perchè quella promessa ci separa

di anis12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il nostro primo incontro ***
Capitolo 2: *** quella notte di luna piena ***
Capitolo 3: *** i cuccioli di volpe ***
Capitolo 4: *** la conchiglia e il mare ***
Capitolo 5: *** fratello e sorella, parole maledette ***
Capitolo 6: *** Sabo, la nobile volpe ***
Capitolo 7: *** rinuncio al pelo rosso della volpe di fuoco ***
Capitolo 8: *** Haeri... ***
Capitolo 9: *** la burattinaia ***
Capitolo 10: *** figlia di chi? ***
Capitolo 11: *** Rufy, Ace, Lira ***
Capitolo 12: *** il frutto del diavolo di Lira: Nuno Nuno ***
Capitolo 13: *** la cucina ***
Capitolo 14: *** cosa provi per marco? ***
Capitolo 15: *** appuntamento? imboccare? notte in un Hotel? NO! ***
Capitolo 16: *** Jolly ***



Capitolo 1
*** il nostro primo incontro ***


~~Capitolo 1

-Garp, che ci fai qui?-
-Dadan, ti ho portato una nuova peste, hehehe..-
-Maledetto Garp, non puoi farmi questo, ho già tre bambini di cui occuparmi e di loro ne ho già abbastanza!!-
-Suvvia Dadan questa è una femmina, potrà esserti molto utile nelle faccende domestiche!! a proposito, è l'una passata, non è che mi offriresti un po' del tuo buonissimo pranzo??-
-Ma neanche morta, lo sai quanto mangiano quei tre mocciosi??-
Intanto che Garp e Dadan stavano discutendo la apparentemente dolce bambina di 9 anni, dagli occhi verdi e i capelli di un castano scurissimo si era già allontanata per vedere chi faceva così tanto casino dentro quella casa. Era appena entrata in sala da pranzo quando un coltello partito da chissà dove le sfiorò i capelli.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!-
l'urlo di quella bambina fece zittire tutti quanti. La bambina prese il coltello che si era conficcato nella parete di legno dietro di lei e guardò gli altri minacciosamente.
-chi è che ha lanciato questo coltello?-
-sono stato io- disse il bambino più alto tra i tre davanti a lei. Era un ragazzino tuttolentiggini con dei capelli scuri e gli occhi neri.
-mi dispiace di averti tirato quel coltello, non l'ho fatto apposta, io...-
non fece in tempo a finire la frase che la bambina dai capelli castani lanciò il coltello verso di lui con una forza e una velocità fuori dal comune, tagliandoli una ciocca di capelli.
-la prossima volta fai più attenzione...-
lo sguardo di quella bambina fece gelare il cuore di tutti i presenti. Un silenzio tomba fece capolino tra di loro.
-razza di teppista, ti diverti proprio a lanciare i coltelli, vero?- disse Garp tirandole i capelli.
-AHI!! lasciami razza di idiota, non osare toccarmi!!-
-...e per fortuna che doveva aiutarmi con le faccende di casa la bambina, fra un po' infilza Ace-
-vecchia bacucca, io non faccio le pulizie, io vivo come voglio, è chiaro???-
Ace era ancora allibito, immobile come una statua, come se temesse un altro attacco da quella bambina.
-però, che bel lancio!! dove hai imparato a lanciare i coltelli in questo modo??- disse Rufy.
-e a te cosa interessa?-
-voglio imparare a lanciare i coltelli in quel modo, INSEGNAMI!!!-
-scordatelo!!-
-EHI!! ma ti rendi conto di cosa avresti potuto fare?? potevi ammazzarlo!!- disse Sabo.
-e allora???-
Sabo era infuriato. Aveva già il pugno pronto quando Garp, con ancora i capelli della bambina stretti nelle mani, la scaraventò contro la parete.
-razza di smorfiosa che non sei altro, vedi di calmare i tuoi bollenti spiriti-
-BASTARDO!!-
-ragazzi da oggi in poi questa presuntuosa bambina vivrà con voi. Si chiama Lira. Vedete di andare d'accordo-
-Mai e poi mai!!-
-dai, insegnami a lanciare i coltelli!! DAIDAIDAIDAI!!!-
Intanto Ace era ancora li, immobile, a guardare nel vuoto, perché aveva visto qualcosa che nessun altro aveva visto. Gli occhi di quella bambina erano come i suoi prima di incontrare Sabo. Prima di incontrare Rufy. Nei suoi occhi c'era la disperazione di chi era stato abbandonato.





Ciao a tutti , sono anis12 e sono felicissima di conoscervi!!!!!!!!!!!!!!! ringrazio tutti quei poveri disgraziati che hanno deciso di leggere questa fanfiction ( e pensate che è solo il primo capitolo). era da tanto che volevo scrivere una storia come questa perchè speravo che a qualcuno piacesse (anche se sono poco fiduciosa). scusate in anticipo per gli errori di ortografia!!!!!!!!!!! chiedo venia!!!!!! ma mi sorge un dubbio; sono l'unica che deve chiamare un'amica alle dieci di sera perchè non si ricorda il colore degli occhi di Ace e il nome del bandito di montagna??? ( perchè ovviamente io vado a scrivere una storia su un manga che mi deve prestare una mia amica..........GENIUS)

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Capitolo 2
*** quella notte di luna piena ***


~~Era passato un mese da quando Lira era arrivata, ma la situazione non era differente dal primo incontro. Se ne andava molto presto la mattina e tornava a casa di sera. In città si diceva che una bambina dai capelli lunghi  fosse riuscita a rubare a tre nobili una somma di denaro davvero considerevole. Tutti pensavano che fosse lei. O quasi. Ace voleva a tutti i costi sapere più cose di lei, perché se davvero aveva visto giusto quel giorno doveva aiutarla. Ma non riusciva mai a trovarla quando se ne andava, quasi fosse un fantasma.
Al tramonto, cercandola nella foresta, sentì il grido di un orso. Non era normale sentire gli orsi gridare e così si affretto a vedere cosa fosse successo. Davanti a lui c'era una battaglia in corso. L'orso era davanti a lui, con due coltelli conficcati nella schiena e uno sulla zampa posteriore destra, ma quello che più spaventava Ace era la bambina che teneva sotto la sua zampa.
-LIRAAAA!!- Lira era lì, con il sangue che gli colava dalla testa.
Ace corse verso l'orso e con tutta la forza che aveva in corpo conficco il tubo di metallo che si portava sempre dietro in fondo alla sua gola. L'orso morì all'istante.
Ace corse da Lira, pregando che fosse ancora viva.
La prese tra le braccia e vide che era soltanto svenuta.
-Lira, mi senti?- disse sottovoce.
Lei aprì appena gli occhi e si guardarono.
-non riesco a camminare- disse con una voce tremolante e affaticata.
-ti porterò io, non ti devi preoccupare-

Ace corse a perdifiato verso casa, mentre Lira aveva perso un'enorme quantità di sangue.
-Dadan, presto, chiama un dottore!!!-
-ma si può sapere che succede??-
-Lira è stata attaccata da un orso!! ha ferite ovunque!!-
-a, bhe... se è tanto forte da stare da sola perché dovremmo aiutarla?-
-Cos...?-
-ci ha trattato male fin da subito!! si ritiene invincibile solo perché sa lanciare qualche coltello! E poi queste ferite non mi sembrano poi tanto gravi, guarirà con qualche giorno di riposo!-
Ace non ci vedeva più dalla rabbia. Le lacrime gli scendevano da sole. Perché doveva assomigliare tanto a lui? I ricordi di quando la gente diceva che il figlio di Roger doveva morire riaffiorarono nella sua mente... Perché nessuno voleva che vivesse? Perché? Perché? PERCHE'? Cosa aveva fatto di male per meritarselo?

Corse via, portandosi dietro delle bende e dei medicinali. Sabo e Rufy non erano con lui e questo gli doleva al petto. Sabo era rimasto a casa e Rufy era chissà dove. 
Trovò un posto appartato dove medicò Lira. Il tempo passava e Lira non si svegliava ancora: * ma il suo cuore batte, quindi dovrebbe svegliarsi da un momento all'altro * pensava Ace. La verità è che non lo sapeva. Se le provava il polso non sapeva distinguere il suo battito da quello di Lira. Era troppo spaventato. Non sapeva cosa fare. Quindi rimase li e si addormentò.


-Ace! Ace!! ACE!!! riesci a sentirmi? -
stava ancora dormendo quando Lira si era svegliata nel cuore della notte.
-Lira, stai bene?-
-si, adesso sto meglio, ma faccio ancora fatica a camminare... perché mi hai salvato?-
-perché? avrei dovuto lasciarti lì?-
-non rispondere con un'altra domanda. Voglio sapere perché mi hai salvato! Non mi odi?-
-...-
-avanti, rispondi!! non puoi non dirmelo!! devo saperlo!!-
-... perché sei uguale a me...-
-come scusa?-
-gli ho visti quando ci siamo incontrati la prima volta! Tu sei come me!-
-cos'é che hai visto?-
-... i tuoi occhi...-
-i miei occhi? E cosa hai visto nei miei occhi?-
-avevo visto i tuoi occhi... erano minacciosi, ma sembravano molto tristi...-
-...vuoi sapere cosa mi è successo?-
-si... se vuoi raccontarmelo...-

Lira iniziò un lungo discorso. Era stata adottata da una famiglia di briganti, ma la trattavano come un cane. La facevano digiunare, la picchiavano a sangue e le facevano ingannare le carovane o i passanti per poi derubarli. Era li che aveva imparato a lanciare i coltelli. Una volta aveva anche trovato una buona amica, ma, nel tentativo di salvare la sua carovana, morì. Divorata dai sensi di colpa scappò via. Cercava disperatamente aiuto, ma tutti la mandavano via, dicendo che sarebbe stato meglio se non fosse mai nata. Chi le offriva ospitalità si approfittava di lei, della sua abilità nell'usare i coltelli e nel derubare. Fortunatamente era sempre riuscita a scappare, ma non riusciva più a fidarsi di nessuno. Un giorno Garp la sorprese a derubare un sacchetto pieno di monete, ma disse che era troppo piccola per portarla dentro, così la portò da Dadan, dicendo che se fosse rimasta li e non avesse più derubato avrebbe evitato la galera.
-quindi non sei tu che derubi i nobili in città- disse Ace.
-in città? Saranno anni che non ci vado, preferisco agire nei villaggi, dove puoi lavorare più tranquillamente, ma ho promesso a Garp che non avrei più derubato nessuno, non posso essere io quella.-
la luna era alta nel cielo. Piena. Le stelle intorno rendevano la notte, cupa e tenebrosa, rilassante e tranquilla.
-...e a te cos'é successo, Ace?-
-io... -
-tu...?-
-io...- la voce di Ace tremava.
-non avere paura...-
-io sono il figlio di...-
Pronunciando quel nome, una folata di vento improvvisa si scatenò sui due, ma era come se non se ne fossero accorti. Lira era rimasta li, ferma e in piedi, con la luna alle spalle.
Ace  non riusciva a vedere l'espressione che faceva. Vedeva solo la sua figura incorniciata dalla sagoma della luna.
Lira iniziò a ridere.
-cosa c'è da ridere?-
-era solo questo che volevi dirmi? Non la trovo poi una notiziona-
-ma io sono suo figlio, non puoi non odiarmi!!-
-e secondo te odierei qualcuno solo per questo? Ace , devi capire che la gente non ti può giudicare per quello che erano i tuoi parenti o altro, ma ti devono giudicare per quello che sei.-
Ace non poteva credere a quelle parole. E' vero che Sabo e Rufy non l'avevano giudicato per quello che era suo padre, ma solo loro erano così. Pensava che non sarebbe mai riuscito a conoscere un'altra persona come loro. E invece...
-senti Ace, io non me la sento ancora di dirti chi sono i miei genitori, quindi aspetta ancora un po'...-
-si, per me va bene.-
essendo notte fonda Ace e Lira rimasero li per la notte.

IL GIORNO DOPO, A CASA...

