the walking dead a modo mio

di pandola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'inizio ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** l'inizio ***


Un pranzo coi parenti,doveva essere solo un cazzo di pranzo coi parenti... Le urla,gli spari dei militari, la gente morta che si rialzava e...e divorava gli altri...non era possibile,era un fottuto incubo La mia famiglia...tutta la mia famiglia era morta quel giorno,stupidi militari che non sapevano cosa dovevano fare. Io riuscii a scappare per non so quale grazia ricevuta. Rimasi solo io,io che non sapevo sparare,io che non riuscivo a stare in silenzio per più di cinque fottutti minuti,io senza armi di nessun genere,io...solo io... Quando riuscii finalmente a fermarmi e a mettermi in un luogo sicuro, rimasi in quella casa per giorni o forse di più, finché decisi che non avrei fatto quella fine. Dovevo dire che non sono mai stata una persona fortunata anzi, ma trovare un negozio di articoli da caccia non del tutto svaligiato fu un enorme botta di culo!! Recuperai vestiti resistenti e comodi,stivali in cui infilai dei pugnali,arco e frecce che sapevo utilizzare da sempre,uno zaino capiente in cui infilai un sacco a pelo,altri vestiti e altri oggetti che sicuramente mi sarebbero diventati utili,non avevo tempo da perdere così rischiai ad entrare nel supermercato li vicino,la strada era deserta,entrai e mi concentrai su acqua e cibo in scatola,sicuramente quello che durava di più. Uscii e cercai una macchina, per allontanarmi da li era il mezzo migliore,ma quando ne trovai una,quella era circondata da corpi smembrati che mi misero dei brividi che quasi caddi a terra. Con un rumore feci allontanare quei corpi e poi mi fiondai all'interno dell'abitacolo,devo riconsiderare la mia idea di sfortuna perché trovai le chiavi inserite e appena messa in moto notai che c'era il pieno di benzina. Decisamente la mia giornata migliore!! *** Da quel lontano giorno ne era passato di tempo,non so quanto,so che non sono ancora cibo per i vermi e questo mi va benissimo. Ora sono ad Atlanta,città in cui avevo sentito ci fosse un posto sicuro. Lascio la macchina fuori città sicuramente mi sposterò più velocemente a piedi per le strade in caso di necessità. Mi muovo sui tetti,ho fatto decisamente male i miei conti, nessun rifugio sicuro anti-zombi,fortuna i tetti sono quasi sempre liberi,appena uno o due non-morti che elimino facilmente. Poi,dal nulla l'allarme di una macchina per le strade, la vedo sfrecciare inseguita da quegli esseri,le urla di un uomo che chiede di non essere abbandonato,corro in quella direzione e quando raggiungo l'edificio affianco vedo l'uomo che urlava fino a poco fa,ammanettato ad un tubo che cerca di liberarsi. "Hey!! Che diavolo hai fatto per essere stato abbandonato in balia di quei cosi??" sono sinceramente curiosa ma non mi arrischio ad avvicinarmi anche se sarebbe relativamente facile visto la passerella che potrei fare grazie a delle assi lasciate qui. " ragazzina liberami!! Avanti non fare la puttana!!" mi risponde quello " che caratterino, capisco perché ti hanno abbandonato qui solo. Peggio di un cane" dico e faccio per andarmene,non ho intenzione di accollarmi un tipo che mi insulta quando potrei essere la sua salvezza. " OK OK... Senti liberami da qui e giuro che ti sarò debitore finché non ti ripagherò!!" vado sul tetto dove si trova, ma prima di avvicinarmi troppo gli dico "senti a me non frega un cazzo di quello che hai fatto per essere rimasto qui,ma giocami un brutto scherzo e giuro che sarà l'ultima cosa che fai" sono seria mentre lo minaccio ma lui non sembra risentirne, mi risponde solo con un cenno del capo e lo libero. Riusciamo ad abbandonare la città, per fortuna la mia macchina è ancora lì. Saliamo,metto in moto e parto, non ho intenzione di rimanere in questo posto un minuto di più. " senti...vuoi che ti riporti dai tuoi amichetti? Magari sentiranno la tua mancanza..." ghigno mentre pronuncio l'ultima parte della frase, lui si guarda intorno e poi " non ci torno da loro,possono crepare per quel che mi riguarda" simpatico devo dire " ma non hai nessuno a cui tieni tra loro?" continuo,cazzo è la prima persona che incontro dopo mesi e questa non ha voglia di parlare, sono ritornata alla fortuna della mia vecchia vita... "Non sono affari che ti riguardano,ragazzina" "Non chiamarmi ragazzina!! Non sono una ragazzina!! Sono Alex" dico leggermente agitata "Non è un nome per una ragazzina per bene quale sembri" pensa di conoscermi "Smettila...tu non conosci me e io non conosco te. Rimaniamo insieme per sopravvivere oppure ti scarico da qualche parte" sono tornata calma,in fondo non mi è mai piaciuto perdere la pazienza per sciocchezze, quando la perdo però è meglio starmi lontano. "Resto con te finché ne avrò voglia,poi vedrò cosa fare..." sbrigativo il tipo.

