lucy flamsteed, distretto 2

di Martiz Kenway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** distretto due ***
Capitolo 2: *** Per l'onore ***
Capitolo 3: *** La mietitura ***
Capitolo 4: *** Il bacio ***
Capitolo 5: *** La sfilata dei distretti ***
Capitolo 6: *** L'addestramento- Parte 1 ***
Capitolo 7: *** L'addestramento- parte 2 ***
Capitolo 8: *** Il giorno del test ***
Capitolo 9: *** Intervista con Ceasar Flickerman ***
Capitolo 10: *** Che gli Hunger Games abbiano inizio ***
Capitolo 11: *** Un gesto di bontà ***
Capitolo 12: *** Gelosia ***
Capitolo 13: *** Un bacio d'addio ***
Capitolo 14: *** Cambiamento di regole ***
Capitolo 15: *** Un ultimo gesto disperato ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** distretto due ***


Guardai l'orologio sbattendo il piede a terra. Ultima ora. Ultimo giorno di scuola, e quello significava l'inizio di un altro incubo. La mietitura. Continuai a guardare la lancetta dei secondi che scorreva veloce quasi non vedesse l'ora di arrivare alla meta. Poi la campanella emise il suo suono stridulo e tutti si alzarono eccitati dai banchi riversandosi nei corridoi e poi nelle strade. Io rimasi lì seduta guardandomi le mani tremanti. L'ansia era cominciata una settimana fa quando alla televisione si annunciava l'imminente arrivo dei tanto amati Hunger Games.

Noi del distretto 2 amiamo i giochi, molti ragazzi vengono mandati in scuole d'addestramento fatte apposta per poi offrirsi come tributi.

E io ero una di loro. Mio padre mi iscrisse ad una di queste scuole d'addestramento, come del resto facevano quasi tutti i benestanti del distretto 2 all'età di undici anni. Ora ne ho diciasette. Forse l'età adatta per partecipare ai giochi. Sia fisicamente che psicologicamente. Osservo la cartina appena al muro davanti a me. Rappresenta Capitol City, un grande nucleo centrale, il fulcro del potere e tutto intorno ci sono i distretti. Dall'uno al dodici. Una volta esisteva anche il tredici ma venne distrutto da Capitol City dopo una sua rivolta. Ancora oggi mostrano il filamato di quel bombardamento. E' così che naquero i giochi. Per far si che nessun altro distretto si ribellasse a Capitol City. Che gusto c'era? Me lo domandavo sempre. Per anni ho visto i giochi alla tv, più che altro obbligata da mio padre e sempre più il mio disprezzo e il mio disgusto sono cresciuti ad ogni edizioni. QUest'anno c'è la 74esima edizione degli Hunger Games. La mietitura è tra due giorni e le scuole chiudono fino alla fine dei giochi. E' una tradizione. Finalmente mi alzo dalla sedia ed esco da scuola, con la tracolla pesante in spalla. Cammino per il viale fino al cancello e dò un ultima occhiata alla scuola, un edificio grigio scuro con grandi finestre. -CI vediamo..forse-

Presi la mia bici che stava legata ad un palo fuori dal cancello e mi diressi verso casa, pedalando lentamente, come a volermi godere quel momento. Percorsi il viale di cemento costeggiato dalle casette con giardini curatissimi a sinistra e gli scavi a destra. Il distretto 2 era famoso per i suoi scavi, si estraggono minerali, pietre e ogni tipo di cosa che la terra offre. Il suolo è particolarmente ricco qui ma non adatto all'agricoltura. Mi fermo a guardare una gigantesca scavatrice che zappa il terreno per poi rilasciare la terra che cade come una cascata rivelando una miriade di stelle brillanti, forse diamanti o rubini. Molit operai lavorano su rocce con martello e scalpello estraendo pietre d'ogni genere e facendo volare ad ogni colpo scheggiè di pietra che potrebberò tranciare in due uno scoiattolo.

Riparto e stavolta svolto in un vicoletto a lato della strada costeggiato da casette. Voglio passare per il parco. E' l'unico punto verde del distretto eppure non c'è quasi mai nessuno, solo gli innamorati o le mamme con i bambini che giocano con le barchette al lago artificiale. Lascio cadere la bici a terra e mi metto accovacciata alle rive del lago. Estraggo un pezzo di pane dallo zaino e lo faccio a pezzi ,ne butto un po' nell'aqua. Le anatre si avvicinano e con i luccianti becchi arancioni si litigano il cibo tra loro. All'improvviso sento delle voci alle mie spalle. Una è maschile, la riconosco perfettamente. Cato.

-Ragazzi non vedo l'ora che ci sia la mietitura- dice con il suo solito tono irritante

Le ragazze della scuola che lo seguono ovunque come oche starnazzanti lo riempioni di lodi

-Oh sei così coraggioso!-

-Cato sei il milgiore..non ti batterà nessuno vedrai!-

Mi rialzo senza girarmi e vado riprendere la bici. Mentre la raccolgo sento lo sguardo insistente del gruppetto. Alzo lo sguardo indifferente. Mi guardano sprezzanti. Cato sorride beffardo.

-Hey Flamsteed!- Mi saluta alzando una mano -Ci si vede stasera eh!-

Monto in bici e saluto a testa bassa il gruppetto per poi tornare in strada. Stasera? CHe cosa intende dire? Pedalo velocemente superando un isolato e poi svolto a destra smontado dalla bici mentre è ancora in corsa. Apro il cancello in ferro battuto di casa mia e me lo richiudo alle spalle. Mi dirigo verso la porta di casa. Mia madre mi apre senza che io abbia suonato e mi da un bacio sulla guancia -CIao cara, è pronto il pranzo-

Entro e butto la tracolla vicino alla soglia della porta. Vado in cucina e mi siedo al mio solito posto affondando la forchetta nella carne che trovo sul mio piatto. Davanti a me, Jackie mi guarda sorridendo mentre mangia il suo omogenizzato. E' il mio fratellino piccolo di soli due mesi. GLi sorrido e comincio a fargli le boccacce, lui sbatte le manine sul seggiolino facendo cadere il cucchiaino a terra. Mia madre sospira e lo raccoglie tenendosi una mano sulla schiena. La guardo preoccupata, poi entra mio padre con la valigetta in mano e un aria soddisfatta sulla faccia. CI saluta e poi si siede vicino a noi. Mi guarda mentre addenta un pezzo di broccolo verde. -COme è andata a scuola?-

-Normale- dico indifferente punzecchiando la carne con la forchetta.

-Bene..spero che tu sia pronta per la mietitura- mi dice guardandomi sottecchi

Io guardo mia madre e lei per un attimo ricambia lo sguardo per poi abbassarlo subito.

-Si..- rispondo

-E se tu ti offrissi come tributo sarebbe grandioso..porteresti molto onore alla famiglia..-

Un brivido violento mi percorre la schiena ma cerco di mantenere la calma -Non lo so..-

Mio padre mette giù la forchetta all'improvviso, guardando il vuoto davanti a se.

-Ti ho iscritto ad una scuola apposta Lucy...sei forse la più preparata e forte di tutti..-

-No..- replico io -Cato è più forte..-

-Bhè è un uomo..e gli uomini sono più forti..ma sfortunatamente il fato volle che tua madre ed io concepissimo una femmina e per questo dovremo accontentarci no?- ride della sua acida battuta

Abbasso lo sguardo a terra guardandomi le punte degli stivaletti. Cos'ho che non va?

-Sai.. Cato si offrirà come tributo quest'anno...- continua -Lo ammiro molto..è una ragazzo d'onore..potresti seguire il suo esempio..-

Giro gli occhi in segno di protesta e mio padre sorride.

-Non so come mai non ti piaccia quel ragazzo..-

-Forse perchè è maleducato, rozzo e spaccone?- rispondo fredda

Mio padre sbuffa -Non dovresti parlare di lui in questo modo..comunque stasera lui e la sua famiglia vengono a mangiare da noi..e voglio che tu ti comporta come una vera Flamsteed.. siamo intesi?-

Ecco cosa intandeva Cato poco fa. Perfetto non vedevo l'ora di rivederlo.

-Si..certo- mi alzo dal tavolo chiedendo il permesso e mi dirigo in camera mia. Chiudo a chiave la porta e mi butto sul letto disfatto. La forte luce di mezzogiorno penetra dai vetri della finestra e mi riscalda il volto. Mi levo le scarpe e chiudo gli occhi, una lacrima mi solca il viso. Cos'ho di sbagliato?


ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti :) DOpo essere andata a vedere "Hunger Games: la ragazza di fuoco" al Cinema mi è venuta una voglia immensa di scrivere una nuova storia. E' la mia prima storia in questa sezione e la voglio dedicare ad uno dei personaggi che più mi hanno affascinato nel primo libro: Cato. Spero vi piaccia ;) 

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Capitolo 2
*** Per l'onore ***


Mia madre mi scuote sulla spalla. Spalanco gli occhi e alzo la testa guardandomi attorno intontita.

-Cara..vai a prepararti..gli ospiti stanno arrivando-

Mi alzo e corro in bagno. Riempio la vasca e mi immergo nella schiuma soffice e calda. Appoggio la testa all'indietro guardando le bolle che fluttuano lente verso l'alto. Mi strofino per un po' con la spugna e alla fine esco. Sto davanti allo specchio a guardarmi gli occhi gonfi e arrossati dal pianto di qualche ora prima. Mi pettino i capelli e li asciugo. Poi torno in camera con l'accappatoio addosso e proprio in quel momento sento suonare il campanello. Sento mia madre affrettarsi alla porta per poi aprire salutando calorosamente gli ospiti. Riconosco la voce del padre di Cato, forte e autoritaria.

Mi chiudo in camera e indosso la roba che mi ha lasciato mia madre sopra il letto. Un paio di pantaloni in pelle neri e una camicia bianca. Poi mi rimetto gli stivaletti in cuoio e torno in bagno. Mi raccolgo i capelli disordinati in uno chignon e lo fisso bene in alto, con le forcine e un elestico. Infine mi passo un filo di cipria e un po' di mascara. QUando sono pronta vado finalmente giù, scendendo lentamente le scale. Nel corridoio di ingresso trovo mio padre che stringe il braccio di Cato e gli sorride smagliante, non mi aveva mai fatto quel sorriso. SI girano entrambi e Cato mi guarda accigliandosi -Ciao Lucy-

Ricambio il saluto con un mezzo sorriso -Forza allora andiamo tutti a mangiare- dice mio padre strofinandosi le mani.

Io e Cato lo seguiamo fino in sala da pranzo dove ci attendono mia madre, i genitori di Cato e sua sorella Kaylen, di ventiquattro anni. Mi siedo di fianco a Cato e sua sorella mentre mio padre va a capo tavola.

Mia madre ci serve l'antipasto, dei crostini ai funghi e prosciutto con salsa di pomodoro. Mangio lentamente senza alzare lo sguardo dal piatto. I nostri genitori parlano d'affari e di notizie da Capitol City finchè non arrivano all'argomento Hunger Games.

-Allora Cato, ho sentito che ti offrirai come tributo- comincia mio padre

Cato sorride -Si esatto..voglio portare onore alla mia famiglia..-

-E ci riuscirà..- interviene suo padre -Sarà di sicuro il vincitore! L'ho visto allenarsi..è bravissimo-

Mio padre ascolta interessato annuendo -Ah se avessi anch'io un figlio come il suo..-

Il padre di Cato ride e poi mi guarda -Lucy è una bella ragazza e poi anche lei sarebbe capacissima di affrontare gli Hunger Games ed uscirne vincitrice..Non vorresti offrirti?-

Alzo lo sguardo e deglutisco -Io..non lo so ancora..-

Mio padre sopsira demoralizzato, me ne accorgo. Penso a tutto quello che ha dovuto sacrificare per mandarmi in quella maledettissima scuola di addestramento. Una vita passata ad addestrarmi per questi stupidi giochi. Non voglio deludere mio padre -Ma..se questo vuol dire portare onore alla mia famiglia..allora forse lo farò- mi correggo sorridendo appena

Il padre di Cato si complimenta e anche sua madre. Cato mi guarda con i penetranti occhi azzurri e fa un cenno di apprezzamento con la testa, spostando gli angoli della bocca verso il basso.

Mio padre alza la testa e mi sorride con gli occhi lucidi. Io cerco di ricambiare nonostante il groppo che ho in gola. La cena procede tranquilla fino a che non arriviamo al dessert, una torta alla crema glassata con il cioccolato. Quando finiamo le madri vanno a chiaccherare in salotto e noi veniamo congedati. Corro su per la scale ed entro in camera, apro la finestra e ispiro l'aria fresca. Mi appoggio con le mani sul bordo e abbasso la testa. Ora non posso più tirarmi indietro. Devo offrirmi ai giochi o perderò la stima e il rispetto della mia famiglia. Devo vincere. Devo uccidere 23 persone che non ho mai visto prima. Devo solo guardarle negli occhi e ucciderle. E' quello che dicono tutti. SOno solo pochi secondi. Mi tremano le mani. Poi la voce di Cato alle mie spalle interrompe i miei pensieri -Non l'avrei mai detto..-

Mi giro di scatto -Cosa?-

-Tu..che ti offri- dice entrando a passi lenti in camera e strofinandosi le mani

Abbasso lo sguardo, per nascondere le labbra tremanti.

Lui sorride -Tu non lo vuoi vero?-

Lo guardo negli occhi. Come faceva a capirmi subito? -No...non l'ho mai voluto..-

Mi siedo sul letto e mi copro il viso con le mani, lui si appoggia con la schiena al muro incrociando le braccia sul petto -Come immaginavo..-

-COsa intendi dire?-

-Bhe..non è che tu sia proprio il tipo da andare nell'arena e spargere sangue..-

-Perchè tu si?- lo sfido

-Sono nato per questo..- risponde facendo spallucce

-Già..a quanto pare anchio..-

Cato si raddrizza e dondola le braccia avanti e indietro -Bhe allora ci si vede alla mietitura Flamsteed..- esce dalla stanza a passo veloce

Ascolto i suoi passi scendere agilmente gli scalini e poi fermarsi. Mia madre alla soglia che saluta gli ospiti e loro che ringraziano della cena. Scendo da basso e saluto anchio, poi senza neanche badare i miei genitori risalgo e mi butto sul letto. Mi spoglio e rimango solo in biancheria. Mi ficco sotto le coperte e comincio a giocherellare con una ciocca di capelli castani. Il giorno dopo ci sarebbe stata la mietitura. Cato si sarebbe offerto e poi mi sarei offerta io. Sapevo già cosa mi attendeva e cosa avrei dovuto sopportare. Non mi preoccupavo per me stessa. La mia paura era quella di dover uccidere qualcuno. Di guardarlo negli occhi e toglierli la vita. Ma tanto, come dicevano tutti al distretto due :"Sono solo pochi secondi".

ANGOLO AUTRICE:
Eccomi con il secondo capitolo, mi scuso se sono corti ma andando avanti migliorerò ;) Ed ecco che vediamo una Lucy divisa in due: da una parte vorrebbe evitare di offrirsi volontaria, dall'altra invece si sente costretta a farlo per compiacere il padre. Il prossimo capitolo si intitolerà "La mietitura" e penso di pubblicarlo domani sera, se Dio vuole xD Ringrazio tutti i lettori silenziosi anche se mi piacerebbe ricevere qualche recensione, ne sarei felicissima *.* Ma anche se non succederà la storia la finirò lo stesso :) Dopotutto è già scritta, devo solo apportare qualche modifica e correggere un po' di errori! Grazie ancora CIAUUU!

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Capitolo 3
*** La mietitura ***


Stavo in piedi in mezzo a tutte le ragazze del distretto 2. Alla nostra destra c'erano i maschi. Intorno a noi i genitori e i parenti si stringevano tenendo il respiro, altri come mio padre e quello di Cato se ne stavano in piedi con la schiena dritta e un sorriso stampato in faccia. Lo sguardo pieno d'orgoglio.

Incrociai lo sguardo di mia madre, lei lo distolse stringendo Jackie tra le braccia.

Ci trovavamo nella piazza principale del distretto 2, davanti a noi avevano allestito un palco, sopra di esso c'erano alcuni pacificatori armati di manganelli ed infine salì una strana figura che indossava una tuta in lattex rosa, delle zeppe altissime laccate di verde e una pelliccia di orso bianco sulle spalle. Aveva capelli biondo platino sparati all'insù come una cresta che sulle punte era tinta di rosa shokking. Il viso dell'uomo era pallidissimo e le labbra fine erano pitturate di blu scuro. Impugnò il microfono e con una voce gioiosa e vivace si presentò al pubblico.

-Saaalve Distretto 2! Io sono Otto Keene e sarò l'accompagnatore dei due tributi di questi Hunger Games! Ora come ogni anno è d'obbligo rivedere ciò per cui questi Hunger Games sono nati!-

Detto questo un grosso telo si abbasso sul sipario e partì il solito video che ormai tutta Panem consoceva a memoria. Mostrava la ribellione dei distretti e infine la caduta del 13 per mano delle forze armate di Capitol City, il tutto accompagnato dall'inno di Panem. QUando il video finì Otto ci sorrise trionfante -Bene, ora passiamo alle estrazioni..prima i maschietti-

Si posizionò davanti ad una boccia di vetro e la fece girare, poi con la mano pescò un foglietto di carta. Lo aprì velocemnte ansioso di leggere il nome del tributo estratto -Larry Weston-

Quando sento quel nome mi giro a guardare il ragazzo, è il migliore amico di Cato. Senza che passassero nemmeno 30 secondi una decina di ragazzi alzano la mano per offrirsi. Cato senza nenache alzarla si avvicina al palco a passo minaccioso scrutando con occhi assassini tutti i volontari. Loro abbassano lentamente la mano senza protestare e si fanno piccoli piccoli quando Cato gli passa di fianco. Otto applaude felice -Uau che ragazzo coraggioso! Sai farti rispettare vedo!- gli dice mentre sale sul palco.

-Se non ti rispettano non sei nessuno qui!- dice incrociando le mani sul petto con in faccia stampato un sorriso compiaciuto, mentre il pubblico in piazza, compresi i suoi genitori, fischiano e applaudono.

Otto calma l'entusiasmo del pubblico passando alla seconda boccia che contiene i nomi delle ragazze. L'estratta si chiama Jenny Gatson, avanza lentamente ma un orda di ragazze con la mano alzata la sovrasta. Otto ridacchia -Adoro questo distretto, sono tutti così entusiasti!-

Mio padre mi guarda torvo e con un cenno del capo mi dice di farmi avanti. Ora tocca a me, è il mio momento. Devo farlo perchè..Perchè devo farlo? Per farmi accettare da mio padre, per fargli capire che io valgo più di chiunque altro. Urlo e la mia voce rimbomba sulla piazza, zittendo tutte le altre ragazze. Otto e Cato mi guardano. -Voglio offrirmi io! Io sarò il tributo femmina del distretto 2! Io porterò onore al mio distretto!-

Otto mi guarda sorridendo e Cato si acciglia come fa ogni volta che mi vede, con aria indifferente ma comunque rispettosa. Perchè sa che non sono una buona a nulla.

Devo aver fatto una buona impressione perchè Otto mi invita a salire sul palco, mentre avanzo tutte le altre mi guardano annuendo e qualcuna mi da una pacca sulla spalla. Quando salgo, davanti a me tutto il pubblico mi guarda ogoglioso. Mi posiziono di fianco a Cato e le telecamere ci inquadrano mostrandoci a tutta Panem. Noi siamo i tributi del distretto 2. Noi porteremo onore al nostro distretto. Ci scortano dentro il municipio e ci mettono in due camere diverse. RImango in piedi e giro avanti e indietro. Poi mio padre varca la soglia con a seguito mia madre.

Io mi lancio verso di lui tremante e cerco di abbracciarlo, ma lui mi ferma e mi da una pacca sulla spalla. -Su tesoro non fare la smidollata! CI rivedremo tra qualche settimana-

Io lo guardo stranita. Mi sono offerta ai giochi, cosa vuole di più? Pensa che un abbraccio sia una cosa da smidollati?

-Alleati con Cato e i favoriti, avrai più possibilità di vincere! Cerca almeno di arrivare tra gli ultimi tre..-

QUelle parole mi feriscono come i coltelli che lanciavo alla scuola d'addestramento, si conficcano nella carne, facendosi spazio dolorosamente, sempre più profondi.

Poi mi da un bacio sulla fronte ed esce dalla porta. Rimane solo mia madre che guarda il pavimento. Mi si avvicina piano e con gli occhi marroni, pieni di lacrime, mi abbraccia. La stringo forte con Jackie in mezzo a noi due che ridacchia divertito. Lui non sa che sto andando via e che forse non tornerò più. Gli pizzicò dolcemente la guancia -Prenditi cura della mamma ok?-

- E tu di te stessa..- dice mia madre. Poi un pacificatore entra annunciando che il tempo era scaduto. Mia madre si asciuga gli occhi e se ne va in fretta, senza avere il coraggio di guardarsi indietro.

Il pacificatore mi scorta sul retro del municipio dove un lungo treno bianco con immense vetrate luccianti ci aspettava per il viaggio verso Capitol City. Vedo Cato che sale con a seguito Otto, li raggiungo e le porte del treno automaticamete si richiudono dietro di me. Otto si accorge di me e mi circonda le spalle con il braccio - VIeni cara..dobbiamo fare un sacco di cose-

Ci porta in uno scompartimento del treno decorato con carta da parati rosso scuro e moquette nera. Nella stanza c'è un grande tavolo tondo in legno scuro stracolmo di dolciumi e bevande. Non avevo mai visto niente del genere nemmeno sul tavolo di casa mia. Io e Cato ci sediamo di fianco su un divanetto ed Otto esce -Bene vado a chiamare il vostro mentore-

RImango seduta a fissare il vuoto, mentre sento il treno che avanza lentamente. Cato si massaggia i capelli biondi e poi sbadiglia. Deglutisco e le mani cominciano a tremarmi. Lui se ne accorge.

-Nervosa Flamsteed?- mi chiede

-Sto benissimo..- rispondo io freddamente. Non posso farmi vedere debole da lui. Non posso permettermelo.

Lui alza le mani sulla difensiva e poi torna a guardarsi intorno. La porta si apre ed Otto entra seguito seguito da una donna alta e slanciata, dalla pelle olivastra e i lunghi capelli bruni.

Ci squadra con superiorità e per un attimo scopre la fila di denti bianchissimi e..appuntiti. La guardo schifata mentre Cato le stringe la mano. -Enobaria! Lei è una leggenda nel distretto 2!- esclama Cato ammirandola

Lei si limita a sbuffare e lisciarsi i capelli lisci con le dita, poi rivolge la sua attenzione a me. -E tu non ti ricordi di me?- chiede sedendosi su una poltroncina

Mi schiarisco la gola -EHm si..purtroppo..- sussurro sudando freddo

Lei si acciglia -E cosa ti ricordi?-

Sospiro alzando gli occhi al cielo -Lei ha..strappato a morsi la gola di un tributo..-

Enobaria ridacchia -Proprio così, ed è così che vi voglio nell'arena!-

-Non la deluderemo!- risponde Cato sedendosi di fronte a lei

-Di certo non mi metterò a mangiare carne umana- sbuffo incrociando le mani sul petto

Enobaria mi guarda accigliata -Si chiama spettacolo ragazzina, nell'arena devi spiccare sopra tutti gli altri tributi e farti riconoscere se vuoi che gli sponsor ti aiutino..-

-Sponsor?- chiedo

-Si, a Capitol City c'è gente che scommette e che a volte da il proprio contributo per aiutare i tributi..più sarete ammirati più vi aiuteranno-

QUindi dovrei strappare a morsi la gola di qualcuno per farmi ammirare? Interessante. Che razza di donna spregevole, già la odio. Vorrei conficcarle uno dei miei coltelli in mezzo alla bocca e farla tacere una volta per tutte.

-Comunque sia..per ora riposatevi e tenetevi pronti per l'arena, vi voglio carichi-

-Non ci può dare qualche consiglio?- chiedo

Lei e Cato scoppiano a ridere mentre io li guardo accigliata -Che c'è?-

-Mi prendi in giro ragazzina? Ma che ti hanno insegnato i tuoi genitori?-

Cato sbuffa -La scusi, Lucy è un po'..stupida-

Non ci vedo più dalla rabbia e mi avvento contro quell'idiota. Gli stringo le mani intorno al collo e digrigno i denti -Stai attento a quello che dici, Cato- lo avverto allentando la presa

Lui ridacchia -Uooo sto tremando di paura-

Enobaria mi guarda soddisfatta -Così ti voglio ragazzina, a dopo..- e così dicendo esce dalla stanza.

Mi siedo appoggiando la schiena contro il morbido schienale del divanetto. Guardo il soffitto in legno del treno e sospiro. Cato mi si avvicina sedendosi di fianco a me -Non è fantastico? Enobaria come mentore!Uau-

-Esilarante..- borbotto -Già la odio..-

Cato ridacchia e mi tira uno schiaffo dietro la testa -Te sei proprio stupida-

Reprimo i miei istinti suicidi e mi limito a chiudere gli occhi mentre lui esce dalla stanza ridendo di gusto. QUanto lo odio, li odio tutti. Mio padre, Enobaria, Cato, tutti quelli di Capitol City. Quanto odio gli Hunger Games. Quanto vorrei che non fossero mai esistiti, quanto vorrei che qualcuno dia una svolta questa situazione. Se ci fosse una rivoluzione combatterei fino alla morte per assicurare un futuro migliore ai miei figli. Ma ora non posso pensare a questo, ad una cosa così impossbile. Ora devo pensare a cosa fare quando sarò nell'arena. Devo pensare a sopravvivere, perchè tra qualche giorno ucciderò e vedrò il sangue scorrere tra le dita.


ANGOLO AUTRICE:
Eccoci alla mietitura! Come previsto Cato e Lucy si sono offerti ed hanno conosciuto il loro mentore: Enobaria :) Cato è felicissimo ma Lucy non sembra molto contenta xD La poveretta è un po' frustrata ma dopo tutto quello che le è successo ne ha tutte le ragioni! Nel prossimo capitolo i nostri due tributi arriveranno a Capitol City ;) Ciauuu e grazie a tutti quelli che seguono la mia storia :) 

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Capitolo 4
*** Il bacio ***


Guardo gli edifici altissimi di Capitol City comparire all'orizzonte. Svettano al cielo, brillanti come diamanti alla luce del sole. Il nostro treno percorre un ponte sospeso nel vuoto, sotto di noi sgorga l'acqua limpida delle famose cascate di Capitol City. Io e Cato guardiamo il panorama a bocca aperta, con i visi incollati ai finestrini. Enobaria e Otto tirano un sospiro di sollievo.

-FInalmente arrivati ragazzi!- interviene Otto entusiasta

-Finalmente si dorme!- dice Enobaria buttandosi su un divanetto

Io mi limito a rimanere immobile nella mia posizione, la testa piena di pensieri. Troppe emozioni tutte assieme che discordano : paura, eccitazione.

