Quel genio di Sugar

di tempebrennan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La punizione di Santana ***
Capitolo 2: *** Sugar si spiega ***
Capitolo 3: *** I sentimenti di Santana ***
Capitolo 4: *** Il piano A di Sugar Lopez-Pierce ***
Capitolo 5: *** Le Regionali di Santana e Brittany ***
Capitolo 6: *** La decisione di Brittany ***
Capitolo 7: *** Sugar ha sempre idee geniali ***
Capitolo 8: *** L'ingegnoso piano Faberry ***
Capitolo 9: *** L'addio di Sugar ***
Capitolo 10: *** Finalmente Sugar ***



Capitolo 1
*** La punizione di Santana ***


Pieghi la testa da un lato annoiata. La voce di Schuester rimbomba senza sosta da almeno mezz’ora, da quando cioè la lezione era iniziata e tu ti sei estraniata dal mondo, tanto il banco accanto al tuo è vuoto e sei in fondo all’aula, indisturbata.
Ultimamente ti capita spesso. Non sai perché ma è piacevole fare viaggi mentali mentre le persone ti parlano.
C’è solo una persona che non smetteresti mai di ascoltare ed è Brittany, l’unica ad aver scavato sotto la corazza di stronzaggine che ti sei costruita ed a conoscere ogni sfumatura della vera Santana; con lei non hai paura di mostrare le tue emozioni o di cantare a squarciagola le canzoni Disney.
Faresti di tutto pur di vederla felice.
È la tua persona preferita.
“.. vero Santana?”.
La voce di Schue ti riporta bruscamente con i piedi per terra e ti guardi in giro persa: non hai la più pallida idea di cosa stesse parlando.
“Eh già” abbozzi.
“Non seguivi come tuo solito vero?” sbuffa lui.
“Come potrei starle dietro, il suo spagnolo è una schifezza!” esclami facendolo prima impallidire e poi arrossire di imbarazzo; si riprende velocemente e ghigna sadico.
“Rachel va a sederti accanto a Santana” comanda.
Spalanchi gli occhi pensando ad uno scherzo ma Rachel si siede sul serio accanto a te.
“San non cominciare” trilla. La fulmini con gli occhi e fai appello al tuo autocontrollo per non tapparle la bocca con lo scotch.
“Rach sul serio, non è giornata”.
“Hai le tue cose?”.
Sbuffi ed alzi gli occhi al cielo: no, non resisterai tutta la giornata accanto a lei. Le vuoi bene, è vero, ma sopportare quel petulante puffo canterino per più di dieci minuti è qualcosa che andrebbe oltre le capacità di Gandalf: come volevasi dimostrare, Rachel attacca a chiacchierare sottovoce e la tua testa cade pesantemente, molto pesantemente, sul quaderno con un rumore sordo mentre la tua mente sforna almeno dieci possibili modi per farla fuori.
La campanella suona e tu esulti come se avessi appena vinto il campionato mondiale di cheerleanding.; schizzi fuori dall’aula diretta all’armadietto per seminare la tua amica ed incontrare prima Brittany ma sbatti contro Quinn facendole cadere a terra un pacchettino.
“Giuro che se li hai rotti ti spenno Lopez” ringhia e si china per afferrare il regalo ma sei più veloce di lei e lo acchiappi tu, lo scuoti e sgrani gli occhi leggendo il nome sulla carta.
“A chi hai regalato un braccialetto di Tiffany?” domandi e Quinn diventa rossa.
“Non mi dire che.. Rachel!” scoppi a ridere.
Quinn ha una cotta per Rachel da quasi due mesi, da quando cioè mister Schue ha assegnato come compito al Glee Club trovare canzoni d’amore per la persona che si ama; Quinn ha cantato “Without you” dedicandola a Beth ma tu ti sei accorta che non ha mai staccato gli occhi da Rachel e la prendi in giro da allora.
Non hai la più pallida idea di cosa voglia dire essere innamorati ma capisci che dev’essere qualcosa di veramente speciale, unico, perché a Quinn si illuminano sempre gli occhi quando parla di Rachel, balbetta e, se la ragazza è nei paraggi, proprio non riesce a formulare una frase di senso compiuto. Un po’ come accade a te con Britt ma è diverso, la ballerina è la tua migliore amica e non sai assolutamente definire i tuoi sentimenti per lei tanto sono preziosi e privati.
Non sai stare senza di lei.
È lo stesso per Quinn con Rachel.
E allora te lo domandi. Sei innamorata di Brittany?
“Come mai un paio di orecchini per lei? È il suo compleanno?”.
“No idiota, avevo voglia di farle un regalo” ti rimbecca. Spalanchi la bocca indignata: in quindici anni di amicizia Quinn non ti ha mai fatto un regalo disinteressato.
Ti seppellisci nel tuo armadietto, decorato con mille disegni di Brittany e foto di loro due insieme, così tante da sembrare l’armadietto della bionda. Non c’è niente di male a tenere foto delle propria migliore amica no? Anche Quinn ce le ha di Rachel.
Sfiori il disegno di Lord T e sorridi automaticamente. Non lo ammetteresti mai ma ti manca un po’ quel gatto anche se, devi dire, la sua assenza ti permette di coccolare Brittany fino all’infinito la sera.
Mentre la tua amica parte con l’ennesimo discorso su Rachel, ti cominci ad agitarti perché non vedi Brittany e ti succede sempre quando le stai lontana per più di un’ora.
“Hai visto Britt?” la interrompi.
Quinn sorride e scuote la testa. “Ti piace”.
I tuoi libri cadono fragorosamente sul pavimento e ti giri senza parole.
“Cosa accidenti vai blaterando?!” esclami.
“Oh andiamo San” ti spiega sorridendo “La aspetti sempre durante le pause, è l’unica a cui tu sorrida davvero, non ti arrabbi mai con lei. Sono gesti di una persona innamorata, non di una semplice amica”.
Ingoi a vuoto guardandola. “Non è vero, sorrido anche a te o Rachel”.
“Non nel modo con cui sorridi a lei. Non c’è niente di male ad essere innamorati San”.
Non fai in tempo a controbattere che due braccia ti circondano la vita e un volto si incastra sulla tua spalla solleticandoti la guancia con una ciocca color oro.
Ti sciogli completamente, riconosceresti quel tocco e quel profumo anche a miglia di distanza.
“Ciao Britts” sussurri girandoti nel suo abbraccio.
Ti senti sempre a casa fra le sue braccia.
Significa essere innamorati?
Maledici Quinn e i suoi discorsi e le posi un bacio sulla guancia chiedendole come sta andando la sua giornata. Adori sentirla parlare, non ti stancheresti mai di seguire le sue labbra che si avventurano in discorsi tanto sconclusionati quando adorabili.
 La fissi ipnotizzata con un’espressione ebete in volto mentre Quinn, dietro Brittany, ti fa grandi segni con le braccia ma la ignori: per te c’è solo Brittany.
“Mi sei mancata” confessi di colpo.
Brittany si blocca di colpo, poi le sue labbra si distendono e ti carezza la guancia. Non è abituata a sentirti parlare di sentimenti ma, ogni volta che lo fai, il suo cuore esplode di felicità.
“Anche tu, tantissimo”.
Avverti una strana sensazione alla bocca dello stomaco, qualcosa ti stringe e ti stritola, ti capovolge ogni organo della tua pancia. Senti quasi le vertigini.
Eppure te l’ha detto tante volte, cosa c’è di diverso adesso?
“SANTANA!”. La voce di Schuester ti costringe a staccarti da Britt controvoglia “Nell’ufficio di Figgins, adesso!”.
Lo segui stranita mentre Brittany ti guarda allontanarti triste e Quinn la consola circondandole con un braccio le spalle.
Nell’ufficio del preside ci sono Figgins e una ragazza dall’aria svampita con un’orrenda giacca leopardata senza maniche.
“Signorina Lopez si sieda prego, dobbiamo parlare”.
Obbedisci sempre più stranita ed incuriosita da quella ragazza: avrà più o meno la tua età e non presta minimamente attenzione a ciò che sta succedendo. Non ha la divisa dei Cheerios o qualcos’altro che la identifichi come studente del McKinley: oh si, decisamente ha catturato la tua attenzione.
“Santana abbiamo saputo che sei stata tu a mettere vodka alla pesca nella borraccia di Sue la settimana scorsa, prima dell’allenamento del Cheerios”.
È stato un allenamento memorabile, te lo ricordi bene, Sue con la tuta da Superman ed il mantello da Batman che cantava il ritornello de ‘La vida loca’ nel megafono.
Fai un salto sulla sedia e cerchi di controbattere ma Schue non te lo permette.
“Capisco che sei arrabbiata perché non ti ha nominato capitano ma addirittura farla ubriacare! Comunque abbiamo deciso di non sospenderti ma ti darti una punizione esemplare: la ragazza qui è nuova al McKinley, tu sarai il suo tutore”.
La tua mascella si schianta contro il pavimento e stringi forte la scrivania di Figgins per non saltargli addosso. Ciò significa rinunciare a stare sola con Britt!
E parlare a quattr’occhi con Quinn del perché è lei il capitano e non tu.
Chiudi gli occhi e ti massaggi le tempie.
“Devo proprio?”.
“O questo o una sospensione di due settimane, scegli”.
Bastardi. La settimana prossima ci sono le regionali del Glee e non puoi mancare, devi cantare e perderti nelle perfette movenza da ballerina di Brittany.
Ringhi qualcosa che somiglia molto a “Certo, sarò felice” mentre pensi a come dire a Britt che le vostre ore libere durante la scuola saranno meno; ti si stringe il cuore al pensiero del suo broncio, sai perfettamente che non sarà felice ed odi quando Brittany è triste, ogni volta è come se fossi triste tu.
“Malditos” borbotti, poi ti rivolgi alla ragazza “Andiamo, ti mostro la scuola”.
La ragazza si guarda attorno come se fosse in un museo, masticando una Big Babol e commentando tutto ciò che le passa attorno: è più petulante di Rachel pensi mentre scacci senza successo l’inizio di un forte mal di testa.
Non c’è più traccia di Quinn o di Britt e ti intristisci: speravi che ti aspettassero, adesso hai davvero un disperato bisogno delle coccole di Brittany.
Vi fermate al tuo armadietto e la fronteggi.
“Ok, cosa accidenti ti è saltato in mente di accusarmi di qualcosa che non ho fatto?” esordisci.
La ragazza sorride ma non ti risponde.
“Ok, proviamo con un’altra domanda. Come ti chiami, chi sei? Non ti ho mai vista in giro”.
“Sono Sugar. E sono tua figlia”.


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Saalve! Ehm si, sono tornata. Questa storia mi è venuta in mente guardando un episodio di Streghe della sesta stagione e ho pensato di farci una Brittana/Faberry. Se state aspettando le altre storie..beh, Waiting for Godot è in stallo, nel senso che non ho ispirazione, l'altra è work in progress :D 
Grazie a chi leggerà e chi metterà due parole di recensione, anche per dire "ritirati" xD
Questo è il mio twitter, se volete: https://twitter.com/tempebrennans
A
dios chicos, hasta luego ^^

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Capitolo 2
*** Sugar si spiega ***


 
Spalanchi gli occhi incredula.
Ha detto ‘tua figlia’? Quella ragazza che avrà la tua età.. è tua figlia?! E chi sarebbe il padre?
Ti aggrappi al lucchetto dell’armadietto ed il freddo del metallo ti fa sobbalzare.
“C-cosa?” balbetti.
Sugar sorride. “Sono tua figlia, che tu ci creda o no” dice con tono tranquillo, come se ti stesse raccontando una favola.
Ti passi una mano sul volto sudato e ti scompigli i capelli sciolti. Ti sembra di vivere in uno dei tuoi amati libri, magari di un romanzo di Stephen King.
“Ammesso e non concesso che sia vero” cominci “da dove verresti?”.
“Che domande! Dal futuro!” esclama la ragazza “Santana stai bene? Santana?”.
Le sue parole ti giungono ovattate, tutto attorno a te è un insieme di puntini e ti accasci a terra nel buio più completo.
 
 
Ti risvegli in infermeria con Brittany che ti tiene la mano, pallida in viso. Ha gli occhi gonfi e rossi, ha sicuramente pianto spaventata. I suoni sono ancora attutiti ma uno è particolarmente chiaro e fai una smorfia.
“Rach accidenti, chiudi il becco per favore” mormori, poi chiedi “Cos’è successo?”.
“Sei svenuta in corridoio San” spiega Quinn stringendosi un po’ ad un’indignata Rachel.
Un sogno, è stato tutto uno stramaledetto sogno.
Insomma, come puoi pensare che qualcuno ti dica di venire dal futuro e di essere tua figlia?! Eppure hai la netta sensazione che sia vagamente reale.
No non può essere, hai sicuramente sognato una stravagante ragazzina venuta dal futuro che si spaccia per tua figlia.
Ti prometti di non bere più così tanto quando Quinn fa i suoi pigiama party solo per loro due.
Cerchi di alzarti ma una mano di Britt sul tuo petto te lo impedisce. “Sei ancora debole San, stai giù. Ho chiesto a mister Schue, ti posso riaccompagnare a casa quando ti senti meglio”.
Annuisci e carezzi dolcemente la guancia di Brittany che chiude gli occhi al tuo tocco delicato: la tratti sempre come se fosse il più prezioso fra i cristalli.
Tendi le mani verso la bionda e ti tiri a sedere sul lettino, poi salti giù sorretta da Brittany ma avverti la strana sensazione di voler svenire fra le sue braccia; non è tanto il voler perdere di nuovo i sensi che ti stranisce, ma il pensiero di Britt che tiene il tuo corpo inerme.
Scuoti la testa e ti lasci trascinare al parcheggio.
“Britt” dici titubante mentre lei mette in moto “Che ne dici di rimanere un po’ con me, ti va?”.
La ballerina ti sorride in un sorriso vero, di quelli che ti fanno sciogliere.
“Ma certo” risponde e si sporge a lasciarti un bacio sulla guancia, mentre il tuo stomaco fa i salti di gioia.
Arrivate a casa tua, Britt ti fa scendere e ti prende il braccio nonostante le tue proteste.
“BRITTANY!” gridi “Lasciami andare!”.
“Non se ne parla San” ribatte lei e a nulla valgono i pugni giocosi sulla sua spalla.
Ti adagia sul letto e ti fa indossare il pigiama: mentre ti spoglia dei tuoi abiti senti un brivido correre lungo la spina dorsale e perdersi fra le gambe. Il tuo respiro si fa affannoso ed incontrollabile, non capisci cosa stia accadendo.
Hai passato migliaia di ore con Brittany negli spogliatoi ed ora perdi quasi la testa sentendo le sue dita scivolare sulla tua pelle; questa si increspa e non puoi far niente per impedirlo ma sembra che Brittany non se ne sia accorta.
Avvicina il viso al tuo e strofina dolcemente il naso sulla tua guancia abbracciandoti.
“Sssh, tranquilla San, è tutto passato” sussurra ignara che sia lei stessa a farti quest’effetto.
Ma fra amiche ci si fa questo effetto no? Anche se quello che senti è molto simile a quanto ti ha descritto Quinn la prima volta che ha baciato Rachel.
Il tuo respiro si fa più pesante fra i sussurri di Brittany e ti addormenti con il sorriso sulle labbra.
Ti svegli solo a cena, quando tua madre annuncia che Quinn, Rachel e Brittany hanno portato cibo cinese per voi quattro.
Mangiate e decidete di mettere un film.
“No Rachel, non guarderemo per la millesima volta ‘Funny girl’, scordatelo!”.
“E non guarderemo ‘Paranormal activity’!”.
“Finitela di litigare” sbotta Quinn obbligandovi a sedervi sul divano. Mette un DVD a caso e spenge le luci; subito Britt si accoccola contro di te, così tu apri le braccia e le gambe per farvela accomodare nel mezzo. Lei lascia andare la testa sulla tua spalla con i capelli che ti solleticano la tempia e le dita intrecciate alle tue: Dio, non rinunceresti mai a questi momenti.
Quinn bacia sulla testa Rachel che si bea delle sue attenzioni. Anche se Rach fa fatica ad accettare Quinn ed i suoi sentimenti (anche se non la capisci perché si baciano in continuazione), sei felice per loro e non vedi l’ora di incontrare qualcuno che completi la tua anima come Rachel fa con Quinn. Anche se Britt già lo fa, è il pezzo mancante del tuo puzzle.
Finisce, come sempre, che vi addormentate tutte insieme e al mattino non ti muovi per il mal di schiena; durante tutta la notte non hai fatto che pensare all’assurda affermazione di Sugar.
Tua figlia? Ma non ti somiglia neanche! E come accidenti è possibile che venga dal futuro? Andiamo, non siamo mica in ‘Streghe’.
È stato solo un sogno, un assurdo sogno.
Fate colazione velocemente, poi prendete la tua auto per andare a scuola: Quinn si siede dietro con Rachel, mentre Britt è accanto a te.
Intreccia le sue dita con le tue appoggiate sul cambio e col pollice disegna pigri cerchi sul tuo palmo.
“Quinn ieri quando sono svenuta.. c’era qualcuno con me?” le chiedi.
“Si c’era quella ragazza a cui devi fare da tutor. Perché?”.
Stringi il volante e sospiri preoccupata.
Arrivate a scuola cerchi subito Sugar, hai un disperato bisogno di parlarle e di capire, quindi saluti Brittany a malincuore e parti alla sua ricerca; la trovi e la trascini agli spalti del campo di football.
“Spiegami cosa accidenti è questa storia” esordisci severa.
Lei si stringe nelle spalle. “Te l’ho detto, sono tua figlia e sono tornata indietro nel tempo per salvarmi”. La tua faccia confusa la spinge a continuare. “Vedi, se tu non ti innamori di una certa persona, voi non farete mai l’amore, non vi metterete mai insieme.. ed io non esisterò. Quindi sono qui per guidarti verso la tua anima gemella, quella che ci permetterà la felicità”.
Più parla e più non ci credi. Ti sembra di essere dentro ad un telefilm.
“Ok e chi sarebbe questa persona?”.
“Brittany”.
I tuoi occhi si spalancano e senti come mille funi inchiodarti agli spalti.
Boccheggi qualche minuto prima di biascicare un:” B-B-Britt?”.
Lei annuisce. “Esatto, mamma Britt è la tua anima gemella. Cosa provi quando sei con lei? Il tuo stomaco fa le capriole vero? Sorridi come un’ebete, sei iperprotettiva, fosse per te non la lasceresti mai vero? E cos’è questo se non amore?”.
Colpita ed affondata.
Quinn ti descrive sempre quelle sensazioni.
Innamorata di Brittany? Si, forse. Ci sono reazioni del nostro corpo che, in presenza di qualcuno, non riusciamo né a controllare né a spiegare perché l’amore fa quello che vuole, si impossessa di noi e non ci lascia più andare.
Bearsi del corpo di Brittany sul tuo, il suo naso sulla tua guancia, le sue uscite strane, la sua risata: non faresti a meno di nessuna di queste e delle mille altre cose che sono Brittany. L’accetti così com’è, pregi e difetti, la veneri.
Ne sei innamorata.
Abbassi lo sguardo. Ti gira la testa, sei sopraffatta da mille emozioni.
Non hai mai preso in considerazione l’idea di amare una ragazza, tanto meno Brittany.
Ma c’è una domanda, una delle mille per la verità, che ti frulla per la testa.
“Ma se è veramente come dici.. come faccio a rimanere incinta di Brittany?”.
“Inseminazione artificiale”.
Pasticci con le labbra, non sai cosa dire.
“Sei sicura di non essere figlia di Rachel? Voglio dire, guarda come ti vesti” borbotti.
Lei ti da un piccolo schiaffo sul braccio.
“Perché sei qui Sugar?”.
“Se tu non confessi il tuo amore a Brittany, se tu non ammetti prima a te stessa e poi a lei di amarla con tutta la tua anima, io non esisterò ed il futuro sarà sconvolto, il vostro destino si sgretolerà. E non si può giocare né col futuro né col destino”.
Scosti lo sguardo verso il campo da football. Ti viene inspiegabilmente da piangere.
“C-Credo sia ora di rientrare” balbetti.
 
