tanto, ho ancora quello che vuoi»
Ulquiorra guardò prima Grimmjow che aveva appena parlato e poi la principessa. Gli occhi verdi dell’arrancar non lasciavano trasparire nulla come al solito, uno sguardo pacato, freddo, distaccato. Chissà che cosa gli passava per la testa.
«non preoccuparti, tanto verrò a riprendermelo»
 
 
*
 
 
Era quasi l’alba. Il momento giusto per andare a riprendersi il suo scouter. Era più che decisa a far fare la figura del fesso a Grimmjow. Si preparò con calma, fece attenzione a tutto ciò che poteva far rumore, anche il più piccolo. Trovò la tenda di Grimmjow ed entrò. Grimmjow era a torso nudo, ancora profondamente addormentato su un materassino. Lo guardò per un attimo. I capelli scompigliati, il viso finalmente rilassato, il fisico scolpito. Dovette ammettere come la prima volta che lo aveva visto che non era niente male, anzi. Peccato per il suo caratteraccio da distruttore maniaco. Si guardò intorno e trovò l’oggetto che stava cercando. Lo prese e lo mise al suo posto attaccato all’orecchio, con il vetro verde davanti al suo occhio e si voltò per uscire.
Un fruscio quasi impercettibile.
Era arrivata. Spalancò gli occhi e lei non c’era, era già uscita. Scattò ma anche fuori dalla tenda non c’era nessuno, solo un foglio di carta, lo raccolse e sentì la rabbia invaderlo da capo a piedi.
 
Ti ci vorranno almeno 2000 anni per riuscire a fregarmi. Comunque grazie per esserti disturbato a recuperarmi lo scouter. Con tanto di faccina con linguaccia disegnata.
 
«MALEDETTA DONNA!!!!!»
 
 
*
 
 
Altro sangue, altra battaglia, altro dolore. Un colpo di spada e poi un altro e un altro ancora. I muscoli tesi e scattanti, i sensi in allerta, tesi fino alla spasmo per captare il più piccolo segnale di pericolo. Mai abbassare la guardia, uccidere o essere uccisi. In battaglia è solo questo che conta. Minami conosceva bene la lezione l’aveva vista, imparata e provata sulla propria pelle.  L’esperienza in battaglia era tutto e l’istinto unito all’esperienza le dissero di voltarsi perché il pericolo vero stava arrivando.
Un ruggito si levò dalle retrovie. Lei si voltò e lo vide.
Una specie di gigante dall’aspetto umanoide era appena entrato in campo. La sua aura non era elevata, era per quello che si era avvicinato senza che se ne accorgesse. Corse nella direzione dell’essere. Era alto almeno quattro volte la ragazza e sulla schiena portava una sorta di barile. Lo osservò meglio da debita distanza, c’era qualcosa che non quadrava, dei tubi partivano da quel barile e si avvolgevano e si inserivano nel corpo della creatura. Ma che cavolo era quella cosa?
Il suo istinto continuava a dirle di ucciderlo alla svelta.
La bestia si voltò e la vide. Iniziò ad attaccarla cercando di colpirla. Non era particolarmente veloce. Lo avrebbe abbattuto alla svelta. Altri sayan cercarono di colpirlo con dei colpi energetici ma sembravano inutili. Minami con la spada sguainata colpì a un polso l’essere all’imboccatura di uno dei tubi. Se gli attacchi energetici non funzionavano doveva provare con la spada.
La lama attraversò le carni della creatura riuscendo quasi a mozzargli l’arto, facendola ruggire dal dolore. Una nube tossica si dipanò dal taglio investendo in pieno la ragazza. La principessa dei sayan sentì il gas invaderle i polmoni e bloccarle il respiro. Iniziò a sentire quasi immediatamente gli effetti del gas. La gola le bruciava da impazzire, la testa girava, la nausea la assaliva. 
Merda. Come aveva fatto a essere così imprudente? E adesso? Aveva respirato quel miasma praticamente a pieni polmoni.
Si guardò intorno per un secondo. L’essere in preda al dolore si dibatteva, e più si dibatteva più gas velenoso veniva sparso nell’aria. Sentì qualcuno tossire, stava avvelenando tutti. Volevano eliminarli in massa.
Doveva fare qualcosa o sarebbero morti tutti. Pensò suo fratello e poi agli latri sayan che combattevano con lei. Gli venne in mente anche quella testa calda di Grimmjow.  Non avrebbe fatto fare a loro la fine del topo come stava facendo lei. Prese lo scouter e aprì la comunicazione con tutti urlando una sola parola «RITIRATA» per poi lanciarlo via.
Lei aveva sbagliato, lei aveva iniziato a far diffondere il miasma, lei doveva rimediare. Sentiva il respiro farsi sempre più corto e le forze iniziare a scemare. Volò fino a pararsi di fronte agli occhi del mostro, doveva attirare la sua attenzione. Doveva farsi venire un’idea. Doveva trovare un modo per uscire da quella situazione. Ma come, come? Forse poteva….? Ormai stava respirando talmente tanto veleno che era ormai sicura che sarebbe morta, tanto valeva tentare. Dove?
Il lago!
 
Vegeta senti l’urlo della sorella allo scouter. Si paralizzò. Doveva andare a vedere cosa stava succedendo. Per la prima volta in vita sua il principe dei sayan era veramente terrorizzato. Non aveva mai sentito la sorella urlare a quel modo. Cosa era successo? Cosa le era successo? Mentre volava in direzione della terza classe si accorse che anche Grimmjow lo stava seguendo.
Se Vegeta aveva abbandonato tutto e stava volando a tutta velocità nelle retrovie doveva esserle successo qualcosa. Nessuno avrebbe preso la sua preda al posto suo. Nessuno!
 
 
Minami prima volava, poi saltava infine correva, sempre più consumata dall’interno dalla nube tossica che aveva respirato. Sudava freddo, i conati di vomito riusciva a stento a trattenerli. Doveva fermare la fuoriuscita di gas e in fretta. Voleva respirare di nuovo l’aria pura. Chissà se ci sarebbe riuscita. Finalmente arrivò a lago e si nascose dietro a un tronco d’albero. Aveva una sola occasione. La creatura arrivò  e si portò alla riva del lago guardandosi intorno. Ora o mai più. Aveva promesso al fratello che non avrebbe mai svelato il suo segreto, sapeva che era troppo pericoloso, ma ormai respirava a fatica, stava a malapena in piedi, stava per morire. Almeno sarebbe morta facendo qualcosa di buono.
Con le ultime energie rimaste scagliò un’onda di energia al capo della bestia facendola finire in acqua. Si accasciò al suolo sfinita.
Non ancora, un ultimo sforzo.
Puntò le mani al suolo, in un gesto disperato e rabbioso. Dalle sue mani dipartirono due fasci di luce bianca che arrivarono fino alla riva del lago diffondendosi in esso. Tutto il lago, tutto ciò che era stato avvolto da quella foca luce bianca ghiacciò in un istante. Era riuscita a congelare il lago e la bestia al suo interno, la fuoriuscita del miasma era completamente bloccata.
La ragazza si sdraiò al suolo ormai sfinita. Tutto attorno a lei si fece più sfocato. Udì una voce in lontananza. Vide la figura sfocata del fratello sopra di lei. Urlava il suo nome, o almeno così le sembrava, era tutto così ovattato.
Poi il buio.
 
 
Angolo autrice
Scusate se in questo capitolo non ci sono stati risvolti ehm...hot ma prometto che mi rifarò col prossimo! Spero vi sia piaciuto comunque! Un bacione!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Las Noches ***


Angolo Autrice

scusatemi se ci ho messo tanto a pubblicare ma sono stata un pò impegnata, in più ho riscritto questo capitolo un sacco di volte, non ero mai contenta del risultato. spero vi piaccia! ;)




Las Noches
 
Lentamente la coscienza ricominciò a riaffiorare. Piccole sensazioni che finalmente tornavano. Il respiro tranquillo, non più faticoso.  La gola pizzicare lievemente. Una sensazione di soffice sotto di sé. Riaprì gli occhi. Una luce accecante la costrinse a richiuderli. Tentò di aprirli di nuovo, sbattè più volte le palpebre. L’immagine si fece più definita: un soffitto bianco immacolato.  Si accorse di essere sdraiata su un letto. Girò la testa da una lato per guardarsi attorno e vide una flebo attaccata al suo braccio. Non sono morta…Dove sono?
«alla buon ora»
Girò la testa dall’altro lato, da dove proveniva quella voce. Grimmjow era scompostamente seduto su una sedia accanto a lei, i piedi incrociati appoggiati alla parte finale del piccolo letto.
Minami sbattè di nuovo le palpebre, come per assicurarsi di averci visto bene. Era debole e ancora confusa, pensava di aver avuto un’allucinazione.
«sei a Las Noches, ti ci ho portata dopo che sei svenuta, Aporro ti ha dato un antidoto»
«fammi indovinare, ti devo un altro favore» disse debolmente
«e anche qualche spiegazione»

Già il lago…adesso tutti vorranno delle spiegazioni…

Si portò il braccio libero dalla flebo sopra gli occhi «è da sempre che ci riesco, posso congelare tutto, non solo l’acqua, a dirla tutta posso anche manovrarla come voglio» visto che ormai era in ballo tanto valeva vuotare il sacco completamente «solo Vegeta sa cosa so fare, lo abbiamo tenuto nascosto a tutti»
 Grimmjow ascoltava in silenzio senza interrompere la confidenza che la ragazza gli stava facendo.
«Vegeta pensava che se Freezer lo avesse scoperto sarei potuta finire nei guai, se mi avesse voluta tra i suoi nessuno avrebbe potuto impedirgli di portarmi via da casa mia e sfruttarmi come voleva» una calda lacrima le rigò il volto.
«e adesso che hai?»
«ho mandato tutto all’aria….forse è vero che sono solo capace di combinare casini»
A lui sembrava tutto strano. Quella confessione sulle sue capacità, sul legame tra lei e il fratello. Non capiva perché lei gli stesse parlando così spontaneamente. E poi quella lacrima. Non si era mai fatto impietosire da niente ma quella lacrima lo turbò. Forse perché era la prima volta che una persona si apriva in quel modo con lui, con quella sincerità e quella naturalezza. Fino ad ora lui l’aveva trattata solo come una preda, gli interessava solo combattere contro di lei, eppure nonostante tutto lei era ancora lì a dargli fiducia, a parlargli realmente col cuore in mano.
 
Minami si mise seduta nel letto a fatica e si asciugò la lacrima con la mano. Sorrise a Grimmjow, un sorriso dolce e sincero «Grimmjow, grazie»
L’arrancar arrossì lievemente e si alzò irritato dirigendosi verso la porta «non sei più una mocciosa adesso puoi difenderti no? » aprì la porta della stanza «vado a dire che ti sei svegliata» poi le rivolse uno dei suoi soliti sorrisi maliziosi «dopo che ti avranno tolto quella roba dal braccio ti conviene vestirti, a me non dispiace ma non credo che tu vogli andare in giro in quel modo»
Minami si guardò e si accorse di avere addosso solo un misero camicie bianco ospedaliero che non le arrivava nemmeno a metà coscia. Gli tirò dietro il cuscino adirata, ma troppo tardi, lui stava già sparendo dietro la porta ghignando.
Il solito maniaco. Però non poté fare ameno di pensare a quando era arrossito e a quando, forse, a modo suo, l’aveva consolata. Forse in fondo non era poi così pessimo.
 
Dopo pochi minuti entrarono nella stanza Aporro e Halibel. Aporro le tolse la flebo e le porse delle compresse da prendere a intervalli regolari. Minami lo ringraziò, anche se un po’ quel tizio la inquietava. Quel ragazzo dai capelli rosa e gli occhiali aveva tutta l’espressione dello scienziato pazzo, ma meglio passarci sopra, del resto lei era l’ultima persona che poteva parlare di normalità. Halibel invece, l’unica figlia femmina di re Barragan, le porse dei vestiti con gentilezza. Minami sperò vivamente che i vestiti non fossero suoi. A parte il fatto che quella ragazza aveva un fisico da amazzone e fosse una delle ragazze più prosperose che avesse mai visto, e quindi i suoi vestiti non le sarebbero mai andati bene; era decisamente poco vestita, quella giacca dal collo alto che portava le copriva metà volto ma lasciava la metà inferiore del seno scoperto. Quando i due uscirono aprì i vestiti che le aveva lasciato Halibel. Con un sospiro di sollievo scoprì che si trattava di un vestito bianco, che scollatura profonda a parte, non doveva mettere tutto troppo in mostra. Si tolse il camice. Prese il vestito bianco e se lo infilò. Prese anche gli stivali neri che le avevano lasciato e mentre li stava indossando rientrò Grimmjow.
«bussare è passato di moda?»
Lui la guardò. Era veramente bella con quel vestito bianco a manica lunga profilato di nero che scendeva morbido fino al ginocchio. Aveva un che di angelico.
«muoviti»
Uscirono dalla stanza e si misero a camminare fianco a fianco «sai qualcosa di mio fratello e degli altri sayan?»
«stanno tutti bene, so solo che qualcuno aveva bisogno qualche pasticca da Aporro e ne abbiamo mandate un po’» decise di punzecchiarla un po’ «nessuno si è ridotto come te»
«cos’è eri preoccupato?»
«non ti ho salvato perché stavi per morire»
«e allora perché?»
Grimmjow la spinse contro il muro bianco e appoggiò una mano al muro di fianco al viso della ragazza e si avvicinò guardandola con i suoi occhi azzurrissimi a un palmo dalla faccia della principessa  «ricordati che tu sei la mia preda»
«inizi ad essere un po’ monotematico»
Lui sorrise maliziosamente e poi puntò lo sguardo nella direzione della profonda scollatura del vestito «non male»
Minami avvampò e si coprì istintivamente con le braccia, lui gliele tolse. Si avvicinò con il viso al collo della ragazza e  le strofinò contro il naso. L’odore della ragazza gli riempì le narici. Si avvicinò con le labbra al collo della ragazza che poteva sentire il caldo respiro dell’arrancar sulla sua pelle. Le baciò il collo. La sentì fremere, evidentemente lui doveva farle un certo effetto...una parte di lui gioì mentalmente. Poi lui si staccò e ricominciò a camminare lasciandola lì, avrebbe ripreso il discorso più tardi, gli era venuta una certa idea. Minami si mise a scalpitare e a urlargli contro che era un maledetto maniaco ma lui la ignorò.
 
 
Arrivarono nella sala del trono di Re Barragan. Tutti i figli del Re erano ordinatamente disposti su due file e in fondo, al centro, su una sorta di pilastro, il re dell’Hueco Mundo.
Gli sembrò di entrare in un tribunale e di essere sotto accusa. Tutti erano lì a squadrala da capo a piedi e a giudicare ogni singola parola che avrebbe detto, il fatto che Grimmjow fosse rimasto al suo fianco un po’ la rincuorava, almeno non era completamente sola.
Seguirono una serie di convenevoli tra la ragazza e il Re che inoltre la informò sulla vittoria e la conquista definitiva del pianeta. Infine la fatidica domanda…«ho saputo della sua prestazione con la quale ha impedito al gas velenoso di diffondersi, non sapevo che i sayan possedessero certi poteri, vorrei sapere come sia possibile»
«purtroppo non so spiegarglielo, ho questo potere da quando ne ho memoria e non essendo una capacità sayan l’ho sempre tenuto nascosto»
«spero che una volta tornata nelle sue migliori condizioni lei ci mostri cosa sia in grado di fare»
«sarà mia premura accontentarla» ecco ora aveva completato il quadro…le mancava sentirsi un soggetto da dimostrazione.
«molto bene, può andare. Grimmjow mostrale Las Noches e accompagnala nelle stanze che le abbiamo assegnato. Ci vedremo più tardi per la cena»
 
Grimmjow iniziò a mostrarle di malavoglia i punti principali della residenza. Minami osservò il palazzo enorme dove si trovava, prima dopo essersi svegliata aveva ben altri pensieri per la testa : dove era cosa era successo, cosa la attendeva. Ora invece che il peggio era passato poteva concedersi un attimo di calma e guardarsi attorno.
 Las Noches era un via e vai di corridoi che si susseguivano tutti uguali, spartani e tutti di colore bianco con qualche linea nera che interrompeva di tanto in tanto il candore, non un segno di riconoscimento, non una traccia di diversità. Era tutto maledettamente piatto, uguale e BIANCO. Minami si sentiva completamente persa, quello era un luogo dove tutto appariva sempre uguale a sé stesso quasi come se il tempo e lo spazio non esistessero. La faccia della ragazza era sempre più stanca, confusa e corrucciata. Minami vide una finestra che dava sull’esterno e andò verso di essa, sperava di poter distogliere per un secondo lo sguardo dal quel candore che ormai le stava dando alla testa. Un paesaggio desertico notturno rischiarato solo dalla tenue luce argentea della luna.
«Ah ci rinuncio!!!!»  Mettendosi le mani nei capelli
«Eh?»
«Senti un po’ ma cosa cavolo non va in questo posto?»
Grimmjow la guardò interrogativamente, continuava a non capire il suo atteggiamento da pazzoide scatenatosi da un secondo all’altro.
«I vestiti sono bianchi, i muri sono bianchi, le pareti sono bianche, i soffitti, i corridoi, le porte, le colonne sono tutte bianche! e pure quel cavolo di deserto che vi circonda è BIANCO!!!!! Ma che cavolo di problemi avete con gli altri colori??????»
In quel momento l’unica cosa che le veniva da fare era prendere dei barattoli di vernice colorata e andarsene in giro per quel candido palazzo e pennellare strisce di colore sui muri saltellando.
«come cavolo fate ad orientarvi qui dentro??? È tutto uguale!»
«hai bisogno di una guida privata?» chiese maliziosamente alla principessa
«no ho bisogno di una mappa con un dannato puntino che mi dice “ ti trovi qui” ad ogni vostro maledettissimo corridoi bianco»
Grimmjow si mise a sghignazzare, era veramente divertente vederla andare fuori di testa.
 Di punto in bianco lei cambiò espressione si avvicinò all’arrancar e gli chiese seriamente «senti ma se dipingessi dei fiorellini nella stanza di Ulquiorra con una faccina di lui in mezzo felice, dici che ci riesco a fargli cambiare espressione?»
Grimmjow la guardò stupito «tu donna sei completamente pazza, quel veleno ti ha dato alla testa …comunque non credo funzionerebbe, io non l’ho mai visto una volta con una faccia diversa da quella»
«proprio voglia di vivere…»
Grimmjow sghignazzò, dovette ammettere che quella ragazza era divertente, se ne usciva all’improvviso con delle idee strampalate e assurde, ma era la prima persona che lui considerava degna di essere ascoltata per più di 30 secondi a fila.
Continuarono la loro passeggiata e arrivarono al cortile. Il sole splendeva alto in un cielo azzurrissimo, faceva un caldo terribile.
Minami afferrò Grimmjow per una manica «no senti….tu adesso mi devi spiegare come fa fuori da qui ad essere notte e qua dentro ad esserci un sole che spacca le pietre! »
«che vuoi che ne sappia...è così e basta no?»
Minami rinunciò definitivamente a capire qualcosa di quel posto così strano, le sembrava tutto assudo.
 
