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di ImUnique
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** HERE I GO AGAIN ***
Capitolo 2: *** BY THE GRACE OF GOD ***
Capitolo 3: *** WHO WANTS TO LIVE FOREVER ***
Capitolo 4: *** SKYFALL ***
Capitolo 5: *** HELP! ***
Capitolo 6: *** I HATE THIS PART ***
Capitolo 7: *** STARDUST ***
Capitolo 8: *** PARADISE ***
Capitolo 9: *** COLD HEARTED ***
Capitolo 10: *** FIREFLIES ***
Capitolo 11: *** DNA ***
Capitolo 12: *** I WANT TO KNOW WHAT LOVE IS ***
Capitolo 13: *** ROYALS ***
Capitolo 14: *** VIVA LA VIDA ***
Capitolo 15: *** MINE ***
Capitolo 16: *** DON'T RAIN ON MY PARADE ***
Capitolo 17: *** I CAN'T FIGHT THIS FEELING ***
Capitolo 18: *** LOVE ME ***
Capitolo 19: *** ANY WAY YOU WANT IT ***
Capitolo 20: *** WAKE ME UP ***
Capitolo 21: *** COUNTING STARS ***
Capitolo 22: *** SECRETS ***
Capitolo 23: *** EVERYBODY HURTS ***
Capitolo 24: *** BURN ***
Capitolo 25: *** DEMONS ***
Capitolo 26: *** DARK HORSE ***
Capitolo 27: *** YOUNG AND BEAUTIFUL ***
Capitolo 28: *** P.Y.T. ***
Capitolo 29: *** JUST GIVE ME A REASON ***
Capitolo 30: *** LEGENDARY LOVERS ***
Capitolo 31: *** DON'T LET ME GO ***
Capitolo 32: *** RADIOACTIVE ***
Capitolo 33: *** PAPA DON'T PREACH ***
Capitolo 34: *** LIKE A PRAYER ***
Capitolo 35: *** ADDICTED TO YOU ***
Capitolo 36: *** SAME MISTAKE ***
Capitolo 37: *** TROUBLEMAKER ***
Capitolo 38: *** SHE LOOK SO PERFECT ***
Capitolo 39: *** A LITTLE PARTY NEVER KILLED NOBODY ***
Capitolo 40: *** ENDLESS NIGHT ***
Capitolo 41: *** FIRMIDABLE ***
Capitolo 42: *** SALUTE ***
Capitolo 43: *** ALIVE ***
Capitolo 44: *** I'M A SURVIVOR ***
Capitolo 45: *** HEVE YOURSELF A MARRY LITTLE CHRISTMAS ***
Capitolo 46: *** BABY IT'S COLD OUTSIDE ***
Capitolo 47: *** BEST DAY OF MY LIFE ***
Capitolo 48: *** SUMMERTIME SADNESS ***
Capitolo 49: *** DARK PARADISE ***
Capitolo 50: *** BLAME IT ON THE ALCOHOL ***
Capitolo 51: *** WE'VE GOT TONIGHT ***
Capitolo 52: *** AMAZING ***
Capitolo 53: *** WE REMAIN ***
Capitolo 54: *** DON'T DREAM IT'OVER ***
Capitolo 55: *** Avviso. ***



Capitolo 1
*** HERE I GO AGAIN ***


CAPITOLO 1
HERE I GO AGAIN 

La sveglia era suonata ormai già da un quarto d'ora, ma la voglia di mettere i piedi a terra no esisteva. 
Era il primo giorno di scuola, anzi, il primo giorno del secondo anno di liceo. Charlotte non ne voleva sapere niente del liceo Mckinley; odiava quel posto. Non era una ragazza molto popolare, aveva sempre vissuto all'ombra di sua sorella Marley. Tutte e due avevano i capelli castani , occhi azzurri e labbra carnose, erano entrambe molto carine, ma quella su cui cadeva più lo sguardo era Marley. Charlotte invidiava la sorella, e come biasimarla? Marley era una stangona alta un metro e ottanta mentre lei, era alta un metro e uno sputo; Marley era magra e sexy, Charlotte invece era un po' più paffutella (ma c'era da dire una cosa, anche a lei Dio aveva regalato curve sexy). Da non dimenticare poi che Marley era una ragazza adorabile, non c'era una sola persona che non la volesse come amica, aveva una carattere solare e dolce, anche sua sorella aveva un carattere divertente e spiritoso, ma era timida, non parlava con molte persone e per lei era difficile farsi nuove amicizie. Solo una cosa Charlotte non invidiava della sorella, la sua voce. Certo Marley aveva una voce favolosa, ma Charlotte ne aveva una angelica, una così dolce da far venire il diabete a chiunque. L'unico motivo per cui si alzava dal letto per andare a scuola era il glee club. Ancora non era un membro del club, sua sorella ne faceva parte. L'anno prima aveva scritto il suo nome per partecipare alle audizioni, ma non aveva neanche avuto il coraggio di oltrepassare la soglia dell'auditorium. Aveva preparato tutto, fin nei minimi dettagli: l'entrata sul palco, la sua presentazione, la canzone, il tono da usiate per dire "grazie del vostro tempo". Ma non appena l'avevano chiamata per salire sul palco era corsa via in  preda dalla disperazione. Ma quest'anno non sarebbe successo di nuovo, quest'anno sarebbe andato tutto per il verso giusto, avrebbe fatto l'audizione, sarebbe entrata, grazie anche un po' a sua sorella che avrebbe pressato il prof Schuster per ammetterla, avrebbe fatto nuove amicizie e avrebbe passato l'anno scolastico più bello di sempre. Con questi pensieri che le tamburellavano la testa Charlotte salto giù dal letto con un balzo e si preparo per la splendida giornata che avrebbe passato. O almeno credeva sarebbe stata tale...

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Capitolo 2
*** BY THE GRACE OF GOD ***


CAPITOLO 2
BY THE GREACE OF GOD

-Charlotte-
Scendo dal letto controvoglia, non ho ancora capito come mai io mi ostini a
 varcare la soglia della scuola. Non ho amici lì, certo la mia compagna di
 banco potrebbe dissentire, ma è la verità. Non c'è nessuno che mi
 capisca davvero e sono stufa di tutto ciò. Poggio i piedi a terra e il
 pavimento sotto di essi è caldo quanto una lastra di ghiaccio. Cammino a
 fatica, mettendo un piede dopo l'altro a una velocità pari a quella di
 una lumaca, una lumaca morta sia chiaro. Scendo le scale dove già sento
 mia mamma che discute con Marley. "Devi pur fare colazione, o rischi
 di stare male!" dice mamma ,con la sua voce mielosa, alla mia
 testarda sorellona. "Beh non puoi costringermi. Se non ho fame non
 mangio!"
Appena finita la frase piombo in cucina dove al tavolo mia mamma, seduta al
 suo solito posto, stringe tra le mani una fetta di pane cosparsa di
 nutella, e la punta in direzione di mia sorella, quasi come se volesse che
 la prendesse e l'addentasse. Mia mamma è una donna fantastica, lei e
 mia sorella sono identiche, stessi lineamenti, stessa corporatura e stesso
 carattere testardo, che ho ereditato anche io in fin dei conti; io sono
 diversa da lei, assomiglio più a mio papà, che però non ricordo molto, é
 morto quando avevo sei anni, in un incidente d'auto, e dei momenti
 passati con lui, non ne ricordo neanche mezzo.
Appena varcata la soglia della stanza Marley gira lo sguardo verso di me,
 e sorridendo mi dice :"Alla buon'ora Topogigia!".
Topogigia, odio questo soprannome. Me lo affibbiò quando avevo più o meno
 sette anni e io ovunque andassi portavo con me il pupazzo di Topogigio.
 Amavo quel cartone, chi non lo amava!?
Solo, era un po' strano che una bambina di sette anni guardasse cartoni
 per bambini di tre, perciò per farmi dei dispetti la mia sorellona mi
 chiamava, e mi chiama tutt'ora, con questo nomignolo. Io le faccio la linguaccia e ridendo
 la saluto dicendole:"Buongiorno anche a te strega cattiva
 dell'ovest!".
Marley mostrandomi uno dei suoi sorrisi più belli, e ridacchiando si
 avvicina a me e mi stampa un bacio sulla guancia. Poi si allontana,
 afferra la fetta di pane che teneva in mano la mamma, e sedendosi se la
 ficca in bocca come se fosse il suo ultimo pasto. Io, intanto, saltellando
 come una bambina, mi avvicino alla sedia di mamma dove, appena arrivata,
 le butto le bracci al collo e con voce dolce le dico:"Buongiorno
 madre". Lei mi regala un sorriso, che subito dopo é seguito da una
 domanda che speravo non mi facesse...:"Sei pronta per
 l'audizione?"
Panico, 'no non sono pronta, non so che cantare, non so che cosa dirò
 ne che figura farò, ho paura, scapperò di nuovo, me lo sento!'
Questo è tutto ciò che vorrei dire e tutto ciò a cui sto pensando ma dalla
 mia bocca esce solo un :" Certo vedrai che spaccherò!" Seguito
 poi da uno dei miei falsi sorrisi. Mamma non accorgendosi di nulla
 continua a sorridere e sposta lo sguardo da me a mia sorella, la quale le
 dice :" Vedi di non metterla in imbarazzo! Aiutala!" Marley fa
 finta di sbuffare e poi con un risolino dice:" vedrai che non avrà
 neanche bisogno del mio aiuto!"
Oh Gesù aiutami tu!

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Capitolo 3
*** WHO WANTS TO LIVE FOREVER ***


~~CAPITOLO 3
WHO WANTS TO LIVE FOREVER?


-Charlotte-
Il suono della campanella pervade i corridoi della scuola, e mi conferma
 che manca solo un'ora all'audizione per il glee. Esco
 dall'aula di arte e mi dirigo verso la mensa. All'entrata del
 salone vedo Marley appoggiata al portone, intenta a parlare con qualcuno
 che per i primi secondi non riconosco. Poi, lo guardo meglio, è Blain!
Blain è un ragazzo stupendo, simpatico, dolce, il genere di ragazzo che
 vorresti presentare ai tuoi genitori con un "mamma papà questo é il
 mio futuro marito", ma sfortunatamente Blain è dichiaratamente e
 apertamente gay. Io e Marley lo conosciamo da quando avevamo tre e quattro
 anni. Già ai sei anni avevamo capito che c'era qualcosa di diverso in
 lui: aveva solo amiche femmine e per i suoi sette anni al posto di
 chiedere una playstation, cosa che tutti i maschi chiedono a
 quell'età, aveva chiesto, invece, delle scarpette da danza; ma, anche
 se io e mia sorella avevamo già capito che non gli piacevano le ragazze,
 già all'età di nove anni, Blain aveva fatto comingout solo un paio di
 anni fa.

-Marley-
"Ti dico che è la verità!"
"Ma smettila! Non ci credo."
"Perfetto, allora non credermi!"
"Oh ma dai! Vuoi che io creda che Jake Puckerman, aka il più figo
 della scuola, ti abbia invitata ad uscire questa sera dopo il glee?"
 Arriccio le labbra in segno di disprezzo verso il mio migliore amico e poi
 con un filo di voce gli dico:" Se vuoi crederci bene, sennò pensa
 pure a quello che vuoi!".
Non appena finisco la frase distolgo lo sguardo da Blain e lo vado a posare
 su mia sorella, la quale mi sta salutando da lontano. "Charlotte
 vieni qui dai!" Le grido facendole segno di avvicinarsi. Appena
 arriva butta le braccia attorno al collo di Blain e gli sussurra
 all'orecchio:" Mi sei mancato Blain usignolo!"
"E tu sei mancata a me Topogigia!"
"Oh, ma andiamo! Ti ci metti anche tu con questa storia della
 Topogigia!?"
Ridacchiando Charlotte spinge via Blain dalla sue braccia, e le incrocia al
 petto, sbuffando facendo la finta arrabbiata. Io rido divertita guardando
 la scena, poi con uno dei miei sorrisi migliori dico:" Su Ciccitopi
 andiamo a pranzare!" Loro si guardano divertiti e mi seguono
fino al nostro solito tavolo.
"Per favore Charlotte dimmi la verità! É vero che Puckerman ha
 invitato Marley a cena?" Chiede Blain a mia sorella mentre siamo in
 coda per prendere il cibo. Lei con gli occhi sgranati mi guarda e
 dice:" Chi ti ha invitato dove? Scusa ma quando pensavo di
 dirmelo!?" Mi mordo il labbro inferiore, non volevo dirlo subito a
 mia sorella, so cosa pensa di Jake. "È un compagno del glee e voleva
 provare qualche duetto con me, per la prossima lez..." Non ho neanche
 il tempo di finire la frase che già Blain scoppia in una risata sonora e
 dice:" Volete provare qualche duetto per una lezione che non abbiamo
 ancora programmato!?"
Ok, e adesso che mi invento?
"S-s-si, cioè no, insomma, oh ma andate al diavolo tutti e due!"
 Non sapevo nemmeno come ribattere all'affermazione di Blain.
"Ok va bene!" Comincio io:"Jake e io ci siamo visti alla
 prima ora durante biologia e mi ha chiesto se mi andava di uscire. Tutto
 qua!"
Charlotte e Blain si scambiano un'occhiata e subito dopo tentano di
 soffocare una risata. Che bambini che sono!

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Capitolo 4
*** SKYFALL ***


~~CAPITOLO 4
SKYFALL


-Charlotte-
"Allora sei agitata?"
Lentamente alzo le sguardo dal mio piatto, e davanti a me Marley e Blain
 mi fissano in attesa di una risposta. "Allora? Mi rispondi?"
"Si certo, cioè no non sono agitata..." Mi tremano le ginocchia
 dalla paura di fare una figura di merda:" sto bene so che andrà
 benissimo!"
Blain mi guarda incredulo:"E la canzone? Quale canterai?"
"Vedrai, é una sorpresa!"
Già sarà una sorpresa così grande che sorprenderà pure me!

Appena finito di pranzare io, Marley e Blain ci siamo diretti verso
 l'auditorium; dove, appena arrivati, mi lasciano dietro le quinte e si
 vanno a sedere, insieme agli altri membri del glee, nella platea del
 teatro.
Cammino per un po' avanti e indietro, finché, non vado a sbattere
 contro qualcosa, o meglio, qualcuno. Io, ormai col culo a terra, alzo lo
 sguardo per vedere contro chi mi sono scontrata. All'inizio distinguo
 solo una massa di capelli ricci e castani, e poi subito dopo il mio
 sguardo su posa su due occhi verdi come gemme preziose. Per un po' mi
 perdo in essi, fino a che una voce, quella del ragazzo che ho urtato, non
 mi sveglia dal mio fantastico sogno, e dice:" Non puoi stare un
 po' attenta a dove vai!?"
"S-s-scusa..."
"Se se, ma la prossima volta vedi di stare attenta a dove metti i
 piedi!"
"Ehi stronzo!" Lui si gira di sarto guardandomi con una faccia
 sorpresa, quasi come se si aspettasse che io stessi lì a terra a piangere
 su Mestessa. Poi prendo coraggio, lo guardo negli occhi e gli
 dico:"Per prima cosa, io faccio quello che voglio, seconda cosa, non
 è colpa mia se una merda mi si para davanti all'improvviso!"
Non avevo mai fatto uscire la parte aggressiva di me fino ad adesso, e
 posso confermare che ci si sente vivi a reagire d'impulso. Seccato il
 ragazzo si allontana sbuffando qualcosa, ma poco me ne importa di cosa
 dice quel deficiente! Improvvisamente sento la voce del prof. Schue che
 invade tutto l'auditorium e dice:"Salve a tutti coloro che sono
 qui per le audizioni per entrare nel glee. Chi verrà ammesso lo saprà
 domani, quando appenderò il cartello con i nomi dei partecipanti del club,
 chi invece non sarà ammesso, beh sarà per il prossimo anno!" Attimo
 di silenzio.... "Cominciamo con la prima , Tamara Tonks!"
Le audizioni scorrono una dopo l'altra in modo veloce alla fine
 rimaniamo solo in tre nell'auditorium, la prossima sarò io, e non so
 nemmeno che canzone canterò.
"Charlotte Rose!" Panico!
Non ci provare neanche Charlotte, non scapperai di nuovo! Ora vai la e
 stendili tutti. Con passo incerto raggiungo il cento del palco, e mi
 posiziono davanti al microfono.
"C-ciao a tutti sono Charlotte Rose e vi canterò..." Oddio e ora
 che dico? Faccio un profondo respiro e poi ripeto:" Oggi vi canterò
 'Skyfall' di Adele"
La musica parte, e un senso di potenza mi pervade tutto il corpo, mi sento
 invincibile, capace di fare tutti ciò che voglio, questa canzone mi da
 forza e coraggio. E poi la canzone parte, io canto strofa dopo strofa
 senza fermarmi mai e senza battere ciglio. Appena tutto è finito faccio un
 piccolo inchino e con la voce tremolante dico "G-grazie a
 tutti!" E poi saltellando come una bambina scendo dal palco e
 raggiungo mia sorella e Blain in platea per assistere, alle performance
 degli ultimi due cantanti. Appena mi siedo mia sorella mi da un bacio
 sulla guancia e con voce mielosa mi dice:"Sei stata favolosa
 tesoro!" Io le regalo uno dei mie più smaglianti sorrisi e felice
 ruoto lo sguardo verso il palco impaziente di sentire gli ultimi cantanti.
 Ad un certo punto il prof Schue chiama il nome del prossimo ragazzo:"
 Harry Styles!"
Sgrano gli occhi non appena vedo salire sul palco lo stronzo di prima
 contro cui ero asandata a sbattere. Lui tranquillo arriva davanti al
 microfono e con voce profonda dice:" Salve a tutti mi chiamo Harry
 Styles e ora canterò, per voi, 'Secrets' dei One republic."
 Sgrano ancora di più gli occhi non appena sento il suono della sua voce, è
 perfetta, e non potrei aggiungere altro per descriverla.

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Capitolo 5
*** HELP! ***


~~CAPITOLO 5
HELP!


-Charlotte-
Non appena le audizioni sono finite io,mia sorella e Tina, una ragazza
 asiatica, amica di Marley conosciuta a l glee, siamo uscite
 dall'auditorium e ci siamo dirette verso l'uscita della scuola.
 Varcata la soglia, vedo Harry, aka lo stronzo che mi ha buttato a terra,
 salire su una Mini Cooper insieme ad un altro ragazzo dai capelli castani
 e corti.
"Lo vedi quello laggiù?" Chiede Tina, indicando il ragazzo che
 sta salendo in macchina con Harry.
"Si..." Dico io con voce quasi arrabbiata.
"Si chiama Liam, e anche lui oggi ha fatto l'audizione per entrare
 nel glee. Penso sia un figo micidiale. Non mi dispiacerebbe provare
 qualche duetto a casa sua!"
Afferma Tina continuando a studiarlo dalla testa ai piedi. Io la fisso con
 uno sguardo quasi interrogativo. Poi lei finalmente scende dalle nuvole, e
 seccata dice:
"Non è colpa mia se certa gente mi fa quest'effetto! E dovete
 ammettere che è perfetto, in tutti i sensi."
Appena finita la frase Tina si gira verso il parcheggio, sale sulla sua
 auto e salutandoci dal finestrino se ne va. Dopo un po' Marley prende
 coraggio e dice:
"I-i-io adesso esco con Jake a mangiare."
Io la guardo e sorrido, com'è dolce quando fa quella sicura di se.
"Certo, va bene."
"Non mi interes... Aspetta cosa?"
Lei, felice, sorride e mi butta le braccia al collo e all'orecchio mi
 sussurra:"Grazie sorellina!"
Appena si stacca da me mi guarda e dice:" Si, però tu come torni a
 casa?"
Cavolo! Non ci avevo pensato! E ora come faccio? Mamma è al lavoro e Blain
 se n'è già andato a casa; e poi non posso chiedere a Marley di
 portarmi con lei e Jake fino a casa. Dopo un po' dico:
"Non ti preoccupare, c'è bel tempo! Farò una camminata tanto ci
 metterò solo una mezz'oretta!"
Marley, con sguardo da persona dispiaciuta, mi guarda come per dire
 'scusami per favore'.
"Non ti preoccupare!" La rassicuro io:"Davvero, non fa
 niente camminerò, mi fa bene un po' di movimento!"
 Detto questo Marley mi stampa un bacio sulla guancia e correndo, con passo
 imbranato, arriva fino alla macchina di Jake. E li la vedo sparire dietro
 alle portiere nere della macchina.
Uff. Non voglio camminare. Meno male che c'è bel tempo....

Aspetta, quali erano le mie ultime parole famose?
Ah già, 'Non ti preoccupare Merley camminerò tanto c'è bel
 tempo!'
Ma non posso mai starmene un po' zitta?
Dieci minuti dopo la mia partenza da scuola, ha iniziato a diluviare
 ininterrottamente. Inutile dire che sono zuppa dalla testa ai piedi.
 Purtroppo non passa quasi mai nessuno per questa strada, se ci fossero più
 macchine potrei chiedere un passaggio fino a casa. Dio! Perché mi hai
 fatto così sfigata?

-Marley-
Lo sapevo che non era una buona idea! Non dovevo lasciare che Charlotte
 tornasse a casa a piedi! Cavolo, vorrei dire a Jake che dovrei andare a
 prenderla e portarla a casa, ma, ho paura che lui si possa sentire
 rifiutato. E non vorrei che non mi invitasse più ad uscire... Uff, e
 adesso che faccio?
"Marley? Ehi Marley mi rispondi?"
"Ehm si! Scusa, cosa?"
Jake mi guarda e soffoca un risolino, quanto è carino....
"Ti vedo preoccupata, che succede?"
Mi chiede lui guardandomi dritta negli occhi. Ha degli occhi perfetti, so
 che per alcuni sono semplici occhi marroni, ma io ci vedi due pozzi di
 dolcezza in essi.
"Marley..." Mi chiama lui con voce cantilenante. Io scuoto la
 testa, quasi per scrollarmi di dosso quel pensiero, e poi mi decido a
 dirglielo.
"Sono preoccupata, per mia sorella. È tornata a casa a piedi, ma, so
 per certo che non ha un ombrello e non voglio che le succeda qualc..."
Jake mi mette una mano sulla bocca, sorride, mi bacia la fronte e poi
 dice:"Bastava che me lo dicessi e la riportavo a casa."
Lui si alza dal pavimento di camera sua e mi porge la mano, un gesto che
 sta a dire, 'prendila che ti aiuto io'. Io la afferro e appena
 sono in piedi mi guarda e dice:" Andiamo a salvare una vita!"
Io sorrido divertita e esco con lui dalla camera.

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Capitolo 6
*** I HATE THIS PART ***


~~CAPITOLO 6
I HATE THIS PART

-Marley-
Io e Jake siamo in macchina ormai già da un quarto d'ora, e per le
 strade, di Charlotte non c'è neanche l'ombra.
"Magari è già a casa..."
Jake mi guarda, con uno sguardo un po' preoccupato, e per quanto io sia
 tentata e smarrirmi nei suoi occhi, non distolgo lo sguardo dalla strada,
 con la speranza di veder mia sorella da un momento all'altro.
"Dove abiti?" Mi chiede ad un tratto lui. Io ci metto qualche
 istante prima di rispondere:" Evergreen terrace, numero tre!"
Lui annuisce, e preme l'accelleratore più forte. Appena parcheggiata la
 macchina nel vialetto di casa mia, mi affretto a scendere e mi dirigo
 verso la porta, cercando nervosamente le chiavi nel mio zaino. Ci impiego
 qualche secondo prima di accorgermi che la porta di casa mia e aperta. Il
 cuore mi batte forte, quasi lo sento tamburellare nella mia testa.
 Frettolosamente, entro in casa poggio lo zaino a terra e dico
 poi:"C'è qualcuno in casa?"
 I primi istanti non risponde nessuno; poi sento dei passi che provengono
 dal piano superiore. Jake entra in casa e mi chiede:"È qui?"
Io gli faccio segno di stare zitto, lui ubbidisce subito. Poco dopo i passi
 si sentono avvicinarsi sempre di più...finché qualcuno non si posiziona in
 cima alle scale.
Charlotte sta ferma li sulle scale a fissarmi seccata, inzuppata dalla
 testa ai piedi; poi incrocia le braccia al petto e inizia a battere
 nervosamente la punta del piede destro a terra. Allora io, finalmente
 sollevata di vederla sana e salva a casa, dico in modo divertito:
"Avevi ragione, c'è proprio un ottimo tempo per fare una
 passeggiata."
Lei soffocando una risata mi fa la linguaccia e corre verso il bagno.
Jake ride divertito, e poi fissando mi negli occhi mi dice:
"Sarà meglio che io vada! Ci vediamo domani al glee."
Lui gira i tacchi e si dirige verso la porta. Però io lo afferro per una
 spalla, e di scatto lo giro verso di me. E subito dopo mi ritrovo le sue
 labbra sulle mie, serrate in un dolce bacio che sa di cioccolato e
 dolcezza. Poi, mostrandogli uno dei miei più sgargianti sorrisi, lo stacco
 da me e dolcemente gli dico:"Non vedo l'ora!"
Lui ridacchiando se ne va, e appena prima di salire in macchina mi lancia
 un bacio con la mano, e poi lo vedo andarsene via con la sua auto nera.


-Carlotte-
Appena uscita dalla mia rilassante doccia, durata all'incirca
 un'ora, mi dirigo in camera mia. Rimango per qualche istante sulla
 porta, e fisso nel vuoto contemplando la stanza. Non è molto grande, certo
 è sempre meglio averne una piccola da sola, piuttosto che una in comune
 con mia sorella. Le pareti le ho dipinte io stessa quest'estate,
 quando proprio non avevo nulla da fare, sono di color azzurro cielo. Il
 mio colore preferito, un colore che, secondo me, da un senso di vivacità e
 pace. Dopo qualche secondo mi decido ad entrare in camera e appena arrivo
 danti al letto mi ci butto sopra, come se fossi un sacco di patate. Non
 riesco a non pensare ad una cosa, o meglio, ad una persona. Harry.
Odiavo quell'essere spregevole, lo so che in fin dei conti non mi aveva
 detto gran che, ma deve essere proprio uno stronzo, mi fa cadere e poi non
 mi chiede neanche se mi sono fatta male. E poi continuo a chiedermi come
 mai quel ragazzo, Liam se non mi sbaglio, sia salito con lui in macchina.
Scuoto la testa per scrollarmi di dosso quei pensieri. Poi, con agilità
 felina, e che agilità oserei dire, mi metto seduta appoggiandomi alla
 parete e ricomincio a leggere "Colpa delle stelle".
Non sono ancora arrivata a fine libro, e sto già grondando lacrime di
 disperazione. Appena un attimo dopo aver aperto il libro lo richiudo di
 scatto. No. Non posso sopportare tutto ciò! Perché Green deve farmi queste
 cose? Perché lo ha dovuto uccidere? Perché deve far soffrire in questo
 modo Hazel? Perché?
Dopo pochi secondi mi accorgo che Marley è in piedi davanti alla porta di
 camera mia, che mi sta guardando con faccia interrogativa, quasi per dire
 'per caso ti stai drogando?'.
Allora io mi rimetto seduta composta, mi asciugo le lacrime e con faccia
 seria le chiedo:"Ti serve qualcosa?"
Lei fa una smorfia di orrore, e poi dice:"La cena sarebbe quasi
 pronta. Se non sei troppo occupata a fare la deficiente, scendi?"
Io le faccio una linguaccia e lei ricambia subito il gesto, dopodiché
 sparisce giù per le scale. Forse dovrei abituarmi a chiudere la porta di
 camera mia.






Angolo scrittrice:
ciao ragazze, vi avverto che aggiungerò
un nuovo capitolo ogni settimana. Intanto spero
vi sia biaciuto questo. Baci, Luna.

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Capitolo 7
*** STARDUST ***


CAPITOLO 7
STARDUST

-Charlotte-
Ho passato una notte insonne. Mi sono tormentata tutto il tempo chiedendomi
 se, il giorno seguente avrei visto il mio nome sulla lista dei partecipanti
 al glee. Le poche ore di sonno che ho preso, non sono servite a molto,
 anche perché appena mi sono alzata dal letto, ho visto, nello specchio del
 bagno che avevo la faccia pallida e delle occhiaie che davano un tocco di
 oscurità al mio viso, neanche Voldemort ha quest'aspetto di prima
 mattina.
Appena sono scesa in cucina per fare colazione ho trovato a tavola la mia
 perfetta sorella che sorseggiava un po' di te in compagnia di mia
 mamma. Perché io appena sveglia sembro una pianta appassita mentre lei
 sembra una rosa appena sbocciata?

-Diana-
È da soli due giorni che sono in America, e già voglio tornare a casa mia.
 Il primo giorno di scuola avevo intenzione di fare nuove amicizie, ma non
 appena avevo detto, a quelle poche persone con cui ho parlato, che ero italiana, subito mi avevano risposto di
 tornare dai miei amici pizzaioli, che cretini. Lo sapevo io che avrei fatto meglio a passare
 un anno in Inghilterra, ma no, l'America é il paese del futuro e delle
 opportunità! Balle! L'America e il paese degli obesi e dei fastfood!
Per mia sfortuna la prima ora di lezione è matematica; già io sono una
 schiappa con la matematica in italiano, figuriamoci in inglese!
Non appena entro vedo che tutti i banchi sono già occupati a due a due,
 meno che due banchi,dove seduti, per ognuno, c'è già una persona.
 Andrò a sedermi vicino alla persona meno strana. In uno, seduta vicino
 alla finestra, c'è una ragazza castana, che fissa il vuoto fuori dalla
 finestra; e dietro, nell'altro banco, c'è un ragazzo, biondo con i
 capelli un po' arruffati. Mmh, dato che la ragazza mi sembra una, come
 dire, trovatella, decido di sedermi vicino al ragazzo.
"P-p-posso?" Chiedo io con voce un po' balbettante.
Il ragazzo si gira, mi sorride e dice:"Certo accomodati pure! Ma non
 aspettarti che io ti dia le risposte alle operazioni, sono una vera frana
 in matematica!" Io lo guardo negli occhi soffocando una risata. Ha
 dei bellissimi occhi, azzurri, gradi, e profondi. "Comunque mi chiamo
 Diana!" Dico io allungando la mano verso di lui. Lui mi guarda,
 sorride, l'afferra e, stringendola dice:"Ciao Daiana. Io
 sono Niall!"
Non riesco a non trattenere un risolino:"Diana non Daiana"
"Daiana!" "No Diana!" "Daiana!" "Vabbe!
 Sai che facciamo? Ti do il permesso di chiamarmi come vuoi!" Lui ride
 e poi molto curiosamente mi chiede:"Non sei americana tu! Vero?"
 Io ridacchio e poi rispondo:"No! Sono italiana infatti!"
Lui mi guarda con aria sognante e poi dice:"Quindi sai cucinare la
 pizza(?)" Un pochino mi sento offesa da questa affermazione, perché per
 tutto il mondo noi siamo solo pizzaioli? Però non riesco ad arrabbiarmi
 con lui, ha un non so ché di tenero, perciò rido e annuisco. "Un
 giorno te ne cucinerò una!"
"Non vedo l'ora!" Dice lui diventando un po' rosso in
 viso. Penso che questo ragazzo sia la cosa più dolce che esista al mondo...

-Charlotte-
Finalmente l'ora di matematica è finita, non ne potevo più di ascoltare
 i due dietro di me che parlavano di pizza. Appena uscita dall'aula mi
 dirigo verso la bacheca della scuola per vedere i nomi dei membri del glee.
 Non mi avvicino subito per un po' sto in disparte a contemplare la
 bacheca. Lì sopra c'è appeso di tutto, dagli annunci delle feste, agli
 annunci di smarrimento mutande. Faccio un grande respiro e poi mi piazzo
 davanti al foglio dove, sopra, scritto in grassetto c'è il nome 'GLEE CLUB'. Sotto alla scritta ci so due tabelle.
La prima riporta i membri del glee precedenti, che sono:
-Marley Rose
-Artie Abrams
-Jake Pukerman
-Blain Anderson
...
E così via.
Dopo, più sotto, c'è la tabella dei membri ammessi dopo
 l'audizione di ieri:
-Liam Payne
-Tamara Tonks
-Harry Styles
-Charlotte Rose
-Louis Tomlinson
Sono stata ammessa....Non ci credo. Ci sono riuscita. Per qualche minuto
 rimango impalata, davanti al foglio a contemplare il mio nome sulla lista,
 fino a che, una voce  mi sveglia dal mio bellissimo momento di gloria.
"Pensi che anche noi comuni mortali potremo vedere la lista?"
 Questa voce l'ho già sentita, lentamente mi giro e lo vedo. Harry.
 "Bastava un 'spostati per favore!' " Dico io con tono
 acido. Lui arriccia le labbra e mi squadra dall'alto al basso.
"Poi io non farei tanto lo stronzo dato che dovremo vederci almeno
 un'ora al giorno!"
"Dio maledica il giorno in cui mi è venuta la malsana idea di
 iscrivermi a questo club!"
"Beh allora vattene!"
"Harry!" Una persona in lontananza lo chiama, correndo nella
 nostra direzione, arriva un ragazzo con i capelli spettinati e castani, con
 dei ritagli di cielo al posto degli occhi.
"Che cosa succede qui? Stai già importunando delle ragazze?" Il
 ragazzo mette una mano sulla spalla di Harry, poi sposta lo sguardo su di
 me, allunga l'altra mano e dice, quasi gridando:"Louis!"
Io la afferro e con voce seccata dico:"Charlotte."
"Charlotte" ripete lui:"Che bel nome!" Io non riesco a
 non arrossire come un peperone, e a quanto pare anche loro se ne
accorgono, tanto che cercano di soffocare una sonora risata. "Beh, Charlotte,
 felice di fare la tua conoscenza! Immagino che oggi pomeriggio ci vedremo
 in aula canto!" Mentre dice ciò, fa un piccolo inchino e poi
 rialzando lo sguardo mi regala un sorriso a trentadue denti.
"A oggi pomeriggio signor, ehm..." Di scatto mi giro a guardare
 la bacheca per leggere il suo cognome, e appena lo trovo continuo la frase
 accompagnando la con un inchino. "Signor Tomlinson!"
Divertito, Louis se ne va portandosi via anche Harry gentilezza Styles.

Angolo scrittrice:
Ciao  ragazze, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.
Vi voglio ricordare che, ogni settimana aggiungo un nuovo capitolo.
P.S: Come vi sembra Diana?
Baci Luna.

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Capitolo 8
*** PARADISE ***


~~CAPITOLO 8
PARADISE

-Charlotte-
Finalmente è arrivata l'ora che aspettavo, finalmente farò ciò che mi
 rende più felice insieme a persone speciali, e a Harry. Appena entro in
 aula canto, un ragazzo di colore mi accoglie a braccia aperte e mi
 dice:"Benvenuta sorella!" Io senza pensarci due volte lo
 abbraccio. Subito dopo mi mette le mani sulle spalle e dice, con voce
 quasi femminile:"Io sono Wade, ma tu chiamami Unique!"
Mi sento già a casa! Io non gli rispondo con un semplice grazie o con un
 ok, ma ben si, gli dico con voce quasi sognate:"Io ti adoro!"
"Beh ma è ovvio sorella! Come si può non adorarmi?"
Lui fa un piccolo applauso e con grazia quasi femminile, si va a sedere, su
 una delle sedie poste sui gradini della stanza. Io contenta decido di
 faccio il giro della stanza, per esplorare gli scaffali, e gli spartiti
 sopra di essi. Finché una voce non dice:" Sei tu che hai cantato
 Skyfall?"
Di scatto, alzo lo sguardo, per vedere chi mi ha fatto questa domanda,
 rimango un po' spiazzata non appena mi accorgo che è Liam, il ragazzo
 che è salito in macchina con Harry, non che il ragazzo di cui Tina non può
 fare a meno di parlare. Io rimango impalata a fissarlo, e neanche apro
 bocca, facci solo segno di 'si' con la testa. Cavolo! Tina ha
 ragione, è bello da impazzire.
"Beh devo ammettere che sei stata bravissima, hai una voce
 favolosa." Io arrossisco. Nessuno mi aveva mai detto che la mia voce
 era favolosa, certo mi dicono tutti che sono brava a cantare, ma, avere
 una voce 'favolosa' era qualcosa di veramente grandioso.
"Scusa non so il tuo nome. Come ti chiami?"
"C-C-Charlotte."
"Piacere Charlotte!" Mi dice lui con un sorriso quasi da ebete.
"Scusa, Liam giusto? Comunque...vorrei dirti pure io che hai una voce
 favolosa, ma non ti ho sentito cantare..."
"Oh non preoccuparti!" Dice lui ridendo:"Penso che tra poco
 qualcuno di noi si esibirà, perciò massimo me lo portai dire dopo!"
 Io rido, e sono certa, che al momento ho una delle mie solite facce da
 ebete, ma poco mi importa, anche lui ne sta facendo una.
Appena entra il prof Schue io mi vado a sedere in uno dei posti in prima
 fila, tra mia sorella e Wade/Unique.
"Bene ragazzi! Per prima cosa benvenuti!"
Appena finita la frase i ragazzi del glee (quelli che ne facevano già parte
 l'anno prima) iniziano ad applaudire e a gridare.
"Va bene, va bene. Calmi ragazzi. Oggi vorrei sentire alcune voci che
 abbiamo già ascoltato ieri. Per esempio..."
Il cuore inizia a battermi forte, non ho voglia di cantare, o almeno non
 voglio essere la prima...
"Tamara! Vieni dai facci sentire qualche strofa!"
Una ragazza dai capelli rosso carota si alza da una delle sedie in ultima
 fila, raggiunge il centro della stanza e tutta eccitata dice:"Ciao
 sono Tamara e sono felicissima di far parte del glee! Adesso canterò per
 voi 'memories' dal miusocal di cats!" Non appena finisce di
 dire il titolo del musical, Harry fa una smorfia provocante a Tamara
 dicendo "Miao!", facendo pure il segno della zampa del gatto che
 ti graffia. Patetico pervertito.
Tamara ha una bellissima voce, è profonda e intonata. Appena finita la
 canzone tutti i ragazzi del glee iniziano ad applaudire e agitata Tamara
 fa una piccola riverenza e poi si va a sedere.
Non appena la ragazza si siede il prof Schue si alza applaudendo, dicendo
 poi:"Molto bene, è questa l'energia che ci serve alle
 provinciali! Ma adesso sentiamo altre persone. Chi chiamiamo? Louis vieni
 tu dai!" Tomlinson con un balzo felino scende dalla sedia e si
 posiziona vicino al piano, dicendo poi:"Ciao ragazzi! Io sono Louis e
 ora canterò 'Paradise' dei Coldpaly". Non appena la musica
 inizia mi salgono i brividi lungo la schiena, adoro questa canzone e adoro
 il modo in cui Louis la sta cantando, parola dopo parola, lettera dopo
 lettera, si capisce che la sua vita non avrebbe senso senza la musica, che
 il glee è l'unico posto dove può dare libero sfogo alla sua passione,
 e io di questo ne sono invidiosa, vorrei che anche nei miei occhi ci sia
 la passione che ha lui. Non mi accorgo neanche che la canzone è finita,
 finché il prof Schue non mi chiama a cantare. Per qualche istante sto
 ferma al mio posto, poi mi alzo, e rigida come un pezzo di legno mi
 posiziono al centro della stanza. "Ciao io sono Charlotte e vorrei
 cantare una canzone, però avrei bisogno di un altro cantante per
 cantarvela..." In molti si offrono volontari, ma io ho scelto questa
 canzone apposta per interpretarla con una persona, ad un tratto lui
 capisce tutto. Si alza e mi raggiunge al centro della stanza. Poi con tono
 leggero mi chiede all'orecchio:"Allora che canzone vuoi fare?
 Come li vuoi stupire?"
"Ti voglio mettere alla prova..." Rispondo io con un filo di
 voce, io mi allontano dal suo orecchio e lo guardo negli occhi, i suoi
 occhi marroni.
"Allora ciao a tutti siamo Charlotte e Liam e per voi canteremo
 'total eclipse of the heart'"
Partono le prime due note e subito Liam inizia:
'Turnaround'
Poi io:
'Every now and then I get a little bit lonley and you're never
 coming round...'
E così via, alternati, in armonia, un duetto perfetto! Appena finiamo di
 cantare parte una applauso generale. Marley applaude e intanto
 grida:"Vai Topogigia!"
Blain invece ride come un bambino, meravigliato dalla nostra performance.
 Infondo alla fila, seduti sulle ultime sedie ci sono Louis e Harry. Il
 primo applaude e appena nota che lo sto guardando mi regala un inchino,
 che io ricambio a mia volta. Il secondo applaude sarcasticamente, e mi
 squadra da testa ai piedi, dio se lo odio! Ma cosa mia gli ho fatto? Liam
 mi abbraccia e io ricambio il gesto, poi appena ci sogliamo dal nostro
 intreccio, ci andiamo a sedere ai nostri posti. Il prof Schue
 impressionato si congratula con noi poi, ci spiega che tra tre settimane
 metteremo in atto un musical e che le audizioni per ottenere un ruolo
 inizieranno il pomeriggio seguente, e entro domani mattina dovremo
 scrivere il nostro nome per partecipare all'audizione e di fianco il
 nome del personaggio che vorremmo interpretare. Appena finito di dire ciò,
 il prof si dirige verso la lavagna e a caratteri cubitali scrive il titolo
 del musical che metteremo in scena. ROCK OF AGES!
Adoro quel musical! Non potrei essere più contente di così!


-Harry-
Appena finita la lezione del glee esco dalla stanza insieme a Lou e a Liam.
"Sei stato bravo prima con Charlotte!"
Dice Lou. Liam sorride in modo bambinesco e poi con la voce tremolante
 dice:"F-f-forse dovrei invitarla ad uscire!"
Io mi fermo a fissarlo, stupito di quello che ha appena detto!
"Quella? Vorresti farti quella?"
Liam arrabbiato mi guarda e poi scuotendo la testa dice:"Che problemi
 hai se esco con lei?"
"È una rompipalle!"
"Oh ma andiamo! Scommetto che non le hai mai detto più di tre
 parole!"
"Meglio così, meno mi parla, meglio sto!"
Liam sbuffa e poi mi mette una mano dietro al collo e mi scompiglia i
 capelli, odio quando lo fa. Ma cosa ci si può aspettare dal tuo
 fratellastro? Di sicuro non baci e carezze, sarebbe una cosa strana, molto
 starna.

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Capitolo 9
*** COLD HEARTED ***


CAPITOLO 9
COLD HEARTED

-Diana- 
Io e Niall siamo già diventati ottimi amici, è un ragazzo così dolce e buffo. La metà delle volte che gli chiedo qualcosa, lui risponde ridendo. Oggi è il terzo giorno di scuola, e Niall ed io siamo entrati insieme. E ci siamo fermati, incuriositi, davanti ad una bacheca non appena abbiamo visto su un foglio, con sopra scritto a caratteri cubitali, APERTE ISCRIZIONI PER MUSICAL ROCK OF AGES. Io amo questo musical. Sarei perfetta per il ruolo di Sherrie. Io di scatto afferro il braccio di Niall lo giro verso di me e poi gli dico:"Iscriviamoci!" Lui mi guarda un po' spaesato prima di rispondere. "Non puoi iscriverti tu? Verrò a vederti quando lo metterete in scena!" Risponde lui con tono da bambino capriccioso. "Eddai, so che sai cantare! Perché non fai l'audizione? Non è detto che ti prendano." All'inizio lui non risponde rimane li fermo a fissare le scarpe. Poi alza lo sguardo e dice sorridendo:"Mi devi un favore! Mi cucinerai pizza fino alla fine dei tuoi giorni!" 
Io, felice lo abbraccio, poi scrivo i nostri nomi sul foglio e i nomi di quelli che vorremmo interpretare, poi saltellando ci allontaniamo dalla bacheca.

-Marley- 
È già ora di pranzo e Charlotte non si è ancora fatta viva. Non le ho ancora raccontato di Jake. Ho paura a dirle che mi piace, e che l'ho baciato. 
"Tranquilla, sta arrivando ha detto di andarsi a sedere al solito posto che poi arriva." Dice Blain guardando lo schermi del suo cellulare. Io sospiro un ok e insieme al mio amico ci dirigiamo verso il tavolo. 
Sono passati ormai dieci minuti, e non appena la vedo sgrano gli occhi, aprendo la bocca scioccata e dispiaciuta. Charlotte aveva appena subito il trattamento di benvenuto nel glee. Quello che sta a dire "Congratulazioni, sei ufficialmente una sfigata!". Io corro verso di lei per portarla in bagno ed aiutarla a cambiarsi. I ragazzi del football, si divertivano a trattarci come merde. L'anno prima mi era capitata la stecca cosa, mi avevano buttato in faccia, e suoi vestiti, granita alla fragola. Fortunatamente Tina, che aveva già subito questo trattamento, teneva nell'armadio un cambio di scorta per chi ne avesse bisogno.  Subito afferro Charlotte per un braccio e la trascino fino al bagno. Appena entrate in bagno Charlotte si mette a piangere disperata, e io con tono di supplica le dico:"Calmati, è tutto a posto! Tu resta qui, io vado a prendere il cambio che ho nell'armadietto e te lo metti." Lei con le lacrime agli occhi mi fa cenno di si con la testa. "Intanto sciacquati un po' la faccia." 
Vermi! Ucciderò i giocatori di football un giorno.

-Charlotte-
Passa qualche minuto prima che torni mia sorella. Nel frattempo io mi sono lavata la faccia, e mi sono tolta la felpa fradicia di sciroppo al lampone. Di colpo poi, la porta del bagno si apre e Marley viene verso di me porgendomi dei vestiti. Io li prendo e le sussurro un leggero grazie. Non appena mi sono sfilata i vestiti bagnati, e mi sono messa quelli nuovi, sono uscita dal bagno, i vestiti che mi ha prestato Marley sono bellissimi, una canottiera grigia aderente, una gonna bianca a vita alta e un golfino bianco panna per coprire le spalle. Mi sono fermata davanti al lavandino. Dove mia sorella mi aspettava con un eye-liner e un mascara in mano. Io le sorrido debolmente, e poi mi sistema il trucco. Non appena abbiamo finito siamo uscite dal bagno e ci siamo dirette in mensa, per finire e iniziare il pranzo con Blain. 
Appena ci sediamo Blain mi mette una mano sulla spalla e con tono preoccupato mi chiede:"Stai bene?" 
Io non rispondo, fisso il piatto. Lui capisce che non ne voglio parlarne. 
Dopo qualche secondo al nostro tavolo si avvicina qualcuno. Appena alzo la testa, sopra di me Liam mi guarda con faccia interrogativa.
"Cos'è successo?" 
Chiede lui con tono preoccupato. Io non voglio parlante, così faccio segno a mia sorella di raccontargli ciò che è accaduto. Appena finita la storia Liam si siede vicino a me, mi mette una mano dietro alla schiena e mi dice con un sorriso debole:"Se vuoi ti vendico io! Basta che tu me lo dica! Gli sbatto in faccia una bella granitata a quei bastardi!"
Non riesco a non farmi scappare un risolino. 
"Sarebbe fantastico!" 
Dico poi io sorridendo con le lacrime ancora agli occhi. Ero così presa da Liam, da non essermi accorta, che dietro di lui c'era anche Harry. Il quale non mi sembrava gliene importasse molto di quello che mi avevano fatto; eppure, mi sembra arrabbiato. Ad un tratto decido di cambiare argomento, non mi piace essere quella di cui tutti si preoccupano. 
"Vi siete iscritti per le audizioni del musical?" 
Chiedo io un po' troppo interessata. Harry sembra non curarsene tanto delle mia domanda, invece Liam mi risponde quasi subito:"Io mi sono iscritto per il ruolo di Stacy Jaxx! Adoro quel personaggio!" 
Io gli sorrido, è così carino. 
"Tu invece? Per chi farei l'audizione?" 
"Ehm, io, io, volevo fare l'audizione per la giornalista..." 
Gli si illuminano gli occhi non appena capisce che se veniamo preso entrambi, dovremo fare gli innamorati. Harry nel frattempo alza gli occhi al cielo, e fa una smorfia di disgusto. 
"E tu? Chi vuoi interpretare?" 
Lui divertito mi guarda, e con tono fastidioso dice:"Non ho messo il nome di nessun personaggi di fianco al mio, sono perfetto per qualsiasi ruolo."
 Dio, quanto vorrei dargli una sberla! 
Mentre mi guarda da testa ai piedi mi fa delle smorfie provocanti, e io non posso non farmi scappare un:"Maiale." 
"Troia." Risponde lui. 
"Perché sei così acida? Vivi la vita divertiti!" 
"Ascoltami, cazzone! Io non sono acida, sei tu che mi rendi così! E dammi ancora della troia, e io ti riempio la faccia di schiaffi!" 
Lui ridacchia e si morde le labbra divertito:"Non vedo l'ora!" 
Dice lui con tono provocante. Un giorno di questi scoppio e lo uccido!

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Capitolo 10
*** FIREFLIES ***


CAPITOLO 11
FIREFLIES

-Charlotte-
"Si può sapere perché sei scappata dall'auditorium?" Mi grida Marley, spalancando la porta di camera mia. 
"Non si chiederebbe permesso prima di entrare in una stanza?" 
Dico io, con tono menefreghista, senza staccare lo sguardo dal mio libro.
"Mi fai il favore di guardarmi cazzo!?" 
Io bruscamente chiudo il libro, e stacco gli occhi dalla copertina, puntandoli, fissi in quelli di mia sorella. Neanche lei sa perché è arrabbiata, ma sa che ho fatto la figura della scema, uscendo così in quel modo dall'auditorium, mentre Blain stava solo scherzando su una piccola cosa. Ma io mi ero sentita offesa, offesa del fatto che il mio migliore amico, potesse pensare, anche solo in modo scherzoso, che i deficienti come Harry mi piacciano. 
"Cosa vuoi che ti dica?" 
Chiedo io arrabbiata, a mia sorella. "Vorrei sapere perché sei corsa via dall'auditorium mentre Blain stava scherzando."
Io mi porto le ginocchia al petto e con voce quasi piagnucolante dico:"Non voglio che Blain mi associ al tipo di ragazze che ci va con il primo fighetto che capita!"
"Ma lo sai che non lo pensa! Lo sai che stava solo scherzando!" 
Dice lei con tono di supplica. C'è una pausa di silenzio, entrambe non sappiamo che dire, non sappiamo come continuare questa conversazione.
"Dai vieni, scendiamo che è pronta la cena!" 
Lei  mi porge  la mano per aiutarmi ad alzarmi, io però rifiuto il suo gesto di aiuto e mi alzo da sola, poi, senza dire la minima parola, scendiamo le scale e ci dirigiamo in cucina. 

Finalmente oggi esporranno sulla bacheca gli interpreti del musical, spero di essere stata presa. Veloce mi alzo dal letto, non faccio nemmeno colazione, mi infilo un vestito rosso,lungo fin sopra alle ginocchia, e un cardigan blu notte per coprirmi le spalle. Poi mi infilo le mie adorate vans, blu, ed esco da camera mia trotterellando, agitata per oggi. Appena arrivata al piano terra, mamma mi passa davanti e con un sorriso smagliante mi dice:"Buongiorno tesoro!" 
Io sorrido e rispondo con un sonoro:"Buongiorno!"
Aspetto per qualche minuto sul sofà del mio salotto in attesa che Marley scenda dalle scale. Però ad un certo punto sento mamma che mi dice:"Tesoro Marley sta male, devi prendere il bus per andare a scuola, scusa ma non posso accompagnarti." 
Io sbuffo, poi mi alzo e dico:"Ok mamma ci vediamo stasera!"
Uscita di casa mi incammino verso la fermata del pullman. Appena  arriva, si ferma davanti a me. Io salgo, ed esamino tutt'intorno i posti liberi a sedere. Ce n'è uno solo. Appena mi avvicino al sedile vuoto noto chi ci è seduto di fianco. No lui no, tutti ma non lui; svelta cerco di scendere dal pullman, ma le portiere si chiudono di scatto davanti a me. Cazzo! Ora come faccio? 
Raccolgo un po' di coraggio, e dopo vado ad occupare l'ultimo sedile libero. Vicino a Zayn.
 Zayn, il giocatore di football, quello che il giorno prima, mi aveva buttato due bicchieri di granita al lampone, in faccia. E ora neanche mi rivolgeva uno sguardo, ne per scusarsi ne per farmi un altro insulto. Zayn è un bel ragazzo, potrebbe perfino interessarmi, se non fosse uno stronzo che ti tira le granite in faccia. Dato che, il pullman, impiega una mezz'ora, per arrivare alla scuola, decido di tirare fuori dallo zaino il mio 'Harry Potter e  i doni della morte', per cercare di leggere le ultime pagine. 
"Voldemort muore alla fine! Basta vedere il film per saperlo!" 
Io, molto lentamente alzo lo sguardo in cerca della persona che mi ha appena detto queste parole. Dopo poco, noto che Harry è seduto dall'altra parte del bus. Io allora con tono offensivo gli rispondo:"Scusa, se non sono una sfigata come te che non apprezza i libri." 
Lui fa un sorrisetto provocante e poi dice:"Siamo già acide di prima mattina? È Rose?"
"E noi siamo già coglioni? È Styles, ah no scusa hai ragione, tu lo sei sempre!" 
"Guarda, che ho capito il tuo giochetto!" 
"Quale giochetto?" 
Chiedo io perplessa.
"Basta che tu me lo dica!" 
"Mi dica cosa?"
"Se vuoi scopare devi solo dirmelo!"
Io di scatto gli tiro uno schiaffo in faccia. E sono così arrabbiata che dico a Zayn, senza temere un suo ulteriore insulto:"Scambiamoci di posto!" 
Lui spaesato mi dice:"E perché?" 
"Guarda lascia perdere!" 
Allora, io mi alzo vado fino alla portiera e decido di scendere alla prossima fermata. Anche se dovrò andare a scuola a piedi, è sempre meglio che stare qui con quello stronzo che ragiona con tutt'altro che il cervello!

Dopo soli dieci minuti mi trovo già davanti a scuola. Decido di bigiare la prima ora, porterò una giustifica domani. Bensì mi rintano in aula canto. Dove mi metto a frugare un po' tra gli scaffali impolverati dell'aula. Ad un certo punto trovo in una cornice una foto, dove raffigurato sopra c'è un ragazzo, castano. Sotto la foto c'è una piccola targhetta dove inciso sopra c'è scritto, 'The show must go...all ove the place...or something'. 
"Quello è Finn." 
La voce del prof. Schue mi fa salire i brividi lungo la schiena, non dovrei essere qui, e di sicuro lo sa anche lui. 
"Era un membro del glee. È deceduto qualche mese fa." 
"Mi dispiace prof." 
Lui scuote la testa un po' triste. Gli voleva bene, lo si capisce dal suo sguardo. 
"Sono sempre i migliori ad andarsene!" 
Io annuisco piano, ricordando minore un momento, di quando mi avevano detto di mio padre.
"Stai tranquilla, non farò rapporto dalla preside. Non dirò che hai saltato la prima ora." 
"Grazie." 
Dico io, senza togliere lo sguardo dalle mie scarpe. 
Suonata la campanella della seconda ora mi precipito alla bacheca. Pare che in questi ultimi giorni io passi il mio tempo a fissare quel muro. Arrivata vedo un foglietto giallo con di scritto a caratteri cubitali: 'ROCK OF AGES ATTORI'
Sotto tutta la lista dei personaggi principali:
-Diana Colombi: Sherrie
-Niall Horan: Drew
-Harry Styles(sost. Liam): Stacy Jaxx
-Charlotte Rose: Costance
-Blain Anderson: Lonny
-Louis Tomlinson: Dennis 
-Artie Abrams: sindaco
-Marley Rose: moglie del sindaco
-Tamara Tonks: Justice 
-Jake Puckerman: Paul
Non ci credo, vorrei spararmi. Stacco il foglio dalla parete, lo stringo forte nella mano e di corsa lo porto dal prof. Schue. 
"La prego! Mi dica che scherza!" 
All'inizio non capisce bene a che cosa io mi riferisca. Poi chiede:"Scusa Charlotte, ma non so che problema c'è..."
Io rossa in viso sbatto il foglio sulla cattedra e dico:"Non posso fare una scena di quasi sesso con Harry!"
"Se vuoi posso regalare la tua parte a Tina o a Kitty!" 
"No! Voglio che lei dia la parte a Liam! E non a Harry!"
Lui ride e poi dice:"Mi dispiace Charlotte ma Harry è io più adatto nel ruolo di Stacy!" 
Io seccata lascio la stanza, e vado verso l'aula d'arte per sbloccarmi i nervi disegnando.

-Tamara-
Cavoli! Ho ottenuto la parte! Ora si che mi distinguerò tra quelli del glee. Sono così felice! 
"Ehi! Tu sei Tamara vero?"
Io distolgo lo sguardo dall'interno del mio armadietto, per ritrovarmi poi del liquido blu su tutta la faccia, e su i vestiti. Appena riesco a riaprire gli occhi vedo davanti a me un ragazzo con la pelle ambrata, che indossa una felpa da football. Poi lui con una voce roca e sexy dice:"Benvenuta infondo alla catena alimentare! Peli di carota!" 
Lui se ne va ridendo di gusto. Subito piomba da me Charlotte, che dice:"Vieni Tamara, ti aiuto io tu non ti preoccupare, ho un cambio d'abiti nell'armadietto!"
Arrivate in bagno Charlotte mi spiega che il giorno prima, le era capitata la stasa cosa, e che per precauzione si era portata un cambio d'abiti questa mattina. Per fortuna che c'è lei!
Mentre mi cambio, le faccio qualche domanda, tanto per conoscerla meglio:"Allora...canzone preferita?"
"Your song, la tua?"
"Everybody hurts! Adoro Elton Jhon"
"A chi lo dici! Film preferito?"
"Mmh, difficile...io direi 'Il grande gatsby', io tuo?"
"Orgoglio e pregiudizio!"
"Vero! E favoloso quel film!"
"Un giorno potremmo fare una giornata di soli film io è te!" 
"Sarebbe stupendo!" 
Rispondo io, con voce felice. Sento già che diventeremo ottime amiche!
"Scusa, posso chiederti una cosa?"
"Certo dimmi pure!"
Rimango un po' in silenzio prima di continuare la domanda. 
"Per caso c'è qualcosa tra te e Harry?" 
Mentre glielo chiedo spalanco la porta del bagno, e Charlotte, mi fissa con gli occhi sgranati. 
"P-p-perché, perché me lo chiedi?" Dice lei, rossa in viso.
"Dato che a me interessa vorrei chiedergli di uscire, e volevo solo sapere se a te interessava, era solo per non fare la troia che va con quello a cui piace alla sua amica!" 
Lei smette di fissarmi e con tono calmo dice:"No, tranquilla, fai pure a me non interessa!" 
Noto una punta di rabbia nella sua voce, ma decido di lasciar stare, non vorrei farla incazzare ulteriormente. 

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Capitolo 11
*** DNA ***


CAPITOLO 10
DNA


-Marley-
Io e mia sorella abbiamo deciso di fare l'audizione per il musical insieme. Pochi istanti prima di essere chiamate a cantare, discutiamo sulla canzone da fare. 
"Io dico che sarebbe perfetta 'Viva la vida'"
"Lo sai che l'adoro ma voglio qualcosa di più ritmato!" 
"Allora fai quello che vuoi!" 
"Uff, sei impossibile!"
Dice Charlotte incrociando le braccia al petto. 
"Oh-oh ci sono!" 
Di scatto mi giro verso di lei per sentire il titolo della canzone. 
"Che ne dici di DNA?"
"Quella delle little mix?" 
Lei annuisce con la testa e subito le sorrido. 
"Andiamo a far vedere chi siamo!"
Saltellando arriviamo al centro del palco. E il prof Schue sospira e dice:"Era ora ragazze!"
"Allora..." 
Incomincio io:"Oggi faremo l'audizione in coppia e canteremo DNA delle little mix!" 
Il prof Schue annuisce, poi Charlotte continua:"Io sono qui per fare l'audizione per interpretare Costance, Marley in vece vuole fare Sherrie!" 
"D'accordo ragazze cominciate pure!"
Io e mia sorella ci guardiamo, e con una sola occhiata, capiamo cosa farà l'altra. Parte la musica.... Charlotte canta per prima, è calma e sicura, quanto vorrei avere i nervi saldi che ha lei. Arrivata al ritornello si ferma e mi lascia cantare da sola tutto d'un fiato. A fine canzone non diciamo niente, non ci muoviamo, non battiamo ciglio. Fino a che Blain, e i suoi applausi, non ci risvegliano. "Grazie prof Schue!" 
Dico poi io alla fine. Subito dopo scendiamo dal palco e prendiamo posto a sedere una di fianco all'altra, vicino a Blain. Appena i nostri culi toccano le poltroncine, della platea, due ragazzi escono da dietro le quinte, pendono due microfoni, e in modo impacciato dicono:"Ciao, siamo Diana e Niall e vorremmo fare l'audizione per i ruoli di Sherrie e Drew." 
Puttana! Vuole rubarmi la parte! 
"Perfetto! Che canzone avete preparato per noi oggi?" 
È il ragazzo a rispondere questa volta:"Canteremo 'Sturdust' di Mika" la ragazza gli sorride in modo ebete, se non stesse per rubarmi la parte potrei anche dire che è carina. 
Mi stupisco quando, ad un tratto, la canzone magicamente diventa una canzone italiana. Ora si che sono fottuta, sa pure parlare un'altra lingua quella li! 


-Charlotte- 
Dopo che hanno finito di cantare, li riconosco, sono i due che durante matematica parlano di pizza! La ragazza ha una voce favolosa. Adoro poi i suoi capelli color miele, e i suoi occhi color nocciola. Il ragazzo sembra del tutto preso da lei, non fissa altri che lei, e non parla con altri che lei. Finito di ringraziare tutti, e due si siedono davanti a noi, e io con molta gentilezza dico:"Siete stati grandiosi!" 
La ragazza si gira e mi sorride in modo ebete. E poi inaspettatamente questa mi abbraccia e mi dice:"Anche tu." 
Poi in modo naturale si stacca da me è si risiede al suo posto. Io, spaesata, scuoto la testa e poi riprendo il discorso:"Come vi chiamate?" 
"Oh scusa, hai ragione, che sciocca, io sono Diana Colombi, lui è Niall Horan!" 
"Piacere! Io sono Charlotte Rose e questa è mia sorella Marley!"
Marley si limita a dire un 'ciao' sarcastico, probabilmente le saranno venute. 
"Non sei americana vero?" 
Chiedo poi io alla ragazza, lei con un leggero sorriso scuote la testa e dice:"No! Infatti sono italiana!" 
Italiana, perché non sono italiana anche io? 
I miei pensieri di autocommiserazione finiscono non appena vedo entrare Harry sul palco. "Salve prof, volevo fare l'audizione per qualsiasi ruolo nel musical, e adesso canterò 'Paradise city'"  
Io non riesco a staccare lo sguardo da lui, e non me ne accorgo fino a che Blain, non mi da un pugno sulla spalla e dice:"Mi stavi ascoltando?" 
"N-no, scusa puoi ripetere?" 
Blain ridacchia e poi ricomincia:"Ho detto che quelli come Harry hanno un certo fascino su di me, e direi che anche su di te fanno un po' effetto.." "Non è vero! Mai e poi mai potrebbe piacermi uno come quello!" 
Grido io arrabbiata. Subito dopo mi alzo e, rossa come un peperone, esco dall'auditorium.
 

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Capitolo 12
*** I WANT TO KNOW WHAT LOVE IS ***


CAPITOLO 12
I WANT TO KNOW WHAT LOVE IS

-Liam-
Non riesco a non pensare a Charlotte, è così bella e simpatica. Penso sia scattato qualcosa tra me e lei. Peccato che non ho ottenuto la parte di Stacy. Saremmo stati perfetti io e lei insieme sul palco.
"Stai pensando a lei, vero?" Io mi giro verso Lou con sguardo sognate e non rispondo, anche perché intuisce già tutto da solo. 
"Fattela allora!" 
"C'è qualcosa di più del semplice farsi Lou!"
"Già giusto hai ragione, il sesso!"
Io ruoto gli occhi al cielo, ma per una volta non può parlare da persona seria?
"No, io parlo dei sentimenti, voglio qualcosa di più di una semplice scopata!" 
Lui sgrana gli occhi incredulo, come per dire, 'ma che sei scemo?'.
Io gli do poco conto, e torno a far finta di seguire la lezione di storia.