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Capitolo 1


Sto girando per una cittadina da mezz’ora in cerca di un’auto funzionante, ma niente sono tutte senza benzina…che palle.
Sento un’auto arrivare nelle vicinanze, giro l’angolo ed eccola, è una jeep che mi sarebbe molto utile. Scende un vecchio ed entra nel bar che ho intravisto durante i miei giri.
Non so che fare, se andare a rubargli la macchina e lasciarlo lì oppure... oppure non lo so.
Opto per fare ancora un giro e come ritorno nei pressi del bar noto che sono arrivate altre macchine, altra gente, altri pericoli. Vaganti.
Poi iniziano gli spari, che cazzo succede. Decido di entrare nel bar dal retro e capire perché questi abbiano iniziato a spararsi contro. Imbocco il vicolo e restando bassa e il più silenziosa possibile entro nel bar e mi puntano subito pistole e fucili contro. Faccio appena in tempo a vedere che ci sono due tizi morti che alzo le mani
“fermi…non sto con nessuna delle due parti…”inizio
“come facciamo a saperlo?” mi sputa addosso l’uomo sulla quarantina 
“facciamo che vi do li mie armi per sicurezza..? anche se mi sembra la soluzione più stupida visto la situazione…perciò mettiamola così, se vi avessi voluti morti lo sareste visto che sono entrata indisturbata” dico prendendo poche pause tra una frase e l’altra “vorrei solo sapere perché vi sparate contro gli uni agli altri e non contro i morti che stanno invadendo le strade”
“divergenza di opinioni…?” prova il ragazzo orientale che sta in lato della porta.
“non ci hanno dato scelta, volevano…volevano…ma tu chi sei? E cosa ci fai da queste parti, cioè cosa fai qui?” cosa rispondo, che volevo rubare la macchina al vecchio? No
“cercavo rifornimenti, e poi quelli fuori mi sembrano un branco di bifolchi con manie di controllo e problemi di rabbia e mi sono chiesta chi poteva mai dar loro contro siccome sono anche ben armati” risposta vera e semplice
“quindi ora sei qui dentro per…”inizia l’uomo ma non riesce a finire di parlare che ricominciano a sparare e ad urlare che le strade sono sempre più piene di erranti o come li chiamano loro cervelli molli, e quando li sentiamo allontanarci ci arrischiamo ad uscire, io tengo la mia Browning Hi-Power alta e pronta a sparare contro chiunque. Fuori è pieno di zombi e noi iniziamo a sparare in testa a tutti quelli troppo vicini e girandomi verso al gruppo con cui ho deciso di stare mi trovo a mirare verso la testa di quello che ho sentito essere Rick proprio nel momento in cui lui si gira verso di me e pensa che gli stia per sparare così mi punta anche lui la pistola contro, ma quando io premo il grilletto e faccio fuori un vagante dietro di lui mi fa solo un cenno con la testa prima di ripartire di corsa verso un’auto.
Siamo vicini a una loro auto quando sentiamo le urla di ragazzo del gruppo avversario e così senza pensarci ci troviamo a correre e sparare verso di lui. Lo troviamo con una gamba infilzata su un’inferriata, sicuramente stava saltando da un tetto all’altro quando poi evidentemente è caduto. Siamo tutti presi sul cosa fare di lui che quasi ci dimentichiamo in che situazione ci troviamo, li sento discutere e mentre io sistemo alcuni morti dietro al ragazzo sento un forte dolore alla spalla, mi giro sperando non si tratti di un vagante che è riuscito ad avvicinarmisi tanto da masticarmi e quando mi volto, effettivamente c’è un morto vicino a me non è così vicino dall’essere riuscito a mordermi così lo stendo cercando di non pensare alla spalla che attimo dopo attimo mi fa sempre più male e quando mi rigiro vedo che hanno tolto la gamba del ragazzo dall’inferriata in malo modo date le sue urla e corriamo in formazione compatta verso le auto per poi partire a razzo verso il loro accampamento.

