Gli EREDI di VOLTERRA

di uffauffauffa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi vampiri? ***
Capitolo 2: *** Amici o nemici? ***
Capitolo 3: *** Segreti e... ***
Capitolo 4: *** ... bugie ***
Capitolo 5: *** Violazione di domicilio ***
Capitolo 6: *** Mostri ***
Capitolo 7: *** Esperimenti ***
Capitolo 8: *** Port Angeles ***
Capitolo 9: *** I segreti della foresta ***
Capitolo 10: *** Demetri ***
Capitolo 11: *** Scontro ***
Capitolo 12: *** Partenze... ***
Capitolo 13: *** ... e arrivi ***
Capitolo 14: *** Timori e paure ***
Capitolo 15: *** L'arrivo dei Volturi ***
Capitolo 16: *** Padri e figli ***
Capitolo 17: *** Ancora niente ***
Capitolo 18: *** Trovati ***
Capitolo 19: *** Figli miei... ***
Capitolo 20: *** Discesa nelle tenebre ***
Capitolo 21: *** Siete tutti invitati ***
Capitolo 22: *** Imprinting ***
Capitolo 23: *** Sei bellissima ***
Capitolo 24: *** Risposta sbagliata ***
Capitolo 25: *** Che cosa hai fatto Seth? ***
Capitolo 26: *** Sam Uley sei bello che morto ***
Capitolo 27: *** Buon viaggio Carlisle ***
Capitolo 28: *** Dottore cattivo ***
Capitolo 29: *** Bisogno primario ***
Capitolo 30: *** Stanno arrivando ***
Capitolo 31: *** Io sono Dio ***
Capitolo 32: *** Voglio di più... molto di più ***
Capitolo 33: *** Leah ***
Capitolo 34: *** Volterra ***
Capitolo 35: *** Covo di ladri ***
Capitolo 36: *** Temporale ***
Capitolo 37: *** Mike e company... ***
Capitolo 38: *** Sihung ***
Capitolo 39: *** Alec ***
Capitolo 40: *** Sabrina ***
Capitolo 41: *** Io sono la regina ***
Capitolo 42: *** Il giorno dopo ***
Capitolo 43: *** Amore e crudeltà ***
Capitolo 44: *** Emily ***
Capitolo 45: *** Ritorno a Volterra ***
Capitolo 46: *** Problemi ***
Capitolo 47: *** La Push ***
Capitolo 48: *** Embry ***
Capitolo 49: *** Esme e Didyme ***
Capitolo 50: *** Jane dolce Jane ***
Capitolo 51: *** Ancora problemi ***
Capitolo 52: *** Promesse ***
Capitolo 53: *** Bravo ragazzo ***
Capitolo 54: *** Calma piatta a palazzo ***
Capitolo 55: *** 48 ore prima ***
Capitolo 56: *** Doppio matrimonio ***
Capitolo 57: *** Io adoro i lieto fine (?) ***



Capitolo 1
*** Nuovi vampiri? ***


Ciao bella gente... terza fan fiction. Questo è il seguito di Breaking Dawn 3. Per favore ditemi cosa ne pensate, ma soprattutto se questo capitolo è scritto bene.... CIRICIAO



La famiglia Cullen fece ritorno alla propria abitazione. Con loro il Clan di Denali.

Tanya, Kate e Carmen sostenevano Irina, ancora debole e completamente spaesata. Gli occhi erano neri e cerchiati da macchie violacee, come se non si nutrisse da un po'.

Chiunque l'aveva riportata in vita si era preoccupato anche di coprire le sue nudità. La vampira indossava un banalissimo cappotto grigio di lana cotta. Un modello vecchio da nonno, ma ben tenuto. Il tessuto era intriso di profumo. La fragranza sapeva di legno e muschio. Ricordava il bosco.

Si accomodarono in soggiorno tranne il Dottor Cullen che si ritirò con Irina nel suo studio.

L'abitazione dei Cullen aveva 3 stanze che fungevano da studio: una di Carlisle, una per Esme che esercitava la professione di architetto e l'ultima per i ragazzi, ma dato che preferivano le loro stanze, quest'ultima era stata adibita a sala "giochi".

Renesmee si era accoccolata vicino alla madre. Osservava suo padre un po' preoccupata e sperava che lo scudo di Bella la proteggesse in qualche modo dal potere dell'uomo. Ogni tanto Edward la scrutava come se avesse intuito qualcosa. La piccola sapeva chi erano i "nuovi"... aveva incontrato due del clan durante una passeggiata nel bosco.



Stava facendo una gara con Jacob quel giorno. Lei era in vantaggio, il Figlio della Luna la lasciava sempre vincere. Durante l'escursione aveva trovato un cane lupo, smagrito e con il pelo sporco e ruvido. Quella povera bestiola era "torturata" dalle zecche e dalla Scabbia. Si era avvicinata quando una voce cristallina le chiese di non fare del male all'animale.

Il tono apparteneva a una ragazza di 17 anni. Era bella e con un viso allegro circondato da una massa di capelli lunghi castano chiaro, quasi biondo. La sua carnagione era biscottata. Gli occhi erano di un bel castano-verde, con sfumature rossicce. Era insieme a un'altra ragazza ugualmente bella, ma dai lineamenti più marcati: labbra carnose, zigomi alti, sopracciglia folte ma ben disegnate. Gli occhi avevano le stesse tonalità di quella più giovane e i capelli, folti e lunghi fino alla schiena, avevano una bella sfumatura di castano scuro; la pelle color ruggine ricordava quella di Jacob in forma umana. Sui vent'anni circa, era più alta e muscolosa rispetto all'amica.

La più giovane disse alla piccola che non c'era bisogno di uccidere nessuno per nutrirsi, loro avevano trovato il modo di non far del male a nessuna creatura.

Renesmee le tocco il viso e dopo abbracciò la giovane. La strinse forte, mentre la ragazza accarezzava la sua testolina. Stava per dirle dove poteva trovare quello che serviva per sfamarsi quando sopraggiunse Jacob. Si caricarono la piccola sulle spalle e il cane e corsero via. Erano veloci più dei vampiri e più del licantropo che le inseguiva.

Nessy era tranquilla. Arrivarono ai piedi della Forks High School frequentata dalla più giovane e con un salto raggiunsero senza fatica il tetto dell'edificio, dove deposero la bambina. Le dissero che non doveva temere quell'animale, la sopra era al sicuro. Lei per tutta risposta spiegò che il mutaforma era amico suo e della sua famiglia.

La più grande prese di nuovo la bambina in braccio e fece il percorso inverso. Era talmente veloce e agile che adagiò Renesmee sulla schiena di Jacob, ancora trasformato. Il ragazzo non ebbe modo di reagire, perché la ragazza fu fulminea.



Fino ad allora aveva mantenuto il segreto su di loro.

Suonò il campanello e Alice aprì la porta, ma non trovò nessuno. Sulla soglia di casa qualcuno aveva lasciato due bottiglie di vetro blu scuro e un bigliettino:



*Contiene sangue di maiale. Dovrebbe bastare a sfamare la vostra amica*



Il messaggio era battuto a macchina e il foglietto aveva un profumo fresco e pungente. Alla compagna di Jasper ricordava l'odore dell'erba appena tagliata.

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Capitolo 2
*** Amici o nemici? ***



Secondo capitolo, preferisco farli brevi, sono più facili da gestire (abbiate pietà sono una scrittrice/pittrice della domenica).

Solita solfa, ditemi se vi è piaciuto, se è scritto bene, se è scorrevole... insomma recensite



Alice bussò delicatamente prima di entrare nello studio del "padre". Depose le bottiglie sopra il piano del tavolo in pregiato legno di noce del primo 900 che fungeva da scrivania, e porse il biglietto nelle mani di Charlise.
 

L'uomo guardò con sospetto le bottiglie, ne aprì una e sentì l'odore che emanava il contenuto.
 

"Sangue di maiale."
 

Congedò la "figlia" che raggiunse nuovamente i presenti.
 

Il dottor. Cullen prese una delle bottiglie e la porse a Irina.
 

Bevve tutto d'un fiato. Era stranamente affamata. L'uomo ricordava che prima dell'omicidio i suoi occhi erano dorati. Ne dedusse che la "resurrezione" doveva essere molto debilitante per quelli della loro specie.
 

"Ti senti meglio?"
 

Irina sorrise e annuì.
 

"Hai qualche ricordo?"
 

"Le mie carni, mentre venivano straziate.... e dopo una donna, bellissima, i capelli neri come l'ebano e occhi grandi, dorati... mi rassicurava. Stavo bene, ero stranamente felice..."

"... profumava: frutti di bosco."
 

L'uomo prese il pezzetto di carta che aveva consegnato Alice.
 

"Frutti di bosco, sei sicura?"

 

"Si, ha chiesto di mantenere il riserbo su quanto accaduto."
 

Carlisle uscì dallo studio con Irina, chiese a Esme di prestarle qualcosa da indossare mentre lui si accomodava sul divano per discutere sul da farsi.



"Perdonami Esme per quello che vi ho fatto passare."
 

"Va tutto bene, so che non avevi intenzione di far male a nessuno."
 

"No, non è vero. Quando ho visto la bambina ho pensato al mio fratellino, ucciso dai Volturi. Ero così arrabbiata con voi, mi dicevo perché lei si e lui no... e Laurent"
 

"Ti sei sentita presa in giro?"
 

"Si, sono stata una stupida."
 

Esme sorrise dolcemente.
 

"Il cappotto è orribile, un modello molto vecchio, ma almeno non puzza di muffa o naftalina e sembra ben tenuto."
 

"La donna che ho visto ne indossava uno più moderno, non credo che questo sia suo, anche perché era minuta e non molto alta..."

"... gli occhi sono dorati come i nostri, è "vegetariana"."



"Vegetariana", sei sicuro?"
 

"Questa è la descrizione che vostra sorella ha fatto della vampira incontrata."
 

"Allora non sono pericolosi."
 

"Non lo so ancora Alice."

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Capitolo 3
*** Segreti e... ***


Terzo capitolino... vi piace? Spero di si. Ho fatto alcuni errori con i nomi, scusatemi... e anche con l'arredamento dello studio del dottor. Cullen: la scrivania è in mogano e non in noce.



 

Jacob aveva ripreso forma umana e si era fatto prestare qualche indumento. Guardava Renesmee con apprensione. La piccola si portò l'indice vicino alle labbra. Quel segno era fin troppo eloquente.
 

Si era fatta promettere dal ragazzo di mantenere il più totale riserbo su quanto accaduto nel bosco.
 

Sapeva che non erano pericolosi, ma non era del tutto sicura sulla reazione della sua famiglia. I "nuovi" erano diversi.
 

Edward girò di scatto la testa, aveva captato un pensiero troppo veloce per capire di cosa trattava e soprattutto da chi arrivava. Lo scudo di Bella proteggeva parzialmente la bambina e il ragazzo.
 

Il dottor. Cullen chiese nuovamente ad Alice se era totalmente sicura della visione che aveva avuto. La ragazza annuì.
 

"Forse questo nuovo clan ha all'interno un membro che può destabilizzare il mio potere."
 

"Probabilmente, ma se sanno che tu puoi prevedere determinati avvenimenti e ti hanno mostrato l'immagine di quell'umano... allora conoscono la nostra famiglia."
 

"Lo sapevo, sono pericolosi."
 

Emmett era rabbioso, ma anche eccitato. Un nuovo nemico da affrontare e abbattere.
 

"Non lo so, non sono totalmente convinta. Hanno riportato in vita Irina. La giovane che ha quel potere, sempre che quello che ho visto sia reale, non sembra malvagia."
 

"E perché non si sono presentati? Se ci conoscono sanno che siamo "vegetariani" come loro; a meno che non sia tutta una farsa."
 

"Ragazzi avete entrambi ragione, non possiamo dire con certezza se sono o meno pericolosi. Dobbiamo vigilare. Temo però siano coinvolti i Volturi. Forse sono nuovi membri della Guardia. Non è un segreto che Aro miri ad alcuni del nostro clan e ho paura che ora voglia anche Renesmee."
 

Bella strinse forte la figlia.
 

"Scusate, ma Nessi mi sembra nervosa se non vi dispiace mi allontano un momento con lei per tranquillizzarla."
 

Bella acconsentì.
 

Non si erano accorti che Edward li fissava con sguardo indagatore. Nascondevano qualcosa, ora ne era più che sicuro, soprattutto perché nelle loro menti leggeva pensieri sconnessi, immagini strane, ridicole...; tutto troppo assurdo per essere credibile.



 

"Renesmee devi dire quello che sai."
 

"Mi chiami per nome solo se sei in ansia per me, ma loro non sono pericolosi e sono migliori di noi: la loro capacità di amare supera quella di Esme, e la loro compassione è maggiore di quella di Carlisle."
 

"Allora perché non parli."
 

"Non posso, sono diversi, non so se la mia "famiglia" accetterà mai la loro razza e soprattutto Aro e i suoi fratelli non devono sapere niente... ho provato a nascondere parte dei miei pensieri e quando ho toccato Alice, ho visto che ha fatto altrettanto."
 

"Papà!!"



 

Edward rientrò come una furia. Teneva in braccio sua figlia e per il collo il ragazzo, proprio come Bella il giorno in cui ha visto la piccola per la prima volta.

"Questo stupido sa tutto, sa chi sono."
 

Ringhiava dalla rabbia.
 

"Calmati Edward. Jacob è vero?"
 

Il licantropo annuì.
 

"Perché?" Il dottore sembrava calmo al contrario del figlio.
 

"E' colpa mia nonno e se vuoi sapere chi sono devi chiederlo alla sottoscritta."
 

I Cullen guardavano la bambina con perplessità.
 

"Dovete promettere di non fare loro del male."

"Tesoro sono..."
 

"Non sono pericolosi mamma, sono solo diversi..."
 

"Diversi come!"
 

"Più veloci, più agili, e forse più forti..."
 

Rosalie si avvicinò a Renesmee.
 

"Piccola, hanno mentito, hanno fatto credere ad Alice che un nostro conoscente sia un vampiro."
 

"Non hanno influito sul suo potere, quello che ha visto è reale."
 

"No, non può essere lui è..."
 

"Diverso, zia. Diverso."



 

Arrabbiati perché ancora non vi dico chi sono... e perché metto sempre il termine "diverso"?

Spero che il capitolo vi piaccia lo stesso.

P.S.: recensite please.

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Capitolo 4
*** ... bugie ***


Quarto capitolo, recensite per favore e soprattutto ditemi se è scritto bene. Le frasi in grassetto sono il pensiero di Carlisle.



 

"Buongiorno Bella e da un po' che non ci si vede, dal giorno del matrimonio. Come stai cara?"
 

"Mai stata meglio. Suo figlio?"
 

"Oh sta bene, oggi non è venuto, è fuori città per delle commissioni."
 

L'uomo dinnanzi alla ragazza aveva un espressione strana in volto. Sembrava inebetito.
 

"Oh mi scusi, sono una maleducata. Come sta lei e sua moglie?"
 

"Stiamo bene, siamo molto felici."
 

Sorrideva in maniera a dir poco ridicola. Era svanito, come se si fosse appena fatto una dose.
 

"Sa dire quando ritorna?"
 

"Chi?"
 

Non era in se, di questo era sicura e anche lei cominciava a sentirsi strana. All'interno della sala c'era un'aurea particolare.
 

"Suo figlio!!"
 

"Oh non lo so, se mi lasci il numero di telefono ti faccio richiamare."
 

"Grazie, ma magari ripasso io. Il mio cellulare è Ko e ancora non abbiamo il telefono."
 

"Ok tesoro riferirò, ciao ciao."
 

Bella tornò a casa. Carlisle era stato chiaro su questo punto lei e Edward dopo le informazioni prese dovevano rientrare e riferire. Finché non c'era alcuna certezza sui "nuovi" dovevano stare attenti. Solo a Renemsee questo atteggiamento non piaceva.
 

"Hai ragione è strano. Hai detto che si sentiva felice?"
 

Carlisle osservò Irina.
 

"Si, ma sembrava sotto l'effetto di qualche sostanza stupefacente. Dimenticavo ho sentito un profumo molto forte la dentro: frutti di bosco ed erba tagliata. Lui profuma così. Mi ha sempre detto che usava la colonia di suo padre, ma l'odore dell'uomo è diverso."
 

"Bene sappiamo che fragranza hanno due di loro."
 

Carlisle rifletté un attimo. Il cappotto che indossava Irina sapeva di legno e muschio. Un sentore famigliare.
 

L'entrata del figlio lo distolse da quel pensiero.
 

"Non ce traccia di lui in quella casa. Non c'è alcuna prova che abiti la, non ho neanche sentito il suo odore."
 

"Ho capito, è chiaro che il padre putativo è sotto l'influenza del potere di uno di loro. Credo anche che qualcun altro del clan sia in grado di nascondere la loro vera natura."
 

"Non nascondono niente, quello è il loro vero aspetto. Solo quando usano il loro potere cambia il colore degli occhi."
 

Renesmee era arrabbiata, aveva la sensazione di parlare al vento.
 

"Tesoro perché non dici quello che sai."
 

Il tono di Esme era materno.
 

"Voi non capite, non è semplice. Non sono stati creati come i comuni vampiri... si considerano dei mostri..."

"... non sono mostri, hanno trovato il modo di nutrirsi senza uccidere nessuna creatura. Forse le vere bestie siamo noi."
 

Il dottor Cullen asciugò le guance della bambina.
 

"Nessuno di noi nuocerà a quei ragazzi. E' una promessa. Ora dimmi dove posso trovarli, voglio solo parlare."
 

La nipotina allungò il braccio e con la mano toccò il viso dell'uomo.
 

"Ti porterò da loro."



 

Poiché Carlisle aveva il turno di notte quel giorno, decise di andare a conoscerli l'indomani in compagnia di Renesmee, ma prima c'era una faccenda che voleva chiarire.
 

Quando entrò in ospedale trovò il padre di Bella.
 

L'Ispettore Capo Swan si alzò di scatto non appena lo vide. Da quando gli era stata "rivelata", o quasi, la natura della famiglia Cullen, qualcosa era cambiato.
 

"Buonasera dottor Cullen.", balbettò
 

"Buonasera signor Swan, come mai da queste parti?"
 

"Ho accompagnato un ragazzo, è caduto dalla moto."
 

Il medico non insistette troppo, sapeva che era stato difficile accettare la "trasformazione" della figlia.
 

Si accomodò nel suo ufficio e chiese dov'era l'infermiera Nolan.
 

"In ambulatorio, sta medicando un ragazzo caduto dalla moto."
 

"Ecco fatto. Sei stato fortunato sai. Poteva andarti peggio. Ora ti accompagno dall'Ispettore Swan..."
 

"... buonasera dottor Cullen."

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"Buonasera Sabrina."

La ragazza stava per uscire quando si punse il dito toccando involontariamente il gambo di una rosa. Alcune gocce di sangue caddero nel vaso di vetro che le conteneva, colorando leggermente l'acqua.
 

Un profumo più intenso si era sparso nell'ambulatorio: legno e muschio.
 

Carlisle notò che le rose stavano appassendo velocemente. Si avvicinò al vaso. Quel sentore così forte proveniva da li...
 

Sangue, il suo... il loro, profuma ed è velenoso. Renemsee ha detto il vero, sono decisamente "diversi".
 

Non appena la ragazza rientrò, il dottore cominciò a osservarla attentamente: non era pallida e gli occhi non erano dorati come quelli della sua famiglia ed era sicuro che non portasse lenti a contatto. Anche l'odore del veleno era diverso.
Solitamente i vampiri emanavano una fragranza che ricordava la frutta, invece la sua aveva il sentore del bosco, mentre quella del ragazzo sapeva di erba tagliata.

 

Carlisle ricordò le parole di Irina: occhi dorati, frutti di bosco...
 

Evidentemente nel gruppo c'è una "comune vampira vegetariana".
 

Sabrina stava sistemando delle "ampolline" che contenevano il sangue per le analisi. Ne prese una e cominciò a squadrarla. Con un gesto fulmineo mise la boccetta dentro la tasca del camice.
 

Non si era accorta che il vampiro studiava ogni sua mossa.
 

"Le chiedo scusa dottor Cullen devo fare una telefonata urgente."
 

"Falla pure qua io devo uscire un attimo."
 

Socchiuse la porta stando attento a non farsi notare.
 

Nolan prese la boccetta e la rovescio, poi chiamo qualcuno con il cellulare
 

"Pronto signora Miller, sono l'infermiera Nolan, temo che suo figlio dovrà rifare le analisi... No va tutto bene, ma quel furbone è riuscito a farle fare a qualcun altro... Oh si che ne sono sicura, il sangue "analizzato" appartiene a una ragazza per di più incinta... No, non penso che sia di suo figlio, avrà trovato una ragazza per non farsi "succhiare il sangue". Non è l'unico a non amare le siringhe, buona serata."
 

Finita la conversazione ripulì meticolosamente il lavandino e la boccetta, poi passo alle sue mani.
 

Carlisle fu sorpreso nel vedere come strofinava tutto, sembrava che la "vampira" trovasse il sangue disgustoso. Ne ebbe una conferma alla fine quando dalla bocca della donna uscì un Blea.
 

Questa poi una vampira che non ama il sangue.
 

Una cosa che invece trovava straordinaria, era l'organo sensorio della vista; si era accorta dello "scambio", solo osservando il contenuto dell'ampolla. Cominciò a pensare che oltre a essere più agili, veloci e forti... dovevano avere anche dei sensi iper-sviluppati...
 

Sono una mutazione della razza vampirica, un'evoluzione...



 

Questo capitolo è un po' più lungo. Ditemi cosa ne pensate. La ragazza della foto è l'attrice venezuelana Sabrina Seara. Quando l'ho vista la prima volta (in un tg, era morta una del cast di una telenovela), ho pensato è lei. Ho cercato su internet per trovare alcune foto. Questo quando ho scritto Breaking Dawn 3, il prologo di questa storia.

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Capitolo 5
*** Violazione di domicilio ***



Ok, quinto capitolino, anzi capitolone rispetto agli altri. Forse ho impiegato troppo tempo nella descrizione dell'abitazione dei "nuovi". Ditemi se sono riuscita a sorprendervi, e soprattutto se il capitolo è scritto bene, se è scorrevole....



 

Verso le 6:00 il dottor Cullen staccò dal lavoro insieme all'infermiera Nolan.
 

Nonostante la curiosità dell'uomo per i "nuovi" si era fatta più intensa, si trattenne dal pedinarla.
 

Quando tornò a casa raccontò quant'era accaduto.
 

I suoi "famigliari" faticavano a riconoscerlo, era talmente entusiasta, si era persino messo a gesticolare mentre parlava e gli occhi e il viso brillavano dall'emozione per quanto aveva scoperto.
 

Esme conosceva Sabrina solo di vista, aveva scambiato soltanto qualche parola con lei. Faticava a credere che fosse una di loro.

 

"La loro evoluzione permette una maggiore integrazione con gli umani..."

"... forse per questo si considerano dei mostri, perché non sono come i comuni vampiri..."

"... chissà se tutti loro hanno dei poteri..."

"... chissà che tipo di poteri hanno, visto che resuscitano i morti..."

"... dovrò fare una serie di analisi..."

".... scoprire chi li ha cambiati..."

 

Il vampiro borbottava tra se e se, sotto lo sguardo attonito di Esme e dei suoi figli. Solo Renesmee alzò gli occhi al cielo, aveva detto chiaramente che non erano stati creati con un morso.
 

Edward captò il pensiero della figlia. La piccola, dal modo in cui il padre la guardava, se ne accorse e cambiò le immagini nella sua mente.
 

"Tesoro non sei ancora pronta, vatti a cambiare."
 

Carlisle fremeva tanta era la voglia di incontrarli.
 

"Nonno."
 

"Si."
 

"Non sono cavie."
 

L'uomo osservò la nipotina, l'espressione contrita della bambina fece capire al dottor Cullen che tutto quell'entusiasmo era eccessivo. Erano persone e non pezzi di carne.
 

"Hai ragione e ti chiedo scusa per il mio comportamento poco rispettoso nei loro confronti."
 

"Dottore vorrei venire anch'io."
 

"Jacob se vieni tu, devono venire anche loro."
 

"Per me va bene."
 

Emmett cominciava a essere meno ostile e più curioso verso i "nuovi", ma soprattutto voleva verificare se "Erba Tagliata" era effettivamente più forte di lui.
 

"No ragazzi andremo soltanto Renesmee e io. Voi ci aspetterete qua."
 

Il tono di voce era calmo, ma fermo. Quello era un ordine e anche se non erano molto contenti, non avrebbero trasgredito. Carlisle era il capofamiglia e tutti avevano il massimo rispetto per quello che rappresentava all'interno del clan.
 

"Dottor Cullen, se non le dispiace vorrei accompagnarla."
 

"Irina..."
 

"La prego, devo loro la "vita"."
 

"Va bene, farai le veci per il tuo clan."



 

Il trio arrivò a destinazione intorno alle 10:00. Il Sole splendeva alto nel cielo, ma poiché era ancora pieno inverno riuscivano a nascondere il loro "segreto" sotto pesanti indumenti di lana e giacconi lunghi muniti di cappuccio.
 

L'edificio dove alloggiavano i vampiri si trovava alla periferia di Forks nella zona industriale. Era un caseggiato piuttosto grande, di circa 500 mq, ma anonimo. Le pareti esterne erano grigie e rovinate dal tempo. Un cartello scolorito fuori dal portone principale fece capire loro che si trattava di una tipografia abbandonata da tempo. Anche il terreno dove si trovava la fabbrica era messo molto male.
 

"Lo tengono così apposta, le persone che passano credono sia disabitato. Dentro è decisamente meglio."
 

"Sei già stata qui vero piccola?"
 

"Si nonno."
 

Poiché il "campanello" era semidistrutto il dottor Cullen dovette bussare diverse volte, ma l'unica presenza che si sentiva provenire dall'interno era quella di un cane che abbaiava rabbioso.
 

"Scabbia."
 

Sentendo la vocina di Renesmee il cane lupo cambio tono.
 

"Non credo siano in casa dottor Cullen."
 

Carlisle era distratto, cercava un modo per entrare. Non era un comportamento degno di lui lo sapeva bene, ma voleva capire che tipo di "famiglia" era la loro. La nipote intuì quello che voleva fare...
 

"Non è una bella cosa nonno."
 

"Si lo so tesoro mio."
 

"Ma lo farai lo stesso, vero?"
 

Carlisle sorrise dolcemente, prese la bambina in braccio e saltò sul tetto dell'edificio. Irina fece altrettanto.
 

Diversi lucernari troneggiavano la sopra e davano sul open space e sulle camere da letto e il bagno. La vampira notò che il tetto era messo nelle stesse condizioni delle pareti esterne, ma il vetro dei lucernari era lindo.
 

Sul lato Nord dell'edificio si trovava un giardino ben nascosto dalle mura del fabbricato. Rispetto al resto della casa era tenuto bene. Le piantine erano distribuite verticalmente sulle pareti e coperte per il gelo invernale. Come vasi erano state utilizzate grondaie verniciate con una bella sfumatura di rosso in netto contrasto con il verde delle piante. Altri contenitori invece erano stati ricavati da snodi di tubature idrauliche in plexiglass della stessa tonalità di rosso.
 

L'arredamento era formato da bancali e bobine industriali. Anche questi coperti come le piante.
 

Una grande vetrata separava l'esterno dall'interno. Carlisle aprì facilmente la porta a vetri.
 

"Non hanno paura che qualcuno possa entrare?"
 

Irina era leggermente perplessa.
 

"Le pareti che nascondono il giardino sono troppo alte per essere scavalcate, e la struttura esterna è tenuta malamente per far credere che non ci sia nessuno all'interno."
 

Quando entrarono il senso dell'olfatto fu solleticato da odori diversi: non solo quello dei "nuovi". L'ambiente sapeva di pulito, pane caldo e dolci appena sfornati... Scabbia saltò addosso alla piccola che ricambio il benvenuto con altrettanta gioia.
 

"E' il loro cane. Lo hanno trovato nel bosco... quel giorno hanno trovato anche me."
 

Renesmee si tolse le scarpe.
 

"Fanno come i giapponesi così il pavimento si conserva meglio e si sporca meno."
 

Il pavimento era in cemento e l'unica fonte di calore della "casa". Diverse macchie di colore ormai sbiadite lo decoravano e denunciavano anche il primo utilizzo del fabbricato.
 

"Perché il riscaldamento a terra, non è hanno bisogno se sono vampiri!!"
 

"Forse Irina, sono sensibili alle gradazioni di temperatura."
 

"No, ospitano sempre qualcuno: senza tetto, bambini di strada, animali randagi... insomma tutti quelli che hanno bisogno di aiuto."
 

Il dottor Cullen fu sorpreso e rasserenato. Ora ne era c'erto non erano un pericolo. E se ospitavano dei mortali voleva dire che riuscivano a controllare la loro "sete". Per un attimo pensò a Sabrina e al suo disgusto per il sangue.
 

Continuarono il "tour" della casa.
 

A destra della vetrata si trovava la cucina. L'arredamento era ricavato dai vecchi mobili in ferro della tipografia. I piani erano sormontati da listoni in legno chiaro. Nella parete libera vicino alla porta a vetri, erano disposte diverse casse porta vino sempre di legno, che fungevano da libreria. L'unica "cosa" antica dell'ambiente era costituita da un bellissimo mobile dell'800 che proveniva quasi sicuramente da una macelleria e veniva usato come tagliere. Altri oggetti vintage decoravano quella parte della casa: diversi macini da caffe, un tritaghiaccio manuale giapponese e un'affettatrice manuale inglese... Il piano cottura era moderno e sembrava uscito da una cucina professionale, come il doppio lavello e il forno a microonde. Il vampiro si avvicinò ai frigoriferi. Uno aveva lo porta trasparente e l'uomo notò che all'interno erano conservati cibi "normali"; l'altro invece era in acciaio. Quando lo aprì trovo dei contenitori d'ospedale: contenevano sangue.
 

"Lo prendono al consorzio della carne di Forks. Non hanno mai ucciso nessuno."
 

Irina era esterrefatta. Carlisle invece sorrise. Continuarono il giro.
 

La cucina dava direttamente sulla sala da pranzo e la zona giorno. Questi tre locali facevano parte di un unico grande open space luminosissimo grazie all'enorme vetrata e ai vari lucernari posti sul tetto. I soffitti alti avevano permesso la creazione di una zona soppalcata. La struttura era di ferro e l'ambiente era adibito a biblioteca. L'antico mobile da farmacia in legno si inseriva piacevolmente con la struttura di metallo.
 

La zona giorno era arredata con diverse sedute. Le due più importanti erano state ricavate da vecchie panchine di legno e ferro battuto e completate da materassi sottili e cuscini di colori diversi, ma tutto perfettamente bilanciato. In mezzo un piano di legno e quattro ruote da carrello industriale fungevano da tavolino. Mentre qua e la erano sparsi pneumatici, che risistemati, erano diventati pouf di design. Anche i punti luce della casa erano stati creati con materiale riciclato: le lampade a terra erano state ricavate da vecchi caschi da parrucchiera.
 

Le sedie intorno al tavolo da pranzo che apparteneva al fabbricato erano in legno di noce, ma ognuna aveva una forma diversa. Sopra il piano del tavolo si trovava una lente molto particolare, un foglio in metallo e un vecchio quaderno con la copertina nera.
 

Tutto l'ambiente era armonico e ricco di personalità. Il materiale di recupero si integrava perfettamente con i pochi elementi antichi.
 

"Esme impazzirà per tutto questo."
 

Il dottor Cullen salì le scale per raggiungere la biblioteca. La libreria era ben fornita: arte, narrativa... notò molti volumi in lingua originale.
 

Sono colti e cosmopoliti, molto bene.
 

Stava per raggiungere la zona notte, quando sentirono un rumore. Qualcuno di loro stava rientrando.
 

Un ragazzo biondo con gli occhi azzurri e lineamenti delicati fece la sua comparsa: Mike Newton.
 

Si fermò un attimo e inspirò profondamente, sentì un odore famigliare...
 

"Questa è violazione di domicilio dottor Cullen."

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Capitolo 6
*** Mostri ***



Nel tardo pomeriggio il dottor Cullen rientrò a casa.
 

Aveva un'espressione sconvolta sul viso. Sul collo, privato della sciarpa che solitamente copriva i segni della sua trasformazione, compariva un livido da "strangolamento".
 

Irina aiutò l'uomo a sedersi. Esme si avvicinò preoccupata, raramente lo vedeva in quello stato.
 

"Amore."
 

Carlisle la guardò e chiese una cosa davvero insolita per un vampiro.
 

"Wisky, abbiamo del Wisky in casa tesoro?"
 

"No! Tesoro cosa.... cosa sono quei segni sul collo, sei stato aggredito?"
 

Edward ringhio dalla rabbia.
 

"Sono stati loro, bastardi."
 

"Edward, tu non farai nulla contro quei ragazzi. La colpa è mia, non dovevo entrare di soppiatto come un ladro nel luogo dove dimorano."
 

"Ma loro ti hanno aggredito, loro sono.... sono... no... non può essere."
 

"Amore ti prego dimmi quello che è successo."
 

Siamo entrati nel fabbricato dove vivono, è un ex tipografia nella zona industriale della città. Mike è tornato e....



 

M.N. "Questa è violazione di domicilio dottore, ma se lei è qua vuol dire che conosce il nostro segreto. Purtroppo non uscirà vivo da questa casa a meno che non giuri su quanto ha di più caro al mondo, che non parlerà con nessuno, nemmeno con i suoi figli. Ma loro lo sanno già, è così dottore?"
 

C.C. "Mike, ti prego."
 

M.N. "Mi basta così poco per spezzarle l'osso del collo."
 

C.C. "Mike, se mi ucciderai verranno a cercare te e il tuo clan."
 

M.N. "Clan!! noi siamo una famiglia... e per quanto riguarda gli altri, che vengano pure. Siamo più forti, più agili e più veloci."
 

C.C. "Mike..."
 

M.N. "Sta cercando di spezzarmi il braccio dottore? Mi dispiace io mi rigenero facilmente, senza contare che riesco a difendermi bene anche con un arto momentaneamente Ko."
 

I.D. "Ragazzo guardami, ti ricordi di me? Mi avete salvato la vita."
 

M.N. "Mia madre non le ha chiesto di mantenere il riserbo su quanto accaduto nel bosco?"
 

I.D. "Sono qua solo per ringraziare te e la tua famiglia. E Carlisle vuole solo conoscervi."
 

M.N. "E perché di grazia tutto questo interessamento dottore? Oh ma certo, siamo cavie da analizzare e sul quale fare esperimenti. Non toccherete nessuno della mia famiglia."
 

C.C. "Mike pe favore."
 

R.C. "Ti prego Mike, non abbiamo cattive intenzioni, lui non è crudele come quel vampiro, non farebbe mai nessun esperimento su di voi."
 

M.N. "Le mie sorelle e il loro...bellissimo carattere, fare amicizia con te è stato un grave errore. E anche raccontarti tutto."
 

R.C. "Non riesco a leggere il tuo pensiero, Mike... lo stai utilizzando e così?"
 

M.N. "Gli uso entrambi nana da giardino. I Cullen non sono dei pezzi di pane. Il tuo nonnino ha lasciato che torturassero la tua amica Bree, è amico del dottor Morte e ora grazie a te ho scoperto perché è venuto da noi. Davvero crede che siamo un'evoluzione della razza vampirica, dottore?"
 

C.C. "Mike!!"
 

M.N. "Mi dispiace piccola non c'è differenza tra lui e quell'altro. E venuto solo per studiarci. Vuole veramente sapere che cosa siamo dottore? Noi siamo qualcosa di molto più schifoso di quello che ha pensato. Per certi versi ricordiamo i vampiri di alcune leggende: ci sono storie che raccontano di persone trasformate con il sangue di quelle creature; e i canini, guardi come crescono i miei e sono molto, molto aguzzi. Per non parlare delle unghie. E degli occhi, ora sono rossi perché uso i miei poteri. E si!! ne abbiamo due, uno di difesa e uno d'attacco. Fico. No, non c'è niente di "cool" in noi. Siamo solo il frutto di un esperimento mal riuscito dottore: metà vampiri, metà licantropi e metà di qualcos'altro... NOI SIAMO SOLO DEI MOSTRI!!"



 

Esme non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.
 

"Adesso capisco il perché dell'imprinting."
 

"Cosa?"
 

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"Metà vampiri, metà licantropi. Una di loro, una ragazza bionda come Mike e con gli occhi grigio azzurri, quella che ha il potere di ridare la vita ai morti... ha avuto l'imprinting con un membro della guardia: Alec. La visione era molto chiara. Lei però era spaventata, Alec la terrorizzava... non credo sappia cosa sia l'imprinting."
 

Carlisle ascoltava attentamente Alice.
 

"Forse essendo metà vampira le permette di lasciare un'impronta su qualcuno."
 

Il suo sguardo si posò su Jakob. Era sconvolto.
 

"Dobbiamo ucciderli."
 

"No."
 

"Ma..."
 

"No Edward, non sono nostri nemici, Mike non mi avrebbe avvertito altrimenti."
 

"Su cosa?"
 

Edward non era contento, così come Jasper ed Emmett. Gli altri non dicevano niente, non sapevano bene cosa dire.
 

Il dottor Cullen continuò il discorso.
 

"Sono rientrati gli altri membri del suo clan. La prima era una donna, la stessa che ha incontrato Irina. Non so il perché, ma il suo viso mi è familiare. Era seguita da Sabrina e... quest'ultima era così delusa nel vedermi. C'erano altre due ragazze, una era quella della tua premonizione, credo sia minorenne, forse ha la stessa età di Alec; era presente anche un bambino piuttosto strano e... ho visto Bree Turner."
 

"Bree è viva, l'hanno resuscitata?"
 

"Si Jasper..."
 

"Sono pazzi, non conoscono la legge dei Volturi? e a quanto pare non è l'unica bambina immortale nel gruppo."
 

Il capofamiglia rimase per qualche secondo in silenzio prima di riprendere a parlare.
 

"Il bambino ha detto una cosa strana, credevo stesse parlando di me... ma dopo l'avvertimento di Mike..."
 

"Perché che cosa hanno detto!!"



 

"Dottore cattivo, dottore cattivo..."
 

"Maledizione... So già che mi pentirò del consiglio che sto per dare: si nasconda dottore, nasconda tutta la sua famiglia. Avverta anche i licantropi della riserva, c'è qualcosa la fuori, qualcosa di pericoloso e malvagio..."
 

"... mamma vai insieme a Evan, Bree, Jake e Scabbia a ...."



 

"Dove, dove sono andati e cosa c'è la fuori."
 

"Non lo so, non me l'ha detto."
 

Renesmee porse un quaderno logoro, con la copertina nera, nelle mani del nonno. Un vecchio diario.
 

"Io lo so, ma prima devi leggere questo. Ti aiuterà, aiuterà tutti voi a comprendere meglio tutta la faccenda e a capirli."



 

6 capitolo. Ditemi cosa ne pensate. La ragazza della foto è Evan Rachel Wood, un'attrice americana. Nella mia mente debosciata è la vampira che ha resuscitato Irina...

P.S. Ma compaiono i lividi sui vampiri? non hanno sangue... però hanno le occhiaie... Boo!!

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Capitolo 7
*** Esperimenti ***


Carlisle cominciò a sfogliare alcune pagine e a leggerle ad alta voce. La maggior parte però erano rovinate.



 

Forse sono uno dei vampiri più antichi, persino più vecchio di Amun signore indiscusso della congrega egizia. Ho visitato diverse regioni e stati, conosciuto molti vampiri e altrettanti clan, ma nessuno come loro: i Volturi. Il potere è amministrato da tre vampiri: Aro, Marcus e Caius.
 

Aro, nonostante governi con i suoi "fratelli" si è autoeletto capo indiscusso del clan. Sembra socievole e affabile, ma è solo una facciata. In realtà è calcolatore e ambizioso. Qualità che mi piacciono, se fosse una persona intelligente ad averle. Quel vampiro è mediocre. Rasenta il ridicolo quando vuole qualcosa, come i vampiri o gli umani dotati di particolari capacità. Per non parlare del suo più grande difetto: la vanità. Basterà lusingarlo un po', farli credere che lui è l'unico, il solo. Non ci vorrà molto per ottenere tutto quello che voglio e di cui ho bisogno, anche grazie al mio potere.
 

Marcus è troppo preso dalla sua compagna per provare interesse nei miei confronti e Caius, crede di essere un grande stratega, ma è solo un ragazzo capriccioso e irritante; costantemente arrabbiato perché non ha poteri.
 

Tre perfetti imbecilli. Ma d'altronde i dittatori non sono tutti idioti?



 

"Ha usato i Volturi, questo tizio comincia a piacermi. Qual' è il suo nome?"
 

"Non lo so Emmett, non si legge bene."



 

Aro mi ha confessato che vuole uccidere Didyme. Un ottima occasione per me, per avere un Volturo sempre a mia disposizione per i miei esperimenti, ma prima devo fare in modo che lei e il suo compagno rimangano soli e in intimità per un po'.
 

Finora il mio lavoro è andato male, ma ho come la netta sensazione che qualcosa sta per cambiare.



 

"Didyme ecco chi era."
 

"Tesoro chi è Didyme?"
 

"La sorella di Aro, la compagna di Marcus. Ho visto un suo ritratto nei sotterranei del palazzo dei Priori. Credevo fosse morta, ma è viva è la donna che Mike ha chiamato madre..."
"... no, non può essere..."
 

Il dottor Cullen continuò a sfogliare il quaderno.



 

Finalmente, dopo quasi un secolo da quando ho nascosto la sorella di Aro, è nato il mio primo ibrido. Le creature che sono venute al mondo prima di lui e sono sopravvissute, non avevano nulla delle due razze. Solo una cosa abnorme e mostruosa. Non è facile tenerle a freno, sono bestiali e hanno fiutato il piccolo. Devo nascondere meglio il bambino e sua madre.
 

Forse dovrei uccidere quei mostri, ma ho deciso di tenerli in vita. Saranno utili per l'addestramento del mio ibrido e di quelli che verranno.
 

Guardando il piccolo non si può non notare la somiglianza con suo padre. E' il ritratto di Marcus, ma occhi e capelli sono chiari come il licantropo a cui ho prelevato il sangue per iniettarlo nel corpo del neonato.
 

L'odore è diverso dai comuni vampiri, profuma di erba tagliata. Speriamo che abbia anche un potere.



 

"Mike, è un Volturo!!"
 

"Sembra di si ragazzi."
 

"Lurido schifoso bastardo."
 

Renesmee lanciò un'occhiataccia a Emmett.



 

Il piccolo cresce a vista d'occhio, ma quello che mi stupisce di più è la sua intelligenza, oltre all'ingegno. E ora di dargli un fratellino o una sorellina, ma questa volta agirò in maniera diversa. Aro e Caius non amano i licantropi. Il primo li considera cani rognosi e il secondo li odia senza mezze misure. Be li ameranno, anzi l'ameranno almeno per darmi un erede. Ho trovato una ragazza lupo che mi servirà per questo esperimento. In forma umana è piuttosto attraente, e con il mio potere...



 

"E' rovinato, non riesco a leggere il seguito."
 

Jacob era schifato.
 

"Non c'è bisogno, direi che è ovvio. Quei due stupidi si sono accoppiati con una mutaforma..."
"... ehi un momento, allora Leah non è la prima, c'è stato un precedente ed è rimasta incinta!!"
 

"Nonno continua a leggere è importante che arrivi alla parte di Sabrina."



 

E' andato tutto bene sono nate due bellissime bambine a distanza di qualche hanno, e stavolta nessuno sgorbio è venuto al mondo, ma due perfetti ibridi. Il vecchio sistema sembra essere il più sicuro. O forse è stata solo fortuna.
 

Una è il ritratto di Aro, tranne per i colori presi dalla madre. L'altra è simile alla madre, ma ha i colori e le espressioni di Caius.



 

"Sabrina è un Volturo allora."
 

"No nonna, lei è la penultima e non discende dai Volturi."
 

"Tesoro non può essere sembra più grande di Mike."
 

"Dovete arrivare quasi alla fine del diario per comprendere tutta la storia."
 

"Renesmee tu lo hai già letto."
 

"Si, ma di nascosto. Si vergognano e provano orrore per quello che sono."



 

Come il maschio anche loro sono cresciute a vista d'occhio, ma c'è qualcosa di strano. Una ha smesso di crescere. Dimostra sui 13-14 anni. Mentre l'altra ha raggiunto, come il "fratello", la maturità.
 

*****
 

Aro è inquieto, devo stare attento. Finora mi è andata bene, ma lui è uno stupido e gli stupidi sono imprevedibili.
 

Devo allontanarmi per un po' e portare via Didyme e i ragazzi. Il leader dei Volturi è facile da prendere in giro, basterà prometterli qualche rarità per la sua "collezione". Per quanto riguarda gli sgorbi chiederò ad un vampiro nomade di prendersi cura di loro. Sperando che non lo divorino.
 

*****
 

E' passato un secolo dall'ultima volta che sono stato qua. Non sono riuscito a creare nemmeno un ibrido, a parte qualche essere immondo. Ma chissà, magari Volterra mi porterà di nuovo fortuna. Gli anormali sono ancora vivi, come il vampiro che doveva occuparsi di loro. E' stato fortunato, queste creature divorano anche licantropi e quelli della mia razza.
 

*****
 

Ho conosciuto un nuovo membro del clan: Carlisle. Studia medicina e sembra avere un ottimo controllo sulla sua sete. Un tipo davvero interessante. Devo tenerlo presente per i miei esperimenti.
 

Oggi verrà un pittore molto famoso, ho chiesto, anzi ho ordinato ad Aro di far fare un ritratto a me e a Carlisle. Voglio avere la sua piena fiducia, ma non è una cosa semplice.



 

L'espressione del dottore era sconvolta. Aveva conosciuto quel vampiro. Se lo rammentava bene ora. Non gli piaceva, non gli era mai piaciuto.
 

Continuò a leggere, nella sua mente si era insinuato un sospetto sulla nascita di Sabrina.



 

Niente da fare, ancora esseri abnormi, anche con il metodo classico. A quanto pare la prima volta è stata solo fortuna, ma non demordo, qualcosa di buono arriverà di sicuro. Chissà magari devo smettere di inserire altri "elementi" all'interno del loro corpo delle loro genitrici, o dentro quelli dei piccoli che nascono normali; anche se non tutti gli esperimenti sono venuti male.



 

Altri elementi.
 

Carlisle era pensieroso, quel pazzo non si era limitato a mischiare i geni vampiri con quelli dei licantropi.



 

Ho trovato un neonato, sta morendo. La madre non è in grado di aiutare il piccolo. Userò l'ipnosi per prenderlo. Dato che è mortale, voglio vedere cosa succede inserendo nel suo corpo il mio veleno e il sangue dei licantropi. Chissà, magari l'ibrido che ne verrà fuori sarà migliore anche di quelli di Joham, un vampiro conosciuto qualche hanno prima.
 

*****
 

Oggi ho rivisto Carlisle, si è stabilito in America e si è sposato con la madre del bambino che ho modificato. L'uomo ha buon gusto in fatto di donne, sono sicuro che verrà fuori un altro bellissimo ibrido.
 

*****
 

Esme è rimasta incinta, ma ho problemi a gestire entrambi i genitori. La loro volontà è più forte del mio controllo mentale. Cercherò di far continuare la gravidanza nel ventre di una donna lupo e per essere sicuro che sia un ibrido come si vede inietterò oltre alla mia solita miscela, anche il sangue di un maschio alfa.
 

*****
 

E' perfetta, somiglia alla madre e ha le espressioni del padre. I colori sono quelli dei licantropi di questa zona. Come per gli altri ibridi, anche l'odore del suo veleno è differente da quello dei comuni vampiri.



 

Esme e Carlisle si guardarono negli occhi. Il dottor Cullen continuo a sfogliare il diario. Finche non arrivò a una pagina dove erano presentati dettagliatamente tutti gli ibridi creati.



 

Esperimento n.2357

Creato nel 900 a.C.

Sesso: maschile

Età: dimostra 18 anni

Occhi: azzurri. Diventano rossi quando fa uso delle sue facoltà

Capelli: biondi

Madre: Didyme, vampira, clan Volturi

Padre: Marcus, vampiro, clan Volturi

Modificato con geni di licantropo, squalo, mamba nero

Poteri: inibizione dei poteri vampirici (difesa), acquisizione dei loro doni tramite vicinanza fisica (attacco). Sa usare entrambe le facoltà contemporaneamente. Non sembrano connessi alla mente. Comunica telepaticamente con gli altri ibridi, ma questo procura dolore

Segni particolari: flusso sanguigno (sangue velenoso), pelle normale a contatto con la luce solare. Canini e unghie retrattili, controllo della temperatura corporea; velocità, agilità e forza superiori a quelle dei vampiri e dei licantropi. Rigenerazione, intelligenza superiore alla norma, autocontrollo. Il veleno profuma di erba appena tagliata

Punto debole: violenti attacchi epilettici. Ha una coscienza



Esperimento n.2358

Creato nel 902 a.C.

Sesso: femminile

Età: dimostra 18 anni

Occhi: castano verde con sfumature rossicce. Diventano rossi quando fa uso delle sue facoltà

Capelli: castano chiaro, quasi biondo

Madre: donna lupo

Padre: Aro, vampiro, clan Volturi

Modificata con geni di barracuda, anaconda

Poteri: stasi molecolare (difesa), accelerazione molecolare (attacco). Non sembrano connessi alla mente. Comunica telepaticamente con gli altri ibridi, ma questo procura dolore

Segni particolari: flusso sanguigno (sangue velenoso), pelle normale a contatto con la luce solare. Canini e unghie retrattili, controllo della temperatura corporea; velocità, agilità e forza superiori a quelle dei vampiri e dei licantropi. Rigenerazione, intelligenza superiore alla norma, autocontrollo. Il veleno profuma di acqua marina

Punto debole: violenti attacchi epilettici. Ha una coscienza



Esperimento n.2359

Creato nel 905 a.C.

Sesso: femminile

Età: dimostra 13-14 anni

Occhi: grigio-azzurri. Diventano rossi quando fa uso delle sue facoltà

Capelli: biondi

Madre: donna lupo

Padre: Caius, vampiro, clan Volturi

Modificata con geni di delfino, cobra reale

Poteri: rigenerazione molecolare (difesa), assorbe energia vitale (attacco). Non sembrano connessi alla mente. Comunica telepaticamente con gli altri ibridi, ma questo procura dolore

Segni particolari: flusso sanguigno (sangue velenoso), pelle normale a contatto con la luce solare. Canini e unghie retrattili, controllo della temperatura corporea; velocità, agilità e forza superiori a quelle dei vampiri e dei licantropi. Rigenerazione, intelligenza superiore alla norma, autocontrollo. Il veleno profuma di Marsiglia e borotalco

Punto debole: violenti attacchi epilettici. Ha una coscienza



Esperimento n.3103

Creato nel 1921 d.C.

Sesso: maschile

Età: dimostra 11 anni

Occhi: scuri

Capelli: castani

Madre: umana, in seguito diventata vampira per opera di Carlisle Cullen

Padre: umano

Modificato con geni di vampiro (i miei), licantropo

Potere: nessuno

Segni particolari: flusso sanguigno, pelle normale a contatto con la luce solare. Temperatura corporea poco superiore a quella umana. Non è velenoso

Punto debole: affetto da ritardo mentale



Esperimento n.3104

Creato nel 1930 d.C.

Sesso: femminile

Età: dimostra 20 anni

Occhi: castano verdi con sfumature rossicce. Al contrario degli altri, diventano dorati e non rossi quando fa uso delle sue facoltà

Capelli: castano scuri

Madre: Esme Cullen

Madre surrogata: donna lupo

Padre: Carlisle Cullen

Modificata con geni di licantropo, manta, serpente corallo

Poteri: capacità psioniche (è in grado di interagire con le menti altrui). E' connesso alla mente, non sente dolore

Segni particolari: flusso sanguigno (sangue velenoso), pelle normale a contatto con la luce solare. Canini e unghie retrattili, controllo della temperatura corporea; velocità, agilità e forza superiori a quelle dei vampiri e dei licantropi. Rigenerazione, intelligenza superiore alla norma, autocontrollo. Il veleno profuma di legno e muschio

Punto debole: violenti attacchi epilettici. Ha una coscienza



 

Esme si accasciò a terra, Carlisle era sconvolto. Tutti gli altri presenti compresi i Denali erano scioccati.
 

Le ultime pagine del diario erano strappate.
 

Renesmee disse che erano stati loro a strapparle. Erano descritte minuziosamente le torture inflitte dal dottor Morte per piegarli alla sua volontà, compreso un digiuno forzato di non so quanti anni, perché si rifiutavano di uccidere.
 

"Non si sono nutriti per più di un anno. Come hanno fatto!!"
 

Garrett non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.
 

"Preferiscono morire di fame piuttosto che togliere la vita a qualcuno, che sia umano o animale. E poi trovano il sangue disgustoso."
 

"Allora come si sono nutriti fino ad ora.!!"
 

Garrett era sempre più curioso.
 

"Il sangue lo prendono al consorzio della carne della città. Ci vanno a turno, tranne Didyme e Bree. Non hanno il loro autocontrollo. E quando non sanno dove trovarlo, be ci pensano Mike e Sabrina. Il loro sangue come quello di Annie e Evan si rigenera e... Be!! Mike si vanta di essere l'uomo di casa e Sabrina di essere la più grande tra gli ibridi. Nonostante è velenoso, non crea problemi ai vampiri e a quelli come loro. Ogni volta che lo fanno, però, hanno un attacco epilettico. E non solo in quei momenti."
 

"Il loro sangue, donano il loro sangue, che creature eccezionali. Ma dimmi piccola ora dove sono, vorrei tanto fare la loro conoscenza."
 

"Sono andati a caccia, il dottor Morte e qui a Forks. Dottore cattivo è il modo in cui Jake, tuo figlio nonna, chiama quell'uomo."



 

Forse ho un tantino esagerato e credo ci siano dei punti mancanti nella storia... Ditemi cosa ne pensate (se siete riusciti ad arrivare fino a qua). Spero di aver tracciato bene i personaggi con i loro "discorsi". E ditemi sempre se è scritto bene, se è scorrevole.

Per le loro profumazioni ho pensato al loro carattere o quasi. Soprattutto sono sentori che mi piacciono da morire.

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Capitolo 8
*** Port Angeles ***



In tarda serata i Cullen e il clan Denali raggiunsero la Port Angeles School. Le persone che cercavano si erano rifugiate in un'ala abbandonata dell'edificio.
 

Jacob non era presente. Era andato nella riserva per avvertire i licantropi, e si era fermato dopo la notizia della sparizione di due membri: Seth e Leah.
 

Quando il dottor Cullen entrò si trovò di fronte a Didyme, Bree, il piccolo Jake e Evan in preda a una crisi piuttosto violenta. Aveva appena nutrito la più "giovane" del gruppo.
 

Anche se Bree non era più una vampira neonata faticava a controllarsi. All'interno della famiglia era quella che aveva più bisogno di sangue.
 

Scabbia leccava Evan nella speranza di alleviare un po' il suo dolore. Jake invece era completamente assente. Non aveva alcuna reazione.
 

La madre di Mike lasciò il capezzale della ragazzina e si mise di fronte al gruppo per proteggere la sua famiglia.
 

"Buonasera, sono il capofamiglia del clan Cullen, il mio nome..."
 

"So chi è lei signore. Cosa vuole veramente da noi!!"
 

"Non abbiamo nessun fine nei vostri confronti, vogliamo solo aiutarvi."
 

Esme ne frattempo si era avvicinata al piccolo Jake, suo figlio biologico. Il bambino somigliava al padre, ma i colori erano quelli della madre, a parte la tonalità leggermente scura della pelle, ereditata dai geni del licantropo usato per la sua mutazione.
 

"Non lo tocchi, è autistico, non ama essere toccato, da nessuno, nemmeno noi riusciamo a farlo."
 

Esme guardò la donna e poi di nuovo il figlio.
 

"E come siete riusciti a portarlo fin qua?"
 

Il tono della voce della donna era leggermente irritato, credeva stesse mentendo.
 

"Sono stata costretta a prenderlo in braccio, ma ha urlato per tutto il tempo."
 

Carlisle tornò a osservare Evan.
 

"Da quanto tempo è in quelle condizioni?"
 

"Mezz'ora."
 

"Cosa?"
 

"A volte durano anche un'ora. Quando le crisi epilettiche finiscono dormono almeno 12 ore massimo 24."
 

La ragazzina intanto cominciò a calmarsi e lentamente si assopì.
 

"Per favore, mi dica dove sono gli altri."
 

"Non lo so, non hanno voluto dirmelo. Gli unici che possono sono Jake ed Evan, ma il piccolo comunica solo con i numeri e le uniche persone che riescono a decifrare quel codice sono loro. Ed Evan come può ben vedere è Ko."
 

Edward provò a leggere nella mente dei "nuovi", ma non riuscì a vedere niente. La donna e Bree effettivamente non sapevano nulla mentre la mente degli altri due era illeggibile.
 

"Non ha nessuna idea a riguardo?"
 

"Il vampiro che stanno cercando solitamente si nasconde in luoghi appartati e abbandonati da tempo. Quando Mike, Annie e Sabrina sono partiti, ho visto che si dirigevano verso la foresta di Hoh."
 

Carlisle fece ritorno a Forks in compagnia di Jasper, Emmett, Edward, Eleazar e Garrett. Le donne di entrambi i clan rimasero a Port Angeles.
 

Irina aveva con se il cappotto grigio che le era stato prestato e lo mise sotto il corpo della ragazzina distesa, per isolarla dal freddo del pavimento, casomai lo sentisse. Kate e Tanya, invece usarono le loro giacche per coprirla, mentre Carmen con la sua fece un guanciale e lo posizionò sotto la testa di Evan per farla stare più comoda.
 

Didyme le ringraziò. Il gruppetto aveva lasciato in fretta e furia la "casa" dove abitavano e non avevano portato niente con loro.
 

Bree si era rifugiata in un angolo e osservava i nuovi venuti. Accanto le si era accucciato Scabbia. Aveva paura dei Cullen, in particolare di Jasper. Prima di lasciare la stanza il vampiro l'aveva squadrata.
 

La ragazzina ricordava l'ultima volta che lo aveva visto. Voleva ucciderla perché era una neonata e soprattutto una bambina immortale. Secondo la legge dei vampiri quelle come lei non dovevano esistere.
 

Un urlo fece sussultare tutti. Esme aveva messo il suo cappotto sulle spalle di Jake. Non appena la donna si allontanò smise di gridare.
 

"Io, io... non volevo fargli male."
 

"Non ha sentito male, non ama essere toccato, nemmeno sfiorato."
 

"Perché mio figlio è in questo stato. Che cosa ha fatto quel mostro al mio bambino."
 

"Sono stati gli esperimenti a cui è stato sottoposto. Ora è quasi come Renesmee."
 

"Sai nonna, può prevedere il futuro e i collegamenti che esistono tra persone apparentemente non connesse tra loro. Tutto questo però lo capta attraverso i numeri. E' difficile da spiegare, il suo cervello tra tutti gli ibridi creati dal dottore, è il più sviluppato, anche se non sembra."
 

"Nel diario di quel pazzo non è segnalato alcun potere."
 

"Lui vedeva solo un ragazzino ritardato, suo "fratello" e le sue "sorelle", invece, hanno capito subito che era speciale."
 

La vampira osservò nuovamente il suo "primogenito". Da umana credendolo morto aveva tentato il suicidio. Ora era li difronte a lui e non poteva toccarlo, nemmeno una carezza. Desiderava piangere, almeno si sarebbe sfogata un po'.
 

Si rivolse nuovamente a Didyme, voleva sapere tutto dei suoi figli.
 

"Come ha detto Renesmee Jake è speciale e appena e arrivato è stato subito amato da Mike, Annie e Evan, e protetto. Più di una volta quel mostro ha tentato di eliminarlo, perché lo riteneva un ibrido mediocre. Tra tutti loro è quello più umano, può sopravvivere anche con un'alimentazione normale. Annie se ne occupa, mio figlio dice sempre che la sua cucina fa resuscitare i morti."
 

"Non beve sangue?"
 

"Solo se strettamente necessario."
 

La madre di Mike guardò Evan ancora incosciente. Era accudita dalle donne dell'altro clan. Alice teneva compagnia a Bree, Bella era insieme a sua figlia, mentre Rosalie era un po' sulle sue. Ancora non sapeva come prendere tutta la storia ed era molto preoccupata. Non solo per la presenza di quel vampiro-scienziato pazzo.
 

Temeva anche i Volturi, la loro reazione, se venivano a conoscenza di tutta la faccenda. Cosa avrebbero fatto alla sua famiglia, al clan Denali e a questo nuovo gruppo? La sola idea le metteva ansia. Certo i nuovi avevano dei poteri interessanti e ad Aro, sempre alla ricerca di persone dotate di doni strabilianti, potevano fare gola. Come alcuni membri degli altri due gruppi.
 

Scosse la testa per cancellare quei pensieri, senza riuscirci troppo.
 

"Sabrina sa chi sono veramente?"
 

"Si, lo ha sempre saputo, ma ha preferito non dire niente. Si è sempre ritenuta un'estranea, e un mostro. Senza contare che non è una storia semplice da raccontare, ma nello stesso tempo voleva stare il più possibile con i genitori biologici. Per questo è diventata l'assistente infermiera del dottor Cullen."
 

Esme prese le mani di Didyme.
 

"Grazie per esserti sempre occupata dei miei figli."
 

"Non ringraziarmi, per me è stato un piacere."
 

"Perché suo fratello la voleva morta?"
 

"Tu sei?"
 

"Rosalie Cullen."
 

"Oh sei la ragazza che Mike chiama Barb... emh!!"
 

"Come mi chiama suo figlio?"

"Barbie vampira."
 

"Gentile da parte sua."
 

"Oh si, mio figlio è molto educato."
 

Tutte scoppiarono a ridere, tranne Ros.
 

"Perché."
 

"Vedi il mio dono consiste nel rilasciare un alone di felicità nell'ambiente e questo stava allontanando Marcus da mio fratello. Voleva stare soltanto con me e lasciare i Volturi."
 

"Tipico di Aro."
 

"Già, tipico di mio fratello. Annie, sua figlia, lo chiama Dora l'esploratrice versione horror."
 

"Dora che cosa?"
 

Bree prese la parola, tra un vocabolo e l'altro le scappava da ridere.

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"E' la protagonista di uno stupidissimo cartone animato per bambini piccoli. Annie è ironica e autoironica. Ad esempio dice che la cosa più bella che ha ereditato dal padre è il nasone. Si considera una cozza, ma invece e bella."



 

"Alec, sembri preoccupato, cosa ti succede."

"Nulla Maestro, solo che, non sono sicuro, ma ho sentito la presenza di altri nella foresta. C'era uno strano odore nell'aria: Marsilia e borotalco. Non erano umani, ma nemmeno vampiri e licantropi, almeno credo."
 

"Interessante io ho sentito profumo di frutti di bosco e acqua marina, e dalla reazione che hanno i miei fratelli e tu Felix, non sono l'unico ad averlo percepito."
 

"Maestro io ho sentito odore di legno e muschio."
 

"Oh, e voi fratelli?"
 

"Frutti di bosco, il profumo della mia adorata Didyme ed erba tagliata." disse distrattamente Marcus.
 

"Marsilia e borotalco, e come te Aro acqua marina."
 

"Ognuno di noi ha sentito un sentore diverso. Demetri ho una missione da affidarti, devi recarti a Forks. Credo che i Cullen stiano nascondendo qualcosa o qualcuno."



 

Spero vi piaccia, Recensite, grazie. Baci, Baci...

L'attrice della foto è nel cast di 90210. Ho scelto questa, perché credo rappresenta bene il carattere della figlia di Aro. Allegro...

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Capitolo 9
*** I segreti della foresta ***



Carlisle, i suoi "figli" e i Denali perlustrarono tutta la foresta. All'interno avevano trovato diversi rifugi, piccole cassette in legno occupate solo nella stagione della caccia. Stavano per raggiungere il limite della foresta quando Garrett scorse una struttura piuttosto grande.
 

"Speriamo sia quello l'edificio Carlisle, siamo quasi alla fine di questa maledetta foresta e finora nulla di fatto. E' molto probabile che la donna abbia mentito, dopotutto è la sorella di Aro."
 

L'edificio in questione era un ex segheria, una delle prime. Aperta nel 1946 un anno dopo la fondazione del "paese" e chiusa nel 1984 proprio quando Washington annetteva Forks nel suo stato.
 

Nonostante fosse abbandonata da tempo era, come l'ex tipografia, una struttura solida, capace di resistere a qualsiasi intemperia. Il complesso era molto grande, troppo per l'epoca in cui era stato costruito. Secondo alcune leggende locali il proprietario voleva diventare il re del mercato del legname di tutta la città e forse di tutti gli stati confederati.
 

Quando raggiunsero il punto cominciarono a guardarsi intorno. Percepirono diversi odori: quello delle persone che cercavano, ma anche qualcos'altro, perché sentivano un puzzo immondo. Era un mix di fogna, sangue marcio e cadavere in putrefazione.
 

La porta era sfondata.
 

Non appena entrarono videro uno spettacolo terrificante. Distesa sul pavimento c'era una creatura orrenda. Non si capiva bene cosa fosse, aveva squame e pelo, zanne lunghe e triple, diverse aperture oculari. Era una bestia a quattro zampe, ma in alcune parti del corpo comparivano degli artigli, a volte anche delle dita se così si potevano chiamare. Per non parlare delle dimensioni: 5 volte più grande di un licantropo adulto.
 

Quell'odore nauseabondo proveniva da quella cosa.
 

Emmett non era facilmente impressionabile, ma quel mostro lo aveva messo in apprensione.
 

"Ma che roba è."
 

"Temo sia uno degli esperimenti di quel pazzo."
 

"E' uno dei mostri descritti nel diario?"
 

"Credo di si. E' morto."
 

La creatura era trafitta da parte a parte con una pesante asta di metallo.
 

Continuarono a camminare, finche non si imbatterono in un altro sgorbio persino più disgustoso. Come l'altra creatura aveva diversi occhi, ma erano tutti di dimensioni diverse e la bocca era così grande da ricordare un taglio. Non aveva pelo e squame. La pelle era dura, granitica e bianca come quella dei vampiri, ma trasparente, si vedevano le interiora.
 

Anche questa era deceduta.
 

Videro altre mostruose creature più o meno grandi.
 

"Speriamo siano morte tutte."
 

"Ehi Emmett è la prima volta che non vuoi combattere."
 

"E' solo generosità la mia Jasper, te li lascio volentieri."
 

"Questo posto è molto grande forse dovremmo dividerci."
 

Si separarono in due gruppi: Jasper, Emmett ed Edward dovevano controllare il lato Ovest dell'edificio, mentre Carlisle, Garrett ed Eleazar andarono a Est.
 

Entrambi i gruppi trovarono altri sgorbi ormai inoffensivi, finche Carlisle e i suoi non sentirono un rumore sordo provenire da una delle stanze laterali.
 

Quando entrarono videro una cosa abnorme, una sorta di "uomo" vermiforme. Stava soffocando uno degli ibridi: Mike.
 

I "tentacoli" del mostro si allungavano a dismisura. Quella cosa tirò fuori la lingua e cominciò a sbavare. Newton era il suo "pranzo".
 

Presi da una rabbia improvvisa si scagliarono contro quel mostro. Il ragazzo però fu più veloce. Grazie alla "telecinesi" riuscì a muovere una lama e a tagliare di netto i tentacoli.
 

La creatura si contorceva dal dolore e i tre vampiri ne approfittarono per ucciderla.
 

Mike era in ginocchio, si teneva la testa tra le mani. Non diceva niente, ma soffriva molto. Quelli come lui potevano usare alcune capacità psioniche, ma era doloroso, molto doloroso. Il dottor Cullen notò delle righe rosso sangue bagnarli le guance.
 

"Ha un emorragia interna, aiutatemi dobbiamo portarlo fuori di qui."
 

Stavano per prenderlo in braccio quando il ragazzo li fermò.
 

"Non ho bisogno del suo aiuto dottore."
 

"Mike ti prego non essere così testardo, non sono un tuo nemico."
 

Sputò un grumo di sangue e ripeté che non aveva bisogno di aiuto. Si alzò barcollando leggermente e uscì dalla stanza seguito dagli altri.
 

Carlisle era preoccupato per lui e per gli altri ibridi. Dopo i mostri che aveva visto voleva fare diverse analisi.
 

Si imbatterono in altre cose deformi tutte defunte.
 

"E brave le mie sorelle."
 

Sputo ancora un po' di sangue.

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Alla fine giunsero in una saletta, una volta doveva essere un ufficio amministrativo. All'interno trovarono una ragazzina con lunghi capelli neri e occhi azzurri. La pelle era marmorea come quella dei vampiri. Profumava di miele ed era circondata da insetti. Dimostrava 16 anni. Indossava un abito troppo leggero per il clima invernale.

Il dottor Cullen ed Eleazar osservarono attentamente la ragazzina, aveva un viso famigliare. Soprattutto quest'ultimo sembrava molto interessato. Il vampiro era in grado di localizzare umani e altri suoi simili, dotati di particolari qualità. Quando era ancora al servizio dei Volturi, Aro lo utilizzava per trovare "persone" con doni speciali, così da poterli inserire nelle sue file.
 

"Carlisle la piccola può comunicare telepaticamente con gli insetti. Temo sia un altro ibrido."
 

L'amico non disse niente si limitò a fissare il Denali con un'espressione di stupore e preoccupazione. Forse era come gli altri, o almeno ci sperava. Di sicuro non aveva nulla di mostruoso, anzi era un'adolescente di straordinaria bellezza.
 

Mike si avvicinò.
 

"Ciao, io mi chiamo Mi... esperimento n.2357, e tu?"
 

"Esperimento n.5010. Sei stato creato dal dottore?"
 

"Si signorina, proprio lui. Quando ti ha creata?"
 

"L'anno scorso."
 

"Sei cresciuta in fretta, anche più di me. Che geni ha usato?"
 

"Vampiro, licantropo, umano e insetti. Così ha detto."
 

"Non si smentisce mai, manca solo il dna di qualche volatile o delle piante, e non è detto che non abbia gia provato con questo mix. Sai dov'è andato?"
 

"No, è scappato. E' arrabbiato con me."
 

"Maledizione, ha percepito la presenza di Jake..."

"...perché è arrabbiato?"

"Stava per portarmi via con lui, ma mi ha fatto male e gli insetti lo hanno attaccato."
 

Mike notò il livido sul braccio e qualcosa che non andava nella spalla.
 

"Hai una lussazione, posso sistemarti l'osso, ma ti farò un po' male. Dato che comunichi telepaticamente con loro devi dire ai tuoi amici di non intervenire se sentono che soffri un po'."
 

Gli insetti cominciarono a sciamare.
 

Mike prese tra le mani il punto dove si trovava la scapola.
 

"Conto fino a tre. Ok? uno, DUE, fatto..."
 

"... non fare movimenti bruschi, il dolore passerà prima."
 

"Grazie."
 

L'ibrido stava aiutando la ragazzina ad alzarsi quando Carlisle notò qualcosa che non andava nei suoi movimenti.
 

"Mike stai per avere una crisi epilettica."
 

"Io sto bene dot..."
 

Gli occhi del ragazzo si rovesciarono e lui cadde all'indietro in preda alle convulsioni. Il dottor Cullen lo prese appena in tempo e lo adagiò sul pavimento.
 

Nella sala entrò anche l'altro gruppo. Ancora non avevano trovato le ragazze.
 

"Edward devi portarlo a casa nostra, io ti raggiungerò appena posso. Edward."
 

Il ragazzo non parlava, guardava Mike. Gli occhi dilatati. Solo una volta i suoi fratelli lo avevano visto con quell'espressione di terrore sul volto: il giorno dell'incidente di Bella, quando stava per essere investita dal furgone di Tyler.
 

A causa dell'epilessia l'ibrido era completamente inerme. I pensieri fuoriuscivano senza nessun controllo e il vampiro lesse facilmente la sua mente.
 

"Edward."
 

Incalzò il dottor Cullen.
 

"Credevo che nessuno potesse battere i Volturi in crudeltà."
 

"Prese tra le braccia il corpo dell'ibrido ancora scosso dagli spasmi e sparì."
 

Carlisle si voltò e guardò la ragazzina. Non sembrava sorpresa o spaventata.
 

"Lei è un dottore?"
 

Chiese.
 

"Si."
 

"E' come il dottore che mi ha creato?"
 

"No, io cerco di salvare delle vite, come quella di Mike."
 

"Parla di esperimento n.2357?"
 

Carlisle sorrise dolcemente. Quel vampiro pseudo dottore aveva dato un numero di matricola per identificare le sue creature. Per lui erano solo oggetti.
 

"Non si deve preoccupare, anche a me succede spesso, ma poi passa."
 

Il dottor Cullen allargò appena il sorriso e coprì la ragazzina con la sua giacca.
 

"Grazie, ma non è ho bisogno. Sono insensibile al caldo e al freddo."
 

"Stiamo cercando altre due persone. Sono come te, riesci per caso a percepirle?"
 

"Non so come fare, io comunico solo con gli insetti, ma posso chiedere loro di cercarle per conto suo signore."
 

"Vada per loro."
 

In poco tempo la saletta si riempi di piccole creaturine: Ortotteri allo stadio giovanile, farfalle della specie Vanessa Atalanta...
 

"Ma non sono in letargo? è pieno inverno."
 

"Emmett la maggior parte degli insetti muore in questa stagione, ma altri sopravvivono e vanno in diapausa, non in letargo..."
 

"... probabilmente sono attivi per via della piccola."
 

La ragazzina diede precisi ordini alle creaturine e queste si intrufolarono in ogni crepa dell'edificio.
 

Dopo una decina di minuti alcuni Ortotteri tornarono.
 

"Le hanno trovate, ma non potete arrivarci dall'interno, dovete uscire. La sala in questione si raggiunge solo dall'esterno dell'edificio."
 

"Ti hanno detto tutto questo?"
 

Emmett era incredulo.
 

"Si signore, gli insetti sono molto intelligenti."
 

"Signore! è un po' troppo per lui piccola."
 

"Attento Jasper, non provocarmi."
 

Il gruppo uscì dal caseggiato finche non trovarono la sala in questione. La serratura della porta era scardinata. Quando entrarono videro Annie e Sabrina vicino a due corpi in preda alle convulsioni: Leah e Seth.
 

Le loro braccia erano livide, qualcuno aveva fatto loro diverse iniezioni.
 

Sabrina fissava Carlisle e lui fece altrettanto. Solo ora si rendeva conto della somiglianza che c'era tra lei ed Esme, solo ora vedeva le espressioni del viso, erano anche le sue. Da lui aveva anche preso l'altezza 1 metro e 85 cm.
 

"Dottor Cullen."
 

La più grande richiamò la sua attenzione.
 

"Ha usato il suo veleno. Ma non è riuscito a iniettare altro per fortuna. Deve portare via anche loro come ha fatto con Mike."
 

"Come sai che..."
 

"Ho diverse capacità psioniche, tra qui la telepatia pap... dottore."
 

Carlisle la guardò stupito.
 

"Sapevi, hai sempre saputo..."

"... perché non hai mai detto niente."
 

"Le sembra semplice dottore, crede sia facile..."

"... 'ciao sono tua figlia e sono pure un mostro'..."

"... e poi non ci sono solo io."
 

Guardò sua sorella, poi lo sguardo si fermo sui mutaforma.
 

"Deve portarli via da qui. Stanno già cambiando, il loro odore è diverso: lei profuma di vaniglia e zenzero, mentre il ragazzino di pane appena sfornato."
 

Emmett prese Leah e Jasper Seth. Sorrisero, il nuovo odore era più piacevole, non che puzzassero, prima avevano un sentore di terra. Un odore particolare, strano, tipico della stagione autunnale. Come aveva fatto Edward con Mike, portarono i Figli della Luna a casa Cullen.
 

Carlisle si avvicinò alla figlia. Per mano teneva la ragazzina incontrata prima.
 

Sabrina e Annie la guardarono.
 

"Ciao, io sono esperimento n..."
 

"Sabrina... il suo nome è Sabrina, e lei è Annie..."

"... non siete dei numeri e tantomeno dei mostri..."

".... troveremo un nome anche per te."



 

Spero vi piaccia... recensite grazie... chiedo scusa per gli errori e gli orrori. La ragazza nella foto è l'attrice americana Jennifer Connely.

Baci, baci

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Capitolo 10
*** Demetri ***



Casa Cullen era fin troppo affollata. Certo Edward e Bella avevano la loro abitazione, così come i nuovi, ma Esme e Carlisle non volevano separarsi da Sabrina e Jake, Renesmee voleva stare vicino agli ibridi, i Denali volevano dare una mano....
 

La compagna del dottore entrò nello studio. Il viso dell'uomo si illuminò non appena vide la sua consorte.
 

"Avevi un'espressione prima. Brutte notizie? Finora è andata bene. Grazie alla visione di Alice siamo riusciti a scamparla per un pelo con Demetri. E' andato via senza sospettare niente, i ragazzi stanno meglio..."
 

"Non saprei, era vicino a Bella, se stava pensando qualcosa, il potere della ragazza ha schermato quelli di Edward... e poi quando ha detto di sentire un profumo molto forte: vaniglia e zenzero... è strano, doveva sentire anche tutti gli altri, e invece solo quello. Credo che Demetri sia qua nei dintorni e non credo sia solo in "vacanza"."
 

"Ecco perché non fai uscire nessuno degli ibridi e vuoi che ci sia sempre qualcuno dei nostri qua con loro."
 

"Sono preoccupato anche per Irina e Bree. Lui era presente quando sono state uccise."
 

"Chissà, forse l'amore paterno di Aro, Marcus e Caius potrebbe..."
 

"Tesoro mio sei troppo buona, Aro ama solo se stesso e il potere, Caius è malvagio e Marcus...."
 

"Marcus non farebbe mai del male a Didyme e tanto meno a suo figlio, soprattutto perché è una parte di entrambi. Per il loro bene potrebbe anche accettare gli altri. Dei Volturi è l'unico che non mi fa paura. In questi giorni ho parlato con lei, mi ha raccontato molte cose su di lui. Non è malvagio e anche a te non dispiace come persona."
 

"Non possiamo fidarci completamente è uno dei fondatori del clan."
 

"C'è un'altra cosa che ti preoccupa?"
 

"Si, il dottor Morte. Quando lo conosciuto si faceva chiamare Sir. Beaumont, ma Aro si rivolgeva a lui con il titolo di "Duca Scienziato". Quanti nomi avrà avuto. Quel vampiro non si rende conto della gravità dei suoi esperimenti: Sabrina, Annie, Mike, Evan, Jake, Corrine sono un miracolo. Nemmeno io riesco a capire qualcosa dalle analisi del loro sangue, quell'uomo ha giocato a fare Dio...."

".... e non riesco nemmeno a comprendere come il veleno vampirico abbia attecchito sul corpo dei mutaforma, dato che la loro razza è immune. Forse è a causa dei loro doni."
 

Esme si posizionò dietro di lui, le mani sulle spalle.

 

L'uomo sorrise.
 

"Amore, devono nutrirsi. Qualcuno deve andare fuori a..."
 

"Ho già pensato a questo. Se ne sta occupando Charlie. Ho dovuto raccontare una mezza verità. Per fortuna ha capito."
 



Demetri aveva trovato un posto dove tenere sotto controllo la casa dei Cullen. Era seduto su un ramo innevato e osservava attentamente tutto il perimetro. Spesso scorgeva qualcuno che usciva per poco tempo, faceva qualche passo, annusava l'aria e rientrava. Ogni volta che i Cullen e i Denali facevano questo, lui rapidamente si metteva controvento per non essere localizzato. Ora ne era assolutamente sicuro, nascondevano qualcosa.
 

All'improvviso si ricordò della foto che teneva nella tasca dei pantaloni. Lui non sentiva la differenza tra il caldo e il freddo e tantomeno il contatto con l'acqua. La prese in mano, non sembrava bagnata, solo leggermente stropicciata. L'aveva trovata nella casa di Carlisle, quando era andato a "trovarli" la prima volta.
 

Era appoggiata su un tavolino, gli piacque e la prese.
 

Guardò attentamente il volto impresso nella "pellicola". Era molto bello per essere quello di una mortale.
 

La donna "ritratta" aveva zigomi alti, collo da cigno, labbra carnose e occhi leggermente a mandorla. La pelle era ambrata, tipica dei Nativi Americani. Era una bellezza esotica e regale, fine, ma con tratti decisi e forti, e nello stesso tempo dolci.
 

Un movimento nella casa dei Cullen l'aveva distratto. Bella era uscita un attimo. Si guardava intorno, fece il giro della casa a velocità vampiro e lui con altrettanta destrezza evitò che la donna lo fiutasse. Quando la vide rientrare riprese a osservare la foto.
 

Bella da vampiro era diventata notevole come gli faceva sempre notare Felix. Ma la donna della foto era altrettanto attraente.
 

Se è così bella da mortale, figurarsi da vampira.
 

Già immaginava l'espressione di Felix vedendolo arrivare con il nuovo "acquisto". Di sicuro avrebbe spodestato la moglie di Edward dal piedistallo dove l'amico l'aveva messa.
 

Il rumore del motore di un automobile attirò la sua attenzione. L'auto era quella della polizia di Forks. Il padre di Bella stava portando i "viveri" a casa Cullen.
 

Non era stato difficile per lui procurarsi quanto richiesto, dopotutto era l'Ispettore Capo della città.
 

Demetri rapidamente si avvicinò all'uomo.
 

"Buonagiorno, ha bisogno di aiuto?"
 

"Oh, si graz..."
 

Swan sussultò nel vedere gli occhi rossi del vampiro.
 

"E' uno degli ospiti del dottor Cullen?"
 

"Si signore, lasci le porto io."
 

"Grazie figliolo."
 

Un sorrisetto increspò le labbra del vampiro. Subito dopo sentì un odore famigliare: sangue. Sollevò uno dei freezer portatili e annusò. Sangue di animale.
 

"Signora Cullen sono Charlie."
 

"Buongiorn..."
 

"Buongiorno a te Esme. Dove li devo mettere?"
 

La donna guardò attonita il vampiro e dopo Charlie.
 

"Allora dove li devo mettere?"
 

"Signora Cullen sta bene?"
 