-Charlotte- 
Non ci penso proprio a tornare al glee, non se dovrò interpretare l'amante di un perfetto coglione!
Ma ovviamente, non posso non varcare la soglia dell'aula canto, li mi trovo bene, anzi benissimo. Forse dovrei lasciar perdere la storia di Harry. Potrei invece interessarmi a Liam. Lui si che è un ragazzo simpatico, e dolce. Non come quel cazzone di Harry, ogni volta che lo vedo, o che sento parlare di lui, vorrei tiragli uno schiaffo. 
Scuoto la testa e rimuovo dalla mente questi pensieri. Poi entro nell'aula e vado a sedermi nell'ultima fila di sedie, voglio stare un po' da sola. Seduti nella prima fila ci sono Tamara, Niall e Diana. Gli ultimi due sono entrati ufficialmente nel glee, dopo aver ottenuto la parte nel musical.
Di fianco a me si viene a sedere Louis, il quale ridacchiando mi dice:"La vuoi sapere una battuta?" 
Io già con la risata pronta annuisco:"Due cassaforte si incontrano, che combinazione!" 
Per quanto sia pessima la battuta, non riesco a non crepare dalle risate.
"Hahahah, perché sei così scemo?" Dico io senza smettere di ridere. Lui sorride e alza le spalle, per dire 'che ci vuoi fare?'. Quasi mi scendono le lacrime agli occhi finché, vicino a Louis non si viene a sedere Harry. Io faccio finta di niente, cercando di non ricordare che cosa è successo sul pullman. Poi lui rivolgendosi a Louis dice:"Sai dov'è mio fratello?" 
Ha un fratello? Se lui è un cazzone non oso immaginare come sia suo fratello! 
"Era prima con me alla lezione di storia. Ah eccolo!" Io mi giro verso la porta, per vedere chi è il fratello idiota di Harry. E non posso non sgranare gli occhi quando vedo che stanno indicando Liam. 
"Aspetta, tu è Liam siete fratelli? Ma avete cognomi diver..."
"Siamo fratellastri, stessa mamma, papà diversi."
Non ci posso credere. No, come può una persona così magnifica come Liam, essere parente di una merda come Harry? Per essere belli sono bello tutti e due ma, perché?
Liam si avvicina e si siede alla mia sinistra. Poi inizia:"Senti Charlotte, ehm, ti va di uscire insieme? Cioè per una pizza o per andare al cinema.." 
Io gli sorrido e senza pensarci due volte gli do un bacio sulla guancia e poi dico:"Sarebbe perfetto!" 
Lui mi regala uno dei suoi smaglianti sorrisi e non mi stacca più gli occhi di dosso. Dopo entra il prof Schue, il quale ci dice:"Bene ragazzi in questa settimana faremo prove su prove. Dobbiamo essere in forma per le provinciale e dobbiamo spaccare per il musical!" 
Tutti si mettono a gridare e ad applaudire. 
"Con ciò io vi proporrei di andare in auditorium e provare uno dei pezzi forti del musical! 'I love rock and roll/Jouke box hero'!" 
Noi ci alziamo di corsa e ci precipitiamo in teatro. Dove appena arrivati la musica parte, e Niall inizia a cantare, dato che lui in questa canzone è la voce solista, poi viene accompagnato in sottofondo da Diana, che fa gli acuti, e da Blain e Louis che cantano la parte di 'I love rock and roll', noi altri facciamo da sfondo e cantiamo nel coro. Appena finita la canzone, gridiamo dalla gioia. Siamo stati grandiosi, e se spacchiamo già con una prova mediocre, di sicuro faremo scintille alla prima.

Nella settimana seguente non è successo nulla di importante. Io non sono ancora uscita con Liam, e non vedo l'ora di farlo. Ma oggi, oggi è il giorno della mia morte. Dovrò provare con Harry il nostro pezzo, 'I want know what love is', già il titolo della canzone fa capire che cosa dovrò fare. Arrivo puntuale in auditorium, con i costumi di scena e gli occhiali finti. Harry/Stacy invece arriva in ritardo, ma pare che i costumi non se li sia dimenticati. Indossa, come il personaggio, un giubbotto nero di pelle aperto, sotto a torso nudo, dei pantaloni neri, e gli stivali neri, e tra i capelli, una bandana che gli tira indietro i suoi riccioli. Per la prima vola, noto che Harry ha dei tatuaggi lungo tutte le braccia e sul petto. Io come costume di scena indosso, una camicia bianca, stile anni ottanta, e una giacca rossa con una gonna a tubino, in tinta. 
"Bene ragazzi iniziamo!" 
Dice Schueater:"Fateci provare delle emozioni!" 
Harry si avvicina a me e con voce roca e sexy mi sussurra:"Pronta per l'eccitazione?"
Io non rispondo mi limito a dire:"Cerca di non farmi impazzire!" 
Lui ridacchia divertito. Poi inizia la musica, Harry inizia a cantare, ma ogni volta che si avvicina sempre di più a me io mi allontano. 
"Charlotte stagli più vicino! E guardatevi negli occhi, voglio vedere la passione!" 
Io allora, pentendomene subito mi fermo di scatto, 'Vuole la passione? La passione avrà!'. Così mentre inizia il mio pezzo cantato, mi metto difronte a Harry e gli passo su e giù la mano sul petto, lui fa della smorfie, ma non credo siano di disgusto, poi cammino dietro di lui e gli sfilo la giacca. Dopo tutto questa e una scena di spogliarello nel musical/film. Poi io mi sfilo gli occhiali finti e li lancio dietro  una quinta. Non avrei mai creduto di pensarlo ma, Harry è sexy. E molto.

-Harry-
Sto ancora cantando quando io inizio a sfilale la gonna di dosso. E come dal copione io la prendo in braccio, lei avvinghia le gambe al mio bacino, e la faccio girare per il palco. Strano a credere che stiamo recitando la scena di un musical. Sembra che non ci sia nessuno a guardarci, solo io e lei. La ragazza che odio, la ragazza che mi fa imbestialire con una sola parola e che mi fa eccitare da morire. Finita la canzone, ci guardiamo negli occhi, come una scintilla appare nei suoi. Vorrei che fosse mia. Allora io mi avvinghio su di lei, e la bacio. Non mi respinge, ricambia prendendo ancora di più le sue labbra sulle mie. Le mie labbra si schiudono e le nostre lingue si intrecciano, in una perfetta armonia. È dopo un po' che ci accorgiamo che tutti ci stanno fissando. Io la sto ancora tentando in braccio, e le sue gambe sono avvinghiate al mio ventre. Lei scende un po' impacciatamente. Fa un inchino e dice:"Allora com'è stato? Abbiamo interpretato bene il copione?" 
Il signor Schue non fa troppi giri di parole e si limita a dire:"Bravi razzi! Per oggi è tutto!" 
Poi io e lei ci guardiamo, entrambi sappiamo che il bacio non c'è nel copione.
Angolo scrittrice:
Come avete visto sto aggiungendo i capitoli 
più in fretta si prima, è perché ne ho già scritto tanti
e voglio farvi leggere al più presto cosa succede.
Spero vi sia piaciuto il capitolo. Baci Luna.

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Capitolo 13
*** ROYALS ***


CAPITOLO 13
ROYALS

-Harry-
"Sicuro? Non ti piace per niente?"
Io fisso per un po' le mie scarpe. Poi alzo lo sguardo, ridacchio, e dopo dico:"Ti pare che mi piaccia quella strega?"
Liam sta un po' in silenzio, non risponde, fissa il pavimento, alza le spalle e dice:"Era tanto per sapere, sembravate una cosa sola, quando vi siete baciati..."
"Era scritto sul copione che dovevamo farlo!"
Liam alza lo sguardo da terra, e mi fissa negli occhi e dice:"Anche io ho il copione di Stacy, so che non c'è il bacio."
Io rimango impietrito, lui scuote la testa e se ne va, diretto verso l'aula di matematica. Io rimango, fermo, con lo sguardo perso nel vuoto. Non riesco a non pensare a ieri, al nostro bacio, alla passione che c'era tra me a Charlotte. Sì, quella strega mi piace proprio.

-Charlotte- 
Mi sono rifugiata nei bagni delle ragazze, sarà ormai da una mezz'ora che sono qui. Il punto è che mi vergogno, mi vergogno di aver ricambiato il bacio di quel coglione, mi vergogno di averlo fatto davanti a Liam. 
Dopo poco, esco dal bagno. Voglio andare da Liam, voglio spiegargli che quel bacio non aveva significato niente per me, che a me piaceva lui, volevo qualcosa tra me e lui. Perciò mi dirigo in aula canto, l'unica aula dove potrei sperare di trovarlo; anche perché non so che corsi frequenta. Perciò, spalanco la porta dei bagni, corro fino in aula canto e varco la soglia della porta. 


-Harry- 
Sono seduto davanti al pianoforte,  quando mi accorgo che qualcuno è entrato nella stanza. Lentamente mi giro e la prima cosa che vedo sono due grandi occhi blu che mi fissano. Poi lei li chiude si scatto, quasi si mette a piangere, e le sue guancia si colorano di rosso. Cazzo quanto è sexy. Vorrei che non piacesse a Liam, adesso la voglio solo per me. 
Charlotte inizia a parlare:"C-c-cosa ci fai qui?" 
"Mi rilasso i nervi, cantando e suonando il piano."
"A-a-ah si!? E che cosa canti?"
Mi chiede lei con le lacrime agli occhi. Io mi alzo e avanzo verso di lei, e le sussurro ad un'orecchio:"Tu cosa vorresti cantare?"
Lei mi guarda dritto negli occhi, lente, delle lacrime le scendono dalle guance. Ha dei cazzo di occhi perfetti. Lei distoglie lo sguardo dal mio e poi dice:"Non lo so, tu che cosa sai suonare al piano?" 
Io rido e le regalo un sorriso, che lei ricambia subito. 
"In realtà, non so suonare niente, premo tasti a caso." 
Lei scoppia a ridere, ma smette quasi subito. C'è troppo imbarazzo tra me e lei. 
"Senti, quello che è successo ieri..." Inizio io, ma lei mi liquida subito. 
"Si lo so, non è stato niente, ci siamo fatti solo trasportare dal testo della canzone. Niente di che!" 
Lei, mi piace, tanto; ma a quanto pare lei è interessata al mio fratellastro. Allora io le rispondo solo:"Si hai ragione, non è stato nulla." 
Detto questo ci fissiamo negli occhi per un po', finché, la campanella suona, e lei dice:"Devo andare in mensa, Marley mi starà aspettando." 
"Si, si anche io dovrei andare, Lou sarà impaziente di prendere da mangiare." 
Detto questo nessuno dei due muove un muscolo, o si sposta da dov'è. Rimaniamo a fissarci. Poi io mi butto su di lei, e lei contemporaneamente si lancia su di me, e le nostre labbra, premono forti le une sulle altre. Io le fascio le mani sui fianchi, mentre lei, con una mano, tira i miei ricci. Dio se è eccitante questa ragazza. Poi le nostre lingue si intrecciano. Rimaniamo così per un po'. Finché la nostra passione non si placa, e lei, tirandosi giù il vestito, e guardandomi negli occhi, dice:"Ora però sarà meglio che vada, mia sorella mi starà cercando." 
"Si hai ragione." 
Mi limito a dire io. Allora, la lascio uscire per prima dall'aula, e la vedo sparire. Io mi butto su una sedia. E, mi metto le mani in faccia, disperato. Che cosa ho fatto? Liam mi uccide.
 
-Marley- 
In lontananza vedo Charlotte che cammina, svelta verso si me. 
"Dici che le va bene?" 
Io mi giro verso Jake e gli dico sorridendo:"Certo che le andrà bene!Non muore mica se ti siedi con noi al tavolo!" 
No, non penso le andrà molto bene veramente.
Appena arriva, si ferma davanti a me, deve aver corso, ha il fiatone, e mi sembra preoccupata. 
"Ciao Marley!" 
Mi dice massaggiandosi le tempie. Poi sposta lo sguardo e dice:"Oh, ciao anche a te Jake." 
Finito di dire ciò, sposta di nuovo lo sguardo su di me, io faccio finta di niente, temendo che Charlotte possa protestare, sulla presenza di Jake, e dico felice:"Allora andiamo a mangiare! Blain è al tavolo che ci aspetta!"
Lei ci segue camminando con lo sguardo fisso sul pavimento. Lo sapevo, si è incazzata. Ma cosa me ne importa? Jake mi piace, e non devo avere la sua approvazione per stare con lui. 
"Allora, Charlotte, sei molto brava a cantare." 
Inizia Jake cercando di instaurare un qualsiasi discorso con mia sorella. Lei, però, lo liquida subito dicendo:"Ah, grazie."
Appena ci sediamo al tavolo, Blain ci accoglie con un:"Era ora cavolo!"
"Si scusa Blain, eravamo ad aspettare la Topogigia qui!" 
Dico io indicando con il pollice Charlotte. La quale neanche risponde alla mia frecciatina, e continua a fissare il pavimento. 
"Si può sapere che hai?"
"Niente, sono, sono solo stanca, ecco." 
Mi risponde lei, sempre tenendo il pavimento in osservazione. Io sbuffo, perché non mi vuole mai dire niente?
"Charlotte, se ti crea problemi io me ne vado." 
Dice Jake mettendosi una mano sul petto. Lei finalmente alza lo sguardo da terra, fa un sorriso e dice:"Ma ti pare? Tu rimani qui con Marley, e noi altri plebei." 
"Allora non mi muovo." 
Dice lui ridendo. 
Ah, sono sollevata, mia sorella non è arrabbiata perché Jake mangia con noi. Però è triste, lo vedo. Ma per cosa? Perché Charlotte e così complicata? 

Tornate a casa, dopo la stancante giornata di scuola, prendo coraggio e le chiedo cosa non va. 
"Beh...." 
Inizia lei.
"Beh?"
"Potrei, provare qualcosa, per il fratello, di quello che mi ha invitata ad uscire..."
Non ci ho capito niente. A Charlotte piace chi?
"Potresti essere un po' più precisa? Chi è fratello di chi?"
"Penso che mi piaccia quel coglione di Harry, ma devo uscire con Liam."
"Di a Liam che non ti piace...." 
Taglio subito corto io. Ma lei ribatte e dice. 
"No! Non voglio ferire i suoi sentimenti. E mai mi metterò con uno come Harry."
"Allora esci con Liam!" 
Dico io. 
"Se fosse così semplice, uscirei con lui. E solo che ho paura di quello che potrebbe pensare Harry."
Dio mio Gesù santo. Perché non si fa  suora? Così non tradisce nessuno e non fa del male nessuno. 
"Cosa faccio?"
Mi chiede Charlotte in preda alla disperazione. Io inarco le sopracciglia, e la fisso per un po', cercando una risposta nella domanda che mi aveva appena fatto. 
"Segui il tuo cuore." 
Dico io per fare la poetica, che da consigli sull'amore. Lei sbuffa, sale le scale e se ne va in camera. Io allora mi dirigo in salotto e mi butto a peso morto sul divano. Rimango un po' a fissare il soffitto, finché i miei occhi si chiudono, e io mi addormento.

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Capitolo 14
*** VIVA LA VIDA ***


CAPITOLO 14
VIVA LA VIDA

-Diana- 
Spalanco improvvisamente gli occhi. Non riesco a dormire. Ho troppi pensieri che mi passano per la testa. Da quando ho conosciuto Niall, stiamo sempre insieme. Ci vediamo alla mattina, dato che mi passa a prendere per andare a scuola, mangiamo insieme in mensa, e finite le lezioni del glee andiamo solitamente in giro per le varie gelaterie di Lima. Però, non ho ancora capito se io gli interesso, io vorrei fare diventare la nostra amicizia un "noi". Scendo dal letto, e cercando di non fare il minimo rumore scendo le scale della casa. Mi dirigo verso il frigorifero, lo apro molto lentamente, e per un po', fisso ciò che contiene alla ricerca di qualcosa che possa soddisfare il mio appetito. Trovo un cestello di lamponi, lo afferro, e inizio a divorare quelle belle bacche rosse. Poco dopo, sento una vibrazione provenire dal tavolo, io mi giro di scatto e noto che lo schermo del mio cellulare continua a lampeggiare. Scattante prendo il telefono, e per prima cosa, leggo l'orario. Sono le quattro del mattino. Ma chi mai, mi può scrivere o chiamare alle quattro del mattino? 
Poi, però, mi accorgo che anche io sono sveglia nonostante l'orario, perciò è meglio se non faccio troppe domande. Pigio di nuovo sullo schermo per leggere cosa c'è scritto nel messaggio. È Niall, ma che cosa vuole?
'Ti devo parlare' 
Mi deve parlare....ma di cosa? 
Con un sacco di dubbi per la testa, risalgo le scale, e mi ricaccio sotto le coperte. Ma passo comunque la notte insonne. Con ancor più domande e pensieri che mi tormentano.

-Tamara- 
Mi sto annoiando a morte. L'ora di storia è una delle lezioni più noiose. Fissa con lo sguardo nei miei occhi, la prof Evans, spiega le varie cause per il quale si è scatenata una guerra, inutile dire che non sto ascoltando niente. Ma per farle credere il contrario, la fisso a mia volta annuendo "interessata". Dopo un po' non resisto più, così alzo la mano e chiedo:"Potrei andare in bagno?" 
Lei seccata, probabilmente perché ho interrotto il suo discorso, risponde acidamente:"Vada signorina Tonks!" 
Dicendo così, indica la porta con una mano. Io mi alzo tranquillamente e esco dall'aula. Meno male. Non avrei resistito un altro minuto in quel posto. Prima di andare in bagno, decido di prendermi una granita alla fragola giù al bar. Appena presa mi dirigo svelta verso i bagni. Mentre sorseggio quella bevanda zuccherata, entro in bagno e vedo una figura incappucciata appoggiata a un lavandino. Spalanco gli occhi non appena capisco chi è. Con voce forte, per sembrare una dura, dico poi:"Lo sai vero che questo è un bagno delle ragazze, o sei così femminuccia da dover venire qui?"
Lui si gira verso di me, dopo un po' capisce chi sono e ridendo dice:"Tu sei quella sfigata, quella a cui ho lanciato una granita in faccia."
Che stronzo. Odio con tutto il mio cuore Zayn Malik.
"Mi fa piacere che tu lo trovi ridicolo."
"Però ora che ti vedo meglio." 
Inizia lui guardandomi dalla testa ai piedi:"Potrei scusarmi offrendoti qualcosa. E anche tu potresti fare lo stesso. Per accettare le scuse." 
No. Dimmi che non dice davvero. Però decido di stare al suo gioco. Mi avvicino a Zayn e gli sussurro nell'orecchio:"Effettivamente, sei stato molto cattivo." 
Lo sento già gemere, eccitato più che non mai. 
"Che mi vuoi fare?" 
Dice lui quasi gemente. 
"Vediamo." 
Dico avvicinandomi un po' di più a lui. Appoggio il bicchiere con la granita sul lavandino. Tendo le mani alla patta dei suoi pantaloni, e lo avvicino di più a me. Lentamente, gli tiro giù la cerniera dei jeans. Lo vedo eccitato, prima di fare qualsiasi cosa però, lo guado negli occhi e gli dico all'orecchio:"Ora ti restituisco il favore." 
Prendo la granita, e gliela rovescio nei pantaloni. Lui rimane senza parole. Sbatto a terra il bicchiere, e di fretta esco dalla stanza. Mi precipito in classe e mi dirigo verso il mio banco. Non ci posso credere, ho appena umiliato Zayn Malik al suo stesso gioco. Per dopo mi aspetto una tripla granitata in faccia, me lo sento.

-Louis-
"Possiamo parlare?" 
Alzo lo sguardo non appena riconosco quella voce. 
"Ma sei pazzo? Non posso farmi vedere con te in giro!"  
Rispondo io bruscamente. 
"Ma cosa te ne importa di quello che la gente pensa? Uno può fare le sue scelte." 
"Si ma io scelgo, che in pubblico io non mi voglio far vedere con te! Ci vediamo dopo al glee." 
Odio doverlo trattare così, ma non ho ancora accettato questa cosa. Blain è una persona fantastica, non se lo merita. Ma ho paura, e se sto sbagliando? Del resto è da ragazzi che si devono fare varie esperienze. Blain scuote la testa seccato e si allontana dal tavolo. 
Subito dopo Harry si butta sulla sedia vicino alla mia e sbuffa. 
"Che succede Hazza?" 
Chiedo io incuriosito. Lui fissa il tavolo, poi si stende sopra di esso, e con la faccia spiaccicata dice:"Ho fatto una gran cazzata!" 
Ho già capito; Charlotte. Non ci vuole un genio per capire che si piacciono. Però gli chiedo comunque:
"E quale sarebbe questa cazzata?" Lui gira lo sguardo verso di me è dice:"Liam mi uccide se scopre che me la sono fatta in aula canto, ieri." 
"Anche ieri? Sei proprio fottuto!"
"Ma che devo fare?"
"Secondo me lo dovresti dire a tuo fratello! Vedrai che gli passa, ci sono in giro tante altre gnocche come lei!" "Si ma lei è speciale, per questo piace ad entrambi!"
Alzo gli occhi al cielo, cercando da qualche perte, per il soffitto, un modo per sfuggire da questa conversazione. Harry subito mi riporta alla realtà schioccando le dita davanti a me. A volte lo vorrei picchiare. 
"Mi aiuti?"
Io sbuffo:"Mangia le carote?"
"Che cosa stai dicendo?"
"Mangia si o no le carote?"
"E io che ne so? Perché mi fai queste domande stupide?" 
Io alzo le spalle:"Non so, mi piacciono le ragazze che mangiano le carote!" 
Lui mi tira un pugno sulla spalla e dice, in modo sarcastico:"Grazie dell'aiuto Lou!"
E di scatto si alza e si avvia verso l'uscita della mensa. Io sorridendo, e scuotendo la mano in segno di saluto dico:"Di niente Hazza!" 
E lo vedo allontanarsi dalla sala.

-Diana- 
Finito di mangiare a mensa, mi dirigo verso il glee. In aula canto, seduto al piano trovo Niall, lui non appena mi vede, si alza e felice mi abbraccia. Allora io entusiasta, sorrido e gli chiedo:"Allora cosa mi devi dire?"
Lui arrossisce di colpo, e sorridendo si gratta la nuca. 
"Beh..." 
Vuole chiedertelo, finalmente. 
"Beh, ti volevo parlare di una cosa." Dalla gola mi esce, un versetto, quasi un gridolino di gioia e di emozione. 
"E da un po' che usciamo insieme, e siamo diventati ottimi amici, si può dire." 
Non riesco a non sorridere come un'ebete. Arriva al punto Horan! Grido io nella mia mente. 
"Volevo chiederti se..." 
Io emozionata non riesco a non gridare un si. Lui sorride e poi dice:"Ne sei sicura? Anche perché non ti ho ancora detto cosa." 
La gioia sparisce completamente dal mio volto. Io non sorrido più tanto. Poi lui continua:"Volevo chiederti se mi avresti aiutato ad organizzare un appuntamento con Kitty." 
Il mio cuore si è frantumato, si è frantumato in mille pezzi. Non riesco a rispondere. Davvero lui non ha notato nulla? Non nota come lo guardo? Non nota come gli parlo? Non nota che metto lui prima di tutti? Io con una lacrima che mi scende giù per la guancia sinistra dico, arrabbiata e scocciata:"No Niall, tutto, ma questo no!" 
Lui mi guarda spaesato, io di scatto mi giro e vado al centro della sala. "Prof Schue, posso cantarvi una canzone italiana?" Il prof, un po' spaesato e contento al tempo stesso, entusiasta risponde:"Ma certo facci sentire!" 
"Si intitola 'Distratto'" 
Mentre lo dico mi giro verso Niall, so che non sa cosa voglia dire, ma spero percepisca il messaggio. Inizia la musica proveniente dal computer e inizio subito dopo io a cantare. Finita la canzone, io non dico niente. Mi giro solo, e arrabbiata ancheggio fino all'uscita dell'aula. So che loro non hanno capito di cosa stavo cantando, ma io si, io lo capisco. E non riesco a non scoppiare in lacrime mentre esco dalla scuola. 
 

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Capitolo 15
*** MINE ***


CAPITOLO 15
MINE

-Liam-
Dopo tre giorni, che non guardo, ne parlo, con Charlotte, mi decido ad andare da lei, per chiarire una volta per tutte la faccenda. La vedo in piedi davanti al suo armadietto. Indossa dei jeans blu scuro, una felpa rossa, e una maglia con sopra una stampa di Batman. Appena vedo la maglia, penso che questa ragazza mi piaccia sempre di più. Arrivato, mi fermo di fianco a lei. Sobbalza non appena nota che sono li. 
"C-c-ciao Charlotte!" 
Dico io molto nervosamente. "Volevo..." 
Non mi escono le parole di bocca. 
"Volevo, chiederti se poi uscivamo insieme!? Questa sera! Alle sette! A casa mia!"
Lei ride divertita. Per fortuna! Almeno non è scappata via dalla paura!
"Certo, va benissimo!" 
Ero già pronto a ricevere un rifiuto, e mi stupisco quando accetta. Allora io con un sorriso da mille watt, annuisco con la testa e dico:"A-a-allora a stasera!" 
"Si! A stasera!" 
Dice lei con un sorriso da far sciogliere il ghiaccio. Non appena mi giro per andare via, sento in faccia, una sensazione di umido. Non appena riesco ad aprire gli occhi, mi accorgo che quelli del football mi hanno tirato una granita in faccia. Adesso mi incazzo!
"Hey frocetto! Piaciuta la doccia?" Dice uno di loro dalla pelle ambrata. Io impazzisco letteralmente, e mi butto su di lui e gli mollo un gancio alla mascella. Subito sento tirarmi via dal giocatore. Delle mani mi spingono via da lui. Io mi agito, per liberarmi dalla presa. Finché non mi accorgo che è Lou a staccarmi da loro. E subito dopo noto Harry che si precipita verso i giocatori, e gli molla dei pugni in faccia. Nel frattempo Charlotte, cerca di fermare mio fratello, e manda via, gridando loro contro, i ragazzi del football. Divento subito rosso per la gelosia, perché ha aiutato Harry e non me? 


-Charlotte- 
Dopo la scena di oggi, sono un po' spaventata ad entrare in casa Payne/Styles. Non vorrei che mi riempissero di botte. Impiego più o meno una mezz'ora a decidere che cosa indossare. Più volte ho chiesto a Marley di aiutarmi, ma ogni volta che veniva in camera mia a darmi una mano, prendeva qualcosa che le piaceva, e se lo portava in camera. Perciò, faccio tutto da sola. E per l'occasione opto per un vestito nero, a mezze maniche, con le pieghe a cannone. Infilo gli stivaletti neri, e mi metto la giacca a doppio petto per completare il tutto. Mi trucco e poi faccio una treccia, a lisca di pesce, con i miei lunghi capelli castani. 
"Ciao mamma! Ci vediamo dopo!"  Esco di casa e vedo Marley, appoggiata alla portiera dell'auto, tutta in tiro anche lei, allora io perplessa le chiedo:"Guarda che mi devi solo accompagnare! Perché ti sei vestita così?" 
Lei alza lo sguardo e acidamente dice:"Anche io posso avere degli appuntamenti!" 
Io roteo gli occhi al cielo, e sbuffando entro in macchina. Lei fa lo stesso, e in silenzio, per tutto il tragitto, raggiungiamo la casa di Liam. Io scendo dalla macchina, e prima di chiudere la porta dico:"Ciao strega!" 
Lei fingendo una risata dice:"Ciao Topogigia!" 
Io allora sbatto la portiera dell'auto e mi avvio verso la porta di casa. Suono il campanello, e aspetto qualche secondo. Sto già dicendo 'Ciao Liam' quando mi accorgo che ad aprire la porta non è Liam. Harry, con la faccia un po' triste, sta appoggiato allo stipite della porta, e mi fissa, cosa che faccio a mia volta. "Ciao, accomodati pure." 
Dice lui facendomi spazio per entrare, accompagnando il tutto con un gesto del braccio. Io lentamente entro, hanno una casa molto bella. All'ingresso, precisamente sopra la mia testa un lampadario di vetro si estende su di me, emanando luce gialla da tutte le parti. Io incantata studio la casa. Le prime due stanze che distinguo sono: la sala da pranzo, dove al centro di essa c'è  un lungo tavolo di legno, tutto apparecchiato, e il salotto, con poltrone arancioni corallo, poste davanti ad un televisore al plasma. Harry delicatamente, mi sfila il cappotto dalle spalle, e dice:"Liam non è ancora arrivato, era in centro con suo papà, per fare non so cosa. Ma mi ha detto che sarebbero arrivati in meno di dieci minuti." 
Cazzo. Porca la vacca. Non so se riuscirò a resistere per più di dieci minuti sola con Harry. Mi attrae come una calamita. Non posso guardarlo negli occhi, so che se li guardo sarò persa, ha come due gemme, al posto di essi. Sono da stupro. 
Allora io, con lo sguardo fisso altrove, dico:"Posso andare in bagno?" 
Lui scuote la testa di colpo, come per svegliarsi, e dice in modo impacciato:"Si! Si, certo, è la stanza in fondo a sinistra su per le scale!" 
"Perfetto!" 
Dico solo io. Diciamocelo, non devo andare in bagno, sto solo cercando un modo per sfuggire da Harry. So che se sto, per più di un secondo con lui, io non resisto. Vorrei farmelo! Ebbene si, vorrei farmelo! E non c'è cosa che vorrei di più al mondo in questo momento, se non avere le mie labbra appiccicate alle sue. Io entro in bagno, chiudo la porta, e mi siedo sul bordo della  vasca da bagno. Rimango qui per qualche minuto, finché non sento qualcuno bussare alla porta. 
"Charlotte? Stai bene?" 
Chiede Harry un po' preoccupato. 
"Si certo, adesso esco!"
Prima di uscire mi do una rapida specchiata, e noto che le mie guance sono diventate color peperone. Appena esco, non riesco a non evitare i suoi occhi. Sento il mio cuore sciogliersi lentamente, le farfalle nello stomaco, e una grande confusione nella testa. Dio se è perfetto. I suoi ricci, i suoi occhi, la sua bocca. E chi più ne ha, più ne metta! 
"Stai bene?" 
Mi chiede lui aggrottando la fronte, senza mai distogliere lo sguardo dai miei occhi. 
"Si certo, certo che sto bene! Perché? Ti sembra che stia male!" 
"No...e solo che mi sembrava..."
"Ok non sto bene! Non sai quanto io ci stia male, per quello che ho fatto a Liam! Lo sto solo illudendo. Invece tu sei qui, che te ne freghi delle cose!"
"Pensi che non ci stia male? È mio fratello! Certo che ci sto male! Odio dovergli mentire!"
"Perché non te ne vai? Lasciami un po' da sola! Vai, vai a fare lo stronzo da qualche altra parte!"
"Ah, adesso sarei io lo stronzo! Si ovvio, sono io quella che sta invitando il padrone di casa ad uscire dalla sua abitazione!" 
"Deficiente!" 
"Stronza!" 
Ci guardiamo, negli occhi, non distogliamo lo sguardo l'uno dall'altra. 
"Al diavolo!" 
Dico io. Rompo le distanze che ci sono tra me e lui, e premo violentemente le mie labbra alle sue. Gli metto una mano dietro il collo, e gli tiro i ricci, i suoi perfetti ricci; con l'altra mano gli afferro la camicia e lo attiro a me. Lui stringe i miei fianchi, e mi prende in braccio, fasciandosi le mie gambe intorno al suo bacino. Penso di essere più eccitata che mai. Ma non appena infilo la mia lingua nella sua bocca, sentiamo la porta dell'ingresso chiudersi. E una voce dal piano inferiore dice:"Siamo arrivati! Charlotte e già qui?" 
Io veloce mi stacco da Harry, lui mi posa frettolosamente a terra. E mente io mi richiudo in bagno, lui scende le scale, e dice ad alata voce:"Si! Charlotte e di sopra in bagno. Ha detto che adesso a arriva."
Di nuovo, mi riguardo allo specchio, e noto che la mia faccia e ancor più rossa di prima. Ma non ci posso fare niente, così esco e scendo le scale in fretta. E entusiasta butto le braccia al collo di Liam e dico:"Finalmente! Temevo non mi volessi più vedere!" 
Lui ride e abbracciandomi a sua volta dice:"E sempre bello vederti!" Con la coda dell'occhio, vedo Harry, in piedi al centro della sala, che ci fissa. Geloso più che mai.

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Capitolo 16
*** DON'T RAIN ON MY PARADE ***


CAPITOLO 16
DON'T RAIN ON MY PARADE

-Charlotte-
Appena mi stacco da Liam, mi giro verso suo padre e mi presento, allungando la mano verso di lui. "Piacere, io sono Charlotte!" 
Lui l'afferra e la stringe saldamente.
"Piacere mio Charlotte! Io sono Matt il papà di Liam; e il patrigno di Harry..." 
Dice lui in modo sicuro, ma impacciato alla fine. Io sorrido e lascio la presa dalla sua mano. 
"Hey, guardate che ci sono anche io! Ragazzi aiutatemi!" 
Una voce femminile pervade tutta la stanza. Liam e Harry si precipitano fuori dalla porta, per poi rientrare in casa stringendo tra le braccia delle buste della spesa. In fine, una donna, una bellissima donna dai capelli neri, entra dalla porta di casa, e mi sorride, mostrandomi tutti i suoi denti bianchi. 
"Ciao cara! Io sono Anne, la mamma di questi due scemi!" 
Dice lei, venendomi in contro a braccia aperte. 
"I-io sono Charlotte. Piacere!" 
Dico io mente vengo stritolata dalle sue braccia. Harry, è la fotocopia di sua madre: stessi occhi, stesso sorriso, e stesse fossette. Sono entrambi bellissimi. Lei sciogliendo il nostro abbraccio, si avvia verso la cucina, dicendo:"Sedetevi pure in salotto, io ci metterò qualche minuto a preparare la cena!"
In coro Liam e Harry dicono:"Si mamma!" 
Io aggrotto la fronte, mi sento totalmente fuori luogo. 

-Harry-
"Volete vedere un film?" 
Chiede Liam, mentre si siede vicino a Charlotte. Lei lo fissa intensamente e con voce felice gli dice:"Certo! Cosa ci proponi?" 
"Ehm... Abbiamo un'ampia scelta di film horror." 
Charlotte aggrotta la fronte, mio fratello coglie subito il messaggio e cambia discorso:" Film, d'azione!" 
Lei annuisce felice, e sorridente chiede:"Che film avete nel repertorio?" 
Liam fruga fra gli scaffali dove teniamo i film, e estrae quattro DVD.
"Allora, abbiamo: Tropic Tunder, The Avengers, Man In Black e Pirati Dei Caraibi 2. Quale scegli?" 
Charlotte arriccia le labbra, indecisa. Io mi mordo un labbro, e non le stacco gli occhi di dosso. Facendo così mi fa eccitare sempre di più. Di scatto si gira verso di me, e dice:"Tu quale preferisci? A me piacciono tutti!" 
Io spalanco gli occhi, oddio, e che ne so! Decido di dirne uno a caso:"Man In Black va bene!"
"Perfetto, vada per Man In Black!" Esclama Liam entusiasta. Infila il DVD nel lettore e si posiziona vicino a Charlotte. Non posso sopportarlo, non riuscirò a stare tutta la durata del film, a guardare mio fratello, attaccato come una cozza alla ragazza che mi piace. Non ce la faccio. 
Fortunatamente mia mamma grida che la cena è pronta, così loro si sciolgono dal loro abbraccio, e ci andiamo tutti a sedere in sala. 

-Charlotte- 
La serata prosegue veloce. Mentre mangiamo, io intrattengo una conversazione con Anne di quanto siano bravi a cantare i suoi figli. 
"Tu invece? Sappiamo che anche tu sei nel glee!" 
Dice ad un tratto Matt. 
"Perché non ci canti qualcosa?" 
Sento le mie guance avvampare, sicuramente, sono diventata rossa come un pomodoro. So che mi esibisco sempre in aula canto, ma adesso, ho vergogna. 
"Oh, no, non saprei neanche che cantare! E poi adesso stiamo mangiando, non mi sembra il caso!"
"Ma va la! Sei così brava a cantare! Canti sempre al glee!" 
Arriccio le labbra infastidita, Harry mi vuole morta è ovvio! Perché lo sta facendo? Dio quanto è odioso!
"Ma si, mi sentirete cantare quando verrete a vedere Rock of Ages." 
Dico io cercando di rimandare la mia esibizione.
"Oh, e che parte hai nel musical?" 
"Io, io sono Costance, sono la giornalista nel musical."
Matt aggrotta la fronte, perplesso. 
"Ma, non è quella di cui si innamora il personaggio di Harry?" 
E adesso? Che dico? 'Oh si sono qui per Liam, ma me la faccio segretamente con l'altro vostro figlio, sia fuori che dentro alla scena' no non mi sembra il caso. 
Liam, subito cambia discorso. 
"A proposito. Quand'è la prima?" 
"Tra tre giorni!" 
Risponde subito Harry, sorridendo malignamente. A volte vorrei prenderlo a pugni, è così insopportabile, mi fa incazzare. E mi fa eccitare da matti. Perché Liam non può farmi quest'effetto? 

-Marley-
"Dimmi allora...." 
"Sono tutta orecchie!"
"Film preferito?"
"Questa è facile! Sherlok Holmes, adoro Robert Downey jr!"
"Quell'uomo è un mito!" 
Dice Jake. È da più di un'ora che siamo seduti qui al Bel Grissino, mangiando e parlando di varie cose. 
"Posso farti un'ultima domanda?"
"Dimmi pure Jake!"
"Siamo fidanzati? Io lo vorrei, ma se tu vuoi più tempo per rif...."
Non gli do neanche il tempo di finire la frase, che mi butto su di lui, e premo, forte, le mie labbra contro le sue. Appena mi stacco da Jake, lui sorride e dice:"Scusa, puoi ripetere non ho capito bene..." 
"Hahahah, non fare il furbo con me Puckerman!"
"Allora lo prendo come un si!" 
Di nuovo, io gli sorrido e ci baciamo, finché la cameriera non rovina tutto portandoci il conto. 
 

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Capitolo 17
*** I CAN'T FIGHT THIS FEELING ***


CAPITOLO 17
CAN'T FIGHT THIS FEELING

-Louis-
"Volevi parlare?" 
Blain si gira di scatto, prendendo paura. Lo raggiungo al centro dell'auditorium, con passo veloce. 
"Si, volevo provare al nostra canzone. Sono un perfezionista e voglio che sia eccezionale la prima di domani!"
"Ma si, certo capisco."
Avevamo già provato tante volte quella canzone. Ma, non avevo ancora tirato fuori le mie vere emozioni. E non ce la facevo più. Dovevo mettere in chiaro le cose. 
Arrivato al centro del palco, mi metto a fissarlo nei suoi occhi neri. Sono belli e profondi, come pozzi.
"Allora, proviamo." 
Dice lui, senza staccare lo sguardo da me.
"Si, dobbiamo provare."
Rispondo io con un filo di voce. 
La musica parte. Un brivido mi sale lungo la spina dorsale, adoro questa canzone. Io inizio a cantare, senza staccargli gli occhi di dosso.
"I can't fight this feeling any longer. And yet I'm still afraid to let it flow. 
What started out as friendship, has grown stronger, I only wish I had the strength to let it show."
Gli vedo, scendere, lenta una lacrima; che gli riga la guancia, e gli scorre giù verso il collo. Ha una voce favolosa, e appena inizia a cantare sento che, vorrei saltargli addosso. Le nostre voci si fondono, e quasi scoppio a piangere, perché il testo di questa canzone e così vero. Ad un tratto, non mi trattengo più, mi avvicino a lui, e rompo le distanze. Lo bacio, e mi sento leggero come l'aria. Forte, e capace di fare tutto.

-Tamara-
Da qualche giorno, orami, ho paura di girare da sola nei corridoi del Mckinley. Dopo quello che è successo nei bagni con Zayn, non mi fido a stare da sola. Perciò, ho stretto amicizia, con l' altra nuova ragazza del glee, Diana. E giro con lei per il liceo, dopo ogni lezione. 
"Allora, parlami un po' di te."
Dico io per instaurare una conversazione con la bionda. 
"Sono qui ormai da un mese, mi manca l'Italia, e ho appena provato il dolore, che si ha quando sei innamorato di qualcuno che non ricambia." 
Okay, e abbastanza inquietante il tono con cui lo dice. Cammina, ciondolante come uno zombie, tiene il broncio, e ha le occhiaie. Si vede che nelle ultime notti non ha dormito un gran che. Però, non cambio discorso e incuriosita chiedo:"Stai parlando del biondino, Niall giusto?" 
Lei annuisce piano, con gli occhi fissi sul pavimento. 
"Che è successo?"
Lei tiene lo sguardo a terra, e risponde quasi singhiozzando:"P-p-pensavo gli piacessi! E invece voleva che io gli organizzassi una cena con Kitty la trovatella!"
Però, non pensavo che Diana avesse questa grinta.
 "Sai che c'è, lui non ti merita! E un deficiente! Facciamo una cosa. Dopo la prima di domani, ti invito a casa mia a dormire. E perché no chiediamo anche a Charlotte. Così ci incazziamo con i ragazzi, e mangiamo fino a scoppiare." Lei con le lacrime agli occhi, ride divertita, e mi abbraccia forte. E all'orecchio mi sussurra un grazie. 
"Dai andiamo al mio armadietto, e poi filiamo in aula canto."

Arrivate vicino al mio armadietto, ci vedo appoggiato sopra, un ragazzo dalla pelle ambrata. Il mio cuore inizia a battere forte, accelera i battiti, e quasi lo sento scoppiare dentro di me. 
"No ci ho ripensato, filiamo in aula conto." Dico io rivolgendomi a Diana.
"Ma cosa dici, devi prendere la tua borsa." 
"Si lo so ma la posso prendere dopo." Dico io tagliando corto. Ma lei ribatte, e mi ricorda una cosa. "Ma hai tu gli spartiti di 'Don't stop beliving', e ci servono lo sai. Vai a prenderli. Io ti aspetto al glee." Mi dice alla fine stampandomi un bacio sulla guancia. Io la vedo trotterellare, via da me. Dopo vari secondo, mi catapulto al mio armadietto, e cercando di essere veloce come un fulmine lo apro di scatto, e prendo la borsa. Ma non appena lo richiudo e cerco di avviarmi verso l'aula canto, un corpo mi blocca la strada. Io cerco di non guardarlo negli occhi. Sono terrorizzata. Il corpo di china su di me, e io riesco a percepire il suo odore, odore di schiuma da barba, e menta, un odore forte e eccitante.
"Dove cerchi di andare?" Mi sussurra lui all'orecchio. So già che le cose andranno a finire male.
"Dovresti scusarti con me!" 
Mi stacco subito da Zayn, lo guardo negli occhi, e gli dico incazzata:"Io ti devo delle scuse?" 
Lui annuisce piano con un sorrisetto malizioso sul viso. Io spalanco gli occhi incredula, mi sta prendendo per il culo? 
Lui mi guarda e poi dice:"Facciamo così, per farti perdonare mi devi offrire una cena al Belgrissino. Questo sabato. E ti devi mettere anche elegante." 
"Perché dovrei farmi perdonare da una testa di cazzo come te? E poi di cosa dovrei essermi pentita?" 
Zayn mi sorride e, di nuovo, sussurra al mio orecchio:"Lo sai benissimo. Quello che è successo nei bagni, mi ha un po' scosso, perciò, ti devi far perdonare. Uscendo con me sabato."
Io lo guardo negli occhi, schifata e arrabbiata, per quello che ha detto. "Ma io non voglio uscire con te!" 
"Allora, ti lancerò una granita in faccia, ogni giorno, fino alla fine del liceo." 
"Allora ci vediamo sabato!"
Lui sorride compiaciuto, e se ne va dicendo:"Passa a prendermi per le 19.30, William street numero 17!" 
Che faccia tosta, adesso devo pure andarlo a prendere io.

-Diana-
Appena entro in aula canto, non riesco ad evitare il suo sguardo. Niall è lì seduto in prima fila, sta tenendo una sedia libera vicino a lui. Sarà di sicuro per quella trovatella di Kitty. Lui mi fa cenno di venire a sedermi di fianco a lui, io però lo ignoro, e vado diritta verso Charlotte. Che è seduta in ultima fila, da sola. 
"Hey, ciao Diana!"
Mi saluta lei con entusiasmo. Io le sorrido amichevolmente. E subito taglio corto dicendole:"Senti, ti va di venire ad un "pigiama party" a casa di Tamara, dopo la prima di domani?" Lei sorridendo annuisce felice, e dice:"Certo! Perché no! Devo portare qualcosa?"
"Ancora non lo so, appena arriva Tamra decidiamo tutto." 
Io sorrido contenta. Ma mi inizio a preoccupare quando, dopo un quarto d'ora, Tamara non si è ancora fatta viva. 
Appena entra nell'aula mi sento più sollevata. Mi aveva fatto preoccupare. 
"Ma dov'eri finita?"
Le chiedo io seccata. 
"Vi spiego tutto dopo."
Dice lei riferendosi a me e a Charlotte.
 Il prof Schue, si posiziona al centro dell'aula, batte le mani e emozionato, dice:"Perfetto ragazzi, domani è il grande giorno, dobbiamo spaccare! Avete capito?"
Noi tutti in coro, felici, gridiamo:"SPACCHEREMO!"
"Perfetto! Ora però facciamo le ultime prove, Niall, Diana. Potete per favore fare 'Waiting for a girl like you'." 
Io mi alzo sbuffando, e lentamente scendo i gradini e raggiungo il centro della stanza. Vicino a me si posiziona Niall. Non lo guardo nemmeno, fisso il pavimento invece. Però subito il prof Schue mi riprende e dice:"Per favore, ragazzi! Dobbiamo fare un'ultima e sensazionale prova. Perciò fatemi sentire l'amore."
Io l'amore posso farglielo sentire, ma non credo che Niall possa, dato che non sono Kitty.
Però, subito finita la frase del prof, il biondino si avvicina sempre di più a me, prende il mio viso tra le mani, e mi costringe a guardarlo negli occhi. Mentre canta, io sposto lo sguardo dalla sua bocca ai suoi capelli arruffati. Sento lo sguardo di tutti addosso. Ma mi sento a mio agio. Sto bene, davanti a me c'è la persona che amo, che mi sta cantando una serenata. E, finito il duetto, con mia grande sorpresa Niall mi bacia delicatamente, e mi abbraccia, sussurrandomi poi:"Ti amo Diana Colombi." 
 

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Capitolo 18
*** LOVE ME ***


CAPITOLO 18
LOVE ME

-Harry-
Manca meno di un'ora, alla prima dello spettacolo. Sono tesissimo. Continuo a tormentare i miei capelli, mettendo e togliendo, in continuazione una bandana blu. Decido di fare un giro dietro le quinte dell'auditorium, per distrarmi un po'. Seduto davanti a degli specchi, c'è Louis, che mi sembra più agitato del solito. 
"Agitato?" Gli chiedo io. 
"Un po'." Mi risponde lui con la voce tremante. Non lo avevo mai visto così prima d'ora, è diventato pallido, e si morde in continuazione il labbro inferiore. 
"Ti sento bene Lou?" 
Gli chiedo io preoccupato. Lui finalmente mi guarda. E mi stupisco quando lo vedo, piangere. 
"Non ci riesco."
Non capisco, cosa non riesce a fare?  
"Che succede? Lou?"
"Sono gay Harry!"
Io mi allontano un po' da lui. Gay? Louis è gay? Aggrotto la fronte. Non riesco a capire. Da quanto mi tiene nascosta questa cosa? Louis, il mio migliore amico, è gay. 
"Porcaputtana!" Dice lui sbattendo le mani sul tavolino dov'è seduto. 
"Perché? Perché è successo a me? Cosa c'è che non va in me?"
"Non c'è niente che non va in te!" Gli dico io mettendogli una mano sulla spalla. "Devi accettarti per quello che sei!"
"Io mi accetto. Ma non riesco a capire!"
"Senti ora io vado a cercare Liam."
"Per favore..." Dice lui singhiozzando. "Non dirlo a Liam. Lo voglio fare io." 
"Certo." Rispondo io annuendo. 
Se prima ero agitato, ora lo sono ancora di più. Cammino, con passo veloce, senza meta in auditorium. Ad un tratto, vado a sbattere contro qualcosa, no, qualcuno. Cado, e mi ritrovo due occhi blu che mi fissano. 
"Com'è che ogni volta che siamo qui tu vai a sbattere contro di me?" Le chiedo io ridendo. Lei fa un leggero sorriso, e mi fa la linguaccia. Dio se è bella Charlotte. Dei brividi mi salgono lungo la schiena, sono eccitato più che mai, voglio scoparmela, adesso.  Leggermente, lei mi sposta da lei e si alza. 
"Senti non ce la faccio più!"
Oggi mi vogliono far tutti impazzire. A che si riferisce? Cosa non riesce più a fare? Perché la gente e così complicata? 
"Tu mi ecciti da morire, e si vorrei scoparti adesso proprio qui, davanti a tutti! Ma non posso fare questo a Liam, lo sto illudendo. E tu complichi le cose!" 

-Charlotte-
Appena finita la frase, il volto di Harry si fa ad un tratto serio, si alza da terra, e mi pende la mano, trascinandomi chissà dove. Usciamo dall'auditorium, e giriamo per un po' nei corridoi. Finché non arriviamo nell'aula di astrologia. È una stanza abbastanza grande, ha le pareti bianche e sono presenti tre lunghi tavoli per gli studenti. Appesi sul soffitto, scendono dei pianeti/astri, fatti di cartapesta. Sembra di stare sotto ad un cielo stellato. Harry mi porta al centro della stanza. Lascia la mia mano, mette le mani sui miei fianchi e mi alza, mettendomi seduta su uno dei tre tavoli.  Lui mi sorride, e dice:"Adoro quest'aula, so che sono tutti modellini di carta pesta, ma mi fanno sentire nello spazio, e questo mi fa sentire bene, speciale." Dice lui indicando i pianeti. 
"È la stessa sensazione che provo quando sono con te."
Io, che stavo guardano il soffitto, abbasso subito lo sguardo. Fisso intensamente i suoi occhi verdi. L'ha detto davvero? 
"Sei così odiosa, sei una strega il più delle volte con me, ma mi fai sentire vivo." 
Io non mi muovo di un centimetro, e continuo a fissarlo. 
"E te lo devo dire, tu mi hai stregato anima e corpo, e ti amo, ti amo, ti amo Charlotte Rose."
Io scendo dal tavolo, per qualche secondo me ne sto zitta, impaginata a studiare ogni centimetro del suo viso. E poi dico:"Penso che adesso sia ora di tornare in auditorium." 
Lui rimane immobile, certo non si aspettava una risposta del genere. Sono una stronza, una vera e propria stronza. Ma sono anche così stupida, perché anche io lo amo. E lo amo con tutto il mio cuore.
Io esco dall'aula e mi metto a piangere. Sono una vera e propria cogliona. 
"Fermati subito!" 
Grida il riccio. Io ubbidisco e mi immobilizzo in mezzo al corridoio. Lui con passo veloce si avvicina a me. E con un tono di voce quasi disperato dice:"Io ti ho appena aperto il mio cuore, e tu brutta stronza te ne vai via?" 
"Lo so okay!? Mi sento malissimo, mi hai appena detto che mi ami, ma non ci riesco. Non voglio ferire ne te ne tuo fratello!"
"Non stai mica insieme a Liam! A malapena vi guardate! Sei una cazzo di troia"
Sento le lacrime scendermi rigarmi le guance. Corro verso il bagno. Ma Harry, non si arrende, e mi segue. 
Io mi metto davanti ad un lavandino, e appoggio le mani sul bordo. Non riesco nemmeno ad alzare lo sguardo per guardarmi in faccia. Mi sento una merda. Lui mi prende le spalle e mi gira, verso di lui, costringendomi a guardarlo. 
"Voglio che tu mi dica che ti piace mio fratello, e io me ne vado."
"Non voglio..."
Lui mi guarda perplesso. Le lacrime mi scendono, veloci, sulle guance. "Non mi lasciare. Ne morirei." 
Io gli prendo il viso tra le mani, e poggio la mia fronte sulla sua. "Styles, te lo dico qui, nel posto più schifoso del mondo." Inizio io ridendo e piangendo.
"Io ti amo." 
Lui si stacca da me, fissandomi per qualche secondo negli occhi. 
"Charlotte Rose, tu mi farai impazzire."
 Poi rompe le distanze, e mi bacia. Il suo profumo mi pervade, lo avevo già baciato, ma questa volta, è qualcosa di sensazionale. Harry serra le braccia attorno alla mia vita, io, invece, stingo le mie al suo collo, e con una mano gli carezzo i ricci castani, avvolti in una bandana. Non appena mi stacco da lui, Harry poggia di nuovo la sua fronte sulla mia, e sussurra piano:"Sei mia! E non ti lascerò andare." 
Ci risvegliano da questo magico momento appena suona la campana, che avverte chiunque sia nella scuola che manca mezz'ora allo spettacolo. Cazzo! Non ho ancora i costumi di scena, mentre Harry e già pronto. Allora io in fretta, gli stampo un bacio delicato sulle labbra, e lo afferro per un braccio. Trascinandolo con me in auditorium. 

Arrivati all'entrata lui si ferma davanti a me, e prendendo il mio viso tra le mani, mi stampa un bacio casto sulle labbra, e dice:"Vai a cambiarti, ci vediamo in scena." 
Io corro verso il mio camerino, dove dentro, davanti allo specchio c'è Diana, che sta finendo di truccarsi. Io sbatto forte la porta e lei sobbalza per lo spavento. Io le regalo un sorriso da mille watt, non riesco a smettere di sorridere. Lei incuriosita mi chiede:"Come mai, stai sorridendo? E come mai così tanto?" 
Io mi fionde su di lei e le metto le mani sulle spalle. 
"Stasera, stasera ti dico tutto." Lei annuisce piano, perplessa, e ancora più incuriosita. 
"Mi aiuteresti con i costumi?"
Le chiedo io, quasi in tono di supplica. Lei mi regala un sorriso e annuendo dice:"Cero! Vieni qua che ti aiuto." 
La adoro. E non vedo l'ora di raccontarle tutto. 
 

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Capitolo 19
*** ANY WAY YOU WANT IT ***


CAPITOLO 19
ANY WAY YOU WANT IT

-Tamara-
E quasi arrivato il momento, tra pochi secondi entrerò sul palco, e dovrò dare il meglio di me. Non appena la canzone di Diana finisce, io mi precipito sul palco. E con movimenti sexy, la raggiungo e rivolgendomi al pubblico recito la mia battuta:
"Tesoro, se vuoi sfondare non devi cantare, devi salire sul quel palco e ballare!"
La vedo sobbalzare non appena grido:
"Any way you want it, that's the way you need it, any way you want it!" 
Mi scateno durante tutta l'esibizione. Canto felice, sentendomi Dio. Non appena finisco, ho il fiatone, e cercando di fare movimenti sexy per andarmene dico, girandomi verso di lei:"Hai capito ragazza?" 
Lei annuisce, cercando di essere seria, ma la vedo soffocare una risata. Così io le sorrido da dietro le quinte, e le faccio vedere i pollici in su per farle capire che andrà tutto alla grande. 

-Charlotte-
Appena cambiato il costume, mi dirigo verso la quinta da cui dovrei poi fare il mio ingresso per l'esibizione finale. Però vengo fermata a metà strada da qualcuno. Liam mi blocca il passaggio, e mi fissa sorridente. 
"Sei stata bravissima prima."
"G-g-grazie Liam." 
Gli rispondo subito io, cercando di concludere subito la conversazione.
"Senti, ti devo dire una cosa."
"D-d-dimmi pure."
Gli rispondo io un po' spaventata, spalancando gli occhi.
"Tu mi piaci."
Io sbuffo, cercando di non farlo notare troppo. Ma lui se ne accorge. Perciò decido di parlargli.
"Senti Liam, anche tu mi piaci, ma, come te lo dico...."
Lui mi guarda perplesso, con gli angoli della bocca già curvati verso il basso, e con un espressione interrogativa, disegnata sul volto.
"Sono innamorata di tuo fratello!"

-Liam-
Sento io mondo crollarmi addosso. Perché? Perché succede sempre questo? 
Mi piace una ragazza, me ne innamoro, e poi arriva Harry, e se la porta via. Vorrei reagire, vorrei insultarla, per avermi dato false speranze. Ma decido di fare la persona matura perciò dico solo:"Capisco, va bene così."
Charlotte si avvicina a me, e mi dice:"Troverai qualcuno migliore di me, perché tu meriti qualcuno di speciale."
"Ma tu sei speciale!"
"No non lo sono, o se lo sono non abbastanza per te. Tu meriti veramente di meglio."
La adoro. È perfetta, non mi stupisco se mio fratello si è innamorato di lei. Charlotte mi da un delicato bacio sulla guancia e dice, correndo verso una quinta:"Dimmi in bocca al lupo devo spaccare!"
Io non rispondo annuisco e basta, e le faccio un segno con la mano per farle capire che andrà tutto alla grande. Cerco di apparire il più sereno possibile, ma mi sento malissimo. Cerco di trattenere le lacrime, ma non ci riesco. La vita è ingiusta.

-Diana-
Siamo ormai alla scena finale. Mi trovo al centro del palco e inizio a cantare sulle note della più bella canzone mai scritta. 
"Just a small town girl, livin' in a lonely world, she took the midnight train going anywhere."
D'un tratto mi giro e Niall, è dall'altro capo del palco che canta:
"Just a city boy, born and raised in south Detroit, he took the midnight train going anywhere."
Noi ci incontriamo al cento del palco e iniziamo a girare su noi stessi. Da una quinta, all'angolo del palco entra Harry, che canta la parte di Stacy, subito dopo, Blain e Louis fanno il loro ingresso cantando un'altra strofa. Durante il ritornello entrano quasi tutti i personaggi a cantare:"Don't stop belivin' hold on to the feelin' streetlight people."
E quasi a fine canzone, fa il suo ingresso trionfale Charlotte, accompagnando il tutto con l'acuto finale:"Don't stop!" 
La sua voce invade tutto l'auditorium. Stiamo tutti fermi, nelle nostre posizioni, a contemplare quel momento, con il fiatone. Ad un tratto, Harry, cammina verso Charlotte , e appena arrivato davanti a lei, le prende il viso tra le mani, e avvicina la sua bocca a quella della castana. Forse ho capito di cosa parlerà dopo a casa di Tamara.
Tutte le persone presenti in platea, si alzano, applaudendo e gridando. 
Io mi giro verso Niall, il quale mi sorride a trentadue denti, e dice:"Siamo stati grandiosi!"
Io non riesco più a trattenermi, gli salto letteralmente addosso, attorcigliando le mie gambe attorno al suo bacino, e buttandogli le braccia al collo. Lo fisso per un istante e poi premo le sue labbra contro le mie, con passione. Lui serra le braccia attorno a me. Non voglio più staccarmi da lui, non voglio doverlo più lasciare, voglio rimanere sempre così, in eterno in questa posizione. Io amo questo ragazzo. Io amo Niall Horan.

-Tamara-
"Siamo arrivateeeee!"
Grido io, sbattendo le chiavi di casa sul tavolino, quello vicino alla porta di ingresso.
"Fate tutto il casino che volete. I miei non ci sono sono fuori città!"
Charlotte e Diana, si guardano per un istante. E mi fanno venire un attacco di cuore non appena iniziano ad urlare e a correre per tutta la casa. Che dementi. 
"Ma che problemi avete?"
Vedo Charlotte aprire il frigor, della mia cucina, e la vedo prendere una bomboletta di panna montata. Lei la agita, e poi in bocca si spruzza una quantità infinita di panna. Io corro verso di lei e le strappo la bomboletta dalle mani. 
"Che cafona che sei, mica sono tue le cose."
Lei dispiaciuta inizia a balbettare dicendo:"S-s-scusa, i-io..."
Io subito, agito la bomboletta, e le spruzzo addossa della panna. Mi metto a ridere di gusto. Lei mi guarda stupita, con la bocca spalancata. Charlotte, ne prende una manciata in mano, e me la sbatte in faccia, e adesso anche lei ha iniziato a ridere di gusto. 
"Hey ma che succede?" 
Domanda Diana entrando in cucina, con le sopracciglia inarcate verso l'alto. Charlotte e io ci scambiamo un'occhiata d'intesa, e annuiamo all'unisono. 
"Oh, merda."
Dice Diana iniziando a correre. Io però, sono più veloce di lei e le blocco la via per scappare, e subito Charlotte le spruzza chili di panna montata addosso i vestiti.
"Vi odio!"
Grida l'italiana dimenandosi, per cercare di liberarsi dalla mia presa. Io e Charlotte ridiamo a crepapelle, e io rido così tanto che delle fitte di dolore mi tormentano la pancia. Così io lascio Diana e mi accascio a terra, senza smettere di ridere. 
"Hahahaha, o Dio, sto piangendo dal ridere." 
Dice la castana dagli occhi di ghiaccio, senza smettere di ridere. "Adesso che si fa?"
"Mmh..." 
Dico io mettendomi seduta sul pavimento. 
"Potremmo guardare un film!"
Propone Diana.
"Ottimo! Che si guarda?"
"Romeo+Giulietta?"
"Nah, non sopporterei di vedere Leonardo Dicaprio morire." 
Risponde subito Diana.
"Allora, Orgoglio e pregiudizio! Mi avevi detto che era il tuo film preferito Charlotte!"
"Oh si, si vi prego guardiamo quello? Sono innamorata persa di mr. Darcy!"
"Certo va bene!"
Svelte ci mettiamo il pigiama e ci posizioniamo davanti al televisore. 

-Charlotte-
Siamo a fine film, ma Diana e Tamara si sono addormentate, già a metà. Io però continuo a guardare, anche se so come andrà a finire, anche se so cosa succede. Io fisso lo schermo, incantata dalle parole dei personaggi. Ad un certo punto però, mi sveglio dal mio 'sonno', quando mr. Darcy dice a Lizzie, la protagonista:"...Mi avete stregato anima e corpo, e vi amo, vi amo, vi amo, e d'ora in poi non mi voglio mai più separare da voi." Spalanco immediatamente gli occhi, non appena mi accorgo che Harry, ha recitato la dichiarazione d'amore di mr. Darcy, il mio personaggio preferito, per dirmi che mi ama. Adesso, lo voglio più che mai. 
Ora. 
In questo momento.
In questo istante. 
Voglio scopare Harry Styles.


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Capitolo 20
*** WAKE ME UP ***


CAPITOLO 20
WAKE ME UP

-Charlotte-
Svelta sveglio Diana, dandole dei piccoli schiaffi in faccia.
"È? Che succede?"
Io la guardo con gli occhi spalancati, mentre lei li apre e chiude pari alla velocità di una tartaruga. 
"Diana..."
"Che c'è?"
Mi chiede lei irritata, con il suo tono di voce ancora impastato dal sonno. Tamara intanto, si gira e si rigira sul divano, producendo mugoli. Io alzo gli occhi al cielo.
"Mi vuoi dire che succede?"
"Harry..."
"Giusto." Dice lei mettendosi, molto lentamente, seduta sul bordo del divano. "Ti volevo chiedere, come mai hai baciato Harry finito don't stop belivin'?"
"Ehm....sono innamorata di lui e lui di me."
"Ah ora si spiega tutto."
Dice Diana sbadigliando.
"Ora torno a dormire, nott..."
Io le tappo subito la bocca, e lei mi guarda spaventata.
"Non così in fretta, per favore!"
"Okay...."
"Allora, Harry ha detto di amarmi, ma ho appena scoperto che me lo ha detto, come mr. Darcy lo ha detto a Lizzie, e adesso sono più eccitata che mai, perché Harry è il mio mr Darcy, e io amo Harry, ma non perché è il mio mr Darcy, perché è il mio Harry. Capito?"
Diana, mi guarda con una faccia, mista a perplessità, e spavento.
"Tu, sei pazza."
"Si, lo so, ci sto facendo l'abitudine."
"No sul serio sei strana."
"Ci devi fare l'abitudine anche tu."
"Okay."
"Mi cucini qualcosa?"
"Okay va bene."
"Grazie ti voglio bene."

