E le stelle stanno a guardare

di giapponesina6
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Riconoscenza ***
Capitolo 2: *** Come un pugno allo stomaco ***
Capitolo 3: *** Confusione ***
Capitolo 4: *** Distanze, ricordi e dolore. ***
Capitolo 5: *** Dal Paradiso All'Inferno ***
Capitolo 6: *** Un puntino nell'universo ***
Capitolo 7: *** Occhi diversi, stesso destino. ***
Capitolo 8: *** Gesti sconsiderati. ***
Capitolo 9: *** Fa troppo male senza te ***
Capitolo 10: *** Amore incondizionato ***



Capitolo 1
*** Riconoscenza ***


Angolo Dell'Autrice:
Cari amici Lettori, eccomi qui, dopo le vacanze di Pasqua, tornata a scrivere sulla mia coppia anime preferita. spero come  sempre di non deludere le vostre aspettative, e vi chiedo di perdonatmi se non riuscirò ad aggiornare giornalmente. Buona Lettura a tutti voi.


01 Luglio ore 11:22
Sono ormai trascorsi quattro lunghi anni da quel giorno. Il ricordo è ancora vivo dentro me. Fa male. Un male tremendo al cuore.
Mi aveva promesso che ci saremmo ritrovati.
Me l’ha promesso guardandomi negli occhi.
I suoi occhi.
Ricordo ancora quando li incrociai la prima volta. Eravamo al fiume alle porte della foresta di Viridian. Ero così concentrata nel tentare di pescare qualche Pokemon e terribilmente arrabbiata con le mie sorelle. Ero andata via dicendo loro che sarei diventata la migliore allenatrice di Pokemon d’acqua, loro avevano riso, come al solito e scappai.
Quanto tempo è passato.
Lui aveva lo sguardo impaurito. La sua preoccupazione verso quel Pokemon giallo era palpabile. Fui tramortita all’istante dai suoi occhi.
I suoi occhi.
Solo gli dei possono essermi testimoni di quanto mi mancano i suoi occhi neri.
Da lì iniziò tutto.
Forse inizialmente lo avevo seguito solo per la storia della bici, quanto devo a quella vecchia bici arancione, ma poi giorno dopo giorno, standogli accanto, ho capito che quel sentimento dentro me cresceva sempre più. Ho iniziato ad essere gelosa, tremendamente gelosa. Ogni sguardo che rivolgeva ad un’altra era come un pugno dritto allo stomaco.
Aveva sempre una parola carina per le altre e mai per me. Mai un complimento. Solo stupidi battibecchi.
Quanto amava litigare con lui, per poi far pace e tornar a ridere assieme.
Con lui sono cambiata. Sono maturata. Il viaggio con Ash mi ha reso forte e sicura. Il viaggio con lui mi ha fatto scoprire cosa fosse l’amore.
E pensare che ero un vero maschiaccio.
Le mie sorelle non facevano altro che ripetermelo.
< Dovresti farti crescere i capelli sorellina, così finirai per non trovare mai marito >
Oppure < Dovresti cominciar a vestirti più da ragazza, basta con questi shorts e queste canotte >
Sono sempre stata convinta che il ragazzo che mi avrebbe amato lo avrebbe fatto per quello che ero.
Ma Ash? Lui avrà mai provato qualcosa per me?
Il nostro legame andava sicuramente oltre la semplice amicizia, ma si può definire con un altro nome?
E ora a distanza di anni mi ritrovo ancora qui a chiedermi il perché non gli abbia rivelato i miei sentimenti.
Perché?
Perché Misty?
Sei una vera stupida!
Non faccio altro che chiedermi cosa tu stia facendo, se pensi a me anche solo per qualche istante e mi chiedo perché non hai mantenuto ancora la tua promessa.
 
< Io sono ancora qui ad aspettarti > sospirò.
< Misty il tuo avversario è arrivato > sbucò il giovane artista dal nulla.
< Arrivo subito Tracey. > la ragazza ripose il diario in un cassetto, si sistemò i lunghi capelli rossi in una coda di cavallo e si recò giù in palestra.
 
 
Il ragazzino che l’attendeva era trepidante. Quello era il suo primo incontro di Pokemon ufficiale. Sperava tanto di vincere una medaglia, ma sapeva che la capo palestra di Cerulian era una delle più brave della lega di Kanto.
Quando la vide apparire arrossì.
Oltre ad essere brava era anche dannatamente bella.
< Ben arrivato nella mia palestra, sono Misty capo palestra di Cerulian >
< Sono Claudio e vengo da Vermilion, sono qui per vincere una medaglia > disse in tono fiero.
La ragazza fu colpita dalla sua determinazione, non perse tempo e chiamò in campo il suo primo Pokemon.
< Useremo un Pokemon a testa fai la scelta giusta >
< Ma quello è un Gyarados? >
Il grande Pokemon drago apparve in tutta la sua maestosità,facendo rabbrividire il giovane allenatore.
< Non farti intimorire dal suo aspetto, altrimenti partirai sconfitto in partenza >
< E va bene, Bulbasaur scelgo te >
Il Pokemon pianta apparve, ma anche lui alla vista di quell’enorme drago indietreggiò.
< Gyarados attacco getto d’acqua >
Il piccolo Bulbasaur fu colpito in pieno da quella furia. Ma il giovane allenatore non si perse d’animo.
< Bulbasaur foglie lama >
Ma il Pokemon drago riuscì a scansarsi e si gettò a capofitto contro l’altro.
< E ora Gyarados mostriamo a questo giovane allenatore il tuo attacco migliore. Ira di drago adesso >
L’atmosfera intorno si fece addiacci ante. Il giovane allenatore non aveva mai assistito ad un attacco tanto potente. Gyarados si scagliò contro il suo Pokemon d’erba con un potentissimo attacco ira che declamò la fine dell’incontro.
< Ho perso >
< Sei stato molto coraggioso, ma per vincere delle medaglie questo non basta. Devi allenare il tuo Bulbasaur al meglio io ti aspetterò per una rivincita > gli sorrise e il ragazzo avvampò. Salutò la ragazza e si diresse a passo lento verso la sua prossima sfida.
< Non credi di essere stata un po’ troppo dura? Del resto era il suo primo incontro >
< Ne avrà di strada da fare, ma sono sicura che diventerà un buon allenatore >
Tracey guardò la ragazza al suo fianco. Era davvero bella.
Da quando aveva fatto rientro alla palestra di Cerulian era cambiata notevolmente, il suo sorriso aveva lasciato posto ad uno sguardo sempre incupito e il motivo era più che evidente.
Del resto Tracey aveva più volte provato a tirarle su il morale, ma la ragazzina si ostinava a restare chiusa in se stessa.
Avrebbe tanto voluto stringerla tra le sue braccia, non in tono amichevole, lui provava ben altro per lei, qualcosa che andava ben oltre la semplice amicizia. Ma sapeva che dichiarandosi non avrebbe fatto altro che confonderle ulteriormente le idee.
La ragazza lo guardò dritto negli occhi con un’espressione buffa.
Poi sorrise.
< Cos’hai da ridere? >
< Sei così buffo Tracey, sei rimasto a fissarmi per minuti senza fiatare, si può sapere a cosa stai pensando? >
Lui non le avrebbe mai potuto rivelare il contenuto dei suoi pensieri.
< Nulla d’importante, ho un lavoro da sbrigare. Ci becchiamo dopo > mentì spudoratamente e si allontanò.
 
Misty rimase sola con i suoi pensieri, fissando il ragazzo allontanarsi. Lei aveva avvertito quali sentimenti si celassero in lui, ma purtroppo lei non riusciva a ricambiare. Nel suo cuore vi era posto solo per Ash e lei lo avrebbe aspettato, sapeva che prima o poi avrebbe mantenuto la sua promessa.
 
03 Luglio ore 14:42
I giorni trascorrono lentamente. La stagione delle piogge è ormai agli sgoccioli. Il lavoro in palestra prosegue come sempre. Le mie sorelle sono sempre impegnatissime nei loro spettacoli e Tracey… già Tracey lui è sempre così gentile con me, a volte troppo. Vorrei tanto essere schietta con lui e dirgli che per me è solo un amico, ma non riesco a dargli una simile delusione, del resto lui mi è stato vicino in ogni momento difficile ed ha sempre avuto un sorriso per me. Ma può bastare la riconoscenza all’amore? Posso dedicare l’intera mia vita ad un ragazzo solo perché ne sono riconoscente? Sarebbe giusto per lui? E per me?
Sono così confusa.
A volte vorrei che tutto fosse un sogno, riaprire gli occhi e ritrovarmi ancora una volta con lui, magari a Jotho, o nelle isole Orange. Quanto mi mancano i suoi occhi.
Quanto mi manca Ash.
Non sapere cosa fa, con chi si trova, e dove si trova mi fa letteralmente impazzire. Possibile che lui si sia dimenticato di me e della nostra promessa? Non riuscirei a sopportare una simile cosa. Sarebbe troppo. E poi lui non lo farebbe mai. L’ho visto nei suoi occhi quel giorno.
La ragazza lasciò cadere la penna in terra, il caldo era tremendo. La raccolse e decise di andare a rinfrescarsi.
Aveva bisogno di schiarirsi le idee e rigenerare il corpo.
Giù in cucina vi era Tracey alle prese con un dipinto. Si meravigliò di vedere che il soggetto ritratto era proprio lei.
< Tracey? >
< Misty non ti ho sentita arrivare. Cavoli doveva essere una sorpresa per il tuo compleanno >
Lui parve realmente mortificato, ma lei come al solito gli sorrise e lui come al solito si sentì morire dinanzi alla sua bellezza.
< Tracey è bellissimo. >
< Tu sei bellissima Misty, questo disegno rispecchia solo in minima parte la tua bellezza >
La spiazzò. Lui era sempre stato abile con le parole.
< Credo proprio che questo disegno sia molto più bello > sorrise nuovamente.
Il ragazzo lo ripose in una sacca.
< Manca ancora un po’ per portarlo a termine credimi che a lavoro compiuto sarà un vero capolavoro. >
< Non ne ho dubbi sei bravissimo in questo campo >
< Sono bravo in molte cose > le sorrise.
E lei ricambiò il gesto.
< Non ne dubito >
< Ti andrebbe di uscire per bere qualcosa? > disse tutto d’un fiato.
Lei fu stupita da quell’invito. Arrossì leggermente in volto e prese a balbettare.
< Ecco ve- vedi Tracey >
Lui capì al volo il suo imbarazzo.
< Tranquilla sarebbe solo per scambiare due chiacchiere e passare una serata diversa. Non sarebbe un tradimento >
Lei notò come aveva evidenziato il termine tradimento. Sapeva benissimo che si fosse rivolto ad Ash.
Rimase senza parole e si limitò ad acconsentire col capo.
 
03 Luglio ore 18.40
Mi ha chiesto di uscire. Ovviamente non è stato diretto, ma comunque lo ha fatto. È perché poi menzionare Ash in questa faccenda. È vero non l’ha fatto in maniera diretta però si riferiva sicuramente a lui. Tracey sa dei miei sentimenti per Ash e allora perché invitarmi ad uscire, forse lo fa davvero per amicizia. Ho una tale confusione in testa. I pensieri mi si arrovellano.
E manca meno di un’ora al mio appuntamento.
Appuntamento?
Posso definirlo tale?
Perché non gli ho detto semplicemente che avevo altro da fare, possibile che si tratti della riconoscenza che nutro nei suoi riguardi.
Ma all’amore basta la riconoscenza?
 
Ripose il diario nel cassetto e prese a farsi una doccia. Quella sera l’avrebbe trascorsa diversamente dalle altre. Lei aveva l’obbligo di essere grata a quel ragazzo, anche al costo di sopperire all’amore che provava per quel ragazzino di Pallet.
 
Il ragazzo era in trepidante attesa. Aveva mentito nuovamente. Per lui non si trattava di una serata qualunque.
I sentimenti che provava verso lei andavano ben oltre. La vide apparire in cima alla scala e per un attimo il respiro venne a mancargli.
Era di una bellezza quasi eterea.
Indossava un abitino corto color crema, dei sandali e portava i capelli raccolti in una treccia.
Arrossì notevolmente.
< Misty sei bellissima >
< Grazie > si apprestò a dire imbarazzata.
I due si incamminarono a passo lento. Lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso e lei continuava a sorridere imbarazzata.
Trascorsero davvero una bella serata. Tra chiacchiere, risate e ricordi.
< Sono stato proprio bene stasera con te, visto che non avevi motivo di preoccuparti >
< Preoccuparmi? Non ero preoccupata > la schiettezza di Tracey a volte la spiazzava.
< Siamo ancora così giovani e la vita è così breve per sprecarla. A volte aspettare eventi che probabilmente mai arriveranno è solo uno spreco. Non credi anche tu? >
Lui si riferiva nuovamente ad Ash e la cosa la urtò non poco.
< Quando vale realmente la pena si potrebbe aspettare per l’eternità > nei suoi occhi apparve un velo di malinconia, forse il ragazzo aveva leggermente esagerato.
< non fraintendermi. Non era mia intenzione urtarti con quella storia >
< Tranquillo > cercò di essere il più naturale possibile, ma la cosa l’aveva infastidita.
< Non roviniamo questa splendida serata. Ti va qualcos’altro? >
< No grazie, preferirei rientrare >
Tracey sapeva benissimo che lei si era sentita offesa per quella storia. Ma cercò ancora una volta di passarci sopra e si incamminarono in perfetto silenzio verso casa.
 
 
03 Luglio ore 23.55
Sono triste. Tanto, ma tanto triste.
Aspettare invano il suo ritorno. Sprecare la mia vita. Possibile che le due cose siano tanto connesse?
Sto sprecando il mio tempo aspettando il suo ritorno. È tutto così assurdo.
< Io lo amo terribilmente > sospirò, per poi addormentarsi lentamente.

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Capitolo 2
*** Come un pugno allo stomaco ***


Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti ecco postato il mio secondo capitoo, ho apportato alcune modifiche nello stile, la parte scritta sul diario da Misty verrà messa centralmente, in modo da non essere confusa con i dialoghi. Buona lettura!
 
05Luglio ore 09.35
 
Caro diario, Tracey non è più tornato sull’argomento Ash e la cosa mi ha sollevata, non avrei proprio tollerato un’altra morale.
Oggi fa davvero caldo, il sole brucia alto nel cielo. Sono proprio queste le giornate in cui lui mi manca maggiormente. Il suo sorriso mi bruciava letteralmente come questo sole.
Tra poco dovrò disputare un incontro, un altro giovane allenatore in erba col sogno di diventare maestro di Pokemon. Mi spiace per il malcapitato, ma oggi sarò più dura del solito.
 
Ripose il diario e si precipitò giù in palestra, dove l’attendeva il giovane artista alle prese con la pulizia della piscina.
< Buongiorno Misty >
< Tracey sei ancora qui a pulire, tra poco arriverà il mio sfidante >
< Mi sembra di averti dato il buongiorno, potresti anche degnarti di rispondermi >
< Buongiorno > sbuffò.
< Sei di cattivo umore? >
< Direi pessimo >
< Stamattina fa molto caldo, datti una rinfrescata a preparati per l’incontro. Sai ho saputo che viene da Pallet >
< Hai detto Pallet? > deglutì vistosamente. Quel posto. Quanti ricordi riaffioravano in lei al sentir pronunciare il nome di quella cittadina. Il suo Ash era di Pallet.
< Se basta questo a metterti di buon umore ti organizzo incontri solo con allenatori di Pallet > fu pungente e sarcastico.
< Non sei spiritoso >
< Non era mia intenzione esserlo >
< Cos’hai Tracey? In questi giorni sei così pesante >
< Sono solo stufo del tuo atteggiamento da eterna innamorata in attesa del suo ritorno. Apri gli occhi e torna sul pianeta terra. Sei a Cerulian lontana chilometri da lui e non hai sue notizia da anni >
< Non sono cose che devono riguardare te >
< Ma diamine Misty, possibile che non ti sia accorta di quello che provo per te >
< Lo so benissimo cosa credi, non sono stupida, ma sai benissimo che il mio cuore >
< Che il tuo cuore appartiene a lui, la vostra promessa e bla bla bla, conosco la storiella a memoria. Ma la realtà dei fatti è ben diversa. >
< Non credo che sia né il luogo né il momento adatto per parlarne >
< Quale sarebbe il momento giusto Misty? Perché io sto impazzendo con questa storia. Mi fa letteralmente impazzire l’esserti accanto e non poterti avere e poi sapere che pensi ancora a lui a distanza di tanti anni > una lacrima gli rigò il volto e Misty fu nuovamente spiazzata.
Per fortuna o sfortuna o solo per volontà del Destino in quel momento arrivò lo sfidante. Tracey lo fece accomodare in palestra e li lasciò soli.
Ovviamente l’incontro fu un  vero disastro. Misty perse clamorosamente e dovette dargli una medaglia.
Ma era il cuore a dannarle l’animo.
 
