Il lupo e la cacciatrice

di haru_chan19
(/viewuser.php?uid=418469)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Informazioni scomode ***
Capitolo 3: *** sensazioni ***
Capitolo 4: *** Imprevisti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Cara Ste,
sono Sara, ti ricordi di me? Sono di media altezza, occhi marroni e capelli lunghi scuri. Comunque se non ti ricordi, fa lo stesso, ti volevo dire solo che da quando ti sei trasferita le cose sono un po’ cambiate… ma tra una settimana non sarà più un mio problema… ebbene si mi trasferisco lì da te, proprio a Beacon Hills!!
Ci vediamo presto
La tua amica Sara 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Informazioni scomode ***


 Informazioni scomode

Kansinton era una piccola città nei pressi del Texas e da oggi avrebbe avuto tre abitanti in meno, se un cagnolino poteva essere considerato tale. La famiglia Amney si stava trasferendo dal quel paesino così sperduto. La figlia, una ragazza di circa vent’anni, alta e non troppo magra, continuava a chiamare il padre, un uomo sulla quarantina, per farlo uscire da casa.
“perché hai tanta fretta di lasciare questo posto?” chiese il padre.
“forse un po’ ma solo per il panorama!!” rispose la figlia dando un’ultima occhiata alla splendida vista che si vedeva dalla collina.
 
Il viaggio sulla macchina decappottabile della ragazza durò sei ore e quando arrivarono in città, neanche il tempo di accendere la luce di casa che si buttò sul divano e si addormentò di sasso.
“Sara! Sara svegliati!” urlò il padre da un'altra stanza.
“Che cosa c’è papà?” rispose la figlia con aria assonnata
“Non ti ricordi che dobbiamo andare alla cena da mia sorella”
“Certo certo… sono pronta” rispose maledicendo la sua scarsa attenzione.
 
La casa che si presentava davanti non era molto grande ma gradevole. Li accolse una donna in abito da sera blu che si gettò al collo del fratello abbracciandolo.
“Michael sei in grandissima forma!” disse la donna allontanandosi e squadrandolo “Sei dimagrito?”
L’uomo arrossì e rispose ridendo lievemente “ho solo fatto un po’ di palestra, anche tu comunque non scherzi”
Continuarono con altri complimenti fino a quando la conversazione non sfociò nel ridicolo, così cambiarono argomento.
“Lei è mia figlia Sara” disse indicando la ragazza che era ancora sulla soglia.
“Piacere io sono Melissa” rispose la donna allungando la mano per stringere quella della ragazza. “Anche io ho un figlio sai, proprio della tua età… è di sopra in camera sua… Scott!!!”
“Siiii” rispose una voce da in cima le scale
“Scott, scendi subito abbiamo ospiti!”
“ok arrivo” disse abbastanza scocciato
Dal piano di sopra continuarono ad arrivare strani rumori fino a quando non cessarono di colpo. Un ragazzo alto con gli occhi scuri stava scendendo le scale e si affiancò alla madre.
“Ecco, lui è Scott” Disse la madre lanciandogli un occhiataccia per la confusione appena creata.
“Piacere” rispose il ragazzo allungando la mano e sorridendo a entrambi.
Non sa bene il perché ma quel nome le diceva già qualcosa.
 
Nella sala da pranzo i ragazzi si sedettero uno di fronte all’altro e nessuno dei due sembrava intenzionato ad aprire una conversazione fino a quando non fu il padre della ragazza a domandare a Scott “Ti interessi di qualche sport, ragazzo?”
“Uhm si… Lacrosse ma gli allenamenti riprenderanno solo con l’inizio della scuola quindi per il momento non faccio nulla” rispose lui staccando gli occhi dal cellulare che aveva in mano “tu invece Sara fai qualcosa?” chiese rivolto alla ragazza.
“Si… nel paesino dove abitavo prima andavo in palestra tutti i giorni con una mia amica, mentre ora credo che mi limiterò a fare jogging la mattina” concluse sorridendo.
“Non è una cattiva idea, così conosci anche un po’ meglio la città e tra l’altro si incontrano tante perso.ne al mattino.”
La serata trascorse tranquilla. Gli Amney uscirono da casa  McCall intorno alle ventitré e raggiunsero la loro casa che distava pochi isolati in pochissimo tempo. Sara salutò il padre e si precipitò nella sua nuova camera pensando che la sua vita in quella nuova città con nuovi amici sarebbe cambiata.





