Will you still like me tomorrow?

di electricshock
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1/2 ***
Capitolo 2: *** 2/2 ***



Capitolo 1
*** 1/2 ***


spero di non stressare con queste mie cavolate. ^^
forza gente –sicuramente più brava di me–, ora che la sezione sui td è stata creata fatevi avanti e scrivete anche voi qualcosa! o(´^`)o
questa volta sono qui con una b-sol (?) 'cause uke!hansol is the best thing ever~ *abbattete questa hanjoo shipper senza speranza*
buona lettura, chu ♡

disclaimer: con le mie storie non intendo offendere in alcun modo i personaggi né rappresentare la loro vita privata. questa fanfiction è stata scritta solo per divertimento e non ha altri fini. tutti i media postati non sono di mia proprietà; passare il cursore sulle immagini per visualizzare i crediti. mi appartiene solo ciò che scrivo.




– Will you still like me tomorrow? –

Parte 1/2


«Portami a letto.»

Hansol rabbrividì appena sentì il suo dongsaeng sussurrargli a voce bassa nell’orecchio. Sì, Byungjoo aveva decisamente bevuto troppo quella sera. A dimostrarlo fu anche il fatto che il ragazzo si era letteralmente avvinghiato al collo dell’altro. Hansol era rimasto immobile, anche quando sentì delle labbra morbide sulla sua pelle.

«Cosa fai?»

Il più giovane mormorò in risposta e continuò a muovere le labbra, finché sentì un presa forte sulle sue spalle e venne allontanato.

«Sei ubriaco.» disse l’altro, più a sé stesso che a lui – se doveva essere sincero, non avrebbe mai voluto fermarlo. Sapeva che questo comportamento di Byungjoo era dettato solo dall’eccessiva quantità di alcol che il ragazzo aveva ingerito, ma non poté fare a meno di chiedersi come sarebbe stato se anche lui si fosse lasciato andare.

Seguendo il suo buon senso, però, decise che era meglio allontanare l’amico da altri drink, e portarlo in camera sua.

Salire le scale verso il dormitorio non era così semplice come Hansol pensava: nonostante fosse più muscoloso gli fu impossibile tenere fermo Byungjoo e contemporaneamente aiutarlo a salire.

Quando finalmente arrivarono alla porta, Byungjoo si lamentò: «No, non qui, hyung! Il tuo letto, non il mio!».

«Cosa?» chiese l’altro esausto.

«Voglio dormire con te. Ti prego~»

Hansol non poteva resistere ai rari aegyo del compagno, così, quando –oltre allo sguardo implorante– Byungjoo imbronciò le labbra, il più grande si arrese e dimenticò la fatica appena fatta per salire le scale.

Dopo essere scesi e aver percorso la rampa di scale opposta*, finalmente si ritrovarono all’ingresso del dormitorio B.

«Dov’è la tua camera?»

Byungjoo corse immediatamente dentro la stanza dove Hansol aveva acceso la luce, riconoscendo subito il suo letto. Provò inutilmente a salire sulla scaletta del letto a castello, ma poi si arrese, rendendosi conto che i suoi riflessi non erano nelle migliori condizioni.

«Aspetta, ti aiuto.» si offrì l’altro con tono insofferente. «Perché vuoi dormire con me?» chiese poi, mentre gli faceva poggiare i piedi sui pioli, tenendolo per le caviglie.

«Perché voglio stare con il mio hyung.» Il ragazzo rispose solo quando fu seduto sul materasso, raggiunto poi dall’amico. «Non vorrai dormire con i vestiti addosso, spero.» domandò, e l’istante dopo le sue mani erano sulla cintura dei jeans di Hansol.

«Che stai facendo? Sono capace di spogliarmi! – la sua voce era disperata – T-ti serve un pigiama.» cercò di allontanarsi dall’altro. Sospirò pesantemente quando raggiunse il suo guardaroba. Prese dei pantaloni e una felpa che sembravano essere della misura di Byungjoo e tornò in camera, solo per vedere i vestiti del ragazzo a terra. «Metti questi.» Gli allungò i vestiti puliti e prese il suo pigiama da sotto il cuscino.