 
Tracey si recò in camera sua era furibondo. Aveva sicuramente esagerato con le parole, del resto sapeva quanto lei fosse fragile in quel periodo, ma doveva farlo. Non poteva continuare a tenere represso il suo sentimento. Lo aveva fatto per troppo tempo, aveva fatto da spettatore a quella storia per anni, ma ora era arrivato il momento di impadronirsi della scena. Prese il suo ritratto, ormai era quasi finito. Ne delineò il profilo con le dita. Era perfetta. Bella da levare il fiato.
 
05 Luglio ore 15:01
 
Sto male!
In quest’ultimo periodo mi capita spesso, ma credo che ora abbia raggi aggiunto l’apice.
Dove sei Ash? Torna da me. Ho bisogno di te.
 
Prese a piangere, soffocando il suo dolore e le sue lacrime sul cuscino. Avrebbe tanto voluto mollare il tutto e raggiungerlo, ma sapeva che era impossibile. Si chiese ancora una volta se lui avesse mantenuto la sua promessa.
 
 
Kalos era distante molti chilometri da Kanto, ma alcuni legami non conoscono distanze, sono indissolubili.
Ash era quasi giunto a conquistare la sua settima medaglia, quando nella sua mente un pensiero volò a lei.
Gli era capitato spesso di pensarla in quel periodo, del resto erano stati così tanto tempo assieme, con lei aveva iniziato il suo viaggio, con lei aveva catturato il primo Pokemon e vinto la sua prima medaglia. Il ricordo di lei era come un pugno allo stomaco.
Una ragazzina dai lunghi capelli biondi e occhi color del mare gli si avvicinò con sguardo incuriosito.
< Ti senti poco bene? >
Lui sobbalzò.
< Serena? No ero solo sovrappensiero. Allora vogliamo andare a conquistare questa medaglia? >
< Certo > la ragazzina gli mostrò uno dei suoi sorrisi più radiosi.
Ash ricambiò il gesto e tornò con la mente a pensare a quella ragazza a chilometri di distanza. In cuor suo sapeva che prima o poi si sarebbero rivisti e sapeva che quel giorno non sarebbe tardato ad arrivare. Prese a seguire Serena e insieme si diressero alla prossima palestra.
 
Astra è la Capopalestra di Fluxopoli nella regione di Kalos era specializzata nel tipo Psico.
< Sigilyph attacco schermo luce >
< Froakie scansalo e attacca con idropulsar >
Il Pokemon acquatico fece come gli era stato ordinato.
< Il tuo Froakie ha raggiunto un livello niente male, ma non ti basterà contro il mio Pokemon. Sigilyph finiscilo con un attacco psichico. >
Il Pokemon volante scagliò con forza l’attacco verso il piccolo Pokemon, ma il Froakie di Ash aveva davvero una resistenza ammirevole.
< Bravissimo, ora tocca a noi. Finiamolo con un attacco bolle >
L’attacco mise la parola fine al loro primo round.
Serena in disparte guardava estasiata il ragazzo. Il suo modo di combattere era davvero unico. Arrossì leggermente in volto quando lui le rivolse un sorriso.
< E va bene Ash, con te dovrò usare le maniere forti. Con questo rito il tuo futuro sarà deciso, ma solo a partire da un passato glorioso. Chiamo in campo  Meowstic >
Apparve un gattino dall’aspetto innocuo.
Ash consultò il pokedex: Meowstic Pokemon psico, Il maschio è un tipo difensivo, al contrario la femmina è molto aggressiva, il maschio ha un aspetto più calmo e il suo colore prevalente è il blu, mentre la femmina ha un aspetto più combattivo e il suo colore prevalente è il bianco.
< Bene sapremo esserne all’altezza. Pikachu sei pronto scelgo te >
Il topino elettrico scese in campo combattente come al solito.
< Meowstic usa bruciapelo >
< Pikachu attento. Ora usa agilità >
< Meowstic Palla ombra >
< Palla ombra? Pikachu attento è uno dei suoi attacchi migliori >
Il topino riuscì a scansarsi, mentre il piccolo Meowstic era ormai allo stremo.
< Non posso crederci >
< Bravissimo e ora finiamo l’incontro usa fulmine >
La scarica elettrica fu devastante e l’incontro si concluse, con la meritata vittoria del giovane allenatore proveniente da Kanto.
< Tu e la tua squadra avete una grande capacità, fulgida che eclissa anche le stelle. Usatela per aprirvi il cammino! Del tuo percorso questa è prova, concreta, che i tuoi sforzi ti hanno portato alla meta. La Medaglia Psico è tua! >
< Grazie mille Astra >
< Ash sei stato fantastico > la ragazzina dai capelli biondi gli si gettò al collo quasi a strangolarlo.
< Serena così mi soffochi >
< Ash? >
< Dimmi Astra? >
< Il risveglio di una forza che dona la vita... E l'eco di mille voci di tristezza infinita... È il futuro che vedo innanzi a te! Presta attenzione a ciò che ti accade intorno e impara a seguire il tuo cuore > gli sorrise.
< Imparare a seguire il cuore > improvvisamente gli venne in mente la ragazzina dai capelli rossi e arrossì leggermente in volto.
Poi Serena lo riportò alla realtà e salutarono e ringraziarono la capopalestra.
 
 
Ash quella notte non chiuse occhio. Pensò e ripensò alle parole di Astra. Non riusciva a capire cosa avesse voluto dire. Imparare a seguire il cuore. più volte in passato aveva provato a farlo, ma il suo cuore lo indirizzava sempre verso i suoi Pokemon, non aveva mai ipotizzato una relazione importante con una donna. Quello non era il momento adatto, era troppo impegnato nella realizzazione del suo sogno, ma non riusciva a capire il motivo per cui quelle parole lo avevano turbato tanto e del perché le fosse venuta in mente Misty.
E nuovamente provò un pugno allo stomaco.
 
 
05 Luglio ore: 23.35
La giornata è giunta a termine, ma non riesco proprio a dormire. Non faccio altro che pensare a lui, forse dovrei davvero voltare pagina come suggerisce Tracey. Ma potrei davvero iniziare una storia con lui senza provare nulla? Può l’amore venire dopo? Nascere con il susseguirsi dei giorni. Basterebbe la riconoscenza verso lui a rimuoverlo dal mio cuore e piazzarci il giovane artista. È tutto così assurdo.
Caro diario, mi sento letteralmente a pezzi, non ce la faccio più ad andare avanti così. In questo stato. Le lacrime fanno male e fa male la sua assenza.
 
Tra le lacrime versate la ragazzina si addormentò.
Non fu un sonno tranquillo. Venne tormentata da incubi irrequieti. La temperatura le salì notevolmente e prese ad agitarsi.
< Ash? Do- dove sei? Ash >
Il giovane artista venne destato da sonno dalla voce della ragazza. Si precipitò nella sua stanza e constatò che avesse la febbre alta.
< Misty tranquilla, si tratta di un po’ di febbre. Caspita come scotti > prese a bagnarle la fronte e le somministrò un medicinale..
< Ash? Sei tu? > Delirava.
< Purtroppo per te sono solo Tracey, ma tranquilla starai meglio subito >
La medicina fece il suo effetto. Misty si tranquillizzò. E si addormentò.
Tracey rimase al suo fianco per tutta la notte a vegliare su di lei, e ancora una volta venne tentato dalle sue belle labbra.
 
Un raggio penetrò dalla finestra inondando di luce il candido viso di Misty, i suoi capelli risplendevano di un rosso vivo a quella luce. La ragazza si destò dal sonno e vide che il suo amico si trovava ancora al suo fianco. Si era assopito e molto probabilmente aveva vegliato su di lei per l’intera notte.  Cercò di alzarsi lentamente, per evitare di svegliarlo, ma lui trasalì.
< Dove stai andando? >
< Non volevo svegliarti >
< Come ti senti? >
< Molto meglio, grazie a te >
< Hai delirato per tutta la notte, poi fortunatamente ti sei addormentata >
< Ora vai pure a riposarti >
Il ragazzo continuò ad osservarla, era così bella, fece come gli aveva detto. Si recò in camera sua per riposarsi un po’.
La ragazza si mise a sedere alla sua scrivania e prese a scrivere qualche riga.
 
06 Luglio ore 08.20
 
Caro diario, stanotte sono stata poco bene, devo ammettere che ancora adesso mi sento debole. Non ho fatto altro che sognare Ash tutta la notte, e devo ammettere che non erano sogni piacevoli. Ho sognato che lui era con una ragazza, con capelli biondi, molto bella e che era felice con lei. Non lo sopporterei.
Non lo sopporterei mai.
Invece Tracey, che dire di lui, quello che ha fatto per me stanotte, è stato davvero gentile da parte sua. Forse dovrei davvero provarci con lui, magari potrei davvero innamorarmene.
Magari.
 
Quel pensiero l’assillava, smise di scrivere e si gettò a letto, la testa le doleva terribilmente e lo stomaco le bruciava. Ripensò alle immagini di quel sogno. Lui tra le braccia di un’altra.
Un pugno allo stomaco.
Decise di non pensarci e faticò a rimandare indietro le lacrime.

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Capitolo 3
*** Confusione ***


Angolo dell'autrice:
Ecco il terzo capitolo, scusate se non riesco a pubblicare con quotidianeità, ma a volte gli impegni sono troppi. Buona lettura a tutti voi.




Quella mattina Misty si sentiva terribilmente vuota, un senso di nausea la perseguitava e aveva un fortissimo cerchio alla testa. Si versò del caffè amaro, per sopperire a quello stato in cui si trovava. 
Tracey la vide seduta in un angolo e sorrise.
< Hai una cera orribile, ti senti ancora poco bene? >
< Sto meglio, ho solo mal alla testa >
< Credo che dovresti uscire a prendere un po’ d’aria >
< Ho così tante cose da fare >
< Ci penserò io. Tu devi solo riposarti >
< Sei sempre così gentile >
< Non direi >
Presero a ridere, e finalmente per la prima volta in quella giornata si sentì serena.
< Vado a farmi una doccia > lo lasciò li solo, con i suoi pensieri.
Lei era bella da togliere il fiato.
 
 
Uscì dalla doccia e prese a vestirsi, la giornata era bella e il clima piacevole. Uscì di casa nel primo pomeriggio e si recò sulle sponde del fiume. Da piccola ci passava interi pomeriggi, intenta a fantasticare sul suo futuro e ora a distanza di tanti anni si ritrovava nuovamente su quelle rive ad immaginare un futuro, magari con lui.
A quel pensiero arrossì.
Del resto Ash non aveva idea di cosa lei provasse per lui, non aveva mai avuto il coraggio di confidargli i suoi sentimenti. Prese il suo diario dalla borsa e prese a scrivere alcune righe.
 
07 luglio ore 13.45
 
E mi ritrovo qui sulle sponde del fiume a pensare a lui. Così lontano da me, così distante dal mio corpo. Vorrei voltarmi e trovarlo dietro di me, invece, sono cola, completamente sola. È vero c’è Tracey, ma davvero non è la stessa cosa.
Dovrei apprezzare di più il suo modo di essere, invece che stare qui a pensare a quello stupido, del resto Ash è solo un ragazzino, mentre Tracey, ecco lui è maturo, protettivo e, ecco, lui purtroppo non è Ash.
 
 
Il cielo di Kalos era ricoperto di nuvole, stranamente quella giornata cupa gli fece riaffiorare nella mente diversi ricordi legati al periodo nelle isole Orange. Tanto era preso da quei pensieri che non si accorse della presenza di Serena, che come un uragano era entrata nella sua camera.
< Serena? >
< Scusa non volevo disturbarti, ero venuta a chiamarti per il pranzo >
< Non ho molto appetito >
< Per caso non ti senti bene? >
< Sto benissimo, posso avere un po’ di privacy ora? >
< Si può sapere cos’hai? È da ieri che ti comporti così >
< Così come? >
< Hai la testa chissà dove e sei sempre così distaccato >
< Ecco io > nuovamente gli tornò alla mente la ragazzina dai capelli rossi, possibile che gli mancasse così tanto.
< Ash? >
< Sono solo un po’ stanco Serena, sono qui a Kalos da così tanto tempo, mi manca la mia città, mia madre e i miei amici >
< Se è solo questo il problema potremmo prenderci una pausa >
< Non voglio rimandare il mio sogno, ho quasi conquistato tutte le medaglie >
La ragazza lo guardò stranita, non riusciva neanche lei a volte a capirlo. Era come un enigma da risolvere. Si limitò a sorridergli e lasciarlo solo come le aveva chiesto.
Il ragazzo tornò a fissare fuori dalla finestra e si chiese se anche Misty ogni tanto pensava a lui.
 
 
I giorni trascorsero, l’estate era quasi terminata e l’autunno, ormai, era alle porte e di lui neanche l’ombra.
Misty si era gettata a capofitto negli incontri di Pokemon e aveva deciso di intraprendere una frequentazione con Tracey, erano usciti diverse volte, ma la scintilla non era ancora scattata. Quella sera il ragazzo decise di portarla a cena fuori.
< Era tutto squisito Tracey >
< Sono contento che ti sia piaciuto > non riusciva proprio a levarle gli occhi di dosso.
< Possiamo tornare >
< Avevo intenzione di andare a fare un giro >
< Sono molto stanca >
< Misty usciamo assieme da diversi giorni, siamo fermi sempre sullo stesso punto, se non te la senti possiamo finirla qui > lui era sempre tremendamente sincero, anche troppo.
< Sto bene in tua compagnia, ma non riesco ad andare oltre >
< Sei troppo legata al suo ricordo, non puoi continuare a vivere così >
Ancora una volta quella sincerità la colpì appieno. 
Poi fu un gesto rapido. Lui la prese tra le sue braccia e posò le sue labbra su quelle di lei.
Ancora una volta Misty non fu in grado di trattenere le lacrime.
 
02 Settembre ore 23.40
Non volevo che andasse così. Non doveva succedere. Io non volevo.
 
Una lacrima bagnò il foglio.
Poi prese a riscrivere.
 
Tracey mi ha baciata. Ha profanato la mia bocca. Il suo sapore si è mescolato con il mio e l’effetto non è stato quelli dei più idilliaci. Ho sempre immagino il mio primo bacio con Ash. Mi sono sempre chiesta che sapore avessero le sue labbra, ma ora tutto sembra così troppo lontano. Sono arrivata al punto di non ritorno.
Perché non l’ho fermato?
Quella maledetta riconoscenza.
 
