All you need is faith.

di FreddieFromMars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A chance to change. ***
Capitolo 2: *** Mars Bus. ***
Capitolo 3: *** A taxi for Julie. ***
Capitolo 4: *** Living a lie. ***
Capitolo 5: *** Sex and Tears. ***
Capitolo 6: *** The wrong side. ***
Capitolo 7: *** The other woman. ***
Capitolo 8: *** Not the same. ***
Capitolo 9: *** Shoot me. ***
Capitolo 10: *** I love you. ***
Capitolo 11: *** Goodbye. ***
Capitolo 12: *** Up in the air. ***



Capitolo 1
*** A chance to change. ***


POV SHANNON.
Il tour è andato avanti per 6 mesi, 6 mesi di inferno; mi rendo benissimo conto di non avere più vent’anni, ma sento la musica dentro di me come il primo giorno che presi  in mano una chitarra, la sento scorrere nelle mie viene, darmi forza anche quando alla fine dei concerti mi sento morire. Ora però, sono arrivato a un punto di non ritorno, non è più solo la musica a darmi la forza che mostro sempre davanti a Jared e Tomo,  ci ho riflettuto molto, la prima volta, prima di abbassare la testa su quel tavolo ,prima di sfiorare quella striscia di polvere bianca con la punta del naso. Ci ho riflettuto molto prima di portare l’indice destro alla narice per “tapparla” in modo da poter aspirare la coca con l’altra. Mi sono ripetuto che non ne valeva la pena,che prima che un gruppo di musicisti siamo un gruppo di amici, che loro mi sosterranno sempre,che se volevo fermarmi si sarebbero fermati, ma non è bastato, non mi basta neanche ora, come scusa per smettere. E così sono qui, seduto per terra,fra il water e la vasca del bagno del bus. I capelli sporchi e sciolti,disordinati,una canottiera slabbrata  che fa vedere tutta la parte laterale del busto, degli  stretti pantaloni di pelle che finiscono incastrati in degli scarponi neri. Mi sento perso,finito; sistemo una striscia di cocaina sul coperchio del water, con una carta di credito,poi mi abbasso, tappo una narice e uso l’altra per tiare tutto su. E’ veloce, non fa male, è una ventata d’aria gelido mentre sei al centro del deserto. Tiro velocemente su la testa, per poi scuoterla in modo da riprendermi un po’. Mi alzo, a fatica,le ginocchia tremano,le mani anche,sento di avere gli occhi per metà chiusi, poggio le mani sul lavandino e più che vedo, sento le nocche sbiancare,metto tutta la mia forza nelle braccia per alzarmi, e quando ci riesco la vista non è delle migliori: me stesso. Il mio riflesso, allo specchio, tradisce i miei tentativi di acquistare un contegno. Non riesco più a distinguere i miei movimenti da quelli del pullman, sento di muovermi a scatti, la gola secca e gli occhi in fiamme. Non è come le altre volte,no; stavolta è peggio,molto peggio,sento che non ne uscirò mai e ho paura,mi porto una mano al petto,iniziando a respirare affannosamente, sento il sudore scendere lungo i lati del viso ma ho un freddo incredibile. Sento chiamare il mio nome. No,non ora,per favore, non ora. Con una mano continuo a reggermi al lavandino mentre con l’altra mi allungo per cercare di aprire la porta,non funziona,perdo l’equilibrio finendo lentamente a terra,insieme al porta asciugamani,che fa un fastidioso rumore metallico quando cade a pochi centimetri dal mio viso. La chiamata si fa più forte e seria, è Jared, il mio fratellino mi chiama. Inizia a bussare forte, più volte, passando dalla rabbia alla preoccupazione in poco tempo,poi sono abbastanza sicuro che si chini a guardare dallo spioncino,perché chiama Tomo e inizia a prendere a calci la porta, finché,inevitabilmente non cade giù. Ora ho gli occhi del tutto chiusi,ma riesco a sentire seppure non benissimo le voci attorno a me.Jared mi mette la testa sulle sue gambe e passa un dito sul mio naso togliendomi dei residui di coca da dosso,nonostante ci siano prove evidenti di quello che ho fatto,sul pavimento.

<< Jared..mi dispiace…il tour, è l’ultima tappa..dobbiamo andare..e suonare….Jared..non volevo che..tu..mi vedessi..così.. >>  

Sussurro,  e nonostante ciò, sono costretto a deglutire a ogni parola. E’ come ingoiare sempre un cucchiaio di sabbia.
 Il respiro mi inizia a mancare sempre di più. Arriva anche Tomo che stà in piedi,sulla soglia della porta ,con un espressione attonita,mentre Nick, il nostro autista cerca di capire cosa stà succedendo dallo specchietto, anche se il bus è così grande da non vedere nulla se non il “ salotto” dallo specchietto. Alzo lo sguardo su Jared che mi guarda con delusione più che con rabbia. Questa è la cosa che temevo di più, mio fratello che prova pena per me.

<< Stà zitto Shannon, stà zitto,ok? Respira e..e stai zitto!... Nick! Dobbiamo arrivare a Londra, c’è una clinica,abbiamo degli amici,loro non faranno trapelare notizie, dobbiamo andarci subito! >>

Jared urla,senza però ,mai togliermi le mani dal viso gelido e pallido. Inizio a sentire i suoni ovattati, e le immagini davanti ai miei occhi, sempre più sfuocate.

<< Jared, ci vogliono trenta minuti da qui a Londra! >>

Nick urla più forte di Jared, io inizio a sentirmi pesantissimo,scivolo con la testa dalle gambe di Jared sbattendo a terra.
Jared urla il mio nome,Tomo si piega accanto a me, portando due dita al collo, presumibilmente per sentire il battito che rallenta sempre di più.

<< FALLI DIVENTARE TRENTA SECONDI,CAZZO! >>
Sono le ultime parole che sento pronunciare da Jared, troppo stordito anche solo per provare ad aprire gli occhi,mi lascio andare , mi faccio avvolgere da un brezza nera e oscura che bramo da quando mi sono fatto la prima striscia.
 
POV JARED
Alla fine, arriviamo a Londra in  15 minuti, la clinica di cui avevo parlato a Nick,ce la ricordiamo tutti troppo bene, è dove abbiamo portato mia madre quando iniziò a bere senza sosta, l’inizio fù durissimo, provò a scappare  quasi cinque volte, e ogni volta mi serviva a capire che i suoi non erano i capricci di una donna single di settant’anni,ma una depressione che la stava avvolgendo. Ogni volta che scappava, non andava in posti introvabili,ma sempre a casa mia e di Shannon, così capimmo che l’unica cura possibile per i suoi mali, erano i suoi figli e iniziammo ad andare a trovarla tutti i giorni,per 4 mesi, durata della sua permanenza in clinica, a seguito della quale, uscì come nuova.
 Ora però è diverso, Shannon non è me, non è mia madre, lui non è un libro aperto, non lo capisci guardandolo negli occhi,lui è chiuso, è riservato e se qualcosa lo corrode da dentro,puoi solo sperare che vi corroda insieme, ma non riuscirai mai e strappargli i suoi demoni.
Sono fuori dalla sua stanza, cammino avanti a indietro davanti a una fila di seggiole, e su una di esse stà seduto Tomo,con lo sguardo perso nel vuoto.

<< Non ci siamo accorti di nulla, Jared, di nulla ,capisci? Quante volte ha tirato prima di finire in quel modo? Quante volte…non lo sapremo mai, non ci siamo accorti di nulla,stavamo con lui 24 ore su 24! Cazzo! >>

Si alza anche Tomo, e a quel “ cazzo” dà un calcio a un tavolino con degli opuscoli appoggiati sopra.
Non perdo tempo, gli vado vicino per abbracciarlo,e scommetterei il mondo che Tomo Milicevic,stà piangendo per la prima volta da quando lo conosco. Sentiamo delle voci avvicinarsi alla porta e poi la maniglia abbassarsi, esce un medico dalla stanza di Shannon.Lo conosco.  E’ un uomo sulla cinquantina, magro e alto,con i capelli corti e grigi come la barba, gli occhi verdi .Il camice completamente allacciato e una cravatta rossa che sbuca in cima. Ha un viso buono,di quelli che dovrebbero avere tutti papà e i nonni. E’ un vecchio amico di mia madre, anche se sulla definizione di amico,io e lei abbiamo pareri differenti. Si chiama Micheal  Anderson. Io e Tomo ci stacchiamo, facendo quasi una gara di velocità fino al cospetto del Dottor.AndersonMike.

<< Mike  dimmi qualcosa,per favore, nessuno mi dice niente è ridicolo! >>

Esordisco io, parlando a macchinetta,sotto un sorriso paterno che Mike mi rivolge. Alza una mano,completamente aperta per fermarmi e guardando anche Tomo inizia a parlare.

<< Buonasera anche a voi, Jared e Tomo. Prima di tutto calmatevi.. allora ragazzi,Shannon stà bene ora,è stabile anche se non è al massimo delle sue forze; a giudicare della quantità di cocaina che ha tirato,direi che sono già due mesi  che ha sviluppato questa dipendenza. Se fosse all’inizio una quantità così l’avrebbe probabilmente ammazzato,invece non ci ha messo molto a riprendersi. >>

<< Non ci ha messo molto? Cazzo! E’ crollato steso a terra nel bagno del nostro bus,è diventato bianco e gelido,e ci viene a dire che non ci ha messo molto a riprendersi? Non ci ha messo molto neanche a farci morire di paura,quindi perché non ci dice che cosa dobbiamo fare ,adesso?! >>


<< Se questo concerto è così importante per voi… >>
Ascolto Mike , molto  attentamente ,tenendo Tomo per un braccio per ricordargli di stare calmo e non fare stronzate.
Poi una voce interrompe la conversazione, la porta dietro di noi si apre,e esce Shannon. Vestito solo con un camicione da ospedale a pallini azzurri,è completamente bianco, con delle occhiaie giallastre sotto gli occhi verdi e spenti,trema e giurerei di poter vedere delle goccioline scendergli lungo le tempie,impregnandogli anche i capelli perennemente disordinati, di sudore. Con una mano tiene l’asta della flebo,con l’altra si regge allo stipite della porta

<<… E’ così importante!>>

Vedo mio fratello per la prima volta da quando gli sono stato vicino in bus e mi sembra passata un’eternità sul suo viso, mi sembra di non vederlo da mesi e sembra anche che l’ultima volta che l’ho visto mesi fa,è stata anche l’ultima volta in cui ha mangiato. Noto solo ora i cambiamenti che la droga ha portato in lui e mi maledico mentalmente per non averne notato neanche uno. Tomo mi precede,andando vicino a lui per sorreggerlo. Io resto immobile e lo guardo.

<< Torna  a letto,Shan. >>
<< No Jared,Mike ascoltami,è l’ultimo..l’ultimo concerto..voglio farlo.>>
<< E vuoi collassare su quel cazzo di palco? Vuoi fare il concerto? Potevi pensarci prima,cazzo! >>

Mike mi blocca,allontanandomi da Jared e Tomo,mentre io mi inizio a rendere conto di stare piangendo. Mike  porta un braccio intorno alle mie spalle e fa cenno anche agli altri di entrare. Una volta dentro Shannnon si rimette a letto,Tomo si siede accanto a lui e io sulla poltrona vicina a loro.
Mike si avvicina e ci guarda,sorridendo,come se avesse trovato la soluzione perfetta per noi.

<< Potete finire il tour,arrivare a Glasgow,fare le prove e il concerto,ma voglio mettervi sotto la tutela di un mio medico,una psicologa, aiuterà Shannon durante le..le crisi,e se noterà dei problemi all’interno della band parlerà con tutti,queste sono le mie condizioni per  farvi ripartire >>

Sorrido e vedo Mike chiamare questa dottoressa al cercapersone, penso che tutti si aspettino  una vecchia babbiona,con occhiali e i baffi,ma quando bussano alla porta e la vediamo aprirsi,la vista è del tutto diversa.
Una ragazza sui 25 anni,i capelli castani chiari, sono ondulati e lunghi fino alle costole, a un viso da bambina, e dei piccoli occhi azzurri. Magrissima e alta più o meno un metro e settanta. Indossa dei jeans stretti e neri e un maglioncino color crema,come le ballerine, niente camice, solo un cartellino attaccato sopra il seno. E al collo,ha la triad.

<<  Mi hai chiamata Mike? Oh..s-salve…>>

La salutiamo tutti i coro, Mike la guarda e poi le sfiora il labbro con un dito,facendo notare, anche a me,che è spaccato. La guarda con aria interrogativa e lei sorride,illuminando tutta la stanza.

<< Elizabeth voleva uscire a tutti i costi,ma non è ancora entrata nella fase in cui può andare fuori dall’edificio. E’ andata su di giri e mi ha spinta,niente di che. >>

Ha una voce molto delicata,la guardo sorridendo anche se lei cerca di non fissare nessuno per troppo tempo, forse perché ha paura di essere scambiata per una fans urlante,qualunque, o forse perché è veramente a disagio come sembra .
<< Allora Juliette, come tu ben sai, questi quattro individui, sono i Thirty Second to Mars e il malato di oggi è niente poco di meno che Shannon. Ragazzi,lei è Juliette Baker, Vorrebbero finire il tour, gli manca un solo concerto che si svolgerà a Londra e sono convinto che se tu andassi con loro,non ricapiteranno più incidenti simili.>

Per fortuna Mike,rompe il ghiaccio. Vedo Juliette sorridere a me e poi a Shannon e pietrificarsi quando vede Tomo. Lui incontra i suoi occhi e abbassa lo sguardo.

<< Dov’eri? >>
Mike prende Juliette per un gomito, sospirando ,come se si aspettasse quella domanda da lei.Juliette si divincola  dalla presa e và verso Tomo afferrandolo per il bavero della maglia,Mike cerca di allontanarla anche se la distanza fra Juliette e Tomo aumenta solo quando arrivo io ad afferrarla da dietro. La sollevo e mi metto davanti a lei,mentre urla.

<< Si è tagliata le vene,lo sai!? E’ quasi morta,razza di idiota,dove cazzo eri tu? Lo sai che lei è qui che ti aspetta da due anni? >>
Non capendo mi giro per guardare Tomo,incredulo.

<< Ma di chi parla? >>
Juliette si blocca con le lacrime,agli occhi .E mi trapassa con lo sguardo puntando contro Tomo.

<< Vale così poco per te,che non l’hai detto neanche a loro? >>
Tomo finalmente si avvicina a lei,però è diverso,è sconvolto, come poche bolte l’ho visto.

Shannon urla per farsi sentire e Mike ormai stà in disparte,finché anche lui, stanco delle urla non si fa spazio fra di noi.
<< DELLA SIGNORINA MILICEVIC. Della sorella di Tomo, Natalie. E sì, Tomo lei è ancora qui, è guarita, stà bene,ma non vuole andare a casa con un’infermiera e non ha nessuno che stia con lei,non voglio lasciarla  sola,perciò ha un appartamento tutto suo,vicino all’ospedale e ogni giorno viene qui.>>

Mike prende un foglietto dove scrive,qualcosa  e poi lo passa  a Tomo.
<< Il suo numero e il suo indirizzo.Fanne buon uso,ora signori,Shannon dovrebbe riposarsi,Juliette dovrebbe andare a fare le valigie e voi due,dovreste farvi seriamente una doccia.>>

Sorrido,anche se ancora esterrefatto da ciò che ho scoperto sulla sorella di Tomo.Usciamo dalla stanza di Shannon dopo averlo salutato. Ci sediamo in sala d’attesa e Juliette gira dall’altro lato. Non posso fare a meno di guardarle il sedere,almeno fin quando non mi ricordo di una cosa.

<< Ehy! Signorina Dottoressa! Il Bus parte alle 9 qui davanti! Puntuale! >>
Sento uno squillante “D’accordo” e sorrido per poi girarmi verso Tomo.

Tomo alza la testa e noto che stà piangendo come un bambino.Lo guardo quasi con tenerezza,mentre lui prova ad asciugarsi le lacrime e darsi un contegno.

<< Eravamo piccoli Jared,non mi ricordo quanto,ma eravamo piccoli. Lei più di me,ovviamente.Stavamo giocando in giardino, era estate e faceva molto caldo,ci piaceva buttare l’acqua sullo scivolo e poi scivolare,perché non potevamo permetterci di andare all’acqua park,così io le avevo proposto questo gioco che le era piaciuto molto. Uscì mia madre, era molto ubriaca,ci disse che urlavamo troppo,tirò un pupazzo per strada, era il preferito di Natalie,lei lo andò a prendere mentre mia madre mi diceva che ero un’idiota,fallito e sarei diventato come mio padre,un coglione che picchia la moglie e la figlia,stavo per risponderle a modo, come sempre, ma sentii un urlo,mi girai..avevano investito Natalie,se ne stava sdraiata sul ciglio della strada piena di sangue,chiamai il 911 e mia madre  rientrò in casa ,quando arrivò l’ambulanza,venne mio padre  con noi,sembrava il papà modello,mi comprò anche il gelato,una notte mi addormentai,quando mi svegliai,ero solo,andai in camera di mia sorella,mi sembrava di sentirla piangere,quando aprii la porta,mio padre ci stava scopando. La stava scopando ,Jared. Lei era piccolissima e piangeva ,ma lui le  tappò la bocca,chiamai un infermiere. Una settimana dopo eravamo in casa famiglia,e Natalie non era più la stessa,è scapata non so quante volte e quando io sono venuto a Los Angeles per i provini con voi,tornai a casa  per dirle che ce l’avevo fatta,ma lei non c’era più.>>

Il racconto di Tomo,mi spezza in non so quante parti,penso di sentirmi malissimo,perché capisco solo ora di non sapere molto sulla vita del mio migliore amico.Gli poggio una mano sulla spalla,mentre ormai piangiamo all'unisono.

<< Và da lei, ci vediamo domattina >>

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Capitolo 2
*** Mars Bus. ***


POV TOMO
Sono passate ore,ore interminabili, e sono ancora qui,fermo, seduto su una panchina davanti casa della mia sorellina,se così la posso chiamare. Non vedo Natalie da anni. Non riesco a smettere di pensare a quanto sia comica e ridicola tutta questa situazione: Shannon cocainomane,la dottoressa che viene in tour con noi,e ora questo. Se ora le bussassi, se bussassi alla porta di Natalie, non so che faccia farei,non riesco neanche a immaginarmela. Forse è anoressica e depressa, o forse depressa e obesa,o magari  stà benissimo ed è felice,oppure non esce mai di casa se non per andare in clinica. Sento che la testa potrebbe scoppiarmi da un momento a un altro, sento che i motivi per non bussare aumentano di numero e quelli per bussare restano pari a zero. Se ci fosse Jared al posto mio avrebbe già bussato,e se ci fosse Shannon sarebbe ubriaco perché a furia di pensare, quello strano animale si stanca e trova rifugio in queste stronzate. Ma io non sono loro. Non sono  figo e presuntuoso come Shannon, e non sono dolce e pieno di vita come Jared. Io sono Tomo Milicevic,quasi nessuno fa caso a me,io sono arrivato dopo,sarò sempre il batterista di passaggio per i fan, non sarò mai l’idolo di nessuno, e mi è sempre andato bene così,perché lavoro di ciò che amo,vivo grazie alla musica. Ma ora non c’è il ballo il batterista o l’amico,c’è in ballo il fratello. A volte mi  chiedo cosa avrei fatto al posto di Natalie,e in tanti anni non mi sono mai dato una risposta,ma so di volerla, so di voler sapere cosa ha fatto e che persona è diventata. Decido, mi alzo, faccio pochi passi,quanti bastano per arrivare proprio davanti alla sua porta di casa. Sbatto tre volte le nocche contro la porta. Sono le quattro del mattino,ma che senso ha aspettare se serve solo a darmi il tempo necessario per non avere più il tempo che mi serve? E’ ora o mai più, suono ”Do or Die” ad ogni concerto e ancora non ne ho capito il significato, fino ad ora. La porta si apre. E io vedo la stessa bambina,la pelle bianca e candida,i grandi occhi marroni,le labbra rosa e carnose,i capelli lunghissimi e neri corvini,Natalie si stropiccia gli occhi con fare assonnato e quando mi riconosce,la vedo  appoggiarsi alla porta.

<< Ecco la Rockettara di Tomo..>>

Mi piaceva chiamarla così quando eravamo piccoli,non avevo molti amici,così lei si fece piacere il rock a forza,in modo da farmi sempre compagnia nei pomeriggi in cui restavo nel mio letto ad ascoltare la musica. La vedo aprire la bocca e richiuderla,prende un respiro e inizia a parlare. Proprio come quando era piccola,reprime la sua indole spontanea, per mostrarsi forte e sempre pronta ad avere l’ultima parola.

<< Non sono più tanto piccola. >>  
E’ la perfezione. Apre del tutto la porta,facendomi segno di entrare e così faccio.

Cinque minuti dopo,siamo seduti al tavolo della piccola cucina,con due tazze di caffè in mano. Non ci siamo ancora rivolti la parola,ma lei mi guarda come se aspettasse il momento giusto per parlare, per prendere le redini della situazione,come sempre.