Si cambiò in fretta, consapevole di avere lo sguardo dell’altro su di sé. Raccolse i vestiti da terra per metterli su una sedia e salì di nuovo. Fortunatamente Byungjoo si era cambiato da solo senza problemi.

«Vuoi dormire adesso?»

Il giovane annuì e si infilò sotto le coperte, tenendole alzate per l’altro. «Spegni la luce?»

Hansol protese un po’ il braccio e schiacciò il pulsante della corrente. La stanza si fece buia, l’unica luce che filtrava dalle persiane era quella luminosa della luna.

Per un po’ i soli rumori che si sentivano erano il fruscio delle coperte –evidentemente Byungjoo non riusciva a trovare una posizione comoda– e le voci in sottofondo al piano di sotto, dove tutti i membri avevano organizzato una piccola festa fra loro in onore del debutto.

«Hyung?»

«Mh?» Hansol si girò fino a essere sdraiato sulla schiena.

«Non riesco a dormire.»

«Per forza. Chi ti ha detto di bere così tanto?»

Byungjoo non rispose. Cercò di individuare il profilo di Hansol fra la debole luce che proveniva dalla finestra e allungò la mano per tracciarne i contorni. Partì dalla fronte e lentamente arrivò alla punta del naso. Adorava il naso di Hansol, era piccolo e carino. Scese ancora e arrivò alle labbra, dove si fermò. Premette leggermente sul labbro inferiore, per fargliele schiudere.

«Sei così bello.»

Hansol arrossì a quelle parole. Non era la prima volta che qualcuno gli faceva un complimento, ma detto da Byungjoo era così diverso. Hansol era una persona timida, con poca autostima; davanti ai complimenti dai fan era abituato a sorridere, ma ora non sapeva come reagire.

Si limitò ad un sorriso anche questa volta e si spostò la frangia dalla fronte.

«Anche quando hai i capelli spettinati, e la frangia tirata su.»

Tutto questo non aiutava a far scendere l’imbarazzo dell’altro.

«Anche tu sei molto carino.»

Byungjoo ridacchiò e fece scivolare la mano più in basso sulla maglietta, sentendo i muscoli diventare sempre più tesi sotto il suo tocco.

«Mi piacciono i tuoi addominali.»

La sua mano non si fermò, e Hansol si rese conto che stava andando troppo in basso. Quando sentì Byungjoo arrivare all’elastico dei pantaloni lo fermò, con uno sguardo interrogativo negli occhi.

«Cosa—»

Il più giovane non lo lasciò finire e, liberatosi dalla sua presa, gli afferrò entrambi i polsi per bloccarglieli ai lati della testa, per poi posizionarsi sopra di lui, fra le sue gambe.

«Sei. Così. Sexy.» disse, scandendo bene le parole.

Hansol cercava disperatamente di liberarsi, ma la sua forza era ancora dispersa in qualche angolino del suo corpo e non voleva uscire.

«Byungjoo, lasciami.»

«No. – disse severamente – Non ancora.» Strisciò su di lui, finché i loro sguardi non furono direttamente l’uno sull’altro. «Mi piaci, hyung.» sussurrò sulle sue labbra.

«Non sono sicuro che tu sappia quello che stai dicendo.»

Per tutta risposta Byungjoo si avvicinò di più, fino ad annullare la loro distanza.

Hansol smise di respirare quando sentì le labbra del ragazzo sulle sue. Rimasero fermi entrambi, labbra contro labbra, fino a quando Byungjoo si staccò. Non passò molto, prima che ricominciasse a baciarlo sull’angolo della bocca, passando la mascella e arrivando al collo. Hansol era molto sensibile in quel punto, e sperò che l’altro non avesse sentito il lamento morbido provenire dalla sua gola. Piegò le ginocchia inconsciamente, e Byungjoo si sistemò meglio fra le sue gambe prima di iniziare a muovere i fianchi verso il basso, premendo contro il cavallo dei pantaloni di Hansol. Entrambi iniziarono a respirare pesantemente via via che il giovane aggiungeva più pressione nei movimenti.