Cato picchietta le dita sul bracciolo della poltrona e muove le gambe freneticamente. Non vede l'ora di fracassare qualche testa.

Il treno si ferma nella bellissima stazione di Capitol City coperta da un immensa cupola di vetro dorato. Vediamo per la prima volta alcuni volti di tributi che scendono dai treni, alcuni serissimi altri con la paura che gli divora perfino lo sguardo. ne vedo solo tre o quattro con lo sguardo eccitato, pronti a combattere. COntrollo la mia di espressione su una facciata vetrata della stazione. E' seria, e sembro..triste. Distolgo lo sguardo scuotendo la testa e raggiungo Cato e gli altri che si stanno allontanando. Alcuni pacificatori ci scortano fino fuori la stazione dove veniamo accolti da una massa di gente di Capitol City che ci acclama frenetica con grida e applausi. Io sorrido fecendo cenni con il capo e battendo qualche cinque e Cato, il solito esagerato, alza le mani al cielo e urla battendosi forte i pugni sui pettorali. Mi si avvicina.

-Avanti fai come me..siamo i favoriti!-

-Ne faccio anche a meno..- risponde sarcastica

Lui mi guarda e ride -Che sei timida Flamsteed?-

-Diciamo che in mezzo alla folla non sono a mio agio..-

Lui sbuffa e mi prende una mano stringendomela e alzandola al cielo. Tutto il pubblico scoppia di fischi e applausi e cominciano a lamentarsi quando ci allontaniamo e saliamo su una limousine bianca la vicino. Cato urla soddisfatto.

-CHe pubblico!- Enobaria lo guarda ridendo

-E' così che si fa! DOvete farvi amare! Via quel muso lungo Flamasteed!-

La guardo accigliata -Non ho il muso lungo..-

-Oh si invece..- Ed era vero. Ma cosa poteva fare? Non riusciva ad essere felice.

La .limousine si fermò davanti ad un palazzo talmente alto da non riuscire a scorgerne la punta, completamente fatto di vetro con intarsi oro e argento per decorazione.

Otto uscì dalla limousine in estasi battendo le mani -Oh mio Dio..ho sempre sognato di venire qua!-

Enobaria scuote la testa -E' proprio matto quello...-

-Cos'è?- chiesi cercando di scorgere la punta del palazzo tra le nuvole.

-Il vostro Hotel..rimarrete qua fino a che non inizieranno i giochi, dietro c'è il campo d'addestramento e la sala delle presentazioni dove dovrete sfilare in pubblico per la prima volta.-

I pacificatori ci guidano fino all'ascensore e ci danno una tesserina con il numero del nostro piano.

-CHe fico..abbiamo perfino un piano solo per noi!-

-Puoi dirlo forte ragazzo e dicono che abbbiamo anche un a terrazza con vista sulla città..non è fantastico?- Otto era talmente eccitato che non riusciva a stare fermo e saltellava da un piede all'altro battendo le mani. Ce ne accorgiamo e ci guardiamo tutti in faccia scoppiando a ridere. La prima volta che rido da quando mi sono offerta.

L'ascensore si ferma illuminando il bottone del nostro piano. Le porte si aprono mostrandoci un lungo corridoio tappezzato di carta dorata e moquette rossa con ai lati piante dalle larghe foglie verdi sistemate su vasi di cristallo.

Mi accorgo solo dopo che, aderenti al muro, quasi volessero mimetizzarsi, stavano eretti quattro senza-voce. Le loro figure erano lunghe ed esili, dai tratti aguzzi e pallidi, gli occhi contornati da eyeliner nero. CI accolgono prendendo i nostri cappotti e mostrandoci le nostre camere. La mia è vicina a quella di Otto, quelle di Enobaria e Cato sono invece di fronte alle nostre. Nella mia camera c'è anche il bagno. Il piano comprende inoltre un salotto con schermo al plasma e sala da pranzo. La cucina non c'è ma non serve stupirsi, di sicuro nessuno di noi avrebbe dovuto cucinare. Il tavolo, coperto da una tovaglia in pizzo bianco, sulla quale svettava il colorato e corposo buffet. Senza pensarci mi tuffo sulle fragole ricoperte di cioccolato. Dio quanto mi piacciono. Cato addenta dei bignè glassati uno dopo l'altro masticando rumorosamente.

Otto ci guarda schifato -Insomma...un po' di contegno!-

Cato parla con la bocca aperta sputacchiando a Otto -Cosa?-

Otto scuote la testa sconsolato e noi ridiamo. -SIete senza speranza..-

DOpo l'abbuffata di quasi mezz'ora ci sediamo con le pance gonfie sui divanetti del salottino e la tv si accende mostrando le ultime notizie fresche fresche riguardo i giochi. CI inquadrano mentre passiamo tra la folla verso la limousine. Ci dipingono come i favoriti. I vincitori. QUelli che vogliono solo spargere sangue insomma.

-Siamo già famosi..- osserva Cato tutto orgoglioso

-Se tu questa la chiami fama..- dico io disgustata dalla mia stessa figura in tv

-Bhe è così! loro ci amano perchè siamo così..- risponde guardando la tv ammirato

scuoto la testa. Ma io sono così? Non voglio neanche pensarci. Mi vengono i conati a pensare come mi vedono gli altri. Mi temono, mi ammirano. Chiunque sarebbe felice di essere come noi. Eppure perchè io non lo sono? Cato lo è. E lo invidio.

Ormai è sera tardi, Otto e CLyde sono a letto. Io invece me ne sto ancora distesa sul divanetto a pensare, fissando il vuoto. Poi la voce di Cato mi raggiunge alle spalle. Troppo vicina.

-BUUU!- sobbalzo cadendo dal divano , Cato ride a crepapelle tenedosi la pancia con le mani.

-Idiota! Mi hai fatto prendere un colpo!- gli tiro un cuscino dritto in viso e lui smette di ridere

-E' una sfida?- mi chiede

-Non riusciresti a battermi comunque..- rispondo io guardandolo con sufficienza

-Hai ragione..- dice abbassando lo sguardo

Io lo guardo accigliata abbassando il cuscino che ero pronta a tirare. Deve avere la febbre. Ha ammesso che sono più forte di lui? Mentre penso alla risposta lui mi guarda divertito e scatta verso di me ridendo.

-TI piacerebbe eh Flamsteed?- mi afferrà per i fianchi e mi fa cadere per terra

Io gli tiro calci sullo stomaco e comincio a picchiargli il cuscino sulla testa. Lui fa lo stesso. Le piume volano per tutta la stanza mentre noi ci azzuffiamo come ragazzini. Lottiamo per circa dieci minuti e le forze mi cominciano a mancare. Mi faccio atterrare alzando gli occhi al cielo.

-Hai perso Flamsteed- dice guardandomi dall'alto e tenendomi intrappolata tra i suoi gomiti.

-SOno stanca- dico con tutta sincerità

-Nell'arena non c'è tempo per essere stanchi-

-Li si tratta di vivere e morire e qui non mi sembra che tu mi voglia uccidere..-

Lui sorride amaramente e avvicina il suo viso al mio sfiorandomi la punta del naso con la sua. Non eravamo mai stati così vicini se non alle elementari quando eravamo fidanzatini ufficiali. Il cuore comincia a battermi all'impazzata mentre guardo i suoi profondi occhi azzurri, che mi sfidano.

-Ti faccio ancora un certo effetto..vero Flamsteed?-

Si avvicina ancora di più e mi bacia. Non un bacio serio, fatto per amore. No, un bacio di sfida. Per vedere quanto sono debole e quanto mi lascio influenzare dalle emozioni. Digrigno i denti e gli assesto un calcio sui gioielli. Lui trattiene un ululato mordendosi la mano e cade di lato tenendosi in mezzo ai pantaloni. COn le vene che quasi gli scoppiano sul collo. Il volto paonazzo.

-Sei pazza?- riesce a dire boccheggiando

-Sei un porco Cato! Prova ancora a toccarmi e la prossima volta non sarà un calcio a sfondarti le palle!Ma uno dei miei coltelli!- mi allontano a passo veloce

-Volevo solo..-

-Fare il buffone..si certo come il tuo solito! Il fatto che piaci praticamente a tutta Panem non vuol dire che piaci anche a me!-

Lui appoggià la testa a terra e tira pronfondi sospiri. Sbatto la mano al muro irritata e mentre Otto ci raggiunge con il suo piagiama colorato per vedere cosa era successo. Io entro in camera mia e sbatto forte la porta alle spalle. Razza di idiota.

ANGOLO AUTRICE:
Scusate il ritardo..questa settimana ho avuto un sacco da fare :( Sono piena di verificheee D:! Comunque..in questo capitolo i nostri tributi sono arrivati a Capitol City e Cato ha fatto il furbetto con Lucy! Ma lei sembra non aver apprezzato molto xD Alla prossima!

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Capitolo 5
*** La sfilata dei distretti ***


La nostra stilista era bassa e grassoccia. Portava dei capelli biondi gonfi e boccolosi, un arcobaleno di ombretti sulle palpebre e tantissima cipria. Indossava una giacca con paiette doratee sotto un top blu oltremare. Pantaloni a zampa d'elefante metà blu e metà d'oro le ricadevano a terra . Guardava me e Cato andando avanti e indietro e massaggiandosi il sottomento grassoccio che sballonzolava qua e là. Poi si fermò -Siete..perfetti-

CI guardiamo esterrefatti. -In senso fisico dico..non so psicologicamente come siete presi..ma da fuori non avete niente da invidiare alle star della tv-

Enobaria ed Otto annuiscono sorridendo. Io mi guardo attorno disorientata e Cato annuisce compiaciuto. Dio, un altro motivo per gasarsi.

-Stasera c'è la sfilata e dovete essere..fantastici..ho già realizzato i vostri abiti, sono favolosi..ma adesso dobbiamo pensare a voi- con uno schiocco di dita chiama l'intero staff di preparatori e ce ne assegna due a testa, dando ordini precisi su acconciatura e trucco.

-Bene cominciamo subito- dice infine -c'è molto lavoro da fare-

-Ma sono solo le 10 di mattina!- protesto io confusa

-Oh Dio..com'è tardi! Forza sbrigatevi!-

Lo staff mi trascina in camera mia e mi preparano un bagno caldo versando nell'acqua prodotti per la pelle d'ogni genere. Svuotando boccette colorate che formano una soffice schiuma sulla superficie dell'acqua. Mi spogliano davanti a loro ed io, imbarazzata, mi immego velocemente nella vasca, coprendomi con la schiuma. Prendono delle spugne a testa e cominciano a strofinarmi. Stavolta penso di arrossire. -Riesco a lavarmi anche da sola!-

Loro ridacchiano e continuano a strofinare. Passano infine ai capelli e cominciano a strofinarmi e grattarmi la cute come fossi un cane. Io odio quando mi toccano troppo i capelli e così comincio a dimenarmi e urlare loro di smetterla. Senna, la stilista, interviene e con le braccia grassocce e forti mi trattiene nell'acqua mentre gli altri terminano il loro lavoro. Infine mi fanno uscire e mi coprono con un morbido accappattoio rosa. Torniamo nella camera e lì trovo un lettino con accanto un lavabo e della cera calda. Capisco immediatamente cosa hanno intenzione di fare. Scatto verso al porta ed esco mentre mi rincorrono urlando. Cato si affaccia dalla sua porta per godersi la scena, con i capelli biondi che gocciolano per terra, ancora bagnati. Giro intorno al divanetto cercando di deviare lo staff. Cato ed Enobaria ridono come ossessi. Cato fa una delle solite battute -EHi Flamsteed? Senza l'accappatoio fai meglio!-

Lo guardo irritata e gli lancio un ennesimo cuscino in faccia. Lui chiude la porta e sento la sua risata sonora. Lo staff riesce finalmente ad acciuffarmi e trascinarmi sul lettino. Mi devono ammanettare per farmi stare ferma, poi con le strisce di carta già pronte e la cera calda cominciano a farmi la ceretta. Strappano senza pietà. Come si strappa un cerotto. Ma fa più male. Ho sempre odiato la ceretta e non mi sono mai abituata a farla. Finita la tortura mi spalmano una crema su tutto il corpo, poi mi mettono in biancheria intima e mi posizionano davanti al grosso specchio brandendo pettini e phone come fossero armi. -COmincia la magia cara- dice Senna entusiasta.

Lo staff comincia ad asciugarmi velocemente i capelli, districandone i nodi. Infine passano all'acconciatura. Decidono di lasciarmi i capelli sciolti e al vento come una vera guerriera. Devo incutere paura agli altri durante la sfilata. Mi stirano i capelli con piastra e balsami vari. GLi danno un aria selvaggia e luminosa con alcuni prodotti e infine mi fanno la messa in piega. Passano poi al trucco. COminciano a smaltarmi unghie dei piedi e delle mani di un colore dorato quasi accecante che riflette le cose attorno. Mi applicano delle terra sulla faccia in modo da renderla come ramata così da sembrare una statua di una dea. QUando l'incarnato è perfetto passano agli occhi, mi dipingono la parte più esterna della palpebra di un beige scuro luccicante e poi mi applicano di nuovo l'oro sulla palpebra interna che illumina il mio sguardo rendendolo magnetico e terribile ed esaltando di più il verde scuro dei miei occhi. Con il mascara allungano le ciglia ed infine, con un pinzetta, mi sfoltiscono le sopracciglia.

Infine mi guardano ammirati allo specchio -Sei perfetta- mi dice Senna con gli occhi lucidi

Mi portano in salotto dove mi aspetta anche Cato, seduto sul divanetto. Quando mi vende si alza e abbassa gli angoli della bocca -Niente male Flamsteed!-

"E tu sei ancora meglio" penso. Ma che dico? Lui è soltanto un buffone. Però, sistemato a puntino e con quella carnagione così ramata, sembra veramente un dio. Per questa volta gliela concedo.

-Anche tu stai bene..- lui sorride e segue Senna con lo sguardo che si sta avvicinando a delle buste di plastica nere che sembrano abbastanza pensanti.

Le apre e ne tira fuori due bellissimi costumi, sembravano gli abiti che indossavano i guerrieri dell'olimpo, delle armature laccate in oro. Alla base dell'armatura erano attaccate tantissime placchette in oro, intagliate a forma di piume che davano un aria selvaggia e potente all'armatura. Arrivano fino al ginocchio e sono smanicate. Senna e lo staff ci aiutano ad indossarli, non è molto semplice sopratutto per Cato a causa della sua mole. Il parapetto è la parapetto più difficile da indossare poichè non è elasticizzato e non si adatta alla forma del corpo, infatti ogni volta che mi muovo lo sento sbattere contro le ossa. Avrò di sicuro le vesciche a fine serata. Ci mettono sopra la coperta di piume dorate che fanno pesare ancora di più il tutto. Sulla testa ci fanno indossare delle corone d'alloro dorate, più grandi per Cato e più piccoline per me. Infine indossiamo dei sandali di cuoio con dei fili intrecciati dorati.

-Come mai questi constumi?- chiedo incuriosita mentre carezzo le piume d'oro che tintinnano tra loro.

-Il vostro distretto produce armi ed estrae minerali..quindi abbiamo pensato di creare un costume che rappresenti voi come delle armi implacabili!-

-Ma noi siamo già armi implacabili- ridacchia Cato

-Così lo sembrerete ancora di più e fidatevi vi temeranno..- conferma Senna

Annuiamo e ci guardiamo ammirati nel grande specchio del salotto. Poi Otto entra nella stanza di corsa e col fiatone -Forza dobbiamo andare alla grande sala! Tra poco comincia!-

-Cosa?- chiedo io confusa

-Hai idea di che ore sono ragazzina? Le otto! E la sfilata comincia alle nove!- mi dice Senna

Guardo le lancette dell'orologio. E' vero. Sono le otto, è passato così velocemtne il tempo? Senna allora aveva ragione a cominciare subito. Mi accorgo solo adesso degli effetti che mi ha fatto il passare di tutto quel tempo, la pancia comincia a brontolare e mi scappa anche la pipì, ma forse quella è l'agitazione. Enobaria e Otto ci spingono verso la porta e ci scaraventano letteralmente dentro l'ascensore schiacciando il bottone del pian terreno.

-EHi ma.. io ho fame- protesta Cato

-Oh mangerete quando torniamo- taglia corto Otto che si agita in estasi.

Una volta arrivati all'ingresso veniamo scortati da alcuni pacificatori verso l'esterno del palazzo, ci guardiamo attorno fino a raggiungere il retro, dove ci aspetta un bellissimo calesse nero trainato da cavalli scalpitanti, con criniere lunghe e intrecciate.

Ci fanno salire uno di fianco all'altro e Senna ci da gli ultimi consigli -Allora dovete solo sorridere e .salutare, i cavalli sono addestrati per portarvi fino alla sala davanti al presidente Snow quindi non azzardatevi a toccare le redini o cose del genere. Cercate di sembrare a vostro agio anche se volete solo togliervi di dosso quei vestiti ingombranti e... basta penso sia tutto. Mi raccomando fatemi fare bella figura, io vi guarderò sempre dagli spalti..-

Annuiamo senza aver capito una mazza, ho le mani sudate e la vescica sembra che voglia scoppiare da un momento all'altro.

Due pacificatori incitano i cavalli, che partono scalpitando lo sterrato ciottoloso. Procediamo per questo sentiero finchè non veniamo raggiunti dagli altri distretti, il distretto 1 si posiziona davanti a noi, tutti gli altri dietro. Stringo forte il parapetto del calesse cercando di lottare contro la voglia di scappare e urlare. Non sono mai stata a mio agio in pubblico, dopo un po' mi ci abituo ma vorrei comunqe sparire.

Dopo pochi secondi arriviamo davanti ad un edificio fatto a cupola, con vetri oscurati che riflettono il cielo stellato. Il portone si apre lasciandoci passare, i cavalli ci sfilano dentro e una volta entrati uno scroscio di applausi ci accolgie, grida di incitamento e risate ovunque. Il pubblico è tantissimo ed è disposto in alti spalti laterali all'edificio, un corridoio largo abbastanza da farci passare è delimitato da alti pali dove sventola la bandiera di Capitol City. Ovunque, sono disposti schermi giganti che inquadrano i nostri volti, mostrandoli a Panem. Mi guardo e vedo la mia espressione gelida e terrorizzata. Cerco di sciogliermi facendo un bel sorriso e comincio a salutare il pubblico il più spontaneamente possibile. Cato alza le mani al cielo e ride, fischia e urla, manda baci al pubblico e questo sembra compiaciuto e affascinato. DOpo un po' mi stanco di salutare e mi accascio letteralmente al parapetto. Realizzo solo adesso che ci sono più di dieci mila persone che mi stanno guardando, e sono in diretta tv. Un brivido mi percorre lungo la schiena. Cato se ne accorge e mi guarda sorridendo poi il suo braccio scivola intorno al mio fianco, stringendomi a lui come per sostenermi. Lo guardo stupita. Era un gesto spontaneo, un gesto gentile. Forse il primo che gli vedo fare. Accetto il suo aiuto e gli stringo la mano. Continuo a sforzarmi di salutare fino a che i cavalli non posizionano il calasse davanti ad un grande spiazzo che riesce a contenere tuttti i tributi, sopra di noi c'è una grande terrazza con parapetto in oro, sorretta da delle colonne di marmo. Ma proprio mentre stavo ammirando il panorama qualcosa attira l'attenzione di tutti, mi volto. L'ultimo calesse, deve essere il distretto dodici, ospita un ragazzo e una ragazza. Bellissimi nei loro costumi che stanno..prendendo fuoco. Quei costumi sono in fiamme. E' tutto parte della scena, sicuramente. Cato li guarda socchiudendo gli occhi con sguardo assassino e mi toglie il braccio dalla vita. Mi esce un unica cosa dalla bocca, ed è quello che penso.

-Sono..bellissimi- sussurro, Cato si gira verso di me accigliandosi

-Pff...senza quei costumi non sono niente..-

Torniamo a guardare la terrazza da dove spunta un uomo basso e paffuto, con un ispida barba bianca e occhi di ghiaccio penetranti. Il presidente Snow. Lo avevo visto moltissime volte in televisione, ma dal vivo sembrava molto più vecchio. Si posiziona il microfono vicino alle labbra - Benvenuti tributi! Cee la 74esima edizione degli Hunger Games abbia inizio..e che la fortuna sia sempre dalla vostra parte- La solita frase ripetuta per anni. Una frase senza senso, perchè già il fatto di trovarsi là era sfortuna. Diciamo che non sono mai stata fortunata e questo mi ha portato a credere che la fortuna non esista, almeno per me. Ma questa volta l'ho voluto io, o meglio mio padre.

Dopo un po' i cavalli ripartono e spariamo nella porta di fronte a noi. Ci aspettano un sacco di cameramen e giornalisti con micorfoni e registratori. CI inseguono fino al parcheggio del nostro calesse e prima di venire travolti Enobaria, Otto e Senna ci raggiungono, parandosi davanti a noi, seguiti da alcuni pacificatori.

-Bravissimi eravate meravigliosi!- ci applaude Otto

-E quel gesto così premuroso da parte tua ..Cato- mormora Senna sbattendo le ciglia

-Quale gesto?- chiede lui confuso

Io capisco e mi scappa un sorrisetto idiota, mi strofino la bocca con il palmo della mano per nasconderlo.

-Massì, Lucy si stava facendo prendere dalle emozioni e tu l'hai sostenuta con il braccio..come un vero gentil'uomo..-

-AH..- si ricorda Cato e si strofina capelli biondi con una mano -Sai com'è.. non volevo fare brutta figura davanti al pubblico..-

Lo guardo riducendo gli occhi a due fessure, mentre lui ed Enobaria se la ridono come due ragazzini. "Stronzo" penso. Ma certo, altro che gesto spontaneo.

Una volta tornati all'hotel, senza fregarmene mi tolgo tutta quella ferraglia di dosso e corro in bagno. Una sensazione di sollievo mi percorre tutto il corpo. "Finalmente" sospiro.

Senna, Enobaria e Otto se ne vanno ad una festa tra accompagnatori, strateghi e mentori. Torneranno di sicuro verso le cinque di mattina come è d'abitudine per la gente altolocata di Capitol City.

Io e Cato rimaniamo soli, stravaccati sul divano, in pigiama, a guardarci la sfilata in televisione. E' vero, siamo bellissimi, sembriamo due dei. Dicono che i migliori costumi sono stati i nostri e quelli fiammaggianti del distretto dodici. La tv si spegne dopo la conclusione dell'ultimo servizio, con il solito inno e lo stemma di Capitol City. Rimaniamo sdraiati sui divani a fissare il buio.

-Penso che andrò a letto- annuncia Cato sbadigliando

-SI anchio..- ci alziamo e camminiamo fianco a fianco fino a raggiungere le nostre camere

-Buonanotte- dico

-Buonanotte- mi risponde lui a bassa voce. Chiudo la porta e vado verso il letto, più invitante che mai. Ma prima che mi distenda sento bussare. Giro gli occhi e vado ad aprire, già sapendo chi mi troverò davanti.

-Che c'è Cato?- chiedo strofinandomi gli occhi

-Scusa..eh volevo solo dirti che non è vero quello che ho detto prima..-

-Riguardo a cosa?- gli chiedo

-Quello che è successo alla sfilata..sai quel gesto..non l'ho fatto per fare brutta figura..in realtà non so perchè l'ho fatto e ci sto ancora pensando..però insomma non l'ho fatto per quello..-

Lo guardo ammirata, poi gli sorrido. Non gli avevo mai sorriso così prima -Ok..grazie di..avermelo detto..-

Lui mi fa un mezzo sorriso e poi alza la mano per salutarmi. Chiudo la porto solamente quando lo fa anche lui, e rimango in piedi a fissare la mia mano sulla maniglia.

Cato sta diventando sempre più strano.


ANGOLO AUTRICE:
Ecco la sfilata :D Che dolce Cato non trovate? *.* Ringrazio ancora chi mi segue e spero che la storia continui a piacervi! Nel prossimo capitolo assisteremo all'addestramento dei nostri tributi, lì Lucy e Cato conosceranno i loro futuri alleati nell'arena! Sono sicura che sapete già di chi si tratta :D Alla prossimaaa

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Capitolo 6
*** L'addestramento- Parte 1 ***


Ci aspettavano tre giorni d'addestramento e infine un test finale dove gli strateghi avrebbero dato un voto in base alle capacità del tributo e sarebbe stato trasmesso in tv.

Il quarto giorno avremo avuto l'intervista con Cesaer Flickerman e infine saremo andati nell'arena. Mi accorgo solo ora che le settimane sono passate velocissime, senza neanche accorgermene, e la sensazione di avere ormai poco tempo da vivere mi opprime. So di avere molte possibilità di sopravvivere, il punto è che quando rimarremmo in due o in tre dovrò uccidere sicuramente qualcuno. E se quel qualcuno fosse Cato..non so se ci riuscirei. Scuoto la testa cercando di scacciare quei pensieri. Ora devo concentrarmi sull'addestramento. Senna mi fa indossare la tuta d'addestrameneto, nera aderente e con strisce bianche e rosse sui lati. Non mi sento molto a mio agio con quella roba addosso. Non mi impedisce nei movimenti ma mi segna troppo le forme evidenziandole ancora di più e mi sento impacciata. Per di più prude da morire. Io e Cato entriamo nella palestra da due porte di metallo che si aprono autmoaticamente, davanti a noi ci sono tutti gli altri tributi che stanno già facendo riscaldamento. Mi guardo attorno : la palestra è spaziosa ma senza molte decorazioni, in un angolo sospeso sulla destra c'è una terrazza dove siedono tutti gli strateghi che bevono e mangiano, talvolta osservando i tributi talvolta chiaccherando e ridendo tra loro. In palestra hai la libera scelta di fare ciò che vuoi, puoi seguire il corso su come fare trappole funzionanti, su come medicare ferite ecc. Infine ci sono molti bersagli per tiro con l'arco e manichini per far pratica con coltelli e spade. Inoltre è presente un percorso ad ostacoli per testare la tua velocità e agilità.

