A volte ci perdiamo i sottotitoli del cuore.

di _Nobody_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sai, non è bello ***
Capitolo 2: *** Mi abbracci? ***
Capitolo 3: *** Vuoi entrare? ***
Capitolo 4: *** Gol ***
Capitolo 5: *** E ora che cazzo ho? ***
Capitolo 6: *** Mamma, tienimi con te ***
Capitolo 7: *** Dai, Davide ***
Capitolo 8: *** Mezzo cornetto ***
Capitolo 9: *** Soldier ***
Capitolo 10: *** Pronti, partenza, Watanka! ***
Capitolo 11: *** Wig ***
Capitolo 12: *** Tell them a story ***
Capitolo 13: *** Di male in peggio ***
Capitolo 14: *** Sei bassa ***
Capitolo 15: *** Again ***
Capitolo 16: *** Watanka, piccola mia ***



Capitolo 1
*** Sai, non è bello ***


A volte ci perdiamo i sottitoli del cuore.


'Sai, non è bello'

Sento solo l'ambulanza e le urla terrorizzate di mio fratello, sento qualcosa di fresco scorrere lungo le braccia, poi il nulla.


Fine, mettiamo un punto a questa storia” sussurro chiusa in bagno, mentre passo più volte la lametta del temperino sopra le braccia.
Il sangue inizia a scorrere, sporco tutto il pavimento, anche il tappeto è macchiato di rosso, ma non mi importa, sorrido.
La finestra è aperta, mi siedo sul bordo e osservo la città dall'alto: il mare è calmo e scuro, il cielo è illuminato dalle stelle e dalla luna, la bellissima regina della notte, i piedi penzonlano nel vuoto e il sangue continua a sgocciolare, sorrido.
I pantaloni sono macchiati, la maglietta ormai è scarlatta.

Tre” dico ad alta voce, nessuno mi sentirà.
Due” continuo abbassando un po' il tono, ho sentito dei passi.
Uno” sussurro, guardo ancora i polsi, sorrido.
Maggie cosa fai?!” grida mio fratello entrando all'improvviso in bagno.
Zero. Addio mondo” penso continuando a sorridere.
Una spinta, il vento mi carezza le guance e mi scompiglia i capelli, mi sento leggera, come se mi stessi tuffando da un trampolino in piscina, quando all'improvviso tocco il suolo.
Poi, il silenzio.


Tento di aprire gli occhi, ma la luce è troppo forte, li richiudo subito.
Cerco di muovere le gambe, ma sento solo una fitta dolorosa, resto ferma.
Riesco a muovere il braccio sinistro, anche se sento degli aghi punzecchiarmi la pelle.
Dopo un po' apro gli occhi e osservo la stanza: è completamente bianca, dalla finestra riconosco il mare della Puglia, di fianco a me ho alcune buste piene di liquidi, i cui tubi sono collegati alle mie braccia.
'Perfetto, l'ospedale. Di nuovo' penso mentalmente, tentando inutilmente di alzarmi.

Magdalena?” mi richiama dolcemente una voce femminile.
Mi chiamo Maggie” ribatto acida.
Una dottoressa è seduta di fianco a me e sorride. Alla finestra che punta sui corridoi ci sono dei ragazzi, sono quattro o cinque e tutti mi fissano. Non soffermo troppo lo sguardo, ma due di loro hanno la testa calva e ci sono anche una ragazza e altri due ragazzi. Qualche dettaglio di uno dei due mi è familiare, mi giro ancora e lo riconosco.
Davide Di Salvo.
'Indossa la divisa dell'ospedale uguale alla mia, che cazzo ci fa qui?' penso irritata e giro la testa dall'altra parte, ammirando il panorama.

Cosa ti è successo?”.
Al posto della dottoressa c'è lui, è seduto sulla sedia e, anche se sono girata, sento il suo sguardo sul mio corpo e sulle mie braccia.
'Tentato suicidio: quattordicenne si getta dal terzo piano del suo palazzo, è in condizioni gravi, fratello sotto shock' recita meccanicamente la giornalista al telegiornale, mentre va in onda un servizio che riprende il mio palazzo.

E tu cosa cazzo ci fai qua?” chiedo di rimando, sperando abbia ascoltato la televisione.
Ho problemi al cuore, lo sai benissimo” inizia con il suo solito tono da strafottente “ma tu perchè sei finita così?”
Cazzi miei” rispondo seccata.
Maggie, cazzo, guardami”.
Giro la testa e noto che i suoi occhi castani sono gonfi e le guance arrossate. Ci fissiamo qualche secondo negli occhi, poi lo invito a continuare a parlare.

Sei stesa sul letto, hai le gambe piene di lividi, per non parlare delle tue braccia, si può sapere che cazzo ti è passato per la testa?” grida, la sua voce si fa più rauca.
E a te importa? Piantala di prendermi per il culo Riccioli D'Oro” lo sbeffeggio.
Maggie, cazzo, cosa ti hanno fatto quei coglioni?” urla ancora, mi giro e vedo la sua mandibola contrarsi di colpo.
Perchè cazzo mi stai chiedendo queste cose?! Vuoi sapere perchè ho tentato di suicidarmi? Sai, non è bello essere picchiata dai tuoi amici” calco il tono sulla parola 'tuoi'.
Non è bello essere picchiata dal proprio padre e anche dal fratello, non è bello non avere una madre, non è bello non avere amici! E non dirmi di non arrendermi, di continuare ad essere forte, non ce la faccio, non ci riesco!” grido anche io, è la prima volta che mi sfogo così con qualcuno, inizio a piangere e gli altri ragazzi ci guardano da fuori e uno dei due calvi fa cenno agli altri di andarsene.
Silenzio. Il silenzio regna nella stanza, ogni tanto è interrotto dai singhiozzi.

Maggie, avevo detto loro di smetterla, io...” sussurra Davide prendendomi una mano ed incominciando ad accarezzarla.
Davide, piantala, non fare tutte queste scenate, non ti interessa” dico fredda, tentando di asciugare le guance sul cuscino del letto.
Non hai capito un cazzo allora” conclude.
Si avvicina al letto e mi accarezza una guancia, sussurra un 'ciao' all'orecchio e lascia la stanza.
'Non gli importa nulla' continuo a ripetermi nella testa.
Non mi faccio ingannare di nuovo.

Ehilà c: 
In questi giorni mi è venuta l'ispirazione divina (?) e così, buttando giù qualcosa, ho partorito (?) questa fanfiction.
Come primo capitolo forse è un po' pesante, ma non uccidetemi, i prossimi saranno meno cattivi e presenterò meglio la protagonista.
Se qualche anima buona è arrivata fin qui mi permetto di dedicarle un applauso perchè ci vuole taaanto coraggio... Lasciatemi una recensione, farete un'autrice felice (fa rima lol).
Grazie mille e watanka a tutti c': 

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Capitolo 2
*** Mi abbracci? ***


'Mi abbracci?'

Trascorro la mattina passando per vari ambulatori seduta su una sedia a rotelle con il braccio destro e le gambe ingessate e qualche flebo attaccata al braccio sinistro.
La dottoressa mi lascia fuori da una stanza, quando riconosco uno dei due ragazzi calvi di ieri notte.

Sei l'amica di Davide?” mi domanda dolcemente.
Annuisco semplicemente con la testa, pensando che amica non sia la parola adatta al rapporto che c'è tra me e lui.

Ieri era in lacrime dopo essere uscito dalla tua stanza”
Non mi interessa” ribatto fredda, senza nemmeno guardarlo in faccia.
Ha avuto un attacco, gli stanno facendo molte risonanze in questo momento”
Ti ho detto che non mi importa”
Un tuo amico sta rischiando la vita e a te non interessa?” domanda alzando il tono della voce.
Forse non hai capito che io e lui non siamo amici” sottolineo nuovamente.
Forse non hai capito che lui ci tiene a te”
Ah sì? Io non picchio le persone a cui tengo, tu sì?” chiedo ironica, mentre mi ritornano in mente molti ricordi.

Nowak? Perchè non te ne torni al tuo paese? Sai, qua non ti vuole nessuno!” urla mentre entro a scuola, seguito dalle risate dei suoi amici.
Ciao, Riccioli D'Oro” rispondo fredda, chiamandolo con lo stesso nomignolo che usa la prof. di matematica alludendo ai suoi capelli.
I suoi insulti non mi fanno più male. Dopo un po' di tempo ci si fa l'abitudine.

Scusa, come ti permetti di scherzarlo?” mi chiede un suo amico, uno di quelli che lo difende e che lo segue come un cagnolino. Mi ferma per un braccio e si avvicina bruscamente a me.
Non gli rispondo, non servirebbe a nulla, qualunque sia la mia reazione continueranno a trattarmi così.

Parli o no, stronzetta?” ripete abbassando notevolmente la voce.
Continuo a ignorarlo, lui perde la pazienza: sento il suo palmo stamparsi sulla mia guancia, cado sull'asfalto, mi tira qualche calcio e poi di sottofondo le risate.

Te lo sei meritato, stronza” sussurra malefico Davide, mentre sono ancora accasciata a terra per il dolore.
Tornatene in Polonia” mi rifila un calcio nelle costole e poi va via.


Leo, hai visto per caso...” Davide esce dal reparto di cardiologia sulla sua sedia a rotelle, scuoto la testa per allontanare i brutti ricordi.
Ciao Maggie”
Ciao Davide, ciao Leo, Maggie io e te andiamo che hai altre visite” dice Ester, la dottoressa, lasciando soli i due ragazzi.
Nel tragitto incontro una donna che ha la faccia truccata, un grande naso di plastica rosso e il suo sorriso smagliante è contagioso, porta allegria.

Un bel palloncino per la nuova arrivata! Benvenuta!” esclama improvvisando una voce acuta e regalandomi un palloncino modellato a forma di fiore, poi si dirige in sala giochi seguita da una fila di bambini sorridenti.
Lei è Piera, la pagliaccia dell'ospedale” mi spiega Ester mentre aspettiamo il dottore “suo figlio è in coma da otto mesi, poverino, lei è qui per rallegrare i bambini e per stare vicina a Rocco”.
Oh, povera” commento pensando a quanto dolore possa provare una madre nel vedere il proprio figlio stare male.
Dopo una manciata di minuti esce un dottore piuttosto giovane dall'ambulatorio, si presenta sorridendo: “Io sono il Dottor Carlo, entra pure”.
Nello studio c'è un lettino, la dottoressa mi aiuta a sdraiarmici sopra e tolgo la maglietta per la visita.

Sei molto magra” commenta lei sfiorando con le dita le costole.
Il Dottor Carlo inizia a controllare il braccio sano rimanendo stupito a causa dei tanti tagli ancora freschi, poi si dedica alla schiena e allo sterno, che sono macchiati da qualche livido bluastro.

Ti fa male se schiaccio qui?” mi domanda pressando un po' sulle costole.
No”
E se tocco le spalle?”
Nemmeno”
E' tutto a posto, fortunatamente. Mettiamo un po' di crema sui lividi e ricuciamo quei tagli, che sono molto profondi” mi spiega aprendo una valigietta che contiene molte pomate.
I tagli guariscono da soli” aggiungo timidamente, ma lui mi fa cenno di no con la testa.
Applica un po' di pomata biancastra sui lividi e massaggia lievemente, senza farmi male: percepisco solo il freddo della crema e l'odore pungente che emana, poi mi restituisce la maglietta e posso finalmente uscire dall'ambulatorio.
Sono in camera da sola, sono riuscita a mettermi le cuffie e ad isolarmi dal mondo, dall'ospedale, da tutto.
La mia solitudine, però, non dura molto: una ragazza viene a bussare alla mia porta, cerco di togliermi le cuffie e lei, vedendomi in difficoltà, entra e mi aiuta.

Grazie” sibilo timidamente.
Io sono Cris” si presenta sorridente.
Magdalena, ma puoi chiamarmi Maggie” stringo leggermente la mano che mi porge.
Ho saputo che sei sola in stanza, ho pensato che magari ti avrebbe fatto piacere un po' di compagnia” continua sedendosi sul bordo del letto. Cerco di spostarmi per farle spazio, ma mi fa segno di non sforzarmi.
Come ci sei finita qua tu?” le chiedo prendendo un po' di confidenza.
Ehm, è difficile da spiegare...” inizia abbassando lo sguardo e tirandosi la felpa fino a coprire i polsi.
Ho detto qualcosa di sbagliato?” chiedo facendo forza sul braccio sinistro per alzarmi e guardarle gli occhi.
No, tranquilla, solo che dire che sono anoressica mi rimanda a ricordi poco carini” risponde ritrovando il suo bellissimo sorriso.
Tu sembri conciata peggio di me, cosa ti è successo?”.
Esito un attimo prima di rispondere, osservo qualche secondo il panorama Pugliese: il sole brilla alto nel cielo e si riflette sul mare, crea piccole sfumature bianche che sembrano cristalli, riesco quasi a sentire il profumo dell'acqua.

Oh, ho capito... Sei la ragazza che...”
Che ha tentato di suicidarsi, sì, sono io” finisco la frase chiarendole i dubbi.
Lei mi guarda con gli occhi dolci, sembrano appannati da un velo di lacrime e colmi di paura, di ansia e di timore, una ragazza così innocente, chissà che ha passato e cosa le hanno fatto per indurla diventare così magra.

Senti Cris, posso chiederti una cosa?”
Certamente”
Mi abbracci?” le domando con l'ingenuità e la purezza di una bambina.
Lei mi sorride e mi stringe forte tra le sue braccia, toccandole la schiena riesco a sentire le ossa, ma poco mi importa e ricambio la stretta con il braccio sano.
Nel sciogliere l'abbraccio, urto contro il comodino e uno dei tagli comincia a sanguinare.

Cazzo” mormoro cercando di afferrare un fazzoletto.
Cris accorre subito, poggiando delicatamente il fazzoletto sul braccio. Vedo alcune gocce scivolare giù dalle braccia e macchiare il copriletto bianco candido.

La Lisandri mi uccide” commento ridendo.
Cris si unisce alle mie risate e quando il taglio ha finalmente cessato di sanguinare, mi saluta e si dirige dalla sua 'cara' psicologa per le visite e per il pranzo.