**angolo autrice**
salve, sono nuova (si era capito) e questa è la mia prima ff. spero di riuscire a continuarla a lungo quindi ci vediamo al prossimo capitolo.
Eliot19

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** sensazioni ***


 
Sensazioni
Sara riuscì quasi per miracolo ad aprire il divano letto. Aveva sempre odiato quei divani che si aprivano solo seguendo determinate istruzioni. Portò la borsa di Scott in cucina su una sedia e sistemò i fiori in un vaso al centro del tavolo, le orchidee erano i suoi fiori preferiti non sa come Scott lo sapesse. Stava ancora ammirando i fiori quando sentì il campanello. Si avvicinò e aprì lievemente la porta.
“chi è?” chiese diffidente
“Sono Isacc, un amico di Scott… mi hanno detto di cercarlo qui” rispose il ragazzo senza però avvicinarsi troppo
“Si… si è qui… comunque piacere io sono Sara, appena trasferita e cugina di Scott.” Concluse sorridendo lievemente e allungando la mano.
“Piacere, io sono Isacc amico e compagno di casa di Scott” disse ricambiando il saluto. “con compagno di casa intendo solo che viviamo sotto lo stesso tetto, non pensare male!”
“Non mi sarei mai permessa!” rispose sorridendo e facendo ridere anche il ragazzo. Entrarono ma Sara si fermò sulla porta facendo fermare Isacc di colpo.
“Tutto bene?” chiese lui incuriosito
“Ehm.. si si sto bene” rispose Sara incerta. Improvvisamente tutta la stanza aveva cominciato a girare e aveva la strana sensazione di essere nel posto sbagliato come se stesse succedendo qualcosa sotto i suoi occhi e lei non se ne stesse accorgendo.
Corse in camera sua lasciando Isacc ancora all’ingresso, rovistò nei vari cassetti e armadi fino a quando non riuscì a trovare il suo vecchio cellulare. Scese in tutta fretta, prese il cappotto e si diresse alla porta.
“Dove… dove vai?” chiese isacc ancora fermo all’ ingresso
“Non te lo posso dire… scusa… dai un occhiata in giro e sistemati pure sul divano, fai come se fosti a casa tua” rispose Sara in tutta fretta cercando di far sembrare quella storia il più vera possibile.
“Ok” si limitò a dire lui seguendola con lo sguardo fino a fuori.
Aprì la porta di casa e uscì, andò in garage a prendere Bullet, il pastore tedesco che suo padre le aveva regalato pochi anni prima, e sulla sua decappottabile si diresse subito verso la foresta della città. Arrivata abbastanza al confine accese il vecchio cellulare e digitò un numero non salvato in rubrica. Rispose un ragazzo che sicuramente non era il proprietario del numero. “Alpha… mi senti?” chiese con il respiro affannato e sull’orlo delle lacrime
“Alpha… solo una persona mi chiama così… Sara! Sei veramente tu? Stai bene?” disse l’uomo
“Si, sono io e no non sto bene… cioè si solo che… sta succedendo di nuovo… le stesse cose che sono avvenute esattamente 5 anni fa…” disse con voce rotta
“Shhh, non ti preoccupare. Sei a casa in questo istante? Sei con qualcuno?”
“No, no non sono a casa… sono vicino a una foresta con Bullet ma non credo sia di grande aiuto…”
“C’è qualcuno a casa?”
“Ehm si… degli amici… ma ci conosciamo da poco”
“Fa lo stesso, chiama loro e digli di venire a prenderti”
“Ma… no non posso si preoccuperebbero”
“Va bene allora non insisto… quando ti sarai calmata torna a casa, ma almeno avvisa che tarderai…ok?”
“Ok” rispose Sara con voce già più calma.
“Mi raccomando stai tranquilla” disse l’uomo
“Si… ciao”
“Ciao” e la lì conversazione si interruppe.
Il cellulare scivolò di mano e cadde a terra rompendosi, prese l’altro e chiamò Scott, pensando a un discorso sensato da formulare.
 
