Gryffindor Heart, Slytherin Tongue

di Andy14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter I ***
Capitolo 2: *** Chapter II ***
Capitolo 3: *** Chapter III ***
Capitolo 4: *** Chapter IV ***
Capitolo 5: *** Chapter V ***
Capitolo 6: *** Chapter VI ***
Capitolo 7: *** Chapter VII ***
Capitolo 8: *** Chapter VIII ***
Capitolo 9: *** Chapter IX ***
Capitolo 10: *** Chapter X ***
Capitolo 11: *** Chapter XI ***
Capitolo 12: *** Chapter XII ***
Capitolo 13: *** Chapter XIII ***
Capitolo 14: *** Chapter XIV ***
Capitolo 15: *** Chapter XV ***
Capitolo 16: *** Chapter XVI ***
Capitolo 17: *** Chapter XVII ***
Capitolo 18: *** Chapter XVIII ***
Capitolo 19: *** Chapter XIX ***
Capitolo 20: *** Chapter XX ***
Capitolo 21: *** Chapter XXI ***



Capitolo 1
*** Chapter I ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 1/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2238      
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: La mia prima Crossover. Devo dire che è stato faticoso scriverla... ma ci sono riuscita :) allora, volevo precisare una cosa riguardo la ship war che pare interessare chi shippa Klaine, e chi shippa Kurtofsky. Prima precisazione. Io le shippo entrambe e in questa storia ci saranno tutte e due. Seconda precisazione. C'è davvero bisogno di scaldarsi tanto contro chi shippa l'una o l'altra coppia? Glee è un telefilm che in modo o nell'altro ci ha uniti, Klainer e Kurtofskyer, quindi preparatevi perché io sono Kurtsexual e di ship ce ne saranno parecchie. Non ho altro da dire, spero che la storia vi piaccia e che mi lascerete il vostro parere. 

I


La scuola di magia e stregoneria di Hogwarts avrebbe riaperto i battenti presto, desiderosa di accogliere per un altro anno studenti vecchi e nuovi. Kurt Hummel quella mattina di fine agosto passeggiava per Diagon Alley con svariate buste appese nell’incavo del braccio sinistro.

Il sole gli schiariva i capelli e infastidiva gli occhi, tanto che il ragazzo fu costretto a ripararsi sotto la tettoia di una bottega. Guardò l’orologio d’oro che portava al polso, sbuffando. Suo padre lo aspettava al paiolo magico insieme alla sua nuova moglie ed il figlio di lei. Kurt fece una smorfia, mentre il viso di Finn Hudson si faceva largo nella sua mente. Ricominciò a camminare sotto al sole, trasferendo i suoi pensieri su sua madre. L’unica donna che aveva e che avrebbe mai amato in vita sua. Erano passati ormai dieci anni da quando lo aveva lasciato, privata della vita troppo presto. Si ricordava benissimo l’ultima volta che aveva visto sua madre, stesa su uno dei letti del San Mungo. Lui aveva sette anni appena compiuti.

Kurt si lasciò sfuggire una lacrima, asciugandola prontamente mentre apriva la porta cigolante del paiolo magico. Sorrise debolmente a suo padre, degnando Finn e sua madre a malapena di un cenno.

-Figliolo!- lo salutò suo padre, poggiandogli una mano sulla spalla. Kurt mantenne il sorriso sghembo che incorniciava le sue labbra, poggiando le borse a terra e sedendosi di fianco al genitore.

-Cosa hai comprato, sweetie?- gli chiese Carole, cercando di intavolare una conversazione. Kurt strinse le labbra infastidito dal soprannome, cercando tuttavia di camuffare le sue emozioni

-Cose di scuola- rispose freddamente, sorridendo poi al cameriere che gli portò una burro birra che evidentemente suo padre aveva ordinato per lui. Una grande mano gli passò davanti il viso, richiamando la sua attenzione. Alzando gli occhi vide che Finn aspettava evidentemente una sua risposta.

-Cosa?-

-Ti ho chiesto se per caso il negozio di scope era aperto. È ora che io cambi la mia…-

-Non puoi fartela aggiustare da mio padre? Se è rotta può essere riparata- Finn negò con la testa, addentando un pezzo di carne che si era materializzata sul suo piatto.

-E’ andata, amico. Non riesce ad andare nemmeno dritta-

-Io e te non siamo amici- gli sussurrò Kurt, avvicinandosi quel tanto che non permise a Carol e suo padre di sentirli. –Quindi, non chiamarmi amico-

-Scusa, scusa- Finn riprese a mangiare, alzando gli occhi al cielo. Lui ci provava davvero ad instaurare un qualsivoglia rapporto amichevole con il neo fratellastro, ma dall’altra parte trovava un muro di pietra invalicabile. Kurt si sistemò indietro sulla sedia, bevendo un altro sorso di burro birra. La porta del locale si aprì di nuovo, ed un gruppetto di ragazzi entrò schiamazzando. Kurt si lamentò, riconoscendone i volti. Blaine Hobbit Anderson, Rachel Saccente Berry, Noha Sperminatore Puckerman e David Testa Vuota Karofsky.

-Hey Finn!- salutò l’Hobbit, avvicinandosi al loro tavolo. Kurt sbuffò ancora, incrociando le braccia al petto.

-Hey ragazzi! Quanto tempo!- Finn, soprannominato Pertica, si alzò rendendo evidente tutta da differenza che c’era fra lui e l’Hobbit. Abbracciò tutti, invitandoli poi a sedersi. Nessuno di loro degnò Kurt di uno sguardo, finché non parlò.

-Papà, devo ancora andare a ritirare dei libri che ho ordinato. Ci vediamo a casa- disse, alzandosi e raccattando le sue borse.

-Hey aspetta!- lo fermò Blaine, alzandosi dal posto accanto a Finn. –Mi dispiace che ti abbia dato fastidio la nostra presenza, ma per favore non andare via per noi. Resta- Kurt inarcò le sopracciglia, per poi voltarsi con una risatina canzonatoria. Mentre si avviava verso la porta sentì distintamente Rachel Berry chiedere al suo fratellastro: “Ma perché è sempre così acido?”. Quello che il gruppetto non aveva capito era che le cose ad Hogwarts stavo solo in un modo: gli Slytherin odiavano i Gryffindor, e quando si cercava di instaurare un rapporto o era meglio evitare oppure si finiva alle mani. Kurt non aveva intenzione di infilarsi in una qualche rissa, quindi cercava sempre la via della fuga.

Finì le sue commissioni, tornando a casa qualche ora dopo pieno di buste pesanti. Scosse la testa,cercando di liberarsi dalla furigine che gli si era appiccicata addosso. Finn lo raggiunse in salotto, attirato dal rumore.

-Bentornato- gli disse, avvicinandosi. L’altro gli fece un cenno con la testa, imbracciando di nuovo le buste. –Senti, lo so che non ti sto simpatico. Va bene, ok, lo accetto. D’altronde non si può piacere a tutti. Però io penso che dovremmo far finta, almeno qui a casa, di andare d’accordo. Di non bisticciare per la minima cosa-

-Finn, la sai una cosa?- cominciò Kurt, abbandonando i pesi a terra che caddero con un tonfo. –Tu mi stai facendo questo discorso perché pensi sia IO a non volere instaurare un rapporto con te. Bhé caro mio non sono solo io a non volere. Dimmi FINN, sai almeno il mio nome? No, perché ora che ci penso quando mi chiami non pronunci mai il mio nome. I tuoi sono solo “Hey”, “Amico” o “Hummel”.- Finn sbiancò. Si rese conto che le parole dell’altro erano vere. Kurt lo guardava con occhi freddi. –Prima di fare del finto perbenismo pensa i tuoi errori, Pertica- sibilò ancora, abbandonando definitivamente la stanza. Finn rimase in piedi, senza quasi respirare. Un rumore di passi lo raggiunse poco dopo, costringendolo a ridestarsi. Blaine e Rachel lo raggiunsero, scuotendolo per un attimo.

-Finn? Hey che è successo?- gli chiese Blaine, scambiandosi di tanto in tanto uno sguardo con la ragazza affianco a lui.

-Sono un idiota…- mormorò il più alto, lasciandosi cadere a sedere su una delle poltrone del loro salotto.

-Che è successo?-


***


Kurt abbracciò il cuscino, maledicendo sé stesso per le lacrime che gli rigavano le guance senza che lui potesse evitarlo. Si maledì, e fece lo stesso con Finn fino ad arrivare a Godric Gryffindor, che probabilmente si stava dando una grattatina superstiziosa, giusto in caso. Un leggero bussare lo riportò alla realtà.

-Pertica, sparisci!- gridò, nascondendo il viso più a fondo nel cuscino. La porta si aprì, senza che lui avesse dato il suo consenso.

-Sbagliato, sono Hobbit- Blaine si fece strada nella camera, chiudendosi la porta alle spalle. Kurt strinse ancora di più il cuscino, sperando che l’altro non si accorgesse del suo pianto.

-Va via!- lo scacciò, chiudendo gli occhi nonostante fossero nascosti. Nonostante la sua richiesta, Kurt sentì il materasso accanto a sé abbassarsi. Sbuffando, si tirò su a sedere senza tuttavia guardare l’altro. –Non mi hai sentito? Non lo capisci l’inglese? Go away! Va-t’en! Geh weg!-

- Pumunta sa malayo!- Kurt lo guardò interrogativo, ottenendo un’alzata di spalle come risposta.

-Che diavolo…?-

-E’ “vai via” in filippino.-

-Anderson, per favore, non ho la forza di litigare anche con te. Ti giuro, mi piacerebbe insultarti ma non ne ho voglia-

-Finn è un idiota, quando ci si mette- cominciò Blaine, ignorando le parole dell’altro –Talmente idiota che invece di venire a dirti scusa, si sta preparando un discorso da farti sta sera. Preparati psicologicamente, Rachel gli sta dando una mano- Kurt non poté fare a meno di ridere. –Oh, allora anche tu sai ridere!-

-Senti Anderson, perché?-

-Perché cosa?-

-Perché lo fai? Insomma, non mi hai mai rivolto parola in cinque anni di scuola, e adesso nel giro di due giorni hai voluto per forza parlare con me…-

-Forse perché ho capito che sbagliavo?- Blaine sorrise, incrociando le gambe sul materasso. Anche Kurt si mise a sedere, facendogli tirare giù le scarpe dalle sue lenzuola pregiate. –Tutti hanno bisogno di una seconda possibilità chiunque essi siano e da qualsiasi casa vengano-

-Questo non spiega questo tuo desiderio morboso di parlarmi- Blaine alzò le spalle, decidendo di alzarsi.

-Sei talmente intelligente che forse lo capirai da te-

-Anderson, questa non è una risposta!- un nuovo bussare colpì la porta di Kurt, che si aprì subito dopo. Finn entrò nella stanza, nascondendo malamente un foglio di carta nella tasca dei pantaloni. Rachel dietro di lui sorrideva soddisfatta, con le mani giunte al petto.

-Kurt, io ho bisogno di parlarti…- Finn si voltò verso di Rachel, che con un gesto delle dita gli intimò di proseguire. Il ragazzo si schiarì la voce, aprendo la bocca un paio di volte senza riuscire a parlare. Kurt represse una risata, memore di ciò che Blaine gli aveva detto poco prima. –Ecco… sai, ci sono momenti in cui una persona ha talmente tanti pensieri in testa che si sente sopraffatto…- Kurt inarcò le sopracciglia, creando un’elegante espressione corrucciata. Anche Blaine aggrottò le sopracciglia, in un espressione ben più rustica di quella che aveva Kurt, vedendo Rachel ripetere a bassa voce il discorso che stava facendo Finn. -… talmente sopraffatto che le cose sfuggono, e i pensieri si accavallano. Quello che sto cercando di dire…-

-Ok, ok basta- lo interruppe Kurt, portando le mani avanti. –Queste sono le scuse più… bislacche che una persona mi abbia mai fatto.- Rachel spalancò la bocca, indignata. Quell’essere aveva interrotto il suo discorso di scuse perfetto.

-Questo vuol dire che mi perdoni?- Kurt sospirò, incrociando le braccia al petto.

-Per quanto odi ammetterlo, ora siamo fratellastri. E mio padre sembra avere ritrovato la sua serenità da quando sta con tua madre. Sarebbe inutile litigare- Finn sorrise, avvicinandosi al fratello per abbracciarlo –Wo, wo, wo! Che vuoi fare? Via, allontanati, ho bisogno di spazio vitale!- Blaine scoppiò a ridere, e Finn lo imitò dopo un attimo di sgomento. Rachel, nonostante fosse ancora offesa, sorrise. –Gryffindor…- mormorò Kurt, cacciando tutti dalla sua stanza, dirigendosi poi con loro in salotto.


***


La famiglia Hummel-Hudson arrivò alle dieci e trenta al binario nove e tre quarti, in perfetto orario. Kurt sistemò la gabbia della sua civetta, Ricciarelli, mentre la proprietaria sbatteva le ali infastidita.

-Scusa, Ricciarelli- le disse, accarezzandole il becco dalle sbarre della gabbietta.

-Ciao- si sentì salutare Kurt, che si voltò subito. Blaine gli sorrideva, sorreggendo con una mano una gabbia occupata da uno splendido barbagianni, e con l’altra trascinava il baule. Kurt sorrise a sua volta, togliendo le dita da fra le sbarre.

-Ciao- salutò, agitando una mano. Il primo saluto che si erano rivolti in cinque anni di scuola passati insieme.

-Come va?- gli chiese Blaine, poggiando la gabbia sopra al baule. Kurt annuì, come a dire che sì stava bene. Il moro gli riservò un altro brillante sorriso, mostrando in tutta la sua bellezza una schiera perfetta di denti bianchissimi. –Senti…- iniziò ancora, avvicinandosi per poter parlare a bassa voce. -…con Finn? Va meglio?- chiese.

-Sì, finalmente ha cominciato a chiamarmi per nome. Almeno ora non devo capire che quando dice “Ohi”, ce l’ha con me- Blaine rise, la risata più dolce che Kurt avesse mai sentito. Dopo aver formulato questo pensiero, Kurt scosse la testa, raddrizzando la schiena. Blaine si avvicinò ancora, posando una mano sul suo braccio.

-Volevo dirti un’altra cosa. I Gryffindor stasera organizzano come ogni anno una piccola festa in onore del nuovo anno. Possiamo invitare chi vogliamo e beh, io volevo chiederti se tu volessi venire. Con qualche amico se vuoi, non ci sono problemi- Kurt si morse l’interno della guancia per non ridere.

-A Gryffindor? Stai scherzando?-

-No. A me non interessano tutte le menate delle case. Voglio solo invitare un amico ad una festa, è vietato?-

-Anderson…- cominciò Kurt, tornando in sé. –Chiariamo una cosa. Trascorrere un po’ di tempo quest’estate con te è stato… decente. Ma ora siamo a scuola, le cose cambiano- non appena finì questa frase, Blaine vide Santana Lopez, Slytherin, affiancarsi a Kurt.

-Kurt, che succede?-

-Niente San, è tutto apposto- rispose il ragazzo, posandole un bacio sulla guancia.

-Bene, andiamo allora. Buon anno, Hobbit- lei sorrise maligna, prendendo Kurt per mano. Blaine aprì la bocca per rispondere, chiudendola subito dopo. Si era illuso, probabilmente. La gente non cambia dall’oggi al domani, men che meno uno Slytherin, si disse mentre recuperava gabbia e baule. Salì sul treno, cercando uno scompartimento libero. Tirò su la valigia sul porta bagagli, voltandosi verso la vetrata che divideva lo scompartimento dal corridoio. Kurt e Santana stavamo camminando vicini, diretti sicuramente verso lo scompartimento dei prefetti. Kurt lo vide, e gli sorrise debolmente. Sorriso a cui Blaine, ancora deluso da poco prima, non rispose. Il castano allora, si fermò al centro del corridoio.

-San, aspetta ho lasciato la borsa con la divisa nello scompartimento…-

-Sbrigati!- disse lei, mentre il ragazzo tornava indietro verso Blaine, che lo guardò con le sopracciglia inarcate.

-Facciamo così. Io stasera FORSE, e dico forse, verrò. Ma la prima parola contro di me, e credimi non risponderò di me-

-Perché secondo te dovrei ritenere l’invito fatto prima ancora valido?- Kurt sospirò, abbassando lo sguardo al pavimento.

–Lo so, sei arrabbiato. Ma per ora… non voglio che i miei compagni sappiano che ho avuto un qualche rapporto con i Gryffindor. Forse sarebbe anche meglio che io non venga stasera, scusami hai ragione. Ci vediamo a scuola- Kurt disse tutto questo di corsa, fuggendo poi via dallo scompartimento. Blaine prima spalancò gli occhi, poi li chiuse per qualche secondo. Subito dopo si buttò su uno dei sedili, a peso morto. Si auto maledì, come oramai faceva da qualche giorno. Perché era un’idiota. Non era questo il modo per conquistare il ragazzo che gli piaceva. Perché sì, lui era gay. E sì, a lui piaceva proprio Kurt Hummel.

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Capitolo 2
*** Chapter II ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 2/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 1709       
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Sì lo so faccio schifo, Sono in un ritardo IMMENSO. La colpa? Mia, del mio compleanno, le feste, l'esame di storia andato male... e la mancanza di una beta fissa. Ora per fortuna c'è qualcuno interessato ad aiutarmi e prometto di aggiornare più in fretta. IL capitolo è volutamente più corto, non volevo mettere troppe cose tutte insieme... Il terzo capitolo è già abbozzato sul mio bloc notes (miracolo), devo solo riportarlo sul pc. Spero che il capitolo vi piaccia e che mi lascerete la vostra opinione... 

II


-Kurt si può sapere che hai?- il ragazzo sussultò sentendo la mano di Santana scuoterlo dalla spalla fasciata dalla stoffa pregiata della divisa.

-Eh? Cosa?-

-Sei distratto- disse lei, sedendosi nel posto vuoto di fianco a lui in Sala Grande già piena per la colazione. Erano passate tre settimane dal loro arrivo ad Hogwarts. Tre settimane di inferno per tutti. Kurt si sentiva in qualche modo in colpa, Blaine si sentiva un idiota incapace, Finn aveva già problemi a scuola, e Dave era indeciso. Si sentiva come diviso in due.

Il tutto era complicato ulteriormente dal nuovo evento che stava mobilitando tutta Hogwarts. Santana Lopez stava per compiere 17 anni, ed aveva cortesemente chiesto ai professori di organizzare una piccola festa per tale evento. I professori, anche se un po’ restii, avevano accettato a condizione che si occupasse lei di tutto. Grazie all’insistenza di Kurt, tutta la scuola era stata invitata a partecipare. Santana era stata irremovibile su un punto. Niente abito elegante. Solo lei poteva portarne uno, essendo la festeggiata. La festa si sarebbe tenuta da li a tre settimane, ma i preparativi erano pressoché ultimati. Inoltre gli invitati dovevano rigorosamente presentarsi in coppie.

Era proprio questo punto ad insinuare tanti dubbi nella testa di Blaine, Dave, Kurt ed anche Finn.

Il primo voleva invitare Kurt, anche il secondo voleva invitare Kurt, ma sapendo che Blaine provava qualcosa per lui non ne aveva trovato ancora il coraggio. Finn, invece voleva invitare Rachel che, purtroppo, era già stata invitata da Jesse St. James di Slytherin.

-Scusami San, credo di non stare tanto bene. Forse mi sta venendo l’influenza, non so…-

-Hummel... posso parlarti?- Kurt si voltò, sentendo quella voce. Si ritrovò davanti Dave Karofsky, che si torturava le mani.

-Come?-

-Vorrei parlare con te. In privato, possibilmente- ripeté il ragazzo, guardandosi intorno nervosamente. Kurt vide Santana sorridere perfida. Si alzò in piedi annuendo, lasciando la ragazza di stucco. Dave annuì a sua volta, cominciando ad incamminarsi verso il salone d'ingresso. Kurt lo seguì, incurante di un paio di occhi nocciola fissi sulla sua persona. Karofsky si fermò, voltandosi verso di lui.

-Devo chiederti una cosa- iniziò, mettendosi le mani in tasca.

-Dimmi...-

-Sai la festa della tua amica... ci vai con qualcuno?- gli chiese sfuggendo ai suoi occhi, come se non fosse importante la sua risposta.

-No- gli rispose l'altro negando con la testa.

-Quindi se io ti chiedessi di venirci con me tu... accetteresti?- Kurt sbatté un paio di volte le palpebre aprendo la bocca. Si guardò un attimo intorno, prima di posare gli occhi su Dave. Non gli era mai dispiaciuto più di tanto, ad essere sinceri. E dopotutto, era meglio che aspettare a vita una persona che non lo avrebbe invitato mai.

-Sì credo... credo che accetterei-

-Oh quindi... ci vieni con me?-

-Sì... grazie per avermi invitato- gli sorrise debolmente, senza poter impedire ad un lieve rossore di imporporargli le guance.

-Grazie a te per aver accettato- alzando lo sguardo, Kurt notò il sorriso sollevato che Dave gli rivolse.

-Di niente...- disse il più piccolo -Io... torno in Sala Grande...-

-Sì anche io... ci vediamo in giro-

-Aspetta...hai...- cominciò, avvicinandosi al ragazzo. Gli raddrizzò la cravatta, pendente verso destra, stringendogli un poco il nodo -Hai la cravatta storta- finì, dandogli un buffetto sul petto prima di tornare al suo tavolo. Santana lo aspettava sulle spine. Si risedette al suo fianco, riprendendo a mangiare.

-Allora?- gli chiese la ragazza, dandogli un colpetto sulla spalla. Lui sorrise leggermente, mandando giù il boccone che aveva in bocca.

-Mi ha chiesto di venire con lui alla tua festa-

-E tu?- Kurt la guardò sorridendo. Per la ragazza non ci fu bisogno di parole.


***


Una settimana dopo


-Ciao- Dave si avvicinò a Kurt salutandolo con una mano, sedendosi al suo fianco sugli spalti del campo di Quidditch. Il ragazzo si stava sistemando il maglione della divisa, dopo gli allenamenti della sua squadra.

-Ciao. Che fai ci spii?- gli chiese con il sorriso sulle labbra, indicandogli di sedersi accanto a lui. L'altro si sedette, negando con la testa.

-Non abbiamo bisogno di spiarvi per vincere-

-Oh, siamo molto sicuri di noi vedo- ridacchiò Kurt, finendo di sistemarsi. -Mi cercavi o vagavi qui per caso?-

-Ti cercavo. Nelle Sale Comuni hanno affisso le date delle uscite ad Hogsmeade- cominciò -La prima è sabato prossimo-

-Oh, davvero?- chiese lo Slytherin alzandosi, pienamente consapevole di ciò che l'altro ragazzo gli avrebbe chiesto da li a pochi minuti.

-Sì... ti va di andare insieme? Sai visto che andiamo insieme alla festa, potremmo prendere i vestiti e tutte le altre cose...- Kurt sorrise annuendo, avvicinandosi all'altro ragazzo per posargli un bacio sulla guancia.

-Ci vediamo alle dieci nella Sala d'Ingresso?- chiese, e Dave annuii senza aggiungere una parola. -Perfetto. Ora vado, devo ancora finire il compito per la Sylvester e se domani non lo consegno potrebbe uccidermi- aggiunse, prendendo la sua borsa. L'altro si alzò a sua volta, infilandosi le mani nelle tasche.

-Io domani devo consegnarne uno a Schuester se non voglio ripetere l'anno- borbottò il moro, incamminandosi insieme a Kurt verso il castello.

-Io fortunatamente quello l'ho già consegnato la scorsa settimana. Però hai ancora qualche giorno di tempo per lavorarci su.-

-Se ci capissi qualcosa sarebbe anche meglio.-

-Vuoi una mano?- gli chiese Kurt, quando ormai erano alla cima della scala che conduceva ai sotterranei.

-Vorresti aiutarmi?- Dave inarcò le sopracciglia, colpito.

-Certo. Se vuoi che io ti aiuti ovvio.- annuii il castano, spostandosi i capelli dalla fronte. Dave sorrise.

-Grazie. Sei molto gentile.-

-Oh per così poco. Se non hai lezioni nel pomeriggio, domani possiamo vederci in biblioteca.-

-Perfetto.- Kurt sorrise, voltandosi poi verso le scale.

-Allora... ci vediamo dopo a cena..- Dave annuii di nuovo, donandogli un nuovo sorriso.

-Sì... a dopo- Kurt gli fece un cenno con la mano, prima di correre giù per le scale. Dave ricambiò il gesto, prima di tornare nella sua Sala Comune. Entrando, notò immediatamente l'aria tesa che regnava nella stanza. Finchè non notò la faccia scura di Blaine e quella dispiaciuta di Rachel. Gli si avvicinò, sedendosi sul divano accanto al moro. -Che succede?- chiese. Blaine gli lanciò un'occhiataccia.

-Niente.- disse lapidario. Dave guardò Rachel, che gli riserbò uno sguardo preoccupante. Un misto fra il dispiacere e... l'accusatorio.

-Ce l'hai con me?- chiese allora.

-Cosa te lo fa pensare?- chiese sarcastico l'altro. Poi, come se fosse una bomba ad orologeria, esplose. -Vuoi davvero che io ti dica perché sono arrabbiato? Non ci arrivi da solo?- disse con gli occhi ridotti a due fessure. -Tu razza di... bastardo!- lo insultò in un mormorio. Rachel si portò una mano alla bocca, spalancando gli occhi. Se Blaine iniziava a dire parolacce, erano davvero guai seri. -Tu lo sapevi che mi piaceva, e sapevi anche che volevo chiedergli di andare alla festa insieme. Eppure te ne sei bellamente infischiato e glielo hai chiesto comunque!- esclamò il più basso.

-Tu stai parlando di Hummel!-

-Sì sto parlando di lui. E tu sei talmente... idiota, da non esserci arrivato subito!-

-Ehi nano, piano con le parole!-

-Mi devi dire perché gliel'hai chiesto! Hai rovinato tutto, come sempre!-

-Gliel'ho chiesto perché mi piace, e poi rovinato cosa? Se davvero volevi andare alla festa con lui bastava che tirassi fuori le palle e glielo chiedessi prima di me! Ma evidentemente, le palle di farlo non le hai- a quella frase Blaine scattò in avanti, spingendo Dave e caricando il pugno destro. Finn gli fu affianco in un attimo, bloccandolo per le spalle. Puck fece lo stesso con David, che aveva stretto a sua volta le mani a pugno. I due contendenti vennero allontanati e fatti sedere ai lati opposti della sala, a scambiarsi occhiatacce a distanza.


***


-No Blaine fammi capire- iniziò Nick, massaggiandosi la radice del naso. -Tu hai fatto quella scenata solo perché Dave ha invitato Hummel prima di te?- chiese poi, inarcando le sopracciglia. Lui e Jeff erano i suoi migliori amici, Blaine lo poteva dire senza pensarci due volte. Erano gli unici con cui si poteva confidare senza preoccuparsi delle loro reazioni. Lo avevano sempre capito, e lui aveva sempre capito loro. Si erano conosciuti al primo anno, mentre aspettavano di essere chiamati per lo Smistamento. Blaine ricordava gli altri due da bambini con un sorriso. Nick, moro con i capelli arruffati e gli occhi che si guardavano intorno timorosi e pieni di curiosità, e Jeff, i corti capelli biondi ed il naso rosso per il freddo. Blaine venne riscosso dai suoi pensieri proprio da Jeff che, seduto accanto a lui al suo banco in aula di Trasfigurazione, sbuffò.

-Cavolo ci siamo persi la scena. E' tutta colpa tua e del tuo mal di stomaco cronico!- disse, indicando Nick con un dito, accusatorio.

-Ah certo ora sarebbe colpa mia! Voglio ricordarti che è stata colpa di uno dei tuoi intrugli a mandarmi in infermeria!- ribatté l'altro, fulminandolo con gli occhi marroni. Jeff sbuffò ancora, allungando le lunghe gambe sotto il banco, toccando quasi quello di Blaine, seduto di fronte a lui.

-Potremmo tornare un momento all'argomento principale, per favore?- chiese il più basso dei tre, guardandoli rassegnato. Nick sembrò riprendersi, sistemandosi meglio sulla sedia.

-Sì, hai ragione. In tutta questa storia, c'è un punto che non mi è chiaro. Tu hai almeno provato a farti avanti? Insomma, non è che puoi andare da una persona e chiedergli di punto in bianco di andare a una festa. E' normale che ti rifiuti.- Blaine e Jeff lo guardarono straniti, poi il biondo si tirò meglio a sedere.

-Nick, fa così anni cinquanta. Ecco perché è un po' di tempo che non esci con una ragazza.- disse, voltandosi poi verso Blaine -Senti come la penso io. Dovevi chiederglielo senza farti tanti problemi, se ti piace. Se poi tu piacevi anche a lui, ti avrebbe detto di sì e sarete andati alla festa insieme. Ma, a questo punto, non puoi startene qui a piangerti addosso. Trova qualcun altro con cui andare a quella festa, e se davvero Hummel ti piace... beh, buttati.- Jeff finì il suo discorso, tornando a sedersi scompostamente sulla sedia scomoda. Blaine lo guardò con gli occhi spalancati, non tanto per la rara perla di saggezza uscita dalle sue labbra, tanto per la veridicità delle sue parole.






Note Finali: Ok, un'ultima cosa... avevo in mente di creare una pagina personale su fb per dividere il mio account personale (un ammasso di roba che sta lentamente sfuggendo al mio controllo) e quello di autrice... Non so, just saying... credo che lo creerò a breve, ed allegherò il link nel prossimo capitolo :) Alla prossima (presto, lo prometto).

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Capitolo 3
*** Chapter III ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli:
3/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting:
Arancione (per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole:
1950     
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.

III


Kurt sfogliò una nuova pagina del suo libro di Transfiguration, leggendo attentamente le parole scritte, sottolineando i concetti essenziali. Dave, seduto al suo fianco, scarabocchiava annoiato sul foglio di pergamena dove avrebbe dovuto invece scrivere la base del suo saggio sull'incantesimo Homosembiante*¹. Lo Slytherin alzò lo sguardo dalla pagina che stava esaminando, guardando l'altro ragazzo attraverso le lunghe ciglia.

-Sai David, il tuo saggio non si scriverà da solo.- disse, chiudendo il tomo e poggiandolo sul tavolo. Il diretto interessato sbuffò, lasciando cadere la sua piuma accanto al libro di Kurt.

-Sai, a volte vorrei avere una Quick-Quotes Quill*²... ridurrebbe le mie fatiche di parecchio e forse aumenterebbe anche la mia voglia di studiare...- l'altro ridacchiò, appoggiandosi completamente allo schienale della sedia.

-Penso che nemmeno con quella riusciresti a fare un compito decente.- Dave lo fulminò con lo sguardo, portando nuovamente lo sguardo sul suo libro.

-E' inutile, non ci capisco niente.- decretò, accasciandosi sulla sedia. Kurt sospirò, appoggiandosi al tavolo con i gomiti.

-E' che non ti impegni abbastanza. Forse hai troppi pensieri...- disse, scrollando le spalle. Dave annuì sovrappensiero, lo sguardo fisso sul tavolo.

-Forse...- mormorò, senza distogliere lo sguardo dal legno. -Mi dispiace di averti fatto perdere un pomeriggio.- aggiunse, tornando a guardare l'altro in viso. Kurt gli sorrise, sentendosi arrossire leggermente.

-Tranquillo...-sussurrò, distogliendo per un attimo lo sguardo. -Non mi hai fatto perdere il pomeriggio. Anzi, mi hai salvato dall'ennesima discussione fra Quinn e St. James...- continuò, alzando gli occhi al cielo facendo ridacchiare Dave. -Da quando ha invitato la tua amica alla festa è diventato insopportabile. Insomma, più insopportabile del solito.- aggiunse, giocherellando con la copertina del libro.

-Sì Rachel riesce a tirare fuori il lato petulante della gente.- lo appoggiò l'altro, trattenendo le risate.

-Non saremo un po' perfidi?- chiese Kurt, tirando fuori dalla borsa un pacchetto di Drooble's Best Blowing Gum*³, offrendone a Dave.

-Neanche tanto. C'è chi dice di peggio.- il Gryffindor prese una gomma, rigirandosela un po' fra le mani. -Facciamo a metà?- chiese e l'altro annuì, riponendo il pacchetto nella borsa. Dave gli sorrise, aprendo l'involucro del dolcetto e rompendolo poi a metà. L'esterno del confetto si ruppe facilmente e il ragazzo cercò di non far cadere troppo ripieno, di un bel rosso acceso, sul tavolo, passandone una metà a Kurt. Lo Slytherin gli sorrise, mettendo in bocca la gomma. Masticò un po', aprendo poi la bocca e coprendola con una mano. Strizzò gli occhi, chiudendo l'altra mano a pugno mentre anche Dave iniziava a masticare e chiudeva gli occhi a sua volta.

-E'... bollente!- riuscì a mormorare Kurt, e Dave gli diede mentalmente ragione.

-Non hai mai mangiato le “Bollenti”*4?- chiese il più grande, una volta che il bruciore si fu attenuato. L'altro negò con la testa, facendo ondeggiare i capelli perfettamente acconciati.

-Me le ha comprate Santana sul treno, non le avevo ancora assaggiate. E credo di aver fatto bene- tossicchiò, continuando a masticare lentamente. -Però, a parte il bruciore iniziale, non sono male...-

-Già... mi ricordo che da bambino mio padre me le comprava sempre quando andava a Diagon Alley- disse Dave con un leggero sorriso sul viso. Kurt sistemò di nuovo i gomiti sul tavolo, appoggiando la testa sulle mani.

-E ora non te le compra più?- chiese, conscio che Dave quel giorno non avrebbe scritto nemmeno una parola dal suo saggio. Il ragazzone ridacchiò, giocherellando con la carta della gomma.

-No, oramai è in pensione e non va più a Diagon Alley. Continua a lavorare, ma per la maggior parte del tempo è lavoro che può fare a casa- disse, alzando lo sguardo su quello dell'altro. -E tu? Tuo padre non ti ha mai portato un dolce da Honeydukes a Diagon Alley*5?- Kurt negò con la testa, lasciando che il suo sorriso prendesse una nota triste.

-Mio padre... non va molto spesso a Diagon Alley. Ma mia madre, quando ero piccolo mi portava sempre un paio di Sugar Quills*6. Mi piacevano da morire, riuscivo a non farle durare nemmeno un giorno.- disse, trasformando nuovamente il suo sorriso, questa volta con una nota dolce.

-E ora non te le compra più?- chiese Dave, copiando le sue parole di poco prima. Lo Slytherin si rattristò nuovamente, riprendendo a giocherellare con la carta della gomma.

-No.- rispose semplicemente, negando con la testa. Il Gryffindor si perse un secondo nel guardare l'espressione triste dell'altro, prima di riprendere in mano il libro.

-Allora, quest'incantesimo Homosembiante?-


***


-Blaine, la smetteresti di fissarli, per favore? Sembri uno di quei criminali babbani che spiano la gente.- gli mormorò Rachel picchiettandogli il braccio con la piuma. Il ragazzo ringhiò sommessamente, facendo violenza su sé stesso per tornare al suo saggio di Transfiguration. Ma insomma, Schuester non aveva altro da fare che dargli quei maledetti compiti chilometrici?

-Gli stalker?- chiese sottovoce Jeff a Nick, che si limitò a scrollare le spalle. Blaine ridacchiò, grato a quegli strampalati dei suoi amici. Poi si voltò verso destra. Rachel gli aveva picchiettato di nuovo il braccio.

-Hai letto il nuovo messaggio affisso in bacheca?- gli sussurrò, quando ebbe avvicinato le labbra al suo orecchio. Il ragazzo negò in risposta, guardandola interrogativo. -Iniziano le iscrizioni ai Club. E indovina un po'? Pare che qualcuno si sia preso la briga di occuparsi anche del Glee Club quest'anno- Blaine la guardò stupito. In sei anni che aveva frequentato quella scuola il Glee Club era sopravvissuto solo ai primi due, finché il professor Vitious aveva occupato la cattedra. Poi una volta che l'anziano mago era andato giustamente in pensione, nessuno aveva più preso la direzione di quel club. Fino a quel momento. -Le audizioni ci sono domani pomeriggio in aula di Transfiguration. Ci andiamo?- il ragazzo annuì, entusiasta. Lei gli sorrise compiaciuta in risposta, tornando a dedicarsi al suo saggio. O meglio, alla quarta versione del suo saggio. Rachel Berry si era guadagnata il soprannome di “saccente” per un motivo ben valido. Per ogni compito che veniva assegnato, lei ne faceva tre o più versioni differenti. Poi le confrontava e decideva quale era la migliore, per consegnarla alla scadenza. Blaine ogni volta provava un leggero moto di stizza verso questa sua mania. E non perché fosse geloso dei suoi voti alti, anche lui non se la cavava male. Ma per il fatto che lui ci impiegasse tre giorni solo per scrivere due righe, mentre lei in tre giorni riusciva a fare tre saggi diversi. E solo perché aveva i corsi avanzati nel pomeriggio, altrimenti ne avrebbe fatti sei, di saggi.

-Blaine?- lo riportò alla realtà Jeff, passandogli una pergamena inzaccherata di inchiostro, piena di correzioni grossolane. Il moro inarcò le sopracciglia, interrogativo. -Potresti darmi una mano?- gli chiese l'amico, guardandolo supplichevole. Blaine gli sorrise, annuendo. Mise da parte il suo saggio, cominciando a leggere quello del suo amico. Aggiunse qualche nota e corresse qualche concetto, prima di riconsegnargli il foglio.

-Ecco qui.. Io ti consiglierei di ricopiarlo in bella o Schuester ti sbatterà il libro in testa- Jeff ridacchiò, annuendo.

-Grazie Blaine-

-Blaine Anderson?- l'interpellato si voltò sentendo quella voce chiamarlo, per altro ad alta voce quindi probabilmente mezza biblioteca lo aveva sentito. Ok, tutta la biblioteca, visto che in molti si erano girati verso di loro, guardandoli male.

-Sì?- rispose Blaine, guardando il ragazzo che gli stava di fronte. La prima cosa che attirò la sua attenzione fu la sua divisa. Slytherin. Aveva le braccia incrociate al petto, ed un sorriso a metà fra lo strafottente e... un momento... predatore.

-Sono Sebastian Smythe- si presentò lui inclinando la testa, facendo ondeggiare il ciuffo di capelli castani. Così simili a quelli di Kurt, si ritrovò a pensare.

-Piacere...?- sorrise leggermente il moro, posando la piuma sul tavolo. Sebastian ampliò il suo sorriso, prendendo una sedia dal tavolo vicino per affiancarla alla sua. Si mise a sedere, poggiando i gomiti sul tavolo e puntando gli occhi verdi*7 nei suoi.

-Senti splendore, ho sentito che non hai ancora un accompagnatore o accompagnatrice per la festa della Lopez- iniziò, accavallando le lunghe gambe. Blaine lo guardò interrogativo, annuendo subito dopo. -Bene, visto che nemmeno io ho un accompagnatore volevo chiederti se volessi andarci con me- finì il suo discorso, avvicinandosi un po' con la sedia. L'altro aprì la bocca per rispondere, chiudendola quasi subito. Insomma un ragazzo, Slytherin per giunta, gli chiedeva di andare alla festa con lui. Anche Kurt è a Slytherin... ma non è questo il punto! Si guardò intorno. Gli occhi di tutti, o quasi tutti, gli occupanti della biblioteca erano su di loro. E non perché gli fregasse effettivamente qualcosa di ciò che si stavano dicendo, ma perché Sebastian teneva un tono di voce normale senza che nemmeno Mrs Pince*8 gli dicesse nulla. Blaine continuò a guardarsi un po' intorno, ignorando volutamente il tavolo dove Dave e Kurt erano seduti e li stavano fissando, prima di prestare nuovamente attenzione a Sebastian. Non poteva negare a sé stesso che era un bel ragazzo. Era attraente, e a quanto sembrava era sicuro di sé. Lo guardava, attendendo una risposa come se già sapesse che sarebbe stato un sì. Il Gryffindor si guardò un attimo le mani, annuendo.

-Ok- mormorò, guardando nuovamente il suo interlocutore. -Va bene, verrò con te- aggiunse, con un piccolo sorriso. Sebastian ricambiò il suo sorriso, posandogli una mano sulla coscia.

-Perfetto. Ci vediamo, splendore- disse, per poi alzarsi. Gli fece l'occhiolino, allontanandosi da quel tavolo e dalla biblioteca.


***


-Ciao- Kurt si voltò sorpreso, sentendo una mano posarsi sulla sua schiena mentre si dirigeva di corsa a lezione di Charms*9 , corso tenuto da Miss Pillsbury da quando il professor Vitious era andato in pensione. Era in enorme ritardo, tutta colpa di Santana che aveva monopolizzato il bagno, e non pensava ci fosse ancora qualcuno in giro per i corridoi. Dave gli stava sorridendo mentre gli porgeva fieramente una Sugar Quill, tenendola fra il pollice e l'indice della mano destra. Lo Slytherin aprì la bocca stupito, prendendo il dolce in mano.

-Cosa..?-

-L'altro ieri mi hai detto che ti piacevano. Sapevo che mia madre oggi mi avrebbe mandato qualche dolce da Diagon Alley, quindi le ho chiesto anche di prendermi una di queste- gli spiegò, sistemandosi la tracolla sulla spalla. Kurt si mordicchiò il labbro inferiore, sbattendo per un paio di volte le palpebre ed abbassando il viso. Quando posò di nuovo gli occhi in quelli di Dave, quest'ultimo poté constatare che erano lucidi.

-Grazie Dave- mormorò, rigirandosi la piuma zuccherina fra le mani. Poi, senza che nessuno dei due potesse rendersene realmente conto, si sporse in avanti, allacciando le braccia dietro il collo dell'altro. Dave rimase per un attimo immobile prima di ricambiare l'abbraccio e stringere la vita di Kurt, lasciando cadere a terra il libro che portava sottobraccio. Lo Slytherin sorrise sulla sua spalla, stringendo la divisa dell'altro con le mani, incurante della Sugar Quill che andava a posarsi a terra sopra il libro del Gryffindor.

-Non c'è di che...- mormorò il più alto, stringendolo a sé. Si staccarono dopo un po', continuando a sorridersi. Kurt tirò su col naso, prima di abbassarsi per raccogliere il dolcetto e il libro da terra. Dave si era chinato a sua volta facendo gli stessi gesti. Le loro mani si toccarono, mentre entrambi raccoglievano gli oggetti da terra. Si guardarono negli occhi per un tempo che parve infinito finché, spinti dalla stessa forza, chiusero gli occhi, facendo combaciare le loro labbra. Un tonfo li fece scostare quasi subito, per voltare lo sguardo verso l'inizio del corridoio. Blaine li guardava con gli occhi spalancati, ai suoi piedi c'era un libro aperto a metà, a causa della caduta. Dietro di lui Rachel li guardava con la bocca spalancata, mentre Finn sbatteva le palpebre.

