Nota legale: questi personaggi non mi
appartengono, ma sono
proprietà della square-enix.
Mentre
molti aspetti sono tratti dai libri di Valerio Evangelisti
Nota
dell’autore : muy bien,
eccoci al secondo
capitolo. Il primo è
terminato in una situazione un po’ scomoda per i
protagonisti, non so come
andrà avanti mi inventerò qualcosa adesso, mentre
scrivo, ricordatevi i
commenti e le critiche.
Le
risposte alle recensioni per
il capitolo primo sono riportate alla fine.
Per chi non ricordasse il sistema
delle ore monastiche, lo riporto ancora ma con più sicurezza
avendo avuto la
conferma che ciò che scrissi fosse corretto:
Mattutino:
12.00 p.m. – 3.00 a.m. laudi:
3.00 a.m.
–
6.00 a.m.
Ora prima: 6.00
a.m.
ora terza: 9.00
a.m.
Ora sesta: 12.00
a.m.
ora nona:
3.00 p.m.
Vespero:
6.00 p.m.
– 9.00 p.m. compieta:
9.00 p.m.
– 12.00 p.m.
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CAPITOLO 2 :
“ DE
MORDACE MARIANI LECTIONE”
Mariano restò interdetto
un istante prima di muovere in
direzione di Demyx, con un guardo talmente rabbioso da far paura al
demonio. Si
piegò verso di lui, afferrandolo per i capelli,
restò a fissarlo inginocchiato
per poi, alzandosi, tirarlo in piedi con la forza. Il giovane, che
soffriva di
un dolore indicibile e si sentiva strappare la testa dal collo talmente
era
forte il tirare dei suoi capelli da parte del padre, senza fare apposta
schiaccio
abbastanza pesantemente la mano di Axel,che lanciò un grido
acuto, subito
represso per poter parare il calcio in faccia sferratogli da Mariano.
- Mariano, lascialo stare!
È pur sempre tuo figlio, non puoi
desiderare la sua morte solo perché ha trovato
ciò che vuole! - Sofia,
la madre di Demyx, una donna
dall’espressione austera ma che in realtà celava
una bontà e una misericordia
inenarrate, era
intervenuta in difesa dell’amato
figlio, non poteva sopportare di vederlo trattato in quel modo, nemmeno
se ciò
che aveva fatto andava contro tutto quello che sapeva giusto.
- Zitta donna! Tu non sai
ciò che stai dicendo! Dopo quello
che ha fatto, merita la morte e anche di più, e insieme a
lui anche questo
servo scellerato, due infedeli sotto il mio tetto, come se
già non bastassero
quelli che vivono qui di fianco, pure mio figlio! - Mariano sputò in faccia
ad Axel, mentre ancora teneva
Demyx, che cercava di divincolarsi ma senza successo, per
i capelli
alzò un braccio e
cercò di colpirlo, ma Sofia si attaccò
all’arto con tutte le sue forze gridando: - Noooooooooo!! Non
gli farai del
male!
- zitta, ti ho detto di stare zitta,
o farai la sua stessa
fine!
- G-grazie madre - sussurrò
Demyx: - ma lascialo fare, se questa
deve essere la mia punizione, che sia, il buon Dio mi
perdonerà nel suo regno
per tutto questo, spero -.
A
queste parole,
Mariano si arrestò e scrutò nei suoi occhi alla
ricerca della sincerità, poi
diffidente gli chiese in tono più calmo: - come osi ancora
pronunciare il nome
di Dio dopo quello che hai fatto? Hai infangato la buona fede di questa
famiglia e ancora ti ritieni cristiano? Rispondi!
