The Dark Side

di _Giuls17_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scelte ***
Capitolo 2: *** Occlumanzia ***
Capitolo 3: *** Benvenuta nel mio esercito ***
Capitolo 4: *** Una seconda casa ***
Capitolo 5: *** Magia Nera ***
Capitolo 6: *** Promesse ***
Capitolo 7: *** Attacco ***
Capitolo 8: *** Sogno ***
Capitolo 9: *** Hogsmeade ***
Capitolo 10: *** Convivenza ***
Capitolo 11: *** Quando l'amore non si vede ***
Capitolo 12: *** Il Marchio Nero ***
Capitolo 13: *** Mangiamorte ***
Capitolo 14: *** Decisioni ***
Capitolo 15: *** La solitudine di Hermione ***
Capitolo 16: *** Harry Potter e Ronald Weasley, non sono sinonimo di fiducia ***
Capitolo 17: *** Il primo giorno senza te ***
Capitolo 18: *** Hogwarts ***
Capitolo 19: *** Il Diadema di Priscilla Corvonero ***
Capitolo 20: *** Siamo dalla parte di Harry Potter ***
Capitolo 21: *** Combattere ***
Capitolo 22: *** Come un battito d'ali ***
Capitolo 23: *** I primi mesi senza lui ***
Capitolo 24: *** I primi mesi senza lei ***
Capitolo 25: *** Seconde possibilità ***
Capitolo 26: *** Elis ***
Capitolo 27: *** Marzo del 2000 ***
Capitolo 28: *** Io, lei, Elis e Fred? ***
Capitolo 29: *** Sarà mai possibile ricominciare? ***
Capitolo 30: *** Senza perdere altro tempo ***
Capitolo 31: *** Famiglia Malfoy ***
Capitolo 32: *** Ritornare assieme ***
Capitolo 33: *** Proposta ***
Capitolo 34: *** Non era un sogno ***
Capitolo 35: *** Spezzata ***
Capitolo 36: *** Non volendo dire addio ***
Capitolo 37: *** Salvarla ***
Capitolo 38: *** (Ri)Tornare a vivere? ***
Capitolo 39: *** Always, but this is the end ***



Capitolo 1
*** Scelte ***


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Vi do il benvenuto alla mia nuova storia.
Questa ideaa mi tartassava da un paio di giorni e
solo oggi/stasera,
ho deciso di metterla per iscritto.
Non so ancora bene quanto sarà lunga, ma vi aggiornerò nel corso
della storia.
Voglio come sempre ringraziare tutte le persone che si 
soffermeranno a leggerla,
grazie! E mi farebbe piacere riceve qualche recensione

per sapere il vostro punto di vista 
XOXO

Scelte
 
 
-Hermione dobbiamo vincere questa guerra.-
-Professoressa lo so bene e farò qualsiasi cosa sia in mio potere.-
 
Hermione Granger inghiottì con forza il groppo che le si era formato in gola e cercò di mantenere i nervi saldi.
Anche se, la più piccola, ma vera parte di lei avrebbe voluto urlare e scappare via.
Non avrebbe voluto trovarsi in quella situazione, ma la sua bravura e la sua amicizia con Potter la rendevano l’unica adatta per quel compito.
L’unica che la McGranitt aveva convoca, segretamente.
 
-Hermione, le si rende conto del perché è qui?- indicò il suo ufficio con sguardo serio.
-Penso sia per qualcosa di importante.- sussurrò la ragazza.
Stava cercando dentro di se il coraggio per affrontare la successiva fase della discussione, sapendo che si sarebbe posata su argomenti molto scottanti.
-La guerra ci ha imposto di fare delle scelte e queste scelte sono ricadute su di lei.-
-Me?-
La professoressa rimase un attimo in silenzio, cercando di osservare la giovane ragazza e allo stesso tempo chiederle perdono con gli occhi.
-Lei non eccelle solo per le sue doti, ma sappiamo che è l’unica in grado di svolgere, perfettamente, la missione.-
-Di cosa si tratta?-
-Sappiamo per certo che Tu-Sai-Chi risiede a Malfoy Manor…-
-Volete che lo uccida?- chiese con una punta di ironia.
Hermione non era capace di uccidere neanche una mosca, non sarebbe riuscita a uccidere neanche il Signore Oscuro in persona, neanche sotto minaccia.
-No cara, vogliamo che tu vada al Manor… Devi conquistarti la fiducia dei Mangiamorte, entrare a far parte dei fedelissimi, dovrai combattere dall’interno.- disse in un soffio la professoressa.
Il cuore di Hermione si bloccò per qualche secondo, cercando di elaborare le parole, cercando di trovare una nota di ironia o qualche altro dettaglio che la facesse ricredere.
Ma una volta sollevato lo sguardo verso la sua insegnante, vi trovò solo degli occhi tristi e spenti.
-Perché io?- sussurrò quasi a se stessa.
-Sei la più credibile, l’unica che può farcela.-
-Mi state mandando a morire.- disse senza pensarci due volte.
-Ne siamo consapevoli, ma è arrivato il momento di cambiare le carte in tavola… Non possiamo rischiare di perdere.-
-E se mi volessero sottoporre al Marchio?-
La McGranitt non rispose e distolse lo sguardo dagli occhi pieni di lacrime di Hermione, non avrebbe retto il contatto visivo con la sua allieva.
-Come faccio ad entrare al Manor?-
-Dovrai farti catturare, dovrai far credere di aver disertato, dovrai essere quello che loro sono nel profondo: traditori.-
Hermione avrebbe voluto urlare e buttare tutto all’aria, ma l’unica cosa che fece fu stringere forte le mani, facendosi venire le nocche bianche.
Lei non era una bambina capricciosa, era una ragazza cresciuta troppo in fretta ed avrebbe accettato il suo destino, quello che gli altri avevano scritto per lei.
-Comunicherai con noi dopo un mese esatto, non vogliamo che cada la tua copertura e ti contatteremo noi.-
-E… Cosa dovrei fare io, a parte sopravvivere, si intende?-
-Dovrai raccogliere informazioni, piani, tattiche, possibili attentati, tutto quello che ci può essere utile… Come anche scoprire la posizione dei vari Horcrux.-
-Ho capito.-
-Hermione sei la nostra unica speranza.-
Annuì debolmente, alzandosi dalla sedia per lasciare la stanza.
Quello che le avevano affidato non era una missione e neanche un incarico, era una condanna di morte a cui Hermione non avrebbe potuto sottrarsi.
 
***
 
Il cuore di Hermione stava battendo troppo forte, le faceva così male che avrebbe preferito strapparselo dal petto prima che fosse troppo tardi.
Ma non poteva, la sua vita in quel momento era la più preziosa di tutte, forse anche più del Bambino Sopravvissuto.
-Tutto bene, Herm?-
Ron le poggiò una mano sulla spalla in segno d’affetto, ma lei riuscì a rispondere solo con un debole sorriso.
Le faceva male quella situazione, le faceva male dover essere sacrificata ma non avrebbe disubbidito agli ordini, non poteva rischiare delle vite innocenti solo perché aveva paura.
Ed era questa la verità che aveva nascosto anche a se stessa.
Hermione Granger aveva una paura fottuta della missione, aveva paura di dover prendere il Marchio o peggio ancora di morire, aveva paura di fallire e di far uccidere i suoi amici.
Ma proprio in quel momento non poteva permetterselo.
Così ancora una volta cercò in lei il coraggio, quello che l’aveva sempre distinta dalla massa, l’unico vantaggio che la vita le aveva dato e aspettò in silenzio.
Erano stati avvertiti della presenza di alcuni Mangiamorte a Nocturne Alley e così lei e Ron ed Harry si erano diretti per investigare, solo che gli ultimi non sapevano cosa avrebbe dovuto fare lei.
-Eccoli.- sussurrò piano ai suoi amici.
-Sono in quattro, non possiamo fare niente.- disse Harry avvicinandosi a loro.
Mi dispiace, pensò chiudendo un attimo gli occhi.
Puntò la bacchetta terra, vicino ai suoi amici.
-Bombarda!-
 
Senza rendersene conto aveva iniziato a correre il più velocemente possibile, sapeva di aver attirato l’attenzione dei Mangiamorte, sapeva che la stavano inseguendo.
Riusciva a percepire il loro respiro sul collo, ma non si arrese.
Voleva essere catturata.
-Stupeficium.- puntò la bacchetta indietro ma mancò il bersaglio.
-Confringo.-
Svoltò bruscamente a destra, l’incantesimo l’aveva solo sfiorata ma il braccio le doleva e aveva iniziato a perdere molto sangue.
Devo farcela.
-Incarceramus.-
Tutto il suo corpo tremò, e senza che potesse impedirlo delle funi le legarono le braccia e le gambe, impedendole di muoversi.
-Ah- un urlo strozzato le uscì dalla bocca, non trovando le forze per trattenerlo.
Sentiva che il dolore al braccio era aumentato e che non sarebbe resistita a lungo.
-Volevo che mi prendeste… Io…- la vista cominciò ad appannarsi ed il corpo iniziò a tremare per gli spasmi dovuti al dolore.
-Io ho disertato.- disse prima che il suo mondo diventasse buio .
 

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Capitolo 2
*** Occlumanzia ***


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Buongiorno a tutti =)
Sono tornata con il secondo capitolo di questa nuova storia, 
sono rimasta abbastanza soddisfatta del primo e spero ance voi lettori,
quindi vi ringrazio, con tutto il cuore per essere passati,
a darci anche solo un occhiata :*
Un grazie speicile va a 
elenannabethpotter
che ha recensito la storia e un grazie ancora più grande va alle 131
persone che lo hanno letto, senza contare chi l'ha aggiunta tra i preferiti
e le seguite <3

Occlumanzia
 
Non seppe dire per quanto tempo rimase incosciente e dove si trovasse, ma il suo sesto senso le disse che il suo piano aveva funzionato e che probabilmente era stata trasportata al Manor.
Hermione aprì gli occhi lentamente, tutto il corpo le doleva come se fosse stato trafitto da un numero di spilli, troppo alto, anche solo per ricordarselo, però non fu la luce che trovò al suo risveglio, il suo mondo era ancora buio.
Si mise a sedere lentamente, cercando la bacchetta ma senza meravigliarsi troppo non la trovò.
Ovviamente mi vogliono indifesa.
Senza perdersi d’animo cercò di esaminare il suo braccio e poté notare, con rammarico, che ancora perdeva sangue.
-Grandioso.-
Cercò di ripulirselo alla meno peggio con la maglietta, ma non voleva infettarlo ulteriormente, così decise si smetterla e si mise in attesa.
Staranno pensando a come comportarsi con me.
Ed effettivamente non avrebbe avuto tutti i torti, nessuno disertava dalla schiera di Potter, nessuno abbandonava il bene per rintanarsi nelle tenebre.
 
***
 
-E’ qui.-
Furono quelle parole a riscuoterla dal sonno in cui era sprofondata, aveva perso nuovamente il conto delle ore e non seppe dire se fosse notte o giorno, ma finalmente qualcuno le aveva aperto la porta della cella e i suoi occhi incontrarono la luce.
Una luce artificiale, ma Hermione riuscì a rianimarsi.
-Buonasera Granger.-
Si mise a sedere e osservò il volto di Lucius Malfoy farsi sempre più vicino, i capelli più lunghi e la barba incolta.
Qualcosa non è andato per il verso giusto, Lucius?
-Ti vuole vedere.-
Altri due Mangiamorte entrarono dalla stanza e la portarono fuori dalla cella di peso e solo in quel momento Hermione si rese conto della stanchezza che provava, non sarebbe mai riuscita a camminare.
-Siamo molto colpiti e sorpresi della tua scelta.-
La ragazza venne lasciata cadere in malo modo a terra e senza pensarci due volte guardò in faccia tutti i presenti, Bellatrix Lastrange la stava guardando con la sua solita faccia da folle, Malfoy Senior pareva divertito per quella situazione irreale e Narcissa Malfoy, sedeva rigida e composta su una poltrona, senza proferire parola.


-Cosa dovremo fare con questa?-
Hermione si voltò di colpo, non aveva notato la presenza di Fenrir Greyback alle sue spalle e trasalì alla sua vista.
-La interroghiamo.- disse semplice Narcissa Malfoy.
-Perché hai disertato?-
Hermione provò a inghiottire il groppo che le si era formato in gola, ma non appena ci riuscì non trovò le parole. Qualcosa la stava bloccando e sapeva per certo che non era un incantesimo.
Ma la semplice paura.
-Ti conviene parlare, Mezzosangue!!- urlò Bellatrix avvicinandosi a lei.
-Io… Io ho lasciato Hogwarts, ho deciso di non combattere con loro.- sussurrò più a se stessa che agli altri.
-E perché noi dovremo crederti?-
Il tono di voce piatto di Lucius la fece trasalire nuovamente, ma decise che era arrivato il momento di reagire, doveva riuscire a entrare nel gruppo dei fedelissimi e non ci sarebbe riuscita continuando così.
-Me ne sono andata volontariamente perché non concordavo con le idee della McGranitt.- alzò il tono di voce per acquisire più coraggio.
-Sarebbe?-
-Lei è convinta di poter vincere questa guerra, è convinta che sia facile uccidervi e solo io mi sono resa conto della gravità di questa affermazione… Noi non possiamo vincere contro di voi e sinceramente io preferisco vivere che morire.-
-Ma come? Tu sei la compagna di Potter, non avresti abbandonato il tuo amico così facilmente.-
Hermione inspirò a fondo, doveva farcela, non poteva fallire proprio ora.
-Ho provato a convincere Harry ad unirsi a voi, ho provato a fargli capire che tutto sarebbe stato diverso, ma mi ha dato della folle, mi ha dato dell’incoerente, mi ha disconosciuta come amica.- abbassò lo sguardo per fingere il suo dolore ma in realtà stava ribollendo dentro.
-Dobbiamo aspettare che arrivi l’Oscuro Signore, solo lui saprà dirci se la ragazza mente o no, nel frattempo…-
-Crucio!!-
Un dolore indescrivibile colpì Hermione al petto, togliendole l’aria dai polmoni e facendola boccheggiare.
-Bastaaaa.- urlò con tutto il fiato che le era rimasto in corpo.
-Ahaha sai resistere cosi poco?- Bellatrix stava ridendo della scena e dopo pochi minuti interrupe la tortura.
Hermione provò a rimettersi in piedi ma senza successo, tremava dalla testa fino ai piedi e il braccio aveva ripreso a farle male, asciugò una lacrima che le stava scivolando lungo la guancia e cercò di non apparire debole.
Voglio andare a casa, voglio mollare tutto, non posso resistere.
-Cosa abbiamo qui?-
Stavolta Hermione non si voltò, rimase ferma immobile.
-Mio Signore è una delle amiche di Potter… Sostiene di aver disertato e desidera unirsi alle nostre schiere.-
-Per farlo deve esserne degna, chi sei tu?- chiese parandosi di fronte la ragazza.
-Sono Hermione Granger, sono una Mezzosangue.- disse mantenendo la testa dritta.
Non avrebbe permesso a quella pazza di insultarla ancora.
-Bene, bene. Dovrà essere, veramente, degna ma prima…- le si avvicinò lentamente e le posò una mano sulla testa.
Ed Hermione seppe che era quello il momento di agire, avrebbe usato l’occlumanzia per lasciare Voldemort fuori dalla sua missione e si sarebbe concentrata su qualche altro dettaglio, per non far scoprire le sue carte.
È per questo che la McGranitt ha scelto me, sapeva che mi stavo allenando in segreto per padroneggiare meglio quest’arte, sapeva che ero l’unica ragazza della scuola a saperlo fare senza rischiare di morire.
-Mmm interessante.- la lasciò andare e senza volerlo la ragazza cadde in ginocchio.
-Per il momento rinchiudetela, domani sarà decisa la sua sorte.-
Hermione chiuse brevemente gli occhi per incassare il colpo, venne nuovamente scortata fuori dalla stanza dai due Mangiamorte, ma non smise di guardare in faccia i suoi futuri alleati.
Perché sapeva che era riuscita a convincerli.
È fatta.
 

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Capitolo 3
*** Benvenuta nel mio esercito ***


Eccomi di nuovo qua con il 3 capitolo =)
Vorrei ringrazie le persone che hanno aggiunto la storia
nei preferiti e nelle seguite!!
Grazieeee =)
Volevo informarvi che posterò, quasi abitualmente, due aggiornamenti
a settimana, uno il mercoledì e uno la domenica!
Così da non creare scompiglio con le altre storie e per aiutare voi!!
Grazie a chi si soffermerà a leggere e a lasciare una piccola recensione
<3

Benvenuta nel mio esercito
 
-Tieni.-
Una voce la svegliò dal sonno in cui era caduta, un sonno pieno d’incubi e l’unico ricordo tangibile era il dolore che aveva provato, per colpa della maledizione senza perdono.
Hermione aprì gli occhi sulla figura di Narcissa Malfoy, che aveva appena appoggiato un vassoio con del mangiare a terra.
-Devi mangiare qualcosa, cara.-
-Perché?- chiese cercandosi di mettere a sedere.
-Perché cosa?-
-Perché fate questo, io…-
-Non essere scioccata, sarò sposata anche con un Malfoy ma il mio sangue è Black, noi non siamo così crudeli, almeno non tutti.- pensò alla sorella e alla tortura che aveva inflitto alla povera ragazza.
Senza farsi notare la scrutò attentamene, alla ricerca di un indizio che la facesse dubitare, ma la verità era che più osservava Hermione e più provava pena per lei.
-Perché stai facendo tutto questo?-
Narcissa fece un passo indietro, istintivamente, non rendendosi conto delle parole appena pronunciate.
-Io lo chiamo istinto di sopravvivenza, forse lo conoscete.- prese dal vassoio un pezzo di pane e iniziò a mangiare avidamente.
-Potevi rimanere con Potter, potevi restare nel tuo rifugio sicuro, con persone che ti volevano bene, ma gli hai voltato le spalle.-
Hermione sogghignò senza volerlo, e guardò la sua interlocutrice, -Quando questa maledetta guerra è scoppiata ho pensato che potevamo avere speranza, che in qualche modo potevamo vincere ma quando mi sono resa conto che, col mio atteggiamento, avrei messo in pericolo la vita delle persone a me care, non ho più capito niente.-
Inspirò a fondo cercando di calmarsi, quello che aveva appena detto non le sembrava una vera bugia, non in parte.
Penso veramente queste cose, solo che se avessi potuto scegliere avrei fatto diversamente.
-Non potevo rischiare che la mia famiglia venisse uccisa, non potevo rischiare così tanto in una guerra in cui i Babbani e i Mezzosangue sono gli unici a morire.-
Narcissa rimase in silenzio, incredula.
È una ragazza così giovane, ma sa il fatto suo, pensò intensamente.
-Non pensiate che per me sia stato facile prendere questa decisione, non creda che io abbia abbandonato i miei amici dall’oggi al domani, ho preso tempo. Tempo per essere sicura, tempo per decidere la strada giusta.
Non ho problemi ad ammettere di essere scesa a patti col diavolo, sono a posto con la mia coscienza.-
Posò il tozzo di pane sul vassoio, appoggiandosi nuovamente al muro.
Sono stata convincente, Narcissa riferirà tutto a Voldemort. Ne sono sicura.
-Scusami, adesso.- la donna si congedò in silenzio lasciandola nuovamente sola con i suoi incubi, peggiori.
 
***
 
-Draco?-
La voce di Lucius fu quasi un sussurrò ma suo figlio aveva sentito perfettamente chiamarlo per nome.
-Padre.- rispose educatamente il Serpeverde.
-Cosa ci fa qui?- chiese cauto.
È vero non dovrei essere qui, ma sono sciuro che qualcosa sta cambiando.
-Qualcosa non va a scuola, volevo comunicare con voi via gufo per avere qualche notizia, ma ho preferito venire direttamente qua.-
-Hai… Hai fatto bene, su andiamo.-
Senza esitare venne condotto dal padre nel salotto in cui si tenevano tutte le riunioni con Voldemort, ma poté notare un flebile cambiamento.
Lo percepisco anche dall’aria, sta succedendo qualcosa in questa casa.
 
-Ma guardate chi è venuto a trovarci, Draco.- il Signore Oscuro si era avvicinato a lui nel momento esatto in cui aveva varcato la porta del salone e come sempre Draco si inginocchiò, come segno di rispetto e di paura.
-Stavo giusto comunicando con vostra madre, le ultime novità.-
Sembra… Felice? Pensò il ragazzo rimanendo in silenzio.
-Narcissa hai fatto un ottimo lavoro.-
-Tutto quello che lei desidera, Mio Signore.- si inginocchiò per poi allontanarsi.
-Adesso è il momento di parlare con lei.- mosse la mano verso la porta.
-Lei?- sussurrò al padre, ancora al suo fianco.
-Fra poco capirai tutto.-
E il ragazzo non poté fare a meno di percepire la tensione nel tono di voce del padre, mischiata con la paura.
Si voltò nuovamente verso la porta, una ragazza vestita di stracci stava lievitando, e solo quando fu al centro della stanza il Signore Oscuro abbassò la mano.
-Sono lieto di constare che hai superato la notte.-
Draco guardò attentamente la ragazza, tra i graffi e le ferire, cercando di scacciare l’odore del sangue, e riconobbe un leone ferito, riconobbe Hermione Granger, amica di Potter e Mezzosangue.
 Che cazzo sta succedendo qui?
Il suo cuore senza che potesse evitarlo inziò a battere forte, non era preoccupato per la salute di lei, non gli interessava nulla di quella ragazza ma la sua presenza a casa sua lo aveva destabilizzato.
 
***
 
Hermione alzò lentamente gli occhi da terra, era decisa più mai a non farsi più mettere i piedi in testa.
Io riuscirò nella mia missione, non posso fallire.
Ma senza volerlo, il suo sguardo si bloccò su un ragazzo, dal colorito pallido e dai capelli troppo biondi, gli occhi grigi come una tempesta.
Cazzo ci fa Malfoy qui?
Cercò di riprendere il controllo del suo corpo, stava tremando. Non per la paura, non voleva che il suo piano fosse rovinato dal Furetto.
-Mia cara ragazza, oggi potrebbe essere il tuo giorno fortunato.- Voldemort le si avvicinò, con la bacchetta ben stretta alla mano.
Lei cercò d’istinto la sua, ma non la trovò.
Devo resistere.
-Vediamo se quello che tu hai detto finora corrisponde a verità, Draco che sta succedendo ad Hogwarts?-
Il ragazzo rimase sorpreso per la domanda e non potè evitare di rivolgere uno sguardo interrogativo alla ragazza che gli stava davanti.
-Hogwarts è in subbuglio, si vocifera che qualcuno abbia abbandonato la scuola e la McGranitt ha perso il controllo sugli studenti.-
No. Hermione avrebbe voluto urlare, ma dovette trattenersi.
-Quindi tu credi che questa giovane ragazza, non che maga di alto livello, abbia veramente disertato?-
-Sì.- rispose senza esitazione.
 
E allora anche per Draco tutto fu chiaro, le voci che si aggiravano a scuola erano vere, e parlavano proprio della Granger.
Perché si è venduta?
-Bene, bene ragazzina, la buona sorte è dalla tua parte oggi. Giuri di non aver mentito?-
Il tono di voce si era alzato e un brivido percorse la schiena della ragazza.
-Lo giuro.- sussurrò.
-Non ti sento.- le puntò la bacchetta alla tempia e Draco notò la paura negli occhi di lei.
-Dillo più forte.-
-Lo giuro!!- urlò con tutta se stessa.
-CRUCIO.-
Altro dolore.
Altro tormento.
Futuri incubi.
Future paure.
Era questo quello che le provoca la maledizione senza perdono, la distruggeva
Hermione stavolta non urlò, non disse e non mosse un muscolo. Rimase immobile, aspettando che Bellatrix avesse finito di giocare.
Di nuovo.
-Quando ti rivolgi al Signore Oscuro, cerca di non dimenticare il tuo posto.-
Hermione annuì debolmente e dopo che la streghe le diede le spalle, si accasciò a terra, stremata.
Non posso andare avanti così, mi uccideranno.
-Ragazzina benvenuta a far parte del mio esercito.- disse allontanandosi da lei, quel tanto che bastava per guardarla con disprezzo, -Narcissa curala, anche se è una Mezzosangue, avremo bisogno di tutto il suo potenziale.-
 
Hermione rimase in ascolto, era riuscita nel suo tento, era entrata a far parte di quella maledetta schiera di fedeli di Voldemort, adesso iniziava la vera parte difficile del suo piano.
Raccogliere informazioni, comunicare con la McGranitt.
Devo pensare a sopravvivere.
I suoi occhi si posarono nuovamente sul suo compagno di scuola, Draco era rimasto fermo a guardarla, ma qualcosa nel suo sguardo la convinse che non era del tutto d’accordo con i metodi di sua zia.
-Malfoy.- sussurrò un attimo prima, di svenire davanti a tutti.

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Capitolo 4
*** Una seconda casa ***


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Buona domenica a tutti =)
Ed eccoci qua con un nuovo capitolo, 
sappiate che la storia inizia a diventare molto intigrante
e che ho già un be pò di capitoli pronti!!
Grazie mille a tutti coloro che recensiscono, mi fa davvero piacere poter leggere le vostre 
opinioni e anche a coloro che hanno inserito la storia
nelle preferite, ricordate e seguite.
Questo capitolo è per voi che non mi lascte <3

Una seconda casa
 
Non sarebbe dovuta svenire, ma le forze di Hermione erano state messe a dura prova in meno di quarantotto ore e neanche la strega più brillante di tutta Hogwarts sapeva resistere al dolore della Maledizione senza Perdono.
Così quando sentì le braccia di Draco Malfoy sollevarla da terra non disse niente, non impedì neanche al ragazzo di portarla via dalla stanza.
Aveva bisogno di qualcuno di cui fidarsi, anche se tutti i sui sensi le urlavano di non rammollirsi troppo.
Ho bisogno di sapere di non essere sola, Malfoy è la mia unica speranza.
Lentamente sentì le forze tornare e quasi si meravigliò di essere stata appoggiata su un letto morbido e non dentro una cella.
-Grazie Draco, ora va’. Ci penserò io a lei.-
Il ragazzo non disse niente, posò un ultima volta lo sguardo sulla ragazza e poi uscì.
-Vediamo come siamo messe.-
Le mani di Narcissa la spogliarono delicatamente e con fare materno, certe volte esitando, per paura di essere troppo invasiva, ma a Hermione non stava dando fastidio.
Era l’unica cosa buona che le era successo da quando aveva messo piede in quella casa.
Sentì i vestiti scivolarle dal corpo per essere sostituiti con una fascia sul seno, per permettere alla dona di esaminarlo e la gonna, strappata in più punti da un pantalone di stoffa largo.
Hermione non seppe dire che magie eseguì Narcissa, ma solo dopo pochi minuti sentì il suo corpo di nuovo pieno di forze.
-Adesso dormi un po’, ti farò svegliare per l’ora di cena.-
-Mmm.-
Hermione chiuse gli occhi, cercando di cacciare via gli incubi di Bellatrix Lastrange che lanciava, una Maledizione senza Perdono, contro di lei, ma stavolta non era un semplice Crucio, ma un lampo verde smeraldo.
 
***
 
-Svegliati Granger.-
La scosse ancora, con un po’ più di forza.
-Ancora cinque minuti.- disse girandosi dall’altro lato.
-No, adesso.-
Draco si sedette accanto a lei nel letto e con un unico pizzico riuscì a farla svegliare.
-Sei sempre delicato, Furetto.- si massaggiò il braccio.
-Tu invece sei adorabile, ma adesso basta dire cazzate! Che cazzo ci fai qua?-
Il viso leggermente allarmato, come se veramente volesse sapere la verità.
-Non c’è la faccio più a ripeterlo, chiedilo a tua madre, lei lo sa molto bene.- distolse lo sguardo da lui.
So bene cosa cerca di fare, vuole leggermi nel pensiero.
Ma non vedrà niente.
-Granger perché hai lasciato Potter?-
Come avevo previsto, sono un libro chiuso.
-Sto facendo qualcosa per salvare le persone che amo.-
-Non ti credo.- disse risoluto.
-Ebbene, dovresti credermi, lo sto facendo anche per me. Se non te lo fossi scordato sono una Mezzosangue e non ho intenzione di lasciarci le penne.-
-Potter ti avrebbe protetto.-
-Lui, si forse. Ma le cose sono ben diverse da quelle che io, Harry e Ron pensavamo.-
-Non capisco.-
-La McGranitt mi ha fatto chiaramente capire che per vincere questa guerra, avrebbe fatto di tutto, anche sacrificare delle vite innocenti.- lo sguardo duro e il cuore di piombo.
Nonostante tutto è la verità, la McGranitt ha decido di sacrificare me, per il bene superiore.
-Ecco che la riconosco, la paladina di Hogwarts.- ghignò amabilmente.
-Se molto simpatico Furetto, non ti conoscevo sotto questo aspetto.-
Hermione si alzò e per la prima volta si rese conto che, nonostante la fascia, si sentisse mezza nuda, ma la lasciò ancora più turbata il fatto che gli occhi di Draco la stessero osservando, molto intensamente.
-Ehm… Mi passi quel maglione?- chiese leggermente imbarazzata.
-S… Sì Granger.- le passo il maglione, con un po’ di astio, come se stesse combattendo una guerra interiore, -Dobbiamo andare a cena.-
-Okay…-
Hermione lo seguì fuori dalla stanza, ma non riuscì a non pensare alla strana sensazione degli occhi di Draco sul suo corpo.
 
***
 
Venne fatta sedere di fronte al Furetto, Narcissa non aveva smesso un attimo di parlare delle grandi modifiche che le sarebbe piaciuto apportare alla casa.
-Ma… Gli altri?- chiese esitante la ragazza, senza alzare lo sguardo dal suo piatto.
-Qua ognuno fa quello che vuole, come se fossero in un Hotel.-
-Draco non essere maleducato, la verità è che il Manor potrebbe essere una seconda casa per ogni membro, ma nessuno lo reputa…-
-Appropriato? Giusto? Madre ci sarebbero un milione di termini da utilizzare, ma nessuno potrebbe esprimere, veramente, quello che tutti provano.-
Gli occhi di Draco la fissarono nuovamente e senza pensarci distolse lo sguardo.
-Capisco, ma è bella come casa se non fosse… Beh lo sappiamo tutti.-
-Già…-
-Non sarà per sempre, un giorno questa sarà di nuovo casa nostra Draco, ma non dobbiamo essere ingrati, ricorda.- sua madre lo ammonì con dolcezza per poi concentrarsi sulla ragazza, -Come ti senti?-
-Molto meglio, grazie. Il suo aiuto ha fatto la differenza.- disse sinceramente.
-Ne sono lieta… Hermione, il Signore Oscuro mi ha incaricato di istruirti sulla Magia Nera.-
-Lo immaginavo.-
-Sai bene che esiste questo tipo di magia e che noi ne facciamo uso, sarà un’altra manifestazione del tuo cambiamento.-
-Sarei pronta anche a prendere il Marchio, se fosse necessario.-
Sentì di nuovo il suo cuore diventare di pietra, le succeda ogni volta che faceva la coraggiosa.
Ogni volta che provava a essere chi non era.
 
***
 
-Draco falle vedere la libreria, così potrete rilassarvi un poco. Domani ricorda che devi tornare a scuola.-
Il ragazzo rispose con un cenno della testa e scortò la ragazza lungo un corridoio poco illuminato, per aprire due grosse porte e farla entrare nella biblioteca più grande che avesse visto, in vita sua.
-Wow.-
-Immaginavo saresti rimasta senza fiato.- il biondino la precedette e si sedette sulla scrivania.
-Io ho del lavoro da finire, prendi un libro e beh… Divertiti.-
Il tono di voce voleva essere ironico ma Hermione non ci badò più di tanto, così con gli occhi e il cuore pieni di meraviglia iniziò a girare per gli immensi scaffali, cercando un libro da leggere.
Li vorrei leggere tutti, veramente.
Ma uno in particolare attirò la sua attenzione, lo prese con mani tremanti ed accarezzo la copertina leggermente ruvida, si intitolava: Storia e origini della Magia Nera.
Farà a caso mio.
Si guardò attorno e senza disturbare Draco si sedette su una poltrona, non proprio compostamente e iniziò a divorare il libro.
 
-Granger direi che è arrivato il momento di chiudere.-
Malfoy si alzò dalla scrivania, scricchiolando la schiena dolente e si avvicinò alla poltrona.
Trovò la Granger intenta a dormire, con il libro aperto sul petto.
Senza volerlo, sorrise.
Un sorriso sincero e onesto.
Un sorriso, reale e non finto.
Si avviò a uno scaffale dell’ingresso e prese una coperta, non voleva spostarla, non voleva svegliarla.
Fu solo un attimo, il tempo di un battito di ciglia, non ebbe nemmeno il tempo di posare la coperta sul suo corpo che un urlò squarciò la stanza.
-Aaaa.- la ragazza si alzò di colpo, la fronte sudata e il cuore che le batteva a mille.
-Che cos’hai?-
Un Draco, stranamente, preoccupato le si piazzò davanti, cercando di capire.
-Era lì e stava per…-
-Chi? Cosa stava facendo?- le prese una mano, senza volerlo.
-Non lasciare che lo faccia di nuovo.- gli occhi supplichevoli e le lacrime agli angoli di essi, -Non lasciare che lei mi colpisca, ancora.-
Draco capì, parlava di sua zia e delle Maledizioni che aveva lanciato alla ragazza.
-Non lo farò.- disse senza accorgersene e si rese conto, che aveva avuto ragione.
La presenza di Hermione Granger in casa sua non era, affatto una cosa positiva.

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Capitolo 5
*** Magia Nera ***


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Ed siamo arrivati all'giornamento di Mercoledì..
Ci saranno delle scene forti e Hermione dovtà fare i conti con se stessa...
Ma non voglio anticiparvi niente.
Solo ringraziare tutte le persone che si sono soffermate a leggere il 
vecchio capitolo e quelli prima.
Chi si è fermato a recensiere o a mttere
la storia nelle preferite, ricordate o seguite!
Vorrei sapere da voi se per caso vi piacerebbero degli spoiler su i prossimi capitoli, alla fine di quello
in corso =)
Aspetto le vostre risposte!!
Magia Nera
 
Hermione quella sera non aveva riposato granché, il corpo, nonostante le cure di Narcissa Malfoy, le doleva in alcuni punti.
Segno che la sua guarigione non era del tutto completa e inoltre la sua mente, per tutta la notte non aveva smesso di sognare la scena con Draco.
Il momento in cui il ragazzo le aveva stretto la mano, per rassicurarla, per starle vicino e il momento in cui lei aveva ceduto.
Perché era questa la verità.
Hermione Granger si era mostrata per quello che era: una fifona. Aveva paura di stare in quella casa con quella pazza di Bellatrix, aveva paura di imparare la Magia Nera, sapendo che dopo non ne avrebbe più fatto a meno e la cosa che più la terrorizzava era non avere nessuno che potesse difenderla.
Draco Malfoy si è rivelato essenziale.
E non per la riuscita del suo piano, ma per la sua sopravvivenza, era l’unico barlume di normalità che le era stato concesso, ma le era stato portato via anche troppo velocemente.
Diventerò pazza rimanendo qua dentro, ne sono sicura.
Con questi pensieri Hermione scese in cucina per fare la colazione e per partecipare alla prima lezione di Magia Nera.
 
 
***
 
-Cosa devo sapere?-
Hermione si era fatta trovare all’orario prefissato nella biblioteca ed adesso era in attesa di nuove istruzioni.
-Per prima cosa devi sapere qual è la differenza con la magia che ti hanno insegnato a scuola.-
Narcissa si sedette accanto a lei suo divano e le porse il libro che Hermione aveva trovato la sera prima.
-Questa magia… E’ mutevole, cambia a seconda dal mago che la esercita, perciò dipende solo da te stessa.-
Hermione annuì cercando di seguire il discorso.
-Potrai leggere tutti i libri che vuoi sull’argomento, troverai centinaia o forse migliaia di Maledizioni, ma nessuna sarà efficace finché non sarai tu a volerlo.-
-Cosa intende?-
-Hermione per praticare la Magia Nera non basta leggere qualche libro, ma ne devi essere sicura. Qui.- indicò il suo cuore, -La Magia Nera ti cambia l’anima.-
-Capisco.-
Aveva capito perfettamente la spiegazione di Narcissa ed era anche riuscita a leggere tra le righe e la cosa non le era piaciuta.
Pensa che il mio animo sia troppo buono per imparare la Magia Nera, ma devo, per forza, dimostrarle il contrario.
O la mia copertura andrà a pezzi.
Dentro di lei scattò qualcosa, oltre al desiderio di imparare, Hermione si rese conto che una parte di lei voleva, veramente, imparare la Magia Nera.
Posso fare la differenza.
In silenzio prese dal tavolino il primo libro e iniziò a leggere, sapendo che aveva fatto il passo successivo.
Aveva varcato la soglia del non ritorno, niente e nessuno l’avrebbe fatta tornare l’Hermione Granger di una volta, adesso si era calata perfettamente nel ruolo di futura Mangiamorte.
 
***
 
-Dov’è? DOVE SI TROVA QUELLA LURIDA MEZZOSANGUE.-
Hermione scattò subito in piedi brandendo la bacchetta, che le era stata ridata gentilmente da Narcissa quella mattina, pronta a difendersi.
-Bellatrix calmati.-
-Narcissa levati dalle palle.-
La porta della biblioteca si aprì con troppa forza e per un attimo i libri tremarono, una donna dai capelli neri come la notte e dallo sguardo assassino, stava osservando Hermione.
-Spiegami come ci sono riusciti?!- strillò ancora più forte.
La ragazza rimase in silenzio, non riuscendo a comprendere di che parlasse.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua? Volate Ascenderai.-
Come se fosse fatta di piuma Hermione venne scaraventata dalla parte opposta della stanza e dopo pochi secondi l’incantesimo la fece cadere a terra sbattendo la testa con una mensola posta troppo in basso.
-Voglio sapere come hai fatto a comunicare con LORO?-
La donna si avvicinò ancora di più a Hermione.
-Ma di chi state parlando?-
Si alzò in piedi, cercando di riacquistare una postura decente e non farsi prendere dal panico.
-Bella hai visto che non sa niente? È stata tutto il giorno qua, non poteva di certo comunicare con Hogwarts.-
Narcissa si era introdotta nella conversazione, cercando di placare le acque ma questo fece innervosire ancora di più sua sorella.
-Stai zitta, cazzo! Mi dirà la verità stanne certa.-
-Sectumsempra.-
L’incantesimo colpì Hermione in pieno petto, facendola cadere in ginocchio per il dolore, poiché tagli profondi le si erano aperti sulle gambe e sulla pancia.
-Non so di cosa state parlando!- ribadì più convinta di prima.
Se non la convinco mi uccide.
-Voglio sapere come hanno fatto i tuoi amichetti, i tuoi compagni di scuola a sapere che eravamo a Nocturn Alley, hanno provato ad attaccarci!- urlò indignata e arrabbiata.
-Io non lo so, non sapevo neanche che foste là.-
-Ed è la verità, Bellatrix, si saranno trovati là per caso.- riprese Narcissa avvicinandosi alla ragazza.
-Non la toccare, è una Mezzosangue e deve ricordare di stare al suo posto, sempre.-
-Crucio.-
Hermione serrò le labbra per non urlare, ma non avrebbe retto ancora per molto.
-Questo è per non farti dimenticare le tue origini, non basta convincere il Signore Oscuro. Devi convincere me!-
Si calò su di lei e senza indugiare le scoprì un braccio, incidendole con la bacchetta, una scritta, che l’avrebbe marchiata a vita.
Mezzosangue.
-Narcissa portala nelle segrete. Deve imparare un po’ di educazione.-
-Ma il Signore Os…-
-Adesso non è qui per prendere una decisione, ma ci sono io.-
Con gli occhi ricolmi di follia Bellatrix Lestrange lasciò la biblioteca e solo in quel momento Hermione si concesse di urlare.
Urlò tutto il suo dolore e la sua rabbia, verso quell’unica donna che le stava rovinando la vita.
Dove sei?
-Forza cara.-
Narcissa la fece alzare, cercò di avanzare nonostante il dolore ma le gambe le bruciavano e non riusciva a piegarle.
Dove sei Draco?
-Mi dispiace.- sussurrò la donna conducendola, nuovamente, nel luogo che tanto aveva odiato.

 

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Capitolo 6
*** Promesse ***


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Ed eccomi qua!
Vi presento il nuovo capitolo, Promesse.
Diciamo che Draco avrà un ruolo decisamente importante
e che la storia si fa sempre più interessante!!
Detto ciò come sempre ringrazio tutte le persone che hanno letto
la storia, e chi l'ha aggiunta nelle preferite,
ricordate e recensite.
Mi rendete felice e spero di ricevere qualche piccolo commento =)
XOXO
Promesse
 
Uno strano presentimento aveva accompagnato Draco per tutta la settimana, senza lasciarlo solo un attimo.
È colpa sua.
Non era riuscito a togliersi dalla testa le parole della Mezzosangue, si arano insidiate così nel profondo che neanche l’alcool lo aveva calmato.
“Non lasciare che lei mi colpisca, ancora.”
Maledetta Mezzosangue, dovevi cambiare, per forza, fazione?
-Blaise io devo andare a casa.- incrociò il suo compagno di casa nella Sala Comune dei Serpeverde.
-E’ successo qualcosa?-
-Solo una strano presentimento.-
Non aveva nessuna intenzione di rivelargli la verità, soprattutto se essa riguardava una certa Mezzosangue traditrice, che abitava in casa sua, ricercata dalla comunità Magica.
-Torno per l’inizio delle lezione.-
Uscì fuori dalla Sala e in silenzio, aumentando il passo, uscì dai sotterranei per attraversare velocemente la Sala d’Ingresso e raggiungere il punto più lontana dalla scuola per potersi Smaterializzare.
 
***
 
-Draco?-
Il tono di voce di sua madre gli sembrò strano e per niente felice.
-Salve, madre.- rispose cercando di mantenere la calma.
-Cosa ci fai qui? È meglio non creare certi sospetti.-
Lui annuì distrattamente, era stanco di ascoltare la ramanzina di sua madre sul mantenere calme le acque, per non destare sospetti.
-Lei dov’è?-
Si avviò direttamente alla camera di lei senza aspettare una risposta, i battiti del cuore erano aumentati e il sangue pulsava, più veloce, nelle vene.
-Non la troverai là, Draco.-
-Come?-
Narcissa non lo stava guardando.
-Dov’è?- chiese alzando, di poco, il tono di voce.
-E’ nelle segrete… Tua zia…- le parole le morirono in gola, ma Draco non attese un secondo di più.
Sapeva bene quanto sua zia fosse pericola e che poteva causare gravi danni alle persone, senza neanche accorgersene.
Ma perché mi preoccupo per lei?
Draco Malfoy non pensava agli altri, l’unico suo interesse era salvarsi la pelle e basta.
“La proteggi perché lei ha avuto il coraggio di fare quello in cui tu hai sempre fallito”
Ha avuto il coraggio delle proprie azioni, di sacrificarsi per gli altri.
Draco Malfoy aveva ammirato la Mezzosangue per il suo coraggio, poiché era riuscita a cambiare fazione, a buttare nel cesso tutto pur di salvare le persone a lei care.
Dovevo farlo io, prima della morte di Silente, ma non ho avuto il coraggio.
Con quel pensiero Draco corse giù per le scale che conducevano alle prigioni di Malfoy Manor e senza esitare né aprì una ma la ragazza che vi trovò dentro non aveva niente in comune con Hermione Granger.
Dovette fermarsi per aspirare con la bocca, l’intera cella sapeva di sangue, ma con uno sguardo più attento lo poté notare sulle gambe della ragazza.
Era piena di sangue, che proveniva da ferite superficiali o da altre più profonde.
Lo sguardo perso nel vuoto, ma con una scintilla nuova.
Rabbia? Paura?
Ciò che lo fece bloccare fu il braccio di lei, con incisa una parola, che ancora perdeva sangue.
-Dov’eri?-
Si riscosse al suono di quella voce, che non credeva potesse essere il suo.
-Io…-
-Avevi promesso che non mi avrebbe più toccata.-
Hermione voltò lo sguardo verso di lui, e qualcosa gli fece capire che quella ragazza aveva passato le pene dell’inferno.
-Perché non hai mantenuto la promessa?-
Una lacrima.
La vide chiaramente, prima che lei la togliesse.
Cosa ti hanno fatto?
In silenzio la prese in braccio e sentì le mani di lei stringersi intorno al suo collo, la strinse più forte senza rendersene conto e uscì dalla cella.
Sua madre li stava aspettando in cima alle scale, il viso pallido e gli occhi leggermente velati di lacrime.
Narcissa Malfoy non piangeva mai e mai l’avrebbe fatto, ma non approva i metodi di sua sorella, non approvava la tortura verso un essere indifeso.
-La prossima volta che mi tocca, giuro che la uccido.-
Fu quasi un sussurro ma Draco riuscì a sentirlo forte chiaro e anche sua madre, la vide rabbrividire per poi farsi da parte.
 
***
 
-Fammi dare un occhiata.-
Draco l’aveva portata nella sua vecchia stanza e fatta sdraiare sul letto, cercò di individuare in quel corpo martoriato da Maledizioni i segni della Caposcuola che più volte aveva visto ad Hogwarts, ma di quella ragazza non era rimasto niente.
Il corpo era cambiato, più snello e più provocante di quanto non fosse mai stato, i capelli non erano più quel cespuglio indomabile del primo anno ma erano dei ricci ben definiti, e gli occhi.
Gli occhi di Hermione rimasero impressi nella mente di Draco Malfoy, poiché non vi era paura, non vi era rancore ma solo rabbia.
Quella rabbia cieca che più volte aveva provato lui stesso.
Non è più la ragazzina di qualche anno fa.
Con una delicatezza a lui estranea le fece levare la maglietta, e per la seconda volta poté osservare il suo corpo, quasi nudo.
Le forme che lo avevano colpito e toccare la pelle morbida.
Le passò una tovaglia con cui si avvolse, in silenzio, per non spezzare il momento d’intesa che si era formato tra i due.
E sempre in silenzio Draco osservò le ferite della ragazza, nelle gambe e ne aveva intravista una anche sulla pancia, poiché alcune erano dovute al Sectumsempra e altre a una Maledizione senza Perdono e poi i suoi occhi si posarono sul braccio di lei, su quella scritta.
Mezzosangue.
Non riuscì a inghiottire il groppo che si era formato in gola, troppo grosso e pesante.
-Quello non passerà, lo so già.-
La voce di lei lo portò alla realtà.
-Non c’è bisogno che t’inventi qualche scusa, è un segno indelebile.-
Draco la fissò, cercando un contatto con i suoi occhi che lei gli negò, poiché stava guardando fuori dalla finestra, per nascondere il dolore.
-Posso comunque provare.-
Tentò.
-No, non c’è bisogno.- si voltò verso di lui, ma Hermione non gli sorrise.
-Okay… Allora: Vulnera Sanentur.-
 
Hermione provò un sollievo improvviso e un piccolo sorriso si fece largo sul suo viso, le ferite dovute al Sectumsempra erano sparite, lasciando solo qualche piccola cicatrice che col tempo sarebbe andata via.
-Perché ti ha attaccato?-
-Era convita che io vi avessi tradito, pensava che avessi parlato con Hogwarts.-
Draco rimase in silenzio, anche lui aveva sentito questa voce, che alcuni ragazzi di Hogwarts avevano provato ad attaccare dei Mangiamorte, ma l’aveva attribuito al caso.
-So a cosa stai pensando, ma io non ho fatto proprio niente. Non capisco come posso fare per conquistare la vostra fiducia.-
-Penso che non sia questo il problema.- rispose distratto.
-Ah no?-
-No, perché in questo momento tu sei il migliore acquisto che Voldemort abbia mai fatto.-
Malfoy alzò gli occhi verso di lei e vi lesse stupore.
-Solo che non sei un Mangiamorte a tutti gli effetti e molti di noi, be, credono impossibile che l’amica di San Potter abbia cambiato bandiere.-
-Tu sei fra questi?- chiese senza pensarci.
Il cuore le batteva forte, se Draco avesse dubitato della sua copertura, anche gli altri avrebbe creduto all’imbroglio.
-Penso che per farti torturare così da mia zia tu abbia, veramente, cambiato bandiera.-
Hermione annuì e senza rendersene conto si sfiorò il braccio, percorse con le mani la scritta, rialzata.
-Sono comunque una Mezzosangue e devo trovare il modo di fare capire, a tua zia, che sono con voi e non contro.-
 
Draco si alzò, potendo percepire nelle parole della ragazza, disprezzo.
Disprezzo verso se stessa, verso la sua condizione.
Verso quel nome che lui tante volte aveva usato per deriderla.
L’ho insultata per sei anni, perché dovrei farmi qualche scrupolo ora?
-Grazie comunque. Non eri obbligato.-
Indicò le sue ferite, con mani tremanti.
-Figurati Granger, adesso io devo andare.-
Fece per voltarsi, ma una mano lo bloccò sul posto, si voltò e incontrò lo sguardo deciso della ragazza.
-Dimenticati di quella promessa, non hai nessun obbligo verso di me.- gli occhi leggermente velati di lacrime, ma con una scintilla di rabbia che li contraddistingueva dal normale.
-Mezzosangue, non sarò come lo Sfregiato ma un Malfoy non si tira indietro.-
Okay, adesso sì che sono impazzito.
Hermione non smise di guardarlo neanche nel momento in cui gli lasciò la mano, ma solo dopo che ebbe chiuso la porta alle sue spalle provò un senso di vuoto alla base del petto, dove c’era il cuore.
 

Nel prossimo capitolo:

C’era un motivo se la Magia Nera era stata confinata in un Reparto Proibito.
Se Hogwarts ne proibiva lo studio e l’utilizzo.
Se era usata solo dai Mangiamorte, coloro che avevano deragliato dalla retta via per unirsi al Signore Oscuro.
I libri avevano parlato chiaro, la Magia Oscura porta al lato oscuro. Il lato nascosto di ogni individuo, quella parte di se che non si vorrebbe mai conoscere.


 

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Capitolo 7
*** Attacco ***


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Ed eccoci di nuovo qua :)
Intanto volevo dirvi che tengo molto a questo capitolo poichè mostra l'inizio di 
qualcosa di davveri importante, sotto più eventi...
Quindi spero che vi piaccia, come è piaciuto a me, a fine capitolo vi lascerò
qualche piccola anticipazione sul prossimo, che verrà pubblicato questa domenica =)
Detto ciò grazie a tutti voi che leggete la mia storia, siete
in tanti e mi stupisco sempre di più!! *_*
A voi che la recensite e che l'avete aggiunta nelle preferite,
seguite e ricordate.
Grazie col tutto il cuore <3


 
Attacco
 
Aveva seguito gli ordini che le erano stati dati per una settimana.
Era stata buona.
Aveva ubbidito a Bellatrix Lestrange, ed aveva seguito i consigli di Narcissa sulla Magia Nera.
Ma, finalmente, le era stato chiesto di agire.
-Attaccherete il Mondo Babbano, raderete a terre le loro case e i loro palazzi, li spaventerete, così anche il Mondo Magico tremerà al nostro cospetto.-
Voldemort guardò i suoi discepoli, coloro che avevano deciso di seguirlo, di accettare la loro sorte e il destino che lui aveva tracciato.
-E tu.- indicò la giovane ragazza dai capelli color castano, -Tu parteciperai a questa incursione.-
Un sorriso strano si fece largo sul viso.
Un sorriso che era pieno di rabbia e di potere.
Era il sorriso della morte.
-Mio Signore non siamo ancora sicuri della sua lealtà.-
-Taci, Bellatrix.- alzò il tono di voce e puntò la bacchetta contro la sua alleata, -Osi discutere le mie scelte?-
-No, mio Signore…-
-Allora lei verrà con voi… Ho il sospetto che non ci deluderà.-
Hermione annuì in silenzio, il sangue che le ribolliva nelle vene.
Era pronta.
Avrebbe dimostrato la sua lealtà al Signore Oscuro, e ci sarebbe riuscita.
Avrebbe salvato Harry, Ron e Ginny. I suoi genitori.
Poteva fare la differenza.
-Andate.-
E con un semplice crack Hermione scomparve assieme agli altri Mangiamorte.
 
***
 
Draco non riuscì a tornare a casa per quella settimana, anche perché gli stessi professori avevano iniziato a sospettare qualcosa.
Nonostante il nuovo preside fosse Piton, più volte lo aveva raccomandato di non mostrare le carte in tavola.
Malfoy però non era stato attento e, più di una volta, lo sguardo dei suoi professori lo aveva fatto ritornare su i suoi passi.
Devo trovare il modo di tornare a casa.
Iniziò a muovere freneticamente il piede destro, ma il suo cervello non riuscì a trovare una soluzione.
Sta per succedere qualcosa, ma cosa?
 
***
 
C’era un motivo se la Magia Nera era stata confinata in un Reparto Proibito.
Se Hogwarts ne proibiva lo studio e l’utilizzo.
Se era usata solo dai Mangiamorte, coloro che avevano deragliato dalla retta via per unirsi al Signore Oscuro.
I libri avevano parlato chiaro, la Magia Oscura porta al lato oscuro. Il lato nascosto di ogni individuo, quella parte di se che non si vorrebbe mai conoscere.
 
Ed Hermione venne a conoscenza, nel modo peggiore, di quel lato oscuro, non potendosi sottrare al desiderio che le stava pompando nel cuore, alla brama di potere a cui non aveva mai pensato.
Scordandosi del fatto che una volta che se avesse abbandonato la retta via era impossibile tornare indietro.
-Stupefecium.-
Lanciò il prima incantesimo senza pensarci due volte, poco più avanti Bellatrix aveva fatto a pezzi un intero palazzo e Lucius Malfoy aveva distrutto un negozio.
Devo impegnarmi di più.
-Ardemonium.- indirizzò il suo incantesimo verso un palazzo e senza aspettare troppo prese fuoco.
Ghignò senza volerlo, non aveva mai sperimentato tutto quel potere e qualcosa dentro di lei scattò, facendo uscire la strega che non era mai stata.
 
***
 
Draco Malfoy si presentò come di consueto nella Sala Grande per il pranzo, ma un aurea strana, quasi di tensione aleggiava su tutti gli studenti.
Persino il volto dei professori tradiva il loro nervosismo e la paura.
-Sono andati via.-
-Ma dove?-
-Non ne ho idea. Hanno preso la loro roba e sono spariti.-
Draco non potè evitare di sentire quello stralcio di conversazione provenire dal tavolo dei Grifondoro, si concesse di guardare il posto, di solito, occupato da Hermione Granger, Harry Potter e Ronald Weasley, ma tutti e tre erano assenti.
Dove sono quei due?
Lentamente avanzò verso il suo tavolo ma un’altra voce lo fece rallentare.
-I Mangiamorte hanno attaccato il Mondo Babbano.- strillò una ragazza di Corvonero, tenendo in mano la Gazzetta del Profeta.
-Hanno identificato alcuni volti…-
Il cuore di Draco iniziò a battere forte, incrociò un attimo gli occhi di Piton e per la prima volta gli sembrarono trasmettere qualcosa, gli stavano suggerendo di scappare.
Si voltò, col passo leggero, per non destare sospetti e iniziò a percorrere al contrario la strada per uscire dalla Sala Grande.
-Bellatrix Lestrange, il lupo mannaro Greyback, Lucius MALFOY! Ma c’è anche…-
Devo andarmene ora.
-Hermione Granger.- sussurrò la stessa ragazza.
Uscì di corsa dalla Sala, il battito del cuore rimbombava per tutto il corpo impedendogli di concentrarsi, ebbe il tempo di svoltare l’angolo prima di essere sommerso da sguardi indiscreti e senza indugiare corse fuori dal castello per Smaterializzarsi a casa.
 
***
 
-Non potevo restare.- disse a sua madre.
-Lo so.- gli porse un bicchiere d’acqua e Draco bevve avidamente, -Hai fatto la cosa giusta.-
Narcissa gli sorrise con fare materno, e Draco provò una stretta al cuore.
-Bene, bene. Cosa ci fa il giovane Malfoy, qui?-
Draco scattò subito in piedi per poi inginocchiarsi davanti al Signore Oscuro.
-Sono dovuto andare via.-
-E come mai, Draco? Cosa succede ad Hogwarts?-
-La Gazzetta del Profeta ha riportato il nome dei Mangiamorte che hanno attaccato il Mondo Babbano e non era sicuro.-
-Dire che il piano ha funzionato.- il tono di voce quasi felice.
-Sì, sanno anche della Granger.-
-Bene, bene, non potevi darmi notizia più gradita.
Tutto è perfetto.-
-Dove sono loro?- chiese senza pensarci e sua madre lo ammonì con lo sguardo.
-Stanno tornando mio caro ragazzo.-
 
Un crack improvviso fece alzare il ragazzo da terra e attese di vedere che lei stesse bene.
Hermione Granger gli apparve davanti, sorridente ma con gli occhi un po’ cupi.
-Devo farvi i miei complimenti, siete riusciti pienamente nella missione.-
Tutti i presenti s’inginocchiarono, nuovamente, davanti al Signore Oscuro.
-Non deve ringraziare, noi eseguiamo i suoi ordini.-
-Lucius sei un servo fedele, me lo ricorderò.-
Voldemort diede un’ultima occhiata a quel gruppo, se così l’avrebbe potuto definire e lasciò la sala senza troppe cerimonie.
 
Hermione corse fuori subito dopo il Signore Oscuro, non aveva detto niente su di lei ma si era complimentato per la riuscita della missione.
Ciò voleva dire solo una cosa.
Sono dentro a tutti gli effetti.
Aprì la porta della camera che gli era stata affidata e posò la giacca sul letto, era scappata per non incrociare gli occhi di Draco Malfoy, per non dovere spiegare il sangue su i suoi jeans.
Strappò il pantalone alla base del ginocchio per osservare meglio, non era una ferita profonda, il taglio era stato provocato da una scheggia di vetro del negozio che aveva fatto saltare in aria, poiché non aveva avuto il tempo di spostarsi.
-Posso guarirla facilmente.-
Prese dalla tasca la bacchetta e si concentrò, ma perse quell’attimo prezioso dato che la porta della sua stanza venne spalancata da una testa bionda, non proprio contenta.
-Perché sei scappata? Che cazzo hai là?-
-Non posso avere neanche un po’ di privacy!- urlò alzandosi dal letto, senza volerlo posizionò la gamba male e quest’ultima cedette, facendola cadere.
Draco però fu più veloce e riuscì a prenderla prima che Hermione sbattesse a terra.
-Mi vuoi dire che cazzo hai fatto?-
Il ragazzo si era calmato, ma il suo tono pretendeva una risposta a tutti i costi.
-Un pezzo di vetro.- rispose la ragazza, abbassando la testa.
-Granger ma hai deciso di FARTI UCCIDERE??- urlò con tutto il fiato che gli era rimasto in corpo.
-Furetto non ti permettere di urlare contro di me, non sei nessuno per dirmi cosa devo fare e come farlo!- gli si parò davanti, gli occhi pieni di rabbia.
-Ma tu forse non hai capito che lo scopo non è farsi uccidere.- ribadì deciso e convinto delle sue idee.
-Sentimi bene, adesso, Draco Malfoy tu non puoi darmi ordini, non puoi decidere cosa io devo fare e soprattutto non sei nessuno per dettare le condizioni della mia permanenza qua e inoltre…-
Fu un semplice movimento, Draco si sporse per darle un bacio, a fior di labbra. Ma qualcosa gli fece volere di più, forse il sapore delle sue labbra, sapevano di ciliegia o la loro morbidezza.
O semplicemente il fatto che stava baciando lei, Hermione Granger.
 
La ragazza non si ritrasse, rimase un attimo bloccata per quel gesto così improvviso e inaspettato e solo dopo qualche secondo rispose al bacio, aprendo leggermente le sue labbra per far passare la lingua di lui.
Pose gentilmente una mano sulla sua guancia, sentì la ruvidezza della barba, che forse non aveva avuto il tempo di radere.
-Finalmente.- disse quasi in un sussurro.
-Cosa?-
-Ti ho fatto stare zitta.- ghignò, baciandola nuovamente.
Hermione si distaccò un attimo, ma non interruppe il contatto con i suoi occhi, -Sei un idiota Malfoy.- e con un incantesimo non verbale, schiantò il ragazzo al muro.
-Non lo so mi baci, ma hai anche la presunzione di dire che sono logorroica! Esci da questa stanza.-
Si voltò ed entrò nel bagno della stanza senza aspettare una risposta.
Draco si alzò, sistemò la camicia ma non potè evitare di sorridere.
-Intanto ti è piaciuto.- comunicò alla porta e senza indugiare uscì dalla stanza di Hermione.






Spoiler sul prossimo capitolo:

-Sei apparsa sulla Gazzetta del Profeta, posso presumere che il piano proceda a gonfie vele.-
-Sì, se include anche le Maledizioni della Zia Bella va tutto alla perfezione.- rise per finta, e il peso di tutto il dolore che aveva subito si abbatté contro di lei.
-Lo sapevi che non sarebbe stata un’impresa facile.-
-Ma non pensavo che sarebbe stato così doloroso.-


(La parte sottolineata tratta quello che sarà il sogno di Hermione...)

 

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Capitolo 8
*** Sogno ***


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Allora eccoci qua =)
Vi posto il nuovo capitolo sperando che vi piaccia, 
è un pò cortino ed è per questo che lo definirei un capitolo di mezzo.
Spero che comunque vi possa andare bene e ricordatevi che mercoledì 
posterò l'altro!!
Devo dirvi che la parte sottolineata rappresenta il sogno di Hermione,
per cui non vi allarmate!!
è tutto programmato!
Un grazie di cuore a voi che leggete la mia storia e 
avete la pazienza di recensire i capitoli.
Vi adoro e sono felice, grazie :)



 
Sogno
 
-Draco non puoi più tornare a scuola.-
Lucius era stato messo al corrente degli ultimi fatti e anche se con grande fatica, aveva concordato con la scelta del figlio.
Erano stati scoperti e Piton non avrebbe potuto aiutarlo in caso di difficoltà.
-Lo avevo intuito, padre. Il vostro attacco ha cambiato le carte in tavola.-
Sorseggiò il suo wisky incendiario con poco interesse, aveva lasciato la sua mente in una camera del Malfoy Manor.
-Draco tutto bene? C’è qualcosa che devo sapere?-
-No…- tentennò solo un attimo, -Come si è comportata la Granger?-
Suo padre sorrise, e il ragazzo si meravigliò. Il padre non sorrideva mai, soprattutto di questi tempi.
-E’ davvero la strega più dotata della sua generazione, padroneggia la magia come se fosse una vera Purosangue.-
Draco ascoltò in silenzio le parole del padre, stupendosi dei complimenti che aveva rivolto alla Grifondora, ma anche lui si era ricreduto… Soprattutto per merito di quel bacio.
-Sarà un’alleata preziosa.-
-Penso che Potter non sia più ad Hogwarts.- sussurrò guardandolo il padre dritto negli occhi.
-Come hai detto?-
-Hai capito bene, penso che Potter sia andato via.-
-Ed il motivo?-
Lucius era sbiancato, il colore della pelle raggiunse quello dei capelli.
-Non lo so, i suoi compagni non lo sapevano ed è sparito anche uno dei figli di quel Weasley.-
-Non va bene. Dobbiamo avvisare subito il Signore Oscuro!- si alzò di scattò dalla sedia per precipitarsi fuori dalla stanza, -La ragazza!-
-Cosa?-
-Sa qualcosa?-
-Non penso, non ha accennato a niente e se lo avesse saputo Voldemort, lo avrebbe visto.-
Il padre annuì e corse fuori dalla stanza per avvisare gli altri Mangiamorte.
 
***
 
-Voglio tornare a scuola.-
Hermione alzò gli occhi e osservò il sole alto nel cielo, era primavera, ed il freddo era quasi scomparso da Hogwarts.
-Mi manca tutto questo.-
-Hermione cara.-
Una voce a lei familiare la fece voltare e trovò in mezzo al giardino la figura della McGranitt, le mani raccolte vicino al seno e lo sguardo impenetrabile.
-Oh, sto sognando anche lei?-
-Non è un tuo sogno, cara.-
-Che vuol dire? Io sto dormendo e sto pensando…-
-Il sogno di partenza è il tuo, ma noi lo abbiamo modificato.-
-Voi?-
Hermione si grattò la testa non comprendendo a pieno le parole della sua professoressa.
-Io e Albus Silente, prima della sua dipartita, avevamo messo le basi per un nuovo incantesimo, che ci avrebbe permesso di entrare nei sogni degli altri.-
-Lei è entrata nel mio sogno?- chiese scioccata la ragazza.
-Sì Hermione, questo è l’unico modo per comunicare con te senza farci notare da Tu-Sai-Chi.-
A quelle parole ricordò a cosa si stesse riferendo, il piano, Malfoy Manor e Voldemort.
-Me lo sarei dovuto aspettare.- ammiccò.
-Sei apparsa sulla Gazzetta del Profeta, posso presumere che il piano proceda a gonfie vele.-
-Sì, se include anche le Maledizioni della Zia Bella va tutto alla perfezione.- rise per finta, e il peso di tutto il dolore che aveva subito si abbatté contro di lei.
-Lo sapevi che non sarebbe stata un’impresa facile.-
-Ma non pensavo che sarebbe stato così doloroso.-
Hermione si asciugò una lacrima solitaria, non voleva mostrarsi debole davanti alla sua professoressa ma era l’unica persona che l’avrebbe potuta capire.
Ma c’è anche Draco.
Scacciò quel pensiero dalla sua mente per concentrarsi sul suo finto sogno.
-Harry e Ron sono partiti, anche loro hanno iniziato la loro missione.-
-Per la prima volta tutto sta andando secondo i piani.-
-Mi viene difficile ammetterlo, ma sì è così. Hai saputo di qualche attacco che potrebbe causarci qualche danno?-
-No, gli ordini ci vengono comunicati all’ultimo e spero di potervi avvertire anche con un Patronus.-
-Hermione se sarà necessario attaccarci per non svelare la tua posizione, fallo. Senza esitare.-
-Non erano questi i patti, vi avrei dovuto riferire le loro strategie non uccidere dei maghi.-
-Le cose cambiano, siamo in guerra e se come dici tu i piani vi vengono comunicati con poco preavviso non potrai fare niente per noi, ma puoi aiutare Harry, cerca di capire quali possono essere gli Horcrux.-
Hermione non ebbe neanche il tempo di rispondere che il sogno iniziò a farsi sempre più sfocato, fino a sparire del tutto.
 
-Svegliati Granger, è possibile che sei così dormigliona??-
-Cosa c’è?- chiese mettendosi a sedere di colpo.
-Voldemort richiede la nostra presenza.-
-Perché?-
-Si tratta dello Sfregiato.-
A quel punto Hermione dovette nuovamente chiamare a se tutti i suoi poteri per fingersi sorpresa e celare nella sua mente il ricordo del sogno.
-Cosa è successo a Harry?-
-Calma, calma, è vivo. Che io sappia.-
-Okay.- si tolse le coperte di dosso, ringraziando il cielo di essersi addormentata vestita.
Non avendo per niente voglia di rivivere i precedenti momenti con Malfoy.
 