-Bene.. ora tocca a noi..- dice Cato strofinandosi le mani, si avvicina all'armeria e sguaina una lunga spada affilata fendendo l'aria più volte. MI decido avvicinandomi ad una sfilza di coltelli, li esamino scegliendo quelli migliori, me li sistemo attorno alla vita con una cintura. Poi mi avvicino al corso per medicare ferite, dove il maestro mi accoglie felice -E' strano che una come te del distetto 2 segua questo corso..-

-Non siamo tutti uguali..- rispondo sorridendo

Lui mi fa avvicinare -Bene allora cominciamo...come già saprai nell'arena è impossibile non ferirsi almeno una volta..anche se superficialmente. Di solito per curare ferite gravi bisogna avere l'appoggio degli sponsor, loro possono inviarti medicine utilissime durante i giochi che potrebbero salvarti la vita..per questo cerca di farti amare dal pubblico..Ora..-

Si siede a terra e si scopre il polpaccio -Di solito le ferite più gravi sono quelle all'addome o alla pancia perchè possono lacerare organi interni e allora non è più possibile fare niente..ma se ci feriamo sulle gambe qualcosa si può fare...-

Si traccia un segno rosso largo cinque centiemtri e lungo dieci sul polpaccio -Bene.. allora se ti ferisce alla gamba la prima cosa che devi fare è fermare l'emorraggia, copri con degli stracci la ferita e poi legale non troppo stretta con un laccio e un pezzo di stoffa per fermare il sangue..Non devi assolutamente stare a contatto con qualsiasi altra cosa esterna perchè potrebbe provocarti un'infezione e là la situazione si fa seria..molti tributi sono morti per questo...-

Ci penso su -Se prendo un infezione cosa posso fare?-

-Devi stare assolutmante ferma per non sforzare troppo la zona, devi disinfettare e cambiare molto spesso le bende..-

-Posso trovare il disinfettante nell'arena?-

-Si ..di solito alla cornucopia ci sono tutte le cose per il primo soccorso ma bisogna andare più vicino per prenderli..ma sono sicura che per te non sarà un problema..-

Annuisco seriamente. E' vero non avrei problemi, ma non so se voglio andare troppo vicino alla Cornucopia, per ora non ho nessuna strategia.

-Se l'infezione si espande allora ti ci vorrà una medicina più potente..e qua entrano in gioco gli sponsor, che per esempio potrebbero mandarti una siringa contenente una medicina da inniettarti e se neanche quello funziona..allora sei morta..- dice infine facendo spallucce

Continuo a fargli domande e lui mi spiega pazientemente come curare ogni tipo di ferita, dalla più superficiale a quelle più gravi e anche come dare sollievo al dolore.

Quando le ore di allenamento sono scadute mi alzo e ringrazio il maestro.

-Grazie maestro..non penso che mi serva altro..-

-Bene..sono felice di averti dato questa lezione Flamsteed..che la fortuna sia con te..-

-Grazie..- mi avvio verso l'uscita quando Cato mi piomba alle spalle

-Ehi Lucy dobbiamo andare alla mensa a mangiare..-

-Ok..- dico io confusa da quel comportamento

-Eh...non siamo soli..ho consociuto i favoriti dell'uno, sono simpatici..-

Quando Cato definisce simpatico qualcuno vuol dire che è rozzo, sanguinario e..idiota come lui. Bene non vedevo l'ora di conoscere altri tributi.

Alla mensa ci sediamo sul tavolo più grande di tutti, io di fianco a Cato e i due del distretto 1 davanti a noi. Il maschio si chiama Marvel, è alto e slanciato, moro con gli occhi blu. Ha la faccia da angelo e il sorriso sempre stampato in bocca, in effetti è abbastanza simpatico e con la battuta sempre pronta. La ragazza si chiama Glimmer, magra, bassetta e bionda con gli occhi verdi. Lei non mi va molto a genio, ha una risatina stridula e la voce acuta. Diciamo che è l'esempio vivente di una ragazza oca. Ad ogni cosa che dice Cato ride o approva, non contesta mai. Dio ci mancava solo la coppietta degli Hunger Games. In effetti starebbero bene assieme. Entrambi biondi entrambi inequivocabilmente e irreparabilmente idioti.

-Non vedo l'ora di scendere nell'arena..- dice Cato massagiandosi la pancia piena

-Oh si anchio Cato, non sai quanto!- risponde Glimmer ridendo come una gallina

-Quest'anno i tributi sono veramente scarsi..- continua Marvel -Insomma fino ad ora di decente ho visto solo quella del dodici, Katniss e quello dell'undici, Tresh..-

-Da cosa lo capisci?- gli domando

-Dall' addestramento..insomma certi non sanno nemmeno arrampicarsi su una scala..-

-Può darsi che stiano fingendo..sai un po' di edizioni fa una donna ha vinto perchè ha fatto credere a tutti di essere una buona a nulla..-

Marvel fa spallucce pensandoci su -Non ha senso..-

-E' una strategia..- continuo io

-Forse hai ragione..ma comunque io preferisco andare subito al sodo e dimostrare agli altri di cosa sono capace..così mi staranno alla larga..-

- Sono daccordo- risponde Cato, e subito Glimmer ridacchia sbattendo le ciglia -Oh si anchio, daccordissimo-

Finito il pranzo torniamo in palestra, stavolta sto con Cato e guardo gli altri tributi.

Marvel ci mostra cosa sa fare con le lance. Può fare sia un combattimento corpo a corpo tranciando la testa dell'avversario o lanciare l'arma a diverse distanze centrando in pieno l'obbiettivo. Colpisce in corrispondenza del cuore tutti i manichini della sala senza sbagliare di un centimetro.

Glimmer usa l'arco, in realtà non è una cima ed è raro che becchi l'obbiettivo perfettamente.

-Sei bravissimo..- mi complimento con Marvel avvicinandomi a lui

Mi sorride -Grazie..vorrei dire lo stesso di te ma a quanto pare non sai fare niente di particolare-

Lo guardo accigliandomi -Ah no?-

Lui fa spallucce -Fino ad ora non hai fatto niente..-

Mi volto e mi avvicino all'armeria, prendo il bellissimo set di coltelli e me lo allacio alla vita. Passo di fianco a Marvel e lo guardo in tono di sfida. Mi posiziono davanti a una fila di manichini mobili che si spostano avanti e indietro a diverse velocità. Cato si avvicna a Marvel e gli sussurra all'orecchio -Sta a vedere..-

Faccio un respiro e fisso l'obbiettivo, con uno scatto sfilo un coltello dalla cintura per il manico e lo lancio facendolo roteare pericolosamente fino a che non va a conficcarsi perfettamente al centro del manichino, dove c'è l'obiettivo segnato in rosso. Poi scatto in avanti e con una serie di capriole lancio i coltelli rimanenti che sibilano e infine si conficcano con un colpo secco al centro dei manichini. Mi fermo accuciandomi a terra con le gambe divaricate per tenermi in equilibrio. Quando mi rialzo noto che tutti nella sala, compresi gli strateghi, mi fissano. Li guardo accigliata e dopo un po' tornano a farsi gli affari loro. Mi avvicino a Marvel e gli faccio un piccolo inchino. Lui mi guarda a bocca aperta. Cato ride come se avesse vinto una gara -Visto amico? La ragazza ci sa fare..non per niente viene dal mio distretto!-

Marvel annuisce sconfitto -Ok lo ammetto non è niente male...direi che sarà un alleata perfetta nella'rena..-

-Alleata?- chiedo io confusa

Cato mi si avvicina -Abbiamo deciso di allearci nell'arena..sarà più facile sopravvivere e rimanere fino alla fine..io voglio che tu venga con noi..-

-Bhe si...cioè ci devo pensare..-

-Avanti accetta..saremo imbattibili! E poi possiamo fidarci di loro..sono amici..ti prego non dire di no..non farti vedere come una rammollita..-

Lo guardo male e lui mi fa un sorrisetto d'imploro. Mi avvicino a Marvel e Glimmer e annuisco -Per me va bene..-

-Uao perfetto!- ride Marvel tutto contento

Glimmer saltella qua e la e si appoggia alla spalla solida di Cato -Che bello staremo tutti insieme nell'arena..-

Oddio, mi sto già pentendo di aver accettato.

ANGOLO AUTRICE:
Scusate l'immenso ritardo, ho voluto riposare un po' :D Spero che il capitolo vi piaccia e come avrete notato ho voluto copiare l'abilità di Clove con i coltelli e adattarla a Lucy, spero non ce l'abbiate con me per aver eliminato del tutto Clove ma, perdonatemi, io proprio non la sopporto xD Preferisco Glimmer! Detto questo, grazie a tutti e alla prossimaaaa! Ah si Buon 2014 ;)  

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Capitolo 7
*** L'addestramento- parte 2 ***


Il secondo giorno mi alleno nei percorsi con Marvel e osservo con lui gli altri tributi.

Tresh, il ragazzo dell'undici, è bravo a combattere con i bastoni e scontri corpo a corpo, è forte ma un po' lento nei movimenti. -Potremo chidergli se vuole unirsi a noi..- propongo

-Cato gliel'ha già chiesto..lo stupido ha rifiutato..bhe peggio per lui..-

Guardo Tresh mentre fracassa la testa di un manichino con una mazza ferrata.

-O forse peggio per noi..- replico rabbrividendo

I ragazzi del distretto 12 sembrano molto uniti, forse saranno alleati nell'arena. La ragazza, Katniss, è brava con l'arco più di Glimmer e fa delle trappole geniali per la selvaggina. Il ragazzo è impacciato e pesante nei movimenti, non sa arrampicarsi e saltare molto bene però è alquanto forte e ha lanciato uno dei pesi di ferro più grandi con una sola mano. Tuttavia non so a cosa potrà servirgli sollevare pesi nell'arena visto che, presumo, non ci sia niente così grosso da lanciare addosso a qualcuno per farlo fuori. Comuqnue è bastato ad ottenere il rispetto di Cato e gli altri, che lo guardavano quasi fosse un dolce appena sfornato.

Le urla di Cato mi distraggono dall'attenta analisi che sto facendo.

-Ehi tu amico..mi hai rubato il coltello!- Urla Cato contro un tributo spingendolo ripetutamente

-Io..non è vero..- risponde l'altro intimorito

Marvel corre a calmare le acque trattenendo Cato, che si divincola per dare una lezione allo sfortunato.

Mentre tutti cercano di separarli sento un risolino provenire sopra di me. Alzo lo sguardo e vedo una bambina dalla pelle scura con buffi riccioli neri sopra alla rete appesa al soffitto, che giocherella con un coltello. Il coltello di Cato. Lo ha preso lei. La vedo ridacchaire sotto i baffi. Rido anch'io seguita da Tresh e Katniss.

Finiamo l'allenamento alle 6 e torniamo all'hotel. Mi immergo nella vasca da bagno e rimango per venti minuti con gli occhi chiusi circondata dall'acqua bollente e profumata, a pensare. Cerco di rilassarmi e di riposare le membra stanche dall'allenamento. Quando esco mi asciugo per bene e mi spalmo la crema per corpo e viso che mi ha dato Senna. Mi ha ordinbato di metterla ogni sera in modo da tenere curata la pelle fino all'arena. Dice che anche là dentro dovrò avere un bel aspetto. Mi metto in pigiama e corro in salotto a mangiare qualcosa. Trovo Cato con Enobaria e Otto, seduto sul divano, mentre addenta una coscia di pollo. Prendo anchio qualcosa da mangiare e mi siedo vicino a loro. In televisione Ceaser Flickerman sta intervistando il capo stratega Seneca Crane, un uomo alto e attraente con occhi blu scuro, capelli neri e barba corta tagliata in modo strano.

-Cosa pensi dei nuovi tributi?-

-Abbiamo molti talenti tra i tributi..ho notato quelli dei distretti 1 e 2..non per niente sono i favoriti..loro avranno molte possibilità..- risponde Crane

Ceasar sorride -Ma anche gli altri tributi sono molto bravi..- dice per non sminuire gli altri

Seneca fa spallucce e alza le mani sulla difensiva -Vedremo nel test finale..-

Poi parte l'inno e compare lo stemma di Capitol City, infine la tv si spegne.

-Bene..- sospira Enobaria alzandosi -Io e Otto andiamo ad una festa..-

-Andate sempre a feste voi?- chiede Cato

-Lo facciamo per voi! Andando sempre a queste feste possiamo parlare di voi e convincere gli altri a tifarvi!-

-Quindi è tutta una strategia..- osserva Cato massaggiandosi il mento

-Uau che intuito Cato..mi sorprendi..- osservo sarcastica

-Sta zitta Flamsteed..- risponde acido

Otto ed Enobaria ridacchiano mentre si avviano all'uscita, vestiti a puntino -Cercate di fare i bravi e di non prendervi a botte..-

-Penso che sarà difficile..- mi canzona Cato

Quando sentiamo la porta chiudersi rimaniamo, come sempre, stravaccati sul divano senza parlare.

-Cosa facciamo?- chiede Cato annoiato

-Non lo so..- rispondo fissando il soffitto

Rimaniamo in silenzio a sbuffare ancora per qualche minuto.

-Ho un idea vieni..- dice alzandosi

Io lo guardo e mi alzo sbuffando. Lo seguo fino in camera sua e lui mi chiude la porta alle spalle.

-Ehi che intenzioni hai?- gli chiedo corrugando le sopracciglia

Afferra una penna dal comodino e la posiziona a terra, poi si siede vicino a gambe incrociate e io lo imito.

-Allora che vuoi fare?- chiedo grattandomi la fronte

-Obbligo o verità- dice lui con un sorriso bonario

-Oddio Cato un gioco meno stupido no?-

-Avanti è divertente!-

Lo guardo accigliata -Siamo solo in due..e si finisce sempre per chiedere quella cosa..-

-No giuro non te lo chiedo- alza la mano destra -lo giuro..-

Alzo gli occhi al cielo -Eh va bene..-

-Siii ok cominciamo- impugna la penna e con uno scatto la fa girare velocemente.

La punta della penna indica me.

-Bene cara Flamsteed, obbligo o verità?-

-Obbligo..- rispondo

-Bene...ti obbligo a dirmi che sono un ragazzo bellissimo, forte, intelligente e che ti attraggo molto-

-Si ti piacerebbe..-

-Sei obbligata Lucy..mi dispiace..-

-Non te lo dirò mai!-

-Bene..allora preferirai pulire il bagno di Otto..-

Lo guardo in cagnesco, poi mi mordo il labbro sconfitta -Sei un ragazzo..- mi fermo inorridita dalle parole che sto dicendo -Dio..hai ferito il mio orgoglio Cato..-

Lui ridacchia e chiude gli occhi assaporando quelle parole. -Sei un ragazzo bellissimo, forte..intelligente e mi..attrai molto - deglutisco e riapro gli occhi tremando. Era strano dirgli quelle cose e anche se era un gioco mi facevano un certo effetto.

-Ma brava..era tanto difficile?- mi chiede

-Non sai quanto..- gli rispondo, poi impugno la penna e la faccio girare

La penna punta di nuovo me -Non è possibile - mi lamento alzando le mani al cielo

Lui mi guarda beffardo -Obbligo o verità?-

-Obbligo..- rispondo ancora

-Come mai non scegli verità?-

-Non ti racconterei mai i fatti miei..-

-Ti conviene scegliere verità perchè gli obblighi stanno diventando difficili..-

Giro gli occhi e lo guardo mentre pensa a che cosa farmi fare.

-Trovato...- dice tutto contento -ora ti truccherai con gli accessori di Senna e andrai fuori dai uno dei pacificatori che sorvegliano l'ascensore e flirterai con lui..-

-Mi vuoi proprio umiliare Cato?-

-Oh si..- ridacchia di gusto

Io scuoto la testa e mi alzo, raggiungo la mia stanza dove raccolgo i trucchi di Senna, mi spalmo il rossetto sulle labbra in malo modo, poi mi metto il mascara e un ombretto blu sulle palpebre. Cato mi obbliga a indossare l'accappatoio e mi fa uscire dalla porta rimanendo a guardare sulla soglia. Individuo un pacificatore appostato davanti all'ascensore e avanzo verso di lui, stringendomi le braccia attorno all'accappatoio. Mi giro e Cato mi sorride beffardo con la spalla appoggiata alla soglia. Lo guardo male e continuo a camminare. Mi piazzo davanti al pacificatore che mi guarda accigliato.

-Ciao- gli dico alzando la mano

-Ciao..cosa vuoi?- mi chiede lui

-Ehm niente, niente volevo solo dirti che..sei molto affascinante sai?-

Il pacificatore mi guarda socchiudendo gli occhi per capire se sono andata fuori di testa

-Ah si? bhe mi fa piacere..ora torna nella tua stanza..-

-Oh ma dai non fare così..insomma tu mi piaci e secondo me dovremo stare assieme..- mi mordo un labbro vergognandomi di me stessa e di essermi lasciata umiliare così

Il pacificatore mi sorride -Si certo..ho 30 anni in più di te..non può funzionare..-

-Oh avanti l'età non conta..- insisto io

Lui scuote la testa e mi prende per un braccio scortandomi nella mia stanza -Spero che questo sia uno scherzo..- mi spinge dentro alla stanza chiudendo la porta

Cato cade a terra sganasciandosi dalle risate. Io gli tirò un calcio nello stinco -idiota! Adesso mi prenderà per una matta..-

-Oddio..non ho mai riso così tanto- ammette tenendosi la pancia. Poi si alza, asciugandosi le lacrime dagli occhi, e torniamo nella stanza. Finalmente la penna indica lui.

Decide di fare verità -Uau hai forse paura che ti farò andare in giro nudo per il palazzo?- gli chiedo ridacchiando

-So che ne saresti capace..- mi risponde

Penso a cosa fargli dire. Scavo nella sua vita privata, cercando ogni cosa inbarazzante o qualche gossip. Mi viene in mente quel grande scandalo a scuola tra lui e una ragazza, che dopo una festa al campeggio sono stati inviati dalla preside e nessuna sapeve niente di ciò che era successo.

-Ti ricordi la festa del campeggio uno o due anni fa?-

-SI..me la ricordo bene direi..-

-Bene...allora cosa è successo tra te e Kate Everboole di così grave che siete stati spediti dalla preside?-

Cato sospira abbassando la testa -Oh speravo non me lo chiedessi..-

-Forza spiega- mi sistemo a terra e lo ascolto con un sorriso di sfida stampato in faccia

Lui si strofina gli occhi e comincia a spiegare -Allora come saprai ogni ragazzo della scuola correva dietro a Kate, insomma lei è...una figa assurda!-

Lo guardo accigliata -Si..è vero- lo ammetto, tanto non avrebbe senso mentire

-Bene..allora quella sera lei è venuta da me e abbiamo cominciato a ballare, poi mi ha baciato e mi ha portato in un posto un po' più...-

Non riusciva a trovare la parola -Appartato?- suggerisco

-Esatto! Nella tenda...e lì bhe ha cominciato a..a spogliarsi e io..bhe non le ho detto di fermarsi..così mi sono spogliato..anchio e così ci siamo distesi e abbiamo cominciato a..- sorride malizioso

Io lo guardo a bocca aperta, mi accorgo che sto arrossendo anchio -.Oh Dio! Voi lo avete Fatto!- stavo praticamente urlando -E vi hanno scoperto!-

Cato mi tappa la bocca con una mano -Ok. Ok che resti tra noi..lo sai solo te ti prego non dirlo a nessuno..-

Non potevo crederci. Cato lo aveva già... scuotò la testa e mi metto a ridere nervosamente.

-Non posso crederci..- gli dico

-Già e invece è successo..insomma avevo 17 anni no?-

-Oh mio dio Cato- continuo a ridere mentre lui cerca di giustificarsi

-Ma la amavi almeno?- gli chiedo tornando seria

-Io? Ciò no..cioè mi attraeva..fisicamente..ma di carattere no..-

-Uau tu tieni conto del carattere?-

-Non sono così superficiale come pensi Lucy..- mi guarda serio

-Bhe per farlo con una che nemmeno amavi si..lo sembri..-

-Oh ma non era fatto con sentimento..insomma la prima volta..non è mai bella no?-

-Bhe io spero che lo sia..cioè devo fare questa cosa con uno che amo..e..-

-Quindi tu non hai mai..- chiede tenendo la frase in sospeso

-Ehm..no..- mi affretto a rispondere

-Oh..- annuisce guardando a terra

Rompo quel silenzio imbarazzante e faccio girare la penna. Punta di nuovo su di me. Questa volta scelgo verità.

-Bene visto che siamo in argomento...hai mai baciato qualcuno?-

Io alzo la testa in cielo e sorrido arrossendo -Oh..lo sapevo che me lo chiedevi..-

Cato mi sorride -Allora? Me lo dici? O non hai fatto nemmeno quello? Ah no ci siamo baciati giusto due giorni fa-

Lo guardo socchiudendo gli occhi. ormai avevo quasi rimosso quel ricordo. O forse no.

-Si ho baciato un ragazzo, e lo amavo-

Lui fa un fischio seduttivo -Uau Lucy l'innamorataaa e chi è stato il fortunato-

Deglutisco -Joseph Declerck..-

-Declerck?- si acciglia -Quello della scuola di addestramento?-

-Già..-

Scoppia a ridere -Lucy quello è un idiota! Non so se te ne sei accorta ma se le è passate tutte!-

Sospiro -Si bhe lo so..ma a me piaceva..-

-Allora anche te sei superficiale..- osserva incrociando le braccia al petto

Mi acciglio -Perchè?-

-Sapevi che aveva un carattere da schifo ma non ti importava..lui ti piaceva per l'aspetto..-

Rimango a guardarlo senza trovare una risposta. Aveva ragione, non lo amavo di certo per il carattere. Più che altro amavo il ricordo che mi aveva lasciato. Il mio primo bacio

Cato sorride beffardo -Quindi non lo amavi..-

Io guardo in basso -No.. no non lo amavo..- rispondo flebilmente -Ma come possiamo permetterci di amare noi?- chiedo mentre le lacrime cominciano a offuscarmi gli occhi - Innamorarsi e poi vedere il ragazzo che ami partire per gli Hunger Games o viceversa. Innamorarsi sapendo che un giorno o l'altro qualcuno potrebbe partire e non tornare mai più. No..non mi sono mai innamorata e non l'ho mai voluto! E tutto questo per colpa degli Hunger Games!! Odio Capitol City e tutto ciò ad esso collegato..Non voglio scendere in arena e uccidere il primo che capita, non voglio troncare una vita, non voglio guardarli negli occhi mentre muoiono. Ho paura di questo. Non ho paura di morire. Ho paura di vedere gli altri morire. Di esserne la causa. Mio padre non lo capisce, nessuno del distretto 2 lo capirà mai. Noi siamo nati per questo. Addestrati per questo!!- Riprendo fiato. Non mi ero mai sfogata così davanti a nessuno. Ora le lacrime scendono sulle guance lentamente.

Cato abbassa lo sguardo -E' il nostro destino Lucy, siamo nati per questo. Non puoi cambiarlo-

Mi mordo il labbro - Nati per uccidere..-

Cato annuisce - Devi accettarlo..-

-Bello schifo..- borbotto cercando di ricacciare le lacrime indietro ma senza successo. Continuo a singhiozzare.

Cato gira di nuovo la penna e indica me -Obbligo o verità-

-Obbligo- riesco a singhiozzare

Lui mi guarda penoso. Brava Lucy, bel modo di farti temere. Nell'arena sarai la prima persona che ucciderà.

-Vai a dormire Lucy..- ecco il suo obbigo, me lo dice dolcemente. Non l'ho mai sentito parlare così.

Mi trascina in camera mia e mi fa distendere sul letto, mi porta le coperte fino a sotto il mento e poi va verso la porta, spegnendo la luce.

Lo guardo allontanarsi poi, senza nenache un perchè, gli dico -Obbigo o verità?-

Lui si gira accigliandosi, poi sbuffa -Obbligo..-

Speravo che lo dicesse. -Non andare via..- gli ordino singhiozzando.

Ma che sto facendo? Ok mi sono fumata il cervello. Insomma è Cato. Quel ragazzo pieno di sè, rozzo e senza scrupoli. Eppure in lui c'era qualcosa di buono, io me ne ero accorta. Lui mi capiva, venivamo dallo stesso distretto ed eravamo cresciuti con gli stessi principi morali. Nati per uccidere. Mi ripeto in testa.

Cato rimane in piedi un momento poi si avvicina al letto e si distende di fianco a me.

Il suo respiro sul mio collo. Così vicino come non mai. Un suo braccio mi circonda la vita mentre l'altro si infila tra il cuscino e il mio collo ed io lo lascio fare. Riesco a dire solo una cosa, mentre il suo profumo mi intontisce -Non pensare che io sia una debole solo perchè sto facendo questo- dico asciugandomi gli occhi.

Lui ride -Certo che no..- Allora gli stringo la mano e quello mi basta. Mi basta sentirlo vicino. In qualche modo mi conforta. Mi addormento così, avvolta nel suo calore rassciurante.

ANGOLO AUTRICE:
Ma che diavolo sta combinando Lucy?? E' completamente impazzita..sarà l'effetto degli imminenti giochi..oppure l'effetto di Cato, molto probabilmente *.* Scusate il ritardo dell'aggiornamento ma ho avuto dei problemi con il computer e non ho potuto accenderlo per una settimana quasi D:! Comunque spero che il capitolo vi piaccia, alla prossimaaa :D

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Capitolo 8
*** Il giorno del test ***


Mi sveglio spalancando gli occhi di scatto. Mi ricordo dell'altra sera e allungo la mano per cercare Cato. Non c'è. Dalla finestra filtra la luce del sole mattutino. Mi alzo e mi rinfresco la faccia con l'acqua ghiacciata. Sospiro e mi faccio coraggio nell'andare in salotto. Lì trovo tutti attorno al tavolo a fare colazione. Cato alza la testa dalla fetta di torta nel suo piatto e mi guarda, poi distoglie lo sguardo scuotendo la testa. Mi siedo di fronte al lui afferrando un bicchere di spremuta e un po' di biscotti al cioccolato.

Enobaria, finito il suo caffè, comincia a parlare -Bene..oggi avete il test finale...date il massimo ok? Cato, usa la spada, Lucy i coltelli. E cercate di non sbagliare neanche una volta..questo è l'esame che vi salverà il culo quando andrete nell'arena ok? Più avrete il punteggio alto più gli altri staranno a larga da voi. Compreso?-

-SI..- rispondo

-Si- ripete Cato convintissimo

Finita la colazione, ci vestiamo e raggiungiamo il campo d'addestramento. CI alleaniamo un po' con le nostre armi, poi a fine giornata ci ordinano di uscire e cominciano a fare i test. I primi sono Marvel e Glimmer del distretto 1, poi ci siamo io e cato. GLimmer viene chiamata per prima e dopo 5 minuti esce con uno sguardo affascinanate e si avvicina a Cato, ancheggiando i fianchi perfetti. Lo bacia sulla gancia e poi se ne va. Cato si gira a guardarle il sedere ed Io gli tiro uno schiaffo dietro la testa -Concentrati- borbotto infastidita

-Gelosa- mi risponde lui ridacchiando

Mi giro fulminandolo con lo sguardo -Ti piacerebbe..-

-Bhe da quello che è successo ieri sera..qualcosa c'è Lucy..-

-Non c'è niente Cato ok?-

-Va bene ok..come non detto-

Dopo 5 minuti anche Marvel esce, ci passa a fianco e ci saluta.