Vagarono per un po’ nel cortile, anche lì il paesaggio era desertico ma inframezzato di tanto intanto da qualche gruppo di colone e piloni massicci, improvvisamente la ragazza notò un piccolo gruppetto di colonne rosse. Le si illuminarono gli occhi e corse verso di loro ripetendo più volte “sono rosse, sono rosse” e finendo con l’abbracciare una di quelle. Grimmjow era sempre più convinto che fosse impazzita.
«ti conviene prendere le pasticche di Aporro sai»
La ragazza mollò la colonna e lo guardò «sto benissimo, è questo posto che è strano»
«Grimmjow ma voi qui cosa fate di solito? »
«più o meno quello che fate voi, ci alleniamo, andiamo ad ammazzare qualche hollow che non vuole chinare la testa a nostro padre, io di solito vado anche su altri pianeti per trovare qualche preda interessante»
«come mai non sei mai venuto su Vegeta?»
«perché non avrei potuto combattere contro nessuno, e di venirci perché mio padre doveva discutere di affari col tuo non me ne fregava un cazzo» «e tu perché non sei mai venuta?»
«più o meno per il tuo stesso motivo, i viaggi di lavoro non mi interessano e di scorbutici nerboruti con la fissa della distruzione ne vedo già abbastanza a casa mia»
«di solito i sayan con le idee strampalate come le tue fanno una brutta fine…non credevo che per i reali la cosa funzionasse diversamente»
«consci la leggenda del super sayan?»
Grimmjow alzò un sopracciglio incuriosito e Minami continuò «da noi è piuttosto popolare la leggenda di un sayan dai poteri immensi a cui nessuno può opporsi, ed è un guerriero dai capelli biondi»
Grimmjow scoppiò a ridere «e saresti tu???»
«Quando sono nata hanno pensato tutti che fossi io, poi col tempo non so se hanno rinunciato all’idea o si sono accorti di aver preso un granchio enorme. In poche parole li ho fregati tutti» gli fece l’occhiolino e si mise a ridere a sua volta.
Grimmjow le mise una delle sue enormi mani sulla testa «allora aveva ragione Zarbon, sei proprio uno scherzo della natura»
 La ragazza gli mollò un pugno nello stomaco senza convinzione «vuoi diventare biondo anche tu?». Era strano scherzare e ridere con lui a quel modo. Quando si erano visti non l’avrebbe mai detto, eppure quel risvolto era stranamente piacevole per quanto inaspettato. Si dopotutto Grimmjow non è poi tanto male.
 
Per Grimmjow quella era la situazione più strana che gli fosse mai capitata, stava parlando con qualcuno, era interessato a ciò che gli stava dicendo e si stava pure divertendo. Si era anche dimenticato in quel momento che l’aveva scelta come preda. Quella ragazza era davvero strana.
Minami si tirò su le maniche del vestito faceva un caldo terribile e stava sudando. Propose a Grimmjow di mettersi un po’ all’ombra. Si sentiva sempre più stanca e debole. Quella misera passeggiata l’aveva sfinita, evidentemente quel veleno aveva fatto un buon lavoro. Prese una delle pasticche di Aporro  e se la mise in bocca deglutendola. Grimmjow la guardò: era sudata e pallida, più di quando si era svegliata.
«è meglio se rientriamo» disse il ragazzo seccamente.
 Percorsero qualche metro tra la sabbia, poi vide la ragazza inciampare e cadere a terra. Era sfinita, glielo si leggeva in faccia. Minami poteva sentire il sudore freddo rigarle il volto e la schiena, cercò di rimettersi in piedi ma si sentì sollevare di peso da due possenti braccia che con non troppa gentilezza la caricarono in spalla a mò di sacco di patate « gua…guarda che ce la faccio benissimo da sola!». Il ragazzo non le rispose nemmeno.
La portò in spalla anche quando furono all’interno del palazzo fino ad arrivare alle cucine, solo allora la depose a terra. Minami si resse sulle gambe malferme, dovette ammettere a sé stessa che se lui non l’avesse portata probabilmente sarebbe svenuta dopo qualche metro. L’arrancar le pose un bottiglia d’acqua in malo modo «bevi». Non se lo fece ripetere due volte, bevve avidamente dalla bottiglia, ne aveva proprio bisogno. La cucina era piena di profumi deliziosi, le brontolò lo stomaco, aveva una fame da lupi.
Si guardò attorno...c’era un cesto pieno di panini appena sfornati. Guardò il ragazzo con un sorriso a trentadue denti, lui le allungò un panino e la spinse fuori dalla cucina. Minami affondò i denti nel pane, era ancora caldo. Che buono ci voleva proprio! :3
Finalmente l’incarnato della ragazza riprese un colore roseo e con quello la voglia di scherzare «e se mettessi del dentifricio nella scarpe di Ulquiorra??»
«stai ancora pensando a quello? Te l’ho detto rinunciaci, non riuscirai mai a vederlo dar fuori di testa»
La ragazza sbuffò. Percorsero ancora un paio di corridoi, ovviamente bianchi e si fermarono di fronte a una porta.
«siamo arrivati alla tua stanza»
«chissà perché me la immagino bianca»
Grimmjow era dietro di lei e aprì la porta della camera. Minami guardò all’interno per un secondo, regnava il caos più totale, lenzuola, vestiti, cocci di muro sparsi ovunque a terra,  profondi buchi e crepe nel muro…capì immediatamente. Grimmjow la spinse subito all’interno e richiuse la porta.
«quanti anni dovevano passare prima di riuscire a fregarti?» con un sorriso tra il sadico e il malizioso
«carina la tua camera, bisognerebbe giusto ristrutturarla un po’»
Adesso si che si trovava in una bella situazione, Grimmjow l’aveva chiusa in camera sua, lei era ancora senza forze per difendersi e il sorriso di lui non prometteva niente di buono. Era finita dritta nella tana del lupo. E anche se fosse riuscita a scappare non sapeva dove andare.
 
 Grimmjow le si avvicinò, lei indietreggiò di un passo, lui di scatto la prese e la buttò sul letto disfatto e le piombò sopra.
«che ne dici di sdebitarti?»
«magari un’altra volta...sai com’è ho mal di testa»« ma tu non avevi la smania di combattere con me?»
L’arrancar ghignò «ho cambiato idea»
«quasi quasi preferivo la prima»
«io non credo» si tuffò sul collo di lei e le diede un lieve morso.
La ragazza iniziò a dibattersi invano.  Lui continuò a torturarle il collo con la punta della lingua alternando questa a piccoli morsi. Gli piaceva, dovette ammettere che quella ragazza gli piaceva. Il profumo della principessa gli stava riempiendo le narici e aveva un effetto magnetico su di lui, ogni volta che le sfiorava il collo e sentiva i piccoli fremiti della ragazza  sentiva di volere  quel corpo. Non stette a chiedersi il come e il perché la desiderasse. Era un dato di fatto e basta. Guardò il volto rosso, imbarazzato e indispettito della ragazza e il suo sguardo si posò sulle labbra rosee semi chiuse di Minami. Le passò il pollice sulle labbra.
Minami nonostante la situazione aveva il fiato sempre più corto. Non capiva perché lui le facesse quell’effetto. Il profumo di Grimmjow così penetrante l’aveva mandata in tilt. Cercava di dibattersi, di affondare le unghie nella sua carne, ma era esausta, si sentiva in completa balia degli eventi ed era spaventata da quello che sarebbe potuto succedere ma al tempo stesso sentiva il suo corpo reclamare i tocchi dell’arrancar. Lui le stava puntando gli occhi dritti sul viso. Le stava guardando le labbra. La mano di lui si era appoggiata al suo viso in una sorta di carezza e il pollice di lui le stava passando lentamente sulle labbra.
Il ragazzo si avvicinò al suo viso e con le labbra iniziò a baciarle il collo, poi la mascella e il mento. Lei sentiva il fiato farsi sempre più corto. Le labbra di lui si avvicinarono alle sue. Smise per un attimo di respirare. Grimmjow fece marcia indietro e tornò a baciarle il collo scendendo lentamente fino alla clavicola. Iniziò a scendere verso la scollatura. Poteva sentire il cuore della sayan battere all’impazzata. Iniziò a passare la lingua al limitare della scollatura del vestito percorrendola, andando infine a baciarla nell’incavo del seno. La ragazza tentò malamente di soffocare un gemito.
«l’ho detto io che ti piace questo gioco»
Lei gli affondò una mano nei capelli azzurri e li tirò leggermente costringendolo ad allontanarsi di qualche centimetro dal suo corpo «si può sapere perché devi essere così stronzo?»
«e tu perché vuoi negare l’evidenza?»
«cosa farei io????»
Grimmjow si mise seduto sul letto trascinandosi dietro la ragazza che si ritrovò a cavalcioni su di lui, occhi negli occhi. La ragazza per quanto fosse già arrossita divenne paonazza trovandosi in quella posizione con lui. Grimmjow le circondò il busto con le braccia premendola contro di sé. I visi a un palmo di distanza.
«dimmelo ora che non ti faccio nessun effetto»
Minami deglutì. Era maledettamente in imbarazzo, non si era mai trovata in una situazione simile ed era anche consapevole che uscire da quella circostanza non sarebbe stato semplice…ma forse poteva tentare ancora qualcosa. O peggiorava le cose o riusciva a metterlo in imbarazzo. Bisognava pur tentare.
Gli cinse il collo con le braccia e gli riaffondò una mano nei capelli stringendoli di nuovo, stavolta più lievemente e a un soffio dalle labbra di lui gli chiese «sentiamo…e io che effetto ti faccio?»
«donna, non ti conviene provocarmi» le soffiò sulle labbra.
Sentirono bussare alla porta.
«Grimmjow imbecille va a prendere quella donna che è pronta la cena, mancate solo voi due!»
«Nnoitra, sei il solito rompicoglioni» sbraitò contro la porta Grimmjow. Adesso si che era incazzato. Prese minami per i fianchi e sollevandola la staccò da lui senza troppi complimenti.
«andiamo»

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Pensieri ***


Angolo autrice
Questo capitolo avrei fatto meglio a intitolarlo seghe mentali, ma per ora voglio ancora mantenere una traccia di serietà nella storia.. spero piaccia!
Ps: ringrazio chi continua a leggere e seguire questa fanfic! Se volete recensite pure sia che vi piaccia sia che non vi piaccia, ogni consiglio è ben accetto! Buona lettura!
 
 
Pensieri
 
 
Vegeta era tornato sul suo pianeta d’origine subito dopo aver terminato la missione. Non riusciva a fare a meno di pensare a sua sorella che spariva all’interno di un garganta svenuta tra le braccia di Grimmjow. Aveva acconsentito a farla portare nell’Hueco Mundo poiché per quanto i sayan fossero attrezzati con le vasche di rianimazione, non lo erano altrettanto con i veleni, mentre Aporro eccelleva nella conoscenza di questi. Sperava solo che fosse salvata in tempo.
Mentre usciva dalla porta della sua stanza dopo essersi fatto una doccia e ripulito, pronto per andare a fare rapporto al padre, e gli si avvicinò una giovane tsufuro dai capelli rossicci. Era la serva personale che avevano assegnato alla sorella.
«mi scusi principe Vegeta»  teneva gli occhi bassi e la testa china, la voce le tremava, mai aveva osato rivolgersi direttamente al principe per qualcosa che non fosse servirlo o prendere ordini e non era sicura che sarebbe rimasta incolume «posso chiederle dove si trova Minami-sama?»
Vegeta la guardò truce, sapeva bene che tra quella ragazza e la sorella non c’era il solito rapporto schiavo padrone, ma che erano amiche, ma questo non le dava certo il permesso di fargli delle domande, né di pensare di poterlo fare.
«Ricordati qual è il tuo compito»
La ragazza tremò «mi perdoni, volevo solo sapere se Minami-sama stava bene»
«la stanno curando nell’Hueco Mundo» tagliò corto Vegeta «e adesso sparisci, prima che cambi idea sul non punirti per la tua insolenza» La giovane non se lo fece ripetere due volte e sparì dalla vista del principe.
Vegeta era arrabbiato, non aveva voglia di parlare di cosa era successo a Minami e già avrebbe dovuto farlo con il padre, e sperava vivamente che al rapporto a Freezer ci avrebbe pensato Zarbon, perché ci mancava solo di dover vedere la faccia di quel lucertolone che voleva sapere dei poteri della sorella e poi sarebbe andato in bestia in modo incontrollabile.
Dopo aver bussato alla porta dello studio del padre e aver ottenuto il permesso di entrare  si diresse verso l’enorme scrivania del re. Vegeta iniziò a fare un rapporto dettagliato sulla missione, anche la madre era lì presente. Spiegò dello scherzo di Minami a Zarbon, probabilmente quella femminuccia patentata avrebbe preteso delle scuse. Re Vegeta si passò una mano sul volto irritato. Il principe continuò con il rapporto fino ad arrivare al momento in cui Minami aveva ghiacciato il lago con la creatura al suo interno.
I due regnanti guardarono il figlio per un attimo stupiti, poi si guardarono tra di loro e infine di nuovo posarono lo sguardo sul giovane principe.
«cosa ha fatto Minami?»
«ha ghiacciato il lago con il mosto all’interno per interrompere la fuoriuscita di gas velenoso, adesso la stanno curando a Las Noches»
«si si questo lo so, Barragan ha già mandato un emissario poco fa per dirmi che hanno appena trovato l’antidoto e che ne manderanno per gli altri intossicati. Voglio sapere come ha fatto a ghiacciare il lago»
Vegeta si decise a raccontare tutto «quando aveva più o meno 4 o 5 anni un giorno mi ha mostrato che era in grado di ghiacciare completamente l’acqua che si trovava in un bicchiere, poteva anche muoverla a suo piacimento, si è allenata in questa sua capacità e adesso riesce a ghiacciare qualsiasi cosa e a spostare anche enormi ammassi d’acqua »
Re vegeta scatto in piedi puntando le mani sulla scrivania e urlando «TU LO SAPEVI E NON HAI MAI DETTO NULLA!?!?!?»
Vegeta chinò la testa «si»
«non mi sarei mai aspettato un comportamento simile proprio da te! Si può sapere cosa ti è saltato in mente?»
«volevo che si allenasse il più in segreto possibile, poteva essere una buona carta da giocare contro Freezer». Era vero solo in parte, Vegeta sapeva che se Freezer avesse saputo delle sue capacità pur di averla con sé avrebbe spazzato via l’intero pianeta o peggio se si fosse rifiutata  l’avrebbe uccisa.
«puoi andare, ci spiegherà meglio Minami quando tornerà»
Vegeta uscì dalla porta. Se tornerà.
Aveva bisogno di sfogarsi, quella situazione lo stava mandando fuori di testa. Si diresse verso la stanza gravitazionale per allenarsi da solo. A  ogni passo un nuovo pensiero si impossessava della sua mente.
L’antidoto avrebbe fatto in tempo a salvare sua sorella?
Perché Grimmjow si era offerto di portarla a Las Noches? Perché lo aveva seguito? Strano da parte sua…
Perché quella creatura era comparsa proprio nelle retrovie? Non era più logico avvelenare i sayan più forti?
Aveva fatto bene a tenere nascosto il potere della sorella anche ai suoi genitori?
Adesso Freezer avrebbe voluto Minami con sé?
Come poteva fare per tirarla fuori dai guai?
Come aveva potuto lasciare che lei rischiasse di morire?
A cosa era servito tutto il suo allenamento?
Cosa gli serviva essere il sayan più forte del pianeta, più forte anche del padre ormai, se non era in grado di proteggere l’unica persona cui teneva?
Entrò nella stanza di allenamento e si lasciò cadere in ginocchio sul pavimento schiumante di rabbia puntando i pugni contro il suolo. Il pavimento si ruppe e si formarono due crateri i corrispondenza delle mani del principe. Si sentiva inutile.
No. Doveva allenarsi di più, doveva diventare ancora più forte, doveva riuscire ad annientare Freezer, poi sua sorella sarebbe al sicuro.
Iniziò ad allenarsi da solo incessantemente per un tempo che parve un’eternità. Si stava massacrando di allenamento quando Nappa entrò nella stanza gravitazionale. Vegeta lo guardò adirato, aveva interrotto il suo allenamento, l’unico modo che aveva per riuscire ad attendere una qualche notizia senza stare con le mani in mano «spero che tu abbia un buon motivo per avermi interrotto!»
«hanno mandato un messo, hanno detto che la principessa Minami si è svegliata»
«bene, vattene ora»
Era viva.
Tirò un sospiro di sollievo e ricominciò ad allenarsi anche se in modo meno rabbioso.
 