Ciao Cris, grazie ancora”.

Hey! c:
Eccomi qua con il secondo capitolo c: abbiamo scoperto che la protagonista, Maggie, è polacca. Io amo spudoratamente e senza un preciso motivo la Polonia, non potevo non darle un cognome e un nome di origine nordica *^* 
Scleri a parte. Questo capitolo è meno depresso, triste, malinconico, drammatico, tuttoquellochevolete rispetto al primo e Maggie sta iniziando ad ambientarsi in ospedale. Spero vi piaccia!
Vorrei ringraziare le persone che hanno recensito il primo capitolo, chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate, 
un ringraziamento speciale anche a Internet che mi ha fornito nome (Magdalena) e cognome (Nowak) della ragazza, e già che ci sono ringrazierei il moscerino 
che si è appena appoggiato sullo schermo del computer e che sta per crepare schiacciato tra le mie mani.

Recensite in tanti, mi fate felice *^* 
Grazie mille again e watanka a tutti :3

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Capitolo 3
*** Vuoi entrare? ***


'Vuoi entrare?'

Faccio parte di questo ospedale da ormai tre settimane, tra me e Cris si è instaurata un'ottima amicizia, ma lei insiste con il voler farmi entrare nel gruppo creato dal suo amico Leo, i Braccialetti Rossi. Ho conosciuto anche Vale, Toni e mi sono fatta delle belle chiacchierate con Rocco.
I Braccialetti Rossi?” chiedo mentre osservo il suo sorriso raggiante nella proposta.
Sì, proprio così!” esclama indicando il bracciale scarlatto che porta al polso, uno di quelli che ti allacciano dopo un'operazione.
Spiegati meglio, Cris”
Siamo in sei: Leo ha fondato il gruppo, infatti è il leader, però ha collaborato anche Vale, che è il nostro vice-leader. Io sono entrata per terza e sono la ragazza del gruppo, poi abbiamo scelto Rocco come imprescindibile, che è il membro più importante, senza di lui il gruppo non potrebbe esistere. C'è anche Toni, che è il furbo del gruppo che è stato scelto da Rocco” spiega entusiasta del loro gruppo, io ascolto incuriosita, la loro amicizia sembra bellissima, sincera, una di quelle amicizie che tutti desiderano avere.
Da Rocco? Ma è in coma” constato interrogativa.
Toni ha una strana capacità di comunicare con lui, ne abbiamo le prove, per questo il nostro amico Napoletano è il Furbo!”
Capisco” commento “è un bel gruppo!”.
Vuoi entrare? Saranno tutti d'accordo, fidati” mi propone lei stringendomi le mani.
E chi sarei per il gruppo?”
Non so, potresti essere la seconda ragazza, o la bella del gruppo!” ipotizza sorridente.
Troviamo un bello ed entro”
Il bello ce l'abbiamo già” dice Cris tornando seria di colpo. Si guarda intorno e si gratta il collo, come se nascondesse qualcosa.
E chi sarebbe?”
Davide”.
Improvvisamente si fa tutto più silenzioso e l'atmsosfera è tesa. Nella mia testa le cose cambiano, e l'idea di entrare a far parte del gruppo non mi sembra più tanto geniale.

Penso di poter fare a meno di entrare” le dico scusandomi e rivolgendo lo sguardo verso il mare.
In questi giorni ho notato che guardando il mare mi sento meglio, anche se provo un po' di nostalgia per la Polonia, le montagne e la neve. Da quando mamma è morta di cancro, papà ha voluto trasferirsi qua, ha trovato lavoro e non vuole più sentire parlare della Polonia o di casa.

Maggie, non so cosa sia successo tra te e Davide, ma si è pentito di averti fatta star male” mi giro per osservare la sua espressione: sembra sincera, ma io ho smesso di fidarmi di lui.
Cris, non voglio più sentir parlare di lui, per favore” sussurro cercando di trattenere i singhiozzi.
'Mare, guarda il mare' mi ripeto in testa e giro di scatto la testa.

Maggie, ora devo scappare, scusa se ti lascio sempre così di colpo”
Non ti preoccupare, anzi, grazie” le dico allungando il braccio per abbracciarla.
Se ci ripensi sul gruppo non esitare a dirlo!”

Altre analisi, altri controlli. Fortunatamente ho tolto il gesso dalle gambe, ma non cammino ancora bene e uso ancora la sedia a rotelle per precauzione. Ogni tanto intravedo Vale e Leo nel reparto di oncologia, nel quale ho notato un bellissimo murales che raffigura un leone. Non ne colgo il significato, ma resta comunque meraviglioso.
Quello l'abbiamo fatto noi, sai?” Toni spunta all'improvviso, facendomi sobbalzare sulla sedia a rotelle.
Ciao Toni! È molto bello!” mi complimento continuando ad ammirare il capolavoro.
L'abbiamo fatto per Leo una sera, la Lisandri si è arrabbiata”
Per Leo?”
Sì, per dargli forza durante il ciclo di chemioterapia, sai, lui è un leone e questo murales glielo ricorda anche quando è sul punto di crollare!”
Hai ragione Toni, non ci avevo pensato”
Vabbè, io vado, ci vediamo!” mi saluta lui.
Dopo un po' sento un tonfo, come se qualcosa cadesse, ma Toni urla che sta bene, che è tutto okay, e non posso fare a meno di ridere a causa del suo buffo accento Napoletano.
Mentre torno in camera, un pallone da calcio sbuca davanti ai miei occhi. Medito un attimo: non ho il gesso, ma ho iniziato da poco la fisioterapia e le gambe potrebbero far male. Ritorno a fissare il pallone, non posso fare a meno di alzarmi e iniziare a calciarlo, a palleggiare, a fare stupidi giochetti imparati guardando gli altri.
Il calcio, un'altra delle mie passioni. Non ho mai potuto frequentare una scuola di calcio, la mia famiglia sosteneva che una ragazza non dovesse praticare uno sport prevalentemente maschile.
Mentre palleggio, come previsto, sento le gambe cedere, tremano, ma continuo a giocare con il pallone, pochi minuti dopo mi arrendo definitivamente, ma non mi schianto per terra grazie a due braccia che mi prendono al volo.

Tutto bene?” 

Ehilà c:
Terzo capitolo, un'altra delle mie passioni: calcio. Tanto amore per questo sport. 
Comunque, anche in questo capitolo non succede nulla di eclatante, la storia fin qua è abbastanza noiosa, cerco di ravvivarla nei prossimi capitoli.
Vi auguro un buon primo maggio pieno di cazzeggio (?) e, per chi domani come me povera sfigata va a scuola, condoglianze
 per oggi rilassatevi, non studiate e mangiate tanto (?) e come al solito vi chiedo di farmi notare nelle recensioni se c'è qualcosa che non va, 

qualcosa che potrei migliorare, errori e cose varie.
Passiamo ai ringraziamenti c': 
Allora, prima di tutti grazie a chi commenta, sia con recensioni lunghe che brevi (mi arrivano in privato, rispondo a tutti u.u), 
poi grazie a chi ha messo nelle preferite la fanfiction. Siete in dieci, awawaw, vi voglio bene e vi mando un panda di cioccolato :3
Grazie a chi ha messo nelle seguite, chi nelle ricordate e chi legge silenziosamente (vi vedo o.o), voglio bene anche a voi c:
Ma se recensite ve ne voglio di più, sapete? :c
Okay dai, vado, grazie ancora e watanka a tutti!

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Capitolo 4
*** Gol ***


'Gol'

Tutto bene?”.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti l'ultima persona che vorrei vedere in tutto l'ospedale. Mi tiene stretta a sé e continua a fissarmi negli occhi. Si avvicina lentamente fino a sfiorarmi una guancia con le labbra, ci lascia sopra un bacio.

Grazie” sibilo riprendendo equilibrio, lui continua a tenermi i fianchi per sicurezza.
E' tuo il pallone?”
Sì, ti ho vista palleggiare, sei brava” commenta Davide, noto che gli angoli della sua bocca sono leggermente inclinati verso l'alto e che sta sorridendo.
Mi allontano dalla sua stretta e calcio il pallone nella sua direzione, finisce proprio davanti ai suoi piedi, iniziamo a passarcelo per poi simulare una partita nei corridoi, dribblando colonne di marmo e correndo con la palla tra i piedi tra mobili con i farmaci e pazienti ricoverati, che ci insultano e ci accusano di disturbarli.

Ed è gol” concludo soddisfatta una volta che il pallone cade dalla finestra aperta del corridoio.
Davide è accasciato contro il muro con gli occhi sbarrati, una mano è poggiata sul cuore e il suo respiro è irregolare, ansima rumorosamente, inizio a preoccuparmi.

Davide, che succede?” mi avvicino e gli tocco un braccio, lui continua ad ansimare.
Un attacco... Mi manca il respiro...” dice a fatica.
Lo spingo leggermente fino ad aiutarlo a sedersi su una sedia del corridoio, mi inginocchio davanti a lui e appoggio una mano sul suo ginocchio, con l'altra stringo la sua.

Respira Davide, calma, respira, stai tranquillo, ora chiamo qualcuno” gli consiglio, non sapendo esattamente come comportarmi.
L'attacco continua, sembra non volersi fermare, lui si contorce sulla sedia e geme dal dolore, cerco qualcuno che non sia un paziente, ma sembra che non ci sia nessun dottore.
Passa qualche minuto e, finalmente, il suo attacco termina, chiude gli occhi e appoggia la testa al muro, il respiro si fa regolare, sembra stia meglio.

Tutto bene?”
Sì, grazie”
Vado a chiamare una dottoressa” dico rialzandomi, ma lui è più veloce e mi blocca per un braccio.
No, sono stufo di tutte ste ecografie del cazzo, io tanto me ne vado da qua, sto benissimo” commenta menefreghista, sbuffando rumorosamente.
Davide, ma...”
No, nessun ma, sono qua da settimane, ed ancora non capiscono che cazzo ho” si lamenta indicando dei dottori che passano tra un corridoio e l'altro.
Beh, comunque il pallone è caduto dalla finestra” lo informo indicando il cortile.
Non mi importa, ne ho altri”
Ora devo andare, ci vediamo” mi siedo sulla sedia a rotelle e mi do la spinta per muoverla, Davide si alza e mi porta fino alla mia stanza. 
Non parliamo per tutto il tragitto, come se ci fosse imbarazzo, giocherello con le pellicine sulle mie dita fino a farle sanguinare.

Ciao Maggie” sussurra al mio orecchio, poi si gira e va verso la sua stanza.
Ciao Riccioli D'Oro” sussurro appena lui gira l'angolo.

Buonsalve c:
Il quarto capitolo, aw. Dovete perdonarmi, questo capitolo è lungo come una cacca di mosca (?), ma l'ho scritto di fretta e infatti fa pure schifo.
Anyway, l'avvenimento è quello (?).
Vi piace il personaggio di Maggie? Dico, la personalità, il carattere... C'è qualcosa che cambiereste in lei? Ditemi tutto, oggi in palio un unicorno di caramelle.
Ora i soliti ringraziamenti: in primis, le dieci persone che hanno recensito i primi tre capitoli perchè ai lov iu. Poi un grazie anche alle tredici persone che hanno inserito la fanfiction tra le seguite e alla personcina che l'ha messa tra le ricordate. Ringrazio di cuore anche le sette persone che la seguono e alle lettrici silenziose. Infine, grazie alle persone che mi lasciano le mini-recensioni che mi arrivano in privato, awaw.
Inoltre grazie ai Braccialetti Rossi, perchè li adoro, mi mancano troppo e voglio la seconda serie.
Prossimo capitolo o martedì o mercoledì, vedo come viene il quinto capitolo c:
Un beso e watanka a tutti

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Capitolo 5
*** E ora che cazzo ho? ***


'E ora che cazzo ho?'.

Sono sola in camera e penso, penso a cosa sta succedendo in questo ospedale, penso a come sia diverso l'ambiente reale da quello che immaginavo, penso a come questo ospedale stia diventando, nella sua tristezza, sempre più speciale.
Improvvisamente, i miei pensieri vengono interrotti da qualcuno che bussa insistentemente alla porta.

Avanti” grido per farmi sentire.
La porta si apre lentamente, indago con lo sguardo e cerco di capire chi ci possa essere dall'altra parte della stanza a quest'ora.

Ciao Maggie”.
Il silenzio regna nella mia stanza, c'è tensione, mi giro e comincio ad ammirare il mare: oggi non c'è il sole, il mare è scuro e mosso, le onde si alzano e poi si frantumano sugli scogli, per poi ricominciare a combattere, a sbattere contro le rocce.

Ciao Lukasz” rispondo flebilmente.
Si può sapere che cazzo ti è venuto in mente quella sera? Sei una deficiente” inizia a gridare mio fratello, tira un pugno violento contro il comodino.
Guarda cosa cazzo mi tocca fare! Venire in ospedale per un'idiota che si suicida! Potevo benissimo starmene in giro, ma i dottori hanno rotto talmente tanto le palle che sono venuto” continua alzando ulteriormente il tono della voce.
Si avvicina bruscamente a me, appoggia un gomito sul letto e con l'altra mano stringe il viso e mi fa girare la testa.

Prova a fare una cosa del genere quando ti dimettono e ti faccio fuori io” sussurra malvagiamente al mio orecchio, per poi lasciarmi qualche schiaffo e una gomitata violenta sullo stomaco.
Se ne va sbattendo la porta, pochi minuti dopo entra in camera Vale.

Maggie, ma chi era quello? Come si permette di picchiarti?” mi domanda nervosamente, ma la sua voce risulta sempre dolce.
Era mio fratello” sussurro mentre asciugo le lacrime.
Sento forti fitte allo stomaco, mi gira la testa, chiudo gli occhi e respiro sperando di calmarmi. Il cuore batte all'impazzata, continuo a sentire dolore alla pancia, mi piego come a sopprimerlo, ma le cose non cambiano.

Tutto bene?” balbetta Vale.
Sì”.
Resisto ancora pochi minuti, poi mi arrendo: corro verso il bagno, mi chino sul water e inizio a vomitare. Vomito tutto il possibile, continuo per un po' di minuti, Vale nel frattempo mi ha raggiunta e mi raccoglie i capelli con un elastico.