-Potter e Weasley non sono più ad Hogwarts.-
Voldemort continuò a ripetere ad alta voce quella frase, come se potesse essere la soluzione a tutti i suoi problemi.
-Non abbiamo altre notizie mio Signore, sono spariti senza dire niente a nessuno.-
Draco aveva riconfermato la sua versione dei fatti, senza indugiare.
-Granger.- si voltò deciso verso la ragazza e un brivido, le percorse la schiena.
Nonostante abitasse da quasi due settimane in quella casa, non si era ancora abituata allo sguardo di Voldemort.
-Certo.-
Gli porse la mano e lui l’afferrò stringendola forte, voleva trovare informazioni, scoprire un tradimento ma l’unica cosa che Hermione gli permise di vedere furono ricordi sbiaditi in cui Harry e Ron l’escludevano da alcune conversazioni, senza accennare al vero piano.
-E’ molto strano, pare che avessero già in mente di andare via ma hanno deciso di tenerti all’oscuro.-
-Forse avevano già intuito che la mia lealtà nei loro confronti era mutata, non avrebbero rischiato troppo.- abbassò lo sguardo per mostrare rispetto, ma non le sfuggì l’occhiata di Bellatrix.
Se potesse, mi ucciderebbe seduta stante.
-Da ora in poi cambieremo strategia, dobbiamo trovare Potter e nel caso in cui non ci riuscissimo, passeremo al piano B.-
Tutti i presenti annuirono e rimasero in ginocchio.
Il loro destino era stato segnato, trovare Potter.
Ed Hermione sperò con tutta se stessa che i suoi amici fossero davvero ben nascosti e pronti anche al peggio.
Voldemort si voltò e accompagnato da Nagini, che non lo lasciava mai solo, andò via.
 
 


Dal prossimo capitolo:

-Pensi che possa andare bene per il Principe delle Serpi?-
-Simpatica, molto.-
Hermione non riuscì a trattenere una risata e il cuore del gelido Serpeverde si scaldò, dopo tanto tempo, riempito da un nuovo sentimento.

 

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Capitolo 9
*** Hogsmeade ***


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Buonasera =)
Per questa settimana posterò oggi, ovvero
martedì e non domenica bensì
giovedi.
Dato che sarò fuori per il week-end e senza pc e internet per poterlo fare.
Vorrei dirvi che tengo molto a questo capitolo, diciamo che possiamo notare
un secondo ravvicinamento tra i due..
Ma non aggiungo altro, grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la storia 
nelle preferite, ricordate e recensite e grazie
a chi puntulamente commenta la storia.
Mi fa sempre piacere sapere la vostra opinione <3

 

Hogsmeade
 
L’unica cosa che aveva fatto Hermione nella settimana seguente, oltre a studiare testi di Magia Nera, era stata evitare Draco Malfoy.
Il bacio che si erano scambiati una settimana fa era ancora fresco nella sua mente e le ricordava ogni volta quanto fosse stata stupida e imprudente.
Aveva abbassato la guardia, senza accorgersene, e lo stesso Malfoy le avrebbe potuto leggere il pensiero senza che lei potesse nascondere i suoi ricordi.
Sono cose frivole i baci, non devo dargli attenzione.
Hermione però sapeva bene che non era così, al ricordo di quel bacio lei stessa ancora tremava, come se riuscisse ancora a distinguere il sapore delle sue labbra, la consistenza e la sensazione della barba sotto le sue dite.
È stato solo un bacio.
Ma neanche questo pensiero la convinse, se fosse stato solo un bacio avrebbe accantonato il ricordo da qualche parte e invece anche durante la notte la perseguitava.
Se fosse stato solo un bacio non avrebbe fatto il paragone con quello che si era scambiata con Victor Krum, al suo quarto anno.
Ecco, quello era stato solo un bacio mentre questo…
Questo non è stato solo un bacio.
Trattenne il respiro e si rassegnò all’evidenza: in quel momento era cambiato qualcosa.
Però lui ha dovuto rovinare tutto.
Ed era per questo motivo che Hermione aveva deciso di evitarlo, certo si era rivelata un’impresa ardua essendo questa casa di Malfoy, però aveva modificato i suoi orari così da non incrociarlo o da non rimanere in una stanza sola con Draco.
-Sarà tutto inutile.- scostò la tenda della sua stanza, nonostante fosse passato gennaio ancora non aveva smesso di nevicare.
L’aria fredda le faceva compagnia da quasi tre settimane e si era, inspiegabilmente, abituata al freddo di Malfoy Manor.
Una figura a lei familiare attraversò il prato, alto e snello, un fisico atletico che si era formato durante gli anni, capelli biondi, forse fin troppo.
Draco Malfoy stava camminando tutto solo nel suo giardino, le mani in tasca e lo sguardo perso davanti a se.
-Cosa ti ha fatto cambiare idea su di me? Cosa hai fatto tu a me, invece?-
Erano queste le domande che affollavano la sua mente, ma che allo stesso tempo erano rimaste prive di risposte.
E come se Draco avesse sentito quelle parole, si voltò e i loro sguardi si incrociarono.
Fu un attimo ma Hermione riuscì quasi a leggergli l’anima, prima che il ragazzo ripristinasse la solita maschera, che secondo lei gli aveva fatto compagnia per tutta la vita.
-Uffa.-
Si allontanò dalla finestra, prese il maglione e uscì dalla stanza.
Si era stancata stare lì a rimuginare sul da farsi e su fatti passati, voleva passare all’azione, solo non sapeva come mettere le carte in tavola.
 
***
 
-Tutto chiaro?-
-No, sinceramente.-
-Cosa c’è che non ti quadra?- la voce di Lucius si fece più pesante e i suoi occhi si posarono sulla ragazza, che gli sedeva di fronte.
-Non capisco perché questi ordini non li abbiamo ricevuti direttamente da lui.-
-Te l’ho spiegato, il nostro Signore Oscuro aveva delle faccende in sospeso e dato a me il compito di informarvi.-
-Granger senti, non c’è niente di strano. Arriviamo a Hogsmeade facciamo un po’ di casino e io richiamo il Marchio e ci Smaterializziamo.-
-E’ troppo avventato, siamo vicini a Hogwarts e potrebbero esserci degli Auror a sorvegliare il villaggio.-
Il suo sesto senso le disse che quella non era una strategia sicura, sarebbe successo qualcosa.
-Invece non c’è niente di più semplice.- ribadì la serpe, sempre più convinta.
-E perché siamo solo io e lui?-
-Perché Bellatrix e Greyback sono diretti a Diagon Alley, adesso basta fare la maestrina e andate, state perdendo tempo.-
-Va bene, ma sappiate che io non sono d’accordo.-
Si alzò e uscì dal salone, mise il maglione blu, diede una sistemata ai jeans e indossò la giacca di pelle foderata con del pelo, quella missione le puzzava di bruciato.
-Ancora non sei pronta?-
-Zitto, Furetto.-
Uscirono dalla porta principale e un brivido di freddo percorse Hermione dalla testa fino ai piedi.
-Vuoi prendere qualcosa?- disse indicando la casa.
-Accio sciarpa.-
In pochi secondi si avvolse la sciarpa pesante intorno al collo, sicura che questa l’avrebbe tenuta più al caldo.
-Dammi la mano.-
-Cosa?-
-Avanti Granger, non vorrai attirare l’attenzione con due Smaterializzazioni? Dammi la mano che andiamo assieme.-
-Va bene, Malfoy.-
Si avvicinò con riluttanza e gli strinse la mano, un altro brivido le percorse la schiena ma stavolta non fu per colpa del freddo.
-Sicura che stai bene?-
-Sì.- rispose senza alzare lo sguardo, poiché sapeva che se lo avesse fatto avrebbe notato le sue gote più rosse del solito.
 
***
 
-Forza Malfoy, richiama quel maledetto Marchio e andiamo via, stiamo indugiando troppo.-
Erano arrivati più di un’ora fa, dotati di mantelli, cappuccio e maschera che portavano solo i servi dell’Oscuro Signore e avevano provocato qualche casino nella piccola comunità ma non danni irreparabili.
-Non ti facevo così ansiosa, con lo Sfregiato non eri tu quella più combattiva?-
-Con Harry nessuno ci dava la caccia.- sentenziò.
-Dettagli.- sussurrò il ragazzo.
Avanzarono ancora qualche metro per essere distanti dalla prima casa abitata, non attirando l’attenzione.
-Okay, ci siamo.-
Draco Malfoy guardò Hermione e qualcosa nei suoi occhi gli fece temere che il piano sarebbe fallito, scacciò quell’idea.
I piani di Voldemort non potevano fallire.
-Mosmordre.-
Puntò la bacchetta verso il cielo, le nuvole scomparvero e il Marchio Nero fece il suo ingresso in scena.
Hermione non riuscì a credere ai suoi occhi, lo aveva visto più di una volta ma ancora le faceva uno strano effetto, paura e terrore.
Smettila, non sei più una bambina.
-Ecco fatto, possiamo andare.-
Draco si rialzò nuovamente il cappuccio sul volto ma Hermione non fu altrettanto veloce.
-Voi! Avete appena evocato il Marchio Nero! Stupefecium.-
La ragazza si abbassò il più in fretta possibile e Draco fece lo stesso.
-Merda. Alzati.-
Hermione prese la mano di Draco e iniziarono a correre verso la foresta.
-Lo sapevo io!- strillò più forte che potè.
-Serpensortia.- puntò la bacchetta contro i maghi che gli stavano alle calcagna, ma in poco tempo il suo incantesimo venne respinto.
-Cosa facciamo?-
-Non lo so, Mezzosangue, ma non possiamo tornare al Manor con questi alle calcagna.-
-Malfoy svegliati sono Auror, non ci lasceranno andare così presto.-
-Sta zitta.-
Le prese nuovamente la mano e corsero il più veloce possibile.
-Bombarda Maxima!- urlò la ragazza, voleva guadagnare tempo a tutti i costi.
-Fermatevi per ordine del Ministro della Magia.-
-Se ci prendono?- sussurrò la ragazza.
-Non lo permetterò.-
Hermione osservò lo sguardo di Draco, impenetrabile come al solito, solo che nei suoi occhi brillava una luce diversa, che non aveva mai visto.
Ti stai preoccupando per me?
-Dobbiamo Smaterializzarci.-
-Incarceramus.-
-Congringo.- urlò il capo Auror di rimando.
Tutto avvenne in pochi secondi, l’incantesimo di Hermione colpì gli Auror ma allo stesso tempo il loro incantesimo aveva fatto saltare un albero lì vicino, e un ramo, senza che potessero evitarlo s’incastrò nella gamba di Malfoy nell’attimo in cui Hermione lo prese per Smaterializzarsi.
 
-Cazzo! Cazzo!!-
Il sangue cominciò a uscire sempre più copiosamente, i pantaloni del ragazzo erano diventati rossi e anche le mani di Hermione.
Non era riuscita a portarli a casa, ma comunque erano in un posto sicuro.
-Fermo, se ti muovi è peggio.- gli fermò la gamba con la mano, cercando di esaminare il danno.
-Granger fa fottutamente male, perdonami se non riesco a stare fermo.-
-Fai meno il simpatico, ci penso io.-
Hermione riuscì a mantenere i nervi saldi nonostante tutto, con un gesto sicuro estrasse il pezzo di legno e non potè evitare al ragazzo di urlare.
-Draco il peggio è passato.- sistemò un ciuffo ribelle dietro l’orecchio e riprese nuovamente la bacchetta, -Ferula.-
Delle bende si posizionarono intorno alla ferita e l’emorragia si arrestò.
-Come va?-
-Meglio.-
Malfoy era decisamente più pallido del dovuto, ma vivo.
-Dove siamo?- chiese guardandosi attorno.
-Siamo lontani da Londra, ci venivo con la mia famiglia.- disse abbassando lo sguardo.
-Torniamo a casa.-
-No, non puoi Smaterializzarti, almeno non oggi. Rischieresti di spaccarti.-
-E cosa vuoi fare?-
-Restiamo qua per la notte.-
Si alzò ed estrasse dalla sua borsetta di perlina una tenda in miniatura.
-Non entreremo là dentro, Mezzosangue.-
-Grazie Capitan Ovvio.-
Hermione la posizione a qualche metro di distanza da se, -Engorgio.-
La tende riprese il suo aspetto naturale e Draco ne rimase profondamente sorpreso.
-Pensi che possa andare bene per il Principe delle Serpi?-
-Simpatica, molto.-
Hermione non riuscì a trattenere una risata e il cuore del gelido Serpeverde si scaldò, dopo tanto tempo, riempito da un nuovo sentimento.

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Capitolo 10
*** Convivenza ***


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Lo so bene, ho aggiornato ieri ma 
avevo troppo desiderio di pubblicare un'altro capitolo...
Così ho deciso di farlo, anche perchè domenica non potrò
aggiornare e se riesco venerdì mattina prima di partire
pubblicherò un altro capitolo...
Quindi spero che questa sorpresa inaspettata vi piaccia,
dato che a me è piaciuto molto questo capitolo...
Grazie ragazzi per aver letto la mia storia, mi farebbe piacere sapere anche
cosa ne pensiate, non vorrei appensantirvi o annoiarvi...
Come la vedete questa storia tra Draco e Hermione, sta avanzando in modo abbastanza
lineare? O credete che ci siano discrepanze?
Insomma va, sono aperta a tutti i possibili suggerimenti :)
GRAZIE DI CUORE <3


 
Convivenza
 
-Wow… Questa non è una semplice tenda.-
Hermione dovette aiutare Draco ad alzarsi da terra e sorreggerlo per farlo entrare nella tende, la gamba gli doleva troppo anche per appoggiare il piede per terra.
-Diciamo che è una tenda di lusso.-
Fece accomodare il biondino su una sedia del tavolo da pranzo e si diresse a prendere un bicchiere d’acqua nel cucinino, a pochi metri di distanza.
-Perché tieni una tenda nel genere nella tua borsa?-
-Io tengo tutto nella mia borsa.-
Gli porse il bicchiere e Draco bevve avidamente, senza lasciarne un goccio.
-In che senso?-
-Ci tengo libri, vestiti di ricambio, pozioni, oggetti utili insomma.-
-Mezzosangue non ti credeva così scaltra.- un sorriso sincero si fece strada sul suo viso e scrutò in silenzio la sua salvatrice.
-Ricordati che sono la strega più brillante della nostra generazione.-
-Me ne ricorderò.-
 
Nelle ore successive Hermione aiutò Draco a stendersi nell’unico letto presente all’interno della tende, e passò il resto del pomeriggio a rendere sicuro il posto.
Per quanto fossero dalla parte di Voldemort la sicurezza non era mai troppa e a Hogsmeade avevano abbassato la guardia.
E adesso siamo lontani da casa e Draco è ferito.
Dovette richiamare tutte le sue forze per scacciare via quel pensiero dalla sua testa, poiché si rivelò una distrazione su tutti i fronti.
Solo con l’arrivo della notte Hermione rientrò nella tenda e decise di accendere il fuoco, la temperatura era calata drasticamente e non era sua intenzione far venire la febbre a un ragazzo con un’infezione nella gamba.
-Sei tornata.-
La sua voce la distrasse e per un pelò non si bruciò il maglione.
-Sta attenta, ci manca che il Medimago finisca nel lettino accanto al paziente.-
-Non hai tutti i torti, fammi controllare la ferita.-
Si avvicinò esitante e senza che lui la bloccasse gli tolse, delicatamente, le bende, avvertendo ogni tanto qualche fitta di dolore.
-La ferita va meglio, domani potremo andarcene sicuramente.
Ferula.-
Fece apparire altre bende per prevenire future emorragie e senza aggiungere altro fece per allontanarsi.
-Aspetta.-
Una mano le bloccò il polso e improvvisamente il suo cuore accelerò i battiti.
-Dimmi.- provò a rilassare il viso per fingersi impassibile ma tutto dentro di lei stava fremendo.
Cosa mi succede?
Non è da me essere attratta da una serpe!
“La verità è che ti piace come bacia questa serpe, cara Hermione”
Stai zitta coscienza.
-Non c’è bisogno che fai la guardia, hai reso il posto molto sicuro e dovresti riposare.-
-Che c’è ti preoccupi della mia salute?-
-E anche se fosse?-
Hermione non riuscì a evitarlo e alla fine incrociò lo sguardo di Draco, la maschera era svanita e i suoi occhi mostrarono preoccupazione e forse anche un po’ di felicità.
-Okay, penso si possa fare. Prendo una sedia.-
Provò a spostarsi nuovamente ma Draco non mollò la presa sulla sua mano.
-No, non dormi su una sedia.-
Spostò il suo corpo più in là per lasciarle spazio nell’unico lettino. Le guance di Hermione divamparono di rosso e stavolta non potè nasconderle.
-N… No c’è bisogno.- balbettò in cerca di una risposta.
-Da quando Hermione Granger balbetta?-
-Io…-
Un tuono improvvisò costrinse Hermione a chiudere gli occhi e senza pensarci due volte si rintanò nel letto con Draco, cercando di non tremare e riacquistare il giusto contegno.
-Hermione Granger non solo balbetta ma anche paura dei tuoni?-
-Stai zitto Furetto!- urlò cercando di mascherare la paura che si era diffusa per tutto il corpo.
-Incredibile, non lo avrei mai detto.-
 
Una lenta pioggia iniziò a cadere sopra di loro, interrotta solo da alcuni lampi che precedevano i potenti tuoni.
Draco si girò verso Hermione e l’osservò.
La conosceva da così tanto tempo eppure non sapeva nulla di lei; non aveva idee di quali fossero le sue paure, o cosa le piacesse, se preferisse una materia in confronto a un’altra o se fosse veramente innamorata di Pel di Carota.
No. Questo non me lo sono mai chiesto.
Ma adesso una parte di lui lo voleva sapere, poiché quelle settimane passate a stretto contatto con la ragazza gli avevano fatto cambiare idea, non radicalmente ma si era dovuto ricredere.
È sempre una Mezzosangue, ma il suo talento, la sua bellezza e la sua intelligenza farebbero invidia a molte Purosangue.
-Cosa posso fare per calmare?- chiese senza pensarci.
-Parla con me o non lo so, qualsiasi cosa che non mi faccia pensare ai tuoni.-
Draco rimase in silenzio, per pensarci un po’ su e poi disse:
-Potrei parlare così tanto che ti farei svenire, ma un Serpeverde preferisce fare altro.-
La ragazza si voltò a guardarlo.
-Ovvero?-
Senza esitare Draco colmò la distanza che lo separava da Hermione con un bacio.
Prima leggero quasi inesistente, ma solo quel contatto provocò scariche di adrenalina nel corpo del ragazzo, come se non avesse mai provato in vita sua quella sensazione.
Cosa mi prende?
Sono stato con abbastanza donne da non dare peso a un semplice bacio, eppure questo…
 
Hermione stavolta non ne rimase sorpresa, i suoi occhi stavano urlando di baciarla, subito. Per toglierle la paura, per riprovare nuovamente quella sensazione di pace che aveva provato la volta precedente ma se n’era aggiunta un'altra.
Lui mi… piace…
Draco le baciò il collo con delicatezza, per poi risalire alle sue labbra e catturarle in nuovo bacio, che le tolse il fiato, senza insistenza le loro lingue si incontrarono.
Provocando dei brividi di piacere in entrambi.
Il cuore di Hermione prese a battere forte e posò la sua mano sulla guancia del ragazzo, sentendo la necessità di toccarla, di valutarne la consistenza e la morbidezza, di sentire nuovamente la ruvidezza della barba sotto le sue dita e di avvicinarsi ancora di più a lui.
Senza chiedere niente Draco posò la sua mano su i fianchi di lei, snelli.
Volevano di più, volevano scoprirsi, volevano trovarsi ma qualcosa glielo impedì, un altro tuono rimbombò nel cielo ed Hermione si staccò da Draco per accucciarsi tra le sua braccia.
Le sembrano il posto più sicuro del mondo, il posto in cui avrebbe voluto passare tutta la vita.
-Tranquilla, chiudi gli occhi.-
Con quelle semplici parole la ragazza venne catturata da Morfeo.
 
***
 
Un suono improvvisò la fece svegliare e si mise a sedere sul letto. Alzò lo sguardo verso il soffitto della tende e potè, chiaramente, distinguere il verso dell’allodola.
Un sorriso si presentò sul viso, come se non ci fosse mai stato un risveglio migliore.
Hermione si guardò intorno e l’unica cosa che le fece venire il malumore fu non vedere Draco accanto a lei nel letto.
-Dov’è?-
Scattò subito in piedi prendendo la bacchetta dalla tasca e pronta ad affrontare qualsiasi nemico.
Uscì dalla tenda, guardandosi intorno per cercarlo, notando che la pioggia era cessata da un pezzo e che il sole era di nuovo alto nel cielo e senza nuvole a fargli compagnia.
-Sei sveglia allora, Granger!-
-Che cazzo!- si voltò di colpo e vide Draco apparire alle sue spalle, -Ma dove cazzo eri?- gli urlò in faccia.
-Mi ero svegliato presto e così ho deciso di fare una camminata.-
-Potevano trovarti!-
-Stai calma, ti vengono le rughe se ti incazzi.- disse rientrando in tenda.
-Senti Furetto, mi sono preoccupata per te! Pensavo che ti avessero trovato gli Auror.-
-Ma non è cosi Mezzosangue, quindi adesso smettila di urlare.-
Hermione rimase in silenzio ma non abbassò lo sguardo, la magia della sera precedente era svanita nel nulla, Draco era tornato ad essere il solito Malfoy presuntuoso e poco carino e lei l’orgogliosa Grifondoro.
-Sistemati, torniamo a casa.-
Sono un illusa, lui ha la capacità di manipolarmi a suo piacimento.
E glielo devo impedire, a tutti i costi.
 
Mezz’ora dopo, Hermione riposò la tenda rimpicciolita nella sua borsetta di perline e prese Draco per mano, il rossore alle gote che il giorno prima aveva avuto non si presentò, poiché tutto il suo essere era tornato ad odiare il Principe delle Serpi.
E con un sonoro crack, si Smaterializzarono.
 



Spoiler: 

La vecchia Hermione non lo avrebbe fatto.
“Vaffanculo la vecchia Hermione, lei si sarebbe fatta mettere i piedi in testa ma tu no!”



Ps: se lo spoiler vi è piaciuto sarò ancora più felice di pubblicare venrdi :) *_*

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Capitolo 11
*** Quando l'amore non si vede ***


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Come vi avevo promesso, sto postando l'altro capitolo.
Diciamo che nonostante il capitolo non sia finito bene per Hermione possiamo
intravedere qualcosa nel carattere di Draco, 
forse l'ombra di un cambiamento?
Anche se di strada il nostro biondino preferito ne dovrà fare, ed ecco
quindi che vi presento il capitolo:
Quando l'amore non si vede.
Diciamo che il titolo parla da se ma non sono qua per darvi qualche anticipazione,
il piacere di scoprirlo sarà solo vostro...
Mi scuso ma per colpa della stanchezza mi sarà impossibile mettere
lo spoiler in questo capitolo, spero di non essere linciata.
Vi aspetto la prossima settimana con il prossimo capitolo, 
Draco ed Hermione vi salutano e vi ringraziano per le recensioni, per 
le visite e per tutte quelle bellissime persone che hanno
aggiunto la storia nelle preferite, 
ricordate e 
seguite!!
<3




 
Quando l’amore non si vede
 
Due settimane.
Hermione aveva passato quei quattordici giorni, trecentotrentasei ore ad arrovellarsi il cervello per colpa di una certa serpe.
Draco non solo aveva deciso di ignorarla ma era tornato ad essere il ragazzo odioso e davvero antipatico dei tempi di Hogwarts.
Quello in cui la sua più grande attività, oltre al sesso, era insultare me.
Lei aveva fatto di tutto per non incrociarlo, per non parlargli o per evitare qualsiasi contatto ma Voldemort per loro aveva piani diversi, e dopo l’attacco ad Hogsmeade aveva stabilito che formassero una squadra a tutti gli effetti.
Solo che Hermione non voleva, avrebbe preferito Bellatrix o persino Lucius Malfoy come “compagno”, ma non Draco.
Lo odio, lo odio come una volta, ho pensato di potermi fidare e mi sono sbagliata. Sono stata un’illusa.
Scelse dal suo guardaroba, che un elfo aveva gentilmente rifornito, una gonna, molto simile a quella della sua divisa, con delle calze marroni, pesanti, e un maglione di colore beige.
Si sistemò e con calma e scese a fare colazione.
 
Trovò la cucina deserta, con solo un bigliettino sul tavolo da pranzo da parte di Narcissa.
-Siamo fuori per una missione.-
Hermione scrollò le spalle e in silenzio prese del succo di zucca e delle fette di pane tostato, accuratamente disposte sul tavolo, per sedersi in uno dei posti vuoti.
Questa casa fa davvero paura, quando è così silenziosa.
Aveva trascorso quasi due mesi in quella casa e non le era mai capitato di rimanere sola, una strana eccitazione le percosse il corpo.
Potrei scoprire qualche cosa di più sugli Horcrux e sperare che la McGranitt mi contatti il prima possibile.
Non era più riuscita a parlare con lei, e la ragazza aveva supposto che avesse avuto qualche problema a scuola, sperando in niente di grave, così presa dai suoi pensieri non si rese conto della porta che si apriva alle sue spalle.
-Ah.-
Si fermò con la mano, che sorreggeva il succo, a mezz’aria, avrebbe riconosciuto quel tono di voce sempre e in qualsiasi parte del mondo, si voltò e lo sguardo di Draco Malfoy la trafisse da parte a parte.
Perfetto.
Il piano è fallito.
-Già.- fu la sua unica riposta.
Forse anche lui aveva pensato che io fossi in missione.
Senza dirsi altre parole il ragazzo si sedette di fronte a lei, prendendo la Gazzetta del Profeta e leggendo svogliatamente qualche articolo.
Hermione, cercando di mantenere la calma, riprese a fare colazione, anche se la presenza di Draco la infastidiva e non poco.
Dal giorno del secondo bacio non si erano parlati, non si erano toccati, la rabbia non l’aveva abbandonata per quelle settimane, e ancora stava incrementando il suo animo.
Furetto sei un essere ignobile, mi baci due volte e quando io mi rendo conto di provare qualcosa per te, tu mi tratti come una pezza.
Scosse la testa a quel pensiero, catturando l’attenzione del biondino, Draco Malfoy si era sempre comportato così per sei anni di scuola, non sarebbero stati due baci a fargli cambiare idea su di lei.
Potrei anche essere la Mezzosangue più ricca del mondo, ma tu ti fermeresti solo alla parola Mezzosangue.
Si alzò dal tavolo e posò i piatti sporchi nel lavello, chiedendo mentalmente scusa all’elfo che li avrebbe lavati al posto suo.
Peccato che il C.R.E.P.A non abbia mai funzionato.
 
Hermione senza guardarlo lasciò la stanza e si diresse spedita alla biblioteca, aveva bisogno di liberare la mente da tutto il fracasso che stava producendo il suo cuore.
 
Era rimasta a guardare per un’ora la stessa pagina.
Hermione amava leggere, ma per la prima volta i libri non riuscirono a calmare il suo bollente spirito.
Seccata, chiuse il libro, lo posò sul tavolo e alzò lo sguardo alla grande finestra. La neve aveva ripreso a scendere e tutto il giardino ne era ricoperto, senza lasciare neanche uno spazio libero.
E in quel momento di totale solitudine Hermione si concesse il privilegio di ascoltare il proprio cuore, che gli stava comunicando il suo dolore, la rabbia e un sentimento che non aveva mai conosciuto.
No. Io non amo quella maledetta serpe, mi piaceva o sì, mi piace, ma solo per il modo in cui bacia.
“Non mentire”
Coscienza sappi che ti sto odiando profondamente. È vero, Draco è stato presente in alcuni momenti significativi della mia vita, escludendo gli anni a Hogwarts è stato la mia ancora di salvezza durante le prime settimane qua al Manor e senza di lui non sarei riuscita a sopravvivere.
Chiuse gli occhi, cercando di mettere in chiaro tutti quei sentimenti.
Ma poi ha dovuto fare lo stronzo, per ben due volte e per ben due volte dopo che mi aveva baciato ed io…
-Non so che fare.-
Una parte di lei odiava ancora Draco Malfoy ma l’altra parte era affascinata dal comportamento del ragazzo, dal suo modo di “proteggerla”, di restarle vicino.
-Ma una serpe, rimane sempre serpe.-
Era questa la verità, lui era un Serpeverde e come tale avrebbe sempre raffigurato quei valori per cui lei, anche in quel momento, stava combattendo e di certo non sarebbe cambiato per una Grifona.
-Né ora, né mai.-
Hermione si alzò dalla sedia e lasciò la biblioteca diretta in camera sua, ma qualcosa la fece bloccare proprio davanti alla porta di essa.
Draco Malfoy la stava aspettando, con un piede poggiato sullo stipite e le braccia conserte.
-Che vuoi?- non aveva neanche avuto il tempo di pensare che le parole le uscirono fuori come un esplosione.
-Dovevo parlarti.-
-Io non ho niente da dirti, Serpe.-
Entrò nella stanza, cercando di chiudersi la porta alle spalle ma Draco fu più veloce e riuscì a entrare.
-Sentimi bene Mezzosangue, questa è casa mia e comando io!-
-E da quando? O forse oggi ti hanno concesso la licenza dato che, il vero padrone non è presente?-
Si sentì lei stessa una serpe dopo aver detto quelle parole, ma il ragazzo ghignò.
-Non ti saresti trovata male a Serpeverde.-
-Invece si, perché avrei dovuto vedere la tua faccia tutti i giorni.-
-Granger stai giocando col fuoco.-
-Sai che c’è? Stai attento tu a non scottarti, perché stai giocando contro il Leone, Serpe.-
Si era avvicinata a lui, troppo, ma la rabbia aveva uno strano potere su di lei, sfiorò la bacchetta con la mano, pronta in qualsiasi momento a schiantarlo o a lanciargli una maledizione.
La vecchia Hermione non lo avrebbe fatto.
“Vaffanculo la vecchia Hermione, lei si sarebbe fatta mettere i piedi in testa ma tu no!”
Gli occhi di Draco luccicarono per un momento, quel grigio tempesta così inespressivo le apparve chiaro come non mai.
Maledizione, ho voglia di baciarlo.
 
E come se le sue preghiere fosse state ascoltate Draco si sporse a baciarla, con desiderio. Non vi era traccia dei baci dolci che si erano scambiati, erano spariti nel nulla.
Hermione rispose al bacio, ma per la prima volta la sua mente razionale tornò a farle compagnia e sferrò uno schiaffo in faccia al ragazzo.
-Smettila! Cazzo smettila di baciarmi se poi hai sempre l’intenzione di trattarmi come una merda.-
Hermione divenne rossa come un pomodoro, il fiato corto per colpa del bacio.
Draco si toccò la guancia colpita ma non le urlò, non disse niente, si limitò a guardarla negli occhi.
-Lo sai che c’è Granger, che il tuo comportamento mi fa uscire pazzo, non riesco a non proteggerti, a non pensare a te e poi le tue labbra mi fanno perdere il nume della ragione e non riesco a resistere al tuo corpo.-
-Stai dicendo che mi ami?- chiese lei in un sussurro.
-Sto dicendo che ti voglio ora, io non posso provare nessun sentimento.-
In quel momento la mente di Hermione si annullò del tutto e senza pensarci si sporse in avanti a baciare Draco.
 
Lui le baciò il collo fino ad arrivare alla spalla, per risalire e baciarle nuovamente le labbra che lo facevano fremere dal desiderio.
Con la mano destra sfiorò le gambe magre di Hermione, coperte dalle calze e con l’altra le accarezzò i capelli scompigliati, per poi approfondire il bacio.
La sua lingua si incontrò con quella di lei.
Le mani della ragazza gli cingevano il collo, ma una si addentrò nella sua camicia per toccargli il petto.
Mi farà impazzire.
Ma Draco Malfoy era già impazzito, lo era stato dalla prima volta che l’aveva vista mezza nuda con accanto la madre a curarle le ferite, era impazzito l’attimo in cui l’aveva vista in quella cella, magra da far paura, piena di sangue ma con lo sguardo pieno di rabbia.
Era impazzito la prima volta che l’aveva baciata, per rendersi conto che quel bacio aveva significato più di tutti quelli che aveva dato nella sua vita e si era trovato a desiderarla la sera di due settimane fa, in quella tenda.
Ma da bravo Malfoy aveva mandato tutto a puttane e lei lo aveva ignorato per troppo tempo.
Tempo che lui aveva occupato nell’esaminare i suoi “sentimenti”, per decifrare il suo cuore gelido che per la prima volta si era scaldato, e aveva preso a battere veramente.
Le piaceva la Granger, le piaceva la sua determinazione, il suo coraggio ma soprattutto voleva difenderla.
 
Si staccò un attimo da lei, per guardarle il viso rosso per colpa dell’eccitazione e le labbra morsicchiate per i suoi baci e allora senza indugiare, le tolse il maglione, lasciandola con una canottiera che metteva in risalto i suoi seni sodi.
E la mano di lei che prima lo toccava adesso gli stava sbottonando i bottoni della camicia, guardandolo dritto negli occhi.
Draco vi lesse orgoglio, l’orgoglio tipico dei Grifondoro, il piacere e anche la bramosia. Lei lo desiderava.
Le accarezzò una guancia e delicatamente le morse il collo, per poi passare alla scapola e scendere per il braccio.
Si abbassò per alzare il top, cosi da baciarle la pancia e sbottonarle la gonna che ricadde a terra, le sfiorò con le mani i glutei per risalire e levarle il top.
Draco la trovò bellissima, più di qualsiasi altra ragazza che aveva avuto.
Hermione abbassò lo sguardo sentendosi osservata, ma lui catturò, ancora, le sue labbra per un altro bacio.
La strinse a se, facendola sollevare da terra e la fece sdraiare sul letto sotto di lui.
Riprese a baciarla ovunque, in tutto il suo corpo, levandole le calze per bearsi di quella visione, di quella sensazione e di quel momento.
Hermione con lentezza ma con sensualità sbottonò i pantaloni di Draco, che fece cadere a terra dopo poco.
Lo sfiorò cercando di scoprire tutto quello che non conosceva, trovando qualche segno sul bellissimo corpo e poi il suo respiro si fece più pesante e un piccolo gemito le uscì dalla bocca.
Draco le aveva tolto il reggiseno e le stava baciando un seno, mentre l’altra sua mano le accarezzava la sua femminilità, da sopra le mutande di pizzo marroni.
-Io…- cercò di dire lei, per spiegare, per non essere presa in giro proprio in quel momento.
-Sst.- fu l’unica su risposta, così le tolse definitivamente l’ultimo indumento ed Hermione sentendosi più sicura, tolse i boxer del ragazzo.
Tutto in quella stanza sapeva di amore, un amore che i ragazzi non si erano detti, era quell’amore inesistente da fuori ma che in realtà riempiva i loro cuori.
E nel silenzio assoluto, Draco entrò dentro di lei, rendendosi conto di fare l’amore per la prima volta.
 

 
 

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Capitolo 12
*** Il Marchio Nero ***


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Buongiorno a tutti !!
Qua da me, in Sicilia, il tempo non è dei migliori
ma spero di rendere la vostra giornata un pizzico più piacevole con 
questo capitolo...
Adesso si che le cose si fanno interessanti...Entriamo nel vivo della storia e 
sappiate che la guerra si avvicina... e nessuno potrà sottrarsi al proprio destino...
Draco ed Hermione affronteranno una delle sfide più difficili per la loro vita... Spero di non deludervi!! *_*
I protagonisti ringraziano sempre coloro che leggono la storia, che la
recensiscono o che l'hanno aggiunta nelle preferite, ricordate e seguite...
Vi ringrazio anche io con tutto il mio <3


Il Marchio Nero
 
-Lo hai sentito?-
Hermione scattò subito a sedersi, coprendosi il corpo nudo con il lenzuolo.
-Hermione, torna a letto.-
La ragazza sorrise e si voltò ad osservare Draco, steso, a pancia in giù, nel letto in cui avevano fatto l’amore.
Perché Hermione ne era convinta, non avevo fatto del semplice sesso, loro si erano, veramente, uniti quella sera e lei aveva potuto conoscere Draco sotto un altro aspetto.
-Va bene.-
Fece per abbassarsi e stringere in un dolce abbraccio il ragazzo, quando un urlò squarciò il silenzio del Malfoy Manor.
Stavolta anche Draco lo sentì e si alzò dal letto, cercando i suoi indumenti per rivestirsi il prima possibile.
Hermione fece lo stesso, cercando di scorgere dalla finestra qualche movimento sospetto, ma era calata la sera e il giardino era ricoperto di ombre.
-Resta qua.-
-Te lo scordi, vengo con te.- rispose decisa mettendosi a gonna.
Non sarebbe rimasta indietro, non avrebbe permesso a Draco di rischiare la sua vita.
 
Il ragazzo acconsentì in silenzio, non avrebbe potuto dire niente per far cambiare idea alla ragazza così chiuse la cerniera dei pantaloni e vide Hermione indossare la sua camicia, rise e la ragazza si voltò a guardarlo.
-Scusami ma non trovo il maglione.-
-Fa niente.-
Prese la bacchetta e si fece apparire una camicia, molto simile a quella ma di colore differente, si guardarono un attimo e poi scesero di corsa le scale per precipitarsi all’ingresso.
-Sta attenta.-
La ragazza annuì e uscirono in giardino cercando di vederci chiaro su quelle urla.
-Lumos.- sussurrò Hermione per illuminare la terra davanti a se.
 
-Draco!! DRACO.-
-Madre?-
Il ragazzo corse dalla parte opposta del giardino e andò incontro a sua madre che correva verso di lui, pallida e ricoperta di graffi.
-Cosa succede?-
-Un imboscata, sanno che siamo qua. Stanno venendo.-
-Chi?- chiese il ragazzo scortando Narcissa verso casa.
-Gli Auror.- disse Hermione, indicando il punto in cui Lucius si era appena Materializzato e assieme a lui altre quattro persone.
Non ci pensò due volte e corse in aiuto del vecchio rivale, senza aspettare neanche Draco, -Stupeficium.-
-Hermione!!- urlò il ragazzo per richiamare la ragazza, ma non ebbe risposta, si asciugò il sudore con la manica della camicia e guardò sua madre, -Vai dentro casa, chiama Bella, io devo aiutarli.-
Narcissa annuì e venne inghiottita dalla notte.
 
Draco si voltò e il suo cuore perse un battito, Hermione e Lucius stavano affrontando tre Auror, sicuramente più forti di loro, mentre uno si stava ancora riprendendo da uno schiantesimo.
Strinse la bacchetta forte e corse da loro, non avrebbe permesso a nessuno di fare del male a lei.
 
-Draco.- sussurrò la ragazza una volta che le fu accanto.
-Stai bene?-
-Sì, ma sono troppi.-
-Possiamo farcela, Sectumsempra.- l’incantesimo venne respinto dallo scudo dell’avversario.
-Confundus.-
-Volate Ascenderai.-
L’Auror colpì Hermione che venne scaraventata contro un albero non troppo lontano, la ragazza non ebbe neanche il tempo di alzarsi che dovette scansare una Bombarda, lanciata dalla stessa persona.
-Padre, stiamo combattendo con un uomo in meno, cosa facciamo?-
-Siamo Malfoy, figliolo.-
Lucius guardò suo figlio negli occhi e poi fece un passo avanti verso il suo avversario, deciso a vincere quell’incontro, -Crucio.-
L’Auror iniziò a urlare per colpa del dolore, la Maledizione Senza Perdono lo aveva colpito al petto, impedendogli di combattere.
Draco lasciò suo padre ai suoi giochetti e si concentrò nel respingere gli incantesimi di due avversi, era riuscito a richiamare un Protego prima che fosse troppo tardi, ma nonostante la sua bravura due uomini erano troppi.
-Locomotor Mortis.-
Uno degli avversari di Draco cadde a terra con le gambe legate e il ragazzo si voltò a osservare Hermione, che era riuscita ad atterrare l’Auror contro cui stava lottando.
-La migliore strega della nostra generazione.- urlò Draco, ma il breve sorriso di Hermione si tramutò in un urlo disperato.
-NOO!-
-Ava…-
-Avada Kedrava.-
Un lampo di luce verde uscì dalla bacchetta, Draco d’istinto chiuse gli occhi, aspettandosi di cadere a terra morto, ma non successe niente.
Li riaprì e quello che vide lo lasciò senza fiato.
Un Auror giaceva morto a pochi passi da lui, Hermione teneva ancora il braccio con la bacchetta puntato in un punto poco distante da lui.
-No! NO.-
Il ragazzo corse verso di lei e riuscì a sostenerla prima che cadesse a terra, il viso cereo e gli occhi leggermente velati di lacrime.
-Perché l’hai fatto stupida Mezzosangue.- le spostò una ciocca di capelli dal viso e la guardò.
-Non potevo permettere che ti uccidesse.- alzò lo sguardo verso il ragazzo, ma gli occhi di lei erano privi di emozione.
-State bene?-
Lucius si avvicinò ai ragazzi zoppicando leggermente, lo scontro era stato duro anche per lui, nonostante gli anni di esperienza, ma era riuscito a sistemare gli ultimi due.
-Alzatevi forza.-
Draco riuscì a fare alzare Hermione, ma dovette condurre a casa un corpo, praticamente privo di vita.
 
 
Ho ucciso un uomo.
Io Hermione Granger ho ucciso un uomo.
“Avrebbe ucciso Draco se non lo avessi fatto.”
Ho usato l’Anatema che uccide, mi sono arrogata il diritto di togliere la vita.
Cosa ho fatto?
“Riprenditi Hermione, devi sopravvivere”
 
-Il Signore Oscuro, vi vuole vedere.-
Narcissa entrò nel campo visivo di Hermione, ma lei non riuscì a vederla veramente, l‘unica immagine che il suo cervello stava vedendo, erano lei e Draco distesi su un letto.
La stanza calda, e il silenzio era alternato dai loro gemiti.
 
Perché ho ucciso un uomo?
 
-Venite.-
Narcissa li condusse nel salone, e trovarono ad attenderli tutti non solo Voldemort ma anche gli altri membri.
 
Quando hanno accesso il fuoco?
Poche ore fa era spento, come la casa.
 
Quell’uomo non potrà più sentire il calore del fuoco o il freddo della neve, perché io l’ho ucciso.
“Avrebbe ucciso Draco.”
 
-Miei cari, siamo stati attaccati in un momento così funesto. Eravamo riusciti a scoprire l’ubicazione di Potter, ma gli Auror sono intervenuti credendo di poterci spazzare via come cenere.-
 
Il Signore Oscuro era proprio davanti a lei e stava parlando, ma Hermione stava ripensando a un paio di ore prima, quando si era resa conto che avrebbe sacrificato tutto per Draco.
 
Potrei finire ad Azkaban, per questo.
“Lui non ti lascerà andare.”
 
-Ma, nonostante tutto, oggi un membro ha dato prova di grande lealtà verso i suoi compagni.
Hermione.-
Solo in quel momento la ragazza si riscosse e fece un passo avanti, lo sguardo di tutti era puntato su di lei.
-Nel poco tempo ti sei dimostrata una alleata preziosa, ma oggi hai dato la dimostrazione di meritare molto di più e con mia grande gioia ti annuncio, che entrerai a far parte dei fedelissimi.
Riceverai il Marchio.-
Il suo cuore perse un battito e si voltò per guardare Draco, era a pochi passi da lei, ma era rimasto immobile col sudore che scendeva dagli angoli della fronte, bianco come una statua.
 
Bianco come un morto.
Io ho ucciso un uomo, di cui non so neanche il nome e la sua famiglia non potrà piangere il suo corpo.
 
-Avvicinati.-
Hermione ubbidì, inchinandosi davanti al Signore Oscuro.
-Chi vuole avere l’onore di segnarla?-
Solo una mano si alzò.
Solo una persona avrebbe provato piacere a infliggere dolore a una persona.
Solo Bellatrix Lestrange, poteva accogliere la proposta di un pazzo.
-Lo farò io mio Signore, per dimostrare che sono soddisfatta, di questo nuovo acquisto.-
 
Ho ucciso un uomo e per questo merito il Marchio Nero.
Harry, Ron perdonatemi.
 
-Mosmordre.-
L’incantesimo colpì il suo avambraccio sinistro e un dolore indescrivibile le attraversò il cuore.
Non urlò, non si mosse. Rimase in silenzio, mordendoli le labbra fino a farsi uscire sangue e stringendo le mani, fino a quando le nocche non divennero bianche, e dopo pochi attimi la bacchetta di Bellatrix si alzò dal suo braccio, per lasciare al suo posto un Marchio incancellabile.
Un teschio con un serpente annodato che gli usciva dalla bocca.

 

Spoiler:

 
È vero, io Hermione Granger, miglior studentessa di Hogwarts, ho voltato le spalle al bene per abbracciare il lato oscuro, ed ho ucciso un uomo per salvare Draco Malfoy, Mangiamorte e figlio di Mangiamorte, ma se non lo avessi fatto adesso, sarebbe morto ed io avrei perso una persona importante.
Poiché ormai quel ragazzo era diventato un elemento essenziale per la sua sopravvivenza.
Sono Hermione Granger e anch’io sono diventata una Mangiamorte.


 
Vi ho incuriosito? XOXO 
 

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Capitolo 13
*** Mangiamorte ***


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Voi direte, cosa ci fa questa storia se di solito viene pubblicata la domenica?
Beh dovrete ringraziare la mia amica: Giada22 se oggi sto aggiornando...
Senza aspettare domenica...
Quindi... 
Penso che il precedente capitolo vi abbia lasciato un pò senza parole... credetemi,
scriverlo non è stato molto facile, quindi sono felice 
che vi sia piaciuto... con quello entriamo nel vivo della storia...
Dove i prossimi eventi saranno impossibili da prevedere...
Quindi grazie a chiunque di voi continuerà a leggerla e a 
recensirla, sappiate che mi rendete molto felice!! <3 e
soprattutto a tutti voi che aggiungete la storia 
nelle preferite, ricordate e seguite, siete in molti <3


 
Mangiamorte
 
Draco prese Hermione prima che cadesse a terra, stremata per il dolore e sotto gli sguardi di tutti, la portò in camera.
Cercando di evitare quelli sorpresi e poco carini.
Guardò la ragazza stretta a lui, aveva chiuso gli occhi ma sentiva che era ancora cosciente, la camicia che le aveva prestato non era più di un rilucente grigio, ma macchiata di sangue, e la manica sinistra era rialzata e lasciava intravedere il Marchio, anche le calze si erano lacerate durante lo scontro.
Hermione aveva combattuto come mai nella sua vita e aveva anche rischiato la sua vita, per lui.
In effetti lo ha fatto, ha ceduto definitivamente al lato oscuro.
Entrarono in camera e il ragazzo la fece adagiare sul letto, recuperando da dentro un cassetto, un pigiama, di seta, pulito.
Le levò i vestiti, cercando di non guardare il Marchio, cercando di scordare tutto, ma una parte di lui non avrebbe mai potuto dimenticare quel momento.
Sapeva che Hermione aveva voltato le spalle allo Sfregiato, sapeva che avrebbe fatto di tutto per salvare la sua famiglia e in più di un‘occasione lo aveva dimostrato, ma non aveva mai pensato che anche la parte più buona della sua anima potesse morire.
Draco si meravigliò ancora una volta, poiché la ragazza aveva dimostrato coraggio da vendere dato che, lui per primo, non era riuscito a cedere alla tentazione quando doveva uccidere Silente.
Aveva lasciato a Piton il lavoro sporco ed era scappato con sua zia Bella, il più lontano possibile, mentre lei no.
Le guardò il braccio ormai coperto dal pigiama e non potè evitare di alzare la sua camicia, nel suo avambraccio sinistro era rappresentato lo stesso Marchio che aveva lei, e anche lui lo aveva dovuto accettare contro la sua volontà.
Forse siamo più simili del previsto.
Draco si stese accanto a lei, osservandola mentre dormiva, forse beatamente, cercando di cacciare le immagini di loro stesi su quello stesso letto, nudi, mentre ansimavano dal piacere.
-Lo sai che riesco a sentire il tuo respiro sul collo?- sussurrò la ragazza voltandosi.
Draco la guardò per un tempo che le parve infinito, alla fine non disse niente e alzò gli occhi al soffitto, il suo viso divenne nuovamente una maschera di pietra e questo preoccupò Hermione.
-Cosa ti succede?-
-Perché lo hai fatto? Avresti potuto schiantarlo.-
-Non ho avuto modo di riflettere, ho sentito quell’uomo pronunciare quelle parole e qualcosa dentro di me è partito, e…-
-Non dovevi uccidere un uomo per me.- rispose burbero, scacciando, ancora, le immagini di qualche ora fa, poiché aveva paura che lei lo avesse fatto per quello, come un favore per la sua prestazione.
Draco Malfoy che ha paura?
Sono davvero messo male.
-Io ho ucciso un uomo per salvare te, c’è una bella differenza Malfoy.- disse voltandosi verso di lui, anche il ragazzo fece lo stesso.
Guardandola negli occhi tutti i suoi dubbi sparirono, Hermione Granger non era quel tipo di ragazza, lei agiva seguendo il cuore e Draco dovette ammettere che non lo aveva fatto per quello che era successo prima, lo avrebbe salvato a prescindere da quello.
-Sai che rimpiangerai questo gesto per tutta la tua vita? E sarà solo colpa mia, se tu avrai dei rimorsi.-
-Mi basta vederti vivo.-
Hermione allungò la mano sinistra verso quella di lui, in silenzio la strinse, cercando di comunicare tutto l’affetto che provava per quel ragazzo.
 
È vero, io Hermione Granger, miglior studentessa di Hogwarts, ho voltato le spalle al bene per abbracciare il lato oscuro, ed ho ucciso un uomo per salvare Draco Malfoy, Mangiamorte e figlio di Mangiamorte, ma se non lo avessi fatto adesso, sarebbe morto ed io avrei perso una persona importante.
Poiché ormai quel ragazzo era diventato un elemento essenziale per la mia sopravvivenza.
Sono Hermione Granger e anch’io sono diventata una Mangiamorte.
 
***
 
-Perché non è più venuta a trovarmi?-
Hermione non sognò il giardino all’entrata di Hogwarts ma si ritrovarono all’interno della classe di Trasfigurazioni, della McGranitt.
-A scuola abbiamo avuto dei problemi con i Carrow.-
-Chi sono?-
-Sono dei professori, Mangiamorte, che Piton ha inserito a scuola.-
Hermione rise sotto i baffi e guardò la sua professoressa in volto, sembrava leggermente più vecchia con le rughe in evidenza, ma era sempre la donna saggia che l’aveva accompagnata durante la crescita.
-Non ci tengono molto informati su Hogwarts e non immaginavo che Voldemort fosse messo, così, bene.-
-Non è questo il motivo per cui siamo qui.- ribadì seria.
-Ha ragione.- Hermione si alzò dalla sedia e raggiunse la professoressa alla cattedra, -Siamo qua per salvare Harry, perché il mondo gira attorno a lui e solo a lui.- sbottò Hermione, in preda a una crisi di nervi.
-Cosa ti succede, Hermione?-
-Cosa mi succede? Me lo osa anche chiedere! Lo VEDE QUESTO.-
Le porse il braccio sinistro e la McGranitt fece un passo indietro, quasi spaventata.
-Com’è successo?-
-Non importa, ciò che è fatto è fatto.-
Abbassò lo sguardo, cercando di riacquistare il controllo sulle sue azioni, ma il pensiero dell’Auror steso a terra fuori dal Manor era un ricordo indelebile.
-Harry è in pericolo, Voldemort lo aveva quasi trovato, ma sono stati bloccati da alcuni Auror.-
-Cosa possiamo fare per Harry?-
-Niente, solo lui e Ron sanno cosa possono fare, io cercherò di scoprire quali sono questi Horcrux.-
-Hermione, Silente ne avevi eliminati due, il diario di Tom e l’anello, so che prima della sua morte lui e Harry erano riusciti a trovare un terzo, il medaglione, ma non so come finì.-
-Non la posso aiutare, Harry non me lo ha detto, lo ha fatto nel caso in cui non fossi stata capace di bloccare Voldemort.-
-Contiamo su di te e sappi che a fine guerra, quel segno non vorrà dire niente.-
-Si sbaglia, quel segno vuol dire tutto.-
 
***
 
Hermione si svegliò di colpo, sudata e sola. Draco non era più accanto a lei e questo le provocò una fitta al cuore.
Era riuscita ad ammettere a se stessa che provava dell’affetto per quel ragazzo, alimentato da sei anni di torture ma dovuto, soprattutto, al modo in cui lui l’aveva salvata più di una volta.
Era riuscito a dimenticare tutti i suoi preconcetti sul sangue, sulla razza e da un lato anche lei li aveva messi da parte, cercando solo di concentrarsi sulla sua nuova vita.
Ed è così.
Si alzò dal letto e scelse dall’armadio un jeans e una maglietta rossa, non le importava del freddo che aleggiava all’interno del Manor, sentiva più freddo dentro il suo cuore e per quello non si sarebbe riscaldata così in fretta.
Scese le scale diretta alla Sala che veniva usata per le riunione e dove la sera prima aveva ricevuto il Marchio, ma si bloccò sulla porta e si nascose dietro essa per non essere sentita.
-Allora ci sono riusciti.- sussurrò Bellatrix rivolta a Lucius.
-Sì, hanno trovato il modo di distruggere il Medaglione di Serpeverde e molto probabilmente sapranno anche quali sono gli altri Horcrux.-
-Lucius sono sette, come fanno a conoscerli tutti?-
Hermione riuscì a distinguere la voce di Narcissa a pochi passi da lei, e finalmente capì a cosa stavano andando incontro Harry e Ron, a sette pezzi che rappresentavano l’anima nera di Voldemort.
-Forse sono più svegli del previsto.-
Hermione si allontanò di poco, sentendo un rumore sospetto e di avvicinò di nuovo alla scala.
-Sei qui.-
Riconobbe subito quella voce e i suoi occhi si scontrarono contro quelli di Draco.
-Sì, non ti avevo trovato e perciò sono scesa a…-
-Come… Va?- chiese leggermente impacciato, non riuscì a riconoscere Draco Malfoy ma solo un tipico ragazzo, che non era riuscito a fare i conti col suo cuore.
-Meglio, avevo bisogno di riposare.-
Iniziò a salire le scale con lui al seguito, senza mai interrompere il contatto tra i loro occhi e allora Hermione, ripensò al momento in cui Draco l’aveva spogliata.
Arrossì senza accorgersene e il ragazzo alzò un sopracciglio, con fare sospetto ma poi anche lui capì.
 
Senza rendersene contro si chiusero la porta alle spalle e Draco si avventò sulle labbra di Hermione, cercando di essere delicato ma l’unica cosa che desiderava era poterla baciare, ancora e ancora.
La ragazza rispose al bacio e si meravigliò di sentire le farfalle nello stomaco, come una ragazzina al suo primo appuntamento e poi sentì qualche altra cosa, solo che scacciò via quel pensiero.
Lui mi fa… Eccitare…
Draco la strinse a se, avvicinandola con una mano e con l’altra le carezzò il collo e poi le sollevò la maglia.
La voleva di nuovo, voleva nuovamente sentirla sua, perdersi in lei come non gli era mai successo.
Ed Hermione volle la stessa cosa, gli sbottonò i bottoni baciando il suo collo, per poi scendere al torace e alla pancia, tutto di lui la faceva impazzire, tutto la faceva tremare dal desiderio.
 
Con un unico movimento le tolse i jeans e lei fece lo stesso con i suoi pantaloni, ma entrambi notarono che c’era qualche altra cosa oltre la passione, oltre al desiderarsi, vi era la certezza che entrambi erano vivi, che erano riusciti a sopravvivere alla notte precedente.
Erano vivi, ed erano assieme.
Si stesero nuovamente sul letto, Draco le baciò i seni, passandogli sopra la lingua e stuzzicandoli con le dita, la ragazza fece passare le sue mani sopra la schiena di lui, provocando qualche fremito di piacere al ragazzo.
Lei ribaltò la situazione, mettendosi sopra di lui, cercando ancora le sue labbra, mordendole delicatamente, senza esagerare, voleva godersi quel momento, più dell’altro.
Lui, voglioso, spostò la sua virilità per farla scontrare contro la femminilità e nonostante il tessuto la sentì eccitarsi.
Allora con un unico movimento tolse anche quell’ultima barriera che lo separava da Hermione ed entrò in lei, cercando di non essere troppo focoso, e senza uscire da lei si posizionò sopra.
E in quel momento la ragazza posò il suo braccio sinistro sopra la testa, in direzione di Draco e lui gli incrociò la sua mano sinistra con quella di lei.
E fecero l’amore in quel modo, aumentando la stretta poco prima di arrivare all’apice del piacere, assieme.
 


Spoiler:

Forse posso convincerlo a passare dal mio lato.
“Tesoro ha il Marchio.”
Anch’io.

 

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Capitolo 14
*** Decisioni ***


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Hooola chicos!! 
Sono qua, con nuovo aggiornamento un pò prima del solito...
Allora premetto che il capitolo non sarà lunghissimo, per il semplice 
fatto che è un capitolo di transizione...
Lo so che li odiate, da un lato anche io, ma sono connettori necessari
per far avanzare la storia, sennò non avrebbero nessuna utilità!!
Dopo questo mio piccolo sproloquio, vi prego perdonatemi, spero davvero che questo capitolo
come il prossimo, vi piaccia, saranno molto introspettivi e serviranno 
per collegare la secoonda parte della storia, 
curiosi?
Non manca molto :)
Draco ed Hermione ringraziano con tutto il loro cuore, cosa strana per il biondino XD, 
colo che "ricordano" la storia, 
l'hanno inserita nelle preferite ( Siete più di 30 0.0 )
E coloro che l'hanno inserita nelle seguite ( Siete 68, tantissimi e non smetterò mai di 
ringraziarvi )
XOXO


 

Decisioni
 
Si sentì persa, spenta ma soprattutto diversa.
Hermione da tre giorni non si sentiva più la stessa Hermione Granger di una volta.
O anche di due mesi fa.
Da quando aveva fatto due volte l’amore con lui, il suo universo era cambiato, prendendo per una direzione nuova che neanche lei conosceva.
Il suo mondo aveva iniziato a ruotare attorno a lui, Draco Malfoy era diventato il suo sole ma questo avrebbe compromesso la sua missione.
Già, quella benedette missione che mi hanno imposto.
“Ma senza di essa non ti saresti ritrovato con lui.”
Ma adesso mi toccherà scegliere.
Ed era questo il nodo che Hermione non voleva sciogliere, non voleva scegliere fra Harry e Draco, tra il male e bene.
Forse posso convincerlo a passare dal mio lato.
“Tesoro ha il Marchio.”
Anch’io.
 
 
Scosse la testa e s’immerse ancora di più nell’acqua della vasca, era riuscita a ritagliarsi un momento per lei, un momento per riflettere e per prendere una decisione.
Aveva passato i precedenti tre giorni in una specie di limbo, senza rendere partecipe Malfoy dei suoi problemi interiori, cercando di apparire la stessa persona anche se dentro di lei tutto stava mutando.
Aveva preso consapevolezza del proprio corpo, cosa che prima non sapeva, era riuscita ad ascoltare il suo cuore e non la sua mente.
Hermione Granger si stata reinventando.
Ma come posso mollare tutto per uno che non sa provare sentimenti?
Per uno che non sa cosa voglia dire amare?
“Però quando lo avete fatto sei riuscita a percepirlo.”
È vero, ho pensato che stesse per dirlo.
 
Lo aveva pensato nel momento in cui le aveva stretto la mano sinistra, quella che portava il Marchio, quella che portava un fardello pesante, ma era quella che si avvicinava a lui.
Condividendo lo stesso destino e aveva letto negli occhi di lui qualcosa che le aveva fatto perdere la cognizione del tempo e della realtà come il marmo della vasca sotto la sua schiena e di se stessa.
Guardando gli occhi di Draco aveva visto un ragazzo e non un Mangiamorte.
Ma Hermione sapeva bene che Malfoy non avrebbe mai pronunciato quelle parole, non le avrebbe mai detto “ti amo” e lei, per l’ennesima volta, si chiese se dovesse lasciare Harry al suo destino per vivere la sua “nuova vita” e aspettare che la guerra finesse.
E se fossi costretta a combattere contro di Harry?
No, non potrei mai farlo e allora lascio Draco?
Dal canto suo il ragazzo non si era trasformato nel fidanzato modello, che tutte le ragazza al mondo vorrebbero, ma era rimasto Malfoy: la chiamava ancora per cognome, usando poche volte il termine Mezzosangue ma Hermione aveva percepito un cambiamento nel tono di voce, adesso sembrava più dolce e meno dispregiativo.
La guardava, lo faceva anche prima, ma adesso si perdeva nei suoi occhi, poiché aveva notato che la maschera che il ragazzo era abituato a portare era svanita, lasciandolo nudo davanti a lei.
La sfiorava e ogni suo tocco era bollente, le trasmetteva elettricità.
Passione.
È questa la parola giusta.
Tutto era cambiato in lui e forse niente.
-Cosa faccio?- chiese al nulla più che a se stessa.
-Direi che puoi rimanere tranquillamente là dentro.-
-Malfuretto esci subito!- urlò la ragazza cercando di coprirsi il corpo.
-No, non mi dispiace affatto.-
Entrò e si sedette sul bordo vasca, le passò una mano sul collo e la sentì fremere al suo tocco, per poi passare al suo viso e avvicinare la bocca alla sua.
Hermione non riuscì a trattenere un gemito di piacere e Draco se ne accorse e senza esitare, schiuse le labbra per far passare la lingua.
 
Per la terza volta Hermione si sentì attratta dal corpo del suo nemico, dal ragazzo che l’aveva odiata per anni e che adesso aveva anche salvato da morte certa. Per la terza volta si ritrovò ad essere attratta da Draco Malfoy, così perdendo, definitivamente, ogni inibizione si alzò, rimanendo nuda davanti a lui e senza indugiare gli tolse la camicia e i pantaloni.
Draco non si oppose, non fece niente per fermarla, si godette il momento e in poco tempo anche lui si ritrovò a fare il bagno, con lei.
 
***
 
-Volevo parlare con lei.-
-Hermione ci siamo visti solo tre giorni fa, è successo qualcosa?-
La ragazza alzò il capo verso la sua insegnante, cercando di ricordarsi il discorso che aveva preparato mentalmente, cercando di non sembrare una bambina.
Istintivamente si tocco l’avambraccio sinistro, gesto che non sfuggi alla McGranitt, ma che le fece ricordare Draco.
Lui e lei in quella vasca, dandosi amore senza chiederlo, dandosi amore senza dirselo.
-Ho scoperto quanti sono gli Horcrux.-
Stavolta si trovavano nella Sala Grande ed Hermione passò con una mano sul tavolo dei Grifondoro, cercando di imprimersi nella mente quei ricordi.
-Quanti?-
-Sono sette.- rispose voltandosi, -Ma non posso più portare a termine la missione, mi scusi.-
-Cosa vuol dire?-
La McGranitt fece un passo verso di lei, l’unico segno che tradiva il suo stato d’animo erano gli occhi.
Si sa, gli occhi sono lo specchio del cuore.
E gli occhi di Draco mi avevano parlato, ecco perché sto prendendo questa scelta.
-Diciamo solo  che non posso, mi dispiace, non posso.- scosse la testa, cacciando indentro le lacrime.
-E’ per Draco Malfoy non è vero? Cosa le ha fatto? E’ sotto Imperius!-
-No, lui non centra niente sono cambiata io e questa nuova me non può andare avanti.-
-Lei si è innamorata?-
Hermione rimase in silenzio, non sapendo cosa rispondere.
-Le si è innamorata di un Mangiamorte?!- scattò la professoressa con la voce piena di ira.
-Anche io lo sono.- urlò di rimando, -Io ho ucciso un uomo, anche io ho il Marchio.- alzò la maglia e lo mostrò ancora, per conferma che non si fosse immaginata tutto.
-Cosa ha fatto Signorina Granger?-
Un sorriso ironico nacque sul viso di Hermione, la professoressa la chiamava per cognome solo quando era in guai seri, e adesso le sembrò tornare a scuola.
-Ho ucciso un Auror.- ribadì a denti stretti, -Per salvare Draco.-
-Lei si rende conto che sta buttando all’aria il suo futuro? E’ certa che lui la ami?-
-No, non lo sono. Ma so che è la scelta che il mio cuore sente di dover fare.-
L’anziana professoressa scosse la testa con rammarico e si allontanò dalla sua alunna, la sua preferita, l’unica in cui aveva riposto la sua più totale fiducia.
-La credevo più intelligente.-
-Io mi credevo impossibile di provare qualcosa per questo ragazzo, ma il mondo è pieno di sorprese.-
-Non esisterà nessun modo se Voldemort vincerà.-
-Harry potrebbe sorprenderci.-
Hermione ne era convinta, ecco perché aveva deciso di dare un ultimo aiuto al suo amico, sapeva che lui aveva le capacità per vincere e lei si sarebbe ritirata o arresa, ma non avrebbe più mosso un dito per contribuire all’uccisione di Draco.
-State attenti a Nagini, penso che possa far parte dei sette.
-Bene… Lei lo sa che non le potrò assicurare niente.-
-Non importa. Grazie di tutto.-
Hermione abbassò il capo e uscì dalla stanza, man mano non sentì più la terra sotto i piedi e capì che il sogno era finito.
 
***
 
Aprì lentamente gli occhi, non riuscendo a riconoscere il luogo in cui si trovava ma una mano stretta attorno al suo fianco, l’aiutò a ricordare.
Voltò il viso e trovò Draco coricato accanto a lei nel letto, gli accarezzò la guancia con il dorso della mano, leggermente, per non svegliarlo.
Ricordò come avevano fatto l’amore nella vasca da bagno, come la condensa avesse appannato tutti i vetri e, come in breve tempo, la stanza si fosse riempita dei loro gemiti.
Ricordò anche di come lui l’aveva presa in braccio, dopo un tempo che poteva essere paragonato all’infinito, per portarla a letto, quel letto che era stato l’unico testimone della loro storia d’amore, il loro riparo.
Sorrise senza volerlo e posò, nuovamente, lo sguardò di lui e solo in quel momento sentì il suo cuore andare in pezzi.
Aveva mollato tutto, i suoi amici, i suoi ideali e principi, i suoi professori per lui.
Ricacciò indietro una lacrima, non voleva piangere poiché si era ripromessa che sarebbe stata più forte, che avrebbe smesso di cedere ma in quel momento, osservando il ragazzo che le aveva rubato il cuore, non potè evitarlo.
Dio fa che non abbia sbagliato. Fa che lui mi ami… Non potrei vivere nel rimpianto.
“Non puoi chiedere nessun favore al tuo Dio, non dopo aver commesso un delitto, per il quale non c’è perdono.”
Me lo ricorderai per sempre vero? Non riuscirò mai a scordarlo?
“No, Hermione. Il ricordo di aver ucciso quell’uomo ti accompagnerà fino alla morte.”

Spero solo che Draco sia con me in quel momento.