 
*
 
 
Minami non seppe veramente quale dio del cielo ringraziare per un tempismo tanto perfetto da apparire assurdo. Si era salvata, non aveva ancora capito come, ma si era salvata da quella situazione imbarazzante e ad alto rischio per la sua verginità. Qualcuno lassù le voleva veramente bene, in meno di 24 h era scampata a morte certa e a un attentato al suo candore.
Grimmjow invece era incazzato come non mai, era appena stato interrotto sul più bello dal quel deficiente di suo fratello Nnoitra. E se normalmente aveva una espressione da cane furioso, ora aveva uno sguardo omicida che trasudava voglia di fare a pezzi qualcuno.
Come aveva fatto a non pensarci quando era andato in cucina che era tutto pronto e ovviamente dopo pochissimo sarebbero dovuti andare a mangiare?
Si mise le mani in tasca e aprì la porta con un calcio.
Minami uscì subito dopo di lui e si trovò davanti il suo benefattore. Uno spilungone altissimo e magro, ovviamente vestito di bianco, con un paio di scarpe dalla punta ricurva, che a lei parvero quelle dei folletti, e una specie di cappuccio rigido dietro alla testa che a guardarlo lo faceva sembrare un cucchiaio. Ovviamente per Minami divenne istantaneamente il folletto dei cucchiai. Inoltre se lo immaginò sdraiato per terra mentre gli caricava un masso nell’insolito cappuccio e gli salvata sulle scarpe per utilizzarlo a mò di catapulta…fantastico!
 
«vedo che ho interrotto qualcosa Grim» non fece in tempo a finire la frase che Grimmjow lo prese con una mano per la stoffa del suo abito vicino alla spalla piantandogli l’avambraccio sul collo immobilizzandolo al muro «dì solo un’altra parola e ti ammazzo» i due si squadrarono in cagnesco ognuno pronto a fare a pezzi l’altro.
«scusate io avrei fame»
I due si voltarono verso la sayan che li stava guardando con una mano sullo stomaco brontolante. Grimmjow lasciò andare Nnoitra e si avviarono in silenzio verso la sala adibita alla cena.

Minami si ritrovò ovviamente seduta accanto a Grimmjow e dall’altro lato un bestione grosso anche più di Nappa e altrettanto pelato… le venne da ridere pensando che esistesse il corrispettivo arrancar del Sayan. Di fronte a lei si trovava Halibel, menomale, per quanto quella ragazza fosse fredda e distaccata forse era la persona più normale lì dentro.
La cena era in tavola e Minami era talmente affamata che si avventò quasi subito sul cibo, anche se buona parte non aveva idea di cosa fosse, l’odore era invitante e non aveva certo intenzione di fare la schizzinosa. C’erano molti tipi di arrosti di chissàchecosa ma erano deliziosi e questo era sufficiente.
«abbiamo fame eh?» la canzonò l’arrancar dai capelli azzurri.
«ovvio che ho fame!» gli rispose la ragazza con una nota irritata nella voce per averla disturbata mentre trangugiava un cosciotto.
Grimmjow si avvicinò al viso della sayan soffiandole all’orecchio «ricordati che più tardi riprendiamo il discorso»
Minami sbiancò e si mise a tossire, per poco non si strozzava con il boccone che aveva in bocca.
Grimmjow ghignò della reazione della ragazza. Ormai per lui era chiaro come il sole che aveva un certo ascendente sulla principessa, eppure lei si ostinava a negarlo e a fare la difficile e la cosa lo divertiva parecchio oltre che a intrigarlo.
Minami vedendo l’arrancar ghignare pensò fosse uno scherzo di cattivo gusto, o almeno voleva sperarlo. In ogni caso la sua priorità del momento era riempirsi lo stomaco e continuò a mangiare e a bere fino a quando si ritrovò sazia. La cena trascorse tranquilla a parte l’ennesimo tentativo di avance di Grimmjow. L’arrancar aveva infilato una mano sotto il tavolo andandole a sfiorare un ginocchio e cercando di risalire lungo la coscia di Minami. Tentativo fallito perché la ragazza gli rifilò una sonora frustrata con la coda alla mano costringendolo a ritirarla.
«la smetti di fare il maniaco?» gli bisbigliò a denti stretti Minami provocando l’ennesima risata sadica del ragazzo.
 
Verso la fine della cena Minami si sentiva praticamente distrutta, aveva un gran sonno e il fatto di essersi rimpinzata con ogni ben di dio presente in tavola non la aiutava di certo. Cercò di sbadigliare senza sembrare un ippopotamo nella savana, ma via via che il tempo passava aveva sempre più voglia di buttarsi in un letto e farsi una dormita memorabile. Aveva talmente sonno che si sarebbe addormentata anche con la testa nel piatto, cosa che iniziava a non escludere dato il protrarsi della serata.
Finalmente terminò il tutto, e nonostante l’abbiocco epico, riuscì ad avere la prontezza di spirito di farsi riaccompagnare in camera da Halibel con la scusa di farsi prestare un pigiama dalla ragazza, non aveva nessuna intenzione di ritrovarsi di nuovo da sola con Grimmjow. Uscì dalla sala dietro ad Halibel e si girò soltanto per fare la linguaccia all’arrancar dai capelli azzurri e fargli il labiale dei 2000 anni.
Una volta preso il pigiama che consisteva in canotta e calzoncini striminziti si fece accompagnare alla sua stanza e, chiusa la porta a chiave e indossato il completo da notte, si buttò nel letto.
Prima di addormentarsi ripensò a quel pomeriggio. Grimmjow l’aveva aiutata e a modo suo era stato gentile con lei, aveva anche scherzato volentieri con l’arrancar e nonostante le battutacce maliziose si era trovata bene. Poi lui aveva rifatto il maniaco. Sospirò. Possibile che non si rendesse conto che se lei raccontava ciò che era successo sarebbe andato tutto a rotoli?
dimmelo ora che non ti faccio nessun effetto
Era vero? Lui le faceva un certo effetto? No, forse era solo perché mai nessuno le si era avvicinato in quel modo, era normale che fosse in imbarazzo. Provò a pensare se ci fosse stato qualcun altro al posto di Grimmjow e scacciò subito il pensiero. Allora forse era vero?
 Ma che andava a pensare? Era solo un maledetto maniaco che voleva divertirsi e metterla in imbarazzo. Poi da quel che aveva capito durante la cena il giorno dopo l’avrebbero riaccompagnata al suo pianeta e lei avrebbe potuto riprendere la sua vita senza lui tra i piedi. Avvertì una morsa allo stomaco. Diede la colpa all’aver mangiato troppo e si rigirò nel letto addormentandosi sfinita.
 
 
Grimmjow si spogliò e si lasciò andare nel suo letto. Poteva sentire ancora il profumo della ragazza tra le lenzuola. Maledizione, perché quel pomeriggio l’avevano interrotto?
Oltretutto quella ragazza aveva avuto anche il coraggio di fare la furba con lui a fine serata, incredibile. Sorrise ripensando all’accaduto, aveva fegato e sfacciataggine da vendere.
Si portò un braccio sopra alla testa. Perché non riusciva a smettere di pensare a lei? Ok era la prima persona che si era aperta a lui in modo totalmente sincero ma non era la prima dona che vedeva, né che aveva. Forse era per il brivido della caccia, forse se si fosse concessa a lui immediatamente e senza remore avrebbe perso di interesse.
Era inquieto, non voleva che la ragazza tornasse a casa il giorno seguente. Voleva averla. In fondo era a sua preda, non aveva ancora rinunciato a combattere contro di lei, ma il passatempo di tormentarla e tentare di avere il suo corpo si era rivelato piuttosto divertente e anche appagante. Poi la trovava interessante, era divertito dal modo di fare e di ragionare della ragazza, voleva ancora vederla all’opera.
Possibile che si stesse tormentando tanto per una donna? Non era certo da lui. Eppure non riusciva a togliersela dalla testa. Sarà stato anche merito del profumo che impregnava il guanciale del cuscino ma dovette ammettere che aveva una gran voglia di stare con lei e di sentire ancora quell’esile corpo tra le sue braccia. Era inutile starci a pensare tanto era evidente: quella dannata donna gli piaceva. Doveva pensare ad una soluzione. Non aveva alcuna intenzione di lasciare le cose a metà. L’avrebbe avuta e le avrebbe fatto anche ammettere che lui le piaceva, perché ne era certo. Poteva anche dissimularlo con le parole o non volerlo ammettere. Ma il corpo di lei parlava chiaramente: Il fiato corto, il rossore, i gemiti soffocati di quando la sfiorava con le labbra…
Quella caccia era così insolita, ma anche così eccitante…non vedeva l’ora di assaporarla.
Finalmente gli venne un’idea e sorrise pensando alla reazione di Minami. Si addormentò aspettando impaziente il giorno seguente.
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** ritorno ***


Ritorno
 
 
Angolo Autrice: lo so ci ho messo un sacco di tempo a pubblicare, chiedo umilmente perdono!
Do anche una comunicazione di servizio, la prossima settimana vado al mare!!!!
Grimmjow «ma chissenefrega!!!!»
Zitto gattaccio!!! E quindi per il prossimo capitolo passeranno almeno una paio di settimane… spero vi piaccia!
 
 
TOC TOC  TOC
«eh? Umf…»
SBAM SBAM SBAM
«dai Vegeta non rompere, ho sonno! Non ci vengo all’allenamento!» Minami si portò il cuscino sopra la testa per riparare le orecchie dal rumore.
«DONNA CHE CAZZO DICI? SVEGLIATI, ALZATI E VIENI AD APRIRE QUESTA DANNATA PORTA SE NON VUOI CHE LA BUTTI GIÚ!»
Minami si stropicciò gli occhi assonnati e si stiracchiò. Si guardò intorno e fece finalmente mente locale che non si trovava nella sua camera ma a Las Noches e quello che stava bussando non era il fratello ma Grimmjow.
Sbuffò. Quel maniaco era rumoroso già di mattina…
La porta si schiantò sul pavimento con tonfo sordo che fece sobbalzare la ragazza ancora assonnata.
«MA SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITO?????»
«DONNA SONO STUFO DI ASPETTARTI, MUOVITI CHE TI RIPORTIMO A CASA»
Minami si alzò dal letto, gli corse incontro e afferrò il collo della giacca con entrambe le mani e si mise a urlargli a pochi centimetri dalla viso «E TI SEMBRA UNA SCUSA VALIDA PER BUTTARE GIÚ LA PORTA!?!?!»
«NON HO INTENZIONE DI ASPETTARE I TUOI COMODI!»
«e invece dovrai aspettarli, vado a farmi una doccia» gli rispose acidamente Minami dandogli le spalle e raccattando il vestito del giorno prima.  Si avvicinò alla porta del bagno ma non riuscì a raggiungerla, Grimmjow l’aveva agguantata per al vita con un braccio, costretta a girarsi verso di lui e guardarlo negli occhi. L’arrancar prese il mento della ragazza con la mano libera sussurrandole sulle labbra «posso sempre farti compagnia…»
Minami lo spinse via con le mani e saltò indietro incrociando le braccia di fronte al suo viso rosso come un peperone «no grazie, fa lo stesso!»  e si infilò nel bagno chiudendo la porta a chiave.
Grimmjow ghignò, sarebbe stato così maledettamente facile buttare giù anche quella porta…
Sentì scrosciare l’acqua. L’aveva detto per imbarazzarla, ma l’idea di raggiungerla seriamente sotto la doccia lo solleticava, ma questo avrebbe mandato a monte il suo piano e quindi rinunciò e si mise ad aspettare tranquillo sedendosi scompostamente sul letto. Dopo poco tempo Minami uscì dal bagno pronta per attraversare il garganta.
 
*
 
Grimmjow era stramaledettamente irritato. Non avevano fatto in tempo a mettere piede sul pianeta Vegeta che la regina Rosecheena aveva afferrato Minami per un braccio e l’aveva trascinata chissadove inveendole contro a bassa voce perché si era messa addosso degli stracci qualunque. E adesso si ritrovava ad aspettarla per l’ennesima volta per di più attorniato da tutta la famiglia della ragazza, suo padre e suo fratello Ulquiorra e pure Freezer e i suoi due migliori scagnozzi: Zarbon e Dodoria. Era ovvio che la stessero tutti aspettando per avere delle spiegazioni e magari la dimostrazione del suo potere. Si stava chiedendo cosa si sarebbe inventata per sfuggire almeno in parte a quella situazione.
 
*
 
 
Il polso era serrato all’interno della mano della regina in una morsa d’acciaio, il passo era veloce, la stava praticamente trascinando senza nemmeno guardarla. Era in collera. Minami sapeva già che si aspettava una ramanzina delle sue, ma in casa d’altri mica poteva fare la pignola sul vestiario. Arrivarono di fronte alle stanze della principessa e Rosecheena spalancò la porta con gesto brusco. Una ragazzina esile e dai capelli rossicci scattò in piedi guardando con felicità la giovane Sayan.
«togliti immediatamente quelli stracci di dosso, adesso vestiti come ti dico e tu pettinala come si deve!»
Sparì sbattendo la porta.
«Minami-sama!!!!!!!!!!!!!» la ragazzina si buttò al collo della principessa con le lacrime agli occhi «sono così felice che tu stia bene, quando ho visto Vegeta tornare senza di te ho pensato al peggio»
«da dai Eiko-chan sono ancora tutta intera!»
La tsufuro sciolse l’abbraccio e guardò la principessa sorridente con occhi lucidi «sarà meglio checi sbrighiamo e che adesso ti dia una mano a prepararti altrimenti poi chi la sente tua madre!»
Si misero a ridere assieme, per Minami quella ragazza era l’amica più cara che aveva. Dopo suo fratello era la persona di cui si fidava di più e spesso di sera facevano lunghe chiacchierate al chiaro di luna confidandosi l’una con l’altra.
«questo è quello che ha scelto tua madre per oggi, sai ti troverai di fronte anche Freezer e vuole che sembri una vera sayan»
Minami osservò quello che stava tenendo in mano Eiko. «oddio, devo metterlo per forza???» la tsufuro la guardò con uno sguardo piuttosto eloquente «non ti starà certo male»
«si ma sarò mezza nuda!!!»
Minami indossò di malavoglia la battolsuit impostale dalla madre, praticamente un body scollato senza maniche con le spalline sottili. Menomale che c’era la corazza monospalla che copriva almeno un minimo il davanti. Si mise due bracciali dorati ad entrambi i bicipiti e un altro a metà coscia della gamba sinistra. Infine gli stivali bianchi tipici dei sayan. Si guardò allo specchio mentre l’amica le sistemava i capelli e li legava in una ordinata coda di cavallo alta. Guardandosi già sentiva i commenti maliziosi di Grimmjow. Doveva ammettere però che per una volta aveva almeno l’apparenza della sayan.
 
Si diresse verso lo studio del padre dove sapeva che tutti la stavano aspettando. Una volta arrivata sospirò, prese fiato e abbassò di colpo la maniglia pronta a recitare la sua parte.
 
Grimmjow la vide entrare. Non gli sembrava nemmeno lei, la testa alta orgogliosa, lo sguardo freddo e distaccato, indosso la tipica battelsuit e corazza dei sayan che era apprezzabilmente scollata e sgambata; in quel momento si che poteva definirla la principessa dei sayan.
Minami incrociò lo sguardo di Grimmjow e dovette voltarsi verso gli altri per non arrossire. Grimmjow la stava squadrando da capo a piedi e nello sguardo dell’arrancar non si leggeva certo purezza e castità. Doveva finire alla svelta e andarsi a cambiare, altrimenti chissà cosa sarebbe saltato in testa di fare a quel maniaco.
Freezer iniziò a parlarle guardandola col suo solito sguardo arrogante e pieno di sé «prima vediamo di sbrigare le faccende di secondaria importanza. Zarbon mi ha riferito uno scherzo di cattivo gusto…»
 
E te pareva che quella donnetta non andasse subito a piangere dalla mammina…
«un semplice equivoco» Minami in quel momento stavo sfoderando tutta la sua sfacciataggine e faccia di bronzo di cui era capace. Anche se osservando Zarbon che era tornato al suo colore naturale riuscì a stento a trattenere una risata. Se lo immaginava tutto intento con specchi e pennello mentre si rifaceva la tinta verde, peccato non essere riuscita ad assistere allo spettacolo.
«e sentiamo….come avresti fatto a ghiacciare un lago?»
«incredibile vero cosa si riesca a fare in momenti disperati!?»
Freezer frustò l’aria con la coda, evidentemente non era in vena di farsi raccontare storie.
Vegeta stava guardando la sorella con tanto d’occhi. Adesso si metteva pure a prendere in giro Freezer. Voleva rischiare di farsi ammazzare per la seconda volta in tre giorni?
Minami decise di non tirare troppo la corda. Zarbon aveva la faccia di uno che l’avrebbe ammazzata su due piedi e Dodoria aveva iniziato a inveirle contro «stupida ragazzina come ti permetti di rivolgerti così al grande e potente Freezer?»
«Dodoria modera i termini in casa mia o dovrò lavarti la bocca col sapone» in un tono che più che una provocazione sembrava una minaccia di chi lo avrebbe fatto sul serio.
Re vegeta decise di intervenire, non voleva he la discussione andasse oltre anche se l’atteggiamento ribelle, senza paura e snobbante nei confronti di quei tre lo riempiva in parte di orgoglio «Minami spiegaci»
«non c’è molto da spiegare, lo so fare e basta, penso che voglio che l’acqua ghiacci e succede»
«vorrei una dimostrazione» le disse Freezer in modo suadente.
Lei si girò verso la brocca d’acqua che stava sul tavolo e vi appoggiò una mano. Una foca luce argentea si liberò dal palmo della mano espandendosi nell’acqua e congelandola. Freezer guardò la scena sorridendo sadicamente.
«molto bene, ora che ho visto con i miei occhi posso anche andarmene, ho faccende da sbrigare, Dodoria rimarrà qui per le ultime cose»
«Certamente. Se non ci sono altre questioni vorrei parlare privatamente con mia figlia» Re Vegeta sapeva che non aveva mostrato tutte le sue capacità e voleva capire meglio di cosa era capace.
«veramente io avrei una richiesta»
Tutti i presenti si voltarono verso Grimmjow.
«vorrei rimanere qui per un po’ ad allenarmi con i sayan se è possibile»
Minami sgranò gli occhi, non poteva crederci. Ma perché diavolo voleva rimanere lì? Ma aveva l’impressione di conoscere già la risposta…
Tutti lo guardarono stupiti, tutti meno Ulquiorra, lui lo guardò e basta con la solita espressione da Ulquiorra, persino il padre Barragan non riusciva a credere alle sue orecchie.
Stavolta fu la regia Rosecheena a rompere il silenzio «rimani pure tutto il tempo che vuoi, sei il benvenuto. Ti faremo preparare una stanza. Vegeta mostragli il palazzo e le sale di allenamento»
 
 
*
 
 
Minami dopo aver ricevuto ben due punizioni: una per lo scherzo a Zarbon e una per non aver mai detto nulla sui suoi poteri si avviò verso le sale di allenamento della terza classe dopo essersi cambiata. Ormai le ronzava in testa l’idea che il mostro che l’aveva avvelenata fosse stato nelle retrovie per un brutto tiro di Freezer. Era una sensazione, nulla di più, ma il suo istinto non l’aveva mai tradita, e nessuno le avrebbe levato della testa che Freezer stesse complottando qualcosa.
Il modo migliore per scoprirlo era spiarli, ma non poteva certo farlo lei direttamente. Doveva piazzare una microspia addosso a Dodoria che era l’unico rimasto nei paraggi e lei sapeva bene che doveva andare in terza classe per trovare quel materiale in modo non proprio legale. Sapeva già da chi andare, anche se non sarebbe stato facile convincerlo.
 