Dai, bevi un po' d'acqua e sdraiati che passa” mi consola aiutandomi ad alzarmi da terra.
Maggie, perchè è tutto rosso?”.
Mi avvicino a lui e guardo ciò che ho rigettato e, come lui ha descritto, è una poltiglia scarlatta.

Non lo so” sussurro, poi Vale mi aiuta a stendermi e, senza tirare lo sciacquone, va a chiamare una dottoressa.
La Lisandri arriva di corsa nella mia stanza, seguita da Ulisse, e si dirigono in bagno. Li sento parlare, hanno chiuso la porta e non riesco a capire cosa dicono.

Magdalena, vieni con me”.
Mi siedo su una sedia a rotelle, Ulisse mi spinge tra i corridoi andando abbastanza velocemente, dopo un po' si ferma e bussa ad una porta.
'Sala Risonanze Magnetiche'.

Che cazzo mi è successo ora?” penso quando si spalanca la porta.
Ciò che vedo è un grande tubo, davanti ad esso c'è un lettino blu e una dottoressa lo muove e si accerta che funzioni.

Maggie, hai bisogno di una risonanza, il reparto è libero ed è possibile eseguirla subito” mi informa Ulisse mentre mi sfila braccialetti, collane e orecchini.
Perchè me li togli?” gli chiedo osservando i miei pendagli finire nelle tasche del suo camice.
Potrebbero cambiare del tutto l'esito della risonanza”.
Prima di entrare nella sala risonanze mi costringono ad indossare un camice, simile a quello che portano i dottori. Nella stessa stanza c'è Leo ed ha addosso la mia stessa divisa.

Che ci fai qua?” mi domanda appendendo una felpa.
Devo fare una risonanza”
Pensavo un prelievo” risponde ironico “perchè la devi fare?”.
Sembra nervoso, Ulisse mi sussurra all'orecchio che è una delle sue giornate no, dice di non preoccuparmi.

Ho vomitato sangue”.
Leo si gira con la sedia a rotelle e si posiziona davanti a me. I suoi occhi castani, che ho sempre visto sorridenti e pieni di vita, sono lucidi, appannati dalle lacrime, sono anche leggermente arrossati.

Sii forte” dice accarezzandomi una guancia e sorridendo malinconicamente.
Entro in reparto risonanze e una dottoressa mi aiuta a sdraiarmi sul lettino e mi lega i capelli. Osserva i polsi rimasti scoperti e ne sfiora le cicatrici, poi il lettino inizia a muoversi e in pochi secondi mi ritrovo dentro al tubo.

Tutto bene, Maggie?” sento la voce di una dottoressa.
Sì, cosa devo fare?”
Solo stare ferma e aspettare, ci vorrà un po' di tempo e poi sei libera”.
Passano i minuti, sembra che io sia dentro qua da tantissimo, il tempo scorre lentamente. È tutto buio, sembra come se mi trovassi all'aria aperta di notte fonda, senza luci, da sola.

Ecco fatto” dice una dottoressa una volta fuori dal tubo.
Non ne potevo più” sbuffo.
Attendo fuori dalla stanza i referti, intanto cerco di rimettermi gli orecchini e la collana, che mi sono stati restituiti da Ulisse. Un medico esce con qualche cartellina gialla tra le mani, ne porge una ad Ulisse poi saluta e va via.
Lui si sposta di qualche metro e legge i risultati: lo fisso per cercare di capire qualcosa dalle sue espressioni, dopo un po' lui guarda me, per poi tornare a concentrarsi sui referti.

Maggie, io non so come dirtelo” inizia una volta tornato indietro.
Dillo senza fare giri di parole”
Tu hai...” si blocca.
Io ho...?”

Hi everyone c:
Sì, io fermo il capitolo sul più bello u.u In questo capitolo c'è un po' di violenza, ma io adoro far sprofondare nella sfiga i miei protagonisti, quindi capitemi c':
Il fratello, Lukasz, è uno stronzo e picchia Maggie, proprio come avevo descritto nel primo capitolo. Google traduttore e il mio polacco inesistente mi dice che il nome si pronuncia Lucasch (?), ma chiamatelo come volete, tanto 'sto tizio non ha importanza, ve lo anticipo già.
In questo capitolo Vale e Leo iniziano ad interagire con la protagonista, ma vi anticipo (quanti spoiler oggi o.o) che più avanti si conosceranno meglio e... E nulla (?)
Ringrazio come al solito tutti i commentatori, chi ha messo nelle preferite/seguite/ricordate, i lettori silenziosi e anche chi mi ha inserita tra gli autori preferiti. Siete la mia forza, è grazie a voi se va avanti questa merdicciola di fanfiction *^*
Il regalo di oggi è un criceto rosa, perchè è teneroso come voi awaw.
Vi lascio e mi raccomando, se lasciate una recensione non solo ricevete un criceto rosa, ma fate anche una _Nobody_ felice c':
Watanka a tutti

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Capitolo 6
*** Mamma, tienimi con te ***


'Mamma, tienimi con te'

Hai un tumore allo stomaco, Maggie” dice Ulisse arrivando al sodo.
Perfetto”
Perfetto? Ma cosa stai dicendo?” mi domanda guardandomi come se fossi impazzita.
Rimango qui altro tempo” spiego sorridendo.
L'ospedale non è un bel posto”
Meglio che là fuori, Ulisse” concludo dirigendomi nella mia stanza.
Svolto l'angolo, quando trovo Cris, Leo e Vale contro il muro. Appena mi vedono sobbalzano e mi guardano terrorizzati.

Avete sentito tutto?” chiedo loro sorridendo.
Tutto cosa? Non abbiamo sentito nulla” risponde Cris accennando un risolino nervoso.
Allora ve lo dico io: ho un tumore allo stomaco”
E sei così tranquilla?” interviene timidamente Vale.
Certo, avete sentito cosa ho detto a Ulisse, no?”.
Leo mi prende la mano e inizia ad accarezzarla, poi mi guarda negli occhi. Ha lo stesso sguardo di prima, io di rimando gli sorrido, sperando di trasmettergli un po' di felicità.

Sei così forte” sussurra abbassando lo sguardo “non meriti tutta questa sofferenza. Vale mi ha detto di ciò che ti ha fatto tuo fratello e io dico che il tumore lo merita lui, non tu” continua riacquistando un po' della sua grinta.
Leo, più sto qua, meno devo stare là fuori, guardiamo il tumore come una cosa positiva, che mi terrà lontana dal mondo cattivo, questo ospedale è come una parte buona isolata dal resto del mondo, voi siete buoni” inizio a dire cose senza senso, poi mi dirigo nella mia stanza sulla sedia a rotelle e mi sdraio sul mio letto.
Il mare è ancora mosso e ha iniziato a piovere. Le goccioline bagnano il vetro, prendo le cuffie e mi isolo dal mondo, poi, mi addormento.


Mamma? Sei tu?” sussurro andando incontro alla donna.
Ci avviciniamo lentamente l'una all'altra, c'è vento, piove e fa freddo, l miei capelli sono legati in due trecce che sventolano da una parte e dall'altra.
Lei è bellissima, come la ricordavo: i capelli biondi le incorniciano il volto, gli occhi azzurri come il cielo traboccano d'amore, indossa un vestito bianco che ricade morbido sulle braccia e sul corpo esile.

Mamma, dimmi qualcosa” urlo, la tempesta si fa sempre più violenta.
Tesoro, sconfiggerai il tumore, sarai forte”
Ma mamma, io non voglio più vivere, Lukasz e papà mi picchiano, il mondo mi odia, non ho amici”
Lo so, amore, lo so”
Come fai a saperlo, mamma?” inizio a piangere, ma le lacrime si confondono con la pioggia, i singhiozzi sembrano silenziosi rispetto al rumore forte e violento dei tuoni.
Io ti vedo dall'alto, sai?”
Tienimi con te, mamma”.
La sua pelle diventa improvvisamente pallida, poi sbianca del tutto ed inizia a sparire.

Mamma, dove vai? Stai qua con me!”
Il suo sorriso smagliante va scemando.

Mamma, dove vai? Non mi vuoi neanche tu?”
Sparisce del tutto, mi accascio a terra e continuo a singhiozzare.

Mamma...”


Mi sveglio di soprassalto e mi accorgo di avere le guance umide. Tiro fuori qualche fazzoletto dal pacchetto e mi strofino il volto per asciugarle.
Mamma, perchè non mi vuoi con te?” sussurro ancora immersa nei singhiozzi.
Maggie, tutto bene?”.
Davide entra nella mia stanza, è bagnato fradicio, i capelli gli ricadono disordinatamente sul viso, si accomoda sulla sedia di fianco al letto.
Rimaniamo in silenzio, mi giro e osservo il mare ancora in tempesta: si sentono i tuoni, il cielo diventa bianco per qualche secondo per poi tornare ad essere scuro e minaccioso. I nuvoloni grigi si muovono velocemente spinti dal vento, come se stessero scappando da qualcosa.

Io sono lo stronzo qua dentro” inizia improvvisamente lui, facendomi spaventare.
Lo eri anche là fuori” commento io.
Senti, non lo capivi che lo facevo per farmi notare?” mi domanda alzando il tono della voce.
Farti notare? Tu picchi una persona per farla diventare tua amica?”
Non in quel senso”
E in quale cazzo di senso, Davide?!” grido ormai nervosa.
Maggie, io... Tu...”
Buonasera ragazzi! Come state oggi? La giornata è cupa, ma voglio vedere i sorrisi!” ci interrompe, fortunatamente, la pagliaccia dell'ospedale.
Ma che cazzo! Non vedi che stiamo parlando?” le urla Davide.
Non trattarla così!” lo rimprovero io, arrabbiandomi e prendendo le difese di Piera.
Tranquilla Maggie, è fatto così” cerca di rassicurarmi mantenendo il sorriso.
Non si trattano così le persone!”.
Guardo Davide, cerco di trasmettergli tutta la rabbia, lui in risposta alza il dito medio e mi rivolge uno sguardo strafottente.

Piantala di fare il coglione!”
Prima piangi e fai la debole, ora mi insulti, ma lo sai che con le tue prese in giro io mi pulisco il culo?” risponde lui.
Prima fai il gentile, ti preoccupi, i tuoi amici mi vengono a dire che piangi e ora continui a fare lo stronzo? Non mi faccio più ingannare, basta!”
Andiamo avanti un po' a litigare sotto gli occhi di Piera, che ci guarda esterrefatta.

Ragazzi, basta!” interviene e finalmente cala il silenzio nella mia stanza.
Io vado e vedete di sorridere un po'” saluta Piera calmando il tono e lasciando la camera.
Maggie, domani mi operano al cuore” dice Davide dopo qualche minuto di intenso silenzio, abbassando la voce.
Dal suo tono traspare l'insicurezza e la paura che assalgono un ragazzino di quindici anni. Gli occhi terrorizzati chiedono aiuto, implorano salvezza e hanno bisogno di coraggio.

E' un intervento delicato?”
Ho cinquanta possibilità di vivere e cinquanta di morire”
Ma tu sei uno forte, no?”.
Non risponde, sembra che la sua audacia e il suo lato da duro siano svaniti nel nulla, siano stati come risucchiati e siano spariti.

Davide?”
Scusa, stavo pensando”
A cosa?”
Al fatto che mi mancano tantissime cose da fare”

Buongiorno a tutti da me e dal mio dito insensibilizzato (?) dall'azoto liquido.
Che dire di questo capitolo... Davide è tornato uno stronzo per un lasso temporale della durata di una litigata, perciò perdonate la mia finezza elefantesca (?) nei discorsi assolutamente privi di parolacce (sono ironica, nel caso non si capisse).
Però poi mostra il suo lato debole nel momento in cui dice a Maggie che deve subire l'intervento: la frase"Al fatto che mi mancano tantissime cose da fare" l'abbiamo già sentita, vero? Sì, sì, nella fiction in televisione. Ma vabbè, dovevo metterla per forza e.e
La parte in cui Maggie parla con sua madre è un sogno, naturalmente, spero di aver reso l'idea c:
Okay, nulla, avete scoperto che anche la protagonista ha un tumore (i miei personaggi sono degli sfigati pazzeschi, ma dà il tocco in più) e quindi niente, vedremo come andrà avanti. 
Ho già scritto tredici capitoli per un totale di venticinque pagine di word, mai fatta una fanfiction così lunga, sono commossa c': Quindi un biscotto a voi che commentate, inserite la storia everywhere e... Vabbè lo sapete già, e un biscotto anche al mio computer che sopporta i miei poemi (?).
Vabbè dai, io e il mio dito mongocappato vi salutiamo, martedì l'aggiornamento e... Watanka

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Capitolo 7
*** Dai, Davide ***


'Dai, Davide'

Al fatto che mi mancano tantissime cose da fare”
Per esempio?” lo invito a sedersi di fianco a me sul letto, è fradicio e trema.
Volevo formare una band, essere il batterista o il front man, sai quelli che cantano davanti a milioni di persone, faccia a faccia con i fans?”.
Annuisco mentre allungo le coperte sulle sue gambe esili, lasciate scoperte dai pantaloncini da calcio dello stesso colore della maglietta.

Ti piace cantare?” gli domando istintivamente.
Sì, tanto, a te?”
Sì, mi fa sentire libera” confesso rivolgendo uno sguardo al mare.
Lui tira fuori dalla tasca un foglietto, lo apre, lo stira un po' servendosi del comodino e fissa le parole, giocherellando con un angolo del foglio.

Cos'è?” gli chiedo osservando senza capire molto.
La mia canzone preferita”
Cantala” gli dico prendendo in mano il foglio e leggendone velocemente le parole.
Cantiamo insieme” propone lui, accetto ed iniziamo.
Iniziamo, parola dopo parola, entriamo in sintonia l'uno con l'altro, le voci si intonano, interpretiamo ogni parola, ogni frase, cantiamo il significato del testo, come se per qualche minuto il resto del mondo si fosse bloccato e noi due fossimo soli, soli in mezzo al nulla.
Alla fine ci blocchiamo e la stanza rimane immersa nel silenzio per qualche minuto, il vuoto colmato solo dal leggero suono dei nostri respiri.