+++

Arriviamo alla loro fattoria verso l’alba ed io sento che l’adrenalina ormai sta scemando  e con la sua scomparsa sento la spalla sempre più intorpidita dal dolore, non sono ancora riuscita a vedere che cosa abbia perché sono seduta insieme al ragazzo ferito che non la smette di lagnarsi e lo capisco visto che ha un buco nella gamba.
Come spengono il motore arrivano altre persone, che iniziano a circondare le persone che scendono e quando notano che ci siamo anche io e l’altro diventano sospettosi e ci puntano le pistole contro intimandoci di scendere. Ci aprono le portiere ma Rick dice loro che il ragazzo non può camminare così il tipo davanti a me punta la sua balestra alla mia faccia e con essa mi fa cenno di scendere. Il vecchio dice subito di portare dentro il ragazzo e che io li ho aiutati a tornare e che non serve minacciarmi ma come scendo dall’auto ho un mancamento, sicuramente ho perso molto sangue, e cado praticamente addosso all’arciere che spostando la balestra mi prende con un braccio per non farmi cadere e quando vede il sangue sposta subito la maglietta per controllare la ferita
“le hanno sparato” dice rivolto a chissà chi, poi il buio m’inghiottisce e non sento più nulla.

+++

Mi sveglio in un letto, la spalla fa male ma è sopportabile, sento le lenzuola sulla mia pelle, come sono arrivata qua? Ah si…il bar, la corsa, l’arrivo in macchina e poi…poi? Sono praticamente nuda in un letto sconosciuto e sono sola nella stanza, mi guardo intorno e non vedo niente che potrei indossare. Facendo forza sul braccio sano mi metto seduta, mi gira un po’ la testa ma appena passa riesco ad alzarmi, credo che dovrei essere felice di essere viva, in un posto sicuro, devo solo sperare che la gente non sia fuori di testa o qualcosa di simile.
Mi avvicino alla porta, indosso solamente le mutande, una canotta non mia e la fasciatura, la apro piano e mi trovo davanti ad un uomo in salopette che mi guarda dal basso verso l’alto per poi esclamare
“finalmente ti sei svegliata! Dobbiamo parlare.” Mi dice, dopo averlo guardato per un po’ e comportandomi come se non avessi capito cosa voleva dirmi, guardo verso le scale, da dove provengono dei passi e da dove vedo spuntare quello che dovrebbe essere Rick e gli rivolgo un cenno con il capo
“come ti senti?” ora lo guardiamo sia io sia l’altro tizio
“meglio di quel che speravo…ma dove sono?” gli dico debolmente, ho la gola secca e lo stomaco più vuoto di quanto non lo sia mai stato perciò devo essere in quel letto da un bel po’
“sei nella casa di Hershel e... chiedo a qualcuno se ha dei vestiti da prestarti…” detto questo scende le scale lasciandomi di nuovo sola con il tipo, lo guardo e con tono tranquillo
“scenderò quando il mio corpo sarà più coperto” e gli chiudo la porta in faccia
Neanche cinque minuti dopo sento bussare alla porta
“avanti” entra il vecchio del bar e mi porge i vestiti che prendo e inizio a indossare, quando sto per infilare la maglietta dopo aver tolto la canotta mi ferma
“vorrei darti un’occhiata alla ferita prima di scendere”
“ ma certo ehm…sei un dottore?” chiedo andandomi a sedere sulla sedia vicino al letto
“un veterinario”
“bè…ti ringrazio dell’aiuto, se fossi stata là fuori da sola, probabilmente, sarei già morta” gli sorrido amaramente e lui mi ricambia con uno più dolce
“se non fosse stato per il tuo aiuto non credo che saremmo tornati tutti interi “
“quanto tempo ho dormito?” guardo la stanza mentre lui mi finisce di rifare la fasciatura alla spalla
“due giorni” mi volto sorpresa da questa notizia e lo guardo quasi con gli occhi sbarrati “ho finito, finisci pure di vestirti ti aspetto di sotto con gli altri, credo ti vogliano fare delle domande”
“mi stupirei se non me le facessero” dico mentre infilo la maglietta con qualche difficoltà di movimento.
