Gryffindor Heart, Slytherin Tongue di Andy14 (/viewuser.php?uid=31374)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter I ***
Capitolo 2: *** Chapter II ***
Capitolo 3: *** Chapter III ***
Capitolo 4: *** Chapter IV ***
Capitolo 5: *** Chapter V ***
Capitolo 6: *** Chapter VI ***
Capitolo 7: *** Chapter VII ***
Capitolo 8: *** Chapter VIII ***
Capitolo 9: *** Chapter IX ***
Capitolo 10: *** Chapter X ***
Capitolo 11: *** Chapter XI ***
Capitolo 12: *** Chapter XII ***
Capitolo 13: *** Chapter XIII ***
Capitolo 14: *** Chapter XIV ***
Capitolo 15: *** Chapter XV ***
Capitolo 16: *** Chapter XVI ***
Capitolo 17: *** Chapter XVII ***
Capitolo 18: *** Chapter XVIII ***
Capitolo 19: *** Chapter XIX ***
Capitolo 20: *** Chapter XX ***
Capitolo 21: *** Chapter XXI ***
Capitolo 1 *** Chapter I ***
Titolo:
Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 1/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un
Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting:
Arancione (per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2238
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali: La
mia prima Crossover. Devo dire che è stato faticoso
scriverla... ma ci sono riuscita :) allora, volevo precisare una cosa
riguardo la ship war che pare interessare chi shippa Klaine, e chi
shippa Kurtofsky. Prima precisazione. Io le shippo entrambe e in questa
storia ci saranno tutte e due. Seconda precisazione. C'è
davvero bisogno di scaldarsi tanto contro chi shippa l'una o l'altra
coppia? Glee è un telefilm che in modo o nell'altro ci ha
uniti, Klainer e Kurtofskyer, quindi preparatevi perché io
sono Kurtsexual e di ship ce ne saranno parecchie. Non ho altro da
dire, spero che la storia vi piaccia e che mi lascerete il vostro
parere.
I
La scuola di magia e stregoneria di
Hogwarts avrebbe riaperto i battenti presto, desiderosa di accogliere
per un altro anno studenti vecchi e nuovi. Kurt Hummel quella mattina
di fine agosto passeggiava per Diagon Alley con svariate buste appese
nell’incavo del braccio sinistro.
Il sole gli schiariva i capelli e
infastidiva gli occhi, tanto che il ragazzo fu costretto a ripararsi
sotto la tettoia di una bottega. Guardò l’orologio
d’oro che
portava al polso, sbuffando. Suo padre lo aspettava al paiolo magico
insieme alla sua nuova moglie ed il figlio di lei. Kurt fece una
smorfia, mentre il viso di Finn Hudson si faceva largo nella sua
mente. Ricominciò a camminare sotto al sole, trasferendo i
suoi
pensieri su sua madre. L’unica donna che aveva e che avrebbe
mai
amato in vita sua. Erano passati ormai dieci anni da quando lo aveva
lasciato, privata della vita troppo presto. Si ricordava benissimo
l’ultima volta che aveva visto sua madre, stesa su uno dei
letti
del San Mungo. Lui aveva sette anni appena compiuti.
Kurt si lasciò sfuggire una lacrima,
asciugandola prontamente mentre apriva la porta cigolante del paiolo
magico. Sorrise debolmente a suo padre, degnando Finn e sua madre a
malapena di un cenno.
-Figliolo!- lo salutò suo padre,
poggiandogli una mano sulla spalla. Kurt mantenne il sorriso sghembo
che incorniciava le sue labbra, poggiando le borse a terra e
sedendosi di fianco al genitore.
-Cosa hai comprato, sweetie?- gli
chiese Carole, cercando di intavolare una conversazione. Kurt strinse
le labbra infastidito dal soprannome, cercando tuttavia di camuffare
le sue emozioni
-Cose di scuola- rispose freddamente,
sorridendo poi al cameriere che gli portò una burro birra
che
evidentemente suo padre aveva ordinato per lui. Una grande mano gli
passò davanti il viso, richiamando la sua attenzione.
Alzando gli
occhi vide che Finn aspettava evidentemente una sua risposta.
-Cosa?-
-Ti ho chiesto se per caso il negozio
di scope era aperto. È ora che io cambi la mia…-
-Non puoi fartela aggiustare da mio
padre? Se è rotta può essere riparata- Finn
negò con la testa,
addentando un pezzo di carne che si era materializzata sul suo
piatto.
-E’ andata, amico. Non riesce ad
andare nemmeno dritta-
-Io e te non siamo amici- gli sussurrò
Kurt, avvicinandosi quel tanto che non permise a Carol e suo padre di
sentirli. –Quindi, non chiamarmi amico-
-Scusa, scusa- Finn riprese a mangiare,
alzando gli occhi al cielo. Lui ci provava davvero ad instaurare un
qualsivoglia rapporto amichevole con il neo fratellastro, ma
dall’altra parte trovava un muro di pietra invalicabile. Kurt
si
sistemò indietro sulla sedia, bevendo un altro sorso di
burro birra.
La porta del locale si aprì di nuovo, ed un gruppetto di
ragazzi
entrò schiamazzando. Kurt si lamentò,
riconoscendone i volti.
Blaine Hobbit Anderson, Rachel Saccente Berry, Noha Sperminatore
Puckerman e David Testa Vuota Karofsky.
-Hey Finn!- salutò l’Hobbit,
avvicinandosi al loro tavolo. Kurt sbuffò ancora,
incrociando le
braccia al petto.
-Hey ragazzi! Quanto tempo!- Finn,
soprannominato Pertica, si alzò rendendo evidente tutta da
differenza che c’era fra lui e l’Hobbit.
Abbracciò tutti,
invitandoli poi a sedersi. Nessuno di loro degnò Kurt di uno
sguardo, finché non parlò.
-Papà, devo ancora andare a ritirare
dei libri che ho ordinato. Ci vediamo a casa- disse, alzandosi e
raccattando le sue borse.
-Hey aspetta!- lo fermò Blaine,
alzandosi dal posto accanto a Finn. –Mi dispiace che ti abbia
dato
fastidio la nostra presenza, ma per favore non andare via per noi.
Resta- Kurt inarcò le sopracciglia, per poi voltarsi con una
risatina canzonatoria. Mentre si avviava verso la porta
sentì
distintamente Rachel Berry chiedere al suo fratellastro: “Ma
perché
è sempre così acido?”. Quello che il
gruppetto non aveva capito
era che le cose ad Hogwarts stavo solo in un modo: gli Slytherin
odiavano i Gryffindor, e quando si cercava di instaurare un rapporto
o era meglio evitare oppure si finiva alle mani. Kurt non aveva
intenzione di infilarsi in una qualche rissa, quindi cercava sempre
la via della fuga.
Finì le sue commissioni, tornando a
casa qualche ora dopo pieno di buste pesanti. Scosse la
testa,cercando di liberarsi dalla furigine che gli si era appiccicata
addosso. Finn lo raggiunse in salotto, attirato dal rumore.
-Bentornato- gli disse, avvicinandosi.
L’altro gli fece un cenno con la testa, imbracciando di nuovo
le
buste. –Senti, lo so che non ti sto simpatico. Va bene, ok,
lo
accetto. D’altronde non si può piacere a tutti.
Però io penso che
dovremmo far finta, almeno qui a casa, di andare d’accordo.
Di non
bisticciare per la minima cosa-
-Finn, la sai una cosa?- cominciò
Kurt, abbandonando i pesi a terra che caddero con un tonfo.
–Tu mi
stai facendo questo discorso perché pensi sia IO a non
volere
instaurare un rapporto con te. Bhé caro mio non sono solo io
a non
volere. Dimmi FINN, sai almeno il mio nome? No, perché ora
che ci
penso quando mi chiami non pronunci mai il mio nome. I tuoi sono solo
“Hey”, “Amico” o
“Hummel”.- Finn sbiancò. Si rese conto
che le parole dell’altro erano vere. Kurt lo guardava con
occhi
freddi. –Prima di fare del finto perbenismo pensa i tuoi
errori,
Pertica- sibilò ancora, abbandonando definitivamente la
stanza. Finn
rimase in piedi, senza quasi respirare. Un rumore di passi lo
raggiunse poco dopo, costringendolo a ridestarsi. Blaine e Rachel lo
raggiunsero, scuotendolo per un attimo.
-Finn? Hey che è successo?- gli chiese
Blaine, scambiandosi di tanto in tanto uno sguardo con la ragazza
affianco a lui.
-Sono un idiota…- mormorò il
più
alto, lasciandosi cadere a sedere su una delle poltrone del loro
salotto.
-Che è successo?-
***
Kurt abbracciò il cuscino, maledicendo
sé stesso per le lacrime che gli rigavano le guance senza
che lui
potesse evitarlo. Si maledì, e fece lo stesso con Finn fino
ad
arrivare a Godric Gryffindor, che probabilmente si stava dando una
grattatina superstiziosa, giusto in caso. Un leggero bussare lo
riportò alla realtà.
-Pertica, sparisci!- gridò,
nascondendo il viso più a fondo nel cuscino. La porta si
aprì,
senza che lui avesse dato il suo consenso.
-Sbagliato, sono Hobbit- Blaine si fece
strada nella camera, chiudendosi la porta alle spalle. Kurt strinse
ancora di più il cuscino, sperando che l’altro non
si accorgesse
del suo pianto.
-Va via!- lo scacciò, chiudendo gli
occhi nonostante fossero nascosti. Nonostante la sua richiesta, Kurt
sentì il materasso accanto a sé abbassarsi.
Sbuffando, si tirò su
a sedere senza tuttavia guardare l’altro. –Non mi
hai sentito?
Non lo capisci l’inglese? Go away! Va-t’en! Geh
weg!-
- Pumunta sa malayo!- Kurt lo guardò
interrogativo, ottenendo un’alzata di spalle come risposta.
-Che diavolo…?-
-E’ “vai via” in
filippino.-
-Anderson, per favore, non ho la forza
di litigare anche con te. Ti giuro, mi piacerebbe insultarti ma non
ne ho voglia-
-Finn è un idiota, quando ci si mette-
cominciò Blaine, ignorando le parole dell’altro
–Talmente idiota
che invece di venire a dirti scusa, si sta preparando un discorso da
farti sta sera. Preparati psicologicamente, Rachel gli sta dando una
mano- Kurt non poté fare a meno di ridere. –Oh,
allora anche tu
sai ridere!-
-Senti Anderson, perché?-
-Perché cosa?-
-Perché lo fai? Insomma, non mi hai
mai rivolto parola in cinque anni di scuola, e adesso nel giro di due
giorni hai voluto per forza parlare con me…-
-Forse perché ho capito che
sbagliavo?- Blaine sorrise, incrociando le gambe sul materasso. Anche
Kurt si mise a sedere, facendogli tirare giù le scarpe dalle
sue
lenzuola pregiate. –Tutti hanno bisogno di una seconda
possibilità
chiunque essi siano e da qualsiasi casa vengano-
-Questo non spiega questo tuo desiderio
morboso di parlarmi- Blaine alzò le spalle, decidendo di
alzarsi.
-Sei talmente intelligente che forse lo
capirai da te-
-Anderson, questa non è una risposta!-
un nuovo bussare colpì la porta di Kurt, che si
aprì subito dopo.
Finn entrò nella stanza, nascondendo malamente un foglio di
carta
nella tasca dei pantaloni. Rachel dietro di lui sorrideva
soddisfatta, con le mani giunte al petto.
-Kurt, io ho bisogno di parlarti…-
Finn si voltò verso di Rachel, che con un gesto delle dita
gli
intimò di proseguire. Il ragazzo si schiarì la
voce, aprendo la
bocca un paio di volte senza riuscire a parlare. Kurt represse una
risata, memore di ciò che Blaine gli aveva detto poco prima.
–Ecco…
sai, ci sono momenti in cui una persona ha talmente tanti pensieri in
testa che si sente sopraffatto…- Kurt inarcò le
sopracciglia,
creando un’elegante espressione corrucciata. Anche Blaine
aggrottò
le sopracciglia, in un espressione ben più rustica di quella
che
aveva Kurt, vedendo Rachel ripetere a bassa voce il discorso che
stava facendo Finn. -… talmente sopraffatto che le cose
sfuggono, e
i pensieri si accavallano. Quello che sto cercando di dire…-
-Ok, ok basta- lo interruppe Kurt,
portando le mani avanti. –Queste sono le scuse
più… bislacche
che una persona mi abbia mai fatto.- Rachel spalancò la
bocca,
indignata. Quell’essere aveva interrotto il suo discorso di
scuse
perfetto.
-Questo vuol dire che mi perdoni?- Kurt
sospirò, incrociando le braccia al petto.
-Per quanto odi ammetterlo, ora siamo
fratellastri. E mio padre sembra avere ritrovato la sua
serenità da
quando sta con tua madre. Sarebbe inutile litigare- Finn sorrise,
avvicinandosi al fratello per abbracciarlo –Wo, wo, wo! Che
vuoi
fare? Via, allontanati, ho bisogno di spazio vitale!- Blaine
scoppiò
a ridere, e Finn lo imitò dopo un attimo di sgomento.
Rachel,
nonostante fosse ancora offesa, sorrise.
–Gryffindor…- mormorò
Kurt, cacciando tutti dalla sua stanza, dirigendosi poi con loro in
salotto.
***
La famiglia Hummel-Hudson arrivò alle
dieci e trenta al binario nove e tre quarti, in perfetto orario. Kurt
sistemò la gabbia della sua civetta, Ricciarelli, mentre la
proprietaria sbatteva le ali infastidita.
-Scusa, Ricciarelli- le disse,
accarezzandole il becco dalle sbarre della gabbietta.
-Ciao- si sentì salutare Kurt, che si
voltò subito. Blaine gli sorrideva, sorreggendo con una mano
una
gabbia occupata da uno splendido barbagianni, e con l’altra
trascinava il baule. Kurt sorrise a sua volta, togliendo le dita da
fra le sbarre.
-Ciao- salutò, agitando una mano. Il
primo saluto che si erano rivolti in cinque anni di scuola passati
insieme.
-Come va?- gli chiese Blaine, poggiando
la gabbia sopra al baule. Kurt annuì, come a dire che
sì stava
bene. Il moro gli riservò un altro brillante sorriso,
mostrando in
tutta la sua bellezza una schiera perfetta di denti bianchissimi.
–Senti…- iniziò ancora, avvicinandosi
per poter parlare a bassa
voce. -…con Finn? Va meglio?- chiese.
-Sì, finalmente ha cominciato a
chiamarmi per nome. Almeno ora non devo capire che quando dice
“Ohi”,
ce l’ha con me- Blaine rise, la risata più dolce
che Kurt avesse
mai sentito. Dopo aver formulato questo pensiero, Kurt scosse la
testa, raddrizzando la schiena. Blaine si avvicinò ancora,
posando
una mano sul suo braccio.
-Volevo dirti un’altra cosa. I
Gryffindor stasera organizzano come ogni anno una piccola festa in
onore del nuovo anno. Possiamo invitare chi vogliamo e beh, io volevo
chiederti se tu volessi venire. Con qualche amico se vuoi, non ci
sono problemi- Kurt si morse l’interno della guancia per non
ridere.
-A Gryffindor? Stai scherzando?-
-No. A me non interessano tutte le
menate delle case. Voglio solo invitare un amico ad una festa,
è
vietato?-
-Anderson…- cominciò Kurt,
tornando
in sé. –Chiariamo una cosa. Trascorrere un
po’ di tempo
quest’estate con te è stato… decente.
Ma ora siamo a scuola, le
cose cambiano- non appena finì questa frase, Blaine vide
Santana
Lopez, Slytherin, affiancarsi a Kurt.
-Kurt, che succede?-
-Niente San, è tutto apposto- rispose
il ragazzo, posandole un bacio sulla guancia.
-Bene, andiamo allora. Buon anno,
Hobbit- lei sorrise maligna, prendendo Kurt per mano. Blaine
aprì la
bocca per rispondere, chiudendola subito dopo. Si era illuso,
probabilmente. La gente non cambia dall’oggi al domani, men
che
meno uno Slytherin, si disse mentre recuperava gabbia e baule.
Salì
sul treno, cercando uno scompartimento libero. Tirò su la
valigia
sul porta bagagli, voltandosi verso la vetrata che divideva lo
scompartimento dal corridoio. Kurt e Santana stavamo camminando
vicini, diretti sicuramente verso lo scompartimento dei prefetti.
Kurt lo vide, e gli sorrise debolmente. Sorriso a cui Blaine, ancora
deluso da poco prima, non rispose. Il castano allora, si
fermò al
centro del corridoio.
-San, aspetta ho lasciato la borsa con
la divisa nello scompartimento…-
-Sbrigati!- disse lei, mentre il
ragazzo tornava indietro verso Blaine, che lo guardò con le
sopracciglia inarcate.
-Facciamo così. Io stasera FORSE, e
dico forse, verrò. Ma la prima parola contro di me, e
credimi non
risponderò di me-
-Perché secondo te dovrei ritenere
l’invito fatto prima ancora valido?- Kurt sospirò,
abbassando lo
sguardo al pavimento.
–Lo so, sei arrabbiato. Ma per
ora…
non voglio che i miei compagni sappiano che ho avuto un qualche
rapporto con i Gryffindor. Forse sarebbe anche meglio che io non
venga stasera, scusami hai ragione. Ci vediamo a scuola- Kurt disse
tutto questo di corsa, fuggendo poi via dallo scompartimento. Blaine
prima spalancò gli occhi, poi li chiuse per qualche secondo.
Subito
dopo si buttò su uno dei sedili, a peso morto. Si auto
maledì, come
oramai faceva da qualche giorno. Perché era
un’idiota. Non era
questo il modo per conquistare il ragazzo che gli piaceva.
Perché
sì, lui era gay. E sì, a lui piaceva proprio Kurt
Hummel.
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Capitolo 2 *** Chapter II ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 2/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un
Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting:
Arancione (per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole: 1709
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali: Sì
lo so faccio schifo, Sono in un ritardo IMMENSO. La colpa? Mia, del mio
compleanno, le feste, l'esame di storia andato male... e la mancanza di
una beta fissa. Ora per fortuna c'è qualcuno interessato ad
aiutarmi e prometto di aggiornare più in fretta. IL capitolo
è volutamente più corto, non volevo mettere
troppe cose tutte insieme... Il terzo capitolo è
già abbozzato sul mio bloc notes (miracolo), devo solo
riportarlo sul pc. Spero che il capitolo vi piaccia e che mi lascerete
la vostra opinione...
II
-Kurt si può
sapere che hai?- il ragazzo sussultò sentendo la mano di
Santana
scuoterlo dalla spalla fasciata dalla stoffa pregiata della divisa.
-Eh? Cosa?-
-Sei distratto-
disse lei, sedendosi nel posto vuoto di fianco a lui in Sala Grande
già piena per la colazione. Erano passate tre settimane dal
loro
arrivo ad Hogwarts. Tre settimane di inferno per tutti. Kurt si
sentiva in qualche modo in colpa, Blaine si sentiva un idiota
incapace, Finn aveva già problemi a scuola, e Dave era
indeciso. Si
sentiva come diviso in due.
Il tutto era
complicato ulteriormente dal nuovo evento che stava mobilitando tutta
Hogwarts. Santana Lopez stava per compiere 17 anni, ed aveva
cortesemente chiesto ai professori di organizzare una piccola festa
per tale evento. I professori, anche se un po’ restii,
avevano
accettato a condizione che si occupasse lei di tutto. Grazie
all’insistenza di Kurt, tutta la scuola era stata invitata a
partecipare. Santana era stata irremovibile su un punto. Niente abito
elegante. Solo lei poteva portarne uno, essendo la festeggiata. La
festa si sarebbe tenuta da li a tre settimane, ma i preparativi erano
pressoché ultimati. Inoltre gli invitati dovevano
rigorosamente
presentarsi in coppie.
Era proprio
questo punto ad insinuare tanti dubbi nella testa di Blaine, Dave,
Kurt ed anche Finn.
Il primo voleva
invitare Kurt, anche il secondo voleva invitare Kurt, ma sapendo che
Blaine provava qualcosa per lui non ne aveva trovato ancora il
coraggio. Finn, invece voleva invitare Rachel che, purtroppo, era
già
stata invitata da Jesse St. James di Slytherin.
-Scusami San,
credo di non stare tanto bene. Forse mi sta venendo
l’influenza,
non so…-
-Hummel... posso
parlarti?- Kurt si voltò, sentendo quella voce. Si
ritrovò davanti
Dave Karofsky, che si torturava le mani.
-Come?-
-Vorrei parlare
con te. In privato, possibilmente- ripeté il ragazzo,
guardandosi
intorno nervosamente. Kurt vide Santana sorridere perfida. Si
alzò
in piedi annuendo, lasciando la ragazza di stucco. Dave
annuì a sua
volta, cominciando ad incamminarsi verso il salone d'ingresso. Kurt
lo seguì, incurante di un paio di occhi nocciola fissi sulla
sua
persona. Karofsky si fermò, voltandosi verso di lui.
-Devo chiederti
una cosa- iniziò, mettendosi le mani in tasca.
-Dimmi...-
-Sai la festa
della tua amica... ci vai con qualcuno?- gli chiese sfuggendo ai suoi
occhi, come se non fosse importante la sua risposta.
-No- gli rispose
l'altro negando con la testa.
-Quindi se io ti
chiedessi di venirci con me tu... accetteresti?- Kurt sbatté
un paio
di volte le palpebre aprendo la bocca. Si guardò un attimo
intorno,
prima di posare gli occhi su Dave. Non gli era mai dispiaciuto
più
di tanto, ad essere sinceri. E dopotutto, era meglio che aspettare a
vita una persona che non lo avrebbe invitato mai.
-Sì credo...
credo che accetterei-
-Oh quindi... ci
vieni con me?-
-Sì... grazie
per avermi invitato- gli sorrise debolmente, senza poter impedire ad
un lieve rossore di imporporargli le guance.
-Grazie a te per
aver accettato- alzando lo sguardo, Kurt notò il sorriso
sollevato
che Dave gli rivolse.
-Di niente...-
disse il più piccolo -Io... torno in Sala Grande...-
-Sì anche io...
ci vediamo in giro-
-Aspetta...hai...-
cominciò, avvicinandosi al ragazzo. Gli raddrizzò
la cravatta,
pendente verso destra, stringendogli un poco il nodo -Hai la cravatta
storta- finì, dandogli un buffetto sul petto prima di
tornare al suo
tavolo. Santana lo aspettava sulle spine. Si risedette al suo fianco,
riprendendo a mangiare.
-Allora?- gli
chiese la ragazza, dandogli un colpetto sulla spalla. Lui sorrise
leggermente, mandando giù il boccone che aveva in bocca.
-Mi ha chiesto di
venire con lui alla tua festa-
-E tu?- Kurt la
guardò sorridendo. Per la ragazza non ci fu bisogno di
parole.
***
Una settimana
dopo
-Ciao-
Dave si avvicinò a Kurt salutandolo con una mano, sedendosi
al suo
fianco sugli spalti del campo di Quidditch. Il ragazzo si stava
sistemando il maglione della divisa, dopo gli allenamenti della sua
squadra.
-Ciao.
Che fai ci spii?- gli chiese con il sorriso sulle labbra,
indicandogli di sedersi accanto a lui. L'altro si sedette, negando
con la testa.
-Non
abbiamo bisogno di spiarvi per vincere-
-Oh,
siamo molto sicuri di noi vedo- ridacchiò Kurt, finendo di
sistemarsi. -Mi cercavi o vagavi qui per caso?-
-Ti
cercavo. Nelle Sale Comuni hanno affisso le date delle uscite ad
Hogsmeade- cominciò -La prima è sabato prossimo-
-Oh,
davvero?- chiese lo Slytherin alzandosi, pienamente consapevole di
ciò che l'altro ragazzo gli avrebbe chiesto da li a pochi
minuti.
-Sì...
ti va di andare insieme? Sai visto che andiamo insieme alla festa,
potremmo prendere i vestiti e tutte le altre cose...- Kurt sorrise
annuendo, avvicinandosi all'altro ragazzo per posargli un bacio sulla
guancia.
-Ci
vediamo alle dieci nella Sala d'Ingresso?- chiese, e Dave annuii
senza aggiungere una parola. -Perfetto. Ora vado, devo ancora finire
il compito per la Sylvester e se domani non lo consegno potrebbe
uccidermi- aggiunse, prendendo la sua borsa. L'altro si alzò
a sua
volta, infilandosi le mani nelle tasche.
-Io
domani devo consegnarne uno a Schuester se non voglio ripetere
l'anno- borbottò il moro, incamminandosi insieme a Kurt
verso il
castello.
-Io
fortunatamente quello l'ho già consegnato la scorsa
settimana. Però
hai ancora qualche giorno di tempo per lavorarci su.-
-Se
ci capissi qualcosa sarebbe anche meglio.-
-Vuoi
una mano?- gli chiese Kurt, quando ormai erano alla cima della scala
che conduceva ai sotterranei.
-Vorresti
aiutarmi?- Dave inarcò le sopracciglia, colpito.
-Certo.
Se vuoi che io ti aiuti ovvio.- annuii il castano, spostandosi i
capelli dalla fronte. Dave sorrise.
-Grazie.
Sei molto gentile.-
-Oh
per così poco. Se non hai lezioni nel pomeriggio, domani
possiamo
vederci in biblioteca.-
-Perfetto.-
Kurt sorrise, voltandosi poi verso le scale.
-Allora...
ci vediamo dopo a cena..- Dave annuii di nuovo, donandogli un nuovo
sorriso.
-Sì...
a dopo- Kurt gli fece un cenno con la mano, prima di correre
giù per
le scale. Dave ricambiò il gesto, prima di tornare nella sua
Sala
Comune. Entrando, notò immediatamente l'aria tesa che
regnava nella
stanza. Finchè non notò la faccia scura di Blaine
e quella
dispiaciuta di Rachel. Gli si avvicinò, sedendosi sul divano
accanto
al moro. -Che succede?- chiese. Blaine gli lanciò
un'occhiataccia.
-Niente.-
disse lapidario. Dave guardò Rachel, che gli
riserbò uno sguardo
preoccupante. Un misto fra il dispiacere e... l'accusatorio.
-Ce
l'hai con me?- chiese allora.
-Cosa
te lo fa pensare?- chiese sarcastico l'altro. Poi, come se fosse una
bomba ad orologeria, esplose. -Vuoi davvero che io ti dica
perché
sono arrabbiato? Non ci arrivi da solo?- disse con gli occhi ridotti
a due fessure. -Tu razza di... bastardo!-
lo insultò
in un mormorio. Rachel si portò una mano alla bocca,
spalancando gli
occhi. Se Blaine iniziava a dire parolacce, erano davvero guai seri.
-Tu lo sapevi che mi piaceva, e sapevi anche che volevo chiedergli di
andare alla festa insieme. Eppure te ne sei bellamente infischiato e
glielo hai chiesto comunque!- esclamò il più
basso.
-Tu
stai parlando di Hummel!-
-Sì
sto parlando di lui. E tu sei talmente... idiota,
da non esserci arrivato subito!-
-Ehi
nano, piano con
le parole!-
-Mi devi dire
perché gliel'hai chiesto! Hai
rovinato tutto, come sempre!-
-Gliel'ho chiesto
perché mi piace, e poi
rovinato cosa? Se davvero volevi andare alla festa con lui bastava
che tirassi fuori le palle e glielo chiedessi prima di me! Ma
evidentemente, le palle di farlo non le hai- a quella frase Blaine
scattò in avanti, spingendo Dave e caricando il pugno
destro. Finn
gli fu affianco in un attimo, bloccandolo per le spalle. Puck fece lo
stesso con David, che aveva stretto a sua volta le mani a pugno. I
due contendenti vennero allontanati e fatti sedere ai lati opposti
della sala, a scambiarsi occhiatacce a distanza.
***
-No Blaine fammi
capire- iniziò Nick,
massaggiandosi la radice del naso. -Tu hai fatto quella scenata solo
perché Dave ha invitato Hummel prima di te?- chiese poi,
inarcando
le sopracciglia. Lui e Jeff erano i suoi migliori amici, Blaine lo
poteva dire senza pensarci due volte. Erano gli unici con cui si
poteva confidare senza preoccuparsi delle loro reazioni. Lo avevano
sempre capito, e lui aveva sempre capito loro. Si erano conosciuti al
primo anno, mentre aspettavano di essere chiamati per lo Smistamento.
Blaine ricordava gli altri due da bambini con un sorriso. Nick, moro
con i capelli arruffati e gli occhi che si guardavano intorno
timorosi e pieni di curiosità, e Jeff, i corti capelli
biondi ed il
naso rosso per il freddo. Blaine venne riscosso dai suoi pensieri
proprio da Jeff che, seduto accanto a lui al suo banco in aula di
Trasfigurazione, sbuffò.
-Cavolo ci siamo
persi la scena. E' tutta colpa
tua e del tuo mal di stomaco cronico!- disse, indicando Nick con un
dito, accusatorio.
-Ah certo ora
sarebbe colpa mia! Voglio
ricordarti che è stata colpa di uno dei tuoi intrugli a
mandarmi in
infermeria!- ribatté l'altro, fulminandolo con gli occhi
marroni.
Jeff sbuffò ancora, allungando le lunghe gambe sotto il
banco,
toccando quasi quello di Blaine, seduto di fronte a lui.
-Potremmo tornare
un momento all'argomento
principale, per favore?- chiese il più basso dei tre,
guardandoli
rassegnato. Nick sembrò riprendersi, sistemandosi meglio
sulla
sedia.
-Sì, hai
ragione. In tutta questa storia, c'è
un punto che non mi è chiaro. Tu hai almeno provato
a
farti avanti? Insomma, non è che puoi andare da una persona
e
chiedergli di punto in bianco di andare a una festa. E' normale che
ti rifiuti.- Blaine e Jeff lo guardarono straniti, poi il biondo si
tirò meglio a sedere.
-Nick, fa
così anni cinquanta. Ecco perché è
un po' di tempo che non esci con una ragazza.- disse, voltandosi poi
verso Blaine -Senti come la penso io. Dovevi chiederglielo senza
farti tanti problemi, se ti piace. Se poi tu piacevi anche a lui, ti
avrebbe detto di sì e sarete andati alla festa insieme. Ma,
a questo
punto, non puoi startene qui a piangerti addosso. Trova qualcun altro
con cui andare a quella festa, e se davvero Hummel ti piace... beh,
buttati.- Jeff finì il suo discorso, tornando a sedersi
scompostamente sulla sedia scomoda. Blaine lo guardò con gli
occhi
spalancati, non tanto per la rara perla di saggezza uscita dalle sue
labbra, tanto per la veridicità delle sue parole.
Note Finali: Ok,
un'ultima cosa... avevo in mente di creare una pagina personale su fb
per dividere il mio account personale (un ammasso di roba che sta
lentamente sfuggendo al mio controllo) e quello di autrice... Non so,
just saying... credo che lo creerò a breve, ed
allegherò il link nel prossimo capitolo :) Alla prossima
(presto, lo prometto).
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Capitolo 3 *** Chapter III ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 3/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky,
Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 1950
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di
proprietà di R.Murphy e della FOX.
III
Kurt sfogliò una nuova pagina del suo libro di
Transfiguration,
leggendo attentamente le parole scritte, sottolineando i concetti
essenziali. Dave, seduto al suo fianco, scarabocchiava annoiato sul
foglio di pergamena dove avrebbe dovuto invece scrivere la base del
suo saggio sull'incantesimo Homosembiante*¹. Lo Slytherin
alzò lo
sguardo dalla pagina che stava esaminando, guardando l'altro ragazzo
attraverso le lunghe ciglia.
-Sai David, il tuo saggio non si
scriverà da solo.- disse,
chiudendo il tomo e poggiandolo sul tavolo. Il diretto interessato
sbuffò, lasciando cadere la sua piuma accanto al libro di
Kurt.
-Sai, a volte vorrei avere una Quick-Quotes
Quill*²... ridurrebbe
le mie fatiche di parecchio e forse aumenterebbe anche la mia voglia
di studiare...- l'altro ridacchiò, appoggiandosi
completamente allo
schienale della sedia.
-Penso che nemmeno con quella riusciresti a fare
un compito
decente.- Dave lo fulminò con lo sguardo, portando
nuovamente lo
sguardo sul suo libro.
-E' inutile, non ci capisco niente.-
decretò, accasciandosi sulla
sedia. Kurt sospirò, appoggiandosi al tavolo con i gomiti.
-E' che non ti impegni abbastanza. Forse hai
troppi pensieri...-
disse, scrollando le spalle. Dave annuì sovrappensiero, lo
sguardo
fisso sul tavolo.
-Forse...- mormorò, senza distogliere
lo sguardo dal legno. -Mi
dispiace di averti fatto perdere un pomeriggio.- aggiunse, tornando a
guardare l'altro in viso. Kurt gli sorrise, sentendosi arrossire
leggermente.
-Tranquillo...-sussurrò, distogliendo
per un attimo lo sguardo.
-Non mi hai fatto perdere il pomeriggio. Anzi, mi hai salvato
dall'ennesima discussione fra Quinn e St. James...-
continuò,
alzando gli occhi al cielo facendo ridacchiare Dave. -Da quando ha
invitato la tua amica alla festa è diventato insopportabile.
Insomma, più insopportabile del solito.- aggiunse,
giocherellando
con la copertina del libro.
-Sì Rachel riesce a tirare fuori il
lato petulante della gente.- lo
appoggiò l'altro, trattenendo le risate.
-Non saremo un po' perfidi?- chiese Kurt, tirando
fuori dalla borsa
un pacchetto di Drooble's Best Blowing Gum*³, offrendone a
Dave.
-Neanche tanto. C'è chi dice di
peggio.- il Gryffindor prese una
gomma, rigirandosela un po' fra le mani. -Facciamo a metà?-
chiese e
l'altro annuì, riponendo il pacchetto nella borsa. Dave gli
sorrise,
aprendo l'involucro del dolcetto e rompendolo poi a metà.
L'esterno
del confetto si ruppe facilmente e il ragazzo cercò di non
far
cadere troppo ripieno, di un bel rosso acceso, sul tavolo, passandone
una metà a Kurt. Lo Slytherin gli sorrise, mettendo in bocca
la
gomma. Masticò un po', aprendo poi la bocca e coprendola con
una
mano. Strizzò gli occhi, chiudendo l'altra mano a pugno
mentre anche
Dave iniziava a masticare e chiudeva gli occhi a sua volta.
-E'... bollente!- riuscì a mormorare
Kurt, e Dave gli diede
mentalmente ragione.
-Non hai mai mangiato le
“Bollenti”*4?- chiese il
più
grande, una volta che il bruciore si fu attenuato. L'altro
negò con
la testa, facendo ondeggiare i capelli perfettamente acconciati.
-Me le ha comprate Santana sul treno, non le
avevo ancora
assaggiate. E credo di aver fatto bene- tossicchiò,
continuando a
masticare lentamente. -Però, a parte il bruciore iniziale,
non sono
male...-
-Già... mi ricordo che da bambino mio
padre me le comprava sempre
quando andava a Diagon Alley- disse Dave con un leggero sorriso sul
viso. Kurt sistemò di nuovo i gomiti sul tavolo, appoggiando
la
testa sulle mani.
-E ora non te le compra più?- chiese,
conscio che Dave quel giorno
non avrebbe scritto nemmeno una parola dal suo saggio. Il ragazzone
ridacchiò, giocherellando con la carta della gomma.
-No, oramai è in pensione e non va
più a Diagon Alley. Continua a
lavorare, ma per la maggior parte del tempo è lavoro che
può fare a
casa- disse, alzando lo sguardo su quello dell'altro. -E tu? Tuo
padre non ti ha mai portato un dolce da Honeydukes a Diagon Alley*5?-
Kurt negò con la testa, lasciando che il suo sorriso
prendesse una
nota triste.
-Mio padre... non va molto spesso a Diagon Alley.
Ma mia madre,
quando ero piccolo mi portava sempre un paio di Sugar Quills*6.
Mi piacevano da morire, riuscivo a non farle durare nemmeno un
giorno.- disse, trasformando nuovamente il suo sorriso, questa volta
con una nota dolce.
-E ora non te le compra più?- chiese
Dave, copiando le sue parole
di poco prima. Lo Slytherin si rattristò nuovamente,
riprendendo a
giocherellare con la carta della gomma.
-No.- rispose semplicemente, negando con la
testa. Il Gryffindor si
perse un secondo nel guardare l'espressione triste dell'altro, prima
di riprendere in mano il libro.
-Allora, quest'incantesimo Homosembiante?-
***
-Blaine, la smetteresti di fissarli, per favore?
Sembri uno di quei
criminali babbani che spiano la gente.- gli mormorò Rachel
picchiettandogli il braccio con la piuma. Il ragazzo ringhiò
sommessamente, facendo violenza su sé stesso per tornare al
suo
saggio di Transfiguration. Ma insomma, Schuester non aveva altro da
fare che dargli quei maledetti compiti chilometrici?
-Gli stalker?- chiese sottovoce Jeff a Nick, che
si limitò a
scrollare le spalle. Blaine ridacchiò, grato a quegli
strampalati
dei suoi amici. Poi si voltò verso destra. Rachel gli aveva
picchiettato di nuovo il braccio.
-Hai letto il nuovo messaggio affisso in
bacheca?- gli sussurrò,
quando ebbe avvicinato le labbra al suo orecchio. Il ragazzo
negò in
risposta, guardandola interrogativo. -Iniziano le iscrizioni ai Club.
E indovina un po'? Pare che qualcuno si sia preso la briga di
occuparsi anche del Glee Club quest'anno- Blaine la guardò
stupito.
In sei anni che aveva frequentato quella scuola il Glee Club era
sopravvissuto solo ai primi due, finché il professor Vitious
aveva
occupato la cattedra. Poi una volta che l'anziano mago era andato
giustamente in pensione, nessuno aveva più preso la
direzione di
quel club. Fino a quel momento. -Le audizioni ci sono domani
pomeriggio in aula di Transfiguration. Ci andiamo?- il ragazzo
annuì,
entusiasta. Lei gli sorrise compiaciuta in risposta, tornando a
dedicarsi al suo saggio. O meglio, alla quarta versione del suo
saggio. Rachel Berry si era guadagnata il soprannome di
“saccente”
per un motivo ben valido. Per ogni compito che veniva assegnato, lei
ne faceva tre o più versioni differenti. Poi le confrontava
e
decideva quale era la migliore, per consegnarla alla scadenza. Blaine
ogni volta provava un leggero moto di stizza verso questa sua mania.
E non perché fosse geloso dei suoi voti alti, anche lui non
se la
cavava male. Ma per il fatto che lui ci impiegasse tre giorni solo
per scrivere due righe, mentre lei in tre giorni riusciva a fare tre
saggi diversi. E solo perché aveva i corsi avanzati nel
pomeriggio,
altrimenti ne avrebbe fatti sei, di saggi.
-Blaine?- lo riportò alla
realtà Jeff, passandogli una pergamena
inzaccherata di inchiostro, piena di correzioni grossolane. Il moro
inarcò le sopracciglia, interrogativo. -Potresti darmi una
mano?-
gli chiese l'amico, guardandolo supplichevole. Blaine gli sorrise,
annuendo. Mise da parte il suo saggio, cominciando a leggere quello
del suo amico. Aggiunse qualche nota e corresse qualche concetto,
prima di riconsegnargli il foglio.
-Ecco qui.. Io ti consiglierei di ricopiarlo in
bella o Schuester ti
sbatterà il libro in testa- Jeff ridacchiò,
annuendo.
-Grazie Blaine-
-Blaine Anderson?- l'interpellato si
voltò sentendo quella voce
chiamarlo, per altro ad alta voce quindi probabilmente mezza
biblioteca lo aveva sentito. Ok, tutta la biblioteca, visto che in
molti si erano girati verso di loro, guardandoli male.
-Sì?- rispose Blaine, guardando il
ragazzo che gli stava di fronte.
La prima cosa che attirò la sua attenzione fu la sua divisa.
Slytherin. Aveva le braccia incrociate al petto, ed un sorriso a
metà
fra lo strafottente e... un momento... predatore.
-Sono Sebastian Smythe- si presentò
lui inclinando la testa,
facendo ondeggiare il ciuffo di capelli castani. Così simili
a
quelli di Kurt, si ritrovò a pensare.
-Piacere...?- sorrise leggermente il moro,
posando la piuma sul
tavolo. Sebastian ampliò il suo sorriso, prendendo una sedia
dal
tavolo vicino per affiancarla alla sua. Si mise a sedere, poggiando i
gomiti sul tavolo e puntando gli occhi verdi*7
nei suoi.
-Senti splendore, ho sentito che non hai ancora
un accompagnatore o
accompagnatrice per la festa della Lopez- iniziò,
accavallando le
lunghe gambe. Blaine lo guardò interrogativo, annuendo
subito dopo.
-Bene, visto che nemmeno io ho un accompagnatore volevo chiederti se
volessi andarci con me- finì il suo discorso, avvicinandosi
un po'
con la sedia. L'altro aprì la bocca per rispondere,
chiudendola
quasi subito. Insomma un ragazzo, Slytherin per giunta, gli chiedeva
di andare alla festa con lui. Anche Kurt è a Slytherin... ma
non è
questo il punto! Si guardò intorno. Gli occhi di tutti, o
quasi
tutti, gli occupanti della biblioteca erano su di loro. E non
perché
gli fregasse effettivamente qualcosa di ciò che si stavano
dicendo,
ma perché Sebastian teneva un tono di voce normale senza che
nemmeno
Mrs Pince*8 gli dicesse nulla. Blaine
continuò a
guardarsi un po' intorno, ignorando volutamente il tavolo dove Dave e
Kurt erano seduti e li stavano fissando, prima di prestare nuovamente
attenzione a Sebastian. Non poteva negare a sé stesso che
era un bel
ragazzo. Era attraente, e a quanto sembrava era sicuro di
sé. Lo
guardava, attendendo una risposa come se già sapesse che
sarebbe
stato un sì. Il Gryffindor si guardò un attimo le
mani, annuendo.
-Ok- mormorò, guardando nuovamente il
suo interlocutore. -Va bene,
verrò con te- aggiunse, con un piccolo sorriso. Sebastian
ricambiò
il suo sorriso, posandogli una mano sulla coscia.
-Perfetto. Ci vediamo, splendore- disse, per poi
alzarsi. Gli fece
l'occhiolino, allontanandosi da quel tavolo e dalla biblioteca.
***
-Ciao- Kurt si voltò sorpreso,
sentendo una mano posarsi sulla sua
schiena mentre si dirigeva di corsa a lezione di Charms*9 ,
corso tenuto da Miss Pillsbury da quando il professor Vitious era
andato in pensione. Era in enorme ritardo, tutta colpa di Santana che
aveva monopolizzato il bagno, e non pensava ci fosse ancora qualcuno
in giro per i corridoi. Dave gli stava sorridendo mentre gli porgeva
fieramente una Sugar Quill, tenendola fra il pollice e l'indice della
mano destra. Lo Slytherin aprì la bocca stupito, prendendo
il dolce
in mano.
-Cosa..?-
-L'altro ieri mi hai detto che ti piacevano.
Sapevo che mia madre
oggi mi avrebbe mandato qualche dolce da Diagon Alley, quindi le ho
chiesto anche di prendermi una di queste- gli spiegò,
sistemandosi
la tracolla sulla spalla. Kurt si mordicchiò il labbro
inferiore,
sbattendo per un paio di volte le palpebre ed abbassando il viso.
Quando posò di nuovo gli occhi in quelli di Dave,
quest'ultimo poté
constatare che erano lucidi.
-Grazie Dave- mormorò, rigirandosi la
piuma zuccherina fra le mani.
Poi, senza che nessuno dei due potesse rendersene realmente conto, si
sporse in avanti, allacciando le braccia dietro il collo dell'altro.
Dave rimase per un attimo immobile prima di ricambiare l'abbraccio e
stringere la vita di Kurt, lasciando cadere a terra il libro che
portava sottobraccio. Lo Slytherin sorrise sulla sua spalla,
stringendo la divisa dell'altro con le mani, incurante della Sugar
Quill che andava a posarsi a terra sopra il libro del Gryffindor.
-Non c'è di che...- mormorò
il più alto, stringendolo a sé. Si
staccarono dopo un po', continuando a sorridersi. Kurt tirò
su col
naso, prima di abbassarsi per raccogliere il dolcetto e il libro da
terra. Dave si era chinato a sua volta facendo gli stessi gesti. Le
loro mani si toccarono, mentre entrambi raccoglievano gli oggetti da
terra. Si guardarono negli occhi per un tempo che parve infinito
finché, spinti dalla stessa forza, chiusero gli occhi,
facendo
combaciare le loro labbra. Un tonfo li fece scostare quasi subito,
per voltare lo sguardo verso l'inizio del corridoio. Blaine li
guardava con gli occhi spalancati, ai suoi piedi c'era un libro
aperto a metà, a causa della caduta. Dietro di lui Rachel li
guardava con la bocca spalancata, mentre Finn sbatteva le palpebre.
-Kurt...?-
________________________________________________________________________________
*1L'incantesimo Homosembiante è un
incantesimo che
permette di smascherare gli Animagus. Lo usano Sirius Black e Remus
Lupin nel terzo libro, e film, per smascherare Peter Minus, per anni
trasformato in Crosta, il topo domestico della famiglia Weasley.