Spoiler, stavolta vi lascerò solo il titolo del capitolo: LA SOLITUDINE DI HERMIONE

 

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Capitolo 15
*** La solitudine di Hermione ***


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Ed eccomi qua!
avrei voluto pubblicare ieri ma per motivi di forza maggiore,
non ci sono riuscita! T.T
Spero di non essere schiantata XD
Detto ciò come promesso ecco a voi: La solitudine di Hermione.
Premetto che però non sono molto soddisfatta del capitolo, 
non vi saprei dare un motivo concreto ma forse me lo immaginavo diverso, 
ma toccherà a voi deciderlo!
Quindi vi lascio alla lettura e come sempre ringrazio
tutte quelle bellissime persone che si soffermano sulla mia storia.
XOXO

 
La solitudine di Hermione
 
L’unica cosa in cui Draco Malfoy era bravo, oltre a Pozioni, era capire le donne, le sue esperienze lo avevano sempre aiutato, ma da un po’ di tempo dovette ricredersi, anche su quella capacità.
Da circa una settimana la Granger aveva smesso di parlargli, in realtà aveva smesso di parlare con tutti, rifiutandosi anche di mangiare, se non lo stretto necessario.
Da una settimana Hermione era diventata il fantasma di se stessa e neanche Draco Malfoy era riuscito a capire cosa fosse successo.
Il giorno dopo al Marchio erano stati assieme, in tutti i sensi, e lui aveva potuto godere della sua presenza, rendendosi conto che tutto di quella ragazza lo faceva uscire pazzo.
Ma la cosa che più lo aveva sorpreso era sentire il suo cuore battere, per lei, battere per qualcuno che non fosse se stesso.
E ancora una volta s’interrogò su i suoi sentimenti, se fosse possibile anche per lui amare, anche per lui provare quel sentimento così forte da credere che il mondo fosse un posto migliore, credendo di poter essere felice.
Devo smetterla di sognare, i Malfoy non pensano a certe cose.
“E se tu fossi diverso?”
Era quello che s’era ripetuto, quello che aveva usato per convincersi che provava qualcosa verso quella ragazza.
È l’unica che ha sempre sopportato il mio carattere, l’unica che riesce a tenermi testa, l’unica con cui sto bene, che mi faccia sentire importante e che non mi giudichi in base alle mie azioni sotto le lenzuola.
È l’unica che ha ucciso un uomo per salvarmi la vita.
Draco guardò il sole tramontare e si rese conto che da quando quella ragazza era arrivata al Manor la sua vita era cambiata, era entrata la luce nel suo mondo fatto di tenebre e non avrebbe mai smesso di ringraziare dio, se mai fosse esistito, per averle concesso la possibilità di essere felice, di vivere.
Di amare Hermione.
 
***
 
Dopo la discussione con la McGranitt, Hermione era caduta in una specie di oblio da cui non era ancora uscita.
Tutto le pareva meno bello, meno importante, il sole, il cielo, le nuvole, lei o Draco. Tutte le appariva deformato, come se la sua scelte avesse condizionato il suo modo di vedere le cose, anche se la parte razionale del suo cervello sapeva che quello che stava passando era solo una fase di depressione, ma il suo cuore non era dello stesso avviso.
Si sentiva come se avesse perso una parte di se stessa, come se quella parte fosse rimasta in quel sogno, a Hogwarts, lontana dalla guerra e soprattutto da lei.
Aveva preso una scelta davvero importante e ne stava pagando le conseguenze, da sola, rendendosi conto di aver abbandonato, per la prima volta la ressta via e senza volerlo ripensò al giorno in cui era stata costretta ad usare la Magia Nera.
Quel giorno si presentò come un ricordo lontano e poco chiaro, ma era riuscita a cogliere perfettamente una differenza, poiché quel giorno sapeva ancora di poter contare su Harry e su tutti i suoi amici, una volta finita la guerra ma adesso no.
Aveva perso quel diritto dopo la sua scelta.
Non posso dire niente a Draco, lui non capirebbe.
“Nei sei sicura?.”
Sì.
Guardò fuori dalla finestra, sorprendendosi di trovare la luce del giorno e non quella della notte, aveva perso il conto dei giorni, nessuno l’aveva chiamata, neanche il Signore Oscuro in persona, forse per la prima volta avevano avuto pietà di lei.
Forse attribuendo quella situazione come conseguenza del Marchio, solo che lei a quello non ci stava per niente pensando, per lei rappresentava un tatuaggio, indelebile sotto ogni punto di vista.
Certo ancora sogno il viso di quell’uomo la notte, ma lo sognerò per tutta la vita, sarà una cicatrice insanabile, quella.
Si sistemò meglio sotto le coperte, non trovando le forze per affrontare quel giorno, rendendosi conto che il silenzio le stava lacerando l’anima, rendendola sempre più debole e vulnerabile.
E cos’era Hermione senza il suo coraggio, senza il suo genio, senza la sua determinazione?
Assolutamente niente, solo un guscio freddo e vuoto.
Chiuse gli occhi, trattenendo lacrime che non avrebbe versato, poiché non c’era nulla per cui piangere e pensò a Draco, alla barriera che aveva posto tra loro.
Pentendosi di non averlo vicino, di non potergli raccontare niente, ma la sua era una scelta solitaria.
E quella era la sua solitudine, non la loro.
 
***
 
-No, no ti PREGO.- urlò, scostandosi le coperte di dosso e mettendosi a sedere.
Si toccò la faccia con le mani, per controllare che fosse solo un sogno, sentì il cuore che le pulsava veloce nel petto, senza sosta e il sudore scendere dagli angoli della fronte.
-Cosa succede?-
Una voce, la sua voce la fece ritornare al presente.
 
Draco era corso da lei non appena aveva sentito l’urlo, solo che la ragazza davanti a lei non assomigliava a Hermione e improvvisamente ricordò la ragazza chiusa in cella, un bel po’ di tempo fa.
Avrebbe voluto dire qualsiasi cosa per farla tornare a essere la ragazza dei tempi di Hogwarts, quella sorridente, testarda, caparbia ma si rese conto che la guerra le aveva portato via tutto.
Un po’ come a lui, poiché entrambi non avevano avuto modo di scegliere, di decidere se farne parte o meno, si erano ritrovati a combattere per salvare le persone che amavano, senza pensare alla propria salvezza.
Assomiglia a quella ragazza.
Persa chissà dove, nel suo mondo.
-Ti prego. Non andare via.-
 
Hermione non si rese neanche conto di aver detto quelle parole, ma vide Draco avvicinarsi e stendersi accanto a lei, sotto le coperte.
-È da una settimana che non mi fai entrare nel tuo letto.- le sussurrò all’orecchio.
-Lo so, io…-
-Non sei costretta a parlamene se non vuoi.- la interruppe ed Hermione si rese conto che quel ragazzo era, notevolmente, cresciuto.
Non era più quel ragazzino viziato, era diventato un uomo, l’uomo da cui era attratta e verso cui provava un sentimento profondo.
-Perché?-
-Cosa perché?-
-Perché fai tutto questo per me? Cosa sono io per te?-
Draco rimase in silenzio cerando di assimilare quelle parole per darvi una risposta, ricordandosi esattamente cosa aveva pensato il giorno prima ed Hermione trattenne il fiato.
Devo saperlo, per forza. Ho fatto una scelta in base a un sentimento che non ci siamo mai neanche detti e di cui io non posso pronunciare il nome, se non sono sicura che anche lui provi lo stesso.
Non voglio illudermi.
-Hai presente la prima volta che siamo andati a letto assieme?- chiese semplicemente.
-Sì, certo.-
-Ecco, in quel momento io non stavo facendo sesso.- sottolineò quella parola, per cercare di farle capire quello che veramente provava, non trovando il coraggio di dirlo.
Hermione rifletté un attimo e all’improvviso tutto le apparve chiaro come la luce del sole e il suo cuore perse un battito, sentì il suo corpo diventare più caldo per via di quell’emozione, di cui non aveva ancora pronunciato il nome.
Amore.
Si chiama amore quell’emozione.
Si avvicinò al ragazzo e lo baciò in guancia, sorridendo e per la prima volta anche lui ricambiò quel sorriso.
Il suo mondo riprese colore, riuscì a percepire nettamente i suoni e tutte le sensazioni che stava provando, la cupidigia che aveva assalito il suo cuore era stata spazzata via da Draco.
-Anche per me è la stessa cosa.-
Okay, non ci siamo detti ti amo, ma è chiaro come la luna che lui con me stava facendo l’amore e non del semplice sesso, è chiaro come il sole che lui prova qualcosa per me, perché mi ha sorriso.
Dio, mi ha sorriso per la prima volta.
È bellissimo quando sorride.
-Mi dici cosa ti succede? È una settimana che, quasi, non tocchi cibo, non parli con nessuno, neanche con me.-
-Vorrei dirtelo, vorrei poterlo dire ma non posso, sappi solo che ora tutto sarà diverso.-
-Perché?-
-Perché adesso ci sei tu con me.-
Hermione prese la mano di Draco e gliela strinse forte, cercando di fargli capire quando il suo sentimento fosse forte, che con lui sarebbe stata capace di superare tutte le sfide della sua vita, tutti gli ostacoli.
-Sai Granger sei stata una scoperta.-
-Già, anche tu, lo sei stato.-
Così Draco le prese il volto tra le mani e dopo una settimana di astinenza potè baciare le labbra che per tutte quelle sere lo avevano tormentato, toccare quel corpo che aveva desiderato, farla fremere, farla innamorare.
Perché ormai era di questo che si parlava.
Draco Malfoy aveva tutte le intenzioni di far innamorare Hermione Granger, senza rendersi conto che lei già lo amava.



Spoiler:

Ma Hermione Granger avrebbe dovuto imparare che certe sensazioni avevano la durata di un battito d’ali, che la serenità lasciata poteva essere spazzata via da un leggero alito di vento, e che i problemi le avrebbero fatto compagnia per il resto della vita.


Vi ho incuriosito?

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Capitolo 16
*** Harry Potter e Ronald Weasley, non sono sinonimo di fiducia ***


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Allora ragazzi... Come avrete notato dal titolo siamo arrivati a un 
punto importante della storia...
Stavolta ho davvero poco da dirvi perchè, penso, 
che il capitolo parli da se!
Quindi spero che mi facciate sapere le vostre opinioni e ringrazio
chi mi segue, siete sempre di più e questo mi rende felicissima.
Grazie di cuore :)


Harry Potter e Ronald Weasley, non sono sinonimo di fiducia
 
 
Al suo risveglio, Hermione ebbe il presentimento che quella giornata sarebbe stata perfetta, forse la migliore negli ultimi mesi.
Aveva messo a posto le cose con Draco, non erano arrivati a una dichiarazione di amore eterno, ma adesso le loro strade procedevano verso la stessa direzione.
Ed è quello che voglio.
Non aveva previsto di innamorarsi, soprattutto se il soggetto in questione era Draco Malfoy, ma la scoperta di questi sentimenti verso il ragazzo le aveva cambiato la visione del mondo, dandole la possibilità di capire che nonostante la guerra, l’amore poteva resistere.
Poteva sopravvivere.
E noi possiamo farlo, possiamo sopravvivere a tutto questo, solo assieme.
Si alzò dal letto, senza disturbare il ragazzo che dormiva placidamente nel posto accanto al suo, sistemò i capelli in una coda sfatta e scelse dall’armadio qualcosa da mettere.
Tra cui una gonna, con degli stivali e una maglione leggermente più lungo del solito,  poiché come ogni mattina era impossibile non sentire freddo in luogo pieno di spifferi come il Manor.
Si vestì in silenzio beandosi di quel momento, la sua vita, nonostante la scelta radicale, aveva preso la direzione giusta e si sentì bene per la prima volta.
 
Ma Hermione Granger avrebbe dovuto imparare che certe sensazioni avevano la durata di un battito d’ali, che la serenità acquistata poteva essere spazzata via da un leggero alito di vento, e che i problemi le avrebbero fatto compagnia per il resto della vita.
Un rumore improvviso la fece sobbalzare e scattò a prendere la bacchetta, ma non ebbe neanche il tempo di voltarsi che la porta si aprì e una preoccupata Narcissa Malfoy fece il suo ingresso.
-Scu… Scusatemi.- disse osservando il figlio alzarsi dal letto della ragazza, ringraziando il cielo che fosse vestito, -Ma dovete scendere.-
-E’ successo qualcosa?- chiese la ragazza, avanzando verso la porta.
-Dovete vedere con i vostri occhi.-
Draco le si parò accanto e con un semplice cenno della testa, la precedette per uscire dalla stanza.
 
***
 
Hermione avrebbe preferito morire, ma non una e neanche due volte, ma almeno mille.
Avrebbe preferito la morta alla scena che si presentò ai suoi occhi, poiché proprio in mezzo alla Sala delle riunioni, circondati da Lucius Malfoy e Bellatrix Lestrange c’erano Harry Potter e Ronald Weasley, con il volto sfigurato per colpa di un incantesimo.
Il cuore si fermò e rimase un attimo ad osservare la scena: tutti i suoi peggiori presentimenti si erano avverati, tutti i suoi timori, tutte le paure.
Cazzo, cazzo, cazzo. Cosa ci fanno loro qua?
Avrebbe voluto urlare contro di loro e metterli in punizione personalmente, ma cercò di calmare i suoi nervi per non farsi scoprire e mandare all’aria tutta la copertura.
“Avevi rinunciato alla missione.”
Sì, ma quei due non lo sanno e possono rovinare tutto, prima che io li possa far scappare.
Aveva deciso senza pensarci troppo, li avrebbe fatti scappare senza far cadere la sua copertura, in modo tale da non fare insospettire Draco.
“Pensi solo a lui, adesso.”
Gli ho mentito, gli sto continuando a mentire ma non posso permettere che i miei amici muoiano.
-Draco, Hermione siete arrivati.-
Lucius li accolse con un gran sorriso e la ragazza sentì ancora di più il suo cuore andare a pezzi.
-Guardate che cosa hanno trovato i Ghermidori? Questi due.- indicò i ragazzi.
 
Harry guardò Hermione.
Hermione guardò Harry e sentì lo sguardo del suo amico sempre più nelle viscere, la stava scrutando, la stava esaminando.
Come per confermare che fosse tutta una messa inscena.
-Adesso, li riconoscete? Perché se consegniamo Potter, voi sapete bene che tutto sarà diverso.-
Draco annuì e guardò la ragazza, era improvvisamente sbiancata e quando le sfiorò le dita le parve anche più fredda del solito, ma cercò di scacciare via ogni possibile pensiero.
Doveva concentrarsi solo su una cosa in questo momento.
-No, non li riconosco.-
Quelle parole lo fecero voltare, Hermione aveva parlato prima di lui e la pesantezza di quella frase lo colpì al cuore.
-E tu Draco?-
-No.- disse senza distogliete gli occhi dalla ragazza, cercando di decifrare il suo sguardo spento.
-Lasciateci un momento.-
 
Draco e Hermione si allontanarono per non sentire le discussioni degli altri e a Harry non sfuggì il modo, quasi premuroso, con cui il ragazzo prese la mano di Hermione, per poi stringerle, delicatamente, il braccio destro.
-Che succede?- sussurrò alla ragazza.
-Niente, sta tranquillo.-
-Sei sicura di quello che abbiamo detto?-
-Certamente.-
Gli prese la mano e lo condusse fuori dalla stanza, anche quel gesto non sfuggì al Ragazzo che era Sopravvissuto.
 
***
 
Mi dispiace Draco, ma lo devo fare.
Inghiottì il groppo che si era formato in gola e si fermò prima delle scale, aspettando che Draco facesse lo stesso.
Hermione lo baciò prima che lui potesse farle altre domande e farla crollare del tutto, lo baciò prima che lei gli rivelasse il piano per cui era stata mandata lì, per cui era stata mandata a morire dalla McGranitt e che in realtà lui non era stato previsto, in questa cosa, ma che era riuscita a innamorarsene lo stesso.
Lo baciò come se tutta la sua vita dipendesse da quel baciò, lo fece come se fosse il loro primo bacio.
Perdonami.
-Confundus.-
Draco la guardò prima di chiudere gli occhi, e aiutandolo lo fece appoggiare alla scala, così da non cadere.
-Scusami.-
Raccolse il coraggio che si celava dentro di lei e percosse con brevi falcate la distanza che la separava dai suoi amici, non li avrebbe lasciati in mano ai Mangiamorte.
“Ma anche tu lo sei.”
-Confundus.- puntò la bacchetta contro Lucius, Narcissa e Bellatrix e anche loro caddero a testa storditi, si voltò e corse dai suoi amici, che avevano riacquistato il loro aspetto naturale, e con un altro incantesimo li liberò dalle corde.
-Hermione lo sapevo che ci avresti aiutato.-
Harry l’abbracciò d’impulso e non potè non ricambiare, il suo amico gli era mancato e questo non sarebbe mai cambiato.
-Adesso dovete andare, uscite da qua e Smaterializzatevi, scappate.-
-Vieni con noi.-
-Non posso, ho fatto quello che il mio cuore sentiva di dover fare, ma non posso muovermi.-
-Ti hanno fatto un incantesimo?- chiese Ron avvicinandosi.
-No, sono io che non voglio andare, adesso via.-
-Questo non fa parte del piano.-
Harry la scrutò per un attimo e si rese conto che il piano, probabilmente, era andato a farsi fottere da un pezzo.
-Qualche piano, Mezzosangue?-
Quella voce fece gelare il sangue di Hermione e senza poterlo impedire tremò l’attimo in cui si voltò ad osservare Draco.
-Allora?-
Non aveva uscito nessuna bacchetta, ma il tono faceva male più di qualsiasi Maledizione Cruciatus.
-Non ha più importanza, Draco. Lasciali andare.-
-Draco?- Harry e Ron posero la stessa domanda, nel medesimo istante ma lei provò a ignorarli.
-Mi nascondi qualcosa, Mezzosangue?-
“Credo che sia arrabbiato con te.”
Lo penso anch’io.
-Non lo hai capito Furetto? Lei è dalla nostra parte, vi ha solo presi in giro!-
Hermione riuscì a scorgere il dolore di Draco dai suoi occhi e lo vide stringere le mani fino a far diventare le nocche bianche.
-No, ascoltami. Era così ma ho rinunciato a quella missione, ti prego guardami.-
Hermione gli si parò davanti, prendendo il viso del ragazzo tra le mani, trattenendo le lacrime che le stavano straziando il cuore.
-Allontanati o giuro che ti uccido.-
-Ascoltami non…-
-Mi hai sentito?!!-
E come se l’avesse colpita Hermione fece un passo indentro, allontanandosi dal ragazzo.
-Ti conviene andartene, non avrai un’altra occasione.-
-Fammi spiegare!!- urlò la ragazza, ma una mano la trattenne.
Harry la fece indietreggiare, -Andiamo via, ora.-
Hermione non riuscì a trattenere oltre le lacrime e si lasciò guidare dai suoi amici, la sensazione di benessere che aveva provato quella mattina le sembrò un ricordo lontano e troppo doloroso.
Osservò lo sguardo di Draco indurirsi, il dolore era stato sostituito dalla rabbia, una rabbia cieca, diretta a lei, e solo a lei.
Mi odia.
-Io avevo scelto te.- sussurrò prima di essere trasportata via dalla Smaterializzazione, ma riuscì lo stesso a percepire l’urlo del ragazzo che amava, prima che fosse troppo tardi.
 
***
 
La prima cosa che sentì sotto i suoi piedi fu la neve, la stessa neve che le era stata di compagnia per tutto il tempo al Manor, la stessa neve su cui aveva corso per salvare Draco quella notte.
La stesse neve che le ricordava quel ragazzo.
Cadde a terra l’attimo dopo, le ginocchia erano diventate troppo molli per reggere il suo peso, forse anche per colpa del suo cuore che si era spezzato.
Iniziò a piangere, senza rendersene conto e mise in quel pianto tutto l’amore che provava, tutti i sentimenti che l’avevano accompagnata.
-Forza Hermione.-
Harry le mise una mano sulla schiena, ma lei lo scostò.
-Lasciami stare.-
-Ti abbiamo salvato, che c’è che non va?-
-Ron, tappati la bocca.- sussurrò.
-Cosa succede Hermione?-
La ragazza si alzò in piedi e guardò, per la prima volta, con odio i suoi amici.
-Cosa c’è? COSA C’E’? C’è che io stavo bene lì e l’unica cosa che voi dovevate evitare era quella di essere catturati, vi era stato raccomandato solo QUESTO.-
-Tu stavi bene lì? In mezzo al nemico!-
-Io avevo RINUNCIATO.- urlò ancora più forte, sentendo le forze venire meno.
-Cosa vuol dire?-
-Vuol dire che io avevo chiuso con la missione, non ne facevo più parte ma voi avete deciso che dovevate rovinare tutto e vi ho dovuti salvare e così lui lo ha scoperto!-
-Lui? Draco Malfoy? Il Mangiamorte, è di lui che ti stai preoccupando?-
-Sì Harry, perché era tutto così… Così giusto.- disse appoggiandosi contro un albero.
-Giusto? Hermione quel ragazzo è una persona terribile.-
-No, Harry. La persona orribile sono io, Draco non ha mai ucciso una sola persona.-
-Cosa stai dicendo?-
Alzò il maglione e scoprì il Marchio Nero, -Io ho ucciso un uomo per salvare Draco, non sono meglio di lui secondo il vostro ragionamento.-
Harry e Ron rimasero in silenzio ed Hermione chiuse gli occhi, sperando che quella giornata finisse presto e che potesse ancora svegliarsi nel suo letto con accanto lui, credendo che tutto quello fosse solo un cattivo sogno.
Sarebbe stato utile la GiraTempo.
 
 

Spoiler:

-Sono sempre io, Harry, sono solo un po’ cresciuta.-
-Sei tu Hermione, ma sei una Mangiamorte.- disse incamminandosi verso la tenda.
-Lo so, e amo anche un Mangiamorte, ma a me va bene così.-
-E perché?- chiese urlandole contro.
-Perché so, che per un momento, anche lui mi ha amato.-


 

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Capitolo 17
*** Il primo giorno senza te ***


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Anche se il tempo sta per scadere, 
ecco a voi il nuovo capitolo come promesso!!
Devo dirvi che le cose non si stanno mettendo proprio bene per 
i nostri giovani, ma può il loro "amore" essere forte?
Nonostante la guerra, bene... penso che questo capitolo vi darà il primo assaggio...
Ed è strutturato a song-fic quindi spero che vi piccia.!!
Vorrei come sempre ritagliare un secondo del mio tempo, 
per ringraziare tutte le persone che si sono fermate a leggere la storia, siete
sempre di più e credetemi se vi dico che la storia va avanti per voi,
che recensite, che l'avete aggiunta nelle preferite, ricordate e seguite!
Siete numerosi e aumentate sempre di più, <3


 
Today was the worst day,
 I went through hell 
 
 
Hermione aveva passato tutta la serata sola a guardare la luna, la stessa luna che per mesi aveva visto attraverso le finestre del Manor o in giardino, immersa nella neve.
La luna che le ricordava il colore dei capelli di Draco o il colore dei suoi occhi.
La stessa luna che sapeva di lui.
-Stai bene?-
Harry si fece più vicino, posandole addosso un mantello per scacciare il freddo, solo che il freddo che provava Hermione veniva dal suo cuore e una coperta non era sufficiente a riscaldarlo.
-Sto passando un inferno.- sussurrò rivolta al suo amico.
 
 
I wish I could remove it from my mind 
 
 
-Parlami, Mione.-
Hermione alzò lo sguardo verso il suo migliore amico, notando che i suoi bellissimi occhi erano privi di emozione, come i suoi, che il suo viso era stremato per la fatica e provato per il sonno.
Cosa hai dovuto passare, Harry?
“Non quello che è successo a te.”
-Io… Sto cercando di scacciarlo fuori dalla mia mente… Ma la verità è che non voglio.-
-Perché?-
 
 
And now you're somewhere out 


 
-Perché mi sono innamorata di lui, Harry.-
Il ragazzo rimase in silenzio, osservando la sua compagna, la sua migliore amica, la persona per cui avrebbe sacrificato la sua vita, se fosse stato necessario, la persona che si era innamorata del suo nemico.
-Cosa ti ha fatto per farti cambiare idea?-
Hermione potè scorgere nel tono di voce dell’amico rabbia, nervosismo, impotenza, frustrazione, scosse la testa e gli prese la mano.
-Lui ha fatto la cosa più semplice ma anche la più difficile al mondo.-
-Ovvero?-
-Mi è stato accanto, Harry. Mi ha aiutato in un momento importante della mia vita, tralasciando per la prima volta le questioni del sangue, Draco si è insinuato nel mio cuore.-
 
 
My friends tried to tell me all along 
That you weren't the right one for me 
 
 
-Una Serpe come lui non è capace di fare quello che hai detto, sa pensare solo a se stesso.-
-Qualche tempo fa avrei concordato con te, ma non è così… Lui si è preso cura di me quando sua zia mi aveva torturato, quando Tu-Sai-Chi non mi credeva, quando ero sola.-
-Non sei mai stata sola, Hermione.-
-Invece sì, per un po’ lo sono stata, ma poi è arrivato lui.-
 
 
My friends tried to tell me to be strong 
 
 
-Senti Hermione questa guerra è più grande di noi, di me, di te e di Malfoy, non lasciarti andare, non lasciarti sopraffare.-
-Stai parlando dell’amore come se fosse una cosa cattiva.- disse guardandolo negli occhi.
-Stiamo parlando di Malfoy.-
-E di me.-
-Pensi che lui ti ami? Pensi che lui cambierebbe bandiera per te, che lascerebbe i suoi genitori? Non illuderti così tanto, pensa a essere forte.-
Hermione abbassò il capo e rimase in silenzio, alzò il maglione per guardare il Marchio Nero, immobile sul suo braccio.
-Per un periodo lui è stato la mia forza, ha creduto in me ed io in lui, questo sentimento non posso cambiarlo.-
-E adesso porti una cicatrice, che ti ricorda quanto tu, abbia sbagliato.-
-No Harry, questa cicatrice mi ricorda quanto lo amo.-
 
 
Everything back but you
 
 
Harry ancora una volta rimase in silenzio osservando con occhi diversi la ragazza che credeva conoscere meglio di se stesso, la ragazza i cui sentimenti erano un libro aperto.
Adesso è tutto diverso.
Lei è diversa e lei ama Malfoy, questa guerra sarà diversa, ora.
 
-Entra, non vorrai prenderti un malanno.-
Le porse la mano che accettò prontamente, senza indugiare.
-Sono sempre io, Harry, sono solo un po’ cresciuta.-
-Sei tu Hermione, ma sei una Mangiamorte.- disse incamminandosi verso la tenda.
-Lo so, e amo anche un Mangiamorte, ma a me va bene così.-
-E perché?- chiese urlandole contro.
-Perché so, che per un momento, anche lui mi ha amato.-
 
***
-Adesso hanno anche il controllo del Ministero, di Hogwarts e tra poco sarà sempre peggio.-
Ron e Harry avevano trascorso la serata a raccontarle i fatti dal loro punto di vista, cercando di far rinsanire la loro amica per riportarla sulla retta via.
Solo che Hermione non aveva nessuna intenzione di cambiare o di ritornare a essere la ragazzina saccente di un tempo, stava bene in quel modo.
-Ma quanti Horcrux avete distrutto?-
-Oltre il Diario, l’Anello, abbiamo distrutto il Medaglione di Serpeverde e la Coppa di Tassorosso.-
-Come avete fatto?- chiese, visibilmente sorpresa la ragazza.
-Abbiamo trovato la spada di Godric Grifondoro, lei ci ha aiutato e ci hanno catturato subito dopo aver distrutto la coppa.
Non ci siamo accorti dei Ghermidori.-
Hermione annuì con la testa, ripensando alla conversazione tra Lucius Malfoy e gli altri membri, anche loro avevano percepito che erano stati distrutti degli Horcrux.
-Poi c’è Nagini.- disse senza guardali.
-Ne sei sicura?-
-Sì, Voldemort se lo porta sempre dietro, non lo lascia mai solo.-
I ragazzi la guardarono con gli occhi sbarrati e le bocche leggermente aperte.
-Che ho detto?-
-Non pronunciare il suo nome, per favore.-
-Va bene.-
Hermione si alzò di colpo dalla sedia, lei non aveva paura di quel nome e neanche del Signore Oscuro in persona, poiché il tempo che aveva passato al Manor l’avevano aiutata a sconfiggere la paura e a utilizzare un altro tipo di sentimento nei suoi confronti: l’odio.
È questo il sentimento che mi ha aiutato a non crollare, l’odio verso un uomo spregevole.
“E l’amore verso Draco.”
-Pensiamo che il prossimo Horcrux sia ad Hogwarts, dovremo tornare.-
-Okay.- rispose semplicemente la ragazza.
-Hermione, le cose sono diverse là adesso, e anche se il comando è nelle mani di Piton non dimenticare che tu stai dalla nostra parte.-
-Harry non sei tu che decidi da che parte devo stare, starò dove il mio cuore mi dirà di stare.-
-Ma miseriaccia Hermione, questo vuol dire che rischieresti anche la tua vita per salvare il Furetto, se lui fosse lì?-
-Sì.- disse guardandoli negli occhi, -Non mi interessa una dichiarazione d’amore eterno da parte di Draco e voi forse questo  non lo avete capito, non mi interessa sentirmi dire “ti amo”, ma mi interessa saperlo vivo, soprattutto adesso che non posso più proteggerlo, anche alla fine di questa guerra.-
-Lo salverai da Azkaban?-
-Sì.- rispose ancora.
-Lo sapevo che il piano della McGranitt ti avrebbe fatto rincretinire, ma okay, fa niente, sei nostra amica e noi ti vogliamo bene.-
-Grazie Harry.-
Hermione corse ad abbracciare i suoi amici, felice per la prima volta di averli ritrovati e che le cose fra loro si fossero sistemate.
-Ricorda però che non tutti potrebbero accettare il tuo Marchio.- sussurrò il Ragazzo Sopravvissuto.
-Non importa, sul serio.- trattenne una lacrima silenziosa.
Niente sarà più come prima.
 
***
 
You're not alone
Together we stand
I'll be by your side, you know I'll take your hand
When it gets cold
And it feels like the end
There's no place to go
You know I won't give in
No I won't give in
 
 
Adesso devo smetterla di piangermi addosso, non mi servirà a nulla, non mi aiuterà a salvarlo dalla guerra, né tanto meno a evitargli Azkaban, devo essere forte per dargli la migliore delle opportunità.
 
 
Keep holding on
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through
Just stay strong
'Cause you know I'm here for you, I'm here for you
 
 
E non m’importa sapere se lui mi ama o no, per la prima volta ho capito cos’è veramente l’amore e non si basa solo su quelle due parole, ma si basa sulla dedizione, sul coraggio di non lasciare andare, sulla voglia di vivere assieme, sulla speranza.
Ed io ho bisogno di saperlo vivo, anche se non con me, ho bisogno di sapere che la vita può ancora dargli tutto quello che ha sempre desiderato, anche se non sono io.
Ho bisogno che il suo cuore continui a battere, anche se non per me, perché so che in quei due mesi lui mi ha amato, come io ho amato lui, e non c’era niente di più giusto dei nostri corpi che si ritrovavano per scaldarsi dal freddo della notte e dei propri cuori, delle nostre labbra che si trovavano anche nei momenti più difficili.
C’eravamo io e lui.
E a me sarebbe bastato per tutta la vita, ma certe volte il destino sceglie le nostre strade e noi non possiamo impedirlo.
 
 
Keep holding on


 
 
********************************************************************************
 
This is the hardest part
When you feel like you're fading
All that you have has become unreal
Collapsing and aching

All I want, all I want is right here
But love don't live here anymore
(Love is dead, love is gone, love don't live here anymore)
And love don't live here anymore
(Love is dead, love is gone, love don't live here anymore)
 
 
L’unica cosa che gli aveva raccomandato il padre era di non pensare col cuore, e Lucius più volte era stato chiaro e aveva risolto, così, la maggior parte dei suoi problemi creando un accordo pre-matrimoniale con la famiglia Greengrass, ma lui aveva deciso di mandare tutto a quel paese.
Draco Malfoy per la prima volta nella sua vita aveva usato il cuore, rendendosi conto che non era un organo del tutto inutile come il padre lo aveva descritto, ma si rese conto solo in quel momento che quello era stato il suo più grande errore.
Aveva lasciato al suo cuore la possibilità di innamorarsi di una Sanguesporco, di una lurida Mezzosangue che adesso popolava la sua mente senza lasciarlo andare.
Le aveva permesso di giocare con i suoi sentimenti, che credeva inesistenti, poiché i Malfoy li disconoscono.
Ma io volevo essere l’eccezione alla regola, che coglione.
Tirò un altro pugno al muro, ancora più forte dei precedenti, non si era fermato per tutta la notte e non aveva intenzione di smettere fino a quando non se la sarebbe levata dalla testa.
Hermione Granger sei riuscita a prenderti gioco di me, brava.
“E se non fosse come dici tu?”
Scosse la testa, sempre più deciso, aveva sentito bene le parole dello Sfregiato lei era una talpa, un’infiltrata a casa sua e lo aveva preso in giro dal primo momento, anche andare a letto con lui era stato un imbroglio.
“Lo sai anche tu che non è così.”
Tirò un altro pugno cercando di scacciare le parole della sua coscienza, che cercava in tutti i modi di convincerlo che non fosse quella la verità, e che essa risiedesse nelle parole della Granger.
-Io avevo scelto te.- sussurrò, -Sei solo molto brava a mentire Mezzosangue, ma giuro che non succederà più.-
Si staccò dal muro e guardò la luna dalla finestra della sua camera, era stata la luna l’unica testimone della loro prima notte d’amore e adesso…
L’amore è morto, sia maledetto io che ho creduto a un sentimento così inutile, così frivolo.
 
 
Love is dead, love is gone, love don't live here anymore
 
 
-Draco?-
-Sì, madre.- chiese senza voltarsi a guardarla.
-Mi dispiace.- disse semplicemente.
-Per cosa?-
Draco osservò Narcissa Malfoy in uno dei suoi completi migliore guardarlo con degli occhi tristi.
-Per quello che è successo, so che avevate legato molto e poi…-
-Poi niente, resterà per sempre una Sanguesporco, non voglio più vederla.-
-Draco ascolta, mi dispiace ma non ho potuto fare niente, la decisione era stata già presa.-
-Quale decisione?-
-Non vogliono uccidere più solo Potter…-
-Non vorrai…-
-Adesso stanno cercando anche Hermione Granger, la vogliono uccidere, Draco, a tutti i costi.-
Un senso d’impotenza s’impossessò del ragazzo, senza rendersene conto si ritrovò seduto nel letto, col capo rivolto vero la finestra, cercando di non pensare, cercando di annullarsi definitivamente ma la sua mente non era della stessa idea.
Hermione… Dove sei?
 


Spoiler:


-Severus!- si voltò ad osservarla nel momento esatto in cui stava per Smaterializzarsi, ma potè sentire le ultime parole, -Lo salvi.-

 
 
 
 
 
 




 






 
 
 
 








 
 
 

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Capitolo 18
*** Hogwarts ***


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Ed ecco a voi un nuovo capitolo, 
ragazze sarò sincera amo questa storia ogni capitolo che passa
e lo devo a voi che mi sostenete sempre!
Quindi il Golden Trio ringrazia tutte quelle tantissime, 
perchè siete diventate tante <3, persone che hanno 
aggiunto la storia nelle preferite, ricordate e seguite.
Draco Malfoy invece ringrazia chi passa a leggere la storia e a recensirla.
[Gli fanno piacere tutte le recensioni positive sul suo conto :D ]
Buona lettura :)


 
Hogwarts
 
Hermione Granger era stata definita la persona più intelligente della scuola, la strega più brillante della sua generazione, ma da un paio di giorni, esattamente quando aveva lasciato Malfoy Manor non era più stata la stessa.
Questo aveva comportato una serie di disavventure che avrebbe potuto benissimo evitare, come per esempio non aveva previsto possibili Ghermidori ad Hogsmeade e questo li aveva quasi fatti beccare, e certamente non era nel loro piano.
E non avevano ancora trovato un modo per entrare a Hogwarts.
-Se ci prendono siamo fritti.- disse Ron, mentre correva il più lontano possibile dai Ghermidori.
-Da questa parte.- disse una voce non troppo lontana da loro e senza pensarci, i ragazzi entrarono nel locale Testa di Porco, chiudendosi la porta alle spalle e sigillandola con un incantesimo.
-State bene?-
La voce dell’uomo che li aveva salvati non apparve del tutto nuovo a Hermione, come se in quella figura dai capelli grigi e lunghi potesse scorgere il viso di un’altra persona.
-Lei assomiglia molto al professore Silente.- disse Harry.
-È vero.- rispose l’uomo con calma, -Io sono suo fratello, Aberforth.-
-Cosa?- chiese Hermione, rimanendo praticamente a bocca aperte. Solo in quel momento si ricordò dell’uomo che si era presentato al funerale di Silente, ma la sua mente non era riuscita a creare prima quella connessione.
Perché?
“Perché sei stanca.”
Ho riposato a sufficienza nei giorni precedenti.
“Sei stanca perché non sei con lui.”
-Sì.- disse semplicemente.
-Allora è lei che ho visto quella volta.- il ragazzo prese lo specchio e lo avvicinò all’anziano signore per farglielo guardare.
-Esatto ragazzo, è un frammento di specchio gemello, apparteneva a Sirius.-
-Capisco.- rispose Harry, allontanandosi di poco.
-Ci ha salvati in tempo.- disse Ron che ancora stava guardando la porta, incredulo.
-Siete stati imprudenti.-
-E’ stata colpa mia, mi ero dimenticata che c’era la possibilità di incontrare qualche piccolo intoppo.- rispose Hermione, sentendosi chiamare in causa.
-Tu saresti?-
-Hermione Granger, signore.-
-Ho sentito parlare di te, sei una complice di Tu-Sai-Chi.-
-Era la mia missione.- spiegò spicciola, non aveva voglia di aprire nuovamente quella ferita.
Io avevo scelto Draco, alla fine, ma questo sarebbe meglio non dirglielo.
-Ah… Brutto affare.-
-Dobbiamo entrare a Hogwarts.- disse Harry di punto in bianco, ed Hermione lo ringraziò mentalmente per aver cambiato discussione.
-Potter sta attento, tutto adesso è diverso.-
-Lo posso solo immaginare, ma il professore mi aveva affidato un compito e ho il dovere di portarlo a termine.-
-Non dare troppo peso alle parole di mio fratello, lui sacrificherebbe tutti per il poter e già una volta lo ha fatto.- lo sguardo dell’uomo si posò sul ritratto di una ragazza.
-Se lei ha rinunciato io non la posso costringere a combattere, ma io ancora non l’ho fatto.- rispose il ragazzo deciso.
L’uomo annuì svogliatamente, senza ribattere l’ultima affermazione, poi guardò il quadro e con occhi, dolci disse:
-Forza Arianna, tu sai cosa devi fare.-
La ragazza annuì e scomparve all’interno del quadro fino a diventare un puntino lontano, indistinguibile.
-Dove va?- chiese Hermione avvicinandosi.
-Guarda sta tornando.-
Ron avanzò e tutti i ragazzi rimasero con gli occhi incollati al quadro e inaspettatamente lo videro aprirsi per lasciare aperto un passaggio segreto, dal quale spuntò Neville.
-Neville!- urlarono i ragazzi correndo ad abbracciarlo.
-Che piacevole sorpresa.- rispose il ragazzo ricambiando tutti i sorrisi, -Forza andiamo.-
In silenzio percorsero il tunnel buio e in poco tempo si aprì davanti a loro un altro passaggio,
-Ragazzi guardate cosa ho portato.- urlò Neville uscendo per primo.
-Ti prego non altro cibo cucinato da Aberforth.- urlò Dean.
-No, meglio.-
E in quel momento uscirono dal quadro Harry, Ron e Hermione, alla vista dei primi due i ragazzi riempirono la sala di urli di felicità ma la presenza di Hermione smorzò immediatamente gli animi dei presenti.
-Lei…?-
-Lei non ci ha mai tradito.- rispose immediatamente Harry, -Era un piano della McGranitt cui non ha potuto dire di no.-
-Sì Harry, ma ha lavorato con Tu-Sai-Chi e non sappiamo…-
-Se la mia lealtà va a lui?- Hermione indicò il suo migliore amico e sorrise, -Proteggerei Harry a costo della mia vita, sempre.-
Quelle parole furono sufficienti per calmare gli animi ma un arrivo inaspettato cambiò, nuovamente, le carte in tavola.
-Ginny!- urlò Ron felice di rivedere la sorella dopo mesi.
-Harry.- rispose lei, visibilmente felice e rossa per l’emozione.
-Mesi che non mi vede e non mi considera nemmeno.- farfugliò il fratello, offeso.
Il Bambino Sopravvissuto sorrise, felice di poter vedere ancora la ragazza che era stata la sua ancora salvezza per tutti quei mesi di solitudine.
-Piton lo sa, sa che siete ad Hogwarts.-
-Non importa, ragazzi dobbiamo trovare un oggetto piccolo che abbia a che fare con Priscilla Corvonero, si tratta di un Horcrux.-
-Beh, non abbiamo molto su cui basarci.- gli fece notare Neville.
-Potrebbe essere il diadema perduto di Corvonero.- disse Luna, facendo un passo avanti.
-Ma è perduto, Luna.- ribadì Cho.
Hermione rimase in silenzio, ascoltando quella conversazione con poco interesse, poiché l’avambraccio sinistro aveva iniziato a pruderle terribilmente e nonostante il poco tempo che aveva passato al Manor sapeva, che quando faceva in quel modo, il serpente dentro il teschio si stava muovendo e non era certamente un buon segno, ma quel gesto non passò inosservato a Ginny, che senza farsi notare trascinò la sua amica lontana dagli altri.
-Cosa succede?-
-Lascia stare Ginny, è davvero complicato.-
-Hermione.- ribadì lei, decisa.
La ragazza rassegnata scoprì l’avambraccio, ma la sua amica non fece una piega, ansi si rilassò.
-Lo avevo intuito.- disse osservandolo.
-Da cosa?-
-Da come ti grattavi, come… In quale occasione?-
-Ginny lascia stare.- Hermione provò a divincolarsi dallo sguardo dell’amica ma senza riuscirci.
-Hermione Jean Granger dimmi la verità.-
-Io ho ucciso un uomo per salvare Draco e per questo mi hanno… Marchiato.-
-Tu e Malfoy?- chiese con il suo sorriso furbo.
-Beh… Sì.- disse arrossendo.
-Wow. Ed è davvero così bravo come dicono a letto?-
-GINNY.- urlò, nascondendo il rossore delle sue gote.
-Ragazze dobbiamo andare.-
Harry riuscì a interrompere nuovamente la discussione, ma per Hermione fu la seconda volta che lo dovette ringraziare e in silenzio si diressero alla Sala Grande, per riprendere il controllo sulla scuola.
 
***
 
-Forse potete immaginare il motivo per cui vi ho fatto chiamare a quest’ora.-
Piton iniziò a girare tra i vari studenti, che stavano in piedi in Sala Grande in attesa che lui continuasse a parlare.
-So per certo che Harry Potter è stato avvistato a Hogsmeade, dunque qualsiasi studente o decente che fosse a conoscenza degli spostamenti del signor Potter o fosse a conoscenza del luogo cui risiede è pregato di farsi avanti, in caso contrario verrà considerato egualmente colpevole.-
Piton continuò ad avanzare fino al momento cui un rumore di passi lo fece fermare e proprio di fronte a lui si presentò Harry Potter, fiancheggiato da Hermione Granger.
-Nonostante tutto penso che abbia ancora qualche problema di sicurezza, caro Piton.-
Hermione rimase in silenzio a guardare negli occhi il suo professore, e alle loro spalle sentì il portone della Sala Grande aprirsi, l’Ordine era arrivato.
 
Il professore rimase ancora un attimo in silenzio osservando il ragazzo che aveva provato a salvare in tutti i modi e sfoderò la bacchetta, pronto a difendersi.
Hermione scansò Harry e puntò la bacchetta contro Piton, dopo una lunga attesa, tramite un incantesimo non verbale attaccò, facendo uscire dalla bacchetta delle fiamme.
Piton usò per proteggersi, tramite un incantesimo non verbale, il Protego, e solo all’ultimo indietreggiò verso la finestra per scappare, ma venne fermato dalla voce della ragazza.
-Severus!- si voltò ad osservarla nel momento esatto in cui stava per Smaterializzarsi, ma potè sentire le ultime parole, -Lo salvi.-
 
 
Non appena Piton scappò la McGranitt fece tornare la Sala Grande come un tempo, piena di luce e il soffitto venne riaddobbato tramite il solito incantesimo, ma la felicità che si era insinuata nei cuori di tutti venne scacciata via da un urlo, quasi disumano.
Hermione ed Harry corsero verso la ragazza ma subito alle loro spalle un’altra aveva iniziato a urlare e poi senza volerlo, lei si scoprì il braccio per rivelare, a chi stesse guardando, il suo Marchio Nero, notando il movimento del serpente per la seconda volta.
Harry cadde a terra, tappandosi le orecchie ma dopo poco dovette fare la stessa cosa anche lei e tutti gli altri presenti nella sala, poiché nelle loro teste stava risuonando, chiaramente, la voce di Voldemort:
-Suppongo che molti di voi vogliano combattere, ma combattere sarà inutile… Consegnatemi Harry Potter e tutto questo potrà essere evitato.
Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati.
Avete un’ora.-
Tutta la scuola si voltò a guardare Harry ma nessuno si mosse per fare alcunché, nessuno avrebbe consegnato Harry al Signore Oscuro, neanche i Serpeverde che per la prima volta erano rimasti impassibili di fronte a una proposta tanto allettante.
L’unico, però di loro, che non stava guardando Harry era Blaise Zabini che stava guardando Hermione e il suo braccio come per avere la conferma a tutte le sue domande e anche lei lo guardò, sperando di riuscire a scoprire qualcosa su Draco Malfoy.
 

Spoiler:

“Dovresti odiarla molto di più, lei ti ha usato, ti ha soggiogato per salvare i suoi amici.”
Non ci riesco, ho provato a odiarla più del dovuto ma il mio cuore me lo impedisce, sono inn…
“Non lo dire, lo sai che i Malfoy non amano.”

 

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Capitolo 19
*** Il Diadema di Priscilla Corvonero ***


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Ragazzi chiedo venia, sono in ritardo lo so !!
Scusatemi ma oggi pomeriggio non sono riuscita
ad aggiornare e non sono stata a casa la sera, 
ma sono tornata, adesso, ed ecco qua il capitolo!!
Stavolta a ringraziarvi sarà il Fantasma della torre di Corvonero e Blaise
Zabini, siete sempre più numerose e vi stimo tantissimo, grazie
per aver inserito la mia storia nelle seguite, preferite e ricordate!
Mentre il Golden Trio con Draco, ringraziano chi la legge e chi lascia sempre, una 
più che accettata, recensione :)

 
Il Diadema di Priscilla Corvonero
 
Hermione avrebbe voluto avere più tempo, rendendosi conto che un’ora non sarebbe bastata, avevano troppe cose da fare in posti totalmente diversi del Castello.
Così decisero di dividersi, lei avrebbe aiutato Harry a individuare la Dama Bianca, fantasma della Torre di Corvonero per avere maggiori informazioni sulla tiara, mentre Ron e Ginny sarebbero andati a prendere delle zanne di Basilisco nella Camera dei Segreti, per potere uccidere gli ultimi Horcrux, poiché erano riusciti a ricordarsi che la lama della spada di Godric Grifondoro era ricoperta di sangue di Basilisco.
Ma adesso che la battaglia finale si stava avvicinando due pensieri aleggiavano nella mente di Hermione, radicandosi così nel profondo che pensò fosse impossibile liberarsene.
Il primo riguardava il settimo Horcrux, redendosi conto che oltre Nagini e la tiara, il suo cervello non era riuscito a capire quale potesse essere.
Dobbiamo trovarlo in fretta, prima che sia troppo tardi.
E il secondo rimaneva sempre Draco, pregò con tutto il suo cuore che il ragazzo rimanesse lontano dalla guerra, così da assicurarsi la salvezza.
Ma conoscendo quel folle di suo padre e di Voldemort, faranno di tutto per farlo partecipare, non lo risparmieranno di certo.
Così con quei pensieri e il Castello in preda al panico, corse con Harry per raggiungere la Dama Bianca.
 
***
 
Draco Malfoy era stato il primo ad aver chiesto di partecipare attivamente alla guerra, ma subito dopo se n’era pentito più dei suoi peccati.
Lo aveva fatto per poterla rivedere, per poterle dire tutti gli insulti che negli ultimi giorni avevano affollato il suo cuore, per poi smettere e baciarla come se non ci fosse futuro per loro, ed in effetti con quell’atto lui aveva segnato la sua condanna a morte.
Voldemort gli aveva chiesto di ucciderla, personalmente.
Solo allora Draco avrebbe preferito torturarsi da se per lo stupido gesto che aveva commesso, poiché il suo cuore non avrebbe mai permesso nè da parte sua né di altri che la ragazza morisse.
Anche se la odio con tutto il mio cuore non posso permettere che lei muoia.
Così, cercando di mantenere la calma, aveva acconsentito e si era Smaterializzato all’interno di Hogwarts.
La scuola era in prenda al caos più assurdo, studenti di tutti gli anni giravano urlando per i corridoi, i più piccoli in cerca di un riparo e i più grandi dando manforte ai professori, che si stavano preparando alla battaglia.
Una parte di lui avrebbe voluto aiutare, ma aveva un compito importante da svolgere, chiudere con quella ragazza che era riuscita a giocare col suo cuore, chiudere per sempre quei ricordi dentro di se.
Non posso permettermi il lusso di averla al mio fianco, nonostante tutto a fine guerra lei verrà scagionata da qualsiasi accusa mentre io no.
Devo pensare a lei, adesso e al suo futuro.
Draco Malfoy non era mai stato un tipo altruista ma quei mesi passati con Hermione lo aveva cambiato, nel profondo, aveva imparato a godere della sua compagnia, ad apprezzare i suoi sorrisi e tutto quello che aveva a che fare con la ragazza in questione e proprio per questo motivo si era sentito in dovere di lasciarla andare, non avrebbe permesso, ancora, alla sua famiglia di rovinarle il futuro, anche se il suo tradimento rimanevo fresco nel suo cuore.
“Dovresti odiarla molto di più, lei ti ha usato, ti ha soggiogato per salvare i suoi amici.”
Non ci riesco, ho provato a odiarla più del dovuto ma il mio cuore me lo impedisce, sono inn…
“Non lo dire, lo sai che i Malfoy non amano.”
Scacciò dalla sua testa quelle parole e riuscì a intravedere Blaise e Goyle, li prese per il maglione e li trascinò lontani da quel casino.
 
Non era stato difficile per Malfoy individuare Lenticchia, ma non aveva previsto che con esso ci sarebbe stato lei.
Hermione Granger indossava una semplice maglietta grigia senza maniche, bucata in più punti, il Marchio Nero in bella vista e i jeans strappati, appariva stanca e stremata, come se avesse viaggiato per tutta la vita senza mai fermarsi, ma intravide nei suoi occhi la stessa determinazione di quella volta che l’aveva trovato nella cella.
Hermione voleva porre fine a quella guerra, a tutti i costi.
Draco inghiottì il groppo che si era formato in gola e li vide entrare dentro la Stanza delle Necessità, in silenzio prima che fosse troppo tardi entrarono anche loro ma li persero quasi subito di vista, così decise di dividersi, per avere maggiori opportunità.
Sarebbe meglio che Goyle non la trovasse, non sono sicuro che le risparmierebbe la vita.
 
Ma Draco avrebbe dovuto imparare che non sempre i piani vanno per il verso giusto, poiché il destino ha sempre qualche asso nascosto nella manica.
Si era accorto di alcune voci, così aveva smesso di camminare e si era precipitato a controllare, credendo in peggio e in effetti, ci aveva azzeccato.
Goyle teneva la sua bacchetta puntata contro Harry e Hermione, Lenticchia era sparito dalla circolazione e Blaise guardava senza fiatare.
Fu un attimo, ma riuscì a vedere chiaramente gli occhi di Hermione illuminarsi al suo arrivo, notando il sorriso sulle sue labbra e riuscì a percepire il battito del cuore poiché era la stessa cosa che stava provando lui.
“Adesso capisco cosa voglia dire essere innamorati.”
Non potrei mai odiarla, nonostante tutto.
Ma proprio in quel momento Goyle lanciò un incantesimo diretto alla ragazza, cercando di colpirla in pieno petto, ma Potter fu più veloce e aiutò Hermione a evitarlo senza accorgersi di aver spinto la ragazza troppo forte, più del necessario.
Draco la vide sbattere la testa, con ancora gli occhi puntati su di lui, contro un mobile posizionato nel posto sbagliato e nel momento sbagliato e potè vedere quegli stessi occhi, che lo avevano guardato con malizia a casa sua, chiudersi, inaspettatamente.
L’urlo che gli uscì dalla gola fece fermare Goyle dal successivo attacco e senza pensarci corse a prendere la ragazza, stringendola tra le braccia, avendo paura che potesse sparire da un momento all’altro.
-Hermione, apri gli occhi forza.- scosse leggermente la ragazza e solo dopo un attimo sentì qualcosa di appiccicoso uscirle dalla testa, la spostò delicatamente e vide del sangue.
-Potter.- sussurrò guardando il ragazzo, i cui occhi erano rimasti spalancati per lo stupore e il terrore.
-Usciamo da qui.- disse secco.
Si voltò prese qualcosa da una scatolina, mentre Draco prese Hermione in braccio, cercando di non sbatterla troppo.
-Malfoy che cazzo stai facendo, ti sei rammollito per caso?-
Era stato il suo compagno di casa a parlare, ma le orecchie di Draco erano diventate sorde, non esisteva altro che lei, stretta tra le sue braccia, leggermente pallida.
-Malfoy sei il disonore di tutti i Purosangue di questo mondo, sei il disonore della tua famiglia.- urlò Goyle ancora più forte.
-Stai zitto! Ho smesso di seguire quei pazzi, non ne posso più.- si incamminò dietro Potter per trovare l’uscita, ma qualcosa li fece fermare.
Si voltarono, notando Blaise allontanarsi il più possibile da Goyle che aveva usato l’Ardemonium, per dare fuoco alla Stanza delle Necessità, senza rendersi conto che il piccolo fuoco aveva preso le dimensioni di un serpente gigante e che si stava avvicinando, implacabile, verso di loro.
-Che succede?- chiese Ron arrivando, trafelato.
-CORRI.- urlò Harry sorpassandolo.
Draco richiamò Blaise e strinse ancora più forte Hermione, seguendo gli altri lontano dal fuoco, ma come era prevedibile il fuoco aveva acquistato proporzioni esorbitanti e videro tutti gli oggetti contenuti là dentro prendere fuoco.
-Cosa facciamo, Potter?- urlò al ragazzo.
-Non lo so, intanto pensa a correre.-
Draco digrignò i denti, cercando di distinguere in mezzo al fuoco la figura del suo amico, ma oltre Blaise che correva poco distante da lui, non vide alcun segno di Goyle.
Devo portarla fuori di qui.
Improvvisamente si sentì bloccare e vide il braccio di Hermione trattenere un oggetto, osservò gli occhi di lei, leggermente aperti e poi posò lo sguardo sulle scope.
-Sei un genio.- disse sorridendole, -POTTER.-
Il ragazzo si voltò e in poco tempo tutti furono fuori dalla stanza, senza indugiare Ron estrasse una zanna di Basilisco colpendo in pieno la tiara di Priscilla e con un unico calcio la rispedì dentro la Stanza delle Necessità, il fuoco divampò ancora di più ma la porta si chiuse con dentro un altro pezzo dell’anima di Voldemort che andava in frantumi.
 
-Come stai?-
Hermione era ancora sdraiata a terra, con Draco praticamente sopra, che le teneva la testa alta per farla respirare.
-Sei qui.- disse invece la ragazza, guardandolo negli occhi.
Il ragazzo annuì e senza pensarci lei lo baciò, fregandosene dei suoi amici e di tutto ciò che aveva pensato.
Draco rispose al bacio sentendo che era quello che desiderava anche lui, cacciando via quei pensieri che lo avevano accompagnato nei giorni precedenti, non sarebbe riuscito a vivere senza di lei neanche per un altro giorno.
Riluttante si staccò da lei per farla alzare, guardandola ancora negli occhi per godersi quella visione.
Fu un attimo ma il ragazzo riuscì a percepire il movimento delle labbra di lei, che si muovevano per comporre quelle due parole, che mai in vita sua aveva sperato di sentire.
-Ti amo.- sillabò Hermione, leggermente rossa in viso, senza però distogliere lo sguardo da Draco
-Harry.-
Ron richiamò l’attenzione dei presenti su di se e tutti, compresi loro, si voltarono per osservare Harry appoggiarsi al muro, chiudendo gli occhi per trattenere il dolore.
-Lo hai visto.- sussurrò Hermione.
-Sì, e non è felice.- rispose di rimando, una gocciolina di sudore gli colò giù per il viso e guardò in faccia i suoi amici, -So dov’è il serpente.-

 
Spoiler:

“È colpa tua.”
-Io l’ho ucciso.- continuò a dire, coprendosi la faccia con le mani per nascondere la vergogna e il senso di sporcizia che provava verso se stessa.


Spoiler N 2: Il capitolo si intitola -> Siamo dalla parte di Harry Potter.

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Capitolo 20
*** Siamo dalla parte di Harry Potter ***


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Buonasera a tutti e tutte!!
Dopo un intensa giornata di studio e cazzeggio, 
vi pubblico il nuovo capitolo!
Fresco di revisione :D
Con questo entriamo nel pieno della battaglia anche se lo scontro, finale,
sarà nel prossimo... Quindi mi raccomando, rimanete seduti, prendetevi bevande 
e pop corns e godetevi il nuovo aggiornamento!!
Ringrazio tutte quelle straordinarie persone che stanno leggendo la storia, 
mentre in questo capitolo Harry Potter vuole ringraziare chi l'ha aggiunta tra le preferite, ricordate e seguite!
Mentre Draco chi lascia sempre un commento con la sua opinione, sappiate che belli o brutti che siano io li apprezzo, 
molto!
Quindi ci vediamo mercoledi e a fine pagina per lo spoiler <3



 
Siamo dalla parte di Harry Potter
 

Avevano perso tempo, rendendosi conto che di tempo ormai ne avevano poco a loro disposizione, l’ora messa a diposizione da Voldemort stava per scadere.
Hermione strinse i pugni, avevano perso troppo tempo nella Stanza delle Necessità per colpa di Goyle e adesso avevano i minuti contati.
Dobbiamo uccidere il serpente, il prima possibile.
“Vi manca comunque un Horcrux, non cambierà niente.”
Forse. Ma dobbiamo andare avanti.
Istintivamente si voltò verso Draco, anche lui stava correndo con loro verso la Rimessa delle Barche e con lui anche Zabini, si erano uniti a loro senza troppe cerimonie, non credendolo necessario.
Anche perché le carte in tavola erano cambiate per tutti, nessuna delle due fazioni avrebbe potuto evitare la guerra.
Siamo tutti in ballo, tutti possiamo perdere qualcosa oggi.
“E domani? Non penserai che il tuo futuro diventerà rosa e fiori.”
Hermione per un momento, anche se breve, rallentò il passo rendendosi conto che la sua coscienza aveva ragione, non sarebbe bastato vincere la guerra.
È vero, io dovrò comunque pagare per il crimine che ho commesso e anche lui.
“Hermione lo hai imparato sulla tua pelle che il mondo non è giusto.”
La ragazza dovette concordare nuovamente con la parte più sepolta di se stessa per quell’affermazione, poiché per un intervallo breve si era dimenticata di avere ucciso quell’uomo, si era dimenticata di possedere il Marchio Nero sulla sua pelle, si era dimenticata di essere una Mangiamorte.
Sono pronta, non importa cosa deciderà di me il Wizengamot, sono pronta ad affrontare quello che mi riserveranno, però prima dovrò parlare con la McGranitt di una certa famiglia.
 
-Attenti!-
Harry li fece bloccare di colpo per evitare che il muro crollasse sopra le loro teste, ma non riuscirono comunque a ripartire.
Lo spettacolo che li accolse nel cortile di Hogwarts li fece tremare dalla paura, maghi, streghe e animali di qualsiasi genere stavano lottando senza sosta, senza risparmiare neanche un colpo.
-Cosa sta succedendo qua?- sussurrò la ragazza e dovette cercare di mantenere saldi i suoi nervi per non scoppiare a piangere.
Tutti questi morti…
“Non sono diversi dall’uomo che hai ucciso.”
Il suo cuore cominciò a battere più lentamente e dovette aggrapparsi al muro per non cadere.
-Che hai?- una mano la sostenne per il fianco mentre un’altra le teneva alta la testa.
-Cos’ho fatto?- chiese con gli occhi pieni di lacrime.
Draco riuscì a capire al volo a cosa la ragazza si stesse riferendo, e percepì un grosso masso posarsi sopra il suo cuore.
“È colpa tua.”
-Io l’ho ucciso.- continuò a dire, coprendosi la faccia con le mani per nascondere la vergogna e il senso di sporcizia che provava verso se stessa.
-Io l’ho UCCISO.- urlò con maggiore determinazione e Draco provò a stringerla contro il suo petto, per farla calmare, ma lei si divincolò, per sedersi a terra poco distante da lui.
Le gambe rannicchiate contro il petto e la testa in mezzo a esse, le ricordò le persone rinchiuse ad Azkaban, quelle che avevano perso la speranza.
Fece per avvicinarsi ma una mano lo fermò, Harry Potter lo precedette abbassandosi al livello della ragazza.
-Hermione.- disse alzandole leggermente il capo.
Una faccia stravolta e rossa aveva occupato il posto di quella di Hermione, che tutti conoscevano.
-Io… Io non so cosa tu stai provando ma devi riprenderti, non lasciare che il lato oscuro prenda il controllo.-
-Ma Harry…- disse tirando su col naso, -Tu non capisci, io l’ho ucciso e non sono migliore di loro.- indicò gli uomini vestiti di nero che stavano attaccando, nel cortile.
-Ed è qua che ti sbagli, tu sei Hermione Granger, non paragonarti a loro, sei migliore di quanto tu creda.-
-Ho il Marchio, Harry, ed è sulla mia pelle perché ho ucciso un uomo.-
-Hai ragione Herm, ma se tu non lo avessi fatto Draco sarebbe morto, ricordi? Tu avevi scelto lui.-
 
Quelle parole fecero scattare qualcosa dentro Hermione e come se fosse tornata indietro nel tempo sentì la sua anima, che era andata a pezzi, ricomporsi, anche se con qualche ammaccatura e foro.
-Non sei perfetta Herm, nessuno di noi lo è, ma sai usare questo.- le toccò il cuore ed Harry le sorrise, -Non lasciare che lui abbia il controllo su di te, non lasciare che entri qui dentro.- le toccò la testa.
-Dici che lui… Può?-
-Sì Hermione ne sono sicuro e lo fai tramite questo.- indicò il Marchio Nero, -Ed è perché tu pensi che lui abbia ragione, ma lui si sbaglia, si è sempre sbagliato.-
La ragazza annuì e l’amico, l’aiutò ad alzarsi da terra.
Hermione si voltò verso Draco e fece un passo verso di lui, -Non è colpa tua.- sussurrò, -Avrei fatto qualsiasi cosa fosse in mio potere per difenderti e lo farei ancora.- scacciò indietro le lacrime.
Doveva essere forte per non cedere ancora a Voldemort e per salvare Draco, il quale la strinse forte tra le sue braccia per non lasciarla andare.
-Non permetterò che accada ancora.- sussurrò all’orecchio di lei.
Ed Hermione si sentì in pace, per la prima volta da quando lo aveva lasciato.
 
 
-Adesso di corsa alla Rimessa delle Barche, non abbiamo molto tempo.-
Il resto del gruppo annuì ad Harry ed Hermione dovette ringraziare il suo amico per non averla fatta crollare, l’aveva aiutata a resistere all’influenza negativa di Voldemort, da sola non ci sarebbe mai riuscita.
Tutte le cose cattive che pensavo in parte erano vere, ma erano amplificate anche dalla sua malvagità.
Si voltò istintivamente verso destra e notò che Draco la stava guardando, attentamente, come se cercasse di studiarla per prevedere la sua futura crisi.
-Sto bene.- sussurrò al ragazzo.
Si limitò ad annuire e a seguire Zabini fuori dal portone principale, Hermione sospirò pesantemente e uscì anche lei.
Aveva intravisto l’orrore di quella guerra dal Manor ma vederla divampare davanti a lei si era rivelato più difficile del previsto, avrebbe voluto aiutare tutti i suoi amici, difenderli e uccidere i loro nemici, ma Harry aveva bisogno di lei e non avrebbe potuto abbandonarlo.
-Ma guarda qua chi si rivede.- quella voce le fece venire i brividi, -Stupeficium.-
-Protego.- urlò di rimando, giusto in tempo per proteggersi da uno schiantesimo di Greyback.
-Pensavo che non avresti avuto il coraggio di farti vedere, dopo il tuo tradimento, ma io lo speravo invece.-
-Non voglio neanche sapere il perché- rispose a denti stretti e la bacchetta stretta nella mano.
-Perché così sarei stato io a porre fine alla tua miserabile vita. Crucio.-
Hermione si abbassò ed invocò il Protego, tramite un incantesimo non verbale, per scansare la Maledizione senza Perdono, e si appoggiò al muro della scuola.
-Mi ricordavo che fossi più combattiva.-
Si rialzò cercando di calmare il suo cuore che aveva preso a battere troppo forte per lasciarla concentrare e si posizionò davanti al suo avversario, aveva perso di vista Draco e questo pensiero la fece distrarre, anche solo per un attimo.
-Incarceramus.-
Hermione non riuscì a scappare e si ritrovò legate a terra, non riuscendo a trovare un modo per liberarsi.
-Ed ecco qua, sai Voldemort aveva fatto molto affidamento su di te, pensando che avere l’amica di Potter dalla sua parte gli assicurasse la vittoria, ma voi femmine siete tutte uguali: traditrici.
Ed è per questo che sarò orgoglioso di consegnargli il tuo corpo privo di vita. Facciamola finita Mezzosangue. Ava…-
-Stupeficium.-
Un lampo azzurro colpì in pieno Greyback facendola accasciare a terra a pochi passi di distanza da Hermione, una mano l’aiutò a liberarsi dalle corde che si erano sciolte e Draco la strinse a se, come mai aveva fatto.
In quell’abbraccio mise tutto l’amore che ancora non era riuscito a confessargli, il desiderio di volerla viva a tutti i costi e di poter sopravvivere, assieme, a quella guerra.
-Grazie.- sussurrò la ragazza al suo orecchio.
-Ti avevo detto che non lo avrei permesso un’altra volta.- rispose duro lui, ma Hermione riuscì a percepire lo stesso la preoccupazione nel suo tono di voce.
-State bene, ragazzi?- il professor Vitious arrivò a passo spedito verso di loro, -Malfoy?! Granger?- chiese visibilmente sorpreso.
-Non si preoccupi professore, siamo dalla parte di Harry Potter.-
Quelle parole sorpresero Hermione più di qualsiasi gesto e non riuscì a non sorridere al ragazzo, che ancora le teneva stretta la mano.
-Non ne avevo dubbi, questo lo mettiamo nelle segrete.- e con l’incantesimo Wingardium Leviosa, portò via il lupo mannaro.
-Dov’è Harry?- chiese Hermione dopo aver riacquistato la consapevolezza della situazione.
-Sono andati avanti.-
-Dovremo raggiungerli.- disse facendo un passo versa la Rimessa delle Barche.
-No.- rispose secco Draco, mettendo le mani nelle tasche.
-Come no?- chiese non capendo.
-Guardati attorno. Siamo più utili qui, Potter può cavarsela da solo.-
-Ma io non ho posso lasciare Harry solo.- disse stringendo i pugni al petto, come per difendersi da quella verità che le faceva male.
-Lo devi fare, sa cavarsela da solo ma molti di loro no.- prese di nuovo la bacchetta e scese i gradini della scuola, -Sei con me?-
Hermione chiuse un attimo gli occhi, lasciando cadere le mani accanto ai fianchi per riprendere la sua bacchetta.
-Sempre.- disse e poi corse insieme a Draco ad aiutare Hogwarts a vincere.
 
