Il tempo che resta

di Always Together
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'albero di una barca a vela ***
Capitolo 2: *** Un paracadute argentato ***
Capitolo 3: *** Mags che ride ***
Capitolo 4: *** Un cielo rosa ***



Capitolo 1
*** L'albero di una barca a vela ***


L’albero di una barca a vela - Insicurezza
 
Finnick ha 5 anni.
Vede per la prima volta una barca a vela così grande. È tardi per un bambino del distretto 4 ma Finnick sembra non curarsene. E gli rimane impresso. L’albero di una barca a vela. Finnick è estasiato. Non aveva mai visto una cosa così maestosa. Così armonica. In quel momento passa uno stormo di gabbiani. Davanti all’albero. Sta per spiegare le vele. Sta per partire. Così sembra. Invece non è così. Le vele stanno andando a riposarsi. E pian piano la barca oscilla con il rumore delle onde, a ritmo. L’albero oscilla. Così come le insicurezze. D’ora in poi, Finnick vedrà le insicurezze come un grande albero di una barca a vela con le vele che riposano.  
Avanti e indietro.
Indietro e avanti.

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Capitolo 2
*** Un paracadute argentato ***


Un paracadute argentato -  Speranza
Finnick ha 14 anni.
È nell’arena. Pensava che non ci sarebbe mai finito. Invece eccolo lì. È finita. Ha perso. Non tornerà a casa ad abbracciare sua madre. O vedere il suo vecchio e amato mare. O la sua spiaggia. No, non ce la farà. Sta morendo. Aspetta vicino a quel fiume che gli Strateghi gli hanno donato. Per farlo sentire un po’ più a casa mentre muore. I pesci si beffano di lui, con caprilole e salti, quasi non vogliano riconoscerlo. Chiude gli occhi, cercando il suo mare. Ma l’odore non è salato. Quando si porta l’acqua del fiume alla bocca non sente il mare. I gabbiani non cantano. Lo scrosciare delle onde non è forte come quello del mare. Un suono gli fa aprire gli occhi. Ed eccolo lì. La sua salvezza. Scende piano piano delicato la sua salvezza. Un paracadute argentato. Chissà quanto sarà costato a Mags un dono simile. E quanto agli Sponsor. Il suo tridente. Lo prende in mano. È leggerissimo e gli monta una strana sensazione addosso. Speranza. La cosa più grande del paracadute e la meno costosa. La speranza. Perché la speranza è più forte della paura. Si volta verso i pesci, che saltano. Ora non saltano più. Ci sono tre pesci impalati sul tridente di Finnick.
Un sorriso appare sul suo volto. È ora di iniziare a giocare.
 
 
Ringrazio quelle povere anime che hanno letto o solo aperto la mia prima storia. Per il resto se vi interessasse recensire, per dirmi una cosa, anche la più stupida sulla mia storia sono ben accette.
Non mi aspettavo così tanto per la prima storia. (per i miei standard ovviamente)
Mi state tutti simpatici,
Always Together.
 

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Capitolo 3
*** Mags che ride ***


Mags che ride – Serenità
Finnick ha 14 anni.
Ha appena finito gli Hunger Games. È appena salito sull’hovercraft che lo porterà a Capitol City per fare altri giri e per allevarlo come una bestia da macello ad ogni Gioco in cui dovrà fare il Mentore.
Agli occhi dei capitolini è un eroe.
Agli occhi degli abitanti dei distretti è un sopravvissuto.
Agli occhi di 23 famiglie, Finnick è un mostro.
Tutti questi pensieri negativi vengono scacciati da qualcosa.
O meglio, qualcuno.
Mags che ride ha sempre dato a tutti una sensazione di serenità.
Che poi fosse per i denti perfettamente allineati e bianchi, nonostante l’età; o per la curva del sorriso, con le rughe che stavano iniziando a farsi vedere con la vecchiaia o forse molto più semplicemente per gli occhi. Mags quando sorrideva, sorrideva con gli occhi. Le brillavano gli occhi, ed era veramente una cosa che infondeva una grande serenità, una grande pace col mondo intero.
Senza rendersene conto, anche Finnick sorride.
Tutti i problemi, tutte le preoccupazioni, potevano aspettare.
L’abbraccio di Mags ha atteso troppo a lungo.
 
Stringimi forte che è tutto finito,
stringimi forte che sopravvivo.
 
Resta.
 
Angolo di Always Together.
È il mio angolo perché non sono abbastanza brava da essere chiamata autrice.
Anyway, adoro la mia prima (e spero non ultima) recensione.
Adoro tutti voi che leggete la mia storiella.
Divento euforica ogni volta che leggo che il numero delle visite alla storia aumentano, se ve lo stesse chiedendo, si soffro di qualche grave problema.
Mi state particolarmente tutti più simpatici.
Always Together.
 