Dopo una mezz'ora, passata a cercare ingredienti per preparare qualcosa, Tamara si sveglia dal suo sonno e ci raggiunge in cucina.
"Mah, che state facendo?"
Ci chiede con ancora gli occhi chiusi.
"Vogliamo fare dei muffin, ma non troviamo il cioccolato."
Risponde Diana. Lei cammina verso di noi, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.
"Oh, scusa hai ragione. Mi ero dimenticata di fare la spesa per te. Ma, se vuoi esco subito, a prendere tutto l'occorrente."
Dice Tamara, con una nota di sarcasmo nella sua voce assonnata. L'italiana subito le da un buffetto sulla spalla, e le fa la linguaccia. 
"Comunque è qui, dentro alla credenza!" 
Ci avverte Tamara, picchiettando sopra ad uno sportello. Io stanca, sposto una sedia dal tavolo, e mi ci siedo sopra, cadendo a peso morto. 
"Che leggerezza!"
Mi dicono loro in coro. 
"Comunque, ieri è successa una cosa strana. Prima di arrivare al glee."
Io mi alzo di scatto dalla sedia, con un'agilità, che neanche io pensavo di avere, e mi appoggio al bancone, vicino a Diana. Per sentire, meglio, che cosa ci deve dire la rossa.
"Che cosa è successo di strano?"
Chiedo io incuriosita.
"Beh, Zayn mi ha obbligata ad uscire con lui domani, anzi stasera. Perché ormai è mezzanotte pas..."
"Vai al punto!"
"Okay, okay. Allora, Zayn mi ha obbligata ad uscire con lui, perché, secondo lui, dovevo scusarmi di quello che gli ho fatto nei bagni, sennò mi avrebbe lanciato una granita in faccia, ogni giorno per il resto del liceo."
Io e Diana la fissiamo perplesse, con gli occhi spalancati. Poi ci guardiamo per un secondo, e lei le chiede, incuriosita:"Scusa Tamara, che cosa hai fatto nei bagni a Zayn?"
 Lei fissa le sue mani, incapace di guardarci, e di risponderci. Poi, mordendosi le labbra, ricomincia a parlare, senza staccare però, lo sguardo dalle mani:"Beh, potrei, potrei aver versato della granita nei pantaloni di quel coglione."
C'è una breve pausa di silenzio, ma Diana e io ci mettiamo a ridere nervosamente.
"O mio dio! Dimmi che non è vero! Hahahahah."
"Hahahaha, tu hai, hahahah, nei suoi, hahaha!"
Non riesco a smettere di ridere, quasi piango.
"Si, si. D'accordo ridete pure!"
Dice Tamara scocciata, alzando gli occhi al cielo, e incrociando le braccia al petto.


-Tamara-
Lentamente apro gli occhi, e studio per qualche minuto la stanza dove mi trovo, per cercare di capire, da dove proviene il suono che mi ha svegliata. Lenta mi metto seduta sul divano, della sala. E noto che dietro di me, Charlotte e Diana, intrecciate tra loro, stanno russando alla grande, senza accorgersi del fastidioso rumore che pervade la camera. Mi alzo e cammino un po', in giro per la stanza. Non appena mi accorgo che proviene dal mio cellulare, mi ci fionde subito sopra per prenderlo e vedere che cosa succede. Mi stropiccio un po' gli occhi, che mi lacrimano per l'intensa luminosità dello schermo. Noto che ho perso una chiamata, e che subito dallo stesso numero mi era arrivato un messaggio. 
'Cambio di programma, non andiamo al bel grissino, ti porto da un'altra parte. Ma vienimi comunque a prendere qui, e mettiti qualcosa di provocante. Non vorrei andare in giro con una cessa.'
Oh mio Dio.
Ma fa sul serio?
Io sbatto il cellulare sul tavolo, e scuoto la testa, cercando di convincermi che è uno scherzo. Ma che razza di deficiente è? A passo di zombie mi dirigo di nuovo in direzione del divano. Mi stendo vicino a Charlotte, e velocemente mi riaddormento.

-Diana-
Apro di scatto gli occhi, e per un po' fisso il soffitto. Di fianco a me Charlotte, dorme beatamente, sbavandomi sulla spalla. Questa gliela farò pagare. Lentamente, cercando di non fare movimenti che potrebbero svegliarla, mi stacco da lei, e sgattaiolo via dal divano. In punta di piedi mi avvio verso la cucina, da i quali proviene un odore invitante di lamponi. Tra il bianco e il nero della cucina distinguo una macchia, di capelli rossi davanti ai fornelli. Tamara, sta lì, in piedi intenta a cucinare, non so quali porcherie americane. 
"BUONGIORNO!"
Le grido io saltellandole davanti.
Lei sobbalza dallo spavento. E quasi fa cadere la padella che sta tenendo in mano. 
"Cazzo! Ma sei scema?"
Io cerco di strozzare una risata. 
"Siamo di buon umore oggi, eh?"
"Gné gné."
Dice lei facendomi la linguaccia. Io mi dirigo verso il tavolo della cucina, e mi siedo su una delle sedie di legno. 
"Cosa c'è di buono questa mattina?"
"Beh..."
Inizia lei girandosi di scatto, tenendo, sempre, in una mano la padella. 
"Milady, oggi per lai ci sono, uova strapazzate, pancetta, pancake, e quei scadenti muffin che ha cucinato ieri sera." 
Io le faccio la linguaccia, offesa da quello che ha detto sui miei muffin. "Oh mi sembra un ottima colazione, suvvia, non faccia la timida. Serva pure!"
Dico invitandola a portare la roba in tavola. Lei ancheggia fino al tavolo, poggia la padella al centro di esso, e si siede in una delle sedie davanti a me. 
"Ma, non svegliano Charlotte?" 
Chiedo io a Tamara.
"Nah, mangiamo e poi la svegliamo."
Io alzo le spalle e, mi fiondo sul cibo.
Mangio un po' di tutto, finché non sento la pancia scoppiare, e appena sento che potrei vomitare da un momento all'altro, mi fermo, e mi stravacco sulla sedia. 
"Hai ancora fame cara?"
Io non rispondo neanche, non ho le forze. 
"Senti..."
Inizia Tamara, con un tono che mi sta spaventando.
"Poi con Niall? Cos'è successo? Ti ho visto che lo baciavi."
Io divento rossa come un pomodoro, e inizio a ridacchiare come una bambinetta. 
"Heheheh, beh, sai..."
Tamara sorride, incrocia le mani sotto al mento, come una bambina che si avvicina al nonno per sentire una storia, e ridacchiando mi chiede:"Perciò, state insieme?"
"Credo di si, insomma, non lo so, ci siamo baciati lui mi ha detto che mi ama..."
"Ma la storia della cena con Kitty la trovatella?"
Come una lampadina mi si accende in testa, e subito scatto.
"O mio dio!" Esclamo portandomi una mano alla bocca.
"Non me lo ha detto. Dovrei essere arrabbiata?"
Tamara alza le spalle, e si porta alla bocca un'altra forchettata di uova. Questi americani mangiano come bufali. 
"Fecondo mef, te lo ha defto per farti ingelofire." 
"Puoi almeno finire di mangiare prima di parlare?"
"Sfcufa!"
Ingoia il boccone di uova e poi riprende a parlare:"Magari, si era inventato tutto, per farti ingelosire."
"Si ma a che scopo? Di sicuro sapeva che mi sarei incazzata."
Lei prepara un altro boccone di uova, e prima di ficcarselo in bocca dice:"Allora non saprei."
Io sbuffo e poggi la testa sul tavolo.
"Dai." Dice Tamara dandomi un buffetto sulla testa. 
"Andiamo a svegliare Charlotte."

-Charlotte-
"Vi odio."
"No, non è vero."
"Siete delle stronze."
"Hahahahaha, questo non lo nego!"
Io sbuffo e incrocio le bracci al petto. Per svegliarmi, Diana e Tamara, mi hanno buttato addosso un secchio di acqua gelata. E adesso sono qui, in piedi, davanti allo specchio del bagno di casa Tonks. La bionda e peli di carota, sono fuori dalla porta che mi aspettano, e non la smettono, neanche per un secondo, si ridere. 
"Ah-ah molto divertente."
Dico io, cercando di sembrare più arrabbiata che mai. 
"Va bene, noi andiamo giù, scendi appena ti sei asciugata!"
"Va bene."
Dico io sospirando. Mi sfilo lentamente il pigiama bagnato, e mi infilo l'accappatoio di Tamara, che mi ha prestato. Non ho voglia di scendere da loro, per ora voglio starmene un po' da sola a studiare la mia faccia. L'unica cosa che mi piace, sono gli occhi. Ho una faccia tonda e due guance rosse e paffute. Cosa ci trova Harry in me? Non sono sexy e non sono bella. Lui potrebbe avere di tutto, perché ha scelto me? Svelta apro il rubinetto del lavandino, l'acqua calda scorre veloce. Allungo le mani per prendere un po' di acqua, e le avvicino poi alla faccia, lavandola, e cercando di cancellare tutte le imperfezioni che ho.
Quando mi sono rivestita, con i vestiti che mi ha prestato Tamara, esco finalmente dal bagno, scendo le scale, quasi correndo, e mi precipito in cucina per are colazione. 
"Alla buon'ora! Pensavo ti fossi riaddormentata!"
Mi dice Diana, ridendo, non appena mi siedo a tavola. Io non ho la forza di risponderle, così le faccio segno di stare zitta. La rossa si siede davanti a me, e con voce preoccupata dice:"Charlotte. C'è qualcosa che non va?"
Alzo la testa e la guardo, le faccio un sorriso e le dico, con tono assonnato:"Ma va la! Sono solo, stanca."
Io sbadiglio e inizio a mangiare, mente Tamare e Diana mi fissano preoccupate.
"Davvero, sto bene, ho solo molto sonno."
Le rassicuro io, l'italiana fa spallucce e mi ruba dal piatto qualche lampone. Mentre Tamara continua a fissarmi. Perché pensa che io stia male? Non mi sono mica offesa per come mi hanno svegliata. 
"Ma...allora ho visto che tu e Harry..."
Io sbatto la forchetta sul tavolo, e sgrano gli occhi, sento le guance avvampare, di sicuro saranno diventate rosse come due pomodori. Mi ero completamente dimenticata che a Tamara interessa Harry. Cazzo.
"Ehm..."
"Tranquilla, ho visto come vi guardate, non mi sognerei mai di provarci,  ancora, con lui."
Ancora? Cosa significa ancora?
"Ci avevi...ci avevi provato, con lui? Ci avevi provato con lui?"
"Si, non proprio, gli avevo chiesto di uscire, ma lui mi aveva detto di no; perciò non gli ho più chiesto nulla."
Sento come un nodo allo stomaco, sono gelosa; ma perché? Dopotutto Harry aveva pure rifiutato Tamara. Allora perché lo sono? 
Diana, nel frattempo, sposta lo sguardo da me alla rossa, impaurita per quello che potrebbe succedere, se solo una di noi dice qualcosa di sbagliato.
"Tranquilla Char, so che non ne dovrei essere molto fiera, anche perché è uno stronzo coglione, però stasera esco con un bel figo. Perciò...."
"No, no, cioè si certo va bene, sono contenta per te. Solo, cerca si non farti gettare addosso una granita."
Le dico io toccandole la mano. 
"Ti voglio bene Char."
"Anche io T...aspetta, perché mi chiami Char?"
"Uhm, non lo so, dire ogni volta il tuo nome per esteso, è sfiancante."
Io rido divertita, nessuno mi aveva mai dato un soprannome. 
"Okay, ti voglio bene anche io Tam."
"Si però il mio lo puoi dire per esteso, non è molto lungo."
Io rido ancora più rumorosamente, e vengo accompagnata anche dai risolino di Diana. La quale ha ricominciato a mangiare lamponi. Ma  tutti gli italiani mangiano così tanto?
 

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Capitolo 21
*** COUNTING STARS ***


CAPITOLO 21
COUNTING STARS

-Marley-
Sto girando per casa, non sapendo che cosa fare. Appena arrivo in cucina apro il frigorifero, e fisso il suo interno per qualche minuto. Perché sono qui? Richiudo il frigorifero, sbattendo lo sportello violentemente. Per fortuna che sono sola in casa. Ieri ho ricevuto un sacco di complimenti, per la mia performance nel musical, peccato che mamma non sia venuta a vederci. Sento un tonfo provenire dalla porta d'ingresso, qualcuno è entrato in casa. Come sono perspicace. Mi giro e mi avvio verso la porta. A terra, c'è la borsa di Charlotte. 
"Charlotte!? Dove sei?"
"Ehm, in casa magari?"
Alzo gli occhi al cielo e arriccio le labbra. Che cretina. 
"Si ma dove? In che stanza?"
"Qui."
Risponde lei. Da dietro il divano vedo che sta alzando una mano, per farmi capire meglio dov'è. Io mi avvicino e mi stravacco di fianco a lei. Charlotte sta lì, distesa a pancia in giù, con gli occhi chiusi, e la faccia spiaccicata contro i cuscini del divano. Io le scosto i capelli dalla fronte e le chiedo:"Com'è andata ieri sera?"
Lei produce dei mugoli, e poi dice:"Shi, bene."
A vederla così assonnata inizia a venire sonno anche a me. Poi, mentre mi sto lentamente addormentando, lei si alza di scatto e si mette seduta. Io scuoto la testa frastornata; poi lei mi guarda e inizia:"Marley, secondo te sono bella?"
Che scherza?
"Bella? Tu sei bellissima, hai una faccia stupenda, e degli occhi che fanno invidia a tutti."
"Davvero?"
"Davvero davvero."
Lei mi abbraccia e mi sussurra un leggero grazie. Poi si stacca da me e si alza dal divano, dirigendosi verso le scale. E io, rimanendo qui seduta, la guardo scomparire su al piano disopra. 

-Diana-
Sono tornata a casa Black, la casa sono ospite quest'anno, ormai da qualche minuto. La famiglia Black è molto simpatica, la signora Black è una donna molto simpatica, non appena mi aveva vista all'aeroporto era corsa verso di me a braccia aperte, il signor Black, invece non lo vedo quasi mai in casa. Loro non hanno figli, o almeno si ne hanno uno, ma è già al colleg. Perciò adesso che ci sono qua io, mi trattano come una loro figlia. Ogni volta che varco la soglia di casa mi chiedono dove fossi stata, se la scuola era andata bene ecc.. Non appena questa mattina, sono rientrata in casa, Helen, aka la signora Black, mi aveva abbracciata e baciata, congratulandosi di continuo con me, di come fossi stata brava ieri sera nel musical. 
"Che carino che era il biondino con cui hai cantato."
Dice Helen dandomi delle leggere gomitate sul braccio. Io arrossisco di colpo, e balbetto un po', prima di rispondere con parole compiute.
"Ehm, è il mio ragazzo."
Di colpo Helen di fa seria, oh mio dio, non l'avevo mai vista con quest'espressione. 
"So che sei una brava ragazza, ma stai attenta!" 
Mi dice lei puntandomi un dito contro. "Okay?"
"Certo, sto molto attenta io."
Helen si stacca da me con una faccia ancora seria, e poi riprende subito a sorridere. 
"Bene! Che cosa vuoi per pranzo?"
Giuro che questa donna mi fa paura. 

-Tamara-
Ho passato tutto il pomeriggio a pensare a che cosa indossare, e a che cosa dire quando avrei suonato al campanello di Zayn, stasera. Ma dopo un po', capendo che era una cosa da deficienti, mi ero sfilata i vestiti di dosso, ed ero andata a fare un bel bagno caldo. Sono qui da una mezz'ora, a rilassarmi, ascoltando 'The scientist', e giocando con la schiuma che ho fatto, mettendo un tubetto di sapone, intero, dentro la vasca. Sto quasi per sprofondare nel sonno quando mi accorgo che sono le 19.15. Cazzo. Merda. Porcatroia. Tra un quarto d'ora devo andare a prendere quel deficiente, e non mi sono ancora vestita, ne truccata, e devo pure asciugarmi i capelli. Esco subito dalla vasca, e, veloce, mi infilo un accappatoio. Corro in camera mia e mi metto le prime cose che capitano, per la fretta mi infilo le ballerine blu, che piacciono tanto a mia mamma, ma che io trovo orribili. Torno subito di corsa in bagno, e mi asciugo i capelli il più in fretta possibile, ad un certo punto però, capendo che ci metterò millenni, ad asciugarmeli completamente, poso sul lavandino il fon, e prendo l'ombretto oro, che rende i miei occhi marroni più profondi; e mi metto il mascara, sbavandolo più volte sulle guance. Correndo giù per le scale, prendo, dal tavolino all'ingresso, cellulare, portafogli e chiavi di casa e della macchina. Chiudo in fretta casa, e salgo alla velocità della luce in auto. Metto in moto, e parto, sfrecciando per le strade del quartiere. Okay, adesso, devo solo ricordarmi dove abita. 

Dopo svariati minuti, spesi a cercare William st., ci arrivo con più facilità del previsto. Giro la testa, da destra a sinistra, più volte per cercare la casa numero 17. Appena ci arrivo davanti, parcheggio la macchina, di fianco al vialetto di casa Malik, e scendo, dirigendomi verso la porta. Dopo aver suonato il campanello, sto li ferma davanti alla casa, intenta a studiare ciò che mi sono messa. A parte le orribili ballerine blu, sono vestita piuttosto decentemente. Jeans  a vita alta, maglietta corta, che arriva un po' più sopra alla vita dei pantaloni, di pizzo blu, e un cardigan bianco che mi arriva fin sopra al sedere. Fortunatamente i miei capelli si sono asciugati nel venire qui, ma sono più vaporosi del solito. Di colpo si apre la porta della casa, e davanti a me Zayn mi sorride maliziosamente. 
"Sei pronto principino?"
Gli dico io, con tono schifato. 
"Certo, streghetta, possiamo andare."
Zayn, indossa un paio di jeans blu, una maglietta grigia e una camicia, sbottonata, a quadri bianchi, blu e rossi. Mentre mi dirigo verso il posto del guidatore, lui mi blocca la strada, e dice:"No no, adesso guido io!"
Io sbuffo, e seccata gli do le chiavi. Tranquilla Tamara, è solo per questa sera. 

Dopo una mezz'ora di viaggio, arriviamo davanti ad un locale, chiamato 'Kennet'. Io un po' perplessa, scendo dall'auto, e con tono incazzato dico:"Ma che razza di posto è questo?"
Il moro, mi guarda e sorride:"Tranquilla, so per certo che ti piacerà."
Io roteo gli occhi al cielo, come minimo mi avrà portato in uno streepclub, per farmi incazzare ancor di più! Però, mi sbaglio alla grande, non appena entriamo vengo travolta, da un profumo di arance, e sopra di me, luci colorate riempiono tutto il locale. Sparsi per il salone, ci sono tavoli di legno con quattro sedie ogni uno. Infondo, al locale, si estende un palco. 
"Hey ragazzo mio! Vedo che hai portato qualcuno stasera!"
Una donna dai capelli viola di dirige verso di noi, e sorride a Zayn, dandogli dei buffetti sul braccio.
"Hey Doris! Ci dai un tavolo per due?"
"Ma è ovvio! Venite pure!"
La cameriera ci scorta fino ad un tavolo, vicino al palco.
"Stasera è serata libera vero?"
"Mh-m."
Annuisce Doris silenziosamente. 
"Vi porto la pizza?"
Zayn sorride e basta, e la donna, se ne va via da noi.
"Ma che cosa vuol dire?"
Chiedo io perplessa.
"Cos'è la serata libera?"
"Dopo lo vedrai!"
Subito sul nostro tavolo compare, una pizza gigante. E il moretto difronte a me si butta su di essa, mangiando boccone dopo boccone, come se non dovesse più mangiare per il resto della sua vita. Io mangio qualche fetta di pizza, ma poi mi fermo, non so perché, ma mi sento come un nodo allo stomaco. Nel locale, ci sono molte persone. Deve essere un posto molto conosciuto da queste parti.
"Secondo te sono uno stronzo vero?"
Io di scatto mi giro verso Zayn, e lo vedo, con le braccia incrociate sul tavolo, che mi guarda sorridente. 
"No, non credo che tu sia uno stronzo, anzi, penso che tu sia molto di più. Tipo un deficiente e un cretino totale messi assieme."
Lui ride divertito.
"Mi odi proprio!"
"No tu mi sei indifferente, odio quello che rappresenti."
"Non c'è niente che possa fare per farti cambiare idea vero?"
Io mi guardo attorno, e poi poso di nuovo lo sguardo su di lui. 
"Una cosa ci sarebbe..."
"Dimmi, sono tutt'orecchie!"
"Sali sul palco e canta! Così saprai cosa vuol dire stare in fondo alla catena alimentare, come dici tu."
Lui sorride, e fissandomi negli occhi si alza dal tavolo, e dice ad alta voce:"Doris, sono pronto!"
"Perfetto tesoro!"
Io non capisco, ma tengo comunque una faccia seria, in segno di disprezzo. Zayn sale sul palco, quasi trotterellando. E arrivato al centro di esso dice:"Buonasera a tutti adesso vi canterò una canzone, che dedico alla mia amica seduta li davanti, so già cosa si prova comunque."
Le note di una canzone, che già conosco, partono, e tutte le persone intorno iniziano ad applaudire. 
"You would not believe your eyes if ten million fireflies lit up the world as I fell asleep."
Io lo guardo meravigliata, ha una voce stupenda! E adoro la canzone, 'fireflies', è perfetta cantata da lui.
"Cause they'd fill the open air and leave teardrops everywhere You tink me rude but I would just stand and stare."
Appena arriva il punto del ritornello, Zayn si precipita giù dal palco e si posiziona davanti a me, cantando a squarcia gola. Non posso che fissarlo, meravigliata. Finita la canzone, butta il microfono sul tavolo, e dice:"Sono nato per stare in fondo alla catena alimentare come te!"
Io sono ancora sbalordita, non pensavo sapesse cantare, almeno, non così perfettamente. Intorno a noi, intanto, le persone che prima erano sedute ai tavoli, si sono alzate per applaudire. E gridando contenti della canzone che ha appena cantato Zayn.
"Ma da dove vieni tu?"
È l'unica frase che riesco a dire. Lui sorride, e con il fiatone dice:"So solo cantare, non credo che voi al glee, ne facciate una cosa di stato."
Io lo guardo con gli occhi sgranati.  Incapace di ribattere. Porcaputtana, ha una voce perfino più soave della mia.
"Ma, se anche per te la musica è una passione, perché tormenti noi del glee dandoci delle granitate in faccia?"
Lui non risponde, mi fissa e basta. "Non c'è un motivo in realtà."
Adesso mi incazzo, se ci devi umiliare, fallo per qualche ragione, no? 
"Parlami un po' di te."
Mi dice lui ad un tratto, e che gli devo dire? Magari:'Ciao sono Tamara, e mi stai sulle palle in una maniere assurda.'
"Okay. Che vuoi sapere?"
Dico però con tono calmo.
"Non le solite cose tipo, qual'e il tuo colore preferito. Voglio sapere...ah si, che cosa ti piace fare?"
Io arrossisco, e che ne so? 
"Ehm, mi piace cantare, e lavarmi i capelli. Tu invece?"
"Io adoro fare graffiti."
"Davvero? Non ti facevo, così, 'spirito libero'"
Il moretto ride, non c'è niente in lui che non sia assolutamente bello. Non ha neanche un difetto, e quando sorride è bellissimo. 
"Vuoi andare?"
Io annuisco piano senza togliere lo sguardo da lui. Lentamente ci alziamo, e ce ne andiamo via senza neanche pagare. Appena sto per salire in macchina, al posto del guidatore Zayn, di nuovo, mi blocca. E mi dice:"Voglio andare ancora in un posto."
"Va bene."
Sussurro io. Così saliamo in macchina, e ci dirigiamo non so dove.

Il viaggio in macchina, è stato breve e silenzioso. Arriviamo davanti a un bellissimo parco, al centro di esso c'è una grande fontana, e tutt'intorno gli alberi la 'proteggono'. Zayn, scende veloce dall'auto e si sfila camicia e maglietta. Io chiudo la portiera della macchina, e lo guardo correre verso la fontana, intento a togliersi anche i pantaloni. 
"Si può sapere che stai facendo?"
Non faccio nemmeno in tempo a finire la domanda, che lui si butta dentro alla fontana.
"L'acqua è bellissima vieni!"
"Non ci penso neanche!"
Dico io scocciata. Lui si avvicina al bordo della vasca, e ci appoggia sopra le braccia incrociate. 
"Se non vieni tu, ti ci porto io!"
Io sbuffo. Non so per quale caspita di ragione lo faccio, ma mi sfilo cardigan, maglietta e pantaloni, e, rimanendo in biancheria intima, entro nell'acqua gelida della fontana.
"Cazzo! È gelata."
Il moro si avvicina a me. E mi fascia le braccia attorno alla schiena.
"Non ti piaccio per niente?"
Mi chiede lui guardandomi, e sorreggendomi nell'acqua. Io deglutisco a malapena. Mi sento imbarazzata. Sento il cuore in gola, ogni volta che sono con lui, mi sento strana, e quasi non riesco a muovermi, perché mi paralizzo completamente; per la paura di fare mosse strane, o fare qualcosa di maldestro. Però, prendo coraggio, distolgo lo sguardo dal nulla e, mi butto, lo bacio. Lui ricambia. Poi, prendo la sua faccia tra le mani, come per volerlo ancor di più attaccato a me. Non so perché lo sto facendo. Ma penso che sia cambiato. Che si atteggi da duro, perché in fondo, ance lui ha un cuore e un animo gentile.
Dopo lui, stacca, per qualche secondo, le labbra dalle mie, e appoggia la sua fronte alla mia. E con tono calmo mi chiede:"Lo hai mai fatto? Cioè, hai già perso la verginità?"
Io mi mordo il labbro inferiore, che gli rispondo adesso? 
Incapace di parlare, faccio cenno di no con la testa. Sento i miei battiti del cuore accelerare. Quasi mi manca l'aria. Sto diventando anche rossa come un pomodoro, me lo sento. Poi lui riprende il discorso e mi chiede:"Vorresti perderla?"
Io lo fisso negli occhi, incapace di parlare. Mi si legge la risposta in faccia, lo capisco perché lui inizia a sfilarmi via  le mutande dalle gambe, e io faccio lo stesso con le sue. Poi appena prima di incominciare, lui mi sussurra guardandomi, e tirandomi a sé dalla vita:"Mi ecciti da morire Tamara."
Lo facciamo, in modo appassionato, e veloce. Non è stato come me lo aspettavo, cioè doloroso e violento. È stata una sensazione fantastica e incredibile. Non appena è finito tutto, lui avvicina la bocca al mio orecchio e dice:"È stato favoloso, e tu mi piaci peli di carota."
Non posso far altro che sorridere.
"Si anche per me. Ma se ti azzardi a buttarmi un'altra granita in faccia, ti giuro che ti stacco il pisello a morsi!"
"È una minaccia, o un modo per farmi eccitare?"
"Sta zitto Malik."
Concludo io baciandolo appassionatamente. Dopo un po' usciamo, e io mi infilo le mutande bagnate, e gentilmente, Zayn mi da la sua camicia; che mi sta così larga e lunga da sembrare, addosso a me, un vestito. Mano nella mano, torniamo alla macchina. Dove questa  volta guido io. 
"Ti andrebbe, che ne so, di dormire a casa mia?"
Lui mi guarda sorridendo, e mi stampa un bacio sulle labbra. 
"Va bene principessa."
Io arrossisco:"Si però dormiamo!"
Le ultime parole famose, non appena varcata la soglia di casa, io dico, tirandolo verso di me:"Al diavolo! Ho tutto il tempo di dormire domani!"
Detto ciò io gli salto addosso, e inizio a baciarlo, fino a perdere fiato.
"Dov'è camera tua?"
Dice il moro, ansimando.
"Al piano di sopra." 
Rispondo io, senza staccare le mie labbra dalle sue.
Zayn, mi tiene stretta al suo fianco, e mi trasporta fin di sopra, dove appena entrati in camera mi scaraventa sul mio letto, e inizia a sbottonarmi la camicia. Io gli tolgo frettolosamente la maglietta. Non appena me la sfila di dosso, mi scosta i capelli dalla faccia, e inizia a contemplare il mio viso, accarezzandomi le guance. Io continuo a mordermi il labbro presa dalla passione. So che stare con lui è per lo più, irritante, ma penso che non ci sia persona al mondo, capace come lui di farmi provare certe sensazioni. Sento che sarà mio per il resto della notte, e io so già che sarò sua per tutto il tempo che vuole.


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Capitolo 22
*** SECRETS ***


CAPITOLO 22
SECRETS

-Tamara-
Lentamente apro gli occhi, vedo, dal l'orologio sopra al mio comodino, che sono le 8.00 di mattina. Potrei benissimo, riaddormentarmi e svegliarmi tra un po', ma non ci riesco così decido di andare in cucina a mangiare. Poco prima di alzarmi dal letto, mi accorgo che un braccio mi fascia la vita, mi giro lentamente, cercando di non fare movimenti bruschi, e vedo, dietro di me, un Zayn Malik che dorme come un bambino. Rimango per qualche secondo a studiare, il suo perfetto viso. Tracciando, sulle sue guance piccole linee immaginarie. Poi sposto delicatamente il suo braccio da me, mi alzo dal letto, e mi dirigo verso la porta della stanza. 
"Dove vai?"
Io mi giro di scatto, Zayn tiene aperto un occhio, e con esso mi squadra da testa a piedi. Io mi riavvicino al letto, e mi metto a cavalcioni su di lui. Sui suoi fianchi. Mi chino verso di lui, e gli dico:"Ben svegliato principino, che vuole per colazione?"
Lui di scatto si gira, e automaticamente, mi ritrovo sotto di lui. Lui mi tiene le braccia ferme, e mi fissa negli occhi. Poi mi bacia sul collo e dice:"Voglio te, adesso, in questo letto."
Detto ciò, ricomincia a baciarmi sul collo, e man mano scende, fino ad arrivare al mio petto. Sono così assonnata, da non essermi accorta che ho dormito tutta notte con la sua camicia, aperta. 
Io gli prendo il viso tra le mani, e lo costringo a guardarmi. Lo bacio sulla fronte e poi dico:"Prima."
Lo bacio sul naso.
"Facciamo."
Lo bacio sulla bocca.
"Colazione. E poi potrai avere quello che vuoi."
"Ma tu vivi da sola?"
Lo ribacio sulle labbra e poi dico:"No ma i miei genitori sono a Londra, tornano la prossima settimana."
Lui fa un sorrisetto malizioso, poi mi bacia sulla punta del naso; e si scosta da me lasciandomi alzare dal letto. 
Svelta scendo le scale, mi dirigo in cucina, e frugo tra gli scaffali di essa per cercare del cibo.
Intanto il moretto, dalla pelle ambrata, si siede al tavolo; senza staccarmi gli occhi di dosso. Io, accaldata, mi lego i capelli. Poi, con la padella in mano, mi giro di scatto e dico:"Mio principino, oggi per voi ci saranno uova e pancake. Gradisce?"
Zayn ride divertito, e mi mostra con il suo sorriso i suoi denti bianchi, come l'avorio.
"Certo principessa, tutto ciò che vuole cucinare va bene."
"Perfetto allora, mettiamoci all'opera!"

"Scusa dov'è il bagno?"
Mi chiede ad un tratto Zayn, distraendomi dalla mia colazione. Tentenno un po', poi tutto d'un fiato dico:"Seconda porta a destra, in cima alle scale."
Lui mi sorride, si alza dalla sedia e sparisce dietro ad una porta. Sento i suoi passi, veloci, salire le scale. Sbuffo, non so perché ma la giornata sta procedendo noiosamente. A quanto pare la compagnia del giocatore di football, non è poi così un gran che! Vedo sul tavolo, il cellulare di Zayn illuminarsi. Capisco subito, che gli è arrivato un messaggio. Così afferro il telefono, e leggo cosa c'è scritto sopra.
'Allora? La rossa ci è stata? Se mi dici di si voglio le prove!'
Spalanco gli occhi incredula. Sono incapace di assemblare un pensiero coerente. Agisco d'impulso, veloce mi alzo dalla sedia. Entro in camera, spalancando la porta, e raccolgo tutto ciò che appartiene a Zayn Malik. Mi sfilo anche la camicia che indosso. Sono furiosa, sono stata doppiamente presa in giro da qual coglione. E a cosa pensavo quando ho accettato di fare sesso con lui? Sono furiosa, vorrei spaccargli una bottiglia di vetro in testa, gridare, e dimenarmi come una bambina. Ma non faccio niente di tutto ciò. Appena finito di raccogliere le sue cose, irrompo in bagno, dove lo trovo davanti allo specchio, ad ammirarsi. 
"Hey prin..."
"Ma fammi il piacere."
Gli dico subito io tirandogli le cose addosso. Lui mi guarda perplesso. 
"Ah, e già che ci siamo, tieni anche queste, dimostra ai tuoi amichetti che hai ingannato una sfigata."
Faccio io lanciandogli un paio delle mie mutande. Lui, avanza verso di me, e allunga una mano per prendermi un braccio. Ma io subito gli do uno schiaffo in faccia. E con le lacrime che iniziano a scendere, dico:"Non provare a toccarmi stronzo!" 
Zayn mi guarda ancora più perplesso di prima. 
"Per te era solo un gioco, massi infatti chissene frega se prendi la verginità di una ragazza. Che vuoi che gliene importi? Sono una deficiente. Una stupidissima deficiente."
"Ti giuro che non so di che parli!"
"Ma fammi il piacere! Vattene!"
Grido io indicandogli la porta del bagno. Zayn rimane per un po' fermo a fissarmi, io non ho nenche il coraggio di alzare lo sguardo, sto piangendo come una fontana, e non mi importa di quello che sta pensando. Voglio solo che se ne vada, vorrei non essere mai uscita con lui. Avrei dovuto accettare la proposta delle granitate in faccia per il resto dei miei giorni. Sono una cretina. Una stupida stupida cretina. 
"Mi hai sentito? Vattene!"
Grido io ancora più forte, sbattendo il piede destro a terra, come un toro che carica. Con le lacrime che mi scorrono, ancor più velocemente, sulle guance. Lui sbuffa e se ne va. Scende le scale. Si riveste. E senza dire niente esce dalla mia casa sbattendo la porta. Perché mi sono fatta fregare in questo modo? Pensavo veramente che uno stronzo come lui sarebbe cambiato in una serata?
Sei una vera e propria cretina Tamara Tonks.

-Harry-
Quando mi sveglio, è mezzo giorno passato. Sto per un po', fermo a fissare il soffitto della mia camera. Quando mi decido ad alzarmi dal letto, lo faccio con una velocità pari a quella di una tartaruga. Esco dalla camera, e subito, vedo mia mamma, che porta, avanti e indietro per i corridoi, dei vestiti.
"Buongiorno tesoro! Dormito bene?"
"Si."
Dico io sbadigliando. Mamma mi stampa un bacio sulla guancia sinistra, e entra in camera mia, probabilmente per pulirla. Scendo le scale con fatica, sento che sto per crollare su di esse. Con passo ciondolante, mi dirigo verso la cucina. Dove dal frigo prelevo del latte, che bevo a collo. Dopo un po' mi accorgo, che qualcuno dietro di me mi sta fissando. Mi giro di scatto. Liam, mi guarda con faccia arrabbiata. Temevo questo momento, fino a ieri ero riuscito ad evitarlo, nascondendomi in camera e in bagno, ma adesso, chi si nasconde più!?
Lo guardo impaurito, sgranando gli occhi. Poi lui fa un sospiro profondo e comincia:"Perché? Perché mi hai preso per il culo in questo modo?"
Io lo guardo, un po' ancora rintontito dal sonno. Non mi azzardo a parlare. 
"Perché?" 
Inizia a gridare lui.
"Sono tuo fratello Cristo! Potevi dirmelo! Almeno non ci sarei stato così male!"
"Lo so scusa non vol..."
Liam si scaraventa su di me, e mi mette al muro, tenendomi per la maglietta. 
"Non voglio vederti! Mi fai schifo. Io come un coglione stavo lì immobile, mentre voi vi facevate dietro le mie spalle. Siete dei bastardi. Non voglio più vedere ne te ne quella troia."
Io mi incazzo e gli tiro un pugno in faccia.
"Non la chiamare troia! Charlotte non è una troia!"
"Già come tu non sei uno stronzo."
Mi scaravento su di lui, e iniziamo ad azzuffarci. Mamma scende subito dalle scale, e si precipita verso di noi, per dividerci.
"Cosa cavolo succede qui? Ragazzi! Fermi!"
Mamma mi scosta da Liam, e ci separa.
"Me ne vado!"
Arrabbiato salgo le scale, mi precipito in camera, e faccio le valige. Poi, prendo la mia macchina e mi dirigo lontano da casa.

-Charlotte-
Sono un po' preoccupata. Tamara mi aveva promesso, che mi avrebbe chiamata questa mattina, per farmi sapere com'era andata la cena con il giocatore di football. Ma fino ad adesso, non ho ricevuto nulla. Giro per un po' in camera mia, curiosando qua e là. Esplorando i vari scaffali della libreria, ho ritrovato, la collana con la scritta 'Hope', in oro. Contenta, me la metto, e mi ammiro per un po' allo specchio. In casa sono sola, se almeno ci fosse Marley, guarderei con lei un bel film, come 'Crazy stupid love'.
Sbuffo annoiata, e decido di farmi una doccia per passare il tempo, ma cinque minuti dopo, essere entrata in essa, sento il campanello di casa suonare. Veloce mi metto un asciugamano, attorno al corpo, per rendermi almeno un po' presentabile a chi aprirò la porta. Scendo le scale di fretta, e mi fiondo sulla porta d'ingresso. Davanti a me, Harry sta, con lo sguardo a terra, impalato sullo stipite della porta. Lo vedo studiarmi dal basso verso l'alto, quando si accorge che indosso solo un asciugamano. 
"Ero sotto alla doccia..."
Dico io un po' imbarazzata. Lui fa un sorriso lieve. Poi si fionda su di me è mi abbraccia. Io un po' perplessa ricambio il gesto. Poi lui si stacca da me e mi chiede con voce un po' triste:"Posso stare qui da te per un po'? Ho litigato con Liam."
Io lo guardo preoccupata, e senza dire niente lo prendo per una mano, lo trascino in casa, e chiudo la porta dietro di lui. 
"Certo, puoi stare qui tutto il tempo che vuoi, solo fammi finire la doccia."
Lui mi regala un sorrisetto malizioso, come aspettarsi un invito a seguirmi. Ma io gli rispondo subito:"Senti Harry. Per quanto io voglia saltarti addosso e scoparti, non sono ancora pronta, devi darmi un po' di tempo. Ti prego."
Lui mi bacia delicatamente sulla fronte, e sussurra:"Tutto quello che vuoi, io aspetterò."
Io gli sorrido, e risalgo le scale, intenta a finire la mia rilassante doccia. Ma sentendomi un po' a disagio, mi asciugo del tutto e mi infilo pantaloni e maglietta, e mi dirigo in salotto.

-Harry-
Poggio la mia borsa su un divano del salotto di Charlotte. La vedo scendere di nuovo dalle scale, con addosso, questa volta, dei vestiti. So che le ho detto che aspetterò, ma non penso ce la farò per molto. Cazzo qualsiasi cosa di lei  mi fa eccitare, dal modo in cui parla, a come si muove quando cammina. Con passo saltellante la vedo dirigersi verso di me. Io cerco di sorriderle, ma sono ancora un po' scosso per quello che è successo con Liam. 
Lei lo nota subito, e passandomi una mano tra i capelli, mi chiede:"Cos'è successo esattamente?"
Io la guardo negli occhi, i suoi splendidi occhi, sospiro e poi dico tutto d'un fiato:"Lui ha iniziato ad insultarci e così io ho iniziato a picchiarlo."
Lei mi guarda con faccia interrogatrice. È sexy perfino quando fa facce strane. 
"Però adesso, non ci voglio pensare. Ti prego, possiamo parlare d'altro?"
Lei fa un leggero sorriso e dice:"Certo, che vuoi fare?"
Una mezza idea io l'avrei. Inizio a spostare lo sguardo dalla sua testa ai piedi, mi mordo a sangue il labbro inferiore, e le regalo uno sguardo malizioso.
"Harry, amore, hai il prosciutto nelle orecchie? Per favore, non adesso, non sono pronta."
Dice lei con tono di supplica. Capisco che non scherza così, decido di proporle un'altra cosa.
"Che ne dici di avere il nostro primo, vero, appuntamento?"
Lei sorride, più che felice, e mi butta le braccia al collo baciandomi delicatamente. 
"Vado a cambiarmi, e andiamo subito. Intanto  tu puoi mettere le tue cose nella stanza degli ospiti."
"Certo."
Dico io fasciandole le braccia alla vita. 
"Perfetto."
Sussurra lei. 

"Si può sapere quanto tempo ci stai mettendo?"
Le grido io buttandomi, a peso morto, sul divano di casa sua. È da mezz'ora che è chiusa in quel bagno. Ad un tratto, sento il rumore di una porta che si chiude, seguito da dei passi, che provengono dal piano superiore. Incuriosito mi alzo, e vado a vedere. In cima alle scale, Charlotte, sta in piedi immobile. Indossa un vestito nero aderente di pizzo, degli stivaletti neri, e una delle cose che noto subito, è che ha messo il rossetto rosso. Io amo le ragazze con il rossetto rossoi. La amo e la odio. Perché mi dice che non vuole fare nulla per adesso, quando mi fa eccitare in una maniera pazzesca vestendosi in quel modo?
Questa ragazza mi farà diventare pazzo.
Lenta, scende gradino dopo gradino, tenendo, saldamente, un mano alla ringhiera delle scale. Appena arriva davanti a me, lei mi stampa un bacio sulle labbra, e con tono sexy dice:"Adiamo?"
Io annuisco e basta, ipnotizzato dal suo viso, il suo perfetto viso.

-Charlotte-
Appena siamo saliti in macchina, prontamente, Harry, ha acceso la radio, e ha cambiato una stazione dopo l'altra, alla ricerca di una bella canzone. Non appena sento le prime due note di una canzone che mi fa impazzire, io gli blocco il braccio, impedendogli di cambiare.
"Ti prego lasciala!"
Lui mi guarda con una faccia, stupita(?) E poi subito sorride. Io perplessa, alzo un sopracciglio, con aria interrogativa, aspettando una spiegazione del suo sorriso, così smagliante. 
"Io amo 'Who wants to live forever.'"
Cavolo, io adoro questo ragazzo. Per tutto il tragitto, non facciamo altro che cantare, insieme ai Queen questa stupenda canzone. Si può dire che non stiamo cantando al meglio, ma sarà comunque una delle performance che mi piaceranno di più in tutta la mia vita. Mi sento infinito. Sapete il libro 'Noi siamo infinito'? Io lo adoro. E ci sono momenti,  proprio come il protagonista Charlie, in cui mi sento infinito. Cioè incapace di sapere che cos'è la morte, incapace di pensare al futuro, perché tutto ciò che conta è adesso, il presente. Perché non c'è cosa più bella che vivere l'attimo. 

Ci fermio davanti a un locale. E non appena Harry accosta, si gira verso di me e chiede:"Ci sei mai stata?"
Io guardo di nuovo in direzione del locale, leggo il nome, 'Kennet', e poi scuotendo la testa, e arricciando le labbra dico:"No, non l'ho mai sentito nominare."
Harry alza le spalle, e dice menefreghista:"Neanche io ma mi ispira."
Detto ciò, spalanca la portiera dell'auto, e corre verso la mia, per aprirmela.
Io scendo, senza staccargli gli occhi di dosso. Sorrido felice. Perché sto così bene con lui? Non ci posso credere che la persona più odiosa del mondo, è quella che mi fa stare meglio. Harry sorride anche lui, mi prende una mano, e inizia a camminare verso la porta d'ingresso. Io lo seguo passo dopo passo. E mi immergo nell'atmosfera del locale. Penso sia uno dei più bei posti in cui io sia mai stata. E non appena vedo che infondo al salone c'è un palco, io tiro la manica della camicia di Harry, e mugolando come una bambina dico:"Ti prego, ti prego, ti prego, cantiamo?"
Lui si guarda un po' attorno. Studiando probabilmente chi, e che cosa c'è nel locale. Io faccio la sessa cosa. Vedo che, in giro, ci sono molte persone, sedute a dei tavoli, intenti a mangiare. Harry si gratta la nuca, un po' imbarazzato dalla mia domanda, probabilmente.
Io gli faccio gli occhioni dolci, almeno io penso che siano dolci, è con questi che convinco mia mamma a comprarmi le cose. 
"Beh..."
"Ti preeego."
Dico io spalancando ancora di più gli occhi. Lui mi guarda, intento a non  cedere alle mie suppliche. Ma poi fa un sospiro e dice:"Okay, basta che prima mangiamo."
"Grazie, grazie, grazie."
Dico io con una vocina stridula, buttandogli le braccia al collo per baciarlo. Lui fascia le sue attorno alla mia vita, e preme le sue labbra ancora di più sulle mie. 
"Eh-ehm."
Noi ci stacchiamo, incuriositi, e seccati, l'uno dall'altra, e ci giriamo verso chi ha appena 'tossito'. Due occhi azzurri mi fissano in modo interrogativo. Oddio, che figura di merda, perché Marley è qui?
"Ehm, scusa ma non eri a casa a farti la doccia?"
Io mi stacco, in modo goffo, da Harry, e mi metto davanti a lui, tentando di 'nasconderlo'. Ma perché lo devo nascondere, se già, mia sorella, mi ha vista con la faccia appiccicata alla sua? Perché io mi faccio questi problemi mentali? 
Marley, mi schiocca le dita davanti alla faccia, e dice:"Ehi, terra chiama Charlotte?"
Io scuoto la testa, e sento dietro di me Harry che cerca di soffocare una risata. Io allora gli do una leggera gomitata allo stomaco, ma lui si mette a ridere ancora di più. 
"Beh, io, ehm..."
"Sono venuto a casa vostra, perché ho litigato con mio fratello, e dato che io e Charlotte non avevamo nulla da fare abbiamo..."
Marley, prende per il colletto Harry e lo guarda con sguardo fulminatore.
"Non avete fatto mica la doccia insieme spero."
"Cosa?" 
Dico io incredula di quello che ha detto.
"No, abbiamo deciso di uscire e avere il nostro primo appuntamento."
Mia sorella si stacca, da Harry, sospirando sollevata. Dal nulla, Jake, sbuca dietro Marley. E ci guarda sorridente. 
"Ehi ragazzi, siete qui anche voi per il karaoke?"
Io e il riccio, ci guardiamo perplessi. Vogliamo cantare si, ma che fosse una karaoke questo non lo sapevamo.
"Si ci esibiamo dopo."
Dice poi Harry, fasciandomi le braccia in vita. I sorrido felice. Come mai adesso è tutto contento di cantare?
"Perché non vi sedete insieme a noi?"
Domanda Jake, con sorriso ebete. Io e Marley, all'unisono diciamo:"No!"
E dopo aver detto questo, ci guardiamo perplesse, nessuna delle due si aspettava una tale risposta dall'altra. Harry però interviene e rovina tutto, dicendo:"Ma si, perché no!?"
"Bene, allora seguitemi, il tavolo, è là  infondo, vicino al palco."
Il riccio, e il moretto, si avviano, verso il tavolo felici. Mentre io e mia sorella, ci guardiamo con facce schifate.
"Non provare a mettermi in imbarazzo."
"Okay, ma non farlo neanche tu! E non osare più metterti un mio vestito!"
Io distolgo lo sguardo da lei, e incrocio le braccia al petto.
"Non so di che parli."
Marley, alza gli occhi al cielo, e sbuffando si avvia verso il tavolo. 
Mi siedo di fianco a Harry. Il quale, appena tocco la sedia, mi regala uno sguardo malizioso. Dio quanto è sexy. Dall'altra parte del tavolo, invece, Jake e Marley, si scambiano sguardi dolci, come due piccioncini. 
"Cosa ordiniamo?"
Chiede Jake, senza staccare lo sguardo da mia sorella. Lei sorride, in modo ebete, fissando il pavimento, eppure, penso, che pur essendo un sorriso stupido, questo sia il più bello che Marley possa avere. 
"Non so, tu che vuoi?"
"Non so dimmi tu."
"No, no, decidi tu!"
"Beh io penso che prenderò una pizza, va bene amore?"
Dice ad un tratto Harry, spezzando l'incantesimo, di quel disgustoso teatrino amoroso. Io lo guardo sorridendo, e cercando di non scoppiare a ridere, davanti a mia sorella, che lo fulmina con gli occhi. 
"Va benissimo."
Dico io fissandolo. Lui fa una faccia strana, e mi fa una piccola linguaccia. Penso sia la cosa più tenera del mondo. Cazzo. Lo odio, perché è così perfetto?
In lontananza, una cameriera dai capelli viola, si dirige verso il nostro tavolo. Appena arriva, ci sorride mostrandoci i suoi denti gialli. 
"Che cosa volete ragazzi stasera?"
"Quattro pizze grazie."
"Quattro pizze."
Ripete lei di nuovo, scrivendo l'ordine su un taccuino. Rialza lo sguardo da esso, e in tono amichevole dice poi:"Volete esibirvi dopo?"
Jake prontamente risponde:"Si certo."
"Prima o dopo mangiato?"
"Mmh."
Mugola Marley spostando lo sguardo sul suo ragazzo. 
"Se per te va bene, io mi esibirei anche adesso."
Jake annuisce , e la bacia. I due si alzano, e con movimenti meccanici, salgono le scale e arrivano sul palco. 
"Voi vi esibite dopo?"
"Si! Subito dopo di loro."
Dico io in modo squillante, sorridendo alla donna. Lei annuisce e si allontana dal tavolo.
"Che cosa hai intenzione di cantare?"
Mi chiede il riccio, seduto vicino a me, in modo perplesso.
"Mh, non lo so. Appena saliamo sul palco diciamo una canzone che ci passa per la testa."
Lui mi guarda con gli occhi sgranati, e con lo sguardo incredulo.
"Che c'è?"
"Tu canti le prime canzoni che ti saltano per le testa? Non dirmi che 'Skyfall' l'hai cantata perché stavi pensando al film?"
"No! Mi è venuta in mente perché stavo pensando agli oscar, e al fatto che Adele ne avesse vinto uno, con quella canzone."
"O mio dio, tu hai appena infranto i miei sogni."
Io lo guardo con sguardo interrogativo.
"Scusa, in che senso?"
"Io mi sono allenato per giorni, per far venire al meglio 'Secrets', e tu adesso mi dici che hai cantato, il Titanic delle canzoni, solo perché ci stavi pensando? Oltretutto lo hai fatto in modo perfetto!"
Sono confusa, è un complimento, o no? 
"Il Titanic delle canzoni nel senso che affonderà prima o poi?"
Harry mi guarda ridacchiando divertito. Ma io sono ancora più confusa di prima. Poi lui si avvicina a me, mi bacia sulla guancia, e dice:"Lascia stare, sei fantastica, è  questo quello che intendevo."
Io sorrido arrossendo, e produco una sottospecie di risolino nervoso, lusingata da quello che mi ha appena detto.
Dopo qualche minuto, mia sorella, prende il microfono, e inizia:"Buona sera, siamo Marley e Jake, e adesso per voi canteremo, 'Love me again'."
Non appena mia sorella dice il titolo della canzone, si gira verso il suo ragazzo e inizia a sorridere. 
Jake, scatta e veloce avvicina il microfono alla bocca e inizia a cantare:"Know I’ve done wrong, left your heart torn. Is that what devils do? Took you so long, where only fools gone. I shook the angel in you!
Now I’m rising from the crowd. Rising up to you! Feel with all the strength I found. There’s nothing I can’t do!"
"I need to know now, know now. Can you love me again?"
Canta Marley poi a squarcia gola. Tutt'intorno, le persone sedute ai tavoli, si alzano, e iniziano a battere le mani, cantando in coro:"I need to know now, know now. Can you love me again?"
Trasportata dalla musica, di scatto mi alzo anche io, dalla sedia, e inizio a cantare battendo le mani, e i piedi a terra. Harry, rimane seduto, e mi scruta, con sguardo perso. E ride, felice e divertito. 
"Oh oh oh. Told you once again. Do this again, do this again, oh! I told you once again, do this again, do this again, oh, oh!"
Canta Jake, preso dalla musica. Tutti nel locale battono le mani a ritmo di musica. E poi non vola più una mosca per lasciar spazio alla voce di Marley, che dice:"I need to know now, can you love me again?"
La performance si conclude, con urla e applausi. I due cantanti si abbracciano, e sorridenti fanno un inchino, e scendono dal palco. Si risiedono al tavolo, e fanno dei profondi respiri per riprendere fiato. 
"Siete, stati, grandiosi!"
Dico io facendo un sorriso smagliante ad entrambi. Mia sorella, mi regala un sorrisetto, stanco, e mi manda un bacio.
"Andiamo noi adesso?"
Io mi giro verso di Harry, il quale, mi fissa con un sorriso dolce. Io annuisco ridendo e saliamo sul palco. Io prendo un microfono, appoggiato sopra al tavolo, dove c'è il computer che mette la base delle canzoni. 
"C-c-ciao."
Dico io in modo imbarazzato, ma felice.
"Io sono Harry, e lei, lei è il mio amore Charlotte. E adesso canteremo..."
Harry si guarda un po' attorno, e poi posa lo sguardo di di me. Sorride, e riprende a fissare il pubblico. Riavvicina il microfono alla bocca e dice:"Adesso canteremo 'No air'"
Io gli sorrido, e in sottofondo sento la musica che incomincia, allora io parto e canto.
"If I should die before I wake Its cause you took my breath away. losing you is like living in a world with no air. Ooh."
"I'm here alone didn't want to leave. My heart won't move its incomplete wish there was a way that I can get you to understand."
Mentre cantiamo, ci guardiamo, l'uno fisso, negli occhi dell'altra. Come se non esistesse nessun altro. Appena la canzone finisce. Ci buttiamo l'una nelle braccia dell'altro. E ci baciamo, appassionatamente. Harry, mi tira i capelli, mentre io gli tengo il viso tra le mani. Non appena ci stacchiamo gli uni dagli altri, ci guardiamo intorno imbarazzati, con gli occhi di tutti e ci fissano. In modo maldestro scendiamo le scale ci sediamo al tavolo, e senza dire una parola, mangiamo la pizza. 
 

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Capitolo 23
*** EVERYBODY HURTS ***


CAPITOLO 23
EVERYBODY HURTS

-Diana-
"Diana, ehi. Tesoro, ehi. Svegliati."
Lentamente, apro gli occhi, e mi ritrovo il cuscino sotto di me, tutto bagnato. Di sicuro è perché ho sbavato come un bulldog questa notte. Con movimenti leggeri, mi metto sdraiata sulla schiena. E sopra di me, sorridente, vedo Helen.
"È ora di fare colazione. E giù c'è una sorpresa per te."
"Scendo subito!"
Dico spalancando gli occhi. Di che sorpresa si tratta? Lei mi sorride, in modo amorevole, come una mamma, e esce dalla stanza. Scosto la coperta dalle mie gambe, e metto i piedi a terra. Infilo la mia felpa grigia dell'Abercrombie, e esco dalla stanza. A passo di zombie, scendo le scale, e raggiungo la cucina, intenta di sapere, di quale sorpresa si riferisce la signora Black. Seduta al tavolo, vedo una chioma di capelli biondi. Di scatto si gira e mi sorride. Dio, quanto amo quel sorriso. I suoi occhi azzurri, sono fissi nei miei. Lui si alza, e con passo goffo mi raggiunge. 
"Eh-ehi."
Dice Niall, balbettando.
"BUONGIORNO!"
Grido io presa dalla felicità, di vederlo qui. Io lo abbraccio, e lui fa lo stesso con me. Poi mi lascia e io mi vado a sedere, davanti a lui. Non diciamo neanche una parola. Ci scambiamo sguardi imbarazzati, e dolci. Intanto, Helen, è ai fornelli intenta a preparare la colazione. 
"Allora."
Inizia lei avvicinandosi al tavolo, porgendoci il cibo.
"Da quanto ti piace la mia figlia italiana?"
Io tossisco, e la guardo con uno sguardo di disapprovazione. So che non è esattamente mia madre, ma mi mette in imbarazzo come lei. 
"Beh, per la verità."
Appena Niall inizia a parlare, io mi giro verso la sua direzione. Impaziente di sentire che cosa risponderà.
"A me Diana non piace, io mi sono innamorato di lei dal primo istante in cui mi ha rivolto la parola."
Non posso fare a meno di sorridere. Io allungo la mano, verso la sua, e la stringo. Quasi mi viene da piangere. 
"Beh, Niall, mi sembri un bravo ragazzo. Tratta bene la mia bambina."
'La mia bambina', parla di me come se fossi sua figlia, non mi da fastidio, solo è strano, dopotutto mi conosce da soli due mesi. 
"Ti amo anche io."
Gli dico poi, presa dalle emozioni. Facciamo colazione in fretta. E subito finita, mi precipito nella mia camera e mi vesto. Appena ho fatto tutto torno in salotto, e esco di casa con Niall, e insieme prendiamo il pullman per andare a scuola. E per tutto il tempo ci teniamo per mano, nessuno dei due vuole lasciare l'altro.

"Scusa, poi non mi hai detto una cosa."
"Ah-ah si? Che cosa?"
"Perché mi avevi detto che dovevo aiutarti ad uscire con Kitty?"
Niall si gratta la nuca, e abbassa lo sguardo a terra, sul pavimento del bus, e intanto, vedo le sue guance diventare rosse. 
"Beh, volevo farti ingelosire; pensavo mi vedessi solo come un amico. E allora volevo farmi notare."
Io lo guardo, con viso malinconico. 
"Bastava che tu venissi a parlarmene."
"Te l'ho detto, non volevo che tu mi rifiutassi dicendomi, che ero solo un amico per te."
Io gli prendo il viso tra le mani, e lo fisso nei suoi perfetti occhi. 
"Non provare mai più a farmi ingelosire, okay?"
"Okay."
Risponde lui baciandomi. 

-Charlotte-
"Ehi, bell'addormentato? Ti svegli?"
Scuoto, violentemente Harry per una spalla. Questo tranquillamente, si gira verso di me, si stropiccia gli occhi. E sorride. Mi prende in giro? È da più di una mezz'ora che lo chiamo. 
"Giorno..."
Dice sbadigliando. Com'è tenero. No! Non adesso, adesso non ho tempo per perdermi nei suoi occhi. 
"Per favore Harry. Ti svegli?"
"Sono sveglio."
"Nel senso, ti alzi dal letto si o no?"
"Ancora cinque minuti."
Io sbuffo, seccata. 
"No tu ti alzi adesso."
Dico io togliendogli la coperta di dosso. Lui si gira e rigira nel letto, apre un occhio, sbuffa e si alza. Non appena mette i piedi a terra, e si posiziona davanti a me, noto per la prima volta, la differenza di altezza che c'è fra me e lui. Io non sono poi così bassa, ma vicino a lui, sembro uno gnomo da giardino. Harry sbadiglia assonnato.
"Allora, andiamo a fare colazione?"
Io annuisco, con la bocca spalancata, e lo fisso mentre esce per primo dalla stanza. Arrivati in cucina, vediamo mia madre seduta, al suo solito posto, a tavola, intenta a leggere un giornale. Non appena ci sente entrare, abbassa la rivista, e ci guarda con sguardo serio. La sera prima, appena tornati dal karaoke, mi sono dimenticata di chiamare mia madre per avvertirla, così, si è un po' arrabbiata non appena ha visto, Harry, entrare in casa. 
"Buongiorno."
Dice lei con voce dura.
"Ciao mamma."
"Buongiorno signora Rose."
"Mh."
Sospira lei, scrutando Harry dall'alto al basso.
"Se volete c'è il tè caldo, il caffè o il latte. Cosa vuoi tu?"
Dice mamma rivolgendosi al riccio. Harry si guarda attorno. E poi dice:"Ehm, il caffè va bene."
"D'accordo. Tu invece?"
"Io prendo il tè, come al solito."
"Va bene, se avete bisogno, io sono di sopra, devo andarmi a vestire per andare a lavoro."
"O-o-okay. Allora a dopo."
Mentre Harry si siede a tavola, io guardo mia mamma, andarsene via dietro ad una porta. Poi, mi avvicino al piano da cucina, e prendo la caffettiera, e la teiera. 
"Ecco qua."
Dico, versando il caffè nella tazza di Harry.
"Ehi, ma cosa ci fa una bella giovane come te qui a servire ai tavoli?"
"Eh, sa straniero, la vita e dura e si tira avanti come si può."
Rispondo io ridacchiando in modo assonnato. Il riccio, mette un braccio attorno a me e mi attira a se, baciandomi la pancia. Lo trovo, stranamente, dolce. Poi io mi scosto da lui, e mi vado a sedere, sorseggiando il mio tè al gelsomino. 
"Come andiamo a scuola?"
"Mah, io direi in macchina."
Lo guardo con sguardo fulminatore, che simpatico!
"Ha ha ha."
Faccio io, avvicinandomi la tazza del tè, alla bocca. 
"Hahaha, siamo già acidi di prima mattina! Eh Rose!?"
Abbasso subito la tazza del tè, e l'appoggio sul tavolo. Mi ero completamente dimenticata, del giorno in cui ci siamo incontrati sul pullman. 
"I-i-io..."
"Si, me lo ricordo che cosa ti ho detto quel giorno. E lo penso ancora."
Io apro subito la bocca per ribattere, ma a cosa servirebbe? Tanto orami tutti lo sanno, e non lo devo più nascondere. Però, decido, di farmi un po' desiderare.
"A si? Pensi veramente che io ti voglia portare a letto?"
"Non lo penso, lo so."
E con questo mi zittisce, non saprei più che dire. Harry si alza dalla sedia, mi bacia e dice:"Devi solo ditemelo, e io sarò li per te."
Io rabbrividisco, alle sue parole, ha una voce così sensuale. Roca e profonda. Io finisco, in fretta, il tè ancora bollente, che mi brucia tutta la gola, e torno in camera mia per vestirmi. Appena ho finito tutto, torno da basso, dove Harry, mi aspetta appoggiato alla porta d'ingresso, intento a fissare il suo telefono. Io indosso, un paio di Timberand, una maglietta grigia semplice, una camicia a righe bianche e azzurre, e una collana, che mi arriva fino a sotto le costole, con sopra il ciondolo della ghiandaia imitatrice. 
Harry invece, indossa dei jeans aderenti neri, con degli strappi lungo le gambe, delle scarpe nere, un golfino grigio, più largo di lui, e tra i capelli una bandana verde militare. Dio mio ma ha le gambe più magre delle mie, possibile(?)
"Pronta?"
Io lo guardo con faccia schifata.
"Che, c'è?"
"No, no, niente; è solo che. È solo che hai le gambe più magre delle mie cristo."
Lui abbassa lo sguardo, per poi riposarlo nel mio. Ride e dice:"E tu ti fai questi problemi?"
"N-no, solo, dicevo, che...oh ma vai al diavolo Styles!"
Apro la porta di casa frettolosamente, e esco facendo la finta offesa. Poi andiamo in macchina, e lungo il tragitto, da casa verso scuola, io mi addormento. 