 
Nella regione di Kalos quella notte Ash ebbe incubi che lo turbarono, come se riuscisse a vivere in lui lo stato d’animo di Misty.
La mattina aveva un aspetto orribile e ovviamente Serena glielo fece notare, ma quella mattina non aveva proprio voglia di mettersi a discutere con lei.
Presero a incamminarsi verso la palestra di Fractalopoli e Ash si stranì nel trovarsi dinanzi una vecchia conoscenza.
< Brock? Tu qui? >
< Ash? Non posso crederci finalmente ti ho trovato > lo strinse forte a sé con un certo entusiasmo.
< Mi stavi cercando? >
< Non riuscivamo a metterci in contatto con te in nessun modo e anche tu che non ti fai sentire da tempo. >
< È forse successo qualcosa a mia madre? O a Misty? > parve realmente preoccupato e quasi non si accorse di aver fatto realmente il suo nome.
Brock parve sorpreso dalla cosa.
< Tua madre sta bene, per quanto riguarda Misty non la sento da un po’, ma credo stia bene. Si tratta del professor Oak >
< Il professor Oak ? >
Serena in disparte ascoltava silenziosa, senza battere ciglio e ovviamente aveva notato che Ash avesse menzionato il nome di una ragazza.
< È stato poco bene, si è sottoposto ad un piccolo intervento, ma la cosa non si è risolta, credo che sia giusto che tu faccia ritorno a Pallet > il suo tono divenne molto più serio.
< Non può essere vero > una lacrima gli rigò il volto. Aveva tanto desiderato rientrare a pallet, ma ovviamente non avrebbe voluto farlo per una simile cosa.
Ad un tratto gli vennero a mente vaghi ricordi, di quando era solo un bambino e si recava di nascosto alle lezioni del professore, di quando si intrufolava nel suo laboratorio e Gary gli riferiva tutto, ma il professore con un sorriso sulle labbra gli perdonava sempre tutto. Ricordava perfettamente quando intraprese il suo viaggio e lui gli consegnò Pikachu.  E poi, per pura follia, si era imbattuto in Misty.
Nuovamente la sua attenzione fu rapita da quella ragazzina dai capelli rossi.
< Ash? > la voce dell’amico lo riportò alla realtà
< D’accordo Brock, torneremo a Pallet subito >
 
Serena parve capire un secondo dopo il tutto. Il professor Oak, il vecchio e caro professore, che tanto aveva consolato le sue lacrime da piccola, stava male. Si sentì raggelare.
Aveva tanto agognato di tornare a Pallet con Ash e rivivere la magia del loro primo incontro, ma non era quello il modo. Prese a piangere come una bambina.
Quella reazione spiazzò entrambi i ragazzi, ma ovviamente Ash capì il suo dolore e prese a stringerla tra le braccia.
In quell’abbraccio lei si abbandonò totalmente.
Mente.
Corpo.
Anima.
Cuore.
Tutto era nelle sue braccia. lei lo amava terribilmente.
< Te la senti di venire con me? > le sospirò dolcemente.
Lei si limitò ad acconsentire col capo, non l’avrebbe mai lasciato solo, per nessun motivo.
 
04 Settembre ore 16.02
 
Caro diario, mi sento sola. Una stupida sola.
Non sono riuscita a rivolgergli ancora una parola su quel bacio, ma credo che dovremmo affrontare l’argomento. Cosa devo fare? Sono così terribilmente confusa.
 
Entrò lui in camera e lei lasciò cadere la penna in terra.
< Ti disturbo? >
< No > arrossì al pensiero di quel bacio rubato.
< Sei come scomparsa. Viviamo sotto lo stesso tetto e non ti vedo da un pezzo >
< Avevo bisogno di starmene un po’ da sola >
< Credo che dovremmo parlarne >
< Lo credo anch’io > sospirò.
Lui le si avvicinò e le si sedette accanto. Prese a carezzarle i capelli.
< Sei davvero bella Misty >
Nuovamente la ragazzina arrossì.
< Tracey piantala con questi complimenti > parve realmente infastidita.
< Quel bacio per me è stato importante. Ho aspettato quel momento per molto, e non ho saputo resistere. >
< Sai che per me le cose sono leggermente diverse >
< So che nel tuo cuoricino ora c’è ancora lui, ma col tempo riusciremo a superarlo >
< Ma io non voglio Tracey. Io >
< Misty non voglio sentir ragioni. Ci sono stato io a consolare le tue lacrime quando hai ripreso a fare la capopalestra. Ci sono stato io quando hai dovuto rimetterti in gioco, quando sei stata male e quando non avevi voglia di vedere nessuno. Ci sono sempre stato solo e sempre io, mi spiace dirtelo, ma lui per te non c’è mai stato >
Fu il colpo finale.
Le lacrime presero a scenderle lungo il viso. Avrebbe tanto voluto urlare il suo dolore al mondo intero.
< Ti accontenteresti della mia riconoscenza Tracey? >
< Col tempo tramuterà in amore, ne sono sicuro. >
La guardò dritto negli occhi, quegli occhi verdi che avrebbero fatto innamorare chiunque.
E con gesto rapido la baciò.
Questa volta fu un bacio diverso.
Quelle parole continuavano a rimbombarle in testa.
Lui , per lei, non c’era mai stato.

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Capitolo 4
*** Distanze, ricordi e dolore. ***


Angolo dell'autrice:
Ecco il mio quarto capitolo, approfitterò di questo bel ponte per dedicarmi anima e corpo a questa storia. Spero di non risultare banale e scontata, anche perchè non è facile scrivere tante storie sempre sullo stesso argomento, non vorrei annoiarvi. Buona lettura!
 
05 Settembre ore 02.15
 
Non riesco proprio a chiudere occhio. Continuo a pensare alle parole che mi ha detto Tracey, lo avrà fatto solo perché vuole che mi liberi da Ash o perché vuole realmente il mio bene? Vorrei tanto vederlo, anche solo per un istante. Poter incrociare i suoi occhi e specchiarmi nella sua anima.
Lo amo.
È proprio così. Ovunque tu sia, io sono disposta ad amarti fino a lì. Ti amo Ash Ketchum, ti amo da impazzire e tu, probabilmente, ti sarai anche scordato di me.
Ho un forte dolore allo stomaco.
Forse dovrei davvero buttarmi in questa nuova storia, del resto Tracey mi vuole bene davvero ci tiene a me e forse come ha detto lui imparerò ad amarlo, prima o poi.
Devo tagliare col passato.
Devo voltare pagina.
Chiuderò per sempre il capitolo Ash Ketchum dalla mia vita, il capitolo più bello della mia vita.
 
La ragazza si alzò dal letto e scese in cucina per bere un sorso d’acqua. Vide dalla finestra che era ancora notte fonda.
Il cielo era ricoperto da nuvole e le stelle erano ben nascoste e probabilmente da dietro le nuvole la stavano osservando. Sorrise.  Pensò che prima o poi quel suo dolore sarebbe passato assieme alla sua adolescenza e forse in un futuro ci avrebbe riso sopra.
Si versò un altro bicchiere d’acqua e si diresse in camera sua.
 
 
 
Ash era in viaggio verso Kanto su un aereo. Serena si era appisolata al suo fianco, mentre Brock era intento a fissare una giovane hostess, pensò che era sempre il solito e che alcune cose davvero non cambieranno mai. Ripensò a quando erano in viaggio assieme e con loro vi era anche Misty.
Già proprio lei.
Ogni volta che il viso della sua amica gli veniva in mente provava una fitta lancinante allo stomaco.
< A cosa stai pensando? >
< Nulla d’importante > arrossì terribilmente.
< Questa notizia ti ha tramortito vero? >
< Diciamo che ho sempre creduto che il professor Oak fosse immune da ogni cosa ed eterno. Non ho mai immaginato la mia vita senza lui >
< Gli sei molto legato vero Ash? >
< Sai Brock, quando hai la mancanza di un padre, da piccolo, ogni figura maschile diviene importante. > nuovamente una lacrima gli rigò il volto.
< Purtroppo non siamo destinati a vivere in eterno >
< Quanto tempo gli resta? >
< Due settimane >
Quelle parole lo segnarono profondamente.
Non disse più nulla. Si chiuse in se stesso ripensando a quell’uomo fantastico.
 
Serena venne destata dal sonno dalla loro discussione, ma preferì non dire nulla. Sapeva di quanto fosse forte il legame tra Ash e il professore.  Trattenne le lacrime, non voleva farsi vedere nuovamente in quello stato. Poi con gesto istintivo strinse con forza la mano di Ash.
In quella presa voleva fargli sapere che lei c’era.
Lui la guardò teneramente.
< Serena? Ti abbiamo svegliato? >
< Non preoccuparti. Voglio solo starti accanto >
< Grazie >
Lui continuò a tenerle la mano, poi ripensò di nuova alla ragazzina dai capelli rossi. Avrebbe tanto voluto sfiorare la sua di mano in quel momento.
 
 
Un raggio di sole penetrò dalla finestra della ragazza e il giovane ragazzo le portò la colazione.
< Buongiorno Misty, coraggio svegliati, hai un incontro tra meno di un’ora >
< Ho bisogno di dormire ancora un po’ > disse in tono assonnato >
Lui le stampò un delicato bacio sulla fronte che la fece trasalire. Si mise a sedere e lo guardò negli occhi. Doveva assolutamente abituarsi a quei gesti spontanei di Tracey e doveva abituarsi ad amarlo.
< Ti lascio la colazione qui, esco per una commissione >
La lasciò sola, bella come non mai nel suo letto.
Appena il ragazzo fu fuori si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
Addentò un pezzo di cornetto, era evidentemente appena sfornato.
Prese il suo diario e gettò su qualche riga.
 
 05 Settembre ore 08.16
 Svegliarsi la mattina con un bel raggio di sole e un buon cornetto al cioccolato è il massimo, ma sarebbe ancora più bello se a svegliarmi ci fosse stato lui. È vero mi ero ripromessa di non pensarci più e cercherò di mantenere la promessa, anche se sarà difficile. Mi attende una giornata pienissima.
 
La ragazzina dai capelli castani stava mandando in campo il suo ultimo Pokemon.
<  Squirtle attacco testata >
< Corsola usa corazza e contrattacca >
< Caspita il tuo Pokemon è davvero forte, Squirtle usa getto d’acqua >
Il Pokemon testuggine si scagliò contro il Pokemon corallo.
< Non ti basterà questo, Corsola concludiamo l’incontro con un super assalto >
Fu il colpo finale.
< Sei davvero bravissima Misty >
< Continua ad allenarti Janet, la strada per diventare allenatori è molto ardua ed è in salita, ma una volta raggiunta la cima il panorama è uno dei più belli >
< Grazie mille >
La ragazzina uscì dalla palestra non scoraggiata per la sconfitta, ma con un forte desiderio di diventare la numero uno.
Misty l’osservò allontanarsi e non si accorse di Tracey, che la prese in una morsa.
< Tracey non ti avevo sentito arrivare >
< Che buon profumo hai >
< Grazie >
La baciò.
Questa volta la ragazza cercò di essere il più naturale possibile.
< Ho trovato una lettera nella posta, viene da Pallet e il mittente è la signora Ketchum >
< La signora Ketchum? >pronunciò quella frase con un sospiro di voce, cosa poteva volere da lei la madre di Ash.
Ad un tratto trasalì. E se fosse tornato.
< Eccola qui >
La prese con fare tremante.
< Cosa vorrà la madre di Ash da me >
< Se non l’apri non lo saprai mai >
Il cuore le batteva all’impazzata, aveva quasi timore che Tracey potesse sentirlo. Fece un respiro profondo e scartò la busta.
Prese a leggere con calma ogni singola riga.
Poi ad un trattò sbiancò.
< No, non può essere >
 
 
Ash guardava dall’oblò , la vista era monotona, solo nuvole. Ci sarebbero volute ancora un paio di ore prima di arrivare a Kanto. Serena si era nuovamente assopita al suo fianco.
< Deve esserti davvero legata >
< Come? >
< Serena. Questa ragazzina ti vuole molto bene >
< Siamo molto amici > arrossì.
< Sicuro che non c’è dell’altro? >
< Assolutamente no. Serena per me è solo una cara amica. >
< E che mi dici di Misty? >
< Misty? Cosa c’entra ora lei > non riuscì a controllare il suo evidentissimo imbarazzo.
< Non l’hai più sentita? >
< No. Sono ormai anni che non ho sue notizie. > il suo sguardo si incupì.
< Credo che lei stia aspettando ancora il tuo ritorno >
< Visto che siamo diretti a Kanto, cercherò di trovare un attimo per passare a salutarla. Sai mi manca terribilmente >
< Come? >Brock non riusciva a credere alle sue orecchie. Aveva sempre pensato che tra i due ci fosse ben altro che una semplice amicizia, ma Ash era troppo immaturo per capirlo e ora quella rivelazione lo aveva letteralmente spiazzato.
< A volte ti accorgi dell’importanza delle persone solo quando sono tremendamente distanti >
< Non è mai troppo tardi per rimediare. Una volta lì avrete tempo per parlare >
Ash sapeva cosa intendesse dirgli l’amico e arrossì al pensiero. Non riusciva proprio ad immaginare lui e Misty in una veste diversa da quella del solito.
 
Serena si svegliò e vederlo al suo fianco la risollevò. Era bello come nessun altro. Nella sua mente sempre e solo lui, come una vera e proprio ossessione. Quanto avrebbe voluto sentirlo sulla sua pelle e assaporare le sue labbra.
< Manca ancora molto ? >
< Siamo quasi arrivati >
< Ho sempre sognato di tornare a Pallet, ma non era proprio questo il modo in cui volevo farlo > aveva la voce rotta in gola.
< Serena? Credimi anche per me non è piacevole rientrare per questo motivo. Ma devo vedere il professor Oak, devo poterlo vedere, potrebbe essere l’ultima volta > nuovamente i suoi occhi si colmarono di lacrime.
Lei si sentì responsabile di quelle lacrime.
< Scusami, non volevo >
< Tranquilla >
Nuovamente la ragazzina gli prese la mano e la strinse.
 
La ragazza fece cadere la lettera in terra e lacrime amare presero a sgorgarle dagli occhi. Prese a tremare. Ciò che aveva letto l’aveva letteralmente paralizzata.
< Misty cosa c’è scritto in quella lettera > il ragazzo parve notevolmente preoccupato, ma lei non rispose. Si limitò a piangere.
Raccolse la lettera da terra e prese a leggerla d’un fiato.
 
Cara Misty,
molto probabilmente non ti aspettavi una lettera proprio da me,
è da molto che non ci sentiamo, spero che le cose ti vadano nel migliore dei modi.
Il motivo di questa lettera è ben lontano dal semplice scambio di informazioni piacevoli.
Purtroppo il Professor Oak sta male, sta davvero male.
Ho semplicemente pensato che sarebbe stato carino da parte tua e soprattutto di Tracey, venire a dargli un ultimo saluto. Spero che accetterai il mio invito.
Sono sicura che anche il professore ne sarebbe lieto.
Ti abbraccio forte.
Delia Ketchum.
 
< Non può essere > il ragazzo si accasciò in terra e si portò le mani a volto. Lui aveva lavorato per più di un anno assieme al professore, da lui aveva imparato tantissime cose sui Pokemon e non solo. Lui era un maestro di vita.
Il suo dolore era visibile nei suoi occhi e Misty lo strinse in un abbraccio.
< Credo che dovremmo recarci lì al più presto. >
< Mi sembra impossibile. Quell’uomo ha fatto la storia del mondo dei Pokemon. A lui sono dovute tantissime scoperte, a lui devo davvero tanto. Non può lasciare questo mondo >
< Coraggio Tracey >
< Per favore stringimi più forte, ne ho un tremendo bisogno >
La ragazza fece come le aveva chiesto. Poi ad un tratto pensò ad Ash. Lui era stato avvertito della cosa. Molto probabilmente era a Pallet. Si sentì mancare la terra da sotto i piedi al pensiero di rincontrarlo.
Poi gettando quel pensiero libidinoso lontano, continuò a stringere quel ragazzo, che tanto ora aveva bisogno di lei.
 
05 Settembre 13.36
 
Questa notizia mi ha davvero stravolta, non posso crederci che il professor Oak sia così male, non è giusto. Questa vita è ingiusta.
Le lacrime di Tracey mi hanno fatto così male, e se oso pensare a quella di Ash. Avrà bisogno di un abbraccio. Di una persona cara al suo fianco. Quanto vorrei esserci io a stringerti.  Per favore fa che lui ci sia a Pallet. Ho troppo bisogno di vederlo.
 