<< Perché sei qui?  So che hai un tour in corso,o sbaglio?>>

Le sorrido; finalmente si è tradita da sola,sapeva che ero in tour,si informa sugli spostamenti del gruppo, e una certa luce nei suoi occhi,mi dice che forse ci sperava in questa visita,ma una di quelle speranze che sappiamo, sono destinate a morire  senza soddisfazioni.

<< Abbiamo avuto un problema. Shannon ha tirato di coca e l’abbiamo portata in clinica, ho incontrato un tuo medico..Juliette credo si chiami,Juliette Baker,ecco sì,mi ha detto alcune cose e ho capito che..che eri ancora qui,volevo salutarti. >>
<>

La vedo abbassarsi le maniche del pigiama ad orsetti fin quando riesce, si copre i polsi, in ritardo però,sono riuscito a vedere le cicatrici appena ha aperto la porta. Era sola, affrontava i suoi demoni ed era sola,in quella dannata clinica del cazzo.

<< Mi dispiace Nat, ti ho lasciata da sola,ma solo perché pensavo che sarebbe stato meglio per te,solo perché pensavo che senza di me fra i piedi ti saresti ripresa più in fretta, pensavo che sarei tornato ma..>>
<<..ma in mesi di vacanza dai tour non avevi tempo per arrivare fino a Londra,giusto? >>
<< Non è come pensi,non mi sono montato la testa scordandomi della mia famiglia. >>

Torno a vedere la Natalie che ho abbandonato,che è incazzata col mondo e vorrebbe vedere mio padre  e mia madre,morti in una fossa. Stò per dirle che devo andare, quando si alza sbattendo le mani sul tavolo di legno.

<< Quale famiglia? Ah intendi me? Perché sono abbastanza sicura di aver letto da qualche parte che sei andato a trovare quell'uomo in prigione.>>

Le vedo gli occhi lucidi, l’ho vista piangere molte volte ma sempre e solo quando parlavamo di questo argomento. Si gira di spalle a me,poggiando le mani su un mobile messo accanto al forno,contenente varie spezie.

<< Intendi papà? >>
<< NON E’ MIO PADRE! >>
Urla tanto da farmi saltare sulla sedia,mi alzo anche io andandole vicino. La sento prendermi a  pugni sul petto,ma con la forza di un moscerino,tanto che la costringo in un abbraccio mentre mi urla addosso.

<< Mi hai  lasciata da sola,mi ha lasciata da sola! Ho provato ad uccidermi mentre tu strimpellavi quella maledetta chitarra in giro per il mondo,è per colpa di quella cosa che sei andato via da me, quel gruppo ti ha strappato via da me! Resta qui Tomo..non te ne andare più io..>>

Mi coglie di sorpresa, Natalie così bisognosa d’affetto e della mia presenza, Natalie che urla, Natalie che piange, che strepita. Natalie che non lascerò più a costo di gettare via la mia chitarra.

<< Vieni con me.>>
<>
<< Vieni con me Nat, adesso,ora, vieni con me,ti troveremo un lavoro all’interno della produzione,non dovrai più stare da sola,viaggerai con me,con gli altri, in giro per il mondo ,in giro per..>>

Natalie,ora più calma,si stacca dalla mia presa, scuotendo la testa,come se le avessi mandato in tilt il sistema, cerco di decifrare i suoi sguardi,di capire se è felice,o triste,o arrabbiata, o non so cosa. Avanza fino alla porta e la apre, per poi guardarmi.

<< Addio fratellino. >>
La mia famiglia ora, sono i Mars, è tutto finito, casa Milicevic, è rasa al suolo. Le sorrido, e dopo un fraterno bacio sulla fronte,dico addio alla mia sorellina. Saluto la mia vecchia famiglia per tornare dalla nuova.

POV JARED
Partiamo fra esattamente quattro ore,ormai sono le cinque e il bus è pronto, non ci sono stati molti fotografi, e i pochi che ho visto erano sconosciuti,perciò non addetti a giornali importanti,stò seduto sulle scalette del bus, a fumare una sigaretta. In genere non fumo, un pacchetto di sigarette mi può durare anche due mesi,perché ne usufruisco solo quando sono sotto una grande quantità di stress. Di solito suonerei o canterei ,ma con i londinesi, non c’è da scherzare, perché rischiano di prenderti a lanciarti nel Tamigi. Ho controllato Shannon poco fa e dorme come un bambino. Ciò che è successo mi ha profondamente segnato, non mi sarei mai aspettato una cosa simile da lui, è risaputo che beve e fuma,ma ho sempre pensato che fosse una cosa che faceva solo in compagnia,in discoteca o alle feste, non credevo che lo facesse da solo per combattere qualcosa di così interno. La mia mente viaggia a vari episodi, vari momenti in cui  era palese che qualcosa non andava,ma ovviamente me ne rendo conto solo adesso,da bravo fratello coglione, l’ho capito troppo tardi. Faccio un ultimo  tiro e butto la sigaretta,mi alzo con l’intenzione di tornare nel bus,ma vedo arrivare una macchina.Una Lamborgini, decappottabile, bianca,una macchina fatta palesemente per i fighetti londinesi,tipo gli individui che fanno quel programma su Mtv. Ma la persona che scende è tutt'altro che una di quelle. Vedo Juliette salutarmi con la mano e poi scendere. Indossa una tuta e una felpa molto larga, appare molto diversa fuori dalla clinica,molto più alla mano,di quelle ragazze alle quali pensi di poter dire tutto.

<< Ciao Doc!>>  La vedo andare dietro LA macchina e prendere la sua valigia,poi la chiude col telecomando e avanza verso di me sorridendo.
<< Ciao Jared,come stai? Tomo dorme?>>
<< Ohh,Tomo ha fatto colpo eh? No , dopo la tua scenata si è sentito in colpa ed è andato dalla sorella,ma ha fatto in tempo a raccontarmi la loro storia, capisco perché te la sei presa tanto. >>

 Faccio uno scatto accanto a lei per prenderle la valigia e portarla dentro il bus. Riscendo poco dopo,trovandola al mio posto,sugli scalini. Faccio un lungo salto,sopra di lei finendole davanti, per strada. Ride e mi contagia, ha dei bellissimi occhi azzurri e un viso molto infantile.

<< Non era mia intenzione farlo sentire in colpa credimi,Natalie era una mia paziente,io le voglio bene, voglio solo il meglio per lei e capisco che Tomo abbia pensato che il meglio era starle lontano,ma sarebbe dovuto tornare, o almeno avrebbe potuto chiamare>>

La guardo e dalle sue parole percepisco una passione molto forte per il suo lavoro,mi somiglia molto,forse è per questo che non mi faccio problemi a parlarle tranquillamente, anche se non è mia abitudine farmi problemi,ma lei sa mettere a suo agio le persone e inizio a pensare che potrebbe veramente aiutare Shannon con i suoi problemi,benché sia una Echelon. Intravedo la triad dalle pieghe del cappuccio e sorrido, quando accorgendosi del mio sguardo mirato alla collana, la infila sotto la felpa.

<< Non mi dà fastidio che tu sia una Echelon, credimi, forse ti aiuterà a fare meglio il tuo lavoro.>>
<< Io svolgo alla perfezione il mio lavoro a prescindere dall’identità del paziente!>>
<< Non volevo dire questo..sei permalosa? Tu e Shannon state per riempire le nostre giornate di liti funeste! >>
<< E perché? Io sono qui solo per aiutarvi,una volta finito questo viaggio tornerò qui a Londra. >>

Le sorrido immaginando il suo primo vero  incontro con Shan, sicuramente vorrò essere presente. Shannon odia le persone che si prendono cura di lui,odia la pressione, se non quella che gli mette addosso il palco,non gli è mai piaciuto essere considerato proprietà di qualcuno, e nel suo essere abbastanza maturo da fare certe cose, è così immaturo da non rendersi conto che fa quelle cose perché controllato da me e Tomo, è un eterno bambino e questa consapevolezza me lo fa sempre guardare come se fosse più piccolo di me, cosa che penso succederà anche con Juliette che ha quasi 15 anni meno di lui.

<< Capirai,quando lo conoscerai veramente,capirai tutto tranquilla e poi..>>

Mi interrompo alla vista di Tomo,in lontananza, non ha una faccia molto felice e sia io che Juliette ci guardiamo e gli andiamo incontro,quanto basta perché sotto un lampione si notino le lacrime sul suo viso. Lo abbraccio per la seconda volta in una giornata dandogli qualche pacca sulla schiena.

<< Và tutto bene Tom, siamo tutti qui,andiamo da Shan e partiamo ora,che ne dici? Lasciamoci Londra alle spalle,proverai a parlarci ancora quando torneremo qui per accompagnare Juliette.>>

<< Non mi vuole vedere Jay, e io non voglio essere di troppo nella sua vita.>>
Si asciuga le lacrime e si stampa un finto sorriso sul volto, tanto che mi fa pensare di andare da sua sorella e obbligarla a dirgli che gli vuole benE, ma sapendo che non servirebbe a molto ,mi limito ad appoggiargli un braccio intorno alle spalle e a fare cenno a Juliette di venire con noi fino in clinica.


POV SHANNON
Non ho idea di dove siano i ragazzi, a malapena so dove sono io. Sono sveglio già da un po’ ormai,intento a  ricostruire i pezzi del puzzle, bagno,coca,Jared,Tomo,clinica,Londra,Mike, Juliette. Juliette Baker ,quel nome mi è rimasto impresso nella mente. Una Echelon dottoressa,una Echelon che fa a botte,ma che è gentile ed educata, che non ha tatuaggi,piercing o capelli colorati,una Echelon che non urla quando vede il suo gruppo preferito,praticamente una Echelon da sposare, se non fosse che prima di essere una Echelon è una cazzo di Londinese  timida e riservata,almeno così sembra. Guardo il soffitto,bianco, bianco come quella coca,come quella polvere. Non so perché  mi piaccia tanto,non so se sia la sensazione della coca mentre sale su grattandoti l’interno della narice o il fatto che ne basti poca per volare,so però, che mi stà corrodendo da dentro e io devo riuscire a tornare drogato solo di batteria.Ora però sento un desiderio irrefrenabile di droga,tanto che inizio a sudare sempre di più,sento i muscoli irrigidirsi e durante la mia opera di auto convincimento basata sul “ Non ne ho bisogno” ,il mio corpo diventa bollente. Sento dei passi lenti,la voce di Jay e di Tom, non voglio assolutamente che mi vedano così,ma non posso,non ci riesco, è più forte di me. La gola mi si chiude e sento il vomito salirmi alla fino  alla bocca.Mi alzo seduto e sento la testa pesantissima, le mie drumstick di materializzano all’altezza delle tempie e iniziano a suonare forte,a un ritmo per niente orecchiabile.La maniglia si abbassa,la mia dignità inizia a fare le valigie,e... è Juliette.
Appena mia guarda, è come se capisse tutto, dice agli altri di restare fuori e mi si avvicina ,dopo aver preso un catino da terra. Si siede al lato del letto,vicina alle mie gambe, mentre io mi chino per vomitare, senza forze, passa una mano sulla mia schiena e quel tocco è già abbastanza pieno d’affetto da farmi tranquillizzare.

<< Tranquillo,và tutto bene,gli altri sono fuori alla macchinetta,non ti sentono, ci sono solo io qui..con te,calmati . >>

<< Una ragazza..non dovrebbe assistere a un simile spettacolo>>
Mi tiro su e mi ri-appoggio al cuscino completamente madido di sudore mentre lei và in bagno a svuotare il catino e torna con uno straccio bagnato che mi posa sulla fronte bollente prima di coprirmi di nuovo.

<< Una ragazza no,ma un medico sì. Gli altri vogliono partire,posso anche dirgli che non te la senti ma so che saresti contrario,quindi che ne dici di un po’ di caffè? E poi andiamo nel bus?>>

La guardo,mentre si siede di nuovo sul letto,con un fianco che mi sfiora appena la coscia,i capelli castani le ricadono fino al letto per quanto sono lunghi e sento benissimo un dolce odore di cocco,ogni volta che scuote la testa. Tira fuori un termos dalla borsa, e penso di avere gli occhi a cuoricino fra l’odore di cocco e quello di caffè, mi sorride,evidentemente perché senza accorgermene ho fatto una faccia da totale ebete. Non sono così di solito, non do confidenza alle echelon e non faccio affidamento sulle persone,se stò male mi metto da solo due dita in gola e mi butto da solo sotto la doccia fredda,ma sento che a lei potrei affidare anche la mia vita senza pensarci due volte.

<< Amo il caffè. >>

 Sembro un dodicenne,sembro veramente un adolescente pieno di brufoli e con l’apparecchio che si trova davanti la capo-cheerleder con le tette più grandi mai viste. Ma lei non ha le tette grandi e io non sono un adolescente, sono un adulto,sono molto più grande di lei e quella ,era una semplice affermazione,mi piace il caffè e lo sanno tutti, dirlo non fa di me un’idiota.

<>

Prendo il bicchiere di caffè, diventando più serio. Ora è veramente diventata inaccessibile, non posso farmi una Echelon  così,solo per farglielo scrivere su un sito del cazzo la mattina dopo, è terreno proibito adesso,ma posso almeno parlarci.Mentre lei và in bagno,io mi alzo. Poggio lo straccio umido sul comodino e mi infilo i boxer che trovo sul divanetto.Il potere del caffè è sicuramente ineguagliabile,meglio di ogni altra droga. Mi infilo anche i pantaloni di pelle e gli scarponi,completamente vestito ma mi manca la maglia. La cerco a fatica, reggendomi sempre a qualcosa,finché non ricordo di averla lasciata in bagno,così,lentamente avanzo fino alla porta che apro, convinto di trovare Juliette che si aggiusta il trucco o cose simili. E invece, stà facendo pipi, urla e io scoppio a ridere chiudendo la porta.

<< Scusa! Cercavo la mia maglia! >>
<< In America non si bussa?! >>
<< Ti ho chiesto scusa! >>

Sento lo scarico,il rubinetto dell’acqua aperto e poi vedo la porta aprirsi. Juliette mi tira la maglia addosso.Prende la sua borsa dal letto  e mi fulmina con lo sguardo. Per qualche motivo strano,non riesco a prenderla sul serio,mi sembra così piccola da non poter contenere un sentimento come la rabbia,perciò do per scontato che  non si sia arrabbiata anche se tentava  di esserlo. Ha visto Shannon Leto a petto nudo e fa ancora la preziosa? Questa ragazza non avrà vita facile nel Mars Bus. Mi infilo anche la maglia ed esco. Jared e Tomo ,mi sorridono come se nulla fosse e Juliette neanche mi guarda. Stiamo per dirci qualcosa tutti e due quanto si mette in mezzo Jay.

<< Non iniziate, per favore, abbiamo una meta,ricordate?>>
 Ci zittisce clamorosamente, Juliette parte in quarta per l’uscita e io resto dietro con Jay e Tom.

<< Come stai? >> 
Tom premurosamente  mi dà una pacca sulla spalla,come se fosse pronto a sollevarmi dai miei dolori,ma tanto quanto prima in camera con Juliette ero pronto ad aprirmi come un libro,ora mi sento una cassaforte blindata.

<< Stò bene, scusate ragazzi..veramente >>
<< Non farmi prendere mai più uno spavento del genere. >>

Jay mi parla e mi sorride per la prima volta da quando sono arrivato in clinica e questo mi solleva non poco. Immagino di essere al suo posto, in questo momento e non è una bella cosa. Se trovassi Jared mezzo morto per colpa della droga, lo picchierei fino a fargli uscire il sangue  dalle orecchie,ma lui con me è sempre paziente e difficilmente mi rimprovera qualcosa, a meno che io non la combini grossa.  Come sempre,penso che sarebbe dovuto essere lui il fratello maggiore. Quando arriviamo vicini al bus,Juliette è già entrata e mi sembra quasi di sentirla urlare.

<< Che cavolo fai qui? Ma sei impazzita? >> E’ decisamente Juliette.
<< Lui ha detto posso venire, me l’ha detto Tom,ok? Ci sei tu cosa può succedermi? >>

La seconda voce femminile fa sussultare Tom che subito corre dentro il bus,seguito lentamente da me e Jared. Quando entriamo,oltre noi tre e Juliette,c’è anche un’altra ragazza,è carina,ma sembra Tom con le tette.

<< Tu devi essere Natalie. >>

Jared avanza per stringerle la mano mentre Juliette resta rossa in viso, e subito si mette a sbraitare contro Tom.  Ancora una volta non riesco a non ridere,e a sentirmi più leggero,solo perché quella voce stridula mi fa venire in mente una bambina che rivuole il suo lecca lecca indietro.

<< Tu le hai detto di venire? E tu smettila di ridere! >>
<< E’ mia sorella! Certo che le ho detto di venire. >>
<< Tua sorella? Perché a me nessuno dice mai nulla? >>

Jared cerca di calmare tutti mettendosi fra Juliette e Natalie ma rivolto verso me e Tomo.

<< Natalie è la sorella di Tom,vive qui a Londra, era una paziente di Juliette e visto che Tom non la vede mai l’ha invitata a stare con noi fino alla  fine del tour, ho detto bene?>>
<< Si. >>

Juliette,Natalie e Tomo rispondono in coro. Faccio spallucce non essendo particolarmente interessato ai dettagli della storia ora come ora. Juliette sbuffa andando nella parte del bus dove ci sono i letti e io la seguo, dopo aver stretto la mano a Natalie.

<< Sei sempre così nervosa? >>
<< Puoi smetterla? >>
<< D’accordo! >>

Sospiro, sedendomi sul mio letto,le mie drumstick sono sotto il cuscino così come il mio telefono,lo afferro e noto una sola chiamata persa,da mia madre, metto il silenzioso e mi stendo,guardando la rete del letto sopra il mio.Letti a castello,neanche avessimo dodici anni.Juliette si sporge dalla sala letti e poi mi guarda sorpresa.

<< Che c’è?>>
<< Ci sono solo quattro letti. >>
<< Perspicace dottoressa,che occhio. Si,ci sono tre letti,il mio, quello di Jay ,quello di Tom e quello di Nick,l’autista, che ogni tanto la notte si ferma per dormire un po’>>
<< E io? >>
<< Tu cosa? >>
<< Dove dormo? >>
<< Oh bhe, hai l’imbarazzo della scelta,tre  bei musicisti tutti per te,oppure c’è un divano dilà. >>

La vedo sollevata e sorrido capendo che non è disposta a dormire con uno di noi,la vedo molto simile a Jay eppure non ce la vedo a infilarsi nel suo letto di notte, sinceramente, a prima vista ci vedo più un tipo come Natalie. Ancora una volta,il mio vortice di pensieri viene interrotto dalle drumstick che si materializzano di nuovo sulle mie tempie.Mi porto le mani sul viso coprendolo e non passa molto prima che i passi di Natalie si facciano sentire sempre di meno, si siede accanto a me con una valigetta fra le gambe,ma giurerei di vedere due Juliette. La sua voce arriva in modo confuso alle mie orecchie, la vedo estrarre qualcosa dalla valigetta e poi sento qualcosa di simile a un ago infilarsi nell'incavo del mio gomito.

<< E’ metadone..và tutto bene..>>

Capisco solo questo. Intravedo un filo collegato a una specie di sacca contenente del liquido trasparente,poi più nulla. E’ tutto buio.