Hansol conosceva bene la sensazione, era passato molto tempo da quando qualcuno lo aveva toccato in quel modo, ma si ricordò che Byungjoo non era in sé, e probabilmente –anche se i suoi sentimenti verso di lui potevano essere veri– non avrebbe ricordato nulla l’indomani.

«Aspetta, aspetta. – parlò con calma – Non adesso.»

«Perché?» chiese lasciando uno dei polsi di Hansol, per infilare la mano sotto la sua maglietta.

«Domani avrai dimenticato tutto.»

«Me lo ricorderai tu.»

«No, frena. – lo fermò con la mano libera – Girati.»

«Mh, cosa vuoi fare?» domandò il più giovane, speranzoso, ma girandosi comunque poco dopo. Non si aspettava delle forti braccia attorno alla vita, né il bacio sui i capelli.

«Se domani ti piacerò ancora ti lascerò fare quello che vuoi. Ora dormi.»

Byungjoo ringhiò, ma si costrinse a calmare i suoi istinti. Dopotutto era davvero tardi, e gli altri loro compagni sarebbero risaliti presto. «Se davvero mi dimenticherò di questo, voglio che mi farai ricordare.»

«Te lo prometto.» rispose il più grande, prima di dargli l’ultimo bacio sul collo.



* Questa sarebbe la mia idea di ‘dormitori separati’ – anche se sicuramente sarà sbagliata.

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Capitolo 2
*** 2/2 ***


questa ‘cosa carina’ girava da molto tempo nella mia testa, ma non avevo mai finito di scriverla per motivi sconosciuti. oggi l'ho trovata fra le note del telefono e... forse era meglio che lì restasse?




– Will you still like me tomorrow? –

Parte 2/2


Erano le 5:30 quando Byungjoo si svegliò con un forte mal di testa.

La festa era durata fino a tardi e avrebbero potuto dormire un po’ più del solito, ma la sua testa sembrava sul punto di scoppiare, e quella fastidiosa sensazione allo stomaco non aiutava.

Si strofinò gli occhi, nel tentativo di uscire da quello stato di torpore, ma pareva che quella dovesse essere la sua punizione. Non era stata una grande idea quella di ingerire tutto quell’alcol. Mentre gli altri hyung avevano semplicemente brindato al futuro e al successo del gruppo, lui e Jiho avevano avuto –quella che allora sembrava– la brillante idea di fare una gara di alcolilci. Non sapeva nemmeno chi aveva vinto, Jiho era sparito con Hyunho dopo tre bicchieri e lui era rimasto da solo a parlare fra sé e ripetere ai due maknae che bere troppo faceva male. Non che comunque avessero l’età per farlo, o che in quel momento lui fosse la persona giusta a dover parlare.

Dopo questo, tutto era sfocato. Se riusciva a concentrarsi poteva ricordare delle immagini frammentate, ma nel suo stato lucidità sarebbero anche potuti essere brandelli di un sogno.

Era troppo difficile pensare ancora.

Il suo stomaco era tutto sottosopra, non riusciva più a stare disteso. Doveva andare in bagno il prima possibile. Era impossibile, però. Si sentiva pesante; era faticoso muoversi. Raccolse tutta la sua forza e si spinse verso il bordo del letto, ma invece di trovare il vuoto, la sua fronte colpì qualcosa di duro. Byungjoo imprecò a bassa voce per il dolore, tastando con le mani quello che doveva essere un muro. Strano, era abituato ad averlo dalla parte opposta.

Ignorando il male alla testa, si girò verso l’altro lato, o almeno ci provò.

Qualcosa lo teneva fermo alla vita. Delle braccia. Chi dormiva con lui?

Voleva gridare come una ragazza spaventata, perché –oh Dio– cosa aveva combinato la sera prima?!