Canti bene” gli dico spezzando il silenzio.
Grazie”
Che altre cose avresti voluto fare?”
Volevo un cane... E poi... Non ho mai baciato una ragazza” conclude sospirando e posando il testo della canzone sul comodino.
Mi giro e lo guardo stranita: pensavo che un ragazzo come lui fosse il primo ad avere tante ragazze intorno, fosse il primo a non farsi problemi a ferire le ragazze e a comportarsi come un Don Giovanni, forse mi sbagliavo e dovrei ricredermi.

E se dovessi morire?” mi chiede sempre rattristato, terrorizzato, spaventato, la preoccupazione nella voce.
Ce la farai” lo incoraggio appoggiando la testa sulla sua spalla.
I suoi ricci leggermente umidi mi sfiorano la spalla scoperta a causa della maglietta a maniche corte, provocando un leggero solletico.

Ho paura di no”
Davide, sei tu quello che ha sempre combattuto, quello forte, quello coraggioso, sei un soldato” esclamo convinta cercando di sollevargli il morale.
Ogni tanto anche i soldati si arrendono” commenta lui portandosi le mani sopra gli occhi e piegando la testa all'indietro, fino a toccare il muro.
Rimango in silenzio, vorrei continuare a consolarlo, ma quando le parole finiscono si sta in silenzio, vicini col cuore, ma senza parlare.

Prima ci insultavamo solamente, Maggie, ora stiamo parlando normalmente e abbiamo anche cantato insieme”
Sarà l'ospedale” constato, quando sento la sua mano stringere la mia.
Questo posto qualcosa di buono ha fatto” commenta continuando a tenere stretta la mia mano, intrecciando le sue dita con le mie.
Maggie” mi richiama lui, la sua voce è rauca.
Mi giro verso di lui e ci guardiamo negli occhi qualche secondo, poi osservo le nostre mani intrecciate: sembra una scena quasi dolce, ripensando a come erano le cose tra noi a scuola, provo una strana sensazione, come un brivido lungo la schiena.

Maggie, non è che puoi darmi tu un bacio?” chiede velocemente.
Cosa?”
No, nulla” risponde sconsolato, mollando la presa sulla mia mano ed alzandosi dal letto.
Recupera le sue cose e poi si dirige verso la porta, un pallone sotto il braccio e le cuffie al collo.

Davide, aspetta” lo richiamo prima che se ne possa andare.
Mi alzo e barcollando mi dirigo da lui, appoggiandomi qua e là sui mobili della stanza. Mi sento debole ed impotente, lui allunga una mano e, afferrandola, trovo l'equilibrio reggendomi alle sue braccia.

Forza” sussurro vicina a lui, stringendomi in un abbraccio.
Che?”
Dai, Davide” continuo bisbigliando, avvicinandomi al suo viso quasi da sentirne il respiro.
Noto un luccichio nei suoi occhi, ora sorride lievemente e si avvicina lentamente, con una mano mi carezza i capelli e con l'altra mi tiene stretta a sé. Allaccio le braccia dietro il suo collo e mi alzo in punta di piedi, fino a sfiorare le sue labbra. Davide accorcia le distanze e le sue labbra iniziano a carezzare dolcemente le mie: un bacio delicato, leggero, impacciato. Continua a sostenermi, sento le gambe doloranti, ma reggendomi a lui continuo a lasciargli piccoli baci sulle labbra.

Grazie” sussurra lui, tenendomi sempre tra le sue braccia.
Davide, mi fanno malissimo le gambe” dico appoggiando la testa sulla sua spalla, lui mi solleva leggermente e mi aiuta a sedermi, divaricandomi delicatamente le gambe e continuando il bacio.
Grazie, Maggie” continua a ringraziarmi lui.
Per un bacio?” domando sorridendogli e stringendo una sua mano.
Dopo tutto quello che ti ho fatto...”
Ormai è passato” rispondo abbassando lo sguardo.
Guarda, l'arcobaleno” esclama indicando la finestra che dà sul mare.
Mi giro facendo forza sulle braccia ed osservo il panorama sorridendo come una bambina, come se fosse la prima volta che vedo le conseguenze meravigliose di un temporale.
Davide mi abbraccia da dietro, stringo le mie mani con le sue e rimaniamo immobili qualche minuto a guardare il mare incorniciato da una striscia di sette colori.

Maggie, ora devo andare” dice sciogliendo l'abbraccio.
A domani”

So che aspettavate un bacio, potete pure festeggiare/piangere/urlare/commuovervi nelle recensioni così sono felice anche io c:
Comunque sì, ce l'hanno fatta a baciarsi *cori angelici*
Vabbè, nulla di che in questo capitolo... Solo un bacio, non è nemmeno un capitolo chissà quanto lungo, ma spero vi piaccia e desidero taaante recensioni c:
Vi lascio subito perchè sono immersa da compiti, tra mappe, verifiche e interrogazioni io e i libri stiamo chiusi ore e ore insieme (?), ringrazio tutti per le recensioni dolciose awaw
Quindi recensite e datemi sostegno, sto per impazzire, watanka

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Capitolo 8
*** Mezzo cornetto ***


'Mezzo cornetto'

Non riesco ad addormentarmi, la testa è invasa dai pensieri, le immagini del pomeriggio mi scorrono una dopo l'altra davanti agli occhi, come se stessi guardando un film in cui sono altri due ragazzi a scambiarsi un bacio e non proprio io e lui, Maggie e Davide.
Mi giro e mi rigiro, le luci in corridoio sono spente ed il suono delle onde del mare mi culla, dopo un po' cado leggermente tra le braccia di Morfeo.


Il sole filtra dalla tenda chiusa male, la luce dei raggi si posa sul mio letto e arriva fino alla porta, cerco di capire che ora sia, ma la luce del telefono mi spinge a chiudere gli occhi.
Davide” penso una volta definitivamente sveglia, senza esitare mi dirigo nella sua stanza sulla mia sedia a rotelle.
Vedo il piccolo Rocco steso sul letto, come al solito le braccia sono bucherellate dalle flebo e le macchine indicano il battito del suo cuore, ma l'altro letto è vuoto.
La sala operatoria è l'unico posto in cui può essere, mi reco fuori dal reparto e noto una testa riccia che parla con due adulti.

Maggie, cosa fai sveglia?” mi domanda Davide appena mi vede.
Buona fortuna” sussurro lievemente, lui mi abbraccia, dice di aver tanta paura, pensa di non potercela fare.
Davide, vieni” lo richiama una dottoressa, invitando il ragazzo sul lettino.
Ce la farai, Riccioli D'Oro”
Eh, speriamo”.
Lo guardo finchè non entra nella sala, gli faccio un 'ciao' con la mano, poi sparisce.

E' andato?” mi domanda Cris spuntando all'improvviso dal corridoio.
E' entrato proprio ora”
Vieni in mensa? Dobbiamo cercare di non pensarci troppo” mi consiglia iniziando a spingere la mia sedia a rotelle verso la sala pranzo.
Maggie, come fai a mangiare?” commenta disgustata mentre ingoio un po' di succo alla frutta.
Cris, bisogna solo sforzarsi, non è difficile, una volta che ti sblocchi è tutto più semplice”
Ne parli come se l'avessi vissuto”
So che cosa provi, Cris” le stringo la mano e le avvicino il piatto con il cornetto, togliendo il cibo in eccesso.
Maggie, cosa mi stai dicendo?” domanda spaventata e rimandando indietro la sua colazione.
Che bisogna iniziare poco alla volta” divido in due il cornetto, lasciando nel piatto la metà più piccola.
Io non voglio mangiare” ribatte testarda allontanando il piatto di nuovo.
Lo spingo verso di lei, Cris lo rinnega un'altra volta, andiamo avanti qualche minuto con questo battibecco, finchè non ci interrompe la psicologa.

Cris, dov'è il resto della colazione?” domanda la donna indicando la metà del cornetto.
L'ho mangiata” mente.
La guardo storto, lei sogghigna sotto i baffi beffarda.

Ha mangiato veramente?”.
Inizialmente vorrei dirle la verità, ma la faccia di Cris mi fa cambiare idea, decido di farla vincere, di non causarle altri problemi inutili.

Sì, ci ha messo parecchio, ma ha mangiato” annuisco sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi finti per convincere la dottoressa.
Lei ci guarda dal retro delle sue lenti, poi se ne va, sfogliando diverse cartelline mediche.

Grazie, Maggie” esclama Cris sorridendo dall'altra parte del tavolo.
Ti ho fatto un favore, ora me lo devi fare tu” ribatto io astutamente, lanciando uno sguardo alla brioches nel piattino.
Sei crudele”
Ti ho salvato il culo” rido piazzandole il piatto davanti.
Cris deglutisce, poi mi fulmina con i suoi occhi castani. Inizia a dividere la sua colazione in piccoli pezzettini, poi li separa tutti. Ne prende uno e lentamente lo avvicina alla bocca, per poi masticarlo e, finalmente, ingoiarlo. Procede così per qualche minuto, poi allontana il piatto.

Ho mangiato”
"Questa te la porto in camera” inizio raccogliendo i pezzi di cornetto in un tovagliolo di carta “e con calma la finisci”.
Come hai fatto a farmi mangiare?” mi domanda mentre mi spinge sulla sedia a rotelle fino alla sua camera.
Bisogna iniziare con poco cibo, è la terza volta che te lo ripeto, Cris” rispondo porgendole un pezzo di brioches e fissandola mentre lo ingoia.
E dopo un paio di giorni si inizia ad aumentare di peso” continuo a spiegare mentre mangia ancora un po' della sua colazione.
Come fai a saperlo?”
Non è la prima volta che vengo in ospedale” racconto continuando a darle da mangiare, lei sembra stare al gioco e deglutisce pezzo per pezzo.
Sei guarita dall'anoressia?” mi domanda guardandomi strana, come se avesse visto un alieno.
Annuisco lievemente, una volta entrata in stanza mi siedo sul suo letto e le porgo gli ultimi pezzi del cornetto, intanto continuiamo a chiacchierare allegramente.

Perchè non mangiavi?” mi chiede mentre mastica.
Perchè ero grassa, grassa veramente, e tutti mi prendevano in giro, era l'inizio di tutto, in realtà. Tu, invece?” spiego sospirando, ripensando a tutte le cattiverie e agli stupidi nomignoli.
Ad un corso di danza mi avevano reputata troppo grassa per ballare, così ho smesso di mangiare”
Penso che il tuo stomaco desiderasse ardentemente un po' di cibo” commento mostrandole il tovagliolo vuoto.
Il cornetto...”
L'hai mangiato, Cris” le dico sorridente, lei mi abbraccia subito. La stringo forte a me, sono contenta di averla fatta mangiare, sono contenta di sentirla così felice, sono contenta per lei.
Avete notizie di Davide?” chiede Leo entrando all'improvviso nella stanza di Cris e avvicinandosi a noi.
No” rispondo solamente, ricordandomi della sala operatoria e del delicato intervento.
Vado a chiedere a qualcuno”.
Esco dalla stanza di Cris e, sulla sedia a rotelle, vado verso la sala operatoria e vedo che i dottori sono fuori che parlano con le stesse persone con cui stava parlando Davide prima dell'intervento. Mi avvicino lentamente, il tanto che basta per sentire cosa dicono.

L'intervento è andato bene, ora Davide è nella sua stanza...” senza esitare mi dirigo da lui, cercando di andare il più veloce possibile.
Appena lo vedo sul letto, ancora addormentato, mi avvicino e gli prendo la mano per qualche minuto.

L'hai sfangata...” gli sussurro all'orecchio, poi lascio la stanza e torno da Cris e Leo.
Passo davanti alla stanza della mia amica e osservo la scena dal vetro: lei e Leo sono abbracciati e sorridono, si scambiano qualche bacio tenero, si stringono l'uno tra le braccia dell'altro, sono teneri.
Continuo a guardarli e sorrido, come è bello vedere le persone felici, vedere i sorrisi, le mani intrecciate, i baci.

Scusate se interrompo le vostre tenerezze” entro in camera dopo qualche minuto da 'spettatrice'.
Davide?” chiede subito Leo tenendo la mano di Cris.
Sta bene, dormiva”
Sarà ancora l'effetto dell'anestesia” commenta Cris sorridendo.

Tra suicidi, cancro e anoressia vi starete chiedendo se odio Maggie o cosa. No, non la odio, ma sono stronza di mio HAHAH
Avrei postato il capitolo pomeriggio, ma ho avuto la simulazione orale per l'esame e non ho avuto un briciolo di tempo, perdonatemi ed amatemi allo stesso tempo, non ho fatto morire Davidino, me lo avevate chiesto in tante, ma era previsto di far andar bene l'intervento.
Momenti dolciosi anche tra Cris e Leo che io shippo alla follia e momenti tenerosi anche tra lo stomaco di Cris e un cornetto. Ha mangiato, fate un applauso a Maggie.
Vorrei dedicarvi questo capitolo, in quanto mi sollevate il morale con le recensioni e mi aiutate ad andare avanti, proprio come Maggie ha fatto con Cris e, in parte, con Davide. Poi lo dedico anche al porcospino che ho salvato dalla strada bloccando il traffico e attirando l'attenzione di tutti i vecchietti della mia città, ma è un dettaglio (ti voglio bene piccoletto uwu).
Grazie mille a tutti e recensite in tanti, aw, in palio un porcospino di patatine fritte (?).
Watanka

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Capitolo 9
*** Soldier ***


'Soldato'

Cammino per i corridoi dell'ospedale, l'odore pungente dei farmaci e dell'alcol si fa spazio nelle narici provocando un leggero fastidio. Vedo bambini felici seguire Piera e giocare con i loro palloncini colorati: alcuni di loro indossano dei nasi di plastica rossa e delle parrucche dai colori sgargianti e le loro risate riempiono i corridoi.
Passo davanti al reparto di oncologia tirando le maniche della felpa fino a coprire i polsi: ci sono solo persone con la testa calva, pallide, sembra che la sofferenza li abbia stesi, alcune camminano avanti e indietro, altre sono semplicemente sedute con la flebo attaccata al braccio. Inevitabilmente mi ridurrò così non appena inizierò la chemioterapia per curare il tumore allo stomaco.