Isacc rimase fermo ancora un po’ a fissare la casa. Era spaziosa, molto più di quella di Scott. Appoggiò il giubbotto di pelle marrone nell’attaccapanni e si sistemò sul divano. Nella parte di fronte a lui c’era un quadro che ritraeva Sara con il suo cane, in una casa di montagna. Continuò a osservare la casa fino a quando un verso strozzato non lo distrasse. Proveniva dal piano di sopra. Salì lentamente le scale e si concentrò meglio sul rumore. Non era bravo come Scott a seguire le tracce, ma si concentrò il più possibile e alla fine scoprì che il rumore proveniva dal bagno. Si avvicinò e aprì lievemente la porta. Scott era appoggiato al lavandino pieno di sangue.
“Scott.. stai bene?” chiese Isacc preoccupato
Ma non rispondeva, aveva lo sguardo fisso in un punto, sembrava in uno stato di trance. “Ok… adesso ti porto fuori”
“No! Sara non deve vedermi” rispose debolmente
“Ok.. ok… allora stiamo qui… perché non guarisci?”
“Non lo so sembra veleno…”
“Ma come è possibile, prima che tu venissi qui eravamo insieme”
“infatti, prima di venire qui stavo bene… è come se stesse venendo dall’interno… a te è successo niente?”
“No… potrebbe essere qualcosa nell’aria… magari c’è del veleno o delle trappole. Io non so cosa fare… chiamo Stiles”
“Ok… però usa il mio cellulare” Scott lo tirò fuori dalla tasca e sullo schermino apparve un numero sconosciuto. Rispose lo stesso.
“Pronto?” disse Scott con voce meno sofferente possibile
“Ciao Scott sono Sara, volevo solo avvisare te e Isacc che tardo sta sera… ok?” disse velocemente tutto d’un fiato
“Si.. si va bene”
“Scott tutto bene… hai una voce strana…”
“Si si tutto bene è solo che… prima di venire da te ero ad allenamento… lacrosse ricordi… e sono un po’ ammaccato tutto qui”
“Ah ok… allora ci sentiamo. Ciao” e riattaccò.
Scott porse il telefono a Isacc ma si fermò quasi subito. “non c’è bisogno di chiamare Stiles… guarda” stava indicando un punto sulla testa di Isacc, dalla grata dell’aria usciva della polverina blu, che Scott riconobbe subito.
“E’ strozza lupo… ma perché è qui a casa di Sara?” aggiunse “Usciamo di qui”
Isacc lo aiutò ad alzarsi e uscirono dal bagno diretti in salotto.
“non possiamo restare qui se c’è lo strozza lupo… finirà per ucciderci” disse Isacc
“Lo so, stai tranquillo so io come fare” Scott prese il cellulare e compose un numero in pochi minuti la coppia zio e nipote più famosi di Beacon Hills entrò in casa.






**angolo autrice**
sono un po' in ritardo. mi scuso con tutti i miei lettori silenziosi che leggono la storiae non lasciano neanche un commentino... comunque sono felice che la seguiate. grazie allora. al prossimo capitolo