"Ehi, bella addormentata. Ti svegli?"
"Eh, eh? S-si ci son..."
Non appena apro gli occhi per risvegliarmi, li chiudo subito. Li sento pesanti, e ho voglia di dormire. Io mi rannicchio su mestessa, per mettermi in una posizione comoda, per schiacciare un altro pisolino. Ma mentre lo faccio, qualcuno mi scrolla, e mi scuote le spalle violentemente. 
"Per favore, ti vuoi svegliare?"
"Mmh...lasciami qui. Starò bene."
Rispondo io girandomi, dall'altra parte, sul sedile dell'auto. Mi ritrovo appoggiata, completamente sullo sportello della macchina. E non appena trovo una posizione comoda, sento la portiera aprirsi. Sto quasi per cadere, quando qualcosa, di colpo, mi blocca. Sento una fitta di dolore, lungo tutto il petto. Dolorante alzo lo sguardo, e vedo Harry che se la ride di gusto.
"Ringrazia Dio, del fatto che avevo la cintura di sicurezza."
"Per fortuna, sennò avresti avuto la faccia spiaccicata per terra, e a me non piacciono le ragazze con le facce deformi."
Io lo fulmino con lo sguardo. E invano, cerco di tirargli degli schiaffi sulle gambe, ma lui si allontana. E io non riesco a muovermi, sono bloccata dalla cintura. 
"Mi aiuteresti?"
"Mh, non so, io che ci guadagno?"
"Stai scherzando vero?"
Grido io infuriata.
"Cosa mi offri in cambio del tuo aiuto?"
"Non lo so! Cosa vuoi?"
"Una cosa ci sarebbe."
Roteo gli occhi al cielo, già pronta a ripetergli la stessa frase di ieri. 
"Ti ho det..."
"Voglio che tu mi prepari una cena stasera."
"Andata!"
Dico io frettolosa. Sento il sangue che va alla testa, tra poco svengo me lo sento. 

-Louis-
"Ehi Hazza!"
Grido io, avvicinandomi all'armadietto del mio migliore amico. Lui si gira verso di me, e con voce assonnata, dice:"È? Oh ciao Lou."
Finito di dire ciò, si rigira verso il suo armadietto. Lo vedo triste.
"È successo qualcosa?"
Gli chiedo io con tono preoccupato. Lui scuote la testa, e arricciando le labbra dice:"No niente di che..."
"Harry, da quanto ti conosco?"
Lui si gira verso di me perplesso. 
"Non lo so, da quando abbiamo 5 anni(?)"
Dice, rivolgendomi una faccia interrogativa per sapere se ha detto giusto. Io mi guardo un po' attorno, poi alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
"Okay, ammetto che non lo so neanche io, però è da comunque tanto che siamo migliori amici."
"Si, e allora?"
"So quando menti."
Harry, mi guarda con una faccia malinconica, e violentemente chiude lo sportello del suo armadietto. Io fisso per un po' le sue mani. Poi, riprendo a guardarlo in faccia.
"E, tua mamma mia avverte di ogni litigata che fai con tuo fratello."
Harry mi guarda scioccato, okay, forse era meglio non dirglielo.
"Che cosa ti ha detto?"
Inizia lui, mettendosi lo zaino sulle spalle. Io inizio a camminare per i corridoi, e Harry mi segue a ruota. Lui tiene fisso lo sguardo sul pavimento, con faccia seria, mentre io sposto lo sguardo tra un corridoio e l'altro della scuola.
"Per la verità niente."
Harry alza subito gli occhi, e si ferma all'istante. Io faccio lo stesso, e continuo a guardarmi attorno, molleggiandomi sulle gambe, e spostando lo sguardo qua e là. 
Harry mi fissa, in attesa di qualcosa. Poi io scuoto la testa, e continuo:"Beh, rper la verità, ha detto che: te n'eri andato via di casa, e che mi sarei dovuto aspettare un tuo imminente arrivo. Ma non sei arrivato."
Hazza, mi guarda con sguardo supplicante, quasi a chiedermi di non arrabbiarmi. Io chiudo gli occhi e scuoto la testa. 
"Sei il mio migliore amico, vieni sempre da me per qualsiasi cosa. Perché non sei venuto da me?"
Lui sta in silenzio per un po', fissa il pavimento. Non dice neanche una parola. 
"È perché ti ho detto che sono gay?"
Dico io sussurrando, per non farmi sentire. Harry alza subito lo sguardo da terra. E con una faccia schifata dice:"Ma sei scemo? Io non sono mica omofobo!"
Io lo squadro dalla testa ai piedi. Poi lui mi guarda serio e dice:"Sono andato da Charlotte."
Come una lampadina mi si accende in testa. Uuh, lui e la castana, interessante. No, aspetta un attimo. D'un tratto scuoto la testa, e d'impulso chiedo:"Scusa, ma da quando te la fai con la ragazza che fino a tre giorni fa volevi uccidere perché era una rompipalle?"
Chiedo io perplesso. Harry si gratta la nuca. E, cercando di evitare il mio sguardo fulminatore, guarda il pavimento. 
"Ehm, come dire, mi sono ricreduto? Anzi penso ancora sia un'insopportabile strega. Ma è la mia insopportabile strega."
Io gli metti una mano sulla spalla e con occhi sognanti dico:"Harry, questa è la cosa più..."
Lui mi guarda sorridendo dolcemente. Io continuo a guardarlo, e riprendo il discorso:"Questa è la cosa più, patetica che tu potessi mai dire. Cazzo! È fin troppo dolce perfino per i gay."
Harry mi guarda con sguardo truce. Io mi metto a ridere e inizio a camminare, di nuovo, diretto verso l'aula di astrologia. 

-Tamara-
Sento, come un colpetto alla testa. E subito dopo, questa sensazione, piomba davanti a me una pallina di carta. Io la apro, per vedere che messaggio contiene. Appoggio il foglio sul banco, davanti a me, e lo liscio per bene. Sopra di esso, c'è scritto:'Voglio parlarti.'
Mi giro e rigiro sulla sedia, per vedere, chi nell'aula avrebbe potuto lanciarmi un biglietto simile. 
"Signorina Tonks! Di cosa stavano parlando?"
"È? Si presente!"
La prof  Evans, sta ferma alla cattedra, a fissarmi, con sguardo truce. 
"Signorina Tonks, vuole dirmi di cosa stavamo parlando?"
"Emh, si. Beh dunque. Allora...sono più che certa, che stessimo parlando di una guerra."
La Evans, scuote la testa, senza staccare lo sguardo da me. Ammetto che tra tutte le prof, lei e la più inquietante. 
"Perché non sta attenta? Al posto di guardarsi attorno, perché non segue la lezione, dato che probabilmente avrà da fare i corsi estivi..."
Corsi estivi? Stiamo già parlando dei corsi estivi? È ottobre mica giugno! 
"Stavamo parlando dei vari presidenti americani."
Io mi giro lentamente. Non ci credo. Di scatto mi alzo. E senza dire niente prendo la borsa e esco dalla classe. In lontananza sento la prof. Evans, che grida:"Signorina Tonks, torni qui!"
Ma di tornare in quella classe non ne voglio sapere neanche. Inizio a correre, verso l'aula canto. L'unico posto in cui, sono sicura, che quel coglione del cazzo, non mi seguirà. Arrivata dentro, lancio la borsa a terra. E mi rannicchio, davanti alla porta per impedire il passaggio alle persone. Mossa alquanto inutile, dato che per entrare nell'aula ci sono altre tre porte. Ma non mi importa. Sto li ferma, appallottolata su mestessa, a piangere, e a maledire il giorno in cui, ho versato una granita nei pantaloni di Zayn. 


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Capitolo 24
*** BURN ***


CAPITOLO 24 
BURN

-Charlotte-
Finalmente, è arrivata l'ora del glee. Devo ammettere, che questa giornata è stata pesante. Se non fosse stata per l'ora buca di scienze, mi sarei sparata alla testa. Sono stanca, ma, sono più che certa, che passare un'ora al glee mi tirerà su di morale. Mentre metto giù i libri, nell'armadietto, vedo qualcuno che si avvicina a me. Chiudo subito gli occhi, non appena vedo che quel qualcuno indossa una felpa da football. Sono più che pronta a ricevere una granita in faccia, ma non succede nulla. Apro un occhio, per vedere se il giocatore è ancora lì. E sono più spaventata di prima, quando vedo che sta lì in piedi davanti a me. Zayn Malik, colui che mi lancia le granite in faccia.
"Sei amica di peli di carota vero?"
Apro tutti e due gli occhi, e lo guardo con faccia impaurita. 
"Tamara? Si è mia amica."
Zayn abbassa la testa, e fa un sospiro. Poi, sempre con la testa bassa, mi dice:"Devi dirle di andare in auditorium dopo il glee."
"Le vuoi far del male?"
Lui si mette a ridere di gusto, io non ci trovo niente di divertente, dato che ci umilia sempre, tirandoci granite in faccia, e sfottendoci. Però lascio stare, e lo guardo con aria seria. Zayn, ridendo, riprende il discorso e dice:"Tu dille che deve andare li, non so come la convincerai ma lo farai."
Io annuisco, non dico una parola, mi sono pietrificata, al pensiero di poter avere delle granitate in faccia se non farò come dice. 
"Bene."
Dice lui andandosene. Io rimango, per qualche istante, lì, ferma davanti all'armadietto. Poi lo chiudo e mi avvio, tranquilla verso l'aula canto, continuando a pensare, in che modo convincerò Tamara, ad andare in auditorium. 

Non appena entro nell'aula, mi precipito sui gradoni della stanza, per sedermi su una sedia. Mi butto a peso morto, su una delle tante che c'è nell'ultima fila. Chiudo gli occhi, e butto la testa all'indietro, mettendomi in una posizione, che secondo me, è comoda. Ma non appena lo faccio, sento qualcosa di pesante, che si mette sulle mie gambe. Io produco dei mugoli, e cerco di spostare, qualunque cosa sia sopra di me. Ma quando ci provo non ottengo degli ottimi risultati. Così, irritata, spalanco gli occhi, e alzo la testa. 
"Salve!"
"Tesoro ti voglio bene, ma se non ti levi inizio a gridare."
Tamara, mi guarda sorridente. Com'è bella, adoro i suoi capelli rossi, e i suoi occhi marroni. Lei non dice niente, mi fissa e basta, mordendosi il labbro inferiore.
"Mi devi dire qualcosa? Ad esempio, cos'è successo con Zayn sabato sera?"
Tamara, si alza da me, e si siede sulla sedia accanto alla mia. 
"Ehm..."
Inizia lei, malinconica. 
"Può darsi, può darsi che io abbia fatto una cagata assurda."
Io la guardo perplessa. Cosa dovrebbe aver fatto?
"Puoi spiegare meglio?"
Dico io un po' irritata. Tamara, distoglie lo sguardo da me, e tortura le stringhe della sua felpa, continuando ad attorcigliarsele, sulle dita. 
"Non so cosa mi è preso. Davvero Char non lo so."
Sulla sua faccia, iniziano, a scorrere veloci delle lacrime. Io l'abbraccio, e le carezzo la testa. Cercando, in qualche modo di confortarla. 
"Ho fatto sesso con lui."
Io la stacco da me, per guardarla in faccia. 
"Tu cosa?"
Non sono amica di Tamara da tanto, ma sono comunque arrabbiata con lei, come ha potuto fare una cosa così stupida? 
"Non so cosa mi è preso. Pensavo fosse cambiato, e poi ho scoperto che mi ha preso per il culo tutto il tempo."
"Tranquilla, sistemeremo tutto, non so come, ma lo faremo."
Tamara, si asciuga una lacrima dalla guancia, e mi sorride piano. Io la guardo sorridendo a mia volta. Poi lei si fionda su di me e mi abbraccia più forte che mai.
"Grazie."
"E di cosa?"

-Diana-
"Ehi italiana!"
Sento gridarmi non appena entro in aula canto. Vedo Charlotte, che mi saluta con aria preoccupata, e Tamara, stesa su di lei in lacrime. Povera, cosa le succede? 
Io, frettolosa, mi avvicino a loro. E mi siedo, vicino a Tamara. Le metto una mano sulla spalla, e con voce triste le dico:"Cosa succede Tamara?"
Lei non dice niente, si butta su di me, e inizia a piangere più forte di prima. Io guardo Charlotte, la quale mi guarda facendo segno di 'no' con la testa. Io annuisco, e non dico nulla. E accarezzo, il braccio destro di Tamara, cercando, di darle conforto. Poi io la prendo per le spalle, e la sposto da me, costringendola a guardarmi in faccia. 
"Adesso, ti calmi, e finita la lezione, mi spieghi tutto okay?"
"Okay."
Risponde lei, asciugandosi una lacrima dalla guancia. Nel frattempo, vedo, con la coda dell'occhio, che il prof Shue, si è posizionato al centro della stanza. Batte le mani, e inizia a parlare:"Bene ragazzi, siete stati grandiosi nel musical."
Parte un applauso generale. Il prof ride e incamminandosi verso la lavagna dice:"Questa settimana ci all..."
"Mi scusi, prof Shue?"
Tutti nella stanza, rivolgono lo sguardo verso la porta. Dove, sullo stipite di essa, sta lì immobile, una cheerleeder; alta, con un corpo mozzafiato, e con i capelli neri, legati elegantemente, in una coda di cavallo. Questa si avvicina al centro della stanza, in modo sicuro e deciso. Noto, che tutti i maschi, ma proprio tutti, (compreso Blain) la fissano, passo dopo passo. E non le staccano lo sguardo di dosso. 
"Posso aiutarti?"
"Si, voglio entrare nel glee club."
"Magnifico."
"Bene, posso sedermi?"
Chiede lei già intenta a raggiungere una sedia. Ma il prof la ferma e dice:"Prima di entrare me glee, devi fare un'audizione."
La ragazza fa una smorfia, ma poi fa spallucce e si mette al centro della stanza. E inizia:"Ciao, sono Robin Reed, sono un'ottima cantante, e adesso canterò 'Somebody to love', e sono sicura che vi piacerà."
Modesta la ragazza. Parte la musica, ma subito, lei ferma i musicisti, mossa alquanto strana. 
"Voglio cantare a cappella."
"D'accordo."
Dice il prof, ansioso di sentirla cantare. 
"Can, enybody find me, somebody to love?"
Inizia lei, con una voce profonda, e bella, quanto quella di Beyoncé. Appena finito di cantare, c'è una pausa di silenzio, tutti stanno zitti, non vola neanche una mosca. Siamo tutti impressionati dalla performance, di Robin. 
"Allora? Favolosa vero?"
"Beh Robin...benvenuta nel glee."
La ragazza, fa una smorfia di allegria, o non so, e si va a sedere vicino a Kitty la trovatella, beh c'era da aspettarselo, loro, le cheerleeder, stanno  sempre insieme, anche se non si sopportano. 
"Bene ragazzi, riprendiamo la lezione. Questa settimana, faremo i duetti. Ognuno di voi venga qui ad estrarre il suo compagno."
Tutti stanno fermi ai propri posti. Nessuno si alza per andare la al piano, per estrarre il suo compagno. Così seccato il sig. Shue, dice:"Okay, chiamo io. Allora, vediamo. Diana, vieni ad estrarre le coppie."
Io un po' riluttante, mi alzo dalla sedia e raggiungo il prof. Arrivata davanti a lui, mi indica un contenitore di plastica con dentro dei fogliettini. Io allungo la mano per prenderne uno, e ne pesco, però, due. Srotolo il foglio, e leggo il primo nome.
"Niall!"
Dico felice, e speranzosa che il prossimo nome sia il mio. Srotolo l'altro fogliettino, e leggo il nome, impaziente di sapere con chi canterà il mio amore. 
"Kitty."
Dico io perplessa. È uno scherzo? Lascio perdere, almeno per adesso, questa storia, e ricomincio a pescare i bigliettini, fino ad arrivare alla fine. Le coppie sono: Charlotte e Louis, Tamara e Robin, Io e Blain, Marley e Unique, Harry e Liam e Tiana e Artie. Mentre Jake, farà un mashup. Dato che non ci sono  altre persone al glee. Finita la lezione, io mi precipito da Niall, e davanti a Kitty, lo bacio. Per farle capire, che è mio, e che sta solo con me. 
"Ehi, come mai tutta questa passione?"
Mi chiede il biondino, staccandosi da me, e fasciandomi le braccia alla vita. Io alzo le spalle, e con tono vago dico:"Non so, così."
Lui mi sorride, quanto è dolce. Penso potrei mangiarlo da quanto bello è. 

-Tamara-
Sto per uscire dall'aula, quando, sento qualcuno prendermi per un braccio, e tirarmi indietro. Io allora confusa, mi giro per vedere chi, mi impedisce di uscire. È la nuova ragazza, Rosy, o Ronny, non mi ricordo come si chiama. Comunque, lei sta qui, davanti a me, ferma a fissarmi. Io mi guardo un po' attorno, come per guardare cosa sta aspettando, prima di iniziare a parlare.
"Beh? Cosa vuoi?"
Dico io ad un certo punto, facendo spallucce, irritata. Lei fa un sorrisetto malefico, e inclina la testa di lato, come per guardarmi da un'altra prospettiva. 
"Stai zitta troietta, qui le domande le faccio io."
Io la guarda perplessa. Ma è rincoglionita? 
"Sentimi bene, per prima cosa, la canzone da cantare la scelgo io. Poi volevo chiederti, hai sbagliato musical vero? No perché dovevi fare Hairspray al posto di Rock of ages, con tutti i rotoli di ciccia che ti trovi, saresti stata perfetta per interpretare la protagonista. E ultima cosa, una sfigata come te non potrà mai avere uno come Zayn, hai capito?"
Lei se ne va, senza lasciarmi il tempo di ribattere. Mentre, io rimango pietrificata sulla porta d'ingresso. 
"Ehi, ma che voleva quella?"
Io mi giro, verso Charlotte, la quale sta davanti a me, ferma a fissarmi perplessa. 
"Non l'ho capito bene."
Lei si gira, in direzione della cheerleeder, poi ritorna a guardarmi, alza le spalle e fa una smorfia, menefreghista. Vedo che mi prende per mano, e mi porta fuori dall'aula. 
"Senti Tamara, prima...prima è venuto Zayn, da me, e mi ha detto di dirti, che devi andare, adesso, in auditorium."
Io la guardo incazzata. Perché non me l'ha detto prima?
"No io non ci vado da quel coglione."
Charlotte, mi guarda con sguardo di supplica. Ma io non voglio cedere.
"Io non ho niente da dire a quel coglione, e non voglio sapere cosa vuole da me, ancora."
Char, sbuffa, girando la testa da un'altra parte. Poi si rigira, tutta seria, verso di me. Io la guardo spaventata. 
"Se ti accompagnassi lì?"
Mi chiede, facendo gli occhioni dolci, e un sorriso più che finto. "Manco se me lo chiedesse Channing Tatum, andrei là in auditorium, da quel bastardo."
Dico io incazzata, incrociando le braccia al petto. 
"Perfetto."
Guardo perplessa Charlotte, che nel frattempo, ha iniziato a camminare.
"Che stai facendo adesso?"
"Vado in auditorium, se non vai tu da lui, viene lui da te!"
Spalanco gli occhi, stupita, perplessa e spaventata dal fatto che Char possa veramente andare a chiamare Zayn. E adesso che faccio? Al diavolo. Corro dietro a Charlotte, e cerco di bloccarla, ma lei è più veloce di me, e mi sfugge. Allora io, molto ingenuamente, la seguo fino in auditorium. Non accorgendomi, di essere arrivata lì. 
"Smettila di correre!"
Grido io fermandomi, per riprendere fiato. Chino per un secondo la testa, e faccio un respiro profondo, chiudo gli occhi e ne faccio un altro. È come se non riuscissi a respirare, come se l'aria non mi arrivasse ai polmoni. Mi sento svenire. Sento dei passi che si avvicinano, nella mia direzione. Ma non so chi siano, e non ho nemmeno le forze per vedere chi è. Rimango piegata su mestessa, cercando di inalare aria. 
"Stai bene?"
Mi chiede una voce maschile. Ovviamente so già di chi si tratta. Ma non mi importa, io rimango ferma al posto, con gli occhi chiusi e la testa china. 
"Soffro d'asma. E non ho l'inalatore con me."
Rispondo io con il tono più calmo che riesco a fare. Ma non ho molto successo, sono spaventata più che mai. Perché ho corso? Ma soprattutto perché per venire qui? 
Ad un certo punto, mi decido e alzo la testa, per guardarlo in faccia. Ma appena poso lo sguardo su Zayn, lo distolgo subito, per cercare, in giro per l'auditorium Charlotte. Che stranamente è evaporata via appena siamo entrate qui. 
"Hai bisogno di qualcosa? Posso aiutarti?"
"No non puoi!"
Rispondo io in tono arrabbiato e piagnucolante. 
"Lasciami morire qui. E sparisci dalla mia vista, almeno se muoio non avrò una merda come ultima cosa che vedo."
Lo vedo soffocare una risata. Bene, pensa pure che io stia scherzando. Dio quanto lo odio. 
"Cosa c'è di così ridicolo?"
"Penso che tu sia letteralmente psicopatica."
"Si okay bene arrivederci."
Dico io facendo per andare via. Ma Zayn si para davanti a me, e mi blocca il passaggio. Allora io faccio un passo a destra, ma lui fa lo stesso, bloccandomi la strada; così ne faccio un altro a sinistra, ma puntualmente lo fa anche lui. Così mi fermo davanti a lui, lo guardo fisso negli occhi per qualche istante. Lui fa una faccia strana, come per dire 'cosa pensi di fare adesso?'. Io mi avvicino a lui, gli metto le mani sulle spalle, avvicino la mia bocca al suo orecchio, e gli sussurro:"Grazie per avermi preso per il culo tutto il tempo."
Finito di dire ciò, gli do un calcio all'inguine, e lo vedo accasciarsi a terra, piegato in due dal dolore. 
"Tu sei pazza!"
"Fanculo Malik."
Detto questo mi avvio velocemente fuori dall'auditorium. Come per paura che possa raggiungermi in qualche modo. Esco da scuola, e mi avvio verso la fermata del pullman. E frettolosa salgo su di esso. E faccio un respiro di sollievo quando vedo che ormai sono lontana dal pericolo, di essere scuoiata viva dai giocatori di football.
 

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Capitolo 25
*** DEMONS ***


CAPITOLO 25
DEMONS 

-Marley-
"Charlotte?"
Grido io girando per le stanze della casa, alla ricerca di mia sorella. 
"Charlotte? Dove sei?"
Niente. Nessuno risponde. 
"È di sopra in camera."
Dice una voce assonnata, che proviene dal divano. Io mi avvicino ad esso, e guardo chi c'è sdraiato sopra. Harry, sta li steso a pancia in giù. 
"Okay, puoi dirle che sono uscita con Jake? Grazie."
Non gli do nemmeno il tempo di rispondere, che già sono uscita di casa. Prendo la macchina, e sfreccio, veloce, verso il ristorante. Impaziente di vedere il mio amore.

-Harry-
Sento la porta d'ingrasso sbattere violentemente. Alzo la testa, assonnato, e mi guardo intorno per vedere cosa succede. Okay, se non ho capito male Marley se n'è andata. Lento, mi alzo dal divano, e mi metto seduto. Però sono così stanco che mi ci ributto sopra a peso morto. 
"Marley? Mi stavi chiam...dov'è finita Marley?"
Chiede Charlotte mentre scende la scale. Sento che si sta avvicinando al divano, ma io non ho le forze per rimettermi seduto, voglio dormire. Arriva davanti a me, e appena vedo che si è parata davanti ai miei occhi, li chiudo subito per far finta di star dormendo. Charlotte, picchietta la mia spalla. 
"Ti vuoi svegliare?"
"Ma io sono sveglio..."
"D'accordo, allora mi fai il favore di guardarmi in faccia?"
"Mh, non so, perché mi doveri girare? Io cosa ne ottengo facendo ciò?"
Dico io, con la faccia spiaccicata al cuscino, facendo un sorrisetto divertito. 
"Sei insopportabile cazzo."
"E tu sei una stronza."
Ribatto io alzandomi di scatto dal divano. Charlotte, mi guarda incazzata. Sta davanti a me con le braccia lungo i fianchi, e le mani chiuse a pugno. 
"Vai a farti fottere Styles."
"Cazzo come sei acida Rose."
"Vaffanculo."
"Troia."
Charlotte, si fionda su di me, e si siede sulle mie gambe, a cavalcioni. Mi mette le mani sulle guance, e mi guarda dritta negli occhi.
"Ti odio Styles."
"Fanculo, io ti amo."
Charlotte, preme le sue labbra sulle mie, poi le schiudiamo, e le nostre lingue si intrecciano. Lei mi passa una mano sui capelli, tirandomeli, e scompigliandomeli. Con l'altra tiene il colletto della mia maglietta, come per attirami sempre di più a lei. Io le metto le mani dietro la schiena, continuando a passargliele su e giù, lungo la sua spiana dorsale. Charlotte geme, non appena sente la mie erezione. Sento i miei pantaloni diventare sempre più stretti. Così, io la tengo saldamente, e mi alzo dal divano. Lei avvinghia le gambe attorno al mio bacino, e senza smettere di baciarci, la porto su in camera sua. Salgo le scale di fretta, e spalanco la porta della sua camera con un piede. E cerco, in qualche modo di chiuderla con una mano. 
Arriviamo davanti al letto, e io la poggio delicatamente, sul materasso. Mi stendo su di lei, e le sfilo la maglietta di dosso. 
Charlotte mette una mano sul mio petto e staccandomi da lei dice:"Aspetta, aspetta, lo stiamo per fare veramente?"
Io la guardo un po' perplesso. Beh di sicuro non stiamo per giocare a briscola.
"Si, ma se non sei pronta devi dirmelo."
Le dico fissandola negli occhi. Si morde il labbro inferiore, e mi guarda con sguardo malizioso. Dio quanto è eccitante. Charlotte non dice niente, mi tira di nuovo a se, e ricomincia a baciarmi in modo più appassionato di prima. Io inizio a sfilarmi di dosso i pantaloni, e lei mi aiuta a farlo. Mi tira via anche la maglietta. Io inizio a baciarle il collo, lasciandole una scia di baci umidi. Intanto mi spingo sempre più in giù, fino ad arrivare al suo ombelico. E mente le inizio a sfilare i pantaloni di dosso, sentiamo la porta dell'ingresso spalancarsi. Io alzo subito la testa per guardare in faccia Charlotte, la quale mi fissa spaventata e incuriosita. 
"Ma chi cazzo è adesso?"
Grida lei arrabbiata, avviandosi alla porta. Io rimango li fermo sul ciglio del letto, a fissare il vuoto. Perché? Perché non posso fare sesso in santa pace?

-Charlotte-
Irritata, mi avvio fuori da camera mia. 
"Chi è?"
Grido, incazzata più che mai, guardandomi attorno. Appena poso lo sguardo alle scale, vedo che ai piedi di esse, Marley sta rannicchiata su se stessa, in lacrime. Lei alza la testa piano, asciugandosi con il palmo della mano, la guancia. 
"Perché non hai la maglietta?"
Mi chiede lei piagnucolante. Io mi guardo e vedo che sono in reggiseno, con i pantaloni slacciati. Alzo la testa imbarazzata, e mi metto le mani sui fianchi, fingendo una posa naturale.
"Ho caldo."
"Ah..."
Risponde lei. Io scendo le scale allacciandomi la  patta dei jeans. E mi siedo di fianco a mia sorella. Le metto una mano sulla testa, e l'accarezzo dolcemente. 
"Cos'è successo?"
Marley scuote la testa.
"Non ne voglio parlare."
"Marley, dimmi cos'è successo."
Lei mi fissa negli occhi, e in lacrime inizia a dire.
"Sono andata al ristorante per fare una sorpresa a Jake, e l'ho trovato con la faccia appiccicata a quella di un'altra."
"Adesso vado ad uccidere quel bastardo!"
Dico io alzandomi di scatto dal gradino delle scale. Marley mi afferra la mano, e mi spinge a terra per farmi risedere. 
"No! No. Per favore non dire niente. Lui non mi ha vista. Magari è solo un equivoco."
"Ma come un equivoco? Non ti puoi sbagliare se vedi che il tuo ragazzo ha la faccia appiccicata a quella di una troietta qualsiasi."
Questo fa piangere ancora di più mia sorella, la quale si piega su se stessa. Io alzo gli occhi al cielo, e le massaggio la schiena. 
"Senti Marley, io non so effettivamente cosa hai visto. Perciò domani al glee risolviamo tutto. Vai adesso, vai a farti una doccia ti calmerà!"
Marley si asciuga un lacrima e sussurra piano un:"Okay."
Si alza da terra, e si avvia verso il bagno. Ma mente arriva in cima alle scale, Harry esce da camera mia. Così Marley si gira verso di me e dice:"Ah, ho capito perché hai caldo."
Io giro subito lo sguardo verso la porta d'ingresso per non far vedere a Marley che sto arrossendo come una pazza. Sento la porta del bagno chiudersi. E dopo dei passi che scendono le scale. Harry si siede vicino a me e mi sussurra:"Non pensavo mi volessi, almeno non così tanto."
Io gli do un buffetto sul braccio, e dico:"Ti odio Styles."
"Si come no, mi odi proprio come non vorresti fare sesso con me."
Io mi giro verso di lui, e ridacchiando dico:"Si ti odio tanto."
Detto ciò lo bacio, e poggio la mia testa sulla sua spalla rimanendo immobile, a fissare il vuoto.
"Anche io."
Sussurra lui.
 

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Capitolo 26
*** DARK HORSE ***


CAPITOLO 26
 DARK HORSE


-Louis-
Un dolore enorme mi pervade la testa. Di colpo apro gli occhi spaventato, e mi accorgo che ho appena sbattuto la testa contro il banco. Devo essere caduto nel sonno non appena la prof ha iniziato a spiegare le equazioni. Cioè almeno penso stia spiegando le equazioni. Aspetta, ma questa è l'ora di matematica? Mi guardo un po' intorno per vedere, se ci sono gli stessi alunni che ci sono di solito durante l'ora di matematica. Appena mi giro, noto che infondo all'aula c'è Liam, che con le mani sulla fronte, fissa la superficie del banco. Sicuramente non ha ancora chiarito con suo fratello. E mi dispiace un po' per lui, perché si vedeva che Charlotte gli piaceva tanto. Oh giusto. Devo scegliere la canzone da cantare con lei. Prendo il cellulare dalla tasca destra della mia felpa, e navigo nella mia playlist alla ricerca della canzone perfetta da cantare. Il mio sguardo cade sulla canzone più bella che io possa scegliere. Felice chiudo il cellulare. E aspetto che suoni la campanella, per andare da Charlotte per dirle che canzone canteremo. 

-Charlotte-
Mi dirigo, insieme a mia sorella, verso il solito tavolo dove mangiamo a mensa. Io mi siedo davanti a lei, e per un po' stiamo in silenzio, un silenzio imbarazzante. Siamo ancora un po' scombussolate per la storia di Jake. Ieri, per tutta la serata, non abbiamo fatto altro che, fare numerose ipotesi su quello che aveva potuto aver visto Marley. Ma ovviamente, non avevamo trovato una risposta soddisfacente. 
"Charlotte!"
Con faccia accigliata e perplessa mi giro. E vedo che dietro a me, a qualche metro di distanza, Louis agita le mani felice. Io gli faccio cenno di 'ciao', e lui subito si precipita al tavolo tutto esuberante.
"Ciao Lou, come mai così felice?"
Chiedo io scherzosa. Lui mi mette lo schermo del suo cellulare davanti agli occhi e frettoloso dice:"Leggi leggi."
Io leggo una scritta che compare su esso. Poi sposto lo sguardo dal telefono, e lo riposo su Louis. Ma, che cosa vuole comunicarmi con ciò? 
"Non è bellissima?"
"Si, ma non ho capito perché sei così felice."
"La canteremo come duetto!"
Io spalanco gli occhi incredula. Non so se essere felice perché Louis ha scelto una canzone favolosa, o essere arrabbiata perché ha deciso tutto lui da solo. Però non voglio deluderlo, così felice dico:"Grandioso, spaccheremo!"
Lou mi abbraccia felice, e io un po' spaesata, all'inizio, faccio lo stesso. 
"Stai tentando di rubarmi la ragazza?"
Io e Louis ci sogliamo dal nostro abbraccio, e guardiamo in direzione della voce che aveva appena parlato. Harry ci guarda sorridente, com'è cicciotopo. Io mi alzo dalla sedia, e buttandogli le braccia al collo, lo bacio. 
"Prendetevi una stanza! Siamo in pubblico per l'amor di Dio."
Ci dice Louis ridendo. Harry si stacca da me è da un pugno sulla spalla del suo amico.
"Ma come? Pensavo ti piacessero i film porno!"
Appena finita la frase do uno schiaffo ad Harry sulla nuca, i quali se la massaggia guardandomi perplesso. Louis, intanto, tenta di soffocare una risata; così io lo fulmino con lo sguardo. Seria più che mai. 
"Okay, scusa."
Dice lui con tono dispiaciuto. Io mi risiedo al tavolo, e rivolgo uno sguardo a Marley, la quale è stata zitta, e immobile sul suo posto, per tutto il tempo. Così io le schiocco le dita davanti alla faccia, cercando di svegliarla. Ma non appena lo faccio, lei appoggia la testa sul tavolo, e produce dei mugoli. Io alzo gli occhi al cielo. Questa sarà una lunga giornata. 

-Liam-
Lungo il tragitto che va dalla mensa al mio armadietto, passo davanti a quello di Charlotte. E la trovo, lì in piedi, davanti ad esso. Rimango per un po', fermo sul mio posto a fissarla. Pio mi decido, e vado da lei. Non appena si accorge che sono lì davanti, Charlotte alza lo sguardo e mi guarda dritto negli occhi. Dio, ogni volta che incontro i suoi occhi mi sento pietrificato, è come se delle lastre di ghiaccio mi perforassero il cuore. 
"Ciao Liam."
Inizia lei con tono un po' malinconico. Io rimango fermo senza fare, ne dire niente. Faccio un respiro profondo, stacco gli occhi dai suoi e li posiziono sul pavimento. 
"Perché?"
"Perché cosa?"
Rialzo lo sguardo dal pavimento e lo riposo su di lei. 
"Perché mi hai illuso facendomi credere che ti piacevo?"
Charlotte mi guarda triste. Senza guardare, chiude l'armadietto e fa dei respiri profondi.
"Non te lo so dare un perché. Sono una stronza e lo riconosco. Ma veramente non sai quanto io ci stia male per quello che ti ho fatto."
Io la fisso negli occhi e mi mordo le labbra, poi io mi fiondo su di lei e la bacio. Chiudo gli occhi, sperando che questo momento duri. Ma Charlotte mi scosta subito da lei, e mi da uno schiaffo in faccia. Vedo i suoi occhi diventare lucidi. E all'istante si mette a piangere, e raccogliendo la borsa da terra se ne va via correndo. Sono un idiota.

-Charlotte-
Correndo raggiungo l'aula canto, e mi metto seduta su una delle sedie in prima fila. Mi chino sulle ginocchia e mi prendo la testa tra le mani. Cazzo. Voglio dimenticare ciò che è appena successo. Vedo, qualcuno entrare nella stanza. Harry, si siede davanti al piano e mi sorride. E come faccio io a dirgli che suo fratello mi ha appena baciata? Lo vedo pigiare tasti a caso sul pianoforte, mentre ride della melodia che ne esce da essi. Cerco di non piangere ma non ci riesco. Così Harry, lo nota, e preoccupato si avvicina a me è si inginocchia ai miei piedi. Mi guarda dritto negli occhi. E con tono preoccupato dice:"Cos'è successo?"
Io rispondo con voce spezzata:"Niente."
E scuoto la testa, guardandomi le mani. 
"Charlotte, cos'è successo?"
Io mi mordo il labbro inferiore, e non riesco a non farmi scappare una lacrima. Mentre sto per dire finalmente cos'è successo, qualcuno dietro di noi dice:"Oh mio Dio perché la fai così lunga?"
Io alzo la testa per vedere chi sta parlando. La ragazza nuova, Robin, sta appoggiata allo stipite della porta. E menefreghista di guarda le unghie delle mani. 
"Oh dai se vuoi ti aiuto io a dirglielo. Tuo fratello l'ha appena baciata!"
Io la guardo con la bocca spalancata. Harry si alza da terra, e mi guarda con sguardo disgustato. "Harry io ti giuro c..."
"Cosa? Cosa mi giuri? Troia!"
Dice questo andandosene dalla stanza, io gli corro a dietro, non curandomi di Robin. 
"Harry ti prego fermati!"
Grido io con voce spezzata. Ma lui non lo fa, sembra non curarsi di me. 
"Harry ti fermi!?"
Grida qualcuno poi dietro di me. Harry ubbidisce, e si ferma all'istante. Anche io mi fermo, ma non ho il coraggio di girarmi. Perché non ho bisogno di vedere di chi e quella voce. 
"L'ho baciata io, ma lei si è staccata da me e mi ha pure dato uno schiaffo."
Io mi sento morire dentro, e inizio a piangere ancora più forte. Tornerà tutto come l'anno scorso, me lo sento; io me ne andrò dal glee perché non vorrò più farmi vedere da nessuno dei due, allontanerò le uniche due amiche che ho, e rimarrò da sola come un cane. Harry, con passi lenti si gira e si avvicina a me. Mi prende la faccia tra le mani e dice, guardandomi negli occhi:"Dimmi come posso fidarmi di te? Come posso sapere che tu non mi tradirai?"
"Lo saprai perché io ti amo, mentre io non provo niente per Liam. E tra tutte le cose cattive che potrei farti, tradirti non rientra in queste."
"Tu mi fai impazzire."
"Lo so e mi odio per questo."
Harry mi abbraccia, e lo sento piangere. Così io lo stringo forte a me. Intanto dietro di noi, sento i passi di Liam, che si allontanano. 
"Ti prego, possiamo andarcene da qui? Non voglio vedere nessun altro se non te."
Chiedo io piagnucolante.
"Okay."
Risponde lui, senza lasciarmi andare dalle sue braccia. Rimaniamo così per un po' finché, io non mi stacco e gli dico:"Andiamo a casa, voglio farmi una doccia devo togliermi la vergogna di dosso."
"Andiamo allora."
Dice lui guardandomi dalla tesa ai piedi, con uno sguardo triste ma sollevato. 

-Marley-
Mi giro e rigiro su me stessa, per vedere se Charlotte è qui in aula canto. Non la vedo. Così preoccupata chiedo ad una delle sue amiche:"Scusa per caso hai visto mia sorella?"
Dico picchiettando sulla spalla della ragazza bionda seduta davanti a me. Questa si gira e con sguardo accigliato mi guarda e dice:"Charlotte? No non la vedo dalla lezione di matematica."
Io annuisco piano, e torno ad appoggiare la schiena contro lo schienale della sedia. Sbuffo. Perché non è qui? Mi serve, e lo sa benissimo che ho bisogno di aiuto emotivo. Sento una mano avvolgermi la spalla, e un bacio umido mi arriva sulla guancia sinistra. Io giro la testa verso la sedia alla mia sinistra, e vedo che Jake mi guarda sorridente. Io rimango immobile, spaventata al pensiero che lui possa effettivamente sentirsi con un'altra. 
"Ti devo chiedere una cosa."
Jake piega la testa di lato, senza smettere di sorridere però in modo ebete. Io faccio un profondo respiro e tutto d'un fiato dico:"Ieri sono venuta al ristorante e ti ho visto mentre baciavi un'altra!"
Jake, raddrizza la testa, e mi fissa con gli occhi spalancati. O mio dio. Mi sta tradendo. Lo sapevo che non sarei mai dovuta uscire con lui, me lo sarei dovuta aspettare. 
"Ieri, al ristorante, è venuta mia mamma a salutarmi."
Di colpo spalanco gli occhi. E lo guardo felice e sollevata. 
"Davvero? Era tua mamma? Oh Dio, scusami Jake."
Dico io con tono di supplica. 
"Mi sento così scema."
Lui ride e mi guarda dolcemente. 
"Tranquilla, non fa niente, l'importante è che abbiamo risolto."
Io lo guardo negli occhi e gli poggio una mano sulla guancia, lo fisso per un po'e poi lo bacio delicatamente, felice di essermi sbagliata. 

-Charlotte- 
Per tutto il viaggio in auto siamo stati zitti. Non abbiamo parlato, ne chiesto niente l'uno all'altra. Appena arrivati  a casa, siamo scesi dalla macchina con molta cautela. Appena entrati in casa Harry ha rotto il silenzio dicendo:"Vai pure a fare la doccia, io guarderò la tele."
Per quanta sia la voglia di invitarlo a fare la doccia con me, mi astengo al chiederglielo, e così annuisco e basta, poggiando la borsa a terra. Salgo le scale cercando di non fare il minimo rumore. Mi svesto lentamente, e poggio tutto sul mio letto. Mi avvolgo un asciugamano intorno al corpo e mi dirigo in bagno. Appena entro accendo subito l'acqua della doccia. E posiziono il piccolo amplificatore nero sul lavandino, per ascoltare la musica mentre mi lavo. Non appena sento che l'acqua è calda, mi tolgo l'asciugamano di dosso, accendo la musica e seleziono la mia canzone preferita. Mentre mi lavo i capelli canto a squarcia gola il ritornello. 
"And you can tell everybody this is your song."
"It may be quite simple but now that it's done."
Mi blocco subito non appena sento una voce continuare la canzone. In fretta mi sciacquo i capelli, e esco dalla doccia, avvolgendomi di nuovo l'asciugamano attorno al corpo. Spalanco la porta, e vedo Harry, appoggiato al muro che sorride e dice:"I hope you don't mind that i put down in word, how wanderful life is now you're in the world."
Mi gratto la nuca, e inizio a sorridere come un'ebete. 
"Non sapevo conoscessi questa canzone."
"Io adoro questa canzone."
Non appena finisce la frase, gli prendo la mano, e in silenzio lo trascino con me nella mia camera. Lo faccio entrare, e chiudo la porta lentamente. Ma prima di fare qualsiasi cosa, lo faccio sedere sul letto, mi metto di fronte a lui, e poggio la sua fronte alla mia, gli metto le mani sulle spalle e chiudo gli occhi.
"Sono tua, solo tua. E ti odio, perché ti amo da impazzire."
Harry, mi mette le mani dietro alla schiena, e mi attira a se, baciandomi appassionatamente, come se appena finito il bacio, mi dovesse lasciare per sempre. 

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Capitolo 27
*** YOUNG AND BEAUTIFUL ***


CAPITOLO 27
YOUNG AND BEAUTIFUL

-Harry-
Girato su un fianco, non stacco gli occhi di dosso alla splendida creatura che sta accanto a me. Da più di un'ora dorme beata tra le coperte, già sono le quattro del pomeriggio, ma ne Marley ne la signora Rose sono tornate a casa. Le passo, delicatamente, un dito dalla fronte fino al mento su e giù, per più volte. Charlotte è bellissima, e penso sia la cosa più fantastica che mi sia mai capitata. Con cautela, le do un bacio sulla guancia, mi tolgo le coperte di dosso, e mi rinfilo le mutande e pantaloni. Giro un po' per la sua stanza, e curioso tra gli scaffali della sua libreria. Sul piano superiore della libreria trovo un album da disegno in cartone nero, chiuso con un elastico. Probabilmente non dovrei guardarlo, ma sono troppo curioso per non farlo, perciò decido di aprirlo, e scoprire quali cose ci sono in esso. Su tutte le pagine, sono presenti numerosi ritratti di ragazze, scritte, adornate con fiori e altre robe. Rimango affascinato da quei disegni. Poi arrivo ad una pagina, una pagina diversa dalle altre. Mentre tutti i disegni erano in bianco e nero, fatti a matita, su questa pagina, sono presenti numerose macchie rosse, e al centro di esso c'è una frase scritta con la stessa cosa con cui sono fatte le macchie. Leggo più e più volte, perché non riesco a credere veramente che ci sia scritto tutto ciò. Sbatto a terra l'album, e svelto sveglio Charlotte. Mille emozioni mi frullano per la testa, il mio cuore ha iniziato ad accelerare i battiti cardiaci, e sto iniziando a sudare come un maiale. Charlotte mugola, e inizia a rigirarsi su sé stessa, tirando verso di se le coperte. La scuoto con forza, finché non vedo che spalanca gli occhi. 
"Si può sapere cosa ti succede? Lasciami dormire!"
Io la fisso serio. Ritorno davanti alla libreria, e raccolgo l'album da disegno da terra. 
"Non dirmi che hai sfogliato i miei disegni."
Io non dico una sola parola, avanzo verso di lei, senza smettere di fissarla serio, le mostro la pagina con le macchie rosse, e le chiedo:"Cosa sono queste macchie e perché al centro del foglio c'é scritto 'arrivo papà tra poco sarò con te'?"
Charlotte, fissa per un po' la pagina, e si avvolge più e più volte la coperta attorno a se. Spalanca la bocca per iniziare a dire qualcosa, ma non produce alcun suono. Così io mi siedo davanti a lei e le dico:"Ti prego dimmi che non hai tentato il suicidio."
Charlotte, china la testa, e una lacrima le scorre lungo la guancia per poi cadere sulle coperte. 
"Ero depressa."
"Non è comunque un buon motivo per togliersi la vita, anzi non ci sono buoni motivi per togliersi la vita."
Le dico io con un pizzico di rabbia nella mia voce.  
"Tua mamma lo sa?"
Charlotte scuote la testa, in una maniera quasi impercettibile; io guardo le coperte, e sospiro.
"E Marley?"
"No."
Dice lei con la voce spezzata dalle lacrime. 
"Ma non hai pensato a cosa avrebbero passato se solo tu lo avessi fatto veramente?"
La sento singhiozzare, io alzo la testa e la guardo in faccia. Gli occhi le sono diventati rossi dalle lacrime, e delle occhiaie da mascara le sono comparse sotto di essi. 
"Ti prego dimmi perché lo hai fatto."
Charlotte tira su col naso e distoglie lo sguardo da me, si asciuga le guance con il dorso della mano, e comincia:"Ero depressa te l'ho detto."
"Charlotte."
Lei gira lo sguardo di nuovo su di me.
"Non provare a mentirmi."
Le lacrime le scorrono giù per le guance fino al collo, veloci. Charlotte fa un respiro profondo, e poi abbassa lo sguardo sulle sue mani, si tira su le ginocchia fino al mento, e si fascia ancora di più il corpo con le coperte. 
"Che ero depressa è vero. Ma lo ero perché non valevo niente per nessuno, e qualsiasi cosa io facessi, giusta o sbagliata, tutti mi paragonavano a Marley. E io odiavo tutto ciò. Per lo più venivo bullizzata a scuola, per fortuna che quest'anno mi tirano solo le granite in faccia, perché l'anno scorso mi avevano rubato i vestiti nell'armadietto della palestra e io per tutta la giornata ho girato a scuola con una maglietta che diceva 'Lesbica', perché chi mi aveva rubato i vestiti aveva lasciato quella e dei pantaloncini strappati nel mio armadietto."
Io rimango a bocca aperta, incredulo di ciò che ha detto. So che anche io ne sarei rimasto distrutto se mi fosse capitata una cosa così, ma di sicuro, non avrei mai tentato il suicidio. 
"Posso capire che tu ne fossi uscita distrutta da tutto ciò, ma perché proprio il suicidio? Charlotte si ha una sola vita, perché?"
Lei mi guarda inespressiva. Piange e basta, respira, e non parla. Così, io mi alzo dal letto, le prendo la mano, e l'alzo da esso, intanto lei, con l'altra mano si tiene premuto contro il petto il lenzuolo. Le metto le mai sulle guance e appoggio la mia fronte sulla sua. Mi dondolo sulle gambe, e di conseguenza anche lei lo fa, cercando un qualche assurdo modo di cullarla. Poi socchiudo gli occhi, e quel poco che vedo è il pavimento, e i nostri piedi su di esso.
"Non farlo mai più. Hai capito?"
Charlotte, lascia la presa dal lenzuolo, e mi fascia le braccia attorno alla vita, stringendomi e stritolandomi. Io le fascio le mie intorno al collo, e le accarezzo la testa dolcemente, la bacio sul collo, e poi prendendola in braccio, come di solito si vede prendere uno sposo la sua sposa, la poso sul letto dolcemente, e le lascio un delicato bacio sulle labbra; ed infine uno sulla fronte. Lei si rannicchia tutta in un angolo del materasso, e ancora con le lacrime agli occhi si addormenta. Io mi stendo accanto a lei, per un po' sto steso sulla schiena a fissare il soffitto, naufrago nei miei pensieri. Poi appena prima di addormentarmi, mi giro, verso Charlotte, e le metto un braccio intorno al corpo, e l'attiro verso di me, con la paura di poterla perdere e di non poterla più stringere. 

-Marley-
Le sue mai, scendono giù lungo la mia vita fino ad arrivare ad inizio coscia. Jake mi bacia, in modo frettoloso il collo, lasciandomi su di esso una leggera sensazione di umido. Sento che adesso la mano, va dalla via fino all'interno della mia coscia, così io come un movimento meccanico, gli metto le mani sul petto, e lo sposto da me.
"Jake per favore non me la sento."
"Ma dai piccola, io non ti resisto, e neanche tu secondo me."
Risponde lui riprendendo a baciarmi il collo e iniziando a sbottonarsi in modo affrettato e goffo i pantaloni. 
"Veramente Jake, basta!"
Grido io scostandomi da lui, alzandomi dal letto. 
"Si può sapere che ti prende? Cosa ti costa farlo verginella?"
Dice lui mettendosi in ginocchio sul materasso. Io gli do uno schiaffo in faccia. E senza dire una parola esco da casa sua, prendo la macchina e mi avvio verso casa. Mentre sono alla guida, inizio a piangere come una fontana, e disperata accendo la radio per deprimermi con qualche canzone d'amore. Ma proprio nel bel mezzo della mia performance di 'Everybody hurts' inizia a squillare il cellulare. È Jake, ma, appena letto il suo nome, poso di nuovo il cellulare nella borsa, e riprendo a tenere fissi gli occhi sulla strada. Di nuovo, il cellulare squilla, ma questa volta, è Harry, cosa inaspettata, perché il ragazzo di mia sorella dovrebbe chiamarmi? Oh dio, magari Charlotte sta male! Accosto subito all'angolo della strada e frettolosa rispondo alla chiamata:"Pronto!"
Dico in modo squillante e preoccupato.
"Scusa Marley se ti disturbo, ma non è che potresti passare a casa mia a prendere alcune cose, mia mamma dovrebbe aver lasciato tutto all'ingresso."
Faccio un sospiro di sollievo, almeno non è successo niente a Topogigia. 
"Si certo non c'è problema."
"Grazie a dopo."
"Ciao."
Rispondo io solamente. Premo di nuovo il piede contro l'acceleratore, e mi avvio verso la casa di Harry. 
Dopo poco mi trovo davanti ad essa. Parcheggio la macchina, metto le quattro frecce, e mi incammino verso la casa. Suono il campanello, e nell'istante in cui ho premuto su di esso, la porta si è spalancata. Sobbalzo per un istante non aspettandomi che si sarebbe aperta subito. Liam, il fratellastro di Harry, da quello che ho capito, sta in piedi sulla porta a fissarmi. 
"C-ciao scusa devo prendere delle cose di Harry."
"Ehm, si, si, scusa adesso le cerco e te le do."
Mi risponde lui guardandosi attorno.
"Vuoi accomodarti intanto?"
"Mh si."
Liam, mi apre ancora di più la porta, fissandomi con un sorriso ebete e tenero. Io ridacchio come una bambinetta, ed entro in casa. Mi sento in imbarazzo e pure non so come mai. Mi batte forte il cuore, ogni volta che sento lo sguardo di Liam su di me. Sorrido in modo ebete,e per non farlo vedere, mi nascondo dietro ai capelli la faccia. 
"Allora cerchiamo."
Dice lui battendo le mani. Cavolo quanto è carino. No Marley, tu hai già un ragazzo ricordi? Non ci pensare neanche. Scuoto la testa, per scrollarmi di dosso il pensiero di Jake, che vada a farsi fottere quel coglione pervertito. 
Liam, nel frattempo cerca per le stanze le cose di Harry. 
"Allora...a che anni sei?"
"Quarto, tu?"
"Si!"
"Hahaha, come?"
"Cioè, no scusa, si cioè. Volevo dire si anche io."
Liam, mi guarda ridendo, e facendo una faccia da ebete. Poi si avvicina a me, e con un sorriso mi porge qualcosa. Sono troppo impegnata a perdermi nei suoi occhi marroni per accorgermi di cosa mi sta porgendo.
"Ecco qua tieni pure."
"Eh! Cosa? Ah si le cose di Harry. Si grazie. Scusa il disturbo."
"No ma va, cioè tu non disturbi."
Sorrido come una cogliona. E non riesco a fermarmi. Lo bacio, sulle labbra, e dannatamente carino e sexy, che non riesco a resistergli. Lui mi fascia le braccia attorno alla vita e mi alza da terra. Poi appena mi riposa sul pavimento, io mi stacco da lui, e lui fa lo stesso con me, ci fissiamo per un po', poi io apro la porta di casa e dico:"A domani."
"Non vedo l'ora."
Risponde lui. Oh dio. Ho davvero fatto quello che ho fatto?
 

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Capitolo 28
*** P.Y.T. ***


CAPITOLO 28
P.Y.T.

-Niall-
Non riesco a pensare ad altro se non a Diana. Penso solo a quanto è bella e simpatica, a quanto io sia fortunato ad averla conquistata, e a quanto soffrirò nel vederla partire, per tornare in Italia. Kitty, mi schiocca le dita davanti agli occhi, due o tre volte. 
"Concentrati!"
"Si, si sono concentrato."
Kitty mi guarda con faccia interrogativa, e arriccia le labbra incrociando le braccia al petto. Rimane per un po' a fissarmi, mentre batte rumorosamente il piede a terra. Ha ancora addosso la divisa dei Cheerios, ed è da quando è entrata nella squadra delle cheerleeder che non la vedo altro che con quella. 
"Bene, allora ripetimi i passi."
Mi guardo per qualche secondo i piedi, aspettandomi che facciano tutto da soli, poi alzo la testa verso il soffitto e sbuffo chiudendo gli occhi. 
"Ma è un insulto se ballo, è come se prendessi in giro i passi di danza!"
Kitty sbuffa, poi si porta una mano alla fronte e scuote la testa.
"Devi fare il duetto con me, perciò adesso montiamo anche una piccola coreografia."
"Piccola? Tu la chiami piccola?"
Kitty alza gli occhi al cielo, e si va a seder per terra, iniziando a massaggiarsi la nuca. Io mi siedo accanto a lei. E le do una leggera spallata, e ridendo le dico:"Se vuoi facciamo che tu balli e io ti giro attorno cantando."
Kitty, tenta di soffocare una risata. Fa un respiro profondo e poi riprende a guardarmi.
"Come sta la tua ragazza?"
Io arrossisco, mi fa effetto sentir dire dalle altre persone che Diana è la mia ragazza, non perché me ne vergogno, ma perché penso sia fantastico sapere che in qualche modo è 'mia'. 
"Lei sta bene." 
Rispondo io abbassando la testa sulle mie gambe.
"Poi hai chiarito con lei la questione del portarmi a cena?"
Ridacchia lei dicendomi ciò. Io annuisco, sempre con il sorriso stampato in faccia.
"Ma lo sa vero che siamo cugini?"
Adesso lazo la testa, e fisso la parete bianca a qualche metro di distanza da me, e il mio sguardo si fa serio finalmente. 
"Ehm, no."
"Ah, perciò penserà magari che io sia una troietta che vuole rubarle il ragazzo."
"Già."
Dico io imbarazzato.
"Mh, figo."
Risponde Kitty, ridacchiando. La vedo alzarsi da terra e porgermi la mano per alzarmi. 
"Dai, impariamo questo insulto per la danza."
Io rido. E afferro la sua mano, per alzarmi. Io e Kitty siamo cresciuti insieme, siamo stati sempre inseparabili, ma da quando è iniziato il liceo, non ci siamo visti poi così tanto, se non fosse per il glee, e per le cene che facciamo una volta alla settimana a casa di nostra nonna, non ci vedremmo mai. Per i corridoi se ci incontriamo, non ci rivolgiamo
Neanche un saluto, non ci diciamo più niente, e le parlo solo in poche occasioni. Ma almeno,quando lo faccio, le parlo dell'argomento che mi piace di più, Diana, e intanto Kitty, mi aiuta con lei. Ma penso che si sia un po' stancata di sentir parlare sempre di lei; ma poco me ne importa, io di Diana ne parlo, quando e con chi ne ho voglia.

-Louis-
Fisso io soffitto affrescato per un po', chiedendomi, come mai ai quattro angoli della stanza, il colore della vernice cambiasse colore. Poi un sospiro, mi sveglia dai miei pensieri, giro lo sguardo, e vedo Blain, steso vicino a me, che mi guarda felice. Io sorrido, perché non posso fare altro che sorridere quando sono con lui. Ad un certo punto sentiamo il campanello suonare, Blain, distoglie lo sguardo da me, e prende a fissare la porta. 
"Vado a vedere chi è."
"Si certo fai pure."
Dico io sedendomi sul bordo del materasso. Lo vedo uscire dalla stanza, e lo sento scendere le scale con passo veloce. Sbuffo, innervosito dall'interruzione di quel momento, e mi ributto a peso morto sul letto.
"Kurt, che...che sorpresa."
Appoggio le mani sul comodo materasso, e mi aiuto ad alzare la schiena da esso. Perplesso mi alzo dal letto, e esco dalla stanza. Scendo le scale. E davanti all'entrata della casa, vedo Blain, e un altro tizio biondo che si baciano con passione. Spalanco gli occhi, non stupito dalla scena, ma incredulo del fatto che Blain stia facendo tutto ciò davanti a me. Ma io non dico una sola parola, rimango immobile sulle scale a fissare la scena. Quando finalmente i due si staccando l'uno dall'altro, il moretto mi rivolge di nuovo lo sguardo. E da un espressione felice, passa ad una seria e malinconica. L'altro ragazzo, mi porge la mano e dice con una voce squillante:"Ciao! Io sono Kurt, il ragazzo di Blain in visita da New York."
Io gli prendo la mano, e gliela stingo, e con tono incazzato dico:"Piacere, io sono Louis, io ragazzo che il tuo ragazzo ha ingannato tutto questo tempo." 
Appena finita la frase esco di casa, e sento Blain dire:"Lou, no ti preg..."
Ma non gli do il tempo di finire, perché esco in fretta da quella casa sbattendo la porta dietro di me. Ma come cazzo hai fatto a cascarci? Dio mio, quel fottuto bastardo ti ha fatto diventare pure gay. O magari mi sbaglio, magari e stata solo una fase. Ripeto all'infinito per convincermi che effettivamente ho solo passato una fase. Ma non ne ho le prove, si Blain mi attirava, ma devo dire che lo faceva solo lui. Cioè gli altri maschi non mi attiravano per niente. Che io non sia gay? 
C'è solo un modo per scoprirlo, e ci penserò domani. Adesso voglio solo sprofondare la faccia in un cuscino e liberarmi da tutto ciò che era appena successo. 

-Tamara-
Questa giornata scolastica e stata più dura del solito. Oggi ho dovuto evitare per tutte le ore di lezione, che Zayn, o qualsiasi altro giocatore di football, mi molestasse o infastidisse in qualche modo. Mi sono proprio cacciata nei casini. Ma adesso, sono più tranquilla ora che sono al glee. Vedo Robin sedersi affianco a me, questa, mi fissa in modo inquietante. Io mi giro dalla parte opposta dove è seduta lei, sperando in qualche modo che stia guardando dietro di me. Ma niente, nessuno c'è alle mie spalle. 
"Ti serve qualcosa?"
"Domani facciamo la canzone."
"D'accordo. Cosa vuoi cantare?"
"Voglio fare 'I can't remember to forget you'. Di sicuro questa canzone risalterà la mia voce da urlo, mentre tu, tu potrai accompagnarmi durante il ritornello."
Alzo gli occhi al cielo, per questa qui, non c'è nemmeno bisogno di ribattere. E inutile, merda è e merda rimane. Così io mi massaggio la fronte, e rispondo con un sospiro un 'okay'.
Appena il prof Shue si posiziona al centro dell'aula, tutti si fanno zitti. 
"Bene ragazzi, allora oggi ci sono due novità, poi inizieremo con i primo duetti."
Sposto lo sguardo su Char, la quale è seduta dall'altra parte della stanza che mi fissa. In qualche modo, mimando con le labbra, cerco di chiederle 'aiuto', per cosa non so, ma ho disperatamente bisogno di lei. Sento che sta per succedere qualcosa di brutto. 
"Allora..."
Ricomincia il prof.
"Fate un applauso per il ritorno di due leggende del glee. Kurt Hummel, e Rachel Barry."
Tutti applaudiamo, entusiasti. Anche se sono più che sicura, che la metà della classe non sa chi siano, ovviamente, compresa la sottoscritta. Avanti, vicino al prof Shue, si avvicinano due ragazzi. Una ragazza castana, con dei cappelli lisci e un'elegante frangetta, si mette alla destra del prof. Mentre, un ragazzo biondo, con due occhi azzurri, si posiziona alla sua sinistra. Questi sorridono e fanno delle piccole riverenze mentre ricevono i loro applausi. 
"Questi due, sono dei miti. E spero abbiate la fortuna un giorno di realizzare i vostri sogni come loro."
"Io e Kurt, stiamo per fare il nostro primo musical a Broadway, non abbiamo parti molto importanti, ma è già un buon inizio."
"No scusa un attimo."
Inizia Tina. 
"La grandiosa Rachel Barry, che ci ha assillato tutti questi anni per avere un assolo, si accontenta di un ruolo mediocre?"
La ragazza castana, piega la testa di lato e fa un broncio strano. Chiude gli occhi, raddrizza la testa, e guarda Tina. 
"Non è un ruolo mediocre."
Tutti nella stanza, non fiatano, lasciano queste due parlare. Nessuno dice niente, ne per interromperle, ne per cessare il loro imminente litigio. 
"Quello che vuole dire, Rachel, è che ci si accontenta, anche dei più piccoli ruoli, pur di arrivare in cima al più presto."
Dice il ragazzo biondo spostando la sua amica di lato. Questa sbuffa e si mette a posto la frangetta. 
"Okay ragazzi."
Ricomincia il prof., battendo le mani.
"Se voi due volete sedervi io inizierei con i duetti."
Prima che il prof inizi a chiamare qualcuno, viene interrotto, dall'irritante vocetta di Robin. 
"Mi scusi prof."
Inizia lei.
"Ha detto che c'erano due novità, ma io ne vedo solo una. Se due ex studenti si possono chiamare novità è ovvio..."
Dio quanto vorrei ucciderla. Odio Diana perché ha estratto il mio nome insieme al suo. 
"Giusto! Ottima osservazione. C'è un nuovo membro con noi. Fate un applauso a Zayn."
Ovviamente quando il moretto entra, nessuno applaude, anzi lo guardiamo  tutti dall'alto al basso. Senza spiaccicare una parola. 
Ma mi stanno prendendo per il culo? 
"No seriamente ditemi che è uno scherzo."
Il prof Shue di volta a guardare Zayn, il quale fa la stessa cosa. I due si fissano per qualche secondo.
"Perché dovrebbe essere uno scherzo?"
Chiede allarmato il prof.
"Forse perché è lui che ci tira addosso delle granite perché siamo al glee?"
Dico io con tono sarcastico. O almeno penso lo sia. 
"O forse pensi sia uno scherzo perché mi odi?"
Dice lui cercando mi imitare la mia voce. 
"O forse perché ti odiamo tutti?"
Scatta Charlotte, la quale prende le me difese. Intanto i due vecchi componenti del glee, guardano la scena di noi che litighiamo, spostando lo sguardo, molto attento, da Zayn, a noi seduti sulle sedie.
"O dio. Mi sembra di rivivere un flashback."
Sussurra piano il ragazzo alla sua amica, ma abbastanza forte da farlo sentire fino a qui. La ragazza con la frangetta, Rachel, annuisce con le labbra serrate, senza staccare lo sguardo dalla scena. 
"Dai ragazzi! Zayn ha una voce formidabile, ci serve per le provinciali!"
Io sbuffo, e incrociando le braccia al petto, appoggio completamente la schiena alla sedia, facendola aderire allo schienale. 
"Vai pure a sederti."
Dice il prof. dando una pacca sulla schiena del giocatore di football, per incoraggiarlo ad andare a prendere posto. Zayn, si isola al lato di una stanza, almeno un briciolo di intelligenza l'ha per capire che non lo vuole nessuno.

