This is War

di _Giuls17_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un mondo sbagliato ***
Capitolo 2: *** Hermione Jean Granger ***
Capitolo 3: *** Passando al piano successivo ***
Capitolo 4: *** Tiri Vispi Weasley ***
Capitolo 5: *** Resistenza ***
Capitolo 6: *** Missione ***
Capitolo 7: *** Cosa può succedere in due mesi? ***
Capitolo 8: *** Di tutto ***
Capitolo 9: *** Non si può tornare indietro ***
Capitolo 10: *** Hogwarts ***
Capitolo 11: *** E li chiamano ricordi ***
Capitolo 12: *** The hunt begins ***
Capitolo 13: *** L'amore che provo per te mi porta sulla retta via ***
Capitolo 14: *** Dentro la pelle ***
Capitolo 15: *** Mille avversità ***
Capitolo 16: *** Il mondo sta cambiando ***
Capitolo 17: *** I doni della morte ***
Capitolo 18: *** E´ancora lei ***
Capitolo 19: *** Verità nascoste ***
Capitolo 20: *** This is War ***
Capitolo 21: *** Tutto questo dolore avrà mai una fine? ***
Capitolo 22: *** Beat of my heart ***
Capitolo 23: *** Through the years ***



Capitolo 1
*** Un mondo sbagliato ***


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Buonasera a tutti...
Spero che questa mia nuova idea possa piacervi...
Siamo al quinto anno... Leggermente diverso sia dal libro che dal film.
Non voglio anticipare niente ma sappiate che mi atterò solo ai 
fatti strettamente necessari e spero che il resto
possa essere per voi una sorpresa <3
Prossimo aggiornamento Venerdi, se tutto va bene :D

 
Un mondo sbagliato
 
 
 
Aveva solo quindici anni.
Solo quindici anni ma aveva passato più guai di un vecchio o forse più di Silente.
Quindici anni e la sua vita era sempre stata, costantemente, in pericolo, fin dal suo primo anno a Hogwarts.
In quella scuola, dove aveva trovato la salvezza dai Dursley più di una volta, aveva trovato la sua vera casa, dove vi erano persone che lo avevano accolto a braccia aperte.
Come il Preside, o la professoressa McGranitt, il suo migliore amico Ron Weasley ed anche il resto dei suoi fratelli e poi tutti i suoi amici di Grifondoro, ma si era chiesto come facessero i guai a trovarlo sempre.
Forse era colpa del suo nome: Harry Potter. Un nome una garanzia avrebbero detto i gemelli ma lui per la prima volta non ne andò fiero. E quel giorno non aveva messo in pericolo solo lui ma anche tutti i suoi amici.
Aveva deciso di seguire una sua visione, una stramaledetta visione che avrebbe potuto non accogliere se avesse seguito le istruzioni di Piton, ma come al solito lui aveva deciso di fare di testa sua.
Così il professor Piton lo aveva cacciato dal suo studio, non dandogli più lezioni di Occlumanzia e lui non aveva fatto poi chissà cosa per farsi perdonare, ansi aveva accettato molto felicemente quella situazione.
Ma i suoi amici gli avevano detto di stare attento, Ginny più di tutti gli altri, che a inizio anno gli era sembrata diversa, più decisa, più coraggiosa, anche se il coraggio non le era mai mancato essendo l’unica femmina su sei fratelli, come se avesse finalmente trovato una vera amica, pronta a sostenerla, ma lei non aveva rivelato niente né a lui né a Ron.
Anche il suo amico Neville gli aveva detto che forse quelle visioni erano false, che forse Voldemort voleva che lui le vedesse, ma ovviamente aveva deciso di non ascoltare neanche lui.
Così li aveva portati tutti al Ministero della Magia, perché aveva sognato che il più potente Mago Oscuro di tutti i tempi stava torturando il suo padrino, e unico legame familiare: Sirius Black.
Harry Potter aveva commesso la cazzata del secolo e solo ora, a un passo dalla morte se n’era reso conto.
Dato che aveva perso tutto, aveva perso lui.
Sirius era morto e la colpa era solo sua, sua e del suo istinto sbagliato, neanche durante il Torneo Tremaghi aveva commesso uno sbaglio così madornale.
E adesso Silente gli stava salvando la vita, di nuovo, ma si rese conto che quello non era motivo per rilassare i muscoli, poiché il vecchio Preside, nonostante tutta l’esperienza non stava avendo la meglio su Lord Voldemort.
Forse tutto il contrario.
Percepì chiaramente il sudore scendergli lungo la schiena e un brivido lo riscosse, riportandolo al presente.
Si asciugò delle goccioline che erano calate sul mento e guardò i suoi amici,
spaventati ma stringevano saldamente le bacchette in mano, avrebbero combattuto fino alla fine, ma a che prezzo?
Harry avrebbe dovuto dare ragione a loro, li avrebbe dovuti ascoltare fin dall’inizio ma quell’anno non era riuscito a dare retta a nessuno, se non a se stesso e più volte questo suo atteggiamento lo aveva ripagato delle punizioni della Umbridge.
 “Sì Harry, sei una testa di cazzo!!”
 
-Devo fare qualcosa.- sussurrò ma si ritrovò impossibilitato a muoversi, una delle quattro figure che formavano la statua della fratellanza, del Ministero, gli bloccava tutte le vie di fuga, così guardo di nuovo i suoi amici, cercando di farsi vedere qualche idea geniale.
Luna Lovegood teneva Ginny da sotto il braccio per non farla cadere, un Mangiamorte le aveva afferrato un piede dentro una delle stanze dell’Ufficio Misteri e se l’era storta, il naso di Neville perdeva sangue, forse troppo, Ron stava meglio nonostante le sue braccia fossero piene di segni di cervelli e il braccio sinistro di Draco ricadeva mollemente per tutta la sua lunghezza.
È rotto.
Harry scosse ancora più la testa, disorientato e confuso, li aveva condotti tutti a morire e forse Draco era l’unico che avrebbe veramente potuto rifiutare di farsi coinvolgere, ma non aveva voluto sentir ragioni, si era unito alla sua spedizione senza esitare un attimo.
“E infatti su zia Bella appena lo ha visto ha tentato di ucciderlo, ricordi vero?”
Oggi sei davvero sarcastica coscienza, si me lo ricordo ero là, è stato prima che lei attaccasse Sirius.
“Hai ragione perché poi ci ha pensato Lucius a rompergli il braccio.”
Quella verità gli fece male, come poteva un padre provare a uccidere suo figlio?
Come poteva togliere la vita a un membro della sua famiglia, sangue del suo sangue?
“Bellatrix lo ha fatto con Sirius, sono malati Harry, non hanno tutte le rotelle a posto.”
Strinse i pugni e dovette concordare con quel ragionamento, da quando Malfoy aveva abbandonato la sua famiglia non aveva più fatto ritorno al Manor e come lui era stato adottato dalla, generosa, signora Weasley, poiché il ragazzo aveva deciso di non unirsi a suo padre, di non servire il Signore Oscuro.
Draco Malfoy era diventato una delle persone che dovevano essere uccise, un po’ come lui del resto.
-Stia attento!- urlò rivolgendosi a Silente, l’attimo prima che un incantesimo di colore verde si scontrasse contro di lui ma in quel momento Fawkes prese il colpo al posto suo, bruciando.
Harry distolse gli occhi, non riuscendo a sopportare di vedere quella scena.
Tutti stavano morendo per colpa sua.
-Devo agire.-
Sentì la risata stridula di Bellatrix Lestrange e si voltò verso i ragazzi, stavano di nuovo combattendo contro alcuni Mangiamorte che erano riusciti a fuggire all’Ordine, vide Ginny in difficoltà e non ci pensò due volte.
Passò sotto la statua e prese la bacchetta, pronto a uccidere chiunque avesse provato a fare del male a lei e tutte le persone a lui care, non avrebbe permesso ad altri di morire, non avrebbe permesso a nessuno di raggiungere Sirius oltre il velo.
-Harry no!- sentì il richiamo di Silente ma non ci badò, aveva sbagliato su tutti i fronti quell’anno e decise che non avrebbe mai potuto cambiare il passato, o modificare il futuro, avrebbe continuato ad agire secondo il suo pensiero e fu così che sbagliò di nuovo.
Schiantò Greyback prima che calasse su Ginny, e sentì un Protego salvarlo da una Maledizione, si voltò per guardare chi lo avesse chiamato e ciò che vide gli fece rallentare i battiti del cuore.
Voldemort aveva lanciato l’anatema che uccide contro Silente e il Preside troppo impegnato a salvargli la vita non lo aveva evitato.
Non vi fu nessun rumore, nessun urlo ma il tempo rallentò lo stesso, i Mangiamorte smisero di lottare come anche i suoi amici, tutti si erano bloccati, intrappolati a osservare quella scena.
Harry urlò, urlò di nuovo con tutte le sue forze.
Vide la Maledizione colpire l’uomo che aveva riposto in lui la sua fiducia, e il peso del mondo gli cadde addosso, l’uomo chiuse gli occhi e si accasciò a terra, inerme, morto.
Harry Potter corse verso di lui, abbracciandolo sperando di sbagliarsi, sperando di aver visto male, ma delle mani lo trascinarono via.
Draco assieme a Ron lo stavano tirando lontano da quella scena, lontano da Silente.
Vide il sorriso sul volto di Tom Riddle e su quello di Bellatrix, vide la soddisfazione nei loro occhi, e giurò che avrebbe vendicato quelle persone.
Giurò a se stesso che avrebbe ucciso Voldemort a tutti i costi, che avrebbe pagato per le vite che si era preso, ingiustamente.
I suoi amici lo presero per mano e arretrarono in tempo per vedere l’ingresso di Moody, nello spiazzale del Ministero, seguito da Tonks.
-Fuggite! – urlò rivolgendosi a loro, -Cosa state aspettando!-
 
Fu un attimo e Harry si sentì trasportato via dalla Smaterializzazione, non si accorse delle lacrime che gli rigavano il viso se non quando si Materializzarono all’interno del Numero Dodici di Grimuld Place.
Non fece caso alle braccia di Ginny, che lo tenevano stretto al suo petto, e agli sguardi pieni di dolore degli altri ragazzi, no, pensò solo a se stesso, come sempre.
E si chiuse dentro la sofferenza di quel momento, si chiuse in se stesso, ergendo una barriera troppo spessa per essere infranta facilmente.
 
***
 
-Ginny come stai?-
-Bene Ron, guarirò presto.-
-E tu Luna?-
-Oh, tutto apposto.- disse con la solita espressione sognante.
-Bene.- concluse Ron, senza chiedere a Draco come andasse il suo braccio, il ragazzo sbuffò, ormai abituato a quella situazione, prese la bacchetta dal tavolo e se la puntò contro.
-Brachium Emendo.- trattenne un grido di loro e con un sonoro crac le sue ossa tornarono al loro posto, mosse il braccio per sicurezza e fu soddisfatto del suo incantesimo.
Guardò i suoi amici e un senso di impotenza gli pervase il cuore: cosa avevano fatto?
Se avessero riflettuto di più non avrebbero provocato la morte di tutte quelle persone, le avrebbero potuto salvare.
Scosse la testa rassegnata, ormai sapeva bene che quando Harry pensava a qualcosa, qualcosa che doveva fare non avrebbe potuto fare niente per fargli cambiare idea, solo assecondarlo.
E lo aveva fatto anche quella, lo avrebbe fatto sempre, doveva la vita a Harry per non averlo lasciato solo, per avergli dato una possibilità quando tutti gli avrebbero sbattuto la porta in faccia.
Gli aveva concesso la sua amicizia.
E lui avrebbe fatto tutto, proprio tutto, per continuare a meritarsela.
-Harry non si riprenderà.- disse Ginny piano, senza guardare nessuno.
-Può farcela.- gli fece eco Ron, -Deve trovare la forza.-
-E dove? Tutte le persone a lui care sono morte, MORTE Ronald!-
-Non urlare Ginny ti sento.-
-Il problema non è questo.- disse Draco, mettendosi più rilassato nella sedia.
-Quale sarebbe?-
-Che cosa succederà ora?-
-Non capisco.- rispose Luna, che forse non aveva seguito tutta la discussione.
-Cosa succederà ora che Silente è morto? Chi prenderà il controllo, Piton? Voldemort? Non esisterà più un posto sicuro dove andare.-
-Neanche questo lo sarà.- Harry era appena arrivato in cucina, gli occhi rossi e ancora lucidi.
-Esatto.-
-Dovremo andare via, cercare l’Ordine.-
-Non possiamo.-
-Perché?!- sbottò Harry.
-Ci hanno detto di scappare, potrebbero essere stati catturati, non possiamo rischiare e poi…- si morse il labro, titubante.
-Poi cosa?-
-Aspetto una persona.- concluse.
-Qua? In questo momento?!-
-Sì Ron, ma è in ritardo, ho paura che possa essere ferita.-
-Chi sarebbe?-
-Non la conosci, nessuno di voi la conosce.-
-Diciamo intanto che è una ragazza.- asserì Draco.
 
Ginevra non rispose e si torturò le mani, con ansia, e il cuor che le batteva forte.
Si erano sentite una settimana fa, una settimana esatta e anche da lei le cose erano drasticamente peggiorate, non era solo Hogwarts sotto assedio, ma tutto il Mondo Magico.
Si erano ripromesse di incontrarsi, di trovarsi durante quella settimana ma lei non aveva più scritto e aveva mancato il giorno dell’arrivo, sarebbe dovuta essere lì già da tre giorni.
-Ginny?-
-Non possiamo andare via se lei non viene.-
-Perché è così importante?- chiese Ron, sedendosi accanto a lei.
-Lei è una persona magnifica e…-
Improvvisamente il ritratto della Signora Black aveva iniziato a urlare, segno che qualcuno aveva suonato il campanello.
La prima a muoversi fu la piccola Weasley, pronta a percorse la breve distanza che la separava dall’ingresso, il fratello la seguì con Draco e ultimo Harry.
Lei aspettò solo un secondo prima di aprire, un secondo per riflettere che potevano anche essere i Mangiamorte, un secondo per decidere le loro sorti, ma alla fine si fidò del suo istinto.
Si fidò delle sue sensazioni.
Spalancò la porta e una ragazza dalla chioma, leggermente cespugliosa di colore marrone, entrò barcollando.
-HERMIONE!- urlò la ragazza.
Ma Hermione non rispose, svenne un secondo dopo aver visto la sua amica.
 

Spoiler:

-Sono arrivata, alla fine.- disse ridendo, alla sua stessa affermazione.
-Sì Hermione, sei arrivata a casa.-
-Ginny noi… Dobbiamo parlare.-
-Più tardi, adesso devi riposare.-
 

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Capitolo 2
*** Hermione Jean Granger ***


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La mia previsione era giusta o quasi, 
sono in ritardo di mezz'ora e mi scuso profondamente..
Ma questo 25 aprile è stato molto lungo e non 
sono riuscita a tornare prima a casa :(
Adesso avete la mia totale attenzione o quasi, sto per andare a nanna :D
Allora in questo capitolo scopriremo qualcosa di importante su una certa
ragazza...
Ma cosa posso dirvi?
Non fatevi ingannare...
XOXO



 
Hermione Jean Granger
 
 
-Hermione!- Ginny la tirò dentro chiudendo la porta di casa, -Aiutatemi.-
Draco si mosse per primo e sollevò la ragazza da terra, prendendola in braccio e portandola a un piano di sopra, in una stanza da loro non abitata.
L’appoggiò sul letto e solo in quel momento si accorse di una cosa.
-E’ spaccata.- disse indicando la ferita che partiva dal braccio e continuava anche sotto la maglietta.
-Ci dovrebbe essere una pozioni in cucina, Essenza di Dittamo.-
-Controllo io.- Ron corse sotto e i suoi passi si persero per le scale.
-Herm come stai?- la rossa gli scostò i capelli e come risposta ottenne solo un piccolo lamento, -Andrà bene vedrai.-
-Ginevra.- disse Neville che era rimasto in disparte sull’uscio della porta.
-Sì, è lei. Ecco perché era in ritardo.-
Hermione aprì improvvisamente gli occhi e urlò, osservando la sua ferita non riuscì a non urlare nuovamente e spaventata osservò le persone che la stavano guardando.
-Che succede…-
-Calmati, tranquilla.-
-Fa ma… Le.-
Cercò a tentoni la sua bacchetta ma non la trovò, un altro spasmo di dolore le fece chiudere gli occhi e voltò il capo verso la finestra, non voleva che la vedessero in quel modo.
Non voleva essere vista debole e fragile, lei non era in quel modo.
Lei era molto di più.
-RON!- urlò Ginny disperata.
-Eccomi.- le passò la pozione e in pochi attimi le tolse la camicia per spruzzarle l’Essenza di Dittamo sul corpo, dove ancora il sangue usciva copioso, non intenzionato a fermarsi.
 Hermione aveva stretto i pugni attorno alle coperte, per non urlare nuovamente, non si era mai Spaccata e dovette ammettere a se stessa che faceva male, dannatamente male, senza rendersene conto iniziò a tremare e si strinse ancora di più nel suo stesso abbraccio.
Anche la mano di Ginny tremava per la paura, paura che fosse tardi per la sua amica, paura che non riuscisse a guarire, ma dopo pochi attimi chiuse anche l’ultima parte della ferita.
-Andrà tutto bene adesso.- le asciugò il sudore dalla fronte e la coprì con le lenzuola.
-Sono arrivata, alla fine.- disse ridendo, alla sua stessa affermazione.
-Sì Hermione, sei arrivata a casa.-
-Ginny noi… Dobbiamo parlare.-
-Più tardi, adesso devi riposare.-
-Non posso.- provò ad alzarsi ma più mani la riportarono a letto, i suoi amici si erano sporti in avanti.
-Ascoltala.- furono le uniche parole di Malfoy, rivolgendosi alla rossa.
-Dormi un paio di ore e poi parlerai.- gli fece eco Harry, lasciando assieme al ragazzo la porta.
-Okay.- concluse scoraggiata Hermione, non avendo le forze fisiche né mentali per ribattere a quella decisione.
-Ti prendo dell’acqua.- esordì Luna.
-Dormi.- sussurrò Ginny ed Hermione non potè non accettare quella richiesta, il sonno che si era preclusa negli ultimi giorni la investì come un treno nel mezzo della corsa, e chiuse gli occhi cadendo nelle braccia di Morfeo.
 
***
 
I ragazzi si riunirono in cucina, un paio di minuti dopo aver lasciato la nuova ospite dormiente nel suo letto.
-Cosa succede?- chiese Harry, fu il primo a rompere il silenzio che si era creato.
-La stavo aspettando.-
-Perché?-
-Sarebbe meglio…-
-Sarebbe meglio un cazzo Weasley, sta qua da noi dobbiamo sapere chi è.- esordì Draco.
-Okay, va bene! Lei studia a Beauxbaton, è la cugina di Fleur.- sussurrò.
-Fleur? Fleur Delacourt? La fidanzata di Bill?-
-Esatto.-
-Tu come la conosci?-
-Ti ricordi che dopo il Torneo, Bill ha detto che doveva andare in Francia per un corso?- chiese rivolgendosi al fratello.
-Certo.-
-Cazzate.- concluse, -Stava andando da Fleur solo che mamma non doveva saperlo, così l’ho ricattato e mi sono fatta portare in Francia.-
-Dicevo che mi sembrava strana la tua partenza.-
-Esatto Ron e in quella settimana ho conosciuto Hermione, lei andava a scuola con Fleur ma diciamo che aveva gli occhi più aperti di lei.-
-Ovvero?- il tono beffardo di Malfoy l’aveva fatta sbuffare, ma mantenne i nervi saldi ormai abituata.
-Lei era aggiornata sulla “nostra” situazione, seguiva il Profeta e sapeva di Harry, mi ha raccontato che cose strane stavano succedendo anche lì, sparizioni, omicidi… Erano arrivati i Mangiamorte a Beauxbaton.-
-Sul serio?-
Harry si sedette accanto a lei come catturato da tutte quelle informazioni.
-Sì, dopo che sismo partiti ci siamo tenute in contatto, mi raccontava di come la scuola avesse cambiato registro, permettendo l’uso della Magia Nera o di strane persone che professori, anche loro se la stavano passando male.-
-Scommetto che hai parlato con lei per tutto l’anno? Ecco perché eri diversa.-
-Sì, mi ha aiutato ad aprire gli occhi ed è lei che ti ha consigliato di non seguire le tue visioni.-
-Le hai detto proprio tutto?!-
-Se intendi anche che sei una testa di cazzo, sì Harry.-
-Che cosa penserà di me?-
-Che sei una testa di cazzo.- disse Malfoy, sogghignando.
-Comunque le ho detto che le tue visioni stavano diventando più strane e lei senza darmi una risposta precisa mi ha detto che sarebbe venuta qua, subito, ma come sappiamo…-
-Ho ritardato di tre giorni.- disse una voce che era appena entrata in cucina.
Hermione indossava una maglietta larga col segno della pace e dei jeans, gli stessi jeans con cui era arrivata, sporchi di sangue e strappati al ginocchio.
-Non dovevi dormire?- la rimproverò l’amica.
-Non possiamo perdere tempo.- si sedette molto lentamente su una sedia, tutto il corpo le doleva e non sapeva bene come affrontare quel dolore.
-Mi hanno seguita, ho dovuto seminarli prima di venire qua, sapevo che questo era il vostro rifugio.-
-Ma non avresti dovuto saperlo.-
-Sì lo so.-
-Chi è stato?-
-Non ci crederete mai ma Voldemort mi ha sguinzagliato dietro Peter Minus, Dolohov e Tiger.-
-Lo sapevo che quei deficienti avrebbero fatto come mio padre.-
-Sì ineffeti lo anno nominato.- disse riferendosi direttamente al Serpeverde.
-E tu che cosa ne sai?- chiese alzandosi dalla sedia, gli occhi leggermente aperti per la rabbia.
-Beh… Diciamo che il tuo aspetto è un marchio di fabbrica, siete tutti uguali voi Malfoy.-
-Attena a ciò che dici!-
-Sennò cosa? Lo diremo a tuo padre o a tua zia?-
-Lurida impertinente.- Draco scattò con la bacchetta ma lei fu più veloce e la puntò alla gola.
-Sentimi bene, io non so perché tu sia qui con loro ma a me i Mangiamorte non vanno proprio a genio, ma accetterò la loro scelta, solo non parlare troppo, il tuo cervello non deve essere abituato.-
-Hermione.-
La ragazza abbassò la bacchetta e tornò al suo posto.
-Perché dovremo fidarci di te.-
Harry catturò tutta l’attenzione dei presenti su di lui ed Hermione non potè fare a meno di osservarlo.
-Voglio aiutarvi, voglio aiutarti.-
-Perché?-
-Harry pensavo che tu fossi più sveglio.-
-Che intendi?-
-Voldemort ha conquistato la mia scuola, ha messo i suoi uomini al comando e scommetto che farà lo stesso con Hogwarts se Silente non lo fermerà.-
-Silente è morto.- disse Luna, tranquillamente.
-Ottimo allora siamo fregati.-
-Perché?-
-Ma non capite il suo piano?-
-Quale piano?-
-Lui sta prendendo il potere, avrà due scuole di magia al suo controllo, il prossimo passo è il Ministero della Magia, vuole anche quel potere. Si vuole insediare in questo mondo.-
-Non mi basta.-
Hermione sorrise, ma un sorriso amaro di quelli che portano via la felicità.
-Anche io voglio uccidere Voldemort, lo voglio con tutta me stessa.-
-Dov’è Fleur?- chiese improvvisamente Ginny.
-Bill l’ha portata via la settimana scorsa.-
-Hermione dove sono i tuoi genitori?-
La ragazza non rispose.
-Perché sei qua sola?-
-Ginny sono morti.-
Lacrime iniziarono a scendergli lungo il viso ma lei le cancellò, assumendo un’espressione dura, glaciale.
-Ora hai capito perché voglio la sua morte?-
 
***
 
Harry quella sera non aveva chiuso occhio nella sua mente vorticavano le immagini che aveva vissuto in prima persona un paio di ore fa.
La sua sconsideratezza, la morte di Sirius e di Silente, due persone, che per lui erano tutto e poi l’arrivo di Hermione.
Era davvero chi diceva di essere?
Poteva fidarsi di lei? Dei suoi racconti, del suo dolore?
Harry non lo sapeva, non aveva risposte a quelle domande, poiché il dolore e la rabbia avevano occupato tutto il suo cuore, non lasciando altro spazio per altri sentimenti.
Sapeva che quella sera non avrebbe trovato una soluzione, sapeva che quella sera si sarebbe dovuto aggrappare alla vita per non crollare ma solo di una cosa era certo: se Voldemort aveva preso possesso di due scuole di Magia, e del Ministero, la guerra era iniziata e solo lui avrebbe potuto porvi fine.
Era riuscito ad ascoltare la profezia prima che andasse perduta e sapeva che quel compito spettava a lui e a lui soltanto.
Avrebbe ricomposto l’Ordine, trovato alleati anche dall’altro lato del mondo se fosse stato necessario, ma questa guerra l’avrebbe vinta a tutti i costi e forse Hermione poteva essergli utile, per il suo fine.

 


Ps: è un pò cortino ma mi faccio perdonare con il prossimo !

Spoiler:

-Sei una Mezzosangue, hai il sangue sporco e sinceramente non ho intenzione di ascoltarti.-
-Potrò avere il sangue sporco ma sono più preparata di te, su tutto.-
-Lo…-

 

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Capitolo 3
*** Passando al piano successivo ***


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Forse il mio secondo capitolo non è andato come speravo...
Certe volce ci vuole solo un pò di tempo, le storie hanno bisogno del loro rodaggio e
penso che anche qusta, fra un paio di capitoli vi sembrarà diversa.
Spero che appreziare il mio terzo tentivo e grazie come sempre di essere qua con me
<3
 
Passando al piano successivo
 
 
Draco quella mattina si era alzato incredibilmente presto, il suo letto non era stato d’aiuto per riflettere, anche perché la sua camera si trovava vicino a quella della nuova arrivata, così aveva preferito scendere in cucina e pensare con una tazza di caffè davanti.
Ma appena varcò la soglia la trovò già occupata dalla new entry, Hermione-Capelli-Cespugliosi-Granger.
-Ciao.- sussurrò lei senza guardarlo negli occhi, il viso immerso nella Gazzetta del Profeta e un caffè nella mano, -L’altro è sul balcone.-
-Okay.- disse semplicemente e senza altre parole prese anche lui il suo caffè e si sedette nel posto di fronte a lei.
-Non ci sono.- commentò chiudendo con uno scatto.
-Chi?-
-Gli altri membri dell’Ordine, sono scappati in tempo.-
-Tu sai chi sono?-
-Sì.- disse sostenendo il suo sguardo.
-Non la vedo una cosa positiva.- commentò acido.
-Neanche io il fatto che tu sia qui.-
-Hai ancora voglia di parlare al vento?-
-Perché Harry ti ha fatto entrare nel suo gruppo, tuo padre è un Mangiamorte.-
Draco rimase zitto a quel commento, stavolta nessuno lo avrebbe fermato, nel caso cui lei avesse esagerato, l’avrebbe Schiantata molto volentieri.
-Non sono fatti che ti riguardano, sei tu l’intrusa qui. Il tuo cognome non mi dice niente.-
-A be, non mi troverai nella lista delle famiglie Purosangue d’Europa se è questo che mi stai cercando di dire, Malfoy.-
-No?-
-Esattamente sono una Mezzosangue e ne vado fiera.-
Draco trattenne un ghigno molto cattivo e si limitò a voltare lo sguardo.
-Hai qualcosa da dire sul mio stato?-
-Oh be diciamo che se prima avevi una minima opportunità di potermi stare simpatica adesso le hai perse tutte.-
-Sai è questo il problema, è questo il motivo per cui Voldemort ha preso il potere, perché nel mondo esiste gente come te.- disse rabbiosa.
-Come me, come prego?- Draco si voltò e strinse i pugni.
-Esatto tu e la vostra specie ci disprezzate, ma siete voi alla fine che uccidete le persone, voi che praticate Magia Nera, voi che avete tradizioni paurose, è per voi che Voldemort ha ancora dei seguaci e se foste più aperti ciò non sarebbe successo.-
-Sei una Mezzosangue, hai il sangue sporco e sinceramente non ho intenzione di ascoltarti.-
-Potrò avere il sangue sporco ma sono più preparata di te, su tutto.-
-Lo…-
 
-Già svegli?- disse Harry entrando in cucina.
Il ragazzo riuscì a percepire la tensione che girava per la stanza, osservò le due persone sedute attorno al tavolo e notò che si guardavano con sguardi omicidi, si sarebbero Schiantati volentieri a vicenda.
-Qualche problema?-
-No, dicevo solo alla Mezzosangue che non siamo propensi ad ascoltare i suoi ridicoli piani.-
-Non mi interessa se è una Mezzosangue, se può aiutarmi a sconfiggere Voldemort è dei nostri.-
-Potter ma sei impazzito?!-
Draco si alzò dalla sedia, leggermente sbigottito da quell’affermazione.
-Lo sai che non lo avrei detto senza una valida ragione e ieri sera ho riflettuto molto.-
-Su cosa?- chiese Ginny entrando con Luna e Neville.
-Sul fatto che Hermione ha ragione, se Voldemort ha preso la scuola noi non possiamo tornare.-
-Perché?-
-Ron siamo praticamente quelli che hanno tentato di ucciderlo e farà la stessa cosa appena mettiamo un piede dentro il castello, tornare per finire l’anno è impossibile.-
-Ma i G.U.F.O?-
-Neville non penso che saranno così importanti, adesso.- sussurrò Ginny per rassicurarlo.
-Penso che adesso dobbiamo trovare il modo di rintracciare l’Ordine e la tua famiglia Ron, dobbiamo sapere se stanno bene e poi dovremo cercare di decifrare la profezia.-
-L’hai sentita?- chiese Hermione, animandosi, improvvisamente.
-Sì, non bene ma sono piuttosto sicuro di quello che ha predetto.-
-Cioè?- chiesero tutti all’unisono.
 
-Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore...
nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese...
l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto...
e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive...
il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore nascerà all'estinguersi del settimo mese...
-
-Parla di te Harry.-
-Neville anche tu sei nato a Luglio…- gli fece notare gentilmente l’amico.
-Ma non è marchiato.- disse semplicemente Hermione, avvicinandosi a Harry e un brivido gli percorse la schiena, gli aveva sollevato i capelli per mostrare la cicatrice.
-Tu hai questo. Lui no.-
-Pensi che Voldemort abbia scelto me e non lui?-
-Questa ne è la prova.-
-Perché?- chiese Draco.
-Perché avrà visto in te qualcosa che Neville, perdonami, non aveva.-
-Ne sei convinta?-
-Può essere una tesi valida.-
-Ci fidiamo di lei e del suo giudizio?-
-Sì Draco, adesso chiudi quella bocca.- gli disse Harry sedendosi sul tavolo, le mani sotto il mento, intento a riflettere su tutto quel casino.
-Io posso ucciderlo, nessuno dei due può vivere sennò.-
-Ma come?- chiese Ginny.
-Non penso che sia sufficiente una Maledizione sena Perdono.-
-Perché no?-
-Sennò in molti lo avrebbero già fatto, penso che sia più complicato di così, un Mago Oscuro che vuole essere invincibile avrà preso delle precauzioni per non morire, tu dovresti saperne qualcosa.- disse rivolgendosi al biondo.
-Dacci un taglio o credimi avrò il piacere di Cruciarti.-
-Malfoy, Granger basta! Dobbiamo collaborare, se litighiamo siamo fregati.-
-Va bene, allora partiamo dall’inizio: riuniamo l’Ordine.-
-Chi ti dice che tu parteciperai?- riprese Malfoy, contrario a tutta quella situazione.
Non potevano dare fiducia a una ragazza che era appena arrivata e di cui sapevano solo quello che lei aveva raccontato, lui se l’era dovuta guadagnare la loro fiducia, e troppo duramente anche.
-Lei è con noi, Malfoy, basta lo sai anche tu che così non possiamo andare avanti.-
-Perché ti fidi di lei così facilmente? Potrebbe essere un’infiltrata!-
-E secondo te mi Spaccavo per venire da voi? Di certo avrei trovato un modo più comodo.-
-Siamo tutti bravi a recitare.-
-E chi ci dice che non sei tu quello a recitare? Tuo padre è un Mangiamorte e forse sei tu qua a essere l’infiltrato.- lo accusò Hermione.
-Non osare Lurida Mezzosangue, io sono andato via da quella casa perché mi rifiutavo di servire quel pazzo e di seguire le orme di mio padre, ho deciso di mollare tutto!-
-Anche io! Ho mollato i corpi dei miei genitori senza poterli seppellire, li ho lasciati a casa come se niente fosse, ma niente tornerà come prima e io adesso sono qua perché quello stronzo deve morire.- urlò le ultime parole e senza rendersene conto asciugò le lacrime per scappare poi dalla cucina, seguita da Ginny e Luna.
 
-Malfoy lo so che ti sembra tutto strano.-
-Sì Potter, non capisco su che cosa ti basi!-
-Hermione è amica di Ginny, se Ginny si fida mio fido anche io.-
-Per me non avete fatto tutti questi discorsi, ho dovuto fare molto per voi prima che mi deste fiducia.-
-E adesso sei un membro dell’Ordine e noi siamo pronti a morire per te ma penso che Hermione sia veramente ciò che dica, penso che ci sarà utile in questa battaglia, è avanti la ragazza.-
-Forse ti piace un po’ troppo.- disse Draco senza trattenere la rabbia.
-Piacere? Ma sei impazzito!-
-Sarà solo una mia impressione.- lasciò la stanza anche lui, rimuginando su quella situazione.
-Ron penso che Grimuld Place sia diventato un po’ affollato.-
-Già.-
 
***
 
Hermione non era uscita dalla sua stanza per un paio di ore, troppo delusa e amareggiata per le parole che quel ragazzo le aveva rivolto.
Lei voleva solo aiutare, voleva poter dare manforte a quei ragazzi in cui riusciva a rispecchiarsi.
Anche lei come loro aveva perso molto, forse lei aveva perso tutto, dato che ancora qualcuno di loro poteva tornare a casa e trovare i suoi genitori in salotto, a lei non sarebbe successo, non li avrebbe più visti sorridere o ridere, sarebbe stata sola.
Un altro singhiozzo riempì il silenzio della camera da letto, e di nuovo delle lacrime le scesero lungo il viso; non era mai stata cosi frignona, la sua scuola l’aveva forgiata per essere sempre vigile, attenta al pericolo e senza paura.
Ma Hermione dovette ammettere a se stessa che aveva paura, paura di poter essere inutile, di non poter aiutare nessuno e di morire nell’impresa.
Se proprio devo morire, voglio che accada nello scontro finale.
“Perché sei sempre così negativa?”
Perché non ho più niente da perdere, non ho più nessuno da cui tornare.
 
-Hermione?-
La porta si aprì lentamente e la testa rossa di Ginny entrò prima del suo corpo, chiudendosela subito dietro.
-Come stai?-
-Ho solo bisogno di tempo.- sussurrò.
-Lascia stare quello che dice Malfoy, non dovresti mai ascoltarlo.-
-Io… Si merita davvero di stare qua?-
-Herm lui ha lasciato suo padre, la sua famiglia, si merita di stare qua con noi quanto te, devi accettarlo.-
-Forse hai ragione, ma sai anche io sono cresciuta con alcuni preconcetti che sono duri a mollare.-
-Ti riprenderai.-
Hermione non lo interpretò come una domanda ma come una affermazione e sentì che una parte del suo cuore non sarebbe mai stato del tutto convinto e capace di farlo.
Non sarebbe mai tornata la ragazza di qualche tempo fa, aveva perso la sua spensieratezza, la sua gioventù, la guerra l’aveva trascinata in un mondo parallelo troppo cruente e troppo presto, se avesse potuto decidere non avrebbe partecipato, avrebbe lasciato ad altri il lavoro sporco ma la scelta non era rientrata nelle sue facoltà.
Era stata costretta a partecipare, era stata costretta a far parte della guerra.
-Andiamo è pronto da mangiare, è l’ora di pranzo.-
-Di già?- chiese alzandosi per dare una sistemata al vestito che indossava.
-Sì, Kreacher ha preparato tutto.-
-Chi è?-
-L’elfo domestico.-
-E voi usate un elfo per cucinare? Dovreste essere a conoscenza del C.R.E.P.A!-
-Cosa sarebbe?- chiese Ron che si trovava fuori dalla stanza.
-Si tratta del Comitato per la Riabilitazione degli Elfi Poveri e Abbattuti, a Beauxbaton è stato accettato da qualche tempo perché qua no?!-
-Scommetto che saresti tu a rappresentarlo.- disse Malfoy che sentì il loro discorso dalla rampa di scale più bassa.
-Esatto!-
-Ridicola.-
-Come scusa?- urlò per correre in cucina senza poter lasciare perdere il discorso.
Odiava Malfoy, odiava quel Purosangue spocchioso che avrebbe dovuto sopportare per quel periodo, odiava i suoi occhi così impenetrabili che avrebbero potuto nascondere anche le tenebre, odiava i suoi capelli così dannatamente biondi da risultare patetici.
Odiava tutta la sua persona.
“O forse ti piace?”
Ridicolo.
 
-Oh bene eccovi, ho da darvi delle buone notizie.-
Il sorriso di Harry era radioso nonostante tutto, non avrebbe permesso agli eventi della scorsa notte di prendere il sopravvento per quanto il suo cuore piangesse ancora per la morte di Sirius e Silente, entrambi lo avrebbero voluto forte e capace di battere Voldemort e lui avrebbe fatto di tutto per realizzare quel tacito desiderio.
-Ovvero?-
-Be Neville, Kreacher è stato utile e chi lo avrebbe mai detto, ha fatto qualcosa di buono, finalmente.-
-Il Padrone sembra sorpreso…-
-Molto veramente, ma comunque… La notte scorsa è riuscito a contattare Moody e ha trovato gli altri membri dell’Ordine, ma non sono alla Tana.-
-Come non sono là?- chiese Ron, leggermente spaventato.
-Sta tranquillo, Moody ci riferisce che l’Ordine è al sicuro ma che per ora Kreacher non è autorizzato a rivelarci la sua ubicazione.-
-Perché?-
Stavolta fu Ginny ad esprimere il pensiero di tutti ed Harry, sorrise, nonostante l’aria di frustrazione che stava girando per la stanza.
-Ha detto che verranno loro da noi al momento giusto, ma ci ha affidato un compito.-
-Quale?-
-Tiri Vispi Weasley.-
-Fred e George? Che cosa centrano loro?-
-Hanno qualcosa che ci serve secondo Malocchio, ma neanche lui sa di cosa si tratta, ha detto solo…-
-Che Silente lo aveva disposto come piano di emergenza.- concluso Kreacher al posto suo.
-Esatto.-
-Quando si parte?- chiese Hermione.
-Non puoi ancora Smaterializzarti, andremo io, Ron e Draco, voi restate qua.-
-Voglio venire anch’io!- dissero in coro Neville e Ginny.
-Posso farcela.- ribatté Hermione.
-Mi dispiace è deciso, non potere venire tutti perché desteremo troppo scalpore e poi non sappiamo se ci sono taglie sulle nostre teste, è meglio così. Andremo domani, per oggi sarà meglio riposare.-
Tutto il resto del gruppo non fu molto d’accordo con la scelta presa da Harry tranne Draco che ebbe la possibilità di pavoneggiarsi davanti a Hermione, poiché lui era stato scelto e lei no.

 
 
 
Spoiler:

-Aprilo.- Ron lo spronò e il ragazzo non se lo fece ripetere due volte.
Aprì la scatole e oltre alle Api Frizzole ci trovò una lettera.

 

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Capitolo 4
*** Tiri Vispi Weasley ***


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Allora bellezze, 
sono di nuovo qui ! Non riuscite proprio a liberarvi di me XD
Vi posto un nuovo capitolo, allora premetto che la storia ancora
sta ingranando e quindi diciamo che i colpi di scena 
arriveranno fra un pò, ma mi sto concentrando su i nostri personaggi almeno ci provo 
e spero che vi piaccino!
Cercherò di non farli terribilmente OC ma proverò a mentenere l'IC
il più possibile.
Draco vi manda un grande saluto e buon 1 Maggio :D:D


 

Tiri Vispi Weasley
 
 
 
Harry si chiuse la porta alle spalle e osservò i suoi compagni, Ron e Draco.
Chiuse solo un attimo gli occhi e pregò con tutto se stesso che la missione di quel giorno andasse bene, aveva creduto alle parole di Kreacher, si era fidato nonostante tutto dell’elfo e voleva credere, soprattutto, che Moody avesse un piano che lo stesso Silente avesse avuto un piano di riserva.
Forse sapeva di morire.
“Non essere sciocco Harry.”
Penso che Silente avesse progetto quel piano, per ogni evenienza.
 
Guardò un attimo la porta di casa e il numero 12 di Grimuld Place scomparve alla sua vista, con al suo interno Ginny, Luna, Neville e Hermione.
Hermione.
Quella ragazza era entrata a forza nelle loro vite, dentro casa sua e nei suoi piani, se la sua mente aveva progettato ogni tipo di deviazione dal percorso lei era l’unica variante, che non aveva avuto modo di conoscere.
Hermione nonostante la sua statura e la sua corporatura, piccola, snella e bella, aveva quel coraggio che lui non aveva mai trovato.
Aveva lasciato tutto, la sua casa, i suoi amici, i suoi genitori morti per venire qua, per venire da lui e aiutarlo a uccidere Voldemort.
“Non puoi fidarti di una come lei.”
Perché no?
“Non ti rendi conto che non è umano lasciare i genitori?”
 
Harry rifletté su quelle parole, una parte di lui non lo considerava umano, ma solo un atto egoistico e privo di sentimento ma l’altra sua parte vide in quel gesto la voglia di combattere, il desiderio di poter osare e sconfiggere un nemico più forte.
Sta rischiando tutto per niente, come ha detto lei non ha legami.
“Appunto, non sottovalutarla.”
 
-Harry?-
-Andiamo al Paiolo Magico, non ci Materializziamo.-
Iniziò a camminare e senza aggiungere altre parole si mischiarono alla calca londinese del primo mattino.
Camminarono a piedi per la maggior parte del tempo, nonostante tutto sarebbe stato più facile usare la Magia ma Harry ebbe la sensazione che se lo avesse fatto, sarebbero stati catturati presto e per la prima volte decise di usare un metodo sicuro per muoversi.
A metà del loro percorsero presero la metropolitana e solo allora si azzardò a guardare i ragazzi.
Ron aveva la testa bassa e con gli occhi guardava le scarpe, sapeva bene che il suo unico pensiero era la famiglia, a partire dai suoi genitori fino alla sorella, che nonostante tutto era con lui.
Harry si rabbuiò, non aveva idea di cosa volesse dire provare angoscia per la sua famiglia, lui non l’aveva mai avuta una famiglia, sua madre e suo padre erano morti prima del tempo.
“Uccisi.”
Sì.
Dovette concordare nuovamente con la sua coscienza, i suoi genitori erano stati uccisi troppo presto e per quanto volesse bene alla signora Weasley, lei non sarebbe mai stata sua madre.
Poi guardò Draco, gli apparve ancora più pallido del solito ma stavolta fu sollevato di non dover incontrare altri membri di quella pazza famiglia, ne avevano avuto abbastanza al Ministero e non avrebbe retto a un altro confronto.
Malfoy sarebbe crollato, nonostante la sua decisione di cambiare fazione per quanto il suo cuore avesse cambiato rotta, quelle persone rimanevano la sua famiglia, una famiglia che era pronta a uccidere il suo stesso figlio, poiché pronti sempre ad eseguire gli ordini di Tom Riddle.
Quel nome gli provocò un brivido nella schiena, ma non per la paura ma per la per la rabbia.
Tom Riddle aveva rovinato la sua vita, aveva ucciso i suoi genitori, altre persone innocenti e anche i genitori di Hermione, meritava di morire.
“Ma non sarà così facile, ricorda le parole della ragazza.”
Ed Harry per la prima volta ci pensò veramente, Hermione aveva detto che un Mago come lui non avrebbe rischiato di essere ucciso da una semplice Maledizione senza Perdono, avrebbe trovato un metodo, ma quale?
-Siamo arrivati.-
Alzò la testa verso la porta della metropolitana e in silenziò seguì gli altri fuori, e ripreso a camminare, sarebbero arrivati al Paiolo Magico in pochi minuti e in quei pochi attimi Harry, mandò il suo cervello al massimo.
Se Voldemort avesse trovato, un metodo per non essere ucciso, lui e tutti gli altri sarebbero stati di nuovo svantaggiati e nettamente inferiori, avrebbero dovuto scoprire il metodo, e come fare per sbarazzarsene, il prima possibile.
Forse Hermione…
Scosse la testa, nel breve tempo che aveva lasciato la casa, il nome di Hermione gli era tornato alla mente non una ma troppe volte e si sentì stranamente confuso.
Fino al suo arrivo aveva creduto che la sua mente o meglio il suo cuore fossero indirizzati a Ginny ma adesso non ne era più così convinto.
-Sei certo di quello che hai fatto?-
La voce di Draco gli arrivò dritto all’orecchio e lui si voltò per guardarlo.
-Di cosa?-
-Di aver lasciato gli altri con la Mezzosangue.-
L’appellativo che il suo amico aveva usato per descrivere lei lo turbò, più del previso.
Sapeva bene che le sopportazioni di Malfoy verso le altre persone erano limitate e nonostante ciò era diventato un membro dell’Ordine, ma quella parola gli fece capire che il ragazzo stava nascondendo qualcosa.
-Sì.- rispose semplicemente.
-Lo spero per te.-
Arrivarono davanti al Paiolo Magico e indossarono i cappucci delle felpe per sicurezza.
Harry si voltò e strinse la bacchetta nella tasca.
-Al mio tre.-
Inspirò ed espirò profondamente.
-Uno… Due… Tre.-
Con una pio di falcate varcarono la porta, chiudendosela alle spalle.
 