 
***
 
Hermione non aveva più avuto sue notizie, e il suo cuore non aveva smesso di rimbombarle nel petto neanche per un attimo, come a volerle ricordare che se gli fosse successo qualcosa di male la colpa sarebbe stata solo sua.
Se Harry Potter non fosse tornato da lei, Hermione avrebbe smesso di vivere, poiché era stata lei a lasciarlo solo per assecondare Draco.
E se è morto?
No, non può essere, lui è HARRY POTTER, non può morire! O forse, si?
-Smettila di torturarti le mani, finirai per staccartele.-
-Draco come fai a rimanere così calmo? Harry è scomparso da ORE!- urlò, riprendendo a camminare nel corridoio.
-Hermione.-
La ragazza si voltò al suono del suo nome, scoprendosi ancora meravigliata, per quella che poteva essere definita a tutti gli effetti una relazione tra lei e il Serpeverde.
-Devi avere più fiducia in lui.-
-Penso che abbia ragione.-
La voce di Harry la fece voltare e con pochi passi colmò la distanza tra lei e il suo amico, per abbracciarlo forte.
-Dove sei stato? Pensavo che fossi già andato là, dopo quell’altro annuncio…- non riuscì a concludere la frase perché gli occhi di Harry la bloccarono sul posto, -Cosa succede?- chiese ancora.
-Ci sto andando ora nella foresta.- sussurrò senza guardarla in faccia.
-Sei impazzito, Harry? Vuoi farti uccidere!- disse strattonandolo leggermente per la maglietta.
-Hermione, io devo andare e penso che il motivo lo sappia anche tu, in fondo.-
Quelle parole immobilizzarono la ragazza, rendendole impossibile anche respirare.
-Non è vero.- disse quasi a se stessa.
-In fondo anche tu lo sapevi, solo che non ne avevamo la certezza.-
-Come fai a esserne così sicuro?- chiese, cercando di trattenere le lacrime.
-Me lo ha mostrato Piton in un suo ricordo, io devo andare Hermione.-
-Piton…? Ma io… Pensavo che… Gli avevo chiesto di salvarti.- disse rivolgendosi a Draco, gli occhi leggermente velati di lacrime.
-Non ho mai parlato con Piton, Voldemort mi ha mandato qua prima che ne avessi l’occasione.-
-Ma è…?- Hermione non riuscì a trovare le parole per esprimere quel dolore, ma poi un semplice sguardo di Harry le fece capire che aveva ragione.
Piton era morto per colpa del Signore Oscuro, solo e senza l’affetto di qualcuno.
-Harry.- l’abbracciò di nuovo, non credendo possibile quella verità, il suo amico non poteva essere l’ultimo Horcrux.
-Vengo con te.- disse risoluta.
-No, tu devi restare qua e uccidere il serpente, Malfoy?-
Il ragazzo che fino a quel momento era rimasto, un po’, in disparte, per lasciare ai ragazzi la possibilità di chiarirsi, alzò il viso.
-Prenditi cura di lei, a qualsiasi costo.-
-Potter sai che questa raccomandazione è del tutto inutile, con me.-
-Lo so, ma voglio essere chiaro sennò tornerò come fantasma e ti rovinerò la vita per sempre.-
-Tsk, ti piacerebbe.- disse il biondino, accennando a un lieve sorriso.
-Oh da morire, Furetto.-
Harry cercò di rimanere serio ma in fondo anche lui avrebbe voluto conoscere quell’aspetto di Malfoy che aveva fatto innamorare, perdutamente, la sua migliore amica e da un lato sentì l’amaro in bocca della paura e della tristezza, perché quel suo desiderio non si sarebbe mai avverato.
 
Hermione strine la mano di Draco per cercare in lui il coraggio che aveva perso e per cercare in lui la forza di affrontare quel giorno e quelli dopo ancora.
Vide Harry uscire dal portone della scuola, con lo sguardo fiero e la testa alta, nessuno lo avrebbe fatto cadere, neanche Voldemort stesso.
Anche se non era convinta della scelta di Harry, non avrebbe potuto fare niente per fargli cambiare idea, in nessun modo.
Buona fortuna, Harry.



Spoiler:

-Draco?- chiese alzandosi da terra per avvicinarsi al ragazzo.
-Dimmi.- aveva aperto gli occhi e adesso la stava fissando.
-Dobbiamo parlare.- si sedette accanto a lui ed iniziò a torturarsi le mani.


* * *

Vide i suoi genitori indicargli di andare verso la loro direzione ma Draco puntò i piedi a terra e non fece un passo, si era stufato di ascoltarli, di sottostare alle loro decisioni, avrebbe deciso da solo il suo futuro e per la prima volta, anche lui aveva scelto.
Aveva scelto lei.

 

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Capitolo 21
*** Combattere ***


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Allora, ogni volta arrivo sempre risicata con 
l'orario, ma stavolta ho una buona scuosa: Ho dato un'esame oggi XD
Quindi mi è stato impossibile rileggere il capitolo fino a poco tempo fa!
Bene... Cosa vi posso dire?
Harry Potter spera che io abbia pietà di lui, dato che il capitolo si chiama "Combattere", mentre
Hermione mi chiede un happy ending... Giudicate voi e fatemi sapere cosa ne pensate! <3
Un bacio enorme a voi che mi seguite, e che avete
la pazienza di aspettarmi ogni volta, e per voi che scrivo <3


 
Combattere
 
 
 
L’intero castello ebbe il presentimento che il tempo si fosse cristallizzato, come se qualcuno avesse fatto un incantesimo per rallentarlo, non riuscendo a pensare cosa sarebbe successo al ritorno di Harry.
La professoressa McGranitt aveva radunato tutti i primini a un piano sicuro del castello e si assicurò per la centesima volta che i suoi studenti più grandi stessero bene, ma non potè evitare di osservare i corpi stesi nella Sala Grande coperti da un misero lenzuolo.
Avevano perso delle persone, avevano perso troppo per causa di Voldemort, senza volerlo si soffermò sui corpi di Tonks e di Lupin, cosa avrebbe detto al piccolo Teddy?
Come gli avrebbe spiegato, tutto quello?
Scosse leggermente la testa per poi avanzare, solo il tempo le sarebbe stato d’aiuto, e solo quello avrebbe permesso a tutti di risanare le proprie ferite.
Ma se non avessimo tutto questo tempo?
Non volle pensarci non in quel momento, guardò la famiglia Weasley al completo, e sorrise involontariamente, erano salvi.
La sua mente venne colta da un ricordo improvviso, risalente a un paio di ore fa, quando la Granger assieme a Malfoy avevano aiutato uno dei due gemelli a salvarsi.
Fred? O George? È sempre stato difficile riconoscerli e nonostante gli scherzi di pessimo gusto che erano soliti fare ai poveri ragazzi, rimarranno sempre i miei alunni preferiti.
 
 
***
 
Hermione si strinse ancora di più le braccia attorno alle gambe, era calata la sera ed ormai aveva perso il conto dei minuti, l’unica cosa che le ricordava lo scorrere del tempo era il suo cuore che batteva.
Batteva per la paura di poter perdere Harry per sempre, che Voldemort vincesse quella guerra, batteva perché avrebbe dovuto fare di più per i suoi amici e non lasciare morire Tonks e Lupin, avrebbe potuto salvare più persone se solo non li avesse abbandonati.
Asciugò una lacrima solitaria, ripensando al sogno in cui aveva scelto di restare con Draco, le era sembrata la scelta più giusta, quella che il suo cuore le aveva urlato ma solo adesso si era resa conto che era solo una scusante, aveva deciso di rimanere nell’ombra per non affrontare di petto la situazione: ovvero avrebbe dovuto confessare a Draco di essere un’infiltrata e poi se lui l’avesse voluta ancora creare una resistenza dall’interno.
Invece mi sono lasciata andare, anche troppo.
Scosse la testa e l’appoggiò sulle gambe, cercando di darsi forza.
Poteva fare solo una cosa per mettere tacere il senso di colpa che le rimbombava nel petto, solo una cosa per chiudere con la sua coscienza.
Alzò il viso e guardò Draco Malfoy appoggiato a una colonna mezza distrutta con gli occhi chiusi e il capo chino, il suo cuore riprese a battere forte rendendosi conto che il sentimento che provava verso quel ragazzo, era davvero sincero, ma gli doveva di più di un “ti amo” sussurrato tra le labbra, gli doveva la verità e lo doveva anche a se stessa.
-Draco?- chiese alzandosi da terra per avvicinarsi al ragazzo.
-Dimmi.- aveva aperto gli occhi e adesso la stava fissando.
-Dobbiamo parlare.- si sedette accanto a lui ed iniziò a torturarsi le mani.
-Di solito quando voi ragazze dite così, significa guai in vista.-
-Ascoltami… Non è facile per me, ma ho bisogno di dirti una cosa.-
-Granger non mi interessa, se ti riferisci al passato… Lascialo là dov’è, non voglio sapere.-
-Invece devi.- alzò il tono di voce e guardò i suoi piedi, -Ho accettato senza pensare alla missione che la McGranitt mi aveva proposto, non ho riflettuto e questo è stato il mio primo vero errore, ma mi sono fidata.- alzò di nuovo lo sguardo e sospirò.
-Non ti mentirò, non pensavo che tu saresti tornato al Manor e infondo non volevo che mi vedessi in quel modo, perché la più piccola parte di me mi diceva che tu eri l’unico che avrebbe potuto capire, o scoprire il mio segreto ed è ho avuto paura.
Paura che quel sacrificio fosse invano ma poi tu…- lo guardò e sorrise, un sorriso sincero.
-Tu mi hai aiutata, mi sei stato vicino ed io… Io ho smesso di pensare a quella missione.-
-Non è necess…-
-Fammi finire.- disse mettendogli un dito davanti alla faccia, -Ho smesso di pensare alla missione perché tu sei entrato nella mia vita senza chiedere il permesso, facendomi sentire ancora più inadeguata e sbagliata, più degli scorsi anni ma c’era qualcosa nel tuo modo di guardarmi, qualcosa nel tuo modo di toccarmi che mi avevano lasciata spaesata, fino a quando non mi hai baciato la prima volta. Ed allora tu mi hai bruciata, non… Nel vero senso della parola, ma dentro stavo prendendo fuoco perché mai avevo provato un sentimento così forte nella mia vita…
Ma…-
-Ma?- chiese lui che si era avvicinato.
-Ho sbagliato a non dirti la verità, mi fidavo e mi fido di te, tutt’ora, ma non ho mai trovato la forza per dirti quello che mi era stato ordinato.-
-Perché?-
-Avevo paura, Draco. Paura che tu potessi cacciarmi, allontanarmi e non riuscivo a concepire un mondo in cui tu e io non ci potessimo più vedere, o toccare o a… Amare.- disse con le lacrime agli occhi, ma le scacciò con un semplice gesto,
-Ed ecco che ti ho detto la verità, aspetterò il tuo perdono e farò in modo di riguadagnarmi la tua fiducia, e sai che se dico una cosa riuscirò ad ottenerla.-
-Ho già sentito queste parole.- disse lui, cercando di mascherare l’ombra di un sorriso.
-Vanno di moda tra i Serpeverde.-
Hermione sorrise, sentendo il suo cuore più leggero e quasi ricompatto, era riuscita a dire la verità e a pronunciare per la seconda volta quella parole che la faceva tremare dalla felicità.
Avrebbe fatto di tutto per farsi amare, ancora, da lui, per potergli stare accanto e forse lui un giorno le avrebbe detto che l’amava.
-Cos…- non finì la frase poiché si catapultò fuori dal portone principale, notò con sua grande sorpresa, che il sole stava sorgendo e che la luna si era rintanata lontana, quasi spaventata e proprio in quel momento le ombre che aveva scorto divennero persone.
L’esercito di Voldemort con lui al comando stava attraversando il ponte per arrivare ad Hogwarts, sentì dietro di lei la presenza di Draco e poco alla volta quella di tutti gli altri e solo allora vide Hagrid, che stringeva tra le mani il corpo privo di vita di Harry Potter.
 
***
 
Non si rese neanche conto di avere urlato, non si rese conto di alcune mani forti che la trattennero per non farla correre, non si era resa conto che aveva iniziato a piangere come una bambina davanti a tutti, davanti a lui.
Perché Voldemort la stava guardando con il suo impeccabile sorriso, che le fece venire da vomitare e dovette distogliere lo sguardo.
Ma con la coda dell’occhio vide ancora Harry, il viso pallido e il corpo rilassato.
-Harry Potter è MORTO!!- urlò Voldemort ai suoi seguaci, i quali non persero neanche un secondo per applaudire.
Il loro sogno si era realizzato.
-Adesso voi riporrete la vostra fiducia in me, perché sarò io a guidarvi, io a comandarvi.- riprese il Signore Oscuro rivolto verso gli studenti e i professori di Hogwarts ma nessuno fece un passo verso la sua direzione.
Nessuno disse niente.
 
 
Draco strinse ancora di più la mano di Hermione, rendendosi conto di avere paura, lui Draco Malfoy aveva paura.
Paura di perdere tutto quello che si era guadagnato con troppa fatica, di perdere l’unica ragazza che era riuscita ad accettarlo e che lui in fondo aveva perdonato.
Se fossi stata in lei, io avrei fatto la stessa cosa, ansi quando mi avevano ordinato di uccidere Silente non ero riuscito a tirarmi indietro, ma poi, come un codardo, non ero riuscito a compiere l’unico gesto che avrebbe potuto salvare la mia famiglia.
Lei è come me, avrebbe potuto continuare a passare informazioni per salvare Potter ma alla fine aveva rinunciato.
“Io avevo scelto te.”
Vide i suoi genitori indicargli di andare verso la loro direzione ma Draco puntò i piedi a terra e non fece un passo, si era stufato di ascoltarli, di sottostare alle loro decisioni, avrebbe deciso da solo il suo futuro e per la prima volta, anche lui aveva scelto.
Aveva scelto lei.
-Bene, bene, cosa abbiamo qui.-
Quelle parole però lo fecero tremare, anche se involontariamente, vide Voldemort avvicinarsi verso lui e Hermione, lo vide guardarli con il suo sadico desiderio di giocare e sapeva bene che se Voldemort voleva giocare le conseguenze non erano mai piacevoli, poiché di solito si arrivava alla morte.
-Draco Malfoy e Hermione Granger, che si tengono per mano!- urlò ai suoi alleati quelle ultime parole, e li vide ridere di disgusto, -Patetico.-
Cercò di ingoiare il groppo che si era formato in gola, ma senza riuscirci.
-Signore Malfoy ha deciso di non unirsi a me, ma di restare con la traditrice.- si avvicinò a Hermione ma, istintivamente, lui le si posizionò davanti.
-Oh molto cavalleresco signor Malfoy, ma non le servirà a niente.
Voglio darvi una dimostrazione del mio immenso potere, ora che Potter è morto.-
Sorrise ancora o forse ghignò per far spaventare gli alunni più piccoli e mettere paura nei docenti.
-Crucio.-
La Maledizione senza Perdono colpì in pieno Draco che, senza cedere troppo a quel gioco, si inginocchiò per cercare di resistere, ma dovette ammettere che il dolore era troppo straziante.
Come ha fatto Hermione a sopportarlo?
 
 
-Smettila, basta!- urlò Hermione avvicinandosi al ragazzo per sorreggerlo, non sarebbe dovuta andare cosi, Harry non sarebbe dovuto morire.
-Come signorina Granger, non ho capito?-
Hermione strinse i denti e uscì la bacchetta, puntandola contro Voldemort, -Ho detto smettila lurido bastardo, smettila di giocare!-
-Abbiamo trovato il coraggio.- rispose divertito.
-Io ho sempre avuto coraggio, il mio spirito Grifondoro non mi ha mai abbandonato.-
-Vediamo quanto è forte, questo tuo spirito.-
-Hermione spostati.- sentì una flebile voce, provenire da terra.
-Non. Esiste.- rispose secca.
-Stupeficium.-
-Crucio!-
Da entrambe le bacchetta fuoriuscì una forza così inaspettata da travolgere tutti i presenti, ma nonostante le buone intenzioni di Hermione aveva chiarito, forse troppo presto, col suo cuore, che invece di rispondere da Mangiamorte aveva risposto da Grifondoro, rendendole impossibile di contrastare quell’attacco, e finì a terra urlando per il dolore.
Non aveva previsto che le cose sarebbero andate così, ma forse neanche Harry lo aveva pensato.
-Abbiamo già perso il coraggio?-
Aprì gli occhi e vide Draco già in piedi, che stava andando da lei e le porse una mano per alzarsi, non la rifiutò e si sistemò la maglia.
Guardò il suo Marchio Nero, redendosi conto che, niente avrebbe potuto cancellare il dolore di quella notte e per quello che stava passando.
-Mai.- disse riprendendo la bacchetta.
 
E proprio in quel momento avvenne il miracolo, Harry cadde giù dalle braccia di Hagrid e corse verso di loro.
-Noi avremo sempre il coraggio di batterti.- rispose posizionandosi davanti al suo avversario.
-Harry!- urlò Hermione senza ritegno, felice che il suo amico fosse vivo.
-Sto bene ma adesso andate, uccidete quel lurido serpente.-
Detto ciò si preparò ad contrattaccare il colpo di Voldemort, che dopo il primo momento di stupore e incredulità fece prevalere la rabbia che covava dentro il suo cuore.
Harry Potter non era morto. Ma poteva ancora morire, e anche lui poteva morire.
 
***
 
-Andiamo, forza? Draco dove sei?-
 
 
Corse il più veloce possibile, lo doveva a se stesso e a quello che i suoi genitori gli avevano dato, lo doveva al suo cognome o non sarebbe stato degno di chiamarsi Malfoy.
-Adesso è arrivato il momento di mettere i piedi per terra, smettete di seguire quel pazzo.- era stato diretto e conciso.
Sua madre lo guardava spaesato e aveva posato una mano sulla sua spalla in attesa della risposta di Lucius.
-Padre ragiona! Basta con questa guerra, possiamo ancora fare qualcosa di buono, dovete solo scegliere.-
Senza volerlo si voltò e osservò il volto preoccupato di Hermione, era lei che aveva scelto e con lei sarebbe rimasto, con o senza i suoi genitori.
-Draco abbiamo fatto cose terribili, nulla ci sarà perdonato così facilmente!-
-E mai lo sarà fatto se non fate qualcosa per cambiare questa situazione.- urlò.
Narcissa ritirò la mano e la posò sul cuore.
-Draco io sono dalla tua parte.- sussurrò rivolta al figlio.
-Cissy…?-
-Lucius ascolta tuo figlio, per una volta.- rispose incamminandosi verso il portone di Hogwarts per aiutare, il marito la guardò sconvolto non credendo possibile un simile cambiamento.
-Andiamo, papà.- disse Draco, semplicemente.
E come se avesse aspettato queste parole per tutta una vita, Lucius si affiancò al figlio e insieme raggiunsero i membri dell’Ordine.
 
 
-Hai fatto la cosa giusta.-
Hermione gli passò una zanna di basilisco, ma non rispose alla sua affermazione.
-Draco, adesso non pensare al futuro, prima dobbiamo vincere.- gli posò una mano sulla spalla ma il ragazzo la scostò, delicatamente.
-Cosa ne sarà di noi alla fine della guerra?-
-Tutto si risolverà, vedrai.-
-Cosa ne sarà di te? Anche tu hai il Marchio, come me e la mia famiglia, cosa ci succederà?-
-Ascoltami.- la ragazza gli prese il viso tra le mani e lui non potè più sfuggire dal suo sguardo, -Tutto andrà bene, dobbiamo avere fiducia in Harry e in noi stessi, il futuro adesso lo dobbiamo solo mettere da parte, okay?-
Si avvicinò lentamente e con un esile tentennamento lo baciò. Un bacio quasi casto e per niente passionale, ma era l’unico modo per ridare la scossa ai loro cuori.
-Uccidiamo Nagini.-
Hermione annuì e iniziarono la loro ricerca all’interno della scuola, poiché avevano visto il serpente strisciare verso quella direzione.
Hermione strinse la zanna di basilisco, sperando che funzionasse, ne avevano solo due e non potevano sbagliare, non in quel momento.
Il destino di Harry dipendeva anche dalla loro missione.
Non ti lascerò morire, ancora.
-Eccolo.-
Draco la fece bloccare di colpo e videro il serpente avanzare verso la loro direzione, lentamente come se stesse già pregustando il sapore della loro carne in bocca.
Hermione diventò tesa come una corda di violino, percepì il suo corpo distante come se non le appartenesse più e vide che Draco le indicava di salire per le scale.
Lei in silenzio lo fece e il serpente le andò dietro, lasciando stare Draco.
Hermione aveva capito, voleva coglierlo alle spalle ma un rumore improvviso li fece distrarre, e videro Harry combattere contro Voldemort.
-Adesso!- urlò Hermione ma Draco mancò Nagini che si era sporto in avanti per attaccare la ragazza, che senza volerlo aveva fatto cadere la zanna e quella venne incenerita poco dopo dal Signore Oscuro.
-Merda.- sussurrò, aveva sempre odiato certe parole ma vi erano momenti in cui dirle le liberava il cuore da un peso improvviso.
Così si alzò e scivolò tramite il corrimano giù per le scale per raggiungere Draco e correre via di lì, ma il serpente aveva individuato le sue prede e non le avrebbe lasciate andare.
 
-Cosa facciamo?-
-Abbiamo solo una possibilità.-
-Draco quella zanna è troppo piccola per permetterci di colpirlo!!-
-Hai un’idea migliore, Prefetto?-
-No.- disse voltandosi indietro e trovò gli occhi di Nagini.
-Scendi quelle scale.-
-Perché?-
-Fallo e basta.- le urlò Draco dandole una spinta.
Hermione non se lo fece ripetere due volte e vide il serpente seguire il ragazzo, la sua bacchetta sarebbe stata inutile poiché aveva saputo da Harry che gli incantesimi normali non avevano effetti sugli Horcrux.
Forse potrei usare l’Anatema che uccide?
“Non farlo, non cadere nuovamente nel suo tranello. Sei migliore di così.”
Se non m’invento qualcosa, lo ucciderà.
Improvvisamente si ritrovò a terra e notò il Capello Parlante tutto sgualcito e pieno di buchi.
-Oh.- furono le sue parole e lo prese in mano, tremante.
Solo che in quel momento una spada cadde a terra, provocando un rumore sordo.
Gli occhi si illuminarono per la felicità, forse c’era ancora speranza.
Nascose la spada nel cappello e prese alcune pietre da terra, rintracciò Draco in una scala sopra di lei e cominciò a lanciarle contro Nagini.
-Che cazzo fai?- urlò il ragazzo.
-Sporco serpente vieni qua!! La mia carne è molto più buona da mangiare.- tirò ancora qualche pietra finché esso con uno scatto repentino non strisciò per raggiungerla.
Hermione iniziò a correre, più veloce, -Il cappello!!- urlò al ragazzo prima di dirigersi verso l’uscita della scuola.
 
Draco scese le scale con il cuore che pulsava forte nel petto, prese il cappello senza capire e in quel momento cadde una spada ai suoi piedi, sapeva che cos’era perché ne aveva sentito parlare.
Era la spada di Godric Grifondoro, ma avrebbe mai aiutato un Serpeverde?
Scosse la testa e senza preoccuparsi corse fuori, vide il serpente saltare per raggiungere Hermione e proprio in quel momento lui colpì, distruggendolo.
Cadde a terra, ma si rialzò subito dopo per controllare che lei stesse bene.
Solo che qualcosa attirò la sua attenzione.
 
Voldemort ed Harry Potter stavano ancora combattendo, solo che stavolta vi era una netta differenza.
Harry stava vincendo.
Così con un unico colpo, ferì Voldemort e dopo pochi istanti il Signore Oscuro, più forte di tutti i tempi cominciò a cadere a pezzi, fino a sparire del tutto.



Spoiler: (sarò molto cattiva)

-Lucius Malfoy?-
-Colpevole.- sussurrò, mantenendo il portamento fiero. Non si sarebbe abbassato ai loro livelli.
-Narcissa Malfoy?-
-Colpevole.- disse la moglie, che però abbassò il capo.
-Draco Lucius Malfoy?-
-Colpevole.- 

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Capitolo 22
*** Come un battito d'ali ***


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Hooollla, non sono morta T.T
Ma sono terribilmente in ritardo e diciamo che la colpa è mia, il
mio ragazzo ha festeggiato il compleanno e abbiamo aspettato la 
mezzanotte con tutti i suoi e nostri amici, vi prego perdonatemi !!
Ho appena messo il piede a casa e il mio pensiero siete state voi, chiedo ancora scusa
ma risponderò domani alle recensioni, sono un pò stanca e spero che il capitolo sia di vostro
gradimento!
Harry e Hermione ringraziano tutti voi per il supporto, siete fantastici <3
 
Come un battito d’ali
 
 
Erano passati solo due giorni, due giorni da quando Voldemort era stato sconfitto per sempre.
Due giorni in cui aveva iniziato a regnare la pace.
Quarantotto ore in cui Hermione aveva ripreso in mano la sua vita.
La morte di Voldemort aveva riacceso qualcosa dentro di lei, il desiderio di vivere, di godere ancora della luca del sole e di sentire l’erba sotto i suoi piedi nudi e di stare con Draco.
Alzò lo sguardo verso la finestra del Manor trovando un sole già alto nel cielo ad accoglierla, e oltre al sole il corpo di Draco accanto a lei.
L’aveva ospitata a casa sua, stavolta le era stato chiesto di andare là e non le era stato imposto, e per Hermione era già un grande passo avanti, e poi aveva deciso di non tornare a casa, anche perché una casa non l’aveva più.
Guardò le sue mani, incredula, di essere ancora viva per poterlo dire e pensò ai suoi genitori, lontani da Londra e dalla guerra.
Li aveva Oblivati lo stesso, senza dirlo alla McGranitt o farlo sapere a Voldemort, lo aveva fatto per precauzione non voleva rischiare più del dovuto.
In fondo sono una fifona, altro che spirito Grifondoro, io so strisciare meglio di una Serpe.
Quel lieve accostamento la face ridere e si voltò per osservare nuovamente il ragazzo, ripercorrendo mentalmente quei giorni prima, come se non li avesse vissuti lei ma un’altra Hermione Granger.
 
 
Era stata invitata a stare da loro, finché lei avesse voluto poiché i padroni di casa non le avevano dato una scadenza e Draco le aveva sorriso per la seconda volta, ed Hermione si era resa conto che ogni volta che lui sorrideva qualcosa dentro di lei tornava al suo posto.
O un pezzo della sua anima o un pezzo del suo cuore, Draco l’avrebbe aiutata a ripartire da zero.
Erano rientrati a casa la sera stessa della battaglia, l’avevano guardata con un occhio diverso, poiché il Manor non sarebbe stato mai più sede del Signore Oscuro ma solo la casa di una delle più grandi famiglie Purosangue del mondo.
-Hermione?- le aveva chiesto Narcissa guardandola negli occhi.
-Sì?-
-Domani mi daresti una mano a sistemare la casa, deve essere cambiata.-
La ragazza aveva annuito, riuscendo a percepire i sentimenti della maga, voleva una vita diversa adesso, sia per lei che per la sua famiglia.
Così il giorno dopo di buona lena si era alzata e avevano iniziato a buttare le tende, qualche mobile e a ridipingere intere stanze.
Tutto doveva essere diverso.
La sera avevano guardato il loro lavoro soddisfatte, certo mancava ancora molto per finire l’intero Manor ma le stanze principali erano state rifatte e nessuno avrebbe potuto pensare che là dentro avesse alloggiato il Signore Oscuro con i suoi Mangiamorte.
Quella stessa sera lei e Draco avevano parlato, per la prima volta, come delle persone normali che non avevano visto morire amici e parenti, persone che cercavano la pace in uno sguardo o nell’intreccio delle loro mani.
Avevano parlato di tornare a Hogwarts per l’anno successivo, di completare gli studi, assieme. Perché entrambi si erano resi conto che assieme erano forti, che assieme potevano sopravvivere alla vita.
Ma prima Hermione gli aveva chiesto una cortesia.
-Portami in Australia.-
-Perché?- aveva chiesto il biondino non capendo.
-Perché là ci sono i miei genitori e voglio provare a modificare l’incantesimo che gli ho lanciato.-
-Cosa hai fatto?- Draco aveva sbarrato gli occhi, incredulo a quelle parole.
-L’ho dovuto fare come piano di riserva, nel caso in cui la missione fallisse e io venissi uccisa, loro non potevano fare la mia stessa fine.-
-Li hai Oblivati?-
Non aveva dato una chiara risposta ma il suo sguardo colpevole era un chiaro segno di colpevolezza.
-La prossima settimana.- aveva detto.
-Cosa?-
-Andiamo in Australia a riprenderli.-
 
 
Sorrise ancora non potendo credere a quelle parole, a quei due giorni che aveva vissuto in paradiso.
-Hai intenzione di svegliarti presto per tutti i giorni?- chiese una voce impastata dal sonno.
-Oh andiamo, non puoi passare tutto il tempo a dormire.-
-Veramente sì se ci permetti, anche perché se non recupero le forze stasera non posso soddisfarla, madame.-
-Sei un cretino.- disse lei dandogli un pizzicotto per poi alzarsi dal letto.
-Ho il desiderio di te Hermione, non… Posso farci niente.-
Hermione rimase ferma in mezzo alla stanza, non riuscendo a credere a quelle parole così dolci che Malfoy le aveva appena detto, così si avvicinò nuovamente al ragazzo e si sedette dalla sua parte del letto.
Scostò una ciocca di capelli biondi dalla sua faccia e gli lasciò una candido bacio in fronte.
-Stasera.- disse semplice.
 
Draco si voltò e le prese il viso fra le mani per baciarla con passione, senza imporre un minimo di resistenza la ragazza finì a cavalcioni sopra il ragazzo e subito la stanza si riempì dei loro gemiti di passione, erano stati giorni senza toccarsi veramente, giorni in cui si erano desiderati fino a star male e adesso quel contatto li aveva fatti impazzire.
Draco con una mano iniziò a toccarle il corpo, soffermandosi sui glutei e poi sul suo seno, tutto di lei le era mancato, si era quasi dimenticato di quei dettagli che lo avevano fatto impazzire.
La ragazza invece aveva intrecciato le mani dietro alla sua testa per carezzargli i capelli e poi le appoggiò sul petto, coperto solo dalla maglia del pigiama e senza rendersene conto lo tolse subito.
Iniziando a baciarlo lentamente, troppo, per i gusti di Draco che non vedeva l’ora di poterla baciare su ogni parte del corpo ma poi la ragazza aveva iniziato a baciarlo con più passione ritornando sulle sue labbra, per mordergliele senza ritegno.
Fu allora che Draco perse la percezione della realtà e fece volare via la camicia da notte di Hermione, lasciandola solo in intimo.
I loro sguardi si intrecciarono e riuscirono a percepire i loro cuori battere all’unisono, come se avessero aspetto quel momento per tutta la vita.
 
-Ragazzi!-
Una voce li riportò alla realtà e Draco iniziò ad imprecare contro Morgana e Merlino per la loro sfortuna.
-Ora scendiamo.- aveva risposto riprendo a baciare Hermione senza contegno, come se non gli importasse del richiamo della madre.
-Draco scendi, adesso.-
 
Quelle parole fecero fermare Hermione, che in silenzio scese da sopra Draco per prendere dall’armadio un vestito di colore blu lungo fino a sopra il ginocchio, per poi racchiudere i capelli in una cosa disordinata, indossò gli stivali e prese la bacchetta.
-Andiamo.- disse al ragazzo che nel frattempo si era vestito con una camicia bianca e dei pantaloni neri.
Scesero le scale e videro i coniugi Malfoy fermi davanti alla porta d’ingresso.
-Che succede?-
Solo dopo Hermione si rese conto che vi erano altre persone nella stanza, in piedi vicino al camino, spento.
-Chi sono?- chiese Draco, sfiorando la bacchetta.
-Siamo del Ministero.-
-Kingsley?- chiese Hermione facendosi avanti.
-Ciao Hermione, come stai?-
-Bene, ma cosa ci fa il Ministro della Magia, qua?-
-Hermione… Sono qua per la famiglia Malfoy.-
-Non capisco.-
-Domani si svolgerà il loro processo al Wizengamot.-
-No, no! Io ho appunto con la McGranitt solo dopodomani…-
-Hermione.-
Kingsley le mise le sue mani calde e protettive sopra le spalle, -Il processo non è per te.-
In quel momento il mondo di Hermione, che in quei due giorni aveva ricostruito con troppa fatica, era andato in pezzi.
-N… No.- balbettò, -La Preside mi aveva assicurato che…-
-Tu non saresti stata toccata, ma loro devono rispondere di alcuni crimini.-
-Ma ci hanno aiutato nella battaglia finale, questo non conta niente?!- urlò senza ritegno.
-Granger!-
La voce di Draco la fece fermare e videro che gli altri membri gli stavano prendendo le bacchette.
-Non ti preoccupare, andrà tutto bene.-
Hermione si precipitò su di lui e gli prese il volto tra le mani, il ragazzo asciugò le sue lacrime, cercando di farla calmare.
-Resta pure qua, non c’è bisogno che tu vada via. Ci vediamo presto.-
Le diede un semplice bacio a fior di labbra e assieme ai suoi genitori venne scortato fuori dal Malfoy Manor, come se fosse stato un criminale.
Hermione rimase ferma senza muovere un muscolo per un tempo che le parve infinito, osservando con le lacrime che scendevano indisturbate giù lungo il viso la porta di casa ancora leggermente aperta, dandole la speranza che Draco sarebbe tornato a momenti.
Fingendo che Kingsley fosse d’accordo con lui per uno scherzo, ma niente di tutto quello accadde.
Solo quando le sue gambe non ressero più il peso si ritrovò sdraiata a terra, le lacrime non avevano ancora smesso di uscire e le braccia lunghe sui fianchi con le mani strette a pugno fino a farsi male.
Le avevano portato via tutto, le avevano portato via la felicità.
Ancora.
Cosa succederà ora? Cosa dirà il Wizengamot?
“Li accuseranno, lo sai bene.”
Presa da una nuova determinazione mandò un gufo a Harry per informarlo e poi corse fuori dalla casa, doveva parlare con un paio di persone prima di domani mattina, avrebbe fermato quel processo, a tutti i costi.
 
***
 
Si era presentata al Wizengamot alle otto in punto, anche se tramite Harry era riuscita a sapere che il processo sarebbe iniziato solo alle dieci, ma non avrebbe resistito al Manor ancora al lungo, quella casa vuota le metteva paura.
Si fermò all’entrata osservando la statua posta all’ingresso e una mano calda si posizionò sulla sua spalla.
Harry era arrivato per darle man forte e il momento esatto in cui Hermione lo riconobbe scoppiò a piangere, si era mantenuta forte per non distruggere le apparenze perché li aveva notati.
Aveva notato gli sguardi de maghi e delle streghe che le guardavano il braccio sinistro e le occhiate cariche di rancore mentre altre solo di compassione.
-Sono qua Hermione, adesso stai tranquilla.-
-Cosa farò, Harry? Non può finire ad Azkaban.-
-Vedrai ci inventeremo qualcosa.-
La ragazza annuì e si asciugò le lacrime che le avevano bagnato la camicetta, si era vestita bene per apparire in aula perché in qualche modo, ancora sconosciuto, avrebbe impedito al Wizengamot di mandare in prigione Draco.
 
***
 
 
-Oggi siamo qui riuniti per dare inizio ai processi su coloro che, da noi, vengono definiti Mangiamorte Pentiti, il primo caso vede la famiglia Malfoy, braccio destro di Lord Voldemort.-
Hermione iniziò a torturarsi le mani ed Harry se ne accorse, erano seduti fra gli spalti come osservatori, ma sapeva bene che la sua amica aveva qualche intenzione di intervenire per salvare Draco Malfoy.
E come se li avesse invocati, i tre imputati entrarono e si sedettero al centro della stanza, come aveva fatto lui al suo quinto anno, solo che a salvarlo era stato Silente.
-I qui presenti, Lucius Malfoy, Narcissa Black in Malfoy e Draco Lucius Malfoy siete stati accusati per aver assistito e incoraggiato Lord Voldemort a compiere atti spregevoli sia prima che durante la commissione del crimine, per la legge Magica siete considerati come complici di tutti gli omicidi commessi, come vi considerate?-
Kingsley era andato dritto al punto, non aveva intenzione di fare giri di parole o tergiversare su quanto bella fosse la giornata, era arrivato il momento di effettuare una svolta nel Mondo Magico.
-Lucius Malfoy?-
-Colpevole.- sussurrò, mantenendo il portamento fiero. Non si sarebbe abbassato ai loro livelli.
-Narcissa Malfoy?-
-Colpevole.- disse la moglie, che però abbassò il capo.
-Draco Lucius Malfoy?-
-Colpevole.- il ragazzo si voltò alle sue spalle per scorgere il viso di Hermione e riuscì a vedere il momento esatto in cui il cuore della ragazza andò in pezzi, definitivamente.
Si morse le labbra, senza volerlo pensò a quella mattina nella loro stanza, non l’avrebbe potuta vedere quella sera… E neanche le sere successive, per chissà quanto tempo.
-Non è vero!-
Hermione scattò in piedi senza pensarci due volte, scacciò vie le lacrime e si fece avanti tra gli spalti, -Loro ci hanno aiutato nella battaglia finale, ci hanno aiutato a uccidere molti Mangiamorte, tra cui Bellatrix Lestrange! Questo non vale nulla, per voi?!-
Aveva il viso rosso per quanto aveva urlato e gli occhi altrettanto rossi per le lacrime che stavano uscendo.
-Signorina Granger, la prego, si rimetta a sedere.-
-Kingsley non posso credere che proprio tu… Guarda i miei ricordi, esamina i loro e vedrai il cambiamento!-
-Hermione.-
Harry la prese per le spalle e la fece sedere nuovamente, ma la ragazza spostò il suo sguardo su Draco, il ragazzo aveva gli occhi leggermente lucidi, mai lo aveva visto in quel modo e la incitò di seguire Potter, senza aggiungere altro.
-I ricordi di cui lei parla sono stata già presi in considerazione, ieri per l’esattezza, ma come lei ben sa, signorina Granger, le azioni di una notte sola non posso cancellare il passato.
Ma volendo dare al Mondo Magico una direzione nuova, la pena di Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy e Draco Malfoy sarà di pari proporzione e li condanno a trascorrere due anni ad Azkaban, dopo i quali non verranno più considerati Mangiamorte e aver collaborato con Voldemort, saranno liberi. Per sempre.-
Hermione perse il conto dei minuti, mentre osserva le mani alzarsi di quasi tutti i Magiavvocati, alcuni votarono per l’ergastolo ma alla fine la sentenza di Kingsley venne accolta.
-Saranno scortati ad Azkaban oggi stesso.- batté il martello sul ripiano ma prima di lasciare la sala, si rivolse a Hermione, -Hai solo pochi minuti.-
La ragazza annuì, lasciando la mano di Harry corse a rifugiarsi tra le braccia di Draco.
 
-Ti avevo detto che sarebbe andato tutto bene.- disse il ragazzo stringendola a se.
-Draco non è andato tutto bene, dovrete stare due anni ad Azkaban.-
-Sono meno di quanto ci saremo mai aspettati, ma il tuo arrivo ci ha dato l’occasione di poter cambiare, dopo potremo ricominciare.- disse Narcissa sorridendo, -Occupati del Manor, Hermione, lo affidiamo a te. Sei l’unica di cui ci fidiamo.-
-Ma io…-
-Ascoltami, questi due anni passeranno. Torna ad Hogwarts, finisci gli studi e inizia a studiare per il tuo futuro, ma non sei obbligata ad aspettarmi.- disse serio, Draco, stringendole ancora a se.
Come se avesse paura che tutto quello che avessero passato potesse sparire come un battito d’ali, aveva paura di scordarsi la consistenza del corpo di Hermione, il sapore dei suoi baci, il suo profumo, il loro modo di fare l’amore e il suono della sua voce.
Di scordare come i suoi occhi si illuminavano ogni volta che lei lo guardava o che lui le regalava qualche, raro, sorriso.
Aveva paura che lei lo dimenticasse, perché Draco Malfoy non avrebbe mai potuto dimenticare la donna che lo aveva cambiato, ed era proprio per questo motivo che le aveva dato quella scelta.
Avrebbe potuto scegliere ora così lui non si sarebbe illuso per quei due anni, non le aveva ancora detto che l’amava e forse non lo avrebbe fatto neanche in quel momento, ma solo dopo, dopo aver avuto la certezza che il futuro di Hermione non sarebbe più stato in pericolo, per colpa sua.
 
 
-Malfoy, quale parte non ti è chiara del fatto che io ti amo e che ho intenzione di vederti non appena esci da quella prigione, non ti è chiara?-
Hermione era stata dura, forse troppo, ma le parole di Draco l’avevano offesa, pensava che il ragazzo si fosse reso conto del sentimento che li univa.
“Tu lo hai fatto, ma lui non ti ha mai detto che ti amava.”
-Hai comunque quella scelta.-
-Non cambierai mai, Serpe fino alla fine.-
-Sempre.- disse il ragazzo ghignando.
-È il momento.- due Auror si presentarono davanti a loro, pronti per portali via.
-Ti aspetterò Draco, perché è quello che sente il mio cuore.- lo baciò, come se fosse il loro ultimo giorno, lo baciò come quella volte che gli aveva lanciato il Confundus a casa sua, lo baciò perché lei lo amava.
-Ciao Granger.- disse lui quando si staccò da lei, le sorrise, anche se in modo molto impercettibile e andò via scortato.
 
Hermione riuscì a resistere fino al momento in cui lo vide sparire dietro una porta e poi cadde nuovamente nell’oblio.
Harry la prese prima che potesse cadere a terra e la strinse a se, cercando di calmarla, cercando di rassicurarla dicendole che quei due anni sarebbero passati come un battito d’ali e che lei non se ne sarebbe neanche accorta.
Ma anche il Bambino-che-era-sopravvissuto sapeva bene che in due anni tutto poteva succedere e che forse niente sarebbe più stato come in quel momento.
 
 

Spoiler:

-Potremo venire a stare da te per un po’, noi ragazzi, per farti compagnia, tipo campeggio.-
-Non è una cattiva idea, Ginny, Herm che ne pensi?- chiese Ron, con un sorriso a trentadue denti.
La ragazza rimase in silenzio per un paio minuti e fissò i suoi amici negli occhi.
-Voi mi state dicendo che verreste a vivere qui? A casa di Malfoy? Della persona che più avete odiato nella vostra vita? No, scusatemi non c’è la faccio.-

 

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Capitolo 23
*** I primi mesi senza lui ***


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Buonasera a tutti e tutte ! Colgo un momento per fare
gli auguri a tutte le Patrizie che leggeranno il capitolo e proprio per 
questo motivo lo voglio dedicare alla mia mamma che oggi fa l'onomastico <3
Sarò sincera il capitolo non sarà lunghissimo come i successivi ma spero lo stesso che vi piaccia, 
siete aumentati e siete in tantissimi,
non avrei mai pensato di raggiungere certi risultati e il merito e tutto vostro.
Grazie <3

 
I primi mesi senza lui
 
 
Erano passati solo due mesi, due mesi da quando Voldemort era stato sconfitto e la pace aveva ripreso a regnare sul Mondo Magico.
Sessanta giorni o poco più che Hermione aveva perso tutto.
Non era andata in Australia, non era andata da nessuna parte. Da quanto il Ministero gli aveva portato via Draco, rinchiudendolo ad Azkaban, lei era rimasta al Manor.
Sola, con i suoi pensieri e con se stessa.
Aveva ricevuto tante visite in quei lunghi mesi, dei suoi amici, della famiglia Weasley per intero e ogni tanto la cara Molly imponeva a lei di sorbirsi la loro presenza anche a cena, cosi mandava via gli Elfi domestici e cucinava per tutti.
Solo che per Hermione il sapore del cibo aveva perso interesse, il colore del cielo era indifferente ormai, non le importava che fosse giorno o notte, finché non avesse potuto rivedere il suo viso, il tempo sarebbe stato contro di lei.
-Hermione si avvicina l’estate, che hai pensato di fare? Andrai dai tuoi genitori?-
-No.-
Una risposta secca, che però era stata pronunciata in modo del tutto incolore, non aveva voglia di andare in Australia per dover far ricordare ai suoi genitori certe cose, si era però informata, stavano bene e avevano anche preso un cane ed un gatto.
Come poteva lei interrompere quella felicità?
-Allora potremo fare un viaggio, tutti assieme prima di tornare a Hogwarts.- disse Ginny, sorridendo a Harry.
Loro si erano avvicinati dopo la guerra, loro erano riusciti a creare un rapporto vero, un rapporto che Hermione in fondo invidiava tantissimo.
Ginny aveva avuto tutto quello che lei aveva sempre desiderato, un fidanzato che le ripetesse quanto fosse importante averla al suo fianco e che l’amava.
Sono solo un egoista, lei è la mia migliore amica e se sono ancora qua lo devo a lei, a tutti loro che non mi hanno fatto cadere, però perché non me lo ha detto?
“Tutto a suo tempo.”
Manca ancora troppo per il suo ritorno.
-Viaggiare? No, preferisco stare qua.- disse guardandosi intorno.
Il Manor dei Malfoy adesso non metteva più cosi tanta paura, aveva colorato il resto delle stanze con colori accessi, che le ricordassero la vita, e l’amore.
Aveva piantato in giardino fiori, piante, qualsiasi cosa l’aiutasse a distrarsi, anche un piccolo albero di ciliegio.
Ma non c’era riuscita, tutto in quella casa gli ricordava lui.
-Senti ma non ti fa paura stare qua sola?- chiese Fred osservando i quadri che riempivano il grande salone.
-Ormai non ho più paura.-
Ed era la verità, l’aveva avuto quella sera che era tornata dal Wizengamot, quella volta si, ed aveva pianto e distrutto tutto quello che le era capitato sotto mano ma dopo quella notte aveva imparato a convivere col silenzio della casa.
Neanche i quadri la disturbavano o gli elfi, purtroppo per lei non era riuscita a farli andare via o a proporgli una paga, di qualsiasi genere.
Il C.R.E.P.A. non avrebbe mai funzionato.
-Potremo venire a stare da te per un po’, noi ragazzi, per farti compagnia, tipo campeggio.-
-Non è una cattiva idea, Ginny, Herm che ne pensi?- chiese Ron, con un sorriso a trentadue denti.
La ragazza rimase in silenzio per un paio minuti e fissò i suoi amici negli occhi.
-Voi mi state dicendo che verreste a vivere qui? A casa di Malfoy? Della persona che più avete odiato nella vostra vita? No, scusatemi non c’è la faccio.-
Si alzò di scatto dalla sedia e corse al piano di sopra, aveva bisogno di restare sola, di scordare quelle parole.
Come potevano essere i suoi amici cosi ipocriti da chiederle una cosa del genere? Non aveva ancora avuto modo di ricostruire il suo mondo, di porre delle basi solide che l’aiutassero ad andare avanti fino al giorno in cui sarebbe tornato, non aveva ancora pensato se tornare a Hogwarts, non aveva pensato a niente in quei due mesi se non a Draco Malfoy.
-Hermione.-
-Harry va via.- disse senza voltarsi.
-È la sua stanza?- chiese notando il colore delle lenzuola, della scopa appesa sopra il muro assieme a una foto magica che rappresentava la squadra di Quidditch dei Serpeverde.
-Vengo qua a riflettere.-
-Ti aiuta, in qualche modo?-
-No, Harry sono a pezzi e voi… Come potete chiedermi una cosa del genere?- riprese nuovamente a piangere, solo che stavolta rifiutò le braccia del suo amico.
Era stufa di essere considerata debole, una bambina.
-Hermione lo abbiamo fatto per te!-
-Cosa? Voi lo odiate.-
-Sì, ma tu lo ami e a noi basta per poterlo accettare.-
La ragazza rimase un po’ sconvolta per quel ragionamento, ma alla fine abbassò lo sguardo pentita per le parole poco carine che aveva rivolto alle uniche persone che le volevano bene.
-Lo so che in questi mesi stai passando un inferno, lo so che deve essere difficile ma lo rivedrai, ci vorrà ancora un po’ di tempo ma nel frattempo riprendi il controllo della tua vita, sei Hermione Granger, non una qualunque.-
-Harry è difficile, veramente, difficile creare delle basi solide se il tuo futuro è appeso a un filo, io ho paura che quando lui ritornerà non mi vorrà più, o che non mi ame… Questo non lo so neanche ora.-
-Lui ti ama, a modo suo ma lo fa, non ti avrebbe affidato casa sua, non ti avrebbe dato la possibilità di scegliere di rifarti una vita.-
-Non capisco.-
-Ti ha detto quelle parole perché aveva paura di perderti, ma lui ti ama, stanne certa.-
Hermione avrebbe voluto rispondere qualcosa ma fu colta da un improvviso connotato di vomito e dovette correre in bagno, per lasciarlo andare.
-Stai bene?-
-Aspetta fuori.- disse mentre era ancora piegata sul gabinetto, si riprese dopo pochi istanti, si ripulì, dandosi una sistemata veloce per poi uscire dal bagno.
-Avrò mangiato qualcosa che mi ha fatto male.-
-Hermione non mangi veramente da mesi.- disse serio lui.
La ragazza fu costretta ad abbassare lo sguardo senza poter replicare.
-Vedrai che mi riprenderò, ho bisogno di tempo. Comunque per me va bene.-
-Cosa?-
-Venite a stare qui, tu, Ginny, Ron anche Fred e George se lo desiderano, insomma vi aspetto, questa casa è troppo vuota ed ho bisogno di compagnia.-
-Sei sicura?-
-Sì, scusami però.-
Con un semplice gesto della mano chiuse la porta del bagno alle sue spalle e corse di nuovo a vomitare.
 
***
 
-Vivere qui è come vivere in un Hotel a cinque stelle, vero Freddie?-
-Si George, hai ragione! Stiamo facendo una favolosa vacanza.-
-Un mese di pace.-
-Ma voi non avreste un negozio da gestire?- chiese Hermione uscendo in giardino.
-Ecco la nostra migliore amica.-
-E da quando?- chiese sedendosi accanto a loro nell’erba, meravigliata da come i giorni erano passati veloci da quando i suoi amici si erano trasferiti da lei, più leggeri e spensierati.
La notte aveva smesso di piangere e di urlare per la paura, loro la stavano curando.
-Da quando hai deciso di ospitarci qui dentro, ovvio!-
-Sempre sincero, Fred!- urlò Ginny tirando un cuscino al fratello.
-Fa niente Gin, adoro sentirmi adulare.-
-Comunque stavamo pensando che potremo usare il Manor per trasferire qualche merce per migliorarla, e…-
-Ah non se ne parla, se voi non volete finire sotto terra, non potete fare niente del genere, o Narcissa verrà personalmente da Azkaban per uccidervi.-
-Okay, cambiamo piano.-
-Ecco.- disse risoluta per poi alzarsi da terra.
-Hermione, comunque si vede che stai meglio.- disse Fred, coprendosi gli occhi con la mano per colpa del sole.
-Eh?-
-Finalmente hai messo su qualche chilo, non ti stanno male.- la indicò e qualcosa dentro di lei cambiò, annuì per essere educata ma rientrò in casa, leggermente spaventata.
-Fred sei un cretino! A una ragazza non si dice mai che è ingrassata!!- urlò Ginny per poi seguire Hermione dentro.
-Hermione lascia stare mio fratello, lo sai che i gemelli sono scemi, secondo me non hanno cervello.-
-Ah…- disse la ragazza totalmente distratta dalla sua immagine nello specchio.
Portava una gonna primaverile con degli stivaletti leggerli e una canotta, che lasciava intravedere il Marchio.
-Che ti prende?-
-Sono grassa?- chiese guardando l’amica.
-Ma smettila, Hermione! Sei magra…-
-Non sei sincera.- disse alzandosi la maglia per vedere la sua pancia, la tocco per verificarne la consistenza e qualcosa le fece pensare che Fred non avesse tutti i torti.
-Forse hai messo su un paio di chili, ma che dico qualche etto nella pancia, ma non stai male, Herm, sei ancora bellissima.-
-Io…-
-Cosa?- chiese l’amica colpita dagli occhi della ragazza.
-Io non sto mangiando, cioè sì mangio, ma meno di sempre. Non ho mai fame.- disse abbassando gli occhi, - Non capisco.-
-Forse stai riprendo la tua solita alimentazione e non te ne rendi conto, e poi non sei grassa Hermione!.-
-Ma tuo fratello…-
-Dimentica le sue parole.-
-Okay.- disse sorridendo, si ricoprì la pancia e scesero nuovamente nel salone della casa.
 
-State bene?- chiese Harry.
-Sì, dovevo solo parlare con Hermione.-
Ginny gli lasciò un timido bacio sulle labbra ma il ragazzo ricambiò ed Hermione si voltò per lasciargli un po’ di intimità.
-Cos’è Herm?-
-Cosa?-
-Questo.- chiese Ron rivolgendo uno sguardo all’arazzo della famiglia Malfoy.
-È il loro albero genealogico, è governato dalla magia ma non so altro, Draco non mi ha mai spiegato bene a cos…-
Un piccolo dettaglio le saltò alla mente ed era rappresentato da una linea sottile, quasi inesistente che non aveva mai notato.
-Hermione stai bene?-
La ragazza non ebbe il tempo di rispondere che chiuse gli occhi per poi cadere a terra svenuta.
-Hermione che è successo?-
Harry si fermò ad alzare la testa della ragazza, sembrava non si fosse fatta niente ma la precauzione non era mai troppa.
-Stava guardando qua e poi…. Oh miseriaccia!!- esclamò Ron, sorprendendo tutti.
-Che c’è Ron?- chiese Ginny preoccupata.
-Hermione è incinta.- sussurrò. 


Spoiler:

Con un incantesimo di cui, ancora, non conosceva il nome sentì nella stanza il piccolo battito del...

 

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Capitolo 24
*** I primi mesi senza lei ***


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Io non sono morta lo giuro o 
se lo sono, torno sempre in vita per questo orario per aggiornare la storia!
Quindi stavolta il capitolo lo dedico a tutti voi ch fate l'onomastico e che 
lo leggete e poi al mio papà, che mi ha portato a 
cena fuori ed è colpa sua se ho fatto tardi :D
Quindi come sempre un grazie di cuore a voi che non mi lasciate mai e proprio 
perchè sono felice ed anche soddisfatta, voglio dirvi che il primo capitolo ha raggiunto il numero di visite a 2200!!
GRAZIE!!!!


 
I primi mesi senza lei
 
 
Non aveva idea di che giorno della settimana fosse, là ad Azkaban tutti i giorni erano uguali agli altri, l’unica cosa di cui era certo però era lo scorrere del tempo.
Sapeva esattamente che erano passati quattro mesi da quando era stato incarcerato.
Quattro mesi che il Ministero gli aveva proibito di ricominciare la sua vita, quattro mesi che non vedeva lei.
Hermione Granger.
L’unica ragazza che era riuscita a infrangere la sua corazza, l’unica che aveva fatto breccia nel suo cuore di ghiaccio, e lo aveva fatto innamorare.
Chissà cosa avrà visto in me.
Draco Malfoy era figlio di Mangiamorte e anche lui, alla fine, lo era diventato, più per obbligo, poiché non era come suo padre che aveva creduto fermamente nella causa del Signore Oscuro o forse col tempo anche lui lo avrebbe fatto, se non fosse arrivata lei.
È entrata nella mia vita all’improvviso.
“No, è entrata esattamente sette anni fa, la conosci da una vita, Draco.”
È vero, lei è stata la prima persona che io abbia, veramente, odiato, non solo per la questione del sangue ma perché lei aveva tutto quello che io avevo sempre voluto.
Una famiglia che le voleva bene, quando lei parlava dei suoi genitori le brillavano gli occhi e io nonostante il mio cognome potente non facevo lo stesso, lei aveva degli amici che avrebbero sacrificato la loro vita mentre i miei sarebbero scappati di corsa, lei era amata e io ero detestato.
Ecco perché l’ho odiata, ecco perché ora la amo.
Perché quella stessa ragazza di sette anni fa è riuscita, con i suoi modi poco eleganti, da Nata Babbana, a darmi la possibilità di mettermi in gioco, di farmi rinascere.
Guardò la finestra in alto, l’unica libertà che gli avevano concesso e si rese conto che la sera era giunta, ed un altro giorno era passato.
Vorrei scriverle una lettera, vorrei farle sapere che nonostante io sia qui sto bene, perché ci sarà lei ad aspettarmi, perché lei riesce a darmi la forza per vivere ogni giorno.
Ma non posso scriverle, non posso vederla, il Ministero mi ha tolto tutto, anche la possibilità di alleviare la mia sofferenza.
Si alzò dalla brandina e si avvicinò alla finestra, chiuse gli occhi per un attimo e il suo pensiero si rivolse direttamente a Hermione.
 
***
 
Guardò nuovamente l’arazzo che dominava sul salone del Manor, intensamente e senza poter evitare di staccarne gli occhi.
Era passato un altro mese da quando Ron le aveva messo davanti quella verità, un altro mese che aveva passato senza Draco e un mese che aveva trascorso con suo figlio.
O figlia, ancora non so se sia maschio o femmina.
Il Medigamo del San Mungo da cui era andata un paio di giorni fa le aveva riconfermato l’esito, positivo, della gravidanza, dicendole che il feto era in ottima salute e che adesso era di sedici settimane.
Si toccò la pancia senza volerlo, e ne fu felice.
Era giovane, forse anche troppo per avere un figlio, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di lasciarlo, di abortire, poiché quel figlio sarebbe stato la sua ancora di salvezza per i prossimi anni, sarebbe stata l’unica cosa che non l’avrebbe fatta cadere.
È come se Dio mi avesse mandato un aiuto, del tutto inaspettato, ma sono questi i regali migliori, questo bambino è stato concepito con l’amore e anche se non potrà vedere subito suo padre, lo amerà, come lo amo io.
-Stai bene?-
-Ciao Harry, si tutto bene.-
-Il piccolo pargolo?-
-Oh mio dio, l’hai chiamato veramente così?!-
-Sì Hermione, ti vedo felice, non succedeva da mesi.-
-Il merito è suo, mi ha dato la possibilità di riprendere in mano la mia vita, di rialzarmi e combattere per le cose che amo e Draco è una di queste.-
-Ci vogliono ancora venti mesi prima della sua scarcerazione.- gli ricordò, prudentemente il suo amico.
-È vero, ma sono fiduciosa. Lui mi sta dando la possibilità di vedere il mondo in modo diverso.-
-Credi che sia un maschio?-
-Non lo so, so che renderebbe felice Lucius e Draco ma a me piacerebbe una bambina.-
Hermione sorrise, un sorriso raggiante e pieno di aspettative che fece illuminare anche Harry.
 
 
La loro amica ne aveva passate tantissime nella loro giovane vita e standole a fianco i guai invece di diminuire erano aumentati, ma qualcosa gli stava dicendo che quel bambino sarebbe stata la sua benedizione e forse non solo per Hermione e Draco, ma per tutto il Mondo Magico, poiché rappresentava il chiaro esempio che tutti i pregiudizi che avevano occupato la terra fino ad allora erano spariti.
Che la morte di Voldemort era sinonimo di rivoluzione, e di rinascita, non sarebbero più caduti nelle tenebre e quel bambino, sarebbe stato l’esempio di come Purosangue e Mezzosangue potessero convivere assieme, nonostante tutto e tutti.
 
***
 
 -Ginny.-
La piccola di casa Weasley si avvicinò al Prescelto lasciandogli un candido bacio sulle labbra.
-Come sta Hermione?-
-Stranamente… Bene.- rispose Harry sovrappensiero.
-Perché ti sembra strano?-
Harry si sdraiò nel prato di casa Weasley con un leggero tonfo, avevano ripreso le loro abitudini, lasciando il Manor, lasciando Hermione nuovamente sola.
-È felice.- le fece notare attentamente il ragazzo.
-Harry è incinta, è logico.- disse la rossa sedendosi accanto a lui e accarezzandogli i capelli, Giugno stava per finire e la calura estiva di quell’anno era diventata talmente insopportabile da costringere la maggior parte degli abitanti di Londra a trascorrere le vacanze estive al mare o al massimo in montagna, per riprendersi dal caldo.
-Ginny, per quanto sia felice che Hermione sia tornata a vivere, per quanto sia bello che possa crescere un figlio suo e di Malfoy, tutto questo è sbagliato. Deve fare ancora diciotto anni.-
Ginny rimase in silenzio all’affermazione del suo ragazzo, alzò lo sguardo per guardare il cielo estivo, il sole lentamente stava lasciando il posto alla luna, liberandoli dal caldo insopportabile.
-Harry…-
-Non andrà ad Hogwarts, non farà il settimo anno.-
-Cosa?-
-Sarà incinta di sei mesi a settembre, venticinque settimane Ginny, la sua pancia sarà troppo evidente perché sia nascosta.-
-Ma forse…-
-Non penso che Hermione approverebbe.- disse semplicemente, -Ho paura che questo bambino nonostante tutto sia venuto nel momento sbagliato per lei.-
-Ma scusa, hai detto che…-
-Lo so, ma lei doveva concentrarsi sugli studi, finire l’anno e iniziare una carriera, non cambiare i pannolini.-
-Harry Potter sei davvero un cretino!- urlò la sua ragazza alzandosi di colpo, -Hermione ha bisogno di quel bambino, ne ha bisogno perché quel bambino le ricorda l’unico uomo che abbia amato e che grazie al cielo non è quel cretino di mio fratello nonché tuo amico, quel bambino è il suo modo per vivere, cerca di capirla e non fare il finto amico.-
Ginny gli voltò le spalle e rientrò in casa, che trovò stranamente vuota, tutti i membri della famiglia quell’estate si erano dati da fare per curare le proprie ferite, come Fred e George che avevano ripreso senza sosta l’attività del loro negozio, o come i suoi genitori che avevano deciso di fare una vacanza da Charlie, mentre Bill andava in Francia a conoscere i genitori di Fleur o come Ron, che si era dedicato al Quidditch o come lei che aveva deciso di badare a Hermione e al suo ragazzo.
-Cosa ho fatto di male?-
 
***
 
Hermione si era addormentata sul letto di Draco quella sera, si era ripromessa che non l’avrebbe fatto sentendosi in violazione di qualcosa che non gli apparteneva, ma quella sera si era sentita malinconica e aveva avuto la necessità di sentire ancora il suo odore.
Di rivivere i suoi ricordi, per non sentirsi sola.
Da quando i suoi amici avevano ripreso le loro vite, il Manor si era svuotato e lei aveva sentito la solitudine, tornare, nel suo cuore. Quasi la stessa solitudine che aveva provato qualche mese fa quando aveva scelto Draco e non Harry, quando aveva scelto l’amore all’amicizia.
Ma quella volta c’era lui con me, è stato lui a farmi sentire protetta.
Strinse ancora gli occhi, cercando di non svegliarsi ma i suoi sogni avevano lasciato il posto agli incubi.
Immagini di un Draco scheletrico rinchiuso ad Azkaban, immagini in cui le portavano via il bambino o in cui Draco moriva, per colpa di un Dissenatore.
-Basta, BASTA.- urlò al vuoto, si coprì le spalle con le mani, sentendosi vulnerabile per la prima volta e poi toccò la pancia.
Amava quel bambino, non aveva rimpianti per la scelta che aveva fatto ma quel Manor le aveva fatto tornare in mente i peggiori ricordi dei suoi primi mesi, quando Bellatrix Lestrange le aveva inciso il braccio, lo toccò, si era scordata di quel “tatuaggio”, poiché aveva avuto altro a cui pensare, ricordò il momento in cui il lato oscuro aveva preso il sopravvento su di lei, facendole uccidere un uomo, ricordò il momento in cui era stata marchiata.
Sembra passata una vita ma in realtà sono passati solo mesi, non ci riesco.
Si alzò dal letto e corse nella sua camera per cambiarsi, indossò un vestito e un giacchino di pelle per non prendere freddo, posò la bacchetta nello stivale e senza indugiare si Smaterializzò via.
 
 
Non aveva mai visto quella casa buia, nei suoi ricordi era l’unica cosa che le trasmetteva serenità e gioia, il suo ricordo felice.
Prese la chiave da sotto lo zerbino, certe cose non sarebbero mai cambiare, ma sarebbero rimaste immutate nel corso della sua vita.
Anche se con un po’ di resistenza, la porta cedette e si aprì, un leggero odore, la investì per poi farla starnutire, si diresse verso l’interruttore per scoprire, con grande meraviglia, che la luce ancora funzionava.
Girò in silenzio, soffermandosi sui pochi oggetti lasciati sulle mensole o su alcune foto che non erano state portate vie, ritraevano solo due persone.
I suoi genitori, felici, una volta in quella foto c’era stata anche lei, solo che non aveva avuto il coraggio di farli tornare.
Scusatemi, sarei dovuta tornare da voi, togliervi l’Oblivion e darvi la possibilità di scegliere ma ne avevate passate, troppe, anche voi, non era giusto darvi anche questo peso.
Salì in camera sua e la trovò intatta come se nella fretta di lasciare Londra i suoi non l’avessero tenuta in considerazione e così come quando era stata piccola e ancora non sapeva in che mondo sarebbe finita, si sdraiò nel letto, cercando riparo tra le coperte fredde, tra le pareti piene di oggetti che le ricordavano una vita cui sentiva di non appartenere, cercò di tornare la ragazzina che era stata un tempo ma il fardello che portava nella pancia le fece capire che ormai era diventata adulta, ma non ancora una donna.
E nel silenzio di quella casa, vuota e priva di vita, Hermione creò la prima base per tornare a vivere, il primo tassello che avrebbe composto il suo futuro, così pianse per tutta la notte, liberandosi di tutta la sofferenza che le aveva riempito il cuore in quei quattro mesi senza lui.
 
***
Voleva tempo per la prima volta, tempo per decidere cosa fare, tempo per prendere le giuste decisioni e per non sbagliare, tempo per non pentirsi.
Era stata due giorni chiusa nella sua vecchia casa, assaporando gli odori che l’avevano accompagnata per tutta la vita, ricordando i momenti felice con la sua famiglia.
Era uscita per comprarsi da mangiare e qualche oggetto per ripulirla, così con molta calma, aveva riportato alla vita la casa dei suoi genitori.
Dove una volta era stata solo Hermione Granger, senza magia, senza distinzione di sangue, senza un figlio.
Si era presa due giorni per chiarire con se stessa, due giorni per ascoltare il suo cuore e per decidere cosa avrebbe fatto della sua vita.
Erano stati giorni molti silenziosi e solitari ma a Hermione fecero bene, più di quel mese passato con i suoi amici.
Solo al terzo giorno decise di mandare un gufo a Ginny per darle sue notizie, ne comprò uno nuovo che fosse solo suo e con calma, nella sua scrivania, compose la lettera:
 
Cara Ginny,
non allarmarti più del dovuto, sto bene ma non sono più al Manor. Non ci sono riuscita, non sono riuscita a vivere là dentro da sola, non sto incolpando voima senza di lui quel posto mi riempie di brutti ricordi cancellando quelli vecchi e non mi era più possibile sopportarlo.
Sto bene, e anche il piccolo, sto decidendo cosa fare della mia vita e vorrei avere tempo, quindi mi farò sentire il prima possibile.
Ti abbraccio e ti voglio bene.
 