Entrò nella sala principale di allenamento e trovò subito il sayan che stava cercando. Era seduto su uno degli spalti sudato, i capelli lunghissimi arrivavano fino ai piedi.
«Radish» lo apostrofò lei.
Il sayan si girò «non sei morta nemmeno stavolta»
«sempre gentile vedo!»
«So già che sei venuta a chiedermi un favore, conosco la tua faccia e qualsiasi cosa sia, la mia risposta è no! Porti solo guai!»
«Eddai un favore piccolo piccolo»
«Ho detto di no!»
 
 
Vegeta e Grimmjow arrivarono in prossimità della sala di terza classe e quando Vegeta aprì la porta della palestra per mostrargliela si trovarono di fronte lo spettacolo più pietoso a cui potessero assistere: Minami avvinghiata alla gamba di un Sayan di terza classe dai capelli neri lunghissimi che cercava di scollarsela di dosso muovendo su e giù la gamba intanto che la principessa si esibiva in una finta piagnucolata rumorosa «RADISH TI PREEEEEEEEGO!!!! DAI!!!!!!! TI PROMETTO CHE TI SPAZZOLO I CAPELLI TUTTI GIORNI PER UN MESE INTERO!!!!!!!!!!!!!!! TI PREEEEEEEEGO!!!!!!»
Radish vedendo il principe dei Sayan camminò verso di lui trascinandosi dietro Minami saldamente aggrappata alla gamba «Vegeta, come diavolo faccio a scollarmela di dosso???»
«RADISH PERFAVOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOREEEEEEEEEEEEE!!!!»
«Minami…» provò ad ammonirla il fratello, ma lei non lo ascoltava nemmeno, continuando nella sua cantilena.
«E VA BENE! BASTA CHE TI LEVI!!!!!!» sbottò il sayan ormai esasperato.
Minami scatto in piedi come se fino a un secondo prima non fosse successo assolutamente nulla «grazie!» e fece per uscire ma il fratello la brancò per il retro della maglia tirandola verso di sé «non ti chiedo cosa hai in mente perché almeno poi posso dire di non sapere nulla, ma si può sapere perché diavolo devi sempre metterti le mie maglie???» era vero, Minami aveva indossato i pantaloni della battelsuit e poi aveva preso una maglia del fratello e aveva annodato la parte più abbondante su un fianco.
 
Grimmjow era esterrefatto. Non aveva parole per quello che aveva appena visto. Era inutile stare a pensarci tanto, quella ragazza era pazza, e la cosa più preoccupante è che lui si divertiva pure a vedere quella serie di cazzate una dietro l’altra. Non sapeva perché, se le avesse fatte qualcun altro probabilmente avrebbero iniziato a prudergli le mani. Invece sarà stato il modo, sarà stato perché dopo solo si e no un paio di giorni che la conosceva, reputava che quell’atteggiamento combinaguai fosse un modo per infrangere deliberatamente le regole e le si addicesse alla perfezione, la trovava interessante. E lui si sentiva più pazzo di lei a pensare a certe cose.
 
In quel momento sopraggiunse un altro sayan dai capelli a palma che diede una pacca sulla spalla a Minami con fare giocoso «Uuuurca Minami! devi proprio farmi vedere come hai fatto a congelare quell’affare!!!!»
«Heilà Kaharoth! Adesso quando mi rimetto per bene ti faccio vedere!» facendogli l’occhiolino.
«Ci conto eh! Stavolta che punizione tan dato per lo scherzo a Zarbon?»
«da domani inizio ad allenare i bambini!» dicendolo con un sorriso a trentadue denti che esprimeva felicità a non finire.
«tsk, solo tu potevi essere contenta di allenare un branco di mocciosi» gli disse il fratello scocciato.
«poi me ne hanno data…devo pulire il pavimento della palestra della prima classe per un mese»
Il sayan dai capelli a palma si mise a ridere e anche Grimmjow iniziò a ghignare e a prenderla in giro «due in un colpo solo, quasi quasi era meglio se rimanevi a Las Noches»
«già ma poi tu come facevi a venirti ad allenare con noi?» in un tono tra l’acido e il malizioso
«magari potevo trovare altro da fare» e l’allusione a lei era piuttosto chiara, tanto che iniziò ad arrossire.
In quel momento sopraggiunse un altro sayan anche lui con dai capelli a palma e con una vistosa cicatrice sul volto che prese da dietro le due teste di Radish e Kaharoth  e le fece cozzare una contro l’alta. «Piantatela di perdere tempo voi due, non avete ancora finito di allenarvi!»
«Si, Padre» rispose Kaharoth e si avviò con Radish e il padre sul campo della palestra.
 
Vegeta fu chiamato allo scuoter da Nappa e ordinò alla sorella di accompagnare l’arrancar a prendere una battelsuit. Così Minami si ritrovò ancora una volta sola con Grimmjow. Cominciava a non credere più tanto che qualcuno lassù le volesse bene…
«allora si può sapere cosa sei voluto rimanere qui a fare?» gli chiese la ragazza mentre lo accompagnava
«secondo te?»
«non ho capito se speri di combattere contro di me o se sei passato da maniaco a stolker!»
Grimmjow ghignò e poi le rispose con un sorriso malizioso «diciamo che non mi piace lasciare le cose a metà»
«non mi piace lasciare le cose a metà» facendogli il verso e sbuffando irritata.
Entrarono in una stanza piena di scaffali con battelsuit di diverse forme, misure e colori.
Minami prese maglia e pantaloni blu e una corazza bianca e glieli sbattè in mano «provateli»
«la corazza è piccola»
«si allarga! Ma sei scemo non hai mai visto che quando ci trasformiamo si allarga anche lei?»
«vuoi farmi vedere come metterla?»
«no arrangiati»
Grimmjow ghignò e si andò a provare la tenuta in una stanza a fianco uscendo cambiato poco dopo.
La battelsuit blu scuro si intonava perfettamente con i suoi capelli e occhi turchini e metteva in risalto il fisico muscoloso dell’arrancar, la corazza gli dava il tocco finale. Sembrava un vero sayan, capelli, occhi e rimasuglio di maschera a parte. E diciamolo, era figo da paura. Minami vedendolo uscire arrossì violentemente, cosa che non sfuggì al ragazzo.
«cos’è subisci il fascino della divisa?»
«ti piacerebbe!»
Grimmjow scattò e la sbattè contro il muro senza tante cerimonie «mi piacerebbe di più riprendere il discorso che abbiamo lasciato in sospeso l’ultima volta»
Minami cercò di divincolarsi dalla presa ferrea del ragazzo «non ho niente da dirti!»
«vedremo»
La inchiodò contro il muro tenendola con le braccia per le spalle e mordendole la base del collo.
«Smettila!» gli ordinò
In tutta risposta lui iniziò a torturarle il collo con lingua, muovendosi su e giù verticalmente con una studiata lentezza . Minami cercò di ribellarsi e con una mano cercò di spingere il viso dell’arrancar lontano dal suo collo. Grimmjow le afferrò la mano e si portò l’indice alle labbra posando un tenue bacio su di esso. Minami si sentì avvampare, ma non solo il viso, tutto il corpo sembrò infuocarsi dopo quel semplice gesto.
Grimmjow sorrise sornione. Iniziò a passare la punta della lingua sul polpastrello per poi passare a baciare il dito medio e ritornare a succhiare lievemente l’indice. La ragazza gemette.
Non era possibile. Sentiva di non capire più nulla. Possibile che riuscisse a farle un effetto del genere. Eppure trovava ogni singola carezza, ogni gesto, ogni bacio sempre più bollente, sempre più sensuale, sempre più terribilmente attraente.
Grimmjow la guardò negli occhi con una strana luce. La ragazza aveva il fiato corto, era rossa in viso. La trovava terribilmente bella. Quegli occhi tra il desideroso e l’irritato, le guance imporporate e le labbra semi dischiuse. Non vedeva l’ora di farla sua, di poter assaporare appieno il suo corpo e godere di ogni suo gemito, ma prima lei doveva cedere.
Sempre tenendole la mano tornò a baciarle il collo dalla base fino al mento. La guardò di nuovo negli occhi e senza pensarci sue due volte premette le sue labbra contro quelle della ragazza.
Minami sgranò gli occhi. Le labbra di lui premevano bollenti e prepotenti contro quelle della ragazza. Un turbinio di emozioni si scatenò da quel bacio. Rabbia, gioia, risentimento, incredulità, desiderio.
 Grimmjow si staccò con aria soddisfatta. Guardando Minami capì di aver ottenuto il suo scopo: instillare il lei il desiderio di lui. Era visibilmente incredula e frastornata ma mentre si staccava malvolentieri dalle morbide labbra della ragazza aveva capito che lei di quel bacio ne voleva ancora.
«la prossima volta sarai tu a volerlo» disse uscendo dalla porta lasciando Minami sola con i suoi contrastanti pensieri.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** giornate normali per principesse anormali ***


ANGOLO AUTRICE: *prende un foglio di carta ci scrive sopra serietà e inizia a farlo a pezzi e a buttarlo giù per lo scarico* mi spiace ma questo capitolo è piuttosto delirante. Spero però che vi divertiate come mi sono divertita io a scriverlo!
 
 
 
Giornate normali per principesse anormali
 
 
Minami si lasciò cadere seduta per terra portandosi una mano alle labbra. Aveva ancora la sensazione di quel bacio prepotente stampato su di esse.
Era incredula. Non era possibile che Grimmjow l’avesse baciata e se ne fosse andato.
Era arrabbiata, come si era permesso quel dannato Arrancar di impossessarsi così delle sue labbra?
Era irritata. L’aveva mollata lì, in quella maledetta stanza, da sola come se nulla fosse, dopo quello che era successo.
Era triste. Era triste perché lui si era staccato da lei, sentiva da qualche parte dentro di sé di volere ancora quelle labbra umide e calde, così aggressive e decise, ma in un certo senso anche dolci.
Era felice. Felice di quel bacio, di quella scarica di adrenalina e desiderio che le aveva trasmesso.
Ma cosa stava pensando? Non era possibile che lei fosse felice che quel maledetto maniaco avesse di nuovo approfittato del fatto che fossero soli per fare quello che voleva. Ma che le stava succedendo? Cos’era quella senso di inquietudine che si stava impossessando di lei? Perché lui  e solo lui le faceva quell’effetto?
Si portò le ginocchia al petto, le circondò con le braccia e affondò le testa su di esse.
 
La prossima volta sarai tu a volerlo…
 
Alzò la testa di scatto. Voleva dire che lui non avrebbe più fatto nulla? L’avrebbe lasciata in pace? Non avrebbe più fatto il maniaco a meno che lei non si fosse avvicinata a lui? Probabilmente no. Probabilmente avrebbe continuato a provocarla ma sicuramente non l’avrebbe più avvicinata fisicamente. Molto bene era ora di restituirgli pan per focaccia!
Guardò l’ora, doveva andare a scontare una delle sue tante punizioni. Si avviò lentamente architettando vendetta.
 
 
Grimmjow si stava dando del coglione da solo. Lei era lì, a portata di mano, nessuno in giro che poteva disturbarli e quando finalmente l’aveva baciata per una sua smania di orgoglio e testardaggine si era staccato e l’aveva mollata lì. È vero che era quello che aveva architettato fin dall’inizio perché voleva che adesso fosse la ragazza a cederglisi. Ma era comunque una testa di cazzo per non aver approfittato del momento e non aver assaporato più a lungo quelle labbra tanto morbide e invitanti. Adesso però era proprio curioso di vedere come si sarebbe comportata. Incontrò Vegeta «vieni, ti faccio vedere dov’è la mensa, è ora di mangiare»
 
Grimmjow entrò in un’enorme salone austero dove vi erano posizionati una moltitudine di tavoli dove qualche sayan era già intento a mangiare finito l’allenamento. Presero entrambi un vassoio e si posizionarono in fila per essere serviti dagli addetti. Grimmjow osservò meglio. I cibi erano disposti in ampissimi contenitori posizionati dietro a una vetrata e un addetto serviva i sayan con ciò che volevano.
«uuuurca quanta roba buona che c’è oggi! Ho una fame da lupi, mi mangerei tutto!»
«perché di solito cosa fai?»
Dietro Grimmjow erano arrivati gli stessi due sayan di terza classe che aveva incontrato poco prima.
Presi i primi piatti avanzarono e si bloccarono ai secondi. Minami era dietro al bancone con indosso un grembiule bianco che stava ascoltando con faccia annoiata, braccia conserte e con un mestolo in mano un sayan di prima classe che Grimmjow riconobbe immediatamente. Broly, che come al solito era agghindato come un lampadario, era intento a fare un interminabile paternale alla principessa.
Dovresti comportarti di più come una vera sayan, hai le capacità ma non le sfrutti, non sei spietata, fai un sacco di scherzi e poi ti ritrovi in punizione e ti tocca mischiarti con dei rifiuti e un altro mucchio di bla bla bla infiniti che entravano nell’orecchio della ragazza per uscire immediatamente dall’altro.
Nemmeno suo padre o suo fratello le facevano più certi discorsi. Minami vide arrivare Vegeta seguito da Grimmjow e dagli altri due sayan. Fece scorrere lo sguardo sui presenti e si rivolse di nuovo al sayan che stava parlando «guarda che per colpa tua si sta formando la fila, ti muovi a dirmi cosa vuoi da mangiare???»
«spezzatino, e comunque tornando al discorso di prima, dovresti allenarti di più…»
«Minami per me tienimi sette porzioni di spezzatino!» Kaharoth si era sporto in avanti e sventolava in aria una mano.
«Kaharoth, brutto idiota non vedi che sto parlando, è da quando sei nato che mi disturbi con le tue lamentele! »
Minami iniziò a sghignazzare, tutte le volte che il sayan di terza classe apriva bocca in presenza di Broly questo ripeteva sempre la solita tiritera.
«Minami dovresti ascoltare quello che dico e dovresti smettere di andare ad immischiarti con quei rifiuti di terza classe»
La principessa affondò il mestolo nel contenitore delle spezzatino versandolo poi nel piatto e con la stessa naturalezza con la quale una persona si porta una mano alla bocca mentre sbadiglia, lei gli schiaffò la pietanza dritta in faccia «il prossimo»
Quelli che avevano assistito alla scena scoppiarono a ridere.
Broly si pulì nervosamente faccia passandosi la mano e il braccio su di essa «è esattamente questo di cui parlavo!! Sai Minami se non ti comportassi in questi modi stupidi saresti una sposa perfetta per un sayan nobile di primo livello come me. Invece ti ostini avere questi atteggiamenti che non si addicono alla principessa dei Sayan e… » Grimmjow aveva già sentito e sopportato troppo per i suoi gusti. Prese il ragazzo per il retro della corazza e lo sollevò cogliendolo di sorpresa del tutto impreparato scaraventandolo dal lato opposto della mensa. Broly andò a sbattere contro uno dei tavoli vicino al muro rompendolo. Tutti i presenti tacquero. Quello che Grimmjow aveva appena scaraventato via era uno dei guerrieri più forti presenti su tutto il pianeta, Vegeta stesso avrebbe avuto delle difficoltà a batterlo e l’arrancar non si era minimamente preoccupato del gesto che aveva appena compiuto. Anzi, tutt’altro, era più che felice di aver fatto fare la figura dell’idiota a Broly per quattro semplici motivi:
1 lo riteneva un pallone gonfiato che sapeva solo riempirsi la bocca di parole a vanvera
2 odiava lui e qualsiasi cosa uscisse dalla sua bocca
3 era da quando lo aveva incontrato in alcune missioni che non vedeva l’ora di avere l’occasione per poterlo massacrare di botte
4 nessuno, NESSUNO poteva fare certe insinuazioni su quella donna che ormai considerava sua
 
Broly si rialzò pronto a combattere. Attraversò il salone con passo deciso e sempre più furente. Come aveva osato quel bastardo? Lo avrebbe pestato a sangue!
Grimmjow lo osservava ghignando con le braccia incrociate «cos’è non ti piaceva il posto a sedere?»
«tu stupido animale! Cosa credi di fare qui eh??»
«cosa sono venuto qui a fare? A pestare gli idioti insulsi come te!»
I due rivali si guardarono negli occhi ormai solo a mezzo metro di distanza l’uno dall’altro.
«ehi voi due!» si frappose Minami dividendo i due combattenti grazie al mestolo «andate a risolvere le vostre liti da un’altra parte, non ho intenzione di pulire le vostre budella dal pavimento!»
«adesso ti metti a difendere anche gli hollow?» Broly era fuori di sé dalla rabbia, talmente tanto che attorno al suo corpo si formavano piccole fiammelle di aura.
«vediamo di chiarire che in questo momento Grimmjow è un ospite, ed è qui da noi per allenarsi, se dovete picchiarvi fatelo sul campo di allenamento! E in secondo luogo mi comporto come ne ho voglia e sono piuttosto orgogliosa di non essere una sposa adatta ad un nobile sayan di primo livello come te! E adesso levati che devo lavorare!» dicendo il tutto minacciandolo con il suo ormai prode mestolo.
Grimmjow aveva assistito a tutta la scena con un sorriso omicida, ma quando Broly fu costretto a passargli da parte per ritirarsi sibilandogli «per stavolta ti sei salvato, stupido animale»  non riuscì più a trattenersi. Gli sferrò un pugno facendolo finire rovinosamente a terrà e in una frazione di secondo gli fu sopra e lo afferrò per il collo. Minami si girò e fece segno agli tsufuro dietro al banco di andarsene, se quei due iniziavano a combattere avrebbero distrutto ogni cosa e loro meno di tutti avevano la forza per difendersi.
«Grimmjow lascialo andare» Vegeta aveva osservato tutta la scena senza dire una parola fino a quel momento. Non gliene importava nulla se quei due si picchiavano, ma non aveva alcuna intenzione di farsi riprendere per non averli fermati prima di distruggere tutto, gli bastavano già i guai che gli procurava la sorella. L’arrancar lo guardò torvo ma poi decise di  fare come diceva, non voleva che tutto il suo piano andasse in fumo per un imbecille da quattro soldi. Lasciò andare il sayan con uno scatto, Minami tirò un sospiro di sollievo. Gli altri sayan avevano assistito muti alla scena e dopo uno sguardo di ghiaccio del principe aveva tutti ripreso le loro posizioni e attività prima che lo scontro cominciasse.
Minami si voltò per tornare dietro al banco «Kaharoth cosa fai??? Vieni via di lì e smettila di mangiare dai contenitori!!!! » Colpendolo con il mestolo dietro la testa.
«ahi! ma io ho fame!!!»
 