***
 
Trovarono le strade di Diagon Alley affollate nonostante gli ultimi avvenimenti, come se le persone non fossero a conoscenza dei fatti, come se le persone non sapessero che Albus Silente fosse morto.
Draco si guardò in giro, stando attento a chi si soffermava per osservali, a chi li guardava incuriosito e chi apertamente li indicava.
Non aveva il desiderio di incontrare qualche Mangiamorte o peggio qualche membro della sua famiglia.
Avrebbe preferito chiunque a loro, anche lei.
Scosse la testa e riprese a camminare con decisione dietro i suoi amici, ma la sua mente tornava sempre su un solo pensiero.
Perché Potter si fida?
“Anche lui è un Mezzosangue, eppure…”
Eppure non mi da così fastidio…
Ammettere quella verità anche solo a se stesso fu destabilizzante, quella ragazza era entrata nella sua vita da solo due giorni e già aveva sovvertito tutto quello in cui credeva, già lo aveva intaccato.
Perché ormai la vita di Draco si basava su un equilibrio troppo precario e anche una semplice folata di vento, l’avrebbe potuto spazzare via.
“Lei per te è il vento della novità, ammettilo ti affascinano i suoi modi.”
 
Stavolta non rispose a quella provocazione, per quanto quei metodi un po’ grossolani, la presunzione nella voce, l’atteggiamento troppo superiore, i capelli crespi, il viso dolce e gli occhi profondi Hermione lo aveva un po’ stregato.
Alla fine mi hai fatto cedere, pensò a quella descrizione. Gli erano bastati due giorni per analizzarla, due giorni per capire come pensava, due giorni per sapere tutto di quella ragazza di cui ignorava l’esistenza e quelle novità gli fecero capire che lei sarebbe stata un’ottima Serpeverde se fosse stata ad Hogwarts.
“Anche Grifondoro, ci vuole coraggio per mollare tutto.”
Ma per favore.
 
Nonostante quelle scoperte Draco si era ripromesso di non farsi coinvolgere, doveva pensare a se stesso, lo aveva sempre fatto e lo avrebbe fatto fino alla sua morte poiché decidere di pensare a un’altra persona voleva dire non avere più riguardo per la propria vita e nonostante la sua decisione di andarsene, nonostante il suo personale atto eroico, rimaneva un codardo.
Per quanto gli fosse semplice dimenticare l’appellativo Mezzosangue, per quanto gli risultasse semplice paragonarla a Potter, decise di non farlo, decise di marchiarsi nella mente quelle parole per ricordarsi che per lei non avrebbe fatto niente, che lei non si sarebbe meritata niente.
-Siamo arrivati.-
Alzò lo sguardo e trovò la faccia gigante dei gemelli sul palazzo del negozio.
-Hanno stile.- sussurrò fra se entrando nel negozio.
Anche quello come le strade della Londra Magica era pieno di persone, ragazzi per di più che facevano acquisti di fine anno, comprando un po’ di tutto soffermandosi su tutto.
-Eccovi.- dissero in coro due voci, dalla quasi stessa tonalità.
I gemelli li scortarono nel retro del negozio richiudendo bene la porta che li separava dal resto delle persone e solo in quel momento loro si tolsero il cappuccio.
-Mamma e papà stanno bene?-
-Ron calmati.- esordì Fred.
-Non è il momento.- concluse George.
Si guardarono e Draco come Harry rimase in attesa, i nervi tesi per la paura di essere scoperti.
-Hanno messo una taglia sulla vostra testa, su tutti voi.- disse Fred includendo anche i ragazzi che erano rimasti a Grimuld Place.
 
-Non importa, di cosa parlava Kreacher?-
Harry voleva risolvere il prima possibile quell’enigma.
-Ah ecco.-
George gli passò un pacco di Api Frizzole ancora chiuso.
-Che devo farci?-
-Questo… Silente lo aveva messo da parte da un po’ di tempo, ci abbiamo pensato solo dopo che abbiamo ricevuto un gufo di Moody, però…-
-Però aveva detto che non lo avrebbe ritirato lui, che saresti stato tu, al momento giusto.-
-Ma voi lo avete aperto ora il negozio.- gli fece notare Malfoy.
-Sì, hai ragione ma è da anni che i nostri prodotti girano ad Hogwarts, è stato verso a fine del quarto anno, Harry.-
-Quando Voldemort è risorto.- disse a bassa voce.
-Aprilo.- Ron lo spronò e il ragazzo non se lo fece ripetere due volte.
Aprì la scatola e oltre alle Api Frizzole ci trovò una lettera.
 
Caro Harry Potter,
Se stai leggendo questa lettera vuol dire che la mia dipartita è avvenuta prima del previsto e che questo è il piano di riserva.
Ci stavo pensando da un po’ di tempo e poi ho pensato che fosse giusto informarti che il Professore Lumacorno prenderà, nonostante la mia assenza, la cattedra di Pozioni per il tuo sesto anno, sarebbe di vitale importanza se tu riuscissi a persuaderlo nel darti certe informazioni, molto personali e tramite le quali potrai avere un vantaggio verso Lord Voldemort.
Sii coraggioso Harry e un aiuto ti sarà sempre dato nel momento del bisogno,
non dimenticarlo.
 
Albus Silente.
 
-Tutto qui?-
Draco prese la lettera dalle sue mani e la lesse non una ma cinque volte.
-Lumacorno? Mancano mesi all’inizio del sesto anno e noi non possiamo tornare.-
-Troveremo un modo.-
-Adesso andate, ci metteremo in contatto con l’Ordine, qua è troppo rischioso.-
-A presto.- li salutarono e rimettendosi i cappucci uscirono dai Tiri Vispi Weasley.
 
***
 
Hermione aveva accettato la decisone che Harry aveva preso al suo posto, stare a casa ed aspettare il loro ritorno.
Nonostante la stanchezza dovuta alla ferita quasi guarita del suo viaggio, si era sentita in ansia per tutto il giorno.
La verità era che lei non amava essere messa in disparte, non amava restare ad aspettare, lei voleva l’azione, voleva sentire l’adrenalina dentro il suo corpo, circondarla, animarla, guidarla.
Ma per quella volta aveva resistito, aveva fatto la brava.
Non fece caso all’orologio della cucina che segnava le sette di sera, non fece caso agli altri ragazzi, non parlò quasi con nessuno se non in momenti necessari, voleva sapere cosa avevano scoperto gli altri e solo quando percepì il campanello sentì i suoi sensi riaccendersi e si precipitò all’ingresso.
-Cosa avete trovato?- chiese non appena la porta si chiuse alle loro spalle.
-Una lettera.- disse Harry mostrandola e tutti,
-Una lettera scritta da Silente, il quale ci informa che il professore Lumacorno il prossimo anno prenderà il posto di Piton nella cattedra di Pozioni, ha delle informazioni.- usò le mani per fare delle virgolette ed enfatizzare il discorso,
-Che ci interessano e saranno utili per uccidere Voldemort.-
-Informazioni?- gli fece eco Ginny ed Harry pensò che stava bene con i capelli sciolti, le incorniciavano il viso.
-Non sono semplici informazioni.- disse Hermione.
-Che intendi?-
-Ha per caso segnato la parola?- si sporse a leggere la lettera ed Harry fu investito dal suo odore, pesca e di erba fresca.
 
Anche Draco che si trovava a pochi metri dall’amico percepì la stessa sensazione, anche lui sentì l’odore di pesca entrargli dentro e provocargli una scossa alla base della pancia.
Hermione sapeva di primavera, un odore leggero ma che se sentito riusciva a rimanerti dentro.
 
-Non intendeva informazioni nel vero senso della parola, ma qualcosa che Lumacorno nasconde e cosa nascondiamo noi?-
Gli occhi spalancati e la bocca aperta in un sorriso enorme.
-Cosa?-
-Segreti.-
-Segreti?- Malfoy ripeté per assimilare meglio la parola.
-Sì, segreti, ricordi. Lumarcono ha qualcosa che Silente voleva e tu puoi prenderla.-
-Io non posso tornare a scuola, nessuno di noi può! C’è una taglia sulla nostra testa.-
Hermione rimase in silenzio, sentendo che nonostante la sua scoperta tutto sarebbe stato inutile se loro non sarebbero potuti tornare a scuola il prossimo anno per compierla.
-Abbiamo tempo.- disse piano.
-Non lo vedo come un ottimo fattore, Mezzosangue.-
Il commento di Malfoy la riportò alla realtà e allontanò lo sguardo da lui, odiava quel modo presuntuoso di porgersi, odiava quella persona.
-Penserò a qualcosa.-
-Nessuno ti ha detto d farlo.-
-L’ho deciso io!- urlò di rimando e porse nuovamente la lettera a Harry, trovando i suoi occhi verdi molto belli.
-Grazie ti farò sapere di un piano nei prossimi giorni, gli altri membri stanno bene?-
-Ci daranno notizie.-
-Allora per oggi sarebbe meglio chiudere la mente.-
 
Hermione si allontanò dal gruppo per salire al piano di sopra ma Harry prima di salutare e andare a cenare, pensò che quella frase era molto simile a qualche suggerimento che Silente gli aveva detto nel corso degli anni e se ancora non conosceva nulla di quella ragazza, si ripromise che avrebbe scoperto tutti i suoi segreti, per sapere se poteva veramente fidarsi di lei o no.

 


Spoiler:

Hermione riuscì ancora a sentire l’odore di dopobarba, probabilmente all’eucalipto o a qualche altro fiore tropicale e stavolta ne fu attratta, non la sconvolse semplicemente.
[...]

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Capitolo 5
*** Resistenza ***


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Comincio col chiedervi scusa per non aver aggiornato venerdi...
Però mi trovo in difficoltà e spero che non mi vogliate male ma non 
riusciurò, per il momento a seguire, lo stesso ritmo di The Dark Side, ovvero di tre aggiornamenti
a settimana, riuscirò a farne 2 
sono sotto esami e a fine maggio ne devo dare uno importante,
non sarà per molto, quindi scusatemi se potete!
Vi lascio al nuovo capitolo e spero che vi possa piacere, grazie per le visite e sappiate
che Draco comincierà ad emergere :D

 
Resistenza
 
 
 
Era quasi passata la mezzanotte quando Hermione uscì nuovamente dalla sua stanza, era crollata subito dopo aver toccato il letto e adesso si era svegliata, non avendo più sonno.
Uscì dalla stanza stando attenta a non svegliare nessuno, fece un passo incerto verso la porta che era adiacente alla sua.
Si morse le nocche della mano.
In quella camera dormiva Malfoy e lei in quel momento avrebbe voluto svegliarlo.
Per fare cosa? Sono ridicola.
 
Indugiò ancora di un passo e poi andò oltre, lasciandosi alle spalle la porta e una strana sensazione allo stomaco, scese silenziosamente in cucina e trovò una piccola luce ad illuminare l’ambiente.
-Chi c’è?- sussurrò.
Sentì un breve rumore e poi il viso di Harry gli apparve a pochi passi dal suo.
-Come mai sveglia?-
-Non… Riuscivo a dormire.-
-Neanche io.-
Il ragazzo la fece passare e lei si sedette nel posto accanto a lui del tavolo, notò subito su di esso la bacchetta accesa e la lettera di Silente.
-La sto ancora leggendo.-
-Non cambieranno le parole.- disse spostandola, di poco.
-Lo so, ma ne ho bisogno… Questa è l’unica cosa che mi rimane.-
-Gli volevi bene?-
-Sì, anche a Sirius. A lui lo conoscevo da meno tempo però si è preso cura di me.-
-Sirius Black, giusto?-
La sua curiosità l’aveva sempre distinta da tutti gli altri bambini, anche prima di iscriversi a Beauxbaton si era sentita diversa, più speciale e in un certo senso lo era.
Era una strega.
-Già, non è un assassino.-
-Ginny me lo ha spiegato.-
-Com’è che Ginny ti dice tutto? Noi non sappiamo quasi niente di te, tranne quello che tu, ci hai detto.-
-Non ti sfugge niente, eh?-
-No, certe volte anche io sono bravo.-
-Sono solo io, sono solo Hermione, non c’è niente di che in me.-
-Io credo di si, potevi nonostante tutto… Non prendere quella scelta, non mollare tutto.-
-Non sarei potuta rimanere a guardare.- disse ferita e un po’ amareggiata che lui la credesse così debole, non era nella sua natura restare a guardare, lei voleva l’azione.
Nonostante amasse i libri.
-Non intendevo…-
-Tu saresti rimasto a guardare? No! Tu non sei rimasto a guardare.- sussurrò di rimando.
-Non avevo scelta, ha ucciso i miei genitori.-
-Anche i miei.-
Harry e Hermione rimasero in silenzio per un po’ di tempo, a scrutarsi a vicenda, ad osservarsi meglio.
Lei in lui vedeva il simbolo del coraggio, della ribalta, era la resistenza, colui che avrebbe sconfitto Voldemort, colui che avrebbe guidato l’Ordine.
Ammirava quel ragazzo, lo ammirava perché in lui vedeva tutto quello che lei aveva sempre voluto essere: altruista, coraggiosa, forte, leale.
Nella sua breve vita non era stata tutte quelle cose, forse coraggiosa e forte ma il resto lo aveva, volontariamente, ignorato.
Non era pronta e forse quell’esperienza accanto al Prescelto le avrebbe cambiato la vita, le avrebbe permesso di migliorare e di rendere omaggio ai suoi genitori.
 
 
In lei Harry vedeva una ragazza troppo misteriosa, troppo diversa da quelle che aveva conosciuto e nonostante tutte le cose che aveva rivelato sapeva per certo che qualcosa nascondeva.
Non credeva, a prima vista, a quello spirito di bontà, a quell’altruismo del dover mollare la sua vita per stare con degli estranei però la sua mente gli disse che anche lui avrebbe fatto la stessa cosa.
Se Voldemort avesse ucciso ora i suoi genitori anche lui si sarebbe unito alla resistenza, anche lui avrebbe combattuto per sconfiggerlo e in quel frangente il piano di lei non le parve così diverso dal suo.
Ansi per la prima volta vide un suo pari, qualcuno che come lui aveva sofferto le pene dell’inferno, qualcuno che come lui avrebbe dovuto combattere per mantenere alto il suo nome, per non crollare, per non spezzarsi.
E nonostante questo, Hermione le piaceva.
Si era soffermato sui suoi occhi, così grandi ma anche così espressivi, solo una ragazza oltre lei aveva degli occhi così belli ed era Ginny.
Così Harry dovette ammettere, abbassando lo sguardo che stava guardando lei perché Ginny non lo guardava. Stava studiando Hermione, sperando che lei facesse lo stesso con lui.
Voleva essere guardato con occhi diversi, non più come l’amico di infanzia, non come il compagno di Quidditch ma come ragazzo e se Ginny non si fosse accorta di lui, forse lei, nuova a tutto il suo mondo, lo avrebbe potuto fare.
Solo che sentiva dentro di se un peso strano, si sentiva sporco e vendicativo nei confronti della rossa, poiché prima di convincersi che lui fosse interessato a lei aveva dovuto sbattere la testa contro Cho, il suo più grande errore e si era reso conto che al suo posto, nella Stanza delle Necessità avrebbe voluto baciare Ginny e non lei.
Ma nonostante quella sua scoperta la rossa, non aveva mai accennato a qualcosa, non aveva mai cambiato atteggiamento e lui si era sporto più del dovuto, cercando sempre di mantenere intatte le apparenze e dopo una serie di tentativi falliti si stava arrendendo.
Stava gettando la spugna.
 
 
-So che è difficile fidarsi di me, so che credete tutti che io vi menta… Ma voglio veramente aiutarvi, voglio quello che volete voi…
Sono disposta a fare quello che volete voi, ma non rimandatemi in Francia, non riuscirei a tornare in quella casa, non riuscirei a fare finta di niente, a immaginare un modo per ricominciare.
Io non voglio ricominciare, io voglio andare avanti a testa alta. Sapendo che Lui è morto, sapendo che i miei genitori hanno avuto vendetta.-
-Non sarà facile.- disse Harry dopo poco.
-Sono pronta a tutto.-
Hermione sorrise, strinse brevemente il braccio di Harry e si alzò dalla sedia, lasciando nuovamente la cucina.
Si sentì stanca, spossata e priva di forza come se quella discussione, breve ma intesa, avesse prosciugato via tutte le sue energie.
Era una strega, la strega più brillante della sua scuola, con una media perfetta e sapeva molto bene a cosa stava andando incontro, forse la morte, forse la vita.
Forse non ne sarebbe uscita viva ma avrebbe raggiunto i suoi genitori col sorriso se solo Voldemort se ne fosse andato prima di lei.
Era solo questo che le importava, non doveva perdere di vista il suo obiettivo, tutto il resto le sarebbe solo stato d’intralcio e lei non aveva bisogno di ulteriori distrazioni.
Doveva rimanere concentrata.
 
-Sveglia?-
Quel tono di voce la fece sobbalzare e osservò i capelli biondi di Malfoy, illuminati dalla fioca luce della bacchetta, ricadevano sparpagliati per la fronte, e gli stavano bene, gli occhi accusatori pronti a giudicarla ma vi lesse qualche altra cosa.
Desiderio?
-Sì.- ammise, non trovando altro da dire.
-Cosa nascondi?-
Si era avvicinato prima che lei potesse aprire la porta della sua camera da letto inspirò a fondo l’odore di dopobarba, destabilizzandola e facendole girare la testa.
-Niente.-
-Penso che Potter e tutti gli altri non riescano a vedere quello che vedo io.-
-Cosa vedi tu?- chiese, avvicinandosi anche lei, senza volerlo al ragazzo.
-Nascondi qualcosa, qualcosa forse del tuo passato che non vuoi farci sapere, qualcosa che potrebbe cambiare la nostra opinione su di te se lo venissimo a sapere.-
-Sono trasparente.-
-Lo spero per te.-
Hermione riuscì ancora a sentire l’odore di dopobarba, probabilmente all’eucalipto o a qualche altro fiore tropicale e stavolta ne fu attratta, non la sconvolse semplicemente.
-Devo andare.-
Rendendosi conto che se fosse rimasta là un altro minuto avrebbe commesso qualcosa di sbagliato, già il solo guardarlo le sembrava sbagliato, come se a lei non fosse concesso.
-Solo una cosa, prima.- senza pensarci si avvicinò così tanto da poter sfiorare il suo orecchio con la bocca, un brivido le percorse la schiena, qualcosa non andava.
-Credi di essere stato educato solo tu con determinati preconcetti, credi che solo tu ha il diritto di giudicare le persone, ma ti sbagli…
Io odio i Mangiamorte, mi hanno insegnato a disprezzarli eppure…-
Lasciò la frase in sospeso per poterlo osservare.
Draco aveva il respiro corto e riuscì a intravedere un lembo di pelle del collo, aveva la pelle d’oca.
-Cerco di non odiare te.- confessò prima di allontanarsi del tutto ed entrare velocemente nella stanza per calmare il proprio cuore.
 
 
Malfoy rimase fermo per qualche minuto, la mano ancora stretta nella bacchetta che illuminava di poco il corridoio del piano di Grimuld Place e solo quando fu certo che la Granger non uscisse più che rilassò i muscoli.
Quel contatto anche se breve lo aveva fatto impazzire, si rese però conto che non sarebbe stato sano, né per lui né per lei.
Anche se lei stava rivalutando gli insegnamenti ricevuti chi aveva detto che lo avrebbe dovuto fare anche lui, era stato onesto con Potter dicendogli che qualcosa di strano c’era in quella ragazza, ma non era stato onesto con se stesso.
“Lei è il vento della novità, te ne stancherai.”
Credi?
“Potresti farla cadere ai tuoi piedi, potresti farla innamorare e poi buttarla, eri bravo in queste cose una volta.”
Una volta…
Una volta Malfoy pensava che il genere femminile fosse stato creato per soddisfare i suoi bisogni, che fossero carnali o meno, le ragazze dovevano essere disponibili per lui.
E in quella convinzione, come per le altre, aveva convissuto per anni senza porsi il problema dei cuori che spezzava o delle ragazze che lo odiavano, aveva cambiato anche quella parte della sua vita quando si era nascosto alla Tana, aveva cambiato un po’ tutto ma la Granger lo stava ricatturando in quello che era un circolo vizioso, da cui non sarebbe più voluto uscire.
-Nox.-
Spense la bacchetta cercando di dimenticare l’odore di lei che a pochi passi da lui, gli aveva investito il naso, rendendo il sapore di primavera ancora più evidente e forte, cercò di non pensare al tocco leggero delle sue labbra che gli sfioravano l’orecchio per parlare o al suo corpo che aveva reagito in un modo del tutto inaspettato.
Cercò di scacciare via quei pensieri per quella sera, rimandandoli all’indomani e cercando di convincersi che lei non valeva il suo tempo, le sue attenzioni ma una piccola voce dentro di se e stavolta non era la sua coscienza, gli stava dicendo che poteva provare.
Poteva provare ad averla, anche solo per passatempo.
 
***
 
Harry si era addormentato direttamente in cucina quella sera, le forze lo avevano abbandonato dopo poco la discussione fatta con Hermione, e non aveva avuto il desiderio di alzarsi per mettersi a letto.
Era la prima volta che riusciva a dormire bene, o quasi decentemente, da quando aveva lasciato l’Ufficio Misteri e la prima sera cui non rivedeva il volto di Sirius inghiottito dal velo o quello di Silente privo di vita.
La prima sera che i suoi incubi gli lasciavano carta bianca.
-Padrone.-
Quel tono di voce odioso e fastidioso lo fece svegliare e lentamente aprì gli occhi per trovarsi Kreacher a pochi passi da lui.
-Che c’è?-
-Kreacher è stato contattato…-
-E signor Harry Potter, Dobby ha aiutato!-
-Dobby.- esclamò Harry felice di poter rivedere il piccolo elfo domestico, sano e salvo.
-Dobby non ha fatto niente, loro hanno contattato me.-
-Ma Dobby era lì per aiutare!- disse con il suo tono di voce alto, che a Harry faceva piaceva molto.
-Che succede?- Ginny entrò con Luna in cucina, con ancora indosso il pigiama e al ragazzo quasi non venne un infarto notando i primi bottoni aperti del suo pigiama.
-Ho sentito delle urla.- disse entrando Hermione seguita da Neville e Ron, e un assonato Draco alle sue spalle.
Hermione indossava un pigiama molto simile a quello di Ginny solo che era nettamente più aderente e le fasciava il corpo come una seconda pelle, inghiottì il groppo che si era formato in gola e distolse lo sguardo da lei.
-Sono arrivati poco fa.- disse Harry indicando gli elfi.
-L’Ordine ha contatto Kreacher dandovi appuntamento.-
-Dove?- esultò Ginny.
-Fra una settimana alla Tana.-
-Ma la Tana…-
-Posto sicuro, signor Harry Potter, l’unico posto cui non vi possono trovare.- disse felice Dobby.
-Quindi sabato prossimo.- fece notare Draco.
-Sì!-
-Cosa facciamo noi per una settimana?- chiese Neville, sedendosi su una sedia e prendendo il pane che era apparso sulla tavola un attimo fa.
-Bella domanda, potremo andare a caccia di Nargilli.- esordì Luna.
-Nargilli?- chiese scettica Hermione.
-Come non li hai mai visti?-
-Ma non es…-
 
Draco le diede un calcio al piede per evitare di finire la frase, e la ragazza si voltò a guardarlo, non nascondendo il suo odio.
Lui le si avvicinò esattamente come lei aveva fatto quella sera, per dirle:
-Se la contraddici inizierà una guerra.-
-Ma io ho ragione.- sussurrò di rimando.
-Lo so.- ammise e non gli venne difficile, almeno non quel tipo di verità,
-Ma lei è convinta di sì e c’è un motivo se a scuola la chiamano Lunatica Lovegood.-
-Mmm.- disse allentandosi per andare a sedersi anche lei.
Malfoy rimase un attimo a guardarla ma poi il suo sguardo venne catturato da Harry, anche lui stava osservando quella scena, anche lui stava osservando la loro vicinanza e il modo di parlare.
Potter che cosa nascondi?
Il ragazzo distolse velocemente lo sguardo e per verificare la sua tesi, Draco si sedette accanto a Hermione, vide che lei non ci badò più di tanto ma il suo scopo era scoprire che cosa Potter volesse.
“Se lui la vuole non puoi prendere la ragazza.”
Cosa vuol dire?
“Lui è tuo amico.”
Non siamo ragazzini.
 
Con quella discussione Draco iniziò la colazione ma come se avesse una mosca in testa non potè fare a meno di pensare che forse sia lui che Harry erano interessati alla stessa ragazza.
 


Spoiler: scusatemi ma non ci sarà spoiler, non ho potuto scrivere il capitolo di mercoledi :(

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Capitolo 6
*** Missione ***


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Ciao a tutti, io non sono morta ma dopo mesi di assenza è giusto pensare
da parte vostra che lo sono.
Non ho scuse, forse solo una: non riuscivo a scrivere questo capitolo.
Non so, ma era come se ogni riga che scrivessi non andava bene così ho sempre rimandato, 
ma diciamo che mi sono presa un pò troppo tempo, per mettere il culo sulla sedia e concentrarmi, 
fatto sta dopo tante e forse troppe bozze sono riusciuta a creare un introduzione decente ed è per questo che
aggiorno, con 7 pagine di capitolo, cerco di farmi perdonare da voi :D
Non ho capitoli pronti, per cui non riuscerò sempre ad aggiornare due volte a settimane, ma adesso che la
sessione estiva è finita posso concentrarmi su di voi!
ps: non centra niente ma vorrei discutere con qualcuno di Città del Fuoco Celeste, se lo ha letto
mi contatti!!
pps: SCUSATEMI il ritardo D:
Missione
 
 
Il pensiero che sia lui che Harry fossero interessati alla stessa ragazza lo aveva accompagnato per tutti i giorni successivi, non riuscendo a capire cosa fosse successo a Harry e al suo amore per la Weasley.
“Forse si è reso conto che come ragazza non vale poi molto.”
Harry non è quel genere di ragazzo.
“Quindi mi stai dicendo che lui non è come te.”
Esatto, io la voglio conquistare ma non la voglio come ragazza, lui cerca l’Amore.
“Non lo cerchi, in fondo, anche tu?”
 
-Draco tutto bene?-
Ron entrò nella cucina di Grimuld Place, sedendosi distrattamente di fronte al ragazzo.
-Sì.-
-Sembri pensieroso.-
-Mmm.- furono le uniche parole pronunciate all’amico.
-Senti lo so che ti mette ansia tornare alla Tana, anche io ho paura che qualcosa possa andare storto, ma potremo rivedere tutti.-
-Ronald mi dispiace ricordarti che io non ho nessuno che mi aspetti alla Tana, fra due giorni.-
-Forse non avrai un tuo parente di sangue, ma tutti quelli dell’Ordine sono la nostra famiglia, anche noi siamo la tua famiglia.-
-Voi?-
-Quando ti sei unito a noi, quando sei venuto a casa mia, non è stato solo per trovare qualcuno che condividesse il tuo piano, il tuo odio verso Voldemort, ma è stato per trovare qualcuno che ti volesse bene, che ti capisse.
Hai trovato noi.-
-Lenticchia quand’è che sei diventato cosi saggio?-
-Ci vuole tempo, pazienza ma tutti prima o poi cresciamo.-
 
-Sicuro Ron, io sto diventando più alto!- esordì Neville entrando e sedendosi anche lui, con gli altri.
-Be non era proprio questo il mio discorso, ma può starci.-
-Da quando fai discorsi sensati, tu?- chiese la sorella, accompagnata da Luna e Hermione.
 
Draco non riuscì a sentire il commento che il ragazzo disse alla sorella, tutto il suo essere si ritrovò a essere catturato dall’ultima arrivata, ancora una volta era rimasto colpito dal suo modo di vestire, semplice ma provocante.
“In realtà sei tu il pervertito, lei indossa dei jeans e un top.”
Sta zitto.
Rimase a fissarla, fregandosene degli sguardi degli altri, fregandosene di cosa potessero pensare e senza che se ne rese conto anche lei ricambiò il suo sguardo, rimasero per alcuni attimi a fissarsi fino a quando non vide le gote di lei diventare leggermente rosse e distogliere lo sguardo da lui.
Sorrise a se stesso, quasi soddisfatto della sua opera.
Questo è il fascino dei Malfoy, è così che ho sempre fatto.
“Così hai sempre conquistato ragazze facili, ma lei non è la stessa cosa.”
 
-Cosa state facendo?- chiese la ragazza prendendo del pane e del burro dal tavolo ma senza sedersi.
-Parlavamo, siamo in estasi mancano due giorni.-
-Sì, potremo rivedere sia mamma che papà e poi ci sarà anche Bill.-
-Malocchio anche e Tonks.- aggiunse Luna.
-Non dimentichiamoci di Lupin, potremo finalmente rivederli, potrebbe tornare la speranza.- disse Harry, sorridendo
-Speranza.- sussurrò Hermione, distogliendo lo sguardo dal gruppo che si era messo a raccontate aneddoti di quando andavano a Hogwarts e in silenzio lasciò la cucina, la testa bassa e il cuore gonfio per il dolore.
 
Improvvisamente, dopo aver messo solo un piede sui gradini, si sentì tirare e si voltò.
Vide degli occhi grigi fissarla curiosi, per la prima volta non li trovò così inespressivi ma pieni di vita e qualcosa scattò dentro di lei, una scintilla che le fece battere forte il cuore, che le permise di scacciare le ombre che opprimevano permettendole di tornare a vivere, anche se poco.
Posò il suo sguardo sui capelli, biondi quasi bianchi, da fare paura ma che non stonavano su quel viso, rendendolo quasi angelico, come il corpo, modellato da giocatore di Quidditch, ipotizzò non riuscendo a fermare la fantasia.
-Vieni.- disse semplicemente, con un tono di voce che la convinse, facendo sparire tutti i dubbi su di lui e lo seguì con la mano intrecciata alla sua, senza osare toglierla, su per le scale.
Rimase per un attimo meravigliata di quanto grande fosse quel posto, nonostante fosse arrivata da una settimana non aveva mai avuto il coraggio di ispezionarla, sentendosi quasi come se violasse la proprietà di qualcun altro.
In silenzio raggiunsero il piano più alto, la mansarda ma notò dall’odore di animale e dal suo spoglio rivestimento che era stato utilizzato per molto tempo come rifugio di qualche animale.
-Qua ci stava Fierobecco.-
-Chi?-
-Un ippogrifo che mio padre ha quasi fatto uccidere al mio terzo anno.-
-Perché?- chiese curiosa, sedendosi sul pavimento dove Draco aveva fatto apparire un tappeto.
-Perché ero un Purosangue egocentrico e presuntuoso… Sei andata via per i loro discorsi?- chiese di punto in bianco.
-Diciamo che non mi appassionavano.-
-Ti capisco.-
-Sì, è vero.-
 
Hermione guardò ancora Draco e per la prima volta si rese conto di quanto fossero simili, nonostante i suoi genitori non fossero concretamente morti, erano loro che tentavano alla sua morte, loro che volevano uccidere il loro unico figlio.
-Sono felice per loro, per tutti, ma io non vedrò nessuno alla Tana.-
-Questo non deve fermarti.-
-Non eri tu quello che non voleva i miei piani?-
-Penso che tu abbia capito quanto sia difficile per me aprirmi con altre persone.-
-Con gli altri ci riesci.- aggiunse, quasi per testare quanto il ragazzo fosse disponibile a raccontare.
-Prima di lasciare la mia casa io e gli altri… Non ci parlavamo o meglio, cercavo sempre di metterli nei guai, c’era tanta rivalità tra noi.-
-Cosa ti ha fatto cambiare idea?-
-Il ritorno di Voldemort, e la venerazione che provano per lui i miei genitori, questo mi ha permesso di scappare e di andare da Potter, il resto lo hai più o meno capito.-
-Sì, hai avuto coraggio.-
-Fondamentalmente no, ho cercato la via più semplice per vivere.-
 
Draco osservò Hermione e si rese conto di non star raccontando tutte quelle storie solo per apparire più umano e più sensibile agli occhi di lei, ma perché quando l’aveva vista uscire dalla cucina con gli occhi persi, leggermente gonfi aveva capito che lei provava le sue stesse cose.
Il sentimento della mancanza, della solitudine, erano soli, nonostante i suoi genitori fossero ancora vivi, lui per loro era morto, e in fondo anche Draco preferiva così.
Aveva deciso di portare Hermione dove avrebbero potuto parlare, dove per la prima volta si concesse di essere se stesso.
-Io conto molto in questo incontro con l’Ordine, spero…-
-Cosa?- chiese facendosi più attento.
-Ho una teoria per quanto riguarda Lumacorno e i ricordi, ma devo avere alcune informazioni prima.-
-Solo l’Ordine può dartele?-
-Loro sanno più cose di quanto danno a vedere.-
-Non vuoi dirmelo, vero?- chiese, senza nascondere la delusione.
-Stavolta non lo faccio perché non mi fido.-
-E perché?-
-Perché se sbaglio, fallirò.-
Draco la guardò non riuscendo a capire a cosa si stesse riferendo, ma c’era qualcosa in quella ragazza che lo attirava, sempre e comunque.
“Si chiama attrazione, che nasconde l’amore.”
Io non sono innamorato.
“Non ancora.”
-Se fallisco non potrò vendicare i miei genitori e loro se lo meritano, io DEVO vendicarli, devo farlo.- sussurrò iniziando a piangere, senza cercare di nascondersi, distolse solo lo sguardo dai suoi occhi.
E per la prima volta Draco provò una stretta al cuore, per la prima volta gli importò dei sentimenti di qualcun’altro, così si avvicinò e le strinse la mano, leggermente.
Non si era mai trovato in quella situazione, ma quando lei lo guardò con gli occhi gonfi e rossi, i pensieri poco casti che aveva fatto su lei scomparvero e la strinse a se, abbracciandola, come nessuno aveva fatto mai con lui.
 
***
 
L’allegria di Harry aveva contagiato tutti quella mattina, persino Draco e Hermione che negli ultimi due gironi si erano fatti vedere di meno, non presentandosi ai pasti o parlando a bassa voce impedendo a tutti di sentire le loro conversazione, ma quel giorno decise di non preoccuparsene, una parte di se sentiva che Draco si stava interessando a Hermione e che se lui non avesse colto al balzo l’occasione anche lei gli sarebbe fuggita, ma il fatto di poter rivedere tutti quel giorno aveva scacciato via quel pensiero.
Quando anche l’ultimo dei ragazzi aveva lasciato la casa, si volt e vide Grimuld Place scomparire tra il numero 11 e il numero 13, così si incamminò verso il parco e tolse l’incantesimo di Occultamento per le scope, porgendole a tutti.
-Ah no, io non ci salgo mi dispiace.- disse Hermione, ridandogli la scopa.
-Paura di volare?- chiese subito Draco, facendole un sorriso sghembo.
-No… Io preferisco solo Smaterializzarmi, è più comodo e ci sono meno rischi.-
-Non se ti Spacchi.- la canzonò Ginny, salendo sulla sua, anche Ron la imitò seguito da Neville e Luna.
-Sali con me.- disse Draco, nel momento cui Harry si era avvicinato per dirle la stessa frase.
-Sicuro?- chiese lei, timidamente.
-Sì.-
-Andiamo allora.- il tono di voce del ragazzo uscì più aspro del previsto e dovette distogliere lo sguardo quando lei posò le sue mani sui fianchi di Draco.
-Amico stai bene?- chiese Ron che si era avvicinato con la scopa al suo migliore amico.
-Sto bene.- sentenziò per chiudere lì il discorso, così senza aggiungere altro presero il volo e si diressero verso la Tana.
 
 
***
 
Hermione non aveva mai visto la Tana e dopo che avevano superato le difese imposte dall’Ordine sentì che solo una parola avrebbe potuto descrivere quel posto: casa.
Adesso capiva come mai Draco si era trovato a suo agio là dentro, perché quel posto scaturiva protezione, amore e sicurezza, era casa per tutte quelle persone e quando poggiarono i piedi a terra vide un sacco di persone precipitarsi fuori e abbracciare i suoi amici.
Qualcosa però la fece rimanere ferma sul posto, come se qualcuno le avesse incollato i piedi a terra e vide che anche Draco non si era mosso di un passo, il fiato corto e la scopa ancora in mano, senza rendersene conto aveva allungato la mano e aveva sfiorato la sua, e lo sentì ricambiare la stretta.
Chiuse gli occhi e si permise nuovamente di respirare.
Andrà tutto bene, io sono al sicuro.
“Ti senti al sicuro con lui.”
Non essere sciocca, io lo conosco pochissimo.
“Ma è la sua presenza che ti aiuta.”
 
Improvvisamente vide tutti gli occhi dei presenti puntati su di lei e ringraziò se stessa per aver staccato la mano da quella di Draco, per ricambiare a testa alta i loro sguardi.
Perché ti preoccupi di lui, quando stanno guardando te?”
Saranno pure problemi miei.
“Penso che lui ti piaccia un po’ troppo.”
Ci. Ci piace, tu sei me.
“La parte migliore.”
 
-Penso che sia arrivato il momento di entrare in casa, Hermione, noi dovremo parlare.- disse quello che lei indentificò come Lupin.
-Tante storie, forza.- Moody la prese, poco delicatamente, da un braccio e la scortò dentro casa sotto gli occhi sbalorditi di tutti.
La porta di casa batté forte al loro passaggio e in poco tempo Hermione si trovò seduta, o buttata, su una sedia, di un lungo tavolo.
-Sai cos’è?- chiese uscendo una boccetta dalla tasca.
-Veritaserum.- sussurrò, senza mostrare troppo incertezza.
-Sai perché te lo mostro.-
-Vuole che lo beva.- disse guardandolo dritto negli occhi.
-Non c’è bisogno Alastor, è una ragazzina.- disse Arthur Weasley entrando di corsa assieme a tutti gli altri, che guardavano la scena ad occhi aperti.
-Viene da una scuola di Magia presa da Voldemort, bisogna verificare e non lasciare nulla al caso, se non accetta vuol dire che ha qualcosa da nascondere.-
-Accetto.- rispose, immediatamente, mettendo un riccio dietro l’orecchio, per nascondere il nervosismo.
Scrutò i ragazzi e cercò di sorridere, vide anche il viso di Draco leggermente contratto e qualcosa le fece annodare lo stomaco, poi si avvicinò alla boccetta.
-Tre gocce o la boccetta?-
-Tutta.- disse Alastor Moody, e lei non se lo fece ripetere tre volte, bevendola come se fosse un cocktail del mondo Babbano, e dopo quel momento iniziò a rispondere senza soste alle loro domande.
 
 
Harry guardò i componenti dell’Ordine ancora seduti intorno al tavolo di casa Weasley, l’interrogatorio di Hermione era durato quasi due ore, Moody le aveva chiesto di tutto, dalla sua infanzia al giorno che aveva lasciato casa sua in Francia, ai rapporti con Fleur e come avesse conosciuto Ginny e trovato Grimuld Place, non aveva lasciato nulla al caso, chiedendole addirittura se avesse avuto conoscenze nei Fedelissimi di Voldemort, ma negò fino a stringere, troppo forte, la mani a pugno che si conficcarono le unghie nella pelle e solo alla Molly decise di intervenire.
Adesso la riunione era cominciata e l’argomento, anche unico, era il testamento di Silente, o il suo aiuto.
-Silente è sempre stato un uomo misterioso, vuole aiutare i ragazzi.-
-Ma per ottenere le informazioni che lui cerca ci vorranno mesi, la scuola inizia a settembre ed è appena finita.- gli ricordò pazientemente Bill, che stringeva Fleur in braccio.
-Non possiamo stare qua ad aspettare.- stavolta era stato il Prescelto a parlare e a rendersi conto che aveva ragione, non poteva aspettare dentro Grimuld Place per mesi, senza fare niente, lasciando il campo libero a Voldemort.
-Dobbiamo capire meglio gli indizi.- disse Hermione, alzandosi e camminando avanti e indietro per la stanza.
-Cosa?-
-Sappiamo che Silente vuole i ricordi di Lumacorno, ma dobbiamo capire come prenderli.-
-Non sappiamo dove sta, è scomparso da un po’.-
-Di sua volontà?- chiese sorpresa.
-Esatto.- confermò Lupin.
-Penso che in questi mesi dovremo cercare degli alleati e aspettare.-
-Non avevi un piano?- chiese Draco curioso.
-Sì, io non penso che Voldemort sia immortale ma che si sia difeso in qualche modo, ma leggendo di nuovo la lettera ho capito che l’unico modo per saperlo, per certo, è avere quel ricordo.-
-Possiamo cercare Lumacorno prima della scuola, prima che Piton ci metta le mani sopra.-
-Potremo.- sussurrò la ragazza.
-Allora è deciso.-
-Cosa?- chiesero i ragazzi, guardando Moody.
-Ci dividiamo i compiti: Lupin e Tonks voi cercherete Lumacorno, trovatelo e se non ci riuscite trovate qualcuno che possa farlo al vostro posto.
Io e Kingsley e Arthur ci dividiamo i ragazzi, tranne i gemelli: il negozio può esserci d’aiuto per ottenere informazioni dai passanti.-
-Tu non manderai questi ragazzi in missione per mesi!- sbottò Molly, indignata dalla proposta.
-Io posso.-
Hermione si alzò in piedi, Molly le aveva fasciato i polsi per evitare che sanguinassero ancora ma lei stava stringendo di nuovo le mani.
-Anche io.- le fece eco Draco.
-Non ci impedisce nessuno di venire con voi.-
-Siete piccoli, non potete cercare alleati in giro per il mondo!-
-Non ho… Non abbiamo nessuno che ci aspetta a casa Molly.- disse gentilmente Hermione.
-La ragazza è utile per capire il piano di Voldemort e il biondino sa combattere.-
-Vengo anche io.- disse Neville.
-No!- urlò avvilita ancora più forte.
-Mamma non puoi impedirlo, neanche a noi, se ti fa stare più tranquilla andrò con papà ma aiuterò l’Ordine.- disse Ginny, seria in viso e anche lo sguardo di Ron e di Harry comunicò la stessa decisione.
-Va bene.-
Molly si arrese all’evidenza, non potendo impedire a tutti i ragazzi di non andare, -Ma almeno una volta a settimana o ogni due venite qua alla Tana, non mi interessa se siete dall’altro lato del mondo, non mancherete neanche un appuntamento.
Intesi?-
-Certo.- risposero tutti in coro.
 
-Siamo tre gruppi, dovremmo dividere la cartina in tre parti e cercare di coprire più spazio possibile, abbiamo due mesi pieni e dobbiamo trovare alleati, la guerra sarà inevitabile, cruente e spietata e non bastiano noi per vincerla.
Kingsley a te e al tuo gruppo toccherà far visita all’Europa Occidentale, ti porti Luna e Neville.
Arthur tu con Harry, Ginny e Ron dovrai cercare rinforzi al centro, mentre io voglio voi due, a noi tocca l’Occidente.-
-Andremo in Francia?-
-Anche.-
-Bene.- disse senza molta enfasi Hermione, guardò il suo compagno di viaggio e forse scelta più giusta non poteva essere fatta.
Mi trovo bene con lui.
“Te ne stai innamorando.”
No, o almeno sto cercando di non farlo.
“Questo è un problema. Un grosso problema.”
 

 
 

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Capitolo 7
*** Cosa può succedere in due mesi? ***


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Stavolta non sono molto in ritardo, penso di aver rispettato (?)
la mia promessa, e dato che il capitolo è di mero passaggio, poichè
a breve entriamo nel vivo della storia, ho deciso di scrivere 5 pagne, sperando che riuscirete
a sopportarmi per così tanto tempo XD
Bene, non vorrei sproloquiare più del dovuto, per cui vi auguro un buon pomeriggio :D
Ringraziando sempre chi mi segue con tanto amore, nonostnte i miei ritardi, questo
capitolo è per voi che non mi lasciate mai <3

ps: ho pubblicato una storia su Shadowhunters per chi avesse voglia può passare pure :D



 
Cosa può succedere in due mesi?
 