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Questo capitolo non ha grandi avvenimenti al suo interno, Natalie adesso è con il gruppo ma a parte questo non c’è niente che non fosse prevedibile già dal primo capitolo, volevo rilassare un po’ le cose per sistemare la situazione all’interno del bus, fino alla prossima idea speriamo buona, sul continuo . BYEEE <3

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Capitolo 3
*** A taxi for Julie. ***


POV JULIETTE
E’ sera ormai nel Mars Bus,sono stata con Shannon,finché non è finita la flebo,poi gliel’ho tolta mentre dormiva senza che gli altri se ne accorgessero e dieci minuti dopo stavano dormendo tutti. Sono le 22 ormai e nessuno accenna a svegliarsi,per cui mi metto sul divano a leggere alcune cartelle cliniche irrisolte,indosso dei calzini di spugna bianchi con dei cuori rossi e ho una canottiera bianca,lunga fino a metà coscia. Il motivo per cui ho scelto psicologia è principalmente questo,che stà più nel capirle le persone, così come è facile  confondere un disturbo compulsivo ossessivo e un disturbo compulsivo ossessivo di personalità,è difficile a volte arrivare a una diagnosi,per cui cerco sempre di dedicarmi con anima e corpo a ogni paziente allo stesso modo; e nonostante quello che ha detto Jared,per me anche Shannon è un paziente normale, sono una Echelon,per me loro sono importantissimi,ma non ho sudato  e lavorato per diventare una Echelon,l’ho fatto per diventare medico e questo per me è più importante di qualsiasi altra cosa.  
Mentre leggo, qualcuno afferra la cartella e me la porta via. Alzo il viso,abbastanza per riconoscere Shannon in piedi,molto più colorito di prima.
<< E’ la mia cartella? >>
<< No,non è la tua,ridammela! Dovresti essere a letto. >>
<<  Anche tu, dottoressa. >>
<< Non ho sonno. >>
<< Neanche io. >>
Mi provoca in una maniera che mi fa arrabbiare in maniera quasi comica,ma  è pericoloso e lo so,faccio parte del suo fun club, dio solo sa quante liaison e relazioni gli abbiamo affibbiato  per tutte le ragazze con cui è stato vista, non voglio aggiungermi al gregge. Mi alzo e riprendo la cartella ,chiudendola e poggiandola sul divano, dove và a sedersi lui e poco dopo,io, accanto a lui. Shannon è stravaccato comodamente mentre io mi abbraccio le ginocchia con la testa rivolta verso di lui. Per qualche istante non so cosa succede,ma non c’è il divano,non c’è il pullman,ne Nick che guida  a pochi metri da noi,o gli altri che dormono . Shannon mi guarda e fa un unico semplice gesto,: mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Sono sicura che il momento di disorientamento colpisce anche lui,perché quando si rende conto di ciò che ha fatto,ritrae subito la mano tossendo.
<< Come stai? >> 
Cerco inutilmente di rompere il ghiaccio,la situazione è alquanto imbarazzante e io mi maledico per  non aver fatto finta di dormire.
<<  Piuttosto bene,qualsiasi cosa mi hai dato,mi ha aiutato molto..grazie.  >>
<< E’ il mio lavoro. Ora però dovresti mangiare qualcosa,Shan,non hai una bella faccia. >>
<< Come mi hai chiamato? >>
<<  Io..scusa..mi è venuto spontaneo,Shannon è lungo e.. >>
<< No..no intendevo..che mi piace che mi chiami così.. >>
Mi fa sorridere e come è successo pochi istanti fa,quando si rende conto di cosa ha detto si irrigidisce di nuovo,ma cos’ho che non và? Non gli stò chiedendo di sposarmi,stiamo solo parlando!
<< Ma anche Shannon, insomma..chiamami come ti pare. >>
<<  D’accordo. >>
Vedendo la mia faccia un po’ imbronciata,lo vedo sforzarsi di stare a metà fra l’affettuoso e il menefreghista. Si alza  e si dirige al lato opposto del Bus dove c’è un piccolo minifrigo nero,con la triad disegnata sul davanti.
<< Dovresti mangiare qualcosa anche tu, sei uno stecchino,  non vorrei vederti volare via. >>
<< Stò bene così,grazie.  >>
Ancora sono un po’ imbronciata, sono venuta qui per lui infondo, senza chiedere nulla,solo perché  era un favore che facevo alla mia band del cuore, non si è neanche preoccupato di chiedermi scusa per il lavoro che mi stà facendo perdere, non si è fermato un attimo a chiedermi come stavo,non è il musicista che le fan pensano che sia, e sebbene sia tentata di prendere il mio telefono e dirlo a tutte,preferisco di gran lunga,andare a dormire con Natalie,per cercare di sbollentare questo fastidio inaspettato,nei confronti delle azioni di Shannon. Mi alzo,prendendo le mie cartelle e vado verso la stanza dei letti. Sento una presa attorno al polso e quando mi volto ho Shannon a pochi centimetri dalla faccia.
<<  Scusa. >>
Ha degli  occhi verdi bellissimi e sembra sinceramente dispiaciuto,ma si stà scusando per gli stessi motivi per i quali stò andando via? Possibile che stessimo pensando alla stessa cosa nello stesso momento?
<<  E di cosa? >>
<< Niente ,lascia stare. >>
<< Buonanotte Shan. >>
<< Buonanotte..Julie. >>
E questo mi basta per non avercela più con luI. Quando arrivo nella stanza dei letti, realizzo di avere ancora il cellulare sul divano,così torno indietro e una volta  arrivata, resto bloccata,c’è Shannon,seduto sul divano,con un libro chiuso sulle ginocchia,sopra al quale c’è della cocaina. Quando mi vede,sembra un cucciolo smarrito,ma non posso farsi nulla,avanzo velocemente proprio mentre lui si piega cercando di tirare su qualcosa,butto quel libro a terra e subito lui si butta sul pavimento cercando di recuperare qualcosa.
<< Shannon! Shannon basta! Smettila! >>
 Mi siedo per terra prendendogli le mani,bollenti dalla febbre,lui alza il viso,e  giurerei di aver visto una lacrima cadergli dalla guancia al collo.Poggia la fronte sulle nostre mani strette insieme.
<< Non ce la faccio Julie..non ci riesco.. >>
<< Okok,basta..sdraiati..si sdraiti a terra così..metti la testa sulle mie gambe. >>
Fa come gli dico,io poggio la schiena contro il divano,seduta  a terra e lui si sdraia con la testa sulle mie cosce  mentre io gli accarezzo i capelli.
<< Parliamo,un po’ ti và? Eh? >>
<<  Si..si..mi và..dimmi qualcosa di te.. >>
<< Di me? Bhe,mi chiamo Juliette Baker,ho 27 anni,sono una psicologa, e sono una echelon , vi ascolto da una vita e la mia canzone preferita è "Do or Die", sono single,in futuro vorrei avere tre figli maschi.Mio padre ha una grande società di azioni a New York anche se vive a Los Angeles e mia madre è morta quando avevo sette anni,l’anno scorso lui si è risposato  e ora ho un fratellino di 4 anni che si chiama Max. Vivo e lavoro a Londra,mi piacciono tanto le fragole e la coca cola,non mangio le verdure,e stop. La mia vita non è interessante come la tua. E tu che mi dici? >>
 Lo sento tremare, così con la mano che non uso per accarezzargli i capelli,ne stringo una sua, lui mi stringe  ancora più forte e io sorrido,cercando di tranquillizzarlo in tutti i modi,non posso dargli altro metadone,purtroppo in questa fase può solo andare peggio.
<< Io mi chiamo..Shannon Leto..ma tutti mi chiamano Shanimal,suono la batteria..ho 44 anni,vorrei una figlia e un figlio,i miei sono separati e io ho contatti solo con mia madre ,Jared e Tomo sono i miei migliori amici. Al momento sono sdraiato sulle gambe di una dottoressa molto carina come un povero coglione e..stop. >>
<< Non sei un povero coglione, è normale, e io sono qui per aiutarti,anche se non sembri capirlo. >>
<< Tu non vieni neanche pagata per questo, sei qui da fan,Julie, è per questo che non lo capisco. >>
<< Io sono una dottoressa, prima di avere una passione per voi,ho una laurea in medicina, faccio questo,sono questo, tu sei Shannon il Batterista,giusto? Io Juliette,la dottoressa, e metto questo prima di tutto, ecco perché sono qui e perché non me ne vado e oerché io non ti lascio solo. M dispiace essere così diretta ma non ci riesco, non posso vederti mentre ti fai rosolare ben bene neltuo dolore al retrogusto di coca,a me importa più della tua salute che di quanti pezzi riesci a fare sul palco,perché qui non c’è in ballo un contratto discografico,ma la tua vita, e se non te ne rendi conto,evidentemente la droga ha già fatto danni irreparabili,perché.. >>
 Continuerei a parlare ed insultarlo per ore,ma ho le labbra bloccate,ancora semi-aperte,ma con le SUE sopra,le labbra di Shannon Leto,sono sulle mie e io sento che potrei morire,la mia parte Echelon fa i salti di gioia in un mare di cuori,mentre quella razionale entra nella testa di Shannon e sa che stà solo cercando di arrivare al sesso.Lo spingo via,prima che da bacio a stampo diventi un bacio vero e proprio, e invece che la faccia stranita che mi aspettavo, trovo uno Shannon mortificato.
<< Io..scusa..Julie.. >>
<< Lascia stare..vado a dormire,riposati. >>
POV JARED
Non ho idea di che ore siano, fattò stà che vengo svegliato,si. Non mi sveglio,vengo proprio svegliato, ci metto dieci minuti a realizzare tutto quello che è successo durante la giornata,abbasso lo sguardo e nel letto sotto al mio vedo Shannon che è intento ad usare il suo telefono,nel letto di sotto, vicino, c’è Tomo e in quello sopra Natalie e Juliette. Sbuffo affacciandomi di sotto.
<< Shan, che succede? Perché Nick  impreca da venti minuti? >>
<< Hai seriamente un pigiama di Topolino addosso,Jay? >>
Mio fratello ride e io cerco di non degnarlo troppo di attenzioni, ho 42 anni ma sono pur sempre un’artista,ciò significa  che posso vestirmi anche di stracci e la gente dirà che sono bello e sinceramente non me ne frega molto delle ventenni che provano a fare carriera bocciando i look delle gente famosa,su internet. Vedendo che non rido,Shannon si alza  e io noto che è vestito e sembra stare meglio anche se ha delle occhiaie giallastre che fanno quasi paura.
<< Il bus,ha una ruota a terra,siamo in un paesino che si chiama Bradwell,quindi non essendo in mezzo al nulla,io vado a farmi un giro. >>
<< Shan..non penso sia una buona idea.Chiedi a Juliette di venire con te. >>
<< Io non vado da nessuna parte.  >>  
Sento una voce impastata sbucare fuori dalle braccia di Morfeo ,e non capendo cosa sia successo fra i due,lascio stare,sapendo che alla fine Shannon farà comunque quello che vuole.Vedo Natalie muoversi un po’ e poi alzare il viso guardandomi.
<< Ci vado io..con lui.. >>
<< NO. >>
E anche Tomo è sveglio,fantastico,sospiro scendendo dal letto e andando all’ingresso,dove Juliette e Shannon stanno litigando per chi deve uscire per primo. A quanto pare ora anche lei ha voglia di uscire.
<< Buona serata! >>
 POV SHANNON
Ho passato tre ore in giro per questa cittadina,trovando solo qualche pub,aperto,quando ne trovo uno decente e anche con qualche spogliarellista,mi siedo per bere qualcosa e infilo delle banconote nel perizoma di una delle ragazze, il tutto,senza saperlo,sotto lo sguardo attento di Julie.Senza dire nulla,ha preso e si è velocemente volatilizzata, e da quel momento la cerco invano. Vado alla mia ultima spiaggia,un Irish Pub. Entro e la vista non mi piace, c’è Julie,in piedi sul bancone,con solo la canottiera che aveva prima,urla canta e sembra addirittura divertirsi. Ha in mano un bicchiere e ciò mi stupisce molto,anche se allo stesso tempo,mi diverte. Mi avvicino al bancone e faccio un cenno al barista che è tutto preso a guardarle il sedere.
<< Scusa..quanto ha bevuto?  >>
<< Ho perso il conto figliolo, ma ha bevuto parecchio, si sa divertire la ragazza! >>
<<  Eh già.. >>
<< Oh!Oh!Oh! Guardate chi c’è là! E’ un mio amico,si chiama Shannon,dite ciaaaaao Shannon! >>
Julie urla e ride senza sosta e io cerco in tutti i modi di non farmi riconoscere da nessuno,arrivo proprio sotto il bancone circondato da uomini e la prendo come un sacco di patate,con la sua pancia appoggiata alla mia schiena.
<<  Noo,dove andiamo?  Ciaao ragazzi!  >>
<<  Torniamo nel bus,ragazzina, ma non avevi qualcosa da metterti addosso? >>
<<  Mi sembra che la ragazza a cui hai dato i soldi era molto meno vestita di me ma non ti dispiaceva. >>
La metto giù, una volta fuori dal locale, guardandola quasi esterrefatto,inizia lentamente a piovere  e lei ha solo quella stupida canottiera, non ho idea di dove siano finite le sue scarpe e sinceramente neanche lo voglio sapere,dato il posto in cui era.
<< Non farlo Julie,non farti illusioni per un semplice bacio,era solo un bacio,a stampo poi! Lì do anche a mia madre. >>
<< Sai Shan..non mi sono fatta illusioni neanche per un secondo,quello che ha tirato fuori il bacio..adesso sei stato tu..e solo per ribadire che non contava nulla,come se io non lo sapessi già.. >>
<< Perché ti comporti così,Julie? >>
<<  Così come?! >>
<<  Come se fossi qualcuno di importante per me! Sei il mio medico,mi hai aiutato,e ti ringrazio molto per questo,veramente,ma alla fine della fiera tu tornerai a casa pronta pronta per scrivere tutto sul tuo diario e a me non interessa  quanto questo possa eccitarti perché la tua presenza a me non cambia nulla,quindi evita anche di sprecare l’inchiostro o la fatica di scrivere su quello stupido fan club,perché io non sono il tuo migliore amico,non sono nessuno per te e deve continuare ad essere così..ora torniamo al bus. >>
La guardo e mi accorgo che stà piangendo,lo capisco più dal fatto che tira su con il naso dato che la pioggia cade sempre più velocemente e io non riesco a distinguergli le lacrime che le scendono dal viso. Mi guarda  e và via,si incammina da sola verso il bus. Stò dietro di lei,sempre dietro,non mi avvicino ne quando barcolla ne quando la sento piangere un po’ più forte,entra nel bus quando arriviamo e và subito a rifare la valigia.
<< Ehi..che è successo? >>
Jared mi guarda stranito,e poi guarda Juliette che in camera stà facendo la valigia. Lo vedo passare dallo sgomento alla rabbia mista a tristezza.
<<  Shan che hai fatto? Julie! Dove vuoi andare a quest’ora? Sei tutta bagnata e..perchè sei scalza? >>
Stò per rispondere che non ho fatto nulla,assolutamente nulla e nonostante io sappia che non è vero stò per dirlo comunque,ma Julie mi precede.
<< Chiamo un taxi e torno a Londra! >>
<< Ma che cazzo dici? E il tour? Andiamo  
Appena parlo mi fulmina con lo sguardo, Jared sospira esasperato e si siede sul divano.Natalie aiuta Julie a fare la valigia e Tomo dorme insieme a Nick,nonostante le urla.
Julie arriva arrabbiata nell’ingresso del bus,dove c’è il divano,si china per abbracciare Jared e poi abbraccia Natalie.
<<  Sarà qui a momenti,salutate Tomo e Nick da parte mia, è stato bellissimo…incontrarvi. >>
<< Julie,non andare,che senso ha? >>
<< Devo andare a scrivere sul mio diario,Shan.Addio. >>

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Quando ho fatto il POV JARED, volevo approfondire la sua conoscenza con Natalie,ma ero troppo presa da Shan e Julie,sorry. Purtroppo Julie è andata,bye bye :c Ma il tour deve continuare,- show must go on- alla prossima ragazzi <3

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Capitolo 4
*** Living a lie. ***


POV JARED
E’ mattina,ormai, e in viaggio già da un giorno, stiamo finalmente per arrivare a Glasgow.Sono preoccupato per Shannon però;  non tanto per Juliette che a malapena conosceva,ma perché senza lei che gli stà dietro,non so come riusciremo a finire questa tappa e tornare a casa senza intoppi. La parentesi Bradwell,è da eliminare,Juliette ha preso e se ne è andata,anche se dalle poche parole che ho strappato a mio fratello,direi che ha fatto più che bene ad andarsene, però, stranamente,mi manca, forse perché in appena due giorni è riuscita a portare quella tranquillità di cui avevamo bisogno e che per tanto abbiamo cercato, fallendo. Provo a chiamarla per l’ennesima volta,ma non risponde, posso capirla: Shannon ha un talento innato nel deludere le persone e lei è stata vittima dei suoi stupidi giochetti, il che non mi creerebbe tanti problemi,se non fosse che lei non ci ha seguito per piacere personale ma per lavoro,prima di tutto; perciò non riesco a non considerare fortemente immaturo il comportamento di mio fratello. Attacco e getto il telefono sul divano . Shannon e Natalie dormono  e Tomo stà facendo una doccia.

<<  Non ti risponderà mai. >>

Mi volto di scatto,c’è Natalie sulla soglia della porta che separa l’ingresso del bus dalla stanza con i letti. Si stropiccia gli occhi assonnati, con la mano chiuso a pugno,i capelli neri sono tutti in disordine,e le labbra colorate da un rossetto ormai un po’ sbiadito.  La squadro bene,dalle Vans nere,ai pantaloncini di jeans alla felpa grigia di Tomo,le gambe secche e non molto lunghe,il viso rotondo ma comunque scarno. E’ bella,anche così.

<< E tu che ne sai? >>
<<  Conosco Natalie,lei non ti risponderà ,quando se la prende per qualcosa,difficilmente le passa dalla notte al giorno,non è che serba rancore, è una ragazza un po’ strana. >>
<< Ho notato. >>

Mi sorride e si siede a terra,al lato opposto del bus con la schiena appoggiata alla parete, tira fuori dalla tasca centrale della felpa un pacchetto di Marlboro Rosso e ne estrae una direttamente con la bocca,poi prende l’accendino dalla tasca e appena ha acceso la sigaretta,poggia tutto per terra. Afferra un bicchiere di vetro da sopra il tavolino che c’è accanto al minifrigo per usarlo come posacenere e inizia a fumare tranquillamente.

<<  Non è consigliato fumare alla tua età,sai?  >>
<< E da quando è consigliato fumare a specifiche età? >>

Sorrido guardandola, e lei distoglie lo sguardo da me, on so se è protezione personale da un cantante qualunque o che so io.ma Natalie mi sembra più piccola di Juliette,dai modi di fare e da come parla,nonostante ciò,si vedono i segni di quello che ha passato e che mi ha raccontato Tom.

<< Non lo è,ma fumare a vent’anni non è come fumare a sessanta, a sessanta ti stai solo iniziando a  concedere gli ultimi vizi della tua vita, a vent’anni la vita te la dimezzi col fumo. >>
<< Non ho vent’anni ma 23 e comunque sia..ho smesso di aspettare l’ultimo minuto per fare tutto,preferisco godermi al massimo la metà di una vita,che ammuffire per  una intera. >>

Meglio ardere in una fiammata che bruciare lentamente. Questa frase mi è stata detta tantissime volte da mia madre,ma forse mi serviva qualcuno come Natalie per capirne a pieno il significato. Il fatto che abbia 23 anni,mi fa fare qualche calcolo,arrivando a capire che ciò che ha subito,lo ha subito quando era molto piccola.

<<  Che ti ha detto Tomo?  >>
<<  Che vuol dire?  >>
<<  Mi guardi come se fossi un piccolo cane bastonato,ti ha fatto un riassunto delle nostre vite o ti ha raccontato solo gli episodi più eloquenti? A lui piace martirizzarmi.  >>
<< Mi ha detto…alcune cose. Tomo ti vuole bene. >>
<<  Lo so.  >>

Le sorrido, quella risposta  è ciò che mi serviva,sapere che la famiglia di Tomo non è tutta da buttare via,rende felice me perché penso a quanto renderà felice ,la ragazzina immatura che credevo di aver visto sul bus,solo due giorni fa,adesso mi sembra,una donna inconsolabile e questa consapevolezza mi mette addosso un miscuglio di paura oltre che di tristezza. Mi alzo avviandomi verso la stanza dei letti,quando mi sento chiamare e girandomi vedo Natalie,che continua a fumare ma che ora mi guarda.

<< Jared.. >>
<< Dimmi.  >>
<<  Sarebbe meglio..che tu non ti affezionassi a me.  >>
<<  Ricevuto, capo.  >>

Le sorrido,con uno dei sorrisi più finti della storia,non è che io avessi in programma di innamorarmi o di sposarmela, ha vent’anni meno di me,il massimo che potrei fare è regalarle un pettine per le sue Barbie. Ma il fatto che lei fosse così sicura che io mi affezionerò a lei,il fatto anche che l’ha detto con una certa malinconia, come se affezionarsi a lei fosse un ergastolo di tristezza, mi ha messo addosso un senso di impotenza, come se ora guardandola,avessi la consapevolezza che da oggi vedrò sempre e solo le sue cose belle e mai quelle brutte,condannato a farmi piacere Natalie Milicevic. Ma una volta finita questa tappa,lei se ne dovrà tornare a casa, nessuno vuole distrazioni e Tom può andare a trovarla quando gli pare. Sparisco nella stanza dei letti,dove mi getto su uno di essi tentando per l’ennesima volta di chiamare Juliette,ma prima  ancora di fare il numero,è lei che chiama me.

<< Jared? >>
<<  Juliette ! Come stai? Sei a Londra? >>
<< No..io..non sono  a Londra,sono da mio padre,perché mi hai chiamata? >>
<< Io..volevo sapere se avevi intenzione di tornare,Doc, ci servi qui..servi a Shan e..  >>
<<  Mi dispiace Jay..ho provato ad aiutare Shannon,ma lui vuole essere lasciato ai suoi demoni. E poi a lui non servo io,lo conosco da due giorni, non abbiamo nessuna amicizia millenaria,può benissimo chiamare un altro psicologo.  >>
<< Che vuol dire che la vostra non è un’amicizia millenaria? Neanche la nostra,ma mi manchi. >>
<< Oh Jay,non sai che sogno è, essere considerata un’amica da te,ma non posso tornare scusa, non posso fingere che... >>

Sento un movimento strano,nel letto ,sotto al mio,poi un balzo in piedi di Shannon che mi strappa il telefono dalle mani. Lo fulmino,scendendo anche io dal letto ma senza riprendere il telefono.