*
 
«Sai Zarbon forse il tuo piano non è stato un fiasco totale»
«Mi perdoni grande Freezer, so che non ha avuto il successo sperato. Abbiamo comunque scoperto qualcosa di interessante su quella ragazzina»
«Già»  l’alieno bianco e viola fece una breve pensierosa pausa «Zarbon, abbiamo già visto un potere simile, ti ricordi dove?»
«N-No mio signore»
«voglio che vengano passati in rassegna tutti i pianeti conquistati! E i poteri dei loro abitanti! Voglio scoprire cosa c’è sotto»
«certo mio signore»
 
*
 
Finito di pranzare Grimmjow uscì dalla porta della mensa subito dietro a Vegeta.
«se avessi mai bisogno di mia sorella, e ti sconsiglio di rivolgerti a lei per qualcosa di serio» il principe aprì la porta delle cucine dirigendosi dritto verso un refrigeratore aperto «il posto dove puoi trovarla più facilmente è questo» chiuse lo sportello dell’enorme frigorifero e apparve la figura di Minami intenta a spruzzarsi della panna spray direttamente in bocca.
Vegeta non si scompose minimamente e Grimmjow sorrise sarcastico.
La principessa deglutì «complimenti per il casino genio!»
«potresti ringraziarmi ti ho levato dai piedi quel deficiente di Broly»
«la prossima volta trova un modo alternativo dal distruggere, potresti ritrovarti a lavare i piatti»
«ti ricordo che sei tu quella perennemente in punizione, non io»
«avete finito voi due? Grimmjow andiamo tra poco iniziano gli allenamenti. Minami anche tu faresti meglio ad andarci»
La ragazza fece spallucce «vedrò»
Vegeta le scoccò uno sguardo di rimprovero.
«va bene, va bene ci vado!»
 
I due ragazzi uscirono dalla porta diretti alla sala di allenamento. La domanda arrivò inaspettata, tagliente. «Grimmjow, perché hai salvato mia sorella?»
«perché me lo chiedi?» l’arrancar decise di prendere tempo. Quella domanda lo aveva lasciato di stucco e non sapeva cosa rispondergli.
«perché non è da te. Come non è da te volerti allenare qui con noi» Vegeta era tremendamente irritato, c’era qualcosa che puzzava nel comportamento di Grimmjow.
«tua sorella l’ho salvata perché mi andava di farlo e sono venuto qui perché mi ha parlato dei vostri allenamenti e ho deciso di provare a combattere con qualcuno di diverso dai  miei fratelli »
«conosco mia sorella! tra tante cose che poteva dire di sicuro non ti ha parlato degli allenamenti » il principe era furioso. Osava per caso prenderlo in giro?
«gliel’ho chiesto io»
Vegeta si rabbonì in parte a quella replica continuando però ad osservarlo con lo sguardo bieco. Era comunque sospettoso, le risposte erano abbastanza soddisfacenti ma a lui qualcosa non quadrava, era come se ci mancasse un pezzo al puzzle. Avrebbe chiesto più tardi a Minami.
 
 
La principessa si diresse alla sala di allenamento delle donne di prima classe, ormai era da un po’ di tempo che non andava e sapeva benissimo che le aspettava una ramanzina.
«grazie di degnarci della tua presenza oggi» l’allenatore era già scuro in volto
«non c’è di che, sa che per me è sempre un piacere farla contento!» sfoggiando uno dei suoi sorrisi
«sentiamo, perché non sei venuta agli allenamenti prima della missione?»
Minami si portò l’indice al mento e guardò per aria con fare pensieroso poi guardò l’allenatore e scandì bene le parole con fare giocoso  «non ne avevo voglia!»
«allora oggi vedi di fartela venire perché farai il doppio degli esercizi!!!»
«ma sono ancora convalescente!» piagnucolò
«non me ne frega un accidente!»
«era meglio la ramanzina…»
 
*
 
Minami non aveva ancora terminato gli estenuanti allenamenti che già doveva andare a pulire la palestra della prima classe degli uomini. Forse combinava veramente troppi guai. Ormai aveva più ore di faccende da sbrigare per punizione che tutto il resto. Sbuffò con il secchio pieno d’acqua e sapone in una mano e spazzolone nell’altra. Sperava solo che quegli invasati non se le fossero date di santa ragione per tutto il tempo, non aveva una gran voglia di raccattare pezzetti corpo in giro.
Aprì la porta con un calcio. Buona parte dei sayan se ne era andata o se ne stava andando. Lei iniziò a pulire un grosso schizzo di sangue sul pavimento.
«sai, anche a me piace la panna montata»
Minami si voltò di scatto, un brivido le corse lungo la schiena. Grimmjow era dietro di lei sudato a petto nudo con qualche livido qua e là. Di nuovo soli. Un fiume di emozioni le passarono per le membra. La sensazione di quelle labbra. Il suo profumo. No no no! Non poteva pensare a quelle cose. Quello era il momento propizio per attuare la sua vendetta. Non poteva farselo scappare. Si sporse verso di lui e con fare suadente gli sussurrò «allora la prossima volta che andrò a mangiarla che ne dici se ti invito?»
«mi stai provocando?»
Si aveva intenzione di fare il suo stesso gioco. Provocarlo. Tanto lui era un maniaco maledettamente orgoglioso, non avrebbe mai infranto quello che le aveva detto la mattina. Gliel’avrebbe fatta pagare.
Gli passò un dito lungo gli addominali scolpiti facendolo rabbrividire «e chi lo sa»
Grimmjow sorrise sornione visto che aveva tanta voglia di giocare voleva accontentarla «vedo che sono riuscito a farti cambiare idea»
La ragazza arrossì «può darsi» con fare innocente ma allo stesso tempo sensuale fermando il dito proprio al di sopra dei pantaloni.
Grimmjow le sollevò il mento con una mano, lei tenne gli occhi semiaperti e le labbra lievemente dischiuse.
«allora, cos’è che vuoi?» l’arrancar si era fatto più vicino, la ragazza poteva sentire il suo fiato caldo. Non era esattamente questo a cui mirava. Possibile che lui riuscisse sempre a ribaltare la situazione a suo favore? O forse era lei che glielo permetteva. Forse alla fine anche lei lo voleva. Guardò le sue labbra, erano così invitanti. Quel bacio. Desiderò che lui la baciasse di nuovo. Lo capiva solo ora, era inutile tentare di resistere.
Grimmjow la trovava terribilmente bella e quelle labbra lo stavano chiamando a gran voce. Stava solo aspettando una risposta per gettarsi di nuovo su di loro.
Minami deglutì.
«eccola qua» Dodoria era arrivato alle spalle di Grimmjow. I due sussultarono appena e tornando a un atteggiamento distaccato guardarono il loro interlocutore. L’alieno rosa stava guardando Minami con superiorità. Allora non si era accorto di quello che stava succedendo tra loro due. D'altronde la stazza di Grimmjow doveva aver coperto la scena dal punto di vista del terzo incomodo.
«la giusta punizione per una stupida ragazzina come te! Prova a guardare un po’ più in là, ti è sfuggita una macchia! Ah ah ah!» mettendosi a ridere sguaiatamente.
Uno scatto. Veloce, istintivo, naturale. Minami infilò lo spazzolone insaponato col quale stava pulendo il pavimento nella larga bocca dell’alieno e lo mosse a destra e a sinistra come uno spazzolino da denti.
«te lo avevo detto che ti avrei lavato la bocca col sapone» sibilò la principessa.
Dodoria strappò lo spazzolone dalla bocca e dalle mani della ragazza gettandolo a terra «TU lurida piccola insignificante sayan» gettandosi su di lei, ma qualcuno lo trattenne. Grimmjow lo aveva  afferrato per un braccio «e tu che diavolo vuoi?»
L’arrancar sorrise malignamente senza rispondere. Con uno scatto attirò verso di sé l’alieno e lo colpì allo stomaco con una ginocchiata facendolo finire al suolo a distanza di qualche metro.  Grimmjow avanzò verso l’avversario ghignando sadicamente e formando una piccola sfera luminosa di energia nel palmo della mano destra. Dodoria stava tentando di rialzarsi a fatica con il sangue alla bocca, ma la figura del ragazzo che avanzava pronto a colpirlo senza pietà lo fece tremare di paura «non azzardarti! Freezer ti farà fuori, tu e quella maledetta mocciosa!»
Grimmjow si avvicinò ancora di più, ormai lo sovrastava, la sfera di energia pronta a colpire «BU!»
«ahhhhh!»
«idiota di una femminuccia» girandogli le spalle e ridendo sonoramente.
Minami che aveva assistito a tutta la scena scoppiò in una risata argentina «ahahahha! Ma non potevi dirmelo prima che avevi un lato così divertente!!! Ahahah!» dovette tenersi la pancia, stava ridendo a crepapelle. Diede un paio di pacche alle spalle muscolose del ragazzo che stava sogghignando anche lui malignamente.
Dodoria si rialzò e scappò urlando furibondo «voi due! Non la passerete liscia!!»
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** allenamenti ***


Angolo autrice: dopo la pausa forzata estiva sono tornataaaaa! con un capitolo fresco fresco! Spero che piaccia! ;)
 
ALLENAMENTI
 
Minami e Grimmjow erano entrambi in una sala di allenamento con scopa in mano intenti a pulire. Minami ogni volta che guardava l’arrancar intento a impugnare l’attrezzo e a spazzare come se volesse uccidere il pavimento si ritrovava a sghignazzare.
«Se avessi saputo che andava a finire in questo modo non ti avrei mai aiutato!»
«Non fare il melodrammatico! Almeno tu il pavimento lo pulisci solo stasera, io mi sono beccata un mese extra!»
«Tsk, quante storie per un ciccione di merda»
«io avrei fatto un video della scena e lo avrei mandato su tutti gli schermi» guardandolo e riprendendo a ridere
«Donna smetti di ridere»
«ti farei una foto!»
«adesso vuoi anche una mia foto. Non puoi proprio fare a meno di me eh?»
«tu sogni!» arrossendo talmente tanto da doversi girare.
Ecco, ci era riuscito ancora, aveva di nuovo ribaltato la situazione a suo favore. Ma come diavolo faceva tutte le volte?
«Non mi hai ancora ringraziato per aver steso il grassone. Non credi di  dover iniziare a pagare i tuoi debiti? ti ricordo che abbiamo sempre una questione in sospeso»
«non so a cosa ti riferisci» Si sentì tirare per un polso e fu costretta a girarsi verso l’arrancar andando a sbattere contro il suo petto possente.
«E come mai sei tutta rossa?»
«Ho caldo» sbottò guardandolo in cagnesco e provocando una sonora risata del ragazzo «Possibile che ogni volta che credo che tu abbia un lato positivo finisci per fare lo stronzo?»
 
«Minami-sama…»
I due si girarono verso la voce. Una giovane ragazzina dai corti capelli rossi era entrata timidamente nella sala e se ne stava sulla porta.
«Eiko-chan!»
«sono venuta a cercarti, è tardi e non ti ho vista tornare»
«ci siamo presi una strigliata fuori programma, comunque adesso abbiamo finito e vengo subito»
Tirò il polso verso di sé e lo liberò dalla morsa ferrea dell’arrancar, mise a al loro posto gli attrezzi per la pulizia e raggiunse l’amica aggiungendo in tono seccato «buonanotte Grimmjow»
Le due ragazze uscirono dalla stanza e dopo pochi metri la giovane tsufuro non riuscì più a trattenersi «Min…e quel gran pezzodignoccocomplimentiallamamma chi è?»
«formalmente uno dei figli di Barragan, praticamente solo uno stolker maniaco» facendo un gesto di non curanza con la mano.
«sarà ma devi ammettere che è carino»
«ok, sta per iniziare il tuo attacco parlantina continuoafinoaquandononsputituttalaverità?»
«quindi non mi hai detto tutta la verità»
Minami rimase un secondo con la bocca spalancata non sapendo bene come ribattere
«AAAAAAAAAAA lo sapevo!!! Lo sapevooooooooooo!!! Avanti ammettilo un po’ ti piace, vi stavate lanciando  di quegli sguardi, non volevo interrompervi ma sai era tardi e…e…non è che devi dirmi qualcosa??»
«Prendi fiato! E comunque assolutamente no! Figurati se mi piace un tipo del genere, è irritante!»
«Min…dai ammettilo che non è male» rifilando un paio di gomitate amichevoli alla sayan
«E va bene non è malaccio»
«E?»
«E cosa?»
«Non è malaccio e basta?ma lo hai guardato bene????»
«E va bene!! è sexy e ha un culo che mi farebbe andare in giro con le mani avanti, aperte a scodella!!! Va bene così??? Soddisfatta???»
La tsufuro scoppiò a ridere «quasi» Minami alzò gli occhi al cielo, non si sarebbe mai liberata di lei fino a quando non fosse stata pienamente appagata. Entrarono nelle camera da letto della principessa.
«ma quindi eri a Las Noches con lui?»
«già»
«è successo qualcosa?»
«NO!.... Eiko possibile che tu sia carina, coccolosa e timida con tutti e che con me ti scateni???»
«Oh Min, non sai da quanto tempo sto aspettando che ti innamori e di poter parlare con te di certe cose!»
«dovrai aspettare ancora un po’» Minami si spogliò in fretta e furia, mise il pigiama, si cacciò sotto le coperte e coprì la testa con il cuscino. Ma Eiko non aveva intenzione di demordere, aveva deciso che si sarebbe fatta raccontare ogni cosa. Salì in ginocchio sul giaciglio e strappò via il guanciale.
«guarda che non scappi»
«e va bene diciamo che c’è stata qualche effusione da parte sua»
«Ma vi siete baciati?»
«…no..cioè diciamo che lui...si ecco…diciamo che me ne ha rubato uno, soddisfatta adesso?» Minami guardò la faccia dell’amica che era praticamente in estasi celestiale «ho capito sarà meglio che ti racconti tutto, tanto non mi lasceresti dormire comunque»
 
***
 
Minami il giorno dopo si svegliò di ottimo umore. Alla fine aveva fatto bene a raccontare all’amica ogni cosa, nonostante avesse passato mezza nottata in bianco tra i gridolini e le ovazioni di Eiko per quel maniaco di Grimmjow. Alla fine però le aveva fatto bene riavvolgere tutta la pellicola e riesaminarla, anche se la conclusione dell’amica, Min è ovvio che ti piace, le era piaciuta un po’ meno. Quel pensiero però doveva ammettere che le stava già frullando nella testa, ma sentirselo dire come se fosse la cosa più elementare di questo mondo le stava facendo pensare che si fosse rincoglionita completamente.
Questo fiume di pensieri si arrestò solo nel momento in cui dopo ave fatto colazione prese con sé lo scatolone che aveva preparato il giorno prima con il necessario per l’allenamento dei bambini.
Stava prendendo una bibita a un distributore quando il fratello si fermò accanto a lei e sbirciò all’interno del cartone «oggi starò via tutta la giornata, non cacciarti nei guai. Ma si può sapere a cosa ti servono delle magliette bianche e dei pennarelli?»
«allenamento speciale, vuoi vedere? riesci a fermarti?»
Vegeta alzò un sopracciglio dubbioso ma decise di seguirla nonostante stesse andando da dei mocciosi. Nel  momento in cui Minami varcò la porta i bambini sayan si pietrificarono e la guardarono come se fosse comparso un leccalecca gigante.
Fratello e sorella si guardarono con aria interrogativa, poi un bambino si fece avanti «scusa Minami-sama, puoi farci vedere come ghiacci le cose?»
«si è sparsa in fretta la voce eh?» ridacchiando sotto i baffi prese uno dei pennarelli tra due dita e mostrandolo ai bambini lo fece ghiacciare lentamente tra lo stupore e gli «Ooooooh» generali.
Una volta sghiacciato procedette a distribuire a ciascun piccolo sayan una maglia bianca e un pennarello di diverso colore ciascuno, lei compresa.
«ok bambini vince chi tra un’ora ha colorato di più i compagni e ha meno colori addosso, io valgo 2 punti…e adesso…GUERRA!!!»
I giovani sayan si lanciarono uno contro l’altro, chi correva chi saltava chi scappava, era un putiferio.
Vegeta alzò gli occhi al cielo «e tu questo me lo chiami allenamento speciale?»
«bhe dai per oggi ci divertiamo»
Minami scappava correva, giocava assieme ai bambini e rideva leggera. Vegeta appoggiato al muro in un angolo con le braccia incrociate al petto la guardava, avrebbe voluto che fosse sempre così felice e spensierata. Era incredibile come riuscisse a trovare il bello o a cavarcelo fuori in ogni cosa. Se sua sorella aveva una qualità era di certo quella. Riuscire sempre a vedere oltre le apparenze, riconoscere la vita in tutto ciò che li circondava. L’avrebbe protetta, l’avrebbe protetta da tutto per sempre.
 