Tracey era sconvolto, quella notizia lo aveva scombussolato. Prese a prepararsi velocemente mettendo l’indispensabile in uno zaino. Ripensò ai giorni trascorsi al suo laboratorio. Ogni giorno era una nuova scoperta, con lui tutto appariva così semplice. Si recò in camera di Misty.
< Sei pronta? >
Lei si asciugò gli occhi e ripose il diario nello zaino.
< Si  >
Si affrettarono a lasciare la palestra, le sorelle di Misty avrebbero pensato a tutto.
Sarebbero arrivati per la sera.
Durante il tragitto nessuno dei due parlava. Misty notò lo sguardo cupo del ragazzo. Gli prese la mano e gliela strinse.
Lui apprezzò il gesto della ragazza e ricambiò la presa.
Camminarono senza fermarsi, fino a raggiungere la foresta di Viridian.
Quel luogo suscitò in lei troppi ricordi.
Segni indelebili dal suo cuore. Dalla sua anima.
Il ragazzo percepì il suo stato d’animo, non collegandolo alla foresta.
< Qualcosa non va? >
< No nulla > si affrettò a dire, deglutendo vistosamente.
Attraversare quella foresta fu un colpo allo stomaco. Lì aveva passato dei giorni fantastici con Ash, dormito sotto lo stesso cielo stellato.
Ridere.
Litigare.
Per poi riprendere a ridere.
Tutto con lui aveva un sapore magico. Tutto con lui era stupendamente magico.
Si portò una mano al petto per tentare di regolarizzare il battito del suo cuore e il respiro affannoso.
Tracey la guardò con aria preoccupata.
< Sicura di stare bene? >
< Sono solo un po’ stanca, stiamo camminando da ore > mentì.
Questa volta fu lui a prenderle la mano, proseguendo nella foresta.
Lei socchiuse gli occhi per rivivere gli odori e le sensazione di quei giorni lontani, ma ancora terribilmente vivi nella sua mente.
 
 
Finalmente l’aereo atterrò a Kanto, erano da poco passate le 18 e il cielo di Viridian si stagliava nella sua immensa bellezza. Quelle tonalità di rosso davano un senso di calore e protezione di cui il ragazzo aveva bisogno.
< Siamo a casa Pikachu > il piccolo Pokemon gli salì sulla spalla.
Finalmente si trovava nella sua regione, a soli pochi chilometri da Pallet.
Si misero subito in cammino verso casa.
< Attraverseremo anche la foresta Ash? > arrossì.
< No Serena. Non è sulla nostra strada. >
< Peccato >
Lui sapeva benissimo quanto la ragazzina teneva a visitare il luogo del loro primo incontro.
< Prima o poi ti ci porterò > le sorrise.
Lei si sciolse letteralmente a quel sorriso per poi riuscire a ricambiare il gesto.
 
Finalmente all’orizzonte apparve la cittadina di Pallet. Il ragazzo si precipitò di corsa verso casa e nel vedere la madre prese a piangere.
La donna lo strinse forte a sé.
Riusciva a capire il suo dolore, del resto il professor Oak era stato come un padre per lui.
< Tesoro mio, fatti stringere forte >
< Mamma. Dove si trova? >
< È a casa sua >
< Posso andarci subito >
< Certo >
La donna notò sull’uscio della porta il giovane allenatore e lo ringraziò col capo, poi vide anche una ragazzina, dai lunghi capelli biondi davvero graziosa e le porse un caloroso sorriso.
Serena avvampò.
Quella era la mamma di Ash.
< Serena, puoi accomodarti nella camera degli ospiti, Brock ti indicherà ogni cosa, io devo andare a vederlo >
< Se vuoi posso venire con te >
< Sei davvero gentile, ma ho bisogno di stare solo >
Lei capì le sue parole e lo abbracciò per poi seguire Brock in camera.
 
 
L’uomo era sofferente nel suo letto. Ansimava affannosamente e la fronte era imperlata di sudore. Accanto a lui Gary e sua sorella May erano intenti a prestargli le migliori cure.
< Coraggio nonno. Fatti forza > le parole del ragazzo erano davvero strazianti.
Fu sorpreso di trovarsi lì Ash, sapeva che stava partecipando alla lega di Kalos, molto probabilmente era stato messo al corrente della cosa. Gli lasciò posto e lo lasciò solo.
Ash impallidì nel vedere la scena. Quell’uomo , tanto buono, tanto preparato e ammirevole stava soffrendo terribilmente.
< Professor Oak. Sono qui. Sono Ash > riuscì a dirgli, ma l’uomo parve non ascoltarlo.
Ash gli prese la mano. Quante volte quella mano lo aveva carezzato per tirarlo su di morale quando era soltanto un bambino.
Continuò. < Coraggio, si faccia forza. Lei non può lasciarci >
Poi le lacrime presero il sopravvento e si abbandonò ad un pianto.
 
 
La cittadina di Pallet appariva proprio cole lei ricordava. Tranquilla e spensierata. Il sole era tramontato da un pezzo e in cielo era apparsa già qualche stella. La ragazza era stremata.
< Misty io vorrei andare subito da lui >
< Verrò con te Tracey, non ti lascerò solo >
Lui apprezzò nuovamente le sue parole, la strinse a sé e la baciò.
 
Il laboratorio del professore era invariato. Tracey ricordava perfettamente i giorni trascorsi lì.  Notò che Gary era sull’uscio della porta.
< Gary? >
< Tracey? Misty? Siete anche voi qui? È un piacere rivedervi >
< Ti prego posso vederlo? >
< Certo, vieni >
Misty li seguì senza dire nulla. Per poi perdere del tutto la consapevolezza nell’entrare in quella stanza.

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Capitolo 5
*** Dal Paradiso All'Inferno ***


Angolo dell'autrice:
Ecco il mio nuovo capitolo, lo pubblico augurandovi Buon Primo Maggio a Tutti.


In pochi secondi a volte ci passano davanti anni interi della nostra vita. Ricordi belli o brutti che siano, senza volerlo tornano alla nostra mente.
Incrociare i suoi occhi era stato come rivivere anni passati insieme in un istante.
Nessuna parola.
Nessun movimento.
Solo i suoi occhi riflessi in quelli di lui.
Poi il moretto sospirò qualcosa.
< Misty? >
Lei riuscì solo a sentire il suo nome. Che suono melodioso aveva pronunciato dalle sue labbra.
Le sue labbra.
Avrebbe fatto follie per quelle labbra.
Poi il ragazzo più grande si fece spazio nella stanza, avvicinandosi al letto.
< Ash? Come sta? >
< Tracey anche tu qui? Sono arrivato solo da qualche ora e non ha ripreso ancora conoscenza > tornò a guardare lei.
Era dannatamente bella, ma non riusciva a capire perché non gli rivolgesse la parola.
Poi, continuando a rimanere in silenzio, uscì dalla camera, richiudendosi la porta alle spalle.
 
La ragazza era tramortita. Non avrebbe mai creduto che rivederlo le avesse provocato una simile reazione. Aveva lo stomaco in subbuglio e il cuore gli batteva all’impazzata. Si portò una mano al petto e prese a respirare a pieni polmoni.
Si guardò intorno, tutto era invariato come qualche anno prima.
Poi ripensò ai suoi occhi.
Era bello da levare il respiro. Avvampò a quel pensiero, per poi trovarsi scaraventata in terra.
< Scusami, non credevo fossi dietro la porta, ti sei fatta male? > il ragazzo parve davvero mortificato.
Si avvicinò a lei, vicino, troppo vicino.
< No. Sto bene. Figurati è stata colpa mia Ash > da quando non pronunciava il suo nome.
< Non avrei mai creduto di incontrarti qui, avrei sperato fosse altrove e in altre condizioni, ma mi fa davvero piacere rivederti >
< Anche a me > deglutì vistosamente e pensò di sembrare una vera stupida.
< Caspita Misty non ci vediamo da anni ed è tutto quello che hai da dirmi? >
< Co – cosa vuoi dire? >
< Non sei curiosa di sapere cosa ho fatto in tutti questi anni? Io sto morendo dalla curiosità di sapere come ti vadano le cose >
< Ecco. Io. Io non credo che sia il luogo adatto per parlare. >
< Andiamo un po’ fuori. Ti va? > le sorrise.
Fu il colpo finale.
Arrossì completamente e acconsentì col capo per poi seguirlo.
 
La ragazzina dai capelli biondi osservò ogni foto appesa alla parete. Ve ne erano tantissime di Ash piccolo. Poi notò una foto al centro, abbastanza grande. Ritraeva Ash con una ragazza dai capelli rossi legati in una coda laterale, e due occhi verdi surreali. Serena provò una punta di gelosia. Non tanto per la sua bellezza, ma per l’espressione di lui in sua compagnia.
< Bella vero quella foto? È una delle mie preferite > disse in tono calmo la donna.
< Signora Ketchum? Non volevo essere inopportuna. Mi scusi. >
< La curiosità non è mai stato sinonimo di invadenza. Lei è Misty, una cara amica di Ash. Sai ha viaggiato con mio figlio per molto tempo. Quei giorni sono così lontani. Ora è così cresciuto >
< Già >
La donna notò una punta di malinconia nei suoi occhi. < Ora potremmo farne una in cui ci sei anche tu > le sorrise.
< Sarebbe davvero grandioso > non trattenne l’entusiasmo.
< Ti andrebbe una buona tazza di tea? >
La ragazzina acconsentì col capo.
 
Il cielo era ricoperto di stelle. Una miriade di corpi celesti risplendevano su di loro. Quella luce magica, faceva da contorno al loro sottile imbarazzo.
< Quando Brock mi ha avvertito della cosa mi è crollato il mondo addosso. Il professor Oak è molto importante per me >
< Lo so. >
< I medici gli hanno dato solo due settimane, ci vorrebbe solo un miracolo > una lacrima gli rigò il volto.
< Ash? >
< Non preoccuparti, sto bene. Almeno devo cercare di star bene > si accasciò in terra e portandosi le mani al volto prese a piangere.
La ragazzina dai capelli rossi gli si mise accanto e gli posò una mano sulla spalla.
Il contatto con la sua pelle lo fece letteralmente trasalire.
E con un gesto impulsivo la prese tra le sue braccia e diede sfogo al suo dolore.
Lei si abbandonò a quell’abbraccio.
Sapeva che per lui era solo un modo per sfogarsi, ma per lei era ben altro.
Sentire il suo corpo al contatto con il suo, i loro respiri mescolarsi e il suo buon profumo la faceva andare in estasi.
Tra le sue braccia, il  Paradiso all’improvviso.
 
Ma nulla dura per sempre. Ad interrompere quel momento fu l’arrivo di Tracey, che nel vederli così abbracciati si sentì ribollire il sangue nelle vene.
< Misty? >
Quella voce la fece trasalire, si distaccò da Ash con fare imbarazzato. Incrociò i suoi occhi e vi lesse la rabbia.
< Tracey? >
< Credo che possiamo andare. >
< Avete un posto dove stare? > si intromise il ragazzo.
< Noleggeremo una stanza qui vicino >
< Non se ne parla, verrete a stare da me. >
< Grazie per l’invito Ash, ma io e Misty abbiamo bisogno di starcene un po’ da soli, non è stata una giornata piacevole. >
Ash parve non capire cosa volesse intendere, la sua attenzione cadde sulle parole “ io e Misty ”.
< Tracey io credo che invece dovremmo accettare l’invito. Mi farebbe piacere rivedere la signora Ketchum. > il suo tono era così supplichevole che il ragazzo cedette.
Le si avvicinò cautamente per poi prenderla tra le braccia.
< Come potrei non cedere a due occhi come i tuoi. > posò le sue labbra su quelle di lei.
Silenzio.
Assordante silenzio.
Nella sua testa un unico pensiero fisso. Ash.
Dinanzi ai suoi occhi il buio più totale. Non poteva credere a ciò che sta vedendo. Si stavano baciando.
Decise di non dir nulla e si avviò verso casa, i due lo seguirono in prefetto silenzio.
 
Quando furono arrivati, le luci erano già tutte spente, Misty non volle svegliare la donna e preferì andare a dormire, evitando anche di salutare Tracey e ignorando completamente lo sguardo di Ash.
 
06 Settembre ore 02.46
Vorrei sprofondare negli abissi più profondi. Voglio poter fuggire da questa cosa. Non lo sopporto. È troppo per me. Come ha potuto baciarmi dinanzi a lui? Perché lo avrà fatto?
Possibile che sia stato geloso di quell’abbraccio?
O per tutti gli dei, come stavo bene tra le sue braccia.
La sua pelle.
Il suo odore.
Potrei morire tra quelle braccia.
 
Si addormentò con l’immagine di lei tra le braccia di lui.
 
Serena fu la prima a svegliarsi, recandosi in cucina, per preparare la colazione. Fu sorpresa nel trovarsi davanti quella ragazza. La ragazza dai capelli rossi della foto.
< Tu devi essere Misty? >
< Ci conosciamo forse? >la guardò incuriosita, per poi portarsi una mano alla testa. Aveva una forte emicrania e si verso del caffè.
< Non di persona. Ti ho vista in una foto. Piacere sono Serena, un’amica di Ash >
Quelle parole le andarono dritte allo stomaco. Quella ragazzina così graziosa era un’amica di Ash, lui in tutto questo tempo non era stato solo.
Si limitò a sorriderle, forzatamente, per poi dedicarsi al suo caffè e al suo mal di testa.
Dopo poco a raggiungerle fu la donna, che nel vedere la rosse esplose in un enorme sorriso.
< Misty? Che piacere vederti >
< Signora Ketchum? Il piacere è tutto mio >
Serena notò subito come il suo tono era cambiato.
< Ma quando sei arrivata? >
< Ieri sera, siamo passati dal professore, abbiamo incontrato Ash che ci ha invitati qui. Spero che non siamo di disturbo>
< Nessun disturbo, potevate svegliarmi, vi avrei preparato qualcosa di buono. >
< Non si preoccupi >
La donna le diede un caloroso abbraccio per poi uscire e recarsi a casa del professor Oak.
Le due ragazze rimasero nuovamente sole. La tensione era tanta e Misty non riusciva a capire il motivo per il quale lo sguardo della biondina le provocasse una simile agitazione.
< Vuoi dell’altro caffè? >
< No grazie >
Ad interromperle fu l’arrivo di Ash.
< Buongiorno >
< Buongiorno Ash.> sorrise la bionda.
< Bu – buongiorno > si limitò a dire la rossa.
< Serena se vuoi dopo possiamo passare dal professor Oak, ieri non ha mai ripreso conoscenza >
< Certo che mi farebbe piacere. Vado subito a prepararmi > gli diede un bacio sulla guancia e corse in camera sua.
Misty rimase immobile a guardare la scena.
Non disse nulla.
Ne del bacio con Tracey, ne di quella stramba ragazzina.
Ash si limitò a bere del tea per poi lasciarla sola.
La ragazza prese a piangere come una stupida. Doveva parlare con Tracey.
 
 
Il ragazzo non aveva chiuso occhio per tutta la notte. Era turbato dagli eventi. Ritorno in sé quando la vide sull’uscio della porta, bella come sempre.
< Buongiorno Misty >
< Tracey dobbiamo parlare >
Lui parve capire.
< Sei ancora innamorata di lui? >
< Come? >
< Ho visto ieri in che modo lo guardavi. Ho sempre saputo cosa proprio per lui. Ci ho provato in tutti i modi a fartelo dimenticare senza riuscirci. >
< Nulla può farmelo dimenticare. Io sono innamorata di lui Tracey >< Va bene. Ora hai la tua più grande occasione. Va pure e dichiaragli i tuoi sentimenti. Spero tanto che capirai cosa significhi essere rifiutati. >
< Mi stai facendo del male Tracey >
< Non è niente in confronto a quanto me ne hai fatto tu. >
< Tracey? >
< Un’ultima cosa, non provare a tornare da me dopo. Io non ci sarò più per te >
Il ragazzo uscì dalla stanza lasciandola ancora una volta in lacrime.
 