<< JULIE. >>

 Basta quello per sentire tanti "bip" ,Julie attacca e Shannon resta in un misto di rabbia e delusione. Butta il telefono sul letto e mi guarda con aria interrogativa, io sospiro, scuotendo la testa esasperato dal suo comportamento.

<< Che ti ha detto?  >>
<<  Che è dai suoi,che la vostra non è un’amicizia millenaria e quindi non dobbiamo sentire troppo la sua mancanza e tu puoi chiamare un altro psicologo in qualsiasi momento.  >>


<<  Anche tu la conosci da due giorni ma a te ha risposto! >>
<<  Vuoi dire che anche tu l’hai chiamata?  >>
<<  Due volte e basta,volevo sapere se era veramente tornata a casa.  >>
<< E dove pensavi che fosse? Non sembrava per niente felice al telefono,e questa è colpa tua Shan. Ma forse..è meglio così,se fosse rimasta ci avremmo fatto tutti più amicizia e sarebbe stato difficile dirle addio una volta tornati a Londra.  >>
<<  Suo padre vive a Los Angeles, devo trovare l'indirizzo  >>
<< Non pensarci.  >>
<< Jay ,la conosciamo da due giorni,è vero. Non sappiamo niente di lei,è vero. Ma mi ha aiutato,ok? Tanto,anche se non l’ho trattata sempre bene, non voglio scoparci,voglio solo che lei resti all’interno della produzione come..medico del gruppo!>>
<< Chiamo Mike e gli chiedo  l'indirizzo del padre di Julie.  >>
<< N Ha una casa a Los Angeles,ma fa avanti indietro dalla East e la West Coast per lavoro,mentre la moglie gira il mondo e il figlio stà con la tata di turno a casa. Potrebbe non essere nella casa di Los Angeles.Ma è molto più facile trovarla lì che a New York,lei odia quella città. >>

Io e Shannon ci giriamo nello stesso momento,e vediamo Natalie entrare,guardare suo fratello dormire e poi venire da noi. Prende il mio telefono e scrive un indirizzo nelle note. Una strada di Los Angeles che conosco,un quartiere alto, da gente piena di soldi che non fa niente dalla mattina alla sera.

<<  Quindi si và a Los Angeles?  >>
Sgrano gli occhi a quella domanda di Natalie. Shannon trattiene una risata dandomi una pacca sul braccio e io continuo a guardarla senza parole. Mentre la donna malinconica di poco  fa è sparita per lasciare spazio ad una ancora adolescente sognatrice .

<<  Tu vieni con noi?  >>
Mi sorride e si avvicina in modo molto provocatorio,stampandomi un bacio sulla guancia. Irruenta  e sfrontata,  stereotipo di adolescente che in genere odierei,ma lei mi fa sorridere,mi fa ridere soprattutto.

<< Certo che sì. >>
<< Fantastico .  >>
Uso un tono molto finto entusiasmato,mentre Natalie ,sale la scaletta mettendosi sul mio letto .Sarà un viaggio ,veramente lungo.

POV SHANNON
Dopo il concerto di Glasgow,alcuni giornalisti mi chiedono a cosa è dovuto il ritardo della tappa,rispondiamo tutti in coro con un “ No comment”, è stato più facile del previsto, la scaletta è rimasta quella già decisa mesi e mesi fa,ma abbiamo fatto pause più lunghe fra una canzone e un’altra,quindi è andato tutto abbastanza bene. Abbiamo finito verso mezzanotte, e subito dopo autografi e foto siamo andati sul Mars Bus che ci ha portato all’aeroporto, per qualche strana ragione, ho sperato per tutta la durata del concerto di vedere Julie,urlare e saltare fra la folla di Echelon che presenziava alla serata. Ma non c’era, e benché sapessi bene che le possiblità di vederla erano pari a 0, sono rimasto deluso. Non so cos’ha quella ragazzina che mi attira tanto,non so se è il solito cliché della fan che non casca subito ai tuoi piedi e ti intriga o è la luce nei suoi occhi quando sorride, non so se è la voce calma e tranquilla,o la pazzia che a volte la rapisce portandola a fare cose come quella che ha fatto a Bradwell,non so cosa ci sia in lei  che mi piace,ma  c’è qualcosa e benché con tutto me stesso io sappia di doverle stare lontano per non causarle guai, voglio almeno vederla un’ultima volta, ringraziarla per ogni minimo gesto e poi sparire dalla sua vita. Il tour è finito,e una volta tornati a Los Angeles,staremo per un po’ nelle nostre case. Poi  fra un po’ di tempo,inizieremo a lavorare su un nuovo album. “Love,Lust,Faith and Dreams “ è andato benissimo,le vendite  sono state molto alte così come i guadagni,ma a 44 anni ti fai delle domande.Sei un musicista,acclamato e celebre, eppure ancora solo, con tante fan e ancora solo,con tanto successo e ancora solo,dei compagni di band meravigliosi,certo,ma l’essere solo pesa, e non ci pensavo fino a tre giorni fa. Ma Juliette è entrata a passo lento nella mia vita,come i primi colpi sulla mia batteria, accennati, appena appena appoggiati,per paura di fare suoni tanto brutti da scoraggiarmi e abbandonare la musica. Lei è entrata  senza  permesso,è entrata facendo ciò che doveva ma facendolo in un modo che ha azionato il processo di scioglimento del mio cuore. E ora voglio vederla,ancora una sola volta.

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Capitolo 5
*** Sex and Tears. ***


POV SHANNON
 
Arriviamo a LA in non troppo tempo,partiamo alle 03:00 e arriviamo alle 14:00, il nostro jet parte senza ritardi e durante il viaggio si riposano tutti,anche Natalie che ha passato il concerto dietro le quinte a esplorare il nostro mondo e a conoscere  i nostri "folletti magici" ,come li chiama Jared, i tecnici del  suono,delle luci e del palco,i truccatori,i costumisti e via dicendo.Quando atterriamo ognuno ha la sua macchina lì,Jay mi invita a cena da lui,ma passo volentieri un pasto a base di verdure; Natalie invece accetta e Tomo decide di andare a casa sua,probabilmente da quella Vicky di cui parla sempre,ma chiede a Jay di portare Natalie a casa sua una volta cenato.
Ed eccomi qui,in macchina,solo,ho detto agli altri che andavo a un evento a Santa Monica,invece la prima cosa che ho fatto una volta salito in macchina è stata digitare l’indirizzo di Juliette sul navigatore. Scopro casa sua non molto lontana dalla mia. Parcheggio e scendo. Fuori vedo solo la sua macchina,così sono più tranquillo,sapendo di non dover conoscere suo padre. E’ una villa molto grande,davanti c’è un giardino con due fontane ai lati e le piante tagliate a forma di statue greche,tutta la proprietà è costeggiata da un’alta ringhiera di ferro che culmina in un cancello davanti al quale mi trovo io ,lo apro senza problemi e cammino avanti,il viale al centro è pieno di sassi e porta a tre scalini di marmo che portano a loro volta a un grande terrazzo,occupato quasi interamente da una grande piscina rotonda,ai lati ci sono delle sedie da sdraio bianche e due ombrelloni, superando la piscina ci sono altri tre scalini di marmo che mi portano proprio davanti alla villa. Ha quattro colonne a destra e a sinistra e al centro c’è il portone,sopra il quale si estende per altezza una gigantesca vetrata,dalla quale intravedo delle scale a chiocciola,che si estendono per almeno tre piani. Anche la porta di casa è aperta,entro. Il dentro tradisce il fuori,: nonostante la casa sia arredata in maniera molto elegante, c’è un forte odore di rancido e alcool,ma soprattutto un forte odore di bruciato,all’entrata ci sono delle scale subito a destra e tre corridoi,imbocco quello dritto dal quale sento provenire un rumore,simile a quello prodotto da una televisione accesa ,avanzo ancora e appena arrivo in un grandissimo salone la vedo. Ci sono tre divani bianchi,in pelle,il muro opposto a me è fatto interamente di vetro e si vede benissimo il mare, al centro dei tre divani c’è un tappeto rosso con sopra un tavolino di vetro pieno di lattine di birra,scatole della pizza piene,pacchetti di patatine ,bottiglie di vino e di vodka. Davanti al divano centrale c’è il camino e sopra di esso una televisione al plasma attaccata al muro.Julie è seduta  sul divano centrale con i piedi sul tavolino,ha una bottiglia di Gin mezza vuota accanto a lei.Indossa solo una larga maglia grigia,ha i capelli diversi da come li ricordo,giurerei che non sanno di cocco perché sembrano sporchi e sono di un mosso che non mi piace,mi avvicino ancora quasi esterrefatto. E’ magrissima,è troppo magra.
<<  Julie.. >>
Si gira appena un po’,abbastanza perche io possa vederle il viso struccato e stanco e le occhiaie viola. Mi sorride,senza staccarmi gli occhi di dosso.
<< Guarda chi c’è..Shannon Leto. >>
<< Julie,che è successo qui?  >>
<<  Oh tranquillo,non mi sono ridotta così per te, no.. si dà il caso che..la compagna di mio padre sia morta..già,ma neanche mi stava simpatica sai,non è questo il problema,no..il problema è che..mio padre  mi ha chiamato mille volte mentre ero con voi e mi ha scritto un messaggio chiedendomi di..si..di venire e stare con mio fratello..pensava che avessi letto e è andato dalla sua mogliettina che era ancora in coma e..Max era qui..era da solo..si è fatta un toast,o una pizza surgelata..non ho ancora capito..e..tutta la cucina ha preso fuoco..ora è in ospedale anche lui..mio padre è passato da una stanza  a un’altra..è vivo ma..ha respirato.. troppo fumo e..io dovevo essere qui..dovevo essere proprio..proprio qui..su questo divano..avrei dovuto chiamarlo io..quando era pronta la cena e.. non c’ero.. e lui ha rischiato di...di morire...mio padre..ha detto che sono stata io..che l'ho quasi ucciso.. >>
Mi viene un nodo incredibile alla gola.Mi avvicino ancora a lei,finche non le sono davanti.Mi inginocchio davanti al divano prendendole le mani. Lei mi guarda con le lacrime agli occhi,e appena incontra il mio sguardo ,poggia la testa nell'incavo del mio collo.
<< Va tutto bene Julie.. tuo padre era solo sconvolto...non è colpa tua,non pensarlo neanche,d’accordo?Tu non potevi saperlo,tuo padre avrebbe dovuto aspettare che tu rispondessi, o avrebbe potuto portare Max con lui. Non hai colpe Julie,tu non lo sapevi,e Max stà benissimo. Julie che senso ha ridursi così ora? Devi mangiare qualcosa, devi tornare a lavoro..tu non puoi fare così.. >>
<< Non ci torno nel Mars Bus,Shan. >>
<< E allora non tornarci,non ci torno neanche io se vuoi,ma Julie, vieni con me, non ti stò facendo nessuna proposta indecente,starai con noi,lavorerai come medico del team. >>
<< Vattene Shan,ti prego. >>
Si rimette seduta com’era prima.Sospiro scuotendo la testa alzandomi, mi chino poi di poco e la prendo in braccio.La tengo per sotto la schiena e sotto le ginocchia e mi sembra di tenere una piuma.
<< Puoi non voler tornare nel Mars Bus ma io non ti ci lascio qui da sola. >>
Si appoggia a me,stanca e io inizio a girare per la casa in cerca di un bagno,appena ne trovo uno al piano terra,la faccio sedere sul bordo di una grande vasca . Lei stà con la testa bassa e i lunghi capelli castani chiari che le ricadono sulle ginocchia nude. Tengo una mano dietro la sua schiena e con l’altra apro  l’acqua calda,poi inizio a spogliarla. Le tolgo la maglia,poi il reggiseno e gli slip,il tutto con lei che stà in un silenzio religioso,interrotto ogni tanto da dei piccoli singhiozzi. La faccio sedere dentro la vasca. Mi inginocchio poi a terra,in posizione eretta, la bagno e poi le insapono i capelli,con uno shampoo al cocco,che ha lo stesso odore dei suoi capelli la prima volta che l’ho vista.
<< E’ colpa mia..Shan..è..è colpa mia.. >>
Poggia la testa sul mio petto e le bacio la fronte ,delicatamente,senza forzare nulla fra noi due.Non c’è malizia,non la guardo come guarderei una spogliarellista. Julie è bellissima,ma non la sfiorerei neanche con un dito.
<< Io..ti ho bagnato la felpa..>>
<< Stai tranquilla, tanto è di Jay.. >>
 Sorride e fa sorridere anche me,le sciacquo i capelli mentre lei si abbraccia le ginocchia. Poi inizia a riprendersi un po’, verso del bagnoschiuma su una spugna che lei mi prende dalle mani per insaponarsi.
<< E’ questa la Julie che voglio vedere.. >>
Appena ha finito,la bagno ancora e poi spengo l’acqua, si friziona da sola i capelli e quando si alza la avvolgo subito in un asciugamano,prima di riprenderla in braccio,esco dal bagno grazie anche alle sue indicazioni,al secondo piano trovo la sua camera.  Uno muro rosso e uno bianco,uno rosso e uno bianco. Nei muri rossi sono appesi tanti vinili,mentre nei bianchi  delle foto e un poster con la triad,qui c’è la Juliette adolescente che sognava il suo gruppo preferito. La faccio scendere e và a sedersi sul letto.
<< Ok allora,immagino  che tieni la biancheria nei cassetti del comodino..ecco si,eccola..e le magliette..ok non mi metto  a cercare nella cabina armadio,prendi la felpa di Jay..>>
Tolgo la felpa restando a maniche corte. Mi inginocchio davanti a lei,le infilo prima un piede e poi un altro negli slip e li tiro su lentamente facendola alzare alla fine,sempre però reggendola,le tolgo l’asciugamano,i capelli le coprono il seno,ma lei non sembra farci caso. Le infilo la felpa di Jay,non trovando un reggiseno, e poi mi siedo dietro  di lei,così da averla in mezzo alle mie gambe e inizio a pettinarle i capelli. Non penso di aver mai visto una persona ridotta così male, forse neanche mia madre nelle serate peggiori del suo periodo da alcolista. Vorrei fare miei i suoi dolori,vorrei portarla dove non dovrà mai più soffrire,ma questo includerebbe uscire dalla sua vita.Non posso stare con lei, finirei solo per ferirla. Sento la sua voce uscire dal buio.
<< Perché fai questo per me? Neanche mi conosci. >>
<< Io so quello che mi basta su di te Julie, e non ti lascio in preda a un dolore che non ti appartiene,tu non hai colpe,perciò non voglio vederti mentre ti butti via. >>
<< Allora chiudi gli occhi. >>
<< Smettila ,Juliette. Basta,tu verrai con me, non mi importa se mi odi o ti faccio schifo o pensi che sono solo un cocainomane disperato che hai dovuto raccogliere dal pavimento. Tu hai raccolto me,io raccolgo te. >>
<< Quindi lo fai perché ti senti in dovere? >>
<< Lo faccio perché in due giorni, mi hai trasmesso più di tante persone in anni. E non posso Julie, non posso permetterti di sprecare la tua vita. >>
Sono pronto a sentirla ribattere,  testarda fino alla fine. E già mi concentro per  trovare una risposta che la faccia smettere di sparare stronzate,ma lei non ribatte.
<< Grazie..Shan. >>
 
Sorrido e finisco di pettinarle i capelli,mi alzo,deciso a farle mangiare qualcosa ma appena sono in piedi,lei si sdraia sul letto e si raggomitola su se stessa. Mi chino vicino al suo viso,sospirando e accarezzandole la guancia con un dito.
<< Julie no, devi mangiare qualcosa e poi ti lascerò dormire te lo prometto. >>
<< Ma sono così stanca . >>
<< Lo sò,mangia solo qualcosa,ok? Vado e torno . >>
Scendo di sotto e prendo subito il telefono, chiamo Jared a cui spiego tutto quanto e che mi dice come fare un piatto di pasta. Attacco,prendo una pentola, ci metto dentro dell’acqua e poi la metto  sul fuoco,ci butto un po’ di sale grosso dentro e aspetto. Mano a mano che l’acqua si riscalda e il tempo passa,io cerco di pulire un po’ il salone, quando l’acqua bolle butto la pasta e dopo un po’, la scolo,proprio quando suona il campanello. Mi brucio e impreco subito,lascio lo scolapasta con dentro la pasta sul piano cucina e vado ad aprire. Mi sento un uomo di casa perfetto, quando ci sono momenti simili. Quando ceniamo tutti insieme,o quando vado da mia madre,la mai vita da musicista girovago mi sembra senza senso,e sento la mancanza di una casa, anche se poi mi basta salire il primo scalino del Mars Bus,per cambiare idea. C’è Jay,per fortuna.
<< Come stà? >>
<< E’ di sopra,sicuramente dorme, finisci di fare la pasta,io a malapena sono riuscito a cuocerla. >
Jay condisce la pasta con un sugo già pronto che ha portato da casa, ne facciamo tre piatti e andiamo insieme di sopra. La stanza di Juliete è buia, così appena entro accendo solo una lampada che però dà una grande luce calda e accogliente.
<< Julie? C’è Jay. >>
<< Jay? >>
<< Ciao Doc. >>
Jared si avvicina a lei,baciandole la fronte e stringendola. Poi si ferma seduto sul letto vicino a lei,mentre io mi siedo su una poltrona accanto al letto.
<< Ha la febbre,Shan. >>
<< Lo so,shh. >>
Parliamo in sussurri, anche se credo che Julie non ci presterebbe attenzione neanche se urlassimo.
<< Non ho fame.. >>
Jay e io ci guardiamo, Jay prende un piatto dal quale prende poi una forchettata di pasta.
<< Ma proprio non vuoi essere imboccata dal grande Jared Leto? Guarda che mi offendo, questa pasta l’ho cucinata io mica il primo Mister Ciambella che ho incontrato per strada. >>
Julie prende quel boccone, e poi altre tre forchettate da sola, dopodiché posa il piatto sotto uno sguardo triste di Jay, un triste infantile però, di un bambino che si aspettava il cioccolato e invece gli danno le caramelle. Gli faccio cenno di iniziare il discorso e lui subito si mette più dritto,per guardare Julie in faccia.
<< Julie senti.. ora che non sei al massimo delle tue forze,non pensi che sarebbe meglio stare con qualcuno che possa farti sentire un po’ meglio? Intendo.. perché non vieni un po’ da noi? Io e Sha abbiamo due appartamenti divisi,ma abbiamo anche una casa sul mare,pensavamo di stare li a partire da domani. Puoi tornare qui quando vuoi e andare a trovare tuo fratello in ospedale. Non ci piace molto,l’idea di lasciarti qui. >>
<< D’accordo. >>
Sgrano gli occhi, fintamente offeso. Ha detto no a me non so quante volte e dice sì a Jared al primo colpo,ma questa me la paga,assolutamente sì. Jared ride soddisfatto e si alza di colpo.
<< Allora io vado , il mio lavoro è finito,ti aspetto a casa Julie,ciao Shanny. >>
<< Ti ammazzo Jay. >>
Odio quel soprannome. Fulmino mio fratello con lo sguardo finché non si dissolve nel nulla,sento la porta sbattere e mi appoggio meglio allo schienale della sedia,cercando di dormire un po’.
<< Shan.. >>
<< Dimmi. >>
<< Se chiudo gli occhi,tornerò ad avere gli incubi. >>
< Ci sono qui io Julie, è tutto apposto. >>
<< Dormi con me. >>
<< Non posso, ragazzina,sei già bollente, se mi metto  vicino a te,domattina starai peggio. >>
Vedendola delusa,mi alzo e avvicino di più la poltrona al letto,Julie beve l’acqua e l’antibiotico che c’è sul comodino e poi si rimette stesa ,le stringo la mano,tenendola sempre nella mia,e la vedo più tranquillamente, iniziare ad addormentarsi.
<< Non andartene. >>
<< Non vado da nessuna parte,ragazzina. >>
POV NATALIE
Una volta  a casa di Jared, abbiamo cenato vegetariano,come piace a lui,lentamente inizio a pensare che questa città potrebbe  tornare a piacermi,ma non per lui.Per il sole,il surf,il mare  e le spiagge. Tutto và bene ora nella mia vita, c’è finalmente una situazione ideale di calma che cercavo da anni. E ora non mi farò scombinare tutto per un cantante  carino, ho altri progetti,ho altri piani,e  non includono Jared, se non in minima parte. Dopo che Shan lo chiama,corre via, stà da lui massimo quindici minuti e torna, si mette in salone a guardare Grey’s Anatomy e io vado a farmi una doccia,decisa ormai a restare qui per la notte. Una volta finito,scendo di sotto,solo con  gli slip e il reggiseno e vado a sedermi vicino a lui,con i lunghi capelli neri bagnati e una busta di caramelle gommose in mano.
 << Lexie muore. >>
<< Oh, Grazie Natalie,volevo proprio vedere la sorellina del mio bassista in intimo e sapere il finale della mia serie preferita.>>
<< Mamma mia, sei nervoso? Non sono una sorellina, tecnicamente, diciamo che sono la vostra Mascotte. >>
<< Ah si? E che animale saresti? >>
<< Che animale vuoi che io sia? >>
<< Ci stai provando con me?! >>
<< Forse. >>
Sorrido maliziosamente; non voglio una storia con Jared,ma sapere di essere riuscita ad avere almeno una notte con lui mi renderebbe davvero felice. Lui ride e  mi tira la bottiglia coca cola chiusa ,alzando il volume.
<< Non farò sesso con te. >>
<< Allora è vero che sei gay. >>
<< Chi dice che sono gay? >>
<< Tutti, più o meno. >>
<<  Non farò sesso con te perché neanche ti conosco, non perché  sono gay. >>
<< Provalo.  Andiamo, chi è che non vuole un amica di serie tv e film pronta all’uso quando vuole? >>
<< Non sei mica una bambola gonfiabile,ma qual è il tuo problema? >>
<< Che la tua vita è noiosa! Cerco di portarci un po’ di brio, Leto.  >>
<< Natalie, l’unica cosa che stai portando nella mia vita, sono gli spoiler. >>
<< Allora sicuro? >>
Mi avvicino a lui, arrivando a  sfiorargli il naso con il mio e la punta delle labbra con le mie.Lui serra gli occhi e quando li riapre brillano  come il sole.
<< Una volta sola. >>
<< Una sola. >>
<< E è solo sesso. >>
<< Solo – sesso >>
L’ho convinto,l’ho convinto,l’ho convinto.
Jared  si butta sdraiato all’indietro ed io sopra di lui,mentre armeggia con il mio reggiseno,io gli slaccio i jeans, mi tiro un po’ su per lasciargli buttare  via il reggiseno ,poi lui striscia un po’ più all’indietro così che io riesca a sfilargli boxer e jeans, intanto si toglie la maglietta,e  abbassa i miei slip con le mani,finché una volta arrivati alle ginocchia,li porta fino a giù con i piedi. Mi bacia dalla tempia,alla guancia,al collo,al seno,sento le sue mani  tracciare  le linee delle mie costole.Mi metto a cavalcioni su di lui e sento le sue dita,accarezzarmi dappertutto, il seno,la pancia,il basso ventre, fino a scendere sempre più giù,giù giù. Gli blocco la mano e scuoto la testa. Non abbiamo sedici anni e se si devono fare i preliminari vanno fatti bene. Mi prende per i polsi e inverte le posizioni. Apro le gambe e lui scende con il viso,fino a quando non lo vedo più.Quando inarco la schiena sentendo brividi da per tutto,lui fa uno slancio che porta direttamente la sua erezione dentro di me,lo sento spingere e gemere insieme a me.Fino alla fine, ancora e ancora e ancora.Mentre   spinge mi guarda e mi sorride.
<< Facciamo..che è la penultima ..volta. >>