 
Hai passato tutto il giorno in stato catatonico, tutto ti è passato accanto senza che tu gli dessi il giusto peso. Vuoi solo andare a casa a riflettere su Brittany, i tuoi sentimenti, Sugar.
Tua figlia.
Ti accoccoli contro il tuo cuscino con le ginocchia al petto, i capelli sparsi sulle spalle e sul viso ed una gran confusione in testa.
Come accidenti si fa a piombare dal futuro? Che Britt abbia davvero costruito davvero la macchina del tempo? Sugar è vostra figlia e se ha preso da lei beh, tutto è possibile.
Eppure, tanto più è facile riconoscere che Sugar viene dal futuro, tanto più è difficile dover pensare di dire a Brittany che sei innamorata di lei.
“San amorcita, c’è Britt”. Tua madre ha fatto capolino ed ha aperto la porta facendola entrare.
Ti tiri su per incontrare il viso d’angelo di Brittany; è bellissima nella salopette di jeans ed i capelli biondi che ricadono dolcemente sulle spalle.
Ti alzi, inciampi e le finisci praticamente addosso facendola ridere e preghi che non smetta mai, la sua risata è il suono più bello che tu abbia mai sentito. E mentre il suo naso è così vicino alla sua bocca pensi che forse l’hai amata dal primo giorno che l’hai vista, solo che i tuoi forti sentimenti per lei ti sembravano così normali che non ti sei chiesta se fosse qualcosa di più.
Adesso ne sei certa. È amore.
E allora prendi il coraggio a due mani, chiudi gli occhi e sfiori le sue labbra con le tue per un bacio appena accennato, tenero.
Brittany inizialmente non ricambia, poi senti la sua bocca muoversi in sincronia con la tua, la sua lingua scivolare per giocare con la tua.
Le tue dita carezzano gentilmente la sua guancia e una bomba ti esplode nel petto.
Ti stacchi lentamente e la guardi desiderando poterla ribaciare subito e con più passione: è bellissima mentre ti sorride.
“Britt, io..”.
Balbetti e cerchi di ricacciare indietro le lacrime. Ti decidi, glielo devi dire, devi avere il coraggio di aprirle il tuo cuore e ammettere i tuoi sentimenti per lei. Non trovi le parole e ti manca un po’ l’aria ma ce la devi fare. È come lanciarti nel vuoto col paracadute.
Ora o mai più.
 “San, non ti preoccupare” ti calma lei “Non è successo niente”.
Non credi alle tue orecchie. Ha appena detto che non è successo niente?
“Ero venuta per dirti che mi sono messa con Artie”.
Adesso capisci cosa vuole dire la gente quando dice che si sente crollare il mondo addosso.
Cerchi di parlare ma non ci riesci, le parole sono incastrate nella gola.
“Artie?” mormori infine sentendo le lacrime premere prepotenti contro gli occhi.
“Si.. lui mi ama, gli piace vedermi ballare, non mi ha mai chiamato stupida” spiega lei “San ma va tutto bene?”.
Vorresti rispondere che no, non va per niente bene, che hai l’anima a pezzi. Ma non puoi, la feriresti ed è l’ultima cosa che vuoi al mondo.
Ma quelle che lei ha elencato di Artie sono tutte qualità che hai tu, anche tu non l’hai mai chiamata stupida, ma lei non se ne è mai accorta: forse perché per lei tutto era normale.
“Sono felice per te..”. Dios quanto ti costa ammetterlo.
“Santana tutto ok?” chiede ancora.
È sempre stata la migliore a leggerti dentro, l’unica a conoscere ogni sfumatura del linguaggio del tuo corpo ed ha capito che stai mentendo. Si avvicina ma tu ti indietreggi distogliendo lo sguardo dal suo; se la guardassi scoppieresti a piangere e dovresti spiegarle tutto.
Fa per abbracciarti ma ti scansi agilmente e corri via da camera tua, da lei che urla il tuo nome implorandoti di fermarti e di tornare indietro.
Corri per tutta Lima Heights incurante della pioggia sul suo viso, sui tuoi vestiti, sui tuoi capelli, ma hai una meta ben precisa: il lago delle papere del parco di Lima. È lì che porti Brittany quando la vai a prendere alla lezione di danza o volete semplicemente stare assieme.
Quando vi arrivi, il parco è deserto; cadi in ginocchio accanto alla casa delle papere e ti accasci contro la ringhiera di ferro, urlando tutta la tua rabbia al cielo che piange: forse sta piangendo anche per te?
Biascichi il nome di Brittany come se avessi perso ciò di più caro che hai al mondo finchè le tue lacrime finiscono assieme al temporale.
 
 
Due braccia ti circondano le spalle.
“San?”.
È Quinn, probabilmente è venuta a fare qualche fotografia al parco dopo la pioggia. Si inginocchia dietro di te e posa la guancia fra i tuoi capelli dandoti soffici baci per calmarti.
“Cosa è successo?” chiede poi osservando il tuo viso sconvolto dal pianto furioso “Mi ha chiamato Britt dicendo che eri fuggita da casa tua”.
A quel nome un pugnale ti squarcia il petto e un singhiozzo ti investe. Decidi di raccontarle del bacio ed alla fine senti solo Quinn stringerti più forte.
“Ti prego non lasciarmi” la implori.
“Mai San”. Ti aggrappi a lei ed a quella promessa come se ne andasse della tua vita.
Nascondi il viso nei suoi capelli e ripeti come un mantra il nome di Brittany: vorresti che non fosse mai accaduto niente ma ancor di più vorresti che fosse qui con te a consolarti, a dirti che era solo uno stupido scherzo.
“Le ho mandato un messaggio per rassicurarla” ti informa Quinn “Era molto preoccupata”.
“Si starà già facendo consolare da Artie” spunti acida con un tono che sorprende entrambe, non hai mai parlato così di Brittany.
“Andiamo San, non fare così.. alla fine tu non le hai detto cosa provi”.
“Ma poteva immaginarselo!” gridi “Lei per me è unica! Perché crede che l’abbia baciata allora?”.
Ti lasci convincere a dormire a casa di Quinn, non sopporteresti di tornare in camera tua.
‘Non so cosa ho fatto ma volevo dirti che mi dispiace, non volevo farti arrabbiare. Mi manchi. Buonanotte, Britt’.
Leggi il messaggio mentre Quinn dorme, stringi il lenzuolo leggero e senti subito il cuscino umido: hai ricominciato a piangere e niente ti può fermare.
Il cuore è un perfetto e fragile equilibrio di emozioni e paure incastrate esattamente come tessere di un mosaico; i pezzi del tuo cuore sono caduti in mille piccolissimi frammenti da qualche parte nel tuo stomaco quando sei scappata da Brittany ed ora hai l’impressione che niente potrà ricostruirlo. Perché hai affidato il tuo cuore alla persona che eri sicura lo trattasse come la cosa più preziosa del mondo ma lei l'ha gettato via per un altro.

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Saalve! Ed ecco qua il secondo capitolo, Sugar si comincia a spiegare ma la strada è ancora lunga. Nella mia mente era un po' diverso come capitolo ma è venuto così e non riuscivo a modificarlo.
Fatemi sapere che ne pensate, mi bastano anche due righe, anche per dirmi "ritirati"! xD Grazie a tutti, davvero!
Hasta luego :D

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Capitolo 3
*** I sentimenti di Santana ***


Non ti alzi dal letto da quanto, tre giorni? Sembra che un tornado sia passato nel tuo cuore e abbia portato via ogni voglia di vivere. Perché d’amore si vive, è una sorta di elisir che se ti viene tolto ti spegne lentamente: e Brittany, il tuo amore, si sta allontanando da te.
 
Certo, non puoi obbligarla a stare con te, non puoi costringere qualcuno ad amarti solo perché tu ami lei ma nel profondo del tuo cuore lo vorresti, vorresti qualcuno che ti faccia stare bene.
Ma ce l’hai già quella persona. E come pensi a Brittany, le tue lacrime scivolano sulle tue guance, sulle tue labbra secche e si perdono sulla maglietta che odora di lei.
Inspiri forte il tuo odore per imprimertelo sulla pelle, sui polmoni: torni a respirare solo se la respiri.
 
 
“San posso entrare?”. Quasi non senti Quinn entrare, senti solo che si sfila le scarpe e il suo corpo contro il tuo, il petto sulla tua schiena ed un braccio sul tuo fianco.
Non hai più lacrime, sono tutte sul cuscino. Quinn ti lascia soffici baci sulla testa sussurrandoti di stare calma, che tutto si risolve.
“A tutto c’è una soluzione”.
“Ma non al mal d’amore” dici con voce rotta, e ci credi.
Perché ogni male è curabile, tranne quello dell’anima.
Quinn rimane in silenzio senza sapere cosa dire. Ti abbraccia forte ma vorresti che fosse Britt a farlo. Vorresti che fosse lei a dirti che va tutto bene.
Ti accorgi improvvisamente che in quei tre giorni Sugar, tua figlia, non si è per nulla fatta viva, non un messaggio o una chiamata. Sorridi impercettibilmente: forse è solo la riprova che è tutto nella tua mente, nessuna Sugar ti ha detto di essere figlia tua e Britt, di essere piombata qui per sopravvivere.
Eppure..
“Oggi Britt ha..”.
“NO!” urli. Il tuo respiro si fa veloce e corto, il cuore batte a mille nel tuo petto come se volesse schizzare fuori. “Non parlarmi di lei per favore” ansimi.
“D’accordo scusami” dice e senti le lacrime cadere lentamente.
Un singhiozzo sfugge al tuo controllo e non puoi far altro che girarti e seppellire il viso fra i capelli di Quinn, piangendo tutto il tuo dolore.
Ti addormenti sfinita crollando in un sonno senza sogni, popolato solo da un immenso schermo azzurro.
 
 
Non sai come ma hai trovato le forze per presentarti a scuola. Non sei mai stata una appariscente, ti piace stare sulle tue: solo al Glee senti di poter essere te stessa, libera di sorridere a Brittany quante volte vuoi, ogni volta che ti va, senza essere giudicata.
Ma stamani è diverso, non tolleri nessuno e decidi quindi di isolarti sugli spalti del campo di football, dove sai che nessuno ti verrà a rompere le scatole. Ma nessuno oggi lo farebbe, se vuole restare in vita.
Ti sdrai su una panca fredda con le gambe mollemente dimenticate sullo schienale davanti, il cappuccio sulla testa e le mani intrecciate sulla pancia.
Sei svuotata di ogni lacrima e di ogni sentimento possibile. Incredibilmente hai ancora voglia di piangere.
Tiri su col naso osservando il vuoto e stringendoti nelle spalle: l’aria è tiepida ma hai inspiegabilmente freddo dentro, non ti sembra avere più motivo per stare lì.
Ti manca Britt, ti manca da morire; la sua risata, le sue labbra ipnotiche mentre dice una delle sue perle, i suoi capelli d’oro da accarezzare senza sosta.
Un macigno si posa sul tuo petto schiacciandoti contro il metallo freddo degli spalti.
Butti indietro la testa cercando di scacciare Britt dalla mente ma è impossibile fare finta che qualcuno che fa parte della tua vita non esista.
Ma, come chiudi gli occhi, un’ennesima lacrima esplode sulla tua guancia per perdersi solitaria sulla felpa.
 
 
“San..”.
Un brivido si scatena sulla tua pelle sfumando sulla punta delle tue Converse.
Riconosceresti quella voce in pieno concerto dei Depeche Mode e ti bei di quel tono dolce che è solo suo, rimbomba nelle tue orecchie e vorresti che fosse per sempre. Nonostante quello che è successo, non rinunceresti a Britt nemmeno se ti pagassero.
La panca si abbassa e subito il calore delle mani di Brittany avvolge le tue fredde, non riesci a non respingerla. È così vicina da sentire il suo respiro sul tuo collo e ti fa impazzire.
Non apri gli occhi per paura di incontrare quei due pezzi di cielo e quelle labbra, sai che potresti non controllarti e baciarla fino a scoppiare.
“San come stai?”.
Sospiri. “In realtà non lo so” dici sincera. Vorresti parlarle di tutti i tuoi sentimenti ma un groppo in gola te lo impedisce.
“Mi dispiace, non avevo minimamente idea di sconvolgerti e ferirti con la storia di Artie” comincia mortificata Brittany “Ma ero così felice che volevo fossi la prima a sapere di noi. San ti prego, non essere arrabbiata con me”.
Irrigidisci la mascella sentendo nominare Artie, ti sale qualcosa simile alla rabbia perché te la sta portando via e tu sei impotente, la devi solo lasciare andare; stringi i pugni fino a farti sbiancare le nocche, reprimendo un ringhio.
“Non potevo sapere che mi avresti baciata”.
“E invece potevi immaginartelo!” sbotti aprendo gli occhi, prendi un respiro e ti volti verso la bionda ”Britt io ho capito di provare qualcosa più di una semplice amicizia, non riesco a starti lontana per più di dieci minuti senza provare un vuoto nel cuore”.
Spalanchi gli occhi e perdi un battito: le hai appena confessato di amarla.
Sciogli la presa delle vostre mani e ti allontani leggermente.
“Britt io..”.
“No San aspetta. Tu sei innamorata di me?”.
Un altro macigno si sistema senza troppi complimenti sul tuo cuore facendoti sprofondare. Cerchi un appiglio vicino a te e scivoli lentamente indietro balbettando parole sconnesse; ti alzi di scatto e corri via ignorando Brittany che urla il tuo nome.
 
 
Raccogli le braccia al petto e abbandoni pesantemente la testa sulle ginocchia, piangi fino a scoppiare e sentire la testa in fiamme. Ti senti inadeguata, incredibilmente stupida, non fai che chiederti cosa hai fatto.
C’è una linea sottile fra l’amicizia e l’amore ed innamorarsi di un’amica è sempre complicato: perché un amore si ripara, un’amicizia quasi mai. Ti fa sorridere pensare che, fra voi, tu sarai quella che proverà qualcosa di più forte e stai male sapendo che lei non ti ricambierà mai.
Un gemito di dolore si libera fra le tue labbra rimbombando nella stanza degli attrezzi della coach Beistie.
“Mamma?”. Piangi talmente forte che non hai sentito Sugar entrare. Sollevi lo sguardo per incontrare quello confuso di tua figlia.
Ti specchi rapidamente in un vetro rotto: il tuo viso è sconvolto dal pianto, gli occhi sono gonfi.
“Non mi chiamare così” ringhi.
“Ma lo sei, abituatici” ti rimbecca lei “Cosa sta succedendo?” domanda.
Sbuffi. Tanto vale dirglielo, chi meglio di lei sa cosa potrà accadere nel futuro. Alla fine del tuo racconto, solleva un sopracciglio e arriccia le labbra in un modo così.. Brittany. Si inginocchia accanto a te e avvicina le labbra al tuo orecchio.
“Mamma ascolta” comincia ignorando il tuo sbuffo “Tu devi far in modo che Britt capisca di essere innamorata di te. Lo so che è difficile perché i sentimenti non si comandano, ma è così che deve funzionare, voi dovete stare insieme”.
“Non è così semplice sai” esclami sarcastica “dire a Brittany che abbiamo una figlia e che se non ci mettiamo insieme, lei non può vivere!”.
Ti asciughi gli occhi. “Lei ama Artie, fattene una ragione. Non starà mai con me, non sono la sua anima gemella”.
“Ed invece sì!”.
“Non alzare la voce con me signorina” la rimproveri.. come una madre.
“Scusa” abbassa il viso mortificata “È che.. voi siete fatte per stare insieme. E questo non è futuro o destino.. è semplicemente vero. Alle anime gemelle non serve tempo per incontrarsi, serve tempo trovarsi. C’è una bella differenza”.
La guardi e vorresti crederle con tutte le tue forze ma ora proprio non ce la fai. Vedi soltanto Britt che cammina mano nella mano con Artie mentre tu la osservi da lontano.
“E ci si trova sempre?” domandi titubante.
“Certo. Basta avere la volontà e la speranza di farlo”.
 