Il professor Oak giaceva ancora nel letto privo di conoscenza. Gary era sempre al suo fianco e fu felice di ritrovarsi dinanzi il giovane allenatore.
< Come sta oggi? >
< Purtroppo le condizioni sono stabili, non ci sono miglioramenti. >
< Coraggio professor Oak, deve reagire, lei ci ha sempre insegnato che non bisogna arrendersi agli ostacoli che la vita ci mostra. >
La ragazzina era rimasta in disparte. Quell’uomo era proprio come lei lo ricordava, solo un tantino invecchiato. Rivederlo fece venir alla mente tanti bei ricordi, di quando era solo una bambina. >
Ad un tratto l’uomo riaprì gli occhi.
< Ash? Gary? Che piacere vedervi qui >
< Nonno? >
< Professore? >
< Gary per favore mi porteresti un bicchier d’acqua > il ragazzo corse subito a prenderlo, quell’uomo aveva ripreso conoscenza dopo quasi cinque giorni.
< Professore ci ha fatto tanto stare in pensiero lo sa. >
< Coraggio Ash, sappiamo benissimo che nessuno è eterno >
< Ma lei non può lasciarci >
Calò il silenzio. Quell’uomo sapeva benissimo quanto il ragazzino gli fosse legato. Prese a carezzargli una guancia, poi un medico passò per il solito controllo, trovando qualche miglioramento, ma non era ancora fuori pericolo.
Serena era ancora in disparte, poi finalmente Ash le rivolse attenzioni.
< I medici hanno detto che sta meglio, come se avesse trovato una forza interiore per sopravvivere. Ma non è ancora fuori pericolo >
< Sono così contenta Ash. > gli sorrise.
< Finalmente una buona notizia >
Lei lo guardò con fare sospetto. < Pensavo che la prima fosse stata rivedere la tua vecchia amica dai capelli rossi >
Quelle parole lo trafissero come lance.
< Ti riferisci a Misty? >
< Già proprio lei >
< Mi ha fatto piacere rivederla, ma come mi farebbe piacere rivedere qualsiasi vecchio amico >
< Spero che tu sia sincero con me Ash, non sopporterei che mi mentissi >
< Sono sincero con te Serena > mentì.
< Non sopporterei un tuo torto Ash, tu sei troppo importante per me > lo strinse a sé, lasciandolo completamente imbambolato.
< Serena? > improvvisamente ripensò a quel bacio. Le sue labbra erano state profanate da quelle di Tracey, trattenne le lacrime e si lasciò andare in quell’abbraccio.
 
06 Settembre ore 11.50
 
Questo è un altro di quei momenti in cui vorrei sprofondare. Tracey mi odia. Ash non mi rivolge la parola. Quella ragazzina presuntuosa mi lancia occhiatacce.  Dovrei essere sincera. Parlargli chiaramente e rivelargli i miei sentimenti. E se poi lui non provasse le stesse cose. Se per lui fossi solo un’amica?
Tracey mi ha detto chiaramente che non potrei più tornare da lui e mi ritroverei sola.
Non m’importa.
Io devo parlargli.
Io lo amo terribilmente.
Coraggio Misty, apri il tuo cuore.
 
 
Il giovane artista si stava recando a casa del professore quando sulla strada si trovò dinanzi Ash e la ragazzina dai capelli biondi.
< Come sta il professor Oak? >
< Ha ripreso conoscenza, i medici dicono che ci sono speranze buone >
< Mi fa piacere >
< Già > proseguì dritto.
< Ash? >
< Dimmi Tracey >
< Credo che dovremmo parlare di una cosa molto importante >
< Non ho nulla da dire al riguardo. Mi fa piacere per voi >
< Non è così facile la cosa >
La ragazzina dai capelli biondi non capiva di cosa stessero parlando, si avvinghiò al braccio di Ash come impaurita. Lui avvertì il suo stato d’animo e l’accinse a sé.
< Non m’interessa nulla della vostra relazione. Potete fare quello che volete, sono contento che tra voi sia sbocciato un sentimento. Buona fortuna >
Non dissero più nulla, prese a voltarsi verso casa quando la vide.
Era lì dinanzi a lui.
Quei lunghi capelli rossi che morbidi le cadevano sulle spalle.
Quelle labbra tanto invitanti e quegli occhi che metterebbero in ginocchio chiunque.
Lei aveva sentito ogni cosa.
Incrociare quello sguardo gli provocò una fitta al cuore. poi prese Serena per la mano e proseguì dritto.
Passandole accanto provò il colpo finale.
 
Misty rimase immobile.
Aveva udito ogni singola parola.
A lui non interessava nulla di lei. Proprio nulla.
Quelle parole l’avevano scaraventata agli inferi da un momento all’altro.
Dal Paradiso, le sue braccia, all’inferno, la sua indifferenza.
Il ragazzo più grande la ignorò, lasciandola lì con il suo sconforto. Si lasciò cadere in terra portandosi una mano in volto.
Quelle lacrime bruciavano terribilmente sulla pelle.
 
Serena camminava al suo fianco senza dire nulla. Quella discussione l’aveva tramortita. Poi d’impatto si fermò.
< Cosa ti prende? >
< È vero quello che hai detto a quel ragazzo? >
< Sarebbe a dire? >
< Che non ti interessa nulla di quella ragazza? >
< Serena non mi va di parlarne >
< Aspetta >
Quell’imperativo arrivò alle sue orecchie come un grido di disperazione.
< Serena? > sospirò.
< Non ce la faccio più a fingere Ash, non riesco più a tenermi dentro questo peso. Ho bisogno di te. Ho bisogno dei tuoi abbracci, delle tue carezze e dei tuoi baci. Ash vorresti diventare il mio ragazzo? >

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Capitolo 6
*** Un puntino nell'universo ***


Angolo dell'autrice:
Ecco il sesto capitolo. Non so se questa storia vi stia piacendo, aspetto vostri commenti e magari qualche consiglio su come migliorarla, del resto in questo periodo sono un po' priva d'ispirazione, come al solito spero di non risultare banale, buona lettura!


 
06 Settembre ore 22.45
Ho sbagliato tutto. Tutto dall’inizio alla fine. Sono una stupida.
Stupida.
Stupida.
Stupida.
Lo ha detto chiaramente, di me non gli interessa nulla, ed io che ho aspettato il suo ritorno per tutti questi anni.
Diamine sono una stupida.
Non riesco a frenare queste dannate lacrime, perché sono destinata a soffrire tanto? Non riesco a darmi una risposta. E stare sotto il suo stesso tetto mi distrugge. Non mi rivolge la parola, non incrocia il mio sguardo. Nulla.
Indifferenza più totale.
Ma io ho bisogno di lui.
Ogni singolo battito del mio cuore scandisce il suo nome, ogni respiro è per lui. Lo amo terribilmente, ma per lui non sono nulla. Non conto niente. Dannate lacrime.
Ogni dettaglio, ogni cosa, ogni istante mi parla di lui. Come faccio a dimenticarlo? Per favore, ho bisogno di cancellarlo dalla mia testa e soprattutto dal mio cuore.
Sono soltanto una stupida che non fa altro che piangere.
 
Il ragazzo non poteva credere alle sue orecchie. Quella ragazzina dai lunghissimi capelli biondi e occhi che racchiudono il mare le stava aprendo il suo cuore. aveva bisogno di lui.
Ma lui aveva realmente bisogno di lei
Nuovamente gli venne in mente la ragazza dai capelli rossi. Era così bella da levare il respiro. Ma la relazione con Tracey lo aveva distrutto. Non riusciva a capirne il vero motivo. Non capiva perché ne era così terribilmente geloso.
L’unica cosa certa era che avrebbe tanto voluta stringerla a sé e baciarla.
< Serena? Ecco io >
< So benissimo che i tuoi sentimenti sono ben diversi dai miei, non ti chiedo d’amarmi, ma semplicemente di provare a farlo > aveva un leggero rossore sulle guance e occhi languidi.
< Io ecco vedi non saprei, non è un periodo facile. Sono stato scaraventato in una situazione più grande di me. Non credo sarebbe giusto dedicarmi ad altro al momento. Mi sentirei un vero egoista >
< Ash io credo che invece ti farebbe bene avere una persona al tuo fianco, una spalla sulla quale piangere, un abbraccio dove rifugiarti. Hai bisogno d’amore Ash. Hai bisogno di me >
Lui aveva semplicemente bisogno di parlare con Misty in quel momento, ma ovviamente non disse quello che realmente pensava.
< Ma io le riscontro già queste cose in te, sei un’amica fantastica, sempre pronta a sostenermi. Ma credimi davvero non riesco ad andare oltre >
< Ti sto chiedendo di provarci. Cosa ti costa? Possibile che non suscito nessuna emozione in te? > presero a uscirle lacrime dagli occhi.
< Serena? >
< Non voglio compassione Ash, vorrei solo provarci > il tono della sua voce divenne supplichevole. Ash odiava quel suo modo di parlare, riusciva sempre a convincerlo.
< Ti accontenteresti di quello? Non sono sicuro che riuscirei ad amarti >
< Mi basterebbe anche solo quello >
Non gli lasciò diritto di replica che le sue labbra si poggiarono su quelle di lui.
 
 
Brock era intento e versarsi un bicchiere d’acqua quando rientrarono i due ragazzi. Intuì subito che tra i due fosse successo qualcosa, ma preferì non dir nulla. 
Poco prima della mezzanotte lo raggiunse in cucina la ragazzina dai capelli rossi.
< Ancora sveglia? >
< Brock non pensavo di trovarti qui >
< Non riuscivo a dormire, e sono venuto a prendermi un bicchier d’acqua >
< Mi ci vorrebbe una bella tisana > sbuffò.
< TE la preparo subito, così scambiamo due chiacchiere >
< Grazie >
Il ragazzo preparò due infusi e versò il contenuto della teiera in due belle tazze di ceramica. Erano così belle fumanti, Misty ne bevve un sorso.
< Non riesci a dormire nemmeno tu? >
< Già >
< Hai litigato con Ash? >
< Come? >
< Hai la stessa espressione di quando da piccoli litigavi con lui. >
< Sarebbe a dire? >
< Un miscuglio di rabbia e tristezza >
< Mi sento così confusa Brock. Credo di aver sbagliato tutto nella mia vita >
< Hai provato a rivelargli i tuoi sentimenti? >
< I miei sentimenti? >
< Misty se ne sono accorti tutti, sembra arrivato il momento che lo sappia anche lui >
< Non è così facile. E poi sarebbe totalmente inutile >
< Come fai a saperlo? >
< L’ho sentito dire direttamente da lui >
< Non ci credo >
< Invece è proprio così >
Misty prese a raccontargli della sua storia con Tracey, dell’incontro con Ash, del bacio e delle sue parole.
Mentre raccontava gli occhi le si annebbiarono per le lacrime.
Brock ascoltò in completo silenzio.
< Caspita. Tu e Tracey chi l’avrebbe mai detto >
< Ho sbagliato con lui. Credevo che la riconoscenza che avevo nei suo confronti sarebbe bastato a farmi innamorare di lui, ma poi quando ho rivisto Ash, ho capito che nulla poteva essere come l’amore che provo per lui >
< Lo ami quindi? >
< Terribilmente > sospirò.
< Io credo che dovresti parlargli >
< Ma non hai ascoltato quello che ho detto? Ash ha detto chiaramente che di me non gli interessa nulla >
< Veramente non ha detto proprio così e poi ha parlato con Tracey >
< Cosa cambia, il contenuto è sempre quello >
< Io credo che guardandoti negli occhi sarebbe molto diverso >
Misty lo guardò dritto in faccia. Il ragazzo sorrideva sornione, ma lei sapeva benissimo che si sbagliava.
E dopo aver bevuto tutta la tisana andarono a dormire.
 
Qualcun altro non chiuse occhio quella sera. Ash ripensò al bacio con Serena. Aveva sempre immaginato quel momento diversamente.
Farfalle nello stomaco.
Battiti accelerati.
Mancanza di respiro.
Invece nulla. Non ci fu nulla di tutto quello.
Pikachu al suo fianco notò il suo stato d’animo e gli si avvicinò.
< Pikachu? Tranquillo sto bene. Solo che. Solo credo che stia sbagliando ogni cosa. >
Si lasciò cullare da quel dubbio per poi addormentarsi.
 
Anche Serena faticò ad addormentarsi, ma i suoi motivi erano ben diversi. Si sentiva così emozionata e imbarazzata. Il bacio con Ash l’aveva travolta in un mondo paradisiaco.
Sfiorare il cielo con un dito.
Quel bacio che tanto aveva atteso.
 
07 Settembre ore 07.40
Caro diario, è stata una nottataccia. Non ho fatto altro che sognarlo. Credo proprio che mi farebbe bene rientrare a Cerulian, lontano da tutto, lontano da lui. Forse dovrei parlarne anche con Tracey, dovremmo chiarire determinate cose.  Se avessi saputo che l’adolescenza creava così tanti problemi non avrei desiderato crescere tanto in fretta.
A confronto i litigi con Ash erano davvero stupidaggini. Litigare per scegliere cosa mangiare se un panino o una pizza, che cosa ridicola. Ma quanto mi manca quella ridicolezza.
 
Tracey quella mattina si alzò presto e si sorprese di trovarsi in cucina proprio lei.
< Dobbiamo parlare Tracey >
< Credo che ci siamo detti già tutto >
< Vuoi mettere fine così al nostro rapporto? Alla nostra complicità? >
< Ora si chiamerebbe complicità? Misty credimi è meglio così >
< io ho bisogno della tua amicizia >
< Io no. Non ci riesco ad averti accanto sottoforma di amica. Non riesco a starti vicino, sei una tentazione troppo forte >
< Cos’hai intenzione di fare? >
< Ora andrò dal professor Oak, passerò con lui l’intera giornata, in serata farò rientro a Cerulian, prenderò le mie cose e me ne andrò >
La ragazza prese a lacrimare.
< Non puoi farlo >
< Invece è proprio quello che farò. Grazie di tutto Misty. Grazie davvero > uscì di casa senza ascoltare la sua risposta, per poi prendere a piangere.
Il destino volle che in quel momento entrasse in cucina proprio lui.
Nel vederla si precipitò di corsa verso lei.
< Misty? È successo qualcosa? Rispondimi >
< Ash? > avrebbe voluto buttargli in faccia tutto il suo dolore, e la causa del suo dolore era solo lui.
< Cosa è successo? >
< Nulla. Non è successo nulla > ripensò a quelle parole. Quelle dure parole che aveva detto a Tracey. Di lei non gli importava nulla.
< Ora anche il nulla ti fa piangere > disse sarcasticamente.
< Mi correggo allora, non sono cose che ti riguardano. Così va meglio? >
Quella reazione lo spiazzò. Quei suoi immensi occhi verdi erano così carichi di odio.
< Si così va molto meglio > si limitò a dire, per poi lasciarla lì sola.
 
Il sangue gli ribolliva nelle vene. Non si era mai sentito così. Aveva voglia di spaccare il mondo. Entrò di botto nella camera della ragazzina, che era ancora intenta a vestirsi.
< Ash? È forse successo qualcosa? > lo stupore fu palpabile sul suo viso.
Ma lui senza troppe pretese. Senza troppe domande, la prese e cominciò a baciarla.
Un bacio carico di rabbia e odio verso quella stupida ragazzina dai capelli rossi, che tanto gli stava facendo male.
Serena si lasciò andare a quel bacio, senza far caso che i suoi pensieri fossero solo per l’altra.
 
Il professor Oak dopo tanto tempo, finalmente aveva abbandonato il letto. Aveva fatto colazione insieme ai suoi nipoti ed era uscito anche a prendere una boccata d’aria. Nel vederlo Tracey mostrò un enorme sorriso.
< Buongiorno Tracey >
< Buongiorno a lei professor Oak. È un vero piacere vederla  fuori dal letto >
< Credimi che fa molto più piacere a me > gli sorrise e Tracey lo imitò a sua volta.
Il giovane artista gli raccontò dei suoi propositi, che aveva intenzione di riprendere a viaggiare per fare nuove scoperte. Ovviamente il professor Oak aveva intuito che il tutto era celato da qualche delusione avuta in quei giorni, ma preferì tacere sulla cosa, del resto era molto legato a quel ragazzo strambo.
 