Hermione Jean Granger

 
Spedì la lettera quella stessa mattina, sperando che la sua amica capisse, che riuscisse a cogliere l’invito, non scritto, di non cercarla, di darle il tempo di decidere.
Ma una parte di lei, sapeva che trattandosi di Ginevra Molly Weasley non poteva fare affidamento sui suoi sensi, poiché le reazioni della rossa erano tanto imprevedibili quanto strane, e neanche una lettura delle foglie da tè da parte della Cooman le avrebbe potute prevedere.
 
***
 
-Mi spieghi?-
Aveva aperto la porta senza chiedere chi fosse e, senza troppa meraviglia, si ritrovò davanti Ginny Weasley accompagnata da Harry e Ron, con la sua lettera in mano, leggermente stropicciata agli angoli.
-Speravo che non saresti venuta.-
-Forse non mi conosci cosi bene.- disse entrando.
-Forse ti conosco troppo.- sussurrò lasciando la porta aperta ai suoi amici, per poi farli accomodare in salone.
-Come sapevate che mi avreste trovata qua?-
-Hermione, è l’unico posto che riesce a renderti felice.- rispose Harry.
-Sapevo che mi avreste trovata, prima o poi.- disse sedendosi su una poltrona, a gambe incrociate.
-Hai fatto un ottimo lavoro.-
-Grazie Ron…-
Hermione non pensava che il suo amico potesse accorgersi di una cosa così femminile, anche perché lui non era mai stato attento ai particolari, come alla gigantesca cotta che aveva avuto per lui al quarto anno.
-Cosa ci fai qui?-
-Ginny…-
-Hermione cerca di essere sincera, non costringermi a usare il Veritaserum.-
-Non lo faresti.-
-Cosa vuoi giocarti?- disse uscendo una piccola fiala dalla sua giacca, per mostrargliela.
-Sei molto spregevole.-
-Devi esserlo se nasci in una famiglia di soli maschi che ti prendono di mira.-
-Io non l’ho mai fatto.- ripose Ron, sentendosi chiamare in causa.
-Come no, eri il primo.- disse scuotendo le mani come per scacciare quelle parole, -Cosa ci fai qui?- riprese seria.
-Io… Non ci riuscivo, non riuscivo più a stare là come se fossi in vacanza così me ne sono andata.-
-Potevi anche mandare un gufo.- disse Harry esasperato.
-No. Avevo bisogno di tempo.-
-Per cosa?-
-Tempo per capire cosa fare del mio futuro.-
-E di grazia hai deciso?- continuò Harry, leggermente infastidito dalla piega che stava prendendo la discussione.
-Sì.-
I tre ospiti rimasero in silenzio, aspettando che la Grifona li rendesse partecipi della sua scelta.
-Tè?- chiese alzandosi.
-Non cambiare discorso, signorina.- disse Ginny, trascinandola per un braccio di nuovo sulla poltrona.
-Okay, va bene. Io non tornerò ad Hogwarts, ma inizierò a studiare per diventare Medimago, ho già parlato con quelli del San Mungo mi introdurrebbero come assistente, così da fare esperienza sul campo, aggiungendo lo studio di alcuni manuali per le lacune…-
-Ed i M.A.G.O sono necessari?-
-Non proprio… Dandoli avrei maggiore possibilità di essere presa come assistente.-
-Quindi non ti hanno dato nessuna certezza?-
-No.- rispose abbassando lo sguardo.
-Dovresti parlare con la McGranitt, di tutto e poi…-
-Hermione, cosa farai quando nascerà?- fu Ron a completare la domanda rimasta in aria di Harry.
-Io…-
-Non puoi lasciare solo tuo figlio, devi crescerlo, devi prenderti cura di lui.-
-Ed è per questo, che voglio fare il Medimago, così potrò conoscere tutto quello che lo riguarda, sapere prima le malattie da evitare, sapere cosa fare e cosa non fare.-
-Non puoi concentrare tutta la tua vita su di lui.-
-Lui è la sola cosa che mi rimane, Ginny, finché Draco non torna siamo io e lui. Io ho preso la mia decisione, mi rimarrete accanto?-
I tre ragazzi si guardano negli occhi e le sorrisero, non l’avrebbero mai lasciata sola ad affrontare quella vita che non sembrava appartenerle, non adesso che doveva prendere sul serio una decisione per il futuro. Non adesso, dato che per la scarcerazione di Draco mancavano, davvero, ancora tanti mesi.
 
***
 
-Sei pronta?- le chiese Ginny stringendole, dolcemente la mano.
-Sì.-
Varcarono assieme la porta del reparto di ginecologia del San Mungo e si sedettero nella sala d’attesa, dopo aver comunicato a una signorina che erano arrivate per la visita di controllo.
-Potevi saperlo prima.- la rimbeccò l’amica.
-Prima non volevo saperlo.- rispose sorridendo, guardandosi attorno.
-Perché?-
-Perché non ero ancora pronta, adesso lo sono, l’idea che questo piccolino stia crescendo dentro di me è sempre più forte.-
-Sarai una bellissima e bravissima mamma, Hermione, non temere.-
-Grazie amica mia.-
-Signorina Granger? Il Medimago la sta aspettando.-
Le ragazze si sorrisero ancora ed entrarono nella stanza riservata ai controlli.
-Hermione finalmente ti sei decisa.-
-Mi ha convinto la mia amica, Ginny, lui è il Medimago Allevi, mi è stato molto vicino.-
-Ho fatto solo il mio lavoro, forza si sdrai nel lettino e vediamo se questo bambino è maschio oppure una femma.-
Ginny a pochi passi di distanza da lei, le strinse la mano e chiuse gli occhi per poi incrociare le dita,
-Speriamo che sia femmina.- sussurrò, -Basta maschi.-
Quella frase fece ridere Hermione e anche lei con gli occhi chiusi aspettò che ricevesse il verdetto finale, il cuore nel frattempo aveva preso a battere forte, avrebbe voluto Draco accanto a se, avrebbe voluto vedere la sua faccia e stringere la sua mano, ma si sarebbe dovuta accontentare di avere la sua migliore amica e non l’uomo che amava, più di se stessa.
Cercò di non scoppiare a piangere proprio in quel momento, nelle ultime due settimane era riuscita a distrarsi grazie a casa sua, a riportare in vita i suoi ricordi, per trasferirsi definitivamente abbandonando il Manor, certo andava una volta alla settimana per controllare che fosse tutto in regola, ma non vi aveva più dormito.
Devo essere forte, devo resistere ancora.
-È una femmina, Hermione. Ed è in ottima salute, ti faccio sentire il suo cuore.-
Con un incantesimo di cui, ancora, non conosceva il nome sentì nella stanza il piccolo battito della sua bambina e non potè impedire alle lacrime di uscire.
Si coprì la faccia con le mani, per non farsi vedere vulnerabile, per non farsi vedere debole dagli altri ma delle calde braccia la strinsero, gentilmente.
-Ginny… Mi manca, mi manca Draco.- disse tra un singhiozzo e l’altro.
-Vi lascio un po’ sole.-
Il Medimago lasciò la stanza per dare il tempo alle ragazze di calmarsi.
-Hermione sfogati, piangi pure.-
-Avrei voluto che lui fosse qua con me, perché il Ministero mi ha tolto tutto?-
-Non lo so, Mione, non lo so.-
-Come faccio senza di lui? Mi sento cadere a pezzi, perché tutti gli sforzi che faccio non servano a niente, se poi mi basta pensare al suono della sua voce, o al suo profumo per cedere, mi manca sentire la sua barba sotto il palmo della mano, era ruvida ma non pungeva, mi manca non vedere i suoi occhi, sono stati i suoi occhi la maschera della sua vita ma con me hanno ceduto…-
-Sst, basta Hermione.-
-Lo amo Ginny, ma non so se lui ama me, e se quando vedrà Elis… Non la vorrà?-
-Aspetta, Elis? Quando lo hai scelto?-
-Quando ho sentito il battito del suo cuore, lei è Elis, la mia Elis.-
-Bellissimo.- riuscì a dire Ginny, prima di piangere anche lei.
-Ho paura.-
-Tutti ne abbiamo un po’, ma tu sei forte.-
-No, non è vero. È lui la mi forza, lo è sempre stato solo che io non lo sapevo.-
-Hermione.-
-Starò bene… Starò bene quando lo potrò riabbracciare, quando potrò sentire il suo corpo contro il mio, sentire il suo calore e il suo respiro caldo, fino ad allora andrò avanti solo per la bambina, solo per Elis.-
-Ed io non ti lascerò.- sussurrò per riabbracciarla.
 
***
 
Dovunque tu sia Hermione, qualsiasi cosa tu stia facendo, io non riesco a smettere di pensarti, non ti dimentico.
L’unica cosa di cui mi pento è il fatto di non essere riuscito a dirti i miei sentimenti, a farti sapere quanto tu sia importante per me.
Mi manchi Hermione, ma aspetto con ansia il momento esatto in cui mi libereranno e noi due potremo stare assieme, finalmente.
 
Draco riaprì gli occhi e annotò nei meandri della sua mente quella lettera, un’altra fra le tante che le avrebbe voluto scrivere, un’altra fra le tante che sarebbe rimasta solo nella sua mente, chiuse gli occhi e si assopì nuovamente, pensando agli occhi color nocciola della sua ragazza.


Spoiler:

-Di solito Hogwarts non concede determinate… Garanzie agli studenti, ma lei è stata la migliore allieva che la scuola abbia avuto dopo decenni, colei che ha fronteggiato Voldemort e ha aiutato Harry Potter e tutto il corpo docente si sente in dovere, di offrirle questa possibilità.-

 
 

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Capitolo 25
*** Seconde possibilità ***


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Ragazze e ragazzi scusatemi, vi giuro che non lo faccio 
a posta ad aggiornare così tardi, ma sono stata male.
Sono un pò deboluccia ultimamente e mi capita spesso, chiedo perdono ma
mi sento in dovere di aggiornare ora perchè ho acquistato un minimo di lucidità!
Il capitolo non sarà intensissimo ma presto ci sarà un evento molto ma molto interessante.
Elis vi ringrazia e non vede l'ora di conoscervi :*

 
Seconde possibilità
 
 
 
L’estate era passata cosi velocemente che Hermione non era, ancora, riuscita a metabolizzare cosa fare del suo futuro.
Non aveva potuto parlare con la McGranitt poiché la nuova preside era stata occupata con le riparazioni di Hogwarts ma le aveva promesso che si sarebbero viste prima dell’inizio della scuola.
Ed esattamente mancavano undici giorni in cui avrebbe potuto decidere di iscriversi al settimo anno e finire gli studi o iniziare il, prima possibile, tirocinio al San Mungo.
Cosa devo fare?
Draco mi aveva consigliato di continuare gli studi, però lui non sapeva di Elis e le cose adesso sono diverse, non posso andare a scuola con…
Si guardò allo specchio e notò la pancia molto più sporgente del solito. Si trovava tra la ventitreesima settimana e la ventiquattresima, insomma era arrivata al sesto mese troppo velocemente.
Riabbassò la canotta estiva e scese per andare in cucina a prendere qualcosa da bere, si era sistemata definitivamente a casa dei suoi genitori e con l’aiuto dei ragazzi avevano sostituito i mobili vecchi con quelli nuovi, creando un nuovo stile; la sua camera era stata ritinteggiata e aveva cambiato il letto mettendone uno più grande e al posto della camera dei suoi genitori, le era stato difficile ma alla fine l’avevano convita, aveva creato la camera di Elis.
La scoperta del sesso li aveva aiutati sulla scelta dei colori, potendo comprare una culla molta alta tendente al rosa pallido, un fasciatoio e altri oggetti necessari per il primo anno di vita, però senza chiedere agli altri aveva creato una cosa tutta sua.
Una parete con due sciarpe appese, una di Grifondoro e una di Serpeverde con una foto sua e di Draco, appesa in mezzo.
Era il suo unico vero ricordo e voleva che sua figlia conoscesse il padre, fin da subito.
Prese dalla cucina un bicchiere di tè freddo ma il rumore di una Smaterializzazione l’obbligò a prendere la bacchetta.
Non era più la solita ragazzina sciocca e imprudente, aveva saputo che dei Mangiamorte erano riusciti a non essere catturati e meditavano vendetta e di certo, lei poteva essere una possibile vittima, così aveva imposto vari incantesimi.
Ma se un Mangiamorte ha intenzione di entrare di certo troverà il modo di farlo, e io questo lo so bene.
Un leggero rumore la riportò al presente, qualcuno stava bussando alla porta, così posò la bacchetta dietro la schiena e con molta discrezione aprì.
Si ritrovò davanti la preside McGranitt nonché professoressa di Trasfigurazione.
-Hermione, speravo che fossi in casa.-
-Prof… Preside volevo dire a cosa devo la visita?-
La fece accomodare, offrendole qualcosa da bere.
-Alla sua amica Ginevra Weasley e a Harry Potter, diciamo che sono riusciti a farmi liberare da alcuni impegni.-
-Oh.- fu la sua unica risposta, non aspettandosi l’arrivo della donna a casa e improvvisamente scordò tutto quello che le avrebbe voluto dire riguardo al suo futuro.
-Vedo che tutto sta procedendo bene.- indicò con molta gentilezza la pancia.
-Sì, la piccola Elis sta bene.- disse toccandosela.
-Elis?-
-Già.- annuì senza alzare gli occhi.
-Signorina Granger perché non è venuta a informarmi personalmente riguarda alla sua situazione? Saperlo dalla signorina Weasley mi è dispiaciuto molto.-
-Sa, certe volte non si possono trovare le parole per dire certe cose.-
-La capisco e proprio per questo motivo io sono qua, per lei, per poterla aiutare.-
-Cosa?-
Hermione alzò lo sguardo, sorpresa e notevolmente curiosa per le parole della donna, si aspettava consigli o qualche dritta, non certamente un aiuto concreto.
-Di solito Hogwarts non concede determinate… Garanzie agli studenti, ma lei è stata la migliore allieva che la scuola abbia avuto dopo decenni, colei che ha fronteggiato Voldemort e ha aiutato Harry Potter e tutto il corpo docente si sente in dovere, di offrirle questa possibilità.-
La ragazza strinse leggermente il bracciolo della poltrona, il cuore che le martellava nel petto non accennava a calmarsi, neanche un po’.
-Alla luce della sua situazione e del ruolo che detiene nel Mondo Magico, la scuola le concede il privilegio di poter sostenere i M.A.G.O a fine anno, ma alla fine di ogni mese dovrà venire a scuola per convalidare la sua preparazione, dato che non seguirà le lezioni.-
-Posso… Posso studiare a casa?-
-Sì, cosi potrà prendersi cura di sua figlia ma una volta al mese verrà per sostenere delle piccole verifiche da parte dei docenti, che se soddisfatti la considereranno come punteggio per l’esame finale.-
-Io non so cosa dire.-
Una leggera lacrima le scese giù per la guancia, l’asciugò per non scoppiare a piangere di fronte alla preside.
-Non deve dire niente, ansi siamo noi che le diciamo grazie per il suo contributo e il suo segreto sarà al sicuro.-
-Io…-
-Elis Malfoy? Non suona male, speriamo solo che non finisca a Serpeverde come il padre.-
Hermione rise, per la prima volta dopo mesi, una risata sincera e piena di amore, sua figlia a Serpeverde? Sarebbe capitata quasi al novanta per cento, ne era sicura.
-Sa qualcosa su di lui?-
-No. Non c’è permesso comunicare.- disse Hermione tornando, incredibilmente, seria.
-È una donna molto forte, signorina Granger, pochi sarebbero riusciti a fare quello che lei sta facendo e sono fiera di lei, se le può essere d’aiuto.-
-Ci è voluto molto, mi creda, molto per riprendere a vivere, molto per sorridere ancora e per ridere, ma quando si porta una vita dentro si ha un’altra visione del mondo, tutto è diverso ed è più amplificato e devi sopravvivere, in un modo o nell’altro.-
-Sei cresciuta molto in fretta, mi ricordo ancora il giorno in cui ti ho smistata a Grifondoro.- disse la preside molto commossa.
-È stata la scelta migliore della mia vita.- rispose sorridendo.
 
***
 
Hermione non aveva perso tempo e aveva subito comunicato al San Mungo che per il prossimo anno non avrebbe potuto fare da assistente ma che si sarebbe presentata non appena finiti i M.A.G.O, cosi da avere la migliore delle opportunità e aveva mandato Ginny a comprare i libri per il settimo anno.
Alcuni li aveva persi prima della guerra e alcuni non li aveva mai comprati, dato che poi gli era stata affidata una missione, decisamente importante.
-Potresti venire anche tu.- le aveva detto l’amica.
-No Ginny, solo voi e i professori sapete della gravidanza, non mi sembra giusto nei confronti di Draco farlo sapere all’intero Mondo Magico.-
-Lo sai che comunque si verrà a sapere, sei l’eroina che ha salvato questo mondo Hermione, ed è per te che siamo ancora qua.-
-Non dire cavolate, c’erano anche tuo fratello e il tuo fidanzato.-
-Mio fratello, non saprebbe fare un passo senza Harry mentre lui è riuscito a sopravvivere quei due mesi senza te perché sapeva, quasi per certo, quali fossero alcuni Horcrux ma poi come un imbecille si è fatto catturare, ricordi?- chiese col sorrisetto alla Ginny Weasley, che metteva decisamente paura.
-Non posso dimenticarlo.-
-Ecco, comunque vado a comprare i tuoi libri e torno. Elis?- chiese prima di aprire la porta.
-Sta bene, a fine del sesto mese devo andare al San Mungo per un controllo, vieni con me?-
-Certo.- rispose sorridendo, -Hermione?-
-Cosa?- chiese voltandosi.
-Draco sarebbe fiero di te.- uscì dalla stanza prima che la sua amica potesse risponderle e lei si rese conto che, nonostante la sfortuna, aveva trovato un’amica che le volesse veramente bene.
Una lacrima le scivolò lungo il viso ma la cacciò, da quando aveva sentito il cuore di Elis non aveva più pianto, non si era più lasciata andare e anche se in alcuni momenti sentiva la mancanza di Draco, era riuscita a non crollare, ma certe volte la sera sentiva il suo cuore così freddo che le sembrava morto.
 
***
 
L’autunno aveva lasciato il posto all’inverno, gli alberi avevano perso tutte le loro foglie e il freddo londinese aveva costretto tutti gli abitanti a casa, per ripararsi.
E tra loro Hermione.
Aveva passato molto tempo a casa, vivendo sola e ricevendo qualche visita da Ginny nei fine settimana liberi per andare a Hogsmeade.
Ma per la maggior parte del suo tempo aveva studiato, mettendosi in pari col programma già a metà Ottobre e arrivando a Novembre ad averne completato più del necessario.
E come con lo studio, aveva visto crescere la sua Elis, ogni settimana la sua pancia aumentava poco più e lei aveva deciso di fotografare quei momenti per regalarli a Draco una volta uscito, non aveva potuto partecipare alla nascita di sua figlia ma lei in qualche modo lo avrebbe aiutato a essere presente.
Posò un attimo il libro per prendere in mano una lettera che aveva scritto la sera prima, non riuscendo a prendere sonno.
 
Caro Draco,
ti ho pensato intensamente in questi mesi durante la tua assenza, avrei voluto avere la possibilità di scriverti, di poterti vedere ma le nuove misure adottare dal Ministero lo hanno impedito.
Mi manchi Draco, e non c’è un modo per descriverti come mi sento, perché in questo momento io non mi sento viva.
Mi sento morta, morta dentro e morta fuori, mi sento così vuota che, anche se la nostra Elis sta crescendo bene e in salute mi sembra che non esista.
Si Draco, sono incinta e lei è tua figlia, avresti dovuto esserci quando ho sentito per la prima volta il suo cuore, è stato bellissimo e forse anche tu avresti concordato col nome… Ma non Lucius, questo lo so.
Lei non ti potrà conoscere, ma sto facendo in modo che abbia dei ricordi di te, che possa sapere chi è suo padre, quell’uomo magnifico che mi ha totalmente stregata, saprà di te Draco, solo che tu non potrai sapere di lei.
Ed è questo quello che mi uccide, non poterti regalare questa gioia, non poter vedere il tuo viso felice o deluso, per il fatto che non sia un maschio.
Avevo pensato di irrompere ad Azkaban per poterlo fare, ma mi hanno dovuto fermare, o sarei finita anche io in prigione.
Mi manchi, tutta la mia esistenza si sta focalizzando sul nostro amore, per non crollare e ansi ho avuto la possibilità di studiare a casa, poi diventerò Medimago, per lei.
Voglio proteggere nostra figlia, da tutto.
Ti amo.
 
Hermione.

 
Asciugò le lacrime e posò la lettera sul tavolo vicino alla cucina, ne aveva scritte altre indirizzate a lui nel corso dei mesi, lettere che raccontavano le sue giornate, lettere di poche righe anche solo per potergli dire che lo amava, lettere che non aveva potuto inviare.
Ne aveva scritte così tante da riempire un cassetto intero, quello della scrivania del salotto, lettere che poi gli avrebbe dato per aiutarlo a capire, per farlo sentire partecipe della sua vita.
Toccò la pancia, cercando conforto in sua figlia ma uno strano dolore la costrinse a sedersi, per riprendere fiato, vide che il jeans inzuppato di un liquido dal colore rossastro, ed un leggero spasmo la colse all’improvviso.
Scrisse una lettera veloce a Ginny, e la mandò tramite gufo e poi si Smaterializzò al San Mungo.
Aveva paura per Elis.



Spoiler:

-Draco?-


 

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Capitolo 26
*** Elis ***


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... ... 
... ... ...
Sono in ritardo... Non è un abitudine credetemi...
E mi dispiace dovermi scusare sempre, di solito sono più puntuale...
Spro di Farmi perdonare lo stesso con questo capitolo... Verrano chiariti molti dubbi
e conosceremo una persona nuova...
Grazie di <3 a voi che siete sempre con me e non mi lasciate mai,
non sarei qui senza voi :D
 
 Elis
 
 
Appena arrivata era stata sistemata su una sedia da una Medinfermiera di turno in attesa che il suo Medimago arrivasse.
Il cuore le batteva cosi forte che le faceva male, e dovette asciugarsi il sudore dalla fronte per quanto paura stesse provando.
Paura per la sua bambina che forse era ancora troppo piccola per nascere, paura per quel padre che non sapeva niente e che avrebbe saputo tutto dopo.
Paura per se stessa, perché da sola non sarebbe riuscita a reggere.
-Vi prego. Fa male.- disse nuovamente.
-Sono qua, Hermione.-
-Oh grazie a dio.-
Il Medimago la fece accomodare nella stanza e cominciò a pronunciare strane formule per controllarle il feto.
Il viso leggermente velato da una strana espressione, come se fosse preoccupato e non volesse dirlo.
-Aspetta un attimo.-
-Ma?-
Uscì dalla stanza senza che lei potesse fermarlo, guardò il soffitto e iniziò a contare, lentamente sentì il cuore calmarsi ma sapeva che la sua piccola stava male, riusciva a percepirlo nonostante tutto.
Improvvisamente percepì la vista offuscarsi e gli occhi farsi più pesanti, qualcosa stava succedendo anche a lei.
Un altro spasmo di dolore la colse impreparata e dovette mordersi le labbra per non urlare, tutto le faceva male, un male indescrivibile, peggiore di una Maledizione sena Perdono.
-Hermione?-
Per un solo momento, per un brevissimo battito d’ali ebbe la sensazione che Draco Malfoy fosse arrivato in ospedale, che Kingsley avesse saputo della sua situazione e lo avesse lasciato libero.
La figura davanti a lei aveva i suoi stessi occhi e i suoi stessi capelli, era Draco.
-Draco?-
-No, sono Daniel. Daniel Allevi, stai bene?-
-Dov’è Draco?- chiese iniziando a muoversi sul lettino.
-Non ti agitare, Hermione, dobbiamo anticipare il momento del parto.-
-Perché?- chiese cercando di mantenere gli occhi aperti.
-La bambina, ci sono complicazioni, ma… Hai la febbre!-
-Dov’è Draco? Era qui.-
-Hermione, Draco non c’è, inspira qua.-
Le porse un fazzoletto imbevuto di una strana pozione.
-Draco?- chiese mentre il dottore le premeva il fazzoletto contro.
-Az… Kaban… Sta… Bene.-
Hermione non riuscì a percepire le ultime parole, perché il suo mondo divenne improvvisamente buio e freddo.
 
***
 
-Come sta?-
Ginny si era precipita con Harry e Ron non appena aveva letto la lettera che Hermione le aveva scritto.
-Ci sta pensando il Medimago Allevi, è in ottime mani, la bambina starà bene.-
-E lei?- chiese Harry, -Hermione come starà!-
Non aveva ricevuto nessuna risposta e si sedette sulla sedia in attesa di notizie, erano arrivati alle due del mattino e dopo tre ore, nessuno li aveva ancora rassicurati sulle condizioni di Hermione, erano solo riusciti a ripetere le frasi già fatte che si dicevano in ceti momenti.
-Siete qua.- dissero in coro Fred e George, entrando da una delle porte del reparto.
-Papà e mamma?- chiese Ron.
-Papà era impegnato al Ministero ma appena si libera viene qua con mamma, la Granger?-
-Non ci dicono niente.- rispose burbero Harry.
-Tesoro, Hermione è forte ha affrontato di peggio.-
-Sì, ma adesso è sola là dentro, e Draco…!-
-Non affliggerti cosi.- disse Ginny abbracciando il suo ragazzo.
Capiva perfettamente i pensieri di Harry, si sentiva in colpa, come lei, che la sua amica fosse dovuta venire al San Mungo da sola, che fosse sola dentro quella stanza e che Draco non potesse fare niente per aiutarla.
-Novità?-
-Kingsley?- domandarono tutti in coro, sorpresi.
-Mi ha avvertito Arthur, io non lo sapevo.-
-Nessuno avrebbe dovuto saperlo.- disse Ginny, senza guardarlo.
-Ha ragione signorina Weasley, ma come vede Hermione è sempre stata circondata da persone che le volevano bene.-
-Preside, anche lei qui?-
-George, Fred.- disse per salutarli.
-No, Fred e George.-
-Fa lo stesso.- disse scacciando quelle parole con la mano.
-E se non dovesse farcela? Se la bambina…?-
-Non dovete preoccuparvi.- rispose una voce che a Ginny non suonò nuova.
-Lei è il suo medico, come sta?-
-Hermione sta bene, la bambina o Elis… Aveva avuto un piccolo problema, non voglio dilungarmi ma in pratica dovevamo farla uscire.-
-Stanno bene tutte e due?-
-Guardate voi stesso.-
In silenzio il Medimago aprì la porta della stanza riservata a Hermione e tutti rimasero sorpresi da quella visione, la loro amica stava stringendo la manina della piccola Elis, e stava sorridendo, come non le succedeva da quando Draco era stato portato via.
-Hermione?-
-Ciao ragazzi. Elis saluta i nostri ospiti.- girò la bambina verso di loro e tutti, compreso Kingsley e la McGranitt, ne rimasero folgorati.
Aveva ancora pochi capelli ma erano tendenti al marrone e gli occhi, gli occhi erano il chiaro segno che la bambina fosse figlia di un Malfoy, i suoi occhi erano grigi come quelli del padre.
-È bellissima.- disse Ginny sedendosi accanto a lei, per poterla carezza.
-Vuoi prenderla in braccio?-
Hermione la porse con molta delicatezza e nonostante le difficoltà iniziali Ginny riuscì a cullare Elis, come se non avesse fatto altro per tutta la vita.
-Essere madre ti dona.-
-Ciao Harry.- rispose sorridendo, un sorriso enorme che riempì il cuore dell’amico.
-Come stai?- le chiese Ron, poco distante.
Per la prima volta tutti si concentrarono sulla figura di Hermione, alcune gocce di sudore le adornavano il viso in più punti, il colorito più bianco del solito, come se fosse scesa all’inferno e poi fosse tornata e gli occhi stremati.
-Potrei stare meglio, ma adesso andrà tutto bene.-
-Cosa ti è successo?-
-La placenta… Si era staccata.- disse guardando la piccola Elis, volteggiare per la stanza, -Stava per morire e se non fosse stato per Daniel, sarei potuta morire anche io.-
-Hermione mi dispiace, sarei dovuto stare accanto a te, prendermi cura di voi e Ginny…-
-Harry.- l’amica gli strinse la mano in segno d’affetto, -Non potevi fare niente per me, grazie per essere qui ora.-
-Elis è bellissima.- disse il Ministro della Magia, giocando con la piccola.
-Assomiglia molto al padre.-
Appoggiò nuovamente la testa sul cuscino e chiuse gli occhi per un attimo, riuscì finalmente a metabolizzare tutto l’accaduto: il dolore improvviso, il sangue sui jeans, la pozione ma poi più il nulla.
Solo Allevi che la svegliava per porgerle una bambina, ancora sporca del suo sangue, presentandogliela come Elis.
Sorrise a quel ricordo ma subito dopo cedette ai singhiozzi e al pianto, si era ripromessa che non l’avrebbe più fatto ma tutta quella, tragica, situazione le aveva messo paura e per la prima volta aveva avuto paura di morire.
Sarei potuta morire anche durante la guerra, ma lui era comunque vicino a me, adesso potevo morire, ma lui non ci sarebbe stato.
-Herm.-
Ginny diede la bambina alla preside e corse ad abbracciarla, come quella volta che avevano sentito il battito del cuore di Elis, come nei mesi precedenti, la ragazza si rifugiò tra le braccia dell’amica, cercando quel calore che non sentiva da mesi.
Cercando in lei quel profumo che le faceva battere il cuore a mille e che le piaceva, le piaceva perché era l’odore suo, di Draco, il suo segno indelebile, ma si rese conto che dopo otto mesi i ricordi stavano iniziando a svanire.
Stava dimenticando.
Stava dimenticando la sensazione delle sue mani sulla barba, o il sapore dei suoi baci, i loro sguardi.
Stava dimenticando Draco e questo le fece male, un male fisico che la costrinse ad urlare, anche se per una breve frazione.
Cosi straziante che le sembrò di partorire per una seconda volta.
-Andrà bene, adesso c’è Elis con te.-
Hermione annuì distratta, scordandosi dei presenti, di tutte quelle persone che la stavano fissando, concedendole la loro pietà, l’unica cosa che lei stava guardando erano gli occhi di sua figlia.
Gli occhi di Draco.
***
 
-Comunque non era necessario.- rispose Hermione aprendo la porta di casa.
-Fidati Granger, meglio non Smaterializzarsi dopo il parto, potresti spezzarti.-
-Weasley ma da quando tu sai certe cose?- chiese ironica la ragazza.
-Simpatica. Mettiamo qua?-
Fred indicò il divano e vi posò sopra il borsone della ragazza, mentre George sistemava in cucina gli ultimi acquisti.
-Grazie comunque, non eravate obbligati.- strinse un po’ di più Elis nel suo abbraccio, poiché stringere lei era come stringere Draco.
-Per cosi poco? E poi col fatto che sono tutti ad Hogwarts noi siamo gli unici liberi.-
-Si ma non siete obbligati a venire qua per me.- ribadì decisa.
-Hai bisogno di una mano Hermione, se lo accetti non dovremo costringerti a sopportarci.-
La ragazza rise all’affermazione di George e li riaccompagnò alla porta, felice che qualcuno si prendesse cura di lei, e non fosse più cosi terribilmente sola.
-Ci vediamo domani, allora. Saluta Elis.- mosse la mano della bambina in segno di saluto e anche lei lo fece.
Le sue nuove scorte alias baby sitter la lasciarono sola, promettendo di mandare un gufo più tardi, cosi Hermione senza sistemare il borsone salì in camera sua e si sdraiò sul letto, facendo stendere la piccola accanto a lei.
-Ciao mia principessa.- le sfiorò il viso con un dito, ma non si svegliò.
-Sei uguale al tuo papà, lui sarebbe tanto felice adesso ma non può vederti, non ancora, devi aspettare sedici mesi e poi lui sarà solo nostro, te lo prometto, Elis.-
Le diede un leggero bacio sulla fronte e si avvicinò alla figlia per dormire assieme a lei.
Elis Malfoy, sua figlia, era nata prematura il diciassette di Novembre ma adesso, dopo un paio di giorni era stata dimessa e finalmente poteva iniziare la sua nuova vita, poiché stava stringendo il nuovo amore della sua vita.
 
Spoiler:

[...] e si rese conto che era arrivato il momento di andare, di tornare, finalmente, a casa.
 
 

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Capitolo 27
*** Marzo del 2000 ***


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Eccomiiii!!
Vi avevo promesso una maggiore puntualità perciò...
Eccomi qua che rispetto, per la prima volta, la parola presa!!
Beh... Non vorrei dire molto su questo capitolo perchè aspetto i vostri punti
di vista e le vostre riflessioni..
Dico solo che Draco avrà un ruolo importante e ringrazia tutte le bellissime persone che leggono
ancora questo sclero, di cui lui, ringrazie, è il protagonista :D

 
Marzo del 2000
 
 
 
Caro Draco,
I due anni sono passati, finalmente, e aspetto con ansia la lettera del Ministero che mi comunichi il giorno della tua scarcerazione.
Non vedo l’ora di vederti, sono cambiate tante cose in questi anni, tranne il mio amore per te, quello è rimasto immutato, adesso io ho diciannove anni e abbiamo una figlia, Elis.
Ha già fatto un anno, ma non ti preoccupare, vedrai la sua crescita passo dopo passo, sarà come se non fossi mai andato via.
Il giorno del suo primo compleanno lo abbiamo festeggiato al Manor, non c’erano persone importanti ma eravamo tutti in famiglia, Ginny e Harry, Fred e George, Ron e molti insegnanti.
Le persone che mi hanno accompagnato durante la crescita!
Sono riuscita a dare i M.A.G.O e col massimo punteggio, adesso non deridermi, credevo di non farcela, non è stato facile crescere Elis, non è un rimprovero nei tuoi confronti, solo che certe volte avrei voluto mollare tutto e andare via, ma i miei amici non mi hanno mai lasciata sola ed è grazie a loro che adesso io e lei siamo qua, ad aspettarti.
Vogliamo vederti Draco, tua figlia vuole conoscerti, ha tante cose da dirti e credici… Sa già parlare, non è una meraviglia?
Ha i tuoi stessi occhi…
Aspetto con ansia il giorno in cui potrò stringerti di nuovo tra le mie braccia, baciarti e amarti,
a presto amore mio
 
Hermione
 
***
 
Quando vennero a bussare alla sua cella, seppe che il tempo era scaduto. In silenzio lo condussero fuori da Azkaban e venne accecato dal sole del primo mattino, ma allo stesso tempo non riuscì a staccarvi gli occhi.
Era da due anni che non si beava dei raggi solari, due anni che non respirava dell’aria decente o che vedesse persone diverse dagli Auror.
Due anni che era stato rinchiuso ad Azkaban, due anni che non aveva visto lei e proprio per questo motivo aveva chiesto, solo una cortesia, di non mandare nessuna lettera ad Hermione Jean Granger, voleva che fosse una sorpresa.
Voleva vederla correre verso di lui, senza che si aspettasse il suo arrivo, col cuore che batteva veloce, perché sapeva che il suo avrebbe fatto lo stesso.
Venne rilasciato nella Londra Magica, ma prima di tornare a casa si dedicò alla sua persona, andando a comprare dei vestiti nuovi e decisamente più decenti di quelli che gli avevano fatto mettere ad Azkaban per poi farsi dare una sistemata ai capelli.
Adesso erano molto più lunghi, forse anche di più del suo primo anno a scuola.
Guardò l’orologio esposto sopra la Gringott e si rese conto che era arrivato il momento di andare, di tornare, finalmente, a casa.
 
 
Si Materializzò a casa sua, al Malfoy Manor, non sapendo bene cosa aspettarsi, ma quello che vide lo lasciò leggermente confuso.
La casa che sarebbe dovuta essere piena di vita era, inesorabilmente, vuota. Le tende erano accostate e le finestre chiuse, aprì la porta senza esitare.
Non vi era odore di muffa o di chiuso, ciò voleva dire che abitualmente qualcuno entrava per aprire e dare una pulita.
Hermione.
Guardò ogni stanza, rendendosi conto che Hermione aveva realizzato il desiderio di sua madre di ridipingere e cambiare alcuni mobili, per un attimo non gli sembrò casa sua, ma quello di uno sconosciuto, ma poi ricordò tutte le torture e le uccisioni che si erano verificate là dentro e fu felice che non le assomigliasse più.
Vagò per un tempo che gli parve infinito, godendosi tutti i particolari nuovi che gli facevano battere il cuore ma un solo dubbio aveva assalito la sua mente da quando aveva varcato la soglia di casa.
Dov’è Hermione?
La cercò, con ossessione, in ogni stanza ma non trovò un solo indizio che gli fece sperare nella presenza della Grifona, notò che in camera sua mancava la sciarpa della sua casata, qualcosa gli disse che era stata lei a prenderla.
Così com’era entrato uscì da quella casa, sperando che sua madre fosse più felice di lui, quando l’avrebbe rivista.
 
 
Non seppe bene dove cercare, così si Smaterializzò nei pressi della Londra Magica, cercando qualche indizio che le indicasse lei, che gli facesse capire dove fosse finita Hermione Granger.
Passò da tutti i negozi e venne accolto calorosamente, e questo lo preoccupò più del necessario, non gli era mai successa una cosa del genere, tutte le persone che lo guardavano non avevano più sguardi carichi di rabbia ma solo di compassione.
Cos’è successo in questi due anni?
Girò senza sosta finché una semplice idea non gli venne in mente, cosi elementare che anche Tiger ci sarebbe arrivato, senza problemi.
Sentendo il cuore carico di speranza si Smaterializzò un’altra volta, però a casa dei genitori di Hermione.
 
***
 
Hermione venne distratta da un suono leggero, il crack di una Materializzazione, che la riportò alla realtà. Posò il piatto che stava lavando per guardare l’orario, era ancora troppo presto per il ritorno di Elis, poiché Fred aveva deciso di portala alla Tana per darle la possibilità di sistemare casa e di mettersi un po’ a studiare per il suo tirocinio al San Mungo, dato che quella mattina la bambina non aveva fatto altro che piangere, non dandole neanche un secondo di tempo per se.
Un altro suono la distrasse, la porta di casa sua era stata aperta, con un incantesimo.
Prese la bacchetta dalla tasca e la strinse nella mani, si avvicinò al salone pronta per attaccare, senza esitare, ma la persona che si presentò davanti a lei le fece cadere la bacchetta.
E non per colpa di un incantesimo.
Ma solo perché Draco Malfoy era appena entrato nel soggiorno di casa sua e le stava sorridendo.
-Tu… Sei…- non riuscì a dire altro, che le lacrime le coprirono la visuale e dovette costringere ogni cellula del suo corpo per smettere, così rimase a guardarlo.
Vide un uomo al posto del ragazzo di quel giorno lontano al Wizengamot, i capelli erano alla sua solita lunghezza ma pensò che li aveva fatti sistemare prima di venire, i vestiti impeccabili e lo sguardo pieno di emozioni.
Amore?
Come se fosse nata per quello Hermione si fiondò nelle braccia di Draco che l’accolsero senza remore, come se anche lui fosse nato per fare quello.
Fu un abbraccio pieno di sentimento, pieno di gioia ma anche di tristezza, un abbraccio che per Hermione significava pace, amore e casa.
Lui era tornato, e non sarebbe più andato via.
-Aspettavo una lettera.- disse alzando lo sguardo verso di lui, e solo in quel momento si accorse che anche lui stava piangendo, non come lei, ma che qualche lacrima aveva avuto il sopravvento sul suo cuore ghiacciato.
-Ho voluto farti una sorpresa.- le carezzò una guancia ed Hermione chiuse gli occhi per bearsi di quella sensazione, aveva sognato così tante volte quel gesto che adesso non le sembrò vero, non riuscendo quasi a distinguere la finzione dalla realtà.
Solo che la sua mente lo riuscì a cogliere, poiché col tempo non era più riuscita a ricordare l’odore di lui, adesso che lo sentiva, forte e prepotente, si rese conto che non era più solo un sogno.
Era tutto vero.
-Ci sono tante cose che voglio dirti.- si illuminarono gli occhi, non avrebbe tralasciato neanche un dettaglio.
-Tutto a suo tempo.-
Draco si sporse per baciarla, ed Hermione sentì che il suo cuore avrebbe smesso di battere una volta per sempre, ma una voce lo fece arretrare.
 
-Hermione io e Elis siamo a casa.-
Draco la guardò, rimanendo immobile nella posizione di prima, e poi sentì qualcosa rompersi dentro di lui.
-Weasley?- disse con astio.
-Sì, ma stai tranquillo, adesso ti dico tutto.- Hermione continuò a sorridere e quel gesto ferì Draco.
Solo in quel momento guardò la stanza e si rese conto che oltre ai libri di lei, era piena di giocattoli, giocatoli per bambini.
-Hai una figlia.- asserì freddo.
-Sì ma…-
-Hai una figlia con Rona… No, è uno dei gemelli Weasley?!- le urlò in faccia.
-Hermione?- la voce di Fred si fece sempre più vicina.
-Non… Entrare, porta via Elis, Fred.- disse avvicinandosi alla porta per un attimo, per poi tornare dal suo “ragazzo.”
-Draco ascoltami non è come pensi tu, dammi modo di spiegare.-
-Spiegare? Spiegare cosa? Che ti sei fata mettere incinta da uno che non sa neanche cosa voglia dire avere in Sanguepuro?-
-Stai esagerando.- rispose lei seria.
-Esagerando? Tu non sai cosa voglia dire stare due anni chiuso ad Azkaban illudendosi che la propria ragazza lo aspetti, quando in realtà si fa sbattere come una putta…-
Lo schiaffò che ne seguì rimbombò per tutta la stanza, e la mano di Hermione rimase sospesa a mezz’aria, non riuscendo a trovare le forze per muoverla.
-Non ti permetto, tu non sai cosa io ho passato, cosa io ho dovuto sopportare durante la tua assenza.-
-Hai ragione, scommetto che deve essere stato brutto spassartela in questo modo. Sai… Credevo che valessi più di tutte le Purosangue di questo modo ma chi nasce Mezzosangue, rimane Mezzosangue.- sputò quelle parole con odio e cattiveria e senza aggiungere altro uscì da casa di Hermione sbattendo la porta.
 
 
La ragazza rimase ferma in mezzo alla stanza per un sacco di tempo e solo dopo le sue gambe crollarono, per finire seduta a terra, singhiozzando come una bambina.
Strinse le gambe intorno al petto, cercando conforto in se stessa ma non ne trovò.
-Herm.- una voce dolce si fece più vicino e la strinse in un caldo abbraccio.
-Vado da lui e gli spiego tutto.-
-No, dov’è Elis?- chiese senza pensarci.
-Al piano di sopra, Hermione non è giusto…-
-Cosa? Che mi abbia dato della puttana senza darmi il tempo di spiegare? No, non è giusto ma non ho intenzione di parlare con lui, adesso. Grazie per Elis.-
-Quando vuoi, lo sai.-
-Sì.-
La fece alzare e dopo averla abbracciata un’altra volta, lasciò la casa e lei potè salire da sua figlia.
Fred l’aveva messa nella culla ma la bambina, si affacciò non appena sentì il rumore della madre.
-Mamma?-
-Ciao piccola, come stai?-
-Pecché non mi vuole conoscere?- chiese con una voce fioca, molto delicata.
-Chi?-
-Il mio papà.- rispose guardandola.
Hermione la prese in braccio e capì che Fred le aveva detto chi era quella persona, ma senza aggiungere altro andò in camera sua per sdraiarsi nel letto.
-Dobbiamo dargli tempo.- sussurrò per poi addormentarsi con Elis accanto.
Chiudendo fuori dalla sua mente e dal suo cuore, Draco Malfoy e il  dolore che le aveva procurato, lo fece per la prima volta dopo due anni che non aveva fatto altro che pensarlo.



Spoiler:

“Ti aspetterò.”
Aveva detto così ma era solo una bugia, lei non mi ha aspettato, forse non c’ha mai creduto a quelle parole.
 

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Capitolo 28
*** Io, lei, Elis e Fred? ***


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Ciao ragazzi, 
ho letto tutte le vostre recensioni e so bene che il capitolo precedente
vi abbia
deluso (?), rattristito (?), fatto arrabbiare (?).
Quindi spero che per questo nuovo aggiornamento tutto vada bene e che 
non mi laciate qualche pomodoro o come piace dire alla mia
amica   
callistas
(in Every Little Thing, che è una Dramione fantastica), passate da lei, :D
che usiate i forconi!
Vi lascio al capitolo, sperando che vi possa piacere, 
ve lo dedico con tutto il mio cuore <3


 
Io, lei… Elis e Fred?
 
 
 
Narcissa Malfoy era stata liberata assieme al marito, Lucius, qualche ora dopo il figlio e la loro prima tappa era stata la loro casa, il Manor.
La donna, dopo due anni di prigionia, guardò con occhi diversi quel luogo, che aveva amato dal primo momento.
Tutto era diverso ma allo stesso tempo sembrava rimasto identico. Le stanze erano state ritinteggiate ma non avevano perso il loro fascino, i colori non erano più scuri ma la casa riusciva ancora a infonderle sicurezza e forza.
-Guarda che bella casa nostra, Lucius.-
-Quella ragazza ha fatto davvero un ottimo lavoro.-
-Ma dov’è Hermione?-
Cissy si guardò in giro, cercando qualche segno che le fece pensare alla sua presenza ma non trovò niente, neanche un filo di polvere.
-Sembra che non abiti qui.- il marito rispose alla sua domanda silenziosa e la donna rimase visibilmente delusa di quell’affermazione.
Perché lei non è qui?
Un crack improvviso la fece avvicinare all’ingresso e riuscì a scansarsi in tempo per evitare che il figlio le sbattesse la porta in faccia.
-Draco, che è successo?-
Ormai la madre sapeva bene come interpretare gli atteggiamenti del figlio e soprattutto il suo modo di comportarsi e quello di adesso la lasciò senza parole.
Il figlio camminava distrattamente per la casa, la testa bassa e la mani strette a pugno, come se stesse cercando di trattenersi nel fare qualcosa o nel dire qualcosa di spiacevole.
-Draco…?-
-Ha una figlia!- sbottò di colpo.
-Chi?-
Lucius porse nuovamente la domanda al posto suo e Narcissa si avvicinò ai suoi uomini.
-Chi, padre? La Mezzosangue ha una figlia ed è fidanzata.- sputò quelle parole con odio, - Con un Weasley!-
-Ne sei sicuro?-
 
-Sicuro? Lo giurerei sui nostri antenati, ero andata a casa sua e lei…- scagliò un pugno contro il muro ma il dolore non servì a calmarlo.
-Lei stava aspettando che Fred Weasley tornasse con Elis.-
-Elis?- chiese Narcissa curiosa e affascinata da quel nome.
-Sì, Elis, è sua figlia.-
-Le hai dato modo di spiegare? Forse non è come pensi!-
-Invece si!- diede un altro pugno, osservò la mano sporca di sangue, ma non provò niente.
Il suo cuore era tornato freddo come il ghiaccio e forse mai più, in vita sua, avrebbe provato qualcosa.
-La sua casa era piena di giocattoli e lei aveva proprio le forme di una che aveva partorito.-
Senza aggiungere altro Draco lasciò i suoi genitori soli per salirsene in camera, e senza volerlo ripensò a Hermione.
L’aveva guardata, eccome se lo aveva fatto, il corpo più formoso, più modellato ma giusto come se la gravidanza l’avesse resa la donna perfetta, il seno più sporgente.
Probabilmente avrà allattato.
E il viso. Il suo viso l’avevo colpito più di tutto, soprattutto nel modo in cui i suoi occhi avevano brillato al suo arrivo e come avrebbero voluto dirgli qualcosa che lui, però non aveva neanche voluto ascoltare.
Si sdraiò su quel letto che non sentì neanche più suo e chiuse gli occhi, cercando di mettere a tacere i sentimenti contrastanti che stavano divampando dentro di lui.
Odio/amore per Hermione e solo odio per Fred che le aveva portato via, l’unica donna della sua vita.
 
***
 
Draco si svegliò il giorno dopo all’alba, non aveva chiuso occhio per tutta la notte. Come se non fosse più abituato a dormire su un letto.
“La verità è che avevi sperato di dormire con lei, ieri sera.”
-Sì, ma lei avrà dormito con F-r-e-d.-
Si alzò e senza fare troppo rumore si vestì per uscire da casa, non aveva voglia di affrontare un’altra discussione con i suoi genitori, soprattutto perché non sarebbe riuscito a contenersi nel non insultare di nuovo quella ragazza, che era stata la sua ancora di salvezza negli scorsi due anni.
“Ti aspetterò.”
Aveva detto così ma era solo una bugia, lei non mi ha aspettato, forse non c’ha mai creduto a quelle parole.
Arrivò a Diagon Alley nel momento esatto in cui l’orologio segnò le otto del mattino, vide tutti i negozi ancora chiusi, tranne la Gringott e iniziò a passeggiare svogliatamente lungo la strada.
Soffermandosi ogni tanto per guardare qualche vetrina, che lo aveva incuriosito più di un'altra oppure per fare colazione con un gelato, da Fortebraccio.
E senza rendersene conto il tempo volò e la lancetta suonò nuovamente, solo che stavolta l’orario segnato indicava le undici.
Dove sono stato per tutto questo tempo?
Possibile che sono rimasto fermo a fissare il nulla?
Guardò in alto nel cielo e venne accecato dal sole di metà mattinata, nonostante fosse Marzo inoltrato, a Draco sembrò estate e decise di slacciare alcuni bottoni della camicia per sentire meno caldo, ma proprio in quel momento la vide.
Hermione Granger stava passeggiando accanto a Harry Potter.
-Hai anche il coraggio di farti vedere in giro?- urlò rivolto a lei, senza pensare a cosa avrebbero detto i passanti o alle voci che avrebbero messo in giro.
Gli interessava farle male, come lei lo avevo fatto a lui.
 
 
Hermione richiamata come un magnete si voltò per guardare Draco Malfoy, seduto su una panchina, per poi alzarsi e raggiungere lei e Harry in mezzo alla piazza.
In un primo momento avrebbe voluto correre da lui per abbracciarlo ma poi il suo cuore, le ricordò il male che lui le aveva fatto ieri sera, le parole cattive che le aveva rivolto e gli insulti.
Non sono pronta a dimenticare.
-Che fai? Non rispondi neanche!-
-Malfoy penso che sia il caso di finirla, non diamo spettacolo.-
Harry aveva risposto al posto dell’amica che era rimasta in silenzio e si era nascosta leggermente dietro di lui, per evitare quel confronto così doloroso, che le spazzava il cuore.
Lo aveva aspettato per due anni, rinunciando a vivere, rinunciando a tutto per crescere sua figlia e lui non le aveva dato neanche il tempo per spiegare.
Per lui è più facile saltare a conclusioni affrettate che ascoltare, è più facile ferire che essere feriti.
-Oh Potter anche tu mi sei mancato.- disse dandogli una, non proprio leggera, pacca sulla spalla.
-Penso che Azkaban ti abbia rincretinito, Furetto platinato.-
-No, è stata la tua amichetta qua presente a farmi uscire pazzo! Due anni passati a pensare a una puttana.- urlò contro di lei ed Hermione si ritirò.
Ferita ancora da quelle parole.
-Malfoy ma ti sei mai fermato a pensare un attimo? Sei mai andato oltre il tuo odioso ego?-
-No Sfregiato, io le cose le vedo abbastanza chiaramente.-
-Andiamo via, Harry.- disse Hermione, tirando leggermente la maglia del ragazzo, -Non ne vale la pena.-
-Non ne valgo la pena? Sei tu che non vali il mio tempo, Mezzosangue!-
-Basta.- urlò Harry rivolgendosi a Draco, prese Hermione per una mano e si Smaterializzò via.
 
Il biondino chiuse un attimo gli occhi, per ricacciare via le lacrime che prepotenti volevano varcare la barriera che lui aveva saldamente, formato durante gli anni.
Non crollerò per te, non cederò di nuovo a quel sentimento.
Ho sbagliato a fidarmi di te, a credere che l’amore potesse essere la mia salvezza, quando in realtà è stato solo la mia rovina.
Cosi sentì dentro di se nascere un sentimento nuovo, l’odio. L’odio verso quella donna che lo aveva rovinato, odio per se stesso che aveva ceduto a lei, e quello che aveva rappresentato.
Odio per l’amore che aveva provato verso Hermione Granger, e con i pugni stretti, così forte fino a farsi uscire sangue si diresse verso i Tiri Vispi Weasley, pronto a chiudere per sempre quel capitolo della sua vita.
 
***
 
Aveva aperto la porta con troppa forza e quella aveva sbattuto, nuovamente, dopo che lui era entrato. Guardò in giro, perdendosi per un attimo dentro quei giochi, cosi affascinanti.
Non incontrò anima viva dentro il negozio fino a quando la figura di Ronald Weasley non gli si parò davanti.
-Lavori anche tu qui? Si vede che risparmiate anche su questo.- disse guardandosi intorno, alla ricerca di quel ragazzo.
-Cosa vuoi?- rispose il rosso.
-Tuo fratello. Ora.-
-Finora ero stato ricercato solo dalla comunità femminile, ma dai maschi ancora no.-
Fred scese le scale del negozio che portavano al secondo piano e raggiunse Draco, superandolo con la sua altezza.
-Cosa vuole da me il Principe delle Serpi, in persona? Si ricorda però che sta parlando al Re degli Scherzi.- il tono scherzoso del ragazzo scomparve del tutto e la sua frase non uscì come una battuta ma più come avvertimento.
-Voglio la verità! Una volta per tutte, cosi potrò cancellare dalla mia mente quella.-
-Quella? Malfoy scendi dal tuo piedistallo e ricordati che stai parlando di Hermione e non di una delle puttanelle della tua casata, merita rispetto.-
-Rispetto? E per cosa? Per avermi illuso? Per essersi fatta mettere incinta da te quando mi aveva detto che mi avrebbe aspettato? Per cosa merita rispetto quella.- ribadì deciso, lo sguardo vitreo.
Il cuore stava battendo forte per la rabbia, avrebbe voluto picchiare Fred, risolverlo alla maniera dei Babbani, avrebbe goduto di più in quel che modo che usando uno Schiantesimo qualunque, neanche una Maledizione sena Perdono lo avrebbe aiutato quanto dargli un pugno in faccia.
-E anche se fosse? Aveva tutto il diritto di rifarsi una vita!-
-No, se mi aveva detto di amarmi.- rispose ferito Draco ed era questo quello che gli aveva fatto più male.
Il fatto che lei gli avesse detto di amarlo, due volte ma che alla fine lo avesse tradito alla prima occasione, anche perché lui le aveva dato la possibilità di scegliere ma era stata lei a rifiutarla.
-Tu non sai niente di lei, non sai cosa sono stati questi due anni per lei! Tu eri chiuso ad Azkaban, okay!? Ma lei stava vivendo in un mondo che le aveva voltato le spalle!-
-Sarà stato difficile tornare ad Hogwarts, fare la bella vita a casa mia e trastullarsi con te, penso di essere quasi invidioso.-
-Smettila Malfoy e apri gli occhi!-
-Li ho aperti e loro hanno visto la loro presunta fidanzata, madre di una bambina di un altro uomo, come la mettiamo, Weasley?-
Un rumore lo fece voltare, in tempo nel trattenerlo nel dare quel pugno al rosso e vide Ginevra uscire da un angolo, che teneva in mano una bambina di un anno.
-Pensi che possa essere di Fred? Secondo te questa bambina è una Weasley?- chiese gentilmente, facendo avanzare la bambina verso di lui.
E in quel momento Draco andò in pezzi, la bambina di nome Elis, si avvicinò un po’ esitante, come se fi fosse dimenticata come si facesse a camminare e lo guardò negli occhi.
Vide i suoi stessi occhi in quella bambina, occhi grigi, di ghiaccio quasi inespressivi ma allo stesso tempo pieni di vita. Riconobbe il colore dei capelli di Hermione, il suo castano dorato e i suoi ricci, quei ricci che per anni aveva odiato ma che poi aveva apprezzato.
Vide una bambina che era la copia esatta di lui e di lei.
Vide sua figlia.
-Io… Io non capisco.- balbettò facendo un passo avanti verso la piccola, ma lei come scottata si ritrasse.
-No… Pensavo che…-
-Fosse mia? Sarebbe stato bello dirti di si per farti soffrire, per farti provare il suo stesso dolore ma lei non è mia, è tua figlia Malfoy. Una figlia che tu non meriti.- rispose il rosso, andando a prendere la bambina.
-Per… Ché mi odia?- chiese lei con un filo di voce.
-Non è cosi, Elis, è solo molto ottuso.-
Fred scomparve dietro il negozio portandosi via la bambina e lo stesso fece Ron che era rimasto lì ad ascoltare la discussione.
-Draco… Non ho nessun consiglio da darti, stavolta. Hai esagerato, troppo.-
Ginny gli sorrise, un sorriso leggermente contornato dalla delusione per poi sparire anche lei assieme ai fratelli.
Draco Malfoy impiegò un paio di minuti per reagire, un paio di attimi per metabolizzare cosa fosse successo in quella stanza, pochi secondi e poi decise cosa fare, cosa avrebbe dovuto fare fin dall’inizio.
 
***
 
Aveva iniziato a bussare senza sosta ma non ottenne nessuna risposta.
Così con un altro incantesimo aprì la porta di casa di Hermione, per catapultarsi dentro.
-Dove sei?- urlò e senza pensarci chiuse la porta e iniziò a girare casa per cercare la ragazza.
La sua ragazza.
Salì al piano di sopra ma lo trovò vuoto, come quello di sotto. Si diresse in cucina per trovare un biglietto, scritto a mano, con degli orari, che indicavano il suo orario lavorativo al San Mungo durante la settimana e da chi sarebbe stata Elis in quei momenti.
Lesse il nome di Molly e Arthur Weasley, con accanto il disegno della Tana, di Fred e George con quello dei Tiri Vispi, di Ginny e Harry con la facciata di un palazzo, e di Ron.
-Loro si prendono cura di voi.-
Si passò una mano tra capelli con fare frenetico e corse di nuovo in salone, ma senza volerlo batté contro un cassetto aperto, rovesciandone il contenuto.
-Maledizione.-
Prese di fretta i fogli senza dargli importanza, finché un nome non catturò la sua attenzione.
-Caro Draco.- si fermò, col cuore che aveva perso un battito non appena riconobbe la scrittura di Hermione.
Prese la lettera e senza crearsi troppi problemi la lesse:
 
 
Caro Draco, oggi è il 5 di Giugno del 1998.
Sono ancora all’inizio ma come ti ho scritto nella precedente lettera, la gravidanza sta procedendo bene.
Vorrei potertelo dire, poterti dire di questo bambino che porto in grembo, di tuo figlio ma non posso.
Non posso comunicare con te…

 
 
Sconvolto da quel contenuto ne prese un’altra, cercando di mantenersi calmo ma la situazione gli stava sfuggendo di mano.
 
 
20 di Luglio del 1998.
È femmina. È una femmina, il Medimago da cui sono andata mi ha fatto sentire il suo cuore e ho deciso di chiamarla Elis, non chiedermi il perché ma è stato così naturale che vorrei correre a raccontartelo, per vedere la tua espressione contrariata, ma non posso.
Non posso pensare a te Draco, non posso farlo, non posso cedere ancora, l’ho promesso a tua figlia ma oggi non sono riuscita a mantenere la promessa.
Mi manchi Draco, cosi tanto che certe volte vorrei morire per non sentire più il vuoto dentro il mio petto, dove una volta c’era il mio cuore.
 

 
Si sbottonò altri bottoni e tolse la giacca, arrotolandosi le maniche perché quella situazione gli aveva spezzato il cuore.
Aveva accusato di Hermione di averlo tradito, le aveva dato della puttana senza un valido motivo, aveva fatto delle scenate che avrebbe dovuto evitare.
Non l’aveva ascoltata quando lei aveva provato a spiegare.
Ne prese una che era rimasta dentro il cassetto, con mani tremanti se la portò all’altezza del viso.
 
 
Ho perso il conto dei giorni, so che siamo a Novembre e che ieri sono stata operata d’urgenza, la bambina stava morendo e anche io con lei.
Ieri per la prima volta ho avuto la sensazione di vederti, di vederti a pochi passi da me, stavi sorridendo ma poi sono stata svegliata da quel sogno.
Quel bellissimo sogno in cui tu eri tornato da me.
Nostra figlia sta bene, Elis, è viva e forse anche io lo sono con lei, è sdraiata accanto a me… Cerca di darmi forza ma non sa che sarà impossibile farlo.
Solo una persona può, sei tu.
Ha i tuoi stessi occhi…
 
*
 
15 di Marzo del 1999,
è passato un anno da quando ti hanno portato via. Non posso immaginare la tua sofferenza nel vivere ad Azkaban, né il tuo dolore ma anche io qua sto passando un inferno.
Nonostante l’aiuto che ogni membro della famiglia Weasley ha deciso di darmi, mi sento terribilmente sola.
In certi casi neanche la presenza di Elis mi è d’aiuto, in quei momenti è più facile stare sola col proprio dolore, che badare alla bambina.
Sono egoista, terribilmente egoista, ma nella mia vita sono stata definita in modi peggiori… Ma vorrei essere da tutt’altra parte, vorrei essere al Ministero, oppure a completare il corso per diventare Auror, sai mi sarebbe piaciuto! Ma penso che sia poco normale che un Auror porti il Marchio Nero sull’avambraccio sinistro.
Certe volte vorrei mollare tutto e andare via, sola, senza più tornare, perché il dolore che ho nel petto e troppo grande per permettermi di vivere.
Ed ogni volta che succede, devo chiudermi in bagno per non farlo sentire a Elis, sai lei mi crede forte e combattiva ma in realtà sono debole, senza spina dorsale.
Forse sarebbe stato meglio che il Medimago non mi avesse salvata quel giorno, forse i Weasley avrebbe potuto dare di più a Elis, in confronto a me, loro sono cosi pieni d’amore che lo donano incondizionatamente…
Lascia stare, oggi sto proprio sproloquiando ed è meglio mettere il punto a questa lettera, prima che diventi un testamento…

 
*
 
17 Novembre del 1999,
Elis ha fatto un anno e lo abbiamo festeggiato al Manor.
Cosi che lei possa sapere, possa sapere chi è suo padre, chi sono i suoi nonni e quali sono le sue origini.
Le ho parlato di te, sa in che casata sei stato smistato e che gli occhi ti si illumino quando voli sopra una scopa per giocare a Quidditch, sa che noi ci siamo amati.
Conosce il tuo aspetto, le ho fatto vedere qualche foto ma non vede l’ora di conoscerti.
Io non vedo l’ora di vederti, so che dovrebbe essere un giorno di festa, ma non posso più vivere senza te…

 
-Cosa ci fai a casa mia?-
Una voce interruppe la sua lettura e alzò lo sguardo, velato di lacrime verso la figura di Hermione, stringeva alcuni libri in mano e con l’altra teneva una busta della spesa.
I suoi occhi persi in quelli di lei, ma lei non lo stava guardando, stava osservando le lettere sparse nel pavimento, e che lui stava stringendo per non perdere la percezione della realtà.
-Mi dispiace.- sussurrò Draco, prima che il tempo si fermasse.

 
 
Spoiler:

Anch’io posso fare la Serpe, non mi importa se tu hai il mio cuore tra le mani, anche io posso fare male al tuo, a quel cuore che non mi hai mai dato.
 

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Capitolo 29
*** Sarà mai possibile ricominciare? ***


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Buonasera, sono di nuovo qua :)
Non riuscirete a tenermi lontana da questo sito, ormai non vedo l'ora di 
pubblicare per sapere sempre consa pensiate di questi capitoli, che 
sono tutto tranne che normali !!
Quindi ecco qua che i nostri due eroi/fidanzati affronteranno
il piccolo diverbio che il Re delle Serpi aveva fatto scoppiare.
Cosa fare Herm?
Staremo a vedere e per la cronaca, Elis vi ringrazia per tutti i bellissimi complimenti 
 e non vede l'ora di sapere le vostre opinioni sulla storia <3

 
Sarà mai possibile ricominciare?
 
 
Hermione non credeva di aver sentito veramente quelle parole, lui non le aveva mai chiesto scusa, non si era mai giustificato per un suo sbaglio, non le aveva mai chiesto perdono.
Ma quel ragazzo che aveva davanti non assomigliava più al Draco che lei conosceva, aveva gli occhi lucidi e una sola lacrima gli aveva attraversato la guancia, il petto si alzava e abbassava freneticamente, come se i polmoni non riuscissero a pompare abbastanza aria e le sue mani stringevano le lettere che lei aveva scritto.
Le stesse lettere che gli avrebbe voluto far leggere per fargli capire, per aiutarlo a farlo sentire meno lontano da una realtà che lei aveva metabolizzato nel corso dei due anni, ma lui aveva dovuto rovinare tutto.
Insultandola, deridendola, facendola sentire sporca come solo Voldemort era riuscito a fare e nessun’altro.
Non importa se ti ho aspettato per tutto questo tempo, non importa se ti amo come una disperata.
Non mi importa nulla se poi tu non hai fiducia in me.
 