"Si, grazie signor Swan."
 

"Papà sei arriva..."
 

Bella fece la sua comparsa.
 

"Oh allora lei è il padre di Isabella, il nonno di Renesmee."
 

"Si figliolo."
 

Demetri allargò ancora di più il sorriso mostrando i denti candidi. Trovava divertente quell'uomo, nessuno lo aveva mai chiamato figliolo. Se al suo posto ci fosse stato quella testa calda di Felix, lo avrebbe sbranato.
 

"Tieni Bella, tu sai dove metterli."
 

Il vampiro si allontanò un attimo e incominciò ad annusare l'aria. Sentiva diverse profumazioni, ma quella più persistente sapeva di vaniglia e zenzero.
 

Buono, dolce e speziato allo stesso tempo.
 

Per un attimo nella sua mente comparve il volto della donna della fotografia.
 

Stava per salire le scale quando un mattone, lo colpì in testa.
 

Si girò di scatto e vide una figura vestita di nero, il volto semicoperto dal cappuccio della felpa.
 

L'uomo all'esterno della casa fece un segno più che eloquente, lo stava sfidando.
 

Furioso il vampiro sfondò del tutto il vetro e inseguì lo sconosciuto.
 

Bella avvisò i componenti dei due clan che inseguirono il segugio. In casa rimasero lei e sua figlia, lo sceriffo ed Esme.
 

"Avverto Irina e gli altri."
 

Qualche secondo dopo la ragazza scese di corsa le scale, in mano teneva un bigliettino:
 

*Grazie di tutto*
 




 

Ritorniamo ai capitolini.... avanti il prossimo.
 

Recensite, ditemi se va bene, ma anche se vi aspettate qualcosa di diverso. Se c'è qualcosa che volete vedere, sentire, cambiare...

... nella mia mente bacata si sta facendo strada una on shot stupidina su Twilight. Vediamo se riesco a scriverla...

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Capitolo 11
*** Scontro ***



Ciriciao gente, ditemi cosa ne pensate. Ci sono dei punti che non mi convincono. Ho letto e riletto, ma....

I nomi di alcuni personaggi sono inventati, se c'è un riferimento è casuale.



 

Demetri arrivò nel centro esatto della foresta. Si guardò intorno leggermente spaesato. Era la prima volta che qualcuno riusciva a sfuggirli. Non sentiva la sua presenza, solo l'odore della foresta innevata.
 

Pochi minuti dopo arrivarono i Cullen e i Denali e circondarono il ragazzo.
 

"I sospetti di Aro sono fondati, state davvero nascondendo qualcuno. Non mi avreste seguito altrimenti."
 

"Maledizione, lasciatelo a me."
 

Emmett voleva togliere quel sorrisetto dalla faccia del Volturo. Stava per scagliarsi contro di lui quando diversi sassi piuttosto grossi colpirono alcuni di loro.
 

Videro una figura vestita di nero sopra la cima di un albero. Il punto esatto dove si trovava era talmente fragile che con un nonnulla si poteva spezzare. Invece l'uomo se ne stava li, tranquillo, dondolando lentamente.
 

I presenti guardarono incuriositi la scena.
 

"Come diavolo fa a non rompere il ramo!!"
 

Edward provò a leggere nella sua mente ma non vide niente. Si accorse di non riuscire a leggere nessuna delle menti dei vampiri al suo fianco. Nemmeno quella di Demetri.
 

Lo stesso Volturo era incapace di monitorarlo.
 

Il ragazzo incappucciato senza dire niente, ma con il semplice gesto della mano, sfidò l'intero gruppo.
 

Emmett rabbioso per la sassata di prima si scaglio contro di lui. Stava quasi per metterli le mani intorno al collo, quando l'avversario con un semplice Tip, un calcio laterale, lo rispedì indietro addosso a Demetri.
 

Edward e Jasper si prepararono per attaccarlo ma quando lo raggiunsero, il ragazzo saltò a gambe divaricate e colpì i ragazzi con la punta dei piedi. Finirono addosso a Carlisle ed Eleazar.
 

Garrett cominciò ad applaudire.
 

"Davvero ben fatto ragazzo, hai usato una mossa del Muay Thai e del Kung Fu, ma contemporaneamente hai messo in pratica la filosofia dell'Hapkido usando il peyang dei tuoi avversari. Molto bravo, ma non sono le uniche arti marziali che conosci visto come rimani in equilibrio sopra quel ramo senza spezzarlo... Shao Lin Quan se non ricordo male."
 

Questa volta fu il ragazzo incappucciato ad applaudire.
 

"Di che diavolo parli. E poi cos'è il peng"
 

"Arti marziali Emmett. Il Muey Thai è thailandese, il Kung Fu cinese, l'Hapkido è coreano, mentre l'ultima è anch'essa cinese. Il peyang e non peng è la forza fisica, ha usato e controllato la tua, la vostra per colpirvi."
 

Lo guardarono straniti, persino il segugio sembrava interessato.
 

"Da nomade ho visitato diversi posti e visto cose che voi vampiri non potete nemmeno immaginare."
 

Il giovane sfidò di nuovo il gruppo. Questa volta fu Demetri ad attaccare. Non era una testa calda come Felix, ma non ci stava a farsi prendere in giro. Si era persino dimenticato degli ordini di Aro: scoprire e riferire.
 

Una peculiarità del vampiro era la velocità con cui colpiva gli avversari. Sperava di sorprenderlo, ma non ci riuscì, perché il ragazzo lo scaravento dalla parte opposta dei due clan, con un incredibile salto mortale all'indietro eseguito su una sola gamba. Ricadde nel medesimo punto e ricominciò a dondolare.
 

Garrett si accorse solo in quel momento che non era appoggiato su di un ramo. I piedi dell'individuo toccavano il fogliame.
 

"E' un vampiro è ha studiato con Sihung, è inutile colpirlo. E' più forte di noi..."

"... che cosa vuoi, perché ci hai attaccato?"
 

L'uomo non rispose si limitava ad osservarli, le braccia incrociate. All'improvviso scattò. Con un calcio all'indietro colpì la gola del Volturo che sperava di sorprenderlo alle spalle.
 

Il vampiro cadde e si ritrovò a terra.
 

Il nuovo venuto tocco un attimo la testa e piegò leggermente gli angoli della bocca, salutò il gruppetto e scomparve. Provarono a inseguirlo ma non lo ripresero. Era più veloce di loro.
 

Emmett era irritato.
 

Carlisle si ricordò che la guardia era ancora a piede libero e corse verso il punto in cui l'aveva vista cadere, ma non trovo nessuno. Fiuto l'aria sperando di sentire il suo odore, ma quel ragazzo essendo un segugio era persino più bravo di Vittoria a far perdere le sue tracce.
 

"Torniamo subito a casa."
 

Quando arrivarono trovarono Renesmee in lacrime. Suo nonno cercava di consolarla. Esme abbracciata a Bella consegnò il biglietto che gli ibridi avevano lasciato.
 

"Era uno di loro. Ci ha tenuti impegnati per facilitare la fuga degli altri."
 

"Mike. Che stupido avrei dovuto capire che era lui. Non riuscivo a usare il mio potere."
 

"Che razza di maleducati dopo tutto quello che abbiamo fatto per loro."
 

Rosalie era offesa ed Emmett ancora più irritato. Era stato battuto da uno soprannominato marshmallow.
 

"Bastardi."
 

Carlisle era perplesso come Garrett ed Eleazar. Non riuscivano a capire il comportamento di Newton.
 

"Irina è ancora di sopra? forse lei sa qualcosa."
 

"No, è andata via, crediamo sia con loro."
 

Le sue sorelle ci rimasero male.
 

"Seth e Leah?"
 

"Nemmeno loro ci sono."
 

"Qualcuno del branco è venuto a prenderli?"
 

"No. Sono andati via, credo con gli altri ibridi. Leah diceva che non gli avrebbero mai accettati."
 

"Jacob?"
 

"Non è ancora tornato."
 

Renesmee continuava a piangere e Rosalie cercò di consolarla.
 

"Su tesoro va tutto bene, non sprecare le tue lacrime per loro. Mike ci ha persino attaccato."
 

Accarezzo la guancia della bambina e la piccola fece altrettanto. Come Aro, la piccola possedeva il dono della telepatia tattile, ma a differenza del Volturo lei era in grado di trasmettere anche le proprie immagini.
 

"Ma non capite, era un diversivo. Facendo così ha cercato di proteggere non solo la sua famiglia, ma anche noi."
 

"Attaccandoci?"
 

Charlie ascoltava attentamente senza capire molto.
 

"Molto furbo davvero, stavo per tornare a Volterra."
 

Il Volturo era entrato dalla finestra sfondata.
 

"Vedi Emmett quando si è messo contro di noi, ho pensato...

... 'Questo vampiro non è un loro amico, tantomeno un alleato'...

... ma poi ho ripensato alla tua imprecazione quando vi ho accusato di nascondere qualcuno, solo che non ero ancora totalmente sicuro; per questo sono ritornato qua, per cercare di scoprirne di più..."

"... e ne ho scoperte di cose, ad esempio sono ibridi come la bambina, alcuni di loro rispondono al nome di Mike, Seth, Leah e Irina se non ricordo male..."
 

Le ragazze del clan Denali sussultarono. Questo non sfuggì al segugio.
 

"Irina è viva!!"
 

Esme si rizzò in piedi, lo sguardo carico d'odio.
 

"MALEDETTO VOLTURO, E' SOLO COLPA TUA SE SONO STATI COSTRETTI A SCAPPARE, SE NON RIVEDRO' PIU' I MIEI FIGLI."
 

"Figli?"
 

Si scagliò contro il vampiro nel tentativo di staccarli la testa, ma il segugio fu più veloce e serrò la gola della donna.
 

"Non vi consiglio di attaccarmi. Vostra madre potrebbe 'perdere la testa'."
 

Ghignava si stava divertendo.
 

Il padre di Bella estrasse la pistola dalla fondina e la puntò contro il vampiro.
 

"Ora basta ragazzo, lasciala andare."
 

"Tornerò a trovarvi molto presto, magari con qualcuno. A proposito Bella, tuo padre sa che cosa siamo? Ad Aro non farà piacere, certi segreti devono rimanere tali."
 

Demetri spinse Esme contro suo marito. L'uomo la teneva stretta, i Volturi non davano una seconda possibilità, e se lo attaccava di nuovo...
 

"Sai una cosa, credo che al tuo capo non piacerà vedere una delle sue guardie prese a calci. Se non ricordo male il tipo incappucciato ti ha messo facilmente Ko. Potrebbe sostituirti con lui."
 

Eleazar cercava di mettere qualche dubbio nella testa del ragazzo. Ex-membro della Guardia conosceva tutti i membri del clan e se c'era una cosa che temevano, era quella di non essere più considerati dagli anziani, soprattutto da Aro.
 

"Non se lo uccido prima e poi il mio potere gli serve."
 

"Si, ma i loro poteri sono migliori, più interessanti e rari."
 

"Migliori, davvero più di Jane e Alec?"
 

"Si"
 

"Interessante, prima di ritirarmi vorrei sapere chi è questa ragazza."
 

Mostrò la foto che teneva nella tasca dei pantaloni.
 

"Come fai ad avere una foto di Leah."
 

"Volevo solo sapere il nome, grazie."
 

Rapidamente il vampiro uscì dalla casa portandosi via un altro ricordino: un vecchio libretto con la copertina nera.
 

Nessuno lo seguì, era troppo veloce per loro... e nessuno si accorse del furto. Carlisle aveva appoggiato il diario sopra un tavolino quando insieme agli altri, si era messo all'inseguimento del segugio la prima volta.
 

E così è una di loro. Se il suo potere è veramente interessante Aro potrebbe volerla...
 

Il segugio inclinò appena gli angoli della bocca.
 

Leah, Leah... un nome troppo semplice per una ragazza così bella.



 

Uffa, Uffa, Uffa.....

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Capitolo 12
*** Partenze... ***



Calma piatta in questo capitolo. E' incentrato sugli ibridi e se ho lavorato bene, dovreste intuire qualcosa di più sul loro carattere...
 

La storia di Babbo Natale, mi è venuta in mente ricordando una cosa che mi ha detto un'amica... "a sua madre piace credere a questa favola e poco importa se non esiste"... e io sono una che non si perde i film natalizzi, per lo meno quelli tradizionali....
 

Alcuni nomi sono inventati (la parte cinese), ogni riferimento è puramente casuale.



 

Bree guardava fuori dalla finestra della scuola di Forks. Lei e gli altri ibridi non si erano allontanati troppo, perché Mike doveva sistemare alcune cose e poi dovevano scegliere il posto dove trasferirsi.
 

Sabrina era propensa a ritornare in Cina dal loro maestro. Non lo vedevano da quasi 10 anni, un secolo per lei. Sihung era un vampiro molto saggio. Forse il primo della sua specie a seguire una dieta vegetariana molto particolare. Beveva il sangue di animali uccisi da altre bestie.
 

Dimostrava 50 anni, ma la sua forza e la sua prontezza di riflessi erano paragonabili a quelli di un succhia sangue sulla ventina. Era una persona volitiva, i suoi occhi non avevano una patina lattiginosa, ma erano vivi e sempre vigili, come tutti gli altri sensi.
 

Abitava nella provincia Angsong vicino a un antico paese. Gli abitanti sapevano che era una creatura soprannaturale, ma non lo temevano. Anzi lui li proteggeva.
 

Hong-Xidi era un villaggio interamente composto da case di legno tipiche dell'epoca Ming e abitato da contadini e cacciatori. Gente semplice, ma ospitale. Lei lo chiamava "La piccola Venezia" per via dei fiumiciattoli attraversati da piccoli ponti di legno e corda.
 

Ma la cosa più bella in assoluto era la foresta che lo circondava. Il posto era molto isolato, ma grazie a questo era sempre stato possibile conservare l'integrità di tutta la struttura del paese, preservare gli usi e i costumi medioevali.
 

Sihung era piuttosto scontroso, amava solo la semplicità degli abitanti del villaggio, per questo non voleva allievi. La gente di Hong-Xidi non andava bene per i suoi allenamenti, e per quanto riguardava i vampiri, non voleva renderli ancora più pericolosi.
 

Ma con loro stranamente fece un'eccezione.
 

Sabrina ripensava alla tranquillità del paese, all'affetto che la legava, che li legava tutti al maestro e alla sua amatissima foresta.
 

Sperava che Mike alla fine scegliesse questa proposta.
 

Annie invece non vedeva l'ora di ritornare a Buenos Aires. Erano stati là per un breve periodo, durante la stagione delle piogge tra Dicembre e Marzo.
 

Amava la capitale Argentina, la più europea dell'America Latina. La maggior parte dei barrios, quartieri, ricordavano altrettante città Usa ed europee: Abasto e Puerto Madero facevano venire in mente New York, Retiro ricordava Londra, mentre Monserrat sembrava la fotocopia di Parigi.
 

Era come fare il giro del mondo stando in un unico posto. Questa era la cosa che più le piaceva della città.
 

Boca però era il suo preferito. Abitato quasi esclusivamente da immigrati genovesi, era il quartiere più pittoresco e colorato della capitale. Qui era nato il Tango ed Annie impazziva letteralmente per quel ballo.
 

Insieme alla sua "famiglia" aveva avuto la fortuna di conoscere Carlos Gardel, uno dei compositori più importanti dell'Argentina.
 

Voleva tanto rivede i suoi colori, la sua vivacità, sentire di nuovo i suoi odori, respirare ancora la sua cultura... lo voleva davvero tanto, ma alla fine non disse niente, non propose nessun luogo.
 

La capitale Argentina non andava bene per Didyme, Bree e Irina. E nemmeno per il nuovo membro: Corinne. anche se era un ibrido creato dal dottor Morte, la sua pelle rispendeva al sole, come quella degli altri vampiri.
 

Sospirò osservando Mike intento a scegliere un posto abbastanza lontano e sicuro. Il ragazzo si girò un attimo e sorrise. Conosceva molto bene le sue "sorelle" erano un libro aperto per lui.
 

Evan non aveva un posto preferito perché si si legava più alle persone che ai luoghi. Abbandonare Forks voleva dire lasciare Renesmee.
 

Anche Didyme era triste, soprattutto per i suoi ragazzi. Con quanto amore avevano ristrutturato e arredato l'ex-tipografia per renderla abitabile e confortevole. Ma guardando Bree, Irina e Corinne capiva che era la cosa giusta da fare. Se rimanevano mettevano in pericolo le loro vite, quelle dei Cullen e dei Denali.
 

Corinne e Irina non pensavano molto a questa cosa. La prima dal giorno della sua nascita era sempre vissuta con il suo creatore. Non conosceva il mondo. La seconda sapeva soltanto che non poteva ritornare in Alaska.
 

Lo stesso pensiero attraversava la mente di Leah. Non poteva ritornare a La Push, non voleva ritornare mai più. Dopo la mutazione lei e suo fratello avevano avuto diversi cambiamenti. Non soltanto l'odore. Come gli altri ibridi erano più forti, più agili e più veloci.
 

Riuscivano ancora a trasformarsi e le loro misure non erano cambiate, ad eccezione della "pelliccia". Quella della ragazza sembrava fatta di fili d'argento, mentre quella del ragazzino aveva il color dell'oro. A contatto con la luce solare brillava come la pelle dei vampiri.
 

Il cambiamento maggiore però riguardava la nascita dei loro poteri. La donna poteva teletrasportarsi, mentre il maschio aveva la capacità psionica della telecinesi. Secondo Carlisle erano facoltà latenti risvegliate dai geni iniettati.
 

Non sentivano male, nessun dolore e l'unico attacco epilettico lo avevano avuto durante la mutazione da Figli della Luna a ibridi.
 

Suo fratello Seth era rannicchiato tra le sue braccia. Piangeva silenziosamente. Lui al contrario della sorella non voleva lasciare la riserva, non voleva abbandonare il branco, i suoi amici, l'Alfa.
 

Anche Mike aveva un posto preferito: l'Australia. Non l'aveva mai vista di persona, se ne era innamorato guardando alcune serie televisive come "Il faro incantato", e "Le sorelle McLeod". Accantonò subito l'idea però, perché per sua madre, la Denali la piccola Bree e il nuovo membro, era più invivibile di Buenos Aires. Uno dei principali problemi del continente era la carestia e loro tre potevano uscire fuori solo durante la stagione delle piogge. Cosa che capitava di rado.
 

Si voltò e osservo attentamente le persone davanti a lui.
 

Sapeva cosa pensavano, per lo meno i "famigliari più stretti".
 

"Ehi Bree dove vorresti andare."
 

La ragazzina si voltò.
 

Didyme si avvicinò e le chiese se aveva un posto preferito.
 

"Io non ho mai viaggiato oltre a Forks conosco solo Seattle..."
 

"Seattle è fuori discussione nanì, è troppo vicina, sparane un'altra non è importante che tu ci sia stata o meno. Di semplicemente un posto che ti piacerebbe vedere, ma non deve essere troppo assolato."
 

"Mmm!! Mi piacerebbe vedere la Finlandia."
 

"Andiamo da Babbo Natale, sii!!!"
 

Annie era felicissima. Bastava poco per renderla contenta.
 

"Camomillati tesoro, e poi lui abita al Polo Nord."
 

"No, no, no, no. Ho visto uno speciale sulla Lapponia e Rovaniemi, la città dove abita. Il suo "villaggio" è a 8km dal centro."
 

Seth, Bree, Leah e Irina la guardavano straniti.
 

"Credi ancora a Babbo Natale?"
 

Disse il ragazzino.
 

"Certo, e credo anche nella Befana, nel coniglietto pasquale, nella fatina dei denti...."
 

La ragazza scoppio a ridere.
 

"Dov... dovreste vedere le vostre facce, sie... siete buffissimi..."
 

"Ci stai prendendo in giro!!"
 

Anche a Leah scappo una risatina.
 

"Certo che si!! andiamo non sono così fuori di testa, credo."
 

Continuava a ridere non riusciva a fermarsi.
 

"Bene Bree, dimmi perché vuoi andare la."
 

"Ho visto un documentario e mi è piaciuta, aveva una paesaggio da favola."
 

"Credi che vada bene?"
 

"Si, è l'ottavo paese più grande d'Europa, ma anche quello con la più bassa densità di popolazione. So che il Sole tramonta presto ed è già buio pesto alle 15:00. Però hanno anche il sole di mezzanotte.... Non ricordo molto bene."
 

"Vedrò di raccogliere qualche informazione tesoro."
 

Bree sorrise. Erano gli unici a chiamarla tesoro, piccola... senza avere un secondo fine.
 

Mike entrò nell'aula di informatica della scuola, accese il computer e si collegò a internet.



 

Finlandia, Finlandia... cielo quanto è lento, persino uno zombi è più veloce...

..., finalmente. Densità abitativa la più bassa d'Europa.... interminabili foreste di pini, abeti e betulle.... inverni lunghi, rigidi, nevosi e bui soprattutto a nord con 51 giorni al buio, perfetto.... estate corta e luminosissima... mmmm.... Sole di mezzanotte.... 19 ore di luce.... accidenti, be se ci sono così tante foreste.... speriamo ci sia un consorzio di carne all'ingrosso.... eccolo qua....



 

"Bene Bree, proposta approvata, ci trasferiamo in Finlandia. Prima però dobbiamo fare qualcosa per i Cullen. Sono stati gentili con noi e vorrei ripagarli in qualche modo. Dato che non possiamo portare molto con noi, solo i vestiti, ho pensato di regalare loro le nostre cose, sempre che voi siate d'accordo."
 

"Mi sembra giusto Mike."
 

I ragazzi tornarono nell'ex-tipografia a prendere i loro vestiti. Mike aveva attivato entrambe le sue facoltà nel caso ci fosse qualche vampiro nei paraggi.
 

Leah e Seth fecero lo stesso. Entrarono di nascosto nella loro casa e presero la loro roba. Lasciarono solo un bigliettino....


 

*Addio*
 




 

Avevano provato a scrivere una lettera, ma le parole morivano soffocate dalla tristezza e dalle lacrime. Il pensiero di lasciare tutto li opprimeva.
 

Raggiunsero in fretta il nuovo clan. L'unico che mancava era Mike. Aveva dato precise istruzioni, non appena i due mutaforma tornavano, dovevano partire subito. Lui li avrebbe raggiunti dopo.
 

Il ragazzo era andato a casa del padre di Bella. In braccio teneva Scabbia. Quando l'uomo aprì la porta si ritrovo davanti soltanto il cane. Attaccato al collare c'era un biglietto.



 

*Per favore si prenda cura di lui. E' affettuoso e ubbidiente, non le darà alcun problema. Dica ai Cullen che possono prendere quello che vogliono dalla nostra casa....

.... Grazie di tutto*




Swan telefonò subito a Carlisle.




Tempo sia uno poco morto questo capitolo e forse non è impostato bene.

Baci, baci.

Siete riusciti a digerire tutto? compreso Babbo Natale?

Che volete farci Annie è fatta così (povero Aro... e povero.... non ve lo posso ancora dire), ma c'è un perché.

Anche se qualcosa mi dice che perderò molti lettori dopo questa storia.

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Capitolo 13
*** ... e arrivi ***



"Ma che schifo, abitavano in questo letamaio."
 

Rosalie arriccio il labbro in segno di disgusto.
 

"Non giudicare l'edificio dall'esterno. L'interno è davvero bello. Esme tu impazzirai nel vedere come hanno arredato tutto l'ambiente."
 

Dato che non potevano entrare dalla porta principale, i Cullen superarono il muro con un balzo e si ritrovarono nel giardino.
 

"Sabrina lo chiama il giardino segreto, perché è ben nascosto da occhi indiscreti."
 

Esme sorrise, osservò attentamente tutto il perimetro. Era grazioso e gli elementi riciclati si integravano bene. Anche la disposizione di piante e fiori era perfetta.
 

Carlisle aprì la porta a vetri e si ritrovò all'interno. Non era cambiato niente, i ragazzi avevano lasciato tutto come la prima volta che era stato la. Solo il frigorifero con alimenti "umani" era vuoto. L'altro aveva un bigliettino attaccato...
 

*Prendete pure il contenuto*
 


Il dottore aprì lo sportello. Dentro ordinati e con la data di quando il sangue era stato prelevato, c'erano contenitori a chiusura ermetica.
 

La moglie si guardava intorno. Non amava molto gli arredamenti improvvisati, ma questo era diverso. Era bello e ricco di personalità. Anche la compagna di Emmett smise di fare smorfie.
 

"Mi secca ammetterlo, ma hanno fatto un buon lavoro. Certo il pavimento potevano cambiarlo."
 

"No Ros così è perfetto."
 

Alice era entusiasta.
 

Emmett saltò sopra il soppalco.
 

"Ehi questi hanno dei libri in lingua originale... cavolo ma quante lingue conoscono, ci sono volumi in cinese e giapponese, almeno credo."
 

Renesmee prese la parola. Il tono era un po' saccente.
 

"Parlano e scrivono correttamente oltre che in inglese, anche in tedesco, francese, italiano, spagnolo, portoghese, mandarino, giapponese, russo, greco e latino... sia le versioni arcaiche che quelle moderne..."

... non parlano l'arabo, l'aramaico e il gaelico, ma conoscono dei canti tradizionali in queste lingue. Mike dice che l'ingegno degli ibridi deriva dalla parte lupina. Secondo lui i licantropi hanno un'intelligenza molto più sviluppata di quella dei vampiri."
 

Rosalie alzò un sopracciglio, del gruppo conosceva solo Mike e non poteva credere, non riusciva a credere che fosse più colto e intelligente di lei.
 

Alice saltava da una parte all'altra della stanza finché non notò due diverse scalinate di ferro: una portava nel seminterrato e l'altra conduceva alle camere da letto. Scelse la seconda.
 

Nel corridoio diverse nicchie contenevano degli armadi. Erano dipinti e su ognuno c'era la caricatura di uno degli ibridi. Non erano molto grandi, a parte quello per la biancheria della casa. L'unico con ancora il suo contenuto.
 

Le porte delle rispettive camere da letto, erano ricoperte con le fotografie del soggetto cui apparteneva la stanza.
 

Entrò in quella di Mike. Era piccola e stretta. L'arredamento era composto da un semplice letto, una scrivania ricavata da una tavola in legno e da tubature idrauliche, e cassette della frutta per contenere i libri.
 

Alice era un po' delusa, non era brutta ma si aspettava che la stanza fosse bella come il loft. Guardò meglio le pareti e i volumi della libreria improvvisata: le prime erano ricoperte da disegni tecnici molto particolari. Nella seconda trovò, anziché dei libri, dei contenitori ad anelli. Dentro buste di plastica con altrettanti disegni e scritti. Sulle copertine erano segnati dei nomi... Nikolas Tesla (biografia, scoperte, invenzioni), Leonardo da Vinci (Codice Atlantico)...
 

Uscì, ma prese con se alcuni disegni. Raffiguravano la lastra e la lente, e la strana macchina da scrivere notate in soggiorno.
 

Entrò nella stanza di Sabrina. Le dimensioni e l'arredamento erano simili a quella precedente. Solo che la scrivania e la libreria erano degli anni 50. I volumi parlavano tutti di medicina, cure alternative... Le pareti erano decorate con stampe di fotografie ingrandite. Alice dilatò gli occhi quando vide il soggetto: i suoi genitori. Staccò due foto, le più belle. Una raffigurava Esme e Carlisle mentre si tenevano stretti e si coccolavano a vicenda. Da quell'immagine si percepiva tutto il loro amore. Nell'altra si vedeva la famiglia Cullen al completo, il giorno in cui Bella aveva preso per la prima volta in braccio la sua bambina.
 

La camera di Annie aveva un tavolo da disegno e una libreria decorate con schizzi di colore, piccoli disegni, immagini incollate, pezzi di tessuto e carta da parati. Le pareti erano ricoperte da altrettanti disegni e stampe di quadri famosi. Alla ragazza ricordava l'aula da disegno della scuola. Uno schizzo attirò la sua attenzione. Raffigurava un ragazzo, ma al posto della testa c'era un enorme hamburger al formaggio. Quando lesse la frase scritta sotto scoppio a ridere.

 

*Faccia d'hamburger Edward*

 

Prese lo schizzo e due quadernoni ad anelli. Dentro si trovavano altri disegni che raffiguravano la crescita di Sabri e Jake: dalla nascita fino alla fine del loro sviluppo.
 

La stanza di Evan sembrava una nuvola, era bianca compreso l'arredamento. I colori appena accennati decoravano le pareti e raffiguravano il cielo. Aveva libri illustrati e non che parlavano degli angeli.
 

Nel gruppo deve essere la più sensibile.
 

Dalla stanza prese un quaderno di poesie scritte da lei. Alice ne aveva letta qualcuna e si era commossa.
 

Entrò nelle ultime tre. Quella più grande era di Didyme. L'arredamento era classico, non c'era materiale di recupero, ma dei bei mobili in legno di noce dei primi del 900. Probabilmente era stato Mike ad arredare tutto l'ambiente. Da quello che aveva visto negli ultimi giorni il ragazzo adorava sua madre. La libreria era piena di album fotografici e biografie: La vita segreta di Maria Antonietta, Le sorelle Bronte...
 

Prese tutti gli album.
 

L'ambiente di Bree era tipicamente adolescenziale, dai libri stile "Il club delle baby-sitter", ai poster di attori e cantanti famosi. Una cosa però attirò l'attenzione della ragazza, una casa delle bambole in legno dipinto d'azzurro. La costruzione era recente, ma rappresentava una villa degli anni 60-70. Sopra il tetto c'era un bigliettino:
 

*Per Renesmee*

 

L'ultima era di Jake. Era colorata con tonalità accese, ma non violente. Piena di cuscini e scatole rovesciate. Non c'erano libri solo un letto con una zanzariera e una scrivania con un altra zanzariera che nascondeva le gambe del tavolo. Aveva letto da qualche parte che agli autistici piacevano posti piccoli dove si potevano nascondere e stare più raccolti.
 

Non prese niente dalla stanza, perché non c'era nulla da prendere. Le pareti erano ricoperte da fogli pieni di numeri, ma nessuno di loro era in grado di decifrare quel codice.
 

Alice tornò dagli altri, le braccia cariche di "cose" tenute in precario equilibrio. Depose tutto quanto e tornò nell'ultima stanza per prendere la casa. Stava per tornare giù quando si accorse che sulla scrivania della ragazzina c'erano diversi quaderni. Dei diari. Li mise dentro la casa delle bambole e "volò" in soggiorno.
 

"E tutta questa roba?"
 

"Era nelle loro stanze. Queste foto le ha scattate Sabrina."
 

Esme e suo marito si commossero.
 

"Tutta la sua stanza è tappezzata con foto che vi ritraggono. Ha diversi libri di medicina. Non è diventata infermiera solo per starti più vicino, la sua è una vera e propria vocazione."
 

Alice continuava a parlare, consegnò i disegni di Annie, gli album di fotografie di Didyme...
 

Emmett nel vedere il ritratto del fratello non riuscì a trattenere le risate.
 

"Ecco una ragazza che non ha ceduto al tuo fascino."
 

Garrett guardò le foto degli album, alcune erano molto vecchie.
 

"Sihung, questo è il loro maestro."
 

Il compagno di Rosalie si avvicinò all'uomo.
 

"Così questo è il tizio che ha insegnato le arti marziali a Mike."
 

"Che bugiardo, a me ha detto che non prendeva nessuno come allievo, soprattutto i vampiri."
 

Mentre il resto dei Cullen e dei Denali guardavano le foto, leggevano i diari di Bree e il quaderno di poesie di Evan, Eleazar sistemava sopra il tavolo i disegni di Mike.
 

Erano talmente complicati, nemmeno lui riusciva a capire qualcosa. Osservava gli schizzi e i tre prototipi che raffiguravano.
 

Chiese alla figlia di Bella se sapeva che cos'erano.
 

Renesmee era felicissima e chiese l'attenzione di tutti. Il tono questa volta era solenne.

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"Questo è un autotipo, vuol dire che funziona senza batterie, ed è alimentata con energia solare. Sembra una comune macchina da scrivere, solo un po' strana, invece è un apparecchio che trasmette e riceve a una frequenza elettromagnetica discontinua che non può essere intercettata. Mike ha fatto solo un prototipo. L'ha costruito con materiale di recupero verso la fine dell'800."
 

I presenti si guardarono in faccia. Erano increduli. Per loro era solo una bizzarra macchina da scrivere.
 

"In realtà non la mai provata, ma sa che può fare tutto quello che vi ho descritto."
 

"Che presuntuoso."
 

Rosalie era ritornata saccente.
 

"No, non lo è. E con questo vi renderete conto di quanto è intelligente."
 

Prese la lastra di metallo incisa e vi posizionò sopra la lente. L'oggetto sprigionò diversi fasci di luce e dal pavimento cominciarono ad affiorare delle immagini all'inizio sfocate, poi via via più nitide.

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Alla fine si mostrò per quello che era, l'ologramma di una città antica e futuristica allo stesso tempo. Era in perfetto stile Steampunk. Ogni spazio libero dell'edificio era stato occupato da quell'immagine in 3d. Jasper notò che si espandeva anche all'esterno e persino nei punti nascosti dell'ambiente.
 

"Non può espandersi in questa maniera, un ologramma non può arrivare a tanto."
 

"Un ologramma normale zio, ma non questo."
 

Alice si avvicinò al suo compagno.
 

"E' incredibile vero, sembra così reale, peccato che sia solo un'illusione."
 

La ragazza allungò una mano e sfiorò uno dei lampioni. La fiamma vibrò leggermente e il metallo dell'oggetto fece un piccolo suono. Lei e Jasper si guardarono sorpresi e confusi.
 

I vampiri rimasero letteralmente a bocca aperta. Persino Ros aveva smesso di criticare aspramente gli ibridi. Ognuno cominciò a toccare l'immagine. Emmett poggiò la mano sopra un treno in movimento e lo fermò. Rosalie sfiorò le eliche di un dirigibile... I Denali toccavano le pareti.
 

Esme sollevò un immagine che raffigurava un passante. Quest'ultimo stava camminando lungo il marciapiede. Anche se a mezz'aria non smetteva di muovere le gambe. Lo depose nuovamente a terra e questo si allontanò.
 

Emmett era incredulo.
 

"Non può essere!! si può toccare, questo è un ologramma che si può toccare... Oh mio Dio, Mike è un genio e io che credevo fosse solo uno sciocco e insulso ragazzo ossigenato."
 

Lo sguardo di Rosalie si fermò prima sul suo compagno, poi sulla nipote che guardava sorridente lo zio.
 

"Mike lo chiama ologramma fisico."
 

Ros si avvicinò e le accarezzò la testa.
 

"Scusa tesoro, per come mi sono comportata con loro e per quello che ho detto. Hai ragione sono straordinari."
 

"Sono felice che tu te ne sia accorta."
 

"Hai chiesto scusa tesoro, stai bene."
 

"No, no Emmett non sto bene, se stavo bene non sceglievo un bestione come compagno di vita."
 

"Adoro il tuo senso dell'umorismo amore mio."
 

"Quale umorismo."
 

Jasper li canzonò leggermente.
 

Verso sera rientrarono in casa, con loro portarono soltanto i quaderni di Annie, il diario di Bree e i contenitori con dentro il sangue.
 

Rosalie, prima di ritirarsi nella sua stanza con Emmett, si offrì di tenere pulita l'abitazione degli ibridi.
 

"Sei sicura?"
 

"Si tesoro e tu mi darai una mano."
 

"Cosa?"
 

"Se lo fai ti faccio giocare con le invenzioni di Mike."
 

Ammiccò.
 

"Ok."
 

Eleazar fu l'ultimo ad andare via dalla stanza. Prima parlo con i coniugi Cullen.
 

"Demetri sarà già tornato a Volterra, certo non ha visto molto, ma ha capito che nascondiamo degli ibridi e che Irina è ancora viva. Aspettiamoci una loro visita."
 

Detto questo si ritirò.
 

In soggiorno rimasero solo Esme e Carlisle. Ancora non si erano accorti del secondo furto.



 

"Demetri, bentornato. Dimmi come sta il mio più caro amico."
 

"Il dottor Cullen sta bene e avete ragione, nasconde qualcosa di grosso."
 

Il segugio porse la mano al suo maestro.
 

"Interessante, molto interessante altri ibridi... 'figli'?"
 

Aro dilatò gli occhi, si girò e guardò i suoi fratelli. Sul volto un espressione di stupore e incredulità.
 

"Irina è viva."
 

Caius sollevò un sopracciglio.
 

"Impossibile, Demetri e Felix l'hanno smembrata e io ho bruciato i suoi resti."
 

"E' viva Caius. Questo cambia tutto."
 

"Torniamo a Forks maestro?"
 

"No Jane, saranno loro a venire da noi, questa volta, e su nostra esplicita richiesta. Oh! Demetri, stavo dimenticando, la ragazza della foto è molto bella. Ci penserò su."
 

Il ragazzo inclinò gli angoli della bocca. Ringraziò il suo signore e si ritirò nella sua stanza. Per passare il tempo cominciò a leggere il diario che aveva preso dalla casa dei Cullen.


Forse sono uno dei vampiri più antichi, persino più vecchio di Amun signore indiscusso della congrega egizia...




Allora per favore ditemi se la storia vi piace, se è impostata bene, se è scorrevole...

Chiedo scusa per gli errori e le ripetizioni. P.S. le foto sono quelle del telefilm Sanctuary 3 stagione. I licantropi di quella serie sono estremamente intelligenti.

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Capitolo 14
*** Timori e paure ***



BUONA PASQUA, fate indigestione di cioccolata, così siete troppo presi dal mal di pancia e non dai miei errori (orrori).



 

"Jacob, dove sei stato tutto questo tempo, sono successe tante di quelle cose. Uno dei Volturi è stato qua, Aro ha intuito che nascondiamo qualcuno."
 

"Il succhiasangue ha scoperto qualcosa."
 

"Si purtroppo, ha capito che ci sono altri ibridi e che la Denali è viva. Ho tanta paura."
 

Jacob abbracciò Renesmee.
 

"Andra tutto bene, io sarò sempre al tuo fianco, sono il tuo protettore."
 

"Lo so, ma chi proteggerà loro."
 

"La tua famiglia si sa proteggere da sola tesoro mio."
 

"Mi riferisco agli ibridi."
 

"Gli ibridi! se non ricordo male sono più veloci, più agili e più forti dei comuni vampiri. Senza contare che hanno l'appoggio dei Cullen, dei Denali e del branco."
 

"Il branco?"
 

"Si, ho parlato con Sam. Era un po' riluttante all'inizio, ma alla fine ha accettato sia la nuova razza, che il cambiamento di Leah e Seth. Saranno felici di saperlo. Sai com'è fatta Leah, si fascia la testa prima ancora di romperla."
 

Renesmee cominciò a piangere.
 

"Sono andati via, sono andati via tutti."
 

"Cosa?"
 

"Hanno preso questa decisione per non metterci ancora di più in pericolo, ma non è servito a niente. Alla fine Aro..."
 

Non riuscì a finire il discorso.
 

"Shshshsh, tranquilla. Magari quel vampiro non farà nulla, dopotutto una di loro è sua figlia."
 

"Non lo so, quando ho toccato Aro la prima volta ho sentito sentimenti contrastanti: ambizione, egocentrismo. Ama Sulpicia e sente molto la mancanza di Didyme."
 

"Scherzi, quello la voleva morta. In un certo senso quell'vamp-scienziato folle, le ha salvato la vita..."
 

Fece un respiro profondo prima di proseguire.
 

"... sinceramente non so chi sia peggio dei due."
 

Renesmee sprofondò ancora di più tra le sue braccia.
 

"Il dottor morte è un mostro, Aro almeno ha un minimo di umanità."
 

"Quanto piccola è questa parte?"
 

La piccola accennò un sorriso alla battuta del suo Jacob.
 

"E' andata bene una volta con loro Nessy, il miracolo potrebbe ripetersi ancora. E poi ora devono occuparsi di quel succhiasangue pazzo, degli ibridi venuti male...

"... forse avranno bisogno dell'aiuto di quelli sani..."

"... senza contare che i loro poteri sono davvero forti."


Renesmee sorrideva, il mutaforma sapeva sempre come tirarla su di morale.
 

"Vieni andiamo a fare un passeggiata, respirare un po' d'aria fresca ti farà bene."
 

"Ok... chi arriva ultimo alla riserva è un pollo fritto."
 

Esme aveva osservato tutta la scena dalla cucina. La donna era intenta a preparare il pranzo per Charlie. Dopo quello che era successo con il segugio, Bella non si fidava a lasciare suo padre da solo. L'uomo conosceva il loro segreto, e quello del suo più caro amico: Bill.
 

La signora Cullen era propensa anche ad invitare Sue, ora che i suoi figli se ne erano andati, lei era completamente sola. Certo c'era il branco, ma con i Volturi non si poteva mai sapere. E poi stava nascendo una storia tra il padre di Bella e la madre di Leah e Seth.
 

Senza contare che le due donne si sarebbero fatte forza a vicenda. Entrambe avevano perso i loro figli. Forse per sempre.



 

"Oh mio Dio, questo posto è favoloso, è brava la mia bambina bella."
 

Annie stampò due baci sulla fronte di Bree e ricominciò a saltellare. Aveva trovato qualcosa di bello in tutti i luoghi che avevano visitato e la Finlandia non faceva eccezione.
 

Mike nel frattempo era andato a cercare un posto dove passare la notte e magari parte della loro "nuova vita". Alla fine aveva optato per la regione (semi-autonoma) lappone.
 

Gli ibridi avevano cambiato posto molte volte, Forks era quello dove si erano fermati di più, oltre a Hong-Xidi.
 

Leah teneva per mano il fratello. Lui sembrava il meno entusiasta.
 

"Non preoccupatevi, alla fine ci si abitua."
 

Sabrina cercava di tranquillizzarli, soprattutto il più giovane. Sua sorella sembrava abbastanza forte ed era anche quella che aveva capito di più la decisione di Mike, insieme a Didyme e Irina.
 

Le ultime due conoscevano fin troppo bene i Volturi, sapevano fino a che punto potevano arrivare, e anche se tre degli ibridi erano biologicamente imparentati con gli "anziani", soltanto Marcus era quello che dava più fiducia, soprattutto alla sua ex compagna.
 

"MIKE E' TORNATO."
 

Gridò Annie sempre più euforica.
 

"Ho trovato diverse capanne abbandonate da tempo all'interno della foresta, sono talmente vicine tra loro che posso costruire degli elementi per unirle e ingrandire ancora di più la struttura. Sempre se per voi va bene: mamma..."
 

"Tesoro mio questo posto sembra tranquillo, non è lontano da Rovaniemi e nemmeno dal posto in cui possiamo rifornirci per "bere". Credo vada bene."
 

"Sabrina..."
 

"Sai che vado matta per il verde e qui possiamo riprendere il nostro allenamento."
 

"Non hai bisogno di chiedermelo, a me piace da morire. Prima ho visto delle renne."
 

Seth guardava sempre più stranito Annie, era così diversa dai Cullen: perennemente allegra, sempre sorridente... faticava a credere che fosse figlia di quell'Aro.
 

"Evan..."
 

"Ok."
 

"Evaaan!!"
 

"Possiamo avvertire la famiglia che ci ha ospitato? dire che stiamo bene, che abbiamo trovato un posto?"
 

"Ci penserò io ranocchietta."
 

"Irina..."
 

La ragazza era sorpresa, ma felice di vedere che non la consideravano un'estranea.
 

"Se questo posto è sicuro."
 

"Leah, Seth..."
 

La ragazza guardò suo fratello, faceva spallucce.
 

"Per noi va bene, possiamo trasformarci e correre senza nessun problema. Da quello che ho capito da queste parti la caccia è vietata."
 

"Bree va bene anche se non è una città?"
 

"Ho proposto io la Finlandia, e poi non siamo così lontani da un centro abitato."
 

"Corinne..."
 

"E' la prima volta che vedo un posto come questo. Quando stavo con il mio creatore e ci dovevamo spostare, mi bendava sempre, ma non ho mai capito il perché."
 

"Non dovevi vedere niente all'infuori di lui, che bastardo."
 

Si avvicinò al membro più piccolo.
 

"Allora Jake, ti piace questo posto? hai visto quanta matematica c'è in questa foresta?"
 

Il bambino non rispondeva, ma alla parola matematica, inclinò appena gli angoli della bocca.
 

"Bene, andiamo a casa."



 

Demetri camminava lento. Doveva riferire quanto aveva scoperto ma aveva paura. Tra le mani teneva stretto il diario del Dottor Morte.
 

La sua preoccupazione maggiore era la reazione del suo maestro. Cosa avrebbe fatto? Temeva per la vita di Leah.
 

Aveva avuto qualche avventura sia con vampire, che con mortali. Quando era in missione per conto di Aro si divertiva a sedurre queste ultime prima di dissanguarle. Mai avuto una storia seria, mai trovato una ragazza che lo colpisse, prima...
 

Si rendeva conto che quello che provava per l'ibrido non era una semplice infatuazione.
 

Arrivò alla porta principale della stanza-studio, dove sovente i tre anziani amavano passare il loro tempo discutendo se punire o premiare qualcuno dei "loro".
 

Marcus era sempre presente a queste riunioni, ma difficilmente prendeva la parola. Troppo distante e inerme da tutto quello che lo circondava.
 

Caius al contrario era invece molto più animato soprattutto se si doveva torturare o fermare vampiri che infrangevano le loro leggi. L'ultima vittima della sua furia era stato Joham, il padre biologico di Nahuel.
 

Aro a differenza del fratello era calmo, riflessivo, apparentemente affabile. Lui si occupava di premiare tutti coloro che in qualche modo lo aiutavano ad aumentare il suo potere o a procurarli tesori inestimabili, incluse persone o vampiri con qualità sorprendenti.
 

Proprio perché amava "cose" rare o uniche aveva deciso di prendersi cura di Serena, Maysun e Jennifer. Le aveva portate a Volterra e le aveva date in sposa ad alcuni di loro.
 

Sperava che Leah avesse un potere interessante, forse si sarebbe salvata così. Forse.
 

Prese coraggio e busso alla porta. Quando entrò sentì subito la presenza di Felix, ma non lo vide. Non si mostrò perché Demetri era uno del clan, non un pericolo.

Il vampiro si limitava a fissare il trio.
 

"Demetri, se sei qua è perché devi dirci qualcosa, coraggio parla."
 

Lo incalzò Aro.
 

Il segugio si avvicinò ulteriormente e porse il diario nelle mani del suo signore. Abbassò lo sguardo, fece un inchino e si allontanò seguito dallo sguardo indagatore di Aro.
 

L'uomo cominciò a sfogliare alcune pagine.



 

Auguri a tutti quelli che mi hanno recensito, a chi mi legge, a chi mi ha messo tra i preferiti (anche come autrice), tra le storie da ricordare e quelle da seguire...

Baci, baci...
 

Forggivenessinblu ho trovato due ff su Jacob e Renesmee: si intitolano Wrong e Wrong 2... di TheMadHatter16.

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Capitolo 15
*** L'arrivo dei Volturi ***


Allora spero che sia fatto bene, che sia scorrevole, che i tempi siano giusti..., ma ho i miei dubbi.
 

Soprattutto spero di aver descritto bene il carattere dei personaggi, quello che provano o che possono provare... e anche la scena della lettura del pensiero da parte di Aro.



 

Aro chiuse il diario, congiunse le mani e le avvicinò le labbra. Era pensieroso.
 

"E' tutto a posto fratello?"
 

"No Caius..."

"... cambio di programma fratelli, preparatevi. Si parte per Forks oggi stesso."
 

L'uomo uscì dalla stanza, tra le mani teneva stretto il libretto nero. Dietro di lui, il vampiro sorrideva sodisfatto. Questa volta i Cullen non si sarebbero salvati. Non sapeva bene cosa avesse sconvolto così tanto Aro, ma poco importava.
 

Anche Marcus uscì, la testa leggermente piegata all'ingiù. La scuoteva appena. Sperava in un po' di pace.
 

Durante il tragitto il "capo" dei Volturi riaprì il quadernetto soffermandosi sulle pagine che riguardavano Esperimento n. 2358:



 

Madre donna lupa... padre Aro, vampiro, clan Volturi...

Padre, padre, padre...

... geni di barracuda, anaconda...

... ritratto di Aro, colori della madre...

... canini e unghie retrattili, odore diverso...

Acqua marina, marina, marina...

... poteri stasi molecolare (difesa), accelerazione molecolare (attacco), non connessi alla mente...

... comunica telepaticamente con gli altri ibridi...

... dolore, crisi epilettiche, coscienza, autocontrollo...

Dolore, dolore, dolore...



 

Chiuse gli occhi per qualche secondo, la sua espressione era indecifrabile: ansia, sgomento, paura... Aveva appena scoperto che un suo caro "amico" in realtà lo aveva usato, che un altro gli aveva mentito, che sua sorella era ancora viva e soprattutto aveva una figlia...
 

Figlia, figlia, figlia...

Ancora non riusciva a crederlo, non del tutto. Si incamminò nelle sue stanze.



 

Jasper accompagnò Alice in soggiorno.
 

"I Volturi, stanno ritornando."
 

"Hai visto altro?"
 

"No."
 

"Quando?"
 

"Forse questa notte, o alle prime luci dell'alba. Si muovevano velocemente, più del solito, non ho visto fermate neanche per cacciare..."
 

"... Aro deve essere furioso."
 

"Bella dobbiamo trasferire tuo padre, ma ho paura che Demetri sia riuscito a monitorarlo quando è stato qua. Se ci sarà uno scontro, deve essere uno dei primi a soccombere."
 

"E se non ci sarà? Aro gli ordinerà di trovarlo e ucciderlo, deve essere eliminato lo stesso."
 

Carlisle era decisamente preoccupato, l'unica consolazione è che i vampiri italiani non sapevano bene chi erano gli ibridi e dove trovarli. Nessuno in casa si era ancora accorto del furto.
 

"Renesmee e Jacob?"
 

"Sono andati alla riserva."



 

La ragazzina stava aspettando all'esterno della casa degli amici del mutaforma. Riusciva a sentire la voce di Sam. Era alterata. Jake lo aveva informato della partenza di Leah e Seth. Povera Leah, in fin dei conti la capiva.
 

Non detestava più quella ragazza, aveva finalmente capito che era legata a Jake solo da un profondo rispetto. Lo considerava il suo alfa, proprio come Seth, solo che quest'ultimo lo riteneva anche il suo più caro amico.
 

Leah non aveva molte amicizie, anzi neanche una. Era legata alla cugina Emily prima che questa diventasse l'imprinting di Sam il suo ex.
 

Dovevano sposarsi lei e Sam, avevano fissato persino la data... voleva molti bambini.
 

Chissà che madre sarebbe stata...

... visto come vuole bene a Seth, e anche ai membri più piccoli del branco... molto protettiva e amorevole, come la mia.
 

Quella ragazza aveva sempre avuto un carattere forte, ma quando stava con Sam era più dolce. Ora invece era diventata, dopo la mutazione, ancora più scontrosa. L'unica persona che amava era suo fratello. L'affetto che la legava al ragazzino era così profondo e sincero che destava anche l'ammirazione di Edward.
 

L'uomo non l'aveva mai ammesso con nessuno, ma se avesse incontrato Leah prima di Bella, quasi sicuramente si sarebbe innamorato di lei. C'erano molte cose che ammirava e che gli piacevano del suo carattere. Senza contare che era molto avvenente pur non possedendo un corpo ben tornito come quello della moglie.
 

Solo Renesmee sapeva. Aveva scoperto questo piccolo segreto toccando un giorno suo padre mentre giocava con lui. Era più piccola e all'epoca si era arrabbiata, perché ancora detestava la mutaforma.
 

"Vieni torniamo a casa."
 

Jakob la destò dai suoi pensieri.
 

"Come è andata?"
 

Cielo, che domanda stupida ho fatto.
 

"E' furioso non posso dargli torto, ma nemmeno posso dare torto a lei. Mi rendo conto che se ero al suo posto avrei fatto lo stesso."



 

Quando arrivarono vennero avvertiti della visione di Alice. Il licantropo fu costretto a ritornare alla riserva per chiedere aiuto. Mezz'ora dopo ritornò con tutto il branco, già trasformato. Alle loro compagne era stato detto di rifugiarsi a Part Angeles. Bill aveva degli amici la.
 

A notte fonda i licantropi insieme ai Cullen e parte dei Denali si erano posizionati all'esterno, lungo tutto il perimetro della casa.
 

Dentro si trovavano Renesmee in compagnia del nonno materno, Eleazar e Carmen. Bella non era riuscita a convince suo padre ad allontanarsi, ma forse era meglio così... se Demetri era ha caccia, lei poteva proteggerlo.
 

Charlie dalla sua auto aveva estratto un fucile, uno di quelli usati durante il lavoro.
 

Lo avevano avvertito che non sarebbe servito a niente, ma lui credeva che questi super vampiri potevano essere fatti fuori come gli zombi, con un bel colpo in testa.
 

La Denali lo guardava perplessa, mentre a Eleazar piaceva il carattere combattivo dell'uomo.
 

Come da copione i vampiri italiani arrivarono verso le 6:00 del mattino. Gli anziani, le guardie dietro di loro e ancor più distanti le loro mogli, comprese le sorelle di Nahuel.
 

Si avvicinarono al gruppo. Aro in testa squadrò il dottor Cullen. Mentre Emmett e Jasper cercavano di tenere buoni i mutaforma, Edward cercava di leggere il pensiero del loro signore. Non riusciva a comprendere bene quello che vedeva, perché era la prima volta che percepiva dei pensieri simili in quell'uomo. Per un attimo gli sembro di "sentire" un minimo di compassione, umanità, amore(?). Qualcosa simile hai suoi quando guardava la figlia...
 

Possibile!?
 

Da sotto il mantello il Volturo estrasse un libretto nero. Carlisle dilatò gli occhi nel vederlo. Poi guardò Demetri. Il segugio era impegnato a monitorare tutti quelli fuori dall'abitazione; si accorse che mancavano due licantropi, uno soprattutto gli era rimasto impresso. Non sapeva bene il perché.
 

Era un lupo di piccola taglia rispetto agli altri e con una bella pelliccia grigia. Era diverso dagli altri. Dell'altro aveva qualche ricordo. Qualcosa gli diceva che erano parenti.
 

L'espressione di Cullen fu la conferma per Aro che tutto quello che era scritto nel diario era vero.
 

"Da quanto lo sai?"
 

"Meno di un mese."
 

"Pensavi di tenermelo nascosto per l'eternità?"
 

Non rispose, sapeva che doveva stare attento. Si limitava a guardarlo. Una frase sbagliata e condannava a morte la famiglia e gli amici.
 

"Demetri durante il viaggio mi ha informato che sono andati via. Dove di grazia?"
 

"Non lo so."
 

"Capisco."
 

Tese la mano, il suo invito era più che eloquente. Inconsciamente Edward e Alice strinsero le loro. Il gesto non passò inosservato.
 

"Carlisle!!"
 

Il dottore poggiò la sua sul palmo di Aro, che... la strinse saldamente. Grazie alla telepatia tattile il Volturo cominciò a sondare la mente dell' "amico".



 

Vide Irina barcollante e con addosso solo un cappotto grigio avvicinarsi al gruppo subito dopo la ritirata dei Volturi...

... il modo in cui era stata nutrita: sangue di maiale....

... osservò attentamente il volto di Sabrina la figlia naturale dei coniugi Cullen; sorrise, era decisamente molto bella tanto da far concorrenza a Heidi...

... riuscì a sentire il suo odore: legno e muschio...

... e a percepire alcuni dei pensieri dell'uomo su di lei... loro...

... questa poi una vampira che non ama il sangue... sono una mutazione della razza vampirica, un'evoluzione... sono colti e cosmopoliti, molto bene.

... avvertì il disgusto che gli stessi ibridi provavano per la loro natura...

... seppe dell'imprinting di Evan con uno della sua guardia...

... nella sua mente comparve il volto e l'odore di quella ragazzina...

... le espressioni erano quelle di Caius, non c'era alcun dubbio e il sentore che il sangue emanava: Marsilia e borotalco; sia suo fratello che Alec avevano sentito quel profumo...

... mentre Marcus e lui avevano avvertito l'odore dei proprio figli e quello di Didyme...



 

Si ricordò che anche Felix e Demetri avevano sentito un profumo particolare: il primo durante l'incontro con i testimoni dei Cullen; il secondo nella casa di questi ultimi.
 

Cominciò a chiedersi il perché, e un sospetto si fece largo nella sua mente.
 

Altre immagini si susseguirono nella mente dell'uomo, come quella di Mike: era identico al padre solo più giovane e con colori diversi. Ma la cosa più importante e interessante erano i loro poteri:
 

Mike poteva inibire e nello stesso tempo utilizzare le capacità di altri vampiri, Sabrina era in grado di interagire con le menti altrui, oltre a leggere il pensiero poteva anche manipolarle e controllarle; Evan poteva assorbire e donare energia vitale tanto da riuscire a resuscitare i morti, ma solo se rimaneva un piccolo frammento del loro corpo, che fosse in cenere o meno...
 

Aro trovava interessanti anche le facoltà di Jake, Seth, Leah e Corinne, ma soprattutto era stato colpito da quelle di Annie: poteva fermare il tempo e accelerarlo fino a far esplodere cose, persone... o mostri.
 

Lasciò la mano di Carlisle.
 

Non disse nulla, non aveva parole per descrivere tutto quello che aveva visto. Si girò a guardare tutti gli altri, i suoi occhi brillavano più del solito, come il viso.
 

Caius era disgustato, dall'espressione di suo fratello aveva capito che non ci sarebbe stato nessuno scontro. Marcus era più sereno invece.
 

Jane, Alec, Demetri e Felix come tutti gli altri aspettavano gli ordini del loro maestro.
 

Il Volturo si avvicinò al suo clan.
 

Sorrideva, non riusciva a smettere, era euforico per la scoperta.
 

"Questi ibridi sono per metà licantropi e per metà vampiri..."
 

Una rabbia improvvisa prese uno degli anziani. Stava per avventarsi sui Cullen, ma il "capo indiscusso" del clan lo fermò.
 

"Devono essere eliminati Aro, loro e le immonde creature che hanno nascosto, e magari anche generato. Senza contare che ora la creazione di ibridi è fuori legge."
 

"... Caius non parlare così, biologicamente 4 degli ibridi sono stati concepiti da noi, sono i nostri figli. E questo fratello mio, cambia tutto."



 

Se non si è ancora capito, ho un debole per Leah è il mio personaggio preferito, insieme a Demetri. Trovo che sia il più affascinante tra i vampiri.

Chiedo scusa per gli errori (orrori) e le ripetizioni e per eventuali errori di "sceneggiatura".

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Capitolo 16
*** Padri e figli ***



Aro voleva saperne di più su quei ragazzi e si autoinvitò a casa di Carlisle.
 

Al dottor Cullen l'idea non piaceva, ma con tutta la guardia al completo era meglio con controbattere.
 

Eleazar dall'interno aveva sentito tutta la conversazione e riuscì a nascondere appena in tempo l'ispettore capo Swan.
 

Carmen era rimasta in salotto con Renesmee.
 

"E così questa è la vostra casa. Credevo fosse più bella o per lo meno simile alla nostra."
 

Il tono di voce era ironico, ma in maniera cattiva.
 

Alec inclinò appena gli angoli della bocca e rispose nella stessa maniera.
 

"Sorella non tutti hanno la fortuna di abitare in un palazzo."
 

"Jane, Alec dove avete lasciato le buone maniere, ricordate che siamo ospiti."
 

Aro li rimbrottò dolcemente. Anche lui però riteneva piuttosto misera l'abitazione dei Cullen.
 

"E dimmi mia cara Kate, anche la tua dimora è simile a questa. Se non ricordo male, abiti in Alaska con il tuo clan."
 

La donna e sua sorella squadrarono l'uomo.
 

"Oh vi prego, dimentichiamo il passato. So che avete sofferto molto per la perdita della vostra creatrice e madre, ma cercate di capire... non c'era altro modo. I bambini immortali possono essere un pericolo per la nostra sicurezza."
 

"E cosa farai alla piccola immortale che gli ibridi stanno proteggendo."
 

Emmett non ne poteva più della falsa bontà dell'uomo.
 

I Volturi guardarono il loro maestro. Nessuno si era ancora accomodato, aspettavano tutti un suo ordine e non quello dei proprietari della casa.
 

"QUESTO E' UN MOTIVO PIU' CHE VALIDO PER UCCIDERLI. HANNO DISUBBIDITO A UNA DELLE NOSTRE LEGGI."
 

"Loro non sanno chi siete, non conoscono nessuna delle vostre leggi. Didyme non ha mai raccontato niente."
 

Un lampo di luce attraversò gli occhi di Marcus.
 

"E' viva Marcus, la tua compagna è viva. Uno degli ibridi è figlio suo... e tuo. Il vampiro che lo ha creato lo ha anche modificato con geni di licantropo. I suoi colori gli ha presi da quest'ultimo, ma è la tua fotocopia. Tranne le espressioni, quelle sono della madre. Il suo veleno, anzi il suo sangue velenoso, profuma di erba tagliata."
 

Il vampiro si avvicinò al dottor Cullen, gli occhi dilatati e un espressione di stupore e sgomento stampata sul volto.
 

"Dov'è sono, dimmelo ti prego..."
 

"DIMMELO."
 

"Non lo so, sono andati via, hanno capito che a causa loro, noi potevamo essere in pericolo. Mike, tuo figlio, si è esposto molto per attirare l'attenzione di Demetri e permettere al suo clan, alla sua famiglia di fuggire. Bree, la bambina immortale è considerata un membro a tutti gli effetti..."

"... non vi permetteranno di farle del male."
 

Marcus osservava Carlisle, era sconvolto.
 

Gli stessi Volturi guardavano quella scena con crescente curiosità. Non avevano mai visto nessuna reazione da parte dell'anziano. Era sempre stato apatico hai loro occhi. Persino Jane e Alec erano sorpresi.
 

"Marcus non è meraviglioso, mia sorella, la tua compagna e viva e avete un figlio in comune."
 

Sorrideva in maniera affabile, troppo affabile.
 

"Carlisle, dopo vorrei parlare in privato con te."
 

Demetri gironzolava all'interno del perimetro, cercava un qualche indizio sugli ibridi, soprattutto su di lei. Sentì l'odore del padre di Bella provenire dal piano di sopra dell'abitazione.
 

"Maestro."
 

Il segugio si avvicinò e sussurrò qualcosa all'orecchio del suo signore.
 

"Capisco."
 

Gli occhi del vampiro si posarono dolcemente su Bella e Renesmee. Sorrise.
 

"Bella non mi stancherò mai di dirti che l'immortalità ti dona."
 

"Che cosa vuole?"
 

Il sorriso dell'uomo si allargò ancora di più.
 

"Conosci le leggi dei Volturi mia cara?"
 

"Si."
 

"Allora sai che nessuno deve sapere che cosa siamo, nemmeno i parenti più stretti."
 

Stava per voltarsi verso Demetri, quando la voce della bambina lo distrasse.
 

"Il nonno non è pericoloso. Sa che certi segreti devono rimanere tali e poi la sua guardia si è presentata a lui con il colore naturale dei suoi occhi: rosso sangue."
 

Aro si voltò di scatto. Rabbioso si avvicinò al segugio.
 

"Non tollero certe manchevolezze, soprattutto se a compierle sono i membri del mio clan."
 

"Le chiedo scusa, non succederà più maestro."
 

"Per il momento non faro niente ne a te Demetri, ne tantomeno a tuo padre Bella. Questo è un giorno speciale. Non perdiamo tempo con sciocchi futili litigi."
 

Stavano per accomodarsi quando squillò il telefono.
 

"Pronto."
 

"Signora Cullen, sono Mike. Noi stiamo bene."
 

"Mike, Mike..."
 

Si girò verso il marito e si ritrovò di fronte il padre dell'ibrido. Si era avvicinato non appena aveva sentito pronunciare il nome del figlio. Esme sussultò.
 

"Dov'è, dove sono?"
 

"Non me l'ha detto. Ha chiamato solo per dirci che stanno bene, forse hanno già trovato un posto dove stare. Mi dispiace Marcus."
 

L'uomo abbassò lo sguardo per ritornare nuovamente apatico.

Vedendolo così triste Esme fece una proposta.

 

"Nella loro casa ci sono molte foto di lei e suo figlio, se vuole vado a prenderle."
 

"Oh si mia cara ti prego portaci a vedere l'abitazione dei nostri ragazzi. Sono sicuro che è bella come la vostra dimora."
 

I Denali non ne potevano più della falsa cordialità di quell'uomo e di come si imponeva sugli altri. Ma non poterono controbattere.
 

La moglie del dottor Cullen acconsentì.
 

La donna uscì con gli anziani e quattro delle loro guardie. Andò anche Edward, non si fidava a lasciarla da sola.
 

Quando arrivarono Caius arricciò il labbro per il disgusto, mentre i gemelli ridacchiavano tra loro. Aro sorrideva, aveva visto il caseggiato nella mente del dottor Cullen, sapeva già tutto, o quasi.
 

La vampira fece una balzo per raggiungere il "giardino segreto". Gli altri la seguirono.
 

I Volturi osservarono gli strani arredamenti dello spazio esterno.
 

L'interno era in ordine. Rosalie il giorno prima aveva rimesso tutte le cose prese da Alice a posto.
 

Aro era curioso, trovava divertente il modo in cui i ragazzi avevano arredato tutto l'ambiente. Certo per lui era un mobilio strano, ma non poteva non notare che avevano un certo gusto.
 

Sopra il tavolo da pranzo erano poggiate le invenzioni di Mike.
 

Era soprattutto quello il motivo che aveva spinto il padre di Annie a recarsi nell'ex-tipografia. Prima però chiese se c'erano foto dei ragazzi. Lui sapeva che volto avevano gli ibridi, ma non gli altri.
 

Esme prese un contenitore dalla cucina e salì i gradini che conducevano alle camere da letto. Aro intanto non faceva che fissare le creazioni di Mike.
 

"Maestro è tutto ha posto."
 

"Avvicinati Jane, tra poco vedrai qualcosa di sorprendente e unico."
 

Aveva gli occhi che brillavano.
 

"Andiamo via da qua, c'è un fetore disgustoso. L'unico odore davvero buono è quello che sa di acqua marina e Marsilia e borotalco."
 

Aro rispose in maniera suadente.
 

"Hai ragione Caius, l'odore di mia figlia e della tua è davvero buono, ma anche gli altri non sono male."
 

Sorrideva mentre osservava il viso sempre più alterato del fratello.
 

Quando Esme tornò si radunarono tutti intorno al grande tavolo da pranzo. Tutti tranne uno, non aveva intenzione di vedere il volto di quell'abominio.
 

Marcus era in fibrillazione, le foto erano mischiate, ma alla fine trovò quelle che cercava.
 

Non riusciva a dire niente, ma era visibilmente commosso. Riconobbe subito il figlio, così simile a lui.
 

Felix prese ne prese una di Sabrina in mano.
 

Niente male questa ragazza.
 

La mostrò prima al maestro e poi a Demetri che diede solo una rapida occhiata. Era bella, ma non era Leah, quindi non li interessava.
 

Il vampiro la nascose sotto il mantello.
 

Aro guardava quelle di sua figlia con un sorriso dolce. Era contento, non solo li somigliava, ma era anche molto bella e allegra a giudicare dall'espressione gioiosa che aveva in ogni foto.
 

Anche Alec e Jane rovistavano dentro il contenitore. La ragazzina prese tra le mani una di Jake, il figlio di Esme, e la mostrò al suo signore, mentre suo fratello osservava le immagini di Evan.
 

"Maestro è lei?"
 

"L'hai riconosciuta subito. Non li somiglia, ma ha le sue espressioni. Vieni a vedere tua figlia fratello."
 

Il vampiro si alzò di scatto e prese con rabbia la foto.
 

"Questa cosa schifosa non è mia fi..."
 

Non finì la frase. Persino lui si era accorto che la ragazzina in questione aveva non solo le sue espressioni, ma anche i suoi colori. Gli occhi soprattutto, quando era ancora umano, erano di un azzurro-grigio chiarissimo.
 

Ringhio e depose la foto nel contenitore.
 

"Non se lo aspettava."
 

"Che cosa Edward?"
 

"Che sua figlia fosse così umana e simile a lui. Pensava avesse un aspetto mostruoso, per questo motivo non capiva tutto l'interesse di Aro."
 

La più giovane delle guardie prese un'altra foto. Raffigurava Bree. Il suo sguardo si posò su Esme ed Edward.
 

"E' lei la bambina immortale Cullen."
 

"Si."
 

"Allora è ritornata dall'aldilà, o forse qualcuno la resuscitata."
 

"Oh questa è la piccola che proteggono... hai detto ritornata dall'aldilà Jane?"
 

"Si maestro, era stata creata da Vittoria, e uccisa da Felix su mio ordine. A quanto pare la figlia di Caius le ha ridato la vita. Devono imparare che le nostre leggi vanno rispettate."
 

Caius emise un ringhio, ma ricordava di più un grugnito.
 

"Con loro sai quante cose possiamo fare Jane?"
 

"Immagino molte maestro. Faranno parte della guardia?"
 

"Sabrina di sicuro."
 

Esme ebbe un sussulto. Felix sorrideva. Quando aveva trovato la sua foto Aro lo aveva informato che era la figlia biologica di Carlisle ed Esme.
 

"Peccato mancano tre di loro. Gli ibridi più recenti. Felix ti ricordi quando il Duca Scienziato è venuto a trovarci l'ultima volta.?"
 

"L'anno scorso maestro."
 

Edward guardò con sgomento la madre.
 

"So che ti sei appartato con lui, se non ricordo male voleva mostrarti alcuni ritratti di vampire molto belle. Ha fatto qualcos'altro?"
 

"No maestro mi ha solo mostrato i quadri, voleva trovarmi una compagna. Gli avevo fatto un favore e voleva in qualche modo ricambiare."
 

"Solo questo sei sicuro?"
 

"Si, ricordo molto bene i loro volt... no, che strano non ne ricordo nessuno, solo il viso di quel vampiro, e non ricordo nemmeno il favore che gli ho fatto."
 

"Permetti."
 

Aro prese le mani della guardia.
 

"Come sospettavo. Ha usato il suo controllo mentale per farti credere alcune cose. No in realtà a preso i tuoi geni per creare un nuovo ibrido. Congratulazioni, ragazzo mio sei padre di una bellissima adolescente."
 

Felix girò di scatto la testa, tutti li sguardi erano puntati su di lui.
 

"Bene direi che è ora di vedere la città di Mike. Edward vuoi farci l'onore?"
 

Di mala voglia il ragazzo prese la lente e la posizionò sopra la lastra. La città ologramma riprese nuovamente vita.
 

I Volturi non sembravano così entusiasti come il loro signore. Il vampiro avendo sondato la mente di Carlisle sapeva che si trovava di fronte a qualcosa di unico, ma per gli altri era una città in miniatura, certo venuta fuori dal nulla, di questo erano consci anche loro.
 

"Maestro che cos'è?"
 

"Un ologramma fisico, è un'invenzione di tuo figlio Marcus. Non è magnifico. Ci troviamo di fronte a qualcosa che in realtà non dovrebbe esistere."
 

"Cos'è un ologramma fisico."
 

Aro si voltò verso Edward e lo invitò a dare spiegazioni. I Volturi non ne sapevano un gran che sul progresso che aveva fatto il genere umano. La loro casata era governata da leggi e riti medioevali, forse anche più arcaici.
 

"Un ologramma Felix è un'immagine fotografica tridimensionale. In parole povere è una sorta di illusione ottica, solo che questa è unica al mondo, perché si può toccare."
 

Felix lo fissò qualche secondo, poi sfiorò una parete di mattoni con un ponte dove in quel momento stava passando un treno. Rimasero un attimo interdetti, ancora nessuno di loro aveva compreso appieno.
 

"Ridicolo si tratta solo di una città in miniatu..."
 

Caius si era fiondato addosso alla parete toccata dalla guardia per distruggerla, ma non riuscì nel suo intento, perché il muro cominciò ad abbassarsi sparendo letteralmente nel pavimento, per poi ricomparire a pericolo passato. Felix provò a sfiorare di nuovo la parete e le sue dita sentirono ancora i mattoni della struttura.
 

Questa volta i Volturi erano davvero sorpresi.
 

"Torniamo dagli altri non vedo l'ora di mostrare al resto della guardia questi tesori."
 

Felix prese la pesante "macchina da scrivere"; anche questa come la città era in stile Steampunk. Alec afferrò la lente e Jane la lastra.
 

Rimaneva il contenitore con le foto. Aro si soffermò nuovamente su una delle immagini della figlia. Sorrise dolcemente, ma in maniera misteriosa, come se nascondesse qualcosa.
 

"C'è qualcosa di strano."
 

"Che cosa Edward."
 

"Non lo so, non riesco a capire i pensieri di quell'uomo e non mi piacciono molto quelli di Felix, Demetri, Alec e Caius."
 

"Che cosa intendi, pensi che possano nuocere ai ragazzi?"
 

"Non ti piacerà Esme, ma credo che Felix provi interesse per Sabrina. Demetri è interessato a Leah e Alec... ho visto che nascondeva una foto di Evan. E' stato attento a non farsi notare soprattutto dalla sorella. Caius invece prova rabbia per tutti loro, ma l'aver visto l'immagine della figlia lo ha in qualche modo calmato."
 

Esme non era felice dell'interessamento della guardia per sua figlia.
 

"Aro?"
 

"Li vuole, trova straordinari i loro poteri e la loro intelligenza. Con loro vuole accrescere ulteriormente il prestigio della sua casata. Però, non ne sono sicuro, ma credo che provi un po' di affetto per Annie. E' rimasto piacevolmente sorpreso dal fatto che li somigli così tanto, e l'idea di essere padre lo diverte..."

"... non capirò mai quell'uomo..."

"... ora però abbiamo un altro problema. Ha capito che i mutaforma non sono semplici bestie, ma sono ingegnosi e molto intelligenti, più dei vampiri. Non li considera più dei semplici cani da guardia. Temo voglia tutto il clan a meno che non si accontenti di Leah e Seth."
 

Edward fece una smorfia di disgusto. Aveva cominciato ad apprezzare i Figli della Luna, per lo meno il gruppo di Jacob, ma soprattutto Mike e gli altri ibridi, subito dopo aver sondato la mente del ragazzo nell'ex-segheria di Forks. Quello che avevano subito i ragazzi per colpa di quel pazzo era mostruoso.
 

Era ancora dell'idea che quel vampiro fosse peggiore dei Volturi in quanto a crudeltà.
 

Quando tornarono ritrovarono i loro uomini fuori. Carlisle aveva detto chiaro e tondo che non li voleva all'interno della sua abitazione. Temeva per la vita di Renesmee e Charlie.
 

Non appena Santiago vide Edward scoppiò a ridere e mostrò al resto della guardia appena arrivata, il ritratto che Annie aveva fatto al ragazzo.
 

"Edward, a quanto pare la figlia di Aro è immune al tuo fascino. Che ne pensi sorella, non trovi che li somigli."
 

"Si Alec, una certa somiglianza c'è."
 

"Bene vedo che mia figlia ha senso dell'umorismo."
 

Felix e Demetri trattenevano a stento le risate.
 

"Maestro torniamo a Volterra?"
 

"Si Chelsea, ma prima devo sondare le menti di altre due persone. Alice, Edward, prego."
 

Alice non poteva controbattere e porse la mano all'anziano. Grazie a questo Aro poté vedere tutta la visione dello scontro, compresa la presenza degli ibridi.
 

"Straordinario, è ancora più potente di quanto immaginassi. Tua figlia è incredibile Caius."
 

Una smorfia fece capolino sul suo volto.
 

Quando toccò la mano di Edward l'espressione sul volto cambiò. Era sconvolto. Stava per staccarsi dal ragazzo quando lui lo strattonò e lo avvicinò ancora di più. Sussurrò...
 

"Quello che ha fatto quel mostro è bestiale, se vengo a sapere che tu hai fatto anche solo la meta di una delle sue torture... ti uccido."



 

Ok i Volturi sono andati a "trovare" Carlisle.

Spero di aver impostato bene questo capitolo e i caratteri dei personaggi. Recensitelo grazie...

Baci, baci...

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Capitolo 17
*** Ancora niente ***



Renesmee passeggiava tranquilla nella foresta insieme a Jacob. Era tutto perfetto, il clima di Forks era più mite e sebbene la luce solare era nascosta da una coltre di nuvole di un bel bianco candido, il cielo era comunque luminoso, a modo suo. L'unica cosa che rovinava la giornata era la presenza di due della guardia. La ragazzina non riusciva proprio a digerirli.
 

Aro le aveva lasciate per controllare sia i Cullen, che i mutaforma.
 

I vampiri per il momento non avevano ancora fatto grossi danni a Forks, anche perché a turno andavano a rifornirsi a Seattle.
 

Sapeva che un terzo elemento era stato mandato a Denali. Tanya e i suoi erano ritornati a casa, ma loro e la sua famiglia si sentivano praticamente tutti i giorni nella speranza di avere buone nuove.
 

Dalla partenza degli ibridi erano passati 6 mesi, e nessuna informazione era arrivata. Non si erano più fatti sentire.
 

Anche Aro non dava segnali, a parte i tre vampiri di guardia. Carlisle era sicuro che se avesse trovato Sabrina e Jake, avrebbe di certo mandato un messaggio, tanto per mettere ancora di più il dito nella piaga.
 

Avevano raggiunto la casa dove il branco si radunava. C'erano tutti. Sam quando la vide si rizzò in piedi.
 

"Novità?"
 

"No, nessuna."
 

L'alfa tornò a sedersi. Negli ultimi mesi era cambiato parecchio. Anche Emily.
 

"Ora mi vuoi dire cos'hanno quei due? Avanti Nessy, so che tu lo sai o per lo meno hai intuito qualcosa."
 

"Diciamo che hanno capito di aver sbagliato tutto con Leah."
 

"Mica è colpa loro se hanno avuto l'imprinting."
 

"Lo so, ma se fosse stata Leah l'imprinting di Sam ed Emily innamorata di lui, bee... la sorella di Seth si sarebbe comportata in maniera diversa, avrebbe rispettato sua cugina, il suo sentimento, il suo dolore..."
"... lei non ha avuto molto tatto quando le ha chiesto di farle da damigella d'onore. Emily finalmente lo ha capito..."
"... per non parlare di Sam, prima non si fa vivo e fa preoccupare la sua ragazza. Quando torna la evita come la peste e appena le presenta la cugina, lui..."


"Ha l'imprinting."


"Si, ma il modo in cui la lascia, così brusco, senza un minimo di tatto. Non è giusto povera Leah."


"Cerca di capire quello che è successo a Sam ed Emily è una cosa troppo forte, non potevano resistere."
 


"Lei non l'avrebbe mai fatto, avrebbe resistito per non ferire nessuno. E' vero che dopo si è pentita e ha chiesto a Sam di rimettersi con sua cugina."


"Ok, Leah soffre come un cane, però nemmeno lei ha tatto come dici tu, guarda con Embry, tutte le storie che ha messo su con lui..."
 

"Ogni volta che ved... che lo vedeva, si ricordava il tradimento di Sam."
 

"E cosa centra questo."
 

"Embry è un figlio illegittimo, nato da una relazione extra coniugale. Suo padre ha tradito la moglie... insomma non è così difficile da capire."
 

"Grazie per avermi dato dell'imbecille, ma dimmi un po' da quando ti piace così tanto Leah?"
 

"Da quando ho imparato a conoscerla e ho capito che non prova niente per te."
 

"Non prova niente per me... sto perdendo il mio fascino."
 

Renesmee scoppiò a ridere.
 

Embry era seduto su un ramo dell'albero dove loro due si erano fermati, e aveva sentito tutta la conversazione. Anche se Leah era sempre stata ostile nei suoi confronti, era comunque preoccupato per lei e suo fratello. Nel "pacchetto" era il più sensibile e li dispiaceva per la mutaforma.
 

Conosceva la famiglia Clearwater praticamente dalla nascita. Da piccolo giocava con lei, era un vero e proprio maschiaccio. Il padre adorava sua figlia, era molto simile a lui, mentre il fratello aveva preso dalla madre. Quando Leah si era fidanzata con Sam molti di loro, compreso lui, erano rimasti male. Leah piaceva a tutti i ragazzi della riserva, nessuno escluso. E furono tutti felici quando lui la lasciò.
 

Peccato per il suo caratteraccio, perché allontanava ogni possibile futuro fidanzato. Certo ora che era diventata un mutaforma le cose per lei si erano complicate ancora di più.
 

Un alito di vento portò l'odore della sanguisuga alle sue narici, e a quelle di Jacob e Renesmee.
 

"Lo senti è uno di loro, vorrei poterli staccare la testa."
 

"Non farlo Jake. Potrebbe essere una dichiarazione di guerra. Aro ha ordinato loro di tenerci d'occhio, ma non di attaccare."
 

"Senti, quello che ha detto Alice riguardo l'imprinting con un freddo, è vero?"
 

"Ti riferisci a Evan?"
 

"Sii!!"
 

"Se Alice lo ha visto!"
 

"Pensi che possa succedere anche a lei."
 

Renesmee guardò Jacob.
 

"Ti darebbe fastidio se Leah lo avesse con un vampiro?"
 

"Non lo so, è una cosa strana."
 

"Se deve succedere qualcosa... spero sia con Mike. Lui è favoloso e la farebbe felice."
 

"FELICE UN CORNO, NON CON UN SUCCHIASANGUE, CHE SCHIFO."
 

"Forse è meglio se stai zitto Sam sei l'ultimo che può dire qualcosa su Leah, e il succhiasangue in questione è per metà licantropo."
 

"Non irritarmi ancora di più ragazzina..."
 

"... portala via, e dille di non venire più qua."
 

"Wow e brava Renesmee hai fatto arrabbiare il grande capo."
 

"Ciao Embry, da quanto sei li?"
 

"Abbastanza."
 

"Quanto abbastanza?"
 

"Diciamo che ho sentito tutto..."
 

"... mmmm... lei è cambiata dopo la sua trasformazione? Voglio dire è bianca cadaverica? ha messo su delle forme come quelle di tua madre."
 

Nessy lanciò un occhiataccia al mutaforma.
 

Ma solo a quello pensano i maschi.
 

Si voltò e vide l'espressione ridente del suo licantropo.
 

"No, solo il pelo è diverso, è ancora più bello... Però ora lei e Seth hanno dei poteri. Leah si teletrasporta e Seth è telecinetico."
 