Nel pomeriggio a far visita all’uomo arrivò anche Misty. Il professor Oak quasi faticò nel riconoscerla, ammise a se stesso che era diventata molto bella. Lei gli raccontò di come stesse mandando avanti la palestra e dei suoi tanti successi, ma anche in questo caso il professore notò nei suoi occhi un velo di tristezza.
< Sono contento che le cose ti vadano bene Misty, lo meriti davvero >
< Grazie mille professor Oak, mi creda quello che ora conta davvero è la sua guarigione. >
< Ho la pelle dura non preoccuparti. >
< Già > gli sorrise.
< Hai notizie di Ash? > disse in tono malizioso.
< Ash? >
< Si è starno non è ancora passato a trovarmi >
< Vedrà che sarà qui a momenti > cercò di mascherare il suo imbarazzo.
< Non avrete mica litigato? >
< No si figuri > mentì.
< Sai mi mancano quasi i vostri assurdi litigi. >
< Eravamo solo dei ragazzini >
< Certe cose fanno fatica a cambiare e a volte non cambiano affatto >
< Sa professore, a volte mi sento solo un misero puntino gettato lì, nell’immensità dell’universo. Così inutile, così sola >
< Ascoltami bene, anche le stelle che noi vediamo in realtà sono miseri puntini nell’universo. Tu sarai senz’altro la stella di qualcuno, devi solo saper attendere che arrivi la notte >
Lei sapeva che in quelle parole si celava ben altro, ma preferì non indagare, stava soffrendo già abbastanza per quella storia. Salutò l’uomo e si diresse verso casa.
Il professor Oak l’osservò allontanarsi e ancora una volta constatò la sua bellezza. Poi ripensò a lei e Ash e il ricordo di loro due strappò lui un sorriso. Perché, in fondo, loro erano così, si volevano ma litigavano sempre.
 
 
Serena era ancora tramortita da quel bacio improvviso. Lo guardò dritto negli occhi e ancora una volta fu spiazzata dalla sua bellezza.
< Caspita un buongiorno così non l’ho mai avuto > sorrise.
< Avevo bisogno di te >
< Sono qui Ash. >gli si gettò tra le braccia e prese ad inspirare il suo buon odore.
< Preparati, andremo da professor Oak >
< Va bene, dammi solo cinque minuti > gli stampò un bacio sulle labbra.
Rimase solo con suoi pensieri. Si sentiva un pusillanime nei confronti di Serena, stava solo giocando con i suoi sentimenti. Doveva fare chiarezza.
Doveva andar via da lì, vederla gli procurava solo una fitta allo stomaco. Stare sotto lo stesso tetto era insostenibile, vederla e non poterla sfiorare, incrociare i suoi occhi e non poterle parlare. E le sue labbra.
Quelle dannate labbra che non poteva avere.
Serena lo raggiunse qualche minuto dopo e insieme uscirono per recarsi dal professor Oak. Sia Tracey che Misty erano già andati via e Ash fu grato della cosa.
Il professor Oak fu contento di rivedere Serena, ricordava perfettamente quella ragazzina, che da piccola lo aveva tanto fatto impazzire. Poi notò lo sguardo di Ash. Così diverso dal solito. Così spento.
< Figliolo è forse successo qualcosa? >
< No professore, sono contento che stia meglio, mi ha fatto davvero preoccupare. >
< I medici mi avevano dato poche settimane, ma non sapevano con chi avevano a che fare > strizzò l’occhio e Ash gli sorrise.
 
07 Settembre ore 13.56
Ora sono realmente sola. Tracey mi ha lasciata. Ash mi ignora. Sono terribilmente sola. Forse dovrei rientrare davvero a Cerulian, il professor Oak si è ripreso, la mia presenza qui non ha più senso. E poi vederlo non fa altro che peggiorare le cose.
Potrei davvero diventare la stella di qualcuno? Devo solo attendere la notte.
 

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Capitolo 7
*** Occhi diversi, stesso destino. ***


Angolo dell'autrice:
Ecco il nuovo capitolo!!! Devo ammettere che questo è il mio preferito, non vi svelo il perchè, altrimenti non avrebbe lo stesso effetto. Siamo quasi agli sgoccioli della storia, e credo che non mi abbia delusa... anzi. mi sto affezionando a questa nuova avventura, non è delle mie preferite, ma mano a mano sta guadagnando posizioni. Volevo fare un ringraziamento speciale ad alcune persone: Pokeshipping il FAN, Barbara, Jack_Skeletron_4ever, kasumixsatoshi, hermione_W e Miamibeach che hanno sempre una parolina dolce per me... Buona lettura a tutti voi!!!



In amore la sofferenza invece che affievolirsi  si mostra con forza impetuosa. ll tempo in amore non sempre è fondamentale. Si dice che curi tutte le ferite, ma quando si soffre, scorre così lentamente da lenire ogni ferita. Tracey stava riponendo le ultime cose nel suo zaino, quando il suo sguardo cadde sul dipinto.
Quel dipinto.
Proprio quello che stava facendo per il suo compleanno, era così bella. Lo strinse tra le mani, con forza, poi scrisse poche righe e lo ripose sulla scrivania. Diede un ultimo sguardo a quegli occhi disegnati e uscì dalla palestra.
 
08 Settembre ore 09.00
Sono le nove in punto.
Lui è andato via. Ormai ha preso la sua decisione. Forse dovrei seguirlo? Forse col tempo riuscirei davvero ad imparare ad amarlo, perché continuare a soffrire per questo amore impossibile.
O forse no. Dovrei solo far rientro in palestra e buttarmi a capofitto nel lavoro, forse solo così riuscirò a dimenticarlo.
Sono sempre più convinta che in amore, in un modo o nell'altro,qualunque sia la storia, qualunque siano i protagonisti ,si finisce sempre per soffrire.
 
Ash scese in cucina già pronto per uscire, sarebbe passato dal professor Oak. Serena lo raggiunse ancora in pigiama per poi stampargli un delicato bacio sulle labbra. Lui la guardò inerme, per poi versarsi una tazza di tea.
Lei si stranì di quell’insolita reazione e si diresse verso la sua camera e nel farlo incrociò la ragazzina dai capelli rossi, freddata, evidentemente da quello che aveva appena visto.
< Buongiorno Misty > disse in tono divertito.
< Buongiorno a te > disse a denti stretti per trattenere le lacrime, poi raggiunse il ragazzo e si versò del tea.
Il ragazzo parve mortificato, quasi imbarazzato, ma preferì non dir nulla.
Rimasero in silenzio per un tempo indeterminato. Un silenzio assordante.
Poi fu lui a rompere quella straziante situazione.
< Non ho visto ancora Tracey. È già uscito? >
< Tracey? Ecco lui è partito > il suo tono divenne improvvisamente triste.
< Partito? E dove sarebbe andato? >
< Aveva delle cose da sbrigare > si limitò a dire senza troppe spiegazioni.
< A ok > si limitò lui a replicare senza troppe pretese.
< Anch’io oggi andrò via, farò rientro a Cerulian in serata > disse d’un fiato.
< Vai già via? >
< Il professor Oak sta meglio, si è ripreso, la mia presenza qui non ha più senso e poi i miei compiti in palestra mi aspettano. >
< Già ovviamente le tue priorità sono sempre le stesse > disse in tono seccato.
< La mie priorità? Cosa intendi dire? >
< Anche tre anni fa andasti via per gestire la palestra, la storia si ripete >
< Ora le cose sono molto diverse. Tre anni fa mi venne imposto di farlo >
< Ora sei tu a volerlo fare? >
< Dove vuoi arrivare Ash? È normale che debba riprendere il mio posto in palestra, sono la capopalestra di Cerulian e poi non capisco cosa c’entra con tutto questo. >
< Stai scappando di nuovo >
Quelle parole furono il colpo di grazia, le lacrime presero a venir fuori con veemenza.
< Scappando? Ma se sei tu che sei scomparso per tutto questo tempo, non ho avuto più tue notizie, mi avevi promesso che saresti tornato e poi >
< E poi vengo a scoprire che nel frattempo hai instaurato una relazione con Tracey > le sue parole furoo dure.
< Le cose sono molto diverse da quelle che credi >
< Non fraintendermi Misty, tu sei libera di fare quello che vuoi >
< Lo so che non ti importa nulla di me, del resto non te ne è mai fregato niente. Sai forse una cosa ho sbagliato in passato. Non dovevo aspettare tanto tempo per rientrare a Cerulian, ho solo sprecato tempo a viaggiare con te > gli buttò in faccia tutto il suo dolore e tra le lacrime corse via.
 
Ash rimase lì immobile, come paralizzato dalle sue lacrime e sconcertato dalla sua bellezza.
Perché non le aveva rivelato ciò che provava. Che in realtà stava morendo di gelosia e che la rabbia lo stava tormentando. Lui la voleva.
Voleva le sue labbra su di lui, i suoi occhi verdi posati su di lui. Voleva il suo corpo, la sua anima e il suo cuore.
Ragione e sentimento non possono mai viaggiare sullo stesso binario.
A placare il suo istinto di rincorrerla fu Serena, che piombò nella stanza.
< Sono pronta, vogliamo andare? >
Lui acconsentì col capo, per poi uscire insieme.
 
Corse con tutte le sue forze. Fino allo stremo. Il petto le bruciava terribilmente e le gambe quasi non la reggevano più. Arrivò fino al fiume dove da piccola andava a pescare e dove avvenne l’incontro con Ash. Si accasciò in terra e prese a battere i pugni sul terreno viscido.
< Perché? Perché? Perché sei stato così duro con me Ash Ketchum? Io ti amo. Ti amo da impazzire. E quel bacio con quell’odiosa ragazzina, perché lei si ed io no? Dimmelo!! Non ce la faccio più a continuare a vivere così. Per favore aiutatemi > le lacrime che amare le cadevano giù le davano un senso di rabbia.
Odiava se stessa per lo stato in cui si trovava.
Odiava quello stupido allenatore che aveva rapito il suo cuore.
L’odiava terribilmente perché non riusciva a smetterlo d’amarlo.
A raggiungerla fu il topino elettrico, le si avvicinò con cautela per poi prendere a strofinarle contro la pelle il suo dolce musino.
Misty lo prese a stringere tra le braccia, e sfogò le sue lacrime su di lui.
 
Il professor Oak aveva notato qualcosa di strano nell’aria. Il ragazzo era così insolitamente silenzioso, con la testa chissà dove.
< Ash? >
< Si professore >
< Mi stai ascoltando? >
< Ecco io, veramente. Mi scusi mi ero distratto un attimo. Stava dicendo? >
< Non ha importanza, piuttosto dimmi cosa ti affligge? >
< Nulla, davvero. Sono solo un po’ stanco. Era da tempo che non mi prendevo una pausa dal mio viaggio >
< Direi che quasi non se abituato a riposarti >
< Lei crede che abbia dato troppa importanza al mio sogno? Cioè voglio dire, forse nella vita di tutti i giorni vi sono anche altre priorità >
< Ad esempio Misty? >
< Già, cioè voglio dire. No non stavo parlando di lei? Come le è venuto in mente? >
< Credimi nei vostri occhi c’è scritto lo stesso destino. Perché non vi parlate e fate chiarezza una buona volta >
< Lei sta con Tracey >
< Io credo che le cose non stiano proprio così. Piuttosto io vedo che tra te e Serena ci sia qualcosa che va oltre l’amicizia >
< Le cose non stanno realmente così e credo che debba risolvere questa cosa prima che per Serena sia troppo tardi >
< Sei un caro ragazzo Ash. Segui il tuo cuore, lui ti indicherà la giusta strada da prendere >gli sorrise e Ash ricambiò quel gesto.
 
Misty rientrò a casa verso il tardo pomeriggio, purtroppo ad attenderla c’era l’odiosa ragazzina.
< Ben arrivata, vuoi qualcosa da mangiare? >
< Non ho molto appetito grazie >
< Pensavo fossi in partenza >
< Chi te l’ha riferito? >
< Per caso ho ascoltato la discussione tra te e Ash e al riguardo volevo dirti di stargli alla larga >
< Come? >
< Io e Ash stiamo assieme ora e non vorrei che tu lo sviassi dalla nostra storia >
Aveva voglia di piangere, ma non le avrebbe dato una simile soddisfazione.
< Stai tranquilla. La cosa non m’interessa. Anzi mi fa piacere per voi >
< Strano perché dalle tue parole di stamattina avevo inteso ben altro >
< Mi spiace se hai frainteso. E ora scusami avrei da sbrigare certe cose >
Serena l’osservò allontanarsi, sapeva benissimo che la ragazzina dai capelli rossi le aveva mentito. Era palese che lei fosse innamorata di Ash.
Pochi minuti dopo fece rientro anche il moretto.
< Serena vorrei parlarti di una cosa molto importante >
< Avremo tempo per parlare. Ora voglio solo le tue labbra > gli diede un bacio, ma lui fu fuggente.
< Serena >
< Ash? Per favore, non farmi del male. Non potrei sopportarlo. >
< Voglio essere chiaro con te. Non voglio che arriviamo ad un punto di non ritorno >
< La tua chiarezza consiste in quella ragazzina dai capelli rossi? Perché se è così tranquillo che lei per te non prova nulla. Le ho appena parlato e mi ha detto chiaramente che è felice per noi >
< Misty ti ha detto questo? >
< Già >
< Stai mentendo >
< Perché non provi a chiederlo a lei >
Lui la guardò dritto negli occhi. Quegli occhi blu così ammaliatori. Poi in silenzio si recò verso la camera di Misty.
 
08 Settembre ore 18.45
Ho deciso. Farò rientro a Cerulian, stasera stesso. Non riesco più a tollerare questa storia. Non sopporto quell’odiosa ragazza dai capelli biondi. La detesto. Non capisco proprio come Ash abbia fatto ad innamorarsi di lei, non è neanche così carina come sembra. Ma a chi voglio prendere in giro.
Se ha scelto lei un motivo ci sarà.
Buona fortuna Ash Ketchum!
 
La ragazza lasciò cadere la penna in terra quando lui entrò nella sua stanza. La salivazione le venne a mancare e anche le parole faticavano a venir fuori.
Lei non disse nulla, si limitò ad aspettare un suo gesto.
< Posso parlarti > disse ad occhi bassi.
< Di cosa? Penso che stamattina ci siamo detti anche troppe cose >nuovamente le lacrime tornarono a farsi sentire.
< Hai parlato con Serena? >
A quel nome il sangue cominciò a ribollirle nelle vene.
< Se sei venuto qui a parlarmi di quella ragazzina dai capelli biondi stai sprecando il tuo tempo. Mi fa piacere per voi, auguri e figli maschi. E ora per piacere lasciami sola, ho da preparare il mio zaino. >
Quelle parole lo colpirono come un fiume in piena.
< Quindi è vero? Sei felice per noi? >
< Cosa vuoi da me Ash? Sei piombato qui dal nulla, dopo anni, vengo a sapere che eri a Kalos in compagnia di una ragazza, con cui hai intrapreso una relazione. Ed io che stupida. Già. Come una stupida aspettavo il tuo ritorno > ormai le lacrime erano incontenibili.
Ragione e sentimento non viaggiano mai sullo stesso binario.
L’istinto prese il sopravvento.
La strinse tra le sue braccia.
Quel calore.
Quel profumo.
Quelle vibrazioni.
Il respiro dell’uno si confuse con quello dell’altra.
I loro battiti andavano all’unisono.
Pelle contro pelle.
Le sue labbra si posarono delicatamente su quelle di lei.
Eccole.
Le farfalle nello stomaco.
Eccole le sensazioni che cercava.
Quello era il sapore dell’amore.
Le sue labbra erano l’ingresso al Paradiso.
Lei si lasciò penetrare da quel sapore, così inebriante, così dannatamente fantastico. Trascinata dal turbine della passione. Tramortita da quel ragazzo e dal suo buon sapore.
Le sue labbra.
Aveva desiderato quelle labbra per troppi anni, ed ora si trovavano posate proprio sulle sue.
Finalmente le sue labbra.