-Kurt...?-

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*1L'incantesimo Homosembiante è un incantesimo che permette di smascherare gli Animagus. Lo usano Sirius Black e Remus Lupin nel terzo libro, e film, per smascherare Peter Minus, per anni trasformato in Crosta, il topo domestico della famiglia Weasley.

*2Piuma Predi-Appunti. La giornalista (se così la possiamo chiamare) Rita Skeeter usa una lunga piuma prendi-appunti dal colore verde acido quando intervista Harry Potter in occasione del Torneo Tremaghi nel quarto libro, e film, della saga. Per chi volesse avere un immagine di tale piuma, eccola qui: Piuma Prendi-Appunti.

*3Gomme Bolle Bollenti. Sono enormi gomme da masticare, “un'esplosione di bollente piacere tutto da gustare. Ben pochi riescono a mangiare una bolla bollente intera in una volta, perché la sensazione di piacevole calore che essa sprigiona è solo per chi possiede una bocca veramente d’amianto”. Sono le gomme che vengono vendute sull'espresso per Hogwarts.

*4Ho volutamente lasciato il soprannome italiano. Non avrei saputo come metterlo nel nome originale.

*5Allora, Honeydukes è Mielandia e lo so non c'è a Diagon Alley. Diciamo che mi sono presa una piccola licenza.

*6 Le penne di zucchero. Sì vede che in quanto dolci sono abbastanza informata? XD

*7 Gli occhi di Grant/Sebastian... non ho idea di che colore siano e non sono riuscita a capirlo XD ho preso l'informazione da Glee Wiki.

*8 Responsabile della Biblioteca di Hogwarts. È molto severa e pretende sempre che in biblioteca regni un assoluto silenzio e che non si porti nessun tipo di cibo.

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NOTE FINALI: Eccoci qua! Dai, sono stata veloce (Credici Andy, sì XD) Spero che questo capitolo vi piaccia... tante nuove cose e un bel colpo di scena finale... la reazione non sarà esagerata.... o almeno, nella mia testa nasce come una cosa tranquilla, poi non si sa mai... magari finiranno tutti in infermeria xD Nello scorso capitolo avevo detto che volevo creare una pagina autore. Bene, eccola qui: Andy14 (EFP) l'ho creata poco fa, ed è spoglia. Provvederò subito a riempirla per quanto potrò xD Spero che mi seguirete anche li :) Spero di poter aggiornare presto ma vi avverto subito: Il 7 Febbraio ho un esame all'università. Visto che mi hanno già bocciato al primo (dannata me) vorrei passarlo, e quindi penso che passerò i momenti liberi a studiare. Proverò a scrivere la sera, visto che mi dispiace farvi aspettare. Davvero farò il possibile :) Alla prossima!

AH! Ringrazio davvero la mia Beta per aver fatto un lavoro lampo <3


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Capitolo 4
*** Chapter IV ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
 Capitoli: 4/?
 Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
 Genere: Generale, Romantico.
 Raiting: Arancione (per il futuro)
 Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
 Parole: 2635      
 Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: parto da un presupposto. Anzi, due. Primo: questo capitolo era diciamo necessario e so che aspettavate Hogsmeade e festa. Ho scritto in cartaceo il quinto capitolo, e ho messo tutto lì. Secondo: non sono molto soddisfatta di questo capitolo, ma spero che a voi piaccia. Ah no ce n'è anche un terzo: questa è una Crossover, quindi molti personaggi di Harry Potter entreranno a far parte della storia ;)

IV


-Kurt?-

Il ragazzo aprì la bocca e spalancò gli occhi, traboccanti di stupore e paura. Sbatté le palpebre un paio di volte, prima di guardare la sua mano ancora stretta in quella di Dave. La ritirò, portandosela al petto.

-Io...- cominciò a balbettare, raccattando la sua piuma ed alzandosi in piedi. David fece lo stesso, recuperando il suo libro.

-Voi stavate..- cominciò Finn, agitando una mano di fronte a se. Blaine cominciò a ritornare in sé, chiuse la bocca lasciata aperta dalla sorpresa e si abbassò per raccogliere quello che aveva fatto cadere.

-Non stavamo facendo niente.- intervenne Kurt a voce leggermente alta, incrociando le braccia al petto. Il ragazzo al suo fianco lo guardò per un breve istante, prima di posare nuovamente lo sguardo sui suoi compagni di casa.

-A me non sembra.- mormorò Blaine mettendo il libro nella sua tracolla, logorata dall'uso. Dave lo fulminò per un attimo con gli occhi, assottigliandoli.

-A te non dovrebbe comunque interessare.- disse con voce tagliente, sistemandosi meglio la borsa sulla spalla. -Andiamo, siamo già in ritardo.- mormorò poi nell'orecchio di Kurt che annuì, arrossendo leggermente. I due ragazzi cominciarono ad allontanarsi verso la fine del corridoio, e Blaine rimase tutto il tempo a guardarli, mordicchiandosi l'interno della guancia. Quando sparirono dalla loro vista, Rachel si arrischiò a toccare la spalla dell'amico.

-Blaine? Se non ci sbrighiamo saremo in ritardo anche noi.- sussurrò, scambiandosi un'occhiata con Finn.

-Voi andate. Io non ne ho voglia.- disse, voltandosi per ripercorrere il corridoio. Camminò velocemente, affrettando gradualmente il passo fino quasi a correre. Entrò nel bagno, sperando di trovare un po' di pace. Posò la cartella a terra sul pavimento umido, guardandosi allo specchio. Aveva gli occhi lucidi ma si rifiutò di versare anche una sola lacrima. Con mani tremanti aprì l'acqua al lavandino di fronte a sé, si tolse gli occhiali, e mise le mani a coppa sotto il getto freddo. Si sciacquò il viso, rabbrividendo per la temperatura dell'acqua. Rimase per un po' con la testa incassata nelle spalle, finché non sentì una mano posarsi sulla sua schiena. Sobbalzò al tocco, voltandosi di scatto. Sebastian era di fronte a lui, il suo sorriso da schiaffi sempre sulle labbra. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca interna della sua divisa Slytherin, agitandola lentamente davanti al suo viso. L'acqua di cui era bagnato si asciugò all'istante, lasciandogli un piacevole tepore sulla pelle.

-Ciao Splendore- disse il ragazzo di fronte a lui, riponendo la bacchetta al suo posto. Blaine non rispose, continuando a guardarlo con la bocca leggermente aperta dalla sorpresa. Sebastian sorrise ancora, poi si allungò su di lui, per chiudere il getto d'acqua del lavandino. -Non è saggio lasciare i rubinetti aperti. Sai, Moaning Myrtle*1 si diverte ancora a girare per le tubature.- aggiunse, appoggiandosi al lavandino con un fianco. Incrociò le braccia al petto, inclinando un poco la testa esponendo il lungo collo niveo. -Sono lacrime quelle che vedo intrappolate nei tuoi occhi?- gli chiese, avvicinando il viso a quello di Blaine, che si ritrasse all'istante. Si passò le mani sulle guance, come per asciugare le lacrime che però non stavano scendendo.

-No.- rispose, distogliendo lo sguardo dall'altro ragazzo. Si voltò di nuovo verso lo specchio, poggiando a sua volta i fianchi sulla ceramica del lavandino. -O forse sì.- aggiunse in un sussurro, recuperando gli occhiali al lato del rubinetto. Li indossò di nuovo, notando alcune gocce sulle lenti trasparenti. Sebastian glieli tolse, asciugandosi con l'orlo della sua divisa. Una volta asciutti glieli rimise sul naso, portandogli anche una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio.

-Nessuno merita le tue lacrime.- disse, senza abbandonare il suo sorriso. Blaine lo guardò negli occhi, forse per la prima volta da quando l'altro era entrato nel bagno. Erano... strani. Pieni di qualcosa che il Gryffindor non riusciva a cogliere. Si ritrovò ad annuire all'affermazione dell'altro, abbassando lo sguardo sulle sue mani, strette contro l'orlo del lavandino. Sebastian posò una mano sulla sua, stringendo leggermente.

-Senti Splendore.- cominciò -Domani c'è la gita ad Hogsmeade. Vieni con me.- propose, cercando il suo sguardo. Blaine puntò gli occhi nei suoi, e come quando gli aveva chiesto di andare alla festa, si fermò a pensare. Aveva ragione, Kurt non si meritava le sue lacrime. E lui non doveva restare chiuso in quel bagno, circondato dalle tubature gorgoglianti.

-Ok.- sussurrò, annuendo. -Ci vengo con te.- aggiunse, con un debole sorriso. Sorriso che Sebastian ricambiò, prima di posare le labbra sulla sua guancia fresca di barba.


***


-Blaine!- Rachel balzò in piedi dal divano dov'era seduta, correndo ad abbracciarlo. Lui la strinse a sé, più per istinto che per altro. -Che fine hai fatto? Non sei venuto nemmeno a Transfiguration, il professor Schuester si è preoccupato... mi ha chiesto dov'eri e gli ho detto che stavi male, ma che oggi pomeriggio saresti andato a fare l'audizione per il Glee.- Il Glee. Se ne era completamente dimenticato.

-Oh.. Rachel senti io... non credo sia una buona idea.- disse, staccandosi dall'amica per dirigersi nella camera che divideva con Finn, Puck, Jeff e Nick. Salì di corsa le scale, sentendo i passi di Rachel seguirlo.

-Come non è una buona idea? Blaine ieri eri entusiasta! Abbiamo passato tutto ieri sera a cercare una canzone babbana*2 da cantare e tu ora ti tiri indietro? Non puoi farmi questo, Blaine Anderson!- esclamò la ragazza, afferrandolo per un braccio e facendolo voltare verso di lei. -Tu ora prendi la tua chitarra, muovi il fondo schiena e vieni con me a fare l'audizione!- continuò, lasciando il suo braccio con un gesto di stizza. Blaine inarcò le sopracciglia, guardandola stranito. Inspirando profondamente lanciò letteralmente la cartella a terra, guardando la ragazza con le mani piantate nei fianchi.

-Sai che ti dico? Vacci da sola! Oggi è stata una giornata orribile, ho saltato due lezioni e probabilmente salterò anche Herbology*3, e per questo mi prenderò come minimo tre punizioni. E tu nonostante sappia tutto questo, invece di chiedermi come sto pensi solo a te stessa e quello che fa comodo a te! Bene, a questo punto anche se avessi avuto la minima voglia di fare quel provino me l'hai fatta passare. Grazie Rachel. Ora potresti andartene? Vorrei cercare da qualche parte la forza di volontà per non buttarmi sul letto e rimanerci per i prossimi otto mesi.- disse a voce leggermente alta, andandosi a buttare a peso morto sul suo letto, nascondendo la testa riccioluta sotto il cuscino. Rachel restò per un momento a guardarlo con la bocca aperta, prima che dei passi pesanti su per le scale la facessero voltare. Finn entrò nella stanza con il fiatone a causa della corsa. Si avvicinò a Rachel, notando la sua espressione sbigottita, e le lacrime farle capolino dalle lunghe ciglia.

-Rachel?- chiamò, posandole una mano sulla spalla. La ragazza si voltò, correndo verso la porta e poi giù per le scale. Il ragazzo allora si voltò verso Blaine, ancora nascosto sotto il cuscino. -Blaine?-

-Vattene, Finn. Per favore.-

-Ma che è successo?- chiese ancora, come se non lo avesse sentito, muovendo un paio di passi verso di lui. Allora il più basso si mise a sedere, guardandolo implorante.

-Finn, per favore. Vattene. Va da Rachel.- disse, tornando a stendersi. Finn lo guardò confuso, mormorando un “ok” fra i denti, scendendo nuovamente le scale. Blaine rimase lì, sdraiato senza fare nulla. Si accorse che le lezioni erano terminate quando anche l'ultima campana aveva suonato. “Sono le tre..” si disse, accoccolandosi meglio sul cuscino. Alle tre cominciavano le audizioni per il Glee. Scosse la testa contro il cuscino. Lui non ci sarebbe andato. E poi, anche se fosse andato, cosa avrebbe fatto? Sì, la sera precedente aveva cercato delle canzoni babbane che riusciva a ricordare, ma le aveva cercate per Rachel. Non erano nelle sue corde. Avrebbe finito per rompere qualche finestra. E di certo non poteva cantare “Can You Dance Like A Hippogriff”, o “A Cauldron Full of Hot, Strong Love”. C'era un limite a tutto. Dopo quella che gli sembrò un'eternità, si mise a sedere, guardando l'orologio che aveva al polso. Segnava le quattro e mezza. Se voleva fare quell'esibizione, aveva mezz'ora per alzarsi, spremersi le meningi per cercare una canzone, e correre fino al quinto piano. Sospirò, guardando la sua chitarra, abbandonata contro il muro, dove l'aveva lasciata la sera prima dopo aver provato con Rachel. La prese in mano, sistemandosela sulla gamba destra, mettendo la mano sinistra sulle corde. Passò le mani sulle tese stringhe di metallo, facendo un leggero rumore. Afferrò il plettro che aveva lasciato sul comodino, pizzicando piano le corde, senza suonare nessuna nota in particolare. Poi, probabilmente mosso da una forza a lui sconosciuta, prese lo spartito nascosto nel suo comodino, che aveva portato da casa. “It's Over Now” era scritto disordinatamente, con una scrittura frettolosa. La sua scrittura frettolosa. Aveva scritto quella canzone durante l'estate, quando era stufo di dare retta alla sua famiglia e di passare le giornate a studiare Potions. Cominciando a suonare le prime note decise che sì, avrebbe fatto l'audizione.


***


Blaine aveva corso, corso come un matto tanto che i quadri si voltavano verso di lui lanciandogli qualche maledizione contro. Raggiunse il quinto piano in soli cinque minuti, il cuore che pompava forte e la sua milza che faceva le valigie per trasferirsi altrove. Riprese fiato, stringendo la chitarra in una stretta morsa. Fermo all'inizio del corridoio, notò il gruppo di ragazzi seduti a terra nel corridoio. Una leggera musica arrivava dall'interno dell'aula di Transfiguration, accompagnata da una voce angelica. C'erano in tutto una trentina di ragazzi, compresi Kurt e Sebastian, che ora lo guardavano uno stupito, l'altro sorridente. E poi c'era Rachel. Rachel che si era alzata di scatto una volta che lo aveva visto, e ora gli stava correndo incontro. Gli allacciò le braccia al collo, stringendo forte. Blaine le avvolse i fianchi con il braccio libero, facendole tirare su leggermente i piedi da terra.

-Mi dispiace, scusa. Non avrei dovuto dirti quelle cose.- gli sussurrò nell'orecchio con voce lacrimosa, mentre si staccava dall'abbraccio. Il ragazzo annuì, sorridendo debolmente.

-A me dispiace di averti risposto male.- bisbigliò a sua volta, guardandosi le scarpe. La porta della classe si aprì in quel momento, attirando l'attenzione di tutti i presenti. Quinn Fabray uscì con un sorrisino soddisfatto, raggiungendo il gruppetto di Slytherin appoggiati al muro poco più in là. Il professor Schuester la seguì.

-Bene ragazzi, direi che abbiamo finito... siete stati tutti bravissimi, ci vediamo venerdì alle quattro per il primo incontro.- disse, sorridendo a tutti gli studenti. Blaine sospirò. Nonostante avesse corso come un matto, non aveva fatto in tempo. Rachel notò la sua espressione, e poi la chitarra stretta nella sua mano. Guardò il professore, attirando la sua attenzione.

-Professor Schuester! Anche Blaine deve fare l'audizione.- disse, afferrando l'amico per un braccio, trascinandolo con sé fino all'uscio della stanza. Tutti i ragazzi si voltarono verso di loro. Santana si lasciò scappare perfino una risatina denigratoria. Rachel la fulminò con lo sguardo, mentre Schuester si strofinava le mani.

-Bene, Blaine. Entra pure.- gli sorrise, facendogli cenno di entrare in classe. Blaine annuì, facendo come gli era stato detto. Si mosse a disagio nella stanza, notando Miss Holiday seduta alla cattedra.

-Non avevamo finito?- chiese sorridendogli, incrociando le braccia sulla scrivania. Blaine ricambiò il sorriso timidamente, prendendo una sedia dal banco vicino. Quella donna gli aveva messo addosso sempre un po' di soggezione, nonostante fosse un'insegnante fantastica.

-Mancava solo lui.- disse Schuester, sedendosi sulla cattedra. -Bene Blaine, che cosa ci canti?- chiese, appoggiandosi al tavolo su cui era seduto. Blaine imbracciò la chitarra, giocherellando per un attimo con le corde.

-Io...-cominciò, sentendo la gola stringersi in una piccola morsa. Deglutì, schiarendosi la voce. -La canzone si chiama “It's Over Now”.- continuò, sistemandosi meglio sulla sedia.

-Bene, inizia pure.- lo esortò la Holiday, poggiando la testa sulle mani e i gomiti sulla cattedra. Lui annuì, cominciando a suonare le prime note. Le dita gli tremavano leggermente, e le mani cominciavano a sudare. Tuttavia, quando cominciò a cantare, la voce uscì limpida, senza nessun tipo di timore.


There it goes, another one is gone

Another try, another one is wrong

Where to go?

What is there to say here?


Fuori dall'aula i ragazzi si erano accostati alla porta per poter sentire meglio. Kurt, sgomitando leggermente era riuscito ad arrivare davanti, e a posare l'orecchio accanto alla serratura per cercare di sentire meglio.


No one knows,

I’ve never really felt

Good about the hand that I’ve been dealt

What kind of game is this anyway here?


I want to make a statement

About the pictures and their awful placement

I want everyone to see it too


I try to be someone but I don’t know how

I don’t know how

I try to be the one but it’s over now

It’s over now


Sebastian si fece strada a sua volta, riuscendo ad accucciarsi accanto a Kurt. Hummel che gli lanciò un occhiataccia, a cui l'altro rispose con uno dei suoi soliti sorrisetti.


I can see the loneliness in you

I know it well and

Everybody’s got it too

It’s funny how I know I’m not alone here


That’s how it seems

But when I’m walking through the halls

Everyone has reinforced their walls

It’s no one’s fault that the vision ain’t at all clear


-Da quando il nano sa cantare?- sbottò Santana, incrociando le braccia sotto il seno. Jesse St.James imitò il suo gesto, posandosi con una spalla al muro.

-E canta anche bene, dannazione.-


I don’t know what is worse than

Feeling like you’re not a person

I want everyone to sing along


I try to be someone but I don’t know how

I don’t know how

I try to be the one but it’s over now

It’s over


I don’t know what is worse than feeling like you’re not a person. Kurt si soffermò su quei versi, pieni di quello che sembrava rimorso. Perché Blaine stava cantando quella canzone?


All I ever wanted was to reach out

(Reach out)

And have somebody take my hand

And all I’ve ever gotten was locked out

(Locked out)

Nobody would ever understand


-Io questa l'ho già sentita...- disse Jeff a bassa voce, voltandosi verso Nick. Il moro assunse un'espressione pensosa, prima di spalancare gli occhi. Si avvicinò al suo orecchio, per poter parlare senza essere sentito.

-E' quella che canta sotto la doccia!- asserì, fiero della sua memoria di ferro. Jeff si allontanò da lui, annuendo.

I try to be someone but I don’t know how

I don’t know how

I try to be someone but it’s over now

It’s over

I try to be someone but I don’t know how

I don’t know how

I try to be the one but it’s over now

It’s over

It’s over now

It’s over

Now


Blaine terminò la canzone. Riaprì gli occhi che aveva chiuso poco prima, troppo concentrato nel suonare. Miss Holiday lo guardava compiaciuta, mentre Mr Schuester sembrava avesse visto un baule pieno di galeoni. O di shampoo, visti i suoi capelli.

-Blaine è... wow. È stato...-

-Emozionante.- lo interruppe lei, alzandosi dalla cattedra. Gli si avvicinò con la sua solita camminata ancheggiante, facendo cozzare i tacchi sul pavimento di pietra. -Non credo ci siano problemi per farti entrare nel Glee Club. Dico bene Will?- chiese poi, voltandosi verso il collega. L'uomo annuì, scendendo con un balzo dalla cattedra.

-Nessun problema. Ci vediamo venerdì alle prove.- Blaine si alzò dalla sedia, sorridendo contento.

-Grazie... davvero, grazie.-

-No.- disse Miss Holiday, posandogli una mano sulla spalla. -Grazie a te.- aggiunse prima di lasciarlo andare. Lui sorrise ancora, avviandosi verso la porta. Quando la aprì, per poco non si ritrovò travolto dal gruppetto di ragazzi addossati alla porta, primi fra tutti Kurt e Sebastian.

-Allora?- chiese quest'ultimo sorridendogli. Blaine gli sorrise di rimando, annuendo.

-E' andata bene.-

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*1 Mirtilla Malcontenta, il fantasma che occupa il bagno delle ragazze al secondo piano. Mirtilla è un fantasma triste, lamentoso ed estremamente suscettibile. È sempre chiusa nello stesso bagno e rinfaccia la sua morte a chiunque, motivo per cui non è molto amata dalle scolare che cercano sempre di evitarla. E diciamocelo, è una maniaca. L'ho sempre pensato. Anche se a me non sarebbe dispiaciuto infilarmi nella vasca dove Harry si faceva bellamente il bagno... ma la mia fissa per Daniel Radcliffe è un'altra storia.

*2 Piccola precisazione. In teoria visto che ho messo tutti i nomi in inglese, anche “babbano” e limitrofi dovrebbe essere tradotto in “muggle”. Ma diciamocelo, la frase suonava malissimo. “... a cercare una canzone muggle” no, non mi suonava.

*3 Erbologia, se non si capisse. Il professore, dato che questa storia è una Crossover, sarà niente poco di meno che il nostro Neville. Come la Rowling dopotutto ha indicato. A meno che io non me lo stia inventando.

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Capitolo 5
*** Chapter V ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
 Capitoli: 5/?
 Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
 Genere: Generale, Romantico.
 Raiting: Arancione (per il futuro)
 Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
 Parole: 2974
 Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Salve a tutti. Presupposti, anche stavolta. Il primo: Il capitolo non è betato. Però non mi andava di farvi aspettare ancora, quindi ho postato comunque. Sostituirò il capitolo con quello betato quanto prima, se volete essere avvertiti per poterlo leggere corretto, ditemelo e vi manderò un MP. Poi, il ritardo. Il capitolo era praticamente pronto da tre giorni già. Mi scuso di non aver postato prima, ma ho avuto una bruttissima notizia, e diciamola tutta non avevo ne forza e voglia per mettermi a scrivere. Oggi andava un pochinino meglio, e allora mi sono autoimposta di terminare la scena che avevo lasciato a metà. Anche per questo, il capitolo temo non sarà dei migliori, ma spero vi piaccia comunque. Il finale; scusatemi per come finisce, ma mi serviva un appiglio per il capitolo VI. E niente, ho detto tutto. Aspetto le vostre opinioni, che se volete potete lasciarmi anche su Facebook alla mia pagina autore: Andy14 (EFP) Alla prossima.

Canzoni del capitolo:
Go Your Own Way
For Your Entertainment
Breathe Easy


V

-Kurt è la terza volta che provo la stessa giacca.- si lamentò Dave, facendo sorridere una delle figlie di Madame Malkin*1. L'anziana signora aveva deciso ad aprire una succursale ad Hogsmeade, stanca di dover fare avanti e indietro da Diagon Alley per gli studenti. Kurt, ovviamente non si era lasciato perdere l'occasione.
-Oh zitto, devo vedere quella che mi piace di più.- lo rimproverò Kurt, esaminando la giacca che l'altro indossava con occhio critico. -Ok, mi piace questa. Non è elegante, ma nemmeno sciatta.- disse, annuendo. -Dannata Santana. Se fosse stato una specie di ballo si che mi sarei potuto sbizzarrire.- aggiunse, sbuffando.
-Beh credo tu ti sia sbizzarrito anche ora- ridacchiò Dave, sfilandosi la giacca. Kurt scrollò le spalle, restituendo il capo scartato alla commessa, che lo mise al suo posto con un colpo di bacchetta.
-Forse hai ragione... - disse, tirando poi fuori dalla tasca del mantello un sacchettino di stoffa tintinnante. Dave mise una mano sulla sua, negando con la testa.
-Pago io.- disse, sorridendogli.
-No Dave dai... davvero, non c'è bisogno.-
-Sì che ce n'è. Sta tranquillo.- senza aspettare replica, il Gryffindor si diresse alla cassa pagando i vestiti di entrambi. Uscirono dal negozio, due buste piene al loro fianco.
-Ancora mi chiedo perché non facciano le consegne direttamente a scuola. Ci toccherà portarci dietro le buste per tutto il giorno.- si lamentò Kurt, sistemandosi il mantello pesante sulle spalle. Dave gli sorrise, prendendo entrambe le buste.
-Le porto io dai. Non mi pesano.- disse, continuando a camminare. -Andiamo a bere qualcosa di caldo?- chiese poi, notando il leggero tremore delle spalle di Kurt. Non del tutto dovuto al freddo, ma anche dal leggero contatto fra le loro mani di poco prima. Lo Slytherin annuì, guardando l'altro in viso. Il “Three Broomsticks”*2 distava solo pochi metri dalla bottega di Madame Malkin. Il locale era già pieno di studenti, rifugiatisi li per ripararsi dal freddo. Per un colpo di fortuna, Kurt avvistò un tavolo in fondo al locale, occupandolo prima che qualcuno lo anticipasse. Si spogliarono dei mantelli, lieti del tepore rilasciato da alcune stufette che fluttuavano in aria per riscaldare l'ambiente. Madama Rosmerta, qualche ruga a segnare gli anni che passavano inesorabili, si avvicinò a loro, un sorriso cordiale sulle labbra.
-Cosa vi porto cari?- chiese, pulendosi le mani sul grembiule leggermente inzaccherato. Entrambi i ragazzi ricambiarono il sorriso, prima di ordinare. Due Butterbeer*3, una normale per Dave, ed una con lo zenzero per Kurt.
-Ti piace lo zenzero?- gli chiese il più grande, sistemandosi sulla sedia. L'altro annuì, distogliendo per un attimo lo sguardo.
-Sì, sai mia madre quando ero piccolo mi preparava la Butterbeer in casa e mi ci metteva sempre lo zenzero. Ho provato a berla senza ma non so, sembra che manchi quel qualcosa che la rende speciale.- raccontò mentre un sorriso nostalgico gli si formava sulle labbra. David gli sorrise, poggiandosi con i gomiti al tavolo. Non disse niente, rimase solo a guardarlo.

***

-E quindi questo tizio si è avvicinato con la bottiglia di Fire Whiskey*4 sguainandola come se fosse la sua bacch... ehi Splendore, mi stai ascoltando?- Sebastian si sporse in avanti verso Blaine, vedendolo con lo sguardo perso avanti a sé. Il moro scosse la testa, tornando a guardare l'altro.
-Oh, scusa Sebastian. Devo... devo essermi incantato.- disse, bevendo un sorso dalla sua Butterbeer. Lo Slytherin assottigliò gli occhi, voltandosi leggermente per guardare con la coda dell'occhio chi ci fosse alle loro spalle. Capelli castani, tirati indietro con chili e chili di lacca babbana. Sciarpa verde-argento. Kurt Hummel. Smythe sospirò leggermente, tirandosi un po' su con la schiena e sporgendosi in avanti. Posò la sua mano fredda, diafana, su quella calda e olivastra di Blaine, sorridendogli quando questo lo guardò confuso. Sebastian scrollò le spalle, intrecciando le dita con le sue, e Blaine glielo lasciò fare, stupito dai gesti dell'altro.
-Quindi... hai scelto cosa cantare alla festa della Lopez?- gli chiese il castano, accarezzandogli il dorso della mano con il pollice.
-Eh..?- mormorò Blaine, guardandolo con occhi spaesati. L'altro ridacchiò, bevendo un sorso della sua bibita, prima di ripetere la sua domanda.
-La festa della Lopez. Cosa canterai? Visto che ha chiesto a Glee Club di cantare per non sprecare soldi per chiamare qualcun altro... ho sempre pensato che si vantasse troppo della sua ricchezza che sotto, sotto non ha. -
-Oh.. non ne ho idea. Me ne ero completamente dimenticato...- ammise, giocherellando con il bordo del bicchiere. -Tu? Sai già cosa cantare?- Sebastian annuì, sorridendogli sornione.
-Sì, ho già in mente qualcosina. Scommetto che ti piacerà.- disse, sporgendosi ancora in avanti avvicinando il viso a quello dell'altro. Le guance di Blaine si colorarono leggermente, vedendolo avvicinarsi così repentinamente.
-Che... che fai?- gli chiese con un filo di voce, guardando il sorriso di Sebastian addolcirsi.
-Ti guardo. Sei così carino quando arrossisci.-

***

-Possiamo... possiamo andarcene per favore?- chiese Kurt a Dave, alzandosi in piedi con i pugni stretti. Il Gryffindor lo guardò sorpreso e confuso, annuendo comunque ed alzandosi a sua volta. Mentre si infilava il mantello, lasciò vagare lo sguardo per il locale notando Blaine e Sebastian seduti poco lontano da loro. Si tenevano per mano, i volti vicini e parlavano a voce bassa, come se non volessero farsi sentire da nessun altro. Anderson era arrossito, come Dave non gli aveva mai visto fare in sei anni che lo conosceva. Poi Sebastian aveva avvicinato ancora di più il viso a quello dell'altro, e Kurt gli aveva stretto la manica del mantello, per farlo voltare verso di lui e distogliere lo sguardo dall'altra coppia.
-Andiamo via... per favore?- gli chiese con il volto chino. Dave sospirò annuendo di nuovo, passandogli il braccio intorno alle spalle e voltandosi per uscire. Kurt guardò per un altro secondo Blaine e Sebastian prima di seguire Dave fuori dal locale, perdendosi il momento il cui le labbra di Smythe toccarono quelle dell'altro.

***

Blaine spalancò gli occhi, sentendo la bocca di Sebastian posarsi sulla sua. Restò immobile per un attimo, prima di chiudere gli occhi a sua volta, ricambiando quel bacio. Le loro labbra si mossero insieme, separandosi e ricongiungendosi più volte. Quando entrambi si ritrovarono in carenza d'ossigeno, si separarono definitivamente. Il moro rimase con gli occhi chiusi per qualche altro secondo, prima di trovare il coraggio di aprirli. Quando lo fece, si trovò davanti il sorriso di Sebastian. Più dolce di quelli che gli aveva sempre rivolto. Blaine gli sorrise di rimando, stringendo un po' di più la mano dell'altro, intrecciata alla sua. Forse, non tutto era perduto. Forse... forse sarebbe riuscito a dimenticare quegli occhi azzurri. Prima o poi.

***

-Che vuol dire che tu non canti?- chiese Santana furiosa, avanzando verso di lui e sovrastandolo grazie al tacco dodici delle scarpe che indossava. Kurt incassò la testa nelle spalle, evitando di guardarla. Gli stava facendo paura.
-Che io non ho voglia di cantare. Canta tu se ci tieni tanto.- disse, voltandole le spalle per uscire dalla Common Room ormai deserta.
-No fammi capire. Mi stai dando buca il giorno del mio compleanno? Che cosa ti salta in quella testa annebbiata dalla lacca?- lo questionò di nuovo Santana, puntandogli un dito contro. -Secondo te come dovrei fare io adesso?-
-Mi dispiace Santana... non sono dell'umore per cantare niente.-
-Beh fattelo venire l'umore, perché dopo quel nano di Anderson tocca a te.- disse la ragazza, ponendo fine al discorso. -Ora, porta il tuo bel culetto in Great Hall, così che io possa fare la mia entrata trionfale.- Kurt annuì sospirando, lasciando la Common Room. Camminò con lo sguardo piantato a terra, raggiungendo la scalinata prima di quanto pensasse. Dave lo aspettava in cima, avvolto negli abiti che avevano comprato qualche giorno prima ad Hogsmeade. Gli sorrideva dolcemente, porgendogli una mano aspettando che lui la stringesse nella sua. Lo Slytherin sorrise, prendendo quella mano nella sua, salendo gli ultimi gradini. Mormorò un “Ciao” come saluto, alzandosi sulle punte par baciare la guancia sbarbata dell'altro che ricambiò il suo saluto. La Great Hall era già piena di studenti, tutti vestiti in abiti semplici, come richiesto dalla festeggiata. Senza volerlo, gli occhi di Kurt si posarono su Blaine e Sebastian, intenti a chiacchierare poco lontano da lui. Una strana morsa gli attanagliò lo stomaco quando il castano avvolse un braccio intorno alla vita dell'altro per tirarlo a sé, facendolo ridere. La stessa morsa si accentuò quando il suo compagno di casa, con estrema naturalezza, posò le labbra su quelle del moro. Kurt si morse un labbro, portandosi una mano sullo stomaco contratto. Gelosia? Possibile?
-Kurt va tutto bene?- gli chiese Dave, posandogli premurosamente una mano sulla guancia. Lo Slytherin puntò gli occhi nei suoi annuendo, cercando di sorridere.
-Devo... devo aver mangiato troppo a pranzo.- disse, trasferendo la mano dal suo stomaco fino a posarla su quella di Dave che ancora gli accarezzava delicatamente la gota.
-Se vuoi possiamo andarcene. Ti accompagno in camera, così puoi riposare...-
-No, no. Sta tranquillo, mi passerà.- Kurt strinse entrambe le mani dell'altro nelle sue, sorridendogli ancora per rassicurarlo. Dave annuì, visibilmente poco convinto dal comportamento dell'altro. Tuttavia venne distratto dall'entrata trionfale di Santana, avvolta nel vestito rosso scelto per l'occasione dallo stesso Kurt. La ragazza sorrise ai suoi compagni, puntandosi la bacchetta alla gola per amplificare la sua voce. Si schiarì la voce, facendo zittire tutti.
-Salve a tutti, innanzi tutto grazie per essere qui e festeggiare con me il mio compleanno. Ringrazio poi i professori e Mr Figgins per avermi permesso di organizzarla.- disse, riserbando al preside un sorriso più falso di una banconota da un galleon. -Spero vi divertiate, e che il Glee Club possa intrattenervi al meglio con la sua musica.- terminò il suo discorso con un leggero sfarfallare delle dita scendendo dal palco allestito per l'occasione. Gli studenti applaudirono, curiosi di sapere cosa aveva riserbato per loro il Glee Club. Blaine fu il primo a salire sul palco, con un grosso sorriso ad incorniciargli le labbra rosee. Kurt sorrise, contagiato a malincuore dall'allegria dell'altro, appoggiandosi contro il petto di Dave quando questo lo abbracciò da dietro cingendogli la vita. Lo Slytherin posò le mani sulle braccia dell'altro, tirando un po' su la testa per guardarlo e sorridergli. Il proprietario di quelle braccia sorrise a sua volta, posandogli un lieve bacio sulla fronte, mentre Blaine iniziava a parlare in quello che sembrava un microfono.
-Ciao Hogwarts!- gridò il moro, ricevendo delle grida entusiaste in risposta. Con una risata cristallina, si girò verso la band annuendo prima di riportare lo sguardo verso il suo pubblico, lo sguardo dannatamente serio.

Loving you isn't the right thing to do
How can I ever change things that I feel?
If I could, maybe I'd give you my world
How can I, when you won't take it from me?

You can go your own way
Go your own way
You can call it another lonely day
Another lonely day
You can go your own way
Go your own way

Tell me why everything turned around?
Packing up, shacking up, is all you wanna do
If I could baby I'd give you my world
Open up, everything's waiting for you

Ooooh

You can go your own way
Go your own way
You can call it another lonely day
Ohh Ohh Ohh

You can go your own way
You can go, you can go your own way

Blaine cantò senza quasi mai distogliere gli occhi da Kurt, che aveva individuato poco prima di salire sul palco. Il castano si era stretto di più a Dave, sentendosi messo in causa nella scelta della canzone del moro. Karofsky lo strinse di rimando, fulminando il suo compagno di casa con gli occhi. Dopo un po', Kurt alzò il viso su quello di Dave posando brevemente le labbra sulle sue.
-Tra poco tocca a me. Devo andare dietro a prepararmi- mormorò, staccandosi dal suo abbraccio. L'altro annuì, salutandolo con un cenno della mano. Kurt raggiunse il palco, evitando volutamente lo sguardo Blaine che gli era appena passato affianco. Mentre si sistemava al lato del palco, pronto per esibirsi, vide Sebastian prendere il microfono. Il ragazzo ammiccò verso i compagni, schiarendosi la voce.
-Vi rubo un secondo prima di iniziare. Dedico questa canzone al mio ragazzo. Per te Splendore.- disse, facendo l'occhiolino a Blaine che arrossì, abbassando lo sguardo al pavimento.

So hot, out the box
Can we pick up the pace?
Turn it up, heat it up
I need to be entertained
Push the limit, Are you with it?
Baby, don't be afraid
I'm a hurt 'ya real good, baby
Let's go, It's my show
Baby, do what I say
Don't trip off the glitz
That I'm gonna display
I told ya, I'm a hold ya down until you're amazed
Give it to ya 'til you're screaming my name

No escaping when I start
Once I'm in I own your heart
There's no way you'll ring the alarm
So hold on until it's over
Oh, do you know what you got into?
Can you handle what I'm 'bout to do?
'Cause it's about to get rough for you
I'm here for your entertainment
Oh, I bet you thought that I was soft and sweet
'Ya thought an angel swept you off ya feet
But I'm about to turn up the heat
I'm here for your entertainment

It's alright, You'll be fine
Baby, I'm in control
Take the pain, Take the pleasure
I'm the master of both
Close your eyes, Not your mind
Let me into your soul
I'm a work it 'til you're totally blown

No escaping when I start
Once I'm in I own your heart
There's no way you'll ring the alarm
So hold on until it's over
Oh, do you know what you got into?
Can you handle what I'm 'bout to do?
'Cause it's about to get rough for you
I'm here for your entertainment
Oh, I bet you thought that I was soft and sweet
'Ya thought an angel swept ya off your feet
Well I'm about to turn up the heat
I'm here for your entertainment

Oh oh... mmmm Entertainment...
Oh oh... Oh entertainment...
I'm here for your entertainment...
Oooohhh... Do you like what you see?
Wooooaaaahhhh... Let me entertain 'ya till you screeaaam

Oh, do you know what you got into?
Can you handle what I'm 'bout to do?
'Cause it's about to get rough for you
I'm here for your entertainment
Oh, I bet you thought that I was soft and sweet (bet ya thought)
'Ya thought an angel swept ya off your feet
Well I'm about to turn up the heat (turn up the heat)
I'm here for your entertainment

Sebastian allontanò il microfono dalle labbra una volta che la musica fu dissolta nell'aria, sostituita dagli applausi dei suoi compagni. Fece un altro occhiolino a Blaine prima di scendere dal palco. Appena scese l'ultimo scalino, notò Kurt che lo fissava a denti stretti e le braccia incrociate al petto. Gli riserbò un sorriso beffardo, arrivandogli di fronte con pochi passi.
-Sai dovresti smetterla.- gli disse, incrociando le braccia a sua volta.
-Di fare cosa, esattamente?-
-Di andare dietro a Blaine. All'inizio la trovavo una cosa carina, ma adesso mi sono stufato.- continuò con voce minacciosa, avvicinandosi pericolosamente all'altro. Kurt si ritrasse impercettibilmente, come se volesse mettere più distanza possibile fra sé stesso e lo Slytherin. -Ce l'hai un fidanzato. Beh, non cercare di prenderti quelli degli altri.-
-Di che diamine stai parlando? Io non sto cercando di prendere nessuno.-
-Già sei tu quello che prende no?- Sebastian sorrise beffardo, allontanandosi verso il soggetto della loro discussione, che si stava avvicinando a loro. Blaine li guardò stranito per un attimo, soffermandosi sull'espressione sorpresa e indignata di Kurt, guardando poi il suo ragazzo. -Piaciuta la canzone?- gli chiese il più alto, incorniciandogli il viso con le mani. Il moro annuì sorridendo, chiudendo poi gli occhi quando le labbra di Sebastian si posarono sulle sue. Hummel cercò di allontanare lo sguardo dallo spettacolo che gli altri due stavano dando, scoprendo di non esserne in grado. Sentiva come se tanti Bowtruckle*5 gli stessero graffiando il petto, con le loro piccole dita affilate. I due si staccarono, il moro sorrideva ancora mentre appoggiava la testa sulla spalla dell'altro. Santana gli passo di fianco, prendendolo per un braccio e trascinandolo da parte.
-Tocca a te.- disse solamente, spingendolo sul palco illuminato. A differenza degli altri due che lo avevano preceduto, Kurt non disse nulla al microfono. Lo strinse solo fra le dita, guardando per un momento Dave, che si era portato in prima fila per vederlo meglio, poi chiuse gli occhi. E aspettò solamente che la musica partisse, poi iniziò a cantare a cantare.

Cruel to the eye
I see the way he makes you smile
Cruel to the eye

Watching him hold what used to be mine

Why did I lie? What did I walk away to find?
Oohhh – why...ooh - why....
I can't breathe easy
Can't sleep at night, Till you're by my side
No I can't breathe easy
I can't dream yet another dream
Without you lying next to me
There's no air

Curse me inside
For every word that caused you to cry
Curse me inside
I won't forget, no i won't baby, I
don't know why
I left the one I was looking to find
Ooh - why....ooh, why - why....

Out of my mind
Nothing makes sense anymore
I want you back in my life
That's all I'm breathing for
Oohh - tell me why
Oh won't you tell me why
I can't dream yet another dream
Without you lying next to me
There's no air

No, no, no
I can't breathe easy
Can't sleep at night, Till you're by my side
No I can't breathe easy
I can't dream yet another dream
Without you lying next to me
There's no air
There's no air

___________________________________________________________________________

*1 Madama McClan
*2 I Tre Manici di Scopa
*3 Burrobirra
*4 Whisky Incendiario
*5 Asticelli, sono piccole creature simili a bastoncini di legno che vivono su alberi il cui legno è usato per produrre le bacchette, dotati di gambe nodose. Qualunque cosa minacci il loro albero si difendono con le loro dita puntute e affilate.


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Capitolo 6
*** Chapter VI ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli:
6/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting:
Arancione (per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole:
2388
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali:
Here we are again! Dai su ho fatto presto. Tutta grazie alla magnifica TheScarfOfTheSexualPreference che mi ha corretto il capitolo in quanto? Tre minuti e mezzo? Grazie mille *^* Ora, passiamo alle dolenti note. Il 29 ho il concerto dei Simple Plan. Uno, non vedo l'ora che arrivi Giovedì prossimo, due in pratica da Lunedì a Domenica prossima mi isolerò in pre e post concerto. Ormai mi conosco, ad ogni concerto isolo il cervello per una settimana. Quindi, o mi viene un attacco di creatività acuta come oggi e scrivo tutto il capitolo prima del 26, oppure ci rivedremo a Aprile. Comunque, spero che questo capitolo vi piaccia e mi facciate sapere le vostre opinioni. Come sempre, allego il link alla mia pagina autore su Facebook Andy14 (EFP)

VI


Kurt stava scendendo dal palco con lo sguardo puntato verso il basso, osservando i solchi del pavimento in pietra, quando sentì una mano stringere la sua e portarlo lontano dalla Great Hall, dove uno scroscio di timidi applausi accompagnava la sua uscita. Ricambiò la stretta di quello che identificò come Dave, senza alzare gli occhi. Che cosa avrebbe letto in quelli dell'altro? Confusione? Ira? Odio, persino? Kurt era preparato ad ognuna di queste opzioni, ma non al reale sentimento che lesse nello sguardo smeraldino dell'altro, quando si fermò appena fuori il grande portone del castello. Comprensione. Solo comprensione. Lo Slytherin ne rimase sorpreso, tanto che fece un impercettibile passo indietro. Dave intensificò la stretta della sua mano, riuscendo finalmente ad intrecciare i loro occhi insieme.