 
Harry si svegliò presto la mattina successiva e trovò il letto vuoto di Draco accanto al suo mentre Ron ancora dormiva, pigramente, nonostante fossero le nove passate e nonostante tutto.
Scosse la testa e tolse le lenzuola per poi alzarsi, aveva ripreso a dormire bene sono nell’ultima settimana a Grimuld Place, anche se ogni tanto gli incubi tornavano a fargli compagnia riusciva a scacciarli, perché finalmente aveva una missione: finalmente sapeva cosa fare.
 
Cioè la vera missione inizia solo a settembre, ma anche la caccia agli alleati mi sta bene.
Devo solo fare qualcosa.
Per tenere la mente libera.
 
Solo così Harry sapeva di poter sconfiggere i demoni che vivevano dentro di lui, tutti con la faccia di Sirius o di Silente, demoni che lui aveva contribuito a creare quella notte al Ministero per colpa della sua testardaggine.
Uscì dalla stanza senza fare rumore ma sentì dal piano di sotto le voci della signora Weasley e di Ginny, già sveglie.
Una stretta al cuore lo avvolse: Ginny.
Non aveva più avuto modo di parlare con lei, di spiegarle cosa provava.
“Ma cosa provi Harry?”
Più dell’amicizia.
“E per Hermione?”
Quel nome lo colpì come uno schiaffo in faccia, cosa provava per Hermione? Si fermò sulle scale e si sedette sul primo gradino, tenendosi la testa con le mani.
Hermione era entrata nella sua vita all’improvviso, e proprio per questo motivo un po’ l’aveva sconvolta, sia per il suo modo di fare, di relazionarsi e di comportarsi, era una strega eccellente e con Ginny si era rivelata anche un’amica straordinaria, dandole la possibilità di uscire dal suo guscio, sicuramente sarebbe finita a Grifondoro se avesse frequentato Hogwarts, ma…
Mi sarebbe piaciuta lo stesso?
“Questo sta a te deciderlo.”
Non si mosse da quella posizione, cercando di assimilare gli eventi dell’ultima settimana, non poteva negarlo a se stesso ma aveva visto un avvicinamento tra lei e Draco.
Io so perché lui la vuole.
“Perché?”
A lui piace divertirsi, senza rendersi conto che poi le ragazze si innamorano.
“Tu vorresti salvarla?”
-Non lo so.- disse ad alta voce.
Voleva bene a Draco come se fosse un fratello, avevano passato l’ultimo anno assieme, combattendo un nemico comune, piangendo per le stesse perdite, e crescendo assieme, ma non aveva mai apprezzato il suo stile di vita e non voleva che Hermione fosse la vittima successiva.
“Anche stesso non puoi impedirlo, domani partirete tutti e loro staranno via per due messi, assieme, sai quante cose possono cambiare in due mesi?”
Troppe.
 
-Harry cosa fai sulle scale? La colazione è pronta!-
La voce di Ginny lo fece tornare al presente, e decise di mettere da parte Hermione e Draco, per concentrarsi sulla ragazza dai capelli rossi che aveva davanti.
Non sempre l’aveva trovata carina, soprattutto i primi due anni di scuola, ma appena lei si era allontanata lui aveva sentito la sua mancanza, aveva capito cosa provasse.
“Allora fregatene di Hermione!”
Più facile a dirsi che a farsi.
-Cosa si mangia?- chiese sorridendo.
-Be, un po’ di tutto, lo sai com’è mamma.- rispose lei.
-Hai ragione.- le mise una mano sulla schiena e sentì un brivido percorrergli la schiena.
Ho deciso proverò a conoscere Ginny in questi mesi, per me, per noi.
“Tutto può succedere in due mesi, caro Harry.”
 
***
 
-Ciao.-
Draco aprì gli occhi ma dovette coprirli con una mano per colpa del sole, quella mattina si era svegliato presto e dopo aver salutato la signora Weasley si era diretto fuori, nel giardino della Tana per starsene solo, per riflettere, anche se non c’era davvero riuscito.
La sua mente non faceva altro che riportarlo alla notte al Ministero quando i suoi genitori avevano provato a ucciderlo, senza pietà.
Quella sera si era reso conto che aveva spezzato tutti i legami con i Malfoy, nonostante non potesse cambiare il suo cognome, quella famiglia per lui non rappresentava più niente, ma nonostante l’amara verità il suo cuore non era altrettanto pronto.
Non aveva mai voluto bene ai suoi genitori, o almeno non gli era stato insegnato a dimostrarlo, le tradizioni delle famiglie Purosangue erano rigide e poco discutibili, e la sua non faceva eccezioni.
Era stato cresciuto nel risentimento, nell’odio, nella rabbia e nella vendetta, tutte qualità che suo padre aveva rimarcato negli anni, senza l’aiuto di sua madre, forse l’unica che si sarebbe opposta se il suo cuore non fosse stato innamorato di Lucius, così Draco non aveva mai conosciuto l’affetto, così non era mai riuscito a darlo, né ai suoi amici, né alle ragazze che conosceva.
“Ma adesso sei diverso.”
Non lo so.
-Stai bene?- si era già scordato di quella voce, poche volte si era rivolto a lui personalmente.
-Hai un brutto colorito.-
-Lo sai che è la mia carnagione, Ginny.- disse chiudendo nuovamente gli occhi.
La sentì sedersi accanto a se, senza proferire parola.
-Perché sei qua?-
-Secondo te Harry prova qualcosa per me?-
-Mm?- chiese, stupito da quella domanda, non erano mai stati amici intimi, e non si erano mai scambiati i segreti e di certo lui non avrebbe iniziato ora.
-Sai che Sfregiato non mi confida certe cose.-
-Secondo me è cotto di Hermione.-
-Cosa?-
A quella semplice affermazione anche lui si tirò a sedere, per osservare la ragazza, non poteva certo negare che col tempo Ginevra si era fatta bella, ma era quel tipo di bellezza che a lui non attraeva.
-Non li vedi? Da quando lei è arrivata lui a occhi solo per lei.-
-L’hai invitata tu.- rispose senza pensarci, -E te ne stai pentendo.-
-Non pensavo che potesse…-
-Portarti via lui?-
-Già…- ammise, abbassando lo sguardo, -Ma tu parli spesso con lei, sai se è interessata a Harry?-
Draco rimase in silenzio e dovette ammettere a se stesso che tutto il tempo passato con Hermione non gli aveva per niente dato la sensazione che lei fosse attratta da un altro, anzi ma che fosse attratta da lui, ma preferì non dirlo.
-Non credo, ma… Hai due mesi per scoprirlo!-
-Hai ragione, ciao Furetto.- si alzò e in silenzio com’era arrivata se ne andò, lanciando Draco ancora più confuso sui suoi sentimenti.
“Ti piace sempre di più quella ragazza, questi due mesi porteranno grandi sorprese.”
Taci.
Si alzò dall’erba sapendo che non sarebbe più riuscito a riposare e rientrò alla Tana per l’ora di pranzo, la prima cosa che lo colpì furono le risate dei presenti e da un lato quell’umorismo, quell’allegria, gli fecero capire che Voldemort non aveva il controllo sulle loro vite, che loro potevano ancora lottare, potevano vincere.
Vicino al camino vide i gemelli parlare con Ron e Hermione, e improvvisamente la sentì ridere, una risata pura, piena di fascino e di leggerezza, non l’aveva mai sentita ridere e quel semplice suono gli colpì la coscienza.
Forse non posso giocare con lei.
“Stai aprendo gli occhi.”
Quando la porta di casa si fu chiusa alle sue spalle, sentì lo sguardo di lei addosso e qualcosa lo spinse ad avvicinarsi ed a unirsi alla discussione, i gemelli gli stavano raccontando del loro negozio e degli anni prima, quando ad Hogwarts vendevano segretamente i loro prodotti, e vide gli occhi di lei, aperti per lo stupore e per l’incredulità.
-Quando vorrei vedere i Tiri Vispi Weasley!-
Draco scosse la testa al ricordo di quegli anni ad Hogwarts che adesso gli sembravano così lontani e improvvisamente sentì una pressione sul suo braccio e vide che lei lo stava toccando, delicatamente.
-Scommetto che anche tu hai comprato qualcosa da loro, non negarlo.- gli stava dicendo, divertita.
-Stranamente lui in persona no! Ma molti Serpeverde sono venuti da noi.- commentò Fred.
Draco annuì ancora stupito e meravigliato, mai nessuna lo aveva sfiorato in quel modo, mai nessuna gli aveva rivolto occhi così gentili e parole così dolci.
“Nessuna era Hermione.”
 
 
-Quando domani mattina partirete, ricordate la vostra missione: trovare alleati, far capire al Mondo Magico che Voldemort è tornato e che intende sovvertire tutto quello in cui crediamo.
Dovete avere fede.-
Le parole di Lupin colpirono Hermione nel profondo, lei la sua fede l’aveva persa.
Continuava a lottare, a combattere, a resistere, ma non era per la fede, non era per Harry, era per i suoi genitori: loro che l’avevano cresciuta, l’avevano lasciata andare per la sua strada quando la magia l’aveva reclamata, loro che ogni estate la riprendevano in casa e la facevano sentire amata.
Loro che erano morti.
Avrebbe dato qualsiasi cosa al mondo per rivederli, per vederli anche solo una volta, per salutarli e poterli ricordare felici, spensierati ma Voldemort gli aveva strappato anche quello.
Le aveva tolto tutto.
E lei sarebbe andata avanti, ma non per fede, per vendetta, per rabbia.
 
 
-In questi mesi dobbiamo rimanere uniti, nonostante la lontananza, siamo un gruppo, facciamo parte dell’ES e Silente credeva in noi.- disse Harry rivolgendosi a Luna, Neville, Draco, Ron e Ginny, e poi guardò anche Hermione.
-Anche se sei nuova fai parte della resistenza, fai parte di noi.-
-Dobbiamo riuscire in questa missione.- disse Neville, - Per i notri genitori, per tutti quelli che a Hogwarts credono in noi.-
-Papà mi terrà aggiornata col Cavillo, me ne manderà una copia ogni volta che potrà.-
-Mentre il Profeta proverà a nascondere la verità.- sussurrò Hermione.
-Non importa, possiamo farcela, assieme possiamo fare tutto.-
-Ginny ha ragione, abbiamo sempre affrontato ostacoli più grandi di noi e in qualche modo siamo riusciti a sopravvivere, possiamo farlo anche questa volta.- aggiunse Ron, guardando i suoi amici.
-Cercate di venire agli appuntamenti alla Tana.-
-Non so quanto sarà possibile, noi siamo con Moody, a lui non interessa cosa dice Molly.-
Draco ironizzò un po’, ma sapeva di aver ragione, Moody non era molto incline ai rapporti sentimentali e se ne stava sempre alla larga.
-Manderemo lettere o in caso Patronus, non spariremo.-
-Ci rivediamo qua fra due settimane.-
-Harry, ci rivediamo fra due mesi.- lo corresse Hermione, dolcemente. Sapeva anche lei, come Draco, che non sarebbero tornati tra due settimane e neanche tre, sarebbero tornati tra due mesi e tutto in quei due mesi sarebbe cambiato.
“Forse riuscirai ad ammettere a te stessa che ti piace Draco.”
Forse sarò in grado di nasconderlo.
“Forse anche lui ti amerà.”
Ci sono troppi “forse” nella mia vita.
“Ma lui può essere la tua costante.”
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Di tutto ***


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Eccomi di nuono qua, sarò sincera ho ripreso a scrivere con 
più regolarità e sono felice di potervi dare degli
aggiornamenti fissi o quasi! 
Detto ciò vorrei ringraziare tutti voi che ancora leggete queste mie piccole 
pazzie e ci rivediamo fra 4/5 giorni col successivvo capitolo.
XOXO


 
Di tutto
 
 
Erano stati fuori due mesi.
Sessantadue giorni senza vedere i loro amici, senza sapere come realmente stavano le cose, dei semplici Patronus non erano stati sufficienti per spiegare la situazione, per spiegare i progressi.
Avevano visitato città bellissime, come Vienna e Berna, erano rimasti ammaliati da Bruxelles ma poco convinti di Amsterdam.
Ma Draco sapeva che il posto più bello che aveva visitato, nonostante non fossero in gita di piacere, era Parigi.
 
Erano arrivati la sera dell’ultima settimana di Agosto, dopo troppi fallimenti, speravano di ottenere qualcosa da quella città, speravano di trovare qualcuno disposto a credergli, disposto a mollare tutto e a unirsi a loro, ma non aveva fatto i calcoli con Hermione.
Da quando si erano Smaterializzati, aveva notato il suo sguardo di ghiaccio e perso nel vuoto, la ragazza non era realmente là con lui e con Moody e nonostante in quei mesi si fossero avvicinati molto, non solo per dovere ma anche perché Draco aveva iniziato a mostrare un reale interesse nei suoi confronti, lei aveva ricambiato, ma in quel momento l’aveva vista persa, l’aveva vista in pezzi.
Nella città dell’amore Hermione era il fantasma di se stessa, troppo spaventata per parlare, troppo terrorizzata per poter partecipare alle riunioni e aiutare Moody nei discorsi.
Quando aveva visto la Torre Eiffel sopra di lui, ne era rimasto colpito, e avrebbe tanto voluto che lei gli parlasse di quel luogo pieno di meraviglia, di luci e di colori, ma invece fu Draco a prenderle la mano e a stringerla con dolcezza.
In quei mesi non erano arrivati a tanto, non si erano mai realmente baciati o scambiati parole dolci, ma c’erano stati l’uno per l’altro, si erano aiutati, si erano salvati dalla solitudine assieme e se lui aveva sentito un nodo allo stomaco quando con lei aveva visto il Tappeto di Fiori di Bruxelles in quel momento tutto il suo essere aveva voluto baciarla e farla sua.
 
“Lo sapevo che ti saresti innamorato alla fine.”
 
Ma non aveva fatto niente del genere, nonostante Moody li avesse esonerati dalle riunioni dei prossimi giorni, lei non si era ripresa, non era uscita dall’albergo per i primi tre giorni, rimanendo sdraiata nel letto a guardare il soffitto, dissimulando le sue lacrime, allontanando tutti tranne lui.
Così quando Draco le aveva proposto di andare al cimitero dai suoi genitori si era aspettato una lavata di capo, o al massimo che lei avesse reagito, ma neanche quello era servito.
-Non posso.- aveva detto singhiozzando, -Non posso guardarli, non ancora, non posso.-
Lui si era seduto nel letto vicino a lei, l’aveva abbracciata e lei si era lasciata andare ancora, permettendogli di conoscere la vera Hermione, quella che in due mesi aveva cercato di celare.
-Saranno sempre i tuoi genitori.-
-Forse un giorno potrò andare a trovarli, forse un giorno potrò di nuovo aprire le porte di casa e sentirmi al sicuro, ma adesso la città dove sono nata, dove sono cresciuta mi ha voltato le spalle e io non sto bene, Draco, mi sto spezzando.- gli aveva sussurrato quelle parole all’orecchio, stringendolo forte.
Lui era rimasto con lei quella notte e quando due giorni dopo avevano lasciato Parigi aveva visto il colore tornare nelle sue gote, ma Hermione aveva lasciato un pezzo di se là, qualcosa che aveva deciso di non portare con se durante la guerra ma di conservare gelosamente, e fu proprio quello a dare a Draco la spinta giusta.
 
Farò in modo che possa tornare a Parigi, farò in modo che possa di nuovo stare qui.
“Stai facendo la cosa giusta.”
 
***
 
Harry con la sua squadra era tornato qualche giorno prima del previsto alla Tana, nonostante fosse stato pesante ed estenuante il viaggio negli ultimi due mesi, le visite alla Tana, lo avevano aiutato a distrarsi, a dimenticare e a lasciare tutto da parte.
“Tranne Ginny.”
Già.
 
Aveva promesso a se stesso il giorno prima di partire che avrebbe fatto in modo di conoscerla, di darsi un’opportunità con lei adesso che Hermione era via con Draco, ma aveva miseramente fallito.
Nonostante la presenza di Arthur i primi giorni da “siamo più che amici” avevano funzionato bene, lei si era dimostrata felice di quel suo comportamento e aveva lasciato a Harry la speranza che finalmente il suo cuore avesse raggiunto la pace, ma ancora una volta si era sbagliato.
Dopo la prima settimana ogni suo gesto, ogni suo comportamento faceva infuriare Ginny, e avevano finito per litigare la maggior parte del tempo, anche di fronte a tutti.
 
Harry scosse la testa e posò la sua valigia sotto il letto, non aveva sbagliato niente, era stato attento e premuroso, gentile e non invadente ma per Ginny non era abbastanza o era troppo, come le aveva urlato l’ultima sera prima di rientrare e in quel momento lui aveva gettato la spugna.
Forse io e lei non siamo fatti per stare assieme, forse ho sbagliato io a fissarmi con lei per la maggior parte del mio tempo.
“Dovresti provare ancora.”
Voglio vedere Hermione.
 
E quando aveva sentito la signora Weasley urlare l’arrivo di Moody e dei ragazzi lui si era quasi gettato dalle scale per raggiungere prima di tutti Hermione, uscendo di corsa da casa l’aveva vista vicina a Draco, ma qualcosa gli disse che quella non era l’Hermione che aveva conosciuto prima.
Non perché fosse cresciuta, ma perché nei suoi modi qualcosa era cambiato, lo sguardo era leggermente freddo e i suoi comportamenti distanti, ma quando lo vide sorrise e anche lei corse ad abbracciarlo, così il peso di quei mesi lontani si affievolì.
-Siete tornati!-
La vide sorridere, ma si allontanò quasi subito dal suo abbraccio vedendo Ron che le stava correndo contro e anche Ginny, Luna e Neville stavano ancora disfaldo le valigie, e non erano scesi assieme al resto dell’Ordine.
-Ciao Draco.- aveva dato la mano al ragazzo, ma anche nel suo sguardo aveva scorto qualcosa di diverso.
 
Sembra più umano.
 
-Oh Hermione è così bello vederti, finalmente potrò parlare con una che ha il quoziente intellettivo più alto di un gufo.-
-Potter penso che la Weasley stia parlando di te.- gli aveva sussurrato Draco, lanciando un occhiata alle ragazze.
-Lascia stare, è meglio se non la vedo per un po’.-
-Cosa il tuo grande amore ti ha dato un due di picche.-
-Se lo sono dati a vicenda.- concluse Ron, vedendo Harry rimanere in silenzio.
 
***
 
-Hermione sembri diversa.- disse Luna aiutandola a portare il borsone dentro casa.
-Sono solo stanca, ragazze.-
-Parigi è stata la tappa più pensante?- chiese Ginny, dolcemente.
-Sì, in effetti si, ma c’era Draco.-
-Che intendi?- la rossa si mise in allerta.
-Che mi ha aiutato molto, mentre eravamo là.- ammise, abbassando lo sguardo.
-Quindi state assieme?-
-No Ginny, non essere sciocca.-
Hermione distolse lo sguardo e sistemò i capelli in una cosa disordinata pur di nascondere il tremolio delle mani.
-Bè dopo mesi passati assieme sarebbe quasi normale.-
-Allora tu ti sei messa con Harry?- rispose sulla difensiva.
-No, diciamo che ci siamo a mala pena sopportati, ma Draco sembra diverso.-
-Lui è diverso.- disse la riccia, prendendo la sua borsa dalle mani di Luna ed entrando in salone, sarebbe volentieri scappata da quella discussione ma si era  imposta di non far trasparire nessuna emozione.
 “Ma tu e lui state assieme!”
No, non è così io e Draco ci siamo salvati a vicenda, ma lui non mi ha baciata e non mi ha mai chiesto di essere la sua ragazza.
“Ma sei innamorata.”
Certe volte l’amore non basta per scongelare una persona, anche se adesso lui è diverso.
“Perché anche lui si è innamorato.”
No, non credo.
 
-Venite tutti qua!- urlò Moody prendendo posto davanti a tutti.
-Arthur mi ha comunicato qualcosa di davvero importante.- disse guardando tutti con il suo occhio normale e con quello finto.
-Cioè?- chiese Draco, guardando poi Hermione.
Lei abbassò lo sguardo sulla mano che lui aveva stretto quando erano a Parigi e sentì quella mano bruciare, come anche il suo cuore.
Si era innamorata, era dannatamente innamorata di quel biondino che i primi giorni della loro convivenza l’aveva insultata e poi aiutata.
-Qualcuno di voi ha ottenuto le lettere per Hogwarts.-
-Cosa?-
Era stata Molly Weasley a parlare ma aveva espresso il pensiero di molti, i suoi amici erano rimasti fermi sul posto, quasi pietrificati.
-Luna, Neville e Ginny, l’1 settembre prendete l’Hogwarts Express.-
-Non manderò mia figlia là dentro!- aveva ripreso Molly, più aggressiva di prima.
-Molly smettila di urlare, la loro presenza a scuola sarà necessaria, ci forniranno le informazioni necessarie per attuare il piano, anche perché Lumarcono non si è fatto trovare.- concluse Lupin, al posto di Moody.
-Allora ci siamo?- chiese Hermione, rivolta verso i grandi.
-Sì, i ragazzi seguiranno le lezioni come hanno sempre fatto, ma ci comunicheranno il giorno della prima visita ad Hogsmeade, così che tu.- disse Moody, -Puoi entrare in gioco.-
-Perfetto.-
-Perché lei?- aveva chiesto Draco, con disappunto.
-Perché lei non ha una taglia sulla testa come voi tre, razza di idioti.-
-E vorresti farla Smaterializzare ad Hogsmeade e poi?- chiese Harry, non capendo il gioco di Moody.
-Entrerà a scuola con Ginny e gli altri e prenderà il ricordo di Lumarcono.-
-Questo è un piano suicida! Non lascerò che vada là sola.-
Draco si era messo accanto a lei e la stava guardando dritto negli occhi, occhi così profondi che Hermione ne rimase scossa.
-Malfoy che cosa proponi?-
-Io vado con lei!-
-Hai una taglia sulla testa.- sussurrò Hermione, -Non risecherai la vita per me.-
-Non me lo puoi impedire.-
-Ragazzo non puoi entrare ad Hogwarts, ti riconoscerebbero.- disse Arthur, tranquillo.
-Ho ancora degli amici che possono farmi entrare, senza problemi.-
-Non puoi fidarti di loro.-
-Neanche dei Nott?-
Quelle parole fecero rimanere tutti in silenzio, concentrati per un attimo sul piano proposto dal ragazzo.
-Non sono schierati, vero?- chiese Hermione, rivolgendosi a tutti.
-Esatto, e Theodore mi deve più di qualche favore, può preparare una Pozione Polisucco in poco tempo, se vuole.-
-Ti fidi di lui?-
-Ciecamente.-
-Allora è deciso, andrete voi a prendere il ricordo.-
 
***
 
Hermione si era alzata dal letto, nonostante fosse ancora notte fonda non aveva trovato la forza di chiudere gli occhi dopo gli eventi delle ultime ore.
Sarebbe andata a Hogwarts, con Draco, per la missione ma qualcosa in quelle parole le fece salire l’ansia.
Forse perché Draco aveva lottato per lei, forse perché aveva deciso di non abbandonarla o forse perché Ginny si stava interessando a lui.
“Difendi quello che è tuo.”
Lui non è mio.
 
-Granger come mai sveglia?-
Alzò lo sguardo e incontrò quello di un gemello, capelli rossi, abiti decisamente su misura, e alto.
-Fred o George?-
-Fred.- sentenziò indicando il divano, per farla sedere accanto a lui.
-Non riuscivo a dormire.- disse per rispondere alla sua domanda.
-Immagino, domani dovremo nuovamente lasciare la Tana, è poco sicuro rimanere qua.-
-Avete avuto problemi, quando?-
-No, però i Mangiamorte sanno che stiamo qua. Voi avete avuto successo con gli alleati?-
-Non molti si sono uniti alla causa, ma Moody sperava più in quelli di Kingsley e di Arthur, sapeva che il nostro viaggio sarebbe stato inutile.-
-Moody sa sempre cosa fare e tu sei pronta?-
-Per cosa?- chiese stupita.
-Stai mettendo in gioco la tua vita per noi, alla fine ci conosci poco, ma hai deciso di rischiare.-
-Io dovevo farlo.- disse ripensando alla Torre Eiffel che stava prepotentemente entrando nei suoi ricordi.
-Per i tuoi genitori, sarebbero fieri di te.-
-Un giorno forse.- scacciò le lacrime, pur di non farsi vedere in quel modo.
-Quando tornerete a Grimuld Place, ti do un consiglio: tieni lontano Draco da mia sorella.-
-Cosa?- la sua voce uscì come un sussurrò, ma il suo cuore aveva iniziato a battere forte.
-Lo vedo che lo sta puntando, Ginny fa così quando decide di cambiare ragazzo, lo punta e lo testa, se tu non le fai capire che è il tuo ragazzo lei te lo porterà via e non credo che tu lo voglia, dopo che lui si è battuto per te.-
-Io…-
-Granger, saresti stata una Grifondoro stupenda, chissà forse un giorno.- disse Fred prima di alzarsi e lasciarla sola.
Si lasciò cadere sul divano, pensierosa, e con la testa piena d’idee, cosa avrebbe dovuto fare?
“Prendi ciò che è tuo.”


Spoiler:   -No, lui non prova niente.- sentenziò per chiudere definitivamente la discussione.
 

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Capitolo 9
*** Non si può tornare indietro ***


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Ed eccomi qua, Ho avuto un pò di difficoltà ad aggiornare prima
perchè non sono stata a casa e il pc non era con me, ma mi sono sempre
mantenuta sui 5 giorni, quindi bene o male sono puntuale :D
Adesso... Arriva il momento più importante, reggetevi forte, la parte introduttiva della storia è conclusaaaaaaa!!!
Dal prossimo in poi si spaccano i cu** e finalmente entriamo nel vivo,
scusatemi se ci ho messo 9 capitoli per fare cisò, ma questo sarà il capitolo decisivo.
Quello che determinerà il cambiamento di Hermione e che sconvolgere tutto...
Adesso vi lascio e grazie come sempre per essere qua con me, non mi lasciate mai <3

 

Non si può tornare indietro
 
 
Avevano rimesso piede a Grimuld Place solo da un paio di ore ma Hermione sentiva l’aria incandescente e pronta a esplodere.
Dal suo arrivo in quella casa erano cambiate troppe cose e adesso il peso di quei cambiamenti era sulle sue spalle.
Se prima il gruppo di ragazzi che aveva conosciuto, era unito e sorridente adesso era in pezzi, distrutto e lacerato dai sentimenti e dal cuore.
“Tu hai portato qualcosa di diverso, sei il vento della novità.”
Non volevo essere niente di tutto questo.
Si lasciò cadere sul letto, chiudendo gli occhi, cercando in qualche modo di scappare a tutto quello, per rievocare i ricordi di Parigi, di lei e Draco che si tenevano per mano, di lui che l’abbracciava stretta per non farla crollare, per non farla spezzare.
Quella volta non era successo ma Hermione sapeva che il confine era troppo sottile e che si trovava in una posizione troppo pericolosa per compiere gesti affrettati, ci sarebbe dovuta andare con i piedi di piombo.
“Con Draco o con te stessa?”
Taci.
Un leggero bussare la scosse dai suoi pensieri e si mise a sedere sul letto, a gambe incrociate.
-Ciao.-
Senza un valido motivo sentì le guance diventare rosse, distolse lo sguardo dalla porta e iniziò a torturarsi le mani pur di evitare gli occhi di Draco.
-Stai bene?- sentì una leggera pressione, segno che anche lui si era seduto sul letto con lei.
-Sono solo un po’ stanca.-
-Dovresti riposare.- vide la sua mano avvicinarsi alla sua e stringerla dolcemente, Hermione non seppe definire quel gesto, loro non stavano assieme eppure Draco con lei si comportava come tale, senza tralasciare niente.
-Non riesco a dormire.- ammise alzando lo sguardo e incontrando le iridi grigie che più volte l’avevano tormentata in sogno e anche da sveglia.
-Da quando siamo arrivati a Parigi, ho problemi a riposare.-
-Perché non me lo hai detto prima?-
-Io… Non sapevo cosa dirti, Draco, io e te, non so come comportarmi, non so cosa ti aspetti da me.-
Lo guardò negli occhi ma non riuscì a sostenere lo sguardo, e lo dovette distogliere per guardare la finestra alla sua sinistra.
-Ho paura di non poterti dare quello che tu vuoi, anche perché mi guardi con quegli occhi… Che in silenzio mi chiedono tanto.-
-Non lo avrei mai detto, ma Hermione io, adesso, da te non voglio niente, voglio solo starti vicino.
Prima che tu arrivassi nella mia vita non avrei mai pensato di poter volere solo questo da una ragazza, ma da quando ti ho visto Spaccata all’ingresso di questa casa mi sono reso conto che tu eri diversa e che avrei aspettato.-
Hermione alzò gli occhi e lo guardò nuovamente, non conosceva Draco da così tanto tempo per sapere quali fossero stati i suoi passatempi ad Hogwarts, ma aveva ben intenso che non stava solo a giocare a Quidditch, non che le interessasse, era il suo passato e se lei non voleva essere giudicata per le sue scelte non avrebbe dovuto farlo neanche con lui, così lentamente strinse la sua mano, per intrecciarla.
-Allora dormiresti con me stanotte?-
-Per tutte le volte che vorrai.-
Lo vide sorridere, per la prima volta, e il suo cuore perse un battito, lui non aveva mai sorriso in quel modo né in nessun’altro modo, era la prima volta ed Hermione lo trovò bellissimo, più di quanto aveva pensato.
Si stese sul letto e sentì il corpo di lui aderire al suo, l’abbracciò finché non sentì il respiro sul suo collo, lento e controllato.
Chiuse gli occhi, sperando di poter dormire almeno per una notte, sperando che con lui fosse diverso.
“Comunque si vede che il ragazzo sta facendo uno sforzo davvero grande nell’aspettare, è anche ben dotato!”
TACI!
 
***
 
Hermione si era alzata presto quella mattina e sentendo che il sonno non sarebbe più arrivato decise di scendere in cucina per alleviare le fatiche degli elfi, diede uno sguardo a Draco e lo trovò ancora dormiente nel suo lato del letto, i capelli biondi sparsi sul viso e la camicia sbottonata che lasciava intravedere i muscoli dell’addome, avrebbe voluto sfiorarli delicatamente, per poi baciarli.
Scosse la testa e decise di muoversi, quel ragazzo le faceva venire in mente pensieri davvero poco casti e non era arrivato il momento di distrarsi dal suo obiettivo.
Quando arrivò in cucina la trovò totalmente vuota e da un lato ne fu felice così potè tranquillamente preparare la colazione per tutti, preferendo evitare di svegliare Dobby e Kreacher e facendo tutto lei.
Il primo che la raggiunse fu Neville ma ancora troppo preso dal sonno non riuscì neanche a dirle “buongiorno” e sprofondò nella sua tazza di latte macchiato, per poi essere seguito a ruota da Harry.
Il ragazzo nonostante si sentisse sveglio e pronto a qualunque cosa portava il malumore nel cuore e tutto per colpa dell’atteggiamento di Ginny, ed Hermione sapeva che tra i due le cose non andavano per niente bene, e senza volerlo ripensò alla conversazione con Fred la sera prima di lasciare la Tana e sentì i sensi scattare, per mettersi all’opera.
-Ciao ragazzi.- si sedete di fronte a lei e prese il pane tostato.
-Harry stai male?-
-Io… Ho dormito poco.- cercò di nascondere la verità con una piccola bugia, ma quando i loro sguardi si incontrarono capì che lei sapeva tutto.
-Sentì so che le cose con Ginny non vanno molto bene, ma cerca di avere pazienza.-
-Io non lo so Hermione, mi sembra di sbagliare tutto con lei, non le va mai bene niente.-
-Noi ragazze cambiamo spesso opinione, anche se il nostro obiettivo rimane lo stesso.-
-Ma tu e Malfoy non avete di questi problemi.- disse Neville, intervenendo nella discussione.
-Come?- chiese, rimanendo totalmente sorpresa.
-Oh andiamo, si vede da come vi guardate che tra voi c’è qualcosa.-
-Insomma…- iniziò a dire, solo che il suo discorso fu interrotto dall’arrivo del diretto interessato che aveva fatto il suo ingresso in cucina, con ancora la faccia segnata dal cuscino e la camicina sbottonata.
-‘Giorno.- disse guardandola negli occhi.
Hermione sorrise e vide il ragazzo in procinto di sedersi accanto a lei solo che una testa rossa fece il suo ingresso in cucina, sconvolgendo e modificando definitivamente la pace di Grimuld Place.
 
-Ginny.- disse Harry, rimanendo quasi con la bocca aperta.
Indossava un pigiama decisamente non da Ginny, o meglio più che pigiama indossava una delle camicie da notte di Hermione, di pizzo all’altezza dei seni.
-Ma quella è la mia camicia.- disse la diretta interessata, stringendo la sua tazza.
-Davvero?- lo sguardo di Draco rimbalzò da entrambe ed Hermione sentì i nervi schizzare a mille.
-Oh l’ho trovata nella mia borsa ieri sera, non so come ci sia finita, saranno stati i Nargilli.- disse tranquillamente Ginny, sedendosi sul tavolo e facendo vedere le gambe a tutti i presenti.
-Oh andiamo.- Hermione si alzò, sbattendo la tazza sul tavolo, sconvolta e arrabbiata per quella scena decisamente sconveniente.
-Draco senti, come mi sta?-
Gli occhi di Ginny si puntarono su di lui ed Hermione si voltò, incrociò le braccia al petto e aspettò.
-Perché lo chiedi a me? Qua c’è Potter?- disse cercando di uscirne.
-Ma a me interessa il tuo di parere.- si sporse per far vedere la scollatura e in quel momento Hermione non capì più niente, allontanò la sedia e uscì di corsa dalla stanza.
-Hermione!- sentì il suo nome ripetuto più volte ma non percepì nessun passo, Draco non l’aveva seguita e lei si rese conto che aveva preso la scelta più giusta o lo avrebbe schianto volentieri, così invece di dirigersi in camera andrò dritta in biblioteca per smaltire la rabbia.
Nessuno l’avrebbe disturbata là dentro, nessuno ci metteva mai piedi lì, se non lei.
 
***
 
Aveva riposato lì tutta la notte, e quando si alzò dalla poltrona la prima cosa che notò fu il mal di schiena, provò a rilassarsi con qualche semplice esercizio ma non ottenne nessun cambiamento, non era più abituata a trascorrere le notti in biblioteca a leggere anche se a Beauxbaton lo faceva spesso.
Posò i libri che la sera prima aveva divorato pur di scacciare dal cuore quella sensazione
“Diciamo solo che eri gelosa.”
È un cosa ridicola, io non sono gelosa di Ginny.
“No, ma ti sei arrabbiata quando hai visto il comportamento di Draco.”
Anche perché quella era la MIA camicia, meno male che parte tra tre giorni.
“Bisogna vedere cosa combina in tre giorni.”
 
Scosse la testa e quando scese in cucina la scena che gli si presentò davanti le fece torcere le budella e accapponare la pelle: c’era Ginny così vicina a Draco che avrebbero potuto essere tranquillamente una sola persona, e se anche lui non sembrava interessato lei non faceva altro che parlare, parlare e strusciarsi su di lui.
-Oh allora ci sei anche tu.-
-Ciao Harry.- disse senza distogliere lo sguardo da quella scena.
-Vanno avanti da ieri, io non resisto più.-
-Io… Sto andando a vomitare, scusami.- non riuscì ad aspettare neanche un altro po’ e quando vide lo sguardo di Draco su di lei, uscì nuovamente dalla cucina, stavolta seguita da Harry e dei panini.
Si chiusero nuovamente in biblioteca e in silenzio consumarono la loro colazione.
-Non capisco cosa succede a Ginny, non è da lei.-
-Suo fratello mi aveva avvertita, ma non credevo che sarebbe arrivata a tanto.-
-Fred? Oh diciamo che lei ha sempre fatto così solo che di solito si limita a certi atteggiamenti e non va mai oltre.-
-Mancano tre giorni e tutto finirà.- Hermione chiuse gli occhi e inspirò, qualcosa dentro di lei si stava rompendo e sapeva che portava la firma di Draco Malfoy.
-Mi dispiace che abbia scelto Draco come vittima, lui non cederà facilmente anche perché prova qualcosa per te.-
-No, lui non prova niente.- sentenziò per chiudere definitivamente la discussione.
 
Harry non riuscì a controbbattere notando lo sguardo deluso di Hermione, gli occhi marroni gonfi per le lacrime, forse non aveva pianto ma faceva una grande fatica a trattenersi e una parte di lui avrebbe voluto prendere Ginny e urlare di finirla, ma non c’era riuscito.
Sapeva bene che la ragazza a un richiamo del genere avrebbe aumentato le provocazioni ed era l’unica cosa che non voleva, sapeva che Draco era un osso duro e che voleva Hermione, ma non tutti, e lui si riteneva il primo, sarebbero resisti a lungo.
Decise così di alleviare il dolore di Hermione, di evitarle la cucina e di aiutarla a distrarsi nel corso di quei tre giorni e poi sarebbe tornato tutto alla normalità.
“Solo che adesso non potrai tenere Ginny sotto controllo.”
Avevo scelto lei, avevo scelto lei e non Hermione perché anche la parte più piccola di me la ama, forse non da sempre, forse c’ho messo troppo tempo, ma questo suo atteggiamento mi ha portato a una conclusione: non posso stare con lei ora.
“Perché?”
Non solo perché la mia missione va al di là dell’amore, ma soprattutto non posso stare con una ragazza che non ha le idee chiare sul suo cuore.
 
-Tranquilla, farò in modo che lui non ti cerchi o che non ti trovi.-
-Grazie Harry.-
LA vide sorridere e qualcosa si incrinò anche dentro di lui. Lui aveva perso i genitori da piccolo e nonostante il dolore non aveva mai sofferto veramente per la loro perdita, non li ricordava, non sapeva niente di loro tranne per i racconti che era riuscito ad avere, mentre adesso si rese conto che Hermione doveva vivere col rimpianto e con i ricordi.
Se lui era riuscito ad andare avanti proprio perché ricordi non ne aveva, per lei sarebbe stato ancora più duro, ancora più impossibile scrollarsi dalla mente le persone che l’avevano messa al mondo, che le avevano donato il mondo.
“Farebbe di tutto per loro.”
 
***
 
Hermione non era quasi uscita dalla biblioteca nei giorni successivi, andava a cambiarsi solo a notte fonda o quando Harry gli assicurava che Draco era in cucina o impegnato a fare altro e non avrebbe controllato i suoi movimenti.
Ma Harry gli aveva anche detto che il ragazzo lo aveva più volte avvicinato per parlare di lei, ma il Prescelto non aveva mai dato una risposta concreta ed Hermione gliene era grata.
Avrebbe affrontato Draco solo quando il suo cuore le avesse detto di farlo e per il momento preferiva evitarlo, anche se Ginny l’indomani sarebbe tornata ad Hogwarts e loro sarebbero potuti tornare indietro.
“Vuoi davvero tornare indietro?”
Non lo so.
Scese silenziosamente le scale, era da poco passata la mezza notte e il suo stomaco aveva preteso di mangiare qualcosa, così aveva lasciata la biblioteca e si era diretta in cucina, solo che ancora una votla dovette fermarmi sulla soglia, bloccata dalle voci sussurrare al suo interno.
 
-Ginny…-
-Draco lo sai anche tu che mi vuoi.-
 
Hermione guardò attraverso un piccolo spazio che era rimasto per via della porta aperta, vide Ginny con indosso ancora la sua camicia da notte torturare i capelli di Draco e nonostante lui non l’abbracciasse, non ricambiasse, potè vedere dal suo sguardo che stava resistendo, o almeno ci provava.
Poi lei scattò, Ginny si sporse verso di lui e le loro labbra si incontrarono, Hermione non ebbe la forza di aspettare, di vederli continuare, così corse su per le scale, cercando di non fare rumore, ma sapeva che un cuore spezzato non era così silenzioso.
Si rifugiò in camera sua e chiuse a chiave la porta, bloccandola anche con un incantesimo, iniziò a singhiozzare senza che se ne rendesse conto e prima di crollare, si spogliò velocemente per entrare dentro la doccia, non impostò la temperatura ma fece scendere l’acqua e mentre si raggomitolava a terra su se stessa, iniziò a scuotere la testa.
Non posso, non si può tornare indietro, è tutto distrutto.
“Mi dispiace.”
Ma Hermione non riuscì a sentire la voce della sua coscienza, poiché dopo poco iniziò a perdere i sensi, nonostante l’acqua la bagnasse ancora.
 
 

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Capitolo 10
*** Hogwarts ***


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Eccomi qua, ci tengo a soffermarmi solo su una cosa: tengo 
molto a questo capitolo. Rappresenta la svolta di Hermione, tutto ciò che avverà dopo
si baserà su questo.
Tengo anche a dire una seconda cosa, nel prossimo capitolo ci sarà un POV con Draco e 
molte cose saranno chiarite, ma la Love Story, dovrà affrontare ancora molti problemi...Anche se...
Buona lettura :D

 


Hogwarts
 
Quando lo guardava Hermione non riusciva più a vedere quel ragazzo che le era stato vicino a Parigi, quel ragazzo che le aveva stretto la mano sotto la Torre Eiffel, quel ragazzo con cui aveva passato una notte.
Non vedeva più Draco Malfoy, Serpeverde, Purosangue, non vedeva più la redenzione o il perdono, ma solo il ragazzo che le aveva spezzato il cuore.
“Tu però gliel’hai lasciato fare.”
Hermione annuì impercettibilmente, sapendo che la sua coscienza aveva ragione, lei aveva permesso a Draco di insidiarsi sotto la sua pelle, di entrare dentro di lei e di restarci, lei gli aveva concesso tutto quel potere e adesso ne doveva subire le conseguenze: era tutta colpa sua.
Si guardò allo specchio e un brivido le percorse la schiena, era pallida, forse un po’ troppo, i suoi capelli ricci avevano perso vigore e le apparivano quasi piatti e insignificanti, le borse sotto gli occhi erano il segnale delle sue notti insonne nell’ultimo mese e gli occhi spenti, lo specchio le rimandava la visione di una ragazza che non conosceva.
Non vedeva Hermione riflessa in quello specchio, ma solo un estranea, qualcuno che era una volta era stata lei, ma di cui adesso rimaneva solo l’ombra.
Io sono un’ombra.
“Dov’è finita Hermione?”
Si è persa, io non posso trovarla.
 
 
Distolse lo sguardo e indossò un maglione leggermente più grande, oltre a essere pallida era anche incredibilmente magra, aveva perso quasi cinque chili e il mondo le era caduto addosso.
“Tutto perché lo hai lasciato entrare.”
Scosse la testa e si legò i capelli in una coda disordinata, sapeva che la sua coscienza aveva ragione, sapeva che la sua voce interiore aveva colto nel segno ma neanche lei era riuscita ad ammettere la verità o a dirla semplicemente ad alta voce.
“Ti sei innamorata di quel coglione che ti ha spezzato il cuore.”
Innamorata?
“Sì.”
Hermione uscì dalla camera lentamente, cercando di scacciare quelle parole, quei pensieri, cercando di allontanare lui, lo aveva fatto entrare nel suo mondo e lui l’aveva tradita, aveva baciato Ginny, e lei non lo aveva detto a nessuno, senza rendersene conto si portò una mano al cuore, per stringere forte quel lembo di pelle dolorante, se avesse potuto avrebbe scavato nel suo stesso petto per strapparselo via.
Per buttare via quel cuore consumato e privo di amore, quel cuore calpestato.
Prima i miei genitori e adesso lui.
-Eccoti.-
Harry apparì nel suo campo visivo, ma in realtà Hermione non lo vedeva, non riusciva a vedere nessuno se non Draco, Draco Malfoy.
-Sei pronta?-
-Sì.- sussurrò, senza guardarlo, era arrivato il giorno della missione, sarebbe entrata a Hogwarts, con lui.
“Sotto la tua pelle e neanche te ne sei resa conto.”
-Andiamo?-
La sua voce la riportò alla realtà e il suo cuore perse un battito, era così bello, con la camicia bianca e i primi due bottoni slacciati, i pantaloni di alta fattura e i capelli scombinati, che gli regalavano un’aria giovanile e da dongiovanni.
“Perché ti sei innamorata proprio di lui?”
Non lo so.
-Certo.-
Senza volerlo si rese conto di aver usato un tono troppo freddo, più freddo del solito e che tutti adesso la stavano guardando, era sparita dalla circolazione nell’ultimo periodo e adesso anche per lei era arrivato lo scontro finale.
-Ginny è a Hogsmeade che vi aspetta con Theodore, ha creato una pozione di Polisucco per te Draco e dopo esservi sistemati inizia il piano, per favore tornare, tutti e due.-
-Certo.-
Hermione avanzò decisa verso la porta e Draco la seguì in silenzio, senza aggiungere altro.
-Dammi la mano, ci Smaterializziamo assieme.-
Allungò la mano senza guardarlo, sapeva che se lo avesse fatto sarebbe crollata, si sarebbe spezzata del tutto e non poteva permetterselo, dopo quella sera nella doccia si era ricomposta a fatica e non poteva dare a quel ragazzo tuto quel potere su di lei, non poteva farlo o lui l’avrebbe distrutta.
-Hermione…-
-Andiamo Malfoy.-
Intravide la testa bionda muoversi leggermente, come se anche lui avesse perso le speranze, e senza che se ne rendo conto viene portata via dalla Smaterliazzazione, e solo in quel momento può emettere un sospiro di sollievo, il piano era iniziato.
 