 
Entri nell’auditorium con il solo intento di stare da sola ma ti blocchi di colpo alla vista di Quinn seduta al pianoforte e Rachel davanti a lei.
Fai un sospiro, c’è solo una cosa da fare. Ti nascondi dietro la tenda, tendi l’orecchio e aguzzi l’occhio. La scena è troppo invitante per non assistervi.
“Rach io non posso più nascondermi. Io ti amo”.
La mano di Rachel cade pesantemente sul piano facendoti sobbalzare.
“Non posso sapere cosa provi tu se non me lo dici. Ci baciamo, passiamo serate indimenticabili.. per me è molto di più. E so che qualcosa lo provi anche tu perché quando poso una mano sul tuo cuore.. batte come mio”.
Rachel abbassa il viso, la labbra leggermente piegare in un sorriso.
“Quinn accidenti.. sai leggermi come nessun altro. Ed è vero, provo qualcosa per te”.
Gli occhi di Quinn si illuminano come luci di Natale e si sporge in avanti prendendole le mani.
“Non mi spaventano i miei sentimenti, mi spavento io. Ho paura di farti soffrire Q” ammette Rachel alzando finalmente il volto “Perché mi piaci così tanto da non sapere dove mettere le man-“.
Non finisce la frase che Quinn si lancia sulle sua labbra e la bacia in un semplice sfiorarsi di labbra carico di silenziosi significati.
Sorridi felice seppur un po’ invidiosa. Vorresti una storia come la loro ma devi guardare in faccia la realtà: Britt non ti ama. E stai peggio di quanto non dai a vedere.
Innamorata di Brittany. Già, lo sei e non te ne capaciti. È che tutto ti è sempre sembrato così naturale nei suoi confronti: non l’hai mai chiamata stupida perché non l’hai mai considerata tale, l’hai sempre trattata come un cristallo prezioso perché lei è un cristallo prezioso.
Se Sugar, tua figlia, non fosse mai piombata nella tua vita, avresti mai aperto gli occhi sui tuoi sentimenti per Britts? Forse no. Scuoti la testa: adesso devi anche ringraziare tua figlia!
Rannicchiata in posizione fetale sul letto, ti prendi la testa fra la mani: devi farla innamorare di te per avere una figlia.
Stai per scoppiare in lacrime quando Quinn entra come una furia, si getta sul letto abbracciandoti e ti stampa un bacio sulla guancia.
“Fabrey! Togliti immediatamente di qui!”.
“Oh San! Non sai cos’è successo!” gongola.
“A Rachel si sono finalmente seccate le corde vocali?” dici acida. Ti tira uno scappellotto indignata.
“No idiota. Ma c’entra Rachel effettivamente”.
“Si è ritirata a vivere nella fabbrica di cioccolata?”.
Altro scappellotto, stavolta più forte.
“Ci siamo baciate” dice ed è al settimo cielo.
“E dove sarebbe la novità?” chiedi quasi annoiata studiandoti un’unghia. Sei felice per lei ma non sei pronta per ascoltare la storia d’amore del secolo mentre la tua va a fondo prima ancora di essere stata varata.
“Anche lei provava del sentimento. Non era solo una pomiciata, era molto di più”.
Sorridi senza darlo a vedere.
“Evviva, sono contenta per te” sbuffi in tono piatto.
“Oh San, è stato magnifico. Lo stomaco mi è rimbalzato nella gola, mi sono dovuta controllare o l’avrei-“.
“D’accordo ferma! Non mi interessano i dettagli, grazie tante” la interrompi brusca.
Si mette a cavalcioni su di te e ti guarda con espressione indecifrabile.
“Scusa Lucy, ma non sei il mio tipo” tenti di scherzare per scacciare dalla mente l’immagine di Britt sopra di te.
“Ah no?” domanda. Si avvicina pericolosamente e ti mette le mani sui fianchi. Poi a tradimento ti comincia a fare il solletico e ti dimeni sotto di lei urlando.
“Smettila! Lucy Quinn Fabrey in Berry smettila immediatamente!”.
Smette solo quando crolli esausta.
“Cosa.. mi costringi.. a fare.. per farti ridere” ansima la bionda togliendosi i capelli dalla fronte ma non accennando minimamente a spostarsi dal tuo bacino.
“Comoda?” domandi con un sopracciglio alzato. Lei ridacchia e si stende finalmente accanto a te, un braccio piegato a sorreggere il capo e l’altro lungo il fianco.
“Miracolo, un sorriso sul tuo faccino!” esulta e per un momento credi che si metta a gridare ‘Alleluia’ a squarciagola. “Ma non è un sorriso vero” aggiunge.
Quinn è seconda solo a Brittany nel leggere il linguaggio del tuo corpo, riconosce la più piccola smorfia delle tue labbra o l’impercettibile movimento della tua mano.
Ti giri su un fianco rivolta verso la finestra, raggomitolata su te stessa: non vuoi che Quinn ti veda piangere, non un’altra volta.
Tutto riconduce a Brittany. Volente o no, è l’amore della tua vita e contro l’amore non c’è speranza di vincere. Puoi lottare quando vuoi ma rapisce il tuo cuore e ne fa quel che vuol lui, senza diritto di replica.
“Quinn..” la chiami piano, con tono sofferente “Cosa succederà quando mi dirà che ama Artie?”.
Trattieni il fiato in attesa in una risposta che non sei sicura di voler ascoltare.
“Ti farà male, non te lo nascondo. Dovrai essere forte e non lasciarti scoraggiare” bisbiglia, come se fosse un segreto. Un lamento sordo sfugge dalle tue labbra.
“Quinn.. quando tu.. quando sei con Rachel” prosegui a bassa voce, tanto che Quinn posa quasi l’orecchio sulla tua bocca “Senti le farfalle nello stomaco, la felicità uscire da ogni poro, il benessere pervaderti il cuore?”.
Quinn sospira. “Oh San. Tu sei innamorata persa”.
 
 
Hai ignorato Brittany per tutto il giorno, non sei ancora pronta a vederla scambiarsi disgustose smancerie con Artie nel corridoio o nella sala del coro sotto i tuoi occhi. Il tuo animo è ancora lacerato, le ferite sono profonde.
Ti appoggi all’armadietto chiudendo gli occhi e sentendoti terribilmente sola. Quinn ha Rachel, Britt Artie. Tu chi hai? Nessuno a parte te stessa e cominci a sentire di non bastarti più. Non ne puoi più di sentire il letto freddo la mattina o il vuoto dopo che Brittany si è allontanata per l’unica lezione che non seguite insieme.
Una lacrima cade sulla tua guancia ed un tocco gentile la porta immediatamente via.
“Britt” sospiri.
“Ciao San” mormora al tuo orecchio in modo che la tua pelle si ricopra di brividi.
“Mi dispiace tanto” dice dopo qualche istante di silenzio “Io lo amo”.
Il suo incubo si realizza con appena tre parole.
“No..” ti lasci sfuggire con tono addolorato. Cerca di abbracciarti ma la respingi, per la prima volta in vita tua non vuoi essere consolata da Brittany. Ma non è vero, tu vuoi che ti sigilli fra le sue braccia mormorandoti che è solo uno scherzo.
Sollevi lo sguardo per specchiarti in due pozzi azzurri lucidi e splendidi.
“Non l’hai capito vero? Che io non posso più fare a meno di te nella mia vita, mi rendi una persona migliore. Solo tu hai il potere di farmi ridere davvero. E mi fa ancora più male il fatto di non riuscire a farmene una ragione”.
“Cosa?”.
“Che tu non mi ami” confessi e l’argine delle tue lacrime si rompe riversandole copiose sulle tue guance. Brittany posa la fronte sulla tua respirando sulle tue labbra e intreccia le dita con le tue.
Ma non l’allontani, nemmeno questa volta.
 
 
Siedi con la sguardo nel vuoto, evitando accuratamente di guardare alla tua destra dove Artie lascia baci sul collo di Brittany, incurante della tua presenza. Quinn si lancia occhiatine complici con Rachel e non vuoi nemmeno sapere cosa hanno combinato nell’ora di storia contemporanea, dove erano assenti entrambe.
“San dovresti cantare Adele alle regionali” propone Puck.
Lo guardi male mentre Mercedes annuisce entusiasta e Kurt batte le mani come un piccolo pinguino. Britt si è voltata curiosa.
“È perfetta per la tua voce, potresti cantare..”.
“Scordatelo Noah” lo interrompi brusca “Io non canto, tanto meno Adele”.
Bugiarda, tu ami Adele, troppe volte l’hai cantata al karaoke durante le serate film con Britt. Solo voi due, in un piccolo mondo fatto di risate e coccole.. e, col senno di poi, d’amore.
Ma te ne sei accorta troppo tardi.
“Santana devi venire immediatamente!”. Sugar ti travolge come un tornado strappandoti al tuo pranzo e conducendoti in un’aula vuota.
“Cosa sta succedendo?” chiedi perplessa.
“Abbiamo un problema”. Il suo tono è grave e non ti piace.
“Uno solo?”.
“Il mio tempo sta scadendo. Fra dieci giorni dovrò tornare nel mio tempo con la certezza che tu e mamma Britt stiate insieme” spiega triste.
Sgrani gli occhi mentre una brutta sensazione si fa strada dentro di te, l’abbracci mentre tua figlia incastra la fronte nel tuo collo e nasconde il viso fra i tuoi capelli. Biascica qualcosa che non riesci a capire, quindi le scosti dolcemente il volto.
Sugar sta piangendo silenziosamente e una morsa ti stringe il cuore. Ti fa già male vederla in lacrime.
“Se non vi mettete insieme.. io morirò. Ed il destino sarà completamente stravolto”. -------------------------------------------------------------
Saaalve! In questo capitolo vediamo Santana alle prese con i suoi sentimenti e Britt alle prese con Artie..si lasceranno? E Sugar riuscirà nella sua impresa? Grazie a tutti, chi segue, ricorda e spende un minuto per dirmi due parole :D Anche 'fa schifo' mi va benissimo XD E se trovate errori ditemelo, non possono che migliorarmi :D
Un grazie immenso a Londra555 che mi ha salvato da un problema di italiano e mi ha dato un consiglio prezioso, grazie mille :D
Hasta luego gente!

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Capitolo 4
*** Il piano A di Sugar Lopez-Pierce ***


Non credi alle tue orecchie mentre stringi forte Sugar.
Un altro peso ti schiaccia il cuore, le lacrime di tua figlia sul collo scivolano con facilità incredibile senza che tu possa fermarle, le carezzi i capelli mossi cercando di quietarla.
“Sssh, tranquilla tesoro” la culli “Calmati ti prego”.
Il corpo di Sugar è scosso da incontrollabili singhiozzi e ti fa male, il tuo cuore non fa che colmarsi ancora di dolore.
Le lasci un bacio sulla testa.
“Mamma.. non capisci? Se voi non.. io non esisterò. E non è così che.. deve an.. dare!” esclama lei stringendosi con più forza ai tuoi fianchi.
“Devi farli lasciare, mamma B ed Artie”.
“No..” soffi con tono sofferente “Non voglio ferire Brittany”.
“Anche se va.. a discapito.. della mia esistenza, della.. nostra felicità?”.
La frase ti colpisce come un fulmine ma non ci vuoi pensare, adesso devi comportarti da madre.
Continui a coccolarla finchè finalmente il pianto di Sugar si affievolisce. Alza la testa e una morsa ti stritola lo stomaco alla vista del suo volto gonfio ed i suoi occhi nocciola arrossati; strofina il naso sulla tua maglietta e nasconde la fronte nell’incavo fra collo e spalla.
“Ti va di spiegarmi tutta la storia?” le chiedi gentilmente.
Annuisce allontanandosi leggermente e prende un respiro profondo. “C’è una sorta di.. paradiso, chiamiamolo così, da cui provengo.. da cui proveniamo tutti, in realtà. Sappiamo, fin da quando vi arriviamo, a chi saremo ‘assegnati’ ed è compito nostro verificare che gli eventi seguano un determinato corso, senza essere stravolti. Un po’ come la Coca Cola che deve essere per forza destinata alla lattina, alla bottiglietta di vetro o alla bottiglia da un litro!”.
Sorride timidamente prima di proseguire mentre la ascolti rapita.
“Ci sono degli Angeli Bianchi, chiamati anche Chimici, che ci mandano a risolvere i problemi, vedili come una sorta di capi. Hanno capito che fra te e mamma Britt non c’erano quei sentimenti adatti per fare.. questo e mi hanno mandato qua” conclude indicandosi il corpo e gesticolando aggraziata proprio come la tua ballerina.
”I figli sono il frutto di complicate somme e moltiplicazioni di sentimenti e paure che devono per forza coesistere” si spiega notando il tuo sguardo perplesso.
“Un assioma matematico” rifletti fra te e te, poi aggiungi, vedendo la sua faccia “Lascia perdere”.
“A voi manca quel qualcosa per crearmi.. e per far tornare normale il futuro. È indispensabile che torni tutto come è scritto, possono succedere cose terribili a chi gioca con il futuro”.
“Ah, un po’ come la Giratempo!” esclami fiera di aver capito.
Sugar ti guarda confusa ed alzi gli occhi al cielo: ti appunti mentalmente di farle almeno tre ore a settimana di lezione su Harry Potter.
Le chiedi perché ‘Chimici’. “Per aggiustare la chimica fra le persone”.
 
 
Appoggiata pigramente al muro, segui la lezione di matematica svogliata, incantata come sei dalla coda di cavallo che ondeggia sulla schiena di Brittany.
Nonostante tu ci abbia provato, non sei riuscita a togliertela dalla testa. Beh, ma come potresti se la sua immagine con le sue meravigliose curve ti perseguita?
Artie le passa un braccio dietro la schiena e lei si appoggia a lui.
I tuoi occhi diventano ancor più lucidi quando, voltando la testa, incontri la mano di Quinn che carezza quella di Rachel mentre le scrive frasi sdolcinate sul quaderno.
Scarabocchi con violenza sul tuo foglio attirando l’attenzione di Mercedes.
“Santana stai piangendo?”.
Brittany si gira in tempo per vedere asciugarti una lacrima col dorso della mano: ha un’espressione che non le hai mai visto, è spaventata ed ha gli occhi più azzurri del solito, stringe forte il legno della sedia fino a farsi diventare bianche le nocche.
Ti alzi di colpo e corri via dall’aula ignorando l’insegnante che ti richiama.
Corri fino agli spalti del campo da football, incurante dei ragazzi che si allenano. Puck ti urla qualcosa che somiglia molto ad “Adele” ma non senti che il dolore sordo di un’illusione.
Urli tutta la tua rabbia tirando calci violenti alle sedie degli spalti.
Non ci credi, la tua vita si è capovolta nel giro di tre giorni: prima sentimenti che vengono a galla, poi una figlia che ti racconta di un paradiso delle emozioni.
Vuoi Brittany accanto a te, che sia lì a consolarti.
Inspiegabilmente la chimica dell’amore la chiama a te come lo scoglio fa col mare, con la stessa incontrastabile forza.
Due braccia ti afferrano da dietro.
“San calmati, ti prego” sussurra Brittany al tuo orecchio ma ti agiti di più.
“Lasciami Britt, lasciami!”.
“Mai”.
Ti afflosci fra le sue braccia come un burattino a cui sia finita la carica.
Perché ogni sua parola ti colpisce come un proiettile, fa centro ed apre uno squarcio nel tuo cuore, lasciandolo al suo solitario destino.
“Britt.. tu non puoi capisci, non puoi!” gridi fuori di te “Ogni stramaledetta volta che mi guardi o mi dici queste cose, io.. mi fai solo del male, mi fai ricordare che ti amo!”.
Ti volti nel suo abbraccio e ti trovi faccia a faccia con lei.
L’urlo rimbomba nelle vostre orecchie e nell’aria improvvisamente silenziosa.
“Quando io vorrei solo poter dimenticare ciò che sento per te” sussurri flebile a pochi centimetri dalle sue labbra.
“Cosa San? Cosa provi per me?” ti chiede ed una bomba esplode silenziosa dentro il tuo cuore.
Ti specchi in quegli occhi blu ai quali non sai mentire.
“Non.. non posso Britt” balbetti “Non voglio rovinare quello che c’è fra noi.. sempre che ci sia ancora qualcosa fra noi”.
Suona maledettamente come ‘amore’ ma vuoi intendere ‘amicizia’ e Britt annuisce mentre col naso ti sfiora la guancia inspirando forte il tuo odore, posando una mano sulla tua nuca per attirarti a se.
“Santana” ti implora con la sua miglior faccia da cucciolo.
Ma devi resistere, devi lasciar stare quel poco di voi che ancora resiste fra le dolorosa mura del tuo cuore.
Scuoti la testa.
“Britt ti prego, non chiedermelo ancora”.
Improvvisamente il tuo corpo non è più premuto contro il suo, le sue mani ti stringono le spalle.
“Come posso aiutarti se non mi dici cosa sta succedendo?” chiede dolcemente.
Parlarle sarebbe come spezzare definitivamente il vostro legame, non parlarle sarebbe come rompere il tuo cuore.
Farfugli qualcosa prima di saldarle il volto fra le mani e premere dolcemente le tue labbra sulle sue. Ed è come tornare a casa dopo uno stancante viaggio, buttarsi sul divano con una Coca fresca e guardare una maratona di The big bang theory.
Ti senti bene, come mai ti è capitato.
Ma, come è iniziato, interrompi la magia.
“È sbagliato Britts, completamente” bisbigli al suo orecchio “Non voglio rovinare ciò che c’è fra noi” ripeti.
La guardi ancora e corri via, non prima di averle dedicato un ultimo triste sguardo.
 
 
“Cosa stracazzo ti passa per la testa??” chiede Sugar.
È piombata a casa tua dopo averti visto letteralmente correre via dopo la lezione del Glee; lezione che hai passato appollaiata sulla tua sedia nell’ultima fila, mentre Mercedes, Kurt e Rachel bisticciavano sulla canzone da portare alle Regionali, Puck convinceva Schue di lasciarti cantare e Mike mostrava dei passi di danza a Finn con l’aiuto di Brittany che poi si era accomodata sulle gambe di Artie e non vi era più scesa.
L’unico momento in cui hai vagamente sorriso è stato quando Quinn ha preso coraggio ed ha rivelato di essersi fidanzata con Rachel; applausi da tutti ed uno sguardo triste verso di te da parte di Britt, che ha fatto peggio di una pugnalata.
Non le hai mai tolto gli occhi di dosso e ha fatto male, molto male.
“Modera il tono” la rimproveri.
“No cazzo!”.
“E niente parolacce” la rimbecchi.
“Perché non gliel’hai detto? Adesso mi spieghi perché cazzo non le hai detto che la ami!” sbotta.
La fulmini con un’occhiataccia.
“Non otterrei niente e lo sai. Lei ama Artie, fattene una ragione”.
Ti raggiunge con due falcate e si porta a pochi centimetri dal tuo viso. “Non starò a guardare mentre firmi la mia morte e la distruzione della nostra felicità”.
Ti spaventi a quelle parole. Il suo respiro è corto ed affannato, è rossa in viso.
“Devono lasciarsi e tu le devi dire che siete anime gemelle”.
“Gliel’ho detto, le ho detto che la amo” confessi “Ma sono scappata. Sono una codarda, non sono affrontare i sentimenti. Ho paura della sua reazione. Non la ferirei mai e poi mai”.
Ti carezza la guancia e per un momento pensi che dovresti essere tu a fare questi gesti, non lei. Sei o non sei sua madre?
“Dobbiamo pedinarli!” esclama ad un certo punto e tu sobbalzi per lo spavento.
“Accidenti Sugar, mi vuoi far prendere un infarto? Smettila di squittire! E comunque.. chi vuoi pedinare?” le chiedi sperando che non parli di..
“Mamma ed Artie! Stasera vanno da Breadsticks”.
“So che mi pentirò della domanda.. ma tu come fai a saperlo?”. Ti massaggi le tempie sperando che qualcuno ti svegli da quest’incubo.
“Non vuoi davvero saperlo” risponde “Andiamo, il loro tavolo è fissato fra un quarto d’ora!” e frulla via in un tornado di profumo.
“Vieni qua signorina, vestiti per bene e datti una pettinata a quei capelli!” la richiami.
 