-è tornato Ace con Lira, stanno bene- disse Rufy.
-dove vi eravate cacciati? Vi abbiamo cercato ovunque!-
Ace guardò gli altri minacciosamente. Perchè prima facevano i duri con Lira e adesso la cercavano pure? Lira mise una mano sulla spalla di Ace, guardandolo negli occhi e sorridendogli.
-Mi dispiace per come mi sono comportata, vi chiedo di perdonarmi!- disse Lira.
Tutti erano allibiti. Lei, che non aveva mai rivolto una parola a nessuno, lei che non si faceva piegare da nessuno si era scusata.
-Ragazzi, è arrivato il giornale!! non era Lira a derubare i nobili, ma era una ragazzina che viveva nei sobborghi di città!!-
Ace e Lira si guardarono e scoppiarono in una forte risata.





spero vi possa piacere questo capitolo!!!!!!!!!!!!!!!! ho fatto una fatica!!!!!!!!!!!!! non potrò scrivere capitoli tutti i giorni, li scriverò quando posso ( cioè mai)!!! buona lettura!!!

anis12

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Capitolo 3
*** i cuccioli di volpe ***


~~Capitolo 3

Dadan e gli altri erano ancora sorpresi. Lira faceva le pulizie di casa, cucinava, andava a caccia insieme ad Ace e sorrideva. Nessuno sapeva cosa fosse successo tra i due ragazzini quella notte. Sabo si disperava perchè non voleva che Ace frequentasse una tipa come quella e anche perchè Ace aveva messo Lira al primo posto. Anche Rufy ci aveva fatto amicizia. Sabo si sentiva solo, ma Lira se ne era accorta.

DUE SETTIMANE DOPO

-Sabo, vieni con me, ti devo far vedere una cosa.- disse Lira svegliandolo nel cuore della notte.
-che vuoi, sto dormendo.- disse sottovoce.
-lo so che non ti sto molto simpatica e per questo ti devo far vedere una cosa...-
Sabo non era d'accordo, ma in fondo voleva anche lui fare amicizia con Lira.
-e va bene, ma solo per questa volta-
Sabo la seguì finché non arrivarono in un piccolo spiazzo di una radura che finiva con un precipizio sul mare.
-da questa parte.- disse Lira.
Sabo la seguì e vide che c'era una piccola tana. Una tana di volpe.
Lira mise la mano dentro e prese in braccio una volpe adulta con una fascia sulla zampa.
-dei cacciatori le avevano ferito la zampa, ma sono riuscita a salvarla.-
Sabo era felice che avesse condiviso quel segreto con lui. Ora sapeva dove andava quando scappava via furtivamente dopo le ore dei pasti. Ma sentiva anche dei versi provenire da dentro la tana. C'erano dei cuccioli. Uscirono tutti dalla tana. Erano quattro.
-ecco, vedi...... loro sono in quattro, come noi, ma non hanno la stessa madre. Erano tutti cuccioli scappati dai fucili e li ho portati qui dopo averli trovati.-
Forse Sabo aveva capito il motivo per cui Lira l'aveva portato li. I cuccioli si erano messi a giocare nella radura.
-vedi come si divertono? Come sono uniti? Ecco... quello che volevo dire era che si può anche diventare una famiglia senza legami di sangue. Mi piacerebbe diventare la tua sorellina!!-
-e va bene, ma solo se giocherai anche con me e con Rufy, non solo con Ace!-
Lira era felicissima. Lo abbracciò così forte che rischiò di strozzarlo. Ora si che finalmente erano una famiglia. Ace, Sabo, Lira e Rufy.



niente, non ce la posso fare a non pubblicare dei capitoli!!! la storia mi ha preso troppo!!!! ditemi cosa ne pensate, che siano pensieri negativi o positivi!! li accetto tutti!! come si dice:"sbagliando di impara"!!!! purtroppo però non potrò pubblicare capitoli per un po' (stupide verifiche)!! sono felice di pubblicare questa storia!!!!!! mi sono messa avanti apposta per voi!! il prossimo capitolo rigarderà Lira e Rufy!! spero abbiate voglia di leggerlo!!!

cordiali saluti dalla vostra pessimista anis12!!!

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Capitolo 4
*** la conchiglia e il mare ***


~~Capitolo 4

ESTATE

-Ti prego, andiamo al mare!!- pregò Lira a Dadan.
-NO! Lo vuoi capire? Ho altre cose di cui preoccuparmi!-
-e si può sapere cosa??-
-non è affar tuo, Lira?-
erano tre giorni che andavano avanti così,lira e Dadan .
Nessuno ce la faceva più. Erano tutti disperati. Non potevano più sopportare le urla di quelle due. Avrebbero fatto di tutto pur di farle tacere. Ma ogni volta che si cercava un compromesso una delle due si rifiutava.
-voglio solo andare al mare. Perchè non posso??-
-Garp ti ha affidato a me! Se ti succedesse qualcosa sono io che lo sente, non tu!!!!-
-e allora?? cosa vuoi che me ne freghi??-
-piccola mocciosetta...- borbotto Dadan.
-cosa hai detto?? non ti ho sentito bene!!-
-ho detto che sei una presuntuosa e antipatica ragazzaccia!!! ecco cosa sei!!-
nessuna risposta.
Dadan si aspettava una ribellione da lei e delle urla assordanti, ma non arrivò nulla.
Proprio in quel momento arrivarono Ace, Sabo e Rufy dalla caccia mattutina.
Videro Lira che piangeva disperatamente e implorava di andare al mare.
Dadan non capiva quello strano cambiamento. Pensava che l'avesse ferita nel profondo. La verità era che Lira era passata al contrattacco.
-Lira, si può sapere cosa ti è successo?- disse Rufy.
-Dadan mi ha detto delle cose orribili e non vuole che vada a divertirmi!- disse piangendo.
-come hai potuto far piangere Lira? Ma non ti vergogni Dadan?- disse Ace
-sei insensibile!- aggiunse Sabo.
Dadan era senza via di scampo.
-e va bene, andremo tutti al mare!! questa volta mi hai fregato Lira, ma non la passerai liscia!-
Lira rideva sotto i baffi. Aveva vinto anche questa volta.

AL MARE...

Dadan era sulla spiaggia a prendere il sole. Non era stata una cattiva idea andare al mare. Lira e gli altri erano a fare il bagno, quasi tutti. Si schizzavano l'acqua in faccia, facevano le gare di chi tratteneva di più il respiro. Ma Rufy si faceva a malapena bagnare i piedi. * se non avessi mangiato il frutto del diavolo * pensò. Tutti erano li a divertirsi. Era una solitudine quasi insopportabile. Vide un paguro che stava camminando sulla spiaggia e attirò immediatamente la sua attenzione. Lo stava stuzzicando da un po' quando...
-smettila, così gli fai male!-
-Lira! Scusa, non lo sapevo...-
-perchè sei così giù oggi?-
-vedo tutti voi che vi divertite in acqua e io non ci posso andare...-
Lira ci pensò su. Prese una conchiglia li vicino.
-avvicinala all'orecchio e dimmi cosa senti!-
Rufy mise la conchiglia vicino al suo orecchio.
-ma è fantastico!! sento il mare!!!-
-vero?? vedi Rufy, forse ora non puoi fare il bagno con noi, ma quando sarai diventato più forte nessuno potrà batterti, nemmeno le più grandi onde del mare! Questa conchiglia ha fatto un viaggio enorme per arrivare fino alla spiaggia e così è riuscita a racchiudere in se la potenza del mare... quando saremo diventati pirati promettimi che farai come questa conchiglia, sconfiggerai tempeste, distruggerai montagne e farai calmare le onde del mare a tuo piacimento... promettimi che racchiuderai in te la forza del mare!!!-
Rufy era perplesso.
-ma prima di diventare come hai detto tu riuscirò a fare il bagno insieme a voi?-
-ma certo!!-disse Lira sorridendo.
-Ragazzi!!! venite a fare un castello di sabbia insieme a me e Rufy???- disse gridando.
-SUBITO!!!- dissero in coro

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Capitolo 5
*** fratello e sorella, parole maledette ***


~~Capitolo 5

-Ragazzi, ascoltatemi!!! ho sentito dire che se beviamo dalla stessa tazza diventiamo fratelli!- disse Ace sicuro di se.
-davvero?? ma è fantastico! Presto , procuriamoci una ciotola!- disse Sabo-
-ce l'ho già qui io- disse nuovamente Ace.
Si versarono del sake e iniziarono a bere tutti quanti.
-ALLA SALUTE FRATELLINI!!!-
-aspetta Ace, non sono io quello più grande?-
-NO!! SONO IO!!!-
era una serata bellissima. Tutti loro erano diventati una famiglia e non poteva esisterne una più affiatata e  felice.
Lira e Ace si guardarono negli occhi. Pensavano che finalmente avrebbero avuto una famiglia vera. Ma era l'inizio della loro sofferenza.



scusate se nell'ultimo capitolo non vi ho parlato di me e delle mie depressioni personali...(una che va a scrivere una cosa del genere non ha una vita normale)........... comunque, nello scorso capitolo ho scritto troppe volte MARE.... sono una stupida che va a prendere 9 nei temi di italiano.... lo so.... non chiedetemi come faccio... il Signore ha voluto fare un miracolo.... parlando della storia il prossimo capitolo sarà molto deprimente ( e non sarà l'unico, purtroppo)... ma spero vi piaccia comunque.... BACIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

by anis12  !!!

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Capitolo 6
*** Sabo, la nobile volpe ***


~~Capitolo 6

-Sabo … Sabo è....morto?-
-si, stamattina è partito con una nave e un nobile mondiale lo ha attaccato.-
-E PER QUALE MOTIVO QUEL BASTARDO AVREBBE DOVUTO UCCIDERLO!!!!!- Ace era furibondo. Non ragionava più. Rufy piangeva dalla disperazione e Lira... Lira doveva andare subito lì... lì dove Sabo e lei erano diventati amici...
mentre correva piangeva, urlava, pregava che non fosse successo niente ai cuccioli di volpe...
prima di arrivare alla tana si fermò davanti a una roccia...
non era la prima volta che vedeva o sentiva dire che un nobile mondiale aveva ucciso un innocente... ma la sua rabbia doveva sfogarla...
iniziò a dare calci e pugni su un masso li vicino... iniziò a tirare i coltelli conficcandoli negli alberi...
poi iniziò a correre di nuovo, ma questa volta più lentamente... i suoi piedi sanguinavano molto, come le sue mani... aveva ancora un coltello con lei... sperava che ci fosse ancora il cucciolo di volpe... o forse no?... uno se ne era andato, quindi un cucciolo di volpe doveva per forza scomparire...
le faceva male la testa.
Arrivò alla tana.
Un cucciolo era sparito...
per fortuna, se no avrebbe dovuto ucciderlo.
Ma su che cosa avrebbe sfogato la sua rabbia??
Su di lei, in fondo non era la prima volta. Era già successo quando stava con i banditi. Ma li l'avevano costretta loro.
Qui lo voleva lei...
prese il pugnale... lo alzò...prese forza...
ma qualcosa la bloccò quando stava per affondare il pugnale.
-fermati, Sabo non sarebbe felice di questo.-
la voce di Ace , in quel momento era così rassicurante.
L'abbracciò fortemente... iniziò a piangere.
-Sabo...Sabo è morto!!! come facciamo? Era nostro fratello?-
iniziarono a singhiozzare tutti e due.
Erano rimaste tre volpi.



mamma mia che depressione... va bhe, per adesso non ho commenti!!!!!!!!!
ci si vede nei prossimi capitoli, spero continuerete a leggerli anche dopo questo capitolo (anche se ho seri dubbi)...
by anis12

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Capitolo 7
*** rinuncio al pelo rosso della volpe di fuoco ***


~~Capitolo 7

Lo odiava così tanto!! non poteva perdonarlo!! Era solo uno stupido pieno di se! Non aveva capito niente di lei anche se erano fratelli!!! no, non poteva perdonarlo, non ci riusciva! La stava abbandonando proprio come aveva fatto Sabo!!! era solo uno stupido!!
la sera prima Ace disse che sarebbe partito per diventare un pirata! Tra lui e Lira c'era stata una discussione furiosa...forse non avrebbero più parlato...ma lei non voleva questo...lei era innamorata di Ace...lo aveva scoperto pochi anni prima... le faceva molto male vedere che lui la vedeva solo come una sorella...*stupida promessa* pensava... lo pensava continuamente... ma lui era fedele a quella promessa... e anche lei lo era...aveva cercato in continuazione di sopprimere quei stupidi sentimenti, ma la sera precedente non era riuscita a rimanere impassibile... quante offese erano scappate dalle loro labbra?...quanto forte le gridarono?... per quanto tempo le avevano gridate?...per quanto tempo sarebbe rimasto così tra loro?...
quella sera era andata a dormire vicino alla tana delle volpi, ma non riusciva a chiudere occhio, le faceva troppo male la testa, le bruciavano gli occhi dal pianto, le gambe non la sostenevano dallo stress...il cuore le doleva tremendamente...
*ormai è mattina * pensò
*deve partire a momenti * pensò


AL MOLO...
Tutti. Tutti erano felici della sua partenza. Tutti si congratulavano con lui. Tutti gli auguravano buona fortuna. Ma a lui non interessava questo. Sperava invano di veder arrivare Lira, magari anche piangendo, e che le avrebbe augurato buon viaggio.
-tu lo sai che non verrà a salutarti, vero Ace?- disse Rufy.
-lo so, ma ci speravo comunque. Sognare non costa niente.-
la verità è che c'era un'altra possibilità per incontrare per l'ultima volta Lira.
Partì.