Cato viene chiamato e avanza assolutamente disinvolto -Buona fortuna-

Lui si gira e mi fa l'occhiolino -Non ne ho bisogno piccola..-

Scuoto la testa sorridendo e mi metto a girare avanti e indietro. Dopo nemmeno 2 minuti Cato esce tutto soddisfatto, un po' rosso in viso e con le vene che ancora gli pulsano sul collo. Mi sorride e se ne va -Ti aspetto a letto tesoro mio..-

Gli do un pugno sulla spalla e lui corre via ridendo -Fottiti idiota!- sbraito

Sento il mio nome nel microfono e avanzo verso la sala d'addestramento. Quando entro ci sono gli strateghi seduti in fila che mi guardano attentamente, per fortuna che sono tra i primi distretti così almeno non rischiano di stancarsi a guardare troppi tributi.

Li saluto facendo un cenno con il capo e mi avvicino all'armeria. Prendo il mio set di coltelli e me lo lego alla vita. Mi posiziono davanti ai manichini e comincio a tirare i coltelli centrando tutti i beragli senza sbagliare di un centimetro. Loro annuiscono e Seneca Crane schiaccia un tasto facendo azionare un meccanismo che fa muovere i manichini velocemente. Sorrido agli strateghi e poi mi concentro sui bersagli. Corro in avanti e prendo due coltelli dalla cintola, faccio una capovolta per avere una spinta maggiore e lancio i coltelli che senza nemmeno fermarsi trapassano la testa di due manichini, poi corro di lato, mi fermo ed estraggo tutti i coltelli rimanenti. Ne ho sei per mano. Li faccio roteare e poi li lancio contemporaneamente. SI conficcano tutti al centro facendo saltare via i coltelli tirati prima. Gli strateghi applaudono entusiasti e io faccio un piccolo inchino. Poso la cintola su un tavolo là vicino ed esco dalla sala con il fiatone.

Raggiungo la camera a passo svelto e trovo Cato disteso sul divano con Enobaria e Otto. Quando entro si alzano con un'espressione interrogativa nel volto

-Allora come è andata?- Mi chiede Otto tutto agitato

-Bene penso..mi hanno applaudito..-

-Ma brava Flamsteed..- mi applaude Cato

Enobaria mi guarda e annuisce soddisfatta. -Bravi i miei ragazzi..speriamo abbiate il punteggio più alto..-

-DI sicuro!- dice Cato dondolando le braccia e saltellando sul posto

-Bene ora riposatevi..ve lo meritate..-

Mi ritiro in camera mia e mi siedo sul letto, dopo un po' Cato mi raggiunge e si siede di fianco a me.

-Perchè tutto ad un tratto stiamo sempre insieme?- gli chiedo

Lui fa spallucce -Ci capiamo, sappiamo cosa stiamo passando...-

-E cosa stiamo passando Cato?-

Lui guarda il vuoto davanti a se con aria triste -Non lo so nemmeno io..-

Otto irrompe nella stanza saltellando -Venite forza! Stanno mostrando i risultati dei test!-

Cato balza dal letto e scatta fuori dalla porta, io me la prendo comoda e raggiungo il salotto pochi secondi dopo, mi siedo di fianco a Cato con le gambe incrociate.

Parte l'inno e vengono mostrate le immagini di ogni tributo con il punteggio di fianco. Marvel ha avuto 11 punti, Glimmer 10. Poi passano al nostro distretto, trattengo il respiro. Viene mostrata la foto di Cato che sorride beffardo e il punteggio. 12. Si alza esultando al cielo mentre Enobaria e Otto gli fanno i complimenti. 12 è il punteggio che tutti desiderano. Poi fanno vedere la mia foto, sono piuttosto seria e misteriosa. Il mio punteggio è 12. Rimango a bocca aperta e Cato esulta di nuovo alzandomi di peso a facendomi girare attorno. Ridiamo tutti assieme ed Enobaria ci abbraccia stritolandoci con i suoi muscoli impressionanti.

-Sono fiera di voi! Ora vi temono!- si congratula poggiandoci una mano sulla spalla

Finiamo di guardare il resto dei punteggi, nessuno ha raggiunto il nostro ma ce ne sono molti di abbastanza alti. La ragazza del 12 ha preso 11 e il suo amico 8.

-Sono bravi..- osservo

-Nessuno come noi- ribatte Cato che se ne stava in piedi con le mani sui fianchi

Tresh ha raggiunto il punteggio 11. Sarà difficile da battere e dovremo tenerci alla larga da lui.

Quando la tv si spegne Enobaria ci fa sedere a tavola per stabilire la strategia migliore da adottare nell'arena.

-Allora, come ho già capito vi volete alleare insieme con quelli del distretto 1-

Annuiamo entrambi mentre Enobaria tamburella le dita appuntite fastidiosamente.

-Perfetto..allora quando scenderete nell'arena dovrete appropriarvi della Cornucopia, in modo da avere a disposizione le armi migliori..impedite agli altri tributi di afferrare le cose così moriranno più facilmente..-

-E se Tresh decide di combattere per la Cornucopia?-

-Non sarà una buona idea visto che dovrà affrontare i favoriti..forse prenderà quello che più gli serve ma voi lasciatelo fare..non scontratevi con lui..lasciatelo affaticare nell'arena e trovate il momento buona per colpirlo..-

-Bene capito...Tresh lo lasciamo stare..- ripete Cato sbattendo le mani sul tavolo

Enobaria annuisce sorridendo, scoprendo i denti appuntiti -Cercate di allearvi con più gente possibile, anche con quelli che hanno ricevuto il punteggio più basso..in questo modo potranno controllare il vostro accampamento quando voi ve ne andate e faranno di guardia..quando non ne avrete più bisogno potrete sbarazzarvi di loro facilmente..-

Rabbrividisco al solo pensiero di dover uccidere un mio alleato -Non voglio uccidere un mio alleato..-

-Se proprio non volete macchiarvi le mani di sangue innocente allora lasciateli andare e moriranno lo stesso dopo due giorni..- dice girando gli occhi

-Ci penso io..- interviene Cato con un sorriso macabro in faccia

-Uccidete chiunque incontrate e guardatevi le spalle, lottate insieme, aiutatevi..così il distretto 2 si commuoverà nel vedere due suoi tributi così legati e vi manderanno cose utili durante i giochi..-

-Quindi facciamo i finti fidanzati?- domanda Cato

Io lo guardo accigliata -Fate scena..fate gli amici..insomma fatevi amare, siate divertenti-

Finita la riunione mi ritiro in camera mia e cado letteralmente addormentata nel letto.


ANGOLO AUTRICE:
Brava la nostra Lucy che si becca 12 al test! Almeno ha fatto una buona impressione e per di più il suo legame con Cato si fa sempre più forte *.* Lui però è sempre il solito idiota, ma riuscirà a mettere da parte il suo caratteraccio fidatevi ;) Il prossimo capitolo tratterà l'intervista con CEASAR FLICKERMAN (uno dei miei personaggi preferiti)! Ciauuuu

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Capitolo 9
*** Intervista con Ceasar Flickerman ***


La mattina Cato mi scuote bruscamente il braccio, mi sveglio e lo guardo intontita.
-Cosa c'è?- gli chiedo confusa
-Senna ci vuole parlare-
Soffio e mi alzo infastidita grattandomi i capelli. Lui mi sorride mentre vado in bagno, solo quando chiudo la porta mi accorgo di essere in mutande. Oddio sono stupida o cosa?. Farmi vedere così. Mi lavo la faccia velocemente e mi vesto con pantaloni di pelle neri e camicia bianca.
Senna ci aspetta in salotto -Bene raqazzi stasera c'è la serata d'intervista con Flickerman e dovete essere perfetti!-
Io e Cato ci guardiamo accigliati -Come hai intenzione di vestirci?-
-Voglio che vi riconoscano quando vi siederete sulla poltrona..sarete belli e perfetti ma non esageratamente. Lucy per te ho in mente un vestito a dir poco strepitoso che farà rivoltare mezza Panem d'invidia..e per te Cato un semplice smoking di classe ed elegante..-
-Mi sembra perfetto- dice lui abbassando gli angoli della bocca
-Dobbiamo cominciare subito- dice battendo le mani freneticamente
Lo staff viene diviso in due parti, una viene affidata a me e l'altra a Cato. Veniamo separati e portati nelle rispettive camere. Senna tira fuori i suoi attrezzi e li dispone vicino allo specchio. Intanto gli altri mi preparano il bagno. Mi immergo nell'acqua e loro mi versano diversi balsami sui capelli. Una volta finito mi avvolgono nell'accappatoio e mi fanno stendere nel lettino. Cominciano a depilarmi le gambe e le ascelle. Mi tolgono i baffetti leggeri sul labbro e mi regolano le sopracciglia con delle pinzette. Poi mi pettinano i capelli e cominciano ad asciugarli. Infine me li allisciano e me li raccolgono in uno chignon morbido dietro la testa, me lo fissano con diverse forcine ed infine con due belle bacchette blu scuro. Passano al trucco, mi mettono fondotinta e cipria, abbondano di mascara e un ombretto a brillantini argentati con una linea sottile di eyeliner. Infine per la bocca mi passano un bellissimo rossetto rosso acceso. Sono le sei quando terminano il lavoro. Ora tocca al vestito. Senna mi fa spogliare e tira fuori il vestito da una busta. Quando lo vedo rimango letteralmente abbagliata. Il vestito è lungo e blu scuro, ma la cosa che lo caratterizza sono i milioni di brillantini che sembrano stelle sparse nel cielo. Sembrano avere vita propria e luccicano ogni volta che il vestito viene mosso. Me lo fanno indossare delicatamente per non rovinare l'acconciatura, poi mi fanno guardare allo specchio. Sembro una diva del cinema. Il vestito è smanicato e mi scende dolcemente su tutta la linea del corpo valorizzando le mie forme. Lo strascico è la cosa che mi piace di più, forma leggere onde di un blu più chiaro tendente al violetto. Mi portano fuori dalla stanza e lì trovo Cato che gira avanti indietro con le mani dietro al collo. Mi schiarisco la voce. Lui fa uno scatto all'indietro quando mi vede.
-Uau...chi sei? Che ne hai fatto della Flamsteed?-
Rido e lui fa lo stesso -Sono io in carne ed ossa..-
Mi si avvicina di più -Uau..lo vedo..bhe niente male..- dice in tono sufficiente
Lo guardo. Indossa uno smoking blu scuro con sotto una camicia bianca e una cravatta. E' elegante e terribilmente sexy. SI l'ho detto, sexy. Non posso non ammetterlo.
Enobaria e Otto si complimentano con Senna per l'ottimo lavoro e senza neanche avere il tempo di mettere qualcosa sotto i denti ci trascinano fuori dalla stanza verso l'ascensore. Una volta raggiunto il cortile ci aspetta una bella macchina d'epoca bianca e nera. Saliamo e percorriamo le strade illuminate e colme di gente di Capitol City. Rimaniamo in silenzio per tutto il viaggio, io con una strana sensazione di vuoto nello stomaco. Arriviamo al parcheggio dell'edificio, dove ci faranno l’intervista, stra colmo di macchine e di tributi vestiti a puntino che si apprestano ad entrare. Io e Cato li seguiamo, affiancati da Enobaria e Otto. Arriviamo alla fila dietro il palco e ci mettiamo nella posizione del distretto 2. Sarò intervistata per quarta e le mani cominciano a tremarmi. Otto ed Enobaria ci salutano e raggiungono gli spalti dove un pubblico enorme aspetta con ansia l'intervista. Durerà solo 3 minuti per ogni tributo. Non è tanto, penso. Passeranno veloci e poi Ceasar è bravissimo in questo genere di cose e mi farà sentire a mio agio. A mio agio? Che diavolo sto dicendo? Io sono del distretto 2! Dovrei trovarmi a mio agio anche a dormire su un letto di spilli. O almeno tutti pensano così. No concentrati. Questa intervista è importante. Potrebbe significare la tua sopravvivenza nell’arena. I miei pensieri vengono distolti dalla voce squillante di Marvel alle mie spalle. Mi giro e il suo sorriso travolgente mi mette di buon umore.
-EHi Lucy! Dire che sei fantastica è poco!-
-Grazie Marvel, anche tu..- dico sorridendo
Lui si liscia lo smoking -Bhe grazie ..ma fatti un po’ vedere-
Mi prende una mano e me la tira su, io faccio una giravolta facendo ondeggiare le onde strascicanti del vestito e illuminando tutto intorno con i bellissimi brillanti. Lui sorride e applaude. Cato ci guarda torvo e interviene.
-Si ok..ora basta elogi e concentriamoci- dice circondandomi la vita con il braccio e girandomi
-Nervoso Cato?- gli chiedo, guardandolo sottecchi
-Mai stato meglio..- risponde lui impassibile
Ceasar Flickerman prensenta il programma con la solita nota d'entusiasmo e lo sguardo rassicurante. Ha una nuova pettinatura. Un ciuffo all'insù colorato di blu scuro che degrada fino alla cute in tutte le sfumature dell'azzurro. La cambia ogni anno, in onore degli Hunger Games.
Flickerman comincia a chiamare i tributi. La prima è Glimmer che nel suo vestito rosso è bellissima. Quando viene chiamata si stacca da Cato e gli da un bacio sulla guancia. Quella ragazzina mi da sui nervi, non lo so perchè ma mi da sui nervi. Perchè? Perchè sta sempre con Cato? Cato? Cosa centra Cato? Sono gelosa.. Ma che dico? Cato..io odio Cato!! Ok basta. L'intervista non è molto divertente e subito dopo Glimmer tocca a Marvel che riesce ad intrattenere il pubblico con il suo umorismo nero. Quando esce il pubblico gli applaude entusiasmato. Ora tocca a Cato.
Mi guarda prima di entrare e mi fa l'occhiolino, io gli sorrido. Quando entra il pubblico esulta alzandosi dagli spalti. Vanno pazzi per lui, glielo dice anche Ceasar. Ad ogni cosa che dice, il pubblico ride e applaude. L'intervista va avanti per 5 minuti buoni. Cato intrattiene il pubblico e anche Ceasar si diverte a scherzare con lui. Una volta finito Ceaser si alza e innalza la mano di Cato al cielo. Lui urla vittorioso e esce acclamato dal pubblico. Ora tocca a me. Le gambe si ammollano, le mani tremano. Oddio, calmati. Calma. Faccio un profondo respiro e quando sento il mio nome lo trattengo e raggiungo il palco. Il pubblico impazzisce e mi acclama. Urla il mio nome. Sorrido senza neanche sforzarmi e raggiungo Ceasar stringendogli la mano. Mi fa accomodare e mi guarda sorridendo. -Devo dire, signori, che il distretto 2 dispone delle ragazze e dei ragazzi più belli e dotati di tutta Panem questo è certo!-
Tutti applaudono e si alzano dagli spalti. Io rido con loro e ringrazio Ceasar.
-Grazie..anche qui a Capitol City c'è tutta bella gente- dico
Ceasar sorride -Per esempio?-
Lo guardo -Bhe per esempio te Ceasar..-
Il pubblico ride e Ceasar si liscia i capelli vanitoso -E anche tutti voi- continuo indicando il pubblico
Impazziscono ed esultano fischiando e ridendo. Applaudono di nuovo. Li ho colpiti.
-Bene Lucy..sei una favorita, e ti sei offerta volontaria..-
-Si..ormai tutti dal distretto 2 si offrono volontari...io bhe non volevo troncare questa tradizione e così mi sono offerta..-
-Vuol dire che non lo volevi?- mi chiede guardandomi triste
Guardo a terra a bocca aperta, senza sapere cosa rispondere. Perchè continuare a mentire? Tanto vale dire la verità. Farlo capire a mio padre. Fargli capire che non è questo che voglio.
-Io veramente..mio padre lo voleva..lui mi ha fatto allenare per tantissimo tempo e non volevo deluderlo..ma ho sempre pensato che questo non fosse il mio destino..insomma non che non sia contenta di essere qui insieme a tutti voi..ma..non è questo quello che voglio..-
Ceasar mi sorride rassicurante e mi stringe la mano sulla sua. La stringo anch’io e gli sorrido un po' triste.
-Perchè non è il tuo destino? Insomma tu sei del distretto 2, hai tantissime possibilità di vincere..voi non avete paura..-
-Non è il mio destino perchè non sono nata per uccidere. Si ho paura, ma non per me stessa..ho paura di vedere gli altri morire..ho paura di portarmi dietro il rimorso di aver troncato una vita.. io non riesco ad essere egoista. Ci ho provato giuro..ma non ci riesco..-
E' vero. Non sono mai stata egoista ne tanto meno felice. Forse non so nemmeno come ci si sente ad essere felici.
Il pubblico bisbiglia sommesso e Ceasar sembra commosso -Sei stata molto coraggiosa a dirlo..-
Annuisco senza avere la forza di parlare. La mia voce si troncherebbe. Un nodo in gola mi inaridisce la bocca e  mi fa luccicare gli occhi di lacrime. Non piangere ora. Non ora. Quando sarai da sola fallo. Nel tuo letto. Ma non qui davanti a tutti. I minuti sono finiti e Ceasar non mi saluta con una stretta di mano ma mi abbraccia stringendomi forte a se e mi sussurra nell'orecchio -Che la fortuna sia sempre dalla tua parte, Lucy..-
Ora rischio veramente di scoppiare. Il nodo si fa sempre più stretto. Mi allontano dal palco sotto gli applausi scroscianti del pubblico. Senza guardare gli altri mi dirigo velocemente verso il bagno ma Enobaria mi blocca e  mi porta in un angolo, seguita da Cato e Otto.
-Grande Lucy..sei stata convincente più che mai! Farti credere la povera sventurata triste del distretto 2! Li hai commossi e ora avrai talmente tanti sponsor che farai fatica a contarli con le dita delle mani!-
Lo guardo confusa. Non ho recitato. Ho detto semplicemente la verità. Cato mi guarda corrugando le sopracciglia e Otto mi sorride soddisfatto. Deglutisco cercando di slegare quel nodo che mi soffoca.
Le interviste si susseguono veloci. Quelli del distretto 12 sono piuttosto simpatici, soprattutto Peeta che ha fatto ridere a crepapelle per 3 minuti pieni tutto il pubblico. Alla fine di tutte le interviste ci scortano alle nostre macchine. Otto ed Enobaria rimangono al palazzo per una festa tra gente importante con Ceasar Flickerman. Io e Cato saliamo in auto ed il viaggio è silenzioso come al solito. Una volta tornati nel nostro piano vado in camera mia e faccio un bagno rilassante, per cancellare la tensione del corpo. Mi lavo i denti e mi infilo il pigiama appendendo accuratamente l'abito ad una gruccia. Dopodomani sarei andata nell'arena. Avrei dovuto combattere anche se non volevo. Il nodo alla gola si fa sempre più stretto. Deglutisco per liberarmene ma invano. Spengo la luce e mi distendo sul letto avvolgendomi nelle coperte. Guardo il muro bianco davanti a me. Le lacrime cominciano a solcarmi il viso e i singhiozzi si fanno sempre più forti tanto da farmi male al petto. Sbatto il pugno sul muro. Mi sfogo su quel povero muro. Mi faccio male alle nocche. Mi libero di tutto lo stress, di tutta la rabbia che tanto ho tenuto dentro di me. Piango come non ho mai fatto o meglio come non ho mai potuto fare. Vedo l'ombra di Cato sulla soglia -Lucy sti bene?-
Non riesco a rispondergli e continuo a singhiozzare. Lui si avvicina e si siede sul letto, mi appoggia una mano sulla schiena e io tremo a quel contatto. Si distende di fianco a me, proprio come aveva fatto quella sera. Come avrei voluto che facesse. Avevo bisogno della sua presenza. Ma perchè sentivo questo bisogno? Perchè lui? Questi pensieri non fanno altro che aumentare i singhiozzi.
Mi circonda con un braccio e mi tira a se, mi accarezza con l'altra mano i capelli. Non so per quale motivo e neanche perchè lo faccio, ma mi giro di scatto verso di lui e lo abbraccio appoggiando la testa sul suo petto. Lui, sbalordito da quel comportamento, continua ad accarezzarmi i capelli. E' proprio Cato questo qui con me? Non lo riconosco più. Dov’è finito il ragazzo rozzo e pieno di sè? Il ragazzo egoista che fine ha fatto? Ora è qui e si prende cura di me. Perchè lo fa? Per un semplice contatto fisico oppure perchè prova pena per me? Perchè vuole farmi stare meglio veramente?. Certo, lui è sempre stato un donnaiolo, ma adesso sembra un’ altra persona. Non è il Cato che conosco e questo mi piace molto di più.
I singhiozzi si calmano e mi asciugo le lacrime con le dita strofinandomi gli occhi. Rimaniamo così per qualche minuto poi, finalmente, riesco a parlare -Grazie..-
-Di cosa?- mi chiede lui
-Di quello che fai...se lo fai per me..- spiego
-Prego..- sussurra
Guardo la maglietta blu del pigiama che indossa. Così vicina al mio viso, ci appoggio la fronte e chiudo gli occhi.
-Sei stata coraggiosa stasera..- mi sussurra stringendomi ancora di più a sè. Ricomincio a piangere. Sembro una pappamolla, ma forse è quello che sono.
Cato sospira e riprende ad accarezzarmi i capelli.
Gli occhi si fanno pesanti e il peso della giornata si fa sentire. Mi addormento tranquilla senza alcun pensiero per la testa.


ANGOLO AUTRICE:
Scusate il ritardo con cui posto ma sono stata impegnata con altre FF, che da tanto non portavo avanti, e quindi ho avuto tempo di riguardare e correggere il capitolo solo stamattina.. Tra poco i nostri Cato e Lucy scenderanno nell'arena e da lì in poi ci sarà solo azione promesso ;) Alla prossimaaa

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Capitolo 10
*** Che gli Hunger Games abbiano inizio ***


Il mattino dopo sono ancora abbracciata a Cato. Abbiamo dormito assieme tutta la notte. Quel pensiero mi fa rabbrividire ma allo stesso tempo mi sento rassicurata dal suo calore. Sta ancora dormendo. Il suo respiro è lento e regolare. Sembra quasi angelico con quei capelli biondi e la pelle morbida. Poi all'improvviso i suoi occhi azzurri, magnetici e freddi, si aprono di colpo. Ci mette un po' per realizzare quello che è successo e comincia a muoversi sotto le coperte. Sospira e si strofina gli occhi. Mi guarda per controllare se sto dormendo. Faccio finta di essere ancora addormentata. Lo sento alzarsi piano dal letto poi senza aspettarmelo le sue labbra premono sulla mia guancia delicatamente. Faccio fatica a rimanere ferma e con il viso impassibile, senza tradire alcuna emozione. Deglutisco e basta. Lo sento uscire dalla stanza e apro gli occhi. Mi sfioro con le mani la guancia bollente. Perchè l'ha fatto? Sta diventando tutto sempre più strano e confuso. Sarà andato fuori di testa per l'astinenza dalla spada. Oppure sto impazzendo io. Scuoto la testa e dopo pochi minuti mi alzo. Lo raggiungo in salotto e facciamo colazione assieme. Parliamo e ridiamo molto senza accennare all’altra sera. Sembriamo quasi amici da una vita. In televisione c'è la nostra intervista ma io preferisco non guardarla, per evitare di risvegliare brutti ricordi. La giornata passa velocemente, di mattina parliamo di strategie con Enobaria e di pomeriggio ci rilassiamo e giochiamo a carte con Otto e Senna. Quando arriva la sera comincio a realizzare che l'indomani sarei andata nell' arena..a uccidere insieme a Cato, Marvel e Glimmer. Mi sto già preparando psicologicamente a sopportarla.
Decido di non pensare ai giochi e cerco di godermi il resto della giornata. Ceniamo con tacchino e patate arrosto, come dessert ci viene servito un bellissimo e gustoso tiramisù. Ne mangio una fetta e Cato esagerato come sempre ne prende 3. Enobaria e Otto, come al solito, se ne vanno a qualche altra festa per farsi amici gli sponsor e quindi aiutarci durante i giochi.
Io e Cato rimaniamo di nuovo soli a casa. Chiacchieriamo fino a tardi, ci raccontiamo di noi, delle nostre esperienze, dei ricordi, delle cose divertenti. Poi decido di andarmi a fare la doccia e mi infilo il pigiama. Cato è in camera da letto, sento lo scorrrere dell'acqua della doccia. Intanto che si lava fischietta un motivetto allegro. Sorrido divertita e raggiungo la terrazza sedendomi con la schiena appoggiata alla porta scorrevole. Osservo Capitol City, un’oceano di luci che si estende fino all’orizzonte. Bellissima ma allo stesso tempo micidiale.
Dopo pochi minuti Cato mi raggiunge in accappatoio con i capelli ancora zuppi che gli gocciolano sul collo. Mi giro arrossendo. Lui se ne accorge e sorride. Torna in camera sua a vestirsi e poi si siede di fianco a me. Guardiamo il cielo stellato e stiamo più che altro in silenzio. Poi lui sospira -Io andrei a letto..domani devo essere riposato..-
Annuisco -Ok va bene..io rimango ancora qui..-
-Non stare troppo alzata o prenderai freddo..-
Annuisco e gli sorrido, lui se ne va e lo seguo con lo sguardo. Non riuscirei comunque a dormire. Mi agiterei troppo. Appoggio la fronte alle ginocchia e fisso il pavimento piastrellato. Non so a cosa pensare. La mia mente è completamente vuota. Forse dovrei veramente andarmene a letto. Alzo la testa e fisso le luci di Capitol City. C'è grande festa stanotte tra le strade, si sente dai fischi e dalle urla, dalla musica e dalle risate dei cittadini. Noi invece siamo qua. Di sicuro non a divertirci. Penso ai tributi più svantaggiati, a Rue la ragazzina dell'undici, così piccola e minuta, mi sembra indifesa con il suo faccino angelico, e il ragazzino del distretto 9, il ricciolone biondo che fa fatica perfino ad arrampicarsi tanto è debole. Saranno i primi a morire penso. Chissà come si sentono adesso. Indifesi? Destinati alla morte? Penso alle loro famiglie, che li aspettano a casa, che pregano per loro, che sperano in un miracolo. Rabbrividisco, di sicuro mio padre non vede l'ora che io sgozzi qualcuno. L'idea che io possa venire uccisa non gli passa nemmeno per la testa. Oppure non gli importa? Scuoto la testa cercando di scacciare quei pensieri. Forse è meglio che vado a letto. Mi alzo e in punta di piedi entro in camera mia. Sbircio in quella di Cato, la lucetta del comdino è ancora accesa, lo vedo togliersi la maglietta del pigiama e ficcarsi sotto le coperte. Sorrido e decido di tenere la porta aperta. Mi ficco anchio sotto le lenzuola morbide e lisce e mi sistemo a pancia su. Fisso il soffitto piatto pitturato di bianco, inespressivo. Odio i soffitti piatti. A casa mia il soffitto è fatto di grosse travi di legno che si inerpicano tra loro formando molti dislivelli. Il legno con le sue sfumature forma disegni delle più svariate forme sulla superficie che ognuno può interpretare in modo diverso. Sto là ad osservarlo per ore e riesco sempre a trovare qualche disegno nuovo. In camera mia ricordo che c'era un disegno a forma di cane e uno più grande che raffigurava un ometto piccolo con due ali sulla schiena. Mi stupisco, per la prima volta da quando sono partita sento nostalgia di casa. Ceco di addormentarmi ma invano. Chiudo gli occhi e loro istintivamente si riaprono. Mi rigiro mille volte facendo frusciare le coperte. Dalla porta aperta posso vedere la camera di Cato. Lui è immobile nel suo letto e riesco a scorgere le coperte che sia alzano e si riabbassano sotto il suo respiro regolare. Come fa ad addormentarsi così in fretta? Mi giro dall'altra parte e guardo la parete. Sento la gola secca. Mi alzo a sedere e mi strofino i capelli. Poggio i piedi sula moquette e avanzo verso la porta. In punta di piedi per non svegliare Cato mi muovo verso il salotto. Sul tavolo trovo una bottiglia d'acqua e un paio di bicchieri. I senza-voce devono averli lasciati a nostra disposizione. Me ne verso fino all'orlo e la bevo tutta d'un fiato. Poi sento la voce di Cato alle mie spalle -Non riesci a dormire?-
Sobbalzo e mi va di traverso l'acqua. Tossisco per non soffocarmi e lui mi da un pacca dietro la schiena -EHi vacci piano Flamsteed-
SI versa anche lui un bicchiere d'acqua. -A quanto pare nemmeno tu riesci a dormire..-
Ingoia tutta l'acqua senza nemmeno respirare -E' un po' difficile finchè continui a girarti..-
-Scusa..non sei nervoso?-
-Lucy anche se sono Cato il favorito del distretto 2 ho anchio dei sentimenti..si sono un po' nervoso..-
-Non credevo che l'avresti ma ammesso..- gli dico appoggiandomi al tavolo
-E tu?- mi chiede
-Io...ho paura..e sono nervosa..si-
-Non devi avere paura- mi dice sorridendo -Insomma siamo alleati con i più forti..-
Annuisco -Già..si hai ragione non dovrei avere paura..ma penso che per questa notte non riuscirò a chiudere occhio..- sorrido e Cato se ne torna indietro verso camera sua, poi si ferma un momento sulla soglia -Se proprio non ce la fai ad addormentarti puoi venire nel mio letto..-
Me lo dice come se fosse la cosa più naturale del mondo. E questo mi fa piacere. Aspetto che passi qualche minuto poi torno in camera mia. Mi fermo sulla soglia e guardo nella camera di Cato. E' disteso con la faccia rivolta veso di me. Faccio un respiro. Chi voglio prendere in giro, non riuscirei mai a dormire in queste condizioni e devo ammetterlo, chissà perchè tra le sue braccia mi sento meglio. Entro in camera sua in punta di piedi, guardo a terra per evitare di colpire qualcosa e appoggio le mani sul letto. Evidentemente si era già accorto che stavo arrivando e si sposta più in là per farmi spazio. Mi distendo lentamente portandomi le coperte appresso, lui si sistema e mi fa scivolare il braccio attorno alla vita, come al solito. Mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi. Mi sorride -Sapevo che saresti venuta..-
-Cosa vorresti dire?-
-Insomma..è diventata un'abitudine ormai..-
Sorrido -Si...una brutta abitudine..-
-Se ti fa stare meglio...-
-Appunto per questo..fa stare meglio solo me..-
Lui mi guarda con i suoi occhi azzurri, che brillano nell'oscurità della stanza -Lucy...non sono così generoso..se sei qui non è perchè lo vuoi solo te..-
Accoccola la testa sull'incavo della mia spalla e sospira prima di chiudere gli occhi. Rimango basita dalle sue parole. Ha appena detto che non lo fa solo per me ma anche per lui. Perchè anche lui vuole questo. Anche lui si sente stranamente bene con me. Cato che mi dice che sta bene con me, me lo ha fatto capire. E' vero lui non è generoso, lo ha ammesso. Arrossisco violentemente e sistemo le gambe contro le sue, mentre il mio cuore batte all’impazzata. Decido di non continuare i miei discorsi. Ora devo veramente dormire. Appoggio la testa sui suoi morbidi capelli e dopo un po' finalmente mi addormento. Da sola non ci sarei mai riuscita in così poco tempo.
 