***
 
Si erano rifugiati alla Testa di Porco senza farsi notare e avevano scorto subito la testa rossa di Ginny e la divisa verde della casata dei Serpeverde, Hermione si irrigidì immediatamente.
Non vedeva quella ragazza da quando lei aveva baciato Draco, non vedeva Ginny da quando il suo cuore era crollato, una sensazione di disagio si insinuò nel suo stomaco.
“Stanno assieme?”
-Perfetto, tieni Hermione.-
Prese dei vestiti che la ragazza gli porse, sapeva che non c’era tempo per i convenevoli, sapeva che dovevano sbrigarsi o li avrebbero trovati e catturati, ma non potè evitare di guardare loro, di guardare Draco e Ginny che si scambiavano una rapida occhiata per poi ignorarsi del tutto.
-Draco la posizione.-
Hermione girò l’angolo e tolse il suo maglione, per sostituirlo con quello di riserva di Ginny, con lo stemma della sua casata, aveva indossato una camicia sotto di esso ricordando il consiglio che le aveva dato Luna e tolse velocemente la i suoi pantaloni, anche in questo caso aveva indossato delle calze e prese la gonna, se la tirò su e chiuse la cerniera.
-Sei pronta?-
Draco entrò proprio in quel momento e la vide sistemarla, il suo aspetto stava mutando i capelli biondi stavano diventando corti e neri, il fisico sempre magro ma leggermente più tozzo e i suoi occhi grigi adesso erano neri.
-Sei molto più magra…-
-Chi saresti?-
-Marcus Flint, Theodore l’ha Schiantato per un po’.-
-Okay.-
-Hermione, penso che dovremo parlare.-
-Malfoy abbiamo una missione da portare a termine.-
Si passò le mani sulla gonna e tornò nella stanza principale ignorandolo deliberatamente, lo sguardo di Ginny la trafisse e rimase quasi pietrificata.
-La divisa ti sta bene, ricordate il piano?-
-Certo.-
-Theodore?-
-Tengo lontano Tiger e Goyle, lo sai, puoi stare tranquillo.-
-Dobbiamo rientrare, siete arrivati giusto in tempo.-
-Lo so.- sussurrò la riccia, seguendo i tre fuori dal locale e in poco tempo si confusero con tutti i ragazzi che stavano facendo ritorno ad Hogwarts, ma Draco rimase accanto a lei, da un lato sapeva che era obbligato a farlo, per via della missione, ma sperava che non fosse solo per quello.
Quando furono in prossimità del cancello Hermione rimase a bocca aperta, neanche la sua scuola era tanto bella come quella, non le aveva mai dato la sensazione di casa.
-Stammi vicino quando entriamo, puoi perderti là dentro.-
Annuì, non riuscendo a distogliere lo sguardo, non aveva mai visto niente di così bello, di così immenso da rapirla del tutto, sarebbe voluta andare a scuola là molto volentieri, conoscere Harry dal suo primo anno e incontrare Albus Silente e assistere alle lezione della McGranitt, i suoi amici le avevano raccontato tutte le loro avventure e li aveva invidiati, molto, a lei non era mai successo niente del genere e forse avrebbe potuto non innamorarsi di Draco.
“Te ne saresti innamorata lo stesso.”
Lo so.
Trascinata dalla folla non sentì la mano di Draco stringersi accanto al suo polso, solo quando non la percepì più si girò per guardarlo e un senso di vuoto le percorse il petto: era sparito.
Iniziò a cercarlo freneticamente, scendendo le poche scale che aveva percorso e avanzando per i corridoi che non conosceva, dopo pochi minuti però si dovette arrendere all’evidenza, Draco non c’era.
Lo cercò ancora con lo sguardo ma le uniche persone che individuò furono dei ragazzi della casata di Serpeverde.
-Lumacorno è davvero un tipo strano.-
-Già, grazie al cielo la visita di Hogsmeade ci ha evitato la sua lezione.-
-Penso che però il Lumaclub si riunisca lo stesso nei sotterranei.-
-E a te che te ne frega?!-
Hermione avanzò verso quella direzione e in silenzio seguì quei ragazzi, in quei pochi mesi a Grimuld Place aveva imparato molte cose, sapeva che la casata di Salazar Serpeverde stava nei sotterranei e senza Draco solo quei ragazzi l’avrebbero potuta portare a destinazione, abbassò lo sguardo e cercò di passare inosservata, anche se tutti i suoi sensi erano in fibrillazione.
Draco, dove sei?!
-Andiamo nella Sala Comune.-
Si fermò di colpo e si appiattì al muro, aspettando che i ragazzi sparissero e poi corse fuori dal corridoio per iniziare a cercare il professore.
 
 
Iniziò ad aprire così tante porte che aveva iniziato a perdere la speranza, Hermione si passò una mano tra i capelli, il nervosismo aveva preso il posto della calma e lei sapeva bene che non poteva lasciarsi andare proprio in quel momento.
Avanzò per un altro corridoio e si fermò, guardò verso sinistra e venne attratta da un rumore sordo, si diresse decisa ed aprì la porta e proprio lì dentro vi trovò Lumacorno intento a posare dei libri nelle varie librerie, forse di Pozioni.
-Oh… Lei è la Signorina...?-
-Granger.- disse con calma.
-Granger? Non ricordo di averla vista a lezione.-
-Professore, lei lo sai perché sono qui.- chiuse la porta alle sue spalle, e avanzò sicura.
-Oh, mi dispiace se ha saputo del Lumaclub ma non tutti possono accedervi.-
-Professore.- Hermione si sedette di fronte a lui e raccolse tutto il suo coraggio, era arrivato il momento, doveva farlo, -Mi manda Albus Silente, professore, lei sa il perché.-
Vide l’uomo davanti a lei sbiancare del tutto e le mani iniziarono a tremare, lentamente.
-Il preside è morto tempo fa, io davvero non capisco.-
-Lei non capisce? O forse non vuole ricordare, lo sa perché sono qui, è inutile girarci attorno! Il preside voleva qualcosa, qualcosa di davvero prezioso.-
-Oh no, no, no, no.-
-Non faccia così, la prego! Non capisce quanto sia importante quel ricordo, per noi.-
-Mi ucciderà, Lui mi ucciderà.- disse cercando di alzarsi.
-No scappi, non lo faccia, lo faccia per Harry, per i suoi alunni che stanno combattendo questa guerra, lo faccia anche per me, lo faccia per il preside.-
-Non posso darti quel ricordo.-
-Lei ha paura, ma se non lo fa moriranno altre persone.-
-Altre?- chiese scioccato.
-Voldemort ha ucciso i miei genitori, come anche quelli di Harry e Bellatrix ha torturato fino alla pazzia i genitori di Neville, vuole veramente permettere a quel mostro di continuare a passarla liscia? Ci permetta di fare qualcosa.-
Hermione chiuse la bocca solo per riprendere fiato, quella era la sua arma segreta, sapeva che quello era il modo più giusto per convincere il vecchio professore a fare la cosa giusta.
-Non mi deve giudicare, io non lo sapevo, non sapevo cosa aveva intenzione di fare.-
-Non lo farò.- rispose, passandogli una piccola ampolla.
-Mi dispiace molto, lo dica al Signor Potter, sua madre…- si voltò per guardare le foto magiche che aveva sulla parete, -Era la mia migliore alunna.-
-Harry le sarà riconoscente.-
Con un semplice gesto si portò la bacchetta alla tempia e Lumacorno estrasse il ricordo per trasferirlo nell’ampolla.
-Dovrebbe andare, sapranno presto che lei è qui.- gliela porse, gentilmente.
-Grazie.- se la portò al cuore e la nascose dentro la sua borsa di perline, che aveva accuratamente nascosto.
-Vada.-
 
Si alzò di colpo dalla sedia e senza voltarsi indietro uscì dalla stanza e ripercorse il corridoio per cercare di trovare l’uscita, delle voci la costrinsero a nascondersi dietro una vecchia armatura lasciata nel corridoio.
-Dicono che sia entrato qualcuno a Hogwarts.-
-Come?-
-Non si sa, ma si pensa che siano dei ragazzi.-
Hermione trattenne il fiato e sentì il suo cuore iniziare a battere forte, li avevano beccati.
-Addirittura hanno trovato Flint in un armadio, è stato schiantato.-
Non riuscì a sentire il resto della conversazione, probabilmente perché le ragazze erano entrate nella Sala Comune, e in poco tempo percorse nuovamente il corridoio fino all’uscita, la luce l’accecò per un istante e guardò disorientata le imponenti scale e dei ragazzi aspettare che esse smettessero di muoversi.
Non posso uscire dall’ingresso principale come se niente fosse, devo trovare Draco.
Decise di salire anche lei qualche rampa, sarebbe passata inosservata per ancora poco tempo, nonostante la divisa nessuno l’aveva mai vista là dentro.
All’improvviso la scala che aveva deciso di seguire si fermò, non sapendo individuare il piano, decise comunque di provare a cercare Draco, si mosse velocemente nel corridoio finché delle voci non la fecero bloccare a pochi passi da un gargolle.
-Severus era il suo ufficio!-
-Il Preside è morto, Minerva, adesso è il mio ufficio.-
Hermione si nascose e all’improvviso vide sue insegnanti uscire proprio da esso, e qualcosa scattò dentro di lei e prima che l’entrata si chiudesse riuscì a passare e salì le scale, velocemente, cercando di non far rumore.
Un immenso studio la accolse e quasi ne rimase affascinata, una scrivania che ricopriva buona parte della stanza e delle librerie alle pareti, ma ciò che più la colpì fu il quadro di un vecchio con la barba lunga che la guardava, per quanto potesse farlo.
-Lei ha trovato il posto giusto.-
-Albus Silente.- sussurrò, ricordandosi tutte le descrizioni di Harry e delle foto che aveva visto nella Gazzetta del Profeta, qualche tempo prima.
-Lei non è un’alunna di questa scuola eppure sta cercando di aiutarla e Hogwarts darà sempre una mano a chi ne ha bisogno.- il braccio nel dipinto si mosse lentamente e puntò alle sue spalle.
Girandosi vide un pensatoio staccarsi dalla parete e piazzarsi proprio davanti a lei, ma non era la struttura in se ad interessarla ma le piccole fiale che erano disposte alla parete, da dove il pensatoio si era staccato.
Si avvicinò piano, leggendo qualcosa che le fece nuovamente battere il cuore a mille, prese la piccola scatola e si voltò a guardare il Preside, ma era sparito, il ritratto, ormai vuoto.
Inghiottì il groppo che si era formato in gola e posò anche quelle fiale nella sua borsa, adesso doveva scappare, doveva consegnare tutto all’Ordine e trovare Draco.
Percorse velocemente le scale, e uscì di corda per immettersi nuovamente nei corridoi, stavolta un brivido di freddo le percorse la schiena e sentì il sudore scende lungo le tempie.
Draco. Draco. Draco. Draco. Draco
“Dove sei?”
 
Aumentò il passo e senza volerlo si scontrò contro qualcuno, ma qualcosa le disse che aveva appena decretato la sua condanna a morte.
-Mi scusi.-
Si mise subito in piedi e riprese a camminare.
-Lui lo sa, sa tutto di te.-
Hermione non si voltò ma seppe che il suo interlocutore stava parlando proprio di lui, di Voldemort.
-Solo perché non c’è una taglia sulla testa non vuol dire che lui non ti sta cercando.-
Si bloccò ma decise di non voltarsi, non voleva cedere.
-Sa quello che vuoi, cosa il tuo cuore desidera, lui può dartelo, può darti tutto, ma in cambio vuole la tua lealtà… Penso che un Patronus sarà più che sufficiente, Hermione Jean Granger.-
Non riuscì a resistere e riprese a correre ancora più veloce, percosse le scale e si contrò contro un’altra persona, in preda al panico si alzò di corsa ma venne fermata da una mano che le teneva saldamente il polso.
-Sono io!-
Guardò il ragazzo e vide che i capelli neri stavano di nuovo diventando biondi.
-Draco.- sussurrò, toccandoli piano, non riuscendo ad andare oltre.
-Sanno che siamo qui, andiamo via.-
Le prese la mano e la trascinò giù, non provò ad opporre resistenza, ma si lasciò andare, quando furono in prossimità del portone Draco la bloccò e le mise addosso un mantello, dove anche lui si sistemò.
-Un prestito di Potter, nessuno ci vedrà uscire.-
Annuì e corsero fuori dalla scuola, Hermione si voltò una sola volta per osservare il profilo di quell’immenso castello illuminato dalla luce della luna, come se fosse una apparizione ultraterrena.
 
 
 
Draco bloccò la loro corsa furiosa sotto la tettoia della Testa di Porco, aveva iniziato a piovere e i vestiti si erano attaccati al corpo, ma non gli importava, stringeva ancora il polso di Hermione, forte, non voleva perderla di nuovo, non voleva provare di nuovo la sensazione di vuoto che lo aveva accompagnato per tutto il tempo dentro la scuola.
Dovevo solo tenerla d’occhio, dovevo stare con lei e invece…
“Sei stato un cretino e non sei riuscito nella tua missione.”
Si concesse solo un secondo per guardarla, nell’ultimo mese era diventata sfuggente, un fantasma in quella casa così grande e lui non aveva fatto niente per cercarla, non era abituato a tenere così tanto a una persona, non era abituato a tutto quello che comportava l’utilizzo del suo cuore, così le aveva lasciato spazio, ma oggi, si era reso conto che qualcosa dentro di lei si era spezzato, non era la stessa ragazza che era tornata con lui da Parigi, era il fantasma di se stessa.
-Stai bene?- chiese, sospirando.
La vide annuire e un groppo si formò in gola, non parlava più con lui, non lo guardava più negli occhi.
-Hermione guardami.- le alzò il viso con due dite e ciò che vide in quegli occhi lo sorprese e lo spaventò.
Il marrone era spento e morto, come se stesse guardando un ritratto, la sua Hermione non c’era più.
-Dobbiamo tornare a Grimuld Place.- disse lei distogliendo lo sguardo dopo poco.
-Non abbiamo il ricordo.-
Solo allora notò il sorriso compiaciuto che si era formato sul suo volto e allora anche lui sorrise e l’aria uscì dai polmoni, non si era reso conto che aveva trattenuto il respiro.
-Lo hai preso.-
-Ho fatto molto di più.-
Si lasciò sfuggire una piccola risata, poi le prese il polso e si Smaterializzarono sotto i raggi della luna, unica complice della loro misisone.
 
 
 

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Capitolo 11
*** E li chiamano ricordi ***


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Giorno a tutti e buona domenica :D
Sono davvero felice, oggi è rientrato il mio ragazzo dopo 10 giorni e finalmente ci possiamo vedere !!
Ma non è solo questo il motivo per cui sono così felice, ma il punto è che sto scrivendo
 a ruota libera un bel pò di capitoli, sono presa bene dalla storia e lo trovo
un fattore molto importante :D
Quindi Hermione è decisamente tornata in pista e mentre Draco 
cerca di far chiarezza col proprio cuore (consigliategli un bravo psicologo)
io vi lascio al nuovo capitolo :D!!
^^

 
Li chiamiamo ricordi
 
 
-Siete tornati?!-
Harry spalancò la porta di Grimuld Place lasciando entrare Draco e Hermione, infreddoliti e bagnati per colpa della pioggia, sentì alle sue spalle la presenza degli altri membri dell’Ordine, si erano uniti a loro poco dopo che i ragazzi erano andati via, ed adesso anche loro stavano aspettano.
Hermione annuì brevemente ed entrò per prima, seguita da Draco che teneva ancora una mano sul suo polso, lo sguardo leggermente cupo e ancora più pallido del solito.
-Voi…-
-Ci siamo riusciti.- concluse Hermione, levandosi il maglione e solo allora lasciò la mano di Draco, ma i suoi occhi non avevano smesso un ottimo di guardarlo.
-Dov’è?-
-Qua.-
Hermione prese la borsetta di perline e uscì il ricordo di Lumacorno e assieme ad esso una piccola scatola, al cui interno vi erano altre ampolle, qualcuna più piccola dell’altra.
-Non capisco.- Moody osservò attentamente gli oggetti, ma non riuscì a nascondere lo sguardo meravigliato.
-Non è difficile, dopo che abbiamo preso il ricordo a Lumacorno ci siamo diretti al piano di sopra e siamo finiti, accidentalmente, nell’ufficio di Silente… Lui ha parlato di un aiuto da parte di Hogwarts.- disse lei gesticolando con le mani, -E il pensatoio si è staccato dalla parete, ma ciò che ci ha incuriosito era questo.- disse alzando la scatola.
-Contiene dei ricordi?- chiese Lupin.
-I ricordi, direi, sono di Voldemort.-
-COSA?!- era stato Harry a parlare e a pararsi davanti a lei, incredulo e meravigliato per quell’imprevisto.
-Penso che Silente ti abbia voluto aiutare ancora una volta.- disse la ragazza sorridendo.
-Malfoy, Granger, avete fatto un ottimo lavoro di squadra.-
-Veramente i complimenti vanno solo a lei, io non ho fatto niente.-
-Draco…- sussurrò, voltando poco la testa.
-E´la verità, io l’ho persa di vista e non sono riuscita a trovarla perché Tiger e Goyle mi hanno bloccato con Zabini, sono riuscita a trovarla poco dopo la sua scoperta.-
-Questo non ha nessuna importanza, adesso guardiamo i ricordi?- il tono di Hermione chiuse definitivamente la discussione e il ragazzo rimase con la bocca leggermente aperta.
 
Perché mi difende ancora?
“Lei è innamorata di te.”
Ma nell’ultimo mese ha posto una barriera, si è allontanata… Non è che sa…?
“Chiediglielo.”
 
-Ragazzi dovreste andare a letto, noi esamineremo i ricordi e poi domani…-
-Col cavolo!- esclamò Hermione, le guance avevano ripreso colore e aveva posato le mani sui fianchi.
-Io e lui abbiamo rischiato le penne per prendere queste maledette ampolle e adesso ci mandate di sopra a dormire, e con una storiella da sentire domani? NO! Abbiamo il diritto di sapere.-
-Ha ragione.- disse Harry, avanzando verso Lupin, -Soprattutto loro hanno il diritto di sapere e anche io, sono il Prescelto e finalmente ho un’arma contro Voldemort, devo sapere tutta la storia.-
Moody guardò per un attimo Lupin e poi Arthur, sapeva cosa stavano facendo: valutavano la situazione, cercando di capire cosa fosse più prudente, cosa convenisse fare.
Draco alzò lo sguardo verso lei, le cui mani tremavano leggermente anche se erano così strette a pugno da renderlo quasi impossibile da vedere, osservò quel corpo minuto e i capelli bagnati, Hermione era bellissima e lui la stava perdendo.
Non era abituato a usare il suo cuore, non era abituato a prendersi cura degli altri, nella sua breve vita aveva pensato solo a se stesso, ma da quando lei era entrata da quella porta, tutto era cambiato.
Lui era diverso.
 
“Devi parlare con lei, o la perderai. Stavolta per sempre.”
Lo so.
 
-Perfetto, allora venite qua e prendiamo un pensatoio… Anche se non credo che ci staremo tutti…- bofonchiò Moody, cercando di far cambiare idea a qualcuno di loro.
Hermione prese la bacchetta e con un semplice colpo di essa fece allargare il pensatoio così che potessero entrarci tutti.
-Più comodo, no?- chiese piccata.
-Non c’è un incantesimo che tu non sappia fare, vero?- chiese Harry, dandole un leggero colpo di spalla.
-Penso di no.- ammise, abbassando gli occhi verso le scarpe.
-Iniziamo?- chiese Draco, avanzando e frapponendosi tra i due.
-Certo, penso che dovremo iniziare da questi.- Lupin alzò la scatoletta e presa la prima ampolla.
-Io sono d’accordo, sono un indizio e in qualche modo servono per collegarci col ricordo di Lumacorno.-
-Okay. Faremo in modo di non dover uscire sempre da questo.-
 
Senza che se ne rese conto Hermione finì all’interno del pensatoio come anche Draco, Harry, Moody e Lupin, Ron, gli altri membri dell’Ordine tra cui Arthur e Molly, avrebbero aspettato l’arrivo dei gemelli per vedere nuovamente i ricordi.
Si voltò solo dopo che Draco si avvicinò a lei, guardandola come solo lui sapeva fare e in qualche modo sentì il dolore, che aveva accumunato nell’ultimo mese, svanire del tutto, lui aveva questo potere su di lei, un potere troppo grande.
 
“Lo hai fatto entrare sotto la tua pelle.”
 
Non ebbe il tempo di rispondere poiché dovette seguire Harry, avevano individuato Silente, molto più giovane e senza la barba lunga e bianca, entrare dentro un orfanatrofio e chiedere di Tom, in silenzio aspettarono che la signora li condusse nella sua stanza e osservarono la strana conversazione tra il ragazzo e il professore di Hogwarts.
-Tom scopre di essere un mago.- il commento sarcastico di Harry la fa rabbrividire, se Silente non fosse mai andato da lui quel giorno, tutto il dolore che avevano provato non sarebbe mai esistito, Voldemort non sarebbe mai esistito.
-Forte il gioco dell’armadio infuocato.- sussurrò Moody a Lupin, cercando di sdrammatizzare quella situazione, ma senza grande successo.
Silente aveva dato a Tom l’occorrente e le informazioni per procurarsi tutto il necessario per il nuovo anno accademico, senza pensare che quel ragazzo sarebbe diventato il più grande mago oscuro di tutti i tempi.
Senza che se ne accorgesse il ricordo iniziò a sfumare, la camera dell’orfanatrofio iniziò a dileguarsi e una strana paura iniziò a impossessarsi di lei, non aveva mai viaggiato tra i ricordi, non le era mai successo.
Una mano la tenne ferma e immobile, diventando la sua ancora di salvezza e solo allora riconobbe gli occhi grigi di Draco scrutarla attentamente, sorrise, non riuscì a evitarlo e vide un lampo di felicità attraversare quelle iridi tormentate.
Lo scenario cambiò definitivamente e davanti a loro apparve una tenuta vecchia e malconcia, letteralmente devastata dalla poca cura e dagli eventi atmosferici.
Stavolta l’Ordine seguì un Tom Riddle leggermente più grande entrare all’interno della casa e se all’apparenza Hermione credette che fosse disabitata dovette ricredersi e osservare l’ospite o meglio il padrone di casa.
Cercò di capire la strana conversazione che si stava svolgendo tra i due ma in realtà non capì niente.
-E´serpentese.- disse Harry, e si mise a tradurre per tutti.
-Lo parli?- chiese Morfin.
-Sì, lo parlo. Dov’è Marvolo?-
-Morto.- rispose.
-Allora tu chi sei?-
-Sono Morfin, no?-
-Il figlio di Marvolo?-
-Sì.-
 
Hermione osservò il ragazzo, catturato dalla figura dell’uomo che gli stava davanti o meglio della sua mano.
-Per un momento ho pensato che fossi quel Babbano. Sei uguale.-
-Quale Babbano?- rispose bruscamente.
-Quel Babbano che piaceva a mia sorella, vive nella grande casa lassù.- sputò per terra, -Riddle, si chiama, solo che adesso è più vecchio, sai? È tornato…-
-Chi?-
-Riddle, l’ha lasciata e ben gli sta a quella feccia! Ci ha derubati prima di partire, dov’è il mio Medaglione?!-
Hermione arretrò sempre stretta a Draco e improvvisamente calò un’oscurità innaturale, che spense tute le luci e improvvisamente la stanza scomparve per lasciare spazio a un salotto con una signora grassa che portava una parrucca rossiccia e drappeggiata con un completo rosa accesso.
Hermione finì senza rendersene conto tra le braccia del ragazzo, la strinsero un po’ più forte e lei non mosse un muscolo, non voleva scappare, voleva restare lì tra le sue braccia, per sempre.
-Presto Hokey, va’ ad aprire.- urlò la signora sistemandosi ancora la parrucca.
Tom entrò vestito con un completo e i capelli più lunghi del solito, Hermione rimase a osservarlo e non riuscì a seguire attentamente tutta la conversazione, rendendosi conto che Tom si stava trasformando sempre più in Voldemort, a ogni ricordo era diverso, a goni ricordo perdeva un pezzo della sua umanità e non potè evitare di cogliere lo sguardo del ragazzo quando la signora grassa uscì due tesori.
Una piccola coppa d’oro con i manici lavorati e un Medaglione d’oro, a quella visione Hermione si fece più attenta, catturando anche lo sguardo di Draco su di se, non aveva sentito la conversazione ma il suo cervello stava giù lavorando una teoria, e qualcosa le disse che Tom voleva con se quei tesori, ma non per una collezione privata ma per…
Non ebbe il tempo di esaminare al meglio la situazione che la stanza iniziò a mutare nuovamente, stavolta ci mise un po’ di più a sistemarsi e in quei momenti potè bearsi dell’odore di Draco, che nonostante si trovassero dentro un ricordo, era ancora più forte e pesante.
Improvvisamente si ritrovarono ad Hogwarts, Hermione riconobbe lo stile del castello e anche la stanza dove si stava svolgendo la conversazione tra Silente e un Tom, ancora più grande, ancora meno umano di prima, chiedeva di poter diventare un insegnante, di poter diffondere la sua filosofia a scuola ma qualcosa le disse che le sue intenzioni non erano poi così caste.
Osservò lo sguardo accigliato di Silente, e con lui concordò con la sua risposta: Tom stava cercando qualcosa a scuola, qualcosa che voleva a tutti i costi, ma non seppe dire cosa.
 
Come se fosse implosa, vennero catapultati verso il muro e improvvisamente si ritrovarono nei sotterranei della scuola, Tom e Lumacorno erano rimasti soli nella stanza del professore.
-Signore volevo chiederle una cosa.-
-Chiedi pure ragazzo.-
-Signore mi domandavo, cosa sa degli Horcrux?-
Lumacorno rimase leggermente accigliato, spostandosi sulla sedia, come se fosse stato punto da qualcosa.
-E´una ricerca per Difesa contro le Arti Oscure?-
-Non proprio signore, mi sono imbattuto in questa parola ma non sono riuscita a capirla, affondo.-
-Tom è difficile trovare un libro che ti spieghi cosa sono gli Horcrux, è roba molto Oscura.-
-Ma un mago come lei saprà sicuramente di cosa si tratti.-
Hermione sorrise, affascinata da quel ragazzo che per ottenere le sue informazioni avrebbe fatto di tutto, anche adulare il professore, un colpo basso anche per Voldemort.
-Bè… L’Horcrux è un oggetto nel quale una persona ha nascosto parte della sua anima.-
-Ma come funziona, signore?-
-Si spacca l’anima, Tom.-
-Quindi anche se il corpo viene colpito o distrutto, non si può morire, perché parte dell’anima resta legata alla terra.-
-Pochi penserebbero a una cosa del genere, Tom, preferirebbero la morte.-
-Ma come si fa a… Spaccarla?-
-Spaccare l’anima è un atto di violenza, contro natura, serve un’azione malvagia. Un omicidio. Il mago che intende creare l’Horcrux usa il danno a suo vantaggio: rinchiude la parte strappata.-
-Serve una formula?-
-Non chiedermela, non la so!- rispose infuriato Lumacorno, -Ti sembro un assassino?-
-Certo che no, professore, quello che mi chiedevo… Per curiosità, ma  si può strappare l’anima una sola volta? Sette, per esempio non è il numero magico per eccellenza?-
-Sette volte Tom…?-
 
Le parole iniziarono a perdersi nel vuoto, la stanza si frantumò e come trascinati da un tornando tornarono alla realtà, Hermione chiuse gli occhi e si ritrovò ancora ancorata alle braccia di Draco.
-Io non credo di capire tutto.- disse Lupin, sedendosi malamente sulla poltrona.
Hermione dovette reprime un connotato di vomito, coprendosi la mano con la bocca.
-Lui… Voleva essere immortale, ed ha trovato un modo per farlo. Gli Horcrux, quei tesori sono parte della sua anima.-
-Ma sette volte?-
-Non so se sia riuscito ad arrivare a sette ma…-
-Io ne ho distrutto uno.- disse Harry, sovrappensiero.
-Quale?- chiesero voltandosi.
-Un diario, al secondo anno e Silente mi parlò di un anello…-
-L’anello che portava Morfin, la Coppa di Tassorosso, il Medaglione, il Diario e un oggetto ad Hogwarts sono i suoi Horcrux.-
-Cinque quindi.-
-Cinque.- sussurrò Hermione, prima di scappare al piano di sopra, coprendo la bocca con la mano, il connotato era arrivato così in fretta che non era riuscito a fermarlo e adesso premeva per uscire.
Spalancò la porta e si precipitò sul bagno, non riuscendo più a resistere, ma la sensazione di disagio venne subito colmata da mani fredde che le tenevano ferma la fronte e i capelli.
-Ci penso io a te.- sussurrò Draco al suo orecchio.
-Gra…zie.- dopo poco si accasciò a terra e lui la tenne stretta al suo petto, la mano ancora sulla fronte per farla calmare.
-Ci sono io.- disse ancora, ma Hermione capì che la frase non era riferita solo a quel momento, lui voleva esserci.
Si girò di poco per vederlo bene e il suo sguardo di ghiaccio si sciolse sotto i suoi occhi marroni, e qualcosa si sciolse anche nel suo petto, poteva perdonargli quel bacio? Poteva andare avanti, ricostruire quello che avevano perso?
“Ci proverai.”
-Lo so.- disse per poi chiudere gli occhi e lasciarsi andare del tutto.
 

Spoiler: 
-Come cazzo è successo?!- sbottò, aprendo di poco la camicia per vedere meglio la ferità, ma dovette portarsi una mano alla bocca.
 

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Capitolo 12
*** The hunt begins ***


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Buonasera a tutti, vi chiederete cosa ci faccio qui?
Bene ho deciso di passare a due aggiornamenti settimanali, se mai ci riuscirò, 
ma almeno cerco di metterci la buona volontà!
Abbiamo lasciato i nostri sfortunati amanti in un momento quasi idilliaco, ma...
Come sapete mi piac torturavi, ma non vi preoccupato mi sto impegnando per 
cercare un buon psicologo a Draco ed Hermione sta facendo chiarezza con la mente tramite
un disegno, ci saranno molte novità :D
Buona lettura !!
 
The hunt begins
 
 
-Lo ricordate il piano?- Hermione si era fermata prima di aprire la porta e stava guardando tutti in faccia.
-Sì.- rispose Ron, per tutti, -Di solito sono io che ho problemi, lo sapete.- abbassò la testa per scusarsi.
-Si tratta di non fallire, dobbiamo essere tutti sicuri.-
Nonostante le parole di Draco di qualche sera prima e le sue attenzioni non avevano realmente parlato, di niente, e lei non riusciva a guardarlo in faccia, neanche in quel momento.
-Abbiamo preso la pozione Polisucco quindi adesso entriamo al Ministero e cerchiamo la Umbridge. Prendiamo il Medaglione.-
-Siamo sicuri che Muddungus non ci abbia mentito?-
-Moody ha detto…-
-Non possiamo tirarci indietro adesso, abbiamo dato il via a una serie di eventi che devono essere portati a termine, quindi entriamo, se il Medaglione non c’è uccido Muddungus e mi faccio mandare ad Azkaban con tutto il cuore.- concluse Hermione guardando tutti in faccia e aprì la porta dell’edificio in cui si erano nascosti.
-E´decisamente arrabbiata.- disse Harry guardando Draco.
Hermione fece finta di non sentire, in realtà non era arrabbiata con nessuno in particolare ma nella sua testa non facevano altro che tornare le parole che aveva sentito ad Hogwarts dal sicario di Voldemort.
 
“Può darti quello che il tuo cuore desidera.”
Ma sono sicuro di volerlo veramente?
“Sì.”
 
Non aveva detto a nessuno di quella chiacchierata, di quell’accordo, anche perché lei non aveva accettato, perché accettare voleva dire voltare le spalle a Harry, lasciare Draco, schierarsi col male e buttare nel cesso tutto quello per cui aveva lavorato e ancora non era pronta a farlo, non era sicura di voler accettare quella proposta e non era sicura che avesse ottenuto il risultato sperato.
Si diresse velocemente verso i bagni della stazione metropolitana e si diverso, lei era stata l’unica a non prendere la posizione Polisucco, l’unica che ancora non aveva una taglia sulla testa, anche se Voldemort sapeva della sua esistenza e da che parte stava.
Osservò la gente entrare e chiudersi la porta alle spalle, aspettò e vide che dopo pochi minuti essa si riapriva e non vi era nessuno al suo interno.
-Che schifo.- sussurrò, salendo coi piedi sulla tavoletta, fece una strana smorfia e poi tirò lo sciacquone e venne risucchiata direttamente verso una delle entrate del Ministero della Magia.
 
***
 
Harry adocchiò subito Hermione, aumentò il passo e la fermò trattenendola per il polso, la vide sollevare gli angoli della bocca come sorriso, per dirgli che lo aveva riconosciuto.
In lontananza vide anche Draco e Ron, non si stavano avvicinando, così annuì brevemente con la testa e poi si diresse verso la fontana con Hermione, il piano era iniziato e loro dovevano portarlo a termine, a tutti i costi.
Sentì la spalla di Hermione sfiorarlo delicatamente e istintivamente pensò a Ginny, nonostante la lontananza volontaria gli mancava il suo sorriso, il colore dei suoi capelli e la sua vivacità, ma aveva preso una decisione, sarebbe stato con lei solo quando tutto sarebbe finito, la sua vita era già in pericolo senza che lei fosse la sua ragazza, sarebbe diventata impossibile dopo.
Sospirò rassegnato e presero l’ascensore, ma non fecero caso al piano vero cui erano diretti, anche perché non avevano idea di dove le Umbridge si trovasse.
Perlustrarono sia il piano Applicazione della Legge sulla Magia che l’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, ma non la trovarono da nessuna parte.
-Secondo me non è venuta oggi.- disse guardando Hermione.
-Lei è qua, ne sono sicura, ma non stiamo guardando nel posto giusto. Se Voldemort sta prendendo il potere deve assicurarsi che anche il Ministero gli sia fedele, dove si svolgono le udienze?-
Harry decise di non rispondere e prese Hermione per il polso trascinandola nuovamente verso un ascensore, riuscirono a prenderlo prima che le porte si chiudessero davanti a loro.
-Stanno bene secondo te?- chiese senza guardarlo in faccia.
-Tornerà da te.-
La vide sorridere e capì perfettamente i sentimenti di Hermione, lei amava Draco ma tutti e due non erano ancora riusciti a parlare apertamente dei loro sentimenti, ma erano riusciti a chiudersi dentro i loro gusci per non farsi trascinare dalla corrente, solo che notò dallo sguardo di lei che si sarebbe fatta trascinare volentieri se Draco le avesse permesso di avvinarsi di più al suo cuore giacchiato.
Le porte si aprirono e senza che se ne rendessero conto si trovarono davanti la Umbridge e un corridoio totalmente vuoto.
-Mi avete fatto perdere l’ascensore, quei cosi ci stanno una vita ad arrivare.-
Harry rimase in silenzio e strinse la bacchetta all’interno della sua tasca, all’improvviso tutti i ricordi che aveva taciuto ritornarono alla luce, il suo quinto anno e le punizioni della professoressa, Sirius e poi Silente, l’Ufficio Misteri e la Profezia, tutto perché quella donna era entrata ad Hogwarts, perché Silente aveva voluto rischiare.
Ma lui stavolta non lo avrebbe fatto, lo sguardo gli cadde sul Medaglione e solo allora capì: doveva prenderlo.
-Una bella collana.- disse Hermione facendo un passo avanti.
-Non credo di averla mai vista al Ministero, signorina…?-
-Oh… Granger.- fece un finto sorriso e si sporse in avanti a prenderlo, fu più veloce e riuscì a strappare la catena che lo legava al collo.
-No!!- urlò la megera, cercando di prendere la bacchetta che teneva in tasca.
-Non si devono dire le bugie.- sussurrò Harry uscendo la sua e puntandola al collo dell’Umbridge.
-Potter se nei guai, Lui ti troverà e questo… Te la farà pagare. Prendeteli!!- urlò nuovamente ai Ghermidori che apparve dal fondo del corridoio.
-Stupeficium!-
Harry si allontanò dopo aver guardato con soddisfazione il corpo steso a terra dell’ex professoressa e poi iniziò nuovamente a correre, ma non riuscì a concentrarsi neanche sulle parole di Hermione, capì solo che la pozione stava esaurendo i suoi effetti.
L’ascensore li lasciò all’entrata del Ministero, non poco lontani dalla statua e dalle varie uscite.
-Scappa Harry!-
-Hermione!- la voce di Draco la fece voltare e in poco tempo venne stretta tra le sue braccia, vide Ron dietro di loro e iniziarono a correre verso i camini.
-Non lascateli scappare!-
Hermione si voltò per guardare i loro inseguitori e senza volerlo andò a sbattere contro una donna, un po’ grassoccia, si scostò cercando di non cadere e si rimise in piedi il più velocemente possibile, i polmoni le bruciavano per lo sforzo e le ginocchia stavano diventando sempre più molli per il dolore, vide Draco cercarla con lo sguardo prima di lasciarsi cadere assieme agli altri all’interno di un camino, riuscì anche lei a entrare ma troppo tardi si rese conto che qualcuno gli aveva arpionato la gamba con la mano.
 
***
 
Urlò così forte che neanche riconobbe la sua voce, chiuse gli occhi per trattenere le lacrime, ma un altro urlo la costrinse la costrinse ad aprire nuovamente la bocca che aveva chiuso con i denti fino a farsi sanguinare.
Provò a guardare il suo braccio ma l’unica cosa che riconobbe fu il colore del sangue, rosso intenso, che le macchiava la camicia bianca e scendeva lungo la sua pancia, e una piccola fitta la sentì anche alla base della gamba.
-HERMIONE!-
Si girò lentamente, sentendo troppo dolore anche solo per muovere il collo e vide Draco accasciarsi su di lei in pochi secondi, toccarla delicatamente e imprecare l’attimo successivo.
-Come cazzo è successo?!- sbottò, aprendo di poco la camicia per vedere meglio la ferità, ma dovette portarsi una mano alla bocca.
Hermione avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa per farlo tranquillizzare ma il fiato le usciva a mala pena dalla bocca e la gola le bruciava così tanto da farla rimanere in silenzio.
-Lei… Penso siano riusciti a entrare nel camino prima che ce ne andassimo.-
-Ha cambiato la destinazione, perché io avevo pensato a Grimuld Place.- disse Harry scostandole una ciocca di capelli dal viso.
-Prendimi la sua borsa, Potter.-
Hermione seguì attentamente tutti i gesti del ragazzo, la delicatezza con cui aveva tolto la sua giacca per metterla sotto la testa così da farla appoggiare su qualcosa di morbido, per poi sbottonarle piano i bottoni della camicetta, senza scoprirle la parte sinistra più del dovuto.
Guardò anche la sua gamba e senza provocarle troppo dolore strappò un pezzo di stoffa, così da poter vedere anche l’altra ferita.
-Per favore.- sussurrò rivolgendosi ai ragazzi, lei li vide voltarsi e lui tolse anche la manica per lasciarla scoperta.
-Brucerà, purtroppo lo sai e ti farà male.-
-Per…chè?- riuscì a dire nonostante il dolore.
-Cosa?- chiese visibilmente sconcertato Draco.
-Perché l’h…ai baciata?-
-Hermione… Ne parliamo dopo.- chiuse un attimo gli occhi e poi iniziò a spargere dell’essenza di Dittamo su tutta la ferita, e Draco non potè fare a meno di provare amore per quella ragazza che senza dire niente gli stava dando tutto e che lui aveva allontanato come un cretino.
Asciugò le sue lacrime e carezzò le labbra strette sotto la morsa dei denti per non urlare, le posò un bacio leggero in guancia e dopo averla coperta con la sua giacca, la strinse tra le braccia e iniziò a cullarla dolcemente, sperando di alleviare il suo dolore e di sentirsi meno in colpa per quello che aveva fatto.
 
***
 
-Come sta?- chiese Harry quando vide uscire Draco dalla tenda che avevano trovato dentro la borsa di Hermione.
-Migliora, ma il dolore è ancora intenso e…-
-Dovresti cambiarti, hai la camicia sporca.- disse Ron, passandogli una maglietta che avevano trovato sempre nella borsa.
-Lei ha pensato a tutto, e noi neanche c’è ne siamo accorti.- sussurrò il biondo, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
-Ha fatto molto di più.- disse Harry uscendo il Medaglione dalla tasca dei jeans.
-Lo avete…?-
-Sì, Hermione lo ha strappato dal collo della Umbridge e io l’ho Schiantata.-
-Però adesso dobbiamo capire come distruggerlo.-
-Perché?-
-Malfoy mentre tu eri dentro abbiamo provocato con le cose più semplici ma non ci siamo riusciti.-
-Aspettiamo che Hermione si riprenda e forse lei penserà a qualcosa.-
-Lo sai che ci dobbiamo spostare.- gli disse cauto Ron.
-Sì ma lei non può Smaterializzarsi, dovremo andare a piedi.-
-Okay.-
 
Draco non attese oltre ed entrò nuovamente nella tenda, si tolse la camicia sporca buttandola in un angolo e poi indossò la maglietta che Ron gli aveva passato.
Si avvicinò al letto di Hermione si sdraiò accanto a lei, passandole una mano sui capelli lisciandoli al suo tocco, l’aveva fasciata, sia all’altezza del seno che al polpaccio, ma il suo cuore non aveva smesso di sentirsi in colpa per tutto quello.
 
È colpa mia, se non le avessi lasciato la mano sarebbe rimasta al sicuro.
“Forse vi saresti spaccati entrambi invece.”
Non lo possiamo sapere.
 
-Draco?- sussurrò la ragazza voltandosi verso di lui.
-Dovresti dormire ancora.-
-Dimmi il perché.- chiese senza aprire gli occhi.
-Hermione…-
-Ci tieni a lei?-
-Cosa? No! Io tengo solo a te.- disse sporgendosi verso di lei.
-Davvero?- aveva aperto gli occhi e adesso lo stavano scrutando, come se potessero leggere la sua anima.
-Non faccio altro che ferirti.-
-Ti stai impegnando davvero poco per non farlo.-
Draco rimase in silenzio sentendo che lei si era nuovamente addormentata, la strinse ancora una volta a se e chiuse gli occhi, lei aveva ragione, non si stava sforzando ma aveva deciso di rimanere in balia degli eventi ma così facendo l’avrebbe persa, e non voleva che succedesse.
Teneva troppo a quella Mezzosangue altezzosa, coraggiosa e pazza, da lasciarla andare senza combattere per lei e lui stavolta l’avrebbe fatto, avrebbe preso la situazione in mano.
Draco aveva deciso che era arrivato il momento di dare ascolto al suo cuore.
 
“Nonostante tutto sei innamorato, amico.”



Spoiler:
-DRACO!-
 

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Capitolo 13
*** L'amore che provo per te mi porta sulla retta via ***


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Buonasera a tutti, ed eccomi qua ad augurarvi una buona domenica :D
Spero che la vostra estate stia procedendo bene, un pò come la mia, e spero che vi stiate abbronzando !!
Comunque ecco qua il nuovo capitolo, finalmente il nostro Draco risolverà una serie
di problemi mentali, ed Hermione farà pace con la sua 
coscienza.
Io martedì dovrei partire per Lipari, una piccola vacanza, dovrei riuscire a pubblicare anche da li
ma in caso il capitolo uscirà il 25 :D
Buona lettura <3


L’amore che provo per te mi porta sulla retta via
 
 
Si svegliò ansimando per il troppo caldo, si sollevò piano dal letto e vide Draco sdraiato accanto a lei, sembrava un angelo, un angelo caduto che aveva perso la retta via.
Scese piano dal letto, il corpo le doleva cosi tanto da strapparle piccoli gemiti di dolore, ma aveva bisogno di muoversi, di respirare aria fresca, vide nelle altre brandine Harry e Ron dormire pesantemente e cercando di fare meno rumore possibile uscì fuori dalla tenda.
L’aria fresca le entrò dentro i polmoni, regalandole sollievo e una leggera sensazione di stordimento, solo allora si concesse di guardare le sue fasciature, ma prima decise di sedersi su un piccolo sasso, poiché il polpaccio non riusciva a reggere il suo peso.
Tutto il petto e una parte del braccio erano totalmente fasciati e ancora macchiati di sangue, l’essenza di Dittamo non poteva fare miracoli, ci voleva tempo per guarire ed erano passate troppe poche ore per ottenere un risultato decente.
Sospirò e guardò il cielo, non riuscendo a scacciare dalla mente la discussione con Draco, lui teneva a lei, ma era il suo cuore a rendere impossibile quella storia.
 