- Padre, ciò che ho fatto
non è stato dettato dalla mia
mente, è stato un avvenimento al di fuori del mio controllo,
forse è la volontà
divina... - questa ultima parte la disse a voce bassa come se non fosse
convinto. Ma per Mariano fu una bestemmia e gli fece scappare quel poco
di
pentimento che si era fatto presente, permettendogli di tuonare: - Cosa
hai
detto?! – poi rivolgendosi alla moglie: - Perdonami Sofia,
ma, nel nome della
cristianità, non posso tollerare che un cane del genere
viva. Hai sentito
quello che ha detto? La volontà divina!! -
si avvicinò ulteriormente a Demyx e lo
afferrò per le guance dicendogli:
- Tu, che hai fama tra i tuoi coetanei di essere un cristiano modello,
ti sei
reso conto di quello che hai detto? L’unica
volontà che ha avuto mano in questa
vicenda è quella di Satana! E ci è riuscito per
colpa di quello schiavo a cui
tieni tanto, io ti avevo avvertito! - . a questo punto il biondo si
sentì di
replicare. - ciò che dici è falso! Axel non ha
colpa! -
Intanto Axel, che non aveva voluto
intromettersi per paura
che potessero fare male a lui e a Demyx, decise di provare a dire
qualcosa: -
signore, mi perdoni, io non ho mai voluto il male di Demyx e mai lo
vorrò, per
questo le dico che me ne andrò, o mi potrà far
arrestare se questo la potrà
rendere più felice e pensa che potrà riportare
suo figlio sulla retta via. –
- oh, no, è troppo
semplice così, tu hai portato mio figlio
su una strada di cui non doveva conoscere l’essenza, ma solo
la meta ed
evitarla. E oramai non sono più fiducioso delle vostre
parole, ho capito che ha
imboccato quel sentiero oramai da troppo, dovevo capire che tutto il
tempo che
passava con te negli ultimi tempi, non era per curarti! - .
- No,
questa è stata
l’unica volta... – intervenne Demyx.
- Taci! Adesso, sia tu che lui,
racconterete questa vostra
menzogna a padre Nicolas, perché la tua prossima casa,
sarà il palazzo
dell’inquisizione e le sue prigioni! Saranno i domenicani a
decidere la vostra
sorte, io non voglio più avere nulla a che fare con voi due.
Ah, Demyx, sappi
che da questo momento io non ti considero più mio figlio! Ti
RIPUDIO! - . a
Mariano scesero delle lacrime, ma pare che solo Sofia se ne accorse,
infatti
gli prese una mano e gli disse: “ ciò che stai
facendo è ingiusto! Neanche tu
lo vuoi, allora dimmi, perché? - .
- quello che faccio non è
ingiusto! Io sono prima di tutto
un cristiano e un difensore della mia fede.
- no, tu sei prima di tutto un padre!
Il tuo compito è
quello di proteggere la tua famiglia, non puoi consegnare tuo figlio
all’inquisizione solo perché ha baciato un altro
uomo! È di fede indiscussa,
questo è un errore!-
- donna, la mia decisione
è presa...
- non è vero! Puoi ancora
cmbiarla, fallo per colui che hai
generato...
Mariano restò colpito da
queste parole, chi gli impediva di
non condannarlo? O chi glielo obbligava? Ci pensò un
po’ poi optò per un’altra
soluzione, forse la migliore, ma sicuramente dolorosa per un genitore...
- va bene, moglie, hai vinto, penso
che tu abbia ragione ma
sappi che faccio ciò solo perché è mio
figlio e non voglio essere io a
condannarlo, ma spero che lo faccia qualcun altro! Ciò che
ha fatto è pur
sempre peccato!
- padre, che cosa hai deciso? -
- mio caro, so che quello che dici
non è quello che
realmente quello che vuoi, nessuno vorrebbe mai veder condannato il
proprio
figlio, ma ora dicci; che cosa hai deciso? –.
- Demyx?
- sì?
- Axel?
- comandi signore...
Il tono del signore d’Urrea
di fece duro, come celante una
profonda mestizia dietro un muro di austerità. Il generale
prese le forze per
pronunciare quello che aveva pensato - ho deciso che d’ora in
poi Demyx non
sarà più mio figlio, comunque sia lo
ripudierò, ciò che ha fatto è per me
imperdonabile. Tuttavia ho deciso che se ne andrà da questa
casa e anche da
Saragozza, ti farò sellare un cavallo e prenderai le cose
che più ti servono,
andrai dove ti pare ma lontano da qui. Axel, tu sei ancora di mia
proprietà,
perciò ti ordino di seguirlo e proteggerlo!-.
Axel si sentì sollevato, e
anche Demyx, fortunatamente suo
padre aveva, anche se a modo suo, approvato.
- sarete obbedito padre.
- non la deluderò signore.
- molto bene, ora andate a mangiare
qualcosa e a preparare
le vostre cose, partirete non oltre l’ora nona!