*2Piuma
Predi-Appunti. La giornalista (se così la possiamo chiamare)
Rita
Skeeter usa una lunga piuma prendi-appunti dal colore verde acido
quando intervista Harry Potter in occasione del Torneo Tremaghi nel
quarto libro, e film, della saga. Per chi volesse avere un immagine
di tale piuma, eccola qui: Piuma
Prendi-Appunti.
*3Gomme
Bolle
Bollenti. Sono enormi gomme da masticare, “un'esplosione di
bollente piacere tutto da gustare. Ben pochi riescono a mangiare una
bolla bollente intera in una volta, perché la sensazione di
piacevole calore che essa sprigiona è solo per chi possiede
una
bocca veramente d’amianto”. Sono le gomme che
vengono vendute
sull'espresso per Hogwarts.
*4Ho
volutamente
lasciato il soprannome italiano. Non avrei saputo come metterlo nel
nome originale.
*5Allora,
Honeydukes è Mielandia e lo so non c'è a Diagon
Alley. Diciamo che
mi sono presa una piccola licenza.
*6
Le penne di
zucchero. Sì vede che in quanto dolci sono abbastanza
informata? XD
*7 Gli
occhi di
Grant/Sebastian... non ho idea di che colore siano e non sono
riuscita a capirlo XD ho preso l'informazione da Glee
Wiki.
*8
Responsabile
della Biblioteca di Hogwarts. È molto severa e pretende
sempre che
in biblioteca regni un assoluto silenzio e che non si porti nessun
tipo di cibo.
________________________________________________________________________________
NOTE FINALI: Eccoci
qua! Dai, sono stata veloce (Credici Andy, sì XD) Spero che
questo capitolo vi piaccia... tante nuove cose e un bel colpo di scena
finale... la reazione non sarà esagerata.... o almeno, nella
mia testa nasce come una cosa tranquilla, poi non si sa mai... magari
finiranno tutti in infermeria xD Nello scorso capitolo avevo detto che
volevo creare una pagina autore. Bene, eccola qui: Andy14
(EFP) l'ho creata poco fa, ed è spoglia.
Provvederò subito a riempirla per quanto potrò xD
Spero che mi seguirete anche li :) Spero di poter aggiornare presto ma
vi avverto subito: Il 7 Febbraio ho un esame all'università.
Visto che mi hanno già bocciato al primo (dannata me) vorrei
passarlo, e quindi penso che passerò i momenti liberi a
studiare. Proverò a scrivere la sera, visto che mi dispiace
farvi aspettare. Davvero farò il possibile :) Alla prossima!
AH! Ringrazio
davvero la mia Beta per aver fatto un lavoro lampo <3
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Capitolo 4 *** Chapter IV ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 4/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un
Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting: Arancione
(per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2635
Disclaimer: I
personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali: parto
da un presupposto. Anzi, due. Primo: questo capitolo era diciamo
necessario e so che aspettavate Hogsmeade e festa. Ho scritto in
cartaceo il quinto capitolo, e ho messo tutto lì. Secondo:
non sono molto soddisfatta di questo capitolo, ma spero che a voi
piaccia. Ah no ce n'è anche un terzo: questa è
una Crossover, quindi molti personaggi di Harry Potter entreranno a far
parte della storia ;)
IV
-Kurt?-
Il ragazzo aprì la bocca e
spalancò gli occhi, traboccanti di
stupore e paura. Sbatté le palpebre un paio di volte, prima
di
guardare la sua mano ancora stretta in quella di Dave. La
ritirò,
portandosela al petto.
-Io...- cominciò a balbettare,
raccattando la sua piuma ed
alzandosi in piedi. David fece lo stesso, recuperando il suo libro.
-Voi stavate..- cominciò Finn,
agitando una mano di fronte a se.
Blaine cominciò a ritornare in sé, chiuse la
bocca lasciata aperta
dalla sorpresa e si abbassò per raccogliere quello che aveva
fatto
cadere.
-Non stavamo facendo niente.- intervenne Kurt a
voce leggermente
alta, incrociando le braccia al petto. Il ragazzo al suo fianco lo
guardò per un breve istante, prima di posare nuovamente lo
sguardo
sui suoi compagni di casa.
-A me non sembra.- mormorò Blaine
mettendo il libro nella sua
tracolla, logorata dall'uso. Dave lo fulminò per un attimo
con gli
occhi, assottigliandoli.
-A te non dovrebbe comunque interessare.- disse
con voce tagliente,
sistemandosi meglio la borsa sulla spalla. -Andiamo, siamo
già in
ritardo.- mormorò poi nell'orecchio di Kurt che
annuì, arrossendo
leggermente. I due ragazzi cominciarono ad allontanarsi verso la fine
del corridoio, e Blaine rimase tutto il tempo a guardarli,
mordicchiandosi l'interno della guancia. Quando sparirono dalla loro
vista, Rachel si arrischiò a toccare la spalla dell'amico.
-Blaine? Se non ci sbrighiamo saremo in ritardo
anche noi.-
sussurrò, scambiandosi un'occhiata con Finn.
-Voi andate. Io non ne ho voglia.- disse,
voltandosi per
ripercorrere il corridoio. Camminò velocemente, affrettando
gradualmente il passo fino quasi a correre. Entrò nel bagno,
sperando di trovare un po' di pace. Posò la cartella a terra
sul
pavimento umido, guardandosi allo specchio. Aveva gli occhi lucidi ma
si rifiutò di versare anche una sola lacrima. Con mani
tremanti aprì
l'acqua al lavandino di fronte a sé, si tolse gli occhiali,
e mise
le mani a coppa sotto il getto freddo. Si sciacquò il viso,
rabbrividendo per la temperatura dell'acqua. Rimase per un po' con la
testa incassata nelle spalle, finché non sentì
una mano posarsi
sulla sua schiena. Sobbalzò al tocco, voltandosi di scatto.
Sebastian era di fronte a lui, il suo sorriso da schiaffi sempre
sulle labbra. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca interna
della sua
divisa Slytherin, agitandola lentamente davanti al suo viso. L'acqua
di cui era bagnato si asciugò all'istante, lasciandogli un
piacevole
tepore sulla pelle.
-Ciao Splendore- disse il ragazzo di fronte a
lui, riponendo la
bacchetta al suo posto. Blaine non rispose, continuando a guardarlo
con la bocca leggermente aperta dalla sorpresa. Sebastian sorrise
ancora, poi si allungò su di lui, per chiudere il getto
d'acqua del
lavandino. -Non è saggio lasciare i rubinetti aperti. Sai,
Moaning
Myrtle*1 si diverte ancora a girare per le
tubature.- aggiunse,
appoggiandosi al lavandino con un fianco. Incrociò le
braccia al
petto, inclinando un poco la testa esponendo il lungo collo niveo.
-Sono lacrime quelle che vedo intrappolate nei tuoi occhi?- gli
chiese, avvicinando il viso a quello di Blaine, che si ritrasse
all'istante. Si passò le mani sulle guance, come per
asciugare le
lacrime che però non stavano scendendo.
-No.- rispose, distogliendo lo sguardo dall'altro
ragazzo. Si voltò
di nuovo verso lo specchio, poggiando a sua volta i fianchi sulla
ceramica del lavandino. -O forse sì.- aggiunse in un
sussurro,
recuperando gli occhiali al lato del rubinetto. Li indossò
di nuovo,
notando alcune gocce sulle lenti trasparenti. Sebastian glieli tolse,
asciugandosi con l'orlo della sua divisa. Una volta asciutti glieli
rimise sul naso, portandogli anche una ciocca di capelli ribelli
dietro l'orecchio.
-Nessuno merita le tue lacrime.- disse, senza
abbandonare il suo
sorriso. Blaine lo guardò negli occhi, forse per la prima
volta da
quando l'altro era entrato nel bagno. Erano... strani. Pieni di
qualcosa che il Gryffindor non riusciva a cogliere. Si
ritrovò ad
annuire all'affermazione dell'altro, abbassando lo sguardo sulle sue
mani, strette contro l'orlo del lavandino. Sebastian posò
una mano
sulla sua, stringendo leggermente.
-Senti Splendore.- cominciò -Domani
c'è la gita ad Hogsmeade.
Vieni con me.- propose, cercando il suo sguardo. Blaine
puntò gli
occhi nei suoi, e come quando gli aveva chiesto di andare alla festa,
si fermò a pensare. Aveva ragione, Kurt non si meritava le
sue
lacrime. E lui non doveva restare chiuso in quel bagno, circondato
dalle tubature gorgoglianti.
-Ok.- sussurrò, annuendo. -Ci vengo
con te.- aggiunse, con un
debole sorriso. Sorriso che Sebastian ricambiò, prima di
posare le
labbra sulla sua guancia fresca di barba.
***
-Blaine!- Rachel balzò in piedi dal
divano dov'era seduta, correndo
ad abbracciarlo. Lui la strinse a sé, più per
istinto che per
altro. -Che fine hai fatto? Non sei venuto nemmeno a Transfiguration,
il professor Schuester si è preoccupato... mi ha chiesto
dov'eri e
gli ho detto che stavi male, ma che oggi pomeriggio saresti andato a
fare l'audizione per il Glee.- Il Glee. Se ne era completamente
dimenticato.
-Oh.. Rachel senti io... non credo sia una buona
idea.- disse,
staccandosi dall'amica per dirigersi nella camera che divideva con
Finn, Puck, Jeff e Nick. Salì di corsa le scale, sentendo i
passi di
Rachel seguirlo.
-Come non è una buona idea? Blaine
ieri eri entusiasta! Abbiamo
passato tutto ieri sera a cercare una canzone babbana*2
da cantare e
tu ora ti tiri indietro? Non puoi farmi questo, Blaine Anderson!-
esclamò la ragazza, afferrandolo per un braccio e facendolo
voltare
verso di lei. -Tu ora prendi la tua chitarra, muovi il fondo schiena
e vieni con me a fare l'audizione!- continuò, lasciando il
suo
braccio con un gesto di stizza. Blaine inarcò le
sopracciglia,
guardandola stranito. Inspirando profondamente lanciò
letteralmente
la cartella a terra, guardando la ragazza con le mani piantate nei
fianchi.
-Sai che ti dico? Vacci da sola! Oggi
è stata una giornata
orribile, ho saltato due lezioni e probabilmente salterò
anche
Herbology*3, e per questo mi prenderò
come minimo tre punizioni. E
tu nonostante sappia tutto questo, invece di chiedermi come sto pensi
solo a te stessa e quello che fa comodo a te! Bene, a questo punto
anche se avessi avuto la minima voglia di fare quel provino me l'hai
fatta passare. Grazie Rachel. Ora potresti andartene? Vorrei cercare
da qualche parte la forza di volontà per non buttarmi sul
letto e
rimanerci per i prossimi otto mesi.- disse a voce leggermente alta,
andandosi a buttare a peso morto sul suo letto, nascondendo la testa
riccioluta sotto il cuscino. Rachel restò per un momento a
guardarlo
con la bocca aperta, prima che dei passi pesanti su per le scale la
facessero voltare. Finn entrò nella stanza con il fiatone a
causa
della corsa. Si avvicinò a Rachel, notando la sua
espressione
sbigottita, e le lacrime farle capolino dalle lunghe ciglia.
-Rachel?- chiamò, posandole una mano
sulla spalla. La ragazza si
voltò, correndo verso la porta e poi giù per le
scale. Il ragazzo
allora si voltò verso Blaine, ancora nascosto sotto il
cuscino.
-Blaine?-
-Vattene, Finn. Per favore.-
-Ma che è successo?- chiese ancora,
come se non lo avesse sentito,
muovendo un paio di passi verso di lui. Allora il più basso
si mise
a sedere, guardandolo implorante.
-Finn, per favore. Vattene. Va da Rachel.- disse,
tornando a
stendersi. Finn lo guardò confuso, mormorando un
“ok” fra i
denti, scendendo nuovamente le scale. Blaine rimase lì,
sdraiato
senza fare nulla. Si accorse che le lezioni erano terminate quando
anche l'ultima campana aveva suonato. “Sono le
tre..” si disse,
accoccolandosi meglio sul cuscino. Alle tre cominciavano le audizioni
per il Glee. Scosse la testa contro il cuscino. Lui non ci sarebbe
andato. E poi, anche se fosse andato, cosa avrebbe fatto?
Sì, la
sera precedente aveva cercato delle canzoni babbane che riusciva a
ricordare, ma le aveva cercate per Rachel. Non erano nelle sue corde.
Avrebbe finito per rompere qualche finestra. E di certo non poteva
cantare “Can You Dance Like A Hippogriff”, o
“A Cauldron Full
of Hot, Strong Love”. C'era un limite a tutto. Dopo quella
che gli
sembrò un'eternità, si mise a sedere, guardando
l'orologio che
aveva al polso. Segnava le quattro e mezza. Se voleva fare
quell'esibizione, aveva mezz'ora per alzarsi, spremersi le meningi
per cercare una canzone, e correre fino al quinto piano.
Sospirò,
guardando la sua chitarra, abbandonata contro il muro, dove l'aveva
lasciata la sera prima dopo aver provato con Rachel. La prese in
mano, sistemandosela sulla gamba destra, mettendo la mano sinistra
sulle corde. Passò le mani sulle tese stringhe di metallo,
facendo
un leggero rumore. Afferrò il plettro che aveva lasciato sul
comodino, pizzicando piano le corde, senza suonare nessuna nota in
particolare. Poi, probabilmente mosso da una forza a lui sconosciuta,
prese lo spartito nascosto nel suo comodino, che aveva portato da
casa. “It's Over Now” era scritto disordinatamente,
con una
scrittura frettolosa. La sua scrittura frettolosa. Aveva scritto
quella canzone durante l'estate, quando era stufo di dare retta alla
sua famiglia e di passare le giornate a studiare Potions. Cominciando
a suonare le prime note decise che sì, avrebbe fatto
l'audizione.
***
Blaine aveva corso, corso come un matto tanto che
i quadri si
voltavano verso di lui lanciandogli qualche maledizione contro.
Raggiunse il quinto piano in soli cinque minuti, il cuore che pompava
forte e la sua milza che faceva le valigie per trasferirsi altrove.
Riprese fiato, stringendo la chitarra in una stretta morsa. Fermo
all'inizio del corridoio, notò il gruppo di ragazzi seduti a
terra
nel corridoio. Una leggera musica arrivava dall'interno dell'aula di
Transfiguration, accompagnata da una voce angelica. C'erano in tutto
una trentina di ragazzi, compresi Kurt e Sebastian, che ora lo
guardavano uno stupito, l'altro sorridente. E poi c'era Rachel.
Rachel che si era alzata di scatto una volta che lo aveva visto, e
ora gli stava correndo incontro. Gli allacciò le braccia al
collo,
stringendo forte. Blaine le avvolse i fianchi con il braccio libero,
facendole tirare su leggermente i piedi da terra.
-Mi dispiace, scusa. Non avrei dovuto dirti
quelle cose.- gli
sussurrò nell'orecchio con voce lacrimosa, mentre si
staccava
dall'abbraccio. Il ragazzo annuì, sorridendo debolmente.
-A me dispiace di averti risposto male.-
bisbigliò a sua volta,
guardandosi le scarpe. La porta della classe si aprì in quel
momento, attirando l'attenzione di tutti i presenti. Quinn Fabray
uscì con un sorrisino soddisfatto, raggiungendo il gruppetto
di
Slytherin appoggiati al muro poco più in là. Il
professor Schuester
la seguì.
-Bene ragazzi, direi che abbiamo finito... siete
stati tutti
bravissimi, ci vediamo venerdì alle quattro per il primo
incontro.-
disse, sorridendo a tutti gli studenti. Blaine sospirò.
Nonostante
avesse corso come un matto, non aveva fatto in tempo. Rachel
notò la
sua espressione, e poi la chitarra stretta nella sua mano.
Guardò il
professore, attirando la sua attenzione.
-Professor Schuester! Anche Blaine deve fare
l'audizione.- disse,
afferrando l'amico per un braccio, trascinandolo con sé fino
all'uscio della stanza. Tutti i ragazzi si voltarono verso di loro.
Santana si lasciò scappare perfino una risatina
denigratoria. Rachel
la fulminò con lo sguardo, mentre Schuester si strofinava le
mani.
-Bene, Blaine. Entra pure.- gli sorrise,
facendogli cenno di entrare
in classe. Blaine annuì, facendo come gli era stato detto.
Si mosse
a disagio nella stanza, notando Miss Holiday seduta alla cattedra.
-Non avevamo finito?- chiese sorridendogli,
incrociando le braccia
sulla scrivania. Blaine ricambiò il sorriso timidamente,
prendendo
una sedia dal banco vicino. Quella donna gli aveva messo addosso
sempre un po' di soggezione, nonostante fosse un'insegnante
fantastica.
-Mancava solo lui.- disse Schuester, sedendosi
sulla cattedra. -Bene
Blaine, che cosa ci canti?- chiese, appoggiandosi al tavolo su cui
era seduto. Blaine imbracciò la chitarra, giocherellando per
un
attimo con le corde.
-Io...-cominciò, sentendo la gola
stringersi in una piccola morsa.
Deglutì, schiarendosi la voce. -La canzone si chiama
“It's
Over Now”.- continuò, sistemandosi
meglio sulla sedia.
-Bene, inizia pure.- lo esortò la
Holiday, poggiando la testa sulle
mani e i gomiti sulla cattedra. Lui annuì, cominciando a
suonare le
prime note. Le dita gli tremavano leggermente, e le mani cominciavano
a sudare. Tuttavia, quando cominciò a cantare, la voce
uscì
limpida, senza nessun tipo di timore.
There it
goes, another one is gone
Another
try, another one is wrong
Where
to go?
What is
there to say here?
Fuori dall'aula i
ragazzi si erano accostati alla porta per poter
sentire meglio. Kurt, sgomitando leggermente era riuscito ad arrivare
davanti, e a posare l'orecchio accanto alla serratura per cercare di
sentire meglio.
No one
knows,
I’ve
never really felt
Good
about the hand that I’ve been dealt
What
kind of game is this anyway here?
I want
to make a statement
About
the pictures and their awful placement
I want
everyone to see it too
I try
to be someone but I don’t know how
I
don’t know how
I try
to be the one but it’s over now
It’s
over now
Sebastian si fece
strada a sua volta, riuscendo ad accucciarsi
accanto a Kurt. Hummel che gli lanciò un occhiataccia, a cui
l'altro
rispose con uno dei suoi soliti sorrisetti.
I can
see the loneliness in you
I know
it well and
Everybody’s
got it too
It’s
funny how I know I’m not alone here
That’s
how it seems
But
when I’m walking through the halls
Everyone
has reinforced their walls
It’s
no one’s fault that the vision ain’t at all clear
-Da quando il nano
sa cantare?- sbottò Santana, incrociando le
braccia sotto il seno. Jesse St.James imitò il suo gesto,
posandosi
con una spalla al muro.
-E canta anche
bene, dannazione.-
I
don’t know what is worse than
Feeling
like you’re not a person
I want
everyone to sing along
I try
to be someone but I don’t know how
I
don’t know how
I try
to be the one but it’s over now
It’s
over
I don’t know what is
worse than
feeling like you’re not a person.
Kurt si soffermò su quei versi, pieni di quello che sembrava
rimorso. Perché Blaine stava cantando quella canzone?
All I
ever wanted was to reach out
(Reach
out)
And
have somebody take my hand
And all
I’ve ever gotten was locked out
(Locked
out)
Nobody
would ever understand
-Io questa l'ho
già sentita...- disse Jeff a bassa voce, voltandosi
verso Nick. Il moro assunse un'espressione pensosa, prima di
spalancare gli occhi. Si avvicinò al suo orecchio, per poter
parlare
senza essere sentito.
-E' quella che
canta sotto la doccia!- asserì, fiero della sua
memoria di ferro. Jeff si allontanò da lui, annuendo.
I try
to be someone but I don’t know how
I
don’t know how
I try
to be someone but it’s over now
It’s
over
I try
to be someone but I don’t know how
I
don’t know how
I try
to be the one but it’s over now
It’s
over
It’s
over now
It’s
over
Now
Blaine
terminò la canzone. Riaprì gli occhi che aveva
chiuso poco
prima, troppo concentrato nel suonare. Miss Holiday lo guardava
compiaciuta, mentre Mr Schuester sembrava avesse visto un baule pieno
di galeoni. O di shampoo, visti i suoi capelli.
-Blaine
è... wow. È stato...-
-Emozionante.- lo
interruppe lei, alzandosi dalla cattedra. Gli si
avvicinò con la sua solita camminata ancheggiante, facendo
cozzare i
tacchi sul pavimento di pietra. -Non credo ci siano problemi per
farti entrare nel Glee Club. Dico bene Will?- chiese poi, voltandosi
verso il collega. L'uomo annuì, scendendo con un balzo dalla
cattedra.
-Nessun problema.
Ci vediamo venerdì alle prove.- Blaine si alzò
dalla sedia, sorridendo contento.
-Grazie...
davvero, grazie.-
-No.- disse Miss
Holiday, posandogli una mano sulla spalla. -Grazie
a te.- aggiunse prima di lasciarlo andare. Lui sorrise ancora,
avviandosi verso la porta. Quando la aprì, per poco non si
ritrovò
travolto dal gruppetto di ragazzi addossati alla porta, primi fra
tutti Kurt e Sebastian.
-Allora?- chiese
quest'ultimo sorridendogli. Blaine gli sorrise di
rimando, annuendo.
-E' andata bene.-
___________________________________________________________________________
*1 Mirtilla
Malcontenta, il fantasma che occupa il bagno delle ragazze al secondo
piano. Mirtilla è un fantasma triste, lamentoso ed
estremamente
suscettibile. È sempre chiusa nello stesso bagno e rinfaccia
la sua
morte a chiunque, motivo per cui non è molto amata dalle
scolare che
cercano sempre di evitarla. E diciamocelo, è una maniaca.
L'ho
sempre pensato. Anche se a me non sarebbe dispiaciuto infilarmi nella
vasca dove Harry si faceva bellamente il bagno... ma la mia fissa per
Daniel Radcliffe è un'altra storia.
*2 Piccola precisazione. In
teoria visto che ho messo tutti i nomi in inglese, anche
“babbano”
e limitrofi dovrebbe essere tradotto in “muggle”.
Ma diciamocelo,
la frase suonava malissimo. “... a cercare una canzone
muggle”
no, non mi suonava.
*3 Erbologia, se
non si capisse. Il professore, dato che questa storia è una
Crossover, sarà niente poco di meno che il nostro Neville.
Come la
Rowling dopotutto ha indicato. A meno che io non me lo stia
inventando.
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Capitolo 5 *** Chapter V ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli:
5/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un
Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting:
Arancione (per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole:
2974
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali:
Salve a tutti. Presupposti, anche stavolta. Il primo: Il capitolo non
è betato. Però non mi andava di farvi aspettare
ancora, quindi ho postato comunque. Sostituirò il capitolo
con quello betato quanto prima, se volete essere avvertiti per poterlo
leggere corretto, ditemelo e vi manderò un MP. Poi, il
ritardo. Il capitolo era praticamente pronto da tre giorni
già. Mi scuso di non aver postato prima, ma ho avuto una
bruttissima notizia, e diciamola tutta non avevo ne forza e voglia per
mettermi a scrivere. Oggi andava un pochinino meglio, e allora mi sono
autoimposta di terminare la scena che avevo lasciato a metà.
Anche per questo, il capitolo temo non sarà dei migliori, ma
spero vi piaccia comunque. Il finale; scusatemi per come finisce, ma mi
serviva un appiglio per il capitolo VI. E niente, ho detto tutto.
Aspetto le vostre opinioni, che se volete potete lasciarmi anche su
Facebook alla mia pagina autore: Andy14
(EFP) Alla prossima.
Canzoni del capitolo:
Go
Your Own Way
For
Your Entertainment
Breathe
Easy
V
-Kurt è
la terza volta che provo la stessa giacca.- si lamentò Dave,
facendo
sorridere una delle figlie di Madame Malkin*1.
L'anziana
signora aveva deciso ad aprire una succursale ad Hogsmeade, stanca di
dover fare avanti e indietro da Diagon Alley per gli studenti. Kurt,
ovviamente non si era lasciato perdere l'occasione.
-Oh
zitto, devo vedere quella che mi piace di più.- lo
rimproverò Kurt,
esaminando la giacca che l'altro indossava con occhio critico. -Ok,
mi piace questa. Non è elegante, ma nemmeno sciatta.- disse,
annuendo. -Dannata Santana. Se fosse stato una specie di ballo si che
mi sarei potuto sbizzarrire.- aggiunse, sbuffando.
-Beh
credo tu ti sia sbizzarrito anche ora- ridacchiò Dave,
sfilandosi la
giacca. Kurt scrollò le spalle, restituendo il capo scartato
alla
commessa, che lo mise al suo posto con un colpo di bacchetta.
-Forse
hai ragione... - disse, tirando poi fuori dalla tasca del mantello un
sacchettino di stoffa tintinnante. Dave mise una mano sulla sua,
negando con la testa.
-Pago
io.- disse, sorridendogli.
-No
Dave dai... davvero, non c'è bisogno.-
-Sì
che ce n'è. Sta tranquillo.- senza aspettare replica, il
Gryffindor
si diresse alla cassa pagando i vestiti di entrambi. Uscirono dal
negozio, due buste piene al loro fianco.
-Ancora
mi chiedo perché non facciano le consegne direttamente a
scuola. Ci
toccherà portarci dietro le buste per tutto il giorno.- si
lamentò
Kurt, sistemandosi il mantello pesante sulle spalle. Dave gli
sorrise, prendendo entrambe le buste.
-Le
porto io dai. Non mi pesano.- disse, continuando a camminare.
-Andiamo a bere qualcosa di caldo?- chiese poi, notando il leggero
tremore delle spalle di Kurt. Non del tutto dovuto al freddo, ma
anche dal leggero contatto fra le loro mani di poco prima. Lo
Slytherin annuì, guardando l'altro in viso. Il “Three
Broomsticks”*2 distava
solo pochi metri dalla
bottega di Madame Malkin. Il locale era già pieno di
studenti,
rifugiatisi li per ripararsi dal freddo. Per un colpo di fortuna,
Kurt avvistò un tavolo in fondo al locale, occupandolo prima
che
qualcuno lo anticipasse. Si spogliarono dei mantelli, lieti del
tepore rilasciato da alcune stufette che fluttuavano in aria per
riscaldare l'ambiente. Madama Rosmerta, qualche ruga a segnare gli
anni che passavano inesorabili, si avvicinò a loro, un
sorriso
cordiale sulle labbra.
-Cosa
vi porto cari?- chiese, pulendosi le mani sul grembiule leggermente
inzaccherato. Entrambi i ragazzi ricambiarono il sorriso, prima di
ordinare. Due Butterbeer*3, una normale per
Dave, ed una
con lo zenzero per Kurt.
-Ti
piace lo zenzero?- gli chiese il più grande, sistemandosi
sulla
sedia. L'altro annuì, distogliendo per un attimo lo sguardo.
-Sì,
sai mia madre quando ero piccolo mi preparava la Butterbeer in casa e
mi ci metteva sempre lo zenzero. Ho provato a berla senza ma non so,
sembra che manchi quel qualcosa che la rende speciale.-
raccontò
mentre un sorriso nostalgico gli si formava sulle labbra. David gli
sorrise, poggiandosi con i gomiti al tavolo. Non disse niente, rimase
solo a guardarlo.
***
-E
quindi questo tizio si è avvicinato con la bottiglia di Fire
Whiskey*4
sguainandola come se fosse la sua bacch... ehi Splendore,
mi
stai ascoltando?- Sebastian si sporse in avanti verso Blaine,
vedendolo con lo sguardo perso avanti a sé. Il moro scosse
la testa,
tornando a guardare l'altro.
-Oh,
scusa Sebastian. Devo... devo essermi incantato.- disse, bevendo un
sorso dalla sua Butterbeer. Lo Slytherin assottigliò gli
occhi,
voltandosi leggermente per guardare con la coda dell'occhio chi ci
fosse alle loro spalle. Capelli castani, tirati indietro con chili e
chili di lacca babbana. Sciarpa verde-argento. Kurt Hummel. Smythe
sospirò leggermente, tirandosi un po' su con la schiena e
sporgendosi in avanti. Posò la sua mano fredda, diafana, su
quella
calda e olivastra di Blaine, sorridendogli quando questo lo
guardò
confuso. Sebastian scrollò le spalle, intrecciando le dita
con le
sue, e Blaine glielo lasciò fare, stupito dai gesti
dell'altro.
-Quindi...
hai scelto cosa cantare alla festa della Lopez?- gli chiese il
castano, accarezzandogli il dorso della mano con il pollice.
-Eh..?-
mormorò Blaine, guardandolo con occhi spaesati. L'altro
ridacchiò,
bevendo un sorso della sua bibita, prima di ripetere la sua domanda.
-La
festa della Lopez. Cosa canterai? Visto che ha chiesto a Glee Club di
cantare per non sprecare soldi per chiamare qualcun altro... ho
sempre pensato che si vantasse troppo della sua ricchezza che sotto,
sotto non ha. -
-Oh..
non ne ho idea. Me ne ero completamente dimenticato...- ammise,
giocherellando con il bordo del bicchiere. -Tu? Sai già cosa
cantare?- Sebastian annuì, sorridendogli sornione.
-Sì,
ho già in mente qualcosina. Scommetto che ti
piacerà.- disse,
sporgendosi ancora in avanti avvicinando il viso a quello dell'altro.
Le guance di Blaine si colorarono leggermente, vedendolo avvicinarsi
così repentinamente.
-Che...
che fai?- gli chiese con un filo di voce, guardando il sorriso di
Sebastian addolcirsi.
-Ti
guardo. Sei così carino quando arrossisci.-
***
-Possiamo...
possiamo andarcene per favore?- chiese Kurt a Dave, alzandosi in
piedi con i pugni stretti. Il Gryffindor lo guardò sorpreso
e
confuso, annuendo comunque ed alzandosi a sua volta. Mentre si
infilava il mantello, lasciò vagare lo sguardo per il locale
notando
Blaine e Sebastian seduti poco lontano da loro. Si tenevano per mano,
i volti vicini e parlavano a voce bassa, come se non volessero farsi
sentire da nessun altro. Anderson era arrossito, come Dave non gli
aveva mai visto fare in sei anni che lo conosceva. Poi Sebastian
aveva avvicinato ancora di più il viso a quello dell'altro,
e Kurt
gli aveva stretto la manica del mantello, per farlo voltare verso di
lui e distogliere lo sguardo dall'altra coppia.
-Andiamo
via... per favore?- gli chiese con il volto chino. Dave
sospirò
annuendo di nuovo, passandogli il braccio intorno alle spalle e
voltandosi per uscire. Kurt guardò per un altro secondo
Blaine e
Sebastian prima di seguire Dave fuori dal locale, perdendosi il
momento il cui le labbra di Smythe toccarono quelle dell'altro.
***
Blaine
spalancò gli occhi, sentendo la bocca di Sebastian posarsi
sulla
sua. Restò immobile per un attimo, prima di chiudere gli
occhi a sua
volta, ricambiando quel bacio. Le loro labbra si mossero insieme,
separandosi e ricongiungendosi più volte. Quando entrambi si
ritrovarono in carenza d'ossigeno, si separarono definitivamente. Il
moro rimase con gli occhi chiusi per qualche altro secondo, prima di
trovare il coraggio di aprirli. Quando lo fece, si trovò
davanti il
sorriso di Sebastian. Più dolce di quelli che gli aveva
sempre
rivolto. Blaine gli sorrise di rimando, stringendo un po' di
più la
mano dell'altro, intrecciata alla sua. Forse, non tutto era perduto.
Forse... forse sarebbe riuscito a dimenticare quegli occhi azzurri.
Prima o poi.
***
-Che
vuol dire che tu non canti?- chiese Santana furiosa, avanzando verso
di lui e sovrastandolo grazie al tacco dodici delle scarpe che
indossava. Kurt incassò la testa nelle spalle, evitando di
guardarla. Gli stava facendo paura.
-Che io
non ho voglia di cantare. Canta tu se ci tieni tanto.- disse,
voltandole le spalle per uscire dalla Common Room ormai deserta.
-No
fammi capire. Mi stai dando buca il giorno del mio compleanno? Che
cosa ti salta in quella testa annebbiata dalla lacca?- lo
questionò
di nuovo Santana, puntandogli un dito contro. -Secondo te come dovrei
fare io adesso?-
-Mi
dispiace Santana... non sono dell'umore per cantare niente.-
-Beh
fattelo venire l'umore, perché dopo quel nano di Anderson
tocca a
te.- disse la ragazza, ponendo fine al discorso. -Ora, porta il tuo
bel culetto in Great Hall, così che io possa fare la mia
entrata
trionfale.- Kurt annuì sospirando, lasciando la Common Room.
Camminò
con lo sguardo piantato a terra, raggiungendo la scalinata prima di
quanto pensasse. Dave lo aspettava in cima, avvolto negli abiti che
avevano comprato qualche giorno prima ad Hogsmeade. Gli sorrideva
dolcemente, porgendogli una mano aspettando che lui la stringesse
nella sua. Lo Slytherin sorrise, prendendo quella mano nella sua,
salendo gli ultimi gradini. Mormorò un
“Ciao” come saluto,
alzandosi sulle punte par baciare la guancia sbarbata dell'altro che
ricambiò il suo saluto. La Great Hall era già
piena di studenti,
tutti vestiti in abiti semplici, come richiesto dalla festeggiata.
Senza volerlo, gli occhi di Kurt si posarono su Blaine e Sebastian,
intenti a chiacchierare poco lontano da lui. Una strana morsa gli
attanagliò lo stomaco quando il castano avvolse un braccio
intorno
alla vita dell'altro per tirarlo a sé, facendolo ridere. La
stessa
morsa si accentuò quando il suo compagno di casa, con
estrema
naturalezza, posò le labbra su quelle del moro. Kurt si
morse un
labbro, portandosi una mano sullo stomaco contratto. Gelosia?
Possibile?
-Kurt
va tutto bene?- gli chiese Dave, posandogli premurosamente una mano
sulla guancia. Lo Slytherin puntò gli occhi nei suoi
annuendo,
cercando di sorridere.
-Devo...
devo aver mangiato troppo a pranzo.- disse, trasferendo la mano dal
suo stomaco fino a posarla su quella di Dave che ancora gli
accarezzava delicatamente la gota.
-Se
vuoi possiamo andarcene. Ti accompagno in camera, così puoi
riposare...-
-No,
no. Sta tranquillo, mi passerà.- Kurt strinse entrambe le
mani
dell'altro nelle sue, sorridendogli ancora per rassicurarlo. Dave
annuì, visibilmente poco convinto dal comportamento
dell'altro.
Tuttavia venne distratto dall'entrata trionfale di Santana, avvolta
nel vestito rosso scelto per l'occasione dallo stesso Kurt. La
ragazza sorrise ai suoi compagni, puntandosi la bacchetta alla gola
per amplificare la sua voce. Si schiarì la voce, facendo
zittire
tutti.
-Salve
a tutti, innanzi tutto grazie per essere qui e festeggiare con me il
mio compleanno. Ringrazio poi i professori e Mr Figgins per avermi
permesso di organizzarla.- disse, riserbando al preside un sorriso
più falso di una banconota da un galleon.
-Spero vi divertiate, e che il Glee Club possa intrattenervi al
meglio con la sua musica.- terminò il suo discorso con un
leggero
sfarfallare delle dita scendendo dal palco allestito per l'occasione.
Gli studenti applaudirono, curiosi di sapere cosa aveva riserbato per
loro il Glee Club. Blaine fu il primo a salire sul palco, con un
grosso sorriso ad incorniciargli le labbra rosee. Kurt sorrise,
contagiato a malincuore dall'allegria dell'altro, appoggiandosi
contro il petto di Dave quando questo lo abbracciò da dietro
cingendogli la vita. Lo Slytherin posò le mani sulle braccia
dell'altro, tirando un po' su la testa per guardarlo e sorridergli.
Il proprietario di quelle braccia sorrise a sua volta, posandogli un
lieve bacio sulla fronte, mentre Blaine iniziava a parlare in quello
che sembrava un microfono.
-Ciao
Hogwarts!- gridò il moro, ricevendo delle grida entusiaste
in
risposta. Con una risata cristallina, si girò verso la band
annuendo
prima di riportare lo sguardo verso il suo pubblico, lo sguardo
dannatamente serio.
Loving you isn't the right thing to do
How can I ever change things that I feel?
If I could, maybe I'd give you my world
How can I, when you won't take it from me?
You can go your own way
Go your own way
You can call it another lonely day
Another lonely day
You can go your own way
Go your own way
Tell me why everything turned around?
Packing up, shacking up, is all you wanna do
If I could baby I'd give you my world
Open up, everything's waiting for you
Ooooh
You can go your own way
Go your own way
You can call it another lonely day
Ohh Ohh Ohh
You can go your own way
You can go, you can go your own way
Blaine
cantò senza quasi mai distogliere gli occhi da Kurt, che
aveva
individuato poco prima di salire sul palco. Il castano si era stretto
di più a Dave, sentendosi messo in causa nella scelta della
canzone
del moro. Karofsky lo strinse di rimando, fulminando il suo compagno
di casa con gli occhi. Dopo un po', Kurt alzò il viso su
quello di
Dave posando brevemente le labbra sulle sue.
-Tra
poco tocca a me. Devo andare dietro a prepararmi- mormorò,
staccandosi dal suo abbraccio. L'altro annuì, salutandolo
con un
cenno della mano. Kurt raggiunse il palco, evitando volutamente lo
sguardo Blaine che gli era appena passato affianco. Mentre si
sistemava al lato del palco, pronto per esibirsi, vide Sebastian
prendere il microfono. Il ragazzo ammiccò verso i compagni,
schiarendosi la voce.
-Vi
rubo un secondo prima di iniziare. Dedico questa canzone al mio
ragazzo. Per te Splendore.- disse, facendo l'occhiolino a Blaine che
arrossì, abbassando lo sguardo al pavimento.
So
hot, out the box
Can
we pick up the pace?
Turn
it up, heat it up
I
need to be entertained
Push
the limit, Are you with it?
Baby,
don't be afraid
I'm
a hurt 'ya real good, baby
Let's
go, It's my show
Baby,
do what I say
Don't
trip off the glitz
That
I'm gonna display
I
told ya, I'm a hold ya down until you're amazed
Give
it to ya 'til you're screaming my name
No
escaping when I start
Once
I'm in I own your heart
There's
no way you'll ring the alarm
So
hold on until it's over
Oh,
do you know what you got into?
Can
you handle what I'm 'bout to do?
'Cause
it's about to get rough for you
I'm
here for your entertainment
Oh,
I bet you thought that I was soft and sweet
'Ya
thought an angel swept you off ya feet
But
I'm about to turn up the heat
I'm
here for your entertainment
It's
alright, You'll be fine
Baby,
I'm in control
Take
the pain, Take the pleasure
I'm
the master of both
Close
your eyes, Not your mind
Let
me into your soul
I'm
a work it 'til you're totally blown
No
escaping when I start
Once
I'm in I own your heart
There's
no way you'll ring the alarm
So
hold on until it's over
Oh,
do you know what you got into?
Can
you handle what I'm 'bout to do?
'Cause
it's about to get rough for you
I'm
here for your entertainment
Oh,
I bet you thought that I was soft and sweet
'Ya
thought an angel swept ya off your feet
Well
I'm about to turn up the heat
I'm
here for your entertainment
Oh
oh... mmmm Entertainment...
Oh
oh... Oh entertainment...
I'm
here for your entertainment...
Oooohhh...
Do you like what you see?
Wooooaaaahhhh...
Let me entertain 'ya till you screeaaam
Oh,
do you know what you got into?
Can
you handle what I'm 'bout to do?
'Cause
it's about to get rough for you
I'm
here for your entertainment
Oh,
I bet you thought that I was soft and sweet (bet ya thought)
'Ya
thought an angel swept ya off your feet
Well
I'm about to turn up the heat (turn up the heat)
I'm
here for your entertainment
Sebastian
allontanò il microfono dalle labbra una volta che la musica
fu
dissolta nell'aria, sostituita dagli applausi dei suoi compagni. Fece
un altro occhiolino a Blaine prima di scendere dal palco. Appena
scese l'ultimo scalino, notò Kurt che lo fissava a denti
stretti e
le braccia incrociate al petto. Gli riserbò un sorriso
beffardo,
arrivandogli di fronte con pochi passi.
-Sai
dovresti smetterla.- gli disse, incrociando le braccia a sua volta.
-Di
fare cosa, esattamente?-
-Di
andare dietro a Blaine. All'inizio la trovavo una cosa carina, ma
adesso mi sono stufato.- continuò con voce minacciosa,
avvicinandosi
pericolosamente all'altro. Kurt si ritrasse impercettibilmente, come
se volesse mettere più distanza possibile fra sé
stesso e lo
Slytherin. -Ce l'hai un fidanzato. Beh, non cercare di prenderti
quelli degli altri.-
-Di che
diamine stai parlando? Io non sto cercando di prendere nessuno.-
-Già
sei tu quello che prende no?- Sebastian sorrise beffardo,
allontanandosi verso il soggetto della loro discussione, che si stava
avvicinando a loro. Blaine li guardò stranito per un attimo,
soffermandosi sull'espressione sorpresa e indignata di Kurt,
guardando poi il suo ragazzo. -Piaciuta la canzone?- gli chiese il
più alto, incorniciandogli il viso con le mani. Il moro
annuì
sorridendo, chiudendo poi gli occhi quando le labbra di Sebastian si
posarono sulle sue. Hummel cercò di allontanare lo sguardo
dallo
spettacolo che gli altri due stavano dando, scoprendo di non esserne
in grado. Sentiva come se tanti Bowtruckle*5 gli
stessero
graffiando il petto, con le loro piccole dita affilate. I due si
staccarono, il moro sorrideva ancora mentre appoggiava la testa sulla
spalla dell'altro. Santana gli passo di fianco, prendendolo per un
braccio e trascinandolo da parte.
-Tocca
a te.- disse solamente, spingendolo sul palco illuminato. A
differenza degli altri due che lo avevano preceduto, Kurt non disse
nulla al microfono. Lo strinse solo fra le dita, guardando per un
momento Dave, che si era portato in prima fila per vederlo meglio,
poi chiuse gli occhi. E aspettò solamente che la musica
partisse,
poi iniziò a cantare a cantare.
Cruel
to the eye
I
see the way he makes you smile
Cruel
to the eye
Watching
him hold what used to be mine
Why
did I lie? What did I walk away to find?
Oohhh
– why...ooh - why....
I
can't breathe easy
Can't
sleep at night, Till you're by my side
No I
can't breathe easy
I
can't dream yet another dream
Without
you lying next to me
There's
no air
Curse
me inside
For
every word that caused you to cry
Curse
me inside
I
won't forget, no i won't baby, I
don't
know why
I
left the one I was looking to find
Ooh
- why....ooh, why - why....
Out
of my mind
Nothing
makes sense anymore
I
want you back in my life
That's
all I'm breathing for
Oohh
- tell me why
Oh
won't you tell me why
I
can't dream yet another dream
Without
you lying next to me
There's
no air
No,
no, no
I
can't breathe easy
Can't
sleep at night, Till you're by my side
No I
can't breathe easy
I
can't dream yet another dream
Without
you lying next to me
There's
no air
There's
no air
___________________________________________________________________________
*1
Madama McClan
*2
I Tre Manici di Scopa
*3
Burrobirra
*4
Whisky Incendiario
*5
Asticelli, sono piccole creature simili a bastoncini di
legno
che vivono su alberi il cui legno è usato per produrre le
bacchette,
dotati di gambe nodose. Qualunque cosa minacci il loro albero si
difendono con le loro dita puntute e affilate.
|
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Capitolo 6 *** Chapter VI ***
Titolo: Gryffindor Heart,
Slytherin Tongue.
Capitoli: 6/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn
Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2388
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di
proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Here we are again! Dai su ho fatto presto.
Tutta grazie alla magnifica TheScarfOfTheSexualPreference che mi ha
corretto il capitolo in quanto? Tre minuti e mezzo? Grazie mille *^*
Ora, passiamo alle dolenti note. Il 29 ho il concerto dei Simple Plan.
Uno, non vedo l'ora che arrivi Giovedì prossimo, due in
pratica da Lunedì a Domenica prossima mi isolerò
in pre e post concerto. Ormai mi conosco, ad ogni concerto isolo il
cervello per una settimana. Quindi, o mi viene un attacco di
creatività acuta come oggi e scrivo tutto il capitolo prima
del 26, oppure ci rivedremo a Aprile. Comunque, spero che questo
capitolo vi piaccia e mi facciate sapere le vostre opinioni. Come
sempre, allego il link alla mia pagina autore su Facebook Andy14
(EFP)
VI
Kurt
stava scendendo dal palco con lo sguardo puntato verso il basso,
osservando i solchi del pavimento in pietra, quando sentì
una mano
stringere la sua e portarlo lontano dalla Great Hall, dove uno
scroscio di timidi applausi accompagnava la sua uscita.
Ricambiò la
stretta di quello che identificò come Dave, senza alzare gli
occhi.