ALLA TANA DI VOLPI...

-LIRAAA!!! LIRAAA!!!-
il cuore si fermò. Ace era li, in fondo al precipizio.
-CHE COSA VUOI???-
-ERO VENUTO A VEDERTI PRIMA DI PARTIRE!!! NON POSSO ANDARE SAPENDO CHE CI LASCEREMO COSI'!!!-
-ALLORA VUOI PROPRIO ABBANDONARMI!!! NON HAI PENSATO A COME CI SAREI RIMASTA IO??? SPERAVO CHE SAREMMO PARTITI INSIEME!!! TUTTI E TRE!!!-
-LO SAI CHE QUESTO E' IMPOSSIBILE!!!-
quelle parole le risuonavano come un rifiuto nella sua mente. Che dolore al petto.
-VUOI CHE TI DICA ADDIO???-
-NO!!! QUESTO NON POTREI MAI SOPPORTARLO!!!-
-ALLORA COSA VUOI CHE TI DICA???-
-QUELLO CHE SENTI!!!-
cosa poteva dire? Doveva forse dire ti amo? No. Non dopo quella promessa. Non poteva tradire Sabo, Rufy e Ace, che credevano a quella con tutto il cuore. Doveva troncare il sentimento che provava nei suoi confronti. Basta.
-TI AUGURO BUONA FORTUNA, FRATELLONE!!!-
Ace si limitò a sventolare il suo cappello. Poi se ne andò e non sarebbe più tornato indietro.
Lira, ancora in piedi, con le lacrime che le rigavano il viso, si girò e vide la volpe. Era la volpe che le piaceva di più, con quel suo manto rosso fuoco. La volpe la guardava.
-non te ne andare...- disse Lira alla volpe.
Ma essa si girò e se ne andò, senza voltarsi mai, senza rimpianti.
Lira si accasciò a terra e pianse. Pianse in un modo isterico.


Pochi anni dopo la tana era vuota.

 

 

Non vedevo l'ora di arrivare a questo capitolo. Non so il perchè, ma mi piaceva!!! allora ragazzi. È possibile che io mi prenda un raffreddore da giù di testa soltanto andando da scuola a casa?? si...
comunque, GRAZIE PER I VOSTRI COMMENTI!!! SONO FELICISSIMA!!!! ( e sono tutti positivi, ma cosa vi siete fumati prima di leggere questo?).  Parlando del prossimo capitolo si farà un ENORME viaggio nel tempo, quando Ace è già nella ciurma di Barbabianca. Dopo il suo fatidico incontro con una persona si vedrà un capitolo MOLTO simile a una scena strappalacrime nel manga, poi ci sarà tutto un casino, poi un altro casino, un altro, un altro, un altro, e così via...fino alla fine. Poveretti i lettori, mi fate un po' pena. BACIONI !!
by anis12

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Capitolo 8
*** Haeri... ***


~~Capitolo 8

Una nave pirata aveva iniziato a bombardare la seconda flotta di Barbabianca. Non avevano più scampo. I compagni di Ace morivano uno dopo l'altro e lui non riusciva a fare niente. Morivano davanti a lui. Le urla dei suoi compagni erano più dolorose di qualsiasi altra cosa. Più di una spada conficcata nel petto. La nave era in fiamme, i pochi sopravvissuti si buttavano in mare. Ma lui non poteva muoversi da li.
Erano morti tutti, uno dopo l'altro. Tutti davanti ai suoi occhi. Le sue mani erano ricoperte di sangue, il sangue di un suo compagno. Lo teneva stretto tra le mani. Il suo volto era bruciato. Non riusciva a distogliere lo sguardo dai suoi occhi ancora aperti... rossi...spenti. Le lacrime gli rigavano il viso. Tremava. Non riusciva ancora a realizzare cosa fosse successo.
La donna incappucciata, capitano della nave pirata nemica, si avvicinò ad Ace. Si sentivano i tacchi mentre si avvicinava. Aveva dei pantaloni attillati di un verde opaco, come la maglietta scollata e portava un mantello con un cappuccio blu, blu come la notte il quel momento, in quella notte senza stelle. Nella mano sinistra teneva un fioretto e nella cintura teneva una pistola d'argento. Lei gli prese il mento tra l'indice e il pollice, poi lo guardò dritto negli occhi. Ace non riusciva a mettere a fuoco la sua immagine, il cappuccio le oscurava quasi del tutto la faccia, ma avrebbe riconosciuto quegli occhi fra mille.
-Lira...- disse sottovoce.
La donna incappucciata rise in modo esasperante tanto che il cappuccio si spostò, anche se appena, in modo da far vedere la cicatrice che aveva sul sopracciglio destro, poi lo guardò di nuovo.
-quindi tu la conosci, mandale i miei saluti ….- disse sogghignando.
- …. io mi chiamo Haeri ( si legge come il latino, cioè “eri”).-
poi avvicinò il suo viso a quello di Ace e …

 


...e poi potete immaginare che cosa è successo …. non odiatemi per questo, ma mi sembrava divertente farlo. Potevo toglierlo, ma in futuro vi sareste persi una litigata pazzesca... o spero di riuscire a scriverla... comunque, scusate se in questo periodo non ho scritto una mazza, ma tra febbre e verifiche il tempo è veramente poco e le forze e la voglia nulle. Riguardo al nome del nuovo personaggio, Haeri, forse vi chiederete perchè non ho scritto direttamente Heri, ma il fatto è che …. il perchè …. visto che …. no, la verità è che mi piace complicarmi la vita!

SPOILER!!!!!
-Padre! PADRE!!-
-ma cos'è tutto questo casino, Ace!-
spalanco la porta della camera, aveva i brividi e il batticuore, non riusciva a tenersi in piedi.
-Padre...- riprese fiato. Si vedeva  nei suoi occhi che era terrorizzato.
-....mia sorella!!-


e poi ve lo leggete XD
By anis12

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Capitolo 9
*** la burattinaia ***


~~Capitolo 9
… e dopo quel bacio cosa successe?
Ace era ancora nella sua stanza a tormentarsi. Era lui il capitano della seconda flotta di Barbabianca, doveva essere lui a proteggerla, ma erano rimasti i vita solo in due, compreso lui.
Non mangiava da giorni. Cosa doveva dire a Lira? Ah, si, portarle dei saluti da parte di Haeri. Ma Haeri non è Lira? In fondo, la cicatrice sul sopracciglio, poteva essersela procurata mente era in viaggio. No, non poteva essere lei. Lei non l'avrebbe mai fatto.
La sua pancia brontolò. Era da un paio di giorni che non mangiava niente. Strano per lui.
Uscì dalla stanza. Sentì delle chiacchiere venire da un gruppetti riunitosi intorno ad un giornale.
-avete sentito? “La burattinaia” verrà giustiziato in diretta televisiva.-
-si dice che in meno di due soli anni sia arrivata a 300.000.000 milioni. Un vero mostro.-
-ma lei non è la ….-
Ace non riuscì a sentire il resto della frase. Si avvicinò incuriosito. Non aveva mai sentito parlare della burattinaia.
-posso vedere?- disse Ace.
-sarebbe meglio di no.-
-perchè?-
-bhe...ecco...-
Ace quasi strappo via di mano il giornale.
Appena vide la foto della burattinaia il suo cuore si fermò. Non poteva essere lei.

-Padre! PADRE!!-
-ma cos'è tutto questo casino, Ace!-
spalancò la porta della camera, aveva i brividi e il batticuore, non riusciva a tenersi in piedi.
-Padre...- riprese fiato. Si vedeva nei suoi occhi che era terrorizzato.
-...mia sorella...-

 

 

BENE... e se fosse stata veramente Lira ad uccidere i compagni di Ace?....  tanto non ve lo dico....( persona crudele)..... sapete perchè lei si chiama “burattinaia”? Non vi dico nemmeno questo..... ( di nuovo persona crudele)........ chi morirà nella battaglia? Mi dispiace non ve lo dico......... (persona crudele 3 “la vendetta”)............. volete sapere chi è Haeri?? io....

tutti: BASTA!!!!!!!! TANTO NON CE LO DICI COMUNQUE!!!!!

no, volevo dire che sono una persona crudele XD

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Capitolo 10
*** figlia di chi? ***


~~Capitolo 10

Lira non era ancora abbastanza forte per reggere l'algamatolite. Si, aveva anche una taglia da 300.000.000, ma non aveva ancora resistenza. Faceva fatica a camminare mentre le guardie la accompagnavano al patibolo.
mi dispiace Ace* pensava * dovrò andarmene anche io*
Non riusciva a capire se volesse che Ace la salvasse o che avrebbe preferito morire. In questi anni non era riuscita a trovare un solo compagno. Era ancora legata al suo passato, non riusciva a fidarsi ancora di nessuno. Da quando aveva una taglia sulla testa avevano iniziato i perseguimenti, uno dietro l'altro. E poi c'era lui. Lui, che non riusciva ancora a dimenticarsi. Lui, che voleva averlo tutto per se, eppure un sogno così irraggiungibile. Perché doveva essere proprio lui?
Lira si accasciò a terra. L'algamatolite era per lei un incubo. Una delle due guardie la prese per i capelli.
-vedi di darti una mossa, abbiamo dei tempi da rispettare.-
Per lei era davvero finita.
Il portone che dava al patibolo si aprì. C'era un sole magnifico. Splendente e caldo. Forse, in quelle condizioni, poteva morire serenamente.