La mattina dei giochi, la mattina in cui sarebbe cominciato tutto mi sveglio ancora tra le sue braccia. Durante la notte ci siamo mossi molto, infatti le coperte sono tutte ai piedi del letto e siamo completamente abbracciati. Mi sento a disagio, la pelle comincia ad infiammarsi. Si sveglia anche lui -Buongiorno- mi dice.
-Buongiorno.- gli rispondo io
Ci sciogliamo dall'abbraccio involontario ma rimaniamo distesi.
-Dormito bene?-
-Si grazie, tu?-
-Non mi lamento..- si strofina gli occhi e si stiracchia facendosi schioccare le ossa delle dita e delle gambe.
-Sei pronta?- mi chiede
-SI..credo di si..- ho un espressione poco convnta  e se ne accorge
-Non mi sembra..-
E' vero non lo sono -Sto pensando a cosa succederà quando rimarremo solo noi..-
-Quando saremo in pochi nell'arena?-
-Si...cosa succederà?-
Cato mi guarda profondamente prima di ripondere -Lucy...io non ti ucciderò..mai...ci separeremo quando sarà il momento..-
-E se rimanessimo solo noi due? E' una grossa probabilità..-
-Si..io..non lo so..Lucy non pensiamoci ora..ci sono 24 tributi..staremo a vedere ok?-
Annuisco pensierosa, poi per farmi ridere Cato mi da una pacca sulla fronte.
-Dai stupida non ti ammazzerei mai!-
-Ah  no?- gli dico in tono di sfida e comincio a scompigliargli tutti i capelli. Lui, ridendo, mi prende di peso con le braccia e mi mette sopra la sua spalla. Mi trasporta sballonzolandomi qua e là fino al salotto dove veniamo accolti da Enobaria e Otto che stanno seduti su un tavolo stracolmo di dolci e bevande. Mangiamo e parliamo spensieratamente anche se tra poco dovremo imbarcarci su un hovercraft che ci porterà nell'arena.
Enobaria ci da gli ultimi consigli -Se vi impadronirete della Cornucopia non avrete il problema nè del cibo nè dell'acqua. Prendete le cose necessarie e cominciate ad esplorare l'arena per cercare un buon posto dove fare un accampamento. Se troverete tributi che vi intralciano la strada uccideteli. Una volta trovato il posto giusto tornate alla cornucopia e trasportate tutta la roba che vi serve. Poi aspettate lì. Se qualcuno si avvicina uccidetelo, se vedete qualcosa di sospetto da lontano andate a controllare ma tenete sempre qualcuno di guardia all'accampamento. Cercate di resistere il più possibile e state sempre uniti così avrete la possibilità di abbattere anche i più forti..-
Annuiamo attenti alle sue parole mentre finiamo di fare colazione, poi due pacificatori entrano nella stanza e ci informano dell'imminente partenza. Otto ed Enobaria ci salutano affettuosamente. Otto si mette perfino a piangere perchè di sicuro non vedrà mai più uno dei due.
-Io porterò sempre per voi ragazzi miei- ci dice mentre si soffia il naso un un fazzolettino ricamato
Enobaria è più fiduciosa e tranquilla -Avete molti sponsor...me li sono lavorati alle feste e vi aiuteranno se ne avrete bisogno..-
La ringraziamo e andiamo in camera a prepararci. Mi infilo la prima cosa che trovo, tanto dovrò cambiarmi di nuovo con la divisa dell'arena e mi lascio i capelli sciolti, tanto sono lisci e profumati dalla sera dell'intervista.
Infine seguiamo i pacificatori con Senna fino all'ascensore che sale velocemente fino al tetto del palazzo. Usciamo all'aria aperta e troviamo l'Hovercraft davanti a noi. Ci fanno salire dalla rampa sul retro. All'interno troviamo altri tributi, ci hanno diviso in due gruppi per facilitare il trasporto fino all'arena. Senna viene mandato in un'altra stanza dell'hovercraft riservata agli stilisti, noi rimaniamo là e ci sediamo su delle poltrone in ferro. Entrano alcuni uomini vestiti di bianco che ci allacciano le cinture e, con uno strano dispositivo, inseriscono un localizzatore sotto la pelle in modo da poterci controllare nell'arena. Quando me lo mettono sussulto grugnendo dal dolore. Non mi sono mai piaciuti gli aghi e il pensiero di avere una corpo estraneo sotto pelle mi fa venire i brividi. Cato ridacchia prendendomi in giro.
Dopo pochi minuti l'Hovercraft decolla e comincia a volare verso sinistra, in direzione dell'arena. Guardo i tributi che stanno con noi. Marvel e Glimmer non ci sono. Ci sono i due del distretto 12. Il maschio, Peeta, durante l'intervista ha dichiarato di essere innamorato perso della sua compagna Katniss. Mi fanno un po' pena, il loro amore non durerà nemmeno una settimana. Uno dei due sarà destinato a morire e l'altro forse a vivere. Lo stesso vale per noi. Noi? Noi chi? Io e Cato? Perchè faccio questo paragone? Non c'è nessun noi. Siamo solo Lucy e Cato. I favoriti, i sanguinari. Nient'altro. Dopo una mezz'oretta l'Hovercraft atterra e noi veniamo liberati dalle cinture. I pacificatori ci scortano fino giù dalla rampa dell'Hovercraft e poi ci affidano ai nostri stilisti. Ci troviamo all'interno di una sala d'atterraggio e se alzo la testa posso vedere le grosse porte del tetto dell'edificio chiudersi. Insieme agli altri tributi veniamo scortati lungo un corridoi di ferro e poi veniamo divisi tutti, anche quelli dello stesso distretto. Senna viene con me e lo stilista di Cato accompagna lui. Mentre ci separiamo  e imbocchiamo corridoi diversi lancio uno sguardo spaventato a Cato e lui mi fa l'occhiolino per rassicurarmi.
Dopo aver percorso l'ennesimo corridoio entriamo in una stanzetta arredata con solo un armadio, una postazione per il trucco e la rampa di lancio che sbuca direttamente nell'arena.
Senna mi fa sedere su una sedia e mi spalma la crema che mi aveva detto di usare in queste settimane. In effetti adesso la mia pelle è più liscia e luminosa senza imperfezioni. Poi mi raccoglie i capelli lisci in una coda di cavallo. Apre l'armadio e tira fuori la divisa del distretto 2. Un paio di pantaloni stretti sulle caviglie di un colore grigio scuro, una canottiera rosso scuro e un giaccone imbottito con pelo all'interno color vino con strisce rosse sui lati.
Me li fa indossare e fa gli ultimi ritocchi. Poi mi poggia le mani sulle spalle e mi bacia sulla guancia.
-Buona fortuna Lucy, è stato un piacere conoscerti-
-Grazie Senna, anche per me-
La voce di Seneca Crane ci arriva dai citofoni appesi al muro -Che i 74 Hunger Games abbiano inizio! Prego i tributi di posizionarsi nelle rampe di lancio-
Mi avvicino al pilastro di ferro circolare e ci salgo sopra. Un cilindro di vetro scende dall'alto e mi circonda impedendomi di scappare. Saluto Senna appoggiando la mano sul vetro e lei mi fa un cenno con la bocca. Sembra triste. Il pilastro sale in un tunnel buio e poi finalmente sbuco fuori nell'arena. Mi guardo attorno. Gli altri tributi sono disposti tutti attorno. Cerco Cato con lo sguardo. E' lontano. Non riesco nemmeno a guardarne l'espressione. Siamo in una radura verde, di fronte a noi la cornucopia e tutt'attorno la foresta si innalza minacciosa e scura.
Guardo verso la cornucopia in cerca dei coltelli. Li vedo. Disposti su una lunga ed elegante cintura di cuoio. Sono praticamente appoggiati sopra un tavolo nell'incavo della cornucopia. Decido di correre più veloce che posso verso di loro per prenderli e poi cercare Cato.
Ora siamo in diretta nelle televisioni di tutta Panem. La mia famiglia mi sta guardando. Comincia il conto alla rovescia e più passano i secondi più il mio cuore martella incostantemente nel petto.
 
Mancano 20 secondi e comincerà l'incubo di tutti noi. Mi metto in posizione pronta a scattare verso quei coltelli scintillanti. 10 secondi. Il cuore mi batte talmente forte che rischia di scoppiarmi il petto. 5 secondi. Posso vedere tutta Panem che guarda a bocca aperta, ansiosa di vedere spargimenti di sangue. Poi il segnale di partenza risuona nelle mie orecchie, nella mia testa e si ripercuote lungo tutto il corpo. Senza pensarci scatto verso la cornucopia guidata dalla luce del sole riflessa da quei coltelli. Attorno a me regna il silenzio più assoluto, non un silenzio piacevole, ma un silenzio che mette angoscia. Arrivo alla Cornucopia e afferro la cintura di coltelli. Me la fisso in vita e cerco Cato con lo sguardo. Anche lui è arrivato e sta davanti ad un porta armi che sfoggia una spada luccicante, la afferra e se la rigira tra le mani. Un ragazzo gli piomba alle spalle e prima che possa anche solo sfiorarlo lancio un coltello che si conficca nel suo braccio. Urla di dolore e poi Cato lo finisce sgozzandolo con la spada. Ci lanciamo uno sguardo d'intesa e comincio ad allontanare i tributi che si sono fermati alla cornucopia cercando di spaventarli. Una ragazza rossa e grassoccia sta rubando delle grosse lance con la punta seghettata. Sono di Marvel penso. Lancio un coltello che la colpisce alla caviglia. Fa cadere le lance a terra e fugge levandosi il coltello e lanciandolo a terra. Marvel mi spunta alle spalle sorridendo.
-Queste devono essere tue- gli dico porgendogli il porta lance
-Bhe grazie Lucy- le afferra e se le sistema dietro la schiena
Insieme torniamo alla cornucopia dove Cato sta facendo fuori una ragazza dai capelli corvini. Vedo anche Glimmer che ride mentre afferra il suo amato arco che manco sa usare. Ci raccogliamo in cerchio mentre Cato lancia un urlo di vittoria -La cornucopia è nostra!-
-SI! Siamo grandi- ripete Marvel alzando un pugno in aria
-Dovremo cercare le cose necessarie ed esplorare l'arena- propongo immediatamente
Cato e Glimmer annuiscono -Ok allora muoviamoci- dice lei saltellando intorno a Cato
Cominciamo a rovistare tra la roba della cornucopia. Recupero i coltelli che ho lanciato e li ripulisco del sangue con l'erba. Poi afferro uno zaino e ci metto dentro una borraccia piena d'acqua, delle striscioline di carne secca, qualche tavoletta di cioccolato e delle fasce nel caso servissero. Poi me lo metto in spalla e raggiungo gli altri.
-Pronti?- chiede Cato guardandoci
-SI- rispondono Marvel e Glimmer contemporanemaente
Poi si rivolge a me -Hai preso anche roba per me vero?- chiede indicando lo zaino
Giro gli occhi -Si tranquillo-
-Oh anchio ho pensato a te Cato!- interviene Glimmer
La guardo sprezzante. -E a me chi ci pensa?- chiede Marvel facendo il finto dispiaciuto
Ridiamo tutti -Forza andiamo- continua Cato avanzando. Lo seguiamo. Si è già conquistato il ruolo di capo gruppo. Ma come fa? Deve essere una dote naturale o qualcosa del genere.
Avanziamo verso la foresta con Glimmer che sta attaccata al braccio di Cato e io e Marvel fianco a fianco, che li seguiamo. Siamo nell’arena e ora è il momento di combattere e sopravvivere. Che gli Hunger Games abbiano inizio penso.


ANGOLO AUTRICE:
Finalmente sono iniziati i giochiii *.* Ora Lucy non dovrà solo vedersela con gli altri tributi ma con qualcosa di ancora più difficile.. l'amore! *.* Alla prossima, grazie a tutte :D

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Capitolo 11
*** Un gesto di bontà ***


Gironzolavamo per la foresta da ore ormai. Mentre Cato e Glimmer si scambiavano smancerie, io e Marvel chiacchieravamo del più e del meno raccontandoci le rispettive storie. Anche lui come me è stato iscritto ad una scuola di addestramento per i giochi. Anche lui si è offerto per portare onore a suo padre, alla sua famiglia a cui è molto affezionato. Solo che lui non aveva paura di uccidere, anzi avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tornare a casa vittorioso.
-Sai a mia nonna piaceresti molto..-
-Davvero?- chiedo ridendo
-Si...le piacciono le tipe come te...non troppo schiette ma nemmeno troppo timide..insomma quelle che quando parlano dicono cose intelligenti o almeno che servono a qualcosa..-
-Uau..sono proprio così?-
-Per quello che ho potuto conoscere di te si- mi dice sorridendo
-Come si chiama tua nonna?-
-Linda..è la madre di mio papà..-
-Sarà fiera di te..-
-Lo spero..- dice con un sorriso malinconico
-EHi voi due la smettete di flirtare?- intervine ad un certo punto Cato che si stacca dalla presa sul braccio di Glimmer.
-Non stiamo flirtando e comunque non siamo gli unici..- osservo indicando Glimmer che si guarda attorno
Cato si acciglia e scuote la testa -Ci accampiamo qua per stasera..-
Costruiamo un piccolo focolare e stendiamo le coperte attorno. Strofino le mani vicino al fuoco per scaldarle e mi chiudo la giacca imbottita. La sera la temperatura diminuisce notevolmente, spero solo di non avere freddo durante la notte.
Tiriamo fuori un po' di cibo, io non ho molta fame. Mangio una strisciolina di carne secca e una tavoletta di cioccolato che divido con Marvel. Mi chiedo come Cato faccia a sopportare quella zecca di Glimmer. Mi darebbe fastidio una che mi sta sempre appiccicata come le cozze su uno scoglio. Prendo una coperta e vado a sedermi vicino ad un albero, appoggiandoci contro la schiena. All’improvviso nel cielo compare lo stemma di Capitol City e parte l'inno. Fanno vedere i visi delle persone morte. In tutto sono sei. Tutti uccisi da noi tranne una ragazza che è stata ammazzata da Tresh. Forse è quello che temo di più qui nell'arena. Poi di nuovo l'inno e infine il cielo ritorna alla sua normalità. Chissà come fanno a far comparire quelle immagine sul cielo. Deve esserci uno schermo invisibile o qualcosa del genere. Il freddo comincia a farsi sentire e tremo. Marvel si mette vicino a me con una coperta e mi offre un'altra tavoletta di cioccolato. La mangiamo insieme silenziosamente.
-Fa freddo è?- osserva mentre addenta un quadratino
-Già..- dico stringendomi le coperte addosso
Lui mi guarda -Vuoi la mia coperta?-
-No figurati..serve anche a te..-
Stiamo un momento in silenzio, osservando il fuoco che scoppietta.
-Parlami un po' di tua nonna- comincio io incuriosita
Lui ridacchia -Bhe diciamo che non è come le altre...però è la migliore..anche lei sapeva tirare con le lance e dicono che ho le sue stesse espressioni e gli stessi occhi..-
-Hai preso proprio da lei allora..-
-Già..-
-Quando hai imparato a tirare con le lance?-
-Mhh..circa da quando avevo sette anni..mi hanno mandato alla scuola d'addestramento a otto quindi.. si più o meno a quell'età..-
-Anch’io a sette anni..- dico
-Come mai i coltelli?-
-Sinceramente non lo so..quando sono andata alla scuola mi hanno detto che potevo scegliere tra spada, arco, arti marziali, lancio dei coltelli, doppie lame e tante altre cose..e io ho scelto i coltelli..-
-Bhe sei brava..cavolo hai centrato in pieno la caviglia di quella rossa..-
-Hai visto? Ma avresti dovuto farlo te! Era roba tua quella che si stava prendendo!- lo provoco
-Mi scusi signorina cercherò di essere più attento la prossima volta!-
Ridiamo spensierati attirando l'attenzione di Cato e Glimmer.
-Che ne dite ragazzi, andiamo a dormire?- chiede Cato sbattendo le mani e alzandosi
-Chi fa da guardia?- chiede Glimmer
-Faccio io!- si offre Marvel tutto contento
-Poi dammi il cambio- gli dice Cato -Non vorremmo affaticare le ragazze!-
Cato si mette a dormire dal lato opposto del focolare vicino ad un cespuglio con la spada stretta tra le mani pronto ad usarla in caso di necessità. Glimmer si mette vicino al fuoco, tremante come una foglia. Io e Marvel stiamo nello stesso posto appoggiati all'albero.
-Sei vuoi ti faccio compagnia- gli dico. Avevo moltissimo sonno ma non so se sarei riuscita a dormire. Insomma, era la prima notte nell'arena. E poi avevo l'abitudine di dormire con lui. Con Cato. Scuoto la testa. No non posso dormire con lui nell'arena. Sarebbe imbarazzante e nemmeno lui lo vorrebbe.
-No tranquilla.. tu riposati, ci vediamo domani mattina- risponde sorridente
Annuisco e mi sistemo a terra cercando di farmi un cuscino con le foglie, poi mi tiro le coperte fin su e mi ranicchio per bene cercando di non pensare al freddo. Stranamente mi addormento dopo pochi minuti sotto lo sguardo vigile di Marvel.
 
La mattina dopo mi sveglio con i muscoli ghiacciati e tutti contratti. Mangio un po' e poi cerco di scaldarli muovendomi e saltellando qua e là. Riprendiamo il cammino dopo un paio di minuti addentrandoci ancora di più nella foresta. Cato ha un unico obbiettivo. Cercare la ragazza del dodici. Katniss. Non le è piaciuta da quando ha fatto quel figurone con il costume infuocato alla sfilata e il colmo è arrivato quando al test ha preso 11. Praticamente ci ha quasi raggiunto con il punteggio e questo lo fa innervosire.
-Cos'hai contro quella ragazza?- gli chiedo
-Niente di personale..voglio solo toglierla di mezzo e vedere quanto quell'11 la rispecchia davvero..-
Glimmer interviene -Cato sei troppo buono! Quella ragazzina si crede chissà chi!-
-Perchè la conosci?- le chiedo
GLimmer mi squadra e fa spallucce -Fidati è così..lo sento..è come una specie di abilità che ho io..riesco a vedere come sono le persone ancora prima di averle conosciute!-
Mi acciglio poco convinta. Magari avere il potere di inquadrare già il carattere di una persona. Si potrebbero evitare molti guai.
-Dio..se ripenso a quando ha fatto quella giravolta all'intervista mi viene da vomitare!- interviene Marvel acidamente
Cavolo, non gli avevo mai sentito dire un commento cattivo. Almeno non con me. Continuiamo a camminare finchè all'improvviso un ragazzino dai capelli riccioli, deve essere quello del distretto 9, va a scontrarsi contro Cato e cade a terra. Cerca di rialzarsi e scappare ma Cato lo fa cadere di nuovo con un calcio sul ginocchio e Glimmer gli lancia una freccia che gli trapassa la testa. Rimango spiazzata dalla velocità con cui si è svolto il tutto. In meno di dieci secondi quel ragazzino è morto senza nemmeno fiatare.
-Idiota..- borbotta Marvel scavalcando il corpo
Glimmer si loda da sola per il bel tiro che ha fatto, avrei potuto lanciare anch’io da una distanza così ravvicinata.  Cato rovista nello zaino del ragazzino.
-Non ha niente di utile..sarebbe morto entro due giorni..- si rialza e riprende a camminare
Mentre mi allontano lancio un ultimo sguardo al corpo senza vita del ragazzo. Un intera esistenza svanita in meno di dieci secondi. Chi avrebbe potuto essere? Cosa sarebbe diventato? Ma non è colpa nostra infine. Sono solo questi maledetti giochi e Capitol City! Hanno rovinato la vita anche a me e continueranno a farlo finchè non finirà il mondo. Sono nata per uccidere, sono nata per partecipare agli Hunger Games e morire per loro.
Per fortuna non troviamo altri sfortunati tributi durante il percorso, solo qualche scoiattolo e delle ghiandaie imitatrici che fischiettano motivetti improvvisati sentiti chissà dove. Ne osservo una che si apposta su un ramo basso di un albero. Ha lunghe piume beige e azzurre e un buffo ciuffo marrone sulla testa. Mi guarda con gli occhietti neri e vispi, poi la voce stridula di Glimmer che canticchia la fa volare via.
Arriviamo dopo un po' in una piccola radura dove qua e la spuntano grosse rocce levigate. Mi siedo su una di esse e bevo dalla borraccia. Sento un rumore strano provenire sotto di me.
Guardo in basso e vedo due occhi azzurri che mi guardano spaventati. Mi alzo di scatto urlando e sfilo un coltello dalla cintola pronta a tirarlo. Cato corre verso di me e mi fa indietreggiare. Poi con uno scatto del braccio afferra quella che sembra essere una maglietta e la tira su con forza, scoprendo un ragazzo che si era mimetizzato con l'ambiente.
Si era cosparso il corpo di fango ed erba per nascondersi. Cato si mette a ridere e strofina via il fango dalla faccia del ragazzo. Scopre un ciuffo biondo e capisco subito di chi si tratta. Peeta. Il ragazzo innamorato del distretto 12.
-Ma guarda un po' chi abbiamo qui!- ridacchia Cato
-Oh l'innamorato!- squittisce Glimmer. Marvel si limita a ridere mentre io resto impassibile.
-Lasciatemi andare- urla Peeta liberandosi dalla stretta di Cato
-Non così in fretta- risponde Marvel
-Ha ragione lui! Vediamo.. come posso ucciderti? Ti conficco la spada in petto oppure preferisci una freccia in gola?- gli propone Cato
Peeta ci guarda con occhi sgranati. -Oppure preferisci un bel lavoretto con i coltelli?- propone Marvel indicandomi.
Tutti mi fissano con sguardi d'intesa -Forza Lucy..fagli pentire di essere nato..- mi incita Cato
Avanzo verso Peeta rigirando il coltello tra le mani. Lo guardo negli occhi e non ce la faccio. Non posso ammazzarlo così, mentre lui è così indifeso che se ne sta rannicchiato su se stesso, con gli occhi chiusi per non vedere la sua imminente e brutale fine. Ma non posso rifiutarmi di fronte a tutti loro. Devo trovare una scusa. Ma cosa? Potrebbe esserci d'aiuto. Dopotutto si è mimetizzato molto bene. Potrebbe diventare nostro alleato. Lo guardo cercando di fargli capire cosa ho in mente. Lui sembra un po' perplesso così decido di parlare per prima.
-E' proprio necessario? Insomma potrebbe esserci d'aiuto..- dico agli altri
Loro si guardano riluttanti -E a cosa?- mi chiede Cato
Guardo di nuovo Peeta e stavolta capisce che deve parlare. -Posso aiutarvi a mimetizzarvi oppure posso cucinare..- balbetta ogni cosa che gli passa per la testa
Cato sembra innervosito -Noi non abbiamo bisogno di nasconderci 12..ok? Non siamo codardi!-
Mi afferra il coltello di mano e lo avvicina alla faccia di Peeta premendo la punta della lama sulla guancia. Peeta cerca disperatamente di inventarsi qualcosa -Mi renderò utile prometto!-
-Non è abbastanza giovane innamorato..Addio- preme la lama e un rivolo di sangue scende dalla guancia di Peeta. Poi in preda alla disperazione urla l'ultima cosa che gli salva la vita.
-Posso portarvi da Katniss Everdeen!-
Il viso di Cato si illumina e sorride trionfante per un po', allontanando la lama dal collo di Peeta.
Marvel corruga la fronte -Come fai a sapere dove si trova?-
-Non lo so..ma la consoco molto meglio di voi e so tutte le sue abitudini..posso riuscire a trovarla subito..-
-Però.. sei proprio innamorato- gli dico sprezzante
Lui abbassa lo sguardo tristemente. Cato e gli altri decidono sul da farsi.
-Te che dici Lucy?- mi chiede Cato
-Possiamo fidarci...dopotutto un alleato in più non ci fa male..-
Annuiscono convinti -Che sia allora..-
Ci rimettiamo in cammino e Marvel mette tra le mani di Peeta una delle lance più piccole. Decidiamo di farlo stare in fondo alla fila così da coprirci le spalle, tanto scappare per lui sarebbe inutile e colpire qualcuno di noi sarebbe da pazzi.
Camminiamo ancora per un po' finchè non arriva sera. Decidiamo di continuare a camminare e magari dormire verso l'alba. Ci muoviamo scaltri in mezzo al fogliame e improvvisamente noto un fuoco in lontananza. Mi avvicino a Cato e lo indico. Lui sorride e mi fa l'occhiolino. Ci avviciniamo all'accampamento e troviamo una ragazza che sta cercando di scaldarsi sul fuoco, strofinando le mani. Che razza di idiota. Piuttosto che morire massacrata dagli altri preferisco morire di freddo. Cato le piomba alle spalle e comincia a sbatterle il pomolo della spada sulla testa e sul torace. La ragazza cade a terra priva di vita. E' riuscita a lanciare solo un ultimo urlo e poi si è spenta. Ci allontaniamo e dopo pochi minuti non sentiamo ancora il suono del cannone che segnala la morte della ragazza.
-Non può essere ancora viva!- sbotta Glimmer -Cato gliele ha suonate di santa ragione- lo guarda sbattendo le ciglia e lui le sorride maliziosamente.
Marvel si rivolge a Peeta -Tu..vai a controllare..-
Peeta si allontana e intanto io mi siedo vicino ad un albero appoggiando la testa sul tronco ruvido. La stanchezza sta cominciando a farsi sentire. Un rumore che si ripercuote nel tronco dell'albero mi risuona nell'orecchio. Mi guardo attorno. Forse si sta avvicinando qualcuno a passo così pesante da far risuonare anche il tronco degli alberi. Poi capisco. Alzo la testa e vedo un ombra nera appollaiata su un grosso ramo. Distinguo una grossa treccia e due occhi chiari e lucidi che mi fissano. E' Katniss, la riconosco. Si sta tappando la bocca e il naso per non respirare e non far rumore. Forse stava cercando di spostarsi sul ramo per nascondersi meglio, era quello il rumore che avevo sentito. Ci guardiamo per un po', incapaci entrambi di muoverci. Cato e gli altri stanno discutendo se lasciare in vita Peeta una volta trovata la ragazza oppure ucciderlo. Si azzittiscono appena spunta da un cespuglio. -Era viva?- chiede Marvel
-Si..l'ho finita io..- proprio in quel momento sentiamo il rumore assordante del cannone.
Mi rialzo proprio mentre gli altri si stanno rimettendo in marcia. Prima di seguirli alzo lo sguardo e Katniss mi sta ancora fissando spaventata. Le sorrido. Non sono così crudele. Non voglio che la vedano. E poi è disarmata e indifesa. Lei mi guarda e mi fa un cenno con il capo per ringraziarmi. Subito dopo raggiungo gli altri saltellando di fianco a Marvel che mi sorride a sua volta e mi avvolge il braccio intorno alle spalle. Arrossisco come una ragazzina alla sua prima cotta.