-Diana-
Okay, io non odio molta gente, ne la disprezzo, ma Zayn è l'eccezione. Perché il prof. Shue ci ha dovuto fare questo? E adesso cosa farà dato che è nel glee? Si lancerà le granite addosso? No ma io non so. Sbuffo, e cerco di attirare l'attenzione di Tamara, cercando di farle capire, che non sopporterò la presenza di quello li nel glee. 
"Bene! Iniziamo con Niall e Kitty."
Scatto appena sento il nome del mio ragazzo, e subito giro la testa verso il centro della stanza, e lo vedo, di fianco a Kitty. La trovatella Kitty.

-Niall-
Sono preso dall'agitazione.
"No non ce la posso fare."
Dico io spaventato a mia cugina, mentre guardo tutti che mi fissano. Kitty mi prende una mano, e con tono serio dice:"Si invece! I passi li sai, ce la farai."
A quelle parole, non mi convinco, ma un briciolo di coraggio mi sale in corpo e allora dò l'okay ai musicisti per far partire la musica. 1,2,3....faccio i primi passi della coreografia, montata su 'Hey brother', e intanto che canto e ballo, Kitty mi segue. Devo dire che non sto facendo dei passi favolosi, ma mi sto muovendo abbastanza bene. Credo. 
"Dio!"
Esclama ad un certo punto una ragazza. La musica si ferma e di conseguenza noi. Vediamo correre la ragazza rossa fuori dalla stanza. Così io guardo in direzione della porta dov'è appena uscita e aprendo le braccia dico:"Ma dai! Non stavo ballando così male."
"Oh si invece."
Esclama Robin.
"Oh, ma stai zitta cornacchia."
Dice Diana in mia difesa, amo questa ragazza. Ad un tratto vedo Zayn alzarsi dal suo posto e uscire esattamente dov'è uscita la rossa. Ci guardiamo tutti perplessi. Ma
Io alzo le spalle e dico:"Ormai è andata, basta ballo."
"Eh-eh no, adesso la rifacciamo da capo."
"Se tu non fossi mia cugina ti ucciderei, e poi mangerei il tuo corpo morto."
"Blah."
Dice Kitty portando la lingua fuori dalla bocca, in segno di disgusto.
Ad un tratto mi giro verso Diana, la quale mi guarda schioccata. Oh cavolo, mi ero dimenticato di spiegarle la faccenda che Kitty è mia cugina.


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Capitolo 29
*** JUST GIVE ME A REASON ***


CAPITOLO 29
JUST GIVE ME A REASON

-Tamara-
Poggio un gomito sul bordo del water, e la mano sulla fronte per spostarmi dei ciuffi di capelli che mi sono caduti sulla testa. Fisso per un po' il pavimento, sporco, del bagno. Poi asciugandomi i bordi della bocca, tiro lo sciacquone. 
"Stai bene?"
Chiede qualcuno aprendo la porta del w.c. Io non mi giro, continuo a fissare il pavimento lurido. 
"È da un po' che vomito."
Dico io con la più totale calma, come se tutto questo sia normale. 
"Vieni dai. Alzati."
Dice Zayn prendendomi per un braccio, cercando di alzarmi da terra. Appoggio una mano contro la parete, che divide un bagno dall'altro, e mi alzo. Fisso per un po' negli occhi Zayn, con aria di disgusto e di sfida. Ma dentro di me, sento lo stomaco attorcigliarsi e il cuore battere all'impazzata, soprattutto per la poca distanza che c'è tra me e lui. Poi giro di lato la testa, rivolgendola verso i lavandini, e mi incammino verso di essi. 
"In che senso e da un po'e che vomiti?"
Mi chiede preoccupato. Io apro il rubinetto, e bagno il palmo della mano, per poi tamponarmelo sopra alla fronte. 
"Vuol dire che è da un po' che ho la nausea, e queste cose."
Rispondo io con nonchalance. Zayn mi prende per un polso e mi gira, costringendomi a guardarlo.
"Tu mi piaci. Tanto, e non capisco cosa sia successo quel giorno."
Sto stronzo, nemmeno si ricorda della scommesse che fa. 
"Lasciami!"
Dico io cercando di liberarmi dalla sua presa.
"Dimmelo."
Sussurra lui tristemente. 
"La scommessa con i tuoi stupidi amici del football. 'Oh Zayn, quella deficiente c'è stata no perché voglio le prove.'"
Dico io in modo incazzato, cercando di fare una voce maschile. Lui mi guarda sbalordito, come se non sapesse di cosa sto parlando. Ma lo sa perfettamente. 
"Tu pensi che sia stata una scommessa?"
Chiede lui.
"Beh cosa sarebbe potuto essere sennò?"
Chiedo io arrabbiata, cercando di fargli affermare che le mie teorie sono giuste. Ma una parte, una piccola parte di me, vuole che lui mi dica tutto il contrario. Ci fissiamo per un po', senza dire niente. 
"Sono stato un cretino."
"No tu sei un cretino."
"Ma mi piaci, tanto, troppo."
"Dimostramelo."
"Dimmi come."
Tentenno un po', incrocio le braccia al petto, e sposto lo sguardo, dal pavimento al soffitto, da destra a sinistra. Sospiro, e una lacrima mi scende dalla guancia. 
"Sono incinta."

-Zayn-
Mille domande mi frullano per la testa. Ma l'unica che mi esce e questa:"Lo vuoi tenere?"
Peli di carota, sbuffa e mi guarda come per dire 'ecco, lo sapevo lo avresti detto'.
"Lo sapevo."
Dice portandosi dietro l'orecchio una ciocca di capelli arancio.
"Cosa sapevi?"
"Che non te ne importa nulla."
Io mi metto davanti a lei. Tamara, abbassa lo sguardo a terra. Io le prendo il mento tra le dita, e le alzo lo sguardo. 
"Qualsiasi cosa, o decisione tu facci, io ti aiuterò a prenderla. Se lo vuoi tenere ti aiuterò con lui, se vuoi abortire io verrò con te in clinica, o se vuoi darlo in adozione, deciderò con te quale famiglia sarà migliore per lui o lei."
Tamara, sposta lo sguardo di lato, e inizia a piangere, spero per la commozione. Io l'abbraccio. E lei mi sussurra con voce singhiozzante:"Grazie."

-Charlotte-
So che dovrei andare a vedere come sta Tamara, ma so che le farà del bene parlare con Zayn. Così, appena finisce la lezione del glee, raccolgo le mie cose, e mi alzo dalla sedia. Non appena arrivo davanti al pianoforte, Louis si para davanti a me bloccandomi la strada. 
"Hei."
Dice lui in modo scherzoso, ma con una punta di agitazione in esso.
"Ciao Lou."
Dico io sorridendo. Louis, sempre bloccandomi la strada, afferra per un braccio Harry, e lo mette vicino a me. 
"Scusate, so che è strano ma ho bisogno di farlo."
Io e Harry ci guardiamo per un secondo, poi appena rigiro la testa verso Louis, questo mi afferra per le guance e mi bacia. Per i primi tre secondi rimango così, non capendo che cosa stia succedendo. Gli metto una mano sul petto, e lo allontano da me. Harry, ci guarda con una faccia stupita e la bocca spalancata. Quasi, scoppia e picchia il suo amico. 
"Grazie."
Dice Louis, rivolgendomi un sorriso.
"Ma che cavol..."
Inizia a dire Harry, ma Louis lo interrompe, baciando anche lui. Però il loro bacio non dura per molto, poiché già dal momento in cui uno bacia l'altro, l'altro si stacca.
"Ma cosa cavolo sta succedendo qui?"
Domando io allarmata. Mi giro vero il mio ragazzo, il quale, con il dorso della mano, si pulisce la bocca. Rivolgo un'occhiataccia a Louis, il quale sorride come sollevato. 
"Perché?"
Chiede traumatizzato Harry. 
"Sono etero! Grazie mondo!"
Esclama Louis, camminando via dalla stanza con le braccia alzate. Harry, mi gira e mi bacia in modo appassionato. Poi si stacca da me e dice.
"Scusa, non volevo avere il sapore di Tomlinson sulle labbra."
"O-o-okay."
Balbetto io, ancora incredula della scena appena accaduta. 

"Lou si era preso una cotta per Blain?"
Chiedo io stupefatta. Harry annuisce.
"Ah."
Sussurro io, portandomi la tazza con il te, alla bocca. Siamo a casa già orami da un quarto d'ora e per tutto il tempo, da quando era accaduto quell'episodio al glee, fino ad adesso, Harry, non ha fatto altro che parlarmi della fase gay di Louis. Poso la tazza sul tavolo, e grattandomi la fronte inizio:"Beh, so che magari non sei ancora pronto ad affrontare questo argomento, ma, hai intenzione di chiarire con tuo fratello o no?"
"Tu hai intenzione di farti gli affari tuoi?"
Eccolo, mi mancava, lo Styles che conosco. Faccio un respiro profondo, cercando mi reprimere la mania omicida che ho verso questo lato di Harry. 
"Harry, davvero, devi parlare prima o poi con Liam."
"Ci parlerò quando la smetterà di cercare di fottermi la ragazza."
"Per la verità sei tu che gliel'hai fottuta."
Harry, mi guarda scioccato. Come per dire a se stesso 'no, non lo ha detto veramente.'.
"Beh, mi pare che lei si sia lasciata far fottere."
Mi chino in avanti sul tavolo e gli do una sberla in pieno muso. Delle lacrime iniziano a rigarmi le guance. No non lo ha detto o pensato veramente.
"Vattene!"
Dico io indicando la porta d'ingresso della casa. Harry rimane per un po a fissarmi mentre piango, poi si alza dal tavolo, e esce di casa, sbattendo la porta. Dovevo saperlo che il vero Harry si sarebbe rifatto vivo.
 

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Capitolo 30
*** LEGENDARY LOVERS ***


CAPITOLO 30
LEGENDARY LOVERS

-Liam-
Oggi purtroppo non ho potuto parlare con Marley, su quello che era successo ieri, quando è venuta a prendere le cose di Harry. Diavolo, perché le sorelle Rose mi fanno quest'effetto? Sento la porta della camera spalancarsi, e subito sobbalzo e mi metto seduto, disfando tutte le coperte del letto. 
"Vado a prendere tuo fratello."
Dice fredda mia mamma. Mi guarda triste, in questi giorni non mi ha parlato molto, anche perché sa che è tutta colpa mia se Harry non è qui a casa, e io sono più grande di lui, perciò si aspettava mi comportassi in modo più autorevole. 
"No!"
Dico io serio. Mi scosto le coperte da dosso e mi infilo le scarpe. 
"Vado io."
Dico. Vedo mia mamma finalmente contenta, e quasi un po' commossa dalla mia affermazione. Io le do' un leggero bacio sulla guancia, e esco dalla stanza. Mentre scendo le scale sorrido a mia mamma, la quale mi guarda sorridente, appoggiata allo stipite della porta, fiera della mia decisione. Anche io voglio mio fratello finalmente a casa. Ma non è per lui che vado da loro. Era solo un buon pretesto per vedere Marley. Si sono un po' stronzo. Ma non ho dormito tutta notte pensando a qual bacio. 

-Charlotte-
Sono un una fase di dormi veglia. Sto seduta, con le ginocchia attaccate al petto, con la testa buttata all'indietro, appoggiata al divano del salotto, e gli occhi serrati. 
'Driiiiiin'
Sento il campanello suonare, una, due, tre volte. 
"Arrivo, arrivo!"
Grido io correndo verso la porta dell'ingresso. La spalanco, e trovo davanti a me un Liam sorridente. 
"Ciao, cosa ci fai qui?"
"Posso entrare?"
Mi chiede subito lui senza neanche salutare.
"Certo."
Dico io spalancando la porta come per invitarlo ad entrare. Lui entra senza esitazione, e di scatto si gira verso di me.
"Premetto che non sono qui per baciarmi o altre cose."
Io rido, e annuisco sorridente. 
"Sono qui per due cose anzi."
"Dimmi pure."
Dico io, pensando che in qualche modo io debba aiutarlo per le due cose per cui è venuto.
"Allora, prima cosa, sono qui per chiarire una volta per tutte con Harry, e lo riporto a casa."
Io annuisco, so che mi piace avere Harry sempre con me, ma ho bisogno di spazio, e sto iniziando a pensare che questa vicinanza, ci sta facendo litigare di più.
"Secondo, mi piace Marley, e devo assolutamente parlare con lei."
"Non sai quanto possa essere felice per te, e per lei."
Dico io quasi commossa.
"Ma, sono in casa?"
"Ehm...Harry, e uscito di casa perché si è arrabbiato con me dato che gli ho detto che doveva chiarire con te."
"Ah, iniziamo bene."
"Marley, invece, è di sopra."
Liam mi regala un sorriso enorme, come se avesse appena ricevuto la notizia più bella del mondo. Io mi giro verso le scale e le salgo con calma. Arrivo davanti alla camera di Marley, e busso. 
"Strega cattiva dell'ovest? Ci sei?"
"Topogigia, sto dormendo, passa dopo quando avrò un briciolo di voglia per alzarmi da qui."
"Peggio per te se non vieni, c'è una cosa per te...."
"Ti ascolto sorella."
"No no, io non ti dico niente. Devi venire tu."
Appoggio l'orecchio contro la porta della camera. E sento dei passi che si avvicinano ad essa. Quasi cado in avanti, perché Marley la spalanca di colpo. 
"No ma fa niente."
"Pff, non ti sei fatta niente."
"Anche io ti voglio bene."
Marley mi sorride sarcasticamente, e inizia a scendere le scale, emozionata nel 'ricevere la sua sorpresa'.

-Marley-
"Che ci fai tu qui?"
Chiedo io sbalordita e imbarazzata. Liam mi sorride e viene avanti verso di me. 
"Ti volevo parlare."
Faccio segno a Charlotte di andarsene, lei alza le mani e se ne va via in cucina. 
"Dimmi pure Liam. Di che vuoi parlare?"
So già di cosa vuole parlarmi, ma voglio fare quella a cui non gliene importa, ma le farfalle nel mio stomaco affermano il contrario.
"Beh, volevo parlare con te della storia del bacio."
"Liam, non ti voglio illudere solo che io sto con Jake, e non posso fargli questo."
Liam, sposta lo sguardo a terra, e vedo gli angoli della sua bocca curvarsi verso il basso. 
"Non ha significato niente per te?"
"Non ho detto questo."
Preciso io.
"Allora di cosa hai paura?"
"Ho paura di fare a Jake la stessa cosa che ha fatto mia sorella con te!"
Rispondo io con tono tagliente. Mi porto una mano alla bocca, come cercare di impedire alle parole di uscire, ma è troppo tardi. 
"Davvero Liam, tu mi piaci, tanto anche, ma non so se..."
"Jake non ti merita!"
"Come fai dirlo?"
Dico io sorpresa dal tono di voce con cui l'ha urlato. Liam, si passa più e più volte la mano tra i capelli corti. Sbuffa, sposta lo sguardo da terra a me. 
"Liam?"
Dico io impaziente. 
"L'ho visto al bel grissino con delle altre."
"E come fai a sapere che non era sua mamma o che ne so sua sorella?"
"Perché anche se non ho una sorella so per certo che non le si ficca la lingua in bocca."
Sento il mondo crollarmi addosso. Ma non è più per il fatto che Jake mi avesse messo le corna, quello un po' me lo aspettavo, è per il fatto che Liam mi stava dicendo tutto ciò nella speranza che io lasci il mio ragazzo per mettermi con lui. Io incrocio le braccia al petto, e assumo un'espressione seria. 
"Ti sbagli, anche io pensavo mi stesse tradendo, ma mi ha spiegato che era sua mamma."
"Beh allora sua mamma si tinge i capelli troppe volte alla settimana."
"Smettila!"
"No okay!? Mi sono lasciato far scappare Charlotte, non farò lo stesso con te!"
Gli porto una mano dietro alla nuca e lo bacio, tra lacrime e singhiozzi. Non conosco per niente Liam, ma so per certo che è la cosa migliore che possa capitarmi.
"Tutto ciò è sbagliato."
Sussurro io a qualche centro metro dalle sue labbra.
"Allora non baciarmi."
"Non posso."

-Charlotte-
"Non è una cosa strana?"
Mi chiede mia sorella sbirciando Liam dalla cucina. Sta seduta a tavola, con lo sguardo fisso su di lui mentre cambia canale alla tele. 
"Strano cosa?"
Marley non si gira, continua a tenere sott'occhio Liam. 
"Che il tuo quasi ex ragazzo adesso stia quasi con me."
Inarco le sopraccigli. Ma che cosa cazzo sta dicendo? 
"Allora?"
Mi chiede lei girandosi verso di me. Io mi porto un sorso di caffè alla bocca e scuoto la testa corrugando la fronte. Dei tonfi, si sentono provenire dalla porta d'ingresso, come se qualcuno stesse cercando di sfondare l'entrata. 
"Apri Charlotte!"
Grida una voce roca da dietro la porta. Fisso per qualche istante mia sorella, prendo coraggio e vado a vedere cosa succede fuori casa. Passo per il salotto, dove Liam si gira verso di me allarmato. Giro le chiavi della serratura, e apro la porta. Vedo Harry che a stento si regge in piedi. Alza la testa verso di me, e sorride, ma fa un sorriso strano, come un ghigno. 
"Cosa hai fatto?"
Grido spaventata. Il riccio si porta un  dito davanti alla bocca, e mi fa segno di stare zitta. Io ubbidisco. Barcollante entra in casa, e sbatte più di una volta il corpo conto le pareti di casa. 
"Che ci fa lui qui?"
Chiede arrabbiato indicando Liam seduto sul divano. Ma poi subito si mette a ridere e si butta a terra. Mi inginocchio sopra di lui, e sento che il suo alito sa di alcool in una maniera pazzesca. 
"Dio Cristo! Sei ubriaco marcio."
"No non è vero!"
Dice lui iniziando a piangere.
"Io ti amo. Facciamo l'amore, qui adesso. Su questo pavimento morbido morbido."
"Harry sei ubriaco marcio."
"Shhhh."
Mi intima lui piangendo. Afferro la sua mano, e lo faccio alzare da terra. Camminando in modo strano raggiunge il bagno dietro di me. 
"Inginocchiati. Ti farò stare meglio."
Dico io con la voce piena di panico. 
"No! Voglio fare sesso con te."
Dice lui avvinghiandosi a me. Io tento di spostarmelo di dosso. Ma non ci riesco, è troppo pesante. 
"Scusa. Scusami."
Dice poi con la voce spezzata dalle lacrime. Mi lascia andare e si stende per terra. 
"Non fa niente."
Dico io piangendo a mia volta. Perché Marley e Liam non mi aiutano?
"Vieni, per piacere me lo vuoi fare un favore?"
Chiedo io ad Harry con un tono da maestra d'asilo. Lui annuisce asciugandosi il viso, orami rosso. 
"Allora me lo vuoi fare si o no?"
"Si. Ma dopo facciamo sesso, perché io ti amo."
"Si okay."
Dico io per fargli fare ciò che è meglio per lui. Lo faccio inginocchiare davanti al water, e gli dico di portarsi i capelli all'indietro. Lui ride mentre lo fa.
"Per favore, spalanca la bocca."
"Aaaaah"
Fa lui, come se dovesse farsi controllare le tonsille. Gli ficco due dita in gola, e veloce gliele tolgo dalla bocca. Lui rigetta fuori buona parte dello schifo che aveva in corpo. Finito tutto, si rannicchia a terra in posizione fetale e inizia a piangere. 
"Mi dispiace. Mi dispiace."
Grida lui. Sicuramente ancora sotto l'effetto dell'alcool. Abbasso la tavoletta del cesso, e lo faccio sedere li sopra. Accendo l'acqua della doccia. E inizio a spogliarlo, senza togliergli però le mutande. Lo aiuto ad entrare, e gli faccio una doccia. 
"Perdonami."
Continua a supplicare lui.
"Non è successo niente."
Dico io chiudendo la doccia per lasciarlo lavare in pace. Mi siedo sul water, e sbuffo. Prendo una ciocca di capelli e la passo tra un dito e l'altro. 
"Sono un coglione."
"Come ti chiami?"
"Cosa c'entra?"
"Fallo per me, come ti chiami?"
Sento Harry sbuffare. 
"Mi chiamo Harold Edward Styles."
"Dove abiti?"
"America."
"Più precisamente?"
"Lima, Ohio."
"In che via abiti."
C'è qualche secondo di silenzio dopo questa domanda. Poi lo sento singhiozzare e triste dice:"Non me lo ricordo."
"Okay. Va bene."
Dico io, cercando di sembrare comprensiva.
"Mi vuoi cantare una canzone?"
"Che canzone?"
"Demons."
"When the days are colder, and the ca...non la so."
Dice con la voce spezzata dalle lacrime.
"Fa niente."
Mi alzo dal water e apro la porta della doccia. Vedo Harry che si è accasciato a terra. Decido di togliermi le scarpe, pantaloni e maglietta, rimango solo in intimo, e entro nella doccia, accasciandomi vicino a lui. Gli prendo la testa tra le mani e gliela poggio sopra al mio petto. Gli accarezzo la fronte, e gli bacio la test bagnata dall'acqua calda della doccia. 
"Va tutto bene."
Dico io tentando di calmarlo. Rimaniamo per un po' così, ricordo che da piccola mia mamma per calmarmi e per farmi passare l'ansia faceva così, mi baciava e mi accarezzava finché non mi addormentavo. 
"Ti amo. E mi odio per quello che stavo per farti."
"Non è successo nulla."
Dico io alzandogli la testa per guardarlo in faccia. 
"Non mi lasciare."
"Mai."
Dico io con le lacrime agli occhi. Amo questo ragazzo e non posso sopportare il fatto di vederlo triste.
 

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Capitolo 31
*** DON'T LET ME GO ***


CAPITOLO 31
DON'T LET ME GO

-Charlotte-
Sono appena le 20.00 e Harry è ancora un po' brillo. Si lo vedo che riesce a ragionare, in un qualche strano modo, ma non formula le frasi in modo molto corretto e continua ad avere sbalzi d'umore. L'ho portato in camera mia, per farlo dormire in una stanza che ha il bagno attaccato, non come quella degli ospiti, che devi fare le scale per andarci. E se almeno deve vomitare, può correre senza cadere come un sacco di patate giù dalle scale. Lo faccio stendere sul letto, e gli rimbocco le coperte come una mamma farebbe. Quando sto per andarmene, lui mi afferra la mano, e mi trattiene li vicino al letto.
"Ti prego."
Inizia lui piangendo.
"Non mi lasciare."
Mi chino vicino al letto, e gli carezzo la frante.
"Io non ti lascio."
"No! Rimani qui con me. Ti prego."
Mi incita lui, togliendo le coperte e scoprendo una parte del materasso. Mi stendo vicino a lui. E gli metto la testa sul mio seno, pensando che i battiti del mio cuore possano calmarlo. Gli accarezzo la testa e i suoi capelli morbidi, e ancora bagnati. Harry mette un braccio intorno al mio busto, e sento che delle sue lacrime mi cadono sulla maglietta bagnandomela.
"È tutta colpa mia."
"Cosa e colpa tua?"
Chiedo incuriosita e un po' stufa dei suoi sbalzi d'umore. 
"Non li senti che gridano e litigano?"
In casa c'è totale silenzio, e anche se Marley e Liam sono al piano terra non stanno ne gridando ne litigando.
"Chi amore?"
Chiedo io allarmata.
"Mamma e Matt. Non li senti?"
Sposto la sua testa da sopra il mio petto, e mi sdraio completamente sul materasso, poggiando la mia fronte a quella di Harry.
Chiudo gli occhi, in questo momento voglio solo dormire. Ma so che prima devo calmarlo e poi potrò rilassarmi. Gli metto una mano sulla guancia,  e sussurro:"Se non voi sentirli dimmelo, farò tutto ciò che vuoi pur di non farteli sentire."
"Canta."
"Come scusa?"
"Canta ti prego."
"D'accordo."
Rispondo io iniziando a passargli  una mano sul viso. 
"When the day is long and the night, the night is yours alone, 
When you're sure you've had enough of this life, well hang on 
Don't let yourself go, everybody cries and everybody hurts sometimes. Sometimes everything is wrong. Now it's time to sing along 
When your day is night alone, hold on, If you feel like letting go, hold on.
When you think you've had too much of this life, well hang on. 'Cause everybody hurts. Take comfort in your friends. And everybody hurts sometimes."
Canto io accarezzandogli le guance. Lo vedo pian piano addormentarsi, tra le sue lacrime e i singhiozzi. Gli do un casto bacio sulla guancia e esco dalla stanza. Dirigendomi da mia sorella e Liam.

-Liam-
"È un coglione."
Dico io riferendomi a mio fratello, e alla performance che ci aveva appena regalato entrando in casa ubriaco marcio.
"No! No non ha fatto niente."
"Charlotte ti stava quasi stuprando!"
Grida ad un tratto Marley, spaventata e incazzata nera.
"Ma non lo ha fatto! E di sicuro non ci avrebbe neanche provato se mi aveste aiutato."
Urla Charlotte in difesa del suo ragazzo.  Dei ciuffi di capelli umidi e ancora un po' bagnato le cadono sulla faccia e si appiccicano al collo. Se li lega in una coda e poi riprende a parlare:"Sentite, mi ha detto poco fa che sentiva qualcuno gridare, e si riferiva a vostra mamma e a tuo papà."
Dice lei indicandomi. 
"Perché diceva che li sentiva gridare?"
Charlotte alza le spalle, e poi riprende a parlare.
"Non lo so, ha detto che stavano litigando, probabilmente è tornato a casa vostra e li ha visti litigare."
"Si ma non penso si sarebbe ubriacato per questo!"
Dico io un po' infastidito.
"Senti Liam, io ti sto dicendo quello che mi ha detto, e ho solo pensato ad un ipotesi per cui Harry possa aver visto i tuoi gridare."
Io sbuffo e mi passo una mano sulla fronte. Ha ragione, non so nemmeno perché mi sia arrabbiato.
"Posso rimanere qua stanotte? Dato che non credo riuscirò a portare Harry a casa, ameno non in questo stato."
"Certo!"
Gridacchia Marley regalandomi un sorrisone. Io le do un leggero bacio sulle labbra e le sorrido a mia volta.
"Vai nella camera degli ospiti, e già preparata."
Dice stanca Charlotte indicandomi una stanza al piano terra vicino al salotto. Io annuisco e arricciando le labbra vado a vedere la camere. 

-Charlotte-
Dopo la semi discussione con Marley e Liam decido di tornare in camera mia. Prima di entrare nella stanza guardo il cellulare e vedo che sono le 22.00. È vero che il tempo vola in fretta. Apro la porta della mia camera molto lentamente, cercando di non fare il minimo rumore per svegliarlo, ma noto che Harry sta steso sulla schiena preso a fissare il soffitto.
"Come va?"
Chiedo io preoccupata che possa essere ancora brillo. 
"Sto bene, mi sento meglio."
Risponde lui mettendosi seduto sul letto. Mi avvicino al materasso, e mi accovaccio sopra di lui. Gli prendo la faccia tra le mani, e gli sussurro:"Mi hai fatto spaventare."
"Non sai quanto io ci stia male per questo."
"Però adesso posso ricattarti dicendo a tutti che piangi come un femminuccia."
"Non oseresti."
Dice lui baciandomi con passione. Io indugio un po' i primi attimi, ma poi ricambio il bacio, baciandolo con più  foga. 
"Scusa."
Dice iniziando a lasciarmi dei baci lievi sul collo.
"Perdonami."
Sussurra scendendo fino al mio petto. Io gli stringo i lobi della maglia, e gliela sfilo. Facendogli mostrare il suo corpo perfetto. Quando vedo che anche lui mi sta togliendo la maglia, io mi metto le braccia attorno alla pancia per non farla vedere. Harry si ferma e inizia a guardarmi interrogativo.
"Cosa succede?"
Abbasso lo sguardo sul mio corpo e poi facendomi scendere una lacrima dalle guance fino al collo dico:"Il mio corpo fa schifo."
Lui mi fa stendere sul letto, si mette a cavalcioni su di me, e poggia le mani sul materasso vicino alle mie orecchie. 
"Tu Charlotte Rose, sei la cosa più bella che io abbia mai visto."
Poi ricomincia a baciarmi sul collo, io gli lego le gambe al bacino, e gli stringo le mani sulla schiena. Poi le sposto sulla mia, e cerco di slacciarmi il gancio del reggiseno, non appena riesco nel mio intento me lo sfilo di dosso, e attiro più vicino a me Harry. Lo bacio sulle labbra e poi prendo a mordergli il labbro, un cosa che, non so il perché, ho sempre voluto fare. 
"Ti amo."
Gli dico io all'orecchio.
"Io non sai quanto."
Dice lui sorridendo in modo radioso. Gli sfilo di dosso i pantaloni della tuta che gli avevo infilato dopo la doccia di prima, e lui fa lo stesso con i miei di topolino, non propriamente adatti in questo momento. 
"Sai..."
Inizia lui baciandomi il collo.
"Queste mutande starebbero benissimo sul tuo pavimento."
"Ah si? E che ne dici delle tue?"
Gli rispondo io scherzosa sfilandogliele di dosso. Facciamo l'amore, in modo appassionato e fantastico. Finito, io mi stendo accanto a Harry, e lui con il fiatone dice:"Voglio restare chiuso in questa stanza con te per sempre."
Io lo bacio sulla fronte, e portando con me il lenzuolo, mi dirigo verso la porta e la chiudo a chiave.
Lui si alza dal materasso, e si avvicina a me, mette le mie gambe attorno alla sua vita, e mi riporta a letto, facendomi stendere sotto di lui.

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Capitolo 32
*** RADIOACTIVE ***


CAPITOLO 32
RADIOACTIVE 

-Liam-
Mi giro e rigiro nel letto per trovare una posizione comoda dove dormire, ma il materasso sotto di me è duro come una lastra di marmo, e non riesco a chiudere occhio. Prendo il mio cellulare dal comodino, vicino al materasso, e guardo che ore sono. Sono le 3.00 del mattino. Che bella sensazione, posso dormire o meglio cercare di dormire per almeno altre quattro ore. Cambio svariate posizioni: mi metto sdraiato sulla schiena, sulla pancia, di lato, tiro le ginocchia contro il petto, abbraccio il cuscino, ma niente, non trovo nemmeno una posizione comoda. Il divano in sala è comodo, potrei andare a dormire là. Scendo dal letto, prendo il cuscino, e in punta di piedi raggiungo la sala di casa Rose. Poggio il cuscino sul divano, e mi stendo si di esso, rannicchiandomi in posizione fetale. Mi sto per addormentare quando sento dei passi provenire dalle scale. Rimango fermo nella mia posizione, non muovendomi di un centimetro. Una luce si accende in cucina, alzo la testa per vedere chi è, e vendo una chioma di capelli castani davanti al frigo. Faccio un sorrisetto malizioso, e mi dirigo verso Marley. La prendo per i fianchi ma non appena la tocco, sento gridare:"MA CHE CAZZO!"
Uno schiaffo mi arriva dritto in faccia, e chiudo le mani sul naso per cercare in qualche modo di alleviare il dolore. Chiudo gli occhi per un istante e non appena li riapro vedo Charlotte spaventata davanti a me.
"Oh mio dio ma cosa stavi facendo!?"
"Pensavo fossi Marley!"
"Oh mio dio!"
"Perché cazzo mi hai dato uno schiaffo?"
"Pensavo fossi un ladro o uno stupratore entrato in casa!"
Diciamo noi gridando come delle cornacchie.
"Scusa."
"Fa niente."
Dico io massaggiandomi il naso. Noto ad un tratto che Charlotte ha in dosso la maglietta che mio fratello aveva prima, che addosso a lei sembra quasi un vestito. 
"Perché hai la maglietta di Harry?"
"Cosa? Questa? Ho preso la prima maglietta che mi era capitata sotto mano."
"Dormi nuda per caso?"
"No!"
Risponde lei secca diventando rossa in viso. Spalanco gli occhi, non riuscendo ad immaginare mio fratello e lei fare quello che penso abbiano fatto. 
"Notte."
Dico io stanco e voglioso di riposo.
"Notte, e scusa per lo schiaffo."
"Fa niente, però tu ed Harry dormire un po'."
Dico io con un sorrisetto malefico in viso. Charlotte mi fa vedere io dito medio alzato, e silenziosa sale le scale. 

-Niall-
Mi dirigo verso la classe di matematica, e appena vi entro, vedo Diana seduta al solito posto in tutta la sua bellezza. 
"Ehi."
Inizio io avvicinandomi al banco. Sto in piedi di fianco a lei, in attesa di una risposta. Diana, guarda dalla parte opposta dove sono io, e fissa il cortile della scuola che si vede attraverso la finestra. Lei non dice nulla, mi fa solo segna di 'ciao' con la mano. Almeno ha ricambiato il mio saluto in qualche modo. 
"Te lo volevo dire."
"E quando scusa? Quando sarei stata su tutte le furie e l'avrei quasi uccisa perché si sarebbe avvicinata troppo a te?"
"Che?"
"Lascia perdere."
Fa lei alzandosi dal suo posto, e tentando di andare via dall'aula. Io la prendo per un braccio e la blocco. Faccio la faccia da cane bastonato e le dico:"Ti prego scusami."
"Ho fatto la figura della totale deficiente!"
"Ma non è vero."
Cerco di rassicurarla io.
"Se come no, adesso Kitty penserà che io sia psicopatica!"
"Lo sei, sei la mia psicopatica."
A queste parole Diana si siede e rimette i libri sul banco. 
"D'ora in poi mi dirai tutto quello che devo sapere, intesi?"
"Intesi!"
Dico io baciandola.

-Tamara-
"Ma dovevamo metterci proprio questi?"
Chiedo io perplessa su come Robin mi ha voluto vestire, e come si è voluta vestire. Io indosso una maglietta a maniche lunghe di pizzo nero, con una gonna nera lunga dietro e corta davanti, e non so perché ho anche sopra dei tacchi neri. Robin invece indossa un vestito rosso, lungo, a maniche lunghe con qui e la ricamati sopra dei fiori di un colore più chiaro del vestito.
"Si, voglio vincere e deve essere tutto d'effetto."
"Ragazze non possiamo usare per troppo tempo l'auditorium!"
Tuona il prof. Shue. 
"Siamo pronte!"
Gridacchia civettuola Robin. Che saltella fino al palco. Io rimango per un po' dietro alle quinte a vedere la scena, finché non arriva il mio turno di cantare. 
"I left a note on my bedpost. Said not to repeat yesterday’s mistakes.
What I tend to do when it comes to you. I see only the good, selective memory."
Mentre Robin canta la seguo con lo sguardo, e vedo che muove in continuazione il bacino in modo sensuale. 
"The way he makes me feel yeah, gotta hold on me, I’ve never met someone so different.
Oh here we go
He a part of me now, he a part of me
So where you go I follow."
La vedo ad un tratto scendere dal palco ed andare a cantare davanti a Zayn, muovendo il suo culo davanti a lui. Sento come un nodo stringermi lo stomaco, e il mio cuore inizia ad accelerare i battiti, il mio cervello si è fuso ormai. Sto ribollendo di rabbia, gelosia e istinti omicida. All'ultimo 'I can't remember to forget you' entro in scena e scendo dal palco per dirigermi verso di loro e intanto canto:"I go back again,
fall off the train, land in his bed, repeat yesterday’s mistakes. What I’m trying to say is not to forget. You see only the good, selective memory."
Mi metto dalla parte opposta di Robin, e inizio anche io a ballare in modo sensuale. Ci sfidiamo a colpi di 'ohohohoh' cercando di capire chi delle due riesce a fare la nota più alta. Ma poi di scatto la musica di ferma e il prof. Shue dice:"Basta! Ragazze smettetela!"
Io mi dirigo fuori dall'auditorium incazzata. Voglio uccidere quella brutta troia che ci prova con il padre di mio figlio/a.

-Charlotte-
Ho appena assistito alla scena di 'litigio musicale' tra Robin e Tamara, e ammetto che avevo proprio voglia di vedere quella troia di cheerleeder con il culo a terra. Ma poco importa ora devo cantare io insieme a Louis. Io mi sono messa all'entrata dell'auditorium, e aspetto che arrivi il mio momento per cantare mentre scendo le scale. 
"Cosa canterete adesso?"
"Sorpresa!"
Grida Louis dal centro del palco. Parte la musica, e io mi sento più agitata che mai, e se cado? Che figura di merda ci faccio?
"I'm waking up to ash and dust,
I wipe my brow and I sweat my rust,
I'm breathing in the chemicals."
Canta Louis, faccio un respiro profondo e poi inizio a scendere le scale cantando:"I'm breaking in, shaping up, then checking out on the prison bus, This is it, the apocalypse.
Whoa "
Raggiungo il centro dell'auditorium, dove si incrociano i corridoi che dividono in due la platea, apro le braccia e insieme a Louis, il quale alza il pugno e batte il piede a terra, inizio a cantare il ritornello:"I'm waking up, I feel it in my bones 
Enough to make my systems blow 
Welcome to the new age, to the new age 
Welcome to the new age, to the new age 
Whoa, oh, oh, oh, oh, whoa, oh, oh, oh, I'm radioactive, radioactive 
Whoa, oh, oh, oh, oh, whoa, oh, oh, oh, I'm radioactive, radioactive!"
Finiamo la canzone che abbiamo il fiatone. E io mi stendo a terra esausta, Louis si siede sui gradini del palco e dice:"com'era?"
"Fantastici! Bravi ragazzi!"
Dice il Prof Shue applaudendo. E anche questa e andata. Voglio dormire adesso.
 

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Capitolo 33
*** PAPA DON'T PREACH ***


CAPITOLO 33
PAPA DON'T PREACH

-Charlotte-
Sento qualcosa picchiettarmi il fianco destro. Mi giro di lato e mi rannicchio su me stessa. Sento delle voci, confuse, non riesco a capire cosa stiano dicendo. Poi, di nuovo sento qualcosa picchiettarmi la schiena. Mugolo un po'. Poi sento:"Ti vuoi alzare?"
"Mh, no."
"Beh, allora ti faccio alzare io!"
Spalanco subito gli occhi a quelle parole. Vedo Diana, con i suoi enormi occhioni color nocciola, che mi fissano, in piedi sopra di me che se la ride di gusto.
"Stronza!"
"Ti dovevo far paura, così ti saresti svegliata!"
Mi metto seduta, mi ero addormentata finita la performance del duetto. E ovviamente ho dormito per terra, nello stesso punto in cui mi sono sdraiata prima. 
"Volevo dire ad Harry di portarti via, ma non c'era."
"Si, beh lui è rimasto a casa oggi."
"Cos'è successo?"
Mi chiede la biondina allarmata. Faccio un respiro profondo, chiudo gli occhi per un istante, e poi le racconto tutto.

"Ho solo una domanda."
Rivolgo uno sguardo preoccupato a Diana, la quale, mentre le raccontavo cos'era successo ieri sera/notte, si è seduta di fianco a me.
"Perché lo ha fatto?"
Scuoto la testa piano e le rispondo:"Non ne ho idea."
Lei si gratta la fronte, poi mette un braccio a terra, e facendo leva su di esso si alza. Si mette davanti a me, e mi porge le mani per aiutarmi ad alzarmi. Io le afferro e subito mi ritrovo in piedi vicino a lei. Usciamo dall'auditorium, che si era già svuotato, dopo la performance di mia sorelle e Unique, e andiamo verso l'uscita della scuola.
"Torni a casa da lui?"
"Si voglio capire cosa gli è preso."
Rispondo io seria. Diana mi abbraccia, mi saluta e poi la vedo andare verso la fermata del pullman, i quali non fa tardi ad arrivare e io la vedo andare via. Ancora una volta sono rimasta senza passaggio, devo tornare a casa a piedi, e si sta mettendo a piovere. 

Metto lo zaino sopra alla testa, cercando in qualche modo di ripararmi dalle gocce di pioggia. Possibile che piova solo quando sono a piedi?
"Basta!"
Grido io buttandomi su una panchina vicino a me. Manca ancora qualche isolato prima di casa mia, e non ce la faccio più. Sento ad un tratto il cellulare squillare rispondo subito senza neanche guardare chi è.
"Pronto?"
"Charlotte, dove sei?"
Quasi piango dalla gioia non appena sento la voce di Harry.
"Sotto alla pioggia."
"Perché?"
Mi chiede lui ridacchiando. Rido a mia volta, e scherzosa dico:"Sai, volevo farmi la doccia, e dovevo lavare anche i vestiti, mi si è presentata l'occasione di fare tutti e due contemporaneamente così, ho preso la palla al balzo."
"Tu sei scema."
"Salvami."
"Sono qui per questo."
Inizio a piangere, ma non riesco a smettere di sorridere.
"Guarda davanti a te."
Alzo la testa, e vedo davanti a me una Mini Cooper con un finestrino abbassato. Al posto del guidatore vedo un ragazzo riccio, che tiene una mano sul volante e una vicino all'orecchio. Chiudo gli occhi e inizio a ridere di gioia.
"Grazie per essere il mio eroe."
Prendo lo zaino da sopra la panchina, e con passo lento raggiungo l'auto. Salgo in macchina e veloci sforacchiamo verso casa.

-Harry-
"Grazie."
Mi giro verso Charlotte, e le sorrido. È bagnata fradicia, dalla testa ai piedi. 
"Da quando Harry Styles e così tenero?"
Mi chiede lei scherzando.
"Da quando Charlotte Rose mi fa quest'effetto."
Rispondo io senza smettere di sorridere. Accosto la macchina vicino ad un parco con una fontana in mezzo ad esso, la cui acqua si confonde con quella della pioggia. Spengo la macchina e ammiro il volto di Charlotte, su cui scorrono gocce d'acqua. Ad un tratto questa si fa seria, e di conseguenza anche io.
"Perché ti sei ubriacato ieri?"
"Quando mi hai detto di andarmene via ieri, sono andato a casa per parlare un po' con i miei."
Lei annuisce mentre le racconto l'accaduto.
"Sono entrato in casa, e ho visto Matt, picchiare mia mamma."
Charlotte fa una faccia spaventata e incredula allo stesso tempo non appena sente le mie parole.
"Così, sono andato a fermare Matt, ma lui ha reagito male e ha picchiato anche me."
"Oh-mio-dio."
"Mi ha buttato fuori casa, e così, sono andato in un bar per cercare di dimenticare tutto. Ma è finita male. Come già sai."
Charlotte, mi mette una mano sulla guancia, e mi accarezza il viso. Si slaccia la cintura di sicurezza, e si avvicina a me. Mi bacia e sussurra:"Non so se ti lascerò tornare a casa."
"Ti amo, e voglio che tu mi aiuti ad affrontare tutto ciò."
"Sempre."
Risponde lei ricominciando a baciarmi.

-Tamara-
"Tra poco ci saranno le vacanze di natale."
Dico io con voce vaga. 
"E questo cosa vuol dire?"
Chiede Zayn soffocando una risata. Gli accarezzo la mano che mi avvolge la via, e che mi riscalda la pancia. 
"Vuol dire che i miei saranno a casa tra poco."
Rispondo io con aria un po' da saputella. 
"Hai preso una decisione?"
Sto zitta per un po' fisso il soffitto della mia camera. Io e lui siamo sdraiati sul mio letto da ormai un'ora. Zayn, mi sta sempre accanto. Fa tutto per me, ma mi chiedo se lo faccia solo per il bambino o per altro. Ma non gli chiedo niente, finché lui è qui con me io non temo nulla. 
"Si, ho deciso."
"Dimmi tutto principessa."
Dice baciandomi la guancia.

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Capitolo 34
*** LIKE A PRAYER ***


CAPITOLO 34
LIKE A PRAYER

-Zayn-
Sono seduto qui da non so quanto tempo. Io e Tamara siamo arrivati alle 14.00 ma non so che ore siano ora. Possono essere passate tre o quattro ore, come però possono essere passati tre o quattro minuti. Mi sembra di essere qui da un'eternità comunque. Una porta si apre, e con un sorrisetto quasi dispiaciuto, Tamara esce dalla stanza. Mi alzo dalla sedia, e vado verso di lei, la bacio sulle labbra e lei lascia fare. 
"Tutto bene?"
"Tutto bene."
Ripete lei piano. La mia mano scivola verso la sua e gliela stringo, camminiamo via verso la porta e usciamo dalla clinica. Tamara ha deciso di abortire, e per quanto avrei amato quel bel bambino, sono felicissimo che abbia preso questa decisione. Adesso le nostre vite potrebbero tornare come prima, odio e disprezzo più totale gli uni sugli altri; ma non posso, quest'esperienza mi ha fatto capire che non devo fare più cazzate, e che non sono pronto a lasciare andare questa ragazza.

-Tamara-
Giro le chiavi della casa, e lascio cadere per terra la borsa, subito dietro di me entra Zayn, che lentamente chiude la porta.
"Tamara?"
Riconosco la voce di mio papà, che arriva dalla sala. Un uomo di mezz'età si posiziona al centro della stanza; rimango un po' a fissarlo, poi scoppio a piangere e gli butto le braccia al collo.
"Mi sei mancato."
"Anche tu piccola."
"Tesoro?"
Sento la voce di mia mamma provenire dalla cucina. Questa, esce dalla stanza ed arriva in salotto, con le braccia spalancate. Io l'abbraccio, e le bacio le guance. Finiti i baci e gli abbracci. Mio papà posiziona lo sguardo su Zayn, il quale gli chiede:"Chi sei tu?"
"Sono un suo amico."
"Il mio migliore amico."
Preciso io senza staccargli gli occhi di dosso. Lui sorride, e chiudendo gli occhi annuisce.

-Niall-
Inizia a sfilarmi lentamente la maglietta, le mie mani sono sulla sua schiena, che l'accarezzano frettolosamente. Poi sento una fitta arrivai dal basso ventre.
"Aspetta."
Dico io con un grido quasi soffocato.
"Cosa? Cosa?"
Dice Diana spaventata. Mi levo dalla sua presa e mi siedo sul bordo del letto. 
"Non mi seno pronto. C'è qualcosa che mi blocca."
"Non sono abbastanza sexy? Sto sbagliando qualcosa?"
"No! Tu sei perfetta, sono io che non...hai capito."
Diana mi mette le mani sulla schiena e mi bacia il collo. 
"Si so che la prima volta e strano."
Aspetta...
"Come fai a saperlo?"
Le chiedo io girandomi verso di lei per guardarla. Lei abbassa lo sguardo e lo posa sulle sue mani, si smette in ginocchio sul letto e dice:"Non saresti la prima volta per me."
Spalanco gli occhi. Okay l'avrà persa quando non la conoscevo, ma, speravo che fossi io il primo per lei.
"Dio come sono in imbarazzo."
Dice. Mi giro verso di lei. Non sono arrabbiato, ma neanche felice, sono deluso, deluso del fatto che non sarò io il primo. Ho paura che per lei non significherà nulla, mentre per me sarà molto. 
"Com...com'è, no, con chi, lo hai...eh"
Sospira. 
"Francesco. Mi ha lasciata subito dopo che abbiamo...eh"
"Beh, dev'essere un cretino, se ti ha lasciata così."
Dico baciandola e stendendomi accanto a lei. Diana mi abbraccia, e chiude gli occhi. Io entro in uno stato di dormiveglia, penso a tante cose: a Diana, a come potrebbe essere questo Francesco, e a quando lo faremo. 

-Charlotte-
"Bravi ragazzi!"
Il prof Shue mi ha svegliato dal mio riposo, gridando ciò. Vedo Diana e Blain sedersi ai loro posti. Avranno appena finito di fare il duetto o che ne so. Harry e Liam, lo avevano fatto prima di loro, hanno cantato Roxanne, e io mi sono addormentata a metà canzone. Vedo la ragazza castana, l'ex componente del glee, andare al centro della stanza. 
"Ciao ragazzi, vorrei che voi questa settimana formiate dei gruppi, e facciate la sfida ragazze contro ragazzi."
Tutte noi ragazze ci guardiamo felici, vedo vicino a me Tamara dire:"Mi va bene tutto basta che io non sia ancora con Robin o la uccido."
Mi lascio scappare una risata.
"Adesso se non vi dispiace vorrei cantare una canzone che ho scritto."
Tutti si fanno zitti. Io la guardo incantata.
"What is love, what is love, when you don't know who you, lie next to you."
Canta più e più volte il ritornello. Applaudo come una bambinetta che ha appena visto uno spettacolo al circo. E meravigliosa, favolosa, grandiosa. Come fa ad avere una voce così bella? Rechel sorride e si va a sedere di nuovo accanto al prof Shue.
"Ci è mancata la tua voce."
Dice piano il prof. un po' malinconico. 
"Beh."
Sospira lei:"Facciamo i gruppi."
Lei indica me, poi indica Robin e dice:"Fate due gruppi di ragazze."
"Kitty."
Grida subito Robin.
"Marley."
"Unique."
"Diana."
"Tina."
"Tamara."
Rechel batte le mani:"Brave, i maschi faranno un gruppo un..."
"Ehm..."
Inizia Artie, il ragazzo sulla sedia a rotelle, che fina da quando sono qua non ha ancora spiccicato parola.
"Io Jake e Blain vogliamo fare un solo gruppo, siamo all'ultimo anno e volevamo fare delle cose che non abbiamo mai fatto."
"Certo!"
Dice entusiasta il prof. La campanella suona. 
"Bene, ragazzi ci vediamo domani."
In silenzio usciamo tutti dall'aula. Ma prima di andarmene, vado vicino a Rachel, la quale si è fermata davanti alla foto del ragazzo che avevo visto l'altra volta. 
"Era un tuo amico?"
Chiedo io molto ingenuamente.
"No, era il mio futuro marito."
"Doveva essere una persona fantastica."
"Lo era."
Dice lei sorridendo, mentre tocca la sua faccia raffigurata nella foto. Rechel mi sorride e insieme a me esce dalla stanza.
"Sai, tu mi ricordi molto me."
Mi fermo di scatto.
"Sei una persona insicura vero?"
"Un po'"
"Beh se è così sappi che non lo devi essere, anche io lo ero, certo non nell'ambito artistico, perché in quello sono perfetta, ma con le altre cose, lo sono, e tanto."
Annuisco, non so cosa voglia dirmi in realtà, ma farò tesoro di tutto quello che mi ha detto. Uscendo dalla stanza vedo Harry, fermo davanti a degli armadietti. Io gli sorrido, e gli faccio segno di ciao con la mano, cammino nella sua direzione, e vedo ad un tratto Robin buttarsi su di lui. Il mio cuore si ferma. 

-Harry-
Si stacca da me, e nel modo più naturale mi sorride e va via. Cos'è successo? Mi giro per vedere chi c'è nei corridoio e vedo Charlotte piangere. Oh mio dio. 
"Charlotte."
Mentre corro nella sua direzione, lei corre via, scappa da me. 
"Charlotte non è come sembra."
"Allora com'è?"
Grida fermandosi.
"Non so cosa sia successo, quella li si è buttata letteralmente su di me."
Charlotte si asciuga le guance bagnate dalle lacrime.
"Io non ce la faccio più."
Rimango zitto a fissarla.
"Non può funzionare!"
"Cosa stai dicendo Charlotte..."
"Che non posso più continuare, prima ti ubriachi poi baci un'altra...forse non dobbiamo stare insieme."
"Non avrai trovato la prima scusa per lasciarmi spero."
"Perché dovrei io ti amo. Ma mi sembra di litigare e basta con te. E non ce la faccio più."
"Lo dici a me? Tutte le volte che ti vedevo fare l'innamorata con mio fratello."
"Era diverso! Io e te ci odiavamo."
"Forse tu odiavi me, io mi sono innamorato di te già dalla prima volta che sei andata a sbattere contro di me. E mi comportavo in quel modo perché non volevo innamorarmi."
Charlotte fa una faccia sconvolta(?) e poi continua:"Ho bisogno di una pausa."
"Non mi ami?"
Le chiedo io triste.
"E questo il punto, penso di amarti troppo."
"Allora perché mi vuoi lasciare?"
Charlotte non dice nulla, si gira e se ne va, con passo veloce. Io
Rimango qui fermo nel corridoio, intento a fissarla mentre se ne va via. 
 

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Capitolo 35
*** ADDICTED TO YOU ***


CAPITOLO 35
ADDICTED TO YOU

-Harry-
Turbato sono andato in auditorium, non ho capito cosa sia preso a Charlotte. Perché mi ha lasciato? Mi siedo sulle scale che danno l'accesso alla platea e mi metto le mani tra i capelli. Sento qualcuno iniziare a cantare 'Demons'. Già da subito ho riconosciuto la sua voce. Mi metto a piangere mentre la sento triste cantare. Vorrei andare la e dirle che è tutto a posto, che non è successo nulla. Ma devo lasciarle un po' di spazio, sperando che torni da me. Lentamente mi alzo e senza farmi vedere esco dall'auditorium, ma prima di andarmene via mi fermo sulla porta dell'entrata e sussurro:"Mi hai stregato anima e corpo Charlotte Rose."

-Tamara-
Io, Diana, Marley e Charlotte, siamo sedute nel mio salotto, intente a scegliere la canzone da cantare domani al glee. Sono passati due giorni da quando ci avevano assegnato questo compito dei gruppi. I primi che si sono esibiti sono stati:Blain ecc. loro hanno cantato 'Let her go', invece il secondo giorno il gruppo delle altre ochette aveva cantato 'Lady marmelade'.
"Io ho in mente una canzone."
Dice ad un tratto Marley.
"Quale?"
Chiede Diana interessata.
"E delle little mix..."
"Vai spara."
"Word up."
"Perfetta direi!"
Esclamo io felice. Char non parla. Cosa le e successo?
"Char?"
Dico io mettendole una mano sulla spalla.
"Penso di aver rotto con Harry."
Dice lei iniziando a piangere. Pensa di aver fatto cosa scusa?
"Come pensi!?"
"Non lo so, io gli ho detto che volevo prendermi una pausa da lui, ma non so neanche il perché, forse ero sconvolta dopo la scena di Robin che gli saltava addosso."
"Quella puttana ha fatto cosa!?"
Esclamo io incredula. 
"Ma come si è permessa?"
Dice incazzata Marley. Charlotte si mette le mani sulla faccia e si copre il viso. Vado in cucina e le prendo un bicchieri d'acqua, glielo porgo e lei beve. Si calma per qualche istante. Poi ricomincia a piangere mugolando:"Che cazzata ho fatto? Non voglio separarmi da lui."
"Allora vai a dirglielo!"
"No, non posso."
"Ma perché?"
"Voglio vedere come vanno le cose se non sto con lui."
"Tu hai dei seri problemi mentali."
Char si asciuga le guance e posa lo sguardo a terra. Così io decido di cambiare discorso e dico:"Voi andate al ballo d'inverno?"
Non che il ballo di fine stagione, quello che da veramente l'inizio alle vacanze di natale. 
"Si, tutti quelli del glee ci vanno perché devono cantare."
"Ah questa cosa non la sapevo."
Dice Diana incuriosita. 
"Sai già qual'e il tema di quest'anno?"
Chiedo a Marley facendole un sorrisone più che finto.
"Mh, forse si forse no."

-Louis-
"Ehi Louis!"
Grida qualcuno da lontano. Io stacco lo sguardo dagli armadietti, e vedo il biondino del glee avvicinarsi a me. 
"Ehi!"
Rispondo io, avrei detto anche il suo nome, ma non me lo ricordo. 
"Tu sai che canzone canteremo al glee insieme agli altri?"
Ci penso un po' su. Da quando la castana ci aveva dato quel compito nessuno di noi si era incontrato per decidere. 
"Ehm, no. Ma decidiamo tutto dopo un auditorium, appena finita la lezione del glee."
Il biondo mi sorride, mi da una pacca sulla spalla e allontanandosi se ne va.

-Harry-
"Salve."
Mi dice qualcuno mettendosi vicino a me. Mi giro di lato e vedo Robin.
"Cosa vuoi?"
Chiedo io seccato.
"Che tu venga al ballo con me."
"E perché dovrei?"
Chiedo io arrabbiato chiudendo l'armadietto.
"Perché sennò sputtanerò a tutti che la tua ragazza si tagliava."
Mi fermo. Con gli occhi sbarrati. 
"Come fai a saperlo?"
Robin fa un sorrisetto soddisfatto e dice:"Fatti miei. Allora vieni o vuoi che la tua ragazza si uccida?"
"Fanculo."
"Lo prendo come un si."
Afferma e se ne va via. Charlotte ne morirà ne lo sento.

-Charlotte-
Sono esausta, stamattina ho fatto la bellezza di tre verifiche e sicuramente saranno andare male. Dato che c'è un ora buca a scuola, decido di uscire per un'oretta, dato che qui è permesso e non so come mai. Faccio un giro in città, mi fermo davanti ad un parrucchiere, indugio un po', ci penso su, poi entro e mi lascio alle spalle tutto.

-Diana-
Siamo in auditorium, e stiamo aspettando Charlotte che non si è ancora fatta viva. Ad un tratto vedo avvicinarsi a noi una ragazza castana con i capelli lisci e corti fin sopra alle spalle. 
"Che cosa hai fatto?"
Chiede stupita Marley. Charlotte da ragazza con i capelli lunghi e mossi fino a metà schiena, e passata da ragazza con capelli corti e dritti come spaghetti. 
"Volevo farlo."
"Stai bene."
Dico io sorridendole.
"Grazie."
Dice lei abbracciandomi forte.

-Charlotte-
Io e le ragazze siamo dietro alle quinte ad aspettare che il prof ci dia il via per cantare. Marley, mi fissa incazza da un po'. 
"Okay, potete iniziare."
Cominciamo a cantare in coro. Poi esce Diana e fa la sua parte. Dopo va mia sorella, che mentre canta balla felice. Di nuovo la parte in coro. Esce Tamara, e fa movimenti sexy. Poi esco io e canto con tutto il fiato che ho nei polmoni. Noto Harry guardarmi felice, poi il suo sguardo diventa serio non appena grido:"No romance for me!"
Strana cosa. Finiamo e tutti applaudono. Eccetto Robin, che applaude sarcasticamente e Harry, che è rimasto a fissarmi un po' triste. Non sopporto vederlo così, mi giro e me ne vado via dietro alle quinte. 

-Zayn-
Sto per andarmene quando qualcuno mi ferma:"Zayn, puoi rimanere? Dobbiamo decidere la canzone da cantare."
Mi giro e vedo il ragazzo castano, quello a cui avevo lanciato una granita guardarmi.
"Va bene."
Dico io menefreghista. Scendiamo le scale e andiamo sul palco. Vedo Tamara dietro alle quinte che mi guarda. 
"Scusa un attimo."
"Si certo."
Dice il ragazzo sedendosi vicino a quello riccio.
"Ehi."
"Ehi."
Risponde lei facendo ciao con la mano. 
"Volevo chiederti una cosa."
"Mi dica."
"Da migliore amica quale sei, verresti al ballo con me."
"Certo migliore amico."
"Fantastico."
Rispondo baciandola. Lei mi sorride e se ne va. Io ritorno dai ragazzi e mi siedo in cerchio con loro.

Siamo stati tutti in silenzio per qualche minuto. Nessuno sapeva cosa dire. 
"Okay, la cosa sembra molto alcolisti anonimi."
Dice uno di loro.
"Beh, vediamo, mi chiamo Louis, e soffro di alcolismo acuto da qualche anno."
"Esiste l'alcolismo acuto?"
Chiede il biondino.
"Mah, e chi lo sa."
Risponde Louis facendo delle facce strane.
"Io ho una domanda per il giocatore di football qui."
Dice il ragazzo castano di prima.
"Allora io sono Liam, e voglio chiederti perché ci lanci le granite in faccia."
"Mh."
Dico io mentre penso ad una risposta. Sinceramente non lo so, il primo giorno di scuola mi avevano messo in mano una granita, e mi avevano detto di lanciarla contro a qualcuno. Da li in poi non riuscivo a smettere.
"Ehm, me lo imponevano."
"Mh."
Sussurra il riccio, che tiene sempre lo sguardo fisso a terra. 
"Lasciamo perdere dai."
Dice Louis.
"Allora che cosa si canta?"
Chiede lui, dando una spallata al suo amico. Questo alza lo sguardo da terra e spaesato dice:"Harry!"
"Si okay, a questo punto dico pure io il mio nome, Niall."
"Di cosa parlavamo?"
Chiede Harry spostando lo sguardo da tutte le parti.
"Decidevamo la canzone da cantare."
Dico io sbuffando. 
"Dato che nessuno di noi ha voglia di parlare della canzone da cantare parliamo di altro."
Afferma Liam. 
"Di cosa?"
Chiede Niall entusiasta. 
"Sapete suonare?"
"Io il piano."
"Io la chitarra e il piano."
"Io il triangolo."
"Ma questo non vale."
"E pur sempre uno strumento!"
Sento il biondino scoppiare a ridere. Oh, almeno le battute le so fare. 
"Ho voglia di mangiare."
Affermo io.
"Che ne dici di una granita?"
"Ha-ha-ha."
"Scusate okay non lo so nemmeno io perché me lo facevano fare!"
"Va bene va bene."
"Dai usciamo di qui."
Tutti ci alziamo da terra, e andiamo fuori dalla scuola. Ci fermiamo davanti ad una pizzeria e decidiamo di entrare.
"Perché tu te ne stai così zitto?"
Chiedo al riccio, che oltre al suo nome non ha ancora detto niente.
"Sono nel casino più totale."
"Beh benvenuto nel club degli incasinati."
Dice Louis dietro di noi.
"Perché dovresti essere incasinato?"
Chiedo il incuriosito.
"Penso che Charlotte mi abbia lasciato, e Robin mi ha ricattato."
"In che senso ti ha ricattato?"

-Harry-
Ovvio che non posso dire a questo qui come mai Robin mi ha ricattato. Così sospiro e dico che non potrebbe capire. I ragazzi ordinano cinque pizze e io per tutto il tempo fisso l'ignoto pensando a Charlotte, e a quanto fosse bella oggi con i capelli tagliati. Lei e sempre bella. Voglio andare da lei, dirle tutto, raccontarle di quello che mi ha detto Robin, e dirle che supererò tutto insieme a lei. Ma non ho il coraggio. "Bel addormentato la vuoi la pizza?"
Mi chiede Lou. Vedo il ragazzo biondo allungare una mano verso il mio cartone e cercare di afferrane un pezzo. Io gli do una sberla sulla mano e inizio a mangiare la pizza. Lui cupo torna sul suo cibo e io mangio proteggendo il mio.

-angolo autrice-
Mi odiate pecche ho fatto lasciare Harry e Charlotte?
Ale scusa se ho messo una canzone delle little mix ma dovevo solo per quella stracacchio di frase. Continuate a leggere e spero vi sia piaciuto il capitolo.

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Capitolo 36
*** SAME MISTAKE ***


CAPITOLO 36
SAME MISTAKE

-Marley-
Prendo i quaderni dall'armadietto e filo di corsa verso la classe di chimica. La puzza del prof. mi intasa le narici. Mi vado a sedere al mio solito posto, e vicino a me si viene a mettere Jake, che sbatte i quaderni sul banco. Non ha preso bene il fatto che io lo abbia scaricato. E come biasimarlo? Beh, d'altronde nemmeno lui si era comportato al meglio. Dato che si faceva con alte due ragazze mentre stava con me.
Uno stronzo a dirla tutta. Ma ovviamente quando lo avevo lasciato l'unica che si sentiva veramente in colpa ero io. 
"Mi passi il libro?"
Chiedo io indicando il manuale di chimica al lato del banco. Jake, si regge la testa con una mano appoggiata alla faccia e il gomito sul banco, e senza guardare fa scivolare il libro sul tavolo nella mia direzione. Cade dal tavolo. Così io roteo gli occhi al cielo e lo raccolgo da terra. Apro alla pagina che il prof ha detto di seguire e cerco per il resto della lezione di ignorare Jake. Ad un tratto entra dentro alla classe un ragazzo con una rosa, viene verso il mio banco e me la da in mano. Io lo ringrazio e lui se ne va via sorridendo. Vedo attaccato al gambo un biglietto. Lo sfilo dal nastro a cui è legato e lo apro. 'Ho solo occhi per te.' Leggo sopra di esso. Corrugo la fronte e faccio un'espressione interrogativa. Poi vedo Liam sullo stipite della porta che mi fissa. Io sorrido, lui non dice niente. Apre un foglio davanti a se e io leggo sopra:'Vieni al ballo con me? Non è una proposta e un obbligo.'
Io mi tappo la bocca per non far sentire al prof che sto ridendo. Liam felice se ne va e il prof inizia a schioccarmi le dita davanti alla faccia.
"Signorina Rose? Mi ha sentito?"
"Scusi prof scusi, può ripetere?"
"Mi farebbe il favore di seguire la lezione. Questa non è una proposta ma un obbligo."
Guardo sul mio banco, e tra le mie mani non c'è nessuna rosa. Possibile che io mi sia immaginata tutto?