 




-Ace, ti devi calmare. La salveremo. Te lo prometto.- disse Marco.
Ma lui non riusciva ancora a capacitarsene. Era sua sorella. O era Haeri? Basta! Quello che doveva fare era salvarla. Haeri se l'era solo immaginato. Era plausibile, no? Un attacco di panico, la paura, tutto.... ma Haeri era solo un miraggio. Quello che doveva fare era solo salvarla. Cosa avrebbe fatto senza di lei? Come sarebbe riuscito ad andare avanti? Come sarebbe riuscito a vivere? Come avrebbe potuto dimenticarla? Aspetta. Era ovvio che avrebbe continuato a fare il pirata. Era la sua natura, no? La verità era che aveva il timore di vedere la cicatrice sul suo volto. Sul volto di lei. Haeri aveva ucciso i suoi compagni. Possibile che fosse proprio Lira ad averli massacrati?No, non poteva esistere che succedesse una cosa del genere. Ma c'era anche qualcos'altro. Non voleva che il suo volto fosse sfigurato. Il suo volto. Il suo sorriso... aveva sempre pensato a queste cose. Pensava che fosse normale per un fratello maggiore. TI AUGURO BUONA FORTUNA, FRATELLONE
quelle parole. Che dolore al petto.
-Ace, siamo arrivati.-
ecco, finalmente. Lira era li dentro.
*Ti salverò. Costi quel che costi *

 





Era lì. Aspettava l'ora. Aspettava il momento per andarsene. Non avrebbe causato più nessun fastidio. A nessuno.
-Lira...-
-Heilà Garp... pensavo non ti saresti fatto vedere.-
-Io, invece, speravo che questo giorno non sarebbe mai arrivato.-
-Garp...-
-Speravo che sareste entrati nella marina. Che il giudizio di essa fosse sbagliato o no, non vi sarebbe successo niente.- aveva gli occhi lucidi.
Per Lira era la prima volta, che lo vedeva così.
-Garp... il ciondolo con le foto... tu l'hai...-
-si, è arrivato a tua madre illeso-
Sua madre. Che strano. Non pensava che le avrebbe fatto così male.
L'aveva incontrata mentre era un pirata alle prime armi. Ma solo di vista. Lo capì subito che era lei. Il ciondolo. Era una cosa che aveva tenuto nascosto perfino hai suoi fratelli. Una cosa che la teneva legata alla famiglia. Solo Garp poteva darle il ciondolo. Solo lui. E ce l'aveva fatta.
-HEI, MA COSA STA SUCCEDENDO LI??-
era ovvio che cosa stava succedendo. La vera domanda era che stava aprendo il portone.
-LIRA!!-
Era Ace. No, non lo voleva qui. Non voleva che la vedesse morire. Smettila. Doveva smetterla di alimentare le sue speranze. Voleva morire.
-LIRA! SONO VENUTO A SALVARTI!-
-VATTENE VIA ACE! NON C'E' PIU' SPERANZA PER ME!!-
-NON DIRE CAVOLATE! TU TORNERAI INDIETRO CON ME!-
Sengoku sentì tutto. Era il momento di agire. Prese il microfono.
-SIGNORI E SIGNORE! A TUTTO IL MONDO IN DIRETTA! HO UNA NOTIZIA PER VOI! STO' PER DIRVI IL MOTIVO PER CUI QUESTO PIRATA MERITA UNA MORTE COSì! DAVANTI A TUTTI!-
No. sta zitto . Doveva stare zitto. Nessuno doveva saperlo tranne lei e Garp. Se Ace lo avesse saputo, non l'avrebbe più guardata in faccia.
-VOI SAPETE TUTTI CHE, VENT'ANNI FA, UNA BAMBINA SPARI' DALLE ISOLE DEL NORD. UNA NEONATA, PER GIUNTA. LA SUA SPARIZIONE SEMBRAVA ANCHE COLLEGATA AI DRAGHI CELESTI. MA DI LEI SI PERSERO DEFINITIVAMENTE LE TRACCE.LA MADRE, PURTOPPO, NON LA CONOSCIAMO DI VISO. È UNA PERSONA CHE HA SEMPRE AGITO NELL'OMBRA.E' UNA PERSONA CHE PER PUR DIVERTIMENTO AVEVA DISINTEGRATO DUE ISOLE E FATTO SPARIRE DALLA CARTINA GEOGRAFICA BEN DIECI CITTA' IN TRE ANNI.-
-taci, stupico Sengoku. Non sai quello che stai facendo. Così ti ritroverai la sua ira addosso. Non sopravviverai un anno. Stai zitto, se non vuoi morire!-
-...SUA MADRE E' HAERI! UNA CRIMINALE CON UNA TAGLIA DA 600.000.000 SULLA TESTA!-
addio giorni di gioia. Addio giorni di felicità. Ora si che voleva morire.






Ace non poteva crederci. Non riusciva a vedere bene il suo volto, era troppo lontano. Ma non poteva certo credere che una persona della sua stessa età poteva essere sua madre. No, non poteva esserlo.
I ricordi nella sua testa si modificarono, confusi. Non c'era più Haeri, ma c'era lei. Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.
Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.
Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.Lira.
 C'era soltanto lei nella sua testa. Era stata ad uccidere i suoi compagni. Ma doveva comunque salvarla.

 





Aveva saputo della morte dei suoi compagni. Dei compagni di Ace. Sapeva anche chi era stato. Sapeva anche il perché. E purtroppo sapeva anche cosa stava pensando Ace.
No, non poteva permetterlo.

 






-ACE! ASCOLTAMI!.-
la sua voce feriva più di un coltello. Di un colpo di pistola.
-ACE, DEVI CREDERMI SE TI DICO CHE NON SONO STATA IO AD UCCIDERE I TUOI COMPAGNI!-
non sapeva se credere oppure no. Era troppo confuso. Le lacrime stavano per scendere.
-ACE, BARBABIANCA PUO' CONFERMARLO. NON ERO LI LA NOTTE IN CUI I TUOI COMPAGNI FURONO UCCISI! ACE!-
Barbabianca? Papa?

 






Voleva rimanergli affianco per il resto della vita. Doveva dirgli che cosa era veramente successo. Doveva dirgli tutto. Tutto. Ma non adesso. Nemmeno dopo averla salvata. Doveva aspettare che fosse pronto. Doveva aspettare. Ma fino a quel momento doveva rimanergli vicino.Voleva rimanergli vicino. E sapeva anche il modo.
-ACE! SE MAI IO SOPRAVVIVESSI VOGLIO DIVENTARE FIGLIA DI BARBABIANCA!-
Gli occhi di Ace si illuminarono. No, doveva per forza esserci sotto qualcosa. Aveva capito che Lira  glielo avrebbe detto più avanti, quando avesse superato il trauma, la confusione che aveva nel cuore. Ma fino a quel momento lei gli sarebbe rimasta accanto.
Barbabianca, che fino a quel momento era rimasto impassibile, si alzò in piedi. Aveva lo sguardo fisso su Lira. Sapeva già cosa avrebbe risposto. Anche lui sapeva tutto. Aveva capito tutto. Doveva farlo per il bene di suo figlio. Ma era anche impaziente di avere un nuovo arrivato in famiglia.
-FIGLI MIEI! ANDIAMO A RIPRENDERCI VOSTRA SORELLA!!-

 

 

 

 




Tutti: finalmente un capitolo lungo. Vedi che ci riesci quando ne hai voglia?

Si, lo so ragazzi. Fino ad ora ho pubblicato solo capitoli corti perchè c'era troppa differenza di tempo fra uno e un'altro. Considerando che non mi piace descrivere i posti (la verità è che mi sta fatica) è certo che i capitoli siano corti. Spero che questo capitolo vi abbia entusiasmato. A me è piaciuto tantissimo ( a parte che è l'unico decente tra quelli che ho scritto fino ad adesso). E ora tutti vi chiederete “ma come fa Haeri ad essere la MADRE di Lira?”

Tutti: veramente ci chiediamo che sbalzi d'umore c'hai per scrivere sta' roba.

…...........cattivi...........................

anis12

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Capitolo 11
*** Rufy, Ace, Lira ***


~~Capitolo 11

Sangue. Sangue. Sangue. Tutto quello che riusciva a vedere era questo. Non era giusto. Perchè dovevano sacrificare la loro vita per una come lei? Cosa ne avrebbero ricavato dal suo salvataggio? E intanto continuavano ad andare avanti.
  *basta! Smettetela! Non voglio vedere più niente! Non voglio sentire niente! Perchè devo rimanere in vita se porto solo dolore? *
  le lacrime le rigavano il viso da ore. Ace stava rischiando di morire per causa sua. Non era giusto.

 


  *Mi sono infiltrato solo perchè il gay si è sacrificato. Solo per sdebitarmi con lui *
  pensò un uomo vestito da marine. Si stava avvicinando piano piano a Lira. *quello stupido gay. Se solo non avessi questo debito nei suoi confronti scapperei via di qui alla velocità della luce. Accidenti a lui * pensò di nuovo. Stava aspettando il momento opportuno per liberarla, ma con Garp e Sengoku di fianco a lei era del tutto impossibile. Aveva bisogno di un modo per distrarli.

 

*Lira, veramente non sei stata tu? Veramente hai una risposta a tutto quello che sta accadendo? Che ci sta accadendo?*
  questi erano principalmente i pensieri di Ace. Continuava a combattere, ma più si impegnava, più cercava di arrivare da lei il più veloce possibile la meta era ancora più faticosa da raggiungere. Marco era al suo fianco. Per chissà quale motivo sembrava più determinato lui ad arrivare da Lira. Era la prima volta che lo vedeva in quelle condizioni. No, non era la prima volta. Gli aveva già visto quella faccia, una sera, mentre Ace cercava di prendere un po' d'aria dopo una festa dove aveva alzato un po' il gomito. Lo aveva visto a prua, mentre guardava una foto. Non era riuscito a capire chi fosse la persona raffigurata, ma si capiva di certo che, per Marco, era una persona a dir poco importante. Come se per lui fosse tutto e allo stesso tempo niente.
  *possibile che la persona nella foto sia Lira? No, me lo avrebbe detto *
  perchè gli faceva male il petto? Possibile che anche solo pensare che Lira possa essere di qualcun'altro gli possa fare così male?

 


  -PISTAAAAAAAAAAAA!!!!!-
 un urlo sopra di loro. C'erano una nave e delle persone che stavano precipitando sopra le loro teste.
-RUFY????!!!!!- dissero Lira ed Ace. Di certo le sue erano le entrate in scena più strambe.
  -Ciao Ace! Ciao Lira! Sono venuto qui per salvarti!-
 -PER QUESTO DOVEVI FIONDARTI QUI PRECIPITANDO???!!!- dissero in coro chiunque fosse a Marine Ford. Garp era piegato in due dalle risate, Sengoku non credeva ai suoi occhi e chiunque stesse vedendo la battaglia in diretta rimase a bocca aperta.
  Arrivarono a terra con un grande tonfo. Rufy si avvicinò ad uno strano personaggio.
-IVA??- gridò Lira quasi disgustata e terrorizzata.
-Lira girl, d'accordo che non è stata una delle mie entrate in scena migliori, ma potresti essere un po' più carina con me, dopotutto sei la mia girl preferita!- Iva fece un occhiolino.
  Lira quasi non vomitò. Aveva conosciuto Iva a Impel Down. Una volta era quasi riuscita a scappare. Quella volta Iva era lì. L'aveva presa di mira. Continuava a dire che erano fatte l'una per l'altra, quando era in versione femminile, molto più attraente, ma non per Lira. Una volta l'aveva fatta diventare maschio. Doveva farsene una ragione, la sua parte maschile era fantastica, molto più che la parte femminile.
  -LIRA GIRL!!! VENGO A SALVARTI!!!!!-
 -grazie, ma di te ne faccio volentieri a meno...- Garp stava ancora ridendo e questa volta più forte, sapendo che sua nipote era riuscita a conquistare un trans. Sengoku ci capiva ancora meno.
  -vi sono stati impartiti degli ordini, vedete di eseguirli.- disse Akainu. Ora era entrato in scena lui.

 


  La battaglia si era fatta ancora più terrificante. Fortunatamente Ace e Rufy stavano bene.
  Erano arrivati davanti al patibolo. Mancavano solo Garp e Sengoku.
  -Rufy! Lanciami!-
 Rufy allungò le sue braccia.
  -frusta gam gam..... IN AZIONE!!!-
 Ace fu sparato davanti a Lira, ma Garp si intromise.
-Stupido vecchio! Ricordati che è Lira! È tua Nipote! È mia sorella! È sorella di Rufy!-
 -Lo so! Ma è anche un pirata!-
Sengoku stava per intervenire, quando del fuoco blu non lo circondò.
  -sono io il tuo avversario, Sengoku!- disse Marco.