"Forte, come gli X-Men."
 

"Qualcosa del genere."
 

"AVETE FINITO DI FARE SALOTTO E A TE RAGAZZETTA HO DETTO DI ANDARE."
 

"Agli ordini grande capo."
 

Renesmee fece il saluto militare e ritornò di corsa a casa. Sua madre voleva farle delle foto da spedire ai Denali per mostrare loro la sua crescita. Si era allungata molto, solo il faccino aveva ancora dei tratti infantili. Questa era anche una scusa per scrivere alla famiglia nella speranza che le guardie non intercettassero i loro messaggi.
 

Con questo stratagemma i Cullen avevano saputo che Garrett aveva contattato dei vampiri, suoi amici, per cercare gli ibridi e questi ultimi avevano riferito che i Volturi avevano fatto lo stesso.
 

Jakob l'aveva accompagnata e le chiese che cosa aveva detto Aro a Carlisle.
 

"Voleva che capisse che l'omicidio di sua sorella era stato premeditato per salvare tutto il clan."
 

"Quel succhiasangue non ha vergogna."
 

"Ciao mamma."
 

"Ciao tesoro, Jake come va alla riserva?"
 

"Calma piatta, almeno per ora. Non so per quanto sopporteranno la presenza del vampiro nei loro territori."
 

"Ma guardalo, non fa niente per nascondersi. Sa che non possiamo attaccarlo."
 

Jasper era alla finestra e vedeva chiaramente uno dei membri della guardia, quello delegato alla loro "custodia", come amava dire Aro.
 

"Io vado. A presto."
 

Jacob uscì e diede un'occhiata in giro. Il vampiro non lo degnava di uno sguardo, apparentemente.



 

"Allora mia cara Chiara, qualche novità?"
 

"No, mi spiace signor Aro. Nessuno ha mandato un messaggio."
 

"Capisco. Vai pure tesoro."
 

Chiara sorrise e si allontanò. Tra tutte le segretarie umane passate di la, lei era la più professionale e l'unica a cui non avevano detto la verità. Aro si era reso conto che era diversa dalle altre ragazze, per questo la voleva. La considerava una rarità.
 

Ora però era giunta anche la sua ora, nascondere la loro vera natura stava diventando complicato.
 

"Felix, Demetri... pensate voi alla nostra segretaria preferita, ma non in maniera brutale. Non voglio sentire le sue urla..."

"... capito Felix!!"
 

Annuirono all'unisono.
 

"A quanto pare fratelli ancora nessuna buona novella. Speriamo di non dover attendere troppo..."
 

"... stavo pensando Marcus di fare un regalo a quei ragazzi. Cosa pensi che potrei donare?"
 

"Credo, mio caro fratello che ognuno di noi debba fare un presente al proprio figlio. Per quanto mi riguarda donerò alla mia Didyme, un anello appartenuto a Maria Antonietta. Era la sua fede nuziale. A mio figlio invece regalerò un'antica spada. Era di un maestro d'arti marziali, un vampiro. Se non ricordo male si chiamava Sihung. Non è stato facile ucciderlo."
 

"Oh si, Alec mi ha raccontato tutto. Se non era per il suo intervento, saresti morto."
 

"Bene, io regalerò ha mia figlia un diadema. Faceva parte del tesoro della corona inglese e tu Caius, cosa regalerai a Evan?"
 

"Anche un regalo devo fare?"
 

"Come dono di benvenuto."
 

"E loro cosa portano, non è carino venire a mani vuote."
 

"Ma fratello, noi abbiamo due tesori inestimabili. Gli oggetti costruiti da Mike. Soprattutto la città ologramma, hai visto come si adatta all'ambiente e come cambia di volta in volta."
 

Marcus sorrise, era fiero di avere un figlio così simile a lui e così intelligente, ma cosa più importante, la madre era la sua adorata Didyme.
 

Aro in lontananza sentì la voce strozzata di una donna.
 

"Devo dare qualche lezione di galateo ai nostri ragazzi, soprattutto a Felix."
 

"Peccato non mi dispiaceva questa ragazza."
 

"Felix a te piacciono tutte."
 

"Prima, adesso c'è ne una che mi piace più delle altre."
 

"Ti riferisci alla figlia dei Cullen?"
 

"Si, è bella forte, forse anche più della moglie di Edward."
 

"Concordo con te, ma non batte la mia ragazza."
 

"Oh, oh, oh... da quando questa Leah è diventata la tua ragazza."
 

"Lo sarà molto presto."



 

Una figura alta e pesante si addentrò nella foresta di Pyha Luosto. Indossava un lungo mantello munito di cappuccio in tessuto leggero e color grigio chiaro , che copriva tutto il corpo. Era affamata, da giorni non metteva niente sotto i denti.
 

Era quasi al limite, tanto che stava con tutti i sensi all'erta nella speranza di intercettare qualcosa di commestibile.
 

Una voce leggera e gioiosa arrivò alle sue orecchie. Qualcuno stava canticchiando e dal tono l'uomo capì che si trattava di una giovane donna.
 

Si avvicinò furtivo.
 

La persona in questione era effettivamente una ragazza, indossava abiti leggeri. In mano teneva un cesto di paglia molto grande. All'interno bottiglie di vetro contenente un liquido scuro.
 

La figura si avvicinò rapido alla donna. Era quasi alle sue spalle, quando la giovane si voltò di scatto. Riuscì a schivare il suo attacco girando leggermente su se stessa e contemporaneamente allungò il braccio spingendo delicatamente sulla schiena dell'avversario. Anche se lo aveva toccato appena con la mano riuscì lo stesso ad allontanarlo di un centinaio di metri.
 

Il cappuccio scivolò indietro rivelando l'identità dell'aggressore. Era un uomo alto e massiccio, con la carnagione scura, ma opalescente. I capelli erano lunghi acconciati alla maniera rasta. Gli occhi erano neri come la pece e circondati da occhiaie molto visibili nonostante il colore della pelle.
 

Attaccò nuovamente la ragazza, ma questa non si fece sorprendere e afferrò quell'individuo per la gola. La sua morsa era come quella di una tagliola.
 

Il ragazzo fu sorpreso dalla forza della giovane, che lentamente sciolse la presa.
 

Si scrutarono a vicenda.



 

Spero di aver descritto bene la scena dove questi due si affrontano...
 

Se qualcuno non lo ha ancora capito, ho un debole per Leah, è il personaggio femminile che preferisco della saga. Demetri è quello maschile. Ma comincia a piacermi anche Embry. Forse farò una ff con lui e Leah...

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Capitolo 18
*** Trovati ***


Ho riscritto questo capitolo, la prima versione era più lunga e più schifosa. Scusate è cortino. Tranquilli dovrei rifarmi con il ventesimo.



 

"A giudicare dal colore degli occhi deve essere affamato. Posso darle solo 4 bottiglie, dovrebbero bastare. Contengono sangue di renna, è molto nutriente."
 

L'uomo guardò stranito la ragazza mentre toglieva le bottiglie dal cesto. All'interno ne rimanevano altre 4 e dei panini.
 

Il ragazzo le prese e le scolo tutte.
 

La giovane sorrise.
 

Lo sguardo del vampiro si posò nuovamente sulla ragazza. Il colore si era schiarito e le occhiaie erano meno marcate. Osservò attentamente il viso della ragazza, era fin troppo famigliare.
 

"E' un nomade? ha un posto dove rifugiarsi..."
 

Il ragazzo non rispondeva, si limitava a guardarla.
 

"Se vuole può venire con me, abito qua vicino con la mia famiglia."
 

Nessuna risposta.
 

"Capisce quello che dico?"
 

Questa volta fece cenno con la tesa.
 

"Oh, allora è un tipo di poche parole, mi dispiace per lei, io parlo troppo fino allo sfinimento, degli altri però."
 

La ragazza faceva strada mentre quell'individuo prese dalla borsa una serie di foto. Una raffigurava la giovane appena incontrata.
 

"Abitiamo qua da 6 mesi, e ci siamo adattati abbastanza bene anche se mancano l'energia elettrica, l'acqua e il gas..."

"... mio fratello ha risistemato delle vecchie baracche e io le ho decorate con diversi intagli e dipinto l'arredamento..."

"... a dire il vero abbiamo contribuito tutti..."

"... siamo quasi arrivati per sua fortuna."
 

Il ragazzo alzò la testa e vide una serie di piccole casette in legno unite tra loro da diverse strutture sempre di legno.
 

"All'inizio erano solo casupole separate, mio fratello ha costruito questi "corridoi" per unirle..."

"... a vederlo non sembra, ma l'interno è molto confortevole..."
 

Annie stava per aprire la porta, ma il ragazzo la fermò.
 

"Grazie per il sangue, sto decisamente meglio, ma ora è meglio che vada, devo... il mio clan mi aspetta in Svezia."
 

"Clan? Oh, la sua famiglia."
 

"La prego non dica di avermi visto, ci... ci sono delle persone che stanno dando la caccia al mio cl... alla mia famiglia."
 

"Sarà un po' difficile mentire, soprattutto perché manca il contenuto di alcune bottiglie. E mia sorella legge il pensiero."
 

Il vampiro sorrise.
 

"Allora dica la verità."
 

"Come si chiama?"
 

"Come."
 

"Non ci siamo presentati, io sono Annie e lei?"
 

"Sant... Santana, sono afro-americano, trasformato negli anni 70."
 

"Signor Santana, perché le danno la caccia?"
 

"Sei molto curiosa. Comunque abbiamo problemi con i... Volturi. Siamo numerosi e questo da troppo nell'occhio."
 

"Volturi? Mike ha preso a calci nel sedere uno di loro, un certo Demetri."
 

"Demetri, il segugio è stato preso a calci."
 

Santana tratteneva a stento le risate.
 

Un rumore all'interno della casa fece trasalire l'uomo.
 

"Devo andare, grazie ancora."
 

"Ehi Annie mi era sembrato di sentire la tua voce."
 

"Ciao Irina."
 

Nessuna delle due si accorse che il vampiro si era fermato per osservarle.



 

Ufficio Postale di Rovaniemi - Provincia Lappone - Finlandia
 

"Devo spedire questo telegramma, è urgente."
 

"Dove?"
 

"Volterra, Italy."



 

"Maria Elena, vieni pure, tesoro."
 

La nuova segretaria dei Volturi porse un biglietto nelle mani di Aro.
 

"Bella scrittura, mia cara... oh, il messaggio è di Santiago..."
 

"... GLI HA TROVATI."
 

I presenti sussultarono. Anche Felix e Demetri rimasero per la reazione del maestro.
 

"Si trovano in Finlandia nella foresta di Pyha Luosto nelle vicinanze di Rovaniemi..."

"... preparatevi, partiamo subito."



 

Alice fu scossa da un fremito. Gli occhi dilatati dalla paura.
 

"Gli hanno trovati Jasper, i Volturi hanno trovato gli ibridi."
 

Jasper accompagnò Alice nello studio di Carlisle.
 

"Sei sicura!"
 

"Si... e no!!"
 

"... la verita è che ho visto soltanto Aro con una lettera in mano..."

"... ma la reazione che ha avuto dopo averlo letto. Era fin troppo euforica. Non l'avevo mai visto così."
 

"Non hai capito dove sono?"
 

"No, scusa."
 

"Non è colpa tua. E' meglio avvertire i Denali, forse hanno..."
 

Il telefono squillò proprio in quel momento.
 

"Carlisle, sono Garrett, forse siamo sulla pista giusta. Alcuni nomadi hanno riferito di aver visto uno della guardia a Rovaniemi. Stava mandando un telegramma."
 

"Rovaniemi? Finlandia."
 

"Si."
 

"Alice ha avuto una premonizione, i Volturi lo sanno già."
 

"E' una conferma che si trovano la. Sara meglio affrettarci Carlisle, ma per non destare sospetti è meglio partire in pochi. Io vado solo con Eleazar. Abbiamo inventato una storia con le nostre compagne per non destare sospetti al vampiro cane da guardia. Ci vediamo a Rovaniemi."
 

Il dottor Cullen mise giù la cornetta.
 

Aveva deciso di partire da solo. Con la scusa di recarsi ad un meeting sperava di fregare il Volturo adibito alla loro "protezione" come amava dire Aro.
 

"Alice avvisa Jacob."
 

"Vuoi che qualcuno di loro ti accompagni?"
 

Il tono della ragazza era sorpreso.
 

"No, anche se sono più veloci di noi, avrebbero dei problemi per un viaggio così lungo."
 

"Per un tratto sarò costretto a spostarmi in auto."
 

Vedendo la sua espressione, cercò di rassicurarla.
 

"Andrà tutto bene."

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Capitolo 19
*** Figli miei... ***



Esme stava preparando la valigia di Carlisle, mentre Jasper era riuscito a procurarli un biglietto aereo di andata e ritorno. Edward si era offerto di darli un passaggio fino all'aeroporto di Seattle.
 

In realtà era tutta una messa in scena per fregare il vampiro di guardia.
 

Rosalie era in un angolo della casa, non si fece coinvolgere nei preparativi.
 

"Emmett cos'ha Ros?"
 

"Non me lo vuole dire. E' così da quando hai avuto l'ultima visione."
 

"Ciao, sorellona. Allora che succede."
 

"Niente."
 

"Roos!!"
 

"Non è giusto. Perché i Volturi hanno dei figli. Perché loro si e io... noi no."
 

"Non lo so, ma la loro nascita è stata voluta da quel pazzo. Non c'è nulla di nat..."

"... aspetta Marcus e Didyme, hanno concepito Mike e dopo quel mostro lo ha modificato. Ma loro hanno concepito normalmente da vampiri..."
 

Rosalie guardò sua sorella.
 

"Forse anche tu ed Emmett avete qualche speranza."
 

"Tu credi?"
 

"Si, dovete solo darvi da fare di più."
 

Ros sgranò gli occhi per l'audacia della sorella. Se era mortale sarebbe di sicuro arrossita come un peperone. Certi argomenti non li toccava proprio, era molto riservata.
 

"Noi siamo pronti, augurateci buona fortuna ragazze."
 

La compagna di Emmett abbracciò forte Carlisle.
 

"Ok basta con le smancerie, sembra che nostro padre stia partendo per il fronte, non dobbiamo insospettire il Grande Fratello."
 

Risero tutti alla battuta di Emmett e questo contribuì a sciogliere un po' la tensione.
 

Mentre i ragazzi erano all'interno della casa, Edward e il dottor Cullen misero in moto l'auto. Esme sul ciglio della porta li salutava come una qualunque casalinga.
 

"Dove stanno andando?"
 

Il Volturo si era avvicinato alla donna.
 

"Mio marito ha un meeting, e mio figlio lo accompagna in aeroporto."
 

"E non fanno prima ad andare a piedi. E poi cos'è un meeting?"
 

"Il meeting è un raduno di persone, in questo caso di medici, e prende un comune mezzo di trasporto per non destare sospetti sui mortali. Dopotutto Aro non dice sempre che non dobbiamo dare nell'occhio?"

Il vampiro fece una smorfia.
 

"Quando tornano?"
 

"Mio figlio in giornata, mentre Carlisle tra qualche giorno."
 

"Mamma ci sono problemi?"
 

"No Jasper, va tutto bene."
 

Esme rientrò in casa.
 

"Nonna posso avvertire Jacob."
 

"Si, ma li farai una telefonata. Vai nello studio del nonno."
 

"Pronto."
 

"Sono Renesmee, devo parlare con Jacob."
 

"Ciao tesoro sono Emily, ci sono novità?"
 

"Non credo siano affari tuoi."
 

"Nessy, so che c'è l'hai con me e Sam per..."
 

"Non chiamarmi Nessy, solo Jake lo può fare."
 

"Tesoro..."
 

"Non sono il tuo tesoro."
 

"Credimi io voglio bene a Leah è come una sorella per me."
 

"Oh, ma davvero, ecco perché le hai chiesto di farti da damigella, ecco perché hai scelto il giorno del suo compleanno per sposarti... gran bel regalo hai fatto... sorella."
 

La piccola buttò giù il telefono.
 

"Hai parlato con..."
 

"No ha risposto l'oca."
 

"L'oca?"
 

"Mamma si riferisce a Emily. E' strano prima detestava Leah e le piaceva la cugina, adesso è il contrario. Chissà a cosa è dovuto questo cambiamento."
 

Rosalie osservò la nipotina salire le scale come una furia.
 

Era cambiata molto, non solo fisicamente.



 

Edward prese l'autostrada per raggiungere Seattle. Sperava di lasciare il padre a Port Angeles, ma dopo l'sms sul cellulare di Carlisle, fu costretto a cambiare meta.
 

La sua famiglia non sentiva più la presenza di uno dei Volturi nei dintorni di Forks e la moglie del dottor Cullen sospettò che li stesse seguendo.
 

"Credi che siano già arrivati in Finlandia?"
 

"Temo di si Edward, in fin dei conti è in Europa. E loro sono molto rapidi."



 

"E così questa è la Finlandia. Posto delizioso non trovate?"
 

"Maestro?"
 

"Si Jane?"
 

"Noi siamo affamati."
 

"Avete ragione, credo proprio che dovremmo fermarci in una città per rifocillarci un po', ma mi raccomando fate sparire i corpi. Devono credere che siano persone scomparse, ma non uccise..."

"... credo sia meglio mordere dei turisti..."

"... ci ritroveremo di nuovo quà..."

"... niente fermate supplementari, però, è chiaro?."
 

"Si maestro."
 

Il monito era rivolto soprattutto ai gemelli, essendo dei "bambini immortali", spesso perdevano tempo a guardare "cose" che piacevano a quelli della loro "età".
 

Tornarono dopo una mezzora, gli occhi erano ritornati di un bel rosso rubino.
 

"Rimettiamoci in marcia miei cari, voglio raggiungere la Lapponia il prima possibile."



 

"Allora?"
 

"La guardia non è ancora tornata. Dovrò entrare in aeroporto, se ci ha seguiti non avrà l'ardire di seguirmi oltre. Troppe persone e troppe tentazioni. Ora torna a casa, ma attento. Non farti vedere mentre scarichi la valigia."
 

"Si, buon viaggio."
 

Edward rientrò nel tardo pomeriggio.
 

"Allora com'è andata."
 

"Bene, non appena l'ho lasciato in aeroporto è partito subito. Ma ha paura crede che loro siano già arrivati. La Finlandia è in Europa e per loro è più facile raggiungerla..."

"... cos'ha Renesmee?"
 

"E' arrabbiata, voleva parlare con Jacob, ma ha risposto Emily."
 

"Ciao tesoro, davvero c'è l'hai così tanto con la moglie di Sam."
 

La bambina annuì.
 

"Perché?"
 

"Per quello che ha fatto a Leah, come è stata trattata."
 

"Guarda che non è così grave. Quella ragazza ha il brutto vizio di far sembrare le cose peggio di quello che sono."
 

"No, non è vero."
 

"Tesoro conosco abbastanza Leah."
 

"Io di più, lo toccata so cosa prova. So cosa provi tu."
 

"In che senso."
 

"So che ci sono molti lati del suo carattere che ti piacciono, la trovi cinica, ma anche coraggiosa. Ti piace l'affetto che prova per il fratello, il bene che li vuole. So che l'hai sempre trovata attraente..."
 

"Questo è vero, ciò non toglie che sia una testa calda. Troppo avventata e presuntuosa."
 

"Non è presuntuosa, è umile invece. Sai leggere i pensieri, ma non vai oltre."
 

Il vampiro guardò sbigottito sua figlia. Anche se era cresciuta e molto intelligente non si aspettava un discorso così, da grande.
 

"Come ti sei sentito, quando hai lasciato la mamma?"
 

"Non ho mai lasciato tua madre."
 

"Si che lo hai fatto. Quando la mamma ha compiuto 18 anni, ti sei allontanato da lei."
 

"L'ho fatto per il suo bene."
 

"E come ti sei sentito, lontano da lei?"
 

Edward abbassò lo sguardo.
 

"Male molto male, il pensiero di non rivederla, mi sentivo morire."
 

"Per Leah è la stessa cosa Edward."
 

Rosalie fece capolino nella stanza.
 

"Ma tu sei fortunato, Bella è con te e starete insieme per l'eternità. E avete una figlia..."

"... Leah non avrà mai un compagno per la vita, non avrà mai figli e quelli stupidi mutaforma la considerano inferiore proprio perché non può procreare..."

"... senza contare che il branco è maschilista duro. Non hanno mai accettato fino in fondo la presenza di un membro femminile. E lei deve lottare parecchio. Non è presuntuosa, solo stanca di vedere che non la considerano. Ora però ha una marcia in più, un potere, che loro non hanno."
 

"Wow Ros, da quando sei una sua amica?"
 

"Non lo sono, ma capisco il suo punto di vista, come lei capisce il mio."
 

"Discorsi da donne fratello, non cercare di capire. Oltre a venire da Venere, hanno un linguaggio tutto loro."
 

Emmett fece l'occhiolino a Rosalie e chiese a Edward di seguirlo.
 

"Che ne dici di far impazzire un po' quel cane da guardia?"
 

"Non credo che a Jacob piacerebbe."
 

"Non parlo di lui, ma del Volturo è tornato, però ora che ci penso..."
 

Uscirono ridacchiando tra di loro.
 

"Ma perché i ragazzi sono così superficiali."
 

"Tesoro è tutta questione di cranio. Quello femminile ha più spazio per il cervello."



 

"Il Sole è ancora alto, troppo alto. Per fortuna questa regione ha molti boschi e foreste."
 

"Maestro."
 

"Santiago, o finalmente che piacere rivederti. Hai fatto un ottimo lavoro. Presto ragazzo mio non vediamo l'ora di conoscerli di persona."
 

Un ringhio alle sue spalle lo vece voltare.
 

"Caius, non hai proferito parola per tutto il tempo. Credevo fossi morto."
 

"Non sei divertente Aro."
 

"Che peccato, speravo di esserlo."
 

"Prego maestro, da questa parte."
 

Camminarono a velocità vampiro per almeno una buona mezzora.
 

"Siamo arrivati."
 

"E questa è la loro casa."
 

"Jane, sicuramente si sono dovuti arrangiare. Ricorda che non hanno le nostre risorse."
 

Bussarono e sentirono una voce provenire dall'interno.
 

"Bene sono in casa..."

"... figli miei."

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Che ne pensate della foto? Guardate l'espressione di Aro. Credo sia perfetta. Non fate caso alle statuette dietro

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Capitolo 20
*** Discesa nelle tenebre ***



C'è una parolaccia. Siete avvisati. Se per qualcuno il capitolo è famigliare... è perché mi sono ispirata al film che da anche il titolo al capitolo. Nella pellicola recita l'attrice che in Twilight interpreta Tanya Denali.



 

Aro entrò nella prima casetta adibita a ingresso. Dietro di lui Caius che trascinava la povera Irina. La mano ben serrata sulla bocca.
 

Il padre di Annie osservò attentamente la stanza. L'intera struttura era fatta con tronchi di pino artico e tenuta insieme non da chiodi, bensi da incastri fatti con una perfezione millimetrica.
 

Tutte le pareti erano decorate con intagli che raffiguravano un motivo a stella. Un armadio in legno massiccio chiaro fungeva da mobile-appendiabiti. Era decorato con pitture che ricordavano lo stile veneziano dell'800.
 

Le porte, sia quella d'entrata, che quella che separava la casetta dal resto dell'abitazione erano anch'esse in legno, ma antiche dei primi del 500.
 

Entrarono nel primo corridoio che collegava l'entrata con la cucina. In entrambi gli ambienti c'erano dei bellissimi intagli, diversi tra di loro, ma con in comune il motivo a stella.
 

La cucina era molto economica. Solo un tavolo e qualche mobile di recupero per contenere le stoviglie. Nonostante fosse molto povera, le decorazioni sia delle pareti, che quelle dell'arredamento, rendevano piacevole la stanza.
 

Aro sorrideva, sapeva che l'artista della famiglia era sua figlia. Era soddisfatto dalla bravura della ragazza e il suo buon gusto. Solo Caius, Alec e Jane non erano totalmente convinti. Secondo loro, dato che per metà erano Volturi, gli ibridi dovevano alloggiare in ambienti più adeguati alla loro casata.
 

Chi fremeva del gruppo invece, oltre al loro maestro, erano Marcus, Felix e Demetri.
 

Oltrepassarono un altro corridoio e arrivarono alla sala da pranzo. All'interno la faceva da padrona un bellissimo tavolo fatto a mano. Due tronchi tagliati e con relative radici, fungevano da gambe e sostenevano un piano lavorato in maniera artistica, con i lati ondulati.
 

Aro voleva assolutamente quel mobile. Era stupendo. Persino i gemelli lo trovavano molto bello. Piaceva anche al vampiro che tratteneva a stento Irina, ma era troppo orgoglioso per ammetterlo apertamente.
 

"Avete visto miei cari fratelli, i nostri figli sono degli artisti."
 

In quel momento entrò Didyme.
 

"Irina chi era alla..."

"... Aro!!"

"Sorella adorata. Sono così felice di vederti sana e salva."
 

Il vampiro abbracciò la donna. Era terrorizzata.
 

"Sorella mia cos'è quell'espressione, non sei felice di rivederci. Di rivedere Marcus."
 

"Marcus."
 

L'uomo si avvicinò, il viso palesemente commosso. Prese le mani della donna le baciò e poi l'abbraccio con quanta più forza poteva.
 

"Non è una scena meravigliosa. Coraggio avvicinatevi e salutate la moglie di Marcus."
 

"Sorella mia sono felice di rivederti, noi tutte eravamo così tristi dopo la tua scomparsa."
 

Sulpicia e Athenadora abbracciarono l'amica, mentre le guardie a turno si presentarono al suo cospetto. La donna conosceva soltanto Chelsea e Afton. Quando alla fine vide Alec e Jane trasalì. Due bambini immortali.
 

"E' cambiato qualcosa Aro, i bambini immortali ora non sono più fuorilegge?"
 

"Oh, no sorella mia, lo sono ancora, sono stato costretto a fare un'eccezione."
 

"Capisco, se sei qua, immagino che tu sappia tutto. Anche dei piccoli immortali."
 

"Si, ma non devi preoccuparti, non accadrà nulla agli ibridi."
 

"E all'unica bambina immortale?"
 

"Bee, tu ti rendi conto che non posso fare troppe eccezioni."
 

"Annie è molto affezionata a Bree, lo sono tutti."
 

"Sono sicuro che capiranno."
 

"Non te lo lasceranno fare. Oltretutto tua figlia, guardando i gemelli, ti apostroferebbe così: fatta la legge, trovato l'inganno."
 

Aro socchiuse gli occhi per qualche secondo.
 

"Vedrò in seguito per quella bambina, certo se avesse un qualche potere?"
 

"Non ne ha, e Chelsea non è abbastanza potente da infrangere i loro legami. Ho accetti la piccola immortale... ho accetti la piccola immortale. Non hai scelta. Se ci volete dovete prendere tutto il pacchetto."
 

"Didyme."
 

Marcus era preoccupato per l'ardire della compagna. Anche Aro era sorpreso. Ricordava la sorella più remissiva e obbediente.
 

"Capisco, ma ora dimmi mia cara dove sono i nostri figli."
 

"Prima potresti dire a Caius di lasciare Irina?"
 

L'uomo fece un gesto rivolto al fratello "minore" che ringhiò dalla rabbia e lasciò la Denali.
 

"Non sono in casa, sono andati a fare una gita insieme a un gruppo di donne mortali. Volevano vedere delle grotte sotterranee. Dopo un terremoto piuttosto forte in questa foresta si sono aperti diversi crepacci che hanno rivelato degli anfratti nascosti."
 

"Sono pazzi, con delle mortali."
 

"Caius i nostri ragazzi hanno un controllo perfetto sulla loro sete. Persino più forte di quello di Carlisle. Quelle donne non corrono alcun rischio, e nemmeno noi."
 

Un rumore dietro le loro spalle li fece voltare.
 

"Maestro."
 

"William, non ti avevo ordinato di rimanere fuori di guardia?"
 

"Perdonate la mia mancanza, ma sta succedendo qualcosa di strano. Parte del cielo è coperta, non sono nuvole, ma insetti. Migliaia. Giuro di non aver mai visto una cosa del genere."
 

"Insetti."
 

L'espressione di Didyme si fece seria.
 

"Ma certo uno di loro, tua figlia Felix, è in grado di comunicare telepaticamente con questi animaletti. Se li seguiamo troviamo i ragazzi."
 

Uscirono tutti anche la sorella di Aro, Irina e il piccolo Jake. Il ragazzino era nella sua stanza e stava scrivendo dei numeri. Quando le due vampire lo videro trasalirono, quello era un codice, ma loro non erano in grado di decifrarlo.
 

"Che strano, perché sono fermi sembra che stiano aspettando qualcosa."
 

"Forse sorella aspettano che l'ibrido di Felix dia l'oro da mangiare."
 

Un grido lacerò l'aria e la "nuvola nera" sciamò verso la fonte dell'urlo.
 

Anche i Volturi si mossero. Quando arrivarono trovarono un immagine raccapricciante. Delle creature apparentemente umane si contorcevano dal dolore, centinaia di insetti le stavano dilaniando.
 

Poco distante un gruppetto di ragazzini: Seth, Evan, Bree e Corrine. Erano terrorizzati.
 

I vampiri erano disgustati nel vedere quella scena e si chiedevano che cosa fossero quegli umani deformi.
 

Irina e Didyme si avvicinarono al gruppo. La moglie di Marcus lasciò la presa sull'ibrido apparentemente più giovane.
 

"Mamma delle creature dentro le caverne ci hanno attaccato. Gli altri sono rimasti per aiutare le umane. Leah è riuscita a portarci in superficie, ma è ritornata giù per aiutare gli altri...

Demetri trasalì.

"... credo siano state create dal dottor Morte, ma Jake non ha percepito la sua presenza. Forse è da molti anni che ha lasciato questo posto, ma sono rimasti gli ibridi venuti male."
 

Gli altri osservarono attentamente la scena. Caius si sforzò di non guardare la figlia, ma la curiosità ebbe la meglio. Era bella. Il suo volto non passò inosservato nemmeno agli occhi di Alec. Felix era preso dalla figura sottile di Corrine. La somiglianza con lei era innegabile a parte i lineamenti, più delicati.
 

Aro si avvicinò sorridente, cercava di rassicurare la ragazza, poi prese le sue mani per leggere nella sua mente.



 

Bene ecco l'altro gruppo, ciao io sono Juno, queste altre sono Sara, Becca, Holly, Beth e Sam; questa è la vostra attrezzatura, spero che amiate camminare, perché l'imboccatura del complesso è piuttosto lontana.

******

Dato che questa per voi è la prima volta è meglio che impariate la seconda regola del perfetto speleologo della domenica: restare sempre in gruppo. Quando scendi li sotto e si spengono le luci ti ritrovi nel buio più assoluto. Ci si può disidratare, disorientare, avere attacchi di panico, paranoie, allucinazioni, deterioramento delle capacità visive e uditive, senso di oppressione, crisi acute di tachicardia...

E la regola numero uno?

Controllare il posto da esplorare e fare un piano d'azione e attenersi ad esso

******

Oddio guardate, povera renna, ma come è morta.

Non lo so, sembra sia stata sbranata, ma è strano non ci sono belve in questa foresta. L'unico predatore che questi animali hanno è l'uomo.

Mi avete scoperta.

Holly!!

******

Siamo arrivate.

Stai scherzando, non possiamo calarci li sotto non siamo delle supergirl.

Certo che lo siamo.

Holly la sicurezza innanzitutto e niente bravate questa volta. E' la prima volta che questi anfratti vengono esplorati.

Bene signore pronte per l'avventura? Spiacente Mike, mi rivolgerò al gruppo solo al femminile. Io mi calo per prima, ci vediamo la sotto.

GERONIMOOO!!!

Holly non farmelo ripetere la sicurezza viene prima di tutto.

Voi altre piano, senza fretta.

Ci siamo tutte?

Questo posto è bellissimo.

Ehi guardate, delle impronte sulle pareti, devono essere degli uomini primitivi...

.... AAAAAHHHHH.... ODDIO CHE COSA SONO...

Sono solo pipistrelli, Sam tranquilla... scusateci tanto se vi abbiamo disturbato.

Io vi chiamo creature della notte venite a me ahahah.

Piantala Holly.

Come si prosegue?

Da questa "sala" si esce solo in un modo ed è giù per quel cunicolo.

******

Ok, avanzate piano. Non mettete i piedi in testa a chi sta dietro. E ricordate di respirare piano, lentamente...

... fate attenzione ci sono diverse buche, non so quanto siano profonde...

... tutto bene la dietro.

Si

******

Holly passami il sacco.

Wow guardate che bello questo punto, chissà se troveremo altri scarabocchi primitivi.

Holly un po' di rispetto. Ehi Sara cos'hai.

Credo di aver intravisto una persona.

Oh,oh,oh le allucinazioni sono il primo stadiooo...

Holly... coraggio Sara, vieni a mangiare, facciamo una piccola pausa...

... voi non prendete niente?

Alcuni di noi hanno fatto una colazione abbondante.

******

Ho trovato il passaggio. E' molto stretto, vado io per prima.

Holly non fare nulla di avventato, devi solo vedere dove porta.

******

Ragazze mi sono incastrata, qualcuno mi da una spintarella.

Ti darò un bel calcio invece, sai come uscire te l'ho insegnato.

******

State tutte bene, state tutte bene.

Si, si... maledizione e ora che facciamo la parte da dove siamo entrate è crollata.

Non riesco a respirare.

Restate ferme fin tanto che la polvere non si è posata, poi cominceremo a muoverci.

Come cavolo facciamo ad uscire.

Potrebbe non esserci un'uscita.

"Scherzi."

Ragazze, tornare indietro è impossibile, superiamo questa sala e andiamo avanti...

... a volte i complessi di grotte sono interessati da grosse frane, ma se restiamo qua moriremo. Questa parete è più fragile delle altre, buttiamola giù e vediamo cosa c'è oltre.

******

Ferma non muoverti Sam, non ti muovere resta li, Holly passami il sacco...

.. maledizione c'è un crepaccio.

Una di noi deve raggiungere l'altra parte, serve una corda, 6 spit fix e 6 moschettoni. Io ne ho solo 3.

Gli altri sono rimasti nell'altro sacco dall'altra parte della frana.

Me li farò bastare.

Piano Rebecca, vai piano e non guardare giù... respira Becca e mantieni la calma...

... bravissima c'è l'hai fatta.

Ok ora tocca a voi.

Bene ci siamo tutte?

Manco io ragazze.

******

La corda maledizione si sta spezzando una parte... ODDIO LE MIE MANI....

Juno non ti preoccupare ti teniamo noi, Sam medica le mani di tua sorella.

******

Ehi c'è qualcosa qui. Juno accendi un fuoco di segnalazione.

Molto suggestivo un altro scarabocchio primitivo, ma io non so che farmene.

No ragazze guardate bene, c'è la foresta, l'anfratto e due entrate. C'è una via d'uscita.

Tu sei un genio.

Si qualche volta.

******

Maledizione questa via è chiusa.

Calmati Holly e passami un accendino... ho trovato una via d'accesso.

Si.

Holly non così in fretta, è pericoloso.

Riesco a vedere la luce del giorno.

No Holly non è la luce del giorno è il fosforo delle rocce, HOLLY...

RAGAZZE AIUTATEMI STO SCIVOLANDO.

Resisti, tranquilla ti tengo io, tranquilla.

SCIVOLO.

HOLLY, HOLLY... passatemi una corda, dobbiamo calarci.

MI SONO FATTA MALE ALLA GAMBA, NON RIESCO A MUOVERA... NO, L'OSSO E' COMPLETAMENTE FUORI...

... SBRIGATEVI FA UN MALE CANE...

Tesoro siamo qua... dobbiamo rimettere l'osso a posto. Mordi questo ragazza...

... resisti, ho quasi fatto.

Ragazze, ragazze.

Sara ora siamo impegnate.

C'è qualcosa, ora ne sono sicura. Sembra un uomo.

Sara, sta tranquilla è l'oscurità hai creduto di vedere qualcosa o qualcuno. Ora dobbiamo muoverci, Holly non possiamo portarti a spalla, devi camminare.

Magnifico.

******

Passaggio a destra.

Oh magnifico dobbiamo scalare questa parete. Holly non c'è la può fare.

Possiamo aiutarla noi signore.

Siete sicuri?

Si.

Com'è che non avete paura?

Abbiamo visto di peggio.

******

Becca vedi qualcosa.

Ossa di animali, sono centinaia, sembra un cimitero.

Passatemi un accendino... maledizione, non ci sono correnti d'aria, può essere uno qualsiasi di questi passaggi. Dannazione.

******

ODDIO CHE COS'E' QUELLA COSA...

MI HA MORSO, QUELL'AFFARE MI HA MORSO...

SEGUILO CON LA LUCE, SEGUILO, SEGUILO...

COME CAZZO FA A MUOVERSI IN QUEL MODO SEMBRA SPIDERMAN...

DOBBIAMO ANDARCENE, FORSE QUESTI ANIMALI GLI HA UCCISI LUI...

OH MIO DIO, C'E' NE SONO ALTRI...

SONO DAPPERTUTTO...

NO, NON SCAPPATE, DOBBIAMO RIMANERE UNITE...

Leah usa il tuo potere, teletrasporta i ragazzi fuori di qui. Noi cercheremo di aiutare le mortali.



 

Aro lasciò la mano della ragazza.
 

"Dobbiamo andare la sotto, forse hanno bisogno di aiuto. Alec, Jane voi rimanete qua insieme alle nostre compagne e a questi ragazzi. Tutti gli altri con me."
 

"Maestro."
 

"Non discutere i miei ordini Jane."
 

La ragazzina rimase male per la risposta del suo signore. Gli ibridi erano più importanti di lei e suo fratello? Cominciava a detestarli.
 

Alec dal canto suo fissava Evan, non le staccava gli occhi di dosso.
 

Anche Athenadora osservava attentamente la ragazzina, mentre Sulpicia conversava tranquillamente con Didyme. Le sorelle di Nahuel si avvicinarono agli ibridi incuriosite dalla loro "mutazione".
 

Anche Irina si avvicinò a loro per proteggerli in qualche modo, pur sapendo che poteva fare poco contro il potere dei gemelli.
 

Jane posò lo sguardo su Jake, il più calmo del gruppo. Stava in piedi e fissava a sua volta la ragazzina. La fissava ma non la guardava.
 

La piccola guardia lanciò una prima scarica... niente. Ne lanciò un'altra... ancora niente. Provò a lanciare diversi attacchi contemporaneamente.
 

"Cosa stai facendo ragazzina."
 

"Niente mia signora."
 

La vampira sorrise in maniera angelica a Didyme. Si voltò verso il fratello e il sorriso sfumò in una smorfia stizzita quando si accorse di come Alec fissava la figlia di Caius.



 

"Che tanfo immondo."
 

"Caius è solo odore di roccia e umidità."
 

"No è qualcos'alt..."

"... ecco che diavolo è, una di quelle cose che abbiamo visto in superficie."
 

Una figura umana era distesa su una roccia. La pelle era sottile, giallognola e quasi trasparente. Non era alta si e no 1m e 50, ma aveva arti molto snodati e piccoli artigli che permettevano di aggrapparsi a qualsiasi parete rocciosa.
 

Aro si avvicinò ulteriormente. Voleva capire di più del suo nemico.
 

Notò che la bocca era larga e costellata da una dentatura acuminata. Il naso era piuttosto importante con due narici molto larghe. Non aveva orecchie, solo due cavità anch'esse larghe. Gli occhi al contrario erano talmente piccoli che si notavano appena. Quando ne aprì uno il vampiro si accorse che quel mostriciattolo non aveva l'iride ne la pupilla. Era cieco.
 

Lo prese e lo girò su pino per esaminarlo meglio.
 

"Non toccare quel sudiciume fratello."
 

Quell'essere aveva 3 protuberanze. Era una femmina e per giunta gravida. Ma era morta, proprio come il feto.
 

Un rumore sommesso lo destò dai suoi ragionamenti.
 

"Muoviamoci."
 

Felix e Santiago furono costretti a farsi strada a forza, diversi punti del complesso erano stati interessati da alcune frane.
 

Incontrarono altre creature ormai andate all'altro mondo. Dalle loro bocche usciva un odore famigliare.
 

"Gli ibridi, è il loro sentore, sono feriti."
 

Demetri, Felix e Marcus emisero un ringhio.
 

Aro sorrideva, questa cosa lo divertiva, ci sarebbe stata un po' di vita a palazzo con i nuovi arrivati.
 

I due vampiri più forti buttarono giù una parete. Quando oltrepassarono il passaggio rimasero sotto shock. Centinaia, migliaia di quegli sgorbi stavano attaccando gli ibridi.
 

Felix corse a proteggere Sabrina, Demetri e Marcus cercavano Leah e Mike.
 

Gli ibridi grondavano di sangue, il loro, ma anche quello delle creature uccise.
 

Al gruppo si aggiunsero anche le altre guardie e i tre anziani. Ma i mostri erano troppi.
 

"SONO TROPPI... ORMAI LE RAGAZZE SONO AL SICURO... DOBBIAMO USCIRE DI QUA E FAR SALTARE TUTTO IL COMPLESSO... FORSE SEPPELLENDOLI VIVI LI FERMEREMO UNA VOLTA PER TUTTE..."
 

"CREDI CHE FUNZIONERA' RAGAZZO."
 

"LO SPERO."
 

Uno dei mostri azzannò la spalla di Mike, staccandone un pezzo e Marcus si scagliò a sua volta sull'immondo essere uccidendolo, poi corse da suo figlio. La spalla si stava già rigenerando. Lo aiutò ad alzarsi.
 

"Grazie."
 

Mormorò.
 

"BENE, GLI IBRIDI HANNO UN PIANO, USCITE TUTTI."
 

I Volturi ubbidirono senza discutere ben contenti di allontanarsi da quel mattatoio.
 

Per ogni "stanza" lasciata Annie usava il suo potere. Aro la guardava estasiato, già pregustava tutto quello che poteva fare con lei... loro.
 

Quando finalmente uscirono dal complesso, la ragazza fece saltare l'entrata sigillandola definitivamente.
 

Le consorti degli anziani corsero dai loro mariti. Erano preoccupate per come erano conciati, impolverati e sporchi di sangue.
 

Le guardie avevano diverse ferite, quelle cose divoravano anche i vampiri.
 

Didyme abbracciò Marcus e suo figlio.
 

"Piano mamma, ho ancora la spalla Ko."
 

L'anziano dal canto suo era felicissimo, aveva ritrovato la sua amata e trovato un figlio. Guardava orgoglioso quel ragazzo così simile a lui, coraggioso e maledettamente intelligente.
 

Era sicuro che nulla poteva rovinare quel momento e i prossimi.
 

"Maestro."
 

"Si Jane."
 

"Le umane, dovremmo occuparci di loro."

La ragazzina sorrise, sperava di colpire gli ibridi in qualche modo. Era gelosa, ma stranamente si sentiva attratta da Seth. C'era qualcosa che la legava al ragazzo.

 

"Oh, giusto."
 

Aro si guardava attorno, ma non vide nessuna mortale.
 

"Annie, figlia mia, dimmi dove sono le ragazze con cui siete andati in gita."
 

"Sono al sicuro, Sabrina le ha condizionate e Leah le ha teletrasportate fuori."
 

"Condizionate?"
 

"Ha manipolato le loro menti affinché non ricordassero niente, ne del posto, ne dei mostri... hanno dimenticato anche il nostro incontro."
 

"Molto interessante."
 

Aro era deliziato, tutti gli ibridi avevano poteri interessanti. Guardò Bree, se il prezzo da pagare per avere loro era tenere in vita la bambina immortale, allora era disposto a pagarlo. Jane dal canto suo stava maledicendo la figlia dei Cullen.
 

Felix e Demetri sorridevano guardando le "loro ragazze", ma dato che erano sporche di sangue stavano a debita distanza. Demetri soprattutto si era reso conto di aver già incontrato quella donna, ma non ricordava bene dove. C'era qualcosa che gli sfuggiva.
 

"Molto bene miei cari, è ora di ritornare a casa."



 

Ditemi cosa ne pensate, grazie.

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Capitolo 21
*** Siete tutti invitati ***



Due giorni dopo Carlisle riuscì a raggiungere la Finlandia. Era ancora lontano però, dato che Rovaniemi si trovava nella parte più settentrionale della regione Lappone.
 

Quando fu in prossimità della città, sentì una voce familiare alle sue spalle.
 

"Siete arrivati."
 

"Si, ma solo da mezz'ora, dove credi che siano?"
 

"mmm, so che in estate da queste parti il Sole splende per 19 ore consecutive, quindi immagino che non siano in città, altrimenti Irina, Didyme e Corrine non potrebbero uscire."
 

"Allora sono in un bosco o in una foresta?"
 

"Credo di si, quando parlavo con Sab... mia figlia, mi raccontava sempre di quanto amassero la natura."
 

"Figlia... fa un effetto strano, vero amico mio?"
 

"Si."
 

Carlisle sorrideva pensando alla sua ragazza e al piccolo Jake che considerava suo figlio a tutti gli effetti. Si era affezionato anche agli altri ibridi e il pensiero che i Volturi fossero già arrivati lo faceva rabbrividire.
 

"E' meglio darsi da fare, magari abbiamo fortuna..."
 

"Speriamo."
 

Chiesero informazioni, soprattutto sui parchi del luogo.
 

Un passante informò loro che la foresta più estesa era quella di Pyha Luosto.
 

Si incamminarono nella speranza di arrivare per primi.
 

Alla fine trovarono un caseggiato, o meglio diverse strutture in legno unite tra di loro da una serie di corridoi sempre di legno.
 

Bussarono più volte, ma niente. Entrarono comunque e subito il senso dell'olfatto fu pervaso da diverse profumazioni, i loro odori, ma anche quelli dei Volturi.
 

"Oh no, maledizione... Il legno ha assorbito il loro sentore, ma sta sciamando, questo vuol dire che è da qualche giorno che mancano. Siamo arrivati tardi amici miei..."

"... E' inutile rimanere qua e anche andare in Italia, torniamo nelle nostre case, io vedrò di contattare Aro, ma conoscendolo sarà lui a mettersi in contatto con noi."



 

*Le signorie vostre sono invitate al gran ballo che si terra in onore dei Figli di Volterra*
 

Esme porse il biglietto al marito appena ritornato dal suo viaggio.
 

"Un invito analogo è stato inviato anche ai Denali."
 

Il dottor Cullen si mise le mani tra i capelli.
 

"Credo che dovremo andare se non altro per discutere con gli anziani sul da farsi, non voglio rinunciare questa volta. In ballo ci sono troppe cose."
 

"Forse lasceranno andare solo Sabrina e Jake, per quanto ci riguarda, e Irina per Kate e Tanya, ma gli altri..."

Sospirò

"... sono preoccupata anche per Bree, è una bambina immortale. Aro troverà il modo di ucciderla e farà passare il tutto per un incidente."
 

Carlisle abbracciò la moglie, quando entrò come una furia Jacob.
 

"Ehi Lupo Alberto le buone maniere?"
 

"Finiscila Emmett, i succhiasangue hanno invitato il branco a una festa."
 

"Non ci credo hanno spedito un invito anche a voi cavernicoli? Spero abbiate degli abiti di gala."
 

Il mutaforma ringhiò contro il giovane Cullen.
 

"Se ci sono problemi possiamo aiutarvi."
 

"Non è questo dottor Cullen, il problema è che Sam è furente. Maledice voi, gli altri e anche Leah... la ritiene responsabile per questo."
 

Il ragazzo mostrò il biglietto a Carlisle.
 

"Non dirlo a Renesmee, lei è pro Leah."
 

Emmett sghignazzava.
 

"E' una cosa seria questa Emmett..."

"... è meglio che veniate, questo dei Volturi non è un invito, ma un ordine."



 

Da quando gli ibridi erano giunti in Italia, non erano usciti dalle loro stanze. Aro voleva fare le cose in pompa magna e presentarli ufficialmente durante la festa in loro onore. Aveva persino invitato il clan rumeno e quello egiziano. Dopo quello dei Volturi, erano i due più antichi. Un altro invito era stato spedito al clan irlandese che sebbene non era prestigioso come il loro aveva delle qualità che l'anziano bramava.
 

Forse doveva invitarne altri ma il clan delle amazzoni era troppo selvatico per i suoi gusti, così come Nahuel e sua zia. E i nomadi, be... erano nomadi, per nulla adatti a stare nel suo palazzo. Poche regole e molta grettezza, a suo parere.
 

Aveva invitato i mutaforma, ma solo perché sperava di avere i suoi cani da guardia. Per Leah e Seth aveva altri piani. I loro poteri erano troppo importanti per essere sprecati in quel modo.
 

Mentre lui faceva progetti futuri e giocava con la città ologramma, Marcus passava tutto il tempo con Didyme. Voleva sapere tutto dal giorno della sua scomparsa, fino a oggi. Ma soprattutto sperava di riuscire ad avere un rapporto padre-figlio con Mike.
 

Caius dal canto suo si era chiuso nelle sue stanze, non aveva intenzione nemmeno di partecipare al ballo. Non voleva vederla, temeva di rimanere ancora affascinato da sua figlia.
 

Evan era insieme ad Athenadora. La stava preparando.
 

"Sei molto bella, piccola mia."
 

"Grazie, signora."
 

"Signora? Puoi chiamarmi madre."
 

La vampira era imbarazzata, non sapeva bene come comportarsi, era una situazione bizzarra e strana. Il suo consorte aveva una figlia anche se era il frutto di un esperimento.
 

"Le chiedo scusa, ma considero Didyme mia madre."
 

"Non preoccuparti, va tutto bene."
 

"Ha figli?"
 

"No, le vampire non ne possono avere."
 

"Si che possono signora, la mamma è la madre biologica di mio fratello Mike."
 

Athenadora sorrise, la compagnia di quella creaturina era piacevole, aveva una voce serafica.
 

Chissà forse un figlio potrebbe salvare la situazione tra Caius e me.
 

"Ora ferma, devo acconciarti i capelli, credo che una treccia un po' elaborata sia perfetta per una ragazzina della tua età."
 

"Signora?"
 

"Si!"
 

"Sembra così triste."
 

"Sto bene piccola."
 

Athenadora non stava bene. Era stanca della vita di palazzo. Aveva molti privilegi, ma sentiva la sua vita completamente vuota. Non amava nemmeno più Caius. Si sentiva legata solo da un profondo rispetto verso quest'ultimo. A volte si chiedeva se lui l'avesse mai amata, o se era stata scelta solo per la sua bellezza e il suo ceto sociale.
 

Quando incontrò il vampiro per la prima volta, lei era già immortale. Anche se non aveva nobili origini come Aro e Marcus, era abbastanza ambizioso da essere considerato perfetto per aumentare il potere e il prestigio del clan.
 

Si chiese ancora se la nascita di un bambino poteva salvare il suo matrimonio.
 

Sospirò e riprese a pettinare Evan.
 

"Hai capelli bellissimi, sono così setosi."
 

"Grazie."
 

Athenadora non era la sola ad occuparsi degli ibridi, anche Sulpicia era stata coinvolta nei preparativi. Doveva preparare Annie.
 

"Farò una coda laterale, credo sia la pettinatura giusta per te."
 

"Non perda tempo a restaurarmi, sono una cozza, non otterrà un gran risultato."
 

"Cozza?"
 

"Vuol dire racchia."
 

"Non conosco nemmeno questa parola."
 

"Emmm, bruttona."
 

"Ti vedi brutta!!"
 

"Bella non sono e manco carina..."

"... ok non ho mai fatto vomitare nessuno..."

"... e non rompo gli specchi, ne tantomeno impressiono la pellicola..."

"... però..."
 

"A quanto pare, ami fare conversazione."
 

"Si oltre alla bruttezza, ho anche questo difetto."
 

La moglie di Aro guardava con curiosità la ragazza. Come Santiago, non si capacitava che fosse la figlia di Aro. Era così diversa, perennemente allegra e con uno spiccato senso dell'umorismo.
 

La donna ricordò il ritratto che aveva fatto ad uno dei Cullen: Faccia d'hamburger Edward. Le scappò una risatina.
 

"Perché hai fatto un ritratto così bizzarro del giovane Cullen?"
 

"Quale ritratto."
 

"Quello strano, quello che hai fatto a Edward Cullen."
 

"Oh quello. Il ragazzo mi ricorda un panino al formaggio. So che quando ci si trasforma in vampiri, si diventa molto belli..."

"... ma al ragazzo la trasformazione non ha fatto molto bene..."

"... per non parlare di Bella, sua moglie dovrebbe farli causa..."

"... con il cambiamento le ha fatto venire le labbra a canotto e un corpo al silicone..."

"... da umana era molto più bella..."

"... oddio io non dovrei parlare dato che sono una rana..."
 

Sulpicia si stava divertendo. Le piaceva il tono di voce della ragazza. Era cristallino.
 

"Con quest'abito sarai favolosa, hai delle spalle bellissime, per non parlare del decolté."
 

"Non è un po' troppo osé?"
 

"No, Aro mi ha dato ordini precisi, la figlia dei Cullen deve brillare."
 

Chelsea si occupava di preparare Sabrina, mentre Heidi era intenta a preparare Leah.
 

"Sei sicura di non volere una abito più appariscente? hai un po' di muscoli, ma sei sottile come un giunco. Staresti bene."
 

"Ne dubito molto."
 

"Dovremo cercare un compromesso, Demetri è stato categorico con me, vuole che tu risplenda più di tutte."
 

"Il segugio... perché è così gentile? che cosa vuole veramente."
 

La vampira inclinò appena gli angoli della bocca.
 

"Sta tranquilla, non ha nessun piano diabolico."
 

"Si certo."
 

Leah non si fidava dei succhiasangue.




 

La famiglia Cullen arrivò al completo con il branco, le loro compagne, Sue, il padre di Bella e quello di Jacob. Aro aveva invitato anche gli umani e questo aveva fatto preoccupare tutti.
 

Si erano messi d'accordo con i Denali per arrivare insieme al palazzo dei Priori, sede dei vampiri italiani.
 

"E' meglio rimanere uniti, soprattutto per proteggere i mortali."
 

Il clan Denali era preoccupato, come Carlisle si chiedeva perché fossero stati invitati anche degli umani.
 

Quando furono all'interno del palazzo trovarono altre persone, o meglio, altri vampiri.
 

"Carlisle, amico mio."
 

"Amun... Kebi... ci sono tutti quelli del tuo clan?"
 

"Si, abbiamo ricevuto un invito da Aro e non siamo gli unici guarda tu stesso.
 

Il capo della congrega egizia indicò il clan irlandese e quello rumeno.
 

"... gli abbiamo incontrati a metà strada. Sono stati invitati anche l'oro e..."

"... umani?"
 

"Si Amun, espressamente invitati da Aro, ma non come spuntino."
 

Almeno spero.
 

"E' un piacere rivederti dottore..."
 

Siobhan abbracciò Carlisle.
 

"... Hai idea del perché ci hanno invitato?"
 

"Si, vogliono presentarci i loro figli."
 

"Figli, hanno integrato altri tra le loro file?"
 

"Non proprio. Biologicamente i ragazzi che ci presenteranno sono veramente imparentati con alcuni dei Volturi... è una lunga storia."
 

"Ibridi, è uno scherzo. Meta licantropi e metà vampiri e questa l'hanno ereditata dagli anziani e da alcuni della guardia."
 

"Si, ma non devi temere niente Stefan, non sono come l'oro."
 

"Davvero! Cullen l'unico Volturo buono è un Volturo morto."
 

"Oh benvenuti avvicinatevi amici miei..."

Aro sorrideva cordiale e gioioso.

"... vedo con piacere che tutti voi avete accettato il mio modesto invito."



 

Ditemi cosa ne pensate. Spero di aver caratterizzato bene i personaggi.

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Capitolo 22
*** Imprinting ***



Dato che era una vera e propria cerimonia gli invitati avevano indossato i loro vestiti più belli.
 

Persino i licantropi erano eleganti. Emily indossava lo stesso abito che aveva portato al matrimonio di Bella. Leah non era stata invitata.
 

"Aro ha invitato proprio tutti, credevo si trattasse di un ballo di gala, non di una volgare fiera di paese."
 

"Dracula 1 e Dracula 2 attenti a come vi rivolgete al branco, belli. Vorrei rammentarti che è stata la nostra presenza a far vacillare i succhiasangue a Forks."
 

I vampiri rumeni sorridevano strafottenti, ma guardavano tutti con sospetto.
 

"Come mai anche voi siete stati invitati?"
 

Jacob non rispose, non subito. Non sapeva bene cosa raccontare. Fu Carlisle ad aiutarlo.
 

"Sanno una parte della storia ragazzo."
 

"Quale parte?"
 

"Quella che riguarda i loro e i nostri figli."
 

"Ho capito. Allora succhiasangue, tra gli ibridi ci sono due membri del branco, sono stati rapiti e modificati 6 mesi fa dal succhiasangue scienziato pazzo."
 

"Modificati? sono metà vampiri ora?"
 

"Si e hanno pure dei poteri."
 

Stefan e Vladimir, smisero di sorridere. Ora erano preoccupati. Ricordavano fin troppo bene lo sterminio del loro clan ad opera dei Volturi.
 

"Che poteri hanno."
 

Il tono di Vladimir non lasciava alcun dubbio a Jacob. Non era una domanda, ma un ordine.
 

"Leah può teletrasportarsi e Seth è telecinetico. A quanto pare le loro facoltà erano latenti e si sono risvegliate con i geni vampirici iniettati."
 

L'attenzione di Vladimir si spostò sulla figlia dei Cullen.
 

"In questi sei mesi sei cresciuta molto ragazzina."
 

Nessy sorrise. Alla bambina piaceva la compagnia dei vampiri rumeni, anche se si nutrivano di sangue umano non erano falsi. Non recitavano la parte dei vampiri con un'anima come i Volturi.
 

Tutte le persone invitate si radunarono nel salone. Erano curiosi e ansiosi, ma anche impauriti. Solo i Cullen e i Denali erano tranquilli.
 

Irina appena vide le sorelle corse ad abbracciarle tra lo stupore di tutti.
 

"Allora non è stata uccisa."
 

Mormorarono alcuni.
 

"Renesmee."
 

"Evan."
 

La bambina corse ad abbracciare l'amica.
 

"E' la figlia di Caius, Carlisle."
 

"Si Liam."
 

"Ha le sue espressioni."
 

"Ma non il suo carattere amico mio. Nessuno degli ibridi ha ereditato il carattere dei loro padri.
 

Amun fu molto sorpreso.
 

"Dimmi amico mio hanno un qualche potere come tua nipote?"
 

"Si. Evan, ad esempio, è in grado di assorbire energia vitale, ma anche di donarla. Come ha fatto con Irina. La vampira era veramente morta, la figlia di Caius l'ha resuscitata, proprio come la bambina immortale..."

"... tutti loro hanno un doppio potere, uno di attacco e uno di difesa. Ma nessuno è connesso alla mente. Fatta eccezione per i nostri figli."
 

Il vampiro egiziano ora era molto più interessato.
 

"Sabrina ha diverse capacità psioniche, Jake... è difficile da spiegare. Può predire il futuro, vedere le connessioni tra le persone... il tutto attraverso calcoli matematici molto complessi."
 

"Molto interessante amico mio e mi duole dirlo, ma... dubito molto che Aro li lascerà andare. Ti rendi conto che sono preziosi. Probabilmente se ero al posto dell'anziano, avrei fatto la stessa cosa."
 

L'occhiataccia di Carlisle fece zittire il vampiro egiziano.
 

Liam notò un ragazzo biondo molto somigliante a Marcus che si stava avvicinando al gruppo. Vicino a lui Bree.
 

"Buonasera dottor Cullen."
 

"Mike sono felice di rivederti, Bree..."
 

La ragazzina non rispondeva, stava incollata all'ibrido.
 

"Le chiedo scusa per essere andati via in quella maniera."
 

"So che hai preso quella decisione per protegge tutta la mia famiglia, e te ne sono grato. Tra l'altro vedere Demetri Ko è stato un vero spettacolo..."

"... amici miei lui è Mike e la bambina si chiama Bree."
 

"E' la bambina immortale Cullen?"
 

"Si, è una lunga storia, dopo vi racconto."
 

"Piacere..."

Disse Mike.

"... siete tutti vampiri?"
 

"No, non tutti."
 

Sam si fece largo tra la folla accompagnato da Emily.
 

"Dove si trovano Leah e Seth."
 

"Leah è insieme a Sabrina, vicino a quella parete e Seth sta parlando con Jacob."
 

L'alfa era infastidito. Aveva chiesto espressamente ai mutaforma di non allontanarsi dal resto del branco.
 

"Com'è bella."
 

Emily aveva gli occhi lucidi e Sam guardò stupito dalla parte indicata dal ragazzo. Leah era bellissima, pur indossando solo una veste piuttosto castigata. Era lungo e in seta verde. Cadeva perfettamente mostrando appena la sua esile figura.
 

Heidi aveva fatto un buon lavoro e aveva vinto almeno una battaglia, quella dell'acconciatura. Dato che l'abito copriva le spalle la vampira era riuscita a creare un piccolo chignon basso per scoprirle di più il viso e il lungo collo da cigno.
 

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Anche gli altri del branco rimasero a bocca aperta nel vederla.
 

"Chi avrebbe mai detto che nascondeva un simile potenziale."
 

"Non essere maleducato Paul."
 

Anche Sue si era avvicinata. La donna guardava commossa i figli, non li vedeva da 6 mesi. Voleva avvicinarsi, ma non sapeva bene come fare.
 

Li vedeva visibilmente imbarazzati.
 

"Io l'ho sempre detto che Leah era la ragazza più bella della riserva."
 

Collin non smetteva di guardare la sua mutaforma preferita e non era il solo.
 

Dall'altra parte della stanza Demetri e Felix non smettevano di fissare le "loro ragazze". Entrambi avevano un sorriso idiota stampato sul viso. Non si erano ancora avvicinati, si limitavano ad ammirarle.
 

Leah dal canto suo si faceva scudo dietro il corpo di Sabrina. La ragazza era più alta e la copriva un po'. Si vergognava per come era stata conciata, ma almeno era riuscita a non indossare un vestito da sera che metteva in evidenza il decolté.
 

"Hai fatto un ottimo lavoro Heidi."
 

"No affatto, non sono riuscita a truccarla, ne a farle indossare un paio di orecchini. E il vestito che avevo in mente, per lei era troppo provocante."
 

"Provocante hai detto."
 

Demetri sorrise ancora di più.
 

"Lo indosserà durante la nostra prima notte."
 

"Non credo sia una ragazza facile."
 

"Cadrà tra le mie braccia di fronte al mio fascino."
 

"Oh, oh, oh... ma sentitelo."
 

"Seth c'è qualcosa che non va?"
 

"No Jacob è tutto ok."
 

"No che non è ok, riesco a percepirlo tu..."

"... hai avuto l'imprinting con..."

"... con lei!!"
 

"Mi dispiace, non so nemmeno io il perché, scusa."
 

Il ragazzo si voltò e la vide, Jane. La ragazzina socchiuse gli occhi quando il licantropo posò gli occhi su di lei. Poi ritornò a guardare Seth.
 

"Lei lo sa?"
 

"No, cerco di evitarla, ma è difficile. Vedo il suo volto nella mia testa, non riesco a togliere la sua immagine dalla mia mente. Ho persino maledetto Leah."
 

"Che cosa hai fatto?"
 

Il tono di Renesmee era secco e duro.
 

"Ma poi mi sono pentito."
 

"Leah, ha avuto anche lei l'imprinting con un succhiasangue?"
 

"Che io sappia no."
 

"Jacob l'imprinting viene al primo colpo, come il colpo di fulmine?"
 

"Si Nessy."
 

"Allora il candidato non è Mike. Che peccato."
 

Caius fece capolino nella stanza, alla fine Athenadora era riuscita a convincerlo. Osservò attentamente i presenti.
 

Ha invitato proprio tutti persino quelle bestie e gli umani. Che schifo.
 

Stava per andarsene quando notò sua figlia. Era insieme ad Annie e Santiago. Quest'ultimo si stava scusando con la figlia di Aro per averle mentito la prima volta riguardo la sua identità.
 

Quando Caius si avvicinò fece un inchino e si allontanò. L'anziano si chinò per essere faccia a faccia con lei.
 

"Ragazzina quanti anni hai?"
 

"Dimostro 14 anni signore, ma sono nata nel 905 a.C."
 

Osservò attentamente la ragazzina. Oltre alle sue espressioni aveva ereditato anche i suoi colori mortali.
 

"Sei come la figlia dei Cullen?"
 

"Intende Renesmee."
 

"Si."
 

"No. Ho unghie e denti retrattili, sono velenosa e purtroppo mi posso nutrire solo di sangue."
 

"Purtroppo?"
 

"Non mi piace il sangue è nauseante."
 

Caius guardò la ragazzina con sempre più crescente curiosità.
 

"Come sei riuscita a resuscitare la Denali e la bambina immortale?"
 

"Grazie alla rigenerazione molecolare. Posso rigenerare qualunque essere vivente fino a farlo tornare in vita, ma deve almeno rimanere un frammento del suo corpo."
 

"E' vero che i poteri sono due e non connessi alla mente?"
 

"Si, il secondo è il contrario di quello che ho appena citato. Anziché donare energia la assorbo. Non mi piace usare questo perché faccio del male alle persone."
 

Annie accarezzò la testa della sorella. Fino ad allora Caius non le aveva prestato attenzione. Alzò la testa per guardarla...
 

Caius si era tirato in piedi. Non diceva nulla. Si limitava a guardare la figlia di Aro. Gli occhi dilatati. La bocca leggermente aperta per lo stupore. Allungò una mano per toccare il volto della ragazza che...

... usò il suo potere e lo bloccò in quella posizione.
 

"Perché l'hai fatto!!"
 

"Io non lo so, mi guardava in maniera strana...

"... mi ha fatto paura..."

"... insomma è strano, guardalo."
 

"A me sembra innamorato."
 

"Davvero..."
 

"Anche tu sei strana sorellona, sembri così felice. Hai la sua stessa espressione."
 

Annie arrossì di colpo.
 

"Probabilmente ha già la ragazza..."

Il tono era leggermente sconsolato.

"... una bella ragazza vampira..."

"......"

"... Evan, sorellina dove sei?"
 

Evan si era allontanata, non a causa di sua sorella, che adorava. Quello che l'aveva fatta allontanare era lo sguardo di Alec. Era attratta da lui, ma aveva paura di quel ragazzo. C'era qualcosa nei suoi occhi rosso sangue che la faceva rabbrividire. Alla fine si avvicinò a Didyme.
 

La donna era in compagnia di Marcus. L'anziano osservava attentamente suo figlio. Stava ancora parlando con i Cullen. Vicino la bambina immortale. La piccola non si era allontanata un attimo dall'ibrido.
 

"Cosa c'è piccola."
 

"Mamma posso stare qua?"
 

"Mamma?"
 

"Ho allevato gli altri ibridi come se fossero figli miei e mi considerano a tutti gli effetti la loro madre."
 

Marcus sorrise.
 

"Ma che bel quadretto, manca soltanto Mike..."

Aro si era avvicinato al gruppo e sussurrò qualcosa all'orecchio del fratello.

"... stai attento potresti perderlo."
 

Il padre di Mike si morse le labbra, lo chiamò e fece segno di avvicinarsi.
 

"Ha bisogno di qualcosa signore?"
 

"Signore!!, ragazzo io sono..."
 

"So chi è lei. Mi mamma mi ha sempre parlato di voi. Ma non è semplice."
 

"Lo capisco, ma da qualche parte dobbiamo pur cominciare."
 

"Già."
 

"Vieni, parliamo un po'."
 

Si allontanarono da Didyme, Evan e Bree.
 

"Andiamo a cercare Corinne e da un po' che non la vedo."
 

La figlia di Felix si era avvicinata alle sorelle di Nahuel. Le tre ibride umano-vampire erano molto curiose nei confronti dei "nuovi".
 

Jacob intanto si era avvicinato a Leah.
 

"Sei bellissima."
 

"Stai esagerando Nessy."
 

"No, ha ragione, sei davvero bella."
 

Seth era sottobraccio del suo amico. Ogni tanto si voltava per vederla.
 

Lei era ancora li. Non aveva smesso di fissarlo.



 

Chiedo scusa se gli ultimi due capitoli sono morti (stecchiti), e per gli errori (orrori).

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Capitolo 23
*** Sei bellissima ***



Demetri ebbe un attacco di gelosia quando vide Jacob Black vicino a Leah. Aveva notato che la ragazza era arrossita alle sue parole e aveva leggermente abbassato la testa.
 

Strinse i pugni e si incamminò sotto lo sguardo divertito di Felix. Avevano aspettato ad avvicinarsi alle ragazze. Volevano che fossero da sole.
 

"Questo giovane la sta importunando signorina?"
 

Disse in maniera suadente.
 

Leah alzò la testa e lui non poté non rimanere incantato dalla sua bellezza. Noto ogni cosa del viso. Particolari che non erano messi in risalto dalla foto.
 

Gli occhi ad esempio. Quello sinistro era leggermente più grande di quello destro. Un difetto da niente, ma per lui era favoloso. La rendeva unica ai suoi.
 

Per non parlare delle lentiggini. Le aveva anche lui una volta, ma non le sopportava. Al contrario sul suo volto le trovava irresistibili.
 

Quando ci si trasformava in vampiri, si perdevano queste unicità per avere un viso perfetto: perfettamente ingessato.
 

Demetri però, rispetto agli altri vampiri, era un eccezione. Il suo viso non era mai stato mediocre, ne da mortale, ne da immortale.
 

Leah strinse le labbra dal nervosismo e il segugio, serrò le sue per reprimere il desiderio di baciarla.
 

"Non mi sta importunando signore, appartengo al suo branco."
 

"Branco?"
 

All'improvviso il vampiro ricordò per quale motivo quella ragazza li era famigliare. Era una di loro. Gli era rimasta impressa perché l'unica femmina mutaforma del gruppo.
 

Questo non scompose la guardia. Ora la ragazza era un ibrido, non più un licantropo. E questo voleva dire che apparteneva al suo clan e di rimando a lui.
 

Leah era imbarazzata per il modo in cui il segugio la guardava. Non riuscì a resistere e si teletrasportò fuori dall'edificio. Sentiva il bisogno impellente di uscire da quella situazione e di respirare aria fresca.
 

Il vampiro rimase di sasso. Non sapeva ancora niente del suo potere.
 

"Seth che diavolo è successo..."

"... Seth!!"

"Cosa?"
 

Il fratello di Leah non si era accorto di nulla, troppo preso dal soggetto del suo imprinting.
 

"Leah è sparita."
 

Jacob era esasperato. Com'era potuto accadere? Proprio con una della guardia.
 

"Si è teletrasportata, credo."
 

"E dove?"
 

"Non lo so, Mike dice che mia sorella è in grado di andare da un estremo all'altro del mondo in un batter d'occhio."
 

"Interessante, ma non è andata così lontana. No è ancora a Volterra, ma non all'interno dell'edificio..."

"... scusate, non posso trattenermi oltre, ho un impegno."
 

La guardia si allontanò, raggiunse Aro e gli chiese il permesso di uscire per cercare la ragazza.
 

L'anziano acconsentì.
 

Demetri guardò un ultima volta il secondo alfa di Forks con un sorriso strafottente e si dileguò.
 

"Molto bene amici miei vedo con piacere che avete conosciuto uno dei miei ragazzi."
 

"Credevo fosse il figlio di Marcus, Aro!"
 

"Oh, io considero tutti i Volturi figli miei..."

"... Annie, Annie tesoro avvicinati, devo presentarti delle persone..."

"... questa miei cari amici, è mia figlia."
 

"Molto lieta di fare la vostra conoscenza."
 

Aro sorrideva. Le espressioni di stupore, ansia e paura dei suoi ospiti lo divertivano molto.
 

"Aro!"
 

"Si Carlisle."
 

"Che cos'ha Caius? è fermo in quella strana posizione."
 

Aro si voltò un attimo, socchiuse gli occhi. I vampiri rumeni sghignazzavano piano. Il vampiro era decisamente ridicolo.
 

"E' colpa mia dottor Cullen. Mi guardava in maniera strana e ho avuto paura."
 

"Hai usato il tuo potere?"
 

"Si!"
 

"Non ve l'ho ancora detto, la mia ragazza è in grado di fermare il tempo, ma anche di accelerarlo. Due poteri non connessi alla mente. Ora però sbloccalo per favore."
 

Annie si voltò, fece un leggero gesto con la mano e il vampiro ricominciò a muoversi. Si guardava intorno, non vedeva più l'ibrido. Alla fine notò che era vicino ad Aro. Rimase fermo a guardarla.
 

Edward lesse il suo pensiero, e anche quello del padre della ragazza. Poi si avvicinò a suo padre.
 

"La figlia di Aro ha avuto l'imprinting con Caius."
 

"Sei sicuro."
 

"Si, non solo. Aro aveva intuito qualcosa, già sei mesi fa. Ha un piano, ma non riesco a capire quale..."

"... l'unica cosa di cui ora sono certo, è l'affetto che prova per sua figlia. E' davvero felice di essere padre. Felice di vedere che somiglia così tanto a lui, almeno fisicamente..."

"... prova attrazione anche per gli altri ibridi. Il fatto che donassero il loro sangue per sfamare Didyme o Bree quando avevano bisogno lo ha colpito molto. In positivo."
 

"Quindi non farà mai del male ai ragazzi."
 

"No, e nemmeno Caius. E' il soggetto dell'imprinting di Annie... e comincia a provare interesse anche per la sua stessa figlia..."

"... ma ho anche delle brutte notizie. Non ha intenzione di lasciare andare nessuno di loro, eccetto Irina e Bree."
 

Il dottor Cullen chiuse per un attimo gli occhi.
 

Almeno Sabrina e Jake, ti prego almeno loro.
 

Aro si allontanò per raggiungere i suoi fratelli.
 

"Posso rimanere qua dottore? quei due mi fanno paura."
 

"Di chi parli?"
 

Vladimir e Stefan erano rimasti in silenzio ad ascoltare tutta la conversazione di Aro e quella tra Carlisle e suo figlio, ma ora la curiosità aveva avuto la meglio.
 

"Di Caius e Aro?"
 

Sorrisero divertiti.
 

"Perché ti fanno paura?"
 

"Aro mi ricorda molto la strega di Hansel e Gretel. Da una parte è dolce, ma appena volti le spalle è pronto a divorarti, e Caius, la sua espressione mentre mi guardava..."

"... forse quell'uomo è un maniaco sessuale."
 

Stavolta i vampiri rumeni non riuscirono a trattenere le risate.
 

"Annie tesoro, sai che cos'è l'imprinting?"
 

"L'imprinting signora Cullen..."

"... si, ha a che fare con la biologia, il mondo animale. E' la forma di apprendimento di base..."

"... Konrad Lorenz è stato uno dei primi a studiarlo."
 

Carlisle era preoccupato. L'imprinting che aveva descritto Annie non era lo stesso che colpiva i mutaforma. Non ne era conscia, non ancora.
 

Edward percepì il pensiero del padre.
 

"Ora che cosa facciamo?"
 

"Non lo so, per ora non diciamoli niente."
 

Il dottor Cullen si guardò attorno. Temeva per sua figlia. La vide appoggiata a una parete. Jacob e Seth erano vicino a lei. Questo lo calmò un attimo, almeno finché non vide Felix. La stava guardando in maniera troppo insistente.
 

Maledizione.
 

Suo figlio si voltò. Era la prima volta che sentiva, anche se mentalmente, un'imprecazione da parte del padre.



 

"Volterra è tranquilla di giorno, ma la sera è meglio evitare alcune vie."
 

Leah si voltò di scatto. Cercava di mantenere un certo contegno di fronte al segugio, ma con scarsa fortuna. La ragazza tremava come una foglia. Quell'uomo la metteva in soggezione.
 

Demetri lo notò e da bravo gentiluomo, si tolse il mantello e lo porse alla ragazza.
 

"Non ne ho bisogno."
 

Il tono era secco, duro.
 

"Tremate come una foglia. Non vorrei che prendeste freddo."
 

"Noi licantropi non sentiamo freddo."
 

"Allora è qualcos'altro che vi fa fremere."
 

Leah si era incamminata, ma quelle parole la fermarono di colpo. Era qualcos'altro. Ed era incominciato all'interno del palazzo quando il vampiro si era avvicinato. Aveva paura di lui, della scarica elettrica che aveva sentito quando il suo sguardo incrociò quello del succhiasangue.
 

Demetri approfittò di quella piccola distrazione per avvicinarsi alla ragazza. Posò il mantello sulle spalle di lei e sussurrò...
 

"Sei bellissima."
 

La Figlia della Luna girò appena la testa. La guardia sollevò delicatamente il suo viso, si abbassò appena e sfiorò le labbra con un casto bacio.
 

La ragazza cercò di spingerlo lontano, ma lui la strinse più forte stando attento a non farle male e nel contempo approfondì ancora di più il bacio. Le labbra di lei lo facevano rabbrividire, erano carnose, morbide... In quell'istante si dimenticò tutto: la festa, i Volturi, i suoi signori. Esistevano solo loro due.
 

Il segugio cominciò a scendere con la mano e dall'accarezzarle il viso, passo a sfiorare il decolté.
 

Questo per lei era troppo e con una mossa presa dal Wing Chun riuscì ad allontanare il Volturo. Nei sei mesi successivi dal loro allontanamento da Forks, Mike aveva insegnato ai due Clearwater le arti marziali. Ma solo Leah si era dimostrata un'ottima allieva. Seth voleva soltanto ritornare alla riserva.
 

Prima di avere l'imprinting con Jane, era quello il pensiero fisso del mutaforma.
 

Il ragazzo fu sorpreso, ma non si scompose. Tornò a guardarla con desiderio crescente. L'unica via di fuga di Leah ora era il suo potere. Si teletrasportò nuovamente all'interno dell'edificio, nella sua stanza.
 

Demetri sorrideva.
 

Sarà tutt'altro che semplice, ma qualcosa mi dice che non mi annoierò mai con lei.

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Capitolo 24
*** Risposta sbagliata ***


Ci sono delle paroline...




Aro era un ottimo intrattenitore. Amava conversare con i suoi ospiti, vantarsi di sua figlia e degli altri ibridi.

 

I presenti però non erano del suo stesso avviso. Sapevano che tramava qualcosa. Di sicuro con i nuovi arrivati il suo potere sarebbe aumentato notevolmente. Le capacità di quei ragazzi erano incredibili a detta di Amon.
 

Il vampiro egiziano era seccato per questo. Conosceva il loro creatore, ma non le creature. L'anziano era arrivato per primo. Almeno aveva ancora Benjamin, anche se il ragazzo era un ribelle, per lo meno mostrava un minimo di fedeltà.
 

Il giovane vampiro però era più legato alla moglie di Amon: Kebi. La vedeva come una madre.
 

Mike parlava con suo padre. Alcuni dei Volturi guardavano la scena con stupore. Marcus era più "vivo" che mai. Persino lo sguardo brillava, non sembrava nascosto da una patina lattiginosa.
 

Sulpicia e Athenadora conversavano amabilmente con Didyme. La donna teneva ben stretta Bree.
 

Evan cercava di nascondersi dallo sguardo di Alec e lo stesso faceva Annie con Caius. Seth invece era aiutato in questo da Jacob.
 

I mutaforma stavano tutti vicino. In mezzo le loro compagne. Sam si guardava attorno. Non vedeva più Leah. Un attimo prima era accanto alla figlia dei Cullen e un attimo dopo era sparita.
 

Era preoccupato. Dopo che aveva sentito la conversazione di Carlisle con suo figlio riguardo l'imprinting temeva che anche lei potesse averlo con un vampiro.
 

Guardò un attimo Renesmee. La ragazzina adorava Leah e voleva che fosse felice.
 

"Ma non con un succhiasangue, maledizione."
 

"Hai detto qualcosa."
 

"Niente di importante Paul."
 

Emily aveva capito a chi si riferiva. Non le importava se era un freddo. Se poteva far felice sua cugina tanto meglio.
 

Abbassò appena la testa. Si vergognava per come l'aveva trattata. Doveva starli più vicino, doveva far capire al suo compagno che rinfacciarle la sua sterilità per giustificarsi, era una cosa cattiva da dire. Ma soprattutto non doveva scegliere la data del suo compleanno per sposarsi. Troppe volte l'aveva ferita, troppe volte aveva pensato solo a se stessa.
 

Sapeva che Renesmee aveva ragione su Leah. Se lei era al suo posto Lee l'avrebbe aiutata in ogni modo, anche se era sotto l'effetto dell'imprinting.
 

Erano come sorelle una volta. Dopo l'imprinting sembravano più delle conoscenti.
 

Sollevò il capo e osservò il suo compagno. Era molto orgoglioso non avrebbe mai ammesso i suoi errori, ma almeno ora si rendeva conto dei suoi sbagli. Forse Leah non sarebbe più tornata alla riserva. Seth si, ma lei no. Troppi dolorosi ricordi.
 

"Sam."
 

"Si!"
 

"Quando avremo dei figli dobbiamo dire loro la verità sui mutaforma. Non voglio che facciano soffrire le loro ragazze."
 

"La legge lo proibisce."
 

"Le leggi si possono cambiare."
 

"Ci penserò."
 

Disse rassegnato.
 

"Grazie."
 

"Tutti noi dobbiamo delle scuse a Leah."
 

"Embry, non è che hai avuto l'imprinting con lei?"
 

"No Paul, ma sarei il primo a volerlo."
 

La compagna di Sam abbracciò il ragazzo.
 

"Anche a me piacerebbe, la renderesti felice. E lei non ti farebbe mai soffrire."
 

"Lo so, tra tutti noi è la più sensibile e l'unica con le palle."
 

"Embry hai detto una parolina, se ti sentisse tua madre."
 

"Non provare a dirglielo Quil."
 

Risero tutti, ci voleva proprio per stemperare la tensione.
 

"Demetri vedo che sei tornato... da solo. La ragazza?"
 

"Si è teletrasportata."
 

"Capisco, cercala e portala qua, tra poco inizierà la cerimonia."
 

"Si signore."
 

Per cerimonia Aro intendeva la consegna dei doni, una sorta di inizializzazione e debutto per i nuovi membri del clan. Ma prima mostrò agli ospiti le invenzioni di Mike.
 