“Un ragazzo che non è mai stato abituato ad usarlo, ha bisogno di tempo.”
Ma io non so se posso darglielo, sono distrutta e non solo per l’incidente, sono distrutta dentro.
“Ti stai spezzando Hermione, è diverso, e se ti spezzi cosa succede?”
Non lo voglio sapere.
 
La luna e poche stelle le facevano compagnia in quel momento difficile, aspettarlo o infrangere tutte le sue regole? Spezzarsi o cercare di rimettere assieme i pezzi?
Hermione lo sapeva, era questa la sua vera scelta, poiché se avesse scelto Draco si sarebbe spezzata quasi sicuramente e le era già successo, quando aveva visto quel bacio, ma aveva rimesso assieme i pezzi, faticosamente e leccandosi le ferite, pur di andare avanti ma se avesse scelto diversamente… Forse non avrebbe dovuto raccogliere i cocci del suo cuore, forse sarebbe rimasta se stessa.
 
“Ma a che prezzo? Passeresti al lato oscuro.”
Questa è la guerra, e in guerra tutto è lecito.
“Secondo me ti pentirai di questa scelta.”
Lui può darmi quello che il mio cuore desidera, e io li rivoglio, li rivoglio con me.
 
Prese la bacchetta e la guardò attentamente, le sarebbe bastato un unico gesto per decidere, per scegliere la via della luce o la via delle tenebre, guardò dietro di se ma ancora tutti stavano dormendo, Harry, Ron e Draco, pensò a ognuno di loro e a quanto le avevano dato in quei mesi di convivenza: tanto, forse troppo, ma anche loro avrebbero fatto lo stesso, al posto suo.
 
“Sicura?”
 
Non volle rispondere e con un semplice gesto richiamò il suo Patronus, una foca, e la lasciò andare sapendo che lei avrebbe raggiunto il suo obiettivo, posò la bacchetta e asciugò una lacrima solitaria, non avrebbe avuto rimpianti almeno era la sua speranza.
-Cosa fai qui fuori?-
Si girò di colpo e vide Draco all’in piedi, la camicia sbottonata e i jeans leggermente calati, era terribilmente sexy, terribilmente bello e non sarebbe mai stato suo.
Non veramente.
-Avevo caldo.- sussurrò, per distogliere subito lo sguardo.
-Stai bene?- si avvicinò a lei e si sedette accanto, prendendole una mano nella sua.
-Hermione guardami.-
-Io non ci riesco Draco, non riesco più a guardarti.- alzò lo sguardo per evitare di cedere davanti ai suoi occhi, aveva fatto una scelta, non poteva vere entrambi.
-Hermione mi dispiace per quel bacio, Ginny e io non siamo niente.-
-Allora perché non mi hai mai cercata, per chiarire, per restare con me?-
Senza rendersene conto aveva iniziato a piangere ma non tolse neanche una lacrima, non volendo nascondere il suo dolore.
-C’ho provato ma Potter…-
-Al diavolo Malfoy, se ci tenevi avresti fatto di tutto, anche mandare al diavolo Harry.-
-Io non sono bravo con i sentimenti, non so come funzionano.-
-Si lasciano liberi.-
-Non so cosa ti aspetti da me.-
Hermione non riuscì a trattenere una risata amara, -Non mi aspetto niente.-
Si alzò e arrancando rientrò in tenda per stendersi nuovamente sulla brandina, non sentì Draco rientrare e da un lato sperò di aver messo una certa distanza, era troppo tardi, troppo tardi per loro, troppo tardi per fidarsi di quel ragazzo che giocava col suo cuore.
 
“La colpa è tua che lo hai fatto entrare dentro la tua pelle.”
 
***
 
Harry alzò gli occhi al cielo, il sole stava lentamente sparendo dietro le nuvole e anche quella giornata a breve sarebbe stata conclusa, erano in viaggio da due giorni, senza una vera meta.
Hermione non era ancora in grado di Smaterializzarsi ma nonostante ciò aveva provato con tutti gli incantesimi possibili, e conosciuti, a eliminare il Medaglione, ma anche lei aveva fallito e per lo sforzo la ferita sul braccio si era riaperta, l’Essenza di Dittamo non riusciva a guarirla anche perché era quasi finita.
Osservando i suoi compagni di viaggio notò un certo allontanamento: Ron, che nonostante conoscesse lui e Draco da un po’ di tempo non apriva tanto spesso bocca per parlare, passava il tempo a rimuginare sulle cose; Draco, e il suo carattere introverso mostravano attenzioni solo per Hermione ma era quest’ultima che mostrava troppi sentimenti contrastanti.
Se Harry aveva pensato che le cose con Draco dopo l’estate si fossero risolte, aveva dovuto fare marcia indietro ricordandosi il mese passato a Grimuld Place per tenerli lontano, sia Draco che non aveva gettato la spugna tanto presto, sia lei che si era quasi distrutta.
Ma dal loro rientro a casa qualcosa era cambiato, lo aveva notato negli occhi di Draco che ormai erano pieni di amore per lei, una cosa che non era mai successa, anche se gli ultimi giorni entrambi si erano nuovamente allontanati.
Hermione mostrava una certa repulsione a qualsiasi contatto con il biondo Serpeverde, il suo corpo voleva spazio ma vedeva come i suoi occhi lo guardavano e per Harry, stavano chiedendo altro, molto di più, ma forse era proprio quel di più il problema.
Non aveva mai visto il ragazzo impegnarsi in una relazione seria durante gli anni ad Hogwarts, ma nonostante ciò la sua nomina lo aveva sempre preceduto, lui era bravo con le ragazze, riusciva a farle innamorare, ad averle, riusciva ad adorarle come dee, ma quando si stancava Malfoy le lasciava andare come un fazzoletto usato, e poco bello.
 
“Ma adesso è diverso.”
 
Harry dovette ammettere quell’amara verità, quando Draco si era unito a loro all’inizio del quinto anno aveva cambiato tutto se stesso, cercando di porre una sostanziosa distanza tra il suo vecchio io e quello nuovo, non aveva più avuto neanche un’amante, solo Hermione, se poteva considerarla tale e per le sue informazioni non erano ancora arrivati fino a quel punto.
Ma adesso il problema era lei, Hermione era scostante, diceva una cosa e ne faceva un’altra e non solo con Malfoy, ma anche verso di loro, Harry ebbe il presentimento che il cuore della sua amica stesse andando in pezzi e che lei sarebbe crollata, troppo presto.
 
-Ho bisogno di fare una pausa.- sussurrò Hermione, appoggiandosi a un albero non troppo lontano da lui, non si era reso conto che i suoi amici si erano fermati, poco avanti.
-Ti fa male?- chiese Draco, discostando leggermente la maglia.
Lei annuì e lo guardò con occhi sognanti, tipico delle ragazze.
-Ci possiamo fermare qua stanotte, riprendiamo domani.- Harry prese la borsa di perline di Hermione e iniziò a uscire la tenda.
-Metto le protezioni.- disse la ragazza, prendendo la bacchetta dalla tasca.
-Facciamo io e Weasley, tu riposati.-
Draco sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e si allontanò da lei.
-Cosa succede tra voi?-
-Oh Harry.-
-Non iniziare Hermione, lo sai anche tu che tra voi sta succedendo qualcosa, non vedi come ti guarda?-
-Non…-
-Lui ti vuole Herm e tu vuoi lui, nonostante continui ad allontanarlo.-
-E´più complicato di cosi.- sussurrò lei, sedendosi a terra.
-Non credo, prendi me e Ginny, questa è una storia complicata: lei non mi vuole, io invece la voglio troppo.-
La vide irrigidirsi leggermente e gli occhi si spalancarono, probabilmente per lo stupore.
-Stai male?-
-Ho avuto una fitta al braccio. Harry, tu e Ginny…-
-Siamo una storia complicata che non ha futuro finché ci sarà la guerra, ma tu e lui potete stare assieme, dovete se entrambi provate qualcosa di importante.-
-Ma…-
 
Un rumore sordo lo fece distrarre e seguito subito dopo da un urlo, non forte, ma pur sempre un urlo che squarciò il silenzio della foresta.
-DRACO!-
 
Hermione si alzò urlando il nome del ragazzo e nonostante il dolore al braccio corse a perdifiato per raggiungere il punto esatto in cui lo aveva sentito urlare, improvvisamente Ron gli si parò davanti per bloccarla con le braccia e provò a divincolarsi.
-Aspetta.- disse calmo.
-Ronald, spostati!- urlò ancora più forte.
-Lasciala.- disse la voce del ragazzo davanti a lei e improvvisamente si precipitò a stringere un Draco tutto bagnato, dalla testa ai piedi.
-Mi stavo rivestendo, per questo.-
-Cos’è successo?- chiese Harry, arrivando poco dopo.
Hermione tastò ogni centimetro del corpo del Serpeverde per assicurarsi che stesse bene e il sorriso di Draco le scaldò il cuore, adesso capiva cosa intendeva Harry poco prima, lui aveva occhi solo per lei, cercando di trattenere le lacrime lo abbracciò ancora più forte.
-Avevo visto questa e Draco mi ha aiutato a recuperarla, solo che abbiamo avuto un problema col lago.- disse indicandolo.
-Ma come l’avete vista?-
-Una cerva.- sussurrò Draco, lasciando andare un po’ Hermione.
-Animale?-
-Patronus.- rispose Ron, passando la spada a Harry.
-Ma è la spada di Godric Grifondoro.- il ragazzo la prese in mano esitante e stupito per quella scoperta, inattesa che avevano fatto.
-La cerva ci ha portato al lago, ma ci siamo buttati entrambi o meglio Ron c’è caduto dentro e poi io mi sono buttato.-
-Cosa c’è nella lama?-
-Puzza ancora di Basilisco.- Harry allontanò il naso, disgustato dall’odore.
-Basilisco?- chiese Hermione, il suo cervello stava iniziando a lavorare, freneticamente.
-Harry ne ha ucciso uno al suo secondo anno, nella Camera dei Segreti.-
-Quella volta hai distrutto anche un Horcrux.-
Hermione iniziò a camminare a cerchio, guardando di sfuggita la spada e riflettendo sulle informazioni che aveva appena raccolta e qualcosa le disse che poteva arrivare a una soluzione.
-Dammi il Medaglione.- allungò una mano e aspettò che il Prescelto glielo porgesse.
-Cosa devi fare?-
-La spada.- sentenziò allungando la mano destra.
Prese entrambi e si avvicinò a un masso, poggiò il Medaglione e si allontanò.
-Chi lo fa?-
-Fare cosa?-
-Uccidere l’Horcrux.- porse la spada verso il centro, aspettando che qualcuno la prendesse.
-Perché sei convinta?-
-Tu hai detto che hai distrutto il Diario di Tom al secondo anno, quello era un Horcrux, adesso hai detto che hai ucciso un Basilisco nello stesso posto, quindi suppongo che tu abbia usato la spada sul Basilisco, giusto?-
-Esatto.-
-Cosa hai usato per il Diario?-
-Una zanna di Basilisco.-
-Quindi?- chiese Hermione alzando gli occhi al cielo e portandosi le mani al petto.
-Il Basilisco, è il suo veleno che ha ucciso l’Horcrux e quel veleno è…-
-Nella spada.- concluse lei, porgendola nuovamente.
Draco si avvicinò e la presa, stringendola forte nella mano.
-Lo colpisco e finisce qua?-
-Esatto.- lei si allontanò e si mise accanto ai ragazzi.
-Bene, finalmente un po’ di azione.-
Hermione contò esattamente cinque secondi cui il ragazzo prese un profondo respiro portando la lama sopra la sua testa, per poi lasciarla cadere direttamente sul Medaglione.
Un lampo nero si diffuse e una figura mostruosa apparve davanti a loro, avrebbe urlato volentieri se non avesse perso tutta l’aria nei polmoni, iniziò ad arretrare e cadde a terra quando il mostro si avvicinò a lei, per poi disperdersi nel nulla.
Toccò il cuore con la mano e lo sentì battere veloce e poi delle mani, forti, la strinsero a se e la sollevarono da terra.
-Va tutto bene.-
Draco la guardò e nonostante i suoi occhi mostrassero ansia erano anche tranquillo, non aveva paura e lei potè finalmente respirare.
-Grazie.-
-Ragazzi le avete messe le protezioni?- chiese cauto Harry.
-Non abbiamo avuto il tempo, perché?- Ron si girò dalla parte del ragazzo e anche loro fecero lo stesso, ad Hermione le si gelò il sangue.
-Ghermidori.-
-Scappate.- sussurrò, trascinando Draco e la spada il più lontano possibile da loro.
 
***
 
Hermione sarebbe voluta crollare a terra per farsi catturare, nonostante tutto aveva mandato quel Patronus per un motivo, per cambiare fazione, per ottenere ciò che il suo cuore voleva.
 
“Però hai aiutato loro a distruggerne uno.”
Penso di non aver cambiato, veramente, fazione.
“Non puoi avete entrambe le cose.”
 
Strinse la mano di Draco e continuò a correre, vide vicino a loro Harry e Ron fare altrettanto ma la risata dei Ghermidori era troppo vicina, loro erano troppo vicini.
-Non riusciremo a scappare.- urlò Ron, col viso rosso per lo sforzo.
-Ehi!- Hermione chiamò i due ragazzi che si voltarono verso di lei e senza che Harry potesse evitarlo venne colpito da un incantesimo.
-Che cazzo…-
-Draco fidati.-
Ron venne fermato dopo poco e Harry finì a terra, lei si voltò per sorridere al ragazzo ma venne fermati da altri Ghermidori che li avevano aggirati, quando guardò Harry per la seconda volta il suo viso era mutato ed Harry Potter era totalmente svanito nel nulla.
-Questi li portiamo da lei.- disse guardando la spada che Draco stringeva ancora tra le mani.
-Meglio.-
Hermione non rispose ma un brivido le percorse la schiena si sarebbe messa molto male la situazione, ne era certa.
 
***
 
-Dove siamo?- chiese Hermione sporgendosi per guardare i ragazzi dietro di lei, Ron e Harry si stavano guardando negli occhi ma era Draco quello che era sbiancato del tutto.
-A casa.- sussurrò senza guardarla.
Hermione venne strattonata avanti e il grande cancello del Manor si aprì davanti a lei, lasciandoli entrare dopo poco.
Attraversarono il vialetto d’ingresso, e la facciata principale apparve in tutta la sua magnificenza, il Manor dei Malfoy era immenso, alto e possente, nonostante tutto ospitava una delle più importanti famiglie del Mondo Magico.
-Quei due.- Bellatrix indicò Harry e Ron, con un dito, -Portateli nelle segrete.- si voltò per guardare Draco e gli puntò la bacchetta alla gola tirandogli leggermente i capelli, -Portatelo da suo padre, voleva vedere suo figlio da taaaanto tempo.-
-E tu.- guardò Hermione e prese per il polso, -Con me.-
-NO! Bellatrix lasciala stare! Ti ho detto…-
-Stai zitto! Portatelo via!-
 
La ragazza venne fatta cadere pesantemente a terra, sbattendo con il braccio malandato e non riuscì a trattenere un urlo di dolore, alzò lo sguardo e vide Bellatrix Lestrange in tutta la sua persona: i capelli ricci arruffati e crespi, i vestiti lunghi leggermente logori e lo sguardo carico di odio e di rabbia.
Una delle più importanti servitrici di Voldemort, la donna che aveva portato alla pazzia i genitori di Neville, la donna che l’avrebbe torturata.
-So chi sei, Mezzosangue, e sapere che hai ricevuto un’offerta allettante non mi piace per niente.- avanzò verso di lei ed Hermione tenendosi il braccio strisciò verso il muro.
-Ma tu li stai aiutando ed avevate questa!- alzò la spada, per mostrarla, -Mi chiedo quindi perché dovrei risparmiarti? Perché il mio Signore dovrebbe aiutarti?-
Lasciò cadere la spada e si avventò su di lei, facendola alzare tirandola per i capelli.
-Sei ferita, sei una Mezzosangue e non meriti di rimanere in vita, nonostante tutto non hai mai detto esplicitamente, che saresti stata dei nostri.- ghignò lasciandola cadere a terra.
Un urlo straziante lacerò il silenzio quasi irreale che si era venuto a creare ed Hermione guardò verso la porta, il cuore le batteva forte e il sudore le scendeva lungo le tempie, sapeva a chi apparteneva quella voce, sapeva chi era.
-Oh… Lucius ha finalmente potuto rivedere il suo bambino, una bella riunione di famiglia.-
-No…- sussurrò, poggiando il palmo della mano a terra per tenersi in equilibrio e dovette coprirsi le orecchie quando Draco urlò di nuovo.
 
Lo stanno torturando.
“Non puoi prendere niente da questa gente, scappa e salvali.”
 
Riuscì ad alzarsi e Bellatrix le afferrò il braccio buono tirandole su le maniche, sorridendo con quei denti rovinati e grigi.
-Siete stati nella mia Camera Blindata, vero? Avete preso questa!-
-No.- disse decisa.
-Bugiarda!- la schiaffeggiò in faccia e prese il pugnale che aveva in tasca, ed Hermione si ritrovò a urlare per il dolore, le stava segnando la pelle e vide un rivolo di sangue scendere giù e mischiarsi al pavimento.
Quando non sentì più la pressione, diede un calcio in pancia alla sua aguzzina, prendendole il pugnale e inchiodandole il vestito a terra, si buttò a terra per recuperare la bacchetta e la puntò dritta contro di lei.
-Adesso… Basta, Stupeficium!-
La schiantò così velocemente che non ci fece caso, recuperò la spada e uscì traballando dalla stanza, si nascose dietro una colonna e lasciò passare i Ghermidori che li avevano catturati.
Aggirò l’ostacolo e riprese a correre verso un lungo corridoio, cercando di ricordarsi quanto fosse lontano la sua voce, ma come un’invocazione lo sentì nuovamente urlare, fece un respiro profondo e spalancò la porta.
Draco era sdraiato a terra, ricoperto di sangue, gli occhi chiusi per il dolore e la pelle pallida, Lucius troneggiava sopra di lui, con la sola bacchetta in mano e la madre dava le spalle alla famiglia, lasciandosi scorrere tutto addosso.
-E tu chi saresti?!-
-Incarceramus!- l’incantesimo colpì il padre e la madre si voltò sconcertata.
-Draco.-
Si abbassò e gli prese la testa per metterselo in grembo, il sangue ricopriva tutta la sua camicia bianca e piccoli spasmi animavano quel corpo rigido, senza pensarci prese ancora la bacchetta e disarmò Lucius per poi schiantarlo, la puntò contro la madre ma prima dovette fare un respiro profondo.
-Portalo via.- sussurrò lei.
-Cosa?- chiese shoccata.
-Portarlo via e salvalo, per favore.-
Hermione annuì e senza pensarci si alzò in piedi prendendo Draco per una mano e facendolo alzare, finalmente vide i suoi occhi grigi e sorrise, anche se la bocca si contrasse presto in una smorfia di dolore.
-Posso camminare.-
-Posso fare un incantesimo.-
-No, Potter e…-
-Li troviamo, tranquillo.-
Uscirono dalla stanza ma come se li avessero sentiti Harry, la cui faccia era tornata normale e Ron si presentarono davanti a loro con un piccolo Elfo.
-Malfoy.- Harry si allungò per sorreggerlo dall’altro lato ed Hermione ne fu felice, il braccio spaccato le faceva ancora male ma non aveva intenzione di lamentarsi, doveva pensare a lui.
-Dobby portaci via.-
-Certo.-
-Non andrete da nessuna parte.- Bellatrix apparve dal corridoio con Greyback al seguito.
-Al mio segnale.- Hermione strinse la bacchetta e tralasciò lo sguardo di Harry e di Ron.
-Ti uccido adesso, Lurida Mezzosangue.-
-Prima di devi prendere, Bombarda Maxima!-
Il corridoio tremò e senza che se ne rese conto venne trascinata via da Draco o forse da Dobby.
 
***
 
Atterrarono sulla calda sabbia ed Hermione si coprì gli occhi per colpa del sole, per la prima volta da quando era partita si sentì libera da tutto.
Si alzò a sedere e trovò accanto a se Draco agonizzante a terra, anche Ron e Harry si stavano alzando ma lei non ci badò si avvicinò a lui e gli carezzò la guancia.
-Stai bene?- chiese, continuando a toccarlo.
-Andrà bene.- sussurrò aprendo gli occhi e guardandola.
-Scusami.- disse iniziando a piangere e appoggiandosi sul suo petto.
-Non… Mi devi chiedere scusa, Hermione.-
Alzò la testa e i loro occhi si trovarono e lei seppe, per la prima volta, che non avrebbe dovuto mandare quel Patronus, che avrebbe dovuto scegliere lui e basta e il suo cuore le disse che adesso lo avrebbe scelto, per sempre.
Si avvicinò e la sua bocca si scontrò con quella di Draco, prima dolcemente e poi con maggiore irruenza, lui la fece mettere a carponi sulle sue gambe e la strinse a se, sentì il corpo piegarsi per il dolore come anche il suo braccio, ma non ci badò, il piacere, l’amore che provava per lui rendevano tutto più sopportabile.
Le loro lingue si trovarono piano, con attenzione, con amore.
Le spostò una ciocca dietro l’orecchio e lei sorrise contro la sua bocca.
 
“L’amore che provi per lui ti ha portato sulla retta via.”
Finalmente!
 
 
 

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Capitolo 14
*** Dentro la pelle ***


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Allora ben tornati, mi scuso per non aver pubblicato ma 
essendo in vacanza ho deciso di chiudere la mente per un 
pò e ci sono riuscita, ma come promesso adesso vi posto il capitolo...
Vi preannuncio che non sarà lungo, ma personalmente lo adoro, mette in chiaro tutti i punti di vista e 
fa un riassunto, o quasi, della situazione... E poi ci darà la possibilità di conoscere la nostra
Dramione!! <3
Grazie come sempre a tutti voi che non mi lasciate mai, spero che nonostante
l'assenza torniante a farmi visita :D


 

Dentro la pelle
 
 
Draco si svegliò di colpo, il cuore gli batteva forte e sentiva troppo caldo, nonostante fosse inverno inoltrato, l’aria fredda era stata del tutto consumata.
Si mise a sedere sul letto e si tenne la fronte con le mani, aveva un principio di mal di testa e aveva accumulato così tanta stanchezza che sarebbe rimasto a dormire per una settimana, ma improvvisamente ricordò gli eventi delle precedenti ore, l’Horcrux, la cattura, la tortura ed Hermione.
Quel semplice pensiero lo fece sorridere ma ebbe paura che fosse stato tutto un sogno, un bellissimo sogno, dove lei lo aveva baciato con cosi tanta passione che forse non sarebbe più successo, si guardò attorno ma non la vide e quel presentimento iniziò a farsi largo dentro di se.
 
Possibile che la tortura mi abbia condotto alle allucinazioni?
 
Senza accorgersene non notò la porta aprirsi e una ragazza entrare piano, solo quando ella si sedette nel letto accanto a lui, alzò lo sguardo e vi trovò gli occhi marroni di Hermione.
-Ti ho portato del the.- disse, porgendogli una tazza fumante.
Draco rimase fermo per un paio di minuti, cercando di ispezionare quelle iridi, cercando di cogliere i suoi sentimenti, ma come sempre Hermione per lui era un libro chiuso, impossibile da leggere se non quando la ragazza decideva di esporsi.
-Draco?-
-Stavo pensando.- sussurrò, prendendo la tazza.
-A cosa?-
-A quello che è successo dopo che siamo scappati.-
-Ah si.-
La guardò negli occhi ma non riuscì a incontrare il suo sguardo, aveva abbassato gli occhi e le gote si erano colorate di rosso, un rosso dolce e delicato che le risaltava la carnagione chiara per colpa delle ferite che aveva riportato e della stanchezza.
Posò la tazza senza rendersene conto e si avvicinò a lei, alzandole il mento con le dita, cercò di essere dolce ma aveva bisogno di certezze, di sapere che quel bacio non era solo nella sua testa ma che era successo veramente.
-Hermione?-
Lei la guardò e colse quel piccolo momento per baciarla, trovò la sua bocca morbida e potè bearsi di quel momento, cosa che non aveva potuto fare la prima volta, la baciò piano sentendola sciogliersi al suo tocco, ma poi decise di avanzare, di vedere fino a quanto lei si sarebbe sporta.
Aumentò la pressione così da schiuderle le labbra e incontrò la sua lingua, un brivido di piacere gli percorse la schiena e sentì le mani di lei nei proprio capelli, toccarlo piano ma con una leggere pressione che nascondeva la voglia, il desiderio.
La prese per i fianchi e la fece sdraiare a letto, sotto di lui e si sistemò sopra per baciarle il collo e la mascella, aveva la pelle morbida e profumata, era il suo vento della novità, la sua perdizione.
Dovette scostarsi poco per lasciarla respirare quando un gemito di piacere venne sostituito da uno di dolore.
-Scusami, ma il braccio mi fa ancora male.- sussurrò, senza smettere di guardalo.
-Anche io mi sento a pezzi.-
-Ma le tue ferite sono quasi tutte passate.- si alzò sui gomiti e gli toccò il petto, ma non sentì alcun dolore.
-Fleur è stata molto brava, è riuscita a evitare che mi staccassi il braccio da sola per il dolore.- ammise, debolmente.
-Eri ridotta male?-
-Un po’, tu hai riposato per due giorni.-
-Davvero?- stavolta non riuscì a nascondere la sorpresa e si toccò nuovamente per assicurarsi che fosse ancora tutto intero, -Ma adesso dove siamo?-
-Siamo a Villa Conchiglia, è casa di Fleur e Bill, siamo al sicuro per un po’.-
-Potter e gli altri stanno bene?-
-Sì, stiamo elaborando un piano, forse dovremo scendere.-
-Okay, ma tu e io non abbiamo ancora finito.- disse scontrando nuovamente le bocche con passione e forza.
Si alzarono dal letto e Hermione lo guidò giù per le scale, Draco notò che la Villa era organizzata quasi come la Tana, solo molto più pulita, ordinata e in riva al mare, constatò osservando il panorama da una finestra, arrivati nel salotto trovarono i due Weasley, Potter, Fleur e un folletto seduti attorno al tavolo con la spada di Godric in centro.
 
 
-Dobby hai fatto un ottimo lavoro.-
Harry si voltò verso il piccolo elfo domestico che si aggirava saltellando per tutta la cucina.
-Dobby doveva salvare Harry Potter e i suoi amici, Dobby doveva intervenire.-
-E ti siamo debitori, se non ci fossi stato tu a quest’ora saremo morti.- grugnì Ron, masticando a bocca aperta il suo pranzo.
-Malfoy, allora sei vivo!- urlò Harry notando l’entrata dei due ragazzi.
-Sfregiato sarebbe stato un peccato per voi se io fossi morto.- disse, sedendosi in un posto libero.
-Almeno non hai perso il tuo senso dell’umorismo.-
-Ci vuole più di un paio di torture da parte di mio padre per levarlo.- sussurrò più a se stesso che agli altri.
-Bene, dato che ora siamo tutti, Hermione raccontaci, di nuovo, quello che Bellatrix ti ha detto, per favore.- Harry la guardò supplichevole e notai che dovette prendere un respiro e chiudere gli occhi prima di parlare.
 
Cosa non so?
 
-Si è molto interessata alla spada… Diceva che noi gliel’avevamo rubata, che eravamo entrati nella sua Camera Blindata. Era incazzata per questo.-
-Bene, io scommetto che tiene qualcosa in quella Camera, qualcosa che aveva paura che avessimo preso, per questo…-
-Lo penso anche io, ma cosa?-
-Può essere un Horcrux, forse la Coppa, questo spiegherebbe perché aveva paura che fossimo entrati, perché lo avremo potuto trovare.-
-Dobbiamo tentare, allora.- disse Draco, incoraggiato dal fatto che fossero sulla buona strada.
-Solo se Unci-Unci ci da una mano.-
-Posso aiutarvi a entrare… Ma è molto difficile…-
-Abbiamo questa.- Hermione uscì una bacchetta e la porse al folletto.
-Dove l’avete presa?-
-Lo sai quindi a chi appartiene?-
-Bellatrix.- grugnì il Serpeverde di rimando.
-Olivander lo ha confermato, era stato rapito anche lui dai Ghermidori, è al piano di sopra che riposa.-
-Gli abbiamo fatto qualche domanda, ma era troppo provato per restare lucido, e questa l’ho presa quando sono fuggita e mi sono ritrovata anche un suo capello addosso, penso che potremo arrivare a un accordo.-
-Voglio la spada e vi prometto che entrerete nella Camera Blindata di Lestrange.-
-La spada?!- Harry e Ron scattarono nello stesso momento, più per la sorpresa.
-Solo questo mi può convincere.-
-Va bene!-
-Hermione.- i ragazzi parlarono nuovamente assieme ma lei li zitti con un cenno della mano.
-Vuole la spada, troveremo un altro modo per gli Horcrux, ma l’importante è recuperarne un altro e metterlo fuori dalla portata di Voldemort, dobbiamo agire subito.-
-No cara, adesso tu e Draco siete ancora deboli, un paio di giorni.-
-Fluer.-
-Ne pas discuter avec moi, vous avez apportè plus d’une blessure et je ne vais pas vous voir morts juste parce que vous ne voulez pas ècouter.-
-Fleur, nous devons aller, s’il vous plait.- Hermione rispose gesticolando con le mani e scuotendo il capo.
-Le bras.- rispose la bionda allungando una mano verso di lei.
Hermione abbassò il capo e riluttante tolse la felpa per rimanere con una maglietta a maniche corte e mostrare da un lato il braccio spaccato quasi del tutto guarito nonostante la fasciatura e l’altro braccio sfregiato da una scritta rosso sangue: Mezzosangue.
-Che cazzo è quella cosa?- esclamò Draco senza rendersene conto, si alzò e si avvicinò alla ragazza, esaminandolo assieme alla bionda francese.
-Lei… Bellatrix l’ha aggredita quando parlavano della spada.- disse Ron, per giustificare quello sfregio.
-Perché stamattina non me lo hai detto?-
-Non sapevo che dirti.- chiuse un attimo gli occhi e la vide mordersi le labbra per sopportare il dolore dovuto alla pomata che Fleur le stava spalmando delicatamente.
-Passerà?-
-No.- sussurrò, -Non mi interessa, è solo una parola.-
-Non è così.-
Draco non fu sicuro di aver pronunciato quelle parole ad alta voce, poiché si voltò e uscì velocemente dalla porta d’ingresso, aveva bisogno di aria, di pensare lucidamente a quello che era successo al Manor, a cosa Hermione era andata incontro per salvarlo e cosa adesso comportava la loro storia.
 
“Che tu la difenderai a ogni costo.”
Sì, lei mi è entrata dentro la pelle e non posso più lasciarla andare.
 
***
 
Hermione seguì Draco fuori dalla Villa pochi minuti dopo che Fleur finì di medicarla, aveva insistito tanto e non se l’era sentita di deludere la cugina, anche se lei sapeva che quella scritta non sarebbe mai passata, le avrebbe fatto compagnia per il resto della sua vita.
 
Me la sono meritata, per la mia decisione impulsiva.
 
Trovò Draco camminare sulla riva senza scarpe, le mani nelle tasche e la camicia fuori dai pantaloni, era una visione celestiale e lei vestita con dei jeans e una maglietta non poteva reggere il confronto, ma nonostante ciò ripensò ai baci che si erano scambiati, volevano dire tutto.
 
Lui è mio.
 
Si tolse anche lei le scarpe lasciandole vicino a quelle di Draco e si avvicinò piano a lui.
-Potevi dirmelo.-
-Non volevo farti preoccupare più di tanto, il braccio spaccato aveva preoccupato maggiormente Fleur, ma adesso sto bene.-
-Hermione quello non significa stare bene, se fossi riuscito.- si tirò leggermente i capelli e calciò l’acqua con un piede, provocando una leggera onda.
-A fare cosa?-
-A evitare mio padre, a salvarti, forse ti avrei potuto risparmiare quel dolore.-
-Certe cose succedono per un motivo, non si possono evitare e l’importante è essere qua, ora.-
-Forse hai ragione.- sussurrò.
-Io ho sempre ragione, sono la miglior strega della mia scuola e so quel che dico.-
Si voltò verso Draco e lo vide sorridere apertamente, era uno spettacolo che avrebbe visto all’infinito, quel ragazzo che sorrideva a lei, per lei e con lei, il loro inizio turbolento non aveva estirpato quello che era nato tra loro.
-Quando dovremo agire?-
-Due giorni, ci bastano due giorni.-
-Nel frattempo?-
-Bè… Possiamo fare questo.-
Hermione si abbassò e iniziò a schizzare il ragazzo con l’acqua, finché non vide la sua camicia attaccarsi alla pelle e renderlo ancora più sexy del previsto.
-Granger… Penso che adesso ci voglia una punizione.- si arrotolò le maniche e iniziò ad avvicinarsi a lei.
-Ah no, grazie.- iniziò a correre, sperando di superarlo ma in poco tempo sentì le mani di Draco e una dolce risata prenderla per la vita per poi buttarla, poco delicatamente a mare, bagnandola dalla testa fino ai piedi.
-Adesso me la paghi.-
La ragazza si alzò e si scagliò contro di lui sperando di farlo cadere per bagnarlo maggiormente, ma il ragazzo le bloccò i polsi e invece di buttarla la baciò con passione, in pochi secondi smisero di lottare ed Hermione si strinse a lui, le sue gambe intorno alla vita tonica di lui e le mani immerse nei suoi capelli.
-Mi sei entrato dentro la pelle.- sussurrò contro la sua bocca, lo sentì bloccarsi per un attimo ma poi riprese a baciarla, più delicatamente.
-Anche tu.-
Si ritrovarono seduti sulla spiaggia, con il mare a lambire i loro corpi, fregandosene del freddo e del vento, Hermione per la prima volta si rese conto che quello era il suo posto nel mondo: tra le braccia di Draco.
 

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Capitolo 15
*** Mille avversità ***


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Mille avversità

 

 

-Adesso diventa tutto più difficile, adesso dobbiamo mantenere i nervi saldi e non farci prendere dal panico.-

-Siamo sicuri che la pozione Polisucco terrà?-

-Hermione è convinta di sì.- rispose Harry indicando la ragazza che teneva in mano tre fiaschette.

-In caso non funz… Ionasse?- balbettò Ron, visibilmente spaventato.

-Ci prendono e ci uccidono.- concluse Draco prendendo una delle fiaschette e bevendola, Ron fece lo stesso e poi toccò a Hermione.

-Unci Unci ricordati il piano o non avrai la spada.-

-Me lo ricordo.-

-Bene, adesso ognuno si ricordi la sua parte.-

-Andiamo.-

Hermione allungò il braccio per prendere quello di Harry e tutti gli altri fecero lo stesso, Diagon Alley li stava aspettando e la Gringott era il loro obiettivo, dovevano prendere l’Horcrux a tutti i costi, si guardò un’ultima volta i vestiti, non le piacevano i gusti di Bellatrix Lestrange, né tanto meno il suo aspetto, ma senza quello che non sarebbero andati da nessuna parte.

 

***

 

Aprì con decisione la porta della Gringott, alle sue spalle riuscì a percepire i passi di Draco e di Ron, che la coprivano e nonostante non lo vedesse sapeva che c’era Harry e Unci-Unci sotto il mantello dell’invisibilità, inghiottì il groppo che si era formato in gola, il piano, o almeno la prima parte di esso dipendeva da lei e se avesse fallito nel convincere il folletto avrebbero perso tutto.

Camminò decisa, non aveva mai portato quel genere di tacchi, ma cercò lo stesso di darsi un contegno, non poteva sfigurare, non adesso.

Si avvicinò al direttore della Gringott, decisa, tossì leggermente per catturare la sua attenzione ma non alzò la testa.

-Desidero accedere alla mia Camera Blindata.- gracchiò, nonostante avesse la voce di Bellatrix.

-Identificazione?-

-Non lo ritengo necessario.- alzò il mento così da far valere il suo portamento, nonostante odiasse quella megera doveva convincere se stessa di essere lei o non avrebbe convinto nessuno.

-Madame Lestrange… La prego.- vide il folletto sparire e una sensazione di ansia le attorcigliò il cuore.

-Non mi piace che si mi si faccia attendere.-

Si voltò per guardare Draco, ma lui era riuscito a calarsi perfettamente nella parte, forse un po’ meno Ron, ma sapeva che lei non era stata abbastanza convincente e sperò che Harry trovasse un modo per aiutarla, o addio alla Coppa.

-Madame Lestrange dovrebbe favorirci la sua bacchetta.-

-Perché?- stavolta riuscì a rispondere a tono e vide il folletto indietreggiare.

-Perché nell’ultimo periodo i controlli sono aumentati, soprattutto in questo giorni.-

-Lo sanno…- la voce di Ron la fece distrarre solo per un attimo e poi tornò a guardare l’essere davanti a lei.

-Non lo ritengo necessario.-

-Madame credo che dovrebbe…- il folletto rimase in silenzio per pochi attimi e poi la guardò sorridendole, -La prego di accomodarsi, la scorterò personalmente alla sua Camera Blindata.-

 

***

 

-Come hai fatto?- chiese Hermione rivolgendosi a Harry una volta saliti sul vagone che li avrebbe scortati a destinazione.

-Maledizione senza Perdono, era l’unico modo per entrare.-

-Potter per la prima volta hai avuto una buona idea.-

-Zitto tu.- lo canzonò Hermione, rivolgendosi a Draco con occhi dolci, nonostante fosse ancora nei panni di Bellatrix.

-Unci-Unci quanto manca?-

-Siamo quasi arrivati.- bofonchiò facendo cambiare direzione al vagone di colpo.

-Cos’è quella?!- chiese Ron indicando la cascata sotto la quale passarono poco dopo, improvvisamente il vagone si fermò e una luce iniziò a rischiarare il buio e senza che se ne rendessero conto si aprì una botola e cominciarono a cedere.

 

-Arresto Momento.- urlò Hermione, e rimasero fermi poco prima di toccare con il fondo della caverna, poi lasciarsi cadere in modo poco aggraziato.

Si alzò togliendosi il mantello bagnato che le pesava sulle spalle e si guardò attorno.

-Siete tornati voi stessi.-

Hermione si voltò e trovò gli occhi grigi di Draco e i suoi capelli biondi, fece lo stesso con Ron per essere certa che non avesse immaginato e poi si ritrovò a imprecare sotto voce.

-La cascata del Ladro, lava via qualsiasi incantesimo.- rispose Unci-Unci per loro.

-Cosa ci fate qui?!-

La voce del folletto la riportò al presente e impugnò la bacchetta, non era il momento di lasciare al caso la riuscita della missione, così anche lei pronunciò la Maledizione senza Perdono dell’Imperius e si guardò attorno, in cerca del prossimo passo.

-Oh miseriaccia.-

L’esclamazione di Ron li condusse verso destra e rimase pietrificata non appena vide davanti a se un drago incatenato.

-E´il Panciaferrata D’Ucraina… Sono terribili.- continuò il rosso rimanendo esterrefatto per quella creatura.

-Prendete, è addestrato ad aspettarsi il dolore quando sente i suoni.-

-Ma è da barbari!- sbottò Hermione, avanzando lentamente verso la parete opposta da dove erano venuti, il drago iniziò a indietreggiare e a contorcersi come se sentisse veramente dolore.

-Non lo guardare.- le sussurrò Draco all’orecchio.

-Non posso evitarlo.-

Posarono gli oggetti che Uni-Unci gli aveva dato contro il drago e dopo aver spinto il direttore verso la porta della Camera Blindata corsero dentro, per sfuggire a una vampata di fuoco.

-La senti, Harry?- chiese Ron, avvicinandosi piano al ragazzo.

-So che è qua dentro.- rispose il Prescelto, esaminando attentamente ogni oggetto della Camera.

-Accio Horcrux.- provò Hermione sollevando la bacchetta in aria.

-Inutile, non sarebbe stato così facile.- sussurrò il biondo che stava guardando la sua immagine riflessa in uno specchio antico.

-Guardate!- Hermione indicò uno scaffale in alto ma nel farlo toccò un bracciale che cadendo a terra si divise o meglio si moltiplicò in altri tre.

-L’incantesimo Gemini.-

-Muoviti Harry!-

-La spada, Draco!-

 

Potter prese al volo la spada e iniziò ad avanzare fra tutti gli oggetti che si stavano raddoppiando al suo tocco, si morse il labbro per il nervosismo, sapeva bene che la caccia agli Horcrux non sarebbe stata una cosa facile, ma non si aspettava di dover affrontare tutte quelle avversità anche solo per prendere una stupida coppa.

Allungò la spada e cercò di infilare il suo manico nella punta e appena ci riuscì venne sommerso dai mille oggetti della Camera Blindata, fece un piccolo salto per uscirne e in quel momento la coppa gli volò di mano.

-La spada.- urlò Unci-Unci che aveva preso la Coppa al volo.

-Avevamo un patto.- disse Hermione, cercando di riemergere dalla valanga di oggetti.

-Vi avevo promesso la Coppa ma non vi avevo assicurato l’uscita, adesso.-

Harry gli lanciò la spada e Draco prese nuovamente la Coppa, Unci-Unci spinse con poca grazie il direttore così da far aprire nuovamente la Camera Blindata, con essi cominciarono a uscire anche tutti gli oggetti che non avevano smesso di triplicarsi.

-Andiamo!- urlò Harry cercando di schiodarsi di sopra gli oggetti pesanti e appena vide gli altri fuori, si voltarono per inseguire Unci-Unci, ma si resero conto troppo tardi che li aveva traditi.

-Al ladro!-

Il folletto stava urlando a pieni polmoni e in lontananza iniziò a scorgere le guardie ed altri folletti, li avevano trovati.

-Cosa facciamo?- piagnucolò Ron inchiodato al muro.

-Bombarda!- Draco lanciò un incantesimo per bloccare le guardie, voltò lo sguardo verso il drago e si abbassò prima di essere incenerito.

-Dobbiamo andarcene!-

-Ma come?- chiese Harry, cercando di farsi sentire, -Hermione tu di solito hai delle ottime idee…-

-Ne ho una ma è folle.- rispose guardando i ragazzi, negli occhi, -Reducto!- colpì la balaustra di marmo per farla crollare, si avvicinò al muro e prese la rincorsa per lanciarsi e arrivare sulla schiena del drago.

-Forza!-

Draco fu il primo a seguirlo e anche Ron e Harry si convinsero dopo poco, si attaccarono alle protuberanze sulla schiena.

-Adesso andiamo via! Relascio!- Hermione colpì le catene della creatura che appena se ne rese conto iniziò a scalare il muro della caverna per risalire fino al soffitto della Gringott, quando lo sfondarono la ragazza non riuscì a trattenere un urlo per lo spavento e si aggrappò ancora più forte per paura di cadere.

Non appena presero il volo sopra Diagon Alley qualcosa si rilassò dentro di lei e scoppiò a ridere, anche gli altri lo fecero, nonostante la paura e l’ansia quel volo aveva dato loro l’opportunità di scappare e provare qualcosa di nuovo.

Senza che se ne rendessero conto il cielo mutò e lasciò spazio alle montagne quasi innevate, poche nuvole occultavano la visuale.

-Dobbiamo mollarci.-

-Quando?-

 

-Adesso!- urlò Draco, lasciando la presa e tutti gli altri lo seguirono venendo risucchiati dalle acque nere e torbide del mare.

La prima cosa che fece non appena riuscì a respirare nuovamente fu rintracciare Hermione e la trovò a pochi metri da lui intenta a scacciare i capelli dalla faccia per respirare, le si avvicinò e l’aiutò silenziosamente e poi nuotarono verso la riva.

Una volta che tutti furono arrivati, Draco notò qualcosa di strano nello sguardo do Harry.

-Lo hai visto, vero?- chiese, provando a nascondere il tremolio dei denti.

-Sì, e lui lo sa.-

-Visto chi?- chiese Hermione guardando tutti.