 

 

*E' il mio momento. Devo sbrigarmi! *
  il tizio vestito da marine si avvicinò a Lira. Aveva la chiave in mano. Ma lui si bloccò di colpo. Aokiji gli aveva congelato la maggior parte del corpo congelato. La mano con la chiave era ancora libera. Poteva ancora liberarla. Poteva creare oggetti di cera, no?
  Stava per aprire le manette quando Aokiji lo congelò del tutto.
-è giunta ora che tu vada all'altro mondo, Mr 3.-
il suo piede era vicino alla sua testa, ma non la toccò mai perchè Rufy lo scaraventò contro un muro.
  Era riuscito a salire.
  Prese la chiave e aprì le manette di Lira.
  -Grazie di tutto Mr 3...- disse Rufy.

 

 

 


  ...e finisco qui il capitolo così che leggiate anche il prossimo ( spero). Allora ragazzi, se vi dicessi che non so come chiamare il frutto del diavolo di Lira ci credereste? È da settimane che cerco in tutti i modi di trovare un nome, ma qualcosa troverò ( si spera). Nel prossimo capitolo si vedrà il potere di Lira e del perchè la chiamano burattinaia e nei prossimi capitoli si vedrà una coppia che non vi sognereste nemmeno, ma che è scontata per far andare avanti la storia!! riguardo al fatto di mettere la parte in cui Iva si innamora di Lira è perchè in questi periodi di depressi ne vedo tanti e non vorrei vedere al TG “ ADOLESCENTE SI SUICIDA PER VIA DI UN CAPITOLO TROPPO DEPRIMENTE DI UNA FANFICTION” così ho deciso di mettere una parte che per lo meno possa far sorridere!! appuntamento al prossimo capitolo. Ah si, mi sono dimenticata di dirvi che dal 13 al 16 aprile io non ci sono e non potrò avere il computer sotto mano, quindi non pubblicherò niente!!
VORREI RICORDARE ALLA GENTILE CLIENTELA CHE IN QUESTO CAPITOLO NON SI VUOLE OFFENDERE NESSUNO!!!!!

UN BACIONE DA anis12

 

 

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Capitolo 12
*** il frutto del diavolo di Lira: Nuno Nuno ***


~~Capitolo 12

Lira si alzò in piedi. Guardò il campo di battaglia. Tutti i pirati esultavano. Tutti i marine avevano il viso sconvolto. Solo loro conoscevano il suo potere. Un Paramisha, per l'esattezza.
Sengoku era pronto ad attaccare. Le avevano dato 300.000.000 solo perchè se ne era rimasta buona per la maggior parte del tempo. Solo perchè era la figlia di Haeri
Sengoku prese a correre, ignorando completamente Marco, e si prestò ad attaccare Lira.
Il suo pugno era già alto.
Lira lo guardò, con aria minacciosa. Era lo stesso sguardo. Lo stesso sguardo che aveva fatto ad Ace la prima volta che si erano incontrati. Si pentiva di quello. Se non si fosse arrabbiata, forse, ora non sarebbero fratelli. Forse non si sarebbe innamorata.
-Yōyū Yōyū- pronunciò Lira.
I vestiti di Sengoku iniziarono a stritolarlo. Si accasciò a terra. I fili lo avvolsero, fino ad arrivare alla gola e iniziarono a stringere. Alcuni lo trafissero. Era immobilizzato. I marine erano terrorizzati. Sengoku era stato sconfitto. Impossibile. Garp, ora, guardava Lira con la paura negli occhi
-Rufy...dammi la tua giacca...-
-Ma...a cosa ti serve?-
-adesso lo vedi-
Lira rivolse lo sguardo verso la battaglia. Alcuni marine stavano scappando. Non erano molto furbi.
Tese la giacca.
-Yōyū Yōyū-
la giacca iniziò a roteare. Poi si sfaldò. I fili iniziarono a formare un tornado, piccolo. Poi il tornado iniziò a diventare sempre più grande. Enorme. Colossale. Lira lo teneva ancora nel palmo della sua mano.
Poi lo lanciò.
Il tornado si diresse contro i marine. Li stava risucchiando. Stava diventando sempre più grande. I marine continuavano a urlare disperatamente. Le loro espressioni di terrore spaventavano i pirati. I loro volti erano rigati dalle lacrime. Forse le loro ultime. Forse i loro ultimi istanti di vita.
Il tornado arrivava da terra fino alle nuvole più alte. Non era più fatto di fili, non solo. Arrivavano degli schizzi di sangue. Non si sentiva più urlare nessuno. Il tornado era diventato rosso. Iniziò a rimpicciolirsi su comando di Lira. Poi si trasformò in una grande sfera. Infine in una rete.
Dentro c'erano i corpi dei marine. Nessuno si muoveva.
Lira aveva ancora in mano il filo collegato a quella che doveva essere la giacca. Fece tornare a se tutti i fili e i corpi dei marine cascarono a terra, in un orribile tonfo.
Nella mano di Lira era tornata a formarsi la giacca di Rufy. Gliela porse.
-Ora possiamo andare...- disse Lira.
I pirati la guardavano allibiti, impauriti. Poi iniziarono le urla di gioia. La loro nuova sorellona era formidabile.
I tre fratelli si guardarono negli occhi. Chi era quella ragazza?

 

 

-i marine non sono morti- disse Lira sulla nave di Barbabianca, davanti a tutti i presenti.
-ma non si muovevano e abbiamo visto tutti le ferite...- disse un pirata.
-erano solo svenuti. Non ho abbastanza coraggio per uccidere così tanti marine. Anche loro hanno un'anima gentile. Me lo ha insegnato Coby...-
-hai incontrato Coby?- disse Rufy.
-si, venne a parlarmi mentre ero a Impel Down. Mi ha raccontato tutto. Sei diventato forte.-
-ma si può sapere che frutto del diavolo hai? Riesci a controllare i fili, ma il frutto ito ito è stato mangiato da Do Flamingo.-
-il mio frutto del diavolo si chiama Nuno Nuno. È diverso da quello di Do Flamingo, il mio è limitato.-
-per quale motivo?-
-io riesco a controllare tutti i tipi di stoffa, ma non riesco a crearla. Oltretutto non riesco a controllare ancora bene il mio potere, come avete visto. Io ho solo impartito un ordine preciso alla giacca di Rufy: “ salva i pirati, ma non uccidere i marine”. Poi ha fatto tutto lei.-
-Sei forte giacca- disse Rufy guardandola.
-c'è anche un'altra limitazione, visto che non riesco a controllarlo bene. Se non tocco la stoffa il mio potere non funziona.-
-Lira...- disse Ace.
-ti devo parlare...-


Andarono nella camera di Ace. Fuori c'era una tempesta e la nave continuava a dondolare pericolosamente. “Lira” pensò Ace
Nella stanza c'era il suo zaino per terra e alcuni libri che era riuscito a salvare dalla sua nave. Anche se non ci capiva molto, per lui erano preziosissimi.
Chiuse la porta.
-Ace- disse lei.
Ma non le diede ascolto. La abbracciò. Forse era troppo forte, ma non gli importava. Avrebbe potuto perderla. Mollò un po' la presa. Voleva vedere il suo volto. Bellissimo.
Toccò il suo sopracciglio destro, dove doveva esserci la cicatrice. Non c'era. Non era lei.
Si guardarono negli occhi. Una lacrima scese dagli occhi di Ace.
-idiota. Come hanno fatto a catturarti?-
-avevano pagato un'orfana per incastrarmi. Ero a casa e stavo passando per il centro della città. Una bambina mi si era avvicinata dicendo che sua madre stava male e che nessuno la voleva aiutare, non potevo lasciarla sola. Mi portò in un vicolo cieco e li mi misero le manette di algamatolite.-
-stupida...-
gli occhi di lui erano così tristi. Non ce la faceva più. Era troppa la tensione che aveva provato. Non era mai stato così male. Forse perchè era sua sorella. Giusto?
Ma voleva sapere. Voleva sapere cos'era successo hai suoi compagni.
-Lira, dimmi quello che sai...-

 

non poteva dire niente. Non era ancora nelle condizioni. Persino Barbabianca pianse alla notizia. Doveva stare zitta. Ma vedere il volto di Ace rigato dalle lacrime era peggio delle torture di Impel Down. Doveva andarsene dalla stanza.
-scusa Ace-
si girò. Stava per aprire la porta, ma cadde all'indietro per colpa di un'onda troppo alta. Era inciampata sui libri. Ace provò ad aiutarla.
Finirono una sopra l'altro.

 

Si era perso nei suoi occhi. Si sentiva male. Aveva i brividi. Non riusciva a reagire. Il cuore batteva. O non batteva più? I suoi occhi. Verdi. Grandi. Solo ora si era accorto che erano più scuri al centro. Solo ora si era accorto di quanto fossero intensi. E poi c'erano i suoi capelli. Erano diventati più scuri di come se li ricordava. Ora si potevano confondere con il nero. Erano lunghi. Lisci. Riflettevano la luce.
Qualche ciocca li divideva. Troppe poche. Ace spostò quelle ciocche. Le mise dietro il suo orecchio.

 

Erano a pochi centimetri di distanza, forse anche meno. Sarebbe bastato poco e i suoi sentimenti sarebbero stati liberi. Forse avrebbe ricambiato. Forse no. Ma a cosa sarebbe servito? Forse non si poteva più tornare indietro.
Lo guardò. Era diventato più alto. Più forte. Più uomo. Più tutto. I suoi occhi erano...
“BUONA FORTUNA, FRATELLONE”
scostò lo sguardo. Si alzò in piedi. Aprì la porta. Si fermò sulla soglia.
Per un attimo aveva pensato che sarebbe andato tutto bene. Stupida.
-scusa Ace, ma dovrai aspettare ancora un po'...-
non lo guardò nemmeno in faccia. Non ci riusciva.


Ace era li, in mezzo alla stanza. Per terra. Ansimava. Si portò una mano alla fronte. Sudore.





eccomi tornata da un viaggio in Francia con la scuola!!! mi sono divertita da matti, ma la voce è andata a farsi benedire!!! e fra due giorni devo cantare al coro del Duomo della mia città!! come faccio??? avete rimedi naturali efficaci??? H.E.L.P.!!!! Poi sono andata in discoteca!!! FANTASTICO!!!!! è per questo che ci ho messo un po' a mettere i capitoli!! Chiedo venia!!! sapete cosa c'era in Francia, nel mio hotel!!! la SCUOLA!!! E' UN TORMENTO!!!!!!

arrivederci dalla vostra ritardataria anis12
 

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Capitolo 13
*** la cucina ***


~~Capitolo 13

Ace stava andando in cucina. Era sera tardi e quasi tutti erano ormai a dormire. Dopo quello che era successo con Lira si sentiva strano, parecchio. Era come se, quando era sopra di lui, il mondo avesse iniziato a girare per la prima volta, come se avesse iniziato a respirare per la prima volta. Si era sentito così anche quando era partito per mare e quando Barbabianca lo chiamò per la prima volta “Figlio”. Cosa si provava nei confronti di una sorella? Magari poteva chiederlo a suo padre, o magari a Marco, il suo migliore amico.
Era vicino alla porta della cucina. Era socchiusa e la luce era accesa. Si sentivano delle voci. Per fortuna lo spiraglio era abbastanza grande per vedere chi c'era dentro.
Marco e Lira. Abbracciati.
-Ti prometto...- disse Marco. Non riusciva a sentire il resto.
-...amami- la liberò dall'abbraccio e ora le teneva le mani.
“amami” pensò Ace. Nemmeno quando era davanti a Barbanera era così impaurito, terrorizzato. Faticava a tenersi in piedi. Di respirare se ne era già dimenticato. Li guardava. Voleva sentire la risposta di Lira.
“Digli che non lo ami” pensò.
-cosa ne dici?-
No. No. No. No. No. No. No. No. No.No. No. No. No. No. No. No. No. No.No. No. No. No. No. No. No. No. No.No. No. No. No. No. No. No. No. No.No. No. No. No. No. No. No. No. No.No. No. No. No. No. No. No. No. No.No. No. No. No. No. No. No. No. No.No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No.
-Si...-
Ace corse in camera. Sbatté la porta. Si accasciò a terra. Non gli scendevano soltanto lacrime. Per lui erano pezzi di se stesso e bruciavano più del suo stesso fuoco. Dolore dolore dolore.
Continuava ad ansimare. Teneva ancora stretta la maniglia della porta.
“perchè l'hai detto?” pensava. Ma non poteva fare niente. Era una scelta di Lira decidere con chi stare. Non aveva nessuna voce in capitolo. Non poteva fare niente. Non poteva dire niente. Non poteva dividerli. Ma perchè voleva dividerli? Era sua sorella. Perchè?
“amami”
 Perchè l'aveva così tanto colpito?possibile che la risposta fosse in quella parola?
Appoggiò la schiena contro la porta e si mise le mani tra i capelli.
“sono soltanto un bambino” pensò.