-Io...- balbettò Hummel, abbassando nuovamente la testa. Il Gryffindor gli si avvicinò, alzandogli il viso spingendo il suo mento leggermente con due dita. Poi, gli sorrise dolcemente, trasformando quel leggero contatto di dita in una vera e propria carezza. -Mi dispiace io...-

-Shh...- lo zittì David, negando con la testa. -Non hai bisogno di scuse.- disse poi, sorridendo ancora. -Io... ho capito. Che poi, non c'era nulla da capire, credo di averlo saputo fin dall'inizio.-

-Cosa?-

-Che il tuo cuore non mi appartiene.- disse, scrollando le spalle. -Che appartiene a qualcun altro. Lo so che...- continuò, distogliendo lo sguardo per la prima volta. -E' stupido, insomma stiamo “insieme” da sole tre settimane ma...- si interruppe ancora, riportando lo sguardo su di lui. -Io... io credo di amarti.- ammise, mentre un lieve rossore gli imporporava le guance. Kurt rimase immobile, fissandolo con gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta. Lui... cosa?

-Tu... cosa? Credi...-

-Credo di amarti, sì.- ripeté il più alto, annuendo. -Non devi rispondermi anche io. Anche perché non sarebbe vero, lo so. Quindi... non dire niente.- aggiunse, accarezzandogli dolcemente il viso. Kurt richiuse la bocca, sbattendo le palpebre un paio di volte. Poi annuì, sorridendo debolmente. Dave ricambiò, avvicinando il viso al suo, baciandolo a fior di labbra.


***


Una settimana dopo


-Non sbirciare.- sussurrò Dave nell'orecchio di Kurt, sistemandogli la benda che gli aveva messo per coprirgli gli occhi.

-Non sbircio, ma vuoi almeno dirmi dove stiamo andando?- chiese lo Slytherin, stringendo con una mano quella del compagno, e tendendo l'altra in avanti per poter sentire se aveva davanti a sé un qualche muro, così da non sbatterci contro.

-No, è una sorpresa. E comunque siamo arrivati.- il Gryffindor si fermò e, dallo spostamento d'aria, Kurt capì che gli si era messo di fronte. -Aspetta un secondo qui. Non muoverti.- gli sussurrò ancora, allontanandosi. Il più piccolo incrociò le braccia al petto, cominciando a battere il piede a terra. Non gli andava di aspettare lì, in piedi, non sapendo effettivamente dove fosse quel “lì”.

-Dave si può sapere che diavolo stai facendo? Levami la benda.-

-Ecco, ecco!- David si avvicinò nuovamente a lui, afferrandogli la mano ancora una volta. Lo trascinò per qualche altro metro, e Kurt sentì lo scricchiolare delle foglie secche, lo scrosciare dell'acqua... erano vicini al lago. La benda gli venne tolta da davanti agli occhi. Dovette sbattere le palpebre un paio di volte, per potersi abituare alla luce. Aveva ragione, erano proprio di fronte al lago. Il leggero venticello autunnale accarezzava la superficie dell'acqua, increspandola appena. Kurt si voltò a guardare Dave, il quale si era seduto a terra sopra quello che sembrava un telo. Un telo, dove erano state poggiate due brocche, e varie bustine di carta anonime. Lo Slytherin aggrottò le sopracciglia, sedendosi al suo fianco. L'altro sorrise timidamente, guardandolo di sottecchi.

-Ehm...io... so che non è molto. Però... visto che oggi è in pratica un mese che usciamo insieme io... niente, volevo passare un pomeriggio un po' diverso. Solo tu e io...- disse, facendo nascere sulle labbra dell'altro un dolce sorriso. -Quindi niente... buon mesiversario.- continuò, voltandosi finalmente a guardare Kurt. Sorride, buon segno, pensò, mentre il più piccolo si avvicinava a lui e gli cingeva il collo con le braccia.

-Grazie...- riuscì a mormorare, posandogli un bacio sulla guancia, prima di allontanarsi per poterlo guardare negli occhi. -Davvero io... grazie.- ripeté, baciandolo poi sulle labbra. Dave lo strinse per i fianchi, avvicinandolo se possibile ancora di più, ricambiando il bacio. Kurt gli accarezzò i capelli alla base della nuca, permettendo alla lingua di Dave di intrecciarsi alla sua, quando questa aveva cominciato ad inumidire le sue labbra. Il più piccolo si staccò poco dopo, la pelle candida delle guance arrossata. Avevano entrambi il respiro corto, gli occhi incatenati gli uni agli altri. Dave aumentò la stretta sui fianchi di Kurt, facendolo sedere a cavalcioni del suo bacino. Lo Slytherin spalancò per un attimo gli occhi, prima di sistemarsi meglio sulle gambe dell'altro. Cominciò a giocherellare con i corti capelli sulla sua nuca, baciandolo di nuovo. Dave lo strinse ancora di più a se, facendo toccare i loro petti coperti dalla divisa che nessuno dei due si era ancora tolto da quella mattina. Si staccarono dopo qualche momento, entrambi a corto di fiato. Fu allora che udirono delle risate in lontananza, seguite da un leggero tonfo e un lamento sommesso. Kurt si sollevò dalle gambe di Dave, guardandosi intorno per cercare la fonte di quei rumori. Poco lontano da loro, sotto una quercia, due ragazzi si stavano rotolando sull'erba, scambiandosi un bacio fra una risata e l'altra. Kurt avrebbe riconosciuto quei capelli ricci ovunque. Ebbe la conferma che si trattava di Blaine, quando si sedette a cavalcioni del petto di quello che doveva essere Sebastian, alzando il viso e permettendo al sole di illuminarlo. Dave seguì la direzione dello sguardo dell'altro, portando il suo nello stesso punto. Dopo aver visto la scena, gli picchiettò leggermente la coscia con la mano, per farlo voltare verso di sé.

-Che ne dici se ce ne andiamo?- Kurt annuì, alzandosi in piedi e togliendosi qualche filo d'erba che gli si era attaccato ai pantaloni. Il Gryffindor lo imitò, raccogliendo la coperta che aveva steso a terra.

Poco lontano, Sebastian aveva ribaltato le posizioni con un colpo di reni, intrappolando Blaine sotto di sé. Il moro ridacchiò, allacciando le braccia dietro il collo dell'altro, lasciandosi baciare. Si inarcò quando lo Slytherin gli infilò le mani sotto la camicia, cominciando a ricoprirgli il collo di baci e piccoli morsi. Chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente sotto le attenzioni dell'altro, mugolando ogni qual volta toccava un punto particolarmente sensibile del suo corpo. Tuttavia, quando Sebastian cercò di infilare una mano nei suoi pantaloni, diventati decisamente fastidiosi, Blaine si allontanò. Posò una mano sulla sua, allontanandola dalla sua patta.

-Aspetta...- mormorò, sospirando. -Non così.- aggiunse, guardando l'altro negli occhi. Lo Slytherin lo guardò confuso, alzandosi a sedere sulle ginocchia.

-Che c'è?- gli chiese, aprendo le braccia. Blaine si mise a sedere a sua volta, passandosi una mano fra i capelli scompigliati.

-E' che.. io non l'ho mai fatto prima. E sinceramente, non mi va di avere la mia prima volta su un prato.- spiegò, fissando insistentemente i fili d'erba sotto di lui. Sebastian sorrise sotto i baffi, avvicinando di nuovo il viso al suo.

-Che importa dove siamo?- gli chiese sussurrando direttamente nell'orecchio, facendolo rabbrividire. -L'importante non è essere noi due?-

-Sì ma...- balbettò Blaine cercando di resistere alla voglia di baciare l'altro e fregarsene di dove fossero, di lasciarlo fare del suo corpo quello che voleva. Sebastian attorcigliò fra le dita i corti capelli sulla nuca dell'altro, cacciando uno sbuffo divertito.

-Faremo come vuoi tu, splendore.- gli mormorò ancora, allontanandosi un po' per guardarlo in viso. -Ma sappiamo entrambi che non resisterai a lungo.-


***


-Allora?- chiese Santana, incrociando le lunghe gambe per cercare una posizione più comoda sulla poltrona dove era seduta. Sebastian sospirò, sedendosi sul tavolino li di fronte. -Ci è cascato?- insisté lei, dato che non aveva ricevuto risposta dall'altro. Lui annuì, guardando il pavimento.

-Con tutte le scarpe.- mormorò, torturandosi le mani.

-Bene! Ora non ti resta solo che dargli il colpo di grazia.- disse lei, sorridendo malignamente.

-Senti, io voglio tirarmene fuori.- esordì Sebastian, guardandola per la prima volta da quando erano rimasti soli. Santana assottigliò gli occhi, fulminandolo.

-Prego?-

-Voglio tirarmene fuori. Non mi va più di stare a questo tuo piano malato per fare a pezzi Anderson. -

-Senti bello, io e te avevamo un patto. Tu potevi farti Anderson a patto che poi me lo togliessi dai piedi. E ora, quando sono a un passo dalla meta, non puoi dirmi che te ne tiri fuori!- strillò lei, alzandosi in piedi. Lui la imitò, stringendo le mani a pungo.

-E invece me ne voglio tirare fuori! All'inizio la tua proposta era allettante ma... conoscendolo, ho capito che è sbagliato giocare con le persone. Giocare con lui. Io non voglio più giocare.-

-Non mi dire che ti stai innamorando Smythe.- disse lei con stizza, incrociando le braccia al petto. Sebastian abbassò lo sguardo, fissandosi le scarpe lucide.

-E se anche fosse?- chiese con un filo di voce, alzando cautamente gli occhi. Santana sbuffò, divertita e incredula insieme.

-Non ci posso credere. Pensavo che tu fossi diverso, e invece sei solo un mollaccione come tutti gli altri!-

-Si può sapere perché ce l'hai tanto con Blaine?- le chiese lui. A ben pensarci, non gli aveva mai spiegato le sue ragioni.

-Blaine. Te lo spiego subito. Ce l'ho tanto con Blaine perché sta troppo vicino a Kurt.- disse lei, cominciando a camminare per la stanza. -So che Kurt è un Half-blood*1, ma non mi va a genio che Gryffindor e Slytherin si mescolino. Siamo come i poli della stessa calamita che si respingono. È così fin da quando Hogwarts è stata creata, i Gryffindor odiano gli Slytherin, ed il sentimento è reciproco. Non si instaurano rapporti amichevoli. Né di altro genere che non sia odio.- continuò Santana, passando una mano sullo spesso muro di pietra. -Gli Slytherin vanno con gli Slytherin, e i Gryffindor con i Gryffindor.- finì, voltandosi nuovamente verso Sebastian. -Tu mi servi per mettere fuori gioco Anderson. A Karofsky ci penso io. Ma ti avverto Smythe, non farmi mettere su un altro baracchino solo per dividere te e quell'hobbit troppo cresciuto.- aggiunse, allontanandosi poi verso l'uscita. Sebastian prese un respiro profondo, seguendo i suoi movimenti con gli occhi. Possibile che una ragazza avesse un cuore tanto nero? Tanto... vuoto. 
Era quella l'impressione che il ragazzo aveva. Che Santana parlasse come se il suo cuore fosse vuoto da troppo tempo, la sua mente invece troppo piena di stupidaggini che venivano inculcate agli Slytherin ai tempi della rinascita Del Lord Oscuro. 

Sebastian aveva appena un anno quando Voldemort era risorto, e ne aveva quattro quando Harry Potter lo aveva sconfitto una volta per tutte. Era troppo piccolo per ricordare sua madre stringerlo al suo seno tutte le notti, spaventata che qualche Death Eater*2 troppo estremista potesse fare irruzione in casa loro e dichiarare fine alle loro vite. Paura fondata, visto che sua madre era nata da padre mago e madre Muggle. Half-blood. Quella parola era sempre stata difficile per il piccolo Sebastian, che a otto anni sentiva pronunciare da suo nonno paterno con tanto disprezzo. Augustine Smythe era un uomo austero, camminava sempre con la schiena dritta e si accarezzava sempre la lunga barba bianca di cui si vantava tanto. Una volta diventato abbastanza grande per capire, per pensare con la sua testa, Sebastian capì che probabilmente suo nonno faceva parte dei pochi Death Eaters rimasti liberi dopo l'uccisione del Lord. Ogni volta che lo sentiva parlare, udiva solo parole di disprezzo verso Mudbloods e Muggles, e di come questi avessero un loro posto nella società, e di come questo posto somigliasse molto a una fossa comune. Suo padre non lo contraddiceva, ma non gli dava nemmeno ragione, quindi in sedici anni di vita, Sebastian non aveva mai capito da che parte stesse realmente. Però, se aveva sposato sua madre nonostante fosse una Half-blood c'era un motivo, forse la amava talmente da infischiarsene della natura dei suoi genitori. O forse non gliene era mai importato realmente, che era quello in cui sperava Sebastian. 

Alla fine, nemmeno a lui interessava molto la distinzione fra Pure-blood, Half-blood o Mudblood, ma probabilmente era dato dal fatto che lui stesso era un Half-blood. Possibile che certi pregiudizi venissero inculcati ai Pure-blood sin da piccoli, nutrendoli a latte e distinzioni razziali?

Uscendo dalla Common Hall, Sebastian cominciò a credere che Santana faceva sicuramente parte di quest'ultima categoria. Di quei bambini abituati all'odio, abituati a differenziare le persone, abituati a sentirsi superiori solo perché si ha sangue “puro” nelle le vene. Non ricordava dove, ma poco tempo prima, sfogliando delle vecchie copie del Daily Prophet*3 risalenti al secondo dopo guerra magica, aveva letto una dichiarazione che recitava: “Coloro che si vantano tanto del sangue puro, sono quelli che hanno il cuore più nero. E poi, se i maghi non avessero cominciato ad accoppiarsi con i Muggles, probabilmente saremmo già estinti”. Lui si trovava pienamente d'accordo con quelle parole, infondo le persone non erano tutte uguali? Colore della pelle, degli occhi e razza di sangue. Una volta aveva detto quelle cose a sua madre, durante il suo quarto anno. Lei lo aveva guardato stupita, poi aveva aggrottato le sopracciglia. “Come hai fatto a finire a Slytherin, 'Bas?” gli aveva chiesto, accarezzandogli dolcemente i capelli. 

Sebastian sorrise al ricordo, salendo a due a due gli scalini che lo separavano dalla Great Hall. Entrò nella sala, dove i quattro lunghi tavoli erano già pieni di studenti, accomodati sulle panche pronti per la cena. Cominciò a camminare verso il suo tavolo, adocchiando un posto libero accanto a Quinn Fabray. Gli piaceva quella ragazza, aveva un umorismo fine, sapeva intrattenere amabilmente una conversazione, come una signora di alta società doveva; ma senza la puzza sotto il naso. Sebastian si mise a sedere, sorridendo alla ragazza, arrischiando un'occhiata al tavolo dei Gryffindor. Blaine lo stava guardando, sorridendogli. Lo Slytherin ricambiò il sorriso, ridacchiando quando la Berry colpì Anderson sul braccio, sentendosi ignorata e lamentandosi di parlare con il muro. Blaine sussultò, buttandole contro qualche scusa arrancata, mentre Hudson gli batteva una mano sulla spalla, compassionevole. Sebastian si morse il labbro per non ridere, cominciando a servirsi la cena sotto lo sguardo assassino di Kurt che, seduto accanto a Santana, malediceva se stesso per non poter sorridere così a Blaine al suo posto.

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*1 Diciamo che si traduce con Mezzosangue. Infatti, la cara Salani ha fatto di tutta l'erba un fascio. Originariamente, la Rowling ha fatto una distinzione fra i nati da entrambi genitori babbani, i Mudblood, e i nati da un genitore mago e uno babbano, gli Half-blood. E diciamo che c'è una bella differenza, a mio avviso. Un esempio palese è Hermione Granger che è Mudblood, e Severus Piton che è Half-blood. Da qui infatti il libro di pozioni che Harry utilizza nel sesto anno con tutte le annotazioni firmato Half-blood Prince. Ma questa è un'altra storia, e mi fermo altrimenti potrei parlarne per ore.

*2 Mangiamorte

*3 Gazzetta del Profeta

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Capitolo 7
*** Chapter VII ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
 Capitoli: 7/?
 Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
 Genere: Generale, Romantico.
 Raiting: Arancione (per il futuro)
 Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
 Parole: 3047
 Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
 Note Iniziali: Eccoci qua! Prima del solito e con un capitolo fresco di betatura e più lungo! Per questo ringraziate TheScarfOfTheSexualPreference che mi ha chiesto di allungarlo xD che dire... il concerto mi ha lasciato una febbre paurosa e un raffreddore che non se ne vuole proprio andare, ma oggi mi son messa di buona lena e ho finito il capitolo. Spero vi piaccia! Come sempre vi lascio il link alla mia pagina Facebook: Andy14 (EFP) e invito tutti voi a guardare la foto in bacheca, che ho postato qualche giorno fa. il link è: Foto vi invito a guardarla, e sì l'ho scrita a mano la roba che troverete lì xD al posto del video che avevo promesso visto che la web cam mi ha abbandonata. Ora vi lascio alla lettura, a presto :)

VII


-Come ti senti?- chiese Finn a Blaine, mentre quest'ultimo si sistemava le protezioni della sua divisa da Quidditch. Con l'arrivo di Ottobre anche l'annuale concorso per la coppa di Quidditch poteva avere inizio. Blaine una settimana prima, quando le varie date erano state affisse, credeva che quella scuola fosse tutta un cliché. La prima partita della stagione, guarda caso, era Gryffindor contro Slytherin.
-Bene Finn. È la quarta volta che me lo chiedi oggi.- rispose il moro, sorridendo all'amico. -Sto bene, e vinceremo la partita.- aggiunse, sorridendo. Finn ricambiò, dandogli una pacca sulla spalla, prima di attirare l'attenzione di tutti i suoi compagni di squadra. -Allora ragazzi, ci siamo. So che è solo la prima partita della stagione, ma voglio che vi impegniate come se fosse l'ultima. Voglio vederli a terra, voglio vederli mangiare polvere. Facciamo del nostro meglio!- gridò, alzando il pugno al cielo. Tutti i componenti della squadra applaudirono, appoggiando le parole del loro capitano, finché Madama Beiste non li chiamò in campo. Lo stadio era colmo di studenti, tutti bardati con sciarpe rosso-oro e verde-argento, anche se studenti di altre case. Se si faceva attenzione, si notavano anche alcuni cartelli, tutti scintillanti e dalle scritte enormi. La Beiste gli fece segno di mettersi in fila, mentre Thad Harwood di Ravenclaw, incaricato alla telecronaca, elencava i loro nomi.
-Ed ecco la squadra dei Gryffindor, Finn Hudson, Keeper*1 e Capitano, David Karofsky e Noah Puckerman, Beaters*1, Jeff Sterling, Nick Duval e Flint Wilson, Chasers*1 ed ultimo, ma non per importanza, Blaine Anderson, Seeker*1!- esclamò, mentre entravano uno per uno in campo non appena sentivano il loro nome. -Ed ora, la squadra Slytherin.- continuò Thad, arricciando leggermente il naso. -Sebastian Smythe, Keeper, Santana Lopez, Capitano e Beater, Azimio Adams, Beater, Weasley Montgomery, David Thompson e Sunshine Corazon, Chasers e infine Kurt Hummel, Seeker.- elencò anche loro, con tono decisamente meno allegro. Quando anche l'altra squadra entrò in campo, tutti i giocatori salirono in groppa ai loro manici di scopa, librandosi in aria nello stesso momento. -E siamo pronti a dare inizio alla prima partita della stagione! Sottospecie di Hobbit con i ricci, vedi di prendere lo Snidget*1 prima di capelli cotonati, o te la vedrai col sottoscritto!- minacciò Harwood, indicando Blaine con un dito ed assottigliando gli occhi. Poi, sentì una mano schiaffeggiargli la nuca. Si voltò indignato, notando che la preside McGonagall*2 lo guardava severamente.
-Signor Harwood, si limiti a commentare la partita o questa è la volta buona che la metto in punizione! Sa, i miei libri non vedono l'ora di essere catalogati per data di pubblicazione.- disse la donna, sorridendogli in modo furbesco. Thad deglutì tornando a puntare gli occhi sul campo.
-Sì ehm... Madama Beiste libera le palle e.... si comincia! Wilson prende la Quaffle*1 soffiandola sotto il naso di Corazon! Allora ogni tanto qualcosa sai farla oltre che addormentarti sul banco!-
-HARWOOD!-
-Scusi Prof, era solo un commento spassionato! Comunque, Wilson si avvicina agli anelli, passa a Sterling che prova a passare a... e no cavolo! Duval ti sei fatto fregare come un'idiota! Ti giuro che scendo la e ti prendo a bastonate con la scopa finché non canti la Cucaracha in falsetto!-
-HARWOOD! Ti avverto un altro commento non inerente e ti sbatto il megafono in testa!-
-Scusi Prof, giuro la smetto... per ora. Dopo che Duval si è fatto fregare la Quaffle come un imbecille..-
-Harwood...-
-Dicevo, dopo questa figura penosa...-
-Harwood!-
-Insomma dopo questo siparietto molto triste... Hudson dannazione svegliati! Non lo vedi che Thompson ti viene incontro!?! A destra, a destra, A DESTRA! Vi prego tirate un Bludger*1 in testa ad Hudson così almeno si da una svegliata! Slytherin in vantaggio di dieci a zero.- disse mogio, segnando il punteggio sul piccolo tabellone al suo fianco. La McGonagall ormai aveva smesso di rimproverarlo. Le sembrava di essere tornata indietro di quasi vent'anni, quando era Lee Jordan a fare la radio cronaca in quello stesso modo spassionato. Un sorriso le nacque spontaneo sulle labbra, mentre sentiva una mano posarsi cautamente sulla sua spalla fasciata dal mantello a scacchi verdi e neri. Si girò incuriosita, sbattendo le palpebre più volte. Quando vide di chi si trattava spalancò gli occhi, alzandosi in piedi quasi in uno scatto fulmineo, o almeno fulmineo per la sua età.
-Potter!- esclamò, richiamando l'attenzione di tutta la tribuna. Harry sorrise annuendo, avvicinandosi alla donna, per stringerla in un breve abbraccio. -E' un piacere vederti!-
-Anche per me professoressa, non è cambiata affatto. Le sue urla contro il radiocronista sono sempre le migliori.- ridacchio il moro, passandosi una mano fra i folti capelli corvini, che non avevano perso la piega impossibile. Lei alzò gli occhi al cielo, facendogli segno di sedersi al suo fianco, nel posto vuoto solitamente occupato da Emma Pillsbury, che aveva preferito non presenziare.
-Ti dirò, ho la netta impressione che Harwood sia imparentato con Jordan in qualche modo... hanno lo stesso modo di insultare gli Slytherin.- Harry rise annuendo, sistemandosi gli occhiali tondi che minacciavano di precipitare a terra.
-Hudson! Sottospecie di grattacielo con le gambe! Sono già due volte che ti fanno la stessa finta, vuoi collegare i tuoi unici due neuroni o stanno guardando un film a luci rosse?- a quel commento Finn si spazientì. Si tirò su le maniche, cominciando a dirigersi verso la tribuna con aria minacciosa. Venne fermato da Blaine, che cominciò a sussurrargli qualcosa nell'orecchio. Tutto lo stadio lo sentì urlare con voce rabbiosa,”TANTO PEGGIO DI COSI'!”. -Pertica peggio di così ci stanno solo gli Hufflepuff! Senza offesa ragazzi. Comunque, venti a zero per Slytherin. Ah Pertica chiede un time... cioè Hudson chiede il time out... ho bisogno di una Butterbeer corretta...- mormorò Thad, abbandonandosi sulla sedia, mentre Finn e Blaine parlavano conciatamente con i loro compagni di squadra, che si limitarono a scrollare le spalle e ad annuire. Dopo qualche altra parola, salirono nuovamente tutti in sella alle loro scope. Blaine volò fino agli spalti, mormorando qualche parola a Rachel e a Merceds Jones. Le due annuirono, cominciando a toccare le spalle dei loro compagni del corso di musica, sussurrando le informazioni che Blaine aveva dato loro. Mentre Anderson raggiungeva il suo posto, i componenti del Glee Club non impegnati nella partita cominciarono a scendere dagli spalti, mentre in lontananza gli strumenti dell'aula canto volavano vero il bordo campo, richiamati da un incantesimo d'appello. La Beiste fischiò e, inaspettatamente, Finn prese la bacchetta da una federa attaccata alla cintura, e la puntò conto la propria gola.
-Sonorus.- esclamò, cominciando a cantare subito dopo.

Hit me with your best shot

Why don’t you hit me with your best shot?


Gli Slytherin lo guardarono confusi, lanciandosi qualche occhiata fra loro. Dopo un attimo di sgomento, Santana avanzò verso la metà campo, facendo roteare la mazza di legno in una mano. Si puntò la bacchetta alla gola a sua volta, pronunciando lo stesso incantesimo usato da Finn.


I’m gonna get cha get cha getcha get cha


cantò a sua volta, sorridendo maligna. Era questo che volevano? Perdere facendo la figura degli idioti non bastava? Volevano perdere facendo la figura degli idioti canterini? A lei stava bene. Chiese un time out, facendo tornare la sua voce ad un tono normale, e raggruppando la sua squadra in cerchio. Gli Slytherin tornarono al loro posto quasi subito, tutti con lo stesso sorriso strafottente sulle labbra. Finn guardò verso il basso, notando il Glee Club in posizione e pronto ad un suo cenno. Annuì una volta, e gli strumenti cominciarono a suonare da soli, come se ad usarli ci fossero stati tanti musicisti invisibili. Rachel si voltò verso il gruppo, puntandogli contro la bacchetta. La musica che si sentiva poco prima aumentò di volume, come le voci di tutto il Glee Club, comprese quelle dei suoi compagni di squadra.


Hit me with your best shot
Why don’t you hit me with your best shot?


I’m gonna get cha get cha getcha get cha


Hit me with your best shot fire away


I’m gonna get cha get cha getcha get cha
One way or another I’m gonna find cha
I’m gonna get cha get cha get cha get cha
One way or another I’m gonna win ya
I’ll get ya, I’ll get ya


- E si riprende il gioco, la Quaffle di diritto dei Gryffindor dopo il gol subito. Speriamo che questo siparietto canoro serva a qualcosa per vincere...- commentò Thad, guardando incuriosito lo spettacolo davanti ai suoi occhi.


Well you’re the real tough cookie with a long history
Of breaking little hearts, like the one in me
That’s ok let’s see how you do it
Put up your dukes, let’s get down to it


-Sterling ha la Quaffle e avanza nella difesa Slytherin, mentre Puckerman lancia un Budger in picchiata e... ah! Per poco Puckerman! Se vuoi a natale ti regalo un paio di occhia...AH!- gridò Harwood, mentre un Budger lanciato da Noha gli sfiorava la testa per un pelo. -Sei molto permaloso sa...AH! E BASTA LANCIARMI BUDGERS! TIRATELI A HUMMEL!- strillò, mentre Puck e Dave si battevano il cinque sorridendo complici.


You come on with a come on, you don’t fight fair
But that’s okay, see if I care
Knock me down, it’s all in vain
I’ll get right back up on my feet again (that’s right)


Blaine si guardava intorno mentre continuava a cantare, cercando lo Snidget con gli occhi. Kurt stava facendo la stessa cosa, qualche metro sotto di lui. Poi un luccichio colse la sua attenzione, vicino la tribuna Slytherin. Capì che era effettivamente lo Snidget quando vide Jacob Israel fare cenno a Kurt, per avvertirlo che la pallina dorata era li davanti. Blaine scese in picchiata all'istante, esortando la sua Firebolt ad andare più veloce.


And if the lights are all out
I’ll follow your bus down town
See who’s hanging out


-Anderson ha avvistato lo Snidget! VAI HOBBIT VAI! Hummel gli sta alle calcagna, ma ovviamente con una manico di scopa come quello, col quale ci puoi solamente pulire per terra, non ha speranze!- esclamò Thad, alzandosi persino in piedi e sporgendosi dalla tribuna. -Ora sono fianco a fianco... sporgono entrambi il braccio... DAI GNOMO ALLUNGATI DI PIU! L'HA PRESO! ANDERSON PRENDE LO SNID....EHI FALLO! TU SOTTOSPECIE DI VIPERA ESSICCATA!-


Hit me with your best shot fire away
I’m gonna get cha get cha get cha get cha


Mentre Thad urlava quelle parole, Blaine aveva si preso lo Snidget, ma nel momenti in cui le sue dita si erano strette intorno alla piccola palla dorata, un Budger lo aveva colpito sul braccio, facendolo scricchiolare in modo sospetto. Si portò istintivamente l'arto al petto, gemendo di dolore ed accasciandosi leggermente sulla scopa. Madama Beiste fischiò la fine della partita, e lo stadio esultò. Blaine sorrise, tirandosi leggermente su.
-SANTANA NO!- sentì una voce gridare poco lontano da lui. Era la voce di Kurt, l'aveva riconosciuta. Alzò il viso registrando solo distrattamente il Budger colpirlo sulla spalla, facendolo cadere giù dal manico di scopa.
-ARESTO MOMENTUM!- sentì gridare dalla tribuna Gryffindor, mentre lo spazio intorno a lui cambiava. Pochi momenti prima gli sembrava di precipitare nel vuoto, mentre ora era come se stesse volando su una nuvola. Qualcuno doveva aver rallentato la sua caduta con un incantesimo, e quando questo si ruppe, riprese a precipitare verso il basso. Chiuse gli occhi, preparandosi al doloroso impatto con il suolo. Impatto che non arrivò, visto che atterrò su una superficie morbida. Con ancora la pelle d'oca alzò le palpebre, notando che era atterrato su un enorme cuscino rosso. Come c'era arrivato un cuscino lì?
-BLAINE!- si sentì chiamare nello stesso momento da due voci. Sbatté gli occhi ancora confuso dalla caduta, mettendo a fuoco i volti che si trovava davanti. Kurt e Sebastian lo guardavano preoccupati, entrambi con le lacrime agli occhi. Il suo ragazzo gli passò una mano fra i capelli, deglutendo.
-Blaine mi senti?- gli chiese allarmato, posandogli l'altra mano sul braccio ferito. Blaine sussultò, gemendo di dolore dovuto alle ossa decisamente rotte. -Chiamate Madam Pomfrey*3 per favore!- aggiunse poi, voltandosi verso la squadra dei Gryffindor, atterrata in quel momento vicino a lui. Kurt non riuscì a fare altro se non guardare, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime. Dave lo notò, quindi lasciò cadere la mazza a terra, per avvicinarsi al suo ragazzo e posargli una mano sulla spalla come conforto. Lo Slytherin alzò gli occhi su di lui, ringraziandolo silenziosamente, mentre intrecciava le dita con le sue.
Nel mentre Madam Pomfrey raggiunse il campo di corsa, Finn dietro di lei che le portava la borsa con gli attrezzi necessari.
-Fate largo, fate largo!- esclamò cercando di raggiungere Blaine, mentre la McGonagall e Harry scendevano dalla tribuna.
-Ragazzi fate passare!- esortò la preside, mentre gli studenti si fermavano a guardare Harry, strofinandosi gli occhi per assicurarsi di non avere le visioni. Finalmente l'infermiera riuscì ad accovacciarsi di fianco all'infortunato, il quale continuava a guardarsi intorno stordito.
-Anderson riesci a sentirmi?- chiese la donna. Blaine annuì, schiarendosi poi la voce.
-Il braccio...- sussurrò, cercando di muoverlo, gemendo dolorosamente quando una fitta gli esplose per tutto l'arto e la spalla.
-Non muoverti Blaine...- lo rimbeccò Sebastian senza smettere di accarezzargli i capelli. Nessuno lo aveva mai visto così preoccupato in tutti e sei gli anni che aveva frequentato la scuola.
-Credo che le ossa siano rotte... e la spalla lussata. Nulla a cui io non possa porre rimedio.- spiegò l'infermiera, frugando nella sua borsa.
-Skele-Gro*4?- chiese una voce con tono schifato. Madam Pomfrey alzò gli occhi stupida, incrociandoli con quelli di Harry, che aveva fatto la domanda poco prima.
-Oh, Potter... no, basteranno un paio di incantesimi e una bella fasciatura. E tanto riposo. Devo portarlo in infermeria, così da non doverlo spostare dopo gli incantesimi.- Madam Pomfrey si alzò in piedi, tirando fuori la bacchetta.
-Faccio io Madama... Wingardium Leviosa!- Harry agitò la bacchetta, puntandola contro il corpo di Blaine, che cominciò a levitare. Il ragazzo gemette leggermente infastidito. Sebastian lo affiancò subito, togliendogli i capelli dalla fronte sudata. Nel mentre, Thad Harwood finiva la radiocronaca dalla tribuna.
-E Gryffindor vince centocinquanta a venti, grazie a Anderson che ha preso lo Snidget! Speriamo si riprenda presto dall'infortunio e che quella vipera della Lopez venga per lo meno sospesa per un fallo del genere! Prossima partita, Gryffindor contro Ravenclaw, e ragazzi qui non posso essere imparziale!-
-E quando mai lo sei?- gli chiese sarcastica Tina Cohen-Chang di Huffelpuff, che in quel momento gli passava affianco mano nella mano con Mike Chang. Thad sbuffò infastidito, azzerando il tabellone.
-Che fate ancora seduti? Lo spettacolo è finito, andatevene bere qualche bicchiere di Fire...ehm... a fare i compiti.- si corresse quando notò il professor Longbottom*5 fulminarlo con lo sguardo.


***


-Posalo pure sul letto.- disse Madam Pomfrey, indicando ad Harry uno dei giacigli vuoti. L'uomo annuì, facendo atterrare delicatamente Blaine sulle lenzuola candide. Il Gryffindor sospirò al contatto col materasso, abbandonando la testa contro il cuscino.
-Sì riprenderà?- chiese Sebastian, afferrando la mano buona di Blaine, intrecciando le dita con le sue. L'infermiera lo guardò quasi indignata, prendendo la sua bacchetta.
-Ovviamente, Signor Smythe. Per chi mi ha presa, per una studentessa alle prima armi?-
-Sta tranquillo.- cercò di rassicurarlo Harry, posandogli una mano sulla spalla. -Una volta Madam Pomfrey mi ha fatto ricrescere tutte le ossa del braccio. E come vedi, le mie braccia sono entrambe qui,-
-Ma sarà doloroso. All'inizio. Quindi Anderson, stringi i denti. Pronto?- chiese la donna, agitando la bacchetta.
-Mi sta prendendo in giro? Mi ha appena detto che mi farà ma...AH!- gridò, sentendo come se le ossa del suo braccio volessero uscire fuori, lacerando la carne, quando invece queste si stavano solamente riavvicinando e ricalcificandosi fra loro. Una lacrima gli rigò la guancia, asciugata prontamente da Sebastian, che ricambiava la stretta ferrea della sua mano.
-Su abbiamo quasi finito...- mormorò di nuovo l'infermiera, posando una mano sulla spalla del Gryffindor per pochi secondi, prima di lanciare un nuovo incantesimo, silenziosamente. Blaine gridò ancora, mentre la sua scapola tornava al suo posto, attaccata alla clavicola. -Ecco fatto.- disse l'infermiera, passando quasi affettuosamente una mano fra i capelli del ragazzo dolorante. -Ti do subito una pozione per il dolore. Stanotte rimarrai qui, domani a seconda delle tue condizioni deciderò se dimetterti o meno.- Blaine annuì, provando a muovere il braccio appena curato. Riusciva a muoverlo, ma gli faceva ancora male.
-Manderò un gufo a casa tua per avvisare i tuoi genitori, Anderson. Potter, ti spiacerebbe venire con me? Non penso che tu sia qui per una visita di piacere.-
-No, infatti.- ammise Harry che, prima di uscire, sorrise a Blaine e lo salutò con un gesto della mano. -Guarisci presto.- gli disse, uscendo dall'infermeria. Quando anche Madam Pomfrey andò nel suo ufficio per prendergli la pozione antidolorifica, il Gryffindor si voltò verso Sebastian, sorridendogli quando incontrò il suo sguardo preoccupato.
-Ehi...- mormorò, rilasciando un po' la presa sulla sua mano.
-Ehi. Mi dispiace che ti sia fatto male...-
-Non è colpa tua. Magari alla Lopez brucia il fatto che io abbia preso lo Snidget per primo...- disse Blaine, cercando una posizione più comoda sul letto. Sebastian sospirò, sedendosi accanto a lui sul materasso. Una strana sensazione gli opprimeva il petto e gli toglieva il respiro. Come se qualcuno o qualcosa gli avesse stretto le mani attorno al collo. Senso di colpa?
-Blaine sentì..- cominciò lo Slytherin. -Io devo dirti una cosa...-

Sono un bugiardo.


Ti ho mentito.


Santana vuole metterti “fuori gioco”.


Tengo a te come non dovrei fare.


-Cosa?- gli chiese il moro incuriosito, inarcando le sopracciglia. Sebastian sospirò ancora, aprendo la bocca un paio di volte, senza che nessuna parola superasse la barriera dei suoi denti perfetti.
-Io...- quando finalmente trovò il coraggio di pronunciare quelle semplici due lettere, Madam Pomfrey tornò dal suo ufficio con una boccetta in mano. Lo Slytherin scosse la testa, abbassandosi sull'altro ragazzo per posargli un bacio sulla guancia. -Non fa niente. Te lo dico un'altra volta. Torno domani.- sorrise, uscendo dalla stanza dopo aver salutato con un cenno l'infermiera, senza aspettare un ulteriore risposta di Blaine. Una volta fuori si appoggiò contro la porta, lasciandosi scivolare lentamente a terra. Sentì il peso sul suo petto schiacciarlo come non mai. Si accorse di piangere solo quando non riuscì più a distinguere il muro di pietra chiara di fronte a se.


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*1 Tutte cose relative al Quidditch: Keeper = Portiere, Beaters = Battitori, Chasers = Cacciatori, Seeker = Cercatore, Snidget = Boccino, Quaffle = Pluffa, Budger = Bolide.
*2 Minerva McGranitt
*3 Madama Chips, l'infermiera della scuola
*4 L'Ossofast, la pozione che fa ricostruire le ossa.
*5 Neville Paciock, che avevo già accennato sarà il professore di Herbology, non che capo casa degli Huffelpuff


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Capitolo 8
*** Chapter VIII ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 8/?

Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2319
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali:
Ed eccoci qua con un bell'aggiornamento mattutino!
(Ora nevica.) Lo so sono in ritardo (e quando mai) ma ho avuto alcuni problemi e sono anche stata poco a casa quindi.... I'm so sorry.

VIII



Tre settimane prima


Cooper si strofinò gli occhi stanchi, abbandonando con un gesto stizzito la penna a sfera che stava utilizzando fino a poco prima. Questa rimbalzò per qualche momento contro la superficie liscia del suo quaderno degli appunti, pieno di formule chimiche che ormai cercava di imparare da ore. Si passò una mano fra i capelli, spettinandoli leggermente. Soppresse uno sbadiglio mentre si alzava dalla sedia che lo aveva ospitato durante tutta la mattinata di studio. Le gambe gli dolevano, poteva quasi sentire i muscoli maledirlo in tutte le lingue conosciute e sconosciute all'uomo. Mentre si sgranchiva le gambe, si perse a guardare il panorama fuori dalla finestra. Gli Anderson vivevano in un normale appartamento vicino il centro di Londra. Né troppo grande, né troppo piccolo. Bastava. Aveva tutto quello a cui una famiglia di sei persone serviva. Anzi, da quando Blaine aveva ripreso la scuola, quella casa sembrava anche troppo grande.
Il maggiore dei fratelli Anderson sospirò, stiracchiando anche la schiena dolorante. Portò di nuovo lo sguardo alla finestra decidendo che sì, una passeggiata gli avrebbe fatto bene. Cominciò a chiudere i libri e i quaderni che aveva sulla scrivania, riponendoli ordinatamente nella libreria. Alzò di nuovo lo sguardo verso l'esterno, sussultando spaventato. Una civetta se ne stava appollaiata sul suo davanzale, guardandolo come se gli chiedesse di poter entrare. Il ragazzo le si avvicinò cauto, aprendo la finestra con pochi gesti meccanici. Aveva paura che quell'affare potesse beccarlo. Una volta che i vetri furono aperti, il volatile entrò elegantemente nella stanza, volando fino al trespolo dove solitamente riposava Ricciarelli, la civetta di suo fratello Blaine. Quando l'animale si fu sistemato, allungò una zampetta verso di lui. Cooper, avvicinandosi circospetto, notò che portava una lettera legata con un fine filo dorato. Sì avvicinò ancora un po', slegando velocemente la lettera dalla zampa dell'uccello. La voltò per leggere destinatario e mittente. Sul davanti della busta c'era scritto:


Famiglia Anderson,
Terzo piano,
Orange Street 20,
Londra,
Greater London.


-Grazie.- disse titubante alla civetta che, prima di volare di nuovo fuori dalla finestra, gli beccò delicatamente un dito. Cooper ritirò la mano al petto, controllando se stesse sanguinando. Nulla. Guardò un'altra volta fuori dalla finestra, prima di scuotere la testa e uscire dalla sua stanza. Camminò verso il salotto, rigirandosi la missiva fra le mani. Accarezzò la pergamena delicatamente, passando un dito anche sulla scritta dorata del destinatario. Non poteva averla mandata Blaine. La scrittura era diversa, e poi lui non metteva destinatario. Le buste che arrivavano con Ricciarelli erano sempre bianche, a meno che suo fratello non l'avesse mandata per qualcuno in particolare. Ma su quella c'era scritto Famiglia Anderson. Era per tutti. -Mamma...- chiamò, raggiungendo la madre seduta al tavolo in salotto. Lucile Gordon in Anderson era sempre stata considerata una bella donna. La pelle olivastra sembrava non invecchiare mai, e i capelli color miele non perdevano mai la loro lucentezza nonostante il passare degli anni. La donna alzò gli occhi ambrati sul maggiore dei suoi figli, sorridendogli dolcemente. Cooper ricambiò il sorriso, porgendole la lettera. -E' arrivata questa poco fa. Pensavo fosse di Blaine, ma lui non scrive mai nulla sulla busta.-
-Infatti questa non è la scrittura di Blaine.- mormorò sua madre, aprendo la missiva con le sopracciglia aggrottate. Prese il contenuto della busta delicatamente, cominciando a leggere le parole scritte elegantemente con inchiostro nero. -Harry Potter...- mormorò, dopo aver letto la lettera. -Il nome non mi è nuovo.- continuò, alzandosi in piedi. Camminò fino al telefono, facendo ondeggiare l'orlo dell'abito che indossava. Compose velocemente un numero, scorgendo per un attimo ancora la lettera. -Richard? Tutto bene, senti... conosci un certo Harry Potter?-


***


-Ciao!- una voce alle sue spalle fece sussultare Quinn Fabray, persa fino a quel momento a guardare il lago nero. La superficie dell'acqua si increspava leggermente a causa di quel venticello di metà Ottobre, lo stesso vento che scompigliava i lunghi capelli biondi della ragazza. Lei si voltò per vedere il proprietario della voce che l'aveva fatta trasalire, sorridendo una volta capito che si trattava di Sam Evans.