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Capitolo 8
*** Gesti sconsiderati. ***


A volte basta poco per poter ricominciare. Un semplice bacio può far dimenticare tutto il dolore provato nel corso degli anni. Un semplice e puro bacio d’amore.
Quel sapore tanto buono. Quello era l’amore.
Il vero amore.
Misty si abbandonò totalmente alla sua presa, così salda e forte. Tra le sue braccia il posto migliore del mondo.
Si distaccarono l’uno dall’altra a fatica. Il rossore era visibile sui loro volti e l’imbarazzo padroneggiava.
Nessuno dei due parlava, quasi a timore di rovinare quel momento.
Il loro momento.
Lui prese a passarle un dito sul  contorno del labbro superiore. Lei sussultò a quel tocco.
Poi una parola.
< Perdonami >
Uscì dalla stanza. Lei rimase lì immobile, completamente inerme.
Non era riuscita a comprendere cosa intendesse o forse si. Inconsciamente le lacrime tornarono a farsi forza. Si gettò sul letto e soffocò quel pianto sul cuscino.
 
Il ragazzo uscì di corsa, ignorando le parole della biondina. L’aveva baciata.
Lui e Misty si erano scambiati un vero bacio. Si sentì nuovamente avvampare. Perché era scappato?
Molto probabilmente lei ora aveva bisogno di lui, ma quelle parole di Serena e il bacio con Tracey continuavano a venirgli a mente.
Si accasciò in terra e prese a piangere. Avrebbe tanto voluto viversi la sua Misty.
 
08 Settembre ore 20.30
E solo dopo aver versato fino all’ultima lacrima ho realizzato cosa realmente è accaduto, poco fa, in questa stanza.
Mi ha baciata.
Ash Ketchum mi ha baciato.
Per tutti gli dei mi sento di impazzire. Le farfalle nello stomaco hanno preso a svolazzare troppo energicamente, e il cuore? perché continua a battermi così forte?
Perché è scappato? Che senso ha baciarmi e poi scappare via? Si sarà sentito in colpa nei confronti di quella ragazzina?
Mi ha baciata.
Io e Ash ci siamo baciati. Un bacio vero, di quelli da film, non posso crederci. Vorrei tanto potermi vivere il mio amore.
 
Ash rientrò senza rivolgere parola a Serena, la quale non capiva cosa fosse successo. Si recò silenziosamente in camera della ragazzina dai capelli rossi, stava dormendo. Notò un diario sulla scrivania era aperto. C’erano scritte poche righe e  la data era quella del giorno. lesse ciò che non avrebbe mai voluto leggere. Uscì di corsa dalla stanza, raccolse delle pillole per il sonno nel suo zaino e ne ingerì una quantità eccessiva.
 
Brock rientrò in casa quasi alle undici passate. Le luci erano già tutte spente. Si recò in cucina per un sorso d’acqua, quando notò sul pavimento la ragazza dai capelli biondi priva di sensi.
< Serena? Serena cosa ti è successo? Cosa sono queste? Diamine. Ash! Ash corri qui! >
Il ragazzo accorse giù in cucina ancora stordito da quel bacio, poi impallidì nel vederla.
Notò le pillole sul pavimento e il suo insolito pallore. Corsero al pronto soccorso in un attimo.
 
Quei rumori destarono anche Misty dal sonno. Scese al piano di sotto, ma la stanza era vuota. Poi raccolse una boccetta di pillole dal pavimento, constatò che era un potentissimo sonnifero, poi realizzò il tutto e si lasciò cadere in terra.
 
 
La lancetta dell’orologio scandiva ogni secondo che passava. Una corsa contro il tempo. Finalmente un medico apparve sull’uscio della porta. Rivelò che la ragazzina aveva ingerito una grossa quantità di sonnifero, ma che fortunatamente l’avevano soccorsa giusto in tempo ed era fuori pericolo.
Entrambi i ragazzi tirarono un sospiro di sollievo e ringraziarono il dottore.
Ash chiese se potesse vederla e gli fu consentito.
Serena giaceva in un letto, priva di forze, lo sguardo perso nel vuoto e con le guance segnate dalle lacrime.
Nel vederlo provò un’immensa vergogna.
< Ash? >
< Mi hai fatto davvero preoccupare. Non farlo mai più > la prese a stringere mostrando la sua debolezza. Le lacrime cominciarono a venirgli fiori e ancora una volta Serena parve mortificata.
< Ho avuto paura di perderti >
< Non è un buon motivo per ammazzarsi. Serena se Brock non fosse rincasato forse a quest’ora tu > non concluse la frase che si sentì venir meno la terra sotto i piedi.
< Sono stata davvero una stupida. Scusami. Ma ti prego non lasciarmi > quelle parole arrivarono al cuore di Ash come un grido d’aiuto. Quella ragazzina era troppo fragile per meritarsi una simile cosa. Lui avrebbe dovuto far chiarezza da subito. Eccolo il punto di non ritorno.
< Serena ne riparleremo quando starai meglio. Ora riposa > le diede un candido bacio sulla guancia e la lasciò sola.
 
Alle prime luci dell’alba i due ragazzi rincasarono. Erano stremati, ad accogliergli vi era Misty, ancora stranita da tutta quell’assurda situazione. Brock preferì lasciar loro un po’ di tranquillità.
Ash prese a leggere l’etichetta presente sulla boccetta del sonnifero, per poi gettarlo con violenza in un cestino.
< Cosa è accaduto? >
< Quello che hai intuito >
< Come sta? >
< Come dovrebbe stare? È a pezzi e la causa di tutto sono io >
< Sarebbe più giusto dire che sono io >
< Per favore Misty non ti ci mettere anche tu. È stata una nottataccia. Ora ho solo bisogno di riposare e schiarirmi un po’ le idee >
< Perché mi hai baciata? >
< Come? >
< Perché lo hai fatto Ash? È stato l’impulso sessuale a smuoverti o c’è dell’altro? Io sto impazzendo con questa storia >
Lui la prese per le braccia per poi spingerla spalle al muro. Le si avvicinò, vicino, tremendamente vicino.
< Sai benissimo perché l’ho fatto. Non ridicolizzare il tutto per la tua maledetta gelosia.>
< Mi stai facendo male >
< Non ne hai idea di quanto me ne hai fatto tu. Vederti. Incontrarti. Incrociare i tuoi occhi poi è stato il colpo finale. E quel bacio. Quanto ho desiderato le tue labbra, ma scoprire che tra e Tracey c’era qualcosa mi ha distrutto >
< Io non provo nulla per Tracey. Possibile che non hai capito che il mio interesse è solo per te > riuscì a pronunciare quelle parole con un filo di voce.  
< Perché allora dimmi perché? >
< Non avevo tue notizie da anni, ti ho aspettato per tutto questo tempo, ho versato lacrime su lacrime e Tracey mi è sempre stato accanto. Per lui provavo solo una forte riconoscenza >
< Perché non me l’hai detto subito? >
< Perché tu hai detto a Tracey che non te ne importava nulla >
La presa sulle sue braccia divenne sempre più forte.
< Cosa dovevo dire dopo aver visto Tracey baciare la ragazza che amo >
Piombò il silenzio.
Nei suoi occhi verdi solo tante lacrime.
< Ash? >
Lui finalmente mollò la presa, lasciandole segni rossi su entrambe le braccia.
< È così Misty io ti amo, ma ormai è troppo tardi >
< Troppo tardi? Cosa vuoi dire? Ash ascoltami dannazione! >
< Non hai visto quello che ha fatto Serena? Un gesto così sconsiderato non è da ignorare. Non posso permettere cha accada nuovamente >
< Non puoi dire sul serio. Io. Io. Io ti amo da impazzire > le lacrime presero a scenderle lungo il viso, quel viso così etero da far impallidire chiunque.
Ragione e sentimento non viaggiano mai nella stessa direzione.
Ancora una volta l’istinto prese il sopravvento. La baciò.
Un bacio  amaro, al sapor di lacrime.
 
Serena, in quel letto d’ospedale, ripensò a ciò che aveva letto sul diario. Il suo Ash aveva baciato quella ragazzina dai capelli rossi. Prese a piangere.
 
09 Settembre ore 07.20
Potrei morire sulle sue labbra. Condannata ad un amore impossibile. È stato chiaro con me. Mi ama. Ash ketchum mi ama, ma quella ragazzina ormai è tra noi. Perché non gli ho rivelato subito i miei sentimenti? Tutto questo non sarebbe accaduto.
Mi ama.
Potrei davvero morire per un suo bacio.
 
Il pomeriggio Ash tornò a trovare Serena, fortunatamente le sue condizioni erano migliorate.
< Ash? Che bello vederti. Mi stavo annoiando terribilmente. I medici hanno detto che potrei già uscire domani. >
< Lo so, me l’hanno appena detto >
< Ti chiederei troppo se ti dicessi che vorrei tornare a Kalos? Avrei proprio bisogno di tornare nella mia terra >
< No assolutamente. Anche perché il professor Oak si è ristabilito appieno >
< E poi tu hai ancora una lega da disputare >
< Ecco veramente Serena, non credo che per il momento continuerò con la lega. >
< Cosa vuoi dire Ash? >
< Penso che sia arrivato il momento di prendersi una pausa, vorrei dare priorità ad altre cose. >
< Ed io? Rientro in queste priorità? >
< Serena. Io ti voglio davvero bene, ma lo sai che per me sei solo un’amica. Non posso continuare con questa relazione, io non provo per te quello che tu invece provi per me >
< Sai una cosa? Avrei tanto preferito morire quella notte. >
< Serena non azzardarti a dire una cosa del genere >
< Che senso ha la mia vita senza te. Dimmelo? > prese a piangere.
< Serena non puoi tenermi legato a te con questi giochi subdoli >
< La mia vita sarebbe un gioco subdolo? Vai via Ash. Lasciami sola. >
< E invece ora mi ascolti. Io voglio essere presente nella tua vita. Voglio starti accanto nei momenti difficili. Voglio >
< Essermi amico? >
< Già >
< Ash io non voglio la tua amicizia. E ti avverto. Se non vorrai stare con me io proverò nuovamente a farla finita. Senza te nulla ha senso. >
< Ora dici così perché sei ancora tramortita >
Si alzò per dirigersi verso l’uscita.
< Ash! Io ho bisogno di te. Non mi abbandonare. Ti prego >
Si richiuse la porta alle spalle e sul suo viso una lacrima.
 
 
Misty stava attendendo il suo arrivo. Aveva bisogno di vederlo. Finalmente arrivò.
< Ash? >
< Ti ho fatto aspettare? >
La strinse tra le braccia.
Quel suo buon profumo che tanto lo faceva andare in estasi.
< Ti ho aspettato per tanti anni, potrei aspettarti per tutta la vita > gli sospirò a fil di labbra.
Ma lui di getto si distaccò.
< Misty non posso. Non possiamo. Non posso mettere in pericolo la vita di Serena >
< Cosa vuoi fare allora? Non posso stare dietro la tua testa. Fai una scelta >
< Mi spiace Misty. >
< Cosa devo fare per averti? Ingerire anch’io delle pillole? > disse a denti stretti per trattenere quelle dannate lacrime.
< Non dirlo neanche per scherzo. Non lo sopporterei. Non potrei mai continuare senza te >
< Però è questo che mi stai chiedendo >
< Ti chiedo solo un po’ di tempo. Ora è Serena ad avere bisogno di me >
Misty lo guardò dritto negli occhi.
Quanto erano disarmanti quegli occhi verdi.
< Non posso farlo Ash. Non posso più stare male >
< Cosa hai intenzione di fare? >
< Tornerò a Cerulian e cercherò di cancellarti dalla mia vita. >
< Ti amo terribilmente Misty > prese a carezzarle i capelli.
< Se mi amassi davvero verresti via con me. Ora >
< Non dire così >
< Addio Ash. Addio per sempre >
Si voltò, ma lui l’ha prese per un braccio e la tirò a sé.
Prese a cercare la sua bocca. Quanto anelava le sue labbra. E lei ancora una volta, inerme al suo tocco, si lasciò andare a quel dannato bacio.
Ancora una volta fu lui il primo a staccarsi a fatica, per poi guardarla negli occhi.
Quegli occhi verdi.
< Ti amo >
< Addio Ash >
Si allontanò da lui per poi recarsi in camera.
Lui la guardò. Dannatamente bella.
< Addio Misty

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Capitolo 9
*** Fa troppo male senza te ***


Angolo dell'autrice:
Buona domenica cari lettori... Ecco il penultimo capitolo di questa saga...ormai siamo davvero agli sgoccioli quale sarò la scelta finale del nostro Ash? Ringrazio tutti voi per l'affetto dimostrato e per averla letta davvero in tanti. Buonalettura!



 
09 Febbraio ore 20.00
Finalmente anche questa giornata è giunta al termine. Sono esattamente cinque mesi che non ho sue notizie. Ho saputo tramite Brock che è partito nuovamente per Kalos, assieme alla ragazza dai capelli biondi. 
Ormai il mio cuore ha imparato a non gestire più quel tipo di emozioni. Le ferite che riporta saranno indelebili. È proprio vero che certe ferite non si cicatrizzano mai.
Fortuna che ho i miei Pokemon e la mia palestra.
Diamine.
Ricordo ancora il sapore di quel bacio.
Riuscirò mai a rimuoverlo dai miei sensi?
 
La ragazza ripose il diario in un cassetto. Lì aveva riposto anche il dipinto che Tracey le aveva lasciato. Stranamente non aveva notato che sul retro vi era una dedica. La lesse.
 
Quanto dolore mi hai provocato. Quei tuoi occhi verdi.
Quanto avrei voluto essere guardato da quegli occhi nel modo in cui guardavi lui. Che stupido sono stato. Ma non riesco ad odiarti. Non lo farei mai.
Tuo per sempre Tracey.
 
Le vennero le lacrime agli occhi. Ripose il disegno nel cassetto e tornò a pensare a tutto quello che era successo. Dall’annuncio improvviso del malore del professor Oak, all’incontro con Ash, alle lacrime e alle incomprensioni e a quel dannato bacio.
Poi ripensò a quella ragazzina. Quanto era stata abile ad attirarlo a sé, ma se avesse avuto più coraggio forse ora sarebbero assieme. Nuovamente prese a piangere. Da quella storia ne erano usciti tutti sconfitti. Tutti distrutti.
 
 
A chilometri di distanza, nella lontana regione di Kalos, Ash aveva conquistato la sua ultima medaglia. La medaglia Iceberg, la quale gli dava libero accesso alla lega ufficiale.
Non aveva più toccato l’argomento Misty con Serena. Aveva preso la sua decisione. Quella ragazzina tanto fragile aveva bisogno di lui.
Quella mattina, il cielo di Kalos, era ricoperto da nuvole che minacciavano pioggia. Decisero di sostare in un piccolo hotel per poi riprendere il cammino la mattina seguente verso la lega.
Ash era intento a fissare un punto lontano dalla finestra, quando la ragazza entrò in camera.
< Fa davvero freddo stasera. Perché non vieni a letto? >
< Arrivo tra qualche minuto >
Serena notò il suo tono distaccato. Sapeva benissimo che lui stava con lei per motivi, ovviamente, diversi dai suoi. Sapeva che stava facendo un gioco sporco con lui, ma non le importava. Per lei contava solo averlo al suo fianco.
< Dai Ash vieni a letto >
< Serena per favore non insistere > il suo tono questa volta fu diretto e conciso.
La ragazzina non replicò e si addormentò tra le lacrime.
Ash sapeva che a volte era duro con lei, ma proprio non riusciva a perdonarla per quello che aveva fatto. Lei era la causa del suo dolore e di quello di Misty.
Lui l’amava terribilmente, ma sapeva che non avrebbe mai potuto raggiungerla.
Una lacrima gli rigò il volto al ricordo di quel bacio.
La desiderava da impazzire.
 