Se i presenti avevano capito poco del "trasmettitore", erano rimasti incantati dalla città ologramma. Liam del clan irlandese adorava oltre ai libri, anche i modellini e i giocattoli di latta. Avrebbe volentieri messo le mani su quella cosa. Cominciò a cercare Mike per sapere come l'aveva costruita.
 

Amun al contrario era ancora più irritato. Oltre ad avere poteri interessanti, erano anche geniali.



 

Leah si era rintanata dentro la "sua" camera. Chiuse la porta a chiave. Voleva allontanarsi il più possibile da quel vampiro. Era terrorizzata per quello che provava.
 

Si considerava sbagliata, diceva sempre che c'era qualcosa che non andava in lei. E l'imprinting con Demetri confermava questa sua teoria.
 

Perché, perché proprio con lui. Il branco mi odierà ancora di più. Maledizione.
 

Un tocco alla porta la fece sussultare.
 

"Che cosa vuoi."
 

"Sono venuto a prenderti, devi venire con me."
 

"No, grazie."
 

Cercava di avere un tono fermo e deciso, ma tremava di paura.
 

"Leah."
 

Sentire il suo nome pronunciato con tono suadente e dolce la face fremere.
 

"Aro ha dato ordini precisi, accompagnarti nella sala grande. I suoi ordini non si discutono. E non vale solo per i Volturi. Ora sei mi... fai parte del suo clan."
 

Leah sospirò e aprì la porta.
 

"Brava ragazza."
 

Demetri sbirciò all'interno della stanza e vide l'abito che Heidi voleva far indossare a Leah. Sorrise immaginando la sua bella con quel vestito. Prese con delicatezza la mano della mutaforma. Solitamente accompagnava le "sue" donne tendendole sotto braccio, ma quel semplice gesto sembrava più intimo ora. Lei tremò e arrossì.
 

"Mi piace l'effetto che ho su di te."
 

Quando arrivarono Demetri cercò subito il mutaforma che era con lei prima. Non appena lo vide spostò la mano facendola scivolare lungo la schiena della ragazza fino a posarla sul fianco. Strinse appena.
 

Jacob dal canto suo vedendo l'espressione della sua amica capì quello che era successo. Decise però di non infierire ulteriormente. Leah già si vergognava di suo.
 

"Bene ci siamo tutti. Ragazzi per favore avvicinatevi. E il momento della consegna dei doni."
 

Aro diede il suo a sua figlia. Lo stesso fece Caius. Alla fine si era arreso. Evan ricevette un bracciale d'oro appartenuto alla regina Zobeide.
 

Le ragazze concordarono che erano troppo preziosi per loro e il padre di Annie sorrise per l'umiltà che gli ibridi stavano dimostrando.
 

Marcus prese la mano di Didyme e infilò l'anello di Maria Antonietta. La baciò con dolcezza. Aro applaudì entusiasta.
 

"Non sono una coppia meravigliosa."
 

Demetri sorrise e strinse ancora di più Leah. Felix intanto si era avvicinato a Sabrina e cominciò a flirtare con lei. La figlia naturale dei Cullen era decisamente a disagio. A differenza del suo amico, Felix era più rude e più impacciato. La ragazza gli piaceva sul serio.
 

Anche Mike ricevette il suo. Ma c'era qualcosa di strano. Quell'oggetto era fin troppo famigliare.
 

"Mio caro ragazzo questa è un'antica spada. Apparteneva ad un vampiro asiatico."
 

"Sihung... come fa ad averla."
 

"E' stato difficile figlio mio. Lui era un maestro di arti marziali, stavo per soccombere."
 

"E' morto?"
 

Il tono di Mike era metallico.
 

"Si, ora la sua spada ti appartiene di diritto."
 

"E' stato lei ad ucciderlo?"
 

Mike teneva la testa abbassata, mentre Marcus notò che il ragazzo aveva ripreso a dargli del lei. Quando alzò la testa si rese conto che suo figlio stava piangendo. I suoi occhi erano diventati rossi come quelli degli altri ibridi.
 

"Ha ucciso il mio maestro, era come un padre per me...

"... per tutti noi."
 

L'anziano si ritrovò dall'altra parte della stanza. Il colpo di Mike lo aveva scaraventato contro il trono, distruggendolo.
 

Aro era sorpreso e spaventato soprattutto quando Annie comincio a usare il suo potere. Fece esplodere i due troni rimasti e altre cose per creare scompiglio.
 

"Dolore, dolore..."
 

Jane provò ad usare il suo dono ma non servì a niente. Anche Alec fece altrettanto. Quello di Mike era in grado di annullare i poteri vampirici e dei mutaforma, ma non aveva effetto sugli ibridi.
 

Alcuni Quileute cercarono di trasformarsi, ma rimanevano sempre in forma umana.
 

Felix cercò di afferrare Sabrina, ma la ragazza ebbe la meglio, come Leah. Gli unici che non combattevano oltre agli invitati erano: Corinne, Irina, Bree, Didyme e Seth. Quest'ultimo non voleva nuocere a Jane. Jake dal canto suo era totalmente assente.
 

Esme era preoccupata per i suoi figli.
 

"MIKE TI PREGO."
 

Sua madre era terrorizzata.
 

"Dammi un buon motivo per non ucciderti."
 

"Sono tuo padre."
 

"Risposta sbagliata."



 

Scusate il ritardo, computer incriccato. Spero vi piaccia... baci, baci. Che ne dite del mio avatar? Mi rispecchia a pieno
Troppi inprinting per una che lo odia? vero, ma le mie ragazze non sono cagnette (e nemmeno stronzette), tranne Seth e lo capirete nel prossimo capitolo. Dovranno darsi da fare i maschietti per conquistare le loro ragazze.

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Capitolo 25
*** Che cosa hai fatto Seth? ***



"Che diavolo è successo, dove sono finiti gli ibridi."
 

Marcus si guardava attorno spaventato e disperato. L'ultima cosa che ricordava erano le parole di Mike.
 

Annie ferma il tempo.
 

Si alzò nella speranza di vederlo. Tutti i Volturi erano a terra, persino Felix. I "nuovi" erano più agili, forti e veloci.
 

Demetri cercava Leah, gli occhi dilatati. Non era più a Volterra. Per gli altri ibridi non era sicuro. Non gli aveva monitorati, soltanto lei. Si mise le mani nei capelli, stava per esplodere quando senti un forte odore di Vaniglia e Zenzero.
 

La fragranza proveniva da un angolo nascosto della sala. Seth era in forma di lupo, la fauci sporche di sangue, il sangue di sua sorella.
 

Il vampiro si avvicino rabbioso al ragazzo.
 

"Che cosa le hai fatto..."

"... COSA HAI FATTO STUPIDA BESTIA."
 

Il mutaforma riprese le sue sembianze umane. Guardava spaventato la guardia.
 

"Dolore."
 

Il vampiro si piegò in due per il male.
 

"Stai bene?
 

"S... si!!"
 

Seth divenne rosso come un peperone quando si accorse che era nudo. La ragazzina ridacchio appena.
 

"Sei molto buffo, prendi il mio mantello."
 

"Grazie."
 

Jane si girò per non crearli ulteriore imbarazzo.
 

"E' piccolo, ma almeno ti copre un po'."
 

Il ragazzo guardava la vampira con un espressione indecifrabile, la stessa che aveva avuto Caius con Annie.
 

"Perché hai attaccato tua sorella?"
 

"Voleva che andassi con lei, ma io non potevo... non posso lasciarti."
 

"Lo hai fatto per me, davvero? Perché non ci conosciamo neanche."
 

"Seth Clearwater."
 

La bambina immortale lo fissò per qualche secondo. Sorrise e il ragazzo capì che avrebbe potuto uccidere per quel sorriso.
 

"Jean Volturi."
 

Rimasero a fissarsi per qualche minuto finché non intervenne il fratello di lei.
 

"Sorella."
 

"Alec."
 

Seth guardò il ragazzino era identico a Jane, la sua fotocopia maschile.
 

"Siete gemelli?"
 

Che domanda stupida ho fatto, ho già sentito parlare dei perfidi gemelli Volturi. Perfida, lei è così angelica.
 

"Hai la bocca sporca di sangue. L'odore è buono Vaniglia e Zenzero. E' il profumo di tua sorella. Ho visto quando l'hai attaccata..."

"... non sei un bravo fratello."
 

Il mutaforma guardava Alec con diffidenza.
 

"Io non avrei mai attaccato mia sorella."
 

Stupido succhiasangue incipriato.
 

"Seth."
 

"Jacob."
 

"Ho sentito quello che ha detto il piccolo mostro, perché hai attaccato Leah."
 

"Voleva portarmi via, le ho detto dell'imprinting, ma lei niente."
 

"Non è rimasta?"
 

"No, forse non mi vuole così bene."
 

"Tua sorella ti adora stupido, e voleva allontanarti per il tuo bene."
 

"Come fai a dirlo."
 

"Credo di conoscerla meglio di te, soprattutto grazie a Renesmee..."

"... e non è vero che non ti capisce, anche lei ha avuto l'imprinting con uno di loro..."

"... e questo la terrorizza."
 

"Perché, dovrebbe essere contenta invece, non soffrirà più per Sam."
 

"Chi può dirlo. Nessy dice sempre che lei è diversa da tutti noi, molto sensibile, molto coraggiosa..."

"... sa cos'è il dolore e il sacrificio..."

"... l'unica che non ha mai smesso di usare la sua parte umana anche in forma di lupo..."

"... ti ricordi come odiava cacciare?"
 

"Si, quando era costretta cercava di uccidere con un affondo pulito e rapido, non voleva far soffrire nessuna creatura..."

"... uccise così anche alcuni dei succhiasangue di Seattle."
 

"Non è mai stato semplice per lei far parte del branco, accettare quello che era diventata, dover sentire l'amore che Sam prova per Emily..."

"... ma almeno ci provava, anche se ogni tanto doveva lasciare andare un po' di quell'amarezza per non soffocare..."

"... se non era per Ness non avrei mai capito che lo faceva solo per respirare un po' e non certo per farci star male."
 

"Tornerà?"
 

"Non lo so."
 

"Credi saprà perdonarmi?"
 

"Secondo me lo ha già fatto."
 

Demetri si era rialzato, mentre la piccola Jane parlava con Seth, non aveva smesso di bombardarlo con il suo potere. Aveva sentito tutta la conversazione tra lui e lei e tra l'altro licantropo. Era curioso, soprattutto per le cose che riguardavano Leah.
 

"Cos'è l'imprinting?"
 

"E' il modo in cui noi troviamo l'anima gemella, la compagna per la vita."
 

Disse distrattamente Jacob.
 

"Non vi innamorate come le persone normali?"
 

Il ragazzo si voltò e sbiancò in volto. Demetri l'imprinting di Leah.
 

"Non... non siamo come le altre persone."
 

"E lei con chi ha avuto il suo imprinting?"
 

"Non lo so."
 

Tagliò corto Jacob.
 

Il vampiro guardò il licantropo con sospetto, finché non intuì qualcosa. Sorrise in maniera strafottente mostrando i denti candidi.
 

Maledizione.
 

"Hei Jake, hai visto che forti che sono questi tizi. Hanno messo ko i membri della guardia. Leah era fantastica, nessuno di noi riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Mai visto combattere qualcuno in quel modo..."

"... che hai fatto Seth, la tua bocca, stai sanguinando."
 

"Non è mio."
 

Il ragazzino abbassò la testa.
 

"Seth."
 

La voce di Jane lo distolse subito dai suoi pensieri, dalla vergogna che provava nell'aver attaccato Leah.
 

Jacob guardò la reazione del suo amico. L'aggressione alla sorella era grave, ma l'imprinting addolciva tutto, addolciva troppo. Si rendeva conto che non andava bene. Dovevano essere padroni di loro stessi, sobri, non farsi comandare da quella cosa.
 

Guardò Renesmee. Era tra le braccia dei suoi genitori. Bella ed Edward erano sconvolti. Soprattutto quest'ultimo. Il padre di Nessy era in grado di leggere il pensiero e doveva aver visto tutta la scena nella sua testa e in quella di Seth.
 

Ripensò alle parole della piccola.
 

Lei è speciale, si sarebbe comportata in maniera diversa con Emily, le avrebbe arrecato meno dolore possibile.
 

"Seth mi accompagni in camera mia."
 

Il ragazzino sorrideva estasiato, completamente perso.
 

"No sorella, ti accompagno io. Non mi fido di uno che attacca la propria sorella senza un motivo valido."
 

"Il motivo sono io Alec."
 

Prese la mano del ragazzino e si allontanò. Sorrideva era lusingata dalle attenzioni del licantropo. Suo fratello invece no. Era arrabbiato e stava male perché non vedeva più Evan.
 

"Che storia è questa Jake, perché avrebbe attaccato Leah. E poi che diavolo ha, sembra, sembra..."

"... oh no, no, no, no non con lei."
 

"Andiamo Paul dobbiamo discutere con tutto il branco sul da farsi, e trovare un modo per essere meno succubi dell'imprinting. Questa roba può diventare davvero pericolosa."
 

"Ok."
 

Paul non capì molto il discorso del suo amico, ma non era felice di vedere che l'imprinting di Seth era una succhiasangue sadica e che per lei aveva ferito sua sorella. Pensò per qualche minuto a Leah, al suo amore mai sopito per Sam, al fatto che era uno di quelli felici che lei e lui si fossero lasciati. A suo tempo la ragazza era molto ambita nella riserva.
 

Cominciò a preoccuparsi, non era un tipo celebrale come Embry, ma fisico. Più simile a Sam o Jared.
 

"Paul."
 

"Arrivo."



E se qualcuni si chiede come ha fatto Seth a trasformarsi... be... ora lui è mezzo vampiro

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Capitolo 26
*** Sam Uley sei bello che morto ***



Tutti le sere (quasi) la stessa storia. Prendo in mano il computer per scrivere e... oddio, oddio come vado avanti... ma poi incomincio e pian piano qualcosa salta fuori, e naturalmente non coincide mai con quello che avevo pensato qualche giorno prima. A volte vengono fuori facilmente, altre volte ingrano con più fatica. Ma alla fine qualcosa viene.....

Paroline colorite, occhio.



 

Aro riuscì a riprendere in mano la situazione e a riorganizzare la guardia.
 

"Nessuno uscirà da questo salone, almeno finché non mi darà notizie certe su dove sono andati gli ibridi."
 

Il tono del vampiro non era più falsamente cordiale, ma genuinamente duro e fermo.
 

"Il signore del mondo vampirico è di nuovo tra noi."
 

Disse sottovoce Emmett.
 

Nessuno degli ospiti fiatava. Alla fine due donne vennero fuori dal gruppo: Didyme e Irina.
 

"Didyme, sorella adorata, allora non vi siete allontanati."
 

Aro tornò per un attimo gentile e affabile.
 

"No, siamo rimaste soltanto noi. Volevano che andassimo con loro, ma..."

"... anche se mi costa lasciare il mio adorato figlio, non potevo lasciare il mio amato Marcus un'altra volta."
 

"E io non voglio mettere nei guai la mia famiglia."
 

Marcus abbracciò la compagna, la sentiva fremere. Capì che per lui aveva fatto un sacrificio enorme.
 

"Lo ritroverò, saremo di nuovo una famiglia."
 

"Siete coraggiose, ma ora vi prego ditemi dove sono i nostri figli."
 

Aro sorrideva in maniera cattiva.
 

"Non lo sappiamo."
 

"Capisco."
 

L'anziano allungò una mano per invitare la Denali a porgere la sua. La ragazza guardò il suo clan e poi si avvicinò al vampiro. Non poteva fare diversamente. Aro la strinse con avidità.



 

Mamma, Irina dobbiamo andare via. Questi sono pericolosi.

Tesoro, capisco che sei furente, ma è pur sempre tuo padre.

Non per me mamma, uccidere un uomo solo per impadronirsi di una spada. E' un ladro e un assassino.

Che cosa pensate di fare ora.

Una cerimonia funebre, dobbiamo onorare la memoria del nostro maestro.

E dopo?

Non lo so ancora mamma.

Mike perdonami, ma non posso seguirvi. Non posso lasciarlo di nuovo. Lo amo troppo.

Mamma, non puoi stare qua, bevono sangue umano. Sono solo bestie.

Troverò un posto come quello di Forks.

Non riuscirai a resistere all'odore del sangue.

Ci proverò tesoro mio.

E se ti faranno del male?

Qualcosa mi dice che non faranno niente.

Non c'è nulla che possa fare per convincerti, vero?

No. Scusatemi tanto figli miei.

Rimango anch'io.

Cosa, no Irina tu no. Eravamo presenti quando questi ti hanno ucciso.

Non posso fare altrimenti.

Vuoi essere di nuovo smembrata e bruciata "viva".

La mia famiglia, se me ne vado potrebbero fare loro del male.

E se rimani ne faranno a te. Buona fortuna allora.

Grazie, altrettanto ragazzi.



 

Aro lasciò la mano della Denali.
 

"Bene i ragazzi stanno ritornando in Cina per una commemorazione funebre..."

"... preparatevi perché partiremo anche noi alla volta dell'Asia..."
 

Le guardie e altri membri del clan lasciarono la sala. Rimasero solo gli anziani, i loro difensori e gli invitati.
 

"Irina voglio mostrare a te e alla tua famiglia la mia magnanimità. Sei libera di tornare dal tuo clan..."

"... bene direi che la festa si può dire conclusa."
 

Il vampiro invitò tutti ad andarsene.
 

Sam rimase un attimo fermo.
 

"Jacob, dov'è Seth. So che è rimasto, non è andato via con..."

"... Leah..."

"... lo ha abbandonato?"
 

"No, ha provato a portarlo via con lei, ma lui..."

"... lui ha avuto l'imprinting con una di loro."
 

"Mi prendi in giro, dimmi che è uno scherzo."
 

"Non lo è Sam, ho visto come la guardava. Per lei ha persino attaccato sua sorella. Anche Paul te lo può confermare."
 

"Maledizione, e Leah, perché non è rimasta allora."
 

"Credi che non volesse farlo? Anche lei ha avuto il tanto sospirato, ma in questo caso è meglio dire il tanto temuto imprinting."
 

"Non dirmi con uno di loro."
 

"Si, con quello che chiamano il segugio."
 

"Demetri."
 

Edward si girò di scatto.
 

"Non so come si chiama."
 

"Non ci posso credere quella sporca cagna..."
 

"Non offenderla, non osare dire più quella parola. Per lei è tremendo, si vergogna tantissimo per quello che è successo ed è anche terrorizzata..."

"... e a differenza di te, Seth, di me e degli altri, non è andata dietro scodinzolando al soggetto del suo imprinting..."

"... ha più dignità di noi."
 

Sam alzò gli occhi. Gli unici membri della guardia rimaste erano Felix e Demetri. Quest'ultimo guardava il mutaforma con odio. Aveva appena insultato la sua Leah e voleva solo fargliela pagare cara.
 

"Edward è lui il segugio, quello che mi guarda con astio."
 

"Si, deve averti sentito. E' meglio che ve ne andiate, io proverò a parlarli, ma non assicuro niente."
 

"Non abbiamo bisogno della tua protezione."
 

"Invece si, Demetri ha incominciato ad avere un interesse amoroso molto prima di vederla di persona."
 

"Cosa?"
 

"Si è innamorato di lei solo guardando una foto che avevamo in casa. L'aveva scattata Renesmee..."

"... il sentimento era forte, ma ora con l'imprinting è diventato ancora più saldo."
 

Sam stava per allontanarsi quando vide l'espressione della sua compagna. Aveva sentito tutto, ma soprattutto era rimasta male per quello che il licantropo aveva detto di sua cugina. Se ne andò in silenzio senza dire una parola.
 

Lui sapeva che sarebbe durato poco, l'imprinting avrebbe aggiustato tutto. Sorrise... e questo comportamento portò Jacob a dargli una bel pugno in testa. Si girò verso il ragazzo rabbioso.
 

"Quando torniamo a La Push dobbiamo fare un bel discorsetto, senza le nostre compagne però. Con loro vicino non vediamo la gravità della situazione, ne delle nostre parole."
 

"Scusa."
 

"Non è a me che devi delle scuse..."

"... e comunque se la può rendere felice, non è meglio?"
 

Sam sospirò. Non aveva mai pensato a Leah così tanto, non dopo l'imprinting. Aveva sempre chiesto, almeno finché non si stancò, di essere perdonato. Solo per far tacere la sua coscienza, ma non gli aveva mai fatto le sue scuse per il suo pessimo comportamento, ne per il poco tatto che aveva sempre avuto nei suoi confronti. Era stato molto egoista.
 

Sapeva che la ragazza non faceva sentire tutto il suo dolore, ma solo un po' per poter tirare il fiato di tanto in tanto, ma era troppo orgoglioso per ammettere che lui non riusciva ad essere così forte quando pensava a Emily. Le diceva che non poteva farci niente, quando aveva già intuito che poteva controllare i suoi pensieri, almeno per non farla stare così male.
 

"Che vuoi Cullen."
 

"Devo parlarti."
 

"Parleremo dopo Cullen."
 

"E' il suo ex ragazzo, se gli fai del male le darai un grande dolore."
 

A quelle parole la guardia trasalì. Non voleva assolutamente far soffrire quella ragazza.
 

"Gli darò solo una strapazzata, solo per farli capire che certe cose non si dicono."
 

"Demetri per favore, è una faccenda molto delicata."
 

"Spiegati."
 

"Sai cos'è l'imprinting?"
 

"E' il modo in cui i licantropi si innamorano e trovano la loro anima gemella, o qualcosa del genere."
 

"Bene vedo che sei informato."
 

"Ho sentito il ragazzo che sta sempre insieme a tua figlia."
 

"Quando succede il mutaforma si innamora incondizionatamente del soggetto del suo imprinting. Diventa tutto quello che il soggetto vuole: un amico, un difensore, un amante."
 

"Amante, diventa interessante, ma cosa c'entra con quel bifolco peloso."
 

"Prima che Sam avesse l'imprinting con la cugina di Leah, prima che si attivasse il gene della trasformazione, era fidanzato ufficialmente con lei."
 

"Fidanzati?"
 

"Si! si amavano molto, avevano fissato anche la data del matrimonio, ma poi..."
 

"Poi?"
 

"Lui è diventato un licantropo e ha avuto l'imprinting con un altra e quello che provava per Leah è svanito, come per magia..."
 

Edward si fermò qualche secondo, colpito dallo sguardo carico d'odio, rancore e frustrazione che aveva il segugio. Provo a leggere nella sua mente.
 

Svanito nel nulla com'è possibile se l'amava così tanto dal volerla sposare.
 

"Vedi lui amava ancora Leah, ma questo era diventato irrilevante, l'altro sentim..."
 

"Irrilevante..."
Il tono era diventato più astioso.
"... lei, lo ama ancora?"

 

"Ha avuto l'imprinting con..."
 

"Lo ama?"
 

"Non lo so, lei è diversa dagli altri Figli della Luna. So per certo che fino a qualche giorno fa lo amava..."
 

"Questo vuol dire che quel lurido figlio di puttana le ha spezzato il cuore."
 

"Si, ma si è pentito di averle fatto del male. Ora ha capito di avere sbagliato..."
 

"Quanto tempo sono stati insieme."
 

"Hanno avuto una storia seria per 3 anni."
 

Tre anni, come si possono cancellare tre anni d'amore intenso.
 

"Da quanto sta insieme all'altra?"
 

Edward era preoccupato non riusciva a capire dove volesse arrivare, i suoi pensieri riguardavano l'amore sopito senza alcuna ragione valida e Sam e... i mille modi in cui poteva fargli del male.
 

"Da quanto Cullen."
 

"Quasi sette anni."
 

"E' solo ora ha capito di averle fatto del male, di aver sbagliato..."

"... SOLO ORA!!"
 

Demetri schizzò fuori dalla sala con un unico pensiero in testa, strappare il cuore di Sam.



 

.... e spero che quel qualcosa sia di vostro gradimento. Spero davvero che vi piaccia questa fan fiction (ho sempre l'impressione di sbagliare qualcosa e non mi riferisco alla grammatica. Temo di non riuscire a mettere per iscritto bene tutta la faccenda, i sentimenti, soprattutto quello che riguarda l'imprinting, perché per me quella roba non ha alcun senso. Se era per far sposare i lupi è ridicolo visto che Sam e Leah erano fidanzati, ovvio che sarebbe venuto tutto il resto).

Scusate divago sempre troppo, spero però di essermi spiegata bene.

Scusate ancora per gli errori (orrori), le ripetizioni e gli "errori di sceneggiatura" tipo: licantropi, mutanti, Figli della Luna...

Domenica ho visto per la prima volta una puntata di The Vampire Diarie (lo so sono fuori dal mondo). Una replica dove si vede la protagonista asservita a un vampiro. L'asservimento "amoroso" sa tanto di imprinting, falso come lui. Bleah. Allora è proprio vero che la Meyer ha scopiazzato dalla Smith. VERGOGNA, Peste ti colga.

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Capitolo 27
*** Buon viaggio Carlisle ***



Fa troppo caldo e la luce è troppo violenta, è colpa loro se il capitolo fa schifo. Sono in piena crisi creativa. AIUTOOO!!!



 

"Mamma se mena quel succhiasangue, non mi sento più le ossa, ma sembrava avercela più con Sam che con noi. A proposito lui dov'è."
 

"E' con il dottor Cullen. E' ridotto male, peggio di noi. Emily è con lui."
 

"Accidenti non ho mai visto Demetri così arrabbiato, ma che gli è preso Edward. Persino io ho faticato a tenerlo."
 

"Ha solo difeso l'onore della sua ragazza Emmett."
 

"Ha trovato una."
 

"Ti sorprende così tanto, lui non è Felix."
 

"E chi è la sfortunata?"
 

"Leah Clearwater ha avuto l'imprinting con lui."
 

A questa notizia sia il branco che i Cullen rimasero a bocca aperta. Anche Renesmee sembrava delusa, per la sua amica voleva un tipo in gamba come Mike, non un sadico Volturo.
 

"Anche Seth e gli ibridi hanno avuto la stessa cosa con altrettanti membri della guardia. Solo Mike, Jake e Corinne sembrano momentaneamente illesi."
 

"Aspetta vuoi dire che anche Sabrina..."
 

"Si, i nostri genitori sono molto preoccupati per questo. Speravano almeno di riavere con loro Jake e la figlia, ma questo complica ancora di più le cose."
 

"E non gli altri, non vogliono gli altri."
 

"Vedi tesoro della mamma sono pur sempre i figli dei Volturi, è giusto che stiano con la loro famiglia."
 

"Ma io non voglio separarmi da loro, non voglio lasciare Evan e la mia migliore amica, e non voglio lasciare nemmeno Leah. Seth invece può rimanere, dopo quello che ha fatto alla sorella non lo voglio più vedere."
 

"Perché che cosa ha fatto il cucciolo?"
 

"Ha azzannato Leah, non voleva andare via con lei per via dell'imprinting con Jane."
 

Bella rimase sorpresa Jane l'anima gemella di Seth, questo batteva anche la coppia Leah/Demetri.
 

"Ehi aspettate un attimo Seth è rimasto ma non Leah?"
 

"La ragazza Jared è terrorizzata. Non sa che cosa fare. Stranamente l'imprinting non la spinta tra le braccia del suo compagno. O forse come dice Jacob, lei ha più forza e dignità di voi."
 

Il tono dell'ultima frase era leggermente ironico.
 

"Oppure..."

Aggiunse Jake.

"... come dice sempre Renesmee lei è diversa, speciale. Chissà forse c'è un motivo se le ragazze lupo sono così rare e magari anche preziose."
 

"Rare?"
 

"Si Jared, Leah non è l'unica ci sono stati dei precedenti, ma non l'ho avremmo mai scoperto se non era per il dottor Morte."
 

"Chi?"
 

"Il mostro che ha creato gli ibridi e modificato Leah e Seth, ma non state attenti quando parlo. Purtroppo è ancora a piede libero."



 

Grazie al teletrasporto gli ibridi erano arrivati in Cina.
 

"Non è rimasto nulla del nostro maestro, nemmeno un frammento, non posso riportarlo in vita, ci speravo così tanto."
 

Sabrina abbracciò Evan. Piangevano tutti tranne Bree, Jake, Corinne e Leah. Tre di loro non lo conoscevano, mentre Jake era completamente apatico.
 

"Dovevate amarlo molto."
 

"Si Leah, era come un padre per noi. Scusa mi sono completamente dimenticato della tua ferita."
 

"Non ti preoccupare Mike, mi sto già rigenerando."
 

"Ora dobbiamo preparare tutto per la veglia funebre e più avanti il cerimoniale..."

"... Leah, Corinne e Bree visitate pure la foresta, se c'era qualcosa molto simile al Paradiso Terrestre è questo posto..."

"... non allontanatevi troppo però noi dobbiamo fare un digiuno di almeno 3 giorni, ma a turno vi nutriremo. Leah tu come Jake hai la fortuna di poter scegliere, cerca qualcosa di commestibile anche per lui..."

"... ma se non trovi niente non preoccuparti, ci pensiamo noi. Ti affido le più piccole."
 

La mutaforma annuì e si allontano con le bambine.
 

"Perché non ci vogliono?"
 

"Credo sia giusto così. Quello che devono fare è una cosa molto intima e noi ora siamo degli estranei. Nessuno di noi ha conosciuto quell'uomo."
 

"Leah?"
 

"Si Bree."
 

"Perché Seth non è voluto venire con noi?"
 

La ragazza sospirò.
 

"Probabilmente non se la sentiva di scappare di nuovo, voleva ritornare a casa nella riserva di La Push."
 

"Una volta uno dei miei professori ha detto che le riserve sono i ghetti moderni. Era quello di storia. Mi piacevano le sue lezioni. Andavo a scuola solo quando sapevo di avere delle lezioni con lui."
 

"Quindi ragazzina andavi a scuola solo una volta a settimana?"
 

"Si e poi sono stata cacciata da casa."
 

"Hai vissuto in strada piccola."
 

"Si."
 

Leah carezzava la testa della bambina immortale. Gli piacevano molto i bambini, era indecisa se diventare un'infermiera come la madre o una maestra. Dopo la trasformazione i suoi sogni si erano infranti totalmente. Ripensò a Sam, nonostante l'imprinting con uno della guardia, sentiva ancora che le faceva male.
 

"Perché piangi?"
 

Corinne che fino a quel momento era stata in silenzio guardava con curiosità la ragazza.
 

"Non ti piace questo posto? guarda come è bella quest'ape, guarda i suoi colori."
 

Leah era talmente presa dai suoi pensieri che non si era accorta che migliaia di insetti li avevano circondati.



 

"Edward hai visto tuo padre, volevo ringraziarlo per le cure che mi ha prestato."
 

"Vedo che ti sei già ripreso Sam."
 

"Sono un mutaforma, mi rigenero con facilità."
 

"E' meglio che Demetri non lo venga a sapere."
 

"Quello sporco succhiasangue."
 

"Sei geloso Sam?"
 

"Non dire scemenze, io amo Emily."
 

"Allora perché ti da così fastidio, non sei felice per lei, almeno non starà più male per te."
 

Sam non parlava si limitò a fissarlo, quando un odore famigliare sopraggiunse alle loro narici. Demetri.
 

"E' meglio se ti allontani, questa volta non interverrò."
 

"Amore ho sentito la conversazione tra voi due, credi che Sam provi ancora qualcosa per lei?"
 

"Non ne sono sicuro, penso che provi dell'affetto, ma questo riguarda la sua parte umana. Forse è per questo che non riesce a staccarsi totalmente da lei."
 

Edward osservò Jacob, era insieme a Renesmee. Dell'imprinting non voleva saperne più di tanto, ancora non aveva capito bene di cosa si trattasse, ma di una cosa era sicuro, riguardava il mutaforma, non l'uomo.
 

Demetri era sopraggiunto in quel momento. Annusò l'aria. Sentì l'odore del licantropo e arricciò il labbro in segno di disgusto. Anche lui non era messo bene, le vesti stracciate e molte cicatrici invisibili però agli occhi di un comune mortale. Si era battuto contro tutto il branco e gli uomini della famiglia Cullen.
 

"Devo parlarti, ma prima..."
 

"Non ora Cullen."
 

"Riguarda Leah."
 

Edward aveva trovato la parolina magica per avere la piena attenzione del vampiro.
 

Si allontanò con lui, ma chiamò anche Renesmee. La piccola doveva mostrarli alcune "cose".
 

"Allora questo è l'imprinting."
 

"Si, ora puoi andare tesoro."
 

"No deve vedere anche il resto."
 

La bambina avvicinò ancora la mano alla guancia del segugio e lui vide, ma soprattutto senti tutto l'amore che Leah aveva per Sam, il suo immenso dolore, la sua rabbia, il suo odio per quello che era: un mostro che non poteva avere figli e che aveva rovinato la vita ai suoi famigliari; e per quello che non sarebbe stata: una madre e moglie felice.
 

Ma soprattutto avvertì la sua solitudine.
 

"Non so dirti ora com'è per lei, non l'ho ancora toccata dopo la sua nuova mutazione e l'imprinting."
 

Cullen osservò attentamente l'espressione dell'uomo. Ora era davvero difficile da decifrare: frustrazione, dolore, rabbia, umiliazione...
 

"Per quale motivo quando un mutaforma ha l'imprinting, si vede solo la sua parte animale."
 

"Perché è proprio quella parte a essere colpita."
 

"E quella umana?"
 

"No, o almeno non credo. Sam, la sua parte umana, sembra essere ancora legata a Leah..."
 

Un lampo di furia attraverso gli occhi di Demetri. Digrignò i denti e ringhiò.
 

"Papà..."

Carlisle entrò nel corridoio che dava verso l'uscita. Il branco e gli umani erano già fuori, ma loro dovevano aspettare che la luce solare si facesse più tenue.

"... com'è andata?"
 

"Non ha detto nulla, ma si capisce che non vuole rinunciare, a persino tirato in ballo l'amore sbocciato tra lei e Felix..."
 

Una smorfia di disgusto fece capolino sul suo volto.

"... almeno sono riuscito a convincerli a portarmi con loro. Partirò anch'io per il continente asiatico."
 

"No, non da solo."
 

"Andrà tutto bene Edward. Forse così riuscirò a convincere Didyme e Marcus ad..."
 

Il dottor Cullen si voltò un attimo, Demetri lo stava osservando, ma non sembrava particolarmente interessato alla loro conversazione. Dopo qualche minuto si allontanò.
 

"Che cos'ha."
 

"E' deluso, gli ho mostrato il modo in cui i licantropi trovano la loro anima gemella, e non è contento di vedere che Leah è costretta ad amarlo. Sperava in un sentimento più... più sincero, vero."
 

"Leah ha avuto quella cosa con lui? ecco perché ha attaccato Sam."
 

"Si e anche Seth con Jane, non so chi dei due sia stato il meno fortunato. Comunque Sam se le cercata, non doveva insultarla..."

"... quando parti?"
 

"Non appena saranno pronti anche loro."
 

"Dovrò dirlo agli altri."
 

"No, maledizione Edward non può partire da solo."
 

"Non credo che corra rischi."
 

"Come fai a dirlo."
 

"Didyme e Marcus, soprattutto quest'ultimo non farebbe mai del male a nostro padre, dopo tutto ha aiutato suo figlio quando ha avuto l'attacco epilettico. E non dimentichiamoci di Felix, è innamorato di sua figlia Sabrina."
 

Verso sera tutti i vampiri cominciarono a uscire di soppiatto dal Palazzo dei Priori. Il branco e gli umani erano già partiti da tempo. Aro aveva pagato loro le spese di viaggio. Soltanto i Cullen, i Denali e Jacob erano rimasti per salutare Carlisle prima della partenza.

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Capitolo 28
*** Dottore cattivo ***



Scusate il computer mi si è inchiodato ancora, ha cancellato tutto il lavoro è ho dovuto rifarlo. Uffa, uffa, uffa....

I nomi sono puramente casuali.



 

Gli ibridi pregavano per l'anima del loro maestro quando si ritrovarono addosso Corinne e Bree. Leah le aveva teletrasportate all'interno del vecchio tempio del villaggio. Tutto il posto era ormai abbandonato da tempo.
 

In seguito alla morte di Sihung non rimaneva più nessuno a proteggere gli abitanti di Hong-Xidi.
 

"Cosa..., cosa fate qua dentro, dov'è Leah..."
 

"... Corinne, oh no piccola."
 

La bambina era in piena crisi epilettica.
 

"E' stato un insetto, lei l'ho teneva in mano e lui l'ha punta e subito dopo ha incominciato ad avere le convulsioni... e poi e venuto lui... e gli insetti ci hanno attaccato e noi siamo venuti qua..."
 

Bree era terrorizzata.
 

"Tesoro, fai un bel respiro profondo e ricomincia tutto da capo."
 

"Stavamo cercando qualcosa di commestibile per Jake, quando un'ape si è appoggiata sulla mano di Corinne e dalla foresta sono usciti centinaia di insetti..."

"... Leah ha detto che non dovevamo preoccuparci perché erano venuti per dare il benvenuto a Corinne, però... però lei ha detto che c'era qualcosa che non andava perché non riusciva a sentirli telepaticamente..."

"... l'insetto che teneva in mano l'ha punta e lei ha incominciato ad avere degli spasmi..."

"... e poi è arrivato un uomo, no un vampiro..."
 

"Un vampiro hai detto!"
 

"Si, credo di si, aveva gli occhi rossi, ma il viso era leggermente deformato, aveva delle squame e un colorito verdognolo..."

"... gli insetti ci sono venuti addosso..."

"... e Leah ci ha spedito qua con il suo potere..."

"... ma lei è rimasta."
 

Annie abbracciò la piccola nel tentativo di calmarla, mentre Sabrina si occupava di Corinne.
 

"Ok, vado a vedere cosa succede, Bree sei in grado di indicarmi la direzione?"
 

La piccola annui. Stavano per uscire dal tempio quando Mike si accorse dello strano comportamento di Jake.
 

"Jake, che ti succede piccolo."
 

"Dottore cattivo, dottore cattivo..."



 

"Bene, siamo tutti pronti per partire, Carlisle noi ci spostiamo rapidamente, spero con tutto il cuore che tu tenga il ritmo. Mi dispiacerebbe lasciarti a metà strada."
 

Felix ridacchiava, sapeva bene perché il dottor Cullen voleva venire con loro. Sperava di ritornare negli Stati Uniti con appresso Sabrina e Jake. Al vampiro importava poco del piccolo ibrido, lui voleva la più grande.
 

Demetri era in testa, non aveva monitorato nessuno di loro ad eccezione di Leah.
 

Desiderava vederla. Da quando c'era stato quello scambio di sguardi durante la festa, il suo sentimento si era rafforzato, ma temeva anche che questo avesse a che fare con l'imprinting. Si chiedeva ora quanto di naturale ci fosse in quello che provava per lei e lei per lui. Ripensò al suo cuore spezzato, non voleva ferirla, voleva renderla felice, ma anche lui voleva esserlo.
 

Non aveva nessuno con cui parlare, perché nessuno sapeva molto dei licantropi, del loro modo di innamorarsi, se di innamoramento si trattava. Nemmeno gli stessi Figli della Luna sapevano molto dell'argomento. Ma nonostante questo seguivano quel tipo di istinto.
 

Anche Marcus era preoccupato. Temeva la reazione del figlio nel vederlo.
 

Le spose degli anziani invece, erano contente. Quello in quasi un anno era il quarto viaggio. Speravano che gli ibridi fuggissero ancora. Non c'era mai stato così tanto movimento nella loro vita.
 

Seth era in compagnia di Jane, con grande disappunto di Alec. Anche lui non vedeva l'ora di partire per rivedere Evan. Nonostante però fosse l'imprinting della ragazzina, era geloso del rapporto che c'era tra sua sorella e il giovane mutaforma. L'affetto che lo legava alla sorella era saldo e andava avanti da molti secoli. Senza contare che lei era la sorella specchio.
 

Uscirono a notte fonda non prima di aver fatto un'abbondante "bevuta". Al dottor Cullen toccarono i cani e i gatti randagi di Volterra, e qualche topo di fogna.
 

"Amico mio, non avresti di questi problemi se ti nutrissi come un qualsiasi normale vampiro."
 

"Non hai paura che vi scoprano dopo questa strage?"
 

"Certo che no, guardali, sono solo un gruppo di Scout, di chissà quale città."



 

Mike sondò l'aria, dopo la rivelazione di Jake decise di lasciare i piccoli in compagnia di Sabrina. Sentiva l'odore dolce e speziato di Leah, ma anche un puzzo disgustoso. Qualcosa che ricordava il fango e la muffa, e il cadavere di qualche animale in putrefazione.
 

Calpestò qualcosa, quando lo guardò meglio vide che si trattava di un insetto, anzi centinaia di insetti, morti. Dal loro corpo usciva una sostanza verdognola. Alcuni erano ancora vivi e rantolavano per il dolore.
 

Ne raccolse alcuni e annuso. Sapevano di vomito.
 

Sono stati creati da lui o cambiati, ma come diavolo ha fatto, sono solo insetti. Possibile che sia diventato più pericoloso. Maledizione.
 

"Buongiorno 2357."
 

Mike girò di scatto la testa e lo vide, il dottor Morte. Ma era diverso da come se lo ricordava. Sembrava più alto e più muscoloso, la sua pelle era bianca ma con una sfumatura verdognola e aveva... delle squame. Alcune sul viso, altre sulle mani.
 

Non può averlo fatto, ha modificato la sua struttura.
 

Mike era disgustato e terrorizzato, ora non sapeva bene chi si trovava davanti. Da quanto tempo faceva degli esperimenti sul suo corpo? e poi perché cambiare, era un vampiro, una creatura della notte, o quasi.
 

Il ragazzo non si accorse che altri insetti si erano avvicinati.
 

"Non abbracci il tuo creatore?"
 

L'uomo allargò le braccia e sorrise malevolo. La sua dentatura era giallognola e appuntita. Tutta la bocca era dentellata. Un rivolo di bava nerastra e puzzolente sporcò appena gli angoli della bocca... larga.
 

Mike si guardò attorno e finalmente li vide. L'ibrido riuscì a malapena a inviare un messaggio telepatico a Sabrina...
 

Scappate, scappate il più lontano possibile... tornate a Forks o a Volterra se necessario... Sabrina, Annie vi affido i piccoli, non veniteci a cercare.
 

"Non sei felice di rivedermi 2357?"
 

"Dovrei..."

"... toglimi una curiosità che cosa ti sei iniettato."
 

"D.N.A. rettiloide."
 

"Davvero, e io che pensavo a quello della rana dalla bocca larga."
 

Detto questo Mike si accasciò a terra in preda a una violenta crisi. Più di un insetto lo aveva punto e il messaggio telepatico aveva fatto il resto.



 

Scusate l'ho rifatto e temo neanche bene (è anche corto). Vorrei sapere però se la storia piace anche agli altri che la seguono. Fatemi sentire la vostra presenza, basta anche un ciao ciao nella casella e-mail di efp (e magari qualcosina in più).

Grazie a Controcorrente e Howrse e a Forghitt... scusa non è facile da ricordare... dove sei finita...

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Capitolo 29
*** Bisogno primario ***



I serpenti sono presi pari, pari dal film Kill Bill vol. 1 e 2, gli altri nomi sono puramente casuali.





"Mike... Mike svegliati..."
 

"Leah, Dio ti ringrazio sei viva."
 

"Si, ma mi sento così debole."
 

"Ricordi qualcosa?"
 

"Solo centinaia di insetti e un uomo, almeno credo. Poi tutto è diventato scuro..."

"... mi sono ritrovata qua e in un angolo ho visto te, dormivi profondamente..."

"... ho provato più di una volta a svegliarti."
 

Mike si alzò, anche lui era molto debole.
 

"Abbiamo avuto una crisi epilettica. Nel nostro caso, ci indeboliscono molto."
 

Il ragazzo si guardò attorno.
 

"Siamo dentro un caseggiato. Dallo stile deve essere dell'epoca della dinastia Ming..."

"...forse so dove ci troviamo, deve essere il villaggio di Gu-zi-hou..."

"... è a una cinquantina di km da Hong-Xidi."
 

"Chi ci ha portato qua?"
 

"Il mostro che ha modificato te e tuo fratello e ha creato noi..."

"... quel pazzo ha cambiato anche la sua struttura."
 

"Che stai facendo."
 

"Voglio essere sicuro che non ti abbia iniettato qualcosa..."

"... vedi le mie sorelle e io non abbiamo solo D.N.A. di vampiro e licantropo..."

"... ha usato anche quello di qualche animale."
 

Uno strano rumore li fece sussultare.
 

"Che cos'è stato, sembrava un lamento."
 

"Più che un lamento era un ringhio, non ci siamo solo noi..."

"... temo che il dottor Morte abbia creato altri ibridi..."

"... teniamoci pronti quelle cose divorano tutto, vampiri compresi."
 

"Bene, vi siete svegliati."
 

"Dottore."
 

Mike osservò attentamente la figura che si stagliava dinnanzi a loro. Si accorse che gli arti erano più lunghi del normale. Non sapeva dire però se durante l'ultimo incontro erano già così. Diede un'occhiata al viso, stavolta era sicuro, aveva più squame.
 

Anche l'andatura era cambiata, sembrava strisciare più che camminare.
 

Il ragazzo voleva capire quanto era diventato pericoloso.
 

"Mi tolga una curiosità dottore cosa si è iniettato di preciso."
 

"Ho usato una combinazione di diversi geni rettiloidi, serpenti per l'esattezza."
 

"Che tipo di serpi?"
 

"Mamba nero, Mocassino Acquatico, Serpente Montano della California, Testa di Rame, Crotalo Cerastes."
 

Perfetto i predatori più temibili.
 

Un altro urlo echeggiò nell'aria.
 

"I miei figli, sono affamati. Sai 2357 sono stato costretto a lasciarli a digiuno per qualche giorno."
 

"Siamo il loro pasto."
 

"Qualcosa del genere ragazzo mio."
 

Stava per andarsene quando Mike richiamò di nuovo la sua attenzione. Il dottor Morte, girò di 360° la testa. Leah era disgustata e inorridita.
 

"Si 2357."
 

"Non le ha trovate vero?"
 

"Ti piacerebbe saperlo."
 

"Perché ti chiama con un numero, hai un nome."
 

"Un nome?"
 

"Lascia stare tesoro, è il mio numero di matricola e comunque Mike è uno dei tanti alias che ho utilizzato. Un po' come il dottor Morte."
 

"Dottor Morte, è così che mi chiamate. Io vi ho dato la vita..."

"... sono il vostro creatore..."
 

"Eretico."
 

Il vampiro, o quello che rimaneva, socchiuse gli occhi fino a ridurli a due lame sottili. Inclinò gli angoli della bocca e si allontanò.
 

Mike guardò il pavimento impolverato, una lunga striscia faceva capolino sul piano.
 

Come temevo, le sue gambe, non hanno più nulla di umano.
 

"Sei stato davvero bravo."
 

"Cosa?"
 

"Hai mantenuto la calma per tutto il tempo."
 

"In realtà avevo una fifa blu..."

"... ora muoviamoci, cerchiamo un modo per uscire sani e salvi da qui..."

"... l'unica nota positiva è che tuo fratello è rimasto a Volterra, mentre non ha trovato le ragazze."
 

"Come fai a saperlo, lui non ha detto niente."
 

"Quando si irrita serra sempre la bocca, lo ha fatto anche prima."
 

"Credi che riusciremo a scappare? voglio dire quel pazzo ha deciso di darci in pasto ai suoi "figli"."
 

"No, non è così. Gli ibridi con la i maiuscola sono pochi. La maggior parte sono mostri difficili da controllare, anche per lui. Credo voglia solo testare i nostri progressi. Vuole vedere fin dove possiamo arrivare..."

"... non ho mai capito le intenzioni di quel vampiro, ne i suoi esperimenti, nonostante il mio cervello sia molto sviluppato, grazie hai geni lupini."
 

"Geni lupini?"
 

"Non lo sai, i mutaforma hanno un'intelligenza fuori dalla norma."
 

"Sei sicuro?"
 

"Il fatto che quell'Uley e i suoi discepoli non capiscono niente, non vuol dire che i Figli della Luna siano dei cretini, tutt'altro..."

"... chissà forse l'intelligenza salta qualche generazione, per fortuna a te non è successo questo."
 

"Non sono così intelligente, e poi come fai a conoscere Sam?"
 

"Non lo conosco, me ne ha parlato Renesmee, lei per te ha una vera è propria adorazione."
 

"Nessy è un vero tesoro, ma è troppo buona, io non sono così."
 

"Oh si che lo sei, in soli 6 mesi hai imparato molto, soprattutto le arti marziali..."

"... al mio maestro saresti piaciuta molto..."

"... peccato per tuo fratello, è un testone..."
 

Leah rise, ma subito dopo abbassò la testa. Una lacrima solitaria scese sulla guancia.
 

Pensa positivo, tuo fratello è al sicuro, spero.
 

"Leah."
 

"Si."
 

"Dobbiamo andare ora."
 

"Per quanto tempo abbiamo perso conoscenza?"
 

"Dipende dalla durata della crisi, se dura 30 minuti, dormiamo per almeno 12 ore, ma se dura 1 ora, allora abbiamo bisogno di 24 ore."
 

"E' già passato un giorno."
 

"Si."
 

"Senti questo rumore."
 

"Si, si sta... si stanno avvicinando due creature, e dal suono che fanno devono avere una bella..."

Due enormi cani fecero la loro comparsa su entrambi i lati della strada principale del villaggio.

"... stazza, appunto."
 

"Hanno tre teste e... che schifo una lingua biforcuta come i serpenti."
 

"Stai tranquilla, queste cose sono grandi, ma anche le meno ripugnanti che ho visto finora..."

"... Leah osservale attentamente che cosa noti."
 

"Che sono orrende."
 

"Noo, guarda le teste e dimmi cosa vedi."
 

La mutaforma seguì il consiglio di Mike e cominciò a osservare attentamente le due bestie.
 

"La testa centrale, sembra... sembra l'unica che ragioni, le altre due sono feroci, ma anche più addormentate, credo."
 

"Esattamente, probabilmente quelle in centro hanno un cervello completo, mentre le altre due no..."

"... ho un'idea, se queste sono affamate forse litigheranno per averci, con un po' di fortuna una ucciderà l'altra..."

"... non sembrano veloci, attiriamo la loro attenzione, caricheranno con più forza."
 

I cani a tre teste aumentarono la falcata.
 

"Tieniti pronta, ORA."
 

Il piano di Mike funzionò.
 

"Ora filiamo, prima che decidano di dividere il pasto come due bravi fratelli."
 

Si erano allontanati, ma ancora si sentivano i ringhi di quei mostri.
 

"Finora, sta andando bene, forse quelle erano gli unici ibridi che il dottor Morte ha mandato contro."
 

"No, lo conosco fin troppo bene, c'è ne sono..."

"... LEAH."
 

Qualcosa aveva ferito la ragazza colpendola al braccio sinistro e procurandole una brutta escoriazione.
 

Da una delle case in legno uscì un ibrido che ricordava un Alien. Gli arti erano lunghi e sottili come quelli dei ragni. Il torace era piuttosto grosso e come tutto il corpo ricoperto da una corazza nera.
 

L'andatura dinoccolata e curva. L'essere alzò un poco la testa mostrando due orbite oculari come quelle dei camaleonti. Quando aprì la bocca uscì una lingua lunga e vischiosa.
 

Quella cosa provò a colpire diverse volte gli ibridi con quella che sembrava la sua unica arma. Riuscì a sferrare solo cinque attacchi a frusta. Poi abbasso ancora la testa. Sembrava una fisarmonica.
 

"Mike è una mia idea ho non è in grado di tenerla alzata per l'ungo tempo."
 

"E' il collo tesoro, è troppo esile e sottile..."

"... cerchiamo di colpirlo ripetutamente, vediamo di farlo arrabbiare così tanto da tenere la testa alta per più tempo..."

"... così facendo l'osso del collo si dovrebbe spezzare."
 

Mike e Leah colpirono la creatura con attacchi rapidi e fulminei, finche il mostro non emise un lamento seguito da un rumore di ossa rotte. Stramazzò al suolo.
 

"E anche questa è anda..."
Un ronzio cominciò ad alleggiare nell'aria.

"... magnifico arrivano gli insetti mutanti."
 

Leah notò delle pietre focaie. Sapeva che gli insetti erano infastiditi dal vento e dal fuoco. Cercò anche qualcosa da bruciare. Trovò dei lunghi bastoni in legno e del tessuto. Con quelli la ragazza costruì delle torce molto rudimentali.
 

"E brava la mia Leah, hai avuto un ottima idea."
 

"Il rumore proviene da questo caseggiato."
 

Entrarono. Il posto era pieno di uova e centinaia di piccoli, ma pericolosi insetti.
 

"Come ha fatto a modificarli."
 

"Forse non l'ha fatto, sarebbe stato impossibile anche per lui. No credo che gli abbia creati..."

"... Leah strofina le pietre e crea qualche scintilla. Fai in modo che colpiscano parti infiammabili della casa, poi chiudi velocemente la porta."
 

"Funzionerà!"
 

"Speriamo."
 

Con questo piccolo stratagemma diedero fuoco al suddetto edificio e a molti altri. Al loro interno si sentivano grida disumane. In alcuni casi alcune creature nemmeno troppo grandi, ma altrettanto pericolose uscivano in preda alla paura, mentre il fuoco li ardeva vivi.
 

"Bene e anche queste sono..."
 

Uno dei cani a tre teste, il più grande era riuscito a sopraffare l'altro. Si muoveva a fatica, aveva diverse ferite sul corpo. Le più profonde alla giugulare della testa a sinistra e al ventre.
 

"Non si regge nemmeno in piedi, cosa lo spinge ad avanzare."
 

"Il bisogno primario Leah, quello di nutrirsi."
 

Mike trovò una vecchia lancia. Prese bene la mira e colpì la testa centrale della bestia.
 

Questa barcollò e cadde a terra.
 

"E' sistemata?"
 

"Si, le altre due teste non fanno un cervello."
 

"Sei stato davvero bravo."
 

"Dillo ancora. Comunque se vuoi saperlo ho usato la famosa Botta di Nevers, conosciuta anche con il nome di Botta del Cavaliere di Legardére. Si tratta di un colpo di punta tra i due occhi. C'è un punto molle, facile da trapassare."
 

"Non ti facevo così vanitoso."
 

"E non sai quanto."



 

Ok, ditemi se vi piace... per favore fatevi sentire...

c'è nessuno

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Capitolo 30
*** Stanno arrivando ***


Sono sempre in ritardo: TANTI AUGURI per gli esami di fine anno.



 

A metà percorso i Volturi fecero una sosta per nutrirsi. I loro occhi erano ridiventati neri come la pece. Anche quelli di Carlisle.
 

Dato che non si trovavano a Volterra le loro leggi potevano farsi benedire. Avrebbero morso chiunque e così fecero. Al povero dottor. Cullen toccarono di nuovo cani è gatti randagi.
 

"Amico mio, spero con tutto il cuore che quelle bestiole ti sostengano a sufficienza. Sai i tuoi occhi non sono del tutto dorati."
 

"Me li farò bastare Aro."
 

Marcus si avvicinò all'uomo.
 

"Se vuole posso provare a procurarle qualche altro animale."
 

"Non vorrei creare..."
 

"Non si preoccupi, faccio la stessa cosa per la mia Didyme...."

"... per lei non è semplice ritornare alle vecchie abitudini..."

".... intendo dissanguare qualcuno, che sia un uomo ho un animale."
 

Carlisle osservò la moglie dell'anziano. Anche se la vittima non era una persona, si sentiva comunque disgustata dal dover affondare i denti sulla tenera carne di quelle bestiole.
 

"Ti ringrazio molto Marcus."
 

Quando alla fine furono tutti rifocillati, ripresero la marcia. Erano in viaggio da almeno due giorni. Anche Carlisle e Marcus si erano appena mossi quando il cellulare del dottor. Cullen cominciò a squillare.
 

Si fermarono tutti piuttosto spazientiti, anche il padre di Annie, ma non appena vide l'oggetto in mano all' "amico" fu preso dalla sua solita curiosità.
 

"Pronto."
 

"Papà sono Jasper, Alice ha avuto una visione, ha visto Bree e... teme che sia accaduto qualcosa agli ibridi, forse... forse c'entra il vampiro che chiamano dottor Morte."
 

"IL DOTTOR MORTE."
 

"Ci sono problemi Carlisle."
 

Il tono di Aro era serio, l'espressione di Demetri decisamente preoccupata.
 

"Forse il... il Duca Scienziato si trova nel continente asiatico, temo che i ragazzi siano in pericolo."
 

La voce del capofamiglia dei Cullen tremava, aveva paura per loro, per Sabrina e Jake.
 

Aro diede ordini precisi ai suoi, dovevano aumentare la velocità.



 

"Da quanto tempo siamo in viaggio Sabri."
 

"Da quasi due giorni, piccola."
 

Sabrina osservò Bree. Gli occhi della bambina immortale si erano scuriti ed erano cerchiati da pesanti solchi neri.
 

"Facciamo una pausa, Bree, Jake e Corinne devono nutrirsi. Evan anche tu devi mangiare."
 

"Io posso resistere..."
 

"No, sei piccola."
 

"Posso resistere come te, Annie e Mike."
 

"No, e poi se succedesse qualcosa, il tuo potere potrebbe essere utile."
 

Sabrina e Annie si morsero i polsi fino a squarciarli. Poi li poserò accanto alle loro bocche. La figlia dei Cullen nutrì Bree e Jake, mentre quella di Aro pensò a Corinne e Evan.
 

Quando finirono si accasciarono in preda alle convulsioni.
 

Le tre bambine erano spaventate, mentre Jake era l'unico tranquillo. Evan si avvicinò al ragazzino e gli pulì la bocca. Subito dopo Jake prese una pietra e cominciò a scrivere su dei massi.
 

"Che cosa sta facendo."
 

"E' il suo modo di comunicare..."

"... Jake mi fai vedere cosa scrivi?"
 

Il piccolo si scostò appena.
 

"Sono numeri?"
 

"Si è una specie di codice, lui comunica in questo modo."
 

"E cosa dice?"
 

"Stanno arrivando."



 

Demetri si muoveva rapido nella boscaglia. Era pieno giorno ma gli alberi della foresta nascondevano bene i vampiri. Si muovevano di notte solo se si trovavano nelle vicinanze di un luogo abitato.
 

Un alito di vento porto diversi odori alle loro narici: miele, acqua marina, muschio e legno..., l'unico profumo simile al loro era quello che sapeva di uva sultanina. I comuni vampiri profumavano di frutta o fiori.
 

Aro sorrideva aveva già sentito quei sentori, sapeva che erano vicini, ma più avanzava, più si rendeva conto che mancavano due fragranze, quella di Mike e quella di Leah. Il sorriso si affievolì appena.



 

"MIKE E LEAH..."
 

Gridò con entusiasmo Bree.
 

"Sono loro, stanno tornando."
 

La bambina immortale sentì uno scricchiolio, come se qualcuno calpestasse dei rametti e si voltò sorridendo verso la fonte del suono.
 

"Oh ma che carina questa piccola, guardate con che bel sorriso gioioso ci sta accogliendo."
 

Aro sorrideva in maniera affabile, mentre quello di Bree si spegneva lentamente.
 

I Volturi circondarono i ragazzi. Felix osservava Sabrina, non riusciva a capire il suo comportamento. Carlisle quando la vide corse al suo capezzale e chiese da quanto durava la crisi epilettica.
 

"Quasi mezz'ora signor Cullen."
 

Rispose Evan.
 

Aro guardava sua figlia. Sapeva che cosa avevano le due ragazze solo perché lo aveva visto 6 mesi fa toccando diversi membri del clan Cullen, ma non sapeva bene quanto fosse grave il problema.
 

"Amico mio dimmi, si rimetteranno?"
 

"Si, non è la prima volta. Devono riposare però."
 

Carlisle prese il polso della figlia. La ferita era già rimarginata, ma l'uomo capì perfettamente che cosa avevano fatto.
 

Benedette ragazze
 

"Che cos'ha Cullen, perché quella ferita."
 

"Lei ed Annie hanno nutrito le più piccole Felix."
 

"Nutrito."
 

"Si il loro sangue come tutto il resto del corpo si può rigenerare."
 

Felix guardò a bocca aperta Carlisle. Anche Caius si era avvicinato, non riusciva a credere a quello che vedeva. Gli ibridi "donavano" il loro sangue.
 

"Perché quei movimenti così bruschi quasi scattosi."
 

"Sono causati dall'epilessia Caius..."

"... è un problema neurologico che colpisce l'encefalo..."
 

"In parole povere amico mio."
 

"Quando gli ibridi arrivano quasi a dissanguarsi Aro, o usano determinate facoltà mentali, hanno questi violenti attacchi che partono dal cervello e colpiscono il sistema nervoso centrale."
 

Felix e Caius erano preoccupati così come Aro, ma quest'ultimo aveva anche un'espressione di pura curiosità che non riusciva proprio a nascondere.
 

Carlisle scosse il capo.
 

"Le convulsioni si stanno affievolendo, ora devono riposare per circa 12 ore."
 

"DODICI ORE..."
 

"Non si è ancora accorto che manca Leah."

Il segugio era furente. Sentiva chiaramente che la ragazza non si trovava nei paraggi.

"... non possiamo rimanere qua dobbiamo cercarla."
 

"Mi dispiace Demetri, ma non possono muoversi, non in queste condizioni."
 

Maledizione.
 

"Maestro la prego mi dia il permesso di andare a cercare la ragazza."
 

"Permesso accordato mio caro ragazzo, ma aspetta solo qualche minuto."
 

Maledizione.
 

Il segugio era irritato, si girò appena e incrociò lo sguardo di Seth. Finora il fratellino minore di Leah era rimasto in silenzio. Teneva per mano Jane. Non sembrava minimamente preoccupato per la sorte di sua sorella. Questo non fece altro che aumentare la rabbia della guardia.
 

L'anziano intanto si era avvicinato a Evan e le prese la mano. Alec trasalì. Da quando i Volturi avevano trovato gli ibridi il ragazzo non aveva smesso di fissare la ragazzina. Non si era ancora avvicinato.
 

Aro lesse nella mente della piccola grazie alla telepatia tattile.



 

Scappate, scappate il più lontano possibile... tornate a Forks o a Volterra se necessario... Sabrina, Annie vi affido i piccoli, non veniteci a cercare.



 

Maledizione.



 

Ok ragazzi, sono a pezzi caldo è umidità sono una combinazione micidiale...

... al solito recensite per favore...

... siate buoni se potete, ma ricordate accetto tutto tranne gli insulti.

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Capitolo 31
*** Io sono Dio ***



Ogni volta è un terno all'otto. Ho sempre paura di non riuscire ad andare avanti con la storia e di lasciarla a metà...



 

Demetri riprese la sua corsa, al suo fianco Marcus e altri membri meno importanti della guardia.
 

Carlisle era rimasto accanto alla figlia e a Jake. Felix non si staccava mai da lui e questo lo infastidiva molto.
 

Voleva portarla a Forks insieme al piccolo ibrido, ma i loro poteri facevano troppa gola ad Aro e Felix non avrebbe mai lasciato la ragazza.
 

Il capo del clan Volturi intanto bombardava di domande Evan, Corinne e Bree, e osservava con curiosità Jake. Il fatto che il bambino riuscisse a predire il futuro attraverso i numeri e vedesse tutte le connessioni annesse, era una cosa assai inusuale nel mondo vampirico. Così come i poteri degli ibridi, soprattutto quelli non connessi alla mente.
 

Ogni tanto l'anziano guardava con dolcezza la figlia. Ormai la crisi era passata da un pezzo e la ragazza riposava tranquillamente. Notò che il polso non presentava più nessun segno, nemmeno una cicatrice. La ferita si era perfettamente rimarginata.
 

Anche Caius non distoglieva lo sguardo da Annie. Nessuno fece caso a questo atteggiamento tranne Athenadora. La donna non era addolorata, oramai facevano coppia solo per abitudine. Non c'era più niente che li legasse.
 

Quando Athenadora conobbe Marcus era già una vampira. Si era unita a lui perché si sentiva sola.
 

Sulpicia conversava amabilmente con Didyme e cercava di tranquillizzarla. La vampira provava un po' di invidia per l'amica, perché era riuscita ad avere un figlio. Sperava anche lei in questo piccolo miracolo. Un figlio suo e di Aro.
 

Sapeva che la curiosità del marito poteva spingerlo a provare e riprovare.
 

Santiago era accanto a Serena, la sorella di Nahuel. Stavano insieme da qualche mese. Aro dopo l'assassinio del loro padre biologico aveva dato in sposa le ragazze ad alcuni membri della guardia.
 

Mentre le altre relazioni non erano decollate come sperava l'anziano, quella tra Santiago e Serena andava molto bene. Ora poi che avevano capito di poter avere dei figli, non vedevano l'ora di avere un piccolo Volturo. Sapevano però che dovevano chiedere il permesso al loro maestro.
 

Alec guardava Evan, non aveva ancora avuto il coraggio di avvicinarsi da quando l'aveva vista di persona, alla festa. Qualche volta si voltava per dare un'occhiata alla sorella. Era geloso nonostante l'imprinting.
 

Jane e Seth erano deliziosi a una prima occhiata, due ragazzini alle prese con la loro prima cottarella. La bambina immortale sorrideva dolcemente al mutaforma. Quest'ultimo le stava raccontando tutte le leggende dei Quileute. Le regole andavano a quel paese quando si trattava dell'oggetto del proprio imprinting.
 

E non solo in quel frangente.
 

I mutaforma avevano l'abitudine di cambiare la legge quando faceva comodo loro. Ma questa cosa era riservata solo ai membri maschili del branco.
 

Leah aveva stravolto tutto questo decidendo di partire con gli ibridi.



 

Il sole cominciò a sorgere quando Demetri notò un piccolo agglomerato di case in legno in fiamme.
 

Il vento portava diversi odori sgradevoli. Ma tra questi ne riconobbe due: quello fresco e pungente di Mike, e quello dolce e speziato della sua Leah.
 

Sorrise dolcemente, il pensiero di rivederla lo riempiva di gioia. All'asservimento amoroso avrebbe pensato poi.
 

Anche Marcus era emozionato, stava per riabbracciare suo figlio.
 

Quando entrarono al villaggio molti edifici erano ormai distrutti. L'aria era diventata irrespirabile, ma per i vampiri non era un problema.
 

L'unico inconveniente erano i fumi che oscuravano tutta l'area circostante. Dovettero andare a tentoni e nel contempo evitare il fuoco.
 

Ogni tanto si imbattevano in uno dei mostri creati dal dottore. Per fortuna erano tutti deceduti.
 

Un rumore e alcune grida li fecero sussultare.
 

Acuirono ancora di più il senso dell'udito per trovare la fonte di quei suoni.
 

Ricominciarono a muoversi non senza difficoltà. Alla fine arrivarono nei pressi di un grande edificio in legno.
 

Ha una prima occhiata era fin troppo grande per un paese rurale come quello. L'architettura era di tipo vernacolare, e caratterizzata da una simmetria orizzontale. L'insieme era pesante e sovrastato da una grande tetto spiovente che sembrava galleggiare sulle poco evidenziate pareti verticali.
 

Ai lati dell'immenso edificio si trovavano due pagode anch'esse in legno che seguivano una simmetria verticale. Erano costituite da diversi piani dotati di un tetto a falde spioventi con gli spigoli inferiori piegati verso l'alto.
 

Mentre l'edificio principale aveva forma rettangolare, le pagode avevano forma ottagonale.
 

I colori erano stati rovinati dal tempo, si intravedeva appena il verde muschio e il rosso mattone.
 

Nel portico troneggiavano due statue di animali. Anche senza la testa si capiva che raffiguravano due leoni. L'entrata invece era sormontata da due pesanti colonne in legno e decorate con una scultura che raffigurava un dragone.
 

Quando entrarono Marcus capì a cosa era adibita l'architettura vedendo delle statue che raffiguravano gli esponenti delle tre dottrine: taoismo, confucianesimo e buddismo. Vi erano anche statue che raffiguravano i "geni" della terra, del fuoco, dell'aria e dell'acqua. Più altre divinità inferiori che rappresentavano il cosmo.
 

Si trattava di un tempio. Vista la mole del santuario, doveva essere stato costruito allo scopo di riunire tutti gli abitanti dei villaggi della regione.
 

Qualcosa volò incontro ai Volturi. Lo schivarono per un pelo. Erano pronti ad attaccare quando si accorsero che quella cosa era Mike.
 

L'ibrido si rialzò, perdeva molto sangue. La stanza cominciò a profumare intensamente di erba tagliata. Fece qualche passo quando un oggetto lungo e appuntito lo trapassò da parte a parte.
 

"MIKE!!"
 

Suo padre corse al suo capezzale. Gli sfilò la lancia dal corpo e abbracciò il ragazzo.
 

"Non dovevate mettervi contro di me figli miei."
 

Il dottor Morte era ancora nell'ombra, si sentiva solo la sua voce.
 

Quando apparve rimasero tutti inorriditi. Non aveva più niente di "umano". I Volturi non riuscivano a credere a quello che vedevano. Da vampiro il "Duca Scienziato" era molto affascinante.
 

Ora aveva l'aspetto di un uomo rettile. La cosa più spaventosa era la sua mole. Persino Felix dall'altezza dei suoi due metri avrebbe avuto timore del dottore.
 

Dall'alto dell'edificio videro una figura minuta saltare sopra il mostro.
 

Leah aveva trovato una catena. Riuscì ad avvolgerla attorno al collo della bestia e cominciò a strangolarla. Quel mostro cominciò a colpire la schiena della ragazza con la coda.
 

I colpi erano simili a delle frustate, ma più possenti.
 

Alla fine la ragazza lasciò la presa e cadde a terra. I colpi le avevano fratturato la spina dorsale.
 

"LEAH."
 

Demetri scattò in avanti, riuscì a schivare un attacco del dottore e si avvicinò al corpo della mutaforma. Altrettanto rapidamente ritornò con il suo corpo tra le braccia accanto a Marcus.
 

Gli altri membri della Guardia, si scagliarono contro la creatura, ma furono decapitate di netto dalla sua coda. I loro corpi si muovevano ancora, strisciando sul pavimento cercavano di raggiungere le loro teste.
 

Quella cosa immonda sorrideva compiaciuto.
 

"Più forte dei vampiri e dei licantropi..."

"... e più forte dei miei stessi figli..."

"... io sono Dio."
 

Il segugio e l'anziano tenevano stretti gli ibridi.
 

Dietro di loro sentivano che l'incendio stava divampando. Presto le fiamme avrebbero lambito anche il tempio.
 

"Signore, forse c'è un modo per uscire vivi da qua dentro..."
 

Demetri fece presente a Marcus che tutta la struttura era sostenuta da colonne in legno portanti. Dovevano solo distruggerle e tutto l'edificio sarebbe crollato come una castello di carte seppellendo per sempre gli orrori in esso contenuti. Il fuoco avrebbe fatto il resto.
 

Il vampiro più grande lasciò il capezzale del figlio, mentre quello più giovane prima di posare dolcemente il corpo della ragazza le sfiorò il viso con piccoli e lievi baci.
 

"Andrà tutto bene, il dottor Cullen saprà cosa fare."
 

Sussurrò.
 

Non fu difficile buttarle giù, dentro il legno era marcio.
 

Fu tutto molto rapido: la loro fuga, il crollo del santuario e l'incendio.



 

Glossario

Architettura Vernacolare: detta anche spontanea, quando non è possibile associarla ad un progettista in particolare. Viene detta anche anonima, rurale, nativa...;

Pagode: torri costruite a scopo religioso;

Geni: spiriti della natura associati ai 4 elementi. Avevano forma di animale e proteggevano i villaggi.

Allora ho fatto un bel pot-pourri con la "religione" Cinese. Non me ne volete.

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Capitolo 32
*** Voglio di più... molto di più ***



I Volturi erano riusciti a trovare una grotta abbastanza grande dove rifugiarsi. Con Sabrina e Annie appena ridestatesi e Leah e Mike ancora incoscienti non potevano tornare a Volterra.
 

Carlisle avera risistemato la schiena della mutaforma e il potere rigenerante della ragazza aveva fatto il resto. Ora riposava tra le braccia di Demetri.
 

Il segugio si beava della compagnia della ragazza, del suo bel viso addormentato e del suo profumo.
 

Anche Mike riposava tranquillamente sotto lo sguardo premuroso dei suoi genitori. La ferita era perfettamente guarita.
 

Alec trovò il coraggio di avvicinarsi a Evan.
 

"C... ciao."
 

"Ciao."
 

Rimase a fissarla per un po'. La ragazzina era decisamente imbarazzata.
 

"Mi... mi chiamo Alec."
 

"Evan."
 

Alec non sapeva bene come comportarsi. Si era preso una bella cotta ed era una novità per lui, al contrario sua sorella era molto spigliata con Seth.
 

Il ragazzino non era ancora andato da sua sorella, troppo preso dalla sua vampira. Jane se ne approfittava un po', lo metteva alla prova, voleva vedere fino a che punto arrivava la fedeltà del suo "fidanzatino".
 

Il dottor Cullen si divideva tra i suoi figli e gli altri ibridi. Osservò attentamente Bree. Aro non avrebbe lasciato andare nessuno di loro ad eccezione della bambina immortale. L'unica senza poteri.
 

Sospirò e guardò il suo cellulare. Non c'era campo.
 

Le vampire italiane facevano salotto, mentre Athenadora si era messa in disparte con Caius per discutere sul da farsi.
 

Felix era accanto a Sabrina e Corinne. Sorrideva in maniera idiota, totalmente perso. La ragazza era imbarazzata dal modo in cui la guardava, ma anche lusingata.
 

Era difficile per Sabrina passare inosservata data l'altezza e le sue forme generose come quelle della madre, ma nonostante tutto era sempre riuscita a non attirare troppo l'attenzione su di lei. Trucco poco appariscente, abiti semplici, nessun'atteggiamento da: "sono la più bella del mondo".
 

Non aveva mai cercato un ragazzo, nemmeno uno immortale e ora se ne ritrovava uno che la guardava come se lei fosse una dea discesa in terra solo per lui.
 

Felix era un tipo che si prendeva quello che voleva, come Demetri, ma i suoi modi erano più burberi, meno delicati del segugio, ma ugualmente efficaci, soprattutto con le mortali.
 

Il vampiro per ora si limitava a parlare tranquillamente con lei e a lanciare occhiate trionfanti al padre della ragazza.
 

Considerava i Cullen degli stupidi per il loro modo di vivere, per tutta la considerazione che avevano dei mortali e per la loro amicizia con i cani da guardia.
 

Ora però si rendeva conto che qualcosa doveva cambiare, dopotutto la donna di cui si era innamorato era la figlia di Carlisle e per metà era un licantropo. Senza contare che lei aveva molta considerazione della vita umana e animale, visto anche il suo modo di nutrirsi e nutrire.
 

Aro era al fianco di sua figlia, non parlavano, non c'era bisogno. L'anziano teneva stretta la mano di Annie.
 

Quando intravide il dottor Cullen si staccò qualche minuto da lei.
 

"Carlisle amico mio, dobbiamo parlare."
 

Quel sorriso affabile e falso, avrebbe voluto strapparglielo a morsi.
 

"Spero che tu ti renderai conto che Sabrina e Jake non possono tornare con te a Forks."
 

Il vampiro strinse i pugni, ma cercò di mantenere la calma. Era solo contro tutta la guardia.
 

"Mi rendo conto che per te e la cara Esme sarà un sacrificio enorme dover rinunciare a loro."
 

"Vieni al punto Aro."
 

Il tono era secco e duro.
 

Aro socchiuse gli occhi, si voltò un attimo e vide sua figlia che lo guardava. Doveva aver intuito qualcosa o sentito visto che i sensi degli ibridi erano molto più sviluppati dei vampiri e dei licantropi.
 

"Potrete venirli a trovare tutte le volte che vi aggrada, senza nemmeno avvertirci, e loro potranno fare lo stesso con voi..."

Carlisle guardò sorpreso Aro. Per la prima volta aveva notato della sincerità nelle parole e nell'espressione seria dell'uomo. Ma durò poco.

"... oppure potete trasferirvi tutti a Volterra..."

"... anche il cane da guardia che ha avuto l'imprinting con tua nipote, può venire anche lui..."

"... naturalmente quando Sabrina e Felix si sposeranno sarete tutti invitati, anche i mortali, se vogliono venire, saranno accolti calorosamente..."

"... questo vale per tutti i futuri matrimoni che ci saranno a Volterra."
 

L'espressione gioviale e ipocrita del vampiro ritornò prepotentemente.
 

Cominciavo a preoccuparmi.
 

Il vampiro ritornò da sua figlia, mentre il dottor Cullen andò a vedere le condizioni di Mike.
 

Ogni volta che lo vedeva, Marcus lo abbracciava e lo ringraziava sempre. Per essersi preso cura del figlio sia a Forks che qua. Questa volta Carlisle rispose abbracciandolo a sua volta.
 

"Non ve te l'ha concesso immagino."
 

"No infatti, ma almeno sembra disponibile per future visite da parte nostra e da parte loro."
 

Marcus sorrise.
 

"Conosco molto bene Aro, credimi ti ha consesso molto."
 

Carlisle inclinò appena gli angoli della bocca. Guardò Didyme, suo marito era totalmente all'oscuro di quello che aveva cercato di fare Aro. Lo sguardò si posò su Mike. La ferita che aveva era profonda, ma non aveva leso nessun apparato del corpo. Controllò nuovamente. Era rimasta solo una vistosa cicatrice, che entro poche ore sarebbe sparita.
 

Si congedò dai vampiri e andò a visitare Leah. Lei era messa peggio ma per fortuna le ossa fratturate non avevano perforato nessun organo vitale.
 

"Veglierò sui tuoi figli Carlisle, te lo prometto."
 

"Grazie amico mio."
 

Incrociò il fratellino della ragazza.
 

"Seth sei andato a trovare tua sorella?"
 

"Ancora no dottore."
 

Era visibilmente imbarazzato.
 

"Sto andando da lei, vieni con me?"
 

Stava per alzarsi quando Jane richiamò la su attenzione. La vampira sorrise nel vedere la reazione del ragazzino.
 

"Seth..."

Lo richiamò il dottore.

"... lei sarebbe già venuta da un pezzo."
 

Il mutaforma arrossì imbarazzato. Carlisle era sicuro che volesse vederla, ma la piccola vampira aveva un fortissimo ascendente su di lui.
 

Si allontanò da solo.
 

Quando arrivò trovo una scena davvero bella. Lei era ancora tra le braccia di Demetri. Dormiva profondamente e lui, come Felix, guardava la sua bella come se fosse una dea, o meglio un angelo disceso sulla terra.
 

La teneva abbracciata senza stringerla troppo per paura di farle male, sfiorandole il viso con lievi baci.
 

Ogni tanto la ragazza emetteva un flebile lamento.
 

"Shshshshs, va tutto bene amore mio, è tutto a posto adesso."
 

Sussurrava.
 

Il dottor Cullen sfiorò appena la schiena della ragazza.
 

"Ogni osso è tornato al suo posto, ma dato che la sua ferità era peggiore..."

"... probabilmente avrà bisogno di più riposo di Mike."
 

Il Volturo sorrideva.
 

"Sembra che questo ti renda felice."
 

"Almeno posso tenerla tra le mie braccia ancora un po'."
 

"Edward mi ha spiegato le tue perplessità..."

"... vorrei aiutarti ma non so molto sull'imprinting..."

"... non ho ancora capito di preciso cosa sia..."
 

"Forse perché è una magia come dicono i licantropi e in questo caso non c'è nulla da capire."
 

L'espressione del volto e il tono di voce del segugio erano malinconici.
 

"So che Renesmee ti ha mostrato tutto della sua vita..."

"... per lo meno la parte precedente al suo imprinting."
 

"Si, ho visto quanto ha sofferto dopo la rottura di Sam e il tradimento della sua più cara amica..."

"... lei non lo avrebbe mai fatto, avrebbe trovato un'altra soluzione per non far soffrire nessuno."
 

Carlisle guardò sorpreso il ragazzo. Renesmee la pensava allo stesso modo, diceva sempre che era speciale, e rimproverava il resto della famiglia e il branco di Jacob per non averlo ancora capito. Osservò attentamente Leah. Emmett diceva che non avrebbe mai trovato nessuno per via del suo caratteraccio e della sua poca femminilità.
 

Ma Demetri si era innamorato di lei guardando una semplice fotografia. Non si era messa in posa e sua nipote l'aveva scattata al momento.

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Erano sulla spiaggia di La Push quel giorno. C'erano tutti, anche lei, invitata su esplicita richiesta di Nessy. Lei era in una angolo, sola. Non era mai riuscita ad aggregarsi completamente al branco, ne alle loro ragazze. Non aveva più amici al di fuori del branco.
 

Carlisle ricordò che si era voltato un attimo, l'aveva vista e la stava per chiamarla quando i suoi figli e Bella lo fermarono. Era una musona avrebbe rovinato la festa. Solo Rosalie non aveva detto niente. Non amava la ragazza, ma nei suoi confronti era la meno ostile.
 

Sua nipote aveva sentito tutto ed era rimasta contrariata. Nessuno di loro all'epoca aveva ancora capito l'attaccamento della piccola verso la Figlia della Luna.



 

"Cosa pensi di fare?"
 

"Non lo so ancora dottore, amo moltissimo Leah e non voglio farla soffrire, ma la storia dell'imprinting mi frena..."

"... voglio di più da lei, molto di più..."

"... non mi basta che sia solo il lupo ad amarmi..."

"... sempre che di amore si tratti."

La strinse ancora di più a se.
 

"Se vuoi posso provare a parlare con lei, quando si sarà svegliata, magari riesco a trovare una soluzione."
 

"Forse non c'è una soluzione."

Disse amaramente.

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Capitolo 33
*** Leah ***



Vampiri e ibridi erano pronti per lasciare il continente asiatico e ritornare in Italia. Sabrina e Annie si erano riprese bene, ma Leah e Mike erano ancora deboli. Marcus voleva aiutare suo figlio ma lui rifiutò. A malincuore l'anziano lascio fare a Didyme.
 

Prima o poi doveva parlare con quel ragazzo. Non voleva rinunciare al suo ragazzo, ne a una felicità a cui agognava da molti secoli.
 

Demetri era tra le prime file, preferiva così. Per lui era diventato ancora più difficile stare vicino alla donna che amava. Chiese però a Carlisle di stare accanto alla ragazza e lui acconsentì.
 