-Lui può vedere Tu-Sai-Chi per quella cicatrice…- disse Ron, cercando di sintetizzare il tutto.

-Lui sa che abbiamo scoperto degli Horcrux ed è incazzato, molto, e poi ho visto Priscilla Corvonero.-

-Corvonero?- domandò Hermione, facendo attenta.

-Sì, forse a che fare con lei il prossimo Horcrux.-

-Certo!- concluse alzandosi e passando dei vestiti asciutti ai ragazzi, -Abbiamo preso il Medaglione di Salazar Serpeverde, la Coppa di Tosca Tassorosso, Grifondoro è escluso perché la spada l’abbiamo usata per abbattere gli Horcrux e rimane Corvonero.-

Uscì anche una coperta e se la mise addosso per placare i brividi di freddo, ma nonostante ciò la consapevolezze di aver fatto un passo in avanti la fece stare bene, avrebbero battuto Voldemort.

 

“Ma non pensare di farla franca così facilmente, tu eri pronta a cedere.”

Io ho ceduto e non ho dimenticato, ho mandato quel Patronus in un momento in cui la mia mente non era stata capace di prendere una decisione.

“Devi dirlo.”

Non posso, non posso dirlo a nessuno o mi caccerebbero.

“Che cosa pensi di fare allora?”

Al momento opportuno…

 

-Hermione la tenda, così non congeliamo.-

-Certo.- si alzò e prese velocemente la sua borsa di perline per uscirne la tenda.

-Il preside è Piton adesso, come entriamo?-

-Possiamo provare come quella volta.- sussurrò, non appena ebbe finito con essa.

-Escluso, adesso sanno chi siamo. E poi lo avete sentito il fratello di Pel di Carota, Voldemort ha preso il potere da tutte le parti.-

-Potremo tornare a Villa Conchiglia…-

-Solo se siamo sicuri.- disse Harry.

 

Non appena calò il sole tutti si ritrovarono attorno al fuoco accesso all’interno della tenda, nessuno però osò parlare, tutti presi dai propri pensieri, dagli eventi delle ore precedenti per esprimere un pensiero di senso compiuto.

Hermione chiuse gli occhi e appoggiò la testa sulla spalla di Draco, da quando aveva lasciato la Francia aveva fatto passi da gigante entrando a far parte di qualcosa di troppo grande anche per lei, ma tutti l’avevano accolta e lei li aveva traditi, alla prima occasione aveva deciso di mollare tutto, compreso lui.

Sentì una leggera pressione attorno al fianco e seppe che Draco la stava stringendo piano, loro erano assieme adesso, e lei avrebbe fatto di tutto per permettere a Potter di vincere la guerra e a Ron di abbracciare la sua famiglia e Draco di vivere felice, anche sacrificarsi, anche pagare per il suo crimine, anche se non aveva mai ottenuto niente se non una cicatrice indelebile sul braccio che le ricordava, che le avrebbe sempre ricordato, lo status di Mezzosangue.

 

 

Ragazzi vi devo chiedere scusa per il ritardo, ma ho serie problemi con l'editor del sito e non riesco a pubblicare la storia, mi esce una pagina con su scritto uffa, se qualcuno sa come risolverlo non esiti a contattarmi in privato !! Quindi... Adesso entriamo nel vivo della storia, i nostri paladini stanno vivendo il pieno dell'avventura ma nn tutto andrà bene, come previsto... Draco dovrà superare molte sfide per considerarsi un uomo migliore!

 

Spoiler: -Ragazzi.- [...] C’è qualcuno.- 

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Capitolo 16
*** Il mondo sta cambiando ***


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Bene nonostante la pioggia finalmente riesco ad aggionare.

Scusatemi ma ho ancora problemi con l'editor e sto facendo del mio meglio !!

Bene, molti di voi mi odieranno in questo capitolo, lo so,

ma sarà necessario per la battglia, per farvi capire cosa abbia portato Hermione

alla sua scelta e cosa le riserverà il futuro...

Non demordete però, vi prometto molto, e spero di lasciarvi soddisfatti !!

Grazie di cuore a chi continua a seguirmi, spero che

mi lasciate qualche recenzione <3 

 

Il mondo sta cambiando

 

 

Hermione uscì dalla tenda e si stiracchiò un poco, le doleva tutto il corpo e non aveva riposato un granché quella sera, nonostante avessero trovato un altro Horcrux adesso dovevano trovare il modo di distruggerlo.

Scosse la testa sconsolata, si era alzata solo da pochi minuti e già aveva messo il cervello in azione, ed era per questo che era così stanca, non riusciva mai a staccare del tutto.

Soprattutto da quando aveva mandato quel Patronus non riusciva proprio a chiudere gli occhi per riposare, solo se con lei c’era Draco aveva qualche possibilità.

E come se lo avesse evocato, lo vide uscire dalla tenda e per poco non svenne: i capelli erano scompigliati in testa, ricadendo sul viso coprendogli un po’ gli occhi, la maglietta che indossava era leggermente spiegazzata ma fasciava i muscoli delle braccia e i pantaloni del pigiama ricadevano lenti nel basso ventre.

-‘Giorno.-

-A te.- disse cercando di tornare normale, ma dovette distogliere lo sguardo o anche lui si sarebbe accorto del rossore che si era propagato per tutta la faccia.

-Mmm… Manca qualcosa.-

-Eh?-

Si sentì trascinare e si ritrovò stretta tra le sue braccia, avvicinò il suo viso al collo e lo sentì inspirare, il cuore le batteva così velocemente nel petto da farle male, non aveva mai provato niente del genere.

Poi lo sentì staccarsi e si ritrovò la bocca contro la sua, e chiuse gli occhi, lasciandosi andare a quel bacio che le dava motivo di speranza e di gioia, in quel periodo buio che tutti definirebbero guerra.

Lasciò una piccola apertura e sentì la sua lingua in cerca della propria, così decise di essere più audace e fu lei la prima ad approfondire il bacio, si strinse a lui, finché il suo seno non si scontrò col petto del ragazzo e sentì una scossa attraversala tutta.

Piegò la testa e lo lasciò mordere il labbro inferiore, improvvisamente venne sollevata da terra e intrecciò le gambe intorno al suo addome muscolo, immerse le mani nei suoi capelli e si lasciò trasportare dietro un albero, l’appoggiò ad esso e lentamente scivolarono fino a toccare terra.

Draco le prese il viso a coppa e riprese baciarla, più dolcemente ma capì benissimo che si stava trattenendo, allentò la presa nei suoi capelli e lo toccò lungo i pettorali, delicatamente, finché le mani non si posarono intorno alla sua vita.

Draco lasciò una mano a stringerle i glutei mentre l’altra risalì piano, passando per i suoi fianchi, nella sua pancia per insinuarsi sotto la maglietta del pigiama e ed ebbe un brivido quando le toccò un seno.

Non fu rude o maldestro, lo carezzò piano e poi le stuzzicò il capezzolo con le dita.

-Draco.- sussurrò al suo orecchio, percepì un piacere immenso scaturirsi nel basso ventre e avrebbe voluto lasciarsi andare ma qualcosa glielo impedì, sentì un rumore strano provenire dalla tenda e vide Draco appoggiare la testa sul suo seno.

-Non ci lasciano neanche un momento assieme, io li uccido prima o poi.-

-Meglio poi.- rispose, carezzandogli i capelli.

Lui la guardò e la baciò ancora, stavolta senza andare oltre, non volendo creare la magia di prima per poi distruggerla nuovamente, l’aiutò a farla alzare e le sistemò il pigiama.

-Penso che questo non vada molto bene.- disse alludendo alla sua misa.

-Perché no?-

-Ti sta molto aderente…-

-Eh?-

-Gli altri potrebbero farsi strane idee.- disse a mo’ di scusante.

-Forse allora andrebbe bene la mia camicia da notte, una delle tante che Ginny non mi ha preso.- sussurrò glaciale e lo vide immobilizzarsi, -Lo so che il discorso è chiuso, ma davvero non capisco.- sbuffò lasciando cadere le mani sui fianchi.

-Vedi durante quei giorni io… Ero confuso, non sapevo cosa provavo per te e vedere Ginny in quel modo, non so, ha fatto rinascere un po’ il Malfoy che c’era in me e mi sono detto che non potevo, non volevo stare con te, o con lei.-

-Volevi divertirti?-

-Sì, ma col passare dei giorni le avance di Ginny erano diventate pesanti e non vedendoti mi sono reso conto che era te che volevo.-

-Però l’hai baciata.-

-No, lei ha baciato me e io mi sono distaccato subito dopo.-

-Peccato non aver visto quella scena, mi sarei risparmiata le ore di pianto.- distolse lo sguardo e incrociò le braccia al petto.

-Io non volevo Ginny perché non era lei che faceva battere il mio cuore di ghiaccio, non era lei che mi ha permesso di vivere ancora, eri tu e quando lei mi ha baciato, ho realizzato quanto ti avessi fatta soffrire e che non lo meritavi. Ho provato ad avvinarti ma San Potter mi ha ostacolato e da bravo codardo ho finito col cedere.-

Hermione chiuse un attimo gli occhi e ricacciò le lacrime, era stanca di piangere, stanca di dover soffrire per lui.

 

“Allora smettila e bacialo, ti ha fatto una dichiarazione d’amore coi fiocchi e poni ancora resistenza?”

No, ma ho sofferto molto.

“Ma adesso state assieme, basta piangere, devi affrontare una guerra.”

 

-Io avevo bisogno di sapere.- ammise guardandolo.

-Lo so, e dovevo dirti la verità prima, così forse non ti saresti spaccata.-

-Ci sarei riuscita lo stesso.-

-Non importa, ma adesso io voglio solo a te.- le prese nuovamente la mano e l’avvicinò a se.

Appoggiò la fronte contro la sua e chiuse gli occhi.

-Quando sei entrata a Grimuld Place ti ho visto come l’ennesimo problema da risolvere ma col tempo hai cambiato il mio modo di vedere il mondo, sei stato il mio vento della novità che ha eliminato i miei preconcetti, senza di te sarei ancora un Malfoy convinto e accanito.-

-Io non ho fatto niente.-

-Hai fatto tutto invece.-

-Draco… Cosa succederebbe se io mi innamorassi di te?- aprì gli occhi e lo guardò, le iridi grigie la catturarono e lo sentì tentennare.

 

-Allora siete qua!-

Si staccarono in tempo per vedere arrivare Harry, con indossi jeans e una maglia lunga, gli stava sorridendo e anche lei si costrinse a farlo.

-Dobbiamo metterci in marcia.-

-Sì.-

-Andiamo.- Draco le prese la mano, intrecciandola con la sua, ma nonostante quel contatto si rese conto che lui non aveva risposto alla sua domanda, che per quanto avesse apprezzato quella dichiarazione, una volta arrivati al nocciolo della questione lui si era tirato indietro.

 

***

 

-Dove siamo diretti?-

-Dovremo rientrare a Villa Conchiglia, ma prima mandiamo un Patronus a Ginny, deve investigare su Priscilla.-

-Non sarà pericoloso?- chiese Hermione, sistemandosi la borsa a tracolla.

-Dobbiamo rischiare, non possiamo presentarci a Hogwarts senza un piano e senza aver contattato l’Ordine.-

-Allora organizziamo il tutto e andiamo a distruggere l’ultimo Horcrux e mettiamo la parola fine a questa guerra.-

-Sembra così facile detto così, Ron.-

 

Hermione sorrise amaramente e si chiuse in se stessa durante il tragitto, Draco camminava accanto a lei ma neanche lui aveva partecipato attivamente alla discussione, per quanto le sembrasse facile il piano di Harry sapeva che qualcosa sarebbe andato storto, lo aveva visto accadere troppo spesso per pensare il contrario.

 

Non dovremo tornare alla Villa, potrebbe scoprirci e mettere in pericolo anche gli altri.

“Cosa vuoi fare?”

Non lo so.

 

-Ragazzi.- iniziò cercando di trovare una buona argomentazione da far valere, era una strega molto intelligente ma quando non era convinta non riusciva sempre ad averla vinta, -Forse non dovremo… C’è qualcuno.- disse fermandosi di colpo.

-No, non è vero, nessuno può averci seguito.-

-Ma.-

-Hermione.-

Harry la guardò e riprese ad avanzare anche Ron fece lo stesso e l’unico che la aspettò fu Draco.

-Pensi davvero che ci sia qualcuno?-

-Io ho avuto questa sensazione.- ammise guardandosi attorno per esserne certa.

-Sarà colpa della stanchezza.-

-Non mi credi?-

-Ti credo, lo sai.-

Annuì brevemente e ripreso a camminare in silenzio, ma Hermione non smise neanche un attimo di osservare il bosco attorno a lei, era stanca ma non così tanto da inventarsi rumori e o ombre, aveva la sensazione che qualcuno li stesse spiando e per quanto fossero stati attenti erano sempre dei ricercati, perché ormi ne era sicura.

Voldemort non si sarebbe lasciato scappare il posto di Primo Ministro o al massimo avrebbe comandato la sua marionetta del momento, e ciò avrebbe implicato più guai per loro, se prima la taglia sulla sua testa non era stata messa dopo gli ultimi avvenimenti, non ne sarebbe stata più così sicura.

E non potevano più rischiare, o la missione sarebbe stata compromessa.

Lasciò avanzare Draco e si mise a guardarlo, cos’erano loro?

Erano un qualcosa, qualcosa che le faceva battere il cuore forte e che le portava le trepidazioni al cuore, le sudavano le mani e aveva le farfalle nello stomaco, quel qualcosa che inizia con la A.

Lei lo amava o se non era ancora amore, era un sentimento altrettanto forte da darle la forza di andare avanti, ogni giorno, anche se non era convinta di cosa provasse lui.

Si era aperto, era cambiato ma manteneva ancora una certa distanza, tra lei e il suo cuore.

 

Prima o poi riuscirò a entrare anche là.

 

Lo sentì, quello scricchiolo strano e non naturale, ma fu troppo lenta, non riuscì a prendere la bacchetta in tempo e si ritrovò a terra con le mani dietro la schiena, inchiodata da qualcuno.

-Lasciami!- urlò e cercò di muoversi, tirando calci, ma l’uomo la bloccava con tutto il suo peso.

-Sta ferma!-

-Lasciala!-

Sentì la voce di Draco infrangere il silenzio e allora riprese nuovamente a muoversi, non si sarebbe lasciata catturare così facilmente.

-Stupeficium.-

La poco visuale le impedì di vedere a chi fosse stato rivolto il colpo, e poi venne alzata, guardò l’uomo e vi trovò il volto di Fenrir Greyback, aveva sentito parlare di lui e lo aveva visto al Manor e solo allora vide il corpo schiantato di Draco.

-Noo.- urlò cercando di dimenarsi, doveva andare da lui, salvarlo e invece venne tirata indietro verso gli alberi.

-Il Signore Oscuro ti attende.-

-Draco.- sussurrò mentre la trascinavano via, sempre più lontano da lui, da loro.

-HERMIONE!- la voce di Harry le trafisse le orecchie, se avessero trovato anche lui sarebbe stata la fine, avrebbero perso tutto quello che avevano conquistato duramente, i progressi e i sacrifici.

Provò a fare resistenza ancora una volta, una sola volta che li convinse ad andare via, quella volta che le diede la possibilità di salvare i suoi amici e la persona che amava, questo era il suo sacrificio, la giusta punizione per averli traditi.

 

 

-Hermione!-

Ron e Harry tornarono indietro il più velocemente possibile dopo aver sentito il suo urlo ma non fecero in tempo, trovarono Draco e si avvicinarono di corsa.

-Innerva.-

Si svegliò dopo pochi attimi e si mise subito a sedere, cercandola con lo sguardo.

-Dov’è?-

-Non siamo arrivati in tempo, cos’è successo?-

-Mangiamorte.-

-Cazzo.-

-Perché lei?- chiese Harry, sbattendo un pugno contro un albero.

-Non lo so.- ammise Malfoy, rimanendo seduto, chiuse gli occhi e appoggiò la fronte alle ginocchia.

Aveva lasciato che la prendessero di nuovo, aveva permesso a Voldemort di avere ancora una volta il controllo sulla sua vita e su quello delle persone che amava.

-Maledizione!- sbottò innervosito, doveva salvarla a tutti i costi o se ne sarebbe pentito per il resto della sua vita.

 

“Tu l’hai fatta entrare dentro la pelle, tu le hai dato la possibilità di insinuarsi nel tuo cuore e tu adesso la devi salvare.”

Nessuno mi aveva detto che amare sarebbe stato così pericoloso.

“L’amore lo è sempre, soprattutto quando si ama veramente l’altra.”

Io la amo?

“Credo proprio di si.”

 

***

 

Venne sbattuta nuovamente a terra su quel pavimento cui l’ultima volta l’avevano torturata senza ritegno e se aveva sperato di salvarsi adesso sarebbe stato tutto diverso.

Nessuno l’avrebbe risparmiata.

Non appena alzò gli occhi osservò i fedelissimi del Signore Oscuro, dai Malfoy a Bellatrix Lestrange a una seria di individui di cui non conosceva tutti i nomi, ma solo alcuni: Tiger, Goyle e Zabini.

-Bene, finalmente la ragazza è arrivata.- Voldemort la guardò attentamente e iniziò a camminare per la stanza, -Mi hai dato non pochi problemi, Mezzosangue.-

Lei rimase in silenzio, non osando muovere neanche un muscolo.

-Eppure avevi accettato la mia proposta… Questo mi porta a una sola conclusione.- disse guardandola, stringeva la bacchetta in una mano e il suo sguardo era pieno di odio.

-Che è arrivato il momento di capire chi ha il potere in questo mondo, Bellatrix.- la vide avanzare, ma rimase sempre dietro di lui.

Solo in quel momento Hermione si concesse di tremare, l’ultima volta quella donna la stava per torturare e le avesse lasciato un marchio a vita, e qualcosa dentro di lei le disse che stavolta sarebbe stato anche peggio.

-Cerca di domare la nostra ospite.-

-Con piacere.- ghignò avanzando verso di lei e come un riflesso incondizionato strisciò verso la parete, ma una volta toccata si rese conto di essere intrappola e non riuscì a evitare di urlare quando la una Maledizione senza Perdono la colpì in pieno.

 

 

 

 

Spoiler_   

“Hermione…”

Chi è Hermione?

“Sei tu… Eri tu…”

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Capitolo 17
*** I doni della morte ***


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Buonasera ragazzi, vi chiedo scusa se nel fine settimana non ho aggiornato
ma ho avuto la febbre e non avevo le forze di muovermi.
Adesso stiamo entrando nella parte finale della storia, mi dispiace dirlo ma è così...
Lo scontro finale è vicino come anche Hermione...
Adesso tutti i tasselli sono al loro posto e Draco dovrà avere la forza di
continuare a resistere, di amare, e di combattere...
Vi lascio al capitolo
XOXO

I doni della Morte


Draco provò a chiudere gli occhi, nell’ultima settimana non era riuscito a dormire molto, poiché il suo cuore come la sua mente erano occupati da un unico pensiero o meglio da una sola persona: Hermione.
I Mangiamorte l’avevano rapita una settimana fa esatta, per portarla a Manor, probabilmente, o da qualsiasi altra parte Voldemort avesse ordinato e lui non era riuscito a individuarla.
Non aveva oggetti per fare un incantesimo di Localizzazione e non poteva semplicemente presentarsi a casa sua senza un piano e qualcuno che lo spalleggiasse.
Poiché Potter e Weasley, per quanto buoni di cuori e ottimi amici non se l’erano sentiti di assecondare il suo piano folle, perché solo così lo avrebbe potuto definire.

“Ma lo sai anche tu che è una follia! Non puoi batterti da solo, non sai neanche quanti siano.”
Non posso lasciarla lì, la staranno torturando.
“Dovremo sperare che sia ancora viva.”
Io credo di sì, non avrebbe avuto senso sennò il rapimento, l’avrebbero potuta uccidere anche in quel bosco.
“Probabile.”
Come faccio?! Devo avere sue notizie o impazzirò.
“Porta pazienza.”

Scosse la testa e strinse i pugni con troppa forza, se avesse saputo prima che amare comportava tutto quello, ne avrebbe fatto a meno ma adesso che era in balia dei suoi sentimenti non poteva ignorarli e non poteva lasciarla, o sarebbe morta, l’avrebbe salvata a qualsiasi costo.
Doveva solo trovare il modo migliore per farlo, senza farsi uccidere nel frattempo.

***

Hermione aprì lentamente gli occhi e il buio l’accolse come sempre nell’ultima settimana.
Provò a mettersi seduta ma le catene le bloccavano i piedi e le mani, impedendole così i movimenti anche più semplici, si appoggiò meglio al muro e dovette reprime l’istinto di vomitare, puzzava di sangue e di sudore.
Negli ultimi giorni erano venuti sempre più spesso a farle visita, soprattutto Bellatrix, poiché solo lei avrebbe potuto godere delle sofferenze di qualcun altro, e solo lei si era presa quell’incarico, cosi soddisfaceva con lei i suoi capricci, torturandola nei modi più atroci e spietati.
Ma la sua arma preferita era diventata la Maledizione senza Perdono: il Cruciatus.
Quella la faceva sempre urlare e a ogni seduta la lasciava a terra stremata e priva di forze.
Alzò lo sguardo verso il soffitto cercando di ricordare gli eventi prima della cattura ma ultimamente nella sua testa c’era solo molta confusione, così tanta che anche i pensieri più elementari le venivano difficile da analizzare o da compiere.
E sapeva che andando avanti così non sarebbe rimasto niente di lei, ma proprio in quel momento un’idea, le attraversò la mente e l’afferrò prima che se ne dimenticasse.
Draco.
Draco Malfoy.
A quel nome i suoi sensi tornarono attivi, anche se era un semplice riflesso di quella che era una volta, ma si ricordò che era con lui prima della cattura, che li aveva avvertiti del fatto che sentisse qualcosa, che c’era qualcuno, ma non le avevano creduto.
Chiuse gli occhi per ricacciare le lacrime, ma fu del tutto inutile e le sentì scendere lungo la guancia fino al suo collo, sporco.
Draco doveva aiutare Harry a vincere la guerra, solo loro avrebbero potuto trovare un modo di eliminare l’Horcrux e di uccidere Voldemort, ma qualcosa le disse che il ragazzo non sarebbe stato al meglio della sua forma.
E la colpa era sua, sua perché si era lasciata catturare e adesso si era resa inutile in tutti i sensi, forse avrebbe preferito la morta che quella tortura continua e infinita, ma cacciò quel pensiero e prima che potesse continuare a ragionare sentì il pensiero andarsene, piano, come se anche lui godesse del suo nuovo stato e improvvisamente sentì la mente vuota.

“Hermione…”
Chi è Hermione?
“Sei tu… Eri tu…”
Chi sono io?

La porta davanti a lei si aprì di colpo e venne accecata da una forte luce bianca che le fece chiudere gli occhi di scatto, provò a coprirsi col braccio ma non ci riuscì.
-Bene, bene.-
Non appena sentì quelle parole si rannicchiò su se stessa, sapeva che era venuta a giocare, a torturarla ancora, non ne aveva mai abbastanza, non si stancava mai.
-La Mezzosangue ha paura? Bene… Forse adesso ci siamo.-
Sentì risuonare il rumore dei suoi tacchi e iniziò a recitare una preghiera in francese, le era venuta in mente all’improvviso senza rendersene conto, ogni tanto il suo cervello riprendeva a funzionare da solo, ma non appena sentì le mani di lei addosso si annullò del tutto, rimanendo come un guscio vuoto.

Non mi lascerà mai andare.

-Andiamo a giocare.- sussurrò prima di trascinarla fuori dalla sua prigione.

***

-Forse dovremo provare a rientrare a Grimuld Place.- sussurrò Harry la sera di due giorni dopo.
-Perché?- chiese Ron, alzando il viso dal fuoco.
-Ho come la sensazione di dover tornare, come se stessi aspettando qualcosa.-
-Ridicolo.-
-Lo so, ma è inutile continuare a vagare senza una meta, Ginny ci deve ancora rispondere.-
-Potremo andare a salvarla, allora.- rispose Draco, con la sua solita aria strafottente.
-Malfoy lo sai che lo farei, se potessi.-
-No Potter, non lo so, non ci hai mai veramente pensato.-
-Non sappiamo neanche dove sia.-
-Tutte scuse.- disse il ragazzo alzandosi e rientrando nella tenda.

Harry scosse leggermente la testa e continuò a osservare il fuoco davanti a lui, avrebbe voluto salvarla, lo aveva pensato il giorno stesso che l’avevano rapita ma si era reso conto di avere davanti a se una cosa troppo grande.
I Mangiamorte erano forti, erano tanti e nonostante lui fosse il Prescelto, non aveva le possibilità di batterli da solo, nonostante Draco fosse bravo nel combattimento non poteva dire lo stesso per Ron, e allora non avrebbe solo rischiato la vita di Hermione ma anche loro e a che prezzo?
Non avevano la certezza di trovarla, di poterla salvare e nonostante si sentisse terribilmente egoista doveva pensare a distruggere l’Horcrux e a entrare a scuola, doveva provarci, o non sarebbe mai riuscito a battere Voldemort e il mondo sarebbe sprofondato nell’oscurità.
Quella sera rimase sveglio a fare il turno di guardia e quando i suoi compagni si svegliarono spense il fuoco e raccolse velocemente le cose del loro accampamento.
Doveva tornare a Grimuld Place, tutti i suoi sensi si erano concentrati su quel fattore e quando porse la mano a Ron e Draco non trovò nessuno ostacolo, il primo aveva deciso di fidarsi ciecamente, mentre il secondo aveva col tempo perso le speranze, così in silenzio si Smaterializzarono.
Quando arrivarono si rese conto che la casa non era stata toccata nonostante fossero lontani da tempo nessuno era riuscito a trovarla e una sensazione di vincita si insidiò nel suo cuore.
Entrarono piano, cercando di non far svegliare il ritratto della madre di Sirius e attraversarono il corridoio polveroso e sporco, nessuno aveva più badato alla sua manutenzione, neanche Kreacher.
-Dobby, Kreacher!!- urlò, mettendo le mani intorno alla bocca per farsi sentire e come se lo stessero aspettando i due elfi apparirono davanti a lui.
-Avete chiamato Padrone!- Dobby sempre sorridente si presentò mezzo vestito mentre Kreacher aveva indosso sempre il suo straccio.
-Sì, Fleur e Bill stanno bene?-
-Sì, sono ancora alla Villa, Harry Potter, signore.-
-Bene!- esclamò Ron felice.
-C’è qualcosa per lei, signore.- Kreacher allungò un libro a Harry e lo prese guardandolo attentamente.
-Le fiabe di Beda il Bardo?- chiese non capendo e continuando a rigirarsi il libro nelle mani.
-Mia madre me le leggeva.-
Harry si voltò verso Ron e vide Draco annuire, come se anche lui le avesse sentite la notta prima di andare a letto.
-Che dovremo farci?-
-Aprile.- suggerì il biondo che nel frattempo si era seduto sul tavolo della cucina.
Harry lo fece e iniziò a sfogliare il libro velocemente, saltando alcune pagine, quando arrivò alla fine senza aver scoperto qualcosa riprese dall’inizio ma mettendoci più attenzione.
Solo al quarto tentativo notò qualcosa di strano, si sedette e appoggiò il libro sul tavolo, cercando di ricordarsi dove lo avesse visto, e cosa significasse.
-Luna Lovegood.- sussurrò Draco guardando il disegno.
-Che centra, scusa?-
-Quel segno, era su una collana che aveva lei.-
-Come fai a saperlo?-
-Ron l’ho vista quando stava qua, a Grimuld Place.-
-Ora ricordo e poi vedete… E´stato disegnato, dovremo parlare con lei.-
-E´a Hogwarts, zuccone.-
-Forse suo padre.- propose Ron, con poco entusiasmo.
-Sì! Andiamo.-
-Adesso?-
-Deve pur dire qualcosa, questo libro è arrivato qua per un motivo e ciò vuol dire che qualcuno voleva che noi trovassimo questo simbolo, e dobbiamo capire che cosa significa, adesso.-
-Va bene Potter.-
Malfoy si mise in piede, ma non uscì le mani dalla tasca e si incamminò verso la porta.
-Dovresti mettere questo entusiasmo anche nel cercare di salvare Hermione, prima o poi.-
-Lo farò.- sussurrò di rimando, salutò gli elfi e anche lui si diresse verso la porta, avrebbe voluto salvarla, ma desso doveva conoscere il significato di quel simbolo, poiché tutto il suo essere gli stava urlando che avrebbe potuto conoscere qualcosa in più su Voldemort e sul suo piano.

***
Xenophilius Lovegood si presentò davanti Harry, Ron e Draco, il Prescelto lo aveva visto solo una volta in tutta la sua vita, ma adesso si presentava con un aspetto più trasandato e poco curato.
Li fece entrare senza troppe remore e li lasciò soli per andare a preparare il the.
Il ragazzo iniziò a guardarsi in giro, non potendo non restare incanto da tutti gli oggetti che quella casa conteneva, e se pensava che Luna fosse strana, suo padre non era sicuramente da meno.
-Perché siete qua?- chiese rientrando con le tazze calde e porgendole ai suoi ospiti.
-Volevamo chiederle una cosa.- disse Harry, prendendo il libro dal suo zaino e mostrando il simbolo.
-Ci dica qualcosa su questo.-
-Sono i Doni della Morte.-
-Sono nella storia dei Tre Fratelli.- sussurrò Ron, guardandoli come se fosse stato la cosa più ovvia del mondo.
-Sì, è esatto… C'erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole. Dopo un po' i fratelli giunsero ad un fiume troppo pericoloso da attraversare. Essendo versati nelle arti magiche ai tre fratelli bastò agitare le bacchette per costruire un ponte.
Ma prima di poterlo attraversare, trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata: era la Morte. Si sentiva imbrogliata perché di solito i viaggiatori annegavano nel fiume. Ma la Morte era astuta: finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che meritavano un premio per la loro abilità a sfuggirle. Il maggiore chiese una bacchetta più potente di qualsiasi altra al mondo, così la Morte gliene fece una da un albero di sambuco che era nelle vicinanze. Il secondo fratello decise di voler umiliare la Morte ancora di più e chiese il potere di richiamare i propri cari dalla tomba.
Così la Morte raccolse una pietra dal fiume e gliela offrì. Infine la Morte si rivolse al terzo fratello, un uomo umile. Lui chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene da quel posto senza essere seguito dalla Morte. E così la Morte con riluttanza gli consegnò il proprio mantello del invisibilità. Il primo fratello raggiunse un lontano villaggio armato della bacchetta di sambuco e uccise un mago con cui in passato aveva litigato. Inebriato dal potere che la bacchetta di sambuco gli aveva dato, si vantò della sua invincibilità. Ma quella notte un altro mago rubò la bacchetta e per buona misura gli tagliò la gola.
 E così la Morte chiamò a sé il primo fratello. Il secondo fratello tornò a casa, tirò fuori la pietra, la girò tre volte nella mano. Con sua gioia la ragazza che aveva sperato di sposare prima della di lei morte prematura, gli apparve. Ma presto ella divenne triste e fredda perché non apparteneva al mondo dei mortali.
Reso folle dal suo desiderio il secondo fratello si tolse la vita per unirsi a lei. E così la Morte si prese il secondo fratello. Riguardo al terzo fratello, la Morte lo cercò per molti anni ma non fu mai in grado di trovarlo. Solo quando ebbe raggiunto una veneranda età, il fratello più giovane si tolse il mantello dell'invisibilità e lo donò a suo figlio, poi salutò la Morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, congedandosi da questa vita da pari a pari.- concluse Xenophilius, continuando a sorseggiare il suo the, ormai freddo, così decise di posarlo sul tavolo.
-Mi dispiace signore, ma ancora non capisco.- rispose Harry, grattandosi la testa di lato.
Lo vide alzarsi e iniziare a girare per la stanza freneticamente e solo quando si fermò, anche Harry si alzò per osservarlo, stava disegnando un bastoncino su di un foglio col gesso nero.
-Questa è la bacchetta di Sambuco, la più potente al mondo.- disse voltandosi verso di lui, si voltò continuando a disegnare un cerchio intorno ad essa, -La Pietra della Resurrezione.
Questo è il Mantello dell’Invisibilità, assieme formano i Donni della Morte e assieme creano un Padrone della Morte.-

Harry rimase in silenzio cercando di cogliere quelle informazioni, se aveva trovato quel libro voleva dire che doveva arrivare a quella soluzione, ai Doni della Morte, ma perché? Perché era così importante venirne a conoscenza.
Si sedette e prese il libro tra le mani, Hermione sarebbe riuscita a risolvere il mistero prima di lui, sicuramente, e a dargli tutte le spiegazioni necessarie per capire, ma lei non c’era e doveva fare affidamento solo sulle sue forze, così cercò di ragionare.
Chiunque avesse messo quel libro voleva regalargli quell’informazioni, poiché preziosa, e solo allora la sua mente si aprì: Voldemort voleva i Doni della Morte, voleva diventare il Padrone della Morte; della Pietra non aveva mai sentito parlare, ma il Mantello e la bacchetta gli erano conosciuti.
-Dobbiamo andare.-
-Dove?-
-A scuola.-
-Cosa?-
-Vi spiego tutto dopo.-
Ringraziarono il signor Lovegood che senza sorprenderli molto non rispose, perso nei suoi ragionamenti e si diressero verso il bosco al limitare della casa, il più velocemente per evitare di essere visti.
-Voldemort vuole diventare il Padrone della Morte, dobbiamo distruggere gli ultimi due Horcrux prima che lo faccia, prima che diventi ancora più forte.-
-Pensi che possa riuscirci?-
-Non me ne sorprenderei, Ron.-
-Aspettate.-

Draco li fermò e venne catturato da un piccolo animale di luce argentata, un pavone, si avvicinò piano finché non lo sentì parlare e non si sorprese di sentire la voce di sua madre, solo che notò il tono preoccupato della dona.
-Draco… Hermione è al Manor ma la stanno distruggendo… Non ha più tempo ormai, le sue condizioni peggiorano di giorno in giorno, dovete salvarla, il prima possibile… Fra tre giorni la casa sarà vuota, solo io rimarrò, venite, Draco, si sta perdendo… Siate prudenti.-
Non appena l’animale sparì non potè evitare di tirare un pugno all’albero e di fissarlo con odio, cosa voleva dire che si stava perdendo? Cosa le stavano facendo, cosa le avevano fatto?
Scosse la testa e si voltò verso Harry, facendogli capire che stavano agendo troppo tardi, che avevano perso del tempo prezioso e che adesso Hermione era veramente nei guai.
-La salviamo, Draco.-
-Era arrivato il momento.- rispose burbero il biondo, riprendendo il suo cammino, doveva solo pazientare tre giorni e l’avrebbe portata via da quel posto e liberata.

“Se troverai qualcosa di lei al tuo arrivo.”
Lei ci sarà, è Hermione, sa resistere.
“Lo spero Draco, anche se…”

Cacciò l’idea dalla sua mente, lei gli avrebbe sorriso e forse a quel punto gli avrebbe confessato i suoi sentimenti, che durante quelle settimane aveva celato dentro di se.


Spoiler_

La sollevò piano e quando ebbe il suo volto vicino, lei aprì gli occhi, solo che quelle iridi marroni, non risposero al suo sorriso, ma si strinsero per la paura e il terrore.
Provò a divincolarsi ma lui la tenne salda a se, aveva paura, paura di lui.







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Capitolo 18
*** E´ancora lei ***


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Buongiorno ragazzi, sappiate solo che sono ancora viva!
Ma devo dare un esame, ahime, l'unversità pretende la mia attenzione
in questo momento e purtroppo non mi posso negare.
Ho ancora qualche capitolo pronto, ma nel caso cui non
vediate aggiornamenti, tranquilli, sono ancora viva e mi
farò sentire dopo il 22!!
Bene... Adesso arriviamo a una parte importante:Hermione e la sua testa.
Cosa succederà? Draco le starà accanto?
Tutte queste domande avranno delle risposte, giuro, per il
momento grazie, davvero, perchè mi state sempre vicino e io scrivo per voi :D

È ancora lei



Draco chiuse con troppo astio la cerniera dello zaino e se lo mise sulle spalle, aveva abbandonato le sue camicie per indossare una maglietta con felpa e un jeans scuro, non erano sicuri di cosa avrebbero trovato al Manor e con quei vestiti non avrebbe avuto problemi.
Si guardò attorno, notando che anche Ron e Harry stavano facendo la stessa cosa. Il primo però non smetteva di torturare una radio che aveva portato con se dall’inizio del viaggio, la usava per sentire le notizie che molto probabilmente Fred e George o gli altri membri dell’Ordine trasmettevano a qualsiasi ora mentre Harry si era chiuso in una sorta di mutismo voluto.
Sapeva che nonostante tutto anche lui era preoccupato per le condizioni di Hermione, sua madre si era espressa abbastanza chiaramente, ma nonostante tutto il tempo che aveva passato con lui non riusciva ancora a capirlo bene.
Potter era stato sempre un libro chiuso.
-Siamo pronti.- disse il biondo guardandoli negli occhi.
-Siamo sicuri di quello che ha detto tua madre?-
-Quando ci avevano catturato Hermione non le ha torto un capello, è il suo modo per sdebitarsi con lei.-
-Capisco.-
-Weasley, fidati per una volta.- disse Draco esasperato per quella situazione, ricorrente.
-Ci fidiamo Draco, abbiamo solo paura.-
-Ho più paura io di trovare Hermione morta.-
-Non è morta, tua madre ha detto…-
-Sì lo so, ma ho questo terrore.-
-Adesso andiamo, la salviamo e…-
-Andiamo a scuola, lo so.-

Avanzarono verso il bosco, avevano deciso di Smaterializzarsi più avanti e quando lo fecero, Draco sentì il suo cuore battere forte, doveva salvarla, assicurarsi che fosse ancora viva e vegeta, ma il tono di sua madre gli aveva messo l’ansia addosso e non sarebbe riuscito a scrollarsela finché non l’avrebbe stretta tra le sue braccia.

***

Draco osservò il cancello del Manor, non viveva a casa sua dal suo quarto anno, ma si rese conto che niente era cambiato, nonostante fosse la dimora del più grande Mago Oscuro di tutti i tempi, sua madre continuava a curare i fiori, il prato e le piante, cercando di mantenere il suo antico splendore.
Prima o poi forse, sarebbe tornato in quella casa per viverci e per creare la sua famiglia, ma per il momento era felice di non starci, di non respirare l’aria di morte e di decomposizione che tutti i Mangiamorte trasudavano, tranne la madre.
Aprì il pesante portone e non potè non volerle bene, era stata la sua salvezza fin dalla tenera età, solo che col tempo anche lei aveva fatto una scelta: o lui o il marito.
Aveva scelto il secondo ma non se l’era presa, sapeva che sarebbe andata a finire così.
-Draco.-
Li fece entrare dentro casa e prima che potesse correre a salvarla venne abbracciato da lei, e si ricordò quei rari momenti della sua infanzia dove credeva di poter essere felice sempre, ma aveva imparato a sue spese che tutti i suoi sogni si erano infranti.
-Dov’è?-
-Nel carcere, andate.-
Non perse altro tempo e percosse i corridoi a lui conosciuti senza pensarci, sapeva dove andare, quale strada prendere per velocizzarsi ma l’unica cosa che non sapeva erano le sue condizioni.
Col cuore che gli batteva forte aprì la porta che conduceva al corridoio buio e puzzolente, guardò dentro ogni cella finché non si soffermò sull’ultima e sentì il ritmo aumentare sempre più, fino a sentirlo in gola.
-Hermione.- sussurrò piano.
Aprì la cella con un incantesimo e corse da lei, era rannicchiata in un angolo e sembrò lei, la sua Hermione, quella che aveva imparato ad amare col tempo senza rendersene conto, quella che le aveva rubato il cuore.
La scosse piano e le fece sollevare il mento, ma qualcosa in quella visione stonava col suo ricordo, era sporca e ricoperta di ferite, molte delle quali perdevano ancora sangue, mentre altre si erano chiuse, male e deformando la sua pelle morbida, quella pelle che aveva solo sfiorato in poche occasioni.
La sollevò piano e quando ebbe il suo volto vicino, lei aprì gli occhi, solo che quelle iridi marroni, non risposero al suo sorriso, ma si strinsero per la paura e il terrore.
Provò a divincolarsi ma lui la tenne salda a se, aveva paura, paura di lui.

“No ha paura di quello che le hanno fatto.”

-Hermione, sono Draco.-
La guardò negli occhi e la vide tremare, piano, come un cucciolo maltrattato che aveva visto le cose peggiori in quelle settimane.
-Non giocherai con me?-
-No, non lo farò mai.-

-Draco, dobbiamo andare, non è prudente fermarsi ancora.-
-Sì, certo.-
La strinse a se, la vide appoggiare il viso al suo petto e chiudere gli occhi, l’avevano torturata nei peggiori dei mondi, anzi pensò che l’opera fosse stata realizzata dalla zia in persona, l’unica che avrebbe goduto a compiere quei gesti sadici.
Risalirono le scale e si mossero velocemente nei corridoi, finché non tornarono all’ingresso dove Narcissa li stava aspettando a mani giunte, cercando di non torturarle.
-Dovete andare.-
-Madre…-
-Quando si sveglierà curala, sei bravo nelle pozioni, procurati gli ingredienti ma stai attento, potrebbe non riconoscerti.-
-La ringrazio, ma è meglio andare…-
Ron tirò Harry per la manica del giubbotto e Draco li seguì a ruota solo che non appena aprì il portone vide delle figure incappucciate di nero avanzare, chiuse piano per non farsi notare e guardò la madre.
-Schiantatemi.-
-Cosa?!-
-Se mi schianti, loro non mi faranno niente e voi scapperete senza problemi.-
-Non voglio farlo.-
-Draco stanno per rientrare, salvatevi!-
-Lo faccio io.- Harry prese la bacchetta e guardò negli occhi la madre di Draco per poi fare lo stesso con lui, -Stupeficium.-
Fu un colpo secco e subito sentirono dei passi farsi sempre più vicini e forti, corsero dall’alto opposto del salone, per uscire da una porta finestra che li condusse nel giardino posteriore, solo quando ebbero raggiunto il luogo giusto, Draco prese le loro mani e si Smaterializzarono via, prima che i Mangiamorte li beccassero.

***

Harry osservò Draco per tutto, sembrò un guardone, ma per la seconda volta vide quanto amore mettesse il ragazzo nelle cure verso Hermione, nel modo delicato di toccarla, di sfiorarla piano, come se lei si potesse rompere come una bambola di porcellana e nei suoi occhi.
Li aveva conosciuti bene quegli occhi color tempesta, al primo anno si erano posati su di lui, cercando un alleato, un compagno di avventure, ma dopo lo smistamento tutto era cambiato e da possibili amici erano diventati nemici, col tempo si erano scontrati, così tante volte che non riusciva a ricordarle, ma solo al quarto anno le cose erano cambiate.
Adesso conosceva il vero Draco ma Hermione aveva modificato quella parte di lui inumana che nessuno aveva mai conosciuto.
Si mise da parte e lasciò fare al ragazzo, sentendosi del tutto inutile in quel momento e non potè evitare di darsi la colpa, se avesse deciso di agire prima forse Hermione non sarebbe stata in quelle condizioni.


Draco le fece bere un’altra pozione Ricostituente e fasciò le ferite aperte con delle foglie di eucalipto che aveva trovato lungo il sentiero, adesso doveva solo aspettare che si svegliasse e una parte di lui temeva quel momento.
Se prima era riuscito a calmarla adesso non credeva di riuscirci una seconda volta, ma aveva bisogno di parlare con lei, di sentire la sua voce e di rivedere i suoi occhi, ancora e ancora, fino allo stordimento, lei era la sua droga.
Le si sedette accanto, tolse i capelli dalla faccia, e li sistemò in una coda improvvisata, avrebbe voluto lavarli come anche i vestiti e il corpo, ma non si sentì sicuro nell’esplorare quella parte di lei che ancora non conosceva o almeno lo avrebbe fatto se avesse ottenuto il suo permesso.
Come se l’avesse chiamata la vide aprire gli occhi, ma come la volta precedente si alzò di scattò per rannicchiarsi vicino a un albero, chiudendo gli occhi e abbracciandosi le gambe.
Hermione era distrutta, non solo fisicamente ma anche emotivamente, sua zia l’aveva torturata fino alla pazzia, fino a impedirle di ragionare, aveva già visto questo risultato, quest’ abominio: nei coniugi Paciock ma sperò che lei non fosse arrivata a quel livello, sperò che per lei ci fosse ancora speranza.
Tolse la bacchetta dalla tasca e la buttò vicino alla tenda, per mostrarle le mani, doveva convincerla che lui non le avrebbe fatto del male.
-Hermione… Guardami, Herm.- si avvicinò piano e si abbassò al suo livello ma la ragazza non accennò nessun movimento.
Si voltò verso i ragazzi ma anche loro erano rimasti immobili, come se non fossero preparati a quella possibilità.
-Herm, tesoro… Sono Draco, io non ti farò del male.-
Lei lo guardò e finalmente rivide quelle iridi, erano spaventate e tremava leggermente.
-Tutti vogliono farmi del male.- sussurrò piano, aveva la voce rauca per le urla.
-Io non lo farò, vedi.- alzò le mani per farsi vedere e lei parve quasi convincersi.
-Ti hanno fatto male?-
-Sì.-
-Ti… Ti ricordi chi sei?- domandò, ma subito si pentì di quella domanda, non sapendo come lei avrebbe risposto.
-Mi hai chiamata Hermione.-
Sentì Harry espirare come se avesse trattenuto il fiato, ma lui ancora non lo fece, poiché sapeva che lei non aveva finito.
-Ma non so chi sia Hermione… Non so chi sono.- concluse, cercando di ricacciare le lacrime.
Lui si avvicinò e le tolse col pollice, per poi toccarle piano il viso, non era scappata e lo vide come un aspetto positivo, iniziava a fidarsi.
-Ti aiuterò a ricordare.-
-Grazie.-
La fece alzare e lei si nascoste tra le sue braccia, singhiozzando piano, le lisciò i capelli con la mano e la strinse forte.