 
“Dico io, ma come stracazzo ti sei vestita?”.
“E poi dici che parlo male io..” borbotta tua figlia e la colpisci con un sonoro scappellotto “Dovresti vedere i miei primi anni” prosegue con un sorrisetto furbo.
“Perché?” le chiedi incuriosita “Tu sai cosa succederà?”.
“Che domande cretine fai, io vengo dal futuro!”.
Stavolta lo scappellotto è più forte.
Siete nascoste dietro il cespuglio proprio di fronte al tavolo dove siedono Britt ed Artie. Il ragazzo le sta insegnando come mangiare gli spaghetti e non sai quanto daresti per essere al suo posto, farle l’aeroplanino con la pasta arrotolata attorno alla forchetta e pulirle la bocca sporca di sugo.
“Mi spieghi perché siamo qui?” le domandi.
“In realtà non lo so, mi piaceva l’idea di pedinare qualcuno dietro un cespuglio, credo”.
Alzi gli occhi al cielo e borbotti qualcosa in spagnolo quando una voce fin troppo conosciuta ti gela il sangue nelle vene.
“Oh Cielo Quinn, è magnifico!”.
Oh no.
“Per te solo il meglio”.
Ti giri in tempo per vedere Quinn far accomodare Rachel in un tavolo apparecchiato nel bel mezzo del parco davanti al ristorante. Ti allunghi per osservare meglio la scena ma vieni letteralmente inghiottita dal cespuglio, trascinata da Sugar: Brittany si è sporta per aprire la finestra rischiando di vedervi.
“Sono vomitevoli” commenti ma non sai bene se riferirti a Brittany ed Artie o Quinn e Rachel.
Quinn apre la mano di Rachel e le posa un pacchettino colorato; la ragazza spalanca gli occhi e credi che sia tu che lei siate prossime all’infarto: gli orecchini a forma di cuore di oro bianco con un piccolo diamante sono da colpo apoplettico senza pietà.
“Così Quinnie le può fare la respirazione bocca a bocca” ghigni.
“Cos’è la respirazione bocca a bocca?” domanda Sugar curiosa.
“Lascia stare, sei troppo piccola”.
La risata cristallina attraverso la finestra aperta della tua ballerina nelle orecchie ti increspa la pelle, ti viene voglia di piangere.; lui ha tutto ciò che tu non puoi avere, ha Britt. Tu l’hai avuta ma il sentimento più genuino del mondo te la sta portando via.
Stringi forte il polso di tua figlia facendola voltare preoccupata.
“Ti prego, andiamo a casa” mormori.
Cerca di protestare ma la interrompi:” Non voglio assistere a lui che la porta a dar da mangiare alle papere, come ogni volta che usciamo da Breadsticks”.
Vi alzate ed andate alla macchina: prima di mettere in moto, ti permetti di dedicarle ancora una volta uno sguardo pieno di amore, con la fronte sul finestrino che si appanna per il tuo respiro pesante.
 
 
“Allora ragazzi, fra una settimana ci sono le Regionali” esclama fin troppo ilare mister Schue “Dobbiamo definire la scaletta”.
Mercedes e Rachel scattano in avanti pronte a sbranarsi per l’assolo mentre Kurt e Quinn mettono in mostra muscoli e riflessi per tenerle calme: solo tu continui ad essere totalmente immune alla scena, presa come sei ad ignorare Puck che canticchia “Adele” al tuo orecchio. Preferisci di gran lunga perderti nello scuotere delle spalle di Brittany.
Quando la bionda si gira e ti sorride il tuo cuore perde un battito, le sorridi teneramente in un sorriso appena accennato che lei prontamente ricambia.
Cosa vi impedisce di stare insieme?
Artie. Per quanto tu gli voglia bene, adesso è solo un ostacolo fra voi, un’immensa nave da crociera nel mare dei tuoi sentimenti.
Mister Schue riporta la calma chiedendo a Finn di suonare la batteria.
“FINN!” esclami infastidita, visto che sei seduta accanto alla batteria stessa.
“Mi fa molto piacere che ci siano così tante voci per un assolo” comincia Schue e tu sbuffi sonoramente. Voci? Sembravano più leonesse pronte a sbranarsi.
“Comunque ho deciso di mettere in risalto le doti ballerine di Mike e Brittany e..”.
Ma non lo segui più. Hai occhi solo per Brittany che, abbracciando Artie, ha incrociato i suoi occhi azzurri con i tuoi. La guardi fiera ed orgogliosa e le strizzi l’occhio, una cosa che la fa sempre impazzire perché lei non ne è capace.
“Complimenti San!” gongola Puck abbracciandoti e sollevandoti sulla sua spalla.
“PUCK! Noah Puckerman mettimi immediatamente giù o giuro che uso i tuoi gioielli di famiglia per giocare a bocce!” ringhi ancora issata saldamente sulle sue spalle.
“Mister Schue, Santana può cantare Adele?” domanda Noah voltandosi verso Will e rischiando di farti catapultare sul muro a mo’ di proiettile.
Senti il sangue andarti via dalle vene. Ti chiedi se quello che stai pensando non sia vero.
“Certo, ottima idea! Santana, idee per le Regionali?”.
Oh no.
Hai ottenuto l’assolo.
 
“Anche meno Fabrey” sbotti comparendo alle sue spalle in corridoio. Quinn sta letteralmente mangiando Rachel con gli occhi. O meglio, divorando il suo fondoschiena.
“Hai detto qualcosa San?”.
“Mamm.. mamma mia Santana, ecco dov’eri!” trilla tua figlia, riprendendosi dalla gaffe che stava per fare se tu non l’avessi fulminata.
“Ciao Sugar, posso fare qualcosa per te?”.
Ma prima che possa rispondere due braccia ti avvolgono i fianchi ed una voce suadente ti bisbiglia nell’orecchio.
“Bravissima San, sono orgogliosa di te”.
Deglutisci quel poco di saliva che ti è rimasta mentre inali il profumo di pesca della pelle di Brittany.
Tutto il mondo è sparito, ci siete solo voi due. E vorresti che non finisse mai, che ti baciasse ancora.
“Oh Britt..” chiami e intrecci le dita con le sue. Lei ti solletica la guancia col naso e tu perdi quasi il controllo.
“Ieri sono uscita con Artie, dopo Breadsticks mi ha portata a dare da mangiare alle papere! Proprio come facevi tu” confessa.
Ti irrigidisci fra le sue braccia, improvvisamente la sua stretta è diventata dolorosa e soffocante, quasi pesante, e le prime lacrime sgomitano dietro i tuoi occhi per avere il privilegio di essere le prime a scendere, ad essere scorte da Britt.
Non sai se ferisca di più il fatto di per se o il ‘facevi anche tu’. Segno che ti sta dimenticando, ogni vostro ricordo sta sbiadendo come una lettera in una bottiglia.
Torni di botto sulla terra: gli smeraldi verdi di Quinn ti guardano con un misto di tenerezza e preoccupazione, Rachel ha trattenuto il fiato.
“No.. no..” ripeti come un mantra liberandoti della sua stretta e facendo ciò che ti riesce meglio: scappare.
Dai un paio di spallate ma non ti fermi, corri più lontano che puoi, fino agli spogliatoi delle Cheerios e per la rabbia rovesci ogni panca che ti si trova davanti.
 
 
Sugar ti raggiunge dopo non sai quanto. Sei accoccolata sull’unica panca risparmiata dalla tua furia, le ginocchia al petto per nascondere il viso sconvolto dal pianto.
“Non può.. mi uccide e non lo sa!”.
“Oh mamma. Tu la ami da morire” sospira tua figlia avvicinandosi.
“E d’amore sto morendo” gridi riprendendo a piangere.
Sugar si lascia andare ad un urlo di rabbia e tu la guardi stupita mentre anche lei piange; ti alzi e le posi una mano sulla guancia.
“No, io sto morendo” spiega “Solo perché tu non hai il coraggio di fare quello che ti senti, di dirle che siete anime gemelle che non possono stare separate”.
Sfogate il vostro dolore l’una stretta contro l’altra, prigioniere di un destino che non ne vuole sapere di aggiustarsi da solo.
“Stasera vanno al cinema, danno la versione integrale di Dirty dancing” ti informa dopo poco.
Ti fermi un istante a pensare. Ha ragione Sugar, lei sta morendo perché tu non riesci a confessare la verità, quella intera e senza giri di parole, all’amore della tua vita.
“Stai dicendo che dobbiamo andare a pedinarli anche al cinema?”.
Annuisce. “Ottimo, ho una figlia rovina appuntamenti. Non ti immagini nemmeno cosa ho intenzione di fare per rovinare il tuo primo appuntamento”.
“Oh sì che lo so. Vengo dal futuro, non ricordi?”.

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Saaalve! Mi spiace, nella mia testa era più carino ma non sono riuscita ad aggiustarlo. Anyway. Quanta strada deve fare ancora Santana e quanto si deve affidare ai piani di sua figlia? Grazie a tutti colo che seguono, leggono, recensiscono ^^ E grazie come sempre a Londra, che mi salva da probabili disastri di italiano e a Giusy, che mi fa notare gli errori! Hasta luego :D

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Capitolo 5
*** Le Regionali di Santana e Brittany ***


Stupido di un Puck. Cretino di un Puck. Stradeficiente di un Puck.
Non hai più aggettivi per insultarlo mentre lui, fastidioso come sempre, ti soffia all’orecchio “Adeeeele, Adeeeeele!”.
Ti massaggi le tempie prima di stringere forte il colletto della sua camicia blu n ed avvicinarti pericolosamente al suo viso, mostrandogli tutta la tua rabbia.
“Noah Puck Puckerman” scandisci bene “Smettila immediatamente. Ancora non ho trovato il modo di ucciderti ma, se continui, stà pur certo che lo troverò”.
Lui non si scompone e sorride. “Oh San, andiamo. Tu ami Adele”.
“Ma odio di più te”.
Metti le cuffie e ti isoli dalla confusione del pullman che vi sta portando a Chicago per le Regionali.
 
 
Il gran giorno è arrivato ma tu hai passato l’intera settimana a pensare a Brittany ed Artie al cinema, al loro bacio senza fine, alle mani del ragazzo fra i fili dorati della ballerina.
Gesti che vorresti fare tu, che dovresti fare tu, ma per qualche strano gioco del destino sei costretta solo a guardare.
Quinn, Sugar e Rachel hanno trascorso ogni pomeriggio al tuo fianco accogliendo le tue lacrime ed i tuoi silenzi, cercando di fartela dimenticare ma è impossibile scordare chi ti fa battere il cuore.
Sarebbe come morire.
Hai scelto all’ultimo la canzone, su suggerimento di un’esasperata Rachel che continuava a ripetere che non si poteva arrivare alle Regionali senza una scaletta precisa.
Si è anche arrabbiata quando ti ha beccata spiare le prove di ballo di Brittany e Mike nel backstage dell’auditorium; la verità è che non smetteresti mai di vederla ballare, il suo corpo librarsi nell’aria, fenderla come uno schermidore fa col suo fioretto.
Brittany appartiene al ballo come il burro di noccioline appartiene al pane.
Sei sicura che ti abbia visto, i suoi occhi azzurri tornavano su di te ad ogni giravolta e ti facevano morire.
“Dio Santo, smettila di farti del male” ti aveva sibilato Rachel all’orecchio spaventandoti.
“Brittany sta con Artie, fattene una ragione San. Tu hai cercato di aprirle il tuo cuore ma lei l’ha calpestato. Smetti di farti del male, ti prego, non ce la faccio a vederti così” ti ripete.
Sei corsa via dopo esserti asciugata una lacrima, l’ennesima.
 
 
Nessuno di voi parla, vi guardate l’un l’altro dandovi forza con il solo sguardo. Siete tesi come corde di violino ma nessuno lo ammetterebbe mai, solo Mike e Brittany sembrano tranquilli come se fossero in gita. Persino Puck se ne sta buono buono in un angolo dietro la pesante tenda del teatro.
Manca pochissimo alla vostra esibizione e senti la bocca arsa.  
“Sei una mamma bellissima” dice Sugar abbracciandoti forte.
È l’unica a non farti sentire fuori posto per il tuo amore, l’unica a non dirti di lasciar perdere. Hai paura per lei perché il tempo sta correndo troppo velocemente, tu non sei ancora riuscita a dichiararti a Brittany e lei sta morendo; ma non è più arrabbiata, ti sta lasciando i tuoi tempi senza metterti fretta, sebbene abbia più di un motivo per spronarti.
Arrossisci. “Grazie tesoro”.
Sugar si allontana leggermente con un sorrisino divertito stampato in faccia. “Mi hai chiamato tesoro” ti anticipa vedendo il tuo viso stupito.
“Beh, mi devo abituare al fatto che tu sia mia figlia” ammetti.
Poggia la fronte sulla tua spalla e senti subito una strana sensazione sulla tua pelle.
Sono lacrime.
Le sollevi delicatamente il mento con due dita: i suoi occhi sono lucidi, leggermente arrossati, e tira su col naso.
Un’ondata di paura ti avvolge e ti colpisce come il mare in tempesta fa con la spiaggia.
“Ho paura mamma, tanta” soffia “Manca poco, troppo poco. E tu ancora non hai..”.
“Sssh, amore, calmati”.
“NO!” grida dandoti una spinta e facendo voltare tutti. “Tu non capisci!”
La osservi correre via dando una spallata prima a Mike e poi a Puck. Ti porti le mani fra i capelli gemendo.
“Stupida, stupida, stupida”.
Brittany si avvicina e non ti sottrai alla sua carezza anzi, chiudi per un momento gli occhi e ti concentri su di lei, sulla sua mano fresca sulla tua pelle incandescente, le sue labbra così vicine al tuo orecchio.
“Cosa succede San?”.
Per un momento, un folle momento, sei tentata di dirle tutto, del tuo amore, di Sugar, del maledetto tempo che non vi lascia scampo; ma di nuovo quella vocina rimbomba nella tua testa.
Britt è un’amica e tu hai paura di perderla, una volta confessati i tuoi sentimenti.
Scuoti la testa tristemente.
“Non posso dirtelo Britt, mi dispiace”.
Il suo sguardo triste è un pugno nello stomaco, vorresti saldare fra le tue mani il suo dolce viso e cancellarlo a suon di baci, quel broncio adorabile.
Ma ti limiti a tenderle la mano ed ancorarle il mignolo al tuo.
Ed il sorriso di Brittany ti dà sollievo.
Schue entra nel backstage.
“Andiamo ragazzi, tocca a noi. Ballate e cantate con tutti voi stessi e sarà come bere un bicchier d’acqua”.
“I bicchieri sono fatti d’acqua?” ti chiede Brittany sporgendosi al tuo orecchio.
Sorridi e rispondi. “Oh Britt, non cambiare mai, ti prego”.
Il sipario viene calato e prendete rapidamente posto: Mike, accanto a te, ti fa l’occhiolino e gli sorridi di rimando.
Kurt comincia ‘Bad Romance’ e tutto scompare attorno a te.
Ti piace ballare con quel gruppo di debosciati, come ti piace chiamare il Glee Club: Mike si muove da Dio, sotto la sua presa sicura senti che potresti conquistare il mondo.
 
È bello sapere che c’è sempre qualcuno per te.
 
È sorprendentemente veloce il momento in cui ti trovi da sola sul palco, tu ed il microfono soltanto. E Brittany a pochi centimetri pronta per il suo assolo di ballo.
Le dedichi uno sguardo d’amore: è ancora più bella nel suo vestito di scena, i capelli biondi che ricadono lisci e svolazzanti sulle spalle nude, il vestitino nero che le mette in risalto le gambe e le ginocchia.
Le luci si spengono.
Solo tu e lei, nient’altro.
 
When the rainis blowing in your face
And the whole world is on your case
I could offer you awarm embrace
To make you feel my love
 
Per lei, canti solo per lei. Brittany si libra attorno a te, delicata come una farfalla, gentile come una carezza. Vuoi che ogni parola la colpisca come un proiettile, che Brittany sappia che ogni nota è per lei e lei soltanto.
 
I know you haven't made
Your mind up yet but I would never
Do you wrong I've known it
From the moment that we met
No doubt in my mind where you belong
 
I tuoi occhi cercano i suoi come la calamita attrae sempre il ferro, siete legate da un filo invisibile, è inutile negarlo. Tu la ami, non puoi fare a meno di lei nella tua vita. Ti passa accanto, i suoi capelli ti solleticano la guancia. Dios, quanto è bella.
 
The storms are ragingon the rolling sea
And on the highway of regret the winds of change
Are blowing wild and free
You ain't seen nothing
Like me yet
 
Più canti e più senti di essere la donna giusta per Brittany. La veneri, la porti nel tuo cuore, è la tua linfa vitale. È l’aria che espande i tuoi polmoni, è il sangue che scorre nelle tue vene.
 
I could make you happymake your dreams come true
Nothing that I wouldn't do go to the ends
Of the Earth for you
To make you feel my love, To make you feel my love
 
Porti entrambe le mani al cuore mentre la tua voce si fa più acuta e Brittany sfiora il tuo vestito prima di cadere fra le tue braccia e tu, pronta, l’afferri al volo in un tenero casquet che chiude l’esibizione.
Nel buio del palco sussulti quando senti la mano di Brittany sfiorarti la guancia e raccogliere una lacrima che non ti sei accorta di aver versato.
Respiri sulle sue labbra e ne approfitti.
Allunghi il collo e accarezzi le sue labbra con le tue.
Ti stacchi quasi subito perché hai paura che qualcuno vi possa vedere ma lei ti dedica uno sguardo speciale, di quelli che ti scaldano il cuore in una gelida serata d’inverno.
Le baci le nocche una ad una.
Dios, quanto la ami.
 