-Harry-
Vago nei corridoi alla ricerca della palestra. Chissà perché mi perdo sempre. Ad un tratto vedo alcune cheerleeder appendere sui muri dei manifesti. 'Votate Robin e Harry per re e regina del ballo.'
Ne stacco uno da una parete e chiedo ad una di loro:"Cos'è sta roba?"
"Saremo re e reginetta che ti piaccia o no!"
Dice Robin alle mie spalle. Butto il foglio accartocciato a terra e me ne vado più in fretta che posso in palestra. 

"Fate quaranta flessioni luridi ammassi di acne e grasso."
Urla la coach Sylvester con il megafono. Non so a cosa le serva dato che siamo in una palestra e la voce rimbomba anche solo se si dice una cosa a bassa voce. 
"Non mi hai sentito signorina? Forza forza forza."
Grida nell'orecchio di un ragazzo riccio e sovrappeso. Che in questo momento sta piangendo come una bambina. 
"Hai per caso dei problemi? Rispondimi!"
"N-n-no."
"Allora alza quel culo da terra e fai venti giri di corsa!"
Vedo una ragazza dai capelli castani alzarsi da terra e iniziare a correre. Non mi ricordavo che Charlotte facesse la lezione con me. Mentre ero qui a pensare a che fatica facesse a correre venti giri la coach si è avvicinata a me.
"Tu! Ricciolino! Potrei farci gli spaghetti con i tuoi capelli. Sei forse stanco?"
"No signora!"
"Bene. Allora dieci giro di campo anche te forza!"
Urla come un'indemoniata. Mi alzo veloce e inizio a correre. Intanto gli altri studenti hanno iniziato a fare i saliti aprendo e chiudendo le gambe. Raggiungo Charlotte. Fa respiri veloci e affannati.
"Stai bene?"
"Si, non ti preoccupare."
La guardo triste.
"Davvero mi sento bene!"
Cerca di convincermi lei. Ma lo vedo che sta per svenire e che la mia vicinanza la fa star male. Così corro un po' più piano e non sto alla sua altezza. La voglio vedere di nuovo sorridere. 

-Niall-
Sono inginocchiato davanti all'armadietto di Diana da un po'. Poi vedo una chioma bionda spuntare da dietro l'angolo e alzando le braccia in modo romantico, non saprei come chiamarlo sennò, inizio:"Diana Colombi, vuoi venire al ballo con me."
Lei sorride, si mette una mano davanti alla bocca e inizia a ridacchiare felice:"Solo se mi prepari la cena."
"Potevi chiedermi qual cos'altro, sai e meglio per te se non mangi la roba che cucino io."
Diana è scoppiata a ridere.
"Però se vuoi sono un asso a fare il tè."
"Ti amo."
"Lo prendo come un:accidenti se ci vengo."
Mi alzo da terra e le dico:"ti amo anche io."

-Charlotte-
Blain posa il vassoio sul tavolo dove sono seduta e si viene a mettere davanti a me. Continuo a fissare Harry in lontananza. 
"Che schifo vero l'amore?"
"A te cos'è successo?"
"Ho mentito alla persona sbagliata. Mi sento uno schifo, per di più Kurt ha detto che non mi sopporta più e mi ha scaricato."
Dice lui guardando Louis.
"È tornato a New York?"
Blain fa cenno di si con la testa. Sospiro e poi dico:"Io non so nemmeno perché ho lasciato Harry."
"Io si."
Lo guardo sorpresa.
"Lo hai lasciato perché dopo che hai visto Robin addosso a lui, hai pensato che ti avrebbe lasciato e che ti avrebbe ferita."
"Si è come dici tu immagino."
Blain mi prende la mano e mi dice poi cerando di cambiare discorso:"Tu al ballo ci vieni con me!"
"Ma non voglio venire."
"Si invece, e il vestito te lo scelgo io."
"Si ma non voglio dei brillantini o cosa luccicanti."
"Solo tra i cappelli."
"No!"
Blain alza le mani in sego di scusa. 
"D'accordo. Vuoi sapere il tema?"
"Sentiamo."
"Anni 20, e si eleggerà al posto del re e della regina, il Gatsby e la Daisy del ballo."
Lo guardo con gli occhi spalancati.
"Oh dio che figata."
"Vero!? Appena usciamo andiamo a comprare il vestito."
"Basta che me lo offra tu!"
"Certo! Sennò che cavaliere sarei scusa?"
Io rido e un po' più felice ritorno sul mio cibo.

Siamo di nuovo in auditorium per vedere l'ultima performance e per sapere dal prof Shue e da Rachel chi ha vinto. Vedo i ragazzi posizionarsi uno di fianco all'altro. E Liam ad iniziare a cantare.
"Oh ,I saw a girl brought to life. 
She was warm , she came around and she was dignified. She showed me what it was to cry."
Poi Harry. Lo guardo, studio ogni angolo del suo viso, ogni piccola riga che gli viene ogni volta che apre la bocca per cantare, o quando chiude gli occhi.
"Nothing's fine I'm torn. I'm all out of faith this is how I feel I'm cold and I am shamed lying naked on the floor. 
Illusion never changed into something real I'm wide awake and I can see the perfect sky is torn. You're a little late and I'm already torn."
"I'm already torn..."
Canta Zayn come acuto. Sono in perfetta sincronia. Fanno venire i brividi per quanto siano perfette le loro voci. Tutti si alzano in piedi per applaudire. E il prof. e Rechel dicono:"Grandiosi!"
"Beh, non saprei che dire siete stati tutti fantastici."
"Io direi che non ci sono vincitori."
"Si concordo anche io."

"No!"
Dico io a Blain mentre mi indica un vestito viola pieno di 'diamanti' grandi come il mio pugno. 
"Chiedevo!"
Vado tra gli scaffali del negozio, navigo tra gli appendi abiti e poi lo trovo.
"Voglio provare questo!"
"Certo."
Dice la commessa scortandomi fino al camerino. Infilo il vestito e mi guardo e riguardo allo specchio. E un vestito lungo fino alle caviglie, rosso scuro, e con una scollatura profonda sulla schiena. È molto anni venti. Esco dal camerino per farmi vedere da Blain. Mi guarda con la bocca spalancata.
"Sembri Lana del Rey. Nel video di Young and Beautiful."
Arrossisco. Sa quanto mi piace quel video.
"Approvato."
"Grazie grazie grazie."
"Sei strafiga, e almeno ti distinguerai da tutte le altre che avranno vestiti con le frange corti fin sopra alle ginocchia."
Gli faccio un sorrisone e vado a rivestirmi. Paghiamo alla casa e felici torniamo a casa.

-Liam-
Mi appoggio alla porta di casa. Fisso le scale e mio fratello che si è buttato sul divano. Vado in cucina, e vedo mia mamma davanti al frigo. Appena lo chiude e mi guarda vedo che in faccia ha un livido violaceo.
"Cos'è successo?"
Chiedo io allarmato. 
"Oh, questo, niente sono andata contro una porta."
"Dimmi quello che vuoi ma non ci credo. Cos'è successo."
"Non sono affari tuoi!"
Tuona mio papà dietro di me.
"Come ti sei permesso?"
"Vedi di usare il tono giusto!"
Spingo mio papà all'indietro e lo faccio cadere.
"Vattene o chiamo la polizia!"
Mio padre si alza e andandosene sbatte la porta. 
"E per questo che lo hai fatto?"
Chiedo ad Harry serio.
"Ha fatto qualcosa anche a te."
Harry non parla mi fissa e basta, ha gli occhi lucidi. Io vado da lui e gli dico:"sono il tuo eroe ricordatelo, siamo io e te contro tutto, chiamami e io ti aiuto."





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Capitolo 37
*** TROUBLEMAKER ***


CAPITOLO 37
TROUBLEMAKER

-Marley-
Un'altra giornata di merda passata di merda. Metto lo zaino in spalla e mi avvio verso l'aula di astronomia. Ma una ragazza mi frena e dice:"Sei tu Marley Rose?"
"Ehm, si."
Dico io titubante. La ragazza mi fa cenno di seguirla e io faccio come mi ordina. Mi porta fino al bar della scuola. Vedo che sul pavimento ci sono dei petali di fiori che delimitano una strada. Davanti al bancone vedo Liam, con le braccia spalancate, che indossa una maglietta con su scritto:"Sarai la mia Daisy?"
Io mi faccio scappare un gridolino di gioia e con delle lacrime agli occhi dico:"Ovvio."
Mi butto su di lui e lo bacio, serra le braccia attorno a me e mi abbraccia forte. Adoro questo ragazzo.

-Charlotte-
Dal mio posto in aula canto scruto Robin che non fa altro che gridacchiare come una cornacchia. Flirta con Harry, e la cosa mi fa imbestialire. Mi tranquillizzo un po' non appena vedo la faccia che ha lui mentre parla con lei.
"Quella bastarda ieri ha tentato di saltare addosso a Niall, ha gli ormoni impazziti per caso?"
Mi chiede Diana sedendosi vicino a me. La ragazza si da da fare, prima tenta in tutti i modi di acchiappare Zayn, poi va da Harry, e nel frattempo ci prova pure con Niall? Proprio una donna di facili costumi sta qui. 
"Lasciatela perdere."
Dice ad un tratto Zayn che stava ascoltando la nostra conversazione.
"Ha avuto più ragazzi lei in una settimana che mia mamma in tutta la sua vita."
Mh...non saprei se prenderlo come un insulto a sua mamma o cosa.
"Come lo sai?"
Chiede Diana.
"Mi ha fregato alla grande ad inizio anno."
"Non so voi ma io voglio dedicare una canzone."
"Andiamo."
Dice sorrident Zayn. Ci alziamo tutti e tre dalle sedie e andiamo vicino al piano. E io all'orecchio del prof gli dico che vogliamo cantare tanto per tenerci in allenamento per il ballo. Lui annuisce entusiasta e fa partire la musica.
"You had me hooked again from the minute you sat down The way you bite your lip Got my head spinnin' around After a drink or two I was putty in your hands I don't know if I have the strength to stand."
Canta Diana chiudendo gli occhi e facendo uscire tutta la voce che ha in gola.
"Oh oh oh 
Trouble troublemaker yeah 
That's your middle name 
Oh oh oh 
I know you're no good but you're stuck in my brain And I wanna know 
Why does it feel so good but hurt so bad 
Oh oh oh 
My mind keeps saying Run as fast as you can I say I'm done but then you pull me back 
Oh oh oh 
I swear you're giving me a heart attack troublemaker."
Canto io muovendo il bacino a ritmo della musica. Come se fosse il mio corpo produrre il suono non appena lo scuoto. Zayn canta la parte rap di Flo rida, e nel frattempo io e Diana ci andiamo a mettere vicino a Robin,come per farle capire che la canzone l'abbiamo dedicata a lei.
"Yeah 
Typical middle name is Prada 
Fit you like a glove girl 
I'm sick of the drama 
You're a troublemaker 
But damn girl it's like I love the trouble 
And I can't even explain why."
E poi tutti e tre insieme cantiamo il ritornello. Alternando gli acuti. Finita la canzone Robin ci guarda seduta al suo posto con le braccia incrociate al petto, e con sguardo fulminatore. Uuh, che paura.

-Harry-
Quasi mi metto a ridere. Penso siano stati grandiosi a cantare quella canzone per Robin. Se lo merita. Mi giro verso di lei e la vedo con una faccia più incazzata che mai. Poi la vedo girarsi verso di me e baciarmi. Io la stacco da me. Mi giro verso Charlotte la quale mi guarda con una faccia sconvolta. Si passa una mano tra i capelli e esce dalla stanza. Cerco di rincorrerla, ma Robin mi blocca il braccio e mi trattiene dove sono. 
"Ricorda il nostro patto."
"Non lo è, lo faccio solo per lei!"
"Allora ricorda cosa stai facendo per lei."
Mi risiedo sulla sedia e fisso le mie mani incazzato. Stringono pugni e quasi mi faccio male con le unghie delle dita.

-Charlotte-
Corro nel corridoio. Vedo su una parete il manifesto dell'incoronazione di Robin e Harry, e lo strappo da lì. Piangendo mi accascio a terra, e con le braccia incrociate sulle ginocchia inizio a piangere. 
"Posso mettermi qui con te?"
Alzo la testa. E vedo Louis. Mi sposto di qualche centimetro per fargli capire che può sedersi vicino a me. Si siede e poggia la schiena contro gli armadietti. 
"Robin lo ricatta."
Mi asciugo una guancia. 
"Come lo ricatta?"
"So che c'entra con te. Lui lo fa solo per far si che lei non dica niente a nessuno su una cosa che hai fatto."
"Tu sai qual'e la cosa che ho fatto?"
"No, magari me lo vuoi dire tu."
Ci penso un po' su; cosa potrebbe sapere Robin su di me? Sgrano gli occhi.
"Scusa un secondo Lou, il cognome di Robin è Reed vero?"
Lui annuisce aggrottando la fronte. Mi metto una mano sulla faccia e poi mi giro verso di lui. 
"L'anno scorso era la mia vicina di banco in qualunque materia, ma non era un cheerleeder."
"Okay, questo potrebbe spiegare il perché tu abbia fatto la cosa che non mi hai ancora detto."
Mi ricorda lui. 
"L'anno scorso aveva l'acne e aveva un cespuglio di rovi al posto dei capelli. C'è una sola cosa che le ho confessato perché mi serviva un'amica in quel momento."
Mi guardo il polso e sospiro.
"Avevo tentato il suicidio."
"Cosa? Charlotte stai scherzando spero!"
Io lo guardo e faccio no con la testa.
"Un giorno in classe ero tornata con i tagli sul polso, e lei li ha visti così io le ho spiegato tutto. Non ricordo bene la sua reazione, ma mi ricordo che continuava a guardarmi malinconica."
"Dimmi almeno che non ci hai più provato."
"No."
Louis fa un respiro di sollievo.
"Solo non capisco cosa abbia contro di me. Non le ho mai fatto niente."
Lou alza le spalle e prendendomi la mano mi alza da terra con lui. 
"Bene adesso che abbiamo risolto l'enigma del faraone, vai a parlare con Harry." 
Strattono la mano dalla sua presa, ma non riesco a liberarmi molto facilmente.
"Lou ci parlerò stasera adesso devo andarmi a preparare per il ballo."
"Ci vai già con qualcuno?"
"Ci vado con Blain."
Storce la bocca.
"Inviterò Tina."
"Lou."
"Cosa?"
"Devi parlare con Blain."
"Io non ho niente da dirgli."
"Però lui si."
Mi guarda triste, gira sui tacchi e mi trascina fino all'aula canto. 

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Capitolo 38
*** SHE LOOK SO PERFECT ***


CAPITOLO 38
SHE LOOK SO PERFECT

-Charlotte-
"C'è Blain!"
Grida Marley dal piano terra. 
"Salite che mi serve una mano."
Loro di corsa salgono le scale e piombano in camera mia. 
"I capelli non so come acconciarli."
I due si guardano sorridono e si dicono:"Tu fai il trucco io penso ai capelli."
"Oh oh calma."
Dico io vedendoli piombarsi su di me. Mi prendono a braccetto, e mi scortano fino in bagno. Mi ficcano sotto la doccia e io grido:"Ma ho appena finito di farla!"
"Davvero? Puzzavi come uno scaricatore di porto!"
"Com'è gentile il mio cavaliere."
Mi rilavo i capelli e il corpo, esco dalla doccia con un turbante in testa e l'accappatoio che mi copre tutta.
"Bene facciamo prima i capelli."
Dice Blain prendendo il fon da una mensola che c'è nel mio bagno. 
"Avete la lacca?"
Chiede dubbioso a Marley, lei increspa le labbra e dice:"vado a comprarla."
"Ottima idea."
Blain inizia ad asciugarmi i capelli. Manco fossi dal parrucchiere. Aspettiamo qualche minuto prima che torni Marley, con due bombolette di lacca. Sono più che certa che questa sera allargheremo il buco dell'ozono.

"Ti piaci?"
Mi chiede entusiasta Blain continuando a fissarmi. Mi ha acconciato i capelli in modo che io sembri una signora degli anni venti. Ho i capelli mossi, e il mio ciuffo appena tagliato fa un'ondina in cima alla testa. Marley, mi ha messo sopra alle labbra un rossetto rosso opaco, e l'eye-liner un po' più spesso del solito.
"Tanto."
Rispondo io girandomi e rigirandomi davanti allo specchio. Sorrido a loro, e mi vado a mettere il vestito. Sembro proprio una ragazza di quegli anni, potrei anche dire di aver viaggiato nel tempo...stasera confonderò delle persone. Di scatto mi giro verso mia sorella e dico:"Adesso è il tuo turno!"
"Oh mamma."
Dice lei spaventata. La facciamo sedere davanti allo specchio che c'è in bagno e iniziamo a farle trucco e capelli. Blain le mette una fascia con dei brillantini e le lascia i capelli sciolti con tanti boccoli. Io le metto il rossetto rosa, non troppo appariscente, e le metto l'ombretto rosa pallido sulle palpebre. Marley si mette il vestito, e devo ammettere che è bellissima. Indossa un mono spalla oro chiaro, fatto di frange, corto fin sopra al ginocchio, con un fiore di lustrini, rosa, in cima alla spallina del vestito. La vedo mettersi i tacchi dello stesso colore del vestito, non sono molto alti, ma con quelli sembra alta quanto un grattacielo. 
"Siete strafighe."
Ammette Blain guardandoci, noi facciamo segno di stare zitto e dopo si va a vestire anche lui. È elegante come al solito, lacca e gel tra i capelli (chi più ne ha più ne metta) e abito nero con papillon oro, unica cosa che non avrei mai messo. Ma lui e Blain, e si veste così. 

-Tamara-
"Mamma!"
Chiamo da camera mia.
"Cosa c'è piccola?"
"Mi aiuti con il vestito?"
Vedo mia mamma piombare in camera mia. Mi sorride e poi mi aiuta ad alzare la zip dell'abito. Mi giro verso di lei e la ringrazio. Ho su un vestito di paiettes, oro e con dei triangoli che scendono dal petto neri; la parte sopra ricorda un po' quella di una canottiera, le spalline sono larghe; lungo fino a metà coscia, un po' aderente ma abbastanza largo da permettermi di ballare. Tra i capelli, una fascia nera con delle piume a sinistra tenute insieme da una spilla di diamanti neri. I capelli piastrati mi scendono fino ad arrivare sotto alle spalle.
"Sei fantastica."
Dice mai mamma con le lacrime agli occhi.

-Niall-
"Sei pronta?"
Grido io da dietro alla porta di camera sua.
"Un attimo!"
Sbuffo e mi appoggio alla parete davanti alla sua porta. Mi metto apposto la giacca nera e mi raddrizzo. Si apre la porta e la vedo con indosso un vestito corto fatto di frange argento sorretto da due spalline sottili. Com'è bella. Si gira di schiena e mi fa vedere che le spalline dietro si incrociano in vari modi. Ha una pettinatura complicata, tenuta ferma da un cerchietto di diamantini. 
"Sei perfetta."
Le dico io baciandola.
"Siamo perfetti."
Precisa lei attraendomi ancor di più a sé. 

-Harry-
Sento il cellulare vibrarmi nella tasca. Lo prendo e guardo che messaggio mi è arrivato. È Robin. Il messaggio dice:'Porta il tuo culo a casa mia, mia mamma deve vedere che ho un accompagnatore.'
Io le digito subito in risposta:'Arrivo Satana.'
'Fai presto.'
Risponde lei. Prendo le Chievo di casa e esco. Ma la voce di mio fratello mi ferma.
"Mi dai un passaggio a casa Rose?"
Io con lo sguardo a terra cerco di sorridere un qualche modo, e gli dico:"certo. Vieni."
Lui sorride e si lancia giù per le scale e sale in macchina di fretta. 

Lasciato mio fratello da Marley e Charlotte, mi sono diretto verso la casa di Satana. Suono il campanello e con una smorfia di disprezzo Robin apre la porta.
"Pensi davvero di venire con i capelli così?"
Mi tocco la mia chioma:"Cos'hanno di sbagliato i miei capelli?"
"Sono acconciati in modo sbagliato."
"Sono ricci non ci posso fare niente."
Mi tracima dentro casa, mi lascia in salotto e la vedo andare a prendere qualcosa in bagno. Apre il contenitore e mi mette del gel nei capelli. Mi vado a vedere allo specchio e vedo che mi ha fatto la riga in un l'aro e il mio splendido ciuffo fa un'onda sui capelli. Sembro mio cugino Marcel. 
"Stai scherzando spero!?"
"No! Adesso andiamo devo essere incoronata."
Sbuffo, roteo gli occhi al cielo, e dico a me stesso:'finirà presto vedrai.'

-Zayn-
Aspetto giù dalle scale Tamara. La vedo scendere come se fosse una ricca signora. Poi si ferma di scatto e fa una faccia strana, di disgusto penso.
"Scherzi vero?"
Dice lei scoppiando a ridere. Io mi guardo e non capisco cosa ci sia di ridicolo.
"Cosa c'è?"
Sta piangendo dal ridere.
"Hai messo davvero una giacca oro?"
Scoppio a ridere anche io.
"Voglio distinguermi!"
Scende le scale e mi abbraccia. Ridiamo tutti e due come degli idioti. 
"Non vedo l'ora che inizi il ballo."
"A chi lo dici principessa."
Lei mi sorride e mi bacia. 

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Capitolo 39
*** A LITTLE PARTY NEVER KILLED NOBODY ***


CAPITOLO 39
A LITTLE PARTY NEVER KILLED NOBODY

-Harry-
"Ma la palestra è ancora vuota, perché siamo qui?"
"Voglio diventare reginetta."
"Okay, ma perché siamo già qui?"
Chiedo io seccato sedendomi sul palco che hanno allestito per questa sera. La stanza e tutta decorsa d'oro argento e nero; sul soffitto, sono appese tante decorazioni scintillanti. Sul palco ci sono tre o quattro microfoni tutti stile anni venti, li avranno comprati ad un negozio vintage. Al posto della palla da discoteca che c'è ogni anno, hanno appeso una sottospecie di lampadario di cristalli. Sbuffo. Voglio che la serata finisca in fretta.
"Cosa stai facendo?"
Grido a Robin. 
"Sto cambiando i voti."
"Tu cosa?"
Non solo e stronza ma anche subdola e meschina.
"Già, dovrebbe vincere Kitty, ma farò si che vincerò io."
Appena ha fatto tutto viene vicino al palco e mi dice puntandomi un dito contro.
"Tu stasera stai solo con me, non t'azzardare ad avvicinarti a Charlotte. O sputano tutto."
"Troia."
Rispondo io. E vedo entrare le prime persone.

-Charlotte-
"Grazie a te siamo in ritardo!"
Mi dice Blain tenendo lo sguardo sulla strada. Non ho finito la cena abbastanza velocemente, e adesso anche se abbiamo sgarrato di cinque minuti Blain mi bombarda dicendo che siamo in colossale ritardo.
"Rilassati, mica sarà già arrivata tutta la scuola."
Scendiamo dalla macchina, e vedo il mio amico iniziare a correre con una femmina. Io vado a passo veloce perché con i tacchi, anche se sono alti cinque centimetri, non riesco a correre. Sento della musica da discoteca provenire dalla palestra. Apro la porta, e il bagliore che emanano le decorazioni quasi mi acceca. 
"I ain’t got time for you baby
Either you’re mine, or you’re not
Make up your mind sweet baby
Right here, right now’s all we got
A little party never killed nobody
So we gon’ dance until we drop, drop
A little party never killed nobody
Right here, right now’s all we got."
Vedo al centro del palco Robin che canta. Indossa un abito corto nero con le maniche lunghe a sbuffo, accompagnato da dei tacchi neri chilometrici. Vicino a lei Zayn inizia a cantare velocemente e quasi non si capiscono le parole che dice. Vedo la gente vestita quasi tutta in modo uguale, tranne per quelle quattro ragazze che hanno preso un vestito diverso perché probabilmente non sapevano il tema del ballo. Ragazzi e ragazze, in coppia da soli o meno ballano come degli indiavolati. Blain mi sorride entusiasta e mi trascina al centro della pista. Io tengo una mano sulla gonna del vestito, per paura che qualcuno possa pestarmelo o tirarmelo. Ad un tratto sento qualcuno picchiettarmi sulla spalla, mi giro e vedo Tamara che mi sorride felice. 
"Sei bellissima!"
Mi grida.
"Tu di più."
Le rispondo io gridando altrettanto forte. Sorridiamo e ci abbracciamo.
"Tra quanto incoronano il Gatsby e la Daisy del ballo? Devo cantare per il lento."
"Non saprei tra almeno tre canzoni. La prossima siamo io Diana e Blain."
Indica il mio accompagnatore, la quale si sta scatenando come non mai. Lo guardo spaventata. Tamara prende il polso di Blain e lo trascina via:"facci in bocca al lupo!"
"Certo!"
Rispondo io a Tamara mostrandole i pollici all'insù. E adesso che faccio, sto da sola fino a che non finiscono? Mi giro per andarmi a sedere, ma vedo due occhi vedi che mi scrutano. Decido di andare verso di loro. Mi fermo un'istante e poi gli sorrido. 
"Stai bene con questa pettinatura."
Dico io guardandolo con un finto sorrisetto. Harry si passa una mano tra i capelli e dice:"io mi detesto così."
Sorrido.
"Mi manchi."
Mi dice lui. Io lo guardo triste:"Harry io..."
Inizio la frase, ma non so come andare avanti. 
"Perché mi hai lasciato?"
"Pensavo mi avresti ferita, ma come vedi sono una stupida cogliona che lascia la sua felicità."
Harry mi prende una mano e mi porta non so dove. Arriviamo in aula di astrologia. Come l'altra volta mi mette sul tavolo al centro della stanza e prendendomi il viso tra le mani dice:"Ti amo. Non ti voglio lasciar andare, muoio ogni volta quando ti vedo triste."
Inizio a piangere. 
"Scusa."
"Ti odio."
"Non so cosa mi sia preso."
"Fanculo."
E ci baciamo. E strano il nostro rapporto, noi per dimostrarci il nostro affetto ci insultiamo. Harry mi mette una mano dietro alla schiena, il suo tocco mi fa venire dei brividi lungo la spina dorsale. Ha le mai ghiacciate, e io sembro un termosifone in confronto a lui. 
"Tu mi fai impazzire Charlotte Rose."
"E la mia specialità."
Dico a poca distanza dalle sue labbra, con le lacrime che mi scorrono ancora giù fino al collo.

-Louis-
Anche se non sono riuscito a trovare una ragazza al ballo, mi sto divertendo con alcuni ragazzi del glee, sto ballando insieme a Kitty, e ad Arti, che più che ballare sta muovendo le braccia dato che è sulla sedia a rotelle.
"I don’t know just how it happened,
I let down my guard…
Swore I’d never fall in love again but I fell hard."
Inizia a cantare Diana, la quale tiene una mano salda all'asta del microfono, e sposta lo sguardo da un angolo all'altro della palestra.
"Guess I should have seen it coming, caught me by surprise…
I wasn’t looking where I was going,
I fell into your eyes."
Non stacco gli occhi da Blain il quale mentre canta la strofa mi fissa. 
"I’m addicted to you, Hooked on your love, Like a powerful drug I can’t get enough of, Lost in your eyes, Drowning in blue Outta control,
What can I do?
I’m addicted to you!"
Fa Tamara cantando a squarcia gola. D'un tratto Blain scende dal palco e fa gli acuti, ripetendo quello che dice Tamara. Poi si ferma e lascia fare tutto a Diana, mi guarda e dice:"e se io non volessi lasciarti."
"Blain sono etero."
Blain si fionda su di me, mi bacia, e io non posso far altro se non serrargli le braccia attorno al corpo. Ci stacchiamo gli uni dagli altri. Io faccio una faccia strana lo guardo e dico:"Okay forse sono bisex."
Lo ribacio e questa volta con più foga.

-Tamara-
Non posso far altro che sorridere mentre canto 'Addicted to you'. Continuo. A fissare sorridente Zayn la quale mi guarda ridendo. Quanto lo amo. Solo ho paura di dirglielo. Mi giro verso Diana la quale ci sta mettendo anima e corpo per questa canzone. Rivoglio di nuovo lo sguardo verso Zayn e lo vedo con la faccia appiccicata a quella di Robin. No mi riesco a contenere così scendo dal palco e vado verso di loro, picchietto sulla spalla di Robin, appena si vira verso di me le do uno schiaffo sulla guancia. Lei si mette la mano sulla faccia, e mi guarda con espressione stupita. Guardo Zayn e lo guardo con disprezzo. 
"Puttana."
Dice lei buttandosi su di me. Mi fa cadere e ci azzuffiamo. Non so cosa stia facendo Zayn ma lo sento ridere. Poi qualcuno ci divide:"signore signore vi sembra il modo?"
Urla la coach Sylvester.
"Tu fuori sei bandita dal ballo." 
Dice  indicandomi la porta per uscire. Io mi metto apposto il vestito e con 'classe' esco dalla palestra.

-Charlotte-
Sono ancora seduta sul tavolo dell'aula di astronomia e non riesco a staccarmi da Harry. Mi sembra passata un'eternità da quando non sentivo il suo sapore. 
"Charlotte."
"Harry..."
"Robin mi ricatta."
Dice tra un bacio e l'altro.
"Lo so."
Gli rispondo io malinconica.
"Non sopporto più di fare il finto innamorato con lei."
"Più che innamorato sembri uno che sta con la prima vecchia milionaria."
"Il tuo modo di ragionare mi spaventa sempre."
Dice lui iniziando a ridere. Spalanco gli occhi di scatto. Harry lo nota e preoccupato mi chiede:"Cosa succede?"
"Cazzo, devo andare a cantare."
Io lo guardo seria e lui si mette a ridere. A volte mi fa incazzare. Nessuno mi prende mai sul serio. Odio quando mi incazzo e mia sorella ride. Forse sono io che ho una faccia troppo ridicola, ma è che cazzo.
"Ti fa ridere la cosa?"
Chiedo arrabbiata ad Harry. Lui si fa serio. Oh, adesso non ride più eh!?
"Cosa ti prende?"
Chiede lui turbato. Sbuffo. Ma cosa cazzo ti prende Charlotte, sei appena tornata con il tuo ragazzo e già trovi un modo di farti lasciare. Deglutisco e cerco di contenermi.
"No no scusa niente."
"Sicura?"
Faccio un respiro profondo e sorrido:"si, si, sicura."
Harry mi sorride e mi fa scendere dal tavolo, mi prende per una mano e ci dirigiamo in palestra.

-Liam-
"Bang, Bang, bang."
Sono le uniche cose che riesco a sentire in questa palestra. Alcuni ragazzi del glee stanno cantando quasi tutta la colonna sonora del grande Gatsby. E io non ne posso più. Fortuna che adesso incoronano il re e la regina del ballo così, potrò tornare a casa, perché ho sonno e non vedo l'ora di abbracciare il mio cuscino.

-Charlotte-
Poco prima di entrare in palestra vedo Tamara seduta per terra nel corridoio:"Vai avanti, non ci devono vedere insieme."
Dico ad Harry stampandogli un bacio sulla guancia. Lui sorride ed entra in palestra. Mi avvio verso Tamara e mi siedo vicino a lei.
"Cos'è successo?"
"Ho picchiato Robin."
"E per questo che ti ho sempre voluta bene."
Dico scherzando con lei. Sorride debolmente. Le metto una mano sul ginocchio e le dico:"adesso devo cantare dopo torno qui da te."
"Va bene io non mi muovo."
Mi rialzo da terra e guardandola rientro in palestra.

"Bene ragazzi. Adesso sapremo chi sono i vincitori."
Dice il preside Figghins al microfono, con il suo marcato accento indiano. Prende la prima busta e sorridendo la apre e poi dice:"Il Gatsby del ballo è....Harry Styles."
Tutti applaudono, anche io ma non tanto. Harry si fa avanti e prende l'anello che simboleggia il fatto che è diventato il Gatsby del ballo.
"Calmi calmi."
Dice il preside.
"Adesso vediamo chi è la Daisy..."
Prende l'altra busta, la apre e poi quasi gridandolo dice:"Robin Reed."
Robin fa una faccia 'stupita', falsa coma Giuda quella li, e contenta va vicino ad Harry e attorno ai capelli le mettono un copricapo fatto di perline nero. Mi si attorciglia un nodo alla gola, mi incammino verso il palco e mi metto davanti al microfono. Intanto loro due sono andati al centro della stanza per ballare. Inizio a cantare:"I’ve seen the world
Done it all, had my cake now
Diamonds, brilliant, and Bel-Air now
Hot summer nights mid July
When you and I were forever wild
The crazy days, the city lights
The way you’d play with me like a child."
Io ed Harry ci fissiamo negli occhi, in modo triste e malinconico.
"Will you still love me when I’m no longer young and beautiful
Will you still love me when I got nothing but my aching soul
I know you will, I know you will
I know that you will
Will you still love me when I’m no longer beautiful."
Vedo Harry sposterei da se Robin, lei cerca in tutti i modi di trattenerlo li al suo posto, ma lui si libera dalla sua presa. Sale sul palco, si passa una mano tra i capelli e se li spettina. Io lo fisso, non canto più le parole mi sono morte in gola. Mi prende per i fianchi e mi bacia.

-Tamara-
Sento dei passi arrivare vicino a me. Qualcuno mi si siede accanto. 
"Grazie Char di essere tornata."
"Spiacente lei è rimasta di là appiccicata al riccio."
"Vai via Zayn."
"Cosa ti è preso?"
Alzo la testa e lo guardo arrabbiata.
"Perché hai baciato Robin?"
"Prima cosa si è avvinghiata su di me è seconda io è te non stiamo insieme."
Deglutisco a malapena, siamo solo amici okay ma speravo fossimo qualcosa di più. 
"Tamara..."
"Cosa?"
"Devi solo dirlo..."
"Cosa?"
"Che ti piaccio."
Scoppio in una risata nervosa. Lui mi guarda serio. Smetto di ridere.
"Tu-non-mi-piaci."
"Ti devo portare in una fontana per fartelo dire?"
Gli do uno schiaffo sulla spalla.
"No Zayn tu non mi piaci io ti amo."
"Era ora."
Dice poi mi bacia, come mai mi ha baciata. 
 

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Capitolo 40
*** ENDLESS NIGHT ***


CAPITOLO 40
ENDLESS NIGHT 

-Charlotte-
Appena io ed Harry ci stacchiamo l'uno dall'altra notiamo gli sguardi inespressivi delle persone che sono nella palestra. Robin con uno sguardo minaccioso, e un sorriso malefico su di esso, sale sul palco. Prende il microfono e inizia a parlare:"Cari studenti, miei sudditi..."
Sorride.
"Voglio informarvi che qui stasera dobbiamo aiutare una povera persona."
Stende una mano nella mia direzione e poi dice:"Charlotte vieni qui dai, e raccontaci cosa ti ha spinta a tentare il suicidio."
Mi guardo attorno con il cuore che batte all'impazzata, colgo lo sguardo di Marley. La quale si è messa a piangere. 
"Marley."
Sussurro io in modo impercettibile.
"Sei una stronza."
Inizia Harry attaccando Robin in mia difesa. Inizio a singhiozzare. Tutte le persone nella stanza mi guardano, parlano all'orecchio della perone che le sta accanto, alcuni ridono, altri mi indicano, c'è chi mi guarda con sguardo triste e chi fa ipotesi sul perché avrei dovuto farlo. Harry mi prende per mano e mi trascina fuori dalla palestra. Usciamo dalla scuola, e saliamo nella sua macchina. Si toglie la giacca e me la mette sulle spalle.
"Oh cazzo oh cazzo oh cazzo."
Dico io piangendo e singhiozzando. Inizio a sudare mi passo una mano tra i capelli. E faccio respiri affannosi.
"Oh mi dio. Cosa ho fatto cosa ho fatto?"
Mi chiedo mettendomi una mano in faccia.
"Marley ne morirà, mia mamma impazzirà."
Dico gettandomi su Harry.
"Ti porto via da qui."
Dice lui iniziando ad ingranare la marcia e partendo nella notte.

Arriviamo in un hotel, grande e lussuoso. Non smetto di piangere e singhiozzare. Harry va al bancone della reception e prende la chiave di una stanza. Non faccio domande, piango, singhiozzo e basta. Mi prende per mano e mi trascina fino in ascensore. Chiuse le porte mi prende per i fianchi e mi avvicina a sé. 
"Charlotte calmati."
"Come posso?"
Dico io tirando su con il naso e piangendo ancora di più.
"Adesso ci rilassiamo e basta va bene dimenticati che tutto ciò è successo ci penseremo dopo."
Lo abbraccio. E piango sulla sua camicia bianca macchiandogliela. Le porte dell'ascensore si aprono e finiamo davanti ad un corridoio. Harry mi trascina lungo esso e finiamo davanti ad una porta con sopra il numero 607. Infila la chiave nella serratura e apre la porta. Ci troviamo in una stanza grande, con al centro di essa un letto matrimoniale con delle coperte rosse, un bagno più grande del normale, con vasca grande quanto una piscina,  e doccia. E una seconda stanza con divano e televisione. 
"Dai mettiti a dormire che sei stanca."
Dice lui portandomi vicino al letto. 
"No ti prego parliamo un po'"
Chiedo io in tono di supplica con ancora qualche lacrima che mi scorre lungo il viso. Harry sorride e si avvicina all'armadio e prende due magliette e un paio di pantaloni. Mi lancia una maglietta, una delle sue che è più grande di me. Ma come mai erano già qui queste cose? Harry come leggendomi nella mente dice:"Ho dormito qui quando ci siamo lasciati. Non so perché ma anche se ero già tornato a casa non volevo dormire sotto allo stesso tetto del mio patrigno."
Annuisco, non gli chiedo altro. Mi dirigo verso il bagno e li mi sfilo di dosso il mio abito, mi metto la maglietta dell'Hard Rock nera di Harry e torno in camera. Dove vi trovo il mio ragazzo già in pigiama. 
"Non oso immaginare cosa stia provando Marley in questo momento."
Inizio io. 
"Io invece posso."
Lo guardo triste:"Le si è crollato il mondo addosso come quando lo hai detto a me."
"Lo so ma è diverso, so per certo che dentro di lei ribolle anche la rabbia perché lo ha scoperto attraverso quella troia!"
Grido alludendo a Robin. 
"Sono una cogliona non servo a niente combino solo dei guai."
"Adesso smettila Charlotte!"
Grida Harry.
"Tu mi servi non è vero che non servi a nessuno! Pensa a tua madre e a tua sorella, a me, alle tue amiche, a Blain, e anche a Liam e a Lou."
Si avvicina a me e mi prende il volto tra le mani:"Tu sei importante per molti e non te ne accorgi. Ti prego non fare cazzate."
Lo bacio e ci stendiamo sul letto. Abbracciati. Io continuo a piangere per un po' e Harry mi culla accarezzandomi i capelli, è solo qualche istante prima che mi addormenti che sento da lui:"È da un po' che ci penso. Mi vuoi sposare Charlotte?"

-Harry-
Charlotte si è addormentata, proprio quando glielo stavo chiedendo, forse e meglio che non mi abbia sentito. Dopotutto abbiamo sedici e diciassette anni, e da pazzi sposarsi a quest'età. Vedo il cellulare illuminarsi, è Lou.
'Haz dove sei?'
'All'hotel Season.'

'Arriviamo!'
Risponde lui in messaggio dopo un po'. Arriviamo? Lui e chi? 

-Louis-
Parcheggio davanti all'entrata dell'hotel e scendo dall'auto.
"Cosa le è salato in testa?"
Grida Blain sbattendo la portiera. Roteo gli occhi al cielo.
"Per l'amor di dio calmati."
A passo veloce Blain entra in hotel. Una ragazza bionda mi passa accanto e io non posso far altro che girarmi ad ammirare il bel panorama. 
"Non ci provare neanche."
Dice furioso Blain guardandomi con sguardo fulminatore.
"Ma sono bisex!"
Dico io in giustifica.
"Si ma non sei un mormone che ha più di una donna o un uomo."
Ci penso un po' su e poi dico:"magari sono un mormone bisex."
Blain mi da uno schiaffo sul retro del collo, e non posso fare a meno di gridare un 'ahai'. Ci incamminiamo verso l'ascensore e premo il tasto del sesto piano.
"Ha detto che sono alla 607."
Arrivati al piano cerchiamo nei corridoi la camera appena vi arrivo davanti esclamo un 'alleluja'. Busso alla porta e viene Harry ad aprire con una sigaretta in mano. 
"Mettila via ho di meglio."
"In orario come al solito."
Dice lui sarcastico. Ci fa entrare e Blain si fionda su Charlotte svegliandola facendo baccano.

-Charlotte- 
"Perché? Perché lo hai fatto e perché non sei venuta da me o da tua sorella a confidarti?"
Blain continua a ripetere le stesse parole da mezz'ora. Io sto muta a fissare il materasso piangente. 
"Dai calmati Blain."
Dice Harry facendo un'altro tiro con la sigaretta. Io fisso al sua mano che la tiene stratta tra le dita, una voglia di provare mi pervade, così mi lazo dal letto e vado verso di lui, gliela stacco dalla mano e aspiro. Tossisco per i primi minuti. 
"Charlotte che hai fatto?"
"Ho provato una sigaretta."
"Ehm..."
Inizia Louis, senza aggiungere nient'altro però.
"Quella..."
Continua lui indicando l'involucro bianco che ho tra le mani, d'aspetto e diversa da come la vedo di solito, sembra fatta sul momento e non da della complicate macchine.
"Questa?"
Chiedo io impaziente.
"Quella potrebbe darsi non sia una sigaretta."
Lo guardo sbalordita. Harry si mette a ridere come un deficiente. Cosa che fa subito Louis. 
"Cosa ho aspirati allora?"
"Ehm...erba."
Dice lui ormai piangendo dalle risate.  Okay calma Charlotte, non mi sembri tanto andata. Per ragionare ragioni. 
"Ti voglio bene."
Mi dice Harry abbracciandomi. Io gli do delle pacche sulla schiena e sto zitta. Mi libero dalla sua presa e vado da Blain. Lo prendo per un polso e lo trascino in bagno. Chiudo la porta e dico:"Cosa facciamo adesso?"
"Che ne so non ho mai fumato erba!"
"Sono strafatti quei due li!"
"Tu ti sento bene?"
"Si adesso ho il pieno controllo di me."
Inizio a ridere. 
"Cosa c'è di divertente?"
Mi butto a terra:"no niente e che, cicciottino."
Dico io prendendolo per una gamba. 
"Sei andata anche tu."
"No! Ho fame."
"Vado a prendere da mangiare, tu non ti muovere dal bagno."
Annuisco ridendo. 
"Sto qui!"
Dico io serrando le braccia attorno al bidè. Non riesco a smettere di ridere, anche se nella mia mente mi ripeto che c'è da essere seri. Non le do ascolto. Sento dei tonfi. Spaventata mi metto nella vasca.
"Chi è?"
Chiedo io senza riuscire a soffocare una risata.
"Sono il tuo amore! Harry."
Sento da dietro la porta, la persona che dice ciò marca molto l'H di Harry dicendo il nome. In bagno entra Louis che continua a ridere.
"Tu non sei Harry!"
"Si invece! Guardami metto le bandane tra i capelli!"
Prende una sciarpa, e se la mette attorno alla testa. 
"Uuuuh."
Fa lui facendo dei gesti strani con le mani. Rido come una pazza, in modo nervoso, e piango anche. Poi mi blocco e seria dico:"dov'è Harry?"
Esco dalla vasca. In punta di piedi vado nella stanza da letto. E ti trovo Harry, steso su un fianco che si sorregge la testa con la mano a pugno.
"Jack dipingimi come una donna francese."
Dice cercando di fare una voce femminile. Rido. Blain entra di nuovo nella camera, con una torta al cioccolato chiusa in un'elegante confezione. 
"Dove l'hai presa?"
Dico io guardandola sognante.
"Sai pagando..."
Mi fiondo sulla torta e inizio a mangiarla.
"Ehi lasciala anche a me!"
Grida Harry.
"No no e tutta mia!"
Esclamò io mangiandone ancora di più. Blain di all'antica da noi, va in bagno e quando torna dice:"Uno si è addormentato, sarà una lunga notte questa."

-Diana-
Poggio la schiena contro la porta della camera e lo guardo.
"Allora andiamo."
Dice lui con un sorrisone in viso. Apro la porta numero 264 e sguscio dentro la camera. Lo prendo per il colletto e lo trascino dentro con me, iniziamo a baciarci, lentamente gli sbottonò la camicia. 
"Diana, sono pronto, ma possiamo andare un  po' più piano?"
Mi stacco da lui.
"Va bene inizia tu."
Lui mi mette una mano sulla spalla e impacciatamente mi sfila la spallina del vestito dalle braccia. Mi guardo un po' attorno inespressiva. Mi metto le mani dietro alla schiena e slaccio la cerniera dell'abito. Lo sfilo di dosso e rimango in biancheria. Mi avvicino a lui, e gli tolgo la giacca, inizia a baciarmi, lentamente, ma con passione. Senza guardare inizio a slacciargli la camicia. Lui si slaccia la patta dei pantaloni. Mi tolgo le scarpe e poi mi vado a stendere sul letto, mi metto sopra le coperte e sotto di esse mi sfilo le uniche cose che mi erano rimaste ancora addosso. Si toglie anche lui le ultime cose che aveva e levando le coperte di dosso si stende sopra di me.

-Harry-
Io e Charlotte, siamo steso sul letto ad ammirare il soffitto. Charlotte lo indica e dice:"guarda il mare!"
"Ma cosa dici? Si vede che è il dorso di un elefante."
"E come fai a spade com'è il dorso di un elefante?"
"Non lo so ma deve essere così."
Qualcuno bussa alla porta.
"Cazzo!"
Esclamo io. 
"Cosa facciamo io sono ancora fatto!"
"Dov'è Blain?"
Chiede Charlotte girandosi da una parte all'altra della stanza.
"A niente, vai tu."
"Perché io?"
"Sei la meno fatta!"
"Va bene. Ma ti shhh eh!?"
Dice ridendo. Barcolla fino alla porta, forse non è stata una buona idea mandare lei, e quando la apre le sento dire, cercando di imitare una voce maschile, il perché non lo so ma lascio perdere:"cosa le serve?"
"Charlotte ma sono Liam non mi riconosci?"
"Ah già."
Charlotte si mette a ridere. 
"Non è come credi!"
Grido io precipitando mi verso la porta. Liam chiude la chiude subito. E dice:"Cazzo hai fatto?"
 
-angolo autrice-
ciao a tutte quelle che leggono, so he ci siete anche 
se non recensite, volevo dirvi che non aggiornerò adesso
ogni giorno perché devo andare avanti a scrivere.
perciò aggiornerò ogni vola che finito un capitolo.
Baci Luna

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Capitolo 41
*** FIRMIDABLE ***


CAPITOLO 41
FORMIDABLE

-Liam-
Guardo stupito e incazzato mio fratello, il quale quasi scoppia in una fragrante risata. Sposto lo sguardo su Charlotte, che fissa il soffitto con gli occhi sgranati e la bocca spalancata. L'afferro per un braccio e la porto nella stanza con la televisione. Sento Harry da dietro gridare:"Non fottermi la ragazza!"
E poi si mette a ridere e si stende sul pavimento. Chiudo la porta e la guardo dritto negli occhi.
"So che non sei fatta."
"Come fai a saperlo?"
Mi chiede lei diventando seria.
"Non hai gli occhi rossi."
Incrocia le braccia al petto e rotea gli occhi verso il soffitto. 
"Senti volevo divertirmi dopo la bellissima notizia che ha dato Robin su di me."
"Ma sai quanto sia preoccupata tua sorella?"
"Si lo so!"
"Potevi parlargliene!"
"No okay, non mi avrebbe capito, e poi non c'era motivo di farlo."
"Si invece!"
"No Liam, non potevo semplicemente passare così per caso da lei e dirle:'oh sai ho appena tentato di togliermi la vita, ma niente di che sai, non ce l'ho fatta!'"
La guardo deluso da lei. Non capisce davvero quanto Marley sia distrutta da questa notizia. Esco dalla stanza, e vedo Harry che si è addormentato sul letto. Poi sento dei rumori provenire dal bagno e vado a vedere che succede. Apro la porta e vedo Blain accasciato a terra con Louis che sta più che male. 
"Non sei fatto vero?"
Chiedo perplesso a Blain. Lui scuote la testa. Louis alza una mano e mi indica poi dice ridacchiando:"lui e mio amico!"
"Si si hai ragione Lou."
Dice Blain sorreggendogli la testa. "Non sento le gambe."
Dice Louis battendosi la mano sulle cosce. Tenta di alzarsi ma cade e ridendo fa:"Ooooooh."
Lo aiuto ad alzarlo da terra:"Lui lo portiamo in ospedale."
"I miei non devono sapere nulla di tutto ciò."
Dice Louis sempre in tono scherzoso.
"Tu!"
Dico io indicando Charlotte che è entrata in bagno.
"Cura Harry, lui lo portiamo al pronto soccorso."
Lei annuisce e basta, io e il moro sorreggiamo Lou e lo portiamo fuori da qui.

-Diana-
Esco dalla stanza, Niall si è addormentato, che tenero, devo prendere una boccata d'aria e nei corridoi c'è sempre un po' di corrente. Vedo la porta dell'ascensore aprirsi. E noto dei ciuffi castani uscire da li. Vedo Louis che inizia a correre a destra e a manca per il corridoio. Subito dietro di lui spuntano Liam e Blain. Che lo rincorrono. 
"Ehi ma che succede?"
Chiedo io bloccando Louis. Si mette a ridere:"Tu non mi possiedi!"
E poi ricomincia a correre. Mi giro per vedere dietro di me Louis che se ne va via correndo in modo molto strano. Liam, che respira affannosamente per la troppa corsa, si ferma davanti a me.
"Diana, mi fai un favore?"
"Certo dimmi pure."
"Dopo puoi andare di sopra e controllare Charlotte e Harry?"
"Non sapevo foste tutti qui. Senti ma che succede a Louis?"
"Ehm...si è fumato una canna con Harry e Charlotte era anche lei un po' sotto il loro stesso effetto."
Lo guardo incredula, come se mi avesse appena raccontato qualcosa di impossibile o improbabile.
"Ma va!"
"Diana pensi che io stia scherzando?"
Come in sincronia dopo la domanda di Liam, perte la risata di Louis che invade il corridoio. Vediamo Blain riportarlo li vicino a noi. 
"Stanza 607."
Dice Liam prima di entrare nell'ascensore. Poi i tre spariscono dietro alle porte argentee. Mi massaggio le tempie e ritorno in camera. Sveglio Niall e gli dico tutto. Ci rilassiamo un po' e poi decidiamo di andare da Charlotte e Harry.

-Charlotte-
Sto in piedi appoggiata al muro della camera con le braccia conserte a studiare una ciocca dei miei capelli. Vedo d'un tratto Harry iniziare a muoversi e a mugolare. Si stiracchia e a fatica si mette seduto sul materasso; si strofina la faccia con una mano e sbadigliando mi saluta. Sono le 2.30 di notte e io non ho per niente voglia di dormire. 
"Aah..."
Fa lui stirandosi la schiena alzando le braccia. 
"Che belle esperienze che ti faccio provare."
Mi guardo un po' attorno, che esperienze?
"Quelle dell'alcool e delle canne."
Continua lui. Ma che sto qui mi legge nella mente? Si avvicina a me. Mi prende per i fianchi. Inizia a sfilarmi la maglietta:"questa e mia."
Dice lui come scusa per togliermela. Mi lascia in biancheria. Sorrido, e anche io inizio a giocare al suo stesso gioco:"sai...non ti donano questi pantaloni, vediamo come stai senza."
Inizia a baciarmi e io schiudo le labbra e lascio che le nostre lingue si intreccino. Mi porta a letto serrando le mie gambe attorno al suo bacino. Gli sfilo le mutande e lui fa lo stesso con le mie. Ma di scatto sentiamo la porta aprirsi e ci giriamo spaventati. Arriva subito un grido femminile e vedo dei capelli biondi correre via. Merda!
"Oh mio dio!"
Grida Harry. 
"Non è possibile, finalmente dopo dei giorni senza te riusciamo a fare l'amore e l'italiana ci interrompe."
Rido della sua reazione. Mi rinfilo mutande e maglietta e mi metto pure i pantaloni del pigiama di Harry. Sembro una che è dimagrita dei chili e che rindossa i suoi vecchi abiti. Esco dalla camera, ma prima di andare nel corridoio lancio un'occhiata ad Harry e gli dico:"Ti amo, e dopo riprendiamo il discorso."
"Come potrei non amarti?"

-Diana-
Sono rannicchiata per terra con le ginocchia al petto e la testa china. 
"Dai D non è successo nulla."
Dice Charlotte sedendosi vicino a me.
"Scusa."
"Fa niente. Solo..."
Inizia lei interrompendosi, io alzo la testa e la guardo.
"Spero non ti sia scandalizzata."
Le do un pugno sulla spalla e rido.
"Ho bussato ma nessuno rispondeva."
"Davvero? Io non ho sentito nulla."
Mi metto le mani sulla faccia:"oh dio chissà quanto mi odierà Harry."
"Ma va la, magari preparagli qualcosa da mangiare, secondo me ti perdona subito."
Iniziamo a ridere, poi accenno al fatto che ho passato la notte con Niall, e così io e Charlotte decidiamo di andare tutti in un'unica camera per parlare un po'.

-Harry-
Io e Charlotte siamo nell'ascensore e stiamo scendendo al piano cinque. Per andare nella camera della interruttrice di sesso e del suo amichetto. 
"Ma dai, non sarai arrabbiato?"
Chiede Charlotte scherzosa, mi guarda con un sorrisetto stampato sulle slabbra e un sopracciglio inarcato verso l'altro. 
"Mh."
Rispondo io. Charlotte mi prende per i capelli e inizia a baciarmi, poi mi sussurra all'orecchio:"che ne dici di bloccare l'ascensore?"
Deglutisco a malapena:"certo."
Rispondo io cercando subito l'interruttore dell'ascensore. Ma Charlotte si  mette a ridere e guardandomi negli occhi dice:"ma ti pare? Piuttosto dopo in camera."
L'ascensore si apre e Charlotte esce ridendo come una pazza.
"Stronza."
Sussurro tra me e me. Prendo la rincorsa e afferrandola per la vita la metto peso su una mia spalla. 
"Lasciami."
Dice lei muovendo i piedi. La parte della testa fino al busto e girata verso la mia schiena, mentre io con un braccio tengo ferme le gambe sulla spalla. Le do uno schiaffo sul sedere e poi dico:"sei mia!"
"Lasciami!"
Continua lei battendo i pugni sulla mia schiena, ma non ha ancora capito che non mi fa nulla anche se continua così.

Passiamo la notte a parlare del più e del meno, io è Niall facciamo qualche battuta, mentre Diana ci impiega dei secoli ad elaborare cosa abbiamo detto; quando invece Charlotte ride come una cretina ancora prima che inizi a dire la battuta. Arrivati alle 4.45 di notte io e Charlotte torniamo in camera. E riprendiamo il discorso che è stato interrotto dalla biondina.
"Ti amo."
Ripete Charlotte tra un sospiro e l'altro. Io le bacio il suo perfetto corpo e tra uno schiocco di labbra e l'altro le dico:"io anche di più."
 



-angolo autrice-
yey, tutti fatti! Okay sono strana lo so,
però visto? Non ci ho messo molto a scriverlo e a 
pubblicarlo. Va beh spero vi sia piaciuto e che vi
siate divertite a leggerlo.

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Capitolo 42
*** SALUTE ***


CAPITOLO 42
SALUTE

-Tamara-
Faccio un respiro profondo e faccio movimenti di streaking per stiracchiarmi. Metto le mani sul cuscino e di peso mi alzo il busto per guardarmi attorno. Anche se c'è un po' di buio riesco a distinguere i vari oggetti che sono in camera mia. Mi alzo dal letto. Raggiungo il bagno. Che schifo. Fisso la mia immagine nello specchio, ieri mi sono dimenticata di struccarmi e ho tutto il mascara nero colato giù per le guance. Mi strofino via quella sottospecie di inchiostro nero e esco dalla stanza. Scendo le scale.
"Tamara."
Sento mio papà chiamarmi.
"Ti voglio fuori da qui."
Dice sempre quest'ultimo.
"Cosa?"
Dico io incredula. Lo vedo arrivare dalla sala con un foglio bianco in mano. 
"Perché ci è arrivata una lettera da una clinica che dice che hai compiuto un aborto?"
Divento pallida in viso. Sono una vera e propria cogliona. Non avrei dovuto dare il mio indirizzo. Inizio a piangere.
"Sai quanto ci costa?"
Alzo lo sguardo incredula.
"Cosa?"
"Mi hai sentito benissimo."
"No nel senso, cosa? Ti importa solo del fatto che tu possa aver speso molto?"
Papà si fa più serio, e abbassa il foglio che poco prima mi stava sventolando davanti agli occhi. 
"Non ti interessa il fatto che potevo avere un figlio a sedici anni? No ovvio i soldi sono più importanti di una vita."
"Tam..."
"No! Me ne vado da sola. Così non dovrai spendere più soldi per una bocca da sfamare perché ovviamente sono solo questo."
Ritorno in camera e improvviso delle valigie. Dentro ci butto libri vestiti cose a me necessarie; e appena ho tutto vado via di casa senza farmi bloccare da qualcuno. Entro in macchina e faccio qualche isolato prima di fermarmi. Accosto vicino ad una casa che ho già visto, e che ha l'aria famigliare. Incrocio le braccia sul volante e ci appoggio sopra la testa. Inizio a piangere come una neonata, inizio ad urlare e a sbraitare. Finché qualcuno non picchietta sul finestrino e io mi fermo per un istante. 
"Principessa?"

-Harry-
Mi muovo a scatti scompigliando le coperte. Allungo una mano per accarezzare Charlotte, ma lei non c'è. Mi alzo di colpo. Vado in bagno ma li non c'è guardo in corridoio ma non vedo nessuno.
"Cosa cerchi?"
Dice una voce proveniente dalla sala con la tv. 
"Fanculo."
"Mmh come mi piacciono i tuoi tono dolci e soavi di prima mattina."
Vado verso la sala e vedo Charlotte seduta sul divano intenta a disegnare. 
"Dove hai preso quel blocco?"
Chiedo io perplesso.
"Sono le 11.00"
"Bene, ma dove lo hai preso?"
Sbuffa.
"Mi sono svegliata due ore fa, ti ho lasciato dormire e mentre dormivi sono andata a prendere la colazione e ho fatto anche un salto in una cartoleria e ho comprato il blocco la matita e la gomma."
"Oooh."
Faccio io. Charlotte indica dietro di lei un tavolo, che non avevo ancora notato, e dice:"li c'è la colazione."
Mi fiondo sul cibo e inizio a mangiare. Charlotte si gira verso la mia direzione e continua a disegnare.
"Che disegni?"
Chiedo io curioso. 
"Appena ho finto te lo faccio vedere."
"Come sei gentile."
"Lo so, modestamente."
Risponde lei scostandomi una ciocca di capelli dietro alla schiena. Mente inizio ad addentare una fetta di toast un lampo mi trapassa la testa. 
"Oh mio dio ma abbiamo saltato scuola."
Vado in camera e inizio a vestirmi.
"Cosa fai li impalata? Muoviti."
Charlotte mi fissa stupita.
"Harry?"
"Charlotte?"
"Prima di tutto oggi è sabato e secondo non ti ricordi che siamo entrati nelle vacanze di natale?"
Inizia lei ridendo. Mi metto una mano sulla fronte e mi ripeto mentalmente 'deficiente'. Charlotte si alza dal divano e porta con se il blocco da disegno me lo porge e guardo cosa c'è sopra. Un mio ritratto. La guardo, lei mi sorride. Cazzo, e perfetto. Non c'è un solo centimetro che non sia vero.
"Ma come cavolo hai fatto?"
Charlotte alza le spalle e sospira:"talento naturale."
"E bellissimo."
"Si però adesso non fare il narcisista."
"Scema."

-Marley-
Sento il cellulare squillare, lo afferro subito e frettolosa rispondo:"Pronto?"
"Marley!"
"Liam!"
"Come va li? Sta bene Louis?"
"Si adesso sta meglio, non lo abbiamo portato all'ospedale però gli abbiamo fatto fare un giro e si è calmato."
"Bene, bene."
"Tu invece?"
"Non ho chiuso occhio, devo parlare con Charlotte."
Cade il silenzio.
"Liam?"
"Si si sono ancora qui scusa."
Sospiro. 
"Però non devi sgridarla ne metterle pressione."
"Ha tentato il suicidio Liam!"
"Lo so ma e ancora qui no!?"
Inizio a piangere, so che Liam lo sente anche se non mi vede, ma non m'importa.
"Senti Marley, lo so che non è una cosa che si prende alla leggera, ma non penso ci proverà più, adesso ha noi, e l'aiuteremo."
Annuisco, poi mi ricordo che sono al cellulare e dico:"va bene."
"Ti amo."
Mi blocco. Non ero ancora pronta a sentire tutto ciò:"ehm, ti voglio bene Liam grazie."
Chiudo la chiamata. O cristo mio Gesù santo. No no non puoi dirmelo adesso. Non adesso.

-Diana-
Io e Niall ci siamo svegliati abbastanza presto, così abbiamo fatto colazione giù al piano terra e abbiamo fatto finta di essere stranieri, ruolo che mi risultava benissimo dato che io effettivamente lo sono. Niall invece non era molto credibile, ripeteva in continuazione le stesse parole:'pizza, pasta, grazie mille e mandolino' dette ance nel suo migliore accento americano. Perciò non siamo riusciti a fregare molta gente. Adesso siamo di nuovo in camera a parlare e a fare battute stupide. 
"Oh dio."
"Cosa?"
Chiede lui allarmato.
"Oggi è il 20 dicembre?"
"Già."
Risponde lui non capendo ancora cosa voglio comunicargli.
"Cazzo. Devo andare a prendere i miei genitori."
"I tuoi genitori vengono qui?"
"Noo, vengono solo in aeroporto e poi tornano a Torino."
"Gné gné."
Gli faccio la linguaccia. 
"Devo tornare dalla signora Black che così vado insieme a lei a prenderli."
Niall annuisce:"allora inizia a prepararti stracciona."
"Come ti amo quando cerchi di fare il duro, tanto rimani sempre tenero."
"Gné gné."
"Aw che amore."

-Louis-
"Scusa."
"Cazzo Lou non sai che notte di merda mi hai fatto passare."
"Scusa."
Continuo a ripetere io a Blain.
"Avresti dovuto saperlo che stare con me comportava dei rischi."
"No Lou, lo hai fatto solo per farmi incazzare, so come sei, e di sicuro quella era la prima vola per te."
"Blain tu non sai nulla di me, fino a poco tempo fa ero solo un tuo ripiego, dato che avevi un altro ragazzo."
"Adesso però sto con te."
"No stai con me soltanto perché non vuoi stare solo."
"Louis smettila."
Mi alzo dal letto, adesso ne ho abbastanza di tutto ciò. Esco dalla porta e prima di andare e gli dico:"Fanculo, io torno al mio essere etero dato che si sta meglio."
"Non lo puoi scegliere."
"Si dato che mi attraggono le donne."
"Io non ti attraggo?"
Mi chiede lui sconsolato.
"Solo tu, tutti gli altri uomini li trovo disgustosi."
"Questo non è essere etero."
"Allora cos'è saputello?"
Si alza e arriva davanti a me:"e amore."
"No Blain, e infatuazione, io non sono innamorato di te e tu non lo sei di me, so per certo che tu sei innamorato di Kurt."
Blain sospira e sposta gli occhi a terra:"cazzo se hai ragione."
"Addio Blain."
"Addio Lou."
Ci salutiamo un ultima volta con un sorriso e io soddisfatto me ne vado via.