Ti spaventa questo posto, Maggie?”
Un po', Vale. È così terribile la chemio?” domando confidando nel ragazzo.
La sua gamba amputata mi fa capire quanto dolore abbia provato, comprendo la letalità di questa malattia, per qualche minuto mi sento in equilibrio su una corda tra la vita e la morte.

Le prime volte è sempre difficile”
In cosa consiste?” chiedo mentre continuo a fissare le persone nel reparto dedicato alla cura del cancro.
E' una flebo che inietta dei medicinali che servono a combattere le cellule che causano il tumore” spiega Vale indicando delle buste che contengono un liquido trasparente.
Siete stati male, tu e Leo?”
Mi sentivo molto stanco dopo i cicli, spesso vomitavo, ma basta dormire un po' dopo la terapia e ci si sente meglio”.
Mi chiedo come facciano Vale e Leo ad essere così disponibili ed allegri, come abbiano fatto ad abituarsi di colpo alla vita in ospedale, non mi spiego perchè siano così forti e dove trovino così tanta voglia di vivere e di combattere contro questo mostro, contro il tumore.

Maggie?”
Eri solo durante le chemio?” gli domando vedendo le persone passeggiare senza compagnia nei corridoi.
Di solito sì, a volte chiacchieravo con i pazienti che stavano meglio, la chemio indebolisce parecchio e spesso non si ha voglia di stare in compagnia”.
Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, cerco di immaginare come trascorrerò il tempo quando inizierò la chemioterapia, quando non avrò più i capelli e le mie giornate saranno grigie e piene di solitudine.

Ti hanno già detto quando iniziare?” domanda lui cercando di allentare la tensione.
Stasera” rispondo secca.
Maggie, per quanto ti conosco, sei forte, resisterai anche alla chemio e vedi che presto ritornerai alla tua vita, tutti ti avranno consigliato di non arrenderti mai, ed io sono un'altra persona che te lo dice, ma è tutto ciò che devi fare, resistere, combattere a testa alta, senza mollare mai, altrimenti non si risolve nulla nella vita”.
Mi giro verso Vale, ascoltandolo mentre parla: come un soldato, che dopo una guerra torna a casa vittorioso, dopo aver resistito e combattuto coraggiosamente, ce la fa, vince, raggiunge il suo obiettivo e racconta a tutti la sua esperienza distribuendo consigli e indicazioni.

Grazie Vale” sussurro ancora stupita dalle sue parole da guerriero.
Ho delle visite, ora, grazie ancora per le belle parole” concludo spingendo la sedia a rotelle verso gli ambulatori.
La Lisandri mi effettua un controllo veloce: peso e altezza, poi mi consegna alcune cartelle e prenota la chemioterapia.
'Coraggio, dai' penso una volta nella mia stanza.
Trascorro il pomeriggio da sola, leggendo un libro che racconta l'esperienza di una ragazza malata di cancro, passano alcune ore prima della cena, ma non ho proprio appetito.

Maggie, vieni o no a mangiare?” mi domanda qualcuno da dietro la porta.
Mi siedo sulla sedia a rotelle ed esco velocemente dalla stanza lasciando cadere coperte e libro: spalanco la porta e Davide, anche lui sulla sedia a rotelle, si avvicina e mi abbraccia.

Ce l'hai fatta” sussurro ancora stretta tra le sue braccia.
Ce l'ho fatta”.
Rimaniamo in silenzio qualche minuto, poi lui scioglie l'abbraccio e si avvicina al mio viso. Sono io, questa volta, ad accorciare le distanze, perdendo la timidezza e l'odio nei confronti del riccio. Accarezzo le sue labbra con le mie, poi ci dirigiamo insieme nella sala da pranzo.
I pazienti e i dottori lo accolgono festeggiando, ci sono tutti i Braccialetti Rossi attorno a lui, lo tempestano di domande ed io osservo divertita la scena.

Rocco sapeva che ce l'avresti fatta” esclama Toni con il suo allegro accento napoletano.
Grande Funghetto” lo scherza Leo e si battono il pugno da amici.
Dopo cena mi isolo nella mia stanza e inizio a prepararmi per la chemio: 'si inizia' penso mentre infilo il pigiama e raccolgo i capelli in uno chignon disordinato.

Dove vai?” mi chiede Davide entrando all'improvviso in camera mia ed osservandomi mentre litigo con l'elastico per i capelli.
Oncologia”.
La sua espressione è un misto tra preoccupata, spaventata e sorpresa, mormora qualcosa di incomprensibile mentre si siede sul letto ed inizia a sfogliare le cartelle cliniche per, probabilmente, capire qualcosa.

Davide, ho un tumore allo stomaco”
Quando l'hai scoperto?” sussurra avvicinandosi a me, i suoi occhi sono lucidi e la voce trema.
La nostra immagine riflessa nello specchio mostra crudamente ciò che questo ospedale ci ha resi con il passare del tempo: due adolescenti con la carnagione pallida ed il volto smagrito, un sorriso inesistente e gli occhi spenti, grigi, senza vita.

Qualche giorno fa, il giorno dell'intervento” rispondo riordinando gli accessori per i capelli.
Mi abbraccia forte, io mi alzo e lo stringo a me come se lo stessi per perdere per sempre, intanto ci avviciniamo lentamente al letto, passo dopo passo mi siedo continuando a restare tra le sue braccia.
Sento le sue labbra posarsi sul mio collo e lasciare qualche bacio caldo, che trasmette coraggio. Mi inginocchio sul letto, sembro più alta di lui, piego leggermente il viso in avanti e inizio a lasciargli qualche bacio sulla guancia.

Davide, dovrei andare” sussurro mentre le nostre mani si intrecciano.
No, aspetta” risponde lui bloccandomi un polso.
Davide, poi la...” non mi lascia finire, si posa un'altra volta sulle mie labbra e lo lascio fare senza oppormi. Continua per qualche minuto, ma con meno timidezza ed impaccio rispetto ai baci precedenti: tiene la mia nuca stretta al suo volto e mi bacia, gli circondo il collo con le braccia, Davide mi cinge la vita e mi stringe a sé il più possibile. I nostri corpi sono l'uno contro l'altro, attaccati come calamite, stretti, mentre le labbra continuano ad accarezzarsi dolcemente. Ci stacchiamo dopo una manciata di minuti, ci guardiamo negli occhi, abbiamo quasi il fiatone, gli lascio qualche altro bacio leggero, poi vado.
Direzione: oncologia.

~

Buongionno :3
Ebbene sì, in questo capitolo c'è un breve dialogo tra Vale e Maggie, devo mettere almeno una scena per ogni personaggio e il nostro Vice-Leader ci stava bene, poi con i discorsi filosofici che gli si addicono, ancora meglio, secondo me. Voi cosa ne pensate?
Ed ovviamente ancora Maggie e Davide -che è vivo e vegeto e povera stella non sa nulla del cancro di Maggie- che amoreggiano tra loro nelle camere, awma in questo capitolo ci vanno pesanti HAHAHA. Una cosa. La parte finale doveva essere nel capitolo in cui i piccioncini si baciano per la prima volta. E... Nulla, dovevo dirlo (?)
Il libro della ragazza malata di cancro è vero, io l'ho letto ed è molto carino, si chiama "Un gancio in mezzo al cielo", se foste interessate.
Altra cosa, ho finito di scrivere la fanfiction c: Ma non anticipo nulla, se non che sono trentadue pagine *^*
Vi ringrazio ancora infinitamente, grazie a chi recensisce, a chi legge e basta (se commentate vi regalo un coniglietto di cioccolato), a chi ha inserito tra le preferite, chi tra le seguite, chi tra le ricordate, un abbraccio coccoloso a chi mi ha messa tra gli autori preferiti e anche a chi mi lascia le recensioni brevi.
Voglio bene a tutti u.u
Beh, vi lascio, a venerdì per l'aggiornamento e, mi raccomando, recensite in tanti c': 
Watanka

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Capitolo 10
*** Pronti, partenza, Watanka! ***


'Pronti, partenza, Watanka'

Eccoti, Maggie” mi accoglie una dottoressa del reparto di oncologia mentre sistema le cartelline cliniche che le ho consegnato.
Iniziamo con una sola busta” inizia preparando la flebo “vediamo come reagisci, poi decidiamo se aumentare le dosi o continuare di volta in volta con una sola”.
Mi siedo su una poltroncina in pelle blu, poso il braccio verso la dottoressa e rivolgo lo sguardo verso la finestra: ci sono tutti i Braccialetti Rossi che mi salutano, mi fanno cenno di essere forte, di combattere. Davide è l'unico che mi fissa senza lasciar trasparire emozioni, è freddo ed immobile davanti alla finestra, dop qualche secondo appoggia la mano sul vetro.

Ciao” mimo con le labbra, rivolgendomi a tutto il gruppo, ma puntando lo sguardo su Davide.
Sento qualcosa punzecchiarmi il braccio: la dottoressa mi ha attaccato la flebo ed il liquido trasparente inizia a scorrere nel mio sangue. Inizialmente non percepisco nessuno degli effetti di cui mi ha parlato Vale, successivamente un leggero formicolio mi infastidisce il braccio.

Tutto bene?” mi domanda la stessa dottoressa di prima.
Annuisco solamente, la nausea inizia a farsi sentire e dopo qualche minuto inizio a rigettare tutta la cena in un secchio che regge l'infermiera.

Bevi un po' d'acqua” mi consiglia porgendomi in bicchiere, la ringrazio senza forze con un semplice gesto della mano.
Rimango circa un'ora attaccata alla flebo, immersa nei pensieri ed intenta ad osservare le altre persone malate di cancro, poi il liquido è completamente nel mio sangue e la dottoressa mi rimanda in camera sopra una barella perchè non mi reggo in piedi.
Appena mi stendono sul letto, giro la testa verso il mare: il cielo è scuro, costellato da tante stelle, qualche nuvola macchia la distesa di grigio, ma la luna splende, illumina la notte.
Il rumore del mare mi culla dolcemente, le palpebre calano, tiro le coperte fino al collo e immersa nel suono soave delle onde, mi addormento.


Ciao Maggie!” una voce dolce e delicata mi richiama.
Osservo l'ambiente intorno a me: è quasi surreale, un'enorme piscina con diversi trampolini, il sole è alto nel cielo azzurro e si riflette nell'acqua della vasca.

Rocco?” domando incredula riconoscendo il bambino, stranamente sveglio.
Sono io, tu che ci fai qua?” risponde lui sorridendomi.
Gli occhi castani di Rocco brillano di speranza, di gioia, la voglia di vivere e di giocare di un bambino è tutta concentrata nelle sue iridi. Sorride lievemente, cammina a piedi scalzi lungo il bordo della piscina, indossa semplicemente un costume rosso ed una maglietta a maniche corte.

Non lo so, ho appena finito la chemioterapia” rispondo alla sua domanda, senza però soddisfarlo pienamente.
Ciao Rocco!” una voce familiare risuona ovattata nelle mie orecchie, ma non è stato il bambino a parlare. Mi osservo intorno piuttosto inquietata, siamo solo io e lui, nessun altro.
Cos'è stato?”
Ciao Toni! C'è qui anche Maggie, sai?” risponde Rocco alla misteriosa voce.
Toni?”
Inizio ad essere preoccupata, mi siedo sul bordo della piscina immergendo i piedi nell'acqua fresca della vasca, muovendoli a destra e a sinistra causo creo delle piccole onde contornate da un velo di schiuma biancastra.

Sì, lui riesce a comunicare con me, per questo è il furbo” spiega Rocco sedendosi di fianco a me e iniziando a giocherellare con l'acqua. Inizio a capire ciò che mi aveva raccontato Cris.
Maggie, cosa fai da Rocco?”
Non lo so, Toni” rispondo alla voce, sentendomi quasi impazzita. Come se stessi parlando con il nulla, con nessuno, al vuoto.
Io vado, che qua fuori è notte fonda e se la Lisandri mi vede si arrabbia, buonanotte” conclude Toni.
Io e Rocco non parliamo, continuiamo a divertirci in piscina, dopo qualche minuto iniziamo a schizzarci a vicenda con l'acqua e, tra una risata e l'altra, decidiamo di fare una nuotata.
Saliamo su uno dei trampolini, tendo la mano al bambino che la stringe con sicurezza e sorride, ci avviciniamo lentamente al bordo e ci prepariamo al salto.

Sei pronto Rocco?”
Certo!” esclama lui osservando il panorama dall'alto.
Pronti...” inizio io piegando le gambe.
Partenza...”
Via!” urla Rocco ridendo, ci tappiamo il naso e dopo una breve rincorsa ci lanciamo nel vuoto.
Watanka!” gridiamo in coro, prima di schiantarci contro l'acqua e riemergere velocemente in superficie.
Ti è piaciuto Rocco?” gli domando una volta che vedo il viso del bambino fuoriuscire dall'acqua.
Lui annuisce strofinandosi gli occhi e ridendo, improvvisando una nuotata da un bordo all'altro della piscina.

~

Buongiorno c:
Il piccolo Rocco *^* Okay, in questo capitolo non succede nulla di eclatante, inizia la chemio, mi mancano i Braccialetti, incontra l'imprescindibile,
mi mancano i Braccialetti,  Davide è preoccupato per Maggie, mi mancano i Braccialetti... Mi mancano i Braccialetti T--T
Nulla di che per davvero. 
Grazie mille a tutti per le dolcissime recensioni che mi lasciate, se vi è piaciuto il capitolo commentate e vi regalo un panino del Mc Donald's.
Scusate se vi lascio subito, ma ho un po' di roba da fare T-T
Watanka

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Capitolo 11
*** Wig ***


'Wig'

Rocco” pronuncio il suo nome svegliandomi di soprassalto. Mi guardo attorno ed è la mia solita stanza, non sono più in piscina.
Sono quasi le otto del mattino e rispetto a ieri sera mi sento meglio: niente nausea, niente stanchezza, niente paura.
Scendo dal letto avvicinando la sedia a rotelle, recupero alcuni vestiti dallo zaino e mi dirigo verso il bagno.

Cazzo”.
Girandomi, noto che sul mio cuscino ci sono alcune ciocche di capelli: mi avvicino e le osservo meglio, senza dubbio sono miei, tocco la nuca e sento solo pelle.