I due giovani lasciarono la cappella,
mentre si avvertì una
campana annunciare che era passata già un’ora da
quando si erano svegliati...
I due rimasero soli nel cubile di
Axel a preparare le poche
cose che egli possedeva.
- pensavo che tuo padre la prendesse
in modo diverso,
peggio.
- peggio di così? Mi ha
ripudiato!!! Voleva portarci davanti
a un tribunale inquisitorio!! Per uno come me, nulla è
peggio di essere portato
in un luogo del genere. E poi, con questo capo d’accusa, la
condanna è la morte
e nient’ altro!
- suvvia, alla fine ha deciso di
cacciarti e basta, poteva
anche ucciderti... e poi uno di famiglia nobile, cristiana e potente
come la
tua, se la sarebbe cavata diversamente, con qualche pena minore
- forse hai ragione...beh, dopo aver
mangiato qualcosa,
penso che andrò a dare l’ultimo saluto allo zio,
mi mancherà tantissimo...
Mariano e sua moglie sostavano nel
giardino, parlando di
Demyx.
Sofia era molto afflitta da quello
che era successo, la sua
austerità era sparita totalmente e ora il suo volto
esplodeva di una tristezza
tale di cui nemmeno lei fosse sicura di riuscire a superare.
- Sofia, che hai?
- che ho? Dopo quello che hai pensi
di potere ancora
parlarmi?
- ma io, perdonami, ma non posso
permettere che viva a
Saragozza, sotto gli occhi dell’inquisizione, mentre compie
un peccato grave
come questo! anche tu non lo approvi!
- forse non lo approvo, ma
l’amore per mio figlio mi
impedisce di cacciarlo e ripudiarlo!
- basta, ormai è deciso,
gli sarà di insegnamento. Anche io
ci soffro molto.
Oramai suonava l’ora sesta,
i cavalli migliori che Mariano
era riuscito a procurare erano stati fatti sellare e caricati degli
averi di
Axel e di quello che Demyx aveva deciso di portare con sé,
più delle vettovaglie
e dell’acqua. Il signor d’Urrea aveva deciso di non
dare denaro a Demyx, non se
lo meritava, tuttavia diede al figlio una spada che aspettava di
consegnargli
nel giorno delle sue nozze raccomandandogli di tenerla sempre con
sé e usarla
quando fosse stato assalito. Ad Axel consegnò una daga, meno
appariscente e più
facile da usare per uno che non conosceva l’arte delle armi...
Come aveva annunciato, Demyx
andò a trovare suo zio: Jacme
d’Urrea.
Camminava inquieto per le strade di
Saragozza, anche se nessuno sapeva
ciò che aveva fatto , si sentiva
osservato e protagonista dei pensieri della gente.
Arrivò di fronte al
palazzo del justicia
e
bussò più volte al grande portone
di ferro e legno, finché un giovane servo non gli
aprì la porta, dicendogli: -
buongiorno signore, desidera qualcosa? Mi spiace ma il signor
d’Urrea al
momento non è disponibile- .
- sono Demyx, suo nipote, ho molta
urgenza di parlargli, per
favore, gli spieghi che potrebbe essere l’ultima volta che lo
vedo.
- va bene signore, sarete obbedito.
Demyx fu fatto entrare e attese
nell’atrio spoglio del
palazzo per qualche minuto. Dalle cucine proveniva un buon odore, ma
non
riusciva a pensare al cibo, la reazione di suo zio lo preoccupava, gli
era
molto affezionato, tuttavia non sapeva cosa aspettarsi.
Dopo circa 15 minuti, il servo che
prima lo accolse, gli si
fece incontro scortando un uomo possente, dal colorito olivastro e dai
folti
capelli neri : era re Pietro IV, detto il cerimonioso. Il re era in
perenne
conflitto con il justicia, per quale motivo sarà stato
lì? Questo non era
importante per Demyx, che fu subito portato dallo zio.
- Demyx, che cosa ci fai qui? Il mio
servo ha detto che
potrebbe essere l’ultima volta che ci vediamo, siediti!
- perdonami, zio, ho visto che stavi
parlando con il re...
- non ti preoccupare, dimmi,
piuttosto, perché sei qui?
Demyx abbassò lo sguardo,
poi prese forza e confessò la
storia al magistrato...