"Non preferisce stare accanto ai suoi figli..."

"... questa potrebbe essere l'ultima volta per lei dottore."
 

Leah voleva stare da sola.
 

"Sei ancora debole..."
 

"Non ho bisogno di una balia dottore."
 

"E' una richiesta di Demetri, e poi vorrei parlare un po' con te."
 

La mutaforma guardava con sospetto il vampiro. Dopo la rottura con Sam si era chiusa molto e le cose erano peggiorate con le sue due mutazioni. E poi capiva che a Carlisle dispiaceva non stare vicino a Sabrina e Jake.
 

"So che hai avuto l'imprinting con il segugio."
 

"Jacob, prima o poi taglierò quella sua linguaccia..."
 

Carlisle sorrise, poi proseguì.
 

"Che cosa si sente di preciso."
 

"Non lo sa? il mio ex alfa non le ha raccontato niente?"
 

"Qualcosa, ma vorrei sentire anche la tua versione."
 

"Perché, pensa che per una mutaforma vampira sia diverso?"
 

"Ho una mia teoria..."

"... credo che i geni vampiri che ti sono stati iniettati da quel folle, hanno permesso l'imprinting..."
 

"Con un vampiro, magnifico..."

"... Sam mi... il branco mi odierà a morte."
 

Il dottore guardò con curiosità la ragazza, nonostante l'imprinting, sembrava che la storia del suo ex-ragazzo le facesse ancora male. Edward credeva che la parte umana del licantropo fosse ancora legata a lei. Ipotizzò che anche la metà umana di Leah era legata a Sam.
 

Oppure come amava ripetere sua nipote, Leah era semplicemente speciale e molto sensibile.
 

"E' uno spostamento di gravità..."

Continuò Leah.

"... conta solo il soggetto del tuo imprinting..."

"... tutto il resto non ha più importanza."
 

Osservò suo fratello. Era accanto a Jane.
 

"Sei preoccupata per Seth?"
 

"Un po'."
 

Abbassò leggermente la testa e cercò di aumentare il ritmo della corsa. Ma Carlisle la rallentò. Era ancora debole non doveva sforzarsi così tanto. Si era impuntato anche con Aro quando voleva usufruire del suo potere per teletrasportare tutti a Volterra.
 

Ripensò a quello che aveva sentito dire da Jacob un giorno che parlava di quell'argomento. Sapeva che tutti venivano al secondo posto, prima c'era la donna amata. Ma vedendo la reazione di lei nei confronti del fratello capì che il ragazzo non era passato in secondo piano, come tutte le persone a cui si sentiva legata. Il tono della voce era apatico, ma non la sua espressione. Quella era amareggiata e sofferente.
 

Stava male per Seth, si sentiva in colpa perché il ragazzino aveva subito la magia con una sadica vampira. Si sentiva spesso così, troppo spesso.
 

Fu allora che capì il perché Renesmee era così affezionata alla ragazza. Leah era sensibilissima, dentro quella scorza dura aveva un piccolo universo di emozioni che solo la piccola, toccandola, poteva vedere. Nemmeno suo padre era in grado di percepirle. Edward leggeva il pensiero, ma non i sentimenti.
 

Lo stesso imprinting non aveva scalfito l'affetto che provava per i suoi cari. Nemmeno l'amore che aveva per Sam.
 

Sorrise e continuò il discorso.
 

"Che cosa provi per Demetri."
 

"Quello che prova un qualsiasi licantropo per il suo imprinting."
 

"E sarebbe."
 

"Sei legato a lei."
 

"Lei?"
 

"Sii, nel mio caso... lui."
 

Era decisamente imbarazzata. Probabilmente nemmeno lei capiva fino in fondo. Arrossì.
 

"Scusa, non volevo metterti in imbarazzo..."

"... sai il segugio si è innamorato di te molto prima dell'imprinting, vedendo una tua foto."
 

Leah frenò bruscamente la sua corsa. Sembrava sorpresa. E anche il dottor Cullen. Per la prima volta non vedeva una maschera dura e acida, per la prima volta l'aveva trovata bella. Ed era bella, ma nessuno della sua famiglia e del branco se ne era mai accorto. Anche il giorno della festa, era splendida, ma aveva sempre quell'espressione sul volto.
 

"Perché ti sorprendi tanto, sei molto bella."
 

"Sta bene dottore?"

"Si certo."
 

Sorrise. Era ritornata diffidente.
 

"Sarà meglio affrettarci, si stanno allontanando."
 

Carlisle aiutò la ragazza e raggiunsero il gruppo.
 

"Dottore."
 

"Si Leah?"
 

"Dica al suo amico vampiro di trovarsi un'altra..."

"... io non vado bene per lui."
 

"Perché dici questo."
 

"Credo meriti qualcosa di meglio."
 

"Leah..."

"... Leah tu sei una persona meravigliosa."
 

"No dottore lei si sbaglia, come sua nipote."
 

Non riuscì più a continuare quel discorso e nonostante fosse ancora molto debole, si teletrasportò. Fuggiva sempre, poteva affrontare un branco di bestie mutanti, o vampiri, ma non cose troppo intime e private.
 

Demetri si fermò di colpo. Non sentiva più la presenza della ragazza. Anche quando si era fermata la prima volta lui aveva arrestato la sua corsa. Ma questa volta era diverso. La sentiva lontana, la percepiva a Volterra.
 

Allungò un braccio per fermare Carlisle.
 

"Perché."
 

Chiese il ragazzo.
 

"Ho toccato un tasto dolente..."

"... ho alcune cose da dirti."
 

Il dottor Cullen e Demetri non si erano accorti che Jane li stava ascoltando. Aveva sentito anche la conversazione precedente. Sorrideva in maniera angelica, troppo angelica.
 

"Perché sorridi."
 

Chiese Seth.
 

"Credo che mi divertirò molto con tua sorella."
 

"Ne dubito, non è un'allegrona."
 

Jane ridacchiò.
 

Il gruppo si fermò a meta strada. Dovevano nutrirsi. Demetri era preoccupato, anche Leah doveva mangiare.
 

"Vado a cercarle qualcosa dottore?"
 

"Si, grazie Demetri."
 

Mentre erano tutti intenti a cercare delle vittime, il dottor Cullen si avvicinò agli ibridi. A differenza degli altri vampiri resistevano alla loro sete di sangue. Carlisle sapeva che preferivano morire di fame piuttosto che uccidere qualcuno. Sorrise a Sabrina e Jake.
 

Solo uno mancava all'appello a parte Leah. Suo fratello Seth. Il vampiro ebbe un fremito, sperava non fosse a caccia con Jane. Lei non era vegetariana.
 

Quando il gruppo ritornò vide il ragazzino con la bocca sporca di sangue.
 

"Seth devo parlarti."
 

Il mutaforma guardò Jane.
 

"Se è per la sua nuova dieta dottore, lei deve capire. A Volterra si nutrirà così d'ora in poi."
 

Carlisle era inorridito. Possibile che fosse così succube. Cominciò a temere per tutti gli altri. E Leah, come l'avrebbe presa?
 

"Carlisle amico mio, non hai mangiato niente."
 

"Demetri è andato a caccia per me."
 

Disse, non smettendo di osservare Seth e Jane. Era arrabbiato e preoccupato. Il ragazzo aveva già fatto del male alla sorella durante la festa a Palazzo dei Priori. Fin dove si sarebbe spinto per accontentare i capricci della sua fidanzatina? Doveva avvisare Demetri. L'imprinting cominciava a farli paura.
 

"Capisco..."

Rispose Aro, guardando di sottecchi l'amico.

"... non trovi che i nostri figli siano sorprendenti..."

"... riescono a resistere anche meglio di te..."

"... a proposito dov'è Leah?"
 

"Si è teletrasportata."
 

"Davvero e dove?"

Aro amava molto il potere della ragazza e degli altri ibridi così diversi da tutti quelli finora conosciuti.

 

"A Volterra maestro."
 

Il segugio era appena tornato. Teneva stretta una bestia pittosto grossa.
 

"Dovrò aspettare per poterla toccare di nuovo."
 

"Toccare."
 

Il tono della guardia era irritato.
 

"Mi piace sentire le sue emozioni, la sua sensibilità..."

"... non ho mai sentito nulla di così forte e intenso..."

"... è dannatamente piacevole, meglio di una seduta con Corin..."

"... sbrigati a nutrirti amico mio, voglio partire prima che albeggi..."

"... dimenticavo, Demetri, non usare mai più quel tono con me."
 

"Si signore."
 

Il giovane vampiro abbassò la testa, ma fremeva di rabbia. Nessuno doveva toccarla, nemmeno il suo signore.
 

Il dottor Cullen affondò i denti nella giugulare dell'animale. Quando ebbe finito prese da parte il segugio.



 

Chiedo scusa per gli errori (orrori). Ho fatto l'abbonamento. Spero vi piaccia.

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Capitolo 34
*** Volterra ***



Le vampire non possono avere figli? e chi se ne frega. I maschi hanno tutto e le femmine no... e comunque gli ibridi sono super-intelligenti (grazie ai geni lupini) e possono aiutarle, come ha fatto il dottor Morte. Volente o nolente con quello che ha combinato ha aiutato molte persone.



 

I Volturi arrivarono a destinazione verso mezzogiorno. Volterra brulicava di turisti. Poiché il cielo era limpido e il Sole ancora alto nel cielo, non potevano certo raggiungere il Palazzo dei Priori. Qualcuno poteva scoprirli. Decisero di aspettare il crepuscolo per muoversi.
 

I vampiri erano abbastanza tranquilli eccetto Demetri. La ragazza che amava era all'interno dell'edificio. Voleva vederla anche solo di sfuggita, percepire il suo profumo: vaniglia e zenzero. Un sentore che adorava, dolce e speziato, proprio come lei.
 

Prese la foto rubata a casa Cullen, la teneva sempre con se. Sorrise, l'espressione impressa nella "pellicola" era seria e assente. Lo sguardo perso a guardare l'orizzonte. Baciò l'immagine e la nascose di nuovo.
 

Si voltò e vide Felix intento a flirtare con Sabrina, sotto lo sguardo accigliato del padre. Felix non sapeva niente dell'imprinting, ma conoscendolo gli sarebbe importato poco. Per lui la priorità era avere la ragazza.
 

Osservo Alec alle prese con Evan. Si capiva che era un rapporto platonico per via della loro giovane età, ma era comunque delizioso da vedere. E sarebbe stato carinissimo anche quello di Seth con Jane, ma quest'ultima era una viperetta e anche se si sentiva legata al giovane mutaforma, lo avrebbe usato. Troppo carognetta per non farlo.
 

Si ricordò le parole di Carlisle. Doveva tenere d'occhio quella strega.
 

La vicinanza della figlia di Caius invece, aveva cambiato molto il bambino immortale. Era più dolce e affabile. Ma il cambiamento maggiore lo aveva visto quando era andato a caccia. Aveva rotto l'osso del collo della sua vittima, prima di affondare i denti. Lo aveva fatto per non farlo soffrire. Proprio lui, uno dei Volturi più sadici aveva avuto pietà di quel poveretto.
 

Anche lui era cambiato. Non era crudele come la maggior parte di loro, ma non gli era mai importato delle sue vittime. Si era nutrito del sangue di donne, uomini e bambini. Per lui non c'era alcuna differenza.
 

Ora invece stava pensando di cambiare alimentazione, o meglio vittime. Non più plasma umano, ma animale, come i Cullen, o ancora meglio, come gli stessi ibridi che avevano trovato il modo di nutrirsi senza uccidere qualcuno o qualcosa.
 

Chiuse gli occhi cercando di sentire la sua presenza all'interno del palazzo. Ora che era molto vicino riusciva a percepirla più facilmente. Grazie al suo potere di monitoraggio poteva sentire il battito del suo cuore, ogni suo sospiro... le sue lacrime. Stava piangendo.
 

Scattò in piedi.
 

"Qualcosa non va Demetri?"
 

Aro da quando il segugio lo aveva apostrofato, non aveva smesso di tenerlo d'occhio. Accanto a lui Chelsea.
 

Demetri socchiuse gli occhi e sorridendo rispose.
 

"No maestro va tutto bene."
 

"Molto bene ragazzo mio..."

"... grazie Chelsea."
 

Il vampiro si alzò per raggiungere gli altri del clan.
 

"Maestro."
 

"Si Chelsea."
 

"Il suo legame nei vostri confronti è di nuovo rinsaldato."
 

"Molto bene."
 

"Tuttavia, non sono riuscita a spezzare l'altro..."

"... il suo principale pensiero è ancora rivolto verso la donna..."

"... ma sono certa che con più sedute..."
 

"No mia cara, c'è qualcosa di terribilmente bello e attraente nel sentimento che Demetri prova per lei..."

"... qualcosa che mi piace da morire..."

"... e non mi riferisco all'imprinting."
 

"Imprinting?"
 

"Nulla di importante, cose da mutaforma. Vai pure ora, se sarà necessario ti richiamerò ancora."
 

Chelsea fece un rapido saluto col capo e raggiunse il suo compagno. Afton non era molto considerato all'interno del clan per via del suo blando scudo mentale che lo rendeva invisibile solo agli occhi dei mortali. Come Sulspicia anche lei, ora, voleva dei figli.
 

Marcus era insieme a Didyme. Con la coda dell'occhio osservava Mike. Doveva parlare con quel ragazzo non voleva perderlo. Ma si rendeva anche conto che l'omicidio del suo maestro era stato un colpo durissimo per lui e per gli altri ibridi.
 

Mike dal canto suo guardava suo padre, non lo perdeva di vista. Una mossa falsa e gli avrebbe staccato la testa.
 

Le sorelle di Nahuel erano accanto ai loro compagni, ma solo Serena era felice della relazione con Santiago.
 

Jake, Bree e Corinne erano vicine ad Athenadora, mentre Caius parlava con Annie. O meglio, lei parlava. L'anziano si limitava ad ascoltare divertito. La figlia di Aro era una ragazza cristallina, molto socievole e allegra.
 

Finalmente il Sole cominciò a calare e i Volturi raggiunsero la loro dimora.
 

Mike si fermò di fronte a quello che sembrava un tombino.
 

"Questo è uno dei cunicoli per entrare nella nostra casa, figlio mio..."

"... se vuoi ti aiuto a scendere."
 

Mike sorrise dolcemente e questo fece un effetto strano a Marcus. Stava per allungare una mano per accarezzarlo, quando il sorriso del ragazzo scomparve per far posto a un'espressione schifata.
 

"Io e le mie sorelle non useremo questo ingresso, ma quello principale, come le persone normali..."

"... questi cunicoli vanno bene solo per i topi di fogna."
 

La frase cattiva e il sorrisetto beffardo del ragazzo fecero molto male a Marcus. Didyme provò a richiamare il figlio.
 

"No mamma, ti voglio molto bene, ma non chiedermi di portarli rispetto e di accettarlo..."

"... nemmeno tu ti dovresti fidare così tanto..."

"... è uno schifoso volgare succhiasangue."
 

Marcus strinse i pugni si girò e afferrò il figlio.
 

"Non mi vuoi nella tua vita ragazzino..."

"... rassegnati mi avrai lo stesso."
 

E scaraventò giù il ragazzo. Subito dopo saltò anche lui seguito dalla sua compagna. La donna era preoccupata non aveva mai visto il suo compagno così arrabbiato. Ma qualcosa le diceva che era meglio non intervenire. Questa era una questione che dovevano risolvere da soli.
 

L'anziano trascinò suo figlio fino alla seconda receptions e da li alla sala grande. Mike provava a ribellarsi, ma era troppo debole fisicamente. Provò a usare il suo dono, ma Marcus non aveva un potere d'attacco da utilizzare. Il ragazzo non poté nemmeno usare quello di difesa perché totalmente inutile in quel frangente.
 

"MOLLAMI."
 

"No, dobbiamo chiarire molte cose ragazzo mio."
 

"IO NON SONO TUO."
 

Il vampiro lo trascinò fino ai suoi appartamenti.
 

"Didyme sorella adorata, sta tranquilla, sono sicuro che andrà tutto bene."
 

Aro sorrideva in maniera affabile, troppo affabile. Vedere suo fratello così alterato lo divertiva molto.
 

Demetri era in testa alla fila, correva, correva da lei. Attraverso la sala dei troni e si ritrovò nel corridoio che conduceva nelle diverse stanze adibite al "riposo" dei Volturi. Bussò alla porta di Leah.
 

"Leah... Leah apri per favore."
 

Non rispondeva, ma il segugio sapeva che si trovava all'interno della stanza.
 

"Leah..."

"... ripasserò più tardi, ti porterò qualcosa da mangiare, il dottor Cullen ha detto che a differenza degli altri ibridi puoi anche nutrirti con cibi solidi."
 

Posò la testa sulla porta per qualche secondo, poi si allontanò.
 

Jane aveva seguito di soppiatto il vampiro, sorrideva dolcemente.
 

Diamo una piccola spintarella al loro rapporto.
 

Pensò. Non era sola. Seth era ormai una figura onnipresente. La seguiva come un'ombra.
 

"Seth devi farmi un favore."
 

Il ragazzino sorrise beatamente.
 

"Devi dire a tua sorella...."



 

"Demetri, dove stai andando?"
 

"A prendere qualcosa da mangiare per Leah mio signore, non si è ancora nutrita."
 

Accanto ad Aro c'era il dottor Carlisle.
 

"Se vuoi vengo con te."
 

"Grazie dot..."
 

"No amico mio, noi dobbiamo discutere alcune cose..."

"... e poi Demetri non è fuori dal mondo, sa esattamente come comportarsi..."

"... ora vai ragazzo."
 

La guardia si allontanò.
 

"Vieni mio caro Stregone Benefico."
 

Stregone Benefico era uno dei tanti soprannomi che l'anziano amava dare ai vampiri di sua conoscenza.
 

"Volevo chiederti di rimanere un po' qua con noi."
 

"Devo tornare a casa."
 

"Questo lo so, ma vedi tra poco ci saranno tre sposalizi: quello di tua figlia, quello della mia, e quello della dolce Leah."
 

Il dottor Cullen non era sicuro di aver sentito bene. Leah? Era ancora troppo presto per questo. Lui doveva arrivare al suo cuore.
 

"Per la mutaforma è presto."
 

"Presto dici."
 

"Si."
 

Allungo la sua mano e Aro la prese tra le sue. L'anziano doveva capire alcune cose.
 

"Capisco."
 

Il tono era rassegnato, ma Carlisle notò che aveva inclinato appena gli angoli della bocca.
 

Ma guarda, Leah ha fatto colpo anche su di lui.
 

Al signore della congrega italiana piaceva molto la ragazza. Non era solo bella fisicamente, la sua sensibilità aveva toccato nel profondo il "cuore" di Aro. Proprio com'era successo a Demetri quando tocco Renesmee. La piccola lo aveva fatto perché il segugio si rendesse conto di che persona meravigliosa si era innamorato.
 

Più Cullen ci pensava, più era solleticato dal chiedere alla nipote di mostrarli tutte le cose che riguardavano la ragazza lupo.
 

"Hai detto che anche Annie si sposa?"
 

"Si, con Caius."
 

"E Athenadora?"
 

"La loro relazione è finita da più di un secolo. Avrà sempre gli stessi privilegi naturalmente."



 

Leah si stava preparando. Suo fratello le aveva riferito un messaggio di Aro. Doveva indossare il primo vestito che Heidi le aveva suggerito e andare da lui. Le aveva anche dato le indicazioni per raggiungere le sue stanze.
 

L'abito era verde come quello indossato alla festa in onore degli ibridi, ma con una tonalità più brillante. La fasciava di più e mostrava il decolté. Poteva rendere volgare la stessa Heidi per via delle sue misure più morbide, ma non lei.
 

Era sottile come un giunco, le spalle leggermente larghe le donavano un'andatura quasi regale.
 

L'unica cosa che non aveva indossato erano le scarpe con i tacchi. Non sapeva camminare sui trampoli. Rimase a piedi nudi. Quando era ancora alla riserva rimaneva spesso così. Le piaceva il contatto con la terra.
 

Cercò di sistemare i capelli. Erano di nuovo corti. Si avviò verso le stanze di Aro.
 

Demetri intanto era ritornato, ma non era andato subito da lei. Le aveva comprato dei panini e li stava sistemando su un vassoio, quando sentì bussare.
 

"Avanti."
 

Disse distrattamente. Quando si voltò vide Leah.
 

Rimase a fissare il viso spaventato della ragazza per qualche secondo prima di avvicinarsi e baciarla.
 

Leah tremava e questo irrigidì il vampiro.
 

"Non dovevi venire, se non era questo che volevi..."

"... non dovevi provocarmi, ora ne pagherai le conseguenze."
 

Ricominciò a baciarla e ad accarezzarla rabbioso. Smise solo quando si accorse che stava piangendo.
 

La lasciò, prese il vassoio e glielo porse intimandola a lasciare la stanza.
 

Appoggiò la testa alla porta, sentiva i suoi passi nel corridoio, i suoi singhiozzi...
 

... e la risata di Jane in sottofondo.
 

"Ti stai divertendo Jane?"
 

Il tono del segugio era duro.
 

"Si Demetri, e anche molto..."

"... siete così strani..."

"... dimenticavo Demetri, ho chiesto a Seth di dire a Leah che queste erano le stanze di Aro e che lui voleva vederla..."

"... con indosso quel vestito e che se non lo faceva, lui lo avrebbe punito."
 

Demetri aprì la porta con furia per scagliarsi contro Jane, ma non aveva fatto i conti con Seth. Il ragazzino si trasformò e attaccò il vampiro. Jane era totalmente rapita da quell'immagine, il suo mutaforma la stava difendendo.
 

"Seth sei bellissimo sotto forma di lupo, il tuo pelo ha il color dell'oro."
 

Il licantropo gongolava e il segugio ne approfittò per metterli le braccia intorno al collo.
 

"Dolore."
 

Demetri si piegò in due per il male.
 

"Vieni Seth andiamo a giocare da un'altra parte."
 

Si allontanarono.
 

Quando il vampiro si rialzò vide in un angolo vicino alla porta del suo "appartamento" il vassoio che aveva dato a Leah.
 

"Demetri."
 

"Maestro."
 

"Sei già andato da Leah?"
 

"Stavo per andare da lei."
 

"Bene, consegnale questo."
 

Aro diede in mano al ragazzo un anello con l'emblema dei Volturi.
 

"Credo si addica di più alla ragazza."
 

Lo prese e si congedò dal suo signore per raggiungerla.
 

"Leah... Leah sono Demetri, per favore apri la porta."
 

Lei non rispondeva.
 

"Ti ho portato il vassoio che hai lasciato da me."
 

"Non ho fame, grazie."
 

"Lee ti prego aprì la porta."
 

Leah fremette sentendo il soprannome che Sam le aveva dato.
 

"Non... per favore si allontani."

Piangeva.

 

Il vampiro rimase un attimo poi si ricordò che quel nomignolo le era stato affibbiato dal suo ex. Lo aveva sentito quando si era fatto toccare da Renesmee.
 

"Scusa, non succederà più e se puoi perdona anche quello che ho fatto prima, non ti mancherò mai più di rispetto. Ora però apri la porta. Sei debole, ti devi nutrire."
 

Leah aprì e fece entrare il segugio nella stanza. Il ragazzo sistemò il vassoio sopra un tavolino e si avvicinò alla ragazza. Si era svestita in tempi da record e aveva indossato una tuta.
 

Le scostò dolcemente una ciocca di capelli dal viso.
 

"Sono troppo corti, devi lasciarli crescere..."

"... sei molto bella, non nascondere la tua femminilità..."

"... chiedi aiuto a Heidi, saprà consigliarti bene."
 

Leah era rossa come un peperone, il capo leggermente abbassato.
 

Demetri sorrise, le prese la mano con delicatezza e infilò l'anello nell'anulare sinistro.
 

"E' da parte di Aro."
 

Intrecciò le dita con le sue sfiorando il dorso con le labbra beandosi del contatto della sua pelle e del suo profumo. Infine le sussurrò in maniera suadente...
 

"Il dottor Cullen mi ha raccontato qualcosa dell'imprinting, ma c'è una cosa che voglio chiarire sin da subito... non sei tu il mio difensore, ma io il tuo."
 

Si congedò da lei con un casto bacio sulla fronte.
 


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Ok, ditemi se vi piace, spero di non essere stata troppo melensa come la melassa. Aro adora Leah perché ama le "cose" rare e preziose.

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Capitolo 35
*** Covo di ladri ***



Ditemi cosa ne pensate. Credo sia un capitolo di stasi, un po' monotono anche se c'è dell'azione... che spero di aver descritto bene. Il video fa parte del film Grandmaster. Lo inserito per far capire meglio quello che avevo in mente.



 

Demetri non rientrò nelle sue camere. Si sistemò in una delle poltrone poste lungo il corridoio, vicino alle stanze di Leah. Non si fidava di Jane e Seth. Anche se non era con lei riusciva a distinguere perfettamente, grazie al suo dono, ogni battito del suo cuore, ogni suo respiro. Percepiva anche il sentore che emanava il sangue velenoso.
 

Chiuse gli occhi, rimase così per diverse ore, fin tanto che non sentì un rumore.
 

Leah si era alzata ed era uscita. Non riusciva a dormire. Cominciò a camminare, seguita di nascosto dal segugio.
 

"Ciao Leah."
 

"Mike."
 

La ragazza sorrideva, felice che fosse un amico e non un Volturo.
 

"Non riesci a dormire?"
 

"No... io..."
 

Non riuscì a completare la frase.
 

"Ti senti un pesce fuor d'acqua?"
 

"Si Mike."
 

"Non sei la sola..."

"... Annie e Sabrina sembrano stare bene invece."
 

"Hanno avuto l'imprinting con due del clan."
 

"L'innamoramento lupesco?"
 

"Si."
 

"So che è accaduta la stessa cosa anche a Seth."
 

Leah non rispose ma l'espressione amareggiata che aveva diceva tutto. Era preoccupata per suo fratello.
 

"Voglio mostrarti una cosa."
 

Mike cambiò discorso vedendo gli occhi lucidi della ragazza.
 

"Quando mia madre è entrata nella stanza dove mi trovavo ho usato uno dei miei poteri..."

"... e ora lei... lei è felice è contenta tra le braccia di mio pa... di quel succhiasangue."
 

"Sei fortunato Mike."
 

"E non sai quanto."
 

"Non era una battuta, sei davvero fortunato..."

"... almeno tuo padre è vivo."
 

"No, lui è morto."
 

"Mike!!"
 

"Ho sempre considerato Sihung mio padre."
 

La ragazza guardava perplessa l'amico.
 

"Perché lo avete lasciato?"
 

"E' stato lui a..."

"... sembrava non volerci più tra i piedi..."

"... ma sentivo che ci nascondeva qualcosa..."

"... e alla fine ho capito."
 

Fece un sospiro profondo.
 

"... lui aveva intuito che stava arrivando qualcuno di molto pericoloso..."

"... così facendo ha protetto mia madre, le mie sorelle, e me..."

"... anche se..."
 

"Anche se?"
 

Mike faceva fatica a continuare il discorso.
 

"Magari se mi impuntavo, potevo impedire che venisse ucciso..."
 

"Non è colpa tua Mike, non lo hai ucciso tu."
 

Leah capiva molto bene come si sentiva il ragazzo. Il dolore dell'ibrido era anche il suo.
 

"Non avevi detto che volevi mostrarmi qualcosa?"
 

"Si."
 

Il ragazzo sorrise, ora era lei che aveva cambiato discorso vedendo quanto li faceva male ricordare alcune cose.
 

"Sono entrato..."

"... be diciamo che ho scassinato la serratura..."

"... nella stanza dove i vampiri tengono i loro tesori..."

"... è molto grande, ha una bella scalinata dato che ha la forma di una torre, un soffitto alto e... ed è adatta per i nostri allenamenti."
 

"Vuoi continuare con le arti marziali?
 

"Si, sarà anche un modo per onorare la memoria del nostro maestro..."

"... vieni Leah, battezziamo quel posto con un bel combattimento cinese."
 

Leah sorrideva, aveva bisogno di distrarsi. Non si erano ancora accorti della presenza del segugio.
 

La stanza trovata da Mike era effettivamente grande e piena di oggetti preziosi, oltre ai mobili. Dato che si trattava di una torre c'era una maestosa scalinata che portava in cima. Dal rumore metallico che si sentiva, doveva trattarsi della torre dell'orologio del palazzo.
 

"Conosci le regole Leah, niente poteri."
 

Demetri si era ben nascosto dietro una sorta di grata in legno di epoca medioevale. Aveva visto il potere della ragazza una sola volta, ma trovava straordinario il fatto che potesse raggiungere un estremo all'altro del mondo in un batter d'occhio. Aro l'avrebbe sfruttata a dovere per raggiungere i nemici e colpirli più facilmente alle spalle.
 

Tremò leggermente, il pensiero che potesse usare la sua Leah. Lei era sensibile e ingenua. Per usufruire del suo dono avrebbe dovuto ingannarla e la sua anima sarebbe stata ferita di nuovo. La paura più grande era di non riuscire a proteggerla dal suo stesso signore. Amava terribilmente Leah, ma era un fedelissimo del clan e si sentiva legato al suo maestro.
 

Mike e Leah cominciarono a studiarsi a vicenda e a muoversi lentamente, in maniera armonica.
 

Demetri osservava la sua ragazza. I movimenti erano così leggeri, sembrava che i piedi nudi della ragazza non toccassero il pavimento in legno. Fremette nel vedere quella parte del corpo.
 

Mike attaccò per primo, ma lei riuscì a schivare l'attacco e a sferrarne uno. Continuarono cosi per un paio di minuti. Il segugio dal suo nascondiglio li osservava attentamente. Non aveva mai visto un tipo di corpo a corpo come quello. Sembrava una danza.
 

Mike riuscì a schivare un colpo e con un movimento appena percettibile allontano Leah di qualche metro. La ragazza non si scompose e si preparò per colpire ancora. Mike nel vedere la posizione sorrideva. Aveva più esperienza è capì subito l'attacco che avrebbe sferrato.
 

Il vampiro non riusciva a credere che potesse esistere un'arte marziale come quella. Conosceva il Karate e il Judo e li praticava entrambi con Felix. Ma quella che vedeva era tutta un'altra storia. I movimenti erano fulminei, anche a distanza ravvicinata. Osservò per un attimo la parte del corpo che per qualche secondo lo aveva fatto tremare e notò che toccava appena il pavimento. In alcuni momenti sembrava non lo toccasse affatto. Idem per Mike.
 

Mike prese la ragazza con una mossa di sottomissione, ma lei lo allontanò utilizzandone una di equilibrio e subito dopo lo attaccò. L'ibrido rispose all'attacco della giovane con un pugno ben assestato nel palmo della ragazza. La mutaforma fece una smorfia per il dolore, ma non servì a fermarla.
 

Ripresero a combattere ma questa volta non si limitarono a sferrare calci e pugni. Ora i movimenti erano diventati più acrobatici.
 

Con grande stupore di Demetri i due cominciarono a muoversi appoggiandosi appena sui mobili antichi e sugli stessi oggetti collezionati da Aro nel corso dei secoli... senza danneggiarli.
 

Si fermarono per qualche secondo continuando però a studiarsi e a capire i movimenti dell'avversario. Mike era decisamente più avvantaggiato rispetto alla ragazza.
 

Ricominciarono. Mike intuendo la mossa di Leah fece perno sugli avambracci e la allontanò. L'incontro era diventato ancora più spettacolare quando salirono sulle scale stando in equilibrio sull'esile corrimano. Ma la cosa più sorprendente era che riuscivano a sferrare diversi attacchi senza mai toccare terra. Come se usassero l'aria per dare la spinta che serviva ad effettuare il colpo.


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Andava tutto bene, quando Leah perse l'equilibrio e scivolò giù. Mike cercò di afferrarla ma fu Demetri a uscire dal suo nascondiglio afferrandola al volo.
 

"Grazie..."

Mormorò Leah.

"... ora può mettermi giù."
 

Il segugio sorrideva e la strinse ancora un po'. La posò dolcemente a terra. Con le mani sfiorava delicatamente le braccia scoperte della ragazza.
 

"Da quanto stava dietro la grata?"
 

Leah tremava.
 

"Da un po'. Non ricordi, ho deciso di proteggerti, non voglio mancare al mio dovere."
 

Disse in maniera suadente all'orecchio della Figlia della Luna. La stava ancora accarezzando.
 

Leah era arrossita. Non riusciva a guardare quell'uomo, la metteva in soggezione. Una cosa simile l'aveva provata per Sam quando erano ancora fidanzati.
 

"Non ho bisogno di qualcuno che mi protegga."
 

Il tono di Leah era appena percettibile per essere udita solo da lui. Il Volturo allargò ancora di più il sorriso, perché nonostante il tono di voce era fermo, lei non smetteva di fremere.
 

"Le chiedo scusa signore, ma noi volevamo starcene un po' da soli, se non le dispiace."
 

Il tono di Mike era duro e un po' irritato. Demetri lo squadrò. Non aveva ancora lasciato la ragazza.
 

"Come volete, ma è meglio se uscite da questa stanza. Aro tiene molto agli oggetti in essa contenuti."
 

Mike stava per uscire, quando si accorse di 3 oggetti molto particolari: una bizzarra macchina da scrivere, una lente e una lastra di metallo, e una spada.
 

"Perfetto Leah siamo capitati in un covo di ladri."
 

"Stai attento a come parli ragazzo. Anche se sei il figlio di Marcus non devi azzardarti a parlare male dei Volturi. Siamo la famiglia reale dei vampiri."
 

"Mafiosi succhiasangue vorrai dire."
 

Demetri strinse i pugni, era pronto a dare una lezione a Mike, ma Leah si mise in mezzo. Questo scatenò la gelosia del vampiro. Chiuse gli occhi e riprese la sua consueta calma.
 

"Mike è meglio uscire."
 

"Ok, prendi per favore la spada, la lente e la lastra. Io prenderò l'altro oggetto."
 

"Non puoi uscire con questi oggetti, sono di Aro, di tuo zio Aro."
 

Zio Aro, Demetri pronunciò quelle due parole in maniera ironica.
 

"Davvero..."

"... due di questi oggetti appartengono ora ai Cullen. Sono stati donati dalla mia famiglia..."

"... e l'altro è del mio defunto maestro..."

"... ora stupido succhiasangue, se non vuoi che ti tagli di netto la testa con Sole Nascente, ti consiglio di lasciarci andare, con queste cose..."

"... non appartengono alla tua famiglia."
 

"Sole Nascente, quella spada ha un nome?"
 

Demetri trovava divertente che gli umani dessero dei nomi agli oggetti.
 

"Solo quelle costruite da grandi forgiatori di spade..."

"... ma non credo che tu comprenda appieno..."

"... sei troppo ignorante per capire la cultura orientale."
 

"Non mi provocare figlio di Volterra, posso diventare molto pericoloso."
 

"Ora basta, Mike usciamo..."

Leah si avvicinò all'ibrido, mentre la guardia ringhiò appena.

"... per il momento lascia questi oggetti e prendi solo la spada..."

"... tua padre te l'ha donata, e nessuno di loro può avere pretese."
 

Uscirono.
 

"Ti accompagno in..."
 

"No accompagno io la ragazza nelle sue stanze, tu puoi andare figlio di Volterra."
 

Demetri prese la mano di Leah, la stringeva appena intrecciando le sue dita con quelle della mutaforma. Camminavano lentamente e silenziosamente lungo il corridoio. Leah teneva il capo leggermente abbassato. Demetri ogni tanto si girava per guardarla. Quando arrivarono il segugio si congedò da lei con un inchino seguito da un bacio sulla guancia.

"Domani usciamo, faremo il giro turistico di Volterra."

 

Anche Mike aveva raggiunto le sue stanze. Teneva stretta la spada. Era nervoso, un piccolo tarlo stava lavorando nel suo cervello.

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Capitolo 36
*** Temporale ***



Un grazie di cuore ai miei recensori, che... mi ispirano sempre, con quello che scrivono



 

Leah era ancora un po' assonnata quando aprì la porta a una raggiante Heidi. Il sorriso della vampira però si spense non appena vide i cappelli della ragazza, erano ancora più corti.
 

"E ora come te li acconcio..."

"... mmm qualcosa mi verrà in mente, indossa questo."
 

Heidi era arrivata con delle ballerine nere e un tubino bianco che lasciava scoperte le braccia. La parte sotto non era aderentissima, ma leggermente a campana.
 

"Perché?"
 

"Demetri ha chiesto di prepararti per la vostra uscita..."

"... anche se avrei scelto un altro giorno, fuori c'è il Diluvio Universale..."

"... non ha mai piovuto così tanto da queste parti."
 

Leah era sorpresa. Non scherzava la sera prima. Demetri le aveva dato un appuntamento.
 

"Non posso farlo, non posso uscire con lui."
 

"Mi spiace per te ma conoscendo Dem non accetterà un no come risposta. Se non vai da lui, sarà lui a venire da te."
 

Leah emise un sospiro rassegnato.
 

"Ora vieni, devo pettinarti..."

"... potrei fare un caschetto visto la lunghezza, ma..."

"... è un po' troppo banale, no..."

"... hai la fortuna di avere capelli molto vaporosi..."

"... si farò una sorta di finto raccolto."
 

Heidi si mise subito al lavoro. Alla fine era molto soddisfatta del risultato.
 

"Perfetto ora passiamo al trucco."
 

"Preferirei di no."
 

"Nooo, nemmeno io accetto un no come risposta..."

"... un trucco naturale andrà benissimo. La tua pelle non ha imperfezioni e dato che sei molto bella, non devi mascherare niente."
 

"Che cos'era nella sua vita precedente: un consulente d'immagine."
 

"No, a dire il vero non ricordo nulla della mia vita mortale, l'unica cosa che so è che tutti cadevano ai miei piedi, nessuno escluso."
 

"Nessun ricordo, nemmeno dei parenti più stretti."
 

Leah non riusciva a capacitarsi. Per lei era impossibile dimenticare parenti e amici.
 

"E' passato molto tempo..."

"... sono diventata vampira intorno al 1500 circa ad opera di Hilda, ho fatto parte del suo clan per diversi anni..."

"... eravamo numerose, tutte donne..."

"... poi sono arrivati i Volturi, hanno ucciso tutte le mie sorelle e io ora appartengo a questo clan."
 

Leah rimase un attimo. Il Tono di voce di Heidi era monocorde, come se l'omicidio delle sue sorelle non la riguardasse da vicino.
 

"Non ti mancano, non ti manca la tua prima famiglia vampira."
 

"No... ecco fatto ora sei perfetta..."

"... a parte le scarpe... se ero al tuo posto avrei optato per dei tacchi vertiginosi..."

"... ma osservandoti in questi giorni, ho capito che non hai mai indossato qualcosa oltre i 3 cm e non hai nemmeno messo un paio di orecchini in vita tua."
 

L'unica volta che Leah aveva indossato un paio di scarpe con un po' di tacco era stato al matrimonio di sua cugina e Sam. Era una delle damigelle. Si era truccata un po'. Alcuni ragazzi della riserva le avevano fatto il filo quel giorno. Ma rimase solo per la cerimonia. Se ne andò subito dopo. Nessuno si era accorto della sua assenza. Era stata invitata anche Bella, all'ultimo si era aggiunta come damigella.
 

Una lacrima scese sulla guancia della ragazza quando ripensò alla frase: 'Vi dichiaro marito e moglie, puoi baciare la sposa.' Ricordò quando Sam le aveva promesso di sposarla, subito dopo il liceo...
 

"Parole al vento."
 

Disse con un filo di voce.
 

"Cosa hai detto."
 

"Nulla di importante."




"Demetri."
 

"Buongiorno dottor Cullen."
 

"Stai per uscire?"
 

"Si, esco con lei. Voglio farle vedere Volterra."
 

"Le hai dato un appuntamento..."

"... con questo tempo!!"
 

Demetri sorrise.
 

"Volevo portarla a vedere l'alba o il tramonto, o un bel cielo stellato, oppure andare al cinema..."

"... ma poi ho pensato che sono tutte cose che ha già fatto con lui..."

"... sperando che non siano usciti anche con un clima così."
 

"Buona fortuna ragazzo."
 

"Grazie dottore..."

"... dottore?"
 

"Si Demetri?"
 

"Stia attento a Jane, ora che ha quel cane con se è ancora più pericolosa."
 

Carlisle rimase un attimo. Il riferimento era fin troppo chiaro: Seth. Il ragazzino era completamente succube di quella ragazzina sociopatica. L'unica cosa che lo rassicurava un po' era il fatto che il suo potere non funzionava su Jake. L'autismo era una sorta di scudo.
 

Demetri si allontanò, e Carlisle ricominciò ad incamminarsi per andare a trovare i suoi figli. Probabilmente non avrebbe trovato sola Sabrina.
 

Felix non li piaceva, era grezzo e violento. Si impazientiva facilmente. Anche se non era sadico come altri Volturi, non era nemmeno tra i migliori. Si voltò appena, il segugio era ancora visibile. Per un attimo desiderò che lui fosse il ragazzo della figlia e viceversa Felix quello di Leah.
 

Per fortuna Renesmee non è presente.
 

Pensò.
 

Heidi intanto accompagnò la mutaforma all'ingresso principale. Difficilmente lo usavano, ma il Volturo non voleva farla uscire da uno dei cunicoli sotterranei, ne dall'entrata usata dalla "seduttrice" per portare vittime al suo clan.
 

L'uomo sorrideva come un'idiota, quando comparvero il suo sorriso si allargò ancora di più. Leah era incantevole.

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"Secondo me Demetri è una pazzia uscire con un tempo da lupi come questo."
 

"Lupi hai detto..."

Guardò per qualche secondo la sua ragazza.

"... allora è perfetto."
 

Fuori era scoppiata l'ira di Dio. Il cielo era nero come la pece tanto da sembrare tardo pomeriggio, quando il Sole comincia a tramontare e il cielo si scurisce. Ma invece era mattina. L'aria era battuta da un vento gelido. Mancavano solo i lampi, che non tardarono ad arrivare.
 

In quei momenti il cielo sembrava illuminato a giorno.
 

Demetri aveva portato un solo ombrello che teneva con la sinistra, mentre con la destra cingeva Leah. Camminavano lentamente.
 

Poche persone coraggiose erano fuori. Alcune guardavano la coppia con curiosità. Quando lo facevano il vampiro mostrava il suo vessillo. Non appena si accorgevano che era uno dei "padroni" di Volterra smettevano di osservarli. Nessuno sapeva esattamente chi fossero, ma tutti li conoscevano e ne avevano timore. Le persone che abitavano all'interno del Palazzo dei Priori possedevano quasi tutta Volterra.
 

Erano temuti, ma gli abitanti pensavano che fossero solo delle persone molto ricche e potenti. Non conoscevano il loro segreto.
 

L'aria era diventata più gelida.
 

"Hai fatto colazione."
 

"Non ho fame grazie."
 

"Prendi almeno un cappuccino."
 

"Grazie, ma sto bene così."
 

Demetri inclinò appena gli angoli della bocca ed entro in un piccolo bar della città. Era il più antico e il più bello. Quel posto piaceva molto anche a Heidi. La "seduttrice" era una vera esteta quanto Alice Cullen. Ma a differenza di quest'ultima, la vampira trovava seducenti anche le imperfezioni.
 

Come il viso del segugio. Era dotato di una bellezza non convenzionale. I suoi lineamenti belli e non perfetti lo rendevano unico e dannatamente affascinante.
 

Prima che arrivassero Leah e Sabrina, Heidi e Corin erano le favorite di Demetri e Felix. Ma era solo attrazione fisica. Nulla di più.
 

Dentro il vampiro mostrò l'emblema della famiglia. Furono serviti e riveriti. Il segugio sorrideva, ma lei era decisamente in imbarazzo.
 

"Grazie."
 

Disse la ragazza.
 

Il cameriere rimase qualche secondo, nessuno di loro ringraziava. Era soprattutto un tutto ci è dovuto.
 

"Perché?"
 

"Perché cosa."
 

Rispose Leah.
 

"Perché lo hai ringraziato, essere serviti è un nostro diritto."
 

Leah che fino a quel momento aveva tenuto il capo abbassato, guardò negli occhi il segugio... che sorrise.
 

"Sei bellissima."
 

La mutaforma abbasso di nuovo la testa. Era arrossita. Da quando era a Volterra quell'uomo l'aveva riempita di complimenti. Ma non credeva a una sola parola di quello che diceva. Non credeva che qualcuno si potesse interessare a lei, alla ragazza scontrosa, irritante, poco femminile... Il branco l'aveva sempre apostrofata in questa maniera.
 

Si morse appena le labbra.
 

"Ho ringraziato per educazione."
 

Demetri sorrise e si alzò. Uscirono dal bar senza pagare il conto. Leah non fece domande, ma quel tipo di comportamento non le piaceva.
 

Una volta fuori il ragazzo cominciò a narrare la storia del luogo, dai primi insediamenti risalenti all'età del ferro, alla civiltà etrusca fino a quella romana.
 

"Velàthri, è il nome etrusco di questa città."
 

Continuò a descrivere il luogo.
 

"Volterra è un mix di stili: etrusco, romano, medioevale, rinascimentale..."

"... sono rari posti così eterogenei..."

"... ma è più facile trovarli in Italia, che nel resto del mondo."
 

La portò a visitare diversi monumenti storici: monasteri, chiese, il Duomo di Volterra, le porte ad arco, teatri...
 

"E' mezzogiorno, vieni ti porto in uno dei ristoranti più belli del posto."
 

"Veramente io..."
 

"Non accetto un no come risposta."
 

"Ordina quello che vuoi, ma io ti consiglio le pappardelle al sugo di lepre e uccellini in padella. Come dolce direi fiori di acacia fritti accompagnati da marmellata di fichi e limoni..."

"... da bere vino..."
 

"Sono astemia, signore."
 

"Signore!! quando la smetterai di darmi del lei?"
 

"Mai."
 

Leah era decisamente imbarazzata. Questa era una cosa che non aveva mai fatto, nemmeno con Sam. Le sue uscite serali si limitavano alle grigliate in compagnie delle famiglie della riserva. Fu proprio una di quelle sere che Sam l'aveva lasciata per la cugina.
 

Gli occhi divennero lucidi.
 

"Leah."
 

Demetri notò l'espressione della donna.
 

"Se non ti va di mangiare, allora usciamo."
 

La ragazza scosse appena la testa in segno di assenso.
 

Fuori pioveva ancora e la ragazza sentì dentro lo stesso clima gelido della giornata. Voleva tornare a casa. Casa, non l'aveva più ora. Dopo la seconda mutazione non poteva continuare a far parte del branco, dei Quileute.
 

Quando aveva mutato la prima volta non sapeva più chi era. Sapeva solo di essere terrorizzata. Sentì all'improvviso diverse voci nella testa, tutte esterrefatte, incredule: 'Non può essere, quella è una femmina, non può essere come noi.'
 

Non sono mai stata come loro alla fine. Mi tenevano solo per paura che combinassi qualcosa, ma non mi hanno mai voluta. Alla fine ero un peso anche per Sam.
 

"Sam..."
 

Disse sotto voce, ma non abbastanza da non essere udita da lui. Demetri cercò di non farci caso, ma si mordeva le labbra dal nervosismo e dalla gelosia.
 

"Eccoci arrivati. Questo una volta era una chiesa, la chiesa di Santo Stefano. Ora restano solo i ruderi della facciata romanica..."

"... peccato doveva essere molto bella, una volta..."

"... rimane però uno dei miei posti preferiti, non ho mai capito il perché..."

Demetri osservò attentamente Leah. La teneva stretta. Socchiuse appena gli occhi. Si chinò su di lei e le sussurrò...

"... è la prima volta che porto qualcuno qua, soprattutto una ragazza."
 

Le sfiorò la guancia con le labbra. Leah si girò appena e lui ne approfittò per baciarla. Ma questa volta il bacio non aveva nulla di casto. Serrò di più la presa, dato che la ragazza cercò di reagire.
 

"Ti amo Leah, mi piaci da impazzire."
 

Sussurrava a fior di labbra.
 

Aveva lasciato cadere l'ombrello per stringerla meglio. La pioggia mascherava le lacrime della ragazza. Ora non riusciva più a trattenerle. Non poteva teletrasportarsi, perché avrebbe portato anche lui con se.
 

"Ti darò tutto quello che vuoi..."

"... anche il figlio che hai sempre desiderato."
 

La mutaforma si irrigidì. Un figlio. Desiderava così tanto diventare madre.
 

Un boato più forte degli altri ruppe quel momento, nemmeno tanto magico.
 

"Sarà meglio tornare."
 

Disse freddamente il segugio.



 

"Meno male che siete tornati, è scoppiato il finimondo qua dentro."
 

"Cos'è successo Heidi."
 

"Marcus e suo figlio..."

"... è stato terribile quel ragazzo voleva uccidere suo padre."
 

"Heidi accompagnala nelle sue stanze e rimani con lei."
 

Demetri si allontanò, non prima di aver sussurrato a Heidi di stare attenta a Jane e a Seth. Gli aveva intravisti al suo rientro. La piccola sorrideva in maniera angelica, troppo angelica.
 

"Dottor Cullen, che diavolo è successo."
 

Chiese Demetri.
 

"Mike, ha scoperto il motivo della morte del suo maestro. E' stato ucciso per la spada. Aro la voleva, aveva sentito dire da alcuni nomadi che era una delle più belle e rare..."

"... dato che a giorni sarebbe stato l'anniversario della sua trasformazione, ha chiesto quella spada come regalo..."

"... e ha incaricato Marcus e Alec di andare a prenderla."
 

"Marcus è vivo."
 

"Si, lo sono entrambi, Mike nel tentativo di farlo fuori ha usato delle capacità psioniche..."

"... ma questo causa dolore, varie emorragie interne e attacchi epilettici piuttosto forti..."

"... ora i suoi genitori sono accanto al ragazzo, ha ancora degli spasmi molto violenti."
 

"Non è soltanto questo dottore, il ragazzo si sente in colpa per la morte del maestro, proprio come Leah si sente in colpa per quella del padre..."
 

"Come fai a saperlo."
 

"Ho sentito una loro conversazione."
 

"L'appuntamento?"
 

"Non e andato come speravo, è frenata dal senso di colpa verso la sua gente, la famiglia, il branco..."
 

"La famiglia?"
 

"... si, teme di disonorarli ancora una volta, non riesce a cancellare Sam dalla sua vita e per questo si sente in colpa anche nei miei confronti..."

"Disonorarli?"

"Si è sempre sentita sbagliata, crede di essere un'abominio agli occhi della sua gente e degli antenati..."

"... tutto questo la far star male..."

"... e oltretutto non crede che qualcuno la possa amare in maniera sincera, senza compromessi..."

"... credo non ci sia una soluzione..."

"... lei non è felice qua, forse dovrei lasciarla andare..."

Il ragazzo abbassò la testa rassegnato.

"... se ha bisogno di me dottore mi trova nelle mie stanze."
 

Il segugio si allontanò sotto lo sguardo sconsolato di Carlise. L'uomo provava pena per lui, Leah e Mike.
 

Demetri era vicino hai suoi appartamenti quando sentì la presenza di Jane e di Seth nei paraggi. Alla fine decise di sedersi su una delle tante poltrone sparse lungo il corridoio. Vicino alla camera di Leah.



 

Ditemi cosa ne pensate. La foto è solo per mostrare l'acconciatura di Heidi.

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Capitolo 37
*** Mike e company... ***



Capitolo cort(ino)o e pesant(ino)e, si parla di tortura (tematica molto delicata)...



 

Marcus e Didyme erano accanto a Mike. Il ragazzo si era appena assopito. L'anziano era demoralizzato e così pure la donna. Non sapevano come fare con quel ragazzo. L'odio che provava nei confronti del padre, era una cosa difficile da mandare giù per entrambi i genitori.
 

Se solo avessi scelto un altro dono.
 

Pensava.
 

Marcus guardò sua moglie, che guardava Mike.
 

"Per favore parlami di loro, di Mike e del suo maestro."
 

"Sei sicuro amore mio, la sua vita, la vita di tutti gli ibridi è stata molto difficile, soprattutto quando stavano ancora con il dottor Morte."
 

"Si, devo capire. Non voglio rinunciare al mio ragazzo e non voglio che lui sia costretto a rinunciare a te per causa mia."
 

Didyme abbracciò il suo compagno e cominciò a raccontare.
 

"Mike è nato intorno al 900 a.C.. Quel pazzo lo ha "battezzato" con un numero..."

"... lui era esperimento n. 2357. Da quello che ho capito è stato il primo ibrido venuto bene..."

"... prima di lui ci sono stati più di 2000 esperimenti. Alcuni morti, altri purtroppo sopravvissuti, come i mostri che hai visto in Finlandia e in Cina..."

"... il dottor Morte per crearli non si è limitato a usare geni di lupo mannaro e vampiro..."

"... oltre a quelli gli ibridi ne hanno altri, tranne Leah e Seth, ma solo perché i miei figli sono intervenuti prima."
 

Marcus inclinò appena gli angoli della bocca. Didyme era una madre per tutti loro.
 

"... Mike nel suo sangue ha anche geni di squalo e mamba nero..."

"... queste cose le so perché quel vampiro teneva un diario dove descriveva minuziosamente ogni singolo esperimento..."

"... nel corso dei secoli, però, era diventato quasi illeggibile..."

"... Mike ha avuto uno sviluppo molto precoce, cresceva a vista d'occhio, come gli altri, ma i suoi poteri sono venuti fuori dopo, quando il suo sviluppo si è arrestato..."

"... anche per le sue sorelle è stato così, tranne Jake, il più piccolo della famiglia ha dimostrato subito il suo dono..."

"... i miei figli avevano capito subito di cosa si trattava, eccetto lui. Per quel pazzo era solo una ritardato..."

"... l'autismo è stata la fortuna di quel piccoletto..."

"... per quanto riguarda Corinne non te lo so dire, quando i ragazzi l'hanno incontrata aveva già delle facoltà psioniche..."

"... hanno il flusso sanguigno, ma il sangue e velenoso ed è quello che profuma..."

"... la loro forza, la loro velocità e agilità sono superiori a quelle dei comuni vampiri e licantropi..."

"... con tutto quello che quel mostro a iniettato ai miei ragazzi, hanno persino sviluppato un doppio potere non connesso alla mente eccetto Sabrina, Jake e Corinne..."

"... Mike dice che uno è di difesa e l'altro e di attacco. Il suo consiste nell'inibire i poteri dei vampiri e utilizzare quegli stessi doni..."

"... scusa sto facendo molta confusione..."
 

"Non preoccuparti amore mio, continua pure."
 

"... I colori dell'iride gli hanno ereditati o dalla parte mutaforma, o da quella vampira..."

"... Evan ha i colori "mortali" del padre, nonostante fosse già un vampiro..."

"... quando usano i loro poteri, invece diventano rossi, tranne Sabrina, i suoi sono dorati, credo dipenda dall'alimentazione dei genitori..."

"... la loro temperatura corporea la possono regolare a loro piacimento, sono in grado di rigenerare ogni singola parte del corpo, compreso il sangue, i denti e le unghie, come avrai notato quando Mike ti ha attaccato, sono retrattili e la pelle non riflette la luce solare..."

"... l'unica e Corinne, la sua pelle è come la nostra..."

"... quando erano poco più che neonati si nutrivano di sangue umano, il dottore riforniva tutti noi dato che erano troppo piccoli per attaccare o uccidere qualcuno, e aveva paura che potessi scappare..."

"... quell'uomo aveva anche la capacità psionica del controllo mentale e lo usava su tutti noi, ma più i ragazzi crescevano più faticava ad utilizzarla contro di loro, ma io ne ero totalmente succube..."

"... anche per questo non si sono ribellati prima, non volevano che mi facesse del male..."

"... le loro piccole ribellioni come il rifiuto a bere il sangue di vittime innocenti o usare le loro facoltà, ha portato quel sadico vampiro a una drastica decisione, la tortura..."
 

Didyme chiuse gli occhi e si portò le mani alla bocca. Tremava, il solo pensiero le incuteva paura. Marcus prese la mano della compagna e la strinse per infonderli coraggio. Sapeva che era un ricordo doloroso, ma doveva sapere.
 

"... all'inizio si limitava a delle frustate, 10, 20, 30..."

"... ma più andava avanti più il numero cresceva fino ad arrivare a 500..."

"... anche la frusta cambiava, da una fatta con una semplice corda, arrivò ad utilizzare il "gatto a nove code", una verga in pelle a nove lacci..."

"... a volte li legava a testa in giù, tenendoli a penzoloni, mentre li fustigava..."

"... più si ribellavano, soprattutto i più grandi, più le torture aumentavano e peggioravano, diventando sempre più crudeli..."

"... una volta ha usato l'abbaccimento accecando i miei ragazzi con dei ferri roventi..."

"... e un'altra volta l'argano della strega, strappando le loro membra..."

"... è proprio usando queste ultime tre torture che ha scoperto l'incredibile potere rigenerativo che hanno gli ibridi..."

"... un'altra tortura consisteva in un digiuno forzato per i ragazzi, avevano imparato ad alimentarsi a vicenda, ma erano soprattutto Mike E Sabrina che, di comune accordo, sfamavano me e gli altri. Quando c'era bisogno si aggiungeva anche Annie..."

"... ma lui se ne accorse..."

"... la cosa peggiore era che con il progresso i metodi di tortura si perfezionavano, diventando più infidi, sadici e pericolosi..."

"... andò avanti così per secoli, lo facevano per proteggermi e per proteggere la più piccola Evan e più avanti anche Jake..."

"... ma quando hanno capito che quel vampiro voleva eliminare Jake, perché lo riteneva totalmente inutile, si sono ribellati..."

"... tutti loro hanno usato i loro poteri e siamo riusciti a scappare..."

"... è strano sai il dottor Morte era un mostro, ma se non fosse per lui non avrei avuto Mike, ne nessuno di loro, Bree e Irina non resuscitavano e non avrei rivisto..."
 

"Chi?"
 

Didyme rimase spiazzata, Marcus non sapeva che Aro aveva tentato di ucciderla, doveva stare attenta.
 

"Scusa, mi sono confusa."
 

Il Volturo la guardò con sospetto, conosceva molto bene la sua compagna, sapeva che quando mentiva abbassava la testa. Non indagò oltre però, non voleva metterla in imbarazzo. Era già stato abbastanza angoscioso parlare dell'infanzia dei suoi figli.
 

"Avete incontrato altre volte il dottor Morte?"
 

Chiese Marcus.
 

"Si, e anche i mostri che creava, ma lui riusciva sempre a fuggire. Jake sentiva la sua presenza. Dato che i geni vampiri sono suoi, Mike ha ipotizzato che ci fosse una connessione mentale tra loro due..."

"... anche per questo non siamo rimasti fermi troppo a lungo in qualche luogo, eccetto in Cina, dove i miei ragazzi hanno incontrato Sihung."



 

Uffa, spero do non aver deluso qualcuno.

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Capitolo 38
*** Sihung ***



Ho corretto il capitolo 12: gli ibridi non vedono il loro maestro da quasi 10 anni e non da due secoli... scusate mi era dimenticata che Sabrina nasce nel 1930. Ho corretto anche la parte di Buenos Aires. Non conoscono Gardel prima dell'esilio.



 

Didyme si fermò qualche minuto. Marcus l'abbracciò teneramente per rassicurarla.
 

"Quella bestia è morta e sepolta, non farà più del male a nessuno amore mio..."

"... ora ti prego parlami di quell'uomo..."
 

"Sihung era un vampiro sulla cinquantina, ma molto dinamico, decisamente più di te amore mio..."
 

L'anziano sorrise.
 

"... un uomo molto volitivo e scontroso, con un grandissimo rispetto per la vita altrui che fosse umana o animale..."

"... gli abitanti del villaggio sapevano che era una creatura soprannaturale, ma non la temevano, anzi si sentivano protetti..."

"... era un esperto di arti marziali e nonostante non volesse allievi, ha insegnato tutto quello che sapeva ai miei ragazzi..."

"... quando arrivammo nella provincia di Angsong eravamo affamati, soprattutto io. Mike mi teneva d'occhio non voleva assolutamente che uccidessi qualcuno..."

"... nemmeno io lo volevo, avevo scoperto che cerano altri modi di nutrirsi senza uccidere nessuno, l'unico che ho sempre faticato ad accettare era quello offerto da mio figlio e dalle più grandi delle sue sorelle..."

"... mi vergogno così tanto per aver bevuto il loro sangue. Ho sempre invidiato il loro autocontrollo, la loro forza di volontà, il loro disgusto per il plasma, e il grande rispetto per la vita altrui..."

"... invidia, che brutta cosa essere invidiosi dei propri figli..."
 

Didyme abbassò la testa per la vergogna e Marcus per tutta risposta le diede un bacio sulla fronte.
 

"Tutti provano invidia per qualcosa o per qualcuno, io ad esempio invidio quel vampiro, per come mio figlio lo adora."
 

La sorella di Aro sorrise e riprese a parlare.
 

"... la sete, la mia sete era arrivata a livelli insostenibili e Mike... mio figlio si lacerò i polsi per dissetarmi..."

"... fu in quel momento che comparve..."

"... nessuno di noi aveva sentito la sua presenza perché era controvento..."

"... ricordò ancora il modo in cui ci guardava, in cui guardava Mike..."

"... era incuriosito, sorpreso, ma c'era anche rispetto nei suoi occhi, soprattutto per il mio ragazzo..."

"... di sicuro non aveva mai visto nulla del genere..."

"... un semi vampiro che nutre un vampiro con il suo stesso sangue..."

"... Mike in quel momento era in piena crisi epilettica e lui toccò alcuni punti del corpo, se non ricordo male si chiamano punti di pressione..."

"... qualunque cosa ha fatto, ha calmato i suoi spasmi, tanto che è riuscito ad alzarsi anche se era molto debole..."

"... abbiamo seguito quell'uomo fino a casa sua..."

"... dato che nessuno di noi conosceva ancora il cinese, ci fece capire a gesti che non dovevamo muoverci, ma rimanere li dentro fino al suo ritorno..."

"... era andato a trovare qualcosa da mangiare per i ragazzi..."

"... siamo rimasti con lui per quasi 60 anni."
 

Perché lo avete lasciato?
 

"E' stato lui a mandarci via, Mike era sconsolato temeva di averlo offeso in qualche modo..."

"... nessuno di noi sapeva bene il perché di quella decisione, diceva solo che non voleva più rivederci, non dovevamo tornare mai più..."

"... secondo mio figlio c'era qualcosa sotto, non riusciva a guardarci negli occhi, come se nascondesse qualcosa..."

"... questo pensiero non lo ha mai abbandonato..."

"... Mike non me lo ha mai detto, ma io so che si sente in qualche modo in colpa per la morte di Sihung."
 

"Quando siete andati via."
 

"Verso la prima settimana di dicembre, nella prima metà degli anni 90."
 

Marcus rimase in silenzio qualche secondo poi si ricordò che era proprio in quel periodo che lui e Alec si erano recati in Cina per prendere un oggetto prezioso per conto di Aro: la spada di Sihung.
 

Possibile che quell'uomo avesse intuito qualcosa, che avesse previsto o percepito la nostra venuta.
 

Il Volturo guardò terrorizzato suo figlio.
 

Avrei potuto ucciderlo, se quell'uomo non allontanava nessuno di loro gli avrei uccisi tutti.
 

L'anziano strinse i pugni e serrò le labbra.
 

"Marcus, Marcus amore mio che cos'hai."
 

"E' colpa mia tesoro, è soltanto colpa mia se siete stati cacciati. Lo ha fatto per proteggervi, da me e da Alec."
 

"Alec? il bambino immortale?"
 

"Il ragazzino è la nostra arma più offensiva, è in grado di annebbiare la mente dei suoi nemici, anestetizzando tutti i sensi della preda..."

"... io ho incominciato a combattere contro di lui, ma giuro su Dio di non aver mai visto quello stile di lotta, quell'uomo, il modo in cui si muoveva. Ero in difficoltà. Alec è intervenuto e io ho fatto il resto..."

"... l'ho smembrato e bruciato i resti..."

"... ho ucciso l'uomo che ha salvato mio figlio, che ha salvato tutti voi."
 

Fu Didyme questa volta ad abbracciare Marcus. Lo strinse forte. Non riusciva a dire niente, perché non cera niente da dire. Sihung era morto a causa dell'avidità di Aro e della fedeltà del resto del clan nei confronti di quest'ultimo.
 

"Mi dispiace tanto, se avessi saputo, se solo..."
 

"Non avresti potuto fare niente e forse Aro all'epoca non li avrebbe nemmeno accettati..."

"... non sei un mostro, il dottor Morte lo era, ma non tu amore mio."
 

La donna baciò il suo compagno quando Mike emise un debole gemito ed entrambi i genitori accarezzarono la sua fronte.
 

"Alla fine riuscirai a far breccia nel cuore di tuo figlio, ne sono sicura, sei una persona bellissima Marcus e con un grande cuore..."

"... non smettere di lottare per lui, fallo anche per Sihung, sarà il modo migliore per onorare il suo sacrificio."
 

"Grazie amore mio."
 

"Prima di trasferirci in Cina..."

Continuo Didyme per stemperare il clima di tensione che si era creato.

"... siamo stati a Buenos Aires, nei primi anni 30 durante la stagione delle piogge..."

"... Sabrina era nata da qualche hanno..."

"... il suo sviluppo è stato talmente rapido che ha raggiunto la piena maturità dopo soli 6 mesi dalla sua nascita..."

"... ma è stato uno sviluppo molto pesante, ogni giorno aveva almeno una crisi epilettica..."

"... tra tutti è quella che fisicamente ha subito meno torture, ma non psicologicamente..."

"... lei avendo diverse capacità psioniche, ha letto il pensiero di tutti gli altri ibridi..."

"... povera piccola..."
 

Marcus sorrise, Sabrina era una bella ragazza di 20 anni.
 

"... sai..."

Didyme cambiò subito discorso.

"... nella capitale Argentina abbiamo avuto la fortuna di incontrare Carlos Gardel, durante un concerto..."

"... Annie va pazza per la sua musica e per il tango, ed è letteralmente innamorata di Buenos Aires..."

"... invece, siamo arrivati a Forks dopo la nostra partenza dal continente asiatico..."

"... abbiamo abitato li per 18 anni circa..."

"... naturalmente in quel periodo abbiamo visitato altri posti, durante le vacanze scolastiche..."

"... siamo stati a Berlino, in Provenza, in Grecia, a Venezia..."

"... abbiamo visto la Finlandia, e ora siamo qua..."



 

Scusate per gli errori di sceneggiatura e gli orrori di grammatica, e per la lunghezza del capitol(in)o.

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Capitolo 39
*** Alec ***



Per Controcorrente, grazie della bellissima recensione per il capitolo 36: Temporale... recensione a cui non ho risposto molto bene... l'ho rifatta (la risposta).




"Non riesce a dormire dottor Cullen?"

 

"Dormire?"
 

Carlisle si girò e vide Alec in piedi, gli angoli della bocca appena inclinati. Poi scoppiò a ridere. Era la prima volta che l'uomo vedeva il bambino immortale ridere di gusto. Per un attimo lasciò cadere l'espressione falsamente angelica che lo contraddistingueva. Sembrava un normalissimo adolescente.
 

"La sua espressione dottore è... è divertente."
 

Cercò di ricomporsi.
 

"Allora dottore, non riesce a dormire?"
 

"No Alec, hai qualche consiglio da darmi?
 

Rispose a tono il vampiro più grande.
 

"E' lei il dottore, non io."
 

Scoppiò nuovamente a ridere.
 

Era strano vederlo così, davvero strano.
 

La mia famiglia rimarrebbe scioccata.
 

Pensò.
 

"La mia famiglia, non li ho ancora chiamati."
 

Prese il cellulare, ma si accorse che non c'era campo.
 

"E' inutile dottore, all'interno del palazzo non si può contattare nessuno..."

"... dovrà aspettare fino a domani e chiamare da un telefono pubblico o da un bar..."

"... ma è meglio che esca al crepuscolo. Gli abitanti di Volterra sanno che noi siamo i padroni di quasi tutta la città, ma non conoscono il nostro segreto."
 

Carlisle rimase di sasso.
 

"Come... com'è possibile."
 

"Quando usciamo mostriamo lo stemma della casata per ottenere tutto quello che vogliamo..."

"... non siamo totalmente fuori dal mondo, anche se le nostre leggi sono medioevali..."

"... naturalmente stiamo molto attenti, un po' come lei e il suo clan dottore..."

"... se non sbaglio vi siete mescolati ai mortali."
 

Il dottor Cullen osservava il ragazzino. La sua espressione era così calma e tranquilla. Si chiedeva se tale cambiamento non dipendesse dalla figlia di Caius.
 

"No, non sbagli, dov'è Evan?"
 

"Sta dormendo, l'ho lasciata mezz'ora fa..."

Il viso del ragazzino si era appena illuminato.

"... sono rimasto con lei finché non si è addormentata, era preoccupata per suo fratello..."

"... quel ragazzo sta meglio ora?"
 

"Si Alec, l'ho lasciato insieme ai suoi genitori."
 

Alec rimase in silenzio. Sembrava preoccupato. Poi riprese.
 

"Ho saputo che odia suo padre per l'omicidio del suo maestro."
 

"Si Alec, è per questo che si è scontrato più volte con lui."
 

"Io ero presente quando è successo, ho aiutato Marcus."
 

"Lo so."
 

"Evan non lo sa, non voglio che lo sappia."
 

L'espressione del bambino immortale divenne di colpo triste. Mancavano solo le lacrime... che non sarebbero mai arrivate. Ai vampiri non era concesso piangere.
 

"Ti piace così tanto?"
 

"Da morire."
 

Un sorriso sornione fece capolino sul viso del ragazzino.
 

"Scusi dottore."
 

"Di niente ragazzo, piuttosto ho un favore da chiederti, si tratta di tua sorella."
 

"Sta bene? quel cane rognoso ha fatto qualcosa a Jane?"
 

"No, anzi è il contrario, lei sta usando Seth per colpire Leah e Demetri..."

"... non ho ancora capito il perché, quella ragazza non le ha fatto niente."
 

"Mia sorella detesta Demetri, e lui detesta lei..."

"... non sopporta che dia ordini a tutti, dato che è solo una ragazzina."
 

"Tutto qui?"
 

"Non è così semplice. Lei non odia solo il segugio, ma tutti quelli che possono in qualche modo toglierla dal piedistallo in cui Aro l'ha messa..."

"... il potere di Leah è molto interessante, poter spostare tutto il clan Volturi da un estremo all'altro del mondo in un batter d'occhio è... è incredibile..."

"... e da quello che ho capito, è anche più potente di suo fratello..."

"... Aro ha messo alla prova Seth, può spostare diversi oggetti contemporaneamente, ma non devono essere pesanti, altrimenti non c'è la fa..."

"... a mia sorella questo da fastidio, visto che è diventato il suo "compagno di giochi" preferito..."

"... quella palla di pelo ha messo in secondo piano anche me, nella vita di Jane..."

"... senza contare che al nostro maestro piace moltissimo la sorella del cane rognoso, dice che quella ragazza è una perla rara e..."
 

"Eee!!"
 

"... è uno dei tesori più preziosi che possiede, appartiene a lui..."

"... Jane lo ha sentito e la odia profondamente..."

Abbassò un attimo la testa.

"... mia sorella odia anche Evan, perché ha riportato in vita la bambina immortale."
 

"Bree?"
 

"Si, se si ricorda lei aveva ordinato a Felix di ucciderla..."

"... si è come sentita spodestata, se Jane vuole che qualcuno muoia, nessuno si deve azzardare a riportarlo in vita."
 

"Odia anche i miei figli ragazzino?"
 

"Odia tutti gli ibridi, per i poteri che hanno e perché quattro di loro hanno un doppio potere non connesso alla mente..."

"... è gelosa..."
 

Alec osservò attentamente l'espressione di Carlisle.
 

"Può stare tranquillo dottore, non farà nulla che possa nuocere in maniera grave a qualcuno di loro..."

"... però, non posso assicurarle che non combinerà niente..."

"... colpirà la persona più debole in questo momento..."
 

"Leah?"
 

"Si, dottore..."

"... ma starà comunque attenta, Aro potrebbe fargliela pagare cara, e lei ha molto rispetto per il suo maestro, anche più di me..."

"... per mia sorella è come un padre..."

"... e una madre..."
 

Strinse un attimo le labbra.
 

"... non ricordo il volto dei miei genitori dottore..."

"... non ricordo molto della mia vita mortale, solo il rogo..."

"... è l'unico ricordo vivido che ho, l'unico."
 

Carlisle si avvicinò ad Alec e l'ho abbracciò. Il piccolo non si scostò ma rispose abbracciandolo a sua volta.
 

Alla fine tu e tua sorella siete solo dei bambini.
 

Pensò.
 

"Volevo andare a trovare i miei figli, vieni con me?"
 

"Perché no dottore, magari la posso aiutare a tenere a bada Felix, credo sia ancora con lei."
 

"In camera sua Alec?"
 

"Si ci sono anche Jake, Bree e Corinne..."

"... Didyme ha chiesto a Sabrina di stare dietro ai piccoli, perché lei doveva stare insieme a suo figlio."
 

"Alec."
 

"Si dottore?"
 

"Demetri sa come Aro considera Leah?"
 

"Credo di si, non ne sono sicuro e comunque anche se non lo sa..."

"... ci penserà Jane a dirglielo..."

"... solo per mettere ancora di più il dito nella piaga..."

"... so che il segugio tiene moltissimo a quella ragazza..."

"... e sta soffrendo molto per lei, quasi non lo riconosco."
 

"Lo so ragazzino, ma non so come aiutarli, lei ha sofferto molto ed è chiusa nel suo dolore..."

"... e lui non sa come varcare il muro che Leah ha creato intorno a se."

 

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Capitolo 40
*** Sabrina ***


Anche quel bestione di Felix sa essere gentile e ironico.




Carlisle entrò con Alec nella camera della figlia. Sperava che Felix se ne fosse andato, e invece con suo grande disappunto era ancora li. Il vampiro era seduto sul letto insieme ad una assonnata Sabrina. Stavano parlando. La guardia teneva tra le braccia Corinne. La ragazzina dormiva beatamente. Bree invece era accanto all'ibrido. Aveva paura di quel vampiro alto e grosso. Lui l'aveva uccisa su ordine di Jane.
 

Felix quando era entrato nella camera di Sabrina e aveva visto la bambina immortale chiese di parlare con la piccola. Le aveva detto di non dire niente di quell'episodio alla ragazza altrimenti le avrebbe fatto ancora del male.
 

Il dottor Cullen notò l'ansia che aveva Bree.
 

"Buona sera Sabrina... Felix."
 

"Dottor Cullen che cosa vuole?"
 

"Parlare con mia figlia Felix."
 

"Come può vedere Sabrina è stanca, deve dormire. Forse non lo sa, ma al contrario di noi gli ibridi hanno bisogno di riposo."
 

"Allora ragazzo è meglio che lasci questa stanza, così potrà dormire, è molto tardi."
 

La guardia socchiuse gli occhi, fino a ridurli a due fessure. Cercava di capire che cosa avesse in mente Carlisle. Non voleva lasciarlo da solo con la sua ragazza. Se raccontava a Sabrina che era stato lui a smembrare la bambina immortale, lei poteva decidere di non volerlo più vedere o peggio decidere di trasferirsi a Forks con suo padre.
 

Certo lui poteva anche dirle che i Cullen non erano intervenuti in difesa della ragazzina.
 

Non voleva perderla. Come Demetri si era innamorato della fanciulla guardando una foto che la ritraeva, e dopo il sentimento che provava si era rafforzato ulteriormente durante la festa in onore degli "Eredi di Volterra".
 

Alec vedendo il clima di tensione che si stava creando tra i due invitò Felix a seguirlo fuori. Carlisle aveva tutto il diritto di stare con lei e con Jake. Di mala voglia il Volturo seguì il ragazzino, ma prima posò delicatamente la figlia sul lettone accanto a Jake. Il bambino dormiva profondamente e il padre di Sabrina fu decisamente sorpreso da quella gentilezza. Ma durò poco. Felix diede un'occhiataccia a Bree, che la fece tremare e infine una spallata al dottor Cullen, che perse l'equilibrio.
 

Felix ridacchiava.
 

"Ha bevuto troppo sangue dottore?"
 

"Pa... emm dottor Cullen sta bene."
 

Annuì. Sabrina lo aiutò ad alzarsi e Carlisle si sedette accanto a lei. Osservò attentamente la stanza. Era molto bella, ma pesante, così diversa dall'ex tipografia restaurata dagli ibridi. L'arredamento era più fresco e leggero. Questo era composto da mobili in legno di noce della prima metà dell'800. Il letto a baldacchino era enorme, tanto che stavano comodamente sdraiati Jake, Corinne, Bree e sua figlia.
 

"Non riesci ancora a chiamarmi papà?"
 

"No, le chiedo scusa dottore, è difficile e così strano..."

"... voglio dire io ho 20 anni e lei ne ha 23, mentre mia ma... sua moglie Esme ne ha 26."
 

"Veramente siamo più vecchi, ma toglimi una curiosità siete capitati per caso a Forks?"
 

"Si dottore, ci siamo trasferiti prima di lei e la sua famiglia."
 

Carlisle guardava amorevolmente Sabrina. Era molto bella, così simile a sua madre anche fisicamente. L'altezza e le espressioni del viso però, le aveva ereditate da lui. Solo i colori erano diversi: caldi. In quel momento si accorse che la ragazza indossava una camicia da notte e la vestaglia. Ripensò a Felix, a come la guardava quando era entrato nella camera da letto.
 

"Felix è stato gentile con te? te lo chiedo perché è un ragazzo un po' rude."
 

"Oh si, è venuto per tenermi compagnia e aiutarmi con i più piccoli. E' stato bravissimo soprattutto con Corinne. Era così amorevole, sembrava suo padre."
 

L'uomo guardò con curiosità la donna.
 

Allora non lo sa ancora.
 

"Che cosa facevi prima di entrare in ospedale a farmi da infermiera."
 

La ragazza arrossi violentemente e la stanza profumò ancora di più di legno e muschio.
 

"Ti posso... le posso assicurare che amo molto il lavoro da infermiera, mi piace aiutare gli altri..."
 

Il vampiro rise e abbraccio sua figlia. Non voleva metterla in imbarazzo ne insinuare niente, ma sapeva che non era solo la "vocazione" ad averla spinta da lui.
 

"Scusa non era mia intenzione metterti in difficoltà, sono solo curioso, vorrei sapere qualcosa di più su di te e Jake."
 

Il piccolo dormiva tranquillo. Tra le braccia di Morfeo sembrava un bambino come tanti.
 

"Jake è nato prima di me negli anni 20 e si è sviluppato in maniera normale..."

"... normale per un quanto concerne un ibrido, ma la sua crescita si è fermata prima rispetto a tutti noi..."

"... anche la crescita di Evan e Corinne si sono arrestate prima..."

"... la mia invece è continuata, anche il mio sviluppo è stato differente..."

"... in soli 6 mesi avevo raggiunto la piena maturità fisica, ma è stato molto pesante crescere a quel ritmo..."
 

Pesante!
 

Carlisle guardò con ansia la figlia. Quest'ultima se ne accorse e cambiò subito discorso.
 

"Dato che sono nata negli anni 30 ho passato meno tempo con il dottor Morte..."

"... rispetto al resto della mia famiglia sono stata molto fortunata."
 

Sabrina abbassò la testa e si morse le labbra nel tentativo di arrestare le lacrime. Questa volta fu il dottor Cullen ha cambiare discorso.
 

"So che gli ibridi hanno un doppio potere, anche tu e Jake."
 

"Non esattamente..."

Rispose, sempre tenendo la testa abbassata. Aveva ancora gli occhi lucidi.

"... ho meglio Jake può prevedere eventi futuri e vedere le connessioni che ci sono tra individui di nazionalità diversa, grazie alla matematica..."

Sabrina sollevò la testa, il viso era più luminoso.

"... Mike dice che la matematica è dappertutto, anche nel creato."
 

Carlisle sorrise, sua figlia voleva molto bene a Mike e agli altri ibridi. Si voltò un attimo per guardare Jake e il suo sguardo incontrò quello di Bree. La ragazzina era rannicchiata sotto le coperte. Guardava con sospetto e timore l'uomo.
 

Il vampiro ricambiò con un sorriso.
 

"Dimmi in cosa consiste il tuo potere."
 

"Ho diverse capacità psioniche: sono telepatica, riesco a creare illusioni nelle menti delle persone, posso controllare le loro menti."
 

"Puoi anche teletrasportarti o muovere gli oggetti con la forza del pensiero?"
 

"No, quello no..."

"... Leah si può teletrasportare, è molto potente, mentre suo fratello e telecinetico, ma è meno potente della sorella."
 

"Hai detto che sei telepatica?"
 

"Si."
 

"Allora sei in grado di leggere nel pensiero."
 

"Si e anche di trasmettere i miei."
 

Il vampiro sorrideva.
 

"Se non ti dispiace voglio metterti alla prova. Dovrai leggere il mio pensiero e trasmettere il tuo."
 

"Ok."
 

Perché sei venuta a lavorare in ospedale come infermiera?
 

La ragazza arrossì. Di nuovo la stanza profumò ancora di più di muschio e legno.
 

Sapevo chi era. La prima volta che l'ho vista dottore avevo capito subito che era un vampiro e ho cominciato a sondare la sua mente. Io, ecco, volevo conoscerla, capire chi erano i miei veri genitori e volevo starle accanto. Ero sempre felice quando vedevo mia... Esme entrare in ospedale.
 

Sabrina arrossì di più. Si vergognava. Carlisle per tutta risposta abbracciò sua figlia. Era visibilmente commosso. La ragazza non riusciva a trattenere le lacrime e lui la strinse più forte.
 

Scusa se non ti ho mai detto la verità.
 

Carlisle riprese a comunicare verbalmente.
 

"Non ti devi scusare, non era una cosa semplice da rivelare. E poi c'erano altre persone coinvolte."
 

Si girò nuovamente per guardare Jake, Corinne e Bree.
 

"Posso farti un'altra domanda?"
 

"Si dottore."
 

"Dottore? no tesoro non ci siamo, devi chiamarmi papà ed Esme mamma..."

"... non accetto un no come risposta."
 

La ragazza rise, ma si arrestò subito per non svegliare i piccoli.
 

"Va bene, dot... papà."
 

"Così va meglio."
 

"Ritornando alla domanda, che cosa provi per Felix."
 