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Capitolo 6
*** The wrong side. ***


POV NATALIE
Ho chiamato mio padre 15 volte, ha risposto solo alla quindicesima chiamata Mi ha detto che per un po’ non vuole vedermi e non vuole che io mi avvicini a Max, che non è arrabbiato,ma ha bisogno di passare del tempo con se stesso e con Max senza di me. Gli dico che lo capisco,anche se non è vero,non capisco come potrebbe essergli di conforto stare da solo,dopo la morte della sua ragazza o come potrebbe aiutarlo restare nottate intere accanto a Max che ormai è sveglio e stà bene.
Io e il mio fratellino facciamo qualche chiamata Skype,ma durano sempre poco,lui mi ripete ogni volta che non è colpa mia e io gli dico che mi manca.
Ormai sono passati 4 giorni. Stò molto meglio rispetto a prima,ho ripreso un po’ di peso,non ho più la febbre e Jared e Shannon non mi fanno mancare nulla.
Sento sempre Jared andare a letto tardi e svegliarsi presto,insieme a una donna che però non ho mai visto di persona. Non penso sia una prostituta, perché Jared non mi sembra proprio il tipo, però li sento sempre darci dentro senza molto contegno, perciò l’enigma sull’identità di questa ragazza rimane un enigma del quale voglio venire a capo. Shannon invece potrebbe dormire per giorni, và a letto presto e si sveglia per l’ora di pranzo. Penso che il tour l’abbia davvero sfinito,perché anche quando fermo Jared che vuole svegliarlo decidendo di farlo dormire anche fino alle 16:00,lui fatica ad alzarsi. La sua dipendenza và molto meglio,almeno così credo, anche se lo vedo stancarsi in fretta quando fa qualcosa e non ha quasi mai appetito. Ieri sera Jay ha fatto una torta al caffè buonissima,a posta per lui, ma Shan ha a malapena bevuto un bicchiere d’acqua che è andato subito a letto alle 21:30.

Ormai è il tramonto, Jay è in spiaggia con Natalie e Vicky,la ragazza che frequenta Tomo, così io decido di andare in camera di Shan che dopo essersi svegliato a mezzogiorno, è andato di nuovo a letto alle 15:00 e ancora dorme ora che sono le 18:00,salgo la scalinata di destra che si estende opposta a quella sinistra davanti all’ingresso,mi porta ad un pianerottolo che poi si dirama in due corridoi,sui quali si trovano tutte le stanza da letto,nove in tutto.Vado in quella di Shan,l’ultima,in fondo,proprio davanti alla mia.E’ immersa nel buio,così mi avvicino lentamente al letto e accendo una lucina che lo fa subito lamentare.

<< Ehy..Shan..sono le sei, vieni un po’ in spiaggia,ci sono anche Natalie e Vicky.  >>
<< No Julie, scusa, vai pure..non mi và. >>

Lo guardo in faccia per la prima volta da quando mi ha portata via da casa mia e noto che è veramente, veramente, troppo dimagrito,ricordo di avergli visto una faccia del genere solo una volta,in clinica.Mi alzo di scatto accendendo la luce grande. Shannon rimane accecato e affonda con la testa sul cuscino.

<< Ma sei impazzita? >>
<< Dov’è? Dove la nascondi? >>
<< Ma cosa?! >>
<< La coca,Shannon! >>
<< Non so di che parli. >>
<< Allora mi metto a cercare. >>
<< No.. >>

Shannon si alza,ma barcolla e finisce di nuovo seduto sul letto,sento chiamare il mio nome e poi il suo. E’ Jay.  Vorrei non doverlo coinvolgere,ma quando Shannon si piega su se stesso come travolto dal dolore,capisco che non posso fare come ho fatto in clinica quando ci siamo conosciuti e nascondere la sua sofferenza a tutti.

<< Jay! Sali,per favore? >>

Sento Jared camminare per le scale,finché non lo vedo apparire sulla soglia della porta. Guardo Shannon,poi me e poi sospira.

<< Fate a turno? Oppure è una gara? Chi si autodistrugge prima. >>
<< Smettila. Tienilo fermo,devo cercare la sua roba. >>
<< Che roba? >>
<< Non ascoltarla..dice solo..cazzate.. >>

Shannon tenta di rialzarsi ma Jared lo tiene seduto,fermo. Probabilmente,senza di lui,dondolerebbe un po’ prima di cadere in avanti,con la faccia  a terra, ora sono veramente sicura che abbia ricominciato.

<< Ehy…Jay..è..è un succhiotto quello? >>
<< Stà zitto,idiota! Io..non posso  credere che dopo lo spavento dell’altra volta tu abbia rifatto una cosa simile. >>
<< Non..è come pensi Jay..e poi..non la troverete mai..la..la mia scorta.. >>

 Mi giro verso di loro,mentre sono intenta a  cercare in mezzo ai suoi vestiti,buttati tutti in malo modo sul divano. Stò per minacciarlo,non so neanche io in che modo,quando Jared gli assesta un destro in faccia,facendolo cadere quasi all’indietro. Ma il fratello minore,lo afferra per il bavero della maglia,strattonandolo avanti e indietro.

<< Shannon,dimmi dove tieni quella merda,o giuro su Dio che non mi vedrai mai più. >>
<< E’.. sotto il materasso..del letto..ti prego ..non farmi male. >>

Jared lo prende in spalla mentre io faccio uno scatto,accanto al letto. Alzo il materasso e vedo almeno 20 bustine in tutto,la maggior parte sono piene,ma ce ne sono anche almeno dieci vuote, tutte consumate in questi giorni,suppongo. Shannon ormai praticamente incosciente,è poggiato con il busto sulla schiena di Jay, che nel frattempo mi guarda con gli occhi pieni di delusione.

<< Non voglio dirti cosa fare,Jay,tu sei suo fratello ma.. >>
<< Non si riprenderà mai.. se resta qui con noi,vero? Devo..devo mandarlo in una di quelle ..di quelle cliniche,di quei centri. >>
<< Posso portarti nel migliore che conosco Jay,è proprio sul mare,i pazienti  vengono trattati benissimo, e puoi andare a trovarlo quando vuoi. >>
<< Manderò un messaggio a Tomo,ma,andiamoci ora,ti prego. >>

Annuisco e prendo le chiavi della mia macchina. Usciamo dall’entrata principale,Jay stende Shannon sui sedili di dietro e si metto davanti, dopo aver messo anche una borsa con alcune sue cose dentro il portabagagli, entra e io metto in moto. Il viaggio è silenzioso, Shannon dorme lamenta dosi e inizia a svegliarsi proprio quando arriviamo,visibilmente all’inizio di una crisi d’astinenza. Jay scende,aiutando anche Shannon a stare in piedi,mentre io prendo la borsa.

<< Jay..dove..dove siamo? >>
<< Siamo in un posto,Shan..ti piacerà,vedrai.. >>

Jared tiene un braccio di Shan intorno alle sue spalle per reggerlo,anche se lui inizia a riprendersi.Legge la scritta della clinica di recupero e si guarda  subito indietro,ma le porte sono serrate. Jay lo fa sedere davanti a una scrivania,poco più in la dell’ingresso,una donna sulla cinquantina gli dà un modulo e guarda Julie.

<< Scusa Margaret, avrei dovuto avvertire prima. >>
<< Tranquilla zucchero. Allora signor Leto, questo è il modulo da compilare per entrare nel programma di recupero della clinica.Ora dovrebbe compilarlo e poi dovrebbe darmi il suo telefono e... la sua droga se ne ha con se. >>
<< Si fotta. Si fotta lei, e la clinica e il modulo. >>

Jared ed io,sospiriamo esasperati,poi Jared prende un grande respiro e si avvicina alla scrivania, da che era dietro alla sedia di Shannon.

<< Lui.. ecco noi.. >>
<< Non si preoccupi,è normale,può firmarlo lei se è un parente. >>
<< Bene. >>

Jared prende una penna e inizia a compilare tutti i campi richiesti nel modulo,mentre Shannon inizia a piangere facendomi una pena incredibile.

<< Jay..Jared…non farmi questo..smetterò..te lo giuro..portami a casa..Julie diglielo anche tu.. avanti.. >>
<< Stà zitto Shannon. >>

Jared lo zittisce e Shannon si alza ,intendo ad andare via.  Due uomini della sicurezza,molto alti e muscolosi,lo prendono per le braccia.Uno di loro estrae una siringa di quello che penso essere calmante per iniettarglielo nel braccio.

<< Tu..tu e quella troia..non vi voglio..più vedere..siete solo dei bugiardi..non vi voglio più vedere ..siete dei.. >>

Shannon  inizia a sbattere le palpebre lentamente e poi cade addormentato,fra le braccia di uno di quegli uomini. Do la borsa a un’infermiera mentre Jay passa,con le lacrime agli occhi,il modulo firmato a  Margaret. Non ha degnato Shannon di un solo sguardo. Margaret capisce la situazione e ci sorride in modo materno.

<< All’inizio è sempre così,poi starà bene,potete venire quando volete, anche domani.Ma il suo telefono lo abbiamo noi e non gli sarà permesso usare il computer. >>
<< E.. nel caso venissero dei giornalisti? >>
<< Avranno solo il silenzio da parte della clinica. >>
<< Grazie .Veramente. >>
<< Grazie a lei. Arrivederci,ciao Julie. >>

Faccio un cenno con la mano a Margaret,mentre Jared và subito in macchina. Ci sono dei giornalisti fuori dal cancello della clinica,ma li supero abilmente senza permettergli di rubare scatti o altro.Jared piange per tutto il viaggio, e io taccio sapendo che non servirebbe a nulla parlarci. Quando poi parcheggio davanti casa e ci troviamo una folla di giornalisti davanti, Jay sospira asciugandosi le lacrime e guarda tutti attraverso i vetri scuri,mentre il cancello automatico si apre e gli uomini della sicurezza,probabilmente chiamati da Tom tentano di non fare entrare nessun ospite indesiderato. Appena entriamo in casa,Jared và in camera sua e io spiego tutti agli altri,che sebbene non fatichino a crederci,ci restano molto,molto male.

POV JARED
Appena torniamo a casa, mi fiondo  subito in camera, sono passato dalla tristezza,alla rabbia,sono incazzato nero,avrei voglia di spaccare tutto anche se non posso. Inizio a camminare avanti e indietro. Mio fratello,quell’idiota,ho dovuto rinchiuderlo contro la sua volontà,ho dovuto picchiarlo per farlo parlare, e dirmi dove nascondeva la droga. E ora mi toccherà anche dire tutto a mia madre. Che situazione di merda.

Sbuffo,continuando a fare avanti e indietro. Poi qualcuno bussa. La porta si apre.
Natalie.

<< Grazie a Dio.. sei qui..Natalie..non è molto signorile,ma..ho davvero bisogno di scopare. >>
<< Jay io..ero venuta a vedere come stavi.. >>
<< Stò benissimo,gli altri dove sono?>>

 La tiro per un polso dentro la camera e poi chiudo a chiave,la scruto bene.Indossa solo il pezzo di sopra del costume e degli shorts di jeans. Nonostante la giornata passata a prendere il sole è ancora bianca come il latte,i capelli corvini sono umidi e sciolti e le ricadono magnificamente sulle spalle.

<< A cena da mio fratello,io ho detto che sarei rimasta con te. Sicuro di voler..? >>
<< Non ti và? >>
<< Certo che mi và ! >>
<< Bene..allora, stà zitta e fammi fare. >>

Finalmente,finalmente. Si siede sul letto e poi si sdraia,supina. No,stavolta, faremo a modo mio.Mi metto in piedi davanti al letto e mi tolgo la t-shirt. Lei si alza di poco,reggendosi sui gomiti,con uno sguardo perplesso e curioso.

<< Fammi fare. Tranquilla.  >>

Annuisce, in modo molto provocatorio senza proferire parola.
La faccio tirare su,in piedi davanti a me, di spalle,velocemente le slaccio,il pezzo di sopra del costume e lo lancio via,la faccio girare di nuovo.
Inizio a baciarle le labbra,la guancia, scendo fino al collo,la clavicola sporgente,arrivo al seno,con le labbra su un capezzolo,glielo mordo e glielo lecco,lei alza la testa,ridendo e mette le mani sui miei capelli,scendo ancora,le bacio la pancia,il basso ventre.

 Armeggio con il bottone e la cerniera degli shorts che le sfilo. Li porto fino a terra, ne esce alzando prima un piede e poi l’altro. Di scatto mi alzo,prendendola  in braccio,tenendola dalle natiche morbide. La faccio sdraiare sul letto  a pancia in su.  Io resto in piedi per togliermi, jeans e boxer,una volta nudo,le vado sopra,finché non ho il mio membro proprio sopra alla sua faccia.
Natalie mi  guarda stranita,ma poi senza dire nulla,inizia a leccare e poi a succhiare,a ritmo crescente,io inarco la schiena mettendoglielo ancora di più in bocca,la sento lamentarsi un po’,ma sono così vicino a venire che non me ne preoccupo troppo. Succhia ancora e non ce la faccio più,scoppio,venendole in bocca. Natalie,striscia all’indietro,così da far appoggiare  il mio sesso,al tessuto del pezzo di sotto del suo bikini.
Sorrido,facendo un “ ntntnt” con la lingua sul palato.

<< Da quando ti ho messo al comando?  >>
<< Allora dimmi cosa vuoi. >>

Ride,si lecca i denti e mi guarda con sfida negli occhi.Io la accolgo ben volentieri,la spingo ancora più lontana.Poi viaggio con le dita fino al suo interno coscia,le slaccio il pezzo di sotto del bikini che ricade sul lenzuolo del letto. Mi mordo il labbro, felice della visione che mi si para davanti. E’ completamente nuda,con i capelli all’indietro che le lasciano quindi,scoperti,i seni. Si tira su per baciarmi,ma io mi ritraggo.
La giro per i fianchi,in modo che mi stia di spalle. Poi le abbasso la testa con una mano,così da metterla a gattoni. Avanzo sulle ginocchia,le si agita un po’ probabilmente non è abituata a cose del genere.

<< Jay.. >>
<< Rilassati.. non farà molto male... >>

Smette di agitarsi anche se resta nervosa. Sorrido,poggio lentamente le mani sulle sue natiche. Poi le porto avanti e sotto,fino a stringerle i senni,alza la testa,gemendo,ora lo vuole anche lei.
Torno indietro con le mani,l’afferro per i fianchi e glielo sbatto dentro. All’inizio fa un gemito di dolore,ma che non ci mette molto a diventare di piacere,ci muoviamo allo stesso ritmo,ci piace allo stesso modo,e andando avanti, avanti, e avanti, veniamo nello stesso momento.  Ho il corpo madido di sudore,esco da lei sdraiandomi stremato,Natalie fa lo stesso e dopo pochi istanti,passati ad ansimare,ride.

<< Mi piace  farlo,quando sei incazzato. >>
<< Davvero?Non ti ho fatto male? >>
<< No, anzi. >>

Mi giro su di un fianco guardandola,negli occhi. Seppure in modi non proprio tradizionali,mi fa scordare tutto ciò che mi preoccupa.  Guardo quel suoi viso da bimba e vedendoci un po’ di Tom mi sento molto in colpa.

<< Io..promettimi che sarò sempre e solo sesso,niente sentimenti,Nat. >>
<< Prometto,prometto. >>
 
Angolino autrice:
SHANNON: Il nostro Shanimal stà per fare un incontro inaspettato,che cambierà la sua permanenza forzata in clinica. Ho fatto il ritorno alla droga,perché l’essere entrato in clinica cambierà la sua storia.
JULIETTE: La mia Julie <3 Si è ripresa,ma non starei tanto tranquilla per il suo futuro. Julie è il mio personaggio preferito,nella mia mente figura come Barbara Palvin,la adoro,mi piace come viene fuori,ma è un po’ una bella addormentata e ne pagherà le conseguenze.
JARED\NATALIE: Io mi diverto proprio tanto a fare loro due,HAHAHA,penso sempre a quando Tomop li scoprirà.Lei nella mia testa è Adelaide Kane *Q* Ce la vedo troppo a fare le cose zozze con JayJay v.v Quindi continueranno così per un po’ credo. Non vorrei essermi spinta troppo oltre,stò ancora pensando di mettere il raiting rosso,ma bho.  e_e
Spero che il capitolo sia piaciuto,ringrazio tutti quelli che mi stanno leggendo. Blume,che mi recensisce e i lettori silenziosi <3 Alla prossima!