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Capitolo 43
*** ALIVE ***


CAPITOLO 43
ALIVE

-Diana-
"Sei stato carino a venire."
Dico rivolgendomi a Niall, la quale fissa l'uscita dell'atterraggio, tenendo saldo tra le mani il cartellone con su scritto 'Colombi'. La signora Black è impaziente di conoscere i miei genitori, ma per tutto il tempo non ha fatto altro che fissare il mio ragazzo. Ad un tratto dalla porta dell'uscita escono due persone a me famigliari. Delle lacrime mi scorrono giù per le guance, mi mancavano. Un uomo con i capelli grigi e riccioli viene verso di me con le braccia spalancate. Si mette apposto gli occhiali sul naso e mi bacia le guance:"Ciao piccola."
Oh dio quanto mi mancava parlare italiano. Lo abbraccio forte poi una donna dai capelli biondi mi scosta da lui e mi stritola tra le sue braccia:"oh cicciona mi sei mancata."
Mi guarda in faccia e poi il suo viso si fa serio:"non ti sei portata a dietro gli occhiali."
"Cosa?"
Chiedo io spaventata.
"Eccoli te li ho portati!"
Dice mia mamma mettendo i miei occhiali neri sul naso.
"Oh mio dio."
Sospiro io incredula di quello che ha fatto. Sento Niall soffocare una risata dietro di me. La signora Black gli da un piccolo schiaffo sulla nuca e ricomincia a sorridere.
"Loro sono i miei genitori Helen."
Dico con l'inglese migliore che tiro fuori. Sposto lo sguardo sui miei e poi dico in italiano:"mamma papà loro sono la signora Black e Niall, il mio ragfafs."
"Chi è lui scusa?"
"Il mio ragfafs."
"Diana!"
Storco la bocca e dico con parole chiare:"il mi ragazzo."
Sorridono e stringono la mano a tutt'e due.
"Quanto sono felice di conoscervi!"
Dice la signora Black stringendogli la mano.
"Ehm."
Inizia papà rivolgendosi a me, giusto non capiscono l'inglese.
"E felice di conoscervi."
Dico io scandendo le parole.
"Ah."
Fa mia mamma con una faccia strana. Batto le mani e poi dico sia in inglese che in italiano:"Bene andiamo!"
Tutti mi seguono, mi sento a disagio. Mi fermo e faccio segno a Niall di venire affianco a me. Mi guarda spaesato e mi raggiunge. 
"Che succede?"
"Non voglio stare da sola qui davanti."
"Comunque stai bene con gli occhiali."
Ride. Gli prendo la mano e gli sorrido. Poi noto lo sguardo fulminatore di mio padre rivolto a Niall e subito lo allontano. Ecco perché non volevo rivederlo così presto.

-Tamara-
Piango da più di un'ora e contino a fissare il soffitto. Mentre piangevo e mi allontanavo da casa, non mi ero accorta di star prendendo la strada per la casa di Zayn.
"Ti vuoi fare una doccia?"
Mi chiede Zayn sul ciglio della porta. Annuisco, e mi alzo dal letto della camera degli ospiti. Mi mette una mano sulla schiena e mi accompagna in bagno. Lo ringrazio e mi chiudo nella stanza. Mi siedo sul water e fisso il pavento. Mi passo una mano sulla fronte e sui capelli. Li ho unti, sarebbe ora che io li lavi. Mi svesto e mi metto sotto alla doccia. Appena esco da essa una nuvola di vapore esce dalla porta a vetri. Mi metto davanti alla specchio e vedo che ho la faccia più pallida di prima. Sento bussare alla porta.
"Tutto bene?"
"Si tranquillo."
Rispondo io con la voce spezzata dalle lacrime. Sento dei passi allontanarsi dalla porta, faccio un sospiro. Non ho voglia di parlare con qualcuno o vedere persone, ho solo voglia di stare da sola.

Passa almeno una bella mezz'ora prima che io mi decida ad uscire dal bagno. Appena esco trovo gli occhi di Zayn che mi fissano. 
"Ti posso far conoscere qualcuno?"
Annuisco. Ma nessun sorriso accenna a comparire sul mio viso. 
"Vieni."
Mi prende la mano e mi porta al piano terra. La sua casa e una tipica casa americana. Stanze quadrate a due piani con due bagni su ogniuno di essi. Vedo qualcuno seduto sul divano. 
"È lei?"
Chiede una voce femminile.
"Si, nonna ti presento Tamara. Tamara nonna."
Mi porta davanti al divano. Un donna dai capelli grigio neri, mi sorride. Delle rughe le solcano le guance e gran parte della faccia. 
"Non fa altro che parlare di te."
Adesso si che inizio a sorridere. 
"Sei una benedizione. Al posto di tutte quelle ragazze da una notte e via."
"Nonna!"
La rimprovera Zayn. Rido. 
"Z?"
Sento qualcuno chiamarlo da un'altra sala. È una voce bambinesca, infatti una bambina simile a Zayn arriva dalla cucina. 
"Chi è lei?"
Chiede fermandosi all'ingrasso della stanza.
"È Tamara, la ragazza di cui ti ho parlato."
"È la mia sorellona?"
Zayn si mette a ridere e annuisce. La bambina mi salta addosso. Non so che fare. Non ho mai avuto dei fratelli o delle sorelle, sono figlia unica. E non ho cuginetti, ne ho mai fatto la babysitter. Le batto la mano sulla schiena. Adesso che ci penso come avrei potuto fare da madre? Non so niente dei bambini, ne so se mi piacciono.
"Io sono Sarah."
Dice la bambina facendomi un sorriso smagliante.
"Ciao."
Rispondo io in tono felice. 
"Ti va di vestirti da principessa con me?"
Zayn inizia a ridere. La bambina gli da uno schiaffo sulla gamba e poi torna a me e con il muso lungo fa:"ti prego."
"Ehm."
"Dai dai dai."
Oh dio che bambina fastidiosa, ruoto gli occhi al cielo. 
"D'accordo."
Dico io alzando le mani. La bambina mi prende per una manica e mi porta in una camera. Appena ci entro mi sento inondata dal rosa. Sarah fruga fra delle cose, poi torna a guardarmi e sorridente dice:"metti questo!"
Mi porge un vestito azzurro, con delle maniche a palloncino più grandi della mia testa. La guardo un po' disgustata. 
"A te sta di sicuro, a me è troppo largo, e lungo."
Studio il vestito, la bambina mi guarda con faccia di supplica. Sbuffo e inizio a mettermi il vestito.
"Ma non ti togli i vestiti sotto?"
"O-okay."
Dico io un po' perplessa. Appena messo mi guardo allo specchio. Mi arriva fino alle ginocchia, sono disgustosa. Le maniche lunghe mi stringono le braccia e mi prudono. Sarah mi porge una corona e io sono costretta a infilarla. Mi prede per un braccio e mi trascina fuori dalla camera. No no no per l'amor di dio no!
"Principessa!"
Grida Zayn non appena esco.
"Gné gné."
"Non è bellissima?"
Chiede la bambina guardandomi con sguardo sognante.
"Si ma io lo sono di più."
Risponde lui. Spingo Zayn e rido. 
"Mi vorrai bene?"
Mi chiede la bambina tirando la gonna del costume da principessa che indosso. Le sorrido.
"Certo."
Lei mi abbraccia e poi sorridendo se ne va via saltellante.
"Come sei sexy."
Mi prende in giro Zayn. 
"Lo so sono eccitante."
Dico facendo un inchino prendendo la gonna tra le mani.
"Ah quasi mi dimenticavo."
Inizia Zayn interrompendo la mia fuga verso la camera per cambiarmi.
"Ti lascio il privilegio di badare a Sarah per due ore."
Lo guardo inespressiva.
"Devo uscire e fare una cosa. Scusa."
Io scuoto la testa e sorrido. 
"No no va bene, mi divertirò a scoprire le gioie della maternità."
"Grazie principessa."
Mi sorride e va via di casa.

-Charlotte-
"Ho paura."
Sussurro io tenendo sott'occhio la porta di casa mia.
"La dovrai vedere prima o poi no?"
Dice Harry allungandosi verso la maniglia della mia portiera e aprendola. Faccio un lungo e profondo respiro e scendo dall'auto.
"Non vieni con me vero?"
Chiedo io prima di chiudere la portiera.
"No ho da fare, scusa Charlotte. Vai e affronta Marley."
Annuisco decisa. Chiudo la porta e vedo Harry andarsene via. No cazzo. Torna qui, non ce la posso fare da sola. Quasi sto per scappare via dal giardinetto di casa mia quando sento qualcuno chiamarmi dalla porta d'ingresso. Mi immobilizzo sul marciapiede, e lenta mi giro verso la casa. Mia mamma mi guarda con faccia seria sullo stipite della porta. Rigida come un pezzo di legno raggiungo la casa e non appena sono davanti a lei dico:"ciao mamma."
"Dove sei stata?"
"Ero, ero, ero...."
"Non eri da Diana?"
Grida mia sorella da dietro mia madre. Grazie signore. 
"Si! Si ero da lei."
Ribadisco io annuendo con la testa.
"E perché ti ha riaccompagnato quello la?"
Chiede mia mamma con voce tuonante. 
"È venuto....a prendermi, prima....per...fare...colazione!"
"Ah e dove siete andati?"
Di un nome forza Charlotte, cazzo, dove sono andata?
"Kennet! Si eravamo al Kennet!"
"Va bene."
Mia mamma si sposta dalla porta e con il capo fa cenno di entrare, titubante varco la soglia di casa reggendo tra le braccia il vestito del ballo. Indosso ho su la maglietta con cui ho dormito la scorsa notte, e dei pantaloni della tuta di Harry che addosso a me stanno il doppio. Cosa strana dato che ha le gambe quasi più magre delle mie.
"Dammi lo vado a mettere via poi vado da vostra nonna."
Dove mia mamma prendendo il vestito. Annuisco e salgo su per le scale e mi fiondo in camera. Appena stesa sul letto vedo mia sorella entrare in camera e chiudere la porta. Oh no no no no.
"Abbiamo delle faccende da risolvere."
"Non ho più tentato il suicidio!"
Grido io non appena si mette davanti a me.
"Allora prima cosa, calmati, lo hai superato adesso hai degli amici che ti sostengono e ti aiutano, secondo potevi benissimo dirmelo, terzo mi fido di te se mi dici che non lo farai più."
Annuisco. Marley fa un respiro e poi continua.
"Questione un po' più importante."
"C'è una cosa più importante del fatto che io mi sia quasi uccisa?"
Chiedo io perplessa.
"Sta zitta."
Mi fa Marley in segno di tacere.
"Liam ha detto di amarmi."
"Ma è una cosa meravigliosa!"
Dico io felice.
"No!"
"Come scusa?"
Mia sorella si alza dal letto e va alla finestra.
"E se poi mi tradisce?"
"Mi sembra più che ovvio che non ne è capace."
"E se poi mi scarica così?"
"Ma ti ascolti quando parli?"
"O se se ne va via con un'altra?"
"Oh dio mio."
"Charlotte!?"
"Eh!?"
"Ho paura!"
Alzo gli occhi al cielo.
"Paura di cosa?"
"Del futuro."
Mi alzo dal letto e la raggiungo.
"Marley non ci devi pensare! A tutto ciò che viene dopo fregatene, adesso preoccupati di vivere il presente. E vivilo con gioia."
La vedo annuire.
"Tu lo ami?"
"Penso di si."
"Allora vai a dirglielo."

-Liam-
"Scusate il ritardo!"
Dico io entrando in casa di Lou. Vedo i ragazzi stesi sul divano intenti a mangiare e a guardare un programma alla tv.
"No...nientfe."
Dice Niall mandando giù un boccone di patatine. Chiudo la porta e sbuffo. 
"Cosa ti affligge Leeyum?"
Mi chiede Lou con gli occhi incollati al televisore. Mi butto a peso morto sul divano vicino a Zayn e dico:"ho fatto una cazzata."
"Che cazzata? Parlane al tuo Azz."
Dice mio fratello mentre scrive qualcosa su dei fogli. 
"Ho detto a Marley che l'amo."
"Uuuh, le famose due parole."
Dice Zayn tentando di farle sembrare come una maledizione se dette. 
"E che non mi ha detto nulla. Magari non sono abbastanza romantico."
Dico rivolgendomi a Lou. Il quale ha iniziato a guardarmi.
"Oh Leeyum. Piccolo dolce tenero Leeyum. Ti insegno io."
All'ultima frase si alza sul divano e si mette davanti a me.
"Ci sono piccoli e dolci gesti che puoi fare."
Prende la mano di Niall e lo alza dal divano. Quasi si arrabbia perché gli ha tolto il privilegio di mangiare qualcosa. 
"Sai puoi dirle semplicemente, quando siete davanti alla scuola."
Guarda negli occhi il biondino e con un sorrisetto dice:"oh madamigella potrei avere l'onore di accompagnarla dall'altro capo della strada?"
Gli bacia la mano, fa un inchino e torna a guardarmi. Niall lo fissa quasi sconvolto, e inizia a pulirsi il palmo della mano sulla maglietta.
"Fantastico Lou."
Inizio io:"solo che non sono un ricchione dell'Ottocento."
Lou mi fa la linguaccia e poi torna a guardare il suo programma.
"Scrivi."
Dice ad un tratto mio fratello.
"Scrivile una canzone."
"Questa si che è un'idea grazie."
"Di niente."
Risponde lui continuando a scarabocchiare qualcosa sui suoi fogli. Mi è venuta una grandiosa idea.
I love you every minute cause you
-make me feel so alive

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Capitolo 44
*** I'M A SURVIVOR ***


CAPITOLO 44
I'M A SURVIVOR

-Charlotte-
Il weekend è passato in fretta, io e Marley il sabato abbiamo fatto una maratona di film, e domenica 21 dicembre siamo andate dalla nonna per il pranzo di natale, dato che va sempre in Florida per il 25 siamo state costrette a fare il banchetto prima del dovuto. Marley non ha accennato neanche una volta alla storia del suicidio, sembra quasi che non sia mai successo nulla. E questo mi va bene. Anche se siamo nelle vacanze di natale il glee ha deciso di trovarsi in aula canto ugualmente, dato che non appena si ritornerà a scuola dalle vacanze ci saranno le provinciali. Il prof Shue ha ottenuto l'approvazione dal prof Figghins per le prove. Ovviamente sono sempre in anticipo così decido di entrare nell'aula canto.
"Ma che cazz!?"
Esclamo io non appena apro la porta dell'aula. Sento Diana, Liam, Harry e gli altri avvicinarsi. Anche loro rimangono stupiti di quello che vedono.
"Salve nuove direzioni."
Dice uno di loro, alzandosi dalla sedia e venendoci in contro. Blain si fa spazio e mi sorpassa.
"Ryder che ci fate voi qua?"
"Volevamo darvi l'augurio di buon natale."
"Andatevene."
"No, no. Vogliamo analizzare i nostri rivali da vicino."
Mentre i due parlavano noi componenti delle nuove direzioni, siamo entrati in aula. Il ragazzo che parlava con Blain intanto si è avvicinato a Zayn. Ha i capelli castani, e gli occhi dello stesso colore ed ha una corporatura muscolosa che, nonostante sia nascosta dai numerosi strati della sua divisa, si vede con precisione. 
"Vediamo, il bulletto."
Dice passando davanti a Malik:"oh l'insicura."
Sospira di fronte a Marley.
"Taci Lynn."
Le risponde lei secca.
"La straniera, la ragazza fregata, il confuso. Oh e eccola la perla del gruppo."
Dice passando davanti all'italiana, alla rossa e a Lou, per poi arrivare a me.
"La tenta suicidio."
"Adesso ti ammazzo."
Dice mia sorella buttandosi su di lui. Blain la blocca. Lo guardo con una faccia fulminatrice e piena di odio e disprezzo. 
"Oh e tu invece? La puttanella."
Ribadisce spostando lo sguardo su Robin.
"Beh questo ha ragione."
Sento sussurrare da Tamara a Diana.
"Se ci scusate vorremmo farvi veder com'è un vero glee club. Sebastian parti pure."
Ryder si posiziona davanti ai suoi compagni tutti in uniforme come lui. E non appena inizia a fare un movimento, a canone lo fanno anche tutti gli altri. 
"S-a-f-t-y, safty dance!"
Grida lui accompagnato dal coro di voci dei suoi compagni. Non usano la musica, tutti i rumori li riproducono con la bocca o battendo le mani a tempo. Ci ballano attorno per tutta la canzone. 
"Mucchio di gay."
Mi dice Harry all'orecchio. Accenno una risata ma poi mi rifaccio seria non appena Ryder finendo la canzone si ferma davanti a me sbattendo un piede.
"Si bellezza, vi strafotteremo alle provinciali."
Detto questo mi regala un sorriso sghembo e insieme ai suoi compagni se ne va via dall'aula. 

"Ma che cosa volevano?"
"Farci paura ecco cosa!"
Grida Blain in risposta a Diana, che a quanto pare non concepisce il concetto di odio.
"La ragazza fregata?"
Chiedo ad un tratto ad Tamara girandomi verso di lei. Mi fissa taciturna, sta rigida seduta sulla sua sedia e mi scruta preoccupata. Io accavallo una gamba poggio completamente la schiena alla sedia e incrocio le braccia al petto.
"Sai la volta con cui ho fatto eh con Zayn."
Annuisco e tiro su un sopracciglio.
"Beh, ero rimasta incinta."
Sgrano gli occhi. 
"Ho abortito."
"Perché non me ne hai parlato?"
"Avevo paura. Non sapevo cosa mi prendesse ero spaventata Char."
Sospiro. Mi passo una mano sulla faccia e le sorrido.
"Basta che sia tutto apposto, se qualcosa non va chiamami intesi?"
Le dico prendendole una mano, lei mi sorride in risposta e mi abbraccia.

-Harry-
"Scusate ma non ho ancora capito chi fossero quelli la!"
Dice Zayn appoggiandosi alla parete.
"Sono gli usignoli, altro glee club della Dalton."
Risponde Kitty sedandosi vicino al piano.
"E come mai non c'erano delle ragazze da loro?"
Chiedo io perplesso.
"E un'accademia maschile."
Risponde prontamente Jake.
"Sentite dobbiamo allenarci più del previsto, li avete visti sono stati grandiosi con una performance mediocre."
Inizia Charlotte mettendosi al centro del palco.
"Innanzi tutto dobbiamo decidere chi canterà alle provinciali."
Dice il ragazzo sulla sedia a rotelle.
"Unique."
Dice Wade il ragazzo di colore, riferendosi alla sua personalità femminile.
"Frena la gonnella indeciso sessuale."
Fa Robin con un gesto della mano.
"Mettiamo ai voti!"
Propone mio fratello. Tutti iniziano a fare casino, gridando i propri nomi o promuovendo chi dovrebbe cantare.
"Basta ragazzi. Deciderò io."
Tuona il prof Shue entrando in aula. Tutti si vanno a sedere sulle sedie dei gradoni.
"Cos'è successo?"
"Usignoli"
Si limita a dire Blain.
"Li batteremo quest'anno vedrete!"
Dice il prof sicuro di se. 
"Allora per le canzoni io vi proporrei di cimentarvi nella scrittura di alcuni testi e se ci manca qualche canzone ne prenderemo una già fatta. Che ne dite?"
Tutti fanno sentire la propria approvazione con gesti di mano o schiamazzi.
"Scusi prof."
Dico io ad un tratto attirando la sua attenzione.
"Dimmi Harry cosa c'è?"
"Ho scritto una canzone e se me lo permette vorrei farvela ascoltare."
Shue si guarda attorno spalanca le braccia e con faccia soddisfatta dice:"facci sentire!"
Vado al centro della stanza, prendo uno sgabello e mi siedo su di esso, davanti a tutti i ragazzi del glee. C'è chi mi guarda ansioso di sentire la canzone, chi impaziente che io inizi subito per finirla presto e chi (Lou) fa delle facce strane facendo segno con le mani che va tutto bene. Faccio partire la base dal mio cellulare e non appena inizio a cantare fisso Charlotte.
"Now you were standing there right in front of me
I hold on scared and harder to breath
All of a sudden these lights are blinding me
I never noticed how bright they would be."
Mi guarda quasi sull'orlo delle lacrime, lacrime di gioia. Mentre canto tutti iniziano a fissarla divertiti, capendo che la canzone è per lei. Posa quasi completamente il busto alle gambe, quasi come se volesse avvicinarsi di più a me, per sentire meglio. Mi avvicino a Charlotte e canto più forte:"I'll keep my eyes quite open yeah, don't let me, don't let me, don't let me go, cause I'm tired to feeling alone."
Ho tagliato un po' la canzone perché non avevo voglia di farla tutta. Charlotte mi fissa con le lacrime agli occhi e un sorriso felice stampato sulla faccia. Si alza dalla sedia e mi abbraccia forte, stringendomi tra le braccia.
"Che scena patetica."
Dice Robin. La mia ragazza si stacca da me e vedo che orami al posto del sorriso ha un'espressione piena di rabbia sulla faccia.
"Sta zitta brutta troia."
Partono degli 'ooh', dai ragazzi del glee. La castana guarda  le ragazze del gruppo e le fa cenno di alzarsi. Puntualmente si alzano tutte, eccetto Robin, e si mettono in fila, in pose strane e complicate. Charlotte mi fa sedere al suo posto e le raggiunge.

-Charlotte-
Tina la più esterna a destra inizia a cantare girando la testa di scatto:"Well you're the real tough cookie with the long history 
Of breaking little hearts, like the one in me."
Poi inizia Unique/Wade:"That's O.K., lets see how you do it, Put up your dukes, lets get down to it!"
E arriviamo io Tamara e Diana che facciamo:"Well they say the sky's the limit, And to me that's really true 
But my friend you have seen nothin' 
Just wait 'til I get through..."
"Hit me with your best shot! Why don't you hit me with your best shot?"
"Because I'm bad!"
Diciamo noi come una sorta di risposta. Kitty e Marley ballano attorno a Robin cantando la loro parte di 'Bad', poi arriviamo io e Unique e facciamo il coro dicendo:"Hit me with your best shot."
Mentre Diana e Tamara cantano:"Because I'm bad, I'm bad you know it!"
Il mashup è andato alla grande. Robin si alza dalla sedia seccata e se ne va via dall'aula. Tutti applaudono, ma non mi sento così soddisfatta di aver fatto questa cosa. Così mentre Harry mi chiama per farmi i complimenti esco dall'aula e seguo la cheerleeder. 

"Vai via, non ti senti meglio dopo quello che hai fatto?"
Mi chiede Robin rivolta verso la parete. Non mi rivolge nemmeno uno sguardo. Fissa le piastrelle bianche del bagno. 
"No mi sento uno schifo, non ci trovo gusto a fare la stronza. Neanche con quella che fa la stronza con me."
"Oh ma per favore, chiunque ci gode a vedere il proprio nemico distrutto."
"Ma qual'e il tuo problema!?"
Le chiedo io seccata.
"Tu!"
"Perché?"
Non mi risponde, finalmente si gira e mi fissa con un'espressione che non so descrivere. 
"Perché dovrei essere un problema!?"
"Hai tutto!"
"Disse la cheerleeder dal fisico mozzafiato e la bellezza infinita."
"Hai amici, un ragazzo..."
"Sai lo avresti anche tu se non fossi così stronza."
Robin sbuffa e se ne va via. Non capisco ancora quali siano i suoi problemi.

-Tamara-
"Come faceva quello la a saperlo!?"
Chiedo a Zayn seccata mentre mi torturo una ciocca di capelli rossi tra le dita.
"Cosa?"
Lo fisso incazzata.
"Mi ha chiamata l'incastrata."
"E allora...?"
"Vuol dire che sa che io ero incinta."
Zayn aggrotta la fronte come per dire 'ma che cazzo stai dicendo?'.
Sbuffo:"sono sicura che intendesse quello!"
"Rilassati."
Mi prende una mano. Non so perché ma mi è ritornato l'istinto omicida verso Zayn, prende troppo alla leggera questa cosa.
 

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Capitolo 45
*** HEVE YOURSELF A MARRY LITTLE CHRISTMAS ***


CAPITOLO 45
HAVE YOURSELF A MARRY LITTLE CHRISTMAS

-Diana-
Finalmente è arrivato natale, e domani fortunatamente i miei genitori se ne andranno via. 
"Diana!"
Grida mia mamma alla porta della mia camera:"sono qui sdraiata sul letto!"
Inizio io con gli occhi ormai fuori dalle orbite:"perché mi stai chiamando come un'indemoniata?"
"Eh calmati, non mi aggredire in questo modo."
Oh mio dio. Sta scherzando spero! Prendo il cuscino tra le mani e me lo schiaccio in faccia.
"Cosa vuoi?"
Chiedo da sotto il mio morbido riparo.
"Che tono scontroso."
Dice lei come un sospiro. 
"Sei pronta? Tra poco arriva il tuo 'ragazzo'"
Ricomincia lei pronunciando il nome ragazzo in modo strano. 
"Aspetta chi arriva?"
"Il tuo ragazzo."
"No no tu prima non hai detto il tuo ragazzo ma il tuo 'ragazzo'"
"Ma che problemi hai Diana?"
Inizio a ridere nervosamente e ciondolante mi alzo dal letto. Faccio un sorriso strano, come il ghigno di un assassino, giro mia mamma e la faccio uscire dalla camera chiudendo dietro di lei la porta della stanza.
"Diana!"
Grida lei. Io poggio la schiena contro la porta e strisciante raggiungo  il pavimento. Voglio che se ne vada.

"Topolino!"
Mi chiama mio papà dal piano inferiore. Oh dio, fortuna che Niall non sa l'italiano. 
"Buongiorno principesah!"
Grida il biondo vedendomi sulle scale; aspetta un attimo, ha appena detto una frase in italiano(?)
"No no:buongiorno principessa."
Gli fa mio papà marcando le due s di principessa.
"Principesah."
"No."
Mugola mio papà.
"Papà, va bene così!"
Grido io seccata. Scendo le scale e dopo aver salutato il biondo andiamo in sala da pranzo. 
"A che ora partono domani?"
Mi chiede la signora Black poggiando un vassoio stracolmo di cibo sul tavolo. 
"A che ore partite?"
"Alle 13"
Risponde in fretta mio papà.
"Hanno detto all'una."
Traduco io alla signora Black. Lei fa un sorriso e si siede a tavola. Per un po' di tempo mangiamo in silenzio, giusto all'inizio della cena ci sono stati dei 'grazie' 'che buon profumo', ovviamente tutti tradotti da me da una lingua all'altra. Io e Niall ci scambiamo di tanto in tanto sorrisetto malizioso e sguardi profondi, tutti interrotti dalle occhiatacce di mio papà e della signora Black, strano mia mamma sembra non importi nulla del mio ragazzo.
"Però io cucino meglio."
Dice ad un tratto mia madre, guardando però sorridente Helen. 
"Che cosa ha detto?"
Chiede lei sorridendo a sua volte. Sgrano gli occhi, sono nel panico:"ehm, ha detto, che, le piace, molto!"
Helen si limita a sorridere e fare un cenno con il capo. Sospiro, almeno questa l'ho scampata.
"Tesoro, ma ci possiamo fidare di questa qui che ospita nostra figlia?"
Dice all'orecchio di mio papà, piano ma abbastanza forte da far capire a tutti che sta dicendo qualcosa di vagamente importante.
"Mamma!"
"Sai Diana non ci si può fidare."
"Smettila."
Grido io alzandomi dalla sedia. Helen e Niall, ci guardano non capendo cosa è successo e cosa sta dicendo mia mamma.
"La signora Black è fantastica, e non hai motivo di preoccuparti."
"E di lui che mi dici?"
Fa mia mamma alzandosi dalla sua sedia indicando Niall. Mi volto a guardarlo:"che problemi hai con lui?"
Quasi piango. Ma mentalmente mi ripeto che sono forte e che non devo piangere.
"Ma bambina, non ti manca Francesco?"
"Francesco?"
Ripete il biondo probabilmente ricordandosi il nome del mio ex. 
"Mamma, perché mi dovrei rimettere con uno che mi ha tradita e ferita?"
"Perché almeno sai che lui ci sarà!"
Esclama mia mamma.
"Diana, tu tra qualche mese tornerai in Italia, e non riuscirai a mantenere una relazione a distanza."
Guardo Niall, e mi scende un lacrima. No D sei forte, per l'amor di dio non piangere. Tiro su con il naso.
"Luisa, basta siediti."
Fa mio papà tirando giù mia mamma e facendola sedere. Rimango un po' lì in piedi sentendo lo sguardo di tutti addosso, e la vergogna cresce dentro di me. Io scosto la sedia dal tavolo, mi dirigo verso la porta di casa, prendo il giubbotto appeso all'appendiabiti all'ingrasso e me ne vado. Fa freddo fuori, quasi congelo, ma per adesso cerco solo di concentrami sulla strada che devo fare per andarmene lontano da quella casa. Arrivata ad un certo punto mi siedo su una panchina. Respiro con la bocca inalando più ossigeno che posso. Faccio nuvolette con il mio fiato per 'passare il tempo'. Prendo la testa tra le mani e chiudo gli occhi per un attimo. Inizio a gridare. Grido e basta. Adesso da perché non mi manca per niente l'Italia.

-Harry-
"Dovremmo scendere."
Le sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra.
"Mh..."
Mi 'risponde' lei mordendosi il labbro. Sentiamo qualcuno bussare alla porta. 
"È pronto, se per favore finite di fare le vostre partire a briscola scendete?"
Grida Lou con tono scherzoso, ma anche un po' seccato. Ci mettiamo a ridere.
"Partite a briscola?"
Chiede Charlotte rossa in viso. Mi alzo da lei. E mi riallaccio i pantaloni. 
"Già un modo carino per chiamare tutto ciò in pubblico."
Le dico facendo un gesto strano con le mani.
"Ah."
Fa lei con una faccia strana. Si mette apposto le pieghe del vestito rosso e si rinfila le mutande, prende le scarpe che aveva lasciato a terra e andiamo giù insieme. 
"Eh, queste cene di natale che interrompono i nostri tornei."
Dico io, quasi come un lamento, passando davanti a Marley. La quale mi fulmina con lo sguardo. 
"Mangiamo o no!?"
Esclama mia mamma piombando davanti a noi.
"Haz!?"
"Lou!?"
"Non ti sei dimenticato di qualcosa ieri?"
Allora, oggi e il 25 dicembre, ieri era il 24, perciò:"era la vigilia di natale(?)"
"Si ma c'è anche qualcos'altro...."
"Auguri Lou."
Dice Charlotte abbracciandolo.
"Me li hai fatti in ritardo ma ti perdono."
Dice lui affondando il viso nei capelli castani di Charlotte. Provo quasi gelosia per quel l'abbraccio. Anche se so che il mio migliore amico non ci proverà mai con la mia ragazza, e che sempre quest'ultimo sia anche un po'frocio, provo comunque un istinto di rabbia verso di lui mentre abbraccia forte Charlotte.
"Ehm okay adesso basta."
Dico io cercando di separarli prendendo Charlotte per un braccio.
"Non sarai mica geloso Styles!?"
Dice lei staccandosi in parte da Lou. Si mettono guancia a guancia e iniziano ad ondeggiare:"Che c'è Harrey, la gelosia sta prendendo possesso di te!?"
Fa Lou facendomi innervosire. Sbuffo e me ne vado via in sala, li sento ridere a crepapelle. Ruoto gli occhi al cielo, e mi fermo di colpo non appena vedo Liam e Marley pomiciare sul divano. E che cavolo e io ora dove vado?

-Charlotte-
Harry tiene il broncio da quando io e Lou lo prendevamo in giro mentre eravamo abbracciati l'uno all'altra. Io continuo a fargli delle facce strane per per fargli cambiare espressione, ma lui rimane impassibile, solo quando faccio cadere dell'acqua per terra vedo un angolo delle sue labbra curvarsi. 'Ha-ha' non è così forte come sembra gente.
"Dunque."
Inizia ad un tratto mia mamma. Tutti si girano a guardarla, un silenzio di tomba cade, come se tutti noi avessimo paura di mia mamma. Inizierò a chiamarla Adolfa prima o poi.
"Tu e Charlotte state insieme ormai da un po' di tempo."
Dice riferendosi ad Harry, e guardandolo con sguardo quasi dispiaciuto. Grazie mamma mi fa piacere che ti dispiaccia che io stia con lui.
"Anne dovremmo fargli un discorsetto, che ne pensi?"
 Ci scambiamo uno sguardo impaurito. La mamma di Harry sospira, si pulisce le labbra e poggia il tovagliolo sul suo piatto. 
"Oh aspettate."
Le interrompe Lou. No momento che cazzo sta per fare?
"Se intendete quella cosa li."
Fa un gesto con il pugno.
"Allora devo dire che i due piccioncini qui hanno già consumato."
Ave o maria piena di grazia! Rimango a bocca aperta. Guardo Harry e noto che sta mandando sotto voce una serie di insulti all'amico. Do a Lou un calcio sotto al tavolo. Sobbalza ma poi si mette a ridere.
"Usate precauzioni vero? La mia bambina, oh dio la mia bambina ormai donna."
"Oh dio"
Sospiro io mettendomi una mano sulla fronte. 
"Non provare a metterla incinta! Hai capito? Ti stacco i testicoli se solo rimane ingravidata!"
Lou, Liam e Marley, ci stanno guardando con le lacrime agli occhi, ridono a più non posso; mentre io vorrei solo sotterrarmi in questo momento. 

-Marley-
"Dai su mamma basta poveri!"
Esclama Liam, senza smettere di ridere. Io tanto di farmi seria e decido di fare il mio discorso al mio ragazzo. Mi schiarisco la voce, ma nessuno la smette di ridere o parlare. Così mi alzo in piedi, ma nessuno si cura del mio gesto. Così grido un 'scusatemi' e di colpo tutti si zittiscono.  Alleluja.
"Ehm allora..."
Inizio io, ma un telefono inizia a squillare, e m'interrompe. Lou si scusa e riattacca, e io gli dico che non fa niente. 
"Allora volevo dire..."
Si sente dalla cucina il trillo del timer che ci avverte che il pollo è pronto. Anne si alza, e con foga va subito a spegnere il forno. Faccio un respiro. E cerco di rimanere calma, guardo negli occhi il mio ragazzo e ricomincio:"Allora Liam io volevo dirti che...."
"Oh dio!"
Sento esclamare da mia sorella.
"Per l'amor di dio non posso dire al mio ragazzo che lo amo senza essere interrotta?"
Grido girandomi verso Charlotte, non curandomi di quello che ho appena detto. Vedo che tutti la guardando con le bocche spalancate e gli occhi sgranati. Faccio un'espressione stupita e sconvolta non appena vedo del sangue colarle dalla mano. Lei la continua a fissare.
"Tranquilla Marley. Mi sono solo tagliata con il vetro, fai pure la tua dichiarazione."
Dice lei cercando di dilo con un tono calmo, che però risulta spaventato, e molto. So che Charlotte non sopporta il sangue, infatti mi stupisco che non sia...
"È svenuta!?"
Fa Louis spaventato vedendola accasciarsi a terra.

-Liam-
"Oh dio."
Esclama Marley vedendo Charlotte priva di conoscenza. Harry la tira su da terra, e prendendola in braccio la porta via:"Lou, aiutami!"
Dice con una voce stanca, che sta compiendo uno sforzo. Louis si alza subito dalla sedia e lo segue. Marley si appoggia al tavolo e battendo la testa contro il legno continua a sussurrare:"porca la vacca."
"Tranquilla, Charlotte sta bene."
Dice sua mamma prendendo un sorso di vino, mi sembra fin troppo calma per quello che è appena successo. 
"Dai adiamo di la."
Dico a Marley aiutandola ad alzarsi dalla sedia. La porto in sala e sempre tenendole la mano la faccio sdraiare sul divano. Poggia a testa sul cuscino e si massaggia le tempie.
"Ti amo."
"Scusa se l'ho detto in quel modo."
"Va bene così."
Inizio io sorridendole:"temevo non provassi lo stesso."

-Louis-
"Ehi, Charlotte, Charlotte."
Dico io dandole dei buffetti sulle guance. Apre debolmente gli occhi e si guarda attorno non capendo nulla di quello che sta succedendo. Faccio un respiro profondo e poi le dico:"Sei morta."
"Piantala Lou."
Esclama Harry. Inizio a ridere, e mi scosto da Charlotte, facendolo passare. Il mio amico si mette vicino a lei e le carezza lentamente le guance. 
"Un po' di umorismo Harrey."
Dico prendendo del cotone dal kit di pronto soccorso, che mi chiedo sempre come mai Harry lo tenga in camera. Le pulisco il palmo con un fazzoletto e poi metto del disinfettante sul batuffolo di cotone e inizio a tamponare il taglio di Charlotte:"ahia!"
Grida lei non appena entra in contatto con l'alcool del disinfettante.
"Non ti lamentare."
"Ma brucia."
Dice lei con una voce strana. Prendo la fascia che c'è dentro al kit, e inizio a bendarle il palmo della mano, premendo il cotone contro la ferita.
"Meglio?"
Le chiedo io soddisfatto della mia opera di bendaggio.
"Grazie."
Dice lei senza rispondere alla mia domanda. 
"E di cosa?"
Dico io sorridendole.
"Come hai fatto a tagliarti?"
Interviene ad un tratto Harry.
"Ehm, stavo prendendo in mano il bicchiere ma non so perché l'ho sbattuto sul tavolo e si è rotto nella mia mano."
Io e Haz ci scambiamo un'occhiata e poi ci mettiamo a ridere:"infantili."
Sussurra Charlotte con uno sguardo serio e fulminatore.


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Capitolo 46
*** BABY IT'S COLD OUTSIDE ***


CAPITOLO 46
BABY IT'S COLD OUTSIDE

-Harry-
Prendo Charlotte per il braccio e le impedisco di uscire dalla camera. Lou si allontana e scende di nuovo le scale andando in sala pranzo insieme a tutti gli altri. Lei mi guarda con sguardo interrogatore, e io non posso fare a meno che fissarla negli occhi. 
"Scusa. Ma se ti fa così impressione il sangue, perché hai tentato il suicidio tagliandoti il polso?"
Mi prende per la mano e mi trascina all'interno della camera. Chiude la porta e ci si mette davanti. 
"Vuoi sapere come sono andate le cose?"
Socchiudo gli occhi. Lo voglio sapere?
"Si."
Rispondo di getto io. Mi siedo sul mio letto disfatto e pieno di vestiti. Charlotte fa un sospiro e si siede a terra. Mi guarda e inizia:"allora...aspetta prima ti devo fare una specie di premessa."
C'è pure una premessa? Allungo le mani dietro alla schiena e mi sorreggo il busto sul letto. Fa un'altro respiro e poi ricomincia.
"Allora premetto che volevo, suicidarmi ecco, in modo che sembrasse una vera punizione."
Sembra di sentire satana che parla delle anime che girano all'inferno.
"Adesso i fatti. Allora, dato che volevo lasciare questa vita in modo un po' artistico diciamo, pre prima cosa mi sono assicurata che avessi il blocco da disegno. Mi sono tagliata, faceva male si, ma non sentivo nulla. Così ho preso del sangue e l'ho fatto colare sul foglio e poi ho fatto la scritta. Ma dopo un po' l'odore rugginoso del sangue mi ha fatto inebetire così ho perso conoscenza per un po'. E poi la fine...beh eccomi qua!"
"In casa non c'era nessuno?"
Le chiedo il non riuscendo ancora a formulare bene i fatti accaduti.
"Ero sola per tutto il weekend."

-Tamara-
"Tamara Tamara!"
Mi grida con una voce squillante Sarah. Continua a saltellare felice  vicino a me, e strattona la manica della mia felpa. 
"Si dai Sasa smettila."
Dice ad un certo punto sua nonna. La bimana se ne va con il broncio e io sorrido debolmente. Guardo nonna Malik intenta a fare un lavoro a maglia, il suo volto e solcato da profonde rughe su tutta la faccia, ma si riesco o ancora a contraddistinguere i lineamenti marcati che ha anche Zayn. Hanno la stessa carnagione ambrata e lo stesso naso. Distoglie lo sguardo dal suo lavoretto e mi guarda con un sorriso acceso. 
"Grazie."
"Di cosa?"
"Di averlo cambiato."
Sono imbarazzata ma felice alo stesso tempo, sposto lo sguardo da una parte all'altra della stanza studiando: oggetti, mobili, sedie e foto. Poi come un lampo di luce mi guizza per la mente e senza pensarci due volte chiedo:"ma dove sono i genitori di Sarah e Zayn?"
La signora poggia il lavoro a maglia sul tavolo di legno della sala e poi sospira.
"Vedi, loro due sono nati qui, e perciò hanno la cittadinanza. Ma i loro genitori sono dovuti tornare nel nostro paese e non l'anno ottenuta. Così per adesso vivono la finché non troviamo un modo per farli stare qui."
"Ma dove vivono i suoi?"
"Pakistan."
Risponde lei con un sorrisetto sulle labbra.
"Io sono nata la."
Si alza dal tavolo e va vicino ad un comò di legno scuro vicino alla porta della stanza. Afferra una cornice e me la porge. Sopra c'è una foto, di lei probabilmente, da giovane. Vicino a lei, c'è un uomo dalla pelle un po' più scura della sua, che la tiene per mano. 
"E mio marito."
"Anche lui e in Pakistan?"
Chiedo io molto ingenuamente.
"No, lui è morto qualche anno fa."
Abbasso lo sguardo sulla foto e con voce mugolante le sussurro un 'mi dispiace.'
"Non ti puoi dispiacere per cose di cui non sei responsabile."
Mi risponde lei mettendo una mano sulla mia spalla.

-Diana-
Qua fuori sto congelando, ma non m'importa. Non voglio passare neanche un solo secondo con quelli la. Alzo lo sguardo. Le case sono tutte ornate con luci natalizie, e alberi addobbati nei giardini. Qui prendono molto a cuore gli addobbi. Anche per le festività di poca importanza.
"Diana? Cosa ci fai qui?"
Chiede una voce roca alla mia destra. Allarmata mi giro, e vedo il prof Shue che tiene tra le mani un po' di legna. 
"Entra in casa mia, sennò ti ammali."
Gli sorrido debolmente e mi avvio insieme a lui verso casa sua. Vengo accolta da un profumo di cannella e biscotti non appena entra in casa. Non è moto grande ma ha un non so che di confortante. Una donna dai capelli rosso rame e dalla faccia vispa arriva dal salotto tenendo tra le mani un vassoio di biscotti. Ha la pancia gonfia, il che mi suggerisce che è in cinta da almeno otto mesi. Sorride come se non sapesse fare altro, e non appena mi vede viene verso di me è educatamente mi dice:"ti avevo vista fuori, so che sei una studentessa del glee perché ti ho vista al musical, ma non sapevo se aspettavi qualcuno o no."
Mi porge il vassoio, al fine che io prenda un biscotto da li, senza indugio ne afferro due e mangio felice.
"Io sono Emma Pillsbury."
"Diana Colombi."
"Oooh un'italiana."
Fa lei con un movimento d'anca e schiacciando l'occhio facendomi l'occhiolino. 
"Emma non ti affaticare troppo."
Dice poi il prof che è andato a mettere altra legna nel camino. 
"Vuoi chiamare i tuoi?"
Mi chiede lui strofinandosi le mani.
"Chiamarli e l'ultima cosa che voglio."
"Ci sono problemi?"
"No..."
Ci penso un po' so.
"E solo che sembra sempre che loro non vogliano che io sia felice. Finché loro erano in Italia stavo benissimo. Adesso criticano tutto quello che mi piace."
"Se vuoi ci parlo io."
"Se lei sapesse l'italiano volentieri."
Dico io con aria secca.
"Oh-oh. Will."
Sentiamo gridare dalla sala. Emma è seduta in maniera strana sul divano e ci guarda sconvolta:"mi si sono rotte le acque."

-Niall-
Sento il cellulare squillare nella mia tasca. Lo prendo e guardo lo schermo.
"È Diana?"
Dice la mamma della mia ragazza. Ho capito solo Diana così non dico nulla. 
"Pronto?"
"Niall!"
Sento gridare dall'altro capo del telefono.
"Diana dove sei?"
"Raggiungimi in ospedale. Appena arrivi ti spiego tutto."
"Ti è successo qualcosa?"
Chiedo io allarmato.
"No io sto benissimo. Fai presto."
"Ve bene."
Rispondo con un po' di riluttanza. "Niall cos'è successo?"
Mi chiede preoccupata la signora Black. 
"Ha detto Diana di raggiungerla in ospedale. Ma non le è successo nulla." 
"E allora perché è li?" Scuoto la testa per farle capire che non lo so. Mi giro verso i suoi genitori e invano cerco di spiegare loro c'è dobbiamo andare all'ospedale. Ma niente non capiscono. 
"Che st'affa chel le?"
Dice la mamma di Diana mentre cerco di mimare ciò che dobbiamo fare. Allora deluso scuoto la testa e gli faccio segno di seguirmi. Loro si stringono nelle spalle e mi seguono un po' riluttanti. 


-angolo autrice-
Eccomi qui, yey. Allora scusate se non aggiorno sempre ma sono piena di verifiche e balle varie. Spero vi sia piaciuto il capitolo e scusatemi se non è particolarmente lungo. Baci Luna.

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Capitolo 47
*** BEST DAY OF MY LIFE ***


CAPITOLO 47
BEST DAY OF MY LIFE

-Diana-
Il prof Shuester continua a camminare avanti e indietro per il corridoio. In un primo momento lo avevano fatto entrare in sala operatoria, ma era fin troppo agitato, così lo hanno fatto uscire. In macchina Emma era curiosamente calma, mentre il prof continuava ad emettere gridolini nervosi e respirava affannosamente. 
"Oh dio, oh dio."
"Stia tranquillo prof."
Cerco di rassicurarlo io.
"Andrà tutto bene."
Gli dico mentre si siede vicino a me.
"E se non fossi pronto? E se non fossi un buon padre per lui, o per lei?"
"Lei mr. Shue sarà fantastico. Lei si preoccupa sempre per noi. E la persona più adatta a diventare un genitore."
"Grazie Diana lo apprezzo molto."
Dice lui calmandosi un po', ma nei suoi occhi vedo ancora agitazione. Si mette le mani in faccia e chiude gli occhi come per cercare di non vedere nulla. 
"Diana!"
Sento gridare alla mia destra. Mi giro e appena vedo Niall accenno ad un sorriso, che scompare subito appena vedo che dietro di lui ci sono anche i miei genitori. Cammina frettoloso verso di me. Mi alzo e sto immobile; si ferma davanti a me e mi abbracci forte. Io lascio le braccia lungo i miei fianchi. 
"Mi hai fatto preoccupare."
Sussurra mentre affonda la faccia nei miei capelli. Sento gli occhi di tutti addosso, ma non m'importa. Mi decido e fascio le braccia intorno al suo busto. Lo stringo forte. 
"Cos'è successo?"
Chiede poi mettendomi le mani sulle spalle e staccandomi da lui. 
"Prof Shue che ci fa qui?"
Dice poi notando il prof dietro di me. 
"Sta per avere un bambino."
Dico io ridendo e battendo le mani felice. Il prof dietro ancora agitano non accenna a prender parola. Così lo fisso per un po' e poi cerco di non guardare i miei che hanno un'espressione di fraintendimento stampata in viso. 

-Tamara-
La nonna di Zayn fino a questo momento non ha fatto altro che parlare del Pakistan e della sua famiglia. È una cosa affascinante vederla parlare delle cose che hanno caratterizzato la sua vita fin da giovane, ogni volta che pronuncia il nome di suo marito vedo come un bagliore nei suoi occhi, ed è una cosa stupenda.
"Vedi, mi sono sposata molto giovane. Vivevo ancora nel periodo dei matrimoni combinati...."
Dice gesticolando.
"A sedici anni mi hanno fatto conoscere Amir, non lo sopportavo. Faceva di tutto per farsi odiare. E quando mi ero convinta che avrei avuto il matrimonio più brutto della mia vita, eccolo che cambia."
La guardo affascinata, sembra quasi una di quelle favole che si raccontano alle bimbe.
"Io però non riuscivo proprio a sopportare quel suo cambiamento radicale, così cercavo d'infastidirlo. Ma ad un tratto mi ero accorta che dall'odio che nutrivo per lui, era nato l'amore, e non potevo più stare senza di lui."
Un attimo sto piangendo? No ma davvero? Subito mi asciugo gli occhi senza farmi vedere e tiro su con il naso. Perché questa storia ha avuto così tanto effetto su di me?
"Oh cara."
Dice lei vedendomi piangere. Mi porge un fazzoletto e io veloce lo afferro. Si alza dalla sedia e mi dice:"beh adesso devo andare. Porto Sarah alla recita di natale."
"Okay."
Mugolo io tra un pianto e l'altro. Mi stringe la mano, chiama la bambina e le vedo uscire insieme che mi salutano. 
"Tamara?"
Fa Zayn vedendomi piangere.
"Che succede?"
"Eh...tua nonna....RACCONTA DELLE STOIE BELLISSIME."
Grido scoppiando in lacrime.
"LORO SI AMAVANO COSÌ TANTO."
Dico piangendo come una fontana.
"Sai una cosa?"
"Cosa!?"
Chiedo io esasperata. 
"Conosco altre due persone che si amano tanto; o almeno il ragazzo ama tanto la ragazza."
"E stanno insieme?"
"Una specie, ma penso che se stessero insieme non si sopporterebbero più."
"E allora?"
"Beh, si comportano di più come migliori amici, che si amano, ma solo la ragazza è riuscita a dire al ragazzo che lo ama."
"E perché il ragazzo non glielo dice?"
Chiedo io innervosita dal comportamenti di questo ragazzo.
"Perché, non lo sa dire, lo dimostra e basta."
"E come?"
Chiedo io perplessa.
"Così."
Dice lui prendendomi in braccio e portandomi in un posto non ben definito della sua casa. Mi poggia su un letto e inizia a baciarmi.
"Dovevo capirlo."
Dico tra un suo bacio e l'altro.
"Che ero io?"
Dice lui, lo sento sorridere.
"Già."
Sussurro io baciandolo sulle labbra.
"Perciò mi ami?"
Gli chiedo staccandolo da me.
"Pensavo tu lo avessi già capito."
"Si, ma non l'ho sentito."
Dico io accennando ad un sorriso diabolico. Ride.
"Sei proprio testarda."
"Non ho ancora sentito nulla."
"Ti amo."
"Così va meglio."
Dico riprendendo a baciarlo.

-Harry-
"Charlotte."
"Harry."
"Non fare più cazzate."
"Io non faccio cazzate."
Dice innervosendosi e incrociando le braccia al petto.
"Suicidio."
Dico solo io.
"Smettila! Lo sai che non lo farò più."
"Si ma lo hai provato."
"Ma sono ancora qui davanti a te!"
Quasi grida presa dalla rabbia.
"E poi..."
Inizio io senza però sapere come continuare.
"Il, il, il tuo taglio di capelli!"
"Cosa c'entrano i miei capelli?"
Chiede lei toccandoseli perplessa.
"Quando ci siamo lasciati te li sei tagliati, senza avvertire."
"Ah! Perché ovviamente devo avvertire qualcuno se me li taglio!"
Grida lei gesticolando qualcosa.
"Beh, tu ti fai un tatuaggio ogni due giorni!"
"Non è vero!"
"Beh, sono più che certa che fossero di meno quando ti ho conosciuto."
"Non criticare i miei tatuaggi! Io posso fare quello che voglio alla mia pelle."
"E io ai miei capelli!"
Gridiamo entrambi senza un vero motivo. Perché stiamo litigando per questa cosa? Io poi adoro i suoi capelli. Una cosa però è certa, io non mollo, voglio vincere io questa litigata. Charlotte fa un gesto strano con le mani, e con un gridolino strozzato esce dalla stanza. Ma perché devo sempre trovare un modo per litigare?

-Louis-
Aiuto mamma Rose mentre pulisce le grovigli e tutto. 
"Sei un ragazzo gentile."
Dice poi lei.
"Faccio del mio meglio."
La signora Rose è proprio una bella donna, e penso che le sue figlie siano proprio venire bene grazie a lei, nulla da togliere al padre, solo dato e non so che faccia abbia non saprei giudicare.
"A proposito suo marito dov'è?"
Chiedo io curioso. 
"Purtroppo e moto qualche anno fa, in un incidente."
"Condoglianze."
Dico io portandomi una mano al petto, per farle capire la mia tristezza per l'accaduto.
"E adesso sono sola. Non ho uomini in ballo."
Dice squadrandomi in modo provocante.
"Peccato che io non abbia l'età adatta a lei, le potrei saltare addosso."
Dico mordendomi le labbra.
"E chi lo dice che la tua età non sia giusta per me?"
"Oh, signora Rose..."
Dico io in un modo che spero sia almeno un briciolo sexy.
"Chiamami Marion."
Dice lei accennando ad una risatina. Che ha detto che io debba stare con quella della mia età(?).

-Charlotte-
"Tuo fratello è impossibile."
Dico sedendomi vicino a Liam.
"Come va la mano?"
Mi chiede lui indicandomi il punto in cui Lou mi ha fasciata. Mi ero pure dimenticata di essermi tagliata. 
"Ah, si bene."
"Riguardo a mio fratello..."
Inizia lui, io lo guardo mente cerca una qualsiasi parola per darmi ragione o per descriverlo, o che ne so.
"Beh, si, ma se fa apposta a cercare di discutere e perché si sente ignorato..."
"Ma io non lo ignoro!"
Sbotto subito io senza farlo finire.
"Fammi parlare Calamity-Jane."
Sbuffo e mi porto una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
"Oppure lo fa perché pensa che le cose vadano troppo bene e perciò vuole peggiorarle in un certo senso."
"Liam sei troppo per questo mondo."
"Grazie."
Dice lui cercando di sorridere.
"Perché sto con Harry? Lo odio!"
"Lo odi perché lo ami. E anche fin troppo."
"Si vede così tanto?"
Dico portandomi una mano alla guancia, come per coprire il rossore che ho acquistato. Liam annuisce con le labbra chiuse in una linea. E io gli sorrido.

-Niall-
Siamo qui da quasi un'ora, e mentre aspettiamo Diana ha discusso con i suoi per non so quale motivo. Dovrei prendere lezioni di italiano, così capirei ciò che dice. Ad un tratto una porta si spalanca e un'infermiera in camice azzurro acqua esce da una sala.
"Mr. Shuester?"
Dice lei avvicinandosi al prof.
"Si?"
Fa lui agitato mentre alza la testa verso di lei.
"C'è qualcuno che dovrebbe vedere."
Dice la ragazza con un sorriso. Diana mi afferra per un braccio e inizia a sorridere. Stringe sempre si più la presa attorno al mio gomito, e mi lascia solo quando inizio a gridare. 
"Può venire anche lei?"
Chiede Shue indicando Diana. La mia ragazza inizia a ridere nervosamente contenta che lo abbia chiesto. L'infermiera sorride e annuisce con il capo. Diana si alza e segue il prof. E io li vedo sparire dietro alla porta bianca della sala.

-Diana-
Appena entro vedo delle garze sporche di sangue e attrezzi chirurgici sparsi per gli scaffali bianco panna della stanza. Emma e stesa sul lettino d'ospedale esausta. Will si avvicina a lei le sorride. 
"Amore."
Le sussurra lui. Lei sorride e fa respiri affannosi. La ragazza di prima si avvicina al prof e lo porta vicino ad un lettino più piccolo. 
"Oh dio."
Inizia lui con voce tremolante, penso per la commozione. 
"È un maschio."
"Tesoro."
Dice lui girandosi verso Emma. L'inferno era riprende a parlare come  per interagire al però della rossa:"si chiama David Finn Shuester."
"E perfetto."
Dice lui facendo scendere una lacrima dalle guance. Va vicino a sua moglie e le bacia la fronte:"ti amo adesso più che mai."


-I had a dream so big and loud I jumped so high I touched the clouds[...]
This is gonna be the best day of my life.-


-Angolo autrice-
okay lo ammetto mi sento figa perché sono riuscita 
ad aggiornare in poco tempo. YESS.
allora una cosa che vi volevo dire e che non 
ho mai detto è che vorrei
che voi ascoltaste le canzoni con cui do i
nomi ai capitoli. Se lo fate bene sennò, amen 
non vi costringo.
(INVECE DOVETE FARLO BRUTTE BABBANE)
spero vi siate divertite e che vi sia piaciuto. 
So che ci siete anche se non recensite.
baci luna. Ve se ama

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Capitolo 48
*** SUMMERTIME SADNESS ***


CAPITOLO 48
SUMMERTIME SADNESS

-Diana-
Ho passato il giorno di natale d'inferno finché non sono andata all'ospedale con il prof. Stranamente dopo la nascita di suo figlio i miei genitori si sono, come dire, addolciti, e non mi hanno più fatto domande imbarazzanti o hanno criticato la signora Black. Perciò si può dire che le cose si sono aggiustaste. Diciamo.
Adesso siamo all'aeroporto. Aspetto insieme ai miei che il volo per Torino atterri e che l'imbarchino. E spero non ci sia nessun ritardo perché voglio tornare a casa Black e dimenticarmi di avere una famiglia in Italia per i prossimi quattro o cinque mesi. 
"Beh."
Inizia mio papà svegliandomi dal mio stato di trans.
"Il volo e arrivato e tra poco ci imbracano."
Faccio un cenno con il capo.
"Perciò sei libera di andare. Ciao topolino."
Mi abbraccia, io lo stringo forte. Dopotutto con mio papà non provo nessun rancore. Ma mia mamma invece...
"Torna pure dal tuo ragazzo tinto."
"Ciao mamma."
Dico solo, non l'abbraccio neanche faccio solo un cenno con la mano. Entrambe siamo troppo orgogliose per accettare la sconfitta. E penso riavrò contatti con lei solo tra qualche mese. 

-Charlotte- 
Sono passati tre giorni da natale. Adesso siamo tutti qui riuniti al glee. Il prof Shue sta al centro dell'aula. Fa un respiro e prende parola:"tre giorni fa, il 25, è nato mio figlio."
Un boato si leva tra le pareti dell'aula. C'è chi applaude chi si congratula con lui, e chi come Marley si alza per andare ad abbracciarlo. 
"Grazie ragazzi."
Dice lui commosso. Io applaudo e lo guardo felice. Poi mi sento gli occhi di qualcuno addosso. Harry mi sta fissando. Non gli parlo da dopo la stupida litigata che abbiamo fatto. 
"Scusa!?"
Dice qualcuno vicino a me. Mi giro, Robin mi scruta impaziente.
"Che c'è?"
Chiedo io non capendo.
"È maleducazione portare il cappuccio al chiuso."
'È maleducazione avere il cappuccio a scuola gné gné gné, sono una brutta troietta dididi.' Mi dico mentalmente ripetendo il suo stridulo tono di voce.
"Ho freddo."
Mi limito a dire poi io. Harry ci fissa come spaventato. Sento una mano afferrare la stoffa del mio cappuccio e tirarmelo giù dalla testa. Metto una mano in testa e mi guardo attorno. Se prima sentivo lo sguardo di una sola persona e m'infastidiva adesso sono osservata da tutti. 
"Oh dio."
Esclama Louis che è dietro di me. Passo una mano tra i capelli per 'pettinarli', e mi faccio la riga in mezzo. 
"Ciao fata turchina."
Mi dice Robin con un sorrisetto da schiaffo stampato in faccia. Il giorno dopo la litigata sono andata dalla parrucchiera, e sono tornata a casa con i capelli azzurro cielo. Mia mamma quasi sveniva quando mi ha vista. Ma mia sorella non ci è cascata. Sento qualcuno prendermi una mano e trascinarmi fuori dall'aula. I corridoi sono vuoti, e la porta non appena si chiude fa un suono rimbombante. 
"Che c'è dovevo avvertirti? Dovevo chiederti il permesso per farlo?"
Scimmiotto io imitando il suo tono di voce.
"Sei proprio una stupida."
Mi dice il riccio. Nella sua voce non c'è rabbia o amarezza, penso si stai per mettere a ridere anzi. 
"Non mi trovi bella?"
Dico io come imitando una posa da stato fotografico. Scuote la testa.
"Adesso mi vuoi lasciare perché ho i capelli azzurri?"
Gli chiedo come cercando d'infastidirlo, ma niente.
"Ma sei pazza?"
Dice lui subito, accenno a sorridere, ma non voglio farglielo notare. Voglio vincere io.
"Perfetto."
Dico io scrutandolo da capo a piedi, mi avvicino a lui come per baciarlo ma mi blocco. Mi metto una mano in testa e mi sfilo via la parrucca.
"Perché sennò saresti stato un vero cretino a lasciarmi per questa scemanza."
Si mette a ridere. E mi spinge lievemente. 
"Bastarda."
"Mi rendi così Styles."
"Deduco perciò che abbiamo fatto pace..."
"Io non ne sarei così sicura."
"Cazzo ma perché devi essere così complicata."
"Se vuoi riavere tutto ciò..."
Indico il mio corpo.
"E toccare ancora queste..."
Metto le mani sulle tette, me le fissa come voglioso di metterci una mano sopra.
"Allora lasciami giocare un po'. Non abbiamo ancora finito."
"Sei una rompipalle."
"Solo per te amore."
Dico mettendo una mano sulla guancia. Okay forse potevo risparmiarmi questa manfrina, ma non so. Voglio prendermela con comodo e non sarò di certo io a chiedere scusa o a gettare la spugna. Prima di tornare nella classe mi rimetto la parrucca, una volta dentro troviamo delle sedie disposte come per formare un cerchio e io ed Harry ci sediamo vicino, ma nessuno accenna al parlare con l'altro. 
"Allora, ragazzi, oggi vorrei che voi voi concentriate sulla squadra."
Inizia il prof Shue.
"Adesso a turno diremo una cosa di noi, che nessuno sa. Può essere che ne so, una passione o un segreto o magari una cosa che ci rende felici."
Tutti ci guardiamo. 
"Bene, inizia tu Artie."
Dice poi indicando il ragazzo della sedia a rotelle. Andiamo avanti per un po', quando arrivano a me. Mi rimetto la mano in testa e mi ritolgo la parrucca. Tutti mi mandano a quel paese e io faccio un inchino. Dopo di me c'è Louis, che dice una cosa che non avrei mai voluto sapere.
"L'altro giorno, a natale, ho aiutato la mamma di Marley e Charlotte a mettere via le stoviglie."
Io e mia sorella lo guardiamo incuriosite.
"E posso dire che lei ci ha provato esplicitamente con me."
"Cosa!?"
Grida Marley.
"Brutto pervertito!"
Inizio io lanciandomi addosso a lui. Sono pronta a prenderlo a sberle ma qualcuno mi trascina di nuovo giù sulla mia sedia. Sento alcune persone soffocare delle risate. Altre fanno verso di disgusto. 
"Se ti prendo t'ammazzo."
Gli grida mia sorella.
"Vuoi trattare così il tuo futuro papà?"
Inizia lui ridendo a crepapelle.
"Se ti prendo ti uccido."
Faccio io.
"Guarda che poi non ti rifascio la mano eh!"

-Robin-
Dopo che tutti hanno smesso di ridere per la storia di Louis abbiamo ripreso con il giro. Quasi mi sento soffocare, tra poco arriverà il mio turno e ovviamente tutti si aspettano che io dica una minchiata o cose varie, ma questa volte no. Forse ho sbagliato a commentare il fatto che Tamara fosse rimasta incinta. Non oserei immaginare cosa avrei fatto io al suo posto. Probabilmente me ne sarei andata via da qui e avrei iniziato una nuova vita in Canada o sperduta in Siberia. 
"Robin?"
Dice poi il prof guardandomi. Faccio un respiro profondo e mi passo più e più volte le mani sulle cosce. Anche se non è periodo scolastico mi ostino a venire a scuola con la tuta da cheerleeder, e non so nemmeno io il perché.
"Dunque, allora...."
Inizio io un po' esitante.
"Charlotte, so che hai capito ci sono, e so che sai che io ero la tua compagna di banco. Si quella che ti ascoltava sempre nonostante a te non fregasse nulla di me."
Mi guarda piegando la testa da un lato.
"Molto probabilmente ti chiederai perché mi comporto così."
Annuisce piano, con un movimento quasi impercettibile con il capo.
"Alla fine di agosto sono stata picchiata da delle ragazze che mi continuavano a gridare 'Lesbica'. E mi prendevano in giro per il mio aspetto. Così tornata a casa ho subito iniziato a fare trattamenti e cose varie per cambiare. E all'inizio dell'anno mi ero auto convinta che avrei dovuto far la stronza per non essere più vittima di bullismo."
Fisso il pavimento.
"Ma solo adesso mi sono accorta che mi ero trasformata come quelle ragazze. Perciò a tutti voi scusatemi tanto."
Vedo Charlotte alzarsi dal suo posto. Viene davanti a me e io per paura che possa reagire male chiudo gli occhi pronta a ricevere uno schiaffo. Ma succede una cosa inaspettata. Mi abbraccia. E io la stringo forte iniziando a piangere. Dopo tutti vengono ad abbracciarmi e finalmente mi seno parte di qualcosa di speciale.