Inizia la lotta” sussurro a me stessa, ricordandomi delle parole di Vale.
Senza fare colazione mi reco nel giardino dell'ospedale: pare un luogo incantato, magico, gli alberi alti e imponenti dominano sulle piccole margherite che costellano il prato, le persone passeggiano lungo i sentieri, alcuni pazienti riposano respirando l'aria intrisa del profumo del mare, c'è Piera che gioca con i piccoli e alcune bambine raccolgono i fiori e li intrecciano nei loro capelli.

Maggie! Come è andata la prima chemio?” spunta un sorridente Leo alle mie spalle.
E' andata, è andata” rispondo accennando un sorriso.
Come stai ora?” mi domanda posizionandosi di fianco a me mentre indossa un paio di occhiali da sole.
Dai, meglio, anche se i capelli iniziano a cadere”.
Leo si gira di scatto e sorride, come sempre: alcune volte mi chiedo come faccia ad essere sempre così allegro e felice in un posto come l'ospedale.

Leo, perchè sorridi?”
Mi domandavo se volessi continuare a perderli lentamente, fino a rimanere con una ciocca sola, o se preferissi tagliarli tutti in un colpo solo” spiega arricciando una ciocca tra le sue dita esili.
Leo, mi confondi” ammetto ridacchiando.
Li rasiamo?”
Rasarli?” ribatto spaventata all'idea di una me calva.
Rimani con una ciocca sola in mezzo al deserto lasciato dai caduti in guerra?” risponde lui ironico, indicando la sua testa pelata e facendomi esplodere in una fragorosa risata.
Rasiamoli” cedo alla fine.
Seduti sulle nostre carrozzine, ci dirigiamo nel bagno della sua stanza. Mi sistemo davanti allo specchio e dico addio ai miei capelli una volta per tutte, districo i nodi con le dita per l'ultima volta, me ne strappo uno di mia spontanea volontà per provare ancora il pizzichio tanto odiato.

Sei pronta?” domanda il ragazzo tenendo il rasoio in una mano.
Pronta” rispondo tappandomi gli occhi.
Sento solo il ronzio del rasoio, a volte anche le ciocche cadere, continuo a tenere le mani sugli occhi e dopo circa un quarto d'ora Leo mi annuncia di aver finito.
Lentamente sposto le mani tenendo gli occhi serrati, dopo qualche secondo li apro piano e l'immagine di me e Leo si riflette nello specchio.

Mi sento strana, Leo” confesso toccando la pelle.
Ci farai l'abitudine” risponde porgendomi una bandana azzurra da legarmi in testa.
Sono un mostro” continuo tappandomi nuovamente gli occhi e ridacchiando per il mio nuovo aspetto.
Vieni con me” dice all'improvviso Leo uscendo dal bagno.
Appena lo raggiungo, lo vedo seduto per terra intento a cercare qualcosa in un grande scatolone. Dopo qualche minuto alza la testa e sorride soddisfatto.

Leo, cosa hai fatto ora?” domando preoccupata per l'idea che potrebbe essere balenata nella sua mente.
Siediti sulla sedia a rotelle, tappati gli occhi e non aprirli finchè non te li dico io, va bene?”
Sì, capo” rispondo ridendo e portando la mano poco sopra gli occhi, come farebbe un militare, poi chiudo gli occhi.
Appoggia qualcosa di freddo sulla mia testa, poi spinge la sedia a rotelle verso una stanza più buia.

Apri gli occhi”
Appena li apro guardo verso il basso e riconosco le piastrelle azzurre del bagno, lentamente alzo lo sguardo verso lo specchio. Sulla mia testa c'è una parrucca nera, i capelli finti sono lunghi fino alle scapole e sono lisci, la frangetta mi copre quasi gli occhi.

Le piace il nuovo taglio, signorina?” domanda sistemandosi ancora una volta di fianco a me.
Certamente signor Parrucchiere”.
Alla fine scoppiamo a ridere, poi mi spiega la travagliata avventura della sua parrucca, seguita da altre risate.

Però ti donano questi capelli” commenta lui scompigliandoli tutti.
Grazie, Leo”.

~

Hola chicos! 
Sono le 12.08, io sono a casa sul divano a lodare le elezioni che mi hanno concesso qualche giorno di riposo e sto pubblicando l'undicesimo capitolo.
I capelli iniziano a cadere, povera Maggie T-T Però c'è Leo salva tutto (?) che trova parrucche a caso, cose normali insomma.
Vabbè, anche in questo capitolo nulla di particolare, è solo un avvenimento allegro, che spezza un po' il contesto non proprio felice della fanfiction.
Vi è piaciuto? :3
Recensite in tanti tantissimi (?), commentate, ditemi tuuuutto quello che pensate, consigli, pareri... Vi regalo un barattolo di nutella OuO
No, seriamente, me lo lasciate un commentino? Anche voi lettori silenziosi, siete arrivati fino a qua, commentate cwc
Vi lascio, ci sentiamo venerdì per il capitolo numero dodici, besos *^*
Watanka

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Capitolo 12
*** Tell them a story ***


'Tell them a story'

Secondo ciclo di chemioterapia, le cellule continuano a riprodursi ed il tumore diventa ogni giorno più grande. Sono sdraiata sulla stessa poltrona della scorsa volta, la prima busta di farmaci è quasi vuota, la testa ciondola da un lato dolorante, lo stomaco è in subbuglio.
Ciao Maggie!” esclama Toni sorridendomi, riesco solo ad alzare il braccio destro per salutarlo.
Come stai?”.
Afferro uno dei secchi che ha lasciato di fianco alla sedia la dottoressa e rigetto dentro il vomito, chiudo gli occhi e cerco di bere un po' d'acqua.

Senti... Ma lo sai che sei davvero carina con questa parrucca?” mi domanda con il suo buffo accento napoletano, giocherellando con i capelli finti.
Grazie Toni” biascico mentre i medicinali contenuti nella busta scorrono nel mio sangue, provocando un leggero formicolio.
Ci sono diversi pazienti ridotti al mio stesso stato, vomitano, sono accasciati contro le poltrone blu con le flebo attaccate al braccio, ci sono anche dei bambini piccoli che piangono, cercano la loro mamma che, sfortunatamente, non può restare al loro fianco.

Stai proprio male, vero? Quando ero piccolo e non mi sentivo tanto bene mio nonno mi raccontava delle fiabe, ti piacciono le fiabe?” chiede osservando l'ambiente cupo attorno a sé.
Sì, me le leggeva mia madre” balbetto sorridendo debolmente al ragazzo.
Toni” richiamo al sua attenzione, quando lo noto distratto a causa della dottoressa che cambia flebo e attacca la seconda busta di chemioterapia.
Lui si gira verso di me e sorride: il suo sorriso sincero ed innocente mi fa sentire bene, è un sorriso buono, un sorriso amico.

Ci sono tanti bambini, qui, in oncologia” spiego io indicandoli con un cenno del braccio.
Sì, li vedo”
Prima alcuni cercavano la loro mamma”.
Toni mi guarda incuriosito, nell'osservare i bambini indeboliti il suo sguardo si riempie di tristezza ed angoscia, dopo qualche minuti annuisce e si allontana da me, dirigendosi verso i piccoli.

Bambini, volete sentire una fiaba?” domanda ad alcuni di loro che alzano il capo incuriositi ed accettano immediatamente la proposta.
In pochi minuti Toni è circondato da un gruppetto di bambini calvi che lo ascoltano meravigliati, i loro occhietti brillano come piccole stelle nel cielo, stelle destinate a crescere, essere ammirate da tutti e dominare il cielo durante la notte. Noto che gesticola ampiamente, imita i versi degli animali, dei dinosauri, di audaci cavalieri che combattono contro i mostri più strani e terrificanti per salvare le loro principesse, coinvolge i bambini facendoli ridere e divertire.
Passa diversi minuti con la sua piccola compagnia, poi alcuni di loro sono richiamati dagli infermieri per un altro ciclo di terapia, implorano per restare con Toni ad ascoltare le sue fiabe.
Alla fine tutti i bambini sono andati via, chi per la cura, chi perchè ha finito e può tornare nella propria stanza, così anche lui torna nella sua stanza.

Grazie Toni”
Di cosa?” mi domanda a pochi passi dall'uscio del reparto di oncologia.
Hai rallegrato quei bambini, ora la chemio sembrerà meno mostruosa” spiego gesticolando proprio come faceva lui con i piccoli.
E' stato un piacere!” esclama salutando un bambino che agita la mano dal corridoio.
Ci vediamo a cena” lo saluto prima di vederlo uscire e, dopo qualche secondo, sentirlo sbattere contro un muro dell'ospedale.
Ridacchio tra me e me, per poi accasciarmi sulla poltrona ed assopirmi, aspettando che la terapia finisca.
Da qua non si sente il profumo della brezza marina, solo un odore sgradevole e nauseante di vomito e farmaci. L'atmosfera è triste, si percepisce la desolazione e la disperazione dei malati, ognuno cerca di strappare un sorrido a qualcun'altro, ricevendone in cambio uno finto, tirato, malinconico. La speranza è poca, il cancro sembra dominare su tutto, come la guerra. È come se tutti, durante la chemioterapia, fossimo soldati che vanno arrendendosi, che non lottano per la sopravvivenza.

Puoi tornare in camera” mi comunica la dottoressa, applicando un cerotto con del cotone disinfettato sulla ferita della flebo, poi torno in camera.
Spingo le ruote della sedia a rotelle, quando all'improvviso sento delle risate dietro di me: mi giro per capire cosa stia succedendo.

Magdalena, eccoti” dice uno di loro guardandomi malvagiamente e ridendo.
Gli amici di Davide. Il panico prende il sopravvento, anche qua in ospedale sento di voler sparire dalla faccia della terra, cerco di scappare, ma uno di loro mi tiene ferma la sedia a rotelle.

Il tuo amico Davide ci ha detto che eri qui” mi informa uno sogghignando.
'Stronzo' penso mentre continuano a blaterare cose insensate e ad insultarmi.

Che cazzo fate?” urla Leo spuntando all'improvviso con Davide, che si alza dalla sedia a rotelle e spinge via i suoi amici.
Voi che cazzo ci fate qui?” chiede di fronte a tutto il gruppo, che lo osserva stupito.
Siamo venuti per la stronza”
Stronza lo dici a qualcun'altro” si intromette Leo al fianco di Davide.
E tu chi saresti?” domanda una ragazza, facendosi largo tra gli altri componenti del gruppo.
Non ti interessa chi sono, andatevene e lasciate stare la nostra amica” ribatte Leo deciso, alzando un po' il tono della voce.
Sussulto appena Leo pronuncia le parole 'Nostra Amica', non ero mai stata un'amica per nessuno, escludendo qualche bambina in Polonia, ma poi dimenticata.

Al massimo lei è tua amica, di Davide non penso proprio” commenta la ragazza avvicinandosi a Davide e tentando di abbracciarlo, ricevendo solo uno spintone dal riccio per allontanarla.
Finitela!” urla Davide esasperato.
Andatevene e non date più fastidio a Maggie, altrimenti la pagate!” continua alzando sempre di più la voce.
Davide, tutto bene? Stai difendendo la Nowak”
Stai un po' zitto, tu? Smettetela, siete delle persone pessime!”.
Ragazzi, basta adesso” li interrompe Ulisse, Davide ed uno dei suoi compagni sono fin troppo vicini ed arrabbiati, i muscoli contratti e tesi per la rabbia.
Voi andate via, Davide vai nella tua stanza” conclude categorico, mentre il Bello dei Braccialetti Rossi lancia un'occhiata fulminante ai suoi compagni.
Io lascio il corridoio e mi rifugio nel mio letto, ad ascoltare il suono rilassante delle onde del mare per alleviare un po' la stanchezza causata dalla chemioterapia.

Maggie, cosa ti hanno fatto?” domanda Davide entrando all'improvviso nella mia camera.
Niente” rispondo fredda, restando girata verso la finestra.
Sono serio”
Anche io, non mi hanno fatto nulla”
Sono cambiato grazie a questo ospedale” inizia a raccontare con una nota di malinconia nella voce.
Ho sbagliato a trattarti...”
Davide, fa niente, lasciami sola per favore e non dire più a gente della scuola che sono qua, grazie” lo zittisco in fretta, continuando a guardare il mare.
Io non ho detto niente a nessuno”
E i tuoi amici sono capitati qua per caso, certo” rispondo ironica al ragazzo.
Maggie lo sa tutto il paese che sei finita qua per tentato suicidio e dai la colpa a me? Sei rimasta la solita stronza, forse avevano ragione!” grida innervosito, poi lascia la stanza sbattendo la porta.
'Stronzo', penso nuovamente.

~

Buongiorno c:
Ma sentite... Se io vi chiedessi un Davide, un Toni e un Leo me li portereste? :3
No vabbè, okay lol. In questo capitolo c'è una scena da carie ai denti: Toni e i bambini. Dovete sapere che io amo alla follia i bambini, sono spupazzosi e tenerosi *^*
Ed eccoli anche qua nella fanfiction. Toni è coccoloso awaw
Però, nella parte finale, Maggie ha sbagliato, Davidino non c'entra nulla u.u Poteva capirlo, ma non può sempre essere nel giusto, i colpi di scena (?) ci stanno.
Vabbuò, io vi voglio ringraziare per tutto ciò che state facendo per far sì che la fanfiction continui, le vostre recensioni sono sempre dolcissime e aw.
Grazie *^*
Vi regalo un gelato (?) se commentate u.u
Ora vi lascio, grazie ancora per tutto e, se domani andate al concerto dei Braccialetti nelle Marche, urlate anche per me, cantate, ballate, divertitevi.
Un beso, watanka


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Capitolo 13
*** Di male in peggio ***


'Di male in peggio'

La notte non riesco ad addormentarmi, ho tanti pensieri per la testa e ho forti fitte allo stomaco, come se mille lame lo stesseo trafiggendo contemporaneamente. Mille bombe che esplodono dentro di me.
Cambio posizione più volte, disordinando incredibilmente le coperte del letto, giro il cuscino per provare la sensazione di freschezza e per cercare di assopirmi, ma fallisco ogni disperato tentativo.
Dopo un po' decido di alzarmi, mi siedo sulla sedia a rotelle e inizio a gironzolare per i corridoi dell'ospedale, sono quasi deserti, ad eccezione dei dottori che hanno il turno di notte.