 
Per i corridoi è solo festa, avete vinto.
“Sssh!” soffia Sugar appollaiata davanti alla porta di Rachel e Mercedes.
Ti avvicini e tua figlia ti fa segno di fare silenzio; lei sbircia dalla serratura, tu ti accontenti dello spiraglio della porta.
Nella stanza, Quinn è seduta di spalle sul letto e Rachel è difronte a lei, non si parlano, si guardano soltanto.
“Ti amo Rach” confessa Quinn.
Sugar si lascia sfuggire un gemito, tu ti giri così violentemente da sbattere la tempia contro il legno della porta.
“OUCH!” ti lamenti e Sugar ti tira una gomitata nella pancia.
“Cos’è stato?”. Rachel, curiosa come un gatto, si avvicina ma ringrazi mentalmente la sete di sesso di Quinn che la blocca con un sensuale:” Vieni qua tu”.
Trascini via tua figlia prima che veda cose non adatte ad una bambina.
“Sugar, ti proibisco di vedere cose del genere fino a quindici anni!” la rimproveri seriamente.
Lei ti guarda poi scoppia a ridere.
“Cosa c’è?” chiedi indignata.
“Scusa ma sei buffissima”.
“Ma chi te l’ha insegnata l’educazione? Rispetta tua mam-“.
La risposta arriva prima che tu finisca la frase e sbuffi mentre lei se la ride di gusto.
“Hai parlato con mamma B?” chiede all’improvviso e vi fate serie.
Ti mordi un labbro, stai per dirle del bacio rubato. Ma è una cosa solo fra voi, intima, che nessuno dovrebbe sapere.
Andiamo, è tua figlia! Davvero vuoi dirle che riempi di baci sua madre?
“No, è sempre con Artie” mormori triste.
È vero, non hai mai avuto Brittany per te, sempre Quattroruote fra i piedi. Ti manca tanto, non siete mai state lontane così a lungo, ma Britts sembra non accorgersene, presa com’è dal suo fidanzato; eppure, sul palco, sembrava che avesse occhi ed anima solo per te.
Lei, l’unica a sapere ogni tua minima sfumatura, lei che sa gestire le tue paure, i tuoi sentimenti.
L’unica in grado di far cadere la tua maschera.
Lei deglutisce: si vede distante un miglio che deve dirti qualcosa.
Inclini la testa e la esorti a parlare con un colpetto sul braccio.
“Mancano..”.
Ma non finisce la frase perché Brittany fa capolino nella stanza.
“San sei qui? Possiamo parlare?”.
Sugar esce non prima di aver fulminato sua mamma con un’occhiataccia e Brittany sbuffa, poi ti incatena con i suoi pezzi di cielo.
“Britts, io..” cominci ma il suo indice sulla tua bocca ti impedisce di continuare.
“San mi manchi tanto. Sei la mia migliore amica, io.. io ho bisogno di te”.
Il respiro si blocca in gola, lo stomaco è stretto una morsa.
“Da quando sto con Artie tu.. tu sei cambiata, e non mi piace. Prima passavi ogni serata a casa ed ora non vieni più e manchi anche a Lord Tubbs. Mi mancano le nostre serate film con i pop corn allo zucchero. Mi manchi tu San”.
Abbassi la testa per non mostrarle gli occhi lucidi.
Brittany intreccia le lunghe dita alle tue e porta la fronte quasi a contatto con la tua. “Non ti piace Artie, vero? Lui è buono San, te lo giuro. Mi fa ridere, mi porta a vedere le papere, mi compra gli album da colorare e-“.
“Sono tutte cose che ho fatto anch’io!” esplodi. Non vuoi arrabbiarti con lei ma non riesci a tenere la bocca chiusa.
“Britt..” ansimi cercando di riprendere il controllo “Io faccio tutte queste cose ma tu sembri essertene dimenticata. Io ti amo Brittany, più di ogni altra cosa al mondo, e fa male non poterti avere, vederti con un ragazzo che non ti merita”.
Una lacrima solca il tuo viso perdendosi fra le labbra socchiuse mentre Brittany, immobile, incassa la dichiarazione.
“Si ti amo Britts. Ho cantato solo per te oggi, ogni singola parola. Perché non riesco a respingere questo mio sentimento, non riesco a non farti sentire il mio amore”.
Non sai bene se il macigno effettivamente si toglie o si appesantisce, sai solo che il bacio di Brittany è il più tenero che tu abbia mai ricevuto.
Non è solo uno sfiorarsi di labbra e di sentimenti, forse è l’inizio di un qualcosa di nuovo che spaventa e fa ridere allo stesso tempo.
La ballerina si stacca e ti guarda a metà fra lo spaventato ed il confuso.
“Io.. io sto con Artie San”.
 L’ultima cosa che ricordi prima di svenire sono due lucidi occhi blu e Brittany che urla il tuo nome.
Ti risvegli con un fazzoletto umido sulla fronte ed il vestito slacciato. Mugoli qualcosa di indefinito e subito Quinn si materializza al tuo fianco.
“Come ti senti?”.
Appena prima di risponderle, il ricordo della conversazione con Brittany ti investe ed il tuo corpo viene attraversato come da una scarica elettrica che spaventa la bionda.
“San!” grida.
Scuoti la testa e ti rannicchi su un fianco.
Fa male, molto male, essere messi in secondo piano. Ti senti una perdente perché qualcuno migliore di te ti ha battuto sul tempo, ha vinto lo sprint che ti porta a tagliare per prima il traguardo del cuore di Brittany.
Ti lasci andare ad un sordo lamento mentre Quinn ti accarezza i capelli.
“Mamma!”.
Spalanchi gli occhi sentendo l’appellativo di Sugar.
Volti appena la testa per incontrare il sopracciglio alzato made in Fabrey.
“Mamma mia Santana, non ti si può lasciare un momento da sola!” ghigna tua figlia.
Ti appunti mentalmente di metterla in punizione.
“Santana Diabla Lopez c’è qualcosa che mi devi dire?”. Il tono di Quinn congelerebbe anche una minestra calda.
“No Lucy Quinn Fabrey”.
“Se lo dici tu.. vi lascio sole, Sugar sembra ti abbia punto una tarantola”.
In effetti Sugar sta saltellando come una bimba in un negozio di caramelle.
“Abbiamo un problema” dice poi con tono grave.
Ti sollevi sui gomiti e la guardi accigliata.
“Ho solo quattro giorni di tempo per mettere a posto il destino. Poi io morirò. E voi probabilmente con me”.


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Saalve! Scusate il ritardo ma ero in vacanza e non potevo scrivere. Anyway. Le tanto sospirate Regionali con tanto di sviluppo della storia e rivelazione finale da parte di Sugar. Che ne pensate? Un grazie immenso a tutti ma soprattutto ad Ila che mi ha fatto da beta ^^
Hasta luego :D

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Capitolo 6
*** La decisione di Brittany ***


La morte cerebrale è definita come la cessazione ogni qualsiasi funzione cerebrale nonostante il cuore continui a battere.
Se il sesso svuota, l’amore riempie, entra in ogni organo, si insinua nel più piccolo spazio, si incolla come un adesivo.
 
Il cervello è la parte razionale dell’amore, il cuore la parte passionale.
Vanno di pari passo ma sono in contrasto fra loro, qualsiasi decisione voglia prendere il cervello, il cuore dirà sempre il contrario: se la mente vuole andarci piano, il cuore batterà sempre più forte.
 
E tu ci vuoi andare piano con Brittany, lei è il tuo cristallo.
 
Le sue gambe lunghe tremano incontrollate mentre le risali dolcemente sfiorandole con i polpastrelli e con le labbra: l’amore si impadronisce di loro per dirti ‘vai piano’ oppure ‘corri, è la persona giusta per te’.
E da come Brittany corre capisci che lei è la donna della tua vita.
 
Brittany ha gli addominali più scolpiti e la pancia più piatta che tu abbia mai visto ma adesso sembrano secoli che li veneri con i tuoi baci leggeri guidati fra le sue mani fra i tuoi capelli. Si dice che quando si ama lo stomaco sia una stretta morsa, si contorca su se stesso tanto che ci vorrebbe una magia per liberarlo. E quasi lo puoi sentire mordicchiando la sua pelle e giocando con il suo ombelico.
E da come il suo stomaco borbotta capisci che è lei la donna della tua vita.
 
Le braccia di Brittany sono forti, le sue mani delicate mentre giocano dolcemente con i tuoi capelli stringendoli appena. L’amore usa le mani per guidarci, conoscere l’altra persona, anche picchiare qualche volta. Ma sai che Brittany vuole solo farti conoscere ogni centimetro del suo corpo perfetto, lo senti da quei movimenti impercettibili che appartengono solo a lei.
E da come le sue mani vagano incontrollate sulla tua schiena capisci che è lei la donna della tua vita.
 
Il bacino è l’irrazionalità, l’istinto incontrollabile, non puoi mentire al luogo più segreto che esista nel tuo corpo. È la prima volta ma è come se tu lo facessi da sempre, Brittany è tua, solo tua, sembra che tu sappia esattamente di cosa ha bisogno in questo momento. E Brittany non mente, le sue labbra parlano per lei, la sua gola sa esattamente cosa dire mentre la baci, la baci e la baci ancora, perché lei deve sapere che il Paradiso esiste e che l’ha visto assieme a te.
 
Il cervello si spenge quando facciamo l’amore, non c’è posto per la ragione.
Il cuore batte più forte, quasi schizza fuori dal petto, è più veloce del tuo respiro perché deve dirlo a tutti che la passione ti sta invadendo.
Non senti che il battere furioso del tuo cuore, non hai mai provato sensazione più bella mentre Brittany si accoccola esausta sul tuo petto.
Il suoi capelli biondi ti solleticano la spalla, la guancia accaldata preme contro la tua clavicola ed il suo respiro affannato si quieta lentamente assieme al tuo. Ti godi il silenzio, rotto solo dagli ultimi ansiti di Brittany.
Solleva appena il viso e ti guarda con quei suoi occhioni blu che ti fanno capitolare, le carezzi il fianco sotto il vestito e lei rabbrividisce rannicchiandosi ancor di più contro il tuo corpo.
“Hai freddo Britt?” chiedi piano.
Lei scuote la testa.
“San..”. La sua voce è impercettibile, se non ci fosse completamente silenzio quasi non l’avresti sentito.
“Britt?”.
“Cosa abbiamo fatto esattamente?”.
 
Nei cento metri la razionalità scatta per prima allo sparo, parte veloce per fregare tutti, vuole dimostrare che è più forte e che può vincere contro il tempo, il suo più grande nemico. Non ha considerato il suo secondo maggior nemico, la passione, che come i più grandi di sempre parte piano per poi sorprendere il pubblico nello sprint finale tagliando il traguardo davanti a tutti.
E quando la passione si volta indietro e vede la razionalità a terra con il fiatone che la osserva, non può fare a meno di sorridere e pensare che comunque vada vincerà sempre lei.
Non puoi sperare di vincere contro i mulini a vento.
 
La parole ti si incastrano in gola e deglutisci a fatica, glielo devi dire.
“A-abbiamo.. oh Gesù.. abbiamo fatto l’amore Brittany” dici tutto d’un fiato.
Vuoi trasmettere i tuoi sentimenti a Brittany, farle capire ciò che ha significato per te farla tua sul palcoscenico del teatro dove avete trionfato alle Regionali.
Brittany appartiene a te come appartiene al palcoscenico, balla sulle assi di legno e sul tuo cuore senza mai stancarsi.
La sua stretta si fa appena più forte come se si aggrappasse ad un’ancora, il suo respiro è più corto.
“Non devi avere paura, va tutto bene”.
“Io.. io sto con Artie” si giustifica e il tuo cuore perde un battito.
Non può averlo detto.
“Ma.. ma ho sentito qualcosa” confessa con la testa immersa nei tuoi capelli. Avverti una strana sensazione alla tua clavicola, sono le piccole lacrime che Brittany non riesce a controllare.
Non ti è mai piaciuto vederla piangere ed ora che sei tu la causa del suo pianto vuoi fare di tutto perché smetta. Ti sporgi e catturi ogni goccia salata con l’indice sorridendole appena.
“Ho sentito il mio cuore battere forte con il tuo, sembrava volesse uscirmi fuori dal petto. Ed è stato bellissimo, gli unicorni cavalcavano nella mia pancia, nei miei occhi. Tu sei.. sei così..”.
“Oh Britt..” sospiri.
“San mi è piaciuto molto fare l’amore con te ma io sto con Artie.. e se gli dico di noi due ci starà male ed io non voglio. È il mio ragazzo”.
Chiudi per un momento gli occhi.
Brittany ha sentito qualcosa, solo non vuole ferire Artie.
È una cosa che hai sempre ammirato di lei, la sua lealtà verso gli altri.
 
Alla fine della corsa però la razionalità vuole la sua parte perché, purtroppo o per fortuna, essa è parte di noi e spesso ci impedisce di fare stupidaggini, di dar retta alla fretta per poi trovarsi col culo per terra. Allora il cervello ferma il cuore e lo avverte:” Non andare troppo veloce o ti farai del male. E un cuore che fa male beh, non lo vuole nessuno”. È stronza la razionalità ma ha dannatamente ragione.
 
Prendi un profondo respiro.
“Britt io non posso più ignorare il mio cuore, batte troppo forte se tu sei vicino. Mi piaci e tanto anche ma.. ma se vuoi stare con Artie lo capisco”.
Affondi il viso nei suoi capelli biondi e liberi qualche lacrima silenziosa.
Odi dover mettere Brittany davanti ad una scelta ma senti che non puoi andare avanti così, non ne puoi più di vederla con Artie e brucia dentro sapere che lui può avere tutto ciò che a te sta sfuggendo.
Brittany alza il viso verso di te, i suoi occhi sono leggermente arrossati e le guance adorabilmente dipinte di rosa. Le sue labbra sono ad un millimetro dalle tue.
“Britt..” l’avverti ma non fai in tempo a finire che Brittany chiude definitivamente le distanza fra voi due, il suo naso sfiora il tuo labbro superiore e non senti più niente.
 
 
 
“Santana? San? SANTANA LOPEZ!”.
“Mph?” borbotti senza aprire gli occhi.
Uno scappellotto ed un peso sulla spalla ti costringono a scontrarti con lo sguardo minaccioso di Quinn, tenuta a forza da Rachel.
“Cosa succede?”.
Quinn fa un cenno verso Artie, seduto in disparte sul pullman che vi porta a Lima. Sbagli o quando siete saliti Artie e Brittany si erano seduti accanto tubando come sempre? Cerchi la tua ballerina ma non la vedi, ti agiti un pochino.
Quinn ti tira per un braccio, quindi sbuffi e ti avvicini al ragazzo posandogli una mano sulla spalla. Lui si volta con un’espressione arrabbiata, che mai hai visto sul suo viso.
“Sei una stronza” sibila e ti da una spinta che ti fa sbattere contro un sedile.
“Artie ma cosa..”.
“L’ho persa! L’hai manipolata e Brittany mi ha lasciato!” urla.
Resti a bocca aperta.
Ha fatto una scelta, Brittany ha scelto te.
Artie agita le mani per colpirti quando una mano ferma lo blocca per il polso.
“Smettila immediatamente” ringhia Sugar.
Senza dubbio sangue Lopez, pensi compiaciuta.
“Andiamo San” aggiunge Sugar e ti porta verso due sedili vuoti.
“Cosa succede fra te e mamma Britt?” mormora fra l’incerto ed il curioso.
Valuti per un momento se confessarle di aver fatto l’amore con lei poi decidi di soprassedere: è tua figlia, non deve sapere di certi momenti intimi fra le sue madri.
“Credo.. credo che abbia lasciato Artie, ma non ne sono sicura. Piuttosto, cosa intendevi con quella storia di morire?”.
Tira un grosso sospiro. “Fra quattro giorni io.. la mia esistenza non avrà più un senso, semplicemente svanirò. Devi fare l’amore con Brittany, dirle tutto. Solo così possiamo salvarci”.
“Ma perché moriamo anche noi?” domandi confusa.
“Perché così i Chimici hanno deciso.. il futuro, come ti ho detto, è la moltiplicazione di eventi che devono necessariamente accadere, anche se spesso non ce ne accorgiamo, vengono da soli. Se non avvengono.. diciamo che c’è qualcuno che li fa a succedere per forza, i Chimici appunto. Loro hanno fatto il possibile, ora tocca a me ma evidentemente sto fallendo anch’io nel mio intento”.
“Quindi devo dirle di te, di noi, perché tutto vada bene?” chiedi per sicurezza.
Lei annuisce e rimane ad assaporare il silenzio.
“Ho paura” bisbiglia con voce rotta “Ho paura di morire. Curioso no? Non sono ancora nata e sono spaventata dall’idea di andarmene, di non godermi la vita con voi. Io.. io non ce la faccio, devo andare a dirlo a mamma Britt!” grida e fa per alzarsi.
L’afferri per un braccio e la fai sedere nuovamente.
“Non osare farlo signorina” la rimproveri secca “Non adesso che tua madre ha lasciato Artie e non ora che abbiamo fatto..”.
Gli occhi castani di Sugar brillano mentre lei squittisce e batte le mani come un cucciolo di pinguino.
“Avete fatto l’amore?”.
Arrossisci violentemente. “Non sono affari tuoi”.
“Oh sì che lo sono!”  saltella felice “Non capisci? Adesso una tessera del puzzle è al suo posto, poi non ci resta che..”.
“Tesoro aspetta. Qui non si tratta di me e tua madre ma du lei ed Artie. Si sono lasciati e lei è a pezzi, non so nemmeno dove sia su questo dannato pullman. Non puoi dirle una cosa del genere”.
Scuote la testa. “Devo, tu non capisci. Devo dirle che ammetta i suoi sentimenti per te. Quattro giorni, ricordi?”.
Ti scavalca e parte in direzione di Brittany senza che tu possa fare niente. 

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Saalve! Mi scuso per il ritardo ma le vacanze sono le vacanze ^^ Brittany ha preso una decisione importante ma deve ancora conoscere tutta la verità, mentre Santana ha compiuto un passo importante. Chissà cosa riserverà loro il futuro! Un grazie immenso ad Oldie ed Ila che mi hanno aiutato e corretto il capitolo, a chi segue e chi spende un minuto per due righe! Hasta luego :D

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Capitolo 7
*** Sugar ha sempre idee geniali ***


Non ti sei mai sentita così impotente: Sugar sembra riuscire a far crollare ogni tua certezza con un gesto o una parola.
“No Sugar, non lo fare!”.
“No, tu non capisci!” grida lei “Se non lo faccio morirò. Tutte moriremo mamma!”.
Sembra non importarle di urlare nel bel mezzo di un pullman.
Le teste di Puck e Mike spuntano curiose ma li fulmini con lo sguardo e loro, timidamente, si concentrano nuovamente sull’ultimo numero di Batman.
Le afferri un polso.
“Ha appena lasciato Artie, non puoi farle una cosa del genere. Non a tua madre, Sugar Lopez – Pierce capito? Se proprio vuoi, puoi dirglielo quando torniamo a Lima. Fino a lunedì ti proibisco di parlare con lei” la rimproveri.
Si divincola per liberarsi ma tu aumenti la tua stretta.
“Mamma deve sapere che si sta innamorando di te. Non.. non ha lasciato Artie perché avete fatto l’amore” Borbotti qualcosa che somiglia molto a “non sono affari tuoi” ma lei ti ignora “L’ha lasciato perché ti ama.”.
Ti osserva con uno sguardo da cucciolo molto Brittany.
“Ti prego, scusami”.
Parte verso Brittany senza che tu la possa fermare e la paura si impadronisce di te, avverti che qualcosa sta per cambiare e non puoi fare nulla per fermarlo, devi solo subire il destino.
 
Maledetto destino.
 