Che cosa avrebbe letto in quelli dell'altro? Confusione? Ira? Odio,
persino? Kurt era preparato ad ognuna di queste opzioni, ma non al
reale sentimento che lesse nello sguardo smeraldino dell'altro,
quando si fermò appena fuori il grande portone del castello.
Comprensione. Solo comprensione. Lo Slytherin ne rimase sorpreso,
tanto che fece un impercettibile passo indietro. Dave
intensificò la
stretta della sua mano, riuscendo finalmente ad intrecciare i loro
occhi insieme.
-Io...-
balbettò Hummel, abbassando nuovamente la testa. Il
Gryffindor gli
si avvicinò, alzandogli il viso spingendo il suo mento
leggermente
con due dita. Poi, gli sorrise dolcemente, trasformando quel leggero
contatto di dita in una vera e propria carezza. -Mi dispiace io...-
-Shh...-
lo zittì David, negando con la testa. -Non hai bisogno di
scuse.-
disse poi, sorridendo ancora. -Io... ho capito. Che poi, non c'era
nulla da capire, credo di averlo saputo fin dall'inizio.-
-Cosa?-
-Che il
tuo cuore non mi appartiene.- disse, scrollando le spalle. -Che
appartiene a qualcun altro. Lo so che...- continuò,
distogliendo lo
sguardo per la prima volta. -E' stupido, insomma stiamo
“insieme”
da sole tre settimane ma...- si interruppe ancora, riportando lo
sguardo su di lui. -Io... io credo di amarti.- ammise, mentre un
lieve rossore gli imporporava le guance. Kurt rimase immobile,
fissandolo con gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta.
Lui... cosa?
-Tu...
cosa? Credi...-
-Credo
di amarti, sì.- ripeté il più alto,
annuendo. -Non devi
rispondermi anche io. Anche perché non sarebbe vero, lo so.
Quindi... non dire niente.- aggiunse, accarezzandogli dolcemente il
viso. Kurt richiuse la bocca, sbattendo le palpebre un paio di volte.
Poi annuì, sorridendo debolmente. Dave ricambiò,
avvicinando il
viso al suo, baciandolo a fior di labbra.
***
Una
settimana dopo
-Non
sbirciare.- sussurrò Dave nell'orecchio di Kurt,
sistemandogli la
benda che gli aveva messo per coprirgli gli occhi.
-Non
sbircio, ma vuoi almeno dirmi dove stiamo andando?- chiese lo
Slytherin, stringendo con una mano quella del compagno, e tendendo
l'altra in avanti per poter sentire se aveva davanti a sé un
qualche
muro, così da non sbatterci contro.
-No, è
una sorpresa. E comunque siamo arrivati.- il Gryffindor si
fermò e,
dallo spostamento d'aria, Kurt capì che gli si era messo di
fronte.
-Aspetta un secondo qui. Non muoverti.- gli sussurrò ancora,
allontanandosi. Il più piccolo incrociò le
braccia al petto,
cominciando a battere il piede a terra. Non gli andava di aspettare
lì, in piedi, non sapendo effettivamente dove fosse quel
“lì”.
-Dave
si può sapere che diavolo stai facendo? Levami la benda.-
-Ecco,
ecco!- David si avvicinò nuovamente a lui, afferrandogli la
mano
ancora una volta. Lo trascinò per qualche altro metro, e
Kurt sentì
lo scricchiolare delle foglie secche, lo scrosciare dell'acqua...
erano vicini al lago. La benda gli venne tolta da davanti agli occhi.
Dovette sbattere le palpebre un paio di volte, per potersi abituare
alla luce. Aveva ragione, erano proprio di fronte al lago. Il leggero
venticello autunnale accarezzava la superficie dell'acqua,
increspandola appena. Kurt si voltò a guardare Dave, il
quale si era
seduto a terra sopra quello che sembrava un telo. Un telo, dove erano
state poggiate due brocche, e varie bustine di carta anonime. Lo
Slytherin aggrottò le sopracciglia, sedendosi al suo fianco.
L'altro
sorrise timidamente, guardandolo di sottecchi.
-Ehm...io...
so che non è molto. Però... visto che oggi
è in pratica un mese
che usciamo insieme io... niente, volevo passare un pomeriggio un po'
diverso. Solo tu e io...- disse, facendo nascere sulle labbra
dell'altro un dolce sorriso. -Quindi niente... buon mesiversario.-
continuò, voltandosi finalmente a guardare Kurt. Sorride,
buon
segno, pensò,
mentre il più
piccolo si avvicinava a lui e gli cingeva il collo con le braccia.
-Grazie...- riuscì a mormorare, posandogli un bacio sulla
guancia,
prima di allontanarsi per poterlo guardare negli occhi. -Davvero
io... grazie.- ripeté, baciandolo poi sulle labbra. Dave lo
strinse
per i fianchi, avvicinandolo se possibile ancora di più,
ricambiando
il bacio. Kurt gli accarezzò i capelli alla base della nuca,
permettendo alla lingua di Dave di intrecciarsi alla sua, quando
questa aveva cominciato ad inumidire le sue labbra. Il più
piccolo
si staccò poco dopo, la pelle candida delle guance
arrossata.
Avevano entrambi il respiro corto, gli occhi incatenati gli uni agli
altri. Dave aumentò la stretta sui fianchi di Kurt,
facendolo sedere
a cavalcioni del suo bacino. Lo Slytherin spalancò per un
attimo gli
occhi, prima di sistemarsi meglio sulle gambe dell'altro.
Cominciò a
giocherellare con i corti capelli sulla sua nuca, baciandolo di
nuovo. Dave lo strinse ancora di più a se, facendo toccare i
loro
petti coperti dalla divisa che nessuno dei due si era ancora tolto da
quella mattina. Si staccarono dopo qualche momento, entrambi a corto
di fiato. Fu allora che udirono delle risate in lontananza, seguite
da un leggero tonfo e un lamento sommesso. Kurt si sollevò
dalle
gambe di Dave, guardandosi intorno per cercare la fonte di quei
rumori. Poco lontano da loro, sotto una quercia, due ragazzi si
stavano rotolando sull'erba, scambiandosi un bacio fra una risata e
l'altra. Kurt avrebbe riconosciuto quei capelli ricci ovunque. Ebbe
la conferma che si trattava di Blaine, quando si sedette a cavalcioni
del petto di quello che doveva essere Sebastian, alzando il viso e
permettendo al sole di illuminarlo. Dave seguì la direzione
dello
sguardo dell'altro, portando il suo nello stesso punto. Dopo aver
visto la scena, gli picchiettò leggermente la coscia con la
mano,
per farlo voltare verso di sé.
-Che ne dici se ce ne andiamo?- Kurt annuì, alzandosi in
piedi e
togliendosi qualche filo d'erba che gli si era attaccato ai
pantaloni. Il Gryffindor lo imitò, raccogliendo la coperta
che aveva
steso a terra.
Poco lontano, Sebastian aveva ribaltato le posizioni con un colpo di
reni, intrappolando Blaine sotto di sé. Il moro
ridacchiò,
allacciando le braccia dietro il collo dell'altro, lasciandosi
baciare. Si inarcò quando lo Slytherin gli infilò
le mani sotto la
camicia, cominciando a ricoprirgli il collo di baci e piccoli morsi.
Chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente sotto le attenzioni
dell'altro, mugolando ogni qual volta toccava un punto
particolarmente sensibile del suo corpo. Tuttavia, quando Sebastian
cercò di infilare una mano nei suoi pantaloni, diventati
decisamente
fastidiosi, Blaine si allontanò. Posò una mano
sulla sua,
allontanandola dalla sua patta.
-Aspetta...- mormorò, sospirando. -Non così.-
aggiunse, guardando
l'altro negli occhi. Lo Slytherin lo guardò confuso,
alzandosi a
sedere sulle ginocchia.
-Che c'è?- gli chiese, aprendo le braccia. Blaine si mise a
sedere a
sua volta, passandosi una mano fra i capelli scompigliati.
-E' che.. io non l'ho mai fatto prima. E sinceramente, non mi va di
avere la mia prima volta su un prato.- spiegò, fissando
insistentemente i fili d'erba sotto di lui. Sebastian sorrise sotto i
baffi, avvicinando di nuovo il viso al suo.
-Che importa dove siamo?- gli chiese sussurrando direttamente
nell'orecchio, facendolo rabbrividire. -L'importante non è
essere
noi due?-
-Sì ma...- balbettò Blaine cercando di resistere
alla voglia di
baciare l'altro e fregarsene di dove fossero, di lasciarlo fare del
suo corpo quello che voleva. Sebastian attorcigliò fra le
dita i
corti capelli sulla nuca dell'altro, cacciando uno sbuffo divertito.
-Faremo come vuoi tu, splendore.- gli mormorò ancora,
allontanandosi
un po' per guardarlo in viso. -Ma sappiamo entrambi che non
resisterai a lungo.-
***
-Allora?- chiese Santana, incrociando le lunghe gambe per cercare una
posizione più comoda sulla poltrona dove era seduta.
Sebastian
sospirò, sedendosi sul tavolino li di fronte. -Ci
è cascato?-
insisté lei, dato che non aveva ricevuto risposta
dall'altro. Lui
annuì, guardando il pavimento.
-Con tutte le scarpe.- mormorò, torturandosi le mani.
-Bene! Ora non ti resta solo che dargli il colpo di grazia.- disse
lei, sorridendo malignamente.
-Senti, io voglio tirarmene fuori.- esordì Sebastian,
guardandola
per la prima volta da quando erano rimasti soli. Santana
assottigliò
gli occhi, fulminandolo.
-Prego?-
-Voglio tirarmene fuori. Non mi va più di stare a questo tuo
piano
malato per fare a pezzi Anderson. -
-Senti bello, io e te avevamo un patto. Tu potevi farti Anderson a
patto che poi me lo togliessi dai piedi. E ora, quando sono a un
passo dalla meta, non puoi dirmi che te ne tiri fuori!-
strillò lei,
alzandosi in piedi. Lui la imitò, stringendo le mani a pungo.
-E invece me ne voglio tirare fuori! All'inizio la tua proposta era
allettante ma... conoscendolo, ho capito che è sbagliato
giocare con
le persone. Giocare con lui. Io non voglio più giocare.-
-Non mi dire che ti stai innamorando Smythe.- disse lei con stizza,
incrociando le braccia al petto. Sebastian abbassò lo
sguardo,
fissandosi le scarpe lucide.
-E se anche fosse?- chiese con un filo di voce, alzando cautamente
gli occhi. Santana sbuffò, divertita e incredula insieme.
-Non ci posso credere. Pensavo che tu fossi diverso, e invece sei
solo un mollaccione come tutti gli altri!-
-Si può sapere perché ce l'hai tanto con Blaine?-
le chiese lui. A
ben pensarci, non gli aveva mai spiegato le sue ragioni.
-Blaine. Te lo spiego subito. Ce l'ho tanto con Blaine
perché sta troppo vicino a Kurt.- disse lei, cominciando a
camminare
per la stanza. -So che Kurt è un Half-blood*1,
ma non mi
va a genio che Gryffindor e Slytherin si mescolino. Siamo come i poli
della stessa calamita che si respingono. È così
fin da quando
Hogwarts è stata creata, i Gryffindor odiano gli Slytherin,
ed il
sentimento è reciproco. Non si instaurano rapporti
amichevoli. Né
di altro genere che non sia odio.- continuò Santana,
passando una
mano sullo spesso muro di pietra. -Gli Slytherin vanno con gli
Slytherin, e i Gryffindor con i Gryffindor.- finì,
voltandosi
nuovamente verso Sebastian. -Tu mi servi per mettere fuori gioco
Anderson. A Karofsky ci penso io. Ma ti avverto Smythe, non farmi
mettere su un altro baracchino solo per dividere te e quell'hobbit
troppo cresciuto.- aggiunse, allontanandosi poi verso l'uscita.
Sebastian prese un respiro profondo, seguendo i suoi movimenti con
gli occhi. Possibile che una ragazza avesse un cuore tanto nero?
Tanto... vuoto.
Era quella l'impressione che il ragazzo aveva. Che
Santana parlasse come se il suo cuore fosse vuoto da troppo tempo, la
sua mente invece troppo piena di stupidaggini che venivano inculcate
agli Slytherin ai tempi della rinascita Del Lord Oscuro.
Sebastian
aveva appena un anno quando Voldemort era risorto, e ne aveva quattro
quando Harry Potter lo aveva sconfitto una volta per tutte. Era
troppo piccolo per ricordare sua madre stringerlo al suo seno tutte
le notti, spaventata che qualche Death Eater*2
troppo
estremista potesse fare irruzione in casa loro e dichiarare fine alle
loro vite. Paura fondata, visto che sua madre era nata da padre mago
e madre Muggle. Half-blood. Quella parola era sempre stata difficile
per il piccolo Sebastian, che a otto anni sentiva pronunciare da suo
nonno paterno con tanto disprezzo. Augustine Smythe era un uomo
austero, camminava sempre con la schiena dritta e si accarezzava
sempre la lunga barba bianca di cui si vantava tanto. Una volta
diventato abbastanza grande per capire, per pensare con la sua testa,
Sebastian capì che probabilmente suo nonno faceva parte dei
pochi
Death Eaters rimasti liberi dopo l'uccisione del Lord. Ogni volta che
lo sentiva parlare, udiva solo parole di disprezzo verso Mudbloods e
Muggles, e di come questi avessero un loro posto nella
società, e di
come questo posto somigliasse molto a una fossa comune. Suo padre non
lo contraddiceva, ma non gli dava nemmeno ragione, quindi in sedici
anni di vita, Sebastian non aveva mai capito da che parte stesse
realmente. Però, se aveva sposato sua madre nonostante fosse
una
Half-blood c'era un motivo, forse la amava talmente da infischiarsene
della natura dei suoi genitori. O forse non gliene era mai importato
realmente, che era quello in cui sperava Sebastian.
Alla fine,
nemmeno a lui interessava molto la distinzione fra Pure-blood,
Half-blood o Mudblood, ma probabilmente era dato dal fatto che lui
stesso era un Half-blood. Possibile che certi pregiudizi venissero
inculcati ai Pure-blood sin da piccoli, nutrendoli a latte e
distinzioni razziali?
Uscendo dalla Common Hall, Sebastian cominciò a credere che
Santana
faceva sicuramente parte di quest'ultima categoria. Di quei bambini
abituati all'odio, abituati a differenziare le persone, abituati a
sentirsi superiori solo perché si ha sangue
“puro” nelle le
vene. Non ricordava dove, ma poco tempo prima, sfogliando delle
vecchie copie del Daily Prophet*3 risalenti al
secondo
dopo guerra magica, aveva letto una dichiarazione che recitava:
“Coloro che si vantano tanto del sangue puro, sono quelli che
hanno
il cuore più nero. E poi, se i maghi non avessero cominciato
ad
accoppiarsi con i Muggles, probabilmente saremmo già
estinti”. Lui
si trovava pienamente d'accordo con quelle parole, infondo le persone
non erano tutte uguali? Colore della pelle, degli occhi e razza di
sangue. Una volta aveva detto quelle cose a sua madre, durante il suo
quarto anno. Lei lo aveva guardato stupita, poi aveva aggrottato le
sopracciglia. “Come hai fatto a finire a Slytherin,
'Bas?” gli
aveva chiesto, accarezzandogli dolcemente i capelli.
Sebastian
sorrise al ricordo, salendo a due a due gli scalini che lo separavano
dalla Great Hall. Entrò nella sala, dove i quattro lunghi
tavoli
erano già pieni di studenti, accomodati sulle panche pronti
per la
cena. Cominciò a camminare verso il suo tavolo, adocchiando
un posto
libero accanto a Quinn Fabray. Gli piaceva quella ragazza, aveva un
umorismo fine, sapeva intrattenere amabilmente una conversazione,
come una signora di alta società doveva; ma senza la puzza
sotto il
naso. Sebastian si mise a sedere, sorridendo alla ragazza,
arrischiando un'occhiata al tavolo dei Gryffindor. Blaine lo stava
guardando, sorridendogli. Lo Slytherin ricambiò il sorriso,
ridacchiando quando la Berry colpì Anderson sul braccio,
sentendosi
ignorata e lamentandosi di parlare con il muro. Blaine
sussultò,
buttandole contro qualche scusa arrancata, mentre Hudson gli batteva
una mano sulla spalla, compassionevole. Sebastian si morse il labbro
per non ridere, cominciando a servirsi la cena sotto lo sguardo
assassino di Kurt che, seduto accanto a Santana, malediceva se stesso
per non poter sorridere così a Blaine al suo posto.
______________________________________________________________________________________________________________
*1 Diciamo che si traduce con Mezzosangue.
Infatti, la
cara Salani ha fatto di tutta l'erba un fascio. Originariamente, la
Rowling ha fatto una distinzione fra i nati da entrambi genitori
babbani, i Mudblood, e i nati da un genitore mago e uno babbano, gli
Half-blood. E diciamo che c'è una bella differenza, a mio
avviso.
Un esempio palese è Hermione Granger che è
Mudblood, e Severus
Piton che è Half-blood. Da qui infatti il libro di pozioni
che Harry
utilizza nel sesto anno con tutte le annotazioni firmato Half-blood
Prince. Ma questa è un'altra storia, e mi fermo altrimenti
potrei
parlarne per ore.
*2 Mangiamorte
*3 Gazzetta del Profeta
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Capitolo 7 *** Chapter VII ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli:
7/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un
Pò Tutti.
Genere: Generale,
Romantico.
Raiting:
Arancione (per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole:
3047
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali: Eccoci
qua! Prima del solito e con un capitolo fresco di betatura e
più lungo! Per questo ringraziate
TheScarfOfTheSexualPreference che mi ha chiesto di allungarlo xD che
dire... il concerto mi ha lasciato una febbre paurosa e un raffreddore
che non se ne vuole proprio andare, ma oggi mi son messa di buona lena
e ho finito il capitolo. Spero vi piaccia! Come sempre vi lascio il
link alla mia pagina Facebook: Andy14
(EFP) e invito tutti voi a guardare la foto in bacheca, che
ho postato qualche giorno fa. il link è: Foto vi
invito a guardarla, e sì l'ho scrita a mano la roba che
troverete lì xD al posto del video che avevo promesso visto
che la web cam mi ha abbandonata. Ora vi lascio alla lettura, a presto
:)
VII
-Come
ti senti?- chiese Finn a Blaine, mentre quest'ultimo si
sistemava le protezioni della sua divisa da Quidditch. Con l'arrivo
di Ottobre anche l'annuale concorso per la coppa di Quidditch poteva
avere inizio. Blaine una settimana prima, quando le varie date erano
state affisse, credeva che quella scuola fosse tutta un
cliché. La
prima partita della stagione, guarda caso, era Gryffindor contro
Slytherin.
-Bene Finn. È la quarta volta che me lo chiedi oggi.-
rispose il
moro, sorridendo all'amico. -Sto bene, e vinceremo la partita.-
aggiunse, sorridendo. Finn ricambiò, dandogli una pacca
sulla
spalla, prima di attirare l'attenzione di tutti i suoi compagni di
squadra. -Allora ragazzi, ci siamo. So che è solo la prima
partita
della stagione, ma voglio che vi impegniate come se fosse l'ultima.
Voglio vederli a terra, voglio vederli mangiare polvere. Facciamo del
nostro meglio!- gridò, alzando il pugno al cielo. Tutti i
componenti
della squadra applaudirono, appoggiando le parole del loro capitano,
finché Madama Beiste non li chiamò in campo. Lo
stadio era colmo di
studenti, tutti bardati con sciarpe rosso-oro e verde-argento, anche
se studenti di altre case. Se si faceva attenzione, si notavano anche
alcuni cartelli, tutti scintillanti e dalle scritte enormi. La Beiste
gli fece segno di mettersi in fila, mentre Thad Harwood di Ravenclaw,
incaricato alla telecronaca, elencava i loro nomi.
-Ed ecco la squadra dei Gryffindor, Finn Hudson, Keeper*1
e Capitano, David Karofsky e Noah Puckerman, Beaters*1,
Jeff Sterling, Nick Duval e Flint Wilson, Chasers*1
ed
ultimo, ma non per importanza, Blaine Anderson, Seeker*1!-
esclamò, mentre entravano uno per uno in campo non appena
sentivano
il loro nome. -Ed ora, la squadra Slytherin.- continuò Thad,
arricciando leggermente il naso. -Sebastian Smythe, Keeper, Santana
Lopez, Capitano e Beater, Azimio Adams, Beater, Weasley Montgomery,
David Thompson e Sunshine Corazon, Chasers e infine Kurt Hummel,
Seeker.- elencò anche loro, con tono decisamente meno
allegro.
Quando anche l'altra squadra entrò in campo, tutti i
giocatori
salirono in groppa ai loro manici di scopa, librandosi in aria nello
stesso momento. -E siamo pronti a dare inizio alla prima partita
della stagione! Sottospecie di Hobbit con i ricci, vedi di prendere
lo Snidget*1 prima di capelli cotonati, o te la
vedrai col
sottoscritto!- minacciò Harwood, indicando Blaine con un
dito ed
assottigliando gli occhi. Poi, sentì una mano
schiaffeggiargli la
nuca. Si voltò indignato, notando che la preside McGonagall*2
lo guardava severamente.
-Signor Harwood, si limiti a commentare la partita
o questa è la
volta buona che la metto in punizione! Sa, i miei libri non vedono
l'ora di essere catalogati per data di pubblicazione.- disse la
donna, sorridendogli in modo furbesco. Thad deglutì tornando
a
puntare gli occhi sul campo.
-Sì ehm... Madama Beiste libera le palle e.... si comincia!
Wilson
prende la Quaffle*1 soffiandola sotto il naso di
Corazon!
Allora ogni tanto qualcosa sai farla oltre che addormentarti sul
banco!-
-HARWOOD!-
-Scusi Prof, era solo un commento spassionato! Comunque, Wilson si
avvicina agli anelli, passa a Sterling che prova a passare a... e no
cavolo! Duval ti sei fatto fregare come un'idiota! Ti giuro che
scendo la e ti prendo a bastonate con la scopa finché non
canti la
Cucaracha in falsetto!-
-HARWOOD! Ti avverto un altro commento non
inerente e ti sbatto il
megafono in testa!-
-Scusi Prof, giuro la smetto... per ora. Dopo che Duval si è
fatto
fregare la Quaffle come un imbecille..-
-Harwood...-
-Dicevo, dopo questa figura penosa...-
-Harwood!-
-Insomma dopo questo siparietto molto triste...
Hudson dannazione
svegliati! Non lo vedi che Thompson ti viene incontro!?! A destra, a
destra, A DESTRA! Vi prego tirate un Bludger*1
in testa ad
Hudson così almeno si da una svegliata! Slytherin in
vantaggio di
dieci a zero.- disse mogio, segnando il punteggio sul piccolo
tabellone al suo fianco. La McGonagall ormai aveva smesso di
rimproverarlo. Le sembrava di essere tornata indietro di quasi
vent'anni, quando era Lee Jordan a fare la radio cronaca in quello
stesso modo spassionato. Un sorriso le nacque spontaneo sulle labbra,
mentre sentiva una mano posarsi cautamente sulla sua spalla fasciata
dal mantello a scacchi verdi e neri. Si girò incuriosita,
sbattendo
le palpebre più volte. Quando vide di chi si trattava
spalancò gli
occhi, alzandosi in piedi quasi in uno scatto fulmineo, o almeno
fulmineo per la sua età.
-Potter!- esclamò, richiamando l'attenzione di tutta la
tribuna.
Harry sorrise annuendo, avvicinandosi alla donna, per stringerla in
un breve abbraccio. -E' un piacere vederti!-
-Anche per me professoressa, non è
cambiata affatto. Le sue urla
contro il radiocronista sono sempre le migliori.- ridacchio il moro,
passandosi una mano fra i folti capelli corvini, che non avevano
perso la piega impossibile. Lei alzò gli occhi al cielo,
facendogli
segno di sedersi al suo fianco, nel posto vuoto solitamente occupato
da Emma Pillsbury, che aveva preferito non presenziare.
-Ti dirò, ho la netta impressione che Harwood sia
imparentato con
Jordan in qualche modo... hanno lo stesso modo di insultare gli
Slytherin.- Harry rise annuendo, sistemandosi gli occhiali tondi che
minacciavano di precipitare a terra.
-Hudson! Sottospecie di grattacielo con le gambe!
Sono già due volte
che ti fanno la stessa finta, vuoi collegare i tuoi unici due neuroni
o stanno guardando un film a luci rosse?- a quel commento Finn si
spazientì. Si tirò su le maniche, cominciando a
dirigersi verso la
tribuna con aria minacciosa. Venne fermato da Blaine, che
cominciò a
sussurrargli qualcosa nell'orecchio. Tutto lo stadio lo
sentì urlare
con voce rabbiosa,”TANTO PEGGIO DI COSI'!”.
-Pertica peggio di
così ci stanno solo gli Hufflepuff! Senza offesa ragazzi.
Comunque,
venti a zero per Slytherin. Ah Pertica chiede un time...
cioè Hudson
chiede il time out... ho bisogno di una Butterbeer corretta...-
mormorò Thad, abbandonandosi sulla sedia, mentre Finn e
Blaine
parlavano conciatamente con i loro compagni di squadra, che si
limitarono a scrollare le spalle e ad annuire. Dopo qualche altra
parola, salirono nuovamente tutti in sella alle loro scope. Blaine
volò fino agli spalti, mormorando qualche parola a Rachel e
a
Merceds Jones. Le due annuirono, cominciando a toccare le spalle dei
loro compagni del corso di musica, sussurrando le informazioni che
Blaine aveva dato loro. Mentre Anderson raggiungeva il suo posto, i
componenti del Glee Club non impegnati nella partita cominciarono a
scendere dagli spalti, mentre in lontananza gli strumenti dell'aula
canto volavano vero il bordo campo, richiamati da un incantesimo
d'appello. La Beiste fischiò e, inaspettatamente, Finn prese
la
bacchetta da una federa attaccata alla cintura, e la puntò
conto la
propria gola.
-Sonorus.- esclamò, cominciando a
cantare subito dopo.
Hit
me with your best shot
Why
don’t you hit me with your best shot?
Gli
Slytherin lo guardarono confusi, lanciandosi qualche occhiata fra
loro. Dopo un attimo di sgomento, Santana avanzò verso la
metà
campo, facendo roteare la mazza di legno in una mano. Si
puntò la
bacchetta alla gola a sua volta, pronunciando lo stesso incantesimo
usato da Finn.
I’m
gonna get cha get cha getcha get cha
cantò
a sua volta, sorridendo maligna. Era questo che volevano?
Perdere facendo la figura degli idioti non bastava? Volevano perdere
facendo la figura degli idioti canterini? A lei stava bene. Chiese un
time out, facendo tornare la sua voce ad un tono normale, e
raggruppando la sua squadra in cerchio. Gli Slytherin tornarono al
loro posto quasi subito, tutti con lo stesso sorriso strafottente
sulle labbra. Finn guardò verso il basso, notando il Glee
Club in
posizione e pronto ad un suo cenno. Annuì una volta, e gli
strumenti
cominciarono a suonare da soli, come se ad usarli ci fossero stati
tanti musicisti invisibili. Rachel si voltò verso il gruppo,
puntandogli contro la bacchetta. La musica che si sentiva poco prima
aumentò di volume, come le voci di tutto il Glee Club,
comprese
quelle dei suoi compagni di squadra.
Hit
me with your best shot
Why
don’t you hit me with your best shot?
I’m
gonna get cha get cha getcha get cha
Hit
me with your best shot fire away
I’m
gonna get cha get cha getcha get cha
One
way or another I’m gonna find cha
I’m
gonna get cha get cha get cha get cha
One
way or another I’m gonna win ya
I’ll
get ya, I’ll get ya
-
E si riprende il gioco, la Quaffle di diritto dei Gryffindor dopo
il gol subito. Speriamo che questo siparietto canoro serva a qualcosa
per vincere...- commentò Thad, guardando incuriosito lo
spettacolo
davanti ai suoi occhi.
Well
you’re the real tough cookie with a long history
Of
breaking little hearts, like the one in me
That’s
ok let’s see how you do it
Put
up your dukes, let’s get down to it
-Sterling
ha la Quaffle e avanza nella difesa Slytherin, mentre
Puckerman lancia un Budger in picchiata e... ah! Per poco Puckerman!
Se vuoi a natale ti regalo un paio di occhia...AH!- gridò
Harwood,
mentre un Budger lanciato da Noha gli sfiorava la testa per un pelo.
-Sei molto permaloso sa...AH! E BASTA LANCIARMI BUDGERS! TIRATELI A
HUMMEL!- strillò, mentre Puck e Dave si battevano il cinque
sorridendo complici.
You
come on with a come on, you don’t fight fair
But
that’s okay, see if I care
Knock
me down, it’s all in vain
I’ll
get right back up on my feet again (that’s right)
Blaine
si guardava intorno mentre continuava a cantare, cercando lo
Snidget con gli occhi. Kurt stava facendo la stessa cosa, qualche
metro sotto di lui. Poi un luccichio colse la sua attenzione, vicino
la tribuna Slytherin. Capì che era effettivamente lo Snidget
quando
vide Jacob Israel fare cenno a Kurt, per avvertirlo che la pallina
dorata era li davanti. Blaine scese in picchiata all'istante,
esortando la sua Firebolt ad andare più veloce.
And
if the lights are all out
I’ll
follow your bus down town
See
who’s hanging out
-Anderson
ha avvistato lo Snidget! VAI HOBBIT VAI! Hummel gli sta
alle calcagna, ma ovviamente con una manico di scopa come quello, col
quale ci puoi solamente pulire per terra, non ha speranze!-
esclamò
Thad, alzandosi persino in piedi e sporgendosi dalla tribuna. -Ora
sono fianco a fianco... sporgono entrambi il braccio... DAI GNOMO
ALLUNGATI DI PIU! L'HA PRESO! ANDERSON PRENDE LO SNID....EHI FALLO!
TU SOTTOSPECIE DI VIPERA ESSICCATA!-
Hit
me with your best shot fire away
I’m
gonna get cha get cha get cha get cha
Mentre
Thad urlava quelle parole, Blaine aveva si preso lo Snidget,
ma nel momenti in cui le sue dita si erano strette intorno alla
piccola palla dorata, un Budger lo aveva colpito sul braccio,
facendolo scricchiolare in modo sospetto. Si portò
istintivamente
l'arto al petto, gemendo di dolore ed accasciandosi leggermente sulla
scopa. Madama Beiste fischiò la fine della partita, e lo
stadio
esultò. Blaine sorrise, tirandosi leggermente su.
-SANTANA NO!- sentì una voce gridare poco lontano da lui.
Era la
voce di Kurt, l'aveva riconosciuta. Alzò il viso registrando
solo
distrattamente il Budger colpirlo sulla spalla, facendolo cadere
giù
dal manico di scopa.
-ARESTO MOMENTUM!- sentì gridare dalla tribuna Gryffindor,
mentre lo
spazio intorno a lui cambiava. Pochi momenti prima gli sembrava di
precipitare nel vuoto, mentre ora era come se stesse volando su una
nuvola. Qualcuno doveva aver rallentato la sua caduta con un
incantesimo, e quando questo si ruppe, riprese a precipitare verso il
basso. Chiuse gli occhi, preparandosi al doloroso impatto con il
suolo. Impatto che non arrivò, visto che atterrò
su una superficie
morbida. Con ancora la pelle d'oca alzò le palpebre, notando
che era
atterrato su un enorme cuscino rosso. Come c'era arrivato un cuscino
lì?
-BLAINE!- si sentì chiamare nello
stesso momento da due voci. Sbatté
gli occhi ancora confuso dalla caduta, mettendo a fuoco i volti che
si trovava davanti. Kurt e Sebastian lo guardavano preoccupati,
entrambi con le lacrime agli occhi. Il suo ragazzo gli passò
una
mano fra i capelli, deglutendo.
-Blaine mi senti?- gli chiese allarmato, posandogli l'altra mano sul
braccio ferito. Blaine sussultò, gemendo di dolore dovuto
alle ossa
decisamente rotte. -Chiamate Madam Pomfrey*3 per
favore!-
aggiunse poi, voltandosi verso la squadra dei Gryffindor, atterrata
in quel momento vicino a lui. Kurt non riuscì a fare altro
se non
guardare, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime. Dave lo
notò, quindi lasciò cadere la mazza a terra, per
avvicinarsi al suo
ragazzo e posargli una mano sulla spalla come conforto. Lo Slytherin
alzò gli occhi su di lui, ringraziandolo silenziosamente,
mentre
intrecciava le dita con le sue.
Nel mentre Madam Pomfrey raggiunse il campo di corsa, Finn dietro di
lei che le portava la borsa con gli attrezzi necessari.
-Fate largo, fate largo!- esclamò cercando di raggiungere
Blaine,
mentre la McGonagall e Harry scendevano dalla tribuna.
-Ragazzi fate passare!- esortò la preside, mentre gli
studenti si
fermavano a guardare Harry, strofinandosi gli occhi per assicurarsi
di non avere le visioni. Finalmente l'infermiera riuscì ad
accovacciarsi di fianco all'infortunato, il quale continuava a
guardarsi intorno stordito.
-Anderson riesci a sentirmi?- chiese la donna. Blaine annuì,
schiarendosi poi la voce.
-Il braccio...- sussurrò, cercando di
muoverlo, gemendo
dolorosamente quando una fitta gli esplose per tutto l'arto e la
spalla.
-Non muoverti Blaine...- lo rimbeccò Sebastian senza
smettere di
accarezzargli i capelli. Nessuno lo aveva mai visto così
preoccupato
in tutti e sei gli anni che aveva frequentato la scuola.
-Credo che le ossa siano rotte... e la spalla lussata. Nulla a cui io
non possa porre rimedio.- spiegò l'infermiera, frugando
nella sua
borsa.
-Skele-Gro*4?- chiese una voce con tono
schifato. Madam
Pomfrey alzò gli occhi stupida, incrociandoli con quelli di
Harry,
che aveva fatto la domanda poco prima.
-Oh, Potter... no, basteranno un paio di incantesimi e una bella
fasciatura. E tanto riposo. Devo portarlo in infermeria,
così da non
doverlo spostare dopo gli incantesimi.- Madam Pomfrey si
alzò in
piedi, tirando fuori la bacchetta.
-Faccio io Madama... Wingardium Leviosa!- Harry agitò la
bacchetta,
puntandola contro il corpo di Blaine, che cominciò a
levitare. Il
ragazzo gemette leggermente infastidito. Sebastian lo
affiancò
subito, togliendogli i capelli dalla fronte sudata. Nel mentre, Thad
Harwood finiva la radiocronaca dalla tribuna.
-E Gryffindor vince centocinquanta a venti, grazie a Anderson che ha
preso lo Snidget! Speriamo si riprenda presto dall'infortunio e che
quella vipera della Lopez venga per lo meno sospesa per un fallo del
genere! Prossima partita, Gryffindor contro Ravenclaw, e ragazzi qui
non posso essere imparziale!-
-E quando mai lo sei?- gli chiese sarcastica Tina
Cohen-Chang di
Huffelpuff, che in quel momento gli passava affianco mano nella mano
con Mike Chang. Thad sbuffò infastidito, azzerando il
tabellone.
-Che fate ancora seduti? Lo spettacolo
è finito, andatevene bere
qualche bicchiere di Fire...ehm... a fare i compiti.- si corresse
quando notò il professor Longbottom*5
fulminarlo con lo
sguardo.
***
-Posalo
pure sul letto.- disse Madam Pomfrey, indicando ad Harry uno
dei giacigli vuoti. L'uomo annuì, facendo atterrare
delicatamente
Blaine sulle lenzuola candide. Il Gryffindor sospirò al
contatto col
materasso, abbandonando la testa contro il cuscino.
-Sì riprenderà?- chiese Sebastian, afferrando la
mano buona di
Blaine, intrecciando le dita con le sue. L'infermiera lo
guardò
quasi indignata, prendendo la sua bacchetta.
-Ovviamente, Signor Smythe. Per chi mi ha presa,
per una studentessa
alle prima armi?-
-Sta tranquillo.- cercò di rassicurarlo
Harry, posandogli una mano
sulla spalla. -Una volta Madam Pomfrey mi ha fatto ricrescere tutte
le ossa del braccio. E come vedi, le mie braccia sono entrambe qui,-
-Ma sarà doloroso. All'inizio. Quindi
Anderson, stringi i denti.
Pronto?- chiese la donna, agitando la bacchetta.
-Mi sta prendendo in giro? Mi ha appena detto che mi farà
ma...AH!-
gridò, sentendo come se le ossa del suo braccio volessero
uscire
fuori, lacerando la carne, quando invece queste si stavano solamente
riavvicinando e ricalcificandosi fra loro. Una lacrima gli
rigò la
guancia, asciugata prontamente da Sebastian, che ricambiava la
stretta ferrea della sua mano.
-Su abbiamo quasi finito...- mormorò di nuovo l'infermiera,
posando
una mano sulla spalla del Gryffindor per pochi secondi, prima di
lanciare un nuovo incantesimo, silenziosamente. Blaine gridò
ancora,
mentre la sua scapola tornava al suo posto, attaccata alla clavicola.
-Ecco fatto.- disse l'infermiera, passando quasi affettuosamente una
mano fra i capelli del ragazzo dolorante. -Ti do subito una pozione
per il dolore. Stanotte rimarrai qui, domani a seconda delle tue
condizioni deciderò se dimetterti o meno.- Blaine
annuì, provando a
muovere il braccio appena curato. Riusciva a muoverlo, ma gli faceva
ancora male.
-Manderò un gufo a casa tua per avvisare i tuoi genitori,
Anderson.
Potter, ti spiacerebbe venire con me? Non penso che tu sia qui per
una visita di piacere.-
-No, infatti.- ammise Harry che, prima di uscire,
sorrise a Blaine e
lo salutò con un gesto della mano. -Guarisci presto.- gli
disse,
uscendo dall'infermeria. Quando anche Madam Pomfrey andò nel
suo
ufficio per prendergli la pozione antidolorifica, il Gryffindor si
voltò verso Sebastian, sorridendogli quando
incontrò il suo sguardo
preoccupato.
-Ehi...- mormorò, rilasciando un po' la presa sulla sua
mano.
-Ehi. Mi dispiace che ti sia fatto male...-
-Non è colpa tua. Magari alla Lopez
brucia il fatto che io abbia
preso lo Snidget per primo...- disse Blaine, cercando una posizione
più comoda sul letto. Sebastian sospirò,
sedendosi accanto a lui
sul materasso. Una strana sensazione gli opprimeva il petto e gli
toglieva il respiro. Come se qualcuno o qualcosa gli avesse stretto
le mani attorno al collo. Senso di colpa?
-Blaine sentì..- cominciò lo
Slytherin. -Io devo dirti una cosa...-
Sono un bugiardo.
Ti ho mentito.
Santana vuole metterti “fuori gioco”.
Tengo a te come non dovrei fare.
-Cosa?- gli chiese il moro incuriosito, inarcando le sopracciglia.
Sebastian sospirò ancora, aprendo la bocca un paio di volte,
senza
che nessuna parola superasse la barriera dei suoi denti perfetti.
-Io...- quando finalmente trovò il
coraggio di pronunciare quelle
semplici due lettere, Madam Pomfrey tornò dal suo ufficio
con una
boccetta in mano. Lo Slytherin scosse la testa, abbassandosi
sull'altro ragazzo per posargli un bacio sulla guancia. -Non fa
niente. Te lo dico un'altra volta. Torno domani.- sorrise, uscendo
dalla stanza dopo aver salutato con un cenno l'infermiera, senza
aspettare un ulteriore risposta di Blaine. Una volta fuori si
appoggiò contro la porta, lasciandosi scivolare lentamente a
terra.
Sentì il peso sul suo petto schiacciarlo come non mai. Si
accorse di
piangere solo quando non riuscì più a distinguere
il muro di pietra
chiara di fronte a se.
______________________________________________________________
*1
Tutte cose relative al Quidditch: Keeper = Portiere,
Beaters = Battitori, Chasers = Cacciatori, Seeker = Cercatore,
Snidget = Boccino, Quaffle = Pluffa, Budger = Bolide.
*2 Minerva McGranitt
*3 Madama Chips,
l'infermiera della scuola
*4 L'Ossofast, la pozione
che fa ricostruire le ossa.
*5 Neville Paciock, che
avevo già accennato sarà il
professore di Herbology, non che capo casa degli Huffelpuff
|
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Capitolo 8 *** Chapter VIII ***
Titolo:
Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 8/?
Personaggi: Blaine
Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un Pò
Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting:
Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC,
Slash, Crossover.
Parole: 2319
Disclaimer: I
personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali:Ed eccoci qua con un bell'aggiornamento
mattutino! (Ora nevica.) Lo so sono in ritardo (e quando
mai)
ma ho avuto alcuni problemi e sono anche stata poco a casa quindi....
I'm so sorry.
VIII
Tre settimane prima
Cooper si strofinò gli occhi stanchi,
abbandonando con un gesto stizzito la penna a sfera che stava
utilizzando fino a poco prima. Questa rimbalzò per qualche
momento
contro la superficie liscia del suo quaderno degli appunti, pieno di
formule chimiche che ormai cercava di imparare da ore. Si
passò una
mano fra i capelli, spettinandoli leggermente. Soppresse uno
sbadiglio mentre si alzava dalla sedia che lo aveva ospitato durante
tutta la mattinata di studio. Le gambe gli dolevano, poteva quasi
sentire i muscoli maledirlo in tutte le lingue conosciute e
sconosciute all'uomo. Mentre si sgranchiva le gambe, si perse a
guardare il panorama fuori dalla finestra. Gli Anderson vivevano in
un normale appartamento vicino il centro di Londra. Né
troppo
grande, né troppo piccolo. Bastava. Aveva tutto quello a cui
una
famiglia di sei persone serviva. Anzi, da quando Blaine aveva ripreso
la scuola, quella casa sembrava anche troppo grande.
Il maggiore dei fratelli Anderson
sospirò,
stiracchiando anche la schiena dolorante. Portò di nuovo lo
sguardo
alla finestra decidendo che sì, una passeggiata gli avrebbe
fatto
bene. Cominciò a chiudere i libri e i quaderni che aveva
sulla
scrivania, riponendoli ordinatamente nella libreria. Alzò di
nuovo
lo sguardo verso l'esterno, sussultando spaventato. Una civetta se ne
stava appollaiata sul suo davanzale, guardandolo come se gli
chiedesse di poter entrare. Il ragazzo le si avvicinò cauto,
aprendo
la finestra con pochi gesti meccanici. Aveva paura che quell'affare
potesse beccarlo. Una volta
che i vetri furono aperti, il volatile entrò elegantemente
nella
stanza, volando fino al trespolo dove solitamente riposava
Ricciarelli, la civetta di suo fratello Blaine. Quando l'animale si
fu sistemato, allungò una zampetta verso di lui. Cooper,
avvicinandosi circospetto, notò che portava una lettera
legata con
un fine filo dorato. Sì avvicinò ancora un po',
slegando
velocemente la lettera dalla zampa dell'uccello. La voltò
per
leggere destinatario e mittente. Sul davanti della busta c'era
scritto:
Famiglia Anderson,
Terzo piano,
Orange Street 20,
Londra,
Greater London.
-Grazie.- disse titubante alla civetta che,
prima di volare di nuovo fuori dalla finestra, gli beccò
delicatamente un dito. Cooper ritirò la mano al petto,
controllando
se stesse sanguinando. Nulla. Guardò un'altra volta fuori
dalla
finestra, prima di scuotere la testa e uscire dalla sua stanza.
Camminò verso il salotto, rigirandosi la missiva fra le
mani.
Accarezzò la pergamena delicatamente, passando un dito anche
sulla
scritta dorata del destinatario. Non poteva averla mandata Blaine. La
scrittura era diversa, e poi lui non metteva destinatario. Le buste
che arrivavano con Ricciarelli erano sempre bianche, a meno che suo
fratello non l'avesse mandata per qualcuno in particolare. Ma su
quella c'era scritto Famiglia
Anderson. Era per tutti. -Mamma...-
chiamò, raggiungendo la madre seduta al tavolo in salotto.
Lucile
Gordon in Anderson era sempre stata considerata una bella donna. La
pelle olivastra sembrava non invecchiare mai, e i capelli color miele
non perdevano mai la loro lucentezza nonostante il passare degli
anni. La donna alzò gli occhi ambrati sul maggiore dei suoi
figli,
sorridendogli dolcemente. Cooper ricambiò il sorriso,
porgendole la
lettera. -E' arrivata questa poco fa. Pensavo fosse di Blaine, ma lui
non scrive mai nulla sulla busta.-
-Infatti questa non è la scrittura di
Blaine.-
mormorò sua madre, aprendo la missiva con le sopracciglia
aggrottate. Prese il contenuto della busta delicatamente, cominciando
a leggere le parole scritte elegantemente con inchiostro nero. -Harry
Potter...- mormorò, dopo aver letto la lettera. -Il nome non
mi è
nuovo.- continuò, alzandosi in piedi. Camminò
fino al telefono,
facendo ondeggiare l'orlo dell'abito che indossava. Compose
velocemente un numero, scorgendo per un attimo ancora la lettera.