"Felix?"
 

Sua figlia arrossì di nuovo.
 

"Non lo so con precisione. E' una cosa strana..."

"... mi sento come un satellite che gira intorno al suo pianeta..."

"... e come se fossi legata a quel pianeta..."

"... è una bellissima sensazione, ma c'è qualcosa che mi lascia perplessa, qualcosa di strano."
 

"Strano?"
 

"Si, vede dottore... vedi papà, Leah prova la stessa cosa, ma stranamente non è felice..."

".... è divisa a metà tra uno dei vampiri di Volterra e un ragazzo, con la pelle scura come la sua, ma ci sono anche altre persone in mezzo..."

"... ci sono delle volte, quando leggo il suo pensiero, che mi sembra di vederla sotto forma di lupo e migliaia di catene che la legano talmente stretta da procurale dolore. Come se ci fosse una forza più grande di lei che vuole sottometterla ad ogni costo."
 

Carlisle guardò sorpreso Sabrina.
 

"Sei innamorata di Felix."
 

"Credo di si, ma non ne sono sicura... anche perché i sentimenti di Felix nei miei riguardi sono differenti, così come quelli di Demetri per Leah e di Didyme per Marcus e viceversa..."

"... anche Annie prova la stessa cosa che provo io per Caius, Evan per Alec e Seth per Jane, ma nessuno di noi ha il conflitto interiore di Leah."
 

"Sai tesoro esistono diversi tipi di amore, e ognuno prova qualcosa di diverso da altri o simile. Tutto qui."
 

Il dottor Cullen decise di non dire niente sull'imprinting a sua figlia. Aveva provato a studiare quel fenomeno, ma tutte le sue ricerche portavano a una sola risposta: non era vero amore, solo un'illusione. Un'attrazione fasulla per portare avanti la specie. Ma questo cozzava con l'immagine che aveva Sam ogni volta che guardava la sua Emily. Quando chiedeva a Edward di leggere il pensiero dell'uomo vedeva solo un amore puro e sincero.
 

Forse come diceva sempre Jacob l'imprinting è una magia, proprio per questo non cera nulla da capire.
 

Di una cosa però era certo, l'incantesimo mutaforma aveva un risvolto negativo. La totale sottomissione del lupo alla sua ragazza, o al suo ragazzo. Una sottomissione che Leah non voleva, perché avrebbe messo tutte le persone a cui voleva bene all'ultimo posto. Una sottomissione che faceva fare quello che il soggetto dell'imprinting voleva. Se era una cosa positiva o negativa importava poco. Doveva essere fatta.
 

"Devo avvertire Demetri e Jacob."
 

Carlisle abbracciò un ultima volta la figlia e riuscì ad accarezzare la testolina arruffata di Jake. Non era facile tenere in ordine il bambino immortale. Per questo aspettavano sempre che si addormentasse per farli il bagno.
 

"Buona notte, ci vediamo domani tesoro mio."
 

Si congedò e uscì dalla camera.
 

Fuori trovò Felix. Non si era allontanato. Accanto a lui Alec. Quest'ultimo era imbarazzato.
 

"Sta andando a dormire Felix, la vedrai domani."
 

Il Volturo grugnì e si allontanò.
 

"E' andato tutto bene dottore?"
 

"Si Alec, grazie per averlo tenuto a bada."
 

"Di niente, dottore."



 

Temo di aver fatto confusione, anche perché continuo (lo so che rompo) a non capire un tubo dell'imprinting, per lo meno la versione della Meyer, perché quello di Konrad Lorenz si che si capisce.

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Capitolo 41
*** Io sono la regina ***


Una parte della filastrocca è presa dal libro "Alice nel paese delle Meraviglie" a sua volta ispirata a un'altra filastrocca: The Queen of Hearts (la regina di cuori).



 

Demetri era seduto su una sedia in uno dei corridoi del Palazzo dei Priori vicino alle stanze di Leah. Doveva ritornare nella sua camera e pensare al da farsi, ma la presenza di Jane lo aveva allarmato. Temeva che potesse fare un altro scherzo alla mutaforma con la complicità di Seth. Anche se con lei c'era Heidi, non si fidava troppo della viperetta Volturi.
 

Nonostante l'imprinting non era cambiata di una virgola a differenza di Alec. Quest'ultimo si era addolcito grazie a Evan. Il carattere buono e sensibile della figlia di Caius aveva fatto quel piccolo miracolo.
 

Persino l'anziano era diventato più socievole e affabile grazie ad Annie.
 

Felix era diventato meno rude e violento, e anche meno sboccato. Per lo meno quando parlava della sua ragazza.
 

Sorrise pensando a come se la spassavano in passato sia con vampire che con le umane che incontravano al di fuori dell'Italia. Scommettevano sempre quante ragazze si sarebbero portate a letto. Nessuna riusciva a resistere al loro fascino anche se le loro tattiche erano diametralmente opposte: passionale e fisico Felix, seduttivo e delicato lui.
 

Chiuse gli occhi, le sue tattiche non avevano dato il risultato sperato con lei.
 

Prese nuovamente fuori la foto che teneva ben celata sotto il mantello. Quel giorno era andato in casa Cullen su ordine di Aro per scoprire che cosa Carlisle nascondesse. Stava per uscire quando la vide. Era incorniciata con una semplice cornice in legno chiaro. Approfittò di una distrazione degli abitanti della casa e la prese.
 

Da allora l'aveva sempre tenuta con se. Non riusciva a credere che non si trovasse bella. O forse erano gli altri a farla sentire così. Anche Leah aveva fatto un piccolo miracolo con lui. Non sapeva che cos'era il dolore prima di sentire il suo attraverso Renesmee.
 

Per la prima volta li importava di qualcuno che non fosse associato al suo clan. Anche la sensibilità di Leah, il suo senso del dovere e del sacrificio lo avevano colpito nel profondo. Proprio come Aro, che considerava la ragazza una perla rara. Di una cosa era certo, questo cambiamento non era merito della magia mutaforma.
 

Fece una smorfia pensando a quella roba.
 

Una vocetta acuta e cristallina tipicamente adolescenziale lo distolse dai suoi pensieri. Era impossibile non riconoscerla. Come anche i suoi passi, sempre saltellanti. Percepì anche la presenza di una seconda persona con lei. I passi erano strascicati diversi dal solito, ma sapeva bene di chi si trattava.

 

"La Regina di Cuori fece delle paste in una giornata d'estate..."

"... il Fante di Cuori rubo quelle paste e se le portò via..."

"... il Re di Cuori chiamó i sudditi per le paste e punì il Fante di Cuori..."

"... il Fante di Cuori restituì le paste e giurò di non rubare più..."

 

La piccola Jane si fermò davanti al Volturo. Sorrideva dolcemente. Quel sorriso aveva sempre avuto l'effetto desiderato sugli estranei, e ora anche su Seth. Ma il segugio sapeva bene cosa si nascondeva dietro l'espressione dolce e angelica della bambina. Osservò attentamente quello che teneva stretto tra le braccia, il suo libro preferito: "Alice nel Paese delle Meraviglie". Sapevano tutti che la ragazzina aveva un debole per la Regina di Cuori. Questo divertiva molto il loro maestro.
 

"Ciao Demetri, cosa fai li seduto, il cane da guardia? guarda che questo è compito della tua ragazza."
 

"Vattene Jane e porta via il tuo di cane."
 

"Attento Demetri, il mio Seth può farti molto male."
 

"Il tuo Seth? se non ricordo male sei dovuta intervenire la prima volta per aiutarlo..."

"... senza contare che il tuo ragazzo mi sembra un po' addormentato."
 

La bambina immortale socchiuse gli occhi.
 

"Seth..."

"... Seth..."

"... SETH!!!"
 

"Sono sveglio, sono sveglio."
 

Demetri scoppiò a ridere.
 

"Dolore..."

"... sei solo uno sciocco Demetri, ridere di me..."

"... posso farti molto male e..."

"... posso fare molto male anche alla tua ragazza."
 

"NON, NON OSARE TOCCARLA, O USARE IL TUO POTERE SU DI LEI."
 

Il vampiro era furibondo e nonostante le fitte riuscì ad alzarsi per affrontare la bambina immortale. Jane per tutta risposta lo bombardò ancora di più finche il ragazzo non cadde in ginocchio per l'atroce dolore.
 

"Bravo Demetri e così che devi fare in mia presenza, inginocchiarti."
 

Seth era spaventato. Indietreggiò appena, Jane se ne accorse e gli regalò un sorriso dolce e tenero... che lo stregò nuovamente.
 

"Stai tranquillo Seth, va tutto bene. Il ragazzo ha una scorza dura, forgiata nel corso dei secoli. Alla fine non gli ho fatto niente."
 

Allargò ancora di più il sorriso e il ragazzino partì completamente.
 

Jane si avvicinò ancora di più a Demetri e cominciò a sussurrare.
 

"Ci sono molti modi per colpire Leah, il mio potere è uno di questi..."

"... ma posso anche raccontarli delle tue innumerevoli conquiste..."

"... tutte le donne che hai sedotto nel corso dei secoli..."

"... poverina penserà di essere una delle tante, è così sensibile."
 

Demetri strinse i pugni, il desiderio di staccarle di netto la testa era forte.
 

"Dimenticavo, la sua sensibilità piace da morire ad Aro, prima è passato per darle il bacio della buona notte."
 

Il segugio scattò in piedi in preda alla rabbia.
 

"Sta tranquillo Demetri, voleva solo sentire le sue emozioni, sai che è fedele a Sulpicia..."

"... per ora..."

"... vieni Seth, ci vediamo domani Demetri."
 

La piccola ricominciò a saltellare e canticchiare felice e contenta seguita da un sempre più addormentato Seth.
 

"Demetri, che cosa è successo, ho sentito qualcuno che gridava."
 

"Heidi, niente di grave, solo Jane che mi ha fatto arrabbiare per la millesima volta..."

"... Leah?"
 

"Si è addormentata da poco, ha pianto tutta la notte, ho provato a tirarla su di morale..."

"... ti ho anche fatto un po' di pubblicità su consiglio del fratello di lei."
 

"In che senso."
 

Il vampiro era preoccupato, Seth non faceva niente se non era Jane a ordinarglielo.
 

"Mi ha consigliato di parlarle delle tue conquiste, di quanto è fortunata ad essere una di loro dato che sei un ragazzo piuttosto esigente."
 

Il ragazzo dilatò gli occhi, la bocca serrata per non insultare Heidi.
 

"Gli hai raccontato anche della nostra storia?"
 

"Si, e anche di Corin."
 

L'inseguitore strinse i pugni ed entrò nella camera di Leah. La ragazza dormiva, gli occhi erano arrossati e leggermente gonfi.

Si sdraiò accanto a lei e cominciò ad accarezzarla dolcemente. La ragazza aprì appena gli occhi.
 

"Demetri..."
 

Sussurrò dolcemente.
 

Heidi sorrise.
 

"Farti pubblicità ha funzionato."
 

"No, no non è così..."

"... è mezza addormentata, non è conscia di quello che dice..."

"... la mia Leah."
 

Sorrise e continuò ad accarezzarla e a sfiorare il viso con lievi baci. Leah si riaddormentò.
 

Godiamoci questo momento.


 

Carlisle era appena uscito dalle stanze di Marcus e Didyme. Mike dormiva ancora. Era andato a vedere se occorreva il suo aiuto ma la compagna dell'anziano sapeva cosa fare quando i suoi figli stavano male.

Stava per andare a trovare Demetri quando sentì una vocetta acuta e cristallina canticchiare una filastrocca.

 

"... io sono la Regina di Cuori e ho fatto delle paste in una giornata d'estate..."

"... io sono il Fante di Cuori e ho rubato le paste e le ho portate via..."

"... io sono il Re di Cuori e ho chiamato i sudditi per le paste, e ho punito il Fante di Cuori..."

"... Io sono il Fante di Cuori e ho restituito le paste e ho giurato di non rubare più..."

 

Sorrise nel vedere il dottor Cullen.
 

"Buona sera dottor Cullen."
 

Carlisle guardò con curiosità la ragazzina per via del libro che teneva in mano.
 

"Alice nel Paese delle Meraviglie, non sapevo ti piacesse quel libro."
 

"E' carino, ma c'è un solo personaggio degno di nota, la Regina di Cuori..."

"... adoro quando dice..."

"... TAGLIATELI LA TESTAAA!!!"
 

Seth sussultò e aprì gli occhi di colpo.
 

"Sono sveglio, sono sveglio."
 

"Seth stai bene, sei pallido ragazzo."
 

"Lui sta bene dottore, deve solo imparare a tenere il ritmo dei vampiri. Dopo tutto per metà è come noi."
 

"A me non sembra che stia bene Jane, ed essendo solo per metà vampiro, deve dormire..."

"... la camera di tua sorella e qua vicino, perché non vai a riposare un po'..."

"... così la vai anche a trovare..."
 

Il mutaforma si stava avviando, faticava a tenere gli occhi aperti e a camminare. Jane richiamò subito la sua attenzione stringendoli la mano e baciandolo sulla guancia. Il ragazzino ricambio con un sorriso e tornò accanto a lei.
 

"Ora stai esagerando Jane."
 

"Seth è mio dottore, come io sono sua."
 

Carlisle fu sorpreso dalle parole della ragazzina. Erano sincere. Nonostante tutto ci teneva al giovane Clearwater, ma si sentiva comunque in dovere di dirle qualcosa.
 

"Nessuno ti toglierà Seth, il vostro legame è indissolubile e durerà in eterno, ma non è giusto come usi il ragazzino per far del male alle altre persone. Così facendo fai del male anche a lui."
 

"Seth tu sei felice con me?"
 

Il mutaforma sorrideva in maniera beota, totalmente preso dalla sua ragazza "lupo".
 

Cullen era sicuro che la ragazzina cercasse in qualche modo uno scontro. Amava essere al centro dell'attenzione e gli ibridi in qualche modo l'avevano scalzata. Leah e Annie avevano le attenzioni di Aro, Evan si era azzardata a riportare in vita Bree e le aveva portato via Alec, Jake era totalmente immune al suo potere. Doveva giocare d'astuzia con lei, darle qualcosa che potesse renderla felice. Ripensò ad alcune cose che Alec gli aveva riferito sulla sua famiglia. Il ragazzino se le era ricordate all'ultimo.
 

"E' un peccato sai Jane, Leah poteva essere come una sorella maggiore per te e tuo fratello..."

"... o addirittura una madre, dolce, amorevole e premurosa."

Jane non disse nulla. Aveva un vago ricordo di sua madre. Sapeva solo che non era amorevole, ma avida e felice che i figli avessero delle facoltà soprannaturali. Facoltà che sapeva sfruttare molto bene. Come Aro, la sua famiglia premiava chi li trattava bene e puniva gli altri. In tutti e due i casi, i suoi genitori avevano sempre un tornaconto. Erano una delle famiglie più in vista della città.
 

Quando furono accusati di stregoneria, i loro genitori per salvarsi la vita e la faccia, dissero che erano sotto il malefico influsso dei gemelli. Per questo era così attaccata ad Aro, gli aveva salvati e si era preso cura di loro. Ma con la venuta dei nuovi era stata spodestata dal piedistallo in cui l'anziano l'aveva messa.
 

"E in questo bel quadretto Demetri che ruolo ha, quello del padre?"
 

"Perché no Jane."
 

"Demetri odia me e mio fratello."
 

Carlisle notò lo sguardo duro della ragazzina.
 

"Per amore di Leah potrebbe accettare questa cosa."
 

"Per amore di Leah!! Si rende conto che sta straparlando dottore..."

"... e poi le cose tra lui e lei non vanno molto bene."

Riprese a sorridere.

"Pensavo fosse più intelligente dottore, la prossima volta mi proponga qualcosa che voglio veramente."
 

"Tipo cosa Jane."
 

"Indovini."
 

La vampiretta prese Seth per mano e si allontano canticchiando.
 

No Jane quando ho detto madre dolce e premurosa hai vacillato un po'. Qualcuno che voglia bene a te e a tuo fratello in maniera sincera è la cosa che più desideri.



 

Felix non si era allontanato molto dalla stanza di Sabrina. Come Demetri si era seduto e aspettava che la sua bella uscisse dalla stanza. Era preoccupato che Carlisle gli avesse raccontato qualcosa. Ogni tanto sorrideva pensando al volto della ragazza, talmente bello da poter competere senza fatica con le vampire del palazzo.
 

Invece gli faceva un effetto strano il fatto di essere diventato padre, ma era contento che sua figlia fosse così simile a lui, come Sabrina era simile alla madre. La ragazzina dal padre aveva ereditato anche le sue espressioni. Solo il colore dell'iride era diverso: azzurro chiaro.
 

Stava pensando tra se e se quando sentì una vocetta adolescenziale canticchiare una filastrocca.

 

"... la Regina di Cuori ha fatto delle paste in una giornata d'estate..."

"... il Fante di cuori ha rubato le paste e le ha portate via..."

"... il Re di Cuori ha chiamato i sudditi per le paste e ha punito il Fante di Cuori..."

"... il Fante di Cuori ha restituito le paste e e ha giurato di non rubare più..."

 

Si parò davanti al vampiro. Incurante della sua stazza, cominciò a canzonarlo.
 

"Ciao Felix, come mai solo soletto, la figlia del dottor Cullen ti ha cacciato dalla sua camera da letto?"
 

Il ragazzo ringhiò.
 

"Nessuna ragazza mi caccia via semmai è il contrario."
 

Il vampiro si alzò e si avvicinò con fare minaccioso, pronto a cacciare via lei.
 

"Felix mi deludi, lo sai che non riuscirai ad avvicinarti più di tanto, soprattutto ora che ho una guardia del corpo."
 

Felix osservò per un attimo Seth, il ragazzino si era seduto e addormentato.
 

"E' quella sarebbe una guardia del corpo?"
 

Jane si voltò, un espressione corrucciata sul volto, poi torno a guardare il vampiro più grande con un sorrisetto canzonatorio.
 

"Ti trova noioso, per questo si è addormentato. Sei soporifero per lui e non ti considera una minaccia."
 

"Davvero."
 

La guardia si avvicinò al mutaforma.
 

"Dolore..."

"... Felix è da vigliacchi attaccare qualcuno inerme..."

"... scontrati con lui quando si sarà svegliato, ma so già come finirà..."

"... il mio Seth è più forte, agile e veloce, senza contare che può farti volare da una parte all'altra della stanza grazie alla psicocinesi..."

"... e quando si trasforma, è il lupo più bello che ho mai visto, la sua pelliccia sembra fatta di fili d'oro."
 

"Quando avrò sistemato il tuo licantropo regalerò alla mia ragazza un cappotto di vero pelo di lupo, e ha mia figlia un paio di guanti, o un manicotto."
 

Jane sorrideva in maniera angelica, troppo angelica.
 

"Dimmi Felix, Sabrina sta bene?"
 

"Si perché, speravi stesse male?"
 

"Sai com'è, con tutti gli esperimenti che ha fatto il dottor Morte è un miracolo che gli ibridi abbiano un aspetto umano..."

"... voglio dire, hai visto tutte le altre creature? orribili..."

"... insomma se metti incinta la tua ragazza, cosa verrà fuori dal suo grembo..."

"... un vampiro, un licantropo, o qualcos'altro..."

"... non puoi escludere Felix che possano nascere dei mostri..."

"... tutto questo lo dico per il tuo bene e quello della figlia del dottor Cullen."
 

Jane fece gli occhi dolci al vampiro, che la guardava disgustato. La ragazzina svegliò Seth.
 

"Vieni Seth, ti accompagno in camera mia, è la più vicina, e tu Felix, rifletti su quello che ho detto. Hai già Corinne, fatela bastare, senza contare che non riesco a vederti nelle vesti di un padre dolce, amorevole e premuroso."
 

Si allontanò canticchiando. Con una mano teneva stretto il mutaforma e con l'altra il libro. Felix dal canto suo era furioso per gli insulti che la bambina immortale aveva rivolto alla sua ragazza e a sua figlia, ma era anche preoccupato.
 

E se nascessero davvero dei mostri?

 

"... Regina: è meglio non farlo più giovanotto..."

"... Re: mai più giovanotto..."

"... Fante: si, non lo so, voglio dire... stavano lì per essere prese, oppure non le prendo... voglio dire non posso promettere niente... voglio dire sono soltanto un Fante, no so quello che faccio, in generale... voglio dire se sono lì e c' è l' opportunità... voglio dire le prendo, oppure non le prendo..."

"... Regina: TAGLIATELI LA TESTAAAA..."

"... Re: TAGLIATELI LA TESTAAA..."



 

Spero di averlo fatto bene e di non essere stata troppo ridicola. Qua urge fare qualcosa alla fine mi sono accorta che i Volturi stanno diventato troppo pappe molli con l'arrivo degli ibridi.

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Capitolo 42
*** Il giorno dopo ***


Scusate per il ritardo, sto battendo la fiacca. Voglio dormire... chiedo venia per gli errori (orrori).



 

Carlisle si stava dirigendo verso la porta principale. Voleva uscire per poter telefonare tranquillamente ai suoi famigliari. Dato che il cellulare non prendeva all'interno del palazzo, sperava in una maggior fortuna fuori. Quando aveva parlato con Alec, il ragazzino gli aveva dato qualche indicazione, ma non aveva detto se all'esterno c'era o meno campo. Stava per aprire il portone quando sentì una voce alle sue spalle: Aro.
 

"Amico mio dove stai andando a quest'ora? è molto presto anche se il Sole sta per sorgere."
 

L'ultima parola la pronunciò in maniera leggermente severa, ma con una punta di ironia. Per il dottor Cullen fu facile intuire cosa nascondesse quella tonalità. Lui era il signore del palazzo chi voleva uscire doveva chiedere il permesso.
 

"Devo contattare la mia famiglia."
 

"Ma mio caro amico nessun problema, ho già pensato io a questo. Ho spedito a tutti l'invito per le imminenti nozze di mia figlia, della tua e di quelle della ragazza lupo."
 

Il dottor Cullen non riusciva a crederci, sapeva che l'anziano voleva far sposare al più presto le tre ragazze, ma non immaginava così rapidamente. Senza contare che Leah non era ancora pronta.
 

Un piccolo dubbio cominciava a insinuarsi nella mente dell'uomo.
 

"A chi hai spedito l'invitò?"
 

"A tutti..."

Rispose gioioso Aro.

"... alla tua famiglia, ai vari clan, eccetto i vampiri nomadi e quelli più selvaggi..."

"... e naturalmente i due branchi di licantropi e la famiglia di Leah."
 

Sorrideva in maniera angelica, troppo angelica.
 

Aveva in mente qualcosa per la mutaforma. Sapeva che il Volturo aveva un debole per lei. Quello che aveva dentro lo trovava terribilmente irresistibile. Spesso diceva che era un vero peccato che non riuscisse a sentirla, che la sua nipotina era stata davvero fortunata ad averla avuta accanto. Fortuna che ora era toccata a lui.
 

"Per Leah è troppo presto Aro. Anche Demetri si è reso conto che è meglio aspettare ancora un po'."
 

"Oh si, lo so. Ma vedi non vedo l'ora di avere la casa piena di bambini."
 

"Bambini!!"
 

"Si amico mio, io adoro i bambini..."

"... non vedo l'ora di essere chiamato nonno, nonnino, nonnetto o nonno Aro..."

"... dovresti sapere ora mai che adoro i lieto fine."
 

Carlisle guardava con sospetto l'anziano. Ora era sicuro che nascondesse qualcosa, ma per la sorella di Seth aveva anche qualcos'altro in mente. Forse voleva vedere, e sentire, la sua reazione davanti al suo vecchio e nuovo branco. Ma soprattutto vedere quella di fronte a Sam ed Emily.
 

Era disgustato, come poteva essere così crudele nei suoi confronti? Per la ragazza era già dura accettare la nuova situazione: l'imprinting con un vampiro, il cambiamento di Seth e il suo conflitto interiore.
 

Devo trovare un modo per contattare Jacob.
 

Salutò Aro e si allontano, ma un piccolo pensiero cominciò a far capolino nella sua mente. Inclinò appena gli angoli della bocca, trattenendosi a stento.
 

Nonno Aro, nonno Aro... guarda nonno Aro, nonno Aro... bubusettete...
 

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Era arrivato all'ascensore quando Aro richiamò la sua attenzione.
 

"Sai spero che Leah si riprenda presto. Immagina i suoi figli, belli come lei e Demetri e altrettanto potenti."
 

L'espressione gioiosa che aveva l'attimo prima svanì di colpo. Carlisle sapeva che Demetri trovava chiunque e Leah era in grado di teletrasportarsi. I loro figli potevano erediate entrambe le facoltà. Così facendo il Volturo avrebbe avuto tra le mani dei vampiri in grado di scovare i nemici in un batter d'occhio, e distruggerli altrettanto rapidamente utilizzando i poteri degli altri ibridi.
 

Affetto paterno. Questa volta Edward ti sei sbagliato di grosso.
 

L'unica consolazione del dottore è che il segugio e la mutaforma potevano cercare di opporsi ai piani di quell'uomo. Non avrebbero certo lasciato i loro figli nelle mani dell'anziano. Senza contare che anche Marcus e Didyme si sarebbero ribellati. Forse anche Felix e Caius. Di sicuro Sabrina e Annie. E Mike.
 

Era preoccupato per lui, per il modo in cui aveva reagito l'ultima volta. Marcus gli faceva una gran pena. Non era malvagio e senza cuore.
 

Decise di ritornare nella camera dell'uomo per parlare con lui dei progetti di Aro e per farsi aiutare a uscire dal palazzo. Doveva assolutamente contattare la sua famiglia. Per fortuna Jacob era sempre in compagnia di Renesmee. Raramente la lasciava sola. Sperava non fosse uno di quei giorni.
 

Arrivò nelle stanze dell'uomo. Bussò leggermente, non voleva disturbare Mike. Forse il ragazzo dormiva ancora. La crisi epilettica era durata più del previsto. Anche Didyme si era spaventata.
 

"Avanti."
 

Disse Marcus.
 

"Carlisle, meno male. Temevo fosse ancora Aro. E' venuto un'ora fa."
 

"L'ho incontrato prima di fronte alla porta principale. Tentavo di uscire per contattare la mia famiglia. All'interno del palazzo non posso usare il cellulare."
 

"Puoi usare il telefono della reception. Vieni ti accompagno."
 

L'anziano si congedò da Didyme, guardò amorevolmente il figlio e uscì dalla stanza.
 

Durante il tragitto passarono vicino agli appartamenti di Annie. La ragazza era in compagnia di Caius. Stavano ridendo. Il dottor Cullen si fermò un attimo.
 

"Anch'io amico mio, trovo questa cosa strana e..."

"... terrificante."
 

Il vampiro rise alla battuta del Volturo. Alec e Caius avevano avuto un cambiamento notevole. Jane non era peggiorata, ma nemmeno migliorata. Seth era un burattino nelle sue mani, il braccio armato della piccola vampira. Lei lo caricava a molla e lui partiva.
 

Per il cambiamento di Felix non era del tutto sicuro.
 

"Siamo arrivati..."

"... è ancora presto e la segretaria umana non è ancora arrivata."
 

"Quante ne avete cambiate?"
 

"Non lo so, non ho mai fatto caso a loro, solo una mi aveva colpito. Si chiamava Chiara..."

"... alla fine è morta anche lei."
 

La reception aveva le pareti rivestite di pannelli in legno e la moquette era color verde scuro. Non aveva finestre ma quadri grandi e luminosi che raffiguravano la campagna Toscana. L'arredo era composto da poltroncine in pelle chiara, vari tavolinetti laccati e una scrivania in mogano lucido.
 

Sopra ogni tavolino c'erano vasi carini, ma sobri per non adombrare troppo i fiori che la nuova segretaria cambiava ogni giorno. Aro non amava i fiori secchi.
 

"Sono cambiate molte cose dall'ultima volta che sono stato qua."
 

Carlisle si sedette su una sedia ergonomica in pelle e prese la cornetta del telefono.
 

"Pronto."
 

"Alice tesoro, sono Carlisle."
 

"Papà, finalmente eravamo preoccupati."
 

"Lo immagino, scusate ancora, ma non sono riuscito a chiamare prima."
 

"Come è andata, gli ibridi, li avete trovati, stanno bene?"
 

"Si il dottor Morte ha fatto loro del male, ma va tutto bene ora..."

"... quella bestia non farà più del male a nessuno, Marcus e Demetri lo hanno ucciso."
 

"QUELLO SCIENZIATO PAZZO E' MORTO..."

Gridò Alice al resto della famiglia.

"... MARCUS E DEMETRI LO HANNO UCCISO..."

Rimase un attimo.

"... papà sei sicuro che siano stati loro?"
 

"Si tesoro, hanno salvato in extremis Leah e Mike. Alice, per favore, metti il vivavoce."
 

"Cos'è successo a Leah e Mike."
 

Sentendo il nome di sua figlia, Sue si strinse ancora di più al suo nuovo compagno.
 

"E' una lunga storia, tesoro è arrivata una lettera da parte di Aro?"
 

"Si, ha invitato tutti, compresi i licantropi, al matrimonio di Annie, Sabrina e Leah..."

"... mi dispiace papà, speravi che i tuoi figli tornassero a casa."
 

Carlisle non rispose subito.
 

"Papà ci sei ancora?"
 

"Si tesoro, Jacob è in casa."
 

"Si è molto scosso per la notizia del matrimonio di Leah..."

"... nessuno di loro è entusiasta, ed Emily è felice, ma anche preoccupata per la cugina. Vuole essere sicura che sia la scelta giusta..."

"... non vuole che soffra ancora."
 

Il dottor Cullen rifletté qualche secondo.
 

"Papà?"
 

"Di a Jacob di avvicinarsi."
 

"Dottore."
 

"Ragazzo Leah non si sposa, Aro ha sbagliato a mandare l'invito..."

"... credo che nessuna delle ragazze sia a conoscenza dei piani di Aro..."

"... avverti i mutaforma, non è necessario che vengano..."

"... ma tu devi venire, ho bisogno del tuo aiuto, tutta la famiglia deve venire."
 

"Dottore ci sono problemi?"
 

"Si, ma è una questione troppo delicata da discutere per telefono..."

"... Jacob al tuo branco e a quello di Sam, di semplicemente che si sposano solo mia figlia e quella di Aro, non è necessario che vengano."
 

"Saranno molto felici."
 

"Lo immagino..."

"... ora devo chiudere, vi dirò tutto quando sarete qua..."

"... ti amo Esme."




La foto è stata presa da internet, ho digitato bambini spaventati. Ho anche cercato nonno Aro, ma purtroppo non ho trovato niente.

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Capitolo 43
*** Amore e crudeltà ***


Spero vi piaccia e di non aver deluso nessuno, fatemi sapere.



 

Volterra
 

Leah si destò verso mezzogiorno. Era ancora un po' assonnata e non si accorse subito della presenza di Demetri nella sua stanza, sul suo letto. Il ragazzo strinse appena il corpo dell'amata. La mutaforma si spaventò.
 

"E' così orribile svegliarsi con me vicino?"
 

Disse ridendo il vampiro.
 

"Deve andare via."
 

Rispose lei.
 

Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. Per fortuna era di spalle. Durante la notte non era stata ferma un secondo e Demetri aveva cercato di assecondare i suoi movimenti per non svegliarla.
 

"Hai fatto un brutto sogno?"
 

Il segugio non smetteva di accarezzarla. Non aveva smesso da quando si era coricato.
 

"Se ne vada."
 

La ragazza tremava. Nessuno l'aveva mai messa così in soggezione. Prima di allora solo Sam aveva avuto quell'effetto, all'inizio quando stavano insieme e dopo quando l'aveva lasciata. Aveva l'abitudine in quei momenti, quando il dolore diventava più forte, di rifugiarsi sotto le coperte in posizione fetale. E si metteva a piangere stringendo una foto con l'immagine dei tre uomini più importanti della sua vita: suo padre, suo fratello e il suo ex-ragazzo. Ora temeva di perdere anche Seth.
 

"Vattene."
 

Ripeté per la terza volta.
 

"No, dobbiamo parlare..."

"... Leah io ti amo..."
 

Leah si strinse nella sua solita posizione.
 

"... credevo di essermi innamorato di te quando ti ho visto per la prima volta a casa dei Cullen, o meglio quando ho visto una tua foto..."

"... ma ora mi rendo conto che mi avevi colpita già prima, durante l'incontro per l'ibrido umano-vampiro..."

"... stavo monitorando tutti voi, i testimoni e il branco di lupi..."

"... quando il mio sguardo a incrociato un piccolo lupo grigio...

"... e i miei occhi non ti hanno più mollato..."

"... il tuo viso, mmm no, il tuo muso, avevi un espressione così dolce e triste..."

"... la stessa della foto..."

"... ogni tanto guardavo anche Seth, ma perché avevo intuito che c'era qualcosa che ti legava a lui..."

"... tu invece non mi degnavi di uno sguardo, osservavi tuo fratello e il lupo con in groppa la figlia di Edward..."

"... allora non avevo capito il perché, ma mi aveva dato fastidio..."

"... volevo che mi guardassi..."

"... mi ero avvicinato di più ad Aro, rompendo le righe pur di farmi notare, ma tu niente..."
 

"Il discorso che ha appena fatto sa tanto di imprinting."
 

"No, non c'entra nulla, il dottor Cullen mi ha detto tutto quello che sa su quella roba..."

"... all'epoca non potevi averlo con nessuno, umano o mutaforma, figurarsi con un vampiro..."

"... no Leah, nessuna magia mutaforma, il mio amore per te è sincero."
 

Continuava ad accarezzarla, ma lei non smetteva di tremare.
 

"Non, non vado bene per lei, non posso ricambiarla, non come merita."
 

"Perché no..."

"... perché ami ancora Sam? so che è così, so che quello che provi per lui non è mai mutato..."

"... so che anche lui ti ama ancora, ma l'imprinting è più forte..."

"... e so anche che è una delle cose che ti ferisce di più..."
 

Cominciò a sfiorare le spalle con lievi baci. Leah indossava una camicia da notte prestata da Heidi. La vampira la metteva solo durante i suoi incontri con Felix e Demetri. Era semplice, ma sexy. Quando gliel'aveva data quasi si vergognava a metterla.
 

"... ma tu non sei come lui, e io non sono come la sua donna..."

"... riuscirò a scalzarlo dal tuo cuore, prima o poi."

"Non è costretto..."

"Non sono costretto, nessuno mi costringe a fare qualcosa che non voglio..."

"... nemmeno l'imprinting."
 

Continuava ad accarezzarla e a baciare la sua pelle e lei continuava a tremare e a chiudersi a riccio ancora di più.
 

"Leah, Leah tesoro, ti prego, dammi una possibilità..."

"... sono più che sicuro di poter sanare il tuo cuore ferito..."

"... e sono più che sicuro di poterti rendere molto, molto felice."
 

"E' il contrario."
 

"Cosa?"
 

"Devo essere io a renderla felice, io a proteggerla, io a..."
 

"Oh, ma sentitela, la mia piccola lupa, io mi proteggo da solo."
 

Demetri continuava a baciare la pelle scoperta della ragazza.
 

"Le regole, alcune regole, amore mio, sono fatte per essere infrante..."

"... io sono il tuo difensore, io ti renderò felice..."

"... non il contrario e comunque se tu sei felice, sono felice anch'io."
 

Cominciò ad accarezzarle i capelli.
 

"Se preferisce li lascerò crescere."
 

Leah si morse appena le labbra, non riusciva a credere di aver detto una frase del genere. Per un attimo si ricordò di Sam. Non era mai stato un tipo romantico, Emily era romantica e lui aveva mutato il suo carattere per lei. Anche lei era come la cugina, una volta, ma lui non era mai cambiato, nonostante all'epoca l'amasse molto.
 

Una lacrima solitaria scese sulla sua guancia.
 

Questa era una delle cose che odiava di più della magia mutaforma. Chi aveva l'imprinting diventava quello che la sua ragazza voleva. Ed era orribile. Alla fine dell'incontro con i Volturi aveva ripensato diverse volte a quella cosa. C'erano dei momenti in cui lo desiderava per non soffrire più, e altri in cui era contenta di non poterlo avere.
 

Invidiava però la cugina, la sua felicità con il suo ragazzo... ex. Il modo in cui l'avevano lasciata le faceva ancora male, anche se ora era imprintata, il dolore lo sentiva ancora e faceva più male di prima.
 

Demetri rimase in silenzio per qualche minuto prima di riprendere il discorso.
 

"Si, mi piacerebbe vederti con i capelli più lunghi, con le mani più curate..."

"... sei una ragazza molto bella e voglio che tutti lo vedano, soprattutto quelli che ti hanno sempre deriso..."

"... ma questo cambiamento lo devi fare per te stessa, non per me..."

"... perché alla fine tu mi vai bene così come sei, dopo tutto mi sono innamorato di te guardando una foto in cui avevi i capelli corti, un abbigliamento di una taglia più grande..."

"... sono anche felice che tu sia così, il tuo meraviglioso carattere ha contribuito a rafforzare il mio sentimento..."

"... sei uno splendore Leah, senza contare che in quasi 2000 anni, io non mi sono mai innamorato, nessuna mi aveva mai colpito così nel profondo."
 

"Nemmeno Heidi e Corin? sono molto belle."
 

"Sono solo belle, amore mio e no, nemmeno loro. Era solo sesso, ma niente amore..."
 

Demetri continuava ad accarezzarla, ma lei non smetteva di tremare.
 

"... dammi una possibilità Leah, dammela ti prego..."

"... lasciati amare."
 

"Non posso, io non posso farlo..."

"... ci sono altre persone in mezzo a tutta questa storia, le ho deluse troppe volte..."

"... non posso e non voglio deluderle ancora."
 

Demetri rimase male per la risposta della ragazza, ma cercò di non perdere la calma, doveva capire meglio tutta la faccenda.
 

"Parla con me Leah, confidati. Io so ascoltare."



 

Forks
 

"Jacob è arrivato?"
 

"Non ancora... eccolo..."

"... ehi ragazzo, dove sono le tue valigie?"
 

"Io non parto con voi."
 

"Cosa e perché?"
 

"Mio padre non vuole che ritorni nel covo dei vampiri."
 

"Gli hai spiegato la situazione?"
 

"Si, ma lui ha paura."
 

Edward guardava con sospetto il licantropo e lui abbassò la testa dalla vergogna.
 

"Mio padre ha bisogno anche di te."
 

"Non posso disubbidirgli, è un anziano e l'ultima voce in capitolo ce l'ha lui, o meglio loro."
 

"Hai parlato solo con lui però, non con tutti gli anziani."
 

Il padre di Nessy guardò Sue.
 

"La maggior parte di loro la pensano come Bill."
 

"Oh avanti, ci siamo anche noi palla di pelo."
 

"Non è per questo Emmett che non viene, no c'è dell'altro..."

"... parli tu o lo devo dire io."
 

Jacob sapeva bene che era difficile tenere segrete le cose con il telepate vampiro nei paraggi. Anche se con Leah aveva fatto cilecca. Non era mai riuscito a leggere completamente la sua mente.
 

"Mio padre e gli anziani hanno radiato per sempre Leah dalla riserva, non è più una Quileute."
 

"Che cosa stai dicendo Jacob, non possono prendere una decisione del genere, non ne hanno alcun diritto."
 

"Mi dispiace Sue, ma loro sono in maggioranza."
 

"Perché, perché hanno fatto una cosa del genere ragazzo."
 

"Bill dice che essendo Leah l'unica femmina lupo, le regole con lei non valgono..."

"... era così arrabbiato quando gli ho detto che l'avevo fatta diventare l'alfa in seconda."
 

"E' ridicolo, te ne rendi conto?"
 

"Io, non, non è mai successa una cosa del genere, voglio dire la nascita di una mutaforma femmina..."

"... magari hanno ragione..."

"... dopo tutto sono i saggi della tribù."
 

"No, no che non hanno ragione."
 

Sue era alterata.
 

"Perché non continui il discorso, invece."
 

Lo incalzò Edward piuttosto irritato.
 

Jake abbassò la testa, si vergognava di quello che gli aveva riferito il padre e anche di quello che pensava. Leah gli era stata fedele fino all'ultimo.
 

"Bill dice che c'è qualcosa che non va in lei, altrimenti non si sarebbe trasformata."
 

"Che cosa vuoi dire con "c'è qualcosa che non va", i miei ragazzi sono normali."
 

Il mutaforma alzò lo sguardo.
 

"Seth non è stato esiliato, lui può ritornare e se vuole può portarsi dietro la sua ragazza..."

"... non sono molto felici che sia una vampira..."

"... ma l'imprinting è sacro e..."
 

"Quello di Seth si, ma non quello di Leah..."

"... che stupido sono stato, ho sempre deriso quella ragazza ogni volta che la vedevo in azione e leggevo nella sua mente..."

"... non avevo capito fino in fondo quanto doveva essere dura per lei stare con un branco di deficienti maschilisti..."

"... non ero riuscito a leggere nemmeno il suo immenso dolore."
 

Jacob guardò stranito il vampiro.
 

"Abbiamo toccato Renesmee, o meglio lei ha toccato noi e puoi immaginarti il resto..."
 

Bella sorrise dolcemente al suo amico mutaforma.
 

"... Jacob devi venire, Carlisle ha bisogno di te e anche Leah e Seth."
 

"Parlerò io con Bill ragazzo."
 

"E' inutile Charlie, mio padre considera Leah un abominio, un mostro che non doveva nascere, un errore della natura da cancellare..."

"... l'erbaccia cattiva da estirpare, un insulto agli occhi degli avi e soprattutto di Taka Haki..."

"... non sarà facile fargli cambiare idea..."

"... per lui è una strega che ha spinto Sam a ferire Emily, che ha ucciso suo padre e che durante lo scontro con i vampiri neonati..."
 

"BASTA!!!"
 

Sue era furente, Bill non poteva pensare quelle cose orribili su sua figlia.
 

"Pensi anche tu le stesse cose su mia figlia Jake?"
 

"Io..."
 

Il licantropo non sapeva cosa dire, si era sempre chiesto, come il resto del branco, come era possibile che fosse mutata, avevano incominciato a non considerarla una donna e nemmeno una persona, non come loro almeno. Nessuno però l'aveva definiva un mostro all'epoca. Era solo una cosa bizzarra.
 

Jacob abbassò la testa.
 

Una cosa bizzarra.
 

"No Sue, non ha mai pensato che Leah fosse strana."
 

La donna non era del tutto convinta dalle parole di Edward, soprattutto dopo aver visto le espressioni del vampiro e del mutaforma.
 

Il vampiro si avvicinò di più a Jake e sussurrò.
 

"Se non vieni con noi, non vedrai più Renesmee..."
 

Jacob ebbe un fremito e guardò dalla parte della bambina. Nessy piangeva per le cattiverie che Billy Black aveva detto su Leah.
 

"... non c'è bisogno che torni a casa a preparare le tue valigie, ti prestiamo noi qualco..."
 

Edward non finì il discorso, perché una ragazza era apparsa sulla porta. Non era stata chiusa. In mano teneva una piccola valigia.
 

"Ero presente quando Jacob, ha parlato con Bill, vorrei venire con voi."
 

"Forse non è il caso."
 

"Per favore, Leah ha sacrificato tanto a causa mia e di Sam e nonostante tutto ha cercato di venirci incontro..."

"... le devo molto."
 

"Sam lo sa?"
 

"Si, ma non è felice che parta ed è anche geloso."
 

Renesmee cercava di attirare l'attenzione dei suoi genitori, non voleva Emily tra i piedi.
 

"Geloso, ha paura che ti portiamo via per sempre da lui?"
 

"No, lui è geloso del vampiro che sta con Leah."
 

Abbassò appena la testa, le era difficile ammettere che provava invidia per sua cugina. Sam non l'avrebbe mai abbandonata, ma sapeva che una parte della sua anima, quella umana, amava ancora Leah. Forse l'avrebbe amata per sempre.
 

Lo aveva capito da molto tempo e si sentiva in colpa anche per questo. Era gelosa della cugina, ma si rendeva conto che era l'ultima persona a dover provare dei sentimenti simili per lei. Dopo tutto le aveva portato via quasi tutto, il suo ragazzo e i ragazzi. Leah non lo avrebbe fatto, non le avrebbe mai fatto del male.
 

Era la sua migliore amica e si era comportata davvero male. Non doveva abbandonarla, non doveva essere così vigliacca da lasciar dire e fare ai ragazzi tutto quello che volevano con lei.
 

"Emily sei sicura che sia la cosa migliore da fare?"
 

"No, ma ho aspettato troppo, sono stata per troppo tempo inerme. Non le sono stata vicino, come ha sempre meritato..."

"... so che non recupererò mai più il bellissimo rapporto che avevo con lei..."

"... e questa è una delle cose che mi fa più male..."

"... ma spero almeno di riuscire ad aiutarla un po'..."

"... almeno un po'."
 

Renesmee non era contenta ed Emmett cercò di rassicurarla.
 

"Pensa positivo piccola, almeno non viene Sam..."

"... parli del Diavolo."
 

Sam era appena giunto in casa Cullen. Aveva una valigia poco più grande di quella di Emily.
 

"Non penserai di venire anche te, spero."
 

Il mutaforma socchiuse gli occhi.
 

"Non posso lasciare mia moglie da sola, dovreste saperlo..."

"... dove va lei, vado anch'io..."

"... credetemi non mi fa piacere."
 

"Tesoro, non credo sia una buona idea."
 

"Sai che non posso lasciarti da sola."
 

Emily lo sapeva, sapeva che l'imprinting lo legava indissolubilmente a lei. Ma non voleva che lo vedesse Leah e che lui vedesse lei. Non voleva farla soffrire, ma era anche gelosa. Abbassò di nuovo la testa per la vergogna.
 

"Il tuo branco cosa ne pensa?"
 

"Non sono contenti Jacob e nemmeno il tuo."
 

"Sai cosa pensano gli anziani di Leah?"
 

"Si, me lo ha riferito Emily, io non la penso come loro."
 

"E i branchi?"
 

"Non hanno detto nulla..."

"... non sanno cosa pensare."
 

"Già, pensare, attività difficile per delle palle di pelo come voi..."
 

Sam ringhiò contro Emmett.
 

"... fatelo venire..."

Incalzò il vampiro.
 

"... voglio vedere un altro scontro Demetri vs Sam..."

"... sarà molto divertente."
 

"Hai già dato ordini al tuo branco?"
 

"Si, in mia assenza sarà Jared a prendere il comando. E tu Jacob?"
 

"Telefonerò a Embry perché faccia lo stesso."




 

Volterra
 

Demetri era sconvolto, non poteva crederci. Come poteva quella meraviglia sentirsi un mostro. Non era solo bella fisicamente, anche la sua anima era meravigliosa.
 

"Leah, Leah tesoro tu sei uno splendore, come fai a vederti in questa maniera."
 

"Perché lo sono, ho ucciso mio..."

"No, maledizione non è colpa tua, non potevi prevederlo..."

Demetri la strinse un po' troppo.

"... scusa, non volevo farti male."
 

"Lo so."
 

Rimasero fermi per qualche minuto in quella posizione. Demetri la stringeva a se stando più attento.
 

"Tuo padre vuole vederti..."
 

"Non lo nominare."
 

"Leah!!"
 

"Se quelli della tua orribile razza non venivano nelle vicinanze della riserva, nessuno si sarebbe trasformato, Sam non mi avrebbe mai lasciato, Seth non si sarebbe trasformato e mio padre sarebbe ancora vivo..."

"... non mi metterò mai con un succhiasangue, sarebbe come ucciderlo una seconda volta e mancherei di nuovo di rispetto al mio clan."
 

Sia Leah che Demetri fremevano, ma di collera questa volta. Il vampiro uscì dalla stanza con furia, sbattendo la porta. Era fuori di sé. Una volta raggiunte le sue stanze gridò per rabbia accumulata.

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Capitolo 44
*** Emily ***


Uffa, uffa, uffa... devo modificare tre capitoli perché cozzano con questo. Sono il 17, il 24 e il 26 (tripletta). Questa puntata è incentrata su Emily e qui descrivo come, secondo il mio punto di vista, sono andate le cose con Leah... facendo riferimento ai libri e alla guida.



 

"Ehi Jacob, hai paura."
 

"No Emmett, ma è la prima volta che volo e temo..."
 

"Tranquillo lupetto, è più rischioso andare in macchina, soprattutto con me al volante..."

"... ora che ci penso non ho mai pilotato un aereo."
 

"Non scherzare."
 

L'espressione ansiosa del mutaforma fece ridere di gusto il giovane Cullen. Solo alcuni erano preoccupati.
 

Emily temeva la reazione di Leah nel vederla arrivare con Sam. Esme era preoccupata per tutta la faccenda. Il tono di Carlisle al telefono era poco rassicurante. Jasper non era felice di ritornare a Volterra. Non si fidava di Aro. Renesmee al contrario non vedeva l'ora di riabbracciare Leah e gli ibridi. L'unico che non voleva vedere era Seth.
 

"Desiderate qualcosa da bere signori."
 

Le hostess erano completamente affascinate dai vampiri maschi, mentre non prestavano la minima attenzione ai licantropi. Questo atteggiamento divertì ulteriormente Emmett.
 

"Ora capisci Sam perché Leah ti ha lasciato?"
 

Sam strinse i pugni dalla rabbia. Amava ancora Leah e sapeva che Emily lo aveva intuito.
 

"Emmett smettila di provocarlo."
 

Lo rimproverò Edward.
 

"Scusa."
 

Mormorò Sam a sua moglie.
 

Emily strinse appena la mano del marito per rassicurarlo. Per qualche minuto pensò all'imprinting, a quello che aveva dato e a quello che aveva tolto. Lei aveva un compagno che l'adorava, che avrebbe sacrificato qualsiasi cosa per lei, ma era diviso a metà. Tra l'amore che provava per lei e quello mai sopito per la sua ex. Chi aveva pagato il prezzo più alto però era Leah.
 

Ora anche lei aveva avuto l'imprinting, ma era comunque preoccupata. Leah era diversa da tutti loro e non solo perché aveva mutato. Harry l'aveva intuito. Da quando era nata non aveva smesso di dire che la sua bambina era speciale, che c'era qualcosa di straordinario in lei. Tutti gli altri membri della tribù lo prendevano in giro per questo, dicevano che per ogni genitore era così: i loro figli erano migliori degli altri.
 

Il gruppo arrivò all'aeroporto di Pisa a sera inoltrata. Dato che i pochi umani erano stanchi per il viaggio, decisero di fermarsi in un albergo. L'indomani avrebbero preso il treno per raggiungere Cecina e da li una corriera per arrivare a Volterra. Jasper era agitato, temeva di non riuscire a trattenere la sua sete. Ancora non aveva un controllo perfetto. Per fortuna era guardato a vista dagli altri membri della sua famiglia. Alice però era sicura che non avrebbe fatto del male a nessuno.
 

Alcune persone guardavano con curiosità quel gruppetto molto eterogeneo. Nonostante il caldo i vampiri erano molto coperti, anche se indossavano indumenti di cotone. Oltre ai raggi solari, dovevano stare attenti ad altre fonti luminose. Altri presenti guardavano con compassione il volto di Emily. Il dottor Carlisle, si era offerto di operare la ragazza, ma Sam aveva rifiutato. Temeva che il vampiro potesse perdere il suo autocontrollo.
 

Una volta dentro l'hotel si dileguarono tutti. La cugina di Leah aveva chiesto a suo marito di restare un po' da sola, doveva pensare al da farsi. Il ragazzo di malavoglia l'accontentò.
 

"Ciao, non riesci a dormire?"
 

"No Bella, sono troppo agitata e ho tanta paura, forse non mi vorrà nemmeno vedere. Non posso darle torto."
 

"Come è andata veramente tra voi due, so che non siete più unite a causa di Sam."
 

"Si, ma non è solo quello il motivo. E' un complesso di cose. Quando Sam ha rotto con lei, io non ne ero stupita. E dentro di me ero anche contenta..."

"... contenta ti rendi conto. Sapevo quanto Leah amasse Sam."
 

Bella accarezzo con la mano la guancia di Emily. La ragazza sussultò, il palmo della ragazza era gelato.
 

"Scusa, dimentico che non hai la temperatura elevata dei licantropi."
 

Emily le sorrise e continuò.
 

"Qualche giorno dopo Sam mi confessò che aveva lasciato la sua ragazza per me. Io lo sapevo, avevo capito che ero la causa della rottura e nonostante tutto cercai di rimanere vicino a mia cugina..."

Fece un sospiro.

"... e intanto uscivo di nascosto con il suo ex. Mi dicevo che facevo questo per lei, ma in realtà pensavo solo a me stessa..."

"... mi piaceva la compagnia di Sam, quel mondo fantastico fatto di uomini lupo e vampiri, ma ogni volta che tornavo a casa e vedevo Leah stavo malissimo per quello che le stavo facendo, la tradivo, lei non lo avrebbe mai fatto."
 

"Non puoi saperlo."
 

"No Bella, conosco molto bene Leah, è sempre stata la più sensibile della famiglia, in questo ha preso da Harry."
 

Emily aveva gli occhi lucidi.
 

"Alla fine la notizia delle mie uscite con Sam erano arrivate anche a mia cugina. Non sapevo che cosa dirle, lei però non credette subito a queste chiacchiere, mi diede il beneficio del dubbio..."

"... fece lo stesso anche con Sam e io continuai a vederlo, finche."

"Finche?"
 

"Non tornai a casa, aveva in mano una foto dove c'erano Harry, Sam e Seth in posa con un bel pesce tra le mani..."

"... stava piangendo, credeva fosse colpa sua, anche la sua sparizione e io le raccontai una mezza verità. Le dissi che Sam mi stava importunando, quando l'attrazione era reciproca..."

"... non ho avuto il coraggio di dirle la verità. E ho peggiorato solo le cose."
 

"Tesoro non potevi dirle niente."
 

"Si, però dovevo fare tutto in maniera diversa..."

"... Leah non meritava di soffrire così..."

"... quando era venuta a trovarmi in ospedale e ha visto Sam e me insieme, è stato un colpo durissimo per tutti e tre. Ma io avevo lui e lui aveva me e nonostante mi sentissi male per mia cugina, mi rendevo conto che ero ogni giorno più felice..."

"... alla fine non mi sono più interessata a Leah, uno perché ero troppo codarda per affrontarla, e due perché temevo che il suo dolore potesse in qualche modo intaccare la mia felicità..."

"... come vedi sono molto egoista."
 

Scoppiò a piangere e Bella l'abbracciò.
 

"La sua mutazione non ha migliorato le cose tra di noi anche a causa della morte del padre."
 

"So che crede ancora che sia colpa sua."
 

"E' così e io non le ho reso la vita più semplice..."

"... mi ero ripromessa di non farla soffrire ancora di più..."

"... ma era impossibile, quando c'era Sam era un continuo abbracciarsi e baciarsi, che lei fosse presente o meno..."

"... non riuscivamo a non farlo..."

"... ogni volta che succedeva lei usciva piano silenziosamente..."

"... una volta Paul disse: Quante storie..."

"... avevo riso alla sua battuta, ho riso del dolore di mia cugina..."

"... senza contare che lasciavo i ragazzi liberi di dire tutto quello che volevano su di lei, alla fine non l'ho mai difesa."
 

"Magari non sapevi come fare."
 

"No Bella, la verità è che avevo paura. Le ho portato via quasi tutto, l'amore di Sam e i suoi amici."
 

"I suoi amici?"
 

"I ragazzi del branco. Quando è arrivata la prima volta dopo la mutazione, erano incuriositi, ma anche diffidenti, solo Embry aveva un minimo di empatia nei suoi confronti. Tra tutti era l'unico a provare affetto per Leah e non solo per quello che le era successo."
 

"A Embry piaceva Leah?"
 

"Si e credo che quello che prova non sia cambiato, ma non te lo so dire con precisione, è sempre stato un ragazzo molto riservato."
 

"Emily, perché non ha mai provato a corteggiarla."
 

"Per via dell'imprinting, potrebbe non essere immune..."

"... gli altri ragazzi invece non erano entusiasti della presenza di Leah, avevano paura che potesse farmi ancora del male..."

"... dato che è da quasi sette anni che mi occupo del loro benessere mi sono molto affezionati..."

"... prima di mutare volevano bene a Leah, provavano affetto per lei..."

"... ora non più..."

"... la ritengono in parte responsabile per il mio sfregio, secondo loro non doveva insistere con Sam, doveva lasciarlo andare. Lei cercava solo di salvare la sua relazione, come una donna che cerca di salvare il suo matrimonio..."

"... la sera in cui è stata lasciata le aveva fatto quella proposta..."
 

"Povera Leah, ma Emily non è colpa tua se loro sono degli stupidi."
 

"Può darsi, ma io li ho lasciati fare e ho permesso che Leah venisse isolata ancora di più..."

"... una volta Sam ha detto che probabilmente l'imprinting serviva a portare avanti la discendenza. Ma era chiaro in realtà a cosa si riferisse, alla sterilità di Leah. Erano presenti tutti: il branco e le loro ragazze, io sono stata zitta e lei si sforzava di non far trapelare nessuna emozione, come se la cosa non la toccasse..."

"... nonostante il mio poco tatto ha accontentato la mia richiesta di fare da damigella al mio matrimonio."
 

"Renesmee dice che quel giorno era anche il compleanno di Leah."
 

"Si, avevo dimenticato la data della sua nascita. Non lo festeggiava da quasi sette anni..."

"... nessuno la ricordava più..."
 

"Non riesco a credere che sua madre ha dimenticato il suo compleanno."
 

"No, lei no, ma non sapeva bene come intervenire. Il prete per quell'anno poteva celebrarlo solo quel giorno e Sue vedendo la reazione di sua figlia ha preferito non dire niente per non complicare ancora di più le cose, soprattutto con gli anziani..."

"... è da qualche anno che guardano mia cugina con diffidenza..."

"... non è mai stata accettata e come hai sentito da Jacob, Billy finalmente ha detto quello che ha sempre pensato su di lei."
 

"E' terribile quello che ha detto su Leah."
 

"Si, ma la cosa peggiore è che la maggiorparte di loro la pensa come il vecchio Black..."

Emily inclinò appena gli angoli della bocca.

"... vedi questo ciondolo?"
 

"Si, è fatto con una conchiglia."
 

"E' un regalo di Leah, me l'ha dato l'anno scorso per il mio compleanno, o meglio me lo ha consegnato Sue, ma sapevo che era da parte sua. Io le colleziono e ogni hanno me ne arrivava sempre una..."

"... non l'ho mai ringraziata e ho lasciato che gli altri la criticassero perché non mi faceva nemmeno gli auguri."
 

"Loro non sanno che in realtà ti ha sempre fatto un dono?"
 

"No, non l'ho detto a nessuno. Mi dicevo che era una cosa mia e il branco e le mie amiche non c'entravano."
 

"Per amiche intendi le ragazze lupo?"
 

"Si."
 

"Perché Leah non ha mai legato con le altre?"
 

"Perché sapeva di non appartenere a quel gruppo, lei era una mutaforma, non una ragazza lupo e doveva rimanere con il resto del branco, ma i ragazzi non l'hanno mai accettata..."

"... sai Bella che cosa ha spinto Leah a lasciare definitivamente il branco di Sam?"
 

"No, Seth immagino."
 

"Anche, lei era molto preoccupata per suo fratello, ma soprattutto la molla è stata una conversazione con Sam..."

"... era molto giù per il piccolo Clearwater..."

"... piccolo è più alto di lei ora."
 

Le ragazze risero appena.
 

"Lui era preoccupato che anche lei potesse lasciarlo e così le ha raccontato quello che in realtà provava ancora nei suoi riguardi..."

"... l'amore che nutriva per lei non era mai mutato, l'imprinting non aveva cancellato quel sentimento, solo che la magia mutaforma era più forte e lui non poteva farci niente..."

"... Leah si è trasformata ed è scappata via. Quando Sam ha saputo che si era unita a Jacob, lui si è sentito tradito e ferito nel profondo, e io, io..."

"... ho provato invidia, gelosia e rabbia..."

"... lei ha perso tutto, ha pagato il prezzo più alto e le è toccata la parte peggiore, e io provavo astio verso mia cugina..."

"... mi sono così vergognata dopo, soprattutto quando Embry mi ha raccontato che i licantropi sentivano anche nella loro testa quello che lui provava nei miei confronti..."

"... per Leah doveva essere una vera tortura, vederlo e percepirlo anche con la mente..."

"... quando ho scoperto che aveva avuto l'imprinting ero felice per lei e in un certo senso anche per me..."

"... ma dopo aver sentito tutti voi parlare del sadismo dei Volturi ho cominciato a stare in ansia, temo che quel vampiro le causerà ancora più dolore."
 

"Anche Edward teme questa cosa, come te anche lui si è vergognato per aver giudicato male Leah in alcuni momenti e per averla derisa in altri..."

"... per questo vuole parlare con Demetri e Jane."
 

"Jane?"
 

"E' l'imprinting di Seth, purtroppo..."

"... è molto tardi Emily è meglio che vai in camera, Sam potrebbe denunciare la tua scomparsa, e stai tranquilla, si aggiusterà tutto."



 

Corretti. Chiedo venia per gli errori (orrori).

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Capitolo 45
*** Ritorno a Volterra ***


Esme prese l'ascensore per raggiungere il piano terra. Qualcuno stava aspettando lei e il resto del gruppo nella reception. Non era ancora sorto il Sole.
 

"Buon giorno, sono la signora Cullen."
 

"Buongiorno Esme, è un piacere rivederla."
 

La donna si girò. L'uomo che l'aveva salutata era alto e ben distinto, con la carnagione scura tipica delle persone di colore. Gli occhi erano neri.
 

"Santiago..."
 

Era stupita e spaventata.
 

"Tutto bene signora."
 

Chiese l'assistente receptionist.
 

"Si, va tutto bene, grazie."
 

Tornò subito calma, soprattutto dopo aver visto un sorrisetto ironico sul volto del vampiro. Prese da parte l'uomo e incominciò a parlare sottovoce.
 

"Come mai è venuto qua, Santiago?"
 

"Aro mi ha ordinato di scortarvi fino a Volterra..."

"... è stata prenotata una limousine per il primo tragitto. Il secondo sarà fatto con l'aereo privato dei Volturi. Sia gentile, li chiami tutti. E' meglio partire ora, dato che il Sole non è ancora sorto."
 

Esme non era molto contenta, soprattutto dopo aver visto il colore delle iridi dell'uomo. Lei e gli altri avevano deciso di partire di giorno. Gli indumenti che avevano bastavano a coprirli dai raggi solari e a non rivelare il loro segreto.
 

Alla fine tutto il gruppo si ritrovò fuori dall'edificio. Santiago li osservò attentamente. Trovava gli umani decisamente ridicoli, ma ancora più esilaranti erano i Cullen che avevano fatto amicizia con loro. Pensò per un attimo alla sua Serena. La sua metà umana non gli dispiaceva affatto. Amava sentire il battito del suo cuore, e il colore dei suoi occhi.
 

"I vostri amici sono troppo lenti, contavo di arrivare all'aereo prima dell'alba."
 

Jacob non ci stava a farsi rimproverare da un vampiro.
 

"Siamo umani che diavolo pretendi da noi, succhiasangue."
 

Santiago socchiuse gli occhi fino a ridurli a due lame sottili.
 

"Muovetevi."
 

"Bella questa limousine amico, ma nera? mi ricorda un carro funebre."
 

Jacob cercava di fare dell'ironia sfottendo il Volturo.
 

"Non ti preoccupare cane, la prossima sarà proprio un carro funebre."
 

Black rimase un attimo ed Emmett scoppiò a ridere nel vedere la sua espressione.
 

"Attento ragazzo non farlo arrabbiare o davvero ti ritrovi dentro una di quelle auto."
 

A parte Jacob ed Emmett, nessun altro si stava divertendo. Edward prese la parola, per cercare di capire com'era la situazione all'interno del palazzo.
 

"Non va male così male a parte qualche problema con il figlio di Marcus, e con gli altri due cani."
 

Sue ed Emily trasalirono.
 

"Che tipo di problemi?"
 

Continuò Edward.
 

"Mike ha cercato di uccidere suo padre, ha scoperto il motivo della morte di un certo maestro di arti marziali. Da quello che ho capito era come un padre per gli ibridi. Nel tentativo di farlo fuori ha esagerato e li è venuta una crisi epilettica piuttosto forte se non ricordo male..."

"... la ragazza cane..."
 

"I mutaforma non sono cani signore."
 

Lo corresse Sue.
 

Il vampiro sorrideva tra sé.
 

Un'umana che mi rimprovera, forse non ha capito che cosa sono veramente e quanto posso essere pericoloso.
 

"La ragazza mutaforma non accetta Demetri e lui sembra stare molto male per questa cosa, mentre..."
 

"Aspetta, Leah non accetta quel vampiro?"
 

Jacob era decisamente stupito, così come Sam e tutti quelli che conoscevano o avevano sentito parlare della magia mutaforma.
 

"Non può essere, forse non ha avuto l'imprinting."
 

Emily era amareggiata.
 

"No, ho visto chiaramente nella sua mente lo spostamento di gravità. E' successo durante la prima festa a casa dei succhiasangue italiani."
 

Sam digrignò appena i denti. Era difficile per lui accettare che Leah fosse di un altro. Voleva vederla felice, ma non accanto a un uomo. Nonostante amasse Emily più della sua stessa vita e più di Leah, non riusciva a cancellare la sua ex dalla sua mente e dal suo cuore.
 

Si rendeva conto che il suo modo di pensare, non era giusto nei confronti di Leah, soprattutto dopo quello che era stata costretta a passare. Ma non riusciva a non essere geloso.
 

Edward osservò per un attimo il mutaforma. L'imprinting era una delle cose più strane che avesse mai visto, tuttavia non aveva dubbi che fosse vero amore, ma dopo aver toccato precedentemente sua figlia per quanto riguarda Leah e aver letto ora nella mente di Sam, cominciava ad avere qualche dubbio. Amare due donne non era concepibile per lui. Cominciò a chiedersi se anche Jacob era ancora legato a Bella. Cercò di leggere nella sua mente, ma l'unica cosa che vedeva era sgomento per la mutaforma e amore fraterno nei confronti di Renesmee.
 

Rifletté qualche secondo. Se non era per Nessy, non avrebbe saputo niente.
 

Dovrò chiedere direttamente a Jake e se la sua risposta non mi soddisfa, allora chiederò aiuto alla mia piccola. Ma con lei dovrò essere discreto.
 

Riprese a parlare con Santiago.
 

"Invece Seth, che problemi ha?"
 

"Oh quel ragazzino è ridicolo, sembra un cane, sempre dietro a Jane. La sua ombra. Felix ha detto che quel piccolo mostro è il braccio armato della piccola Volturi ed è il suo degno compagno."
 

"Braccio armato, cosa intende."
 

Sue era preoccupata, anche per le ultime due parole: degno compagno.
 

"Jane fa fare quello che vuole al ca... al mutaforma. E' il suo giocattolo preferito."
 

"Perché giocava prima?"
 

Emmett era scettico e irritato. Seth gli piaceva.
 

"Si con le bambole."
 

Rispose Santiago.
 

"Non riesco a vedere la viperetta Volturi giocare con quelle. Le decapita per caso?"
 

"Chissà, forse..."

"... siamo arrivati, per fortuna è un'area privata. Muovetevi però non si può mai sapere."
 

Il gruppo salì su un piccolo aereo di linea. Santiago faticava a trattenersi, doveva ancora nutrirsi. Heidi non era ancora partita per la 'caccia'. Doveva aspettare le nove per accompagnare le loro vittime.
 

L'ultima volta che aveva mangiato era stato durante il ritorno per Volterra. Aveva trattenuto la sua sete per troppo tempo.
 

Una volta arrivati furono scortati verso la stanza principale. Aro li stava aspettando.
 

"Amici miei, benvenuti nella mia umile dimora..."

"... sono felice che ci siate tutti, o quasi..."

"... dov'è il resto dei licantropi?"
 

Esme prese la parola.
 

"Non potevano venire Aro, devono rimanere a proteggere il territorio. Ma sono presenti i due Alfa."
 

Aro guardò sorridente verso Sam e Jacob. Nonostante avesse già Leah e Seth, nutriva ancora delle mire su tutti i Figli della Luna.
 

"Difendere il territorio Esme? come dei bravi cani da guardia."
 

Aro non smetteva di guardare i mutaforma.
 

"State calmi..."

Sussurrò Edward.

"... vuole solo provocarvi."
 

"Davvero, e io che credevo che ci considerasse solo delle bestie."
 

Rispose Jacob.
 

"Perché non lo siete?"
 

Emmett non riuscì a trattenersi dal dire qualcosa. Gli piaceva sfottere i lupi.
 

"Santiago accompagnali nelle loro stanze..."

"... e voi miei cari è meglio che non usciate dalle vostre camere, vedete non ci siamo ancora nutriti..."

"... quando verrà il momento, vi farò chiamare."
 

Sue prese coraggio voleva vedere subito i suoi figli. Aro le sorrise amichevolmente e ripeté.
 

"Quando verrà il momento mia cara signora."
 

"Aro."
 

"Si Esme?"
 

"Mio marito?"
 

"E' andato a caccia insieme a Demetri, ci sono diversi pascoli nei dintorni..."

"... ma forse si nutrirà come la penultima volta..."

"... animali randagi e topi di fogna..."

"... siete sicuri di voler continuare con la vostra dieta vegetariana?"
 

Ridacchiava, trovava decisamente ironici i Cullen.



 

Carlisle e Demetri avevano appena finito di nutrirsi. Il segugio aveva trovato un allevamento di animali destinati al macello.
 

"Sarà meglio tornare dottor Cullen, a quest'ora la sua famiglia sarà già arrivata a Volterra."
 

"Si, Demetri, grazie per l'aiuto."
 

"Non ho fatto molto dottore, solo trovare qualcosa di commestibile."
 

Carlisle guardò con dolcezza il suo accompagnatore.
 

"Sono felice di vedere che stai valutando la possibilità di cambiare la tua alimentazione."
 

"Non so se riuscirò a continuare, il sangue animale e decisamente meno buono di quello umano, e meno nutriente."
 

Carlisle era ottimista.
 

"Sono sicuro che ci riuscirai, ora hai anche una spinta in più."
 

"Si riferisce a Leah?"
 

Il Volturo inclinò appena gli angoli della bocca.
 

"Si. Dimmi la verità, come è andata dopo l'appuntamento."
 

"Perché me lo chiede se sa già la risposta?"
 

"Ti ho solo sentito gridare, ma il resto non lo so..."

Cullen rimase qualche secondo in silenzio.

"... ti va di parlarne?"
 

"Non è andata bene nemmeno dopo l'uscita..."

"... l'avevo lasciata con Heidi, Jane era nei paraggi."
 

"C'era anche Seth?"
 

Chiese il dottor Cullen.
 

"Si, e hanno cercato di ferire Leah, facendole credere di essere solo un passatempo per me..."

"... quando sono entrato in camera sua si era appena addormentata..."

"... aveva pianto..."

"... sono rimasto con lei quasi tutta la notte..."

"... quando si è destata ho provato a parlarle a farle capire quanto tengo a lei, che l'imprinting non c'entra con quello che provo..."

"... ma non mi ha creduto, è così diffidente."
 

Carlisle sorrise.
 

"Lo so, ma cerca di capire, per lei non è semplice."
 

"Crede che non lo sappia dottore, so quello che prova l'ho visto quando ho toccato sua nipote e poi ieri quando Leah è riuscita un po' ad aprirsi, per poi chiudersi nuovamente nel suo guscio."
 

Il dottor Cullen era sorpreso.
 

"E' riuscita a parlare dei suoi problemi, veramente."
 

"Poco dottore."
 

"E' già qualcosa ragazzo, nessuno sa con esattezza cosa prova Leah, solo Renesmee e te..."

"... credimi per Leah non deve essere stato facile, è molto chiusa..."

"... ma lo ha fatto, e ha scelto te..."

"... credo voglia dire qualcosa, forse sta incominciando a fidarsi di qualcuno..."

"... ma non riesco a capire perché hai gridato alla fine."
 

Demetri distolse lo sguardo dal vampiro e si concentrò verso il Palazzo dei Priori.
 

"Ero arrabbiato con lei, volevo darle un ceffone per come mi aveva fatto sentire."
 

"Come?"
 

"Un mostro, un essere schifoso..."

"... secondo lei mettersi con me equivale a uccidere suo padre una seconda volta..."

"... sa che si incolpa della sua morte?"
 

"Lo sospettavo ragazzo."
 

"E' ridicolo dottore. Non poteva prevederlo, e so che si sente un mostro anche per questo..."

"... un mostro, è una creatura meravigliosa e non parlo solo della sua fisicità."
 

Carlisle osservava attentamente il segugio. Provava un'immensa pena per lui e Leah.
 

"Demetri lei ha bisogno di essere amata, ha bisogno di te. Non allontanarla..."

"... sarà dura me ne rendo conto, ma qualcosa mi dice che tu sarai capace di rompere il muro di dolore che ha costruito."
 

"Lo crede davvero o lo dice solo per illudermi."
 

"Ne sono più che sicuro, dopo tutto non sei un seduttore?"
 

Il segugio cominciò a ridere.
 

"Dottore le mie tattiche non hanno dato buoni frutti."
 

"Allora cambia tattica, ricorda lei non è come le altre."
 

La guardia allargò ancora di più il sorriso.
 

"Già, anche Aro se ne è accorto, lo sa che la definisce una perla rara?"
 

"Si lo so, ma non mi piace tutto questo interesse per Leah, mi fido poco di quell'uomo."
 

Il dottor Cullen non riuscì a rivelare al vampiro le vere intenzioni dell'anziano sulla loro futura prole. Non era sicuro che il ragazzo si sarebbe messo contro il suo maestro, soprattutto per via di Chelsea.
 

"E' geloso dottore?"
 

Carlisle guardò con la coda dell'occhio il Volturo e ironicamente rispose.
 

"Un po'."



 

Ho paura sia smielato nell'ultima parte. Fatemi sapere.

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Capitolo 46
*** Problemi ***


C'è una parolaccia.



 

Demetri e Carlisle entrarono nel palazzo da uno dei tanti cunicoli che attraversavano tutta la città. Una volta all'interno il segugio si fermò di colpo.
 

"Demetri che cos'hai?"
 

Chiese il dottor Cullen.
 

"Leah non è più all'interno del palazzo..."

Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio.

"... non ne sono sicuro dato che non conosco bene la zona, ma credo sia ritornata nella riserva..."

"... alla fine ha preferito andare via."
 

"La cercherai?"
 

"No..."

"... non mi fraintenda, tengo molto a Leah, ma lei non vuole stare con me e io non voglio obbligarla."
 

"Mi dispiace tanto per come sono andate le cose ragazzo."
 

"Grazie dottore, a me dispiace soprattutto per lei..."

"... non si è nemmeno data una possibilità."
 

Carlisle osservò attentamente Demetri. La sua espressione era così triste e amareggiata. Mancavano solo le lacrime.
 

Il segugio si stava avviando quando videro Heidi, sembrava preoccupata.
 

Forse Aro sa della sua scomparsa e chiederà a Demetri di trovarla. E lui non potrà fare a meno di ubbidire. Maledizione.
 

Negli ultimi tempi il dottor Cullen imprecava spesso.
 

"Meno male che siete tornati, Demetri Aro ti vuole. Leah e Seth sono scomparsi e credo che il maestro ti ordinerà di cercarli e riportarli indietro."
 

L'espressione del ragazzo era sconsolata.
 

"Anche Seth è andato via?"
 

"Si ma solo perché quella ragazza lo ha teletrasportato con lei."
 

Demetri si incamminò nella sala grande.
 

"Heidi c'è dell'altro vero?"
 

"Si, Leah e Seth hanno litigato o meglio la ragazza ha cercato di impedire a suo fratello di bere sangue umano..."
 

Carlisle era inorridito, mentre Demetri ritornò sui suoi passi.
 

"... è stato terribile, erano entrambi trasformati e Seth oltre ad azzannare la sorella usava anche il suo potere, da lupo è più potente..."

"... è anche Jane usava il suo contro la ragazza..."

"... lei invece cercava di non fare del male al ragazzino..."

"... e poi Leah è riuscita ad avvicinarsi quel tanto che bastava per tenere fermo suo fratello e sparire con lui.
 

Il dottor Cullen guardò prima Heidi e poi Demetri. Gli occhi del ragazzo erano dilatati.
 

"Aro sa tutto questo?"
 

"Si, è andato nel corridoio dove si trovavano i due licantropi, ma non è intervenuto, era curioso di vedere come finiva la lotta."
 

Carlisle strinse i pugni per la rabbia. Si chiedeva se quel vampiro avesse una coscienza, dato che amava giocare con le vite e i sentimenti degli altri.
 

Purtroppo il suo clan grazie agli ibridi era diventato più forte e questo aveva reso più pericoloso quell'uomo. Oltre ad aumentare a dismisura la sua superbia. Ancora però non sapeva bene come avrebbe fatto a utilizzare tutti loro per i suoi scopi. L'inganno di sicuro era tra le opzioni dell'anziano, l'unico modo per far fare quello che voleva ai ragazzi. Doveva avvertire Marcus e mettere in guardia anche Demetri. Il problema più grande rimaneva sempre Chelsea. Il suo dono poteva sottometterli.
 

"Dimenticavo dottore..."

Continuò Heidi.

"... la sua famiglia è arrivata verso le nove."
 

"Sanno cos'è successo?"
 

"No, non sono ancora stati informati."
 

"Meglio così, Demetri io vado da loro, ti prego dopo che sei stato da Aro vieni da me."
 

Carlisle si allontanò per raggiungere i suoi famigliari e gli amici. Pensava a come riferire quanto era accaduto. Sospettava che Jane fosse coinvolta.
 

Bussò a tutte le porte, ma nessuno apriva, finché non arrivò all'ultima, quella della camera di Esme. Nonostante la stanchezza per alcuni, erano tutti radunati la dentro. Quando entrò la moglie e i suoi figli lo abbracciarono, felici di rivederlo sano e salvo.
 

"Amore mio hai un'espressione così triste, cos'è successo?"
 

"Molte cose e alcune decisamente brutte."
 

"Riguardano Mike, Leah e Seth? Santiago ha accennato qualcosa, ora Mike sta bene?"
 

"Si è ripreso, ma vuole vedere Marcus dentro una cassa da morto."
 

"Tesoro perché quel ragazzo odia così tanto suo padre? era così importante l'uomo che ha ucciso?"
 

"Si, era come un padre per loro. Aro voleva qualcosa che apparteneva a quel vampiro e ha incaricato Marcus e Alec di andare a prenderla e di uccidere quell'uomo..."

"... da quello che so Sihung non aveva nascosto la sua natura agli abitanti del villaggio dove viveva, ma a quelle persone non importava. Lui le proteggeva e Aro..."
 

"Aro non perdona..."

Aggiunse Edward.

"... e con la scusa di far rispettare la legge, uccide chi può solo minare in qualche modo la sua autorità e il suo potere."
 

"Purtroppo. Sihung era un brav'uomo, come gli ibridi anche lui aveva trovato il modo di nutrirsi senza uccidere..."

"... non sapeva chi fossero i Volturi, forse per questo Aro lo voleva morto."
 

Carlisle fece una breve pausa. Non sapeva come andare avanti. Fu Sue a prendere la parola.
 

"I miei figli, loro come stanno?"
 

La donna tremava e Charlie le strinse la mano.
 

"Mi dispiace Sue, ma non va bene."
 

"Che cosa ha combinato Leah?"
 

Chiese bruscamente Sam. Carlisle gli lanciò un'occhiataccia.
 

"Non ha fatto niente di male, solo che non sa bene come gestire la cosa."
 

"L'imprinting?"
 

Chiese Jacob.
 

"Si, lei non lo accetta e ha paura."
 

"Perché ha paura, è una cosa naturale per noi."
 

"Non per lei Jacob, è difficile da spiegare..."

"... Sabrina riesce a leggere la mente altrui meglio di mio figlio e qualche volta vedeva lei sotto forma di lupo che si ribellava alla magia mutaforma. Quest'ultima nella mente di Leah era rappresentata da migliaia di catene che legavano e laceravano il suo corpo pur di sottometterla."
 

"L'imprinting non è così, è una sensazione bellissima."
 

Sam non poteva crederci.
 

"Forse Sam voi lo vedete così perché non vi siete mai ribellati..."

"... lei lo sta facendo invece e per diversi motivi."
 

"Quali?"
 

Il tono di Sam era arrogante.
 

"Porta rispetto lupo."
 

Emmett si era messo in mezzo. Non amava Sam e il suo modo di fare.
 

"Primo, pensa che se si mettesse con un vampiro ucciderebbe una seconda volta suo padre, senza contare che lo deluderebbe molto."
 

"Credevo le fosse passata, che avesse capito che la morte di Harry non era colpa sua."
 

"No Jacob, non è così."

Rispose il padre di Renesmee.
 

"Edward non ho mai letto nulla del genere nella sua mente."
 

"Solo perché lo teneva ben celato, persino io non vedevo questo. E' solo grazie a mia figlia che io e la mia famiglia lo abbiamo scoperto."
 

Sue era disperata, nemmeno lei aveva intuito che la figlia continuava a incolparsi. Charlie tentava di consolarla. Anche Esme si avvicinò alla donna.
 

"Secondo..."

Continuò Carlisle.

"... non vuole deludere ulteriormente te Jacob, tutti gli altri licantropi, gli anziani, gli antenati e la sua famiglia..."
 

"Non mi ha mai deluso, come le è venuta in mente una cosa come questa."
 

"Lei pensa di si Sue, si è sempre vista come uno scherzo della natura, qualcosa di strano che non doveva venire al mondo..."
 

Anche Emily scoppiò a piangere, non immaginava che la cugina si portasse dietro un fardello come quello. Sam provò a consolarla, ma anche lui era molto amareggiato.
 

"... terzo è divisa in due, o meglio la sua anima è divisa."
 

"Il lupo e la sua parte umana, è così dottore?"
 

"Si Jake, e credo che tu e Sam sappiate di cosa parlo."
 

"Si lo sappiamo."
 

Rispose il giovane Black, abbassando la testa.
 

"Mi dispiace Emily."
 

Disse sottovoce Sam.
 

"Non è colpa tua e nemmeno di mia cugina. Speravo in un po' di felicità per lei."
 

Edward osservò attentamente Jake. Ora aveva la certezza che una parte della sua anima era ancora legata a Bella. Ma sapeva anche che non si sarebbe comportato come l'ex di Leah.
 