Scivoli indietro finché la tua schiena impatta contro il finestrino, vorresti scomparire dal pullman, speri di venire dimenticata al prossimo autogrill nel quale vi fermerete.
Respiri pesantemente mentre chiudi gli occhi e ti lecchi le labbra piene del sapore di Brittany, la tua mano scorre sui tuoi jeans cercando freneticamente il bottone quando due mani ti bloccano i polsi tremanti.
“San?”.
“Lasciami stare Quinn, credo di avere un infarto”.
“Che?”.
“Senti? Il cuore batte forte, ho la pelle d’oca e.. e mi sudano le mani e tremano e..”.
“E chiudi il becco Santana” ti rimbecca Quinn.
Socchiude gli occhi e avvicina pericolosamente il viso al tuo.
“Che c’è?”.
“Sei diversa” constata sospettosa.
Sgrani gli occhi e diventi color peperone come se ti avessero appena acceso un fuoco sotto al mento, balbetti qualcosa di incomprensibile agitando le mani.
“Lei e Brittany hanno fatto sesso mi pare ovvio!”.
Rachel spunta dietro Quinn con gli occhi luccicanti mentre ogni muscolo del tuo viso si pietrifica e sei combattuta fra lo schiaffeggiare Rachel e svanire come Harry Potter sotto il mantello dell'invisibilità.
La testa bionda di Quinn ondeggia più volte fra Rachel e te con un’ espressione da Oscar a metà fra lo stupito e il consapevole che dice “oh finalmente”.
“E tu come lo sai?” soffia in direzione di Rachel.
“Oh ma è così ovvio! Solitamente Santana si siede vicino a Brittany, mette la testa sulla spalla di Brittany, prende Brittany per mano.. ma non oggi, non dopo che abbiamo stravinto le Regionali. Che, devo dire, sono state una barzelletta: un gruppo di vecchietti che costruisce covoni di grano? Ridicoli! Per non parlare di..”.
“Rachel ti prego, zitta” tagli corto prima che ti sanguinino le orecchie.
“Fammi un favore Quinn: baciala, almeno avrà la bocca occupata in qualcosa che non sia chiacchierare” ghigni acida.
Ti rannicchi ancor di più contro il vetro del finestrino cercando di ignorare il rumore dei baci umidi delle tue amiche.
 

Appena il pullman parcheggia all’autogrill ti precipiti fuori, ti senti quasi soffocare ed hai bisogno d’aria. Porti le mani sui fianchi e inclini la testa all’indietro inalando quanto più ossigeno possibile.
“Santana”.
Una sola parola lascia le sue labbra, è carica di una freddezza che non le appartiene.
Una mano sulla spalla ti costringe a voltarti e vieni trafitta dal suo sguardo severo. Hai l’impressione di averla combinata grossa e di essere nei guai, come se ti avessero appena beccato con le mani nella marmellata.
“So tutto”.
“Britt ti prego, io..”.
Il suo indice sulle tue labbra e sospiri contro la sua pelle soffice.
“Una figlia dal futuro Santana. Abbiamo una figlia e non me lo dici”.
“Brittany” soffi.
Improvvisamente quel singolo dito ti spinge indietro quasi violentemente.
“Cazzo Santana!” urla improvvisamente Brittany “Tu mi hai nascosto una parte importante della tua vita, della nostra vita! Come hai potuto?”.
Brittany ricaccia indietro le lacrime ma i suoi occhi sono più lucidi di uno specchio.
“Britt ti prego, ricominciamo” la implori con voce strozzata “Hai ragione, dovevo parlartene ma ho avuto paura. Sai quando sei in quel fottuto equilibrio fra amicizia e qualcosa di più? Io avevo paura di perderti. Non me lo sarei mai perdonato”.
Porti la sua mano sul tuo petto, che si alza ed abbassa seguendo il ritmo impazzito del tuo cuore.
“Lo senti BrittBritt come corre? Non ci posso fare niente” accenni un sorriso “Ti prego”.
“Mi hai mentito” sussurra la tua ballerina.
Scuoti la testa fra le lacrime e ti sporgi in avanti per baciarla ma lei si scansa e sai esattamente cosa sta per accadere.
 
 
“Santana? Ecco dove eri, ti ho cercata dappertutto. Sbrigati, dobbiamo ripartire”.
“Lasciami qui Rach”.
La tua voce giunge ovattata, le tue braccia circondano il capo ed il tuo viso è completamente appoggiato sulle ginocchia. Ti impedisci di scoppiare a piangere nonostante quello che è successo: Brittany ti ha gridato contro come mai ha fatto, ti ha lasciato.
Vorresti che il mondo ti crollasse addosso.
“Andiamo, non fare la bambina” ti esorta senza molto successo.
“Sta piovendo” le fai notare “Voglio affogare in questa cazzo di pioggia Rachel. È così difficile da capire?”.
Rachel sbuffa. “Piantala San. Muovi quel culo e andiamo”.
Ti tira per un braccio ma tu opponi resistenza: non vuoi salire sul pullman, non vuoi tornare a casa.
Non vuoi respirare l’aria che respira Brittany.
Tendi il braccio e sul tuo palmo aperto vi cadono tante goccioline che poi precipitano sui tuoi jeans.
“I rapporti umani sono come la pioggia: cadono numerosi, alcuni futili, alcuni devastanti ma passeggeri. Altri invece” sorridi malinconica “Beh, alcuni si fermano nella tua vita, e tu non vorresti perché certe volte la pioggia ti sorprende senza ombrello e non puoi fare altro che prenderla in pieno, non puoi fare altro, è talmente irruenta che non puoi scappare, non ti lascia chiudere la mano”.
Sospiri. “Tieni il tuo palmo aperto perché quella pioggia ti colpisca in pieno.. ma non puoi catturare la pioggia no?”.
Rachel sorride e racchiude le tue dita a pugno.
“A volte basta semplicemente chiudere il recinto per non far scappare il cavallo”.
Ha appena paragonato Britt ad un cavallo?
“Scusami?”.
“Brittany è la tua pioggia vero? Ti ha investito in pieno e non ti ha lasciato via di fuga. Ed ora non riesci a farne a meno, non puoi asciugarti la mano se continua a piovere. Brittany continua a bagnare la tua mano e non puoi farci assolutamente nulla”.
Sgrani gli occhi e diventi improvvisamente paonazza e nervosa, mentre Rachel non sembra essersi accorta di niente e farnetica fra sé e sé.
“Si ma il cavallo?” domandi sempre più confusa.
“Se chiudi il recinto, il cavallo non scappa. Se chiudi la mano e le fai capire che ti fa male.. Brittany resta lì con te”.
Le labbra di Rachel si incurvano ed aggiunge: “Non so cosa sia successo fra te e Britt ma deve essere grave se sei in questo stato quasi catatonico.. e tu non sei mai così sconvolta se si tratta di Brittany”.
“Essere innamorati è grave?”.
“Non lo è mai, Santana. Ed ora andiamo, o resteremo in questa landa desolata per anni”.
Ti aiuta ad alzarti e ti guarda divertita.
“Che c'è?”.
“Sembri Samara con i capelli bagnati davanti al viso”.
“Tu sembri un nano scappato da un giardino invece” ribatti.
“Santana!”.
Sollevi il volto verso il cielo.
Rachel ha ragione. Non riuscirai mai a dimenticare Brittany.
 
 
Hai passato il finesettimana chiusa in casa, non hai voluto vedere nessuno, non hai risposto al telefono.
Fa male, accidenti se fa male, essere la seconda scelta.
Non puoi comandare i sentimenti, se tu ami lo fai e basta, non hai la risposta alle tue domande.
Vorresti stare sempre con quella persona, trovare una minima scusa per parlarle ma, se non ricambia, non fai altro che farti del male e non vuoi permetterti altro dolore.
Hai tolto le foto di te e Britt dalle pareti della tua stanza perché il dolore non bussasse ancora insistente e le hai raccolte in una scatola da scarpe che nascondi sotto il letto.
Hai ignorato le chiamate di Sugar. Morirete? A te sta bene. Se è vero che è l'amore a muoverci, rifiutandoti Brittany ti ha appena tagliato le gambe e sei immobile lì, dove più brucia.
Che poi quando ci piace qualcuno ma questi non ricambia cosa facciamo? Ci facciamo del male, ancor più del solito. Non ne possiamo fare a meno, è come stare più vicini nella lontananza. Si, perché è proprio quello a fare male, la lontananza. Ma anche lo stare vicini perché devi controllarti. E allora non c'è rimedio se non stare fermi ad aspettare e pensare che se quel ciclone non fosse passato sarebbe stato peggio. Molto peggio.
Più volte le tue dita hanno sfiorato la tastiera del telefono indugiando e premendo appena sullo schermo, hai perfino scritto qualche parola ma ti è mancato il coraggio di schiacciare Invio.
La sera prima di dormire il pensiero di tutto ciò che riguarda te e Brittany ti investe come un treno e finalmente piangi: di rabbia, di dolore, di piacere.
Perché essere investiti dal suo ricordo è bello.
Perché Brittany è bella.
 
 
Ripensi al messaggio di Sugar, “Ho bisogno di vederti”, mentre ti tamponi i capelli dopo la doccia; ti ha letteralmente rimesso al mondo, dopo un viaggio lungo e faticoso ed una notte insonne.
Ti ha messo in agitazione, è sicuramente successo qualcosa.
“Santana, mi hija, è arrivata Sugar” ti avvisa tua madre da dietro la porta “E' nella tua stanza. Strana ragazza..”.
Ridacchi al pensiero della sua espressione quando, un giorno, le dirai di essere incinta di quella ragazza.
Quando entri stenti a riconoscerla: Sugar è magrissima, ha gli occhi rossi e gonfi e una lunga benda sul braccio.
“Che succede?” domandi isterica.
“È colpa tua.. tutta colpa tua..” balbetta e ti allontana con una spinta.
La guardi interrogativa mentre lei si asciuga una lacrima.
“NON LE HAI DETTO CHE LA AMI!” esplode.
“È domani vero?” chiedi dopo un istante di silenzio.
Annuisce: il giorno seguente, lunedì, Sugar potrebbe morire e il corso degli eventi cambiare.
Probabilmente non hai ben inteso cosa ciò comporti e sei spaventata e sollevata.
“Non credo che..”.
“E invece mi riguarda!” ti anticipa “perché sono vostra figlia e quelli lassù in alto mi stanno letteralmente uccidendo! E tutto perchè? Perché lei ha lasciato Artie e non hai avuto il fottuto coraggio di confessarle i tuoi stramaledetti e veri sentimenti!”.
 
Quello che ci manca spesso e volentieri è il coraggio: superare quella linea sottilissima di confine fra l'amicizia e l'amore.
Perché se un amore si ripara.. beh, un'amicizia quasi mai. Troppe sensazioni, troppe pedine in gioco perché il puzzle si ricomponga.
 
“Le ho tenuto nascosta la verità su di te, sul nostro futuro” ribatti “Non la biasimo se è arrabbiata con me”.
“Non stai neanche lottando per riprendertela” ringhia.
“Non vuole stare con me!” gridi e sembra una gara a chi urla più forte la verità.
Sugar si asciuga inutilmente le lacrime e ti guarda ferita.
Hai appena deluso un'altra persona e cavolo, brucia.
“Perdonami Sugar” mormori sconsolata.
“Vaffanculo, mamma” sibila lei uscendo dalla tua stanza e probabilmente dalla tua vita.
 
 
I lunedì non dovrebbero esistere, pensi mentre scegli i libri per le prime ore della mattinata.
Le tue buone intenzioni di evitare Brittany per tutto il giorno svaniscono quando la trovi in auditorium che balla da sola, senza musica.
Resti a guardarla incantata, sembra un angelo.
“Ciao” mormori a testa bassa quando lei si accorge di te.
“Ciao” ricambia con freddezza. Afferra bruscamente lo zaino e fa per uscire ma qualcosa la spinge a fermarsi.
“Mi sono rimessa insieme ad Artie” ti informa.
Il tuo cuore si blocca per qualche istante ed apri la bocca ma non ne esce alcun suono.
“Sono.. sono felice per te”.
“No, non lo sei, stai mentendo di nuovo” dice raggiungendoti con due falcate “Stasera andremo al Belgrissino per festeggiare”.
Non capisci perché ti stia raccontando tutto ciò ma i tuoi dubbi svaniscono non appena posa le sue labbra sulle tue e la sua mano solleva dolcemente la gonnellina della divisa.
 
 
“Potreste non pomiciare per qualche minuto ed ascoltarmi per favore?” bofonchi esasperata all'indirizzo di Rachel e Quinn.
Siete sul divano di casa Berry, Sugar accoccolata contro di te che beve cioccolata calda e Quinn e Rachel stese l'una sull'altra.
“Un po' di rispetto per chi è single e sta tentando di riprendersi Britt”.
Quinn si stacca controvoglia.
“Rachel per l'amor del Cielo, abbassati quella gonna! Ci sono dei bambini” le fai notare.
“Chi?” chiede lei risistemandosi.
Tu e Sugar impallidite. Accidenti, a volte dimentichi che gli altri non sono a conoscenza della strana situazione in cui ti sei cacciata!
“Non capisco perché mi abbia raccontato del loro programma romantico” commenti per distogliere l'attenzione.
“Ma è ovvio San” spiega Quinn fra un bacio e l'altro sul collo di Rachel “Così sai dove e con chi è e puoi.. salvarla, ecco”.
Sugar si irrigidisce appena fra le tue braccia: non ne avete più parlato ma sono le 18 e fra sole 6 ore potrebbe scomparire. Alla mezzanotte del martedì Sugar Lopez-Pierce potrebbe non esistere più.
Improvvisamente hai paura e capisci l'immensità delle sue parole.
“Artie, Brittany ed il Belgrissino. Come fare ad impedirlo?”.
“Grazie Berry, avevamo bisogno di un riassunto” sputi acida guadagnandoti un'occhiata assassina da parte di Quinn.
Rachel ci pensa su poi esclama:” Possiamo far finta che Artie abbia un incidente e..”.
“Rachel!” grida Quinn sconvolta.
“Non era male come idea” ghigni.
“Smettila San, non uccideremo nessuno”. La voce minacciosa ed il sopracciglio alzato di Quinn farebbero desistere chiunque e ti limiti ad obbedire borbottando qualcosa.
“Beh, Brittany è un'amante della puntualità” fa notare distrattamente Sugar facendo zapping.
Tre teste si voltano a guardarla.
“Che vorresti dire?”.
“Artie potrebbe casualmente arrivare in ritardo al loro primo appuntamento e a Britt non farebbe sicuramente piacere” chiarisce con un sorriso.
Le scompigli i capelli dolcemente e le sussurri:” Sei proprio mia figlia”.
Quinn è già in piedi. “Beh, che ci fate ancora sedute? Abbiamo un appuntamento da rovinare!”.



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Ehm salve. Scusate il ritardo ma la crisi del settimo capitolo si è fatta sentire! Spero di non essere così in ritardo anche con il prossimo. Cosa avranno in mente per mandare a monte l'appuntamento di Brittany ed Artie? 
Grazie ad Ilaria che ha betato..e per tante altre cose. Grazie a chi legge e chi spende un minuto per due righe! Fatemi sapere cosa ne pensate! Hasta luego :D

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Capitolo 8
*** L'ingegnoso piano Faberry ***


Nota della psuedoautrice. In questo capitolo il punto di vista cambia, dalla seconda persona alla terza persona singolare, per dare una visione più completa..ma dal prossimo capitolo tornerò dal punto di vista di Santana. Buona lettura!

 

 

Lo sguardo di Quinn conferiva un nuovo significato alla parola scettico.
“Che c'è, è meravigliosamente intelligente!” esclamò Rachel.
“E tu sei meravigliosamente impazzita” rispose Quinn alzando gli occhi al cielo.
D'accordo che era un appostamento. D'accordo che dovevano mandare a monte un appuntamento. D'accordo che Santana era stata rinchiusa nel ripostiglio. Ma il passamontagna di Rachel era eccessivo.
Ignorandola, la bionda alllungò la mano e colpì con uno schiaffo abbastanza forte il braccio di Sugar.
“Ehi Bella Addormentata sei pronta?”.

No, Sugar non lo era. Doveva andare tutto come aveva previsto o lei sarebbe.. no, non ci voleva nemmeno pensare, ma in cuor suo sapeva che la remota possibilità esisteva. Era come camminare in equilibrio su un filo sospeso in aria, un passo falso e ti ritrovi a volare per centinaia di metri sperando che ci sia una rete a salvarti.
Quella rete si chiamava Brittany Pierce ed era sua madre.
Si ripetè per l'ennesima volta le parole di Santana: non permettere alla paura di impadronirsi di te o farai qualcosa di veramente stupido.

“Si, sono pronta” disse cercando di non far trasparire l'ansia.
Rachel intanto stava borbottando qualcosa fra sé e sé e gesticolava impazzita; Quinn le si avvicinò quel tanto per capire cosa stesse facendo.
“Non ci credo” disse incredula “Stai cantando il piano!”.
“Altrimenti non me lo ricorderò mai” si giustificò lei arrossendo.
Stavano per uscire di casa quando la loro attenzione fu attirata da violenti pugni su una porta e una voce ovattata che strillava in spagnolo.
“Oh giusto” sospirò Quinn “Santana”.
Per tutto il viaggio la latina si lamentò per il trattamento ricevuto e bersagliò Rachel di frecciatine, finchè Sugar non le bisbigliò in un orecchio:” Brittany”.
Quinn le sorrise, grata di aver finalmente zittito Santana.


Santana lanciava continue occhiate nervose all'orologio. Erano le 19 e 45, ancora quattro ore e quindici minuti e Sugar sarebbe scomparsa dalla sua vita, trascinando con sé l'immensità di sentimenti che provava per Brittany.
Torturandosi una pellicina dell'unghia, osservò distratta Quinn ripetere il piano a Rachel, che saltellava sovraeccitata, e Sugar, i cui occhi colmi di preoccupazione le strinsero in un nodo stretto lo stomaco.
“Tu resti qui” ordinò Quinn rivolta a Santana che, per tutta risposta, tirò fuori dalla borsa un numero di Vogue.
“Aspetta Sugar”.
La latina arpionò il braccio di sua figlia e la costrinse a rimanere seduta nel sedile posteriore. Le carezzò la guancia sussultando al contatto della sua pelle bollente contro quella fredda di Sugar; le sembrava così indifesa eppure così forte da provare a cambiare le carte in tavola.
“Non avere paura d'accordo? Io sono qui, qualunque cosa accada”.
“Mi dispiace San, non volevo offenderti ieri” mormorò Sugar mentre una lacrima si faceva strada silenziosa sulla sua guancia scontrandosi con le dita di Santana.
Santana spalancò le braccia e Sugar vi si tuffò senza indugio, nascondendo il viso contro il suo collo.
“Eccoli!”.
L'annuncio squillante di Rachel le separò.
Era arrivato il momento di dare un calcio nel culo alle avversità e di inseguire il destino.