Era andata in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e ci trovò Marco.
-Ciao Lira. È bello rivederti.-
-Ciao Marco.- disse Lira cercando di accennare ad un sorriso per sembrare il più naturale possibile. Marco non se la bevve.
-Cosa succede?- disse alzandosi in piedi e avvicinandosi. Sembrava parecchio preoccupato.
Cercò di non guardarlo negli occhi. Sapeva che lui la amava. Dalla prima volta che si videro. Era circa 8 mesi prima e Ace stava cercando Teach. Era venuta a parlare con Barbabianca, ma, non potendo riceverla sul momento, passò del tempo con Marco. Lui non conosceva l'esistenza di lei. Non conosceva proprio l'esistenza di una sorella di Ace. Lira si ricordò l'espressione che aveva quando gli disse tutto. Dire che sembrava un gufo era dir poco e dovette chiudergli la bocca per far in modo che non vi entrassero mosche o chissa che cosa..
Si era trovata bene con lui.
-non è successo niente. Sai, le solite litigate tra fratelli.- Lira incrociò le braccia come se avesse freddo. Lei aveva freddo. Aveva quel freddo che nemmeno la lava di un vulcano poteva far sparire. Quello era il freddo che sentivano le persone sole e Lira lo conosceva bene.
-a me non sembra la solita litigata tra fratelli.- la guardava intensamente.
La seconda volta che lo vide fu pochi giorni prima che la seconda flotta fosse sterminata e rimase li fino ad allora. Fino a poche ore prima che Ace tornasse da suo padre. Lì Marco si dichiarò.
Era stata felice quando lo fece, era il suo tipo, ma lo vedeva come un amico.
Marco l'abbracciò.
-Ti prometto di renderti la donna più felice. Ti prometto di esserti per sempre fedele, ma vorrei che provassi almeno una volta. Amami.-
se solo quelle parole fossero state pronunciate da Ace. Forse lì sarebbe stata davvero la donna più felice del mondo. Già, "SE"...
-Cosa ne dici?-
poteva accettare. Forse, col tempo si sarebbe innamorata di lui. Forse avrebbe potuto avere una famiglia felice. Forse avrebbe avuto il cuore libero. Forse avrebbe dimenticato Ace.
Forse...
-Si...-
si guardarono negli. Ce li aveva veramente chiari. L'opposto di Ace.
Marco le prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo.
Ma il suo era solo un bacio a stampo.
-perché non mi hai dato un bacio serio?-
-Non credo sarebbe servito per farti innamorare di me. Non voglio essere troppo frettoloso sapendo che ci vorrà del tempo. La cosa ti dispiace? Posso dartene uno più serio quando vuoi!- disse quasi ridendo.
-no, va bene così per adesso.- disse ridendo a sua volta. La situazione era abbastanza strana. Lei si era messa in testa di amare una persona pur sapendo che non sarebbe mai riuscita a dimenticare l'altra.
Ma cosa poteva fare se non questo?




ED ECCO LA COPPIETTA CHE VI AVEVO ANNUNCIATO IN UN CAPITOLO SCORSO!!!! lo so, lo so. mi odiate tutti perchè non ho fatto baciare Lira ed Ace e ho fatto mettere insieme Marco e Lira, ma è così che va la vita, mi dispiace ragazzi...
TUTTI: NO, è così che va la tua testa!!!
...........................................................la volete smettere di deprimermi?............................................
TUTTI:  cara mia, ma ti servono gli occhiali? non vedi che questo capitolo è molto più corto?
si, so anche questo. ma non disperatevi. i prossimi saranno abbastanza lunghi.......................................... disperatevi..............................
TUTTI: niente anticipazioni?
No ragazzi. posso solo dirvi che in un punto Ace sarà parecchio stronzo (scusate il termine, ma è così) e poi.........................................disperatevi di nuovo perchè non so cosa scrivere....................................


BY la vostra miope e con il blocco dello scrittore anis12

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Capitolo 14
*** cosa provi per marco? ***


~~Capitolo 14

saranno state le due di notte e Ace era ancora nel suo letto sveglio. Aveva smesso di piangere, ma era come aver smesso di vivere per lui. Si ricordava che una volta erano andati tutti a fare un pic-nic nella foresta lui, Rufy e Lira. Si ricordava che Lira lo aveva abbracciato da dietro dicendo che non lo avrebbe mai lasciato e che per lei era tutto, la prima persona di cui si era fidata, mentre Rufy si divertiva a torturare una rana. Quanti anni avevano? 15? 16? non se lo ricordava, ma sapeva di certo che da li era cambiato qualcosa in lui. La voleva vicina, si sentiva vicino a lei più del dovuto. Era diventata il suo primo pensiero la mattina, la sera, a caccia, quando dormiva... quando partì per mare. Forse era diventata più importante del mare, ma si comportavano sempre allo stesso modo, quindi pensava che fosse qualcosa di passeggero. Ma cos'era quella sensazione di passaggio? Era veramente di passaggio? Perchè gli faceva così male? Perchè non riusciva a dormire?
“Aaaah...basta! Non ci capisco niente!” pensò.
Si alzò dal letto e si avviò per aprire la porta. Aveva già la mano sulla maniglia quando qualcuno bussò.
-Ace, sei sveglio?- era Lira.

 


Se glielo avesse detto tra loro sarebbe finita, o meglio, per lei sarebbe finita. Avrebbe potuto rinunciare. Poteva definirsi libera.
Libera.
Non poteva essere libera perchè si sarebbe legata ad un uomo che non amava. Non poteva essere libera.
Ma doveva smettere di provare quei sentimenti per lui.
Glielo avrebbe detto.

 

Era davanti a lui e aveva chiuso la porta. Erano solo loro due nella stanza. Molto probabilmente era venuta a dirgli che amava Marco, il suo migliore amico, suo fratello.
Forse era meglio capire che emozioni gli dava Lira. Doveva capire che cos'era Lira per lui. Molto probabilmente era legato a lei più di chiunque altro e quindi voleva il meglio come ogni fratellone fa e pensa.
Ma Marco era una persona fantastica. Forse non avrebbe trovato di meglio, quindi perchè negarglielo?
Nei suoi confronti provava affetto, un enorme affetto. Voleva abbracciarla ogni secondo. Voleva sentire la sua voce ogni secondo. Poi c'era il suo profumo.
Sin da quando era piccola si metteva a preparare quel profumo. Aveva imparato a farlo mentre era su una carovana a cui avrebbe indicato la strada per poi essere derubata dai briganti di cui faceva parte.
Lo preparava sempre e lo metteva sempre, tanto che sembrava fosse il suo profumo naturale.
Ad Ace era sempre piaciuto quel profumo.
Poi avrebbe sempre voluto stare con lei. Nella stessa ciurma.
Era questo che si provava nei confronti di una sorella?

 


-Ace...- disse Lira.
-Si? C'è qualcosa che non va?-
-Io... amo Marco...-
-...-
-...e lui mi corrisponde...-
Ecco. Ora che lo aveva detto cosa aveva ottenuto? Niente e non sarebbe cambiato niente. Niente. Lo amava ancora. Stupida lei a pensare che sarebbe servito qualcosa. Aveva peggiorato la situazione.
Aveva un peso addosso orribile. Ma quale peso? Lui la vedeva come una sorella...
Non riusciva a guardarlo in faccia. Non voleva vedere il suo volto, come se lo avesse tradito. Sarebbe scoppiata a piangere da un momento all'altro. Doveva andarsene.
-Volevo soltanto dirtelo. Buona notte.-
Si girò e fece per aprire la porta e andarsene, ma Ace la prese per il braccio. Ora si che le lacrime scendevano sul suo viso. Aveva ancora lo sguardo fisso sulla porta, ma le lacrime le offuscavano la vista.
“deficiente, lasciami!!” pensava. Non era solo la sua vista ad essere offuscata.
-ami veramente Marco?-
-é ovvio, perchè me lo chiedi?- la voce le tremava.
-cosa provi quando stai con lui?-
“amicizia” voleva dirgli. Voleva dirgli la verità! Voleva dirgli che lo amava! Ma avrebbe dovuto mentire di nuovo... dopo quella notte non voleva più mentire a suo fratello...
… o al suo amato.
-quando sto con la persona che amo voglio abbracciarla ogni secondo, voglio sentire la sua voce ogni secondo, mi sento bene, forse anche più viva di quanto non lo sia già...- la verità era che, morta, lo era già da tempo.

 

 

-Quando sto con la persona che amo voglio abbracciarla ogni secondo, voglio sentire la sua voce ogni secondo, mi sento bene, forse anche più viva di quanto non lo sia già...-
le parole gli rimbombavano in testa. Forse aveva capito. Era ovvio che fosse così...
...Lira vedeva Marco come un fratello, non era innamorata... doveva avvertirla prima che le cose con Marco fossero andate troppo in là...
-Lira!- disse girandola di scatto e guardandola negli occhi.
-TU NON SEI INNAMORATA DI MARCO, TU LO VEDI... come un fratello...- la voce di Ace si era affievolita. Si era affievolita guardando il viso rigato dalle lacrime di Lira.
-perchè piangi, adesso?-

 


“IDIOTA DI UN PIRATA!!!! COME PUOI PENSARE QUESTE COSE?? TI AMO! TI AMO, LO VUOI CAPIRE SI O NO??”
che non fosse innamorata di Marco lo sapeva, ma dopo quello che le aveva detto pensava di averlo convinto... pensava...
ora come ora voleva andarsene da tutto e da tutti e lo voleva solo per il bene degli altri.
Faceva male sapere che le persone che ti vogliono vicina hanno bisogno che tu te ne debba andare per essere liberi.
-perchè piangi, adesso?-
ecco. Ecco un'ottima occasione per farla finita definitivamente. Ace era un credulone, non sarebbe servito molto per fargli cambiare idea riguardo lei e Marco.
Gli mise le braccia intorno al collo e lo strinse con una forza tale che Ace stava per soffocare.
Accennava ad un sorriso finto, ma più che credibile.
Poteva stare abbracciata ad Ace ancora per un po'. Era da anni che lo voleva fare.
-piango perchè sono felice, Ace.-
intanto era morta dentro.






ciao lettori!!! si, lo so che avevo detto che non avrei pubblicato niente fino a luglio, ma sono riuscita a trovare del tempo per scrivere e così sono qui con un nuovo capitolo. sapete, ho trovato un'amica d'email fantastica e forse fantastica è dir poco. per adesso non ho notizie a parte che sto morendo dal nervoso, ne non pubblicherò mai più storie o capitoli sapete il perchè, ok?
un bacione .
anis12

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Capitolo 15
*** appuntamento? imboccare? notte in un Hotel? NO! ***


~~Capitolo 15


Finalmente poteva stare tranquilla. Da due giorni, Ace, sembrava aver accettato il fatto che lei stesse insieme a Marco. Ma, forse, un po' di scetticismo era rimasto. Lei stessa era ancora un po' incredula sul fatto che stesse con il migliore amico di Ace. Sembrava un po' un castigo per lui.
Era incredula anche sul fatto che stava fin troppo bene con Marco. Non si era mai sentita a suo agio con una persona da quando aveva capito di amare Ace, da quando aveva bisogno di sforzarsi di sorridere per far si che tutto rimanesse come era.
Ma per lei era ancora un amico. Forse si sarebbe guadagnato il posto di migliore amico, magari fratello, in poco tempo, ma non di più.
Intanto stava bene, era già un passo avanti.
-Senti, dopodomani ci fermeremo per qualche giorno a fare rifornimento. Che ne diresti di una serata da passare insieme?- disse Marco all'improvviso.
Dal suo tono di voce si capiva che era un po' imbarazzato, anche se cercava di non farlo notare.
-Si, perché no.- disse Lira con un sorriso che non faceva da tanto.
-Ok. Allora io vado da nostro padre per informarlo. Tu dovresti dirlo ad Ace.-
-D'accordo.-
Marco se ne andò.
Solo allora Lira si rese conto di quello a cui andava incontro.
“Oh merda! Di certo non intendeva solo cenata romantica...!”.