ANGOLO AUTRICE:
Mi scuso come al solito per il ritardo D: Marvel e Lucy diventano sempre più cucciolosi non trovate? *.* Cato dovrebbe svegliarsi fuori invece di stare con quell'oca giuliva -.- Alla prossima, bacioni a tuttiii :D

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Capitolo 12
*** Gelosia ***


La mattina dopo ci svegliamo molto tardi, quasi all'ora di pranzo. Decidiamo di costruire il nostro accampamento proprio nella radura dove si trova la cornucopia sulle sponde del laghetto dalle acque calme e scure.
Aiuto a trasportare tutta la roba dalla cornucopia al nuovo accampamento e la accatastiamo in modo da riservare più spazio per muoverci. Di sicuro sarà quasi impossibile proteggerlo senza costruirci attorno qualche trappola e non abbiamo persone a cui affidare il compito di guardia. Ma a questo decidiamo di pensare dopo. Insieme facciamo una bella capanna usando teli e bastoni che abbiamo trovato tra le scorte. E' comodo ed agibile quel nuovo riparo e siamo abbastanza soddisfatti. Mettiamo la cose più importanti come le armi e il cibo sotto la capanna e ci facciamo dei piccoli giacigli con le coperte e i cuscini. Improvvisiamo delle sedute ed un tavolo con grossi bauli vuoti. Proprio mentre stiamo per sederci e concederci il meritato riposo una figura spunta dalla foresta con le mani in alto. Lo lasciamo avvicinare. E' un ragazzo. Lo riconosco. E' quello del tre. Quello addetto alla tecnologia. Mi viene in mente una brillante idea. Fermo Marvel che sta per tirargli una lancia e spiego agli altri il mio piano. Potremo usare il ragazzo per costruire una trappola mortale a chiunque si avvicinasse alla catasta di provviste e poi potremo metterlo di guardia giorno e notte. Cato e Glimmer si guardano e lei annuisce sorridendo. Marvel mi stringe un braccio intorno alle spalle. -Se non avessimo te Lucy!-
Cato fa avvicinare il ragazzino e gli spiega il piano. Lui annuisce paralizzato dalla paura ma allo stesso tempo sollevato. Si chiama Dan, ha solo dodici anni però è bravissimo a costruire aggeggi tecnologici funzionanti. Per tutta la notte lavora ad una trappola intorno alla catasta delle provviste. Fabbrica delle mine micidiali usando solo polvere da sparo che mette dentro a dei sacchetti di stoffa intrecciati. Le mine alla minima pressione scoppiano alzando in aria scintille infuocate. Lo scoppio di una sola mina può amputarti un braccio e sfigurarti il viso.
La mattina dopo diamo il compito a Dan di fare da guardia mentre noi andiamo a caccia di tributi nell'arena. O meglio a caccia di Katniss.
Percorriamo la boscaglia per diverse ore quando alla fine sbuchiamo in una pianura rocciosa percorsa da un fiume a carattere torrentizio. Ad ogni dislivello della roccia il fiume forma piccole cascate tumultuose che provocano un sonoro schiocco quando cadono e vanno ad infrangersi sulla roccia. La pianura è molto ampia e decidiamo di percorrerla tutta. Glimmer e Cato scherzano e ridono insieme, rincorrendosi e spintonandosi qua e là. Io e Marvel ci limitiamo a camminare silenziosamente, scambiandoci qualche sguardo sorridendente. Vedo Cato ridere, ma non maliziosamente o in tono di sfida come fa sempre, ride spensierato mentre gioca con Glimmer. Non l'ho mai visto ridere così e ho una strana sensazione. Perchè mi da fastidio che rida così con lei? Perchè vorrei essere io la causa di quel sorriso! Ma che dico? Ok sono andata fuori di testa. Cato è Cato e non cambierà mai, e io lo so.. l'ho sempre odiato per questo. Perchè non gli ho mai visto fare qualcosa di spontaneo o generoso se non per se stesso. Bhe quando mi lasciava dormire tra le sue bracciami diceva che non lo faceva solo per me, ma anche per lui perché a quanto pare si sentiva stranamente a suo agio con me. E' quello che dicono tutti. E Cato dice tante cazzate. Soprattutto quando si tratta di ragazze. Ma allora perchè mi da fastidio? Scuoto la testa cercando di scacciare quei pensieri senza senso.
Marvel mi guarda preoccupato -Stai bene Lucy?-
Non faccio in tempo a rispondere che sento la voce di Cato che urla -Eccola!-
Guardo davanti a noi. Sull'acqua vicino ad alcune rocce c'è lei. Katniss. E' ferita. La vedo quando cerca di allontanarsi sguazzando nell'acqua, zoppicando. Cato e gli altri cominciano a correre urlando e ridendo. Io e Peeta li seguiamo a passo veloce. Peeta sembra preoccupato, lo vedo dalla sua espressione. Inseguiamo Katniss fino a dentro la foresta dove la vediamo che si arrampica su un grosso albero dai rami spogli e sinuosi. Cato guarda in alto ridendo.
-Avanti dodici scendi o ti veniamo a prendere noi-
Katniss continua ad arrampicarsi più veloce che può. -Avanti Cato prendila!- urla GLimmer
Cato comincia ad arrampicarsi sull'albero. Idiota. E' impossibile che ci riesca. E' troppo muscoloso e i rami non riuscirebbero a sostenere il suo peso. Continua a salire fino ad arrivare a cinque metri dal terreno, -Cato idiota! Scendi o cadrai di brutto!- gli urlo, ma senza risolvere molto
Sposta il peso su un ramo più fragile degli altri e questo comincia a scricchiolare -Sono quasi arrivato dodici!- gli urla ridendo. Poi il ramo si spezza con uno schiocco sordo e Cato cade brutalmente atterrando sulla schiena. Si rialza furibondo con il viso viola dalla rabbia e le vene che pulsano sul collo. Glimmer incocca una freccia e la tira. Questa sfiora il fianco di Katniss che ora si è fermata su un ramo alto e abbastanza grosso.
-Ah dammi qua- gli dice Cato afferrando l'arco. Si prepara al tiro e manca del tutto il bersaglio. Rimaniamo a guardarci negli occhi cercando una soluzione quando interviene Peeta.
-Aspettate! Non riuscirete mai a prenderla quando è la sopra. Aspettiamola qua, tanto prima o poi dovrà scendere...e allora..-
Glimmer guarda Cato -Sembra una buona idea-
-L'innamorato ha ragione!- esclama Marvel
Poi Cato guarda me per avere una conferma. Annuisco con la testa e lui mi imita. -Ok..aspettiamo-
 
 
Costruiamo un piccolo accampamento mentre il sole sta tramontando. Anche Katniss si prepara per la notte e si siede su un ramo con la schiena appoggiata al tronco, poi si lega con una corda per non cadere.
Io e Cato ci offriamo di raccogliere la legna mentre Glimmer prepara la cena e Marvel e Peeta fanno da guardia.
Sto raccogliendo un grosso ceppo di legno quando Cato comincia a parlare. -Ti da fastidio vero?-
Lo guardo confusa -Cosa?-
Lui ridacchia divertito -Io e Glimmer..-
Faccio cadere il ceppo che mi schiaccia il dito del piede. Trattengo un lamento mordendomi le labbra. Lui si acciglia.
-Che cosa dovrebbe darmi fastidio?-
-Oh dai..si vede che sei a disagio quando noi due siamo..diciamo..vicini..-
Rido cercando di nascondere l'espressione idiota che ho nel viso. -Si certo..-
Mi si avvicina e io indietreggio guardandolo torva, poi rimango intrappolata con la schiena contro un albero. Lui si avvicina ancora fino ad arrivare dieci centimetri dal mio viso. Abbasso la testa. Il viso che scotta e il cuore che martella. Cato sorride.
-Ti faccio un certo effetto vero?-
Io deglutisco e alzo lo sguardo per decifrare la sua espressione.
-Diciamo che ti piaccio..- continua con il solito sorrisetto malizioso
Ridacchio divertita ma allo stesso tempo spaventata -Non mi fai nessun effetto Cato..o almeno non un buon effetto..-
Lui si acciglia e si avvicina ancora appoggiando le mani al tronco dell'albero vicino alla mia testa, intrappolandomi davanti a lui.
Ci guardiamo negli occhi per sfidarci. Chi cederà per primo? Io no di certo. Schiudo le labbra per prendere fiato visto che è da un minuto che lo trattengo. Lui sposta lo sguardo sulle mie labbra e poi ancora sui miei occhi. Ora avvicina il suo viso al mio. In quel momento il mio cuore smette per un secondo di battere e tutto attorno a me si fa silenzioso. Posso sentire il sospiro che gli spettatori stanno tirando mentre ci guardano a bocca aperta. No, non posso lasciarlo fare. O sarò io la debole. Sfilo un coltello dalla cintola e glielo punto alla gola. Lui apre gli occhi che poco prima aveva chiuso. Sorride. -Non provarci nemmeno..- lo minaccio e faccio pressione con la lama per farlo allontanare. Lui alza le mani sulla difensiva e si stacca da me indietreggiando. Mi rimetto il coltello nella cintola e raccolgo la legna tornando all'accampamento mentre lui mi segue con lo sguardo. Butto i ceppi sul fuoco violentemente e mi siedo a terra. Glimmer ha preparato della carne e un po' di verdura. Mangio lentamente cercando di togliermi dalla testa gli occhi azzurri di Cato che luccicavano al buio così vicini al mio viso. Tanto per cambiare Cato comincia con i suoi soliti discorsi dove non fa altro che lodarsi delle sue capacità, dei suoi muscoli, della sua bellezza e quelle cose lì. Così mi allontano dal gruppetto e mi appoggio all'albero dietro di me. Mi copro con le coperte e giocherello con i coltelli.
A sera tarda Peeta si distende e si addormenta subito mentre lancia occhiate a Katniss, che dopo pochi minuti prende sonno anche lei. Glimmer si avvicina a Cato e gli mette la testa sulla spalla, lui le sorride. Dopo un po' Cato si stende a terra e Glimmer si accoccola contro il suo petto chiudendo gli occhi. Li guardo torva torturandomi un labbro con i denti. Marvel si avvicina e si siede di fianco a me.
-Smettila di tormentarti Lucy..-
Sbatto di colpo gli occhi come fossi tornata nel mondo reale e distolgo lo sguardo da quei due.
-Tormentarmi?-
-Si..- continua Marvel -Lo so che ti piace..-
Giro gli occhi -Ma cosa avete tutti oggi? Non mi piace nessuno ok?-
-Non mentire a te stessa..lo vedo da come lo guardi..soffri per questo..-
Scuoto la testa -No, non è vero!-
Marvel abbassa la testa -Prima o poi dovrai ammetterlo Lucy..dovrai fare i conti con i tuoi sentimenti-
-Smettila Marvel! Io non provo niente ok? Io lo disprezzo!-
Marvel abbassa la testa -Come vuoi..-
Mi giro dall'altra parte e fisso il vuoto. Mi ha appena detto che si vede. Si vede da come lo guardo. Ma cosa si dovrebbe vede? Niente. Io non lo amo nè l'ho mai amato. Forse non so neppure cosa voglia dire amare. Cioè so cosa vuol dire quando ti piace qualcuno. Ne ho avuto a che fare, ma non ho mai amato. Forse perchè sono nata per uccidere, e lo stesso vale per Cato. Siamo macchine create per uccidere. Eppure lui è la, che abbraccia Glimmer nel sonno, come faceva con me prima dei giochi. Come pensavo avesse fatto solo con me. Ranicchio le gambe contro il petto e affondo la testa nelle ginocchia, sento Marvel ridacchiare.
-Mi dispiace vederti così.. cosa posso fare?-
Scuoto la testa –Niente..-
Sospira e mi avvolge le braccia intorno alle spalle –Vieni qua..- sussurra attirandomi a se
Il mio cuore perde un battito –Ma che fai?-
-Lo stiamo facendo ingelosire..- risponde semplicemente
Mi acciglio –Si certo, non sa nemmeno cosa vuol dire essere gelosi..lui dalla vita ha sempre avuto tutto e subito-
-Eppure tu non sei ancora sua.. sei qui tra le mie braccia-
Sorrido e alzo lo sguardo verso di lui, osservando i suoi occhi cristallini –Perché fai tutto questo?-
Il suo sguardo si fa magnetico e assolutamente affascinante –Non è evidente?-
Arrossisco e deglutisco appena continuando a guardarlo negli occhi. Perché ho questa incontrollabile voglia di baciarlo? Lui mi fa sentire così bene e poi Cato non si fa problemi con Glimmer, non mi stupirebbe vederli spogliarsi da un momento all’altro. In più sono nell’arena, questi sono i miei ultimi giorni da viva forse e voglio cercare di viverli appieno, senza rimorsi.
Stronfino il naso contro il suo, delicatamente chiudendo gli occhi –Marvel..- sussurro
-Mhh?- mugola mentre prende a baciarmi il collo per poi salire sul viso, sempre più vicino alle labbra
-Baciami..- dico d’un fiato
Rimane paralizzato a guardarmi, forse sorpreso da quello che ho appena detto ma dopo qualche secondo di esitazione le sue labbra premono contro le mie in un bacio dolce e senza pretese.
Affondo il viso nel suo collo per nascondere il rossore delle guance e appoggio le mani sul suo petto. La voce di Cato mi fa sobbalzare –Cercatevi una camera..- gracchia fissandomi con occhi profondi e quasi arrabbiati
-Vale lo stesso per voi.. lo canzono indicando Glimmer che dormo contro il suo petto
Rimane a fissarmi per un po’, sono io che distolgo lo sguardo per prima appoggiando la testa sulla spalla di Marvel. Lui doveva sempre rovinare tutto, aveva un abilità speciale nel farlo. Prima con Marvel ero riuscita a raggiungere il paradiso per qualche secondo poi quel diavolo maledetto e la sua fottutissima voce mi hanno fatto tornare nel mondo reale., in questo mondo così odioso da cui cercavo di scappare in ogni modo.
-Grazie..- sussurro a Marvel
Lui sorride –Ti bacerei anche tutta la notte..- ammette stringendomi ancora di più a se
Chiudo gli occhi sorridendo ancora e mi addormento, avvolta dal suo calore rassicurante mentre il suo respiro mi sfiora il collo, lievemente.
 
"Corro nella foresta. Qualcuno mi insegue. Inciampo sui miei stessi passi. Poi lo vedo. Tresh mi compare davanti. Sembra un orso. Un orso arrabbiato. Mi guarda con gli occhi iniettati di sangue per poi calare il grosso macete che ha in mano sul mio petto. Un dolore lancinante. Zampilli di sangue si spargono ovunque ed escono dal mio petto. Poi mi colpisce alle gambe e io le dimeno in preda ad attacchi di dolore. Cerco di rialzarmi ma non ce la faccio. Ora la faccia, mi sta incidendo il viso con la punta del macete. Il dolore si fa sempre più forte ma ora si trasforma in prurito. Comincio a grattarmi ovunque ferendomi con le mie stesse unghie. Mi dimeno. Continuo a grattarmi.."
Spalanco gli occhi. Marvel mi sta scuotendo violentemente per svegliarmi. Mi guardo attorno confusa e in preda al panico scatto in piedi, le ferite del macete ora sono grossi bubboni che mi devastano il corpo, perfino la faccia. Urlo e mi guardo attorno. Vespe di grosse dimensioni mi girano attorno. Aghi inseguitori. Sento la voce di Cato -Al lago! Dobbiamo andare al lago!-
Glimmer si sta dimenando e urla cercando di alzarsi da terra. Non so perchè ma anche se la odio... Perchè la odio? Anche se la odio voglio aiutarla. Corro verso di lei e la prendo per un braccio cercando di ignorare i dolori lancinanti al corpo. Il veleno degli aghi sta facendo effetto. Lei si dimena e chiama solo il nome di Cato. Cerco di afferrarla di nuovo ma lei con una spintone mi butta a terra. La vista comincia a offuscarsi. Cato accorre, già lo immagino che prenderà Glimmer e la porterà via. Il dolore è troppo acuto. Non ce la faccio. Cerco Marvel con lo sguardo ma non riesco a vederlo. Dov’è? Mi rassegno. Poi però qualcuno mi prende e mi solleva di peso. E' lui. E’ Cato. Non sta salvando Glimmer, sta salvando me. Mi carica sulla sua spalla e segue Marvel che sta traportando tutte le armi. Alzo la testa dalla spalla di Cato e vedo Glimmer, o almeno quello che ne rimane. Una poltiglia informe di pelle e carne. Letteralmente sciolta dai bubboni e dal veleno degli aghi. La mia vista viene a mancare di nuovo. Scuoto la testa. Ora non siamo più in mezzo alla foresta. Sento il suono del cannone. Segnala la morte di Glimmer. Un altro dolore lancinante al petto. Cato corre velocissimo sotto di me e sento il suo fiato che si fa sempre più affannoso. Poi fa un salto, il vuoto sotto di noi ed infine uno scroscio d'acqua. Il gelo sul mio corpo. La stretta di Cato che non mi molla. Siamo in acqua probabilmente nel lago. Mi sembra di non ritornare più in superficie e l'oscurità mi opprime la vista calandomi in un tunnel buio, soffocante e opprimente.


ANGOLO AUTRICE:
Ma quanto carini sono Marvel e Lucy? *.* Basta, adoro questa coppia, li amo troppo! Credo però che Lucy sia un po' confusa, ha baciato Marvel perchè gli piace davvero oppure era solo per far ingelosire Cato o per evadere un po' dal mondo reale e sentirsi un po' meglio? Io credo sia l'ultima delle opzioni e voi? ^:^ Forse anche un po' per ingelosire Cato però hahaha :D Glimmer è morta.. HALLELUIAAA HALLELUIIIAAA HELLELUIIIIIIAAAAAAA! Bene ok abbiamo esultato abbastanza, però ci voleva ormaia veva rotto quella bionda oca!! 

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Capitolo 13
*** Un bacio d'addio ***


Mi sveglio di soprassalto con il fiatone e le lenzuola appiccicate al corpo. Sono mezza nuda, addosso ho solo reggiseno e mutande. Mi copro di nuovo con le coperte e mi guardo attorno. La vista è un po' offuscata e ho ancora i bubboni che spuntano dal mio corpo. Sono nella tende dell'accampamento, avvolta in un fagotto di coperte. Attorno a me ci sono un mucchio di scatoloni pieni di provviste poi vedo Cato. Il corpo devastato dai bubboni. Mi si accuccia di fianco e mi offre un bicchiere di acqua. Lo bevo d'un fiato.
-Glimmer è morta?- chiedo
Lui annuisce senza rispondere. Ricordo che lui ha scelto di salvare me.
-Grazie di aver salvato me..- mi sorride e mi aiuta a distendermi di nuovo.
-Devi dormire..il veleno è ancora in circolo..- mi accarezza i capelli e io mi addormento.
 
Stavolta a svegliarmi è Marvel. Ha una scodella di minestra in mano. Mi metto a sedere e comincio a mangiarla lentamente. I bubboni si stanno sgonfiando e i pungiglioni non ci sono più, devono avermeli tolti mentre dormivo.
-Quanto ho dormito?- chiedo alzando lo sguardo dalla scodella
-Due giorni..- mi dice lui sorridendo
-Chi è..- continuo
-Il ragazzo del 5 e la ragazza del 10..-
Annuisco ingoiando un altro cucchiaio di minestra. Una volta finita Marvel mi aiuta ad alzarmi, solo dopo mi ricordo di essere mezza nuda. Afferro la coperta e mi copro abbassando lo sguardo.
Lui sorride -Non ti preoccupare...ti aiuto a vestirti..-
Lo guardo e annuisco. Mi tolgo la coperta e lui mi passa la canottiera rossa. Me la infilo in fretta, poi mi passa i pantaloni e mentre me li metto lui mi sorregge tenendomi un braccio. Poi mi infila la giacca. Lo ringrazio e mi accompagna tenendomi per un braccio fino alla "sala da pranzo" della tenda. Lì trovo Cato che giocherella con la spada grattandosi furiosamente il collo che presenta ancora un grosso bubbone. Il ragazzo del 3, Dan mi guarda accigliato. Anche Peeta mi guarda.
Mi siedo vicino a Cato e lui mi sorride -Ben tornata Flamsteed-
Annuisco guardando la foresta. E' così strano ritornare al mondo reale. Mi sembra di aver dormito per anni. Guardo il grosso bubbone nel suo collo, da dove fuoriesce anche del pus. Noto che c'è ancora il pungiglione nero nella carne, forse non è riuscito a toglierlo e non voleva ferire il suo orgoglio chiedendolo a Marvel.
-Vuoi che ti tolgo quel pungiglione?-
Lui si tocca il collo e fa spallucce. Capisco che è un si.
Con le dita schiaccio delicatamente il bubbone, il pungiglione dopo un po' scivola fuori, lo prendo e lo butto via. Cato fa una smorfia di dolore -Grazie..-
Cato si alza ma traballa pericolosamente e mi alzo per sostenerlo. Rimane un po' confuso poi mi scansa -Sto bene...- dice riluttante
-Cato..hai il veleno ancora in circolo..devi stenderti..-
-No! Non posso permettermi di dormire ora..-
Il giorno passa tranquillo e finalmente arriva la sera. Non mangio niente perchè mi gira ancora la testa e vado subito a letto. Anche Marvel mi segue e si mette a dormire di fianco a me.
-Tresh ora ha un territorio tutto suo..- comincia Marvel
Io lo guardo stupita -Dove?-
-Zona nord-est dell'arena..chiunque ci sia entrato non è più tornato..è successo così a quello del 5...quelle del 10 l'ha ammazzata Cato perchè stava cercando di rubare le provviste..-
-Siamo rimasti in pochi Marvel..prima o poi dovremo separarci..-
-Già..- dice lui -Comunque spero di non incontrarti più una volta separati..-
-Anche se ti incontrerei non so se avrei il coraggio di ucciderti..-
Lui si gira verso di me e mi guarda seriamente -E' la cosa più bella che mi abbia mai detto qualcuno..- lo guardo e gli sorrido, sfiorandogli la guancia con le dita
Mi ruba un delicato bacio sulle labbra e poi si gira dall’altra parte, chiudendo gli occhi e cadendo in un sonno profondo. Quel ragazzo è uguale a Cato. E' qua per il suo distretto, non per se stesso. E' qua perchè la sua famiglia sia fiero di lui. Siamo tutti uguali, Io, Cato, Marvel, Glimmer. Noi siamo i favoriti. Ci hanno messo al mondo solo per questo, solo per gli Hunger Games. Le lacrime mi offuscano la vista, siamo tutti legati da uno stesso destino. Mi giro anchio dall'altra parte. Non voglio piangere. No, non voglio dare questa soddisfazione agli strateghi.
 
