Matematicamente

di saramart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Matematicamente

Capitolo 1

Ero tranquilla a dormire nel mio letto finché non mi sentii chiamare –FRANECESCAAAAAAAAA! È ora di alzarsi-. A quell’ ora della mattina avevo difficoltà a prendere coscienza di chi stesse parlando, ma a giudicare dall’ urlo era mia madre che come ogni giorno aveva interrotto il mio placido sonno. Il mio corpo era talmente incollato al materasso che avevo difficoltà ad alzarmi ma l’incredibile voglia che avevo di fare matematica quella giornata mi diede una bella spinta e quindi mi alzai.
Per molti la matematica era qualcosa da evitare ma per me era diverso, fin da quando avevo tre anni il mio mondo era composto da numeri e , mentre quello che per molti risultava difficile a me era facile, è sempre stato così e non mi sono mai chiesta il perché.
Mi diressi verso la cucina e senza pensarci afferrai un pacco di biscotti versai del latte nella tazza e feci colazione.  
Quella mattina pioveva quindi mi coprì con un cappotto impermeabile scesi e mi diressi verso scuola. Dimenticandomi di… LUISA!!! Feci una corsa, non mi interessava se ero tutta bagnata e i capelli si erano appiccicati alla faccia. Quando la incontrai aveva un espressione arrabbiata ma anche divertita dato come ero conciata. –Fammi indovinare ti sei dimenticata per la quarta volta in questo mese di venirmi a prendere-.- Scusa devo ancora farci l’abitudine-. Con lei non ho mai avuto un bell’ rapporto sta di fatto che le nostre mamme sono molto amiche.
Arrivammo a scuola (ovviamente in ritardo) e ci salutammo, eravamo in due sezioni diverse lei nella 2 f io nella 2 d. entrai in classe  tutti i miei compagni non si accorsero che io ero entrata (come al solito) quindi feci finta di essere in orario. ero rimasta nell’ombra  finché il mio compagno di banco che era di certo il tipo che non si faceva scrupoli scoppiò in una fragorosa risata. Che poi mise a tacere quando entrò la professoressa di matematica, persino io la detestavo, non sa insegnare. ci diede dei problemi che poi avrebbe ritirato per valutarli. A me ovviamente risultavano facilissimi ma per non dare nell’occhio feci qualche errore apposta. Finito il mio compito non lo consegnai ma diedi uno sguardo alle facce dei miei compagni sembravano in difficoltà quindi lo ricontrollai per essere certa di non aver letto male la traccia, ma non mi ero sbagliata. Suonate le due ore i miei compagni consegnarono il loro compito e lo feci anche io. Dopo ci furono altre tre ore noiosissime di italiano che per me non sarebbe meritato di esistere. Suonata l’ultima campana tornai a casa affamata come non mai.
 

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Spazio d’autrice

Ho modificato un po’ il capitolo perché era veramente scritto malissimo, spero che sia un po’ meglio di quello di prima. Recensite e aiutatemi a migliorare