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Capitolo 7
*** The other woman. ***


POV SHANNON
Sono qui solo da un giorno,ma mi sembra un’eternità. Quando mi sono svegliato,ero sdraiato in un letto,nella stanza ce ne sono due ma l’altro era vuoto. Mi sono svegliato direttamente stamattina, con ricordi poco chiari di ieri, se non che una volta andati via Juliette e Jared,qualcuno,mi ha tolto tutti i miei vestiti, il mio telefono,le mie sigarette,ogni cosa,e mi hanno messo in camera una borsa con vari vestiti, portata da Julie.Poi mi sono addormentato. Quando mi sono svegliato stamattina,un’infermiera mi ha accompagnato al piano di sotto, e poi fuori, a fare colazione sul prato  , con altri pazienti.
Mi ha detto che dopo pranzo dovrò parlare con uno psicologo,e poi ci sarà terapia di gruppo, ho chiesto  quanto dovrò restare qui ma senza ottenere risposte.
Prima del pranzo,ho ancora un paio d’ore, così mi metto a gironzolare per il giardino, dove l’erba incontra la sabbia,poiché  la parte posteriore della clinica,appoggia su una parte di spiaggia.
Calcio qualche sasso,quando sento una voce dietro di me.
<< Non ti conviene scappare. >>
Alzo lo sguardo sul’alta ringhiera che  costeggia tutta la proprietà,davanti a me e poi  mi giro. Una ragazza magra,con dei lunghi capelli castani e ondulati,gli occhi marroni. Addosso ha dei jeans neri e una felpa larga, blu. Ai piedi delle converse nere.  La guardo bene e poi sospiro come se volessi ignorarla,come se la sua presenza mi desse fastidio. Mi rigiro e le resto di spalle.
<< Non voglio scappare.  >>
<< Sicuro? >>
La sento avanzare, e pochi minuti dopo è in piedi accanto a me, a fissare la ringhiera. Allunga la mano,con un grande sorriso sul volto.
<< Sono Emily,piacere. >>
Neanche la guardo. Tengo ancora gli occhiali da sole addosso. Si rimette la mano in tasca e inizia a fissarmi in modo molto fastidioso.
<< Shannon. >>
<< Bel nome. Allora,Shannon, perché sei finito qui? >>
<< Perché mangio troppe caramelle, e tu? >>
Stavolta mi giro guardandola anche in faccia,dopo essermi tolto gli occhiali,faccio trapelare palesemente l’indifferenza verso di lei e verso quello che dice,ma lei non sembra farci caso.
<< Cocaina. >>
Mi risponde con calma, con tranquillità,arrendevole,pacata,arresa alla sua situazione,alla sua dipendenza. Mi giro completamente verso di lei,guardandola ,ora leggermente più interessato.
<< Da quanto sei qui? >>
Lei ride,scuotendo la testa,come se si aspettasse quella domanda.
< Non funziona così, ogni percorso è diverso. Io sono qui da un mese, e potrei restarci un anno mentre tu magari andrai via fra due settimane. >>
<< Mio fratello non mi farebbe entrare in casa. >>
<< Jared Leto,è una persona così vendicativa? >>
<< Allora mi consoci! >>
<< Sì, vi conosco. >>
<< Bhe.. comunque,no, non è vendicativa,ma l’ho deluso,pensava che avessi smesso e lo pensava anche Ju..bhe comunque l’ho ferito e ora vuole che io mi curi,quindi eccomi qui. >>
<< Capisco, bhe, visto che la durata della tua permanenza è tutta da definire,che ne dici di un giro? >>
Annuisco lentamente. Emily mi guida attraverso il giardino e poi dentro la clinica. Mi fa vedere la stanza dove si pittura,dove si suonano gli strumenti,dove si guarda la televisione e poi l’infermeria,adesso vuota perché sono tutti giù a preparare il pranzo. I mobili dove sono i medicinali,sono serratissimi, i muri sono tutti bianchi,ma la stanza non mette tristezza come un semplice ospedale,no, infonde tranquillità.
<< Perché mi hai portato qui? >>
<< Bhe,l’infermeria è un pezzo..forte,della clinica. >>
Mi giro per guardarla e prendere in giro la sua ultima frase,ma quando lo faccio,me la ritrovo vicinissima.Mi bacia a stampo e io ricambio il bacio insinuando la lingua nella sua bocca.
<< Mettila così Shannon: più calorie bruci,prima ti stanchi,prima avrai le crisi d’astinenza,prima supererai questa tortura e uscirai. >>
<< Allora mettiamoci a lavoro . >>
Non ho idea di chi sia,di che cosa voglia da me. Ho insultato Julie,perché rimuginava su un semplice bacio a stampo,cosa potrei dire ora a questa ragazza? E cosa potrebbe dire Julie,vedendomi così? Noi non stiamo insieme,non abbiamo fatto sesso, ci siamo solo aiutati,ma com’è che questa Emily,mi ha fatto mollare i freni inibitori senza tanti problemi? Com’è che mi ha fatto parlare  di mio fratello senza farmi sentire pressato? Ho bisogno di andare via da questo postaccio. Ciò che faccio con Emily,è privo di significato, e tradisce le promesse di una grande scopata, fatta poco fa. E’ solo  una sveltina,una delle mie peggiori,ma una volta ri-vestita,lei se ne và tutta contenta e io mi sento esattamente come  prima, se non con qualche senso di colpa in più.
 
Dopo pranzo,mi accompagnano dallo psicologo, Mr. Brown, ha proprio la faccia da psicologo: la barba bianca,gli occhiali tondi,il completo elegante,sui toni dei marrone,le gambe accavallata e sopra di esse una cartellina, una stilografica in mano e lo sguardo attento su di me,mentre mi siedo sula poltrona davanti alla sua. L’infermiere và via e restiamo soli.
<< Salve Mr. Leto,sono Edward Brown, e sono il suo psicologo. >>
<< Edward Brown. Posso chiamarti Eddie? >>
<< Puoi chiamarmi come vuoi. >>
<< Bene. >>
<< Bene, Shannon, allora ,vuoi parlarmi di qualcosa o vuoi che ti faccia qualche domanda? >>
<< Non so ,Eddie, sono un po’ in una situazione di merda,capisci? Mio fratello mi odia,una mia..amica gli ha dato l’idea di rinchiudermi qui dentro e ho appena scopato con una certa Emily. Il fatto è che avevo rimproverato la mia amica..sì,Julie perché si stava montando un po’,solo per un bacio,e ora questa Emily è arrivata,si è presa quello che voleva,tutta sicura di se e è andata via. >>
Mr. Brown non sembra stupirsi molto del mio tono informale,anzi mi sorride appena inizio a buttare fuori quella raffica di parole, assecondandomi e dandomi ancora più voglia di parlare.
<< E perché pensa di averle permesso di fare una cosa simile? Da come parla a lei piace avere il controllo,mi sembra che ,però , ha lasciato che Emily decidesse anche per lei praticamente. >>
<< Esatto,Eddie,hai centrato il punto.  In un primo momento,pensavo che fosse perché mi sono affezionato a Julie,si,è bellissima,è intelligente,ha più di dieci anni meno di me ma va bene. Però Emily,è matura,è bella,sa quello che vuole. >>
<< E’ come lei,quindi. >>
<< Esatto…merda! Esatto,è come me. >>
<< Ed è una bella cosa,secondo lei? >>
<< Bhe…sì! Una ragazza che vuole esattamente quello che voglio io,senza gioielli, o carinerie varie,senza drammi o cose simili. >>
<< Posso farle una domanda? >>
<< Dimmi Eddie. >>
<< Quando faceva le suddette “ carinerie” per la sua altra amica, se le faceva,come si sentiva? >>
<< Oh intende..intende  Juliette,bhe io..mi sentivo utile,mi sentivo bene. Lei aveva aiutato me e io stavo aiutando lei, stava cadendo in un buco nero e io l’ho salvata, l’ho salvata io. E mi sono sentito benissimo ,ma lei è una ragazza, nono, è una donna. Una di quelle che vanno trattate bene, una di quelle che devi stare attento a quello che dicono prima ancora che parlino,è bella,è intelligente,è gentile,è dolce,è spontanea, educata, a volte un po’ esagerata,emotiva, fragile e piena, piena di vita. >>
<< Non sembra che le sia indifferente. >>
<< Non lo è. Solo che..io non potrò mai renderla felice,sono un musicista,viaggio di continuo,mi piace divertirmi, lei è su un altro piano,è una tipa da principi,non da gente famosa. >>
<< E quindi preferisce qualcuno che sia esattamente come lei. Non voglio impicciarmi,ma..conosce il tetris? >>
<< Certo. >>
<< Ecco,se cadono due quadrati uguali,formati da quattro quadratini,la figura si estende,in larghezza,o in un lunghezza,ma se cade una figura a forma di L rovesciata, ad esempio, è diversa dal quadrato,ma si incastra perfettamente. Ci pensi su. >>
<< E’ tutto? >>
<< E’ tutto,Shannon,vada pure. >>
 POV  JARED
Io e Tomo, questa mattina, non abbiamo potuto evitare un’intervista per un settimanale fissata da mesi,abbiamo dovuto dire tutta la verità su Shannon,perché molti fotografi pur non ottenendo informazioni dai dipendenti della clinica si sono appostati fuori e hanno scattato delle foto di lui che cammina. I fan non l’hanno presa male come pensavamo, e grazie anche all’aiuto di Julie siamo riusciti a rispondere a tutte le lettere di supporto che ci sono arrivate.Fra tre settimane c’è un galà di beneficienza dell’associazione Echelon House al quale saranno presenti diverse celebrità, e io mi auguro che Shannon potrà esserci.
Mio fratello mi manca,mi manca sentirlo suonare ovunque e con qualunque cosa; penne, matite, forchette, bottiglie, sigarette; sui tavoli,sulle gambe, sui piatti,sui muri. Mi manca  doverlo svegliare ogni mattina, e mi manca sentirmi ricordare ogni sera di non fargli il caffè la mattina,perché se lo deve preparare da solo.
La prima e unica volta che ho provato a fare un caffè, era il suo scorso compleanno,era praticamente acqua colorata, e nessuno osò berne più di un sorso.
Mi perdo nei momenti e nei ricordi anche se so che dovrei aiutare Juliette. Stiamo seduti sul tavolo del salone. Io,Julie e Tomo. Il tavolo è pieno di lettere, foto e regali. Sono tutti per mio fratello, tutte le lettere sono bellissime e molto dolci, il regali fantastici come sempre e le foto sono stupende,una in particolare.
Un gruppo di Echelon con in mano un grande lenzuolo con su scritto “ Rimettiti presto,Shanimal,crediamo in te”. Mi rigiro la foto fra le mani da almeno dieci minuti, e penso che senza la voce di Tomo continuerei a fissarla,ma lui mi interrompe.
<< Jay.. perché non fai una pausa? >>
Julie guarda Tomo, annuendo, e poi guarda me, poggiando una mano sulla mia spalla. Anche a lei manca Shannon,lo vedo dal modo in cui legge le lettere per lui. Dal fatto che ogni tanto si chiude in camera sua per piangere. So che pensa sia colpa sua,perché  era la sua  “responsabile”, ma lui l’avrebbe fatto in ogni caso tanto.
<< Si anche secondo me dovresti andare Jay,mangia qualcosa, vai a prendere un po’ d’aria. >>
<< Io fra poco devo andare a casa, Natalie mi aspetta per cenare. >>
<< Domani ne arriveranno delle altre! E il giorno dopo, ancora, e quello dopo, ancora. Non smetteranno mai di arrivare queste lettere del cazzo! Come se una lettera potesse aiutarlo!>>
Urlo,mentre mi alzo impuntando le mani sul tavolo. Poi scuoto la testa guardando  in basso e mi giro,andando in veranda,con le lacrime agli occhi. Apro la porta finestra e mi ritrovo in un grande porticato di legno, se lo si percorre tutto verso destra e poi si scendono tre scalini,si arriva alla vasca idromassaggio, mentre a sinistra ci  sono sedie da sdraio e poltrone. Io mi siedo sul dondolo,attaccato al muro dove c’è la porta,rivolto verso il mare. Poco dopo sento qualcuno che ha avuto la mia stessa idea oppure ha deciso di seguirmi. Due minuti e vedo Juliette sbucare fuori guardandomi, arresa.
<< Tom è andato a casa, torna domani mattina.>>
<< D’accordo. >>
Sospira e si siede accanto a me. Io ho i gomiti sulle ginocchia e la testa bassa fra le mani. Julie passa una mano su e giù sulla mia schiena, così mi giro per guardarla, ora tenendo le mani sotto il mente.
<<  Devi smetterla Jay, non è colpa tua. >>
<< Avrei potuto capirlo, avrei potuto aiutarlo. >>
<< E’ quello che ho detto io per giorni ultimamente, e tu mi hai sempre detto che non era colpa mia,ora sappi che non è neanche colpa tua. >>
<< E’ così…stupido! >>
<< E’ vero, è stupido. Tutti facciamo cose stupide, c’è chi si affeziona ad un batterista drogato,chi si droga.. chi si scopa la ragazza del proprio chitarrista.. >>
 La guardo ad occhi sgranati e mi tiro su, in posizione eretta. Gliel’ha detto Natalie? O ci ha visti? Io l’ammazzo quella ragazza.
<< Come hai..? >>
<< Non sono stupida e voi due mancate quasi sempre nello stesso momento, ho fatto due più due, le sue fughe notturne che mi ha raccontato Tomo e i tuoi incontri segreti durante la notte. Ricordati che abito qui, vi sento la notte. >>
<< Non stiamo insieme,Julie. >>
<< Non sarebbe un problema ,Jay. >>
<< Ma lei non mi piace! >>
<< Okok. Ma non è questo il punto, Shannon si è drogato e non ce l’ha detto. Tu fai sesso con Natalie e non l’hai detto  Tomo, sono convinta che non sei partito con l’intento di ferirlo e così ha fatto Shan, ma l’ha fatto lui, da solo,è stata una sua idea. Smettila di pensare che avresti potuto fare di più. >>
La guardo ,e ha dannatamente ragione. Shannon fa il ribelle da quando è nato, era sempre in giro e con brutti giri, droga, alcool,sesso, gli bastava questo per essere felice.Ma poi ha conosciuto la batteria e il rumore assordante creato dalle numerose delusioni che ha avuto, si è trasformato in una bella melodia creata a suon di bacchette. Forse la clinica servirà più a questo, a togliergli dalla testa la malsana idea di non valere nulla se non suona. Mi giro e Julie mi sorride come se avesse deciso lei che avrei dovuto pensare queste cose ora.Mi sporgo un po’ con le braccia aperte e poi l’abbraccio, stringendola forte.Lei fa lo stesso e poi mi disordina i capelli con una mano.
<< Piano Doc, sono capelli speciali, i miei. >>
<< Tornerà, Jay. >>
<< Lo so. >>

 --------------
ANGOLO AUTRICE *^*
 Non in tutti i capitoli ci può essere il botto u__u
In quanti odiate Emily? Bwuahahaha e non ha intenzione di lasciare la vita di Shannon. Jared e Juliette, sono il miele <3
Ho un sacco di idee che svilupperò in questi giorni, grandi delusioni in vista per uno dei nostri personaggi e svolte inaspettate per altri.

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Capitolo 8
*** Not the same. ***


POV JARED
E’ una settimana che Julie non sembra più la stessa. So che ha scoperto della bravata di Shannon,ma continua a dire che non le importa e non la tocca,quindi resto al mio posto senza inistere ma deciso a farle tornare il buo umore.
 Shannon è in clinica da ormai tre settimane, fra pochi giorni la sua permanenza lì cesserà,ma non voglio dirlo a Juliette. Voglio cercare di farla sorridere,ma con una sorpresa alla volta. Sono a casa, senza Natalie dato che Tomo voleva annunciare il suo fidanzamento con Vicky in una cena in famiglia,e quindi sono tutti partiti da ormai due giorni. Julie ha iniziato a lavorare e quindi io sono spesso solo e ne approfitto per stare con mia madre, che è proprio  una delle sorprese per Juliette. Non l’ha ancora conosciuta anche se ormai è con noi da quasi due mesi quindi ci tengo che ora si incontrino. Siamo seduti ad aspettare che Juliete rincasi dall’ospedale. In salone sul divano, ridendo e scherzando dopo aver superato al parte triste riguardo a Shannon. Sento le chiavi nella porta  e la voce di Julie.

<< Jaaay! Ho fatto la spesa, non c’è cibo in questa casa, è incredibile che per tre giorni che non vado io al supermercato..non..c’è..cibo.. >>

Dice le ultime parole quasi accennate,dato che dopo aver posato le buste in cucina avana ranquilla,parlando finché non vede anche mia madre ,seduta accanto a me. Julie colpisce anche lei. E’ sempre bella,con i suoi lunghi capelli castani chiari pieni di grandi onde, gli occhioni azzurri e la voce delicata. La magrezza eccessiva salta agli occhi di mia amdre che però continua sempre a guardare Julie con un sorriso materno.Anche se squara bene  Julie,indossa una canottiera nera  infilata dentro una gonna a fiori e ai piedi ha delle ballerine nere.

<< Ehm..salve io..pensavo che Jared fosse solo. >>
<< Non ti preoccupare.Io..sono Costance, Costance Leto.>>
<< Lo so..cioè, nel senso, si, io soo Juliette Baker..è..è un paicere conoscerla. >>
<< Dammi del tu, ti prego,mi sento già abbastanza vecchia quando dicono l’età dei miei figli in televisione. >>

Sorrido e lancio uno sguardo a Julie,seguendo l’esempio di mia amdre e alzandomi.

<< La cena l’ha preparata mia madre,quindi direi che possiamo anche mangiare ,no? >>

 In un totale di due ore mangiamo,le chiacchiere che occupano la conversazione a tavola,sono perlopiù prive di significato, niente Shannon,niente ricordi passati,solo qualche battuta ogni tanto. Vorrei restare appena finiamo di mangiare,ma so che a Juliette farà bene del tempo con mia madre. Così mi dileguo in poche mosse mentre loro vanno a sedersi sul dondolo,fuori, che dà sul mare.


POV JULIETTE.
L’incontro e la cena con Costance, sono veloci e non hanno particolare svolte,dopo questi soliti convenevoli però ci sediamo entrambe fuori,sul dondolo,sotto la fioca luce di qualche candela,una brezza estiva scompiglia piacevolmente i capelli di entrambe mentre il dondolo inizia un dolce avanti e indietro e le onde del amre si infrangono sulla sabbia della spiaggia.

<< Jared mi had etto tutto,di come hai aiutato Shannon,di ciò che è successo in tour,di come lui ha aiutato te, e della sua bravata. Però volevo ringraziarti Juliette. >>
<< Non c’è bisogno di ringraziarmi, ho fatto il mio dovere. E lui non ha fatto nessuna bravata, siamo amici, nient’altro,può fare ciò che vuole, Shannon è adulto, io gli voglio bene, tutto qui. >>
<< Sarebbe più facile crederti se cedessi con la voce ogni volta che nomini il suo nome. >>

Mi mordo il labbro cercando di trattenere le lacrime.

<< Non sembrava neanche..aver capito cosa mi aveva fatto. >>
<< Sono sicura che l’ha capito. >>
<< E come? >>
<< perché lui non fa niente per senso di colpo o eprchè gli viene imposto,lo fa eprchè lo vuole. Quando è venuto a casa tua per iutarti,lo ha fatto eprchè lo voleva, e non è abituale il suo voler fare qualcosa di così ecltante per qualcuno,nonostante sia una persona estremamente buona. >>
<< Io non so cosa fare.  >>
<< Cerca di stare tranquilla per ora, finché non torna non ci pensare. Pensa ad altro, tipo a questo. >>

 Mi mostra  una busta, simile a quella per le lettere,ma è plastificata con una scritta oro in rilievo. E il destinario, sono io.
Mi dà quella busta che afferro senza pensarci troppo.
 “ La Echelon House Organization è lieta di invitare Ms.Juliette Baker al galà di beneficienza che avrà luogo il giorno  5 agosto 2014 presso il Marmont Hotel di Los Angeles”
 Alzo lo sguardo,incontrando gli occhi di Costance che mi stà sorridendo, credo da quando ho iniziato a leggere.

<< Ho già confermato la  tua partecipazione è fra 5 giorni, quindi mi raccomando,scegli un bel vestito ,delle belle scarpe e vieni. Ci sarà anche Shannon forse. E questa è l’ultima sorpresa.  >>
Sorrido, incredula guardandola.
<< Costance..grazie. >>
<< Di nulla,tesoro.  >>
----------------------
Angolo autrice: Sono in un ritardo immenso e il capitolo è anche corto,ma sooolo perchè è un capitolo di transizione e di conseguenza  serve solo a prepararvi al botto v.v
A preeesto. (Spero <3 )

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Capitolo 9
*** Shoot me. ***


POV JULIETTE
 Finalmente arriva la sera del galà,sono a casa con la parrucchiera e la truccatrice di Costance che dopo aver finito di torturare lei hanno iniziato con me. Finisco l’opera in maniera impeccabile,tenendo i capelli  in un pettinatura che   raccoglie qualche ciocca portandola dietro e facendo si che i capelli pieni di onde perfette e molto retrò stiano dietro alle orecchie, bloccano le ciocche con dei fermagli tempestati di Swaroski come il corpetto a cuore senza spalline del vestito che appena arriva sopra all’ombelico,lascia spazzio a  lunga gonna leggera,bianca, che ondeggia in modo bellissimo alla minima folata di vento, le scarpe sono color argento così come la pochette. Il trucco è stupendo,la pelle del mio solito colore rosa pallido,rossetto rosso e una bella linea di eye-liner.  Jared ci intima di muoverci con un “ Dove sono le mie donne?! “.Appena abbiamo finito scendo le scale con Costance che ha un abito nero,lungo senza spalline e con il sopra ricoperto da uno strato di pizzo.Jared invece ha dei pantaloni blu scuri come la giacca e sotto una canottiera bianca come il fazzoletto infilato nella tasca.
Prende sia me che Costance a braccetto e poi ci scorta in macchina.
Appena arriviamo credo di venire folgorata dai numerosi flesh, e fra una foto e una mezza intervista mi ritrovo dentro l’Hotel più bello che io abbia mai visto a conversare tranquillamente con  Ashton Kutcher e Mila Kunis.

<< Veramente Juliette,come ha fatto un medico inglese a finire a un evento mondano a Los Angeles? >>
<< Sempre il solito delicato,Ash. >>
<< Tranquilla, io facevo parte dell’equipe medica dei Mars e poi ho smesso quel lavoro  e sono rimasta amica di..alcuni componenti. >>
<< Abbiamo notato. >>

Mila indica Jay con un cenno della testa,io seguo la sua indicazione bevendo forse il quinto bicchiere di champagne in quindici minuti,e mi blocco.  Con Jay,oltre che Amanda Seyfried e Hug Jackman, ci sono Shannon e una ragazza. Una donna.
Resto a bocca aperta, senza avere idea di che cosa dire o pensare, so solo che sento un grande vuoto al centro dello stomaco.