La mattina dopo facciamo una colazione veloce perchè Cato vuole partire subito a caccia. Ormai mancano pochi tributi e stavolta vuole dare la caccia alla rossa e alla piccoletta dell'11, Rue. Sto pregando che non la trovino. Macchiarsi del sangue di una povera bambina innocente mi fa venire i brividi. Marvel caccia una lancia in mano a Dan.
-Non far avvicinare nessuno..-
Il ragazzo annuisce e si mette seduto su uno dei bauli. Noi intanto ci stiamo preparando gli zaini per la caccia. Sto prendendo su i miei coltelli quando Cato comincia ad urlare.
-EHi guardate!- mi giro verso il punto che sta indicando e noto una colonna di fumo che sale dal centro della foresta.
-Forza andiamo!- ci incita. Io, Marvel e Peeta corriamo dietro di lui. Prego che non sia Rue.
Stiamo avanzando nella foresta, saltelliamo per non inciampare sui rami bassi e le radici degli alberi.
Quando arriviamo, al fuoco non c'è nessuno. Cato lancia un bastone a terra che si spezza in due.
-Dio ci stanno prendendo in giro?- urla alla foresta
Esamino le tracce attorno al focolare. Ci sono impronte di scarpe che si allontanano su per la collina. -Chiunque fosse deve essere scappato...- Cato urla di nuovo pieno di rabbia. Poi il frastuono di un esplosione mi fa sobbalzare. Gli uccelli appollaiati sugli alberi volano via terrorizzati. Io e Cato ci guardiamo. Sappiamo già cosa è successo. L'unica cosa che può esplodere qua sono le mine, con le nostre provviste in mezzo. Cato scatta in avanti impugnando la spada, lo seguiamo a ruota ignorando i rami che ci graffianco ovunque mentre arranchiamo. Una volta tornati troviamo la catasta di provviste in fiamme. Dan si guarda attorno confuso. Io e Marvel corriamo a prendere delle taniche di acqua e cerchiamo di spegnere il fuoco ma invano, ormai è finita. Il fuoco si propaga sulla tenda che abbiamo costruito e brucia tutte le altre cose. Coperte, cibo, medicine. Ci rimangono solo le armi che impugniamo. Cato va verso Dan con le mani protese in avanti. Cerco di fermarlo -No Cato, sta calmo!- lui mi scansa e afferra il ragazzo al collo. Con un solo colpo secco glielo spezza completamente e il ragazzo cade a terra senza vita. Non ha nemmeno fatto in tempo a dire A. Dopo essersi calmato si rivolge a noi come se niente fosse.
-E' stata Katniss ne sono certo!- urla -voglio trovarla entro stanotte e non uccidetela..voglio finirla io..-
Io e Cato andiamo a nord e Marvel e Peeta vanno verso est dove c'erano le tracce. Corriamo veloci, attenti ad ogni minimo rumore e pronti a scattare e proteggerci le spalle.
-Non posso crederci..ci siamo cascati così!- mi dice
-Prima o poi doveva succedere..comunque chiunque sia stato deve essere morto per l'esplosione..-
-Io non credo..- e infatti aveva ragione, il cannone era suonato solo una volta e nel cielo compare solo l'immagine di Dan, nessun altro.
Cato digrigna i denti -Quella ragazzina sta cominciando ad urtarmi i nervi..-
Durante la notte continuiamo a cercare ma senza risultati. Decidiamo di tornare al punto di ritrovo che abbiamo stabilito con Marvel.
-A quanto pare tu e Marvel state assieme ora..- mi dice Cato all'improvviso
Lo guardo confusa e incapace di rispondere –No, cioè..non lo so..- balbetto
Il suo volto si increspa in un sorriso –Quel bacio dimostrava tutto il contrario..-
-Ma a te che ti importa?- chiedo corrugando le sopracciglia
Fa spallucce e scuote la testa –Niente infatti..-
-Non è con te e Glimmer fosse tanto diverso..-
-Credi che Glimmer mi piacesse davvero?-
-Di sicuro non ti dispiaceva..- borbotto
-Non hai proprio capito niente allora..- conclude lui
Scuoto la testa e continuo a camminare, arriviamo al punto di ritrovo quando un urlo lacera l'aria. Non è di Marvel e mi sento sollevata. No, è di una ragazza. Rue.
Io e Cato ci guardiamo e scattiamo subito alla fonte del suono.
-Deve averla trovata!- mi dice lui
Superiamo un ruscello con un grosso salto e continuiamo a correre. Ora l'urlo si è fermato. Siamo vicini perchè sento un frusciare di foglie, poi una voce molto familiare. Katniss. Io e Cato ci appostiamo dietro un cespuglio e guardiamo la scena.
Katniss sta aiutando Rue a slegarsi dalla rete che l'ha intrappolata. E' una trappola di Tresh, la riconosco. Si abbracciano e Katniss la consola, accarezzandole i capelli riccioluti. Si rialzano in piedi e Katniss comincia a guardarsi intorno, Rue avanza di qualche passo e si gira di nuovo verso di lei. In quel momento Marvel compare da dietro un albero e lancia la sua ultima lancia addosso a Rue, che viene trafitta. Senza neanche pensarci corro verso Marvel. Devo cercare di salvarlo. Lui mi vede, per un attimo sorride soddisfatto. Katniss gli tira una freccia dritta a cuore. Lui la guarda stupito, poi si gira verso di me e cade a terra.
 
 
Spinta da un istinto vendicativo lancio un coltello a Katniss, non la miro a punti vitali, voglio solo ferirla. La lama le provoca un taglio profondo sulla fronte. Lei cade a terra ma si rialza subito in preda al terrore e velocemente afferra il corpo di Rue e corre via con lei in braccio. Mi accascio di fianco a Marvel e gli prendo la mano tremante. Lui mi guarda, gli occhi pieni di lacrime.
-Marvel..no ti prego resta con me..- gli urlò, lo imploro
-Io..non volevo colpire la bambina..-
-Non importa Marvel..tu devi cercare di respirare ora ok?-
Mi guarda e mi stringe la mano -Aiutami ti prego..non voglio morire-
Una lacrima gli solca il viso, gliela asciugo con la punta delle dita delicatamente. Intanto Cato si avvicina, uno smorfia di rabbia gli percorre il viso -Resta con lui..- mi dice per poi correre via, forse a cercare Katniss.
Marvel continua a tremare, gli tolgo la freccia che ha nel cuore e cerco di fermare l'emorragia con una mano. Ma il sangue esce copiosamente imbrattando i vestiti, e piano piano una macchia di sangue si fa sempre più larga intorno al corpo di Marvel annegando i piccoli steli d'erba verde chiaro.
Il suo respiro si fa sempre più lento e le lacrime continuano a scorrere sulle sue guance, fredde e pallide. Alzo il suo corpo e lo abbraccio, lo cullo accarezzandogli i capelli -Resta con me..-
Lui non ha nemmeno la forza di tenersi a me -Aspetta mettimi giù- mi dice tossendo via un rivolo di sangue e saliva. Ubbidisco e continuo a tenergli la mano. Lui con l'altra si tocca il collo con dita frenetiche che cercano qualcosa, quando la trova se la stacca dal collo con un colpo secco e me la porge. E' una collana, un semplice spago nero con allacciata la punta di una lancia. -Me l'ha regalata mia nonna..- mi dice sorridendo -E' una sorta di portafortuna...ma adesso serve a te..- me lo posa sul palmo della mano e me la richiude stringendola. Ora chiude gli occhi. Lo tiro su di nuovo e lo abbraccio.
-Posso esprimere un ultimo desiderio?- mi chiede con voce spezzata
-Tutto ciò che vuoi..- singhiozzo con il viso bagnato di lacrime
-Vorrei baciarti.. ancora una volta..-
Sorrido e mi asciugo le lacrime, alzandogli il viso verso il mio. Mi guarda profondamente con gli occhi azzurro cielo lucidi e rossi. Strofino il mio naso contro il suo e lo bacio. Schiude le labbra e la sua lingua tremante incontra la mia, accarezzandola dolcemente mentre le mie lacrime bagnano il suo viso.
Si stacca da me appoggiando il palmo della mano sul mio collo. Avvicina la bocca al mio orecchio –Grazie per quello che hai fatto per me.. per la prima volta nella mia vita mi sono sentito veramente vivo.. ma credo che il tuo cuore appartenga.. a qualcun altro..- così dicendo esala il suo ultimo respiro, che si espande caldo sul mio collo.
La sua testa si abbandona sulla mia spalla. Le lacrime cominciano a scorrermi sulle guance. Si,,sto piangendo. Non me ne frega più niente. Marvel sta morendo, un amico, una alleato. -Ti voglio bene, amico mio-
Continuo a dondolare il corpo senza vita di Marvel poi lo sistemo a terra con le mani incrociate al petto. Gli pulisco le lacrime dal viso e gli scosto i capelli. Poi prendo la lancia che ha lanciato, la pulisco del sangue di Rue e gliela sistemo tra le mani. Gli do un ultimo bacio sulla fronte e poi vado a recuperare il mio coltello. Lo pulisco sull'erba e lo ricaccio nella cintola assieme agli altri. Prima di andarmene mi giro verso un albero sulle cui increspature del tronco è installata una telecamera. Me ne accorgo per il ronzio che fa quando sposta l'inquadratura da me a Marvel. Ora l'inquadratura è puntata su di me. La guardo con tutta la rabbia e il rancore che possiedo. Mi rivolgo al distretto 1. Alla famiglia di Marvel, che ha voluto questo. Alzo le mani e urlo -Siete fieri di lui ora?- e indico Marvel. Infine me ne vado a passo lento portandomi con me un dolore insopportabile.
Io e Cato ci ritroviamo a metà strada. Non ha trovato Katniss ma è riuscito a prendere Peeta che intanto era scappato e l'ha colpito al ginocchio provocandogli una ferita profonda fino all'osso. Morirà dissanguato entro pochi giorni, forse anche nelle prossime ore. Ci guardiamo per un po'. -E ora cosa facciamo?- gli chiedo
Fa spallucce e si siede contro un albero -Non abbiamo più provviste, nè un riparo..-
Annuisco -E' ora di separarci-
Lui mi guarda con un accenno triste -Si..è la cosa migliore-
SI rialza e ondeggia la spada avanti e indietro -Spero di non rivederti mai più..-
-Anchio- gli dico. Lui sorride.
Un po' impacciati ci tendiamo la mano e la stringiamo. Rimaniamo così per qualche secondo.
Poi Cato con uno strattone mi tira a se e mi abbraccia. Rimango stupita da quel gesto, incapace di muovere un solo muscolo. Un gesto così umano da parte sua, forse troppo. Lo stringo e gli do qualche pacca sulla schiena solida. Ci sciogliamo dall'abbraccio e ci guardiamo negli occhi. -Buona fortuna Cato- gli dico
-Non ne ho bisogno..- sorride lui malizioso
Infine ci separiamo. Io vado a sud e lui a nord. Mi mancherà, già lo sento. La sua voce, la sua vanità e si, anche il suo sorrido malizioso. Mentre cammino nella boscaglia mi scappa un sorriso ripensando a lui che cade dall'albero e si rialza col volto paonazzo. Solo ora mi rendo conto che siamo rimasti in pochi. Cerco di fare mente locale. Katniss, la rossa, Tresh, Peeta se riuscirà a resistere ancora con quella ferita, Cato ed io. Siamo i migliori. I più bravi e forti. Cato cercarà di sicuro Tresh ora che sta finendo il gioco. Una lotta mortale tra loro due mi fa rabbrividire. Non so chi vincerebbe, potrebbero anche ammazzarsi a vicenda. Ora non saprei cosa fare senza la guida di Cato. Ora è arrivato il momento di uccidere, non posso più tirarmi indietro, almeno Marvel se ne è andato prima, così non ci sarebbe stto il rischio di doverlo uccidere con le mie stesse mani. Certo non sarò io a fare la prima mossa. Se è per difendermi allora lo farò più che volentieri. Decido di dirigermi verso il lato sud-est e rimanere fuori dai confini di Tresh per aspettarlo e magari coglierlo di sorpresa. Mi accorgo di avere la collana di Marvel ancora stretta in mano. Me la allaccio al collo e la stringo. Perchè lui? Davanti ai miei occhi. Non doveva morire. La voglia di vendetta mi pervade. Avanzo più velocemente, spinta da un vero motivo per uccidere. Lo farò per Marvel.. e per Cato.

ANGOLO AUTRICE:
Scusate l'ennesimo ritardo D: Sono stata in gita per una settimana quindi non ho mai avuto il tempo di aggiornare ma adesso ne approfitterò durante queste vacanze di Pasqua :D In questo capitolo, abbastanza triste, muore il nostro Marvel.. i due si lasciano con un bacio, e Marvel le regale la sua collana T.T Cato e Lucy si sono separati, anche se controvoglia.. si rincontreranno? Se si, cosa succederà? Alla prossimaaaaa

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Capitolo 14
*** Cambiamento di regole ***


Arrivo al confine al tramonto, durante la strada ho catturato uno scoiattolo e qualche frutto, cercando di restare il più possibile nascosta nella vegetazione. Riesco a salire sopra un albero e mi metto cavalcioni su un ramo largo e ben nascosto dove posso tenere sott'occhio tutta l'area e individuare facilmente Tresh.
Non mi arrischio ad accendere un fuoco e quindi sono costretta a mangiare lo scoiattolo crudo. Lo spello e lo privo di tutto il sangue. Lo mangio ad occhi chiusi per placare i conati di vomito, alcuni bocconi li deglutisco senza nemmeno masticarli. Infine mangio le mele e i lamponi che ho trovato togliendomi il sapore di sangue e carne cruda dalla bocca. Mi accorgo di puzzare. Decido che il giorno dopo potrei andare al fiume a rinfrescarmi e magari cercare un rifugio. Riesco ad addormentarmi sull'albero, più un dormi veglia che un sonno vero e proprio. La paura di schiantarmi a terra o peggio, trovarmi Tresh davanti, è più forte della stanchezza
 
La mattina dopo mangio gli ultimi lamponi rimasti e poi scendo dall'albero accertandomi che non ci sia nessuno nei paraggi. Mi incammino in direzione del fiume dove avevamo trovato Katniss, mi tolgo i vestiti e rimango solo in biancheria e mi immergo nell'acqua. Mi strofino bene i capelli cercando di togliere più sporco possibile, poi per asciugarmi mi distendo su una roccia al sole e rimango così per un'oretta circa. Infine mi rimetto i vestiti e vado a caccia. Non trovo selvaggina, solo frutti e anche delle noci. Mi raccolgo i capelli in uno chignon e comincio a cercare un rifugio. Di caverne non ne trovo e nemmeno di alberi abbastanza grandi da potermici distendere o comunque rimanere comoda.
Penso che alla Cornucopia sia una pazzia tornare. Tresh o anche la rossa potrebbero tornarci per cercare altre provviste e non voglio avere scontri aperti per ora. Mi limiterò a colpire da lontano, se necessario.
Verso sera torno nel mio albero e mi apposto. Mangio qualcosa e rimango a guardare il cielo. Questo giorno è stato abbastanza tranquillo. Nessun morto. Nessuno ha il coraggio di fare la prima mossa e gli strateghi penseranno di sicuro a qualche strategia da adottare.
Chiudo gli occhi quando un rumore giunge alle mie orecchie. Un ramo spezzato, poi un altro. Passi pesanti che si avvicinano. Mi sporgo dal ramo per controllare e impugno un coltello pronta al tiro. Qualcuno si sta avvicinando, lo riconosco quando la luna gli illumina il volto. Cato. Ma dove sta andando? Rimango a guardarlo ben nascosta. Non avrebbe senso chiamarlo. Ormai siamo tutti contro tutti e le alleanze non esistono più. Vedo che supera i confini del territorio di Tresh. E' pazzo, Affrontarlo direttamente nel suo territorio è pura follia! Forse vuole dare spettacolo. Ma così si farà uccidere, è una cosa stupida. Controllo le sue condizioni. Ha ancora la spada e non è ferito. Eppure vederlo entrare entro quei confini mi fa innervosire e agitare. Quando sparisce dalla mia vista mi appoggio di nuovo al ramo. Le mie orecchie sono attente a captare ogni rumore. Ora il mio cuore comincia a battere d'angoscia. Ho paura, per lui. Ho paura di sentire il suono del cannone che segna la sua morte. Solo ora mi rendo conto di quanto sia affezionata a lui. Cosa faccio se muore? Non trovo una risposta.
 
Nessun cannone. Tiro un sospiro di sollievo. Cato è nel territorio di Tresh, forse stanno combattendo. O si stanno dando la caccia. E se lo uccidesse? Potrei salvarlo e poi andarmene di nuovo. Si e poi? Rimarremo solo noi due e cosa faremo? Ci uccideremo a vicenda? No, non voglio ucciderlo. Scendo dall'albero e mi viene in mente Peeta. Non è ancora morto? Resistente il ragazzo, ma non voglio andare a cercarlo. Che muoia in pace almeno. Katniss? No, non voglio cercare nemmeno lei. Ma ha ucciso Marvel. Lo ha fatto perchè lui ha colpito Rue. Lei non cerca di provocare la morte degli altri. Anche lei come me lo evita, però quando arriva il momento è costretta. Tutti noi siamo costretti a farlo. La rossa? Eviterebbe di sicuro i miei coltelli. Rimane Tresh. Non posso contare sulla mia forza fisica perchè lui è grosso come un orso e mi spezzerebbe in due come si fa con uno stuzzica dente, ma posso contare sull'astuzia. Potrei postarmi sugli alberi e colpirlo da là, ma per farlo devo entrare nel suo territorio. Devo farlo o lo faranno gli strateghi con la violenza. Magari abbattendo il mio albero oppure sguinzagliandomi contro chissà quale diavoleria. Infine entro, supero i confini a passo felpato, mi apposto dietro i cespugli e i tronchi. Trovo una grossa pozza di fango e me lo spalmo sulla faccia e sul corpo, poi mi cospargo d’ erba. Mi mimetizzo facilmente ora. Tresh non si accorgerà di me. Il territorio è molto insidioso, la foresta è più fitta ma allo stesso tempo più ricca di materie prime e cibo.
Poi lo vedo, è davanti a me. La pelle scura, gli occhi cerchiati di rosso. Non mi ha visto e mi nascondo dietro ad un albero. Riesco in qualche modo ad arrampicarmici e mi metto dietro ad una delle fronde. Sfilo il coltello dalla cintola e accarezzo la lama con il dito mentre prendo la mira. Lui si guarda attorno. Penso si sia reso conto che qualcuno è entrato nel suo territorio perchè sta esaminando terreno e rocce. Appoggia una mano ben aperta su un tronco e si abbassa a raccogliere qualcosa. Quando lo tira su il mio cuore smette di battere. Un pezzo di stoffa rosso. Strappato dal cappotto di Cato, forse da un ramo. Tresh alza la testa al cielo e ride. Ride di vittoria. Sa di avere vinto perchè ora Cato è in trappola. Ma si sbaglia, ci sono io. Approfitto del momento e gli lancio un coltello che va a conficcarsi nel dorso della sua mano, appoggiata al tronco, fino alla maniglia. La risata si trasforma in un urlo e gli occhi stentano a credere a quello che vedono. La mano è intrappolata tra il coltello e la corteccia. Con un solo colpo se lo toglie e dalla mano schizza una fontanella di sangue. Con un pezzo di stoffa che tira fuori dalla tasca si ferma il sangue, legandolo ben stretto e poi si guarda attorno. Non mi vede. Capisce però che ci sono, che lo sto guardando. Non si arrischia a stare ancora là fermo e se ne va di corsa in cerca di Cato.
-Tornerò a prenderti ragazzina dei coltelli! Con la testa del tuo amichetto!- mi urla. Mentre corre qualcosa cade dal suo zaino. Aspetto qualche minuto e scendo dall'albero, avvicinandomi all’oggetto. E' una borraccia, i miei occhi si illuminano. La apro e avvicino le labbra per bere. Solo una goccia mi scivola giù nella gola arida, inumidendomi per un attimo le labbra tagliuzzate dal freddo. Sospiro delusa. Ho sete. Forse anche troppa. L'ultima volta che ho bevuto è stato al fiume.
Per non pensare alla gola arsa e al mal di testa costante mi avventuro ancora un po' nel territorio di Tresh poi cerco un albero abbastanza grande da sostenermi e mi arrampico. Mi copro con delle foglie e tiro fuori dalla giacca gli ultimi frutti di bosco che ho trovato. Mangio lentamente, gustando il loro succo che mi da sollievo per un po'. Poi appoggio la testa al tronco e mi accoccolo sul ramo stringendo la collana di Marvel. La notte non dormo molto. I miei sensi, ora che so di essere in pericolo, si sono acuiti e ad ogni minimo rumore mi sveglio di soprassalto con il coltello stretto in pugno. All'alba mi alzo e, guardandomi attorno, mi accorgo che ho dormito su di un melo. Infatti sopra la mia testa pendono alcune belle mele verdi e mature. Ne colgo una e comincio a mordicchiarla. Il succo della mela mi disseta e subito mi sento meglio e il mio umore migliore notevolmente. Anche il mal di testa passa dopo un po'. Incastro il torsolo tra due rami, non mi arrischio a buttarlo a terra. Tresh potrebbe scoprirmi. Ne colgo un’altra e la addento canticchiando una canzoncina che sentivo da piccola all'asilo. Poi la voce di Seneca Crane piomba all'improvviso nella mia testa riportandomi alla realtà.
-Salve Tributi, siete rimasti in pochi! Complimenti ai sopravvissuti! Volevo informarvi che il regolamento ha subito una piccola...variazione. I vincitori possono essere due, purchè provenienti dallo stesso distretto. Il messaggio non verrà ripetuto e..che la fortuna sia sempre dalla vostra parte-
Il pezzo di mela che stavo ingoiando mi va quasi di traverso e lo mando giù deglutendo rumorosamente. Lancio via la mela e scendo dall'albero. Ora cosa faccio? Dove posso trovare Cato? Non posso urlare il suo nome, Tresh non aspetta altro. Prima di riuscire a pensare ad altro la voce di Cato mi raggiunge forte e chiara anche se proviene da lontano. Non ha un tono felice ne sollevato. No, è spaventato, terrorizzato quasi. Un urlo. Ha bisogno d'aiuto.
-LUCYYY!- un altro urlo.
Questa volta però scatto verso la fonte del suono. Sento anche la voce di Tresh, ma più che altro grugnisce e urla. Corro con il coltello stretto in pugno, i denti digrignati. Poi li vedo. Cato a terra con profondo taglia dalla tempia fino all'incavo del collo, che gronda di sangue. La spada stretta in pugno. Tresh lo sovrasta con il macete sporco di sangue pronto a calare sulla sua testa. Ma io scatto, spinta da un impulso irrefrenabile, un istinto protettivo. Urlando balzo sul fianco di Tresh e riesco a farlo cadere a terra. Cerco di atterrarlo e ficcargli il coltello in gola ma lui con un calcio mi butta dall'altra parte facendomi sbattere la testa contro un tronco. Mi rialzo con la testa ferita che mi vortica paurosamente. Lancio un coltello e lo becco sulla caviglia, non se lo tira nemmeno fuori e avanza verso di me, correndo con il macete alzato, ma Cato gli piomba addosso e lo ferisce al braccio con un colpo di spada. Lottano per un po' corpo a corpo, ferendosi con le armi e tirandosi cazzotti e ganci destri a vicenda. Rimango seduta a cercare di riprendermi dal colpo. Quando vedo che Tresh predomina su Cato il mio cuore comincia a martellare incessantemente. Chiudo gli occhi per cercare di riprendermi, ripetendomi nella testa che andrà tutto bene. Quando mi sento pronta li riapro. Vedo Tresh che tiene alzato Cato per il collo, con una sola mano. Il volto paonazzo, senza più ossigeno. Con tutta la mia forza piombo di nuovo su Tresh e gli ficco un coltello nello stomaco, lui urla di dolore ma non cede. Continua a vorticare il macete verso di me, Cato sta riprendendo fiato e si massaggia le ecchimosi sul collo. Evito abilmente la lama e tiro un altro coltello che striscia di lato il collo di Tresh. Stavolta è veramente incazzato. Piomba su di me e mi atterra, piego le ginocchia cercando di rialzarmi ma lui mi cala il macete sul collo. La lama taglia la carne profondamente, come fosse un panetto di burro. Il dolore mi fa tremare tutto il corpo e quando vedo il sangue schizzare da ogni parte urlo di dolore. Non riesco a rialzarmi e quando Tresh mi estrae il macete violentemente, la vista mi si annebbia e sento un brivido violento che mi percorre il corpo. Eppure quando vedo che torna su Cato gli balzo di nuovo addosso, con una mano stretta intorno al collo, e lo atterro, rotoliamo per un po' e lui mi sovrasta di nuovo tenendomi ferme le mani e provocandomi dei brutti ematomi sui polsi. Cato spunta da dietro e gli cala la spada sulla schiena, ma Tresh è resistente e con i piedi fa inciampare Cato di lato. Approfitto della distrazione e riesco a prendere la spada di Cato che lui stesso mi ha fatto scivolare vicino. Tresh prova a colpirmi di nuovo con il macete ma, prima che mi ferisca di nuovo, gli ficco la spada nello stomaco facendola sprofondare fino a uscire dalla schiena. Tresh mi guarda con occhi stupiti, che poi si riempiono di lacrime. Vedo la sua vita passarvici davanti. Mi guardano con tono di rimprovero e poi si fanno vitrei. Il suo corpo senza vita cade sopra di me schiacciandomi. Rimango per qualche secondo senza ossigeno con la vista che si va affievolendo. Il sangue continua a fuoriuscire copiosamente dal collo. E’ la fine, forse è veramente la fine. Cato sposta il corpo di Tresh di lato e poi mi scuote cercando di svegliarmi. -Lucy ti prego resisti! Resta con me!-
Con le ultime forse che mi rimangono annuisco e lui mi solleva, cominciando a camminare in direzione opposta. Forse sta cercando un rifugio dove possiamo curare le nostre ferite. Tresh avrà pur costruito una capanno o allestito una caverna, Cato me lo conferma -Ti porto al rifugio di Tresh..tanto a lui non serve più-
Stringe le mie mani intorno al collo –Tienile strette ok? Se allenti la presa potresti..- si blocca
L'ultima cosa che vedo è il suo viso, contratto dalla fatica e dal dolore, che gocciola di sudore e sangue. Poi svengo tra le sue braccia.
 