-Co… Cosa ci fai a casa mia?- chiese ancora, cercando di mantenere un tono di voce piatto, non voleva dargli soddisfazioni, non voleva apparire debole.
L’ultima volta che lo aveva fatto era stato un anno fa, quando aveva scritto la sua lettera peggiore, ma poi era riuscita a vedere la luce fuori dal tunnel e non ci sarebbe caduta ora.
Non per lui.
-Hermione, mi dispiace.- disse Draco alzandosi e tenendo ancora nelle mani qualche lettera.
-Ti dispiace?- chiese lei ironica, doveva ferirlo, solo cosi si sarebbe protetta.
Anch’io posso fare la Serpe, non mi importa se tu hai il mio cuore tra le mani, anche io posso fare male al tuo, a quel cuore che non mi hai mai dato.
-E per cosa? Per essere entrato in casa mia senza permesso? Per aver minacciato i miei amici? Oh aspetta, forse ti dispiace di avermi dato della puttana. Per cosa ti dispiace, Malfoy?- fece cadere a terra le buste con un tonfo e lo stesso fece con i libri.
Solo cosi poteva difendere quello che aveva costruito con Elis, non gli avrebbe permesso di farle male, lui che l’avrebbe dovuta consolare e proteggere, lui che l’avrebbe dovuta amare.
-Ho fatto un casino e…-
-Cosa? Ti sei dimenticato il cervello ad Azkaban? Vai fuori.- indicò la porta.
Non era pronta.
Non era pronta per affrontare quel dolore imminente, per sentire le scuse dell’uomo che amava, non era pronta a perdonarlo, aveva bisogno di tempo.
-Ascoltami, dimentica questi due giorni, io non sono più il ragazzo di una volta.-
Gli si parò davanti ed a Hermione sembrò di svenire per la troppa vicinanza, non si era riabituata al suo odore. Quello stesso odore che le piaceva sentire mentre facevano l’amore, nel momento esatto in cui lei si perdeva dentro di lui.
Devo smetterla, devo toglierlo dalla testa o sarà solo peggio.
Mise una mano sul suo petto, si stupì di quanto ancora fosse duro e ben allenato, ma poi con una mossa decisa lo allontanò.
-Dammi tempo.-
-Cosa?-
-Hai sentito, devi darmi tempo.- ripeté tranquilla.
-Per cosa?-
-Per farmi dimenticare tutto quello che mi hai detto in questi giorni.-
-Ma… Ti ho chiesto scusa, non ti basta?-
L’atteggiamento di Draco le apparve molto semplice, era il comportamento di un bambino viziato che non accettava un no come risposta.
Lei non avrebbe ceduto, non stavolta.
-No, Malfoy non mi basta! E sai perché? Perché mi hai dato della puttana quando io ero qua a casa a prendermi cura di Elis quando aveva la febbre! O quando aveva le placche, perché mi hai dato della poco di buono quando io stavo facendo la madre, stavo crescendo tua FIGLIA!- gli urlò contro, non era riuscita a mantenere il controllo.
Ma tutto di quel ragazzo la urtava in quel momento, persino i suoi occhi, gli stessi che avrebbe rivisto su sua figlia a breve.
-Io non lo sapevo.-
-Lo so! Ma per una volta potevi avere la decenza di chiedere, di informarti prima di sparare sentenze create sulle nuvole! Fred mi stava riportando Elis perché avevo la necessità di studiare, e lei aveva bisogno di attenzioni!
Pensi che sia facile studiare e prendersi cura di una figlia?
Pensi che io sia stata ad Hogwarts o a casa tua, come hai detto? A trastullarmi? NO, razza d’imbecille! Sono stata qui a casa sola, ad aspettare che Elis crescesse dentro di me, ad avere il terrore che me la portassero via quel giorno in cui è nata e a crescere una figlia da sola, perché io ero sola DRACO.-
Scoppiò a piangere senza un minimo ritegno, non le importava di quello che aveva pensato, non le importava più di niente, solo che lui sapesse quanto fosse stato difficile vivere sola, quanto fosse difficile vivere senza lui.
-Vieni qua.- provò ad attirarla a se ma senza successo, Hermione si divincolò per guardarlo nuovamente negli occhi.
-La sai qual è la cosa peggiore? Sapere che questo.- indicò il suo cuore, -Appartiene ancora a te, che non riesco a odiarti neanche un po’ per tutto quello che mi hai detto.-
 
-Allora chiudiamo questa discussione.- il tono di voce era spento, come se sapere quelle cose lo avesse ucciso, un po’ alla volta.
-No, non ci riesco così su due piedi. Avrai anche il mio cuore ma almeno mi devi un po’ di rispetto e di tempo.-
-Ha… Hai ragione, non so cosa mi sia preso. Aveva voglia di vederti, di poter finalmente stare con te e poi… Ho rovinato tutto?-
Hermione dovette resistere per non cedere e mandare a quel paese tutte le parole che gli aveva detto per fiondarsi tra le sue braccia.
-Dammi tempo.- ribadì decisa.
 
In quel momento venne aperta la porta di casa da Ginny che teneva tra le braccia Elis, sveglia e pimpante come non mai.
-Ciao amore.- disse Hermione, ricacciando indietro le lacrime per non farle vedere alla figlia e corse ad abbracciarla.
-Ti sei divertita dagli zii? Ti hanno fatto giocare?-
 
-Ti.- rispose sorridendo, mostrando solo qualche dentino ancora poco sporgente.
Solo in quel momento Hermione si rese conto che Draco era ancora lì e stava guardando lei e Elis.
 
Stava guardando quello che si era perso negli scorsi anni, stava guardando quello che aveva appena rovinato con le sue mani.
 
-Tutto bene?- chiese Ginny, mentendosi davanti a lei.
-Si e grazie per averla tenuta.-
-Ringrazia George, le ha fatto provare alcuni giocattoli speciali.-
-Me lo ricorderò.-
-Sono da Harry, se hai bisogno.- voltò la testa verso Draco e gli sorrise, un sorriso alla Weasley, finto.
-Ciao Furetto.- lo salutò e andò via, senza aggiungere altro.
Hermione impiegò un po’ di tempo per decidere il da farsi e sentì le piccole mani di Elis stringersi attorno al suo collo, come se avesse paura.
-Elis, lui è Draco… Draco Malfoy.- disse mettendo la bambina a terra, -Lui è… il tuo papà.- disse abbassando lo sguardo, per non guardarlo negli occhi.
Anche lei aveva paura.
 
 
-Ciao.- disse lui un po’ impacciato. Non avendo idea di quale fosse l’atteggiamento giusto da usare.
-Ciao.- disse la bambina, esitando come il padre.
-Oh dio.- sussurrò Hermione, rendendosi conto per la prima volta da chi avesse preso la figlia, nei suoi atteggiamenti scostanti e poco carini che ogni tanto assumeva nei suoi confronti.
-Elis, forza.- disse con tono autoritario, che non ammetteva repliche.
Così fece un passo avanti e poi un altro ancora per mettersi davanti a Draco, il quale si era abbassato per essere quasi alla sua altezza.
-Sei… Davvero una bella bambina.-
-Lo so… Ho preso dalla mia mama.-
-Ma hai i miei occhi.- disse sorridendo.
 
Hermione rimase folgorata da quella visione, Draco non sorrideva e se lo faceva erano rare le volte, a lei aveva sorriso due volte. Due volte in cui le aveva fatto perdere la sensazione della terra sotto i piedi e di se stessa.
Due volte che era stata totalmente nelle sue mani.
“Come il resto delle volte, vorresti negarlo?”
Era da un po’ che non venivi a farmi compagnia, cara coscienza, dove sei stata?
“Ad Azkaban, dove c’era anche li tuo cuore.”
Quel pensiero la fece tremare per un istante, era la verità. Lei non era mai stata presente in quei due anni, per il semplice fatto che lei, anche se non coscientemente, era stata con Draco in quella prigione, aveva ripreso a esistere quando lo aveva visto entrare in casa sua.
Solo in quel momento si sentì completa, perché anche il suo cuore era tornato.
Guardò il suo presunto ragazzo e sua figlia, la vide porgere la manina magra versa di lui, Draco la strinse con delicatezza, come se avesse paura di romperla.
Ha fatto cosi anche con me, mi ha sempre considerato troppo fragile, troppo delicata, come una bambola di porcellana, impedendomi di rompermi.
“Alla fine ti sei rotta Hermione, i suoi sforzi non sono serviti a niente. Tu sei caduta a pezzi e devi ancora trovare il modo di ricomporti.”
 
 
-Si vede che assomigli alla tua mamma, sai già parlare e camminare, sei un prodigio.-
Draco alzò il viso per guardare Hermione, ma le sembrò distante anni luce.
Come se si fosse persa da qualche parte nel suo mondo e avesse escluso tutti, lui e Elis compresi.
È questo quello che hai passato per due anni? Ti sei sempre sentita così anche quando eri con me? O è stata la mia assenza a farti diventare cosi?
-Hermione.- disse lui per richiamarla e improvvisamente rivide la vita negli occhi di lei, le gote assunsero colore e i loro sguardi si incrociarono.
È bellissima ed io ho rovinato tutto, se solo le avessi dato la possibilità di parlare a quest’ora non mi sentirei cosi distante da lei, quanto sei lontana?
-Posso… Posso fermarmi a pranzo se vuoi.- strinse ancora la manina di Elis, per averla più vicina, sua figlia le trasmetteva il coraggio che non aveva mai avuto.
Era magra, ma forse era normale per una bambina di sedici mesi, ed era la cosa più bella che lui avesse visto, dopo Hermione, era la sua seconda stella.
-Forse non è il caso, ho delle cose da fare e devo fare il bagno a Elis.- sentì quel tono scostante ma anche distante, gli fece male il cuore ma riuscì lo stesso a percepire l’indecisione
Lei avrebbe voluto dirgli di si, ma era ancora ferita.
Devo darle tempo, ma io la voglio ora.
-Posso aiutarti, è vero sono alle prime armi ma…-
-No, per favore. Domani… Ricominciamo da domani.- disse mentendosi una mano sugli occhi, per ricacciare le lacrime.
-Ci vogliono ancora tante ore per arrivare a domani.- le fece notare cauto.
-Lo so, ma deve andare cosi.-
-Okay.-
Prima di alzarsi diede un bacio in testa alla sua piccola, sorridendole ancora, -Ci vediamo domani, va bene?-
-Ti, papo.-
Quelle parole cosi naturali lo colpirono al cuore, come quel ti amo che Hermione gli aveva sussurrato durante la battaglia, facendogli sentire ancora di più la mancanza di tutto quello che aveva perso.
-Vai in cucina, arrivo.-
Hermione lo accompagnò all’entrata, rimase davanti a lui con la porta leggermente aperta, ma non lo stava guardando, stava osservando le sue scarpe.
-Senti…-
-E’ bella, vero? Ti assomiglia molto…-
-Assomiglia più a te che a me.- disse, le carezzò la guancia con la mano e sentì la ragazza tremare a quel tocco.
Ti faccio ancora questo effetto? Perché tu provochi lo stesso dentro di me.
-Io vengo domani e il giorno dopo ancora, non… Non voglio perdere altro tempo, ho perso già troppo.-
Solo a quelle parole lei alzò lo sguardo, per guardarlo, veramente.
-Anche tu sei bellissima.- la guardò negli occhi e vide il rossore arrivarle in viso, poco dopo aver detto quelle parole.
-Io…-
-Ciao Granger.- esitò solo un attimo ma poi le diede un bacio in guancia, non volendo rovinare quella tranquillità che era riuscito a creare con molta fatica e poi sorridendo, a lei, si Smaterializzò via.
 
***
 
-Draco sei tu?-
-Sì, madre.- disse entrando nella cucina, per sedersi accanto a lei su una sedia.
-Come va?-
Narcissa osservò attentamente il viso del figlio e notò che la rabbia che lo aveva colto ieri era del tutto sparita, ma che ansi sembrasse felice, rilassato.
-Devo farti vedere una cosa.- disse prendendole la mano per trascinarla in quella stanza.
Cissy non disse niente e aspettò con pazienza che il figlio le dicesse qualcosa, e la portò davanti all’arazzo di famiglia.
-Guarda.- disse semplicemente.
La donna si avvicinò al nome del figlio e come se lo avesse sempre saputo trovò due linee, una con il nome di Hermione Jean Granger e l’altra col nome di Elis Malfoy.
-Elis.- sussurrò toccando quel nome, come se avesse la bambina davanti.
-È tua figlia.- si voltò per sorridere al figlio e lo vide sorridere di rimando, suo figlio non sorrideva mai.
-È bellissima, hai i miei occhi.- disse incredulo.
-Allora non era la figlia di Fred?- chiese il padre entrando nella stanza e osservando lo stesso arazzo.
-No, è una bambina… Sa già parlare, non bene, ma capisce e cammina.-
-Sembri sorpreso.- le disse la madre.
-Sono… Emozionato…- rispose non credendo a quelle parole.
-Perché non sei con loro, allora?-
-Perché ho fatto un casino.- abbassò lo sguardo, per evitare il rimprovero di sua madre.
-Questa è una cosa tipica dei Malfoy ma se ci tieni troverai il modo di rimediare, puoi ancora far parte della vita di tua figlia… E di quella di Hermione… Non temere.-
-Lei mi deve ancora perdonare.-
-Si vede che ho un figlio stupido.- disse il padre allontanandosi di poco.
-Cosa?-
-Lei ti ha perdonato, solo che tu le hai detto delle cose poco carine e vuole farti capire che hai sbagliato, è una tattica. Ma devi comunque esaudire il suo desiderio.-
E come se quelle parole gli avessero spalancato la mente, corse in camera sua per scrivere una lettera, una semplice frase che avrebbe dovuto chiedere a Hermione prima.
 
-Sarà mai possibile ricominciare?-
 
Prese un gufo e lo fece partire subito, forse non avrebbe ricevuto una risposta imminente ma sentì il cuore più leggero, come se fi fosse tolto un gran peso.
Non si rese conto di essersi appisolato sulla sedia, finché un rumore non lo fece svegliare, aprì gli occhi e trovò un gufo fuori dalla sua finestra, lo fece entrare e prese dalla zampetta il foglio di pergamena.
 
-Sì, lo stiamo già facendo.-
 
Sorrise ancora, e posò il foglio accanto a lui nel letto, stavolta si addormentò pensando a quelle due donne che lo avrebbero aspettato, e che lui avrebbe protetto a costo della sua stessa vita.
Per sempre.
E nonostante tutto era stata una giornata perfetta. 


Spoiler:

-Non trattarla come una bambola, credendo che non si romperà mai.-
-Io…-
-Perché alla fine si romperà, ci rompiamo tutte alla fine.-


 

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Capitolo 30
*** Senza perdere altro tempo ***


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Bene, bene eccomi di nuovo qua :)
Spero che siate contente e beh... In questo capitolo Blaise mi ringrazia 
per avergli finalmente ritagliato una piccola parte, si sentiva escluso, 
e anche Il Prescelto, ex-bambino-sopravvissuto mi ringrazia
poichè mi ricorda che questo è ancora il suo Fandom e non quello di Hermione...
Ma lasciando stare i miei piccoli diavoli, volevo veramente ringraziarvi per tutte le attenzioni 
che date alla mia storia ne sono felice e lusingata.
Quindi godetevi il capitolo <3
Senza perdere altro tempo
 
 
Draco attese per tutto il resto della giornata il momento esatto in cui il nuovo sole lo avesse svegliato, per ricordargli che quella sarebbe stata una giornata diversa.
Avrebbe ricominciato a vivere.
Così quando accadde, sentì qualcosa dentro di se, qualcosa che aveva sentito solo la prima volta che loro avevano fatto l’amore, in quel letto poco distante dalla sua camera, si sentì bene.
Come se avesse aspettato tutta la vita per quel momento, come se tutti gli anni a Hogwarts lo avessero diretto verso di lei, senza saperlo, portandoli a intrecciare le proprie strade.
Sempre e per sempre.
Così quel mattino si alzò presto, si vestì scegliendo qualcosa di non troppo elegante, optando pe dei pantaloni e una camicia azzurra, senza giacca o cravatta, scese le scale trovando sua madre già in soggiorno a rimirare l’arazzo.
-Giorno madre.- disse Draco affiancandola.
-Ciao Draco, come mai già sveglio?-
-Vado da loro.-
-Mi raccomando.- disse la donna col suo solito tono, pacato ma autoritario.
-Non farò altre cazzate.-
-Anche perché lei non ti darebbe una seconda chance.-
Il ragazzo annuì convinto che la madre avesse pienamente ragione, se avesse deluso Hermione ancora niente e nessuno, neanche Dio lo avrebbe aiutato a ottenere un altro perdono.
Doveva fare funzionare le cose, soprattutto per Elis, voleva stare con sua figlia, voleva vederla compiere la prima magia e vederla felice a Hogwarts e avrebbe fatto di tutto per realizzare il suo, secondo, sogno.
 
 
-Ciao.-
Hermione lo accolse con un sorriso un po’ imbarazzato ma Draco rimase sorpreso nel trovarla ancora più bella del giorno prima, l’aveva incrociata fuori dalla sua casa intenta a prendere il giornale.
-Cosa fai?-
-Prendo il giornale.- disse muovendolo tra le mani.
-Teoricamente dovrebbero portarlo i gufi.-
-Non questo tipo.-
Un altro sorriso, stavolta un po’ più convincente ma Draco riuscì ad andare oltre quel piccolo aspetto del suo viso, per incrociare i suoi occhi, ancora assonati e contornanti da occhiaie scure.
Non avrà chiuso occhio, perché?
-Tutto bene?- le chiese mentre Hermione faceva strada per entrare dentro casa.
-Ho passato serate migliori.- rispose senza guardarlo in faccia.
Non aveva aggiunto altro e Draco intuì che non gli avrebbe detto molto, doveva darle il tempo che le aveva chiesto, non poteva pretendere che tutto tornasse come due anni fa, almeno non cosi velocemente.
Varcò nuovamente la porta di quella casa, sentendo però una strana sensazione, un brivido gli percorse la schiena, come se non fosse il benvenuto là dentro.
Smettila di essere cosi fifone, sei stato due anni rinchiuso nella più temibile prigione del Mondo Magico, niente può farti paura.
“Veramente solo una cosa può, e si chiama Hermione.”
Ed era vero, Draco aveva paura di lei.
Non quel tipo di paura che provava per Voldemort ma più come se avesse paura di perderla ancora, di fare qualche cosa che la facesse allontanare.
Aveva paura di non saper fare il padre.
-Se hai bisogno… Sono qua Granger.- il tono che usò fu più duro del previsto e questo fece voltare di colpo la sua compagna, nella sua direzione.
-Come?-
-Posso solo immaginare quello che tu hai passato, ma adesso io sono qua.-
-Non fare il finto fidanzato ti prego Malfoy, non ti si addice.- ironizzò.
-Non sto facendo il finto fidanzato, noi due eravamo qualcosa di molto importante due anni fa e voglio che sia di nuovo cosi.- aveva battuto senza troppa forza il pugno sul bancone della cucina, quella ragazza lo avrebbe fatto uscire pazzo.
-Veramente, se la memoria non mi inganna sono stata io a dirti di amarti, io a uccidere un uomo per salvarti la vita, io a essere marchiata come un animale, tu non sei mai andato oltre “non è solo sesso.”-
Draco rimase visibilmente scioccato da quella risposta, chi era quella ragazza che gli stava di fronte?
Non era la stessa Hermione Granger che aveva conosciuto, eppure l’aspetto era quello, anche il suono della sua voce era uguale ma qualcosa in lei non combaciava più con l’idea che a lui era rimasto.
Sembrava Hermione ma allo stesso tempo non lo era.
-Granger ma che cazzo dici?- sbottò alzando il tono di voce, sarebbe uscito pazzo, adesso ne era sicuro.
-Sto dicendo come sono andate le cose, stavamo assieme? Non lo so, non mi hai mai detto di essere la tua ragazza. Mi amavi? Non lo so, non hai mai usato quelle parole. Mi ami? Bella domanda.- disse guardandolo serio in viso.
Draco strinse forti i pugni, l’avrebbe volentieri schiantata per far finire quella discussione ma il suo cuore, gli impedì di prendere la bacchetta, che risiedeva nella tasca dei suoi pantaloni.
L’aveva amata e l’amava tutt’ora, sennò non si sarebbe trovato in quella cucina a discutere con lei, non l’avrebbe pensata senza sosta per due anni interi, non avrebbe avuto il desiderio di conoscere sua figlia.
Un rumore lo fece distrarre e vide Hermione avvicinarsi a un oggetto, non identificato, e ascoltare il pianto di un neonato.
La seguì su per le scale, per osservare meglio quella casa che aveva perquisito solo il giorno prima ed entrò nella camera di Elis.
Il colore e i vari oggetti lo stregarono, come se non avesse mai visto niente di più bello, niente che fosse paragonabile a Hermione.
Ma per la prima volta si dovette ricredere e poi il suo viso si voltò verso la parete e trovò la sua sciarpa, poco distante da quella di lei, e vide anche una foto in mezzo.
L’unica foto sua e di Hermione che Narcissa aveva scattato nei due giorni prima del processo, l’unico ricordo di loro.
Rivide se stesso felice, più piccolo, e innamorato. Lo era sempre stato, solo che non aveva mai avuto il coraggio di dirlo alla diretta interessata, e lui sapeva bene di aver sbagliato.
Ma Draco Malfoy era sempre stato un codardo, aveva lasciato che Hermione cedesse al lato oscuro, che uccidesse un Auror per lui e che le venisse impresso il Marchio Nero, quello stesso Marchio che lui odiava e che ancora oggi restava sul suo avambraccio sinistro.
Girò la testa e vide la sua quasi fidanzata cullare una bambina, con indosso una tutina rosa che la rendeva ancora più piccola del giorno precedente.
-Vuoi tenerla?-
Credette di aver sentito male, ma poi vide Hermione avvicinarsi a lui e porgergli la piccola Elis, che ancora non aveva aperto gli occhi, percepì sotto le sue braccia, il peso di sua figlia, il calore del suo corpo.
Tutto gli piaceva di quella creatura, soprattutto i capelli. Ci sarebbero sempre stati Malfoy con gli occhi grigi, ma mai più Granger con quei colori.
-Scendiamo, preparo la colazione.-
Scese come un automa, le scale, con attenzione, avendo paura per la piccola, paura che gli cadesse o che si potesse fare male.
-Non trattarla come una bambola di porcellana.-
-Cosa?- rispose distrattamente alzando la testa.
Trovò nuovamente gli occhi di Hermione a scrutarlo, seri.
-Non trattarla come una bambola, credendo che non si romperà mai.-
-Io…-
-Perché alla fine si romperà, ci rompiamo tutte alla fine.-
 
Distolse lo sguardo e si diresse al frigo per prendere degli ingredienti, e Draco non potè fare a meno di pensare a quelle parole.
Cosa intendeva dire con “ci rompiamo tutte alla fine” stava parlando di lei?
“Ovvio.”
Guardò la ragazza, stava preparando da mangiare senza usare la magia, vi era ben poco della ragazza che aveva lasciato, adesso al suo posto c’era un adulta, che doveva prendersi cura di una bambina, che doveva studiare per mandare avanti la famiglia.
Hermione Jean Granger era sparita da tempo.
-Senti io devo uscire, dovrei andare prima al San Mungo, posso lasciarti Elis per un po’? Harry arriverà solo per le undici.-
-Non è necessario che lui venga.-
Si sedette su una sedia e prese il biberon che Hermione gli passò, insegnandogli come dar da mangiare alla piccola, con delicatezza, ma con autorità.
-Sì invece, adesso starà calma per un po’, ma avrà bisogno di altre cure.-
-Ci sono io.- rispose ancora.
-Sì, ma non sai cosa fare.-
Draco alzò il viso e stavolta non trovò gli occhi scuri di Hermione, ma un piccolo sorriso sulle sue labbra.
Perché adesso non è arrabbiata?
-Okay, aspetterò Potter.-
-Grazie Draco.-
 
Hermione lo lasciò solo con Elis per andare in camera sua a vestirsi, voleva mettere un po’ di distanza fra loro, non le piaceva il suo modo di cedere o di sentirsi così vulnerabile, non le piaceva sentirsi a pezzi.
 
***
 
Elis aveva ripreso a dormire subito dopo che Hermione era andata via e Draco si era goduto la pace di quella casa, che non sentiva sua ma che in qualche modo, nonostante il turbamento iniziale, sentiva parte di se.
Cosi con la piccola in braccio aveva iniziato ad osservare, veramente, quella che era la casa di Hermione, trovando nella libreria i libri di scuola, tutti i libri delle materie obbligatorie e molti di quelle opzionali, ma scorse anche quelli del suo nuovo impiego.
“Mi sarebbe piaciuto fare l’Auror.”
-Ti ho privato di tutto quello che hai sempre sognato.-
Solo in quel momento Draco affrontò quella triste verità, Hermione aveva accettato una vita che non le apparteneva.
Era felice, sicuramente, ma non abbastanza. Da quando la McGranitt le aveva conferito quella missione, il suo futuro era stato manomesso, aveva preso il Marchio e si era così giocata la sua possibilità di diventare Auror, si era innamorato di lui e invece di lavorare al Ministero aveva scelto di lavorare al San Mungo per crescere sua figlia, forse se avesse scelto uno dei figli di Weasley il suo futuro sarebbe stato diverso.
“Ma non ci sarebbe stata Elis, tra le tue braccia.”
Draco guardò sua figlia e per la prima volta ringraziò il cielo che la vita di Hermione non fosse andata secondo i suoi progetti, sennò avrebbe perso la possibilità di cullarla, la possibilità di diventare un uomo migliore.
 
Ma la pace di quella casa venne rotta improvvisamente dal pianto di Elis, su una cosa aveva ragione Hermione, lui non aveva la minima idea di cosa fare per farla smettere.
Così iniziò a provare di tutto usando anche la magia per far distrarre la piccola ma ebbe la sensazione che invece di diminuire il pianto aumentava sempre di più.
-Come cazzo fa a farla smettere?- chiese totalmente spaesato e preoccupato per quella situazione.
Forse sta male? Ma Hermione me lo avrebbe detto in caso.
-È mai possibile che tu sia un danno?-
Una voce lo fece girare e si trovò a poca distanza da Harry Potter, che lo aveva accolto col suo sorriso migliore, come un eroe che andava a salvare la damigella in pericolo.
Ti odio profondamente, San Potter.
-Ciao Elis.- prese in braccio la bambina, ma neanche tra le sue mani accennò a smettere di piangere.
-Forse non sei cosi bravo.- lo schernì Draco.
-Hai provato a cambiarla?- chiese invece, tranquillamente il Prescelto.
-Cosa?!-
-A cambiarla Malfoy, cosa non comprendi?-
-Io… No.-
-Ecco, lo avevo intuito. La porto di sopra e poi non avevi sentito la puzza?!-
Draco strabuzzò gli occhi e rimase sorpreso da quelle parole, no non aveva pensato alla puzza, effettivamente l’aveva data quasi per scontato e adesso dovette dare ancora più ragione alle parole di Hermione.
Lui non sapeva fare il padre.
Aspettò pazientemente che Harry cambiasse la piccola, che gli facesse vedere tutte le cose importanti che c’era da sapere e poi si preparò a porre la domanda che gli aveva attanagliato il cuore dal giorno in cui aveva lasciato Azkaban e aveva messo piede a casa di lei.
-Cosa è successo, veramente, a Hermione?-
-Senti Furetto, forse non sono io la persona più indicata a raccontarti questa storia.-
-Perché no?-
-Perché non sempre mi sono comportato bene con lei durante la gravidanza e non mi sento di poter dare la mia versione.-
-Ma a me serve.- e per la prima volta Draco supplicò Potter di aiutarlo, il dolore che provava nel petto era troppo grande per essere messo nuovamente a tacere, aveva bisogno della verità, adesso.
-Lei ha scoperto di Elis per caso, eravamo al Manor da un mese, ci siamo proposti di farle compagnia per non lasciarla sola e lì Ron ha scoperto del vostro Albero Genealogico.-
-Ha visto l’arazzo?- chiese per conferma.
-Sì, lei era raggiante. La gravidanza l’ha resa bellissima e ancora più sicura di se, o almeno lo era quando non pensava a te. Non guardarmi con quella faccia, come se non fosse possibile, tu eri la sua malattia, e lei non voleva essere curata.
Ecco perché ha passato giorni pieni di vita in cui il pensiero di Elis le bastava per andare avanti e altri in cui tu la faceva cadere a fondo.-
-Perché è andata via dal Manor?-
-Perché quel posto le ha fatto venire fuori i suoi più terribili incubi e non è facile vivere là, lo abbiamo pensato tutti e così lei si è voluta trasferire qua, a casa sua e ha finalmente ricominciato.
Malfoy, lei è sempre stata circondata da amici ecco perché la McGranitt le ha permesso di studiare a casa, ecco perché lei non è tornata ad Hogwarts, per tua figlia, voleva darle la migliore delle opportunità, anche se certe volte il destino è davvero ostile.-
-Che intendi?- si era sporto senza rendersene conto verso Harry, la curiosità lo stava divorando.
-Che Hermione è dovuta correre in ospedale perché la bambina è nata prematura, a trentacinque settimane, per un distacco di placenta.-
-Co… No…-
-Credimi, abbiamo avuto paura che morissero entrambe o una sola, ma la cosa più difficile è stato non potertelo dire.-
Draco dovette distogliere lo sguardo per non piangere, non aveva mai pianto in vita sua, solo quella volta che aveva chiesto perdono a Hermione, ma quella storia lo aveva fatto ricredere.
E dovette concordare con le parole di Hermione, lui non sapeva niente di tutto quello che lei aveva passato, non aveva idea del dolore, dei sacrifici, era rimasto chiuso ad Azkaban senza affrontare la vita per due anni interi, era quasi stato in pensione in confronto a lei.
-Poi?- chiese in un sussurro.
-Poi si è ripresa, ha continuato a studiare sodo, si è presa i M.A.G.O migliori della storia e ha iniziato a studiare per diventare Medimago, anche se non era quello che voleva fare veramente e poi… Il tempo è passato, tutti le siamo stati vicino. Io e Ginny, Ron, anche se non è mai stato affidabile, i gemelli e i signori Weasley. Elis è sempre stata circondata dall’amore, ma non è stata mai completa, neanche Hermione.-
-Perché mi hai detto che non ti sei comportato bene nei suoi confronti?-
-Perché quando era incinta io sono stato meschino, le stavo accanto ma poi mi lamentavo con Ginny, per me è ancora troppo giovane per aver un bambino, troppo giovane per passare le sue giornate a cambiare pannolini e fare la pappa, ma la vita ci riserva delle sfide e io lo so bene.-
-Non so come si faccia il padre.- disse dopo un breve silenzio.
Aveva sentito la storia di Harry, aveva sentito cosa Hermione avesse veramente passato in quei due anni e per la prima volta si sentì in dovere di alleviare le sue sofferenze, di pensar prima a lei che a se stesso.
“Vedi che lo facevi già, ma la lontananza ti ha distrutto.”
-Ci vuole tempo, anche Hermione ha dovuto imparare.-
-Ma lei sembra così… Perfetta.- disse guardando in faccia il suo interlocutore.
-Malfoy, ma ti senti? È di Hermione che parliamo, lei è sempre perfetta.- disse ridendo.
-Hai ragione, Potter vorrei chiederti un’ultima cosa.- disse tornando incredibilmente serio, quella era la seconda domanda che si era fatta largo nel suo cuore.
-Dimmi.-
-Ha… Ha mai avuto un altro?-
Harry sorrise amaramente e poi guardò Malfoy,
-Se fosse stato per me non le avrei permesso di aspettarti, non perché non ero convinto dei suoi sentimenti, ma nessuno lo era dei tuoi. Quindi avrei preferito mille volte vederla felice con un altro, anche Ron o Fred, mi stavano bene tutti ma non tu. Ma per mia sfortuna così non è stato, lei ti ha aspettato.
E non le importava di quante volte il suo cuore si fosse spezzato, lei lo ricomponeva sempre per te.-
Draco si alzò dalla sedia e diede un leggero bacio ad Elis che si era addormentata nella culla, la guardò ancora e vide il suo amore per Hermione.
Era certo che fosse amore, ma era incerto su come si sarebbe svolta la sua vita da quel momento in poi.
-Dille che passo stasera.-
Non salutò Potter, non lo ringraziò né gli strinse la mano, dopotutto gli aveva detto chiaramente che non voleva vederlo al fianco della sua amica, gli aveva detto chiaramente che avrebbe preferito qualche Weasley al suo posto e proprio per questo motivo avrebbe fatto di tutto per far cambiare idea al Prescelto-Sfregiato-San Potter della situazione.
Poichè Draco Lucius Malfoy sarebbe stato sempre, il miglior Purosangue della sua generazione e non avrebbe permesso a nessuno di mettergli i bastoni tra le ruote.
 
***
 
-Finalmente hai avuto la decenza di farti vedere, Malfoy?-
-Ciao anche a te, Blaise.- rispose il biondino, sorridendo a mala pena.
-Ciao un cazzo, sei tornata da giorni e non hai neanche la decenza di venire a farmi un saluto, che schifo di amico.- ribadì il ragazzo, con tono offeso.
-Sono stato impegnato.-
Draco si buttò sul divano del Manor di Zabini, cercando conforto nei suoi ricordi ma la sua vita era troppo diversa da quella di un paio di anni fa e il suo giochetto non gli fu d’aiuto.
-Vero, come sta la ragazza?-
-Hermione è bellissima e io sono un cazzone.-
-Lo sei sempre stato, te ne accorgi solo ora?- gli porse un bicchiere di Whisky Incendiario e Draco lo buttò giù in un solo colpo.
-Piano amico, è solo mezzo giorno.-
-Non capisci Blaise, sono libero da un paio di giorni e ho già rovinato il rapporto con lei perché non riesco a far funzionare correttamente la mia mente, vedo sempre il male nelle persone.-
-Siamo fatti cosi, siamo Serpeverde e non possiamo cambiare la nostra indole: noi tramiamo alle spalle, tradiamo se è necessario e siamo subdoli, calcoliamo ogni mossa e siamo spietati se lo vogliamo. Draco non è una novità.-
-Pensavo che Azkaban mi avesse migliorato.- disse guardando in faccia il suo amico.
-Sei cambiato, sei meno presuntuoso e tieni veramente a lei.-
-Abbiamo una figlia, sai?-
-Cosa?!- sbottò il moro alzandosi di colpo.
-Già, ha partorito quando ero dentro. Lei si chiama Elis.-
-Wow… Mi credi se ti dico che non sapevo niente?
-Ha tenuto tutto nascosto.-
-E spiegami se il vostro idillio continua, come mai hai rovinato tutto?-
-L’ho accusato di essere una poco di buono, perché pensavo che Elis non fosse mia figlia, ma di Fred. Fred Weasley.-
-E di grazia la tua mente cazzuta com’è arrivata a questa conclusione?-
-Non lo so.- si alzò dal divano e iniziò a girare per la stanza, -Io ho fatto un casino e ora lei mi odia anche se in altri momenti mi vuole accanto, ha sofferto molto in questi due anni, è caduta in depressione e ha quasi perso la bambina oltre che se stessa. Blaise, Hermione… È rotta. Come te lo posso spiegare?-
-Non lo so.- rispose riempendosi un’altra dosa di Whisky capendo che le cose sarebbero andate per le lunghe.
-Lei è magnifica, ma ha rinunciato a tutto per Elis, per la bambina e andando avanti cosi col tempo si è spezzata in due, come se non avesse fatto altro che soffrire e poi io arrivo e…-
-E fai il cazzone.-
-Esatto.-
-Malfoy non ti ho mai visto cosi disperato in tutta la mia vita.-
-Io tengo a lei… Per la prima volta tengo a qualcosa che non sia me stesso e non so come comportarmi, non è mai successo.-
-Draco, ti do un consiglio da amico: apri il tuo cuore.
Avete anche una figlia, fai la cosa giusta per una volta, anche voi potere amare. Lo sai, non hai un cuore difettoso, solo che non lo sai usare.-
Il biondino si risiedette nuovamente sul divano più calmo di prima e con lei idee ben chiare dentro la sua testa, sapeva cosa avrebbe dovuto fare e lo avrebbe fatto direttamente quella sera.
 
***
 
Suonò al campanello un paio di volte prima che la porta di casa si aprisse e ad accoglierlo ci fa una sorridente Hermione, leggermente trafelata per una corsa.
-Ciao, Harry mi aveva detto che saresti passato.-
-Forse non è un buon momento.- disse indicando la manica della sua maglietta, leggermente pendente lungo il braccio.
-Oh no, stavamo solo rincorrendo Elis.-
Hermione aprì la porta e fece entrare Draco, un’atmosfera brillante lo fece sentire subito meglio, vide magie volare per casa e la piccola Elis in braccio a Ginevra che scappava dai gemelli.
-Oh ma guarda chi si vede.-
-Fred.- la rossa gli scoccò un’occhiata omicida e lo portò via da Draco prima che potesse fare qualche danno.
-Io… Volevo parlarti.- disse a Hermione che si era affiancata.
-Okay, andiamo di sopra.-
Indicò le scale e assieme salirono per poi dirigersi verso la camera di lei, Draco ne rimase ancora una volta stupito, rendendosi conto che tante cose erano cambiate, anche troppe.
-Volevo chiederti scusa, ancora, per il mio comportamento.-
-Non c’è bisogno.- disse scuotendo leggermente le mani, per allontanare il discorso.
-Herm, fammi finire.- le prese una mano per stringerla delicatamente, -Dovevo darti la possibilità di spiegare, di dirmi il tuo punto di vista senza assalirti, la mia colpa è essere proprio cosi come sono, io… Ero diverso, due anni fa, voglio tornare a essere quella persona e voglio te e Elis nella mia vita.
Permettimi di ripagare ai miei errori, fallo se ancora provi qualcosa per me.-
-Stai dicendo che mi ami?- chiese in un sussurro.
-Non mi è nuova questa domanda.- si sporse leggermente, per baciarla a fiori di labbra, non volevo andare oltre, non volevo rompere l’incantesimo.
-È un inizio.- disse baciandola ancora.
Come se avesse aspettato tutta una vita per farlo, come se quei due anni passati senza lei si fossero annullati del tutto, come se non avesse mai smesso.
Si avventò sulle labbra di Hermione, non riuscendo a resistere, non riuscendo a starle lontano, anche lei rispose al bacio sentendo che era la cosa che aveva maggiormente desiderato da quadto lui era stato portato via.
Draco la strinse a se, sentiva il suo odore, sentiva il suo corpo bruciare contro il suo e la voleva, la voleva più dell’aria, ma avrebbe dovuto aspettare che lei fosse pronta e per il momento si accontentò di poter sentire nuovamente il sapore delle sue labbra.
Sapevano di pace, amore e casa.  


Spoiler:

-Hermione Granger che balbetta? Okay, ti ha proprio baciato.- disse Ginny ridendo e uscendo dalla cucina.
 

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Capitolo 31
*** Famiglia Malfoy ***


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Ciaooooo !!
Oggi sono felice, molto, felice, non chiedetemi il motivo 
perchè mi è sconosciuto, però so che voi volete sapere altro e che non vedete l'ora di legere
un certo capitolo... (?)
ahahah, okay ecco a voi il 31 capitolooooo!!!
Yahooooo!!
Anche per questo sono super felice, il primo (Scelte) ha raggiunto
3058 visite e per un totale di 114 commenti *_*
SONO EMOZIONATA!!
GRAZIE <3
Vi chiedo solo di perdonarmi, sto uscendo a cena
e non ho modo di rispondere alle recensioni, lo farò stasera!
Vi auguro un buon fine settimana e ci vediamo Lunedi, con 
THE DARK SIDE !!
(Mi sento a grande fratello XD)

 
Malfoy’s family
 
 
Hermione mise a letto Elis e scese nuovamente giù a sistemare la casa, Draco era andato via dopo il loro piccolo incontro, non volendo fermarsi a cena mentre i suoi amici erano ancora là che le facevano compagnia.
-Cosa voleva il Furetto?- chiese Harry non appena ebbe un attimo di tempo.
-Voleva parlarmi.- rispose la ragazza poco presente.
-Di cosa?-
-Di noi.-
-Hermione?-
-Sì?- chiese alzando la testa in direzione del ragazzo che era seduto sul divano, con accanto Ginny.
-Lo hai perdonato?-
-Che parolona… Perdonato… Ci stiamo lavorando.- disse sparendo in cucina per sfuggire all’amico.
Ma non aveva messo in conto il fattore Ginevra, si dimenticava sempre delle capacità dell’amica.
-Allora è così? Ti insulta e tu lo perdoni?-
-Ginny senti… Le cose fra me e Draco sono già difficili così, non peggioriamole.-
-Hermione voglio assicurarmi che tu non faccia qualche errore.-
La ragazza di slancio l’abbracciò, beandosi di quel contatto che era stato la sua ancora di salvezza per il primo anno, ricordandosi quanto Ginny avesse fatto per lei, e dovendole molto, la sua felicità e la sua, quasi, sanità mentale.
-Lo so e grazie, ma io lo amo.-
-Lo so, spero solo che vada tutto bene.-
Hermione sorrise, grata che la sua amica avesse capito anche, perché il suo cuore ardeva di una nuova speranza, tutto sarebbe andato bene o in caso lei lo avrebbe fatto andare per il verso giusto.
La sua mente ricordò il bacio che si era scambiata con Draco qualche ora prima, aveva desiderato quel contatto così ardentemente che non appena le loro labbra si erano sfiorate le era parso di svenire, di perdere la percezione della realtà, ebbe la sensazione di bruciarsi.
Ma con lui è sempre stato così, lui ha sempre avuto quel potere su di me.
-Senti ma ti ha baciato, vero?-
-Co… Sa? Tu che ne sai?-
-Hermione Granger che balbetta? Okay, ti ha proprio baciato.- disse Ginny ridendo e uscendo dalla cucina.
-Sei insopportabile!- le urlò dietro, ma anche lei rise per poi raggiungere i suoi amici, felice come non lo era da anni.
 
***
 
Hermione avrebbe voluto dormire fino a mattina inoltrata quel giorno, non avendo nessun turno al San Mungo e non avendo sentito Elis svegliarsi, avrebbe colto l’occasione per riposarsi, per recuperare il sonno perduto da qualche tempo, ma il destino aveva altri programmi per lei.
Così dovette mettersi una vestaglia di corsa e scendere ad aprire la porta prima che Elis si svegliasse, dato che il campanello aveva iniziato a suonare così forte che avrebbe potuto svegliare tutto il vicinato.
E non si sentì per niente sorpresa quando trovò Draco Malfoy sul ciglio di casa, stranamente sorridente.
-Allora sei sveglia!- esordì entrando, togliendo la giacca per rimanere con la camicia, nera.
-No, io stavo dormendo. Qualcuno mi ha svegliato.- rispose subito la ragazza.
-Oh scusa, rovinato il sonno di bellezza?-
-Non mi ricordavo tutto questo sarcasmo.- disse acida, andando a preparare il caffè.
-Cosa stai facendo?- chiese Draco, che l’aveva seguita silenziosamente.
-Mi preparo il caffè, vuoi?-
-Cosa? Cafe? No, grazie, devi vestirti e svegliare Elis.-
-Che?-
Hermione si girò con lo sguardo leggermente sconvolto, per poi guardare l’ora sull’orologio della parete, che ancora segnava le sette e mezza del mattino e poi guardò nuovamente Draco, scioccata per la sua richiesta.
-No, Draco. Elis oggi dovrebbe riposare un po’ e io pure volevo farlo ma a questo punto mi metterò a studiare.-
-Dobbiamo andare in un posto.- disse, avvicinandosi a lei e parandosi davanti.
Hermione ebbe un fremito al cuore, ancora non si era riabituata alla sua presenza e aveva paura che potesse essere un sogno, ma quando lui le sfiorò la guancia con delicatezza, seppe che era la realtà.
-Forza.- la baciò.
Come la sera precedente ed Hermione si sentì morire, le parve di essere tornata a due anni fa quando Draco l’aveva baciata al Manor per farla zittire, le parve di tornare ragazza e senza pensarci posò le sue mani sul collo del ragazzo.
Il ragazzo l’avvicinò a se, prendendola per i fianchi e il bacio casto divenne sempre più passionale, e dei leggeri gemiti di piacere uscirono involontari dalla bocca di Hermione.
Da quanto tempo era che non provava piacere? Quanto tempo era passato dall’ultimo bacio “spinto”?
Troppo.
Le mani di Hermione si posarono sui capelli del ragazzo, stringendoli delicatamente ma con un certo possesso, volendo marcare quello che un tempo era stato suo, per ricordare a se stessa che Draco era, ancora, suo.
Il ragazzo si concentrò sul collo della ragazza, provocandole piccoli brividi di piacere a ogni morso, a ogni bacio e lei percepì la voglia di lui aumentare sempre di più.
-Dovremo andare.- disse Hermione, staccandosi un po’ per riprendere fiato.
Aveva voglia di lui, lo desiderava con ogni fibra del suo corpo ma ancora non si sentiva pronta per fare quello, aveva paura.
Paura che due anni di lontananza li avessero allontanati troppo, paura che lei non potesse più donargli quel piacere, che potesse farlo godere.
Paura di non essere abbastanza.
-Sì, sveglio Elis.- le diede un ultimo bacio, vicino all’angolo della bocca e salì su per le scale.
Hermione si appoggiò un attimo al bancone della cucina per riprendere il fiato e dovette seriamente prepararsi un tè per calmare i suoi bollenti spiriti. Avrebbe fatto di tutto per fare di nuovo l’amore con Draco, farlo come una volta, ma qualcosa le stava dicendo che lei non era più la ragazza di un tempo e che forse Draco non l’avrebbe più trovata così interessante.
Scacciò quel pensiero dalla testa e corse in camera a cambiarsi, prima di cadere nuovamente in quel triste oblio.
 
 
-Dove andiamo?- chiese mettendo il capottino a Elis.
-Sorpresa, dammi la mano.-
-Ci Smaterializziamo?- chiese curiosa.
-Mi sembra ovvio.- rise ed Hermione non potè fare a meno di sentirsi ancora la diciassette attratta dal cattivo ragazzo.
-Andiamo.-
Fu un semplice crack e si ritrovano in un giardino bellissimo, ricco di fiori e di sedie, divanetti e poltrone con una grande casa sullo sfondo.
-Ma…-
-Hermione cara.- una voce di donna le fece voltare la testa e andò in contro a Narcissa Malfoy, sorridente come non mai.
-Oh, che bello rivederla.- disse stringendosi nell’abbraccio della donna, senza soffocare Elis che era rimasta nelle sue braccia.
-Anche per me e lei è Elis, vero?- chiese abbassandosi alla sua altezza.
-Sì.- rispose la piccola, mettendosi il pollice in bocca.
-Ti va di venire dalla nonna?- aprì le braccia in attesa.
-Sì.-
Narcissa sorrise ancora e prese la bambina ed Hermione notò una strana luce negli occhi della donna che credeva spenti, trovò un sentimento nuovo: l’amore.
Narcissa Malfoy il cui cuore era sempre stato di ghiaccio stava amando sua nipote come non aveva mai fatto in tutta la sua vita e poco distante vide anche il sorriso di Lucius, farsi più vero.
-Le vogliono bene.- disse Hermione a Draco.
-Volevano vederla, scusami se non ti ho detto dove stavamo andando.-
-Hai fatto bene.-
Hermione si voltò e un brivido di terrore le percorse, la schiena e senza aggiungere altro entrò nella tenuta e Draco la seguì in silenzio, non volevo turbarla più del dovuto.
-Ho smesso di venire qui, l’ultimo periodo Ginny mi ha fatto la cortesia di venire al posto mio, non avevo più il coraggio.-
-Hai fatto un ottimo lavoro e non devi chiedere scusa.-
-Invece sì, tua mamma ci teneva molto.- disse abbassando lo sguardo.
-L’hai fatta felice infatti, non avrebbe potuto chiedere di meglio.-
-Forse vi sareste aspettati di trovarmi qui, vero?-
-Diciamo che è il primo posto in cui sono venuto.-
-Scusami, ma alla fine mi hai trovata lo stesso.-
Hermione si fermò davanti alle scale che portavano al piano di sopra, con una mano sulla balaustra, Draco la incrociò con la sua.
-Sempre. Ti troverò sempre.-
La ragazza non seppe come interpretare quelle parole, nè cosa rispondere ma per una volta fu grata nel sentire la voce di Narcissa Malfoy che la richiamava fuori, nel giardino.
 
 
***
 
Hermione era tornata a casa sua quel pomeriggio stesso ma senza Draco, quella visita al Manor le aveva fatto di nuovo accapponare la pelle, non sentendosi più sicura come una volta.
“Dov’è finita l’Hermione che combatteva Voldemort?”
Penso che sia morta quel giorno che è nata Elis, ora devo pensare a lei.
“Non puoi farti terrorizzare da una casa.”
Lo so.
Posò Elis a terra, lasciandola giocare con alcuni giocatoli e andò alla libreria per prendere un album di foto magiche, iniziò a guardarlo svogliatamente ma tutti quei ricordi le fecero venire in mente le sensazioni e le emozioni che l’avevano accompagnata durante la sua vita.
Come quando aveva salvato Harry e Ron dal Tranello del Diavolo o era stata pietrificata dal Basilisco, come quando aveva salvato Sirius o aiutato Harry nel Torneo Tremaghi, aveva fatto di tutto in quegli anni ad Hogwarts e alla fine si era alleata col nemico ma non aveva mai perso il coraggio.
-Mi sento come una vecchia di cinquant’anni.- sbottò, lasciando cadere l’album a terra.
La sua vita aveva preso una piega che non aveva previsto, quasi monotona, escludendo Elis, non faceva altro che studiare, cose che nonostante tutto non la emozionavano più di tanto, scosse la testa rassegnata.
Due anni fa si era sentita più che convinta della sua decisione si diventare Medimago, ne era stata convinta anche dopo i M.A.G.O ma dopo un anno di praticantato la sua voglia era andata a finire nel cestino.
Non le piaceva.
O almeno non come lei credeva.
Si ritrovò a pensare anche ai suoi amici, che alla fine avevano veramente realizzato i loro sogni, Harry e Ron stavano studiando per diventare Auror, Ginny organizzava la sua futura vita lasciando da parte i libri, i gemelli avevano il negozio e lei cosa aveva?
Aveva Elis, aveva Draco ora, ma si sentiva lo stesso vuota, come se non stesse combinando niente.
Guardò il suo braccio, quello sinistro e notò che il Marchio Nero era diventato più sbiadito in quegli anni, ma non sarebbe mai scomparso del tutto, era una macchia indelebile che le avrebbe sempre ricordato le sue scelte o i suoi errori secondo Harry.
Senza rendersene conto si appisolò coprendo con la mano destra quel segno, che in effetti le aveva rovinato la vita.
 
 
-No, no. Ti PREGO, No!- urlò di colpo, mettendosi seduta.
-Hermione?-
Una voce la fece sussultare ed estrasse la bacchetta dalla tasca dei jeans, ma dovette posarla, era solo Fred.
-Cosa ci fai qui?- chiese ansimando leggermente e asciugandosi il sudore dalla faccia.
-Dovevo prendere Elis oggi, te ne sei dimenticata? Che hai?-
 
Fred guardò Hermione ma al suo posto c’era un fantasma, la ragazza era cosi bianca da fare invidia a Nick-Quasi-Senza-Testa e si rese conto che aveva iniziato a tremare.
-Dov’è Elis?- si alzò in piede ma le sue gambe cedettero il secondo dopo e sarebbe finita a terra se Fred non l’avesse presa.
-Stai giù, la cerco io.-
La fece sedere di nuovo sul divano e andò in cucina, dove trovò la piccola intenta a guardare la tivù.
-Sta bene, ma tu no invece. Cosa ti è successo?- si sedette accanto a lei, ma prima portò un bicchiere d’acqua per farla calmare.
-Io… Sono stata dai Malfoy e poi sono tornata a casa, era tutto tranquillo ma poi, mi sono addormentata eh…-
-Hai sognato?- chiese di rimando.
-Ho avuto gli incubi.- rispose lei invece.
-Gli stessi incubi di quella volta?-
-Vengono sempre quando vado al Manor, è come se quella casa mi mandasse delle Maledizioni, come se ci fosse così tanta Magia Nera che aspetta me per essere assorbita.-
-Hermione io non so come funziona quel tipo di Magia, tu sei un po’ più preparata ma non lasciarti prendere dal panico, saranno solo sensazioni.-
-Io l’ho sognato ancora.- disse abbassando gli occhi, per nascondere le lacrime.
-Chi?-
-Quell’uomo, Fred. Lo sogno ogni notte da due anni, non mi lascia andare.-
-Hermione.- la strinse in un caldo abbraccio e la ragazza si lasciò andare a un pianto liberatorio.
Era vero, sognava da due anni l’Auror che aveva ucciso quella volta per salvare Draco, lo sognava come se la su coscienza le dovesse sempre ricordare la sua scelta sbagliata, come se non le permettesse di andare avanti, nonostante lo scorrere degli anni.
-Se vuoi posso restare qua con te, Elis non deve per forza andare al Negozio e tu puoi chiamare quelli del San Mungo e darti per malata.-
-Fred…-
-Non andare al lavoro, pensiamo a un modo per risolvere questo problema, invece.-
-Va bene, solo una cosa.- disse guardandolo negli occhi.
-Tengo la bocca chiusa, ma se peggiorerai, lo dirò, lo sai.-
-Grazie, Fred.-
Hermione si alzò con un peso leggermente minore sul cuore ma sempre provando la sensazione di quella notte, quella sensazione di freddo e di morte che l’aveva accompagnata per tutto quel tempo.
 
***
 
Draco si presentò la sera stessa a casa di Hermione, non avendo avuto notizie della ragazza per tutto il pomeriggio aveva deciso di andare direttamente a casa sua.
E la cosa che più lo sconvolse ma che lo fece anche arrabbiare fu vedere Fred Weasley aprire la porta di casa di lei.
-Tu.- disse secco Draco, stringendo i pugni.
-Io.- rispose il ragazzo.
-Ciao Draco.- disse Hermione entrando nella sua visuale e aprendo ancora di più la porta per farlo entrare, -Non ti aspettavo.-
-Lo so, ma non avevo avuto tue notizie.-
-Scusami ma è venuto Fred e ci siamo messi a parlare.-
-E sentiamo Fred, che dovevi fare qua?- chiese il ragazzo voltandosi verso il rosso.
-Malfoy sei così spiritoso e mi domando ancora perché ti abbiamo chiamato Re delle Serpi e non degli Scherzi! Ma comunque, dovevo prendere Elis ma alla fine sono rimasto qua, qualche problema?-
-Fred!- disse Hermione scioccata.
-Spera per te di no.- sussurrò il biondo.
-Draco.- riprese lei.
-Vado da Elis.- disse il rosso lasciando i due soli in salotto.
-Mi dici che ci facevi con lui?-
-Draco smettila.- disse calma.
-Di fare?-
-Di accusare sempre me o i miei amici, loro non hanno fatto niente io non ti ho tradito, non l’ho fatto per due anni e pensi che lo possa fare ora che sei tornato? Ridicolo.- disse sedendosi a gambe incrociare sul divano.
Draco dovette annuire e dare ragione alla ragazza, ma era costantemente terrorizzato che potesse perderla e stavolta per sempre.
-Hai ragione, ma non capisco perché tu non mi abbia mandato un gufo.-
-Volevo parlare un po’ con lui, soli.- rispose senza guardarlo in faccia ed ebbe la sensazione che gli stesse nascondendo qualcosa, ma decise in quel momento di non indagare.
-Oggi sei andata via prima che potessi chiederti una cosa.-
-Cosa?-
Hermione si voltò verso di lui, accennando a un piccolo sorriso e Draco notò che era visibilmente stanca, stremata, come se avesse fatto la maratona di corsa per tutto il pomeriggio e il suo colorito era leggermente pallido.
-Volevo chiederti di tornare al Manor, sarebbe bello per i miei genitori vedere Elis più spesso e poi così non dovresti lavorare, tornerebbe tutto come prima.-
 
A quelle parole Hermione si bloccò, sentendo il suo corpo rigido come le scope che lei aveva sempre odiato.
Andare a vivere al Manor?
Dove i suoi sogni si trasformavano in incubi?
No, non poteva farlo.
“Cosa hai intenzione di rispondere?”
-Draco… Sarebbe un passo importante.- disse alzandosi.
-Passo importante? Abbiamo già vissuto assieme.- gli fece notare.
-Sì, eravamo giovani e non avevamo una figlia e non siamo fidanzati, sarebbe un po’ sconveniente.- gli fece notare.
In realtà stava cercando di aggrapparsi all’etichetta dei Purosangue per trovare un modo per non andare al Manor.
-Ma ti senti? Sconveniente, parli peggio di un Purosangue!-
-Sì, ma per voi le tradizioni sono importanti e non vorrei rovinare il vostro nome di famiglia.- tagliò corto.
-Pensaci, almeno. Non succederebbe niente di sconvolgente.-
-Elis è a letto.- disse Fred scendendo le scale, -Interrotto qualcosa?-
-No, Weasley.- disse secco Draco.
-Grazie, Fred, sei stato gentile.-
-Quando vuoi, adesso vado. A domani Herm.- la salutò con un breve bacio in guancia e uscì di casa, senza salutare il ragazzo.
-Pure il bacio?!-
-Draco!- urlò esasperata dall’atteggiamento del suo presunto ragazzo.
-Okay, no. Chiedevo solamente.- disse cercando di mantenere la calma, -Pensaci Hermione, fallo veramente. Sarebbe bello.-
-Lo farò, te lo prometto.-
-Ti fermi a cena?- chiese il secondo dopo, -Voglio farti assaggiare una cosa Babbana.-
-Non mi fido molto.-
-Ti piacerà si chiama sushi.- disse ridendo a crepapelle e anche Draco dovette ammettere che almeno il nome faceva ridere.

 

Spoiler:

[...] doveva fare qualcosa per quella situazione o sarebbe impazzita presto.
 

 

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Capitolo 32
*** Ritornare assieme ***


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Buonasera fanciulli/e :)
stasera ho deciso di aggiornare un pò più tardi per arrivare quasi alla mezza notte...
il motivo?
Domani faccio l'onomastico, quindi volevo dedicare il 
capitolo a tutte le Giulie che come me festeggiano <3
Ma diciamo che il sonno si sta impossessando di me e non riesco ad aspettare oltre, perciò...
Credo che questo capitolo sarà molto di vostri gradimento, ma rimanete seduti... Le sorprese non sono finite, 
credetemi :)

 
Ritornare assieme
 
 
Hermione era stata così impegnata nella settimana successiva al suo incontro con Draco che aveva smesso di farsi certe domande e di protestare su determinati argomenti.
Poiché ormai il biondino aveva preso l’abitudine, più che favorevole da parte sua, di essere maggiormente presente nella vita sua e di Elis, così molto spesso l’andava a prendere al San Mungo per uscire direttamente a pranzo con lei e la figlia.
E per Hermione erano quelli i momenti più difficili della giornata, poiché non era mai stata brava a dire le bugie e questo i suoi amici lo sapevano bene, odiava dover mentire a Draco, odiava se stessa per quello che faceva, ma quando lui le chiedeva del lavoro non riusciva a essere sincera.
Anche perché, nonostante tutti gli aspetti negativi, Hermione stava andando bene, i Medimaghi la prendevano sempre in considerazione per alcune consultazioni dell’ultimo minuto oppure era chiamata per assistere alcuni pazienti.
Era brava, nonostante il fatto che lei odiasse quel lavoro.
Ma aveva preso la sua scelta e non voleva dover cambiare idea, non lo voleva perché sapeva che il suo vero sogno era diventato troppo irraggiungibile e non voleva farlo pesare a Draco.
Così nei momenti in cui il suo ragazzo le chiedeva, amorevolmente, come andasse lei automaticamente iniziava a mentire, e anche se odiava dirlo, col tempo stava diventando brava, anche se ci sarebbero voluti anni per affinare la tecnica come Harry e Ron.
 
-Tutto bene?-
-Cosa?-
-Mi stavi ascoltando?-
-Sì, certo Draco…-
-Cosa stavo dicendo allora?-
“Complimenti Granger.”
-Okay non stavo ascoltando, Elis il coltello no.- disse prendendolo dalle mani della bambina, prima che si facesse male.
Aprile ormai era alle porte e loro si stavano godendo la primavera nella terrazza di un locale Babbano che Draco aveva scelto per pranzare, dato che aveva deciso che la sua famiglia doveva prendersi questa abitudine.
-Non mi hai risposto.-
-A cosa?- chiese pulendo il musetto di Elis, leggermente sporco di pasta.
-Al fatto di venire a vivere da me, Hermione, oggi sei totalmente nel tuo mondo, vero?-
Hermione si rabbuiò, non si sentì offesa dalle sue parole solo che per lei quella non era stata un ottima giornata, poiché la sera precedente Elis aveva avuto un forte mal di pancia e pur di non svegliare il padre, che dormiva beato nel suo Manor, aveva deciso di restare sveglia tutta la notte per controllarla, lo aveva fatto tantissime volte nei due anni precedenti ma non seppe perché quella volte gli parve diverso come se qualcuno la stesse controllando e inoltre lo aveva sognato ancora.
Aveva sognato ancora l’Auror disteso a terra a casa di Draco, circondato dalla neve senza una goccia di sangue, con gli occhi vitrei e privi di emozioni.
“È questo che fa la morte.”
Così aveva passato tutta la serata attaccata a una delle tante tazze di caffè per rimanere sveglia e col sorgere del sole i suoi presentimenti si erano leggermente calmati solo che aveva avuto una mattinata d’inferno anche in ospedale e questo non lo aveva aiutata.
-Lo hai fatto ancora.-
Hermione non rispose e guardò il ragazzo che le stava di fronte. Draco era diventato molto più bello negli ultimi anni, il fisico sempre asciutto ma impostato, aveva anche ripreso a giocare a Quidditch ma solo come passatempo aveva detto, i capelli più corti, aveva deciso di cambiare, adesso li portava sbarazzini e cadevano sparpagliati per tutta la testa, ma i suoi occhi erano l’unica costante.
L’unica cosa che non sarebbe mai cambiata.
-Lo so.- disse guardando sua figlia, anche lei era cresciuta, i ricci si stavano iniziando a definire a dovette ringraziare più volte dio che non avesse preso totalmente da lei.
-Cosa succede?-
-Niente, sono solo stanca.- accennò a un sorriso ma seppe in cuor suo che Draco non ci avrebbe mai creduto, prima o poi gli avrebbe dovuto dire la verità.
-Perché non vieni al Manor? Sarebbe tutto più facile.-
-Io… Non lo so, vorrei continuare a stare a casa mia ma allo stesso tempo stare con te, devo pensarci.- disse secca, non sapendo più che scuse inventare, dato che si era anche documentata su alcuni libri che aveva controllato a Hogwarts.
C’era andata un pomeriggio con Fred, stando bene attenta che nessuno la scoprisse, non voleva che qualcun altro sapesse dei suoi incubi, lo aveva taciuto anche a Ginny per non farla allarmare poiché sapeva bene che l’amica non avrebbe perso un attimo di tempo nel cercare una soluzione non proprio efficiente al suo problema.
Così un mercoledì pomeriggio Fred l’aveva accompagnata con la macchina di Arthur a scuola e avevano controllato il Reparto Proibito e Hermione alla fine aveva trovato qualcosa, i suoi incubi erano causati dalla Magia Nera.
Magia Nera che era rimasta impressa nel Manor e che si abbatteva su colore che cercavano di contrastarla o come lei che cercava di scapparne, ma soprattutto su chi avesse brutti legami con il luogo, in cui si era insidiata la Magia.
Lei di certo aveva vissuto tanti momenti belli ma troppi erano stati quelli che l’avevano segnata e costretta più volte a lasciare la casa, per la troppa paura.
-Andiamo a prendere un gelato da Fortebraccio.-
-Sì.-
Si alzò rendendosi conto solo dopo che Draco aveva messo il giubbotto a Elis per uscire, si perdeva troppo spesso nella sua mente, doveva fare qualcosa per quella situazione o sarebbe impazzita presto.
 
***
 
-Hermione mi aiuterai, vero? Non puoi dirmi di no!-
La ragazza in questione scosse leggermente la testa, avrebbe tanto voluto dire di no a Ginny ma doveva troppo alla sua amica per rifiutare la sua richiesta di aiuto.
-Va bene, lo convinco io.- disse sconfitta.
-Grazie, anche perché è già tutto pronto, gli elfi penseranno al mangiare, io, Harry e Ron sistemeremo gli addobbi e poi mancano solo gli invitati.- Ginny riprese a parlare col solito tono esaltato e felice allo stesso tempo.
-Lo sai che non dovresti sfruttare gli elfi.- disse secca.
-Oh Hermione! I gemelli fanno il compleanno e non penso che sia fattibile cucinare per una cinquantina di persone, neanche mia madre potrebbe.-
-Lo so, ma…-
-Niente ma, mi servono gli elfi di Narcissa e tu convinci Draco prima di domani, la festa è tra due giorni.-
-Lo so.- rispose nuovamente, perdeva sempre contro Ginny.
-Convincere Draco a fare cosa?- chiese il diretto interessato entrando in casa con Elis addormentata in braccio.
-Te lo dice lei, io scappo! Ci sentiamo dopo.- disse prendendo il cappotto e uscendo di corsa dalla casa.
-GINEVRA!- urlò dietro all’amica ma lei si era già Smaterializzata non dandole il tempo di urlare contro.
-Che succede Granger?- chiese cauto il Serpeverde, poiché sapeva che se i Grifoni complottava per una cosa qualsiasi voleva dire che c’erano guai all’orizzonte.
-Draco… Caro…-
-Smettila mia fai paura.- disse indietreggiando.
-Oh insomma, ci devi prestare casa tua.- disse spazientita per quella situazione.
-Cosa?- chiese stendendo Elis sul divano e tornando a parlare con Hermione.
-Sì insomma, Ginny organizza una festa di compleanno per i gemelli ma non sa dove farla e io potrei averle accidentalmente suggerito casa tua, perciò…-
-Io spero che sia uno scherzo, non ospiterò una festa per Fred a casa mia.-
-Draco per favore, è importante per i miei amici e anche per me, sono stati la mia famiglia, non posso voltargli le spalle così!- aveva alzato leggermente il tono di voce, esausta.
Hermione era esausta della sua stessa vita.
-A una condizione.- disse ghignando.
-Non prevedo niente di buono.- incrociò le braccia e attese.
-Inizierai a dormire da me, non sempre, ma la sera della festa sarà una buona possibilità.-
Hermione rimase con la bocca leggermente spalancata, il suo presunto fidanzato l’aveva appena ricattata e non si era creato troppi problemi nel farlo.
È sempre un Serpeverde.
-Cosa c’è? Non vuoi più aiutare i tuoi amici?- chiese ammiccando verso di lei.
-Essia, ti odio Malfoy.-
-Lo so che non puoi fare a meno di me.- e con quell’ultima frase la prese per la vita, catturando le sue labbra, bramoso di sentire Hermione vicino a se e dentro di se.
 
***
 
-Buon compleanno!-
-Augurii.-
Tutti i presenti iniziarono a battere le mani quando Fred e George si presentarono a casa Malfoy, sotto una strana richiesta di Hermione che li aveva convocati lì per la sera del’1 di Aprile.
-Un giorno strano per fare il compleanno, vero?- chiese Hermione avvicinandosi ai festeggiati.
-Ecco la macchinatrice, la mente diabolica.- disse George ridendo.
-No, quella è vostra sorella, io sono una vittima.- disse in tono innocente.
-Non riesci più a recitare quel ruolo,  sai Granger?-
-No, Fred?-
-No, ormai sei cresciuta.- disse sorridendo e anche lei lo fece.
-Comunque ho un regalo per voi, niente di che ma spero che vi piaccia…- estrasse un pacchettino incartato e lo porse a entrambi.
Fred lo aprì con impazienza e non ne rimase per niente deluso, poiché conteneva un album magico con dentro tutte le foto dei tre ragazzi ad Hogwarts, tutti i loro momenti più belli e quelli più esilaranti e a fine di esso trovò un erba dall’aspetto strano.
-È quella che penso io?- chiese facendola vedere al fratello.
-Già, Ron mi ha detto che ne avevate bisogno per qualche vostro prodotto, e sono riuscita a procurarmene una dose abbondante.-
-Sei fantastica.- dissero incoro, correndo ad abbracciarla e il minuto dopo si allontanarono per discutere del nuovo prodotto che sarebbe uscito a breve ai tiri Vispi Weasley.
-Sono felici, vero?-
-Sì Ginny, hai fatto bene a organizzare questa festa.-
-Lo so, sono o non sono un genio.-
-Forse sei l’unica Weasley che la mia vista riesce a sopportare.- disse Draco spuntando dal nulla.
-E tu stai cambiando Malfoy, continua così o dovrò scagliarti una fattura.-
-Non ci sperare troppo.-
-Vedremo.- disse andando a raggiungere gli altri invitati.
-Si vede che state diventando amici.- disse non proprio convita Hermione.
-Io e la Piattola? Ci vorrà tempo.-
-Non chiamarla così, dai.-
-Okay, va bene. Come procede secondo te?-
-Tutto bene, i ragazzi sono contenti e i tuoi elfi hanno fatto un ottimo lavoro.- disse indicando il giardino pieno di tavoli ricchi di cibo di ogni tipo, dimensione e gusto.
-Narcissa sa come farsi rispettare.-
-Poveri elfi.- sussurrò.
Hermione sentì la sua mano improvvisamente calda, abbassò lo sguardo e vide quella di Draco intrecciata alla sua, non aveva mai fatto niente del genere e lo guardò stranita ma lui non rispose e si rese conto che, effettivamente, stava davvero migliorando, aveva bisogno anche lui di tempo.
Così mano nella mano con lui si ributtò nella mischia, cercando di scacciare l’aura negativa che la casa stava depositando su di lei.
 