<< Io..potete scusarmi? >>

Sorrido alla coppia e corro subito in terrazzo, mi manca l’aria e lo champagne inizia a farmi perdere la cognizione del tempo e il senso dell’equilibrio. Devo sedermi,me ne devo andare, voglio  disfare le curve perfette dei capelli,togliere questo dannato rossetto rosso,strapparmi il collier dal collo e buttare via questi dolorosi tacchi. Voglio tornare a Londra, voglio la pioggia e il thé alle cinque, svegliarmi a casa mia e andare tutti i giorni in clinica. Non voglio un batterista che si scopa la prima che incontra o una vita vuota,riempita solo da serate come questa.
Poggio il bicchiere di champagne  sul muretto di pietra che costeggia tutto il terrazzo pieno di piante e lucine,molto elegante.

<< Stai facendo strage di cuori. >>

La sua voce, il tono caldo,la cadenza piena di affetto,  5 parole e l’immagine delle sue braccia che mi circondano. Non mi giro,continuo a guardare avanti, serrando gli occhi.

<< Vattene. >>
<< Posso spiegarti? >>

 A questa domanda,mi giro di scatto,alzando la voce e sentendo le lacrime salirmi agli occhi che in pochi secondi sono umidi e rossi. Sbatto le palpebre iniziando a vedere offuscato e le lacrime scendono libere sulle guance accaldate per colpa dell’alcool.

<< Cosa vuoi spiegarmi? Che ti sbatti quella sgualdrina? Che in clinica hai scoperto il senso della vita e lei era il per dare un senso alle tue notti? Vi siete proprio trovati voi due,siete fatti della stessa pasta. Si vede da come vi guardate che siete pronti a vivere per tutta la vita l’esistenza vuota e senza significato che avete avuto fino ad ora. E io che ti ho anche creduto quando mi hai detto che era stata solo “ la cazzata di una volta”.  >>

 Si avvicina velocemente, afferrandomi i polsi con troppa forza e portandomi con la schiena poggiata al muro opposto al muretto,mi tiene i polsi vicini alla testa mentre io la volto  per non guardarlo in faccia,solo perché so costa stà succedendo. Shannon stà piangendo.

<< Si..si Julie, hai ragione, hai ragione su tutto come ce l’hai sempre, tu sei..sempre due passi avanti rispetto a me,sei sempre pronta a rispondere alle mie domande, hai sempre una soluzione ai miei problemi e delle parole di conforto per i miei momenti bui. E lei.. Emily è uguale a me,capisci? Non si aspetta nulla! Tu hai visto il buono che c’era in me e.. >>
<< Non c’è buono in te! >>

 Lo spingo e lui indietreggia con lo sguardo sorpreso e triste,pieno di lacrime,lo smoking tutto nero con un fazzoletto bianco che esce dalla tasca della camicia sempre nera.

<< Sei solo un ammasso di rabbia repressa e cattiveria e lo dimostri  come un bambino, perché  in fondo a 44 anni sei più immaturo di me che ne ho 27! Sono venuta su quel maledetto bus , ti ho aiutato,supportato,ho suggerito la clinica  a Jared perché sapevo che a settembre saresti voluto ripartire per il tour a tutti i costi, tutto quello che ho fatto l’ho fatto per te,ma tutto quello che hai TU hai fatto,l’hai fatto per te stesso. E non è lo Shannon che credevo di conoscere, non è lo Shannon che ascolto da anni, io questo Shannon non lo voglio,non mi piace e soprattutto io in questo Shannon non ci credo. >>
<< Julie io..posso cambiare..posso.. >>
<< Sono stanca di aspettare Shan, per l’uomo giusto,il lavoro  giusto,il momento giusto per fare questo o quello. Aspettare te non cambia nulla, io non sono la tua batteria, non dipendo da te. E non sono una canzone da mettere nel cassetto e  finire quando hai l’ispirazione, voglio essere il pezzo di punta di qualcuno, voglio essere la canzone che più ami,  la tappa del tour che più aspetti,la persona a cui per prima chiedi come è andato un concerto. E non lo sarò mai, perciò ora voglio andare via. >>
<< Che..che vuol dire? Dove vuoi andare? >>
<< A casa,Shan, dove sarei dovuta andare tempo fa. >>
<< Julie io.. >>
<< No, basta. Siamo su piani diversi,io non vado bene per te. >>

 Mi avvicino a lui, ora siamo entrambi in lacrime. Singhiozzando, gli prendo il viso fra le mani e porto il viso vicinissimo al suo.

<< Promettimi che non butterai tutto al vento tutto quello che hai fatto per stare meglio, che non rovinerai il nostro lavoro, che ricorderai ogni cosa. Ogni minima cosa. >>
<< Julie..Julie ti prego.. >>
<< Addio,Shannon. >>

Un casto e leggero bacio sulle labbra . Lui tiene gli occhi chiusi, respirando velocemente sopraffatto dal pianto, io gli prendo la mano e lascio la mia triad sul palmo per poi chiuderla a pugno.
Poi vado. Vado via, passo in mezzo alla sala cercando di passare inosservata, Jared mi vede ma gli faccio un “no” con la testa per farlo restare dov’è. Lui si sposta comunque,ma verso il terrazzo dove è suo fratello. Io continuo a camminare, ancora e ancora, fino all’uscita dell’hotel e poi dentro la macchina con l’autista che subito mi riporta a casa.
Mezz’ora dopo sono a casa, intenta  a fare le valigie,pronta a prendere il volo che mi porterà a Londra, fra trenta  minuti.
Sento però, aprire la porta d’entrata al piano di sotto, così,  con un tono di voce tutt’altro che basso parlo andando verso le scale.

<< Shannon, non ti azzardare neanche a venire a fare il cane bastonato perché..>>

Mi fermo in cima all scale e in fondo, davanti alla pota vedo Tomo,Jared,Costance e..Emily.
Jay mi guarda sconvolto.

<< Julie…dov’è Shannon? >>
<>
<<  Juliette cazzo! Non  è un trucchetto,non trovo Shannon,al galà non c’è. >>

Sgrano gli occhi incredula, no, non può averlo fatto, non può essere andato a trovare rifugio in ciò che ci ha fatti allontanare. Fulmino Emily e scendo velocemente le scale, Jay capisce le mie intenzioni e fa un passo avanti,ma quando arrivo in fondo lo spingo via e sbatto Emily contro la porta d’ingresso.

<>
<< No! No,giuro,non so nulla. Solo.. >>
<< Solo..COSA?! >>
<< Stasera doveva arrivare una grande partita di cocaina dalla Colombia,Shannon ha sentito un mio amico parlarne,ma io non credo assolutamente che.. >>
<< Dove? Dimmi dove!>>
<< Al porto..al porto,circa venti minuti fa. >>

Spingo via anche lei e gaurdo Jared.

<< Non andare alla polizia,restate qui, andate solo in ospedale e aspettatmi prima di entrare. >>

Detto questo,apro di scatto la porta ancora vestita come per il galà,ma con i capelli completamente sciolti e lasciati ai trattamenti del vento che me li scompiglia mentre corro,in macchina e poi al porto senza abbassare il tettuccio.

Quando arrivo, il posto è deserto anche se sento delle voci,cerco di seguire il rumore,poi in un gigante capannone per lo scarico dei container  vedo una scena orribile. Shan a terra, con il sangue che gli esce dalla bocca e le mani che parano lo stomaco. Dei ragazzi davanti a lui che urlano,uno gli sputa addosso dopo vaergli dato un calcio nello stomaco.

<< Dimmi come lo sapevi! Non te lo chiederò un’altra volta. >>

Oh Shannon, idioa di uno Shannon che non conosceva altra soluzione se non la droga.Idiota di uno Shannon che protegge quella ragazza. Prendo il telefono,il numero della polizia,i sussurri disperati.

<< Pronto..serve..serve qualcuno al porto..di Los Angeles..in fretta..vi prego.. >>

Attacco.Shannon continua a stare zitto così il ragazzo vicino a quella che gli ah dato il calcio gli passa una pistola nel momento in cui l’altro tende la mano. Scatto fuori dal mio nascondiglio urlando.

<< No! Fermi! Shan! >>

Si voltano tutti all’unisono verso di me, e solo ora noto un camioncino bianco con altre persone al suo interno .Shannon si alza a fatica e guarda quel ragazzo.

<< Julie! Ascolta..ascolta ti prego..io..>>

Delle sirene in lontananza, guardo la strada sollevata,ma il sollievo non dura troppo. Il ragazzo entra in macchina. Ci sono due spari, e poi una sgommata lascia me e e Shannon soli in quel posto  desolato.

 

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Capitolo 10
*** I love you. ***


POV SHANNON
POV SHANNON
Vedo il corpo di Julie afflosciarsi lentamente, dondola avanti e indietro sulle ginocchia piegate e poi il suo peso inizia ad essere troppo e  inizia una lenta discesa fino al suolo. I suoi lunghi capelli castani hanno una spinta all’avanti,mentre i suoi occhi iniziano a chiudersi. Inizialmente non riesco a non fare niente se non stare fermo, a guardare lo spettacolo più brutto della mia vita, poi qualcosa dentro di me si accende, corro verso di lei, troppo tardi,, dato che ha già sbattuto la testa a terra, arrivando ad essere praticamente priva  di sensi.

<< Julie.. Julie..guardami..ti prego ..Julie..guardami..>>
<<  Shannon..Shan.. >>
<< Julie..no..no Julie..>>
<< Stai bene? >>
<< Si..si io stò bene ma tu..Julie mi dispiace..così tanto..mi dispiace così tanto.. >>

Mi guarda, penso di morire.

<< Julie..io ti amo, ti prego..non morire,per favore.. >>
<< Devi dirlo..a mio padre..digli che..digli…>>
<< No,no, stà zitta ora..andiamo in ospedale…e tu..io.. >>

Alzo la mano dal punto in cui l’hanno colpita le pallottole,proprio in mezzo al petto  e sul basso ventre,e mi ritrovo le dita e il palmo impregnati del suo sangue. La vista mi si appanna, avendo gli occhi pieni di lacrime.

<< Oddio..Dio..Dio ti prego..Julie..ti prego..io ti amo..ti amo..Julie.. >>
<< Tu…tu mi ami? Mi ami? >>
<< Julie..sì..sì ti amo..mi dispiace..è colpa mia..mi dispiace.. >>
<< Ti amo anche io..Shan…Shannon Leto..ti amo.. ma tu..tu..devi..rifarti una vita..devi andare avanti..tu..devi suonare..ancora..per me..d’accordo? >>
<< Smettila! Smettila! Perché sei venuta? Julie per favore, Juliette! Ti amo io..Julie..guardami! Julie.. >>

 E non vedo più la lotta nelle  sue iridi azzurre.Mi alzo di scatto appena sento la sirena dell’ambulanza. Le porte si aprono e io entro poggiandola sulla barella.Mi siedo reggendole le mano,mentre un paramedico chiude le porte e altri due iniziano ad occuparsi di lei. Le tolgono la maglia e le mettono  una mascherina sul viso. Piango, senza sosta, piango ancora e ancora, non riesco a fermarmi neanche per riprendere fiato. Alzo lo sguardo quando un paramedico mi chiede il suo gruppo sanguinio.

<< Lei..è 0..positivo..0 positivo ..vi prego..non può morire..>>

Arriviamo in ospedale in poco tempo,ma so che per lei sono istanti preziosi. Appena scorgo in lontananza il grande edificio,il già debole battito di Julie,diventa assente. Mi fanno lasciare la sua mano.  Un paramedico le taglia il reggiseno,buttandolo da una parte mentre un altro carica le piastre, e cerca di ri-animarla. Una, due,tre volte.

<< Andiamo Julie..forza.. forza.. >>

Quattro. Cinque. “ Le brucerai il cuore, Jim”.  I paramedici iniziano a discutere su cosa fare,e fra le urla un piccolo bip,mi riempie il cuore di speranza. Per quanto sia piccolo e debole e lento. E’ il suono più bello che io abbia mai sentito. Una volta arrivati in ospedale,portano Julie dentro con la barella,io scendo dall’ambulanza, senza quasi reggermi sulle mie gambe. Ma per fortuna c’è qualcuno che mi stringe in un abbraccio. Riconosco i capelli e il profumo: mio fratello.

<< Jay,Jay..è venuta lì per me..non sapevo che fare..le hanno sparato io..se lei muore..se lei non ce la fa..se lei  mi abbandona adesso..io..Jay l‘ho ferita..così tante volte e è venuta lo stesso.. e ora..potrebbe morire..per colpa mia..le ho detto ti amo..e non sono sicuro che l’abbai del tutto realizzato..potrebbe morire senza sapere..che tengo a lei più di qualsiasi altra cosa al mondo.. >>
<< Shan, Shan calmati,ti prego ,andiamo dentro..ti devi sedere.. >>

Mi lascio  guidare da mio fratello,dentro l’ospedale,per terra,lungo il corridoio che ha percorso la barella di Julie. C’è del sangue,lo stesso che ho io addosso,il suo sangue, ne ha perso  tanto,troppo,per terra,sui suoi vestiti ,sui miei,sulle mie mani,in ambulanza, sulla barella.
Stiamo seduti davanti a una porta con su scritto “Accesso riservato al personale di lavoro”, al quarto piano del’ospedale: chirurgia,sono passate tre ore. Ho bevuto un caffè,nonostante Jay mi abbia portato anche un cornetto caldo.Ma non posso mangiare, non con ancora il suo sangue sulle mani. Jay stà seduto vicino a me, con lo sguardo fisso nel vuoto. Vede prima di me le porte aprirsi e un medico uscire, quando me ne accorgo anche io,ci alziamo insieme, anche se io lo procedo nell’avvicinarmi e nel parlare .

<< Juliette..Juliette Baker..come stà? >>
<< Siete parenti? >>
<< E’ L’AMORE DELLA MIA VITA,D’ACCORDO? LE HO CHIESTO COME STA’. >>
<< Si calmi, prima di tutto. La signorina non è ancora fuori pericolo, abbiamo rimosso le pallottole,ma hanno danneggiato molto il suo corpo. La pallottola che le è finita nel petto, si è spostata,arrivando a perforare un ventricolo del cuore,mentre quella sparata più in basso le ha reciso l’utero. Possiamo fare un’azione mirata al salvataggio del suo utero,ma questo renderà difficile curare le parti danneggiate del ventricolo.>>
<< Mi stà seriamente dicendo che è indeciso fra salvarle l’utero e salvarle la vita? Scherza? >>
<< Scusi dottore, Shan smettila,ragiona cazzo! Julie  starà malissimo sapendo di non poter avere figli, devono almeno tentare. >>
<< Vuoi vederla morta,Jay!? >>
<< Ragazzi,io  sono molto dispiaciuto di darvi notizie come queste,ma per quanto possa essere grande l’affetto che nutrite per questa ragazza,non avete potere decisionale. Stiamo aspettando il padre per.. >>
<< Sono qui! Sono qui.. >>

Io e Jared ci giriamo e vediamo un uomo. Ha i capelli grigi e corti,disordinati,una barba dello stesso colore ma con anche delle sfumature di bianco,folta. Indossa una camicia bianca tutta sgualcita e dei jeans che finiscono su delle scarpe da ginnastica. Ha degli inconfondibili occhi azzurri,uguali a quelli di Juliette e a quelli del bambino che tiene in braccio, che però, al contrario di Julie ha i capelli neri,abbastanza lunghi. Deve essere Max.

<< Mr.Baker. >>

Jared lo saluta con un cenno del capo e io incontro i suoi occhi appena è abbastanza vicino da leggere il mio sguardo.

<< Mr.Baker..io..io ..è colpa mia  se sua figlia è qui. >>
 << Stà zitto,ragazzo, non mi importa perché mia figlia è qui, so che in un anno sono stato chiamato da questo ospedale troppe volte e voglio che sia l’ultima,ma soprattutto non voglio perdere un’altra persona  a me cara. Ho sentito ciò che ha detto dottore, e ciò che avete detto voi. Juliette è la mia bambina,ha visto la sua famiglia cadere a pezzi e da quel momento sogna una famiglia propria,quindi voglio che almeno si tenti di salvarle l’utero,dottore. >>
<< D’accordo signore. Ragazzi. Torno in sala operatoria. >>
 
 Salutiamo con un cenno di testa. Poi il padre di Julie si siede sulle seggiole dove eravamo prima io e Jay e ci guarda,mentre Max  viene accompagnato al nido dell’ospedale da un’infermiera. Il padre di Julie si siede al centro,io e Jay ai lati. Mio fratello , stà seduto con la testa poggiata al muro dietro di noi e le braccia incrociate. Mentre io tengo i gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani. Il padre di Julie,poggia una mano sulla mia spalla, e subito mi volto per guardarlo.

<< Tu devi essere quello innamorato di Juliette vero? >>
<< Io..si,signore. >>
<< Sapevo che sarebbe finita così,sapete?Juliette è sempre stata la figlia perfetta,ha sempre studiato,si è diplomata col massimo dei voti facendo anche il discorso onorario che fa sempre lo studente migliore dell’anno ,è subito andata all’università: Cambridge, ero così fiero di lei.Ha iniziato a lavorare a Londra,subito dopo il diploma, è diventata un membro stimato dell’albo dei medici,e mi ha sempre fatto sentire un inetto, è per questo che la spronavo.Io ho costruito un impero grazie alle raccomandazioni di mio padre e di mio nonno, ora fatico per i miei soldi,ma per arrivare dove sono è stato tutto in discesa. Julie era sola,senza madre, faceva tutto lei in casa, aiutava le domestiche,cucinava,cercava di  rendermi sempre fiero e io non gli davo mai spago, tutte le sere mi diceva “ Ti voglio bene,papà” e io non le rispondevo,è nato Max,mi sono risposato,mia moglie è morta e io non ho pensato neanche per un secondo a cosa le stavo facendo,l’ho distrutta fisicamente e verbalmente, e so..che sei stato tu ad aiutarla,caro Shannon. Lei..lei è la mia bambina, non si è mai messa  nei guai, ha presenziato a ogni compleanno,ogni cena, ogni cerimonia,ha fatto sempre la brava bambina e io l’ho lasciata sola e adesso.. ho bisogno che lei viva. >>
<< Perché allora ha detto a quel medico  di salvarle l’utero? Perché diminuire le sue già poche possibilità di sopravvivenza? >>
<< Perché lei sarebbe una grande madre. Non lo pensate anche voi? >>

Jared tira su col naso e per la prima volta da quando siamo arrivati, lo vedo piangere. Ci sorride e inizia a parlare come se Julie potesse sentirlo.

<< E’ sempre stata così dolce…lei è…è unica,è gentile,è disponibile e..sarebbe una mamma fantastica. Farebbe la marmellata,preparerebbe il tacchino al ringraziamento,sarebbe sempre dolce e buona. Farebbe i costumi di Halloween e.. la torta di mele. >>

Oh Jay.
Il padre di Julie guarda Jay sorridendo, commosso e poi guarda me allo stesso modo.

<< E’ fortunata ad avere voi. >>
<< Signor Baker io..io la amo.. la mia vita non ha senso se non c’è Julie, ho provato a starle lontano, a dirmi che sono troppo grande, troppo sconsiderato, troppo sbagliato per lei ma..ma la amo..io la amo..ho bisogno che lei viva. >>
<< Anche io,ragazzo..anche io. >>

Dopo un'ora,lo stesso medico di prima esce dalla porta e viene verso di noi. Il suo sguardo stanco non lascia intendere niente di buono e io inizio a sentire le ancora della disperazione fare attracco nel porto del mio cuore.

 

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Capitolo 11
*** Goodbye. ***


<< Abbiamo messo apposto l’utero,il cuore ha subito dei danni ma che non le causeranno grandi problemi.  >>

Mi porto le mani sul viso, Jay và a sedersi in lacrime e il padre di Julie cerca di realizzare il tutto, dopo aver ringraziato il medico. Quest’ultimo si gira verso le porte, che si aprono,lasciando passare non so neanche io quante macchina tutte collegate a un corpicino,sdraiato in un  letto. E’ lei,è la mia piccola Julie, ha i capelli sporchi di sangue tutti appiccati ed è bianchissima,ma è lei. La portano in terapia intensiva, dicendoci che non possiamo vederla.
Il corridoio si svuota, ci siamo io, Jay e Mr. Baker che mi guarda stanco e  mi fa l’occhiolino.

<< Trova il modo di entrare e vederla. >>
<< Ma.. >>
<< Niente ma. Io devo andare da Max, ha bisogno di suo padre, o penserà che Juliette è morta. Farò mettere una brandina per te e tuo fratello in una stanza,io ho una certa età, non voglio che mia figlia si svegli e mi veda così. Ho bisogno di stendermi. >>
<< D’accordo . >>

 Jay si assicura che io stia bene e segue il padre di Julie, io salgo di due piani. Arrivo al sesto, quando l’unica infermiera di guardia, và in bagno,sgattaiolo nella camera in cui vedo Julie, abbasso le tapparelle e chiudo la  porta  andando poi a sedermi accanto a lei.
E’ bollente e il battito è molto lento. Il camicione da ospedale è  aperto   dietro e quasi del tutto slacciato davanti,e per questo la coperta le arriva fino alle spalle,sotto di essa si isinuinano i fili degli elettrodi,il catetere,un filo per la flebo e uno per le trasfusioni. Le carezzo la guancia e poi le prendo la mano fra le mie baciandola. I bip accelerano per qualche minuto. 
Ha le guance segnate da due elastici che tengono la mascherina poggiata sul naso e la bocca. Il sole dei suoi occhi splende , in quella stanza buia,illuminata solo dalla piccola lucina sul comodino. Vedo due piccole fessure, che nascondono un mare finalmente calmo. Le sue iridi azzurre,brillano, e fanno riempire i miei occhi di lacrime. Non so  quante lacrime si possano versare per una persona sola ,ma quelle per Julie,penso non le finirò mai.