"Per questo motivo Leah..."

Riprese Carlisle.

"... si sente in colpa nei confronti di Demetri, lui è innamorato perso e lei crede che meriti una ragazza che lo possa ricambiare come merita..."

"... Demetri!"
 

Il Volturo era appena arrivato. Osservò attentamente i presenti e quando riconobbe Sam, arricciò il labbro in segno di disgusto.
 

"Perché diavolo i cani sono venuti qua, basta e avanza Seth."
 

"Leah e Seth dove sono ora."
 

Demetri stava per rispondere, quando Carlisle lo interruppe.
 

"Fuori dal palazzo, ogni tanto devono sgranchirsi le gambe Sue. Si trasformano e corrono nella foresta."
 

Il dottor Cullen sorrise, ma l'espressione era fin troppo tirata e Sue se ne accorse subito. Edward dal canto suo leggendo nella mente del padre fu il primo a scoprire l'orribile segreto che Carlisle celava.
 

"No, non è vero dottore. Lei ha un sorriso di circostanza, lo stesso che Leah aveva al matrimonio di sua cugina..."

"... dove sono, la verità dottor Cullen."
 

"Non ti piacerà Sue."
 

"Dopo tutto quello che ho sentito non credo che qualcosa possa sorprendermi ancora."
 

"Dopo la morte del Duca Scienziato, ci siamo messi in marcia per tornare a casa, ma lungo il tragitto ci siamo dovuti fermare per nutrirci..."

"... Seth era con Jane, il suo imprinting e lei gli ha chiesto di fare qualcosa che l'avrebbe resa molto felice..."

"... andare insieme a caccia."
 

"Che c'è di male, voi lo fate."
 

Disse Jacob.
 

"I Volturi non sono vegetariani ragazzo, quando il fratellino di Leah è tornato aveva la bocca sporca di sangue, sangue umano."
 

Sue si accasciò a terra, tremava e gridava. Tutti gli altri erano sotto shock.
 

"E Leah, lei dov'era, perché non l'ha impedito."
 

"Lei e Mike, Jacob, hanno affrontato il dottor Morte e per poco quel mostro non li uccideva. Si era iniettato qualcosa e aveva cominciato a mutare..."

"... se non era per Marcus e Demetri, se non era per loro sarebbero morti..."

"... entrambi erano ancora molto debilitati, io ero insieme a Leah, la stavo aiutando, il viaggio è stato molto pesante..."

"... e poi ragazzo cosa poteva fare contro la magia mutaforma..."

"... lei non sa di questa prima volta."
 

"Prima volta dottore, ce n'é sono state altre dopo."
 

"Una seconda Jake, ma questa volta non è successo niente, o meglio sua sorella gli ha impedito di fare del male..."

"... si è teletrasportata con lui alla riserva, forse sperava di trovarti la Jacob..."

"... Leah non sa nulla dei matrimoni organizzati da Aro..."

"... probabilmente chiederà aiuto agli anziani per..."
 

"Non loro, papà dobbiamo raggiungerla, prima che li veda, che veda Bill."
 

La piccola di casa Cullen cominciò a piangere a dirotto.
 

"Edward che sta succedendo."
 

Il ragazzo guardò suo padre e poi Demetri.
 

"Leah non è la sola a vedersi come uno scherzo della natura, la considerano così anche gli anziani e con la seconda mutazione la situazione è peggiorata. E' stata ripudiata dalla comunità. Non è più una Quileute..."

"... Bill ha anche detto che la morte di suo padre e colpa della sua trasformazione."
 

Carlisle era sconvolto e Demetri era furente.
 

"Luridi schifosi CANI!!"
 

Carlisle ed Edward si avventarono sul segugio per impedirgli di attaccare.
 

"Calmati ragazzo, e tu Jacob avvisa gli altri del branco, devono trovarla e aiutarla..."

"... usa il telefono della reception, dato che all'interno del palazzo non c'è campo i cellulari non si possono utilizzare..."

"... fregatene se la loro segretaria avrà da ridire..."

"... Edward preparati, tu, Jacob, Demetri e io ritorniamo a casa, Sam avrò bisogno anche del tuo aiuto, ma è meglio che Leah non ti veda, l'incontro con gli anziani sarà già abbastanza pesante per lei..."
 

Sam annuì.
 

"... chiederò l'aiuto di Marcus per uscire dal palazzo e arrivare il prima possibile alla riserva e..."
 

"E così dottore state per partire, il mio signore lo sa questo?"
 

"Jane."
 

Tutti si voltarono a guardare la piccola, anche gli umani. Sue non poteva crederci, era solo una ragazzina, ma aveva costretto Seth a nutrirsi come lei. Jane sorrideva in maniera angelica, troppo angelica. Chi la conosceva bene sapeva che quando aveva quell'espressione tramava qualcosa. In questo somigliava ad Aro. Più l'anziano era affabile, più era pericoloso.
 

"Immagino che lei signora sia la madre di Seth."
 

Sue annuì.
 

"Lieta di conoscerla io sono la ragazza di suo figlio, il mio nome è Jane."
 

Si avvicinò con passi leggeri alla donna e allungò la mano.
 

"Come mai è per terra, sta male?"
 

"No, piccola..."
 

"Non sono piccola."
 

Rispose seccamente Jane.
 

"E' vero che hai costretto mio figlio a bere sangue umano."
 

Continuò Sue.
 

"No signora, non l'ho costretto..."

"... gli ho semplicemente detto che ora doveva cambiare la sua alimentazione..."

"... e di fare come me, ma era per dargli un esempio."
 

La bambina immortale allargò ancora di più il sorriso mostrando i denti candidi e taglienti. Sue era spaventata da quella ragazzina così simile a un angelo, esteriormente.
 

Lo sguardo della Volturi si posò su Emily.
 

"Tu sei la cugina di Seth, lui mi ha parlato molto di te e del tuo cane..."

"... mi aveva anche detto dello sfregio, ma non immaginavo fosse così brutto..."

"... povera piccola Leah, abbandonata per una ragazza dal volto tumefatto..."
 

Rise. Le piaceva ferire le persone. Emily invece era inorridita.
 

Demetri non ne poté più e si scagliò contro la bambina. Ma Jane fu più veloce.
 

"Dolore..."

"... allora nessuno di voi cani mi difende..."

"... a Seth questo non piacerà, se non ricordo male le ragazze lupo sono sacre, voi non dovete solo proteggere la vostra, ma anche le altre..."

"... e dato che sono l'imprinting di Seth, sono anch'io una ragazza lupo, o sbaglio..."

"... è buffo ma ripensandoci rispetto a Leah sono una privilegiata, lei non ha nessuno che la difenda, ma lei deve difendere te Demetri è la tua protettrice, così dice la legge dei licantropi..."

"... non trovate che sia divertente, non è mai stata considerata dal branco di Sam, ma doveva comunque e più di tutti loro, sottostare alle leggi dei mutaforma..."

"... e nonostante muti in lupo, non può essere considerata nemmeno una ragazza lupo, dato che non è il soggetto di nessuno..."

"... non è una mutaforma, non è una ragazza lupo, non è nemmeno più umana o una semplice femmina, lei non è nessuno, è solo un esserino insignificante..."

"... povera Leah, mi fa tanta pena."
 

Demetri nonostante le fitte lancinanti provò ad attaccare la piccola Volturi, ma Jane lo costrinse a piegarsi in due dal dolore.
 

"Ora basta Jane stai esagerando."
 

Edward si avvicinò minaccioso alla bambina. Sapeva che non era in grado di attaccare due persone contemporaneamente. Anche Sam fece lo stesso, ma per proteggerla.
 

"Mai sei impazzito, che diavolo fai."
 

Emmett nel vedere l'atteggiamento del licantropo si irritò molto.
 

"Non posso fare altrimenti, lei per noi è sacra."
 

"Sacra, è un mostro dannazione."
 

"Le nostre leggi..."
 

"Vai al diavolo, te e le tue leggi del cazzo..."

Continuò Emmett.

"... quando più vi aggrada non le rispettate."
 

Jane rideva per lo scompiglio che era riuscito a creare.
 

"Ci vediamo dopo dottore, parto con voi, voglio conoscere le altre ragazze lupo e vedere il luogo dove è nato e cresciuto il mio Seth."
 

Si allontanò canticchiando la sua filastrocca preferita.

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Ciriciao, le foto le ho trovate su internet, taglia, copia, incolla... ecco cos'è venuto fuori.

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Capitolo 47
*** La Push ***


Probabilmente ci sono andata molto pesante. Poiché nella guida ho letto che se qualcuno ammazza l'imprinting di un altro alla fine i due lupi devono lottare fino alla morte, ho immaginato che anche l'allontanamento non volontario potesse avere gravi conseguenze, soprattutto se il lupo in questione è ancora un adolescente.

C'è una parolina.



 

Seth si guardava attorno. Anche se era buio pesto riconobbe il luogo dove Leah lo aveva teletrasportato, il cimitero della riserva. Erano ancora in forma di lupo. Il ragazzino si soffermò su una delle lapidi, quella di Harry.
 

Leah osservava attentamente suo fratello. Era nervoso per via del posto, ma soprattutto perché lo aveva allontanato da Jane.
 

Perché mi hai portato qua? cosa vuoi dimostrare?
 

Domandò Seth mentalmente.
 

Sono preoccupata, la tua ragazza lupo ha una bruttissima influenza su di te.
 

Rispose Leah.
 

Non posso fare altrimenti stupida, dovresti sapere che dopo l'imprinting viviamo solo ed esclusivamente per la ragazza scelta. Tutto il resto non conta più niente, i parenti, il branco, la nostra guerra contro i vampiri, essere i difensori di La Push. Conta solo lei.
 

Seth guardava con astio sua sorella. Quello sguardo carico d'odio fece molto male a Leah.
 

Voglio solo aiutarti.
 

Disse Leah.
 

AIUTARMI, ADESSO, DOPO TUTTO QUELLO CHE HAI FATTO...

... mi hai trascinato via dalla riserva per seguire un gruppo di mezzosangue...

... io non volevo abbandonare la riserva, i miei amici, la mamma e il mio alfa...

... MA TE NE SEI FREGATA...

... è solo colpa tua se ho avuto l'imprinting con quella vampira, TUA...
 

Le parole di Seth erano crudeli e ferirono ancora di più la mutaforma.
 

Non volevo farti del male Seth, avevo paura che non ci accettassero dopo la seconda mutazione.
 

Rispose Leah.
 

STRONZATE, non avrebbero accettato te, ma me si...

... perché io sono uno di loro, rispecchio a pieno i discendenti di Taka Haki...

... mentre tu sei e sarai sempre una variabile impazzita...

... perché credi che il branco ti guardasse con sospetto, non era solo il timore che facessi del male a Emily, ma anche perché sapevano che eri una cosa strana...

... la prima ragazza mutaforma, la prima e ultima...

... il dottor Cullen è riuscito alla fine a fare diversi esami del sangue alle ragazze della riserva e indovina, nessuna è nata deforme come te.
 

Deforme. Questa parola arrivò dritto al cuore di Leah e lo fece sanguinare. Sapeva di essere un mostro, ma quella parola detta da una delle persone a cui voleva più bene suonò anche peggio.
 

E non solo il branco ed io ti troviamo così, ma anche gli anziani, nessuno escluso. Anche nostra madre. Nessuna della tribù ha l'onore di essere un membro del consiglio. Conoscono le leggende, sanno che sono vere, ma nessuna di loro è stata scelta, mentre la mamma si e sai il perché...
 

Leah fece no con la testa, ancora in forma di lupo, come il fratello.
 

... perché Billy Black voleva tenerti sott'occhio, anche per lui sei un essere strano e temeva che potessi creare problemi...

... e di problemi ne hai creati sorellina...

... papà, Emily e Sam, Embry, Jacob...

... ti ricordi l'incontro con i neonati, Jake che viene ferito gravemente per difendere una stupida mutaforma...

... Billy ti odia per questo e per aver ucciso PAPA'...

... ti detesto anch'io per lo stesso motivo, ma ti odio a morte per avermi allontanato dalla mia JANE...

... e ora ne pagherai le conseguenze sorellina cara...
 

Seth scappò via. Leah non lo seguì subito, prima rivolse il muso per guardare un ultima volta la tomba del padre. Gli occhi da lupo, arrossati per le lacrime.
 

Scusa papà, non mi sono presa cura di lui come avrei dovuto. Perdonami se puoi.
 

Jacob era riuscito a contattare Embry. In sua assenza era lui l'alfa. Finita la conversazione corse ad avvertire tutti i licantropi. Da quasi un'ora perlustravano la zona in cerca di Leah, ma soprattutto di Seth. I più piccoli erano vicino ai confini della riserva per proteggerla da un eventuale attacco. Non riuscivano a credere che Seth era diventato più simile a un succhiasangue.
 

Embry era quello più preoccupato, soprattutto per Leah. Aveva un debole per lei, anche se c'erano stati momenti in cui faticava a sopportarla. Gli mancavano quei momenti.
 

Ogni tanto lanciava messaggi telepatici, nella speranza che uno di loro due rispondesse. Jacob non aveva ancora fatto quello che suo padre voleva, ripudiare la ragazza dal suo branco. Quindi era ancora il suo alfa e apparteneva al branco.
 

Nell'aria sentì all'improvviso profumo di pane appena sfornato. Sapeva che quello era il nuovo odore del piccolo Clearwater. Sperava di sentire anche quello della sorella. Mandò un messaggio telepatico a Quil mostrandogli esattamente dove si trovava. Quest'ultimo corse a cercare il branco di Sam.
 

Arrivarono tutti in una radura e circondarono il ragazzino. Rimasero di sasso. Il suo pelo era color dell'oro e brillava alla luce del Sole proprio come la pelle dei vampiri.
 

Dov'è Leah.
 

Chiese Embry.
 

Che diavolo ne so, non sono la sua balia.
 

Rispose.
 

Ma che ti prende, da quando parli così di tua sorella.
 

Intervenne Quil.
 

Non è la prima volta. Mi aveva già rotto quando è venuta da Jacob e me per unirsi al nuovo branco.
 

Seth ricordava bene quel momento. Si era unito a Jake, il suo idolo per diventare il suo beta. Avrebbe voluto Embry e Quil già allora, ma non lei. E invece fu proprio Leah a presentarsi.
 

Leah tiene molto a te stupido ragazzino ed è solo preoccupata per come ti stai trasformando. Jacob ha detto che hai bevuto sangue umano. E' vero?
 

Embry continuò a parlare telepaticamente con lui.
 

Si e con questo, se la mia Jane vuole che mi nutra come lei, io lo faccio. E' la mia anima gemella, vivo per lei. Alcuni di voi dovrebbero comprendermi.
 

Seth dimenticò per qualche secondo che solo i membri del suo branco potevano sentire i suoi pensieri. Per fortuna i due alfa in seconda potevano comunicare tra di loro ed Embry riferì quanto il piccolo Clearwater aveva detto.
 

Paul e Jared lo guardarono con compassione, mentre Embry osservò la loro reazione.
 

Digli che comprendiamo i suoi sentimenti, ma bere sangue umano. Noi siamo nati con il gene per difendere l'umanità dai vampiri.
 

Embry ripeté quanto gli aveva detto Jared, ma non ottenendo alcuna risposta cercarono di persuaderlo in un altro modo.
 

Ti aiuteremo a tornare da lei, ma prima vieni con noi alla riserva. Ci sei mancato piccolo. Devi raccontarci tutto.
 

Embry scosse il capo sconsolato e oltre alle parole di Jared aggiunse...
 

Sono felice di non averlo, non sembri innamorato Seth, ma ossessionato. A questo punto mi chiedo quanto di naturale ci sia nella magia mutaforma.
 

Il giovane Clearwater ringhiò contro il suo amico.
 

Io cerco Leah. Jared, di ai ragazzi di tenerlo lontano dai guai. Quil vai nel posto prefissato e aspetta la il mio ritorno. Con un po' di fortuna non sarò solo.
 

Embry si allontanò non prima di aver ricevuto un messaggio di Seth.
 

Allora è vero che ti piace quella musona di mia sorella. Sei davvero stupido, sai quello che prova per te: odio.
 

Embry si fermò qualche secondo.
 

Lei non mi odia Seth, vedeva solo il tradimento di mio padre verso la legittima consorte. Provo rabbia nei confronti dell'uomo che mi ha concepito.
 

Detto questo si allontanò.
 

"Grazie a Marcus raggiungeremo Seattle in meno di tre ore. E' stato bravissimo ad organizzare il viaggio."
 

Carlisle era soddisfatto. Con lui erano partiti Edward e Jasper, il potere di quest'ultimo poteva essere molto utile; Jacob e Sam, Demetri, Sue e Charlie. La madre di Leah e il padre di Bella si erano aggiunti al gruppo nella speranza di far ragionare gli anziani.
 

Le uniche note stonate erano due presenze molto ingombranti: Jane e Aro.
 

"Sei emozionata Jane? io si, adoro vedere posti nuovi..."

"... non ho mai visto una riserva. Ho letto da qualche parte che alcune persone le paragonano ai ghetti ebraici..."

"... ne ho visto qualcuno nella prima metà del 900..."

"... ricordo che Caius li paragonava ad enormi negozi alimentari, e in un certo senso per noi lo erano..."

"... nessuno che badava alla sparizione di qualcuno di loro."
 

Aro girò appena la testa per vedere la reazione di Carlisle. Quest'ultimo era disgustato, proprio come Edward. Nessuno, nemmeno Demetri era felice di averli a bordo.
 

Embry incontrò Leah a metà percorso. Erano ancora trasformati.
 

Sei bellissima Leah, il tuo manto è color argento.
 

Leah ringhio. Non era contenta del nuovo cambiamento.
 

Abbiamo trovato Seth, ora è con gli altri alla riserva.
 

Leah si limitò a guardarlo diffidente.
 

Sappiamo tutto, Jacob mi ha informato e Sam ha fatto altrettanto con Jared.
 

Call osservò attentamente la reazione della ragazza. Era stato avvisato della lotta interna di Leah. Questa era una delle ragioni per cui non voleva avere l'imprinting. Si ricordò che lo stesso Jake, a suo tempo, non voleva avere a che fare con la magia mutaforma. C'era qualcosa di dannatamente innaturale in quel sentimento. E dopo aver visto come aveva ridotto il povero Seth...
 

La sua preoccupazione più grande rimaneva Leah. Gli dispiaceva per la ragazza, per come stavano andando le cose. Tra tutto il branco era quello più empatico nei suoi confronti. Il suo dolore era molto simile a quello che provava Tiffany, sua madre.
 

Andrà tutto bene Leah i ragazzi baderanno a lui almeno finché non ritornerà a Volterra. So che non sei contenta, ma non puoi tenerlo troppo lontano da quella Jane.
 

Leah lo squadrò qualche secondo.
 

Lo hai avuto?
 

Disse la ragazza.
 

No per fortuna.
 

Rispose il ragazzo.
 

Spera di non averlo mai Embry, non è così magico.
 

Call accennò un sorriso per quanto si potesse sorridere con le fauci di un animale.
 

Vieni con me. Quil ci sta aspettando a casa dei Cullen. Loro arriveranno tra qualche ora.
 

Si avvicinò alla mutaforma.
 

Scusa ma non posso, Seth potrebbe....

... potrebbe...
 

Leah non riuscì a terminare la frase. Il solo pensiero che il fratellino potesse fare del male a qualcuno la inorridiva. E si sentiva anche in colpa. Non aveva fatto nulla per aiutarlo. Era solo stata capace di peggiorare le cose. Come al solito.



 

Spero con la storia dei ghetti ebraici di non aver insultato nessuno. Ho pensato che in quel periodo per i vampiri doveva essere più facile trovare vittime.

Scusate per gli errori (orrori) e le ripetizioni. Scusate anche il ritardo, connessione bloccata... uffa, uffa, uffa.

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Capitolo 48
*** Embry ***


Ho scritto il nome di Dio invano, due volte... andrò all'inferno.





Alla fine Embry riuscì a convincere Leah e insieme raggiunsero la dimora dei Cullen. Poteva anche accompagnarla nella casa della madre di lei, ma si fidava poco degli anziani, proprio come Edward.
 

Quando arrivarono trovarono Quil in forma umana ad aspettarli. Non appena vide la mutaforma esclamò.
 

"Leah sei una meraviglia. Il tuo manto sembra fatto con fili d'argento."
 

Embry si ritrasformò e si girò verso la ragazza. Quest'ultima girò il muso dall'altra parte.
 

"Forse è meglio se ti rivesti Call, per fortuna abbiamo il permesso dei Cullen per usare le loro cose. Leah tu puoi indossare i vestiti di Bella o Esme. Anche quelli di Rosalie se vuoi."
 

Troppa grazia.
 

Pensò la mutaforma.
 

"Non approfittarne Quil."
 

Lo rimproverò l'alfa in seconda del branco di Jacob.
 

Leah aspettò qualche minuto prima di entrare in forma umana, quel tanto che bastava per non farsi vedere dagli altri due.
 

Quando era nel branco di Sam era sempre l'ultima a ritrasformarsi. Cercava sempre di mantenere un certo contegno con loro. Non voleva che capissero che era a disagio e in imbarazzo, già faticavano ad accettarla. Temeva di essere derisa. Ne aveva più che abbastanza delle critiche dei ragazzi e le cattiverie che le dicevano dietro le ragazze della riserva. Molte di loro avevano provato invidia quando Sam era diventato il suo ragazzo; e gioia dopo che lui l'aveva lasciata per Emily.
 

La cugina riusciva a farsi amare da tutti e tutte. Provava un po' di invidia per questo. Alcune volte voleva essere come lei, amata allo stesso modo. Altre volte pensava che nessuno poteva corrisponderla in quella maniera perché il suo cuore era troppo piccolo e c'era posto solo per poche persone.
 

Ora nella sua vita 'nuova vita' era entrato Demetri, ma lui era stato scelto dal lupo, o dal vampiro, e lei rifiutava quel succhiasangue. Senza contare che non credeva affatto che lui si fosse innamorato di lei: di una ragazza poco femminile, la più insipida della riserva. Così si vedeva e così la consideravano gli altri.
 

"Ehi Embry da chi sei andato per vestirti? la maglia e i pantaloni sono enormi."
 

Quil scanzonava l'amico.
 

"Li ho presi in prestito dal guardaroba di Emmett, gli altri sono più bassi di me, sarei sembrato una specie di Pinocchio."

Rispose l'alfa.
 

"Ma certo solo che così sembri un fricchettone..."

Quil scoppiò a ridere.

"... hai, hai visto Leah, sai se è già pronta?"
 

Quil era curioso di vederla con un abito. Solitamente era sempre vestita con indumenti di una taglia più grande e maschili.
 

"No, non l'ho so, ma è una mia idea o sei impaziente di vederla."
 

"Be, siii. Insomma non ha mai indossato abiti femminili."
 

"No ti sbagli, una volta l'ha fatto. Era ancora insieme a Sam e indossava un abito tradizionale per una cerimonia Quileute..."
 


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"... Dio se era bella, lui non aveva occhi che per lei..."

"... e non solo lui..."

"... molti ragazzi della riserva erano cotti. C'era anche Emily, ma ancora non si era trasformato e quindi non la degnava di uno sguardo e lei non si sentiva attratta da lui..."

Embry abbassò la testa e mormorò.

"... spero che quel vampiro possa renderla  di nuovo felice."
 

Quil osservò l'amico.
 

"Perché non hai provato a corteggiarla dopo che Sam ha troncato la relazione..."

"... sapevo che ti piaceva e a quanto pare è ancora così."
 

"L'imprinting Quil, non è detto che sia immune, due volte sarebbe stato troppo da sopportare anche per lei. Senza contare che era ancora molto innamorata di Sam."
 

Quil sospirò.
 

"Si lo so, proprio per questo non ho mai capito il perché i ragazzi non sentissero questo, hanno sempre creduto che si trattasse di una semplice cotta."
 

"Vedi amico mio loro pensano che l'imprinting sia l'essenza stessa dell'amore e credono che quello che prova la nostra amica sia solo una cosa blanda, senza alcuna importanza..."

"... quanta superbia..."

"... pensandoci bene il loro modo di ragionare giustifica il tradimento di mio padre. Dato che non ha avuto l'imprinting quell'uomo è incapace di amare qualcuno, tutti i nostri genitori sono incapaci di farlo..."
 

Quil piegò appena gli angoli della bocca. Aveva capito perfettamente dove voleva parare il suo amico.
 

"... dobbiamo trattenere Leah il più possibile..."

Continuò Embry.

"... non deve andare alla riserva e soprattutto non deve incontrare gli anziani."
 

"Non sarà facile, è preoccupata per suo fratello..."

"... non riesco a credere che sia cambiato così tanto."
 

Disse Quil.
 

"Ecco uno dei motivi per cui non voglio essere succube della magia mutaforma, non sei più tu e non sei nemmeno in grado di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato. E poi amare due donne contemporaneamente, una più dell'altra..."

"... Dio che squallore..."

"... voglio amare soltanto una donna e nella maniera più naturale possibile."
 

Quil si fece serio dopo il discorso dell'amico. Lui aveva avuto l'imprinting con una bambina, la nipote di Emily. Amava molto quella piccola creaturina. Non si era mai fatto domande su quella cosa, gli anziani dicevano che era normale per i mutaforma. Dicevano un sacco di cose, ma alla fine non sapevano niente neppure loro. Dovevano solo accettarla senza se e senza ma.
 

Ma soprattutto senza un perché.
 

Aveva pensato che fosse questo il motivo per cui Leah rifiutava di seguire quell'istinto. La sua mente non era un oasi felice, ma lui riusciva, insieme a Jacob e a Embry, a capirla più di tutti loro. Persino dopo l'imprinting con Claire.
 

La mutaforma si era sempre chiesta il perché veniva, cosa lo provocava. Lei ed Embry erano i più celebrali del gruppo. La ragazza aveva interrogato anche gli anziani, ma non aveva ottenuto nessuna risposta. Solo un monito di Bill: "Smettila di chiederlo, è una cosa naturale per un mutaforma di sesso maschile. Serve a far nascere lupi forti e soprattutto sani."
 

Sani, quanto calcava su quella parola. Suo nonno invece era meno ostile, ma anche lui trovava che Leah fosse una cosa innaturale.
 

E perché noi no!! uomini che si trasformano in lupi.
 

Pensò.
 

Embry captò il suo pensiero. Dato che sostituiva l'alfa ora era in grado di percepire i pensieri dei suoi beta anche in forma umana.
 

"Scusa Quil, non volevo offendere te e il tuo imprinting."
 

Disse vedendo l'espressione del suo amico.
 

"Non mi hai offeso, ma toglimi una curiosità perché dopo l'incontro con i Volturi hai voluto unirti al branco di Jacob? lo hai fatto per lei?"
 

Chiese Quil.
 

"Si e no. Jake è uno dei miei migliori amici e non mi è piaciuto l'atteggiamento del nostro ex alfa nei confronti di Leah. Ti ricordi come si è comportato?"
 

"Si certo, si è sentito ferito e tradito. E' stato ingiusto nei confronti di Leah, non doveva pretendere la sua totale fedeltà. E non parlo dell'attaccamento verso il branco e la figura dell'alfa. Sai a cosa alludo..."
 

Embry annuì.
 

"... sono rimasto male quel giorno e credo anche tu per quello che ha detto..."

Continuò Quil.

"... piuttosto amico mio, stai lontano dai parenti di Emily. Io l'ho avuto con sua cugina e non è detto che non possa succederti con una di loro. Insomma c'è una buona probabilità e dato che tu non lo vuoi..."

"... a pensarci bene devi stare lontano anche da quelli di Kim, Black, Cullen..."

"... non si sa mai."
 

"Con i Cullen non corro rischi."
 

Rispose ridendo Embry.
 

"Non si sa mai."
 

Ripeté altrettanto divertito Quil.
 

Un rumore fece girare i ragazzi.
 

Leah era ritornata al pianoterra con in dosso una tuta di Edward.
 

Quil era deluso, sperava di vederla vestita come si deve. Embry invece le sorrise. In qualche modo se lo aspettava. La sua Leah non era mai stata una ragazza frivola e vanitosa.



 

Chiedo scusa se Demetri ancora non arriva. E' su nel cielo blu....

Scusate se i capitoli in qualche modo si somigliano. Nell'ultima parte credo che il capitolo sia confusionario. Ditemi cosa ne pensate.

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Capitolo 49
*** Esme e Didyme ***


Mi sa che c'è troppo buonismo in questo capitolo... urge l'intervento di Aro e Jane.



 

Esme si congedò dal resto del gruppo e uscì dalla stanza. Era molto preoccupata per quanto stava accadendo: Leah, Seth, Mike, i suoi figli e gli altri ibridi, e naturalmente Aro. Il vampiro aveva qualcosa in mente e lei aveva paura delle conseguenze dei suoi piani. Del male che poteva fare a tutti loro.
 

Una nota positiva c'era. Sua figlia Sabrina aveva deciso di non frequentare più Felix. la ragazza non poteva stare con un vampiro che uccideva persone innocenti per nutrirsi. Esme era contenta della sua decisione, ma sapeva anche che lei era infelice a causa dell'imprinting. Tuttavia il fatto che avesse messo al primo posto ignari mortali la diceva lunga sul cuore e la coscienza della ragazza. La signora Cullen era fiera di sua figlia.
 

"Buongiorno Esme."
 

La donna sussultò. La vampira non si era accorta che qualcuno la stava osservando già da un po'. Non aveva timore, la voce dolce e calma che l'aveva appena salutata apparteneva a una persona amica: Didyme.
 

"Un euro per i suoi pensieri..."

Disse la sorella di Aro.

"... sono felice di vederla e mi scuso per non essere venuta prima. Sono stata informata da poco del vostro arrivo."
 

Esme chiese cosa stava realmente succedendo all'interno del palazzo. Santiago prima e Heidi dopo avevano accennato qualcosa.
 

Didyme si accorse dell'espressione dolce, ma triste della moglie del dottor Cullen e cercò di tirarla un po' su di morale.
 

"Heidi, è sicura che abbia solo accennato alle faccende del palazzo? è sempre stata un po' pettegola quella ragazza. Il gazzettino di Volterra a detta di Athenadora e Sulpicia..."

"... quella ragazza si è sempre fatta i fatti degli altri e mai i propri e mi meraviglio che Aro l'ha scelta per condurre i turisti all'interno del palazzo..."

"... potrebbe dire qualcosa di troppo."
 

L'ultima parola la pronunciò con un espressione accigliata e decisamente comica. Questo fece ridere di gusto Esme che la ringraziò per averle tirato su il morale.
 

Didyme sorrise a sua volta e cominciò a declamare una poesia:
 

"Donare un sorriso rende felice il cuore..."

"... arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona..."

"... non dura che un istante, ma il suo ricordo rimane a lungo..."

"... nessuno è cosi ricco da poterne fare a meno..."

"... ne cosi povero da non poterlo donare..."

"... il sorriso crea gioia in famiglia, dà sostegno nel lavoro ed è segno tangibile di amicizia..."

"... un sorriso dona sollievo a chi è stanco..."

"... rinnova il coraggio nelle prove e nella tristezza è medicina..."

"... e se poi incontri chi non te lo offre..."

"... sii generoso e porgili il tuo: nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non sa darlo..."
 

Didyme allargò ancora di più il suo di sorriso.
 

"... non è farina del mio sacco è una poesia di padre Faber, un gesuita vissuto nel 500..."

"... è una delle poesie preferite dai miei figli..."

"... le chiedo scusa, dimentico troppo spesso che la vera madre di Sabrina e Jake è lei."
 

"Non ti devi scusare, ti sei occupata di loro fin dalla nascita..."

"... è merito tuo la loro educazione, il loro modo d'essere e pensare..."

"... hai molti più diritti di me su Sabrina e Jake. E ti prego dammi del tu."
 

Esme sorrideva, sapeva di trovarsi di fronte a una donna con un fortissimo senso materno, proprio come il suo.
 

"No Esme lei ha... tu hai dei diritti su di loro. Non sapevi dell'esistenza della più grande e credevi che il tuo piccolo fosse morto..."

"... ti è stata negata la possibilità di fare loro da madre."
 

"Grazie amica mia."
 

Rispose commossa la signora Cullen.
 

Le due donne presero a camminare lungo uno dei corridoi del palazzo. Si tenevano per mano. C'era molta confidenza tra le due come se si conoscessero da sempre.
 

"Come vanno le cose con Mike e suo padre..."

"... Santiago ha detto qualcosa sulla loro lite."
 

Chiese Esme.
 

"Mio figlio odia suo padre per l'omicidio di Sihung..."

"... e Marcus odia se stesso per lo stesso motivo e perché ha ferito l'animo di Mike..."

"... non riesco a vedere una soluzione, ho tanta paura che questa cosa possa degenerare."
 

Esme strinse ancora di più la mano di Didyme.
 

"Non esitare a chiedere il nostro aiuto. Per qualsiasi cosa siamo disponibili."
 

"Grazie..."

Rispose la sorella di Aro.

"... ma tu devi pensare a Sabrina. Da quando ha lasciato Felix è triste e malinconica..."

"... vieni voglio portarti da lei, ma prima andiamo da qualcun altro."
 

Le vampire si fermarono di fronte a una porta, quella della camera di Mike. Marcus era seduto li vicino. Teneva sotto controllo il suo ragazzo e impediva a chiunque di entrare soprattutto se mandato da suo 'fratello' Aro.
 

Baciò sua moglie e salutò con molto garbo Esme.
 

Quando entrarono trovarono Mike e il piccolo Jake. Il figlio di Marcus con gli oggetti della stanza era riuscito a ricavare dei giochi di logica per il bambino. Mike era molto ingegnoso e sua madre era molto orgogliosa di suo figlio.
 

"Mamma..."

Disse sorridendo il ragazzo. Aveva pianto, gli occhi erano ancora arrossati. Didyme ed Esme lo guardarono con affetto.

"... signora Cullen."
 

"Ciao Mike."
 

Esme rispose dolcemente e serenamente al saluto del ragazzo. La presenza del piccolo Jake e il modo in cui il figlio di Didyme si occupava di lui l'avevano rincuorata. Jake dal canto suo era totalmente preso con gli oggetti che il ragazzo aveva modificato per farlo giocare. Non salutò nessuna delle due.
 

La madre biologica osservò attentamente il suo bambino. Era molto bello e nonostante lo sguardo perennemente perso nel vuoto, aveva una strana luce negli occhi. Erano luminosi e penetranti. Le sopracciglia folte, ereditate dai geni mutaforma iniettati, contribuivano a rendere il suo sguardo ancora più ricco di vita.
 

Esme era sicura che a quel ragazzino non sfuggiva nulla. Nonostante l'autismo percepiva tutto fin nei minimi particolari.
 

Mike si inginocchiò vicino al bambino.
 

"Jake tua madre è qua, falle un bel sorriso..."

Disse Mike. Ma il piccolo non si voltò nemmeno. In compenso non aveva smesso di annusare l'aria da quando Esme era entrata nella stanza.

"... al mio fratellino piace il suo profumo signora Cullen..."

"... ehi Jake, sai che tua madre è un architetto, c'è tanta matematica nel suo lavoro."
 

Jake si fermò di colpo e alzò la testa per guardare sua madre. Inclinò appena gli angoli della bocca. Sul suo bel viso comparve un sorriso dolce da monna Lisa.
 

Esme si commosse e rise subito dopo la battuta di Mike:
 

"Matematica, la parolina magica con lui."
 

Didyme invitò il figlio a seguirla. Il ragazzo non sapeva ancora che sua sorella stava male per amore e forse non solo lei. Anche Annie non era molto contenta della situazione.
 

Jake si alzò. Il piccolo aveva un modo bizzarro di muoversi. Per prima cosa girava appena la testa nella direzione da prendere e poi il corpo. Si avvicinò a Esme e strinse la sua mano. Non la guardava però, gli occhi erano puntati nella direzione da prendere. Ma alla madre questo non importava, suo figlio l'aveva toccata. Stava per farli una carezza quando Didyme la fermò.
 

"No Esme, lui ha voluto toccare te, ma non devi fare altrettanto..."

"... non preoccuparti, quando vorrà una carezza lo saprai. Te lo farà intuire."
 

Jake cominciò a tirare e il quartetto uscì dalla stanza. Mike vide suo padre. Gli occhi divennero di nuovo lucidi. Marcus se ne accorse e si tirò in piedi per andare da lui, ma il ragazzo si voltò dall'altra parte come se nulla fosse. Aveva sempre desiderato conoscere suo padre. Didyme parlava spesso di lui, del suo carattere buono, dolce e gentile. Ma quell'uomo si era dimostrato un mostro, almeno ai suoi occhi. E questa era una delle cose che facevano più male al ragazzo. Sua madre però non lo sapeva, Mike non le aveva raccontato nulla per non turbarla. Sapeva quanto la madre amasse quel vampiro e quanto soffriva per l'odio che lui provava nei suoi confronti.
 

Mike camminava veloce per aumentare ulteriormente la distanza tra lui e suo padre.
 

Esme sussurrò qualcosa a Didyme.
 

"Ha pianto per via di suo padre..."

Rispose.

"... desiderava conoscerlo e quando lo ha incontrato il mio ragazzo ha provato una serie di emozioni: felicità, ma anche paura, ansia..."

"... lui crede che non sappia quanto è ferito nell'animo, ma non si possono nascondere determinate cose a una madre."
 

Quando arrivarono videro Mike fuori dalla porta intento a parlare con Felix. Il Volturo non aveva mai lasciato completamente da sola Sabrina.
 

"Buon giorno Felix."
 

Didyme salutò cordialmente il Volturo che inclinò appena il capo in segno di rispetto. Non fece altrettanto con Esme. Si limitò a guardarla con un espressione ansiosa sul volto. Temeva che la donna potesse parlare male di lui con quella che considerava la sua compagna e futura moglie.
 

"Ho saputo che ha discusso con Sabrina."
 

Disse Didyme.
 

"Si mia signora, per via della mia alimentazione."
 

Felix era imbarazzato. Per Esme era strano vedere quel ragazzo così intimorito. Felix faceva paura agli avversari per via della sua stazza persino più massiccia di quella di suo figlio Emmett. Provò tenerezza.
 

"Se vuoi davvero che le cose tornino come prima ragazzo credo proprio che dovrai cambiare alimentazione, nutrirti come fanno loro..."

"... proverò a parlarle."
 

Il vampiro era incredulo non si aspettava certo un aiuto da Esme.
 

"Gr... grazie."
 

Mormorò.
 

Esme sorrise. Non amava Felix per lei era troppo violento, ma non poteva fare niente contro l'imprinting. Per un attimo pensò ai ragazzi del branco e a Leah. Quanto aveva sofferto quella ragazza a causa della magia mutaforma. E ancora non era finita.
 

Entrarono nella stanza della ragazza, tutti eccetto Felix. Trovarono Sabrina che piangeva. Accanto a lei Bree. La bambina immortale cercava di consolarla. Non le aveva ancora raccontato la fine che aveva fatto durante lo scontro con i Cullen e l'esercito di Victoria.
 

"Ciao tesoro."
 

Disse Didyme.
 

"Ciao mam..."
 

Sabrina non continuò la frase quando si accorse anche della presenza di Esme. La ragazza arrossì violentemente e la stanza cominciò a profumare di muschio e legno.
 

"Le chiedo scusa."
 

Per la ragazza non era semplice dato che accanto alla donna c'era anche Didyme. Quest'ultima le aveva fatto da madre. Esme sorrise.
 

"Non mi devi chiedere scusa, non hai fatto nulla di male e non mi hai offesa..."

"... tuttavia mi piacerebbe parlare un po' con te, vorrei conoscerti meglio. Sempre che tu sia d'accordo."
 

Sabrina annuì mentre si asciugava le lacrime. Gli altri salutarono la ragazza e uscirono dalla stanza. Mike baciò in fronte quella che considerava a tutti gli effetti una sorella e le sussurrò qualcosa.
 

Rimasero solo Esme e Jake insieme a lei. Bree non voleva lasciarla, aveva paura di incontrare i vampiri che l'avevano uccisa. Felix e Jane erano quelli che la terrorizzavano di più. Alla fine Mike riuscì a convincerla.
 

"Tranquilla sei sotto la protezione degli ibridi, nessuno oserà toccarti. Sei nostra sorella e mettersi contro di te vuol dire inimicarsi noi e i nostri padri..."

Mike si fermò a metà discorso.

"... chissà forse quel vecchio può anche venirci utile."
 

Il ragazzo si beccò un bel ceffone dalla madre.
 

"Non dire mai più una cosa tanto perfida. Mi meraviglio di te tesoro, tu non sei così."
 

"Scusa."
 

Il ragazzo arrossì per la vergogna. Didyme si allontanò con Bree. Mike rimase qualche minuto.
 

"Mike!"
 

L'ibrido si voltò verso la sorella maggiore. Piangeva. Nel vederlo Esme cerco di consolarlo.
 

"Non fa così male signora Cullen."
 

"Lo immaginavo Mike, è un'altra la cosa che ti brucia dentro. Didyme ti vuole molto bene e so che per te lascerebbe Marcus..."

"... ma ti prego, ti scongiuro non chiederle una sacrificio come quello..."
 

Mike sospirò. Non voleva fare del male a sua madre.
 

"... Marcus è buono ed è pentito del gesto che ha fatto. Sono sicura che se ne avesse la possibilità tornerebbe indietro per impedire l'omicidio del tuo maestro..."

"... e tutto questo lo farebbe per te..."

"... ama moltissimo tua madre e te. Dagli una possibilità. Sono sicura che sarai molto felice con lui."
 

"Devo andare signora Cullen, ci vediamo dopo Sabrina."
 

Quando uscì si scontro con Felix. Il Volturo lo guardava incuriosito.
 

Mike cominciò a dicutere con quel vampiro. Non se la sentiva di raggiungere la madre, ne tantomeno vedere il padre.
 

"Ok Felix..."

Disse Mike.

"... è ora che impari alcune regole se vuoi stare con mia sorella. In primis l'alimentazione. Noi ci riforniamo da macellai, consorzi della carne..."

"... non abbiamo mai ucciso nessuno: ne uomini, ne animali..."

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Capitolo 50
*** Jane dolce Jane ***


Jane colpisce ancora e i mutaforma si dimostrano dei....



 

I vampiri arrivarono verso le 5:30 all'aeroporto di Seattle. Il Sole ancora non era sorto ma all'orizzonte si intravvedevano le primi luci dell'alba. Il gruppo si muoveva rapidamente per non essere notati dagli umani, e dato che i due licantropi e gli umani non potevano andare alla loro velocità in forma umana furono costretti, con riluttanza, a salire sulle loro spalle.
 

Demetri era in testa. Teneva il padre di Bella. Il vampiro era arrabbiato con Leah e con se stesso. Si chiedeva che cosa poteva fare o dare a quella ragazza. Edward percepì il suo pensiero.
 

"Devi solo amarla."
 

Gli disse.
 

"Che cosa credi che ho fatto finora, ma sembra che non basti."
 

Rispose sgarbatamente il Volturo.
 

"Per lei non è semplice."
 

"MALEDIZIONE EDWARD LO SO, SO COSA HA PASSATO, QUELLO CHE PROVA."
 

Demetri gridava, era al limite. Tutto questo divertì molto Aro. Jake era sulle spalle di Edward e provò pena per il segugio. Si ricordò quanto era stato male per Bella prima di avere l'imprinting con sua figlia. Leah sapeva quanto stava soffrendo e aveva cercato in ogni modo di aiutarlo, ma lui l'aveva snobbata sempre. L'aveva definita insensibile ed egoista.
 

Che stupido sono stato. Spero che possa perdonarmi.
 

Pensava. Edward nel sentirlo sorrise. Anche lui doveva delle scuse alla ragazza.
 

Sam era sulle spalle del dottor Cullen. Si sentiva umiliato e provava rancore nei confronti di Demetri. Sapeva che non era normale. Aveva avuto quella cosa con Emily, ma l'amore per Leah non si era mai sopito. Ed era geloso. Era conscio che non aveva il diritto di provare quelle cose non dopo aver lasciato in maniera brusca Leah e di averle fatto perennemente del male ogni volta che coccolava o pensava a Emily.
 

Jane era accanto ad Aro. Voleva vedere Seth e conoscere gli altri membri del branco e le ragazze lupo. Ma non certo per fare amicizia. Ogni tanto usava il suo potere sulle persone che intravedeva. Queste si piegavano in due dal dolore.
 

La piccola Volturi sorrideva ogni volta soddisfatta. Aro la rimproverava di tanto in tanto, ma anche lui trovava la cosa divertente. Avevano lo stesso sadismo e consideravano gli umani esseri inferiori. O forse come aveva detto un giorno Eleazar, i Volturi odiano così tanto i mortali perché una volta erano come loro.
 

Quando finalmente giunsero in un bosco piuttosto fitto i due mutaforma si trasformarono. Edward teneva sotto controllo Sam. Era stato chiaramente detto al ragazzo prima di partire, che non doveva vedere Leah e avere un qualche contatto con lei. Ma si fidava poco soprattutto dopo aver captato i suoi pensieri su Demetri.
 

La prima tappa una volta arrivati alla riserva fu il cimitero di La Push. Sue sulle spalle di Jasper si commosse. Demetri si chinò appena per vedere chi era seppellito la. Sulla lapide era inciso un nome: Harry Clearwater...
 

"E' la tomba di suo padre?"
 

"Si."
 

Rispose Sue.
 

"Che tipo era?"
 

"Un uomo volitivo..."

Intervenne Charlie.

"... ma anche molto sensibile..."

"... il mio più caro amico."
 

Edward non conosceva quell'uomo se non attraverso i pensieri dei suoi famigliari. Si rese conto che già allora doveva capire quanto fosse sensibile Leah. Ma all'epoca si rifiutava di vedere. L'aveva presa in antipatia senza alcun motivo valido. O forse non gli piaceva il fatto che detestasse lui e la sua famiglia. Nonostante questo c'era qualcosa che lo attraeva. Ma solo più tardi, anche grazie all'affetto che sua figlia nutriva per lei, capì cos'era. Inconsciamente aveva intuito che era una bella persona.
 

Lasciarono il cimitero e si recarono in una delle zone più centrali del bosco. Jacob e Sam notarono subito le impronte dei loro amici. Un gruppo si era diretto alla 'tana', il resto verso Forks. Non c'era campo per chiamare perciò decisero di dividersi. I due alfa della riserva andarono verso la casa dove solitamente si radunava il branco. A loro si aggiunsero Jasper e Charlie. Furono però costretti a portarsi dietro anche Jane. Gli altri compreso Aro, si recarono all'abitazione dei Cullen.
 

La 'tana' era più vicina e i mutaforma arrivarono prima dell'altro gruppo. Trovarono Seth che parlava in maniera molto concitata con i ragazzi. Questi ultimi sorridevano, ma non erano sereni.
 

"SETH!!!"
 

Gridò la piccola Volturi.
 

Il ragazzo si voltò e il viso si illuminò di colpo.
 

"JANE!!!"
 

Gridò a sua volta. E corse ad abbracciarla.
 

"Vieni voglio presentarti al resto del branco..."

"... ci sono solo quelli che contano qui..."

"... il resto preferisce stare con Leah."
 

Pronunciò in maniera dispregiativa il nome della sorella. Jane accennò una risatina divertita. Gli altri però non si divertivano. La piccola era angelica e inquietante.
 

"Lieta di conoscervi..."

Disse mostrando i denti candidi e taglienti.

"... dove sono le ragazze lupo, vorrei tanto conoscerle."
 

"Non ci sono..."

Rispose Paul.

"... è molto presto, stanno riposando."
 

"Abbiamo delle foto però."
 

Disse raggiante Seth.
 

La portò vicino a un mobile dove erano appoggiate molte foto del branco. Jane notò che ce n'erano molte dei ragazzi e delle loro ragazze, ma nessuna di Leah. Inclinò appena gli angoli della bocca, era pronta a colpire.
 

"Come mai tua sorella non compare in nessuna di queste foto?"
 

Chiese a Seth.
 

"Non è una ragazza lupo."
 

Rispose serafico il ragazzino.
 

"E perché non compare nemmeno in queste foto?"
 

Continuò Jane.
 

"Qui ci siamo solo noi ragazzi."
 

Rispose tranquillo Seth.
 

"Come supponevo, lei non è nessuno. Nemmeno per voi..."

Riprese di nuovo a parlare tenendo una foto che ritraeva tutte le ragazze lupo.

"... con quali criteri l'imprinting sceglie le ragazze?"
 

"Non lo sappiamo..."

Rispose secco Paul.

"... ci sono diverse teorie a riguardo, ma nessuno sa esattamente il perché."
 

"Di sicuro..."

La bambina riprese la parola.

"... non è l'estetica. Sono così scialbe, insulse..."

"... proprio come Leah."
 

I ragazzi ringhiarono contro la piccola e Seth le si parò davanti.
 

"Ha insultato le ragazze lupo Seth, le ha paragonate a..."
 

Jared non finì la frase e si morse le labbra dall'imbarazzo. soprattutto dopo l'occhiataccia dell'ispettore capo Swan. Seth invece non disse nulla, si limitava a difendere la sua di ragazza.
 

"Seth la tua vampira deve chiedere scusa ai ragazzi."
 

"Io non so cosa vuol dire chiedere scusa e non ho intenzione di farlo..."

Jane osservava strafottente e divertita i due alfa ritornati in forma umana. Poi si concentrò su Sam. Il suo punto debole erano Emily e Leah.

"... lei è Sam, l'ex di Leah!"
 

"Si, e con questo?"
 

"Seth mi ha raccontato delle ferite che ha inferto alla sua Emily."
 

Sam fece una smorfia di dolore e disgusto.
 

"Sono pentito di quello che ho fatto e mi sento terribilmente in colpa per questo."
 

"Ma non è sua la colpa..."
 

Sam guardò stupefatto la bambina. Tutti la guardarono straniti.
 

"... se ci pensa bene la colpa è di Leah..."

"... quella ragazza non doveva insistere, doveva accettare l'imprinting, ma non lo ha fatto e questo è il risultato..."

Prese in mano una foto di Emily.

"... ed è andata contro la vostra legge non accettando la magia mutaforma..."
 

Un lampo d'odio attraversò le iridi di Sam e Jacob capì subito a chi era rivolto quello sguardo.
 

"... come minimo dovrebbe sfregiare anche il suo viso..."

"... una punizione più che giusta."
 

Sam osservò Jacob.
 

"Dove si nasconde..."
 

Disse con rabbia mentre Jane ridacchiava trionfante.
 

"DIMMELO."
 

"Non, non puoi darle la colpa. All'epoca non si era ancora trasformata. Non sapeva nulla dell'imprinting e non puoi punirla solo perché ha insistito..."

"... cercava solo di salvare la vostra relazione."
 

Disse sconvolto il secondo alfa.
 

"Le avevo detto chiaro e tondo che non l'amavo più, che doveva dimenticarmi."
 

Continuò Sam.
 

"Ma sei impazzito per caso. Sei sparito per due settimane e lei è stata malissimo. Credeva fosse colpa sua..."

"... torni ancora innamorato e alla fine la lasci senza una spiegazione logica..."

"... credi che Leah abbia un mattone al posto del cuore..."

Jacob era furente.

"... non dare la colpa a lei per le ferite di Emily. Non è colpa sua, ma vostra. Dovevate essere sinceri dall'inizio."
 

"Lo sono stato Black."
 

Lo interruppe il primo alfa.
 

"No, non lo sei stato. Doveva sapere tutto dell'imprinting e dei licantropi."
 

"La legge..."
 

"AL DIAVOLO LA LEGGE!!"
 

Gridò Jake. Era al limite. Non riusciva a capacitarsi dei pensieri che aveva ora Sam per Leah. Jacob era sicuro che cercava solo un capro espiatorio per lo sfregio di Emily, un qualcosa che gli permettesse di respirare almeno un po' dal suo dolore e dal senso di colpa. Ma non doveva essere Leah. Non era giusto farle ancora del male. Se ne faceva già abbastanza da sola. Grazie a Renesmee aveva intuito che anche lei si sentiva in colpa per la cugina, senza contare che rifiutava l'imprinting e si sentiva la nota stonata della riserva; la ragazza che ha ucciso suo padre...

Povera Leah.

Pensò.

Erano tutti presi dalla lite in corso che nessuno si era accorto dell'allontanamento di Jane e Seth. La piccola voleva conoscere Billy Black.

 

Jacob teneva tutti i sensi all'erta. Non voleva assolutamente che Sam partisse alla ricerca di Leah. Doveva trovare qualcosa che lo spingesse a lasciarla stare. Sorprendentemente fu Sam a chinare il capo.
 

"Hai ragione. Ti chiedo scusa."
 

Le parole del ragazzo erano sincere, ma Jake doveva essere certo che non cambiasse idea all'ultimo momento.
 

"Ti credo Sam, ma se ci ripensi farò in modo che Emily ti lasci per sempre."
 

Sam non aveva il coraggio di guardare il suo interlocutore. Si vergognava troppo della rabbia e dei pensieri che aveva avuto su Leah. E il pensiero che Emily potesse lasciarlo lo terrorizzava.
 

Perché non ho avuto l'imprinting con Leah. Nessuno avrebbe sofferto e sarebbe stato tutto più semplice per tutti.
 

Pensò Sam.
 

Il suo branco cercò di consolarlo, ma lui rifiutò il loro aiuto. Doveva fare ammenda. Decise di isolarsi per un po' e andò da sua madre. Non doveva intromettersi nella questione di Leah e Seth, soprattutto se accanto al giovane Clearwater c'era la piccola serpe.
 

I ragazzi si sistemarono e cercarono di rilassarsi. Fu Jasper ad accorgersi che Seth e Jane non c'erano più.
 

Jared era l'alfa in seconda in assenza del primo. Si trasformò e andò a cercare i ragazzi insieme al resto del branco, a Jasper e a Jacob. I più piccoli rimasero alla 'tana' in attesa delle ragazze insieme a Charlie. Avevano parecchio da raccontare.



 

Ditemi cosa ne pensate.

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Capitolo 51
*** Ancora problemi ***


Tematiche delicate.



 

Jacob, Paul e Jared raggiunsero in poco tempo la casa dei Cullen. In forma di lupo erano più veloci dei vampiri, ma nessuno di loro era veloce quanto Leah. Nella corsa lei li batteva sempre. Purtroppo non la consideravano una capacità mutaforma così importante. La forza fisica o un udito molto sviluppato erano considerati di gran lunga più importanti.
 

Ora però Leah con la seconda mutazione era avvantaggiata. La sua velocità era aumentata ancora e anche la sua forza fisica e i suoi sensi. Per non parlare del suo potere e del fatto che Mike le aveva insegnato le arti marziali. A differenza dei suoi 'fratelli' lupi lei era in grado di tenere testa ai vampiri anche in forma umana.
 

Quando arrivarono trovarono ad attenderli l'altro gruppo. I due mutaforma del branco di Sam ringhiarono nel vedere Aro e Demetri. L'anziano era estasiato per l'arrivo di nuovi cani da guardia, ma il segugio era preoccupato. All'interno dell'abitazione non percepiva più la presenza di Leah.
 

Embry e Quil erano basiti non si erano accorti del suo allontanamento.
 

"E' impossibile..."

Disse Quil.

"... insomma non è uscita dalla porta o da qualche altra parte."
 

"Dimenticate il suo potere..."

Rispose Edward.

"... la ragazza può teletrasportarsi."
 

Poi rivolgendosi a Demetri chiese dove si trovava ora. Il Volturo rispose semplicemente indicando una direzione.
 

Jacob capì che era andata alla riserva. Edward lesse nella sua mente e con una scusa cercò di convincere Sue a rimanere insieme ad Embry e Quil nella loro casa. Ma la donna fu irremovibile. Sua figlia aveva bisogno di lei e anche Seth. Alla fine il dottor Carlisle decise che sarebbe stata sua premura accompagnarla e prendersi cura di lei. Sue ringraziò.
 

Demetri era in testa al gruppo dato che era l'unico a sapere l'esatta posizione della ragazza. In cuor suo sperava che non incontrasse nessuno, come gli altri: Jake ed Embry avevano paura di quello che potevano fare o dire gli anziani. Jasper invece aveva paura di quello che poteva combinare Jane e soprattutto di come avrebbe usato Seth.
 

Jacob intanto comunicava telepaticamente con il suo branco, mentre Edward riferiva al resto della squadra tutti i pensieri del mutaforma. L'unica che non sentiva era Sue, ma per il dottor Cullen era meglio così.
 

Le cose si complicarono quando il figlio di Black raccontò quello che voleva fare Sam a Leah. Demetri e Embry si fermarono di colpo e guardarono con rabbia il mutaforma. Entrambi tenevano molto alla ragazza.
 

"Emh!! ecco è stato istigato dalla vampira di Seth, sono sicuro che non avrebbe fatto del male a Leah."
 

Il tono anche se telepatico del ragazzo, era imbarazzato, troppo imbarazzato.
 

"Non credi nemmeno tu a quello che dici. Le avrebbe fatto del male..."

"... siete solo bestie immonde."
 

Le ultime due parole Demetri le pronunciò in maniera dispregiativa. L'atteggiamento del segugio non piaceva a Paul e Jared, ma Embry parlò, o meglio comunicò mentalmente in difesa del vampiro.
 

"Sam ha sbagliato, ha torto lui non Demetri."
 

Edward riferì tutto.
 

Sue guardava preoccupata tutta la scena. Era sicura che parlassero dei suoi ragazzi e pretendeva la verità. Tutta quanta. Alla fine il marito di Bella fu costretto a dire tutto. Sue era schifata e impaurita dal comportamento di Sam. Non si aspettava una cosa del genere da quel ragazzo. Cominciava a credere che nell'imprinting non ci fosse nulla di magico, ma guardando Demetri, il modo in cui difendeva e si preoccupava per sua figlia la rincuorava. Era sicura che nonostante tutto quel vampiro avrebbe reso molto felice sua figlia.
 

Esme le aveva raccontato di come si era innamorato quel ragazzo, del fatto che l'incantesimo mutaforma non c'entrava niente. Leah aveva bisogno di questo. Di qualcuno che si innamorasse di lei in maniera naturale. Si rese conto che quel vampiro, alla fine era l'unica persona che poteva arrivare al cuore di sua figlia.
 

Chissà forse l'imprinting ha scelto questo ragazzo perché è l'unico che combatte per lei. L'unico che la può rendere di nuovo felice la mia bambina. Forse è un bene se lo ha avuto con un vampiro. Se non era per quest'uomo sarebbe rimasta attaccata al ricordo di Sam e dei tre anni passati insieme. E avrebbe cercato di farsi bastare quel tempo per tutta la vita.
 

Gli occhi della donna divennero lucidi. Edward percepì i suoi pensieri e cercò di rassicurarla.
 

"Demetri ama Leah in maniera sincera..."

Sussurrò.

"... vedrà alla fine tra tutti i mutaforma, lei sarà la più felice e forse anche la più fortunata."
 

"Grazie."
 

Rispose la donna.
 

Ricominciarono la loro marcia.



 

Leah era arrivata nella sua vecchia casa. Rimase un po' a guardare l'abitazione. La struttura era di legno e a un solo piano. L'aveva costruita suo padre con molto amore. Sperava di sentire qualche odore famigliare. Entrò con un po' di titubanza non voleva incontrare nessuno soprattutto sua madre. Non sapeva che era arrivata a Volterra su invito di Aro e nemmeno del suo ritorno alla riserva.
 

Raggiunse in fretta la sua camera da letto. Non aveva portato via tutti i suoi vestiti, solo quelli di Harry. La madre voleva darli via in beneficenza, ma lei si era impuntata. Aveva riempito la sua camera da letto con tutto quello che era appartenuto a suo padre. Pianse nel vedere tutti gli oggetti dell'uomo. La madre in sua assenza non aveva buttato via nulla.
 

Scusa tanto papà, per tutto.
 

Pensò.
 

Aprì l'armadio e prese alcuni indumenti. Doveva andare dagli anziani per chiedere il loro aiuto e non voleva presentarsi con i vestiti del succhiasangue.
 

Sistemò gli abiti di Edward su una sedia, stando attenta a non rovinarli. Non voleva sorbirsi i rimproveri del vampiro.
 

Uscì non prima di aver dato un ultimo saluto alla casa.
 

Addio.
 

Un alito di vento portò un odore fin troppo famigliare. Erano mischiati ma ne riconobbe qualcuno. Non voleva parlare con loro, non erano in grado di fare niente per suo fratello, ma forse gli anziani potevano fare qualcosa, parlargli almeno. Di sicuro li avrebbe ascoltati. Decise di teletrasportarsi nella casa di Billy Black.
 

Arrivò in un batter d'occhio. La struttura della casa dei Black era molto simile a quella della sua abitazione. C'era solo una stanza in più. Bill l'aveva fatta per la moglie. Era uno studio dove la donna poteva dipingere. Da bambina andava spesso a trovarla. Giocava con le sorelle di Jacob e si divertiva a impiastricciare le tele. Secondo la madre di Jake la piccola Leah aveva un certo talento soprattutto nell'usare i colori.
 

La ragazza non riuscì a trattenere le lacrime pensando alla sua infanzia, a suo padre, ai suoi amici, a sua cugina e a Sam. Maledì la sua natura di mutaforma, il fatto che esistessero i mostri delle favole, tutto quello che aveva cambiato la sua vita.
 

Volevo solo una vita semplice e serena, solo questo. Non ho mai chiesto la Luna e non l'ho nemmeno mai voluta.
 

Pensava.
 

Stava per bussare alla porta quando sentì un rumore nella rimessa. Billy stava sistemando il suo armamentario per la pesca. Non la praticava più a causa del suo handicap, ma teneva sempre in ordine tutte gli oggetti relativi al suo hobby preferito.
 

Leah si avvicinò cauta, tremava come una foglia. Sapeva che dopo lo scontro con i neonati e l'incidente di Jacob causato da lei lo avevano reso ancora più ostile nei suoi confronti.
 

Fece un sospiro e salutò l'uomo. Non si era accorta che due persone la stavano osservando. Uno era preoccupato, l'altra divertita.
 

"Buongiorno signor Black."
 

Disse.
 

"Oh buongiorn..."
 

L'uomo non completò la frase quando vide chi era la persona che l'aveva appena salutato.
 

Gli occhi di Black erano dilatati, come le narici. Guardava Leah come se di fronte si trovasse un vampiro. La bocca tremava, ma alla fine tutto il disprezzo e l'odio che Billy Black provava per lei uscirono. Accusò la ragazza di ogni genere di male: la morte del padre, il dolore di Sue e Seth, quello di Emily e Sam per avere sempre vicino la sua ombra a rovinare la loro bellissima relazione, le ferite di Jacob, i problemi causati ai Cullen e al figlio durante la gravidanza di Bella, e naturalmente il male fatto a suo fratello.
 

"Vattene via schifoso essere immondo, sei un abominio agli occhi degli anziani e degli antenati, sei riuscita persino a farti odiare da una bambina ancora prima che nascesse."
 

Black non sapeva che Renesmee non provava più antipatia per Leah, anzi le voleva molto bene. Per la piccola era una zia acquisita.
 

"Mi dispiace signor Black per tutto, non volevo fare del male a nessuno."
 

Rispose in lacrime la mutaforma.
 

"No, davvero? guarda cos'è successo a Emily, le cicatrici sono colpa tua, se non insistevi con Uley..."

Bill voleva molto bene alla cugina di Leah, era come una figlia per lui. Un tempo anche Leah era considerata così dall'uomo.

"... se veramente non volevi fare del male a nessuno l'avresti fatta finita da un pezzo..."

"... e invece sei ancora qui, a spargere il tuo veleno..."

"... soprattutto ora che sei diventata un succhiasangue..."
 

Leah era rossa in viso per la vergogna e le lacrime. Il profumo del suo sangue velenoso si sparse in tutta la rimessa. L'uomo arricciò il naso per il disgusto.
 

"La prego di prendersi cura di Seth signor Black. Addio."
 

La ragazza si teletrasporto nuovamente nella sua vecchia casa. Si chiuse all'interno della sua camera e pianse a dirotto, gridando dal dolore.
 

Billy era rimasto di sasso nel vedere il potere di Leah, ma era anche soddisfatto le aveva detto tutto, anche che era stata ripudiata da tutti. Stava per ritornare al suo lavoro quando udì una risatina. Jane e Seth avevano sentito tutta la conversazione.
 

L'uomo si voltò e si ritrovò faccia a faccia con la piccola Volturi. Il fratello di Leah le teneva la mano. Gli occhi rosso rubino della ragazzina fecero fremere Black.
 

"Lei è il padre di Jacob Black l'alfa di Seth Clearwater?"
 

"S... si."
 

Disse titubante l'uomo.
 

"Io sono Jane Volturi, l'imprinting di Seth. E' un piacere conoscere uno degli anziani."
 

Detto questo la piccola allungo la mano per stringere quella di Bill. Sorrise.
 

E' solo una bambina, ed è l'imprinting di uno di noi. Non deve essere una minaccia.
 

Pensava sorridendo a sua volta.
 

"Ho sentito quello che ha detto, o meglio abbiamo sentito tutto..."

La bambina si voltò verso Seth. Sorrideva in maniera angelica e questo sciolse il mutaforma.

"... non mi è mai piaciuta quella ragazza."
 

Bill allargò ancora di più il sorriso.
 

"Allora piccola abbiamo qualcosa in comune."
 

Disse ridendo Billy.
 

"A quanto pare..."

Rispose Jane.

"... sa qual è la cosa che odio di più di Leah?"
 

"No ragazzina."
 

Black si stava rilassando, non considerava più un pericolo quella piccola vampira.
 

"Quello che odio di più è la sua coscienza. Io odio le persone migliori di me..."

Il vecchio Quileute non capiva. Questo divertì ancora di più la bambina.

"... vede signore, se io ordinassi a Seth di ucciderla, lui ubbidirebbe. Solo per farmi felice..."

"... ma Leah no, non lo farebbe mai anche se a ordignarglielo fosse il suo imprinting. Preferirebbe soffrire anziché far soffrire..."

"... è questa la cosa che odio di più di quella ragazza, il suo grande cuore, la sua sensibilità..."

"... quella ragazza sa cos'è il dolore e il sacrificio..."

"... per questo mi piace farle del male e sono felice di vedere che non sono l'unica..."

"... certo ora che l'ha istigata a fare quella cosa, dovrò trovare qualcun altro da tormentare, ma non sarà difficile..."

"... ho solo l'imbarazzo della scelta tra ibridi, beoti mutaforma, scialbe ragazze lupo o stupidissimi anziani in cartapecorita..."

Scoppiò a ridere mentre Bill la guardava con ansia crescente.

"... non ha ancora capito vero, lei è l'angelo, io sono il Diavolo, ma la cosa più divertente è che per le vostre leggi io sono sacra, mentre l'imprinting di Leah no e di conseguenza neanche lei è importante essendo uno scherzo della natura per voi..."

Black era terrorizzato. Jane si era avvicinata ulteriormente al collo dell'uomo. Annusò la sua pelle.

"... diabete che schifo, non mi piace il sangue marcio. Probabilmente non è diventato un lupo perché si è sempre abbuffato come un maiale."
 

Sorrise dolcemente questa volta, felice di aver fatto del male ancora una volta. Uscì tenendo un sempre più rincitrullito Seth per mano. Bastava che Jane sbattesse gli occhi per vedere il suo 'ragazzo' sciogliersi come un gelato.
 

Ora era Black a tremare come una foglia per via di Jane e per quello che aveva detto a Leah. Rimase così per una buona mezz'ora, osservando le sue mani come se avesse strangolato qualcuno. Non sapeva cosa fare, come comportarsi. Oramai il male era stato fatto e lui aveva paura. Paura della reazione di suo figlio, di Sue e di Charlie. Alzò la testa e vide una foto, una delle sue preferite. C'erano lui, il padre di Bella ed Harry. E insieme a loro i figli, ancora piccoli. Leah teneva imbraccio un appena nato Seth.
 

"Oddio Harry perdonami se puoi."
 

Un rumore lo scosse. Uscì dalla rimessa e vide suo figlio.
 

"Papà, hai visto Leah?"
 

Non rispose non sapeva cosa dire, ma con Edward nei paraggi non c'era bisogno di parlare.
 

"Papà che cos'hai?"
 

Continuò Jake.
 

Il marito di Bella si avvicinò e sussurrò qualcosa all'orecchio. Demetri intanto continuava a guardarsi intorno. Era sicuro che non fosse lontana. Si concentrò meglio e capì che era ritornata nella sua vecchia casa.
 

"Come hai potuto dire quelle cattiverie, Leah non ha mai meritato tutto il dolore e il male che le è stato inflitto finora."
 

Jake era furente e frustrato. Suo padre lo aveva deluso molto.
 

Sue osservò tutta la scena e capì che Black aveva fatto del male a sua figlia. Strinse la mano di Charlie che capì all'istante. Anche lui era deluso.
 

Demetri chiese spiegazioni a Edward, ma il vampiro si rifiutò di raccontare al segugio quello che era successo. Temeva la reazione del vampiro anche se in quel frangente sarebbe stata più che lecita.
 

Disse soltanto:
 

"Vai da lei, ha bisogno di te."
 

Il Volturo non si fece pregare e corse dalla sua ragazza. L'unico entusiasta di tutta la situazione era Aro. Ancora non sapeva bene cos'era successo, ma tutta la storia l'ho intrigava molto. Alla fine si avvicinò a Bill e prese la sua mano.
 

"Permette?"
 

Grazie alla telepatia tattile vide tutta la scena.
 

"Oh! la mia cara dolce Jane, anche lei ha capito che Leah è una creatura meravigliosa. Speriamo che Demetri la fermi in tempo."
 

"Fermarla, fermarla da cosa."
 

Chiese preoccupata Sue.
 

"Dal togliersi la vita, mia cara signora..."

"... il signore qui presente le ha chiesto questo."
 

Sorrideva in maniera affabile e dolce nonostante la gravità delle sue parole.
 

"Come hai potuto Billy Black, lei era venuta a chiedere il tuo aiuto per suo fratello e tu la spingi a fare un gesto estremo."
 

Sue tremava dalla collera.
 

"M... mi... mi dispiace Sue, io... io non so cosa mi sia preso."
 

"No... NON E' VERO..."

"... l'avete sempre considerata inferiore perché è una ragazza..."

"... ma lei è migliore di voi, di tutti voi..."

"... anche di tuo figlio e di Ephraim, lei è migliore di tutti i tuoi fottuti ANTENATI..."
 

Charlie la teneva a stento e Jasper fu costretto a usare il suo potere per calmarle i nervi.
 

"Va tutto bene signora Clearwater."
 

Disse Carlisle.
 

Edward intervenne.
 

"Demetri signora, penserà a sua figlia. Mi fido di quel ragazzo. Vedrà andrà tutto bene."



 

Il segugio in poco tempo arrivò alla casa dei Clearwater. Sentiva chiaramente la presenza della sua bella e questo lo rasserenò. L'aveva finalmente trovata. Provò a chiamarla, ma non rispose nessuno. Il ragazzo cominciò a preoccuparsi. Decise di non aspettare più e sfondò la porta. Fiutò l'aria per capire in quale parte della casa fosse e alla fine si diresse in bagno. La porta della stanza era bloccata e il vampiro fu costretto a sfondare anche quella.
 

Quando entrò vide Leah. Il vampiro aveva gli occhi, di uno strano color arancio, dilatati.
 

"Che cosa fai."
 

Le prese la mano e la strinse fino a farle male. Così facendo Leah mollò l'oggetto che teneva. Le diede uno schiaffo e la baciò con rabbia, tremando di collera.
 

Alla fine la prese in braccio e cercò una camera abbastanza grande. Trovò quella dei genitori. Leah cercava di liberarsi da quella stretta, ma senza troppa convinzione. Solo quando si accorse in quale stanza l'aveva portata il vampiro aumento la sua resistenza. Demetri dal canto suo non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare. La posò sul letto e dopo essersi liberato, e averla liberata, dalle vesti, le diede un deciso colpo di reni.



 

Uffa, spero di aver fatto un buon lavoro. Ditemi cosa ne pensate.

Con la storia credo che siamo agli sgoccioli (spero, è sempre più difficile portare avanti un lavoro).

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Capitolo 52
*** Promesse ***


Grazie a Kdelix, a Controcorrente e a Blackmoon5 che mi hanno ispirato alcuni passi presenti nel capitolo. Un grazie a Greta che mi ha dato l'ispirazione per l'ultima parte (you can save me). Questo capitolo è dedicato a voi nella speranza che vi piaccia.



 

Leah teneva appoggiata la testa sul torace di Demetri. Lui la cingeva con entrambe le braccia mentre con la mano sinistra le carezzava il viso. I loro sguardi erano persi nel vuoto. Rimasero in quella posizione a lungo senza dire una parola. L'unico rumore che in quel momento si sentiva nella stanza erano i battiti ritmati del cuore di lei.
 

Il vampiro fu il primo a rompere quel silenzio:
 

"Scusa."
 

"Non devi chiedermi scusa, forse era quello di cui avevo bisogno in quel momento."
 

Leah era imbarazzata e non sapeva bene cosa dire. Demetri invece rise anche perché finalmente aveva smesso di dargli del lei.
 

"Guarda che non ti sto chiedendo scusa per aver fatto l'amore con te, anzi non sono affatto pentito, non di quello."
 

La ragazza arrossi e la stanza prese a profumare di vaniglia e zenzero.
 

"Adoro il tuo sentore..."

La baciò con delicatezza sulla fronte.

"... era da molto tempo che desideravo farlo, ma sapevo anche che era ancora troppo presto per te, ma dopo quello che stavi per fare..."

"... volevo che tu capissi quanto ti desidero e quanto ti amo."
 

Demetri scese ad accarezzarle il braccio.
 

"Allora perché hai chiesto scusa!"
 

"Per i lividi che ti ho provocato amore mio..."

Rispose Demetri.

"... dovevo essere più delicato."
 

"Le ossa sono ancora intatte però. Non è andata così male."
 

Rispose con un sorriso la mutaforma.
 

"Suppongo sia una magra consolazione..."

Il vampiro ritornò serio.

"... voglio vederti felice, senza nessun tipo di ferita visibile o meno."
 

"Non l'hai fatto apposta."
 

"Non so cosa risponderti..."

Continuò il segugio.

"... sono ancora arrabbiato con loro e con te..."

"... credo sia per questo il motivo per cui non sono riuscito a trattenermi."
 

Leah abbassò la testa vergognandosi del gesto che stava per compiere qualche ora prima. Si vergognava anche di essersi lasciata andare con un succhisangue. Temeva di aver deluso tutti soprattutto suo padre. Si irrigidì.
 

Demetri intuì qualcosa, le sollevò il viso e le sussurrò a fior di labbra:
 

"Ti amo bellissima testarda ragazza..."

"... mi prenderò cura di te e se vuoi anche di tuo fratello..."

"... ti proteggerò sempre da tutti e tutto."
 

"E' il contrario, io devo pro..."
 

Il Volturo non la lasciò finire.
 

"Facciamo così ci prenderemo cura l'uno dell'altra e ci proteggeremo a vicenda."
 

La ragazza sorrise appena e lui ricominciò a baciarla, ma questa volta in maniera dolce e lieve.
 

"EDWARD..."

Gridò Sue.

"... hai trovato mia figlia?"
 

Edward era andato alla ricerca di Leah e Demetri su richiesta di Sue. Gli altri erano andati a cercare Seth e Jane. Speravano di trovarli prima che dissanguassero qualche malcapitato.
 

Jacob era insieme a suo padre. Anche se Bill si era pentito per le cattiverie dette a Leah, suo figlio era ancora molto amareggiato. Sperava che la ragazza stesse bene. Sam invece era ancora da sua madre. Quest'ultima credeva che il figlio avesse litigato con Emily a causa di Leah. La donna però non provava astio nei confronti della ragazza. Era felice per suo figlio, ma capiva il dolore della figlia di Sue. Aveva provato qualcosa di simile per il padre di Sam. Ora era diventato un sordo dolore, ma nonostante tutto non si era più risposata. Non si era però mai schierata dalla parte della mutaforma nemmeno quando sentiva qualche cattiveria nei suoi confronti. Anche quando sentiva i lamenti della madre di Emily. Quest'ultima non voleva che Leah stesse così vicina a Sam e a sua figlia. Doveva dimenticarsi di quel ragazzo. Era cambiata molto nei confronti della nipote, dopo l'incidente capitato a Emily. Nessuna delle due sapeva in realtà tutta la faccenda, anche se conoscevano le leggende.
 

"Sta bene Sue, Demetri l'ha raggiunta appena in tempo..."

"... ora è tutto apposto."
 

Edward sorrideva, aveva raggiunto la casa dei Clearwater nella speranza di trovarli là, e grazie alla telepatia aveva sentito qualcosa di troppo. Per fortuna aveva anche avuto la decenza di andarsene.
 

"Appena in tempo, allora lei stava..."
 

Sue non finì la frase, non riusciva a pronunciare quella parola.
 

"Si, ma ora si aggiusterà tutto, Demetri l'aiuterà..."

"... quindi non c'è bisogno che tu..."
 

Stavolta fu il giovane Cullen a non finire la frase.
 

"No ragazzo mio, ho deciso..."

"... mia figlia ne ha subite troppe e Seth..."

Fece un sospiro.

"... hai visto come si è ridotto a causa dell'imprinting?"
 

L'uomo annuì.
 

"E' buffo Edward, ora non mi piace più questa parte del mito dei mutaforma..."

"... l'imprinting ti da tanto, ma ha un prezzo molto alto da pagare e a volte sono le persone che non c'entrano a dover far quadrare i conti..."
 

"Ma ora tua figlia può essere felice accanto a Demetri."
 

La interruppe Edward.
 

"Lo so, ma non cambierò idea."
 

"E Charlie, che cosa ne pensa?"
 

Il marito di Bella provò a convincerla di nuovo.
 

"Non gliel'ho ancora detto. Spero che capisca."
 

Aro con la coda dell'occhio osservò tutta la scena divertito. Quando tornò l'altro gruppo esclamò:
 

"Miei cari ben tornati..."

Poi ammiccò a Jane.

"... ottimo lavoro piccola mia."
 

Jane sorrideva soddisfatta. Credeva che i complimenti avessero a che fare con il veleno sparso qua e là nella riserva. Come Aro e Caius era fedele al detto 'dividi e conquista'.
 

Cullen sorrise nel leggere il pensiero della viperetta Volturi e dell'anziano. Aro l'aveva lodata per quello che aveva detto a Billy Black.
 

La sua prima buona azione. E forse anche l'ultima.
 

Pensò il giovane Cullen.
 

Sue nel vedere Seth corse da lui e abbracciò il figlio. Osservò attentamente il colore dell'iride degli occhi del ragazzino. Erano più chiari. Rabbrividì al pensiero che se continuava a nutrirsi di sangue umano sarebbero diventati rossi.
 

Jane cercò di distrarre Seth, non voleva dividerlo con nessuno, nemmeno con la madre e la sorella. Aro intervenne.
 

"Jane, mia piccola, dolce, cara Jane. Così attaccata al suo amichetto del cuore. Questa signora è pur sempre la madre e Leah è sua sorella maggiore. Non devi esserne gelosa..."

"... ora tesoro mio credo sia arrivato il momento di tornare a casa..."

"... dobbiamo celebrare le nozze dei figli di Volterra."
 

Il dottor Cullen fece una smorfia di disgusto. Non era felice di vedere sua figlia sposata con Felix e nemmeno Annie accasata con Caius. Era preoccupato per tutti gli ibridi. Aro aveva diversi progetti in mente per loro e i figli che sarebbero nati da quelle unioni. Sapeva che Marcus e Didyme avrebbero vegliato aiutati anche da Demetri, ma era preoccupato lo stesso.
 

"E' meglio chiamare Esme e rassicurarla."
 

Disse Edward.
 

"Si!"
 

Rispose distrattamente Carlisle. Il vampiro era impegnato a osservare Aro. Il Volturo stava parlando con i licantropi nella speranza di convincerli a venire con lui in Italia. Nessuno del branco però era disposto ad accontentare i capricci dell'uomo, ne tantomeno diventare i suoi cani da guardia.
 

"Papà?"
 

"Si, si. Ora telefono."
 

Prese il cellulare e compose il numero della segreteria del Palazzo dei Priori.



 

Esme corse verso la segreteria.
 

"Pronto."
 

"Amore mio, è così bello sentire la tua voce."
 

"Tesoro, o mio Dio eravamo così preoccupati, stai bene, state tutti bene?"
 

"Si ora si, ma abbiamo passato dei momenti davvero brutti, soprattutto Leah."
 

"Leah!! non mi dire che ha incontrato gli anziani."
 

"Solo uno Esme, il padre di Jacob..."

"... è stato davvero duro con lei fino a spingerla a..."
 

Carlisle non riuscì a finire la frase. Era rimasto davvero male per tutto l'astio nei confronti della sorella di Seth.
 

"Tesoro, che cosa le ha chiesto di fare Bill?"
 

"Te lo dirò quando saremo arrivati, è troppo personale."
 

"Ok."
 

Esme era preoccupata. Conosceva molto bene suo marito. Sapeva che quando voleva parlare privatamente, era perché la faccenda in questione era piuttosto grave.
 

"Ora lei sta bene?"
 

"Si amore mio, ora si. Grazie a Demetri."
 

"E Seth?"
 

"Alla riserva non ha morso nessuno e per la prima volta in vita sua Jane ha fatto qualcosa di buono."
 

"Davvero?"
 

"Così mi ha detto Edward..."

"... come vanno le cose da voi?"
 

"Sabrina ha litigato con Felix a causa dell'alimentazione del ragazzo..."
 

"Davvero?"
 

Il dottor Cullen era felice della notizia.
 

"Si, però io ho parlato con nostra figlia e Mike con Felix per aiutarli e fare pace..."
 

Rispose imbarazzata Esme.
 

"Davvero!!"
 

Questa volta il tono era leggermente risentito e stupito.
 

"Scusa tanto tesoro, ma Sabrina stava malissimo. Cerca di capire purtroppo ha avuto l'imprinting con lui..."
 

"Comincio a detestare anch'io quella cosa da lupi..."

"... hai detto che Mike ha aiutato Felix? allora quel ragazzo sta meglio?"
 

"Più o meno tesoro. Ora è insieme a Marcus. Didyme è riuscito a convincerlo e stanno parlando. Finora sembra andare bene, nessuno grida, Mike non usa i suoi poteri. Forse non si aggiusterà niente..."
 