Eliot19

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Imprevisti ***


Imprevisti

Il sole entrò dalla finestra ancora chiusa con il cellofan e colpì esattamente in viso Sara che si alzò di malavoglia e scese in cucina per fare colazione con le poche cose che avevano negli scatoloni. Ma prima di raggiungere la cucina notò la lavagna delle informazioni spacchettata che troneggiava davanti al divano. Il messaggio che riportava era chiaro: PRIMO TURNO DI LAVORO, CI VEDIAMO STASERA. BACI PAPA’.
Facevano sempre così, era una specie di rituale, ogni volta che succedevano cose importanti venivano scritte sulla lavagna. Sara lesse il messaggio più volte, quasi disgustata. Come si può far lavorare un uomo quando si appena trasferito. Si guardò un po’ intorno e vide la casa cosparsa di scatoloni e sporte di plastica così, pensò di fare una sorpresa a suo padre e di sistemare tutti gli scatoloni. Iniziò dalla cucina: sistemò i piatti, i bicchieri, le tovaglie e le pentole; poi passò al soggiorno dove collegò le spine della tv e dello stereo all’impianto elettrico, spolverò i tavolini di vetro piazzati negli angoli e rivestì il divano con una coperta di cotone. Salì le scale e si occupò delle camere facendo i letti, spolverando gli armadi e le scrivanie e pulendo i vetri. Infine scese in cantina dove lasciò i vari scatoloni pieni di foto e vestiti che avrebbero messo in ordine più avanti. Aveva passato l’intera giornata immersa nelle faccende di casa come faceva sempre sua madre quando lei era piccola. Riordinando e sistemando le varie foto le erano tornati in mente molti ricordi della sua infanzia e della felicità della sua famiglia. Quando riemerse dalla cantina si erano già fatte le diciotto e la voglia di preparare da mangiare era poca, ma non fece in tempo a raggiungere la camera che il campanello suonò. Scese di nuovo le scale e aprì la porta. Scott era in piedi davanti a lei con un mazzo di fiori e un sacco a pelo.
“Cosa ci fai qui? E cos’è quello?” chiese la ragazza
“Un mazzo di fiori…pensavo si capisse bene” rispose a disagio
“Non i fiori… il sacco a pelo, non è normale che tu vada a casa delle persone con un sacco a pelo o sbaglio?”
“Ehm veramente…”
Non fece in tempo a finire la frase che il telefono della ragazza vibrò. Sullo schermino appariva il nome di suo padre insieme a una sua foto da giovane.
“Ciao Sara, c’è un piccolissimo problema… non riesco a tornare a casa oggi, e forse anche per i prossimi giorni… insomma starò via una settimana o di più… comunque ho chiamato Scott affinché tu non passi la notte da sola. Un ultima cosa, ti prego non giudicarlo subito,  so come sei con le persone che non conosci. Ti voglio bene, Papà.”
Appoggiò il telefono sul tavolo che era all’ingresso e fece entrare Scott con un cenno della testa. Il ragazzo entrò, sapeva di non essere il benvenuto ma si comportò come se conoscesse Sara da una vita.
“E’ bello qui, l’hai arredata tu?” disse voltandosi verso di lei e notando che la stava guardando in cagnesco “Sara, senti, lo so che non mi conosci e che forse io non ti piaccio nemmeno ma tuo padre mi ha chiesto di fargli un favore e visto che è l’unico zio che ho non ho potuto dire di no.”
“No… Scott non è colpa tua è che mio padre fa sempre così” disse avvicinandosi a lui e sedendosi sulla poltrona “ogni tanto sparisce così senza alcun preavviso e dice sempre che è per lavoro, pensavo avesse smesso di comportarsi così ma a quanto pare mi sbagliavo.”
“Quindi mi lascerai restare e non mi ucciderai nel sonno?”
“Sì cuginetto” Disse ridacchiando “puoi dormire nel divano non hai bisogno del sacco a pelo. E’ un divano letto matrimoniale, spero vada bene”
“Andrà più che bene padrona di casa, una cosa, dov’è il bagno?”
“La porta in fondo al corridoio di sopra”
“Grazie” Rispose Scott sorridendo prima di salire le scale e dirigersi verso il bagno.
Era un ragazzo simpatico, eppure aveva la sensazione di averlo già sentito da qualche parte ma non sapeva dove. Forse parlare di più con lui l’avrebbe aiutata a ricordare. 



**Angolo autrice**
Eccomi qui nel nuovo capitolo!! e wow una recensione!! mi aspettavo un po' di più ma sono solo al secondo capitolo e questa è la mia prima ff. Comunque se state aspettando l'elemento soprannaturale arriverà a breve nel frattempo continuate a seguire la storia se vi ispira e a lasciare anche qualche piccolo commentino.
Grazie ancora

Eliot19

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2581321