Dedico praticamente tutta la mia storiella alla mia Rorrua, che probabilmente non leggerà mai la mia dedica.
Gliela dedico soprattutto per questo.
 

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Capitolo 4
*** Un cielo rosa ***


Un cielo rosa – Tensione
Finnick ha 19 anni.
Annie è nei suoi Hunger Games e lui è costretto a farle da Mentore.
Solo ora, che ha passato una settimana con lei e Annie è dentro l’arena da due settimane, si accorge di quanto si sentirebbe male e in colpa se non riuscisse a riportarla a “casa” sana e salva.
Gli son piaciuti fin da subito i comportamenti di quella strana ragazza.
Rideva. Annie Cresta alla sua morte certa al 99% rideva.
Il giorno delle interviste Finnick glielo chiese.
Le rispose semplicemente che lei non aveva nessuno. Nessuno si era veramente affezionato a lei. E neanche lei si era affezionata a nessuno. E a lei stava bene così. Le aveva detto che le cose all’orfanatrofio del 4 non le piacevano proprio e che la morte era qualcosa che avrebbe interrotto quella monotonia. Certo, le sarebbe anche piaciuto vincere, avere una casa al villaggio dei vincitori e magari affezionarsi a qualcuno. Ma aveva detto che le sarebbe andata bene comunque.
E Finnick, senza saperlo, si trovò affezionato stranamente da quella ragazza. I giochi quest’anno vanno veloci. Lei è rimasta. È ancora viva. Finnick, senza sapere neanche questo si trovò a promettersi che avrebbe portato a cena fuori quella ragazza, per quanto le regole l’avessero permesso, magari avrebbero potuto cenare insieme in una delle loro case al villaggio dei vincitori. Una smorfia simile a un sorriso apparve sul suo volto. Stava in tensione. Riusciva a sentirla. E mentre quei pensieri si facevano spazio nella testa di Finnick, illudendolo di un futuro perfetto si trovò a fissare un cielo rosa. Quel cielo che si vede sul tetto del palazzo d’addestramento. Un senza voce, quel pomeriggio, dopo che si era rifugiato là sopra a pensare gli aveva portato uno “schermo”* come lo definiva lui. Ah le diavolerie moderne di quella stravagante città. Gli permetteva di controllare le cose nell’arena. A quel punto l’inquadratura andò sulla grande diga dell’arena. A Finnick venne un idea. I Mentori potevano distruggere le cose nell’arena con i soldi degli sponsor? Sicuramente, se nessuno l’aveva mai fatto Finnick sarebbe stato il primo. Aveva accumulato tanti di quei soldi quell’anno. E poi aveva i segreti. Finnick è ancora teso. Ma sa che ce la farà. Per Annie. Perché vuole la sua cena con lei.
 
Il giorno dopo l’arena era allagata.
Ma Finnick, è triste. Annie ha dato di matto dopo che il tributo del 4 è morto decapitato.
È brava a nuotare. Ce la farà. E lui la riporterà indietro.
 
Annie ritorna a casa salva. Ma non sana.
L’ultima persona con cui ha avuto un discorso sensato è Finnick.
E Finnick la riporterà indietro. L’ha promesso a se stesso.
 
*“schermo”: voleva essere una specie di tablet o iPad, chiamatelo come vi pare, tanto stanno in un futuro non meglio specificato, quindi sta roba tecnicamente già esiste.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE CHE NON SI PUO’ CHIAMARE AUTRICE.
 
Il cielo rosa non è molto descritto nella storia, come la tensione, ma spero che vada bene lo stesso.
Ok. Ho aggiornato in ritardo perfino per i miei standard. Chiedo umilmente perdono a quelle povere anime che leggono la mia storia e che magari aspettavano pure sto capitolo.
Per il resto, dopo aver chiesto umilmente scusa, amo chi mi dice come va sta’ storiella e che mi dice che è “carina”. Se scrivente farete una povera bimbetta felice!
Siete tutti simpatici perché leggete la mia storia, ma non recensite.
E vi amo/odio per questo.
Al prossimo capitolo che non so quando verrà,
Always Together.
 
P.S. Dedico sempre la mia storiella alla mia Rorrua perché non vuole leggerla, ha paura di non capire perché non ha letto la trilogia. *disperazione*
Naturalmente questo è il motivo per cui gliela dedico, anche perché le voglio bene, ovviamente.
 
Quando ti costringerò a leggerla sappi che ti chiedo scusa per tutte le volte che mi comporto da amica pessima con te, e per farmi perdonare scriverò la storia della tua vita.
La smetto perché potrei diventare sdolcinata.
*Di nuovo*
Always Together.
 

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