Lei e Sam erano amici dal primo anno, da quando erano saliti sull'Espresso a dire la verità, quando lei non riusciva a portare il baule nello scompartimento e lui l'aveva aiutata. Quando il cappello li aveva smistati, prima lui a Hufflepuff e poi lei a Slytherin, Sam aveva continuato a mangiare la sua cena con aria triste, più che altro giocherellando col cibo. Sam non aveva origini magiche, l'arrivo della lettera aveva lasciato di sasso sia lui, sia i suoi genitori. Ricordava quel giorno come se non fossero passate che poche ore, invece di sei lunghi anni. Il piccolo Sam si era appena svegliato, ed aveva sceso le scale diretto in cucina strofinandosi stancamente un occhio. Sua madre, Mary, teneva la sua sorellina Stacy in braccio, mentre Stevie sgambettava per la stanza. Ricordava che sua madre gli aveva sorriso quando lo aveva visto entrare, intimando ai suoi due figli maschi di sedersi a tavola. Non appena Sam aveva infilato il cucchiaio nella sua tazza di porridge alla mela, suo padre Dwight era entrato in casa con gli occhi spalancati ed una busta di pergamena in mano. “C'è un gufo appollaiato sulla mia macchina. Mi ha beccato finché non ho preso questa.” aveva detto, porgendo la lettera a sua moglie. Mary lo aveva guardato come se fosse pazzo, facendo sedere la bambina sul seggiolone, prendendo poi la busta. “Sam Evans, Stanza al Secondo Piano, Hockerill 23, Watton-at-Stone, Hertfordshire...” lesse, aprendola subito dopo. “Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?” chiese, scorgendo velocemente il contenuto della lettera. “Magia?” suo marito le si era avvicinato, leggendo sopra la sua spalla.


-Ciao- rispose lei, ricambiando il sorriso. Sam si riscosse dai proprio pensieri, mettendosi a sedere lì accanto, piegando le gambe e poggiando i gomiti sulle ginocchia.
-Credo che il tuo gufo abbia qualche problema- disse lui, guardandola -Ha volato come un matto per la Common Hall finché non mi ha visto uscire.- Quinn ridacchiò, dandogli un piccolo colpo sulla spalla. -Cosa dovevi dirmi? Dal messaggio sembrava urgente...- il sorriso sul volto della ragazza si incrinò, mentre posava di nuovo la testa sulle ginocchia strette al petto.
-Nulla, volevo solo passare un po' di tempo con te. Non si può?- Sam inarcò le sopracciglia, prima di picchiettarle gentilmente un dito sulla testa.
-Pronto? C'è nessuno? Che fine ha fatto la mia amica Quinn Fabray? Dicendo così mi fai preoccupare più che tirarmi su di morale, sai?- lei sbuffò, tornando a guardarlo seria. Sam si tirò meglio a sedere, quando vide una lacrima rigarle il viso pallido. -Quinn? Ma che...-
-Sono incinta.-


***


Blaine si mise a sedere composto al suo posto nell'aula di musica, in attesa dell'arrivo del professor Schuester. Sebastian si sedette alla sua sinistra, prendendogli la mano. Il Gryffindor gli sorrise apertamente, sentendo solo distrattamente il chiacchiericcio degli altri occupanti della stanza. Quando il professore entrò, i ragazzi si zittirono all'istante, ansiosi di scoprire il compito scelto per loro quella settimana.
-Bene ragazzi! Questa settimana ho un compito molto importante per voi.- iniziò il docente, puntando la bacchetta verso la lavagna. Il gesso cominciò a fluttuare, scrivendo sulla superficie nera.
-”Duelli”?- chiese Finn confuso, leggendo la lavagna. Rachel alzò la mano subito dopo, cominciando a parlare.
-Scusi professore, forse intendeva scrivere “duetti”.-
-No Rachel.- Holly Holiday entrò in classe, chiudendo la porta dietro di sé. Si tolse il cappello a punta mentre camminava, facendo cadere i lunghi capelli biondi dietro le spalle. -Intendiamo proprio duelli.-
-Ognuno di voi scriverà il suo nome su un pezzo di pergamena e lo metterà nel cappello di Miss Holiday.- cominciò a spiegare Will, indicando il copricapo.
-Poi uno ad uno estrarrete un foglietto, e così sarete divisi a coppie.- continuò la bionda, andando a sedersi sulla cattedra.
-E ogni coppia sarà in gara contro le altre. Il fine della gara è farvi cooperare. E un po' di competizione non fa mai male.-
-I vincitori della gara, inoltre, avranno un bel premio... un buono da spendere da Three Broomsticks valido per due persone.- William sorrise, notando le facce allegre e sorprese insieme dei suoi studenti. Prese il cappello che Holly gli porgeva, passando per i banchi e permettendo ai ragazzi di inserirci dentro i propri nomi. Quando tutti ebbero inserito il loro nome, si avviò alla cattedra. -Bene, a Miss Holiday il privilegio di scegliere il primo nome!- Holly infilò la mano nel cappello, mescolando un po' i foglietti, prima di tirarne fuori uno.
-Jessie St.James!- esclamò, una volta letto il contenuto del foglietto.
-Bene! Jessie, vieni qui e pesca il nome del suo compagno.- il ragazzo si avvicinò alla cattedra, infilando la mano nel cappello, tirando fuori un altro foglietto.
-Grace Kelly.- disse sorridendo, voltandosi verso Quinn, che gli rivolse un leggero sorriso a sua volta. Jessie tornò a posto, e Miss Holiday pescò un altro foglietto. -Weasley Montgomery.- l'interpellato si alzò, copiando i movimenti del suo compagno di casa poco prima.
-Brittany S.Pierce.- lesse, voltandosi verso la biondina, e tornando con un sorriso al suo posto. Poi fu il turno di Sunshine Corazon, che estrasse il nome di Mercedes Jones. Poi, Trent Nixon pescò Richard James. Rachel Berry pescò Artie Abrams, e Finn Hudson pescò Noah Puckerman dopo di lei. Flint Wilson pescò Thad Hardwood, e poi fu il turno di Blaine.
-Oh... Kurt!- esclamò, mostrando il foglietto che aveva in mano, prima di tornare a sedere accanto a Sebastian. Quest'ultimo si alzò subito dopo per pescare il suo biglietto. Pescò Lauren Zizes, e ci vollero tutte le forme di persuasione del suo ragazzo per non farlo dare di matto e tornare a sedere. Nick Duval si alzò dal suo posto quando la situazione si fu tranquillizzata, pescando il nome di Jeff Sterling. Poi, David Thompson pescò il nome di Mike Chang, Tina Cohan-Chang quello di Santana Lopez ed infine Dave Karofsky finì in coppia con Sam Evans.
Quel compito cominciava a farsi interessante.


***


-Stiamo scherzando, vero?- esclamò Sebastian, marciando lungo il corridoio del settimo piano, diretto verso il dormitorio dei Gryffindor. Blaine uscì in quel momento dalla Common Room insieme a Finn, diretto verso i sotterranei per la lezione della Sylvester. Vedendo il suo ragazzo marciare in quel modo verso di lui si fermò, sbattendo le palpebre.
-Sebastian? Che succede?- chiese confuso, sistemandosi la tracolla sulla spalla. Lo Slytherin prese fiato, mostrandogli il foglio che stringeva convulsamente in una mano.
-Hai visto la lista delle canzoni per il Glee?- Blaine lo guardò ancora più confuso, prendendo la pergamena che gli stava porgendo. Cominciò a leggerne il contenuto, mentre anche Finn leggeva la lista da sopra la sua testa. Il più basso dei tre si morse un labbro, cercando di trattenere le risate nel leggere le due canzoni scelte per la coppia di Sebastian. -Blaine ti avverto, non ridere.- lo minacciò lo Slytherin, puntandogli un dito contro. Blaine si schiarì la voce, cercando di calmarsi, andando poi a leggere le sue di canzoni. Teenage Dream, come per Sebastian e Lauren, e Like A Virgin. E doveva cantarle con Kurt. Si grattò un orecchio, restituendo la lista all'altro.
-Dai non ti è andata poi così male. Guarda cosa è capitato a Nick e Jeff. Pensa se dovessi cantarle tu quelle canzoni.- gli disse sorridendo, mentre Finn faceva un sospiro di sollievo per le canzoni assegnate a lui e Puck.
-Avrei preferito stare in coppia con te...- mormorò lo Slytherin, avvicinandosi. Finn spalancò gli occhi, liquidandosi da sé con la scusa di voler prendere il posto migliore a Pozioni. Ma tutti e tre sapevano che si sarebbe seduto in ultima fila come sempre. Blaine ridacchiò guardandolo allontanarsi velocemente, mentre Sebastian si guardava intorno prima di stringerlo in vita. Il sorriso non abbandonò le sue labbra, nemmeno mentre Sebastian gliele baciava. Il moro chiuse gli occhi, ricambiando il bacio dell'altro allacciandogli le braccia al collo. Si staccarono dopo qualche istante, consci entrambi del ritardo per le lezioni pomeridiane. Intrecciarono le loro mani, cominciando a scendere assieme le scale che, ogni tanto, decidevano di spostarsi costringendoli ad allungare il loro percorso. Arrivarono nei sotterranei giusto in tempo, superando la Sylvester al terzo piano sempre grazie al cambiamento delle scale. L'avevano sentita imprecare dietro di loro, mentre scendevano al piano inferiore. Slacciarono la stretta delle loro dita, entrando nell'aula già piena di studenti. Con un ultimo sguardo di intesa si divisero per raggiungere i propri posti. Blaine si diresse vicino a Finn, che posava la testa su una mano, già annoiato, mentre Puck davanti a loro infastidiva Dave picchiettandogli un braccio. Sebastian si diresse per riflesso in prima fila, notando il suo solito banco occupato già da Kurt e Santana che, quando lo vide, lo salutò sarcastica sfarfallando le dita. Il ragazzo sospirò, decidendo di essere superiore, e si avviò verso l'unico posto libero in prima fila, affianco a David Thompson, davanti a Quinn e Sam. La Sylvester entrò poco dopo, sbattendo la porta dietro di sé mentre, senza insultare stranamente nessuno di loro, scriveva gli ingredienti del Draught of Living Death*1 e le relative istruzioni. L'intera classe si mise al lavoro in silenzio, avviandosi ordinatamente all'armadio delle scorte. Blaine cercò di prendere tutti gli ingredienti in una volta, impilandoli fra le braccia con attenzione. Tornò al suo banco, disponendo tutto di fianco al calderone, in ordine di utilizzo. Una T in Potions era l'ultima cosa che gli serviva in quel momento. Con un sorriso soddisfatto portò di nuovo lo sguardo al suo calderone. Prima di accendere il fuoco, vi trovò dentro un foglio di pergamena ripiegato. Lo prese, accendendo poi la fiamma. Se lo rigirò un po' fra le mani rima di aprirlo e leggerlo di corsa. Inarcò le sopracciglia, alzando lo sguardo verso i suoi compagni, guardandosi intorno. Accartocciò la pergamena, lasciandola li accanto, cominciando a preparare la pozione lasciando comunque quelle poche parole farsi strada vivide nella sua mente.
Vivi la tua calma. Finché puoi.

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*1 Distillato della morte vivente.

Note Dell'Autrice: Allora devo dire ancora un paio di cose, quindi rubo la vostra attenzione solo per poco. Innanzi tutto un enorme GRAZIE a TheScarfOfTheSexualPreference che ieri notte mi ha betato il capitolo (Grazie mille <3) E che mi ha dato alcuni consigli utili. Quindi se trovate magicamente dei nomi in inglese cambiati in italiano, don't worry, li cambierò anche nei precedenti ;) 

Poi, vorrei fare un pò di spam/pubblicità. Come alcuni di voi sanno (che poi perché dovreste saperlo? mah) faccio parte di un fantastico GDR dove interpreto Sam (se volete stalkerarmi vi lascio il link al mio profilo Sam EvansGdr siete liberi di aggiungermi). Vi lascio il link alla pagina (Gioco Di Ruolo Gleek Always x2 ) visto che abbiamo alcuni posti vacanti (come il ruolo di Kurt ad esempio) ma anche tanti altri. Non vi preoccupate, non mordiamo (a parte Puck ma sono dettagli. Scherzo Manu, ti voglio bene) e se siete interessati... beh, fate un salto :) Con questo approfitto per dire un enorme GRAZIE anche a tutti i ragazzi del GA, che ci sta sempre bene <3 Alla prossima!

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Capitolo 9
*** Chapter IX ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 9/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2511
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Allora! Eccomi qua e udite udite... ci ho messo pochissimo! (ora nevica sul serio). Vorrei dire un paio di cose, prima di lasciarvi alla lettura. Da domani a Mercoledì starò fuori, mi prendo una mini vacanza, e non avrò il pc con me. Ma oggi ho già iniziato il prossimo capitolo e ho fatto lo schema, quindi non dovrei metterci troppo (le ultime parole famose!). Le canzoni nei link sono le versioni del Glee Project. Mi sembravano più adatte e ritmate. Poi passo ai ringraziamenti. A TheScarfOfTheSexualPreference che mi ha appena betato il capitolo, grazie <3. A Acid_Quinn, il Kurt del mio Blaine, mia moglie,  che anche se mi sono scordata di dirlo (sono cretina che ci vuoi fare) mi ha aiutato a creare le coppie per il compito, intavolando una specie di tombola glee theme xD davvero, provateci è esilarante! Grazie per avermi aiutata, ti voglio bene <3 Poi, qualche giorno fa ho ricevuto un tweet da @wollie_nicolson che non ho idea di chi sia qui su EFP o se ci sia, ma mia ha messo davvero coraggio e ho finito tipo il capitolo in 20 minuti. Grazie davvero. 

IX


Blaine aprì lentamente gli occhi, tirando bruscamente su col naso mentre si svegliava. Strizzò le palpebre, cercando di mettere a fuoco la stanza intorno a lui che però continuò a rivelarsi un mucchio di macchie sfumate. Tirò fuori un braccio dalla coperta che lo copriva fino alle spalle, allungandolo alla cieca fino a dove sapeva esserci il comodino. Tastò per un po' la superficie di legno lucido, fin quando le sue dita non si scontrarono contro una lente dei suoi occhiali. Li afferrò con un sorriso trionfante, inforcandoli con una sola mano. Sbatté le palpebre un paio di volte, prima di mettersi a sedere. Si voltò verso destra, nel lato di letto che Sebastian aveva occupato la sera precedente. Ed era ancora lì, con gli occhi aperti e un dolce sorriso sulle labbra. Blaine ricambiò il sorriso, sdraiandosi su un fianco vicino a lui.

-Buongiorno. Da quant'è che sei sveglio?- gli chiese, permettendo all'altro ragazzo di baciarlo subito dopo. Lo Slytherin scrollò le spalle, poggiandosi al materasso con un gomito.

-Da un po'.-

-E perché non mi hai svegliato?-

-Perché quando dormi sei uno spettacolo.- gli rispose il castano, abbassandosi sul suo viso per poterlo baciare di nuovo. Blaine sorrise, ricambiando il bacio dell'altro mentre si voltava di schiena e gli allacciava le braccia intorno al collo. Sebastian spostò la coperta, scoprendo i loro corpi nudi, sistemandosi poi fra le gambe del suo ragazzo. Il moro sospirò, sentendo l'altro sdraiarsi sopra di lui. Si scambiarono un nuovo bacio, decisamente più passionale del precedente, mentre, inconsciamente, si strusciavano l'uno contro l'altro. Sebastian passò una mano fra i folti ricci dell'altro, andando poi a sfilargli gli occhiali, riponendoli nuovamente sul comodino. Blaine slacciò le braccia dal suo collo, abbracciandogli poi il busto. Si aggrappò a lui, quasi graffiandogli la pelle della schiena, inarcandosi e spingendo il bacino contro quello del ragazzo sopra di lui. A quel movimento il più grande gemette, avvicinando il viso al collo dell'altro, baciandone la pelle, prima di succhiarla leggermente. Il moro voltò la testa di lato per lasciargli più pelle, intensificando la stretta sulla schiena. Chiuse anche gli occhi, sentendo la mano di Sebastian accarezzargli la coscia, avvicinandosi sempre di più al suo inguine teso. Aprì, se possibile, ancora di più le gambe, mentre la mano dell'altro raggiungeva la sua intimità e cominciava ad accarezzarla lentamente. Il castano si staccò dal collo che stava vezzeggiando fino a poco prima, ammirando per un secondo il segno rosso che vi aveva lasciato. Si morse un labbro mentre continuava a stimolare la virilità del Gryffindor, compiacendosi delle espressioni che si facevano strada sul suo viso. Blaine continuò a spingersi contro la mano dell'altro, senza preoccuparsi di reprimere i gemiti.

-Sai cosa mi dispiace?- gli mormorò Sebastian in un orecchio, prima di stringerne il lobo leggermente fra i denti. -Che non ho tempo di farti completamente mio di nuovo...- continuò, mentre si accarezzava con la mano libera.


***


Kurt scese l'ultimo gradino che lo divideva dal corridoio del terzo piano, pronto per una nuova lezione di Difesa Contro le Arti Oscure. Si sistemò il nodo della cravatta mentre camminava con la mano destra, mentre con la sinistra teneva la tracolla in equilibrio sulla spalla. Una mano estranea si posò sulla sua testa, scompigliandogli delicatamente i capelli. Lo Slytherin si voltò indignato, pronto a riempire di insulti chiunque avesse osato mettergli i capelli in disordine. Girandosi, vide Dave davanti a sé, un enorme sorriso gli increspava le labbra. Kurt sorrise di rimando, prendendo la mano che l'altro gli porgeva.

-Non pensavo venissi a lezione.- cominciò il più piccolo. - Avevi detto di non aver finito il compito.-

-E non l'ho finito, ma visto che ieri avevo gli allenamenti con la squadra sono giustificato.- gli rispose l'altro, continuando a camminare.

-Anche io ieri avevo gli allenamenti ma guarda un po', ho fatto anche il compito.-

-Ma entrambi sappiamo che tu sei sempre un passo avanti a me.- commentò Dave ridacchiando. -Oggi pomeriggio hai da fare? Potremmo passare un po' di tempo insieme...-

-Scusa...- Kurt lo guardò dispiaciuto, fermandosi. -Oggi devo vedermi con Blaine per il compito del Glee..-

-Ah lo chiami Blaine adesso?- chiese Dave sbuffando, senza più traccia di buonumore sul viso. -Quando avevi intenzione di dirmi che vi sareste visti?-

-Dobbiamo lavorare per il compito, certo che ci vediamo! Pensavi lavorassimo uno per conto suo?-

-Beh non sarebbe una cattiva idea!-

-Senti anche tu devi lavorare con quel biondino carino di Hufflepuff, ma io non ti faccio tante storie!-

-Ma si da il caso che lui non sia innamorato di me, né io di lui!-

-Blaine non è innamorato di me, né tanto meno io di lui!- Dave sbuffò ancora, lasciando la mano di Kurt, per potersi strofinare il viso e gli occhi. Il più piccolo incrociò le braccia al petto, mentre distoglieva lo sguardo dal suo ragazzo e si mordicchiava il labbro inferiore.

-Senti Kurt...- cominciò il Gryffindor, guardandosi poi intorno. -Io ti amo..- continuò, abbassando la voce. -So che tu mi vuoi bene, e tanto. Ma so anche che non mi ami. E so anche che provavi qualcosa per Blaine, e probabilmente ancora lo provi, dentro di te. Solo guardandolo si capisce che Blaine prova qualcosa per te. Sta con quel tipo sì ma... ogni volta che ti guarda io... io vedo la stessa luce nei suoi occhi che sono sicuro anche i miei hanno quando ti guardo. Magari un giorno capirai che i suoi occhi ti fanno più effetto dei miei, che le sue... mani sanno toccarti meglio delle mie. E io... ho solo paura di vederti andare via.- confessò Dave, mordendosi il labbro a sua volta. Kurt sentì i propri occhi inumidirsi alle parole dell'altro, mentre le mani cominciavano a tremare. Sì avvicinò al Gryffindor, mettendosi in punta di piedi per poterlo abbracciare. Pensando che Dave, infondo, non si meritava tutto quello: il dover preoccuparsi di vedere il suo ragazzo abbandonarlo ogni volta che le sue labbra pronunciavano il nome di Blaine, ogni volta che si scambiavano uno sguardo attraverso la stanza.

-Non è vero che non ti amo.- disse con voce lacrimosa, chiudendo gli occhi. -E' vero io provavo qualcosa per lui. Ma adesso... adesso non più. Io sto con te, ed è con te che voglio stare.- Kurt si allontanò un poco, per poter guardare l'altro negli occhi, mentre una lacrima lasciava i suoi occhi chiari. -E poi le tue mani sono le uniche che mi abbiano mai toccato. E sinceramente, non ne vorrei altre addosso.- Dave sorrise, avvicinando il viso a quello dell'altro per poter baciare le sue labbra, incurante degli studenti che correvano lungo il corridoio, in ritardo per le lezioni.


***


Blaine si lasciò cadere sul pavimento del corridoio del settimo piano, appoggiando la schiena al muro di pietra e le braccia sulle ginocchia piegate. Aveva appuntamento con Kurt per provare le canzoni per il compito del Glee, e vista la situazione particolare in cui si trovavano, avevano deciso di esercitarsi in campo neutro. Per entrambi, la Stanza delle Necessità era sembrata una buona idea. Aveva liquidato Sebastian con un bacio, promettendogli che avrebbero fatto presto e di non preoccuparsi. Quella mattina, una volta che la loro sessione di baci fu terminata, gli aveva mostrato il bigliettino che aveva trovato nel calderone qualche giorno prima. Sebastian se l'era rigirato fra le mani un paio di volte con lo sguardo cupo, prima di chiedergli se conoscesse chi glielo aveva mandato. Blaine si era limitato a negare con la testa, e l'altro lo aveva stretto a sé, dicendogli di stare tranquillo, che probabilmente era solamente uno stupido scherzo. Blaine gli aveva creduto, dopotutto nessun altro biglietto gli era stato recapitato.

Kurt arrivò mentre il Gryffindor stava giocherellando con l'orlo del suo maglione, dove un filo era sfuggito alla cucitura. Lo Slytherin si palesò con il rumore delle sue scarpe contro il pavimento, e Blaine gli sorrise, alzandosi da terra.

-Scusa il ritardo, dovevo copiare degli appunti per Antiche Rune...- si scusò affiancandolo.

-Sta tranquillo, sono arrivato da poco.- gli sorrise Blaine, sistemandosi la borsa sulla spalla. -Hai portato gli spartiti?-

-Sì, e tu la musica?-

-Sì, un tizio della banda della scuola mi ha dato quest'affare, ma sinceramente non ho idea di come si possa usare.- disse Blaine, tirando fuori dalla sua tracolla una specie di cassetta. Kurt ridacchiò, prendendo in mano l'oggetto.

-E' un nastro. Hai presente le cassette babbane? Quelle che andavano prima dei cd?- Blaine annuì, assottigliando gli occhi. -Ecco, una specie. Solo che per far funzionare queste, bisogna dire il titolo delle canzoni.- spiegò lo Slytherin, rigirandosi la cassetta fra le dita.

-Sai un sacco di cose...- mormorò Blaine, passando davanti al muro per tre volte, pensando a cosa la stanza doveva diventare per loro. Dopo pochi attimi, una grande porta di legno scuro prese forma davanti a loro. I due ragazzi si sorrisero, poi il più basso dei due la aprì, permettendo all'altro di farsi strada nella neo stanza. Kurt, una volta entrato, rimase piacevolmente sorpreso. La stanza aveva le pareti completamente ricoperte di legno chiaro, sembrava quasi un salotto, con tanto di camino scoppiettante. Il castano poggiò la sua tracolla su uno dei due divani in pelle della stanza, sentendo Blaine chiudere la porta dietro le sue spalle. Accarezzò distrattamente il tavolino di vetro, davanti al sofà, i passi attutiti dal tappeto che aveva sotto i piedi.

-Hai davvero buon gusto.- commentò, sfilandosi mantello e sciarpa, decidendo poi di sfilarsi anche la cravatta. Odiava cantare con quell'affare intorno al collo, sembrava come se le sue corde vocali faticassero molto di più.

-Grazie.- sorrise Blaine, posando a sua volta la borsa. Si guardò intorno notando poi una specie di radio, appoggiata su un tavolino di fianco al divano. Porse una mano a Kurt, che gli passò la cassetta. -Pronto? Teenage Dream- disse, una volta infilato il nastro. L'altro annuì alle sue parole, avvicinandosi, mentre la musica riempiva l'aria. Blaine gli fece un cenno con la mano, cedendogli l'inizio della canzone.


You think I'm pretty

without any make-up on

You think I'm funny

when I tell the punch line wrong

I know you get me,

so I let my walls come down down

Blaine sorrise per tutto il tempo, tenendo il ritmo con il piede, prima di unirsi al canto dell'altro.


Let's go all

the way tonight

No regrets,

just love

We can dance

until we die

You and I,

we'll be young forever

You make me feel like I'm living a

teenage dream

The way you turn me on,

I can't sleep

Let's runaway and

don't ever look back

Don't

ever look back

Kurt si fermò, permettendo a Blaine di cantare la sua parte.


Before you met me,

I was a wreck but

things were kinda heavy,

you brought me to life

Now

every February you'll be my valentine,

valentine


Blaine porse una mano a Kurt sorridendo, e lui la afferrò facendosi trascinare.


Let's go all the way tonight

No regrets,

just love

We can dance

until we die

You and I, we'll be young

forever

You make me feel like I'm living a

teenage dream

The way you turn me on,

I can't sleep

Let's runaway and

don't ever look back

Don't ever look back


You make me feel like I'm living a

teenage dream

The way you turn me on

I can't sleep

Let's runaway and

don't ever look back

Don't ever look back


I'ma get your

eart racing

in my skin-tight jeans

Be your teenage dream tonight

Let you put your hands on me

in my skin-tight jeans

Be your teenage dream tonight


La musica finì, e Kurt si ritrovò a sbattere le palpebre un paio di volte. Gli occhi di Blaine erano fissi nei suoi, perfino troppo vicini. Le loro mani intrecciate lasciate lungo i loro fianchi, mentre la mano del Gryffindor stringeva la vita dell'altro. Kurt si staccò, massaggiandosi le mani, mentre si avvicinava al divano.

-Beh... andava bene no?- chiese, voltandosi di nuovo verso il moro. Blaine annuì, passandosi le mani sulle cosce.

-Sì... vogliamo provare anche l'altra?- Kurt gli sorrise annuendo, prendendo un grande respiro. -Bene... Like A Virgin.- continuò Blaine, avvicinandosi di nuovo a lui.


I made it through the wilderness

Somehow I made it through


Cominciò Kurt, guardando l'altro negli occhi, avvicinandosi. Blaine gli sorrise, l'imbarazzo di poco prima solo un qualche vago ricordo.


I didn't know how lost I was

Until I found you

I was beat incomplete

I'd been had, I was sad and blue



Kurt ridacchiò, mentre l'altro gli passava scherzosamente le mani sui fianchi, facendoli poggiare contro i suoi.


But you made me feel

Yeah, you made me feel

Shiny and new


Il Gryffindor fece allacciare le braccia dell'altro intorno al suo collo, senza abbandonare il sorriso che aveva preso possesso delle sue labbra.


Like a virgin

Touched for the very first time


Cantò il moro, spostando le mani dai fianchi alla schiena di Kurt.


Like a virgin

When your heart beats

Next to mine


Lo Slytherin portò una mano sul petto dell'altro, stringendo leggermente il maglione della divisa fra le dita sottili.


Like a virgin , hey

You make me feel like a virgin

Touched for the very first time

Like a virgin

Like a virgin


Kurt non realizzò esattamente il momento in cui le sue labbra, sottili e delicate, vennero a contatto con quelle screpolate e morbide di Blaine. Sapeva solamente che ad un certo punto i suoi occhi decisero di chiudersi, le sue mani cominciarono ad accarezzare il petto dell'altro e le loro bocche si erano unite a metà strada l'una dall'altra. Blaine gli stringeva delicatamente la vita, come se il suo corpo potesse rompersi da un momento all'altro. Kurt si rilassò fra le braccia dell'altro, andando a circondargli il collo con le sue. Tuttavia, quando una delle mani del Gryffindor cercò di attraversare lo strato di stoffa che la separava dalla pelle nuda dell'altro, il castano si irrigidì. Spalancò gli occhi, spingendolo delicatamente lontano da sé. Sbatté le palpebre, come se dovesse capire dove si trovava e perché.

Cercò di parlare, aprendo e chiudendo la bocca un paio di volte, prima di portare i palmi davanti al petto. Blaine lo guardava confuso, il respiro affannoso e i ricci scompigliati. Il moro si passò la lingua sul labbro inferiore, arrossato dal bacio che si erano appena scambiati.

-Io...- cominciò Kurt balbettando, guardandosi intorno. Camminò velocemente verso il divano, recuperando la sua borsa, la sciarpa e il mantello. -Io devo andare.- continuò, dirigendosi quasi di corsa verso la porta. Blaine rimase a guardarlo più confuso di prima, risvegliandosi come da uno stato di trance.

-No Kurt, aspetta!- esclamò, ma oramai l'altro si era chiuso la grande porta di legno alle spalle. Sopirò, strofinandosi gli occhi da sotto le lenti degli occhiali. Si diresse verso il divano, lasciandosi cadere pesantemente sopra i cuscini. Poggiò la testa contro lo schienale, sentendo qualcosa sotto il sedere. Aggrottò le sopracciglia, alzando i fianchi per vedere su cosa si era seduto. Portò l'oggetto di fronte al viso. Nella gran fretta di andarsene, Kurt aveva lasciato lì la sua cravatta.


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Capitolo 10
*** Chapter X ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli:
10/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting:
Arancione (per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole:
2467
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.

Note Iniziali: Eccomi qua con un nuovo capitolo! Scusate per il ritardo, ma ormai credo ci siate abituati. Posto ora, dandomi una pausa forzata dallo studio... risponderò alle recensioni una volta finito di studiare, I promise. Ringrazio come sempre TheScarfOfTheSexualPreference che ha betato il capitolo, ed ad AcidQuinn che ha corretto la parte Niff. Scappo a studiare, per qualsiasi cosa contattatemi qui o sulla mia pagina Facebook Andy14 (EFP). Buona lettura. <3
PS: Florean Fortescue sarebbe Florian Fortebraccio, Flourish & Blotts il Ghirigoro e Weasleys' Wizard Wheezes i Tiri Vispi Weasley.

X


-Uno zellino per i tuoi pensieri.- Kurt alzò di scatto gli occhi dal foglio di pergamena su cui stava scribacchiando già da un'ora buona. Il libro di Incantesimi, aperto davanti a lui, era rimasto fermo a pagina trecentoventiquattro da oramai un'ora.

-Cosa?- mormorò distratto, mentre Dave si sedeva davanti a lui al tavolo della Biblioteca. Il Gryffindor aggrottò le sopracciglia, posando la borsa sul pavimento di pietra.

-Kurt mi vuoi dire che hai? E' un paio di settimane che sei distante...- Il più piccolo scosse la testa, distogliendo lo sguardo. Passò distrattamente la mano sulla pergamena, come se volesse togliere la polvere che vi si era depositata sopra.

-No, non ho nulla. Sarà la stanchezza... per fortuna la prossima settimana iniziano le vacanze di Natale..- disse, sorridendo debolmente. Dave annuì, allungando una mano per posarla su quella dell'altro. Le dita del Gryffindor si intrecciarono a quelle più sottili e diafane del compagno, stringendole piano.

-Già. Andrai a casa? Per le vacanze intendo.- Kurt annuì, sistemandosi sulla sedia. Suo padre non gli avrebbe mai lasciato passare le vacanze a scuola, e anche se non lo ammetteva apertamente, a Kurt mancava casa sua. Gli mancava quel piccolo angolo di normalità, in una delle tante stradine di Godric's Hallow dove aveva abitato sin da quando era bambino. Dave gli sorrise ancora, annuendo a sua volta. -Anche io... mi scriverai, vero?- chiese, giocherellando con le dita dell'altro.

-Ovvio che sì per chi mi hai preso? Sai, se tu avessi un cellulare potremmo parlare a voce tutti i giorni.- mormorò il castano, avvicinandosi con il busto. A volte malediva persino i quattro fondatori di Hogwarts in coro che non gli permettevano di utilizzare gli oggetti elettronici. Probabilmente il telefono e il computer, che si era comprato con tanta fatica durante l'estate, giacevano spenti a prendere polvere sulla scrivania della sua stanza. Lo Slytherin si chiedeva spesso perché la scuola non aggiornasse le sue regole con l'andare avanti della tecnologia del mondo babbano, ma infondo non era così male. Gli dispiaceva solo per il suo iPhone dimenticato, ma soprattutto per la partita ad Angry Birds lasciata a metà la sera prima di partire per Hogwarts.

-Lo sai come la pensa mio padre no? Mia madre mi ha anche scritto che ha “accidentalmente” fatto in mille pezzi il mio lettore mp3. Pensa che non abbiamo nemmeno il televisore.- spiegò David, poggiandosi al tavolo con i gomiti. -Se potesse andrebbe in giro ancora con la carrozza e i cavalli.- continuò, rabbuiandosi. Paul Karofsky era il classico tipo Pureblood, rimasto con la mente ai tempi in cui ci si muoveva con le carrozze e si utilizzavano solamente i gufi per comunicare. 

I tempi erano cambiati, ora il mondo magico e non si erano inevitabilmente fusi. I muggle accettavano i maghi e viceversa, anche se la magia non veniva comunque sbandierata troppo ai quattro venti. Nell'ultimo periodo non era inusuale trovare qualche muggle passeggiare per Diagon Alley, con gli occhi spalancati che si guardavano intorno pieni di curiosità. Ormai prendere un gelato da Florean Fortescue era diventato quasi impossibile, come camminare tranquillamente fra gli scaffali da Flourish & Blotts. Inutile parlare di Weasleys' Wizard Wheezes, che aveva la fila fuori dal negozio. Kurt era sempre stato curioso di entrare a dare un'occhiata, ma aveva sempre rinunciato.

-Mi dispiace...- mormorò il castano, mettendo anche l'altra mano su quella del suo ragazzo. -Potremmo vederci di persona a Diagon Alley, qualche volta. Abitiamo troppo lontani perché io possa venire da te o tu da me..-
Infatti, la famiglia di Dave possedeva un enorme maniero nella campagna scozzese, non troppo lontano da Hogwarts. Suo padre aveva tanto insistito per permettere a suo figlio di recarsi a scuola individualmente, ma quest'ultimo si era fortemente opposto, decidendo di prendere l'espresso con i suoi amici. L'unica battaglia che aveva evidentemente vinto contro suo padre.

-Sì hai ragione... è l'unico modo.- Dave annuì alle sue stesse parole, sospirando. Poi guardò distrattamente l'orologio che portava al polso, tirando su la schiena. -Se non ci muoviamo faremo tardi al Glee.- aggiunse poi, alzandosi silenziosamente in piedi. Kurt raccattò le sue cose, sistemandole ordinatamente nella borsa di tela che portava sempre con se, alzandosi a sua volta.
L'aula di musica era già completamente piena. Kurt non poté evitare di guardare Sebastian e Blaine seduti in fondo a destra, il Gryffindor appoggiato mollemente al corpo dell'altro, che lo avvolgeva con un braccio. Gli unici posti liberi erano in prima fila accanto a Quinn, che guardava fisso davanti a sé, mentre Sam le accarezzava la schiena. Kurt le si avvicinò, sedendosi alla sua sinistra con un sorriso. La ragazza ricambiò, un po' tirata, tornando poi a fissare il pianoforte. Kurt aggrottò le sopracciglia, voltandosi verso Dave, che scrollò le spalle confuso allo stesso modo.

-Buongiorno a tutti!- salutò Schuester, sorridente. -Allora, oggi Miss Holiday non sarà fra noi visto che sono iniziati i corsi avanzati per il quinto e settimo anno. Quindi, dovrò comunicarvi io i vincitori della sfida, e consegnargli questi.- il professore infilò una mano nella tasca della sua tunica marroncina, tirandone fuori due pezzi di pergamena rettangolari. I buoni per il “Three Broomsticks”. -Con la professoressa Holiday abbiamo pensato a lungo a chi meritasse di più di vincere. Siete stati tutti bravissimi, e alcuni si sono fatti notare più di altri. Ma, secondo noi, il signor Duval e il signor Sterling, meritano la vittoria.- annunciò, sorridendo ai due ragazzi appena nominati. Nick e Jeff si guardarono stupiti, alzandosi poi nello stesso istante. Si abbracciarono ridendo, saltellando mentre gli altri li applaudivano ridendo a loro volta. Si staccarono poco dopo, avvicinandosi al professore di Trasfigurazione, che gli consegnò i buoni. I due ringraziarono, sorridendosi poi a vicenda. -Io direi che, se siete tutti d'accordo, i vincitori potrebbero fare un bis della loro esibizione.- propose il professore, e i due guardarono i loro compagni prima di annuire.

-Entrambe?- chiese Nick, più a Jeff che a Schuester. Il biondo annuì, riponendo i due biglietti nella tasca posteriore dei pantaloni, mentre l'orchestra invisibile, cominciava a suonare “Valerie”. Il moro si schiarì la voce, iniziando per primo, dopo aver fatto qualche passo avanti.


Well, sometimes I go out by myself
And I look across the water


Jeff ridacchiò, raggiungendo l'altro, facendo una buffa faccia pensierosa.


And I think of all the things, what you’re doing
And in my head I paint a picture

I due si voltarono per guardarsi, battendo entrambi il piede a terra.


Cause since I’ve come on home
Well, my body’s been a mess
And I’ve missed your ginger hair
And the way you like to dress

Jeff passò scherzosamente una mano fra i capelli scuri di Nick che, quando le mani diafane dell'altro abbandonarono la sua testa, la scosse vigorosamente, rendendo la sua chioma più disordinata di prima.


Won’t you come on over
Stop makin’ a fool out of me
Why don’t you come on over Valerie?
Valerie, Valerie, Valerie

I due improvvisarono qualche passo di danza e mentre Jeff sapeva dove mettere i piedi, Nick stava combinando più un disastro che altro, ma invece che vergognarsene cominciò a ridere di sé stesso, contagiando anche i compagni.


Valerie, Valerie, Valerie, Valerie
Why don’t you come on over Valerie?

La musica finì e Nick, ancora in preda alle risa, si avvicinò all'altro, passandogli un braccio intorno alla vita. Jeff lo abbracciò a sua volta, passandogli un braccio intorno alle spalle, mentre gli altri applaudivano la loro performance e Blaine gli mandava gesti di apprezzamento con le mani, dalla sua posizione in prima fila. I due ragazzi si separarono, mentre anche l'altra canzone iniziava. Ripeterono esattamente le stesse mosse fatte la prima volta, quando avevano eseguito la canzone davanti a Mr Shue e Miss Holiday. Ne avevano parlato a lungo da quando la lista era uscita. Dovevano fare quello che si sentivano, visto il tema della canzone, e lasciar perdere quello che avrebbero detto gli altri. Quando Nick aveva detto quella frase, un pomeriggio mentre erano seduti sotto l'ombra di un albero a decidere come esibirsi, a Jeff era mancato un battito. Lo aveva guardato per un attimo, chiedendogli se fosse serio, o se lo dicesse tanto per dire, per non offenderlo.

*

-Dici sul serio?- chiese Jeff, tirandosi su a sedere, facendo inevitabilmente scendere la testa di Nick dal suo ventre. Il moro scrollò le spalle, sistemandosi nella nuova posizione in cui l'altro l'aveva costretto, con le gambe sulle cosce dell'amico.

-Lo sai che a me non da fastidio il fatto che ti piacciano i ragazzi no?- chiese, guardando il biondo. -Quindi, visto il tema della canzone, non vedo cosa ci sia di male se recitiamo un po'. Infondo... chi se ne frega di quello che dicono gli altri.- continuò, sorridendo debolmente. Jeff ricambiò il sorriso, passando delicatamente una mano fra i capelli aggrovigliati dell'altro. -Che pensassero quello che vogliono...- mormorò ancora, chiudendo gli occhi e rilassandosi sotto le carezze sulla sua testa. Il più alto sorrise ancora, passando anche l'indice sulla fronte del moro, mentre si sorreggeva con la mano libera. -Jeffy, se continui così potrei addormentarmi...- ridacchio Nick, tirandosi su e stropicciandosi gli occhi con fare assonnato. Il biondo alzò le spalle, appoggiandosi al terreno con entrambe le mani.

-Beh nessuno te lo vieta.- disse, guardando l'amico stiracchiarsi, facendo salire l'orlo della camicia di qualche centimetro. Jeff si fermò a fissare quel minuscolo lembo di pelle scoperta, riscuotendosi solo quando Nick si mise a ridere, cogliendolo con le mani nel sacco. Il biondo abbassò lo sguardo, sentendosi arrossire, mentre l'altro continuava a ridacchiare, avvicinandosi. Gli si sedette di fianco, posando la testa sulla sua spalla.

-Ti voglio bene, Jeffy...- mormorò. Il cuore di Jeff perse un battito, il respirò si mozzò di colpo.

-Anche io Nicky...-

*

Jeff e Nick si misero a sedere a terra, entrambi con le gambe stese davanti a loro. Si guardarono negli occhi, distogliendo poi lo sguardo, come se fossero effettivamente una coppia innamorata. Il biondo si portò le gambe al petto, cominciando a cantare per primo.


I made it through the wilderness
Somehow I made it through


Nick si voltò di nuovo, tenendosi su sulle ginocchia, avvicinando una mano ai capelli dell'altro, senza effettivamente toccarli. Ritirò la mano al petto, guardando i suoi compagni con espressione turbata.


I didn't know how lost I was
Until I found you
I was beat incomplete
I'd been had, I was sad and blue

Jeff si voltò di nuovo, avvicinandosi leggermente all'altro fino a lasciare solo che pochi centimetri i distanza fra i loro rispettivi visi.