 

-Padre, posso parlarti?-
-Dimmi Marco. Parla pure.-
-Io e Lira pensavamo di stare un po' assieme una serata quando faremo rifornimento.-
-Per me non c'è problema. Non vedo l'ora di vedere dei nipoti scorrazzare per la nave.- Disse in una risata che per poco non fece ballare la nave.
-Padre, ti prego...- quegli argomenti lo imbarazzavano un po'. Non aveva pensato ad avere una famiglia propria e nemmeno al fatto che un giorno sarebbe diventato padre.
Se ne andò dalla stanza.
Ora, Barbabianca, non avrebbe più scherzato su questo. Non avrebbe nemmeno interferito con il corso degli eventi. Forse.
Sapeva tutto.

 

Ace stava aiutando a sparecchiare quando Lira gli corse incontro. Era da molto che non  parlavano ed era curioso di sapere che cosa gli avrebbe detto. “Ace voglio sposare Marco, mi fai da testimone?” oppure “Ace sono incinta, come lo chiamiamo?”. Forse era troppo esagerato, ma gli sembrava che anche Lira si fosse buttata troppo in fretta con la storia con Marco. Forse il minimo era questo.
-Ace, volevo dirti che dopodomani io e Marco usciremo insieme.-
Beh, perlomeno era una notizia normale.
-Ah si? Un appuntamento? E che cosa farete?-
-Molto probabilmente staremo fuori tutto il giorno.-
eh?
-Prima faremo un giro della città e poi pranzeremo al sacco in un parco bellissimo. Mi ha detto che ci è già stato e ha detto che ne vale la pena anche se si è soli. E la sera cenetta romantica in un Hotel.-
EH?
-aspetta, prima hai detto che starete fuori tutto il giorno, giusto?-
-Si, esatto...-
-Quindi...-
Ace aveva capito tutto e forse era peggio di quanto immaginasse. Un conto era rimanere incinta senza che tuo fratello sappia quando avviene, ma quando lo sa in precedenza?
Lira era in imbarazzo in senso negativo, ma Ace vedeva tutt'altro. La vedeva incorniciata da fiori dalla felicità.
-Adesso vado, devo aiutare ad ammainare le vele. Ciao.-
Quando Lira uscì dalla stanza qualcosa scivolò dalle mani di Ace.
-Ace, idiota! Quei piatti erano nuovi!-
“NO! DEVO IMPEDIRLO!” pensò.
Se la memoria non lo ingannava Lira era ancora vergine...

 

Era il fatidico giorno. Lira aveva preparato tutto. Si era messa un vestito tra lo sportivo e l'elegante, nel caso dovessero fuggire dai marines. Poi si era truccata. Era raro che si truccasse e per questo non era molto esperta, quindi optò per un ombretto color pelle, una matita nera  e un po' di lucidalabbra. Il mascara proprio non riusciva a metterselo. Rischiava di rimanere cieca ad ogni movimento di quell'aggeggio , peggio di quello che pensava. Si era anche presa con se anche una borsa un po' capiente con una bottiglia d'acqua, del denaro, delle bende, dei pugnali, una pistola e tre o quattro gomitoli di lana... nel caso.
Aveva anche preparato lei stessa il pranzo al sacco. Fortunatamente era brava in cucina.
“Se proprio devo amarlo, che almeno lo faccia nel modo giusto” pensò.
-Lira.-
Si girò. Era Marco. Era lì, davanti a lei che la fissava. Ma il suo sguardo era diverso, non lo aveva mai visto così e non sapeva a che sentimento attribuirlo. Non era molto brava a capire le persone, non capiva a momenti nemmeno lei stessa. Poi si accese una lampadina. Doveva avere qualcosa che non andava. “OH MIO DIO! DOVE HO SBAGLIATO?”. Ricontrollò che tutto fosse a posto. Aveva il vestito in ordine e pulito, le scarpe andavano bene, la borsa... anche quella era a posto. In fondo erano fatti di stoffa e fili, non potevano essere in disordine. E se fosse stato il trucco? I capelli? Basta, doveva chiederglielo, non poteva rimanere in ansia per tutto il giorno.
-Ciao Marco. Hai … hai una faccia strana... non è che... che ho qualcosa che non va?- Bene, chiesto.
-No, sei perfetta...- Lira arrossì. Era la prima volta che riceveva un complimento da una persona che diceva di amarla e che lo dimostrava davvero.
-... ma è un po' troppo scollato...- Lira si guardò. In effetti aveva messo un vestito un po' scollato. No, non era solo scollato, era di più. L'aveva messo pensando che andasse bene. Perfetto, era già ad una figuraccia. Chissà quante ne avrebbe fatte nell'arco dell'uscita. E se poi non l'avrebbe più amata? Addio piano per dimenticare Ace.
Lira usò i suoi poteri per diminuire la scollatura. Ora doveva andare bene.
-Vieni, ti faccio fare il giro turistico della città.-
Le prese la mano e iniziarono ad avviarsi verso il centro.

 

Era da un pezzo che li seguiva. Per fortuna, fino ad ora, non avevano fatto niente di sconcio. Si erano limitati ad andare in giro per negozi e visitare la città. Ma avevano sempre quella maledettissima mano nella mano. Unite. Con le dita che si attorcigliavano intorno alle altre quasi a formare qualcosa di perfetto. Un po' gli faceva male. Ma solo un po'. Pensare che una volta erano le sue di mani attorcigliate a quelle di Lira era un po' fastidioso. Forse era geloso? Chissà. Fino ad ora non si era mai sentito così. Era una orribile sensazione, anche se la provava poco. Era questo che si provava nei confronti di una sorella? Ormai era da giorni che si faceva questa domanda. Un po' era stufo anche di quello. Era ora che riordinasse le sue idee. Che cosa gli piaceva in questa situazione?
1)Lira, ma era sua sorella, era logico.
2)La felicità di Lira, ma anche questo era ovvio, era suo fratello.
3)Il vestito che indossava Lira, ma le stava sempre bene tutto, anche una palandrana.
4)Il sorriso di Lira. Era anche questo un sintomo causato dall'istinto fraterno?

Ok, c'erano troppe Lira nella sua testa.

Ora doveva vedere le cose che odiava i quella situazione.
1)Il litigio con Lia.
2)Il fatto che Lira stesse con Marco.
3)Il legame che aveva con Lira si stava affievolendo.
4)Marco.

Almeno ora c'era anche Marco. Forse era un po' troppo iperprotettivo.
Lira e Marco si erano appena seduti sotto un albero nel parco della città. In effetti Ace si ricordava di aver sentito dire da Lira che avrebbero pranzato al sacco.
Il cibo preparato da Lira era sempre il migliore. Sin da piccola era brava. Riusciva a preparare un capolavoro avendo solo della carne fresca, acqua di fiume e delle erbe che trovava in giro.
Avevano iniziato a mangiare. In effetti aveva fame pure lui, ma l'incolumità della sorella aveva la priorità.

 


Lira prese il pranzo dalla borsa. C'era anche quello dentro.
Lo aprì. Sembrava squisito. Guardò Marco e sembrava meravigliato da quel pranzo, manco fosse un pranzo da re.
Lira mise in bocca il primo pezzo, ma c'era qualcosa di strano. Perché Marco non mangiava? Aveva preparato troppo poco? C'era qualcosa a cui era allergico? Intollerante? Eppure non si ricordava qualcosa del genere.
-Senti Lira, che ne dici di imboccarmi?-
“IMBOCCARTI???”.
E ora? Era anche peggio dell'allergia. C'era una nota positiva. Scopriva altri lati di Marco, ma non pensava che lei potesse arrivare un giorno a questo.
“IMBOCCARE??? COME UN BAMBINO???”.
Era peggio che combattere contro quella persona. Quella persona... No, non doveva pensare proprio in quel momento a lui. Ora doveva concentrarsi per imboccare Marco.

 

“IMBOCCARE??? MA COME...!!!” pensò Ace. Era furibondo mentre si tratteneva a stento dalla rabbia. Come poteva permettersi dire certe cose? Chi era quell'uomo? Era veramente il fratello e l'amico su cui aveva riposto la sua fiducia fino a quando non aveva deciso di stare con Lira?
Imboccarlo? Lira non ci sarebbe cascata, era ovvio. Avrebbe risposto con un sonoro pugno in faccia. Ecco, sarebbe stata un'ottima occasione per separarli.
Li guardò di nuovo.
Lira lo stava imboccando.

 

Ormai era arrivata sera e stavano finendo di mangiare. Lira aveva ordinato della panna cotta con i frutti di bosco. Era un dolce che le piace molto. Come quella giornata.
Non pensava di sentirsi così con Marco. Era felice dopo tanto tempo. Stava bene, finalmente.
Forse sarebbe riuscita a dimenticare Ace.
Ace.
Era riuscita a non pensarci per l'intera giornata. Il pensiero la spaventava. Era così flebile il sentimento che aveva nei suoi confronti? No, impossibile. Evidentemente Marco era riuscita a distrarla.
Mentre ci pensava finì la panna cotta. Ora era il momento.
-Ora possiamo andare.- disse Marco.
Lo disse con un tono di voce serio, felice e tranquillo. Come faceva un tono di voce così tanti sentimenti dentro non lo sapeva. Si chiedeva anche come facesse a stare così tranquillo. Sembrava che fosse abituato da sempre. La sola idea la faceva rabbrividire, ma quello era Marco ed era anche un pirata. Le sembrava anche un po' ovvio...
Quando chiusero la porta della stanza Lira prese un colpo.
-Tutto bene?- chiese Marco.
-Si...t-tutto b-bene...- si capiva a distanza di chilometri che non era pronta, che era agitata.
-Vado un attimo in bagno.- disse Lira. Voleva calmarsi un attimo. Voleva sentirsi pronta in tutto e per tutto. Non voleva deluderlo. Anche se non era Ace.
Era veramente la cosa giusta da fare? Doveva per forza arrivare fino a quel punto per dimenticarlo? Doveva per forza farlo in un modo così drastico?
Doveva dirlo a Marco. Doveva dirgli che non le andava a genio farlo in un momento del genere.
Stava per girarsi, convinta in tutto e per tutto. Ma Marco era dietro di lei già da un pezzo.
L'abbraccio da dietro. Poi le baciò il collo.
Doveva essere un momento magico, ma per lei si era tramutato in un incubo.
Si sentiva strana. Tutte le emozioni positive che aveva provato quel giorno erano scomparse lasciando terrore e agitazione... panico.
Marco la girò e iniziò a baciarla.
Lira non sopportava più una situazione del genere e il suo non era nemmeno un bacio molto casto.
-Marco...basta...- ma lui continuava.
-Marco, ti prego... non sono ancora pronta...- ma a lui non importava. Non la ascoltava.
-MARCO!!- Lira lo spinse via usando i fili del suo vestito. Marco cadde a terra colpendo la testa.
-Oh mio dio!- Lira corse a soccorrerlo. La sua testa sanguinava, anche se non tanto. Per uno come lui quella ferita era una bazzecola, ma gli faceva male lo stesso.
Lira lo sollevò da terra con i fili e lo appoggiò sul letto.
-Mi..mi dispiace...- disse con gli occhi lucidi.
-Non ti preoccupare. In effetti sono stato troppo frettoloso. Il fatto è che mi ero completamente dimenticato che tu non mi ami.- quelle parole a Lira fecero male. In fondo capiva perfettamente quella situazione. Capiva benissimo i suoi sentimenti.
Non essere accettati, dalla persona che ami, come vorresti.
Si sdraiò di fianco a lui e gli mise una mano sul petto.
-Sarebbe meglio iniziare così...- disse Marco.