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2

Feci la solita strada per arrivare a casa quando mi schiantai contro un ragazzo inizialmente pensai di mandarlo al quel paese ma quando alzai lo sguardo… wow! Capelli color mogano, lisci e corti alto. Lo fissai per un po’ ma distolsi lo sguardo consapevole di colpo delle mie infinite inadeguatezze. Ad un certo punto Orlando Bloom aprì la bocca (denti drittissimi e splendenti) –Scusami-. Ed io come al mio solito balbettai qualcosa che neanche a me adesso è chiaro. Lui parlò ancora – Hai perso  la lingua-. Da quel momento ritornai alla realtà,lui era un ragazzo come tanti altri, in poche parole un idiota. Io quasi strillando –No!-.-Posso almeno sapere come ti chiami?-.-Francesca-.-Bene io  mi chiamo Theo piacere di aver fatto la tua conoscenza-. Incredibile quanto una persona così odiosa possa essere meravigliosamente sexy.  All’improvviso mi resi conto che si era fatto tardi e che questo sarebbe stato solo un sogno di una notte, feci cenno di un saluto e mi voltai e, quando pensai che tutto questo fosse finito sentii la sua voce -Posso chiamarti-. Io risposi subito -Solo se riesci a trovarlo, perché io non ho alcuna intenzione di dartelo-. La conversazione terminò lì avevo voglia di girarmi per sapere se mi stesse ancora guardando ma non lo feci.
Guardai l’orologio prima di entrare in casa, erano le due. Pensai a mille scuse diverse del tipo “ho aiutato un vecchietto molto  lento ad attraversare la strada’’ oppure  ‘’un cane  ha rubato il mio zaino (?)’’. Aprì il cancello con le chiavi e trovai mia madre davanti alla porta con un piede che batteva nervosamente contro il gradino. Subito mi chiese-Mi spieghi che fine avevi fatto? Io e tuo padre siamo morti di paura-.-Ho avuto un contrattempo-. Risposi  prontamente per far sembrare il tutto più credibile -E sentiamo che genere di contrattempo-. Non sapevo cosa dirle e non avevo alcuna intenzione di parlarle del mio incontro con Theo, altrimenti avrebbe cominciato farmi tutte quelle domande quindi dissi solo-ehm-. –bene signorina una settimana di punizione senza tv e computer-. –No la tv no-. Feci finta di essere provata così non mi avrebbe tolto il cellulare, voi sapete perché. -Adesso rientra immediatamente in casa e vieni a mangiare qualcosa sarai sicuramente affamata- .è incredibile come mia madre possa cambiare velocemente umore, ma io non feci ulteriori storie e corsi in cucina. So che erano passati solo pochi minuti da L’ultima volta che avevo visto quel ragazzo ma controllai comunque il telefono per vedere se c’erano chiamate perse ma nulla feci la stessa cosa tutta la giornata.  Fino a quando sentii un trillo e mi affrettai verso il soggiorno a prendere il telefono, era un numero sconosciuto, lo guardai di nuovo e pensai ‘’non può essere lui ’’ feci un bel respiro e risposi –Pronto-. -salve signora le vorremmo offrire un contratto molto conveniente…-. –Vaffanculo!- e attaccai. Me ne ero resa conto non poteva essere tutto così semplice, d’altronde la vita non è un film e le cose non vanno come si vogliono, il telefono suonò un'altra volta risposi dicendo- no, grazie non siamo interessati-. -Hei sono Theo come si vede che non ti aspettavi la mia chiamata-. Al improvviso mi feci viola dalla vergogna, letteralmente. –scusami è che prima di te ha chiamato un agenzia telefonica e li ho mandati a quel paese-. -non ti preoccupare-. - toglimi una curiosità ma come hai fatto a trovare il mio numero di telefono?-. e lui –eh.. ho delle conoscenze-. –chi sarebbero?-. –scusami ho promesso di non dirlo, comunque non ti ho chiamati senza un motivo, volevo chiederti se ti andava di venire al cinema con me domani alle 7:30-. Rimasi sorpresa prima di allora nessun ragazzo mi aveva mai invitata ad uscire quindi mi venne un sorriso idiota sulla faccia ma feci finta di nasconderlo.- ti conosco appena ma, sono  trasgressiva, quindi va bene-. –ti vengo a prendere io okay?-. –okay, allora ciao-. – a domani, ps io adoro le ragazze trasgressive-.
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SPAZIO D’AUTRICE

Spero che questo capitolo sia andato meglio dell’altro e rileggendolo  mi sono resa conto che ci sono degli errori madornali, credo che sia stato l’entusiasmo di voler pubblicare una storia. Recensite e aiutatemia migliorare.
P.S MoiV spero che questo capitolo ti sia piciuto.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


MATEMATICAMENTE

Capitolo 3

Quella mattina mi diressi a scuola piuttosto tranquilla,  convinta che questa sarebbe stata una giornata normale, ma mi sbagliavo.

Alle prime due ore avevo inglese, e ”ascoltai” la professoressa parlare per l’ennesima volta dello stesso  argomento: che noi siamo degli incoscienti, che viviamo con i telefoni etc..                                                                
Ad un certo punto bussarono alla porta e tutti ci alzammo ma sobbalzai quando sentii chiamare il  mio nome.

-salve professoressa potrebbe venire con me Francesca.

 Era la professoressa di matematica ma cosa poteva volere da me? L’insegnante di inglese acconsentì con un cenno della testa e mi avviai verso l’uscita. Lei mi prese per un braccio e mi trascinò nell’aula docenti che era particolarmente buia ed ambigua in quel momento.