But you made me feel
Yeah, you made me feel
Shiny and new


Nick si scostò, indietreggiando un po' a carponi. Guardò l'altro negli occhi, avvicinandosi poi di nuovo mettendogli una mano sulla spalla per farlo sdraiare sul pavimento.


Like a virgin
Touched for the very first time

Il moro salì a cavalcioni del ventre dell'altro, abbassando il viso fino a quasi far sfiorare i nasi. La voce di Jeff si spezzò leggermente, colto di sorpresa. Non era decisamente come avevano concordato, ma lamentarsi sarebbe stato da ipocriti.


Like a virgin
When your heart beats
Next to mine

Nick posò una mano sul petto dell'altro, all'altezza del cuore, sentendolo battere furiosamente sotto le dita sottili. Gli sorrise, avvicinando ancora di più il viso al suo, cantando gli ultimi versi.

Like a virgin , hey
You make me feel like a virgin
Touched for the very first time
Like a virgin
Like a virgin

Poi, come se qualche essere invisibile li guidasse, i loro visi si avvicinarono ancora e le loro labbra si unirono. Prima era solo un leggero sfiorarsi, poi il contatto divenne più profondo ed entrambi chiusero gli occhi senza rendersene conto. La classe intorno a loro divenne solo una macchia indistinta, le uniche cose che contavano erano le loro labbra l'una sull'altra. Nick si appoggiò meglio sul ventre dell'altro, mentre quest'ultimo gli passava una mano fra i capelli. Si staccarono per bisogno d'aria, rimanendo a fissarsi negli occhi per un periodo quasi indefinito. Li riscossero gli applausi dei loro compagni, che si ritrovarono a guardare imbarazzati.

-Molto ehm... intenso.- disse il professore, sorridendo ad entrambi. -Potete accomodarvi.- i due si alzarono di scatto, spolverandosi i vestiti. Si guardarono sorridenti, tornado poi a sedersi.

***

Kurt tornò nel suo dormitorio sospirando per tutto il tragitto. Guardando l'esibizione di Jeff e Nick quel pomeriggio gli aveva fatto perdere qualche battito al cuore. La scena a cui aveva assistito era quasi identica alla situazione sua e di Blaine. Aveva notato i tocchi leggeri, timidi, lo sfiorarsi di labbra. La stanza che spariva intorno a loro, le labbra che si cercavano. Il cuore che batte forte che sembra quasi voglia uscire dal petto. La voglia irrefrenabile di passare le mani fra quei capelli ricci... Kurt tornò alla realtà, posandosi una mano sul petto che si alzava e abbassava velocemente. Si guardò spaesato intorno, dirigendosi poi nella sua stanza. Salì le scale due grandini alla volta, rischiando più di una volta di cadere. Il suo letto si trovava sulla destra, a suo malincuore accanto a quello di Sebastian. Il suo baule era aperto sopra il materasso, tirando leggermente il copriletto verde smeraldo. I suoi vestiti erano piegati ordinatamente accanto al baule, pronti per essere riposti. Kurt aveva deciso di anticiparsi con la preparazione dei bagagli, una settimana volava in un batter d'occhio. Lasciò cadere la borsa accanto al comodino, sfilandosi poi mantello e maglione. Cominciò a guardare i vestiti piegati, iniziando poi a sistemarli nel baule. Una volta che sul letto rimase solo il baule, ora pieno, Kurt si guardò intorno confuso. Si toccò il petto, stringendo leggermente fra le dita la stoffa liscia della cravatta che portava ancora al collo. Evidentemente, l'unica che gli era rimasta. Si guardò ancora intorno, sperando di scorgerla da qualche parte. Poi, come se un secchio d'acqua fredda gli fosse stato gettato sulla testa, ricordò.

-Io...- cominciò Kurt balbettando, guardandosi intorno. Camminò velocemente verso il divano, recuperando la sua borsa, la sciarpa e il mantello. -Io devo andare.- continuò, dirigendosi quasi di corsa verso la porta.

Nella fretta di scappare via da Blaine, dagli occhi di Blaine per la precisione, aveva lasciato lì la cravatta. Sospirò sconsolato, sedendosi ai piedi del letto, scostando leggermente la tenda del baldacchino. Ora le opzioni erano due: o andava nella Stanza delle Necessità sperando che Blaine avesse lasciato lì la cravatta, cosa assai improbabile, oppure chiedeva direttamente a lui di ridargliela. Una più improbabile dell'altra.

Kurt si lasciò cadere all'indietro, rimbalzando per un attimo sul materasso. Chiuse gli occhi, accarezzandosi distrattamente il petto sopra la camicia. Infondo la cravatta poteva anche lasciargliela, si ritrovò a pensare. Con un veloce incantesimo poteva pulire quella che indossava anche in quel momento. Storse il naso al suo stesso pensiero, scuotendo la testa. Doveva chiedere a Blaine di ridargli la sua cravatta.

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Capitolo 11
*** Chapter XI ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
 Capitoli:
11/?
 Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
 Genere:
Generale, Romantico.
 Raiting:
Arancione (per il futuro)
 Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover. ATTENZIONE! *insegna luminosa al neon* Non ho alzato il raiting pensando che poi alcuni non potessero più leggere. In questo capitolo è presente una scena di violenza fisica abbastanza esplicita. Se questo vi reca problemi NON e sottolineo NON leggete la parte dove è presente Dave. In caso, contattatemi per sapere a grandi linee cosa succede, sarò felice di rispondervi.
 Parole:
2244
 Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.

Note Iniziali: Ed eccoci qui! Prima del solito, per festeggiare l'arrivo dell'estate. Come ho già accennato, in questo capitolo c'è una scena di violenza fisica e mi pare giusto avvertirvi ed in caso vi infastidisse, saltate il pezzo e caso mai avvertitemi e potrò dirvi cosa succede in tale pezzo. Volevo ringraziare TheScarfOfTheSexualPreference e AcidQuinn che mi hanno aiutato a correggere il capitolo.  Spero mi facciate sapere il vostro parere sul capitolo, mai come ora vorrei conoscere la vostra opinione. A presto!

XI


La settimana passò, e Kurt non aveva avuto indietro la sua cravatta. Ogni occasione non era quella buona, o semplicemente le gambe non davano segno di obbedire all'ordine di avvicinarsi a Blaine. In quel momento lo Slytherin era seduto sull'Hogwarts Express, che lo avrebbe riportato a Londra per le vacanze di Natale. Reggeva il libro assegnatogli dal professor Ruf per le vacanze fra le mani, tenendo il segno con l'indice alla prima pagina, ancora intonsa. I suoi occhi azzurri fissavano il paesaggio sfrecciare fuori dal finestrino, la testa appoggiata allo schienale del sedile. Sentì il treno rallentare di poco e si riscosse. Chiuse definitivamente il libro, riponendolo con cura nella tracolla al suo fianco. La infilò, cercando poi di tirare giù il baule dallo scomparto per i bagagli. Mugugnò infastidito, cercando di tirare giù la valigia senza farsela cadere in testa. Ma come aveva fatta a metterla li su all'andata?

-Serve una mano?- Kurt si paralizzò sul posto. Il respiro gli si mozzò, il cuore cominciò a battere furioso nel petto, come se volesse uscire fuori dal suo corpo. Lo Slytherin prese un respiro profondo, sbattendo più volte le palpebre.

-No grazie. Ce la faccio da solo.- disse freddamente, cercando di strattonare il baule ancora una volta. Non solo questo non si mosse, ma a causa del movimento brusco la maniglia si staccò, rimanendo in mano a Kurt, che la guardò sconsolato. Blaine ridacchiò, avvicinandosi all'altro. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca dei jeans, agitandola avanti a sé.

-Wingardium Leviosa.- mormorò, a voce così bassa che Kurt lo sentì a malapena. Il baule si alzò in aria, uscendo dal vano bagagli seguendo le indicazioni della bacchetta di Blaine, fino a posarsi a terra davanti a loro. Il moro poi allungò una mano verso di lui, sorridendogli. Kurt lo guardò interrogativo prima di riscuotersi e passargli la maniglia rotta. Il Gryffindor la poggiò sopra il baule, agitando di nuovo la bacchetta. -Reparo.- i pezzi rotti della maniglia tremarono per un attimo, riunendosi poi insieme in un lampo.

-Grazie.- disse Kurt, afferrando il baule per il manico ora di nuovo apposto, cominciando a trascinarlo per la stanza.

-Kurt aspetta...- mormorò il moro, fermando il compagno per un braccio. -Io... volevo parlarti dell'altro giorno.- Kurt si fermò, guardando per un istante la mano che lo tratteneva. -Io... non mi pento di quello che è successo.- ammise Blaine, avvicinandosi di un passo all'altro. -Ma è complicato io...- Kurt sorrise, notando l'imbarazzo dell'altro, pensando che fosse adorabile. Il castano allora allungo una mano verso l'altro.

-Hai una penna?- chiese, sfarfallando elegantemente le dita. Blaine lo guardò confuso per un attimo, poi si frugò nella tasche della giacca babbana che indossava, trovando una penna a scatto. Fece scattare la molla, porgendo poi l'oggetto allo Slytherin. Kurt se la rigirò un po' fra le mani pensieroso, prendendone poi una dell'altro fra le sue. Blaine sussultò leggermente, e rabbrividì per il contatto, sentendo le mani fredde dell'altro stringere la sua, sempre calda. Kurt posò leggermente la punta della penna sul dorso della mano dell'altro, che seguiva attentamente i suoi movimenti confuso. Il ragazzo scrisse piano, lasciando che l'inchiostro blu colorasse la pelle olivastra del Gryffindor. Quando finii, Blaine si portò la mano davanti al viso, leggendo confuso cosa aveva scritto l'altro.

-0787... ma cosa...?- il moro alzò gli occhi dalla sua mano dove c'erano impressi evidentemente il numero e l'indirizzo di Kurt.

-Quando avrai un giorno libero da pudding all'uvetta e carta da regalo... vieni a riportarmi la mia cravatta.- Kurt sorrise, restituendogli la penna. L'altro la prese senza realmente farci caso, riponendola nella borsa che portava a tracolla. Ricambiò il sorriso dello Slytherin, annuendo.

-Allora.. ci vediamo.- mormorò il castano, abbassando gli occhi sul suo baule. Poi guardò di nuovo l'altro, sporgendosi leggermente verso il suo viso. Blaine lo fissò immobile, sentendo il cuore battergli forte nel petto. Baciami, baciami, baciami l'unico pensiero che gli occupava la testa. Kurt affiancò il viso al suo, posandogli delicatamente le labbra sulla guancia. Blaine chiuse gli occhi al contatto, e solo dopo si accorse di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo. Li riaprì solo quando l'altro sii fu allontanato, e notò il rossore sulle sue guance. Si guardarono per un attimo, poi Kurt afferrò il suo baule appena riparato, uscendo dallo scompartimento con un sorriso sulle labbra.

-Ci sentiamo!- gli gridò dietro Blaine, uscendo dallo scompartimento per vederlo allontanarsi. Kurt si voltò a guardarlo sorridente, annuendo con la testa, prima di scendere dal treno.


***


Sebastian entrò in casa silenziosamente, posando il baule all'ingresso. Qualcuno se ne sarebbe occupato. L'elfo che l'era andato a prendere alla stazione si congedò con un profondo inchino, facendo sparire se stesso e il bagaglio con un sonoro POP. Il ragazzo si sfilò il cappotto nero che indossava, lasciandolo nelle mani di un altro elfo che lo aveva accolto. Gli chiese dove fosse sua madre, e l'esserino lo indirizzò verso il salotto. Sebastian seguì l'indicazione, slacciandosi i polsini della camicia per arrotolare le maniche. In quella casa faceva sempre molto caldo. Quando entrò in salotto, si affrettò a sistemare di nuovo le maniche al loro posto, i polsini allacciati. I suoi genitori erano entrambi seduti al tavolo, suo padre leggeva il Daily Prophet, gli occhiali da lettura posati ordinatamente sulla radice del naso, e sua madre sorseggiava un tè, verde, sentiva l'odore dall'ingresso della stanza. La donna prese un altro sorso dalla tazzina in ceramica, poi alzò lo sguardo su di lui, come se lo avesse sentito arrivare. Si alzò sorridente, facendo per correre da suo figlio, ma il marito la fermò per un braccio.

-Siediti, Jaqueline.- le intimò con voce seriosa, posando il giornale e togliendosi gli occhiali. Lei sbatté un paio di volte le palpebre, sedendosi poi di nuovo, ondeggiando i lunghi capelli biondi. -Avvicinati, figliolo.- Sebastian si fece strada nella stanza, mantenendo la schiena dritta. Sorrise debolmente a sua madre, sedendosi poi al tavolo, nel posto vuoto alla destra di suo padre. Un elfo domestico apparve subito al suo fianco, porgendogli una tazza di tè fumante. Il ragazzo fece un secco cenno con la testa, prendendo poi la zuccheriera e affondando una zolletta nel liquido ambrato. -Dov'è la tua giacca?- gli chiese suo padre, chiudendo il giornale che stava esaminando poco prima. Sebastian si schiarì la voce, girando il suo tè con un cucchiaino d'argento decorato.

-Nel baule padre. Il cappotto era abbastanza pesante.- suo padre sospirò, chiudendo gli occhiali.

-Sai come la penso. A cena esigo che tu sia vestito come si conviene. Sebastian annuii, mormorando un “sì signore” cominciando a bere il suo tè. -Il signor Lopez è venuto in ufficio la settimana scorsa.- continuò suo padre, guardandolo inespressivo. Il ragazzo poggiò la tazzina sul tavolo, producendo un lieve rumore. Un tovagliolo apparì affianco a lui, così che potesse asciugarsi le labbra.

-Ah sì?-

-Sì. Sua figlia gli ha raccontato delle cose molto interessanti sul tuo conto e lui ha creduto fosse giusto riferirmele.- Sebastian deglutì rumorosamente, abbassando gli occhi sul tavolo. Si intrecciò le mani in grembo, accavallando elegantemente le gambe. Sapeva già cosa aveva riferito Santana a suo padre, e in un certo se l'era aspettato. -Non hai nulla da dire?-

-Cosa vuoi che dica. Credo che ti abbiano riferito già tutto.- mormorò, alzando gli occhi su quelli di suo padre. L'uomo si alzò in piedi, avvicinando pericolosamente il viso a quello del figlio.

-Credevo di essere stato chiaro su questo punto. Io non esigo un simile comportamento da te. Potrai anche farti sbattere da chi vuoi, ma non ti permetto di gettare fango sul nostro nome, sono stato chiaro?- disse, parlando con voce bassa, intrisa di quella che Sebastian interpretò come rabbia. Per tutta la durata del discorso suo padre gli aveva tenuto il viso con una mano, stringendo tanto che era sicuro sarebbe rimasto il segno. Il ragazzo annuì, e il genitore lo lasciò andare. -Voglio che tu metta fine a questa storia.- disse poi, allontanandosi. Sebastian alzò di scatto gli occhi, sentendoli inumidirsi senza che potesse fare nulla.

-Ma io..-

-Niente ma. Fa finire questa pagliacciata.-


La stessa identica scena si era svolta a casa Karofsky. Dave sedeva al tavolo del salone stringendosi fra le mani il tessuto dei pantaloni, reprimendo la rabbia e le lacrime che ne conseguivano. Non poteva lasciare Kurt. Era l'unica cosa buona che gli fosse capitata nella sua schifo di vita, e non l'avrebbe lasciato andare.

(Perfect - Simple Plan)

Hey dad look at me

Think back and talk to me

Did I grow up according to plan?

And do you think I'm wasting my time doing things I wanna do?

But it hurts when you disapprove all along


Sebastian si alzò dalla sedia che occupava, una volta che i suoi genitori lasciarono la stanza. Fece le scale di corsa, incurante dei quadri che lo guardavano, e si rinchiuse nella sua stanza. Si lasciò cedere a terra, portandosi le braccia intorno alle ginocchia e nascondendoci il viso. Sentì le lacrime scendere prima di poterle fermare, biasimandosi per non essere più forte. Fino a qualche mese prima sarebbe stato tutto diverso. Non avrebbe pianto, avrebbe solamente seguito ciò che suo padre diceva.


And now I try hard to make it

I just want to make you proud

I'm never gonna be good enough for you

I can't pretend that

I'm alright

And you can't change me


'Cuz we lost it all

Nothing lasts forever

I'm sorry

I can't be perfect

Now it's just too late and

We can't go back

I'm sorry

I can't be perfect


Dave corse dietro a suo padre lasciando che vedesse il suo dolore, lasciando che vedesse cosa gli stava facendo. E urlò. Urlò come non aveva mai fatto. Gli urlò che non gli avrebbe mai tolto la cosa più bella della sua vita, che era stufo. Sua madre lo guardava spaventata, conoscendo le reazioni del marito. Ma Dave non se ne curò, continuando a riversare contro quello che era suo padre la sofferenza di diciassette anni. Il dolore di essere solo. Il dolore di non avere nessuno che lo consolasse quando da bambino aveva paura del temporale. Il dolore di adolescente, quando si stava facendo togliere dalle mani il ragazzo che amava solo perché era del suo stesso sesso.


Nothing's gonna change the things that you said

Nothing's gonna make this right again

Please don't turn your back

I can't believe it's hard

Just to talk to you

But you don't understand


Sebastian versò le sue lacrime, stringendosi i capelli nelle mani. Non poteva fare niente. Non poteva mettersi contro suo padre. Semplicemente, non poteva. Non ne aveva il coraggio. Codardo. Come d'altronde era sempre stato. Aveva paura di suo padre, ne aveva sempre avuta. Da lui non aveva mai ricevuto una carezza, quelle mani si erano sempre posate su di lui con violenza, lasciando lividi e segni rossi che risaltavano sulla pelle chiara. Ricordandogli la disapprovazione di quell'uomo a cui nonostante tutto voleva bene.


'Cuz we lost it all

Nothing lasts forever

I'm sorry

I can't be perfect

Now it's just too late and

We can't go back

I'm sorry

I can't be perfect


Dave sentì il primo colpo colpirgli il fianco. Suo padre non aveva mai avuto una buona mira. Con un grido d'allarme i suoi scagnozzi assalirono il giovane. Mentre cadeva a terra sotto il peso di uno di loro, Dave vide sua madre cominciare a piangere e venire trascinata via da lui. Chiuse gli occhi poco dopo, decidendo di arrendersi ai colpi che gli venivano inflitti. Quando videro che non reagiva lo lasciarono lì, senza preoccuparsi se fosse vivo o meno. Il suo elfo domestico personale lo portò nella sua stanza dopo quelle che gli sembravano ore. Gli curò le ferite, e lo sistemò nel letto, gli enormi occhi lucidi che lo fissavano preoccupati.


'Cuz we lost it all

Nothing lasts forever

I'm sorry

I can't be perfect

Now it's just too late and

We can't go back

I'm sorry

I can't be perfect


-Signorino, cena pronta. Padroni aspetta in salotto.- Sebastian sussultò, tirando su la testa dalle braccia. Si asciugò le guance, strofinandosi gli occhi doloranti. La stanza adesso era in penombra, rispetto a quando ci era entrato. Si alzò barcollante, sentendo i muscoli protestare. Era stato rannicchiato in terra per ore. Fece scrocchiare il collo e le dita, passandosi anche una mano fra i capelli. Sospirò, schiaffeggiandosi leggermente le guance. Era ora di mettere nuovamente addosso la maschera. Quella in cui lui non amava, non provava dolore. Non aveva debolezze.


***

Dave si sveglio la mattina dopo, sentendo una mano scuoterlo. Aprì gli occhi stanchi, arrossati dalle lacrime di tristezza e dolore versate quella notte. Si trovò faccia a faccia col suo elfo domestico, Plumphy, che lo guardava preoccupato.

-Signorino bene?- chiese posandogli una mano ossuta sulla fronte. David annuii, sorridendogli. Nel complesso stava bene. Se restava immobile. -Signorino ricevuto lettera. Plumphy portata lui, così signorino legge e non alza.- disse ancora, porgendo al ragazzo un pezzo di pergamena. Dave loapri con mani tremanti, sdraiandosi sulla schiena e gemendo per il dolore.


Mi è mancato non parlare con te nel parco dopo cena... mi manchi.

K.


Dave sorrise, portandosi il foglietto di pergamena al petto. Il cuore batteva regolare, dando qualche scarica di dolore di quando in quando.

-Prendimi un foglio di pergamena...- sussurrò, la voce che usciva a malapena. L'elfo annuii, prendendogli un foglio di pergamena dalla scrivania, porgendoglielo insieme ad una piuma già inchiostrata.


Mi manchi anche tu. Ho voglia di vederti.

D.

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Capitolo 12
*** Chapter XII ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
  Capitoli: 12/?
  Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
  Genere: Generale, Romantico.
  Raiting: Arancione (per il futuro)
  Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover. 
  Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Ed eccoci qui! Scusate per l'immenso ritardo, ma dopo due anni mia madre ha potuto avere delle ferie, quindi mi sono goduta un pò di vacanza xD come ho già detto il 10 e l'11 settembre ho due esami, quindi fino ad allora non credo potrò aggiornare. Grazie mille a AcidQuinn che mi ha betato il capitolo <3

XII


La prima cosa che Kurt fece quella mattina fu avventarsi sulla finestra. Poggiò i palmi sul vetro gelido, e poco ci mancava che ci poggiasse perfino il naso. Tanti piccoli fiocchi di neve scendevano pigramente dal cielo, incantando chi li guardava con la loro lenta discesa oscillante. Il giovane aprii la finestra, sporgendosi un po' ed allungando un braccio. Qualche goccia ghiacciata gli si posò sul dorso della mano facendolo rabbrividire e ridacchiare insieme. In quelle occasioni si sentiva di nuovo come un ragazzino quando, con sua madre, usciva fuori ancora in pigiama, facendo qualche giravolta sotto la neve prima che il giardino di casa si ricoprisse interamente di bianco. Con un grande sorriso richiuse gli infissi, scendendo poi di corsa le scale senza nemmeno cambiarsi. In salotto, suo padre leggeva la copia del Evening Standard, acquistata sicuramente mentre lui ancora dormiva della grossa. Da una copia del Daily Prophet una foto del Ministro della Magia lo guardava sorridente, mostrando tutti i denti ben curati.

-Buongiorno papà.- disse con un grande sorriso sulle labbra, appoggiandosi allo schienale del divano dove Carole guardava pigramente un programma mattutino. Finn era sdraiato scompostamente sull'altro divano, con gli occhi chiusi. Probabilmente si era riaddormentato. Kurt lo guardò scuotendo la testa, sedendosi accanto alla matrigna. -Che cosa facciamo oggi?- chiese, accavallando elegantemente le gambe snelle. L'orlo del pigiama si alzò scoprendogli la caviglia, ma non se ne preoccupò più di tanto. Suo padre abbassò il giornale per guardarlo in viso, togliendosi gli occhiali da lettura. -Andiamo a prendere l'albero?- Ogni ventiquattro dicembre, Kurt tornava indietro nel tempo. Il corpo rimaneva sempre quello di diciassettenne, ma il suo cervello sembrava regredire a quando aveva otto anni. I suoi occhi si illuminavano appena vedeva i negozi addobbati a festa, e le strade tutte illuminate a qualsiasi ora del giorno. Saltellava ogni volta che l'albero veniva portato nel salotto di casa, e cantava mentre sistemava gli addobbi, rubando di tanto in tanto un popcorn della collana che avrebbe dovuto essere appesa fra i rami di aghi di pino.

Suo padre gli sorrise annuendo, chiudendo definitivamente il giornale ed ignorando per il momento il Daily Prophet. Kurt lanciò uni squittio eccitato, alzandosi con un balzo dal divano. Salì di corsa le scale borbottando un frettoloso “corro a vestirmi”. Entro nella sua stanza contento come non mai, aprendo il suo armadio mentre cominciava a canticchiare “Jingle Bells Rock” fra sé e sé. Il suo cellulare lo distrasse dal suo intento principale, ovvero cercare qualcosa da indossare. Si avvicinò al comodino dove il suo iPhone vibrava impazzito, muovendosi in circolo. Lo prese in mano, guardando confuso il numero sconosciuto sullo schermo. Decise di rispondere comunque, premendo il tasto verde sul touch screen e portando l'oggetto all'orecchio.
-Pronto?- rispose, sedendosi sul materasso che aveva occupato fino a pochi minuti prima. Dall'altra parte del ricevitore si sentì una specie di rantolo, e Kurt stava quasi per riagganciare pensando ad un maniaco. Poi una voce lo fece ricredere ed inarcare le sopracciglia ben curate.

-Kurt...- mormorò la voce, soffocando evidentemente un singhiozzo. Lo Slytherin ci mise poco a riconoscere la voce, e si mise a sedere a gambe incrociate sul letto.

-Blaine?- chiese il castano confuso, quasi in un sussurro per paura di sognare.

-Kurt io... non sapevo chi...- Blaine non riuscì a finire la frase, singhiozzando probabilmente contro il suo pugno visto che la voce giungeva attutita all'altro.

-Ehi, ehi calmati... che è successo?-

-Mi...mi ha l..lasciato...- riuscì a capire per miracolo, visto il ton lieve con cui Blaine aveva parlato. Kurt sospirò, comprendendo il vero significato delle sue parole. Sebastian aveva lasciato Blaine.

-Cosa? Perché?- chiese di nuovo, rendendosi poi conto che forse era inopportuno a chiederlo e che probabilmente non erano affari suoi. -Scusa io...-

-Dice che... che n..ne aveva a..abbastanza...- singhiozzo -di me...- Kurt non seppe cosa dirgli. I suoi neuroni evidentemente non avevano voglia di collaborare. Ma non ce ne fu bisogno, evidentemente. -Non ha avuto nemmeno le palle di dirmelo in faccia...- mormorò il moro dopo un po', quando il suo respirò tornò quasi normale. -Mi ha mandato una schifosa lettera...-

-Cosa hai da fare oggi Blaine?- gli chiese Kurt senza pensarci realmente. L'altro rimase un po' in silenzio, prima di rispondergli.

-Niente... perché?-

-Riesci ad essere qui fra venti minuti?- il Gryffindor sospirò, probabilmente pensando a quell'offerta. -L'indirizzo ce l'hai.-

-Sì... sì vengo...-

-Bene, apro la metropolvere allora. A fra poco.- Kurt attaccò senza aspettare un saluto, alzandosi dal letto. Si vestì più velocemente del normale, infilando i jeans skinny a tempo di record. Scese le scale con il maglione mezzo infilato, sistemandolo davanti al camino. -Carole?- chiamò, affacciandosi alla cucina dove la donna stava sistemando le ciotole con il porridge. Si voltò verso lo Slytherin, prestandogli attenzione. -Potresti aprire la metropolvere?- lei sorrise annuendo, prendendo la bacchetta da una delle tasche del grembiule che indossava, agitandola poi davanti al camino che si illuminò per qualche secondo. Kurt le sorrise di rimando, riconoscente, appoggiandosi poi contro il divano, aspettando che il fuoco verde cominciasse a scoppiettare da solo. Cosa che avvenne pochi attimi dopo, spaventando un po' il ragazzo preso di sorpresa. Delle lunghe lingue di fuoco verde si impossessarono del camino, facendo rotolare poi Blaine sul tappeto del salotto dell'altro. Kurt non riuscì a trattenersi e ridacchiò, vedendo l'altro completamente ricoperto di fuliggine.

-Dovresti... far pulire il camino...- mormorò il moro, passandosi le mani sul viso macchiato. L'altro si mise in ginocchio al suo fianco, pulendogli una macchia nerastra dal naso. Blaine fissò gli occhi nei suoi per qualche attimo, abbracciandolo poi subito dopo con talmente tanta forza che per poco non caddero entrambi contro il parquet. Kurt ricambiò l'abbraccio, sentendo l'altro nascondere perfino il viso nell'incavo del suo collo coperto dal maglione. Non sentì le lacrime bagnargli la pelle, ma si accorse che l'altro piangeva quando le sue spalle cominciarono a scuotersi. Continuò ad abbracciarlo per fargli capire che in quel momento c'era lui li, che poteva sfogarsi. Blaine rimase aggrappato a lui finché smise di singhiozzare. Probabilmente aveva finito le lacrime. Si staccò da Kurt, azzardandosi ad alzare gli occhi sui suoi. Lo Slytherin gli sorrise, asciugandogli i residui di lacrime con le punte delle dita.

-Meglio?- gli chiese poi, inclinando la testa di lato. Il moro annuii, accorgendosi solo in quel momento dell'intera famiglia di Kurt riunita intorno a loro.

-Io... sì mi... mi dispiace.- mormorò Blaine, abbassandogli occhi sul pavimento dove era seduto. Carole si avvicinò a loro con un sorriso materno sulle labbra. Si inginocchiò li accanto, porgendo a Blaine un bicchiere colmo d'acqua. Il ragazzo lo prese grato, bevendo il contenuto a grandi sorsate. -Grazie..- mormorò, rigirandosi imbarazzato il contenitore di vetro fra le mani.

-Mamma hai per caso visto la mia sciarpa dei Gryffindor? L'avevo lasciata nel baule ma ora non c'è...- Finn scese le scale di corsa, annunciando la sua venuta con il suo solito passo pesante. Aveva iniziato a parlare dalla porta della sua stanza, l'ultima del corridoio, ma tutti erano riusciti a sentirlo più che bene. Arrivato a metà scala si era fermato, guardando la sua famiglia e quello che era uno dei suoi migliori amici in mezzo al salotto. -..più. Blaine amico che ci fai qui?- chiese, finendo di scendere le scale con tre passi netti. Blaine aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse quasi subito.

-Blaine verrà a fare le compere di Natale con noi. Non è vero Blaine?- disse Kurt, alzandosi in piedi e spolverandosi i jeans con una mano.

-Ehm... sì, certo.- annuii il moro, cercando di risultare credibile. A Finn bastò, infatti scrollò le spalle, portando nuovamente attenzione alla sua sciarpa scomparsa. Sua madre, abituata al suo disordine cronico, gli propose di cercare nei posti più impensati, compresi il frigorifero ed il bagno. Il ragazzo seguii il consiglio, riemergendo dalla cucina con la sua sciarpa stretta al collo.


***


Dylan Anderson era sempre stato un ragazzino tranquillo. Aveva sempre ascoltato ciò che i suoi genitori gli dicevano, aveva sempre mangiato tutte le verdure che gli venivano messe nel piatto, ed andava a dormire senza fare capricci. Quando la sua sorellina era nata, aveva cominciato a comportarsi da bambino grande, lasciando che fosse lei a frignare perché ehi, ora era un fratello maggiore. Non piangeva quasi mai, nemmeno quando cadeva dalla bicicletta sbucciandosi le piccole ginocchia. Pianse solo quando suo fratello Blaine partì per quella scuola strana, di cui non ci aveva poi capito molto. Aveva nove anni, e il suo fratellone sarebbe stato via per tanto tempo. Ora, a quattordici anni appena compiuti, ai suoi occhi sfuggiva una singola lacrima, ogni volta che vedeva Blaine preparare quell'enorme baule. Una volta, per gioco, aveva provato a rannicchiarsi all'interno per vedere se ci sarebbe entrato. Il baule lo conteneva perfettamente ma la posizione che aveva assunto dopo qualche minuto aveva cominciato ad essere scomoda. Per questo, aveva scartato l'idea di nascondersi li dentro per seguire suo fratello ovunque andasse per il periodo scolastico.

Quella mattina Dylan aveva sentito Blaine piangere. Era passato davanti alla sua porta per andare in bagno, e quelli che aveva sentito erano senza dubbio singhiozzi. Aveva deciso di non entrare nella sua stanza, di lasciarlo sfogare per poi parlarci. Non aveva fatto in tempo visto che poco dopo Blaine era uscito dalla stanza, correndo giù dalle scale vestito di tutto punto, sparendo nel camino in uno sbuffo di luce verde. Solo allora Dylan era corso nella stanza del fratello, cercando un qualsiasi indizio per capire perché Blaine piangesse. E trovò la lettera che gli era arrivata quella mattina. Il foglio era macchiato, le parole sbafate, sia dalle lacrime che dalla fretta con cui erano state scritte. Da quel che aveva capito, suo fratello aveva un ragazzo, Sebastian, e questo ragazzo l'aveva lasciato. Con una lettera. Una stupida insulsa lettera. Nella mente del ragazzo per un attimo balenò l'idea di andare da Cooper, l'altro suo fratello, ma lasciò subito perdere. Avrebbe solo peggiorato la situazione. Quindi, aveva deciso di aspettare che Blaine tornasse a casa. Tuttavia, alle otto di sera della vigilia di natale, non era ancora tornato. Sua madre, Lucile, camminava avanti e indietro davanti al camino, riempiendo il salone con il rumore dei tacchi che indossava. Dylan era seduto ai piedi del divano, poggiando il mento contro le ginocchia piegate al petto. Entrambi aspettavano il ritorno di Blaine. Il capo famiglia Richard Anderson intratteneva gli ospiti che erano stati invitati da loro per festeggiare, e Cooper con lui. La piccola Aileen, l'ultimogenita, era troppo piccola per capire la tensione di suo fratello e sua madre, e giocava tranquilla con una delle loro cuginette.

-Sei sicuro che non abbia detto niente prima di uscire?- chiese Lucile, sistemandosi una ciocca di capelli sfuggita allo chignon in cui li aveva legati. Dylan negò con la testa, togliendosi un pelucchio dai jeans. -Nemmeno dove andava?-

-Mamma se lo avesse fatto te l'avrei detto.- mormorò il ragazzo in un soffio di voce, e sua madre per un attimo pensò di esserselo immaginato. Lei sospirò, continuando a camminare. -Fra poco farai il solco a terra..- mormorò di nuovo il ragazzo, fissando il parquet. La donna sorrise avvicinandosi a lui, inginocchiandosi.

-Hai ragione.- disse, accarezzandogli i capelli castano scuri con dolcezza. Dylan chiuse gli occhi godendosi il contatto.

-Tornerà vero?- chiese, prendendo un poco di coraggio per fare quella domanda. -Non... non se n'è andato vero?- lo disse con voce quasi disperata, come se quella possibilità gli stesse inevitabilmente cadendo addosso. Sua madre lo abbracciò forte, facendogli posare la testa sul suo petto.

-Certo che tornerà tesoro...- disse, cercando di convincere anche se stessa. Accarezzò i capelli del ragazzo, guardando il vuoto pensando a dove potesse essere andato Blaine. Pensieri che furono interrotti quando il telefono di casa squillò.


***


Qualche ora prima...


-Kurt aspetta! Più a destra... a destra! Aspetta lascia qua.- Finn diede una leggera spallata al fratello, facendogli mollare la presa sulla punta dell'abete, che rischiò di cadere a terra. Blaine dall'altro lato dell'albero cacciò un gemito strozzato, ritrovandosi a reggere di punto in bianco tutto il peso di ciò che trasportava. -Scusa amico.- mormorò il più alto, guidando il trasporto fino ad un angolo dell'ampio salotto, adibito appositamente per l'albero di natale. Blaine cercò di costruire una frase completa, senza riuscirsi.

-Acqua?- chiese Kurt, che subito dopo un cenno affermativo da parte del moro corse in cucina per riempire un bicchiere d'acqua. Nel mentre i due ragazzi con l'aiuto di Burt avevano messo in piedi l'albero, che aspettava solo di essere decorato. Lo Slytherin tornò con l'acqua, porgendo il bicchiere a Blaine, che bevve avidamente.

-Grazie...- mormorò quest'ultimo, restituendogli il contenitore vuoto. Kurt gli sorrise, posando l'oggetto sul tavolo della cucina. Dopo un attimo di pausa, tutti si movimentarono per addobbare l'albero. In poco tempo l'abete fu ricoperto da palline colorate e ghirlande scintillanti, che sembravano splendere di luce propria. Burt spense i lampadari, accendendo poi le lucine decorative. L'effetto era da togliere il fiato e tutti si ritrovarono più che soddisfatti del loro lavoro. Stanchi, ma soddisfatti.

-Bene, che ne dite di una buona tazza di zabaione?- propose Carole, nell'assenso generale. Blaine sbadigliò, coprendosi la bocca con la mano all'ultimo momento. Nonostante fossero appena le due del pomeriggio era già esausto. Tutto quel piangere e quel trasportare abeti lo avevano distrutto. Si mise a sedere su una delle sedie in cucina, sperando che lo zabaione lo tirasse un po' su.


***


-Signora Anderson? Sono Burt Hummel.- Burt si voltò verso il divano del suo salotto, aspettando una risposta dall'altra parte del ricevitore. Blaine era profondamente addormentato, abbracciato al corpo di suo figlio che si agitava evidentemente agitato sui cuscini. Nonostante il disagio però Blaine aveva un viso talmente rilassato e sereno, che nessuno aveva il coraggio di interrompere quel momento. -Sì, volevo avvertirla che Blaine è qui ma si è addormentato come un sasso. Non ce la sentiamo di svegliarlo, per lei è un problema se resta qui per la notte? Viviamo a Godric's Hollow, ma non si preoccupi glielo rimando tramite metro polvere domattina. Bene, allora a domani, arrivederci.- l'uomo attaccò il telefono, sospirando. Sua moglie lo guardava dall'entrata della cucina, una tazza di cioccolata calda stretta tra le mani gelide.

-Che ha detto?- sussurrò Kurt dal divano, cercando di non svegliare il ragazzo abbracciato a lui.

-Che va bene per lei se resta qui. Domattina dopo colazione lo rimanderemo a casa.- rispose Burt, accettando la tazza che Carole gli porgeva. Suo figlio annuì, guardando Finn, stramazzato sull'altro divano. Sbuffò, cercando di alzarsi. Blaine mugugnò, stringendo la presa attorno ai suoi fianchi. Kurt arrossì, provando a staccarsi il riccioluto da dosso. Con non poche difficoltà il ragazzo riuscì a sfuggire a quella morsa, sospirando. Aiutato da suo padre, portarono i due ragazzi addormentati al piano di sopra. Finn venne scaricato di mala grazia sul suo letto, senza che questo aprisse nemmeno un occhio. Blaine, invece, venne portato in camera di Kurt e sistemato su una brandina. Hummel ringraziò suo padre e sparì in bagno per cambiarsi, vergognandosi in caso Blaine si fosse svegliato mentre lui era n mutande intento a cambiarsi i pantaloni. Una volta pronto per andare a dormire, circa venti minuti dopo, tornò in camera, spegnendo la luce. Si mise sotto la coperta pesante, voltandosi verso la parte dove doveva trovarsi Blaine, anche se al buio non riusciva a vederlo. Chiuse gli occhi, mettendosi a pancia sotto ed abbracciando il cuscino. Nel dormiveglia sentì il suo compagno di stanza improvvisato sussurrare qualcosa, che gli parve assomigliasse al suo nome. Diede la colpa al sonno, scuotendo piano la testa prima di lasciarsi cadere nelle nubi del sonno.

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Capitolo 13
*** Chapter XIII ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli:
13/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting:
Arancione (per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali:
Quest'aggiornamento è stato un parto! Dannato sito che non andava c.c ma ora siamo qua! Allora innanzitutto (?) GRAZIE a AcidQuinn che mi ha betato il capitolo in dipo dieci minuti xD grazie moglie mia <3 Che volevo dire... AH! il 29 Settembre sarò al Romics... se vedete una Pokéball che cammina sono io xD Salutatemi! xD Buona lettura, e fatemi sapere che ne pensate <3
PS: Le canzoni sono Mean di Taylor Swift e Go The Distance del film Hercules <3

XIII


Nick aprì gli occhi con fatica, sbattendo un paio di volte le palpebre prima di riconoscere l'ambiente che lo circondava. La neve ricopriva completamente il terreno, eccetto per la coperta dove lui era sdraiato, e dove aveva sonnecchiato per tutto il pomeriggio. Si sfregò le mani coperte dagli spessi guanti di lana rossa che Jeff gli aveva regalato qualche giorno prima per Natale.

-Hai freddo?- Il moro alzò un po' il viso, ancora un po' disorientato. Sorrise al proprietario della voce, negando con la testa, prima di posarla nuovamente sulle sue gambe.

-No Jeff sto bene.- rispose, accoccolandosi sul suo giaciglio. Jeff posò una mano sulla testa dell'altro, coperta da uno zuccotto anch'esso di lana. Per un momento, il biondo pensò di togliere quel dannato cappello e passare le dita fra quei capelli corvini che tanto amava. Ma poi, riflettendoci bene, probabilmente a Nick sarebbe preso un colpo per il freddo. -Jeff?- il biondo si riscosse, sorridendo all'altro.

-Scusami, mi sono distratto.- disse, inclinando un po' la testa di lato. Nick ricambiò il sorriso, mettendosi a sedere.

-Me ne sono accorto.- il moro si avvicinò, mettendosi davanti a lui sulle ginocchia. Gli mise una mano sul viso, accarezzandoglielo dolcemente. -A che pensavi?- chiese a voce bassa, incatenando gli occhi ai suoi. Jeff scosse leggermente la testa, appoggiando poi la guancia contro la mano dell'altro.

-Di volerti accarezzare i capelli... ma probabilmente se ti tolgo quel cappellino potresti morire assiderato.- disse, ridacchiando subito dopo seguito a ruota dall'altro. Nick gli posò entrambe le mani sulle guance, continuando a sorridere.

-Beh.. potresti togliermelo e poi trovare un modo per scaldarmi...- mormorò, avvicinando il viso a quello del compagni di casa. Jeff, capendo le intenzioni dell'altro, gli tolse il cappello, lasciandolo cadere accanto a loro sulla coperta. Il più basso dei due ampliò il suo sorriso, baciando delicatamente le labbra del biondo. Il biondo gli allacciò le braccia intorno al busto, chiudendo gli occhi ed abbandonandosi a quel contatto. Il bacio venne approfondito poco dopo, e Nick fece sdraiare l'altro sulla coperta prima di sistemarsi su di lui. Continuarono con le loro effusioni, mentre la neve cominciava a cadere pigra su di loro.


***


Blaine aveva pensato di aver visto tante cose strane nella sua vita. Insomma, aveva visto da vicino un unicorno, volava su una scopa, e il suo professore di Cura delle Creature Magiche era un mezzo gigante. Ma il ragazzo rimase sconcertato nel vedere suo fratello minore dimenarsi come se fosse stato colpito da un Tarantallegra. Dylan aveva le cuffie nelle orecchie e saltellava da una parte all'altra del salotto, credendo probabilmente di essere invisibile. Il più grande, dopo mezz'ora buona di saltelli, aveva definitivamente abbandonato il suo compito di pozioni sul tavolo, cominciando a fissare suo fratello con le braccia incrociate. Sentendosi sicuramente osservato, Dylan si voltò dalla sua parte.

-Che c'è?- chiese col fiatone, togliendosi le cuffiette dalle orecchie. Blaine scosse la testa, alzandosi. Andò in cucina, prese un bicchiere d'acqua e glielo portò. Il più piccolo lo ringraziò con un sorriso, bevendo tutto il contenuto del bicchiere in un fiato.