Il collo di Quinn ruotò in maniera impressionante mentre lei chiudava gli occhi rilassata. Si sentiva un po' come un un film, quando i buoni erano in missione per spaccare qualche osso ai cattivi.
Videro Artie comparire in fondo alla strada, elengantissimo. Sugar ringhiò qualcosa di molto poco gentile fra i denti, gesto che a Quinn ricordò molto Santana e il suo lato iperprotettivo nei confronti di Brittany.
“Sugar, a te l'onore di aprire le danze” sorrise Rachel.
Sugar scivolò fuori dalla macchina e andò incontro ad Artie.
“Artie!” lo salutò con eccessivo impeto “Come stai? Come mai qua?”.
“Ceno com Brittany. Tu invece?”.
Sugar impallidì, aveva un vuoto di memoria. Le emozioni l'avevano improvvisamente sopraffatta, investita come un treno in corsa; le mani le tremarono, animate dal desiderio di schiaffeggiare Artie per aver separato le sue mamme ed aver incasinato il destino.
“Ehm..aspetto”.
Lui aggrottò le sopracciglia e decise di lasciar correre. Stava per andarsene quando Sugar riprese a parlare velocemente, non lasciandogli altra scelta se non ascoltarla.
Le lezioni di recitazione di Rachel servivano a qualcosa allora, pensò Sugar stringendo i pugni nelle tasche.
Parlò finchè Artie non le fece notare di essere in ritardo e la superò, entrando nel locale.
Il suo sguardò vagò prima al cielo e dopo alla macchina, dove Santana era apparentemente immersa nella lettura ma sapeva che in realtà era solo un modo per tenere occupata la mente con qualcosa che non fossero lei stessa o Brittany.
Si sedette sul marciapiede sperando.


Rachel uscì dal bagno del Belgrissino e a Quinn per poco non cadde il piatto di mano: indossava una parrucca bionda e delle lenti a contatto azzurre, un cortissimo vestitino che lasciava molto poco all'immaginazione e tacchi vertiginosi. 
“Dio, ma non rinuncia mai a quelle dannate calze?” la voce acida di Santana rimbalzò nell'orecchio di Quinn facendole quasi cadere il telefono nel bicchiere.
“Sta zitta e fammi godere la scena” tagliò corto Quinn chiudendo la telefonata.
Intanto Rachel si era avvicinata al tavolo di Artie e Brittany, la quale aveva un'aria davvero irritata. Certo, il ritardo di mezz'ora doveva aver sortito l'effetto desiderato.
Quinn si perse guardandola: i capeli biondi svolazzanti, l'adorabile t-shirt a righe nere con un cuore disegnato e gli shorts, quei magnifici stivali che le facevano un sedere spaventoso.
Ci credo che Santana ha perso la testa, pensò.
Il braccio di Brittany la riportò indietro di dodici anni, al giorno in cui probabilmente Santana si era innamorata.

 

Le estati dei meravigliosi anni novanta erano sempre uguali e non mancavano mai i bambini che vendevano le loro creazioni: disegni, braccialettini di perline, bambole, ogni parco aveva il suo mercatino privato dove ci si litigava e si contrattava fino all'ultimo per uno sconto. Che fossero figurine o caramelle non aveva importanza: si sentivano grandi e padroni delle loro finanze.
Ogni giorno Santana si faceva quasi un'ora di autobus per andare a trovare Quinn e la sua vicina di casa Brittany; le erano simpatiche quelle due biondine che l'avevano scelta come amica. A sei anni fa male essere lasciata in disparte.
Oh guarda, un mercatino!” aveva esclamato allegra Brittany trascinando Santana per mano verso i bambini.
La latina aveva alzato un po' la voce per farsi strada ed ora gli occhi blu di Brittany scrutavano attenti ogni mercanzia. La piccola ballerina si sentiva importante, come se Santana le desse quel che le mancava per sentirsi sull'Olimpo. Adorava Santana, la sua lingua tagliente ed i sorrisi che le riservava.
Brittany si mordicchiò il labbro indecisa, Santana, leggermente dietro, continuava a stringerle la mano paziente.
Quanto costa?”. Aveva sentito la mamma chiedere così ed a Brittany era parsa una domanda da grandi, perciò l'aveva ripetuta.
Era un piccolo braccialetto di cuoio intrecciato verde e marrone. Il bambino la guardò e rispose con tono professionale:” Quattro caramelle e due liquerizie”.
Brittany frugò in tasca e tese timidamente una caramella di menta.
Ho solo questa..”.
Mi dispiace, niente da fare” la schernì il bambino.
Ma a me piace!” protestò Brittany con le lacrime agli occhi.
Intanto Santana si era fatta avanti in silenzio. Brittany era veramente triste e lei non sopportava di vederla piangere, Britts aveva la risata più divertente del mondo ed i suoi occhi si coloravano di un azzurro ancor più splendente quando rideva.
Hai solo una caramella! Non posso darti il braccialetto. Vedi Mike? Lui ha le caramelle e le liquerizie!”. E detto ciò prese dalla mano del bimbo con gli occhi a mandorla i dolciumi.
Ma non aveva fatto i conti con Santana.
Lesta la latina rubò il contenuto della mano di Mike e pagò soddisfatta il braccialetto.
Ma erano miei!” protestò Mike.
Sei troppo lento! Come una tartaruga” ghignò Santana e, come tocco personale, gli fece la linguaccia. Mike la guardò per un secondo prima di scoppiare a piangere disperato.
Andiamo Britts” concluse Santana ed insieme raggiunsero Quinn. Dopo che Santana le ebbe legato il braccialetto al polso, Brittany l'abbracciò forte dandole un bacio dietro l'orecchio. Quinn non si sarebbe mai scordata i brividi sul braccio di Santana mentre si incamminavano verso il parco, sempre mano nella mano.

“Salve! Questa sera lo staff del Belgrissino ha voluto esaudire il desiderio di un nostro affezionato cliente, Artie Abrams! Che ne dite di un po' di Bryan Adams per scaldare l'atmosfera?”.
Con voce esageratamente squillante, Rachel si era calata immediatamente nella parte: Santana aveva avuto ragione ad insistere nel darle un compito canoro, non avrebbe sicuramente mandato a monte la serata.
“Artie?” sussurrò imbarazzata Brittany. Avrebbe voluto scomparire, si vedeva lontano un miglio.
Era un bel rischio perchè a Brittany piacevano queste romanticherie melense ma era valsa la pena.
Le luci si abbassarono e Rachel attaccò a cantare 'Everything I do I do it for you”.
Era bravissima, la sua voce spaccava ogni vibrazione, ti pervadeva di tranquillità: certo, a patto che non fosse Run Joey Run. Santana rideva ancora.
Il sorriso di Quinn si allargò vedendo l'adorabile viso di Brittany trasformarsi in una maschera di imbarazzo ed irritazione quando Rachel attaccò Without you. Artie sembrava eccitato ed appagato, come se il teatrino fosse veramente una sua idea.
Quinn sbiancò notando Santana che sbirciava dalla finestra e le fece ampi gesti per allontanarla.
Quella cretina, pensò fra sé e sé, manderà tutto a farsi benedire. Si avvicinò a grandi passi alla latina.
“Vattene”.
Santana la ignorò. “Come sta andando?”.
“Bene. Adesso torna in macchina!” abbaiò Quinn.
“No, ho bisogno di vederla”.
La bionda prese un respiro, pregando che nessuno le vedesse e che Rachel continuasse a cantare. Adesso era passata a Jeff Buckley. Fin troppo romantico.
“No, tu hai bisogno di stare tranquilla. San, non so cosa stia succedendo ma devi fidarti di noi. Brittany è lì e vorrebbe solo sparire da questo locale, il che significa che sta andando tutto bene”.
Santana si lasciò convincere.


Tornata al suo posto Quinn fece cenno a Rachel che poteva smettere e la convinse con smorfie minacciose.
“Grazie! Grazie!”. Rachel si crogiolò negli applausi prima di sparire nel bagno a cambiarsi, poi avrebbe raggiunto Quinn e cenato con lei: se le avessero viste, avrebbe detto di essere entrata durante l'esibizione della ragazza con la parrucca.
Non fecero nemmeno caso alle portate, il loro interesse era catturato dal tavolo alla loro destra, dove Artie stava intrattenendo con pessime imitazioni Brittany, in quel modo quasi tenero che a Quinn ricordava Sam.
Sugar era ancora immobile sul marciapiede, troppo impaurita per alzarsi. Il tempo era incredibilmente volato e non mancava che un'ora alla mezzanotte.
Sospirò rassegnata.
Era stato bellissimo vivere davvero per qualche giorno, entrare in contatto col passato del suo presente per far vivere il futuro. Conoscendosi avrebbe preso la dolcezza e la sensibilità di Brittany ma anche l'acidità di Santana ed il suo sorriso capace di illuminare anche la notte più buia.
Allora significava questo vivere, godersi ogni momento perchè non sai mai quando esso potrà finire. Ed ora che stava per svanire rimpiangeva tutto: sentiva di non aver fatto abbastanza per salvarsi. Certo, Santana ci aveva messo del suo per rovinare le cose con Brittany ma lei, Sugar Lopez – Pierce, era artefice del suo destino.
Portò le braccia al petto e posò la testa sulle ginocchia, scoppiando finalmente a piangere.
Santana fu attirata dai singhiozzi ed accorse spaventata:” Che succede? Tesoro parlami, che hai?”.
Sugar si limitò a scuotere il capo ed a seppellire il viso nell'incavo del collo di sua madre; Santana chiuse gli occhi. Non era giusto.
Il piano stava andando a meraviglia, Rachel aveva perfino bucato le gomme dell'auto del signor Abrams, ma sua figlia stava morendo.
Vide ad un tratto il suo futuro scorrerle davanti: il diploma, la sua laurea e quella di Brittany, lei incinta, il primo passo di Sugar, la sua prima parola.
E decise di non voler rinunciare a niente.
“Stai qui, non ti muovere” le ordinò dolcemente staccandosi.
“Dove vai?” piangnucolò Sugar stringendosi ancor di più a lei.
“Da tua madre”.
La baciò sui capelli ed entrò nel locale.


Brittany aveva passato l'intera serata a fingere di essere interessata ad Artie ma la verità era un impellente desiderio quasi fisico di precipitarsi da Santana e guardare un cartone assieme a lei. O fare sesso. O fare il cambio di stagione. O qualsiasi altra cosa, bastava Santana.
Si era rimessa con Artie solo per farla ingelosire, lo doveva ammettere.
La storia di Sugar l'aveva scossa un bel po' e sì, ce l'aveva con Santana per averle omesso la verità.
Ma anche lei non aveva mai confessato una cosa a Santana: il suo amore.
Sì, Brittany era innamorata di Santana.
Un fulmine a ciel sereno, un'onda improvvisa, una ventata appena più forte: Santana era entrata nella sua vita con irruenza e vi era rimasta.
Era stata con molti ragazzi ma fare l'amore con Santana era stato..beh, diverso.
E cavolo se le era piaciuto.
Non era stato solo sentire l'eccitazione di Santana sulle sue dita, erano stati i gemiti e gli ansiti, i baci di Santana sulla sua spalla, le sue dita fra i capelli.
Una dolcezza propria solo di Santana.
“Scusate. Si salve, buonasera. Vorrei dedicare questa canzone ad una persona in questa sala. Mi manchi amore”.
Sussultò soprattutto Brittany udendo la voce di Santana nel microfono che si trovava sul palco in fondo al Belgrissino.


You've been on my mind
I grow fonder every day
Lose myself in time
Just thinking of your face

 

Quinn e Rachel si guardarono stupite: quell'idiota di Santana stava mandando a farsi benedire il loro perfetto piano!
Mentre Quinn snocciolava una serie di insulti verso Santana, Rachel osservava rapita Brittany: il volto della ballerina si era aperto in un meraviglioso ed innamorato sorriso.
“Credo che Santana abbia avuto il piano migliore” sorrise e Quinn non potè che scuotere la testa, nonostante i continui insulti alla latina.



So I dare you to let me be your, your one and only,
I promise I’m worth it,
To hold in your arms,
So come on and give me a chance,
To prove I am the one who can walk that mile,
Until the end starts.

 

 

La voce di Santana sfumò dolcemente. Accennò un sorriso fra le lacrime.
“Ti amo Britts” mormorò a testa bassa, poi uscì in silenzio ignorando i complimenti dei commensali.
Brittany si alzò di scatto mormorando un paio di scuse ad Artie e la seguì all'esterno, con Quinn e Rachel dietro di lei.
Santana era voltata; la mano di Brittany le si posò sulla spalla e lei si sentì girare su sé stessa per poi essere rinchiusa nell'abbraccio della bionda.
Santana rispose al bacio con passione, muovendo le labbra in sincrono con Brittany. Le strinse dolcemente la t-shirt e fece scivolare le dita sulla sua pelle lattea.
“Ti amo anch'io” sussurrò Brittany staccandosi per un secondo per poi riappropiarsi delle labbra carnose di Santana.
Ma un urlo le costrinse a separarsi. Sugar era rannicchiata su sé stessa, la testa abbandonata sul marciapiede ed il respiro molto corto e superficiale. Svenne ancor prima di spiegare la sensazione di compressione che sentiva sul petto.

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Capitolo 9
*** L'addio di Sugar ***


Sei seduta nell'ambulanza e tutto attorno a te è bianco.

Luci confuse, sirene assordanti: sembra tutto distante, eppure sta accadendo così vicino che ti senti stravolta.

Sugar è sdraiata sulla barella coperta da un lenzuolo, il volto cereo: dal suo petto spuntano fili colorati collegati ad un apparecchio che emette fastidiosi bip. Una maschera l'aiuta a respirare, il suo torace si abbassa ed alza ad un ritmo irregolare.

Le sue palpebre chiuse si muovono rapide come se fossero in fase REM. Sembra agitata nonostante sia praticamente addormentata.

Reclini la testa sul vetro freddo. Brittany ti stringe la mano ed incastra la fronte nell'incavo della tua spalla.

“Ho paura S” mormora.

Le tue nocche le sfiorano la guancia gentili. “Anch'io B, tanta”.



La barella scompare dietro le porte automatiche accolta da un medico e un'infermiera, tu e Brittany siete costrette a restare nella sala d'attesa.

Vuoi tenerti occupata e spedisci un messaggio a tua madre spiegandole che resterai da Brittany per la notte.

Vale princesa, voy a llamar a Lisa” esclama e riattacca.

Brittany ritorna con due caffè e il suo telefono in mano.

“San ho detto a mia madre che avrei dormito da te stanotte, ha detto che chiamerà tua madre” ti informa Brittany sedendosi.

Oh no.

“Britt, mia mamma sa che sono a dormire da te!”.

Vi guardate per un istante e scoppiate a ridere.

Brittany ha questo effetto su di te, ti fa dimenticare per qualche istante dove ti trovi, illumina il tuo piccolo mondo.

Ma lei è il tuo mondo, e non è nemmeno tanto piccolo.

Ti sporgi in avanti e la baci sulle labbra furtivamente, dedicandole poi un sorriso timido.

“Dio che schifo!”.

Ruoti la testa in cerca della proprietaria della voce: non ci metti molto ad individuarla. È una signora grassa sulla cinquantina, infagottata in una pelliccia ed imprigionata in un paio di leggins stretti.

Il tuo viso si trasforma in una smorfia e senti Brittany stringerti delicatamente il ginocchio.

“Chiedo scusa?”

“Siamo in un ospedale, non nella vostra camera da letto. Queste.. queste.. sconcerie” la sua voce è quasi schifata “fatele dove nessuno vi può vedere”.

Un moto di tristezza ti investe e le lacrime ti lucidano gli occhi.

Perchè si permettono di giudicare i tuoi sentimenti?

“Non..non abbiamo fatto niente di male” balbetti cercando di non piangere.

“Ah no? Vi stavate baciando! C'è tanto di male mia cara, tanto. Dio, ma nessuno vi ha mai detto niente? Ma non vi preoccupate, è solo una fase: non avete trovato l'uomo giusto”.

È una doccia gelata.

Brittany non è una fase, è la tua unica certezza. Il tuo universo vacilla come un malato in preda alla febbre ma Brittany è la sola cosa che ti tiene ancorata alla realtà: vi siete perse ma vi siete sempre trovate, perchè le anime gemelle si trovano sempre, attratte come i due poli opposti della calamita.

“Io amo Santana” afferma Brittany con voce sicura.

La donna fa una risata di scherno. “Ma sei stupida tesoro?”.

No.

Nessuno da della stupida a Brittany.

Ti alzi furiosa.
“Non si permetta mai più di dare della stupida alla mia meravigliosa fidanzata. Lei non sa chi siamo noi, le nostre storie, nessuno lo può sapere!” Sei letteralmente fuori di te. “I sentimenti non si controllano, io non riesco a non amare Brittany”. La tua voce trema leggermente. “Ai vostri occhi sarebbe normale se lei fosse un maschio vero? Beh, sappia che non è ciò che Brittany ha fra le gambe che mi ha fatto innamorare di lei. Ma voi non lo capite giusto? Voi vedete solo che è una donna”.

Ed è vero.

Hai avuto qualche difficoltà ad accettare Sugar ma non Brittany; in fondo ne sei sempre stata innamorata, per te è stato quasi automatico. Ma non hai mai pensato che a qualcuno potrebbe dare fastidio perchè semplicemente a te non ha mai dato fastidio sentire le labbra di Brittany sulle tue, le sue mani sul tuo corpo, le sue dita dappertutto.

Se vaya. Y no se atreva nunca jamas a juzgar!”.

La donna apre la bocca per replicare ma fortunatamente un medico chiama “Brown!”, così si dirige verso il bancone della sala d'aspetto, non prima di avervi guardato un'ultima volta.

Ti risiedi dopo qualche istante, dopo esserti assicurata che la donna sia sparita.

Il tuo respiro è corto e veloce, un nodo ti stringe lo stomaco ed hai voglia di piangere.

“San..”.

Prendi il volto di Brittany fra le mani e posi la tua fronte sulla sua, labbra separate di pochi millimetri.

Te quiero Britts. Ti prego, non lasciare mai che nessuno influenzi ciò che sei”.

Brittany sorride. “Mai. Ti amo Santana”.

Vi state ancora baciando quando, un paio di ore dopo, un medico chiama “Lopez – Pierce!”.

Vi scambiate uno sguardo perplesso. Sugar ha entrambi i vostri cognomi!

“Come lo spieghiamo?” domandi a Brittany.

Lei fa spallucce.

 

 

Un'infermiera vi introduce nella stanza di Sugar. Vostra figlia è ancora addormentata ma ancor più pallida di qualche ora prima.

“Ragazze Sugar ha ripreso conoscenza per un attimo ed ha dato i vostri nomi e cognomi. Siete parenti?”.

Impallidisci mentre Brittany risponde tranquilla:” Siamo parenti strette della signorina”.

“Ovvero?” domanda il medico.

“Davvero?” sibili invece tu, sentendo improvvisamente caldo.

“Siamo molto legate, non ha idea quanto. Sugar è molto speciale per entrambe”.

Il medico attende un momento prima di dire:” Una figlia insomma”.