Quando scendo le scale, sento parlare diverse persone, donne, uomini e quando alzo lo sguardo dall’ultimo gradino vedo l’uomo con la balestra che sta appoggiato allo stipite della porta di quello che credo esser il soggiorno. Mi guarda ma non dice una parola, non sento più parlare così mi faccio vedere da tutti.
“salve” esordisco facendo un gesto con la mano
“eccoti – inizia Rick – credo che dovremmo iniziare con il presentarci, io sono Rick – e poi indica le diverse persone presenti – lui è Hershel, Shane, Glenn, Maggie, Lori, Carl, T-Dog, Andrea, Dale, Carol, Beth, Patricia e quello vicino a te è Daryl…tu sei?” un sacco di nomi tutti insieme e che non ricorderò, fantastico. Sorrido a tutti
“io sono Mira – credo di avere una voce un po’ strana anche perché continuo ad avere molta sete –  innanzitutto volevo ringraziarvi per l’ospitalità e vi garantisco che non mi fermerò più del tempo necessario”
“e vorresti andartene per dire agli amichetti di Randall dov’è e in quanti siamo, immagino” sputa fuori quello che ho incontrato fuori dalla porta e che dovrebbe essere Shane, ma anche se ha un tono da stronzo di certo non mi intimidisce, sono sempre stata la più piccola del gruppo, con il mio metro e sessanta scarso, e giravo spesso con ragazzi più grandi e più stupidi di me perciò non mi tiro indietro alle sfide
“oh ma certo, saranno felici di vedermi e farmi la festa visto che ho sparato in faccia ai loro compagni!” rispondo sarcastica e più di qualcuno si lascia sfuggire una risatina, compreso il tipo al mio fianco.
Dopo avermi lanciato un’occhiataccia per averlo ridicolizzato davanti a tutti si volta verso Rick
“credo che ora dovremmo riprendere il discorso di cosa fare con il ragazzino e lei” sputa fuori velenoso e credo che con molta probabilità preferirebbe ucciderci entrambi e farla finita con queste stronzate
“sì, hai ragione…perciò Mira…forse è meglio se…” non li lascio finire la frase
“ok, esco a fare due passi se non è un problema” dico l’ultima parte guardando negli occhi Shane ma prima che mi possa rispondere Daryl prende parola
“esco io con lei e vado a controllare il ragazzo” nessuno ha qualcosa in contrario, tantomeno io che devo subirmi un babysitter per poter stare tranquilla i giorni che resterò qui.
Dopo essere usciti, lui si dirige verso un piccolo capanno degli attrezzi ed io decido di seguirlo, cinque passi indietro e piuttosto rumorosamente, continuando però a guardarmi intorno. All’inizio noto le tende all’esterno della casa, significa forse che non dovevano restare? Poi sento il cinguettio degli uccellini, il vento tra i capelli, il sole sulla pelle, tutte cose a cui avevo smesso di prestare attenzione da quando questa merda era iniziata, perché se ti distrai un attimo ormai rischi di morire. Sono così presa da queste sensazioni che non mi accorgo di essermi fermata con un lieve sorriso sulle labbra e gli occhi chiusi.
Quando riapro gli occhi mi accorgo che Daryl mi guarda per poi voltarsi subito dopo. Mentre lui si siede su un ceppo e finge di essere da solo, io proseguo a camminare verso il nulla.
“non ti conviene allontanarti troppo” mi ammonisce
“sono disarmata e ferita che mai potrei fare, eh?” ok che sono, come dire, in prova, ma non credo di essere un problema, insomma ho già detto di non voler restare li per sempre e di non voler causare problemi, quindi…
“come vuoi…attenta agli zombi” dice di risposta con fare strafottente. Non so che rispondere, perciò mi allontano solo di qualche altro passo per poi sedermi sotto all’albero più vicino e con la coda dell’occhio vedo che scuote la testa con fare divertito.
 Non ci so proprio più fare con le persone e pensando questo sorrido divertita.

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