<< Ehy, ragazzina.. ciao.. >>

Prova a muovere una mano verso la mascherina,ma è fin troppo debole e l’ago nell’incavo del gomito non le permette grandi movimenti.Le metto meglio la mascherina ,sorridendo,ancora in un pianto silenzioso.

<< Nono, và tutto bene, và tutto bene Julie..sono qui con te, non parlare, non ce n’è bisogno. >>

Prendo fiato togliendole i capelli dal viso. Non ho più intenzione di lasciarla,mai più,è mia,è la mia bambina.

<< Hanno estratto le pallottole Julie e il tuo utero è in perfette condizioni..il primo proiettile ha danneggiato il cuore,però  stai bene e  starai benissimo ,tu..tu starai bene. >>

Mima con le labbra un “ I love you”.Mi alzo chinandomi su di lei,le tolgo la mascherina per baciarle le labbra e poi gliela rimetto.

<< Ti amo anche io, scusa se ci ho messo tanto. >>

POV JULIETTE
Passano quattro giorni,mi sembrano un’eternità costretta in questo letto, eppure Shannon,Jared e mio padre  che ora fanno tanto gli amiconi fra di loro, cercano di allietare il più possibile le mie giornate
 E’ una mattina soleggiata quando arrivano i documenti per le dimissioni, sono felicissima, firmo subito e poi saluto mio padre prima di andare via con Shannon che vuole portarmi non so dove. Guida per mezz’ora senza dirmi nulla. Sono seduta davanti, vicina a lui,nella decappottabile d’epoca che lui tanto adora. Soffia un vento caldo,  Los Angeles è illuminata da un caldo sole arancione di pieno tramonto. Ho il sedile un po' abbassato per stare leggermente stesa. Mi sposto per l’ennesima volta i capelli dal viso mentre Shannon si gira per guardarmi.

 << Tutto bene? >>
<< No, voglio sapere dove stiamo andando. >>
<< Intendevo dire fisicamente. >>

La sua vena sarcastica si fa sentire sempre, anche se nella sua voce c’è una nota di ammonimento.

<< Stò bene,Shan. >>
<<  Ti hanno sparato solo quattro giorni fa Julie, e non ne abbiamo ancora parlato. >>
<< Perché non c’è niente da dire. >>
<< Julie.. >>
<< Basta. >>

Ci zittiamo entrambi,guida per un altro quarto d’ora che passiamo in silenzio.Io mi addormento ancora leggermente intontita dagli antidolorifici,lui guida per delle colline finché arriviamo in un posto sperduto in mezzo al nulla e lui mi sveglia  accarezzandomi il viso e i capelli.

<< Ehy, ragazzina,siamo arrivati. >>
<< Eh? Ah.. dove siamo? >>
<< Non dirmi che non hai mai visto da vicino la scritta “ Hollywood”, c’è una vista splendida,andiamo. >>

Scende mentre io mi stropiccio gli occhi struccati, viene  dal lato del passeggero e mi aiuta ad alzarmi. Appena sono in piedi,un leggero giramento di testa mi fa cedere le ginocchia, Shannon è subito lì per sorreggermi e io gli sono immensamente grata per questo. Mi fa l’occhiolino,continuando a tenermi salda fra le braccia.

<< Sono gli antidolorifici,tranquilla. >>

Camminiamo per  qualche metro  finché arriviamo davanti a dei grandi massi rocciosi,Shan,mi aiuta con la massima cautela a salire  e poi mi fa sdraiare in mezzo alle sue gambe. Ci godiamo al vista di Los Angeles e dell’oceano finché lui smette di accarezzarmi i capelli e inizia a parlare.

<< Dovremmo parlarne prima o poi. >>
<< Di cosa? >>
<< Julie. >>

Giro solo la testa e lui abbassa lo sguardo su di me, notando la sua faccia seria ruoto anche il busto –non senza una smorfia di dolore- e  gli prendo il viso fra le mani.
 
<< Lo rifarei altre mille  volte,non mi sono pentita e non è colpa tua,contento? >>
<< Juliette! E’ colpa mia,eri lì per me,ti hanno sparato per me,e non sarebbe successo nulla se io non fossi venuto al galà con Emily,è colpa mia. >>
<< Spero che tu stia scherzando! >>
<< Calmati. >>
<< Sono calma! Sono calmissima Shannon,quello non calmo sei tu,anzi penso che tu stia perdendo completamente il lume della ragione! Nessuno mi ha obbligato a venire al porto o a farmi sparare, l’ho fatto io,perché lo volevo io. >>
<< Ma tutto riporta a me.. >>
<< No! Tutto riporta al mio amore per te, non a te solo. Non capisci o non vuoi capire? >>
<< Entrambe le cose Julie. >>
<< Stai cercando di dirmi qualcosa Shannon? >>

 Si alza facendomi perdere in un primo momento l’equilibrio,ma dandomi fastidio i punti da seduta decido di alzarmi anche io,mi tiene per mano,più per preoccupazione che per romanticismo.
 
<< Quattro giorni fa mi hai detto che tu vuoi essere la mia canzone di punta, lo sei Julie. Non hai bisogno di ritocchi o arrangiamenti, tu sei perfetta e sei buona e io.. ho bisogno di un po’ di buono nella mia vita ma non posso stare con te.Tralasciando i 15 anni di differenza, io non posso rischiare di metterti ancora in pericolo.. >>
<< No..Shan.. >>
<< Fammi parlare, ti prego. Non posso avere qualcosa di perfetto,in vita mia ho sempre avuto gli scarti e le persone peggiori intorno a me, a parte  Jay,mia madre  e Tomo. Ma neanche loro sono perfetti come..come te. Non posso farti del male e lo farei perché io sono così. >>
<< E ti stò dicendo che a me vai bene! >>
<< Ma non vado bene a me stesso, non mi và bene ferire l’unica donna che io abbia mai veramente amato ! Perché non lo capisci? >>
<< Perché l’amore non dovrebbe essere questo,dovrebbe essere bello e.. >>

Mi si avvicina e mi scosta una ciocca di capelli dietro all’orecchio prima di baciarmi la fronte.

<< Piccola Julie.. a volte l’amore può arrivare a richiedere sacrifici impossibili, fra i quali.. lasciare andare le persone. E’ quello che stò facendo Julie, ti stò lasciando andare. >>
<< Ma io non voglio andare. Ti prego.. >>

 Gli vedo gli occhi lucidi,ma appena lo capisce abbassa subito lo sguardo e lo rialza poco dopo con gli occhi che brillano.

<< Tu sarai sempre il mio amore più grande. Non ti ho mai sfiorata Julie e mi sento come se stessimo insieme da un vita e come se fossi pronto a vivere altri cento anni accanto a te,ma non posso. Ogni volta che suonerò, sappi che lo farò per te. >>
<< Shan.. >>
<< E’ meglio  che io ti riporti a casa. >>
<< Non voglio andare a casa! >>
<< Smettila, finirai per sentirti male.. >>
<< Non mi importa! Non mi interessa,Shannon io ti amo! Ti amo! >>
<< Julie. Basta. >>
<< Ma io.. Shannon.. >>

E’ troppo. Fra gli antidolorifici e la sofferenza, fra il dolore fisico e quello emotivo tutto  aiuta a creare delle ombre intorno a me che mi avvolgono sempre di più,sento il corpo leggero, e poi le braccia di Shannon che mi  afferrano e mi sollevano.

POV SHANNON
Appena Julie sviene la  afferro subito portandola a casa, suo padre le rifà la fasciatura e disinfetta i punti,poi mi chiede di restare con lei finché non si sveglia e io –non a malincuore- accetto. Le resto vicino per due ore mentre suo padre prende un jet per New York per questioni di lavoro.Gioco un po’ a calcio con Max,poi facciamo merenda e lui si addormenta. Quando torno in camera Julie è ancora  a letto,ma sembra essersi appena svegliata perché si guarda intorno spaesata.

<< Sei a casa tua. >>
<< Lo so. >>
<< Sono le nove passate, vuoi mangiare qualcosa? >>
<< No. Dov’è Max? >>
<< Dorme.  >>

La vedo provare alzarsi facendo molteplici smorfie di dolore e subito le corre incontro  bloccandola seduta.

<< Dove pensi di andare? >>
<< Vorrei farmi una doccia. >>
<< Non penso sia il caso. >>
<< Perché no? >>
<< Julie. Lo sai perché ,sei  un medico,no? >>

 Sospiro esasperato non capendo dove vuole arrivare, mi sembra una bambina a volte,ma la amo veramente tanto.

<< Tu mi hai lasciata. >>
<< Si l’ho fatto. >>
<< Devi fare un’ultima cosa per me. >>
<< Poi accetterai di starmi lontana? >>
<< Sì. >>
<< Allora farò qualsiasi cosa. >>
<< Fa l’amore con me. >>
<< Non ci penso neanche,Julie. >>
<< Perché no? Con Emily l’hai fatto. >>
<< Ma che ti prende?! Ora ti paragoni a lei? >>
<< Lascia stare. >>
<< Che ti prende Julie? >>
<< Nulla,Shannon. Voglio solo che tu te ne vada. >>

Resto allibito da questo repentino cambio di direzione. Provo ad accarezzarle una guancia ma si ritrae  mettendosi di nuovo sdraiata. Le rimbocco le  coperte e le bacio la fronte.
<< Non ho mai voluto ferirti,Julie. Ti amo,ricordatelo. >>
<< Addio,Shan. >>

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Capitolo 12
*** Up in the air. ***


POV JARED
Sono passati più o meno due mesi dalla notte dell’ “incidente”,ormai l’estate è finita. La metà di settembre inizia a portare un vento più fresco quasi ovunque,ma non a Los Angeles. Los Angeles, quanto mi manca in questo momento. Il tour è iniziato ormai da già una settimana, per ora abbiamo fatto le tappe inglesi di Manchester  e Londra, domani toccherà all’Italia e poi risaliremo facendo Francia, Austria,Polonia e poi ultime tappe in Spagna e Norvegia. Tutto sembra quasi normale agli occhi dei fan, io so che non è così però. Shannon non stà prendendo parte al tour europeo,perché poche settimane fa è stato arrestato in guida in stato di ebbrezza e dopo una multa di 7500 dollari, ha avuto un fermo per il quale non può uscire dallo stato per tre mesi. Già negli ultimi due concerti ho fatto dei video dicendo ai fan che li avrei mandati a Shannon,può essere sembrato un gesto affettuoso; in realtà sono arrabbiatissimo con mio fratello,pensavo che ormai l’avessimo superata, che andasse tutto bene. E invece no.
Come se non bastasse, da quando ha lasciato Juliette lei è sparita nel nulla, ha disattivato il suo numero e liberato il suo appartamento,il padre non sa dove sia e a me manca la mia amica. E’ notte quando arriviamo a Roma, rimando le visite in giro per il giorno dopo il concerto e vado subito a dormire mentre Tomo và al paino del ristorante per chiedere qualcosa da mangiare in cucina.
Il giorno dopo mi sveglio a mezzogiorno, scoprendo che ci sono fan già in fila dalle 06:00, dopo una veloce colazione in camera, mi faccio una doccia e mi vesto. Ci sono 32 ° ,ma neanche il sole cocente mi rallegra la giornata. Tomo passa in camera per chiamarmi e insieme scendiamo giù in macchina.
<< Com’è la fila per il concerto,Mark? >> Il nostro agente, nel posto da passeggero davanti ,smette per un attimo di trafficare con il suo tablet e si gira per guardarmi.
<< Un disastro,i venditori ambulanti d’acqua si stanno approfittando della situazione mettendo prezzi assurdi e i paramedici non hanno un attimo di tregua, fin troppe persone si stanno sentendo male. >>
<< Non possiamo..aiutarli in qualche modo? >>
<< No Jared, mi dispiace. Però,pensa a cosa stanno affrontando per te. Sono dalle 06:00 in fila e ci staranno fino alle 18:30,poi staranno da quell’ora all’inizio del concerto in piedi per vedere la partita e per ascoltare Dj Armandino. Dopodiché li aspettano due ore di concerto. >>
<< Sì ma non c’entra nulla,non voglio far sentire male le persone. >>
<< Non è una cosa che riguarda te. >>
<< Ma sono qui per noi! >>
<< Jared, per favore, non puoi fare nulla. >>
Tomo scuote la testa guardando fuori, i fotografi appostati al di fuori dell’hotel.
<<  Potremmo almeno consolarli Jay. >>
<<  Che intendi? Oh..Tomo Tomo..Possiamo passargli vicino. Li saluteremo dal finestrino. >>
<< Certo. >>
 Il pensiero che la gente stia male per noi mi manda lo stomaco in subbuglio,c’è un sole infernale e quella gente  è ammassata in fila sotto di esso. Echelon, mai fans furono più pazzi.
Quando passiamo con il Suv lungo la fila che c’è fuori dall’ippodromo delle Capannelle, uno strano miraggio mi fa sobbalzare. I fan urlano e saltano riconoscendo la macchina. Io vedo un movimento strano verso il centro della fila.
POV JULIETTE
Non vedo Shannon ormai da due mesi, e so che non stà facendo nessuna tappa del tour europeo a causa dell’arresto, nonostante ciò sento un gran bisogno anche solo di ascoltare i miei amici. Jared e Tomo. Così volo fino a Roma, con il mio amico Nick e insieme facciamo la fila. Li ho scoperti come band la sera in cui li trovai in clinica di conseguenza ora scopro per la prima volta la vera essenza Echelon. Anche se ne farei a meno. Sono le 16:00 e sono in fila dalle quattro, qui sono tutti gentili e bene o male riesco a capirmi con la gente che c’è in giro anche se parlo prevalentemente con Nick. A un certo punto la fila inzia ad avanzare, di conseguenza nessuno stà più seduto. Nick si siede su muretto  -la fila è compresa fra quest’ultimo e una transenna, per larghezza- io mi metto vicino a lui tutta tranquilla,ma a un certo punto capisco di non potercela fare. Bevo un po’ d’acqua ma non cambia nulla, sento un forte giramento di stomaco mente le mie tempie minacciano un’esplosione.
<< Nick,io proprio non ce la faccio..cerco un bagno,devo assolutamente vomitare, torno fra un po’. >>
Tutti sono eccitatissimi,perché stà passando la jeep di Jared,io però non riesco proprio a pensarci in questo momento,vado all’altra sponda della fila con non poca fatica, quando sono quasi arrivata, prima ancora di allungare un braccio per spostare una transenna e uscire dalla fila, succede qualcosa che non capisco bene.Cado a terra, dei ragazzi riescono a sorreggermi, ma fortunatamente arriva prima un uomo della sicurezza, alto e muscoloso che mi prende da sotto le gambe e la schiena e mi porta via.
Passa quasi un quarto d’ora, e quando mi sveglio sono dentro  una stanza, tutta bianca con un armadietto da un lato, sono su un divano blu..credo.Mi gira la testa,delle mani mi spostano i capelli dalla fronte,mentre altre mi tengono le gambe alzate. Apro piano gli occhi,trovandomi un paramedico davanti,che fortunatamente parla la mia lingua.
<< Come ti chiami? >>
<< Si chiama Juliette >> E’ Nick,e mi stà tenendo le gambe.
<< Dovrebbe dirmelo lei. >>
<< Io..sì mi chiamo Juliette. >>
Il paramedico si abbassa su di me per infilarmi qualcosa su per il braccio. Appena si china, scopre dietro di lui,una figura che mi fa riempire gli occhi di lacrime.
<< Jay.. >>
<< Oh Julie.. >>
 Il bel cantante che dal finestrino sembrava così tranquillo e felice con la giacca bianca,i Rayban e la corona di Dolce e Gabbana,ora sembra in preda al panico,con i capelli legati in un codino malfatto e la giacca buttata a terra. Si china su di me anche lui,per poi inginocchiarsi da un lato del lettino.  Gli sorrido e faccio per parlare quando un medico và dalla parte di Jared prendendomi il braccio e infilandomi il dito dentro un indicatore della frequenza cardiaca. Mentre l’altro finisce di misurare la pressione decretando un bel 164. Jared guarda la gente che ci circonda con sguardo ansioso.
<< Non è troppo bassa? >>
<< Sì,ora le daremo un po’ di zucchero e poi se se la sente può provare ad alzarsi,ora dovresti almeno metterti seduta. >>
<< Mi formicolano le mani.. >>
<< Tranquilla è normale. >>
<< Potreste lasciarci  un minuto da soli? >> Jared interrompe il silenzio e tutti,compreso Nick, vanno via. Il paramedico dà qualche raccomandazione e esce.
Quando siamo soli,inizio a provare ad alzarmi almeno seduta, Jared mi fa appoggiare al suo braccio e poi si siede accanto a me, guardandomi.
 << Che ci fai qui,Julie? I concerti non sono decisamente il posto per te. >>
<< Cos’è successo? E..dove sono? >>
<<  Stavi uscendo dalla fila e sei svenuta, ti hanno portato in ambulanza, ti ho vista da lontano, abbiamo detto all’ambulanza di arrivare fin dentro all’ippodromo e poi ti abbiamo portata qui. Siamo nel backstage. >>
<< Oh Jay..mi sei..mancato così tanto. >>
Senza pensare allo zucchero che mi accorgo di avere sotto la lingua,in fase di scioglimento. Lo abbraccio,sentendo le lacrime  scendere e lui mi stringe più forte.
<< Potevi scrivermi..o chiamarmi, Julie ti ho cercata dovunque, dove ti eri cacciata? >>
<< Ricordi quando il Mars Bus si ruppe? Ci fermammo in quel paesino sperduto, in Scozia. >>
<< Sì e allora? >>
<< Ho vissuto lì per due mesi, mi dovevo riprendere. Dovevo stare sola. >>
<< Capisco. Hai saputo di Shannon? >>
<< Sì..sì,certo. Mi dispiace Jay,so quanto tenevi a questo tour. >>
<< Tenevo? Ci tengo ancora,baby! >>
 Stò per ribattere con una battutina, quando sento bussare e poi vedo la porta aprirsi. Entra Tomo, jeans neri,maglia grigia,berretto nero,il solito. Si china su di me e mi stritola per bene.
<< Come ti senti? >>
<< Tomo! Ora meglio,tu come stai? >>
<< Come sempre..vorrei essere su un bel letto. >>
<< Continua a sognare, abbiamo un concerto. >> Jared si alza e gli dà una spallata,poi insieme mi guardano.
<< Ho un’idea Jay..Julie,ti andrebbe di vedere il concerto dal palco? >>
<< Io..ehm..certo!  Jay? >>
<< Per me  va più che bene. Ohh l’italia e le sorprese che ci riserva. >>
 Quando inizia a il concerto  penso di morire, Tomo e Jared sono costretti a fare quasi tutte le canzoni in acustica,non avendo il batterista e li vedo molto tristi per questo. A  Jared scappano due lacrime quando canta “ End of all days” e Tomo suona la tastiera con un trasporto incredibile. Verso le fine, fanno una finta uscita. Poi Jared ritorna sul palco.
<< Sapete cosa dico ai miei amici quando mi chiedono “ Jared perché ti piace andare in italia? “ … Dico “ IS THE LIFE!” >
Tutti gli fanno eco con un “ Is the Life “,lui invita dei  ragazzi sul palco,uno dal video di “Do or Die”,  poi dopo un po’  esordisce con un “ Get the fuck off my stage”. Tutti ridono e lui fa cenno per iniziare “Up in the Air” ,ma prima.. viene a prendermi dalla sedia dove sono seduta con altri ragazzi,vicina a Nicl, e mi porta al centro del palco invitando anche Tomo. Poi prende il microfono.
<< Vorrei presentarvi..un’amica..la mia migliore amica e.. >>
<< ..E ANCHE LA MIA. >>
Rido fra i due ragazzi e ancora di più dpo l’ultima affermazione di Tomo,imbarazzatissima davanti a tutte quelle persone,alcune delle quali mi hanno anche vista svenire.
<< ..da ora in poi verrà sempre con noi,in giro per l’Europa e per il mondo, e ora starà qui vicino a me per farvi un video,così lo manderemo a Shannon. Dite “CIAO” >>
Tutti fanno un grande “ Ciao “ e la musica inizia. Up in the air. Si sparano coriandoli ovunque e Jared saltella mentre io e Tomo saltelliamo dato che c’è la base registrata,io riprendo tutto e a fine canzone mentre Jared saluta tutti io mando il video a Shannon.
Nuova avventura.
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Scusate il gigantesco ritardo. Come se non si capisse dal capitolo sono reduce dal concerto dei 30STM di Roma,dove sono svenuta come Julie durante la fila,di conseguenza mi ha dato grande ispirazione.Innamoratissima di Jared. <3

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