“Esattamente!” esclama Brittany con entusiasmo.

L'uomo sfoglia una cartella, poi spiega che Sugar ha perso molto sangue e dunque necessita di una trasfusione.

“La signorina Sugar ha un gruppo sanguino molto raro, AB negativo. Servirebbe qualcuno che possa donarle il suo sangue nella prossima mezz'ora.. ad esempio lei, Brittany”.

Brittany sorride radiosa e ti chiedi cosa le frulli nella testolina bionda.

“Ho quel gruppo sanguigno, in effetti” dichiara.

“Eh?” dici a voce un po' troppo alta.

Ma il medico sembra non curarsene. “Mi segua, la prego. Non ci metteremo molto”

“Non è nostra amica, è molto di più” protesti.

Brittany ti bacia sulla guancia e segue il medico in una stanza attigua.



Ti avvicini cauta al letto e ti siedi. Aspetti qualche istante, poi timorosa afferri la mano di Sugar e la stringi.

“Sugar, ti prego. Non farmi scherzi d'accordo? Mi dispiace, non ho fatto molto per riprendermi Brittany ma almeno ci ho provato no? Proprio stasera mi ha detto che mi ama!”.

Tiri su col naso nel tentativo di fermare le lacrime.

“Forse se tu non fossi entrata nella mia vita, nella nostra vita, non mi sarei mai accorta di tutto ciò che mi sto perdendo con lei. Voglio un futuro con voi due. Ti prego, non farmi questo”.

Ma Sugar non si sveglia, non reagisce.

“Sugar Lopez – Pierce!” tuoni “Svegliati immediatamente!”.

La porta si spalcanca di colpo.

“Amore che succede? Ti ho sentito gridare”.

Le braccia di Brittany circondano forti il tuo esile corpo come altre mille volte hanno fatto. Ti sta proteggendo.

Ti costringe a girarti nel suo abbraccio e la tua testa si incastra nell'incavo del suo collo.

“Britt..” piagnucoli.

“Ci sono io amore, non me ne vado”.

Piangi finchè la tristezza e la paura non sono scivolate via.

Osservi un'infermiera collegare una sacca di sangue al braccio esile di Sugar.

“L'hai salvata Britt. Hai salvato Sugar” sussurri meravigliata.

Brittany annuisce contro i tuoi capelli.



Il tuo corpo è abbandonato nella poltrona, hai dormito per quasi un'ora. Ti svegli, Brittany è ancora accanto a Sugar e le tiene la mano.

“Novità?” domandi.

Lei scuote il capo. Apri le braccia: Brittany fa il giro del letto e vi si tuffa senza indugio.

Appoggia il suo peso dolce sul tuo torace, le braccia attorno al tuo collo e le gambe strette attorno al tuo bacino.

I tuoi polpastrelli viaggiano per i suoi fianchi come un vagabondo e si fermano sull'elastico dei pantaloni; anzi, vorrebbero fermarsi ma non ci riescono, scavalchi quelli e gli slip.

“Santana ho bisogno di te” mormora Brittany.

E tu fai l'amore con lei.

 

 

Un impercettibile colpo di tosse ti costringe ad aprire gli occhi. Non è Brittany, riposa ancora sul tuo corpo.

Realizzate entrambe che è Sugar e vi districate immediatamente.

“Sugar?” domanda Brittany.

Le labbra secche di Sugar si distendono in un sorriso stanco.

“Ciao mamma. Ciao mami”.

Mi amor” esali quasi di riflesso.

Cerca di parlare ma non ci riesce. Brittany la tranquillizza con una carezza sui capelli.

“Che giorno è?”.

“Sono le quattro di martedì mattina Sugar” le dici.

“Devo..devo dirvi una cosa” ansima Sugar “Devo andare.. andare via. Manca una.. una tessera e il.. futuro sarà.. ahia” si lamenta.

Solleva le spalle ma Brittany la trattiene gentilmente.

“Non vai da nessuna parte signorina” la rimprovera “Dobbiamo incontrare qualcuno? Insomma.. se tu sei veramente nostra figlia e tutta quella storia dei Fisici è vera..”.

“Chimici, tesoro” la correggi gentile.

“.. che ci dica che sei finalmente al sicuro”.

Sugar prende un ampio respiro e vi spiega che in effetti deve incontrare il suo “capo”, una sorta di angelo che la proteggerà fino al vostro matrimonio.

“Angelo?”. Sei sempre più convinta di trovarti nel bel mezzo di una puntata di Streghe.

“Lo chiamiamo così ma non è un vero angelo”.

Brittany annuisce come se per lei fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Dove dobbiamo incontrarlo?”.

Sugar fa un cenno verso la porta ed il medico che si è occupato di lei fa il suo ingresso nella stanza.

“No aspetti. È lei l'angelo?” domandi stupita.

L'uomo annuisce.

Alzi gli occhi al cielo:” Rinuncio a capirci qualcosa” brontoli.

“Lo sapeva del gruppo sanguigno giusto?” sorride Brittany “Era sicuro che avessi l'AB negativo”.

“Mi hai scoperto. Sono stato costretto, era una corsa contro il tempo”.

La testa ti gira vorticosamente e ti siedi sul letto, più precisamente sul piede di Sugar che si lamenta.u

“Ahia!”.

“Sugar non parlare, non vedi che stiamo parlando con questo signore?” la rimproveri.

Il dottore si schiarisce la gola. “Avete rischiato grosso stasera. Stavate per mettere i vostri interessi davanti a vostra figlia, sapevate l'intera situazione!” sbotta “Ha rischiato di morire! E voi avete rischiato di mandare in frantumi il destino. Ci sono eventi che, per quanto proviamo a forzarli, non intaccheranno mai e poi mai il futuro: eravate destinate a stare insieme, da anni. Il destino non aspetta ragazze, mai”.

Sei preoccupata, odi non avere il pieno controllo della situazione. Cosa dovete fare adesso?

Sugar svanirà così come è comparsa? Quanto dovrete aspettare prima di rivederla?

Guardi Brittany ma lei è assorta nei suoi pensieri.

“Quindi?” domandi con coraggio dopo qualche istante “Stiamo insieme adesso, amo Brittany e Sugar è salva?”.

Il dottore corruga la fronte e appoggia il mento sul pugno chiuso, chiude gli occhi ed inclina la testa di lato. Sembra un monaco in meditazione.

Brittany si volta per abbracciare Sugar, come se fosse un addio.

“Dottore?” chiami con più forza.

Lui apre lentamente gli occhi.

Improvvisamente capisci anche tu: non appena lascerete questa stanza Sugar uscirà dalla vostra vita.

Ti rifiuti di piangere: in fondo eri affezionata a quella stramba ragazzina con gli occhi verdi che ti ha fatto innamorare di Brittany.

Deglutisci a fatica e prendi un profondo respiro.

L'uomo annuisce.

“Potreste lasciarmi sola con Sugar per favore?” implori.



Ti siedi sul letto e accarezzi la sua fronte.

“Mi hai fatto prendere un colpo” esordisci.

Non è nemmeno quello di cui vuoi parlare ma devi pur sempre rompere il ghiaccio.

“Mi dispiace” si scusa lei mortificata “Non riuscivo più a respirare, come se il tempo bloccasse i miei polmoni”.

Le sorridi.

“Ti devo delle scuse Sugar. Non ti ho creduto e ho quasi combinato un disastro. È stata una delle sensazioni più brutte della mia vita e non voglio provarla mai più”.

Una lacrima scorre lungo la tua guancia e la asciughi col dorso della mano.

Trovi il coraggio per una domanda che ti preme molto.

“Cosa sarebbe successo se..?”.

“Non lo vuoi davvero sapere” ti interrompe Sugar.

Ti basta. Sei terrorizzata al pensiero di una possibile lontananza forzata di Brittany.

“Posso dirti però che sei stata brava. A volte il destino fa di testa sua nonostante noi proviamo a cambiarlo. Questa volta abbiamo vinto noi perchè ci abbiamo creduto, non abbiamo mai mollato. Quando hai cantato Adele alle Regionali beh, hai capito che non ti saresti posta limiti per metterti con Brittany”.

Abbassi il capo sul pavimento.

“Fare l'amore con lei è stato come metterti a nudo.. in tutti i sensi” ghigna. La fulmini con un'occhiataccia ma poi ascolti interessata.
“Fare l'amore è donarsi completamente ad una persona, altrimenti sarebbe solo sesso. Ti spogli, fai quello che devi fare, ti rivesti e te ne vai no? L'amore è più lento, prende le cose con calma: e alla fine tu e l'altra persona vi coccolate e pensate a cosa avete fatto e..”.

“Stai camminando su un terreno pericoloso bambina” la ammonisci più imbarazzata che arrabbiata.

“Silenzio mami. Ho ragione oppure no?”.

Sbuffi.

Ti chini e le posi un delicato bacio sulla fronte.

“Ti voglio bene Sugar. Ci vediamo presto”.

Entra anche Brittany e le lasci il suo momento di privacy: avete ancora pochi minuti.

“Adesso potete andare” dice il dottore.

“Così? Basta chiudere la porta e tutto sarà finito?” chiede Brittany confusa.

Non si capacita di come si possa scrivere fine soltanto sbattendosi dietro le spalle un'anomina superficie di legno.

“Come possiamo dimenticare ciò che siamo state?” rincara.

Dio, quanto è intelligente.

“Non lo dimenticherete Brittany, fidati di me”.

Ma il viso dolce di Brittany è contratto in una smorfia. E se Brittany non crede ad un angelo non può credergli nessuno.

“Ci sarà un buco nelle nostre vite?” incalza Brittany.

Sono le stesse domande che tormentano il tuo cuore ma che non hai avuto il coraggio di porre.

“Tutto dimenticato? Santana ed io staremo insieme fino al matrimonio ed alla sua nascita ma d queste settimane non ricorderemo niente?”.

La sua voce è arrabbiata.

“Britt..”.

“No S, voglio capire” ribatte lei nervosa.

Sugar ed il medico si scambiano uno sguardo e Sugar annuisce con il capo.

“Non esattamente. Voi ricorderete di una ragazzina, Sugar Motta, che si è unita al Glee Club prima delle Regionali e che vi ha aiutate ad mettervi insieme; non saprete mai che era vostra figlia venuta dal futuro”.

Brittany si morde un labbro in silenzio.

“Continuo a non capire. Come ci dimenticheremo della parte 'sono vostra figlia'? Una botta in testa come nei film?” scherzi.

Le braccia di Brittany ti circondano la vita, la tua testa ricade sulla sua spalla.

“Vi basterà semplicemente uscire” spiega il medico.

No he entendido”.

“Non vi è dato sapere come funziona. Sarebbe soltanto un nuovo ma evitabile problema” dice Sugar e per qualche motivo le credi.

Per qualche minuto nessuno parla.

Tu non sei mai stata fan degli addii, li trovi tristi ed inutili.

“Beh allora..buona fortuna tesoro” augura Brittany, capendo che è giunto il momento di farsi da parte.

“Ciao amorcita. Ci vediamo fra qualche anno” mormori.a

L'ultima cosa che Sugar esclama in questa vita è:” Nemmeno fra troppi anni!”.

Brittany si gira sconvolta e ti sussurra nervosa:” Dobbiamo stare attente a quando facciamo sesso allora?”.

Scoppi a ridere e la baci timidamente ma quando ti stacchi lei sembra ancora preoccupata, così le dai un buffetto sul naso.


 

Prima di uscire guardi un'ultima volta verso Sugar e agiti la mano in segno di saluto.

Poi volti e, intrecciando le dita con quelle di Brittany, ti dirigi verso casa, i capelli lungo il volto per nascondere le lacrime che inesorabili scendono copiose. 


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L'angolo dell'autrice.
Ehm si, scusate il ritardo! Lo studio prende veramente un sacco di tempo! Grazie a tutti, specie a coloro che trovano il tempo di lasciarmi due righe! A presto :)
 

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Capitolo 10
*** Finalmente Sugar ***


Sei anni dopo.

 

Ti fa male la schiena. E le ginocchia. E come dimenticare i piedi. Ti porti una mano sul pronunciato pancione di ormai otto mesi e mezzo mentre Brittany, accanto a te, legge il giornale.

Le conferisce un'aria molto professionale ed estremamente sexy.

“Da quando in qua leggi le notizie finanziarie?” le chiedi ridacchiando.

“Era per darmi un tono”. La sua voce è assorta, come se non ti avesse sentito.

Sorridi. “Io credo che qualcuno voglia salutarti”.

Immediatamente posa il giornale sul comodino e una mano di Brittany corre sulla tua pancia, in tempo per percepire il calcio di Sugar.

La bocca di Brittany si apre meravigliata come se fosse la prima volta. Non smette mai di sorprenderti.

“Tu vuoi uscire non è vero?” sussurra piano alla piccola.

Intrecci le dita nei suoi capelli.

“Britt non incoraggiarla” la rimproveri scherzosa.

Lei avvicina il viso al tuo e ti bacia profondamente. “Ti amo”.

“Anch'io” mormori. Ti lasci sfuggire un grugnito.

“Ti fa male la schiena amore?”.

Annuisci. “Da morire” ti lamenti con voce bassa e piagnucolosa.

Ti tira a sé con delicatezza, tu lasci riposare la testa sul suo petto mentre lei ti massaggia con attenzione la schiena.

Passano cinque minuti prima che tu ti addormenti cullata dalle sua agili dita sui tuoi muscoli.

 

Ti svegli sudata dopo un sogno particolarmente rilassante, credevi di essere al mare in acqua su un materassino.

Sposti leggermente il lenzuolo avvertendo del bagnato fra le tue gambe.

Quando lo guardi ti manca il fiato.

Ti si sono appena rotte le acque.

Scuoti Britt chiamandola affannata ed impaurita; lei si muove ancora mezza addormentata ma è improvvisamente sveglia quando la tua mano guida la sua sulla pozza bagnata sul lenzuolo.

“Amore!” grida.

“Amore niente Britt! Dobbiamo correre all'ospedale!”.

“Santana calmati, non arriverà qui fra dieci minuti” cerca di farti ragionare.

“Voglio andare all'ospedale!” gridi impanicata.

Hai paura.

Vedere Brittany così calma ti fa agitare ancor di più, finchè lei ti imprigiona il viso fra le mani.

“Amore va tutto bene, Sugar è pronta per incontrarci. Lo so che hai paura ma si tratterà di qualche ora, te lo prometto. Mi credi?”.

“Più di ogni altra cosa al mondo”.

Sorride e ti bacia. “Andiamo”.

Sugar sta arrivando.

 

“Perchè siamo venute qui così presto?” domandi.

Brittany ti fulmina con un'occhiataccia: sono passate nove e sei dilatata di sei centimentri. Mentre Quinn e Brittany si alternano al tuo fianco, Rachel si è appollaiata sulla poltrona e snocciola canzoni da cantare appena conoscerete Sugar.

“Don't rain on my parade? Hai spaccato l'altro giorno al karaoke”.

“Scordatelo”.

“Che ne dici di If a girl isn't pretty?”.

“Secondo te?”.

“No, hai ragione. You are woman, I'm a man?”.

Sollevi lo sguardo al cielo. “Che ne dici di eliminare Barbra?”.

Lei spalanca gli occhi.

“Non in senso letterale Berry”.

Quinn mette fine alla discussione con un sospiro rumoroso.

“Ti ricordo che sei voluta venire tu” brontola Brittany.

“Potevi farmi ragionare” protesti.

Brittany decide che è più saggio non replicare e metti il broncio.

Altre tre ore ed hai raggiunto i tanto desiderati dieci centimentri.

“BRITTANY!” urli.

Lei si sveglia di soprassalto e cade dalla sedia.

“Non devi cadere, devi chiamare qualcuno! Vuole..vuole uscire..non so cosa fare!”.

Sei spaventata. Senti Sugar che preme forte per uscire, non vuole più stare nel tuo pancione.

Porti le tue mani verso il basso e ti pieghi in avanti.
“Contrazione forte?” domanda Quinn.

Annuisci.

Brittany ti stringe forte la mano e ti bacia la tempia. Un'infermiera fa capolino ed esclama “Andiamo signore, è ora di spingere!”.

 

 

“AAAAAAAAAAAAH” urli a pieni polmoni spingendo e portando il busto in avanti.

Stringi la mano di Brittany mentre Quinn e Rachel ti tengono ferme le gambe per evitare che tu scalci.

“Fa male Britts, fa male!”.

Lei ti accarezza i capelli dolcemente. “Lo so amore, lo so ma-”.

“No, tu non lo sai! Non lo puoi sAAAAAAAAAHpere!”.

Un'altra contrazione più forte e senti alleggerire la pressione.

“Vedo la testa San, vedo la testa” gioisce Rachel “E' piena di capelli e rossa e sono neri e-”.

“Rachel, dacci un taglio” l'ammonisce saggiamente Quinn.

Rachel chiude immediatamente la bocca.

Brittany ti guarda e sorride: ha fiducia in te, sa che ce la puoi fare.

Spingi ancora finchè non avverti che la tua pancia si sgonfia ed un pianto furioso.

L'ostetrica la solleva in alto affinchè la possiate incontrare.
“Eccola qua” sussurra e te la porge.

La prendi fra le braccia, sembra un miracolo. Non fai in tempo a capacitartene che l'infermiera te la toglie e la porta nella stanza adiacente per lavarla e pulirla dal sangue.

Reclini la testa sul cucino, esausta.

“Sono fiera di te Santana” dice Brittany e lascia che le sue labbra tocchino le tue.

 

 

È Brittany a riportartela, avvota in un asciugamano verde ed indossa un adorabile cappellino rosa.

Sugar ha gli occhi aperti ed i pugni chiusi stretti.

Brittany lascia che sia tu a prenderla in braccio per prima: la bimba cerca subito il tuo seno, sembra affamata.

Brittany fa il broncio. “Non è giusto. Lei può ed io no”.

E tu ridi perchè è proprio per questo che la ami. Anche se sai che un fondo di verità in quel broncio scherzoso c'è.

“Britt è nostra” mormori incantata mentre la allatti.

“Sei stata bravissima” si complimenta lei.

Tocchi il pancino di Sugar e qualcosa di freddo impatta contro le tue dita.

“Ma cosa..?”.

Dall'asciugamano estrai un piccolo cerchietto d'oro.

Ti volti verso Brittany meravigliata, incapace di proferire parola.

“Mi vuoi sposare San?”.

Apri e chiudi la bocca un paio di volte, ancora troppo shockata per rispondere.

Poi sorridi.

La risposta è talmente semplice ed ovvia che ti domandi perchè temporeggi ancora.

“Tutta la vita Britt. Tutta la vita”.

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Ed eccoci all'ultimo capitolo! E' un po' corto mi dispiace, ma mi piaceva chiuderlo così.
Grazie a chi ha letto, recensito, preferito e seguito! 
A presto!

 

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