-Richard? Tutto bene, senti... conosci un certo Harry Potter?-
***
-Ciao!- una voce alle sue spalle fece
sussultare Quinn Fabray, persa fino a quel momento a guardare il lago
nero. La superficie dell'acqua si increspava leggermente a causa di
quel venticello di metà Ottobre, lo stesso vento che
scompigliava i
lunghi capelli biondi della ragazza. Lei si voltò per vedere
il
proprietario della voce che l'aveva fatta trasalire, sorridendo una
volta capito che si trattava di Sam Evans.
Lei e Sam erano amici dal primo anno, da
quando erano saliti sull'Espresso a dire la verità, quando
lei non
riusciva a portare il baule nello scompartimento e lui l'aveva
aiutata. Quando il cappello li aveva smistati, prima lui a Hufflepuff
e poi lei a Slytherin, Sam aveva continuato a mangiare la sua cena
con aria triste, più che altro giocherellando col cibo. Sam
non
aveva origini magiche, l'arrivo della lettera aveva lasciato di sasso
sia lui, sia i suoi genitori. Ricordava quel giorno come se non
fossero passate che poche ore, invece di sei lunghi anni. Il piccolo
Sam si era appena svegliato, ed aveva sceso le scale diretto in
cucina strofinandosi stancamente un occhio. Sua madre, Mary, teneva
la sua sorellina Stacy in braccio, mentre Stevie sgambettava per la
stanza. Ricordava che sua madre gli aveva sorriso quando lo aveva
visto entrare, intimando ai suoi due figli maschi di sedersi a
tavola. Non appena Sam aveva infilato il cucchiaio nella sua tazza di
porridge alla mela, suo padre Dwight era entrato in casa con gli
occhi spalancati ed una busta di pergamena in mano.
“C'è un gufo
appollaiato sulla mia macchina. Mi ha beccato finché non ho
preso
questa.” aveva detto, porgendo la lettera a sua moglie. Mary
lo
aveva guardato come se fosse pazzo, facendo sedere la bambina sul
seggiolone, prendendo poi la busta. “Sam Evans, Stanza al
Secondo
Piano, Hockerill 23, Watton-at-Stone, Hertfordshire...”
lesse,
aprendola subito dopo. “Scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts?”
chiese, scorgendo velocemente il contenuto della lettera.
“Magia?”
suo marito le si era avvicinato, leggendo sopra la sua spalla.
-Ciao- rispose lei, ricambiando il sorriso. Sam
si riscosse dai proprio pensieri, mettendosi a sedere lì
accanto,
piegando le gambe e poggiando i gomiti sulle ginocchia.
-Credo che il tuo gufo abbia qualche problema-
disse lui, guardandola -Ha volato come un matto per la Common Hall
finché non mi ha visto uscire.- Quinn ridacchiò,
dandogli un
piccolo colpo sulla spalla. -Cosa dovevi dirmi? Dal messaggio
sembrava urgente...- il sorriso sul volto della ragazza si
incrinò,
mentre posava di nuovo la testa sulle ginocchia strette al petto.
-Nulla, volevo solo passare un po' di tempo con
te. Non si può?- Sam inarcò le sopracciglia,
prima di picchiettarle
gentilmente un dito sulla testa.
-Pronto? C'è nessuno? Che fine ha fatto
la mia
amica Quinn Fabray? Dicendo così mi fai preoccupare
più che tirarmi
su di morale, sai?- lei sbuffò, tornando a guardarlo seria.
Sam si
tirò meglio a sedere, quando vide una lacrima rigarle il
viso
pallido. -Quinn? Ma che...-
-Sono incinta.-
***
Blaine si mise a sedere composto al suo posto
nell'aula di musica, in attesa dell'arrivo del professor Schuester.
Sebastian si sedette alla sua sinistra, prendendogli la mano. Il
Gryffindor gli sorrise apertamente, sentendo solo distrattamente il
chiacchiericcio degli altri occupanti della stanza. Quando il
professore entrò, i ragazzi si zittirono all'istante,
ansiosi di
scoprire il compito scelto per loro quella settimana.
-Bene ragazzi! Questa settimana ho un compito
molto importante per voi.- iniziò il docente, puntando la
bacchetta
verso la lavagna. Il gesso cominciò a fluttuare, scrivendo
sulla
superficie nera.
-”Duelli”?- chiese Finn
confuso, leggendo
la lavagna. Rachel alzò la mano subito dopo, cominciando a
parlare.
-Scusi professore, forse intendeva scrivere
“duetti”.-
-No Rachel.- Holly Holiday entrò in
classe,
chiudendo la porta dietro di sé. Si tolse il cappello a
punta mentre
camminava, facendo cadere i lunghi capelli biondi dietro le spalle.
-Intendiamo proprio duelli.-
-Ognuno di voi scriverà il suo nome su
un
pezzo di pergamena e lo metterà nel cappello di Miss
Holiday.-
cominciò a spiegare Will, indicando il copricapo.
-Poi uno ad uno estrarrete un foglietto, e
così
sarete divisi a coppie.- continuò la bionda, andando a
sedersi sulla
cattedra.
-E ogni coppia sarà in gara contro le
altre.
Il fine della gara è farvi cooperare. E un po' di
competizione non
fa mai male.-
-I vincitori della gara, inoltre, avranno un
bel premio... un buono da spendere da Three Broomsticks valido per
due persone.- William sorrise, notando le facce allegre e sorprese
insieme dei suoi studenti. Prese il cappello che Holly gli porgeva,
passando per i banchi e permettendo ai ragazzi di inserirci dentro i
propri nomi. Quando tutti ebbero inserito il loro nome, si
avviò
alla cattedra. -Bene, a Miss Holiday il privilegio di scegliere il
primo nome!- Holly infilò la mano nel cappello, mescolando
un po' i
foglietti, prima di tirarne fuori uno.
-Jessie St.James!- esclamò, una volta
letto il
contenuto del foglietto.
-Bene! Jessie, vieni qui e pesca il nome del
suo compagno.- il ragazzo si avvicinò alla cattedra,
infilando la
mano nel cappello, tirando fuori un altro foglietto.
-Grace Kelly.- disse sorridendo, voltandosi
verso Quinn, che gli rivolse un leggero sorriso a sua volta. Jessie
tornò a posto, e Miss Holiday pescò un altro
foglietto. -Weasley
Montgomery.- l'interpellato si alzò, copiando i movimenti
del suo
compagno di casa poco prima.
-Brittany S.Pierce.- lesse, voltandosi verso la
biondina, e tornando con un sorriso al suo posto. Poi fu il turno di
Sunshine Corazon, che estrasse il nome di Mercedes Jones. Poi, Trent
Nixon pescò Richard James. Rachel Berry pescò
Artie Abrams, e Finn
Hudson pescò Noah Puckerman dopo di lei. Flint Wilson
pescò Thad
Hardwood, e poi fu il turno di Blaine.
-Oh... Kurt!- esclamò, mostrando il
foglietto
che aveva in mano, prima di tornare a sedere accanto a Sebastian.
Quest'ultimo si alzò subito dopo per pescare il suo
biglietto. Pescò
Lauren Zizes, e ci vollero tutte le forme di persuasione del suo
ragazzo per non farlo dare di matto e tornare a sedere. Nick Duval si
alzò dal suo posto quando la situazione si fu
tranquillizzata,
pescando il nome di Jeff Sterling. Poi, David Thompson pescò
il nome
di Mike Chang, Tina Cohan-Chang quello di Santana Lopez ed infine
Dave Karofsky finì in coppia con Sam Evans.
Quel compito cominciava a farsi interessante.
***
-Stiamo scherzando, vero?- esclamò
Sebastian,
marciando lungo il corridoio del settimo piano, diretto verso il
dormitorio dei Gryffindor. Blaine uscì in quel momento dalla
Common
Room insieme a Finn, diretto verso i sotterranei per la lezione della
Sylvester. Vedendo il suo ragazzo marciare in quel modo verso di lui
si fermò, sbattendo le palpebre.
-Sebastian? Che succede?- chiese confuso,
sistemandosi la tracolla sulla spalla. Lo Slytherin prese fiato,
mostrandogli il foglio che stringeva convulsamente in una mano.
-Hai visto la lista delle canzoni per il Glee?-
Blaine lo guardò ancora più confuso, prendendo la
pergamena che gli
stava porgendo. Cominciò a leggerne il contenuto, mentre
anche Finn
leggeva la lista da sopra la sua testa. Il più basso dei tre
si
morse un labbro, cercando di trattenere le risate nel leggere le due
canzoni scelte per la coppia di Sebastian. -Blaine ti avverto, non
ridere.- lo minacciò lo Slytherin, puntandogli un dito
contro.
Blaine si schiarì la voce, cercando di calmarsi, andando poi
a
leggere le sue di canzoni. Teenage Dream, come per Sebastian e
Lauren, e Like A Virgin. E doveva cantarle con Kurt. Si
grattò un
orecchio, restituendo la lista all'altro.
-Dai non ti è andata poi
così male. Guarda
cosa è capitato a Nick e Jeff. Pensa se dovessi cantarle tu
quelle
canzoni.- gli disse sorridendo, mentre Finn faceva un sospiro di
sollievo per le canzoni assegnate a lui e Puck.
-Avrei preferito stare in coppia con te...-
mormorò lo Slytherin, avvicinandosi. Finn
spalancò gli occhi,
liquidandosi da sé con la scusa di voler prendere il posto
migliore
a Pozioni. Ma tutti e tre sapevano che si sarebbe seduto in ultima
fila come sempre. Blaine ridacchiò guardandolo allontanarsi
velocemente, mentre Sebastian si guardava intorno prima di stringerlo
in vita. Il sorriso non abbandonò le sue labbra, nemmeno
mentre
Sebastian gliele baciava. Il moro chiuse gli occhi, ricambiando il
bacio dell'altro allacciandogli le braccia al collo. Si staccarono
dopo qualche istante, consci entrambi del ritardo per le lezioni
pomeridiane. Intrecciarono le loro mani, cominciando a scendere
assieme le scale che, ogni tanto, decidevano di spostarsi
costringendoli ad allungare il loro percorso. Arrivarono nei
sotterranei giusto in tempo, superando la Sylvester al terzo piano
sempre grazie al cambiamento delle scale. L'avevano sentita imprecare
dietro di loro, mentre scendevano al piano inferiore. Slacciarono la
stretta delle loro dita, entrando nell'aula già piena di
studenti.
Con un ultimo sguardo di intesa si divisero per raggiungere i propri
posti. Blaine si diresse vicino a Finn, che posava la testa su una
mano, già annoiato, mentre Puck davanti a loro infastidiva
Dave
picchiettandogli un braccio. Sebastian si diresse per riflesso in
prima fila, notando il suo solito banco occupato già da Kurt
e
Santana che, quando lo vide, lo salutò sarcastica
sfarfallando le
dita. Il ragazzo sospirò, decidendo di essere superiore, e
si avviò
verso l'unico posto libero in prima fila, affianco a David Thompson,
davanti a Quinn e Sam. La Sylvester entrò poco dopo,
sbattendo la
porta dietro di sé mentre, senza insultare stranamente
nessuno di
loro, scriveva gli ingredienti del Draught of Living Death*1
e le relative istruzioni.
L'intera
classe si mise al lavoro in silenzio, avviandosi ordinatamente
all'armadio delle scorte. Blaine cercò di prendere tutti gli
ingredienti in una volta, impilandoli fra le braccia con attenzione.
Tornò al suo banco, disponendo tutto di fianco al calderone,
in
ordine di utilizzo. Una T in Potions era l'ultima cosa che gli
serviva in quel momento. Con un sorriso soddisfatto portò di
nuovo
lo sguardo al suo calderone. Prima di accendere il fuoco, vi
trovò
dentro un foglio di pergamena ripiegato. Lo prese, accendendo poi la
fiamma. Se lo rigirò un po' fra le mani rima di aprirlo e
leggerlo
di corsa. Inarcò le sopracciglia, alzando lo sguardo verso i
suoi
compagni, guardandosi intorno. Accartocciò la pergamena,
lasciandola
li accanto, cominciando a preparare la pozione lasciando comunque
quelle poche parole farsi strada vivide nella sua mente.
Vivi la tua calma. Finché puoi.
__________________________________________
*1
Distillato della morte vivente.
Note Dell'Autrice:
Allora devo dire ancora un paio di cose, quindi rubo la vostra
attenzione solo per poco. Innanzi tutto un enorme GRAZIE a
TheScarfOfTheSexualPreference che ieri notte mi ha betato il capitolo
(Grazie mille <3) E che mi ha dato alcuni consigli utili. Quindi
se trovate magicamente dei nomi in inglese cambiati in italiano, don't
worry, li cambierò anche nei precedenti ;)
Poi,
vorrei fare un pò di spam/pubblicità. Come alcuni
di voi sanno (che poi perché dovreste saperlo? mah) faccio
parte di un fantastico GDR dove interpreto Sam (se volete stalkerarmi
vi lascio il link al mio profilo Sam EvansGdr
siete liberi di aggiungermi). Vi lascio il link alla pagina (Gioco
Di Ruolo Gleek Always x2 ) visto che abbiamo alcuni posti
vacanti (come il ruolo di Kurt ad esempio) ma anche tanti altri. Non vi
preoccupate, non mordiamo (a parte Puck ma sono dettagli. Scherzo Manu,
ti voglio bene) e se siete interessati... beh, fate un salto :) Con
questo approfitto per dire un enorme GRAZIE anche a tutti i ragazzi del
GA, che ci sta sempre bene <3 Alla prossima!
|
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Capitolo 9 *** Chapter IX ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 9/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un
Pò Tutti.
Genere: Generale,
Romantico.
Raiting: Arancione
(per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2511
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali:
Allora! Eccomi qua e udite udite... ci ho messo pochissimo! (ora nevica
sul serio). Vorrei dire un paio di cose, prima di lasciarvi alla
lettura. Da domani a Mercoledì starò fuori, mi
prendo una mini vacanza, e non avrò il pc con me. Ma oggi ho
già iniziato il prossimo capitolo e ho fatto lo schema,
quindi non dovrei metterci troppo (le ultime parole famose!). Le
canzoni nei link sono le versioni del Glee Project. Mi
sembravano più adatte e ritmate. Poi passo ai
ringraziamenti. A TheScarfOfTheSexualPreference che
mi ha appena betato il capitolo, grazie <3. A Acid_Quinn, il Kurt
del mio Blaine, mia moglie, che anche se mi sono scordata di
dirlo (sono cretina che ci vuoi fare) mi ha aiutato a creare le coppie
per il compito, intavolando una specie di tombola glee theme xD
davvero, provateci è esilarante! Grazie per avermi aiutata,
ti voglio bene <3 Poi, qualche giorno fa ho ricevuto un tweet da
@wollie_nicolson che
non ho idea di chi sia qui su EFP o se ci sia, ma mia ha messo davvero
coraggio e ho finito tipo il capitolo in 20 minuti. Grazie
davvero.
IX
Blaine aprì lentamente gli occhi, tirando bruscamente su col
naso
mentre si svegliava. Strizzò le palpebre, cercando di
mettere a
fuoco la stanza intorno a lui che però continuò a
rivelarsi un
mucchio di macchie sfumate. Tirò fuori un braccio dalla
coperta che
lo copriva fino alle spalle, allungandolo alla cieca fino a dove
sapeva esserci il comodino. Tastò per un po' la superficie
di legno
lucido, fin quando le sue dita non si scontrarono contro una lente
dei suoi occhiali. Li afferrò con un sorriso trionfante,
inforcandoli con una sola mano. Sbatté le palpebre un paio
di volte,
prima di mettersi a sedere. Si voltò verso destra, nel lato
di letto
che Sebastian aveva occupato la sera precedente. Ed era ancora
lì,
con gli occhi aperti e un dolce sorriso sulle labbra. Blaine
ricambiò
il sorriso, sdraiandosi su un fianco vicino a lui.
-Buongiorno. Da quant'è che sei sveglio?- gli chiese,
permettendo
all'altro ragazzo di baciarlo subito dopo. Lo Slytherin
scrollò le
spalle, poggiandosi al materasso con un gomito.
-Da un po'.-
-E perché non mi hai svegliato?-
-Perché quando dormi sei uno spettacolo.- gli rispose il
castano,
abbassandosi sul suo viso per poterlo baciare di nuovo. Blaine
sorrise, ricambiando il bacio dell'altro mentre si voltava di schiena
e gli allacciava le braccia intorno al collo. Sebastian
spostò la
coperta, scoprendo i loro corpi nudi, sistemandosi poi fra le gambe
del suo ragazzo. Il moro sospirò, sentendo l'altro sdraiarsi
sopra
di lui. Si scambiarono un nuovo bacio, decisamente più
passionale
del precedente, mentre, inconsciamente, si strusciavano l'uno contro
l'altro. Sebastian passò una mano fra i folti ricci
dell'altro,
andando poi a sfilargli gli occhiali, riponendoli nuovamente sul
comodino. Blaine slacciò le braccia dal suo collo,
abbracciandogli
poi il busto. Si aggrappò a lui, quasi graffiandogli la
pelle della
schiena, inarcandosi e spingendo il bacino contro quello del ragazzo
sopra di lui. A quel movimento il più grande gemette,
avvicinando il
viso al collo dell'altro, baciandone la pelle, prima di succhiarla
leggermente. Il moro voltò la testa di lato per lasciargli
più
pelle, intensificando la stretta sulla schiena. Chiuse anche gli
occhi, sentendo la mano di Sebastian accarezzargli la coscia,
avvicinandosi sempre di più al suo inguine teso.
Aprì, se
possibile, ancora di più le gambe, mentre la mano dell'altro
raggiungeva la sua intimità e cominciava ad accarezzarla
lentamente.
Il castano si staccò dal collo che stava vezzeggiando fino a
poco
prima, ammirando per un secondo il segno rosso che vi aveva lasciato.
Si morse un labbro mentre continuava a stimolare la virilità
del
Gryffindor, compiacendosi delle espressioni che si facevano strada
sul suo viso. Blaine continuò a spingersi contro la mano
dell'altro,
senza preoccuparsi di reprimere i gemiti.
-Sai cosa mi dispiace?- gli mormorò Sebastian in un
orecchio, prima
di stringerne il lobo leggermente fra i denti. -Che non ho tempo di
farti completamente mio di nuovo...- continuò, mentre si
accarezzava
con la mano libera.
***
Kurt scese l'ultimo gradino che lo divideva dal corridoio del terzo
piano, pronto per una nuova lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.
Si sistemò il nodo della cravatta mentre camminava con la
mano
destra, mentre con la sinistra teneva la tracolla in equilibrio sulla
spalla. Una mano estranea si posò sulla sua testa,
scompigliandogli
delicatamente i capelli. Lo Slytherin si voltò indignato,
pronto a
riempire di insulti chiunque avesse osato mettergli i capelli in
disordine. Girandosi, vide Dave davanti a sé, un enorme
sorriso gli
increspava le labbra. Kurt sorrise di rimando, prendendo la mano che
l'altro gli porgeva.
-Non pensavo venissi a lezione.- cominciò il più
piccolo. - Avevi
detto di non aver finito il compito.-
-E non l'ho finito, ma visto che ieri avevo gli allenamenti con la
squadra sono giustificato.- gli rispose l'altro, continuando a
camminare.
-Anche io ieri avevo gli allenamenti ma guarda un po', ho fatto anche
il compito.-
-Ma entrambi sappiamo che tu sei sempre un passo avanti a me.-
commentò Dave ridacchiando. -Oggi pomeriggio hai da fare?
Potremmo
passare un po' di tempo insieme...-
-Scusa...- Kurt lo guardò dispiaciuto, fermandosi. -Oggi
devo
vedermi con Blaine per il compito del Glee..-
-Ah lo chiami Blaine adesso?- chiese Dave sbuffando, senza
più
traccia di buonumore sul viso. -Quando avevi intenzione di dirmi che
vi sareste visti?-
-Dobbiamo lavorare per il compito, certo che ci vediamo! Pensavi
lavorassimo uno per conto suo?-
-Beh non sarebbe una cattiva idea!-
-Senti anche tu devi lavorare con quel biondino carino di Hufflepuff,
ma io non ti faccio tante storie!-
-Ma si da il caso che lui non sia innamorato di me, né io di
lui!-
-Blaine non è innamorato di me, né tanto meno io
di lui!- Dave
sbuffò ancora, lasciando la mano di Kurt, per potersi
strofinare il
viso e gli occhi. Il più piccolo incrociò le
braccia al petto,
mentre distoglieva lo sguardo dal suo ragazzo e si mordicchiava il
labbro inferiore.
-Senti Kurt...- cominciò il Gryffindor, guardandosi poi
intorno. -Io
ti amo..- continuò, abbassando la voce. -So che tu mi vuoi
bene, e
tanto. Ma so anche che non mi ami. E so anche che provavi qualcosa
per Blaine, e probabilmente ancora lo provi, dentro di te. Solo
guardandolo si capisce che Blaine prova qualcosa per te. Sta con quel
tipo sì ma... ogni volta che ti guarda io... io vedo la
stessa luce
nei suoi occhi che sono sicuro anche i miei hanno quando ti guardo.
Magari un giorno capirai che i suoi occhi ti fanno più
effetto dei
miei, che le sue... mani sanno toccarti meglio delle mie. E io... ho
solo paura di vederti andare via.- confessò Dave, mordendosi
il
labbro a sua volta. Kurt sentì i propri occhi inumidirsi
alle parole
dell'altro, mentre le mani cominciavano a tremare. Sì
avvicinò al
Gryffindor, mettendosi in punta di piedi per poterlo abbracciare.
Pensando che Dave, infondo, non si meritava tutto quello: il dover
preoccuparsi di vedere il suo ragazzo abbandonarlo ogni volta che le
sue labbra pronunciavano il nome di Blaine, ogni volta che si
scambiavano uno sguardo attraverso la stanza.
-Non è vero che non ti amo.- disse con voce lacrimosa,
chiudendo gli
occhi. -E' vero io provavo qualcosa per lui. Ma adesso... adesso non
più. Io sto con te, ed è con te che voglio
stare.- Kurt si
allontanò un poco, per poter guardare l'altro negli occhi,
mentre
una lacrima lasciava i suoi occhi chiari. -E poi le tue mani sono le
uniche che mi abbiano mai toccato. E sinceramente, non ne vorrei
altre addosso.- Dave sorrise, avvicinando il viso a quello dell'altro
per poter baciare le sue labbra, incurante degli studenti che
correvano lungo il corridoio, in ritardo per le lezioni.
***
Blaine si lasciò cadere sul pavimento del corridoio del
settimo
piano, appoggiando la schiena al muro di pietra e le braccia sulle
ginocchia piegate. Aveva appuntamento con Kurt per provare le canzoni
per il compito del Glee, e vista la situazione particolare in cui si
trovavano, avevano deciso di esercitarsi in campo neutro. Per
entrambi, la Stanza delle Necessità era sembrata una buona
idea.
Aveva liquidato Sebastian con un bacio, promettendogli che avrebbero
fatto presto e di non preoccuparsi. Quella mattina, una volta che la
loro sessione di baci fu terminata, gli aveva mostrato il bigliettino
che aveva trovato nel calderone qualche giorno prima. Sebastian se
l'era rigirato fra le mani un paio di volte con lo sguardo cupo,
prima di chiedergli se conoscesse chi glielo aveva mandato. Blaine si
era limitato a negare con la testa, e l'altro lo aveva stretto a
sé,
dicendogli di stare tranquillo, che probabilmente era solamente uno
stupido scherzo. Blaine gli aveva creduto, dopotutto nessun altro
biglietto gli era stato recapitato.
Kurt arrivò mentre il Gryffindor stava giocherellando con
l'orlo del
suo maglione, dove un filo era sfuggito alla cucitura. Lo Slytherin
si palesò con il rumore delle sue scarpe contro il
pavimento, e
Blaine gli sorrise, alzandosi da terra.
-Scusa il ritardo, dovevo copiare degli appunti per Antiche Rune...-
si scusò affiancandolo.
-Sta tranquillo, sono arrivato da poco.- gli sorrise Blaine,
sistemandosi la borsa sulla spalla. -Hai portato gli spartiti?-
-Sì, e tu la musica?-
-Sì, un tizio della banda della scuola mi ha dato
quest'affare, ma
sinceramente non ho idea di come si possa usare.- disse Blaine,
tirando fuori dalla sua tracolla una specie di cassetta. Kurt
ridacchiò, prendendo in mano l'oggetto.
-E' un nastro. Hai presente le cassette babbane? Quelle che andavano
prima dei cd?- Blaine annuì, assottigliando gli occhi.
-Ecco, una
specie. Solo che per far funzionare queste, bisogna dire il titolo
delle canzoni.- spiegò lo Slytherin, rigirandosi la cassetta
fra le
dita.
-Sai un sacco di cose...- mormorò Blaine, passando davanti
al muro
per tre volte, pensando a cosa la stanza doveva diventare per loro.
Dopo pochi attimi, una grande porta di legno scuro prese forma
davanti a loro. I due ragazzi si sorrisero, poi il più basso
dei due
la aprì, permettendo all'altro di farsi strada nella neo
stanza.
Kurt, una volta entrato, rimase piacevolmente sorpreso. La stanza
aveva le pareti completamente ricoperte di legno chiaro, sembrava
quasi un salotto, con tanto di camino scoppiettante. Il castano
poggiò la sua tracolla su uno dei due divani in pelle della
stanza,
sentendo Blaine chiudere la porta dietro le sue spalle.
Accarezzò
distrattamente il tavolino di vetro, davanti al sofà, i
passi
attutiti dal tappeto che aveva sotto i piedi.
-Hai davvero buon gusto.- commentò, sfilandosi mantello e
sciarpa,
decidendo poi di sfilarsi anche la cravatta. Odiava cantare con
quell'affare intorno al collo, sembrava come se le sue corde vocali
faticassero molto di più.
-Grazie.- sorrise Blaine, posando a sua volta la borsa. Si
guardò
intorno notando poi una specie di radio, appoggiata su un tavolino di
fianco al divano. Porse una mano a Kurt, che gli passò la
cassetta.
-Pronto? Teenage
Dream- disse, una volta infilato il nastro. L'altro
annuì alle sue parole, avvicinandosi, mentre la musica
riempiva
l'aria. Blaine gli fece un cenno con la mano, cedendogli l'inizio
della canzone.
You
think I'm pretty
without
any make-up on
You
think I'm funny
when
I tell the punch line wrong
I
know you get me,
so I
let my walls come down down
Blaine sorrise per tutto il tempo, tenendo il ritmo con il piede,
prima di unirsi al canto dell'altro.
Let's
go all
the
way tonight
No
regrets,
just
love
We
can dance
until
we die
You
and I,
we'll
be young forever
You
make me feel like I'm living a
teenage
dream
The
way you turn me on,
I
can't sleep
Let's
runaway and
don't
ever look back
Don't
ever
look back
Kurt si fermò, permettendo a Blaine di cantare la sua parte.
Before
you met me,
I
was a wreck but
things
were kinda heavy,
you
brought me to life
Now
every
February you'll be my valentine,
valentine
Blaine porse una mano a Kurt sorridendo, e lui la afferrò
facendosi
trascinare.
Let's
go all the way tonight
No
regrets,
just
love
We
can dance
until
we die
You
and I, we'll be young
forever
You
make me feel like I'm living a
teenage
dream
The
way you turn me on,
I
can't sleep
Let's
runaway and
don't
ever look back
Don't
ever look back
You
make me feel like I'm living a
teenage
dream
The
way you turn me on
I
can't sleep
Let's
runaway and
don't
ever look back
Don't
ever look back
I'ma
get your
eart
racing
in
my skin-tight jeans
Be
your teenage dream tonight
Let
you put your hands on me
in
my skin-tight jeans
Be
your teenage dream tonight
La musica finì, e Kurt si ritrovò a sbattere le
palpebre un paio di
volte. Gli occhi di Blaine erano fissi nei suoi, perfino troppo
vicini. Le loro mani intrecciate lasciate lungo i loro fianchi,
mentre la mano del Gryffindor stringeva la vita dell'altro. Kurt si
staccò, massaggiandosi le mani, mentre si avvicinava al
divano.
-Beh... andava bene no?- chiese, voltandosi di nuovo verso il moro.
Blaine annuì, passandosi le mani sulle cosce.
-Sì... vogliamo provare anche l'altra?- Kurt gli sorrise
annuendo,
prendendo un grande respiro. -Bene... Like A
Virgin.- continuò
Blaine, avvicinandosi di nuovo a lui.
I
made it through the wilderness
Somehow
I made it through
Cominciò Kurt, guardando l'altro negli occhi, avvicinandosi.
Blaine
gli sorrise, l'imbarazzo di poco prima solo un qualche vago ricordo.
I
didn't know how lost I was
Until
I found you
I
was beat incomplete
I'd
been had, I was sad and blue
Kurt ridacchiò, mentre l'altro gli passava scherzosamente le
mani
sui fianchi, facendoli poggiare contro i suoi.
But
you made me feel
Yeah,
you made me feel
Shiny
and new
Il Gryffindor fece allacciare le braccia dell'altro intorno al suo
collo, senza abbandonare il sorriso che aveva preso possesso delle
sue labbra.
Like
a virgin
Touched
for the very first time
Cantò il moro, spostando le mani dai fianchi alla schiena di
Kurt.
Like
a virgin
When
your heart beats
Next
to mine
Lo Slytherin portò una mano sul petto dell'altro, stringendo
leggermente il maglione della divisa fra le dita sottili.
Like
a virgin , hey
You
make me feel like a virgin
Touched
for the very first time
Like
a virgin
Like
a virgin
Kurt non realizzò esattamente il momento in cui le sue
labbra,
sottili e delicate, vennero a contatto con quelle screpolate e
morbide di Blaine. Sapeva solamente che ad un certo punto i suoi
occhi decisero di chiudersi, le sue mani cominciarono ad accarezzare
il petto dell'altro e le loro bocche si erano unite a metà
strada
l'una dall'altra. Blaine gli stringeva delicatamente la vita, come se
il suo corpo potesse rompersi da un momento all'altro. Kurt si
rilassò fra le braccia dell'altro, andando a circondargli il
collo
con le sue. Tuttavia, quando una delle mani del Gryffindor
cercò di
attraversare lo strato di stoffa che la separava dalla pelle nuda
dell'altro, il castano si irrigidì. Spalancò gli
occhi, spingendolo
delicatamente lontano da sé. Sbatté le palpebre,
come se dovesse
capire dove si trovava e perché.
Cercò di parlare, aprendo e chiudendo la bocca un paio di
volte,
prima di portare i palmi davanti al petto. Blaine lo guardava
confuso, il respiro affannoso e i ricci scompigliati. Il moro si
passò la lingua sul labbro inferiore, arrossato dal bacio
che si
erano appena scambiati.
-Io...- cominciò Kurt balbettando, guardandosi intorno.
Camminò
velocemente verso il divano, recuperando la sua borsa, la sciarpa e
il mantello. -Io devo andare.- continuò, dirigendosi quasi
di corsa
verso la porta. Blaine rimase a guardarlo più confuso di
prima,
risvegliandosi come da uno stato di trance.
-No Kurt, aspetta!- esclamò, ma oramai l'altro si era chiuso
la
grande porta di legno alle spalle. Sopirò, strofinandosi gli
occhi
da sotto le lenti degli occhiali. Si diresse verso il divano,
lasciandosi cadere pesantemente sopra i cuscini. Poggiò la
testa
contro lo schienale, sentendo qualcosa sotto il sedere.
Aggrottò le
sopracciglia, alzando i fianchi per vedere su cosa si era seduto.
Portò l'oggetto di fronte al viso. Nella gran fretta di
andarsene,
Kurt aveva lasciato lì la sua cravatta.
|
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Capitolo 10 *** Chapter X ***
Titolo: Gryffindor Heart,
Slytherin Tongue.
Capitoli: 10/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky,
Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2467
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di
proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note
Iniziali: Eccomi qua con un nuovo capitolo! Scusate per il
ritardo, ma ormai credo ci siate abituati. Posto ora, dandomi una pausa
forzata dallo studio... risponderò alle recensioni una volta
finito di studiare, I promise. Ringrazio come sempre TheScarfOfTheSexualPreference
che ha betato il capitolo, ed ad AcidQuinn
che ha corretto la parte Niff. Scappo a studiare, per qualsiasi cosa
contattatemi qui o sulla mia pagina Facebook Andy14
(EFP). Buona lettura. <3
PS: Florean Fortescue sarebbe Florian Fortebraccio, Flourish &
Blotts il Ghirigoro e Weasleys' Wizard Wheezes i Tiri Vispi Weasley.
X
-Uno zellino per i tuoi pensieri.- Kurt alzò di scatto gli
occhi dal
foglio di pergamena su cui stava scribacchiando già da
un'ora buona.
Il libro di Incantesimi, aperto davanti a lui, era rimasto fermo a
pagina trecentoventiquattro da oramai un'ora.
-Cosa?-
mormorò
distratto, mentre Dave si sedeva davanti a lui al tavolo della
Biblioteca. Il Gryffindor aggrottò le sopracciglia, posando
la borsa
sul pavimento di pietra.
-Kurt mi vuoi dire
che hai? E' un paio di
settimane che sei distante...- Il più piccolo scosse la
testa,
distogliendo lo sguardo. Passò distrattamente la mano sulla
pergamena, come se volesse togliere la polvere che vi si era
depositata sopra.
-No, non ho nulla.
Sarà la stanchezza... per
fortuna la prossima settimana iniziano le vacanze di Natale..- disse,
sorridendo debolmente. Dave annuì, allungando una mano per
posarla
su quella dell'altro. Le dita del Gryffindor si intrecciarono a
quelle più sottili e diafane del compagno, stringendole
piano.
-Già.
Andrai a casa? Per le vacanze intendo.- Kurt annuì,
sistemandosi sulla sedia. Suo padre non gli avrebbe mai lasciato
passare le vacanze a scuola, e anche se non lo ammetteva apertamente,
a Kurt mancava casa sua. Gli mancava quel piccolo angolo di
normalità, in una delle tante stradine di Godric's Hallow
dove aveva
abitato sin da quando era bambino. Dave gli sorrise ancora, annuendo
a sua volta. -Anche io... mi scriverai, vero?- chiese, giocherellando
con le dita dell'altro.
-Ovvio che
sì per chi mi hai preso? Sai,
se tu avessi un cellulare potremmo parlare a voce tutti i giorni.-
mormorò il castano, avvicinandosi con il busto. A volte
malediva
persino i quattro fondatori di Hogwarts in coro che non gli
permettevano di utilizzare gli oggetti elettronici. Probabilmente il
telefono e il computer, che si era comprato con tanta fatica durante
l'estate, giacevano spenti a prendere polvere sulla scrivania della
sua stanza. Lo Slytherin si chiedeva spesso perché la scuola
non
aggiornasse le sue regole con l'andare avanti della tecnologia del
mondo babbano, ma infondo non era così male. Gli dispiaceva
solo per
il suo iPhone dimenticato, ma soprattutto per la partita ad Angry
Birds lasciata a metà la sera prima di partire per Hogwarts.
-Lo
sai come la pensa mio padre no? Mia madre mi ha anche scritto che ha
“accidentalmente” fatto in mille pezzi il mio
lettore mp3. Pensa
che non abbiamo nemmeno il televisore.- spiegò David,
poggiandosi al
tavolo con i gomiti. -Se potesse andrebbe in giro ancora con la
carrozza e i cavalli.- continuò, rabbuiandosi. Paul Karofsky
era il
classico tipo Pureblood, rimasto con la mente ai tempi in cui ci si
muoveva con le carrozze e si utilizzavano solamente i gufi per
comunicare.
I tempi erano
cambiati, ora il mondo magico e non si
erano inevitabilmente fusi. I muggle accettavano i maghi e viceversa,
anche se la magia non veniva comunque sbandierata troppo ai quattro
venti. Nell'ultimo periodo non era inusuale trovare qualche muggle
passeggiare per Diagon Alley, con gli occhi spalancati che si
guardavano intorno pieni di curiosità. Ormai prendere un
gelato da
Florean Fortescue era diventato quasi impossibile, come camminare
tranquillamente fra gli scaffali da Flourish & Blotts. Inutile
parlare di Weasleys' Wizard Wheezes, che aveva la fila fuori dal
negozio. Kurt era sempre stato curioso di entrare a dare un'occhiata,
ma aveva sempre rinunciato.
-Mi dispiace...-
mormorò il castano,
mettendo anche l'altra mano su quella del suo ragazzo. -Potremmo
vederci di persona a Diagon Alley, qualche volta. Abitiamo troppo
lontani perché io possa venire da te o tu da me..-
Infatti, la
famiglia di Dave possedeva un enorme maniero nella campagna scozzese,
non troppo lontano da Hogwarts. Suo padre aveva tanto insistito per
permettere a suo figlio di recarsi a scuola individualmente, ma
quest'ultimo si era fortemente opposto, decidendo di prendere
l'espresso con i suoi amici. L'unica battaglia che aveva
evidentemente vinto contro suo padre.
-Sì hai
ragione... è
l'unico modo.- Dave annuì alle sue stesse parole,
sospirando. Poi
guardò distrattamente l'orologio che portava al polso,
tirando su la
schiena. -Se non ci muoviamo faremo tardi al Glee.- aggiunse poi,
alzandosi silenziosamente in piedi. Kurt raccattò le sue
cose,
sistemandole ordinatamente nella borsa di tela che portava sempre con
se, alzandosi a sua volta.
L'aula di musica era già completamente
piena. Kurt non poté evitare di guardare Sebastian e Blaine
seduti
in fondo a destra, il Gryffindor appoggiato mollemente al corpo
dell'altro, che lo avvolgeva con un braccio. Gli unici posti liberi
erano in prima fila accanto a Quinn, che guardava fisso davanti a
sé,
mentre Sam le accarezzava la schiena. Kurt le si avvicinò,
sedendosi
alla sua sinistra con un sorriso. La ragazza ricambiò, un
po'
tirata, tornando poi a fissare il pianoforte. Kurt aggrottò
le
sopracciglia, voltandosi verso Dave, che scrollò le spalle
confuso
allo stesso modo.
-Buongiorno a tutti!- salutò Schuester, sorridente. -Allora,
oggi
Miss Holiday non sarà fra noi visto che sono iniziati i
corsi
avanzati per il quinto e settimo anno. Quindi, dovrò
comunicarvi io
i vincitori della sfida, e consegnargli questi.- il professore
infilò
una mano nella tasca della sua tunica marroncina, tirandone fuori due
pezzi di pergamena rettangolari. I buoni per il “Three
Broomsticks”. -Con la professoressa Holiday abbiamo pensato a
lungo
a chi meritasse di più di vincere. Siete stati tutti
bravissimi, e
alcuni si sono fatti notare più di altri. Ma, secondo noi,
il signor
Duval e il signor Sterling, meritano la vittoria.- annunciò,
sorridendo ai due ragazzi appena nominati. Nick e Jeff si guardarono
stupiti, alzandosi poi nello stesso istante. Si abbracciarono
ridendo, saltellando mentre gli altri li applaudivano ridendo a loro
volta. Si staccarono poco dopo, avvicinandosi al professore di
Trasfigurazione, che gli consegnò i buoni. I due
ringraziarono,
sorridendosi poi a vicenda. -Io direi che, se siete tutti d'accordo,
i vincitori potrebbero fare un bis della loro esibizione.- propose il
professore, e i due guardarono i loro compagni prima di annuire.
-Entrambe?- chiese Nick, più a Jeff che a Schuester. Il
biondo
annuì, riponendo i due biglietti nella tasca posteriore dei
pantaloni, mentre l'orchestra invisibile, cominciava a suonare
“Valerie”. Il moro si schiarì la voce,
iniziando per primo, dopo
aver fatto qualche passo avanti.
Well,
sometimes I go out by myself
And
I look across the water
Jeff
ridacchiò, raggiungendo l'altro, facendo una buffa faccia
pensierosa.
And
I think of all the things, what you’re doing
And
in my head I paint a picture
I due si voltarono
per guardarsi, battendo entrambi il piede a terra.
‘Cause
since I’ve come on home
Well,
my body’s been a mess
And
I’ve missed your ginger hair
And
the way you like to dress
Jeff passò scherzosamente una mano fra i capelli scuri di
Nick che,
quando le mani diafane dell'altro abbandonarono la sua testa, la
scosse vigorosamente, rendendo la sua chioma più disordinata
di
prima.
Won’t
you come on over
Stop
makin’ a fool out of me
Why
don’t you come on over Valerie?
Valerie, Valerie, Valerie
I due
improvvisarono qualche passo di danza e mentre Jeff sapeva dove
mettere i piedi, Nick stava combinando più un disastro che
altro, ma
invece che vergognarsene cominciò a ridere di sé
stesso,
contagiando anche i compagni.
Valerie, Valerie, Valerie, Valerie
Why
don’t you come on over Valerie?
La musica finì e Nick, ancora in preda alle risa, si
avvicinò
all'altro, passandogli un braccio intorno alla vita. Jeff lo
abbracciò a sua volta, passandogli un braccio intorno alle
spalle,
mentre gli altri applaudivano la loro performance e Blaine gli
mandava gesti di apprezzamento con le mani, dalla sua posizione in
prima fila. I due ragazzi si separarono, mentre anche l'altra canzone
iniziava. Ripeterono esattamente le stesse mosse fatte la prima
volta, quando avevano eseguito la canzone davanti a Mr Shue e Miss
Holiday. Ne avevano parlato a lungo da quando la lista era uscita.
Dovevano fare quello che si sentivano, visto il tema della canzone, e
lasciar perdere quello che avrebbero detto gli altri. Quando Nick
aveva detto quella frase, un pomeriggio mentre erano seduti sotto
l'ombra di un albero a decidere come esibirsi, a Jeff era mancato un
battito. Lo aveva guardato per un attimo, chiedendogli se fosse
serio, o se lo dicesse tanto per dire, per non offenderlo.
*
-Dici
sul serio?- chiese Jeff, tirandosi su a sedere, facendo
inevitabilmente scendere la testa di Nick dal suo ventre. Il moro
scrollò le spalle, sistemandosi nella nuova posizione in cui
l'altro
l'aveva costretto, con le gambe sulle cosce dell'amico.
-Lo
sai che a me non da fastidio il fatto che ti piacciano i ragazzi no?-
chiese, guardando il biondo. -Quindi, visto il tema della canzone,
non vedo cosa ci sia di male se recitiamo un po'. Infondo... chi se
ne frega di quello che dicono gli altri.- continuò,
sorridendo
debolmente. Jeff ricambiò il sorriso, passando delicatamente
una
mano fra i capelli aggrovigliati dell'altro. -Che pensassero quello
che vogliono...- mormorò ancora, chiudendo gli occhi e
rilassandosi
sotto le carezze sulla sua testa. Il più alto sorrise
ancora,
passando anche l'indice sulla fronte del moro, mentre si sorreggeva
con la mano libera. -Jeffy, se continui così potrei
addormentarmi...- ridacchio Nick, tirandosi su e stropicciandosi gli
occhi con fare assonnato. Il biondo alzò le spalle,
appoggiandosi al
terreno con entrambe le mani.
-Beh
nessuno te lo vieta.- disse, guardando l'amico stiracchiarsi, facendo
salire l'orlo della camicia di qualche centimetro. Jeff si
fermò a
fissare quel minuscolo lembo di pelle scoperta, riscuotendosi solo
quando Nick si mise a ridere, cogliendolo con le mani nel sacco. Il
biondo abbassò lo sguardo, sentendosi arrossire, mentre
l'altro
continuava a ridacchiare, avvicinandosi. Gli si sedette di fianco,
posando la testa sulla sua spalla.
-Ti
voglio bene, Jeffy...- mormorò. Il cuore di Jeff perse un
battito,
il respirò si mozzò di colpo.
-Anche
io Nicky...-
*
Jeff e Nick si misero a sedere a terra, entrambi con le gambe stese
davanti a loro. Si guardarono negli occhi, distogliendo poi lo
sguardo, come se fossero effettivamente una coppia innamorata. Il
biondo si portò le gambe al petto, cominciando a cantare per
primo.
I
made it through the wilderness
Somehow
I made it through
Nick
si voltò di nuovo, tenendosi su sulle
ginocchia, avvicinando una mano ai capelli dell'altro, senza
effettivamente toccarli. Ritirò la mano al petto, guardando
i suoi
compagni con espressione turbata.
I
didn't know how lost I was
Until
I found you
I
was beat incomplete
I'd
been had, I was sad and blue
Jeff
si voltò di nuovo, avvicinandosi
leggermente all'altro fino a lasciare solo che pochi centimetri i
distanza fra i loro rispettivi visi.
But
you made me feel
Yeah,
you made me feel
Shiny
and new
Nick
si scostò, indietreggiando un po' a
carponi. Guardò l'altro negli occhi, avvicinandosi poi di
nuovo
mettendogli una mano sulla spalla per farlo sdraiare sul pavimento.
Like
a virgin
Touched
for the very first time
Il
moro salì a cavalcioni del ventre
dell'altro, abbassando il viso fino a quasi far sfiorare i nasi. La
voce di Jeff si spezzò leggermente, colto di sorpresa. Non
era
decisamente come avevano concordato, ma lamentarsi sarebbe stato da
ipocriti.
Like
a virgin
When
your heart beats
Next
to mine
Nick
posò una mano sul petto dell'altro,
all'altezza del cuore, sentendolo battere furiosamente sotto le dita
sottili. Gli sorrise, avvicinando ancora di più il viso al
suo,
cantando gli ultimi versi.