13 febbraio ore 23.45
I giorni passano, ma il suo ricordo resta. Sono qui, non riesco a dormire. Le temperature sono davvero gelide. Mi chiedo cosa stia facendo Ash, se gli sia capitato di pensarmi. Molto probabilmente ora starà in un letto assieme a quella Serena e la cosa mi fa ribollire il sangue nelle vene.
E intanto le stelle stanno a guardare, vorrei tanto essere una stella per spiarti da lontano. Mi manchi tanto amore mio.
 
La mattina seguente non aveva incontri in programma, decise di dedicarsi alla cura della vasca della piscina, mostrava alcune crepe, di solito era Tracey ad occuparsene. Un velo di malinconia calò sul suo volto, si chiese dove potesse essere Tracey in quel momento.
Si dedicò anima e corpo a quel lavoretto. Solo tenendosi occupata sarebbe riuscita a non pensare ad Ash.
 
Sua sorella maggiore parve preoccuparsi seriamente per lei. Non usciva da diversi giorni, mangiava poco e aveva perso il sorriso.
Le si avvicinò.
< Non credi che dovresti prenderti una pausa? >
< Ho quasi finito. >
< Sorellina dovresti uscire un po’. Da quando sei rientrata da Pallet sei irriconoscibile. Si può sapere cosa è accaduto? Tracey ha deciso di andarsene e tu sei completamente a pezzi >
Nel sentir pronunciar quelle parole provò un nodo alla gola.
< Nulla. Non è accaduto proprio nulla > disse con la voce rotta in petto.
< Sarà, ma credo che dovresti comunque prenderti una pausa da tutto > le sorrise, ma lei non riuscì a ricambiare il gesto.
< Daisy per favore lasciami in pace. >
< Sono solo preoccupata per te >
Una lacrima le tagliò in due la guancia. Decise di non rispondere e continuò con quello che stava facendo.
La ragazza bionda dovette rinunciare.
 
Il giovane ragazzo fissava le stelle del cielo di Kalos. Desiderò essere una stella solo per una notte per poterla contemplare indisturbato da lontano. Tra non meno di tre giorni avrebbe disputato la lega, ma stranamente la cosa non lo emozionava. Come erano cambiate le cose.
La sua priorità ora aveva un unico volto. Un unico nome.
Pikachu avvertì il suo stato d’animo, riusciva a vedere la sofferenza nei suoi occhi.
Ash si accorse della sua preoccupazione e gli fece una carezza.
< Pikachu cosa devo fare? > quelle parole erano cariche di disperazione.
 
Serena lo raggiunse poco dopo. Aveva notato la sua tremenda indifferenza di quegli ultimi giorni e la cosa le provocava un forte dolore al cuore.
< Ti va di parlarne? > lo guardò dritto negli occhi e ancora una volta quegli occhi non erano i suoi.
< Serena? Non abbiamo nulla da dirci >
< Questa tua freddezza mi sta uccidendo >
< Sei riuscita ad allontanarmi da lei, non puoi chiedermi anche di amarti. >
< Perché non vuoi provarci Ash? Cos’ha lei che io non ho? >
< Serena non si tratta di cose che tu non hai. Sei perfetta così come sei, ma non sei lei. Sai benissimo quali sono i miei sentimenti, ho rinunciato a questi per starti accanto, però per favore non chiedermi di più. >
Continuò a fissarlo senza dire nulla. Quanto erano dure quelle parole. Rimase al suo fianco in silenzio a contemplare il cielo.
 
18 Febbraio ore 16.35
Questa giornata è interminabile. Ho bisogno di lui.
Ho bisogno di respirare.
Per favore torna da me. Non riesco più ad andare avanti così.
 
 
Per quel pomeriggio Misty aveva esaurito tutti gli incontri previsti nell’agenda. Si stranì quando però verso sera suonarono alla porta.
E lo stupore fu ancora più grande nel trovarsi dinanzi quel ragazzo.
< Tracey? >
< Ciao Misty, posso accomodarmi? >
La ragazza lo fece accomodare senza dir nulla, gli portò una tazza di tea e non riusciva a levargli gli occhi di dosso.
Ovviamente anche il ragazzo pareva in difficoltà.
< Lo so ti sembrerà strano il fatto che io sia tornato. Ma ho riflettuto tanto in questo periodo lontano da qui. Lontano da te >
< Tracey ecco io >
< Ti prego ascoltami. Non sono qui per chiederti di riprovarci. Ho capito che nel tuo cuore per me non c’è spazio. Però ho bisogno di te, Misty, nella mia vita. Sono pronto ad averti anche solo come amica >
< Prima di andartene mi dicesti che non avresti retto solo la mia amicizia >
< Nei momenti di rabbia si dicono tante cose. Saresti disposta a darmi un’altra possibilità? Come amico si intende > le sorrise.
< Bentornato a casa Tracey > si limitò a replicare il gesto d’affetto.
Il ragazzo le raccontò di tutte le scoperte che aveva fatto durante l suo viaggio, di come aveva metabolizzato il tutto e di quanto quella storia finita male gli era servita per andare avanti nel suo lavoro. Ovviamente l’argomento Ash non poté mancare.
< E Ash? Non dirmi che non gli hai ancora parlato? >
La ragazza non era pronta per affrontare simili discorsi con lui.
< Preferirei non parlarne >
Tracey capì l’antifona, e con rispetto le chiese se poteva recarsi nella sua vecchia camera.
Ovviamente Misty gli diede il permesso e l’osservò allontanarsi.
 
18 Febbraio ore 23.22
Tracey è tornato.
Mi ha detto chiaramente che è disposto ad avermi solo come amica, la cosa mi ha risollevato, ma non credo che debba essere semplice per lui avermi accanto.
Chi l’avrebbe mai detto.
Perché non torni da me anche tu Ash? Ho voglia di te.
Ti amo ancora.
 
Il ragazzo era intento ad aggiustare alcune cose nella vasca maggiore nella palestra, la ragazza l’osservava in disparte, poi lui le sorrise.
< Cos’hai da fissarmi? >
< Nulla, sei molto abile nella manutenzione >
< Sono un’artista. E gli artisti sono bravi con la manualità >
< Sono sicura che io non diventerò mai un’artista allora > sorrise.
< Nel tuo futuro c’è scritto ben altro > il suo tono si fece più serio, lei ipotizzò che si riferisse ad Ash.
< Vedremo >
< Perché non lo raggiungi? >
< Lui ha fatto la sua scelta. Non voglio causargli ulteriori problemi. >
< Siete fatti l’uno per l’altro, possibile che non lo capiate >
< A volte non basta solo l’amore >
< Sei l’unica a decidere della tua vita e di conseguenza della tua felicità >
< Non è sempre è così >
< Hai ragione, per me non lo è stato, ma nel tuo caso le cose son ben diverse >
Lei venne colpita da quelle parole.
< Non è mai stata mia intenzione farti soffrire Tracey, sono stata chiara fin dall’inizio >
< Lo so, non è colpa tua. Ero troppo accecato dall’amore e ho voluto comunque provare. Dovresti scusarmi, sono stato io a causarti seri problemi e complicazioni, soprattutto con Ash >
< La colpa è solo mia. Se fossi stata sincera con lui da subito, forse ora staremo a parlare d’altro > una lacrima le rigò il volto.
< Vieni qui >
La prese tra le sue braccia.
Finalmente si sentiva nuovamente al sicuro, tra le braccia del suo caro amico. Anche se per Tracey la sensazione al contatto con la sua pelle fu molto diverso.
 
 
22 Febbraio ore 19.50
Forse dovrei davvero scappare. Prendere il volo e raggiungerlo. Però poi sapere che è con lei mi frena. Non riuscirei a sopportare la vista di lei tra le braccia di lui. Sarebbe troppo, anche per me.
Cosa devo fare?
Mi mancano tanto quei giorni spensierati, mentre viaggiavamo alla conquista della lega. Viaggiare assieme con lui era così bello. Stargli sempre accanto e respirare la stessa aria. Come mi manca. Fa troppo male senza te!
Ti prego Ash corri da me.
 
Il ragazzo aveva finalmente preso parte alla lega di Kalos. I primi incontri erano andati alla grande e ora si stava preparando per il prossimo. Serena, sempre al suo fianco, era orgogliosa di lui.
Poi l’attenzione di Ash cadde su una ragazza che aveva già incontrato, mise a fuoco l’immagine, si trattava di Astra la Capopalestra di Fluxopoli.
< Ma guarda un po’ chi si vede da queste parti. Ash Ketchum da Kanto giusto? >
< Esatto, mi fa piacere che ti ricordi di me Astra. >
< Non sempre ricordo i volti dei miei avversari, ma i tuoi occhi fanno fatica ad essere rimossi. Allora hai seguito il mio consiglio? >
< Ti riferisci al seguire il mio cuore? >
< Da come lo dici credo proprio di no >
< Non è facile Astra, non posso farlo >
< Volere è potere caro Ash. Scommetto che sei molto legato a quella ragazza di Cerulian >
< Come fai a sapere che si trova a Cerulian? >
< Sai Ash le stelle non sempre stanno solo a guardare, a volte ci indicano la strada da percorrere>
Ad un tratto lui capì. Sapeva cosa doveva fare.
< Ti ringrazio Astra. Ti ringrazio davvero tanto > il ragazzo corse via senza più voltarsi.
La ragazza l’osservò allontanarsi.
< Buona Fortuna Ash >

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Capitolo 10
*** Amore incondizionato ***


Angolo dell'Autrice:
Eccoci qui... è arrivato l'ultimo capitolo della storia. concludere una fic mi mette sempre tanta tristezza, anche perchè mi affeziono molto alle storie dei miei personaggi. Spero tanto di avervi strappato un'emozione sincera e di avervi reso piacevole qualche ora della vostra giornata. Buona Lettura a tutti... alla prossima!



Nel seguire il proprio cuore si fa sempre la cosa giusta. Il ragazzo ormai ne era certo. Doveva raggiungerla e stare con lei. Quella era l’unica cosa giusta da fare.
Seguire il suo cuore.
Si diresse dalla ragazzina dai capelli biondi che era intenta a leggere un libro nella loro camera d’albergo.
Fu contenta di vederlo arrivare.
< Ash? Che bello vederti. Mi sei mancato tanto > gli si avvicinò per poi abbracciarlo.
< Serena aspetta. Dovrei parlarti > il suo tono divenne serio e la ragazza parve capire già tutto.
< Ash se si tratta di nuovo di lei non voglio parlarne. >
< Io parto Serena. Torno a Kanto >
< Come? >
< Il mio posto non è qui. Ho deciso di tornare a Kanto, devo andare da lei >
< Non puoi dire sul serio Ash? Dimmi che stai scherzando > le lacrime presero a erompere  sul suo viso candido.
< Mi spiace Serena , ma non posso più stare lontano da lei >
< Non puoi farlo. Non puoi. Mi hai sentito? > prese a battergli i pugni sul petto, sempre con più vigore, fino a quando stremata si accasciò in terra.
< per favore Serena non fare così >
< E cosa dovrei fare? Dimmelo tu? Dovrei essere felice e congratularmi con voi? Ti odio Ash. Vattene! Sparisci dalla mia vita. >
< Serena? >
< Vattene ho detto > si portò le mani in volto.
< Non volevo che andassero così le cose. Non ho mai voluto giocare con i tuoi sentimenti, sei stata tu a costringermi a farlo >
< Rimpiango di non essere morta quella notte Ash. Almeno mi avresti portato sulla coscienza per tutta la vita. >
Le arrivò uno schiaffo dritto in volto.
Lei fu spiazzata da quel gesto. I suoi occhi erano carichi di rabbia, non l’aveva mai visto così.
< Sei una stupida. Si Serena sei solo una stupida ragazzina viziata. Non osare mai più dire una cosa del genere, non riesci a capire come ne soffrirebbero le persone che ti vogliono bene? Non pensi a tua madre? >
< Ash? >
< Non voglio saperne più nulla di te. >
Uscì dalla stanza, ma lei prese a rincorrerlo, totalmente distrutta.
< Aspetta. Fermati. Ti ho detto di fermarti. Diamine Ash fermati!!! > le sue grida attirarono le attenzioni di tutti i presenti.
Il ragazzo si voltò e provò una morsa al cuore nel vederla in quello stato.
< Torna a casa Serena. Forse un giorno ci rivedremo >
< Perché lo fai Ash? Dimmi perché? >
< Ho deciso di seguire il mio cuore >
Uscì dalla porta senza più voltarsi. Lei lo vide allontanarsi fino a quando l’immagine non fu totalmente offuscata dalle lacrime. Si lasciò cadere in terra.
< Non puoi andartene. Torna da me. Ti prego > riuscì a sospirare con l’ultimo filo di voce per poi perdere conoscenza.
 
25 Marzo ore 07.06
Che buon profumo di primavera nell’aria. Per le strade della città vi sono ciliegi in fiori sparsi qua e là. È lo spettacolo più bello a cui si possa mai assistere.
Vorrei tanto che il mio destino fosse come un albero di ciliegio. Sbocciare, per poi fiorire appieno in primavera.
Fortuna che ci sia Tracey a darmi un po’ di spensieratezza.
Ma nel mio cuore quella spensieratezza non ci sarà mai più. L’ho persa nel momento in cui tu sei andato via.
Ti amo da impazzire Ash.
 
Misty prese a vestirsi per poi scendere in cucina e fare colazione. Quella mattina l’aria era davvero piacevole, un dolce profumo di fiori aleggiava un po’ ovunque. Tracey come suo solito si era già messo all’opera e fortunatamente per quella giornata non erano previsti incontri di Pokemon.
Erano da poco scoccate le nove quando bussarono alla porta. Misty non aspettava nessuno anche perché non aveva incontri in programma e le sorelle erano partite per uno spettacolo fuori città.
Quasi non perse conoscenza nel trovarselo dinanzi.
Perse consapevolezza della ragione.
Le gambe presero a tremarle con vigore, il battito del suo cuore pareva letteralmente impazzito.
Non riuscì a dire niente, per paura di stare solo sognando.
< Posso entrare? > le sorrise.
Eccolo, quel dannato sorriso è il leggiadro richiamo delle farfalle che tornarono a svolazzarle nello stomaco.
Deglutì vistosamente.
< Ash? > riuscì a dire con un fil di voce che non riusciva neanche lei a capire da dove era riuscita a tirarla fuori.
 
Lui la fissava. Quegli occhi verdi erano la cosa più bella che lui avesse mai visto.
Era bella. Dannatamente bella. Avrebbe tanto voluto baciarla subito.
< Mi sei mancata Misty, non immagini quanto >
< Tu, ecco io. > non sapeva cosa dire.
Lui le si avvicinò. Ancora una volta vicino al suo viso, troppo vicino.
< Alcuni momenti non hanno bisogno di parole >
La baciò.
 
Sfiorare quelle labbra lo percosse di brividi viscerali. Lei era decisamente il centro del suo mondo e tutto intorno perde di significato. Lei così bella. Dannatamente bella.
Si distaccò lentamente dalle sue labbra per poi guardarla dritto negli occhi.
Lei leggermente arrossita faticava a parlare.
< Ash? Ecco io >
< Potrai mai perdonarmi per il male che ti ho fatto? Sono stato uno stupido nel seguire la ragione. Avrei dovuto ascoltare ben altro >
< Non ha importanza, ciò che conta è che ora sei qui con me. Ti amo Ash. Ti amo da impazzire >
Gli si gettò tra le braccia cercando ancora una volta la sua bocca.
Ancora.
E ancora.
< Ti amo anch’io Misty >
Finirono col fare l’amore e lo fecero per tutta la notte.
 
02 Aprile ore 06.30
L’alba di un nuovo giorno. l’inizio di una nuova vita. Una vita finalmente fatta d’amore, sospiri e battiti.
Una vita finalmente da vivere con lui.
Ho sofferto. Sono stata male, ho pianto e versato fino all’ultima lacrima, ma se il risultato è questo lo farei altre mille volte.
Non bisogna mai arrendersi per amore. Mai.
Bisogna lottare per i propri sogni e battersi per la persona che si ama.
Cosa c’è di più bello nel fare l’amore con lui sotto il cielo della notte, mentre le stelle ci stanno a guardare?

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