 
 
Mi ritrovo all'interno di una caverna, sotto di me un giaciglio di morbide coperte. Mi guardo attorno e vedo alcune provviste, non molte però. Mi guardo le ferite, sono fasciate. Quella al collo pulsa insopportabilmente, vorrei solo strapparmi via tutte quelle bende. Mi guardo attorno spaventata ma quando la mano di Cato si stringe sulla mia mi calmo.
-Stai tranquilla Lucy..sei al sicuro..-
-Cos'ho?- dico toccandomi la ferita
Lui mi blocca la mano –Grazie a Dio non ti ha reciso la carotide..-
Cato riesce a farmi sedere e noto che la vista ora è migliorata, ma il mal di testa pulsa come la ferita al collo. Prepara delle scodelle e ci versa dentro il brodo che ha trovato tra le provviste. Lo mangio lentamente, anche se l'unico sapore che sento in bocca è quello del sangue.
Cato ripulisce le scodelle nel ruscello che scorre vivace appena fuori dalla caverna e poi ritorna a cambiarmi le bende. Prima mi toglie quelle che ho ormai inzuppate, le altre le immerge nell'acqua e mi tampona la ferita. Quando mi tocca sussulto di dolore e stringo i denti per non urlare. Gli impacchi funzionano e con quelli riesce a darmi un po’ di sollievo, li ributta infine nelle scodelle e mi fascia con bende pulite e inumidite.
-Spero solo che tu riesca a riprenderti presto.. ci servirebbero delle medicine, gli antidolorifici sarebbero perfetti..- spiega preoccupato, sedendosi su una roccia affianco a me
-Forse Enobaria può aiutarci ma non ne sono sicura..non baderanno più a noi..adesso ci sono i due innamorati assieme e le telecamere saranno puntate su di loro- rispondo con voce roca
Sospira e si passa le mani sul viso. Lo guardo ammirata. I suoi occhi blu, i suoi capelli biondi. La mascella contratta dalla frustrazione.
-Sono contenta di questa nuova regola- sussurro
Lui annuisce sorridendomi -Anchio Lucy..-
-Ti ho visto che entravi nel territorio di Tresh e..ho avuto paura..-
Lui si massaggia i capelli appiccicati sulla fronte dal sudore -Forse sono stato un po' avventato-
-Si.un po'..- gli rispondo tossicchiando
La testa ricomincia a girarmi e Cato se ne accorge. Mi aiuta a distendermi e mi avvolge nelle coperte. Riesco ad addormentarmi nonostante il dolore insopportabile al collo e ai muscoli in generale.
 
"Tresh stavolta mi butta contro l'albero. Io rimango ferma, poi quando passa a Cato gli piombo addosso. Gli sto per calare la spada sulla testa ma mi fermo. Mi giro verso Cato che sta ansimando. Lo guardo sorridendo e con un colpo impercettibile gli infilzo la spada nella fronte spappolandogli il cervello. I suoi occhi rimangono sbarrati e la mia faccia assassina viene macchiata da schizzi di sangue"
Mi sveglio di soprassalto scattando in piedi, le gambe cedono e cado a terra in ginocchio. Cato corre verso di me e mi sorregge. Sto piangendo. Sembro disperata. Lui mi fa sedere e mi abbraccia. Appoggio la testa sul suo petto stringendo la sua maglietta tra le mani.
-Shh..è soltano un incubo..- mi culla avanti e indietro accarezzandomi i capelli
-Dio..era bruttissimo Cato..orrendo- gli dico singhiozzando
-Ora è passato..non avere paura..è tutto passato- mi consola
Non so se riuscirò a dormire ancora ma non ho il coraggio di chiedergli di dormire con me, proprio come facevamo all'hotel.
Mi ridistendo ma anche se sono avvolta dalle coperte il freddo comincia a penetrarmi nel corpo come lame di coltello. Digrigno i denti di rabbia, mi deve essere venuta la febbre. Cato mi appoggia le labbra sulla fronte per constatare la mia temperatura.
-Si..hai la febbre..- annuncia strofinandosi gli occhi –Merda..- impreca infine
Continuo a tremare per tutta la notte con Cato che veglia su di me. Non riesco nemmeno a chiudere gli occhi. Sto male. Non sono mai stata male così in vita mia. E per la prima volta ho paura di morire, di non farcela. Ma forse è meglio così. Morirei comunque. Eppure ho ucciso Tresh, il più forte forse. Perchè credo così poco nelle mie capacità? No, devo resistere. Se proprio mio padre vuole vedermi morire almeno che mi veda mentre qualcun'altro mi ammazza, che mi guardi negli occhi, che capisca cosa ha fatto. Che si penta di avermi mandata qua. Che si vergogni di essere un padre così.
Resisterò si, non tanto per lui ma per Marvel. Gli ho promesso che avrei vinto e cercherò di farlo insieme a Cato. Possiamo farcela. Tornerò a casa ma non rivolgerò mai più la parola a quelli che chiamo genitori. No, mai più.
Continuo a tremare per ore, Cato mi guarda impotente, poi decide di fare qualcosa.
-Non posso vederti così..- si toglie la maglietta bagnata e rimane a petto nudo. Lo guardo confusa socchiudendo gli occhi. Lui si distende di fianco a me e mi stringe in un abbraccio, circondandomi con le sue braccia muscolose, cercando di passarmi il suo calore. Le mie guance si arrossano e il mio cuore batte all'impazzata. Credo che possa sentirlo. Appoggio la testa sul suo petto e lui mi massaggia i capelli. E' vero, il calore mi arriva. O forse è l'emozione del momento. Ma non importa. Mi sento meglio e riesco a chiudere gli occhi anche se non dormo.
-Va meglio?- mi chiede dopo qualche ora
Annuisco schiarendomi la gola -Grazie..-
Mi scosta i capelli bagnati dalla fronte e appoggia il mento sulla mia fronte.
La ferita continua a pulsare sempre più violentemente e il dolore si protrae fino al petto. Non riesco neppure a muovere le braccia. Stringo la collana di Marvel.
-Ti prego resisti..o non so cosa fare..- dice con voce spezzata
-Puoi vincere Cato..- gli dico
-Lo so...ma ora.. merda..non ne trovo più il senso..-
-Devi portare onore al nostro distretto..non ricordi più?-
-Si..si certo che ricordo..- lo dice poco convinto come se non gli importasse più.
-Cos'hai Cato?- chiedo con voce spezzata
Lui sospira e mi sfiora il braccio -Se tu morissi io non saprei cosa fare...insomma, certo potrei vincere per te e per gli altri ma..non so se lo voglio se tu non ci sei più..voglio dire che non ne trovo il senso-
Lo guardo negli occhi e lui fa lo stesso -E'..è la stessa cosa che mi sono chiesta io..quando ci siamo separati..-
-Non mi sorprende..l'hai pensato per principio, perchè vuoi vincere come una squadra..ma la mia ragione non è questa..- abbasso lo sguardo e penso. Non è vero che lo faccio per principio, certo, forse anche per quello ma non è quella la ragione principale. Forse è una caso nascosta dentro di me che ho paura di rivelare perfino a me stessa.
-Lucy..tu sei diversa..dagli altri..io non so..mi fai una strano effetto..è come se avessi..delle cose che mi si muovono nello stomaco..è una sensazione che non ho mai avuto..-
Sorrido -Le farfalle?-
-Può darsi..- sussurra imbarazzato
Solo ora mi rendo conto di cosa vuole dire. O almeno di cosa sta cercando di dirmi. E questo mi spaventa perchè forse è quello che provo anchio.
-Vedi..- continua -Io..io non riesco ad immaginarmi di non vederti mai più..il tuo sorriso e la tua generosità..perchè veramente nessun'altra è come te..e in qualche modo tu mi fai sentire..me stesso..quando sono con te mi sento meglio..posso dire ciò che penso perchè tu non mi giudicheresti..ma non so cosa sia questa cosa..non ho mai provato prima una sensazione così..e per la prima volta nella mia vita ho paura..mi fa paura questa sensazione..-
Lo guardo incantata. Non posso credere a quello che ha detto. Sta parlando come un essere umano per la prima volta. Ha paura e lo ammette. Non sono nemmeno capace di rispondergli, non sono mai stata brava con le parole
-Io..- riesco a dire.
-Shh..- mi zittisce lui. Si abbassa un po' per guardami meglio negli occhi e si avvicina. Avvicina la sua faccia alla mia tenendomi per il mento. Schiudo le labbra con il fiato che quasi mi manca. Le sue labbra toccano le mie. Mi bacia. Non come ha fatto quella volta in Hotel, per sfidarmi e per farmi arrabbiare. No, questo bacio è sincero. Io ricambio perchè lo voglio. L’ho sempre voluto, e cercavo di nascondere i miei sentimenti. Marvel. Il suo amore era sincero, il mio anche ma non come quello che provo per Cato. L’amore che provo per Cato, perché di amore si tratta, è ancora più profondo, che ti fa sentire felice e triste allo stesso tempo. Il mio cuore continua a battere incostantemente sul petto, vorrei stringerlo più forte a me ma non ho forze. Riesco solo ad appoggiargli le mani sui pettorali,. Posso sentire il battito impazzito del suo cuore. Ci stacchiamo da quel bacio e ci guardiamo negli occhi. Lui sorride e mi bacia di nuovo, incapace di fermarsi.
-Un motivo in più per non morire..- gli sussurro all'orecchio
Lui sospira e appoggia la testa sull'incavo della mia spalla. Chiudo gli occhi e stavolta dormo. Mi accoglie un sonno sereno e senza incubi, stretta nell’abbraccio dell’uomo che amo e che ho sempre amato.

ANGOLO AUTRICE:
Eccomi in questo capitolo che, credo, abbiate atteso da parecchio tempo :D Finalmente sti due testoni hanno capito i sentimenti che provano l'uno per l'altra eppure non si sono ancora dichiarati apertamente. Ancora non si sono detti il fatidico "TI AMO"! Vabbè, chi vivrà vedrà xD Almeno hanno ammazzato Tresh, però mancano ancora tre tributi da eliminare! Ce la faranno a sopravvivere e a vincere gli Hunger Games? Alla prossimaaaaa, bacionii *.*

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Capitolo 15
*** Un ultimo gesto disperato ***


Un’altro brusco risveglio. Mi ritrovo una siringa infilata in prossimità della ferita al collo. Cerco di divincolarmi ma Cato mi ferma, appoggiando il palmo della mano sulla mia guancia.
-Ferma.. Con questo ti sentirai meglio..- mi rassicura iniettando il liquido verdognolo all’interno della ferita
Un brivido mi percorre quando estrae l’ago e un bruciore insopportabile si espande su tutta la spalla.
-Ah merda.. ma cos’è?- chiedo alzandomi a sedere
-Non ne ho idea.. ma hanno detto che ti sarebbe servito-
-Chi?- chiedo corrugando le sopracciglia
Cato prende a bendarmi di nuovo e solo dopo aver finito si decide a spiegarmi.
-Gli strateghi.. hanno proposto un’altra sfida mentre tu dormivi..-
Sgrano gli occhi e mi guardo attorno, ma soprattutto guardo lui. Guardo se è ferito, se qualcosa in lui è cambiato.
-Cosa.. cosa è successo?- chiedo balbettando
-Alla Cornucopia avevano messo delle risorse che avrebbero potuto aiutare tutti i tributi..-
-E tu.. tu ci sei andato! Sei pazzo?-
Scuote la testa e si rialza –Cosa dovevo fare? Lasciarti morire?-
-Stavo benissimo..-
-Non hai aperto occhi per due giorni!- sbotta con le vene pulsanti nel collo
Abbasso lo sguardo –Due giorni?- domando scettica
Annuisce e si siede su una roccia massaggiandosi i capelli biondi.
-Sapevo che non ce l’avresti fatta così sono andato senza pensarci due volte..-
-E’ morto qualcuno?- chiedo
Cato scuote la testa ma subito dopo sentiamo lo sparo del cannone. Sobbalzo ed incrocio gli occhi azzurri di Cato.
-Spero sia quella stronza..- bisbiglia stringendo i pugni, pieno di rabbia
 
La sera stessa scopriamo la vittima del giorno. La rossa. Ne sono sollevata, un po’ la temevo. Ora rimanevamo solo in quattro. Io, Cato, Katniss e Peeta. Eravamo alla resa dei conti.
-Mi sento meglio Cato.. possiamo anche andare..- confermo rialzandomi in piedi
La testa mi gira ancora un po’ ma cerco di ignorarlo e cammino alla bell’è meglio verso l’uscita della caverna.
Cato mi ferma subito cingendomi la vita.
-Ehi dove credi di andare tu?—ridacchia baciandomi il collo.
Sorrido e appoggio la testa sulla sua spalla –Voglio andarmene da questa arena..-
-Sei ancora debole.. aspettiamo almeno l’alba, poi partiremo- mi convince continuando a mordicchiarmi il collo.
Rabbrividisco e affondo le dita tra i suoi capelli, chiudendo gli occhi.
 –Ok..- sospiro lasciandomi trascinare a terra
Ci sistemiamo sul giaciglio di coperte e Cato si sistema sopra di me, sostenendosi con i gomiti per non schiacciarmi. Afferra una coperta e la stende sopra di noi, avvolgendoci in un calore e in buio quasi rassicuranti.
-Quanto vorrei essere fuori da qui.. insieme a te- sussurro accarezzandogli le braccia muscolose
Sorride e mi strofina il suo naso sul mio.
-Lo saremo.. presto..-
Le lacrime cominciano a pizzicarmi gli occhi e deglutisco per evitare di piangere.
-Io.. non ne sono sicura..-
-Perché?- chiede corrugando le sopracciglia
-Due vincitori.. questa cosa mi puzza di bruciato, secondo me è solo una patetica scusa per fare spettacolo..-
-Non voglio pensarla così.. voglio pensare che usciremo vincitori insieme da questo inferno e torneremo a casa. Vivremo in una fantastica villa costruita apposta per noi, saremo serviti e riveriti e potremo fare quello che vogliamo. Niente più genitori, niente più obblighi. Solo io e te.-
-Magari anche un cane no?- ridacchio
-Si cavolo! E… anche qualche marmocchio che ci gira attorno..- sussurra
Il mio cuore perde un battito e stavolta non posso trattenere le lacrime.
-Davvero? Vorresti davvero dei bambini?- chiedo singhiozzando
Cato sorride e cattura le lacrime che scivolano dagli angolo dei miei occhi.
-Se vuoi possiamo cominciare a farli già adesso..- sussurra baciandomi
Scoppio a ridere tra le sue labbra e lo stringo a me facendo aderire i nostri corpi.
-Sei sempre il solito malizioso!-
 
Un ululato seguito da un ringhio mi sveglia. Apro leggermente gli occhi e faccio per alzarmi ma Cato è ancora sopra di me e mi stringe la mano intorno alla bocca. Corrugo le sopracciglia e cerco di divincolarmi.
-Shh.. non muoverti..- sussurra schiacciando il suo corpo contro il mio
Mi guardo attorno finchè non vedo due iridi verdi luccicare nel buio della caverna.
-Appena gli tiro addosso questo tu corri ok?- mi sussurra Cato afferrando il suo zaino
Annuisco spaventata e appena Cato tira lo zaino addosso alla bestia ringhiante io scatto in piedi e comincio a correre fuori dalla caverna. E’ notte fonda, ringhi e ululati provengono da ogni parte. Non so dove correre, non so dove andare e non so nemmeno da cosa sto scappando. Mi guardo indietro e appena vedo Cato raggiungermi tiro un sospiro di sollievo.
-Alla Cornucopia!- urla
Obbedisco e svolto a destra per uscire dal folto del bosco. Qualcosa mi si avventa addosso buttandomi a terra. Mi proteggo il viso con le mani e qualcosa si conficca sui miei polsi. Zanne. Zanne aguzze e coperte di sangue. Due occhi azzurri mi fissano come indemoniati. E’ un lupo, ricoperto di pelo nero, muscoloso e forte. Maledetti gli strateghi e le loro simpatiche trovate. La lama di una spada trafigge il collo della belva e Cato mi afferra le braccia, tirandomi su.
Riprendiamo a correre nonostante i morsi e le ferite dei cani. Finalmente raggiungiamo la Cornucopia, ci saltiamo su mentre i lupi ci accerchiano e provano ad arrampicarsi.
-Che diavolo sono?- chiedo esaminandomi i polsi bucati dalle zanne
-Lupi?-
-Fin là ci ero arrivata anchio sai??!!- sbotto osservando le belve con la bocca piena di schiuma e sangue.
Uno di loro ulula pieno di rabbia e mi fissa minaccioso con le iridi azzurrine. Lo osservo come incantata. Quelle iridi. Quel azzurro. Quegli occhi.
-Marvel..- sussurro cadendo in ginocchio
-Cosa?-
-Guardali bene Cato.. sono loro-
Si guarda attorno per poi soffermarsi su un lupo. Marvel. Fissa il suo sguardo rabbioso e poi scuote la testa.
-Merda.. che diavolo gli hanno fatto?-
-Bastardi!- sbotto scuotendo i pugni in aria e prendendo a calci la Cornucopia
-Non provare ad ammazzarlo!!- la voce di Katniss mi sorprende alla spalle
Sgrano gli occhi e mi giro lentamente. Cato tiene fermo Peeta in una stretta mortale. Katniss punta l’arco verso di lui, controllandomi con la coda dell’occhio.
-No.. non tirare!- la prego alzando le mani in segno di resa
-Se lo ammazza lo ammazzo anch’io!- minaccia Katniss agitando l’arco
Guardo Cato, che punta la sua lama alla gola di Peeta.
-Cato.. ti prego.. abbassa la spada..-
-No!- sbotta –Questo è il momento giusto! Io lo ammazzo e tu ammazzi lei, Lucy! Lanciale uno dei coltelli!-
Katniss non sa più dove puntare l’arco ed io non so più cosa fare. Sotto di noi i lupi continuano a ululare e ringhiare. Afferro un coltello e lo punto contro Katniss. Perché non riesco a tirarlo? Perché non riesco ad ucciderla?
Prima di poter concepire un altro solo pensiero, la freccia viene scoccata e velocissima si conficca nel palo di Cato. Peeta lo scansa via facendolo sbilanciare. Lascio cadere il coltello e corro verso di lui ma inutilmente. Cade all’indietro, atterrando tra i lupi ringhianti. Senza pensarci due volte salto anch’io. Salto anch’io in quell’inferno. Non lo faccio per salvarlo, ma per morire con lui.


ANGOLO AUTRICE:
Non so come scusarmi per il mio ritardo.. sono imperdonabile T.T Dire che la scuola non mi dava tregua è poco! Non avevo mai tempo di aggiornare! Il capitolo l'ho finito di scrivere stasera ed è il penultimo, mi dispace che la storia si stia per concludere :( L'epilogo cercherò di aggiornarlo stasera stessa, tanto sarà abbastanza corto! Devo ancora decidere bene il finale.. la storia, come avevo già detto, l'avevo già scritta tempo fa però non avevo scritto il finale! Cercherò di trovare quello più adatto! ;) Grazie ancora a tutti quelli che mi seguono nonostante tutti questi ritardi! GRAZIE GRAZIE GRAZIE! *.*

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Capitolo 16
*** Epilogo ***


Zanne e artigli dilaniano il mio corpo. Afferro uno dei miei coltelli e prendo a lanciarli ovunque, squartando i musi di quegli abomini. Dovevo raggiungere Cato, ad ogni costo.  Lo vedo agitare la spada intorno a lui, gli occhi iniettati di sangue e pieni di lacrime.
-Non mi ucciderete mai! Io vincerò! Vincerò!- urla sgozzando un altro lupo
-Cato!- lo chiamo
Si gira verso di me, come tornato alla realtà, e il suo viso si fa sereno. Un lupo gli balza addosso affondando le zanne sulla sua spalla. Mi fiondo verso di lui e pianto un coltello sulla schiena dell’animale. Cato si divincola a terra, ricoperto di sangue e fango.
Mi inginocchio di fianco a lui e lo aiuto a rialzarsi.
-Cato.. Cato..- singhiozzo
-No! Voglio vincere!- continua ad urlare
Gli prendo il viso tra le mani e rimango a fissare i suoi occhi cristallini.
-Basta combattere Cato..- singhiozzo mentre le lacrime scorrono come fiumi sulle mie guance
Il suo corpo si rilassa per un momento ed infine mi abbraccia, scoppiando in un pianto disperato.
-Noi dovevamo vincere!- urla
Un lupo si avventa sul mio viso strappandomi un orecchio. Digrigno i denti e continuo a piangere, cercando di ignorare il dolore.
-Va bene così..- sussurro
I lupi ci sovrastano e il dolore pervade il mio corpo. Tra ringhi e urla l’unica cosa che mi rimane da fare è stringere Cato. Non ci stacchiamo un solo secondo, abbracciati, ad aspettare la morte.
-Ti prego! Uccidici!- urla Cato, probabilmente rivolto a Katniss
Non riesco a vederla. La mia vista è completamente offuscata.
Cato mi stringe a sé e mi bacia. L’ultimo bacio. Le nostre lingue si sfiorano e le labbra tagliuzzate si accarezzano. Ci stacchiamo senza fiato e i nostri occhi colmi di lacrime si incrociano.
-Ti amo..- sussurra Cato
Nonostante la situazione, nonostante sia ad un passo dalla morte, quella parole mi confortano. Mi avvolgono, mi fanno da scudo a tutto quel dolore fisico. Ora la morte non è più tanto spaventosa e solo ora riesco a capire che non saremo mai potuti essere felici. Come potevamo? Questo mondo è tutto sbagliato, questo mondo è l’inferno. Per tutta la vita eravamo cresciuti in un inferno, tra sangue e armi, morte e dolore. Come potevamo pretendere di essere felici in un mondo che insegnava solo questi valori? Come potevamo crescere dei figli e poi vederli combattere nell’arena. L’unica via d’uscita da questo inferno era la morte. La morte che ci accolse come una madre accoglie i figli, avvolgendoli nel calore di un abbraccio. Me ne andai pronunciando le ultime parole che andavano dette, le più giuste.
-Ti amo anchio, Cato..-
 
Mi ritrovo davanti a una graziosa villetta circondata da un giardino. Il vento fa ondeggiare i rami dei ciliegi, i cui petali ricadono delicatamente nell’erba. Avanzo lentamente a apro il piccolo cancelletto di legno.
Un uomo è chino a terra, accarezza un cane dal pelo color cioccolata.
-Chi sei?- chiedo
L’uomo si rialza, girandosi verso di me. Sgrano gli occhi appena capisco che si tratta di mio padre.
-Ciao tesoro mio..-
Stranamente non provo rancore verso di lui. Non provo rabbia. Riesco a provare solo amore. Perché?
-Dove siamo?- chiedo guardandomi attorno
Mio padre mi sorride –In un posto migliore.. non credi?-
-Io sono.. sono morta?-
Annuisce con un sorriso compassionevole e mi abbraccia. Stringendomi delicatamente a sé. Non mi aveva mai abbracciato prima.
-Sono stato un pessimo padre.. mi dispiace..-
-Non.. non importa, ma perché sei qui?-
Si scioglie dall’abbraccio e mi sorride ancora
-Sono morto..- risponde semplicemente
Non riesco a capire eppure dentro di me non provo dolore. C’è solo serenità.
-E la mamma? E mio fratello?- chiedo
-Loro staranno bene.. li proteggeremo..- mi rassicura sfiorandomi il viso con le dita
-Lucy!- una voce mi chiama in lontananza
-Credo che qualcuno voglia vederti ora..- mi dice mio padre tornando ad accarezzare il cane
Mi guardo attorno ma non vedo nessuno. Avanzo nel giardino finchè qualcuno non mi balza alle spalle abbracciandomi stretto.
-Oh Lucy! Sei qui anche tu!-
I miei occhi si riempiono di lacrime quando riconosco la voce di Marvel. Mi giro di scatto e lo abbraccio anch’io.
-Marvel.. non ho vinto..- sussurro
Il ragazzo mi afferra le spalle guardandomi negli occhi, per poi scoppiare a ridere.
-Lo ammetto, speravo venissi qua anche te però volevo che vivessi il più a lungo possibile!-
Allungo una mano sul collo in cerca del suo ciondolo ma non lo trovo.
-Perchè.. perché non c’è?- chiedo
-Qui non c’è bisogno di oggetti del genere..- spiega
-Ma era prezioso.. per te e anche per me..-
-Ora siamo insieme.. a cosa può servire ancora?-
Abbasso lo sguardo e annuisco accennando a un mezzo sorriso. Anche se non capisco fino in fondo quello che sta succedendo, qualcosa mi dice che un giorno capirò anch’io e sarò io stesso a spiegarlo a tutti quelli che verranno. Lo spiegherò alla mamma e poi anche a mio fratello.
Marvel mi indica qualcosa oltre le mie spalle
-Forza.. va da lui..-
Mi giro confusa verso la casa. Cato se ne sta in piedi davanti alla soglia. Mi sorride.
Gli corro incontro e lui mi accoglie tra le braccia. Mi stringe a se ed io lo bacio. Lo bacio ancora e ancora, fino allo sfinimento, per accertarmi che non sia uno splendido sogno. Per accertarmi che tutto questo è reale. E lo è. Gli accarezzo i morbidi capelli biondi e mi perdo in quei profondi occhi azzurri. Mi perdo nel viso del ragazzo che amo, mi lascio avvolgere da tutto quel calore e assaporo quella felicità che mai avevo provato prima. La mia anima non era mai stata così leggera, così spensierata. Finalmente stavo bene.
-Dimmi che tutto questo non finirà.. ti prego..- sussurro
Ridacchia e mi stringe ancora di più a sè
-No amore mio.. non finirà mai-


ANGOLO AUTRICE:
Vai che ce l'ho fatta a postare! :D Ecco l'epilogo.. ho cercato di renderlo il meno tragico possibile e anche se (come avrete ben capito) i nostri Cato e Lucy sono morti spero vi sia piaciuto comunque :) Tutto sommato è un lieto fine dai, tutti felici e contenti! Vediamo di rispondere ad alcuni questiti che vi sarete posti leggendo.. Ho voluto ambientare la scena dell'arrivo di Lucy in Paradiso in una villetta.. forse qualcuno di voi avrà capito che si tratta della villetta di cui parlavano Cato e Lucy il capitolo precedente! La villetta dove volevano andare a vivere una volta vinti gli Hunger Games! Arriviamo ora alla domanda che credo vi siate posti tutti xD Che ci fa il padre di Lucy in Paradiso? Sinceramente non ho nemmeno io una risposta xD Credo che quella più plausibile sia il suicidio! Avendo compreso gli sbagli commessi con la figlia e considerandosi colpevole di averla mandata a morire credo che, tormentato dal senso di colpa, si sia tolto la vita.. L'ho fatto morire perchè volevo che Lucy si riappacificasse con lui e fosse felice al 100% :D Ora credo proprio di aver finito! Ringrazio infinitamente tutti quelli che mi hanno seguita fino ad ora, spero che questa storia vi sia piaciuta, spero di avervi divertiti e di avervi fatto emozionare almeno un po' ^.^ BACIONI e MILLE GRAZIE! *.*

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