-Si può sapere perché saltelli come un grillo? Rischierai di farti male.- chiese il Gryffindor sedendosi nuovamente al tavolo, davanti al suo tema. Il fratellino si sedette accanto a lui, posando il lettore mp3 accanto alla sua pergamena.

-Devo allenarmi per il Glee Club.- spiegò, agitando le gambe. Era un movimento che faceva sempre, non riusciva a stare fermo. -Anzi Blainers... posso chiederti un favore?- Blaine sbatté le palpebre un paio di volte, prima di annuire. -Posso prendere la tua chitarra? Vorrei fare una cosa con te..- il ragazzo annuii ancora, vedendo suo fratello sfrecciare di sopra senza aspettare una sua risposta vera e propria. Scese qualche minuto dopo, la sua chitarra fra le mani. Si mise di nuovo a sedere, sistemando lo strumento sulla gambe destra. -Scusa se stono ma... non mi sono preparato molto ma... volevo cantare questa canzone con te..- Dylan cominciò a suonare, storpiando un po' le note all'inizio, riprendendosi però dopo un po'. Cominciò a cantare e Blaine sgranò gli occhi. Forse suo fratello lo capiva meglio di ciò che pensasse.


D: You with your words like knives

and swords and the weapons

that you use against me

You have knocked me off my feet again

Got me feelin' like a nothing

You with your voice like nails on a chalkboard

Callin' me out when I'm wounded

You pickin' on the weaker man


Dylan lo guardò con un piccolo sorriso e lui ricambiò, iniziando a cantare insieme a lui, cercando di sfogarsi.


B: You can take me down with just one single blow

But you don't know what you don't know


I:Someday I'll be livin' in a big old city

and all you're ever gonna be is mean

Someday I'll be big enough so you can't hit me

and all you're ever gonna be is mean

Why you gotta be so mean?


D: And i can see you years from now in a bar


I: Talkin' over a football game


D: With that same big loud opinion


I: But nobody's listening


D: Washed up and ranting about the same old bitter things


B: Drunk and grumblin' all about how i can't sing

But all you are is mean


D: All you are is mean

And a liar

and pathetic

and alone in life

and mean


I: But someday I'll be livin' in a big old city

and all you're ever gonna be is mean

Yeah, yeah

D: Someday I'll be living in a big old city


B: Why you gotta be so mean?


D: And all you're every gonna be is mean


I: Why you gotta be so mean?


Dylan mise da parte la chitarra, abbassando lo sguardo in imbarazzo. Blaine si alzò dalla sedia, avvicinandosi al fratello ed avvolgendolo stretto nelle sue braccia. Il più piccolo ricambiò, accarezzando la sua schiena.

-Grazie Dy...- mormorò il Gryffindor, appoggiando la fronte sulla sua spalla.

-Non c'è di che.- rispose l'altro, staccandosi. -Infondo, mi sono anche esercitato per le Provinciali di quest'anno.- Blaine lo guardò sconcertato.

-Provinciali?- chiese, sedendosi di nuovo. Dylan annuii, alzandosi. Si avvicinò al tavolino basso posto davanti al divano, prendendo il giornale consegnato quella mattina. Lo aprì, mostrando a suo fratello la locandina della competizione di canto coreografato. Il più grande la osservò attentamente, leggendola più volte. Poi prese il foglio, strappandolo grossolanamente per dividerlo dalle altre pagine del quotidiano.


***


-Provinciali?- Kurt si fermò al centro della cucina, una scatola di musli stretta nella mano libera. La posò sul tavolo della cucina, schiaffeggiando una mano di Finn quando questo provò a prenderla. Il ragazzo si accarezzò la parte offesa con un gemito strozzato, fulminando il fratellastro con gli occhi.

-Sì provinciali. A quanto pare tutti i Glee Club della Scozia e dell'Inghilterra gareggiano per lo stesso titolo nazionale. Prima bisogna gareggiare con tutti i gruppi delle contee dell'Highland, il vincitore gareggia poi con i vincitori delle altre contee. Chi vince gareggia con i vincitori delle altre regioni. Poi, i primi tre finalisti gareggiano contro i primi tre del concorso inglese, e la squadra vincitrice ha il titolo nazionale. A grandi linee funziona così.- gli spiegò Blaine attaccando quasi una parola all'altra. Il castano aggrottò le sopracciglia, sedendosi davanti alla sua tazza di latte, schiaffeggiando nuovamente la mano tesa di Finn verso i suoi amati cereali. Se ne versò una generosa quantità, prima di rispondere.

-Sei sicuro che noi possiamo gareggiare? Va bene che la magia ormai è conosciuta nel mondo babbano, ma potrebbero accusarci di barare usando i nostri poteri.-

-Ho controllato anche questo. Il regolamento ha una clausola per Hogwarts, e le altre scuole di magia. Possiamo gareggiare, ma non dobbiamo usare bacchette, incantesimi non verbali o Legimanzia.- Kurt mugugnò una risposta, masticando il suo boccone di cereali. -Eh?-il ragazzo ingoio, pulendosi la bocca con il tovagliolo.

-Scusa. Dicevo, hai programmato tutto, domani ricomincia scuola e potresti proporlo a Schwester.-
-Già. Dici che è una buona idea? Insomma, abbiamo lavorato tanto, secondo me siamo in grado...-

-Anche secondo me lo siamo. Ora sarà una guerra decidere chi canterà durante le gare.- Blaine rise dall'altro lato del telefono. Kurt rimase ad ascoltarlo, non potendo fare a meno di pensare a quanto bella fosse la sua risata anche attraverso il telefono, senza porre attenzione a Finn che riuscì a rubargli una manciata di cereali prima di scappare circospetto in camera sua.


***


-Regolamento del concorso di canto coreografato, primo girone provinciale...- lesse il professore di Trasfigurazione, sedendosi sulla cattedra. -E' arrivato questa mattina in via ufficiale. E con questo è arrivato anche il programma provvisorio e le date.- aggiunse, prendendo altri due fogli stampati. Alcuni ragazzi guardarono quei fogli inclinando le teste confusi. Probabilmente non avevano mai visto un foglio stampato in vita loro, abituati da sempre alla spessa pergamena. -Noi siamo la scuola di Inverness, le altre due che si sono iscritte sono la Wick High di Caithness, e la Nairn Academy di Nairn. E quest'ultima è stata scelta per ospitare la competizione. Noi siamo i secondi in ordine di esibizione.- lesse il professore, lasciando i fogli accanto a lui. -Come sapete abbiamo delle restrizioni, ovvero nessun tipo di magia. Ma credo che siamo comunque in grado di dare il nostro meglio. Blaine, so che hai qualcosa da dire.- il ragazzo annuì, alzandosi dal suo posto accanto a Nick per raggiungere il centro della stanza. Jeff ne approfittò, occupando il posto del Gryffindor, prendendo la mano del suo vicino nella sua cercando di non farsi notare. Blaine gli sorrise, schiarendosi la voce.

-Il consiglio ci impedisce di usare la magia, ma pensandoci bene, anche i babbani la usano, se sanno come fare.- i ragazzi davanti a lui lo guardarono confusi, tranne Kurt, Tina, Jeff, Sam e Quinn che sorrisero insieme.

-Credo di aver capito che intendi...- mormorò quest'ultima annuendo fra sé e sé.

-Vuoi spiegarlo anche a noi Hobbit?- chiese Santana, accavallando le lunghe gambe. Blaine sospirò, cercando di controllarsi dal risponderle male.

-Voi, da bambini, ascoltavate queste...- disse, prendendo il libro che Kurt, in accordo con lui, gli porgeva. Mostrò ai suoi compagni una copia immacolata de “Le Fiabe di Beda il Bardo”. Lo sfogliò distrattamente, prima di porgerlo a Schuester. -Nel mondo babbano, nel mentre, noi guardavamo queste.- continuò, prendendo dalle mani di Kurt tre scatole di plastica, evidentemente consumate dall'uso. -Queste sono video cassette. Si mettono in un apparecchio chiamato videoregistratore, che attaccato ad un televisore, riproduce le immagini registrate.- spiegò, mostrando agli altri la copertina de “Il Re Leone”, “La Sirenetta” e “Hercules”. Gli altri lo guardarono confusi e incuriositi allo stesso tempo. -In questi tre film i personaggi cantano delle canzoni. Ovunque nel mondo se viene detto “Disney” tutti sanno di quello che si parla. Per questo, proporrei di arrangiare alcune di queste canzoni e proporle al concorso.- disse, voltandosi verso il professore che lo guardava un po' scettico. -E per convincervi... ne ho preparata una per voi.- Blaine si avvicinò al pianoforte presente nella stanza, sedendosi davanti alla tastiera. Prese fiato, prima di iniziare a suonare.

I have often dreamed

Of a far-off place

Where a hero's welcome

Will be waiting for me

Where the crowds will cheer

When they see my face

And a voice keeps saying

This is where I'm meant to be


I'll be there someday

I can go the distance

I will find my way

If I can be strong

I know ev'ry mile

Will be worth my while


When I go the distance

I'll be right where I belong


And I won't look back

I can go the distance

And I'll stay on track

No, I won't accept defeat

It's an uphill slope

But I won't lose hope

Till I go the distance

And my journey is complete


But to look beyond the glory is the hardest part

For a hero's strength is measured by his heart

Ohh


Like a shooting star

I will go the distance

I will search the world

I will face its heart

I dont care how far

I can go the distance

Till I find my heros welcome

Waiting In your arms


I will search the world

I will face its harms

Till I find mt hero's welcome

Waiting in your arms


Blaine suonò le ultime note timidamente, guardando poi i suoi compagni. Quelli cominciarono ad applaudire, soddisfatti della sua scelta. Schuester annuii, applaudendo a sua volta.

-Credo che abbiamo le basi per le nostre esibizioni- il moro si alzò gongolante dal piano, tornando al suo posto, liberato da Jeff. Kurt si voltò a guardarlo con un grande sorriso. Blaine arrossì, ricambiando il sorriso e Nick gli diede una gomitata scherzosa ad un fianco. All'altro lato dell'aula, Sebastian sospirò a bassa voce, incrociando le braccia al petto. Da quando erano tornati a scuola, Blaine non gli aveva mai rivolto la parola. E non gli dava torto, si era lasciato abbindolare e aveva combinato un disastro. Quando vide il viso di Santana, seduta dietro di lui, vicino al suo sobbalzò sorpreso. La ragazza gli porse un foglio di pergamena ripiegato. Lo prese, srotolandolo subito dopo. Il foglio era macchiato qua e la, e alcune lettere erano sbafate. Probabilmente glielo aveva dato poco prima di averlo scritto.


Sai di aver fatto bene. E se non vuoi vederlo ridotto in pezzi più del necessario, farai meglio a startene buono al tuo posto.


Sebastian respirò forte dal naso, strappando la pergamena come se niente fosse. Ma gli occhi dell'ispanica puntati sulla sua nuca erano davvero difficili da ignorare.


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Capitolo 14
*** Chapter XIV ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 14/25 (possibili modifiche)
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione 
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2804     
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: I CrissColfer si fanno delle foto e io pubblico il nuovo capitolo! Tutto collegato u.u xD Grazie mille a AcidQuinn che mi ha betato il capitolo, grazie moglie <3
Link Alle Canzoni direttamente nel testo!


XIV



Quinn si sistemò il fermaglio fra i capelli davanti allo specchio, sbattendo piano le palpebre. Osservò il trucco leggero che le era stato fatto, in modo da far risaltare i suoi occhi chiari. Sospirò, voltandosi verso i suoi compagni. Sam sedeva accanto a lei sorridendole, cercando sicuramente di rassicurarla. La ragazza ricambiò il sorriso, avvicinandosi a lui, mentre poco lontano Kurt stava avendo una vera e propria crisi di nervi.
-E se mi dimentico le parole? E se non faccio in tempo a cambiarmi e arrivo sul palco in mutande? Potrei usare la magia per cambiare il colore del costume, non se ne accorgerà nessuno...- diceva da ormai una mezz'ora, da quando la competizione era iniziata e loro avevano occupato il camerino. Dave, al suo fianco, annuiva alle sue parole, rassicurandolo dicendo che no, non si sarebbe dimenticato le parole, e si, avrebbe fatto in tempo a cambiarsi d'abito. La magia era abolita, tanto che la professoressa Holiday aveva requisito le loro bacchette prima di partire.
-Kurt sta tranquillo. Tu e Quinn andrete alla grande.- disse Blaine mentre passava in mezzo a loro con un sorriso, portando la giacca fra le braccia incrociate. Kurt arrossì, annuendo alle sue parole. Quinn sorrise, stringendo il bordo della sedia a cui era appoggiata. Era la prima volta che cantava davanti a un pubblico. Che cantava e ballava davanti a un pubblico. Era anche la prima volta che ballava da quando aveva scoperto di essere incinta. Spero con tutta se stessa di non vomitare sul palco, specialmente addosso a Rachel Berry che faceva la parte della Sirenetta muta. La Rachel Berry che eseguiva gli stessi vocalizzi da mezz'ora. Sebastian, sfortunatamente seduto accanto a lei, si teneva disperato la testa fra le mani. Dopo l'ennesimo “La” strillato nel suo orecchio, il ragazzo sbottò.
-Nana, per favore, tappati quella fogna che ti ritrovi per bocca!- esclamò, alzandosi in piedi. La ragazza lo guardò a bocca aperta, indispettita.
-Devo esercitare le mie corde vocali se voglio eseguire al meglio il mio assolo!-
-Puoi esercitarle fuori da qui? I miei neuroni stanno girando in tondo urlando disperati.- Rachel si alzò in piedi, puntando il dito contro il ragazzo. Si trattenne dal dirgli qualcosa, si vedeva, e abbassò la mano, allontanandosi.
-Ragazzi, calmiamoci. Siamo tutti un po' stressati.- disse Schuester, sospirando. In quel momento, le luci del camerino lampeggiarono, segno che a breve sarebbe stato il loro turno. -Bene ragazzi... diamo del nostro meglio. Possiamo farcela.- i ragazzi annuirono, alcuni nervosi, alcuni con il sorriso sulle labbra. Uscirono ordinatamente dalla stanza, raggruppandosi dietro le quinte. Il glee club della scuola ospitante terminò la sua esibizione, accettando gli applausi che seguirono. Rachel si fece strada fra i suoi compagni, sospirando nervosa. Avrebbe aperto lei l'esibizione del loro gruppo.
-Ed ora dalla Scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts, le New Directions!- annunciò la voce del presentatore al buio dell'auditorium. Rachel si fece strada sul palco, i tacchi che cozzavano rumorosamente sul parquet. La band iniziò a suonare e le luci si accesero all'istante, illuminando la ragazza. Lei sorrise, avvicinandosi al bordo del palcoscenico, mentre Quinn, Tina e Brittany entravano a loro volta in scena.

(Can You Feel The Love Tonight)
R: There's a calm surrender

To the rush of day
When the heat of the rolling world
Can be turned away
An enchanted moment
And it sees me through
It's enough for this restless warrior
Just to be with you

La ragazza punto il dito verso il pubblico, distogliendo per un attimo l'attenzione dai suoi compagni che salivano sul palco. Crearono tutti delle coppie, e Jesse si avvicinò a lei, porgendole la mano. Lei la prese, cominciando ad eseguire la coreografia ideata da Miss Holiday, continuando a cantare.

R:And can you feel the love tonight?
How it's laid to rest?
It's enough to make kings and vagabonds
Believe the very best.
There's a time for ev'ryone
If they only learn
That the twisting kaleidoscope
Moves us all in turn
There's a rhyme and reason

Q: There's a rhyme and reason

R: To the wild outdoors

Q: To the wild outdoors

R: When the heart of this star-crossed voyager
Beats in time with yours
And can you feel the love tonight?
How it's laid to rest?
It's enough to make kings and vagabonds
Believe the very best.

Rachel cantò l'ultimo ritornello da sola davanti al pubblico, poi la luce si spense di nuovo. Tutti i ragazzi e Quinn scesero velocemente dal palco, e la mora si fece indietro raggiungendo le sue compagne, mentre il pubblico applaudiva. Quando ci fu nuovamente silenzio, la nuova musica iniziò, e le ragazze si fecero avanti, facendo ondeggiare gli abiti azzurri che indossavano.

(Ever Ever After)
R: Ever ever after
Storybook endings, fairy tales coming true

S: Deep down inside we want to believe they still do

T: And a secret is taught, it's our favorite part of the story

M: Let's just admit we all want to make it too

I: Ever ever after
If we just don't get it our own way
Ever ever after
It may only be a wish away


I: Ever ever after
R: Though the world will tell you it's not smart
I: Ever ever after
R: The world can be yours if you let your heart
I: Believe in ever after

S: No wonder your heart feels it's flying
Your head feels it's spinning
Each happy ending's a brand new beginning
Let yourself be enchanted, you just might break through

I: To ever ever after
Forever could even start today
Ever ever after
Maybe it's just one wish away
Your ever ever after
Ever, ever, ever after
I've been dreaming of a true love's kiss
Oh, for ever ever after

Le ragazze finirono di cantare ed ebbero un po' di tempo per godere dei loro applausi meritati. Nel mentre, dietro le quinte, Quinn e Kurt si erano cambiati. Kurt aveva sostituito la cravatta azzurra con una rossa, in tono con il vestito di Quinn. Blaine li affiancò, sistemandosi la camicia, schiacciata dalla giacca che aveva portato fino a poco prima. Jeff e Finn, accanto a lui, lo aiutarono a portare una struttura in scena, quando le luci si spensero. Era una specie di barca, anzi, era una barca. Una barca a remi, senza fondo e con delle ruote alla base per poterla muovere. Blaine ci saltò dentro, sedendosi su una delle panche usate come sedili. Rachel lo raggiunse, salendo anche lei con l'aiuto di Finn, che le sorrise. Prese un fermaglio, appuntato dall'inizio al corpetto del vestito, tirando indietro alcune ciocche di capelli corvini. Mentre i due si preparavano, e Blaine afferrava i remi, Quinn e Kurt si posizionarono davanti a quella specie di canoa. Il resto del gruppo si mise in posizione a sua volta, intorno alla barca a gambe incrociate o sui gradini. Le luci si accesero, mentre una macchina apposita generava un po di fumo e la bando cominciava a suonare di nuovo. Kurt alzò la testa con un sorriso, avvicinandosi alla canoa e al lato dove stava Blaine, seguito da Quinn.

(Kiss The Girl)
K: There you see her
Sitting there across the way
She don't got a lot to say
But there's something about her

Q: And you don't know why
But you're dying to try
You wanna kiss the girl.
Yes, you want her
Look at her, you know you do
It's possible she wants you too
There's one way to ask her

K: It don't take a word, not a single word
Go on and kiss the girl (kiss the girl)

I: Shalalalala
My oh my
Looks like the boy's too shy
Ain't gonna kiss the girl
Shalalalala
Ain't that sad
it's such a shame
Too bad,

K: you're gonna miss the girl
go on and kiss the girl (kiss the girl)
Cantò Kurt, dando una leggera spinta a Blaine che si sporse in avanti, guardandosi poi alle spalle. Come nel film che avevano visto per prendere spunto, Blaine si ritrasse, guardando Rachel imbarazzato. La mora sospirò, guardando l'altro ragazzo e la bionda, che scosse la testa.

Q: Nows your moment
Floating in a blue lagoon
Boy, you better do it soon
No time will be better

K: She don't say a word
And she wont say a word
Until you kiss the girl (kiss the girl)

I: Shalalalala
My oh my
Looks like the boy's too shy
Ain't gonna kiss the girl
Shalalalala
Ain't that sad
it's such a shame
Too bad, you're gonna miss the girl

Shalalalala
Don't be scared
You better be prepared
Go on and kiss the girl
Shalalalala
Don't stop now
Don't try to hide it how
You wanna kiss the girl
Go on and kiss the girl

I ragazzi raggiunsero il centro della scena, rimanendo sulle ginocchia, fecero girare la barca un paio di volte, facendola fermare in modo che la ragazza desse le spalle al pubblico.

Lalalala, Lalalala
Go on and kiss the girl
Lalalala, Lalalala

K&Q: Go on and kiss the girl

I due si erano accostati al Gryffindor, e sussurrarono praticamente l'ultimo verso nelle sue orecchie, baciando poi ognuno una guancia del ragazzo

Shalalalala
My oh myyyyy
Looks like the boy's too shy
Ain't gonna kiss the girl
Shalalalala
Ain't that sad
it's such a shame
Too bad, you're gonna miss the girl

La barca girò ancora, tornando alla posizione iniziale. Quinn e Kurt si presero per mano ed entrarono nella canoa, sedendosi blandamente sul bordo, mentre Blaine e Rachel si avvicinavano piano uno all'altra.

Lalalala, Lalalala
Go on and kiss that girl!
Lalalala, Lalalala
Go on and kiss the girl
Kiss the girl
Go on and kiss the girl

Le luci si spensero all'improvviso, i visi di Blaine e Rachel erano vicinissimi. Ma era così che avevano programmato, la canzone doveva finire prima che le loro labbra si toccassero. Nell'originale avrebbero dovuto cadere giù dalla barca, ma su un palco sarebbe stato complicato. Mentre Kurt e Quinn si cambiavano più velocemente possibile, il palco venne sgomberato, e una volta pronti, i ragazzi si misero in posizione sulla scalinata per l'ultimo brano. Non era prevista coreografia, solo qualche passo per far andare avanti i solisti di turno.

(A Dream Is A Wish Your Heart Makes)
R: A dream is a wish your heart makes,
when your fast asleep,
In Dreams you will loose your heartaches,
Whatever you wish for you keep..

Q: Have Faith in your dreams and someday,
Your Rainbow will come smiling through..

S: No matter how your heart is grievin,
If you keep on believin..

T: The dream that you wish will come true.

I: Hey Yea Yea
R: Yea Yea!
I: Hey Yea Yea Yea
R: Yea!
I: Hey Yea Yea Yea! Hey Yeah!

K: A dream is a wish your heart makes..
Q: When your feeling small....
T: Alone in the night you whisper..
Q: Thinking no one can here you at all
B: Here you at all..

R: You wake..
T:With the morning sunlight..
To find fortune that is smiling on you..
I: Smiling on you

R&B: Don't let your heart be filled with sorrow for all you know tomorrow
R: The dream that you wish will come true..

K: When you can dream then you can start
R: Then you can start
K: A dream is a wish you make with your heart
R: Make with your heart
K: When you can dream then you can start
A dream is a wish you make with your heart

B: A dream is a wish your heart makes
Q: When you fast asleep
B: Fast asleep
T: In dreams you will loose your heartaches
Brenda Song & Ricky Olmen:
Whatever you wish for you keep

R:You wake with the morning sunlight

K&B: To find fortune that is smiling on you
Q&S: fortune that is smiling on you
S&B: Don't let you heart be filled with sorrow
R&B: Because for all you know tomorrow

R:The dream that you wish will come true..
K: No matter how your heart is grievin
Q :If you keep on believin

R:The dream that you wish will come true

I: A dream is a wish that you can start a dream is a wish you make with your heart
When you can dream then you can start a dream is a wish you make with you heart..

I ragazzi terminarono sorridenti, ricevendo i meritati applausi. Lasciarono il palco agli ultimi concorrenti, correndo entusiasti nel camerino. Nick strinse forte la mano di Jeff, saltellando quasi come se fosse stato punto da un ragno salterino. Rachel abbracciò Jesse contenta, e lo stesso fece Quinn con Sam, posando la testa sul petto del ragazzo biondo. Kurt abbracciò Dave, accettando il bacio che l'altro gli posò sulle labbra. Blaine li guardò sconfortato, appoggiandosi al muro accanto a Finn, che aveva lo stesso sguardo sconsolato. Sebastian guardava Blaine da lontano, seduto su una sedia, con le braccia incrociate. Santana si avvicinò a lui con un sorrisino, sedendosi sulle sue gambe.
-Vattene.- le intimò lui fulminandola con lo sguardo. Lei invece di essere intimidita, sorrise ancora, posando una mano sulla sua spalla.
-Sai una cosa... mi piace quando la gente mi acclama. Oggi, lei.- indicò Rachel da lontano, che in quel momento stava abbracciando Blaine. -Mi ha rubato la scena. E, a quanto ne so, anche tu hai un motivo per non sopportarla.- continuò e Sebastian vide la Gryffindor posare un bacio sulla guancia del suo ex ragazzo. Strinse i denti, abbassando gli occhi. Santana si avvicinò al suo orecchio, sussurrandoci dentro. -Pensaci... toglierla di mezzo sarebbe un bene per tutti.- detto questo si alzò, avvicinandosi ad una bionda che Sebastian non credeva di aver mai visto, se non alle lezioni del Glee Club. Brittany, gli pareva fosse il suo nome. Sebastian scosse la testa, non era il momento di pensare a ricordare i nomi della gente. Per colpa di quell'arpia mora aveva perso l'unica persona che avesse mai amato, e di certo togliere di mezzo la Berry non lo avrebbe aiutato a riconquistarlo. Ma Sebastian non la sopportava. Non sopportava quel suo fare da prima donna. Quei suoi gridolini quando non si faceva quello che voleva. Non sopportava il rapporto che aveva con Blaine. La confidenza, i baci sulle guance e i tocchi sulle spalle. Non li sopportava.

***

-Sei stato fantastico, scommetto che vinceremo solo grazie a te.- Kurt ridacchiò, seduto sulle gambe di Dave, che lo teneva stretto a se con un braccio.
-Mi costa dirlo, ma anche Rachel è stata brava... e anche tu. Ti guardavo sai?- il castano posò la testa sulla spalla dell'altro, che gli sorrise.
-Ma se non ho praticamente cantato...-
-Beh, non hai stonato. Scommetto che la prossima volta avrai una parte migliore.- disse Kurt, posando un bacio sulla guancia sbarbata di Dave. Poco lontano Blaine sedeva insieme a Nick, Jeff Rachel e Finn, guardando quel siparietto. Si sistemò sulla sedia incrociando le braccia al petto ampio, mordicchiandosi l'interno della guancia. Le luci lampeggiarono per qualche secondo, segno che il momento delle premiazioni era arrivato. Il moro si alzò insieme ai suoi compagni, preoccupato quanto loro. Uscirono dai camerini e si trovarono dietro le quinte. Da li avrebbero raggiunto il palco e si sarebbero sistemati ordinatamente al loro posto. Blaine si appoggiò ad una delle travi del palco, cercando di sbirciare fuori, quando qualcuno gli si avvicinò. Si voltò spaventando, riconoscendo suo fratello Dylan che gli sorrideva. Si voltò per abbracciarlo, felice di vederlo.
-Che ci fai qui?- gli chiese, staccandosi. Il ragazzino scrollò le spalle, infilandosi le mani nelle tasche.
-Sono venuto a controllare la concorrenza. Siete stati molto bravi, mi è piaciuta la vostra esibizione.- Dylan sorrise, notando un paio di sguardi su di lui. -Un paio di persone credo vogliano uccidermi con lo sguardo...- in effetti, Kurt lo stava guardando con gli occhi ridotti a fessure. Chi diavolo era quel tipo che parlava con Blaine? L'altro sguardo era di Sebastian, più curioso per il nuovo arrivato che intimidatorio. Quel ragazzino assomigliava moltissimo a Blaine. Avevano lo stesso taglio del viso e colore di capelli. Anche gli occhi erano presso che gli stessi. Entrambi gli Slytherin distolsero lo sguardo prima che il Gryffindor si voltasse dalla loro parte. Dylan dovette allontanarsi poco dopo dando un bacio sulla guancia a suo fratello, per tornare sugli spalti, insieme ai suoi compagni di glee club. Avevano deciso di controllare ogni possibile concorrenza per le nazionali, già sicuri che sarebbe stato facile arrivarci. Tuttavia l'esibizione delle New Directions li aveva impensieriti. Benché non potessero usare la magia avevano incantato il pubblico con le loro esibizioni. Infatti quando i giudici li decretarono vincitori nessuno di loro sembrò stupito. Dylan sorrise guardando suo fratello, stretto nell'abbraccio del ragazzo che poco prima aveva attentato alla sua vita con quei profondi occhi azzurri. Si alzò in piedi per applaudire, fino a farsi diventare le mani rosse. Per poter vincere contro suo fratello quella volta si sarebbe dovuto impegnare più del solito.


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Capitolo 15
*** Chapter XV ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 15/25 (possibili modifiche)
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico
Raiting: Arancione
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2769   
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Eccomi qua dopo secoli con il capitolo nuovo :') lo so ci metto tanto ma spero che voi non perdiate l'interesse! Grazie davvero allìefficentissima AcidQuinn che mi ha betato il capitolo <3
Link Alle Canzoni direttamente nel testo!

XV



-Professor Schuester!- Rachel camminava furiosamente verso il suo professore, percorrendo scalza il pavimento freddo del camerino in cui le New Directions erano state collocate. L'uomo la guardò confuso, guardando i suoi piedi nudi, e le scarpe che portava in mano. Dietro di lei, Santana si stava avvicinando con un piccolo sorriso mal mascherato sulle labbra truccate di rosso.
-Che succede Rachel?- chiese esasperato il professore, abbandonando su un tavolo il programma della serata. La ragazza gli mise sotto il naso un paio di scarpe.
-Qualcuno mi ha allargato le scarpe e ora non ho la bacchetta per rimpicciolirle, quindi non posso andare in scena. Non posso non salire sul palco, devo cantare l'assolo e poi la parte nella canzone di gruppo, professore questo è un disastro!- disse lei senza riprendere quasi fiato, guardando il professore. -Lei deve rimpicciolirle!- continuò isterica, battendo le piante dei piedi a terra.
-Rachel sta calma! Purtroppo non posso aiutarti, anche io ho dovuto lasciare la bacchetta a scuola. Mentre cerchiamo una soluzione, risolviamo l'esibizione. Quinn...- la ragazza si voltò, il pancione ormai bello evidente in tutti i suoi otto mesi e mezzo. -Dovrai fare tu l'assolo principale. Lo so che è difficile, ma sei l'unica che può farlo.- lei annuii mentre Sam, suo ragazzo ufficiale da tre mesi, le stringeva forte la mano come incoraggiamento. Rachel provò a protestare, ma Schuester la zittì con un gesto. -Santana, in caso non riuscissimo a risolvere entro la fine dell'esibizione, sostituirai Rachel nel numero di gru...-
-Ma questo non è giusto!- urlò la Gryffindor indignata, posandosi una mano sul petto. -Perché non posso cantare con un microfono da dietro le quinte?-
-Potrebbero accusarci di cantare in playback e venire squalificati.- si intromise Sebastian, mentre si osservava le unghie con evidente interesse.
-Esatto.- annuii il professore, prendendo le scarpe della sua alunna. -Ora cerco una soluzione a queste, voialtri preparatevi.- il professore uscì dal camerino alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarlo. Rachel corse fra le braccia di Jesse in lacrime, più di amarezza e frustrazione che altro. Santana sorrise sotto i baffi, andando a sedersi accanto a Sebastian.
-Carino il trucchetto delle scarpe.- gli disse, incrociando le gambe. -Quando hai avuto il tempo di farlo?-
-Ieri sera, ero io di turno a mettere in ordine i costumi.- disse lo Slytherin annoiato, strofinandosi le mani. Si sentiva in colpa, nonostante non sopportasse quella nana canterina. Odiava ammetterlo, ma aveva una voce unica, e avevano vinto la scorsa competizione anche grazie a lei.
-Sta tranquillo.- Santana interruppe i suoi pensieri. -Vinceremo comunque.- disse, prima di alzarsi e allontanarsi da lui.

***

-Mi sento male...- sussurrò Quinn, stritolando la mano del suo ragazzo. Sam le sorrise, incurante del dolore, posando una mano sulla guancia della bionda.
-Sta tranquilla, andrai benissimo. Come sei andata bene la scorsa volta.- disse lui, accarezzando piano la gota colorata dal trucco della giovane. -Non farti prendere dal panico.-
-L'altra volta non ero una mongolfiera con tanto di cestino.- disse lei, portandosi la mano libera sul ventre gonfio. Accarezzò la stoffa del vestito, sentendo un piccolo movimento sotto lo strato di stoffa e pelle.
-Non sei una mongolfiera, Li dentro c'è la tua bambina. E se ti agiti, deciderà di farci visita prima.- il ragazzo si sporse, baciando delicatamente le labbra della bionda, pulendole poi una sbavatura di rossetto rosso. -Sta tranquilla, va bene?- lei annuii, facendogli un piccolo sorriso mentre lo guardava arrossendo leggermente. -Vado a prenderti un po' d'acqua.- lasciò la sua mano, prendendole una piccola bottiglia d'acqua. Quinn la prese, dando due grandi sorsate. Rilassò le spalle, sentendo il liquido fresco scivolarle giù per la gola.

-Grazie...- mormorò, proprio quando le luci del camerino cominciarono a lampeggiare. Sam la aiutò ad alzarsi, stringendola a sé mentre si avviavano dietro le quinte. Mentre passavano, Quinn notò Rachel ancora in lacrime mentre cercava di asciugarsi le guance arrossate. La bionda si staccò leggermente dal corpo dell'Hufflepuff, avvicinandosi all'altra ragazza prima di stringerla in un abbraccio, per quanto la sua pancia le permetteva. Non disse niente, la strinse e basta. Si staccò solo quando le luci lampeggiarono una seconda volta. Sorrise alla mora, affrettandosi poi verso il palco. Si mise al centro, le ragazze sistemate intorno a lei in posizione.
-Dalla Scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts, le New Directions!- annunciò uno dei giudici, scatenando gli applausi del pubblico. Quinn prese un grande respiro, cominciando la sua parte mentre era ancora avvolta nel buio.
-Once upon a time there was a princess. She got cast under a magical spell...- mormorò, udibile tuttavia da tutto il pubblico. (Once Upon (Another) Dream)
Q: I know you

I danced with you once upon a dream
I know you
I danced with you once upon a dream

Cantò, prima che le altre ragazze si unissero a lei nel coro.

I: I know you
I danced with you once upon a dream (come on and dance)
I know you
The gleam in your eyes is so familiar of me

Q: Once upon a dream in a magical kingdom
A beautiful princess fell into a long deep sleep
(I've been dreaming about you)
Only kiss from a handsome prince could awake her
So he could tell her how lovely she is

S: Wake me up

I: I know you
I danced with you once upon a dream (come on and dance)
I know you
The gleam in your eyes is so familiar of me
Yet I know it's true
That visions are seldom what they seem (come on and dance)
I know you
I know what you'll do
You'll love me at once
The way you did once upon a dream
I know you
I danced with you once upon a dream (come on and dance)
I know you
The gleam in your eyes seems so familiar of me

Q: Yet I know it's true...


Finì la bionda, un occhio di bue fisso su di lei, che scemò pian piano man mano che gli applausi riempivano l'aria ora silenziosa. Quinn sorrise, scendendo di corsa dal palco mentre Blaine e Tina prendevano il suo posto. La musica riempii di nuovo l'aria, mentre la bionda andava ad abbracciare il suo ragazzo.
(Colors Of The Wind)
T: You think I'm an ignorant savage
And you've been so many places
I guess it must be so
But still I cannot see
If the savage one is me
How can there be so much that you don't know?
You don't know ...

Sam la strinse forte a se, facendole anche fare una giravolta in aria. Quinn rise, stringendo forte le braccia intorno al collo del suo ragazzo.
-Si stata fantastica...- le sussurrò lui in un orecchio, facendola tornare con i piedi a terra. Lei sorrise ancora, posando le labbra su quelle dell'altro in un bacio delicato.

B: You think you own whatever land you land on
The Earth is just a dead thing you can claim
But I know every rock and tree and creature
Has a life, has a spirit, has a name

-Finitela di sbaciucchiarvi fra poco tocca a noi!- li rimbeccò scherzosamente Jeff, stringendo la mano del suo ragazzo nella sua mentre si avvicinavano al palco, aspettando il momento di entrare in scena.


T: You think the only people who are people
Are the people who look and think like you
But if you walk the footsteps of a stranger
You'll learn things you never knew you never knew

Il gruppo entrò in scena e la luce sul palco cambiò, diventando azzurra. Si mossero precisi, seguendo la coreografia mentre cantavano il ritornello.

I: Have you ever heard the wolf cry to the blue corn moon
Or asked the grinning bobcat why he grinned?
Can you sing with all the voices of the mountains?
Can you paint with all the colors of the wind?
Can you paint with all the colors of the wind?

B: How high does the sycamore grow?
If you cut it down, then you'll never know

I: And you'll never hear the wolf cry to the blue corn moon
For whether we are white or copper skinned
We need to sing with all the voices of the mountains
We need to paint with all the colors of the wind
You can own the Earth and still
All you'll own is Earth until
You can paint with all the colors of the wind

I ragazzi si riunirono al centro mentre la musica scemava piano, e gli applausi riempivano l'ambiente. Approfittando del buio uscirono tutti di scena. Da dietro il sipario uscirono nuovamente Finn, Puck, Blaine e Sam, quest'ultimo con una chitarra a tracolla. Si sedettero al centro del palco, su delle sedie prese dai camerini. Sam si appoggiò la chitarra sulla coscia mentre le luci si accendevano nuovamente, e Puck iniziò a suonare.
(A Whole New World)
P: I can show you the world

Shining, shimmering, splendid
Tell me, princess, now when did
You last let your heart decide?

S: I can open your eyes
Take you wonder by wonder
Over, sideways and under
On a magic carpet ride

F: A whole new world
A new fantastic point of view
No one to tell us no
Or where to go
Or say we're only dreaming

B: A whole new world
A dazzling place I never knew


B e P: But when I'm way up here
It's crystal clear

P: that now I'm in a whole new world with you

S: Unbelievable sights
Indescribable feeling
Soaring, tumbling, freewheeling
Through an endless diamond sky

I: A whole new world
B: Don't you dare close your eyes
S: A hundred thousand things to see
F: Hold your breath - it gets better

I: I'm like a shooting star
I've come so far

S: I can't go back to
F:where I used to be
A whole new world
Every turn a surprise

I: With new horizons to pursue
Every moment gets better
I'll chase them anywhere
There's time to spare
S: Let me share
F: This whole new world with you

Le luci si spensero mentre Sam continuava a suonare, e in quel momento il resto del gruppo salì sul palco, sistemandosi dietro i quattro ragazzi una volta che si furono liberati delle sedie.

A whole new world
A whole new world
That's where we'll be
That's where we'll be
A thrilling chase
A wondrous place
For you and me

Le luci si spensero ancora e tutti si rintanarono dietro le quinte. Rachel guardava i suoi compagni con invidia, le braccia incrociate al petto e gli occhi arrossati dal pianto. Vide in lontananza Quinn accasciarsi su sé stessa, un urlo muto sulle labbra sottili. La Gryffindor le si avvicinò di corsa, mentre Sam la sorreggeva preoccupato.
-Quinn che succede?- la ragazza si toccò il ventre gonfio, stringendo la stoffa del vestito fra le dita diafane.
-Mi fa male...- riuscì a sibilare la bionda, prima di lasciarsi sfuggire un piccolo urlo strozzato. Guardò a terra, alzando poi gli occhi colmi di terrore verso Sam. -Mi si sono rotte le acque...- mormorò, scatenando il panico fra i suoi compagni. Mancava un altro numero prima di finire l'esibizione e una delle loro soliste stava correndo all'ospedale.
Rachel si passò le mani fra i lunghi capelli neri. Sapeva di essere egoista, se ne rendeva perfettamente conto, ma avevano faticato per arrivare sino a quel punto e tutto stava crollando. Rimase sorpresa quando Finn le si avvicinò con un paio di scarpe di scena in mano.
-Me le ha date Quinn, mi ha detto di lavarle e poi darle a te... e di dirti di prendere il suo posto.- le disse con un piccolo sorriso, porgendogli le scarpe. Rachel le prese e tolse un pezzo di carta dalla punta verniciata in nero, probabilmente Finn le aveva asciugate con un fazzoletto prima di dargliele. Se le mise, sorridendo.
-Mi stanno...- continuò a sorridere, facendo una giravolta su sé stessa. -Grazie.- disse ancora, abbracciando il ragazzo, alzandosi il più possibile sulle punte. Il Gryffindor rimase un attimo sorpreso, ma la strinse comunque a sé.
-Ehm... mi dispiace interrompere il momento...- Blaine si avvicinò a loro, mordendosi un labbro per nascondere un sorriso divertito. -Dobbiamo entrare in scena.- continuò, porgendo una mano a Rachel, visto che avrebbe dovuto cantare e ballare con lei. La ragazza prese quella mano che le veniva porta, e si fece guidare verso il centro del palco, accanto a Santana e Kurt.
(Beauty And The Beast)
R: Tale as old as time,
True as it can be.

B: Barely even friends,
Then somebody bends
Unexpectedly.

S: Just a little change,
Small, to say the least.

K: Both a little scared,

S e K: Neither one prepared,
Beauty and the Beast

Il resto dei ragazzi salì sul palco, dividendosi in coppie per seguire i loro passi.

R: Ever just the same.
Ever a surprise.
Ever as before,
Ever just as sure
As the sun will rise.

S: Tale as old as time
Tune as old as song.

R e S: Bittersweet and strange,
Finding you can change,

S: Learning you were wrong.
Certain as the sun
Rising in the East.

I: Tale as old as time,
Song as old as rhyme.

S: Beauty and the Beast.

R: Ever just the same.
Ever a surprise.
Ever as before,
Ever just as sure
As the sun will rise.

S: Certain as the sun

R: Certain as the sun

S: Rising in the East.
Tale as old as time,

R: Song as old as rhyme.

S: Tale as old as time,

R: Song as old as rhyme.

S: Beauty and the Beast.


***


-Davvero sta bene? Oh per fortuna... Si... che bel nome! L'ha scelto lei scommetto... si va bene.. va bene ciao.- Blaine chiuse la chiamata e si mise di nuovo in fila, miracolosamente affianco a Kurt, per consegnare i cellulari e riprendere le bacchette. -Quinn ha partorito.- disse sorridendo. Lo Slytherin si voltò verso di lui con un grande sorriso.
-Davvero? E sta bene?-
-Si sta benissimo. L'hanno chiamata Lily, e Sam l'ha riconosciuta come figlia sua.- spiegò il moro, consegnando il telefono e prendendo con cura la propria bacchetta.
-Lily... Lily Evans... molto patriottico.- Kurt ridacchiò dopo aver pronunciato quella frase, affiancandolo di nuovo. -Sono proprio contento per loro... Per loro almeno la giornata è finita bene.-
-Abbiamo perso solo una competizione, l'anno prossimo andrà meglio e arriveremo alle Nazionali. Le altre squadre sono state più brave.- il castano annuii, guardando il cielo stellato sopra di loro. I loro compagni erano rientrati quasi tutti, e fra poco sarebbero stati richiamati anche loro.
-Sai.. speravo di vincere... ci siamo impegnati tanto.-
-Anche io ci speravo, ma non sempre le cose vanno come uno se le aspetta.- disse ancora Blaine, guardando l'altro in viso. Se prima riusciva a bloccare gli strani pensieri su Kurt, ora non ci riusciva più. O semplicemente non voleva, spiegazione ancora più plausibile. In quel momento i suoi occhi si fissarono sui riflessi che la luna dava ai capelli dell'altro, sempre in ordine nonostante avesse ballato e sudato sul palco. La pelle chiara, leggermente arrossata sulle guance a causa del vento si primaverile, ma ancora freddo. Si avvicinò a lui senza nemmeno accorgersene, mentre l'altro guardava verso il cielo privo di nuvole.
-Hai ragione... Ormai siamo fuori gara ma l'anno prossimo andrà sicuramente meglio.- mormorò Kurt, sentendolo avvicinarsi. Non si aspettava di vederlo così vicino, non lo aveva sentito muoversi. Come qualche tempo prima non riuscì a spiegarsi perché, ma le sue labbra si unirono a quelle dell'altro. Le sentì di nuovo screpolate e piene, come lo erano la prima volta. Passò una mano fra i suoi capelli scarmigliati, beandosi del contatto con quei ricci. Si staccarono dopo pochi attimi, consapevoli del momento sbagliato e che qualcuno poteva vederli.
-Dovremmo smetterla di fare così...- sussurrò Kurt sulle labbra dell'altro, perdendosi qualche secondo nei suoi occhi.
-Già... tu sei fidanzato e io non dovrei baciarti...-
-Quando dovevi baciarmi sei corso fra le braccia di un altro. Io non potevo più aspettarti.- Blaine annuii solamente, abbassando gli occhi verso terra.
-E adesso... è troppo tardi?- chiese, guardandolo ancora. Kurt si morse il labbro, già rosso per il bacio appena consumato. Si sporse, baciando la guancia del Gryffindor.