Like
a virgin , hey
You
make me feel like a virgin
Touched
for the very first time
Like
a virgin
Like
a virgin
Poi, come se
qualche essere invisibile li
guidasse, i loro visi si avvicinarono ancora e le loro labbra si
unirono. Prima era solo un leggero sfiorarsi, poi il contatto divenne
più profondo ed entrambi chiusero gli occhi senza rendersene
conto.
La classe intorno a loro divenne solo una macchia indistinta, le
uniche cose che contavano erano le loro labbra l'una sull'altra. Nick
si appoggiò meglio sul ventre dell'altro, mentre
quest'ultimo gli
passava una mano fra i capelli. Si staccarono per bisogno d'aria,
rimanendo a fissarsi negli occhi per un periodo quasi indefinito. Li
riscossero gli applausi dei loro compagni, che si ritrovarono a
guardare imbarazzati.
-Molto ehm...
intenso.- disse il professore,
sorridendo ad entrambi. -Potete accomodarvi.- i due si alzarono di
scatto, spolverandosi i vestiti. Si guardarono sorridenti, tornado
poi a sedersi.
***
Kurt
tornò nel suo dormitorio sospirando per
tutto il tragitto. Guardando l'esibizione di Jeff e Nick quel
pomeriggio gli aveva fatto perdere qualche battito al cuore. La scena
a cui aveva assistito era quasi identica alla situazione sua e di
Blaine. Aveva notato i tocchi leggeri, timidi, lo sfiorarsi di
labbra. La stanza che spariva intorno a loro, le labbra che si
cercavano. Il cuore che batte forte che sembra quasi voglia uscire
dal petto. La voglia irrefrenabile di passare le mani fra quei
capelli ricci... Kurt tornò alla realtà,
posandosi una mano sul
petto che si alzava e abbassava velocemente. Si guardò
spaesato
intorno, dirigendosi poi nella sua stanza. Salì le scale due
grandini alla volta, rischiando più di una volta di cadere.
Il suo
letto si trovava sulla destra, a suo malincuore accanto a quello di
Sebastian. Il suo baule era aperto sopra il materasso, tirando
leggermente il copriletto verde smeraldo. I suoi vestiti erano
piegati ordinatamente accanto al baule, pronti per essere riposti.
Kurt aveva deciso di anticiparsi con la preparazione dei bagagli, una
settimana volava in un batter d'occhio. Lasciò cadere la
borsa
accanto al comodino, sfilandosi poi mantello e maglione.
Cominciò a
guardare i vestiti piegati, iniziando poi a sistemarli nel baule. Una
volta che sul letto rimase solo il baule, ora pieno, Kurt si
guardò
intorno confuso. Si toccò il petto, stringendo leggermente
fra le
dita la stoffa liscia della cravatta che portava ancora al collo.
Evidentemente, l'unica che gli era rimasta. Si guardò ancora
intorno, sperando di scorgerla da qualche parte. Poi, come se un
secchio d'acqua fredda gli fosse stato gettato sulla testa,
ricordò.
-Io...-
cominciò Kurt balbettando, guardandosi intorno.
Camminò velocemente
verso il divano, recuperando la sua borsa, la sciarpa e il mantello.
-Io devo andare.- continuò, dirigendosi quasi di corsa verso
la
porta.
Nella fretta di
scappare via da Blaine, dagli
occhi di Blaine per la precisione, aveva lasciato lì la
cravatta.
Sospirò sconsolato, sedendosi ai piedi del letto, scostando
leggermente la tenda del baldacchino. Ora le opzioni erano due: o
andava nella Stanza delle Necessità sperando che Blaine
avesse
lasciato lì la cravatta, cosa assai improbabile, oppure
chiedeva
direttamente a lui di ridargliela. Una più improbabile
dell'altra.
Kurt
si lasciò cadere all'indietro,
rimbalzando per un attimo sul materasso. Chiuse gli occhi,
accarezzandosi distrattamente il petto sopra la camicia. Infondo la
cravatta poteva anche lasciargliela, si ritrovò a pensare.
Con un
veloce incantesimo poteva pulire quella che indossava anche in quel
momento. Storse il naso al suo stesso pensiero, scuotendo la testa.
Doveva chiedere a Blaine di ridargli la sua cravatta.
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Capitolo 11 *** Chapter XI ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 11/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave
Karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover. ATTENZIONE! *insegna luminosa al
neon* Non ho alzato il raiting pensando che poi alcuni non
potessero più leggere. In questo capitolo è
presente una scena di violenza fisica abbastanza esplicita. Se questo
vi reca problemi NON e sottolineo NON leggete la parte dove
è presente Dave. In caso, contattatemi per sapere a grandi
linee cosa succede, sarò felice di rispondervi.
Parole: 2244
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di
proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Ed eccoci qui!
Prima del solito, per festeggiare l'arrivo dell'estate. Come ho
già accennato, in questo capitolo c'è una scena
di violenza fisica e mi pare giusto avvertirvi ed in caso vi
infastidisse, saltate il pezzo e caso mai avvertitemi e
potrò dirvi cosa succede in tale pezzo. Volevo ringraziare
TheScarfOfTheSexualPreference e AcidQuinn che mi hanno aiutato a
correggere il capitolo. Spero mi facciate sapere il vostro
parere sul capitolo, mai come ora vorrei conoscere la vostra opinione.
A presto!
XI
La settimana
passò, e Kurt non aveva avuto
indietro la sua cravatta. Ogni occasione non era quella buona, o
semplicemente le gambe non davano segno di obbedire all'ordine di
avvicinarsi a Blaine. In quel momento lo Slytherin era seduto
sull'Hogwarts Express, che lo avrebbe riportato a Londra per le
vacanze di Natale. Reggeva il libro assegnatogli dal professor Ruf
per le vacanze fra le mani, tenendo il segno con l'indice alla prima
pagina, ancora intonsa. I suoi occhi azzurri fissavano il paesaggio
sfrecciare fuori dal finestrino, la testa appoggiata allo schienale
del sedile. Sentì il treno rallentare di poco e si riscosse.
Chiuse
definitivamente il libro, riponendolo con cura nella tracolla al suo
fianco. La infilò, cercando poi di tirare giù il
baule dallo
scomparto per i bagagli. Mugugnò infastidito, cercando di
tirare giù
la valigia senza farsela cadere in testa. Ma come aveva fatta a
metterla li su all'andata?
-Serve una mano?-
Kurt si paralizzò sul posto.
Il respiro gli si mozzò, il cuore cominciò a
battere furioso nel
petto, come se volesse uscire fuori dal suo corpo. Lo Slytherin prese
un respiro profondo, sbattendo più volte le palpebre.
-No grazie. Ce la
faccio da solo.- disse
freddamente, cercando di strattonare il baule ancora una volta. Non
solo questo non si mosse, ma a causa del movimento brusco la maniglia
si staccò, rimanendo in mano a Kurt, che la
guardò sconsolato.
Blaine ridacchiò, avvicinandosi all'altro. Tirò
fuori la bacchetta
dalla tasca dei jeans, agitandola avanti a sé.
-Wingardium
Leviosa.- mormorò, a voce così
bassa che Kurt lo sentì a malapena. Il baule si
alzò in aria,
uscendo dal vano bagagli seguendo le indicazioni della bacchetta di
Blaine, fino a posarsi a terra davanti a loro. Il moro poi
allungò
una mano verso di lui, sorridendogli. Kurt lo guardò
interrogativo
prima di riscuotersi e passargli la maniglia rotta. Il Gryffindor la
poggiò sopra il baule, agitando di nuovo la bacchetta.
-Reparo.- i
pezzi rotti della maniglia tremarono per un attimo, riunendosi poi
insieme in un lampo.
-Grazie.- disse
Kurt, afferrando il baule per
il manico ora di nuovo apposto, cominciando a trascinarlo per la
stanza.
-Kurt aspetta...-
mormorò il moro, fermando il
compagno per un braccio. -Io... volevo parlarti dell'altro giorno.-
Kurt si fermò, guardando per un istante la mano che lo
tratteneva.
-Io... non mi pento di quello che è successo.- ammise
Blaine,
avvicinandosi di un passo all'altro. -Ma è complicato io...-
Kurt
sorrise, notando l'imbarazzo dell'altro, pensando che fosse
adorabile. Il castano allora allungo una mano verso l'altro.
-Hai una penna?-
chiese, sfarfallando
elegantemente le dita. Blaine lo guardò confuso per un
attimo, poi
si frugò nella tasche della giacca babbana che indossava,
trovando
una penna a scatto. Fece scattare la molla, porgendo poi l'oggetto
allo Slytherin. Kurt se la rigirò un po' fra le mani
pensieroso,
prendendone poi una dell'altro fra le sue. Blaine sussultò
leggermente, e rabbrividì per il contatto, sentendo le mani
fredde
dell'altro stringere la sua, sempre calda. Kurt posò
leggermente la
punta della penna sul dorso della mano dell'altro, che seguiva
attentamente i suoi movimenti confuso. Il ragazzo scrisse piano,
lasciando che l'inchiostro blu colorasse la pelle olivastra del
Gryffindor. Quando finii, Blaine si portò la mano davanti al
viso,
leggendo confuso cosa aveva scritto l'altro.
-0787... ma
cosa...?- il moro alzò gli occhi
dalla sua mano dove c'erano impressi evidentemente il numero e
l'indirizzo di Kurt.
-Quando avrai un
giorno libero da pudding
all'uvetta e carta da regalo... vieni a riportarmi la mia cravatta.-
Kurt sorrise, restituendogli la penna. L'altro la prese senza
realmente farci caso, riponendola nella borsa che portava a tracolla.
Ricambiò il sorriso dello Slytherin, annuendo.
-Allora.. ci
vediamo.- mormorò il castano,
abbassando gli occhi sul suo baule. Poi guardò di nuovo
l'altro,
sporgendosi leggermente verso il suo viso. Blaine lo fissò
immobile,
sentendo il cuore battergli forte nel petto. Baciami,
baciami,
baciami l'unico pensiero che gli occupava la testa. Kurt
affiancò
il viso al suo, posandogli delicatamente le labbra sulla guancia.
Blaine chiuse gli occhi al contatto, e solo dopo si accorse di aver
trattenuto il respiro per tutto il tempo. Li riaprì solo
quando
l'altro sii fu allontanato, e notò il rossore sulle sue
guance. Si
guardarono per un attimo, poi Kurt afferrò il suo baule
appena
riparato, uscendo dallo scompartimento con un sorriso sulle labbra.
-Ci sentiamo!- gli
gridò dietro Blaine,
uscendo dallo scompartimento per vederlo allontanarsi. Kurt si
voltò
a guardarlo sorridente, annuendo con la testa, prima di scendere dal
treno.
***
Sebastian
entrò in casa silenziosamente,
posando il baule all'ingresso. Qualcuno se ne sarebbe occupato.
L'elfo che l'era andato a prendere alla stazione si congedò
con un
profondo inchino, facendo sparire se stesso e il bagaglio con un
sonoro POP. Il ragazzo si sfilò il cappotto nero che
indossava,
lasciandolo nelle mani di un altro elfo che lo aveva accolto. Gli
chiese dove fosse sua madre, e l'esserino lo indirizzò verso
il
salotto. Sebastian seguì l'indicazione, slacciandosi i
polsini della
camicia per arrotolare le maniche. In quella casa faceva sempre molto
caldo. Quando entrò in salotto, si affrettò a
sistemare di nuovo le
maniche al loro posto, i polsini allacciati. I suoi genitori erano
entrambi seduti al tavolo, suo padre leggeva il Daily Prophet, gli
occhiali da lettura posati ordinatamente sulla radice del naso, e sua
madre sorseggiava un tè, verde, sentiva l'odore
dall'ingresso della
stanza. La donna prese un altro sorso dalla tazzina in ceramica, poi
alzò lo sguardo su di lui, come se lo avesse sentito
arrivare. Si
alzò sorridente, facendo per correre da suo figlio, ma il
marito la
fermò per un braccio.
-Siediti,
Jaqueline.- le intimò con voce
seriosa, posando il giornale e togliendosi gli occhiali. Lei
sbatté
un paio di volte le palpebre, sedendosi poi di nuovo, ondeggiando i
lunghi capelli biondi. -Avvicinati, figliolo.- Sebastian si fece
strada nella stanza, mantenendo la schiena dritta. Sorrise debolmente
a sua madre, sedendosi poi al tavolo, nel posto vuoto alla destra di
suo padre. Un elfo domestico apparve subito al suo fianco,
porgendogli una tazza di tè fumante. Il ragazzo fece un
secco cenno
con la testa, prendendo poi la zuccheriera e affondando una zolletta
nel liquido ambrato. -Dov'è la tua giacca?- gli chiese suo
padre,
chiudendo il giornale che stava esaminando poco prima. Sebastian si
schiarì la voce, girando il suo tè con un
cucchiaino d'argento
decorato.
-Nel baule padre.
Il cappotto era abbastanza
pesante.- suo padre sospirò, chiudendo gli occhiali.
-Sai come la penso.
A cena esigo che tu sia
vestito come si conviene. Sebastian annuii, mormorando un
“sì
signore” cominciando a bere il suo tè. -Il signor
Lopez è venuto
in ufficio la settimana scorsa.- continuò suo padre,
guardandolo
inespressivo. Il ragazzo poggiò la tazzina sul tavolo,
producendo un
lieve rumore. Un tovagliolo apparì affianco a lui,
così che potesse
asciugarsi le labbra.
-Ah sì?-
-Sì. Sua
figlia gli ha raccontato delle cose
molto interessanti sul tuo conto e lui ha creduto fosse giusto
riferirmele.- Sebastian deglutì rumorosamente, abbassando
gli occhi
sul tavolo. Si intrecciò le mani in grembo, accavallando
elegantemente le gambe. Sapeva già cosa aveva riferito
Santana a suo
padre, e in un certo se l'era aspettato. -Non hai nulla da dire?-
-Cosa vuoi che
dica. Credo che ti abbiano
riferito già tutto.- mormorò, alzando gli occhi
su quelli di suo
padre. L'uomo si alzò in piedi, avvicinando pericolosamente
il viso
a quello del figlio.
-Credevo di essere
stato chiaro su questo
punto. Io non esigo un simile comportamento da te. Potrai anche farti
sbattere da chi vuoi, ma non ti permetto di gettare fango sul nostro
nome, sono stato chiaro?- disse, parlando con voce bassa, intrisa di
quella che Sebastian interpretò come rabbia. Per tutta la
durata del
discorso suo padre gli aveva tenuto il viso con una mano, stringendo
tanto che era sicuro sarebbe rimasto il segno. Il ragazzo
annuì, e
il genitore lo lasciò andare. -Voglio che tu metta fine a
questa
storia.- disse poi, allontanandosi. Sebastian alzò di scatto
gli
occhi, sentendoli inumidirsi senza che potesse fare nulla.
-Ma io..-
-Niente ma. Fa
finire questa pagliacciata.-
La stessa identica
scena si era svolta a casa
Karofsky. Dave sedeva al tavolo del salone stringendosi fra le mani
il tessuto dei pantaloni, reprimendo la rabbia e le lacrime che ne
conseguivano. Non poteva lasciare Kurt. Era l'unica cosa buona che
gli fosse capitata nella sua schifo di vita, e non l'avrebbe lasciato
andare.
(Perfect -
Simple Plan)
Hey
dad look at me
Think
back and talk to me
Did
I grow up according to plan?
And
do you think I'm wasting my time doing things I wanna do?
But
it hurts when you disapprove all along
Sebastian si
alzò dalla sedia che occupava,
una volta che i suoi genitori lasciarono la stanza. Fece le scale di
corsa, incurante dei quadri che lo guardavano, e si rinchiuse nella
sua stanza. Si lasciò cedere a terra, portandosi le braccia
intorno
alle ginocchia e nascondendoci il viso. Sentì le lacrime
scendere
prima di poterle fermare, biasimandosi per non essere più
forte.
Fino a qualche mese prima sarebbe stato tutto diverso. Non avrebbe
pianto, avrebbe solamente seguito ciò che suo padre diceva.
And
now I try hard to make it
I
just want to make you proud
I'm
never gonna be good enough for you
I
can't pretend that
I'm
alright
And
you can't change me
'Cuz
we lost it all
Nothing
lasts forever
I'm
sorry
I
can't be perfect
Now
it's just too late and
We
can't go back
I'm
sorry
I
can't be perfect
Dave corse dietro a
suo padre lasciando che
vedesse il suo dolore, lasciando che vedesse cosa gli stava facendo.
E urlò. Urlò come non aveva mai fatto. Gli
urlò che non gli
avrebbe mai tolto la cosa più bella della sua vita, che era
stufo.
Sua madre lo guardava spaventata, conoscendo le reazioni del marito.
Ma Dave non se ne curò, continuando a riversare contro
quello che
era suo padre la sofferenza di diciassette anni. Il dolore di essere
solo. Il dolore di non avere nessuno che lo consolasse quando da
bambino aveva paura del temporale. Il dolore di adolescente, quando
si stava facendo togliere dalle mani il ragazzo che amava solo
perché
era del suo stesso sesso.
Nothing's
gonna change the things that you said
Nothing's
gonna make this right again
Please
don't turn your back
I
can't believe it's hard
Just
to talk to you
But
you don't understand
Sebastian
versò le sue lacrime, stringendosi i
capelli nelle mani. Non poteva fare niente. Non poteva mettersi
contro suo padre. Semplicemente, non poteva. Non ne aveva il
coraggio. Codardo. Come d'altronde era sempre stato. Aveva paura di
suo padre, ne aveva sempre avuta. Da lui non aveva mai ricevuto una
carezza, quelle mani si erano sempre posate su di lui con violenza,
lasciando lividi e segni rossi che risaltavano sulla pelle chiara.
Ricordandogli la disapprovazione di quell'uomo a cui nonostante tutto
voleva bene.
'Cuz
we lost it all
Nothing
lasts forever
I'm
sorry
I
can't be perfect
Now
it's just too late and
We
can't go back
I'm
sorry
I
can't be perfect
Dave
sentì il primo colpo colpirgli il fianco.
Suo padre non aveva mai avuto una buona mira. Con un grido d'allarme
i suoi scagnozzi assalirono il giovane. Mentre cadeva a terra sotto
il peso di uno di loro, Dave vide sua madre cominciare a piangere e
venire trascinata via da lui. Chiuse gli occhi poco dopo, decidendo
di arrendersi ai colpi che gli venivano inflitti. Quando videro che
non reagiva lo lasciarono lì, senza preoccuparsi se fosse
vivo o
meno. Il suo elfo domestico personale lo portò nella sua
stanza dopo
quelle che gli sembravano ore. Gli curò le ferite, e lo
sistemò nel
letto, gli enormi occhi lucidi che lo fissavano preoccupati.
'Cuz
we lost it all
Nothing
lasts forever
I'm
sorry
I
can't be perfect
Now
it's just too late and
We
can't go back
I'm
sorry
I
can't be perfect
-Signorino, cena
pronta. Padroni aspetta in
salotto.- Sebastian sussultò, tirando su la testa dalle
braccia. Si
asciugò le guance, strofinandosi gli occhi doloranti. La
stanza
adesso era in penombra, rispetto a quando ci era entrato. Si
alzò
barcollante, sentendo i muscoli protestare. Era stato rannicchiato in
terra per ore. Fece scrocchiare il collo e le dita, passandosi anche
una mano fra i capelli. Sospirò, schiaffeggiandosi
leggermente le
guance. Era ora di mettere nuovamente addosso la maschera. Quella in
cui lui non amava, non provava dolore. Non aveva debolezze.
***
Dave si sveglio la
mattina dopo, sentendo una
mano scuoterlo. Aprì gli occhi stanchi, arrossati dalle
lacrime di
tristezza e dolore versate quella notte. Si trovò faccia a
faccia
col suo elfo domestico, Plumphy, che lo guardava preoccupato.
-Signorino bene?-
chiese posandogli una mano
ossuta sulla fronte. David annuii, sorridendogli. Nel complesso stava
bene. Se restava immobile. -Signorino ricevuto lettera. Plumphy
portata lui, così signorino legge e non alza.- disse ancora,
porgendo al ragazzo un pezzo di pergamena. Dave loapri con mani
tremanti, sdraiandosi sulla schiena e gemendo per il dolore.
Mi
è mancato non parlare con te nel parco dopo cena... mi
manchi.
K.
Dave sorrise,
portandosi il foglietto di
pergamena al petto. Il cuore batteva regolare, dando qualche scarica
di dolore di quando in quando.
-Prendimi un foglio
di pergamena...- sussurrò,
la voce che usciva a malapena. L'elfo annuii, prendendogli un foglio
di pergamena dalla scrivania, porgendoglielo insieme ad una piuma
già
inchiostrata.
Mi
manchi anche tu. Ho voglia di vederti.
D.
|
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Capitolo 12 *** Chapter XII ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli:
12/?
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Un
Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting:
Arancione (per il futuro)
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali: Ed
eccoci qui! Scusate per l'immenso ritardo, ma dopo due anni mia madre
ha potuto avere delle ferie, quindi mi sono goduta un pò di
vacanza xD come ho già detto il 10 e l'11 settembre ho due
esami, quindi fino ad allora non credo potrò aggiornare.
Grazie mille a AcidQuinn
che mi ha betato il capitolo <3
XII
La prima cosa che
Kurt fece quella mattina fu
avventarsi sulla finestra. Poggiò i palmi sul vetro gelido,
e poco
ci mancava che ci poggiasse perfino il naso. Tanti piccoli fiocchi di
neve scendevano pigramente dal cielo, incantando chi li guardava con
la loro lenta discesa oscillante. Il giovane aprii la finestra,
sporgendosi un po' ed allungando un braccio. Qualche goccia
ghiacciata gli si posò sul dorso della mano facendolo
rabbrividire e
ridacchiare insieme. In quelle occasioni si sentiva di nuovo come un
ragazzino quando, con sua madre, usciva fuori ancora in pigiama,
facendo qualche giravolta sotto la neve prima che il giardino di casa
si ricoprisse interamente di bianco. Con un grande sorriso richiuse
gli infissi, scendendo poi di corsa le scale senza nemmeno cambiarsi.
In salotto, suo padre leggeva la copia del Evening Standard,
acquistata sicuramente mentre lui ancora dormiva della grossa. Da una
copia del Daily Prophet una foto del Ministro della Magia lo guardava
sorridente, mostrando tutti i denti ben curati.
-Buongiorno
papà.- disse con un grande sorriso
sulle labbra, appoggiandosi allo schienale del divano dove Carole
guardava pigramente un programma mattutino. Finn era sdraiato
scompostamente sull'altro divano, con gli occhi chiusi. Probabilmente
si era riaddormentato. Kurt lo guardò scuotendo la testa,
sedendosi
accanto alla matrigna. -Che cosa facciamo oggi?- chiese, accavallando
elegantemente le gambe snelle. L'orlo del pigiama si alzò
scoprendogli la caviglia, ma non se ne preoccupò
più di tanto. Suo
padre abbassò il giornale per guardarlo in viso, togliendosi
gli
occhiali da lettura. -Andiamo a prendere l'albero?- Ogni ventiquattro
dicembre, Kurt tornava indietro nel tempo. Il corpo rimaneva sempre
quello di diciassettenne, ma il suo cervello sembrava regredire a
quando aveva otto anni. I suoi occhi si illuminavano appena vedeva i
negozi addobbati a festa, e le strade tutte illuminate a qualsiasi
ora del giorno. Saltellava ogni volta che l'albero veniva portato nel
salotto di casa, e cantava mentre sistemava gli addobbi, rubando di
tanto in tanto un popcorn della collana che avrebbe dovuto essere
appesa fra i rami di aghi di pino.
Suo padre gli
sorrise annuendo, chiudendo
definitivamente il giornale ed ignorando per il momento il Daily
Prophet. Kurt lanciò uni squittio eccitato, alzandosi con un
balzo
dal divano. Salì di corsa le scale borbottando un frettoloso
“corro
a vestirmi”. Entro nella sua stanza contento come non mai,
aprendo
il suo armadio mentre cominciava a canticchiare “Jingle Bells
Rock”
fra sé e sé. Il suo cellulare lo distrasse dal
suo intento
principale, ovvero cercare qualcosa da indossare. Si
avvicinò al
comodino dove il suo iPhone vibrava impazzito, muovendosi in circolo.
Lo prese in mano, guardando confuso il numero sconosciuto sullo
schermo. Decise di rispondere comunque, premendo il tasto verde sul
touch screen e portando l'oggetto all'orecchio.
-Pronto?- rispose,
sedendosi sul materasso che aveva occupato fino a pochi minuti prima.
Dall'altra parte del ricevitore si sentì una specie di
rantolo, e
Kurt stava quasi per riagganciare pensando ad un maniaco. Poi una
voce lo fece ricredere ed inarcare le sopracciglia ben curate.
-Kurt...-
mormorò la voce, soffocando
evidentemente un singhiozzo. Lo Slytherin ci mise poco a riconoscere
la voce, e si mise a sedere a gambe incrociate sul letto.
-Blaine?- chiese il
castano confuso, quasi in
un sussurro per paura di sognare.
-Kurt
io... non sapevo chi...- Blaine
non riuscì a finire la frase, singhiozzando probabilmente
contro il
suo pugno visto che la voce giungeva attutita all'altro.
-Ehi, ehi
calmati... che è successo?-
-Mi...mi
ha l..lasciato...- riuscì a
capire per miracolo, visto il ton lieve con cui Blaine aveva parlato.
Kurt sospirò, comprendendo il vero significato delle sue
parole.
Sebastian aveva lasciato Blaine.
-Cosa?
Perché?- chiese di nuovo, rendendosi
poi conto che forse era inopportuno a chiederlo e che probabilmente
non erano affari suoi. -Scusa io...-
-Dice
che... che n..ne aveva
a..abbastanza...- singhiozzo -di me...-
Kurt non seppe
cosa dirgli. I suoi neuroni evidentemente non avevano voglia di
collaborare. Ma non ce ne fu bisogno, evidentemente. -Non ha
avuto
nemmeno le palle di dirmelo in faccia...- mormorò
il moro dopo
un po', quando il suo respirò tornò quasi
normale. -Mi ha
mandato una schifosa lettera...-
-Cosa hai da fare
oggi Blaine?- gli chiese Kurt
senza pensarci realmente. L'altro rimase un po' in silenzio, prima di
rispondergli.
-Niente...
perché?-
-Riesci ad essere
qui fra venti minuti?- il
Gryffindor sospirò, probabilmente pensando a quell'offerta.
-L'indirizzo ce l'hai.-
-Sì...
sì vengo...-
-Bene, apro la
metropolvere allora. A fra
poco.- Kurt attaccò senza aspettare un saluto, alzandosi dal
letto.
Si vestì più velocemente del normale, infilando i
jeans skinny a
tempo di record. Scese le scale con il maglione mezzo infilato,
sistemandolo davanti al camino. -Carole?- chiamò,
affacciandosi alla
cucina dove la donna stava sistemando le ciotole con il porridge. Si
voltò verso lo Slytherin, prestandogli attenzione. -Potresti
aprire
la metropolvere?- lei sorrise annuendo, prendendo la bacchetta da una
delle tasche del grembiule che indossava, agitandola poi davanti al
camino che si illuminò per qualche secondo. Kurt le sorrise
di
rimando, riconoscente, appoggiandosi poi contro il divano, aspettando
che il fuoco verde cominciasse a scoppiettare da solo. Cosa che
avvenne pochi attimi dopo, spaventando un po' il ragazzo preso di
sorpresa. Delle lunghe lingue di fuoco verde si impossessarono del
camino, facendo rotolare poi Blaine sul tappeto del salotto
dell'altro. Kurt non riuscì a trattenersi e
ridacchiò, vedendo
l'altro completamente ricoperto di fuliggine.
-Dovresti... far
pulire il camino...- mormorò
il moro, passandosi le mani sul viso macchiato. L'altro si mise in
ginocchio al suo fianco, pulendogli una macchia nerastra dal naso.
Blaine fissò gli occhi nei suoi per qualche attimo,
abbracciandolo
poi subito dopo con talmente tanta forza che per poco non caddero
entrambi contro il parquet. Kurt ricambiò l'abbraccio,
sentendo
l'altro nascondere perfino il viso nell'incavo del suo collo coperto
dal maglione. Non sentì le lacrime bagnargli la pelle, ma si
accorse
che l'altro piangeva quando le sue spalle cominciarono a scuotersi.
Continuò ad abbracciarlo per fargli capire che in quel
momento c'era
lui li, che poteva sfogarsi. Blaine rimase aggrappato a lui
finché
smise di singhiozzare. Probabilmente aveva finito le lacrime. Si
staccò da Kurt, azzardandosi ad alzare gli occhi sui suoi.
Lo
Slytherin gli sorrise, asciugandogli i residui di lacrime con le
punte delle dita.
-Meglio?- gli
chiese poi, inclinando la testa
di lato. Il moro annuii, accorgendosi solo in quel momento
dell'intera famiglia di Kurt riunita intorno a loro.
-Io...
sì mi... mi dispiace.- mormorò Blaine,
abbassandogli occhi sul pavimento dove era seduto. Carole si
avvicinò
a loro con un sorriso materno sulle labbra. Si inginocchiò
li
accanto, porgendo a Blaine un bicchiere colmo d'acqua. Il ragazzo lo
prese grato, bevendo il contenuto a grandi sorsate. -Grazie..-
mormorò, rigirandosi imbarazzato il contenitore di vetro fra
le
mani.
-Mamma hai per caso
visto la mia sciarpa dei
Gryffindor? L'avevo lasciata nel baule ma ora non c'è...-
Finn scese
le scale di corsa, annunciando la sua venuta con il suo solito passo
pesante. Aveva iniziato a parlare dalla porta della sua stanza,
l'ultima del corridoio, ma tutti erano riusciti a sentirlo
più che
bene. Arrivato a metà scala si era fermato, guardando la sua
famiglia e quello che era uno dei suoi migliori amici in mezzo al
salotto. -..più. Blaine amico che ci fai qui?- chiese,
finendo di
scendere le scale con tre passi netti. Blaine aprì la bocca
per
rispondere, ma la richiuse quasi subito.
-Blaine
verrà a fare le compere di Natale con
noi. Non è vero Blaine?- disse Kurt, alzandosi in piedi e
spolverandosi i jeans con una mano.
-Ehm...
sì, certo.- annuii il moro, cercando
di risultare credibile. A Finn bastò, infatti
scrollò le spalle,
portando nuovamente attenzione alla sua sciarpa scomparsa. Sua madre,
abituata al suo disordine cronico, gli propose di cercare nei posti
più impensati, compresi il frigorifero ed il bagno. Il
ragazzo
seguii il consiglio, riemergendo dalla cucina con la sua sciarpa
stretta al collo.
***
Dylan Anderson era
sempre stato un ragazzino
tranquillo. Aveva sempre ascoltato ciò che i suoi genitori
gli
dicevano, aveva sempre mangiato tutte le verdure che gli venivano
messe nel piatto, ed andava a dormire senza fare capricci. Quando la
sua sorellina era nata, aveva cominciato a comportarsi da bambino
grande, lasciando che fosse lei a frignare perché ehi, ora
era un
fratello maggiore. Non piangeva quasi mai, nemmeno quando cadeva
dalla bicicletta sbucciandosi le piccole ginocchia. Pianse solo
quando suo fratello Blaine partì per quella scuola strana,
di cui
non ci aveva poi capito molto. Aveva nove anni, e il suo fratellone
sarebbe stato via per tanto tempo. Ora, a quattordici anni appena
compiuti, ai suoi occhi sfuggiva una singola lacrima, ogni volta che
vedeva Blaine preparare quell'enorme baule. Una volta, per gioco,
aveva provato a rannicchiarsi all'interno per vedere se ci sarebbe
entrato. Il baule lo conteneva perfettamente ma la posizione che
aveva assunto dopo qualche minuto aveva cominciato ad essere scomoda.
Per questo, aveva scartato l'idea di nascondersi li dentro per
seguire suo fratello ovunque andasse per il periodo scolastico.
Quella mattina
Dylan aveva sentito Blaine
piangere. Era passato davanti alla sua porta per andare in bagno, e
quelli che aveva sentito erano senza dubbio singhiozzi. Aveva deciso
di non entrare nella sua stanza, di lasciarlo sfogare per poi
parlarci. Non aveva fatto in tempo visto che poco dopo Blaine era
uscito dalla stanza, correndo giù dalle scale vestito di
tutto
punto, sparendo nel camino in uno sbuffo di luce verde. Solo allora
Dylan era corso nella stanza del fratello, cercando un qualsiasi
indizio per capire perché Blaine piangesse. E
trovò la lettera che
gli era arrivata quella mattina. Il foglio era macchiato, le parole
sbafate, sia dalle lacrime che dalla fretta con cui erano state
scritte. Da quel che aveva capito, suo fratello aveva un ragazzo,
Sebastian, e questo ragazzo l'aveva lasciato. Con una lettera. Una
stupida insulsa lettera. Nella mente del ragazzo per un attimo
balenò
l'idea di andare da Cooper, l'altro suo fratello, ma lasciò
subito
perdere. Avrebbe solo peggiorato la situazione. Quindi, aveva deciso
di aspettare che Blaine tornasse a casa. Tuttavia, alle otto di sera
della vigilia di natale, non era ancora tornato. Sua madre, Lucile,
camminava avanti e indietro davanti al camino, riempiendo il salone
con il rumore dei tacchi che indossava. Dylan era seduto ai piedi del
divano, poggiando il mento contro le ginocchia piegate al petto.
Entrambi aspettavano il ritorno di Blaine. Il capo famiglia Richard
Anderson intratteneva gli ospiti che erano stati invitati da loro per
festeggiare, e Cooper con lui. La piccola Aileen, l'ultimogenita, era
troppo piccola per capire la tensione di suo fratello e sua madre, e
giocava tranquilla con una delle loro cuginette.
-Sei sicuro che non
abbia detto niente prima di
uscire?- chiese Lucile, sistemandosi una ciocca di capelli sfuggita
allo chignon in cui li aveva legati. Dylan negò con la
testa,
togliendosi un pelucchio dai jeans. -Nemmeno dove andava?-
-Mamma se lo avesse
fatto te l'avrei detto.-
mormorò il ragazzo in un soffio di voce, e sua madre per un
attimo
pensò di esserselo immaginato. Lei sospirò,
continuando a
camminare. -Fra poco farai il solco a terra..- mormorò di
nuovo il
ragazzo, fissando il parquet. La donna sorrise avvicinandosi a lui,
inginocchiandosi.
-Hai ragione.-
disse, accarezzandogli i capelli
castano scuri con dolcezza. Dylan chiuse gli occhi godendosi il
contatto.
-Tornerà
vero?- chiese, prendendo un poco di
coraggio per fare quella domanda. -Non... non se n'è andato
vero?-
lo disse con voce quasi disperata, come se quella
possibilità gli
stesse inevitabilmente cadendo addosso. Sua madre lo
abbracciò
forte, facendogli posare la testa sul suo petto.
-Certo che
tornerà tesoro...- disse, cercando
di convincere anche se stessa. Accarezzò i capelli del
ragazzo,
guardando il vuoto pensando a dove potesse essere andato Blaine.
Pensieri che furono interrotti quando il telefono di casa
squillò.
***
Qualche
ora prima...
-Kurt aspetta!
Più a destra... a destra!
Aspetta lascia qua.- Finn diede una leggera spallata al fratello,
facendogli mollare la presa sulla punta dell'abete, che
rischiò di
cadere a terra. Blaine dall'altro lato dell'albero cacciò un
gemito
strozzato, ritrovandosi a reggere di punto in bianco tutto il peso di
ciò che trasportava. -Scusa amico.- mormorò il
più alto, guidando
il trasporto fino ad un angolo dell'ampio salotto, adibito
appositamente per l'albero di natale. Blaine cercò di
costruire una
frase completa, senza riuscirsi.
-Acqua?- chiese
Kurt, che subito dopo un cenno
affermativo da parte del moro corse in cucina per riempire un
bicchiere d'acqua. Nel mentre i due ragazzi con l'aiuto di Burt
avevano messo in piedi l'albero, che aspettava solo di essere
decorato. Lo Slytherin tornò con l'acqua, porgendo il
bicchiere a
Blaine, che bevve avidamente.
-Grazie...-
mormorò quest'ultimo,
restituendogli il contenitore vuoto. Kurt gli sorrise, posando
l'oggetto sul tavolo della cucina. Dopo un attimo di pausa, tutti si
movimentarono per addobbare l'albero. In poco tempo l'abete fu
ricoperto da palline colorate e ghirlande scintillanti, che
sembravano splendere di luce propria. Burt spense i lampadari,
accendendo poi le lucine decorative. L'effetto era da togliere il
fiato e tutti si ritrovarono più che soddisfatti del loro
lavoro.
Stanchi, ma soddisfatti.
-Bene, che ne dite
di una buona tazza di
zabaione?- propose Carole, nell'assenso generale. Blaine
sbadigliò,
coprendosi la bocca con la mano all'ultimo momento. Nonostante
fossero appena le due del pomeriggio era già esausto. Tutto
quel
piangere e quel trasportare abeti lo avevano distrutto. Si mise a
sedere su una delle sedie in cucina, sperando che lo zabaione lo
tirasse un po' su.
***
-Signora Anderson?
Sono Burt Hummel.- Burt si
voltò verso il divano del suo salotto, aspettando una
risposta
dall'altra parte del ricevitore. Blaine era profondamente
addormentato, abbracciato al corpo di suo figlio che si agitava
evidentemente agitato sui cuscini. Nonostante il disagio
però Blaine
aveva un viso talmente rilassato e sereno, che nessuno aveva il
coraggio di interrompere quel momento. -Sì, volevo
avvertirla che
Blaine è qui ma si è addormentato come un sasso.
Non ce la sentiamo
di svegliarlo, per lei è un problema se resta qui per la
notte?
Viviamo a Godric's Hollow, ma non si preoccupi glielo rimando tramite
metro polvere domattina. Bene, allora a domani, arrivederci.- l'uomo
attaccò il telefono, sospirando. Sua moglie lo guardava
dall'entrata
della cucina, una tazza di cioccolata calda stretta tra le mani
gelide.
-Che ha detto?-
sussurrò Kurt dal divano,
cercando di non svegliare il ragazzo abbracciato a lui.
-Che
va bene per lei se resta qui. Domattina
dopo colazione lo rimanderemo a casa.- rispose Burt, accettando la
tazza che Carole gli porgeva. Suo figlio annuì, guardando
Finn,
stramazzato sull'altro divano. Sbuffò, cercando di alzarsi.
Blaine
mugugnò, stringendo la presa attorno ai suoi fianchi. Kurt
arrossì,
provando a staccarsi il riccioluto da dosso. Con non poche
difficoltà
il ragazzo riuscì a sfuggire a quella morsa, sospirando.
Aiutato da
suo padre, portarono i due ragazzi addormentati al piano di sopra.
Finn venne scaricato di mala grazia sul suo letto, senza che questo
aprisse nemmeno un occhio. Blaine, invece, venne portato in camera di
Kurt e sistemato su una brandina. Hummel ringraziò suo padre
e sparì
in bagno per cambiarsi, vergognandosi in caso Blaine si fosse
svegliato mentre lui era n mutande intento a cambiarsi i pantaloni.
Una volta pronto per andare a dormire, circa venti minuti dopo,
tornò
in camera, spegnendo la luce. Si mise sotto la coperta pesante,
voltandosi verso la parte dove doveva trovarsi Blaine, anche se al
buio non riusciva a vederlo. Chiuse gli occhi, mettendosi a pancia
sotto ed abbracciando il cuscino. Nel dormiveglia sentì il
suo
compagno di stanza improvvisato sussurrare qualcosa, che gli parve
assomigliasse al suo nome. Diede la colpa al sonno, scuotendo piano
la testa prima di lasciarsi cadere nelle nubi del sonno.
|
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Capitolo 13 *** Chapter XIII ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 13/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave Karofsky,
Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di
proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Quest'aggiornamento è stato un
parto! Dannato sito che non andava c.c ma ora siamo qua! Allora
innanzitutto (?) GRAZIE a AcidQuinn
che mi ha betato il capitolo in dipo dieci minuti xD grazie moglie mia
<3 Che volevo dire... AH! il 29 Settembre sarò al
Romics... se vedete una Pokéball che cammina sono io xD
Salutatemi! xD Buona lettura, e fatemi sapere che ne pensate <3
PS: Le canzoni sono Mean di Taylor Swift e Go The Distance del film Hercules <3
XIII
Nick
aprì gli occhi con fatica, sbattendo un
paio di volte le palpebre prima di riconoscere l'ambiente che lo
circondava. La neve ricopriva completamente il terreno, eccetto per
la coperta dove lui era sdraiato, e dove aveva sonnecchiato per tutto
il pomeriggio. Si sfregò le mani coperte dagli spessi guanti
di lana
rossa che Jeff gli aveva regalato qualche giorno prima per Natale.
-Hai freddo?- Il
moro alzò un po' il viso,
ancora un po' disorientato. Sorrise al proprietario della voce,
negando con la testa, prima di posarla nuovamente sulle sue gambe.
-No Jeff sto bene.-
rispose, accoccolandosi sul
suo giaciglio. Jeff posò una mano sulla testa dell'altro,
coperta da
uno zuccotto anch'esso di lana. Per un momento, il biondo
pensò di
togliere quel dannato cappello e passare le dita fra quei capelli
corvini che tanto amava. Ma poi, riflettendoci bene, probabilmente a
Nick sarebbe preso un colpo per il freddo. -Jeff?- il biondo si
riscosse, sorridendo all'altro.
-Scusami, mi sono
distratto.- disse, inclinando
un po' la testa di lato. Nick ricambiò il sorriso,
mettendosi a
sedere.
-Me ne sono
accorto.- il moro si avvicinò,
mettendosi davanti a lui sulle ginocchia. Gli mise una mano sul viso,
accarezzandoglielo dolcemente. -A che pensavi?- chiese a voce bassa,
incatenando gli occhi ai suoi. Jeff scosse leggermente la testa,
appoggiando poi la guancia contro la mano dell'altro.
-Di volerti
accarezzare i capelli... ma
probabilmente se ti tolgo quel cappellino potresti morire
assiderato.- disse, ridacchiando subito dopo seguito a ruota
dall'altro. Nick gli posò entrambe le mani sulle guance,
continuando
a sorridere.
-Beh.. potresti
togliermelo e poi trovare un
modo per scaldarmi...- mormorò, avvicinando il viso a quello
del
compagni di casa. Jeff, capendo le intenzioni dell'altro, gli tolse
il cappello, lasciandolo cadere accanto a loro sulla coperta. Il
più
basso dei due ampliò il suo sorriso, baciando delicatamente
le
labbra del biondo. Il biondo gli allacciò le braccia intorno
al
busto, chiudendo gli occhi ed abbandonandosi a quel contatto. Il
bacio venne approfondito poco dopo, e Nick fece sdraiare l'altro
sulla coperta prima di sistemarsi su di lui. Continuarono con le loro
effusioni, mentre la neve cominciava a cadere pigra su di loro.
***
Blaine aveva
pensato di aver visto tante cose
strane nella sua vita. Insomma, aveva visto da vicino un unicorno,
volava su una scopa, e il suo professore di Cura delle Creature
Magiche era un mezzo gigante. Ma il ragazzo rimase sconcertato nel
vedere suo fratello minore dimenarsi come se fosse stato colpito da
un Tarantallegra. Dylan aveva le cuffie nelle orecchie e saltellava
da una parte all'altra del salotto, credendo probabilmente di essere
invisibile. Il più grande, dopo mezz'ora buona di saltelli,
aveva
definitivamente abbandonato il suo compito di pozioni sul tavolo,
cominciando a fissare suo fratello con le braccia incrociate.
Sentendosi sicuramente osservato, Dylan si voltò dalla sua
parte.
-Che
c'è?- chiese col fiatone, togliendosi le
cuffiette dalle orecchie. Blaine scosse la testa, alzandosi.
Andò in
cucina, prese un bicchiere d'acqua e glielo portò. Il
più piccolo
lo ringraziò con un sorriso, bevendo tutto il contenuto del
bicchiere in un fiato.
-Si può
sapere perché saltelli come un
grillo? Rischierai di farti male.- chiese il Gryffindor sedendosi
nuovamente al tavolo, davanti al suo tema. Il fratellino si sedette
accanto a lui, posando il lettore mp3 accanto alla sua pergamena.
-Devo allenarmi per
il Glee Club.- spiegò,
agitando le gambe. Era un movimento che faceva sempre, non riusciva a
stare fermo. -Anzi Blainers... posso chiederti un favore?- Blaine
sbatté le palpebre un paio di volte, prima di annuire.
-Posso
prendere la tua chitarra? Vorrei fare una cosa con te..- il ragazzo
annuii ancora, vedendo suo fratello sfrecciare di sopra senza
aspettare una sua risposta vera e propria. Scese qualche minuto dopo,
la sua chitarra fra le mani. Si mise di nuovo a sedere, sistemando lo
strumento sulla gambe destra. -Scusa se stono ma... non mi sono
preparato molto ma... volevo cantare questa canzone con te..- Dylan
cominciò a suonare, storpiando un po' le note all'inizio,
riprendendosi però dopo un po'. Cominciò a
cantare e Blaine sgranò
gli occhi. Forse suo fratello lo capiva meglio di ciò che
pensasse.