***
 
Gli invitati andarono via intorno alle undici di sera, la festa non sarebbe andata oltre poiché i festeggiati avrebbero dovuto aprire il negozio l’indomani e non avrebbero mancato all’appuntamento per nulla al mondo.
-Hermione?-
Fred la chiamò dal salone, nell’attimo in cui mise il capotto.
-Dimmi.-
-Se hai bisogno, contattami. Sappiamo cosa può farti questa casa e se non sei pronta…-
-Starò bene, oggi non sono sola.- disse indicando Draco con la testa.
-Neanche l’altra volta, ma stai attenta.-
-Ti contatto Fred, non preoccuparti. Adesso vai e goditi il resto della serata, ancora auguri.-
Hermione strinse il ragazzo in un caldo abbracciò e lo lasciò andare assieme al fratello.
Dopo poco la casa diventò nuovamente silenziosa, Narcissa e Lucius avevano portato la piccola Elis in una delle loro residenze per non interferire con la festa e sarebbero rientrati solo l’indomani, nella tarda mattinata.
-Non preoccuparti, puliranno gli elfi.-
-Lo avevo intuito.- disse rassegnata.
-Lo sai, mi sono dimenticato di dirti una cosa importante stasera.-
-Cosa?-
 -Sei bellissima.-
Hermione sorrise ma un attimo dopo le se labbra vennero catturate da Draco, ma stavolta non vi era dolcezza nei suoi baci, non vi era amore ma solo desiderio. Draco desiderava Hermione fino a star male, la voleva, l’aveva desiderata per due anni e adesso si era sentito abbastanza pronto per andare oltre, ma non aveva messo in conto cosa volesse la ragazza, la quale non aveva risposto come previsto alle sue provocazioni.
Così iniziò ad carezzargli la gamba, libera dalle calze e anche perché il vestito arrivava poco sopra le ginocchia e sentì un brivido attraversarle la schiena, la sollevò e fece aderire i loro corpi così che Hermione posse intrecciare le sue gambe intorno al suo bacino.
Le baciò il collo con furia, non riuscendo a mettere la giusta delicatezza nei suoi gesti e troppo velocemente i baci si sostituirono ai morsi, che lasciarono piccoli segni nel suo collo, la ragazza non riuscì più a trattenere i gemiti di piacere e Draco seppe che avrebbe ceduto presto.
L’appoggiò sul tavolo del salone e le sollevò il vestito, carezzando così l’interno coscia di lei, solleticandole la sua intimità da sopra le mutandine di pizzo ma proprio in quel momento una mano lo bloccò.
-Io… Non sono sicura.-
-Sst.- disse prendendo il suo viso a coppa con le mani e stavolta la baciò con delicatezza, -Ti voglio Hermione, ti voglio con tutto me stesso. Lo so che anche tu mi vuoi.- disse roco alle sue orecchie.
-Anche io ti voglio, ma non so se sono ancora capace di…- non riuscì a finire la frase che Draco la baciò ancora, non le avrebbe permesso di dirlo, non le avrebbe permesso di dire una cazzata.
Così senza troppi preamboli le tolse il vestito per bearsi di quella visione che aveva sognato nei momenti più bui, con una sola mano slacciò il reggiseno e con la bocca leccò i suoi seni, voglioso. Non riuscendo più a trattenersi.
La sbatté contro il muro e sentì finalmente il corpo di Hermione reagire ai suoi stimoli, sentì la camicia volare via dopo pochi attimi e le mani di lei immerse nei suoi capelli per approfondire il bacio.
Lui con una mano la sosteneva mentre con l’altra le carezza i capezzoli, provocandole ancora più piacere.
Voleva farla impazzire.
 
Sentì il rumore della sua cerniera aprirsi, ed Hermione lo guardò dritto negli occhi, non si sarebbe persa quel momento per nulla al mondo.
 
Draco fece scivolare i pantaloni lungo le sue gambe, prese nuovamente Hermione e la fece sdraiare sul divano, levandole le mutandine durante il breve percorso. In silenzio sentì i loro membri sfiorarsi e vide la ragazza mordersi le labbra per non fare usciti quei gemiti che non avrebbe voluto reprimere, ma a lui stava bene così. Poiché con estrema lentezza si abbassò verso la femminilità e piano iniziò a stimolarla, prima con dei soffici baci, poi con la lingua e infine con le sue dita. La mano di Hermione si era stretta intorno ai suoi capelli, per cercare di contenentesi ma alla fine la ragazza raggiunse il massimo del piacere, così soddisfatto di quel suo piccolo gioco entrò dentro di lei, e tutte le sensazioni che aveva provato tempo fa riaffiorarono.
Si sentì completo come non lo era mai stato e sentì la stanza riempirsi dei loro gemiti di piacere, spinse sempre più forte e si appoggiò quasi a Hermione per poter mantenere quel ritmo.
-Draco.- sussurrò ma per lui fu come riceve una scossa elettrica di mille volt e in poco tempo raggiunse il piacere assieme a lei.
 
Rimasero qualche minuto fermi in quella posizione non volendo rovinare la pace che si era creata, poi Hermione alzò il capo verso di lui e gli sorrise.
Sorrise poiché l’aveva fatta sentire di nuovo donna, di nuovo desiderata, nonostante i due anni passati in solitudine, l’aveva fatta sentire ancora in grado di dare piacere.
-Io… Ti amo Draco.- disse chiudendo solo per un attimo gli occhi.
Lo amava, lo amava disperatamente da due anni, lo amava e aveva aspettato con pazienza che anche lui la ricambiasse, che anche lui le dicesse quelle semplici parole. Sapeva che una volta il suo pensiero era stato totalmente l’opposto, una volta quelle parole non sarebbero significate niente, ma dopo due anni aveva la necessità di sapere se fosse vero, se quello che c’era tra loro fosse vero amore o solo una cotarella scolastica.
 
Lui la guardò e vide il mondo intero, vide la luce e le tenebre, il sole e la luna. Vide il suo mondo e per la prima volta da quando era uscito da Azkaban realizzò che anche lui amava lei, che quei pensieri che aveva fatto in prigione rispecchiavano veramente i suoi sentimenti e non erano solo parole campate in aria.
-E io amo te.- sussurrò, incredulo.
Hermione non seppe dire se avesse sbagliato a sentire e si fosse illusa ancora una volta, ma lo sguardo che Draco le stava regalando era abbastanza chiaro, aveva detto di amarla.
Presa da un nuovo entusiasmo lo baciò di nuovo con passione, sentendosi pronta ad affrontare anche l’inferno per lui, così senza rendersene conto si mise sopra il ragazzo e iniziò a mordergli un orecchio.
-Pensavo di averti sciupato tutte le energie.- disse passandole le mani sopra la schiena, come un gatto in cerca di attenzioni.
-Ho troppo da recuperare.- disse baciando ogni centimetro di quella pelle, che aveva desiderato per anni.
-Anche io lo penso.- invertì le posizioni e dopo poco ricominciarono a fare l’amore.
 
***
 
Un lampo improvviso la fece svegliare si ritrovò avvolta da delle calde coperte con Draco sdraiato accanto a lei.
Sorrise e scostò delicatamente il braccio del ragazzo che la stava stringendo, si alzò dal letto e indossando una vestaglia si affacciò alla finestra.
La stessa finestra dalla quale lei lo aveva osservato tempo addietro camminare per i giardini innevati del Manor, la stessa finestra della sua vecchia camera da letto.
La stessa camera dove avevano fatto per la prima volta l’amore, sorrise come una ragazzina e tonò a letto.
“Hai solo diciannove anni Hermione, sei ancora una ragazzina, puoi sognare ancora, certe cose.”
Con quel pensiero si avvicinò a Draco, cercando il suo contatto, il suo calore ma nel momento esatto in cui chiuse gli occhi ricordò il lampo di luce verde partire dalla sua bacchetta per colpire il corpo di un uomo innocente, un uomo che si era trovato nel momento sbagliato nel posto sbagliato.
Strinse gli occhi ma invece di sbiadire l’immagine divenne ancora più nitida e riuscì a ricordare il momento esatto cui gli occhi dell’umo persero il loro naturale colore per diventare vitrei, e ricordò il pallore di quel corpo privo di vita steso sulla fredda neve, esattamente qualche metro sotto di lei.

 
Spoiler:

-Lo vedo sempre, anche ora. Mi sembra di vederlo accanto a te, pensa.- disse quasi in un sussurro e il ragazzo si spostò di colpo, spaventato.
 

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Capitolo 33
*** Proposta ***


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Ciao ragazzi, stasera aggiorno prima del solito.
La verità è che sono stanca e voglio correre a letto a leggere
Harry Potter e l'Ordine della Fenice <3
Quindi vi lascio al nuovo capitolo e penso che stavolta qualche pomodoro
lo riceverò XD
Vi farò penare, ma ricordate che mi volete bene, almeno lo spero :)
Graziet tantissimo per il vostro supporto, siete magnifici e 
stavolta Ginny vi manda un grande bacio !

 

Proposta
 
 
Hermione durante la prima sera che aveva dormito con Draco non aveva chiuso completamente occhio, poiché tutti i sogni erano stati tormentati dall’uomo che lei aveva ucciso.
Così la mattina seguente, prima che Draco si svegliasse aveva mandato una lettera a Fred, avvertendolo e chiedendogli, o meglio supplicandogli di aiutarla a trovare una soluzione.
Aveva passato due anni solo con qualche ricordo sfocato di quella notte, certo altre volte gli incubi tornavano a farle compagnia ma mai come in quei giorni, ed Hermione sapeva che era tutta colpa della casa.
Da quando si era trasferita a casa sua aveva evitato in ogni modo di tornarci ma adesso, non aveva più assi nella manica per poterne stare lontana, non sarebbe riuscita a convincere Draco a lasciare stare e in fondo questo la faceva sentire bene, amata, ma allo stesso tempo detestava dovervi stare, anche da sveglia.
-Già sveglia?-
Una voce ancora impastata dal sonno la riportò alla realtà e sorrise al ragazzo che si presentò davanti a lei, indossava solo il pezzo di sotto del pigiama ed era terribilmente attraente.
-Sì, non avevo molto sonno.- ammise, stringendosi nella vestaglia che aveva trovato in camera.
-Sai… Non sono più abituato a vederti di prima mattina, soprattutto se ti presenti in certe… Condizioni.- disse, indicando con lo sguardo le sue gambe nude dovute alla corta camicetta da notte che indossava.
-Per tua informazione sei stato tu a darmela.-
-Lo so e sei dannatamente sexy, così.-
Si avvicinò sicuro di se come lo era sempre stato e prese il viso di Hermione, alzandolo con una mano e la baciò.
Un bacio dolce, il bacio del risveglio ma dopo poco la sua lingua chiese il permesso di passare e lei, leggermente, vogliosa, anche se erano le sette del mattino accettò.
Danzarono come la sera precedente finché lei si strinse di più a lui, facendo combaciare la parte superiore dei loro corpi.
Draco riusciva a percepire la seta sotto la sua pelle e poi il seno di Hermione, libero dal reggiseno, che gli solleticava l’addome, un brivido di piacere gli percorse la schiena e sentì aumentare l’eccitazione nella sua parte bassa.
La prese in braccio come la sera precedente, non riuscendo a resistere un secondo di più, non riuscendo a porre un freno all’adrenalina che gli stava scorrendo nel corpo, non riuscendo a dire basta a lei.
La sua perdizione.
Si abbracciarono, cercando l’uno la bocca dell’altro, cercando il contatto che li avrebbe portati all’infero e così Draco la spogliò nuovamente, lasciandola semplicemente con delle mutandine, che lei aveva indossato la sera precedente, ed Hermione fece scivolare nuovamente i suoi pantaloni, stupendosi ancora di quanto lui la desiderasse.
Draco entrò dentro di lei lentamente, voleva godersi ogni momento, voleva vedere l’espressione di Hermione e bearsi di quella visione, così continuarono a fare l’amore sulla cucina di casa Malfoy per un tempo che gli parve infinito, fino a quando entrambi non raggiunsero l’apice del piacere assieme, riempiendo la casa dei loro gemiti, incuranti del fatto che Narcissa e Lucius sarebbero potuti tornare da un momento all’altro con Elis.
 
***
 
Alla fine Hermione col passare del tempo si era convinta di una cosa importante, che valeva la pene soffrire, avere gli incubi e cominciare a temere seriamente per la sua sanità mentale se poteva avere la vita che aveva sempre desiderato.
Stava con Draco e in poco tempo avevano recuperato il rapporto perso durante i due anni di lontananza e lui poteva crescere Elis, poteva diventare un vero padre, ed entrambi potevano avere la loro famiglia finalmente.
Solo che nonostante tutto l’amore che lei provasse verso quelle due persone la sua mente più di una volta le aveva giocato brutti scherzi.
Una sera di qualche settimana fa, si trovava in salone a leggere un libro illuminata solo dalla luce del camino ed era stato in quel momento che aveva sentito chiaramente l’odore di sangue.
Un odore così forte che l’aveva fatta scattare in piedi a prendere la bacchetta e che l’aveva condotta fuori, sotto l’aria fredda di aprile, per arrivare nel punto esatto in cui quell’uomo era morto.
Un brivido le aveva percorso la schiena credendo di riuscire ancora a distinguere la sagoma sul terreno, ma si era data della pazza ed era rientrata a casa dove un preoccupato Draco la stava aspettando.
 
Non gli aveva detto cosa aveva visto o cosa aveva creduto di vedere, e non lo fece neanche quando ebbe la sensazione che qualcuno o qualcosa le alitasse esattamente alla base del collo, come se fosse perseguitata da una presenza invisibile.
Lo aveva detto solo a Fred, maledicendosi da sola per la sua codardia ma non aveva avuto il coraggio di dire al suo ragazzo che la colpa era della casa in cui stavano, non le sembrava giusto.
-Hermione?-
-Sono qua Fred, tranquillo.-
-Sta peggiorando, più tempo passi in quella casa e peggio è, te ne rendi conto?-
-Lo vedo sempre, anche ora. Mi sembra di vederlo accanto a te, pensa.- disse quasi in un sussurro e il ragazzo si spostò di colpo, spaventato.
La ragazza chiuse gli occhi e il corpo dell’Auror, decomposto, si allontanò dalla sua mente.
-Hermione…-
-Fred.- strinse forte gli occhi per trattenere le lacrime.
-Ne vale la pena? Vale la pena di diventare matta per stare in quella casa? Che cosa farai quando ti rinchiuderanno al San Mungo, come i genitori di Neville, ne varrà la pena?-
-No.-
-Ecco, sta arrivando la McGranitt.-
-Cosa?-
-Era l’unica persona cui potessimo chiedere.-
-Non doveva saperlo nessuno!-
-Ma il signor Weasley ha ragione, doveva informarmi.- esordì la preside di Hogwarts entrando ai Tiri Vispi Weasley, -Complimenti per il negozio, alla fine lei e suo fratello avete progressi.-
-Lo prenderò per un complimento.- disse ghignando il giovane.
-Hermione cara, perché non sei venuta da me?-
-Perché mi sembra di rivedere i tormenti di Harry con Silente, neanche lui voleva disturbarlo per ogni cosa.-
-So bene cosa abbia passato il signor Potter e anche lei, durante la scuola, ma questo è diverso. Non puoi vivere sognando un morto.-
-Io non so cosa fare.- sbottò improvvisamente, era riuscita a tenersi dentro tutti i suoi sentimenti, ma adesso le stava risultando troppo difficile.
-Cominci col prendere le distanze dal Manor, torni a casa dei suoi e porti con se il signor Malfoy e Elis, viva lì, io nel frattempo troverò un modo per eliminare la Maledizione.-
-E se non dovesse mai andare via?-
-Non sia così tragica, un modo esiste sempre.- rispose sorridendo l’anziana donna.
-Proverò a convincere Draco, grazie.- sussurrò.
-Si figuri, signor Weasley.- disse uscendo dal negozio.
-Non è andata così male, no?-
-No, ora devo solo convincere Draco… Una passeggiata!- urlò sbattendo la testa contro il bancone, scoraggiata.
 
***
 
Hermione aveva provato in tutti i modi ad aprire la discussione con Draco, ma puntualmente ogni volta che ci provava qualcosa lo impediva, tra cui la sua stessa figlia che aveva preso esempio dal padre, rendendole la vita sempre più impossibile con atteggiamenti tipici di Serpeverde.
-Se il Capello Parlante non ti mette in quella maledette casa non ti metterà da nessun’altra parte.- aveva sbottato un pomeriggio che la piccola aveva distrutto, con le sue piccole manine, la sua cameretta, dicendole che si annoiava a disegnare.
 
Poi le avevano impedito la sua missione, gli stessi Lucius e Narcissa che arrivavano sempre nel momento sbagliato, ovvero quando loro erano soli, in qualche angolo della casa, ed Hermione stava per intavolare una fantastica relazione sul perché sarebbe stato meglio vivere a casa dei suoi e non là, ma loro puntualmente arrivavano per proporre qualche attività di gruppo o altre cose che Hermione comincia a detestare.
 
E per ultimo lo stesso Draco aveva reso difficile il suo piano, poiché un pomeriggio di fine maggio le aveva dato un annuncio che l’aveva un po’ scossa.
-Hermione?-
-Sì.- chiese alzando la testa dal libro.
-Cosa ne pensi del Quidditch?-
-Ti senti male per caso?- aveva chiesto lei gentilmente.
-No, rispondi alla mia domanda.-
-Lo sai, non mi fa né caldo né freddo, non ne andavo pazza neanche a scuola.-
-Ma alle partite ci andavi, no?-
-Sì, per far felice Harry più che altro.-
-Verresti alle mie partite?-
Hermione a quell’affermazione era rimasta un attimo in silenzio riflettendo attentamente su ogni singola lettera, poiché aveva avuto paura di fraintendere il loro significato.
-Ti hanno preso in una squadra?- chiese eccitata, a quell’idea.
-Mi hanno proposto di fare un provino, però…-
-Ma è fantastico!- disse alzandosi in piedi per festeggiare Draco.
-Ma non ti era indifferente?- chiese cercando di nascondere una risata.
-Sì, ma sei tu che giochi non un tizio qualunque.-
-Non montarti la testa, ancora mi devono prendere.- tornò serio e leggermente distaccato.
-Draco tu eri bravo e penso che andrà bene, come si chiama la squadra?-
-Sono i Falmouth Falcons.-
-Bene… Non ho una grande cultura ma se non erro sono famosi per il gioco violento.-
-Non poteva sceglierti squadra migliore!- esordì Blaise entrando dalla porta del giardino, -Oh Hermione! Draco aveva ragione sei diventata davvero carina.-
-Lo devo prendere per un complimento?- chiese cauta.
-Lascia stare quest’idiota, è qua per aiutarmi un po’!-
-Okay.- disse leggermente spaesata.
-Sta tranquilla ci sono gli altri di là, hai visto che non era così male venire a vivere qua?-
-No… Infatti…- disse tentennando.
-A dopo.- prese la scopa e uscì di casa con l’altro Serpeverde ed Hermione in quel momento si sentì ancora peggio, stava complottando contro il suo ragazzo e non aveva idea di come farsi ascoltare e non poteva distruggere ora i suoi sogni.
-Ma in che guaio sono finita?!- chiuse il libro e andò a prendere Elis, aveva bisogno di uscire e prendere un po’ d’aria perché già stava percependo la sensazione dei polmoni chiudersi per impedirle in qualsiasi modo di respirare.
-Devo andare via.-
 
***
 
Così Hermione si era ritrovata a non aver concluso niente per un mese intero, aveva alternato le sue giornate al San Mungo, cercando di passare più tempo fuori casa, e il Manor, senza mai riuscire a dire a Draco la verità sulla sua situazione.
E dovette ammettere a se stessa che la situazione era enormemente peggiorata, se prima l’uomo le appariva di notte o in certi momenti della giornata adesso aveva anche la sensazione che lui la seguisse, la seguisse come se fosse diventato la sua stessa ombra, un surrogato della sua anima.
Ecco perché quando poteva prendeva Elis e tornava a casa sua o correva da Fred per chiedergli se la McGranitt avesse trovato qualcosa, ma alla fine di Maggio ancora la situazione era rimasta immutata.
-Vi fermate a cena?- chiese Narcissa rivolgendosi agli ospiti di suo figlio e di Hermione.
Proprio in quel momento la ragazza aveva percepito la presenza dell’uomo accanto a lei, si voltò sapendo che solo lei lo avrebbe visto e incontrò gli occhi bianchi di quella persona, il viso decomposto e aperto in più punti e i vestiti stracciati.
-Hermione per te va bene se ci fermiamo?- la voce di Ron la riscosse e spostò il viso su di lui.
-Certo, per te va bene?- chiese rivolgendosi a Draco.
-Nessun problema.-
-Dico agli elfi di aggiungere qualche posto a tavola.-
Un urlo improvviso fece voltare tutti, ed Hermione corse a prendere la bacchetta sentendo dentro di se una strana sensazione.
-Ci stanno attaccando.- sussurrò.
-Cosa?-
Draco e anche Ron rimasero fermi, non riuscendo a cogliere il significato delle parole della ragazza e non capendo, soprattutto chi potesse attaccarli in pieno giorno.
-È lui.- la mente di Hermione vacillò, l’uomo era davanti a lei che le puntava contro la bacchetta.
Sentì il sudore scenderle lungo il collo e non riuscì a inghiottire il groppo che si era formato in gola, e trovandosi per la prima volta nell’incapacità di sapere cosa fare.
-Ragazziii!- una voce melodiosa irruppe nel silenzio, spezzando anche la tensione.
Hermione abbassò la bacchetta e vide l’uomo sparire per essere sostituito da una frizzante Ginevra Weasley, la quale aveva iniziato a saltare per tutta la stanza.
-Che succede?- chiese Hermione bloccandole le spalle e guardandola torva.
-Harry mi ha appena chiesto di sposarlo!-
-Oh miseriaccia.- esclamò Ron, non riuscendo a capire se fosse felice o meno della novità.
-Hermione.- Draco la fece allontanare leggermente da Ginny, poiché la ragazza aveva ancora gli occhi sbarrati per la paura e il cuore non aveva ancor smesso di battere forte, le sarebbe scoppiato presto.
-Malfoy scusami, ma il tuo giardino era il posto perfetto per farlo.-
-Ti manderò il conto, Potter.- disse ghignando.
Ma neanche quella situazione aiutò Hermione a riprendersi, buttò la bacchetta a terra e uscì nell’aria fresca di Maggio, che le ricordò che l’estate era alle porte, inspirò a fondo per un po’ di tempo ma non riuscì a far passare la sensazione di paura che aveva provato poco prima.
L’Auror l’aveva guardata come se potesse veramente vederla, come se potesse veramente toccarla, come se potesse veramente farle male.
Si portò le mani alla testa e tirò leggermente i capelli, iniziando a muoversi avanti e indietro col corpo, capì che Fred ci aveva visto giusto. Continuando così sarebbe finita di corsa al San Mungo e non ne sarebbe più uscita.
-Cosa ci siamo persi?-
Lei si voltò e vide i gemelli entrare in azione e Ron cominciò a sbraitare sul fatto che sua sorella fosse troppo piccola per sposarsi ma Harry non ci fece caso poiché Draco lo aveva bloccato con una discussione sul Quidditch, ma quando gli occhi di Fred incontrarono quelli di Hermione capì che qualcosa non andava, ed uscì senza attirare l’attenzione dalla casa.
-Era qua.- disse tutto d’un fiato.
-Hermione lui non esiste, è la casa.-
-No Fred.- disse iniziando a piangere, -Era reale, io lo riuscivo a percepire.-
-Anche le altre volte ma…-
-Aveva la bacchetta puntata contro di me, poteva farmi male Fred.-
-Hermione quell’uomo è morto.- disse rimarcando quelle parole.
-No…- scosse la testa e sentì improvvisamente il vuoto attorno a lei e il suo mondo divenne improvvisamente buio.
 
-Hermione!- Fred la prese prima che sbattesse la testa all’indietro e Draco gli fu accanto velocemente.
-Cosa succede?-
-Mi… Stava parlando della proposta e poi è svenuta.-
-La porta di sopra.-
Prese la sua ragazza e senza aggiungere altro salì a piani di sopra, dove una piccola Elis stava giocando con i suoi nonni, nella nuova camera che avevano sistemato per lei.
 
***
 
Hermione riprese coscienza di se dopo un tempo lunghissimo, sentì il suo corpo distante come se non si trovasse con lei e poco alla volta lo percepì, con tutta la stanchezza che nell’ultimo periodo l’aveva assalita.
Aprì lentamente gli occhi ma notò che la vista era leggermente appannata, così li strofinò delicatamente per riprovarci una seconda volta e vide Draco seduto accanto a lei nel letto, che le teneva la mano.
-Ti sei ripresa.-
-Quanto ho dormito?-
-Un paio di ore, mi hai fatto preoccupare.-
-Scusami ma ho avuto un capogiro e…-
-Tranquilla.- disse calmo, le porse un bicchiere d’acqua che accettò volentieri.
-Gli altri?-
-Sono andati via, non era il caso.-
-Già.- si mise seduta cercando di riprendere il possesso su di se, e per la prima volta si res econto che non aveva sognato l’uomo che ogni sera le tormentava i sogni, era stato il miglior riposino che aveva fatto da quando era arrivata là.
-Come ti senti?-
-Meglio, non devi preoccuparti. È tutto passato.-
-Me lo diresti se qualcosa non andasse?-
Hermione abbassò lo sguardo, avrebbe dovuto farlo fin dal principio ma era da troppo tempo che taceva e non era il caso di iniziare a raccontare adesso la verità.
Non posso.
“Se gli dici dell’Auror darà la colpa a se stesso, è per lui che lo hai ucciso. Menti!”
-Sto bene, solo che i turni al San Mungo sono pesanti e includendo lo studio e Elis, diciamo che mi stanco facilmente.-
-Lo so ed è per questo che siamo qua, Narcissa e Lucius sono qua per darci una mano, neanche io so come hai fatto due anni sola, quando siamo io e lei mi sento come se volesse giocare sempre.-
-Ma lei vuole giocare sempre.- disse ridendo Hermione.
-Ti illumini quando parli di lei.- le carezzò la guancia e chiuse gli occhi.
-Elis è nostra figlia, sono così felice che ci sia lei.-
-Ed io?-
-Si sono felice che ci sia anche tu nella mia vita, Draco.-
Non si erano detti più ti amo, ma non perché lo reputassero poco importane ma perché lei aveva imparato a rispettare i tempi dell’ex Re delle Serpi, lui non era come Harry che ogni giorno dichiarava il suo amore, apertamene, a Ginny, lui era un tipo taciturno ma che parlava con i gesti.
E lui si era preso cura di lei in quei mesi.
-Draco.- sussurrò vicino al suo orecchio, -Ho voglia di te.-
-Sei stata male, non dovremmo.-
-E da quando tu dici di no a me?- chiese fingendosi ferita.
-Da quando… Sono un genitore.-
-Beh… Fai finta di non esserlo stasera.- lo tirò a se e iniziò a baciarlo, provocandogli brividi in tutto il corpo e iniziando a mordergli il collo.
Poi sbottonò solo un paio di bottoni della camicia per aver maggiore movimento ma lei voleva stuzzicarlo non cadere ai suoi piedi, così iniziò a sfiorargli con una mano la sua mascolinità e notò subito la reazione di lui e l’altra mano la usò per sfiorare i capelli.
-Da quando sei tu a sedurre me.- disse roco al suo orecchio.
-Ti eccita?- chiese baciandogli l’angolo della bocca.
-Da morire.- lui si fondò sulle sue labbra ed Hermione trattenne a stento un sorriso, di soddisfazione, e si immerse anche lei in lui, perdendo la concezione del tempo attorno a lei.

  

Spoiler:

-Ginny?-
Aprì la porta di casa e la trovò stranamente silenziosa [...]

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Capitolo 34
*** Non era un sogno ***


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Ragazziiiii!!
Sono veramente di fretta perchè devo uscire ma ci tenevo 
lo stesso ad aggiornare, scuatemi se stavolta non 
mi dilungo nella mia solita introduzione
ma il mio ragazzo, mi sta urlando contro perchè siamo in ritardo XD
Vi adoro, e sappiate che questo capitolo vi lascerà un pò perplessi, ma il
prossimo farà il botto :)))

 
Non era un sogno
 
 
Hermione quella mattina si svegliò all’alba, con ancora il torace di Draco a farle da cuscino e il suo braccio da coperta, ma gli incubi l’avevano svegliata ancora troppo presto da quello che era stato un sonno mezzo decente.
Indossò la vestaglia e andò a controllare Elis, aprì piano la porta della sua stanza, illuminata da una fievole luce del primo mattino, la sua bambina era ancora nella culla, gli occhi chiusi e i riccioli sparsi sul piccolo materasso.
Era bellissima, ed era la sua.
-Mamma?- chiese una vocina.
-Dormi piccola, è ancora molto presto.-
Le scostò un ricciolo dalla fronte e le diede un bacio.
-No.- disse aprendo i suoi occhietti grigi e guardandola, dolcemente.
Hermione non resistette e prese in braccio la figlia, stringendola a se e con lei scese in cucina per fare colazione.
Preparò il latte e mise anche dei biscotti e poi si preparò il caffè, con l’aiuto della magia poiché non aveva avuto intenzione di svegliare gli elfi.
Nella loro quiete non si resero conto che il sole era avanzato alto nel cielo e che gli altri membri della famiglia si stavano svegliando.
-Eccoti, Elis.- disse Draco per prendere la piccola, -Mattutina come la mamma?-
-Sì.- disse addentando un altro biscotto.
Le diede un bacio in guancia e poi andò da Hermione, baciandola in bocca, sfiorandole quasi.
-Dovresti smetterla di uscire sempre dal mio letto, potrei offendermi seriamente un giorno.-
-Scemo.- disse spingendolo piano e lui senza dire altro mise Elis sopra le sue spalle e la portò in giro per la casa.
La risata della figlia le riempì il cuore e chiuse gli occhi, non voleva che lei la vedesse in quelle pessime condizioni. Non voleva che sua figlia vedesse il suo dolore.
-Tutto bene?-
-Signora Malfoy? Tutto bene, grazie.-
-Ti ho detto Hermione di chiamarmi Narcissa, basta con queste formalità.-
-Hai ragione.- sorrise, le piaceva la famiglia Malfoy nonostante tutto.
-Draco?- la voce di Lucius ruppe la quiete familiare e il figlio riapparì in cucina con una Elis abbastanza seria.
-Dovevamo andare al Ministero, ricordi?-
-Certo, non pensavo così presto.-
-Prima andiamo prima faremo. Signore.- disse rivolto a loro e poi sparì dalla loro vista.
-Vai dalla mamma Elis, papà torna presto.-
Hermione seppe che la frase era rivolta anche a lei e sorrise, lasciandolo andare senza dire altro, non ricordandogli che a  cena sarebbero stati da Harry.
-Hermione cosa farai oggi?-
-Volevo approfittarne per passare a prendere una cosa a casa.-
“Veramente vuoi scappare, ma saresti troppo crudele a dirlo.”
-Vuoi che ti tenga Elis?-
-No grazie, vorrei farla venire con me.- disse rivolgendosi alla piccola, -Per te va bene?-
-Siii.- disse sorridendo e facendole notare i suoi piccoli denti.
-Aggiudicato.-
 
 
Hermione perse un po’ di tempo per sistemare se e Elis e non si rese conto dell’ora che si era fatta e solo il suono di una Materializzazione la riportò sul presente e trovò Ginny a pochi passi da lei.
-Ehi che succede?-
-Volevo parlare con te Herm, come stai?-
-Bene Gin, devo uscire però. Non è un buon momento.-
-Ti accompagno?-
Hermione rimase un attimo in silenzio, una parte di lei avrebbe voluto dire di noi poiché era gelosa, dannatamente gelosa che lei si stesse per sposare mentre ancora Draco non aveva minimante pensato a quella parte della loro vita ma poi la parte razionale ebbe il sopravvento.
-Certo, andiamo!-
Prese Elis in braccio e diede la mano a Ginny cosa da Smaterializzarsi a casa sua.
-Casa?- chiese Ginny sorpresa ed Hermione annuì, sollevata di poter stare un po’ lontana dal Manor, in pace, senza pressioni.
-Herm… Devi dirmi qualcosa?-
Si voltò verso la sua amica e posò Elis a terra che corse a prendere dei giocatoli che erano rimasti in salotto, perché tutti le dicevano quella frase (?), perché non la lasciavano stare?
-Non succede niente.-
-Ieri Fred mi è sembrato preoccupato quando ti ha visto, non è che tu e lui…?-
-Io e Fred? No, gli voglio bene e mi è stato molto vicino ma io amo Draco.- disse guardandola in faccia.
Era la verità, anche se passava del tempo con Fred lo faceva perché lui era l’unico che sapeva del suo problema, l’unico che non la giudicava per le sue scelte e che le stava vicino, incondizionatamente.
“Potevi dare anche questa opportunità a Draco, ma penso che sarebbe finita peggio.”
Già.
-Ah okay, non per qualcosa ma so che lui tiene a te, molto e quindi… Insomma!- disse cercando di nascondere l’imbarazzo.
-Fred troverà qualcuna, Ginny, ma non sarò io.-
-Ho paura che lui però sia innamorato di te Herm, ho paura che si faccia male.-
-Io… Okay, hai ragione.- disse cercando di non sembrare troppo arrabbiata con la sua amica, poiché lei sola sapeva che Fred non l’amava ma che le volava bene, lei sapeva che Fred le stava accanto solo per un motivo ma gli altri non potevano sapere e lei avrebbe dovuto smontare quelle chiacchiere, o sarebbe stato ancora peggio.
-Mi comporterò diversamente e vedrai che è stata solo una tua impressione.-
-Herm…-
-Tranquilla Gin, allora emozionata?- indicò con la testa l’anello, lo fece perché era l’unico argomento che le era balenato in testa.
-Oh dio si! Credevo che non me lo avrebbe mai chiesto o che insomma avremmo avuto figli e non mi avrebbe mai sposato, conviviamo già e qualche pensiero me lo ero già fatto, però… Cos’hai?-
Hermione distolse gli occhi dallo scaffale della libreria e dovette farsi violenza mentale per non scoppiare a piangere, poiché la sua amica involontariamente aveva descritto la sua situazione.
Lei conviveva con Draco, avevano già una figlia ma lui non le aveva fatto alcuna proposta, ansi forse non l’avrebbe mai fatta.
-Hermione scusami io non me ne sono resa conto, oggi sembro in un mondo tutto mio e non mi rendo conto che sbaglio e parlo troppo.-
-Sei felice ed è giusto che tu lo sia, Harry è fortunato ad averti.-
-Anche Draco.- s’arrischiò a dire.
-Certo anche lui, ma lui non è Harry.-
-No, lo so.-
-So… Solo… Lo chiederà anche a me? Secondo te mi chiederà mai di sposarlo? Sai io ci ho sempre pensato in questi anni, era un bel pensiero sapere che lui sarebbe stata solo mio.-
-Hermione devi dargli tempo ma sono convinta che lo farà, lui ci tiene a te e lo sai.-
-Sì lo so, me lo dimostra ogni giorno. Lui è un papà presente, ama Elis più della sua vita e lo ha detto anche a me, ha detto di amarmi però mi sembra che su certe cose non abbia idea ancora di cosa voglia.-
-Oh amica mia.-
Ginny la strinse in un abbraccio amorevole ed Hermione allontanò tutta la rabbia che aveva provato, non avrebbe mai potuto odiare Gin o essere gelosa di lei. Era la sua migliore amica e ci sarebbe sempre stata, nel bene e nel male.
-Cos’è?- chiese indiando la finestra.
-Un Patronus, è dell’ospedale. Devo andare, Elis…-
-La tengo io, ti aspettiamo qua, okay?- disse sorridendole.
-Ma avrai mille cose da fare e io non voglio trattenerti.-
-Non esiste, non passo un po’ di tempo con lei da quando suo padre l’ha reclamata solo per se, perciò vai a lavorare Herm.-
-Grazie.-
Salutò la sua bambina e si Smaterializzò anche se un brivido le percorse la schiena e venne catturata da una brutta sensazione di disagio. Come se la sua vita fosse in pericolo.
 
***
 
-Hermione grazie per essere venuta, il tuo aiuto è stato di vitale importanza.-
-Ma si figuri Medigamo Delton, ho fatto solo il mio lavoro.- rispose sorridendo.
-Molto di più!- esordì lasciandola sola.
-Kat!- urlò Hermione raggiungendo una ragazza un po’ più bassa di lei e dai capelli neri, come la pece.
-Ciao Herm, cosa succede?-
Basta con questa domanda!
-Niente, ho solo bisogno di chiederti una cortesia.-
-Quale?-
-Mi faresti l’incantesimo per il test di gravidanza?-
***
 
Hermione si Materializzò a casa dei suoi quando il sole aveva già lasciato lo spazio alle ombre, si era fatto maledettamente tardi e non voleva far pesare a Ginny le cure di Elis più di tanto, ma senza volerlo strinse nelle mani la pergamena che aveva portato in ospedale.
-Ginny?-
Aprì la porta di casa e la trovò stranamente silenziosa, prese la bacchetta e sentì il suo cuore iniziare a battere forte: qualcosa non andava.
Avanzò facendo attenzione ai suoi movimenti, poiché tutti i suoi nervi le stavano urlando di non farsi scoprire, di nascondersi, ma ricordando tutte le sue avventure scacciò le preoccupazioni e cercò dentro di se la tempra morale, che Silente aveva sempre adorato e trovò in cucina il corpo di Ginny disteso a terra privo di sensi.
-Ginny, rispondi.-
Era stata schiantata ma uno strano rumore la distrasse e senza toglierle l’incantesimo salì al piano di sopra.
-Elis!- urlò con tutte le sue forze, -ELIS!-
Aprì di corsa la porta della stanza della piccola e ciò che vide la lasciò senza parole e qualcosa dentro di lei si ruppe.
Sua figlia stava seduta nella culla, piangente, con una bacchetta puntata alla gola che apparteneva all’Auror che lei aveva ucciso.
-Mamma.- sussurrò, continuando a piangere.
-Sono qua Elis, stai tranquilla, la mamma risolve tutto adesso. Lasciala.- disse puntando la bacchetta contro il cadavere dell’uomo.
Lui non rispose ma continuò a guardarla come aveva fatto nell’ultimo mese, come aveva fatto negli ultimi anni.
-Lascia stare mia figlia!- anche lei pianse senza volerlo, era colpa sua, era tutta colpa sua, aveva messo a rischio la vita di Elis senza rendersene conto e ne stava pagando le conseguenze.
Fece cadere la bacchetta e anche la pergamene e alzò le mani al cielo, in segno di resa.
-Vuoi me, lo so, lo so che vuoi me, ma ti prego lasciala andare, lei non ha fatto niente. Vuoi me, lo so.-
Hermione lo supplicò, non lo aveva mai fatto in vita sua, neanche con Voldemort in persona ma fino a quando a rischiare era la sua vita poteva anche accettarlo ma non avrebbe mai rischiato la vita di Elis, mai.
-Mamma no.- disse allungando il piccolo braccio verso di lei.
-Elis, dillo a papà. Penserà lui a tutto.-
Sentì il suo cuore battere troppo forte, tutti i suoi presentimenti si erano avverati, tutte le sue preoccupazioni erano sempre state vere.
L’umo ghignò e si avvicinò a lei, per afferrarle saldamente al polso.
-Ti voglio bene Elis, Ginny arriverà presto, non piangere Elis.
-Mamma.-
Uno strano grugnito uscì dall’Auror e senza che se lo aspettasse venne portata via da una Smaterializzazione.
 
***
 
-Cosa è successo?-
-Ginny, stai bene?-
Alzò lo sguardo e vide Harry a pochi passi da lei, gli occhi leggermente preoccupati e si alzò da terra, sorpresa di trovare l’oscurità e non il sole.
-Dov’è Hermione?-
-Lei… È dovuta andare al San Mungo, io stavo tenendo Elis e poi… ELIS!- corse al piano di sopra dove trovò Draco a stringere tra le braccia la piccola che non aveva smesso di piangere.
-Dov’è Hermione?- chiese il biondino, con gli occhi di fuoco.
-Siamo state attaccate.- sussurrò la rossa.
-Cosa?-
-Da un uomo… No, non era un uomo, era un…-
-Cadavere?- chiese Fred entrando con George e Ron.
-Sì e tu come lo sai?- chiese la sorella, sorpresa raccogliendo la bacchetta della ragazza.
-Lo sogna da quando è andata a vivere al Manor, è il cadavere dell’Auror che ha ucciso.-
-Che cazzo significa Weasley?!-
-Significa che la tua ragazza è preda di una Maledizione e che alla fine non era solo un sogno, qualcuno avrà usato l’incantesimo Inferius per riportare il cadavere.-
-Ma chi?- urlò Draco e ciò fece aumentare il pianto di Elis.
-Non lo so, non ne avevamo idea.- rispose scoraggiato Fred, prendendo la pergamene che era a terra.
-Perché io non ne sapevo niente?- lo aggredì ancora, non riuscendo a trovare una soluzione a quell’enigma.
-La colpa era della tua casa, è ricoperta di Magia Nera se così vogliamo dire e la Maledizione si imprime su coloro i quali hanno vissuto  esperienze negative là dentro, su coloro che hanno sofferto.-
-Io…- Draco strinse Elis a se, ma non trovò le forze per rassicurarla.
-La mamma ha detto che avresti risolto tutto tu.- sussurrò all’orecchio del padre.
-La troverò, tranquilla.-
-Malfoy?-
-Cosa vuoi ora Weasley? C’è qualche altro segreto di cui dovrei essere messo al corrente? Qualche altra cosa che tu e la Granger mi avete taciuto?-
-Malfoy, Hermione è incinta.- disse porgendogli la pergamena, leggermente stropicciata.
-No… Non è possibile.- lesse la pergamena, due volte, tre volte, dieci volte ed era l’esito che un Medimago aveva scritto inerente a un test di gravidanza, eseguito al San Mungo poche ore fa.
-Dio mio.- sussurrò.
-Dobbiamo trovarla, prima che qualcuno le faccia del male. Dobbiamo salvare Hermione.-
 

Spoiler:

“Si comporta da eroina, lei è comunque un’eroina del Mondo Magico.”
Ma è anche Hermione.
“Non è mai stata solo Hermione.”

 

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Capitolo 35
*** Spezzata ***


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Buonasera a tutti, stavolta mi prendo tutto il tempo per introdurre questo capitolo.
Sappiate intanto che questa storia mi ha dato molte soddisfazioni, 
ma il merito è solo vostro, pericò questo capitolo, lo deidico a voi che non
mi avete mai lasciata, nonostante il numero elevato dei capitoli, siamo N 35!! *_*
Periciò sappiate che, escluso questo, mancano quattro capitoli alla fine della storia...
Non so bene quale sia il motivo che oggi mi ha spinto a scrivere l'epilogo, ma 
so che una parte di me non avebbe voluto farlo, avrebbe voluto parlare ancora di loro per 
tanti e forse troppi capitoli, mentre un'altra parte si è sentita appagata.
Come se fosse la cos giusta, però ora mi sono dilungata troppo...
Vi lascio e un bacio a tutti/e voi <3



 
Spezzata
 
 
 
-La prego potrebbe essere più chiara.-
-Signor Malfoy, era uno studente così brillante, com’è che adesso non riesce a comprendere?-
-Non lo voglio fare, non voglio capire.- rispose schietto.
-La signorina Granger le ha taciuto la verità, ha sbagliato, ma deve anche mettersi nei suoi panni.-
-Non ci riesco!- urlò amareggiato, -Io… Lei mi ha mentito, sa cosa voglia dire?-
-Malfoy… Hermione aveva paura che tutto tra voi potesse finire se solo ti avesse detto cosa le stava succedendo.-
-E scommetto che tu sei stato il primo a dirle di mentirmi.-
-Veramente, sono stato il primo a dirle che era arrivato il momento di dire la verità e non solo a te, ma a tutti.
Hermione stava combattendo una guerra interiore più grande di Voldemort, viveva con la sensazione che quell’uomo la seguisse, che potesse farle del male.-
-Ci è riuscito.- disse Harry.
-Sì, ma perché qualcuno ha usato la Magia Nera, e a questo punto mi duole dirlo ma non è stata solo la tua casa.-
-Che intendi?- Draco si fece leggermente più attento.
-Intendo dire che è vero: la tua casa trasuda di Magia Nera ma è anche vero che qualcuno le ha dato una scossa.-
-Fred ma non è che hai bevuto troppe Burrobirre?- chiese ansioso George.
-No, ci stavo riflettendo dopo che Hermione è svenuta a casa tua.
Penso che la Magia Nera ci sia sempre stata ma perché ha mostrato questo suo lato solo ora? Noi abbiamo vissuto là per un mese e niente di tutto questo si è mai verificato.-
-Pensi che ci sia un Mago Oscuro dietro alla scomparsa di Hermione?-
-Ne sono sicuro Harry, qualcuno voleva che la Magia Nera si mostrasse, qualcuno voleva far spezzare Hermione, farla diventare pazza, qualcuno voleva resuscitare quel morto, l’unico morto che avrebbe potuto farla cedere, qualcuno voleva Hermione.-
-Il suo piano non è del tutto sbagliato, Signor Weasley.-
-Lo prenderò come un complimento detto da lei, Preside.-
-Si okay siamo arrivati a una conclusione accettabile, ma perché non mi ha detto niente?!-
-Cosa avrebbe dovuto dirti?! Malfoy perché non ragioni?!
Lei ti ama e dover ammettere a te, che la colpa del suo male era il luogo dove vivevate e l’aver ucciso un uomo per salvarti la vita, l’avrebbe uccisa. Non ti ha detto niente perché credeva di poter risolvere la questione, credeva che fossero solo delle allucinazioni e che si sarebbe ripresa.-
-Ma adesso me l’hanno portata via.-
Draco guardò verso la finestra, allontanando la mente da quel discorso e da tutti i presenti. Era la seconda volta, nella loro relazione, che Hermione gli taceva qualcosa di veramente importante, la prima volta gli aveva nascosto per mesi la sua missione e adesso invece gli aveva nascosto la sua “pazzia”.
Sarebbero mai stati una coppia normale di maghi? Forse no.
Strinse la pergamena non potendo credere, ancora, a quelle parole. Lei era incinta, aspettava un altro bambino, un altro Malfoy ma quel pensiero non lo fece sorridere.
Se lo avesse saputo al tempo di Elis la sua vita ad Azkaban sarebbe stata migliore, ma adesso che l’avevano rapita quel bambino era in pericolo quanto o forse più di lei, li avrebbe salvati entrambi.
E si rese conto che la rabbia verso di lei era scemata, non l’avrebbe mai odiata, le avrebbe fatto lo stesso una sfuriata non appena l’avesse stretta tra le sue braccia ma non le avrebbe più permesso di comportarsi in quel modo.
“Si comporta da eroina, lei è comunque un’eroina del Mondo Magico.”
Ma è anche Hermione.
“Non è mai stata solo Hermione.”
 
Ripensò alle lettere che aveva trovato a casa sua quel giorno di un paio di mesi fa, e ricordò le esatte parole che lei aveva scritto: “Mi sarebbe piaciuto fare l’Auror.”
Era per questo, pensò Draco, che non le aveva neanche detto di tutti i suoi problemi, era per questo che lei si era fatta carico di un peso troppo grosso per le sue esili spalle, poiché lei non avrebbe mai permesso alla sua gelosia, all’invidia di avere la meglio anche nella vita quotidiana lei si era sacrificata per il suo amore.
-Come la troviamo?-
Si voltò di scatto, gli occhi serrati e la mascella contratta, non sarebbe rimasto fermo ad aspettare.
-Bella domanda.- disse Ginny, sconsolata, -Abbiamo solo la sua bacchetta e non sappiamo neanche chi sia il Mago che abbia evocato l’Inferius.-
-Non c’è modo di trovare un indizio?- chiese rivolgendosi alla McGranitt.
-Fate provare me e Ron, stiamo studiando per diventare Auror, qualcosa ci verrà in mente.-
-Bene Potter hai un giorno, domani sera voglio delle risposte o…-
-Cosa?-
-Inizierò a setacciare tutta l’Inghilterra pur di trovarla.-
 
***
 
Le doleva tantissimo la testa, e toccandosela con mani tremanti sentì del sangue su di essa. Allontanò di colpo la mano e toccò il freddo pavimento.
Era buio e i suoi occhi non riuscivano neanche ad adattarsi, si era svegliata in un mondo in cui le avevano portato via la luce.
Fece pressione con entrambe le mani sul pavimento e si alzò, inizialmente tentennò un poco, come se si fosse scordata come si facesse a camminare ma poi avanzò, con le mani protese in avanti per testare l’oscurità.
Trovo presto delle sbarre, lisce e fredde, le toccò e si rese conto di essere rinchiusa in una cella, vagò ancora per il piccolo ambiente finché non trovo la parete e una misera brandina a terra, cercò di sedersi ma proprio in quel momento sentì dei passi, in lontananza.
Si toccò le tasche in cerca della bacchetta ma non la trovò, ricordandosi solo in quel momento che l’aveva fatta cadere a terra a casa sua, per salvare Elis.
ELIS!
Quel pensiero le stroncò il respirò e cercò nella sua mente i ricordi delle ultime ore, sforzandosi di ricordare se la figlia stesse bene o se il cadavere le avesse fatto qualcosa.
Ma venne interrotta da un ghigno.
-Lumos.-
Una luce fioca illuminò il sudicio ambiente ed Hermione si guardò attorno per memorizzare tutti i dettagli di quel momento, le sarebbero serviti per sopravvivere.
-Ma guarda qua, è da un po’ di tempo che non ci si vede.-
-Chi sei?-
Hermione cercò di guardare la figura che si nascondeva dietro la luce ma senza molti risultati, l’ambiente era ancora troppo buio per permetterle di vedere.
-Ma come, non mi riconosci traditrice?-
Quella parola le balenò in mente e si sforzò più del necessario per ricordare, l’aveva già sentita, in un’occasione diversa, durante la battaglia finale, quando Greyback era venuto a ucciderla.
-Tu.- disse semplicemente, avanzando vicino alle sbarre.
-Io.- disse lui, facendo la stessa cosa.
Fenrir Greyback era in pratica irriconoscibili, una lunga cicatrice gli attraversava la faccia in diagonale e i suoi occhi erano come iniettati di fuoco, come se avesse assorbito troppa Magia.
-Non ti aspettavi me, vero? Ma ho dovuto essere paziente.-
-Cosa vuoi?- chiese dura, adesso che sapeva chi era il suo avversario, non si sarebbe lasciata sopraffare.
-Cosa voglio, ma è molto semplice: vendetta.-
-Non capisco.-
-Non eri tu la ragazza più brillante della scuola? Tu che hai preso degli ottimi M.A.G.O? Tu che lavori al San Mungo?-
-Come fai a sapere queste cose?- chiese, presa in contropiede.
-Ti ho osservato, ti ho osservata per anni, nascosto nell’ombra in attesa di diventare più forte, in attesa di poter mettere in pratica il mio piano. Hermione io voglio ucciderti.- disse quasi sospirando.
Lei ebbe la sensazione di trovarsi davanti a un surrogato di Bellatrix Lestrange e questo le fece accapponare la pelle e un piccolo brivido le percorse il corpo.
-Mi troveranno e sarai tu a morire.-
-Sciocca ragazza, prima che quel Malfoy ti trovi sarai già carne morta. Ti ucciderò lentamente, così da farti ricordare tutto il dolore.-
-Ma cosa vuoi?! Cosa ti ho fatto io!- urlò in preda al panico.
-Semplice, ti ricordi che mi avevi “preso” durante la battaglia? Stavo per essere portato ad Azkaban, per sempre, nessun processo, nessuna possibilità di libertà, mi aspettava il Bacio se non avessi fatto qualcosa… Ma io qualcosa l’ho fatta, sono scappato, fuggito.
Mi sono nascosto nei posti più impensabili e nel frattempo progettavo vendetta contro di te, tu non eri morta, tu mi avevi condannato e io dovevo ucciderti. Ma ci sono voluti anni per imparare quel tipo di Magia che riporta in vita i morti, non è stato facile, ci sono voluti anni per Maledire il Manor di quei pezzenti e poi… Ho dovuto solo aspettare.-
-T…u.-
-Sì, ho fatto tutto io. E adesso tocca a te morire.-
Hermione arretrò e cadde a terra, terrorizzava. Quell’uomo aveva previsto ogni sua mossa, aveva osservato la sua vita probabilmente spiandola da casa senza che lei se ne potesse accorgere, aveva creduto di poter vivere normalmente, ma non aveva mai fatto un pensiero così sbagliato.
Niente nella sua vita era normale.
-Adesso, voglio godermi questo momento. Torturala.- disse rivolgendosi all’oscurità.
In quel momento il cadavere, l’Auror, che lei aveva ucciso avanzò verso la cella e lei si strinse in un angolo.
Non posso scappare.
-Pensa che alla fine hai fatto tutto tu, se non avessi ucciso questo pover uomo, non avrei mai trovato un modo per arrivare a te, dovrei mandare un cesto di frutta a Draco Malfoy, per il favore.-
Sghignazzò e accese con la sua bacchetta una lampada a olio, lasciandola sola con quell’uomo, Hermione voltò lo sguardo e lo vide prendere qualcosa di pesante da terra, una catena.
Chiuse gli occhi l’attimo prima che l’uomo la trascinasse fuori dalla cella per essere fustigata, come un animale.
 
***
 
Draco non aveva chiuso occhio per tutta la sera e per il giorno seguente, neanche la presenza di sua figlia lo aveva aiutato a stare meglio.
Guardò Elis dormire nel lettino di casa di Hermione e lui uscì dalla stanza, riprendendo a girare per casa come un disperato.
Erano andati via tutti, chi per trovare indizi, chi per informarsi su qualcosa o qualcuno.
A lui era stato dato il compito di aspettare là dentro, nel caso cui fosse arrivato qualche gufo o qualche altra cosa.
Ma non aveva visto nessun per tutta la giornata e a breve sarebbero rientrati Potter e Weasley, per portargli qualche notizia e per la prima volta sperò fortemente in un miracolo, non avendo la minima idea di che fine avesse fatto Hermione.
Un leggero suonare alla porta lo distrasse dalla sua riflessione e per un momento pensò che potesse essere lei, che avesse trovato il modo di scappare e di tornare da lui, ma non nascose la delusione quando trovò Harry e Ron alla porta.
Gli sguardi leggermente vaghi e occhi stanchi.
-Venite.- disse andando direttamente in salotto, -Novità?-
-Aspettiamo che arrivino gli altri.- disse Harry, senza guardarlo in faccia.
 
E Draco dovette aspettare un’altra mezz’ora prima che tutta la famiglia Weasley, la McGranitt, Kingsley e altri membri del Ministero arrivassero a casa.
-Sappiate intanto che io e Ron abbiamo inserito Hermione nel registro delle persone scomparse al Ministero, così chiunque creda di vederla ci avvertirà immediatamente.
Secondo, siamo andati a casa tua Malfoy e abbiamo chiesto a Lucius di mostrarci se, effettivamente, il corpo del l’Auror fosse ancora sepolto a casa vostra o nelle vicinanze, dopo un po’ di resistenza, ci ha mostrato dove fosse e abbiamo verificato.- disse spolverandosi la terra dalla giacca, -Che non è sottoterra, perciò si Ginny quello che vi ha attaccate è un vero cadavere.-
-Ma non è tutto.- disse Ron, continuando il discorso, -Abbiamo chiesto l’accesso sempre alla tua biblioteca e abbiamo trovato qualche libro che ci aiutasse a individuare la Magia Nera, non vi nego che…-
-Abbiamo trovato tracce di Magia.- disse Harry, scuotendo il capo, -La casa ne è piena, e neanche tuo padre si è spiegato come avesse fatto a non accorgersene, così abbiamo pensato che il Mago deve aver applicato anche un incantesimo di disillusione, per non farla rintracciare e qua viene la parte difficile.
Nonostante la scoperta delle tracce di Magia Nera questa non c’ha aiutato a scoprire chi ne fosse l’artefice, anche perché il Manor ne era stato pieno per un periodo di tempo lungo, abbiamo perciò ricontrollato la zona del morto, sperando di poter trovare un indizio che ci desse una mano, ma niente.-
-Mi state dicendo che non avete trovato niente?-
-Esatto, Malfoy. Chi ha preso Hermione sapeva il fatto suo e non ti posso negare che penso che sia uno dei Mangiamorte di Voldemort.-
-Sono tutti morti o chiusi ad Azkaban.-
-Sicuro?-
-Bellatrix è stata uccisa e suo marito è rimasto chiuso là dentro, i miei genitori… Sono stati scagionati, poi vi erano i genitori di Tiger e Goyle, accusati e devono finire di scontare gli anni ad Azkaban.-
-I Nott? E Zabini?-
-Mai schierati, c’erano molte persone al Manor di quei tempi ma pochi avevano il Marchio, c’eravamo anch’io e Hermione, ma non penso che questo sia irrilevante.-
-Chi altro? Non era così piccoli l’esercito di Voldemort!- sbottò Harry.
-No, ma non tutti per lui avevano la stessa importanza. Alcuni hanno combattuto per il suo nome non sapendo neanche che aspetto avesse.-
-Bisogna andare ad Azkaban per vedere se sono tutti presenti, ho come la sensazione che ci stiamo dimenticando di qualcuno.-
-Chi?- chiese Draco esasperato.
-Non lo so, qualcuno che ha saputo giocare bene le sue carte e forse non è mai finito ad Azkaban.-
-Ma come la troviamo Hermione?- chiese Ginny, alzandosi in piedi come una furia.
-Ci serve un incantesimo di Localizzazione, potente.-
-Albus.- disse la McGranitt, -Lui ne conosceva uno.-
-Lo chieda per noi.- disse Harry sorridendo al ricordo del vecchio preside.
-E cosa facciamo noi stasera?-
-Niente Malfoy, preghiamo.- disse Fred, rabbuiandosi e lo stesso fece Draco, non trovando niente da ribattere al rosso.
 
***
 
L’aveva lasciata andare dopo un tempo che le era parso troppo lungo, come se fossero passati anni e non forse solo qualche ora.
Hermione strinse i pugni, era sdraiata a pancia in giù sulla brandina fredda e sporca della cella, la schiena le faceva male, troppo anche solo per cambiare posizioni, la sentiva in fiamme cose se avesse un Ardemonio.
Chiuse gli occhi e provò a trattenere le lacrime ma dopo poco esse uscirono senza poterlo evitare, aveva paura. Paura di morire, di non poter dire addio ai suoi amici, a Draco e a sua figlia, aveva paura per quel bambino che portava in grembo.
Paura che se Greyback se ne fosse accorto lo avrebbe ucciso senza pietà e lei non aveva idea di come fare per nasconderlo, anche perché se oggi si erano divertiti con le frustate presto sarebbero arrivati alle Maledizioni senza Perdono e neanche tutte le preghiere di questo mondo, le avrebbero potuto evitare quel momento.
Così prima di cadere in un sonno tormentato dal dolore e dalla paura sentì dentro di se che tutto quello che aveva passato dal processo al Wizengamot era stato governato da un uomo, il cui terrore avrebbe potuto fare invidia al mondo e solo in quel momento ricordò tutte le volte che aveva sentito il suo cuore andare a pezzi e mai si era sentita così male come in quel momento, mai si era sentita così spezzata, neanche le torture di Bellatrix l’avevano fatta sentire in quel modo.


Spoiler:

-Perché non hai provato a lottare per lei?-
-Perché quando lei guardava Elis era come se guardasse Draco e non avrei mai potuto vincere contro quel tipo di amore.-

 

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Capitolo 36
*** Non volendo dire addio ***


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Ed eccomi qua, oggi sono decisamente in anticipo... Ma la verità è che voglio
vedere il team di J-Ax a The Voice perchè a breve canterà la suora :D
Ahahaha, oggi mi basta poco per essere allegra!
Comunque quello che oggi vi pubblico penso che sia il capitoo più pesante, emotivamente, della 
storia quindi non voletemi male ma non so se piacerà a tutti...
Quindi mi scuso fin da ora per coloro i quali non saranno d'accordo con me, ma vi giuro
che sarete lo stesso felici.
Siamo a meno tre, ormai manca davvero poco!!
Comunque volevo anche dirvi che sto riprendendo la correzzione di un'altra mia storia
"But... Where is the love?" e penso che pubblicherò presto un'altra Dramione, 
spero di ritrovarvi in molti !
Grazue :)

 
Non volendo dire addio
 
 
 
Quella sera Draco aveva dormito abbracciato ad Elis, trovando in quel gesto le forze per non crollare e per la prima volta si era reso conto di cosa avesse provato Hermione negli anni passati.
Si rese conto che la distanza tra lo spezzarsi e il rimanere intero era davvero breve, forse meno di un passo, meno di una falcata ma lui quella sera non avrebbe ceduto.
No, lo avrebbe fatto per lei, per tutte le volte che lei aveva ricomposto se stessa e il suo cuore per lui, aspettando il giorno in cui sarebbe tornato.
E lui avrebbe fatto lo stesso, avrebbe aspetto pazientemente che i membri dell’ex Ordine della Fenice venissero a casa sua per dargli un resoconto completo della situazione, per poi passare definitivamente al piano d’attacco.
“Solo se scoprite chi è il colpevole.”
Ci riusciremo.
Ma un suono lontano, proveniente da fuori la casa lo svegliò alle prime luci del mattino, così prendendo la bacchetta scese il piano per dirigersi vero l’ingresso e ripensò quando lui si era intrufolato a casa di Hermione, quella volta che era uscito da Azkaban, gli sembrò che fosse passata una vita ma in realtà era stato solo qualche mese fa.
Aprì la porta, senza un perché, e si trovò davanti Blaise, gli sorrise, e lo abbracciò.
Per la prima volta Draco si lasciò sfuggire un singhiozzo, uno solo, come prova dei suoi sentimenti, per dimostrare al mondo che anche lui aveva un cuore e che quel cuore era nelle mani di lei, e lo sarebbe sempre stato.
I due ragazzi entrarono in casa in silenzio, Blaise preparò il tè senza che Draco lo chiedesse e si sedettero nel tavolo della cucina, osservando l’orologio, il cui suono rimbombava ogni ora.
-Elis fra quanto si sveglierà?-
-Manca ancora un po’.-
-Ha chiesto di lei?-
-Sì, ieri sera.-
-Che lei hai detto?-
-Non le ho potuto mentire, nonostante tutto lei ha visto l’uomo che l’ha rapita… Le ho detto che la stiamo cercando e tornerà presto a casa.-
-Ti manca? Hermione ti manca?-
Draco rimase in silenzio per un po’ osservando il suo amico e per la prima volta decise di essere sincero, decise di parlare col cuore, sapendo che non se ne sarebbe pentito.
-Sì, ho paura di non trovarla.-
-Malfoy l’amore ti ha reso coraggioso.-
-E molto imprudente anche.-
-Hai un piano di riserva?-
-Ancora no.- sorseggiò un po’ di tè, -Ma non mi metterò il cuore in pace finché non tornerà, e stai tranquillo Blaise che io la troverò, la troverò sempre.-
 
***
 
-Fred perché non mi hai detto cosa succedeva a Hermione?-
-Era un nostro segreto, Ginny.- rispose il fratello, mentre camminavano per la strada diretti a casa di Hermione.
Per la prima volta avevano deciso di non usare la magia ma di assaporare quel diverso modo di vivere, più indietro George faceva compagnia a Charlie che era tornato la sera prima, troppo tardi per partecipare alla riunione.
-Sai credevo che tra te e lei ci fosse qualcosa.- ammise la piccola.
-Hermione è una ragazza speciale, ed è un’ottima amica.-
-Ma ti sarebbe piaciuta, lo stesso, averla come fidanzata, no?-
-Una volta l’ho pensato.-
-Quando hai detto a Malfoy che la figlia era sua e non tua?-
-Sì.-
-Perché?-
-Perché quei due anni a stretto contatto con Hermione mi hanno dato una prospettiva diversa della solita secchiona, ma lei ha scelto lui, anzi non hai mai dovuto scegliere.-
-Perché non hai provato a lottare per lei?-
-Perché quando lei guardava Elis era come se guardasse Draco e non avrei mai potuto vincere contro quel tipo di amore.-
-Pensi che dureranno?-
-Penso che prima dovremo assicurarci di trovare Hermione.-
-Lo so, e per la cronaca la ragazza giusta per te esiste, ti sta solo cercando.-
-Non crederai anche tu alla storia del “trovare” le persone?- chiese scettico.
-Invece sì, io sono convinta che Malfoy troverà Hermione, come la prima volta e questo può dare a te lo stimolo a trovare la persona giusta.-
-Sei tutta scema sorellina.-
-No, sto solo per sposarmi.- disse sorridendo.
Senza che se ne resero conto bussarono alla porta di casa di lei trovando Blaise Zabini ad aprirgli.
-Ciao.- disse secco.
-Il Furetto sta bene?- chiese George entrando.
-Sì, stava pensando  a Elis.-
-La piccola come sta?- chiese Fred.
-Piange, da come mi ha detto lui e sta male, ma come tutti penso.-
-Ciao.- disse il biondino entrando in salotto con Elis in braccio.
-Vieni dalla zia.-
Ginny la prese e sparì per darle modo di sfogarsi e di non sentire la pressione, che a breve avrebbe riempito il salone.
-Novità?-
-Aspettiamo Harry e Ron, ieri nessuno dei due è tornato a casa.- disse Charlie.
-Va bene… Vo… Volete qualcosa?-
-Grazie Malfoy.- sorrisero tutti, impacciati e non preparati per quel tipo di convivenza m il legame che li univa a Hermione, li avrebbe aiutati.
 
***
 
Hermione aveva gli occhi aperti da un tempo che l’era sembrato assurdo, ma le tenebre che le stavano attorno le avevano impedito di sapere se fosse giorno o ancora notte, così era rimasta in attesa, aspettando che qualcosa, qualsiasi cosa accadesse.
La schiena le faceva ancora male, ansi le bruciava tantissimo e avrebbe dato di tutto per poter usare la sua bacchetta cosi da curarsela ma non avrebbe potuto farlo.
Si era solo appoggiata alla parete fredda per trarne un po’ di giovamento ma era dovuta stare poco o avrebbe peggiorato le ferite.
-Siamo già sveglie? Credevo che la tortura ti avrebbe fatta riposare di più.-
Lei si mise in piedi, anche se dovette sorreggersi per non crollare e guardò in faccia Greyback, non aveva paura o meglio aveva cosi tanta paura che era riuscita a nasconderla, anche a se stessa.
-Taciturna? Pensavo che Hogwarts ti avesse insegnato le buone maniere. Sectumsempra.-
Un urlo, anche se trattenuto, le uscì dalla gola e dovette aggrapparsi alle sbarre per non cadere, il suo corpo iniziò a spezzarsi, sentì la carne lacerarsi e non potè fare niente per evitarlo.
Una lacrima le attraversò il viso ma lei la scacciò, prontamente, tornò ad osservare il suo nemico.
-Oggi vogliamo opporre una grande resistenza, ma sarà tutto inutile. Tu morirai Hermione.-
-Fallo!-
-Cosa?-
-Preferisco morire, ora, qua, subito, che sentire ancora le tue parole!- aveva urlato con tutte le se forze, cercando di accontentarlo.
-No, no cara. Morirai quando io sarò stufo di giocare con te ed oggi ho in serbo una bella sorpresa, Auror.- chiamò e come sempre il suo fedele schiavo apparì dall’ombra.
-Oggi niente fustigazioni, oggi useremo la bacchetta… Cruciala, finché non ti dirà basta, solo allora potrai smettere. Penso che sarà una giornata impegnativa, mia cara Grifona.-
Hermione trattenette le lacrime e cercò riparo come la sera prima nell’angolo della cella ma fu proprio lì che la prima di una lunga serie di Maledizioni la colse, impreparata al dolore, non ricordando quanto potesse fare male, urlò.
 