***
 
Finito l’allenamento con i bambini e aver proclamato vincitore un piccolo sayan, decise che era il momento di fare un po’ di allenamento con la spada, era dall’ultima battaglia che non la impugnava e aveva voglia di sgranchirsi, nonostante nessuno dei partecipanti alla lezione sarebbe stato alla sua altezza.
 
Grimmjow stava passando da una sala di allenamento all’altra quando con la coda dell’occhio notò Minami che con una spada da allenamento di legno stava senza alcuna difficoltà respingendo uno dopo l’altro gli attacchi di alcuni sayan che si stavano allenando con lei. Si fermò ad osservarla. I colpi erano precisi, calibrati, nessun movimento inutile, si spostava con leggerezza e dettava il ritmo della battaglia sconfiggendo un sayan dopo l’altro. Era quasi annoiata, si vedeva che quelle schermaglie da quattro soldi non erano di nessuno stimolo. Decise di farsi avanti, non solo voleva lottare con lei, ma non ne poteva più di vedere degli emeriti idioti impugnare una spada, se volevano vedere un vero scontro glielo avrebbe dato.
«non sei ancora stufa di allenarti con un branco di incapaci?»
Grimmjow la stava osservando. Da quanto tempo era lì? Alla fine era riuscito a trovare l’occasione per scontarsi con lei.
«vuoi allenarti tu con me?» era rischioso combattere con un sadico maniaco della guerra come lui ma in quel momento non ne poteva più, era annoiata a morte. Sicuramente lui era più in gamba dei sayan che aveva affrontato fino a quel momento.
«Non vedo l’ora» Grimmjow sorrideva, aveva impresso un sorriso sadico da battaglia, da chi ha veramente voglia di dare fondo a tutto sé stesso e annientare l’avversario. Non ci sarebbe andato leggero nemmeno se era lei l’avversaria.
Minami gli mollò una katana di yuta da allenamento in mano. Suscitando lo sdegno del ragazzo.
«e questa roba cosa sarebbe?»
«visto che facciamo un allenamento non ho nessuna intenzione di ritrovarmi senza un braccio»
«tsk»
I due avversari si misero in posizione di combattimento, studiandosi per qualche secondo, poi Grimmjow balzò in avanti verso la principessa abbattendo la spada contro l’avversaria con tutta la sua forza. Minami fece appena in tempo a schivare il colpo e iniziò a sua volta a cercare di colpirlo.
Si menavano fendenti l’un l’altro, senza lasciare un attimo di respiro all’avversario. Gli altri sayan li guardavano immobili come ipnotizzati da quello scontro di lame, erano ad un livello nettamente superiore. Nessuno di loro aveva mai visto Minami sfoderare tute le sue capacità, nessuno di loro era tanto abile da metterla in difficoltà.
Lui invece sì. Già nel corpo a corpo aveva dimostrato di non avere nulla da invidiare agli altri sayan, ma vederlo combattere ora con una spada sembrava un demone della distruzione.
Minami, che solitamente non aveva alcun problema ad avere il pieno controllo dello scontro, per la prima volta era in difficoltà. I colpi dell’avversario non solo erano rapidi e precisi, ma avevano una potenza esplosiva. Solo parare un fendente le richiedeva un quantitativo di sforzo immane. Solitamente doveva si e no schivare o parare un paio di colpi e scattare verso la prima apertura dell’avversario e abbatterlo. Ma Grimmjow non lasciava aperture. Non lasciava riposo. Non lasciva che fosse lei a dettare il ritmo dello scontro. Colpiva forte e spietato, lui si allenava ogni giorno incessantemente da quando era ancora un bambino con la spada con avversari tremendamente forti. C’era un abisso di esperienza tra di loro.
Grimmjow si stava veramente divertendo per la prima volta da quando era rimasto sul pianeta dei Sayan, finalmente poteva combattere contro la sua preda e gli stava dando una soddisfazione incredibile. Per quanto lui si accanisse, lei non demordeva. Parava, schivava i suoi colpi, tentava a sua volta di colpirlo. Era affaticata, certo, era in difficoltà, ma non cedeva. Avrebbe continuato fino a quando le fosse rimasto un briciolo di forza in corpo. Mentre combattevano era anche riuscita a reggere il suo ritmo infernale e man mano che lo scontro proseguiva lei si abituava nonostante le difficoltà.
Minami sapeva che doveva fare qualcosa per ribaltare la situazione, non avrebbe retto a lungo. Decise di fare un balzo indietro e di arretrare, sia per recuperare fiato sia per poter riprendere in mano la situazione. Decise di utilizzare tutto il suo corpo e tutta la sua velocità nello scontro o avrebbe perso.
Con uno scatto fulmineo in avanti cercò di abbattersi sull’arrancar dall’alto, ma era solo una finta per abbassarsi di colpo e cercare di colpirlo alle gambe con un calcio per farlo cadere. Il ragazzo rispose all’attacco menando un fendente dall’alto verso il basso e mandando a monte il tentativo. Nonostante la situazione la principessa scartando di lato con una velocità fulminea riuscì a portarsi dietro all’arrancar pronta per sferrargli un attacco alla schiena che avrebbe messo fine all’incontro. Non sarebbe mai riuscito a girarsi e parare il colpo in tempo, la vittoria era sua. Nel momento in cui pensava che ormai era finita, Grimmjow lasciò cadere la spada e con un salto investì Minami con tutto il peso del proprio corpo facendola cadere a terra e bloccandole la katana da allenamento con la mano ormai libera. La vittoria era sua.
La ragazza era a terra, Grimmjow sopra di lei che la teneva bloccata e sorrideva. I visi così vicini che si sfioravano.
«1 a 0 per me, donna» sibilò rialzandosi in piedi
«solo per poco, la prossima volta sarò io a batterti»
«vuoi allenarti di nuovo con me?» sfoderando il solto sorriso malizioso
«almeno posso imparare qualcosa, non metterti in testa strane idee»
I sayan che avevano assistito allo scontro erano rimasti ammutoliti, uno scontro a certi livelli non era cosa da tutti i giorni. L’allenatore invece senza alcun ritegno stava sorridendo e ringraziando il cielo perché Minami si era finalmente impegnata. La principessa non era il tipo a cui piaceva sentirsi in vetrina e avere tutti gli sguardi puntati contro la stavano mettendo tremendamente a disagio, decise di rivolgersi all’arrancar «Senti fa un caldo tremendo andiamo fuori»
Uscirono nel giardino adiacente alla sala di allenamento e si sedettero contro la parete uno accanto all’altra.
«sai Grimmjow è la prima volta che perdo in uno scontro con la spada»
«finché combatti con certi incapaci…» era disgustato da tanta inettitudine «chi ti ha insegnato a combattere? Non dirmi che hai imparato con loro perché non me la bevo!»
«no, prima c’era un altro sayan che teneva gli allenamenti con le armi, la maggior parte delle cose è stato lui ad insegnarmele. Passavo parecchio tempo con quel vecchiaccio, appena potevo sgattaiolavo via dai soliti allenamenti e andavo da lui. Gli altri sayan non lo prendevano sul serio perché ormai era piuttosto in là con gli anni e lo consideravano un debole. A me ha insegnato praticamente tutto quello che sapeva» «sai, metà delle volte con lui finivo gambe all’aria» Minami rise a quel ricordo, si sentiva così bene quando era ancora bambina e si allenava con il suo maestro.
«se ci tieni coì tanto la prossima volta posso pensarci io» dandole una lieve spallata.
Minami si voltò verso di lui sorridendo «attento che la prossima volta tocca a te!» tirandogli una lieve gomitata nelle costole.
La principessa prese la bibita che aveva acquistato poco prima di iniziare gli allenamenti «ne vuoi un po’?»
Aprì la lattina ma evidentemente quando l’aveva con sé nello scatolone dell’allenamento dei bambini si era agitata tanto che il risultato fu che metà del contenuto si riversò addosso ai due con uno spruzzo. Grimmjow  aveva il viso bagnato e i capelli fradici e squadrò la principessa con uno sguardo torvo. Minami cercò di rabbonirlo sfoderando un sorriso a trentadue denti «scusa, non l’ho fatto apposta»
La ragazza mentre si stava alzando in piedi per scappare si sentì afferrare il polso da Grimmjow. L’arrancar con un uno scatto l’aveva presa e le aveva fatto perdere l’equilibrio. Il risultato fu che Minami si ritrovò a terra sopra Grimmjow faccia a faccia con lui.
Scoppiò a ridere. Era una situazione strana ma divertente, era veramente felice in quel momento. Si lasciò andare, in quell’ istante non pensava a nulla, era solo contenta. E Grimmjow faceva parte della sua felicità, anzi era grazie a lui se si sentiva così. Chissà perché con lui riusciva ad  aprirsi completamente, nonostante la maggior parte delle volte fosse un maniaco insopportabile.
La sayan circondò la testa del ragazzo con le braccia. Si guardarono negli occhi. Quelli di lui erano talmente azzurri e felini, la attraevano come una calamita. Grimmjow le cinse delicatamente la schiena con le braccia. Allora anche lui sapeva essere gentile quando voleva. Sentì il respiro del ragazzo rompersi per un lieve attimo. Tutto di lui la stava chiamando e lei decise di rispondere, unendosi a lui in un tenue bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** scoperte, mostruosità e biscotti al cioccolato ***


Scoperte, mostruosità e biscotti al cioccolato
 
 
Se c’era un momento nel quale Grimmjow avrebbe ruggito dalla felicità era quello. Finalmente quella donna era sua, era tra le sue braccia e finalmente la stava baciando. Se in un momento iniziale le labbra si erano sfiorate leggere, ora il ragazzo stava dando fondo a tutta la sua foga. Minami si era sentita stringere dalle possenti braccia dell’arrancar e una mano era scivolata fino alla nuca tra i suoi capelli come se volesse tenerla immobile per non farla scappare. Il bacio era diventato decisamente più profondo e passionale e la principessa che si era ritrovata investita da quella potenza si sentiva come ipnotizzata, incapace di uscire da quella situazione e di non ricambiare. Le labbra incollate le une alle altre si cercavano e le loro lingue si intrecciavano avide una dell’altra. Il tempo e lo spazio erano come immobilizzati, fermi in quel preciso istante che sembrava essere eterno.
 
Si staccarono per riprendere fiato. Lei si tirò su rossa in viso con il fiato corto, lui fece scivolare le mani lungo i fianchi, ansimante, la fronte imperlata di un leggero sudore. In quell’istante il tempo ricominciò a scorrere e i pensieri di Minami si sbloccarono realizzando cosa era appena successo.

Lei aveva baciato Grimmjow.

Vegeta le aveva detto di non mettersi nei guai.

Lei e Grimmjow si erano baciati.

Si era appena messa nei guai.

Lei + Grimmjow + bacio = cazzata apocalittica.

Merda.

Concretizzato tutto questo nel giro di una frazione di secondo scappò via a gambe levate con un mezzo gridolino mollando lì, da solo, senza nessuna spiegazione, il povero arrancar colto totalmente alla sprovvista dalla reazione della ragazza.
Dopo essersi dileguata in un qualche angolo dell’enorme palazzo Minami  iniziò a dare una serie di testate al muro.
Merda, merda, merda perché l’aveva fatto, ma che cavolo le era preso? Perché proprio Grimmjow?
Perché è ovvio che ti piace le suggerì una vocina nella testa.
Dannazione aveva maledettamente ragione. Allora perché era fuggita via?
Ovvio, anche se ti piace rimane una cazzata colossale. Già…iniziò ad immaginarsi le possibili implicazioni di una eventuale storia con l’arrancar. Probabilmente suo padre le avrebbe fatto saltare la testa, se non l’aveva mai fatto fino a quel momento… bhe… questa era la volta buona, era decisamente troppo grossa per passarla liscia pulendo un paio di pavimenti. Sua madre avrebbe iniziato immediatamente a diseredarla solo al pensiero di una possibile unione bastarda non tra sayan. Suo fratello invece molto più probabilmente avrebbe cercato di ridurre Grimmjow a brandelli talmente piccoli da non essere potuti raccattare nemmeno con scopa e paletta.
Una prospettiva rosea.
Pensare di superare un ostacolo del genere era come pensare di fare un buco da un lato all’altro del pianeta con un cucchiaino da the... della polly pocket!
Perché doveva essere tutto così dannatamente complicato??? Perché lei doveva essere complicata?
E adesso cosa avrà pensato Grimmjow? Infondo lo aveva molato lì scappando via urlando, manco si fosse resa conto di baciare un rospo. Si schiaffò una mano in faccia.
Alla fine era sempre lui, un insopportabile maniaco, magari si stava facendo tante seghe mentali per niente. Molto probabilmente non gliene importava nulla di quel bacio. Magari l’unica cosa che poteva averlo soddisfatto era il fatto che alla fine era lei che aveva ceduto. Si. Quasi sicuramente era così.
Meglio, almeno avrebbe potuto evitarsi di recuperare il cucchiaio della polly poket; anche se quel pensiero la lasciava con senso di vuoto allo stomaco. Possibile che l’idea di quello stupido idiota la tormentasse tanto?
 
Mentre era appoggiata con la testa al muro e le braccia penzoloni sopraggiunse Radish che la stava cercando «già ti faccio un favore almeno potresti farti trovare»
Minami si girò verso di lui senza staccare la fronte dalla parete «grazie testa di banana, ma nel caso la tua estrema sensibilità non ti avesse mandato il giusto segnale, ti informo che sono in piena crisi esistenziale, è ovvio che non me ne vado in giro saltellando»
«e secondo te come facevo a sapere che oggi preferisci startene rintanata in un buco piuttosto che fare casino in giro come fai tutti i santi giorni?»
«uff…hai ragione anche tu»
Radish rimase per un attimo basito, non era da lei non controbattere. Le lanciò un pacchettino che Minami afferrò al volo.
Almeno adesso sapeva cosa fare piuttosto che passare tutto il resto del tempo a crogiolarsi...era capitato a fagiolo.
Il sayan la guardò con circospezione non l’aveva mai vista con un aria così preoccupata «guarda che anche mio fratello e Tarles ti stavano cercando, credo tu debba andare in missione con loro»
«si attacco questa a Dodoria e vado»
Radish iniziò a inveirle contro completamente sconvolto da quella rivelazione «sei impazzita completamente??? tu vuoi piazzare una microspia addosso a Dodoria?!? Ma che ti frulla in quel cervello che ti ritrovi?»
«non farla tanto lunga, tanto è solo questione di tempo. Freezer prima o poi ci farà tutti fuori e tu lo sai! Voglio solo scoprire cosa ha in mente. La storia dell’avvelenamento casuale non me la bevo»
«almeno vedi di non farti beccare»
La sayan gli scoccò uno sguardo glaciale. Come se le potesse farsi scoprire da un inetto come Dodoria «dì a Turles che tra 15 minuti sarò alle navicelle».
Minami si mise in moto. In quel momento doveva pensare solo a quello che stava per fare. Non poteva permettersi distrazioni di alcun tipo. Il che era una gran fortuna, almeno per un po’ non avrebbe pensato al problema principale: Grimmjow.
 
L’arrancar dal canto suo era rimasto completamente spiazzato dalla fuga della giovane, non riusciva a dare un senso al suo comportamento. In fondo era stata lei a prendere l’iniziativa e che le fosse piaciuto era fuori discussione, allora perché diavolo era scappata via terrorizzata? Quella maledetta donna gli doveva delle spiegazioni, l’avrebbe costretta a dargliele se necessario. Si ritrovò a sogghignare «che donna maledettamente complicata»
 
***
 
Minami si fermò di fronte alla porta della camera di Dodoria. Tese l’orecchio per capire cosa stesse facendo. Uno scroscio d’acqua. Molto probabilmente stava facendo la doccia.
Allungò la mano destra nella quale galleggiava come sospesa nel vuoto una piccola sfera d’acqua verso la serratura della porta. Il liquidò si riversò nella chiusura e prese la forma di una chiave mentre congelava.
La principessa fece scattare la serratura e ripose la chiave di ghiaccio in una tasca dei pantaloni. Scivolò silenziosa nella camera portandosi nei pressi della corazza dell’alieno. Tutto a un tratto si spalancò la porta del bagno e ne fuoriuscì lo scagnozzo di Freezer che aveva dimenticato l’asciugamano sul letto. La ragazza con un balzo felino si rifugiò nell’angolo tra due pareti e il soffitto, sospesa nel vuoto sostenuta soltanto dalla forza delle braccia e delle gambe.
Dovette fare uno sforzo di volontà enorme per seguire con lo sguardo ogni movimento dell’alieno rosa tutto nudo appena uscito dalla doccia; ma non poteva permettersi di farsi scoprire, doveva essere pronta a cogliere e a reagire a ogni minimo movimento sospetto.
Si prese però mentalmente l’appunto di lavarsi gli occhi nell’acido una volta uscita.
Lo scouter di Dodoria iniziò a squillare.
Ma cosa aveva fatto di male perché gli andasse tutto storto in quel momento?
Ah già  =_=
 
«no Zarbon non ho ancora scoperto nulla, sembra che qui nessuno sapesse nulla dei poteri di quella mocciosa fino ad oggi»
 
Come se i sayan andasse a spiattellare tutto proprio a te.
 
«Nimbes 298 hai detto? Allora proverò a trovare qualcosa di utile»
«si Zarbon appena trovo qualcosa ti informo» chiudendo la chiamata «ah, se riesco a trovare come fa quella ragazzina ad avere i poteri di quelle idiote di Nimbes Freezer mi ricompenserà di certo ahahahaha» rientrando nel bagno.
 