- Mi spieghi perché sbagli appositamente i compiti di matematica, è da un paio di mesi che ti osservo e l’ho  notato, mi hai preso per  un idiota.

-ehm …io…

-ma non è questo il punto hai idea, una minima idea del tuo potenziale e di come lo sfrutti, bene adesso se sei d’accordo vorrei sottoporti ad un test e ti prego dimostra le tue capacita.

-okay-. Per me non era un problema e l’ansia che avevo prima era calata, pensavo fosse stato qualcosa di peggio.

Ci spostammo in un'altra stanza vuota con dei banchi vuoti, probabilmente un aula di recupero. Mi sedetti al secondo banco a destra. Mi consegno una traccia la guardai attentamente , i quesiti erano del università lo so perché mio fratello è all’università e molto spesso lo aiuto a risolverne alcuni anche se nessuno me li  ha spiegati.

-Mi raccomando dai il meglio di te.

Subito dopo fece partire un cronometro e iniziai. Passarono pochi minuti ed ero a metà del compito. Poco dopo  lo consegnai, inizialmente rimase ferma e poi bloccò il cronometro, erano passati 10 minuti. Rimasi sorpresa io stessa.

-Mi raccomando tutto ciò non lo deve sapere a nessuno.                            Io annui

 Quando rientrai in classe qualcuno mi chiese dove ero andata e io dissi che si era accorta che avevo copiato all’ultimo compito.
Tornata a casa raccontai tutto a mia madre non ce la facevo  a nascondere un segreto del genere. Lei mi fece 300.00 domande alle quali io diedi risposta facendo spallucce. Guardai l’orologio della cucina: erano le 5 di pomeriggio ed io non mi ero neanche preparata per l’appuntamento. Feci una corsa verso il bagno ed impiegai circa un ora a litigare con i miei capelli e un'altra mezz’ora per truccarmi. Poi guardai i miei vestiti e, come al solito non sapevo cosa mettermi. Alla fine optai per un vestito a fiori al ginocchio. Pronta cominciai ad agitarmi, il mio piede continuava a battere freneticamente finché non bussarono alla porta.

-Francesca, è per te.

la tensione saliva ed io avevo una tremenda paura di fare figuracce come al mio solito, ma poi ci ripensai d’altronde era solo un uscita al cinema ma mi ricredetti subito. Credo che quando lo vidi cominciai a sbavare, aveva una felpa bianca con dei jeans e i capelli color mogano tirati indietro rigorosamente dal gel.

-Ciao, sei bellissima.

All’improvviso mi si stampò un sorriso idiota sulla faccia che non se ne andò per tutta la serata

-Ciao.

Salii nella sua macchina e la fece partire , non ha una guida perfetta, continuava a frenare bruscamente ogni 500 metri.

-scusami e che ho preso la patente da poco.

-non ti preoccupare io non so proprio guidare.

Arrivati al cinema avevo lo stomaco in gola ma feci finta di stare bene. Decidemmo di vedere un film d’azione anche se io optavo più per una commedia romantica. Entrammo in sala ed accendemmo subito una discussione su Leonardo Di Caprio e sul perché non abbia vinto l’oscar. Continuammo la stessa discussione finché non iniziò il film. Verso meta del film decisi di fare qualche mossa romantica, misi una mano tra il mio e il suo sedile  sperando che lui la prendesse ma non lo fece. Perché? Ma quando ormai mi arresi ad una minima idea di romanticismo lui la afferrò  nel momento più critico del film e lascio scivolare il pollice lungo il palmo della mia mano, lo guardai per un secondo ma lui non si girò.
Sulla strada del ritorno ci fissammo l’un l’altro senza dire una parola. Il mio primo pensiero fu: NON potevo essermi innamorata di una persona che avevo conosciuto da un paio di giorni. Arrivammo a casa e ci fu il silenzio fino a quando Theo disse

-Mi sono divertito tantissimo mi piacerebbe tanto rivederti.

Quasi sulla soglia della porta feci segno di chiamarmi.




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SPAZIO D'AUTRICE

ho modificato la storia di nuovo e non so perchè, mi accorgo degli errori sempre dopo. devo ringraziare  Luna di AngeloRecensite e aiutatemi a migliorare

P.S.
Luna di Angelo  fammi sapere che ne pensi

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