- e così papà
ha deciso di ripudiarmi, ma di non mandarmi
davanti agli inquisitori che mi avrebbero condannato a morte o peggio
scomunicato, e di obbligami all’esilio con Axel, il mio servo.
Il
justicia restò
totalmente interdetto
prima di riuscire a proferire parole si grattò gli occhi e
alzò la testa al
cielo, infine con
un espressione molto
afflitta si gettò sulla sua grossa sedia di legno - della stazza di un trono
– e disse: - Demyx,
nipote mio, quello che hai fatto e deplorevole, ma ti voglio
così tanto bene
che comunque asseconderò la tua fuga e non ti
porterò rancore. Cercare di
convincere Mariano è impossibile e poi, stare sotto gli
occhi di uno degli
inquisitori più crudeli che l’ordine di san
Domenico abbia conosciuto, è troppo
rischioso. Beh, ti darò del denaro, così se
dovrai fermarti da qualche parte,
avrai di che pagare-. Demyx lo guardò con uno sguardo
concitato poi aggiunse :
- grazie mille zio, sapevo di poter contare su di te, sapevo che mi
avresti
perdonato!-.
- cos’altro potevo fare?
Sei pur sempre il mio nipote
preferito! Se questa è
la vita che ti è
destinata non posso fare nulla! Ma fai attenzione, molto pericoli sono
in
agguato!
Detto questo,
Jacme
diede un forte abbraccio all’amato nipote e poi lo
congedò, dicendogli che ora
era tempo che tornasse al suo colloquio con il cerimonioso, che pur non
gradendo di dover attendere e sostare più del necessario in
quel palazzo da lui
odiato, aveva accettato che Demyx andasse a salutare lo zio per
l’ultima volta.
Egli sapeva cosa voleva dire perdere qualcuno di caro, aveva perso una
figlia
molto piccola e la moglie, per la peste.
Demyx uscì dal palazzo
sentendosi sollevato, suo zio lo
aveva perdonato e per lui il suo giudizio contava più di
quello del padre.
Tornò a casa sua dove lo attendevano i cavalli, la madre, il
padre e tutti i
servi; non mancava moltissimo all’ora nona, il tempo era
volato, e oramai era
tempo di partire. Salutò prima tutti i servi che sempre
erano stati gentili
verso di lui e poi passò ai genitori.
- Demyx, sappi che anche se
sarò lontana da te, il mio cuore
ti sarà prossimo e nel mio pensiero sarai sempre tu quello
più presente.
- grazie madre, anche io ti
penserò sempre, e non so come
vivrò senza di te...
- Demyx, figlio mio, sappi che mi
dispiace per questo, me ne
pento moltissimo...
- no, padre forse è la
cosa migliore, tu non meriti un
figlio come me...
Demyx ed
Axel saltarono
in groppa ai cavalli e partirono verso le porte della città.
Il giovane biondo
restò girato verso la sua abitazione finché non
riuscì più a vederla.
L’immagine della madre in lacrime, inginocchiata per terra in
modo umiliante
per una nobildonna come lei, gli sarebbe per sempre restata nel cuore,
come
segno di vero amore da parte sua.
Oramai erano fuori dalla
città, entrambi si voltarono a
guardare Saragozza per l’ultima volta.
Axel domandò a Demyx dove
si sarebbero diretti. Il ragazzo
aveva le idee chiare, con tanta sicurezza rispose che sarebbero andati
a
Barcellona, da lì, sarebbero salpati verso
l’Italia e avrebbero ricominciato da
capo. Lasciandosi per sempre alle spalle l’Aragona che
rievocava troppi ricordi
malinconici.....
FINE DEL SECONDO CAPITOLO.
Scusate se sono molto corti...ma
spero vi piacciano
comunque... e ora le risposte alle recensioni..che non sono molte
Kymyit:
grazie kym, beh,
penso che in questa fiction però mancheranno le scene
d’amore.... non so quante
ne metterò..non mi ci vedo a scriverle...
Emy93:
grazie kiubby, spero
che ti sia piaciuto il secondo... beh, un po’ ammetto che
sono bravo a
scrivere, ma non sempre, solo raramente... -///-
Isuzu:
scusa, anche questo è
corto, ma spero ti sia piaciuto lo stesso.. grazie sono felice che
anche a te
piaccia l’ambientazione...
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