Cosa le hanno fatto?!

***

L’osservò riposare, era rimasta sveglia per quasi un’ora ma poi era crollata e lui l’aveva portata dentro la tenda, sistemandola sulla brandina, per coprirla con le lenzuola.
-Sta male.-
-Lo so.- rispose senza distogliere lo sguardo dal suo.
-Com’è successo?-
-La maledizione Cruciatus fa questo effetto se usata spesso.-
-Cosa ne sarà di lei?-
-Non è grave, i genitori di Neville che hanno subito la stessa tortura non riescono a parlare mentre lei ancora si, ma è come se si fosse discosta da se stessa, come se avesse scollegato i fili.-
-Quindi dici che si riprenderà?- chiese Ron, avvicinandosi a lui.
-Sì, ha solo bisogno di un buon Medimago.-
-Ne avrà uno o due, la salveremo, ma per adesso dobbiamo solo ricordarle chi è.-
-Esatto Potter.-
-Sarà prudente portarla a scuola?-
-Non lo so, ma dovremo rischiare, non perdiamola mai di vista.-
-Draco?-
-Sì?- chiese voltandosi verso il ragazzo con la cicatrice.
-La ami davvero, spero solo che tu abbia il modo di esporti.-
-Lo spero anche io.-

Le sfiorò il viso e cercò di non crollare, adesso Hermione aveva bisogno di lui, sarebbe stata la roccia, la sua ancora di salvezza, doveva riportarla da lui e solo con la pazienza e il suo amore ci sarebbe riuscito, non poteva arrendersi, non ora che aveva trovato la ragazza giusta per lui.

***

Lo sanno, sanno del tradimento!!
“Non essere sciocca, non lo possono sapere!”
Invece sì, la colpa è solo mia, devo farmi perdonare, devo pagare.
“Hermione!!”

Chi è Hermione?



Spoiler_ 
-Cinque con quelli.-
-Stupido ragazzo, non capisco cosa Silente vedesse in te, ma adesso è troppo tardi per chiederglielo.-


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Capitolo 19
*** Verità nascoste ***


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Buongiorno a tutti, eccomi finalmente !!
Scusatemi per l'assenza della precedente settimana, ma come avevo detto l'esame non mi ha lasciato
molto tempo libero e dovevo concentrarmi per superarlo bene :D
Quindi adesso che sono libera e che manca un pò
per l'inizio dei corsi, mi dedicherò un pò a voi...
Alla conclusione di questa storia e all'inizio di una nuova !!
Manca poco alla sua conclusione ma quello di oggi si rivelerà uno dei capitoli più importanti e significanti
della storia!!
Spero possa essere di vostro gradimento e spero anche che il nostro Draco faccia
colpo! la sua vista non è mai stata così complicata!!!!
ps: la parte in corsivo e con il trattino (-) sarà la coscienza cattiva di Hermione, ma tutto vi sarà chiaro solo leggendo ^^


 
Verità nascoste
 
 
Draco scrutò attentamente il quadro davanti a lui, aveva sentito spesso la storia dei fratelli Silente, ma non aveva mai collegato Aberforth con Albus, forse perché loro non erano andati al suo funerale, forse perché la guerra li aveva rimbecilliti alla fine, ma adesso fu felice di quel legame.
Si erano Smaterializzati ad Hogsmeade senza riflettere, anche perché avevano avuto problemi con Hermione, non voleva andare o meglio aveva paura della Smaterializzazione e Draco aveva perso delle ore a convincerla e quando c’era riuscito i Ghermidori avevano messo a rischio la loro missione.
Ormai era diventato palese il fatto che Voldemort avesse assunto il comando, il male si era sparpagliato per tutto il Mondo Magico e senza l’aiuto di Aberforth loro sarebbero morti.
Continuò a guardare il volto di Ariana, stringendo la mano di Hermione, si era calmata e respirava tranquillamente, ancora non era riuscito a capire bene cosa le fosse successo, poiché nonostante non fosse in se per la maggior parte del tempo poi se ne usciva con un frase o una parola che gli dava la sensazione che fosse di nuovo lei, come quando quella mattina lo aveva baciato piano, quando ancora dormiva, lui si era reso subito conto di quella lieve pressione ma quando guardò i suoi occhi capì che lei era già andata via.
Neville uscì dal ritratto, sorridente come non mai e li abbracciò, anche la ragazza che rispose freddamente.
-Cosa le è successo?- il ragazzo si voltò verso Draco ma fu Harry a prenderlo da parte per parlare.
-Neville, lei è… Stata torturata.- disse piano, cercando di cogliere la reazione dell’amico che non tardò ad arrivare.
-Come i miei genitori… Ma lei sembra diversa.-
-Sì, lei in certi momenti sta bene.-
-Harry non preoccuparti, adesso entriamo ad Hogwarts e poniamo fine a questa fottuta guerra.-
-Sì.-
 
Si voltarono per ringraziare Aberforth e iniziarono a camminare lungo il passaggio segreto che i ragazzi dell’Ordine avevano creato, e in poco tempo si trovarono nella Stanza delle Necessità.
Tutti iniziarono a sorridere e a gioire per la felicità, Harry Potter era tornato e ciò voleva dire che tutto si sarebbe risolto, guardò Draco, nonostante fosse tornato a casa come lui lo vide pensieroso, non aveva ancora lasciato la mano di Hermione, che si nascondeva come impaurita dietro la sua spalla.
-Ginny.- Harry sorrise a quella visione e strinse l’amica, o la ragazza che gli aveva rubato il cuore.
-Sono felice di vedervi, Ron!-
-Allora ti ricordi di me!- esortò il fratello scherzando.
-Cretino, ma Piton sa di voi.- concluse, non riuscendo a trattenere ancora quella notizia.
-Non mi sarei aspettato niente di diverso.-
 
Hermione strinse la mano del ragazzo e guardò la rossa, sforzandosi di ricordare qualcosa, qualcosa che le era rimasta bloccata nella mente, come una tortura.
A quella parola rabbrividì e si strinse ancora di più in se stessa, e poi ricordò: il bacio tra lei e Draco, il dolore che aveva provato, la sua anima lacerata, il cuore a pezzi e le lacrime che aveva versato sotto la doccia per giorni, così da non farsi sentire.
Il respiro divenne più pesante e strinse la mano libera a pugno, ricordava, ricordava chi era e cosa stava facendo, ma sapeva che non sarebbe durato a lungo, si sarebbe persa ancora e ancora.
 
“Chi è Hermione?”
Sono io.
 
-Avete pensato a Priscilla e a quello che vi avevo chiesto?-
-Sì, io e Luna abbiamo pensato che potesse essere il suo diadema, si dice però che sia perduto.- intervenne Cho, facendosi avanti.
-Forse dovremo parlare con lei.- disse Ron, cercando l’appoggiò del Prescelto.
-Vado io, con Hermione, tu devi fare qualche altra cosa Harry.- lo apostrofò  Draco, tranquillamente.
-Sì, qualcuno mi sta aspettando.-
Stabilirono di vedersi a breve in Sala Grande, così da coinvolgere anche i professori e cacciare Piton una volta per tutte dalla scuola e rimandarlo a calci nel sedere dal Signore Oscuro, quando Draco iniziò a seguire il resto dei ragazzi sentì Hermione ferma, i piedi puntati a terra che guardava attentamente Ginny.
-Hermione stai…-
-Ascoltami bene, non ho detto niente a Harry di quel bacio e non intendo farlo ora, sappi solo che se ti vedo ancora girare attorno a Draco io ti Schianto, spero solo di ricordarmelo…- sussurrò piano, provando a ricacciare le lacrime agli occhi, senza volerlo mollò la mano di Draco e corse fuori dalla stanza.
-Che è successo?!- chiese Ginny bloccando il biondo che sarebbe voluto correre a cercare la ragazza.
-L’hanno torturata fino alla pazzia.- disse uscendo di corsa dalla Stanza.
-Ma lei…-
-Ricorda, cioè torna in se ma non sempre. Dove cazzo è?!-
-La cerco io Draco, vai dalla Dama Bianca, adesso.-
Ginny si allontanò dal biondo e imprecando sotto voce corse dalla parte opposta, sapeva di dover trovare Hermione, che sarebbe dovuto rimanere con lei e salvarla, se l’era ripromesso ma doveva cercare la Dama, chiederle del Diadema e porre fino agli Horcrux, anche se in quel momento il pensiero del ricordo di Lumacorno lo fece tremare: Voldemort aveva parlato di sette Horcrux, che si fossero sbagliati?!
 
***
 
Harry aprì poco delicatamente la porta dell’ufficio del preside trovando al suo interno Piton, comodamente seduto dove Silente era stato per anni, ancora prima del suo arrivo a Hogwarts e trovarlo nel suo ritratto, dormiente e pacifico, gli fece male al cuore, era morto per causa sua e non se lo sarebbe mai perdonato, mai.
-Potter.-
-Stia seduto, Severus.- disse uscendo la bacchetta e puntandola verso il suo avversario.
-Sempre irruento, sempre poco riflessivo, come tuo padre!-
-La finisca con questa storia, so che lei è un Mangiamorte, so che lei sapeva tutto e che voleva vederlo morto, ma adesso è finita, stiamo per distruggere gli ultimi due Horcrux e poi Voldemort non sarà un problema!-
-Due? Quanti ne avete distrutti?-
-Cinque con quelli.-
-Stupido ragazzo, non capisco cosa Silente vedesse in te, ma adesso è troppo tardi per chiederglielo.-
-La smetta.-
-Penso che sia arrivato il momento di conoscere la verità… Voldemort è sempre più vicino, adesso che ha la bacchetta di Sambuco.-
-Lei cosa ne sa?!- sbottò urlando.
-Chi te lo ha messo secondo te quel libro a Grimuld Place?-
-LEI?-
-Siediti Potter, e guarda questo.- disse uscendo una piccola ampolla dalla tasca e versandola nel pensatoio che si era spostato dalla parete.
Harry lo guardò per un paio di secondi che gli parvero ore, ma poi decise di sedersi e di scoprire anche quella parte della storia, se Severus avesse detto la verità sarebbe cambiato tutto, non solo nel suo modo di vederlo, ma anche nella guerra, non sarebbe più stato solo e ciò voleva dire solo una cosa: la guerra, questa guerra poteva essere vinta.
 
***
 
Hermione voltò un altro corridoio e rimase bloccata. Non aveva idea di dove stesse andando, si era persa tra la folla e stava vagando da così tanto tempo che le parvero giorni, Hogwarts era immensa e sapeva che non avrebbe dovuto mollare la mano di Draco, ma la tensione e  la rabbia avevano preso il sopravvento su di lei.
Proprio adesso che in lei c’erano così tante emozioni da confonderla, i ricordi della sua vita arrivavano lentamente e non sempre riusciva ad afferrarli, le sfuggivano in quella mente rovinata dal Cruciatus per colpa di Bellatrix Lestrange.
Si appoggiò al muro e iniziò a singhiozzare, cosa ne sarebbe stato di lei? Chi era lei in quel momento?
Non lo ricordava e aveva paura di non ricordarlo mai più, di dover vivere per il resto della sua vita in quel modo, tra la coscienza e l’incoscienza, come se fosse stata perennemente drogata.
Si asciugò gli occhi e tolse la felpa, rimanendo con la maglietta, Draco l’aveva cambiata quella mattina, si era preso cura di lei, con amore.
 
DRACO!
“Te lo ricordi, va da lui, ora che sai, corri a cercarlo!!”
Io… volevo tanto dirgli che lo amo, vorrei poterlo fare.
“Hermione devi andare adesso, non puoi restare sola, la guerra sta arrivando.”
Guerra? Quale guerra?
“No, Hermione, concentrati, tu stai cercando Draco Malfoy, alto, biondo e sexy da paura, è il tuo ragazzo e lo ami, glielo vuoi dire e battere Voldemort, va da lui e ti aiuterà.”
Draco chi? Hermione chi?
“No… Non di nuovo.”
 
***
 
Draco riuscì a ottenere l’informazione dalla Dama Bianca abbastanza facilmente, anche se non aveva subito creduto nel suo buon cuore soprattutto perché veniva da Serpeverde, ma leggendo la sua anima almeno cosi credette si fidò abbastanza da dirgli il posto dove il diadema era conservato.
Corse verso il corridoio del settimo piano, non volendo perdere altro tempo, passando per le scale, sperando che tutto fosse andato per il verso giusto e proprio in quel momento incontrò Ron, ma una voce lo fece fermare e portare la mano alle orecchie pur di farla smettere, pur di impedirgli di entrare.
 
 
Harry era uscito dall’ufficio del preside con la consapevolezza che Silente gli aveva mentito, che Severus Piton era sempre stato dalla sua parte e che era stato cresciuto per sancire la fine di quella guerra.
Tutte quelle emozioni erano state troppe per lui in un primo momento, ma poi aveva stretto i pugni e aveva ricordato i suoi genitori, quelli di Neville, Hermione e tutte le persone che erano entrate involontariamente in quella guerra.
Era compito suo finirla, doveva uccidere Voldemort, doveva portare la pace e sapere di essere lui stesso un Horcrux non aveva aiutato, ma si era rimboccato le maniche e si era presentato in Sala Grande, con Severus Piton al fianco e aveva cacciato i Mangiamorte che si spacciavano per insegnanti, ma proprio in quel momento di vittoria, proprio quando poteva dare nuova speranza ai ragazzi una voce, la sua voce si propagò per tutta la sala, anche se gli sembrò dentro la sua testa, così forte, cosi arrabbiata da farlo tremare per un solo attimo.
 
-Suppongo che molti di voi vogliano combattere, ma combattere sarà inutile… Consegnatemi Harry Potter e tutto questo potrà essere evitato.
Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati.
Avete un’ora.-
 
Harry si guardò intorno spaesato per la prima volta, non si era reso conto che anche i membri dell’Ordine erano arrivati, che la McGranitt stava facendo chiudere i Serpeverde nelle segrete e in poco tempo tutta la scuola lo fissò, aveva un piano, ma coinvolgere altre persone voleva dire metterle in pericolo.
-Harry noi siamo con te.- Fred si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla, -Non temere, adesso dicci cosa fare.-
-Proteggete la scuola, datemi quest’ora e io potrò completare ciò che Silente mi ha affidato.-
-Va bene, ragazzi adesso dobbiamo organizzare le forze.-
Osservò la McGranitt iniziare a dettare ordine ma lui non la sentì corse fuori dalla Sala Grande e si diresse verso le scale, ma quando decise di prendere un sentiero diverso si bloccò notando Draco e Ron, in mezzo a essa.
-Ragazzi!- urlò facendoli fermare e raggiungendoli velocemente.
-Potter, hai sentito?-
-Lo so, abbiamo solo un ora, hai scoperto dov’è?-
-Stanza delle Necessità.-
-Davvero?!- esordì Ron preso in contropiede.
-Sì, la Dama Bianca ha detto così, stiamo attenti… Ginny ha trovato Hermione?-
-Perché non è con te?-
-Ma sei scemo?! La vedi per caso, oh cazzo!-
-Draco, Hermione starà bene.–
-Lo sai che non è così, che lei non è più se stessa e io devo trovarla.-
-Aspetta! Ho pensato a quello che Hermione aveva detto sulla spada di Godric Grifondoro.-
-Ovvero?-
-Che era cosparsa di veleno di Basilisco, ecco con quello potremo distruggere gli Horcrux.-
-Come lo prendiamo?-
-Draco lo sai il serpentese?-
Il ragazzo rimase fermo a guardarlo, ma annuì brevemente, adesso non avrebbe solo dovuto cercare Hermione ma si sarebbe dovuto immergere in un luogo puzzolente, dove una bestia era rimasta per troppo tempo a marcire.
 
Di bene in meglio.
 
***
 
Hermione aprì la porta e si ritrovò senza volerlo in un bagno al secondo piano, osservò la sua struttura ma si rese conto che non era poi molto usato, avanzò piano, tenendosi la testa con le mani e si appoggiò al lavandino.
Non era più riuscita a ricordare qualcosa, aveva provato ma la sua mente si era chiusa in se stessa, regalandole solo un terribile mal di testa.
-E tu cosa ci fai qui?!-
Alzò lo sguardo e osservò lo spettro di una ragazzina volteggiare in aria.
-Io mi sono persa.-
-Non sei di Hogwarts, non ti ho mai visto, da dove vieni?-
-Non me lo ricordo.-
-Come fai a scordarlo?-
-Mi hanno… Fatto male, qua.- disse toccandosi la testa e capendo che quello se lo ricordava, il dolore, la paura non l’avevano mai abbandonato ma avevano formato una sorta di seconda pelle.
-Io invece sono morta e nessuno viene mai a trovarmi.-
-Mi dispiace.- disse sinceramente, continuando a guardarla.
-Sembri stare male.-
-Io…-
Ma il suo pensiero venne interrotto dalla porta che sbatteva contro la parete, qualcuno l’aveva aperto troppo forte e lei si era voltato per lo spavento.
-HERMIONE!-
-Io… Chi sei tu?-
-Draco… Ma come… Non ha importanza!- senza pensarci si sporse e l’abbracciò forte e qualcosa scattò in lei, il suo odore lo conosceva e gli piaceva.
Lo avrebbe associato a un frutto, forse l’eucalipto, ma non era sicura, la sua mente bloccata in quel momento aveva ripreso a funzionare e sapeva che poteva fidarsi di lui.
-Vieni con me.-
Le prese la mano e si voltarono verso il rubinetto, che al sentir le parole di Draco si aprì, per lasciare lo spazio a un passaggio segreto, Hermione lo guardò cercando di vedere la sua espressione e se fosse convinto di quel luogo, ma lui esercitò una leggera pressione sulla mano e la trascinò dentro.
-Vieni a trovarmi, ragazza!-
Si voltò per guardare lo spettro ma dopo poco anche la luce fu inglobata dal buio e dalla puzza di quel posto.
-Dove stiamo andando?-
-La Camera dei Segreti, Harry te ne aveva parlato, al suo secondo anno ha ucciso un Basilisco qua sotto e a noi serve una delle sue zanne, per qualcosa che hai detto tu.-
-Io?- svoltarono a destra e si trovarono davanti a una porta ovale, adornata da serpenti.
-Sì, sapevi che il veleno del Basilisco avrebbe distrutto gli Horcrux ma noi non ci abbiamo pensato fino a poco fa, tutto merito tuo.-
La porta si aprì dopo che Draco pronunciò altre parole in serpentese e Hermione rimase quasi pietrificata dal cadavere, ormai solo di ossa, dell’immensa bestia che risiedeva in quel luogo.
Avanzò vicino a Draco ma in cuor suo si chiedeva come avesse potuto avere una simile idea.
 
“Tu sei molto intelligente.”
 
Draco si chinò e prese una zanna, e ne mise altre nella tasca, voleva avere la certezza di non dover correre nella Camera dei Segreti perché aveva smarrito la sua zanna e poi anche a Harry e Ron avrebbero fatto comodo, il ragazzo gli aveva raccontato per sommi capi il ricordo di Piton e il fatto che si fosse aggiunto il serpente alla lista non lo entusiasmava proprio o tanto meno sapere che Potter era l’ottavo Horcrux.
-Tieni.-
Porse la zanna a Hermione e posò la Coppa a terra.
-Perché io?-
-Perché devi dimostrare a quegli stronzi che nonostante tutto quello che ti hanno fatto tu non ti sei arresa, perché non sei una loro pedina.-
 
 
 
Harry corse fuori dalla Stanza della Necessità con Ron al seguito e Zabini, lanciando con un calcio il Diadema appena ritrovato nelle fiamma dell’Ardemonio eseguito da Tiger.
E in poco tempo la porta si chiuse alle sue spalle, lasciandoli fuori dalla distruzione della Stanza delle Necessità, solo allora respirò nuovamente e si rese conto di aver distrutto un altro Horcrux, uno in meno, ma ancora ne mancavano tre e l’impresa sarebbe stata più ardua del previsto.
Si alzò per affacciarsi a una finestra e solo in quel momento si rese conto che la scuola era stata attaccata, nel giardino dell’ingresso i ragazzi, i professori, l’Ordine e altri maghi stavano combattendo contro l’esercito di Voldemort, composto anche da Troll e creature poco raccomandabili e così vide i guardiani di Hogwarts proteggere le mura, fece alzare Ron così da fargli guardare quell’orrore.
Adesso doveva solo aspettare notizie di Draco e sarebbe passato all’ultima parte del piano, quella più difficile, quella che non aveva previsto.
 
Perché Silente è morto così presto? Sarebbe stato più facile se lui mi avesse preparato a tutto questo.
“Non sarebbe servito a niente.”
Lo so.
 
 
 
Hermione indietreggiò ma poi si lasciò colpire dal getto d’acqua o meglio dall’onda che l’Horcrux aveva provocato alla sua distruzione, ma si ritrovò a ridere, per la prima volta da giorni e guardò Draco.
Adesso lo ricordava e qualcosa le disse che sarebbe durato ancora di meno della volta precedente, quando aveva sentito la voce di Voldemort si era sentita morta dentro e non credeva di reggere un secondo colpo.
Si avvicinò veloce e vide lui fare la stessa cosa e si ritrovarono, labbra contro labbra e i corpi così stretti da potersi sentire anche attraverso i vestiti bagnati.
Lui senza troppe cerimonie le fece schiudere le labbra per trovare la sua lingua, aveva bisogno di lei e adesso non l’avrebbe lasciata andare.
-Draco…-
-Sh, non parlare.- disse continuandola a baciare con foga, per ricordarsi, per imprimersi alla mente tutti quegli odori, quelle sensazioni che a breve non avrebbe più avuto.
-Ascoltami.- lo allontanò di poco, ma non interruppe il contatto coi suoi occhi, -Io fra poco me ne andrò di nuovo e non ricorderò niente, di tutto questo ma adesso ho bisogno di dirti una cosa.-
-Hermione.-
-Aspetta… Draco io mi sono innamorata di te, penso di amarti, anzi ne sono sicura…-
 
-Sa del tradimento!-
 
-Ma tu… Io avevo bisogno di…- guardò i suoi piedi sentendo la testa pesante e il respiro tirato.
-No ti prego, non andare via.- le strinse le braccia per farla guardare, -Anche io credo di essermi innamorato, non credevo fosse possibile, mio padre mi ha sempre detto che noi non possiamo amare ma con te è diverso, io ti amo, non andare via, per favore.-
Hermione gli carezzò il volto leggermente ruvido per la barba e sorrise, -Chiunque io sia… Ti starò vicino.-
 
-Adesso scapperai perché lui sa del tuo tradimento e non potrà guardarti in faccia.-
Draco scosse la testa per scacciare le lacrime, le prese per mano e la condusse fuori da quel luogo, aveva detto le parole proibite, quelle che i Malfoy non osano pronunciare e le aveva dette col cuore, sapeva di amarla, tutto il suo essere sapeva di amare Hermione Granger ma il suo rimpianto più grande fu di averlo detto a una sconosciuta, e non alla ragazza che gli aveva rubato il cuore.
Quando uscirono dal bagno, vennero investiti dalla calca, la guerra era sfociata in un modo o nell’altro in uno scontro pieno di morti e di feriti.
Prese la bacchetta e corse a cercare Potter con la mano stretta in quella di Hermione, ma la sua voce lo fece fermare nuovamente, tutto iniziò a ruotare e si appoggiò al muro per non crollare come un pivellino, tenendosi la testa con entrambe le mani per attutire il dolore.
 
-Avete combattuto valorosamente, ma invano! Ogni goccia di sangue magico versato è un terribile spreco… Perciò ordino alle mie truppe di ritirarsi, in loro assenza disponete dei vostri morti con dignità.
Harry Potter ora mi rivolgi direttamente a te, hai permesso che i tuoi amici morissero per te, piuttosto che affrontarmi di persona, non c’è disonore più grande, raggiungimi nella Foresta Proibita e affronta il tuo destino.
Se non lo farai io ucciderò, fino all’ultimo uomo, donna o bambino.-
 
Draco aprì nuovamente gli occhi e vide Harry a pochi passi da lui, lo sguardo spento e la bacchetta in mano.
-Potter.-
-Sto andando, Malfoy.-
-Non vorrai…-
-Sì, lo hai sentito.-
-Ma è una follia!- scattò in piedi per impedire al ragazzo di compiere quel gesto affrettato.
-No e poi penso che tu lo sappia perché devo andare… Voldemort ha veramente creato sette Horcrux o dovrei dire otto.- disse ironicamente, indicando se stesso.
-Ma…-
-Uccidi il Serpente e tieni al sicuro Hermione.-
-Lei è qua.-
-No.- concluse Harry voltandosi per cercarla e solo allora il biondo dovette concordare con l’amico, era scomparsa, di nuovo, e stavolta sotto i suoi occhi.
-Merda!-
-Non è lontana, vai e aiuta la McGranitt.-
 
***
 
Hermione trovò la strada senza bisogno di cercarla, passò attraverso i prati di Hogwarts e arrivò sotto la prima boscaglia, quando aveva sentito la sua voce la paura si era impossessata di lei come il senso di colpa e allora ricordò del tradimento, del Patronus a forma di lontra mandato al Signore Oscuro per ottenere i suoi desideri più profondi e ricordò come Draco l’avesse guardata, lui sapeva e l’aveva giudicata.
 
“No, emerita cretina, è frutto della tua mente malata!”
-Hermione lo sanno che tu li hai traditi, adesso devi essere punita.-
Io…
“Sono io la tua coscienza, quelle è la tua mente malata, non ascoltarla!”
Ma lei ha detto… E poi Draco lo sa, i suoi occhi erano di tenebra.
“Lo stai immaginando, ascoltami ragazza torna in te.”
-Vai e finisci quello che hai iniziato.-
“Hermione non fare pazzie, torna indietro.”
 
Ma si era resa conto che fosse troppo tardi, davanti a se l’esercito di Mangiamorte la guardava allibito, ma quando vide il viso di Bellatrix capì che aveva fatto il suo gioco, che lei l’aveva condotta in quel punto con la paura e il terrore.
Era stata presa in giro da se stessa.
Quando si voltò per provare a scappare non riuscì a muoversi, Harry Potter la stava guardando dritto negli occhi.

 
Spoilier_

A warning to the people
The good
And the evil
 
This is war
 

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Capitolo 20
*** This is War ***


Io non sono morta... T.T
Credevo che fosse facile destreggiarsi tra lezioni, studio, elezioni e efp
ma diciamo che tutti i miei programmi sono andati a monte una settimana fa...
Quindi mi trovo maledettamente indietro e se aggiungiamo che ho dovuto 
cambiare il disco rigido al pc, sono stata ferma per troppo tempo!
Così adesso si riprende a lavorare, anche su questo fronte, con almeno un 
aggiornamento a settimana!
Ve lo devo e lo devo a questa storia che mi ha dato molto, spero perciò di non deludervi
perchè adesso capirete il motivo di questo titolo: This is war...
Buona lettura :D



 
This is War
 
 
A warning to the people
The good
And the evil
 
This is war
 
-Harry.-
Hermione pronunciò quelle parole come un sussurro, il suo amico non doveva essere lì, non doveva cedere alle richieste di Voldemort, non poteva morire a meno che non fosse stato lui stesso un Horcrux.
“Sette non è il numero magico più potente, professore?”
E se ne avesse creati altri? Hermione sbarrò gli occhi per la paura, doveva fermarlo adesso che poteva, adesso che ricordava cosa fare.
Fece un passo avanti ma Bellatrix la inchiodò con la sua bacchetta.
-Mi sorprende vederti viva.-
-Ho la pelle dura.-
-Ancora non hai perso questo piccolo vizio, ma avremo tempo dopo di eliminarlo.- sussurrò al suo orecchio facendola tremare.
-Harry no!- Hagrid urlò forte e solo allora Hermione lo guardò ma si costrinse a distogliere lo sguardo e a puntarlo nelle iridi del suo amico che ancora la stavano guardando.
-Harry Potter, il ragazzo che è sopravvissuto venuto a morire.-
Voldemort smise di carezzarsi la testa e osservò anche lui il ragazzo, sorrise, un sorriso maligno e privo di dolcezza, estrasse la bacchetta e la puntò verso l’unico suo vero nemico.
-Harry ti prego va via! Mi dispiace ma vattene via!-
Ma non rispose, lo vide chiudere gli occhi pronto a incassare il colpo.
-No…-
-Avada Kedavra!- un lampo di luce verde colpì il Prescelto per poi espandersi per tutta la foresta, Hermione rimase a guardare fino all’ultimo momento, sperando di sbagliarsi, che fosse tutto un sogno, ma improvvisamente il suo mondò iniziò a essere sfocato e chiuse gli occhi.
 
To the soldier
The civilian
The martyr
The victim
 
This is War
 
Minerva si guardò attorno nella Sala Grande e ciò che vide le fece accapponare la pelle, molti studenti stesi a terra, morti, altri seduti che si stavano medicando, professori feriti e incapaci di combattere ancora.
Questa guerra li stava portando alla morte anche se lentamente, asciugò una piccola lacrima e riprese il suo giro d’ispezione, e improvvisamente le venne in mente quella notte al Ministero della Magia, la sera che Sirius e Albus avevano perso la vittima, i soldati che morivano per il loro ideale, che morivano per permettere a Harry di vincere.
Ma dov’era finito Harry Potter? Del suo team erano rimasti solo Ron e Draco, seduti in disparte da tutti, come se vivessero un loro dolore personale e nessuno ne potesse far parte.
Guardò a terra, poco distante dal tavolo dei Tassorosso e vi trovò Lupin e Tonks, membri dell’Ordine, martiri di quella guerra che avrebbero potuto evitare per dare un futuro a Teddy, ma nessuno dei due si sarebbe sottratto alle sue responsabilità, c’erano dentro, come lei, come anche Diggory.
Ricordava ancora la sua morte e ripesò a quel giorno funesto, lui era stato la prima vera vittima di Voldemort, di quel Voldemort riformato e più forte degli anni precedenti.
Distolse lo sguardo e osservò la sua scuola, stava cadendo a pezzi e forse non sarebbe riuscita a salvarla, e rimpianse la morte di Albus Silente, lui avrebbe saputo cosa fare, lui li avrebbe salvati, ma scosse la testa per rimboccarsi le maniche, adesso toccava a lei farsi valere, adesso doveva salvare i suoi ragazzi ed Hogwarts, doveva aiutare Potter a uccidere Voldemort, ma quel nome le fece venire in mente lo stesso interrogativo.
Dov’era Harry Potter?
 
It’s the moment of truth
And the moment to lie
The moment to live
And the moment to die
The moment to fight
The moment to fight
 
Draco alzò lo sguardo verso la finestra, scuotendo la testa, aveva perso Hermione o meglio non aveva idea di dove si fosse cacciata, l’aveva cercata in tutta la scuola, aiutato dagli altri ragazzi ma niente e sperò semplicemente che si fosse trovata un posto dove nascondersi, dove ne sarebbe uscita solo alla fine.
Quando si erano baciati, l’aveva sentita così presente, così viva tra le sue braccia e sapere che anche lei lo amava, aveva riscaldato il suo cuore, ma il dolore dell’abbandono era diventato troppo forte, come poteva continuare così?
 
“Sei un masochista.”
Lo so.
 
Nonostante il dolore non l’avrebbe lasciata andare, l’avrebbe aiutata a guarire, poteva farlo con le migliori cure, lo sapeva, doveva solo avere pazienza, prima dovevano combattere.
Quella parola non gli provocò più nessuna emozione, era arrivato il momento della verità, per smascherare le bugie, il momento di vivere o di morire, ma soprattutto di combattere e lui lo avrebbe fatto, per Harry, per i suoi genitori, per Hermione.
Guardò nuovamente la finestra e quello che vide gli fece gelare il sangue, si alzò e andò più vicino, cercando di osservare bene, credendo di sbagliarsi ma quando vide molti altri farlo, capì che non era cosi: Harry Potter era morto tra le braccia di Hagrid ed Hermione veniva trascinata da Bellatrix Lestrange per avanzare, stavano venendo da loro.
Voldemort stava venendo e la guerra ormai sarebbe scoppiata a tutti gli effetti, ma quello che più lo spaventò fu il volto cereo di Hermione, cosa ci faceva con loro?
Non ebbe tempo di rispondere a quella domanda, poiché decise di seguire la McGranitt fuori dalla scuola, lo scontro finale era arrivato.
 
To the right
To the left
We will fight to the death
To the edge of the earth
It’s a brave new world
 
Voldemort avanzò deciso, il suo più grande sogno si era appena realizzato, dopo anni di attesa, aveva ucciso Harry Potter, con la sua bacchetta.
Sorrise rivolgendosi a tutta Hogwarts, adesso loro sarebbero caduti nelle sue mani, adesso avrebbe preso il vero potere, il comando sul Mondo Magico, con la morte del Prescelto tutte le resistenze sarebbero crollate, come un battito d’ali, come parole al vento.
-Harry Potter è MORTO!- urlò continuando a guardarli e avanzando verso di loro.
-Adesso voi riporrete la vostra fiducia in me, perché sarò io a guidarvi, io a comandarvi.-
Potè sentire la loro paura scorrere per le vene come droga, il terrore nei loro occhi: avrebbe creato un nuovo ordine basato solo su quello e lui ne sarebbe stato a capo.
Si voltò verso il suo esercito, aveva costretto Hagrid a portare in braccio Harry Potter, un dolore più grande di vederlo morire, e Bellatrix aveva trascinato la Mezzosangue traditrice, adesso toccava a lei.
-In questo nuovo ordine non ammetterò nessun tradimento, adesso che Harry Potter è morto, nessuno vi salverà, nessuno verrà in vostro aiuto, nessuno vi proteggerà! Tutti i tradimenti saranno puniti con la morte, e ne abbiamo uno, giusto per cominciare.-
Vide Bellatrix lanciare in mezzo al giardino di Hogwarts Hermione Granger, o almeno quello che ne rimaneva, l’avevano torturata conducendola alla pazzia, fino alla depressione.
-Bene, bene adesso chi abbiamo qui? O cosa abbiamo?-
 
Hermione alzò lo sguardo ma non vide quello che tutti stavano vedendo, rimase ferma impassibile, lì in mezzo a tutti, non pensando che un ragazzo dai capelli biondi la stesse guardando.
 
-Dovresti morire per quello che hai fatto… Davanti a tutti loro. Chi vorrebbe farlo? Chi vuole unirsi a questo nuovo ordine?!-
Neville si fece avanti, trascinando la gamba ferita e stringendo in mano il vecchio cappello parlante.
-E chi saresti tu, giovanotto?-
-Neville Paciock-
-Bene Neville, troveremo un posto anche per te…-
-Voglio dire una cosa… Abbiamo perso Harry stanotte, ma la gente muore tutti i giorni Tonks, Lupin, ma i cuore di Harry batteva per noi, per tutti noi, loro non sono morti invano!!
Ma tu lo sarai, non è finita!-
Sguainò dal cappello la spada e nello stesso istante Harry si fece cadere dalle braccia di Hagrid, lanciò un incantesimo al serpente e iniziò a correre.
 
A warning to the prophet
The liar,
the honest
 
This is War
 
Hermione si alzò e corse verso la scuola, era stata smascherata e stavolta davanti a tutti, ma aveva anche evitato la morte, chiuse gli occhi, e si abbassò per scansare un colpo.
Cadde a terra e si rialzò, non aveva visto Draco quando era stata buttata a terra, ma adesso in mezzo a quella confusione lo aveva visto ed era certa che lui l’avrebbe evitata, forse per sempre.
 
“Hai visto che avevo ragione io, nessuno sapeva.”
Ma desso si e io adesso non ricorderò niente.
“Resisti, uccidi il serpente.”
 
Hermione strinse i pungi e vide Neville cadere a terra schiantato da un incantesimo, corse verso di lui.
 
To the leader,
the pariah
The victor,
the messiah
 
This is War
 
Harry si abbassò e scansò un colpo di Voldemort, ma ancora non riusciva a credere alle parole che poco fa il suo avversario aveva pronunciato: Hermione li aveva traditi.
Ma quando?
L’aveva vista, era ridotta alla pazzia, non era più Hermione, perciò capì che non poteva essere successo ora ma nonostante la situazione tragica non riuscì a pensare ad altro.
Mosse veloce la bacchetta per continuare il suo attacco e si ritrovò dentro la scuola, doveva ucciderlo e con lui il serpente, guardò in basso e vide le figure di Ron e Draco che cercavano di ucciderlo, strinse i denti, tutto sarebbe finito preso.
 
It’s the moment of truth
And the moment to lie
The moment to live
And the moment to die
The moment to fight
The moment to fight
 
To the right
To the left
We will fight to the death
To the edge of the earth
It’s a brave new world
 
Draco era corso con Ron dentro la scuola, anche se il suo cuore sarebbe voluto restare con lei, l’aveva vista così impaurita che per un solo momento avrebbe corso il rischio di essere accettato nel nuovo ordine pur di vederla da vicino, ma aveva desistito, soprattutto dopo aver sentito quelle parole.
Lei li aveva traditi, Hermione, la ragazza che gli aveva rubato il cuore aveva tradito la loro fiducia, aveva tradito lui e poco importasse il quando ma aveva bisogno di sapere perché, cosa l’avesse spinta a farlo.
 
Non potrò più guardarla in faccia.
“Dovrai darle la possibilità di spiegare.”
Sarebbe troppo, non se lo merita.
“Draco lei ti è entrata dentro la pelle, fino al cuore, lo farai per lei.”
 
Avanzò deciso verso il serpente con una zanna di basilisco in mano e cercò lo sguardo di Ron al suo fianco, ma vide solo il terrore nei suoi occhi, strinse la mano libera a pugno, dovevano finirla lì, adesso, e solo così Harry avrebbe potuto uccidere quel folle di Voldemort.
Si decise ad attaccare ma proprio in quel momento Nagini aprì le fauci e la zanna andò distrutta per un incantesimo di Voldemort, che aveva salvato l’amato animale.
-Merda.-
Iniziò a correr trascinando con se il rosso, dovevano scappare o il serpente li avrebbe uccisi.
 
I do believe un the light
Raise your hands up to the sky
The fight is done
The war is won
Lift your hands
Towards the sun
 
The war is wone
 
Aveva recuperato la spada ma quando la strinse in mano sentì qualcosa dentro di sé, come se potesse scacciare il dolore, la paura, e liberare la mente nonostante la sentisse vicino all’oblio.
Hermione sorrise, forse era solo una sua allucinazione, ma la spada le stava dando il tempo di combattere, le stava dando la possibilità di farlo, di riscattarli, di vincere quella guerra e come se non avesse aspettato altro.
Vide vicino a se Draco e Ron correre, si precipitò fuori dall’incavo che i detriti avevano formato e corse anche lei.
Spalancò gli occhi e osservò il serpente saltare per colpire, fu così veloce che neanche se ne rese conto, alzò la spada e tagliò così forte che cadde a terra per lo sforzo.
Davanti a lei il serpente smise di muoversi e vide Draco davanti a lei, il fiato corto e i capelli incollati alla fronte, era bellissimo e lei lo avrebbe perso per sempre.
Respirò forte e poi lasciò andare la spada e come era venuto il suo miracolo iniziò a svanire, la foschia che le accompagnava la mente iniziò a riformarsi e non si ricordò più niente.
 
 
Harry atterrò a terra mezzo dolorante, aveva visto solo di sfuggita quello cosa era appena successo.
Hermione li aveva aiutati, il suo cuore riprese a battere più normalmente, la loro amica c’era ancora, anche se in maniera distorta e ingiusta.
Prese la bacchetta che era caduta a terra dopo lo schiantò e guardò il suo nemico, era la fine, poteva vincere.
-Expelliarmus!-
-Avada Kedrava!!-
 
Il suo colpo bloccò il lampo di luce verde e contrariamente a quello che aveva visto negli ultimi scontri, il suo colpo avanzò verso Voldemort fino ad arrivare alla sua bacchetta, la vide volare poco dopo e la prese con un semplice balzo e poi rimase a guardare.
Vide l’uomo che aveva infestato la sua vita negli ultimi anni svanire come polvere al vento, l’uomo che aveva ucciso i suoi genitori, quelli di Hermione, Lupin, Tonks e tantissime altre persone morire.
 
I believe in nothing
Not the end and not the start
One hundred suns until we part
 
Draco si lasciò cadere a terra davanti a lei e le spostò una ciocca di capelli, non alzò gli occhi, non lo guardò.
Solo in quel momento sentì il suo cuore squarciarsi per il dolore.
Forse, se non fosse stata ridotta in quel modo l’avrebbe odiata, le avrebbe detto addio e sarebbe sparito, scordandosi di quel sentimento che premeva nel suo petto, ma non poteva.
Non poteva lasciarla andare, Hermione era persa, distrutta e lacerata dall’interno ma gli aveva salvato la vita.
L’abbracciò, aderendo al suo corpo e posando la testa nell’incavo del suo collo, la sentì singhiozzare piano, ma sapeva che non era un vero pianto, che non era lei.
La strinse lo stesso, l’avrebbe potuta odiare anche in quel modo ma aveva bisogno di certezze e lei era la sua unica certezza, lei lo amava, nonostante i suoi pregi e i suoi difetti Hermione amava Draco Lucius Malfoy e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per farla tornare quella di un tempo.
Alzò lo sguardò per osservare Harry vittorioso, avevano vinto, la guerra era stata ardua, terribile, mortale, ma loro erano sopravvissuti e potevano continuare a vivere.
Nonostante tutto il miracolo era avvenuto, avevano creduto fino in fondo.
-Andrà tutto bene.- sussurrò all’orecchio della ragazza, per poi perdersi in quell’odore che lo aveva ammaliato fin dall’inizio: era il suo vento della novità.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 21
*** Tutto questo dolore avrà mai una fine? ***


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Stavolta sono stata di parola ed eccomi qua col nuovo capitolo.
Ragazzi, lo so che la mia assenza vi ha indispettiti ma credetemi non volevo mancare di
rispetto a nessuno e mi scuso.
Adesso veniamo a noi... Nel precedente capitolo abbiamo lasciato Hermione a pezzi
e Draco pronto a raccoglierne i cocci...
Ma adesso?
Malfoy sarà pronto a perdonare? Sarà disposto a dimenticarsi del tradimento 
per aiutarla a ricostruire la sua vita?
Ci sono molte domande ma spero di darvi una risposta esauriente in questo capitolo :D
XOXO
 
Tutto questo dolore avrà mai una fine?
 
 
Draco si alzò dal letto, scostando malamente le lenzuola e si fermò ad osservare il vuoto davanti a se: da quel giorno il suo mondo era stato stravolto e nonostante fossero passate due settimane, non si era ancora abituato a quella dolorosa routine.
Si alzò in piedi ed osservò il sole dalla finestra del Manor, era tornato a casa sua dopo la guerra, ma solo.
I suoi genitori erano stati dichiarati colpevoli dal Ministero della Magia e avrebbero dovuto scontare la loro pena ad Azkaban e lui non li avrebbe rivisti per molto, forse troppo tempo ma neanche lei era tornata a casa con lui.
Lei, quella ragazza di cui non osava mai pronunciare il nome, quella ragazza che lo aveva fatto cambiare, che gli aveva fatto vedere la luce nel buio, la francese che gli aveva catturato il cuore e che adesso lo aveva relegato nei meandri di una cupa prigione, di cui neanche lui conosceva l’entrata.
L’aveva portata lui stessa al San Mungo il giorno dopo la Seconda Guerra Magica, era stato lui a tenerla in braccio per cancellare la paura, lui a stringere il corpo di una ragazza che non ricordava chi fosse e peggio ancora il suo nome.
Lui si era addossato quella responsabilità: far guarire Hermione Granger.
E come ogni mattina sarebbe andato da lei, a farle visita, sarebbe entrato in quella stanza bianca che puzzava di morte e avrebbe fissato il viso della ragazza che amava senza poterlo baciare, senza poterle parlare, sarebbe rimasto lì a fissare ciò che era stata, ad attendere un qualche miglioramento, sarebbe andato via e sarebbe tornato anche la mattina successiva.
Lo avrebbe fatto per lei, per loro.
Scosse la testa e si passò la mano fra i capelli, sconsolato, non aveva previsto tutto quel dolore, non aveva messo in conto che accanto all’amore camminava anche quel sentimento, ma adesso si era messo in gioco e non l’avrebbe lasciata.
Glielo aveva giurato e avrebbe rispettato la promessa.
Aprì l’armadio per scegliere una delle sue camicie, e si diede il coraggio per iniziare anche quella giornata, per affrontare ancora quel dolore che gli riempiva il cuore.
 