"Oh forse servirà a qualcosa..."

"... a proposito, come fai a sapere che va tutto bene, non è che stai origliando?"
 

"Insieme a Didyme."
 

Carlisle rise di gusto. Sua moglie non era mai stata così curiosa, non fino al punto di mettersi a sentire le conversazioni altrui.
 

"Dimenticavo tesoro, sono arrivati tutti gli altri invitati."
 

"Tutti quelli dell'ultima volta?"
 

"Si ma c'è una sorpresa."
 

"Una sorpresa?"
 

"Si amore mio, ma saprai tutto quando tornerai qua. Intanto ti anticipo una cosa. Ho parlato con i Denali di quello che è accaduto e il perché mancavano alcune persone. Tanya si è incuriosita e vorrebbe conoscere Leah..."

"... sai tesoro credo che potrebbero diventare buone amiche..."
 

"O forse ottime amiche, hanno molto in comune."
 

"E' vero..."

"... non vedo l'ora di rivederti, non fare tardi."
 

"Promesso."
 

Carlisle chiuse la conversazione felice e più sereno dopo aver sentito la voce dell'amata moglie.
 

"E' tutto a posto papà."
 

"Si ragazzo, sono arrivati i Denali e gli altri invitati, ed Esme ha detto che quando torneremo troveremo anche una gradita sorpresa..."

"... sarà meglio avvertire Leah e Demetri dell'imminente ritorno a Volterra."
 

"Non ce n'è bisogno, Demetri ha altri progetti, o meglio ritorneranno a Volterra, ma da soli."



 

Demetri stava ancora coccolando la sua ragazza. Lei era un po' restia, ma meno ostile.
 

"Ok tesoro, è ora di vestirsi e di ritornare a casa."
 

"Casa?"
 

"Volterra amore mio, ora abiti lì."
 

"Devo prima trovare Seth."
 

"No, stanno già pensando altri a tuo fratello..."

"... preparati anche perché prima voglio recarmi in un posto."
 

Una volta pronti la mutaforma si teletrasportò nel posto indicato dal vampiro.
 

"Perché proprio qua!!"
 

"Shshshs, ora devo rimanere da solo con lui."
 

Leah stava per ribattere, ma la zittì con un lieve bacio a fior di labbra.
 

"Devo parlargli da uomo a uomo, vai ora."
 

Le diede un altro bacio prima di congedarsi. Quando fu abbastanza lontana il vampiro si inginocchiò di fronte alla lapide di Harry Clearwater.
 

"Solitamente signor Clearwater sono molto bravo con le parole, d'altronde sono un Volturo. Un nobile vampiro per l'esattezza, colto e molto intelligente..."

"... ma stranamente mi sento decisamente a disagio ora. Non mi sono mai trovato in una situazione come questa..."

"... sono sempre stato circondato da moltissime donne, umane e vampire, e le seducevo, le seducevo tutte. Ma non mi innamoravo mai, non sapevo nemmeno cosa volesse dire innamorarsi di qualcuna..."

"... la mia fedeltà era solo e sempre per il mio nuovo clan, almeno fino ad ora, fino al momento in cui i miei occhi non si sono posati su sua figlia, o meglio su una foto di Leah..."

"... mi ha letteralmente folgorato..."

"... se prima nella mia testa c'erano solo i Volturi, ora al primo posto c'è lei, solo che oltre ai miei pensieri, ha preso anche il mio cuore..."

"... che lei ci creda o no signor Clearwater, noi vampiri abbiamo un cuore, anche se è fermo da secoli..."

"... amo da impazzire sua figlia, è così bella che mi fa persino male guardarla e di una cosa sono sicuro, il vostro imprinting non c'entra niente. Leah l'ho amata molto prima di incontrarla di persona..."

"... non voglio essere scortese nei suoi confronti signore e nemmeno verso i Quileute, ma quella cosa la trovo disgustosa, soprattutto per il male che ha causato e che continua ancora a fare alla mia ragazza..."

"... spero che lei capisca il motivo per cui non amo alcune cose del suo popolo, e anche perché non voglio farmele piacere. Ma una cosa, una sola cosa gliela posso assicurare..."

"... farò di tutto per rendere felice Leah e la proteggerò sempre. Mi prenderò cura di lei, non le farò mancare niente..."

"... la mia lupacchiotta dice che è il contrario, ma a me non importa molto. E' lei quella che deve essere amata e protetta, soprattutto dopo tutto il male che ha ricevuto e che non ha mai meritato..."

"... sua figlia starà bene anche se abiterà in un covo di vampiri e se sarà necessario, proteggerò e mi prenderò cura anche di suo figlio signor Clearwater..."

"... questa è una promessa e non intendo infrangerla."
 

Detto questo Demetri si tolse il ciondolo con il simbolo della sua casata e lo appoggiò sopra la tomba dell'uomo. Quell'oggetto antico e molto importante per il suo clan, era diventato per il vampiro una sorta di pegno per sugellare quel patto silenzioso.
 

Si alzò e raggiunse la mutaforma. La baciò.
 

"E ora di tornare a casa tesoro."

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Capitolo 53
*** Bravo ragazzo ***


Chiedo scusa purtroppo per voi non è l'ultimo capitolo.



 

"Molto bene direi che ci siamo tutti, possiamo tornare a casa..."

Aro era raggiante.

"... mi spiace solo di non aver visto il territorio dei cani da guardia né aver conosciuto le loro incantevoli compagne, ma spero che sarete presenti per le nozze dei figli di Volterra. Dopo tutto siamo una grande famiglia."
 

"Si sposa anche Leah?"
 

Disse disgustato Jared. Sue guardò male il mutaforma, mentre Embry era sconsolato.
 

"No ragazzo, lei no. Non ancora almeno."
 

"Allora non c'è bisogno che qualcuno di noi venga."
 

Il tono di Jared era ironico.
 

"Capisco..."

L'anziano osservò attentamente il licantropo.

"... qualcuno però dovrà essere presente dato che ci sono due ragazze lupo nel mio palazzo..."

Aro pronunciò l'ultima parola con un certo clamore, come a voler far capire al giovane chi dei due era più potente.

"... la giovane scelta dal secondo alfa e quella scelta dal primo alfa. Se non ricordo male quest'ultimo è anche l'ex di Leah Clearwater."
 

Aro cominciava a divertirsi.
 

"Verrò io signore in vece di entrambi."
 

Embry si insinuò nella conversazione tra il vampiro e Jared.
 

"Non puoi farlo Embry."
 

"Disse Jared.
 

"Andrò io per entrambi. Sam deve fare penitenza e Jacob deve parlare con suo padre..."

"... tutti voi dovreste fare ammenda soprattutto per come avete sempre trattato Leah."
 

"Ma se lei ti ha sempre trattato male."
 

Ribatté Jared.
 

"Non amava il clima omertoso della comunità, tutto qua e poi non ne poteva più del vostro menefreghismo..."

"... avete accettato me, ma mai lei e Leah aveva molti più diritti..."

Embry era triste nel vedere che ancora non provavano empatia nei confronti della mutaforma. Si erano dimenticati di come tentava di farsi accettare dal gruppo? Arrivando a fare le loro stesse cose, a comportarsi come loro tralasciando la sua femminilità. Era difficile per lei digerire i continui paragoni che venivano fatti tra lei e loro, tra lei e le ragazze lupo. Jared poi era tremendo molto protettivo nei confronti della donna di Sam e ostile verso Leah. Come se avesse paura che potesse trasformarsi per far del male a Emily.

E' ridicolo, persino Sam ha capito che non avrebbe mai fatto del male a nessuno, nemmeno in forma di lupo. Noi eravamo molto più pericolosi.

Pensò. Fece un sospiro e riprese il discorso.

"... Leah ha sofferto tanto a causa vostra, di Sam e sua cugina, e di tutti quelli che l'hanno sempre circondata. Non meritava di perdere suo padre in quella maniera. Sai che si da ancora la colpa? Non ha mai fatto nulla di male per meritare tutto questo. Ora ha la possibilità di essere felice e me ne frego se è con un vampiro..."
 

Tutti i mutaforma guardarono stupiti il ragazzo.
 

"... ma non l'avete notato, le iridi di quel ragazzo sono cambiate, perché ha cambiato la sua alimentazione. Non più sangue umano, ma animale. Leah ha fatto solo del bene a quel vampiro e lui poteva usare l'influenza dell'imprinting per chiederle di fare qualcosa di orribile, ma non lo ha fatto..."

"... come potete accettare quello di Seth, ma non quello di sua sorella?"
 

Embry cercava in tutti i modi di far capire qualcosa ai ragazzi.
 

"E' diverso per Seth."
 

"Perché Jared, perché per lui è diverso, tutti i soggetti dell'imprinting non sono sacri? oppure pensi anche tu che mia figlia sia una variabile impazzita e di conseguenza le regole con lei non valgono, o almeno alcune di esse."
 

"Non puoi non avere questo dubbio Sue."
 

Rispose imbarazzato il mutaforma.
 

"E' una di voi e l'avete sempre trattata di merda, ma vi andava bene quando stavate con le vostre ragazze e c'era bisogno di qualcuno per la ronda. Riuscivate sempre a convincere Sam a chiederlo a lei. Non a Embry o a Seth, ma sempre lei..."

"... diventava una di voi solo quando vi faceva comodo."
 

Charlie si avvicinò a Sue e le strinse la mano. Preferiva non intromettersi in questioni che conosceva appena, ma non era felice di vedere come veniva trattata la figlia del suo più caro amico. Aveva dei bellissimi ricordi di quella ragazza prima che fosse lasciata da Sam e si trasformasse nell'ombra di se stessa. Alla fine decise di intervenire per rispetto verso Harry.
 

"Jared, mia figlia ha sposato un vampiro, ha avuto una figlia e Jacob ha avuto l'imprinting con lei. Come puoi vedere il mondo non è crollato, nemmeno il vostro. Non vedo quale sia il problema. E da quello che ha detto Embry questo vampiro sembra proprio una brava persona come Edward..."
 

Jared non sapeva bene cosa rispondere. Per lui non era normale, ma non era normale nemmeno la cosa tra Jake e Renesmee e quella tra Seth e Jane.
 

"... bene direi che ci siamo capiti ragazzo."
 

"Grazie."
 

Mormorò Sue.
 

Nessuno si era accorto che Aro aveva osservato tutta la scena. Era un vampiro molto perspicace e non sfuggiva niente ai suoi occhi. Si avvicinò a Embry e prese le sue mani. Cominciò a sondare la mente e l'anima del ragazzo.
 

"Interessante, molto interessante. Sei un illegittimo..."

Aro sorrise quando vide Leah nei pensieri di Embry.

"... sei un bravo ragazzo..."
 

I Cullen erano sorpresi. Aro si entusiasmava per qualunque cosa, ma raramente veniva colpito nel profondo. Questo era uno di quei momenti. Le altre volte succedeva quando toccava Leah o Demetri.
 

"... ma sprecato qua, perché non decidi di stabilirti per sempre a Volterra, abiterai in un palazzo e tua madre se vuoi potrà venire a stare con noi..."

"... non le succederà nulla e tu potrai stare vicino a Leah."
 

Aro cercava di convincere il giovane cosicché da avere il suo personale cane da guardia oltre ad avere anche qualcuno molto simile a Leah. Ma Embry non era uno sciocco e capì subito le intenzioni dell'anziano.
 

"Lei è molto furbo signore, ma no. Il mio posto è qua. Verrò solo come sostituto dei due alfa."
 

Embry cercò di essere diretto, ma cortese. Non voleva inimicarsi uno dei clan di succhiasangue più potenti.
 

"Bravo ragazzo, peccato però."
 

Rispose Aro.
 

Jared fece segno al mutaforma di avvicinarsi e gli disse:

"Puoi sostituire Jacob, ma non Sam. Quello lo devo fare io."
 

"No, non dopo quello che hai detto di Leah e il tono che hai usato. Andrò io..."

Il tono di Embry era secco, ma quando gli frullò un certo pensiero in testa divenne ironico.

"... magari avrò la fortuna di avere l'imprinting con una vampira bella e con il carattere di Leah."
 

"Non dirlo neanche per scherzo."
 

Jared non era contento per niente. Quil invece sorrideva. Sapeva che il suo amico aveva detto quella cosa per scandalizzare lui e Paul.
 

"Bene è ora di tornare a casa miei cari, ma prima bisogna trovare Leah e Demetri."
 

Disse raggiante Aro.

"Credo che Demetri sia tornato a Volterra con Leah."
 

Disse Edward. Aro osservò accigliato il giovane.
 

"Dovrò fare un bel discorsetto a quel ragazzo."
 

"Embry..."

Disse Quil.

"... devo venire anch'io?"
 

Chiese.
 

"No amico mio non ce n'è bisogno, stai però vicino a Jake."
 

Il gruppo ritornò all'aeroporto di Seattle, Marcus aveva organizzato anche il viaggio di ritorno. Partirono verso mezzanotte e arrivarono alle prime luci dell'alba in Toscana.
 

"Prima ero al settimo cielo per il mio primo viaggio in aereo e ora mi sento uno straccio."
 

Embry faticava a muoversi e a tenere gli occhi aperti.
 

"E' per via del fuso orario, non ti preoccupare una sana dormita e ti rimetterai. Non credo che oggi ci sarà qualche cerimonia, soprattutto una nuziale."
 

"Davvero Leah non si sposa, non ancora almeno?"
 

Il tono del mutaforma era leggermente speranzoso.
 

"No, Demetri dice che per lei è ancora troppo presto, e io sono d'accordo con lui."
 

Rispose Edward.
 

"Quel vampiro tiene davvero a lei?"
 

Chiese Embry.
 

"Si, ama moltissimo Leah..."

Il giovane Cullen guardava con tenerezza il ragazzo.

"... mi dispiace per come sono andate le cose, anche tu saresti stato perfetto per lei."
 

"No, io no."
 

Rispose Embry.
 

"Per via della roba mutaforma come la chiama Demetri?"
 

"Si, non so se sono immune e credo che Leah meriti qualcuno migliore di me."
 

"Sei un bravo ragazzo Embry e se lo dice anche Aro!! un giorno troverai anche tu qualcuna da amare che sia solo tua e qualcosa mi dice che avverrà tutto in maniera molto naturale, senza magie o fatture."
 

Il mutaforma rise.
 

"Fattura, è il nome più consono per l'imprinting, però sono felice per lei."
 

Edward sorrise, non amava particolarmente i licantropi a parte Seth e Jacob. Ma ora cominciava a piacergli qualcun altro. Ripensò per un attimo al fratellino di Leah. Lei era stata fortunata, ma non Seth. Jane era sadica e prima o poi avrebbe combinato qualcosa. Doveva assolutamente parlare con Aro affinché tenesse buona quella ragazzina. Ma doveva cercare gli argomenti giusti per convincerlo. Jane aveva molta considerazione del suo 'maestro'.
 

"Siamo arrivati."
 

La limousine nera con i finestrini oscurati aveva parcheggiato nelle vicinanze del Palazzo dei Priori. I turisti guardavano incuriositi l'automobile credendo che all'interno ci fosse qualche personaggio famoso. Solo chi abitava a Volterra sapeva a chi apparteneva il veicolo. Non si fermarono per vederli come i turisti, li temevano troppo.
 

In città circolavano molte leggende metropolitane su di loro. Alcuni dicevano che erano imparentati con il sadico marchese de Sade, altri che all'interno del palazzo si facevano sedute spiritiche e qualche altra pratica esoterica. Per i più pratici erano dei semplici mafiosi.
 

"Questi abitano qua?"
 

Embry non aveva mai visto un palazzo 'reale'. Non si era mai nemmeno allontanato dalla riserva.
 

Uno alla volta i vampiri entrarono nella loro dimora. Erano tutti coperti dalla testa ai piedi.
 

Quando fu la volta dei Cullen videro il resto della loro famiglia, i Denali e il clan irlandese. E con gran gioia di Carlisle tra le file del clan di Siobhan trovò un nuovo membro: il suo amico Alistair.



 

Siamo agli sgoccioli però, spero.

Spero di non aver deluso nessuno.

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Capitolo 54
*** Calma piatta a palazzo ***


I ragazzi si sistemarono nelle loro stanze. Embry non riusciva a credere che ci fossero così tante camere da letto. Di lui si stava occupando il fratello di Jane.
 

"Grazie..."
 

"Alec. Tu sei un licantropo come Seth e Leah?"
 

"Si."
 

"Mia sorella è l'imprinting di Seth."
 

"Sei il fratello maggiore di Jane."
 

Embry credeva che Alec fosse più grande, dato che i suoi lineamenti erano meno infantili.
 

"No siamo gemelli, ma alcuni credono che io sia più vecchio di qualche anno..."

"... ti lascio, Edward ha detto che devi riposare. Più tardi torno per vedere se hai bisogno di qualcosa."
 

"Grazie."
 

Rispose imbarazzato Embry. Non era abituato a quel tipo di trattamento. La madre non lo aveva viziato, ma si rese conto che un po' era piacevole. Alec intanto lasciò il ragazzo per ritornare da Evan la figlia di Caius. Da quando stavano insieme aveva smesso di nutrirsi di sangue umano e aveva abbracciato lo stesso tipo di alimentazione degli ibridi. Il colore delle sue iridi era diventato arancione.
 

Adorava quella ragazzina, gli piaceva il suo carattere, dolce e sereno. Riusciva a infondergli molta tranquillità. Suo fratello Mike spesso diceva che lei era il suo piccolo dolce angelo.
 

Il dottor Cullen si era appartato con la sua famiglia e i clan invitati. Chi conosceva Leah e i Quileute era sotto shock. Esme era disgustata, come Bella. Renesmee ce l'aveva con tutto il branco di Sam. Emily piangeva per il trattamento che avevano riservato alla cugina. Gli altri clan non conoscevano bene i mutaforma, ma nemmeno a loro piaceva quello che avevano fatto. Tanya dal canto suo era impaziente di conoscere quella ragazza, avevano così tante cose in comune. Parlando con Bella aveva dichiarato di non avere mai avuto un'amica del cuore ed era sicura che lei e Leah lo sarebbero diventate. Emily aveva sentito tutta la conversazione ed era un po' gelosa e sconsolata. Sperava di risolvere la situazione con la cugina, ma più andava avanti più si rendeva conto che forse non c'era più niente da salvare.
 

Leah aveva sofferto troppo, e l'ultima cattiveria degli anziani l'aveva ferita ulteriormente. Di una cosa era certa, la cugina non sarebbe più tornata alla riserva, mai più. Una lacrima solitaria scese lungo la guancia. Nonostante aveva legato molto con le ragazze lupo si rendeva conto che aveva perso la sua più cara e migliore amica. Non avrebbe mai avuto con nessun'altra lo stesso rapporto. E la colpa era sua, se fosse stata sincera dall'inizio. Invece l'aveva tradita, volente o nolente lo aveva fatto e cosa peggiore quando anche Leah si era trasformata sperava che capisse che loro due non avevano avuto scelta. Dovevano amarsi. Ma sapeva che questa cosa lei non l'aveva mai digerita e aveva ragione. Come si poteva dire una cosa del genere se poi si era così felici e lo si mostrava sempre? Chi non ha scelta normalmente non è così sereno.
 

Sospirò. Bella se ne accorse e cercò di consolarla.
 

"Forse ora è ancora troppo presto, ma quando anche Leah sarà più serena sono sicura che ritornerete ad avere il rapporto di prima."
 

"Grazie, speriamo non ci voglia troppo tempo, io non sono immortale."
 

La moglie di Edward strinse la mano a Emily. Le era sempre piaciuta e nonostante sapesse che Leah aveva tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiata e stare così male, non riusciva a non provare empatia per sua cugina. Per questo si era sempre sentita a disagio ogni qualvolta incontrava la mutaforma. Provò vergogna per il suo comportamento.
 

"Credi che quel vampiro la renderà felice?"
 

"Si, Demetri è innamorato perso di lei e credo proprio che Edward abbia ragione quando dice che l'imprinting su di lui ha avuto poco effetto."
 

Emily sorrise appena. Stava ancora male per la cugina, ma il pensiero che finalmente avrebbe smesso di soffrire la rincuorava un po'.
 

L'attenzione del dottor Cullen passò ad Alistair felice di vedere che aveva lasciato la sua vita fatta di solitudine e dolore.
 

"Allora hai deciso di lasciare la tua vita nomade!"
 

"Non lo so ancora, non è male stare con loro, ma non sono totalmente sicuro..."

"... mi isolo ancora Carlisle, non ne posso fare a meno, soprattutto perché la più piccola del clan è davvero logorroica..."
 

Carlisle sorrideva.
 

"... ma dimmi la verità, sei stato tu a chiedere a questi tre di venirmi a cercare?"
 

"Volevo solo sapere dov'eri finito e se stavi bene."
 

Rispose divertito il dottor Cullen.
 

"Bene ora sai dove mi trovo, ma non credere che rinunci totalmente alla mia vita nomade, ci sono molti vantaggi."
 

"Quali?"
 

Chiese il dottor Cullen.
 

"Nessuno che disturba, nessuno che da ordini..."
 

"Ma anche nessuno con cui condividere qualcosa, nessun amico, nessun tipo di affetto."
 

Lo interruppe Carlisle.
 

"Nessun affetto? E' meglio non averne se poi le persone a te care ti vengono tolte con violenza o muoiono prima di te."
 

Carlisle chiese scusa all'amico. Non aveva intenzione di ferirlo. Alistair rispose con un sorriso di circostanza.
 

Nella sala dove si erano radunati c'era un bel cicaleggio. Gli unici che non dicevano nulla erano il clan rumeno e quello egiziano, a parte Benjamin e la sua compagna che avevano fatto amicizia con il clan irlandese, quello di Denali e i Cullen. Gli altri non si fidavano dei Volturi e nemmeno degli ibridi. Amun era scontento di non averli trovati per primo, ma soprattutto sapeva che Aro e il suo clan sarebbero diventati ancora più potenti.
 

Renesmee si guardo attorno, era stanca di stare la dentro. Da quando era arrivata insieme alla sua famiglia non si era mossa dalla camera di Esme. Voleva vedere gli ibridi, Bree e Leah. Alla fine Irina si propose di accompagnarla. Anche lei voleva rivederli. Le avevano salvato la vita e l'avevano accolta senza riserve. Quest'ultima aveva legato molto con Sabrina la figlia naturale dei Cullen.
 

Passarono vicino alla camera di Annie. Sentirono la sua inconfondibile risata. Non era sola. Irina percepì chiaramente anche la voce di Caius. Stava ridendo. La Denali era stupefatta. Se Aro era quello gaio e Marcus prima di rivedere Didyme era quello perennemente annoiato, Caius era quello arrabbiato. Quel vampiro detestava tutto e tutti e le uniche volte che lo si vedeva sorridere era quando uccideva qualcuno.
 

Andarono oltre e si avvicinarono alla stanza di Sabrina. La ragazza non era insieme a Felix, ma in compagnia di Corinne la figlia naturale di quest'ultimo, suo fratello biologico Jake e Bree. Stava raccontando una storia per non far annoiare troppo i bambini. Le piccole davano alcuni input e lei improvvisava. Anche il fratellino era coinvolto. Ogni tanto sparava un numero primo e Sabrina doveva riuscire ad inserirlo nella storia. Jake sorrideva sempre quando sua sorella riusciva in qualche modo a incastrarlo nella storia. Annie diceva che era molto più furbo di quanto volesse far intendere. Volpacchiotto era il soprannome che gli aveva dato Didyme.
 

Renesmee stava per entrare quando la Denali la fermò.
 

"Credo ragazzina sia più educato bussare e aspettare di essere invitati ad entrare."
 

Nessy sbuffò ma fece quello che la vampira le aveva detto.
 

Quandò entrò corse ad abbracciare le sue amiche. Corinne e Bree erano felici di rivederla. Irina era sulla soglia della porta. Sabrina la notò e fece come Renesmee, corse ad abbracciarla. L'ibrido aveva ereditato l'altezza da suo padre il dottor Cullen e superava di molto quella dell'amica.
 

Nessy convinse Corinne e una più impaurita Bree ad uscire dalla camera per cercare Evan, Leah e Mike. Jake non si muoveva dal lettone intento a contare tutte le piccole increspature del soffitto a cassettoni. Irina dal canto suo voleva stare un po' con lei, ma si era presa la responsabilità di Renesmee. Sabrina lesse il suo pensiero e decise di andare con loro.
 

"Forza Jake..."

Disse Sabrina.

"... andiamo a vedere quanta matematica c'è all'interno del palazzo."
 

La parolina magica fece subito effetto sul piccolo.
 

Il gruppetto passò vicino alla camera di Jane, ma nessuna si fermò. Nessy riconobbe la voce di Seth. Era arrabbiata con lui per le cattiverie che aveva detto a Leah, per come la trattava istigato da Jane. Non le era mai piaciuta la viperetta Volturi e non riusciva a capacitarsi che era lei l'unica per il mutaforma.
 

Continuarono il tour. Renesmee, Corinne e Bree trottavano allegramente. Jake ogni tanto si fermava osservando gli antichi dipinti e analizzandoli con calcoli molto elaborati. La Denali e la figlia dei coniugi Cullen parlavano sottovoce. Irina voleva sapere qualcosa di più su Mike. Sabrina sorrise, voleva molto bene a suo fratello e vedere l'interesse dell'amica la rendeva ancora più felice. Anche se era stata con loro per poco tempo l'ibrido considerava la vampira come una sorella, alla stessa stregua di Annie, Evan, Bree...
 

Arrivarono nei pressi della camera di Evan. Con lei c'era Alec. La ragazzina abbracciò con entusiasmo Renesmee.
 

"Andiamo a trovare Leah, vieni con noi?"
 

Chiese Nessy.
 

"Leah è tornata, c'è anche Seth?"
 

Chiese la figlia di Caius.
 

"Si ma è occupato."
 

Il tono di Nessy era secco.
 

Sabrina lesse il pensiero della piccola e rimase male nel vedere l'astio che provava nei confronti del fratello di Leah, ma anche quello che lui provava nei confronti della sua stessa sorella.
 

Sarà meglio che ne parli con i Cullen. Loro li conoscono da più tempo.
 

Pensava.
 

Al gruppo si unì Alec. Irina lo guardava stupita. Il cambiamento del vampiro era notevole. Non solo era sereno, ma gli occhi. Capì subito che aveva incominciato a nutrirsi di sangue animale. Osservò attentamente anche Evan. Il cambiamento era merito suo.
 

Passarono vicino alla camera di Mike. Il ragazzo era insieme a Felix. Stava insegnando al vampiro una tecnica di meditazione trascendentale imparata in Cina. Sperava che potesse aiutare il vampiro a resistere meglio alla sua sete di sangue. Non lo faceva per lui, ma per sua sorella. Il ragazzo aveva parlato con suo padre, ma non avevano risolto molto. Aveva capito che era pentito, ma faticava ad accettarlo e ad accettare quello che era successo. Ma almeno non si era arrabbiato come l'ultima volta.
 

"Ma questa cosa aiuta davvero?"
 

Chiese Felix.
 

"Non fa miracoli, devi metterci del tuo."
 

Rispose Mike.
 

Il Volturo fece una smorfia.
 

"Se non ti applichi puoi dire addio a mia sorella."
 

Il tono di Mike era ironico.
 

Piccolo maledetto bastardo.
 

Penso il Volturo.
 

Sabrina aveva letto il pensiero del ragazzo, ma era contenta di vedere che cercava di cambiare e lusingata perché lo faceva per lei. Decise di dare a Felix tutto il suo appoggio.
 

"Vorresti vederlo?"
 

Chiese Irina.
 

"Si, ma ora sarei di troppo. Deve rimanere da solo con mio fratello."
 

La Denali sorrise. Era stupita del cambiamento dei Volturi, o meglio di alcuni di loro. E il merito andava agli ibridi. Pensò per un attimo a Mike. Il ragazzo non gli era del tutto indifferente, ma non se la sentiva ancora di lasciare la sua famiglia.
 

Ripresero a camminare fermandosi ogni tanto per via di Jake.
 

Alla fine giunsero di fronte alla camera di Leah. Renesmee, dato che c'era anche la Denali, stava per bussare quando udì la voce di Demetri. Il segugio era insieme alla mutaforma.
 

"Che ne dici se stasera usciamo, ceniamo nel miglior ristorante di Volterra e dopo andiamo nel mio posto preferito?"
 

"Veramente..."
 

Faticava a finire una frase perché Demetri la interrompeva sempre baciandola di continuo.
 

"Non accetto un no come risposta amore mio, senza contare che quando Aro sarà tornato, non avrò molto tempo da dedicarti."
 

"Immagino di non avere scelta."
 

Disse la ragazza.
 

"Immagini bene."
 

Rispose il Volturo.
 

Irina si chinò e sussurrò appena:
 

"Forse e meglio non disturbarli piccola, la vedrai più tardi. Coraggio ritorniamo dagli altri."
 

Renesmee sbuffò un po' non era contenta che Demetri fosse l'imprinting di Leah. Preferiva di gran lunga Mike per l'amica. Alla fine seguì il resto del gruppo e raggiunsero di nuovo la sala dove erano radunati gli altri clan.
 

Quando entrarono il clan rumeno e quello egiziano si alzarono. Amun studiò attentamente gli ibridi. Voleva almeno una fetta della torta. Stefan e Vladimir erano ancora diffidenti, ma furono sorpresi anche loro di vedere le iridi di Alec. E rimasero decisamente a bocca aperta quando il ragazzo sottovoce chiese scusa per come li aveva trattati durante lo scontro con il loro clan.
 

Sabrina abbracciò i suoi genitori naturali. Questi ultimi presentarono meglio i figli e gli altri ibridi presenti. Il giorno della festa non c'era stata molta occasione per conoscerli. Alistair guardava incuriosito il piccolo Jake. Aveva sentito la storia degli ibridi quando era giunto a Volterra insieme al clan irlandese. Il bambino cominciò ad annusare l'aria, alzò lo sguardo e incrociò quello del vampiro.
 

"Ciao."
 

Disse il piccolo.
 

Chi conosceva Jake era stupito. Raramente parlava ed era solo per avvertire della presenza del dottor Morte.
 

"Ciao."
 

Rispose Alistair.
 

Il bambino inclinò appena gli angoli della bocca.



 

Ditemi che ne pensate. Questo è uno dei capitoli per cui rimango un po' così. Chiedo scusa. E voi direte: "cavolo lo metti allora....

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Capitolo 55
*** 48 ore prima ***


Leah e Demetri rientrarono verso le due di notte. Lei era visibilmente stanca, il segugio le aveva fatto fare nuovamente il giro turistico della città ritornando nei posti del loro primo appuntamento. Erano usciti alle prime "luci" del crepuscolo e avevano concluso nel posto preferito dal vampiro: i ruderi della chiesa di Santo Stefano. L'aveva "coccolata" tutto il tempo e lei non aveva fatto resistenza, ma l'imbarazzo c'era e lui lo aveva percepito. Nonostante questo l'uscita era andata meglio dell'altra volta.
 

Stavano per raggiungere l'ascensore quando si accorsero che in una delle poltroncine era seduta Renesmee. Dormiva. La piccola era riuscita a sviare la sorveglianza dei suoi genitori, o meglio della madre dato che Edward era insieme a suo padre e ai Denali. Voleva vedere Leah.
 

La mutaforma non la svegliò ma la prese in braccio per portarla dai suoi genitori. Demetri non era molto contento di questo contrattempo. Voleva passare ancora qualche ora con lei, tenerla tra le sue braccia mentre lei dormiva.
 

"Se vuoi la porto io."
 

Disse il vampiro.
 

"Non è pesante."
 

Rispose Leah.
 

Il segugio la guardava con tenerezza. Quanta dolcezza c'era in quel piccolo gesto. Capì subito che sarebbe stata una madre perfetta e amorevole. La madre dei suoi figli. Allargò ancora di più il sorriso, ma si spense quasi subito quando all'apertura delle porte dell'ascensore vide Aro. Anche lui aspettava la coppia, soprattutto lui. Il maestro non era solo ma in compagnia di Chelsea.
 

"Oh, che scenetta commovente..."

Disse divertito l'anziano. La vampira rise appena e questo provocò la rabbia di Demetri. Il vampiro strinse i pugni per frenarsi. Aro se ne accorse, ma non smise di sorridere.

"... Leah mia cara dolce Leah, sei incantevole..."

Leah non indossava un abito elegante, ma un paio di jeans, scarpe da tennis consunte, una maglietta e una camicia scozzese extra-large. Demetri non voleva farla sentire in imbarazzo con un abbigliamento diverso dal solito. Si ricordava fin troppo bene quanto si sentisse a disagio con l'abito scelto da Heidi.

"... ma con un abito più appropriato!!!"
 

Demetri fece una smorfia di disgusto. Lei era perfetta così, non aveva bisogno di trucchi per apparire più bella come le altre ragazze, umane o vampire.
 

"Demetri..."

Aro riprese il discorso.

"... devo parlarti."
 

Il segugio cercò di convincere il suo signore a rimandare l'incontro, ma l'anziano era irremovibile.
 

"Non discutere i mei ordini ragazzo, e tu Leah è meglio che riporti la piccola a sua madre. Si è accorta della sparizione. Ha fatto una scenata. Un vampiro dovrebbe comportarsi in maniera più dignitosa."
 

Leah si congedò dal gruppetto. Quando le porte dell'ascensore si chiusero l'attenzione di Aro fu tutta per Demetri.
 

"Ultimamente ti stai prendendo troppe libertà ragazzo mio. Ci sono delle regole da rispettare, le mie..."

"... ogni qual volta hai intenzione di uscire o andartene per lei, vorrei che mi avvisassi, primo. Secondo per qualsiasi cosa dovrai avere il mio permesso e terzo non azzardarti mai più a sbuffare o irritarti per quello che ti dirò in futuro, anche quando non ti concederò tutto quello che vuoi..."

"... Chelsea!!"
 

La vampira si avvicinò al segugio. Il suo potere era simile a quello di Alec, ma invisibile. Avvolgeva le persone per poi entrare nelle loro menti.
 

"Fatto mio signore è di nuovo sotto il suo controllo."
 

Sussurrò appena Chelsea per non essere udita da Demetri. Cosa non semplice, tra tutti i Volturi il segugio era quello con i sensi più sviluppati.
 

"Grazie puoi andare ora."
 

"Mio signore rimane l'altro rapporto, non riesco a spezzarlo. E' molto forte come quello tra Edward e Bella."
 

"Chelsea mia cara io non voglio che tu li separi."
 

Aro sorrideva. Aveva trovato dannatamente interessante la relazione di Bella ed Edward, ma quella di Demetri e Leah gli piaceva di più.
 

La vampira si allontanò lasciando da solo il suo signore con il segugio.
 

"Che non si ripeta mai più ragazzo mio."
 

"Si mio signore, le chiedo scusa e spero mi possa perdonare per le mie mancanze."
 

La guardia chinò la testa per il timore e l'imbarazzo.
 

"Non amo concedere una seconda possibilità, ma questa con te e la terza. Già una volta quando stavamo cercando gli ibridi, mi hai mancato di rispetto."
 

Demetri si inchinò di più. Era completamente sottomesso. Temeva la punizione del suo maestro. All'improvviso un pensiero fece capolino nella sua testa. E se per colpire lui, avesse fatto del male a lei?
 

Si alzò di scatto tremante di rabbia e paura.
 

Arò lo guardò accigliato, poi prese le sue mani.
 

"Puoi stare tranquillo Demetri, non ho intenzione di rifarmi sulla tua ragazza, ma tu devi cambiare atteggiamento. Sei diventato troppo irriverente. Ricorda il clan viene prima di tutto..."

Aro sapeva benissimo che le ultime parole erano dette al vento. Leah sarebbe sempre stata al centro dei pensieri del segugio.

"... hai capito ragazzo mio?"
 

"Si mio signore."
 

"Molto bene, puoi andare da lei ora."
 

"Grazie."
 

Disse sorridendo il vampiro.
 

Aro rimase da solo alla reception.
 

Almeno questa relazione porterà dei frutti in futuro.
 

Pensava.



 

Leah si diresse verso le stanze riservate ai Cullen. La piccola era ancora addormentata. Edward percepì il suo pensiero e quello della figlia e si precipitò fuori.
 

"Dov'era?"
 

Chiese. Aveva gli occhi dilatati per la paura.
 

"Nella reception."
 

Rispose Leah.
 

Edward notò alcuni segni sul collo della ragazza. Sembravano lividi da strangolamento.
 

"Che cosa ti è successo. E' stato Demetri?"
 

Chiese con stupore e ansia mentre prendeva la bambina in braccio.
 

"No, la piccola. Non avete sempre detto che è forte come un torello?"
 

"Si, si è vero."
 

Edward si rilassò un po'. Ancora non sapeva il motivo della "fuga" della figlia. Lui e gli altri erano stati in ansia per diverse ore. Avevano temuto il peggio. Anche se alcuni di loro stavano radicalmente cambiando, altri erano ancora come prima, se non peggio. Ora il padre di Nessy temeva anche Seth. Quel ragazzino era diventato il giocattolo preferito di Jane.
 

Stava per congedarsi da Leah quando una ragazza si avvicinò al vampiro: Tanya.
 

"Ciao..."

Disse sorridendo.

"... il mio nome è Tanya, Tanya Denali..."

"... se tu permetti vorrei parlare un po' con te."
 

La vampira allargo ancora di più il sorriso.
 

"Potrei sapere il perché?"
 

Chiese diffidente Leah.
 

"Voglio solo conoscerti, credo che abbiamo molte cose in comune..."

"... mi piacerebbe se diventassimo amiche."
 

Leah era stupita, ma ritornò quasi subito guardinga.
 

"Io non credo sia una buona idea."
 

Tanya era delusa, fu Edward a ricordarle dell'amicizia che c'era stata tra lei e la cugina. Ora lei si fidava poco e ancor meno dei vampiri. La Denali si voltò e osservò Emily. Quest'ultima si sentì imbarazzata per il modo in cui era osservata dalla vampira.
 

"Non è colpa sua."
 

Disse sottovoce Edward.
 

"Si lo avete già raccontato l'imprinting e tutto il resto, ma chi è rimasta ferita è Leah non la cugina o il suo ex. E comunque se fossi stata al suo posto avrei fatto le cose in maniera diversa..."
 

"Non puoi saperlo."
 

La interruppe Edward.
 

"Mi conosci, sai che avrei fatto tutto in maniera diversa. Perché so cos'è il dolore."
 

Edward non disse nulla, ma sapeva molto bene quanto Tanya avesse sofferto e tra tutti loro era l'unica che poteva comprendere Leah pienamente.
 

"Spero che tu riesca a diventare sua amica."
 

Tanya sorrise e baciò dolcemente Edward sulla guancia.
 

"Sei un amore."
 

"Tanya io sono sposato."
 

La vampira rise piano.
 

"Guarda che non sei più nei miei pensieri, ho visto un vampiro piuttosto attraente e decisamente misterioso, l'amico di tuo padre. Quello che ha fatto amicizia con il figlio di Esme."
 

"Alistair?"
 

Tanya annuì sorridendo leziosamente. Diede un altro bacio al padre di Nessy e rientrò nella stanza leggera come una farfalla.
 

Leah rientrò in camera sua. Stava per crollare quando sentì una voce dolce e suadente. Demetri aveva preso uno dei passaggi segreti che conducevano in diversi punti del palazzo.
 

Il vampiro si avvicinò deciso, prese tra le braccia la mutaforma e la baciò dolcemente.
 

"Mi sei mancata da morire."
 

Leah faticava a credere che fosse lui il soggetto scelto dall'imprinting. Da come si comportava sembrava il contrario. Era lui che cercava di renderla felice e di proteggerla. E la cosa alla mutaforma non dispiaceva. Desiderava questo quando stava con Sam e non il contrario. Si vergognò per quel pensiero. Demetri era meraviglioso, ma lei ancora non riusciva a dimenticare il suo ex. Provava qualcosa, o meglio tutto l'amore che aveva per lui non era stato cancellato.
 

Non si era accorta che il segugio l'aveva delicatamente stesa sul letto. Solo quando le carezze del ragazzo divennero più intime se ne accorse. Lo spinse appena. Demetri era deluso, ma non la obbligò a fare nulla che lei non volesse.
 

"Scusa."
 

Disse imbarazzata.
 

Il segugio sorrise, le baciò la fronte e disse:
 

"Vorrà dire che per un po' mi accontenterò di questo."
 

La coprì e l'abbracciò teneramente.
 

"Sogni d'oro angelo mio."
 

Chiuse gli occhi beandosi del suo profumo. Leah si addormentò tra le sue braccia.



 

Il giorno dopo un'impegnatissima Heidi era alle prese con gli ultimi preparativi per le imminenti nozze. Alice era riuscita a sbirciare la sala adornata per l'occasione ma rimase delusa. Il colore dominante era il rosso. Non che alla giovane Cullen non piacesse come tinta, ma secondo il suo gusto personale, il bianco era la tonalità più idonea e tutti colori pastello. In quel momento vide passare Heidi con un vestito rosso, lungo.
 

Oh no, non sarà mica uno degli abiti da sposa.
 

Pensava.
 

La vampira busso alla porta della stanza di Leah. Dormiva ancora. Fu Demetri che andò ad aprire.
 

Heidi entrò senza neanche guardare chi avesse aperto e credendo di parlare con la mutaforma disse:
 

"Prova questo vestito, Aro ha deciso che sarai una delle damigelle. Devo ancora scegliere la pettinatura e il trucco..."

"... dovevano darmi più tempo, troppe cose in poche ore."
 

Il segugio prese il vestito.
 

"Non credo di aver bisogno del trucco, sono bellissimo già così e l'abito non è della mia taglia."
 

Heidi si voltò di scatto.
 

"Dov'è Leah, ho tanto di quel lavoro non posso..."
 

Demetri la interruppe.
 

"Lei sta dormendo, quando si sveglierà le farò provare il vestito..."

Heidi stava per ribattere, ma lui la zittì di nuovo.

"... abbiamo fatto tardi, lasciala dormire tranquilla..."
 

La vampira lo guardò torva. Non amava preparare le cose di filato e in pochi giorni. In questo caso ore. Demetri riprese il discorso.
 

"... alla fine Aro ha ottenuto quello che voleva..."

"... sono la figlia dei Cullen e quella di Aro che si sposano?"
 

"Si, ma non capisco perché non vi sposate anche voi due."
 

Il vampiro si voltò. Inclinò appena gli angoli della bocca. Leah era ancora addormentata e da quando lui la conosceva, quella era la prima notte tranquilla che passava. Nonostante le cose non si erano ancora del tutto sistemate.
 

"E' ancora troppo presto. Quando ci sarà il doppio matrimonio?"
 

"Tra meno di 48 ore."

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Capitolo 56
*** Doppio matrimonio ***


Chiedo venia, dato che l'ultimo capitolo è lunghetto, l'ho diviso in due parti. Ma avranno titoli diversi. Per le sorpese Greta dovrai aspettare il prossimo (ultimo??) capitolo, ma forse si intuisce già qualcosa.


 

Il giorno delle doppie nozze era finalmente giunto. Le ragazze si trovavano tutte nella stanza di Esme per prepararsi. Alice aiutava Emily con il trucco. Era riuscita a nascondere il rossore e parte delle cicatrici. Proprio come aveva fatto il giorno delle sue nozze. Su richiesta della donna, quella volta, aveva truccato anche Leah, ma la mutaforma era stata chiara: poco, pochissimo trucco. La vampira aveva storto il naso ma alla fine del "lavoro" non poteva non ammettere che la ragazza non aveva bisogno di chissà cosa sul viso.
 

Leah non era con loro e nemmeno con le altre damigelle scelte da Aro: Heidi, Chelsea, Corin, le sorelle di Nahuel e la stessa Athenodora. Quest'ultima aveva preso molto bene la rottura con il marito. In fin dei conti non era rimasto molto del loro rapporto. Stavano insieme solo per abitudine. Aro nella sua magnanimità non le aveva tolto nessun privilegio.
 

Anche i ragazzi si stavano preparando. Embry dopo aver fatto una colazione abbondante si era unito al gruppo. Mancava solo Seth. Il ragazzino era in compagnia di Jane.
 

Didyme era insieme a suo marito. Con loro Bree, Corinne, Evan, Jake e Alec. Mike era nella sua stanza proprio come Leah. Ma lei non era sola.
 

"Lascia ti auto io."
 

Disse Demetri. Si avvicinò per chiuderle il vestito. Le stava d'incanto proprio come quello verde indossato il giorno della festa in onore degli eredi di Volterra. La linea stile impero e il corpetto a cuore senza spalline mettevano in risalto le forme esili della ragazza. E la sfumatura rosso corallo era valorizzata ancora di più dalla pelle ambrata.
 


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Il segugio prese ad accarezzarle le braccia. Leah arrossì violentemente e Demetri sorrise compiaciuto.
 

"Mi piace l'effetto che ho su di te."
 

Prese a baciarle dolcemente il collo. Heidi entrò in quel momento. Doveva truccarla.
 

"Come sospettavo, gran brutte occhiaie."
 

"Stai esagerando Heidi ha solo un po' di azzurrino sotto l'occhio."
 

"Per me è già troppo Demetri. Ma almeno grazie alla perfezione e al colore del suo incarnato non ha bisogno di una base particolare. E nemmeno di mascara."
 

"Preferirei non essere truccata."
 

"Mi dispiace ma ho avuto ordini precisi. Sulpicia si deve occupare di Sabrina, Athenodora di Annie e io devo seguire te."
 

"Aro ha dato quest'ordine?"
 

"Si Demetri."
 

La vampira cominciò a truccare e pettinare Leah. Alla fine fu molto contenta del risultato. Dato che la mutaforma era restia Heidi aveva trovato un compromesso. Un raccolto semplice ed un trucco naturale che le illuminava il viso. Soprattutto gli occhi resi ancora più intensi dalle ciglia lunghe e folte della ragazza.
 

Lasciò la coppia per concentrarsi sugli ultimi preparativi. Demetri prese la mano di Leah e le baciò le nocche.
 

"Per ora devo accontentarmi di questo, non voglio rovinare il lavoro di Heidi."
 

La rimirava come se difronte avesse un'opera d'arte. In certi momenti a Leah, Demetri ricordava Sam per come il vampiro la osservava. Il mutaforma guardava così sua cugina. Abbassò la testa. Il segugio aveva imparato a riconoscere alcuni segnali. Sapeva che quando non riusciva a guardarlo negli occhi è perché pensava all'altro. Strinse appena la mano di Leah.
 

"E' meglio andare amore mio. Tra mezz'ora inizia la cerimonia e io sono il testimone di Felix."
 

Uscirono per raggiungere la stanza scelta da Aro per le nozze, quella dei troni. Per la festa invece aveva preferito l'ex stanza dei troni. Era da molto, moltissimo tempo che non veniva più utilizzata per le feste dei Volturi. Il suo utilizzo era morto insieme alla nobiltà umana e l'arrivo del progresso.
 

Anche gli altri si avviarono. Mike incrociò sua madre e Marcus. Le cose tra loro non si erano del tutto risolte. Il ragazzo aveva capito che suo padre era pentito del male che aveva fatto, ma il punto era sempre lo stesso. Per la cupidigia dei Volturi era morto un uomo. Questo Mike non riusciva ad accettarlo e non voleva nemmeno. Marcus soffriva, ma non riusciva a non essere fiero di suo figlio per il suo modo di ragionare.
 

Il salone era davvero bello nonostante le critiche di Alice per il colore e alcuni tocchi un po' troppo gotici. L'ambiente era in pieno stile Volturi. Questi ultimi si erano già accomodati. Sue cercava i sui figli. Intravide Seth, era seduto in prima fila. Assieme a lui, Jane. La piccola non lo lasciava solo un minuto.
 

"Non vedo Leah, forse non verrà."
 

"Sua figlia signora Clearwater è una delle damigelle..."

La donna si voltò di scatto. Demetri le sorrise.

"... ordini precisi di Aro."
 

Sue osservò attentamente il ragazzo che aveva di fronte. Era bello come tutti i vampiri, molto raffinato ed educato. Le avevano raccontato del modo in cui si era innamorato di sua figlia e di come quel sentimento si fosse rafforzato grazie all'imprinting, ma soprattutto grazie alla piccola Renesmee che aveva mostrato al vampiro quello che la mutaforma aveva sempre tenuto dentro.
 

"Ama davvero sua figlia..."

Disse Edward passando in quel momento vicino alla donna. Aveva letto il suo pensiero.

"... Leah ritornerà la ragazza di una volta, anche se abiterà in un covo di vampiri. Per questo non è il caso..."
 

"No mio caro ragazzo, ho deciso."
 

Sue sussurrò la frase. Vicino a lei era seduto il padre di Bella. L'uomo non sapeva ancora niente.
 

Edward non volle ribattere in quel momento, ma aveva deciso di riprendere il discorso. Secondo lui quello che la donna voleva fare era una follia.
 

Alla fine la sala si riempì del tutto. In prima fila i Volturi, o almeno i membri più importanti del clan, e i Cullen. Mancavano solo Aro e Carlisle. A loro il compito di accompagnare le figlie.
 

"Sei pronta tesoro?"
 

Disse il dottor Cullen con un po' d'ansia nella voce.
 

"Si sign... papà."
 

"Posso chiederti una cosa?"
 

"Che cosa provo per Felix?"
 

"Hai letto il mio pensiero?"
 

"Si le chie... ti chiedo scusa, non mi sembri molto convinto per questa unione..."

Sabrina si avvicinò e sussurrò:

"... so cos'è l'imprinting o meglio so quello che sapete voi. Non ho detto nulla ad Annie. Lei crede di aver avuto un colpo di fulmine come una qualsiasi umana. Ha sempre desiderato vivere da mortale, proprio come Mike, Evan e me. Non me la sono sentita di dirle che quello che prova è una cosa soprannaturale."
 

Carlisle sorrise. Carezzò appena il viso della figlia. Non era felice di imparentarsi con i Volturi e nemmeno del poco tempo passato con lei. Ma non poteva farci nulla. Almeno Aro aveva dato il permesso alla sua famiglia di venire a trovare i figli ogni volta che volevano e senza nemmeno avvisare. La cosa però lo insospettiva. Bramava ancora Alice e Bella, ma non Edward. Sabrina era più potente. Prese la figlia sotto braccio e si incamminò verso la sala. Dall'altra parte c'erano Aro e sua figlia. Annie non appena li vide sorrise radiosa e li salutò con gioia. Era sempre stata una ragazza molto allegra nonostante la bruttissima esperienza con il dottor Morte.
 

"Sabrina..."

Disse Aro.

"... sei bellissima mia cara ragazza."
 

Le ragazze indossavano lo stesso abito nuziale. Aro voleva che la figlia brillasse più di tutte per questo aveva ordinato a Heidi di trovare un vestito degno del suo rango, ma su questo Annie era stata irremovibile. Non voleva avere qualcosa in più dell'amata sorella.
 


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"Anche tua figlia è molto bella Aro."
 

Disse il dottor Cullen sorridendo ad Annie.
 

"Grazie!!!"
 

Il tono era stupito. Annie non si era mai ritenuta bella e non credeva nemmeno di poter piacere a qualcuno. Tuttavia non era mai stato un problema per lei. Non era vanitosa e proprio come Sabrina non pensava al suo aspetto fisico. Almeno fino a ora. Le bastava che a trovarla graziosa fosse il suo futuro marito, Caius.
 

"Bene amico mio..."

Incalzò Aro.

"... tra poco saremo parenti, per questo ti chiedo ancora di trasferirti insieme ai tuoi cari a Volterra..."

"... a palazzo come puoi vedere c'é molto spazio."
 

"Grazie Aro, ma conosci fin troppo bene i motivi che mi spingono a rifiutare la tua offerta."
 

Sabrina osservò attentamente suo padre. Ancora non aveva letto il pensiero di Aro. Non lo aveva fatto per rispetto verso sua sorella e Didyme.
 

Nella sala dei troni intanto si era posizionato il Vescovo di Volterra.
 

Emmett nel vederlo sussurrò all'orecchio di Jasper:
 

"Conoscendo Aro pensavo che ingaggiasse il Papa e non un semplice Vescovo."
 

"Secondo me..."

Rispose divertito Jasper.

"... ha provato a contattarlo, ma il Santo Padre aveva altri impegni."
 

L'uomo dall'altra parte dell'altare guardava stranito quel gruppo di persone. Gli era stato detto che alcuni soffrivano di una rara malattia per questo molti di loro avevano gli occhi rossi o dorati e la pelle bianca come il marmo.
 

La funzione cominciò con l'entrata delle damigelle. Emily si commosse nel vedere sua cugina. Leah era davvero bella. Embry emise un sospiro. La donna strinse appena la sua mano.
 

"Mi dispiace."
 

Disse in un sussurro.
 

"Grazie, ma sapere che sarà di nuovo felice a me basta."
 

"Lo so Embry, per questo spero che tu conosca una ragazza come lei o simile..."
 

Embry non lasciò finire Emily.
 

"No, non voglio una fotocopia di Leah e spero che il lupo non mi faccia uno scherzo simile."
 

Emily guardò con tenerezza il giovane mutaforma. Le dispiaceva davvero e si arrabbiò con se stessa perché lei non era altrettanto coraggiosa. Non riusciva a chiedere scusa a Leah per come l'aveva trattata all'inizio della sua storia con Sam. La cugina doveva dire subito la verità su di loro e sul segreto del branco. E anche dopo non era stata capace di starle vicina. Leah non meritava di soffrire così.
 

Il salone risuonò delle prime note dell'organo. Aro fu costretto a frenare la camminata della figlia e sussurrò.
 

"Tesoro, no. Non ti ricordi, le prove con Heidi..."

"... la marcia..."
 

"Marcia? quale marcia?"
 

Disse Annie ad alta voce. Alcuni presenti risero appena.
 

"Oh ti riferisci alla marcia nuziale..."
 

Annie si accorse delle risate e chiese scusa al padre. Arrossì violentemente e nel farlo la stanza cominciò a profumare di brezza marina.
 

Dall'altra parte i due futuri sposi guardavano estasiati le loro ragazze. Erano irriconoscibili soprattutto Caius. Non aveva più un espressione dura e talvolta cattiva e sadica sul volto. Sorrideva in maniera idiota, completamente perso. La stessa espressione era impressa sul viso di Felix. Carlisle aveva un sorriso un po' tirato, di circostanza, ma era felice di vedere che Felix per amore di sua figlia aveva cominciato lentamente a cambiare. Era meno violento e più gentile. Ma il cambiamento maggiore lo si vedeva dal colore degli occhi. Il Volturo, come Caius, Alec e Demetri aveva abbracciato la "dieta" degli ibridi. Anche Marcus aveva incominciato a nutrirsi come loro, per amore di sua moglie e di suo figlio.
 

Dopo la presentazione delle spose da parte dei rispettivi padri, la cerimonia andò avanti in maniera fluida. Sabrina e Annie erano visibilmente commosse come i loro "genitori". Al momento dello scambio delle promesse Leah trasalì un po' ricordando il matrimonio della cugina. Demetri la guardò con tenerezza aspettando la fine per poterla baciare. All'interno del palazzo i Volturi avevano una tradizione, durante promesse ogni coppia sposata o fidanzata doveva scambiarsi un giuramento seguita da un bacio. Questo piccolo rito piacque molto a Edward, Carlisle e al padre di Bella. Sue non riuscì a trattenere le lacrime, ma ancora non sapeva come dire al suo compagno le sue intenzioni. Non voleva ferirlo. Il segugio si alzò, raggiunse Leah e le sussurrò la sua. Embry si commosse nel vedere la scena e se ancora aveva qualche riserva nei confronti del vampiro, dopo quel piccolo gesto d'affetto capì che Leah era in buone mani. Non avrebbe più sofferto.
 

Amici e parenti alla fine della cerimonia si alzarono per salutare i novelli sposi. Sabrina abbracciò commossa i genitori naturali e sua madre Didyme. Annie chiese nuovamente scusa al padre perché durante la marcia verso l'altare aveva salutato i Cullen agitando la mano con troppo impeto. Sue provò a raggiungere la figlia, ma Embry la fermò. Era circondata dai succhiasangue e non si fidava a lasciarla da sola. Renesmee dopo aver abbracciato le spose corse da Leah e poi dalle sue amiche. Aro si avvicinò alla mutaforma e a Demetri che l'aveva appena raggiunta. Non appena vide il suo signore si spostò leggermente in avanti. Voleva proteggere la sua ragazza.
 

"Leah tesoro, nonostante questo abito sia molto semplice, tu sei riuscita a metterlo in risalto."
 

Prese la mano della donna. Era da molto che non la toccava. Sorrise nel vedere tutto quanto era accaduto alla riserva e dopo. Poi qualcosa di inaspettato lo indusse a stringere ancora di più la mano di Leah. L'espressione cambiò di colpo e sul volto comparve un sorriso strano, ambiguo.
 

"Demetri ti sei distratto per tutta la cerimonia, anche quando dovevi esplicare ai tuoi doveri di testimone."
 

Il segugio era nervoso, sia per quello che aveva detto, ma soprattutto per il modo in cui si era avvicinato alla mutaforma. Non l'aveva ancora lasciata e non gli piaceva il modo in cui la guardava. Anche lei era in ansia. Non riusciva a capire che cosa voleva quell'uomo.
 

"Congratulazioni Demetri."
 

Si allontanò seguito dallo sguardo apprensivo del Volturo.
 

Heidi fece accomodare gli invitati nella sala del ricevimento. La mutaforma e il segugio rimasero da soli nella sala dei troni.
 

"Stai bene?"
 

Chiese il vampiro.
 

"Si."
 

Rispose lei. Era turbata. L'espressione di Aro l'aveva spaventata. Demetri l'abbracciò.
 

"Va tutto bene amore mio. Vieni raggiungiamo gli altri."
 

Leah preferiva tornare in camera, ma alla fine seguì l'uomo. Quando arrivarono trovarono i vampiri e gli umani divisi in gruppetti. I Volturi stavano per conto loro così come il clan rumeno. I pochi umani erano insieme ai Cullen, ai Denali e al clan irlandese. Marcus e Didyme si unirono a questi ultimi. Accanto a loro i piccoli. Mike aveva trovato un angolo tranquillo dove poteva osservare ogni cosa. Seth era con Jane e il resto del clan italiano. Amun non era felice di vedere che Benjamin preferiva la compagnia dei Cullen e degli altri clan. Aveva paura di perderlo. Osservò Aro. Sapeva che aveva delle mire sul suo ragazzo, come lui ne aveva verso gli ibridi.
 

Demetri lasciò Leah per andare a prenderle qualcosa al buffet.
 

"Torno subito, non approfittarne per fuggire."
 

Le baciò dolcemente la fronte.



 

Non sono molto ferrata per quanto riguarda abiti da sposa (non li amo particolarmente, solo quelli molto semplici) o da damigella. Quello delle spose è di Carolina Herrera collezione del 2013. L'altro l'ho trovato sul sito: donna universo chic.it

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Capitolo 57
*** Io adoro i lieto fine (?) ***


Finale di stagione. (Finale?)



 

Sue si era avvicinata al buffet per prendere qualcosa da mangiare, ma non per se stessa. Aveva lo stomaco chiuso. Era preoccupata per i suoi figli e anche se Edward l'aveva rassicurata per quanto riguardava sua figlia, rimaneva sempre Seth. Il ragazzino non si era staccato un secondo da Jane.
 

"Buonasera signora Clearwater."
 

Sue si girò verso la persona che l'aveva salutata: Demetri.
 

"Bu... buonasera signore"
 

Disse balbettando la donna. Il vampiro sorrise.
 

"Stia tranquilla, io non mordo..."

Il tono del segugio era suadente e Sue arrossì come una ragazzina.

"... sta prendendo qualcosa per i suoi figli immagino, visto la quantità di cibo sul vassoio..."

Sue annuì.

"... se permette vorrei aiutarla."
 

Demetri prese il vassoio con una mano e porse il braccio alla madre di Leah.
 

"Grazie."
 

Dato che i giovani Clearwater erano separati, Demetri decise di accompagnare la donna prima da Seth. Jane intanto marcava il ragazzino peggio di un poliziotto. Da quando erano ritornati a Volterra si lasciavano solo per pochi minuti. La vampirella ridacchiava e il mutaforma la guardava come se fosse un angelo disceso dal cielo, ma sbianco di colpo quando vide sua madre.
 

"Ciao tesoro..."

Disse dolcemente Sue.

"... ti ho portato qualcosa da mangiare."
 

La donna guardava preoccupata il figlio. I suoi occhi viravano sull'arancione, ma a differenza di Demetri, lui aveva incominciato a nutrirsi di sangue umano.
 

"E' stata molto gentile signora, ma vede il mio Seth ora ha cambiato alimentazione. Non più cibi solidi, ma liquidi."
 

Jane ridacchiò di nuovo nel vedere l'espressione allarmata della donna. Demetri era furioso perché le stava mancando di rispetto. Non sopportava nemmeno il ragazzino. Non gli importava se era il fratellino minore di Leah. Si stava comportando davvero male, sia con sua madre, che con la sorella.
 

Leah intanto aveva intravisto la madre andare verso il gruppo dei Volturi. Anche se era insieme a Demetri si era preoccupata lo stesso. Si avvicinò a sua volta stando attenta a non farsi notare. Ma qualcuno l'aveva vista.
 

"Ciao Leah..."

Disse.

"... sei davvero bella con quel vestito."
 

Leah si girò un'attimo. Embry le sorrideva.
 

"Embry!!"
 

La mutaforma sembrava preoccupata. Provò a guardare se c'era qualcun altro del branco. Il ragazzo intuì a cosa stesse pensando e cercò di rassicurarla.
 

"Ci siamo solo Emily e io. Gli altri sono rimasti alla riserva."
 

"Lei sta bene, stanno tutti bene?"
 

Chiese timorosa la mutaforma. Embry sorrise. Sapeva che Leah aveva continuato a voler bene alla cugina e sapeva anche che si sentiva in colpa nei suoi confronti.
 

"Si sta bene, stanno tutti bene. Ora lei è vicino ai Cullen e ai Denali..."

"... se vuoi ti accompagno."
 

Leah non sapeva che cosa fare. Non si sentiva ancora pronta. Non odiava Emily, non odiava nessuno di loro, ma il dolore, l'amarezza e la frustrazione c'erano ancora. Abbassò la testa. Ora nella sua vita era entrato Demetri, ma quei sentimenti li provava ancora. L'imprinting non li aveva affievoliti o cancellati.
 

C'è davvero qualcosa che non va in me.
 

Pensava.
 

"Leah!!"
 

Incalzò Embry.
 

"Scusa, ora non posso. Devo raggiungere mia madre è andata da Seth. Non sa quant'è cambiato."
 

Il mutaforma sapeva che c'era un fondo di verità in quello che la ragazza aveva appena detto. Perciò non insistette, ma chiese se poteva accompagnarla. Voleva stare ancora un po' con lei. Quella poteva essere l'ultima volta che la vedeva. Prese la sua mano e la strinse appena. Embry aveva sempre trovato quel gesto molto intimo, proprio come Demetri. Si avvicinarono al gruppo dei Volturi.
 

Sue provava a convincere Seth a magiare qualche cosa, ma ogni volta che il figlio stava per cedere Jane stringeva ancora di più la mano del ragazzino. Rispondeva sempre che doveva adeguarsi al nuovo ambiente.
 

"Al nuovo ambiente Seth, o al tuo imprinting."
 

Disse Leah. Sue e Demetri si voltarono. Sue non trattenne le lacrime nel vedere sua figlia mentre il segugio fece una smorfia perché era accompagnata da uno del branco.
 

"Non sono affari tuoi."
 

Rispose sgarbatamente Seth. Il tono della voce piacque molto a Jane. Sue strinse ancora di più il braccio di Demetri.
 

"Ragazzina vorrei stare da sola con mio fratello se non ti dispiace. Devo parlare con lui."
 

"Io e Seth non abbiamo segreti. Infatti so tutto riguardo te e la tua storia con Sam."
 

Calcò bene sull'ultima parola. Questo fece infuriare sia Demetri che Embry. Leah calmo gli animi di entrambi.
 

"E' solo una bambina."
 

Stavolta fu Jane ad arrabbiarsi, non le piaceva essere paragonata a una bambinetta.
 

"Dolore."
 

La mutaforma si piegò per il male. Sia Embry che Demetri stavano per intervenire quando sopraggiunse Aro. Nonostante fosse vicino alla figlia e a Caius, non aveva smesso di osservare tutti i presenti, soprattutto Leah. L'anziano afferrò le braccia della piccola e le strinse talmente tanto che la pelle cominciò a segnarsi.
 

"Non ti azzardare mai più ad usare il tuo potere su lei..."

Gli occhi del vampiro erano dilatati dalla rabbia, mentre quelli della piccola Volturi, dalla paura.

"... non usarlo nemmeno contro gli altri ibridi."
 

"S... si maestro."
 

Disse timorosa la vampiretta.
 

"Non mi basta, devi giurarlo Jane e ricorda un giuramento fatto a me è sacro. Guai se non lo rispetti."
 

"Si s... signore."
 

Jane era spaventata, l'anziano l'aveva sempre tenuta in gran considerazione e non era mai intervenuto quando usava il suo dono su altri membri della guardia. Provò un profondo odio per i nuovi venuti. Aro lasciò la presa e vedendo che tutti osservavano sia lui che la piccola Volturi, riprese le sue solite dolci e affabili maniere.
 

"Ragazzino non è educato trattare così i tuoi famigliari e guarda tua madre quanto è stata dolce. Ti ha portato qualcosa per nutrirti..."

Seth era troppo preso a rassicurare Jane e non badava a quello che diceva il vampiro. L'anziano prese il vassoio che teneva Demetri e lo pose a Seth.

"... d'ora in poi ti nutrirai come un qualsiasi mortale. Questo è un ordine."
 

Si allontanò per ritornare da sua figlia.
 

"Stai bene Leah?"
 

Dissero all'unisono Embry e Demetri. Quest'ultimo fulminò il mutaforma con lo sguardo. Embry capì che era di troppo e lasciò la mutaforma con il vampiro. Si avvicinò a Sue per tranquillizzarla. Si era spaventata nel vedere sua figlia straziata dal dolore e per la reazione del vampiro, ma fu anche contenta. Il signore dei Volturi aveva difeso sua figlia e 'convinto' Seth a ritornare a un'alimentazione più consona.
 

Forse non è così terribile come lo hanno sempre descritto.
 

Pensò.
 

La scena non era passata inosservata. Edward osservava terrorizzato Leah che si stava allontanando dal gruppo con Demetri.
 

"Edward che cos'hai?"
 

Chiese suo padre.
 

"Non ne sono sicuro, o meglio non è sicuro lui."
 

Rispose.
 

"Lui chi?"
 

"Aro. Ha letto nella mente di Leah e a percepito un'altra entità."
 

"Leah è posseduta?"
 

Chiese divertito Emmett.
 

"No, forse è incinta."
 

I vampiri ammutolirono di colpo.
 

"Edward sei sicuro?"
 

"Non esattamente. Aro ha sentito qualcosa. Una sensazione simile l'avevo avvertita quando Bella aspettava Renesmee..."

"... ma magari ci sbagliamo entrambi, è troppo presto. Insomma è successo alla riserva."
 

Carlisle rifletté qualche minuto.
 

"Non è detto. Lei è per metà vampira. I geni iniettati hanno modificato non poco lei e suo fratello."
 

"Si è data da fare la lupacchiotta."
 

Emmett cominciava a ridacchiare.
 

"E' successo dopo che aveva parlato con Billy Blach..."

"... lei stava per fare qualcosa di orribile a se stessa, ma Demetri l'ha fermata in tempo..."

Il vampiro smise di ridere. Non era presente, ma Edward e Carlisle avevano raccontato tutto.

"... so di essere davvero cattivo, ma spero non sia così. Mi auguro che nessuno di loro possa concepire un bambino."
 

"Perché?"
 

Chiese allarmata Bella.
 

"Aro, ha delle mire sugli ibridi e sulla loro futura prole. Il suo clan diventerebbe ancora più potente e lui più pericoloso."
 

Rispose Edward. Bella lo guardava con ansia crescente.
 

"Marcus, Demetri e anche Caius e Felix. Sono sicura che impedirebbero ad Aro di usare i bambini."
 

Disse speranzosa Bella.
 

"Dimentichi Chelsea e la furbizia di Aro. Per non parlare di Corin. Quel maledetto succhiasangue sa come ottenere quello che vuole..."

Edward chiuse un attimo gli occhi. Poi riprese il discorso.

"... in un modo o in un altro riuscirà ad avere anche noi e tutti gli altri vampiri che gli interessano..."

".. forse, forse dovremmo parlare con Leah."
 

Disse amareggiato Edward.
 

"Per dirle cosa. No, non possiamo farle questo, la vita le ha già tolto molto."
 

Intervenne Rosalie. Tra i mutaforma Leah era l'unica che aveva accettato. Sapeva che capiva il suo dolore. Era l'unica ad aver intuito fino in fondo quello che provava. Edward guardava tutti amareggiato. Per lui era la soluzione migliore, ma si rendeva conto che non era nemmeno giusto.
 

"Non ho intenzione di spingerla a non avere figli e come ho detto prima è un'incognita. Tra l'altro fisicamente non è cambiata. Per quello che ho percepito la sera prima, è ancora in menopausa."
 

Vedendo l'espressione dolce e triste di Bella, Edward cercò di consolarla. Emily osservò la scena. Aveva capito che stavano parlano di Leah. Non aveva sentito nulla però. Ma dalle espressioni che avevano, allarmate, aveva intuito che non si trattava di qualcosa di bello. Faticò a trattenere le lacrime. Sperava in un po' di pace per la cugina.
 

Demetri intanto accompagno Leah in un angolo della stanza. Era abbastanza riservato. Demetri si allontanò lasciandola sola.
 

"Ciao Dem. Però hai cambiato letteralmente alimentazione, da liquida a solida."
 

Disse Emmett. Era insieme a Jasper e a Edward. Si erano allontanati dal gruppo per parlare con il vampiro.
 

"Dem? per te Volturi, Cullen. E si, ho cambiato alimentazione. Dovreste farlo anche voi."
 

Demetri era ritornato al buffet.
 

"Oh scusa tanto Dem."
 

Rispose divertito il vampiro.
 

"Ora capisco perché ti ritengono il più scemo della famiglia..."

"... in Italia esiste lo scemo del villaggio e tu sei quello in famiglia..."

Emmett fece un sorrisetto sghembo. Si divertiva a sfottere vampiri, mutaforma e umani.

"... attento Emmett prima o poi incontrerai qualcuno che ti sgonfierà definitivamente."
 

"Davvero? e chi, tuuu?"
 

"Forse, non appena avrò imparato a combattere come gli ibridi..."

"... se non ricordo male il figlio di Marcus ti ha messo Ko facilmente."
 

"A siii!! e quando è successo questo?"
 

Emmett non voleva cedere.
 

"Hai la memoria corta Cullen. Forks, la foresta, il tizio incappucciato vestito di nero."
 

Il sorrisetto spavaldo di Emmett scomparve per qualche secondo per poi ritornare più insolente di prima.
 

"Non ero pronto, tutto qua."
 

"Si certo come no, Emmett. Perché non provi a sfidarlo..."

"... oppure sfida la mia Leah. E' molto brava anche lei."
 

"Leah? combatte come lui?"
 

Emmett era incredulo.
 

"Meglio, i suoi movimenti sono molto più armonici."
 

Demetri si ricordava bene il giorno in cui aveva visto combattere Mike e la mutaforma. Sembravano danzare. Erano perfettamente all'unisono. Questo causò nuovamente la gelosia del vampiro. Edward lesse nella sua mente e rise appena. Era strano vederlo alle prese con una cosa come quella. Fece cenno ai suoi fratelli di allontanarsi. Voleva stare da solo con lui.
 

"Scappi Cullen?"
 

"Ti piacerebbe Dem. Vado solo a scaldarmi un po'. Tu e Mike tenetevi pronti."
 

"Dimentichi Leah."
 

Incalzò Demetri.
 

"Non lo dimenticata, solo che non mi batto con le donne, solo con le femminucce."
 

Edward e Jasper questa volta non trattennero le risate.
 

"Allora dovrai batterti con i tuoi fratelli Cullen, a Volterra non ci sono femminucce. A parte voi."
 

Edward non smetteva di ridere. Quando i suoi fratelli si furono allontanati decise di affrontare l'argomento Leah.
 

"Allora come vanno le cose con la tua ragazza?"
 

"Vanno, perché speravi il contrario?"
 

"No."
 

Rispose sorridendo il marito di Bella. Demetri lo squadrò.
 

"Oh avanti, sai esattamente come stanno andando le cose."
 

"No, non lo so. Non ho ancora letto la tua mente."
 

"Noo, davvero?"
 

"Davvero, ma fatico a non farlo, diciamo che cerco di escluderla."
 

Demetri sorrise e cominciò a parlare di com'era la situazione veramente.
 

"Vanno Cullen, ma a rilento. Non voglio sforzare troppo le cose. L'altro è ancora onnipresente nell'animo di Leah..."

Demetri fece una pausa.

"... cerco di evitare qualunque cosa glielo possa ricordare, ma non è semplice. Tra l'altro fatica a credere che mi sia innamorato di lei guardando una semplice foto. Crede ci sia l'imprinting dietro."
 

Demetri era frustrato.
 

"Cercherò di farle capire che l'amore che senti per lei è sincero ed è nato prima del vostro incontro. Sono sicuro che un giorno riuscirai ad avere anche il suo cuore."
 

Disse Edward che strinse la mano del segugio in segno di amicizia.
 

"Che fai Cullen ci provi?"
 

"Oh Demetri sarai anche il vampiro più affascinante di Volterra, ma non competi con la mia Bella..."

"... nessuna e nessuno può competere con lei."
 

"Nooo!! davvero?"
 

"Davvero, perché tu conosci qualcuno che può farlo?"
 

"Non qualcuno Cullen, ma qualcuna."
 

"Immagino parli di Leah. Sentiamo che cos'ha in più di mia moglie?"
 

"Mmmm, un cuore che batte?"
 

"Che stronzo che sei."
 

Edward e Demetri cominciarono a ridere.
 

"Spiacente Cullen, nessuno batte la mia Leah."
 

Edward allargò ancora di più il sorriso e gli disse:
 

"E' stata fortunata ad incontrarti."
 

"Si, è vero..."

Rispose divertito il segugio. Poi ritornò serio.

"... a dire il vero credo di essere io quello fortunato. Lei è favolosa. Nonostante quello che ha passato e il male che le è stato fatto, non odia nessuno..."

"... una delle cose che amo di lei è il fatto che anche se un giorno avrò il suo cuore, non si dimenticherà del suo primo amore. Nel bene e nel male è stato una parte importante della sua vita..."

Edward guardava il Volturo con dolcezza.

"... Cullen il tuo sguardo mi preoccupa. Sei sicuro di non essere dell'altra sponda?"
 

"Si. Di questo sono assolutamente sicuro."
 

Rispose divertito Edward.
 

"Allora..."

Incalzò Demetri.

"... dimmi che cosa ti preoccupa. Siete venuti da me prima per un motivo ben preciso."
 

Edward divenne serio.
 

"Si tratta di Leah e anche degli altri ibridi..."

"... Aro ha delle mire ben precise su di loro e sui futuri figli che verranno al mondo. E io e la mia famiglia siamo molto preoccupati."
 

Demetri osservava preoccupato Edward.
 

"Vuoi che chieda a Leah di non averne? non puoi chiedermi questo. Non le farò mai una cosa del genere."
 

"No Demetri, non è questo che ti chiedo. Voglio solo che tu vigili. Insieme a Marcus. Non credo di poter chiedere la stessa cosa a Caius e a Felix. Ma a te si..."

"... fallo ti prego, fallo per lei e per il piccolo che sta aspettando..."

"... ci sono buone probabilità che sia incinta."
 

Demetri dilato gli occhi per lo stupore.
 

"Non, non mi stai prendendo in giro vero Cullen."
 

"No..."

"... quando Aro ha toccato Leah, ha percepito qualcosa. Una sensazione simile l'ho avuta quando Bella aspettava Renesmee..."

"... lei non lo sa ancora..."

"... quindi per il momento ti prego di non dire nulla. L'intuizione di Aro potrebbe non essere giusta."
 

Demetri annuì ancora incredulo. Raggiunse Leah e rimase a fissarla con un'espressione strana sul viso. Poi la baciò con passione accarezzandole il ventre con dolcezza.
 

"Ti amo Leah."
 

Le disse a fior di labbra. La prese tra le braccia senza smettere di baciarla e si allontanò velocemente per raggiungere le sue stanze. Lei opponeva resistenza, ma la presa del vampiro era salda.
 

Edward nel frattempo era ritornato dalla sua famiglia. Osservò attentamente Aro. Parlava con Amun. Entrambi usavano un tono di falsa cortesia. I vampiri rumeni erano vicino a Annie e Caius. La ragazza rideva felice di essere diventata la signora Volturi. Captò alcune parole:
 

"Mio padre è adorabile, ha permesso a Sabrina di continuare a lavorare come infermiera a Volterra e a Evan di ritornare a scuola..."
 

E' davvero ingenua quella ragazza.
 

Pensò.
 

Continuò a osservare i presenti. Alistair era insieme a Jake e Tanya. Quest'ultima non era ben voluta dal piccolo. Irina come la sorella si era staccata dal clan Denali per andare da Mike. Il ragazzo era cordiale ma si vedeva lontano un miglio che preferiva restare da solo. Non era felicissimo neppure lui del matrimonio delle sue sorelle. Seth stava mangiano e da come si abbuffava doveva essere affamato. Era ancora insieme Jane, ma si erano separati dal resto del clan. Con loro Embry. Sue era poco distante. Parlava con Charlie. Il viso del padre di bella era stralunato. Non poteva credere a quello che Sue stava dicendo. Sue si allontanò in lacrime ed Edward decise di raggiungerla.
 

"Lo ha informato?"
 

"Si ragazzo."
 

"E cosa ha detto?"
 

"La stessa cosa che avete detto voi..."

"... non tornerò sulla mia decisione Edward, rimarrò qua a Volterra..."

"... voglio stare vicina ai miei figli. Glielo devo, soprattutto a Leah."
 

"Sue ci sono Marcus e Didyme e gli altri ibridi e..."
 

"No ragazzo, in questi anni ho lasciato Leah da sola con una cosa più grande di lei, senza intervenire in sua difesa quando veniva criticata ingiustamente, senza sforzarmi di capire..."

"... sapevo che gli anziani la guardavano con diffidenza e li ho lasciati fare e guarda il risultato..."

"... Billy Black le ha sputato addosso il suo veleno fino a spingerla..."
 

Sue non finì la frase. Cominciò a piangere. Il vampiro l'abbracciò. Charlie si avvicinò a sua volta.
 

"Non credo che cambierà idea facilmente, è una donna testarda..."

Sorrideva.

"... ma sta tranquillo Edward, non sarà sola qua dentro. Rimarrò con lei..."

Sue non riusciva a credere a quello che aveva appena detto. Come Edward.

"... conosco solo Forks e La Push..."

Charlie fece un sospiro profondo.

"... i ricordi di quest'ultimo posto sono stati rovinati dagli anziani e da Bill. Quello che Black ha fatto alla figlia di Harry..."

"... non potrò mai perdonarglielo."
 

Sue era visibilmente commossa.
 

"Bella non sarà contenta."

"Dovrà accettarlo ragazzo, ma lascia che sia io a parlarle."
 

Edward acconsentì. Fu anche stupito della pronta reazione dell'uomo. Stava per allontanarsi quando sopraggiunse Aro.
 

"Miei cari signori, ho appena sentito la bella notizia. Lasciate che vi dia il benvenuto nella mia grande e serena famiglia..."

"... famiglia che prima avrà presto un membro in più dato che sua figlia signora Clearwater è in stato interessante..."
 

Sue non riusciva a credere a quello che il vampiro aveva detto. Tra l'altro Aro si era espresso ad alta voce per far in modo che tutti sentissero. Osservò attentamente la reazione dei presenti. Anne era felice, amava i bambini e non vedeva l'ora di diventare zia. Jane era furente e Seth stava quasi per soffocare dato che gli era andato di traverso un boccone. Amun e sua moglie confabulavano tra di loro, come Stefan e Vladimir. I Denali e il clan Irlandese si avvicinò ancora di più a quello dei Cullen.
 

"... Carlisle amico mio, ma soprattutto tu Bella. Dato che tuo padre ha deciso di trasferirsi qui a Volterra per stare più vicino alla madre di Leah, non vedo perché anche tu non possa fare la stessa cosa..."

"... come puoi vedere la mia umile dimora è abbastanza grande per ospitarti, ospitare tutti voi..."
 

Bella non riusciva a dire niente. Il suo sguardo andava da Edward, suo padre e Aro. Ma si vedeva che non era felice della decisione presa da Charlie Anche Emily e Embry erano esterrefatti, ma felici di sapere che Leah avrebbe realizzato uno dei suoi più grandi desideri: diventare madre. Emily però si chiedeva come avrebbe reagito Sam alla notizia. Sperava non provasse rancore, ma soprattutto gelosia. Si vergognò per questo pensiero. Embry invece era preoccupato della reazione del branco e degli anziani.
 

"... oh Carlisle, mio caro amico, sicuramente Leah avrà bisogno di un bravo dottore..."

Continuò Aro.

"... non è meraviglioso tutto questo..."

"... io adoro i lieto fine..."



 

"Nella provincia di Angsong è stata avvistata una strana creatura. Secondo varie testimonianze si tratta di un uomo serpente, alto più di tre metri. Per gli esperti si tratta senza dubbio di un rettile non ancora identificato. Un team di scienziati è partito per cacciare e catturare la creatura. Quello che è certo, è la sparizione di alcune persone nelle zone limitrofe. Forse divorate dall'animale. Vi terremo informati sullo sviluppo della storia.

Mei-In per canale CCTV-1."



 

Uffa finito. Finale aperto naturalmente. Il canale è Cinese ed esiste davvero.

Spero non sia deludente.

Ringrazio tutti quelli che hanno recensito la storia, quelli che l'hanno seguita, messa tra i preferiti e addirittura tra le ricordate. Tutti quelli che l'hanno letta. Grazie a quelli che mi hanno ispirata, soprattutto i recensori. Con quello che hanno scritto mi hanno davvero aiutata a portare avanti la storia. Grazie anche ha chi scrive ff nel sito. Anche loro mi hanno ispirata con le loro storie.

GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE.........

 

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