Cosa? Ma che diavolo stava farneticando? C’era chi aveva dei poteri simili ai suoi? Perché diavolo non l’aveva mai saputo? Cosa significava? Nimbes 298?
Se Minami prima si sentiva in completa confusione ora era sconvolta. Non riusciva a credere a quello che aveva origliato e non riusciva a capire cosa c’entrasse lei e i suoi poteri con la popolazione di un altro pianeta che fino a quel momento non aveva mai nemmeno sentito nominare. Si riscosse, quello non era il momento di pensare, doveva agire e uscire da lì al più presto. Scese dall’angolo dove si trovava e attaccò all’interno della corazza la microspia. In questo modo avrebbe fatto luce anche su quel mistero. Uscì da quella maledetta camera senza fare alcun rumore e si diresse in fretta e furia verso le navicelle. Doveva allontanarsi da lì, doveva andarsene. Almeno avrebbe potuto pensare con calma. Calma…parola grossa, in quel momento si sentiva come un vetro andato in mille pezzi.
Raggiunse i suoi compagni di missione  e strappò dalle mani di Tarles il foglio delle missiva.
«siamo nervosetti eh? Eppure non l’avrei mai detto»
«stai zitto»
Salirono sulle loro astronavi monoposto e partirono.
La missione era piuttosto banale. Un acquirente si era lamentato di un pianeta perché infestato da un mostro. Dovevano solo andare a farlo fuori. Cavolate. Ma per il momento era sufficiente per distrarsi. Aveva decisamente troppi pensieri in testa, sentiva che sarebbe esplosa.
Atterrarono sul pianeta. Era piuttosto verdeggiante, l’atmosfera calma e tranquilla, nessun mostro in vista. Si alzarono in volo e iniziarono a esplorare  i dintorni, scorsero un villaggio disabitato e iniziarono lì la loro ricerca.
Kaharoth si avvicinò alla principessa «Minami, sembri piuttosto preoccupata, c’è qualcosa che non va?» era sempre stata allegra e spensierata e vederla tutto a un tratta cupa e triste lo impensieriva.
«un mucchio di cose...ma non ho molta voglia di parlane in questo momento. Grazie comunque» abbozzando un tenero sorriso
«come preferisci»
«ehi voi due brigatevi, ho trovato qualcosa» Tarles li stava richiamando indicando un edificio di legno.
Si avvicinarono. La casa era crollata in un punto, come se qualcosa dall’alto l’avesse colpita sfondando dal tetto l’abitazione, nei pressi del crollo vi erano tre lunghi solchi. Erano sulla buona strada. Si spostarono in cerca di altri indizi in un boschetto e trovarono altri solchi simili a quelli di prima e profondi buchi nel terreno, come se qualcosa l’avesse colpito e perforato. Chissà che creatura era quella che li aveva procurati. Giunsero infine al limitare della selva che si apriva per lasciare spazio a un lago sconfinato.

Guuuurgle…
 
Tarles e Minami si girarono verso il terzo sayan che si stava tenendo lo stomaco.
«ehm, io avrei un po’ fame facciamo una pausa?»
Minami tirò fuori da uno zainetto qualche cibaria, compresa la scatola dei suoi biscotti al cioccolato preferiti.
«ooh ma questi devono essere buonissimi» Kaharoth si avvicinò languidamente ricevendo un sonoro ceffone.
«questi sono miei! nessuno può toccare i miei biscotti al cioccolato!»
«sei crudele!!! Ma poi io ho fame queste cose non sono sufficienti!!!»
«bene allora vai a pescare!!!» Minami gli diede scherzosamente un calcio dritto nel fondoschiena facendolo finire nel lago.
«non pensavo saresti stata tanto nervosa…» Tarles si era seduto nell’erba e guardava la principessa sogghignando
«che intendi dire?» imitandolo e sedendosi anch’essa
«dopo quello che ho visto pensavo di trovarti euforica»
La sayan lo squadrò con aria interrogativa, non capiva di cosa stesse parlando.
Il ragazzo iniziò a ridacchiare «allora a che punto siete arrivati tu e ciuffo blu?»
La ragazza sbiancò istantaneamente. Come, dove, quando, PERCHÈ lo sapeva???????????
«non so a cosa ti riferisci» voltandosi e fischiettando cercando di fare la finta tonta.
«Radish non ti ha detto che ti stavo cercando? Sai ti avevo già trovata ma eri…impegnata e non ho voluto disturbarvi…»dicendo il tutto in tono suadente.
Colpita
La faccia della principessa ora era talmente sconvolta che ilragazzo decise di continuare a prenderla in giro, in fondo non era una cosa che capitava tutti i giorni «però Minami, non è nemmeno un sayan, no no no, cosa dirà tuo fratello quando lo verrà a sapere? E tuo padre?»
Colpita e affondata.
Bene ci mancava solo questa per completare il quadro della giornata. Si sdraiò a terra a pancia in giù e cominciò a dare delle testate al terreno «è tutto già abbastanza complicato non ti ci mettere anche tu!»
Tarles iniziò a ridere «dai volevo solo imbarazzarti un po’»
«simpatico» tornando a sedersi
«bhe allora fino a dove siete arrivati?»
«smettila con certe domande, che ti frega?»
«niente è solo divertente»
«sei quasi più irritante di lui»
«è una cosa seria?»
«…. Non lo so»
«come fai a non saperlo? Vi sarete detti qualcosa!»
«ehm….no»
«come no?»
«sono scappata via»
«tu cosa?»
«quando mi sono resa conto di quello che era successo sono scappata»
«pfff….pff…..hahahahahahaahah» Tarles si stava letteralmente spanciando dalle risate. Non riusciva a trattenersi.
«che diavolo hai da ridere?!?!»
«ahahaha! In queste cose sei proprio una mocciosa! Ahaha!» cercò di tornare serio «bhe ma tu cosa hai intenzione di fare?»
«ehi ragazzi ho preso un pesce!!!» Kaharoth a distanza di qualche decina dimetri dalla riva stava tornando con il bottino tra le mani. Data la stazza della preda la si sarebbe potuta definire tranquillamente una balena.
Prima che Minami potesse rispondere a Tarles un ombra buia comparve dal bosco e si abbatté feroce sui due sayan.
 
*
 
Grimmjow dopo tutto il giorno che la cercava e tentava di scoprire dove si era cacciata si era imbattuto in Radish e con qualche domanda era riuscito a scoprire che quella maledetta donna era in missione con il fratello del sayan e un altro tizio. Di lì a poco sarebbero tornati.
La ragazzina dai capelli rossi che aveva visto il giorno prima in compagnia della principessa si stava avvicinando anche lei alla zona di arrivo delle navicelle con una scatola e dei vestiti in mano.
L’arrancar  scorse Minami con addosso solo la maglia di Kaharoth, i suoi vestiti arrotolati tra le mani e coperti di una sostanza trasparente appiccicosa, capelli arruffati e impiastricciati con la medesima sostanza. I due sayan che l’avevano accompagnata nella missione si lanciavano sguardi di intesa e sogghignavano divertiti. Che diavolo era successo? Perché aveva addosso solo la maglia di quel tipo?
Radish che era lì con lui si avvicinò al fratello «che avete combinato?»
Eiko si avvicinò alla principessa porgendole i vestiti che prese, pronta per infilarsi sotto una doccia. Senza alzare lo sguardo, fumante di rabbia, passò di fronte a Grimmjow non degnandolo nemmeno di uno sguardo e continuò a camminare attraverso l’atrio  sibilando tra i denti «stupido coccò gigante!» aprendo la porta del bagno e sparendo dietro di essa sbattendola.
L’arrancar  guardò i due sayan con aria interrogativa, che scoppiarono in una fragorosa risata. Si sedettero attorno a un tavolo adiacente al bagno.
Grimmjow aveva deciso di sentire la storia, non solo perché era incuriosito, ma soprattutto per due motivi: doveva sapere cosa aveva fatto quella donna per tutto il giorno ed era l’occasione buona per bloccarla e parlarle. Turles, in un primo momento, osservò l’arrancar per qualche secondo che lo ricambiò con uno sguardo di odio e irritazione, quindi si decise a iniziare a raccontare.
«avevamo trovato solo qualche indizio sul fantomatico essere che infestava quel pianeta, così ci siamo seduti a mangiare qualcosa in un prato. Stavo facendo qualche domanda alla nostra sbavata  giusto per farla arrabbiare un po’»
Che cosa si erano detti? Quel maledetto aveva deciso di farlo incazzare sul serio allora. Quella donna era sua, nessuno poteva permettersi di tormentarla, a parte lui ovviamente.
«visto che eravamo distratti » lurido bastardo «ci siamo accorti solo all’ultimo momento di un ombra alle nostre spalle. Pensavamo ci stessero attaccando e così per schivarlo siamo saltati via. Ma l’attacco non era per noi! Minami ci è rimasta di sale quando ha visto una gallina gigante afferrare nel becco la scatola dei suoi biscotti che si era portata dietro e inghiottirla» Altra risata senza contegno, ormai raccontava tutto con le lacrime agli occhi. «Avreste dovuto vederla, si è gettata nel becco della gallina urlando nessuno può mangiare i miei biscotti al cioccolato! Dal becco spuntavano solo le gambe che si agitavano da tutte le parti. Poi la gallina l’ha inghiottita!! A quel punto abbiamo pensato di intervenire ma lei è risbucata aprendo di forza il becco facendo leva con le gambe e un braccio e la scatola dei biscotti dall’altra!!! Ed è anche riuscita a uscire.»
I tre sayan ed Eiko iniziarono a ridere, anche Grimmjow che fino a un secondo primo era schiumante di rabbia iniziò a sogghignare immaginandosi la scena.
« Ma la parte più spassosa è stata la sua faccia quando si è resa conta che lei e soprattutto i biscotti erano pieni di saliva di gallina! E non poteva più mangiarli!! È stato uno spasso»
«NO! È stato uno schifo!» Minami era uscita dal bagno rivestita con i capelli lavati ma ancora bagnati lanciando la maglietta a Kaharoth.  Si sedette anche lei e appoggiò la testa al tavolo in segno di sconforto «i miei biscotti! Tutti pieni di bava di gigapollo! Stramaledettissimo coccò!»
In quel momento Eiko appoggiò al centro del tavolo la scatola che aveva ancora tra le mani…erano i fantomatici dolcetti. La principessa si voltò a guardare l’amica con aria sognate e si gettò su di lei abbracciandola «eiko-chan ti voglio bene! Sei la migliore». Kaharoth allungò una mano per poter assaggiare uno dei dolci ma Minami piantò un coltello nel tavolo dritto tra due dita del ragazzo e con uno sguardo simile al demoniaco gli sibilò «ho detto che NESSUNO può magiare i miei biscotti al cioccolato!»
Entrò Vegeta appena rimpatriato anche lui «smettetela di ridere come idioti e finitela di fare casino» riportando all’ordine tuti i presenti.
 
Ecco ora poteva dire addio alla possibilità di rimanere da solo con lei. Guardò la ragazzina dai capelli rossi, l’avrebbe tenuta come ultima risorsa, ma il piano che aveva in mente stava già prendendo forma.
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** sospesa sul baratro ***


Angolo autrice: questo capitolo è un po’ più lungo degli altri. Ci ho messo parecchio per scriverlo perché non ero mai contenta. Spero proprio che vi piaccia! Ringrazio chi recensisce, segue e legge questa storia! Un bacione!
 
 
Sospesa sul baratro
 
Quella notte Minami non riusciva a dormire, continuava a girarsi e rigirarsi nel letto senza prendere sonno. Troppi pensieri per la testa. Continuava a pensare a quello che aveva detto Dodoria e non riusciva a darsi pace. Che ci fosse realmente qualcosa sotto i suoi poteri? Forse era diversa da quel che aveva creduto fino a quel momento…
Guardò la sveglia. Le 5 del mattino. Decise di alzarsi e andare a ricercare la cartella medica di quando era nata. Poteva iniziare da lì la sua indagine.
Si vestì con i soliti pantaloni della battelsuit e la maglia di suo fratello annodata e uscì dalla stanza.
Percorse gli interminabili corridoi del palazzo fino ad arrivare agli archivi. Una volta entrata iniziò a cercare la sua cartella. C’erano  veramente un mucchio di scartoffie, pile e pile di carta impolverata. Dopo tanto cercare trovò il dossier. Iniziò a leggere ma sembrava tutto regolare. Le avevano fatto tutti gli esami possibili e non sembrava esserci alcuna irregolarità. Continuò a leggere ma non trovò nulla. Erano segnalati solo il colore di occhi e capelli come fatto strano. Decise di appuntarsi i nomi di medico, infermiera e levatrice, magari loro avrebbero potuto dirle qualcosa di più concreto. Tornò sui suoi passi sconsolata, sperava realmente di trovare un indizio.
 
Quel giorno non aveva alcuna intenzione di allenarsi, voleva dedicarsi alle sue ricerche e poi era giorno di mercato, avrebbe chiesto ad Eiko di accompagnarla a fare un giro per distrarsi. Andò verso le cucine per fare colazione, forse anche la tsufuro si trovava già lì.
Passò di fronte alla gravity room e sentì un clangore metallico, qualcuno si stava già allenando. Sbirciò all’interno, come immaginava era suo fratello. Entrò anche lei nella sala di allenamento, per un secondo si sentì schiacciata dalla gravità altissima con la quale Vegeta si stava allenando.
«che ci fai in piedi a quest’ora?» il principe era impegnato a sollevare un enorme bilanciere
«non riuscivo a dormire, così ho fatto un giro. Non sapevo ti allenassi già alle 6 del mattino» avvicinandosi al fratello
«devo farlo se voglio diventare più forte di Freezer… c’è qualcosa che non va?»
Minami si arrampicò e si mise seduta al centro dell’asta del bilanciere. Era un abitudine che aveva preso sin da bambina, così poteva parlare con Vegeta senza interromperlo mentre si esercitava.
«si» confessò.
A  dire la verità c’è un mucchio di cose che mi preoccupano
«ieri sono entrata della stanza di Dodoria» Vegeta alzò gli occhi al cielo irritato «e ho ascoltato una conversazione tra lui e Zarbon in cui dicevano che su un pianeta c’era chi aveva dei poteri uguali ai miei e che poteva esserci un collegamento»
Vegeta si bloccò di colpo «magari sono solo supposizioni, ti hanno fatta passare come il riso e non hanno mai trovato nulla di strano, a parte il tuo aspetto»  ma nemmeno lui era realmente convinto di quello che le aveva appena risposto
«Lo so, sono andata nell’archivio e infatti ho fatto un buco nell’acqua»
«hai provato a cercare il pianeta?» Vegeta ricominciò a sollevare il bilanciere
«non ancora, avevo pensato di provare a sentire lo staff medico ma è una buona idea»
«non capisco però perché si stiano dando da fare, anche se ci fosse un collegamento cosa sperano di ricavarci?»
«non lo so, ma ho attaccato una microspia a Dodoria, quindi lo scoprirò»
«tu non riesci proprio a non fare casini vero?»
Minami gli sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi a trentadue denti da sonocolpevolemaperdonami.
Vegeta sospirò, lesse un velo di tristezza negli occhi della sorella «Minami…anche se ci fosse un collegamento, non cambia quello che sei»
La principessa gli si gettò al collo abbracciandolo con forza. Quanto la conosceva bene…solo lui aveva capito il vero turbamento della ragazza e gli aveva detto esattamente le parole di cui aveva bisogno. Ora si sentiva il cuore più leggero. Aveva seriamente avuto paura di dover rivedere tutta la sua esistenza dopo quella scoperta.
«smettila con queste smancerie!» staccandosela di dosso
«piuttosto, ho sentito che tu e Grimmjow ieri vi siete allenati »
Minami si sentì raggelare «si è piuttosto bravo con la spada» rispose evasiva
Vegeta la guardò di sottecchi «vi allenerete ancora?»
«può darsi»
«Minami…mi stai nascondendo qualcosa?»
 
Mayday mayday, allarme rosso allarme rosso!
Perché suo fratello la conosceva così bene?
 
«no no»
«non cacciarti nei guai» lo sapeva fin troppo bene che sua sorella stava mentendo e la cosa lo preoccupava e non poco. Era la prima volta che gli teneva nascosto qualcosa. O magari stava esagerando, in fondo lei era solita fare amicizia con chiunque, eppure la storia gli puzzava.
Lei gli fece cenno di si con la testa, salutò il fratello e uscì dalla stanza andando a cercare Eiko.
Mentre passeggiava per i corridoi delle sale di allenamento ancora deserti passò di fronte alla stanza dove i guerrieri di prima classe tenevano le corazze per gli allenamenti.
 
IDEA
 
Corse a recuperare tutto il necessario ed entrò nella camera.
Prese la corazza di Nappa, uno dei suoi soggetti da scherzo preferiti, e decise di attaccare lungo tutti i bordi le piume della gigagallina che avevano fatto fuori il giorno prima. Kaharoth se l’era mangiata e lei aveva tenuto le penne proprio con l’intento di utilizzarle per i suoi scherzi. Sul retro scrisse a caratteri cubitali “I can fly”.
Ora si che si sentiva soddisfatta. Si diresse allegramente alla mensa per fare colazione, la giornata aveva già preso un'altra piega.
 
Una volta incontrata l’amica e messasi d’accordo con lei si incamminò verso la sala computer, voleva cercare qualche altra informazione ed era sicuramente l’ultimo posto dove poteva rischiare di trovare Grimmjow. Non voleva parlare con lui, ormai si era autoconvinta che per l’arrancar non significasse nulla quindi sarebbe bastato evitarlo per un po’, poi lui se ne sarebbe tornato a casa. Tanto che motivo aveva di rimanere ora? Lo scontro con lei l’aveva avuto e aveva vinto, il bacio se l’era fatto dare, poteva essere soddisfatto no?
Si mise al pc e iniziò a cercare informazioni su Nimbes 298. Scoprì che era lontanissimo dal pianeta Vegeta, per raggiungerlo ci sarebbero voluti almeno 2 anni di viaggio con una delle loro navicelle.
Continuò nella lettura saltando le caratteristiche fisiche del pianeta di cui non le importava nulla.
 
Pianeta sul quale la natura regna incontrastata, nonostante vi sia una unica fonte di acqua, l’enorme sorgente incontaminata dà origine a tutto l’intreccio di fiumi e laghi che si sviluppano lungo tutta la crosta del corpo celeste. È attorno a questa fonte che si è sviluppata l’unica popolazione residente su Nimbes.
La popolazione consisteva in poche migliaia di abitanti ed era composta solo da donne.
 
Era?
 