D: You
with your words like knives
and swords
and the weapons
that you
use against me
You have
knocked me off my feet again
Got me
feelin' like a nothing
You with
your voice like nails on a
chalkboard
Callin' me
out when I'm wounded
You
pickin' on the weaker man
Dylan lo
guardò con un piccolo sorriso e lui
ricambiò, iniziando a cantare insieme a lui, cercando di
sfogarsi.
B: You can
take me down with just one single
blow
But you
don't know what you don't know
I:Someday
I'll be livin' in a big old city
and all
you're ever gonna be is mean
Someday
I'll be big enough so you can't hit
me
and all
you're ever gonna be is mean
Why you
gotta be so mean?
D:
And i can see you years from now in a bar
I: Talkin' over a
football game
D: With that same big
loud opinion
I: But nobody's listening
D: Washed
up and ranting about the same old
bitter things
B: Drunk
and grumblin' all about how i can't
sing
But all you are is mean
D: All you
are is mean
And a liar
and
pathetic
and alone
in life
and mean
I:
But someday I'll be livin' in a big old city
and all
you're ever gonna be is mean
Yeah, yeah
D: Someday I'll be living
in a big old city
B: Why you
gotta be so mean?
D: And all
you're every gonna be is mean
I: Why you
gotta be so mean?
Dylan mise da parte
la chitarra, abbassando lo
sguardo in imbarazzo. Blaine si alzò dalla sedia,
avvicinandosi al
fratello ed avvolgendolo stretto nelle sue braccia. Il più
piccolo
ricambiò, accarezzando la sua schiena.
-Grazie Dy...-
mormorò il Gryffindor,
appoggiando la fronte sulla sua spalla.
-Non c'è
di che.- rispose l'altro,
staccandosi. -Infondo, mi sono anche esercitato per le Provinciali di
quest'anno.- Blaine lo guardò sconcertato.
-Provinciali?-
chiese, sedendosi di nuovo.
Dylan annuii, alzandosi. Si avvicinò al tavolino basso posto
davanti
al divano, prendendo il giornale consegnato quella mattina. Lo
aprì,
mostrando a suo fratello la locandina della competizione di canto
coreografato. Il più grande la osservò
attentamente, leggendola più
volte. Poi prese il foglio, strappandolo grossolanamente per
dividerlo dalle altre pagine del quotidiano.
***
-Provinciali?- Kurt
si fermò al centro della
cucina, una scatola di musli stretta nella mano libera. La
posò sul
tavolo della cucina, schiaffeggiando una mano di Finn quando questo
provò a prenderla. Il ragazzo si accarezzò la
parte offesa con un
gemito strozzato, fulminando il fratellastro con gli occhi.
-Sì
provinciali. A quanto pare tutti i Glee
Club della Scozia e dell'Inghilterra gareggiano per lo stesso titolo
nazionale. Prima bisogna gareggiare con tutti i gruppi delle contee
dell'Highland, il vincitore gareggia poi con i vincitori delle altre
contee. Chi vince gareggia con i vincitori delle altre regioni. Poi,
i primi tre finalisti gareggiano contro i primi tre del concorso
inglese, e la squadra vincitrice ha il titolo nazionale. A grandi
linee funziona così.- gli spiegò
Blaine attaccando quasi una
parola all'altra. Il castano aggrottò le sopracciglia,
sedendosi
davanti alla sua tazza di latte, schiaffeggiando nuovamente la mano
tesa di Finn verso i suoi amati cereali. Se ne versò una
generosa
quantità, prima di rispondere.
-Sei sicuro che noi
possiamo gareggiare? Va
bene che la magia ormai è conosciuta nel mondo babbano, ma
potrebbero accusarci di barare usando i nostri poteri.-
-Ho
controllato anche questo. Il regolamento
ha una clausola per Hogwarts, e le altre scuole di magia. Possiamo
gareggiare, ma non dobbiamo usare bacchette, incantesimi non verbali
o Legimanzia.- Kurt mugugnò una risposta,
masticando il suo
boccone di cereali. -Eh?-il ragazzo ingoio,
pulendosi la bocca
con il tovagliolo.
-Scusa. Dicevo, hai
programmato tutto, domani
ricomincia scuola e potresti proporlo a Schwester.-
-Già.
Dici che è una buona idea? Insomma, abbiamo lavorato tanto,
secondo
me siamo in grado...-
-Anche secondo me
lo siamo. Ora sarà una
guerra decidere chi canterà durante le gare.- Blaine rise
dall'altro
lato del telefono. Kurt rimase ad ascoltarlo, non potendo fare a meno
di pensare a quanto bella fosse la sua risata anche attraverso il
telefono, senza porre attenzione a Finn che riuscì a
rubargli una
manciata di cereali prima di scappare circospetto in camera sua.
***
-Regolamento del
concorso di canto
coreografato, primo girone provinciale...- lesse il professore di
Trasfigurazione, sedendosi sulla cattedra. -E' arrivato questa
mattina in via ufficiale. E con questo è arrivato anche il
programma
provvisorio e le date.- aggiunse, prendendo altri due fogli stampati.
Alcuni ragazzi guardarono quei fogli inclinando le teste confusi.
Probabilmente non avevano mai visto un foglio stampato in vita loro,
abituati da sempre alla spessa pergamena. -Noi siamo la scuola di
Inverness, le altre due che si sono iscritte sono la Wick High di
Caithness, e la Nairn Academy di Nairn. E quest'ultima è
stata
scelta per ospitare la competizione. Noi siamo i secondi in ordine di
esibizione.- lesse il professore, lasciando i fogli accanto a lui.
-Come sapete abbiamo delle restrizioni, ovvero nessun tipo di magia.
Ma credo che siamo comunque in grado di dare il nostro meglio.
Blaine, so che hai qualcosa da dire.- il ragazzo annuì,
alzandosi
dal suo posto accanto a Nick per raggiungere il centro della stanza.
Jeff ne approfittò, occupando il posto del Gryffindor,
prendendo la
mano del suo vicino nella sua cercando di non farsi notare. Blaine
gli sorrise, schiarendosi la voce.
-Il consiglio ci
impedisce di usare la magia,
ma pensandoci bene, anche i babbani la usano, se sanno come fare.- i
ragazzi davanti a lui lo guardarono confusi, tranne Kurt, Tina, Jeff,
Sam e Quinn che sorrisero insieme.
-Credo di aver
capito che intendi...- mormorò
quest'ultima annuendo fra sé e sé.
-Vuoi spiegarlo
anche a noi Hobbit?- chiese
Santana, accavallando le lunghe gambe. Blaine sospirò,
cercando di
controllarsi dal risponderle male.
-Voi, da bambini,
ascoltavate queste...- disse,
prendendo il libro che Kurt, in accordo con lui, gli porgeva.
Mostrò
ai suoi compagni una copia immacolata de “Le Fiabe di Beda il
Bardo”. Lo sfogliò distrattamente, prima di
porgerlo a Schuester.
-Nel mondo babbano, nel mentre, noi guardavamo queste.-
continuò,
prendendo dalle mani di Kurt tre scatole di plastica, evidentemente
consumate dall'uso. -Queste sono video cassette. Si mettono in un
apparecchio chiamato videoregistratore, che attaccato ad un
televisore, riproduce le immagini registrate.- spiegò,
mostrando
agli altri la copertina de “Il Re Leone”,
“La Sirenetta” e
“Hercules”. Gli altri lo guardarono confusi e
incuriositi allo
stesso tempo. -In questi tre film i personaggi cantano delle
canzoni. Ovunque nel mondo se viene detto “Disney”
tutti sanno di
quello che si parla. Per questo, proporrei di arrangiare alcune di
queste canzoni e proporle al concorso.- disse, voltandosi verso il
professore che lo guardava un po' scettico. -E per convincervi... ne
ho preparata una per voi.- Blaine si avvicinò al pianoforte
presente
nella stanza, sedendosi davanti alla tastiera. Prese fiato, prima di
iniziare a suonare.
I have often dreamed
Of a far-off place
Where a hero's welcome
Will be waiting for me
Where the crowds will cheer
When they see my face
And a voice keeps saying
This is where I'm meant to be
I'll be there someday
I can go the distance
I will find my way
If I can be strong
I know ev'ry mile
Will be worth my while
When I go the distance
I'll be right where I belong
And I won't look back
I can go the distance
And I'll stay on track
No, I won't accept defeat
It's an uphill slope
But I won't lose hope
Till I go the distance
And my journey is complete
But to look beyond the glory is the hardest part
For a hero's strength is measured by his heart
Ohh
Like a shooting star
I will go the distance
I will search the world
I will face its heart
I dont care how far
I can go the distance
Till I find my heros welcome
Waiting In your arms
I will search the world
I will face its harms
Till I find mt hero's welcome
Waiting in your arms
Blaine
suonò le ultime note timidamente,
guardando poi i suoi compagni. Quelli cominciarono ad applaudire,
soddisfatti della sua scelta. Schuester annuii, applaudendo a sua
volta.
-Credo che abbiamo
le basi per le nostre
esibizioni- il moro si alzò gongolante dal piano, tornando
al suo
posto, liberato da Jeff. Kurt si voltò a guardarlo con un
grande
sorriso. Blaine arrossì, ricambiando il sorriso e Nick gli
diede una
gomitata scherzosa ad un fianco. All'altro lato dell'aula, Sebastian
sospirò a bassa voce, incrociando le braccia al petto. Da
quando
erano tornati a scuola, Blaine non gli aveva mai rivolto la parola. E
non gli dava torto, si era lasciato abbindolare e aveva combinato un
disastro. Quando vide il viso di Santana, seduta dietro di lui,
vicino al suo sobbalzò sorpreso. La ragazza gli porse un
foglio di
pergamena ripiegato. Lo prese, srotolandolo subito dopo. Il foglio
era macchiato qua e la, e alcune lettere erano sbafate. Probabilmente
glielo aveva dato poco prima di averlo scritto.
Sai
di aver fatto bene. E se non vuoi vederlo ridotto in pezzi
più del
necessario, farai meglio a startene buono al tuo posto.
Sebastian
respirò forte dal naso, strappando
la pergamena come se niente fosse. Ma gli occhi dell'ispanica puntati
sulla sua nuca erano davvero difficili da ignorare.
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Capitolo 14 *** Chapter XIV ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli:
14/25 (possibili modifiche)
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un
Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico.
Raiting:
Arancione
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2804
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali: I
CrissColfer si fanno delle foto e io pubblico il nuovo capitolo! Tutto
collegato u.u xD Grazie mille a AcidQuinn
che mi ha betato il capitolo, grazie moglie <3
Link Alle Canzoni
direttamente nel testo!
XIV
Quinn si
sistemò il fermaglio fra i capelli
davanti allo specchio, sbattendo piano le palpebre. Osservò
il
trucco leggero che le era stato fatto, in modo da far risaltare i
suoi occhi chiari. Sospirò, voltandosi verso i suoi
compagni. Sam
sedeva accanto a lei sorridendole, cercando sicuramente di
rassicurarla. La ragazza ricambiò il sorriso, avvicinandosi
a lui,
mentre poco lontano Kurt stava avendo una vera e propria crisi di
nervi.
-E se
mi dimentico le parole? E se non faccio
in tempo a cambiarmi e arrivo sul palco in mutande? Potrei usare la
magia per cambiare il colore del costume, non se ne
accorgerà
nessuno...- diceva da ormai una mezz'ora, da quando la competizione
era iniziata e loro avevano occupato il camerino. Dave, al suo
fianco, annuiva alle sue parole, rassicurandolo dicendo che no, non
si sarebbe dimenticato le parole, e si, avrebbe fatto in tempo a
cambiarsi d'abito. La magia era abolita, tanto che la professoressa
Holiday aveva requisito le loro bacchette prima di partire.
-Kurt
sta tranquillo. Tu e Quinn andrete alla
grande.- disse Blaine mentre passava in mezzo a loro con un sorriso,
portando la giacca fra le braccia incrociate. Kurt arrossì,
annuendo
alle sue parole. Quinn sorrise, stringendo il bordo della sedia a cui
era appoggiata. Era la prima volta che cantava davanti a un pubblico.
Che cantava e ballava davanti a un pubblico. Era anche la prima volta
che ballava da quando aveva scoperto di essere incinta. Spero con
tutta se stessa di non vomitare sul palco, specialmente addosso a
Rachel Berry che faceva la parte della Sirenetta muta. La Rachel
Berry che eseguiva gli stessi vocalizzi da mezz'ora. Sebastian,
sfortunatamente seduto accanto a lei, si teneva disperato la testa
fra le mani. Dopo l'ennesimo “La” strillato nel suo
orecchio, il
ragazzo sbottò.
-Nana,
per favore, tappati quella fogna che ti
ritrovi per bocca!- esclamò, alzandosi in piedi. La ragazza
lo
guardò a bocca aperta, indispettita.
-Devo
esercitare le mie corde vocali se voglio
eseguire al meglio il mio assolo!-
-Puoi
esercitarle fuori da qui? I miei neuroni
stanno girando in tondo urlando disperati.- Rachel si alzò
in piedi,
puntando il dito contro il ragazzo. Si trattenne dal dirgli qualcosa,
si vedeva, e abbassò la mano, allontanandosi.
-Ragazzi,
calmiamoci. Siamo tutti un po'
stressati.- disse Schuester, sospirando. In quel momento, le luci del
camerino lampeggiarono, segno che a breve sarebbe stato il loro turno.
-Bene ragazzi... diamo del nostro meglio. Possiamo farcela.- i
ragazzi annuirono, alcuni nervosi, alcuni con il sorriso sulle
labbra. Uscirono ordinatamente dalla stanza, raggruppandosi dietro le
quinte. Il glee club della scuola ospitante terminò la sua
esibizione, accettando gli applausi che seguirono. Rachel si fece
strada fra i suoi compagni, sospirando nervosa. Avrebbe aperto lei
l'esibizione del loro gruppo.
-Ed
ora dalla Scuola di magia e Stregoneria di
Hogwarts, le New Directions!- annunciò la voce del
presentatore al
buio dell'auditorium. Rachel si fece strada sul palco, i tacchi che
cozzavano rumorosamente sul parquet. La band iniziò a
suonare e le
luci si accesero all'istante, illuminando la ragazza. Lei sorrise,
avvicinandosi al bordo del palcoscenico, mentre Quinn, Tina e
Brittany entravano a loro volta in scena.
(Can You
Feel The Love Tonight)
R:
There's a calm surrender
To
the rush of day
When
the heat of the rolling world
Can
be turned away
An
enchanted moment
And
it sees me through
It's
enough for this restless warrior
Just
to be with you
La ragazza punto il
dito verso il pubblico,
distogliendo per un attimo l'attenzione dai suoi compagni che
salivano sul palco. Crearono tutti delle coppie, e Jesse si
avvicinò
a lei, porgendole la mano. Lei la prese, cominciando ad eseguire la
coreografia ideata da Miss Holiday, continuando a cantare.
R:And
can you feel the love tonight?
How
it's laid to rest?
It's
enough to make kings and vagabonds
Believe
the very best.
There's
a time for ev'ryone
If
they only learn
That
the twisting kaleidoscope
Moves
us all in turn
There's
a rhyme and reason
Q:
There's a rhyme and reason
R:
To the wild outdoors
Q:
To the wild outdoors
R:
When the heart of this star-crossed voyager
Beats
in time with yours
And
can you feel the love tonight?
How
it's laid to rest?
It's
enough to make kings and vagabonds
Believe
the very best.
Rachel
cantò l'ultimo ritornello da sola
davanti al pubblico, poi la luce si spense di nuovo. Tutti i ragazzi
e Quinn scesero velocemente dal palco, e la mora si fece indietro
raggiungendo le sue compagne, mentre il pubblico applaudiva. Quando
ci fu nuovamente silenzio, la nuova musica iniziò, e le
ragazze si
fecero avanti, facendo ondeggiare gli abiti azzurri che indossavano.
(Ever Ever
After)
R:
Ever ever after
Storybook
endings, fairy tales coming true
S:
Deep down inside we want to believe they still do
T:
And a secret is taught, it's our favorite part of the story
M:
Let's just admit we all want to make it too
I:
Ever ever after
If
we just don't get it our own way
Ever
ever after
It
may only be a wish away
I:
Ever ever after
R:
Though the world will tell you it's not smart
I:
Ever ever after
R:
The world can be yours if you let your heart
I:
Believe in ever after
S:
No wonder your heart feels it's flying
Your
head feels it's spinning
Each
happy ending's a brand new beginning
Let
yourself be enchanted, you just might break through
I:
To ever ever after
Forever
could even start today
Ever
ever after
Maybe
it's just one wish away
Your
ever ever after
Ever,
ever, ever after
I've
been dreaming of a true love's kiss
Oh,
for ever ever after
Le ragazze finirono
di cantare ed ebbero un po'
di tempo per godere dei loro applausi meritati. Nel mentre, dietro le
quinte, Quinn e Kurt si erano cambiati. Kurt aveva sostituito la
cravatta azzurra con una rossa, in tono con il vestito di Quinn.
Blaine li affiancò, sistemandosi la camicia, schiacciata
dalla
giacca che aveva portato fino a poco prima. Jeff e Finn, accanto a
lui, lo aiutarono a portare una struttura in scena, quando le luci si
spensero. Era una specie di barca, anzi, era una barca. Una barca a
remi, senza fondo e con delle ruote alla base per poterla muovere.
Blaine ci saltò dentro, sedendosi su una delle panche usate
come
sedili. Rachel lo raggiunse, salendo anche lei con l'aiuto di Finn,
che le sorrise. Prese un fermaglio, appuntato dall'inizio al corpetto
del vestito, tirando indietro alcune ciocche di capelli corvini.
Mentre i due si preparavano, e Blaine afferrava i remi, Quinn e Kurt
si posizionarono davanti a quella specie di canoa. Il resto del
gruppo si mise in posizione a sua volta, intorno alla barca a gambe
incrociate o sui gradini. Le luci si accesero, mentre una macchina
apposita generava un po di fumo e la bando cominciava a suonare di
nuovo. Kurt alzò la testa con un sorriso, avvicinandosi alla
canoa e
al lato dove stava Blaine, seguito da Quinn.
(Kiss The
Girl)
K:
There you see her
Sitting
there across the way
She
don't got a lot to say
But
there's something about her
Q:
And you don't know why
But
you're dying to try
You
wanna kiss the girl.
Yes,
you want her
Look
at her, you know you do
It's
possible she wants you too
There's
one way to ask her
K:
It don't take a word, not a single word
Go
on and kiss the girl (kiss the girl)
I:
Shalalalala
My
oh my
Looks
like the boy's too shy
Ain't
gonna kiss the girl
Shalalalala
Ain't
that sad
it's
such a shame
Too
bad,
K:
you're gonna miss the girl
go
on and kiss the girl (kiss the girl)
Cantò
Kurt, dando una leggera spinta a Blaine
che si sporse in avanti, guardandosi poi alle spalle. Come nel film
che avevano visto per prendere spunto, Blaine si ritrasse, guardando
Rachel imbarazzato. La mora sospirò, guardando l'altro
ragazzo e la
bionda, che scosse la testa.
Q:
Nows your moment
Floating
in a blue lagoon
Boy,
you better do it soon
No
time will be better
K:
She don't say a word
And
she wont say a word
Until
you kiss the girl (kiss the girl)
I:
Shalalalala
My
oh my
Looks
like the boy's too shy
Ain't
gonna kiss the girl
Shalalalala
Ain't
that sad
it's
such a shame
Too
bad, you're gonna miss the girl
Shalalalala
Don't
be scared
You
better be prepared
Go
on and kiss the girl
Shalalalala
Don't
stop now
Don't
try to hide it how
You
wanna kiss the girl
Go
on and kiss the girl
I ragazzi
raggiunsero il centro della scena,
rimanendo sulle ginocchia, fecero girare la barca un paio di volte,
facendola fermare in modo che la ragazza desse le spalle al pubblico.
Lalalala,
Lalalala
Go
on and kiss the girl
Lalalala,
Lalalala
K&Q:
Go on and kiss the girl
I due si erano
accostati al Gryffindor, e
sussurrarono praticamente l'ultimo verso nelle sue orecchie, baciando
poi ognuno una guancia del ragazzo
Shalalalala
My
oh myyyyy
Looks
like the boy's too shy
Ain't
gonna kiss the girl
Shalalalala
Ain't
that sad
it's
such a shame
Too
bad, you're gonna miss the girl
La barca
girò ancora, tornando alla posizione
iniziale. Quinn e Kurt si presero per mano ed entrarono nella canoa,
sedendosi blandamente sul bordo, mentre Blaine e Rachel si
avvicinavano piano uno all'altra.
Lalalala,
Lalalala
Go
on and kiss that girl!
Lalalala,
Lalalala
Go
on and kiss the girl
Kiss
the girl
Go
on and kiss the girl
Le luci si spensero
all'improvviso, i visi di
Blaine e Rachel erano vicinissimi. Ma era così che avevano
programmato, la canzone doveva finire prima che le loro labbra si
toccassero. Nell'originale avrebbero dovuto cadere giù dalla
barca,
ma su un palco sarebbe stato complicato. Mentre Kurt e Quinn si
cambiavano più velocemente possibile, il palco venne
sgomberato, e
una volta pronti, i ragazzi si misero in posizione sulla scalinata
per l'ultimo brano. Non era prevista coreografia, solo qualche passo
per far andare avanti i solisti di turno.
(A Dream
Is A Wish Your Heart Makes)
R:
A dream is a wish your heart makes,
when
your fast asleep,
In
Dreams you will loose your heartaches,
Whatever
you wish for you keep..
Q:
Have Faith in your dreams and someday,
Your
Rainbow will come smiling through..
S:
No matter how your heart is grievin,
If
you keep on believin..
T:
The dream that you wish will come true.
I:
Hey Yea Yea
R:
Yea Yea!
I:
Hey Yea Yea Yea
R:
Yea!
I:
Hey Yea Yea Yea! Hey Yeah!
K:
A dream is a wish your heart makes..
Q:
When your feeling small....
T:
Alone in the night you whisper..
Q:
Thinking no one can here you at all
B:
Here you at all..
R:
You wake..
T:With
the morning sunlight..
To
find fortune that is smiling on you..
I:
Smiling on you
R&B:
Don't let your heart be filled with sorrow for all you know tomorrow
R:
The dream that you wish will come true..
K:
When you can dream then you can start
R:
Then you can start
K:
A dream is a wish you make with your heart
R:
Make with your heart
K:
When you can dream then you can start
A
dream is a wish you make with your heart
B:
A dream is a wish your heart makes
Q:
When you fast asleep
B:
Fast asleep
T:
In dreams you will loose your heartaches
Brenda
Song & Ricky Olmen:
Whatever
you wish for you keep
R:You
wake with the morning sunlight
K&B:
To find fortune that is smiling on you
Q&S:
fortune that is smiling on you
S&B:
Don't let you heart be filled with sorrow
R&B:
Because for all you know tomorrow
R:The
dream that you wish will come true..
K:
No matter how your heart is grievin
Q
:If you keep on believin
R:The
dream that you wish will come true
I:
A dream is a wish that you can start a dream is a wish you make with
your heart
When
you can dream then you can start a dream is a wish you make with you
heart..
I ragazzi
terminarono sorridenti, ricevendo i
meritati applausi. Lasciarono il palco agli ultimi concorrenti,
correndo entusiasti nel camerino. Nick strinse forte la mano di Jeff,
saltellando quasi come se fosse stato punto da un ragno salterino.
Rachel abbracciò Jesse contenta, e lo stesso fece Quinn con
Sam,
posando la testa sul petto del ragazzo biondo. Kurt
abbracciò Dave,
accettando il bacio che l'altro gli posò sulle labbra.
Blaine li
guardò sconfortato, appoggiandosi al muro accanto a Finn,
che aveva
lo stesso sguardo sconsolato. Sebastian guardava Blaine da lontano,
seduto su una sedia, con le braccia incrociate. Santana si
avvicinò
a lui con un sorrisino, sedendosi sulle sue gambe.
-Vattene.-
le intimò lui fulminandola con lo
sguardo. Lei invece di essere intimidita, sorrise ancora, posando una
mano sulla sua spalla.
-Sai
una cosa... mi piace quando la gente mi
acclama. Oggi, lei.- indicò Rachel da lontano, che in quel
momento
stava abbracciando Blaine. -Mi ha rubato la scena. E, a quanto ne so,
anche tu hai un motivo per non sopportarla.- continuò e
Sebastian
vide la Gryffindor posare un bacio sulla guancia del suo ex ragazzo.
Strinse i denti, abbassando gli occhi. Santana si avvicinò
al suo
orecchio, sussurrandoci dentro. -Pensaci... toglierla di mezzo
sarebbe un bene per tutti.- detto questo si alzò,
avvicinandosi ad
una bionda che Sebastian non credeva di aver mai visto, se non alle
lezioni del Glee Club. Brittany, gli pareva fosse il suo nome.
Sebastian scosse la testa, non era il momento di pensare a ricordare
i nomi della gente. Per colpa di quell'arpia mora aveva perso l'unica
persona che avesse mai amato, e di certo togliere di mezzo la Berry
non lo avrebbe aiutato a riconquistarlo. Ma Sebastian non la
sopportava. Non sopportava quel suo fare da prima donna. Quei suoi
gridolini quando non si faceva quello che voleva. Non sopportava il
rapporto che aveva con Blaine. La confidenza, i baci sulle guance e i
tocchi sulle spalle. Non li sopportava.
***
-Sei stato
fantastico, scommetto che vinceremo
solo grazie a te.- Kurt ridacchiò, seduto sulle gambe di
Dave, che
lo teneva stretto a se con un braccio.
-Mi
costa dirlo, ma anche Rachel è stata
brava... e anche tu. Ti guardavo sai?- il castano posò la
testa
sulla spalla dell'altro, che gli sorrise.
-Ma se
non ho praticamente cantato...-
-Beh,
non hai stonato. Scommetto che la
prossima volta avrai una parte migliore.- disse Kurt, posando un
bacio sulla guancia sbarbata di Dave. Poco lontano Blaine sedeva
insieme a Nick, Jeff Rachel e Finn, guardando quel siparietto. Si
sistemò sulla sedia incrociando le braccia al petto ampio,
mordicchiandosi l'interno della guancia. Le luci lampeggiarono per
qualche secondo, segno che il momento delle premiazioni era arrivato.
Il moro si alzò insieme ai suoi compagni, preoccupato quanto
loro.
Uscirono dai camerini e si trovarono dietro le quinte. Da li
avrebbero raggiunto il palco e si sarebbero sistemati ordinatamente
al loro posto. Blaine si appoggiò ad una delle travi del
palco,
cercando di sbirciare fuori, quando qualcuno gli si
avvicinò. Si
voltò spaventando, riconoscendo suo fratello Dylan che gli
sorrideva. Si voltò per abbracciarlo, felice di vederlo.
-Che
ci fai qui?- gli chiese, staccandosi. Il
ragazzino scrollò le spalle, infilandosi le mani nelle
tasche.
-Sono
venuto a controllare la concorrenza.
Siete stati molto bravi, mi è piaciuta la vostra
esibizione.- Dylan
sorrise, notando un paio di sguardi su di lui. -Un paio di persone
credo vogliano uccidermi con lo sguardo...- in effetti, Kurt lo stava
guardando con gli occhi ridotti a fessure. Chi diavolo era quel tipo
che parlava con Blaine? L'altro sguardo era di Sebastian,
più
curioso per il nuovo arrivato che intimidatorio. Quel ragazzino
assomigliava moltissimo a Blaine. Avevano lo stesso taglio del viso e
colore di capelli. Anche gli occhi erano presso che gli stessi.
Entrambi gli Slytherin distolsero lo sguardo prima che il Gryffindor
si voltasse dalla loro parte. Dylan dovette allontanarsi poco dopo
dando un bacio sulla guancia a suo fratello, per tornare sugli
spalti, insieme ai suoi compagni di glee club. Avevano deciso di
controllare ogni possibile concorrenza per le nazionali, già
sicuri
che sarebbe stato facile arrivarci. Tuttavia l'esibizione delle New
Directions li aveva impensieriti. Benché non potessero usare
la
magia avevano incantato il pubblico con le loro esibizioni. Infatti
quando i giudici li decretarono vincitori nessuno di loro
sembrò
stupito. Dylan sorrise guardando suo fratello, stretto nell'abbraccio
del ragazzo che poco prima aveva attentato alla sua vita con quei
profondi occhi azzurri. Si alzò in piedi per applaudire,
fino a
farsi diventare le mani rosse. Per poter vincere contro suo fratello
quella volta si sarebbe dovuto impegnare più del solito.
|
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Capitolo 15 *** Chapter XV ***
Titolo: Gryffindor Heart,
Slytherin Tongue.
Capitoli:
15/25 (possibili modifiche)
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un
Pò Tutti.
Genere:
Generale, Romantico
Raiting:
Arancione
Avvertimenti:
OOC, Slash, Crossover.
Parole:
2769
Disclaimer:
I personaggi non sono miei, ma di proprietà di
R.Murphy e della FOX.
Note
Iniziali: Eccomi qua dopo secoli con il capitolo nuovo :')
lo so ci metto tanto ma spero che voi non perdiate l'interesse! Grazie
davvero allìefficentissima AcidQuinn che
mi ha betato il capitolo <3
Link
Alle Canzoni direttamente nel testo!
XV
-Professor Schuester!- Rachel camminava
furiosamente verso il suo professore, percorrendo scalza il pavimento
freddo del camerino in cui le New Directions erano state collocate.
L'uomo la guardò confuso, guardando i suoi piedi nudi, e le
scarpe
che portava in mano. Dietro di lei, Santana si stava avvicinando con
un piccolo sorriso mal mascherato sulle labbra truccate di rosso.
-Che succede Rachel?-
chiese esasperato il
professore, abbandonando su un tavolo il programma della serata. La
ragazza gli mise sotto il naso un paio di scarpe.
-Qualcuno mi ha allargato
le scarpe e ora non
ho la bacchetta per rimpicciolirle, quindi non posso andare in scena.
Non posso non salire sul palco, devo cantare l'assolo e poi la parte
nella canzone di gruppo, professore questo è un disastro!-
disse lei
senza riprendere quasi fiato, guardando il professore. -Lei deve
rimpicciolirle!- continuò isterica, battendo le piante dei
piedi a
terra.
-Rachel sta calma!
Purtroppo non posso
aiutarti, anche io ho dovuto lasciare la bacchetta a scuola. Mentre
cerchiamo una soluzione, risolviamo l'esibizione. Quinn...- la
ragazza si voltò, il pancione ormai bello evidente in tutti
i suoi
otto mesi e mezzo. -Dovrai fare tu l'assolo principale. Lo so che
è
difficile, ma sei l'unica che può farlo.- lei annuii mentre
Sam, suo
ragazzo ufficiale da tre mesi, le stringeva forte la mano come
incoraggiamento. Rachel provò a protestare, ma Schuester la
zittì
con un gesto. -Santana, in caso non riuscissimo a risolvere entro la
fine dell'esibizione, sostituirai Rachel nel numero di gru...-
-Ma questo non è
giusto!- urlò la Gryffindor
indignata, posandosi una mano sul petto. -Perché non posso
cantare
con un microfono da dietro le quinte?-
-Potrebbero accusarci di
cantare in playback e
venire squalificati.- si intromise Sebastian, mentre si osservava le
unghie con evidente interesse.
-Esatto.- annuii il
professore, prendendo le
scarpe della sua alunna. -Ora cerco una soluzione a queste, voialtri
preparatevi.- il professore uscì dal camerino alla ricerca
di
qualcuno che potesse aiutarlo. Rachel corse fra le braccia di Jesse
in lacrime, più di amarezza e frustrazione che altro.
Santana
sorrise sotto i baffi, andando a sedersi accanto a Sebastian.
-Carino il trucchetto delle
scarpe.- gli disse,
incrociando le gambe. -Quando hai avuto il tempo di farlo?-
-Ieri sera, ero io di turno
a mettere in ordine
i costumi.- disse lo Slytherin annoiato, strofinandosi le mani. Si
sentiva in colpa, nonostante non sopportasse quella nana canterina.
Odiava ammetterlo, ma aveva una voce unica, e avevano vinto la scorsa
competizione anche grazie a lei.
-Sta tranquillo.- Santana
interruppe i suoi
pensieri. -Vinceremo comunque.- disse, prima di alzarsi e
allontanarsi da lui.
***
-Mi sento male...- sussurrò Quinn,
stritolando
la mano del suo ragazzo. Sam le sorrise, incurante del dolore,
posando una mano sulla guancia della bionda.
-Sta tranquilla, andrai
benissimo. Come sei
andata bene la scorsa volta.- disse lui, accarezzando piano la gota
colorata dal trucco della giovane. -Non farti prendere dal panico.-
-L'altra volta non ero una
mongolfiera con
tanto di cestino.- disse lei, portandosi la mano libera sul ventre
gonfio. Accarezzò la stoffa del vestito, sentendo un piccolo
movimento sotto lo strato di stoffa e pelle.
-Non sei una
mongolfiera, Li dentro c'è la tua bambina. E se ti agiti,
deciderà
di farci visita prima.- il ragazzo si sporse, baciando delicatamente
le labbra della bionda, pulendole poi una sbavatura di rossetto
rosso. -Sta tranquilla, va bene?- lei annuii, facendogli un piccolo
sorriso mentre lo guardava arrossendo leggermente. -Vado a prenderti
un po' d'acqua.- lasciò la sua mano, prendendole una piccola
bottiglia d'acqua. Quinn la prese, dando due grandi sorsate.
Rilassò
le spalle, sentendo il liquido fresco scivolarle giù per la
gola.
-Grazie...-
mormorò, proprio quando le luci
del camerino cominciarono a lampeggiare. Sam la aiutò ad
alzarsi,
stringendola a sé mentre si avviavano dietro le quinte.
Mentre
passavano, Quinn notò Rachel ancora in lacrime mentre
cercava di
asciugarsi le guance arrossate. La bionda si staccò
leggermente dal
corpo dell'Hufflepuff, avvicinandosi all'altra ragazza prima di
stringerla in un abbraccio, per quanto la sua pancia le permetteva.
Non disse niente, la strinse e basta. Si staccò solo quando
le luci
lampeggiarono una seconda volta. Sorrise alla mora, affrettandosi poi
verso il palco. Si mise al centro, le ragazze sistemate intorno a lei
in posizione.
-Dalla Scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts, le
New Directions!- annunciò uno dei giudici, scatenando gli
applausi
del pubblico. Quinn prese un grande respiro, cominciando la sua parte
mentre era ancora avvolta nel buio.
-Once upon a time there was a
princess. She got cast under a magical spell...- mormorò,
udibile
tuttavia da tutto il pubblico. (Once Upon
(Another) Dream)
Q: I know you
I
danced with you once upon a dream
I
know you
I
danced with you once upon a dream
Cantò, prima che
le altre ragazze si unissero
a lei nel coro.
I:
I know you
I
danced with you once upon a dream (come on and dance)
I
know you
The
gleam in your eyes is so familiar of me
Q:
Once upon a dream in a magical kingdom
A beautiful
princess fell into a long deep sleep
(I've been
dreaming about you)
Only
kiss from a handsome prince could awake her
So he could tell
her how lovely she is
S:
Wake me up
I:
I know you
I danced with you
once upon a dream (come on and dance)
I know you
The gleam in your
eyes is so familiar of me
Yet I know it's
true
That visions are
seldom what they seem (come on and dance)
I know you
I know what you'll
do
You'll love me at
once
The way you did
once upon a dream
I
know you
I danced with you
once upon a dream (come on and dance)
I know you
The gleam in your
eyes seems so familiar of me
Q: Yet I know it's true...
Finì la bionda, un occhio di bue fisso
su di
lei, che scemò pian piano man mano che gli applausi
riempivano
l'aria ora silenziosa. Quinn sorrise, scendendo di corsa dal palco
mentre Blaine e Tina prendevano il suo posto. La musica riempii di
nuovo l'aria, mentre la bionda andava ad abbracciare il suo ragazzo.
(Colors
Of The Wind)
T:
You think I'm an ignorant savage
And you've been so
many places
I guess it must be
so
But still I cannot
see
If the savage one
is me
How can there be
so much that you don't know?
You don't know ...
Sam la strinse forte a se, facendole anche fare
una giravolta in aria. Quinn rise, stringendo forte le braccia
intorno al collo del suo ragazzo.
-Si stata fantastica...- le
sussurrò lui in un
orecchio, facendola tornare con i piedi a terra. Lei sorrise ancora,
posando le labbra su quelle dell'altro in un bacio delicato.
B:
You think you own whatever land you land on
The Earth is just
a dead thing you can claim
But I know every
rock and tree and creature
Has a life, has a
spirit, has a name
-Finitela di sbaciucchiarvi fra poco tocca
a noi!- li rimbeccò scherzosamente Jeff, stringendo la mano
del suo
ragazzo nella sua mentre si avvicinavano al palco, aspettando il
momento di entrare in scena.
T:
You think the only people who are people
Are the people who
look and think like you
But if you walk
the footsteps of a stranger
You'll learn
things you never knew you never knew
Il gruppo entrò in scena e la luce sul
palco
cambiò, diventando azzurra. Si mossero precisi, seguendo la
coreografia mentre cantavano il ritornello.
I:
Have you ever heard the wolf cry to the blue corn moon
Or asked the
grinning bobcat why he grinned?
Can you sing with
all the voices of the mountains?
Can you paint with
all the colors of the wind?
Can you paint with
all the colors of the wind?
B:
How high does the sycamore grow?
If you cut it
down, then you'll never know
I:
And you'll never hear the wolf cry to the blue corn moon
For whether we are
white or copper skinned
We need to sing
with all the voices of the mountains
We need to paint
with all the colors of the wind
You can own the
Earth and still
All you'll own is
Earth until
You can paint with
all the colors of the wind
I ragazzi si riunirono al centro mentre la
musica scemava piano, e gli applausi riempivano l'ambiente.
Approfittando del buio uscirono tutti di scena. Da dietro il sipario
uscirono nuovamente Finn, Puck, Blaine e Sam, quest'ultimo con una
chitarra a tracolla. Si sedettero al centro del palco, su delle sedie
prese dai camerini. Sam si appoggiò la chitarra sulla coscia
mentre
le luci si accendevano nuovamente, e Puck iniziò a suonare.
(A
Whole New World)
P:
I can show you the world
Shining,
shimmering, splendid
Tell me, princess,
now when did
You last let your
heart decide?
S:
I can open your eyes
Take you wonder by
wonder
Over, sideways and
under
On a magic carpet
ride
F:
A whole new world
A new fantastic
point of view
No one to tell us
no
Or where to go
Or say we're only
dreaming
B:
A whole new world
A dazzling place I
never knew
B
e P: But when I'm way up here
It's crystal clear
P:
that now I'm in a whole new world with you
S:
Unbelievable sights
Indescribable
feeling
Soaring, tumbling,
freewheeling
Through an endless
diamond sky
I:
A whole new world
B:
Don't you dare close your eyes
S:
A hundred thousand things to see
F:
Hold your breath - it gets better
I:
I'm like a shooting star
I've come so far
S:
I can't go back to
F:where
I used to be
A whole new world
Every turn a
surprise
I:
With new horizons to pursue
Every moment gets
better
I'll chase them
anywhere
There's time to
spare
S:
Let me share
F:
This whole new world with you
Le luci si spensero mentre Sam continuava a
suonare, e in quel momento il resto del gruppo salì sul
palco,
sistemandosi dietro i quattro ragazzi una volta che si furono
liberati delle sedie.
A whole new world
A whole new world
That's where we'll
be
That's where we'll
be
A thrilling chase
A wondrous place
For you and me
Le luci si spensero ancora
e tutti si
rintanarono dietro le quinte. Rachel guardava i suoi compagni con
invidia, le braccia incrociate al petto e gli occhi arrossati dal
pianto. Vide in lontananza Quinn accasciarsi su sé stessa,
un urlo
muto sulle labbra sottili. La Gryffindor le si avvicinò di
corsa,
mentre Sam la sorreggeva preoccupato.
-Quinn che succede?- la
ragazza si toccò il
ventre gonfio, stringendo la stoffa del vestito fra le dita diafane.
-Mi fa male...-
riuscì a sibilare la bionda,
prima di lasciarsi sfuggire un piccolo urlo strozzato.
Guardò a
terra, alzando poi gli occhi colmi di terrore verso Sam. -Mi si sono
rotte le acque...- mormorò, scatenando il panico fra i suoi
compagni. Mancava un altro numero prima di finire l'esibizione e una
delle loro soliste stava correndo all'ospedale.
Rachel si passò
le mani fra i lunghi capelli
neri. Sapeva di essere egoista, se ne rendeva perfettamente conto, ma
avevano faticato per arrivare sino a quel punto e tutto stava
crollando. Rimase sorpresa quando Finn le si avvicinò con un
paio di
scarpe di scena in mano.
-Me le ha date Quinn, mi ha
detto di lavarle e
poi darle a te... e di dirti di prendere il suo posto.- le disse con
un piccolo sorriso, porgendogli le scarpe. Rachel le prese e tolse un
pezzo di carta dalla punta verniciata in nero, probabilmente Finn le
aveva asciugate con un fazzoletto prima di dargliele. Se le mise,
sorridendo.
-Mi stanno...-
continuò a sorridere, facendo
una giravolta su sé stessa. -Grazie.- disse ancora,
abbracciando il
ragazzo, alzandosi il più possibile sulle punte. Il
Gryffindor
rimase un attimo sorpreso, ma la strinse comunque a sé.
-Ehm... mi dispiace
interrompere il momento...-
Blaine si avvicinò a loro, mordendosi un labbro per
nascondere un
sorriso divertito. -Dobbiamo entrare in scena.- continuò,
porgendo
una mano a Rachel, visto che avrebbe dovuto cantare e ballare con
lei. La ragazza prese quella mano che le veniva porta, e si fece
guidare verso il centro del palco, accanto a Santana e Kurt.
(Beauty
And The Beast)
R:
Tale as old as time,
True as it can be.
B:
Barely even friends,
Then somebody bends
Unexpectedly.
S: Just a little change,
Small, to say the
least.
K:
Both a little scared,
S
e K: Neither one prepared,
Beauty and the
Beast
Il resto dei ragazzi
salì sul palco,
dividendosi in coppie per seguire i loro passi.
R: Ever just the same.
Ever a surprise.
Ever as before,
Ever just as sure
As the sun will
rise.
S:
Tale as old as time
Tune as old as
song.
R
e S: Bittersweet and strange,
Finding you can
change,
S:
Learning you were wrong.
Certain as the sun
Rising in the East.
I:
Tale as old as time,
Song as old as
rhyme.
S:
Beauty and the Beast.
R:
Ever just the same.
Ever a surprise.
Ever as before,
Ever just as sure
As the sun will
rise.
S:
Certain as the sun
R:
Certain as the sun
S:
Rising in the East.
Tale as old as
time,
R:
Song as old as rhyme.
S:
Tale as old as time,
R:
Song as old as rhyme.
S:
Beauty and the Beast.
***
-Davvero sta bene? Oh per fortuna... Si... che
bel nome! L'ha scelto lei scommetto... si va bene.. va bene ciao.-
Blaine chiuse la chiamata e si mise di nuovo in fila, miracolosamente
affianco a Kurt, per consegnare i cellulari e riprendere le
bacchette. -Quinn ha partorito.- disse sorridendo. Lo Slytherin si
voltò verso di lui con un grande sorriso.
-Davvero? E sta bene?-
-Si sta benissimo. L'hanno
chiamata Lily, e Sam
l'ha riconosciuta come figlia sua.- spiegò il moro,
consegnando il
telefono e prendendo con cura la propria bacchetta.
-Lily... Lily Evans...
molto patriottico.- Kurt
ridacchiò dopo aver pronunciato quella frase, affiancandolo
di
nuovo. -Sono proprio contento per loro... Per loro almeno la giornata
è finita bene.-
-Abbiamo perso solo una
competizione, l'anno
prossimo andrà meglio e arriveremo alle Nazionali. Le altre
squadre
sono state più brave.- il castano annuii, guardando il cielo
stellato sopra di loro. I loro compagni erano rientrati quasi tutti,
e fra poco sarebbero stati richiamati anche loro.
-Sai.. speravo di
vincere... ci siamo impegnati
tanto.-
-Anche io ci speravo, ma
non sempre le cose
vanno come uno se le aspetta.- disse ancora Blaine, guardando l'altro
in viso. Se prima riusciva a bloccare gli strani pensieri su Kurt,
ora non ci riusciva più. O semplicemente non voleva,
spiegazione
ancora più plausibile. In quel momento i suoi occhi si
fissarono sui
riflessi che la luna dava ai capelli dell'altro, sempre in ordine
nonostante avesse ballato e sudato sul palco. La pelle chiara,
leggermente arrossata sulle guance a causa del vento si primaverile,
ma ancora freddo. Si avvicinò a lui senza nemmeno
accorgersene,
mentre l'altro guardava verso il cielo privo di nuvole.
-Hai ragione... Ormai siamo
fuori gara ma
l'anno prossimo andrà sicuramente meglio.-
mormorò Kurt, sentendolo
avvicinarsi. Non si aspettava di vederlo così vicino, non lo
aveva
sentito muoversi. Come qualche tempo prima non riuscì a
spiegarsi
perché, ma le sue labbra si unirono a quelle dell'altro. Le
sentì
di nuovo screpolate e piene, come lo erano la prima volta.