-Non lo so...- disse con voce sincera, prima di allontanarsi. Lo salutò ancora con un piccolo cenno della mano, prima di voltarsi e avviarsi verso il castello. Blaine lo guardò sorridendo, mettendo le mani in tasca per nascondere il tremolio. Rimase li anche quando la schiena dell'altro sparì dalla sua vista, come se le gambe non volessero guidarlo. Furono Nick e Jeff a riscuoterlo, facendogli notare che tutti erano già rientrati nel castello. Li guardò con un sorriso, annuendo semplicemente alle loro parole prima di seguirli verso la scuola.

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Capitolo 16
*** Chapter XVI ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 16/25 (possibili modifiche)
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico
Raiting: Arancione 
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2311    
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Eccomi qua ! lo so può sembrare un pesce d'aprile... e invece no! xD Grazie davvero allìefficentissima AcidQuinn che mi ha betato il capitolo <3
Link Alle Canzoni direttamente nel testo!

XVI



-Lascia, vado io...- disse Sam, la prima notte delle vacanze estive che lui e la sua ragazza Quinn avrebbero passato a casa di quest'ultima. I genitori della ragazza, specialmente il padre, all'inizio erano stati contrari sia all'arrivo della piccola Lily, sia al far vivere, anche se per poco tempo, il ragazzo che aveva contribuito alla sua nascita sotto il tetto di casa loro. Tuttavia, dopo giorni di lacrime, e un baule colmo di oggetti del signor Fabray lanciato fuori dalla porta del grande maniero, a Sam, Quinn e alla piccola era stato permesso di vivere li. La padrona di casa si era anche offerta di badare alla piccola quando la scuola sarebbe cominciata di nuovo, dopotutto non potevano perdere il loro ultimo anno.
Quinn si girò verso il suo ragazzo, facendo scivolare un angolo del lenzuolo che le copriva le spalle.
-Sei sicuro? Posso andare io, sono sveglia.- disse, tirandosi un po' su. Lui negò con la testa, scansando la coperta e mettendo i piedi sul pavimento fresco.
-Tranquilla, tu le hai badato tutto il giorno. Torna a dormire.- sussurrò, alzandosi in piedi. Camminò lentamente verso la culla della piccola, che avevano fatto installare in quella che era diventata la loro stanza. Prese la bambina in braccio e lei si attaccò subito con le piccole mani paffute ai capelli leggermente lunghi del ragazzo. Sam ridacchiò, soffocando un piccolo gemito di dolore. Uscì dalla stanza cercando di non fare rumore, andando a sedersi su una poltroncina dell'anticamera che la signora Fabray aveva arredato con cura. Lily ricominciò a piangere, mollando persino la presa sui capelli di quello che era il suo papà. Il ragazzo la cullò cercando di farla smettere, prendendo una delle manine nella sua, molto più grande.
(You'll Be In My Heart)
-Come stop your crying
It will be all right
Just take my hand
Hold it tight
-

Cantò piano, quasi in un sussurro, sempre cullando la bambina. Lily smise di piangere come per magia, e strinse anche due dita dell'altro con la sua piccola mano. Sam sorrise, decidendo di cantare ancora, visto che stava funzionando.

-I will protect you
From all around you
I will be here
Don't you cry
'Cause you'll be in my heart
Yes, you'll be in my heart
From this day on
Now and forever more
You'll be in my heart
No matter what they say
You'll be here in my heart, always
-

Lei sarebbe sempre stata la sua bambina, si ritrovò a pensare, anche se effettivamente il sangue che le scorreva nelle vene non era il suo. Aveva gli occhi azzurri, come i suoi, i radi capelli che le stavano spuntando erano biondi, si, ma un biondo più scuro del suo. Sam non si sarebbe meravigliato di vederla saltellare per casa in incerti passi di danza, che sarebbero diventati perfetti anche se lui aveva praticamente due piedi sinistri. La sua lettera per Hogwarts sarebbe arrivata puntuale come un orologio, a undici anni a partire da quel momento. E se qualcuno a scuola le avesse detto qualcosa?

-Don't listen to them
'Cause what do they know?
-

La gente avrebbe parlato, perché le persone sanno, scavano nelle vite degli altri senza alcun riguardo del male che fanno. Ma non importava. La gente non capisce, un padre è colui che ti cresce, non chi mette il seme.

-We need each other
To have, to hold
They'll see in time
I know
-

Non aveva mai pensato a come sarebbe stato avere una figlia, insomma chi ci pensa a sedici anni? Eppure la aveva lì, fra le braccia, così piccola e delicata. Con la piccola bocca socchiusa e le palpebre che lottavano contro se stesse per restare aperte, per ascoltare il suo papà cantare per lei.

-When destiny calls you
You must be strong
I may not be with you
But you've got to hold on
-

Non sarebbe potuto stare con lei per sempre, se ne rendeva conto. Già in questo anno sarebbe stato lontano da lei e probabilmente si sarebbe perso i suoi primi passi. Le sue prime parole. Non sarebbe stato lì quando i primi dentini le sarebbero usciti. Ma poi, una volta avuto quel pezzo di carta pregiata fra le mani, ci sarebbe stato.

-They'll see in time
I know
We'll show them together
Oh, you'll be in my heart
No matter what they say
You'll be here in my heart,
I'll be there always
Always
I'll be with you
I'll be there for you always
Always and always
-

Sarebbe stato lì quando il primo gufo beccherà magari contro la finestra della cucina, come era successo a lui, portando fra le zampe la lettera di Hogwarts. Quando avrebbe dovuto attraversare il muro del binario nove e tre quarti, che per un bambino di undici anni sembra un ostacolo insuperabile.

-Just look over your shoulder-

Sarebbe stato lì, anche se a chilometri di distanza, quando il cappello parlante la smisterà nella sua casata. La casata che le farà da famiglia per sette lunghi anni, quando la sua vera famiglia non potrà essere li con lei.

-Just look over your shoulder-

Poi ci saranno i GUFO e i MAGO, e aspetterà con ansia i risultati insieme a lei, magari mangiandosi le unghie nell'attesa. E, se aveva preso da sua madre, avrebbe gioito con lei per gli ottimi voti, pensando già a cosa avrebbe fatto dopo la scuola.

-Just look over your shoulder-

Poi avrebbe il ragazzo della sua vita magari, l'uomo che l'avrebbe portata via dalle braccia protettive di suo padre. L'uomo che la tratterà come la principessa che è, che la renderà felice e realizzerà tutti i suoi sogni di giovane donna. E sarà li anche quando lei diventerà mamma, aiutandola come può.

-I'll be there always-

Sam sorrise, asciugandosi una lacrima dalla guancia mentre la bambina si addormentava di nuovo fra le sue braccia. Sentì dei passi dietro di lui e si girò, notando Quinn avvicinarsi con un sorriso. La ragazza si sedette sul bracciolo della poltrona, posando una mano sulla spalla del ragazzo. Si abbassò, baciandogli la guancia ancora bagnata.
-Era proprio una bella canzone.- sussurrò, posando la testa su quella dell'altro. Lui sorrise, annuendo piano.
-A volte ci si esprime meglio con le parole scritte dagli altri che con le proprie...- mormorò, accarezzando il viso della piccola.
-Direi che te la cavi anche con quelle scritte da te.- disse l'altra, alzandosi. -Che ne dici di tornare al letto? È ancora notte fonda.- Sam annuì ancora, alzandosi con cautela dalla poltrona, seguendo la sua ragazza fuori dal salottino.

***

-Ecco a te.- disse Kurt sorridendo al suo ragazzo mentre gli porgeva un bicchiere di tè freddo. Dave fece un piccolo sorriso, posando il bicchiere sul tavolino basso del salotto, sistemandosi sul divano di casa Hummel-Hudson. Lo Slytherin si mise accanto a lui, posandogli una mano sulla gamba. Dave la tolse, forse un po' più bruscamente di quanto volesse realmente fare. Kurt si irrigidì, mordendosi anche il labbro. -Dave, che cos'hai?- gli chiese, cercando gli occhi dell'altro. Lo sentì sospirare come se un peso gli impedisse di respirare normalmente.
-Vi ho visti.- disse semplicemente, tenendo lo sguardo basso sul pavimento. Kurt aggrottò le sopracciglia, piegando la testa di lato.
-Ci hai visti?-
-Non fare il finto tonto Kurt, vi ho visti. Te e Blaine che vi baciavate nel parco della scuola dopo la gara.- Kurt trattenne il respiro, sentendo le mani tremare.
(Bye Bye Bye/I Want It That Way)
Bye, Bye, Bye
Bye, Bye
Bye, Bye
Oh, Oh

I'm doin' this tonight,
(You're) probably gonna start a fight.
(I) know this can't be right.
Hey baby come on
(I) loved you endlessly,
(When) you weren't there for me.
(So) now it's time to leave and make it alone

-Dave io...-
-Risparmia il fiato okay? Io... sapevo che sarebbe successo prima o poi.- disse con voce stranamente calma, guardando l'altro con occhi spenti. Kurt si morse il labbro di nuovo, sentendo gli occhi inumidirsi, non sapeva se per la vergogna di essere stato scoperto, o per aver effettivamente ferito Dave.
-Perché... perché non hai detto niente? Sono passate settimane...-

I know that I can't take no more
It ain't no lie
I wanna see you out that door
Baby, bye, bye, bye

You are my (fire)
The one (desire)
Believe (when I say)

I want it that way

-Sono stato così stupido da pensare che saresti venuto da me a dirmelo. Che stupido vero?- rise, una risata amara che a Kurt sembrò come se un centinaio di coltelli lo colpissero in pieno petto senza alcun riguardo. -Ma come avresti potuto dirmelo? Tu speravi che sarebbe passato come un qualsiasi incidente. Io non l'avrei mai saputo e tu non te ne saresti preoccupato fino alla prossima volta. Perché Kurt, sia io che te sappiamo che ci sarà un altra volta.- Dave si alzò dal divano, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. -Come sappiamo entrambi che non è stato un incidente, non provare nemmeno a negarlo.- Kurt richiuse automaticamente la bocca, non sapendo cosa replicare. Sentì le lacrime rigargli il viso ma non si preoccupò di asciugarle. -Quindi invece di continuare a prenderci in giro tutti e due, raccolgo i miei cocci e me ne torno a casa.- disse ancora il Gryffindor, cominciando a camminare verso la porta d'ingresso. -Ringrazia la madre di Finn per il tè.- quando Dave aveva ormai messo la mano sulla maniglia d'ottone, Kurt si riscosse. Si alzò dal divano, andandosi ad aggrappare alla giacca dell'altro.

Bye Bye
Don't wanna be a fool for you
Just another player in your game for two

You may hate me but it ain't no lie
Baby, bye, bye, bye...

Bye Bye
Don't really wanna make it tough,
I just wanna tell you that I had enough.

It might sound crazy

But it ain't no lie
Baby, bye, bye, bye

-Aspetta...- sussurrò, appoggiando la fronte sulla schiena dell'altro e stringendo la presa delle mani. Dave rimase fermi li, la mano sulla maniglia e la testa china, sentendo Kurt scuotersi a causa dei singhiozzi contro la sua spalla. E dire che avrebbe essere arrabbiato con lui, lo aveva tradito, ben due volte a quanto sapeva, e invece che essere arrabbiato gli dispiaceva. Gli dispiaceva di far piangere Kurt. Si girò, stringendo a sé il corpo singhiozzante dell'altro, mordendosi l'interno della guancia per evitare di piangere a sua volta.
-Va meglio?- chiese, quando sentì Kurt smettere di piangere. Il ragazzo negò con la testa, asciugandosi le lacrime dal viso.
-Non posso dire niente per farti rimanere vero?- chiese lo Slytherin, guardandolo. Dave negò, staccandosi da lui e aprì la porta di casa.
-Hai fatto già abbastanza.- disse e uscì, chiudendo l'uscio dietro di sé.

Tell me why
Ain't nothin' but a heartache

Tell me why

Ain't nothin' but a mistake

Tell me why

I never wanna hear you say

I want it that way

You are my fire
The one desire
You are
You Are...
You Are...
You Are

Don't wanna hear you say

***

-Blaine?- il Gryffindor alzò gli occhi dal suo computer, togliendo anche le cuffie che gli coprivano le orecchie. Suo fratello Dylan era appoggiato allo stipite della porta della sua stanza e spostava il peso del proprio corpo da un piede all'altro.
-Dimmi Dy.- disse il più grande, poggiando il portatile sul materasso dove era seduto, scendendo dal letto.
-C'è.. qualcuno per te in salotto. Un ragazzo.- Blaine aggrottò le sopracciglia, confuso. Non aspettava nessuno. E poi chi sarebbe venuto fino a Dover dove era in vacanza con i suoi?
-Non ha detto chi è?-
-No mi ha solo detto di essere un tuo amico di scuola.- gli disse suo fratello, scrollando le spalle. -Ha i capelli castani e gli occhi chiari se può aiutarti.- il subconscio di Blaine collegò autonomamente l'informazione all'immagine di Kurt, ma la ragione la scacciò subito. Se Kurt fosse venuto da lui probabilmente avrebbe chiamato. -Forse è il caso che vieni di la invece di rimanere fermo come un pesce lesso.- lo riscosse suo fratello, uscendo dalla stanza. Blaine lo seguì, curioso di vedere chi lo fosse venuto a trovare. Una volta in salotto, decise che tornare in camera sua sarebbe stato meglio. Girò i tacchi pronto a tornare al suo computer, ma l'ospite lo fermò.
-Blaine aspetta, voglio parlarti.-
-Che fai mi pedini anche adesso?- chiese il moro con voce fredda, voltandosi verso il nuovo arrivato mentre incrociava le braccia al petto. -Che vuoi, Sebastian?-
-Parlare. Solo parlare.- Sebastian si avvicinò, strusciando senza accorgersene i piedi sul pavimento di legno del salotto. -Ti prego.- Blaine si morse l'interno della guancia. Guardandosi ostinatamente i piedi nudi.
-Non ho voglia di ascoltarti. Quando dovevi parlarmi non hai voluto farlo. Ora è troppo tardi. Tornatene a casa.-

***

Kurt si distese a pancia sotto sul suo letto, gli occhi rossi e gonfi per le troppe lacrime versate. Dave se ne era andato ormai un ora prima, e lui era rimasto tutto quel tempo a fissare una porta chiusa. Aveva deciso di andarsene in camera sua solo perché non voleva far preoccupare suo padre. Sentì il suo cellulare squillare all'arrivo di un messaggio e per un momento decise di ignorarlo. Quando il telefono suonò di nuovo decise di asciugarsi le lacrime e prenderlo. C'erano due messaggi, entrambi di Blaine. Aprì il primo con mano tremante, sistemandosi sulla schiena pr poter leggere meglio.

Sebastian è venuto a casa. Mi ha chiesto di parlare e io l'ho cacciato via. Mi sento uno schifo.

Kurt si morse piano il labbro, aprendo il secondo.

Forse non è il caso di parlarti del mio ex ragazzo quando qualche settimana fa ti ho baciato senza farmi problemi. Scusami.

'Scusami? Scusami perchè ti ho baciato o scusami perchè ti sto parlando del mio ex?' Kurt non seppe dirlo, ma di certo non era il momento di pensarci. Aveva ben altri problemi. Digitò velocemente una risposta, posandosi poi il cellulare sul petto.

Dave mi ha lasciato un'ora fa. Possiamo sentirci uno schifo insieme?

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Capitolo 17
*** Chapter XVII ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 17/25 (possibili modifiche)
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico
Raiting: Arancione 
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2125
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Scusate per il ritardo >.< grazie alla splendida AcidQuinn che mi ha betato il capitolo <3 Per chiunque volesse contattarmi ecco qui la pagina FacebookTwitterAsk

XVII


-Non sarà troppo elegante?- Kurt si sistemò per l'ennesima volta le maniche della giacca del completo, trovando un difetto ad ogni passo che faceva. Blaine ridacchiò al suo fianco, scuotendo piano la testa.

-Sei perfetto... e se non la smetti di tirarla quella manica deciderà di staccarsi e andarsene con le proprie gambe.- lo Slytherin arrossì, lasciando immediatamente la presa sulla stoffa.

-E' che sono nervoso... è la prima volta che partecipo ad un evento come questo...- si giustificò, cominciando a torturarsi le mani. -Voglio fare una buona impressione con i tuoi.- confessò, guardando il viso dell'altro mentre continuavano a camminare l'uno di fianco all'altro. Da anni gli Anderson presenziava al party organizzato dall'azienda in cui il capo famiglia lavorava, e vi erano invitati tutti i dipendenti e soci, incluse mogli, mariti e prole. Blaine era sempre andato da solo, annoiandosi a morte e bevendo champagne finché il suo corpo poteva reggerne; ma quell'anno aveva deciso di portare Kurt con sé a fargli compagnia. Non pensava però che il suo ragazzo (come gli piaceva poterlo definire finalmente tale) sarebbe andato totalmente in crisi su cosa indossare. Solitamente era un'occasione semi-formale, Blaine aveva sempre partecipato con un bel paio di jeans, una camicia e una giacca leggera vista la stagione. Quella mattina, Kurt aveva provato tre completi diversi, e il Gryffindor sospettava che ne avesse provato almeno uno diverso ogni giorno da quando lo aveva invitato. Alla fine, aveva optato per un completo semplice nero e una camicia bianca. Quando gli aveva chiesto come stava, Blaine ebbe l'impressione di trovarsi come davanti al Wizengamont al completo. Tuttavia, il suo “sei bellissimo” andava più che bene.

-Il bellissimo mazzo di rose per mia madre ha già centrato il segno.- disse il Gryffindor sorridendo, cercando di tranquillizzare l'altro. -Come i complimenti a mio padre per i libri, nessuno glieli fa mai.-

-Ne sei sicuro?- Blaine si fermò, mettendo le mani sulle spalle dell'altro. Si guardò intorno, prima di avvicinarsi e posare per pochi istanti le labbra su quelle di Kurt, che si rilassò all'istante. Prima di allontanarsi definitivamente, strusciò il naso contro quello dell'altro.

-Va meglio?- chiese, facendo un passo indietro. Il castano annuii, leccandosi distrattamente il labbro inferiore.

-Grazie.- disse Kurt sorridendo, prendendo la mano di Blaine nella sua e dirigendosi finalmente al giardino principale dell'hotel dove si svolgeva l'evento, trovando tutti gli ospiti impegnati a chiacchierare, mangiare e bere. O, come nel caso di Dylan, seduti in un angolo con un bicchiere in mano. I ragazzi decisero di avvicinarsi a lui, e Blaine prese due bicchieri di champagne dal vassoio di un cameriere che passava di li. Ne porse uno a Kurt, prima di sedersi accanto a suo fratello.

-Che fai seduto qui da solo?- gli chiese, prendendo un sorso dal suo bicchiere, mentre lo Slytherin si sedeva al suo fianco. Dylan scrollò le spalle e imitò suo fratello, bevendo tutto lo champagne in un sorso solo. Quando fece per alzarsi e prenderne dell'altro, suo fratello lo prese per la cintola dei jeans e lo fece di nuovo cedere a sedere al suo posto. -Che succede?-

-Niente, io sto benissimo. Non hai il tuo ragazzo di cui occuparti oggi invece che pensare a me?- chiese acidamente il più piccolo, guardandosi con apparente interesse le scarpe da ginnastica nuove. Blaine rimase un attimo sorpreso e si scambiò uno sguardo con Kurt prima di rivolgersi nuovamente al più piccolo.

-Dylan, io...-

-Ma guarda se non c'è un grande elefante rosa in questo giardino.- i tre ragazzi alzarono contemporaneamente lo sguardo, fissandolo sul gruppetto di ragazzi che si era avvinato a loro. Quattro ragazzi, ad occhio e croce della stessa età di Dylan, erano fermi davanti le loro sedie, con dei sorrisi strafottenti sulle labbra e le braccia incrociate al petto. -Non è un pascolo adatto a te Anderson.. ci sono poche margherite qui per te.- disse uno di loro, facendo ridere gli altri tre. -O almeno mi aspettavo di vederti con un bel vestito... dove hai lasciato la gonna, Dyana?- Blaine osservò suo fratello, prima di alzarsi in piedi.

-Scusami? Vorresti ripetere?- chiese, lasciando il bicchiere a Kurt, e avvicinandosi al ragazzo. Questo si scambiò uno sguardo con i suoi amici, prima di sorridere di nuovo.

-Che c'è Dyana, ora hai bisogno dell'aiuto del fidanzato?- il ragazzo si piegò in avanti, incassando il pugno di Blaine in pieno stomaco. Kurt lasciò cadere i bicchieri a terra per la sorpresa, facendoli rompere in mille pezzi a terra. Blaine si abbassò sul ragazzo dolorante.

-D'ora in poi lascia perdere mio fratello.- mormorò, tirandosi su di nuovo. Fece per allontanarsi, mandando avanti Dylan e Kurt, quando si sentì tirare indietro e un pugno colpirgli lo zigomo. Reagì d'istinto, difendendosi dai colpi. Dopo l'ennesimo pugno cadde a terra, sentendo i vetri dei bicchieri pizzicargli la schiena e un corpo salirgli sopra. Gemette di dolore per il colpo appena ricevuto, cercando di difendersi ancora e di liberarsi. Rimase spiazzato quando il peso sopra di lui svanì e si ritrovò improvvisamente libero. Aprì gli occhi che aveva chiuso poco prima, vedendo gli altri tre ragazzi tenere fermi Kurt e Dylan che cercavano di liberarsi. Poco lontano Dave teneva fermo a terra l'assalitore di Blaine, tirandogli un pugno ben assestato sullo zigomo. Si alzò subito dopo dal corpo dolorante, avvicinandosi agli altri tre.

-Allora? Sparite!- disse a voce alta, e quelli eseguirono, allontanandosi da li portandosi dietro il capo banda dolorante. Una volta libero, Kurt corse dal moro, prendendogli il viso fra le mani.

-Blaine stai bene?- il Gryffindor annuii, asciugandosi un rivolo di sangue dal mento.

-Sto bene.. mi sono solo morso il labbro.- disse, guardando Dave che si controllava le nocche arrossate. -Grazie.- gli disse, circondando le spalle di Kurt con un braccio. L'altro scrollò le spalle, mettendosi le mani in tasca.

-Dovere...- disse con un piccolo sorriso, allontanandosi subito dopo. Blaine si lasciò controllare da sua madre, mentre Kurt seguiva il suo compagno di casa.

-David?- chiamò, raggiungendolo in pochi passi. Quello si voltò al suo richiamo, guardando Kurt negli occhi.

-Si?-

-Volevo ringraziarti... per Blaine. Se non fossi arrivato tu, sarebbe finita male...- l'altro scosse di nuovo le spalle, inclinando la testa di lato.

-Accetta un consiglio Kurt.- disse, guardandolo. -Tienitelo stretto. Non importa cosa dicono gli altri.- continuò, allontanandosi in mezzo alla folla. Kurt rimase sconcertato dalle sue parole, ma non si fermò a rifletterci più ti tanto, tornando da Blaine e dalla sua famiglia.


-Sicuro di stare bene?- chiese Kurt quella sera, avvicinandosi al camino di casa Anderson, pronto a tornare a casa. Blaine annuì, togliendosi la giacca piena di polvere di vetro.

-Si sto bene, ho solo qualche livido. Ne ho prese di peggio durante le partite di Quidditch.- disse il Gryffindor ridacchiando, appoggiandosi alla parete del camino. -Fammi sapere quando arrivi a casa.- Kurt annuì a sua volta e si avvicinò a lui con un sorriso. Posò le labbra su quelle dell'altro delicatamente, visto il taglio che gli attraversava il labbro inferiore. Si staccò poco dopo, prendendo una manciata di polvere volante.

-A dopo...- mormorò lo Slytherin prima di buttare la polvere nel camino e pronunciare l'indirizzo di casa sua, sparendo nelle fiamme qualche attimo dopo.


***


Dave scolò l'ennesimo bicchiere di champagne in un sorso solo, posando il contenitore vuoto vassoio che gli passava davanti. Andava avanti così da qualche ora, posando bicchieri vuoti e prendendone di pieni. Non si aspettava di vedere Kurt li, ma sopratutto non si aspettava di vederlo insieme a Blaine. Avevano rotto già da qualche settimana, e mancava poco al rientro a scuola, ma Dave non pensava che il suo ex si fosse ripreso così in fretta. O forse doveva aspettarselo. Lo aveva lasciato perché si era accorto dell'attrazione che Kurt provava per il suo compagno di casa, no? Allora di cosa si meravigliava se si erano finalmente messi insieme?
-Sai, non credo che l'erba crescerà più folta se la innaffi con lo champagne.- sentì una voce accanto a sé e si riscosse, raddrizzando il bicchiere oramai vuoto. Si voltò verso il nuovo arrivato per ringraziarlo, ma le parole gli rimasero bloccate in gola.

-Che diavolo ci fai tu qui?- chiese, mentre Sebastian si sistemava sulla sedia, incrociando le gambe.

-Quello che ci fai tu, suppongo. A meno che tu non ti sia imbucato per sventare le risse.- disse lo Slytherin, prendendo il calice dalle mani dell'altro per berne il contenuto rimasto. Dave glielo lasciò, sbuffando.

-Come se io volessi venire qui... no seriamente, che ci fai qui?-

-Mio padre è socio dell'azienda e io sono qui a giocare alla parte del figlio perfetto, tu?-

-Anche io... Anche se stare qui a ubriacarmi potrebbe presentare una pecca nella pia parte. Ma sinceramente me ne infischio.- Sebastian ridacchiò a quella frase, posando il bicchiere vuoto sul tavolo accanto a dove si erano seduti.

-Preferirei andare a letto con uno Schiopodo piuttosto di fare quello che sto per fare quindi, sentiti onorato chiaro?- Dave alzò un sopracciglio scettico, guardando l'altro in viso. -Io.. voglio ringraziarti. Per aver aiutato Blaine prima. Insomma io... stavo per intervenire quando sei arrivato tu e.. grazie.- sputò fuori Sebastian con una smorfia, come se stesse per vomitare da un momento all'altro. Il Gryffindor ridacchiò, spostando lo sguardo davanti a sé.

-Sai dalla tua faccia sembra che tu stia per vomitare. Ma, comunque...- lo guardò di nuovo con un piccolo sorriso. -Prego, Smythe.- Sebastian lo guardò a sua volta per qualche istante, prima di alzarsi in tutta fretta.

-Dai, andiamo a vedere dove tengono gli spiriti. Ho bisogno di qualcosa di forte.- disse, avviandosi verso il banco dei liquori. Dave lo guardò, seguendolo poco dopo, scuotendo la testa.


***


-Finn muoviti o perderemo il treno!- esclamò Kurt dall'entrata della stazione di King's Cross, fulminando il suo fratellastro con lo sguardo, mentre questo arrancava verso di lui, portando il carrello con i bauli e le gabbiette con i gufi.

-Sai... se ti fossi preso un carrello tuo... sarei più veloce!- annaspò il Gryffindor, prendendo velocità. Kurt sbuffò, avvicinandosi per aiutarlo.

-Non è colpa mia se erano finiti... e ora muoviti o il treno partirà senza di noi!- i due ragazzi corsero nella stazione, oltrepassando la barriera del binario nove e tre quarti per il rotto della cuffia.
Blaine si affacciò dal finestrino del suo scompartimento, sentendo la sirena del treno suonare e li vide. Sorrise e rientrò, andando ai portelloni per aiutarli a portare dentro i bagagli.

-Temevo non ce l'avreste fatta!- disse una volta che l'ebbero raggiunto, tirando su il baule di Kurt. Lo Slytherin sorrise e salì a bordo, le gabbiette ai fianchi.

-Scusa, non trovavo la cravatta di riserva della divisa e poi mi sono ricordato che ce l'hai ancora tu.- Blaine arrossì, e fece strada agli altri due verso lo scompartimento che aveva occupato. Kurt si fermò poco lontano, passando il gufo a Finn. -Blaine?- chiamò, e il moro si fermò, proprio fuori lo scompartimento.

-Sì?-

-Sicuro che a loro stia bene?- chiese il castano, ammiccando destra, dove Finn stava prendendo posto accanto a Rachel. Erano usciti qualche volta durante le vacanze estive e Kurt pensava si fossero messi insieme. A meno che Finn non pomiciasse rumorosamente con il cuscino, ma era improbabile.
-Certo che si. Sono felici per me e sono sicuro che non diranno niente.- Blaine gli sorrise e gli prese la mano, guidandolo verso i due posti a sedere lasciati liberi. Kurt guardò gli altri con un sorriso timido, lasciando il suo ragazzo prendere la gabbietta di Ricciarelli dalle sue mani e accostarla a quella di Pavarotti, prima di sedersi. Rachel lo salutò con la mano, sorridendogli. Lo Slytherin ricambiò il sorriso, mormorando un timido “ciao”. Non era abituato a quei trattamenti da parte dei Gryffindor. O almeno, da Gryffindor che non fossero suo fratello, Dave o Blaine. Appena quel pensiero gli passò per la mente, Dave fece capolino dalla porta dello scompartimento. Guardò ognuno di loro, poi abbassò lo sguardo a terra.

-Posso.. posso unirmi a voi?- chiese, alzando poi di nuovo gli occhi. Kurt si voltò a guardare Blaine, che stava sorridendo al nuovo arrivato.

-Certo che puoi.- gli disse, alzandosi poi per aiutarlo a mettere il suo bagaglio nell'apposito scomparto, rischiando di rimanere schiacciato sotto il peso del baule. Kurt ridacchiò insieme agli altri prima di aiutare il suo ragazzo con un colpo di bacchetta. Fu allora che gli occhi di Dave si posarono davvero sulla sua figura. E gli sorrise. Lo Slytherin sorrise a sua volta, facendo segno all'altro di sedersi nel posto libero fra lui e il finestrino. Quello annuii e si mise a sedere, imitato da Blaine che tornò al suo posto.

-Grazie.- disse Dave, a nessuno in particolare. Ma Kurt, forse egoisticamente, sapeva che parlava con lui e forse con Blaine.

-Non c'è di che.-


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Capitolo 18
*** Chapter XVIII ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 18/25 (possibili modifiche)
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico
Raiting: Arancione 
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2120
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Scusate per il ritardo >.< grazie alla splendida AcidQuinn che mi ha betato il capitolo <3 Per chiunque volesse contattarmi ecco qui la pagina FacebookTwitter Ask

XVIII


-Che è successo ai tavoli?- Era la domanda che aleggiava nell'aria della Sala Grande quella sera. I quattro lunghi tavoli erano stati ridotti senza che nessuno fosse avvertito e, con un rapido calcolo, nemmeno se si fossero seduti uno in braccio all'altro ci sarebbero entrati.

-Settimo anno! Settimo anno da questa parte!- la preside McGranitt indicava un porta situata dietro il tavolo dei professori, e gli studenti più grandi man mano eseguivano. Blaine si accostò a Kurt ed entrarono insieme nella sala quasi piena.

-Sapete che succede?- Finn gli venne incontro, si erano separati all'entrata e lui era entrato insieme a Rachel prima di loro. Entrambi i ragazzi scossero la testa, e il più alto sospirò, indicandogli un posto dove sedersi. Dave li aspettava già li, giocherellando con un filo che gli usciva dalla cravatta rosso oro. Kurt si mise a sedere affianco a lui, mentre Blaine rimase in piedi per cercare di capire cosa stesse succedendo.

-Pensate che riguardi gli esami?- chiese lo Slytherin, guardando prima il suo ragazzo e poi Dave.

-Non credo, o ci sarebbero anche quelli di quinta.- gli rispose quest'ultimo, continuando a giocherellare con il filo e cercando di staccarlo. D'un tratto, mentre il ragazzo di massaggiava il dito arrossato, il filo si mosse e si staccò da solo, cadendogli sui pantaloni. Dave aggrottò le sopracciglia e alzò lo sguardo. Sebastian gli sorrideva poco lontano, agitando la bacchetta come per salutarlo, prima di rimetterla al suo posto.

-Ci siamo tutti, Susan?- chiese la preside ad una Sue Sylvester parecchio contrariata. I ragazzi cercarono di trattenere una risata spontanea nel sentire il nome completo della docente di pozioni. -Bene, ragazzi per favore prestate attenzione. Vi abbiamo riuniti qui per rendervi partecipi di un iniziativa molto importante. Quest'anno...- la donna venne interrotta dal rumore della porta che si apriva. Il ministro Kingsley Shacklebolt insieme ad Harry Potter entrarono nella stanza, chiacchierando amabilmente. Si fermarono, vedendo il cipiglio severo della preside.

-Deduco che siamo in ritardo.-

-Deduce bene, signor Potter. Ora, se siamo finalmente tutti presenti, posso completare il mio discorso. Dicevo, quest'anno la scuola di Hogwarts parteciperà al più importante evento magico della storia. Tale evento non si svolge da circa diciassette anni, e l'ultima volta Hogwarts ha avuto l'onore di ospitarlo fra le sue mura.- la preside prese una pausa, guardando Harry, che fece un passo avanti per parlare.

-Quest'anno, gli studenti dell'ultimo anno sono invitati a partecipare al Torneo Tre Maghi.- disse, con un piccolo sorriso. Delle voci incredule e sorprese si alzarono per la sala. I ragazzi nati babbani si guardavano intorno curiosi, compreso Blaine.

-Cos'è il Torneo Tre Maghi?- chiese a Kurt a bassa voce, che lo guardò con gli occhi spalancati.

-Tu non sai cos... oh bontà celeste. E' una competizione fra tre scuole di magia. Per ogni scuola viene scelto un rappresentante tramite il Calice di Fuoco, e quella persona deve gareggiare contro i rappresentanti delle altre due scuole in tre prove magiche.- spiegò in breve lo Slytherin a bassa voce e Blaine annuii.

-Tuttavia.- riprese la preside. -Quest'anno le regole sono un po diverse. Visto come l'ultima volta si sono svolte le vicende, abbiamo reso opportuno cambiare alcune cose. I campioni saranno sei, due per ogni scuola, che devono gareggiare insieme come squadra. Le scuole partecipanti sono le scuole vincitrici di ogni continente. Sebbene con nomi diversi, ogni continente del mondo ha il suo Torneo Tre Maghi. Visto che nell'ultima edizione europea, Hogwarts è stata la vincitrice, può partecipare a tale evento. La competizione sarà ospitata dalla scuola americana, che ha sede in un edificio nascosto nel centro di New York.- la donna prese una pausa, durante la quale si alzarono parecchi mormorii d'assenso. -Tutti voi siete tenuti a venire, ma non a mettere il vostro nome nel Calice. Se mettete il nome in quella coppa, dovete essere sicuri di farcela, e di essere pronti. Partiremo domani mattina, quindi vi consiglio di non disfare i vostri bauli. I vostri genitori sono stati avvertiti parecchi mesi fa, il Signor Potter ha inviato loro una missiva a qui tutti hanno risposto positivamente. Ora, potete andare a godervi il banchetto, e salutare i vostri amici. Non vi vedrete per un anno, e credo che vogliano augurarvi buona fortuna.- concluse con un sorriso quasi materno, permettendo ai ragazzi di uscire per tornare in Sala Grande.


***


-Hai il mantello al contrario.- ridacchiò Kurt la mattina dopo, indicando il suo ragazzo. Blaine lo guardò confuso e spalancò gli occhi, slacciandosi il mantello e mettendolo al dritto. Tutto il settimo anno era radunato al cancello principale, la divisa indossata alla perfezione con tanto di cappello.

-Questo coso prude.- si lamentò Finn li accanto, togliendosi il copricapo e grattandosi la testa.

-Pensa che dovrai metterlo solo al nostro arrivo.- disse Kurt, sistemando il suo. -E possiamo levarlo mentre cantiamo.-

-Non abbiamo nemmeno provato come si deve, probabilmente saranno attirati da tutto tranne che dai cappelli orrendi.- disse il più alto, rimettendosi il cappello in testa. In quel momento la preside McGranitt si fece strada fra loro, facendo svolazzare la veste. Harry Potter la seguiva, portando con se un rotolo di pergamena.

-Bene, ci siamo tutti? Signor Potter, potresti procedere con la verifica per favore? Non vorrei lasciare qualcuno indietro.- Harry annuii, elencando i nomi degli studenti uno dopo l'altro. Quando tutti gli studenti furono chiamati e verificato che nessuno mancava all'appello, vennero invitati ad avviarsi. -Viaggeremo con delle speciali carrozze, vista la lunga distanza.- spiegò la preside, mentre camminavano. - Ci metteremo molto meno.- continuò, fermandosi in prossimità dei cancelli d'entrata della scuola. Davanti a loro erano sistemate delle carrozze, tutte senza cavalli a trainarle.

-Sono le carrozze che usiamo per arrivare a scuola.- mormorò Rachel sorridendo. -Strano che un incantesimo duri per così tanto tempo... insomma, nessuno le trasporta davvero.- continuò, e Kurt si girò a guardarla con le sopracciglia aggrottate.

-Credo che tu abbia bisogno di un bel paio di occhiali o qualche incantesimo correttivo. E' grave se non vedi gli enormi cavalli alati che portano le carrozze.- disse lo Slytherin alzando gli occhi al cielo prima di voltarsi di nuovo. Blaine, in piedi al suo fianco, si fece confuso mentre guardava il ragazzo.

-Kurt, non c'è nessun cavallo alato. Niente guida le carrozze, come al solito.- riuscì a dire prima di essere spinto leggermente in avanti per salire a bordo del piccolo mezzo di trasporto. Kurt si mise a sedere nervoso, lanciando di tanto in tanto uno sguardo verso il davanti della carrozza. Eppure lui, quel grande incrocio fra un cavallo e un drago lo vedeva. E di certo non era pazzo. Ma preferì non dire altro, cercando di distrarsi con i discorsi dei suoi compagni di viaggio. Arrivarono in serata, quando il sole aveva appena ceduto il posto alla luna. Gli studenti scesero dalle carrozze, sistemandosi nuovamente in fila ordinata. La preside li guidò attraverso il giardino, fino al castello in pietra, come se conoscesse a memoria la strada da percorrere. Era quasi una copia perfetta di Hogwarts, ma solo un occhio attento poteva vederne le reali differenze. Hogwarts aveva più torri, il Lago Nero e il ponte che lo attraversava. Una volta dentro, una differenza si unì alle altre, mentre salivano le scale verso l'equivalente della Sala Grande.

-Solo le scale di Hogwarts si muovono.- disse ancora la McGranitt con una nota d'orgoglio nella voce, come se avesse letto nel pensiero dei propri alunni. Kurt aggiunse mentalmente che solo Hogwarts aveva le quattro casate, ma forse non era poi un grande fatto di cui essere orgogliosi. Alla fine della scalinata, vennero accolti da una donna con dei lunghi capelli neri e un sorriso dolce sulle labbra carnose.

-Minerva, Signor Potter benvenuti.- salutò andandogli incontro, aprendo le braccia.

-Shelby.- disse allo stesso modo la preside McGranitt, abbracciando l'altra donna.

-E' un piacere avervi qui alla Crawford Country Day! Com'è andato il viaggio?- chiese la donna di nome Shelby, staccandosi dall'abbraccio.

-Molto bene grazie. Ragazzi.- la preside si voltò verso i suoi studenti, che attendevano impazienti. -Questa è Shelby Corcoran, preside di questa scuola. Mi aspetto da voi il massimo rispetto.-

-Sono certa che si comporteranno come si deve, Minerva. I ragazzi sono impazienti di conoscervi. Vi prego di aspettare qui, le porte si apriranno al momento della vostra entrata.-

Come preannunciato le porte si aprirono poco dopo, permettendo agli studenti inglesi di ammirare la Sala Grande della Crawford. Era un'enorme stanza piena di corti tavoli, tutti occupati da studenti vestiti in uniforme blu notte. In fondo alla grande stanza vi era il tavolo dei professori, identico a quello che avevano ad Hogwarts. I due accompagnatori fecero un passo di lato e, come accordato, una lieve melodia riempii la stanza. Rachel avanzò con un sorriso, sistemandosi il mantello prima di cantare.


R:
Little town, it's a quiet village
Every day like the one before
Little town full of little people
Waking up to say...


Mentre la ragazza cantava l'ultima frase, la canzone cambiò, e Blaine si fece avanti per cantare la strofa successiva.

B:
Riff-raff, street rat.
I don't buy that.
If only they'd
Look closer.
Would they
See a poor boy?
No siree.
They'd find out
There's so much
More to me.


Le luci si spensero per un attimo, riaccendendosi pian piano mentre Puck, complice il buio, iniziava a cantare girando per i tavoli della sala.

P:
I know that your powers of retention
Are as wet as a warthog's backside
But thick as you are, pay attention
My words are a matter of pride
It's clear from your vacant expressions
The lights are not all on upstairs
But we're talking kings and successions
Even you can't be caught unawares.


I ragazzi si sparpagliarono, sistemandosi a gruppetti in punti diversi della grande sala, muovendosi di tanto in tanto per scambiarsi di posto con un altro gruppo.


S: Beluga sevruga
Come winds of the Caspian Sea
Larengix glaucitis
Et max laryngitis
La voce to me
Now, sing!


Q:I don't know when,
I don't know how
But I know something's starting right now
Watch and you'll see
Someday I'll be
Part of your world


B:I have often dreamed
Of a far-off place
Where a hero's welcome
Will be waiting for me
Where the crowds will cheer
When they see my face
And a voice keeps saying
This is where I'm meant to be
I'll be there someday
I can go the distance
I will find my way
If I can be strong
I know ev'ry mile
Will be worth my while
When I go the distance
I'll be right where I belong


R: Who is that girl I see
staring straight back at me?
Why is my reflection someone i dont know
some how i can not hide

B: I'll find my way...