Cosa fai ancora sveglia, Maggie?”
Non riesco a dormire, Ulisse” spiego mentre mi guardo intorno nei corridoi.
Come mai?” domanda mentre mi spinge verso il giardino.
Ho un po' di mal di stomaco, in realtà”.
Lo vedo sbiancare, blocca all'improvviso la sedia a rotelle e si piazza davanti a me, in ginocchio sul pavimento freddo dell'ospedale.

Ti fa tanto male?” domanda visibilmente preoccupato.
Non tanto, è sopportabile” spiego toccando la zona interessata sopra la maglietta.
Se peggiora avvisa la dottoressa Lisandri, i tumori sono imprevedibili” si raccomanda con fare paterno, mentre mi lascia in giardino, vicino al mare.
Resto immobile in mezzo al cortile deserto: la luna riflette i suoi raggi color latte sulla superficie del mare, illuminandone le piccole onde notturne. Il cielo è come sempre costellato da mille stelle luminose, piccoli puntini pulsanti, uno spettacolo da vedere.
All'improvviso qualcuno si appoggia sulle mie spalle con le mani, sobbalzo sulla sedia a rotelle e alzo il capo per capire di chi si tratta.

Cris, cosa succede?” domando spaventata appena noto la mia amica con le guance umide e gli occhi arrossati.
Maggie...” inizia singhiozzando, poi scoppia in un pianto liberatorio e mi abbraccia, bagnandomi la maglietta con le lacrime.
Scendo dalla sedia a rotelle e ci sediamo sul prato: stringendole le mani le chiedo di sfogarsi, cerco di capire i motivi del suo pianto con poco successo.

Maggie io non ce la faccio più: mia sorella è venuta ed ha iniziato ad urlarmi cose senza senso, mi sento un peso, io non reggo più, mi sento come una bambola di pezza sballottata da una parte all'altra, ma non capiscono che provo anche io delle emozioni, non sono un sasso” si sfoga gridando nervosamente.
Cris, sai, io e mio fratello non siamo mai andati d'amore e d'accordo, io sono davvero un peso per lui, non è mai venuto, secondo me tua sorella si preoccupa e lo fa perchè ti vuole bene”
Maggie, non capisci”
Capisco Cris, capisco"
Se mi volesse bene non mi obbligherebbe a stare qua e a mangiare!”
Cris, se non mangi è peggio, lo capisci? Te lo sto dicendo perchè ne ho pagato le spese, non è stato bello Cris, lo dico perchè ci tengo a te!” urliamo a vicenda, senza preoccuparci di disturbare i pazienti ricoverati.
Sei come tutti gli altri, dovevo aspettarmelo” conclude asciugandosi le lacrime con la manica troppo lunga del pigiama e scappando via.
Due litigi in un giorno, perfetto” sbuffo ripensando alla discussione con Davide, mentre qualche lacrima mi imperla le guance, fino a farmi scoppiare, singhiozzi rumorosi riempiono il silenzio, me ne sto accasciata sulla mia sedia a rotelle continuando a fissare il mare.
La testa tra le gambe accovacciate contro il petto, le immagini di questa giornata mi ripercorrono la mente: la chemioterapia, i bambini con Toni, gli amici di Davide e le sue grida, il mal di stomaco, il cielo stellato e le lacrime di Cris.

Di male in peggio” commento asciugandomi le ultime lacrime e tornando nella mia stanza, dove trovo un bigliettino sul letto.
'Scusa Maggie, ma ero nervosa. Non volevo, non è colpa tua ed hai ragione tu, ti voglio bene – Cris' sorrido inconsciamente e appoggio il foglietto di carta stropicciato sul
comodino.

L'orologio segna le sei e trenta del mattino e penso che è inutile cercare di dormire. Dopo essermi lavata mi dirigo nella sala mensa, ancora deserta, per la colazione.

~

Bella gente, scrivo una riga sputata di note dell'autrice perchè ho un casino di roba da fare.
Sto capitolo fa cagare, non serve a nulla (?), ma è perchè nel prossimo... Scintille babaaaam. No, serio, il prossimo è abbastanza movimentato, questo è un po' tranquillo e pacato per prepararvi (?).
Recensite in tanti e raccontatemi tutto se siete state al concerto nelle Marche :3
Vi saluto, watanka

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Capitolo 14
*** Sei bassa ***


'Sei bassa'

Qualche biscotto su un piattino di ceramica, un po' di latte in una tazza bianca, inizialmente sono sola al tavolo della mensa, poi a ruota arrivano Leo, Vale, Cris e Toni e si siedono di fianco a me, chiacchieriamo allegramente e mangiamo, sembrano tutti felici nonostante fuori il cielo sia scuro e cupo e gli alberi si muovano violentemente scossi dal vento.
Dopo una manciata di minuti termino la colazione e mi alzo per portare indietro la tazza e gli avanzi, per sbaglio vado a sbattere contro qualcuno.
Alzo lo sguardo, mi scuso sussurando con lo sguardo rivolto verso terra, poi scappo via camminando velocemente.

Dove vai, Maggie?” grida Leo mentre varco la soglia della sala da pranzo.
Corro nei corridoi, senza curarmi delle gambe ancora troppo deboli per sorreggere il mio peso per troppo tempo, arrivo sul campo da basket in terrazza, mi siedo sull'asfalto appoggiando la testa contro un muro e lascio che la pioggia inizi a bagnarmi i vestiti.

Perchè sei scappata via?”
Ti ho lasciato con il tuo gruppo” rispondo fredda, fissando il panorama pugliese, oggi triste, malinconico.
Smettila Maggie, per favore” ribatte visibilmente innervosito prendendomi una mano ed alzandomi bruscamente da terra, fino a tirarmi a sé.
Sento le sue braccia stringere il mio corpo e il suo respiro caldo sulle guance, cerco di non incrociare il suo sguardo distraendomi con il cielo tuonante, circondo il suo corpo con le braccia.

Sei fradicia” constata mentre mi stringe, accarezzando i miei fianchi.
Anche tu, Davide” sussurro guardando prima i suoi occhi color nocciola, poi appoggiando la testa sul suo petto.
Scusa per ieri, piccola” sibila al mio orecchio, sento le sue braccia stringermi ulteriormente a sé.
Non chiamarmi piccola”
E' il soprannome adatto, piccola” sussurra ancora, noto il suo sorriso strafottente stampato sulle labbra.
Smettila, Riccioli D'Oro”
Scusa”
Per cosa?” domando secca, rimanendo confusa.
Per il fatto che sono uno stronzo” sussurra lasciando un bacio sulla mia guancia, mentre la pioggia continua a scendere impetuosa e a bagnarci i vestiti.
Ognuno ha il suo carattere” inizio io mentre le immagini del passato mi scorrono in mente, come se improvvisamente mi trovassi in un flashback.
Solo vedendoti qua ho capito...” continua Davide, accarezzandomi la schiena.
Davide, smettila, questi discorsi filosofici non sono da te, per non parlare dei nomignoli dolci” lo zittisco ridendo e rilassandomi tra le sue tenere carezze, dimenticando il passato e la discussione.
Hai ragione, piccola”.
Alzo lo sguardo, il suo sorriso ora non è scherzoso e canzonatorio, è dolce: gli angoli leggermente inclinati verso l'alto, gli occhi brillano sotto i nuvoloni neri in cielo, i ricci bagnati ricadono sul suo volto dalla carnagione chiara incorniciandogli perfettamente il viso.
Si abbassa leggermente, piegandosi sulle ginocchia e, chiudendo gli occhi, si avvicina al mio volto e sento le sue labbra posarsi delicatamente sulle mie. Mi bacia diverse volte, incrociando le sue dita con le mie, giocherellando con i capelli finti della parrucca.
Indietreggiamo di qualche passo, finchè non sento la schiena appoggiata contro il muro freddo ed umido dell'ospedale. Davide tiene un braccio attorno ai miei fianchi, alzata sulle punte continuo a baciarlo appoggiando le mani sulle sue spalle per mantenere l'equilibrio.

Sei bassa” sussurra sorridendo, staccandosi da me per qualche secondo.
Sei tu ad essere alto” mi giustifico mascherando la mia bassa statura.
Sali” dice allargando le braccia ed allontanandosi di qualche passo da me.
Che?” chiedo interrogativa, fissando le sue braccia aperte.
Non spiega una seconda volta, si avvicina a me e, circondandomi i fianchi mi solleva un po', per evitare di cadere mi stringo a lui.

Sei impazzito?” urlo ridendo, appoggio la testa sulla sua spalla e allaccio i miei polsi dietro il suo collo, mentre le gambe gli circondano la vita e le sue braccia le sorreggono.
No” mi bacia “Ora sei alta come me”.
Iniziamo a ridere per poi baciarci ancora e ancora, approfondisce il bacio e sento la sua lingua danzare con la mia, un bacio meno timido e più naturale, come se ci conoscessimo da una vita.
Dopo un po' mi lascia e torniamo all'interno dell'ospedale, mano nella mano. Noto che Piera ci osserva da lontano con un sorriso compiaciuto, mentre Davide blatera qualcosa al mio orecchio, credendo che io lo stia ascoltando.

Maggie, mi stai ascoltando?” domanda all'improvviso risvegliandomi dai miei pensieri.
No” ammetto semplicemente, per poi godermi la sua espressione contrariata.
Stronza” scherza dandomi un buffetto sulla nuca.
Dicevo, ho imparato a...” ricomincia bloccandosi e osservando il pavimento grigio della struttura.
A...” cerco di farlo continuare, senza risultato.
Ho imparato a voler... Insomma, ti voglio bene” conclude velocemente, con l'espressione innervosita sul viso. Mi assicuro che non ci sia nessuno intorno a noi, mi alzo sulle punte e gli lascio un altro bacio, poi intrecciando le nostre dita, andiamo nella sua camera.
Ti voglio bene anch'io” sussurro rivolgendo lo sguardo verso terra mentre entriamo nella stanza.
Rocco è sempre lì, immobile, dorme nel suo lettino come un piccolo angelo, troppo piccolo per subire tutto questo dolore.

Chissà a cosa pensa” domanda Davide dubbioso, fissando il suo compagno di stanza.
Deve essere un bambino molto vivace”.
Accenno un sorriso nel ricordare l'incontro in piscina, i tuffi, gli schizzi d'acqua e le risate.

Mettiti questa” cambia discorso lanciandomi addosso una delle sue magliette asciutte.
Non preoccuparti, ne prendo una delle mie”
E dai, mettiti questa che sei fradicia, poi ti cambi stasera” si lamenta capricciosamente come se fosse un bambino.
Il bagno della sua stanza è identico al mio: mi tolgo la maglietta grondante d'acqua e la getto per terra mentre scrollo la parrucca di Leo. Osservo la mia immagine riflessa nello specchio: le costole sporgono dalla pelle pallida e lentigginosa, al tatto umida a causa della pioggia, la testa ormai calva per colpa delle ripetute chemioterapie. Scuoto la testa per allontanare i pensieri, indosso la maglia di Davide, troppo larga per il mio corpo. Ha il suo stesso profumo, dolce, un profumo accogliente ed intrigante, un profumo buono, un profumo che vorrei avere sempre addosso.

Cosa sto pensando” mi domando da sola, scacciando via i pensieri e riportando la mia maglietta fradicia nella mia camera, seguita da Davide.
Troppo piccola anche per una maglietta” commenta abbracciandomi da dietro e lasciando qualche bacio sul mio collo, io mi rifugio tra le sue braccia e chiudo gli occhi, godendomi le sue attenzioni.
In effetti” rispondo io girandomi velocemente e baciandolo, come se non potessi fare a meno dei suoi baci e delle sue labbra.
Cosa stiamo facendo?” sussurro dopo un po', appoggiandomi a lui e stringendogli la felpa, mentre le sue mani viaggiano sui miei fianchi.
Dico, sembriamo...”
Fidanzati” conclude lui, stringendomi tra le sue braccia.

~

BOOOOOOOOOOM.
Cosa vi avevo detto? Ceh dai, stavolta proprio si sono dati da fare c': Vi è piaciuto?
Spero di sì, dai. Spero che abbia "migliorato" il fatto che la scuola sia finita. Almeno, per me finita mica tanto, ho gli esami cwc
Però questi due, veramente, teneriteneriteneri
Bene, anche per oggi vi lascio subito che ho le prove del saggio di musica e devo scappare, ciaaaao.
Se recensite vi regalo una maglia di Davide *3456789765 recensioni*.
Watanka

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Capitolo 15
*** Again ***


'Again'

Il silenzio invade la stanza, i nostri respiri si confondono, l'atmosfera non è tesa, nemmeno rilassata. È strana, semplicemente strana. Come solo può essere il rapporto tra due ragazzi che prima si parlavano solamente per insulti e prese in giro e ora si abbracciano, come due perfetti amici, e si baciano, come se fossero fidanzati.
Eccovi piccioncini” ci sorprende Leo, entrando all'improvviso nella mia camera mentre sono abbracciata a Davide.
Istintivamente ci stacchiamo, lui però mi stringe la mano e mi avvicina a sé, passandomi l'altro braccio attorno alle spalle.

Ho interrotto qualcosa?” domanda guardandoci interrogativo ed alzando le mani, come per scusarsi.
No, no” risponde Davide con un gesto veloce della mano.
Va bene” dice il ragazzo calvo con una nota di sarcasmo nella voce “Davide, ti cercava la Lisandri e Ulisse vuole te, Maggie”.
Maggie, vieni che hai il ciclo di chemioterapia” arriva all'improvviso Ulisse strattonandomi via da Davide, apparentemente nervoso.
Me l'ha già detto Leo, un minuto ed arrivo”
Sbrigati” conclude il dottore abbandonando la camera, confusa chiedo a Leo se sia a conoscenza di cosa stia succedendo, ma anche lui non sa nulla.
Beh, io vado” saluto tirandomi le maniche della felpa lungo i polsi.
Ciao, piccola” Davide mi abbraccia ancora, senza curarsi di Leo mi bacia, poi io ed il Leader ci rechiamo nel reparto di oncologia.
Ma tu e Davide?” domanda sorridendo, lo sguardo malizioso e di chi la sa lunga.
Io gli sorrido di rimando, senza dare alcuna risposta. È inutile spiegare ulteriormente, ha visto cosa è successo.