Passò una
mano fra i suoi capelli scarmigliati, beandosi del contatto con quei
ricci. Si staccarono dopo pochi attimi, consapevoli del momento
sbagliato e che qualcuno poteva vederli.
-Dovremmo smetterla di fare
così...- sussurrò
Kurt sulle labbra dell'altro, perdendosi qualche secondo nei suoi
occhi.
-Già... tu sei
fidanzato e io non dovrei
baciarti...-
-Quando dovevi baciarmi sei
corso fra le
braccia di un altro. Io non potevo più aspettarti.- Blaine
annuii
solamente, abbassando gli occhi verso terra.
-E adesso... è
troppo tardi?- chiese,
guardandolo ancora. Kurt si morse il labbro, già rosso per
il bacio
appena consumato. Si sporse, baciando la guancia del Gryffindor.
-Non
lo so...- disse con voce sincera, prima di
allontanarsi. Lo salutò ancora con un piccolo cenno della
mano,
prima di voltarsi e avviarsi verso il castello. Blaine lo
guardò
sorridendo, mettendo le mani in tasca per nascondere il tremolio.
Rimase li anche quando la schiena dell'altro sparì dalla sua
vista,
come se le gambe non volessero guidarlo. Furono Nick e Jeff a
riscuoterlo, facendogli notare che tutti erano già rientrati
nel
castello. Li guardò con un sorriso, annuendo semplicemente
alle loro
parole prima di seguirli verso la scuola.
|
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Capitolo 16 *** Chapter XVI ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 16/25
(possibili modifiche)
Personaggi: Blaine
Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò
Tutti.
Genere: Generale,
Romantico
Raiting: Arancione
Avvertimenti: OOC,
Slash, Crossover.
Parole: 2311
Disclaimer: I
personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali: Eccomi
qua ! lo so può sembrare un pesce d'aprile... e invece no!
xD Grazie davvero allìefficentissima AcidQuinn che
mi ha betato il capitolo <3
Link Alle Canzoni
direttamente nel testo!
XVI
-Lascia,
vado io...- disse Sam, la prima notte delle vacanze estive che lui e
la sua ragazza Quinn avrebbero passato a casa di quest'ultima. I
genitori della ragazza, specialmente il padre, all'inizio erano stati
contrari sia all'arrivo della piccola Lily, sia al far vivere, anche
se per poco tempo, il ragazzo che aveva contribuito alla sua nascita
sotto il tetto di casa loro. Tuttavia, dopo giorni di lacrime, e un
baule colmo di oggetti del signor Fabray lanciato fuori dalla porta
del grande maniero, a Sam, Quinn e alla piccola era stato permesso di
vivere li. La padrona di casa si era anche offerta di badare alla
piccola quando la scuola sarebbe cominciata di nuovo, dopotutto non
potevano perdere il loro ultimo anno.
Quinn
si girò verso il suo ragazzo, facendo scivolare un angolo
del
lenzuolo che le copriva le spalle.
-Sei
sicuro? Posso andare io, sono sveglia.- disse, tirandosi un po' su.
Lui negò con la testa, scansando la coperta e mettendo i
piedi sul
pavimento fresco.
-Tranquilla,
tu le hai badato tutto il giorno. Torna a dormire.-
sussurrò,
alzandosi in piedi. Camminò lentamente verso la culla della
piccola,
che avevano fatto installare in quella che era diventata la loro
stanza. Prese la bambina in braccio e lei si attaccò subito
con le
piccole mani paffute ai capelli leggermente lunghi del ragazzo. Sam
ridacchiò, soffocando un piccolo gemito di dolore.
Uscì dalla
stanza cercando di non fare rumore, andando a sedersi su una
poltroncina dell'anticamera che la signora Fabray aveva arredato con
cura. Lily ricominciò a piangere, mollando persino la presa
sui
capelli di quello che era il suo papà. Il ragazzo la
cullò cercando
di farla smettere, prendendo una delle manine nella sua, molto
più
grande.
(You'll
Be In My Heart)
-Come
stop your crying
It will be all
right
Just take my hand
Hold
it tight-
Cantò
piano, quasi in un sussurro, sempre cullando la bambina. Lily smise
di piangere come per magia, e strinse anche due dita dell'altro con
la sua piccola mano. Sam sorrise, decidendo di cantare ancora, visto
che stava funzionando.
-I
will protect you
From all around
you
I will be here
Don't
you cry
'Cause you'll be in my
heart
Yes, you'll be in my heart
From
this day on
Now and forever
more
You'll be in my heart
No
matter what they say
You'll be here
in my heart, always-
Lei
sarebbe sempre stata la sua bambina, si ritrovò a pensare,
anche se
effettivamente il sangue che le scorreva nelle vene non era il suo.
Aveva gli occhi azzurri, come i suoi, i radi capelli che le stavano
spuntando erano biondi, si, ma un biondo più scuro del suo.
Sam non
si sarebbe meravigliato di vederla saltellare per casa in incerti
passi di danza, che sarebbero diventati perfetti anche se lui aveva
praticamente due piedi sinistri. La sua lettera per Hogwarts sarebbe
arrivata puntuale come un orologio, a undici anni a partire da quel
momento. E se qualcuno a scuola le avesse detto qualcosa?
-Don't
listen to them
'Cause what do they
know?-
La
gente avrebbe parlato, perché le persone sanno, scavano
nelle vite
degli altri senza alcun riguardo del male che fanno. Ma non
importava. La gente non capisce, un padre è colui che ti
cresce, non
chi mette il seme.
-We
need each other
To have, to
hold
They'll see in time
I
know-
Non
aveva mai pensato a come sarebbe stato avere una figlia, insomma chi
ci pensa a sedici anni? Eppure la aveva lì, fra le braccia,
così
piccola e delicata. Con la piccola bocca socchiusa e le palpebre che
lottavano contro se stesse per restare aperte, per ascoltare il suo
papà cantare per lei.
-When
destiny calls you
You must be
strong
I may not be with you
But
you've got to hold on-
Non
sarebbe potuto stare con lei per sempre, se ne rendeva conto.
Già in
questo anno sarebbe stato lontano da lei e probabilmente si sarebbe
perso i suoi primi passi. Le sue prime parole. Non sarebbe stato
lì
quando i primi dentini le sarebbero usciti. Ma poi, una volta avuto
quel pezzo di carta pregiata fra le mani, ci sarebbe stato.
-They'll
see in time
I know
We'll
show them together
Oh, you'll be in
my heart
No matter what they
say
You'll be here in my heart,
I'll
be there always
Always
I'll
be with you
I'll be there for you
always
Always and always-
Sarebbe
stato lì quando il primo gufo beccherà magari
contro la finestra
della cucina, come era successo a lui, portando fra le zampe la
lettera di Hogwarts. Quando avrebbe dovuto attraversare il muro del
binario nove e tre quarti, che per un bambino di undici anni sembra
un ostacolo insuperabile.
-Just
look over your shoulder-
Sarebbe
stato lì, anche se a chilometri di distanza, quando il
cappello
parlante la smisterà nella sua casata. La casata che le
farà da
famiglia per sette lunghi anni, quando la sua vera famiglia non
potrà
essere li con lei.
-Just
look over your shoulder-
Poi
ci saranno i GUFO e i MAGO, e aspetterà con ansia i
risultati
insieme a lei, magari mangiandosi le unghie nell'attesa. E, se aveva
preso da sua madre, avrebbe gioito con lei per gli ottimi voti,
pensando già a cosa avrebbe fatto dopo la scuola.
-Just
look over your shoulder-
Poi
avrebbe il ragazzo della sua vita magari, l'uomo che l'avrebbe
portata via dalle braccia protettive di suo padre. L'uomo che la
tratterà come la principessa che è, che la
renderà felice e
realizzerà tutti i suoi sogni di giovane donna. E
sarà li anche
quando lei diventerà mamma, aiutandola come può.
-I'll
be there always-
Sam
sorrise, asciugandosi una lacrima dalla guancia mentre la bambina si
addormentava di nuovo fra le sue braccia. Sentì dei passi
dietro di
lui e si girò, notando Quinn avvicinarsi con un sorriso. La
ragazza
si sedette sul bracciolo della poltrona, posando una mano sulla
spalla del ragazzo. Si abbassò, baciandogli la guancia
ancora
bagnata.
-Era
proprio una bella canzone.- sussurrò, posando la testa su
quella
dell'altro. Lui sorrise, annuendo piano.
-A
volte ci si esprime meglio con le parole scritte dagli altri che con
le proprie...- mormorò, accarezzando il viso della piccola.
-Direi
che te la cavi anche con quelle scritte da te.- disse l'altra,
alzandosi. -Che ne dici di tornare al letto? È ancora notte
fonda.-
Sam annuì ancora, alzandosi con cautela dalla poltrona,
seguendo la
sua ragazza fuori dal salottino.
***
-Ecco
a te.- disse Kurt sorridendo al suo ragazzo mentre gli porgeva un
bicchiere di tè freddo. Dave fece un piccolo sorriso,
posando il
bicchiere sul tavolino basso del salotto, sistemandosi sul divano di
casa Hummel-Hudson. Lo Slytherin si mise accanto a lui, posandogli
una mano sulla gamba. Dave la tolse, forse un po' più
bruscamente di
quanto volesse realmente fare. Kurt si irrigidì, mordendosi
anche il
labbro. -Dave, che cos'hai?- gli chiese, cercando gli occhi
dell'altro. Lo sentì sospirare come se un peso gli impedisse
di
respirare normalmente.
-Vi
ho visti.- disse semplicemente, tenendo lo sguardo basso sul
pavimento. Kurt aggrottò le sopracciglia, piegando la testa
di
lato.
-Ci
hai visti?-
-Non
fare il finto tonto Kurt, vi ho visti. Te e Blaine che vi baciavate
nel parco della scuola dopo la gara.- Kurt trattenne il respiro,
sentendo le mani tremare.
(Bye
Bye Bye/I Want It That Way)
Bye,
Bye, Bye
Bye, Bye
Bye,
Bye
Oh, Oh
I'm
doin' this tonight,
(You're) probably
gonna start a fight.
(I) know this
can't be right.
Hey baby come on
(I)
loved you endlessly,
(When) you
weren't there for me.
(So) now it's
time to leave and make it alone
-Dave
io...-
-Risparmia
il fiato okay? Io... sapevo che sarebbe successo prima o poi.- disse
con voce stranamente calma, guardando l'altro con occhi spenti. Kurt
si morse il labbro di nuovo, sentendo gli occhi inumidirsi, non
sapeva se per la vergogna di essere stato scoperto, o per aver
effettivamente ferito Dave.
-Perché...
perché non hai detto niente? Sono passate settimane...-
I
know that I can't take no more
It
ain't no lie
I wanna see you out that
door
Baby, bye, bye, bye
You
are my (fire)
The one
(desire)
Believe (when I say)
I
want it that way
-Sono
stato così stupido da pensare che saresti venuto da me a
dirmelo.
Che stupido vero?- rise, una risata amara che a Kurt sembrò
come se
un centinaio di coltelli lo colpissero in pieno petto senza alcun
riguardo. -Ma come avresti potuto dirmelo? Tu speravi che sarebbe
passato come un qualsiasi incidente. Io non l'avrei mai saputo e tu
non te ne saresti preoccupato fino alla prossima volta.
Perché Kurt,
sia io che te sappiamo che ci sarà un altra volta.- Dave si
alzò
dal divano, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. -Come
sappiamo entrambi che non è stato un incidente, non provare
nemmeno
a negarlo.- Kurt richiuse automaticamente la bocca, non sapendo cosa
replicare. Sentì le lacrime rigargli il viso ma non si
preoccupò di
asciugarle. -Quindi invece di continuare a prenderci in giro tutti e
due, raccolgo i miei cocci e me ne torno a casa.- disse ancora il
Gryffindor, cominciando a camminare verso la porta d'ingresso.
-Ringrazia la madre di Finn per il tè.- quando Dave aveva
ormai
messo la mano sulla maniglia d'ottone, Kurt si riscosse. Si
alzò dal
divano, andandosi ad aggrappare alla giacca dell'altro.
Bye
Bye
Don't wanna be a fool for
you
Just another player in your game
for two
You may hate me but it
ain't no lie
Baby, bye, bye,
bye...
Bye Bye
Don't
really wanna make it tough,
I just
wanna tell you that I had enough.
It
might sound crazy
But it ain't no
lie
Baby, bye, bye, bye
-Aspetta...-
sussurrò, appoggiando la fronte sulla schiena dell'altro e
stringendo la presa delle mani. Dave rimase fermi li, la mano sulla
maniglia e la testa china, sentendo Kurt scuotersi a causa dei
singhiozzi contro la sua spalla. E dire che avrebbe essere arrabbiato
con lui, lo aveva tradito, ben due volte a quanto sapeva, e invece
che essere arrabbiato gli dispiaceva. Gli dispiaceva di far piangere
Kurt. Si girò, stringendo a sé il corpo
singhiozzante dell'altro,
mordendosi l'interno della guancia per evitare di piangere a sua
volta.
-Va
meglio?- chiese, quando sentì Kurt smettere di piangere. Il
ragazzo
negò con la testa, asciugandosi le lacrime dal viso.
-Non
posso dire niente per farti rimanere vero?- chiese lo Slytherin,
guardandolo. Dave negò, staccandosi da lui e aprì
la porta di
casa.
-Hai
fatto già abbastanza.- disse e uscì, chiudendo
l'uscio dietro di
sé.
Tell me why
Ain't
nothin' but a heartache
Tell me
why
Ain't nothin' but a
mistake
Tell me why
I
never wanna hear you say
I want
it that way
You are my fire
The
one desire
You are
You
Are...
You Are...
You
Are
Don't wanna hear you
say
***
-Blaine?-
il Gryffindor alzò gli occhi dal suo computer, togliendo
anche le
cuffie che gli coprivano le orecchie. Suo fratello Dylan era
appoggiato allo stipite della porta della sua stanza e spostava il
peso del proprio corpo da un piede all'altro.
-Dimmi
Dy.- disse il più grande, poggiando il portatile sul
materasso dove
era seduto, scendendo dal letto.
-C'è..
qualcuno per te in salotto. Un ragazzo.- Blaine aggrottò le
sopracciglia, confuso. Non aspettava nessuno. E poi chi sarebbe
venuto fino a Dover dove era in vacanza con i suoi?
-Non
ha detto chi è?-
-No
mi ha solo detto di essere un tuo amico di scuola.- gli disse suo
fratello, scrollando le spalle. -Ha i capelli castani e gli occhi
chiari se può aiutarti.- il subconscio di Blaine
collegò
autonomamente l'informazione all'immagine di Kurt, ma la ragione la
scacciò subito. Se Kurt fosse venuto da lui probabilmente
avrebbe
chiamato. -Forse è il caso che vieni di la invece di
rimanere fermo
come un pesce lesso.- lo riscosse suo fratello, uscendo dalla stanza.
Blaine lo seguì, curioso di vedere chi lo fosse venuto a
trovare.
Una volta in salotto, decise che tornare in camera sua sarebbe stato
meglio. Girò i tacchi pronto a tornare al suo computer, ma
l'ospite
lo fermò.
-Blaine
aspetta, voglio parlarti.-
-Che
fai mi pedini anche adesso?- chiese il moro con voce fredda,
voltandosi verso il nuovo arrivato mentre incrociava le braccia al
petto. -Che vuoi, Sebastian?-
-Parlare.
Solo parlare.- Sebastian si avvicinò, strusciando senza
accorgersene
i piedi sul pavimento di legno del salotto. -Ti prego.- Blaine si
morse l'interno della guancia. Guardandosi ostinatamente i piedi
nudi.
-Non
ho voglia di ascoltarti. Quando dovevi parlarmi non hai voluto farlo.
Ora è troppo tardi. Tornatene a casa.-
***
Kurt
si distese a pancia sotto sul suo letto, gli occhi rossi e gonfi per
le troppe lacrime versate. Dave se ne era andato ormai un ora prima,
e lui era rimasto tutto quel tempo a fissare una porta chiusa. Aveva
deciso di andarsene in camera sua solo perché non voleva far
preoccupare suo padre. Sentì il suo cellulare squillare
all'arrivo
di un messaggio e per un momento decise di ignorarlo. Quando il
telefono suonò di nuovo decise di asciugarsi le lacrime e
prenderlo.
C'erano due messaggi, entrambi di Blaine. Aprì il primo con
mano
tremante, sistemandosi sulla schiena pr poter leggere
meglio.
Sebastian è
venuto a casa. Mi ha chiesto di parlare e io l'ho cacciato via. Mi
sento uno schifo.
Kurt
si morse piano il labbro, aprendo il secondo.
Forse
non è il caso di parlarti del mio ex ragazzo quando qualche
settimana fa ti ho baciato senza farmi problemi. Scusami.
'Scusami?
Scusami perchè ti ho baciato o scusami perchè ti
sto parlando del
mio ex?' Kurt non seppe dirlo, ma di certo non era il momento di
pensarci. Aveva ben altri problemi. Digitò velocemente una
risposta,
posandosi poi il cellulare sul petto.
Dave
mi ha lasciato un'ora fa. Possiamo sentirci uno schifo insieme?
|
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Capitolo 17 *** Chapter XVII ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 17/25
(possibili modifiche)
Personaggi: Blaine
Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò
Tutti.
Genere: Generale,
Romantico
Raiting: Arancione
Avvertimenti: OOC,
Slash, Crossover.
Parole: 2125
Disclaimer: I
personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali: Scusate per il ritardo
>.< grazie alla splendida AcidQuinn che
mi ha betato il capitolo <3 Per chiunque volesse contattarmi
ecco qui la pagina Facebook, Twitter
e Ask
XVII
-Non
sarà troppo elegante?- Kurt si sistemò per
l'ennesima volta le
maniche della giacca del completo, trovando un difetto ad ogni passo
che faceva. Blaine ridacchiò al suo fianco, scuotendo piano
la
testa.
-Sei
perfetto... e se non la smetti di tirarla quella manica
deciderà di
staccarsi e andarsene con le proprie gambe.- lo Slytherin
arrossì,
lasciando immediatamente la presa sulla stoffa.
-E'
che sono nervoso... è la prima volta che partecipo ad un
evento come
questo...- si giustificò, cominciando a torturarsi le mani.
-Voglio
fare una buona impressione con i tuoi.- confessò, guardando
il viso
dell'altro mentre continuavano a camminare l'uno di fianco all'altro.
Da anni gli Anderson presenziava al party organizzato dall'azienda in
cui il capo famiglia lavorava, e vi erano invitati tutti i dipendenti
e soci, incluse mogli, mariti e prole. Blaine era sempre andato da
solo, annoiandosi a morte e bevendo champagne finché il suo
corpo
poteva reggerne; ma quell'anno aveva deciso di portare Kurt con
sé a
fargli compagnia. Non pensava però che il suo ragazzo (come
gli
piaceva poterlo definire finalmente tale) sarebbe andato totalmente
in crisi su cosa indossare. Solitamente era un'occasione
semi-formale, Blaine aveva sempre partecipato con un bel paio di
jeans, una camicia e una giacca leggera vista la stagione. Quella
mattina, Kurt aveva provato tre completi diversi, e il Gryffindor
sospettava che ne avesse provato almeno uno diverso ogni giorno da
quando lo aveva invitato. Alla fine, aveva optato per un completo
semplice nero e una camicia bianca. Quando gli aveva chiesto come
stava, Blaine ebbe l'impressione di trovarsi come davanti al
Wizengamont al completo. Tuttavia, il suo “sei
bellissimo” andava
più che bene.
-Il
bellissimo mazzo di rose per mia madre ha già centrato il
segno.-
disse il Gryffindor sorridendo, cercando di tranquillizzare l'altro.
-Come i complimenti a mio padre per i libri, nessuno glieli fa mai.-
-Ne
sei sicuro?- Blaine si fermò, mettendo le mani sulle spalle
dell'altro. Si guardò intorno, prima di avvicinarsi e posare
per
pochi istanti le labbra su quelle di Kurt, che si rilassò
all'istante. Prima di allontanarsi definitivamente, strusciò
il naso
contro quello dell'altro.
-Va
meglio?- chiese, facendo un passo indietro. Il castano annuii,
leccandosi distrattamente il labbro inferiore.
-Grazie.-
disse Kurt sorridendo, prendendo la mano di Blaine nella sua e
dirigendosi finalmente al giardino principale dell'hotel dove si
svolgeva l'evento, trovando tutti gli ospiti impegnati a
chiacchierare, mangiare e bere. O, come nel caso di Dylan, seduti in
un angolo con un bicchiere in mano. I ragazzi decisero di avvicinarsi
a lui, e Blaine prese due bicchieri di champagne dal vassoio di un
cameriere che passava di li. Ne porse uno a Kurt, prima di sedersi
accanto a suo fratello.
-Che
fai seduto qui da solo?- gli chiese, prendendo un sorso dal suo
bicchiere, mentre lo Slytherin si sedeva al suo fianco. Dylan
scrollò
le spalle e imitò suo fratello, bevendo tutto lo champagne
in un
sorso solo. Quando fece per alzarsi e prenderne dell'altro, suo
fratello lo prese per la cintola dei jeans e lo fece di nuovo cedere
a sedere al suo posto. -Che succede?-
-Niente,
io sto benissimo. Non hai il tuo ragazzo di cui occuparti oggi invece
che pensare a me?- chiese acidamente il più piccolo,
guardandosi con
apparente interesse le scarpe da ginnastica nuove. Blaine rimase un
attimo sorpreso e si scambiò uno sguardo con Kurt prima di
rivolgersi nuovamente al più piccolo.
-Dylan,
io...-
-Ma
guarda se non c'è un grande elefante rosa in questo
giardino.- i tre
ragazzi alzarono contemporaneamente lo sguardo, fissandolo sul
gruppetto di ragazzi che si era avvinato a loro. Quattro ragazzi, ad
occhio e croce della stessa età di Dylan, erano fermi
davanti le
loro sedie, con dei sorrisi strafottenti sulle labbra e le braccia
incrociate al petto. -Non è un pascolo adatto a te
Anderson.. ci
sono poche margherite qui per te.- disse uno di loro, facendo ridere
gli altri tre. -O almeno mi aspettavo di vederti con un bel
vestito... dove hai lasciato la gonna, Dyana?- Blaine
osservò suo
fratello, prima di alzarsi in piedi.
-Scusami?
Vorresti ripetere?- chiese, lasciando il bicchiere a Kurt, e
avvicinandosi al ragazzo. Questo si scambiò uno sguardo con
i suoi
amici, prima di sorridere di nuovo.
-Che
c'è Dyana, ora hai bisogno dell'aiuto del fidanzato?- il
ragazzo si
piegò in avanti, incassando il pugno di Blaine in pieno
stomaco.
Kurt lasciò cadere i bicchieri a terra per la sorpresa,
facendoli
rompere in mille pezzi a terra. Blaine si abbassò sul
ragazzo
dolorante.
-D'ora
in poi lascia perdere mio fratello.- mormorò, tirandosi su
di nuovo.
Fece per allontanarsi, mandando avanti Dylan e Kurt, quando si
sentì
tirare indietro e un pugno colpirgli lo zigomo. Reagì
d'istinto,
difendendosi dai colpi. Dopo l'ennesimo pugno cadde a terra, sentendo
i vetri dei bicchieri pizzicargli la schiena e un corpo salirgli
sopra. Gemette di dolore per il colpo appena ricevuto, cercando di
difendersi ancora e di liberarsi. Rimase spiazzato quando il peso
sopra di lui svanì e si ritrovò improvvisamente
libero. Aprì gli
occhi che aveva chiuso poco prima, vedendo gli altri tre ragazzi
tenere fermi Kurt e Dylan che cercavano di liberarsi. Poco lontano
Dave teneva fermo a terra l'assalitore di Blaine, tirandogli un pugno
ben assestato sullo zigomo. Si alzò subito dopo dal corpo
dolorante,
avvicinandosi agli altri tre.
-Allora?
Sparite!- disse a voce alta, e quelli eseguirono, allontanandosi da
li portandosi dietro il capo banda dolorante. Una volta libero, Kurt
corse dal moro, prendendogli il viso fra le mani.
-Blaine
stai bene?- il Gryffindor annuii, asciugandosi un rivolo di sangue
dal mento.
-Sto
bene.. mi sono solo morso il labbro.- disse, guardando Dave che si
controllava le nocche arrossate. -Grazie.- gli disse, circondando le
spalle di Kurt con un braccio. L'altro scrollò le spalle,
mettendosi
le mani in tasca.
-Dovere...-
disse con un piccolo sorriso, allontanandosi subito dopo. Blaine si
lasciò controllare da sua madre, mentre Kurt seguiva il suo
compagno
di casa.
-David?-
chiamò, raggiungendolo in pochi passi. Quello si
voltò al suo
richiamo, guardando Kurt negli occhi.
-Si?-
-Volevo
ringraziarti... per Blaine. Se non fossi arrivato tu, sarebbe finita
male...- l'altro scosse di nuovo le spalle, inclinando la testa di
lato.
-Accetta
un consiglio Kurt.- disse, guardandolo. -Tienitelo stretto. Non
importa cosa dicono gli altri.- continuò, allontanandosi in
mezzo
alla folla. Kurt rimase sconcertato dalle sue parole, ma non si
fermò
a rifletterci più ti tanto, tornando da Blaine e dalla sua
famiglia.
-Sicuro
di stare bene?- chiese Kurt quella sera, avvicinandosi al camino di
casa Anderson, pronto a tornare a casa. Blaine annuì,
togliendosi la
giacca piena di polvere di vetro.
-Si
sto bene, ho solo qualche livido. Ne ho prese di peggio durante le
partite di Quidditch.- disse il Gryffindor ridacchiando,
appoggiandosi alla parete del camino. -Fammi sapere quando arrivi a
casa.- Kurt annuì a sua volta e si avvicinò a lui
con un sorriso.
Posò le labbra su quelle dell'altro delicatamente, visto il
taglio
che gli attraversava il labbro inferiore. Si staccò poco
dopo,
prendendo una manciata di polvere volante.
-A
dopo...- mormorò lo Slytherin prima di buttare la polvere
nel camino
e pronunciare l'indirizzo di casa sua, sparendo nelle fiamme qualche
attimo dopo.
***
Dave
scolò l'ennesimo bicchiere di champagne in un sorso solo,
posando il
contenitore vuoto vassoio che gli passava davanti. Andava avanti
così
da qualche ora, posando bicchieri vuoti e prendendone di pieni. Non
si aspettava di vedere Kurt li, ma sopratutto non si aspettava di
vederlo insieme a Blaine. Avevano rotto già da qualche
settimana, e
mancava poco al rientro a scuola, ma Dave non pensava che il suo ex
si fosse ripreso così in fretta. O forse doveva
aspettarselo. Lo
aveva lasciato perché si era accorto dell'attrazione che
Kurt
provava per il suo compagno di casa, no? Allora di cosa si
meravigliava se si erano finalmente messi insieme?
-Sai, non credo
che l'erba crescerà più folta se la innaffi con
lo champagne.-
sentì una voce accanto a sé e si riscosse,
raddrizzando il
bicchiere oramai vuoto. Si voltò verso il nuovo arrivato per
ringraziarlo, ma le parole gli rimasero bloccate in gola.
-Che
diavolo ci fai tu qui?- chiese, mentre Sebastian si sistemava sulla
sedia, incrociando le gambe.
-Quello
che ci fai tu, suppongo. A meno che tu non ti sia imbucato per
sventare le risse.- disse lo Slytherin, prendendo il calice dalle
mani dell'altro per berne il contenuto rimasto. Dave glielo
lasciò,
sbuffando.
-Come
se io volessi venire qui... no seriamente, che ci fai qui?-
-Mio
padre è socio dell'azienda e io sono qui a giocare alla
parte del
figlio perfetto, tu?-
-Anche
io... Anche se stare qui a ubriacarmi potrebbe presentare una pecca
nella pia parte. Ma sinceramente me ne infischio.- Sebastian
ridacchiò a quella frase, posando il bicchiere vuoto sul
tavolo
accanto a dove si erano seduti.
-Preferirei
andare a letto con uno Schiopodo piuttosto di fare quello che sto per
fare quindi, sentiti onorato chiaro?- Dave alzò un
sopracciglio
scettico, guardando l'altro in viso. -Io.. voglio ringraziarti. Per
aver aiutato Blaine prima. Insomma io... stavo per intervenire quando
sei arrivato tu e.. grazie.- sputò fuori Sebastian con una
smorfia,
come se stesse per vomitare da un momento all'altro. Il Gryffindor
ridacchiò, spostando lo sguardo davanti a sé.
-Sai
dalla tua faccia sembra che tu stia per vomitare. Ma, comunque...- lo
guardò di nuovo con un piccolo sorriso. -Prego, Smythe.-
Sebastian
lo guardò a sua volta per qualche istante, prima di alzarsi
in tutta
fretta.
-Dai,
andiamo a vedere dove tengono gli spiriti. Ho bisogno di qualcosa di
forte.- disse, avviandosi verso il banco dei liquori. Dave lo
guardò,
seguendolo poco dopo, scuotendo la testa.
***
-Finn
muoviti o perderemo il treno!- esclamò Kurt dall'entrata
della
stazione di King's Cross, fulminando il suo fratellastro con lo
sguardo, mentre questo arrancava verso di lui, portando il carrello
con i bauli e le gabbiette con i gufi.
-Sai...
se ti fossi preso un carrello tuo... sarei più veloce!-
annaspò il
Gryffindor, prendendo velocità. Kurt sbuffò,
avvicinandosi per
aiutarlo.
-Non
è colpa mia se erano finiti... e ora muoviti o il treno
partirà
senza di noi!- i due ragazzi corsero nella stazione, oltrepassando la
barriera del binario nove e tre quarti per il rotto della cuffia.
Blaine si affacciò dal finestrino del suo scompartimento,
sentendo la sirena del treno suonare e li vide. Sorrise e
rientrò,
andando ai portelloni per aiutarli a portare dentro i bagagli.
-Temevo
non ce l'avreste fatta!- disse una volta che l'ebbero raggiunto,
tirando su il baule di Kurt. Lo Slytherin sorrise e salì a
bordo, le
gabbiette ai fianchi.
-Scusa,
non trovavo la cravatta di riserva della divisa e poi mi sono
ricordato che ce l'hai ancora tu.- Blaine arrossì, e fece
strada
agli altri due verso lo scompartimento che aveva occupato. Kurt si
fermò poco lontano, passando il gufo a Finn. -Blaine?-
chiamò, e il
moro si fermò, proprio fuori lo scompartimento.
-Sì?-
-Sicuro
che a loro stia bene?- chiese il castano, ammiccando destra, dove
Finn stava prendendo posto accanto a Rachel. Erano usciti qualche
volta durante le vacanze estive e Kurt pensava si fossero messi
insieme. A meno che Finn non pomiciasse rumorosamente con il cuscino,
ma era improbabile.
-Certo che si. Sono felici per me e sono
sicuro che non diranno niente.- Blaine gli sorrise e gli prese la
mano, guidandolo verso i due posti a sedere lasciati liberi. Kurt
guardò gli altri con un sorriso timido, lasciando il suo
ragazzo
prendere la gabbietta di Ricciarelli dalle sue mani e accostarla a
quella di Pavarotti, prima di sedersi. Rachel lo salutò con
la mano,
sorridendogli. Lo Slytherin ricambiò il sorriso, mormorando
un
timido “ciao”. Non era abituato a quei trattamenti
da parte dei
Gryffindor. O almeno, da Gryffindor che non fossero suo fratello,
Dave o Blaine. Appena quel pensiero gli passò per la mente,
Dave
fece capolino dalla porta dello scompartimento. Guardò
ognuno di
loro, poi abbassò lo sguardo a terra.
-Posso..
posso unirmi a voi?- chiese, alzando poi di nuovo gli occhi. Kurt si
voltò a guardare Blaine, che stava sorridendo al nuovo
arrivato.
-Certo
che puoi.- gli disse, alzandosi poi per aiutarlo a mettere il suo
bagaglio nell'apposito scomparto, rischiando di rimanere schiacciato
sotto il peso del baule. Kurt ridacchiò insieme agli altri
prima di
aiutare il suo ragazzo con un colpo di bacchetta. Fu allora che gli
occhi di Dave si posarono davvero sulla sua figura. E gli sorrise. Lo
Slytherin sorrise a sua volta, facendo segno all'altro di sedersi nel
posto libero fra lui e il finestrino. Quello annuii e si mise a
sedere, imitato da Blaine che tornò al suo posto.
-Grazie.-
disse Dave, a nessuno in particolare. Ma Kurt, forse egoisticamente,
sapeva che parlava con lui e forse con Blaine.
-Non
c'è di che.-
|
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Capitolo 18 *** Chapter XVIII ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 18/25
(possibili modifiche)
Personaggi: Blaine
Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò
Tutti.
Genere: Generale,
Romantico
Raiting: Arancione
Avvertimenti: OOC,
Slash, Crossover.
Parole: 2120
Disclaimer: I
personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali: Scusate per il ritardo
>.< grazie alla splendida AcidQuinn che
mi ha betato il capitolo <3 Per chiunque volesse contattarmi
ecco qui la pagina Facebook, Twitter e Ask
XVIII
-Che
è successo ai tavoli?- Era la domanda che aleggiava
nell'aria della
Sala Grande quella sera. I quattro lunghi tavoli erano stati ridotti
senza che nessuno fosse avvertito e, con un rapido calcolo, nemmeno
se si fossero seduti uno in braccio all'altro ci sarebbero entrati.
-Settimo
anno! Settimo anno da questa parte!- la preside McGranitt indicava un
porta situata dietro il tavolo dei professori, e gli studenti
più
grandi man mano eseguivano. Blaine si accostò a Kurt ed
entrarono
insieme nella sala quasi piena.
-Sapete
che succede?- Finn gli venne incontro, si erano separati all'entrata
e lui era entrato insieme a Rachel prima di loro. Entrambi i ragazzi
scossero la testa, e il più alto sospirò,
indicandogli un posto
dove sedersi. Dave li aspettava già li, giocherellando con
un filo
che gli usciva dalla cravatta rosso oro. Kurt si mise a sedere
affianco a lui, mentre Blaine rimase in piedi per cercare di capire
cosa stesse succedendo.
-Pensate
che riguardi gli esami?- chiese lo Slytherin, guardando prima il suo
ragazzo e poi Dave.
-Non
credo, o ci sarebbero anche quelli di quinta.- gli rispose
quest'ultimo, continuando a giocherellare con il filo e cercando di
staccarlo. D'un tratto, mentre il ragazzo di massaggiava il dito
arrossato, il filo si mosse e si staccò da solo, cadendogli
sui
pantaloni. Dave aggrottò le sopracciglia e alzò
lo sguardo.
Sebastian gli sorrideva poco lontano, agitando la bacchetta come per
salutarlo, prima di rimetterla al suo posto.
-Ci
siamo tutti, Susan?- chiese la preside ad una Sue Sylvester parecchio
contrariata. I ragazzi cercarono di trattenere una risata spontanea
nel sentire il nome completo della docente di pozioni. -Bene, ragazzi
per favore prestate attenzione. Vi abbiamo riuniti qui per rendervi
partecipi di un iniziativa molto importante. Quest'anno...- la donna
venne interrotta dal rumore della porta che si apriva. Il ministro
Kingsley
Shacklebolt
insieme ad Harry Potter entrarono nella stanza, chiacchierando
amabilmente. Si fermarono, vedendo il cipiglio severo della preside.
-Deduco
che siamo in ritardo.-
-Deduce
bene, signor Potter. Ora, se siamo finalmente tutti presenti, posso
completare il mio discorso. Dicevo, quest'anno la scuola di Hogwarts
parteciperà al più importante evento magico della
storia. Tale
evento non si svolge da circa diciassette anni, e l'ultima volta
Hogwarts ha avuto l'onore di ospitarlo fra le sue mura.- la preside
prese una pausa, guardando Harry, che fece un passo avanti per
parlare.
-Quest'anno,
gli studenti dell'ultimo anno sono invitati a partecipare al Torneo
Tre Maghi.- disse, con un piccolo sorriso. Delle voci incredule e
sorprese si alzarono per la sala. I ragazzi nati babbani si
guardavano intorno curiosi, compreso Blaine.
-Cos'è
il Torneo Tre Maghi?- chiese a Kurt a bassa voce, che lo
guardò con
gli occhi spalancati.
-Tu
non sai cos... oh bontà celeste. E' una competizione fra tre
scuole
di magia. Per ogni scuola viene scelto un rappresentante tramite il
Calice di Fuoco, e quella persona deve gareggiare contro i
rappresentanti delle altre due scuole in tre prove magiche.-
spiegò
in breve lo Slytherin a bassa voce e Blaine annuii.
-Tuttavia.-
riprese la preside. -Quest'anno le regole sono un po diverse. Visto
come l'ultima volta si sono svolte le vicende, abbiamo reso opportuno
cambiare alcune cose. I campioni saranno sei, due per ogni scuola,
che devono gareggiare insieme come squadra. Le scuole partecipanti
sono le scuole vincitrici di ogni continente. Sebbene con nomi
diversi, ogni continente del mondo ha il suo Torneo Tre Maghi. Visto
che nell'ultima edizione europea, Hogwarts è stata la
vincitrice,
può partecipare a tale evento. La competizione
sarà ospitata dalla
scuola americana, che ha sede in un edificio nascosto nel centro di
New York.- la donna prese una pausa, durante la quale si alzarono
parecchi mormorii d'assenso. -Tutti voi siete tenuti a venire, ma non
a mettere il vostro nome nel Calice. Se mettete il nome in quella
coppa, dovete essere sicuri di farcela, e di essere pronti. Partiremo
domani mattina, quindi vi consiglio di non disfare i vostri bauli. I
vostri genitori sono stati avvertiti parecchi mesi fa, il Signor
Potter ha inviato loro una missiva a qui tutti hanno risposto
positivamente. Ora, potete andare a godervi il banchetto, e salutare
i vostri amici. Non vi vedrete per un anno, e credo che vogliano
augurarvi buona fortuna.- concluse con un sorriso quasi materno,
permettendo ai ragazzi di uscire per tornare in Sala Grande.
***
-Hai
il mantello al contrario.- ridacchiò Kurt la mattina dopo,
indicando
il suo ragazzo. Blaine lo guardò confuso e
spalancò gli occhi,
slacciandosi il mantello e mettendolo al dritto. Tutto il settimo
anno era radunato al cancello principale, la divisa indossata alla
perfezione con tanto di cappello.
-Questo
coso prude.- si lamentò Finn li accanto, togliendosi il
copricapo e
grattandosi la testa.
-Pensa
che dovrai metterlo solo al nostro arrivo.- disse Kurt, sistemando il
suo. -E possiamo levarlo mentre cantiamo.-
-Non
abbiamo nemmeno provato come si deve, probabilmente saranno attirati
da tutto tranne che dai cappelli orrendi.- disse il più
alto,
rimettendosi il cappello in testa. In quel momento la preside
McGranitt si fece strada fra loro, facendo svolazzare la veste. Harry
Potter la seguiva, portando con se un rotolo di pergamena.
-Bene,
ci siamo tutti? Signor Potter, potresti procedere con la verifica per
favore? Non vorrei lasciare qualcuno indietro.- Harry annuii,
elencando i nomi degli studenti uno dopo l'altro. Quando tutti gli
studenti furono chiamati e verificato che nessuno mancava
all'appello, vennero invitati ad avviarsi. -Viaggeremo con delle
speciali carrozze, vista la lunga distanza.- spiegò la
preside,
mentre camminavano. - Ci metteremo molto meno.- continuò,
fermandosi
in prossimità dei cancelli d'entrata della scuola. Davanti a
loro
erano sistemate delle carrozze, tutte senza cavalli a trainarle.
-Sono
le carrozze che usiamo per arrivare a scuola.- mormorò
Rachel
sorridendo. -Strano che un incantesimo duri per così tanto
tempo...
insomma, nessuno le trasporta davvero.- continuò, e Kurt si
girò a
guardarla con le sopracciglia aggrottate.
-Credo
che tu abbia bisogno di un bel paio di occhiali o qualche incantesimo
correttivo. E' grave se non vedi gli enormi cavalli alati che portano
le carrozze.- disse lo Slytherin alzando gli occhi al cielo prima di
voltarsi di nuovo. Blaine, in piedi al suo fianco, si fece confuso
mentre guardava il ragazzo.
-Kurt,
non c'è nessun cavallo alato. Niente guida le carrozze, come
al
solito.- riuscì a dire prima di essere spinto leggermente in
avanti
per salire a bordo del piccolo mezzo di trasporto. Kurt si mise a
sedere nervoso, lanciando di tanto in tanto uno sguardo verso il
davanti della carrozza. Eppure lui, quel grande incrocio fra un
cavallo e un drago lo vedeva. E di certo non era pazzo. Ma
preferì
non dire altro, cercando di distrarsi con i discorsi dei suoi
compagni di viaggio. Arrivarono in serata, quando il sole aveva
appena ceduto il posto alla luna. Gli studenti scesero dalle
carrozze, sistemandosi nuovamente in fila ordinata. La preside li
guidò attraverso il giardino, fino al castello in pietra,
come se
conoscesse a memoria la strada da percorrere. Era quasi una copia
perfetta di Hogwarts, ma solo un occhio attento poteva vederne le
reali differenze. Hogwarts aveva più torri, il Lago Nero e
il ponte
che lo attraversava. Una volta dentro, una differenza si unì
alle
altre, mentre salivano le scale verso l'equivalente della Sala
Grande.
-Solo
le scale di Hogwarts si muovono.- disse ancora la McGranitt con una
nota d'orgoglio nella voce, come se avesse letto nel pensiero dei
propri alunni. Kurt aggiunse mentalmente che solo Hogwarts aveva le
quattro casate, ma forse non era poi un grande fatto di cui essere
orgogliosi. Alla fine della scalinata, vennero accolti da una donna
con dei lunghi capelli neri e un sorriso dolce sulle labbra carnose.
-Minerva,
Signor Potter benvenuti.- salutò andandogli incontro,
aprendo le
braccia.
-Shelby.-
disse allo stesso modo la preside McGranitt, abbracciando l'altra
donna.
-E'
un piacere avervi qui alla Crawford
Country Day!
Com'è andato il viaggio?- chiese la donna di nome Shelby,
staccandosi dall'abbraccio.
-Molto
bene grazie. Ragazzi.- la preside si voltò verso i suoi
studenti,
che attendevano impazienti. -Questa è Shelby Corcoran,
preside di
questa scuola. Mi aspetto da voi il massimo rispetto.-
-Sono
certa che si comporteranno come si deve, Minerva. I ragazzi sono
impazienti di conoscervi. Vi prego di aspettare qui, le porte si
apriranno al momento della vostra entrata.-
Come
preannunciato le porte si aprirono poco dopo, permettendo agli
studenti inglesi di ammirare la Sala Grande della Crawford. Era
un'enorme stanza piena di corti tavoli, tutti occupati da studenti
vestiti in uniforme blu notte. In fondo alla grande stanza vi era il
tavolo dei professori, identico a quello che avevano ad Hogwarts. I
due accompagnatori fecero un passo di lato e, come accordato, una
lieve melodia riempii la stanza. Rachel avanzò con un
sorriso,
sistemandosi il mantello prima di cantare.
R:
Little
town, it's a quiet village
Every
day like the one before
Little
town full of little people
Waking
up to say...
Mentre
la ragazza cantava l'ultima frase, la canzone cambiò, e
Blaine si
fece avanti per cantare la strofa successiva.
B: Riff-raff,
street rat.
I
don't buy that.
If
only they'd
Look
closer.
Would
they
See
a poor boy?
No
siree.
They'd
find out
There's
so much
More
to me.
Le
luci si spensero per un attimo, riaccendendosi pian piano mentre
Puck, complice il buio, iniziava a cantare girando per i tavoli della
sala.
P: I
know that your powers of retention
Are
as wet as a warthog's backside
But
thick as you are, pay attention
My
words are a matter of pride
It's
clear from your vacant expressions
The
lights are not all on upstairs
But
we're talking kings and successions
Even
you can't be caught unawares.
I
ragazzi si sparpagliarono, sistemandosi a gruppetti in punti diversi
della grande sala, muovendosi di tanto in tanto per scambiarsi di
posto con un altro gruppo.
S:
Beluga sevruga
Come winds of the Caspian Sea
Larengix
glaucitis
Et max laryngitis
La voce to me
Now, sing!
Q:I
don't know when,
I don't know how
But I know something's
starting right now
Watch and you'll see
Someday I'll be
Part
of your world
B:I
have often dreamed
Of a far-off place
Where a hero's
welcome
Will be waiting for me
Where the crowds will cheer
When
they see my face
And a voice keeps saying
This is where I'm
meant to be
I'll be there someday
I can go the distance
I
will find my way
If I can be strong
I know ev'ry mile
Will
be worth my while
When I go the distance
I'll be right where I
belong
R:
Who is that girl I see
staring straight back at me?
Why is my
reflection someone i dont know
some how i can not hide
B:
I'll find my way...
R:
who i am, though i've tried
B:
I'll be there some day..
R:
when will my reflection show who i am inside
B:I
can go the distance..