R: who i am, though i've tried

B: I'll be there some day..

R: when will my reflection show who i am inside

B:I can go the distance..


I: when will my reflection show who i am inside


***


-Dai è andata bene.- commentò Nick, attaccando con la forchetta la sua porzione di pasticcio di carne. La cerimonia di benvenuto era quasi terminata, mancava solo la portata finale del banchetto. Le altre scuole partecipanti al torneo erano arrivate poco dopo di loro, ognuna presentando qualcosa di caratteristico del proprio paese.

-Poteva andare meglio, non ci siamo preparati abbastanza.- ribatté Rachel, bevendo un sorso di succo di zucca dal suo bicchiere. Blaine annuì al suo fianco, poggiando le posate al lato del piatto.

-Ce la siamo cavata... è che abbiamo scelto di portare canzoni nuove, potevamo usarne alcune più scenografiche che avevamo già fatto.-

-E essere etichettati come riciclatori?-

-Oh andiamo Rachel, nessuno se ne sarebbe accorto.- si intromise Quinn a voce bassa, osservando l'altra. -Però siamo stati bravi comunque, dobbiamo esserne fieri.- continuò la bionda, spostandosi i lunghi capelli su una spalla. Proprio in quel momento i piatti con la carne sparirono sotto i loro occhi, per fare posto ai dolci. Il dessert venne consumato quasi in silenzio, a parte qualche mugolio compiaciuto. Sembrava tutto più buono. Il cioccolato si scioglieva in bocca e la crostata cambiava gusto di marmellata ad ogni morso. A fine pasto, la preside della scuola ospitante si alzò in piedi, schiarendosi la voce. La sala tacque, per permetterle di parlare.

-Spero davvero che il banchetto sia stato di vostro gradimento. Siamo davvero onorati di potervi ospitare nella nostra scuola, e abbiamo organizzato alcune stanze dei nostri dormitori per voi.- la donna fece apparire un foglio di pergamena con un colpo di bacchetta. -I nostri ospiti giapponesi risiederanno nell'ala est. Gli australiani in quella ovest. Inglesi nell'ala nord e gli africani nell'ala sud. I nostri studenti vi accompagneranno, vi auguriamo una buona permanenza alla Crawford Country Day.-

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Capitolo 19
*** Chapter XIX ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 19/25 (possibili modifiche)
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico
Raiting: Arancione 
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 1912
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.

Note Iniziali: Scusate per il ritardo >.< grazie alla splendida AcidQuinn che mi ha betato il capitolo <3 Per chiunque volesse contattarmi ecco qui la pagina FacebookTwitter Ask

XIX


-L'ho sempre detto che eri una fifona.- Leena sbuffò sonoramente rigirandosi il rotolino di pergamena scura fra le mani. Quella mattina vi aveva scritto sopra con cura il suo nome, ed aveva aspettato che l'inchiostro fosse perfettamente asciutto prima di ripiegare il foglietto. Si era ripromessa di buttarlo subito nelle fiamme azzurrine appena scesa nella Sala Grande della scuola ospitante, senza stare troppo a pensarci sopra. E invece quella notte la ragazza ci aveva pensato tanto. Si era rigirata per tutta la notte fra le lenzuola pulite, legando i capelli scuri solo quando le sembrò che la stessero soffocando. -Vuoi forse rimanere l'unica a non mettere il tuo nome?- Leena sbuffò di nuovo, voltandosi scocciata verso la sua amica.

-Non ho paura, Safyia. Perché non lo metti prima tu visto che hai tanta fretta?- la ragazza accanto a lei scrollò le spalle, facendo un passo avanti. Sì spostò le lunghe trecce sulle spalle e si alzò in punta di piedi, buttando la sua pergamena fra le fiamme del Calice di Fuoco. Il fuoco si ritirò per un attimo, inghiottendo la carta, e poi tornò normale come poco prima. Gli occupanti della Sala che avevano assistito all'evento applaudirono incoraggianti quella che poteva essere una concorrente del Torneo. Safyia fece nuovamente un passo indietro e guardò l'amica con le sopracciglia alzate.

-Visto? Non ci voleva poi così tanto. Ora tocca a te.- disse, e spinse leggermente Leena in avanti. La ragazza fece un paio di piccoli passi avanti a causa della spinta e sospirò. Guardò le fiamme azzurre come se quelle potessero finirle addosso, e si alzò in punta di piedi come aveva visto fare alla sua compagna. Prese un altro grande respiro e chiuse gli occhi, facendo cadere il foglio oltre il bordo del Calice. Tenne gli occhi chiusi tutto il tempo, finché non sentì il leggero applauso degli altri ragazzi. Aprì gli occhi e fece un piccolo sorriso, facendosi poi portare via da Safyia. Mentre uscivano dal cerchio segnato dalla Linea dell'Età, un furbo trucco inglese per non far partecipare gli studenti minorenni, vide Iesa e Asif, entrambi suoi compagni di scuola, correre sorridenti verso il Calice con i loro foglietti in mano.


-Permesso, largo!- gridò Asif mentre correva, rischiando di travolgere una biondina della scuola americana. -Scusami!- le disse distrattamente mentre continuava a correre, l'amico che rideva al suo fianco. Avevano deciso all'ultimo momento di inserire i loro nomi, più come una sfida fra loro che per la vittoria effettiva.

-Frena, o i polmoni mi usciranno dal naso!- esclamò Iesa, fermandosi poco prima della Linea dell'Età, piegandosi in avanti e appoggiandosi alle ginocchia per riprendere fiato. Si passò poi una mano fra i corti capelli neri, liberando per quel poco che poteva la fronte madida di sudore.

-Beh... non sarebbe un gran che come spettacolo, risparmiaci.- disse l'altro, ansimando. Quando entrambi ripresero la facoltà di respirare correttamente si avvicinarono al Calice e buttarono dentro i foglietti. Il fuoco si ritrasse come per le compagne, tornando normale poco dopo. I ragazzi esultarono, sentendo gli altri applaudire. Uscirono dalla Linea, avviandosi di nuovo verso le scale. -Aspetta, voglio fare una cosa.- disse di nuovo Asif, avvicinandosi alla ragazza che aveva travolto poco prima, ora seduta con un gruppetto di persone su delle panche. -Mi dispiace per prima.- cominciò, quando le fu abbastanza vicino. -Non volevo, spero tu non ti sia fatta niente.- La ragazza rimase un attimo sorpresa, prima di scuotere la testa.

-No, sto bene. Grazie.- disse, ricambiando timidamente il sorriso del ragazzo quando questo si congedò poco dopo.


-Beh è stato gentile.- mormorò Patrick, seduto accanto a lei a gambe incrociate. Nellie annuì, voltandosi nuovamente verso di lui.

-Sì è vero. Non pensavo si fosse nemmeno accorto che ero io quella a cui era andato addosso... Beh, almeno c'è qualcuno di educato qui.- disse l'ultima parte un po più a bassa voce, facendo ridacchiare Patrick e Leon, e sbuffare Sabrina seduti accanto e dietro di lei.

-Ti ho già chiesto scusa per stamattina, per quanto vuoi rinfacciarmelo?- chiese l'altra ragazza, facendo ricadere un po i lunghi capelli castani, mentre si piegava leggermente in avanti.

-Quando il mio sedere smetterà di farmi male per la caduta a causa della tua roba lasciata in giro per la stanza!-

-Che ne dite di smetterla di litigare e andare a mettere i nomi la dentro? Mi sento quasi in colpa a non averlo ancora messo.- disse Leon, alzandosi in piedi e stiracchiandosi. Sabrina annuì e si alzò, grata che il compagno di scuola avesse cambiato argomento così repentinamente. Sicuramente era più importante discutere del Calice di Fuoco che del suo disordine cronico, no?

-Io non sono poi così tanto sicuro...- disse Patrick, mordendosi l'interno della guancia, mentre anche Nellie si alzava.

-Non fare la ragazzina dai! Quante probabilità ci sono che scelgano noi fra più di seicento studenti? E' più che altro come un dovere patriottico, vedila così.- gli disse la bionda, porgendogli poi la mano per aiutarlo ad alzarsi. Il ragazzo sospirò e si tirò su in piedi, seguendo gli amici controvoglia. I quattro attraversarono anche loro la Linea, e buttarono i fogli preparati la sera prima, quando avevano deciso che avrebbero partecipato. Il procedimento fu lo stesso di tutti gli altri, e alla fine tornarono alle panche con il leggero applauso in sottofondo.


***


-Se muoio è tutta colpa tua.- Kurt roteò gli occhi sbuffando e si girò, lasciando la mano del suo ragazzo che stringeva fino a quel momento.

-Smythe, nessuno ti ha chiesto di venire con noi! Se non vuoi mettere il tuo nome li dentro non ce lo mettere, ma smettila di asfissiarmi!-

-Ehi calmati principessa! Che c'è l'aria americana ti inacidisce?- Kurt fece per rispondere di nuovo, ma il tocco delicato di Blaine sul suo braccio gli fece cambiare idea. Chiuse un attimo gli occhi e quando li riaprì incontrò quelli di Dave, che lo guardava dispiaciuto. Il castano scosse la testa e si voltò di nuovo, riprendendo a camminare verso la sala principale.

-Ma che problema hai?- sussurrò Dave a Sebastian, credendo di non essere sentito da altri che da lui. L'altro scrollò le spalle in risposta, mentre raggiungevano la sala. C'erano poche persone, dato che la colazione era finita da un pezzo e era ora di andare in classe. Anche se con professori differenti a quelli abituali, tutti gli ospiti dovevano proseguire i loro studi; soprattutto visto che quello era l'anno dei MAGO.

-Facciamo in fretta, non voglio fare tardi a lezione. Divento odioso quando sono in ritardo.- commentò Sebastian, prendendo un pezzo di pergamena dai pantaloni della divisa. Kurt lo guardò sarcastico.

-Ma non mi dire...- commentò, ma la discussione venne stroncata sul nascere.

-Li mettiamo tutti insieme?- chiese Blaine, guardando gli altri. Sebastian annuii semplicemente, facendo un passo avanti e Kurt lo imitò, quindi il Gryffindor tirò fuori dalla tasca il tuo cartoccio di carta e quello di Kurt e glielo porse. Lo Slytherin lo prese con un sorrise e superò la Linea dell'Età senza indugi. Blaine lo imitò, e così Sebastian che, quando non vide Dave seguirlo, si voltò a guardarlo confuso.

-Hai cambiato idea?- chiese, inclinando il viso da un lato. Dave negò con la testa infilando le mani nelle tasche.

-Compio diciassette anni fra due mesi.- disse come spiegazione, scrollando anche le spalle. Sebastian gli fece un piccolo sorriso e annuii, mettendo il nome nel calice insieme agli altri due.


***


Quinn si asciugò gli occhi, sopprimendo un singhiozzo allo stesso tempo. Blaine le circondò le spalle con un braccio, mentre gli altri campioni sedevano insieme a loro in quella stanza anonima.

-Sai...- mormorò la bionda, tirando su con il naso. -Penso di aver ucciso parecchie persone in un'altra vita.- disse, e Blaine la guardò confuso. - In due anni la mia vita sta crollando. Sono rimasta incinta di un idiota impomatato e ora potrei finire male a causa di uno stupido torneo a cui nemmeno volevo partecipare. Le uniche cose positive sono Sam e Lily, ma se va male...- non riuscì a finire a causa di un altro singhiozzo, più forte degli altri. Blaine la strinse a se, sospirando dispiaciuto.

-Senti... mi dispiace tanto per tutto quello che ti è successo, davvero. Ma ora non devi buttarti giù. Non ti aiuterà con le prove. Devi stare concentrata e dobbiamo collaborare, siamo una squadra. E arriveremo fino alla fine, insieme. Okay?- disse guardandola, facendole un bel sorriso. Quinn lo guardò un po' e ricambiò il sorriso.

-Hai ragione... grazie Blaine.- il moro sorrise ancora, passandole il suo fazzoletto per asciugarsi gli occhi, mentre i professori e la preside Corcoran entravano nella stanza.

***


-Kurt sto bene.- mormorò Blaine fra uno sbadiglio e l'altro, buttandosi a peso morto sul suo letto. Gli studenti erano appena stati congedati, ma lui e Kurt avevano deciso di andarsene a letto perché uno era troppo stanco e l'altro cercava di non dare di matto.

-Lo so che stai bene. Ora stai bene. Ma domani? O fra una settimana dopo la prima prova? Non sai cosa...-

-No ehi, ehi ti prego. Non dirlo. Andrà tutto bene e non mi succederà niente.- disse il moro, facendogli segno di avvicinarsi. Kurt si sedette sul letto accanto a lui, mordendosi un labbro. -E quando finirà questo torneo potrai sgridarmi perché non mi impegno negli esami.- il castano ridacchiò, accarezzando i ricci dell'altro.

-Va bene scusa, sono entrato nel panico. È che... ho paura. La gente muore in questo torneo e non voglio perderti...- Blaine lo guardò, mettendosi poi a sedere e baciando il suo ragazzo.

-Non succederà. Te lo prometto, Kurt. A giugno io sarò ancora qui con te, il diploma in mano.- disse serio mentre gli accarezzava il viso e l'altro annuii.

-Okay... ma ora dormi, sarai stanchissimo. Io resto qui seduto finché non ti addormenti.- il Gryffindor si sdraiò di nuovo e chiuse gli occhi.

-Buonanotte Kurt...- sussurrò, prima di addormentarsi come un bambino. Kurt sorrise intenerito, guardando quel viso così rilassato, mentre il suo era rigato dai segni della preoccupazione che prendeva possesso di lui.


God on high
Hear my prayer
In my need
You have always been there
He is young
He's afraid
Let him rest


Sembrava così piccolo con i ricci tutti arruffati e gli occhi chiusi. Così tranquillo, anche quando cercava di rassicurare lui, quel fidanzato che doveva appoggiarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene. E invece Kurt sentiva un grosso peso nel petto, grosso quanto una pietra spigolosa.


Bring him home
Bring him home
Bring him home

Bring him peace
Bring him joy
He is young
He is only a boy

Cosa avrebbe fatto se lo avesse lasciato? Se fosse finita male? Gli occhi gli si riempirono di lacrime senza riuscire a trattenersi. Non poteva andarsene. Non poteva e basta. Da un po' di tempo pensava a quello che sarebbe stato il suo futuro dopo Hogwarts. E non riusciva a vedere uno senza Blaine accanto a lui. Semplicemente non poteva vederne uno.


You can take
You can give
Let him be
Let him live


Si asciugò le lacrime con la mano e si sdraiò accanto a Blaine, accoccolandosi contro di lui mentre tirava su con il naso. Il Gryffindor si mosse nel sonno, stringendo l'altro a sé inconsciamente. Kurt sorrise e chiuse gli occhi, mentre un'altra lacrima solitaria gli rigava la guancia. In quel momento decise che gli sarebbe sempre stato accanto, qualsiasi cosa fosse successa. Sarebbe stato il fidanzato perfetto e lo avrebbe appoggiato. Proprio come dovrebbe essere.


Bring him home...


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Capitolo 20
*** Chapter XX ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 20/25 (possibili modifiche)
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico
Raiting: Arancione 
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2005
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.

XX

-Sei troppo tranquillo.- mormorò Kurt quella mattina al tavolo della colazione, quando ormai mancavano pochi giorni alla prima prova. Blaine mugugnò qualcosa con la bocca piena di pancakes, ma allo sguardo accigliato del ragazzo si affrettò ad ingoiare, aiutandosi con un sorso di succo di zucca.

-Ho detto: di cosa dovrei preoccuparmi?- disse, prima di riprendere a mangiare. Il castano sbuffò, lasciando cadere la forchetta nel piatto con un tintinnio brusco.

-Forse perché fra tre giorni c'è la prima prova e tu non hai preparato niente di niente?- chiese retorico, incrociando le braccia al petto. Il Gryffindor sospirò e abbandonò a sua volta le posate sul piatto ancora mezzo pieno. Quando, circa mezzora prima, Dave e Sebastian gli avevano detto che li avrebbero lasciati soli per colazione, Blaine pensava che avrebbero passato il tempo mano nella mano a parlare di cose totalmente diverse. Invece ora era seduto li, la colazione abbandonata sul tavolo e prendeva una mano fredda di Kurt fra le sue, sentendola tremare leggermente. Era preoccupato per la prova, entrambi lo erano. E come faceva a non esserlo? Insomma, non sapeva cosa gli si sarebbe presentato davanti, e non sapeva nemmeno come prepararsi. Ci sarebbe stato un drago, come l'ultima volta? Una creatura sconosciuta? O un altro mago contro cui combattere? Non ne aveva idea. Una crisi di panico lo aveva colpito all'inizio della settimana, mentre vedeva Quinn e Sam cercare incantesimi che potessero essere utili su un libro. E lui che ci faceva seduto su quella poltrona senza fare niente? Si stava sopravalutando? O era semplicemente uno sciocco incosciente? Si era dovuto alzare e chiudere in bagno per un po', decidendo che avrebbe gestito la situazione con calma, senza fretta e senza farsi prendere più dal panico. Nessuno avrebbe realmente permesso a qualsiasi cosa consistesse la prova di fare del male ai campioni. O no?

-Kurt...- mormorò il moro, accarezzando il dorso della mano del suo ragazzo che ora lo guardava mentre si mordeva l'interno della guancia. -Ho paura anche io, ok? Ho una paura bestiale. Ma cosa posso fare? Io non so dove mettere le mani, non so cosa mi troverò davanti e... se studiassi un incantesimo inutile? Se non mi servisse a nulla?-

-Ma almeno ne conosceresti uno nuovo! Non tutti riescono a cavarsela con un Expelliarmus, Blaine.- il moro annuii semplicemente, afflosciandosi letteralmente sulla panca.

-Io... non so cosa fare. Non so dove mettere le mani. Ogni volta che apro un libro penso che non serva a nulla se incontrerò qualcosa di diverso. E ora non ho abbastanza tempo per fare niente...- Kurt si morse il labbro e poi posò la mano libera sulla sua guancia con un piccolo sorriso.

-Ma ci rimangono tre giorni. Possiamo fare tante cose in tre giorni. Ce la faremo.-


***


-Non posso credere che tu abbia scommesso davvero!- esclamò Kurt indignato, fulminando Sebastian con lo sguardo mentre questo teneva stretti tre pezzetti di carta. Dave ridacchiò in mezzo ai due, infilando le mani nelle tasche per riscaldarle. Si appoggiò anche meglio alle gradinate, cercando di sfuggire agli sguardi degli altri due per paura di venire incenerito.

-Che c'è? Ho scommesso anche su di lui, non solo contro!-

-Seb hai scommesso anche sulla possibilità che qualsiasi cosa esca da li vada da Blaine per morderlo sul sedere.- mormorò Dave, giocandosi la possibilità di starsene tranquillo e fuori da quella storia.

-E allora? Potrebbe succedere, ha un bel sedere e potrebbe attrarre i denti di qualcuno.-

-Smythe se non fosse illegale ti avrei già stretto le mani al collo, ma non voglio finire ad Azkaban per colpa tua.-

-Non lo faresti mai principessa, ti rimarrei sulla coscienza.-

-Volete chiudere il becco voi due!?- li sgridò Rachel seduta di fronte a loro, minacciandoli con lo sguardo. -Stanno iniziando e se non la smettete di fare i bambini farò finire voi in mezzo a quell'arena polverosa.- continuò, indicando il campo dove i campioni avrebbero affrontato la prima prova. Era in tutto e per tutto un'arena, il suolo fatto di sabbia rossiccia, sistemata anche in piccole dune in vari punti dell'area. C'erano anche dei massi, che Kurt pensò servissero a parare i colpi o per nascondersi. Pensò anche che Blaine era abbastanza piccolo per nascondersi perfettamente dietro uno di quelli e si lasciò sfuggire un sospiro sollevato. Fissò gli occhi sulla piccola tenda a lato dell'arena, vicino agli spalti. Era li che i campioni erano stati fatti accomodare, in attesa di cominciare.

-Stanno iniziando.- mormorò Dave, sistemandosi sulla panca mentre i presidi delle cinque scuole si mettevano a sedere in prima fila. Dopo qualche secondo un leggero fischio riempì l'aria, e la voce della preside Corcoran riempì l'arena.

-Cari studenti, possiamo ufficialmente dare inizio alla prima prova di questo torneo!-


***


-Buona fortuna.- mormorò Blaine verso i campioni della scuola ospitante, e ricevette un sorriso in cambio. Quinn al suo fianco guardava il pavimento, trovando particolarmente interessante un sassolino levigato. Le prese la mano nella sua senza realmente pensarci, entrambi avevano bisogno di conforto in quel momento. Sentirono ruggiti e il pubblico esultante, chiedendosi cosa li avrebbe aspettati al di la della tenda dove erano stato sistemati. -Andrà tutto bene...- mormorò il moro con un piccolo sorriso, cercando di convincere tutti e due. Lei annuii, ricambiando la stretta sulla mano dell'altro. Quando sentirono il colpo di cannone, il segnale che li avvertiva di dover entrare in arena., sobbalzarono entrambi. Si alzarono come se fossero legati insieme con dei fili invisibili, uscendo dalla tenda. La luce del sole li accecò per qualche secondo, come le urla del pubblico li lasciò leggermente rintronati. Si abituarono presto, e cominciarono a guardarsi intorno. Erano circondati da sassi e sabbia rossa, e dopo un po il campo venne insonorizzato per permettergli di concentrarsi. Vedevano i loro compagni muovere le labbra ma non sentivano nessun suono. Si lasciarono le mani, prendendo entrambi la bacchetta.

-Se esce uno scorpione sappi che potrei svenire...- mormorò lei, guardandosi intorno. Blaine si ritrovò d'accordo con lei, ma non disse nulla. Non sentirono la creatura entrare nell'arena a causa dell'incantesimo insonorizzante, ma avvertirono la sua presenza non appena fu praticamente alle loro spalle. Indietreggiarono velocemente, spaventati, e osservarono il loro avversario. La creatura era enorme, ed aveva il corpo ricoperto di squame verde scuro. Aveva nove teste di serpente ed ognuna di loro li fissava minacciosa con le fauci aperte e la lingua scura vibrante. Blaine aveva sentito parlare dell'Idra prima di allora, ma credeva che fosse solo una leggenda. Ma ora ne aveva una davanti, e non era affatto come facevano vedere i cartoni animati. Non era né viola né stupida, e riusciva a vedere la vena assassina in ognuna delle nove paia di sottili occhi gialli. La creatura ruggì e si lanciò su di loro, costringendoli ad allontanarsi l'uno dall'altro. Ebbero entrambi la stessa idea di nascondersi dietro uno dei cumuli di sabbia, il respiro pesante per la paura.

-C'è qualcosa... sotto la pancia...- sussurrò Quinn, chiudendo gli occhi quando la creatura scagliò la coda accanto al loro nascondiglio. Blaine si prese un attimo per pensare, tirando fuori la bacchetta dalla tasca dei pantaloni.

-Dobbiamo prenderla, qualsiasi cosa sia.- disse, sporgendo per un attimo la testa. Vide la grande sacca di pelle attaccata al busto dell'Idra con delle cinghie. Doveva recidere i lacci e prendere il contenuto della borsa. -Okay la sacca la prendo io. Tu tienila occupata. Non tagliare le teste....-

-O ne cresceranno due ognuna.- Quinn completò la sua frase, prendendo anche lei la bacchetta, stringendola forte fra le dita. Il ragazzo annuii e la guardò negli occhi pieni di determinazione. -Non farti ammazzare. E attento alle spine sulla schiena, quelle fanno male.- continuò lei prima di uscire dal nascondiglio e lanciare uno Schiantesimo contro una delle nove teste serpentine. Blaine sentì il gemito di dolore della creature e fu quello a convincerlo ad uscire. Corse più che poteva, schivando la coda che minacciava di scagliarlo lontano. Quinn aveva ragione, le spine facevano male, ma il ragazzo ignorò il dolore alla gamba per il graffio che si era fatto salendo sulla groppa dell'Idra, ma se ne dimenticò per un attimo, una volta raggiunte le cinghie. Schiantò una delle teste che si era accorta della sua presenza, cercando la chiusura della cintura. Imprecò a bassa voce notandone l'assenza, quindi puntò la bacchetta contro il cuoio e lanciò un Confringo. L'incantesimo rimbalzò sulle squame sotto di lui, incrinandole, e facendo gemere di dolore la creatura. Blaine si accucciò nel notare la coda arrivare contro di lui, sentendo l'aria gelargli la pelle sensibile del collo. Quinn riuscì fortunatamente ad attirare nuovamente l'attenzione dell'Idra, così che il moro riuscì a tirarsi di nuovo su e pensare ad un altro modo per recuperare il contenuto della sacca. Era impossibile prendere solo il contenuto e lasciare li la borsa, rischiava di cadere nello sporgersi, o finire infilzato da una delle spinte sulla schiena. Blaine mugolò di dolore per un movimento sotto di lui che aveva fatto sfregare la ferita contro la superficie dura dove era seduto. Si aggrappò alle squame sane e al piccolo varco lasciato dal suo Confringo per non cadere, ritrovandosene un pezzo in mano una volta ritrovato l'equilibrio. Blaine si girò la squama fra le mani, mugugnando quando sentì la pelle aprirsi contro il lato tagliente. Spalancò gli occhi, incredulo della fortuna che aveva avuto. Comincia a sfregare la scaglia contro il cuoio, sentendolo cedere man mano che continuava. Quando la prima cinghia cedette, si occupò della seconda impiegandoci la metà del tempo una volta capito il ritmo. Sorrise sentendo il tonfo della sacca mentre cadeva a terra, e la seguì atterrando li di fianco. Afferrò velocemente la borsa, e appena la sua mano toccò il contenuto, l'Idra si immobilizzò. Tutte le sue nove paia di occhi si appannarono, le teste ritte in fila mentre si voltava ignorandoli completamente. Blaine trattenere il fiato finché la creatura non uscì dall'arena e solo allora incantesimo insonorizzante cessò di funzionare. Le sue orecchie come quelle di Quinn si riempirono delle urla del pubblico facendo sobbalzare entrambi. Blaine guardò Quinn mentre si avvicinava e le sorrise come per ingraziarla. Lei ricambiò il sorriso mentre la preside McGranitt li raggiungeva nell'arena. I ragazzi si alzarono e la seguirono verso le tribune, mentre al centro dell'arena appariva una classifica dal nulla.
-Siete arrivati secondi- li informò la preside con un sorriso -Andate a farvi medicare le ferite, questa sera potrete vedere la borsa insieme ai vostri compagni.-

***

-È una lastra...- sussurrò Kurt guardando il suo ragazzo. Il moro scrollò le spalle rigirandosi tra le mani il contenuto della borsa che avevano aperto poco prima. -Ed è vuota...-
-Brava principessa, ci hai illuminati.- commentò Sebastian sistemandosi sul divano, guadagnando una gomitata contro la spalla. Gemette di dolore portandosi una mano alla parte offesa. Kurt sorrise compiaciuto, fiero del suo gesto. Quinn sbuffò contrariata, sedendosi accanto a Blaine sul divano. 
-Litigare non serve a nulla. Piuttosto dovremo capire a cosa serve questa lastra d'argilla. Dovrebbe esserci una scritta o almeno un disegno, invece è vuota. Secondo me dobbiamo dire qualcosa di specifico per farla apparire...-
-Una specie di parola magica?- chiese Blaine guardandola. La ragazza annuì, scostando i capelli biondi dalla fronte.
-Ma non so quale...- la sala si fece silenziosa, mentre i ragazzi si guardano l'un l'altro. Dave si alzò dopo un po', passandosi le mani sulle cosce. -Beh non possiamo stare tutta la notte qui a pensarci. Ci penseremo domani a mente fresca.- disse, e i suoi compagni si trovarono d'accordo con lui. Tutti si alzarono, raggiungendo le proprie stanze. Blaine poggiò la lastra sul suo comodino, prima di cambiarsi e mettere il pigiama. Sorrise a Kurt mentre questo si avvicinava sorridente. Avevano preso l'abitudine di dormire insieme, e nessuno si era mai lamentato. Il moro si sdraiò, aprendo le braccia per invitare l'altro a fare lo stesso. Lo Slytherin si mise al suo fianco, appoggiando la testa sul suo petto ampio.
-Vedrai che andrà tutto bene.- gli disse, sorridendo incoraggiante. Blaine annuì, baciandogli la fronte e chiudendo gli occhi, addormentandosi subito dopo.

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Capitolo 21
*** Chapter XXI ***


Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 21/25 (possibili modifiche)
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico
Raiting: Arancione 
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2185
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.


XXI


Blaine non capì mai quale fosse la fatidica parola magica, sapeva solo che una mattina, quasi una settimana dopo la prima prova, la lastra si era illuminata e delle linee sottili si erano formate sull'argilla. Il moro si era quasi infilato lo spazzolino in gola quando lo aveva notato, finendo in fretta e furia di lavarsi i denti, prima di chiamare Quinn per mostrarle la novità. La ragazza aveva guardato l'oggetto da tutte le angolazioni possibili, anche alla rovescia, e poi aveva sospirato.

-Secondo te cos'è?- gli aveva chiesto, girando la parte incisa verso di lui. Blaine aveva inclinato la testa pensieroso, prima da un lato e poi dall'altro. Si era anche allontanato di un paio di passi, cercando di trovare qualcosa che poteva essergli sfuggito.

-A me sembra una sirena senza coda.- disse, tornando a guardare il viso dell'altra. Sulla lastra era chiaramente visibile una figura femminile seduta su un qualcosa che poteva essere un masso come una collinetta di terra. Teneva le mani fra i lunghi capelli mossi dal vento, e aveva tutto l'aspetto di una sirena. Tuttavia erano ben visibili un paio di lunghe gambe incrociate.

-E' quello che vedo anche io. E forse so cosa sono, ne ho letto in un vecchio libro qualche tempo fa. Chiama gli altri e venite subito in biblioteca, sicuramente hanno anche qui quel libro.- disse Quinn sbrigativa e, dopo un cenno di Blaine, si allontanò. Il ragazzo tornò nella sua stanza che divideva con Kurt, Sebastian e Dave, e vide il suo ragazzo seduto sul letto che avevano diviso fino a un ora prima, intento a guardarsi i piedi. Quando lo sentì arrivare alzò subito gli occhi e gli sorrise.

-Allora? Sei scappato da quel bagno come se ci fosse dentro uno Schiopodo in procinto di esplodere...-

-E' apparso un disegno sulla lastra e dovevo assolutamente farlo vedere a Quinn.- gli spiegò il moro e si mise al suo fianco, infilandosi le scarpe che aveva dimenticato di mettere quando era corso via. Kurt si voltò subito verso di lui stupito, sbattendo un paio di volte le palpebre.

-E ha capito cosa è la seconda prova?- chiese, girandosi un poco per guardare meglio l'altro.

-Credo proprio di si, ci aspetta in biblioteca. Dave e Sebastian? Vuole anche loro.-


***


-Spero che tu abbia una buona scusa biondina, ho lasciato a metà il mio cupcake alla vaniglia, e io odio lasciare a metà i miei cupcake.- esordì Sebastian a voce alta, infischiandosene dell'enorme cartello “per favore, silenzio” affisso proprio sopra la testa di Quinn e Sam, seduti a uno dei tanti tavoli della sala. La ragazza sospirò, chiudendo un attimo gli occhi. Ma chi glielo aveva fatto fare a chiamare anche lui? Cercò di cacciare via quel pensiero, in fondo un cervello in più, benché fosse quello di Sebastian Smythe, faceva sempre comodo.

-Potevi anche portare il tuo preziosissimo cupcake alla vaniglia e mangiarlo qui. Almeno avresti avuto la bocca impegnata per un po'.- disse la ragazza, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lo Slytherin sbuffò platealmente e si mise a sedere su una delle sedie vuote.

-Sei matta per caso? Lo sanno tutti che in biblioteca non si mangia. E poi ci sono modi per più interessanti per tenere la bocca occupata, se vuoi te ne insegno un paio...-

-Tutto questo- lo interruppe Kurt, alzando per un attimo gli occhi dal libro che teneva fra le mani. -Non interessa a nessuno. Vi dispiacerebbe concentrarvi sul vero problema qui?-

-Bene...- cominciò subito Quinn, voltando verso gli altri un vecchio volume aperto quasi al centro. Le pagine erano ingiallite e sottili, come se una folata di vento potesse farle staccare dalle altre. -Ho letto già questo libro a Hogwarts e mi ricordavo di aver visto qualcosa di simile.- la ragazza indicò un disegno sulla pagina -Assomiglia a quello sulla lastra, quindi, probabilmente è questo che dovremmo affrontare nella seconda prova.-

-Beh, magnifico no?- sorride Blaine, guardandola. -Sappiamo cos'è e possiamo prepararci bene, no?-

-Non esattamente. È una creatura antica, e sembra innocua ma non lo è. Non sarà facile.- gli rispose lei, girando nuovamente il libro per poter leggere le parole scritte evidentemente a mano. -Nella mitologia slava, le vile sono creature fatate femminili, simili alle ninfe greche o agli elfi. A seconda delle varie culture e tradizioni popolari, assumono nomi e caratteristiche diverse. Possono assumere diverse forme, e apparire ai viaggiatori sotto forma di cigno, cavallo, lupo, oltre che come bellissime donne. Le Villi sono spiriti di giovani fanciulle morte prima del matrimonio perché tradite o abbandonate o giovani madri straziate dalla morte dei loro giovani bambini morti prematuramente per motivi ingiusti. Son esseri vendicative e spettrali, incapaci di trovare riposo eterno nella morte, che ogni notte tra il crepuscolo e l'alba cercano i traditori d'amore che costringono, con l'aiuto di rametti di vischio apparentemente magici, a ballare convulsamente fino a provocarne la morte per sfinimento o fino a che totalmente indeboliti non vengono gettati in un lago nelle loro vicinanze...-

-Beh bella morte, morte da troppo ballo. Come nei peggiori dei cliché.- la ragazza chiuse gli occhi e sospirò, cercando di trattenersi dal saltare al collo del suo maleducato compagno di casa.

-Dicevo... Le Villi provano infatti un irrefrenabile desiderio e un amore incredibile per la danza. Alla morte del traditore le Villi si dileguano e con esse svanisce, finalmente placato, il fantasma della fanciulla morta per amore. Secondo alcune fonti le Vila son l'equivalente delle sirene solo che sulla terraferma: apparentemente son belle fanciulle, ma quando si infuriano svelano il loro vero aspetto mostrando i loro becchi da uccello e la pelle squamosa.-

-Quindi..- cominciò Blaine, cauto. -L'unico modo per sconfiggerle è farmi morire dal troppo ballo?-

-Come il peggiore dei cliché.- si intromise di nuovo Sebastian, accavallando le gambe.

-C'è dell'altro...- continuò la bionda, cambiando libro. -Su questo libro c'è scritto che se la loro morte viene vendicata gli spiriti svaniscono e le donne possono riposare in pace.-

-Quindi o muori ballando...-

-Come nel peggiore dei cliché...-

-O le vendichi e finisce la storia?- chiese di nuovo il moretto, e Quinn annuii, chiudendo con cura i volumi.

-Quindi non possiamo prepararci in nessun modo. Come facciamo a sapere per quale motivo la nostra Vile è morta?- chiese ancora lui, togliendosi gli occhiali per strofinarsi un occhio stanco.

-Non ne ho idea.- ammise lei, scuotendo la testa. -E' per questo che ho chiesto a tutti di venire. Dobbiamo inventarci qualcosa prima di dopodomani, o arriveremo impreparati...-

-Quinn Fabray e Blaine Anderson?- il gruppo si voltò verso la voce della ragazza appena arrivata. Indossava la divisa della Country Day, i lunghi capelli neri erano acconciati in una treccia. -La preside Corcoran mi ha mandato a chiamarvi. Passerete la notte in isolamento con gli altri campioni per concentrarvi al meglio per la prova. Seguitemi per favore.- disse la ragazza con un piccolo sorriso mentre inclinava la testa di lato. Blaine sospirò frustrato e guardo Kurt che aveva gli occhi fissi su di lui, un piccolo sorriso triste sulle labbra sottili.

-Ci vediamo dopodomani. E torna tutto intero, non mi piacciono i fidanzati a pezzi.- disse il castano e si sporse in avanti, posando un piccolo bacio sulle labbra dell'altro, prima di vederlo andare via.


***


-Il che cosa?- esclamò Dave, prendendo il foglio che Kurt gli porgeva con un sorriso eccitato.

-Il ballo del ceppo!- esclamò, sedendosi meglio sul divano. Quella mattina aveva ricevuto un messaggio da Blaine, a quanto pare l'unico modo in cui i campioni potevano comunicare con gli altri, e gli aveva mandato un piccolo biglietto per dirgli che stava bene e che lui e Quinn si stavano preparando per bene. E poi, in fondo alla busta, aveva allegato quella specie di volantino con scritto sotto: “prepara il tuo vestito più bello, ti porto a ballare”.

-Sorvolando sul messaggio da cliché...-

-Stai iniziando a parlare come Sebastian, forse uscire con lui non ti fa tanto bene.-

-Noi... non usciamo insieme. Insomma non ufficialmente. Io... non lo so nemmeno io.- Dave gli passò il volantino, guardandosi le ginocchia. Kurt si accigliò, riprendendo il foglio con il messaggio di Blaine.

-Dave, va tutto bene con Sebastian? A me sembrava di si insomma... siete sempre insieme, parlate un sacco...-

-E li si ferma la storia. Cioè, lui...- il ragazzo sospirò frustrato, passandosi una mano fra i capelli. -Lui ha provato a baciarmi.- confessò, arrossendo un po'. Kurt sorrise come un bambino che vede lo zucchero filato per la prima volta, saltellando letteralmente sul posto.

-Quando? Dove? E come? Come è stato?-

-Ehi piano, piano. Ho detto che ci ha provato, non che c'è riuscito. Io... mi sono scansato prima.- confessò,voltandosi a guardare l'amico.

-E perché mai lo avresti fatto? Pensavo che ti piacesse!-

-E mi piace! E' solo che... è Sebastian.- mormorò, stringendosi una mano nell'altra. -Se... se si stufasse di me dopo un po', come ha fatto con Blaine?- sussurrò, ancora, guardando l'amico con gli occhi che sembravano quasi più grandi del normale. Kurt si morse piano l'interno della guancia, posandogli una mano sulla spalla.

-Non puoi saperlo.- iniziò a dire, giocherellando con l'angolo del volantino. -Devi solo fidarti di lui. Non puoi fare altro che questo per il momento.- Dave abbassò di nuovo gli occhi e annuì.

-Credo... credo di sì. Posso solo fidarmi.-


***


-Stai scherzando, vero? Dimmi che stai scherzando...- Blaine si passò una mano fra i ricci disordinati, guardando un Sebastian vestito in una divisa che non era della sua scuola e con un sorriso strafottente fra le labbra. Un distintivo da Caposcuola faceva bella vista di sé, appuntato sul petto del ragazzo. -Non stai scherzando... ti sei bevuto completamente il cervello?-

-Che c'è? Nessuno se ne accorgerà e il ragazzo a cui l'ho presa non sembrava molto dispiaciuto. Non mi ha nemmeno chiesto a cosa mi serviva. Si vede che fare da balia a voi qui deve essere di una noia mortale...-

-Sai che se qualcuno ti becca ci butteranno in mare e ci faranno tornare in Inghilterra a nuoto?- chiese il moro, facendo entrare l'altro nella sua stanza.

-Dici che anche qui hanno la piovra gigante? Potremmo prendere un tentacolo per uno...-

-Sebastian. Che sei venuto a fare? Domani sarò ucciso sfinito per il troppo ballare, vorrei almeno fare il mio ultimo sonno in pace.- Blaine si buttò letteralmente sul suo letto, Sebastian non aveva pensato che probabilmente a quell'ora stesse dormendo. O almeno, ci aveva pensato e non gliene poteva importare di meno.

-Ho bisogno di parlare con te, quindi tirati su e dammi retta.- lo Slytherin si mise a sedere ai piedi del letto, accavallando le gambe. Blaine sbuffò e si mise a sedere sconfitto, appoggiandosi al muro contro il quale era sistemato il letto. -Io voglio invitare Dave al Ballo del Ceppo.- iniziò il castano, guardandolo in viso. Il Gryffindor batté le palpebre un paio di volte, come se non lo avesse ascoltato realmente.

-Tu sei venuto qui, in piena notte. Sei qui, seduto sul mio letto, con una divisa di un'altra scuola rischiando di farci tornare a casa a calci nel sedere... Per dirmi che vuoi invitare il tuo praticamente ragazzo al Ballo del Ceppo?- chiese il moro inarcando le sopracciglia. L'altro annuì, passandosi le mani sulla divisa che indossava. Rimasero entrambi zitti per un attimo, poi Blaine ringhiò letteralmente, alzandosi in piedi. -E' meglio che vado a bermi un bicchiere d'acqua prima di ammazzarti a mani nude. Non potevi dirmelo domani? Cosa cambiava, il ballo è fra due settimane! Ho bisogno d'acqua.- il moro si avvicinò al comodino, versandosi un bicchiere d'acqua fresca per calmare i nervi.

-Sono venuto a dirtelo ora perché credo che lui non voglia.- disse tranquillamente l'altro quasi con noncuranza, controllandosi anche le unghie nel mentre. Blaine si mise di nuovo a sedere, con un nuovo sbuffo sulle labbra.

-E cosa te lo fa pensare, di grazia?-

-Ho provato a baciarlo l'altro giorno. Si è staccato poco prima che potessi farlo, come se avessi qualche specie di malattia infettiva. Faccio così schifo a baciare?- gli chiese sconsolato. Blaine non lo aveva mai visto così, o forse nessuno si era mai azzardato a rifiutare un suo bacio e questo aveva ferito il suo immancabile orgoglio Slytherin.

-Secondo me lo hai preso alla sprovvista, magari.- cominciò il moro, sistemandosi a gambe incrociate. -Insomma, ne avete mai parlato prima? Forse sei stato un po'... brusco?-

-Blaine dovevo mandargli una lettera scritta? “Scusami sai, ma ti sto per infilare la lingua in gola”. Non mi sembra molto adatto.-

-Vedi? Troppo rude. Troppo... troppo.- gesticolò Blaine, mentre Sebastian cominciava a sbuffare e a passarsi una mano fra i capelli castani. -Tu prova ad invitarlo al ballo come una persona normale e senza stargli troppo addosso. Anche un semplice biglietto va bene, e vedi cosa risponde lui. Ma non fargli pressioni e vedrai che andrà bene.- Sebastian sbuffò ancora e sembrò sgonfiarsi, come se avesse trattenuto il fiato per tutto quel tempo. Poi, dopo qualche secondo, annuì, alzandosi in piedi.

-Secondo te dove dormono questi sfigati che devono farvi la guardia?- Blaine sorrise e si sistemò sotto la coperta.

-Devono farci la guardia. Non dormono.-


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