Riuscendo a trovare le mani dello sconosciuto, gli afferrò i polsi e riuscì ad allentare la presa. C’era solo una persona che lo abbracciava in quel modo, tenendolo stretto come se ne andasse della sua vita. Appena si voltò ebbe la conferma.

Non riusciva a vederlo, ma avrebbe riconosciuto ovunque il suo profumo. Ora che aveva scoperto con chi era a letto, rimaneva da capire il perché e il cosa era accaduto. Hansol non aveva toccato alcol ed era ancora troppo innocente per aver approfittato della situazione, quindi poteva stare tranquillo. Ma riguardo a lui? Se non fosse riuscito a tenere a freno i suoi istinti e gli avesse detto qualcosa? O peggio, fatto qualcosa. Quella si sarebbe preannunciata la mattina più imbarazzante della sua vita, seconda a quella volta che aveva parlato nel sonno rivelando cose private che i suoi compagni di stanza non avevano mai voluto ripetergli.

Il suo hyung stava dormendo profondamente, Byungjoo era certo che doveva essere davvero carino nel sonno, e non voleva svegliarlo. Ma maledizione, doveva andare in quel bagno.

Alzò una gamba, riuscendo a scavalcare quelle di Hansol, e in questo modo riuscì a passargli sopra senza farlo muovere. Cercò la scala con la mano e con la massima prudenza riuscì ad appoggiare il piede su un gradino, aggrappandosi al legno mentre scendeva per non cadere e svegliare gli altri. Pochi passi e inciampò su qualcosa di morbido. Evitò miracolosamente una caduta, ma al movimento successivo si ritrovò ancora a imprecare, dopo che il suo naso aveva poco dolcemente incontrato una parete.

Tutto non era come ricordava. Aveva ancora i sintomi della sbornia, ma poteva giurare che quella non era la planimetria del suo dormitorio. Era tutto opposto, il suo letto si trovava dall’altra parte della stanza, questa non era la sua. Doveva essere la camera di Hansol.

Iniziava a ricordare ora. Aveva chiesto al più grande di dormire con lui, e non era sicurissimo di quello che era successo dopo. Scosse la testa, mandando via i pensieri e facendo accidentalmente tornare quel dolore pulsante.

Se quel dormitorio era l’opposto del suo sarebbe riuscito comunque a raggiungere i bagni. Con grande sollievo, raggiunse la porta senza difficoltà, percorrendo il corridoio e riconoscendo il piccolo stanzino.

Era indeciso se accendere la luce o meno, e sarebbe stato meglio se non l’avesse fatto: appena la lampada si illuminò, chiuse gli occhi e gemette dal fastidio. Per l’ennesima volta promise a se stesso che non avrebbe più dato retta a Jiho.


~

Hansol aprì gli occhi, ancora assonnato. I raggi del sole filtravano dalla finestra, segno che doveva aver dormito fino a tardi. Era passato molto tempo dall’ultima volta che si era svegliato con il sole.

Sbadigliò, e la prima cosa che notò fu l’assenza di qualcun altro, con lui, in quel letto.

Sorrise amaramente. Sperava davvero di trovarlo ancora lì al risveglio. Aveva creduto alle sue parole, a quel “mi piaci” che da troppo tempo sperava di sentire, e quel bacio che aveva sempre sognato di ricevere. Anche se era stato breve e innocente, era più carico di sentimento di quello del suo precedente fidanzato. Anche con lui era sempre stato un semplice sfiorarsi di labbra, ma Hansol non era mai stato così coinvolto. Quella sensazione di sfarfallio allo stomaco la sentiva solo con Byungjoo, ogni volta che il suo dongsaeng gli era vicino.

«Abbiamo un infiltrato nel bagno.» scherzò Sangwon ad alta voce. A quanto pare era l’unico già in piedi.

«Chi?» mormorò qualcuno.

«B-Joo. Si è addormentato seduto sul pavimento.»


~

«Credo di essermi sentito male e ho sbagliato dormitorio.» spiegò Byungjoo agli altri hyung.