Parecchi miti sono legati a questo popolo. Il più conosciuto è quello della principessa Minikui Hiyoko che, secondo la leggenda, chiese aiuto alle Nimbesi per conquistare l’uomo amato poiché deforme. La regina offrì alla povera sventurata un calice di acqua della sorgente e recitò una formula. Il giorno dopo al risveglio Minikui Hiyoko aveva cambiato aspetto, era diventata una donna di una bellezza straordinaria riuscendo così a sposare l’amato. La leggenda è così popolare perché supportata dalla bellezza che caratterizza le donne di  Nimbes.
 
Le venne da sorridere a pensare a sua madre che veniva a sapere di quel mito. Sicuramente si sarebbe precipitata e l’avrebbe trascinata con sé buttandola sulla prima astronave disponibile e cacciata a calci su Nimbes nonostante i 2 anni di viaggio, pur di scoprire se la leggenda era vera.
La consapevolezza di quello a cui aveva appena pensato la colpì come un schiaffo. E se sua madre fosse veramente andata su quel pianeta? Ok che sua madre era un tantinello fissata con certe cose ma fino a quel punto…forse. Non c’erano accenni però ai suoi poteri…no doveva essere la strada sbagliata, un altro vicolo cieco.
 
«hai per caso paura di non piacermi abbastanza?»
Minami si voltò, Grimmjow era dietro di lei e sorrideva sornione. Cavoli era talmente concentrata sui suoi pensieri e sulla lettura che non si era nemmeno accorta di lui.
«in un altra vita» gli rispose acida «e comunque non vorrei mai darti il dispiacere del privarti della mia presenza per 2 anni» spense il pc
«pensi sempre a me vedo… »
«ti ho già detto di non farti illusioni vero?» si alzò in direzione della porta di uscita, non aveva alcuna intenzione di continuare quel discorso
«neghi ancora l’evidenza?»
«oh, come si è fatto tardi! Ma guarda un po’ che orario» indicando il polso sinistro dove non c’era alcuna traccia di un orologio «devo proprio scappare mi dispiace! »
L’arrancar bloccò la porta di uscita con un braccio «tu resti qui»
 
« M I N A M I ! ! ! ! ! ! ! »
 
Scherzo riuscito alla grande. Meglio sloggiare in un posto mooolto lontano. Si catapultò fuori dalla finestra fuggendo a tutta velocità approfittando del secondo di distrazione del ragazzo.
 
Grimmjow ghignò. Non poteva negarsi ed evitarlo per sempre, l’avrebbe costretta a parlargli, occasioni era in grado di trovarne a centinaia e poi c’era sempre il suo piano…
 
Da quel momento iniziò una sorta di acchiapparella tra i due, ovunque Minami andasse l’arrancar saltava fuori e lei scappava a gambe levate: dalle finestre, passando sui balconi, attraversando le sale di allenamento evitando i raggi di chi si allenava, dalle botole sul tetto, tra gli alberi del giardino, rintanandosi negli armadi, nascondendosi tra i cespugli, percorrendo persino il sistema fognario. Da ultimo si era nascosta dietro una porta aspettando che arrivasse in modo che una volta entrato lei potesse uscire subito dopo riuscendo finalmente a seminarlo.
Era esausta, non poteva continuare così all’infinito. Dove si era cacciata Eiko? Doveva solo sbrigare qualche faccenda, perché ci metteva così tanto?
 
*
 
Si sentì agguantare da una mano gigantesca, l’altra premuta sulla bocca per non farla urlare. Qualcuno l’aveva trascinata all’interno di una stanza. Una paura folle la invase, lei non poteva nulla contro quegli esseri potenti e spietati che popolavano il pianeta.
Si sentì sbattere contro la parete, ora la tsufuro poteva vedere il suo rapitore: era il figlio di Barragan, l’arrancar dai capelli azzurri.
Il terrore iniziò a scemare. Perché l’aveva portata lì? Cosa voleva da lei? Che fosse realmente un maniaco come aveva detto Minami? Bhe non le sarebbe proprio dispiaciuto farsi molestare da quel toccodignoccoscolpitonelmarmo.
Grimmjow si abbassò per poterla guardare in viso. Era spaventata, ma importava poco. Appoggiò una mano al muro di fianco al volto della ragazza e iniziò a fissarla.
Eiko si sentì penetrare da quegli occhi azzurri, quasi come se la stessero ipnotizzando. Ora capiva esattamente quello che l’amica intendeva quando le aveva confessato che si sentiva incapace di reagire.
«donna, ho bisogno che tu mi faccia un favore»
 
*
 
Minami e la ragazza dai capelli rossi iniziarono a vagare per l’enorme mercato. C’erano cibi, vestiti, oggetti provenienti da ogni angolo della galassia. La sayan adorava quel posto, sempre pieno di novità e gente per una volta sorridente. Aveva un gran bisogno di distrarsi, in quel momento i pensieri frullavano tutti insieme e impazziti nella sua testa. Quale miglior distrazione se non uno shopping folle e sfrenato?
Iniziò a girovagare per i banchi provando un numero sconfinato di vestiti e accessori anche solo per divertimento. Finì con l’acquistare qualche pantalone di pelle, li utilizzava spesso in battaglia e si rovinavano in continuazione, qualche t-shirt, un paio di shorts di jeans, un vestito blu notte smanicato con una scollatura a v su fronte e retro e infine un pugnale stiletto che era perfetto per essere nascosto all’interno degli stivali.
Al termine del giro di acquisti che aveva riempito di borse entrambe le ragazze, decisero di fare una pausa bevendo qualcosa e mangiando una sorta di mega bignè al cioccolato che urlava burro solo a guardarlo.
Minami raccontò all’amica cosa era successo con l’arrancar e della sua intenzione di continuare a ignorarlo. Eiko si ritrovò a pensare che visto come stavano le cose la richiesta di Grimmjow era più che giustificabile, ma tentò comunque di far cambiare idea all’amica. Mentre stavano discutendo animatamente la tsufuro si bloccò improvvisamente, sbiancando. Solo una persona era in grado di farle quell’effetto. Reazione più che comprensibile dato che era stato proprio lui a spazzare via l’intera famiglia di Eiko di fronte ai suoi occhi e che lei avrebbe fatto la stessa fine se una Minami ancora bambina non l’avesse fermato.
Il terzo incomodo si sedette a fianco della principessa che invece non fece una piega.
«Tu vai sempre in giro con la spazzatura vero?» riferendosi chiaramente all’amica
«L’odore di marciume però lo sento solo adesso»
Broly fece schioccare le nocche, era tremendamente nervoso e non era per la risposta tagliente che aveva appena ricevuto. «Perché ti sei allenata con lui?»
«Lui chi?»
«Grimmjow»
Ci mancava giusto una scenata di gelosia…
«Perché sa usare una spada?»
«Anche io la so usare»
Minami trattenne a stento una risata «Broly tra avere un’idea di come si tiene in mano una spada e saperla usare ce ne passa»
«Sono più forte di te, ti batterei»
«No, anche se sei più forte non ci riusciresti da qui a un milione di anni»
Il sayan si alzò in piedi di scattò sbattendo le mani sul tavolo e sprigionando delle piccole fiammelle di aura attorno a sé «dovrai cambiare questo tuo atteggiamento quando diventerai la mia donna»
Alla ragazza andò la bibita di traverso facendola tossire «La tua cosa???»
 
Cos’è, era scoppiata la primavera? L’alba degli ormoni impazziti?
 
«Broly, piuttosto mi faccio suora di clausura»
«Non è a te che spetta decidere e nemmeno a tuo fratello, ma a tuo padre. Sono io il sayan più forte, mi spetti di diritto mettitelo in testa, sarai costretta»
«Nel caso non l’avessi notato sono piuttosto brava a infrangere gli obblighi che mi vengono imposti»
«Tu si ma la tua amica potrebbe non esserne così capace»
Minami si alzò in piedi furiosa, lo sguardo glaciale. Gli puntò addosso i suoi occhi verdi che se ne fossero stati capaci lo avrebbero fulminato all’istante.
«Se ad Eiko torci un solo capello io ti ammazzo» nessuna esitazione, nessuna paura, solo rabbia e determinazione, era seriamente pronta a sgozzarlo da un momento all’altro.
«Non ci riusciresti da qui a un milione di anni» rispose il sayan con un ghigno sprezzante.
Minami scattò alle spalle del guerriero utilizzando tutta la velocità di cui era in grado. Broly non riuscì nemmeno a vederla. Lei lo prese per i capelli all’attaccatura della fronte costringendolo a tenere il collo reclinato all’indietro e gli puntò contro il pugnale appena acquistato. La lama metallica e lucida sfiorava la pelle del sayan esattamente dove pulsava la carotide.
«tu dici?»
Tolse la lama e mostrò a Broly un'unica goccia di sangue scaturita dal contatto tra il filo della lama e il collo, sibilando «Mai fare minacce che non puoi mantenere… e adesso levati»
Il sayan si alzò in volo tremate dalla collera, il viso contorto in un’espressione di rancore e indignazione «non finisce qui» per sparire infine alla vista delle due ragazze.
Eiko che fino a quel momento era rimasta tesa come la corda di un violino con il fiato sospeso si lasciò andare scompostamente sulla panca sulla quale era seduta e si concesse il lusso di riprendere a respirare. Minami lucidò accuratamente lo stiletto e lo rigirò tra le mani soddisfatta «si è stato un ottimo acquisto».
Eiko strabuzzò gli occhi «Min, se c’è qualcuno di cui aver paura è lui. Non lo prenderei alla leggera»
«stai tranquilla non gli permetterò di farti del male»
«guarda che lo dicevo per te»
«secondo te Vegeta accetta un cognato del genere?»
Si guardarono per un secondo poi scoppiarono a ridere finalmente rilassate.
 
*
 
Le due ragazze stavano tornando alle loro camere. Ormai era sera, si erano fermate fuori tutto il giorno, Eiko sapeva quello che stava per accadere, ma era convinta di aver preso la decisione giusta. Aveva convinto Minami ad indossare il vestito blu che aveva comprato, le stava perfettamente e voleva che le cose prendessero la giusta direzione e con una scusa aveva cambiato il percorso in modo da ritrovarsi nel posto giusto. Si sentiva colpevole ma sapeva che l’amica aveva bisogno di una spintarella.
Infatti quando si spalancò la porta della camera di Grimmjow e l’arrancar afferrò Minami trascinandola al suo interno riuscì solo a dire «scusa Min-chan ma io credo che tu debba parlare con lui»
 
*
 
Eiko e Grimmjow le avevano teso una trappola e lei ci era cascata in pieno.
Grimmjow bloccava la porta e stava sorridendo con una faccia da “ora non puoi scappare”. Non prometteva nulla di buono, sapeva già che ora gli doveva delle spiegazioni e che le sarebbero arrivate una serie di mazzate a raffica.
«sbaglio o stai cercando di evitarmi?»
Ecco appunto…
«no figurati avevo solo altro da fare»
«in questo caso allora posso considerarlo un 2-0 per me»
«sei un maniaco delle scommesse?»
«non mi sembra che la cosa ti dispiaccia, né che ti sia dispiaciuta»
«da dove la prendi tutta questa sicurezza?»
«non so se perché sei stata tu a baciarmi o perché hai collaborato così bene»
Rimase un secondo a bocca aperta…adesso non sapeva proprio come ribattere
«dimmi qual è il problema»
«non ho nessun problema!»
«voglio sapere perché sei scappata, sai non ti facevo così vigliacca!»
«non darmi della vigliacca. È complicato…» confessò alla fine
«cosa c’è di complicato?»
«TU»
«io?»
«si tu. Tanto di me non te ne importa nulla quindi smettila di assillarmi!»
«quindi secondo te io mi sarei preso la briga di trasferirmi su un altro pianeta per una di cui non me ne importa nulla?» Grimmjow era accigliato, non capiva come potesse pensare una cosa del genere.
«per quel che ne so io potresti averlo fatto solo per divertirti un po’»
«non spreco né il mio tempo né il mio fiato con una con cui voglio solo divertirmi»
«allora sei un idiota che non pensi alle conseguenze»
«tu ti preoccupi troppo»
«tu troppo poco!»
«secondo te io dovrei tirarmi indietro da quello che voglio per paura delle conseguenze?»
«e di grazia, cos’è che vuoi?»
«te» Grimmjow si avvicinò piano alla ragazza guardandola. Era dannatamente sexy con quel vestito blu e i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle scompostamente. La costrinse con le spalle al muro e allungò una mano verso il viso della principessa spostando lievemente di lato la frangia e finendo con l’accarezzarle il viso e il collo «lo sai che è così».
Minami si sentì mancare il respiro. Grimmjow era dannatamente serio, non stava scherzando, diceva la verità. Non riusciva a muoversi non riusciva a scappare, non voleva scappare. La sua pelle si infuocava al contatto con le dita bollenti del ragazzo. Si sentiva totalmente ipnotizzata da lui.
«e anche tu mi vuoi»
«non è vero»  tentò di reagire disperatamente.
L’arrancar si avventò su di lei come un felino con la sua preda. Con un mano la afferrò per la vita tenendola bloccata contro la parete, con l’altra le bloccò il viso permettendogli di lanciarsi sul collo. Iniziò a baciarla e a succhiarle lievemente la pelle. La ragazza cercò di dibattersi. Opponeva ancora resistenza. Passò la punta della lingua dalla spalla fino al lobo dell’orecchio con una lentezza esasperante, finendo per mordicchiarle quest’ultimo. Minami gemette, il viso iniziava a imporporarsi, non sapeva cosa fare combattuta da desideri opposti: continuare a resistere o lasciarsi andare. L’arrancar decise di delineare il contorno della mascella con una serie di baci mentre la mano che prima le teneva fermo il viso scendeva lungo la spalla. Una volta incontrata la spallina del vestito iniziò a seguirne il contorno con l’indice per delineare la scollatura. Arrivato all’incavo del seno fece marcia indietro ripetendo il percorso al contrario. Con il viso il ragazzo si avvicinò alla spallina e afferrandola con i denti la abbassò lievemente provocando un sospiro della sayan.
«prova a ridirmelo ora»
Minami avvampò e girò la testa di lato evitando di rispondere. Le labbra umide e calde di Grimmjow allora continuarono a lambirle il collo provocandole dei lievi tremori. Cercava in tutti i modi di tentare di soffocare i gemiti ma il suo corpo sembrava come impazzito. Ad ogni tocco, ad ogni gesto le sembrava di avvicinarsi sempre di più verso un baratro desiderando di fermarsi e di cadere allo stesso tempo.
Il ragazzo le prese la vita con entrambe le mani attirandola a sé. La guardò puntandole i suoi occhi azzurro ghiaccio in quelli verdi smeraldo di lei. Minami capì che non poteva più scappare. Non solo  perché l’arrancar la stava tenendo ferma, ma soprattutto perché tutto il suo corpo lo reclamava e la sua mente si arrese all’evidenza che lei voleva stare con quell’uomo, per quanto si sforzasse di continuare a negarlo o di convincersi che fosse impossibile.
«allora mi vuoi?»
La sayan si morse lievemente il labbro inferiore presa dall’imbarazzo.
Grimmjow le sfiorò le labbra con le sue e iniziò a cecarle. Minami rispose al bacio e il ragazzo esultò mentalmente. Dopo averla assaporata a lungo decise che non poteva più aspettare, si staccò da lei guardandola intensamente con i suoi occhi di giaccio «adesso devi dirmi se mi vuoi, ma se sarà un sì sappi che non mi fermerò»
Minami con le guance imporporate guardò l’arrancar per un secondo, poi abbassò lo sguardo imbarazzata. Il cuore le batteva all’impazzata, portò le mani al petto possente del ragazzo appoggiandole ai suoi pettorali perfettamente scolpiti e si aggrappò alla maglietta. Abbassò lo sguardo e fece cenno di si con la testa.
Grimmjow la strinse tra le braccia con forza e si fiondò sulle sue labbra. La sayan si lasciò trasportare dalla passione travolgente dell’arrancar. Nel giro di pochi minuti si ritrovò sul letto, ansimante  e senza vestito. Mentre Grimmjow le accarezzava i fianchi e sprofondava la testa nell’incavo del seno, la ragazza sia aggrappava alle sue spalle. Le mani del ragazzo scivolavano decise e sensuali sul suo corpo lasciandola senza fiato. Avrebbe potuto stritolarla con la sua forza se solo avesse voluto, eppure il suo tocco era passionale ma delicato, nemmeno lui riusciva a riconoscersi. Non aveva mai usato tanto tatto, non aveva mai avuto paura di poter fare del male a una ragazza, eppure ora era così.
 
Minami tolse lentamente la maglietta all’arrancar, era piuttosto timorosa e imbarazzata, ma quel tessuto le sembrava decisamente di troppo in quel momento. Si fecero trasportare entrambi dalla passione del momento e mentre si spogliavano l’un l’altro lui capì quanto in realtà desiderasse qual corpo, lo bramasse come un tesoro. Finalmente era sua e nessuno gliel’avrebbe mai più portata via.
Si ritrovarono nudi e ansimanti. Grimmjow benché non fosse sua natura la rassicurò prima di  fare breccia nella sua femminilità. Iniziò a muoversi piano e lasciando che la ragazza si abituasse e quando ogni ombra di dolore e fastidio fu scomparsa dal volto della principessa continuò sempre più velocemente, aggrovigliando i loro corpi e soffocando con i baci i loro rispettivi gemiti.
 
 
Grimmjow si abbandonò ansimante sulla spalla di Minami. Ora che aveva avuto il suo corpo sentiva di non poterne più fare a meno. Non voleva lasciarla andare, aveva troppa paura che lei scappasse di nuovo, non glielo avrebbe permesso.
Non si riconosceva. Lui era sempre stato un guerriero forte e spietato, mai aveva provato un sentimento verso qualcuno, tanto meno per una donna. Aveva già capito che teneva a quella donna più che a tutte le altre, ma non immaginava che sarebbe mai arrivato a quel punto «cosa mi hai fatto?» sussurrò lieve all’orecchio della principessa.
Lei gli passò una mano nella folta massa di capelli azzurri e lo baciò teneramente.
«probabilmente la stessa cosa che tu hai fatto a me».
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2569075