***
 
Harry arrivò al nuovo quartiere generale intorno all’ora di pranzo e assieme a lui arrivarono anche Ron e la McGranitt, trovarono il resto dei vecchi membri dell’Ordine ad attenderli.
-Ciao a tutti.- esordì il ragazzo e dovette stringere i pugni per non mollare tutto e andare da solo a compiere quella missione.
-Cosa ci dici?-
Notò la presenza di Zabini e dei coniugi Malfoy nella stanza, probabilmente avevano saputo della scomparsa e avevano deciso di dare il loro aiuto.
-Preside la prego.-
-Certo signor Potter, inizio col dirvi che porto buone notizie.- tutti rilasciarono il fiato che avevano trattenuto, per un po’ di tempo.
-Ho parlato col ritratto di Albus Silente e nonostante la sua mente come il suo corpo non sia più in questa vita, mi ha saputo indirizzare verso la strada giusta. Ho trovato un suo vecchio libro cui c’era scritto come localizzare le persone.-
-Bene!- esclamò la piccola di casa Weasley.
-Avete la bacchetta?-
-Certo!-
-Ma prima…- Harry interruppe quello sprizzo di felicità e si fece serio.
-Io e Ron siamo stati ad Azkaban e abbiamo chiesto, o meglio ordinato, di guardare i registri e di perquisire le celle. C’è voluta tutta la notte ma alle fine abbiamo trovato la falla nel piano.-
-Cosa intendi?- Lucius si era alzato e si era posizionato accanto al figlio, che non aveva proferito parola.
-Che le carte non sempre dimostrano la realtà dei fatti, poiché per loro un prigioniero risiede dentro il carcere di massima sicurezza, ma in realtà non c’è.-
-Non c’è?- chiese Fred, come se avesse capito male.
-Questo prigioniero non è mai stato portato ad Azkaban e ho tutto il presentimento che sia lui, che tiene Hermione in ostaggio, lui che abbia creato questo piano perfetto.-
-CHI?- chiese Draco.
-Fenrir Greyback.-
 
Il silenzio calò all’interno della stanza e nessuno parlò pe un tempo che parve infinito.
-Tu mi stai dicendo che quel maledetto lupo ha rapito Hermione?-
-Sì, è lui.-
-Come ha potuto, orchestrare un piano così ben elaborato?-
-Signor Malfoy io penso che Greyback abbia sempre avuto questo piano e non penso che sia venuto in mente dall’oggi al domani, penso che ci abbia pensato molto, se non anni.-
-Cosa aspettiamo allora?-
-Dobbiamo rintracciare Hermione.- fece notare a tutti Ron, con cautela.
-Prendo una mappa di Londra.-
-Penso che dovresti prenderla più grande.- suggerì Ginny.
-Che intendi?-
-Dico solo che se fossi in quel lupo e tutta la mia esistenza si fosse focalizza sul rapire una ragazza, non la nasconderei dove tutti la possono trovare.-
-Ginny ha ragione, potrebbero essere anche in Cina per quanto ci riguarda.-
-Faccio io.- George prese la bacchetta e con un semplice tocco fece apparire la cartina con tutti gli stati.
-Bene, adesso la bacchetta.- suggerì la preside.
 
Draco dopo la rivelazione di Potter era rimasto in silenzio, non gli andava di fare scenate davanti a tutti, davanti a sua figlia, ma aveva stretto i pugni e chiuso per un attimo gli occhi e i ricordi della battaglia finale erano tornati alla mente come un tornado.
Ricordò di come Greyback aveva definito Hermione, traditrice, dicendo che sarebbe stato lui a ucciderla e poi lui l’aveva salvata, schiantando il lupo, forse pensò il ragazzo era per questo che voleva vendetta, erano riusciti a imprigionarlo e avrebbe passato tutta la sua vita ad Azkaban se non avesse trovato il modo di scappare.
“Ed alla fine c’è riuscito.”
Lo avrei dovuto immaginare, sono stato uno stupido.
“Nessuno di voi sapeva niente, o poteva immaginare che fosse lui."
-Adesso.- disse la preside avvicinandosi al tavolo con la bacchetta in mano, -Dirò delle parole in latino e lascerò che la bacchetta ci indichi la via, la punta ci indicherà Hermione.-
Prese un grosso respiro e chiuse gli occhi, adagiò la bacchetta sul tavolo e tutti rimasero in attesa.
-Hoc ego, invenire, ubi es?-
Per un po’ di tempo la bacchetta rimase ferma e nessuno osò muoversi per paura di spezzare l’incantesimo, poi come la preside aveva predetto la punta iniziò a muoversi lungo la cartina, lentamente, come se anche per lei fosse difficile trovarne la traccia e in poco tempo si posizionò sul Galles, esattamente nella città di Cardiff.
-Eccola.-
-Andiamo.- disse Draco alzandosi in piedi.
-Aspetta Malfoy, non sappiamo cosa ci attende.-
-Non m’interessa, so dov’è Hermione adesso vado e la riporto a casa.-
-Potrebbe non esserci solo Greyback.- disse Lucius, rivolgendosi al figlio, -Potrebbe aver reclutato altre truppe, non puoi andare lì senza un piano.-
-Tuo padre ha ragione.- disse Ron, -Dobbiamo aspettare stasera.-
-Perché?- chiese alzando il tono di voce.
-Perché arriveranno i rinforzi del Ministero e saremo più preparati.-
Draco si allontanò dal gruppo, strinse forte i pungi fino a farsi male e poi tirò un pugno al muro, il dolore non gli faceva niente, non sentiva niente.
-Avete fino alle nove di questa sera, Potter, dopodiché io vado a Cardiff con o senza esercito, non lascerò Hermione sola!-
Salì al piano di sopra senza salutare gli ospiti e senza Elis, aveva bisogno di stare solo per riflettere, per rendersi conto di cosa dovesse fare.
 
-Quando saremo là, come la troviamo?-
-Possiamo fare un incantesimo di localizzazione, più ristretto.- suggerì Ginny.
-Mi sembra perfetto.-
-Harry, pensi che Hermione…-
-Andrà tutto bene, dobbiamo mantenere i nervi saldi o perderemo.-
-Va bene.- rispose il resto della comitiva.
Ma Harry Potter aveva una paura fottuta, nella sua breve vita aveva affrontato tutti i generi di percoli ma nessun aveva messo così in pericolo la vita delle persone che amava, per quanto ne sapeva lui Hermione poteva anche essere morta, ma decise di scacciare quel pensiero dalla sua testa, e si sedette in attesa di ricevere il Patronus dal Ministero.
 
***
 
Hermione si morse ancora il labbro, aveva resistito, stava ancora resistendo ma dentro di se stava accadendo qualcosa di strano, qualcosa che neanche lei aveva previsto.
Dopo che l’Auror le aveva scagliato contro un’altra Maledizione Cruciatus sentì un dolore, più forte di quando aveva sentito la placenta staccarsi, attraversarla per intero.
Urlò, così forte che l’uomo dovette fermarsi, come se fosse preoccupato.
Hermione iniziò a piangere, senza un reale motivo si toccò il jeans nella sua parte bassa e una strana sensazione la fece sbiancare.
Si avvicinò alla candela più vicina.
No. No. No.
Vide quello che non avrebbe voluto vedere, vide un liquido di colore rosso fuoco sporcarle il pantalone e un altro dolore partì dal basso ventre per attraversarle tutto il corpo.
-No. No. No. No.- iniziò a urlare sempre più forte.
-NO. NO. NO.- lacrime amare le solcarono il viso impedendole di vedere, impedendole di credere che quello fosse veramente accaduto.
-Basta.- sussurrò rivolendosi all’uomo e un tremito di paura ma anche di dolore l’attraversò, aveva perso il suo bambino.
-NO!- urlò ancora più forte, non riuscendo ad accettarlo, non riuscendo a crederci.
-Che succede?- la voce del lupo mannaro infranse il silenzio e lei non alzò la testa per guardarlo, non fece niente se non toccarsi la pancia, come per rassicura quel bambino che non avrebbe mai visto la luce del sole, non sapendo neanche il suo sesso, era ancora all’inizio, troppo piccolo per poterlo sapere e questo le aveva squarciato il petto in due, il suo cuore era andato definitivamente a pezzi e nessuno, neanche Draco lo avrebbe potuto ricomporre.
-Ha detto basta?-
Un grugnito come risposta e una risata attraversò la cella.
-Sapevo che avresti ceduto.-
Ma lei non rispose e continuò a mormorare parole dolci alla sua pancia, toccandosi quel sangue, senza fermare le lacrime.
-Ci vediamo domani Hermione.-
La ragazza strinse i pugni e non si mosse, non avrebbe voluto vedere l’alba del domani ma in quella cella non trovò niente per porre fine alla sua vita.


Spoiler:

Ma proprio in quel momento un urlo infranse il silenzio del  [...]

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Capitolo 37
*** Salvarla ***


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buonasera ragazzi :)
Scusatemi veramente per il ritardo, ma si sa le vecchie avventure sono dure a morire :D
Comunque seriamente, il mio ragazzo ha deciso di portarmi al 
cinema per cui non ho avuto modo di poter postare il capitolo, ma come sempre sono qua,
appena rientrata a casa e il mio pensiero va a voi :)
Mancano solo due capitoli alla fine, non so bene cosa dirvi solo che 
mi si spezza il cuore... Ma non è il momento degli addii...
Oggi sarà un bel capitolo, almeno lo spero ! Ripondo alle recensioni domani mattina, persdonatemi, 
ma non ho le forze!
Buona lettura <3

 
Salvarla
 
 
 
-Grazie di essere arrivati.-
-Signor Potter grazie a lei, credo che sia arrivato il momento.- disse un cadetto Auror, proprio come lui.
-Sì, stanno arrivando gli altri.-
Dalla porta di casa vide uscire Blaise Zabini a fianco Draco e le scope in mano, strette, come se fossero il loro contatto con la realtà.
Fred e George, Ron e Charlie erano già accanto a lui, che parlavano sotto voce.
Il signor Weasley stava informando Lucius Malfoy, ma anche loro avrebbero partecipato, mentre Ginny, la McGranitt e Kingsley sarebbero rimasti con Elis.
-Andiamo.-
Salirono tutti sulle scope, non usarono la Smaterializzazione perché effettivamente non avevano idea di dove dover andare di preciso, così in silenzio partirono verso il Galles.
 
***
 
-Mi dispiace.- furono le prime parole che Hermione pronunciò.
Alzò lo sguardo e trovò quello dell’Auror, a scrutarla, come un animale.
-Mi dispiace di averti ucciso, non volevo farlo ma tu avresti ucciso Draco e io non lo avrei mai accettato.-
Si avvicinò alla cella e gli tese una mano.
-Non so se mi puoi capire, ma perdonami. Io… Ho perso il mio bambino e credo di sapere cosa abbia provato la tua famiglia… Perdonami.- disse asciugandosi le lacrime, -Se non lo avessi fatto tu saresti vivo e non qui a torturami, solo ora mi rendo conto che il mio gesto è stato stupido, potevo schiantarti ma non l’ho fatto.
È stato il lato oscuro.-
Abbassò il capo e scosse la testa.
-Tutti noi abbiamo il male dentro solo che non ne siamo consapevoli. Il mio era cosi radicato che per tutta la vita lo avevo ignorato, ma poi è venuto alla luce come una tempesta.
Scusami.- disse sedendosi di nuovo a terra, si toccò la pancia e scoppiò nuovamente a piangere, un pianto disperato che le portò via tutte le forze.
Ma nell’angolo di quel lurido posto un cadavere era riuscito a sentire tutto e contro a ogni regola della fisica e della vita, anche la sua faccia venne attraversata da una lacrima.
 
***
 
-Deve essere là.- Draco indicò la struttura che si ergeva nelle provincie della città.
Un manicomio abbandonato, da qualche tempo marcio e decaduto, il luogo perfetto per nascondere qualcuno senza essere osservato e senza dare nell’occhio.
-Malfoy andiamo avanti.-
-Sì.-
I ragazzi estrassero le bacchette e avanzarono lungo il sentiero verde che portava alla porta principale.
-Dividiamoci, Fred, George, Ron e Charlie, percorrete l’edificio e cercate un’altra entrata. Signor Weasley e Malfoy, salite sul tetto e portatevi dietro qualche Auror, io e Draco prendiamo i rimanenti.-
Tutti annuirono e in poco tempo si separarono, Harry aprì la pota con un incantesimo e si addentrarono nella tana del lupo.
 
 
Draco teneva gli occhi spalancati per paura di perdere qualcosa, per paura di non vederla, mentre con la mano destra teneva la bacchetta, le maniche della camicia erano alzate e il Marchio Nero, anche se sbiadito, era presente nel suo avambraccio sinistro e fu quel Marchio a dargli la spinta di avanzare, di continuare a cercare, perché quel Marchio l’aveva anche la persona che amava, quel Marchio lei l’aveva preso per salvarlo.
-Scendiamo.- disse indicando le scale.
Ma proprio in quel momento un urlo infranse il silenzio del manicomio abbandonato e una scarica di adrenalina attraversò il corpo del Serpeverde.
-Hermione!- urlò correndo, verso di lei, senza ascoltare i comandi di Potter e le sue raccomandazioni.
Corse anche quando il fiato gli mancò e credette di doversi fermare, corse là dentro finché non trovò una piccola cella illuminata da un paio di candele.
Un uomo teneva la bacchetta puntata contro Hermione, mentre lei era stesa a terra nel suo stesso sangue, la faccia che guardava il basso.
-Lasciala stare!- urlò per farsi sentire e si rese conto di avere davanti l’Auror di quella sera, così dovette ammettere, tristemente, che Fred aveva avuto ragione su tutto.
E lui non si era neanche accorto di ciò che aveva davanti.
Hermione alzò lo sguardo, provò a sorridere ma il suo viso fu attraversato dal dolore.
-Ma guarda chi si vede, il piccolo Malfoy e Potter.-
Greyback apparve dal fondo della cella e sorrise.
-Lasciala andare.- urlò Potter che era appena arrivato con la sua squadra.
-Hai visto Mezzosangue, avevi ragione tu, ti ha trovato alla fine.-
-Non chiamarla così.- Draco fece un passo avanti, il buon senso stava lasciando la sua mente, mentre la rabbia subentrava prepotente.
-Mi ero dimenticato che tu sei innamorato… Che cosa patetica, attacca.-
Si abbassò in tempo per scansare un incantesimo che proveniva dall’Auror e cominciò quella che a tutti gli effetti poteva essere definita una guerra, ma non perse mai di vista la sua ragazza, chiusa in quella cella maleodorante e ricoperta di sangue.
 
-Potter.- sibilò Draco, che aveva evocato un Protego, per parare il colpo dell’avversario.
-Andiamo.- disse il ragazzo rivolgendosi alla squadra e iniziarono anche loro a scagliare incantesimi contro Greyback.
Draco rimase concentrato, anche se non smetteva mai di guardare verso lei, cercando di cogliere l’occasione giusta per andare e salvarla, ma quel cadavere si stava rivelando difficile da uccidere.
Può un morto morire ancora?
“Forse no.”
-Sectumsempra.-
La maledizione colpì Harry e il ragazzo si abbassò per pronunciare il contro incantesimo ma anche lui venne colpito di striscio da una Bombarda.
-No!- vide Hermione alzarsi, pronta per combattere, ma si aggrappò alle sbarre per non cadere.
-Non ti muovere.- urlò il biondino, -Dove cazzo sono gli altri?!- sbottò ad alta voce.
-Eccoci qua, bello.- disse George facendo la sua entrata trionfale, facendo esplodere la parete opposta alla loro per crearsi un varco.
-Weasley!- urlò Draco riferendosi a Fred e lo vide annuire e correre verso Hermione, prima che si potesse fare male, Draco si alzò e prese nuovamente la bacchetta.
-Stupeficium.- l’incantesimo mancò di poco il lupo e come aveva previsto il resto dei cadetti si allontanò per lasciare a lui il campo di battaglia, strinse i denti, avrebbe vinto quell’incontro a tutti i costi.
-Bene bene, hai deciso di essere il mio avversario?-
Il ragazzo non rispose ma iniziò ad attaccare con una serie d’incantesimi non verbali, tutti rimasero fermi a guardarlo, il cadavere era stato incarcerato dal signor Weasley con un incantesimo e Charlie lo stava tenendo fermo, mentre Fred cercava di far riprendere i sensi ad Hermione, che era svenuta da poco tempo.
-Deve finire.- disse tra se e se, vide il suo avversario leggermente ferito in qualche parte del corpo, con un’orrenda cicatrice attraversargli il volto, lo avrebbe ucciso pur di mettere la parola fine a quella storia.
Alzò la bacchetta, pronto a pronunciare quelle parole, pronto a fare quello che tutti avrebbero fatto per amore.
Che lei aveva fatto per lui.
-Avad…-
-No!- la sua voce, lo fermò in tempo.
-Non farlo Draco, per favore.- disse cercando di mantenere il contatto visivo, ma anche il ragazzo aveva notato che sarebbe svenuta nuovamente a breve, -Non lo devi fare, non diventare un assassino come me.-
Il ragazzo rimase bloccato, come se quelle parole avessero totalmente cambiato il suo modo di vedere e anche di vivere, chiuse gli occhi e si preparò, avrebbe rispettato la sua volontà, avrebbe fatto come diceva lei, perché sapeva che lei sarebbe stata al sua fianco, per sempre.
-Ridicolo, Avada…-
-Stupeficium.- urlò prima che fosse troppo tardi e Greyback cadde a terra, accompagnato da un rumore sordo.
Draco si voltò e corse da Hermione, scivolò a terra e la prese tra le sue braccia, il viso pallido e leggermente sfigurato come qualche parte del suo corpo ma la sua attenzione venne catturata subito dalla macchia di sangue, secco, raccolta dai jeans nel basso ventre.
Il bambino.
Quel pensiero gli fece battere il cuore a mille e poi guardò in giro, spaesato, non sapendo cosa dovesse fare.
-Ci pensiamo noi, vai al San Mungo.-
Fred gli aveva appoggiato una mano sulla spalla, per fargli coraggio e per la prima volta accettò quel contatto, strinse Hermione a se, cercando di trattenere le lacrime e si Smaterializzò via.
 
***
 
Draco si era Materializzato fuori dall’ospedale, stringendo forte a se Hermione, riusciva benissimo a percepire la puzza di sangue e dovette più volte obbligarsi a reprimere un connotato di vomito, lei era distrutta.
Il suo viso, una volta sorridente e pieno di vita, era pallido come se fosse un malato terminale, il suo corpo forte, era esile e lacerato da ferite, da troppe ferite, che non avrebbe avuto modo di contare.
La strinse ancora a se quando chiamò una Guaritrice e lo scortarono a un piano superiore dove misero Hermione su una barella e la trasportarono lungo il corridoio, bianco, la seguì senza esitare fregandosene dei vestiti sporchi e delle piccole ferite che aveva riportato durante il combattimento contro Greyback, voleva solo sapere, accertarsi che lei stesse bene e che avrebbe di nuovo aperto gli occhi.
Entrò con lei dentro una stanza e senza dire troppo i Medimaghi la spogliarono velocemente, come se fosse una semplice routine, vide ed ebbe paura, per un solo attimo, del corpo di lei.
Pieno di graffi, ferite profonde sulle gambe e un braccio rotto, la misero a pancia in giù e dovette coprirsi la bocca con una mano per non urlare, l’avevano fustigata come se fosse stata un’animale, ma non riuscì a trattenere le lacrime, così si sentì vulnerabile per la prima volta, si sentì perso senza di lei.
-La prego, deve uscire.-
-No, non mi muovo.- scosse la testa e solo allora guardò le sue cosce e il sangue incrostato.
-Il bambino.- sussurrò, indicandola.
-Deve uscire signor Malfoy, non può fare niente per lei, ci pensiamo noi.-
-Ma io…-
-Vada, la prego, ci fa perdere solo tempo, dobbiamo lavorare.-
Lo scortarono fuori e chiusero la porta.
Kat l’amica di Hermione si rimboccò le maniche e prese una spugna per pulirla il più delicatamente possibile, la magia sarebbe stata più veloce ma avrebbe potuto peggiore le sue ferite e non era il caso di rischiare, impiegò una buona mezz’ora per rendere il corpo di Hermione il più pulito possibile e poi assieme agli altri suoi colleghi esaminarono la schiena, ma pensò il secondo dopo che Hermione aveva fatto il test solo qualche giorno prima e che era risultata positiva, usò un incantesimo non verbale, e dovette farsi forza per non piangere.
Aveva perso il bambino.
 
***
 
Draco percorse ancora, senza sosta, il piccolo corridoio davanti alla porta in cui si trovava Hermione.
Le mani dietro la schiena, come suo padre gli aveva insegnato da piccolo, mantenendo la schiena dritta nonostante la stanchezza, ma non si sarebbe mosso da lì, per nessuna ragione al mondo.
-Draco.- una voce lo fece fermare e vide Ginny, con in braccio Elis, dormiente.
Si precipitò verso di loro e prese sua figlia, per abbracciarla forte, aveva bisogno di lei in quel momento.
-Cosa succede?- chiese la ragazza piangendo.
-L’hanno maltratta, no peggio l’hanno tratta come un animale.- disse duro.
-Ma si ì svegliata?-
-No.- disse scuotendo la testa.
-Mio dio.- Ginny si lasciò cadere su una sedia e pianse in silenzio.
-Novità?-
Harry apparse da dietro l’angolo e corse a stringere Ginny in un abbraccio, anche se lui aveva assistito al ritrovamento della ragazza, non era meno preoccupato di loro.
-Nessuna, sono chiusi là dentro da un bel po’.-
-Lo abbiamo portato ad Azkaban, vedi.- disse il ragazzo dopo poco.
-Doveva morire.- sussurrò.
-Sì, lo penso anche io, ma così ci saremo abbassati al suo livello ed Hermione…-
-Non me ne fotte un cazzo, lui non la doveva toccare!-
-E l’Auror, Harry?-
-Abbiamo spezzato l’incantesimo ed è tornato a essere un semplice cadavere…-
-Greyback che si impegna, Voldemort lo avrebbe adorato.- disse Lucius, entrando nel campo visivo del figlio e prendendo la piccola dalle sue braccia per consegnarla a Narcissa.
-Sarebbe rimasto sorpreso.- gli fece notare Draco.
-Si riprenderà.- dissero Fred e George assieme.
-Lo spero.- Draco tirò su col naso, rendendosi conto che nessuna di quelle parole lo avrebbe aiutato, nessuna gli avrebbe tirato su il morale, ma solo quelle dette da un Medimago lo avrebbero rasserenato e come se fosse successo un miracolo, una di loro uscì dalla stanza.
-Ciao, sono Kat una amica di Hermione.- disse presentandosi.
-Come sta?- chiese Draco, avvicinandosi di colpo.
-L’hanno distrutta… Non so come faccia a essere ancora viva, ha ricevuto tante di quelle Maledizioni che il suo corpo è integro per miracolo… Ma è viva.-
-Il…- Draco non riuscì a pronunciare quella parola.
-Mi dispiace.- disse posandogli una mano sulla spalla, -Non abbiamo potuto fare nulla.-
-Posso vederla?- stava per piangere ancora e non gli sarebbe importato.
-Solo se mi promette di fare piano, ha aperto poco fa gli occhi.-
Draco acconsentì e si girò verso i presenti, sguardi ricolmi di felicità si alteravano a sguardi pieni di sofferenze, il suo bambino era morto e non lo avrebbe mai visto nascere.
Entrò nella stanza e la trovò, sdraiata sul letto, una coperta rossa le copriva il corpo lasciando le braccia fuori e i suoi occhi vagavano per la stanza.
-Ciao.- disse lei guardandolo e accennò a un sorriso.
-Ciao a te.- disse lui sedendosi su una sedia e prendendole una mano.
-Mi dispiace.- disse lei scoppiando a piangere, -Non ho potuto salvarlo.-
-Sst, non parlare.- disse, poggiandole un dito sulle labbra, leggermente screpolate.
-Perdonami.- sussurrò, -Avrei dovuto fare di più, avrei dovuto proteggerlo e invece.-
-Hermione… Tu, sei via… Non potevi fare niente.- le scostò una ciocca di capelli dalla faccia e lei allontanò lo sguardo da lui, sofferente.
Il suo cuore era a pezzi, aveva perso una parte di se stessa, una parte che non credeva di avere fino a qualche giorno fa e Greyback gliel’aveva portata via senza remore, si sentì come se avesse perso Elis, un dolore partì alla base del cuore e le attraversò il corpo.
Quel dolore non sarebbe mai andato via.
 
-Sposami.- sussurrò al suo orecchio.
Lei si voltò, sorpresa, asciugandosi le lacrime dal viso.
-Sposami, per favore.-
-Draco…-
-Per favore.-
-Non sei costretto.- disse guardandolo in faccia, -Nessuno ti obbliga a farlo, non prendere una decisione di cui poi ti potresti pentire.-
-Io.- disse sedendosi nel letto accanto a lei, e toccandole la guancia con la mano, -Ho avuto paura di perderti per sempre, Hermione, la mia vita non è niente se non ci sei tu al mio fianco e non posso permettermi di perderti, perché ti amo, te e Elis, e ho amato anche lui.- disse sfiorandole la pancia, -Sposami, ti prego.-
Hermione sorrise e altre lacrime si riversarono sul suo viso.
-Sì, certo che ti sposo.-
Si sporse a baciarlo e solo in quel momento sentì il dolore diventare leggermente più flebile, ma lo percepì ancora pulsare dentro di se, Draco la stava guarendo, con il suo amore le avrebbe dato la possibilità di accentuare, giorno dopo giorno il dolore, sapeva benissimo che non sarebbe mai andato via ma per la prima volta si rese conto che per lui ne valeva la pena.
Ne era valsa la pena aspettarlo per due anni, Elis era valsa tutti i suoi sacrifici, ne era valsa la pena stare al Manor ed amarlo nuovamente.
Valeva la pena soffrire se poi lui le avrebbe regalato un sorriso, valeva la pena spezzarsi se poi lui sarebbe stato con lei per tutta la vita.



Spoiler:

Se solo avessi avuto la mia bacchetta, lui sarebbe vivo.
“Devi andare avanti, Hermione.”
E se non ci riuscissi?
“Per Elis, per Draco, devi farlo per loro.”

 

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Capitolo 38
*** (Ri)Tornare a vivere? ***


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Signori e Signore, siamo ufficialmente al penultimo capitolo.
Come ho promesso ecco a voi il mio aggiornamento, e colgo
l'occasione per augurarvi Buona Pasqua <3
Oggi sono stata fuori, all'Etna Parco avventura, da provare!!
Così mi sto per mettere a letto ma prima, vi posto questo capitolo!
Non ho ancora intenzione di dirvi cosa penso io di The Dark Side, ma spero che mi seguiate 
ancora per un pò... Cosa ne pensante di: This is War?
Penso che potrebbe suscitare il vostro interesse...(?)

(Ri)Tornare a vivere?
 
 
 
Hermione si era addormentata dopo che il Guaritore era entrato per controllarle le ferite, allontanando Draco per un po’, la stanchezza di quei giorni l’aveva sopraffatta improvvisamente, portandola a chiudere gli occhi ma allo stesso tempo la sua mente non era stata della stessa decisione.
Non faceva altro che pensare, ricordare, rivivere, tutti quei giorni passati nella cella.
Il dolore delle fustigazioni, il rumore delle sue ossa che si rompevano per colpa delle Maledizioni e infine la sofferenza per la perdita del suo bambino.
Senza volerlo, anche se dormiente, riprese a piangere.
Draco l’aveva perdonata ma non era lui a dover vivere con quel ricordo, con quel rimpianto di non aver potuto fare qualcosa.
Se solo avessi avuto la mia bacchetta, lui sarebbe vivo.
“Devi andare avanti, Hermione.”
E se non ci riuscissi?
“Per Elis, per Draco, devi farlo per loro.”
Strinse gli occhi per trattenere le lacrime e si mise in posizione fetale, per raccogliere le gambe al petto, per proteggersi da sola da se stessa.
Il mondo per lei aveva preso un’altra dimensione, un’altra colorazione e ne ebbe paura, ebbe paura di questo mondo in cui tutti le potevano fare del male, in cui tutti potevano portarle via le cose che amava.
-Sono qua con te, Hermione.-
Sentì la sua mano sulla fronte, passare per i capelli e poi le sue labbra sul collo, ma non aprì gli occhi, non rispose a Draco.
Aveva paura che qualsiasi suono fosse uscito dalla sua bocca potesse essere un urlo, un urlo di disperazione, di paura, di rabbia, l’urlo che racchiudeva tutti i suoi sentimenti.
Sentì il corpo di lui sdraiarsi accanto a lei e cingerle la pancia con un braccio, lui sarebbe rimasto, nonostante tutto il dolore, Draco sarebbe stato la costante della sua vita.
Così quel mondo che le faceva tanto paura divenne un po’ più bello, un po’ meno spaventoso perché sapeva che lui sarebbe stato accanto a lei per salvarla, per impedirle di spezzarsi ancora.
Draco l’avrebbe aiutata a superare la perdita.
 
***
 
-Ciao Hermione.-
La ragazza voltò lo sguardo verso la porta e trovò il sorriso raggiante di Ginny accompagnata da Harry e Ron, le avevano portato dei fiori e un pacco di Cioccorane.
-Ciao ragazzi.- disse mettendosi seduta, per poterli vedere meglio.
-Non dovresti fare movimenti troppo faticosi.- le fece notare Ron, sedendosi su una delle sedie, messe a disposizioni per le visite.
-Devo iniziare a muovermi o mi lasceranno qua dentro a marcire.- disse, cercando di essere ironica.
-Non lo permetteremo, lo sai vero?-
-Lo so e grazie, ragazzi.-
-Non ci devi ringraziare, tu per me hai fatto la stessa cosa per ben sette anni, è il minimo che io potessi fare.-
-Sei mio amico Harry, avrei e darei tutt’ora la mia vita per te, per tutti voi.-
Hermione sorrise e allungò le mani per stringere quelle dei suoi amici, che avevano ricambiato la stretta.
-Herm…-
-Sì Ginny?-
-Ma… E’ vero?-
-Cosa?- chiese rivolgendole una strana espressione.
-Sì, che lui ti ha chiesto di sposarlo.-
Hermione soffocò una risata, nonostante fosse ancora chiusa in ospedale, da un paio di giorni quella notizia aveva fatto il giro del mondo.
-Sì.- rispose sorridendo.
-Ma è fantastico! Potremo sposarci tutti assieme, che ne pensi?-
-Frena, io e il Furetto?-
-Non penso sia un’accoppiata vincente.- disse il biondino entrando nella stanza con Elis.
-Ciao piccola.-
Hermione s’illuminò alla vista della figlia, era la prima volta che gliela facevano vedere da quando aveva ripreso pienamente i sensi e non vedeva l’ora di stringerla tra le sue braccia.
-Mamma!- urlò sporgendosi per abbracciarla ed Hermione si sentì finalmente meglio, dopo Draco Elis era l’unica che avrebbe potuto colmare il vuoto nel suo cuore, se mai ci fosse riuscita.
-Hai visto, pure Malfoy pensa che sia una cattiva idea.-
-Siete davvero insopportabili, dopo tanti anni ancora vi odiate!-
-La chiamerei tolleranza, o sbaglio Sfregiato?-
-Visto? Noi non funzioniamo come coppia.- disse Harry ridendo, e anche Draco dovette trattenersi per non ridere alla battuta.
-Grazie.- disse ancora la ragazza, -Grazie di aver messo in gioco le vostre vite per me, io… Non so come avrei fatto se voi non foste venuti.- asciugò una lacrima, -Grazie.-
-Cosa ti avevo detto.-
Draco le si sedette accanto e le asciugò le lacrime, -Adesso basta, dobbiamo andare avanti.-
La ragazza annuì e si strinse a sua figlia, sorridendo.
-Beh, penso che sia arrivato il momento.-
-Di fare cosa?-
Draco prese una scatolina dalla tasca e se la rigirò tra le mani, come se fosse indeciso e non sapesse cosa dire.
-Anche se te lo dessi a casa, tutto il Mondo Magico lo saprebbe nel giro di poco tempo, così preferisco farlo ora e…- guardò Ginny, -Essere sicuro che siano le persone giuste a dirlo.-
Aprì lentamente la scatolina e la porse verso Hermione, che rimase piacevolmente sorpresa del contenuto.
La scatolina conteneva un anello, al centro un solitario di due carati e mezzo e decorato con una vera di diamanti, più piccoli.
-Questo è uno dei tanti anelli di famiglia, mi sembra il più adatto per te.- le prese la sinistra e fece scorrere l’anello delicatamente nell’anulare, guardandola sorridendo.
-Draco… Io…- non trovò le parole, non aveva mai apprezzato fino in fondo la gioielleria ma quell’anello faceva per lei, le stava bene.
-Decidi solo quando vorresti sposarti, non voglio sapere altro.-
-Ginny stai sbavando.- le disse Ron, chiudendo la bocca della sorella.
-Potter prendi appunti.- disse Malfoy, ridendo.
-Ginny non importa la grandezza dell’anello, ma il sentimento che ci lega.- disse il ragazzo per difendersi.
-Col cazzo Harry, guarda che pietra gigante.-
Hermione scoppiò a ridere e per la prima volta si sentì più leggera, i ricordi dei giorni passati li aveva chiusi nei meandri della sua mente, sperando di non doverli più rivedere e senza volerlo rimase a guardare il suo anello, rendendosi conto che la vita le aveva regalato un angelo di cui era innamorata persa e che mai e poi avrebbe rinunciato a loro.
Avrebbe sempre combattuto per Draco Malfoy.
 
 
***
 
-Ragazzi.-
Hermione sorrise ai suoi visitatori, si erano fatti vivi solo al quarto giorno e per ultimi, come se temessero di incontrare qualcuno.
-Come sta la nostra strega preferita.-
-Bene George, non ci speravo più.-
-In cosa?- chiese Fred, facendo eco al fratello.
-Della vostra visita, sono addirittura venuti Lucius e Narcissa e non voi! Mi sento offesa.-
-Oh be Granger, non volevamo disturbare.-
-Eri sempre con tante persone e a noi non andava, la confusione.-
-A voi? I Burloni di Hogwarts?-
-Abbiamo avuto paura.- disse George serio.
-Di perderti.- disse Fred.
-Anche io ho avuto paura di non riuscire a tornare, ma tutti voi avete combattuto per me, grazie.-
-Oh il merito è di Draco, è stato un ottimo capo dopo Harry, un po’ avventato ma è sempre un Serpeverde.-
-Non è solo merito suo, ma tutti voi mi avete salvato.-
-Come stai?-
Hermione rimase bloccata, nessuno gli aveva fatto quella domanda da quando si era svegliata e i ricordi tornarono a farle visita, come se un’ombra si fosse impossessata del suo cuore.
-Beh… Vado avanti.- disse non proprio convinta.
-Ci vorrà tempo, ma tutto si risolverà, le tue ferite scompariranno e la tua mente dimenticherà il dolore.-
-E se non ci riuscissi? Non riesco a dimenticare quel… Momento… Quando me lo ha portato via.- scacciò via le lacrime con la manica del pigiama e abbassò lo sguardo.
-Non possiamo capire, ma ti assicuriamo che saremo con te, sempre.-
-Grazie, vi voglio bene!- disse abbracciandoli di slancio, non avrebbe mai potuto fare a meno di loro, erano i suoi migliori amici e si erano sempre presi cura di lei, da un tempo veramente troppo lungo.
-Allora è vero!- disse George indicandole la mano.
-Sì.- disse arrossendo.
-Sarai bellissima.- Fred le spostò una ciocca di capelli e sorrise.
-Ci verrete?-
-Ma scherzi?! Non ci potremo mai perdere il tuo matrimonio!-
-Anche se penso che Ginny si sposerà prima di me.- disse ridendo.
-Beh, una alla volta.-
-Sarai una bellissima sposa, non vedo l’ora di vederti quel giorno.-
-Grazie.-
Hermione sorrise e improvvisamente capì che non avrebbe voluto cambiare proprio niente della sua vita, nonostante il dolore, la sofferenza e le perdite la sua vita l’aveva resa la persona che era, forte e coraggiosa, pronta ad amare incondizionatamente, a volere bene e ad andare avanti con la sua famiglia.
Non avrebbe rinunciato alla possibilità di essere felice, non avrebbe rinunciato al suo futuro con Draco e con Elis, e forse un giorno sarebbe stata pronta ad amare ancora un’altra creatura, ma per il momento le andava bene, per il momento la sua vita le andava bene.
 
***
 
-Casa dolce casa.- disse Draco posando a terra il borsone con le cose di Hermione.
-Non è questa casa nostra.- disse lei, sfiorando i mobili di casa sua.
-Per il momento sarà questa.- disse prendendo Elis dalle sue braccia e posandola su un divano, la piccola si era addormentata durante il piccolo tragitto che avevano fatto per uscire dal San Mungo.
-Non mi sembra vero, sono di nuovo qua.-
-Già e questa è tua.- le porse la bacchetta e la ragazza la strinse leggermente tra le mani.
-Sarà tutto diverso?-
-No, dobbiamo solo ricominciare o andare avanti.-
-Tu te la senti?- chiese esitante.
-Sì, se tu starai con me.-
-Cos’è successo a Draco Malfoy? Non ti ho mai visto cosi.- ammise.
-La paura di perderti mi ha cambiato, Granger e non ho intenzione di perdere un altro istante della mia vita a comportarmi da ragazzino, sono pronta adesso.-
-Sei davvero cambiato.-
Lo guardò negli occhi e sorrise, non avrebbe voluto vedere in lui un cambiamento cosi repentino, cosi drastico ma non ne rimase delusa, le andava bene anche quel Draco, le andava bene qualsiasi Draco, le bastava averlo accanto.
-Hermione, cosa c’è?- chiese il ragazzo vedendola sovrappensiero.
 
Come se ne fosse ricordata solo ora, ebbe un’illuminazione, si avvicinò alla libreria e prese i libri che stava usando per diventare Medimago, li sfiorò delicatamente ma poi prese la bacchetta e accese il fuoco nel camino, e con un semplice gesto li fece finire là dentro.
-Ma che stai facendo?- le chiese bloccandole il braccio.
-Mi sono rotta.- disse buttandone un altro.
-Di cosa?-
-Odio questi libri, odio studiare queste cose! Io non voglio fare il Medimago, fanculo.- e aumentò il fuoco.
-Fanculo?- chiese lui attonito e spaventato.
-Sì, fanculo questo schifo di lavoro io non ci torno lunedì al San Mungo!-
-Ah no?-
-No! Vado al Ministero lunedì.-
-A fare cosa?-
-Voglio fare l’Auror, Draco, vado a iscrivermi per diventare cadetto o come cazzo si chiama, fanculo tutto.- disse sorridendo.
Draco rise per la prima volta da quando lei era tornata e la strinse a se, baciandola con trasporto, il sapore delle sue labbra non gli era mai sembrato così bello, percepì il suo profumo travolgerlo e sentì l’adrenalina girare nel corpo sempre più veloce.
Non avrebbe mai potuto fare a meno di lei.
-Fanculo tutto.- sussurrò sulle sue labbra, facendo eco alle sue parole, anche lei rise.
 
 
Era riuscita a compiere il primo passo per cambiare la sua vita, non avrebbe permesso ai rimpianti di guidarla o al dolore di sopraffarla, sarebbe andata avanti, per lei, per loro e un giorno sarebbe stata fiera delle sue scelte.
-Cosa state facendo?-
Elis li guardò con gli occhi leggermente chiusi, per colpa del sonno, ma sorridente.
-Stavamo venendo da te.-  urlò Hermione precipitandosi sulla figlia e prendendola in braccio, iniziando poi a farla volteggiare in aria.
Draco le fece il solletico e la risata di Elis echeggiò per la casa, scacciando via le tenebre e tutto il male che aveva riempito il cuore della giovane Grifona.
E solo per un attimo ripensò al suo bambino, non lo avrebbe visto sorridere, crescere e diventare grande ma avrebbe vissuto sempre con lei, nel ricordo felice del suo amore per Draco.
E senza rendersene conto passarono in quel modo il pomeriggio a ridere, voltando le spalle al passato per riuscire a costruire assieme il proprio futuro.
 
 
 
Quella sera Hermione si alzò dal letto, quando la luna era ancora alta nel cielo, stando attenta a non svegliare Draco, che dormiva placidamente nel letto.
Avevano fatto l’amore quella sera, nonostante le raccomandazioni da parte di Kat, e di altri Guaritori, di non compiere sforzi eccessivi lei non ci aveva resistito. Aveva ceduto in fretta e non se n’era pentita, lo aveva fatto per sentirsi ancora viva, per ricordarsi cosa volesse dire sentirsi amate, sopra tutto e tutti, sopra l’intero universo.
E quella sera Draco l’aveva amata, come mai in tutti quegli anni, le aveva regalato così tante emozioni che adesso il suo cuore stava straboccando, non riuscendo a impedirgli di fermarsi.
Si affacciò alla finestra del salone, quella che dava sul giardino dietro la casa e sospirò, toccandosi il cuore con la mano.
Le faceva male, un male fisico che le stava togliendo il respiro dovette appoggiarsi per non crollare poiché nonostante l’amore il suo cuore era pieno di dolore, di paure.
Aveva promesso a se stessa che sarebbe tornata a vivere, che avrebbe fatto di tutto per lasciare il passato alle spalle ma si rese conto che non poteva riuscirci dopo un solo giorno, avrebbe sofferto per settimane, forse mesi o anni.
Aveva solo bisogno di tempo, tempo per leccarsi le ferite, tempo per riprendere ad amare e per lasciarsi amare, tempo per riaprire il suo cuore al nuovo mondo, al suo futuro.
Uscì in giardino e puntò la bacchetta al cielo, illuminando le tenebre come quella volta a scuola, quando avevano trovato Silente morto, illuminando il buio per il suo piccolo. Solo adesso si sentì pronta a dirgli definitivamente addio, solo adesso era pronta a lasciarlo andare e concedergli la pace.
Sorrise, Hermione, nonostante tutto la vita le aveva sorriso e una parte di lei non avrebbe mai scordato la felicità di quel giorno, che le parve lontano secoli, di quando Kat le aveva detto che era incinta, non avrebbe mai scordato il suo sorriso e il gesto istintivo con cui si era toccata la pancia, sapendo già di amare il futuro nascituro, asciugò una lacrima, ricordando che lo aveva fatto anche quella volta, felice di poter dire a Draco del regalo che gli avevano mandato.
“Sei forte Hermione.”
Lo prederò come un complimento detto da te, coscienza.
“Nessun essere umano avrebbe potuto sopportare tutto quel dolore, e riprendere a vivere come stai facendo tu.”
Stai dicendo che non sono normale?
“Sto dicendo che sei molto di più di un semplice umano e di una semplice strega.”
È l’amore, è l’amore che mi da la forza.
“Tu sei piena di amore, Hermione e di forza, torna da Draco.”
La ragazza si riscosse, abbassò la bacchetta e si chiuse la porta alle spalle, per quella sera avrebbe chiuso il dolore nel suo cuore e avrebbe affrontato con calma il domani, facendo affidamento solo nelle persone che amava e che mai l’avrebbero lasciata sola, poiché solo loro l’avrebbero aiutata a tenere a bada il suo lato oscuro e il suo dolore.
Solo loro l’avrebbero amata, sempre.


 
Spoiler: No!
L'ultimo capitolo rimarrà
una sorpresa, fino a mercoledì.
XOXO
_Giuls17_

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Capitolo 39
*** Always, but this is the end ***


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Ragazzi stavolta niente 
nota introduttiva...
Ci vediamo alla fine <3
 
Always, but this is the end
 
 
 
Erano passati tre mesi.
Tre mesi dal giorno in cui l’ex Ordine della Fenice si era riunito per salvarla, per salvare Hermione.
Tre mesi da quando avevano sconfitto l’ultimo, vero, nemico che avevano visto negli ultimi tempi.
Tre mesi che Hermione aveva ripreso in mano la sua vita.
C’era voluto del tempo e molta fatica, ma era riuscita ad aprire nuovamente il suo cuore, con l’aiuto di Draco e di Elis era tornata a sorridere, a sorridere veramente, dopo solo un mese.
Aveva sorriso e anche per lei il mondo era tornato bello, meno oscuro dato che nell’ultimo tempo aveva preso una colorazione del tutto differente, ma ancora la sera si sveglia con quel dolore, quel dolore che le aveva portato via tutte le forze e il suo bambino.
Il dolore di una perdita.
Ma aveva stretto i denti e serrato i pugni ed era andata avanti, iscrivendosi al corso per diventare Auror, grazie ai suoi M.A.G.O il capo Auror non aveva avuto difficoltà ad ammetterla e anche se indietro in confronto a Harry e Ron, nei mesi seguenti era riuscita a recuperare molto, moltissimo.
Aveva riempito la sua libreria con libri che amava, che avrebbe sfogliato col sorriso sulle labbra e non col rimpianto, e quel Marchio, un ricordo lontano della sua vita, non le avrebbe impedito di vivere i suoi sogni o almeno di provarci.
E lo stesso aveva fatto Draco, la squadra dei Falcons lo aveva preso a tutti gli effetti come suo cercatore e lei al secondo mese aveva ripreso a frequentare certi posti, che col tempo aveva abbandonato e assieme a Elis andavano a vedere le sue partire, in giro per l’Inghilterra e anche per l’Europa.
Hermione si rese conto che anche Draco aveva colto, al volo, quella seconda possibilità per ricominciare, anche se una parte di loro sarebbe sempre rimasta un Mangiamorte la parte più importante, la parte che avevano deciso di “utilizzare” era solo Hermione o solo Draco, non gli importava più, anche se grazie a quel Marchio si erano potuti unire.
Ma Hermione, in cuor suo, aveva sempre saputo che prima o poi la vita avrebbe ripreso a sorriderle e infatti con l’arrivo del terno mese, di Agosto, tutte le parve diverso.
Il suo mondo era tornato animato, era andata in Australia, dalla sua famiglia e aveva fatto quello che avrebbe dovuto fare anni fa, annullando l’incantesimo dei suoi genitori e nonostante i primi litigi e incomprensioni i coniugi Granger l’avevano perdonata, ed erano tornati con loro a Londra, solo che avevano deciso di prendere un’altra casa, lasciando quella alla loro figlia.
Hermione non era tornata al Manor ma la vera scelta era stata di Draco, lui aveva deciso che stava bene anche in quella piccola casetta a schiera che si affacciava su una via Babbana e lei non potè non essere d’accordo con lui.
 
 
Hermione sorrise e si guardò allo specchio, tutto era cambiato dall’inizio del suo settimo anno, era stata mandata in missione, una missione quasi omicida o suicida, ma proprio quella le aveva dato la possibilità di conoscere Draco, di poter fare breccia nel suo cuore e nel proprio, di poterlo amare, di poterlo perdere per poi ritrovarlo.
 
Quella missione le aveva cambiato la vita.
 
Si aggiustò una ciocca di capelli e la sistemò dietro l’orecchio, continuando ad osservare la sua immagine, nello specchio a muro alto fino al soffitto.
Aveva passato due anni in attesa, aveva aspettato che lui uscisse da Azkaban, si era messa in pausa, impedendosi di vivere ma questo non le aveva impedito di spezzarsi e non una, più volte ma si era sempre ricomposta, aveva sempre assunto il migliore dei suoi sorrisi per celare le apparenze, non si era mai mostrata debole davanti ai suoi amici.
E poi tutti i suoi sforzi erano stati ripagati, lui era tornato da lei.
 
Hermione corrucciò la fronte, avevano avuto delle difficoltà all’inizio per un fraintendimento su Elis, ma erano tornati assieme e nonostante le paure era riuscita ad ascoltare il suo cuore, che le aveva urlato, in tutte le lingue, il suo amore per lui e anche lui, dopo due anni era riuscito a dirle quelle parole.
Le aveva confessato i suoi sentimenti.
 
Le guance di Hermione si tinsero di rosso e lei girò il viso per nascondersi a se stessa, ancora i ricordi di quella sera la emozionavano, la rendevano felice come una bambina.
“Hermione hai diciannove anni, sei una bambina.”
L’hai già detta questa frase, ti stai rincretinendo?
“No, ma non credere di essere così vecchia.”
 
Hermione annuì a quella frase e dovette dare ragione alla sua coscienza, aveva solo diciannove anni e ancora mancava un mese per compiere i venti eppure aveva passato troppe cose, fin dai tempi del suo primo anno ad Hogwarts la sua vita non era mai stata serena, l’amicizia con Harry l’aveva catapultata in un mondo quasi parallelo e anche l’amore per Draco lo aveva fatto, solo per lui aveva acconsentito a tornare al Manor dei Malfoy, l’unico posto con cui aveva delle questioni in sospeso.
Questioni che l’avevano portata a soffrire, troppe volte e si era fatta Maledire come una bambinetta in esperta, era stata catturata, torturata, maltrattata e aveva perso il suo secondo figlio ma era di nuovo pronta ad andare in contro alla vita.
Dopo tre mesi l’oblio aveva lasciato il posto alla luce, lisciò il vestito bianco e lo guardò, toccandolo meravigliata.
Il suo vestito da sposa era formato da un corpetto, privo di spalline, che le andava stretto alla base del seno, adornato da pietre Swarovski, da quelle più grandi a quelle più piccole, che a ogni suo movimento brillavano di mille colori, alla fine di esso il vestito cadeva largo, come i vestiti delle principesse di una volta.
Era composto di tantissimi strati, i primi di semplice velo finché la consistenza non diventata sempre maggiore, e anche esso alla base era contornato da pietre Swarovski con dei ricami di merletto alla base.
Si guardò ancora e non credette possibile di vedersi in quel modo, sollevò un po’ il vestito e vide le sue scarpe, le aveva comprate bianche ma allo stesso tempo aveva deciso di modificarle facendole adornare con le stesse pietre del vestito.
Congiunse le mani sulla pancia e notò il suo anello di fidanzamento, era tutto perfetto.
-Hermione?-
Ginny entrò piano nella stanza, anche lei era vestita di tutto punto, sarebbe stata la sua damigella e perciò le aveva scelto un vestito corto, poco prima delle ginocchia, di un color carne che risaltava la sua carnagione e il rosso dei suoi capelli.
-Ehi.- sussurrò facendo un passo verso di lei.
-Ti senti pronta?-
-Penso di si.- disse, prese il bouquet ma le mani di lei la fermarono.
-Sei bellissima e tuo padre sta per arrivare quindi abbiamo poco tempo.- la guardò e sorrise, -Ti meriti la felicità, dopo tutto questo tempo tocca anche a te essere felice e poter vivere la tua favola.
Sei giovane, siamo giovani per essere delle mogli ma questo non ci fermerà, noi possiamo creare il nostro mondo, possiamo fare tutto amica mia e niente, neanche dei pazzi Maghi Oscuri potranno fermarci, perciò.- si schiarì la voce,
-Vedi questo giorno come una grande possibilità per vivere con l’uomo che ami, il resto della tua vita.
Te lo meriti, ti meriti Draco, Elis e tutto l’amore del mondo Hermione, perché sei una persona fantastica, un’amica coraggiosa e leale, un’eroina e niente e nessuno potrà mai toglierti questo.- le indicò il viso, -Il tuo sorriso, sarà sempre bellissimo e ci incoraggia a dare il meglio di noi, come quando eravamo a scuola e tu ci rimproveravi, come ora che siamo cresciuti.-
-Grazie, Gin.- socchiuse gli occhi e una lacrima, le attraversò il viso.
-Non piangere, oggi finalmente ti sei truccata come un adulta e non vorrei che tuo marito ti vedesse con gli occhi gonfi.-
-Grazie di essermi rimasta accanto per tutto questo tempo, non lo dimenticherò mai.-
L’abbracciò per un tempo lunghissimo, non avrebbe mai potuto fare a meno della sua migliore amica poiché era stata un po’ la sua anima gemella, non avrebbe fatto niente senza lei, non sarebbe cambiata, non sarebbe riuscita a sopravvivere.
 
-Cara sei qui?-
-Si papà.- Hermione si asciugò gli occhi, sventolando le mani vicino a essi e sorrise alla sua amica.
-Aspetto sotto, così i musicisti intonano la marcia nunziale.-
Lasciò la stanza nel momento esatto in cui suo padre la varcò e lei si fiondò tra le sue braccia, cercando conforto, protezione, amore.
-Andrà tutto bene, Herm.-
-Lo so, ma avevo bisogno di sentirmi ancora la tua piccola Herm.-
-Lo sarai sempre.- disse sorridendole.
-Anche se sono sposata e ho una figlia?-
-A maggior ragione, se un giorno sarai stufa delle tue responsabilità bussa alla mia porta e io ti farò tornare piccola.-
-Papà mi dispiace.-
-Per cosa?- chiese sorpreso.
-Per non essere venuta prima, non ve lo meritavate ma avevo paura di fallire.-
-Hermione il passato è passato, adesso pensiamo al presente, avrei fatto anche io tutto quello che fosse stato in mio potere per difendere le persone a me care, se ovviamente avessi avuto i tuoi poteri.-
-Grazie per essere rimasto.-
-Grazie per avermi fatto tornare, adesso tuo marito, il tuo quasi marito ti aspetta, la sposa dovrebbe scendere.-
-Lo penso anche io.-
Prese a braccetto suo padre e uscì dalla stanza che Narcissa aveva messo a sua disposizione, nel Manor, per farla sistemare, aveva fatto scegliere a Draco il luogo per il loro matrimonio e in fin dei conti lei aveva accettato di buon grado di farlo lì.
Aveva chiuso tutte le sue questioni in sospeso con quella casa ma non avrebbe potuto negare a se stessa che in quel luogo, lei e Draco si era innamorati, e non avrebbero potuto trovare un posto migliore per sposarsi.
Scesero lentamente le scale che portavano al salone, le stesse scale in cui loro avevano incrociato gli sguardi e le mani, in più di un occasione.
Decorazioni bianche avevano occupato le pareti e i vari tavoli.
Entrarono nel salone e ripensò alla sera cui avevano fatto l’amore, proprio in quella stanza e le sue gote divennero rosse al pensiero.
Vide le porte del giardino aprirsi, a pochi passi da lei e inspirò a fondo, la luce del sole la accecò per un solo istante ma poi i suoi occhi si abituarono.
Il giardino era stato abbellito da Narcissa in persona, aveva eliminato i divanetti sostituendoli con delle sedie, rigorosamente bianche e col fiocco nello schienale, per tutta la sua estensione, erano state invitate quasi cento persone e poi alzò lo sguardo e lo vide.
Vide l’arco nunziale, sentì la marcia partire e lei si incamminò col padre, Ginny poco avanti le apriva il passaggio con la piccola Elis stretta a una mano che lanciava fiori colorati, vide i suoi testimoni e sorrise.
Harry e Fred erano stati costretti a indossare un completo scelto personalmente da lei, ma anche loro ricambiarono il sorriso, poi si voltò verso quelli di Draco e vide anche Blaise e Theo ridere.
Poi i suoi occhi si posizionarono sul suo futuro marito, e venne travolta dai suoi occhi, perse un battito e si fermò quasi per colpa dell’intensità dello sguardo, lui le faceva sempre quell’effetto, lo avrebbe sempre fatto, non ne sarebbe mai stata immune.
Suo padre le strinse delicatamente il braccio e alzò il velo, per darle un bacio e la lasciò nelle mani del ragazzo, entrambi dopo un sorriso iniziale si voltarono verso Kingsley, Ministro della Magia, amico, membro dell’Ordine, sarebbe stato lui a celebrare il loro matrimonio.
 
 
Là uno accanto all’altro, Draco le strinse dolcemente la mano destra, avrebbe voluto di più ma Hermione si rese conto che quello era il giusto comportamento da tenere di fronte al Kingsley, e a tutti gli invitati.
Lei Hermione Granger stava per sposare Draco Malfoy, l’unico uomo che non aveva mai considerato come marito, l’unica persona che il destino aveva messo sul suo cammino e che vi era rimasto fino alla fine.
Lui aveva combattuto per lei, aveva combattuto per Elis e per quel piccolo che avevano perso per colpa di Greyback, ma nonostante tutto il dolore, nonostante gli incubi, le Maledizioni e la guerra loro erano ancora lì, pronti a svoltare pagina, pronti ad andare avanti finalmente con le loro vite.
-Draco Lucius Malfoy vuoi tu prendere Hermione Jean Granger come tua sposa ed esserle fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita, finché morte non vi separi?
-Sì, lo voglio.- rispose il ragazzo sorridendo, come mai aveva fatto in tutta la sua vita.
-Hermione Jean Granger vuoi tu prendere Draco Lucius Malfoy come tuo sposo ed essergli fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita, finché morte non vi separi?-
-Sono incinta, Draco.- sussurrò, pianissimo, facendosi prendere dal panico.
Le sue gote si colorarono di rosso e distolse lo sguardo, aveva chiesto a Kat, era rimasta in contatto con lei nonostante avesse smesso di lavorare al San Mungo, di farle un controllo di routine e anche quello più accurato, si sentiva strana e aveva ripreso a vomitare, come quella volta con Elis.
E lei aveva risolto tutti i suoi dubbi, le aveva detto, di nuovo, che era incinta; solo che aveva pensato di dirlo dopo il matrimonio ma quelle parole le erano uscite così spontanee che non aveva avuto modo di tacerle, non ancora.
-Davvero?-
Il ragazzo si precipitò sulle labbra di lei, baciandola come se fosse l’ultimo dei loro giorni, baciandola per la troppa felicità per il troppo amore che provava verso l’unica persona che gli aveva cambiato la vita.
-Potevate aspettare, avevo quasi finito.- sbottò Kingsley leggermente offeso, -Vi dichiaro marito e moglie, Draco continua a baciare la sposa…- disse scuotendo leggermente la testa, ma sorridendo al tempo stesso.
Così Hermione continuò a baciare suo marito senza badare al riso che gli invitati gli stavano tirando in testa, in segno della loro unione.
-Oh Hermione!-
Ginny corse ad abbracciare l’amica, la sposa si era resa conto solo in quel momento che altre lacrime le stavano rigando il viso e che un sorriso si era impossessato di lei e che a stento lo avrebbe abbandonato.
-Certo che Malfoy non conosce certi metodi anticoncezionali… Siete peggio dei conigli.- sussurrò all’orecchio di lei ed Hermione divenne rossa per l’imbarazzo.
-Ma Harry non è da me.- aggiunse subito dopo, per alleggerire la situazione, -Dovrei farmi anche io un controllo.-
-Ginevra!- disse cercando di essere seria, ma era troppo felice per fare la solita rompiscatole.
-Allora moglie, hai pensato a dove andare in luna di miele?-
Draco l’aveva presa per la vita e avvicinata a se, lentamente come per gustarsi quel momento e quelle parole.
-Stavo pensando che non è il momento adatto, io devo studiare e tu come farai con i Falcons e poi il bambino…-
-HERMIONE!- urlarono tutti gli invitati, suo marito compreso.
-Okay… Stavo solo scherzando.- disse voltandosi verso tutti, -Mi piacerebbe andare in Giappone e anche in Africa, veramente, vorrei vedere anche l’America però.-
-Penso che dovremo fare una tabella di marcia.- disse ridendo.
-Mi porterai veramente a vedere tutti questi posti?- chiese lei incredula.
-Solo se mi darai alla luce un maschio.- la baciò, leggermente.
-Io vorrei un’altra femmina.- guardò Elis e sorrise, sua figlia era il suo più grande tesoro.
-No, un maschio e forse ti porterò in giro per il mondo.-
-Sei un viscido ricattatore.- sussurrò lei.
-Sono un Serpeverde e tuo marito, un’accoppiata vincente!-
-Se certo.- sollevò il suo abito e assieme a Draco si diresse al rinfresco che avevano preparato dall’altro lato del giardino, la sua vita era appena iniziata e già non vedeva l’ora di organizzarla, di programmarla, non avrebbe sprecato neanche un momento, avrebbe fatto tutto per bene stavolta, godendosi ogni momento che le fosse offerto, ringraziando per la sua felicità.
Ringraziando Draco e Elis.
-Ti amo.- sussurrò al suo orecchio, quando lei non se ne accorse.
-E io amo te.- disse lei, citando le sue parole e ancora una volta si baciarono ed Hermione concretizzò che non avrebbe mai potuto fare a meno delle sue labbra, del suo respiro caldo mentre facevano l’amore, del suo calore, dei suoi tocchi, del suo profumo e dei suoi occhi.
Non avrebbe mai potuto fare a meno di Draco Lucius Malfoy.
 
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9 anni dopo…
 
 
-Draco?-
-Dimmi.-
-Abbiamo ricevuto una lettera.-
Hermione si sedette accanto a lui nel divano del salone, il fuoco del camino era acceso poiché l’inverno stava ufficialmente prevalendo sull’estate e il tempo quell’anno era più mite del previsto.
Hermione sorrise leggendo il mittente e l’aprì piano per non rovinarla.
-Chi la manda?- chiese il marito, distogliendo gli occhi dalla Gazzetta del Profeta.
-Indovina?- rise e lesse ad alta voce.
 
Ciao mamma, papà e Mat,
Vi scrivo oggi perché ho una bellissima notizia da darvi, oggi mi hanno smistata a… SERPEVERDE!!
Papà sei fiero di me? Penso che la mamma non lo sarà molto, infatti dovresti essere tu il primo a leggere la lettera per mitigare il suo animo Grifondoro, ma in caso contrario sappi mamma che ti voglio bene e spero di essere la benvenuta a natale a casa, hai ancora la possibilità che sia Mat a finirci, no?
 
Elis.
 
-SII, lo sapevo!- urlò Draco saltando in piedi.
-Già, anche io.- ammise Hermione, rassegnata.
-Come?- chiese il ragazzo, il cui entusiasmo era finito davanti allo sguardo della moglie.
-Certo ha il tuo carattere! Non poteva mica finire a Grifondoro, là premiano il coraggio, non l’astuzia e i sotterfugi.- gesticolò con le mani, leggermente nervosa per il verdetto finale che la figlia le aveva dato, aveva sperato fino all’ultimo che lei finisse nella sua casata, ma i suoi sogni si erano infranti.
-Ma tu hai sempre adorato i miei piani diabolici o la mia intelligenza, fuori dal normale e il mio modo di calcolare tutto.- le disse attirandola a se e baciandole, voglioso, il collo.
-Mm… Non lo ricordo proprio così, sai.-
-Mamma, papà, che state facendo?!- chiese Mat entrando in salone.
-Oh niente, parlavamo di tua sorella.-
-L’hanno smistata?- chiese curioso.
-Oh sì.- rispose Draco sorridendo, come un bambino.
-Scommetto che non è finita a Grifondoro.-
-Come fai a saperlo?- chiese stupefatta.
-Tu sei seccata mentre lui è felice.- asserì.
-Sei proprio mio figlio, e vedi di finire a Grifondoro tra due anni o ti taglio i viveri.- disse Hermione, scherzando.
-Papà posso scappare dai nonni se non fate entrare né me e Elis a casa?-
-Certo.-
-Grazie.- il piccolo scappò al piano di sopra lasciando nuovamente soli i genitori.
-Lui andrà a Grifondoro, è come te.- l’abbracciò da dietro e lei chiuse gli occhi per bearsi di quel momento.
-Hai i tuoi capelli e i tuoi occhi, è uguale a te.-
-Sì, ma ha il tuo carattere, è studioso e ha fatto la sua prima magia a soli due anni, per Elis abbiamo atteso i tre se ti ricordi bene.-
-Speriamo, ma andrà bene qualsiasi casata, forse finirà a Corvonero.-
-Spero di no, quella casa non mi è mai piaciuta.-
-Il motivo?- voltò la testa per guardarlo.
-C’era gente come Lunatica, ti voglio ricordare.-
-Oh già, la moglie di Ronald.- sottolineò lei.
-Dettagli Granger, comunque stavo pensando a una cosa.-
-Cosa?-
-Quando anche Matthew sarà ad Hogwarts la casa rimarrà vuota.-
-Già, saremo pronti?-
-Beh potremo darci da fare con un terzo figlio…-
-Malfoy! Ma non dobbiamo arrivare ad aver una dozzina di figli a soli ventinove anni!-
-Oh beh, abbiamo ancora due anni per pensarci.- la votò, le prese il volto tra le mani e iniziò a baciarla con passione.
-C’è Mat sveglio.- le fece notare lei, discostandosi leggermente.
-Non se ci mettiamo in cucina e insonorizziamo la stanza e la blocchiamo anche.- sussurrò a stretto contatto con le sue labbra, prese il polso e la trascinò nell’altra stanza, chiudendo la porta con la bacchetta.
La fece sedere sul tavolo e fece scivolare la camicia, baciandole la spalla e poi il braccio.
-Fai anche l’incantesimo anticoncezionale.-
-Non pensi che io l’abbia già fatto?-
-No e non mi fido.- disse lei schietta.
-Ah no?-
-No, perché ha ragione Ginny tu lo fai apposta a scordarlo, cosi io posso rimanere incinta!-
Draco rise di gusto e accontentò la moglie, solo per quella volta perché era deciso più che mai a vedere un nuovo Malfoy in giro per casa, magari un’altra femmina e avrebbe fatto di tutto per farlo accadere, ma per quella volta decise di accontentarla e darle l’apparenza che fosse ancora lei a comandare, ma ormai i ruoli si erano, leggermente, modificati già da un po’ di tempo.



Ragazzi penso che non esistino parole per dire quanto sia dura per me, oggi, cliccare il tasto di pubblica storia.
Da un lato non ci sarei mai voluta arrivare, ma la trama, i personaggi... Hanno fatto il loro corso... Si sono evoluti, sono cresciuti e nonostante io abbia scritto il tutto è stato merito loro...
Cos'è stato The Dark Side per me? è stato tutto...
Si è realizzato un sogno con questa storia perchè per la prima volta sono riuscita a esprimere tutto quello che avevo dentro, 
sono riuscita a parlare tramite i personaggi e voi mi avete ascoltato... Mi siete stati vicini...
The Dark Side non è solo la mia opera ma è la nostra opera, perchè senza il vostro sostegno la storia non sarebbe arrivata così lontano... 39 capitoli sono tanti, forse troppi o troppo pochi...
Ma spero che quest'ultimo vi abbia lasciato soddisfatti... Vi abbia fatto capire che Hermione ha accettao se stessa, il dolore e ha deciso di andare avanti... Ci vuole coraggio per fare una scelta e spero che ognuno di noi trovi, anche nel futuro, il suo coraggio...
Grazie di cuore alle 85 persone che hanno messo la storia nelle preferite, alle 12 che l'hanno messe nelle ricordate e alle 174 che l'hanno inserita nelle seguite... Un grazie va alle 4000 persone che hanno letto il primo capitolo, e anche alle 1000 e rotte che hanno letto i seguenti capitoli...
Non inserisco nomi non perchè non sia grata alle persone ma perchè so, nel mio cuore, che anche chi non ha recensito o inserito la storia, le ha voluto bene... E il grazie va anche a loro, a tutti voi!!

Spero che molti di voi mi supporteranno in un'altra mia folle impresa... Si chiama This is War e a breve sarà postata su EFP.... <3
G R A Z I E 
<3

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