Hansol abbassò lo sguardo quando quello del più giovane si posò su di lui.

L’altro era rimasto per la colazione, trattenuto dalle domande dei suoi compagni sul motivo della sua presenza. Era stato un bene che si fosse allontanato dal letto di Hansol, non avrebbe potuto spiegare perché stavano dormendo insieme.

«Possiamo parlare?» chiese Byungjoo appena gli altri si erano allontanati.

Hansol finì di piegare la tovaglia e annuì.

Andarono sul terrazzo per stare da soli. I Topp Dogg avrebbero avuto la giornata libera e ognuno avrebbe sfruttato la rarissima occasione per fare ciò che voleva, il che quel dì per Byungjoo significava ‘maggiore possibilità che qualcuno s'intromettesse in quella delicata situazione’. Voleva bene ai suoi hyung, erano la sua famiglia, ma ora che si trattava di Hansol aveva bisogno di stare da solo.

«È per ieri?» chiese lui.

Byungjoo annuì. «Sì. Non ricordo molto, ma devo aver detto o fatto qualcosa di troppo. Ti chiedo scusa.»

Hansol trattenne una risata imbarazzata. «Non hai fatto nulla di male. Insomma, eri solo un po’ fuori di te...»

«C-cosa è successo? Hyung, se ti ho detto delle cose strane ti prego di dimenticarle. Non le penso.» Non sapeva nemmeno lui cosa stava facendo. L’unica cosa che poteva aver confessato erano i sentimenti che provava per lui. Anche se era stato sincero aveva paura di non essere ricambiato, e che tutte quelle attenzioni che Hansol gli dava erano semplice skinship. Non poteva esserci nient’altro oltre alla bromance. Erano solo migliori amici, quasi due fratelli, ma niente aveva impedito a Byungjoo di innamorarsi del suo hyung, riuscendo anche ad accettare di essere attratto da persone del suo stesso sesso. Aveva mantenuto quel segreto così a lungo. Per troppo tempo aveva dato a tutti l’impressione di essere quello freddo e disinteressato dalla vicinanza dell’altro, prima o poi avrebbe dovuto cedere. Sperava che quel giorno arrivasse il più tardi possibile, non voleva perdere il legame che c’era fra loro per la sua stupidità. Se fosse accaduto qualcosa l’intera band ne avrebbe pagato le conseguenze.

«Anche che... Sei innamorato di me? – chiese a bassa voce – Perché non credo sia qualcosa da dire con tanta leggerezza.»

Byungjoo non rispose, preferendo fissare il pavimento.

«Non ti ricordi proprio niente?» continuò Hansol.

«No.»

«Mi hai detto quella cosa e poi... mi hai baciato. Io non ti ho fermato.» Sperò di avergli fatto capire che i suoi sentimenti erano ricambiati, ma il silenzio cominciava ad essere imbarazzante. «Provi davvero qualcosa per me? Sì o no?» parlò ancora.

«Sì.» ammise finalmente Byungjoo.

Hansol sospirò e sorrise. «Non ci voleva tanto, no?» scherzò.

«E tu, hyung? Insomma, perché non mi hai fermato? Ti piaccio?»

Lui sembrò pensarci e si morse il labbro inferiore. «In genere preferisco persone più grandi di me...»

«Sto scherzando!» aggiunse subito dopo quando capì che Byungjoo aveva preso le sue parole sul serio. «Mi piaci molto, e devi essere un vero idiota per non averlo capito prima,» sussurrò. Per farsi perdonare si sporse verso di lui e gli stampò un bacio sulla guancia che lo fece arrossire.

«Quindi. Uhm. Intendo... Questo significa che stiamo insieme ora?»

«Vai di fretta.» rise Hansol.

«N-no no, io—»

Il più grande sorrise ancora alla sua reazione, e scelse di fargli capire la risposta nello stesso modo di prima, solo che questa volta azzerò completamente la loro distanza, tirandolo verso di lui per la maglietta e unendo dolcemente le loro labbra.

«Insieme mi piace.»



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