I: when
will my reflection show who i am inside
***
-Dai
è andata bene.- commentò Nick, attaccando con la
forchetta la sua
porzione di pasticcio di carne. La cerimonia di benvenuto era quasi
terminata, mancava solo la portata finale del banchetto. Le altre
scuole partecipanti al torneo erano arrivate poco dopo di loro,
ognuna presentando qualcosa di caratteristico del proprio paese.
-Poteva
andare meglio, non ci siamo preparati abbastanza.- ribatté
Rachel,
bevendo un sorso di succo di zucca dal suo bicchiere. Blaine
annuì
al suo fianco, poggiando le posate al lato del piatto.
-Ce
la siamo cavata... è che abbiamo scelto di portare canzoni
nuove,
potevamo usarne alcune più scenografiche che avevamo
già fatto.-
-E
essere etichettati come riciclatori?-
-Oh
andiamo Rachel, nessuno se ne sarebbe accorto.- si intromise Quinn a
voce bassa, osservando l'altra. -Però siamo stati bravi
comunque,
dobbiamo esserne fieri.- continuò la bionda, spostandosi i
lunghi
capelli su una spalla. Proprio in quel momento i piatti con la carne
sparirono sotto i loro occhi, per fare posto ai dolci. Il dessert
venne consumato quasi in silenzio, a parte qualche mugolio
compiaciuto. Sembrava tutto più buono. Il cioccolato si
scioglieva
in bocca e la crostata cambiava gusto di marmellata ad ogni morso. A
fine pasto, la preside della scuola ospitante si alzò in
piedi,
schiarendosi la voce. La sala tacque, per permetterle di parlare.
-Spero
davvero che il banchetto sia stato di vostro gradimento. Siamo
davvero onorati di potervi ospitare nella nostra scuola, e abbiamo
organizzato alcune stanze dei nostri dormitori per voi.- la donna
fece apparire un foglio di pergamena con un colpo di bacchetta. -I
nostri ospiti giapponesi risiederanno nell'ala est. Gli australiani
in quella ovest. Inglesi nell'ala nord e gli africani nell'ala sud. I
nostri studenti vi accompagneranno, vi auguriamo una buona permanenza
alla Crawford Country Day.-
|
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Capitolo 19 *** Chapter XIX ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 19/25
(possibili modifiche)
Personaggi: Blaine
Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò
Tutti.
Genere: Generale,
Romantico
Raiting: Arancione
Avvertimenti: OOC,
Slash, Crossover.
Parole: 1912
Disclaimer: I
personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Note Iniziali: Scusate per il ritardo
>.< grazie alla splendida AcidQuinn che
mi ha betato il capitolo <3 Per chiunque volesse contattarmi
ecco qui la pagina Facebook, Twitter e Ask
XIX
-L'ho
sempre detto che eri una fifona.- Leena sbuffò sonoramente
rigirandosi il rotolino di pergamena scura fra le mani. Quella
mattina vi aveva scritto sopra con cura il suo nome, ed aveva
aspettato che l'inchiostro fosse perfettamente asciutto prima di
ripiegare il foglietto. Si era ripromessa di buttarlo subito nelle
fiamme azzurrine appena scesa nella Sala Grande della scuola
ospitante, senza stare troppo a pensarci sopra. E invece quella notte
la ragazza ci aveva pensato tanto. Si era rigirata per tutta la notte
fra le lenzuola pulite, legando i capelli scuri solo quando le
sembrò
che la stessero soffocando. -Vuoi forse rimanere l'unica a non
mettere il tuo nome?- Leena sbuffò di nuovo, voltandosi
scocciata
verso la sua amica.
-Non
ho paura, Safyia. Perché non lo metti prima tu visto che hai
tanta
fretta?- la ragazza accanto a lei scrollò le spalle, facendo
un
passo avanti. Sì spostò le lunghe trecce sulle
spalle e si alzò in
punta di piedi, buttando la sua pergamena fra le fiamme del Calice di
Fuoco. Il fuoco si ritirò per un attimo, inghiottendo la
carta, e
poi tornò normale come poco prima. Gli occupanti della Sala
che
avevano assistito all'evento applaudirono incoraggianti quella che
poteva essere una concorrente del Torneo. Safyia fece nuovamente un
passo indietro e guardò l'amica con le sopracciglia alzate.
-Visto?
Non ci voleva poi così tanto. Ora tocca a te.- disse, e
spinse
leggermente Leena in avanti. La ragazza fece un paio di piccoli passi
avanti a causa della spinta e sospirò. Guardò le
fiamme azzurre
come se quelle potessero finirle addosso, e si alzò in punta
di
piedi come aveva visto fare alla sua compagna. Prese un altro grande
respiro e chiuse gli occhi, facendo cadere il foglio oltre il bordo
del Calice. Tenne gli occhi chiusi tutto il tempo, finché
non sentì
il leggero applauso degli altri ragazzi. Aprì gli occhi e
fece un
piccolo sorriso, facendosi poi portare via da Safyia. Mentre uscivano
dal cerchio segnato dalla Linea dell'Età, un furbo trucco
inglese
per non far partecipare gli studenti minorenni, vide Iesa e Asif,
entrambi suoi compagni di scuola, correre sorridenti verso il Calice
con i loro foglietti in mano.
-Permesso,
largo!- gridò Asif mentre correva, rischiando di travolgere
una
biondina della scuola americana. -Scusami!- le disse distrattamente
mentre continuava a correre, l'amico che rideva al suo fianco.
Avevano deciso all'ultimo momento di inserire i loro nomi,
più come
una sfida fra loro che per la vittoria effettiva.
-Frena,
o i polmoni mi usciranno dal naso!- esclamò Iesa, fermandosi
poco
prima della Linea dell'Età, piegandosi in avanti e
appoggiandosi
alle ginocchia per riprendere fiato. Si passò poi una mano
fra i
corti capelli neri, liberando per quel poco che poteva la fronte
madida di sudore.
-Beh...
non sarebbe un gran che come spettacolo, risparmiaci.- disse l'altro,
ansimando. Quando entrambi ripresero la facoltà di respirare
correttamente si avvicinarono al Calice e buttarono dentro i
foglietti. Il fuoco si ritrasse come per le compagne, tornando
normale poco dopo. I ragazzi esultarono, sentendo gli altri
applaudire. Uscirono dalla Linea, avviandosi di nuovo verso le scale.
-Aspetta, voglio fare una cosa.- disse di nuovo Asif, avvicinandosi
alla ragazza che aveva travolto poco prima, ora seduta con un
gruppetto di persone su delle panche. -Mi dispiace per prima.-
cominciò, quando le fu abbastanza vicino. -Non volevo, spero
tu non
ti sia fatta niente.- La ragazza rimase un attimo sorpresa, prima di
scuotere la testa.
-No,
sto bene. Grazie.- disse, ricambiando timidamente il sorriso del
ragazzo quando questo si congedò poco dopo.
-Beh
è stato gentile.- mormorò Patrick, seduto accanto
a lei a gambe
incrociate. Nellie annuì, voltandosi nuovamente verso di lui.
-Sì
è vero. Non pensavo si fosse nemmeno accorto che ero io
quella a cui
era andato addosso... Beh, almeno c'è qualcuno di educato
qui.-
disse l'ultima parte un po più a bassa voce, facendo
ridacchiare
Patrick e Leon, e sbuffare Sabrina seduti accanto e dietro di lei.
-Ti
ho già chiesto scusa per stamattina, per quanto vuoi
rinfacciarmelo?- chiese l'altra ragazza, facendo ricadere un po i
lunghi capelli castani, mentre si piegava leggermente in avanti.
-Quando
il mio sedere smetterà di farmi male per la caduta a causa
della tua
roba lasciata in giro per la stanza!-
-Che
ne dite di smetterla di litigare e andare a mettere i nomi la dentro?
Mi sento quasi in colpa a non averlo ancora messo.- disse Leon,
alzandosi in piedi e stiracchiandosi. Sabrina annuì e si
alzò,
grata che il compagno di scuola avesse cambiato argomento
così
repentinamente. Sicuramente era più importante discutere del
Calice
di Fuoco che del suo disordine cronico, no?
-Io
non sono poi così tanto sicuro...- disse Patrick, mordendosi
l'interno della guancia, mentre anche Nellie si alzava.
-Non
fare la ragazzina dai! Quante probabilità ci sono che
scelgano noi
fra più di seicento studenti? E' più che altro
come un dovere
patriottico, vedila così.- gli disse la bionda, porgendogli
poi la
mano per aiutarlo ad alzarsi. Il ragazzo sospirò e si
tirò su in
piedi, seguendo gli amici controvoglia. I quattro attraversarono
anche loro la Linea, e buttarono i fogli preparati la sera prima,
quando avevano deciso che avrebbero partecipato. Il procedimento fu
lo stesso di tutti gli altri, e alla fine tornarono alle panche con
il leggero applauso in sottofondo.
***
-Se
muoio è tutta colpa tua.- Kurt roteò gli occhi
sbuffando e si girò,
lasciando la mano del suo ragazzo che stringeva fino a quel momento.
-Smythe,
nessuno ti ha chiesto di venire con noi! Se non vuoi mettere il tuo
nome li dentro non ce lo mettere, ma smettila di asfissiarmi!-
-Ehi
calmati principessa! Che c'è l'aria americana ti
inacidisce?- Kurt
fece per rispondere di nuovo, ma il tocco delicato di Blaine sul suo
braccio gli fece cambiare idea. Chiuse un attimo gli occhi e quando
li riaprì incontrò quelli di Dave, che lo
guardava dispiaciuto. Il
castano scosse la testa e si voltò di nuovo, riprendendo a
camminare
verso la sala principale.
-Ma
che problema hai?- sussurrò Dave a Sebastian, credendo di
non essere
sentito da altri che da lui. L'altro scrollò le spalle in
risposta,
mentre raggiungevano la sala. C'erano poche persone, dato che la
colazione era finita da un pezzo e era ora di andare in classe. Anche
se con professori differenti a quelli abituali, tutti gli ospiti
dovevano proseguire i loro studi; soprattutto visto che quello era
l'anno dei MAGO.
-Facciamo
in fretta, non voglio fare tardi a lezione. Divento odioso quando
sono in ritardo.- commentò Sebastian, prendendo un pezzo di
pergamena dai pantaloni della divisa. Kurt lo guardò
sarcastico.
-Ma
non mi dire...- commentò, ma la discussione venne stroncata
sul
nascere.
-Li
mettiamo tutti insieme?- chiese Blaine, guardando gli altri.
Sebastian annuii semplicemente, facendo un passo avanti e Kurt lo
imitò, quindi il Gryffindor tirò fuori dalla
tasca il tuo cartoccio
di carta e quello di Kurt e glielo porse. Lo Slytherin lo prese con
un sorrise e superò la Linea dell'Età senza
indugi. Blaine lo
imitò, e così Sebastian che, quando non vide Dave
seguirlo, si
voltò a guardarlo confuso.
-Hai
cambiato idea?- chiese, inclinando il viso da un lato. Dave
negò con
la testa infilando le mani nelle tasche.
-Compio
diciassette anni fra due mesi.- disse come spiegazione, scrollando
anche le spalle. Sebastian gli fece un piccolo sorriso e annuii,
mettendo il nome nel calice insieme agli altri due.
***
Quinn
si asciugò gli occhi, sopprimendo un singhiozzo allo stesso
tempo.
Blaine le circondò le spalle con un braccio, mentre gli
altri
campioni sedevano insieme a loro in quella stanza anonima.
-Sai...-
mormorò la bionda, tirando su con il naso. -Penso di aver
ucciso
parecchie persone in un'altra vita.- disse, e Blaine la
guardò
confuso. - In due anni la mia vita sta crollando. Sono rimasta
incinta di un idiota impomatato e ora potrei finire male a causa di
uno stupido torneo a cui nemmeno volevo partecipare. Le uniche cose
positive sono Sam e Lily, ma se va male...- non riuscì a
finire a
causa di un altro singhiozzo, più forte degli altri. Blaine
la
strinse a se, sospirando dispiaciuto.
-Senti...
mi dispiace tanto per tutto quello che ti è successo,
davvero. Ma
ora non devi buttarti giù. Non ti aiuterà con le
prove. Devi stare
concentrata e dobbiamo collaborare, siamo una squadra. E arriveremo
fino alla fine, insieme. Okay?- disse guardandola, facendole un bel
sorriso. Quinn lo guardò un po' e ricambiò il
sorriso.
-Hai
ragione... grazie Blaine.- il moro sorrise ancora, passandole il suo
fazzoletto per asciugarsi gli occhi, mentre i professori e la preside
Corcoran entravano nella stanza.
***
-Kurt
sto bene.- mormorò Blaine fra uno sbadiglio e l'altro,
buttandosi a
peso morto sul suo letto. Gli studenti erano appena stati congedati,
ma lui e Kurt avevano deciso di andarsene a letto perché uno
era
troppo stanco e l'altro cercava di non dare di matto.
-Lo
so che stai bene. Ora stai bene. Ma domani? O fra una settimana dopo
la prima prova? Non sai cosa...-
-No
ehi, ehi ti prego. Non dirlo. Andrà tutto bene e non mi
succederà
niente.- disse il moro, facendogli segno di avvicinarsi. Kurt si
sedette sul letto accanto a lui, mordendosi un labbro. -E quando
finirà questo torneo potrai sgridarmi perché non
mi impegno negli
esami.- il castano ridacchiò, accarezzando i ricci
dell'altro.
-Va
bene scusa, sono entrato nel panico. È che... ho paura. La
gente
muore in questo torneo e non voglio perderti...- Blaine lo
guardò,
mettendosi poi a sedere e baciando il suo ragazzo.
-Non
succederà. Te lo prometto, Kurt. A giugno io sarò
ancora qui con
te, il diploma in mano.- disse serio mentre gli accarezzava il viso e
l'altro annuii.
-Okay...
ma ora dormi, sarai stanchissimo. Io resto qui seduto finché
non ti
addormenti.- il Gryffindor si sdraiò di nuovo e chiuse gli
occhi.
-Buonanotte
Kurt...- sussurrò, prima di addormentarsi come un bambino.
Kurt
sorrise intenerito, guardando quel viso così rilassato,
mentre il
suo era rigato dai segni della preoccupazione che prendeva possesso
di lui.
God
on high
Hear my prayer
In my need
You have always been
there
He is young
He's afraid
Let him rest
Sembrava
così piccolo con i ricci tutti arruffati e gli occhi chiusi.
Così
tranquillo, anche quando cercava di rassicurare lui, quel fidanzato
che doveva appoggiarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene. E
invece Kurt sentiva un grosso peso nel petto, grosso quanto una
pietra spigolosa.
Bring
him home
Bring him home
Bring him home
Bring
him peace
Bring
him joy
He
is young
He
is only a boy
Cosa
avrebbe fatto se lo avesse lasciato? Se fosse finita male? Gli occhi
gli si riempirono di lacrime senza riuscire a trattenersi. Non poteva
andarsene. Non poteva e basta. Da un po' di tempo pensava a quello
che sarebbe stato il suo futuro dopo Hogwarts. E non riusciva a
vedere uno senza Blaine accanto a lui. Semplicemente non poteva
vederne uno.
You
can take
You can give
Let him be
Let him live
Si
asciugò le lacrime con la mano e si sdraiò
accanto a Blaine,
accoccolandosi contro di lui mentre tirava su con il naso. Il
Gryffindor si mosse nel sonno, stringendo l'altro a sé
inconsciamente. Kurt sorrise e chiuse gli occhi, mentre un'altra
lacrima solitaria gli rigava la guancia. In quel momento decise che
gli sarebbe sempre stato accanto, qualsiasi cosa fosse successa.
Sarebbe stato il fidanzato perfetto e lo avrebbe appoggiato. Proprio
come dovrebbe essere.
Bring
him home...
|
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Capitolo 20 *** Chapter XX ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 20/25
(possibili modifiche)
Personaggi: Blaine
Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò
Tutti.
Genere: Generale,
Romantico
Raiting: Arancione
Avvertimenti: OOC,
Slash, Crossover.
Parole: 2005
Disclaimer: I
personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
XX
-Sei
troppo tranquillo.- mormorò Kurt quella mattina al tavolo
della
colazione, quando ormai mancavano pochi giorni alla prima prova.
Blaine mugugnò qualcosa con la bocca piena di pancakes, ma
allo
sguardo accigliato del ragazzo si affrettò ad ingoiare,
aiutandosi
con un sorso di succo di zucca.
-Ho
detto: di cosa dovrei preoccuparmi?- disse, prima di riprendere a
mangiare. Il castano sbuffò, lasciando cadere la forchetta
nel
piatto con un tintinnio brusco.
-Forse
perché fra tre giorni c'è la prima prova e tu non
hai preparato
niente di niente?- chiese retorico, incrociando le braccia al petto.
Il Gryffindor sospirò e abbandonò a sua volta le
posate sul piatto
ancora mezzo pieno. Quando, circa mezzora prima, Dave e Sebastian gli
avevano detto che li avrebbero lasciati soli per colazione, Blaine
pensava che avrebbero passato il tempo mano nella mano a parlare di
cose totalmente diverse. Invece ora era seduto li, la colazione
abbandonata sul tavolo e prendeva una mano fredda di Kurt fra le sue,
sentendola tremare leggermente. Era preoccupato per la prova,
entrambi lo erano. E come faceva a non esserlo? Insomma, non sapeva
cosa gli si sarebbe presentato davanti, e non sapeva nemmeno come
prepararsi. Ci sarebbe stato un drago, come l'ultima volta? Una
creatura sconosciuta? O un altro mago contro cui combattere? Non ne
aveva idea. Una crisi di panico lo aveva colpito all'inizio della
settimana, mentre vedeva Quinn e Sam cercare incantesimi che
potessero essere utili su un libro. E lui che ci faceva seduto su
quella poltrona senza fare niente? Si stava sopravalutando? O era
semplicemente uno sciocco incosciente? Si era dovuto alzare e
chiudere in bagno per un po', decidendo che avrebbe gestito la
situazione con calma, senza fretta e senza farsi prendere
più dal
panico. Nessuno avrebbe realmente permesso a qualsiasi cosa
consistesse la prova di fare del male ai campioni. O no?
-Kurt...-
mormorò il moro, accarezzando il dorso della mano del suo
ragazzo
che ora lo guardava mentre si mordeva l'interno della guancia. -Ho
paura anche io, ok? Ho una paura bestiale. Ma cosa posso fare? Io non
so dove mettere le mani, non so cosa mi troverò davanti e...
se
studiassi un incantesimo inutile? Se non mi servisse a nulla?-
-Ma
almeno ne conosceresti uno nuovo! Non tutti riescono a cavarsela con
un Expelliarmus, Blaine.- il moro annuii semplicemente,
afflosciandosi letteralmente sulla panca.
-Io...
non so cosa fare. Non so dove mettere le mani. Ogni volta che apro un
libro penso che non serva a nulla se incontrerò qualcosa di
diverso.
E ora non ho abbastanza tempo per fare niente...- Kurt si morse il
labbro e poi posò la mano libera sulla sua guancia con un
piccolo
sorriso.
-Ma
ci rimangono tre giorni. Possiamo fare tante cose in tre giorni. Ce
la faremo.-
***
-Non
posso credere che tu abbia scommesso davvero!- esclamò Kurt
indignato, fulminando Sebastian con lo sguardo mentre questo teneva
stretti tre pezzetti di carta. Dave ridacchiò in mezzo ai
due,
infilando le mani nelle tasche per riscaldarle. Si appoggiò
anche
meglio alle gradinate, cercando di sfuggire agli sguardi degli altri
due per paura di venire incenerito.
-Che
c'è? Ho scommesso anche su di lui, non solo contro!-
-Seb
hai scommesso anche sulla possibilità che qualsiasi cosa
esca da li
vada da Blaine per morderlo sul sedere.- mormorò Dave,
giocandosi la
possibilità di starsene tranquillo e fuori da quella storia.
-E
allora? Potrebbe succedere, ha un bel sedere e potrebbe attrarre i
denti di qualcuno.-
-Smythe
se non fosse illegale ti avrei già stretto le mani al collo,
ma non
voglio finire ad Azkaban per colpa tua.-
-Non
lo faresti mai principessa, ti rimarrei sulla coscienza.-
-Volete
chiudere il becco voi due!?- li sgridò Rachel seduta di
fronte a
loro, minacciandoli con lo sguardo. -Stanno iniziando e se non la
smettete di fare i bambini farò finire voi in mezzo a
quell'arena
polverosa.- continuò, indicando il campo dove i campioni
avrebbero
affrontato la prima prova. Era in tutto e per tutto un'arena, il
suolo fatto di sabbia rossiccia, sistemata anche in piccole dune in
vari punti dell'area. C'erano anche dei massi, che Kurt
pensò
servissero a parare i colpi o per nascondersi. Pensò anche
che
Blaine era abbastanza piccolo per nascondersi perfettamente dietro
uno di quelli e si lasciò sfuggire un sospiro sollevato.
Fissò gli
occhi sulla piccola tenda a lato dell'arena, vicino agli spalti. Era
li che i campioni erano stati fatti accomodare, in attesa di
cominciare.
-Stanno
iniziando.- mormorò Dave, sistemandosi sulla panca mentre i
presidi
delle cinque scuole si mettevano a sedere in prima fila. Dopo qualche
secondo un leggero fischio riempì l'aria, e la voce della
preside
Corcoran riempì l'arena.
-Cari
studenti, possiamo ufficialmente dare inizio alla prima prova di
questo torneo!-
***
-Buona
fortuna.- mormorò Blaine verso i campioni della scuola
ospitante, e
ricevette un sorriso in cambio. Quinn al suo fianco guardava il
pavimento, trovando particolarmente interessante un sassolino
levigato. Le prese la mano nella sua senza realmente pensarci,
entrambi avevano bisogno di conforto in quel momento. Sentirono
ruggiti e il pubblico esultante, chiedendosi cosa li avrebbe
aspettati al di la della tenda dove erano stato sistemati.
-Andrà
tutto bene...- mormorò il moro con un piccolo sorriso,
cercando di
convincere tutti e due. Lei annuii, ricambiando la stretta sulla mano
dell'altro. Quando sentirono il colpo di cannone, il segnale che li
avvertiva di dover entrare in arena., sobbalzarono entrambi. Si
alzarono come se fossero legati insieme con dei fili invisibili,
uscendo dalla tenda. La luce del sole li accecò per qualche
secondo,
come le urla del pubblico li lasciò leggermente rintronati.
Si
abituarono presto, e cominciarono a guardarsi intorno. Erano
circondati da sassi e sabbia rossa, e dopo un po il campo venne
insonorizzato per permettergli di concentrarsi. Vedevano i loro
compagni muovere le labbra ma non sentivano nessun suono. Si
lasciarono le mani, prendendo entrambi la bacchetta.
-Se
esce uno scorpione sappi che potrei svenire...- mormorò lei,
guardandosi intorno. Blaine si ritrovò d'accordo con lei, ma
non
disse nulla. Non sentirono la creatura entrare nell'arena a causa
dell'incantesimo insonorizzante, ma avvertirono la sua presenza non
appena fu praticamente alle loro spalle. Indietreggiarono
velocemente, spaventati, e osservarono il loro avversario. La
creatura era enorme, ed aveva il corpo ricoperto di squame verde
scuro. Aveva nove teste di serpente ed ognuna di loro li fissava
minacciosa con le fauci aperte e la lingua scura vibrante. Blaine
aveva sentito parlare dell'Idra prima di allora, ma credeva che fosse
solo una leggenda. Ma ora ne aveva una davanti, e non era affatto
come facevano vedere i cartoni animati. Non era né viola
né
stupida, e riusciva a vedere la vena assassina in ognuna delle nove
paia di sottili occhi gialli. La creatura ruggì e si
lanciò su di
loro, costringendoli ad allontanarsi l'uno dall'altro. Ebbero
entrambi la stessa idea di nascondersi dietro uno dei cumuli di
sabbia, il respiro pesante per la paura.
-C'è
qualcosa... sotto la pancia...- sussurrò Quinn, chiudendo
gli occhi
quando la creatura scagliò la coda accanto al loro
nascondiglio.
Blaine si prese un attimo per pensare, tirando fuori la bacchetta
dalla tasca dei pantaloni.
-Dobbiamo
prenderla, qualsiasi cosa sia.- disse, sporgendo per un attimo la
testa. Vide la grande sacca di pelle attaccata al busto dell'Idra con
delle cinghie. Doveva recidere i lacci e prendere il contenuto della
borsa. -Okay la sacca la prendo io. Tu tienila occupata. Non tagliare
le teste....-
-O
ne cresceranno due ognuna.- Quinn completò la sua frase,
prendendo
anche lei la bacchetta, stringendola forte fra le dita. Il ragazzo
annuii e la guardò negli occhi pieni di determinazione. -Non
farti
ammazzare. E attento alle spine sulla schiena, quelle fanno male.-
continuò lei prima di uscire dal nascondiglio e lanciare uno
Schiantesimo contro una delle nove teste serpentine. Blaine
sentì il
gemito di dolore della creature e fu quello a convincerlo ad uscire.
Corse più che poteva, schivando la coda che minacciava di
scagliarlo
lontano. Quinn aveva ragione, le spine facevano male, ma il ragazzo
ignorò il dolore alla gamba per il graffio che si era fatto
salendo
sulla groppa dell'Idra, ma se ne dimenticò per un attimo,
una volta
raggiunte le cinghie. Schiantò una delle teste che si era
accorta
della sua presenza, cercando la chiusura della cintura.
Imprecò a
bassa voce notandone l'assenza, quindi puntò la bacchetta
contro il
cuoio e lanciò un Confringo. L'incantesimo
rimbalzò sulle squame
sotto di lui, incrinandole, e facendo gemere di dolore la creatura.
Blaine si accucciò nel notare la coda arrivare contro di
lui,
sentendo l'aria gelargli la pelle sensibile del collo. Quinn
riuscì
fortunatamente ad attirare nuovamente l'attenzione dell'Idra,
così
che il moro riuscì a tirarsi di nuovo su e pensare ad un
altro modo
per recuperare il contenuto della sacca. Era impossibile prendere
solo il contenuto e lasciare li la borsa, rischiava di cadere nello
sporgersi, o finire infilzato da una delle spinte sulla schiena.
Blaine mugolò di dolore per un movimento sotto di lui che
aveva
fatto sfregare la ferita contro la superficie dura dove era seduto.
Si aggrappò alle squame sane e al piccolo varco lasciato dal
suo
Confringo per non cadere, ritrovandosene un pezzo in mano una volta
ritrovato l'equilibrio. Blaine
si girò la squama fra le mani, mugugnando quando
sentì la pelle
aprirsi contro il lato tagliente. Spalancò gli occhi,
incredulo
della fortuna che aveva avuto. Comincia a sfregare la scaglia contro
il cuoio, sentendolo cedere man mano che continuava. Quando la prima
cinghia cedette, si occupò della seconda impiegandoci la
metà del
tempo una volta capito il ritmo. Sorrise sentendo il tonfo della
sacca mentre cadeva a terra, e la seguì atterrando li di
fianco.
Afferrò velocemente la borsa, e appena la sua mano
toccò il
contenuto, l'Idra si immobilizzò. Tutte le sue nove paia di
occhi si
appannarono, le teste ritte in fila mentre si voltava ignorandoli
completamente. Blaine trattenere il fiato finché la creatura
non
uscì dall'arena e solo allora incantesimo insonorizzante
cessò di
funzionare. Le sue orecchie come quelle di Quinn si riempirono delle
urla del pubblico facendo sobbalzare entrambi. Blaine guardò
Quinn
mentre si avvicinava e le sorrise come per ingraziarla. Lei
ricambiò
il sorriso mentre la preside McGranitt li raggiungeva nell'arena. I
ragazzi si alzarono e la seguirono verso le tribune, mentre al centro
dell'arena appariva una classifica dal nulla.
-Siete arrivati
secondi- li informò la preside con un sorriso -Andate a
farvi
medicare le ferite, questa sera potrete vedere la borsa insieme ai
vostri compagni.-
***
-È
una lastra...- sussurrò Kurt guardando il suo ragazzo. Il
moro
scrollò le spalle rigirandosi tra le mani il contenuto della
borsa
che avevano aperto poco prima. -Ed è vuota...-
-Brava
principessa, ci hai illuminati.- commentò Sebastian
sistemandosi sul
divano, guadagnando una gomitata contro la spalla. Gemette di dolore
portandosi una mano alla parte offesa. Kurt sorrise compiaciuto,
fiero del suo gesto. Quinn sbuffò contrariata, sedendosi
accanto a
Blaine sul divano.
-Litigare non serve a nulla. Piuttosto
dovremo capire a cosa serve questa lastra d'argilla. Dovrebbe esserci
una scritta o almeno un disegno, invece è vuota. Secondo me
dobbiamo
dire qualcosa di specifico per farla apparire...-
-Una specie di
parola magica?- chiese Blaine guardandola. La ragazza annuì,
scostando i capelli biondi dalla fronte.
-Ma non so quale...- la
sala si fece silenziosa, mentre i ragazzi si guardano l'un l'altro.
Dave si alzò dopo un po', passandosi le mani sulle cosce.
-Beh non
possiamo stare tutta la notte qui a pensarci. Ci penseremo domani a
mente fresca.- disse, e i suoi compagni si trovarono d'accordo con
lui. Tutti si alzarono, raggiungendo le proprie stanze. Blaine
poggiò
la lastra sul suo comodino, prima di cambiarsi e mettere il pigiama.
Sorrise a Kurt mentre questo si avvicinava sorridente. Avevano preso
l'abitudine di dormire insieme, e nessuno si era mai lamentato. Il
moro si sdraiò, aprendo le braccia per invitare l'altro a
fare lo
stesso. Lo Slytherin si mise al suo fianco, appoggiando la testa sul
suo petto ampio.
-Vedrai che andrà tutto bene.- gli disse,
sorridendo incoraggiante. Blaine annuì, baciandogli la
fronte e
chiudendo gli occhi, addormentandosi subito dopo.
|
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Capitolo 21 *** Chapter XXI ***
Titolo: Gryffindor
Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 21/25
(possibili modifiche)
Personaggi:
Blaine Anderson, Kurt Hummel,
Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale,
Romantico
Raiting: Arancione
Avvertimenti: OOC,
Slash, Crossover.
Parole: 2185
Disclaimer: I
personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
XXI
Blaine
non capì mai quale fosse la fatidica parola magica, sapeva
solo che
una mattina, quasi una settimana dopo la prima prova, la lastra si
era illuminata e delle linee sottili si erano formate sull'argilla.
Il moro si era quasi infilato lo spazzolino in gola quando lo aveva
notato, finendo in fretta e furia di lavarsi i denti, prima di
chiamare Quinn per mostrarle la novità. La ragazza aveva
guardato
l'oggetto da tutte le angolazioni possibili, anche alla rovescia, e
poi aveva sospirato.
-Secondo
te cos'è?- gli aveva chiesto, girando la parte incisa verso
di lui.
Blaine aveva inclinato la testa pensieroso, prima da un lato e poi
dall'altro. Si era anche allontanato di un paio di passi, cercando di
trovare qualcosa che poteva essergli sfuggito.
-A
me sembra una sirena senza coda.- disse, tornando a guardare il viso
dell'altra. Sulla lastra era chiaramente visibile una figura
femminile seduta su un qualcosa che poteva essere un masso come una
collinetta di terra. Teneva le mani fra i lunghi capelli mossi dal
vento, e aveva tutto l'aspetto di una sirena. Tuttavia erano ben
visibili un paio di lunghe gambe incrociate.
-E'
quello che vedo anche io. E forse so cosa sono, ne ho letto in un
vecchio libro qualche tempo fa. Chiama gli altri e venite subito in
biblioteca, sicuramente hanno anche qui quel libro.- disse Quinn
sbrigativa e, dopo un cenno di Blaine, si allontanò. Il
ragazzo
tornò nella sua stanza che divideva con Kurt, Sebastian e
Dave, e
vide il suo ragazzo seduto sul letto che avevano diviso fino a un ora
prima, intento a guardarsi i piedi. Quando lo sentì arrivare
alzò
subito gli occhi e gli sorrise.
-Allora?
Sei scappato da quel bagno come se ci fosse dentro uno Schiopodo in
procinto di esplodere...-
-E'
apparso un disegno sulla lastra e dovevo assolutamente farlo vedere a
Quinn.- gli spiegò il moro e si mise al suo fianco,
infilandosi le
scarpe che aveva dimenticato di mettere quando era corso via. Kurt si
voltò subito verso di lui stupito, sbattendo un paio di
volte le
palpebre.
-E
ha capito cosa è la seconda prova?- chiese, girandosi un
poco per
guardare meglio l'altro.
-Credo
proprio di si, ci aspetta in biblioteca. Dave e Sebastian? Vuole
anche loro.-
***
-Spero
che tu abbia una buona scusa biondina, ho lasciato a metà il
mio
cupcake alla vaniglia, e io odio lasciare a metà i miei
cupcake.-
esordì Sebastian a voce alta, infischiandosene dell'enorme
cartello
“per favore, silenzio” affisso proprio sopra la
testa di Quinn e
Sam, seduti a uno dei tanti tavoli della sala. La ragazza
sospirò,
chiudendo un attimo gli occhi. Ma chi glielo aveva fatto fare a
chiamare anche lui? Cercò di cacciare via quel pensiero, in
fondo un
cervello in più, benché fosse quello di Sebastian
Smythe, faceva
sempre comodo.
-Potevi
anche portare il tuo preziosissimo cupcake alla vaniglia e mangiarlo
qui. Almeno avresti avuto la bocca impegnata per un po'.- disse la
ragazza, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lo
Slytherin sbuffò platealmente e si mise a sedere su una
delle sedie
vuote.
-Sei
matta per caso? Lo sanno tutti che in biblioteca non si mangia. E poi
ci sono modi per più interessanti per tenere la bocca
occupata, se
vuoi te ne insegno un paio...-
-Tutto
questo- lo interruppe Kurt, alzando per un attimo gli occhi dal libro
che teneva fra le mani. -Non interessa a nessuno. Vi dispiacerebbe
concentrarvi sul vero problema qui?-
-Bene...-
cominciò subito Quinn, voltando verso gli altri un vecchio
volume
aperto quasi al centro. Le pagine erano ingiallite e sottili, come se
una folata di vento potesse farle staccare dalle altre. -Ho letto
già
questo libro a Hogwarts e mi ricordavo di aver visto qualcosa di
simile.- la ragazza indicò un disegno sulla pagina
-Assomiglia a
quello sulla lastra, quindi, probabilmente è questo che
dovremmo
affrontare nella seconda prova.-
-Beh,
magnifico no?- sorride Blaine, guardandola. -Sappiamo cos'è
e
possiamo prepararci bene, no?-
-Non
esattamente. È una creatura antica, e sembra innocua ma non
lo è.
Non sarà facile.- gli rispose lei, girando nuovamente il
libro per
poter leggere le parole scritte evidentemente a mano. -Nella
mitologia
slava,
le vile sono creature fatate
femminili,
simili alle ninfe
greche o
agli elfi.
A seconda delle varie culture e tradizioni popolari, assumono nomi e
caratteristiche diverse. Possono assumere diverse forme, e apparire
ai viaggiatori sotto forma di cigno, cavallo, lupo, oltre che come
bellissime donne. Le Villi sono spiriti di giovani fanciulle morte
prima del matrimonio perché tradite o abbandonate o giovani
madri
straziate dalla morte dei loro giovani bambini morti prematuramente
per motivi ingiusti. Son esseri vendicative e spettrali, incapaci di
trovare riposo eterno nella morte, che ogni notte tra il crepuscolo e
l'alba cercano i traditori d'amore che costringono, con l'aiuto di
rametti di vischio apparentemente magici, a ballare convulsamente
fino a provocarne la morte per sfinimento o fino a che totalmente
indeboliti non vengono gettati in un lago nelle loro vicinanze...-
-Beh
bella morte, morte da troppo ballo. Come nei peggiori dei
cliché.-
la ragazza chiuse gli occhi e sospirò, cercando di
trattenersi dal
saltare al collo del suo maleducato compagno di casa.
-Dicevo...
Le Villi provano infatti un irrefrenabile desiderio e un amore
incredibile per la danza. Alla morte del traditore le Villi si
dileguano e con esse svanisce, finalmente placato, il fantasma della
fanciulla morta per amore. Secondo alcune fonti le Vila son
l'equivalente delle sirene solo che sulla terraferma: apparentemente
son belle fanciulle, ma quando si infuriano svelano il loro vero
aspetto mostrando i loro becchi da uccello e la pelle squamosa.-
-Quindi..-
cominciò Blaine, cauto. -L'unico modo per sconfiggerle
è farmi
morire dal troppo ballo?-
-Come
il peggiore dei cliché.- si intromise di nuovo Sebastian,
accavallando le gambe.
-C'è
dell'altro...- continuò la bionda, cambiando libro. -Su
questo libro
c'è scritto che se la loro morte viene vendicata gli spiriti
svaniscono e le donne possono riposare in pace.-
-Quindi
o muori ballando...-
-Come
nel peggiore dei cliché...-
-O
le vendichi e finisce la storia?- chiese di nuovo il moretto, e Quinn
annuii, chiudendo con cura i volumi.
-Quindi
non possiamo prepararci in nessun modo. Come facciamo a sapere per
quale motivo la nostra Vile è morta?- chiese ancora lui,
togliendosi
gli occhiali per strofinarsi un occhio stanco.
-Non
ne ho idea.- ammise lei, scuotendo la testa. -E' per questo che ho
chiesto a tutti di venire. Dobbiamo inventarci qualcosa prima di
dopodomani, o arriveremo impreparati...-
-Quinn
Fabray e Blaine Anderson?- il gruppo si voltò verso la voce
della
ragazza appena arrivata. Indossava la divisa della Country Day, i
lunghi capelli neri erano acconciati in una treccia. -La preside
Corcoran mi ha mandato a chiamarvi. Passerete la notte in isolamento
con gli altri campioni per concentrarvi al meglio per la prova.
Seguitemi per favore.- disse la ragazza con un piccolo sorriso mentre
inclinava la testa di lato. Blaine sospirò frustrato e
guardo Kurt
che aveva gli occhi fissi su di lui, un piccolo sorriso triste sulle
labbra sottili.
-Ci
vediamo dopodomani. E torna tutto intero, non mi piacciono i
fidanzati a pezzi.- disse il castano e si sporse in avanti, posando
un piccolo bacio sulle labbra dell'altro, prima di vederlo andare
via.
***
-Il
che cosa?- esclamò Dave, prendendo il foglio che Kurt gli
porgeva
con un sorriso eccitato.
-Il
ballo del ceppo!- esclamò, sedendosi meglio sul divano.
Quella
mattina aveva ricevuto un messaggio da Blaine, a quanto pare l'unico
modo in cui i campioni potevano comunicare con gli altri, e gli aveva
mandato un piccolo biglietto per dirgli che stava bene e che lui e
Quinn si stavano preparando per bene. E poi, in fondo alla busta,
aveva allegato quella specie di volantino con scritto sotto:
“prepara
il tuo vestito più bello, ti porto a ballare”.
-Sorvolando
sul messaggio da cliché...-
-Stai
iniziando a parlare come Sebastian, forse uscire con lui non ti fa
tanto bene.-
-Noi...
non usciamo insieme. Insomma non ufficialmente. Io... non lo so
nemmeno io.- Dave gli passò il volantino, guardandosi le
ginocchia.
Kurt si accigliò, riprendendo il foglio con il messaggio di
Blaine.
-Dave,
va tutto bene con Sebastian? A me sembrava di si insomma... siete
sempre insieme, parlate un sacco...-
-E
li si ferma la storia. Cioè, lui...- il ragazzo
sospirò frustrato,
passandosi una mano fra i capelli. -Lui ha provato a baciarmi.-
confessò, arrossendo un po'. Kurt sorrise come un bambino
che vede
lo zucchero filato per la prima volta, saltellando letteralmente sul
posto.
-Quando?
Dove? E come? Come è stato?-
-Ehi
piano, piano. Ho detto che ci ha provato, non che c'è
riuscito.
Io... mi sono scansato prima.- confessò,voltandosi a
guardare
l'amico.
-E
perché mai lo avresti fatto? Pensavo che ti piacesse!-
-E
mi piace! E' solo che... è Sebastian.- mormorò,
stringendosi una
mano nell'altra. -Se... se si stufasse di me dopo un po', come ha
fatto con Blaine?- sussurrò, ancora, guardando l'amico con
gli occhi
che sembravano quasi più grandi del normale. Kurt si morse
piano
l'interno della guancia, posandogli una mano sulla spalla.
-Non
puoi saperlo.- iniziò a dire, giocherellando con l'angolo
del
volantino. -Devi solo fidarti di lui. Non puoi fare altro che questo
per il momento.- Dave abbassò di nuovo gli occhi e
annuì.
-Credo...
credo di sì. Posso solo fidarmi.-
***
-Stai
scherzando, vero? Dimmi che stai scherzando...- Blaine si
passò una
mano fra i ricci disordinati, guardando un Sebastian vestito in una
divisa che non era della sua scuola e con un sorriso strafottente fra
le labbra. Un distintivo da Caposcuola faceva bella vista di
sé,
appuntato sul petto del ragazzo. -Non stai scherzando... ti sei
bevuto completamente il cervello?-
-Che
c'è? Nessuno se ne accorgerà e il ragazzo a cui
l'ho presa non
sembrava molto dispiaciuto. Non mi ha nemmeno chiesto a cosa mi
serviva. Si vede che fare da balia a voi qui deve essere di una noia
mortale...-
-Sai
che se qualcuno ti becca ci butteranno in mare e ci faranno tornare
in Inghilterra a nuoto?- chiese il moro, facendo entrare l'altro
nella sua stanza.
-Dici
che anche qui hanno la piovra gigante? Potremmo prendere un tentacolo
per uno...-
-Sebastian.
Che sei venuto a fare? Domani sarò ucciso sfinito per il
troppo
ballare, vorrei almeno fare il mio ultimo sonno in pace.- Blaine si
buttò letteralmente sul suo letto, Sebastian non aveva
pensato che
probabilmente a quell'ora stesse dormendo. O almeno, ci aveva pensato
e non gliene poteva importare di meno.
-Ho
bisogno di parlare con te, quindi tirati su e dammi retta.- lo
Slytherin si mise a sedere ai piedi del letto, accavallando le gambe.
Blaine sbuffò e si mise a sedere sconfitto, appoggiandosi al
muro
contro il quale era sistemato il letto. -Io voglio invitare Dave al
Ballo del Ceppo.- iniziò il castano, guardandolo in viso. Il
Gryffindor batté le palpebre un paio di volte, come se non
lo avesse
ascoltato realmente.
-Tu
sei venuto qui, in piena notte. Sei qui, seduto sul mio letto, con
una divisa di un'altra scuola rischiando di farci tornare a casa a
calci nel sedere... Per dirmi che vuoi invitare il tuo praticamente
ragazzo al Ballo del Ceppo?- chiese il moro inarcando le
sopracciglia. L'altro annuì, passandosi le mani sulla divisa
che
indossava. Rimasero entrambi zitti per un attimo, poi Blaine
ringhiò
letteralmente, alzandosi in piedi. -E' meglio che vado a bermi un
bicchiere d'acqua prima di ammazzarti a mani nude. Non potevi dirmelo
domani? Cosa cambiava, il ballo è fra due settimane! Ho
bisogno
d'acqua.- il moro si avvicinò al comodino, versandosi un
bicchiere
d'acqua fresca per calmare i nervi.
-Sono
venuto a dirtelo ora perché credo che lui non voglia.- disse
tranquillamente l'altro quasi con noncuranza, controllandosi anche le
unghie nel mentre. Blaine si mise di nuovo a sedere, con un nuovo
sbuffo sulle labbra.
-E
cosa te lo fa pensare, di grazia?-
-Ho
provato a baciarlo l'altro giorno. Si è staccato poco prima
che
potessi farlo, come se avessi qualche specie di malattia infettiva.
Faccio così schifo a baciare?- gli chiese sconsolato. Blaine
non lo
aveva mai visto così, o forse nessuno si era mai azzardato a
rifiutare un suo bacio e questo aveva ferito il suo immancabile
orgoglio Slytherin.
-Secondo
me lo hai preso alla sprovvista, magari.- cominciò il moro,
sistemandosi a gambe incrociate. -Insomma, ne avete mai parlato
prima? Forse sei stato un po'... brusco?-
-Blaine
dovevo mandargli una lettera scritta? “Scusami sai, ma ti sto
per
infilare la lingua in gola”. Non mi sembra molto adatto.-
-Vedi?
Troppo rude. Troppo... troppo.- gesticolò Blaine, mentre
Sebastian
cominciava a sbuffare e a passarsi una mano fra i capelli castani.
-Tu prova ad invitarlo al ballo come una persona normale e senza
stargli troppo addosso. Anche un semplice biglietto va bene, e vedi
cosa risponde lui. Ma non fargli pressioni e vedrai che
andrà bene.-
Sebastian sbuffò ancora e sembrò sgonfiarsi, come
se avesse
trattenuto il fiato per tutto quel tempo. Poi, dopo qualche secondo,
annuì, alzandosi in piedi.
-Secondo
te dove dormono questi sfigati che devono farvi la guardia?- Blaine
sorrise e si sistemò sotto la coperta.
-Devono
farci la guardia. Non dormono.-
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