-Tamara-
"Wait ’til you’re announced We’ve not yet lost all our graces The hounds will stay in chains Look upon your greatness That you’ll send
The call I’ll send."
Inizio io al centro dell'auditorium. Arrivano pian piano tutti i ragazzi del glee. Siamo vestiti con camice, magliette, pantaloni ecc, neri e bianchi. Facciamo una coreografia un po' improvvisata e facciamo passi a due a coppie. Io ballo, se si può definire così, con Jake, e vedo Diana che inizia il suo pezzo dopo aver fatto una giravolta con Liam.
"We live in cities you’ll never see on screen Not very pretty, but we sure know how to run free Living in ruins of the palace within my dreams And you know, we’re on each other’s team."
Cantiamo poi tutti in coro fondendo le nostre voci come per formare una unica e magnifica. A fine coreografia il prof Shue inizia ad applaudire e si alza dal suo posto.
"Che visione patetica."
Dice ad un certo punto una voce dalla platea. Ryder. Ancora quel frocetto! 
"Se fare una performance così alle provinciali allora posso contare sulla vittoria degli usignoli.
"Tappati quella fogna Lynn."
Grida Marley. Ancora non ho capito come mai lei ce l'abbia così tanto con quello li. 
"Rose, no devi gridarmi contro solo perché ti ho lasciata."
"Posso? Scusa."
Dice ad un tratto Liam alzando la mano.
"Sei un vero coglione se l'hai lasciata fattelo dire."
Adesso si spiega tutto.

-kiss me hard before you go, summertime sedness. [...]
I've got the summertime summertime sadness.-


-angolo autrice-
Non sapete quanto avrei voluto vedere le vostre faccio nel momento in cui avete letto che parlava Robin. Haha, no davvero spero vi siate divertite e che vi sia piaciuto il capitolo. Ciao amori. 
P.s non è strano che io parli di più adesso alla fine di ogni capitolo? 
Baci Luna.

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Capitolo 49
*** DARK PARADISE ***


CAPITOLO 49
DARK PARADISE

-Charlotte-
Cammino di fretta verso l'uscita della scuola, non vedo l'ora di tornare a casa; odio venire qui, anche quando non c'è nessuno e siamo solo noi del glee a venirci. Mancano pochi metri prima di arrivare alla porta ma una figura alta e imponente mi blocca la strada.
"Dove vai piccola Rose."
"Di sicuro non a armi fottere come te Ryder."
"Sei cattiva."
Dice lui con un ghigno sul volto, mentre si avvicina a me.
"Mi piace la cosa."
Sussurra al mio orecchio. Ha una voce profonda e tremendamente sexy, che mi a venire i brividi lungo tutto il corpo.
"Cosa vuoi?"
Chiedo poi subito secca io.
"Ritiratevi."
"Come scusa?"
"Hai sentito benissimo."
Allungo una mano verso di lui, e lo sposto da davanti alla mia strada per uscire.
"Come vuoi."
Inizia lui ridendo istericamente.
"Tanto perderete."
"Oh, non credo proprio."
Rispondo io prima di lasciarmi il suono della porta che batte chiudendosi dietro alle spalle.

"Char?"
Qualcuno mi chiama.
"Char?"
Non rispondo.
"Charlotte?"
Grida poi la voce, con una faccia assonnata mi giro verso Tamara e alzando le spalle tranquillamente chiedo:"cosa c'è?"
"Il 31 poi?"
"Eh? Cosa?"
"Volevo organizzare una festa ricordi?"
"Ah si giusto giusto."
"E allora?"
"Allora cosa?"
"Dov'è la facciamo?"
Mi guardo un po' attorno, come se farlo mi aiutasse a trovare un luogo dove andare per fare la festa. Poi riguardo Tamara, la quale è in attesa di una risposta, e dico:"a casa tua?"
"Impossibile."
Risponde lei puntando lo sguardo sul pavimento.
"I miei mi hanno cacciata di casa."
"Mi dispiace."
Batto le mani e cambio argomento:"che ne dici della casa di...no niente Diana alloggia in una casa non sua perciò l'escluderei."
Tamara sospira e si stende sul mio letto buttandocisi sopra come un sacco patate. Mio mi metto le mani in faccia e poi mi steso per terra, e fisso il soffitto.

"Ho trovato!"
Grido ad un tratto facendo sobbalzare Tamara dallo spavento. Era da più di mezz'ora che non parlavamo, avevo anche l'impressine che Tam si fosse addormentata.
"Cosa?"
"Aspetta che chiamo e chiedo."
Afferro il cellulare dalla borsa e subito compongo il suo numero. Sento il primo squillo, e già temo che non risponda. Dopo il terzo ho già perso le speranze e quasi riattacco, finché non sento la sua voce dall'altro capo del telefono:"Charlotte?"
Dice subito lui, sorpreso di sentirmi.
"Blain! Tesoro, il 31 facciamo una festa, dato che i tuoi sono via possiamo usare casa tua?"
"Vedi Charlotte..."
"Ti prego."
Lo supplico io. Fa un sospiro e poi ricomincia a parlare:"vedi non è che non voglia darti la casa, e che non sono a Lima adesso."
"E dove sei?"
Chiedo allarmata io.
"Ehm, a New York."
C'è una breve pausa di silenzio.
"Mi manca Kurt, e voglio parlargli, e se mi rivolgerà la parola dovrai aiutarmi in una cosa..."
"Che cosa?"
Chiedo subito io entusiasta. Intanto Tamara di è riaddormentata sul letto.
"Te lo dirò poi."
"Va bene, allora va e riconquistalo Blain."
"Lo farò."
Conclude lui ridendo. Sono felice che voglia chiarire con Kurt, ma insoddisfatta perché non ho trovato un posto per la festa.

"Ragazze!"
Dice mia sorella spalancando la porta di camera mia.
"Si si sono sveglia."
Mugola Tamara con ancora la faccia spiaccicata contro il mio cuscino.
"E pronta la cena, se scendere fate un favore a tutti."
"Mh-mh."
Faccio io mettendomi in posizione fetale sul pavimento ghiacciato della camera.
"Dai."
Dice Marley avvicinandosi a me. Per un po' c'è silenzio e non si sente nulla, finché non sento un tonfo e mi arriva dritto in faccia un cuscino. Spalanco gli occhi e vedo mia sorella che se la ride sopra di me.
"Quale grave errore."
Dico io afferrandone un altro, ci prendiamo a cuscinate, finché Tamara dal suo trespolo non dice che vuole silenzio. Così in due ci avviciniamo a lei e la massacriamo lanciandole cuscini e peluche in faccia. Poi di colpo ci fermiamo, perché sentiamo un tonfo arrivare dalla cucina, seguito dal rumore di pentole che cadono per terra.

-Harry-
Siamo intorno alla tavola a mangiare in silenzio, accenniamo solo a qualche 'passami il sale', o 'cretino non bere tutta l'acqua'. Mia mamma in questi giorni non si sente molto bene, ha deciso di divorziare con il mio patrigno, e dopo quello che le ha fatto ne sono un po' felice. Liam, non l'ha presa ovviamente al meglio, ma ha detto che va bene così, che nessuno ci può più maltrattare. Perciò proseguiamo la nostra cena finché non sentiamo suonare il campanello ininterrottamente. Svelto mi alzo dalla sedia e vado alla porta, appena la apro Charlotte si fionda su di me. 
"Ehi ehi."
Dico io accarezzandole i capelli.
"Cosa succede?"
"Mamma..."
Inizia lei tra le lacrime.
"Ha avuto un infarto."
"Oh cara."
Dice mia mamma sentendo quello che ha detto. Ci raggiunge e non appena arriva vicino a noi, Charlotte si stacca da me e si fionda su mia madre. Piange ancor più forte, e mia mamma la stringe forte a se. 
"Va tutto bene."
Le sussurra lei. 
"Andrà tutto bene vedrai."
Dice mia mamma per confortarla. 
"Dov'è Marley?"
Chiede poi allarmato mio fratello.
"E in ospedale con lei."
Singhiozza.
"Vado."
Dice lui, ma mia mamma lo blocca.
"No, non è il momento credimi."
Allude lei a Charlotte.

"Vedrai che andrà tutto bene."
Dico io fasciandole le braccia attorno al bacino. Siamo stesi sul letto. Charlotte rimarrà qui per la notte, dato che non vuole stare da sola adesso. 
"Ho paura H."
"No non devi averne."
Dico baciandole la fonte.
"Aspetta, da quando mi chiami H?"
Finalmente la sento accennare ad una risata:"mi piace."
"Allora se ti piace."
Dico io con tono sarcastico. Cerco di sciogliere il nostro abbraccio:"devo andare in camera mia."
Dico piano.
"Ti prego...ti prego rimani qui. Ho bisogno di te."
Mi dice perforando mi con lo sguardo colmo di lacrime.
"Certo." 

-All my friends ask me why I stay strong.
Tell 'em when you find true love it lives on.
Ahhh, that's why I stay here[...]
Everytime i close my eyes it's like a dark paradise-


-angolo autrice-
Okay non so che dire, solo spero vi sia piaciuto il video e che finalmente le scuole stanno per finire. Yeah!
Comunque, tra poco questa ff finirà, e volevo un vostro parere, perché avevo in mente di fare una sorta di seconda stagione. So che non recensite mai ma per favore ve lo chiedo in ginocchio potete dirmi almeno si o no, sulla domanda:"la faccio sa cazzo di 'seconda stagione'?" 
Baci Luna.


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Capitolo 50
*** BLAME IT ON THE ALCOHOL ***


CAPITOLO 50
BLAME IT ON THE ALCOHOL  

-Charlotte-
Sono passati altri tre giorni da quando mi mamma ha avuto l'infarto, e adesso è ancora in ospedale perché la tengono sotto controllo e le fanno fare altri esami. Per adesso non è saltato fuori nulla di strano, e perciò non si sa da cosa e stato provocato l'infarto. Oggi é l'ultimo dell'anno e Robin, gentilmente, si è offerta di usare la sua casa per la festa. Ancora non mi sono abituata a questo lato 'buono' di lei, ma riesco a conviverci meglio che con l'altro. Alla festa ci saranno solo i membri del glee, perché non volevano fare una festa troppo grande e perché almeno ci conosciamo tutti.
"Dai stasera ci divertiamo."
Continua a ripetermi Tamara mentre guida l'auto in direzione di casa Reed. 
"Si certo lo so."
Fisso la strana, ma mi sento comunque il suo sguardo addosso. Mi guarda con compassione, come se avesse pena per me. Anche lei c'era quando mia mamma si è sentita male, ed è stata lei ad accompagnarmi a casa di Harry, e a portare poi Marley all'ospedale. Ma sembra che non abbia fatto ancora abbastanza, come se non avesse mosso un dito per l'accaduto. 
"Tam, puoi accostare?"
Le chiedo io sempre guardando la strada. Lei indugia un po', ma poi si ferma vicino ad un marciapiede.
"Qualcosa non va?"
Chiede lei preoccupata.
"No tutto apposto, è solo..."
Mi guarda vogliosa di una risposta.
"È solo che ti volevo ringraziare. Per tutto."
Sorride, allunga una mano verso la mia e mi accarezza il dorso di essa.
"Per te tutto. Ti voglio bene."
"Anche io te ne voglio."

Quando accostiamo vicino a casa di Robin io e Tamara rimaniamo immobili in macchina a contemplare la splendida casa.
"Ma che è?"
Inizia lei. Io non dico nulla sono incantata dai muri bianco avorio, e gli addobbi luminosi che fanno sembrare la casa una stella.
"È milionaria?"
Continua lei con tono stupefatto. 
"Non lo so ma voglio assolutamente entrare in quella casa."
Zitte scendiamo dall'auto e con le ginocchia tremanti raggiungiamo l'ingresso. Robin ci apre con un sorriso stampato in faccia. 
"Entrate entrate."
Gridacchia lei entusiasta.
"E già arrivato qualcuno?"
Chiede subito Tamara.
"No siete le prime."
Entrata in casa ammiro il soffitto bianco dove scende un lampadario di cristallo che inonda la stanza di bagliori. Una scala con la ringhiera in nero e oro circonda metà ingresso, facendo sembrare la casa ancor più enorme. 
"Venite."
Dice poi la ragazza con un sorrisetto stampato in facci. Adesso che lo noto e la prima volta che la vedo senza tenuta da cheerleeder. Robin ha i capelli sciolti che ricadono sulle spalle con dei boccoli neri che le circondano il viso. Un vestito bianco panna, con il sopra fatto a canottiera, e la gonna un po'a palloncino che le fa sembrare le gambe magre e slanciate. Indossa una collana di perle, e adesso che ci penso se dovesse andare fuori in giardino, sembrerebbe una tesa fluttuante perché il vestito si confonderebbe con la neve e le pareti bianche della casa. Robin ci porta in un'immensa sala, dove su ogni parete ci sono appesi almeno quattro o cinque quadri. Ad un tratto una televisione sbuca dal nulla, l'avevo confusa con un quadro. 
"Wow."
Sospiro io in ammirazione di tutte quelle cose.
"Già"
Dice Robin con mezzo sorrisetto sul viso.

-Tamara-
Adesso che la guardo meglio Charlotte sembra un po' fuori luogo per una festa di fine anno, per carità adoro il suo vestito, solo penso abbia la mania dei vestiti lunghi. È rosso, con le spalline e la scollatura a cuore e la gonna che scende morbida sulle sue gambe, e per questa occasione si è pure fatta la riga in mezzo e ha piastrato i capelli, anzi, glieli ho piastrati io. In confronto a lei io sembro pronta per un funerale. Sono vestita tutta di nero, gonna aderente a frange e maglietta a maniche lunghe nera di pizzo. Sprizzo felicità da tutti i pori. Comunque, togliendo la bella casa mi sento un po' a disagio con Robin, non sono del tutto sicura che sia cambiata, non mi fido ancora ciecamente di lei, ho quasi l'impressione che ti possa colpire alle spalle e tradirti miseramente. Ad un tratto sento qualcuno fasciarmi le braccia intorno. 
"Principessa!"
Dice qualcuno con una voce maschile. Alzo gli occhi al cielo.
"Diana, per favore, non sei credibile."
Vengo lasciata da quella presa e D mi guarda sorridente, e poi scoppia a ridere. Finalmente lei si distingue, ha messo dei pantaloni a vita alta e una maglietta elegante. 
"Dai! Ma ero uguale!"
"Identica."
Preciso io facendo un gesto con le mani. 

-Diana-
Dopo una mezz'ora passata a visitare e a girare per la casa di Robin, che più che casa sembra una reggia, sono finalmente arrivati tutti gli altri del glee. Mangiamo pizza e ordiniamo di tutto del ristorante cinese. Passiamo un'ora a mangiare e a scherzare felicemente finché Tina, Jake e Louis non tirano fuori tre bottiglie ciascuno di alcolici. Frettolosi scappano in cucina e tornano poi in sala con dei bicchieri, ce li porgono e versano di tutto in ogni bicchiere. 
"Mh."
Faccio io titubante.
"Dai, ci divertiamo."
Dice Tina con aria persuasiva.
"Okay."
Sospiro io. Avvicino un po' il bicchiere alla bocca, faccio un respiro profondo, e poi mando giù tutto d'un fiato. Sento la gola infiammarsi, quasi come se qualcuno avesse appena appiccato un incendio giù per la laringe. 
"Un altro dai!"
Esclama lei felice. Sento la testa che mi gira, il mio cervello dice di fermarmi e di andare a prendere una boccata d'aria. Ma sembra che i miei arti non rispondendo ai comandi. Meccanicamente tendo il braccio verso Tina la quale mi versa subito un altro po' di quel liquido cristallino, e non appena mando giù la stessa quantità di prima la gola riprende subito a bruciare e io quasi non capisco più nulla. 

-Harry-
Vedo Charlotte che fa per avvicinare il bicchiere di Vodka alla bocca ma io subito la blocco. 
"Dammi qua, non resisteresti."
Mi fissa come se volesse accoltellarmi, io rido, ma poi le strattona il braccio dalla mia presa e manda giù tutto quello che c'era dentro al bicchierini. La vedo fare una faccia disgustata ma poi sbatte il bicchiere a terra e con un ghigno mi guarda e dice:"Mettimi alla prova Styles!"
"L'hai voluto tu!"
Esclamo io. Rubo una bottiglia di Vodka a Louis, e inizio a versare una quantità esagerata d'alcool dentro al contenitore di plastica. Charlotte l'afferra e beve. Ne riempio un altro e beve di nuovo tutto d'un fiato. Tracanniamo Vodka finché qualcuno non mi strappa la bottiglia dalle mani. Ma sono troppo rincoglionito per ribattere. Non capisco più nulla. 

-Marley-
La fesa sta degenerando. Vedo mia sorella seduta per terra a piangere. Prende per il colletta Harry e grondando di lacrime grida:"Io ti amo hai capito? Sei la cosa più importante della mia vita!" 
"Si però adesso facciano sesso."
Dice lui avvicinandosi a lei per baciarla. Ma cade a terra e si mette a ridere. Dall'altra parte della stanza Diana abbraccia un cuscino e continua a dargli dei baci dicendo:"No non mi lasciare. Non m'importa se per i tuoi non vado bene."
Ad un certo punto qualcuno passa davanti a me correndo. Quasi mi travolge. Appena si ferma si gira verso di me e fa:"Bip Bip."
E poi riparte a correre. Subito dietro di lui, che ho capito dopo essere Jake, arriva rincorrendolo Kitty, che disperata chiede aiuto a tutti. Non ricevendo risposta se ne va e ricomincia a seguirlo. Sospetto sarà una luunga notte. 


-Blame it on the vodka 
Blame it on the henny 
Blame it on the blue top 
Got you feeling dizzy 
Blame it on the alcohol-

-angolo autrice-
Okay finalmente é iniziata l'estate,
ye. Spero vi sia piaciuto il capitolo e basta. Io scriverò ancora durante le vacanze, ma poi ci saranno delle settimane dove sicuramente non riuscirò a pubblicare perciò scusatemi. Auguri a tutte o a tutti (non so se ci sono solo femmine o cosa) quelli che hanno gli esami.

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Capitolo 51
*** WE'VE GOT TONIGHT ***


CAPITOLO 51
WE'VE GOT TONIGHT

-Robin-
"When you hear the people sing, tatataratata angry man. No aspetta come faceva? A si. It is the music from the. No non era così forse."
Canta Tina con voce sghignazzante. Regge in mano una bottiglia di Vodka mezza vuota e ondeggia le braccia a 'tempo di musica'. Subito mi avvicino a lei e gliela strappo di mano. 
"Basta o starai male."
"Tu non puoi controllarmi!"
Grida puntandomi un dito contro. Scoppia a piangere. E appena mi sembra si sia calmata mi avvicino a lei, piegandomi a terra, e cerco di alzarla dal pavimento. Ma subito qualcosa di caldo inonda il mio petto. Abbasso la testa e vedo della melma verdastra addosso al mio vestito. Chiudo gli occhi mi trattengo dall'urlare. Davanti a me Tina, sorride in modo ebete e si pulisce la bocca con il palmo della mano. La lascio a terra. E rigida come un pezzo di legno cammino fino al mio bagno. Mi ci chiudo dentro e faccio per gridare e togliermi il vestito finché non noto Louis seduto sulla tazza del water che mi saluta con un gesto della mano.
"Che cazzo ci fai qua checca?"
"Che modo scortese di rivolgersi ad un tuo ospite."
Sospira lui.
"Si bene devo cambiarmi. Perciò esci."
"Va bene va bene. Mi butterò nel caos."
Sospiro chiudo gli occhi, e lo blocco prima che se ne vada.
"Fammi un favore assicurati che nessuno rompa niente."
"D'accordo."
Dice con aria tesa. La porta si richiude e io rigiro la chiave per serrare la porta. Mi fisso nello specchio. E lentamente, cercando di non vomitare a mia volta per l'odore del rigetto di Tina, mi sfilo il vestito. Mi lavo e mi metto addosso quintali di profumo. Caccio nel lavandino il abito e lo lascio li ad ammollo nell'acqua. Frugo nei cassetti finché non trovo la mia maglietta del pigiama e dei pantaloncini. Tanto sono tutti ubriachi non si ricorderanno come sono vestita. Esco dal bagno e vado a vedere che succede in sala e nelle altre stanze. Il caos più totale. Gente che ride, chi canta chi piange e chi si arrabbia con il proprio riflesso nello specchio.

-Harry-
Non capisco più niente, continuo a fare dei movimenti strani mentre fisso Charlotte che ondeggia  battendo le mani ad un ritmo lentissimo. Di scatto si alza e barcollante mi raggiunge. Cade a terra perché inciampa nel vestito. Ma poi si rialza continuando a ridere come un'oca. Faccio delle sottospecie di mosse di ballo mentre Charlotte si muove sensualmente vicino a me. Poi si blocca e afferra un lato del suo vestito. Vedo che lentamente si strappa la gonna finché l'abito non diventa una specie di baby-doll lungo fino a metà coscia. Guarda le sue gambe sbalordita e poi rivolge uno sguardo sorpreso verso di me. Io spalanco gli occhi.
"Guarda."
"Guardo."
Rispondo io soffocando una risatina.
"Guarda cosa hai fatto!"
"Che?"
Rispondo io non capendo cosa sta dicendo.
"Mi hai strappato il vestito!"
"Io?"
Faccio di nuovo io incredulo.
"Lo sapevi quanto mi piaceva."
Grida lei piangendo. Barcollo verso di lei e le metto un braccio attorno al collo.
"Per farmi perdonare ti concedo il sommo privilegio di fare sesso con me."
"No! Adesso no! No no e no!"
"D'accordo."
"Io lo so perché lo hai fatto!"
Continua lei insinuando che io le abbia strappato il vestito.
"É perché mi vuoi scaricare vero!?"
"Ma sei scema? Di sicuro non te lo avrei, cioè non te lo saresti strappata se ti avessi voluto lasciare."
"Non ha molto senso il tuo discorso."
"Sh zitta io...ho sonno."
Faccio io lentamente mi stendo a terra e chiudo gli occhi. 
"Harry!?"
Dice con voce bambinesca la mia ragazza.
"Daiii."
Continua lei picchiettandomi sula spalla. Sento che la testa mi gira e che sto per addormentarmi. 
"No Charlotte."
"Io voglio contare le stelle."
"Ma non si può!"
Faccio io con faccia stupita.
"Vedi le stelle sono tante."
Continuo io.
"A si è quante sono?"
Chiede lei incantata.
"Beh più delle mie figurine dei pokemon. Saranno almeno cento cento venti."
"Ooooh."
Fa lei con faccia stupefatta guardando il soffitto come se fosse un cielo stellato.
"Si però perché mi hai strappato il vestito?"
"Ma te lo sei strappata tu!"
"Mi vuoi lasciare vero?"
"Di certo nessuno strapperebbe un vestito per farlo diventare una abitino  provocante per lasciare la ragazza."
"Ah-ah!"
Fa Charlotte puntandomi un dito addosso.
"Lo hai ammesso!"
Ruoto gli occhi al cielo.
"Beh però."
Continua lei; io mi giro nella sua direzione e la guardo con faccia stanza.
"Se mi trovi provocante..."
"Adesso facciamo sesso però!"
Dico io seccato.
Si avvicina a me gattonando, e mentre è a pochi centimetri dalla mia faccia io increspo le labbra le baciare le sue, ma cade a corpo moto su di me, e la sento russare.
"Ma dai, io volevo fare sesso!"

-Liam-
"Oh Marley."
Dico io come un ansimo.
"Oh Marley."
Ripeto io con gli occhi chiusi.
"Liam?"
Mi chiama la ragazza in tono stranito.
"Oh Marley. Voglio te nel letto adesso."
"Cazzo Liam sei ubriaco pure tu!"
Grida lei disperata, io la zittisco e poi le accarezzo i capelli.
"No scusa sei così bella non ti volevo far arrabbiare."
Mi prende il viso tra le mani e mi fissa negli occhi.
"Ti prego torna in te."
"No? Perché io non sono nel mio corpo?"
Dico spaventato. Mi tocco il petto la schiena la faccia tutto:"ridatemi il mio corpo!"
Grido. Inizio a correre e subito dietro di me c'è Marley. 
"Gli alieni vogliono rapirmi. Ma batman mi salerà."
Dico fermandomi e mettendo le braccia sui fianchi.
"Alla bat caverna."
Grido poi io indicando il soffitto con l'indice. Sento Marley dietro di me afferrarmi per i lembi della camicia ma io non mi fermo, continuo a dimenarmi come un pazzo per la casa senza smettere. Dopo un po' vedo che sdraiato su un divano c'è Jake che dorme.
"Liam per favore non svegliare Jake che sta male."
Dice Marley sussurrando. Io lentamente mi avvicino a lui lo guardo e poi....sciaf, geli do una sberla sul culo.
"Ma che cazzo fai!"
Grida Marley con faccia arrabbiata mentre si avvicina a me. Si sentono dei lamenti provenire da Jake ma sono così deboli che non si capisce quello che dice, e poi torna tranquillo a dormire. Io continuo a ridere poi mi siedo accanto a lui, sto per un po' a fissare la parete avanti a me. Finché Marley non mi chiede:"stai bene?"
"Si si benissimo."
E poi vomito per terra. 

-Louis-
Sto appoggiato alla parete e guardo divertito la scenetta davanti a me. Tamara e in piedi sul tavolo che si toglie la maglietta e la gonna amò di spogliarellista. Cerca di muoversi sensualmente ma più che sexy sembra un elefante che ha appena visto un topo. Zayn seduto ad una sedia proprio sotto di lei. Lancia banconote e grida contento:"di più di più!"
Ma almeno la rossa ha ancora ancora quel poco di buon senso per non togliersi più niente.
"Che guardi?"
Mi chiede una voce vincono a me.
"Questa bellissima scena."
Dico io sorridendo. Robin indossa una maglietta bianca con sopra una scritta strana, prendo sia cinese ma non essendo esperto nella materia potrebbe benissimo essere arabo per me, e dei pantaloncini grigi. 
"Come sei elegante."
"Grazie."
Risponde lei non facendosi intimidire dal mio 'insulto'. Sospiro. Quasi tutti quelli che erano sotto l'effetto dell'alcool si stanno lentamente addormentando. Giro la testa di lato e vedo Harry mettere una mano sul seno di Charlotte. Mi avvicino a lui e gli prendo la mano.
"Ma..."
Inizia lui.
"Non si può."
Dico io come se stessi parlando ad un bambino. Harry scoppia a piangere. 
"Ma io volevo fare solo sesso!"
Grida in preda al panico.
"Sh sh, addormentati."
Dico io cercando di farlo stendere a terra. Harry fa un cenno con il capo e appena tocca il pavimento chiude gli occhi.
"Okay adesso sono addormentato."
Dice lui facendo un gesto con la mano. Mi rialzo e ritorno dov'ero prima. Vedo Tamara che fa segno di stare zitti e poi alzando mani fa dei cerchietti nell'aria e continua a fare 'sh' con la bocca. 
"Allora, che si fa?"
Chiedo io a Robin. Sono stanchissimo, e pure essendo capodanno ho voglia di dormire e penso me lo si legga in faccia. 
"Hai sonno vero?"
Ecco infatti.
"Vieni dai."
Fa lei prendendomi il polso e trascinandomi non so dove.

Mi porta in una stanza buia ma quando accendi le luci vedo un grosso letto a forma di cerchio al centro della stanza. Robin fa per andarsene ma io la prendo per il polso  e la giro verso di me:"aspetta."
Dico fissandola negli occhi. 
"Voglio provare una cosa."
Mi avvicino a lei, e Robin lascia fare, mi avvicino ancora un po' e la bacio.
"Interessante."
Fa lei a pochi centimetri dalla mia faccia. 
"Sarà solo una notte non significherà niente."
Dico io in modo malizioso.
"Ci sto."
Fa lei chiudendo la porta e facendomi segno di seguirla verso il letto.

-I know it's late,I know you're weary 
I know your plans don't include me 
Still here we are, both of us lonely 
Longing for shelter from all that we see 
Why should we worry, no one will care 
Look at the stars so far away 
We've got tonight 
Who needs tomorrow?-

-angolo autrice-
Egné. Salve a tutte giovani. Ma per caso qualcuno mi odia per questa sottospecie di coppia? Comunque lo so che è solo colpa vostra ammettetelo! Va beh sono cretina lo so grazie prego ciao. 
Baci spero vi sia piaciuto questo capitolo alla prossima puntata di glee. Durudurudurudurudu parapapapapapapappaparaparapapapa pompompá



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Capitolo 52
*** AMAZING ***


CAPITOLO 52
AMAIZING

-Charlotte-
Le vacanze di natale sono finite e io non mi sono nemmeno accorta del passaggio di capodanno. Quasi come se fossi stata assente quella sera. Il giorno delle provinciali e già arrivato e io sono più che agitata. Sento le farfalle nella pancia, anzi no, qualcosa di più, di più fastidioso, come delle api che ronzano in cerchio dentro al mio stomaco pronte a pungere e ad uccidermi sul colpo. Cammino avanti e indietro per la casa, faccio e rifaccio più volte una borsa da portare a teatro che però nemmeno mi serve. Sobbalzo non appena sento il campanello di casa suonare. Dato che non sento nessuno dire niente mi precipito alla porta e apro a chi ha citofonato. Due occhi marroni mi scrutano con aria assente. Blaine entra senza neanche chiedere il permesso e io lasciandolo fare chiudo la porta dietro di lui. Mentre era andato a trovare Kurt a New York aveva discusso a lungo con quest'ultimo. Ma non si era capito realmente se si erano rimessi insieme o no, perciò si stanno prendendo una pausa ma nel frattempo si tengono in contatto e sono rimasti amici. Lo vedo raggiungere barcollante il divano. 
"Già con gli abiti di scena?"
Chiedo io alludendo all'abito nero composto da giacca e pantaloni e camicia bianca adornata con un fiocchetto rosso acceso. 
"Beh tu come speravi di venire?"
Dice lui senza guardarmi in faccia. Giusto. Devo vestirmi. 
"Si beh allora vado a prepararmi."
Dico incamminandosi verso il piano superiore. Mi blocco poi all'inizio della rampa di scale. 
"Vuoi venire con me?"
Gli chiedo voltandomi verso il divano dov'è seduto. Lento arriva vicino a me e insieme la scalinata.

Mi guardo allo specchio mettendo apposto la gonna del vestito che ho indosso. È un abito rosso senza spalline, sulla vita si trova un cinturino dello stesso colore e sotto fino alle ginocchia scende una gonna a balze. Sul collo ho un collier di diamanti, ovviamente più che finti. Mi giro verso il mio migliore amico e gli faccio un cenno con il capo per capire se il tutto va bene. Lui alza un pollice in sù e poi a peso morto si distende sul letto. Sento bussare alla porta, la fisso per un istante e poi volgo di nuovo lo sguardo verso Blaine, che non accenna ad alzarsi dal letto. Così sbuffando vado ad aprire e mia sorella con un sorriso smagliante ci invita ad andare verso il teatro con lei. Impieghiamo qualche minuto a convincere Blaine ad alzarsi. E quando finalmente è giù dal letto saliamo in macchina e veloci andiamo verso la Washington school, dove si terranno le provinciali. 

-Niall-
Mia cugina continua ad aggiustarmi il cravattino e la giacca finché io non le do un leggero schiaffo sulle anni e lei le ritrae a se. Sbuffando mi dice:"scusa se volevo che tu fossi almeno un po' decente."
Le faccio la linguaccia e anche lei risponde facendomene una. 
"Gné gné."
Dico io improvvisando una vocetta femminile. 
"Che bambino che sei."
Piagnucola Kitty, mentre incrocia le braccia al petto e alza gli occhi al cielo. Io e lei ci comportiamo come fratello e sorella, sempre a litigare eppure ci vogliamo un modo di bene, ma non lo ammetteremmo mai. Vado via dal camerino della nostra squadra e faccio un giro per i corridoi della scuola. Sento ad un tratto una persona picchiettarmi sulla spalla, così mi giro e trovo un ragazzo poco più alto di me che sorridente mi chiede:"scusa hai visto una ragazza bionda?"
Di sicuro si riferirà a Kitty, lo studio per qualche secondo per cercare di capire con chi può avere a che fare mia cugina: ha i capelli biondi come i miei, occhi marroni, e al lato inferiore della bocca ha un piercing nero ad anello. 
"E poco più bassa di me, magari l'hai vista."
Tenta di nuovo. Ha uno strano accento simile a quello di Diana. Poi però mi ricordo che cerca mia cugina così gli indico la porta dietro di lui e dico:"dovrebbe essere la dentro." 
Lui sorride e si incammina verso la stanza, ma prima accenna ad un saluto e dice grazie. 

-Zayn-
"Principessa."
Sussurro all'orecchio della rossa, mentre mi avvicino alla sedia dove è seduta.
"Chiamami con il mio nome ti prego Zayn."
Dice lei quasi seccata.
"Peli di carota(?)"
Dico di nuovo.
"Zayn..."
Inizia ad arrabbiarsi. Sbuffo e la guardo attraverso lo specchio.
"Tamara. Va bene adesso?"
Dico io ridendo, lei si gira verso di me e mette una mano sullo schienale della sedia, mi guarda quasi volesse fulminarmi con lo sguardo, e dice con tono arrogante:"perché non puoi sempre chiamarmi così?"
"Non lo so, voglio affibbiarti un nome speciale."
"Uhm okay, allora io posso chiamarti uomo granita? No anzi, granita man!"
"Ma cos'hai oggi?"
Chiedo io titubante. 
"Davvero Zayn, davvero me lo stai chiedendo?"
Oh dio e adesso cosa rispondo?
"Sono nella fase rossa."
Cosa?
"Non ti seguo Tamara."
"Sai..."
Dice lei ondeggiando:"le cascate sacrificali di satana."
Ho una faccia più interrogativa di un punto interrogativo. Ma che cazzo sta dicendo?
"Sono mestruate Zayn."
Puntualizza lei poi lasciando cadere delle cose sul tavolino davanti a lei. Mi allontano moto lentamente e faccio retromarcia. Ho paura delle donne quando sono in questa fase del mese. 
"Dove vai?"
Sento gridare.
"Ehm...in...in bagno!"
"Vini qui!"
Sbraita lei. 
"Oh cazzo."
Inizio a correre più in fretta che posso e raggiungo il bagno. Non uscirò finché non dovremo fare lo spettacolo. 

-Harry-
"No fermo un attimo per favore."
Dico a Jake mentre fa un passo di danza.
"Cosa non va amico?"
Dice lui un po' seccato, ma per fortuna cerca di trattenersi. 
"Cioè io devo incrociare il piede sinistro dietro al destro poi girare e fare la mossa?"
"Quale mossa?"
"Beh si quella li, dove fasi tutto così... No okay non la so fare."
Dico io rinunciando da subito a far vedere quale sottospecie di ballo devo ballare.
"No Harry, non è così, tu guarda i piedi vai subito alla pratica non soffermarti sulla tecnica."
"Dai ci posso riuscire."
Dico facendogli segno di rifare tutta la sequenza da capo. La guardo stando attento a cosa c'è da fare e appena ha finito sfrego le mani e dico:"okay, non lo posso fare!"
Perciò faccio per andarmene ma lui mi afferra per le spalle e me lo fa ripetere finché non lo so a memoria. 
"Jake non so ballare! Sono un pericolo pubblico."
Lo avverto io. Lui scuote la testa e con le braccia incrociate al petto dice serio:"adesso lo rifai." 
Ma perché non posso stare immobile mentre canto? Perché?

-Can we front the pain?
Can we front the rain?
and the rainbow for you
there will come a day
we'll find out a place
isn't it so amazing?-

-angolo autrice-
Siamo quasi alla fine. Eh già.
Io sto veramente valutando l'idea di fare una "seconda stagione". Ma se nessuna mi fa sentire quello che ha da dire come faccio a sapere se la volete o no?
Va beh vi lascio a questo enorme punto di domanda arrivederci.

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Capitolo 53
*** WE REMAIN ***


CAPITOLO 53
WE REMAIN

-Liam-
"Signori e signori, benvenuti alla Washington school. Quest'oggi presenteremo le provinciali di canto coreografico."
Dice un uomo sul palco spalancando le braccia. Ha la fronte impregnata di sudore, ma non per il caldo, molto più che probabilmente per agitazione, ha tutti gli occhi puntati su di lui. Lo capisco perfettamente, infatti non so come potrò salire sul palco e cantare mentre ballo una coreografia un po' stupida mentre metà Lima mi fissa. Sento le mani che mi diventano unidiccie e calde. Sposto lo sguardo da un lato all'altro della platea. Inizio ad agitarmi e dei conati di vomito mi pervadono. Sento una voce confusa parlare vicino a me mentre mi chiede qualcosa. Mi volto e vedo Charlotte che muove la bocca, ma non produce alcun suono. Inizia ad avere un faccia preoccupata. Io la fisso immobile, sono come scioccato. Lei si gira e chiama qualcuno alle sue spalle. Arriva un ragazzo ma non riesco ben a capire chi è dato che lentamente i miei occhi si chiudono e io distinguo solo il nero intorno a me. 

-Harry-
In fretta arrivo alla fila di posti in platea dove siamo seduti noi nuove direzioni. Appena arrivo Charlotte si alza dalla sua poltrona e mi stringe forte. 
"Ehi come mai tutto questo affetto?"
Chiedo io con un mezzo sorriso stampato in faccia. Appena si stacca da me indica una poltrona vuota. Solo adesso ricordo che Liam era seduto li, ma di lui non c'è traccia.
"Dov'è mio fratello?"
Chiedo subito allarmato.
"Ha avuto un attacco di panico."
Dice lei triste. La fisso per pochi istanti finché non mi metto a ridere.
"Scusa ma cosa ci trovi di divertente in tuo fratello che sviene?"
"Che lo fa sempre!"
Charlotte aggrotta la fronte e serra le braccia lungo i fianchi.
"Puoi spiegarti meglio?"
Dice con la voce carica di disappunto e rabbia. Penso ancora al giorno dell'audizione ad inizio anno; Liam era uscito tutto carico e sicuro di se a casa. Per tutto il tempo, non aveva fatto altro che parlare di come avrebbe spaccato all'audizione, e infatti lo ha fatto. Ma prima di entrare in scena, mi ricordo che fece due passi dietro alla quinta e appena prima che entrasse del tutto sul palco svenne e cadde all'indietro. Ovvio che in quel momento ero agitato per lui. Ma poi sempre ripensando ad altri episodi esilaranti mi venne in mente che mio fratello sveniva sempre prima di iniziare a fare una cosa, e poi spacca sempre i culo a tutti. Io non so cosa ci sia di strano in lui, ma è questo che rende interessante mio fratello. Mentre pensavo a queste cose ho incominciato a ridere e Charlotte seccata mi schiocca le dita davanti agli occhi, mi riprendo un istante ma dopo due secondi che la guardo negli occhi scoppio di nuovo in una fragrante risata e pino piano le spieghi il morivo per cui non mi preoccupo se Liam sviene.

-Diana-
Mentre Liam sveniva il 'conduttore', se si può chiamare così, delle provinciali ha detto tutti i nomi dei giudici della gara. Inutile dire che li ho dimenticati subito. Ma adesso inizia lo spettacolo, e come dire finché non arriverà il nostro turno me lo voglio godere. La prima scuola a gareggiare è la St. Martin school, il gruppo si chiama 'Note ardenti', non devono essere male. Quando si apre il sipario sul palco ci sono solo ragazze, tutte vestite di nero; indossano vestiti simili ma non uguali: hanno tutte una gonna abbastanza ampia ma il bustino è fatto in modo diverso per tutte; gli unici altri elementi uguali sono che il corpetto e la cintura è fatta di pelle adornata con catenelle argento e borchie dello stesso colore, che variano di punto in punto da vestito a vestito, hanno un aria molto punk-rock, che ammetto vorrei disperatamente avere anche io. Sono molte le ragazze, almeno una ventina, e si presentano sul palco disposte a triangolo e tutte fissano punti indefiniti della platea con sguardi fulminatori e aggressivi. Parte una musica rock e la ragazza sulla punta inizia a ballare a colpi di musica. Ma non è lei a cantare, bensì è un'altra, che si sposta dalla metà della piramide e porta il microfono alla bocca e inizia a cantare sulle note di 'Start me up'. È abbastanza alta ha un fisico mozzafiato e una faccia più che bella. Ha i capelli scuri, tranne che sulle punte, perché li si distinguono ciocche viola tendenti al rosa, e gli occhi marroni come il cioccolato fondente. Tutto l'auditorium è in ammirazione delle doti canore della ragazza e iniziamo a battere le mani a tempo di musica accompagnando la sua meravigliosa voce. D'un tratto la musica cambia e si trasforma in un altra, 'Living on a preyer', anche qui la ragazza ci mette anima e corpo mente le altre fanno il coro e ballano in una coreografia complicata e sensuale. Vincere contro di loro sarà dura.

-Liam-
Spalanco gli occhi spaventato, e non appena lo faccio la luce mi acceca facendomeli richiudere subito. Una voce che non sento bene mi chiede qualcosa e me la ripete più e più veloce finché non capisco perfettamente quello che mi chiede.
"Liam stai bene?"
Mi volo verso destra e noto una gonna rossa vicino a dove sono sdraiato. Mi metto seduto e scruto chi mi sta davanti. Marley mi passa una bottiglia d'acqua e io l'afferro e bevo più e più sorsi. Faccio un respiro profondo e poi alzando lo sguardo verso la mia ragazza dico:"si sto bene."
Annuisce e si siede vicino a me. Quando sono svenuto mi hanno fatto sdraiare su un tavolo, dato che molto probabilmente qui non ci sono letti, cosa molto strana perché tutte le scuole hanno un infermeria con il lettino medico.Mi massaggio la nuca e serro gli occhi come per non sforzarli troppo per la luce che c'è. Solo dopo poco noto che qualcuno sta cantando.
"Non siamo mica noi spero."
Dico io preoccupato. Marley scuote la testa e faccio un sospiro profondo.
"Siamo i prossimi. Questi sono gli usignoli. E quelle prima hanno spaccato."
Cazzo. E se perdiamo? Cosa succederà?
"Non dobbiamo perdere."
Inizia Marley. 
"Sennò chiudono il club."
Questa cosa non la sapevo, si in effetti me l'avevano accennata, ma non l'avevo mai presa sul serio. Sbuffo e fisso il soffitto per un po'. Sento che Marley appoggia la testa sulla mia palla e fa dei lenti respiri.
"Te la senti di gareggiare?"
Chiede lei con una punta di preoccupazione nella sua voce. 
"Certo."
Dico io con più entusiasmo io possa tirare fuori in questo momento. Marley si alza dal tavolo e mi porge la mano. Una vola usciti dalla stanza andiamo dietro alle quinte dove tutti quelli del glee non fanno altro che chiedermi come sto e per un momento mi sento bene. Finché non chiamano il nostri nome e arriva il momento di esibirsi.

-Charlotte-
Il sipario è chiuso e mostra al pubblico le tende di velluto rosso che coprono il palco. Fisso i cordoni oro ai lati di esso e faccio qualche respiro profondo. Quando rispengono le luci in sala e richiamano il nome della nostra squadra capisco che non è il momento adatto per farsi prendere dal panico. Inizia la musica e io esco da dietro le tende che danno accesso all'auditorium. Cammino tra le poltrone della platea finché non mi fermo e inizio a cantare 'We remain'. Inizialmente mi muovo impacciata sui cuccarini, dei tacchi neri che sarebbero fatti apposta per ballare, ma che per me sono più che altro i tacchi che portano le nonne per uscire di casa, ma poi mi muovo più sciolta e inizio a divertirmi, sorrido mentre canto e penso al significato della canzone, e in questo momento non mi viene altro che dedicarla alle nuove direzioni che sono state la mia famiglia in questo anno scolastico, che purtroppo non si è ancora concluso, mi hanno aiutata nel momento del bisogno, e anche se ci sono delle persone. He mi hanno fatto passare momenti d'inferno non potrei far altro che ringraziarli. Mentre passo tra gli altri due glee club canto con più vita. Sorrido alle ragazze delle note ardenti, che mi ricambiano i sorriso cantando in playback con me, e faccio delle smorfie di sfida a Ryder che però mi scruta mordendosi il labbro e regalandomi delle occhiate provocanti. Io cerco di non farci troppo caso. Ma quando salgo sul palco e finisco la canzone mentre il sipario si apre con i membri del mio glee club dietro di me, non posso fare altro che fissarlo con sguardo timido e in balia dell'eccitazione. 

-Marley- 
Mia sorella finisce la canzone e c'è un micro secondo di pausa, giusto per farle godere gli applausi. Ma poi incomincia subito un'altra musica e tutti noi ci muoviamo a tempo di musica. Artie inizia a cantare 'Warzone', e si formano le coppie io ballo insieme a Zayn, non si può dire che siamo molto bravi ma almeno ce la caviamo, tranne per qualche punto in cui o io o lui mi pesta o gli pesto il piede. Ma continuiamo per tutto il tempo a 'ballare' e a cantare con il sorriso stampato in faccia. Vedo Tamara iniziare ad avanzare vicino ad Artie e questo è il segnale per tutte le ragazze di andare avanti e ballare mentre lei fa il suo assolo nella canzone. Ci muoviamo tutte coordinate e a tempo di musica finché non vedo Kitty cadere. Ma poco importa perché sembra un movimento dato dalla coreografia e a tempo di musica, anche perché mente é caduta ha iniziato a cantare lei. Perciò si può ammettere che se vinciamo sarà per puro culo. 

-Louis- 
Usciamo tutti dal palco e gridiamo dalla gioia e ci sfoghiamo gli uno con gli altri ridendo insieme degli errori fatti e dei passi sbagliati. Tutto è andato bene. Mi sento più vivo che mai. E un po' mi dispiace che sia già tutto finito, quasi lo correrò rifare altre volte.
"Ehi."
Fa qualcuno alle mie spalle. Mi volto e vedo Robin che mi scruta con i suoi occhi marroni. Ha un mezzo sorrisetto sulle labbra, e mentre io la guardo interrogativo lei si avvicina al mio orecchio. Sento il suo fiato sul collo e sensualmente dice:"potremmo rifare la nostra discussione di capodanno."
Dei brividi mi salgono lungo la schiena. Lei si allontana dal mio orecchio e mi guarda con uno sguardo divertito. Io le sorrido e le rispondo nel tono più sexy che io possa fare:"si mi piacerebbe." 
La vedo andarsene via compiaciuta. Ancheggia verso le altre ragazze e mi regala qualche sguardo di sfuggita. Ho fatto centro me lo sento. 

-Diana-
"Signore e signori."
Inizia il 'conduttore'. Tutte le squadre del glee sono sul palco; noi nuove direzioni stiamo con la testa china e abbiamo le mani intrecciate uno all'altro, sento Tina iniziare a piangere per sfogarsi; non ci sono nemici, non c'è rancore al momento, pensiamo solo ad un'unica cosa, vincere. 
"Per prima cosa premieremo il miglior cantante della gara. Che però non comporterà la vittoria della sua squadra."
Il cuore batte a mille. Sono più che agiata, inizio a sudare freddo e le ginocchi mi tremano dalla paura di perdere. 
"La vincitrice o il vincitore è..."
Segue un minuto di agonizzante attesa nel quale il 'conduttore' fa cagare tutti sotto perché li tiene in sulle spine.
"Alexia Wild."
La ragazza delle note ardenti, quella con le punte viola, si avvicina all'uomo e ritira il suo premio, ovvero una statura d'oro di un microfono vecchio stile. Saltella poi felice fino al suo posto e mostra il premio alle sue compagne che si congratulano con lei. Io la fisso incantata dalle sue movenze e invidiosa dei suoi capelli fantastici. 
"Allora"
Tuona il 'conduttore' che mi risveglia dal mio stato di trans dato dalla ragazza il cui nome è veramente strano.
"Il vincitore delle provinciali di canto coreografico è..."

-So burn me with fire 
Dry me with rain 
I'm gonna wake up 
Screaming your name 
Yes I'm a sinner 
Yes I'm a saint 
Whatever happens here 
Whatever happens here 
We remain.-

-Angolo autrice-
Chissà chi ha vinto(?)
Eeeh chi lo sa.
Vi avverto che il prossimo sarà l'ultimo capitolo e che a settembre ripresero con la seconda stagione. Spero che un po' vi dispiaccia che non avrete i fantastici ragazzi delle nuove direzioni. Non saprei quante cose accadranno eh eh. Si ma la seconda stagione non durerà molto. Promesso. Baci e al prossimo capitolo. 

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Capitolo 54
*** DON'T DREAM IT'OVER ***


CAPITOLO 54
DON'T DREAM IT'S OVER

-Charlotte-
Mi fischiano le orecchie. Intorno a me non percepisco nessun rumore. Vedo persone agitare le braccia ed esultaste felici. Faccio un respiro profondo e sto ferma nella mia posizione. Una persona mi scrolla le spalle e mi guarda sorridendo ed urlando. Solo dopo mi accorgo che in mano Tina tiene il trofeo delle provinciali.

"Chi sono i migliori?"
Grida Marley alzando la mano serrata a pugno. 
"Le nuove direzioni!"
Gridano i miei compagni tutti in coro. Sono più che  felice anzi sono felicissima, ma al momento non riesco a pensare ad altro che a Ryder e al modo in cui mi guardava. Mi sentivo letteralmente in imbarazzo ma mi faceva sentire femmina e desiderata, e sexy e....
"Char tutti bene?"
Mi chiede Tamara passandomi una mano davanti agli occhi scuoto la testa e con un sorrisetto finto le faccio cenno di si. Lei alza le spalle e sorridendo a sua volta se ne va felice e saltellante verso un'altra parte. Tutti dentro alla stanza non fanno che gridare abbracciarsi e sbraitare per la vittoria. Non mi sento a mio agio in questo momento con loro che festeggiano mentre non riesco a pensare alla vittoria. Perciò vado verso l'uscita e cammino un po' nei corridoi. Finché una presenza non mi fa bloccare all'istante. Dietro di me appoggiato contro ad una fila di armadietti mi scruta con la stessa aria sexy di prima. In imbarazzo mi gratto una spalla e faccio finta di nulla fingendomi calma e a mio agio. Ryder si sposta dal punto in cui si era appollaiato e mi raggiunge. 
"Sei proprio stata brava."
"Mh-mh."
Accenno io.
"Ma potevi cantarne un' altra migliore."
Continua lui prendendo una ciocca dei miei capelli tra le dita. Sono come paralizzata mentre sento il suo sguardo addosso. 
"Quanto vorrei farti mia."
"Oh Ryder..."
"Peccato che ci sia il tuo ragazzo..."
"H..."
Sussurro io pensando a lui.
"Ma potrebbe funzionare comunque."
Lo guardo confusa, lui intende tradirlo?
"Ma non posso."
Dico io decisa. Ryder si avvicina ancora di più a me:"oh si che puoi, lui non lo saprà."
"Beh se la vuoi tienitela questa puttana."
Dice un'altra voce poco lontana da noi. Stacco gli occhi dal volto di Ryder e cerco la voce che ha parlato nei corridoi. I suoi occhi verdi mi scrutano pieni di odio. Mi stacco subito da Ryder, il quale era stato così ipnotizzante che non mi ero nemmeno accorta che i nostri visi avevano poca distanza tra l'uno e l'altro. 
"Harry io.."
Cerco di spiegargli. Ma poi spiegargli cosa? Il fatto che adesso ci sia un ragazzo che mi attrae come una calamita? Bel modo di risolvere le cose, brava Charlotte.
"No davvero basta."
Dice Harry andandosene. 
"Io non ne posso più! Troia."
"No ti prego."
Inizio io facendo per seguirlo ma qualcosa mi blocca. Ma non è Ryder che mi trattiene, sono io. Non voglio seguirlo. Mi sento come il mondo  crollarmi addosso. Lenta mi giro e mi riavvicino a Ryder. Gli metto una mano sul viso e gli accarezzo una guancia per un po'. Lui mi guarda compiaciuto, felice del mio gesto. Poi gli do una sberla in faccia e correndo me ne vado via a cercare H.

-Niall-
Sto per andarmene via dalla scuola insieme a Kitty e a Diana quando il ragazzo biondo dei prima non ci ferma. Io gli sorrido amichevolmente, e poi però girandomi verso Diana noto che il suo sorriso si è spento in un'espressione stupita. Cosa le sarà successo? Il ragazzo mi sorride e dice:"siete stati grandiosi."
Ma che persona gentile. Do una leggera spallata Kitty e poi faccio:"visto com'è stata brava?"
Dico alludendo a mia cugina, la quale mi guarda con la fronte corrugata in e le labbra arricciate mentre fa cenno di no; lui si gira verso Diana e risponde:"si è stata fantastica."
Come mai parla a lei e non a Kitty? Li guardo perplesso. Ma questi due si conoscono per caso? 
"Francesco che ci fai qui?"
Chiede Diana sconvolta. Francesco?
"Io non vivo senza te."
Risponde lui. La mia ragazza si gira verso di me e mi guarda malinconica. Anche io ho assunto un'espressione più dura del solito. Mentre mia cugina ci guarda non capendo comunque nulla. Sento Diana iniziare a parlare, ma in italiano, per non farsi capire. Ha una discussione animata con questo Francesco, e capisco solo adesso che è il suo ex venuto dall'Italia.

-Diana-
Non sembra cambiato di una virgola ma dice tutto il contrario. Dice che il suo modo di fare e cambiato e che è stato un coglione a tradirmi così. Ma io non gli credo, o almeno non ci riesco, non ce la faccio. E poi adesso c'è Niall e di sicuro non lo lascio col cuore spezzato mentre me ne vado via con uno stronzo.
"Senti Colombi non mi credi?"
Faccio segno di no con il capo, mentre lo guardo inespressiva.
"Beh sappi solo questo. Mi sono fatto un viaggio di sei ore per vederti. E ho paura dell'aereo, cosa che già sai."
Mi avvicino a lui e con tono di sfida gli faccio:"si ma io non sono qui per te."
Prendo Niall per il polso e insieme a sua cugina li trascino fuori e saliamo subito in macchina. 
"Parti."
Dico a Kitty che è rimasta un po' stordita dalla discussione con il mio ex. A scoppio ritardato lei ingrana la marcia e parte verso casa Black.

-Tamara-
Siamo tornati a casa di Zayn ormai da un'oretta circa. Abbiamo passato il tempo a parlare con sua nonna e Sarah sulla gara che avevamo fatto, e per più volte non avevano saggi altro che congratularsi con me della mia performance canora.
"Pff, ma smettetela."
Dio io spostandomi un po' di capelli dietro alla spalla facendo ridere tutti nella stanza. Ad un certo punto suona il campanello. E con più fretta che può nonna Malik va ad aprire. Io sto girata dall'altra parte intenzionata a parlare con Sarah del vestito che indosso. 
"Che una persona per te Tamara."
Mi giro sorridente, poi appena la vedo il sorriso mi muore in viso. Mia mamma mi guarda triste. Io non mi muovo dalla mia sedia, sono impegnata fissarla, io e mia madre siamo identiche, sembro la versione più giovane di lei, solo gli occhi sono diversi; lei ce li ha di un grigio scuro mentre i miei sono marroni come la terra. 
"Tesoro torna a casa con me."
"Ma papà..."
"Ho chiesto il divorzio."
Dice sicura di se mentre le scende una lacrima sul viso.
"Era ormai da mesi che mi tradiva."
La guardo pietrificata dalle sue parole. 
"Ti prego torna a casa con me."
Mi alzo dalla sedia e le vado in contro. Ci stringiamo in un abbraccio e mi sento protetta tra le sue bragia che mi cingono la testa. Il suo profumo inonda le mie narici e mi sento di nuovo protetta e amata, anche se questa sensazione effettivamente non è mai sparita grazie a Zayn.

-Liam-
Durante il viaggio in macchina per portare Charlotte e Marley a casa la prima non aveva spiccicato parola con nessuno. Quando le facevamo una domanda lei alzava le spalle e sbuffava annoiata. 
"Che succede tu ed Harry vi siete di nuovo lasciati?"
Chiedo io ridendo; Marley vicino a me tenta di soffiare una risata e ci guardiamo divertiti.
"Bingo."
Fa poi Charlotte con la voce carica di amarezza. Freno di colpo e quasi Marley non vola via dalla macchina. 
"Cosa!?"
Grida subito la mia ragazza voltandosi a guardare i sedili posteriori. Cazzo che figura di merda che ha fatto.
"E perché? Cosa cazzo e successo?"
Pensa che io l'abbia tradito ma non è vero. Volevo seguirlo e spiegargli tutto ma mi sono bloccata e non ho fatto nulla."
O cavolo o cavolo o cavolo. Io non ci vivo con mio fratello che sbraita dalla mattina alla sera perché è incazzato.
"No no adesso vai da lui e gli spieghi tutto."
Dico io facendo retromarcia per andare a casa mia. Ma Charlotte si avventa su di me e mi blocca il polso che stava per cambiare marcia.
"No. Io non penso di volere stare ancora con lui."
"Perché?"
"Forse mi sono stufata."
Mi metto una mano sulla fronte e scuoto la testa. Non può essere vero. 
"Ti prego Liam."
Dice lei supplicandomi. D'altronde se le voglio bene devo fare quello che lei ritiene giusto per se stessa. Così lascio perdere e le riporto a casa. 

-Harry-
Odore di alcool e fumo invadono questo bar sudicio e decadente. Il barista mi passa un altro boccale di birra, pur sapendo che sono minorenne e che non ho ventun anni; e un tipo piuttosto insolito, sulla cinquantina d'anni, è ricoperto di tatuaggi e rughe, una barena grigia scende dal suo mento fino ad arrivare fin sopra alla cinta dei pantaloni. Cosa alquanto bizzarra. Nel locale ci sono solo luci fioche e giallastre che illuminano il bancone, del resto tutto naviga nella più totale oscurità. Si sente la porta del locale aprirsi e il campanello posto sopra ad essa suona. Un ragazzo della mia stessa età, credo, si siede vicino a me e ordina una birra. 
"Il mio locale va avanti grazie alle pene d'amore."
Afferma il barista che si era da poco messo a fare le parole crociate davanti ai miei occhi. 
"Sei stato rifiutato anche tu?"
Chiede il ragazzo biondo.
"Una specie."
Rispondo tracannando un po' di birra dal boccale. 
"Che schifo eh? I sentimenti."
Dice di nuovo lui osservando l'interno ambrato del suo boccale. Avvicina alle labbra l'alcolico e inizia a bere.
"Già."
Mi limito a rispondere io bevendo di nuovo. 
"Sai che c'è sarebbe tutto molto più semplice se avessimo delle storie di una notte. Del tipo, io sono Francesco abito li e domani mattina e ne vai alle otto. Tutto molto più semplice e divertente."
Beve l'ultimo goccio della birra che gli era rimasta nel bicchiere. 
"Parole sante."
"Comunque Francesco piacere."
"Harry."
Dico con un mezzo sorriso sulle labbra. 
"Non vedo l'ora di iniziare al scuola qui. Mi hanno detto che gli italiani fanno colpo sulla maggior parte delle americane."
"Beh allora divertiti anche per me."
Il ragazzo mi da un mezzo schiaffo sulla spalla e si gira con il busto rivolto verso di me.
"Potremmo entrare in affari."
Lo guardo interrogativo.
"Si sai, io ne attiro una e tu vai dall'amica, c'è sempre un amica di mezzo."
Tende la mano verso di me, la fisso per pochi istanti e poi la stringo con la mia. 
"Affare fatto."
Ordiniamo altri due boccali di birra e brindiamo alla nostra. Sarà un anno migliore questo. 

-Robin-
Tornata a casa mi sono stesa sul divano e ho guardato per un po' qualche film demenziale. Non avevo voglia di guardare uno di quei smielati film romantici. Da quando è passato capodanno la casa e tornata in ordine. Ma ogni volta che mi guardo in giro mi sembra che manchi sempre qualcosa, ma non percepisco cosa possa essere. Sento qualcuno entrare dalla porta in cucina così incuriosita vado verso la stanza da dove proveniva il suono. Un po' mi prende un colpo quando vedo Louis con dei sacchetti in mano. 
"Ma non potevi avvertire?"
Sorride al mio modo di fare incavolato. Mette giù i due sacchetti, e si avvicina a me. Alza le spalle e guardando in alto dice:"volevo sorprenderti."
"In che modo scusa? Magari dicendo:'boo ti ho spaventata adesso andiamo di sopra a scopare.' No non saresti stato molto mostruoso."
Dico io prendendolo in giro. Lui si avvicina a me, mi scruta con aria felice e gioiosa si avvicina ancora un po' a me con la testa e, poi mi prende in braccio e corre di sopra in camera mia.
"Ma che fai?"
Inizio a gridare spaventata. 
"Facciamo quello che sono venuto a fare."
"Coglione."
Riesco solo a dire io prima che mi baci e chiusa la porta della stanza.

-Marley-
"Ma si può sapere che ti è preso?"
Le grido camminando avanti e indietro per la stanza.
"Non ti agitare che dobbiamo andare a trovare mamma in ospedale."
Risponde lei menefreghista. Quasi mi scoppiano i nervi per il suo modo di fare.
"Ci hai provato con il mio ex!"
"Non ci ho provato e lui, che che...ha fatto il coglione stronzo!"
Dice mia sorella per giustificarsi. 
"Tu rimani qua!"
Dico puntandole un dito contro e afferrando le sue chiavi di casa.
"Cosa stai facendo?"
Dice lei spaventa. Riesco ad afferrare un cappotto e ad uscire di casa prima che lei mi raggiunga. Serro la porta e me ne vado via in macchina. Guido verso l'ospedale intenta a trovare mia mamma e dirle tutto quello che è successo oggi, tralasciando il fatto che Charlotte ha rotto con Harry.

-Charlotte-
"Non ci posso credere."
Dico io cercando di aprire la porta di casa. Marley mi ha davvero chiuso dentro? Potrei passare da una finestra per uscire, ma tanto non saprei dove andare ne perché. Giro per casa senza meta e cerco di trovare delle idee per fare qualcosa. Ad un certo punto sento il cellulare squillare, e Blaine.
"Pronto?"
Dico subito io non appena apro la chiamata.
"Dimmi che non è vero."
"Cosa?"
Chiedo io troppo ingenuamente.
"Perché lo hai lasciato?"
Dice lui arrabbiato.
"Mi ha lasciata lui!"
"Si ma cosa hai fatto?"
Racconto quello che è successo dopo e durare la performance. Di come mi aveva guardata Ryder delle parole che mi aveva detto Harry e del fatto che mi sono bloccata prima di inseguirlo.
"Ma tu lo ami."
Sussurra il  mio amico appena ho finito di parlare.
"Forse non più."


-Hey now, hey now 
Don't dream it's over 
Hey now, hey now 
When the world comes in 
They come, they come 
To build a wall between us 
We know they won't win 

-angolo autrice-
Se mi odiate non dite nulla. Chi tace acconsente. Come ho già detto la seconda stagione la vedrete verso agosto/settembre. Ringrazio chi mi è stato vicino su efp (alessia) e a chi leggeva i capitoli prima che io li pubblicassi (vero e Lou) grazie per aver letto e ci vediamo tra qualche mese belle.

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Capitolo 55
*** Avviso. ***


AVVISO Ho aggiunto i primi due capitoli della nuova stagione. Spero siate interessate a leggerla. Perché mi sono impegnata per scriverli in fretta. Grazie a tutte quelle che continueranno.

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