 

Era dietro la porta da pochi minuti. Avevano già incominciato? No, impossibile... o forse...
NO! non poteva permettere che lo facesse. Non a sua sorella. Gli sembrava quasi che si macchiasse, che dopo avrebbe peso qualcosa per sempre, che l'avrebbe persa per sempre.
Doveva entrare e impedire tutto questo.
Aprì la porta e li vide uno di fianco all'altro con Marco a petto nudo e Lira con una scollatura che non copriva più di tanto. Ma non l'aveva messa a posto quella mattina? L'unica cosa che poteva pensare era una.
-TU!! FENICE DA STRAPAZZO!! TI FACCIO AL FORNO!!-
Lira e Marco rimasero a guardare allibiti.
-NON OSARE TOCCARE MIA SORELLA!!! SONO STATO CHIARO???-
Ora avevano capito il suo intervento. Gelosia da fratello maggiore, un classico.
-Ace, noi non abbiamo ancora fatto niente.- disse mentre guardava dietro ad Ace la sfilza di persone che si erano appostate per vedere che cosa succedeva e avevano iniziato a ridere.
Lira si girò dando le spalle ad Ace. Anche se un poco si vergognava ed era triste perché era intervenuto perché era suo fratello, ma le piaceva moltissimo questo suo lato, era uno dei motivi per cui si era innamorata.







ed eccomi qui con un nuovo capitolo prima degli esami. non vedevo l'ora di arrivare qui e far fare la figura del fesso ad Ace e quella del profittatore a Marco. vi è piaciuta come idea?? stavo anche pensando: di Lira sapete solo che ha gli occhi verdi e i capelli castani, ma il resto? così ho deciso di mettere una foto di un disegno fatto da me di Lira. il punto è questo: nemmeno io so come farla, quindi ho deciso di mettere varie forme di Lira. che ne pensate? ovviamente com'è Lira sarà anche Haeri,no? dovete solo aggiungere una cicatrice.
comunque un bacione a tutti dalla vostra anis12!!!!!!

Ps.: fatemi - in bocca al lupo-...

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Capitolo 16
*** Jolly ***


~~Capitolo 16

Oggi dovevano ripartire, ma nessuno della ciurma sapeva qual era la loro destinazione finché non lo disse di persona davanti a tutti i suoi figli Barbabianca. Nessuno, eccetto Lira.
L'aveva chiesto lei esplicitamente al suo nuovo padre di dirigersi lì.
L'isola del cacciatore di teste.
Un'isola che dal nome pare un'isola dove di felicità non ne trovi. Ma lei c'era già stata.
Lì c'erano campi fertili, acqua che più fresca e pura di così non trovavi, la gente era cordiale, c'erano miniere di ogni minerale esistente al mondo e poi... c'era il cacciatore di teste.
Il cacciatore di teste non era altro che un cacciatore di taglie.
Nessuno ha mai visto il suo volto e l'unico modo in cui uccide le sue vittime è con il taglio della testa.
Su quell'isola c'era andata subito dopo essere partita per diventare un pirata e non aveva ancora una taglia, per questo il cacciatore non l'aveva uccisa. Ed era lì che aveva mangiato il frutto del diavolo. Lì c'erano molti frutti... a quanto dicevano gli abitanti, quindi era una delle tappe preferite dei pirati alle prime armi,ma la strada per arrivare su quell'isola era occupata interamente dalla marina ed era difficile non farsi riconoscere come pirati. Si diceva che era proprio la marina a portare e tenere al sicuro i frutti del diavolo e che avesse fatto un patto con il cacciatore. Lei c'era andata subito. L'anno dopo che Ace fu partito Lira aveva iniziato a studiare le varie tappe e L'isola del cacciatore di teste era la prima. Aveva risparmiato e rubato un enorme quantità di soldi per poter arrivare fin là. Aveva pagato traghettatori e mercenari per far in modo di arrivare su quell'isola sana e salva. Aveva visto anche le vittime prima e dopo che il famigerato cacciatore partisse all'azione. Il suo taglio era impeccabile. Si chiedeva a volte se “lui” avesse mai mangiato un frutto del diavolo. Il suo taglio netto non lasciava tracce di sangue sui muri se non il piccolo laghetto che si sarebbe formato sul pavimento. Neanche il minimo rumore. Persino la vittima non si era fatta scappare un gemito. Ma, queste, erano solo voci prese dagli abitanti.
-Lira...- disse Marco.
-Sì?- disse Lira mettendo sui fianchi le mani che fino a quel momento erano rimaste incrociate mentre si ricordava la sua prima tappa della sua avventura.
-Tu...sai qualcosa sull'Isola del cacciatore di teste, vero?- la guardava con degli occhi preoccupati, pensierosi, quasi angosciati.
-Te ne parlerò dopo, in camera.- disse lei per tranquillizzarlo.
Poi, lo sguardo di Lira, si spostò sugli occhi del ragazzo di fronte a loro, Ace. Anche Ace la stava fissando, ma, quando i loro sguardi si incrociarono, lui guardò un punto del tutto inutile del pavimento cambiando la sua espressione da semi-curiosità a rammarico e sensi di colpa.
Ora non si parlavano più. Non si parlavano dall'uscita con Marco. Pure tra il fuoco e la fenice si era accesa una discussione, il giorno dopo quell'uscita.
Era sera. Lira stava andando in cucina per un bicchiere d'acqua. La porta socchiusa. Le grida. I compagni spaventati.
-Perché sei così protettivo nei suoi confronti? Ormai è libera di scegliere!- Marco.
-Lei non sa che cosa sta facendo! È ancora troppo giovane per saperlo!- Ace.
-Davvero? Eppure non mi è sembrato che tu ti fossi tanto opposto quando è diventata un pirata! Lo sai pure tu quanto più essere pericolosa e dolorosa la vita in mare!- Marco.
-Qui la questione è ben diversa! Io non credo che tu sia adatto a lei!- Ace.
-E' quello che credi tu! Sta a lei decidere della sua vita e tu puoi soltanto appoggiarla!- Marco.
-Si vede che non hai fratelli o sorelle! Non capisci la responsabilità che mi pesa addosso!- Ace.
-Vedo come ti pesa! Sei partito senza di lei! L'hai lasciata da sola! Vedo come ti pesa!- Marco.
La cucina era invasa da fiamme blu come il cielo e rosse come le rose.
A Lira erano bastate le ultime parole di Marco per far si che la sete svanisse.
Ora non parlavano più nemmeno loro due.
Per Lira era una situazione nuova. Non aveva mai avuto certe discussioni con suo fratello. Era la prima volta che succedeva.
Ma era anche una situazione che doveva essere risolta il prima possibile.
Stavano per andare sull'isola del cacciatore di teste e un litigio non avrebbe migliorato le cose.
Doveva anche avvisare sua madre degli ultimi avvenimenti.
Sua madre. Per lei era ancora difficile crederci. L'unica famiglia di cui aveva ricordo erano i suoi fratelli. E ora che aveva trovato sua madre era difficile accettare l'idea di un altro membro nella sua famiglia. O forse non voleva proprio.
E non le aveva detto tutto. Sua madre non le aveva detto perchè era stata abbandonata, non le aveva detto cosa avesse fatto in questi anni e perchè fosse diventata un pirata, chi era suo padre e, supratutto, chi fosse lei. Si chiedeva anche se Lira fosse il suo vero nome. Da quando Haeri aveva ricevuto il medaglione la contattava tramite un suo sottoposto. Si chiamava Meru ed era un ragazzina di poco più di sedici anni. Non sapeva ancora bene che poteri avesse, ma riusciva a comparire il suo riflesso negli specchi, nell'acqua e in un qualsiasi oggetto che potesse riflettere.
Ma sua madre non voleva vedere sua figlia? Non voleva neanche parlarci? Tutto quello che riceveva da lei erano ordini. “Entra a far parte della ciurma di Barbabianca”, “controlla le mosse dei suoi compagni”, “controllare periodicamente le condizioni della ciurma e riferirle nei minimi dettagli”, “mandali nell'isola del cacciatore di teste”...
Mancava solo che le chiedesse di uccidere Barbabianca. Ma fino ad ora Lira aveva visto soltanto Meru.
Abbassò lo sguardo anche lei e guardò un punto vuoto.


E' sera. Marco stava ancora riflettendo su quello che le aveva detto Lira riguardo l'isola del cacciatore di teste. Quell'isola era controllata segretamente dal governo e il cacciatore era di sicuro un nemico temibile, allora perchè andare proprio lì? Per che cosa bisognava rischiare la vita della ciurma? Possibile che fosse solo per i frutti del mare? No, ci doveva essere sotto qualcosa. Ma cosa?
-Marco.-
Era Halta. L'unica ragazza comandante nella flotta, ma, riguardo a femminilità faceva desiderare.
-Sai dove posso trovare Lira? Devo chiederle una cosa.-
-In questo momento dovrebbe essere in camera sua.-
-Grazie.-
Halta sorpassò Marco, ma si fermò poco dopo.
-Marco, un'ultima cosa.-
-Dimmi.-
-Vedi di far pace con Ace. Tutta la ciurma è preoccupata per voi, persino nostro padre. Gira anche la voce che per Ace non sia semplicemente un istinto protettivo, ma che sia innamorato.-
Innamorato?
Halta si girò e si diresse verso la camera di Lira.
Marco si era gelato. Dei continui brividi gli scendevano lungo la schiena.
In effetti il comportamento di Ace poteva essere confuso anche con l'amore, ma Lira?
I suoi visi malinconici, i suoi pianti, i litigi con il fratello, gli sguardi...
“Sono uno stupido!” pensò.
Corse da Ace. Voleva parlargli a quattro occhi.

 

 


-Sao, entra dentro.-
-Desidera, mia signora?-
-Lira.-
-E' diretta all'isola del cacciatore di teste come lei aveva ordinato.-
-Bene, era ora che si desse una mossa, non può stare tutto il giorno a divertirsi con quell'accendino e quella sottospecie di rapace.-
-Scusi la mia impertinenza, ma sull'isola c'è anche Jolly... non è un po' troppo pericoloso per vostra fig...-
-NON OSARE DIRE QUELLA PAROLA! Lei non mi deve considerare sua madre ne ora ne mai! Ficcatelo bene in testa!-
-Si, mia signora.-
il servo uscì dalla stanza lasciando sola la sua proprietaria guardare fuori dalla finestra.
Sembrava avesse appena vent'anni, ma...
Prese il calice pieno di quello che poteva sembrare vino rosso e lo bevve, ma …
-E' ora che mia figlia sappia la verità.-







Vi prego perdonatemi per il mega, super, ultra ritardo. sono un pasticciona e impedita. Finiti gli esami non avevo uno straccio di idea quindi passavo ore e ore sul computer o sui libri per trovare qualcosa, poi sono arrivati i giorni di vacanza e quando sono tornata il computer non funzionava. Non sapete che accidenti ho urlato. Quando finalmente è ripartito non ho di nuovo uno straccio di idea. Gira che ti rigira finalmente riesco a scrivere qualcosina e il risultato è questo piccolissimo e quasi nullo capitolo. Almeno nel prossimo so cosa scrivere e mi metto all'opera subito. mi dispiace per il ritardo e spero sia di vostro gradimento. un ultima cosa. il disegno non sono riuscita a metterlo e lo farò nel prossimo capitolo.
grazie della vostra pazienza.
anis12

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