***
 
Harry si sedette a fare colazione assieme a tutti gli altri Weasley, era stato accolto nuovamente per l’estate, poiché Molly aveva deciso che Grimuld Place non era un posto adatto a un ragazzo solo.
Sorrise a una battuta di Fred e si voltò per guardare Ginny, che ricambiò il sorriso.
Adesso aveva trovato il coraggio di affrontare i suoi sentimenti, dopo la morte di Voldemort si era reso conto che niente e nessuno lo teneva più lontano da lei, da quell’amore che aveva sempre sacrificato per il bene comune.
Adesso poteva vivere quella vita che sempre si era precluso, senza tralasciare niente, neanche la ragazza che gli aveva rubato il cuore.
-Scusatemi un attimo.-
Si alzò in silenzio e uscì dalla cucina, aveva voglia di vedere il sole, di sentire il calore di quei raggi per iniziare una nuova giornata.
-Tutto bene, Harry?-
-Sì Ginny, volevo solo ricordarmi com’era.-
-Cosa?-
-Il mondo senza Voldemort.-
Ginny prese la mano del ragazzo e la strinse piano, -E´un mondo bellissimo.-
-Sì, anche se qualcuno lì fuori sta ancora lottando.-
-Hermione…-
-Sta ancora male, Draco… Sta perdendo le speranze.-
-Harry, è passato troppo poco tempo, sappiamo che ci sono delle possibilità che lei torni, ma dovete anche capire che ha subito un trauma troppo forte.- lo corresse gentilmente la ragazza.
-Ed è di questo che ha paura Draco.-
-Ovvero?-
-Che per colpa del suo trauma lei non guarisca, che preferisca l’oblio alla dura verità.-
-Io non credo che sia così, Hermione è coraggiosa, Hermione farà di tutto per tornare, non si arrenderà mai, non vuole una nuova vita.- asserì sicura di se, guardando gli occhi verdi del ragazzo che amava.
-Come lo sai?-
-Lei vuole Draco, ha lottato per lui, si sono trovati… Si sono difesi a vicenda e lei ha ucciso Nagini per salvarlo, forse non sapeva esattamente, cosa stesse facendo ma sono sicura che lei lo faceva per lui, non c’è forza più grande dell’amore.-
-Da quando sei cosi?-
-Da quando ti ho quasi perso e non per la guerra, ma anche per i miei atteggiamenti, ero troppo piccola per capire quanto tu ci tenessi a me e che avrei dovuto smetterla di provocare il genere maschile per elemosinare la tua attenzione.-
-Penso che siamo cresciuti un po’ tutti, dopo la guerra.-
-Lo penso anche io, Harry.-
Il ragazzo rimase a guardarla per un attimo e poi avvicinò il viso quel poco per sfiorare le sue labbra, Ginny profumava di ciliegie, le ciliegie appena raccolte, quelle di bosco.
 
-Entrate voi due o la mamma uscirà personalmente!- urlò Ron, dalla soglia della cucina.
-Sì.-
Harry si allontanò ma non lasciò la mano della ragazza, era fortunata ad averla trovato, era fortunato a svegliarsi con lei la mattina e a viverla giorno per giorno, ma il suo cuore nonostante la felicità costante provava anche tristezza per l’amico che anche oggi avrebbe fatto compagnia a una persona che non ricordava nulla di se.
Gli dispiaceva per Draco e provava pena nei suoi confronti, ma anche lui quel giorno sarebbe passato a trovare Hermione, anche lui aveva un compito da svolgere: far tornare la propria amica.
E sapeva che con Ginny al proprio fianco tutto era possibile, la vita gli sembrava ancora più facile.
 
***
 
-Signor Malfoy, buongiorno.-
-Salve… Oggi come va?- chiese fermandosi davanti alla porta di Hermione.
-Al solito, non abbiamo avuto miglioramenti, non ricorda il suo nome o altro, ma comincia a ricordare che le piaceva leggere, facciamo qualche piccolo passo.-
-Capisco.-
-La nostra cura mira a un risultato a lungo termine, deve avere pazienza.-
-Lo so.- concluse col morale atterra, ancora una volta niente era cambiato.
Aprì piano la porta ed entrò, come ogni volta vide la ragazza che gli faceva battere forte il cuore, vide quella ragazza che gli aveva urlato di amarlo nella Camera dei Segreti, ma poi, come ogni mattina, i suoi occhi non rispecchiavano gli stessi sentimenti che animavano i suoi.
-Buongiorno.-
-Ciao.- sussurrò Hermione, rannicchiandosi nel letto.
-Hai… Hai dormito bene?-
-Ho avuto degli incubi…-
-Ne vuoi parlare?- chiese sedendosi al bordo del letto.
La vide voltare lo sguardo verso la finestra e capì che non avrebbe toccato l’argomento, nonostante il poco tempo l’unico miglioramento che avevano avuto era stato ridarle la parola.
Durante la fine della guerra e la prima settimana Hermione aveva smesso di parlare, chiudendosi in un ostinato mutismo, ma con le prime cure aveva potuto ascoltare nuovamente la sua voce, dandogli la speranza che una parte di lei fosse ancora presente.
-Sto leggendo questo libro…- lo prese dalla scrivania e lo avvicinò a Draco, che lo prese tra le sue mani.
-Animali fantastici: dove trovarli. È davvero un bel libro.-
-Sì.-
-Her… Vuoi che ti prenda qualcosa?-
-No.-
-Torno subito allora.-
Si alzò di scatto dal letto e si diresse verso la porta, sbattendola piano, iniziò a lasciarsi scivolare lungo il muro e chiuse gli occhi per nascondere le lacrime, non ci riusciva.
Non riusciva a fingere che tutto andasse bene, che lei stesse bene quando non riusciva neanche a pronunciare il suo nome, quando non riusciva a starle accanto.
Iniziò a sbattere i pugni sul pavimento freddo e duro e sentì qualcosa smuoversi dentro di se dopo quelle due settimane, l’odio: l’odio per sua zia che aveva ridotto lei in quel modo, l’odio per quel fanatico che aveva provocato un guerra e l’odio per se stesso per aver permesso ai Ghermidori di rapire Hermione, se fosse stato più attento avrebbe potuto evitare tutto quello.
Senza che se ne rendesse conto iniziò piangere, lacrime che scendevano silenziose sulla sua pelle, come se fossero inesistenti.
Stava perdendo la speranza e si era ripromesso che non sarebbe successo, sarebbe rimasto al suo fianco ma nonostante tutto aveva capito quanto fosse difficile amare una persona che non esisteva più.
-Draco?-
-Potter.-
Si tirò su alla meno peggio e osservò il suo amico, dritto negli occhi.
-Ancora niente?-
-Niente.-
-Andrà meglio.-
-Non ci credo più.- gli voltò le spalle e appoggiò la fronte sul muro, sentì una mano di Harry sulla spalla ma non si mosse.
-Abbia fiducia in lei, credi in quella ragazza che è arrivata a Grimuld Place spaccata e morente, pensa a Hermione durante il vostro viaggio estivo, pensa a come ti sei innamorato di lei, non lasciare andare via tutto, non lasciarla andare, perché se tu lo farai lei non avrà più nessuno da cui tornare, sii la sua speranza.-
-Come fai a credere in tutte queste cose?-
-Oggi una certa persona mi ha ricordato che l’amore è l’arma più forte del mondo.-
-Tsè…-
-Andiamo.- strinse un’ultima volta la spalla e lo lasciò andare per aprire la porta.
 
Hermione si voltò di colpo verso la porta aperta e rimase un attimo immobile, l’unghia tra i denti e una mano in mezzo ai capelli.
-Cosa succede?-
Chiuse gli occhi ed assimilò quella voce, quella voce la conosceva e qualcosa si mosse nel suo petto.
Battè il piede a terra e si voltò per riprendere la sua camminata lungo la stanza.
-Stai male?-
Davanti a lei degli occhi grigia la bloccarono e qualcosa le disse che li aveva già visti, come per la voce, che conosceva quella persona che vedeva spesso.
Si allontanò, come se si sentisse braccata e toccò il muro con le spalle.
 
-Ma…-
-Hermione.-
Sbarrò gli occhi e rimase a fissare il ragazzo biondo che le tendeva ancora la mano, il cuore perse un battito e qualcosa nella sua mente si accese.
 
“Hermione.”
Chi sei?
“Sono te, Hermione, io sono te.”
Non capisco.
“Ricorda Hermione, chi sei tu? Chi è lui? Devi farlo!”
Mi gira la testa…
“Non arrenderti ancora, combatti, combatti per lui, per Draco.”
Draco?
 
-Draco?- sussurrò, ma dopo averlo fatto vide quegli occhi grigi tremare e delle braccia forti stringerla, per un solo attimo le mancò il respiro ma poi chiuse gli occhi, beandosi quel profumo che le piaceva.
-Ti ricordi?-
-Non tutto…-
-Un passo alla volta, allora, Hermione, io sono qua, non vado via.-
-Va bene.- annuì sorridendo e per la prima volta si rese conto che qualcosa stava per cambiare, adesso poteva sentirla.
La sua coscienza era tornata.
***
 
Hermione alzò lo sguardo e osservò il sole alto nel cielo, un altro giorno era passato e adesso era arrivato il momento della verità.
Adesso dopo altri due mesi di trattamento, ricordava tutto e doveva chiarire quell’unico punto rimasto in sospeso per tutta l’estate, glielo doveva, e lo doveva a se stessa per mettere pace nella mente e nel suo cuore.
 
-Hermione.-
Draco entrò nella sua camera con quel sorriso smagliante che poche volte le aveva regalato ma che le erano rimaste impresse, e adesso che ricordava non avrebbe mai potuto smettere di amarlo.
-Ciao.-
-Come stai?- si avvicinò e le posò un leggero bacio in guancia e sentì il suo cuore stringersi in una morsa dolorosa.
 
Mi odierà.
“Digli la verità, sarà disposto a perdonare.”
 
-Io… Mi sono sempre definita una ragazza con determinati principi, credevo che i miei genitori fossero riusciti almeno in quello.-
-Ma di cosa stai parlando?-
-Draco, quando sono venuta da voi quel giorno di molti mesi fa avevo perso tutto, tutta la mia vita era stata spazzata via e io non ne avevo neanche raccolto i cocci, non avevo niente e la loro morte ha lasciato su di me una cicatrice più dolorosa di quello che credevo, di quello che vi dicevo.-
Lo vide sedersi sulla poltrona e stringere le mani a pugno, ma non si fermò, inspirò a fondo e si fece coraggio.
-Credevo di essere forte, credevo che per me fosse più facile poter superare la loro morte ma mi sbagliavo, non lo era, non lo è stato e neanche ora lo è, credevo che l’odio per Voldemort fosse l’unica medicina che esistesse ma mi sono sbagliata, la mia medicina sei stata tu, ma anche in questo caso ho sbagliato.
Io non ho creduto in noi, non ho creduto in te ed ho ceduto, il bacio… E quel giorno a scuola mi hanno portato a commettere lo sbaglio più grande al mondo, io ti ho tradito, ho tradito tutti voi, quel giorno uno scagnozzo di Voldemort mi aveva promesso un accordo, che lui mi avrebbe dato il mio più grande desiderio e il mio più grande desiderio erano loro: i miei genitori…-
-Ma…-
-I morti non tornano in vita, lo so, l’ho capito quando ci hanno rapito e ho sentito le tue urla, ho capito che avevo accettato la proposta di un folle, e che ne avrei pagato le conseguenze e così è stato.
Come vedi non sono perfetta, non rasento neanche la parte più bassa di questa categoria, ma era giusto che tu sapessi cos’era successo, è giusto che tu sappi chi hai davanti, adesso.- disse guardandolo negli occhi.
Draco rimase in silenzio e chiuse un attimo gli occhi, Hermione trattenne il fiato sapendo che adesso lo avrebbe perso, per sempre, che lui non sarebbe mai rimasto con lei dopo aver saputo la verità, che non avrebbe più pronunciato quella parola che premeva di uscire da quasi una settimana dalla sua bocca.
 
“Aspetta.”
 
-Io ho aspettato con ansia che tu mi dicessi la verità, ho aspettato per capire se quello che aveva detto Voldemort fosse vero o meno, ed adesso so la verità.-
-Cioè?-
-Non sei una traditrice.-
Si alzò in piedi e si parò davanti a lei.
-No, Hermione, avevo solo bisogno di sapere cosa ti avesse spinto a tradirmi, e adesso posso dire che lo avrei fatto anche io se i miei genitori mi avessero voluto bene.-
-Io…-
-Dovrò farti capire che adesso puoi contare anche su di me.-
Asciugò delle lacrime che erano iniziate a scendere senza volerlo e si precipitò tra le sue braccia, sentendo il suo cuore libero dopo troppo tempo, sentendosi di nuovo libera di riprendere in mano la sua vita e di andare avanti.
-Adesso ci sono io, andrà tutto bene.-
-Lo hai detto anche quella volta.-
-Ed è stato così… Ma ricordi anche quello?- chiese allontanandola poco.
-Ricordo tutto.- sussurrò avvicinandosi a lui per baciarlo.
Prima dolcemente, aveva bisogno di riassaporare il gusto di quelle labbra, la loro consistenza, il calore che emanavano, beandosi di quei sentimenti che aveva duramente riconquistato e poi premette con più forza e sentì anche lui fare la stessa cosa.
Le mani di Draco si posarono sul collo, carezzandolo piano e lei le strinse intorno alla sua vita.
-Ricordo anche un’altra cosa.-
-Cosa?- chiese cercando l’aria.
-Che ti amo.- disse guardandolo negli occhi.
-Anche io ti amo, questo me lo ricordo.-
Hermione sorrise e si perse nuovamente nella sua bocca, nell’odore di eucalipto che l’aveva colpita dal primo momento, si perse in lui e finalmente si sentì a casa.
 

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Capitolo 22
*** Beat of my heart ***


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Lo so che sto andando molto lentamente, ma come vi avevo 
già detto l'università mi porta via tantissimo tempo, ma ormai ci siamo.
Siamo al penultimo capitolo e spero che la storia che avete letto fino a qui vi sia 
stata di vostro gradimento, io nonostante le piccole pause ho amato scriverla e renderla vostra.
Voglio avvisarsi che scriverò un'altra storia su di loro: The other side, ma aspetterò di concludere
qualche altra storia, prima di procedere, in caso venite pure a cercarmi :D
Ps: grazie ∞ per tutto l'apoggio che mi avete dato e aspetto qualche vostro commento <3



 
Beat of my heart
 
 
-Vieni, da questa parte.-
Hermione avanzò sicura accanto a Draco, ma non riuscì a impedire alle sue mani di tremare, seppur leggermente.
Era stata dimessa solo da poche ore dal San Mungo e già stava facendo il passo più importante della sua vita: ricominciare.
Nell’ultimo periodo di permanenza all’Ospedale per Maghi aveva pensato molto al suo futuro, aveva pensato alla Francia, ai suoi genitori, aveva creduto che sarebbe stato facile ricominciare a vivere, prendere in mano la sua vita e darle un senso, ma solo dopo che era uscita, e che il sole l’aveva colpita in faccia, si era resa conto che niente di quello che aveva previsto si sarebbe mai realizzato.
Nonostante avesse recuperato la memoria e avesse imparato a convivere con i demoni del suo passato, le risultava ancora difficile credere che là fuori il mondo l’avrebbe accolta, aveva sbagliato, si era macchiata di un crimine che sarebbe sempre rimasto impresso nella sua carne, e di fatto la cicatrice di Bellatrix se pur meno rossa si trovava ancora sul su braccio, anche col trascorrere del tempo.
-Hermione?-
Guardò Draco e non poté evitare di sorridere, l’estate stava svolgendo al termine e lui le era rimasto accanto, contro ogni previsione.
Lui era rimasto per lei, e questo Hermione lo sapeva, ma sapeva anche che una parte del ragazzo avrebbe sempre ricordato quel periodo terribile della guerra e che forse, un giorno, i suoi occhi l’avrebbero guardata ancora con pietà, e lei questo non lo desiderava.
 
“Puoi ancora vivere, Hermione, puoi ancora costruirti la tu storia con Draco, non lasciare che il passato pregiudichi il tuo futuro.”
E se lui un giorno dovesse pentirsi delle sue scelte? Se avesse preferito lasciarmi vegetare?
“Non ti avrebbe chiesto di andare a vivere con lui, no?”
 
-Tutto bene, Herm?-
-Penso di si.-
-So che questa casa ha già avuto un impatto sulla tua vita, ma adesso sarà diversa, è diverso.- aprì la porta alle sue spalle e la fece accomodare nell’ingresso dell’immenso Manor.
-Questa casa è mia adesso, il passato è passato.-
Hermione trattenne il fiato e non solo perché la casa era veramente cambiata, più arieggiata, più illuminata e splendente, ma per le parole che aveva detto il Draco.
Anche per lui il passato doveva rimanere tale, anche lui credeva nel presente, nel futuro e glielo stava dimostrando in tutti i modi possibili e inimmaginabili.
Draco credeva in lei, in loro, non voleva rinunciarci.
Asciugò una lacrima dall’occhio sinistro e sorrise, anche lei avrebbe creduto nel futuro, lo avrebbe fatto per dimenticare quella ragazza torturata proprio nelle segrete di quell’abitazione, lo avrebbe fatto per rinchiudere nella memoria quella ragazza che vagava perduta per Hogwarts, avrebbe ricominciato per quella ragazza che aveva brandito una spada in mano per salvare l’amore della sua vita.
Avrebbe combattuto per lei, perché era stata lei a dirle, che nonostante il dolore, la paura e la tristezza, l’amore poteva trionfare, che per lei c’era ancora speranza.
-Grazie.- sussurrò, avvicinandosi a lui per stringerlo forte.
Draco non la lasciò andare e la strinse ancora più forte, adesso il suo quadro era completo, la donna che amava era al suo fianco e ci sarebbe rimasta.
 
-Non mi devi ringraziare.-
-Ssh.-
Hermione si avvicinò piano, socchiuse gli occhi, e fece combaciare la sua bocca con quella di lui, e per la seconda volta sentì quel brivido lungo la schiena, quel tepore che le aveva invaso il cuore senza che potesse evitarlo.
Si strinse di più a lui per far combaciare i loro corpi, voleva sentirlo, voleva sentirlo dentro di se per ricordarsi che era ancora viva e che lui sarebbe stato con lei.
Gli accarezzò la guancia e passò le mani intorno al suo collo, lui le strinse piano i fianchi ma dopo pochi attimi la presa divenne più intensa, più serrata e si sentì sollevare.
Le sue gambe si incrociarono alla vita di lui e tutta la stanza iniziò a girare, Hermione sentì il sangue affluire al cervello, non aveva mai provato niente di così bello, di così intenso nella sua vita, neanche la sua prima magia era stata così potente come l’amore che provava per Draco.
Senza che se ne accorgesse sentì il divano sotto le sue spalle e Draco sopra di lei, che si appoggiava sui gomiti per non pesarle, lo guardò un attimo negli occhi: ed ancora una volta quegli occhi grigi la fecero sentire in paradiso, come quella volta sulla spiaggia di Villa Conchiglia.
Sapevano arrivare al suo cuore.
Sorrise e riprese a baciarlo, aveva aspettato quel momento da così tanto tempo che adesso era diventato una necessità impellente levargli i vestiti, ma fu lui  a fare la prima mossa.
 
La fece sedere e le tolse la canotta bianca che le avevano dato al San Mungo per uscire, privandola anche del reggiseno, con molta delicatezza poi la cinse a se, sfiorandola nei punti giusti e baciandole il collo.
Draco sentì Hermione gemere per quei piccoli tocchi e sorrise, l’amava così tanto che l’aveva desiderata fin dal primo momento ed adesso che il suo sogno si stava realizzando sentiva il cuore implodergli nel petto per la felicità.
Sentì le mani di lei sul petto e non poté evitare di tremare, lentamente sbottonò ogni singola asola della camicia, per poi baciargli il petto, piano con delicatezza ed amore.
Le prese il volto tra le mani e riprese a baciarla piano, voleva assaporare ogni momento con lei.
-Hermione.- pronunciò il suo nome cautamente, ed per un momento pensò di esserselo immagino, ma lei si allontanò da lui quel poco che le serviva per sbottonare i suoi pantaloni, per poi farli cadere a terra.
-Ti amo.- sussurrò lei, avvicinandosi nuovamente alla sua bocca.
-Ed io amo te.- rispose lui facendola sedere addosso per sollevarla la gonna, facendogliela passare da sopra la testa e per la prima volta riuscì ad ammirare il corpo perfetto di Hermione.
Il respirò iniziò a farsi più pesante anche lui la voleva, voleva sentirsi completo, voleva sentirsi amato anche in quel modo, per la prima volta nella sua vita, aveva bisogno che qualcuna l’amasse veramente, senza inganni, e raggiri.
Aveva bisogno di Hermione.
 
La strinse a se un ultima volta e la fece sdraiare nuovamente sul divano, le baciò la bocca, la mandibola, il collo, per poi scendere lungo i seni e fino alla pancia, le sfiorò la sua intimità per poi risalire alla sua bocca che ansimava piano, cercando di trattenersi.
Ancora una volta sentì il suo cuore battere troppo velocemente, non aveva mai previsto di innamorarsi, di provare quel sentimento, ma adesso che lei era entrata a far parte del suo mondo si chiese come avesse potuto fare, o meglio sopravvivere senza di lei, per tutto quel tempo.
Entrò piano dentro in lei, capendo dalla sua piccola resistenza, che non fosse stata ancora toccata e capì che, tutto il dolore e la sofferenza che aveva passato durante la guerra, gli erano serviti per arrivare a questo.
Per trovare lei.
 
Hermione si strinse di più a lui, sentì i suoi muscoli contrarsi ma dopo un breve momento il dolore sparì e si sentì felice per la prima volta nella sua vita.
Stava facendo l’amore con l’uomo che amava e niente e nessuno li avrebbe più allontanati.
 
***
 
Hogwarts, qualche settimana dopo.
 
-Vorrei poter fare un discorso di inizio anno che sia quasi paragonabile a quello di Albus Silente, ma lui aveva un dono tutto suo per augurarvi un felice anno scolastico, un dono che nessuno di noi insegnanti potrà mai avere.- Minerva si fermò un attimo ad osservare i suoi ragazzi, distinti come sempre nella quattro Case della scuola e sorrise.
Lei non era mai stata brava a fare certi discorsi, o almeno, aveva sempre apprezzato quelli di Silente più dei suoi, ma adesso dopo la sua morte, dopo la guerra e la ricostruzione di Hogwarts toccava a lei farsi onore.
Mantenere alto il nome del defunto Preside e dare la forza a quei ragazzi di andare avanti, non tutti avevano vissuto in prima persona quel dolore, non tutti avevano combattuto in prima linea come Harry Potter, Hermione Granger, Draco Malfoy e Ron Weasley, non tutti occupavano un posto così speciale nel suo cuore.
Così esaminò il volto di quei ragazzi che senza chiedere niente in cambio avevano lottato mettendo in gioco la loro stessa vista, chi più di una volta: Harry e Hermione.
Loro si erano messi in gioco più di tutti, loro avevano sofferto più degli altri, ma guardando il loro viso sereno, Minerva capì che il dolore era stato sepolto per far posto al futuro, che anche loro erano andati avanti.
-Ma prima di lasciarvi andare, devo chiedere a una ragazza di venire qua, nonostante non sia al suo primo anno, deve essere smistata: Hermione Granger.-
 
Hermione sorrise e lasciò la mano di Draco, per alzarsi e attraversa a testa alta il breve tragitto che l’avrebbe condotta al Cappello Parlante.
Fece un cenno di saluto e rispetto alla nuova Preside e si sedette sullo sgabello aspettando che il Cappello le parlasse.
-Vedo coraggio in te, molto, hai messo la tua vita un gioco quando di te non era rimasto più niente.-
Quelle parole la fecero piangere senza volerlo, sapeva cosa aveva fatto durante la guerra, quando di lei non era rimasto più niente se non un essere che vegetava.
-Ma c’è anche qualcosa di oscuro nel tuo cuore, emozioni sopite. Potresti essere una Serpeverde o una Grifondoro.-
-Draco.- sussurrò piano.
-Sì, là avresti l’amore della tua vita, ma…-
-Voglio che tu scelga quello che vedi nel mio cuore.- disse piano, alzando lo sguardo al soffitto per impedire alle lacrime di uscire.
Non avrebbe scelto lei, perché se avesse potuto avrebbe scelto di stare con Draco in una Casa che magari non sentiva sua, ma doveva ricominciare, lo aveva promesso a se stessa e alla tomba dei suoi genitori.
Non avrebbe infranto quella promessa.
-GRIFONDORO!- urlò il Capello e tutta la sua nuova famiglia si alzò per acclamare il suo arrivo.
Si alzò di scatto ma prima di sedersi osservò il suo ragazzo, ma non trovò tristezza nel suo volto, né rabbia, solo un sorriso sghembo, nonostante tutto anche lui lo aveva capito.
Forse lo aveva capito anche prima di lei.
Hermione si sedette accanto a Ron e a Harry e sorrise, la sua vita era diversa, la sua vita stava cambiando e per la prima volta lei poteva esserne l’artefice e non una mera marionetta.
 
***
 
-L’ho sempre saputo.-
Hermione si voltò di colpo, sentendo il cuore battere a mille, per essere stata avvicinata in quel modo, ma quando vide Draco il suo animo si placò.
-Cosa?- chiese, non facendo riferimento allo smistamento.
-Che saresti finita a Grifondoro, l’ho sempre saputo, anche se ti saresti trovata bene anche a Serpeverde.-
-Oh non lo metto in dubbio, ma là ci sarebbe stato un elemento di distrazione, perenne, e io devo studiare.- sorrise, sfiorandolo con la spalla.
-Non puoi essere la Secchiona-So-Tutto-Io fin dal primo giorno, e poi oggi le lezioni iniziano di pomeriggio.-
-Eh allora?- lo osservò e vide la scintilla nei suoi occhi grigi e un fremito si diffuse dal suo basso ventre, sapeva cosa voleva fare Draco, le settimane passate assieme prima dell’inizio della scuola le avevano fatto conoscere un lato di lui che ancora era sopito.
 
“Il tuo ragazzo è un pervertito.”
No, è solo molto bravo a letto.
 
-La mia stanza è qua vicino.-
Le prese un fianco e l’avvicinò a se, facendo scivolare la mano lungo le sue natiche, stringendo piano.
-Possono vederci.- disse cercando di farlo smettere.
-Allora ti conviene venire con me, nella mia tana!- la sollevò in un sol colpo, per poi trovarsi il suo viso a poca distanza dal suo.
La baciò forzandole la bocca per far passare la lingua e incontrare la sua.
-Draco.- sussurrò quando il bacio fu finito.
Ma quando lui la rimise giù si trovarono dentro la Sala Comune dei Serpeverde, vuota, e lui la stava già trascinando verso la sua camera.
-Sono un Prefetto, abbiamo la camera singola.- disse al suo orecchio ed Hermione ebbe un brivido lungo la schiena.
 
Non ne avrà mai abbastanza.
“Di te? Mai.”
 
Fu lei a chiudere in fretta la porta alle sue spalle e a fiondarsi sulle sue labbra questa volta, lui la sollevò piano per appoggiarla sul letto ma lei non smise un attimo di baciarlo, sul collo, sulla bocca, in guancia.
La fece sdraiare e in poco tempo si ritrovarono nudi, sotto le coperte, già stretti l’uno all’altra.
-Non sarò mai stanco di te. Tu sei mia.-
-Sono tua, Draco.- lo sentì entrare dentro di lei e trattenne il respiro, non sempre poteva definirsi “fare l’amore”, qualche volta avevano solo necessità di ricordarsi che erano ancora vivi, che si amavano, che la guerra era finita, e quella era una di quelle volte.
-Lo sarò per sempre.- sussurrò Hermione, stringendosi al suo petto.
Draco la baciò piano, diminuendo il ritmo per godere di quel momento, -Ti amo.-, le carezzò una guancia e le spostò i capelli dalla fronte.
Nonostante fossero finiti in Case diverse niente e nessuno li avrebbe mai potuti tenere divisi.
-Ti amo.-
Hermione gli morse piano il collo e sorrise, sarebbe stato un anno grandioso, ne era certa.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 23
*** Through the years ***


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Through the years
 
-Ginny.-
-Sì Harry?-
-James è pronto? Ci stanno aspettando tutti.-
-Sì, tu hai sistemato Albus?-
-Ti stiamo aspettando all’ingresso.- le urlò, tenendo il suo ultimo figlio in braccio.
Harry Potter sorrise al pensiero di sua moglie che sistemava il loro primogenito di gran corsa, solo per arrivare puntuale al party dei Malfoy.
Scosse la testa, se al suo primo anno gli avessero detto che sarebbe diventato il migliore amico di Draco Lucius Malfoy non ci avrebbe creduto, ma adesso, dopo molti anni dalla fine della scuola, le cose erano cambiate.
Non solo perché era diventato col tempo amico del biondo, ma perché il suddetto ragazzo che nella sua vita non aveva mai avuto una vera ragazza o che meglio si era sempre divertito a cambiarle, e abbastanza velocemente, era diventato monogamo, ma lui sapeva che il merito era di Hermione.
Poiché nonostante lei fosse stata smistata in una Casa diversa questo non li aveva fermati, ed ancora ricordava tutte quelle volte che lei era rientrata tardi nel dormitorio, o di quelle volte che lui stesso li aveva sorpresi in atteggiamenti poco casti in un aula della scuola.
Rise sotto i baffi e strinse ancora più forte suo figlio.
Anche lui si era dato da fare, aveva perso troppo tempo per colpa della guerra e non appena Ginny aveva finito gli studi l’aveva sposata, non sopportando di vivere un altro giorno senza lei, James era arrivato un anno dopo il loro matrimonio mentre Albus era stato una sorpresa.
-Sto arrivando.-
La voce di Ginny le scaldò il cuore, e scaldò la stessa Grimuld Place, si erano trasferiti lì perché per Harry non esisteva un posto migliore da definire casa: e nonostante i lavori di pulizia fossero durati mesi la casa aveva ripreso il suo antico splendore.
 
Sirius ti sarebbe piaciuta.
 
-Come sto?-
-Stai benissimo, amore.-
Ginny con l’avanzare dell’età era diventata favolosa, bella e audace, nonostante fosse una mamma a tempo pieno era riuscita a dedicarsi alla sua carriera, ad entrare come Cercatrice nei  Holyhead Harpies e lui era riuscito a diventare Auror.
-Hermione mi ucciderà. Siamo in ritardo e ci aveva chiesto di non esserlo, almeno oggi.-
-Ma dai.-
-Tu non l’hai vista in questi ultimi giorni, è nervosa.- disse Ginny, chiudendosi la porta di casa alle spalle.
-Forse Draco non la sta…- usò le virgolette per far intendere alla moglie, quella parola.
-Bè su questo non ti dovresti preoccupare.- rispose con un sorrisetto.
-Ah no?-
-No, perché lei lo definisce un Dio del Sesso.- sussurrò all’orecchio del marito, per poi prendere la sua mano e Smaterializzarsi, così che il Prescelto non avesse il tempo di rispondere o di porle altre domande, su cui lei non avrebbe risposto.
 
***
 
Hermione scese nuovamente le scale del Manor per accogliere gli altri ospiti. Non era la prima volta che lei e Draco davano quel tipo di feste, ma per la prima sentiva che c’era qualcosa di strano in tutto quello.
Il suo stesso ragazzo aveva talmente insistito per la sua realizzazione che lei non era riuscita a decidere quasi niente, o almeno, le erano toccati i dettagli più marginali e meno significati, mentre lo stesso Draco si era occupato di tutti i preparativi.
 
“Cosa che lui non fa mai.”
Si secca, lo ha sempre detto, ma non capisco perché questa volta deve essere diverso.
“Forse è il caso che anche tu parli con lui.”
Forse dopo.
 
-Ciao! Benvenuti!- esclamò rivolgendosi a Luna e a Neville, cercando di essere il più naturale possibile.
-Hermione ma stai una meraviglia!-
-Grazie, accomodatevi, sono tutti nel giardino, conoscete la strada!-
Dopo averli accompagnati per un breve tragitto girò a destra e osservò il suo riflesso in uno dei tanti specchi del corridoio.
Il vestito che aveva scelto le stava bene, era stretto alla vita ma ricadeva largo alla fine, le arriva poco prima delle ginocchia, e il suo color rosa confetto metteva in risalto la sua carnagione, i capelli li aveva lasciati liberi.
Sorrise a se stessa e si pizzicò le guance per farle arrossire, ma istintivamente si toccò la pancia, abbassò la mano subito dopo, non voleva che Draco la vedesse fare certe cose, così dopo aver riacquistato il controllo di se, decise di tornare ai suoi ospiti.
 
-Eccoti.-
-Ehi.-
Salutò il suo ragazzo con un breve bacio sulla bocca ma lui non la lasciò andare, posandole gentilmente una mano in mezzo alle spalle, nonostante stessero assieme da anni, lui più volte era stato chiaro: non sarebbe mai stato come Harry in pubblico, non sarebbe stato quel tipo di fidanzato. Estroverso.
Ma lei aveva acconsentito senza troppe discussioni, aveva imparato a conoscere Draco e le sue dimostrazioni d’affetto le andavano più che bene, sapeva chi era veramente il suo ragazzo e sapeva anche che non doveva dimostrarlo davanti ai suoi amici, le bastava che lo fosse con lei, anche se in privato.
Aveva presto il pacchetto completo, e non si era mai lamentata di quello.
-Dove sono i tuoi amici?- chiese, sussurrandole all’orecchio.
-Sono anche i tuoi amici.- sottolineò, come solo una Serpeverde avrebbe saputo fare.
-Sono sempre più convinto che il Cappello ti abbia messo nella Casa sbagliata.-
-Ahimè, ormai non possiamo farci niente.- disse, sorridendo a dei ragazzi che la stavano salutando.
-Draco perché c’è più gente del solito?-
-Cosa? Non eri tu quella che amava le grandi feste.-
-Sì, ma… Ginny!- urlò, staccandosi dal fidanzato per correre incontro alla rossa, a suo marito e ai suoi figli.
-Scusaci il ritardo, ma i piccoli.-
-Nessun problema, dammi pure Albus Harry, ci penso io.-
-Bene, vado dal tuo ragazzo.-
-Hermione, stai bene?-
-Devo parlarti.- sussurrò, trascinandosi l’amica dentro il Manor, il più velocemente possibile.
 
Posarono i bambini sul divano e si sistemarono in un angolo più appartato per parlare.
-Sei strana in questi giorni.-
-Sì, vedi…- iniziò a torturarsi le mani, portava quel segreto da qualche mese e nonostante Ginny l’avesse più volte esortata con quel genere di conversazioni non era ancora riuscita a dirlo.
-Hermione con me puoi parlare di tutto, sono la tua migliore amica, accidenti!-
-Sono incinta.-
-O.mio.dio!!!!-
-Zitta!- le mise velocemente una mano sulla bocca, per impedire che rovinasse tutto.
-Cosa c’è?-
-Draco non lo sa.-
-Cosa?!- esclamò ancora più infuriata del solito.
-Insomma… Io e lui ne abbiamo parlato tante volte, nonostante la scuola sia finita da più sei anni e io sia diventato un Medimago, lui non ha ancora ricevuto risposta per il posto di insegnate di pozioni… Ed era stato abbastanza chiaro, avrebbe voluto un bambino solo dopo che i nostri sogni si fossero realizzati.-
-Ma Hermione! Vivete nel lusso, per voi non dovrebbe essere un problema avere un bambino.-
-Non si tratta di soldi, si tratta di realizzare se stessi… Ho paura di deluderlo.-
-Credo che se il suo amore per te è vero, come io ritengo che sia, non la prenderà tanto male… Prima o poi dovrai dirglielo.- le strinse le mani, con apprensione.
-Sì, lo so. Lo noterebbe comunque.-
-Mamma, possiamo andare fuori?-
-Sì, James, ma stai attento a tuo fratello.-
-Dovremo uscire anche noi, Draco potrebbe insospettirsi.-
-Sì.-
Ginny prese Albus in braccio e lei li seguì a ruota, una volta fuori notò gli occhi curiosi del suo ragazzo ma rispose sorridendo per non destare alcun sospetto, le faceva male il cuore, aveva paura che tutto quello che avevano costruito così duramente potesse sfaldarsi da un momento all’altro.
 
-Bene, scusatemi ma vorrei dire due parole.-
Draco prese il bicchiere in mano e lo fece tintinnare piano, ottenendo l’attenzione di tutti i presenti.
-Sapete che io e la mia bellissima ragazza siamo soliti dare queste feste, ma stavolta c’è di più.- sorrise a se stesso e la stessa Hermione si sentì confusa.
-Era da molto che attendevo, ma finalmente ho ricevuto la notizia tanto attesa: Hogwarts mi ha chiesto di prendere il posto di Piton, come insegnante per l’anno entrante.-
Hermione sorrise e corse ad abbracciarlo, forse non sarebbe crollato tutto come lei aveva previsto, forse c’era ancora possibilità per loro.
-Sono così felice! Perché non me lo hai detto prima?-
-Volevo che fosse una sorpresa, come questo.- sussurrò, posando il bicchiere su uno dei tavoli del giardino, si tirò su i pantaloni, per mettersi in ginocchio davanti a lei.
Hermione sentì il suo cuore battere così velocemente che ebbe paura che potesse imploderle nel petto, e improvvisamente tutti i presenti smisero di applaudire e di parlare.
-Hermione… Sei entrata nella mia vita un giorno di otto anni fa, quando Spaccata ti sei presentata davanti alla casa di Potter, non ti conoscevo, per me eri solo una francese che aveva ficcato il naso in qualcosa che non le riguardava, in qualcosa di troppo grande, ma Hermione, tu mi hai permesso di vedere il mondo con occhi diversi.
Sei stata il mio vento della novità, quella persona o dovrei dire l’unica persona, che mi è entrata sotto la pelle, permettendosi di vedere quello che fino a quel momento mi ero perso.
Tu hai visto qualcosa in me, dove tutti vedevano odio, rabbia, devastazione, tu hai visto qualcosa che mi ha permesso di credere in me stesso, e la guerra non ci ha fermato, non mi ha fermato.
Ti avevo promesso che quando i nostri sogni si fossero realizzati io ti avrei chiesto qualcosa di importante, solo che questa scelta l’ho presa prima di ricevere quella lettera: mi sono detto perché aspettare? Perché non sposare l’unica donna che abbia mai amato e per la quale ho combattuto così duramente?
Così bè…- si fermò un attimo, estraendo dalla tasca una scatolina blu, fece scattare l’apertura ed Hermione rimase a bocca aperta, al suo interno un brillante luccicava solo per lei.
-Hermione Jane Granger, vuoi tu sposarmi?-
 
La ragazza si portò una mano al cuore, sentendo che non avrebbe potuto amare nessuno al di furori di lui, che loro si appartenevano.
-Solo… S… Io sono incita.- sussurrò, cercando di trovare le parole più giuste per dirlo.
-Tu… Davvero?-
Draco si alzò di colpo per stringerla tra le sue braccia, facendo sollevare da terra.
-Avremo un figlio!-
-Sei felice?- chiese titubante.
-Felice? Hermione, mi hai reso l’uomo più felice della terra! Ma prima devi rispondere alla mia domanda.-
-Pensavo di aver già risposta con “Sono incinta”, ma sì, Draco. Sì voglio sposarti!- premette le sue labbra contro quelle di lui, non riuscendo a contenere l’entusiasmo.
Draco prese l’anello dalla scatola e lentamente lo sistemò sul dito della sua futura moglie.
-Spero che ti piaccia.-
-Tu lo sai che questo anello è enorme, vero?- chiese, cercando di nascondere la sua risata.
-Bè… Ho preso il più grande che avevano, anche se…-
-Smettila!- gli prese il viso tra le mani, -Va più che bene! È anche troppo.-
-Per te niente sarà mai troppo, ma tu… Da quant’è che sei incinta?-
-Forse un paio di mesi.-
-E non me lo hai detto?-
Hermione chiuse brevemente gli occhi, sapeva che si stava mantenendo calmo solo perché erano davanti agli ospiti, ma conosceva il suo tono di voce, era seccato, con lei.
-Non volevo deluderti, sapevo che per te era più importante realizzare il tuo sogno e credevo che una gravidanza non desiderata potesse rovinare tutto.-
-Ascoltami bene, tu sei la cosa più importante della mia vita. È vero, ho sempre sostenuto che dovessimo realizzare i nostri sogni, ma non avrei mai potuto odiare colui che tu porti in grembo.- disse, carezzandole piano la pancia.
-Tu e questo bambino siete la mia famiglia.-
-Avevi detto che non saresti mai stato quel genere di fidanzato in pubblico, cosa ti succede oggi?-
-Credo che sia arrivato il momento di crescere, anche su quel versante.-
-Bè credo che possa andare bene.- sussurrò Hermione, baciandolo ancora, -E comunque sei bravo ad organizzare feste.-
-Doveva essere tutto perfetto.-
-E lo è.-
Draco sorrise e baciò ancora la sua futura moglie, rendendosi conto che finalmente la sua gioia più grande si era avverata: avrebbe avuto la sua famiglia.
Una famiglia da amare, una famiglia che avrebbe costruito con l’amore e l’apprensione e non con le bugie, i pregiudizi e gli inganni, una famiglia che fosse diversa dalla sua.
Una famiglia che lo amasse.
Guardò ancora una volta Hermione, aveva lottato per lei, forse qualche volta era caduto, ma lei non aveva mai mollato, lui non l’aveva mai mollata, ed anche se sapeva che qualche volte il dolore di quei giorni tornava a farle compagnia, lei non sarebbe più andata via: perché lui l’aiutava ogni volta a tornare.
Nonostante la guerra fosse finita, la loro piccola guerra personale ancora continuava, non avevano finito di lottare e forse mai lo avrebbero fatto, ma quel bambino li avrebbe aiutati ad andare avanti, a salvarsi ancora.
-Spero che sia femmina.-
-Come la vorresti chiamare?-
-Hope, mi piacerebbe chiamarla Hope, Draco.-
-Piace anche a me.- ispirò a fondo l’odore dei suoi capelli, sapevano ancora di quel profumo, quello che aveva scoperto una sera a Grimuld Place: era il suo vento della novità.
-Ti amo.-
-Ed io amo te, Draco.-




Ciao ragazzi, bè... Stavolta devo dirvi che siamo arrivati alla fine.
This is war, inizialmente non ero convinta di questa ff, forse perchè dopo The dark side, non credevo di riuscire a scrivere qualcosa di altrettanto bello su HP, forse perchè credevo di essermi bloccata.
Questo è il termine più giusto, mi sono bloccata e per molto tempo non sono riuscita a scrivere neanche una parola, poi ho ricevuto dei consigli meravigliosi da Barbarak, e sono riuscita ad andare avanti.
Cosa posso dirvi? Questa storia è stata il mio secondo vero tentativo di esprimere qualcosa, sia su questo sito, sia su HP.
Credo di esserci riuscita, o meglio lo spero, spero di avervi tramandato qualcosa anche in questo caso: noi qui parliamo di guerre, ma possono esistere guerre anche personali che devono essere sostenute sempre a testa alta e che l'aiuto delle persone che amiamo è la cosa più importante del mondo.
Spero che questo finale possa essere di vostro gradimento e spero che come me, siate soddisfatti.
Presto tornerò con una nuova storia, non vi libererete di me così facilmente: The other side, sarà questo il titolo al 90% potrebbe arrivare anche fra un paio di settimane!
Grazie quindi a tutti voi che mi siete rimasti vicino, non voglio fare nomi, non c'è nessuno che consodero più importante di un'altro, ma sappiate che tutti voi avete un posto nel cuore, perchè se scrivo, se riesco a sbollarmi, è solo per voi, per riuscire a trasmettere qualcosa, solo con le parole.
_Giuls17_

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