Devi fare anche tu la chemio?” domando mentre appendo la mia felpa su un appendiabiti del reparto, restando solo con la maglia di Davide e dei pantaloncini.
Mi tocca, purtroppo”
Dai Leone, sei forte” lo incoraggio indicando il murales sulla parete.
Una dottoressa mi attacca la flebo al braccio, il liquido inizia a scorrere tra le vene, nel sangue, fino a distruggere le cellule maligne del tumore, fino a distruggere il mostro del mio stomaco. Vomito, vomito ininterrottamente per qualche minuto, più volte rispetto al normale.

Tutto bene?” mi domanda la stessa dottoressa di prima. Non rispondo, continuo a rigettare nel secchio senza sosta, per lo sforzo mi scendono alcune lacrime.
No” riesco a biascicare dopo un paio di minuti.
Maggie, aspetta qua un minuto” la sua voce allarmata non promette nulla di buono, guardo ciò che c'è dentro al secchio e noto delle macchie rossastre.
Alcuni medici, tra cui la Lisandri, sono intorno a me che parlano riguardo qualcosa, non riesco a seguire il discorso, la testa continua a pulsare e a fare male.

Maggie, stiamo andando in sala operatoria” mi dice il dottor Carlo all'orecchio mentre sento delle braccia sollevarmi dalla poltrona e posarmi su un lettino.
Cosa succede?” riconosco la voce di Toni e il brusio confuso degli altri Braccialetti dall'alto che risuonano ovattati nelle mie orecchie.
Dobbiamo operarla, il tumore peggiora, cercheremo di asportarlo” spiega Ulisse mentre qualcuno stringe entrambe le mie mani.
Sei forte, Maggie, ce la fai, hai sconfitto tutti, sconfiggerai anche lui” mi sussurrano Vale e Cris all'orecchio, cerco di sorridere e di stringere altrettanto la loro mano.
Forza, piccola mia” la voce di Davide risulta rauca, come strozzata dai singhiozzi. Apro a fatica gli occhi, mi lascia un bacio sulla guancia e sento una gocciolina bagnarmi la pelle.
Non piangere” sforzo la voce, poi appoggio la testa sul cuscino del lettino e chiudo gli occhi, sento le urla dei Braccialetti Rossi risuonarmi nei timpani: “Watanka”.
Ti facciamo l'anestesia” mi dice la Lisandri, qualche minuto dopo sento un leggero pizzicotto sul braccio e, lentamente, inizio a perdere i sensi fino a cadere in un sonno profondo.


Maggie, sei di nuovo qui!” esclama Rocco venendomi incontro sorridendo.
Cosa mi succede, Rocco?” domando preoccupata, abbassando lo sguardo verso la piscina.
Questo è un limbo tra la vita e la morte, Maggie” spiega spostandosi al mio fianco.
Io ho già rischiato la morte?” domando sbalordita, confusa, ricordando il precedente incontro con l'imprescindibile dei Braccialetti Rossi
Sì, Maggie...” risponde lui guardando il cielo azzurro.
Maggie, mi senti?”.
La voce di Toni risuona spaventosamente in tutto l'ambiente, come la volta precedente.

Ciao Toni” lo saluto sconsolata, bagnandomi i piedi con l'acqua della piscina.
Maggie, sii forte... Tieni duro, resisti dicono Vale e Leo... Cris è preoccupata, sii forte anche per lei, ti vuole bene, lo sai?” singhiozza Toni, la voce è roca, quasi troppo scura e bassa per appartenere ad un ragazzo solare e simpatico come lui.
Vi voglio bene anche io” commento stringendo una delle piccole mani di Rocco.
E Davide... Lui è preoccupatissimo, sai? Piange, non ha mai pianto così tanto, è nervoso, prende a calci tutto” spiega continuando a tirare su con il naso.
Abbracciatelo...” sussurro mentre le lacrime iniziano a punzecchiare gli occhi.
Maggie, lui...

~

BUOOOOOOOOOOONGIORNO MONDO ☺ 
Buongiorno veramente, sono le 09.10 e io sono sveglia da un'ora e mezza e ho studiato e mi sono esercitata in matematica. Non si può, potrei dormire fino alle dieci e mi alzo alle sette e mezza, bah. 
Anyway, ecco a voi il capitolino-ino-ino. E' il penultimo, voi e le vostre recensioni mi mancate già cwc
Maggie e Davide si slinguazzano pure davanti a Leo, l'intimità e l'odio tra i due sono andati a farsi fottere c:
Che ne dite? Cosa succederà a Maggie? Io lo so e voi no pappappero (?)
Dai, ormai siete abituate alle mie cazzate, non vi dovreste stupire più di tanto.
Lasciate un commentino-ino-ino e vi regalo un ghiacciolino-ino-ino (anzi, un polaretto perchè sono troppo buoni *^*).
Vi ringrazio tutte ancora una volta anche perchè nel capitolo precedente siete aumentate a dismisura con le recensioni e perciò vi amo gnegne :3
Ci sentiamo venerdì per l'ultimo capitolo con i ringraziamenti a tuuuutti. E quando dico tutti, dico tutti.
Buona fortuna per 
esami/pagelle/voti di ammissione/vacanze libere/quellochevolete, forza Italia (?) e watanka

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Capitolo 16
*** Watanka, piccola mia ***


'Watanka, piccola mia'

E' innamorato di te
Davvero?” domando incredula, le lacrime continuano a spingere per uscire.
Sì, è innamorato, sei la sua piccola, dice” risponde Toni accennando un risolino tra le lacrime.
Riesco quasi ad immaginarmi il viso del napoletano, bagnato di lacrime ed arrossato, ma con il sorriso, il suo sorriso benevolo e amichevole, lo stesso con cui raccontava le storie ai bambini malati.

Toni? Ci sei?” lo richiamo dopo qualche minuto.

Digli che... Che per me è la stessa cosa, che anch'io... Beh, hai capito. Poi dì a Cris di mangiare qualcosa, di farlo per me e ringrazia Vale per le belle parole e Leo per l'allegria... E per la parrucca. Toni, io ti ringrazio per tante cose, sei stato così gentile e simpatico con me e con i bambini, sei una persona fantastica” concludo, le lacrime hanno iniziato a scorrere sulle mie guance senza fermarsi.
Sì, sì, lo farò!”.
Dopo un po' non sento più la voce di Toni, Rocco mi sorride, io lo guardo terrorizzata senza capire cosa stia succedendo.

Rocco, tu senti Toni?” gli chiedo, sperando che anche lui non senta nulla.
Sì, Maggie, tu?” mima lui con le labbra facendosi serio.
Rocco non sento nulla”
Maggie...”
Spalanco gli occhi, Rocco mi stringe le mani e mi abbraccia, le sue esili braccia attorno al mio corpo mi fanno percepire la debolezza e la forza di quel bambino, la forza nel combattere, nel sopravvivere in un limbo tra vita e morte, la forza di aspettare, pazientare.

Non è un buon segno”.
Dopo un po' mi sento debole, mi stendo sul bordo della piscina con la testa appoggiata sulle gambe di Rocco, una mano ciondola nell'acqua, poi si fa tutto improvvisamente buio e silenzioso.



Siamo tutti qua, riuniti per lei, lei che non ce l'ha fatta, la cattiveria era troppo grande, il mondo era ingiusto per una ragazza così fragile, ha resistito a tante cose, ma alla fine ha ceduto” recita il prete toccando l'altare bianco della Chiesa dell'ospedale.
La bara di Maggie è in legno, coronata da fiori colorati, intorno a lei ci sono tutti i suoi amici, le persone che le sono state accanto nel periodo in ospedale.
C'è
Leo. Il leader dei Braccialetti Rossi, gli occhi arrossati e le lacrime che scorrono imperterrite sulle guance pallide del ragazzo, i singhiozzi si confondono con quelli delle altre persone, stringe la parrucca di lunghi capelli neri raccontando la sua storia, Maggie era speciale.
C'è anche
Cris, che stringe una mano del Leader. La ragazza fissa il basso, il volto quasi completamente coperto da un velo e da una sciarpa, ogni tanto si strofina le guance con la manica di una felpa nera, prima di entrare in Chiesa e sedersi al suo posto ha mangiato, sorprendendo la psicologa e i dottori, Maggie l'aveva aiutata.
Vale
stringe un foglio, si intravede un soldato, un militare vittorioso che abbraccia la sua famiglia, come se avesse appena vinto una battaglia, il suo sguardo triste, spiazzato, fissa un punto nel vuoto, mimando con le labbra una preghiera per la sua amica, per Maggie, che non aveva vinto la battaglia.
Toni
, c'è anche il Saggio del gruppo. Tiene per mano un bambino, uno dei tanti presenti alla cerimonia insieme a Piera. Il piccolo vorrebbe una storia del napoletano, ma in lacrime non può spiegare che gliene racconterà una dopo, alla fine, che si trovano in un posto pieno di persone tristi per una ragazza, per Maggie che ha lasciato il segno anche nei più piccoli.
Rocco
recita a memoria una preghiera ancora nel suo limbo, nella sua piscina, nella sua solitudine, urla come se potessero sentirlo, sta vicino a Maggie, come per farle compagnia, nonostante abbia vissuto con lei gli ultimi attimi.
Ed infine, per completare il gruppo più conosciuto dell'ospedale, c'è lui,
il Bello del gruppo. È di fianco al prete, le mani giunte e lo sguardo verso il basso, le lacrime gli imperlano il viso, ma l'orgoglio vince ancora su tutto, cerca di nasconderle. Si avvicina al microfono asciugandosi il volto e, con la voce rauca e spezzata dai singhiozzi, inizia a parlare.

Chi era Maggie? Semplicemente una ragazza fragile, timida, chiusa, troppo debole ed indifesa per convivere con la società. Per convivere con delle persone cattive, delle quali io sono stato il primo. E me ne sono pentito appena l'ho vista, la prima volta, stesa sul letto della sua camera, con le braccia e le gambe piene di tagli e di lividi. Era troppo ingiusta, questa vita. Non meritava nulla di tutto ciò. Non era mai entrata, ma era una di noi, anche lei faceva parte dei Braccialetti Rossi. Ed ora è arrivato il momento di dirlo, dire che il colpevole, che la persona che l'ha fatta finire qua per la prima volta, si è perso i sottotitoli del suo cuore, non ha dato loro ascolto, capendo troppo tardi di amarla e di non poterla dimenticare mai” conclude scendendo dall'altare e posando un braccialetto scarlatto sulla bara della ragazza, per poi accovacciarsi su una sedia appartata.
Scoppia in lacrime, la testa tra le gambe.

Watanka” urla Leo alzandosi in piedi, cercando di mantenere l'equilibrio su una gamba sola.
Watanka” lo segue Cris, alzandosi a sua volta.
La stessa cosa fanno Vale e Toni, gridando il motto del gruppo a tutta la Chiesa: “Watanka”.
La folla dietro di loro si aggrega, tutti insieme pronunciano la parola strana ed inesistente senza un preciso significato, tutti che la dicono per Maggie.
Tutti tranne uno.
Davide è ancora accovacciato sulla sedia, ma sta sussurrando qualcosa, senza farsi sentire da nessuno: “Watanka, piccola mia”.


Maggie era così, troppo piccola e fragile per restare al mondo, aveva sofferto troppo, lei meritava una vita migliore ed il cancro gliel'aveva donata, le aveva donato la vita in paradiso.

~

...
Ora volete morta me e non Maggie, lo so cwc
No, beh. L'idea era questa, tra le note il "Drammatico" non è inserito a caso. 
Spero di avervi fatto scendere almeno una lacrimuccia, più che altro con il discorso di Davide che non è mai riuscito a confessare i suoi romantici sentimenti all'amata Maggie -mi sto sentendo molto Shakespeare lol-.
Che dirvi? In realtà so benissimo cosa dirvi. E' una parola. Sei lettere. Dai, avete capito. Grazie. 
Grazie a tutti. Siete fantastici. Non ho mai ricevuto così tanti commenti, così tanto appoggio, anzi, credevo che questa fanfiction sarebbe stata un fallimento totale.
Ed invece è stato il contrario. Siete semplicemente watankosi
Adesso è arrivato il momento dei ringraziamenti:
Grazie a chi ha recensito i capitoli, tutti, alcuni, solo uno, grazie mille davvero a: DreamLove_2000, Trovatic_, bathroom, Belictioner00, debbyciao, Nenne_Payoran, lilli2, CrisNialler, Nike_Blazer_Malik_22, la ladra di libri, vinci_trovatics, kocchi94, HareyLouyear, Ceci235, Saretta_Justin, Greenday_99
Grazie a chi ha messo nei preferiti: AleAzza, Ceci235, Demis_Cupcake, gio12_watanka, Greenday_99, ineedofthem, kikketta_directioner, kocchi94, la ladra di libri, Martillaaa, Meili_Shinobi, meli06, mimi3316, Nenne_Payoran, Nike_Blazer_Malik_22, oOMyaOo, saaaraneedsoreo, Taylor_HG_Swift, Trovatic_, vinci_trovatics, voglioluke, Watanka31, _loveyoutothemoonandback_.
Grazie a chi ha messo la fanfiction tra le seguite: boreale1d69, Chimera_lupo99, debbyciao, dianarusso98, elil2, frappuccino098, GioSum41, kuwari, lallala99, mepiasanolefasola, minatonamikaze, Pixel, Sophie_mirkotrovato, Trovatic_, vinci_trovatics.
Grazie anche a chi l'ha messa tra le ricordate:  Delisabri, Trovatic_
Bene, ho finito qua. Mi mancherete tanto tanto tanto, se mi volete contattare in privato non fatevi problemi e scrivetemi tutto quello che volete.

"I don't want this moment to ever end,
where everything's nothing without you,
I'll wait here forever just to, to see you smile,
'cause it's true, I am nothing without you"
{With me -  Sum 41}

Grazie mille ancora,
la vostra _Nobody_.
Watanka

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